Soul Calibur V - Rotkäppchen: Genesi

di Lady I H V E Byron
(/viewuser.php?uid=843657)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Presentazione personaggi ***
Capitolo 2: *** Morsi di felicità ***
Capitolo 3: *** Nel bosco ***
Capitolo 4: *** Z.W.E.I. alla riscossa ***
Capitolo 5: *** Improvvisazione ***
Capitolo 6: *** Brama di vendetta ***
Capitolo 7: *** Un attimo di serenità ***
Capitolo 8: *** La vera storia ***



Capitolo 1
*** Presentazione personaggi ***


Note dell'autrice (aggiornato): salve di nuovo. Ho voluto modificare almeno il primo capitolo di questa storia quasi senza senso. Comunque, questa è la mia versione della favola di "Cappuccetto Rosso", o meglio, una possibile genesi, in versione SC. Non so perché mi sia venuta questa idea, ma ne sono orgogliosa, nonostante le scarsissime visssite, ma non mi importa... XP
Doveva essere uno spin-off di un'altra storia di SC che stavo scrivendo, ma l'ho cancellata perché mi mancava l'ispirazione (e il filo logico) per continuare. Forse la rimetterò quando avrò scritto altri due capitoli, non lo so...
Comunque, ecco la lista dei personaggi e una breve descrizione (visto che il capitolo dell'altra storia in cui li avevo elencati è stato cancellato... P.S.: alcune delle storie dei personaggi sono tutte inventate da me), per ordine di apparenza:
- Lucius Alexandra: fratello minore di Sophitia e Cassandra Alexandra, cuciniere degli Schwartzwind; dopo la morte delle sorelle, la scomparsa della nipote Pyrrah e il fallimento del negozio del padre, decide di viaggiare con il cognato Rothion e il nipote Patroklos alla ricerca di Pyrrah e di un nuovo impiego.
- Hildegard Von Krone: principessa dell'ormai caduto regno di Wolfkrone, moglie di Siegfried (lo so che nel gioco non è così, ma nella mia fantasia sì!) e vice capo degli Schwartzwind; nel tentativo di proteggere il suo regno, resuscitando l'antico re Algol, ne ha causato la caduta, provocando la rinascita di Soul Edge e la comparsa dei malfestati.
- Siegfried Schtauffen: ex-Nightmare, custode della sacra spada Soul Calibur e capo degli Schwartzwind; conobbe Hildegard nel suo ultimo viaggio; all'inizio non voleva farla avvicinare a lui, per timore di affezionarsi a lei e così perdere un'altra persona cara a causa di Soul Edge. Solo dopo la distruzione definitiva di Nightmare e la spada maledetta si rende conto di provare qualcosa per lei. Infatti si sposarono a Wolfkrone ed ebbero due figli.
- Christine Schtauffen: figlia minore di Siegfried e Hilde, nata due anni prima della caduta di Wolfkrone e protagonista di questa storia. La madre vorrebbe istruirla nelle arti belliche, ma il padre esprime sempre il suo dissenso. Ma ciò non impedisce a Christine di allenarsi con il pugnale o la balestra, cui è molto dotata.
- Frederick Schtauffen: figlio maggiore di Siegfried e Hilde. Il nome "Frederick" è stato deciso da Siegfried, in onore e memoria del proprio padre. Frederick prova molta ammirazione per il padre e sogna, un giorno, di diventare forte come lui. Siegfried continua ad augurare al figlio di non vivere la sua stessa vita.
- Celux Gan'-Eden: figlia adottiva di Siegfried e Hilde, adottata dal primo, durante il suo ultimo viaggio per distruggere Soul Edge. Si incontrarono dopo che Siegfried tornò ad essere se stesso la seconda volta, dopo la battaglia contro Raphael. Provando, dopo tanti anni, un forte senso di tenerezza per quella bimba, decise di prenderla con sé, abbandonando il suo proposito di togliersi la vita, appena distrutta Soul Edge. Col passare degli anni, Celux scopre di essere una maga, infatti è l'unico membro degli Schwartzwind a possedere le arti magiche senza l'ausilio di Soul Calibur o Soul Edge. Segno particolare: occhi di due colori diversi, azzurro il destro, dorato il sinistro.
- Z.W.E.I.: braccio destro di Siegfried, migliore amico di Celux e Frederick e secondo protagonista della storia. Un giovane dal passato oscuro, la cui vita è stata rovinata dal Graf Dumas che ha causato la distruzione del suo villaggio, il rapimento della sorella minore D.R.E.I. e l'uccisione del fratello maggiore E.I.N., che ora vive legato a lui come spirito con sembianze di lupo. Si unì agli Schwartzwind, poiché il suo nemico, Graf Dumas, è sospettato essere il nuovo Nightmare.
- Bangoo: figlio adottivo di Rock, detto il "Gigante Bianco". Brama vendetta contro Astaroth, il "Gigante Nero", responsabile della morte del padre. Prima di esalare l'ultimo respiro, Rock gli implorò di partire per l'Europa a cercare Siegfried Schtauffen, l'unico, secondo lui, in grado di scoprire come annientare il golem.
- Banditi: vogliono rapire Christine e Margaret per ricattare Siegfried e per vendicare le azioni di Nightmare.
- Margaret Schtauffen: madre di Siegfried. Dalla morte del marito Frederick, venne separata anche dal figlio, che non rivide per più di tre anni. La notizia che fosse divenuto Nightmare le provocò un collasso mentale, ma non così grave da provocarle la morte. Per un po' di tempo, dopo il matrimonio di Siegfried, visse nel castello di Wolfkrone. Col passare degli anni, decise di vivere in una tranquilla casetta dopo il bosco. Christine le fa visita molto spesso.
- Viola: chiromante degli Schwartzwind. Non ricorda nulla del suo passato, non prima di quando era apprendista delle "Weiβenhaar", un gruppo di chiromanti, note per i loro capelli bianchi. Tuttavia, sogna spesso un uomo dai capelli biondi e gli occhi rosso sangue. Prova una certa attrazione per Z.W.E.I.

Gente, questa è la presentazione dei personaggi. Ci vediamo al prossimo capitolo. Ciao!

