The moment to fight

di BlueRoze
(/viewuser.php?uid=852683)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'aiuto di un fratello ***
Capitolo 2: *** Avvenimenti inaspettati ***



Capitolo 1
*** L'aiuto di un fratello ***


Dedico questa storia alle mie Malandrine Prongs, Moony, Harry e Lily, grazie per esserci sempre per me e per sopportare i miei scleri, vi voglio bene!

La dedico soprattutto a te, Fra, la mia Prongs :3

 

la vostra Pad

P.s alla fine la dedica l'ho fatta, visto? :p

 

 

 

 

 

 

Poteva sentire la pioggia insinuarsi sotto la giacca, a contatto con la pelle nuda.

​Batté con il pugno alla porta sperando che qualcuno gli venisse ad aprire.

​Gli vennero i brividi pensando a quello che aveva appena fatto, a quello che si era lasciato alle spalle. La carne gli bruciava, lì dove la maledizione l'aveva colpito, ma facevano più male i ricordi che altro. Era appena scappato di casa -dalla sua famiglia- e si trovava davanti al portone di Villa Potter fradicio, furente e umiliato.

​Pensò di aver fatto la cosa migliore quando sulla soglia del portone apparve Dorea Potter con una sguardo preoccupato e sorpreso al tempo stesso.

​-Oh Sirius! Cosa ci fai qui a quest'ora, sono le due del mattino! Merlino, tu sanguini. Entra, prima che ti prenda una bronchite con questo tempaccio- disse lei mettendogli una mano sulla spalla bagnata dalla pioggia.

​Sirius poggiò il suo baule per terra e, con le scarpe fradicie e incrostate dal fango, sporcò il parquet dell'entrata.

​-Signora Potter, davvero, non è necessario. In questo momento vorrei solo vedere James. La ringrazio infinitamente, mi dispiace per...- la frase fu interrotta da una smorfia causata dal dolore al braccio, la giacca in quella zona leggermente bruciata.

​-Certo Sir, te lo vado subito a chiamare. Merlino come sei combinato, ma cosa è successo?- chiese con sguardo affettuoso mentre si avviava sulle scale.

​Si concesse un momento per ammirare l'arredamento di Villa Potter: ogni volta che entrava in quella casa ne rimaneva piacevolmente affascinato. Erano una delle famiglie più grandi del mondo magico, i Potter. Purosangue da generazioni e, di conseguenza, avevano un patrimonio niente male che non aveva niente da invidiare a quello dei Black. Il salotto -come le altre stanze- era basato sui colori del rosso e dell'oro, tipici di Grifondoro. Le tende rosse, -come i divani- i cui ricami erano di filo dorato. Il mobilio in stile moderno, i ritratti appesi alle pareti, la scala in legno scuro che conduceva al piano superiore... era tutto così diverso dalla casa in cui era cresciuto -quella era fredda e austera-. Appena si attraversava l'uscio di casa Potter si sentiva un piacevole profumo di gelsomino, una casa accogliente e luminosa.

​Sui mobili del salotto era possibile ammirare le foto di James da piccolo, foto babbane e foto magiche, in braccio ai suoi genitori o da solo, in giardino...

​Era un bel bimbo, James. Con la zazzera di capelli ricci e indomabili di sempre che rispecchiavano il suo essere ribelle e che mettevano in evidenza la sua scarsa considerazione delle regole. Il sorriso da pirata, sbarazzino, furbo, malizioso. Aveva imparato, con gli anni, ad apprezzare ogni lato di James, ogni fattezza. Dal suo essere malandrino, allegro e spensierato all'essere serio o deluso. E sinceramente, quest'ultimo lato preferiva vederlo il meno possibile. Continuò ad osservare le foto quando il ragazzo in questione -in boxer e canotta- si catapultò giù dalle scale con la bocca spalancata dallo stupore. Dorea poco dietro di lui, si stringeva nella sua maglia di lana lilla.

-Alla fine l'hai fatto davvero- fu l'unica cosa che seppe dire il riccio.

​-Già- proferì con un sorriso amaro. Ci era voluto tempo, molto tempo, ma alla fine ce l'aveva fatta, aveva preso la sua decisione. Era riuscito a lasciarsi tutto alle spalle per ricominciare una nuova vita.

​-Vieni qui-

 

 

Era molto raro che James esprimesse il suo affetto verso qualcuno con un abbraccio. Di solito si limitava a pacche sulle spalle, mai abbracci. Ma quella volta, dopo tanto tempo dall'ultima, James strinse un Sirius a pezzi tra le sue braccia, non curandosi del fatto che, facendo così, si sarebbe sporcato di fango e di sangue. E il Black si godette in momento.

