Paris

di Hoon18
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologue ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***



Capitolo 1
*** Prologue ***


Prologue

Sin dall'alba dei tempi, nell'universo sono presenti due forze. Due forze intorno alle quali ruota la vita: il bene e il male. Per bilanciare queste  due forze furono creati i Miraculous dei gioielli magici che donavano dei poteri fantastici ai loro possessori. Durante la storia molti eroi hanno utilizzato questi poteri per il bene dell'umanità. Due Miraculous in particolare sono più potenti di altri: gli orecchini della coccinella che donano il potere della creazione e l'anello del gatto nero che dona il potere della distruzione.
Siamo nell'Ottocento,epoca di grandi scoperte e invenzioni. 
Parigi, città natale dei due possessori dei Miraculous più potenti, non conoscono le rispettive identità.
Marinette, figlia di un semplice fornaio, sarebbe una ragazza come le altre invaghita del suo migliore amico Adrien,se non fosse che nei momenti ostili si trasforma in Ladybug; 
Adrien, ricco rampollo di una delle più importanti famiglie di Parigi, ha un debole per la sua compagna d'avventure Ladybug, perché lui in realtà è Chat Noir.
Un pericolo incombe sulla cittadina francese, riusciranno i due eroi a proteggere l'incolumità dei parigini? 
E soprattutto, riusciranno i due a scoprire di essere innamorati l'un l'altro?




Angolo autrici
Già, angolo atrici perchè questa storia è scritta a quattromani con @FelicyaCiccarone! Io sono colei che pubblica la storia qui su efp mentre lei la metterà su wattpad. I capitoli saranno scritti o da entrambe oppure ognuna ne sciverà uno (non abbiamo ancora deciso ew). Speriamo che la storia vi piaccia