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Morsi di felicità ***


Il sole sorse nel Sacro Impero Romano, illuminando la fortezza in cui risiedevano gli Schwartzwind. Lucius, il cuciniere, come ogni mattina, si era svegliato prima del sorgere del sole per preparare la colazione per l’intero gruppo. Non sapeva il perché, ma quella mattina era particolarmente ispirato per delle ciambelle che piacevano molto sia a lui che alle sorelle maggiori Cassandra e Sophitia. Pensò a loro, mentre impastava, e sospirò, triste. Sentiva molto la loro mancanza, dei giorni in cui erano in Grecia, tutti insieme, prima di Soul Edge. Almeno, in quel momento, poteva far assaporare un momento di felicità alla sua nuova famiglia, per far loro dimenticare cosa li avrebbe attesi durante la giornata. L’odore dolce che proveniva dal forno sembrò svegliare i mercenari. Le sentinelle avevano già ritirato i secchi di latte appena munto provenienti dai contadini che lavoravano sotto la protezione degli Schwartzwind. Le ciambelle erano sempre gradite, soprattutto se accompagnate dal latte appena munto. "Stavolta Lucius si è superato, vero, Sieg?" notò Hilde, dopo aver dato un ultimo morso alla sua ciambella. Siegfried annuì, ma appariva pensieroso. "Sì, ma stavolta ne ha fatte davvero tante…” commentò, osservando, dalla propria finestra, l’uomo che stava ancora infornando e il resto dei mercenari che stava brindando a lui per la colazione “Penso che ne darò un po' a mia madre." "Già. E' da una vita che non ti vede..." commentò la donna, sorridendo compiaciuta "Quanto tempo è passato dalla tua ultima visita?" "Talmente tanto che mi sembra un'eternità. Sono davvero un pessimo figlio..." In quel momento, uno dei messaggeri raggiunse i due coniugi, correndo. "Capitano, mia signora, pessime notizie!" annunciò "I malfestati stanno attaccando di nuovo il villaggio qui accanto e gli uomini inviati là necessitano rinforzi!" Siegfried sospirò. "Dannati malfestati..." mormorò, scuotendo la testa "Dovete sempre rovinare tutto, vero?" Si rivolse al messaggero. "Estendi il messaggio anche agli altri. Chiedi loro se ci sono volontari, noi arriviamo subito." L'uomo fece un leggero inchino e si diresse nella piazza centrale della fortezza. Siegfried sospirò di nuovo. "Immagino dovrò inviare qualcun'altro al posto mio..." borbottò, mentre prendeva la sua armatura. "Manda Christine." propose la donna "E' sempre felice di andare da sua nonna, in fondo..." "Christine? Ma non sarà troppo pericoloso?" "Ha percorso quel bosco centinaia di volte. Vedrai che saprà cavarsela. In fondo è tua figlia, no?" Christine era nella sua stanza, intenta a legare i lunghi capelli rossi in due trecce. Indossava un abito semplice azzurro con stivali di pelle lunghi fino al ginocchio. Frederick, intanto, stava lucidando la sua spada. "Christine!" sentirono urlare. "Arrivo, mamma!" La bambina lisciò l'abito e corse dalla madre. Hilde aveva sistemato delle ciambelle e una bottiglia di vino in un piccolo cesto di vimini. "Mi hai chiamato, mamma?" "Sì, tesoro. Senti, ti va di andare da tua nonna per portarle queste ciambelle e questa bottiglia di vino? Le farà piacere, visto che è debole e malata." Christine sorrise: voleva bene a sua nonna. Era sempre felice di farle visita. "Certo che mi va! Allora vado subito." esclamò, prima di prendere il cestino. Hilde la fermò. "Ah! Prima mettiti la mantellina che ti ha fatto la nonna." aggiunse, prima di mettere alla figlia una mantellina rossa con il cappuccio "Potresti prendere freddo, lo sai. E vestita leggera così potresti prendere una bella polmonite, se poi sudi." A Christine piaceva molto quella mantellina rossa: era morbida e calda, come un abbraccio. Era un regalo di compleanno da parte di sua nonna Margaret, risalente a due anni prima. La bambina la trovò talmente graziosa che passò un periodo in cui non voleva togliersela per nessun motivo al mondo. Per tale motivo, veniva chiamata scherzosamente "Rotkäppchen" dai membri più giovani degli Schwartzwind. Ogni scusa era buona per indossare quella mantellina. Hilde fece le ultime raccomandazioni alla figlia. "Mi raccomando: resta nel sentiero, non parlare con gli sconosciuti, non saltellare per la via, altrimenti la bottiglia di vino cade per terra e si rompe, se vedi un bandito o un animale feroce torna subito indietro e quando entri in casa della nonna, ricordati di salutare, invece di curiosare dappertutto." "Farò tutto per bene." assicurò Christine, mettendosi il cappuccio. "Ce l'hai ancora il tuo pugnale?" "Lo porto sempre con me." "Brava la mia bambina. Ora vai, prima che si faccia troppo tardi."

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Nel bosco ***


Note dell'autrice: qui si passa ad uno "stravolgimento" della favola originale... o forse no. B)

