Digimon Adventure Memories: When I used to be a Digidestined (Brave Heart 01/08/1999 - 01/08/2020)

di LadyItalia_UsabellaDream
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ricordo numero 1: Ketsui - Addii & Determinazione ***
Capitolo 2: *** Ricordo numero 2: Arrivederci & Aeroporti ***



Capitolo 1
*** Ricordo numero 1: Ketsui - Addii & Determinazione ***


TitoloDigimon Adventure Tri “Ketsui” – Addii & Determinazione
Personaggi: Joe Kido, Mimi Tachikawa
Genere: Romantico, Introspettivo, Slice of Life, Azione, Mistero
Rating: NC13
Avvertimenti: Longfic, What if...?, Missing Moments, Movieverse
Wordcount: 4619 (Fidipù)
Note: Ringrazio in anticipo tutti quelli che recensiranno e leggeranno questa raccolta. Il resto delle note le trovate a fine capitolo. BUONA LETTURA!

 

     Digimon Adventure Tri: Ketsui
                                              Addii & Determinazione

Le aveva dette. Quelle Parole tenute prigioniere per anni nel suo cervello erano riuscite a liberarsi. Avrebbe fatto qualsiasi cosa per tornare indietro di qualche istante e recuperarle, ricacciandole nell’angolo più remoto della mente soffocandole sotto mille altri pensieri. Annientandole. Dimenticandole. Invece ne percepiva ancora l’eco nella stanza, dove avevano prodotto l’effetto di un’esplosione inaspettata e devastante.
 
Perché proprio lui, ancora una volta, doveva essere stato scelto per quella missione? Non ce la faceva più, aveva sopportato per troppo tempo. Ormai aveva 18 anni ed era prossimo ai test di ammissione all’università e non poteva certo permettersi di perdere tempo con i suoi amici di infanzia, suoi compagni di avventure e battaglie, né tanto meno poteva pensare sempre al problema “Digimon”. Era triste e sconsolato e si malediceva per essere il codardo che era sempre stato. Guardava il tramonto variopinto di rosso dalla banchina del Rainbow Bridge, il ponte simbolo della sua metropoli. Fissava il vuoto mentre ascoltava il rumore dell’acqua scorrere a pochi passi da lui. Pensieri indecifrabili affollavano la sua mente, mentre cercava di scacciare via quelle paure che gettavano il suo subconscio nell’oscurità più tetra. E mentre se ne stava in disparte nel suo mondo percepì provenire dei passi da dietro la sua schiena. Perciò si voltò e si stupì nel vedere chi lo avesse raggiunto: LEI!
 