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


Capitolo 1


Come ogni mattina i raggi del sole illuminano il mio viso avvisandomi che è ora di andare al lavoro. Mi preparo in fretta e piena di felicità e scendo quasi saltellando le scale. Davanti mi si presenta la solita, familiare e amata panetteria. È un negozio abbastanza piccolo e modesto, nulla di che insomma, ma secondo me è uno dei migliori, se non il migliore, di tutta Parigi! Il bancone in legno è già pieno di piccoli cestini contenenti pan brioche e altri pani dolci mentre dal retro, dove si trovano i forni, si sente già il profumo del pane appena sfornato. Alla parete sono appese le foto di famiglia più importanti: il matrimonio dei miei genitori e varie foto di me da piccola (alcune anche un po' imbarazzanti) che però trasmettono serenità anche ai clienti stessi. Vado sul retro per aiutare mio padre che sta infornando il pane in uno dei grandi forni a legna che abbiamo. È un metodo abbastanza rustico diciamo ma influisce molto sul sapore. Forse è per questo che abbiamo molti clienti? Decido di mettermi subito a lavoro, quindi sforno la prima teglia di baguette beandomi del loro profumo.
Mio padre osserva la scena sorridendo, mia madre serve i pochi clienti mattinieri e io non faccio altro che pensare al ballo di questa sera; tuttavia mi distraggo un po' troppo, perché la teglia di baguette cade sul pavimento, mancando di poco i miei piedi.
-Marinette! Sei sempre la solita sbadata!- esclama mio padre colpendosi il volto con la mano
-Padre, mi perdoni,ma stavo pensando..- mi interrompe scuotendo la testa 
-Marinette, Monsieur Agreste non permetterà alla figlia di un semplice fornaio di partecipare al ballo- abbasso la testa annuendo e tornando poi alla mansione che prima stavo svolgendo, infornando la seconda teglia.
-Marinette?- chiama mia madre, poggio il grembiule sul bancone e la raggiungo nel parte anteriore della piccola bottega.
-Mi dica, madre- aggiusto i capelli, morbidi sulle spalle, ormai pieni di farina.
-Ti spiacerebbe andare a fare una commissione?- domanda mentre porge a Madame Bursette un cesto pieno di croissant.
-Nessun dispiacere- rispondo infilando il cappotto e dirigendomi verso l'uscita.
-Marinette!- mi volto perplessa 
-Stai andando via?- chiede sconvolta
-Si, madre...?- scuote la testa contrariata 
-Hai sempre la testa fra le nuvole, figlia mia! Non ti ho detto neanche che genere di commissione dovresti fare!- arrossisco imbarazzata e mi scuso immediatamente 
-Mi servirebbe un abito, da Madame Lerois- spiega mentre l'altra donna, soddisfatta dei cornetti, esce dal negozio.
-Quindi una divisa, come la vostra?- chiedo nuovamente conferma mentre la donna che mi ha dato alla luce annuisce per la milionesima volta ormai stufa della mia insicurezza.
-Quale motivo l'ha spinta a volere un abito di questo genere, se posso domandare, madre?- ripongo un ciuffo ribelle dietro l'orecchio in attesa di una risposta 
-Perché ho bisogno di una mano e di certo non puoi lavorare così, ci prenderebbe in giro tutto il quartiere!- mia madre ha la solita mania di esagerare, ma non contraddico ed esco fuori.
Le strade sono quasi completamente deserte a parte qualche povero lavoratore. Non si vede neanche una carrozza e i proprietari dei famosi negozi di moda (i quali, povera me, stanno invadendo anche questo quartiere) si stringono nei loro cappotti, facendo talvolta sbucare da qualche finestra i loro capi ben acconciati per vedere se potrebbe arrivare qualche potenziale cliente. Il verde che caratterizza questo quartiere è ancora pieno di brina che brilla al sole nonostante, essendo circa le 9 del mattino, le temperature si sono un po' alzate. Anche su qualche davanzale si può percepire che l'autunno ormai sta sfumando per dare spazio all'inverno. Una brezza fredda mi investe facendo quasi volare il mio cappello che fermo con una mano. Ci mancherebbe solo che volasse! Dopo aver silenziosamente imprecato contro il vento, mi avvio verso il luogo della commissione.
O almeno ci provo, vengo catturata dall'urlo di un uomo che intima a qualcuno di spostarsi e un rumore di zoccoli sull'asfalto, noto così un basso e anziano signore che sta per essere investito da una carrozza; non ci penso due volte prima di tirarlo via da lì cadendo rovinosamente a terra. Fortunatamente riusciamo ad uscirne indenni entrambi mentre la carrozza si allontana fra imprecazioni del cocchiere e nitriti da parte dei cavalli.
-Scusi l'impertinenza monsieur, ma si può sapere cosa l'ha portata a fermarsi nel bel mezzo della strada?- l'anziano signore si alza dal pavimento lisciandosi la strana vestaglia che porta indosso, si tocca i baffi e sul suo viso aleggia un sorrisino gentile, sembra uno di quei saggi provenienti dall'Oriente.
-Marinette, pensavo mi avresti chiesto per prima cosa come stessi- strabuzzo gli occhi, come conosce il mio nome?
Ma prima che possa domandare qualcosa, l'anziano è già scomparso.