----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

La bambina salutò tutti coloro che incontrava, prima di uscire dalla fortezza.
Si imbatté in Celux, che indossava la sua armatura e brandiva la sua alabarda.
"Ciao, sorellona!"
"Ehi, che vitalità!" ricambiò la sorella adottiva, sorridendo.
Anche Siegfried era fuori dal portone, con indosso la sua armatura. Sapeva che non era la prima volta in cui la figlia minore entrava nel bosco che divideva la fortezza degli Schwartzwind dalla casa di sua madre, ma sentiva sempre il dovere di seguirla fino all'entrata della fortezza.
"Sieg!" salutò Celux.
"Oh, ciao, Celux... qualcosa non va?" mormorò l'uomo, con un filo di voce e lo sguardo quasi assente.
"I banditi." spiegò la ragazza "Quelli che abbiamo affrontato due giorni fa... Sono tornati e alcuni informatori mi hanno rivelato che si trovano nel bosco..."
Siegfried cadde dalle nuvole.
"Banditi?" si stupì "Nel bosco?! Oh, no... Christine è diretta proprio lì!"
Celux si fece seria e strinse l'alabarda.
"La raggiungerò, così potrò proteggerla!"
"No! Tu mi servi ora per sconfiggere dei malfestati comparsi nel villaggio qui vicino!"
"Ma allora Chrissie...!"
"Invierò qualcun altro per proteggerla, non temere!"
"Ricevuto, Sieg! Vado a preparare il mio cavallo!"
Non poteva andare lui. Era complicato decidere immediatamente chi mandare per proteggere sua figlia.
Delle voci lo distrassero: Z.W.E.I. e Bangoo stavano di nuovo litigando.
Z.W.E.I. conosceva i boschi dell'Impero come le sue tasche: era ideale per quella missione.
"Z.W.E.I.! Vieni subito qui!" tuonò, facendo interrompere la controversia.
A concluderla furono gli sguardi minatori che si rivolsero i due uomini, mentre quello con il tatuaggio sul torace si avvicinava a Siegfried.
"Buongiorno, capitano!" salutò, mettendosi quasi sull'"Attenti" "Quelle ciambelle erano troppo buone. Forse ne ho mangiate troppe..."
Il capo degli Schwartzwind tagliò corto: "Voglio che tu protegga mia figlia. Celux ha detto che potrebbero esserci dei banditi nel bosco e non voglio rischiare che venga fatto del male a Christine..."
Z.W.E.I. sorrise in modo furbo.
"Non preoccuparti, capitano." assicurò "Le starò addosso come la puzza su Bangoo!"
Bangoo, sentendosi nominato, esclamò: "Va' al diavolo, uomo lupo!"
"Ma è la verità!" schernì l'uomo con il tatuaggio, continuando a sorridere.
"Sei solo invidioso perché così non puoi andare a dare una bella batosta ai malfestati!"
"Questa me la paghi, selvaggio del Nuovo Mondo!"
Siegfried tornò al suo discorso.
"Z.W.E.I., conto su di te! Elimina pure i banditi, se necessario."
"Per la figlia del mio capitano, questo ed altro!"
"E non farti scoprire da lei, altrimenti scoprirà che ti ho mandato io."
Intanto, Christine era già entrata nel bosco, ascoltando i canti degli uccelli e fischiettando con loro, ignara del pericolo incombente: i banditi descritti da Celux, infatti, erano nascosti dietro a dei cespugli, in entrambi il lati del sentiero. Il loro capo aveva tre cicatrici su tutto il volto, simili ai segni lasciati dagli artigli di un animale feroce.
"Guarda, guarda..." mormorò un bandito dagli occhi scuri "Abbiamo qui una graziosa bambina, tutta sola ed indifesa, nientemeno che la figlia del temuto Siegfried Schtauffen. Chissà quante cose buone avrà nel suo cestino... E chissà quanto ci frutterà un bel riscatto..."
"Quando attacchiamo, capo?" domandò un altro.
Il capo dei banditi restò in silenzio, attendendo il momento giusto per aggredire la bambina dai capelli rossi. Tuttavia, udì qualcosa di insolito: un fruscio leggero che si avvicinava.
"C'è qualcuno!" annunciò "Scappiamo!"
I banditi si mossero, seguiti da Z.W.E.I.; aveva fatto rumore di proposito, per farli scappare. Se avesse combattuto, Christine si sarebbe accorta di lui.
Essendo cresciuto in una foresta, sapeva come muoversi in modo silenzioso, senza farsi scoprire, ma i banditi no. Infatti, uno di loro pestò un ramo secco.
La bambina si voltò, allarmata.
"Chi è stato?" domandò, pronta a sfoderare il pugnale "Chi c'è?"
I banditi si erano fermati di nuovo, ma si trovavano in una posizione più visibile rispetto alla precedente. Christine li avrebbe visti, ma non sarebbe stata pronta ad affrontarli tutti.
Z.W.E.I. non poteva permetterlo: doveva distrarla. Tuttavia, per farlo, fu costretto a farsi scoprire.
Si finse imbarazzato, mentre si avvicinava alla bambina.
"Ciao, Chrissie..." salutò, mentre si stirava la schiena.
"Oh, Z.W.E.I. ..." si sollevò Christine, levando la mano dal pugnale "Cosa ci fai qui?"
Urgeva una menzogna: non poteva dire che era stato mandato da suo padre.
"Tuo padre mi ha dato del tempo libero, quindi ne ho approfittato per allenarmi un po'." mentì, cercando di essere convincente.
"Ti alleni nel bosco?"
"Beh, sì. D'altronde, ci sono cresciuto. Non esistono altri posti in cui potrei sentirmi a mio agio. E poi il bosco è un ottimo posto per mettersi alla prova."
Christine storse la bocca, ma poi sorrise.
"Per un attimo pensavo ti avesse mandato mio padre per proteggermi..."
Entrambi, in un modo o nell'altro, sapevano che era quello il motivo. Tuttavia, l'uomo cambiò discorso.
"Comunque... dove stai andando di bello con quella cesta, Chrissie?" domandò, rivolgendo lo sguardo verso il cestino di vimini.
"Sto andando a trovare mia nonna Margaret, che è debole e malata, poverina. Mamma mi ha chiesto di portarle le ciambelle di Lucius e una bottiglia di vino rosso, così si rimetterà in sesto." rispose Christine, mostrando all'amico il contenuto del cestino.
Z.W.E.I. guardò in avanti, oltre la bambina, per un attimo, per vedere la posizione dei banditi. Non si erano mossi.
"E... dove abita tua nonna, Chrissie?" domandò, per prendere tempo.
"E' la prima casa che si vede, una volta usciti dal bosco. Perché questa domanda, Z.W.E.I.?"
 I banditi si consultarono fra di loro, prima di proseguire per il bosco, prendendo un sentiero a destra e Z.W.E.I. se ne accorse.
"Beh, giusto per sapere quanto è lontana da qui. Quindi sei abbastanza vicina."
"Sì, infatti." annuì Christine, prima di ricominciare a camminare "Ora scusa, devo andare. I miei genitori non vogliono che stia fuori a lungo. Ciao, Z.W.E.I."
L'uomo prese la bambina per le spalle appena in tempo: si trovavano di fronte ad un bivio e lei stava per imboccare lo stesso sentiero dei banditi.
"Ehm, senti, Chrissie, visto che devi rientrare per l'ora di pranzo, perché non prendi questa strada?" propose Z.W.E.I., mentre indicava il sentiero di sinistra "Arriverai prima a casa di tua nonna, così potrai stare più tempo con lei."
Christine apparve scettica.
"Tutte le volte che sono andata da mia nonna ho sempre preso il sentiero a destra." spiegò "Quello a sinistra non l'ho mai preso. Ho sempre il timore che sia la strada più lunga."
"Fidati, Chrissie!" assicurò, mentendo, l'uomo "Io conosco questi boschi come le mie tasche. E poi, in quel sentiero crescono dei fiori proprio carini. Potresti raccoglierne un po' per tua nonna. Le farebbero piacere, secondo me."
La bambina rifletté, poi decise di seguire il consiglio dell'amico.
"Ok, grazie per il consiglio, Z.W.E.I." ringraziò, dandogli un bacio sulla guancia "Ci vediamo nella fortezza, allora! Ciao!"
Come sperato, Christine prese il sentiero a sinistra, cominciando a raccogliere qualche fiore.
Z.W.E.I., sorridendo, si toccò la guancia, sollevato al solo pensiero che lei fosse lontana dal pericolo.
E.I.N. apparve alle sue spalle.
"Secondo te l'avrà bevuta?" domandò, facendo sobbalzare l'uomo, che si infuriò.
"Lo fai tanto per fare o vuoi veramente farmi venire un colpo?!" tuonò, puntandogli un dito contro.
Indifferente, il lupo continuò il suo discorso.
"Per me, lo sapeva di già che è stato Siegfried a mandarti."
"Qualunque cosa pensasse, è lontana dai guai, per adesso. Ora dobbiamo occuparci dei banditi, prima che Christine esca dal bosco."

