Three Steps of Falling in Love

di Erchomai
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** First Step ***
Capitolo 2: *** Second Step ***



Capitolo 1
*** First Step ***


Three Steps of Falling in Love

 

Capo Tempesta, Terre della Tempesta, Westeros, 294 DC.

I wanna sleep next to you but that's all I wanna do right now,
So come over now and talk me down.
I wanna hold hands with you, but that's all I wanna do right now.

And I wanna get close to you, ‘cause your hands and lips still know their way around.
And I know I like to draw that line, when it starts to get too real,
but the less time that I spend with you, the less you need to heal.

• Talk Me Down, Troye Sivan •


‟ Si narra che, ogni settantasette anni, una tempesta più violenta di qualsiasi altra si abbatte ululando su Capo Tempesta, quando i vecchi dèi del mare e del cielo tentano ancora una volta di spazzare via la sede di Duran facendola sprofondale in mare. Una storia epica, certo, ma… nient’altro che una storia, per l’appunto. ” 1

Era notte fonda e il rumore delle onde che s’infrangevano sulle coste era così forte che il lord di Capo Tempesta non riusciva a chiudere occhio e porre fine alla giornata. Renly Baratheon era abituato al pessimo clima delle Terre della Tempesta, dopotutto era  sempre vissuto lì, eppure quella notte sembrava molto più oscura di qualsiasi altra. Non era la prima volta che nella mente del più giovane dei Baratheon ronzavano pensieri a tono catastrofista, ma non l’aveva mai confessato ad anima viva; ci era andato vicino, una volta, con suo fratello Robert, ma la burbera risata che gli aveva riservato per il solo tentativo l’aveva bloccato a metà strada. 
Per una frazione di secondo un fulmine illuminò il cielo come se fosse pieno giorno e Renly fu costretto ad aprire gli occhi; si mise seduto e si prese la testa tra le mani. Nonostante avesse da poco compiuto solo sedici anni, era suo compito, in quanto lord protettore delle Terre della Tempesta, incontrare gli esponenti di altre casate, accogliere gli emissari dalle terre più lontane, controllare quotidianamente i bilanci delle sue proprietà e coordinare i pagamenti delle tasse, senza considerare le udienze del popolo e degli alleati sia politici che militari. In assenza di un minimo di riposo, Renly non sarebbe riuscito nemmeno a trovare le forze per vestirsi ed abbandonare le sue stanze. 

L’alba era ancora lontana, ma l’alloggio riservato al suo scudiero e paggio, al contrario, era vicino. Aveva sistemato Loras Tyrell in modo che potessero raggiungersi in qualsiasi ora del giorno, per qualsiasi evenienza. Se durante il primo anno della permanenza di Loras a Capo Tempesta Renly aveva chiesto di lui solo per formalità, successivamente cominciò ad avere il bisogno fisico della sua presenza. Non se lo spiegava, Renly, ma quando il ragazzo era nelle vicinanze, mente e corpo trovavano l’agognata pace, quei pensieri turbolenti si acquietavano; nessun medicinale gli aveva mai procurato un sollievo migliore. 

