A new day has come

di joe_stronger93
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Solo apparenza ***
Capitolo 2: *** I belli e impossibili ***
Capitolo 3: *** Una vacanza insieme ***
Capitolo 4: *** Nuovi amici ***
Capitolo 5: *** Confusione ***
Capitolo 6: *** Una nuova casa ***
Capitolo 7: *** Il mio primo lavoro ***
Capitolo 8: *** Ritrovo di un padre ***
Capitolo 9: *** Il primo giorno delle superiori ***
Capitolo 10: *** La ragazza che mi piace ***
Capitolo 11: *** Febbre e amore ***
Capitolo 12: *** Legami ***
Capitolo 13: *** Il rapimento ***
Capitolo 14: *** Incubo ***
Capitolo 15: *** Blood on blood ***
Capitolo 16: *** La felicità è un dono prezioso ***
Capitolo 17: *** Convincere una madre ***
Capitolo 18: *** Essere genitori ***
Capitolo 19: *** Maturità ***
Capitolo 20: *** Quando l'amore chiama ***
Capitolo 21: *** Il matrimonio ***



Capitolo 1
*** Solo apparenza ***


La separazione dei genitori, per un bambino, non è mai una cosa buona, io lo so bene; infatti, quando avevo circa due anni, i miei si separarono e io andai a vivere con mia madre, mentre mio padre non lo vidi più.

Ovviamente, a quell'epoca, cosa ne potevo capire? Era poco più di una neonata e faticavo persino a parlare, non che io sapessi parlare molto, spiccicavo si e no alcune parole, un po' a causa della mia timidezza, e un po' a causa della situazione pessima.

Con il passare del tempo, forse a causa di ciò che era successo o forse per qualche altro motivo, mi legai molto a lei, infatti, non volevo separarmene e, quando accadeva, piangevo a squarciagola finchè non tornava a casa, costringendo, inutilmente, le domestiche, a fare qualsiasi cosa pur di distrarmi e farmi sorridere, ma inutilmente.

Purtroppo mia madre non poteva stare vicino a me sempre, perchè doveva lavorare, ma io questo non lo capivo, essendo così piccola; alla fine lei si convinse che, con il tempo avrei capito, che sarei cambiata, cosa che, pero', così non fu.

Quando compii tre anni, arrivo il momento di mandarmi all'asilo; mia madre pensò che forse in questo modo avrei cambiato atteggiamento.

Il mio primo giorno d'asilo, come sempre, mi attaccai alla gamba di mia madre, perchè non volevo che mi lasciasse lì. Quando entrammo nella classe, notai molti bambini che stavano giocando insieme e sorridendo, poi il mio sguardo si posò su un bambino, che giocava, tutto solo, con le costruzioni; i nostri occhi si incrociarono e lui notò che stavo piangendo, mentre io notai che aveva uno sguardo freddo, e dei bellissimi i occhi color ambra, ma inespressivi; inoltre, aveva i capelli color della luna e una luna che mi parve disegnata..sulla fronte. Rimasi colpita, più che impaurita, nonostante non fosse da me; infatti ero una piagnucolona. Presi coraggio e mi avvicinai a lui,  lasciando stupite la maestra e mia madre, mentre ancora un po' singhiozzavo e mi sedetti accanto a lui, continuando a fissarlo, attirando il suo sguardo; sorrisi appena, ma lui continuò a guardarmi senza batter ciglio

-Come ti chiami?- gli chiesi

-Sesshomaru...- rispose:-Sesshomaru Taisho..- continuò

-Sesshomaru!?- feci una leggera risata:- Che nome buffo, pero' è carino; io mi chiamo Gio Mori- dissi, mentre lui fece una smorfia di assenso.

Mi accorsi delle sue orecchie, che avevano una strana forma a punta, ma, invece di spaventarmi, ne rimasi affascinata

-Cosa sono quelle?- gli chiesi

-Sono le mie orecchie da demone- rispose lui

-Un demone? Allora sei cattivo?-lo guardai ma lui non disse nulla

-Sono carine pero'- dissi sorridendo

-.Non avere paura di mostrare ciò che sei! Non avere paura di mostrare i tuoi difetti e non nascondere mai i tuoi sentimenti, perchè non c'è niente di più bello di ciò che sei realmente e di quello che provi- dissi e lui mi guardò, per alcuni secondi mi sembrò che il suo sguardo fosse cambiato

-Sei sicura di essere una bambina normale?- mi chiese guardandomi in viso
-Perchè mi fai questa domanda?- chiesi io di rimando
-Hai avuto...un pensiero molto profondo; non credevo che una bambina della tua età fosse in grado di dire certe cose- disse
-Ho detto qualcosa di sbagliato?- chiesi
-No...Ma...- iniziò
-Me lo ha insegnato la mia mamma; ogni volta che vede che qualcosa non va, mi ripete questa frase- sorrisi guardandolo
-Capisco-Disse lui:-Perchè..stavi piangendo?- chiese, non guardandomi in viso e continuando a giocare

-Non volevo lasciare la mamma- abbassai lo sguardo

-Mpf....che sciocchezza, tutti, prima o poi dobbiamo lasciare i nostri genitori..- disse, severo

-Perchè dici così? Non è vero! Io non la lascerò mai!- dissi, ricominciando a singhiozzare e attirando l'attenzione degli altri miei compagni

-Maestra! Sesshomaru l'ha fatta piangere!- urlarono tutti; lì iniziai a capire il motivo per cui era tutto solo.

Così, mi asciugai le lacrime e gli sorrisi, mentre lui mi guardava impassibile, e mentre gli altri bambini iniziarono a considerarmi strana.

Da quel momento in poi, cominciai ad andare più volentieri all'asilo e non vedevo l'ora di andarci, perchè c'era Sesshomaru, anche se mi fissava con quello sguardo serio, io lo consideravo un grande amico; era il pensiero di una bambina di quattro anni.

Spesso i bambini lo prendevano in giro per via della sua natura, ma a me non importava e prendevo le sue difese, lasciando tutti sbalorditi, tanto che tutti iniziarono a dire che noi due eravamo "fidanzati", io allora arrossivo e tutti scoppiavano a ridere, mentre a lui non importava nulla, e quando lo guardavo era indifferente; aveva davvero un cuore gelido.
In realtà pero', mi sembrava molto solo e triste, quindi, decisi di avvicinarmi maggiormente a lui, per parlargli e capire; eravamo solo bambini ma, più passava il tempo e più stare in sua compagnia mi rassicurava, anche se mi limitavo a seguirlo, magari tenendogli solo la maglia con una mano, mentre lui non diceva una parola e continuava a giocare in silenzio. Forse, non gli dava così fastidio. Quando prendevano in giro me, lui, con una sola occhiataccia, li mandava a posto, La maestra, quando mia madre andava a parlare con lei, le diceva del mio comportamento e del mio attaccamento a quel bambino, che non era mai riuscito a legare con nessuno; quindi, mia madre pensò che fosse una buona idea approfondire la nostra amicizia

-Perchè non lo inviti a casa per una merenda e per giocare insieme? Così starai meno sola..- disse sorridendo
-Davvero posso farlo?- chiesi timidamente

-Ma certo, invitalo domani stesso, ok? Infondo...è il tuo compleanno...- disse ed io annuii, tutta contenta.
Quindi, il giorno, dopo, quando andai all'asilo, come sempre, trovai Sesshomaru tutto solo a disegnare, quindi mi avvicinai a lui

-Buongiorno Sesshomaru!- dissi sorridendo

-Ciao- disse serio, continuando a disegnare:- Come mai così di buon umore?- mi chiese

-Posso chiederti una cosa?- gli chiesi e lui mi guardò:- Ti va di venire a casa mia oggi?- gli chiesi

-Perchè dovrei?- mi chiese lui
-Beh...oggi è...il mio compleanno...facciamo merenda insieme e giochiamo- dissi sorridendo:- Sai, a casa sono sempre sola...Perchè la mamma deve lavorare e non ha tempo di giocare con me..- abbassai lo sguardo, avvicinandomi a lui e iniziando a disegnare; dopo averci pensato un po', lui accetto:-Evviva! Sono così felice!- sorrisi con gioia e mi parve di veder sorridere anche lui.

Al solito orario, quando uscivo dall'asilo, una macchina, guidata da un autista,  venne a prenderci e ci portò a casa mia; entrambi salimmo sul sedile posteriore, senza dire una parola

-Takashi-san..- dissi rivolgendomi all'autista

-Mi dica signorina...- rispose l'uomo

-Oggi...la mamma...- iniziai io

-Mi spiace, ma la signora è impegnata..-mi disse

-Capisco..- risposi abbassando lo sguardo; una lacrima non potè fare a meno di rigarmi il volto; Sesshomaru mi guardava, con la sua solita espressione seria .

Una volta arrivati a casa, scendemmo dalla macchina e lui si guardò intorno, senza dire nulla; io lo guardai e feci un leggero sorriso

-Vieni; la merenda sarà pronta; ho una fame!- dissi, nascondendo il mio malumore

-Non c'è bisogno che fingi, si vede lontano un miglio che sei triste- disse

-N-No, ti stai sbagliando. Perchè dovrei? Oggi ci sei tu con me- dissi sorridendo

-Ma non è la stessa cosa, no!?- disse lui, facendomi abbassare il viso. Poi, ci sedemmo, davanti alla nostra merenda e, mangiando, gli raccontai tutta la storia

-..Quindi...Non hai più visto tuo padre?- mi chiese e scossi la testa:-...E tua madre non si occupa mai di te?- scossi di nuovo la testa:-A me succede lo stesso..- disse e lo guardai:- Mio padre è morto, ed io vivo solo con mia madre ed il mio fratellastro; lei non è una donna impegnata come la tua ma...Non si occupa mai di noi- spiegò Sesshomaru

-Oh..Quindi..Stai crescendo tutto da solo?- chiesi, e lui annuì.

Entrambi pensammo che, più o meno vivevamo nella stessa situazione, benchè avessimo caratteri diversi; addentammo un pezzo di torta.

Purtroppo, non frequentammo le elementari nello stesso istituto, quindi, alla fine dell'asilo, ci separammo.

A me dispiacque molto, a lui no, almeno apparentemente, ma so che anche lui ci teneva alla nostra amicizia, almeno  un po'..

 

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Capitolo 2
*** I belli e impossibili ***


Alle scuola elementari conobbi tre bambine con cui instaurai un bel rapporto di amicizia e che sono tutt'ora le mie migliori amiche; spesso ci riunivamo a casa di qualcuno per fare i compiti insieme, giocare e chiacchierare tra di noi; poi, una volta finiti i compiti, uscivamo a divertirci. Queste bambine erano tutte simpatiche e carine e avevano la mia età; Sango, era alta, slanciata e castana di occhi e capelli, inoltre aveva un fisico atletico; Kagome, era una bambina dolce e simpatica, forte e determinata, aveva i capelli neri e gli occhi castani; infine Ayame, aveva i capelli rossi e gli occhi verdi ed era molto energica e spontanea. Formavamo un bel gruppo.
Per fortuna, frequentammo la stessa classe tutti e sei gli anni delle elementari, impegnandoci al massimo nella scuola, ma anche divertendoci; per fortuna lo studio non era un problema per noi, infatti superammo brillantemente il primo esame e potemmo trascorrere il resto dell'estate, divertendoci al mare.
Il primo giorno delle scuole medie, mi alzai alle 7:00, mi preparai e indossai l'uniforme, gonna con fantasia scozzese rossa, camicia bianca, cravatta con fantasia scozzese rossa e giacca nera; la chiusi compostamente, poi andai in cucina dove la mamma stava facendo colazione, servita dalla domestica; mi sedetti accanto a lei
-Buongiorno mamma..- dissi sorridendo e iniziando a mangiare
-Buongiorno a te, cara- disse lei, per poi mangiare in fretta il resto e alzarsi guardandomi:- Tesoro, non aspettarmi, stasera farò tardi, ho una riunione, e poi un appuntamento- sorrise
-Un fidanzato?- chiesi io portandomi le bacchette alla bocca
-Ma cosa dici!?- mi disse arrossendo leggermente
-Ho capito, è il tuo fidanzato. Mamma, lo sai che sono felice per te- sorrisi mettendole una mano sul braccio
-Grazie- sorrise ed uscì, mentre io mi tolsi quel sorriso dal viso e sospirai. Ero felice ma, non apprezzavo il fatto che mi lasciasse all'oscuro di tutto, e, se non glielo avessi chiesto, probabilmente non me ne avrebbe nemmeno parlato.
Terminai in fretta la colazione, andai a lavarmi i denti e uscii di casa, prendendo la mia cartella.
Camminando, incontrai le mie migliori amiche e subito andai ad abbracciarle; loro sapevano della mia situzione e mi stavano vicine, quando ne avevo bisogno; così, mentre ci avvicinavamo alla scuola, parlavamo tra noi
-Ragazze, secondo voi in che classe siamo capitate?- chiese Kagome
-Non lo so, ma spero di essere ancora con voi: se fossimo separate, andrei nel pallone!- dissi io
-Andiamo, non preoccuparti, Gio-chan! Ricorda sempre che, per qualunque cosa ci siamo qui noi!- disse Sango
-Grazie- sorridemmo tutte.
Arrivate davanti alla scuola, notammo una certa agitazione, specialmente tra le ragazze; guardai le mie amiche che fecero spallucce, poi decidemmo di avvicinarci e, tra la folla, scorsi una chioma lunga e argentea, così, curiosa, mi feci spazio e mi avvicinai e capii il motivo di tanto rumore: quattro ragazzi, che avevano tutta l'aria di essere tipi strafottenti: uno di loro aveva i capelli color della luna, occhi ambrati ed era piuttosto robusto per la sua età, inoltre, e questo ci colpì molto, aveva due tenere orecchie da cane sulla testa e indossava l'uniforme in un modo tutto suo, infatti indossava i pantaloni rossi a scacchi a vita bassa, la camicia un po' sbottonata e la giacca aperta; al suo fianco, un altro ragazzo con i capelli color della luna e gli occhi ambrati, più alto, robusto, con una mezza luna viola sulla fronte, un'espressione seria e due orecchie a punta; indossava i pantaloni a vita bassa e senza giacca, solo con la camicia e le maniche rialzate e la cravatta allentata. Continuai a guardarlo, perchè mi ricordava qualcuno.
Accanto a loro c'erano un ragazzo con i capelli neri legati in un codino basso e gli occhi blu, magro e slanciato e un ragazzo con capelli neri legati in una coda alta, occhi azzurri e la pelle olivastra; entrambi  avevano la camicia mezza aperta ma, mentre uno aveva la cravatta allentata, l'altro non la indossava affatto. Sembrava che tutti avessero la nostra età, tranne il ragazzo con la luna sulla fronte, che probabilmente aveva due anni in più e che, non so per quale motivo, continuava a suscitare il mio interessa.
Comunque, io e le mie amiche non ci facemmo tanto caso e andammo nella nostra nuova classe, ma ci aspettava una bella sorpresa.
Infatti, quando entrammo, notammo che tutti i quattro ragazzi di prima erano lì e che si pavoneggiavano; il mio sguardo tornò di nuovo a quel ragazzo che, accorgendosi che lo stavo fissando, si girò a guardarmi e si avvicinò a noi
-Ci conosciamo?-  gli chiesi e lui mi guardò dall'alto in basso
-Sei cambiata...- disse, con voce roca, per poi guardarmi negli occhi. Fu proprio quando i nostri occhi si incrociarono che capii; come non avevo potuto riconoscere il particolare della luna sulla sua fronte?
-Tu sei...- sussurrai guardandolo dall'alto in basso; le mie guance si imporporarono leggermente mentre lui alzò un sopracciglio:-..Sesshomaru!- dissi sorridendo e lui accenno un sorriso, che mi lasciò senza fiato, poichè non lo avevo mai visto sorridere prima di quel momento
-Come hai fatto a riconoscermi?- gli chiesi euforica
-Il tuo odore..-disse, facendomi arrossire leggermente
-Ehi Sesshomaru! Smettila di flirtare con quella ragazza o lo dico alla tua ragazza!- urlò il ragazzo con le orecchie da cane, lasciandomi spiazzata
-Falla finita Inuyasha! - disse il demone, con voce arrabbiata e guardandolo con occhi omicidi.
La sua...ragazza? Certo...Erano passati sei anni..è normale che lui si sia fidanzato.
Ma..Perchè mi da così fastidio? Non capisco..Infondo...io e lui siamo semplici amici d'infanzia, solo questo.
Poco dopo, entrò in classe una donna alta, con capelli e occhi neri; poteva avere sui 28 anni; indossava un tallieur nero e aveva un'espressione seria; quando si sedette, la lezione cominciò. Notai che Inuyasha, il fratellastro di Sesshomaru, continuava a guardarla, muovendo le orecchie continuamente. Si presentò come Kykyo Miko.
Una volta terminate le lezioni io e le mie amiche stavamo preparandoci ad uscire, quando notai che il tipo con gli occhi blu fissava il fondo schiena della mia amica Sango
-Che hai da guardare? Vuoi fare a botte per caso?- gli chiese lei
-Mh...hai un bel caratterino; interessante. Mi piace..- disse l'altro
-Sta zitto- disse Sango uscendo e lui la seguì
-Come ti chiami fiorellino?- le chiese
-E' inutile provarci con questi nomignoli; non attacca- disse seccata
-Io mi chiamo Miroku- disse sorridendo
-Sango- rispose sbuffando.
Inuyasha, intanto, continuava a camminare seguendo Kagome, che poi si accorse di lui
-Hai bisogno di qualcosa?- gli chiese lei
-No, è solo che, stavo pensando che tu le somigli molto- disse muovendo le orecchie
-Somiglio a chi?- chiese lei curiosa guardandolo
-A Miko-sensei- rispose lui
-Mh...non ci ho fatto caso....- disse Kagome, aumentando il passo.
-Ehi rossa! Dove vai di bello?- chiese il ragazzo con la coda alta
-A casa, dove vuoi che vada? E poi andrò ad allenarmi- rispose Ayame
-Fai arti marziali?- chiese il ragazzo
-Proprio così, e sono anche piuttosto brava...- disse Ayame:-...Quindi ti avverto, non farmi arrabbiare, o te la vedrai brutta- aggiunse, guardandolo minacciosa. 
Lui scoppiò a ridere
-Che paura, sto tremando- disse, continuando a ridere
-Vuoi provare?-chiese lei
-Un'altra volta, grazie. A domani- sorrise:- Ah, io sono Koga, e tu?- chiese
-Ayame- disse, prima di fargli la linguaccia, lui scoppio a ridere e la salutò, defilandosi.
Intanto, anche io camminavo, verso il cancello, ma vidi che Sesshomaru si avvicinò a me
-Torni a casa?- mi chiese
-Si...-sussurrai
-Posso accompagnarti?- mi chiese ancora
-Non ce n'è bisogno, non vorrei farvi litigare...-dissi, continuando a camminare e non guardandolo in viso
-Con chi?- mi chiese lui guardandomi stranito
-Non hai una ragazza? chiesi io
-Ah..Non è la mia ragazza, è solo una che mi viene dietro continuamente- spiegò
-Se lo dici tu- dissi andando avanti
-Sei gelosa?- mi chiese
-Ma figurati! E perchè dovrei?- gli dissi sorridendo
-Chissà.....- ad un tratto arrivarono ad un incrocio:-Allora, se non vuoi essere accompagnata, io vado di qua..- disse, per poi baciarmi appena la fronte:- A domani- concluse, salutandomi e incamminandosi; io feci lo stesso, andando verso casa.
Una volta arrivata, entrai in casa e sospirai; non c'era nessuno, solo la domestica; sospirai e andai nella mia stanza, stendendomi sul letto e pensando alle sue parole.
-Infondo...perchè dovrebbe importarmene? Se è fidanzato...meglio per lui no?- dissi tra me e me, ma, mi scesero alcune lacrime e senza rendermene conto, mi addormentai.
Il gruppo dei quattro "belli e impossibili", così erano stati soprannominati dalle ragazze a scuola, era veramente pestifero. Ci facevano scherzi in continuazione e sembravano dei poppanti, nonostante la loro età.
Erano buoni soltanto a rimorchiare ragazze e a fare i galletti; anche Miko-sensei era caduta nella trappola. Eppure, sebbene fossero così, non riuscimmo a capire il motivo per cui piacessero tanto.
 