​Una smorfia di dolore attraversò il volto di quest'ultimo interrompendo l'abbraccio. Lo sguardo del moro si fece duro nel momento in cui si posò sulla ferita al braccio dell'altro.

​-Sei anche ferito. Ma cosa ti hanno fatto quegli stronzi- represse un fremito di rabbia e con voce sicura disse:

​-Noi andiamo in camera mia, mamma. Lo aiuto io-

~•~•

 

 

 

​Una volta entrati nella camera da letto di James -le pareti coperte da stendardi di Grifondoro- egli costrinse Sirius a levarsi la giacca di pelle nera, a sbottonare la camicia e a lasciar scoperta la zona in questione. Il Black si sedette sul letto e James scomparve nel bagno, da dove fece ritorno qualche minuto dopo con del disinfettante e dell'ovatta. Si sistemò accanto all'amico e cominciò a disinfettare la ferita in silenzio, dandogli il tempo di rimurginare sull'accaduto.

​Era abbastanza superficiale come taglio, ma si estendeva per quasi tutto il bicipite. Cercando di non fargli troppo male, il riccio lavò via tutto il sangue colato intorno alla ferita, scusandosi ogni qualvolta sentiva un gemito di dolore da parte dell'altro e passando delicatamente sulla parte di pelle lacerata.

​Una volta finito di disinfettare la ferita, avvolse una garza su tutto il bicipite di Sirius, gli offrì degli asciugamani per asciugarsi i capelli alla bell'e e meglio e una camicia pulita.

-Grazie-

​-Figurati, piuttosto... ti va di parlarne?-ed ecco. Erano arrivati al punto della situazione.

​-In realtà non c'è molto da dire. Stavamo cenando e una volta tanto c'ero anche io a tavola, non stavo in camera mia. Erano giorni -anni- che mi sentivo stufo da quella situazione, stufo marcio. Mi ero rotto il cazzo di sentire tutti quei complimenti verso Regulus quando io venivo trattato peggio di un estraneo. Cercavo di intercettare il suo sguardo senza risultati. Lo osservavo parlare al momento giusto, offendere al momento giusto. Era arrivato a parlare di politica con mio padre, James. Ed ha un anno in meno di noi. Ormai è diventato la "gioia di mamma e papà"...

​Probabilmente non accetterò mai il fatto che lui voglia diventare un purosangue schifoso e razzista. Ero stufo di quella situazione, stufo della mia famiglia. E quando la cara Walburga ha iniziato ad insultare voi Potter, i Babbani, i traditori, i Nati Babbani non c'ho visto più, James. La rabbia ha preso il sopravvento su di me, ho "per sbaglio" rotto un bicchiere mentre loro ghignavano. Ho detto che sono degli infami codardi, non si dovevano permettere di offendere così. Sono salito in camera, è scattata una molla dentro di me. Ho preso qualche straccio, qualche spicciolo che avevo conservato, la bacchetta e mentre attraversavo l'uscio della porta li sfidavo con lo sguardo, come a dire "vediamo se riuscite a fermarmi". Walburga urlava cose che nemmeno stavo ad ascoltare e ho mandato a fanculo la Nobilissima e Antichissima casata dei Black. Orion ha tirato fuori la bacchetta e mi ha lanciato una maledizione. Ma la cosa che ha fatto più male, James, è stato lo sguardo di Regulus. Mi guardava da sopra le scale con uno sguardo supplichevole. Mi pregava di non andare via, di non lasciarlo da solo, ma non ce l'ho fatta. Era troppo per me e quel benedetto ragazzo prima o poi mi farà impazzire. All'inizio non mi considera, poi mi prega di non andare via ma non capisce che così facendo mi fa solo stare male!

​Non lo so James, sto impazzendo.