Il negozio è affollatissimo, tutti sono qui per comprare un abito pre-confezionato, a causa del ballo che stasera si terrà alla maison Agreste; mi sento un pesce fuor d'acqua, donne ricche che comprano abiti costosi e io che cerco di ordinare una misera divisa.
Vedo Madame Lerois entrare in panico per i troppi clienti, mi avvicino cautamente a lei che per poco non mi sbatte contro.
-Madame, mi scusi, ha bisogno di una mano col negozio?- chiedo sconvolta dalla quantità di gente nel piccolo Atelier.
La donna annuisce disperata indicandomi la cassa.
Mezz'ora dopo il negozio è vuoto, e non mi riferisco solo alle persone, ma di abiti non c'è nè nemmeno più l'ombra.
-Dovete scusarmi Marinette, mi spiace per avervi fatto perdere tempo, come mai vi trovavate qui?- sistemo un ciuffo dietro l'orecchio mentre mi siedo comodamente su di un divanetto.
-Ecco, madame, sono venuta per ordinare una divisa da far confezionare- sorrido timidamente e lei annuisce, prende un appunto e si siede accanto a me.
-Sono tutti cosi esagitati per questo ballo, le ragazze vogliono far colpo sul signorino, ah, che gioventù- arrossisco al nominare di Adrien e la cosa non passa inosservata a Madame Lerois.
-E anche voi, a quanto pare- fa un sorriso allusorio per poi riprendere parola.
-Per sdebitarmi del tuo aiuto, vi regalerò questo- mi mostra un abito, preso da non si sa dove, dato che pensavo fossero terminati.
Mi immagino con quell'abito: il corpetto con lo scollo a cuore che mi fascia alla perfezione, con le sue applicazioni floreali che si diramano per una parte del vestito, il tulle spumeggiante e bianco che mi ricorda un cigno.
A risvegliarmi dal sogno ad occhi aperti che stavo facendo, è Madame Lerois che a stento trattiene una risata.
-Su, lo provi- mi incita e io annuisco.
L'abito mi calza a pennello e Madame Lerois dona qualche tocco in più all'outfit aggiungendo una tiara e una collana con incastonato al centro un fiorellino, simile a quelli presenti sull'abito.blob:https%3A//web.whatsapp.com/d6789f36-6958-4583-8e4c-c53f798a6c04
-Siete un incanto- dice la donna applaudendo
-Grazie mille, ma è ora di andare per me- .
Cinque minuti dopo sono fuori dal negozio, con l'abito confezionato in una scatola e gli accessori in una piccola busta.

-Marinette Dupain!- urla mia madre appena metto piede nella panetteria 
-Si può sapere dove sei stata per ben due ore?- chiede isterica mentre poggio la confezione contenente il vestito ripiegato e la bustina degli accessori.
-Beh, madre, ho salvato un uomo anziano che stava quasi per essere investito da una carrozza, sono andata da Madame Lerois e l'ho aiutata col negozio dato che la borghesia ha preso il sopravvento a causa del ballo che si terrà questa sera e..- mi blocca
-Hai ordinato la divisa?- domanda più calma
-Certo- annuisco, mia madre è quella persona che non si stupisce facilmente, le ho praticamente detto di aver salvato un uomo e non ha battuto ciglio.
-Cosa contiene quella scatola?- 
Indica la confezione color pastello con su scritto "Lerois", spalanco la bocca e la richiudo.
-Ecco, Madame Lerois per ringraziarmi dell'aiuto in negozio, ha deciso di regalarmi questo abito, e degli accessori..- 
La donna dinanzi a me inarca un sopracciglio 
-Per..?- aspetta che completi la sua frase
-Per il ballo di stasera- sospiro arrendendomi in partenza, per lei è fuori discussione che mi presenti a quel ballo, essendo una semplice "panettiera".
-È fuori discussione, Marinette, sai come la penso- conclude e va via, senza darmi il tempo di provare ad obbiettare.
Salgo in camera mia, decisa a riprovarmi l'abito per l'ultima volta.
Appena ho finito mi guardo allo specchio: i capelli, leggermente mossi alle punte, ricadono dolcemente sulle spalle, le scarpe alte che mi conferiscono la slanciatezza di cui ho bisogno per portare questo vestito, che mi piace sempre di più.
Sento dei singhiozzi dietro di me, mi volto di scatto trovando mia madre che si asciuga qualche lacrima sfuggita. 
La osservo basita, in tutta la mia vita non l'ho mai vista versare lacrime.
-Marinette, sei cresciuta così tanto, e sei così bella in quell'abito bianco, ci tieni davvero tanto a quel ballo, vero?- chiede con la voce spezzata
-Certo madre, ma perché piangete?- la raggiungo, improgionandola in un abbraccio.
-La verità, figlia mia, è che ho paura di lasciarti andare. Ho notato la luce nei tuoi occhi quando guardi il figlio di Monsieur Agreste, e ho notato la sua luce quando guarda te- arrossisco, cercando di ignorare l'ultima parte.
-E poi ho paura di quello che la gente possa pensare, ho paura che ti facciano male Marinette, non voglio che ti additino come la semplice figlia di un fornaio, perché tu sei molto più di questo! So che sei destinata a qualcosa di grande- sto per parlare, quando riprende il suo discorso
-Per questo, ho deciso che non ti tarpero le ali, vai a quel ballo! E dimostra a tutti chi sei- prima che possa ringraziarla, esce dalla mia camera come se nulla fosse.