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Capitolo 3
*** Una vacanza insieme ***


Ormai il tempo passava e mi rendevo conto, sempre di più che forse, quello che provavo, nel momento in cui pensavo a Sesshomaru e alla "ragazza" era gelosia; parlai di questo anche con le mie amiche. 
Un giorno, infatti, eravamo in classe e parlavamo tra noi
-Beh, ci sono due motivi per cui tu potresti essere gelosa...- mi disse Kagome e io la guardai attentamente
-...O sei gelosa, perchè voi due siete amici d'infanzia, e quindi lo vedi come un fratello maggiore...- disse Sango
-..Oppure sei gelosa perchè in realtà ti piace!- terminò Ayame, facendomi spalancare gli occhi 
-Shhhhh! Non urlare!!- dissi:- Cosa? E' una cosa assurda! Sicuramente sarà per il primo motivo che ha detto Sango!- strepitai, mentre le mie guance si imporporarono leggermente, mentre le altre scoppiarono a ridere
-Se quello che dici è vero, allora non vedo il motivo di perchè lui non debba uscire con un'altra ragazza che non sia tu- disse Ayame
Già...-dissi io, abbassando lo sguardo, ma mi ripresi dopo un po':-Mh...cambiando argomento; dato che tra poco sarà estate, che ne dite di andare al mare?- chiesi
-Qualcuno ha parlato di mare?- ad un tratto sentii la voce di Miroku, provenire dalle spalle di Sango che, come i suoi amici, si avvicinò a noi
-Stavamo programmando la nostra estate, siete pregati di non interferire- disse Kagome
-Uhm..Interessante, allora perchè non facciamo che andiamo tutti alla nostra casa per le vacanze?- chiese Inuyasha
-Ne avete una?- chiese la mora entusiasta:-Sarebbe fantastico....- disse
-Ma non possiamo! Non possiamo andare lontano....- dissi io sorridendo e cambiando argomento
-Non è così lontano, sarà mezz'ora da qui..- disse Sesshomaru guardandomi; anche le mie amiche mi guardarono con le stelline negli occhi ed io sospirai e accettai la proposta
-Fantastico! Non vedo l'ora di stare con Ayame!- disse Koga
-P-Perchè con me?- disse la rossa imbarazzata
-Te lo dirò una volta arrivati lì..- disse, facendole l'occhiolino e tutti ridemmo, mentre io sospirai e mi allontanai un po' da loro e mi affacciai alla finestra della classe, mentre una leggera brezza mi muoveva i capelli.

Ormai il primo trimestre era terminato e io avevo già chiesto a mia madre di andare e lei aveva accettato, ma capii subito che mi stava nascondendo dell'altro, pero' non ci feci caso, mi limitai a trascorrere quelle tre settimane nel divertimento, per quanto vederlo potesse divertirmi. 
Il giorno prima della partenza, vennero tutte a dormire a casa mia e tutte mi aiutarono a preparare la borsa, dato che ero un po' indecisa
-Questo andrà bene? E questo? Ho dimenticato le scarpe!- fortuna che alla fine riuscii a farcela e trascorremmo una bella serata, anche se andammo a dormire un po' tardi, ma comunque il giorno dopo ci svegliammo presto.
Verso le 8:00, una macchina, anzi, per meglio dire, una limousin, passo a prenderci, facendoci rimanere a bocche e occhi spalancati
-Ma quella cos'è?- chiese Sango
-E'...il nostro mezzo di trasporto...suppongo..- dissi; poi sospirai e mi avvicinai alla macchina dove, un uomo, prese le nostre borse e aprì la portiera
-Ehilà!- urlò Miroku, facendo un cenno con la mano e abbassandosi gli occhiali da sole
-Yo!- esclamo Inuyasha, che aveva lo stesso gli occhiali da sole, ma sulla testa
-Come va?- chiese Koga sorridendo
-Ragazzi, fate loro posto..- disse Sesshomaru; tutti si spostarono e le ragazze mi spinsero, facendomi sedere accanto a Sesshomaru, mentre sospirai
-Tutto bene?- mi chiese, tenendo un braccio sullo schienale del sedile dove ero seduta
-Mh...si- mugugnai
-Non ne sono molto convinto- sussurrò.
Durante il viaggio, tutti chiacchierarono, come vecchi amici, esultanti per la nuova esperienza; infatti, non  avevano mai fatto un viaggio del genere; solo io ero piuttosto silenziosa e guardai dal lato opposto a quello in cui c'era Sesshomaru, che continuava a guardarmi in silenzio.
Una volta arrivati a destinazione, scendemmo tutti dall'auto, prendendo i nostri bagagli; io con me avevo anche la mia preziosa chitarra
-Non sapevo suonassi la chitarra...- mi disse il demone
-Ho cominciato a suonarla in prima elementare- dissi sorridendo leggermente
-Mi piacerebbe sentirti suonare- disse lui
-L'ho portata per questo- dissi io:- Suonare intorno ad un falò è l'ideale- dissi  aggiustandomi la custodia sulla spalla, dopo di che, tutti entrammo in casa.
Appena varcammo la soglia, rimanemmo sorpresi
-Wow...- sussurrammo, senza fiato
-Questo è uno dei tanti regali che ci ha lasciato nostro padre- disse Inuyasha
-Bene, sistemiamoci nelle camere e poi andiamo a mare! Non vedo l'ora di tuffarmi!- disse Ayame
-Arriviamo!- dicemmo tutte noi ragazze
-Ehm...A dire il vero, ci sarebbe un problema....- disse Sesshomaru, mentre tutte lo guardavamo
-Non potete stare tutte nella stessa stanza, perchè ci sono solo due letti per stanza- disse Inuyasha
-Beh...credevo fosse peggio; credevo ci toccasse dormire con un ragazzo!- disse Sango
-Si può sempre rimediare..- disse Miroku facendole l'occhiolino
-Non ti avvicinare a me, chiaro?- urlò lei e noi scoppiammo a ridere per poi andare nelle nostre stanza. Mi ripetei che non dovevo soffrire; quella sarebbe stata una bella vacanza, con o senza Sesshomaru.
Quindi, dopo esserci cambiate, scendemmo nel salone, lasciano tutti senza fiato: Kagome indossava un costume a triangolino bianco con le ciliege, Ayame indossava un costume a fascia arancione e giallo, Sango indossava un costume normale nero e rosa e io indossavo un costume a fascia e brasiliano blu, bianco e celeste
-Ma...-riuscì a dire solo Miroku, mentre noi guardavamo tutti, in attesa
-Fortuna che questa è una spiaggia privata; non vorrei che qualcuno posasse gli occhi su qualcosa che mi appartiene- disse Inuyasha, guardando intensamente Kagome e facendola arrossire
-E sentiamo un po', da quant'è che sarei di tua proprietà?- chiese la mora
-Da adesso- disse avvicinandosi a lei e cingendole la vita, per poi avviarsi sulla spiaggia, mentre sia noi ragazze che i ragazzi ridacchiammo
-E allora? Cosa dovevi dirmi?- chiede Ayame avvicinandosi a Koga, che iniziò a guardarla
-E-Ecco....Non so come dirlo...- disse il ragazzo timido
-Provaci, non sono tanto stupida- disse Ayame
-M'interessi...- disse guardandola serio
-Eh??- esclamò lei arrossendo
-Hai capito bene- disse, allora lei si avvicinò e gli baciò la guancia, lasciandolo spiazzato
-Vogliamo andare?- chiese sorridendo, e lui annuì, rosso in viso. Anche io li seguii, in silenzio.
Arrivati sulla spiaggia, notai un chioscho dove, una ragazza dai capelli e gli occhi castani sistemava; aveva circa la nostra età
-Ciao Rin!- disse Inuyasha
-Oh, buongiorno Inuyasha! Siete tornati con degli amici?- chiese sorridendo, poi il suo sguardo si posò su Sesshomaru:- Buongiorno Sesshomaru-sama- disse sorridendo
-Tsk..Rin...per favore, non chiamarmi così, mi mette a disagio- disse il demone, guardandomi con la coda dell'occhio
-Perchè non dovrei? Io ti rispetto molto, mi hai salvato la vita- disse lei sorridendo
-Io non..- iniziò
-Ragazze, cosa aspettiamo, andiamo in spiaggia, su!- dissi, camminando e fingendomi allegra
-Ohi ohi, Sesshomaru l'ha combinata grossa...-sussurrò Kagome, prima di seguirmi insieme a tutte le altre, mentre lui mi seguì con lo sguardo.
Intanto io mi sistemai sulla spiaggia e mi sedetti, guardando le onde del mare che infrangevano, e alcune lacrime mi rigavano il volto.

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Capitolo 4
*** Nuovi amici ***


Mentre ero sulla spiaggia, sentii provenire dalla casa accanto alla nostra una musica bellissima, sembrava un misto tra rock e punk
-Cos'è?- chiesi e tutti sembrarono farsi la stessa domanda
-Non lo so...- dissero le ragazze
-Andiamo a vedere?- si chiese Koga
-Andate voi, io preferisco rimanere qui, non voglio sentire confusione..-dissi, sorridendo appena
-Mh...-dissero gli altri, andando verso la casa; ma mi accorsi che qualcuno non era andato con loro, e cioè Sesshomaru
-Non c'è bisogno che tu rimanga con me, vai anche tu se vuoi; non sono più una bambina, ormai-sussurrai
-Non voglio- disse lui
-Beh...allora vai da Rin, no?- dissi; lui stava per rispondermi, ma io mi alzai:- Vado a fare una passeggiata- dissi, per poi incamminarmi sulla riva del mare, con i piedi bagnati dalle onde e una lieve brezza marina.
-Qualcosa non va?- ad un tratto sentì la voce di qualcuno, così mi girai, scorgendo un ragazzo con occhi e capelli neri legati; lo salutai cortesemente:- Problemi di cuore?- mi chiese
-Come fai a  saperlo?- gli chiesi stupita
-Beh...di solito i problemi che affliggono le adolescenti sono questi. Credimi...io l'ho provato...- disse
-Vuoi dire che...tu sei...!?- dissi, spalancando gli occhi e lui annuì:-N-Non l'avrei mai detto...- dissi, un po' a disagio; era davvero carino.
-Ehm...Non vorrei sembrarti scortese ma....Vorrei far ingelosire un ragazzo...- dissi imbarazzata
-Sei proprio cotta di lui...Comunque...ho già capito...Non preoccupati, ti aiuterò volentieri. Il mio nome è Jakotsu..- disse, scompigliandomi i capelli e facendomi tornare il sorriso
-Io mi chiamo Gio..- dissi sorridendo
-Comunque, ti dirò una cosa, Cercherò di fingere di provaci con te...Ma...Se lui avrà una cattiva reazione nei miei confronti, allora vuol dire...che infondo tu gli piaci davvero...- disse sussurrandomi nell'orecchio e poi sorridendomi; poi mi prese la mano. Io ero sconvolta e un po' incredula per quello che mi aveva detto, fatto sta che volevo comunque portare a termine il mio obbiettivo..
Così, c'incamminammo, mano nella mano, verso la spiaggia, dove, i ragazzi non erano ancora tornati e dove solo Sesshomaru era, steso sull'asciugamano; io e Jakotsu, a riva iniziammo a parlare e ridere tra noi, mentre lui mi abbracciava da dietro, facendomi arrossire. Questo attirò subito l'attenzione di Sesshomaru che,  aprì un occhio e vide entrambi e mi parve di vederlo infastidito
-Bene così, bravo- dissi sorridendogli e mettendogli le mani sul petto
-Dici che posso fare l'attore?- mi chiese lui prendendomi le mani e io annuii:-Ora, un'ultima cosa..- disse accarezzandomi il viso, girandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio e guardandomi intensamente, facendomi arrossire
"Ma siamo sicuri che sia dell'altra sponda?" pensai, mentre lui si avvicinò a me e stava per baciarmi; proprio in quel momento, pero', sentì due braccia attirarmi verso un altro corpo, alle spalle
-Chi saresti tu?- chiese il demone, guardandolo in modo freddo, al contrario di come aveva iniziato a fare; il mio cuore iniziò a battere, ma poi pensai che era solo un'illusione
-Lui è Jakotsu, un mio amico d'infanzia, proprio come me e te; pero', ci eravamo persi di vista- dissi sorridendogli
-Proprio così...-sorrise Jakotsu
-A me non sembravate molto amici, anzi, direi piuttosto, molto di più- disse Sesshomaru continuando a cingermi la vita
-Cos'è, ti da fastidio?- chiese Jakotsu guardandolo con occhi di sfida
-Questi non sono affari tuoi- disse l'altro, guardando in un'altra direzione.
-Ehm...Sesshomaru...Potresti...-dissi, poichè mi stava ancora stringendo
-No...-disse, secco, portandomi con sé.
Jakotsu ci guardò sorridendo e pensando che, probabilmente lui non si era ancora reso del tutto conto dei suoi sentimenti.
Intanto, Sesshomaru mi portò sulla spiaggia e poi mi lascio; io mi sedetti ed entrambi rimanemmo in silenzio per diverso tempo, non avendo il coraggio di chiederci a vicenda ciò che era successo; quindi ognuno se ne stava per conto suo.
Ad un tratto, i nostri amici scesero sulla spiaggia, in compagnia di sei ragazzi
-Ah..ragazzi, siete tornati! E loro chi sono?- chiesi guardandoli
-Sono la banda dei sette; sono quelli che stavano suonando!- disse Ayame
-Si! Loro sono Bankotsu, Renkotsu, Mukotsu, Ginkotsu, Suikotsu, Kyokotsu...-disse Kagome sorridendo
-Sono molto bravi, li abbiamo sentiti suonare da vicino e...-iniziò Sango
-Aspettate un secondo, ma manca uno di noi, manca Jakotsu!- disse Renkotsu
-Cosa? Anche lui fa parte della band?- chiesi
-Perchè, lo conosci?- chiese Ginkotsu
-E-Ecco...Siamo amici d'infanzia...- dissi
-Uhm...Jakotsu non ce ne aveva mai parlato; ma comunque ora dov'è?- chiese Mukotsu
-Sarà in giro; sapete, dopo la litigata con Bankotsu..-disse Kyokotsu
-Infatti..Ragazzi, non dovreste mischiare la musica con altre storie-disse Ginkotsu
-Come volete; è colpa mia, quindi vado a cercarlo...-disse Bankotsu
-Non c'è bisogno, sono qui-disse guardando tutti e avvicinandosi a me; mi sorrise; mi parve di vedere Sesshomaru infastidito:-Quanta bella gente, sono tuoi amici?- mi chiese accarezzandomi i capelli ed io annuii sorridendo, mentre i miei amici mi guardavano confusi, soprattutto le ragazze.
-Ragazzi, che ne dite di divertirci tutti insieme, magari potremmo fare una partita a beach volley!- urlò Koga, entusiasta
-Io passo, non mi va, non sono proprio dell'umore- dissi
-Na, na...Vieni anche tu, forza!- disse Jakotsu:- Dobbiamo divertirci, non puoi essere l'unica a startene in disparte; sarebbe un peccato, e dispiacerebbe a qualcuno- concluse sorridendo e mettendomi le mani sulle spalle da dietro la schiena
-Uffa, e va bene...-dissi:- A chi ti riferisci?- chiesi, avvicinandomi al gruppo, ma lui sorrise.
Così iniziammo tutti a giocare; intanto Bankotsu guardava noi due e si stava chiedendo il motivo del perchè tra noi ci fosse tanta confidenza.
Comunque, mentre continuava a pensare ,iniziammo a giocare; tutti si divertivano, tranne io, che guardavo svogliatamente la palla e saltava a destra e a sinistra, ad ognuno, e quando cercavo di prenderla, qualcun altro, più alto di me, la prendeva al posto mio; certo...non ero una cima. Ad un tratto, Jakotsu mi lanciò apposta una palla più forte, io alzai lo sguardo, ma non me ne resi conto; fu proprio in quel momento che, Sesshomaru mi spostò,  prendendo il colpo al mio posto. Fortuna che, per lui era una cosa da niente; ma io mi ero fatta male, a causa dell'impatto con il suolo; tutti vennero verso di me
-Mi dispiace tanto Gio-chan!- disse Jakotsu, dispiaciuto
-Non importa- dissi sorridendo appena
-Stai bene? Niente di rotto?- disse Sesshomaru, abbassandosi e  guardandomi 
-No...Sto bene..-dissi, prima di gemere appena, per il dolore causatomi alla gamba e al braccio su cui ero caduta; lui allora sospirò e, con sorpresa di tutti, mi sollevò
-Guarisci presto Gio!- mi dissero tutti.
-Devo portarti in casa, non puoi continuare a giocare così- sussurrò il demone, portandomi in casa e mettendomi a sedere sul divano
-N-Non c'è bisogno, sto bene ti dico, non devi preoccuparti per me- dissi, ma lui non voleva sentire ragioni
-E' normale essere preoccupato per un'umana- disse e, sorprendendomi, mi accarezzò una guancia, sorridendo leggermente
-Sesshomaru..-dissi, arrossendo e guardandolo negli occhi
-Mh? C'è qualcosa che devi dirmi?- mi chiese confuso, mentre iniziò a curarmi la slogatura
-Tu, cosa provi per Rin?- gli chiesi, tirando fuori quella domanda che mi tormentava da giorni.
A quella domanda, Sesshomaru rimase spiazzato, ma deciso ad indagare
-Perchè vuoi saperlo?- chiese, sedendosi accanto a me
-Non sono affari tuoi- risposi, guardandolo male
-E se invece lo fossero?- disse, avvicinandosi sempre di più , a pochi centimetri da me
-SMETTILA! NON AVVICINARTI!-urlai, spingendo le mani sul suo petto, fino a stendermi su di lui quasi del tutto
-Uh...come siamo audaci....- disse guardandomi:- Ed io potrei farti la stessa domanda..Cosa provi per Jakotsu?- chiese guardandomi serio
-L-Lui...- balbettai:- Si, lui mi piace...ma come amico...- mentre lui aspettava, guardandomi:-Non ha più nessuna importanza, perchè ora credo di aver capito la verità...- sorride
-La verità su cosa?- chiese confuso Sesshomaru
-Sta a te capirlo..-dissi, girandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio e lui rise di gusto, lasciandomi sorpresa
-Non ti avevo mai visto ridere così.- lo guardai e lui guardò me, rendendomi confusa
-Che c'è?- chiesi confusa
-Mi stavo chiedendo il motivo per cui sei tanto triste ultimamente- disse lui
-Triste!? No io..Stavo solo...- balbettai qualcosa
-Forse perchè..C'è qualcuno che ti piace, ma non capisci i tuoi, né i suoi sentimenti..- disse il demone, guardandomi intensamente
-N-No...Ti sbagli...Non è affatto come dici- indietreggiai, finendo sul bracciolo del divano, facendo in modo che lui finisse sopra di me
-A si? E in cosa?- mi chiese:-Sul fatto che non capisci i vostri sentimenti, o sul fatto che ti piaccia qualcuno?- mi soffiò sulle labbra.
Lo guardai, spingendo le mani sul suo petto, per non farlo andare oltre, mentre Sesshomaru mi prese la vita leggermente, , ma poi feci io un passo ulteriore e gli diede uno schiaffo, arrabbiata e poi spostai lo sguardo, mentre lui aveva ancora il viso rivolto verso la direzione in cui l'avevo schiaffeggiato
-Lasciami...- sussurrai
-No..-sussurrò lui, allora lo guardai, mentre il demone mi fissò, mi si avvicinò e mi accarezzò il viso e le labbra, facendomi arrossire
-S-Sesshomaru...-sussurrai imbahttp://myreadingmanga.info/free-dj-look-eng/razzata
-Shh...-mi zittì, per poi unire le nostre labbra in un bacio romantico e passionale, lasciandomi senza fiato e parole.
Quando si staccò da me, sviò lo sguardo
-Non prenderla troppo seriamente...-sussurrò, dopo aver terminato di fasciarmi la caviglia ed io annuii, sospirando.
 