<< Cosa ci fai qui? Non dovresti essere a lezione? >> gli chiese.
<< Mi hai beccato! >> le rispose sorridendole. Per quel giorno non aveva voluto mettere piede a scuola, un evento raro per un tipo studioso e preciso come lui.
Lei non lo guardò ma aveva percepito il sorriso in quelle parole, anzi anche lei si mise ad osservare l’orizzonte mentre le sue mani stringevano nervosamente il manico della cartella poggiata dietro la schiena. Lei non era mai stata un tipo taciturno specialmente con Joe Kido, che era diventato il suo punto di riferimento, la sua roccia, durante la loro prima missione a Digiworld, quando avevano rispettivamente 10 e 12 anni. Si conoscevano dalle elementari e da allora non si erano più separati, nonostante il trasferimento di lei negli Stati Uniti a causa di motivi di lavoro dei suoi genitori e le continue assenze di lui per colpa del troppo studio, dei compiti in classe, dei progetti scolastici. Fortunatamente, nonostante continuassero a sentirsi via Skype, Mimi era riuscita a tornare a Tokyo per finire i suoi studi liceali. Mimi, ormai sedicenne, era di nuovo felice perché poteva frequentare la scuola del suo vecchio quartiere di infanzia, aveva rivisto gli amici di vecchia data, i suoi migliori amici digiprescelti e finalmente aveva potuto anche riabbracciare i Digimon e la sua adorata Palmon. Sicuramente la lontananza dai suoi compagni l’aveva fatta crescere interiormente e le aveva finalmente anche fatto chiarezza per i suoi sentimenti e le sue preoccupazioni. Dopo la separazione dal gruppo dei prescelti durante la guerra contro i padroni delle tenebre, Mimi voleva mettere definitivamente la parola fine alle battaglie. Troppo sangue dei suoi amici digitali era stato versato per proteggere il gruppo dei bambini prescelti destinati a salvare entrambi i mondi (quello terrestre e quello digitale) e quanti sacrifici erano stati compiuti dai ragazzi pur di sopravvivere all’ira e alla vendetta di questa nuova setta di nemici. Inoltre, nonostante le morti ingiuste di Digimon dal grande coraggio come Whamon, Chumon, Wizardmon e Pixemon, l’evento che veramente era stato la goccia che aveva fatto traboccare il vaso, e di conseguenza la sensibilità di Mimi, fu la lite inutile tra il confuso Yamato e il giovane leader del gruppo, Taichi. I due ragazzi erano le due facce della stessa medaglia, eppure nonostante avessero i Digimon più forti ed evoluti, erano diversi come il giorno e la notte, appunto, come il fuoco e il ghiaccio, proprio come i loro Digimon. Così Mimi, dopo la decisione di Matt (Yamato) di separarsi dal gruppo per riflettere sui suoi errori e il suo comportamento (che lui stesso considerava come un tradimento nei confronti dei suoi amici, ma soprattutto di Taichi, visto che era stato proprio lui a condividere il pensiero di nominarlo leader e loro guida per liberare Digiworld), anche lei aveva preso una dolorosa decisione, ossia separarsi dai suoi compagni di avventura e purtroppo anche dalla sua migliore amica (Sora) solo per non dover più combattere e cercare vie alternative alla violenza pur di riportare la pace. Nonostante fosse presa dallo sconforto, fortunatamente non era rimasta sola nel momento in cui aveva deciso di separarsi dal gruppo. Infatti Joe, il digiprescelto della sincerità e dell’affidabilità, l’aveva spalleggiata e si era offerto volontario di seguirla e proteggerla visto che, secondo il suo punto di vista, sarebbe stato pericoloso per una ragazza rimanere da sola in un momento del genere. Ma in verità Joe si era anche offerto in modo cavalleresco per poter stare a fianco della digiprescelta della sincerità e della purezza. Da tempo si era invaghito di lei e questo suo sentimento era aumentato successivamente soprattutto quando ormai, dopo la morte di Leomon, Mimi si era decisa nuovamente a combattere e a cercare volontari per creare un esercito Digimon che riuscisse ad aiutare i prescelti ed a sconfiggere definitivamente i padroni delle tenebre. E anche lei d’altro canto non era rimasta indifferente alla gentilezza del ragazzo timido, imbranato, paranoico e secchione che aveva conosciuto al campo estivo della scuola. Loro avevano età differenti e studiavano in due classi diverse, eppure nonostante venissero anche caratterialmente da due mondi completamente opposti l’uno dall’altra, erano riusciti con il tempo ad entrare in sintonia ed a solidificare la loro amicizia. Ma se per Mimi, Joe rappresentava il suo tutto e l’amicizia più bella e magica che si potesse instaurare tra un ragazzo e una ragazza (un’amicizia che la ragazza sognava da tempo poiché aveva sempre ammirato la scintilla e l’alchimia che c’era tra il leader Taichi e la sua migliore amica Sora), per il digiprescelto del partner Digimon Gomamon era esattamente il contrario. Quando si concluse la missione nel mondo digitale e i ragazzi tornarono nel mondo reale, Joe aveva compreso una verità che mai avrebbe potuto pensare per la sua giovane età: si era innamorato della prescelta della purezza! Di conseguenza il ragazzo aveva cominciato a cercare di conquistare le attenzioni della ragazza con qualsiasi mezzo: fiori, cioccolatini, uscite al cinema, una cena romantica, una gita… Insomma QUALSIASI cosa pur di renderla felice.
I problemi però sono arrivati dopo, quando entrambi i ragazzi hanno cominciato ad avere impegni improrogabili e soprattutto quando giunse la notizia del trasferimento all’estero della famiglia Tachikawa per motivi di lavoro. Da che il viaggio alle Hawaii era stato organizzato come semplice vacanza e visita di cortesia, successivamente si era trasformato in un trasferimento definitivo negli Stati Uniti, per la precisione a New York, nella meravigliosa Grande Mela. Ma per la ragazza non c’era niente di meraviglioso in quella notizia: infatti per Mimi fu proprio un colpo basso che accettò a malincuore. Trasferendosi ad un oceano di distanza dal Giappone avrebbe lasciato sicuramente una parte di cuore, sia per i suoi amici che per la sua scuola. Il gruppo dei prescelti non sarebbe più stato lo stesso. Ma soprattutto avrebbe dovuto mettere la parola fine ai sentimenti che ormai l’avevano travolta come un fiume in piena: la bella Tachikawa, dopo tanto tempo, si era invaghita Joe e ricambiava i suoi stessi sentimenti: quel tipo taciturno con gli occhiali, dal cuore impavido, sincero e affidabile alla fine era riuscito nell’impresa e l’aveva conquistata. Eppure lei ora era tornata ma i sentimenti che per tanto tempo aveva provato per Joe si erano riversati verso un’altra persona o meglio un loro amico: il digiprescelto Koushiro Izumi. Durante la lontananza e l’assenza di Mimi, la ragazza riusciva a rimanere in contatto con i suoi amici, sia andando a Digiworld tramite il varco digitale (creato da Koushiro e Gennai) sia tramite le mail che inviava. Colui che riceveva più di tutti le mail di Mimi era proprio Koushiro (detto “Izzy”) perché faceva da tramite così che fosse sicuro che le mail della giovane Tachikawa arrivassero senza problemi di linea agli altri prescelti. Diciamo che Izzy riusciva ad avere il controllo informatico della situazione e delle mail dei suoi compagni sia per motivi di lavoro e missioni compiute a Digiworld dai nuovi digiprescelti sia per permettere che ci fossero contatti 24h con tutti i prescelti mondiali in tempo reale. Mimi, nel periodo in cui studiò in America, si rese conto che Joe si era allontanato da lei: per non soffrire le scriveva di meno, la cercava poco e solo tramite terzi (tra questi lo stesso Koushiro). Insomma voleva definitivamente troncare la relazione a distanza per rimanere solamente gli amici che erano sempre stati. Mimi aveva sempre sperato in un ripensamento del giovane ma fu tutto inutile: Joe pensava solo allo studio e il fatto che fosse lontano dalla ragazza lo rendeva triste. L’unico che poteva consolare il prescelto era proprio il suo Digimon Gomamon che lo aveva sempre supportato. Insomma, una volta chiusa la storia con Joe, Mimi nonostante ci fosse rimasta male, non ci aveva sofferto più di tanto perché aveva capito finalmente di aver confuso l’amore con l’amicizia e questo anche lo stesso Joe lo aveva compreso. Prima che Mimi tornasse in Giappone per finire il liceo, Joe era riuscito finalmente a dimenticare quel sentimento confuso che provava per la mora, aprendo così il suo cuore ad un’altra ragazza (la quale non era una digiprescelta e fortunatamente non aveva niente a che ora con la sorte che era toccata a lui anni addietro) che lo rendeva sentimentalmente felice. Tuttavia il ragazzo, saputa la notizia del ritorno di Mimi, era stato felice al pensiero di poterla rivedere tutti i giorni cosicché il suo gruppo sarebbe tornato di nuovo al completo. Però aveva anche appreso che le cose fossero cambiate per entrambi. Infatti il ragazzo sapeva dei sentimenti di Mimi rivolti a Izzy e allo stesso tempo aveva capito che anche lo stesso genio dell’informatica provava gli stessi sentimenti per la ragazza. Alla fine il giovane Koushiro, una volta lasciatosi la fanciullezza alle spalle, nonostante avesse sempre ignorato la bellezza di Mimi poiché troppo impegnato dalla “sua mente avida di sapere”, alla fine il suo cuore si era dovuto ricredere. D’altronde generalmente la tempesta ormonale degli adolescenti a 16 anni riescono in parte a fare buttare giù la maschera che nasconde i propri sentimenti e in fondo Izzy e Mimi erano il classico duo di amici che, anche se all’inizio possono avere qualche litigio, alla fine inesorabilmente vengono attratti l’uno verso l’altra come calamite.
Per quanto riguardava Mimi nonostante fosse tornata a casa e fosse elettrizzata dall’idea di poter continuare a vivere con i suoi amici ed i digimon, ancora non riusciva mettersi l’anima in pace ed a tranquillizzarsi poiché destabilizzata dai cambiamenti della sua routine quotidiana negli anni. Lei era cittadina americana e precisamente di San Francisco, sua città natale, quindi per la giovane liceale non era stato traumatico il cambio di lingua e studi dalla cultura orientale a quella occidentale, però comunque nel suo cuore San Francisco non aveva la stessa importanza di Tokyo: la California era il suo luogo di nascita ma il Giappone era il paese dove realmente aveva vissuto e dove aveva incontrato lui. E con il pronome “LUI” intendo JOE. Era tornata a casa non solo per finire gli studi nel luogo dove aveva vissuto per tanto tempo e continuando così a vivere con i suoi amici e con lui la vita di tutti i giorni, ma anche perché aveva una missione da compiere: doveva incoraggiarlo ad andare avanti e dirgli finalmente addio!
La ragazza era consapevole che i genitori le avessero dato solo un periodo di tempo limitato per rimanere in Giappone e che una volta ottenuto il diploma di maturità sarebbe dovuta tornare in America per iniziare gli studi universitari al college e di conseguenza dire addio per sempre alla patria del Sol Levante. Era una scelta troppo dolorosa ma sapeva di non poter continuare così e sapeva anche che prima o poi si sarebbe dovuta separare da loro, ma soprattutto da lui. Lo aveva amato per tanti anni, e la cosa era evidente, ma nel periodo in cui avevano provato a frequentarsi non si erano mai dichiarati apertamente: neanche un bacio. Quel gesto nel loro rapporto non veniva naturale, sintomo del fatto che l’uno non fosse il vero amore dell’altra. Basta poco per confondere durante l’adolescenza quella soglia sottile, ovvero la linea d’ombra che divide l’amicizia dall’amore. Ma questo errore, però, non lo avevano pagato solo Joe e Mimi, infatti in quel periodo proprio tre dei loro amici più fidati stavano vivendo la stessa situazione il tutto perché la migliore amica di Mimi non riusciva a prendere una decisione e in più perché l’equilibrio fratellanza tra gli altri due amici si stava disgregando a causa di una gelosia nata per aver amato e tuttavia continuare ad amare la medesima donna: la loro migliore amica.
 