Angolo Autrici
Wiii! Siamo Imafangirl666(su wattpad *coffcoff*) (ma chiamatemi Ciccarone, Felicya Ciccarone.
Non fa lo stesso effetto di James Bond, vero?) e Hoon18!
Comunque, io e la mia collega abbiamo steso, finalmente, (Fel: causa mia pigrizia) il primo capitolo! 
Il prossimo capitolo sara dal punto di vista di Adrien!  **urli eccitati** 
Hoon18:Lasciate una recensioneeeeeeee. Al prossimo capitolo

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2

Adrien


Scendo di malavoglia dal letto, calzo le pantofole e mi accingo a scendere le scale.
Mi ritrovo davanti il largo corridoio della mia "casa" (se così si può definire una lussuosa villa nel centro di Parigi) con il parquet in legno scuro e le pareti verdi addobbate da quadri e candelabri accanto ad ogni porta. Il corridoio non ha nessuna finestra, le pareti e il pavimento scuro lo rendono sempre buio e c'è il bisogno che le candele rimangano sempre accese; non vorrei mai essere al posto del maggiordomo addetto a cambiarle. 
La prima cameriera che incrocio è Sophie, mi sfila la vestaglia e nel frattempo Louane e Merille si affiancano a me, entrambe portano rispettivamente fra le proprie braccia dei pantaloni neri e una camicia bianca, i capi che costituiscono la mia solita mise.
Entro nella stanza adibita a bagno, restando solo dopo che le due donne hanno poggiato il mio vestiario su di una sedia.
Il bagno è abbastanza grande, costituito quasi interamente da mattonelle bianche con decorazioni in oro, sia per quanto riguarda il muro che per quelle incastonate sul pavimento, nonostante rappresentino figure diverse. Proprio di fronte alla porta, in fondo c'è la vasca da bagno (anch'essa bianca e al momento affiancata alla sedia con il mio cambio) mentre a sinistra e destra si trovano rispettivamente il water e il doppio lavandino, sormontato da un enorme specchio anch'esso decorato con filamenti dorati nei bordi. 
Mi immergo nella vasca, precedentemente riscaldata da una delle molte cameriere, e getto la testa all'indietro immergendomi nei miei pensieri.
La mia mente corre a questa sera, quando dovrò sorbirmi tutte le oche starnazzanti dell'alta borghesia, pronte a tutto pur di stare con me.
-Speriamo che Marinette riesca a venire- sospiro e le mie guance si tingono di rosso quando penso alla mia migliore amica.
Sin dalla più tenera età, ho sempre provato per lei qualcosa di molto profondo, certo non so dire se si tratti di una semplice infatuazione, dato che per ora lei è stata l'unico fulcro dei miei pensieri amorosi, non riuscendo quindi a paragonare questo sentimento ad altre sensazioni provate, e inoltre dubito sia una futile cotta, quelle dovrebbero durate tre mesi e non sedici anni.
Esco dalla vasca e indosso il bianco e pulito tessuto di lino, subito dopo infilo i pantaloni scuri ed esco dal bagno.
Arrivo al piano terra, dove si trova il salone d'ingresso completamente vuoto al centro, fatta eccezione per l'immenso candelabro in vetro attaccato al soffitto. Nella parte sinistra, rispetto alle scale, c'è un salottino con poltrone, divani e un piccolo tavolo,utile solitamente a sorreggere vassoi di pasticcini e tazze di tè. A destra delle scale invece si va verso la cucina. Tutto il salone, a differenza del corridoio del piano superiore, è pieno di enormi finestre che quasi sfiorano il soffitto, spesso semi coperte delle tende damascate come i divani e le poltrone. La porta dell'entrata è semi chiusa, ciò significa che qualcuno è già uscito ed io ho la presunta idea di chi possa trattarsi.
Calzo le scarpe lucide e afferro il cappotto scuro, esco percorrendo il vialetto di pietre, lasciandomi alle spalle la grande casa. Davanti a me carrozze camminano lentamente portando i loro ricchi ospiti alle loro dimore o a svolgere anche semplici commissioni. Ci sono ville come la mia e anche più lussuose in tutto il quartiere. Alcune fuori hanno addirittura delle bandiere con lo stemma di famiglia, come per vantarsi di far parte di un'antica dinastia. Tutte le donne che passeggiano intorno a me indossano enormi e caldi cappotti, i loro cavalieri le accompagnano con una tuba in testa e un bastone alla mano. 