Afferrò il supporto della candela sul proprio comodino e, cercando di non inciampare nel pavimento ruvido ed irregolare, raggiunse la porta massiccia che confinava la sua stanza da letto. Nel momento in cui credette di poter sgattaiolare via per il corridoio fino alla stanza di Loras, una guardia in servizio fermò il giovane lord, facendolo anche imprecare silenziosamente contro uno a caso dei Sette Dei.
‹‹ Mio Signore, che cosa succede? La tempesta non vi lascia dormire? ››
‹‹ Io.. Sì. Esatto. Se solo potessi raggiungere… ››
A Capo Tempesta quasi tutti erano a conoscenza del fatto che Renly preferisse di gran lunga la compagnia maschile, piuttosto che quella femminile e non era stato un gran problema prima degli ultimi anni. Ma ormai il lord era quasi un uomo e questo significava che un matrimonio con conseguente e necessaria nascita di un erede era più vicino di quanto si pensasse. La tacita allerta comune era aumentata nel momento in cui Loras e Renly avevano sviluppato un attaccamento quasi morboso l’uno verso l’altro.
‹‹ Mio Signore è meglio che torniate nelle vostre stanze. Vi accompagno. ››
Renly allontanò il braccio della guardia, che si stava per chiudere attorno alle sue spalle. ‹‹ No. Io ho bisogno del mio scudiero. ››
‹‹ A quest’ora della notte, mio Signore? ››
‹‹ Sì. Ora. ››
‹‹ Sarebbe meglio aspettare domani mattina, mio Signore. ››
‹‹ Sono il tuo Lord. Non puoi impedirmi di lasciare le mie stanze. ›› La voce di Renly si era leggermente alzata di tono. Sapeva fin troppo bene che si trovava al centro di speculazioni e pettegolezzi, ma non gli importava. Non aveva mai permesso a nessuno di conoscerlo a fondo, perciò le opinioni degli altri non lo toccavano molto.
‹‹ Mio Signore, agisco nell’interesse d- ››
‹‹ Di tutti tranne che del mio? Non dovrebbe essere l’opposto? Sono io il tuo lord. ›› Quella lastra di difesa spocchiosa ed altezzosa la riservava sempre per le occasioni simili a questa: quando qualcuno gli impediva di ottenere ciò che desiderava, soprattutto se per motivi futili e insensati.
‹‹ Mio Signore, posso assicurarle che è c- ››
‹‹ Devo farti rinchiudere nelle segrete? Devo farti giustiziare per insubordinazione? Rispondi, perché posso far avverare queste minacce in meno di un secondo e nessuno dei vecchi o dei nuovi dei potrà salvarti. ›› Renly guardava la guardia con disprezzo, voleva essere rispettato almeno da chi lavorava per lui. Senza l’ingombrante presenza e il prepotente carisma di Stannis e Robert, poteva permettersi di interpretare il Baratheon forte. 
Nel momento in cui la situazione stava per sfociare nella violenza, la più rigogliosa tra le rose di Alto Giardino si affacciò sul corridoio.
‹‹ Che cos’è questo baccano? - Con uno sbadiglio, Loras Tyrell si spostò i ricci ribelli dagli occhi, che guizzarono subito in direzione di Renly. - C’è una rissa e nessuno mi ha invitato a partecipare? Quanto siete maleducati! ››
Il soldato sembrava in panico; probabilmente credeva che Renly l’avrebbe fatto giustiziare sul serio. Fece un breve inchino, quasi impacciato, e si allontanò, mormorando qualcosa come: ‹‹ Sono qua per servirvi, mio Signore. ››
Loras prese il suo posto e Renly non poté far altro che sorridere allo sguardo confuso dell’altro. ‹‹ Ho bisogno di te. ›› Disse il lord. Loras fece scivolare la propria mano in quella dell’altro e, senza aggiungere altro, raggiunsero la stanza del lord.

 

What is it I'm feeling? 'Cause I can't let it go.
If seeing is believing, then I already know.

I'm falling fast.
I hope this lasts.
I'm falling hard for you.

I say: ‟Let’s take a chance”.
Take it while we can.
I know you feel it too.

•Falling Fast, Avril Lavigne •


‹‹ A cosa stai pensando? ››
‹‹ Alla tempesta là fuori. ››
Loras e Renly erano seduti uno di fronte all’altro sul letto di quest’ultimo a gambe incociate. Nello spazio che li divideva, le loro mani s’incontravano e accarezzavano di continuo, come se stessero danzando insieme.
‹‹ E’ fuori, tu sei dentro qua. Non può ferirti, lo sai. ››
‹‹ Lo so, ma è più forte di me. ››
‹‹ Niente è più forte di te. ›› La naturalezza con cui Loras aveva pronunciato l’ultima frase, costrinse Renly ad alzare lo sguardo su di lui. I capelli gli erano cresciuti fino alle spalle, sulle punte si arricciavano in morbidi boccoli. I capelli di Loras Tyrell dovevano essere più morbidi di tutti i cuscini di piuma d’oca di tutti i Sette Regni messi insieme. 
‹‹ Che fai? ››
‹‹ Ti guardo. ›› Questa volta era Renly ad aver colpito Loras, tanto che le guance di quest’ultimo si tinsero di un rosso tenue. 