Ora era il momento di affrontare quel discorso una volta per tutte e ci sarebbe riuscita solo grazie alle qualità che più la distinguevano dal resto del mondo: sincerità e purezza.
<< Sai Joe che oggi a scuola mi ha dato dell’egocentrica? Alcune mie compagne di classe mi hanno etichettato con l’appellativo di “Jikochu”! >>
Lui a quella affermazione si girò di scatto ma lei ignorò quel gesto, sorrise amaramente e proseguì il discorso.
<< Ormai è da un po’ di tempo che ne sono consapevole e so anche che da bambina ero molto viziata e capricciosa. Ciò nonostante non mi sono mai tirata indietro di fronte alle difficoltà e non m’importa nemmeno ciò che gli altri possano pensare di me perché ciò a cui tengo di più nella mia vita è dire sempre apertamente la verità, ma soprattutto avere l’onore di poter confidarmi con te! >>
Il ragazzo di nome Joe non sapeva che dire poiché si era perso nello sguardo profondo della giovane, che sempre riusciva ad incantarlo con quegli occhi.
 
<< Joe secondo te sono un’egocentrica? >> chiese non smettendo di fissarlo negli occhi, riusciva a vedere il suo riflesso sopra le lenti degli occhiali del giovane.
Joe esitò, sapeva che Mimi talvolta tendeva ad essere egocentrica ma non lo faceva con cattiveria, anzi, semmai era proprio il contrario, la sua era ingenuità era proprio la qualità di lei che Joe aveva sempre amato di più fin da quando l’aveva vista per la prima volta, quando era ancora un goffo ragazzino con gli occhiali, soprannominato “il secchione delle elementari”. Da quando lei era diventata sua amica, lei, quell’uragano di ottimismo e solidarietà, nessuno lo aveva più preso in giro poiché la dolce Mimi lo difendeva sempre dalle malelingue della loro scuola e perché il loro duo e il gruppo che formavano assieme agli altri loro amici prescelti, emanava una luce abbagliante che faceva azzittire tutti per quanto fosse calda e luminosa e VERA.
<< Hai esitato! Non negarlo! >> rispose ridendo la giovane Mimi, ci avrebbe scommesso tutto che l’amico in questo caso avrebbe esitato. Lei conosceva già la risposta ma comunque voleva sentirselo dire.
<< Scusa… >> abbassò la testa mortificato.
<< Ma non ti devi scusare perché già sapevo avresti reagito così. La verità è che io ho delle cose da dirti e cercavo di allentare la tensione sviando il discorso… >>
Dapprima sorridente, improvvisamente proseguendo il discorso, il volto di Mimi divenne serio. Sospirò e capì che era giunto il momento di parlare. Era sempre lei che aveva preso l’iniziativa e quindi sapeva che, anche in questo, caso la prima mossa avrebbe dovuto farla lei. Lui la guardava preoccupato.
<< Ehi Joe…Tranquillo non fare quella faccia! >> disse tranquillizzandolo mentre cercava di rimanere concentrata sul discorso che stava per fare.
<< Avrei dovuto capirlo ad un certo punto… Mi riferisco all’essere una “Jikochu”… Questi ultimi due giorni sono serviti a rendermi cosciente… Quando qualcosa sembra giusta o penso che qualcosa possa andare bene, agisco come se fosse giusta anche per tutti gli altri… Ma ultimamente non riesco a vedere quelli che mi stanno intorno… E finisco per farli stare male! >> disse tutto d’un fiato riferendosi implicitamente alla discussione che aveva avuto il giorno prima con Koushiro, al quale Joe fortunatamente non aveva assistito poiché il ragazzo non li aveva raggiunti durante lo scontro tra Togemon e Ogremon.
<< Per colpa del mio stupido carattere ho messo in pericolo anche Palmon… Ho perfino perso le staffe con MeiMei (è il soprannome che Mimi ha dato a Meiko Mochizuki)… Sono stanca di me stessa! >> dichiarò sull’orlo delle lacrime.
<< Se stai facendo qualcosa, essere etichettati come “Jikochu” va ancora bene…Io sono disgustato da me stesso! Sono un codardo che non vale niente! >> dichiarò il giovane Joe con la voce spezzata dai singhiozzi.
Sospirò il giovane Kido. Faceva fatica a parlare perché si vergognava di sé stesso e di quello che le stava confessando.
 