Da lontano noto qualcosa, o meglio qualcuno, riverso sul ciglio del marciapiede.
Corro verso il soggetto, realizzo che si tratta di un uomo anziano, poco lontano da lui giace un bastone finemente decorato.
-Signore, aspetti, le do una mano- lo sorreggo per un braccio e lo aiuto a reggersi mentre recupero il bastone.
-Grazie mille, giovanotto, o dovrei dire Adrien?- chiede retorico il vecchietto, ma prima che possa rispondere è già scomparso nel nulla, come se fosse stata un'allucinazione.
Riprendo la mia passeggiata e mi ritrovo davanti il forno Dupain, decido di entrare, giusto per mangiare qualcosa e magari fare due chiacchiere con Marinette.
-Buongiorno- esordisco facendo il mio ingresso, la signora Dupain mi saluta con un cenno della mano, troppo indaffarata con i clienti alla cassa. Il signor Dupain è impegnato a infornare e sfornare teglie dalle quali si leva un profumino invitante.
-Ciao Adrien!- sento esclamare da una voce a me ben conosciuta, mi volto di scatto e noto la mia migliore amica
-Ciao, Mari- le scompiglio i capelli e lei mette su il broncio per poi indicarmi un tavolo libero, quello che riserva sempre per me.
-Allora, cosa vuole ordinare signorino Agreste?- trattiene a stento una risata mentre armeggia col blocco note.
-Signorina Dupain, desidererei un croissant alla crema, se non è un problema, inoltre vorrei che lei mi accompagnasse al ballo questa sera- sorrido inoccentemente, Marinette per poco non si strozza con la sua stessa saliva.
-Cosa?!- urla facendo voltare mezzo locale.
-Shh- le intimo poggiando un dito sulle labbra, al gesto arrossiamo entrambi e ritraggo velocemente la mano.
-Ma, Adrien, io..- si morde il labbro inferiore e io impazzisco ogni volta che accade.
-Tu niente, appena arriverai al ballo io sarò il tuo cavaliere, sei la mia migliore amica e ho bisogno di qualcuna al mio fianco o mio padre penserà che io non apprezzi nessuna- faccio un occhiolino e lei si allontana con un cipiglio sulla fronte per prendere il mio cornetto alla crema.
-Adrien- il mio amico Nino mette piede nella panetteria salutandomi, si siede al mio stesso tavolo mandando in fumo ogni speranza di chiacchierare tranquillamente con Marinette.
-Ecco a te e, oh! Ciao Nino- il castano la saluta mentre lei mi porge la brioche ripiena di crema.
-Offre la casa- sorride e porta via sotto il braccio il vassoio in legno.
-Acciderbolina, è proprio cotta di te- arrossisco e addento il mio ordine 
-Scherzi? Per lei sono solo il suo mogliore amico- puntualizzo cercando di sviare l'argomento, Nino annuisce poco convinto.
-Non puoi venire al ballo, vero?- sospiro mentre tolgo le briciole di pasta sfoglia dagli angoli delle mie labbra.
-Mi dispiace, ma sai che non è nel mio stile e poi non so ballare- fa una smorfia e gioca col polsino della sua camicia.
-Ho invitato Marinette, le ho chiesto di essere la mia accompagnatrice- il mio migliore amico mi guarda perplesso, poi confuso e infine scioccato.
-Non ci posso credere! Questo è un miracolo!- alza le braccia al cielo ridendo.
-Tu sei pazzo- prendo il mio cappotto e mi dirigo verso la cassa.
-Allora, Mari, ne hai ancora molto?- chiedo riferendomi al lavoro, lei annuisce, e così sono costretto ad andare via solo.
Le strade sono affollatissime, e da lontano noto Chloé Bourgeois parlottare con la sua amica, comincio a pregare che cambi idea e non venga al ballo, nel frattempo cambio strada per seminarla e fortunamente riesco ad arrivare a casa sano e salvo.
Sul tavolino del salotto c'è una piccola scatola nera, so che non dovrei curiosare ma non riesco a trattenermi e afferro il piccolo pacco in velluto, al suo interno vi è un anello molto strano, è argentato con una strana figura al centro che ricorda la zampa di un gatto.
-Che strano bijoux- inarco un sopracciglio 
e lo infilo.