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Z.W.E.I. alla riscossa ***


Note dell'autrice: so che nel gioco originale la madre di Siegfried dovrebbe essere passata a miglior vita, ma visto che a me SCV non è piaciuto per niente (SOPRATTUTTO PERCHE' MI HANNO DEGRADATO SIEGGY A PERSONAGGIO SECONDARIO!!!) ho fatto tutto di testa mia... B) Ah, la battuta che comparirà alla fine, so che è bruttissima, oltre che scontata...


------------------------------------------------------------------------------------------------------




I banditi, infatti, erano proseguiti sul sentiero imboccato poco prima.
"Senti, capo, ma perché non abbiamo atteso che la bambina e il tizio con il tatuaggio si separassero? Avevamo la bambina praticamente nelle nostre mani!"
Il capo, senza fermarsi, spiegò il motivo:
"Perché il tizio ha citato un altro elemento che ci farà fruttare bei quattrini e gli anziani sono facili da rapire e rapinare: sono deboli e a malapena riescono a camminare, figuriamoci a reagire. E poi... se rapiamo sia la madre che la figlia di Siegfried, il prezzo del riscatto aumenta, no?"
"Sei un genio, capo!"
Una voce inaspettata li bloccò.
"Io dico che vi ritroverete con un pugno di mosche in mano, belli!"
Z.W.E.I. era riuscito a raggiungerli in tempo.
"Eliminiamolo!" ordinò il capo dei banditi.
Sguainarono tutti le loro armi, anche l'uomo con il tatuaggio.
Sei contro due.
Non era la prima volta in cui si ritrovava a combattere contro più nemici: anzi, in confronto ai malfestati, quei banditi erano solo delle formiche da schiacciare.
Z.W.E.I. schivava quasi tutti i loro attacchi, per fare in modo che si attaccassero l'uno contro l'altro, oppure parava i colpi e colpiva con un calcio all'indietro chi osava colpirlo alle spalle.
Non voleva ucciderli, solo stordirli per evitare che Christine lo scoprisse.
Non evocò nemmeno E.I.N., per non spaventarli. Comparve da solo, quando Z.W.E.I. aveva appena sconfitto un bandito e un altro, approfittando della situazione, aveva deciso di colpirlo alle spalle. Il lupo apparve e gli diede un pugno sulla mandibola, provocandogli la perdita dei sensi.
"Grazie per avermi coperto le spalle."
"Ma ti pare..."
L'uomo li contò, per assicurarsi che ci fossero tutti. Ne mancava uno. Infatti un uomo di statura bassa stava correndo velocemente verso l'uscita del bosco.
Z.W.E.I., senza pensarci due volte, si lanciò all'inseguimento. Sebbene fosse più alto e più robusto del bandito, non era più veloce di lui.
Quando riuscì a raggiungerlo, era già vicino alla casa della madre di Siegfried. Lo buttò per terra e trafisse la sua schiena con la spada.
Non correndo più il rischio di essere scoperto da Christine, l'uomo con il tatuaggio poteva uccidere i banditi.
"Bene, ora non resta che attendere gli altri..." mormorò, prima di nascondere il corpo in un cespuglio nei dintorni.
La casa della vedova Schtauffen sorgeva in mezzo ad una radura verde, circondata da alberi. Il villaggio più vicino si trovava a pochi passi di distanza. Margaret era una donna anziana di quasi settant'anni e viveva da sola. Spesso, il medico del villaggio le inviava sua figlia, affinché badasse a lei per prepararle i pasti o badare alla casa. Quel giorno, però, la donna era sola, mentre lavorava a maglia sulla sua sedia a dondolo. I lunghi capelli bianchi, una volta biondi, scendevano fin sotto le spalle. Nonostante l'età, non era sorda: sentì un rumore particolare provenire dall'esterno, il suono di una spada che trafiggeva qualcosa.
"Chi c'è?" domandò, avvicinandosi alla porta, aprendola. Aveva vissuto molte guerre in gioventù: niente la spaventava, ma era troppo debole per difendersi da un furto.
Z.W.E.I. udì la voce della donna, mentre nascondeva il corpo del bandito, e si morse il labbro inferiore.
"Cosa faccio, adesso?" domandò, a bassa voce "Gli altri banditi si riprenderanno a momenti e non so per quanto tempo ancora Chrissie resterà nel sentiero che le ho indicato..."
Poi, ebbe un'idea.
Innanzitutto, entrò nella casa. La donna volle urlare, temendo che l'uomo fosse un ladro, ma lui le coprì la bocca con una mano e la fissò con aria preoccupata.
"Vedova Schtauffen, non abbiate paura." assicurò, prima di togliere la mano "Mi chiamo Z.W.E.I., sono un amico di vostro figlio Siegfried."
"Z.W.E.I.?" domandò Margaret, come se non fosse sorpresa "Chrissie parla molto di te, quando viene a trovarmi..."
"Ah, tanto meglio... Sentite, ho molte cose da dirvi e poco tempo a disposizione: vostra nipote sta venendo a trovarvi, ma dei banditi le stanno dando la caccia per rapirvi entrambe e chiedere un riscatto a vostro figlio. Ho fatto del mio meglio per proteggere Christine, ma ora penso che i banditi stiano venendo qui. Dovete nascondervi, vedova Schtauffen. Avete un posto adatto?"
"Sì, la cantina." rispose la donna, indicando una botola di legno "Ma cosa hai intenzione di fare? E cosa ne sarà della mia Chrissie?"
"Non preoccupatevi. Vostra nipote è al sicuro, anzi, lo sarete entrambe."
"D'accordo. Mi voglio fidare di te."
L'uomo aprì la botola e aiutò Margaret a scendere.
"Starete bene, vedova Schtauffen?" domandò lui, premuroso.
"Non preoccuparti. Sono stata in luoghi e momenti peggiori."
"Bene. Tutto quello che vi chiedo, allora, è di non fare alcun rumore o uscire dalla cantina fino a quando non ve lo dirò io. Eheh... però potete respirare."
"Eheh... questo era scontato. In bocca al lupo, Z.W.E.I.!"
Z.W.E.I. fece una smorfia di disapprovazione, mentre chiudeva la cantina, all'ultima frase della madre di Siegfried.
E.I.N. comparve alle sue spalle.
"Ora cosa facciamo, genio?" domandò il lupo.
"Prima fase del piano."