<< Joe “Senpai”… >> esclamò Mimi stupita dalla reazione inaspettata dell’amico.
<< Perché siamo noi, ancora una volta, a doverci preoccupare delle cose? Perché siamo i Digiprescelti? Perché questo deve essere proprio il nostro destino? >>
Ancora una volta Joe Kido non poteva fare a meno di porsi quelle domande sul perché fosse un prescelto. Perché mai avevano scelto proprio un come lui per questo ruolo?
<< Te lo stai ancora chiedendo dopo tutti questi anni? >> domandò Mimi cercando di sorridere ad un povero Joe che stava trattenendo le lacrime… Percepiva che il ragazzo sarebbe esploso da un momento all’altro.
<< No! Non è questo… anche se penso di essere andato oltre la stessa domanda ritorna senza mai lasciarmi in pace… >> rispose lui dubbioso e poco convincente. Poi ripresosi un attimo dall’umore che stava compromettendo il suo discorso, continuò a parlare accennando anche allo stesso tempo un sorrisetto all’amica di sempre.
<< Per quanto ancora dobbiamo essere i “Digiprescelti”? Ci sono così tante cose che devo fare arrivato a questo punto della mia vita… Per entrare nella società e per diventare adulto… Devo decidere la mia strada per l’età adulta non per essere un “Digiprescelto”… Questa non è una missione ma una maledizione che ci perseguita da sei anni! Devo diventare uomo non posso più essere legato al passato è per questo che sto studiando! >>
Era riuscito finalmente a sfogarsi con qualcuno su tutto ciò lo stava affliggendo in quel periodo. Finalmente era riuscito a confidarsi con qualcuno visto che con Gomamon per paura di ferire i sentimenti del suo Digimon, non era capitata un’occasione simile, quella di poter parlare ed esternare le proprie preoccupazioni e i propri dilemmi. Così Joe provò a concludere il discorso dicendo:
<< E’ meglio essere una “Jikochu” piuttosto che essere un codardo come me! >>
<< Joe Senpai >> lo bloccò Mimi interrompendolo << Tu non sei un codardo! Mettitelo bene in testa! Se tu fossi stato veramente un codardo non saresti mai stato scelto per essere un “Digiprescelto”! Guarda che è normali essere spaventati e avere paura delle proprie scelte o delle proprie missioni ma questo non significa essere codardi, anzi, significa solamente essere dei normali essere umani e non dei supereroi come la maggior parte della gente vuole farci passare! Tu dici che quello per cui siamo stati chiamati sia una maledizione, io dico invece che proprio le avventure che abbiamo vissuto ti hanno fatto crescere e diventare il ragazzo meraviglioso che sei ora, prossimo ormai all’età adulta… >>
Lei non voleva assolutamente che lui si autocommiserasse poiché lui non era quel genere di persona che stava descrivendo per sé stesso. Mimi non voleva assolutamente che lui dicesse quelle idiozie…Non poteva sopportarlo poiché non era giusto e perché tutte queste affermazione false facevano soffrire entrambi. Per questo motivo alla ragazza venne in mente una domanda da porre al giovane: << Joe, tu mi ami ancora? O sei riuscito finalmente a dimenticarmi grazie alla tua nuova ragazza? >>
Joe rimase pietrificato da quella domanda e aveva paura a rispondere così Mimi cercò di tranquillizzarlo per metterlo a suo agio.
<< Rispondi sinceramente non mi arrabbierò a prescindere dalla risposta…Tu mi ami ancora? >> gli sorrise Mimi per incoraggiarlo.
In un primo momento non sapeva come risponderle poi decise di parlare pensando che dire la verità sarebbe stato l’epilogo migliore.
<< Non più come una volta… Però Mimi-chan, tutt’ora provo un profondo affetto per te e ti voglio bene proprio come ne voglio ai nostri amici ed ai miei fratelli! Tu per me, Mimi, sei la sorella minore che non ho mai avuto. Scusami ancora se ti ho messo in difficoltà per la confusione dei miei sentimenti, ma comunque, a parte questo, non ti ringrazierò mai abbastanza per essere voluta diventare mia amica! >> dichiarò un Joe commosso dal suo stesso discorso.
<< Joe, anche io ti devo ringraziare per essermi sempre stato vicino e scusami ancora se anche io ho fatto confusione per ciò che provavo realmente per te. Tu sei per me veramente il fratello che non ho mai avuto e ogni volta ringrazio il cielo per avermi fatto incontrare una persona meravigliosa proprio come il ragazzo che in questo momento ho di fronte a me e che mi sta dicendo tutte queste bellissime cose… Grazie per esserci sempre! >>
Mimi disse ciò tutto d’un fiato e con le lacrime agli occhi per l’emozione dei sentimenti che si stavano svegliando durante quella confessione/chiacchierata. Senza farsi sopraffare dalle emozioni, Mimi proseguì appunto con la sua “confessione”.
<< Joe “Senpai”, sai perché adesso sono orgogliosa di essere una “Digiprescelta”? Io che ero la prima come te a voler andarmene da Digiworld sei anni fa? Perché se io non avessi fatto quel viaggio incredibile insieme a voi non saremmo mai diventati così amici e soprattutto non saremmo mai diventati una famiglia che cresce insieme nel bene e nel male… >> e diceva tutto questo mentre continuava a piangere come una bambina. Perché con lui si poteva sfogare. Con lui si sentiva sempre come a casa.
<< Sai Mimi, spero che Izzy si accorga presto di essere stato fortunato ad essere stato scelto dall’amore di una ragazza come te! >> rise Mimi all’affermazione di Joe, continuando comunque ad ascoltarlo mentre lui si apprestava a finire quello che stava per dire.
<< Ricordati sempre: tu sei Mimi Tachikawa, non sei una “Jikochu”! E comunque anche se fossi un’egocentrica, e non lo sei realmente fidati, gli altri non hanno idea di cosa si perdono a non essere tuoi amici e di conseguenza a non poter conoscere la tua purezza e la tua sincerità! >> le disse Joe con il sorriso sulle labbra.
<< …E gli altri non sanno cosa si perdono ad essere amici di una persona coraggiosa, affidabile e sincera come te… Joe ricordati sempre… Tu sei tante cose, ma non di certo un codardo! >> rispose una Mimi sorridente continuando quella specie di “gioco” che aveva cominciato il suo amico. Lei non aveva mai dubitato di Joe, mai una volta! Anzi aveva sempre riposto una incondizionata fiducia verso quel ragazzo dai capelli corvini, suo primo amore.
Joe, al contrario della giovane Tachikawa, non era certo di quelle parole uscite dalla bocca dell’amica. Sapeva che Mimi stesse cercando di incoraggiarlo con ogni lusinga o complimento, la solita tattica che usano di solito gli amici per sostenerti… Ma lui sapeva benissimo che stavolta Mimi non avesse ragione…Di certo lui non era come Taichi! Non era leader coraggioso pronto a farsi in quattro per il bene del mondo… Lui era solamente un codardo!
Ma il giovane prescelto dell’affidabilità non sapeva che fortunatamente stava prendendo un grosso abbaio! Questo però lo avrebbe capito solo di lì a poco. Mimi infatti aveva sempre avuto ragione riguardo i difetti e le qualità del giovane: lui poteva essere qualsiasi cosa, ma un codardo no di certo! Sia Joe Kido che Mimi Tachikawa avevano qualcosa che li accomunava, a prescindere dai problemi che entrambi stavano affrontando in quel momento, chi per un motivo chi per un altro. Infatti i due erano legati senza ancora saperlo da un solo sentimento inconscio: la determinazione. Si esatto… Determinazione! Presto i due avrebbero affrontato insieme, ed a breve, la loro sfida più grande…
 