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Capitolo 5
*** Confusione ***


Un giorno, io e i miei amici eravamo sulla spiaggia.
Ormai Kagome e Inuyasha, Koga e Ayame, e anche Miroku e Sango scoprirono un certo feeling, di cui le ragazze rimasero molto colpite, e di cui, invece, i ragazzi erano contenti. Sango e Miroku si rincorrevano sulla spiaggia, Ayame e Koga passeggiavano in riva, mano nella mano e Inuyasha e Kagome nuotavano, esplorando il mare.
Gli unici che non riuscivano a parlarsi eravamo io e Sesshomaru; o meglio, quella che non riusciva a parlare ero io, perchè a lui sembrava non importare, sembrava.
Quando tutti tornarono da noi, sorridevano
-Ehi, ho un'idea!- disse Inuyasha:- Che ne dite se stasera organizzassimo un falò sulla spiaggia?- propose
-Sii! Sarebbe fantastico! - dissi io:- Potremmo invitare anche Jakotsu e i suoi amici! Ci divertiremmo ancora di più- esultai
-Tsk...-mugugnò Sesshomaru
-Per me va bene, non c'è problema; glie lo diremo dopo, quando torneremo in casa- disse Miroku
-Così potrai suonare la tua chitarra e cantare le tue canzoni Gio- esultò Kagome e io annuii appena.
-Dovremmo anche decidere cosa portare come cibo sulla spiaggia- disse Koga
-Non c'è problema! Lasciate fare a me- disse Ayame.
Quindi, quando si fece un certo orario, io andai a bussare alla porta dei ragazzi e ad aprire fu Jakotsu
-Oh...ciao piccola!- disse abbracciandomi
-Ciao- sorrisi- Sentite, vi andrebbe di partecipare al nostro falò sulla spiaggia?- chiesi
-Ma certo! Sarà bellissimo, e anche molto romantico- disse, facendomi l'occhiolino e facendomi arrossire
-N-Non è questo il momento, allora ci vediamo tra poco, sulla spiaggia- sorrisi
-Certo, a dopo!- rispose, baciandomi la guancia.
Ad un certo orario, tutti scesero sulla spiaggia; il falò era già pronto per essere acceso e il cibo pronto per essere arrostito e mangiato
-Perfetto! Si comincia!- urlò  Kyokotsu; così iniziammo a mangiare.
-Ahh, trovo che questa atmosfera sia perfetta!- disse Jakotsu, che si era seduto tra  me e Bankotsu.
Mentre mangiavamo, tutti incitarono  me  a suonare
-Su Gio, fai sentire come sei brava!- disse Sango
-C-Cosa? Ma...io...Mi vergogno...Con tutte queste persone!- dissi
-Oh andiamo! So che puoi farcela- disse Jakotsu, mettendomi un braccio intorno alla vita
-E va bene, ma abbiate pietà di me..- dissi, e tutti risero; quindi iniziai a strimpellare qualche nota, mentre cantavo, lasciando tutti senza fiato
Found myself today 
Oh I found myself and ran away 
Something pulled me back 
The voice of reason I forgot I had 
All I know is you're not here to say 
What you always used to say 
But it's written in the sky tonight 

So I won't give up 
No I won't break down 
Sooner than it seems life turns around 
And I will be strong 
Even if it all goes wrong 
When I'm standing in the dark I'll still believe 
Someone's watching over me 

Seen that ray of light 
And it's shining on my destiny 
Shining all the time 
And I wont be afraid 
To follow everywhere it's taking me 
All I know is yesterday is gone 
And right now I belong 
To this moment to my dreams 

So I won't give up 
No I won't break down 
Sooner than it seems life turns around 
And I will be strong 
Even if it all goes wrong 
When I'm standing in the dark I'll still believe 
Someone's watching over me 

It doesn't matter what people say 
And it doesn't matter how long it takes 
Believe in yourself and you'll fly high 
And it only matters how true you are 
Be true to yourself and follow your heart 

So I won't give up 
No I won't break down 
Sooner than it seems life turns around 
And I will be strong 
Even if it all goes wrong 
When I'm standing in the dark I'll still believe 
That I won't give up 
No I won't break down 
Sooner than it seems life turns around 
And I will be strong 
Even when it all goes wrong 
When I'm standing in the dark I'll still believe 
That someone's watching over 
Someone's watching over 
Someone's watching over me 
Alla fine della canzone tutti rimasero senza parole e applaudirono per molto tempo il mio talento
-Questa canzone è dedicata ad una persona importante della mia vita; L'ho creata io...- spiegai
-Gio...potresti essere una professionista...- disse Bankotsu
-Chi io?- chiese la ragazze e tutti annuirono:-Non...Non ci avevo mai pensato...- rimasi sorpresa
-Fidati, è così; sta a te decidere se cantare come solista o in un gruppo- disse Jakotsu, mettendo la mano sulla mia, facendo innervosire Sesshomaru, che, si alzò e si allontanò
-Ma dove vai ora?- chiese Koga
-A fare una passeggiata, ho bisogno  di stare da solo- disse, continuando a camminare.
Tutti sospirarono, soprattutto io, che m'intristii
-Su su, continuiamo a divertirci!- disse Mukotsu, contagiando tutti, tranne io, che, dopo un po' , mi accorsi che il demone non era ancora tornato
-Ragazzi..Come mai non torna?- chiesi
-Se sei preoccupata, vai a cercarlo no?- disse Inuyasha
-Non mi sembra il caso di mandarla da sola!- disse Kagome guardandolo malissimo
-Non preoccuparti, andrò io con lei- disse Jakotsu, che si alzò
-Non preoccupatevi...Posso andare da sola...-sorrisi
Mentre camminavo, intorno a me era buio e iniziarono a sentirsi rumori strani ed io a tremare
-H-Ho pauraa..-dissi e iniziai a tremare; poi vidi una luce, che sembrava una fiammella e cominciai ad ansimare.
Quando la luce si avvicinò a me, pero', mi resi conto che era Sesshomaru; avevo le lacrime agli occhi ed ero impaurita e tremante
-Che cosa  ci fai qui?  Volevo stare da solo- sussurrò
-Mi stavo preoccupando..-sussurrai
-Perchè dovresti? Sono un demone, ricordi Dovresti preoccuparti più per te stessa- disse guardandomi e accarezzandomi.
I nostri visi erano a pochi centimetri di distanza e lui mi guardò di nuovo serio, facendomi arrossire; stava per succedere di nuovo, stava per ribaciarmi.
Proprio in quel momento, pero', dalla spiaggia, probabilmente da dove si trovavano i nostri amici, esplose un fuoco d'artificio e poi tanti altri, ed io caddi in ginocchio, e anche lui.
Si accorse che stavo ancora tremando
-Ti faccio così paura?- mi chiese
-N-No..Non è questo....- balbettai
-E cosa allora?- chiese lui
-I-Io...- cominciai, prima di svenire; lui mi prese e mi portò alla spiaggia, dove c'erano tutti gli altri.
 

Ero confusa, non sapevo come comportarmi, prima mi diceva quelle parole, che mi avevano quasi spezzato il cuore
-Non montarti troppo la testa- aveva detto proprio così; e poi cercava di baciarmi.
Ero davvero confusa.
Probabilmente era uno scherzo, una presa in giro, infondo, era cambiato rispetto a quello che era quando ci eravamo conosciuti da bambini; quindi, decisi di andarmene, senza farmi vedere da nessuno. Era la cosa migliore per tutti.
Raccolsi le mie cose e uscii di casa. Eravamo arrivati con la limousin della famiglia Taisho, quindi, dovetti fare l'autostop, per questo, andai sulla strada, in attesa che qualcuno mi desse un passaggio; ad un tratto una macchina si fermo. Sorrisi appena e attraversai la strada per andare in macchina, ma non feci in tempo, perchè una macchina che veniva dalla direzione opposta mi investì.Caddi in mezzo alla strada.
Subito, intorno a me si radunarono delle persone che urlavano; la persona che mi aveva investito si era fermata e aveva chiamato l'ambulanza; poco dopo, vidi un gruppo di ragazzi e uno abbassarsi su di me
-Andrà tutto bene- mi sussurrò stringendomi la mano; aveva i capelli color della luna e due intensi occhi ambrati che mi fissavano; poi il buio.
Mi svegliai in una stanza; era chiaramente un ospedale, lo capii dall'odore di disinfettante e dalle pareti bianche della camera
-Ho sete...-sussurrai; una castana obbedì alla mia richiesta; tutti mi guardavano. Accanto a me c'erano quattro ragazze e, più in là, dietro, quattro ragazzi, tra cui uno con gli occhi bassi, coperti dalla frangetta.
-Chi siete?- chiesi, guardandoli; il cuore di tutti si frantumò
-C-Come? Siamo i tuoi amici...-sussurrò Un ragazzo dai capelli neri, raccolti in un codino basso e gli occhi azzurri
-Mh...Io non ho amici...Sono sola....- dissi, singhiozzando
-E noi chi siamo secondo te?- mi chiese un ragazzo con le orecchie da cane
-Siamo persone che ti vogliono bene; e ti vogliono aiutare- disse una mora
-Davvero?- chiesi e tutti annuirono
-Non ricordi proprio nulla? Perchè sei qui? Perchè sei scappata? Il tuo ragazzo...- disse Koga
-Io....ho un ragazzo?- chiesi e tutti guardarono il ragazzo con la luna sulla fronte
-Non sono il suo ragazzo- rispose guardando altrove e tutti ridacchiarono 
-Ad ogni modo, ce la metterò tutta per ricordare:-sorrisi:- Non mi sono ferita gravemente perciò, domani potrò uscire- aggiunsi
-Come stanno le cose, dobbiamo tornare a casa- disse quello che doveva essere Koga
-Non preoccupatevi, tornerò da sola- dissi
-Nemmeno per sogno; ti accompagnerò e mi prenderò cura di te- disse Sesshomaru
-Va bene ma, perchè?- chiesi guardandolo
-Non ha importanza, ma non puoi rimanere sola- disse il demone, guardandomi intensamente mentre gli altri ridacchiavano
-Come vuoi - dissi sorridendo.
Così, il giorno dopo uscii dall'ospedale e Sesshomaru era già lì con la limousin, con il mio bagaglio e la chitarra
-Oh...-sussurrai, accarezzando le corde di quest'ultima e lasciando uscire qualche nota
-Allora, torniamo a casa...- disse lui, prendendomi la mano e facendomi entrare nella macchina; poi si sedette accanto a me. Ero un po' a disagio, anche se lui aveva detto che eravamo amici d'infanzia
-Perchè dovresti proteggermi? Da cosa poi? E' a casa mia che sto andando, giusto? Lì sapranno proteggermi, sarò al sicuro!- dissi sorridendo
-Non ricordi neppure questo?-sospirò:-Lì ci vivete solo tu e tua madre, perchè i tuoi hanno divorziato, e tua madre sta uscendo con un uomo- spiegò
-Un...nuovo papà?- chiesi e...senza accorgermene i miei occhi iniziarono a diventare lucidi
-Shh...non piangere- disse Sesshomaru asciugandomi le lacrime:- Lo faccio...Perchè ho una brutta sensazione su di lui- spiegò ancora
-Mh...capisco. Ma non dovresti preoccuparti così tanto...- dissi, ma lui mi guardò con occhi così intensi da farmi rabbrividire.
Quando arrivammo a casa, notai che tutto era chiuso e le porte serrate
-Strano...probabilmente starà lavorando- sussurrò, così, entrambi entrammo in casa e io mi guardai intorno.
Subito, pero', arrivò ai miei occhi un biglietto, posato sul tavolo; quindi mi avvicinai e lo lessi; dopo un po' mi sentii venir meno, le mie gambe cedettero e caddi tra le braccia di Sesshomaru, il quale, lesse a sua volta il messaggio
"Ho preso tua madre, non la rivedrai più; io e lei ora siamo felici insieme. Lei non ti ha mai voluto bene. Naraku"
-E adesso come faccio?- sussurrai tra le lacrime:- Ho perso la memoria, ho perso mia madre...Ho perso tutto!- iniziai a piangere più forte
-No, c'è una cosa che non hai perso....- disse, mentre io lo guardavo:- Me...- rispose sorridendo appena ed io arrossì appena.
-Ma..- balbettai
-Niente ma; sono sicuro che a mia madre non dispiacerà averti a casa nostra, e anche ad Inuyasha farà piacere- disse sorridendo e accarezzandomi i capelli
-Grazie...Sesshomaru...-dissi, lasciandolo senza fiato
-Mi...hai chiamato per nome....-mi guardò
-H-Ho forse fatto qualcosa di male?- chiesi 
-No, anzi...-lui sorrise. Quindi risalimmo sulla limousin e andammo a casa sua.

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Capitolo 6
*** Una nuova casa ***


Ora che non sapevo dove fosse mio padre,  mia madre mi aveva abbandonato e in più vivevo in una casa che non era la mia, dovevo assolutamente rendermi utile, essere più responsabile; non m'importava delle mie condizioni. Dovevo pur, in qualche modo aiutare, anzi, decisi di non gravare sulle spalle degli altri.
Quando ero entrata nella casa di Sesshomaru, avevo subito capito che tipo di donna fosse la madre.
Innanzitutto, era una casa in stile giapponese tradizionale, circondata da un giardino  e divisa in diverse stanze, con il pavimento in legno. Sua madre era sicuramente una donna bellissima.; aveva del lunghi capelli color della luna raccolti in due codini e, come il figlio, aveva una luna in mezzo alla fronte e occhi color ambra, inoltre indossava un lungo kimono bianco e viola. Era seduta su una sedia che dava l'impressione di essere un trono e la rendeva ancora più importante.
Io, camminavo silenziosamente, accanto a Sesshomaru, senza dire una parola,  tenendo tra le mani la mia valigia, quando il suo sguardo si posò su di noi
-Madre...-iniziò Sesshomaru; entrambi ci sedemmo e ci inchinammo rispettosamente. Il fatto è che, benchè avessimo la stessa situazione familiare, più o meno, le nostre famiglie erano diverse, perchè mentre la sua era tradizionalista, la mia era moderna
-Come mai sei tornato prima? E perchè hai portato...un'umana con te?- chiese, portando il suo sguardo  su di me
-Ecco madre, vedete...Questa ragazza è Gio, la mia amica d'infanzia; lei ha perso la memoria, ha perso i suoi genitori, ha perso tutto. Vorrei che la tenessimo con noi- disse, alzando leggermente lo sguardo
-Capisco; questo è il volere di mio figlio, eh?- chiese la demone
-Si- concluse tenendo testa al suo sguardo
-Ebbene, così sarà. Da ora farai parte di questa casa- disse la demone
-Vi ringrazio- dissi, inchinandomi e sorridendo, poi anche Sesshomaru si inchino ed entrambi ci alzammo.
Lui mi portò verso la mia nuova stanza, insieme ad una domestica
-Sono contenta che tua madre abbia accettato di farmi rimanere qui; a dire il vero, non ci speravo...- spiegai guardandolo e continuando a camminare nella casa
-Nemmeno io-. Ad un tratto ci fermammo davanti ad una stanza e lui aprì la porta, lasciandomi molto sorpresa; era una stanza ampia, con un grande letto stile occidentale, alquanto basso, su cui erano posati alcuni cuscini, bianchi e arancioni. Sullo sfondo erano disegnati dei ciliegi, uno in primo piano e uno in lontananza, con un sentiero; tutto su un fondo arancione a sfumature, il tramonto; alla parete erano pogiati dei comodini in legno, con lampade arancioni, le tende arancioni 
-Oh...che meraviglia!- dissi, guardandomi attorno
-Sono felice sia di tuo gradimento; la mia camera sarà accanto alla tua, di qualunque cosa tu abbia bisogno- disse
- Il pranzo sarà servito alle 13:00, la cena alle 19:00; se avete bisogno di me, io sarò a sbrigare le faccende- disse la domestica
-Ti ringrazio, Kaede- disse Sesshomaru; la donna fece un inchino e se ne andò
-Allora, cosa ti piacerebbe fare, mentre aspettiamo il pranzo?- mi chiese Sesshomaru, mentre sistemavo le mie cose 
-Vorrei vedere l'esterno, il giardino- gli chiesi
-Va bene, vieni con me- disse, ed io lo seguii. Quindi, andammo in giardino.
Camminando in giardino, notai che c'erano diversi tipi di fiori e piante e che c'era un congegno che creava una cascata, proprio all'interno  del giardino; inoltre c'erano delle panchine
-Wow, è bellissimo..-esclamai estasiata e con le guance leggermente rosse per l'emozione
-Vengo spesso qui, a pensare, quando voglio restare solo, o quando ho bisogno di rilassarmi- disse il ragazzo sorridendo e cercando di accarezzarmi, ma io indietreggiai; lui ritrasse la mano:- Non importa- disse, guardando altrove.
Rimanemmo lì per un po', finchè la domestica non ci chiamò per il pranzo.
Come avevo detto, ora che vivevo in casa di "estranei" sentivo il bisogno di prendermi le mie responsabilità, di non contare solo sugli altri, ma, come potevo fare, se avevo solo tredici anni?

Ormai era passato qualche giorno da quando ero arrivata a casa Taisho e presto la scuola sarebbe ricominciata. Era pomeriggio inoltrato ed ero immersa nei miei pensieri, quando sentii la porta d'ingresso aprirsi
-Sono tornato!- riconobbi quel grido; con molta probabilità, Inuyasha era tornato a casa; quindi uscii dalla mia stanza e mi avviai verso la sala, ma mi resi conto che anche Sesshomaru era uscito dalla sua stanza e stava camminando accanto a me
-Ah...ciao..-dissi, rivolgendogli uno sguardo e sorridendogli
-Ciao..- mi rispose; andammo entrambi da Inuyasha che, appena ci vide rimase un po' confuso
-Che ci fai qui?- chiese guardandomi
-E-Ecco...-balbettai abbassando lo sguardo, così Sesshomaru apiegò dinuovo ciò che era successo
-Capisco, quindi rimarrai qui con noi..-chiese ed io annuii
-Spero che non sia un problema per te- chiesi io
-No no, figuriamoci, mi fa molto piacere- disse lui sorridendo
-Domani ricomincerà la scuola..- dissi
-Si- disse Inuyasha
-Spero di essere ancora in classe insieme- disse Sesshomaru e noi annuimmo.
Trascorremmo del tempo a parlare; Inuyasha ci disse tutto quello che era successo durante la nostra assenza; ormai il rapporto che legava i ragazzi e le ragazze non era semplice amicizia o attrazione fisica, loro erano innamorati
-Sono contenta per voi; le mie amiche meritano di essere felici con la persona che amano e se loro vi amano io sono felice- dissi sorridendo
-Ah...Jakotsu mi ha detto di darti questo, dato che non aveva avuto il tempo di dartelo- disse Inuyasha, dandomi un biglietto, con un numero di cellulare
-Chi è Jakotsu?- chiesi e loro sospirarono
-Non importa; un passo alla volta..- disse Sesshomaru....

Il giorno dopo, ci alzammo presto. Mi preparai, indossando l'uniforme e andammo tutti in sala a fare colazione
-Buongiorno, madre..- disse Sesshomaru
-Buongiorno..- disse Inuyasha
-Buongiorno...- dissi io. Lei fece un cenno del capo e continuò a fare colazione e noi la imitammo, in silenzio.
Una volta terminata la colazione, ci lavammo i denti e uscimmo
-Saliamo in macchina..-disse Sesshomaru guardandomi
-Preferisco andare a piedi..- disse Inuyasha
-Già, anch'io- dissi sorridendo
-Come volete- disse il demone, sospirando, quindi tutti e tre c'incamminammo, io al centro, Inuyasha da una parte e Sesshomaru dall'altra.
Per strada incontrammo gli altri; quando ci videro camminare insieme, rimasero sorpresi, ma erano contenti che stavo bene
-Gio-chan! Stai bene?- dissero le mie amiche correndo ad abbracciarmi
-S-Si, sto bene, benissimo- dissi sorridendo. Tutti chiacchieravamo tra noi, continuando a camminare. Una volta arrivati davanti a scuola, i nostri compagni di scuola rimasero sorpresi nel vederci tutti insieme; insomma, loro pensavano che ci fossimo antipatici, ma in realtà non era così; soprattutto, le ragazze erano gelose, perchè notarono che tra noi e i ragazzi si era instaurato un certo legame.
 

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Capitolo 7
*** Il mio primo lavoro ***


Il tempo passava e, nonostante io ero continuamente in compagnia dei miei amici, non mi era tutto molto chiaro e, soprattutto, non ricordavo assolutamente come li avevo conosciuti. Nella mia memoria c'erano solo i ricordi in cui ero sola, quando mia madre non era insieme a me, quando lavorava, ma nella mia vita, fino a quel momento, i ricordi delle mie amicizie erano praticamente inesistenti.
Quando ero andata ad abitare a casa di Sesshomaru, con me avevo portato le cose più care che avevo, tra cui una foto, che ritraeva me ed un bambino, che non ricordavo assolutamente chi fosse, ma  ricordavo che quello era stato il mio unico amico, alle scuole materne; anche se lui forse si dimostrava un po' dsitaccato nei miei confronti, gli volevo bene, e so che anche lui me ne voleva.

Un giorno, camminando da scuola per tornare a casa, passai davanti ad un  Maid Café e la mia attenzione fu subito attirata dal cartello davanti all'entrata "CERCASI PERSONALE"; quindi, con un po' di timidezza entrai e mi guardai intorno. 
Ad accogliermi furono tre ragazze, vestite, appunto, da cameriere e con le orecchie di animali diversi, un gatto, un orso e un coniglio;
-Benvenuta signorina- dissero sorridendo e io le guardai sorpresa, poi feci un leggero sorriso.
Una di loro si avvicinò a me e mi fece accomodare ad un tavolo
-Cosa posso portarle, padroncina?- mi chiese gentilmente
-Ecco...io...-tentennai per qualche secondo, mentre lei continuava a guardarmi con il sorriso:-...Io vorrei lavorare qui; ho visto il cartello all'ingresso, che cercate personale...-dissi, continuando a guardarla
-Oh...ma certo, ci farebbe davvero comodo un po' di aiuto; ultimamente la clientela è triplicata e in tre non riusciamo a farcela- spiegò
-Capisco, beh...vi aiuterò volentieri e poi..- abbassai lo sguardo, attirando l'attenzione su di me:- ...Vedete, vivo ospite di una persona che conosco e non vorrei gravare troppo sulle loro spalle, per questo ho deciso di cercare un lavoro- dissi
-Moltro bene. Come ti chiami?- mi chiesero
-M-Mi chiamo Gio Mori- dissi sorridendo
-Bene Gio, vieni con me, così ti prenderò le misure per la divisa. Ah...Io sono Kanna, lei è Kagura e lei è Yura- disse la ragazza che, in seguito mi prese le misure:- La divisa sarà pronta fra tre giorni- aggiunse
-Ti ringrazio, Kanna, allora  inizierò tra tre giorni- le risposi sorridendo; poi le salutai ed uscii.

Quando tornai a casa, sentii una voce che non avevo mai sentito prima, ma che era dolce e gentile, provenire dalla stanza; mi affacciai e vidi la madre di Sesshomaru e Sesshomaru stesso parlare con una signorina a modo, vestita con un kimono con il blu e l'azzurro e i capelli sciolti
-Mia cara Sara, saresti una moglie perfetta per mio figlio Sesshomaru- disse la demone
-Oh, voi mi lusingate- disse la giovane portandosi elegantemente una mano davanti al viso:- Ma non sono così perfetta come pensate- rispose, guardando Sesshomarru, che se ne stava serio, seduto accanto alla madre, in silenzio.
Quando sentii la parola "moglie", inspiegabilmente, il mio cuore inizio a dolere "Che mi succede?" pensai tenendomi una mano sul petto e caddi, attirando l'attenzione di tutti che uscirono per vedere cosa era successo; quando mi vide atterra, il demone si preoccupò e si abbassò su di me
-Gio, va tutto bene?- mi chiese guardandomi e io aprii leggermente gli occhi
-Si, sto bene, ho avuto solo un capogiro; credo che andrò a stendermi..-dissi, cercando di alzarmi, ma lui, con grande sorpresa di tutte, mi prese in braccio; io cercai di ribellarmi, ma era tutto inutile, così mi arresi alla sua stretta
-Scusate madre, signorina Sara..- disse, facendo un inchino e portandomi nella stanza, sotto lo sguardo indagatore della ragazza, mentre la madre fece un sorriso "E' così che stanno le cose, eh?" pensò.