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Improvvisazione ***


Note dell'autrice: qui mi sono ispirata a "Cappuccetto Rosso e gli insoliti sospetti" (quello sì che è un OOC; non mi è piaciuto granché, se posso essere sincera...). Se vi scappa qualche risata me ne assumo ogni responsabilità...

-----------------------------------------------------------------------------------------------------------

Nel frattempo, Christine stava ancora raccogliendo fiori sul sentiero indicatole dall'amico.
"Cavoli, ho come l'impressione di essermi fermata troppo a lungo..." constatò, osservando il sentiero di fronte a lei "Oh, beh, almeno ho raccolto un bel mazzo di fiori per la nonna. Spero solo che le piacciano... Z.W.E.I. è stato proprio bravo a consigliarmi questo sentiero."
Continuò a camminare per il sentiero, ancora convinta di prendere la strada più breve per l'uscita del bosco.
Z.W.E.I., intanto, finì di preparare ciò che intendeva con "Prima fase del piano".
"Ok, finito."
Il lupo indossava una cuffietta e una camicia da notte, entrambe appartenenti a Margaret.
"Vorrei dire una cosa, Z.W.E.I. ..." mormorò E.I.N., sentendosi ridicolo "Questa cosa non è seria..."
"Però è adatta ad ingannare i banditi: loro credono che tu sia la vedova Schtauffen, mentre invece sei un lupo."
"Ma perché devo vestirmi io da nonna?! Non puoi farlo tu, visto che sei umano?!"
Z.W.E.I. storse la bocca al solo pensiero di vestirsi come aveva vestito il lupo.
"Perché, genio, io ho una certa reputazione da difendere. Dico, ti sembro il tipo da indossare abiti da donna?"
"E perché, io sì?! Non possiamo fare che tu ti vesti da nonna e io faccio l'agguato ai banditi?"
"Eh?! Io non li indosso certo quegli abiti!"
"Questa cuffietta mi sta facendo venire il prurito alle orecchie! Ecco, ora va meglio..."
"Aspetta! Zitto..." intimò l'uomo, mettendosi un dito di fronte alla bocca "Sta arrivando qualcuno! Magari sono loro! In posizione!"
"E se poi scoprono che non sono la vedova Schtauffen?" domandò E.I.N., entrando nel letto.
"Non avranno nemmeno il tempo di guardarti in faccia che io li ucciderò tutti." assicurò Z.W.E.I., mentre si sistemava sotto il letto, la posizione decisa per sferrare l'agguato ai banditi "E poi basterà che tieni il muso sotto le coperte."
Si aspettavano il rumore di una porta sfondata, invece, udirono tre tocchi leggeri sulla porta e una voce femminile.
"Permesso?"
E.I.N. e Z.W.E.I. ebbero una sincope.
"Merda! E' Christine!" esclamò il secondo, sottovoce, quasi battendo il pugno sul pavimento.
"Che cosa facciamo, adesso?!"
"Comportati normalmente e stai tranquillo! E, per favore, non entrare in crisi!"
Il lupo, infatti, stava cominciando ad andare in paranoia: succedeva sempre così, quando non sapeva cosa fare.
Christine, intanto, entrò in casa, senza togliersi il cappuccio.
"Ciao, nonna!" salutò, sorridendo e guardandosi intorno "Sono io, Christine!"
Non udì nessuna risposta.
"Dai, dì qualcosa!" incitò Z.W.E.I., sottovoce.
E.I.N., schiarendosi la voce, parlò, imitando la voce di una donna anziana.
"Oh, la mia Chrissie!" esclamò, con voce gracchiante "Vieni, vieni! Sono qui, in camera mia! Cosa mi hai portato di bello, oggi, piccola?"
Scioccato dalla voce e dalle parole del lupo, l'uomo assunse uno sguardo disgustato e batté, piano, la fronte sul pavimento.
La bambina entrò nella camera da letto. Notò dal primo momento che qualcosa non andava.
"Ti ho portato delle ciambelle, nonna. E un bel mazzetto di fiori." spiegò, mostrando il cestino "Stamattina, Lucius, sai, il nostro cuciniere, ne ha fatte tantissime, quindi sono venuta a portartene un po', insieme ad una bottiglia di vino, così potrai rimetterti in sesto. Hai davvero una brutta voce, nonnina..."
E.I.N. sgranò gli occhi, ma riprese il controllo. Tutto quello che doveva fare era nascondere almeno il naso e la bocca sotto le coperte.
"Beh, sai, mi sento male, piccola mia." mentì "Ma sono sicura che quelle ciambelle e quel buon vino mi faranno bene, oltre a ricevere la tua visita, ovvio..."
Christine sorrise di nuovo, ma si fece subito seria, scrutando qualcosa nella figura che diceva essere sua nonna.
"Però..." mormorò "Che orecchie grandi che hai..."
Il lupo, infatti, le aveva rimosse dalla cuffietta, poiché gli provocava prurito. Z.W.E.I., ancora sotto il letto, si morse un dito.
"Ahia..." pensò, preoccupato per l'incolumità della copertura.
"Beh, è... p-per ascoltarti meglio, cara..." fu la risposta di E.I.N.
Margaret, nascosta nella cantina, ascoltò l'intero discorso e per poco non scoppiò a ridere a tale risposta.
L'uomo, invece, batté la mano sul volto, sconvolto.
"Che risposta del cavolo..." pensò.
"E che occhi grandi che hai..." notò Christine.
"E' per... ehm... guardarti meglio, cara. Come stai diventando bella!"
Per sbaglio, E.I.N. mise una mano fuori dal letto e la bambina la notò, quasi rabbrividendo.
"E che mani grandi che hai, nonna..."
"Ehm... per accarezzarti e abbracciarti meglio, cara."
Per tutto il tempo, la figura che diceva di essere Margaret, era rimasta con la bocca sotto le coperte. Infatti, la coperta sembrava muoversi ogni volta che parlava.
"E che bocca grande che hai..."
Il lupo non ebbe il tempo per rispondere che la porta fu sfondata con violenza: il capo dei banditi, insieme a quelli risparmiati da Z.W.E.I., entrò nella casa, con una daga in mano.
"Serve per urlare meglio." rispose l'uomo con le tre cicatrici, prima di indicare il letto "Prendetele."
Christine era spaventata dalla presenza dei banditi, ma sguainò ugualmente il pugnale.
"Stai indietro!" esclamò all'uomo che si era avvicinato a lei.
Ma egli non si lasciò intimidire: prese la bambina per il polso armato e lo strinse forte.
"LASCIAMI!" esclamò lei.
Z.W.E.I. sentì il dovere di intervenire, ma E.I.N. lo bruciò sul tempo: appena un altro uomo si avvicinò per prenderlo, credendo fosse Margaret, il lupo scattò in alto, liberandosi della cuffietta e della camicia da notte.
"Sorpresa!" esclamò, prima di scaraventare il bandito verso i compagni con un pugno.
"Cos'è quell'affare?!"
"Che Dio ci aiuti! Un lupo fantasma!"
"Presto, scappiamo!"
"Dove andate? Mi sono appena scaldato!" schernì E.I.N., seguendo i banditi fino all'uscita.
Era il momento: Z.W.E.I. diede un calcio di taglio alle caviglie dell'uomo che aveva preso Christine, facendolo cadere su pavimento. Dopodiché, uscì dal letto e soffocò il bandito con il suo braccio, rompendogli il collo. Non poteva usare la spada in una casa, per evitare di macchiarla di sangue.
Christine era spaventata, ma non piangeva.
"Chrissie! Stai bene?" domandò, prendendo la bambina per le spalle, preoccupato.
"Sì, forse..." fu la risposta, quasi balbettata "Z.W.E.I., che sta succedendo? Perché E.I.N. era vestito come mia nonna? Perché tu eri sotto il letto? Chi sono quei banditi? E dov'è mia nonna?"
"Le spiegazioni dopo, piccola." rispose l'uomo "Ma ora devi nasconderti. Posso solo dire che tua nonna sta bene ed è al sicuro. Presto, qui, nell'armadio!"
Christine entrò nell'armadio. Il cesto lo aveva lasciato sul comodino della stanza, mentre parlava con E.I.N., credendo fosse sua nonna.
"Ti ha mandato papà, vero?"
"Ti spiegherò tutto più tardi. Sono certo che capirai."