ZAN ZAN ZAN
Imafangirl666: Cosa sarà successo? Ovviamente lo sapete cosa succede quando qualcuno infila un anello, anzi, uno di quei anelli eheheh!
Comunque, finalmente è arrivato anche il secondo capitolo, contenti? Causa questa volta: Sempre la mia pigrizia 😂
Ringraziate la super cutie neko-san (Hoon18 aka mia collaboratrice) che mi sprona *coff* minaccia *coff* e aiuta :) 
Hoon18: Io amo minacciare la gente :c comunque speriamo che il capitolo vi piaccia~ commentate in tanti      
 
              

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3

Marinette

Servo gli ultimi clienti della giornata, pronta a dirigermi verso la porta di vetro e girare il cartello ouvert/fermé per intimare la chiusura del piccolo locale.
Mi accascio su una sedia, la prima che trovo, e mi lascio a tutti i pensieri che mi attanagliano da quando oggi Adrien mi ha invitata al ballo, sono sicura di avere un'espressione da ebete.
-Un attimo, ma che ore sono?- osservo l'orologio affisso alla parete e sbianco del tutto: il ballo è fra un'ora!
Mi alzo e corro su per le scale, freno appena arrivo difronte la mia camera.
-Dannazione! Dov'è il vestito?- controllo nell'armadio ma niente, comincio a sudare freddo, ad un tratto però noto la scatola sul piccolo tavolino di legno accanto al mio letto, eppure sono sicura che prima non c'era.
-Ma, cos'è questo?- sulla confezione dell'abito c'è un piccolo pacchetto nero, forse un regalo di mia madre, decido di aprirlo ed al suo interno vi sono dei semplici orecchini neri.
-Però, potrei usarli per smorzare il bianco del vestito- li ripongo nella scatoletta e prendo il vestito per poggiarlo sul letto.
-Su Marinette! Veloce!- intimo a me stessa spogliandomi.
Corro verso il piccolo bagno che tutta la famiglia condivide.
Il bagno è piuttosto piccolo e c'è solo il wc e una piccola vasca da bagno. Niente lavandino né alcuno specchio. Le pareti sono di un color crema non molto acceso e semplice, senza nessun dettaglio e il pavimento non è da meno. Un semplice pavimento monotono e monocromatico. 
Entro nell'angusta vasca da bagno, non ho molto tempo così mi insapono e faccio scorrere l'acqua in modo da far scivolare via la schiuma e lavare i capelli.
Esco velocemente dal bagno seminando l'acqua che mi gocciola dai capelli ovunque.
Mezz'ora dopo sono pronta: i capelli asciutti sono legati in due trecce alla francese, indosso ho il vestito e ai piedi calzo le scarpe con cui ho provato l'abito la prima volta, la collana che porto al collo completa divinamente il tutto.
Eppure sento che manchi qualcosa, mi volto verso il tavolino e guardo la scatola nera, mi avvicino e prendo gli orecchini in mano.
-Va bene, mettiamo questi orecchini- infilo i bijoux alle orecchie e sento qualcosa di strano.
-Marinette?- una vocina mi chiama e per poco non urlo dallo spavento, davanti a me c'è un piccolo esserino rosso con delle sorta di antenne.
-Per il buon Dio!- prendo il vaso di fiori vuoto sulla mensola e cerco di scacciare via la bestiolina.
-Non mi uccidere!- implora andandosi a posare velocemente sul tavolino dove prima erano riposti gli orecchini.
-Cosa sei?!- urlo in preda al panico non intenzionata a posare il vaso, il piccolo mostriciattolo mi gurda sorridente e prende parola.
-Sono Tikki! Il kwami della coccinella e protettrice del tuo Miraculous- inarco un sopracciglio e allento la presa sulla mia "arma", continuo a fissare la kwami con uno sguardo inebetito.
-Il mio che? Miracosa?- 
-Miraculous, una sorta di superpotere che dovrai usare per fare del bene- spiega Tikki, mentre io sono in uno stato di confusione pazzesco.
-Io? Una supereroina? È uno scherzo? Se non so neanche camminare dritta con questi trampoli!- esclamo mentre gesticolo maniacalmente.
-Me ne sono accorta, ma se Fu ti ha scelta ci sarà un motivo, e ora bando alle ciance! Devi muoverti, il ballo comincerà fra quindici minuti- Fu? Chi sarebbe Fu? Non ho il tempo di domandarglielo perché la kwami rientra negli orecchini e io non so se esserne sconcertata o meno, alla fine decido solamente di correre giù per le scale e uscire di casa.