Sesshomaru mi portò nella stanza e mi stese sul letto e si sedette accanto a me
-Come ti senti ora? Va meglio?-  chiese ed io annuii appena
-Hai davvero intenzone di sposare la signorina Sara?- gli chiesi
-Non lo farò, questo lo ha deciso solo mia madre, nelle famiglie tradizionali, ci sono i matrimoni combinati sin dalla nascita o da bambini, o comunque con persone scelte dai genitori, non per amore- rispose guardandomi
-Che cosa triste...- dissi abbassando lo sguardo
-Sembra quasi che tu sia gelosa....ho ragione?- mi chiese lasciandomi non poco sorpresa
-Gelosa io? Figuriamoci...- risposi guardando in un'altra direzione, mentre lui sorrise e mi fece una carezza
-Questo non può farmi che piacere- mi sussurrò all'orecchio, prima di fissarmi con sguardo serio e avvicinarsi lentamente a me.

Proprio mentre stava per baciarmi, qualcuno bussò alla porta e Sesshomaru sospirò
-Avanti....-disse un po' seccato; quindi entrò sua madre:-Madre...Sara è andata via?- chiese lui e lei annuì
-Come ti senti cara? Va meglio?- mi chiese
-Si signora, era solo un capogiro- risposi sorridendo
-Sono contenta che tu stia bene- disse
-Grazie- dissi stendendomi sul letto
-Lasciamola risposare, Sesshomaru. Dovrei parlarti- disse la demone e lui annuì; quindi, dopo aver dato un bacio sulla mia fronte, uscì, insieme alla madre.

-Di cosa volevate parlarmi, madre?- chiese Sesshomaru
-Tu la ami, non è così?- chiese la demone, girata di spalle e il figlio spalancò gli occhi
-Si, la amo più di ogni cosa, e continuerò a starle accanto finchè non si ricorderà di me- disse con voce roca:- Ora, se volete scusarmi, devo organizzarle la festa di compleanno con i nostri amici- detto questo
-Non è un po' troppo presto? infondo mancano alcuni mesi- disse la madre
-Non è mai troppo presto..- rispose il demone, che fece un inchino e si allontanò verso la sua stanza.

Dopo tre giorni, come avevano stabilito, dopo la scuola, andai al Maid Café
-Bentornata Gio-chan!- le dissero le ragazze:- Come avevamo detto, la divisa è pronta, perciò da oggi fai ufficialmente parte dello staff!- disse Yura
-Bene- dissi sorridendo e andando a cambiarmi, quando mi feci vedere, tutti rimasero senza parole "wow, quant'è carina" erano questi i loro pensieri; dopo di che, iniziai subito il mio lavoro.
Mentre andavo  da una parte della sala all'altra, tutti mi seguivano con lo sguardo, mentre io sorridevo sempre.
Intanto, non sapevo cosa mi aspettava, una bella sorpresa, anzi...due!!!

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Capitolo 8
*** Ritrovo di un padre ***


Ormai era passato molto tempo da quando ci eravamo ritrovati, alle medie e, l'inizio del nuovo anno, significava anche l'addio alle medie e l'inizio delle superiori, anche se non eravamo sicuri di capitare tutti insieme; per fortuna io e le mie amiche di sempre, avremmo frequentato lo stesso liceo, anche se non sapevamo se saremmo capitate nella stessa classe; ma, poteva dirsi la stessa cosa per i ragazzi?
​Naturalmente, io continuavo a vivere nella residenza Taisho ma, dopo il mio incidente e, dopo che avevo scoperto che Sesshomaru era stato destinato ad un 'altra, le cose tra noi non andavano come prima e lui si limitava a guardarmi da lontano o a parlarmi ogni tanto, anche se veniva interrotto da quella Sara che, da quando erano stati promessi, era costantemente in casa.
​Intanto, io, continuavo segretamente a lavorare al Maid Café e questo mi stancava, poichè non ero solo costretta a lavorare ma anche a studiare tutta la notte e spesso cadevo addormentata senza nemmeno accorgermene. Le uniche che l osapevano erano le mie amiche.
Un giorno al locale entrò un uomo che aveva poco più dell'età di mia madre e si sedette ad un tavolo; allora io mi avvicinai a lui
-Benvenuto, Padrone, cosa posso portarle?- dissi gentilmente
​-Uhm...-lui alzò lo sguardo e mi fissò pensandoci un attimo:- Gradirei una tazza di caffé bollente, con poco zucchero- rispose l'uomo
​-Arrivo subito- io feci un piccolo inchino e mi allontanai per annunciareil suo ordine; poco dopo tornai e gli diedi il caffé.
​Notai che aveva in mano una foto con una signora, che aveva in braccio una bambina; quando si accorse che, per sbaglio lo avevo guardato, mi fissò
-Oh, mi scusi..-dissi sorridendo:-E'...la sua famiglia?- chiesi e lui annuì
​-La mia bambina; ora dovrebbe avere la tua età, e mia moglie, o meglio...la mia ex moglie...Ci siamo separati anni fa- disse sospirando, poi mi guardò:- Tu, le somigli, a mia figlia intendo..- disse, facendomi sorridere
-Io...non ho più né una mamma, né un papà- risposi abbassando lo sguardo
-Mi dispiace..-disse, bevendo il caffé, mentre io mi allontanai.
​Poco dopo l'uomo pagò ed uscì. Da quel giorno, tutti i giorni venne al Maid Café, e prese sempre la stessa cosa.

Un giorno, con mia grande sorpresa, le mie amiche vennero a trovarmi al Caffé. Quel giorno c'era un evento speciale, in cui dovevamo fingerci carine e coccolose, come delle sorelle minori. Quando entrarono nel locale, le ragazze fecero gli occhi a cuoricino
​-Vi prego ditemi che sto sognando..Quella è davvero la nostra Gio?- chiese una Sango sbalordite, mentre io ero in tipico atteggiamento tsundere; avevo la divisa da scolaretta dell'asilo e avevo i capelli legati in due codini.
​Quando le vidi arrossì e mi avvicinai a loro
​-O-Onee-san, siete venute a giocare con me?-le guardai e loro fecero lo stesso, poi mi saltarono addosso abbracciandomi e coccolandomi
​-Gio sei così tenera!- urlarono e io gonfiai le guance.
​Nello stesso momento, l'uomo che era solito venire al locale tutti  i giorni mi guardò meglio
-Gio? Non è possibile...E' davvero lei?- si chiese continuando a guardarmi, poi si avvicinò a me
-Ehm...scusate....- sussurrò
​-Oji-san! -aprii le braccia e in me rivide la stessa bambina di quando ero piccola, così gli scesero le lacrime; allora tutti lo guardammo
G-Gio...Gio sei davvero...la mia Gio?- sussurrò
​-Si, mi chiamo così ma....-lo guardai e poi spalancai gli occhi:- Papà! Papà sei proprio tu?- iniziai a piangere anche io e lui annuì e ci abbracciammo e piangemmo per molto tempo, sotto gli occhi delle mie amiche
​-Sei diventata una bellissima fanciulla- sorride: -Ma che ci fai qui? - mi chiese, e io gli spiegai tutta la storia:- Capisco; quindi, tua madre è scappata via con quell'uomo..-
​-Si. Non so dove sia, e non so nemmeno se tornerà mai. Per ora, sto vivendo a casa di Sesshomaru, un mio amico d'infanzia. Ma ora che sei tornato, potremmo tornare a vivere io e te insieme a casa!- dissi
-Certo, potremmo ma...non credi che sarebbe meglio andare a Tokyo? Lì le scuole superiori sono molto meglio e poi in quella casa potrai vivere brutti ricordi- disse guardandomi e accarezzandomi
​-C-Cosa? A Tokyo? Perchè? PERCHE'? Non ti piace qui? Qui ho tutte le mie amiche, il mio passato....Il mio....-abbassai lo sguardo-
​-Capisco, non vuoi lasciare qualcuno di importante per te, pero' è meglio per te, credimi- disse mio padre
​-NO! NON CI VENGO CON TE A TOKYO! A COSTO DI SOFFRIRE, PREFERISCO RIMANERE A CASA DI SESSHOMARU O ADDIRITTURA VIVERE DA SOLA!- urlai guardandolo negli occhi
​-E va bene, faremo come dici tu- sorrise e mi accarezzò
​-Grazie papà- sorrisi appena.
Quando rincontrai mio padre, quindi, spiegai la situazione alla madre di Sesshomaru, e, senza dire nulla a lui, lasciai casa Taisho, andando con mio padre.

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Capitolo 9
*** Il primo giorno delle superiori ***


Man mano che il tempo passava, stavo recuperando i miei ricordi, fortunatamente.
​Quando io e mio padre traslocammo nella nostra vecchia casa, lo aiutai a sistemare, come meglio potevamo, le cose; ormai avevo 15 anni ed ero una perfetta donna di casa, o quasi; a volte mi capitava di combinare dei disastri e io e mio padre, in quei momenti ci guardavamo in faccia e ridevamo.
​Fortunatamente io e le mie amiche, come avevo già detto, ci iscrivemmo nella stessa scuola superiore, il liceo Sengoku, e sperammo di capitare in classe insieme.
​Il primo giorno, come sempre, ci incontrammo per strada e andammo verso la scuola; la nostra uniforme aveva una gonna nera, le parigine da sotto, da sopra una camicia bianca, con la giacca rosa, con lo stemma della scuola.

Quando entrammo dal cancello, sentimmo le ragazze, tutte raggruppate, emettere degli urletti eccitati e pensammi "Questa scena mi ricorda qualcosa" infatti, quando ci facemmo spazio tra la folla, vedemmo i "belli e impossibili" con un sorriso strafottente, circondati dalle ragazze, che li adulavano e pendevano dalle loro labbra.
​Erano tutti più alti, ovviamente, con lineamenti più mascolini; io e le mie amiche ci guardammo in faccia e sospirammo, poi loro andarono dai ragazzi: Sango prese Miroku per un orecchio e lo tirò via, Kagome prese Inuyasha per mano portandolo via e Ayame tirò via Koga; Io guardai timidamente Sesshomaru che mi lanciò un'occhiata e un sorriso di sfuggita e poi si allontano; questo mi fece soffrire non poco.
​Andammo accanto al cartello per vedere in che sezione eravamo e, purtroppo o per fortuna, io ero in classe con Sesshomaru, Ayame e Koga erano in classe insieme, in un'altra e in un'altra ancora c'erano Inuyasha, Kagome, Miroku e Sango; mentre eravamo lì, vidi correrve verso di noi Sara, che si appiccicò al braccio di Sesshomaru e io sospirai per poi allontanarmi
​-Buongiorno mio diletto sposo; hai visto, siamo in classe insieme- disse sorridendo, ma a Sesshomaru non importò molto e camminò avanti, dopo essersi staccato da lei.
Arrivati in classe ci sedemmo nei nostri banchi, ovviamente Sara ne approfitto subito per sedersi nel posto accanto a Sesshomaru, ma lui si era seduto dietro di me e mi fissava, sentivo infatti una strana sensazione e un brivido lungo la schiena.

​Io e Sesshomaru parlavamo poco o niente, questo perchè, o eravamo sempre interrotti, o da Sara o da altri, o perchè, com'è ovvio, non potevano parlare durante la lezione.
​Alcuni giorni dopo l'inizio della scuola, vi furono le elezioni dei due rappresentanti di classe e del rappresentante d'istituto; nonostante quello che poteva sembrare, non ero una ragazza così timida e introversa, e, se ce n'era bisogno sapevo farmi valere e aiutare gli altri, inoltre, dato che le mie amiche me lo avevano consigliato, decisi di candidarmi come rappresentante, e non di classe, ma del conisglio studentesco; le elezioni ci sarebbero state a breve ed io non avevo molto tempo.
Invece, come rappresentante di classe si candidò Sara, che chiese anche a Sesshomaru di candidarsi
​-Queste cose non mi interessano - rispose lui.
​Il giorno stabilito, dopo le elezioni, vennero esposti i nomi dei rappresentanti e SI! CE L'AVEVO FATTA! Ero la più piccola rappresentante della storia dell'istituto, dato che ero solo del primo anno. E naturalmente i miei amici si congratularono con me.

​Un giorno, mentre camminavo in corridoio, ad un tratto sentii una ragazza piangere. Mi avvicinai e lui era lì, di fronte a lei, in silenzio, con le mani nelle tasche e l'aria fredda; si girò verso di me
​-Che succede qui?- chiesi seria
​-L'ennesima dichiarazione...- disse lui, facendo spallucce
​-Dovrei applaudire?- gli chiesi e lui mi guardò indifferente
​-Ma certo, ti sei dimenticato degli amici, da quando ti sei fidanzato, no? Ti sei dimenticato...di me...- lo guardai:- Sei così freddo- lo guardai e andai avanti; lui mi seguì e mi cinse la vita con un braccio
​-Io non mi dimenticherò mai di te, mai -mi sussurrò all'orecchio facendomi rabbrividire
​-Allora...-strinsi i pugni:- Smettila di parlare con Sara- abbassai lo sguardo
-Tu guarda...Sei gelosa?- mi chiese ed io divennì rossa e lo spinsi via, per poi correre
​-Non si corre in corridoio, Presidente- disse sorridendo e io continuai a camminare

​Ma la mia era comunque una doppia vita, dato che, quando uscivo da scuola, lavoravo comunque al Maid Caffé; vista la particolarità del locale dovevo comportarmi in modo praticamente oopposto rispetto al mio ruolo di presidente.
​-Bentornato, padrone!- era un pomeriggio di fine Marzo  e, come sempre, dopo la scuola, ero al  locale a servire i clienti:-Come posso servirla?- era la frase che pronunciavo ogni volta che entrava qualcuno, e, benchè fossi triste, arrabbiata, dovevo mostrarmi sempre felice. Addirittura a volte mi beccavo le pacche sul sedere e dovevo lavorare con la preoccupazione di essere scoperta.
​Una sera, dopo l'orario di chiusura, uscii dal retro del locale a buttare l'immondizia; ad un tratto sentii una voce alle mie spalle
​-Wow...- mi girai e vidi Sesshomaru fissarmi dall'alto in basso, facendomi arrossire:- E tu che ci fai qui, Presidente?- mi chiese
-Non sono affari tuoi, e poi da quando sei così formale?- lo guardai
​-Sono sicuro che se lo venissero a sapere, questa notizia susciterebbe enorme scalpore...- disse
-No!- gli afferrai il braccio e lo trascinai dentro
​-Perchè mi hai fatto entrare qui?- chiese lui
​-Volevo...solo cercare di non gravare troppo sulle tue spalle, per questo sono venuta a lavorare qui, poi ho incontrato mio padre e...sono andata a vivere con lui- dissi abbassando lo sguardo
​-Capisco- alzò lo sguardo su di me e mi guardò con occhi  teneri e io iniziai a piangere; lui, sorprendendomi, mi asciugò le lacrime e mi abbracciò:- Vieni, ti accompagno a casa- disse, ed io annuii. Quindi, dopo essermi cambiata, uscimmo dal retro e lui mi accompagnò.
​Arrivata a casa, feci una doccia e mi misi alla scrivania; mi aspettava una lunga notte di studio; dovevo pur mantenere la mia reputazione da Presidente.
 

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Capitolo 10
*** La ragazza che mi piace ***


Dopo che Sesshomaru aveva scoperto il mio segreto, andavo a scuola con la preoccupazione che potesse dirlo a qualcuno, anche se probabilmente mi sbagliavo, ma ero tesa, preoccupata, spaventata.
​Nonostante il tempo passasse, pero', mi accorsi che le cose erano rimaste così come erano prima. Poi, un giorno, ci incrociammo nel corridoio; lui stranamente era da solo
​-Non lo hai detto a nessuno, vero?- chiesi e Sesshomaru si girò
​-Non è nel mio interesse farti del male, lo sai- disse il demone, facendo un sorriso, quasi malizioso
-Ti ringrazio..-dissi spostando lo sguardo, per poi proseguire nella mia direzione, e cioè verso la stanza del Consiglio.
​Da quel momento, lo vedevo presentarsi tutti i giorni sul mio posto di lavoro, che mi fissava e mi stuzzicava con lo sguardo, tanto che, le mie colleghe di lavoro mi chiesero se fosse il mio ragazzo, ma io  le guardavo, abbassando lo sguardo e non sapendo cosa rispondere e loro mi guardavano comprensive.

Da un po' di tempo, inoltre, il Café era frequentato da due ragazzi, che chiedevano sempre di me, i fratell Hiten e Manten Raiju; essi ne approfittavano per starmi il più vicino possibile.
​Una sera capitò che dovetti rimanere al locale fino all'orario di chiusura; mi accertai che tutte le porte e le finestre erano ben chiuse e mi sedetti a riposare; ad un tratto mi sembrò che qualcuno mi stesse osservando e, poco dopo, mi ritrovai difronte Hiten e Manten , che mi presero e mi imprigionarono:
Io non sapevo cosa fare, ed ero pur sempre una ragazza, anche perchè, sembrava che quelli avessero davvero cattive intenzioni. Proprio quandò sembro tutto perduto, sentii qualcuno cingermi la vita
​-Cosa avete intenzione di fare alla mia ragazza?- riconobbi la voce di Sesshomaru, che mi lasciò basita:- Andatevene, se non volete vedervela brutta..Subito!- non terminò la frase e iniziò a scrocchiarsi le dita, mettendo i due fratelli in fuga.
​Una volta fuggiti, io caddi, tremando e ansimando, e con gli occhi lucidi, ma lui mi prese in braccio e mi abbracciò, asciugandomi le lacrime
-E' tutto passato..-disse:- Ti accompagno a casa-
​-Grazie- sussurrai ancora in preda al panico.
​Mentre camminavamo per strada, c'era un silenzio assordante e lui mi cinse ancora la vita, facendomi arrossire, e sorrise
​-Perchè hai detto quelle cose? Tu stai con Sara, no? Lei è la tua promessa sposa -dissi guardando altrove e cercando di liberarmi dalla sua presa, senza riuscirci
-L-Lasciami- dissi dimenandomi
​-Perchè dovrei? Tu sei la ragazza che mi piace, Sara non centra nulla - disse serio
​-La...ragazza che.....-lo guardai e arrossii maggiormente mentre lui sorrise e annuì; allora i miei occhi iniziarono ad inumidirsi e poi mi scesero le lacrime e lo abbracciai forte:- Sesshomaru...-
​-Mh?- mugugnò
​-C'è una cosa che devi sapere...- dissi seria guardandolo negli occhi; lui mi accarezzò facendomi capire che avevo la sua attenzione:- Ricordi quella canzone che cantai quella volta, quando partimmo per le vacanze tutti insieme?- chiesi e lui annuì:- Quella canzone l'ho scritta pensando a te, a quando eravamo lontani, quando non ci siamo più visti- dissi, facendolo rimanere di stucco
​-Io...credevo che fosse per tuo padre...- disse Sesshomaru, ma io scossi la testa facendolo arrossire appena ed io risi.
​Una volta arrivati davanti alla porta di casa mia, ci guardammo negli occhi e lui mi baciò dolcemente
-Ti amo, ti ho sempre amata- sussurrò, facendomi diventare rosso fuoco
​-Stupido...- lo abbracciai:- Anche io ti amo- sorrisi e dopo un ultimo bacio entrai in casa, e corsi nella mia stanza, con le guance rosse e continuai a pensarci tutta la notte.

​Un pomeriggio, come al solito, mi trovavo al Maid Café, e, ovviamente, come al solito, c'era Sesshomaru, con il gomito posato sul tavolo e la guancia sulla mano, che mi guardava, non perdendomi mai di vista.
​Ad un tratto, entrarono nel locale tre ragazzi, che facevano parte del nostro istituto, e che erano dei bulletti. Si guardavano intorno, con aria strafottente, e si sedettero ad un tavolo.
Appena li vidi, cercai di nascodnermi, ma fu troppo tardi, perchè loro si accorsero di me e scoppiarono a ridere
​-Non ci posso credere! E tu che ci fai qui, Presidente?- chiese uno, che ancora ridacchiava
​-E' evidente che vuole solo intimorirci a scuola, quando in realtà fa questo lavoro- aggiunse un altro
​-Ehi, ma lo sai che non mi ero mai reso conto di quanto fossi carina!?- disse l'ultimo avvicinandosi a me e allungando un braccio per toccarmi; ma Sesshomaru si mise davanti a me e lì guardò male
​- Prima di parlare, dovreste chiedervi il vero motivo per cui lei si comporta così. Non ti permetto di sfiorarla neanche con un dito- disse il demone, mentre io abbassai lo sguardo e arrossii
i ragazzi lo guardavano sorpresi:- Ahi!Ahi! Ahi! Sento odore di amore!- aggiunsero
​-Sparite,  e se vengo a sapere che le avrete fatto del male, anche scappare in Siberia non vi servirà a nulla; vi troverò ovunque voi fuggiate!- li guarda con occhi omicidi facendoli fuggire.
​Io, senza importarmi di ciò che poteva succedere o dei clienti che ci guardavano, gli abbracciai la schiena, mentre lui mi strinse la mano con la sua, facendo attenzione a non ferirmi con i suoi artigli
​-Grazie...-sussurrai, mettendo il viso nella sua schiena e lui sorrise
​-L'ho fatto volentieri, per la ragazza che amo- disse, facendomi arrossire.