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Brama di vendetta ***


Note dell'autrice: qui si passa un po' al trucido e al filosofico...


-----------------------------------------------------------------------------------------------------




Messa la bambina al sicuro, Z.W.E.I. raggiunse il lupo all'esterno: stava combattendo contro i banditi, ma non poteva fare molto, senza l'uomo, che sguainò la sua spada e si unì al combattimento.
Come sempre, E.I.N. e Z.W.E.I. si rivelarono la perfetta cooperazione: ogni volta che l'uomo si abbassava per schivare un attacco, il lupo compariva ed eseguiva il contrattacco, oppure, ogni volta che il lupo parava un colpo, l'uomo attaccava.
Il combattimento più arduo, però, fu quello contro il capo dei banditi.
Quando incrociarono le lame, spingendo l'un contro l'altro, ebbero un breve dialogo.
"Perché fate questo?" domandò Z.W.E.I., con aria minacciosa "Che cosa volete da noi Schwartzwind?"
"Vendetta." fu la risposta dell'uomo "Dobbiamo vendicare tutto il male commesso dal tuo caro capitano!"
"Siegfried non è più Nightmare! E tutto quello che ha fatto in passato non era colpa sua! Agiva contro la sua volontà! La Soul Edge lo costringeva a fare ciò di cui lo stai accusando!"
"Quello che dici può essere vero... Puoi dare la colpa a Soul Edge, ma a compiere quei stermini era lui, nessun altro."
"Perché, allora, rapire sua madre e sua figlia? Perché non affrontarlo direttamente?"
"Cosicché anche lui potesse capire... cosa si prova a perdere qualcuno di importante. Niente provoca dolore più della perdita di qualcuno o qualcosa a cui tieni con tutto te stesso. Il dolore interno è molto più letale del dolore esterno. Quello esterno può rimarginarsi in poco tempo, facendo scomparire ogni traccia della sua presenza. Ma quello interno... ti consuma lentamente, come una malattia, diventando quasi una parte di te. C'è chi dice di riuscire a reprimerlo, ma in realtà lo tengono solo da parte, oppure c'è chi collassa, chi possiede una mente e un corpo troppo debole per sostenere tale peso. Ed è così che gente del genere deve morire: soffrendo, fino alla fine dei suoi giorni, proprio come Siegfried!"
Frustrato da tali parole, Z.W.E.I. spinse il capo dei banditi con forza e approfittò dell'attimo in cui abbassò la guardia per colpirlo con un fendente, ferendolo allo stomaco.
Lo fissò in modo minaccioso, mentre cadeva.
"Ti sbagli su Siegfried..." mormorò "Anche lui ha sofferto e non poco. Forse la tua sofferenza non è niente in confronto alla sua. Ma ti posso assicurare che nessuno più di lui sa cosa sia la vera sofferenza, quando ti viene strappato ingiustamente qualcosa di importante tra le mani. E' proprio perché ha sofferto che ha deciso di brandire Soul Edge, ignaro di cosa gli riservasse il futuro. La sua trasformazione in Nightmare e ciò che ha fatto... sono stati tutti elementi che lui non avrebbe mai voluto. Anch'io, inoltre, per sofferenza, ho compiuto un gesto che va oltre la legge umana..."
Osservò i banditi intorno a lui, morti, poi osservò E.I.N., che scomparve nel nulla.
"Così non farete più del male a nessuno, miserabili..." disse, infine, a bassa voce.
Rientrò nella casa della vedova Schtauffen e fece uscire Christine dall'armadio.
"Stai bene?"
"Sì, mi sono calmata. Tu stai bene?" domandò la bambina, togliendosi il cappuccio.
"Sì."
"E' per quei banditi che mi stavi seguendo?"
Z.W.E.I. rivelò alla bambina quanto era successo e si scusò per l'inganno.
"Oh... ora capisco..."
"Tuo padre ed io non volevamo che tu pensassi che lui ti vedesse ancora come una bambina piccola, che ha bisogno di qualcuno che la porti in giro per mano, ecco perché mi ha ordinato di non farmi scoprire da te."
"E volevano rapire me e la nonna per ricattare papà..."
"Sì, ma per fortuna è tutto finito."
"A proposito, dov'è la nonna?"
Insieme, si diressero verso la botola che portava alla cantina.
"Vedova Schtauffen, potete uscire, ora. I banditi non ci sono più." annunciò l'uomo, prima di aiutare Margaret ad uscire.
Non sembrava esausta o nervosa dal tempo trascorso in un luogo chiuso.
Christine abbracciò la nonna, sorridendo.
"Oh, tesoro mio!"