Adrien

È da un qurto d'ora che continuo a dialogare con questo affare nero, ha detto di chiamarsi Plagg e di essere un guardiano, sono alquanto confuso.
-Quindi, ricapitolando, io dovrei salvare parigi da tutti i mali che potrebbero manifestarsi e dovrei trasformarmi in un gatto? Come può un gatto salvare la popolazione?- chiedo un'ultima volta, l'idea di diventare un gatto non mi entusiasma.
-Non un gatto, sciocco! Gli eroi di quest'epoca sono proprio degli stolti- borbotta fra sè e sè, lascio stare il poco gradito commento e torno ad ascoltarlo.
-Avrai sempre sembianze umane, ma caratterizzato da tratti felini, inoltre per attivare la trasformazione devi pronunciare una frase- inarco un sopracciglio poco convinto, mi sembra tutto così surreale che in realtà penso di star sognando.
-E questa frase sarebbe?- domando mentre l'esserino ghigna.
-Plagg trasformami!- mi riferisce il piccolo gattino fluttuante con molta enfasi, annuisco poco convinto e chiudo gli occhi, vorrei provarci ma è tardi e devo scendere al piano inferiore per raggiungere la sala da ballo, Marinette sarà ormai arrivata.
Prendo la maschera e la poso sul viso, era da molto che non si organizzava un ballo di questo genere, la sala è gremita di gente e nessuno pare riconoscermi.
Il salone della dimora è ricolmo di gente in abiti colorati e maschere esuberanti e i domestici l'hanno decorata alla perfezione. Le enormi finestre sono coperte da delle tende blu e dorate damascate e i lampadari sono stati lucidati e sembrano ancora più belli adesso che sono accesi; inoltre tra una tenda e un'altra hanno anche sistemato dei candelabri molto eleganti dorati con le candele dello stesso colore delle tende. 
Due tavoli lunghi e stracolmi di pietanze a mo' di buffet costeggiano due pareti mentre alla fine della sala è stato allestito uno soazio per i musicisti che stasera si esibiranno.
E poi la noto: una ragazza dai capelli corvini e intensi occhi blu, che sono risaltati dall'abito bianco e la maschera del medesimo colore che fortunatamente copre solo metà viso, lasciando intravedere le labbra carnose di un rosso naturale.
Mi avvicino lentamente alla fanciulla, mi sorride timidamente quando le bacio una mano per galanteria.
-Qual è il vostro nome?- domando del tutto rapito dalle sue meravigliose iridi, scuote la testa e rimane in silenzio, non ha intenzione di parlare e allora neanche io.
Camminiamo lentamente nella sala in attesa che cominci la musica.
Poi entrambi veniamo attratti da un forte rumore all'esterno, ci guardiamo confusi anche perché nessun'altro nella sala sembra essersi accorto di nulla, corriamo verso il giardino posteriore e la scena è surreale: una gigantesca botte di legno, dotata di arti, bocca e occhi, che incombe sulla mia dimore, ad ogni passo fa un frastuono che è impossibile non udire ma a quanto pare solo io e la misteriosa ragazza siamo capaci di sentirla muoversi, ma per quanto ne riguarda la vista i cittadini scappano terrorizzati nello scorgere il mostro, prima che calpesti qualcuno o qualcosa c'è solo una cosa da fare.