 

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Capitolo 11
*** Febbre e amore ***


Ormai era iniziato il mese di aprile e i miei amici, a mia insaputa, avevano iniziato ad organizzare una festa a sorpresa per il mio sedicesimo compleanno; erano  su di giri e non facevano che pensarci. Al contrario, invece, io mi gettai a capofitto nello studio e nel lavoro; ormai mi ero talmente abituata a frequentareil Maid Café, che consideravo Yura, Kagura e Kanna come sorelle, anche se erano solo tre mesi che lavoravo lì.
​Era anche vero, pero', che questo mi stancava tanto e spesso crollavo addormentata sul letto, e mi dimenticavo addirittura di mangiare, tante erano le cose da fare.
​Un pomeriggio, ero, come al solito al locale a servire i clienti, quando, la mia vista iniziò ad annebbiarsi e feci cadere un piatto, che si ruppe
-  Le mie scuse- dissi facendo un leggero inchino e raccogliendo i pezzi; intanto, Sesshomaru, che mi guardava, si accorse della cosa, ed era preoccupato.
Entrai nello spogliatoio e andai a sciacquarmi il viso, poi mi sedetti, ma poco dopo caddi atterra; il tonfo fece accorrere le mie compagne
​-Gio-chan, va tutto bene? Ch'è successo?- chiese Yura
​-N-Non preoccupatevi, sto bene- dissi sorridendo; in quello stesso momento, nello spogliatoio entrò Sesshomaru, che si abbassò
​-Da quanto tempo non dormi come si deve?- chiese, guardandomi serio
​-Non preoccuparti ,va tutto bene ho detto- ripetei
-Non va tutto bene- rispose guardandomi
​-Sesshomaru ha ragione; dovresti prenderti un po' di riposo- aggiunse Kanna
​-E' meglio che ti porti a casa- conpluse il demone. Così, mi preparai e insieme andammo a casa.

​-Tuo padre?- mi chiese Sesshomaru tenendomi per mano, mentre andavamo a casa
​-Ehm...dovrebbe essere uscito alle 17:00 dal lavoro perciò, ora è a casa..- sorrisi
​-Bene, così lo conoscerò e mi presenterò ufficialmente...-disse cingendomi la vita e facendomi l'occhiolino:- Ecco, siamo quasi arrivati...- dissi ansiosa
-Lo so..- rispose sorridendo.
Quando arrivammo, aprii la porta
​-Sono tornata!- urlai e dalla cucina si affacciò mio padre
-Bentornata Gio-chan! Mh? E lui chi è?- chiese squadrando Sesshomaru
-E-Ecco...lui è il mio...-babettai
​-Piacere di conoscerla, signor Mori, io sono Sesshomaru Taisho, amico d'infanzia di sua figlia e il suo ragazzo- disse, guardandolo serio e cingendomi la vita.
Mio padre lo guardò serio per diverso tempo, e poi sorrise mettendogli una mano sulla spalla
​-Sono felice che la mia Gio abbia trovato un bravo ragazzo come te. Sei sempre il benvenuto in questa casa- disse mio padre:- Perchè sei tornata prima?- aggiunse
​-Ecco, vedi....- tentai di spiegargli, ma Sesshomaru non me lo permise
​-Sua figlia dorme poco a causa dello studio e il lavoro, inoltre, scommetto che a volte si dimentica anche di mangiare; per questo, ha preso un paio di giorni di riposo- spiegò il demone
​-Non va bene, Gio. Devi stare attenta alla tua salute- mi ammonì papà
-Ecco, hai sentito cosa ha detto? Fila a letto!- disse con voce autoritaria il mio ragazzo.

​Io gli strinsi la felpa e lui mi guardò
​-Vieni con me, accompagnami- dissi barcollando un po'; allora Sesshomaru mi prese in braccio e mi portò in stanza, baciandomi la fronte
-Devi avere la febbre; non muoverti di casa, pensero a tutto io- mi disse sorridendo
​-Ma, devi tornare a casa, cosa penserebbe tua madre? E cosa penserebbe Sara?:- gli chiesi entrando nella mia stanza e stendendomi a letto:- Non hai ancora detto loro la verità giusto? E' meglio così, credimi. Magari, potresti venire a trovarmi domani, con una scusa- gli sorrisi e gli accarezzai il viso
​-Hai ragione, farò così. Verrò a trovarti dopo la scuola, dato che domani abbiamo solo tre ore, ma tu non azzardarti a muoverti di qui. Parlerò con tuo padre e mi assicurerò che tu stia buona qui-mi dice con voce calda, per poi baciarmi a lungo, facendomi arrossire:- A domani..- sussurra, per poi uscire dalla stanza e andare in cucina.

​PV SESSHOMARU
-Si è addormentata?- chiese il padre di Gio vedendomi arrivare
-Non ancora, ma è calda, credo che abbia la febbre e credo le faccia bene un po' di riposo..-sussurrai
​-Grazie per esserti preso cura di lei in questo periodo. Aver scoperto che sua madre l'ha abbandonata è stato un duro colpo per lei e non avrebbe potuto affrontare la cosa da sola, soprattutto perchè è successo in un'età non facile. Comunque, stalle vicino..-disse guardandomi
​-E' quello che ho intenzione di fare signor Mori. Ora, se vuole scusarmi, io torno a casa. Mi raccomando, controlli che non si muova di casa, non sta affatto bene- conclusi per poi fare un inchino e congedarmi.

Tornai a casa e, naturalmente, come ormai da un po' di tempo, Sara era lì che mi aspettava e quando mi vide corse verso di me, abbracciandomi, ma io non mossì un muscolo per fare altrettanto
​-Mio amato, dove sei stato? E quasi buio...-disse la ragazza guardandomi negli occhi e io feci altrettanto, serio; ormai ero deciso più che mai a dirle la verità, quindi le afferrai la mano e la trascinai in cerca di mia madre
​-Madre, dove siete? Madre?- chiesi, continuando a cercarla; lei fece capolino da una stanza
​-Per l'amor del cielo, Sesshomaru, cosa c'è?- mi chiese
​-Ho bisogno di parlarvi, di parlare con voi e con Sara- dissi guardando entrambe serio
​-Sapevo che questo momento sarebbe arrivato- disse mia madre, andando nella sala e sedendosi; Sara invece, mi guardava rossa. Probabilmente pensava che finalmente mi ero convinto a sposarla e che il nostro fidanzamento sarabbe diventato ufficiale.
-Madre...Sara...Io amo un'altra ragazza, per questo, non posso tener fede a questo fidanzamento combinato, né, tantomeno, al matrimonio, perciò nella mia testa e nel mio cuore ho solo lei- dissi serio; a quel punto Sara abbassò lo sguardo
​-Ma...E' uno scherzo vero? Mi stai prendendo in giro! Beh, non è molto divertente...-replicò la ragazza, ma io non sorrisi:- Non sto scherzando, dico sul serio- continuai
​-Lo so, è la tua amica d'infanzia, dico bene? C'è sempre stato un legame speciale tra voi, quindi l'ho sempre sospettato, ma poi me lo hai confermato quando l'hai portata qui- disse mia madre:- Il modo in cui la guardavi, il modo in cui le tenevi la mano...poteva essere solo amore- concluse
-Madre...io...- sussurrai
​-Se è così, questo matrimonio è annullato- disse mia madre:- Mi auguro che potremmo fare presto un discorso serio, e che ci sarà anche suo padre- continuò
​-Naturalmente, le parlerò e sono certo che le farà piacere. Purtroppo non era nelle migliori condizioni- sorrisi, mentre vidi Sara alzarsi e fare un inchino, per poi andare via; in quel momento sentii odore di lacrime nell'aria
-Che cosa le è successo?- mi chiese mia madre
​-Lavora troppo e ci si aggiunge anche lo studio ad è debilitata per questo- dissi
​-Me ne dispiace, portale i miei saluti e un augurio di pronta guarigione- per la prima volta vidi sorridere mia madre, che poi si congedò.



 

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Capitolo 12
*** Legami ***


Era il 19 Aprile. Fuori albeggiava e i raggi del sole entravano dalla finestra.
​Ancora ciondolante, feci qualche passo verso la finestra e guardai fuori, aprendone le ante e annusando il profumo che emanava l'aria; profumo di primavera.
​Proprio così, io ero nata in primavera, proprio quel giorno; dopo aver osservato un po' il cielo, ciabattai verso il bagno, dove mi preparai per andare a scuola. Come sempre, indossai l'uniforme e legai i capelli in una coda alta.
​Da quando stavo con Sesshomaru tutto mi rendeva felice, anche le piccole cose e il solo pensiero che di lì a qualche minuto lo avrei rivisto, mi faceva battere forte il cuore.
Dopo essermi preparata, andai in cucina, dove mio padre preparava la colazione e mi stava aspettando
​-Buongiorno papà- dissi, sorrisente e baciandogli la guancia, poi mi sedetti, in attesa del pasto
​-Buon compleanno, figlia mia- rispose lui, facendomi sorridere.
​Mangiammo allegramente, mentre lui mi faceva domande su quello che era successo in quegli anni e io non avevo paura a rispondergli e parlavo con molta maturità, anche se avevo solo 16 anni
​-Stasera potrei fare un po' tardi, quindi non aspettarmi alzata- disse ed io annuii, mentre ultimai il mio pasto e poi andai a lavarmi i denti
​-Ciao papà- lo salutai, baciandogli la guancia e uscendo di casa.

​Per strada incontrai, come sempre, i miei amici, i quali, mi salutarono e parlavano allegramente, come sempre; io li guardai, aspettando che mi dicessero qualcosa, ma non dissero nulla, e questo mi fece rimanere un po' delusa. Durante le ore di lezione, continuai a guardarli, ma loro non sembrarono ricordarsene e io, anche se questo poteva sembrare un po' da bambina capricciosa, non dissi loro nulla e gonfiai le guance.
​Più tardi, come sempre, mi avviai al locale; ma, quando arrivai, notai tutto buio; mi guardai intorno e notai che fosse piuttosto strano, quindi decisi di entrare ugualmente e, quando lo feci, ebbi un colpo al cuore perchè sentii un lieve botto e le luci si accesero, poi tutti urlarono
​-SORPRESA!- e davanti a me trovai Sesshomaru, i miei compagni di scuola, la squadra dei sette e mio padre, sorridenti
​-M-Ma...io....-li guardai sbalordita e arrossii e poi dovetti sedermi, mentre avevo le lacrime agli occhi
​-Credevi che non ce ne ricordassimo, stupida?- disse Sesshomaru, abbracciandomi da dietro e io annuii
-Lo abbiamo fatto apposta, in verità, per sviare qualsiasi tuo sospetto- disse Kagome.

La squadra dei sette si avvicinò a me, con Jakotsu in prima fila
​-Ma lo sai che sei diventata ancora più carina dall'ultima volta?- disse Jakotsu accarezzandomi e baciandomi la fronte, e anche io lo abbracciai. Poi andai a cambiarmi e servii loro ciò che volevano.
​Tutti presero a ridere e iniziarono a divertirsi e a parlare con me; ma c'era qualcuno che proprio non lo accettava e questo, ovviamente, era Sesshomaru, il quale si mise cupo, a guardarmi, da un angolino.
Notandolo, io, dopo un po', mi avvicinai a lui
​-C'è qualcosa che non va?- gli chiesi accarezzandogli il viso e lui spostò lo sguardo altrove non rispondendomi, io allora insistetti e lo guardai fisso negli occhi
​-Tsk..- sussurrò, prendendomi la mano e portandomi nello spogliatoio.

​Mi lasciai cadere su una sedia e sospirai, poi lo guardai in volto
​-Allora, che cosa ti è preso?- gli chiesi
-Devi smetterla di avere quegli atteggiamenti verso Jakotsu, mi da fastidio- sussurrò, con voce roca
-Cos'è, sei geloso?- chiesi:- lo sai che è gay- continuai
​-Si, e molto anche- rispose serio:-Non voglio che qualcun altro che non sia io, possa toccarti...-sussurra ancora, facendomi arrossire fino all'inverosimile; i suoi occhi continuavano a restare fissi nei miei, liquidi e  continuava ad avvicinarsi. Finimmo in uno dei bagni e Sesshomaru si chiuse la porta alle sue spalle, poi mi costrinse contro il muro
​-S-Sesshomaru...che intenzioni hai?-lo guardai in volto e lui si avvicinò a me baciandomi molto intensamente, prendendomi la testa con la sua mano e intrecciando la sua lingua con la mia "Non aveva mai reagito così.."pensai, mentre continuavo a baciarlo.

Dopo qualche minuto in cui ci stavamo baciando, ci staccammo per mancanza di fiato e lui mi guardò serio
-Non so se riuscirò a trattenermi stavolta...-ammise sincero
-A-Allora non farlo...- dissi, arrossendo; lo sentii sospirare e lo vidi chiudere per un attimo gli occhi, poi li riaprì e riprese a baciarmi, questa volta con più brama e passione, cingendomi la vita e arrivando fino a sollevarmi, per prendermi in braccio e poi sedersi sul WC e farmi sedere sulle sue gambe.
​Iniziò a darmi caldi baci sul collo, mentre mi slacciava la parte superiore della divisa, per poter lasciare meglio i suoi marchi ovunque, con evidenti segni rossi; questo mi faceva emettere piccoli urletti di piacere e faceva ridere ed ansimare leggermente lui.
​Poi Sesshomaru prese ad accarezzarmi la coscia fino ad arrivare sotto la gonna e lì io iniziai ad ansimare maggiormente; intanto, era evidente che, la sua patta dei pantaloni stava ormai diventando stretta.

PV SESSHOMARU
​Sentirla gemere tra le mie braccia era bellissimo e vederla era come il Paradiso sceso in Terra: era un angelo.
​Incapace di trattenermi oltre, feci scivolare giù le sue mutandine, facendola sedere meglio su di me e poi aprii la patta dei miei pantaloni; sentivo il mio membro pulsare e ormai faceva male, perchè stava troppo stretto.
​Guardai Gio, che, rossa come non mai, fece lo stesso, poi le accarezzai le guance e feci un leggero sorriso malizioso; volevo essere sicuro che si sentisse pronta. La vidi sorridere, in imbarazzo, e baciarmi, prima le mani, poi il collo e infine le labbra, cingendomi il collo con le braccia; poi si avvicinò al mio orecchio
​-Non fermarti...-sussurrò sensualmente:
​Io spalancai gli occhi e la avvicinai di più a me, per poi iniziare ad agitarmi, spingendola contro di me piano, mentre le nostre lingua continuavano ad intrecciarsi; dopo alcuni minuti sentii il suo anfratto caldo e accogliente, a contatto con la mia virilità.

Alcune lacrime le bagnarono il viso; era logico, dato che per lei era la prima volta; beh...anche per me lo era, ma non fu così doloroso
-T-Ti fidi di me?- le sussurrai tra un ansimo e l'altro e lei annui stringendomi più forte.
​Per me fu difficile continuare, perchè non volevo vederla piangere, ma lei mi aveva detto di non fermarmi e non sapevo cosa fare; poi, presi a stringerla forte a me, mentre le spinte continuavano e diventavano sempre più continue e veloci.
​I suoi gemiti, uniti ai suoi ansimi erano musica per le mie orecchie e presto il dolore svanì, sostituito dal piacere, che avevamo l'uno per l'altra
​-S-Sesshomaru!-sussurrò in preda ad un grido ed io la guardai negli occhi:- Ti amo!- urlò, per poi cadere, sfinità e abbracciata a me, dopo che entrambi eravamo venuti.

​Dopo un po' e dopo esserci resi presentabili, ritornammo alla festa
-Era ora ragazzi, ce ne avete messo di tempo. Di cosa avete parlato?- chiese Koga
​-Ehm...veramente mi ha solo detto delle cose, ed io l'ho confortato un po' perchè mi sembrava triste. - dissi rossa in viso:-Non pensate male...-
​"Come no..." pensò Inuyasha, il quale, grazie al suo finissimo fiuto, si era già accorto che, tra noi due era accaduto qualcosa, ma preferì non dire nulla.
 

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Capitolo 13
*** Il rapimento ***


Dopo quello che era successo, le cose tra noi cambiarono, eravamo ancora più uniti e sembrava che i nostri amici non si fossero accorti di nulla, sembrava.
​Infatti, quando io e lui non c'eravamo, o quando parlavamo tra noi, loro coglievano l'occasione per farsi domande
-Ma non avete notato qualcosa di diverso in quei due?- si chiese Ayame
-E come, si guardano con occhi luccicanti e non perdono occasione per baciarsi o per stare a contatto l'uno con l'altra, intendo proprio contatto fisico- rispose Koga.
​A quel puno sia Inuyasha che Miroku facevano una risatina maliziosa
​-Che cosa sapete voi due?- domandò Sango
​-Possibile che non l'abbiate ancora capito?- domandò Miroku e gli altri scossero la testa:- E' evidente che tra di loro è successo qualcosa, e intendo...qualcosa di serio- continuò il ragazzo, facendo rimanere tutti basiti
​-Per serio...intendi...quello?- chiese Kagome e Inuyasha annuì
​-Tra noi demoni e mezzi demoni, quando succede qualcosa del genere, trasmettiamo il nostro odore alla persona con cui stiamo e, la sera del compleanno di Gio, quando sono usciti dagli spogliatoi, lei aveva il suo odore addosso, perciò...- aveva iniziato a spiegare Inuyasha, e tutte le ragazze iniziarono ad urlare emozionate
​-E' successo! E' successo! Lo sapevo, lo sapevo!- urlarono eccitate, mentre i ragazzi ridacchiavano.

​Nel frattempo io ero a casa a prepararmi per andare a lavorare al Maid Café; mi vestii normalmente, perchè, naturalmente, l'uniforme l'avrei indossata lì. Mi truccai un po' e mi pettinai, e prensi tutto per uscire, quando bussarono alla porta e andai ad aprire, ma non c'era nessuno; mi guardai intorno
​-Mh...Bello scherzo...- sospirai e feci per rientrare ma qualcuno mi prese alle spalle:- Perchè sei qui, lo sai che devo andare a lavoro...-sussurrai, ma non ottenni risposta; dopo un po', quello che credevo essere Sesshomaru, mi mise un fazzoletto davanti al naso e alla bocca, imbevuto di una qualche sostanza; in poco tempo svenni.

PV SESSHOMARU
​Non sono tipo da fiori o robe del genere, ma volevo almeno portarle un regalo,  con la scusa che l'andavo a trovare, anche per vederla solo cinque minuti, anche se sapevo che sarebbe dovuta andare a lavoro; ma avremmo avuto più tempo per stare insieme, dato che, avevo intenzione di parlare con mia madre e di un nostro futuro matrimonio.
​Quando pero' arrivai davanti casa sua, notai qualcosa di strano, infatti, la porta era stranamente aperta; così, decisi di entrare e guardarmi intorno, chiamandola
​-Gio? Dove sei? Gio?- continuavo a girami intorno ma di lei nemmeno l'ombra; cominciai a preoccuparmi. In una situazione del genere, poteva essere successa solo una cosa: era stata rapita!:-Maledizione! Maledizione! Se solo...se solo fossi arrivato cinque minuti prima...-urlai, e diedi un pugno contro un palo della luce, ammaccandolo; poi, presi il mio cellulare e chiamai Inuyasha
​-Pronto?- rispose il mezzo demone
​-Inuyasha...-dissi con voce roca, cercando di mantenere la calma
​-Come mai quella voce? Sei tornato alle origini? E come mai chiami me?- chiese
​-Smettila di fare tutto queste domande! Non farmi innervosire più di quanto non lo sia già, stupido mezzo demone!- urlai, cominciando ad innervosirmi
-Che c'è? Vuoi litigare per caso?- chiese il mezzo demone ancora
​-Non è questo il momento! Tutti quanti dovete venire subito qui a casa di Gio!- dissi
​-Da Gio? Ma non è a lavoro? Le è successo qualcosa?- chiese Inuyasha
​-A quanto pare è stata rapita...- dissi stringendo i pugni
​-Che cosa? Va bene, arriviamo subito!- riattaccammo e io li aspettai, sempre più nervoso.

​Poco dopo, tutti arrivarono a casa di Gio, trovandomi abbattuto, davanti all'uscio della sua casa, seduto sulla scalinata, con il viso scuro; li guardai senza dire una parola
​-Sesshomaru....- disse Kagome guardandomi comprensiva
​-La ritroveremo vedrai...La ritroveremo a tutti i costi- disse Miroku e tutti annuirono
​-Hai qualche indizio?- chiese Sango
​-No ma...Seguirò il suo odore..- mi alzai di colpo stringendo il pugno
​-Ti seguiremo fratello- disse Inuyasha guardandomi ed io annuii e iniziai a correre seguendo il suo odore e gli altri a seguirmi, per quanto potessero starmi dietro, dato che ero molto veloce.