‹‹ Dovresti dormire, domani hai impegni importanti. ››
‹‹ Preferisco guardarti. ››
‹‹ E io preferisco la tua salute. ›› Si scambiarono un ultimo silenzioso sguardo. Gli occhi di Loras erano così dorati che Renly per qualche secondo poté ammirare un cielo limpido, stellato. Un tuono lo riportò alla realtà.
‹‹ Resta con me. ››
‹‹ Dopo che hai spaventato a morte quella guardia pensi che me ne andrei? - Loras accennò una risata, prima di soffiare sulla debole fiamma della candela per spegnerla. - Poverino! ››
‹‹ Loras Tyrell, paladino della giustizia, eroe degli indifesi. ›› Il tono di Renly aveva assunto una sfumatura di sarcasmo. Il più piccolo lo ignorò di proposito e con la premura di un adulto sistemò Renly sotto le coperte, poi si era accucciato tra le sue braccia, il capo appoggiato al suo petto. 
‹‹ Smettila di difenderti con il sarcasmo. Con me non ne hai bisogno. A me piaci così come sei, anche quando hai paura. ››

Ogni volta che Loras dava voce a pensieri del genere, Renly poteva sentire il proprio cuore gonfiarsi ed aumentare di una taglia. Fece un respiro profondo e aprì a Loras una finestrella nel suo muro di difesa, per permettergli di vederlo meglio.
‹‹ Non ho sempre avuto paura della tempesta. Da piccolo mi piaceva, addirittura. Robert diceva che un giorno sarebbe diventato forte e potente proprio come quelle onde e che nessuno avrebbe mai osato provare a fermarlo. Stannis restava sempre incollato alla finestra ad ammirare lo spettacolo in silenzio, ovviamente, ma nei suoi occhi si poteva vedere la brama di potere, la voglia di crescere, di diventare un uomo e un eroe di guerra. Quando sono cresciuto ho cominciato a farmi delle domande. Robert era già partito per la sua ribellione al dominio dei Targaryen e Stannis si era già stabilito a Roccia del Drago. La prima tempesta che ho affrontato da solo, senza di loro, mi sono reso conto che i miei genitori sono morti proprio lì fuori, inghiottiti da quei muri d’acqua. Quella notte ho sognato le grida disperate di mia madre. Forse lei mi avrebbe insegnato ad essere forte come Robert e Stannis. Mio padre mi avrebbe insegnato ad amare la guerra. Sarei diventato una persona diversa. ››
Loras aveva posato una mano all’altezza del cuore di Renly, che aveva cominciato a battere ad un ritmo più frenetico; non era sicuro se per la confessione o la vicinanza del bellissimo aspirante cavaliere.
‹‹ Ho una richiesta da farti, mio lord. Voglio che tu mi permetta di dimostrarti chi vedo io negli occhi di Renly Baratheon. Voglio farti capire che non è solo. Voglio stargli accanto per tutti i giorni che mi è concesso vivere. Voglio dimostrargli che la forza fisica si può ottenere nel corso del tempo, ma che la forza del cuore è un dono di nascita, e lui lo possiede. Vorrei davvero tanto che il mio lord mi concedesse questo privilegio. ››
‹‹ Solo ad un patto. - La mano di Renly raggiunse quella Loras, posandosi delicatamente sopra. Poi intrecciò le loro dita. - Per Loras Tyrell io non sono lord Baratheon di Capo Tempesta. Per Loras Tyrell sono solo Renly. ››
‹‹ Solo Renly è tutto ciò di cui ho bisogno. ››
Si addormentarono tra promesse e abbracci, senza nemmeno rendersene conto. La tempesta era solo di sottofondo ai battiti dei loro cuori. 

In nessun modo Capo Tempesta avrebbe mai potuto vantarsi di un clima piacevole, ma Renly Baratheon si beava del calore del Sole ogni giorno della sua vita. Il suo Sole si chiamava Loras Tyrell.

 

•♕♛♕•

 

1 da ‟Il Mondo del Ghiaccio e del Fuoco. La storia ufficiale di Westeros e del Trono di Spade” di Elio M. García Jr. e Linda Antonssen, 2014, Mondadori Editore.

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Capitolo 2
*** Second Step ***


Three Steps of Falling in Love
 

Capo Tempesta, Terre della Tempesta, Westeros, 297 DC.

We might kiss when we are alone, when nobody's watching.