"Ciao, nonna!"
Z.W.E.I. si schiarì la voce.
"Beh, immagino che avrete tante cose da dirvi..." disse, mentre prendeva il corpo del bandito che aveva ucciso nella casa "Intanto vado a sistemare i banditi qui fuori..."
Uscendo, notò un particolare: mancava il capo dei banditi fra i cadaveri.
La ferita sullo stomaco, però, aveva lasciato una lunga scia di sangue che si dirigeva verso il villaggio.
"Merda..." mormorò, digrignando i denti "Era ancora vivo... Ma con la ferita che gli ho lasciato, non arriverà a stasera, se tutto andrà come previsto."
Si diresse in un luogo lontano dal villaggio e dal bosco e prese della legna da ardere, sparsa per il sentiero vicino al bosco. Dopodiché, uno ad uno, vi portò i cadaveri dei banditi e li adagiò sul letto di legna che aveva creato, per poi ricoprirli con altra legna. Sfregando, poi, la sua spada su una pietra, fece cadere delle scintille su un mucchio di erba secca, fino a quando non vide del fumo. Successivamente, prese l'erba fra le sue mani e vi soffiò dentro, creando una piccola fiamma. Tale fiamma, una volta gettata sulla legna, provocò un falò. Nessuno avrebbe più trovato i corpi dei banditi.

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Un attimo di serenità ***


Note dell'autrice: un po' di fluff non fa mai male, n'est-pas?



-------------------------------------------------------------------------------------------




Nel frattempo, Christine e Margaret stavano chiacchierando, sedute su due sedie. Margaret stava continuando il suo lavoro a maglia, mentre la nipote la aiutava con il gomitolo di lana.
"Non mi dispiace ricevere le tue visite, tesoro, ma quanto vorrei che anche tuo padre venisse a trovarmi..." rivelò la donna anziana, sospirando.
"Papà lo vorrebbe tanto, nonna." rispose la bambina, prendendo la nonna per una spalla "Ma lui deve combattere contro i malfestati. Dice sempre che è già tanto se riesce a pensare almeno per un minuto."
Margaret sorrise, scuotendo la testa.
"Ah... Siegfried... è proprio come suo padre..." mormorò "Anche tuo nonno metteva sempre i combattimenti prima della famiglia. Diceva che combatteva affinché noi tre vivessimo in pace, lui, io e tuo padre. E poi lui era anche un soldato imperiale, quindi difendere l'Impero doveva avere per forza la priorità."
Z.W.E.I. tornò nella casa della vedova Schtauffen, dopo aver bussato.
"Vogliamo andare, Chrissie?" domandò, con tono gentile "E' quasi ora di pranzo."
Christine, sorridendo, scese dalla sedia e si rimise la mantellina rossa.
"Sì, arrivo."
Margaret la osservò con aria dolce.
"Come ti dona questa mantellina rossa, tesoro..."
"Me lo dici sempre, nonna! Vuoi sdraiarti un attimo sul letto, per caso? Se vuoi ti aiuto..."
"No, ti ringrazio. Julia dovrebbe arrivare a momenti, ci penserà lei. Ciao, tesoro. Salutami tuo padre, tua madre e anche Freddie e Luxy. E grazie per aver salvato me e Christine, Z.W.E.I."
"Figuratevi, vedova Schtauffen." rispose l'uomo, con un leggero inchino "E' stato un piacere proteggere e conoscere la madre del mio capitano."
Uscì, attendendo che la bambina lo seguisse. Ma lei rimase immobile, pensierosa, con il cestino vuoto tra le mani. Tornò da sua nonna e la prese per un braccio.
"Perché non vieni con noi?" propose, facendo sobbalzare Margaret.
"Con voi?"
"Sì. Vieni ad abitare nella fortezza, così potrai vedere papà quando vuoi. Non ti senti sola ad abitare qui?"
Christine la stava implorando con lo sguardo.
"Oh, no tesoro... non potrei." fu la risposta "Come mi hai detto, tuo padre è sempre impegnato a combattere, come il resto di chi abita nella fortezza. Io sarei un peso inutile. Del resto... sono vecchia ormai. Cosa potrei fare per mio figlio, ormai?"
"Ma...!"
Z.W.E.I. interruppe la frase della bambina, semplicemente prendendola per mano.
"Tua nonna ha ragione, Chrissie." disse "E' meglio per lei vivere in un luogo tranquillo, piuttosto che vivere con la costante preoccupazione di un assedio da parte dei malfestati. Ora dobbiamo andare, però. I tuoi genitori ti stanno aspettando."
Christine, a malincuore, lasciò il braccio di sua nonna.
"Ciao, nonna..." mormorò, mentre usciva con Z.W.E.I., senza voltarsi.