All’improvviso una goccia dopo l’altra cadde sulle loro teste e nel giro di mezzo secondo inizio a piovere. Ma a loro non importava perché in quel momento esistevano solo loro ed il loro duo.  Era un pomeriggio buio e piovoso e la pioggia assisteva come spettatore al momento di tre personaggi: un ragazzo una ragazza, Hikari Yagami, (loro amica, sorella di Taichi e anche lei digiprescelta) che appena aveva intravisto i suoi amici parlare da lontano, si era fermata a sentire i loro discorsi e le loro preoccupazioni senza però farsi notare per non interrompere quel momento di confessioni che si era creato, e il ponte come cornice e sfondo di quello che un domani non sarebbe più stato!
Imparare ed accettare di essere destinati a crescere significa prendere strade diverse da quelle di persone che hai giurato di non abbandonare mai. Non devi sentirti in colpa quando dici addio a qualcosa o a qualcuno, semplicemente perché questo addio potrebbe segnare l’inizio di qualcosa di nuovo ed inaspettato. Semplicemente perché è giusto così.

 
 

TitoloDigimon Adventure Tri “Ketsui” – Addii & Determinazione
Personaggi: Joe Kido, Mimi Tachikawa
Genere: Romantico, Introspettivo, Slice of Life, Azione, Mistero
Rating: NC13
Avvertimenti: Longfic, What if...?, Missing Moments, Movieverse
Wordcount: 4619 (Fidipù)
Note: Popolo delle Fanfiction Digimon… Buonasera! Questa è la mia prima fanfiction che scrivo in assoluto sulla saga di Digimon Adventure. Ci tenevo a scrivere la mia prima fanfiction proprio nello spazio dedicato all’universo Digimon, perché questa saga e questo anime hanno segnato la mia infanzia ossessionandomi a vita per una passione che non riesco né a mitigare, né a fermare. Insomma sono completamente drogata dei Digimon!
Questa one shot è nata grazie ad un racconto breve che ho dovuto scrivere per l’università e il giorno in cui dovetti fare questo compito era proprio lo stesso giorno in cui uscì il secondo film di “Digimon Adventure Tri: Ketsui (Determinazione)”, e la cosa bella è che la professoressa del mio corso di scrittura creativa mi ha premiato! E così, ho vinto il premio di classe per il miglior racconto poiché la mia professoressa era rimasta soddisfatta e colpita dalla mia scelta di aver ambientato la storia a Tokyo.
Sono molto contenta che questo nuovo film mi abbia ispirato quel giorno a scrivere questo racconto, perché vi giuro, stando a lezione stavo soffrendo molto, poiché il film era già stato postato in rete. Quindi, mentre tutti gli altri se lo stavano guardando dal pc, io dovevo per forza seguire la lezione. Quel giorno lo ricordo anche come il momento in cui ho sofferto tanto perché la mia impazienza mi stava facendo esplodere e morire di curiosità! Comunque, tornando a noi (al di là delle mie comiche situazioni di routine quotidiana XD), ho voluto descrivere un missing moment che ritrae a mio parere la scena più bella e commovente del secondo capitolo di “Digimon Adventure Tri”.
Quando ero piccola ho creduto fermamente che Joe, per un periodo, fosse veramente innamorato di Mimi. Così ho voluto descrivere il loro voltare pagina poiché, anche se un domani prenderanno strade diverse, (rimanendo sempre comunque “Digiprescelti”, ma soprattutto amici) sapranno sempre di poter contare l’uno sull’altra e che niente li separerà mai. 
Ringrazio in anticipo tutti quelli che recensiranno e leggeranno la mia storia (non vi preoccupate che appena avrò finito gli esami universitari aggiornerò in men che non si dica... ma in questo momento non mi è possibile poiché immersa dallo studio) e vi posso già dare un indizio su chi sarà il primo personaggio di cui parlerò...(nd. Ma non avevi appena scritto una one shot su lei e Joe? Si, ma questa volta l'affianco ad un personaggio femminile con la quale è molto legata E NO... NON E' QUELLA PIAGNUCOLONA DI MEIKO XD)
“Ha i capelli lunghi e porta un grazioso cappello rosa da cowboy. E' figlia unica ed è un po' viziata ma in verità il suo cuore è pieno di purezza, sincerità e di buoni sentimenti. E' la pacifista del gruppo dei digiprescelti, odia la violenza gratuita e adora essere trattata come una principessa da chiunque ella si trovi davanti. Tutti gli esseri viventi, sia umani che Digimon si innamorano di lei e tutti (ma dico PROPRIO TUTTI) cadono ai suoi piedi appena la vedono non riuscendo a resistere al suo fascino (nonostante sia, all’inizio della serie, la più petulante del gruppo!). La sua migliore amica è Sora Takenouchi e il suo Digimon partner è Palmon... Indovinate un pò chi è la digiprescelta di cui sto parlando?”
Alla prossima!