We might take it home.
We might make out when nobody's there.

It's not that we're scared, it's just that it's delicate.

• Delicate, Damien Rice •
 

Il giorno in cui Renly Baratheon raggiunse la maggiore età, venne nominato Maestro delle Leggi nel concilio ristretto del re. Per Robert Baratheon fu un’opportunità unica per consolidare il proprio controllo ad Approdo del Re. L’occasione perfetta per il lord di Capo Tempesta di ricongiungersi con il fratello maggiore ed esercitare la sua nuova carica arrivò con l’inaspettata scomparsa del Primo Cavaliere del Re, Jon Arryn. Nonostante la sua morte fosse ancora avvolta nel mistero, non c’era tempo da perdere; il re dei Sette Regni aveva subito deciso di dirigersi a Grande Inverno con tutta la sua famiglia in modo da reclutare l’amico di vecchia data Eddard Stark come sostituto. Quale miglior occasione di un viaggio per riunire due fratelli che erano stati separati per tanto tempo? Capo Tempesta sarebbe rimasta al comando del fidatissimo Ser Cortnay Penrose, che, inoltre, si stava occupando di educare il piccolo Eric Storm, uno dei bastardi prediletti di Robert. Tutto era organizzato accuratamente, tanto che c’era stato anche il tempo di organizzare un piccolo torneo di saluto per il lord protettore delle Terre della Tempesta. 
Renly era entusiasta per ciò che gli stava accadendo finché non gli fu esplicitamente richiesto di non portare con sé Loras Tyrell perché non era una buona idea alimentare i pettegolezzi su di loro anche fuori dal regno. Ci impiegò settimane intere per trovare il coraggio di riferire la cattiva notizia al diretto interessato e, ovviamente, l’aveva presa tutt’altro che bene. L’aveva evitato per giorni interi, era stato freddo, distaccato e professionale; passava la maggior parte del tempo nel cortile ad esercitarsi con la spada. Renly aveva cercato di mantenere la calma, di dargli i suoi spazi, di limitarsi ad osservarlo da lontano ed ignorare il costante dolore al petto, ma era arrivato al limite: in testa non aveva altro che il ricordo delle sue labbra morbide e carnose a contatto con le proprie, il suo profumo delicato, l’oro brillante dei suoi occhi quando lo trovava nel proprio letto all’alba. Renly era giunto alla conclusione che si trovava in un stato di astinenza da Loras Tyrell e che gli provocava un male quasi fisico. Doveva assolutamente risolvere la situazione al più presto, a costo di avvalersi dei propri poteri e convocarlo ufficialmente.

Ser Cortney Penrose e il suo lord sedevano sugli spalti di legno appositamente preparati per gli spettatori del torneo, che si sarebbe tenuto il giorno dopo, in onore della sua partenza. Il cortile era colmo di uomini e donne al lavoro per i preparativi e sembravano tutti sorprendentemente allegri. Renly aveva seguito il discorso dell’uomo al suo fianco per qualche minuto, finché il suo sguardo non incrociò un gruppetto di giovani poco distante dalla loro posizione; c’era Loras Tyrell, circondato da tre fanciulle. Il lord assottigliò lo sguardo e un brivido corse lungo la sua schiena. Per quanto potesse essere di parte, era piuttosto certo che le ragazze non si stessero comportando in modo così innocente nei confronti di Loras: ridevano ad ogni parola che usciva dalla sua bocca, gli sfioravano le braccia ad ogni occasione, giocavano con i suoi riccioli. D’altro canto il ragazzo aveva lo sguardo perennemente a terra, sembrava distratto; Renly arrivò al punto di pregare i Sette Dei perché si sentisse come lui, che gli mancasse. 
Nel momento in cui la più alta tra le ragazze prese una mano di Loras tra le proprie, un moto di rabbia indomabile obbligò il lord ad alzarsi e stringere i pugni fino a far diventare bianche le nocche.
‹‹ Mio Signore! - Penrose seguì i suoi movimenti e si guardò intorno allarmato. - Che cosa sta succedendo? Cosa avete visto? ››
‹‹ Niente. Devo parlare con una persona. ››
‹‹ Posso andare a chiamarla io stesso, Mio Signore. ››
‹‹ No. Ci penso io. ››
‹‹ Possiamo ora contin- ››
‹‹ Devo farlo ora, ser Cortnay, perdonami. ››
Si precipitò giù dagli spalti, diretto da Loras. L’urgenza gli aveva fatto dimenticare che la loro imminente conversazione avrebbe avuto un pubblico. Il povero e disorientato ser Cortney cercò di fermarlo per ottenere spiegazioni, ma senza alcun successo. Il lord era inarrestabile.