​PV GIO
Aprii gli occhi e mi guardai intorno, sentendomi leggermente stordita; mi trovavo in un luogo che non conoscevo. Tutto intorno a me era nella penombra, non c'era luce, inoltre c'era uno strano odore, come di morte. Cercai di alzarmi, ma  non potevo, poichè ero legata con una catena e ammannettata
-Finalmente ti sei svegliata...-sentii una voce a me sconosciuta
​-Chi sei?- chiesi guardandomi intorno; allora quella voce si fece più vicina e più chiara
​-Che ti importa? Presto morirai..-venne avanti un uomo con lunghi capelli castani e un viso angelico
​-Allora sei tu...che mi hai rapita!- lo guardai male
-Si, sono stato io e allora?- rise
​-Presto Sesshomaru se ne accorgerà e allora i miei amici verranno a salvarmi!-urlai
​-Non credere che sia così facile, piccola...La dimora del mio padrone è una fortezza inespugnabile e nessuno potrà entrare, ammesso che qualcuno venga a salvarti. Secondo me non verrà nessuno...proprio come è successo con quell'altra- disse un altro sbucato dal nulla; questo avevalunghi capelli neri che portava raccolti in una coda alta
​-Quell'altra? Chi...- spalancai gli occhi e capii immediatamente che si stava riferendo a mia madre:- Allora quel biglietto non era suo! Lei non era voluta scappare ma era stata costretta!?- chiesi guardandolo con occhi omicidi
​-Certo che si...faceva tutto parte del piano di Naraku...rispose guardandomi e sorridendo beffardo
-Na-Naraku...è questo il suo nome...-con quella rivelazione mi sentii venir meno:- E ora che ne è della mamma?- chiesi
​-Lei sta bene..Naraku non l'ha ancora uccisa, ma tutto questo era per farti abbassare la guardia, in modo da renderti più vulnerabile-conclusero e poi risero insieme.
​Io abbassai lo sguardo e dai miei occhi iniziarono a scendere cristalli salati
​-Mamma...-sussurrai, per poi svenire.

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Capitolo 14
*** Incubo ***


PV SESSHOMARU
​Era da molto tempo che correvamo, seguendo l'odore della mia amata Gio, quando, ad un tratto, fummo costretti a fermarci, poichè in me iniziarono a manifestarsi degli attacchi non molto rassicuranti
-Sesshomaru, che ti succede?- chiese Inuyasha, mentre io continuai a stare chino e ad urlare, con gli occhi chiusi
​-Mpf..No...Non adesso!...-urlai dando dei pugni per terra e continuando ad urlare
​-Che ti succede, avanti? Non sei un mezzo demone, perchè ti comporti così?- urlò ancora Inuyasha
​-Probabilmente ha perso il controllo a causa di quello che è successo a Gio. non centra nulla il fatto che sia demone o mezzo demone. Questa è una questione di amore...- spiegò Koga con voce roca, mentre i miei occhi divennero rossi, la mia forza a triplicarsi e i miei artigli avvelenati divennero affilati; inoltre mi guardai intorno, con aria minacciosa
​-Non riconosce più nessuno; sarebbe capace di attaccare chiunque di noi!-  spiega Ayame
​-Non si calmerà finchè non avrà raggiunto il suo obbiettivo; e cioè, finchè non avrà ucciso chi ha rapito Gio!- urlò Kagome:- Quindi ucciderà chiunque egli ritenga sia una minaccia!- concluse la ragazza
-Potremmo sfruttare la cosa a nostro vantaggio; stando pero' molto attenti, non vi sembra?- chiese Miroku e tutti annuirono
Così, dopo che li ebbi guardati uno ad uno, fuggii, seguendo sempre l'odore di Gio, e cercando ad ogni costo dove fosse.

PV GIO
-Molto bene, sembra che presto avremo ospiti....- disse Naraku, che aveva un ghigno spaventoso in viso
​-Sono loro! Sono arrivati a salvarmi! Sesshomaru!- sorrisi. Ero stata portata dai due scagnozzi nella sala dove si trovava il loro padrone, Naraku, e, con mio sommo dispiacere, lì vidi mia madre, incatenata accanto a lui
​-Mamma...-sussurrai:- Mamma!- urlai e cercai di correre verso di lei, ma lo scagnozzo dai capelli lunghi mi fermò, prendendomi per il braccio
​-Sta' ferma ragazzina!- urlò e mi spinse davanti a Naraku; io lo guardai con occhi tristi, senza dire nemmeno una parola.

​Naraku prese il mio viso e guardò ogni centimetro del mio viso e del mio corpo
​-E così, tu saresti la figlia di questa sgualdrina, eh? Non male..Non male davvero...- mi fissò con sguardo malizioso
​-Che...Che cosa vuoi fare alla mia bambina?- disse mia madre tremando
​-Lo vedrai..- disse ridendo, poi la lanciò da qualche parte:- Bloccatela....- disse, per poi avvicinarsi a me e bloccarmi i polsi con le mani al muro e iniziò a baciarmi e strapparmi i vestiti di dosso, mentre io cercavo di liberarmi, sotto gli occhi impotenti di mia madre
​-B-Basta! Basta lasciami!- urlai dimenandomi, ma lui fece un ghigno pauroso e mi zittì con un bacio, per poi mettersi su di me e abbassarsi i pantaloni e abusare di me, che urlavo e mi lamentavo, come mia madre, che iniziò a piangere.

PV SESSHOMARU
​Mentre stavo ancora correndo, in preda all'ira e alla confusione, seguito dai miei compagni, delle urla attirarono la mia attenzione; le avrei riconosciute tra mille, le urla della mia Gio e un forte odore di sangue. Tutti ci fermammo e spalancammo gli occhi, poi io, senza esitare, colpii la porta, entrando.
​Lo scenario che mi si presentò davanti era orribile: Gio, stesa atterra, con gli occhi chiusi e lacrimanti, e il sangue che le scendeva dalle gambe; accanto a lei, due uomini che trattenevano una donna in catene, che piangeva. La riconobbi subito come la madre di Gio. Infine, più in là, in piedi, un uomo con la camicia mezza aperta e la patta dei pantaloni abbassata, ansimante.
​Capìì immediatamente ciò che era successo e, per questo, quel poco controllo che mi era rimasto, andò a farsi benedire e corsi direttamente verso di lui, sfoderando i miei artigli avvelenati
​-Tu...Tu miserabile! Come hai potuto fare questo alla mia Gio! - urlai
-La tua Gio? Ti riferisci alla ragazzina? Mi sono solo divertito un po'- rispose ridendo
​-E quello lo chiami divertire? Guadra come è ridotta?- urlò Inuyasha
​-Ooh...andiamo..Che cosa potrebbe succederle adesso, mh?- chiese guardando tutti con aria di sfida.
​Non volevo starlo a sentire un minuti di più, quindi,  senza pensarci, sferrai un attacco; ma venni subito fermato dai suoi scagnozzi
​-Non sarà facile uccidere il nostro signore, sai? Prima di farlo, poi, dovrai vedertela con noi!- urlarono
​-Potete scordarvelo! Guardate che ci siamo anche noi!- urlarono Koga e Miroku, mentre le ragazze si prendevano cura della madre di Gio e della stessa Gio
​-Bene...Allora sarà uno scontro alla pari...- ghignò Naraku, sfoderando i suoi artigli
​-Sta zitto, bastardo! Ora ti faccio a fette!- urlai:- Ma prima, dimmi una cosa..perchè hai rapito Giò e sua madre?- lo guardai serio
​-Mi sembra naturale; per indurre suo padre a venire qui, così da ucciderlo. Loro sono i proprietari di un'azienda molto importante, e con la sua morte io sarei diventato il padrone assoluto!- urlò e poi rise; ma io , mosso dalla rabbia iniziai a colpirlo ripetutamente
-Ti sembra una buona ragione per fare questo a due donne, e per uccidere un uomo?- lo guardai male
​-Non mi importa di niente, io voglio solo ucciderlo!- rise, ma io non aspettai altro e con i miei artigli velenosi continuai a colpirlo, nonostante sembrasse che non riuscissi a ferirlo di striscio; poi, ad un tratto riuscii a ferirlo, e lui cadde atterra, tenendosi la ferita; io allora mi misi sopra di lui guardandolo con occhi omicidi
​-Non mi darò pace, finchè non sarai morto, quindi preparati, sporco mezzo demone!- urlò, facendo spalancare gli occhi di tutti
-Cosa, è un mezzo demone?- chiese Sango
​-Non è un semplice mezzo demone, ma un miscuglio di parti di demoni, e quelli erano sue emanazioni- disse Inuyasha, guardando i corpi degli scagnozzi ormai esanimi

PV GIO
​Aprii gli occhi, trovandomi difronte lo stesso luogo di prima, ma sentii chiaramente le voci dei miei amici, del mio amato Sesshomaru
-Gio! Menomale, ti sei svegliata- disse Kagome sorridendo
-R-Ragazzi..-feci un debole sorriso e cercai di alzarmi, ma sentivo dolori ovunque:- Cosa è successo?
​-Ecco...- nessuno aveva il coraggio di dirmi cosa era accaduto; poi spalancai gli occhi:-N-Naraku mi ha...- sussurrai e tutti abbassarono lo sguardo, mentre dai miei occhi scesero sempre più lacrime; poi sentii le urla di Naraku e spostai lo sguardo su Sesshomaru, che gli teneva la mano intorno al collo, stringendo sempre di più, infilando i suoi artigli nella carne, fino a farlo cadere a terra, privo di vita. Poi si girò verso di me; aveva gli occhi rossi.

​Io, per un attimo, ne fui spaventata, infatti tremai e indietreggiai, ma poi lo guardai e allungai una mano verso il suo viso; lui allora si avvicinò alla mia mano e la prese avvicinandola al suo viso; lo accarezzai e sorrisi
-Stai bene?- mi chiese, mentre i suoi occhi tornavano normale
​-A-Abbastanza...solo...- sussurrai mentre iniziarono a scendermi alcune lacrime; lui allora mi abbracciò
-Andrà tutto bene...Ora andiamo via di qui...- disse baciandomi; in quel momento mia madre ci guardò e fece un sorriso.

 

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Capitolo 15
*** Blood on blood ***


PV GIO
​Odore di sinfettante e tante voci soffuse; era questo che sentivo.
​Aprii lentamente gli occhi per trovarmi difronte le pareti bianche della mia stanza, o meglio, quella dell'ospedale in cui mi avevano messa.
​Dopo ciò che era successo, i miei amici mi avevano tirata fuori da quell'Inferno e, senza aspettare oltre, mi avevano portata in ospedale.
​Sesshomaru prese il mio cellulare e chiamò mio padre, dicendo che non doveva allarmarsi e spiegandogli a grandi linee i fatti; ma lui non avrebbe mai immaginato, arrivando in ospedale, che, insieme a me, c'era anche mia madre. Gli si strinse il cuore, solo a vederci.
Sesshomaru, che mi portava in braccio, si avvicinò alle infermiere, chiedendo aiuto e queste fecero subito il loro lavoro. Il demone spiegò loro tutto quello che mi avevano fatto e, per la prima volta, lo vidi trattenere a stento delle lacrime, oltre che la rabbia. Poi mi portò in una stanza, dove le infermiere si presero amorevolmente cura di me e facendomi tutte le analisi che erano necessarie, compreso il test di gravidanza.

​Guardavo fuori dalla finestra della mia stanza; sapevo che in un'altra stanza c'era mia madre, che mi era venuta già a trovare; io purtroppo, ero ancora tutta dolorante.
​Ad un tratto vidi entrare dalla porta Sesshomaru; come al solito nn aveva nulla in mano. Lo conoscevo bene e i fiori non erano proprio da lui. Si avvicinò a me e sorrise dolcemente accarezzandomi
-Come ti senti?- mi chiese dubbioso
​-Quando ti vedo sto sempre bene, credimi- risposi, accarezzandogli una guancia e lui mi baciò la mano con cui lo stavo accarezzando
​-I nostri amici mi hanno detto di salutarti; è che non è facile soprattutto perchè devono recuperare gli esami..-disse rifendo e facendo ridere anche me; per fortuna noi avevamo superato gli esami brillantemente:- Ma hanno detto che appena potranno passeranno a trovarti. Anzi, magari, quando uscirai di qui organizzeremo una mega festa- disse ed io annuii:- A scuola manchi a tutti pero', e anche alle tue colleghe di lavoro, persino Jakotsu e i ragazzi, quando lo hanno saputo sono rimasti scossì-
​-Non c'era bisogno che lo dicessi a tutti, ora sto bene, Sesshomaru, a parte qualche dolorino- sorrisi; lui mi guardò serio
-Sai bene che le cose potrebbero cambiare da un momento all'altro, vero?- chiese strignendomi le mani
​-Si, le cose cambierebbero, se io fossi rimasta incinta di quel mostro...-risposi in un sussurro, abbassando lo sguardo.

Sentii una presa su di me farsi sempre più possessiva e il mio viso affondò nei capelli bianchi di Sesshomaru
​-Se, per disgrazia, fosse successa una cosa simile...-si interruppe:-..Non voglio nemmeno pensarci...-continuò, stringendo i pugni.
Mentre eravamo abbracciati, qualcuno bussò alla porta, così ci staccammo
​-Avanti...- dissi, guardando la porta, che si aprì ed entrò un dottore con un'infermiera:-Oh...- li guardai
-Buongiorno, signorina Mori, come si sente oggi?- mi chiese il dottore
​-potrei stare meglio ma, non mi lamento- dissi sorridendo
​-Bene, ne sono felice.  Potrà tornare a casa, domani, senza fare troppi sforzi, mi raccomando, e riprendere la vita di una normale ragazza della sua età-continuò
-E riguardo alle analisi?- chiese Sesshomaru
​-Vede, in questo periodo siamo molto indaffarati, quindi temo ci vorrà più del previsto, ma non si preoccupi, andrà tutto bene- disse sorridendo l'uomo:- Anche sua madre sarà dimessa domani, così potrete tornare a casa-
​-Ne sono felice- risposi con un sorriso
​-Non si preoccupi dottore, le starò accanto..- disse Sesshomaru, accarezzandomi e facendomi arrossire
​-Molto bene- sorrisero ed uscirono dalla stanza [...]

​Il giorno dopo, sia io che mia madre tornammo a casa, con Sesshomaru che mi portava in braccio, facendomi sentire in imbarazzo; ebbi una grande sorpresa, infatti, quando varcai la soglia, tutti erano lì, le mie amiche d'infanzia, Inuyasha, Koga e Miroku, la squadra dei sette e anche le mie colleghe di lavoro.
​Subito i miei occhi divennero lucidi e iniziai a piangere, stringendomi a Sesshomaru
​-Grazie, signori Mori per averci permesso di organizzare questa piccola festicciola a casa vostra- dissero le ragazze
​-Oh...è stato un piacere. Grazie a voi per essere state accanto a Gio per tutto questo tempo...-disse mia madre sorridendo e reggendosi alla spalla di mio padre:-A-Ah...m-mi dispiace...i-io...- balbettava, e mio padre la zittì con un bacio, che lascio tutti sorpresi; lei arrossì e rispose immediatamente al bacio, chiudendo gli occhi.
​Sesshomaru mi mise seduta sul divano e tutti si avvicinarono a me, primo fra tutti Jakotsu, che mi baciò la guancia
-Non posso credere a quello che sia successo. Ma per fortuna ora stai bene, vero?- mi chiese tenendomi la mano e io sorrisi e annuii
​-Bene, e ora facciamole sentire la nostra nuova canzone ragazzi!- urla Bankotsu. La squadra dei sette aveva portato con sé gli strumenti;; quindi, tutti si mettono davanti a lei e iniziano a suonare

I can still remember
When I was just a kid
When friends were friends forever
And what you said was what you did

Well, it was me and my friends
We cut each other's hands
And held tight to a promise
Only brothers understand

But we were so young (so young)
One for all and all for one (for one)
Just as sure as the river's gonna run

Blood on blood
One on one
We'd still be standing
When all was said and done
Blood on blood
One on one
And I'll be here for you
Till Kingdom come
Blood on blood

Well, he was our hero
Cause he had a fake I.D.
When I got busted stealing cigarettes
He took the rap for me  

He knew this white trash girl
We each threw in a ten
She took us to this cheap motel
And turned us into men

We were so young (so young)
One for all and all for one (for one)
Just as sure as the river's gonna run

Blood on blood
One on one
We'd still be standing
When all is said and done
Blood on blood
One on one
And I'll be here for you
Till Kingdom come
Blood on blood

Solo

Now he, he's an uptown lawyer 
He, he's a medicine man
And me, I'm just the singer
In a long haired rock'n'roll band

Through the years and miles between us
It's been a long and lonely ride
But if I got a call in the dead of the night
I'd be right by your side

Blood on blood, blood on blood

Blood on blood
One on one
We'd still be standing
When all is said and done
Blood on blood
One on one
And I'll be here for you
Till Kingdom come
Blood on blood

Blood on blood 

​Alla fine della canzone, io piangevo, e tutti applaudimmo, mentre loro sorridevano e a me parvero un po' imbarazzati, poi mia madre parlò
​-Sono stata lontano per alcuni anni, per colpa di quell'uomo e ora ti ritrovo una splendida fanciulla. Devo rignraziare voi tutti, per esserle stati accanto in questo periodo e per averle fatto forza, quando ne aveva bisogno. Grazie a tutti- disse la ammma sorridendo e io la abbracciai
-Ti voglio bene mamma- le sussurrai all'orecchio
​-Da ora in avanti farò tutto quello che è necessario e ti starò più accanto, lo prometto- disse ed io sorride, tenendo la mano di Sesshomaru; poi tutti insieme continuammo a goderci la serata.

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Capitolo 16
*** La felicità è un dono prezioso ***


Era ormai trascorso un po' di tempo, e il rapimento, era ormai, solo un lontano ricordo; per ragioni di tempo, dall'ospedale ancora non avevano chiamato per ritirare le analisi. Fortunatamente, io ero tornata a scuola, avevo ripreso il lavoro e tutto era tornato normale, o almeno, era quello che pensavo.

​Un pomeriggio, ero, come sempre, al Maid Café a servire ai tavoli, quando mi venne un giramento di testa e stavo per cadere; quindi mi appoggiai al muro
​-Va tutto bene Gio-chan?- mi chiese Yura avvicinandosi a me
-S-Si, sto bene. E' solo stanchezza, non preoccuparti....-sorrisi e poi corsi in bagno, dove rigettai tutto quello che avevo mangiato.
Le ragazze si preoccuparono
​-Cosa le succede? Sarà il caso di chiamare Sesshomaru, per farla portare in ospedale?- chiese Kanna
​-No! Non lui...Non lo deve sapere!- disse uscendo dal bagno
-Gio-chan, che cosa ti prende?- mi chiesero tutte; io allora feci un sospiro
​-Non ne sono certa ma...Ho paura di...essere incinta...- sussurrai abbassando lo sguardo e tutto mi guardarono
​-Devi dirglielo; Sesshomaru non è stupido, se ne accorgerà subito dai tuoi modi di fare, e poi lui è un demone, ricordi? Ha un fiuto molto sviluppato- mi disse Kagura
​-Va bene, pero', prima di dirglielo, voglio esserne certa. Voglio fare un test di gravidanza- dissi  e loro annuirono.

Così, dopo il lavoro, andai in farmacia a comprare un test di gravidanza e lo feci; e risultò che era positivo: ero incinta!
​Sospirai e caddi sul letto mettendomi le mani fra i capelli; come lo avrei detto a Sesshomaru? Dovevo trovare il coraggio; infondo lui mi aveva detto che mi sarebbe rimasto accanto, qualunque cosa sarebbe successo.
​Quindi, presi il cellulare e lo chiamai
​-Pronto!? Come mai mi chiami a quest'ora? Non che la cosa mi dispiaccia ma, credevo fossi stanca che, dopo il lavoro saresti andata a letto- disse il demone
​-Ho bisogno di parlarti; devo dirti una cosa e devo dirtela subito- gli dissi
​-Che cosa? - chiese lui
​-Sono incinta- risposi, senza giochi di parole; dall'altra parte sentii un silenzio prolungato e poi un sospiro
​-Se...Se non lo avessi già fatto, lo ucciderei all'istante...-disse stringendo i pugni:-Aspettami, vengo lì da te- disse Sesshomaru
​-Ma è tardi, ci vedremo domani a scuola- cercai di fermarlo, perchè non me la sentivo di affrontarlo; ma in quel momento, mi accorsi che aveva già attaccato.

PV SESSHOMARU
​Presi immediatamente la macchina e mi diressi a casa di Gio; il mio stato d'animo, in quel momeno, era un misto di rabbia, frustrazione e tristezza; come le avevo già detto a telefono, se non lo avessi già ucciso, sarei corso da lui e lo avrei rifatto un centinaio, forse un migliaio di volte. Fatto sta che, in quel momento, l'unica cosa da fare, era andare da lei e rassicurarla, perchè ne aveva bisogno.
​Quando arrivai davanti casa sua, mi soffermai sull'uscio e guardai sotto la porta; c'erano le analisi che arrivavano dall'ospedale; le presi e poi bussai; poco dopo, Gio venne ad aprirmi e mi abbracciò in lacrime
​-Mi dispiace! Mi dispiace! Mi dispiace!- urlava in preda al panico; io la guardai
​-Di cosa ti dispiace? Non hai chiesto tu di essere violentata..-sospirai e le mostrai le analisi:- Non le avevi viste quando sei tornata a casa...- sussurrai e lei scosse la testa.