​So solo che in questo momento ringrazio il cielo per avere te al mio fianco-

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Avvenimenti inaspettati ***


A brave new world 2 A brave new world
Avvenimenti inaspettati


Il mattino seguente, Sirius si svegliò nel letto di James. La sera prima erano restati a parlare fino a tardi, a rimurginare sull'accaduto del giorno precedente e alla fine avevano ceduto al dolce richiamo del sonno.
Nonostante fosse la prima volta che capitava, la cosa non li turbò più di tanto. O almeno non turbò il riccio.
James prestò alcuni dei suoi vestiti a Sirius e insieme scesero a fare colazione. Spiegarono la sua presenza e chiarirono l'accaduto a Dorea e a Charlus poichè lui, la sera prima, aveva avuto il turno di notte al Dipartimento Auror. Loro capirono la situazione e si dimostrarono molto contenti di averlo lì e gli dissero che poteva restare in quella casa per tutto il tempo che voleva. Sistemarono un altro letto in camera di James - rigorosamente rossa e oro- e poi i due ragazzi uscirono in giardino per godersi il sole estivo di quel giorno.
<< Grazie, James, per...>>
<< Figurati, amico. Quanto avrei voluto vedere la faccia di quella vecchia, non immagini nemmeno >>
<< Non era un bello spettacolo da vedere >>
<< Neanche quando non urla è un bello spettacolo >>
<< Diciamo che fa schifo 24 ore su 24, indipendentemente dalla rabbia >>
<< Esattamente. Ma adesso non dovrai più sopportarla dal momento che vivi con noi >>
<< Vivere con voi? Io in realtà pensavo di rimanere giusto il tempo di trovare una sistemazione decente. Magari chiederò a mia cugina Andromeda di ospitarmi per un pò e poi- >>
<< No no no no, che stai dicendo? Perchè non vuoi restare qui, con me? >>
<< Non è che non voglio restare, James, figurati, è solo che darei fastidio. Non credo che i tuoi vogliano un'altra bocca da sfamare oppure- >>
< Tu sei proprio scemo. I miei ti adorano, e senza di te sarebbe una noia mortale, come ogni anno. Non saresti assolutamente un problema,okay? E smettila di farti i complessi mentali, il tuo cervello minuscolo potrebbe risentirne >>
<< Hai preso gusto nell'interrompermi mentre parlo? >>
<< Solo quando spari cazzate, come adesso >>
<< Ma non sono cazzate, sto facendo un discorso serio >>
<< Senti, ti ricordi quando, qualche anno fa, dicevamo che appena saremo stati maggiorenni saremmo andati a vivere insieme? Allora, appena finito il settimo anno ci affitteremo un bell'appartamento a Londra e continuaremo le nostre vite, ma nel frattempo, tu starai qui. Okay? >>
<<... okay. Grazie, per tutto >>
<< Figurati, fratello. Adesso però basta fare gli sdolcinati, ti devo far vedere una cosa >>
James trascinò Sirius fino ad una radura lontana un centinaio di metri da casa Potter.
<< Dai idiota, non tirarmi per la manica della tua camicia! Arrivo, arrivo... dove mi stai portando? >>
Il discorso fatto poco prima aveva reso Sirius molto felice e non poteva far a meno di continuare a ridacchiare, anche se era molto curioso di sapere di cosa stesse parlando James.
<< L'ho scoperto qualche giorno fa. Mi annoiavo -vedi che senza di te è un mortorio?- quindi sono uscito in giardino a esplorare e sono arrivato lì >> disse il riccio asciugandosi il sudore dalla fronte con un lembo della maglia.
<< Ma lì dove? >>
<< Porta pazienza, Fido. Casa mia è circondata da boschi che non avevo mai esplorato fino a una settimana fa. Ti piacerà di sicuro. Non sapevo cosa fare, non potevo fare scherzi alla mamma sennò mi avrebbe ucciso, se ne avessi fatto qualcuno a papà lui ne avrebbe fatti a me e non ci tengo >>
<< Non potevi farli agli elfi? >>
<< Nah non c'è sfizio con loro. Mi danno sempre ragione >> si passò una mano tra  capelli folti storcendo il naso.
<< Solo Kreacher è un pezzo di stronzo, a quanto pare >>
<< Un elfo stronzo per una famiglia stronza >>
<< E questa dove l'hai sentita? >>
<< Perle di saggezza made in Potter >>
<< Immaginavo. Siamo arrivati? Il braccio comincia a farmi male e mi sto stancando >>
<< Io non capisco. Cammini con le gambe e ti fa male il braccio? >>  chiese prendendolo in giro >>
<< Ringrazia Merlino di non avere tu un braccio mezzo fasciato e sanguinante. Conoscendoti, ti saresti lagnato per tutto il tempo >>
<< Non è vero! Avrei sopportato in silenzio come un vero Grifondoro >>
<< Come sto facendo io? >>
<< Esat- NO! Cioè... si. Cioè...ma perchè mi devi mandare in confusione? Ti diverte vedermi confuso? >>