Una piccola scintilla di soddisfazione scoccò nel petto di Renly quando notò l’espressione di Loras al suo arrivo; poteva giurare di averlo visto impallidire. Il giovane Tyrell, ovviamente, tentò di nascondere il panico con un formale inchino.
I tre ragazzi salutarono il lord allo stesso modo. ‹‹ Mio Signore. ››
Renly non degnò le donzelle nemmeno di uno sguardo. ‹‹ Lasciateci soli. ››
‹‹ Come il Nostro Signore desid- ››
‹‹ Ora. Via. ›› Il tono di voce di Renly fu così insolitamente sgarbato che qualche passante si girò a guardare la scena alla ricerca di una spiegazione. ‹‹ Tu seguimi. ››
‹‹ Perché? ›› La domanda di Loras stava per ricevere una risposta rude e maleducata, ma ottenne invece uno sguardo disarmante, supplichevole, sincero.
‹‹ Ti prego… ››
Il ragazzo maledì se stesso e il suo punto debole in carne ed ossa. Lo seguì senza aggiungere altro finché non si ritrovavano in un luogo appartato, dietro l’enorme stalla per i cavalli destinati a giostrare. Nessun altro si trovava nei paraggi e la corazza invisibile che portava Renly Baratheon ogni qualvolta era in presenza di sconosciuti crollò.
‹‹ Per i Sette Inferi, Loras. Lo fai per farmela pagare, vero? ››
‹‹ Di cosa diamine stai parlando? ››
‹‹ Hai cambiato gusti senza dirmelo, per caso? ››
‹‹ Sei un idiota. ››
‹‹ E tu sei testardo. ››
I due erano talmente impegnati a guardarsi negli occhi, in un’implicita gara di sguardi, che non si resero conto di essere così vicini da poter percepire il calore del corpo dell’altro. I respiri regolari di poco prima si trasformarono in ansiti. Non ci volle più di qualche secondo prima che le labbra di Renly e Loras si incontrarono con un’urgenza incontrollata. Fu un misto di gemiti, lingue e denti che tolse il fiato ad entrambi. Il volto di Renly era paonazzo.
‹‹ Mi sei mancato. ››
La dichiarazione strappò un sorriso a Loras. ‹‹ Credevo ti fossi già messo in ottica del matrimonio che ti proporranno durante il viaggio. ››
‹‹ Era questo il motivo per cui ti tenevi a distanza? Sul serio? ››
‹‹ Può darsi. ››
Nella conversazione Renly accarezzava il corpo di Loras. Da troppo tempo non sentiva le curve di quel corpo snello ma tonico sotto le mani. Quando insinuò le dita sotto la camicia, toccando la pelle nuda, l’altro sussultò appena.
‹‹ Vieni da me stasera. Possiamo parlarne. ››
‹‹ E’ una richiesta o un ordine ufficiale? ›› Seguendo l’esempio di Renly, Loras aveva fatto scivolare le mani sulla sua schiena. Avrebbe potuto giurare che le spalle di Renly si allargassero sempre più, di giorno in giorno. 