​Ci sedemmo entrambi sul divano e scartammo la busta, poi iniziai a leggere, mentre lei si teneva la pancia e singhiozzava; io lessi con attenzione le analisi, dove c'era scritto che stava bene, i suoi valori erano nella norma e che era incinta; sospirai
​-Sei incinta...- lei abbassò lo sguardo e ricominciò a piangere; lo capii dal chiaro odore di lacrime che sentivo:-Sei incinta da tre mesi; sai che significa?- lei scosse la testa:- Che il bambino...non è stato concepito quando sei stata violentata, ma prima...-la guardai con occhi così intensi, da far paura a me stesso.
Lei spalancò i suoi e arrossì violentemente guardandomi
​-Q-Quindi è....-disse Gio balbettando ed io annuii
​-E' nostro figlio, mio e tuo...-dissi sorridendo; lei mi si gettò tra le braccia e si stese praticamente su di me:-Ehi, vacci piano, potresti fare del male al bambino; nascerà pur sempre un mezzo demone- spiegai
​-Un...mezzo demone?- chiese e mise la mano sul ventre abbassando il viso e sorridendo, rossa
​-Si, sarà come Inuyasha, suppongo, con le orecchie da cane e gli occhi ambrati- spiegai
-Mh...Sarò...in grado di sopportare questo peso? Infondo...sono pur sempre un'umana ed ho appena 17 anni. mi disse, un po' dubbiosa
​-Ma certo che ce la farai; sei la ragazza più forte che conosca- sussurrai, prendendoole il viso fra le mani e baciandola dolcemente.

In quel momento, sentii la porta aprirsi e poco dopo fecero il loro ingresso i genitori di Gio
-Sesshomaru?- Che cosa ci fai qui?- chiese il signor Mori
​-Buonasera. Beh...E' una lunga storia..Comunque abbiamo una splendida notizia da darvi- dissi
​-E cosa sarebbe?- chiese la signora Mori
​-Mamma, papà...Aspetto un bambino.....Eh...E' di Sesshomaru....-sorrise e si mise una mano sul ventre, accarezzandolo amorevolmente.
​I suoi genitori spalancarono gli occhi e poi sorrisero felici
​-A questo proposito, dovremmo dirvi qualcosa anche noi...- disse suo padre; il signor e la signora Mori si guardarono in viso sorridendo e poi lei si accarezzo il ventre
​-Anche io sono incinta...-sorrisero entrambi
​-Mamma....Sul serio? Un fratellino?- la mia Gio sorrise ed anche i suoi genitori.
​ Poi la strinsi tra le mie braccia e la baciai; il suo corpo minuto sembrava così indifeso; ma in realtà io sapevo che lei era forte.

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Capitolo 17
*** Convincere una madre ***


Dopo che avevamo rivelato la verità ai genitori di Gio, eravamo un po' più sollevati; io facevo il possibile per starle accanto e facevo ciò che potevo per farla felice. Pero', ci aspettava una cosa ancora peggiore, e cioè dirlo a mia madre. Apparentemente sembrava una donna calma e pacata ma, se qualcosa non le andava, poteva arrabbiarsi sul serio; era pur sempre un demone. Quindi, un giorno, dopo averne parlato tutti insieme, decidemmo di dirglielo.
​Gio si preparò indossando un bellissimo kimono rosa, con fantasie floreali rosse e i capelli raccolti lateralmente; invece i suoi genitori erano vestiti normalmente; era bellissima. Quando tutto era pronto, ci avviammo a casa mia.

​Lì giunti, scendemmo dalle auto e i genitori si guardarono un po' intorno, sorpresi e ammirati
​-Che meraviglia..-disse la madre di Gio, mentre si portava sul ventre le mani; dopo aver dato un'occhiata in giro, li scortai fino all'entrata, dove due cameriere e mia madre erano ad attenderci; mi spostai sulla destra di mia madre
​-Benvenuti; voi dovete essere i genitori di Gio-chan; prego accomodatevi nella mia umile dimora. La cameriera vi farà strada- disse mia madre, mentre i genitori seguivano la cameriera. Gio camminava dietro di loro eio mi misi al suo fianco
​-Come ti senti?- le chiesi stando attento ad ogni suo movimento
-Sto bene, sta tranquillo, non c'è alcun problema- rispose
​-Sei bellissima- dissi, sincero e lei arrossì; poi  fece un sorriso così radioso da farmi leggermene arrossire.

Ci accomodammo tutti in salotto; mia madre si sedette nella sua poltrona preferita e ordinò alla cameriera di portare del té
​-Allora, a cosa devo questa visita inaspettata, e certamente ben gradita?- chiese guardandoli
-Ecco, vede...Se non le dispiace...vorremmo che fossero i ragazzi stessi a parlare...- rispose il padre di Gio; allora mia madre ci guardò entrambi
-Madre...Non so quali siano i tuoi pensieri e non so nemmeno cosa ti abbia spinta a scegliere una come Sara per diventare la mia sposa; sta di fatto che ora- dissi prendendo la mano di Gio:- Voglio sposarla; lo so che è ancora presto ma, un giorno lo farò, con o senza il tuo consenso, è bene che tu lo sappia- dissi guardandola serio.
​A quel punto mia madre mi guardò sorpresa, probabilmente perchè non mi aveva mai sentito parlare così seriamente prima
​-Figlio mio, è da molto tempo che vi osservo, ormai, e mi sono resa conto quasi subito del rapporto che vi legava, e non era certo un rapporto semplice.Non avrei mai immaginato che tu potessi affezionarti ad un'umana fino a questo punto....Pero'..Non mi sarei mai aspettato di una proposta simile- disse mia madre, che poi posò i suoi occhi su di lei:- Cara, sei sicura della decisione che avete preso? Non te ne pentirai?- chiese e la mia ragazza scosse la testa
​-Non lo farò, perchè vede, io ho amato Sesshomaru da sempre e sono sicura che sarà un ottimo marito e un ottimo padre - rispose Gio accarezzandosi il ventre
​-Allora, non mi ero sbagliata, tu sei davvero incinta...-disse sorridendo mia madre:- Non vi sembra un po' presto?- chiese e noi scuotemmo la testa:-Beh...se voi volete, che così sia- sorrise e la abbracciò, per poi stringere la mano ai suoi genitori:- Allora, benvenuta in famiglia- disse sorridendo e Gio sorrise a sua volta.

In quel momento sentii una pacca sulla spalla
​-E bravo Sesshomaru; già così presto? Sei sicuro di non averla costretta?- riconobbi immediatamente la voce di Inuyasha e Gio si mise a ridere, mentre io lo guardai male
-Inuyasha, fila via di qui, se non vuoi finire a pezzi- dissi con voce roca
-Sempre molto simpatico tu, vero fratello?- chiese il mezzo demone
​-Inuyasha, stai andando da Kagome?- chiese Gio e lui annuì arrossendo leggermente:- Mi raccomando non dire nulla; vogliamo essere noi a dirlo agli altri, va bene?- continuò
​-Ricevuto! Ciao- rispose Inuyasha, per poi defilarsi.

​I nostri genitori stavano parlando, mentre io e Gio ci stringemmo, lei appoggiata sul mio petto ed io ad accarezzarla
-Ti senti affaticata?- chiesi
-Un po'- rispose lei
-Forse è il caso che resti qui a dormire- dissi guardandola:- Ti daremo tutto ciò di cui hai bisogno
​-Sesshomaru ha ragione, perhè non resti qui? Così lui non dovrà sempre fare avanti e indietro e poi qui l'aria è migliore- disse il padre
​-E poi, dovrete abituarvi a dormire insieme, no?- chiese mia madre
-S-Si, hai ragione- risposi io
​-Verremo a trovarti quando possiamo e quando il piccolo lo permetterà- disse la madre accarezzandosi la pancia
​-Va bene- sorrise Gio:- Che cosa buffa; avrò un fratello e un figlio della stessa età- sorrise di nuovo e poi fece una smorfia di dolore
-Va tutto bene?- chiesi e lei annuì:- Madre, possiamo far preparare una camera?- chiesi
​-Certamente. Prepara una stanza matrimoniale- disse rivolgendosi alla cameriera
​-V-Vado subito signora- rispose quest'ultima correndo
​-La ringrazio infinitamente. So che Gio è in ottime mani; ora io andrei perchè mia moglie è un po stanca e affaticata. Ci vedremo presto.- dissero i genitori di Gio, per poi uscire.

 

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Capitolo 18
*** Essere genitori ***


PV GIO
E' l'alba. Io ho gli occhi chiusi, ma mi trovo in uno stato di tranquillità e calore bellissimi
​"Che cosa sarà mai?" mi chiedo; quando aprò appena gli occhi, mi trovo difronte un Sesshomaru ancora addormentato, ed io posata sul suo petto, con il respiro che lo fa andare su e giù. E' così rilassato; starei delle ore a contemplarlo. E' così bello,  così tranquillo.
​Sorrido; poi, un senso di nausea mi coglie all'improvviso e corro in bagno, ma, ahimè, non riesco a fare piano, senza svegliarlo; infatti, poco dopo lo vedo appoggiato sulla porta, a braccia conserte a fissarmi, mentre io vomito anche l'anima
-M-Mi dispiace di averti svegliato..-sussurro tossendo, con la testa nel WC
​-Non è un problema; è normale, sei incinta. Mi preoccuperei se queste cose non succedessero - dice, comprensivo, abbassandosi e accarezzandomi la testa; dopo aver rimessto, mi sciacquo il viso e lo asciugo, poi lo abbraccio, mettendo il viso nel suo petto
​-E se il bambino non stesse bene?- chiedo spaventata, ma lui mi rassicura e mi fa una carezza
​-Ti ripeto che è tutto normale; anche la dottoressa ha detto che la gravidanza procede bene e che tra poco potremo scoprire anche il sesso del nascituro- dice Sesshomaru, sorridendo e accarezzandomi i capelli...
​Ormai, sono giunta all'inizio del quarto mese, ed è più che normale che abbia questi problemi, soprattutto la mattina presto; per ora non c'è stato alcun problema. Siamo stati a controllo dalla dottoressa ogni settimana e lei dice che procede tutto per il meglio, il bambino sta bene e cresce bene
​-Forse ora è il caso che ci prepariamo; uscire ti farà bene e poi le ragazze hanno detto che vogliono aiutarci a comprare le cose che ci saranno utili per il bambino; almeno quelle che possiamo, finchè non sapremo il sesso, ma sono sicuro che sarà una bambina..-dice
-Si, hai ragione, dobbiamo fare in fretta. Nono, è un bambino, fidati. Una madre lo sente- dico io, sorridendo
​-Se ,lo dici tu..- annuisce Sesshomaru; poi entrambi ci alziamo, facciamo colazione e ci prepariamo.

Ci siamo preparati in fretta e siamo usciti dalla casa del mio ragazzo, perchè è tanto tempo che non esco con i miei amici, ma soprattutto, con le ragazze, e, sinceramente, mi mancano; gli unici momenti in cui stiamo insieme, sono quelli che trascorriamo a scuola; ma comunque lì il tempo che trascorriamo senza parlare di studi ecc, è limitato; inoltre, non capita spesso che riusciamo a parlare, dato che, dopo che è arrivata la notizia, tutti mi hanno circondata e hanno iniziato a fare domande di ogni genere a me e Sesshomaru, che mi cingeva la vita e sospirava
​-Per favore non statele così addosso; potrebbe sentirsi male e ha bisogno di aria..- rispose, riferendosi a me, facendomi arrossire, lasciando tutti basiti, persino l'insegnante.
Continuiamo a camminare, quando ad un tratto li vedo da lontano
​-Gio-chaan!- mi salutano le ragazze agitando il braccio, mentre io mi avvicino piano, non potendo correre
-Oh..scusate se sono lenta ragazze, ma ho qualche dolorino- dico sorridendo e poi abbracciandole
​-Non sforzarti troppo, Gio-chan -mi accarezza la testa Inuyasha ed io annuisco; immediatamente Sesshomaru mi cinge la vita, per sorreggermi ed io sorrido accarezzandogli il viso e guardando il suo sguardo che mi da tanta sicurezza e mi fa sentire protetta:- Inuyasha ha ragione, sforzati il meno possibile- dice
​-Va bene va bene, ma vogliamo andare o no?- chiedo e tutti annuiscono.

Quindi iniziamo a camminare; io, sempre stretta dalla presa ferrea del mio uomo, ricambio e intanto parlo con Kagome, Sango e Ayame, che tengono le mani dei loro ragazzi
​-Allora, Gio-chan, avete già qualcosa in mente?- chiedono le ragazze
​-Veramente no; come sapete, non ho molta esperienza in queste cose; è per questo che ho deciso di consigliarmi anche con voi, magari potrete aiutarci- spiego:- Sango, Kagome..voi due non avete dei fratelli più piccoli? Li avete visti crescere e sicuramente potrete darmi una mano, dato che sicuramente...- continuo
​-Lei è convinta che sarà un maschietto, ma secondo me è femmina- spiega Sesshomaru
​-Perchè ne sei così convinto?- chiedo
​-Dalla forma della pancia- risponde guardandomi
​-Se ti sbagliassi?- gli chiedo guardandolo e lui sembra rabbuiarsi, poi mi guarda e mi accarezza
​-Sarà lo stesso nostro figlio..- risponde, baciandomi e facendomi arrossire, mentre tutti sorridono.

Continuiamo a camminare e parlare tra noi, quando decidiamo di entrare in un negozio di prodotti per neonati, per acquistare ciucciotti, bavetti, tutine e altri prodotti che possano andar bene sia per maschietti che per femminucce; poi compriamo anche il carrozzino, la culletta, il seggiolone e altre cose più grandi che ci verranno portate a casa tra un po' di tempo.
​-Sembra che per il momento abbiamo preso  abbastanza; possiamo stare tranquilli- dico, sorridendo
-Che ne direste di prendere qualcosa, ragazzi? Mi è venuta sete, e poi anche a lei farebbe bene fermarsi un po'..- dice Miroku, indicandomi
​-Allora andiamo ad un bar, per sederci- continua Koga
-Avete ragione, sembra un po' affaticata; non credo vi abbia fatto bene camminare così tanto- dice Sesshomaru, accarezzandomi
​-M-Ma, no..stiamo bene...A-Anzi...Avevo voglia di camminare con voi- dico, iniziando ad ansimare leggermente.  Sesshomaru mi guarda preoccupato
-Lo sapevo! Dobbiamo andarcene...Mi dispiace ragazzi.. Usciremo un'altra volta.....-dice e gli altri annuiscono.
​Io faccio qualche passo, ma mi si annebbia la vista e cado; per fortuna il mio ragazzo mi prende al volo e mi guarda preoccupato
​-Maledizione! E' meglio portarla in ospedale; potrebbe aver avuto qualche complicazione- dice Sesshomaru irrequieto
​-Chiamo subito l'autista e gli dico di venire più in fretta possibile!- urla Inuyasha, componendo il numero, mentre gli altri mi guardano preoccupati.

​Dopo dieci minuti, arriva l'autista e, insieme al mio ragazzo vado in ospedale. Appena varca l'ingresso, corre a perdi fiato perso il reparto maternità, con me in braccio,  spiegando ogni così agli infermieri, che mi mettono subito su una barella e mi portano in una stanza, dove un dottore mi visita; naturalmente Sesshomaru, nonostante sia nervoso e li abbia pregati, è dovuto rimanere fuoiri.
​Il demone va avanti e indietro per il corridoio, preoccupato, e raggiunto, poco dopo, dai miei genitori, avvertiti
​-Come sta? E' successo qualcosa?- chiede mio padre e lui gli spiega tutto:- Capisco...Forse si è stancata troppo...-sospira.
​Poco dopo un dottore esce dalla stanza
​-Allora, che novità ci sono? Mia moglie sta bene?- Sesshomaru spalanca un attimo gli occhi per le sue parole,  mentre i miei genitori sorridono, ma poi non ci sospira e leggermente in imbarazzo, guarda il dottore
​-State tranquilli, è stato solo uno svenimento e si è affaticata un po' troppo. Dovrebbe stare a riposo in questo periodo, o almeno sforzarsi il minimo indispensabile- sorride:- Comunque...ho una notzia che vi sorprenderà non poco; la signorina aspetta due gemelli, un maschio e una femmina. Doppie congratulazioni, signor Taisho- dice stringendo la mano di Sesshomaru, il quale, all'inizio rimane imbambolato a fissarlo
​-G-Gemelli ha detto?- il dottore annuisce:- Posso vederla?- chiede e l'altro annuisce di nuovo.

​Io sono stesa a letto, con la flebo al braccio, che mi guardo intorno, mentre mi accarezzo la pancia e sorrido, quando vedo Sesshomaru entrare e sedersi accanto a me
-Come ti senti?- mi chiede tenendomi la mano
​-Sono stata meglio; il dottore ha detto che è stato solo uno svenimento- dico e lui annuisce:- Pero' mi sembrava preoccupato quando è uscito; c'è qualcosa che devo sapere? Dimmi la veritò...- lo guardo con occhi lucidi
​-Oh si, c'è una cosa...Aspetti due gemelli, un maschio e una femmina- mi risponde, accarezzandomi il ventre, mentre scoppio in lacrime e lui mi accarezza la testa
-Ci sono anche mamma e papà? Ho sentito le loro voci..-chiedo e lui annuisce
-Li faccio entrare..-dice e fa per allontanarsi, ma io lo fermo prendendogli la mano
​-Aspetta...-dico e ci guardiamo negli occhi:- Ti amo- dico e lui sorride
-Anche io ti...vi amo..- risponde, per poi accarezzarmi il viso, facendomi arrossire.


 

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Capitolo 19
*** Maturità ***


Dopo che mi hanno dimessa dall'ospedale, ero costretta a fare una vita monotona e a stancarmi il minimo indispensabile, andando solo a scuola e tornando a casa subito dopo, e stando nella camera tutto il pomeriggio, a studiare. Solo  qualche volta, sempre in compagnia di Sesshomaru, faccio delle passeggiate, anche se piuttosto brevi, e mi siedo nel parco, all'aria aperta, guardando la natura che si risveglia, infatti, è da poco iniziato l'anno e fa ancora piuttosto freddo; ma solo per poco tempo perchè sforzarmi troppo non fa bene ai bambini.

​Un giorno, sono, appunto, seduta ad annoiarmi, mentre sbuffo, quando, il mio ragazzo si avvicina e si siede accanto a me
​-Che cosa c'è? Qualcosa ti infastidisce?- mi domanda  accarezzandomi
​-Uff,,io non riesco a stare ferma in un solo posto. Ho bisogno di muovermi, di fare qualcosa!- strillo dimenandomi:-Lo sai che sono una persona irrequieta e ho bisogno di restare sempre attiva e so  che questo fa male ai bambini, ma non posso farci nulla...- dico sbuffando
​-Cerca di rimanere tranquilla, anche lo stress non fa bene ai bambini e tu sei già abbastanza stressata per lo studio; non dimenticare che quest'anno avremo l'esame di maturità, a Marzo, e cioè fra poco più di due mesi- dice, serio
-Hai ragione; è solo che sono anche un po' preoccupata- mi accarezzo la pancia
​-Andrà tutto bene, loro sono forti come la loro mamma, e poi mancano ancora dei mesi per il parto; quindi rilassati e fai come se fosse tutto normale- mi dice Sessomaru, accarezzandomi di nuovo e poi baciandomi; io lo bacio a mia volta e poi lo guardo, sorridendo e lo stringo
​-Ora ricomincerò a studiare, dato che sono una specie di frana; ma tu...resta qui con me. Oppure, se vuoi, studiamo insieme- dico sorridendo
​-Mh...stai cercando di farmi capire che vuoi una mano?- mi chiede ed io annuisco
​-Sei molto più bravo di me, soprattutto in matematica e se non mi aiuti rischio di essere rimandata, specie dopo i fatti accaduti. Per questo ti chiedo solo di darmi qualche dritta. PEr favore..Sesshomaru-sama!- dico, guardandolo con occhi da cucciola e pregandolo, mentre lui mi guarda stranito
​-Mh...essia...Ma dovrai darmi qualcosa in cambio...-sussurra
​-Eh...Va bene...- rispondo; così, ci sediamo e iniziamo a studiare; sembra incredibile ma, riesco a capire di più con le sue spiegazioni che con quelle dei professori:- Quindi...se qui aggiungo questo e utilizzo questa formula, il risutato è 19? Giusto?-  lo guardo
-Esatto, hai capito- sorride
-Evviva!- esulto e lo abbraccio:- A-Ahi...-
-Piano, non sforzarti...- mi massaggia la pancia
​-S-Scusami. abbasso lo sguardo e lui sospira.

Le settimane trascorrono velocemente; ormai ho capito alla perfezione sia la matematica che il resto, grazie a Sesshomaru; a me spetta solo il compito di studiare per memorizzare tutte le cose che devo imparare per il colloquio e le domande; non è così difficile, alla fine ed io e il mio ragazzo ci siamo anche divertiti.

​PV SESSHOMARU
​Ormai il giorno è arrivato; oggi io e Gio, come anche i nostri amici, avremo l'esame di maturità.
​La mia ragazza sembra più nervosa del solito oggi, ma io le ho detto di calmarsi e che andrà tutto bene; dopo essere usciti dalla mia abitazione,  entriamo nella limousin e lei si appoggia a me, tenendo la cartella e sospirando, mentre io la accarezzo
​-Andrà tutto bene; ce l'abbiamo messa utta per studiare e anche se non prenderai il massimo dei foti, io sarò fiero di te- le dico, accarezzandole la pancia, mentre lei mi sorride e mi bacia.
​Oggi, ho deciso di farle un regalo speciale; è il suo diciottesimo compleanno dopotutto; ma non è questo il momento.
​Quando arriviamo davanti scuola, scendiamo dalla macchina; qui incontriamo i nostri amici di sempre; la sua pancia, ormai al settimo mese, è abbastanza evidente; infatti spesso si girano a guardarla e le fanno domande. In effetti mi da un po' fastidio, ma non posso farci nulla. Le cingo la vita e tutti insieme andiamo verso la classe.