<< Immensamente >>
<< Mh... siamo arrivati, per tua fortuna >>
Un paesaggio magico si estendeva oltre le fronde di alcuni salici piangenti. Era difficile credere di avere un simile posto così vicino a casa.
Un paesaggio magico, ma non quella magia che usano i maghi e le streghe e che si impara ad Hogwarts, bensì quella che prende la testa e fa vivere un sogno. Uno strano, bellissimo sogno.
Nuvole chiare ovattavano il cielo azzurro e un timido sole cercava di illuminare l'intero paesaggio con la sua fresca luce arancione. Gli alberi intorno si muovevano all'unisono, il vento scompigliava le loro chiome e il leggero frusciare di queste creava una dolce melodia che riecheggiava nell'aria pungente creando un paesaggio mozzafiato. Cosa ancor più bella, però, era un piccolo ruscello limpido che scivolava tra le brillanti rocce coperte dai muschi.
<< Allora? Cosa ne pensi? >> chiese James soddisfatto oltre ogni modo.
<< E' uno spettacolo. Un vero spettacolo...>> proferì Sirius senza fiato dinanzi quella meraviglia.
I ragazzi si sedettero a terra e il riccio cominciò a giocherellare con alcuni fili d'erba verde.
<< Sai, da quando l'ho scoperto vengo qui molto spesso. Mi ispira >>
<< Ti ispira? Per cosa? >>
<< Ho scoperto di essere bravo a disegnare >>
<< Non l'avrei mai detto, sai? Allora da adesso mi fai tu i disegni di erbologia >>
<< Si, vai proprio tranquillo. Quando torniamo ti faccio vedere qualche disegno >>
<< E sentiamo, cosa disegni? >>
<< Principalmente fiori, alberi... >>
<< Come sei romantico >> lo prese in giro il Black.
<< Sirius Black! Come osa prendersi gioco di me e delle mie opere?! Dovrebbero essere vendute a 200 galeoni l'una. Anzi, che dico, 500! >> disse lui facendo una finta voce offesa e dandogli una spallata.
<< Poi con quei 500 galeoni svaligiamo Zonko e facciamo pentire Mocciosus di essere nato! >>
<< Si! Combineremo un casino epico! >>
<< E i Malandrini resteranno nella storia >>
<< Perchè cosa vogliamo noi? >>
<< Il meglio del meglio! >>
<< Esatto! Il meglio del meglio del meglio! >> risero entrambi soddisfatti.
<< Prongs, perchè stai prendendo a pugni la mia spalla? >>
<< Perchè mi stava guardando male. E ringrazia che non sia quella ferita >>
<< Primo, le spalle non guardano male. Secondo, tu non hai logica >>
<< Sapessi quanta ne hai tu... >>
<< Mh questo è vero >>
<< Ovvio, sei mio fratello, ti conosco >>
<< Ah si? Verifichiamolo. Preferisco i boxer o gli slip? >>
<< Boxer. Ti fanno sentire uomo. Soprattutto quelli con i cagnolini >>
<< Quei boxer sono magnifici... torta di mele o torta di zucca? >>
<< Torta di zucca forever. Anche se io preferisco quella di mele >>
<< Cosa voglio comprare da più di un anno? >>
<< Una bella motocicletta nera, da duro >>
<< Basta, mi arrendo. Mi conosci bene >>
<< Hai visto, amore mio? Da adesso potremmo stare sempre insieme poichè ho passato il tuo fottuto quiz, sempe insieme, Gilberta! >> disse il riccio fingendo una voce da femminuccia e inventando quel nome orribile sul momento.
<< E' vero, Maria Giustina, nessuno ci separerà mai! Vieni qui, dammi un bacetto >> stette al gioco Sirius.
James, in un momento di follia, poggiò le sue labbra si quelle dell'altro e stettero così, senza muovere un muscolo per qualche secondo, troppo sorpresi per fare qualcosa.
Il bacio fu interrotto da Sirius, che si tirò indietro all'improvviso.
<< Che cazzo fai, James >> chiese con sguardo serio e con la voce più dura di quanto volesse.
Il ragazzo, ancora scosso da quello che aveva fatto, si stupì del tono severo di Sirius e riuscì solo a proferire un semplice
<<  Scusa, non l'ho fatto di proposito. Oh andiamo, stavamo solo scherzando, perchè te la prendi tanto? >> e il suo sguardo si perse nel vuoto.
<< E ovviamente le tue labbra sono per sbaglio scivolate sulle mie. Stavamo solo facendo i coglioni, James >> si prese la testa fra le mani, i lunghi capelli neri a coprire il suo viso.
<< Però per favore, già è difficile... non complicare le cose >>
<< Cosa? Cosa è già difficile, Sir? >>
<< Niente... torniamo a casa >>


Percorsero la strada che li divideva da casa Potter in completo silenzio, le mani nelle tasche, la testa piena di pensieri, la sera in procinto di scendere su di loro. L'ultimo pensiero di Sirius prima di attraversare l'uscio di casa fu:
James, è già difficile esserti solo un amico. Non complicare le cose, ti prego.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3466681