‹‹ Prendilo come vuoi. ››
‹‹ Ma come siamo volgari. ››
‹‹ Loras! ›› Era raro che Loras facesse battute così spinte; probabilmente la lontananza non provocava strani effetti solo a lui.
‹‹ Shhhh. ›› Gli tappò la bocca con la propria mano e Renly, non avendo altro da fare, disegnò i contorni degli addominali di Loras con le dita. 
‹‹ Va bene. Troverò un modo per raggiungerti. ››
Non appena Loras concesse a Renly di parlare di nuovo, quello sussurrò: ‹‹ Sei bellissimo. ››
‹‹ Smettila di provocarmi. ›› Le mani del più giovane scivolarono verso il basso, fino a stringere i glutei sodi dell’altro. 
‹‹ Senti chi parla. - Renly sporse appena il fondoschiena in modo da sentire di più il tocco di Loras. - Conterò le ore che ci separano dal nostro prossimo incontro. ››
‹‹ Vai da Ser Corney, chiedigli scusa e fallo finire di spiegarti il programma della festa. Sii il miglior lord che Capo Tempesta abbia mai conosciuto. - Loras si staccò da Renly e gli posò un bacio delicato sulle labbra. - A stasera. ››
Al lord girava la testa; si sentiva come se un drago dei Targaryen lo avesse fatto volare tra le nuvole e il Dio Abissale l’avesse trascinato negli abissi più profondi nel giro di solo qualche secondo. Il battito del suo cuore era tanto frenetico da togliergli la facoltà di respirare regolarmente. Riprese coscienza solo quando la voce di Loras lo chiamò ancora una volta: ‹‹ Ehi? ››
‹‹ Ehi… ››
‹‹ Anche tu sei bellissimo, comunque. ›› Ed è in questo modo che Loras sparì dalla sua vista.

 

From the very first time we loved,
From the very first time we touched.
The stroke of your fingers,
The scent of you lingers.

My mind running wild with thoughts of your smile.
You gotta give me some or you could give it all, but it's never enough.

[…]

There's an energy, when you hold me, when you touch me,
It's so powerful.

• Powerful, Major Lazer •
 

Quand’era solo un bambino, Renly Baratheon aveva la convinzione che le guardie in servizio nella fortezza avessero lo specifico compito di proteggere gli indifesi in caso di un qualche attacco da parte di forze nemiche. Fino all’età di dieci anni il lord venne sempre scortato da una guardia ovunque andasse, successivamente la scorta aumentò di due o tre unità circa ogni due anni. Meno necessitava di protezione e sorveglianza, più ne aveva.  Le guardie nella fortezza non proteggevano gli indifesi, bensì ciò che rendeva Capo Tempesta potente: i beni materiali, i componenti della nobile famiglia residente e anche, magari, la sua reputazione. Renly cominciò a capire bene il meccanismo quando incontrarsi con Loras nelle proprie stanze private diventò un problema. Ovviamente dei semplici soldati non furono in grado di controllare i due giovani, mossi da una forza molto più grande di loro. Innumerevoli volte Loras si era graffiato un braccio o sbucciato un ginocchio nel tentativo di arrampicarsi fino alla finestra della camera del suo Renly.