La faccio sedere nel suo banco, aiutandola
​-Hai bisogno di qualcosa, prima dell'inizio dell'esame? Devi andare in bagno? Sei affamata? Hai sete?- le chiedo
​-Non essere così apprensivo, sono incinta, non malata. Non preoccuparti- mi sorride e mi accarezza; io sospiro e tranquillo, vado a sedermi al mio posto, mandando uno sguardo verso di lei ogni tanto.
La campanella suona e la tensione in classe inizia a farsi sentire; poco dopo entra l'insegnante e tutti ci alziamo, Gio compresa, anche se lo fa lentamente, tenendosi la pancia, mentre l'insegnante va a sedersi.
​Dopo averci fatto un lungo monologo sul perchè siamo qui oggi e su ciò che abbiamo passato in questi tre anni, distribuisce i fogli e ci dà il via per iniziare il test.
​Prima di iniziare, do un'ultima occhiata a Gio; sembra tranquilla, prende un respiro profondo e inizia a scrivere.
​Sorride e porto l osguardo sul foglio, leggendo i quesiti e, senza timore, rispondo con tranquillità, certo di aver studiato e di conoscere tutti gli argomenti. Stare accanto a lei mi ha reso ancora più sicuro e più preparato; quindi, anche se ci hanno dato solo un'ora, riesco a rispondere in tempo e in modo corretto.
​Dopo il suono della campanella, l'insegnante raccoglie i fogli con le domande e tirò un respiro di sollievo, poi mi avvicino a Gio, che sembra piuttosto felice; mi guarda
​-Ho finito tutte le domande...- mi dice, alzandosi; la aiuto e poi mi abbraccia e io la accarezzo
​-Bene, adesso andiamo a casa...-le dico sorridendo
​-Ti dispiace se passiamo a trovare i miei genitori prima? Questo non sarà mica uno sforzo?- mi chiede
​-No, certo che no; andiamo- le cingo la vita e poi usciamo.
​Non c'è ancora traccia dei nostri amici, che probabilmente sono ancora in classe o chissà per quale motivo sono trattenuti; così decidiamo di andarcene, per andare a casa dei genitori di Gio.

Appena arriviamo, pero', notiamo tutto buio
​-Sarò successo qualcosa?- chiedo e vedo il viso di Gio rabbuiarsi; probabilmente le è tornato in mente quando sua madre era stata rapita:- Sono sicuro che sta bene..- le dico, rassicurandola e la abbraccio; poco dopo arriva una chiamata sul suo cellulare
​-Pronto!? Papà? Dove siete?- chiede e la vedo spalancare gli occhi:- Ho capito, vi raggiungiamo subito. A tra poco- dice, per poi chiudere la chiamata e farmi un sorriso
​-Allora? Che cosa è successo?- le chiedo
​-I miei genitori sono andati in ospedale perchè a mia madre si sono rotte le acque qualche ora fa; ora sia lei che il mio fratellino stanno bene- sorrido e lo abbraccio:- Sono così contenta-  la vedo sedersi e reggersi la pancia
​-Che c'è? ti fa male?- le chiedo, ma lei scuote la testa:- E' solo che non vedo l'ora che nascano anche loro. Saranno la gioia della nostra vita..- mi dice con un bellissimo sorriso.
Io la accarezzo e sospiro, mentre lei mi guarda preoccupata
​-C'è forse qualcosa che non va?- mi chiede, ma io scuoto la testa
​-Oggi....Oggi è un giorno speciale, non è vero? E' il tuo compleanno...- mi guarda e sorride:- Forse potevamo passarlo diversamente ma, ora, dopo tutto quello che è successo...forse non è il caso...Pero'...io ti ho comprato lo stesso un regalo- dico, guardandola
​-U-Un regalo? Ma non avresti dovuto...- dice in imbarazzo
​-Si invece- dico sospirando:- Per me è difficile, dato che...non sono mai stato uno di molte parole, né uno che a mai pensato a queste cose. Inoltre...so anche che è presto...Pero'...Voglio passare il resto della vita insieme a te. Perciò...- mi metto in ginocchio davanti a lei-Gio Mori...vuoi sposarmi?- le chiedo, prendendole la mano e tirando fuori un anello.

​La vedo guardarmi, conil viso che diventa più rosso delle fragole, per l'imbarazzo,  con quegli occhi che le diventano lucidi per la felicità, mentre io la guardo, aspettando ansioso una risposta; poi la vedo tenersi di nuovo la pancia e lamentarsi, questa volta, per alcune fitte
​-C'è qualcosa che non va?-  le chiedo preoccupato
​-No, è solo che sono felici anche loro- la vedo sorridere, il sorriso più bello del mondo, che appartiene solo a me
-Allora?- la guardo
​-Si, lo voglio!- mi risponde e mi abbraccia forte. Quindi le metto l'anello e poi la stringo a me.


 

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Capitolo 20
*** Quando l'amore chiama ***


E' fatta. Ormai non c'è più nulla che potrà separarci; ci siamo scambiati una promessa di amore eterno, e, una brava ragazza, mantiene sempre le sue promesse, come io mantengo le mie.
Ho intanzione di renderla felice il più possibile e, anche se ci vuole ancora qualche anno, non vedo già l'ora di poterla chiamare "mia moglie" e di vederla nel suo bellissimo abito da sposa mentre cammina verso l'altare, verso di me.
​E' vero, ormai mi sono perfettamente integrato nella società ma, per noi demoni e mezzi demoni, le cose funzionano in modo un po' diverso, soprattutto riguardo la scelta del proprio compagno di vita; infatti, tra noi non esistono né matrimoni né cose del genere, ma un semplice rituale, che avviene quando si ha la prima volta con la persona con cui decidiamo di trascorrere i nostri giorni; in quel momento, infatti, la marchiamo con i nostri denti e in quel momento le trasmettiamo addosso il nostro odore. Questo rituale viene fatto dai maschi sulle femmine.
​Ricordo ancora come se fosse ieri, il giorno in cui abbiamo avuto la nostra prima volta, anche se è stata un po' inusuale e inaspettata; ma è proprio lì che l'ho marchiata.

​Penso questo, quando, un improvviso urlo mi fa destare; è proprio la mia Gio. La vedo sudata, rossa e ansimante
-E' successo qualcosa? Che cos'hai? Mi fai preoccupare!- le chiedo, scuotendola per le spalle.
Lei scuote la testa e ansima; capisco che vorrebbe dire qualcosa, ma fa fatica a esprimersi
-S-Sessho...maru...portami in....ospedale...- dice con voce flebile e guardandomi
-Come pensavo, ti senti male....- la guardo preoccupato, ma poi scuote la testa
​-Mi si sono rotte le acque!- dice in uno strillo; spalanco gli occhi e mi faccio prendere dal panico:-C-Calmati!-
​-Sono calmo!- dico e chiamo la limousine che arriva poco dopo; quindi la prendo in braccio e la faccio stendere sul sedile posteriore mettendomi accanto a lei, facendola stendere sulle mie gambe e andiamo in ospedale.
​Durante il tragitto le accarezzo i capelli e la guardo per farla stare più tranquilla, ma noto che lei ansima sempre di più e continua ad urlare; la distanza tra una contrazione e un'altra diminuisce sempre di più; non so se arriveremo in tempo in ospedale, prima che i bambini nascano. Poi ecco che vedo in lontananza un edificio bianco, l'ospedale, e mi tranquillizzo.

​Appena arrivati, scendiamo dalla macchina e la tengo in braccio, correndo verso l'entrata, e poi verso il reparto, quando si avvicina a noi una dottoressa
​-Presto, mi aiuti! Mia moglie sta per partorire i nostri bambini! La aiuti, la prego!- urlo preoccupato
​-Non si agiti, per favore, siamo qui per questo. Ora non si preoccupi e lasci fare a noi- mi dice; quindi la seguo in una stanza, che probabilmente è la sala parto, mettendo Gio, in preda a forti dolori, su una sedia e tenendole la mano
​-Amore, presto sarà tutto finito, presto vedremo i nostri bambini...-la guardo sorridendo e anche lei mi sorride affaticata e annuisce:-Con tutto questo trambusto, non abbiamo ancora pensato ai nomi per i bambini, e poi pensavo mancasse ancora del tempo...- dico sospirando
​-Inuki...e Kaori.....- sussurro
​-Mh?- la guardo
-Saranno questi i loro nomi.....-sorride Gio, mentre io le stringo la mano
-Sono bellissimi- dico, baciandole la fronte.
​-Signorina? E' pronta? Stiamo per procedere..- dice l'ostetrica e Gio annuisce:- Bene, allora cominci a respirare lentamente e poi spinga più forte che può quando le do il via- spiega e Gio annuisce di nuovo. Poi fa come ha detto la donna.
​Dopo alcuni minuti, la sento spingere e vedo le lacrime scendere dai suoi occhi; continuo a tenerle la mano e a guardarla, mentre mi si strigne il cuore
-Ci sono io qui accanto a te, quindi andrà tutto bene- sorrido:- Andrà tutto bene- ripeto, mentre lei continua a spingere
​-Vedo la testa! Forza signorina Gio può farcela!- dice l'ostetrica mentre  la mia ragazza continua a spingere, mentre le si bagna il viso.
​Dopo un'ultima poderosa spinta, esce fuori il primo bambino
​-Bene! E' un maschio! Congratulazioni...- sorride l'ostetrica e lo avvolge in un asciugamano, mentre Gio riprende fiato:- E' l'ultimo sforzo, forza!- Gio annuisce e spinge
​-V-Voglio vedere anche Ka-Kaori!- urla mentre continua a spingere, incitata dall'infermiera.

Dopo alcuni minuti, anche la mia bambina nasce e viene avvolta da un asciugamano, poi entrambi vengono lavati e gli vengono messe le tutine.
​Mel frattempo, io mi avvicino a Gio, che, esausta, ansima, con gli occhi chiusi, ancora stesa sulla sedia; ma dopo un po' mi accorgo che qualcosa non va
-Sensei...perchè non si risveglia?- chiedo preoccupato; tutti ci accorgiamo di un problema
​-Sta..perdendo molto sangue..Portatela subito in sala operatoria per un intervento d'urgenza! Muoversi Muoversi!- urla la donna
​-Che cosa? -stringo pugni e denti e corro accanto a lei tenendole la mano; poi, arrivati accanto alla sala operatoria, mi fermano fuori, mentre dentro i medici intervengono su di lei.
​La lucina rossa all'esterno della sala rimane accesa per diverso tempo; io non so cosa fare. In un impeto di tristezza, ho addirittura pregato i Kami affinchè prendessero me, al suo posto, ma forse ho sbagliato, perchè i bambini hanno bisogno di entrambi. Quindi ho seplicemente espresso il desiderio di farla tornare in salute, di farla tornare da me.
​Passano diversi minuti; per la prima volta nella mia vita ho avuto paura di perdere la cosa più importante per me; ma poi le mie preghiere vengono ascoltate, perchè un dottore esce dalla stanza
​-Dottore, come sta? Cosa è successo? Lei vivrà, vero?- lo guardo preoccupato
​-Non si agiti, sua moglie sta bene. Le abbiamo fermato l'emoragia  e le abbiamo fatto delle trasfusioni. Ora sta bene ed è insieme ai vostri bambini- dice; mi fa tirare un sospiro di sollievo
​-Posso andare da lei?- chiedo e il dottore annuisce; quindi mi precipito dalla mia Gio e la trovo addormentata con i due bambini in braccio.
​Mi siedo accanto al letto e sorrido, guardandoli e accarezzando loro i capelli, vegliando su di loro.

Mi siedo accanto a loro, accanto al letto, osservando i loro visi che riposano; sono così belli.
​Inuki ha i capelli bianchi e delle piccole orecchiette da cucciolo dello stesso colore, che spuntano  da essi; mentre Kaori ha i capelli castani, come la mia Giò, e delle orecchiette marroni. Entrambi hanno gli occhi chiusi, quindi non mi è possibile vedere il loro colore, ma, con molta probabilità saranno ambrati. Poso un bacio sulla fronte di entrambi.
Poi mi abbasso a baciare le labbra della mia donna che, poco dopo, apre lentamente gli occhi e si guarda intorno e mi sorride
-Buongiorno- le dico sorridendo
​-Ciao..-sorride e culla i due bambini
-Sono bellissimi, come te..- dico
​-Non dire sciocchezze, anche tu sei bellissimo- ride appena, facendomi imbarazzare.
Questo fa destare i nostri cuccioli, che aprono i loro occhi, che, come immaginavo, sono dorati e ci fissano
​-Buongiorno piccoli!- dice Gio, sorridendo e baciando la loro fronte.
​I bambini si portano un pollice in bocca e iniziano a succhiarlo, segno che, probabilmente hanno fame
​-Va bene, va bene, ho capito. Avete, fame, piccoli miei!?- dice Gio sorridendo:- Sesshomaru, ti spiacerebbe tenerli un attimo in braccio?- mi chiede ed io, un po' titubante, li prendo, uno alla volta, e li guardo. Fortunatamente, loro non sembrano impauriti. E' questo quello che si dice un legame tra genitori e figli?
​Intanto, Gio si sbottona la camicia da notte, mettendo in mostra il suo seno; io la guardo e poi sospiro
​-Dovrò abituarmi a tutto questo..- dico, posandole in braccio Inuki, che si avvicina immediatamente al suo seno.
​Gio mi sembra un po' impacciata; certo, del resto è ancora giovane e non è certo esperta in queste cose, come, del resto, non lo sono io. Ma, sembra che le venga tutto naturale.

​Mentre Gio nutre Inuki con il suo latte, io cullo Kaori, che mi fissa; sembra avermi riconosciuto; con la sua mano, prende un mio dito, che avevo avvicinato a lei e inizia a giocarci, cercando di non farle male con le mie unghie
​-Sembra che tu le piaccia e sembra che voi due avrete un legame particolare- mi dice la mia amata, sorridendo:- Inoltre, lei ha un occhietto vispo e furbetto, rispetto a suo fratello, che sembra più tranquillo. Ci darà del filo da torcere- aggiunge
​-Sono daccordo con te- sorrido e le accarezzo i capelli, prendendo Inuki, che, con il pancino pieno, si è addormentato, e passandole Kaori, la quale, si avvinghia al seno come una bestiolina
​-A-Ah...- geme, stringendo un occhio e mordendosi il labbro:- Che peste; è proprio una bestiolina- dice ed entrambi sorridiamo.

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Capitolo 21
*** Il matrimonio ***


PV NARRATORE

Sesshomaru si guarda davanti allo specchio e sospira
​-Ci siamo, fratello, questo giorno è arrivato proprio in fretta- dice Inuyasha, accorrendo accanto a lui e mettendogli una mano sulla spalla
-Già; non pensavo sarebbe mai arrivato- dice guardandolo:- Sono nervoso da morire- aggiunge
​-E' normale. E' della tua vita che stiamo parlando. Comunque, ti sono grato di avermi chiesto di fare da testimone- dice sorridendo
​-E' stato un piacere- si guarda un'ultima volta:- Beh, andiamo,  la sposa non può attendere oltre. Non vedo l'ora di poterla stringere tra le mie braccia- sussurra.
Detto questo, escono dalla casa e si avviano verso la chiesa;  il demone continua ad essere sempre più nervoso.

-Kaori! Dove vai, vieni qui? Metti il cappellino! Oggi è il grande giorno, sai? Mamma e papà si sposeranno!- urla la signora Mori
​-Non voglio! Non voglio!- dice la bambina, che continua a correre per tutta casa
​-Fermati!- urlò la donna, che continua a rincorrerla, ma la bambina continua ad urlare
​Si ferma, quando, la porta si apre e ne esce sua madre, Gio, preparata dalle sue amiche, e pronta per andare all'altare
​-Oh! Tesoro sei bellissima!- dice la signora Mori, con le lacrime agli occhi, che, è riuscita, finalmente a mettere il capello in testa alla nipote
​-Gio, sei un incanto- dice il signor Mori, mentre ha in braccio Inuki e tiene per mano suo figlio
-G-Grazie mamma, papà- risponde Gio, arrossendo.
La ragaza, che ormai ha 21 anni, indossa un abito bianco, con la gonna lunga che scende semplice e liscia, da sopra uno strascico legato con una serie di fiori, sempre bianchi; il top, sempre bianco, è in macrame a decolté. Porta i capelli sciolti, castanti e mossi, raccolti da un lato da un fiore. E ovviamente è leggermente truccata
​-Abbiamo fatto un ottimo lavoro!- dicono le ragazze, vestite ugualmente, perchè fanno da damigelle, indossano un abito celestino, con il top a decolté, stretto in vita e con la gonna vaporosa, e tutte hanno i capelli legati in uno chignon
​-Chissà che cosa staranno facendo i ragazzi. Secondo voi saranno andati in qualche club per l'addio al celibato?- chiede Kagome e tutte fanno spallucce.
In realtà, dal canto loro, i ragazzi pensano la stessa cosa, ma non hanno fatto assolutamente nulla di quello che si potrebbe pensare.

Davanti alla chiesta, Sesshomaru, Inuyasha, Miroku e Koga, arrivano, quando ormai manca poco alla cerimonia; tutti e quattro si guardano intorno.
​Non è stato certo facile, convincere il prete, in quanto, lui è un demone.
​-Mi sento come se il matrimonio fosse il mio- dice Miroku
​-Andiamo, sposarsi è una bella cosa; è vero che si è nervosi ma-..-inizia a dire Koga, ma non finisce di parlare che arriva una macchina, contenente, con molta probabilità, la sposa e le damigelle
​-Ci siamo ragazzi- dice Inuyasha; in quel momento, il cuore di tutti inizia a battere forte, ma soprattutto quello di Sesshomaru, tanto che tema che gli possa uscire dal petto.
​L'autista apre la portiera e scendono prima Ayame, Sango e Kagome; tutti i ragazzi restano senza fiato per un po', a guardarle
-E' bellissima..- dice Inuyasha dirigendosi alla sua donna
-Puoi dirlo forte- risponde Miroku, guardando Sango
​-Vorrei che il tempo si fermasse ora- dice Koga.
​Tutti e tre si avvicinano alle loro belle, le quali , guardandoli, arrossiscono come non mai e sorridono.
​Dopo di loro, dall'auto scende Gio, nel suo bellissimo abito bianco, che lascia Sesshomaru senza parole; tutti e due si guardano a vicenda e tutti li guardano
​-Si, ho preso la decisione giusta- sussurra Sesshomaru, avvicinandosi poi a Gio e lei fa lo stesso:- Sei splendida-
​-Grazie, anche tu sei magnifico- dice la ragazza sorridendo; il demone le cinge la vita con le sue possenti braccia e insieme raggiungono la chiesa, insieme ai loro amici,  dove tutti li stanno aspettando.

​Lì, il prete, è già pronto all'altare e tutti li guardano felici; Sesshomaru sospira e va verso l'altare, mentre Gio prende il braccio di suo padre e la marcia nuziale comincia; prende un sospiro e cammina guardando l'uomo che a breve diventerà suo marito. Tutti li guardano felici e sorridenti. La madre di Gio, sorride, tenendo per mano i suoi nipoti e la madre di Sesshomaru guarda orgogliosa suo figlio. Dopo aver portato la ragazza all'altare, il signor Mori si mette accanto a sua moglie. Inuyasha e Kagome, in quanto testimoni, stanno accanto agli sposi e il fratellino di Gio porta le fedi.
Gio e Sesshomaru stanno davanti all'altare e si guardano, l'uno negli occhi dell'altra
-Siamo qui riuniti, per celebrare oggi il matrimonio tra questi due giovani, Sesshomaru e Gio. Se c'è qualcuno che crede che questo matrimonio non debba avvenire, parli ora o taccia per sempre!- dice, ma nessuno fiata:- Bene..allora posso procedere con la cerimonia...Procediamo con lo scambio degli anelli- dice il prete; in quel momento, si avvicina timidamente il fratellino di Gio e due prendono le fedi
​-Vuoi tu, Sesshomaru Taishou, prendere la qui presente Gio Mori, come tua leggittima sposa, in salute e in malattia, per amarla, rispettarla e onorarla, finché morte non vi separi?- chiede l'uomo
-Lo voglio- risponde il demone, mettendole la fede all'anulare sinistro e guardandola negli occhi
-Vuoi tu, Gio Mori, prendere il qui presente Sesshomaru Taisho, come tuo legittimo sposo, in salute e in malattia, per amarlo, rispettarlo e onorarlo, finché morte non vi separi?- chiede l'uomo
​-Lo voglio- risponde la donna, mettendo la fede, all'anulare sinistro del demone e poi guardandolo negli occhi
​-Bene, per i poteri conferitimi dalla Santa Chiesa, io vi dichiaro marito e moglie. Puoi baciare la sposa- dice.
​Sesshomaru prende Gio per la vita e le mette una mano dietro la nuca per poi baciarla appassionatamente, mentre tutto il pubblico in chiesa applaude
​-Per sempre- dice Sesshomaru, dopo che si sono staccati
​-Per sempre- risponde Gio sorridendo.

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