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Capitolo 2
*** Ricordo numero 2: Arrivederci & Aeroporti ***


TitoloDigimon Adventure Post Digimon il film “Our War Game” 
Personaggi: Tutti, Mimi centric, accenni Taiora, Koumi & Mimato
Genere: Romantico, Introspettivo, Slice of Life, Azione, Mistero
Rating: NC13
Avvertimenti: Longfic, What if...?, Missing Moments, Movieverse
Wordcount: 2575 (Fidipù)
Note: Ringrazio in anticipo tutti quelli che recensiranno e leggeranno questa raccolta. Il resto delle note le trovate a fine capitolo. BUONA LETTURA! 

Digimon Adventure – Post Movie
“Our War Game”: Arrivederci & Aeroporti

 
 
Attorno a lei c’erano rumori e voci, tanto che avrebbe voluto chiudere gli occhi e ascoltare tutto: era l’ultima occasione per sentire la sua lingua natale, prima di imbarcarsi sull’aereo e attraversare gran parte del globo. L’aeroporto di Haneda a Tokyo era affollato come non mai, nonostante non fosse ancora sopraggiunta l’alta stagione.
Inspirò profondamente, cercando di non pensare alle ore di volo che l’avrebbero costretta a stare seduta in un cilindro di metallo sospeso nel cielo. Fortuna che volava in prima classe.
Non aveva mai fatto viaggi che l’avrebbero portata a trasferirsi definitivamente in un altro paese lasciando i suoi affetti. Doveva ammettere a sé stessa che sentiva l’ansia ghermirla e posarsi alle sue spalle: il cuore batteva furioso nel petto e più volte si era attaccata alla bottiglietta dell’acqua per non rimanere con la gola secca.
È vero che il suo luogo di nascita era una città situata nel paese dove stava andando, ma non ne aveva memoria perché il tutto risaliva al suo primo anno di vita. Aveva sempre vissuto in Giappone per quel che le riguardava e i viaggi che faceva con la sua famiglia in altri continenti erano puramente a scopo turistico e vacanziero. Ora, però, tutto stava per cambiare.
«MIMI!» qualcuno la stava chiamando. 
Mimi abbozzò un sorriso, togliendosi il suo adorato cappello da texana e rivolgendo uno sguardo verso chi l’avesse chiamata. Davanti a lei tutti gli otto digiprescelti venuti a raccolta per salutarla. La loro amica si sarebbe trasferita in un altro continente definitivamente e questo pensiero li rendeva tristi e sconsolati. Anche Mimi, all’inizio era rimasta spiazzata da ciò. Le vacanze alle Hawaii con la sua famiglia, in realtà nascondevano un viaggio di lavoro e una futura promozione del padre che sarebbe stato assunto come nuovo amministratore delegato per le compagnie nipponiche negli Stati Uniti.
E così, una volta tornata in Giappone, la famiglia Tachikawa diede inizio alle direttive per il trasloco transoceanico. Mimi non sarebbe tornata a scuola per settembre, ma si sarebbe trasferita in una nuova scuola. I genitori avevano programmato tutto: dato che le scuole americane iniziavano l’anno scolastico proprio tra agosto e settembre, differentemente da quelle giapponesi il cui inizio anno cade nel periodo di marzo, Mimi non avrebbe perso tempo e avrebbe potuto cominciare le medie direttamente con la classe corrente. 
Avendo un sistema scolastico differente, era stato problematico per la famiglia immettere Mimi nella sua classe corrispondente, ma dovendo comunque recuperare la parte di inglese che non aveva ancora studiato in Giappone, questo le avrebbe permesso di trasformarsi di nuovo in una perfetta bilingue americano-nipponica.