-Plagg, trasformami!- invoco l'animaletto che subito accorre in mio aiuto dando il via alla trasformazione, un lampo di luce verde mi abbaglia e sento il potere che mi invade, un attimo dopo tutto è finito e sono lì con un'altra maschera sul volto e un abbigliamento mai visto prima, composto da una giacca verde petrolio dalle maniche svasate alla fine, un panciotto verde acido rigato come i pantaloni che però sono marroni, improbabili stivali e un collarino nero con tanto di campanellino, senza dimenticare le orecchie e la coda da gatto nere.
Mi volto e accanto a me la ragazza dall'abito bianco ha preso altre sembianze, anche lei è una supereroina! 
Un abito bordeaux con corpetto le ricade sulle gambe fino a metà coscia, una mantella a pois le copre le spalle e stivali neri dalla punta rossa completano il tutto.
Ci gurdiamo increduli, e lì capisco che quello sarebbe stato il primo di molti combattimenti in coppia.
Balzo velocemente sul mostro e pianto la mano guantata (e artigliata) nel legno.
-Cat-Aclysm!- urlo inconsapevole di ciò che faccio, la battaglia è già terminata, in un non nulla grazie al mio potere distruttivo, come mi ha spiegato Plagg.
Vedo la ragazza che rinchiude l'essenza maligna, sottoforma di farfalla, in un piccolo scrigno.
-Cosa fa?- domando avvicinandomi a lei.
-Voi distruggete, io creo- la farfalla è diventata bianca e vola via.
-L'ho purificata- spiega sorridendo, nel frattempo vengo rapito dalla musica che proviene dalla sala, la situazione è molto romantica ed entrambi siamo tornati ai soliti costumi dato che la trasformazione è finita.
-Siete poco propensa a togliere la maschera, vero?- domando porgendole la mano che subito accetta.
-Vero, ma sarò lieta di concederle questo ballo, monsieur- e così danziamo fino a quando le note non decideranno di fermarsi questa notte, tutto ciò sotto le stelle, uniche nostre spettatrici.

Angolo autrici
FelicyaCiccarone: la sorpresina bella che sarebbe dovuta accadere sono loro due che danzano, amabili non trovate? 
Ringraziate tanto Hoon18 ❤❤
Lascio a te la parola!
P.s. Scusate l'enormeeeeee ritardo.

Hoon18: odiate Fely tanto quanto la odio io per l'enorme ritardo. È tutta colpa sua (???????).
No okay. È vero, ma ci scusiamo entrambe XD 
Speriamo che la vostra scrittrice pigrona non si prenda altri due mesi di pausa prima di scrivere il quarto capitolo!

FelicyaCiccarone: probabile, ma sh, non fateci caso.

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