Per questo e altri motivi, il lord era particolarmente nervoso quella sera. Seduto sulla propria scrivania, leggeva i messaggi trasportati dai corvi in giornata. Il pollice picchiettava contro il tavolo e giocherellava con il legno marcio che pian piano andava a sgretolarsi. Sobbalzò quando sentì un pizzicore: una scheggia l’aveva ferito.
‹‹ Per i Sette Inferi! ›› Imprecò prima di notare il rivolo di sangue che partiva dalla prima falange del pollice e arrivava fino al polso. ‹‹ Che schifo. Ah, che schifo. ›› Tenne lontana da sé la mano, come se potesse farla estraniare dal resto del corpo. Era grato di essere l’unico partecipante di quella pietosa scenetta, perché nessun altro doveva sapere della sua intolleranza alla visione del sangue. Se Robert ne fosse venuto a conoscenza, probabilmente gli avrebbe fatto mutilare una mano per dargli una lezione da veri uomini. L’unica eccezione, ovviamente, era Loras, il quale gli aveva anche promesso un aiuto per migliorare questo suo difetto.
Tra le espressioni schifiate di Renly, una voce volutamente distorta si fece notare: ‹‹ Mio Signore, è una tale signorina lei! ››
Renly si voltò di scatto, terrorizzato, e notò una figura ricurva e completamente nascosta da veli e stoffe. ‹‹ Ma chi è lei? Non può in- Io chiamerò le- Guardie! ››
Al lord non fu concesso neanche il tempo di voltarsi che l’intruso si rivelò più veloce del previsto. Lo afferrò per le braccia e gliele bloccò dietro, sulla parte bassa della schiena. Poi la voce, ora famigliare e terribilmente suadente, sussurrò al suo orecchio: ‹‹ Ciao, bellissimo. ››
Renly sospirò di sollievo così forte che si appoggiò al petto di Loras per non crollare sulle proprie stesse gambe. Chiuse gli occhi e mormorò: ‹‹ Mi hai fatto spaventare, idiota. ››
Il giovane cavaliere sciolse dalla presa il lord e si posizionò davanti a lui. Le stoffe erano sparite per mostrare così il suo viso dai lineamenti angelici. ‹‹ Non lasciare che il timore che scoprano una tua debolezza sia più influente della tua sicurezza. Non ci sarò sempre io a proteggerti. ››
‹‹ Sì invece. Questo viaggio è solo un’eccezione. ››
Sulle labbra di Loras si dipinse un sorriso così splendente che avrebbe fatto tornare indietro l’inverno degli Stark. ‹‹ Dà qua. ›› Allungò una mano, in attesa che Renly gli mostrasse quella maledetta scheggia.
‹‹ Loras mi mancherai. Non immagini nemmeno quanto. ››
Il più giovane restò con gli occhi chiusi un paio di secondi prima di strappare una striscia di tessuto dalla povera tunica che indossava e avvolgere il dito ferito di Renly con cura.
Il lord continuò: ‹‹ Perché non mi credi? Loras io t- ››
‹‹ Renly - Lo interruppe non troppo dolcemente. - Sto cercando di proteggermi. Capisci? E tu non mi stai aiutando. Tu attraverserai i Sette Regni con il re. Passerete da bordelli e fortezze con fanciulle meravigliose. Lui ti troverà una perfetta sposa e tu accetterai. Oppure magari conoscerai un qualche stalliere del nord, muscoloso e forte, con cui fingerai di avere solo un’amicizia. In ogni caso tornerai a Capo Tempesta per raccogliere le tue cose, senza neanche avvisarmi o passare da me, per poi stabilirti ad Approdo del Re ed esercitare il tuo nuovo incarico. ››
‹‹ No. ››
Loras guardò il suo interlocutore interrogativo per poi lasciarsi cadere seduto sul letto.
‹‹ No. - Ripetè Renly, avvicinandosi all’altro senza però sedersi. - Tu devi smetterla di dubitare di me. ››
‹‹ Io non dubito di te. ››
‹‹ Ah no? A me pare tu abbia proprio detto questo poco fa. ››
‹‹ Renly, questo mondo non è fatto per noi. Questo mondo distruggerà quello che abbiamo perché è troppo bello. Non esistono i lieto fine per due come noi. ››
‹‹ Amarsi significa sopravvivere insieme, contando l’uno sull’altro, qualsiasi cosa accada. ››
Il viso di Loras si stava sciogliendo piano piano, tradiva tracce di sofferenza vera e propria. ‹‹ Renly… ››
Il lord non rispose e s’inginocchiò lì dov’era per raggiungere l’altezza di Loras. Gli prese entrambe le mani e sentì quelle di Loras tremare appena. Le parole affermavano un pensiero, ma i suoi occhi esprimevano tutt’altro. Loras era quel genere di persona che se non è assolutamente certo di qualcosa, preferisce rinunciarci. Renly non poteva permettersi quest’ultima opzione.
Sorrise al cavaliere e cominciò a pronunciare con tono solenne: ‹‹ Padre, Fabbro, Guerriero, Madre, Fanciulla, Vecchia, Sconosciuto. Io sono suo… ››
Un velo di lacrime annebbiò la vista di Loras, ma non osò interrompere il momento idilliaco. ‹‹ … e lui è mio. ››
‹‹ Da questo giorno… ››
‹‹ … fino all’ultimo dei miei giorni. ››
‹‹ Non posso prometterti una vita da sogno, Loras Tyrell. Lo sai anche tu che non è possibile. Ma posso giurarti che sarò sempre al tuo fianco, nelle gioie e nelle avversità. Ti sei radicato nel mio cuore anni fa e niente sarà in grado di strapparti via da me, tantomeno un viaggio al Nord. ››
Il ragazzo si gettò tra le sue braccia senza nemmeno pensarci e si lasciò cullare dal suono dei frenetici battiti dei loro cuori. Nessuno dei due si rese conto di aver trascorso ore in quella posizione, ma entrambi sentivano un enorme peso in meno gravare sulle loro spalle e una sicurezza in più nel cuore.

 

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