Vedere i suoi compagni di avventure tutti li riuniti solo per lei, provocò una certa commozione per la piccola Mimi. Una delle ragazze del gruppo uscì dal mucchio e corse ad abbracciarla non appena scorse delle piccole lacrime e le pupille dilatate della sua migliore amica. Agli occhi di estranei, Mimi poteva apparire una ragazza dal pianto facile, ma in realtà, quel suo lato nascondeva un carattere forte, deciso e sensibile. La sua purezza era il suo valore più grande. Un pregio ineguagliabile. Tutte qualità che possedeva già, ma che solo il viaggio vissuto a Digiworld aveva fatto emergere. Era destinata ad essere la digiprescelta della purezza e la sua fragilità ne era una prova. Sora ridacchiò, stringendo ancora di più Mimi in una stretta decisa e socchiudendo gli occhi, inspirando il profumo di fiori che lei emanava sempre: «Mi mancherai» mormorò Mimi alla ramata, lasciandola andare e sorridendo appena: «Ogni giorno sentirò la tua mancanza.»
«Non partire e non avrai questo problema.»
«Vorrei tanto non andare…»
«Finché non ti vedrò salire su quell’aereo, mi sento in dovere di provarci» decretò Sora, porgendo un fazzoletto a Mimi che stava tirando su con il naso, ma Mimi glielo restituì: «Sciocca, quella che sta piangendo ora sei tu, lo sai che io ho sempre avuto la lacrima facile…»
Sora non si era accorta che, mentre abbracciava la sua migliore amica, si era unita al pianto di arrivederci: «Oh Mimi, e adesso io come farò senza i tuoi consigli?»
«Appena mi sarà possibile…» dichiarò Mimi venendo interrotta da un altoparlante. Alzò la testa e si guardò intorno mentre ascoltava con attenzione la voce metallica che annunciava i voli successivi. Rimase in attesa e in silenzio, annuendo quando sentì il proprio imbarco: «Ti chiamerò anche di notte se sarà necessario e parleremo del piano che stavamo elaborando.»
«Quale piano?»
«Ovviamente il piano: “Conquista Taichi”! I ragazzi sono stupidi e non capiscono come ragioniamo. Le donne sono una incognita per loro. Vedrai che con il passare del tempo capirà che il vostro legame è più di una semplice amicizia, ma a dodici anni i maschi sono tutti infantili» mormorò la giovane all’orecchio dell’amica, facendola ridacchiare a quella affermazione.
«Quanta saggezza!» constatò la ramata.
«Tutto merito di film e riviste» esclamò trionfante Mimi, facendole l’occhiolino. 
«Ehi, Mimi vuoi salutare anche noi, oppure no?» 
«Taichi, il tuo tatto è sempre fuori posto…»
«Joe, io ho un conto in sospeso con Mimi. Perciò, mi lamento quanto mi pare!»
«Ed ecco quando si dice l’espressione “parli del diavolo”» affermò Sora sorridendo, mentre Mimi aveva alzato gli occhi al cielo per la lamentela del guastafeste Taichi.
Nel frattempo, il diretto interessato si era avvicinato alle ragazze incrociando le braccia e guardando Mimi in cagnesco.
«Cosa vuoi?» domandò Mimi volendo apparire acida di proposito.
«Non so se vostra altezza lo voglia ricordare o meno, ma quando ho provato a contattarti per l’attacco di Diaboromon tu te ne sei scappata in vacanza alle Hawaii e ci hai nemmeno avvertito che fossi partita»
«Certo che vi ho avvisato!» sbottò Mimi.
«Certo, con una cartolina!» replicò Taichi.
Inutile dire che solo Taichi si era dimenticato che Mimi partisse per le vacanze. Se quel giorno Taichi non avesse discusso con Sora per quel fermacapelli, probabilmente lei stessa lo avrebbe avvertito di ciò.
Joe si era appena schiaffeggiato la fronte mentre Koushiro scuoteva la testa con un’espressione del tipo “siamo alle solite”. I melodrammi divertenti in quel gruppo erano all’ordine del giorno. Taichi era un leader dalle mille risorse e qualità, ma quando gli prendeva il momento, doveva per forza fare il buffone. Molte persone presenti in aeroporto fissavano da lontano quella scenetta: alcuni con tenerezza, altri con disappunto.
Ciò nonostante, quelli che guardavano divertiti la vicenda sorridevano nel vedere un gruppo di amici chiassoso, ma allo stesso tempo così affiatato.
«Ragazzi, ci stanno fissando tutti. Fatela finita!»
Ed ecco, come al solito, il maggiore del gruppo che ristabiliva l’ordine.
Mimi guardò il suo senpai con dolcezza: «Tienili in riga Joe, mi raccomando.»
Joe riportò lo sguardo su Mimi. Forse, stava per piangere anche lui, ma non lo avrebbe mai dato a vedere. Si avvicinò insieme a tutti i membri restanti del gruppo e salutò Mimi abbracciandola.
«Questo gruppo, non sarà la stessa cosa senza di te…»
«Tranquilli ragazzi, rimarremo in contatto tramite mail e sistemi video avanzati che ha appena installato sul mio portatile quel cervellone di Izzy.» annunciò Mimi indicando Koushiro con una certa soddisfazione. Per molto tempo lei ed Izzy non si erano mai calcolati un granché, soprattutto i primi tre anni di elementari. A quell’epoca, non avendo molta confidenza con lui, lo chiamava solo Koushiro o Izumi.
Tutto sommato, lei aveva il suo gruppo di amiche, mentre lui stava sempre per conto suo a smanettare su quel dannato aggeggio (cosa che la faceva ancora imbestialire sin dai tempi di Digiworld). 
Tuttavia, da quando c’era stato il campo estivo, Koushiro aveva legato prima con Taichi, il compagno di scuola di un anno più grande che lo aveva difeso da dei bulli, e poi con Sora poiché era la migliore amica di quest’ultimo. Conoscere Taichi e Sora era stato l’inizio del cambiamento di Koushiro. Era stato proprio quel ragazzino con gli occhialetti da aviatore a soprannominarlo Izzy e il timido Izumi aveva da subito adorato quel nome. Lo faceva sentire finalmente parte di una banda, cosa che non capitava mai a tipi come lui. D’altro canto, Izzy era profondamente grato all’avventura di Digiworld, poiché lo stesso viaggio gli aveva fatto incontrare amici preziosi. E lo stesso discorso valeva per Mimi. Infatti, l’idea di riavere al ritorno dalle vacanze estive uno dei suoi amici di Digiworld in classe con lei, le trasmetteva una sensazione di tranquillità. Digiworld nel bene e nel male l’aveva segnata nel profondo e tornare alla vita reale non era facile. Per questo motivo, ritrovarsi Izzy come compagno di banco le dava l’impressione come di non essersene mai andata via da Digiworld, come se non si fosse mai dovuta separate dalla sua dolce Palmon. Izzy l’aveva sempre incuriosita e ancora ricordava di come si erano salvati dal labirinto di Centarumon. Ed ora, l’idea di potergli chiedere aiuto per rimanere in contatto sia con Digiworld che con i suoi amici, la spaventava di meno e non l’angosciava più di tanto il pensiero di separarsi da quel gruppo che era diventato indispensabile e insostituibile per lei: l’esuberante Tai, il protettivo Joe, l’infallibile Izzy, la premurosa Sora, i piccoli ed adorabili Takeru & Hikari. Tutti loro erano entrati nel suo cuore e ciò che li aveva come digiprescelti, li aveva legati per sempre.
«Fratellone!» urlò Takeru salutando l’ultimo arrivato che si stava avvicinando.
Yamato doveva aver corso poiché, quando li raggiunse, appoggiò le mani sulle ginocchia e abbassò leggermente la testa come a dover riprendere fiato.
«Ah Matt, alla buon’ora!» Taichi, come al solito, doveva sempre trovare il modo di punzecchiarlo.
«Sta zitto, idiota! Sono arrivato e questo è l’importante.» e dopo aver azzittito l’amico dalla battuta sempre pronta, si voltò verso Mimi e sorrise scusandosi del ritardo: «Mi dispiace tanto, ma l’impegno con mio padre è durato più del previsto. Sono arrivato il prima possibile.» 
«Non…Non fa n-niente…» Perché stava balbettando? Perché il fatto che Yamato si stesse scusando l’aveva mandata in tilt? Perché il suo sguardo celeste così mortificato l’aveva lasciata interdetta?
Yamato non era mai stato un tipo loquace. Un po’ per il suo carattere schivo e un po’ per il trauma subito dal divorzio dei genitori e con conseguente separazione dal fratello. Digiworld, lo aveva di sicuro migliorato. I momenti vissuti lo avevano reso più espansivo e più comprensivo. Non litigava più con Taichi, non era più arrabbiato con il mondo: era maturato.
Mimi provava sempre suggestione quando si trattava di Yamato. Quello che aveva affermato prima a Sora sui ragazzi e le incognite dei sessi opposti, beh… lei provava tutto ciò nei confronti di Yamato. Se Koushiro era un mistero talvolta per lei, Yamato era una mente illeggibile. Un muro altissimo impossibile da scavalcare. Solo quando si rompevano alcuni punti, la barriera che lui stesso aveva costruito si infrangeva rendendolo più visibile su chi realmente fosse: un vero amico.
E tutto questo la destabilizzava.
«Allora…» provò a dire Yamato. 
«Allora?» lo imitò Mimi.
Yamato rimase a bocca aperta senza far uscire alcun suono. Non voleva di certo fare la figura del fesso. Già bastava Taichi per tutto il gruppo e di certo non serviva un altro pesce fuor d’acqua a fargli compagnia. 
«Allora…» si schiarì la voce e le tese la mano in avanti dato che non se la sentiva di manifestare in pubblico abbracci e carinerie. Per quanto valesse, erano già bastati i saluti da parte degli altri digiprescelti e non servivano anche i suoi di arrivederci smielati. Odiava gli addii e si vergognava a farsi vedere in quella circostanza, non tanto davanti ai suoi compagni di avventure quanto di fronte ad estranei impiccioni. Aveva fatto enormi progressi, ma Yamato restava pur sempre caratterialmente un lupo solitario in tutto e per tutto. 
«…Buon Viaggio»
Mimi rimase interdetta. Il suo comportamento le faceva girare la testa. Gli strinse comunque la mano, ma quando provò a ribattere per commentare con frasi del tipo: “Tutto qui? Neanche una carineria, un abbraccio affettuoso per scusarti che sei pure arrivato in ritardo e dovresti farti perdonare di ciò”,venne chiamata da suoi genitori che la incitavano a muoversi perché l’aereo stava per decollare. Le avevano lasciato il tempo di salutare i suoi amichetti, ma si sa che i genitori di Mimi soffrissero di una leggera apprensione che li portasse inesorabilmente al pensiero di arrivare tardi al gate e non essere imbarcati sul volo. Esagerati? Molto probabile, ma erano sempre i suoi genitori e li amava con tutto il suo cuore.
Mimi fece segno loro di aver capito. Si girò un’ultima volta verso il suo gruppo e proclamò come solo una Idol sapeva fare: «Allora, io vado!» e così facendo mimò con l’indice e il medio il segno di una V, simbolo di vittoria.
 
Sistemandosi la tracolla della borsa che aveva scelto come bagaglio a mano, si voltò facendo il primo passo verso la sua momentanea nuova vita: New York.
Intanto a Digiworld, un mostriciattolo verde simile ad una pianta si trovava seduta sulla riva del fiume e fissava un punto imprecisato del cielo. Probabilmente se l’era immaginato, ma le era parso di intravedere un aereo in lontananza. Era stato un breve attimo, che l’aveva portata però a riflettere. 
Chissà se era proprio quello l’aereo su cui stava volando Mimi per andare in America.
E rimase lì a chiedersi quando sarebbe arrivato il giorno in cui avrebbe potuto riabbracciare nuovamente Mimi.
 

TitoloDigimon Adventure Post Digimon il film “Our War Game” 
Personaggi: Tutti, Mimi centric, accenni Taiora, Koumi & Mimato
Genere: Romantico, Introspettivo, Slice of Life, Azione, Mistero
Rating: NC13
Avvertimenti: Longfic, What if...?, Missing Moments, Movieverse

Wordcount: 2575 (Fidipù)

Note: Miei carissimi digifans, sono sempre io Taichi&Sora, una degli amministratori di Digimon Channel Italia. Qui, però, mi conoscete come L.ady I.talia_UsabellaDream (in realtà il mio nome completo sarebbe Isasora L.ady I.talia, ma ora non sono qui a scrivervi per annoiarvi con il mio nome manco fossi Esteban, Julio, Ricardo Montoya De La Rosa, Ramirez… se avete capito la citazione di Zack & Cody, avete avuto una bellissima infanzia XD).
Bando alle ciance, erano giorni che volevo pubblicare questo capitolo, ma mi mancava sempre l’ispirazione finale per concluderlo. Oggi, evidentemente ero ispirata. 
Da come avrete capito l’episodio di mia fantasia è un missing moment che avviene subito dopo la battaglia contro Diaboromon e la perdita del potere delle digipietre e della superdigievoluzione (per info vedi episodio 27 di Digimon Adventure 02). Però, mi sono sempre chiesta come Mimi abbia appreso la notizia di doversi trasferire a New York. Quale può essere stata la sua reazione? Doversi separare da Palmon era stato sicuramente doloroso per Mimi, figuriamoci dagli amici con cui aveva condiviso qualcosa che non ti insegnano sui banchi di scuola. Ed ecco il perché di questa fanfiction e di come abbiamo scoperto che nella seconda stagione Mimi si fosse trasferita negli USA.
P.s. Tra l’altro Mimi è cittadina americana a tutti gli effetti poiché è nata a San Francisco. Quindi possiede sia la nazionalità americana che quella nipponica.
Ringrazio tutti quelli che leggeranno e/o recensiranno, in particolare ringrazio e saluto le mie amiche digiprescelte che sono sempre fonte di ispirazione per me… VI VOGLIO BENE RAGAZZE!
A PRESTO!
 

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