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** La vera storia ***


Note dell'autrice: e con questa rivelazione, io chiudo questa storia! Spero vi sia piaciuta e che non abbia rovinato l'infanzia di qualcuno...




-------------------------------------------------------------------------------------------------




Tornarono nella fortezza dopo trenta minuti circa. Non si erano rivolti la parola in quel lasso di tempo. Guardavano entrambi il vuoto, mentre nelle loro menti circolava il caos, causato dagli eventi di quel giorno.
"Ehi, Z.W.E.I. ..." disse la bambina, sulla soglia del portone "Grazie. Per tutto quello che hai fatto oggi."
L'uomo sorrise lievemente, prima di entrare.
Quella sera, quando finalmente tutti i membri del gruppo Schwartzwind poterono riunirsi intorno al fuoco con un piatto di zuppa tra le mani, Christine e Z.W.E.I. raccontarono ai compagni gli eventi di quella mattina.
Bangoo e anche Patroklos, alla scena di E.I.N. vestito come Margaret, scoppiarono a ridere.
"Pensa che risate se ti fossi vestito TU con la camicia da notte e la cuffiettina, uomo lupo!" schernì Bangoo. Patroklos si immaginò la scena e fece una smorfia di disgusto, come per dire: "Che brutta immagine..."
Z.W.E.I. diede uno scapaccione all'omone, come risposta alla sua frase.
"Ehi, ehi! Niente risse, ora, chiaro?!" li fermò Hilde, con aria autoritaria.
Christine era seduta in mezzo a Frederick e Celux.
"Com'è andata con i malfestati, sorellona?"
"Come sempre, ovvio." fu la risposta "E' stata dura, ma abbiamo vinto di nuovo noi!"
Viola, intanto, stava osservando dentro il suo globo, ridacchiando, e l'uomo con il tatuaggio se ne accorse.
"Perché stai ridendo, Viola?" domandò.
"Guarda."
Z.W.E.I. osservò dentro il globo viola: il bandito che credeva non sarebbe sopravvissuto fino a quella sera stava raccontando qualcosa a della gente. Aveva delle bende che circodavano il suo tronco.
"... dopodiché la bambina domandò: "Nonna, che bocca grande che hai!" "E' per mangiarti meglio, cara!". E fu così che il lupo mangiò la bambina. Oh, che spettacolo orrendo! Ma per fortuna, io ero nei paraggi, quindi sono riuscito a salvare la bambina con il cappuccetto rosso e la povera nonna aprendo la pancia di quel lupo infame!"
L'uomo era come sconvolto da ciò che aveva udito.
"Viola... che significa questo?"
"Il bandito sopravvissuto ha raccontato alla gente del villaggio una versione differente degli eventi accaduti oggi, in cui è il lupo, cioé tu, ad essere il cattivo e lui è l'eroe della storia." spiegò la chiromante, con il suo solito sguardo freddo.
La storia del bandito, infatti, raccontava di una bambina con il cappuccetto rosso che andava a trovare la nonna per portarle delle ciambelle e del vino in un cestino. Passando per il bosco, la bambina si imbatté in un lupo cattivo che le chiese dove si stesse recando con quel cestino. Nonostante le raccomandazioni della madre, soprattutto sul non parlare con gli sconosciuti, la bambina rispose che stava andando a trovare sua nonna, che abitava oltre il bosco. Il lupo, intenzionato a mangiarle entrambe, ingannò la bambina indicandole un sentiero più lungo di quello che prendeva di solito, dicendole che era una scorciatoia. Lei accettò e prese quella strada, mentre lui entrò nella casa della nonna, spacciandosi per la nipote, e la divorò in un sol boccone. Dopodiché, si mise la camicia da notte e la cuffiettina ed entrò nel letto, per ingannare nuovamente la bambina con il cappuccetto rosso. Quest'ultima, però, aveva già notato qualcosa di strano nella nonna: le orecchie, gli occhi, le mani, persino la bocca erano più grandi del solito. Ma anche lei finì divorata dal lupo. Fortunatamente, un cacciatore stava passando vicino alla casa della nonna e notò il lupo dalla pancia enorme, quindi dedusse che aveva divorato la nonna. Approfittando della situazione, il cacciatore sparò al lupo e poi gli tagliò la pancia, salvando la bambina con il cappuccetto rosso e sua nonna, prima di scuoiare il lupo e portarsi via la pelle.
Z.W.E.I. nascose il suo disagio con una lieve risata.
"Ma tanto sarà una di quelle storielle che si dimenticano presto..." disse, continuando a ridere in modo falso.
"Ehm... non direi, Z.W.E.I. ..." ribatté Viola, continuando a guardare dentro il globo "Le voci continueranno a circolare, a tal punto da ispirare libri su libri di questa storia; ad avere maggior successo, però, saranno un francese e due tedeschi, anche se accadrà in epoche lontane dalla nostra. E non puoi nemmeno uccidere il bandito: tanto la storia l'ha già raccontata, quindi è troppo tardi... Dovevi assicurarti che fosse morto."
L'uomo sentì il mondo sgretolarsi sotto i suoi piedi e il cuore pesargli nel petto.
"E' inutile..." mormorò, abbassando lo sguardo "Qualunque cosa faccia... il lupo sarà sempre il cattivo della situazione... Sigh..."
La mattina seguente, Siegfried si vestì con abiti normali, invece che con la sua armatura. Il racconto della figlia e di Z.W.E.I. lo aveva convinto ad andare a trovare sua madre. Per troppo tempo lo aveva rimandato a causa dei malfestati.
"Ma Siegfried..." aveva protestato Hilde "Chi comanderà l'attacco ai malfestati, se tu non ci sei?"
"Z.W.E.I. mi sostituirà." decise, serio "In fondo, glielo devo. Ha salvato nostra figlia, rinunciando ad una battaglia contro i malfestati. Direi che oggi se lo merita a tempo pieno, no?"
Pronunciate tali parole e montato sul suo cavallo, Siegfried si diresse verso la casa di sua madre Margaret.
Davanti alla porta, però, si bloccò, con un pugno alzato.
"Cosa faccio adesso?" pensò, colmo di dubbio "Mia madre ed io non ci vediamo da tempo e ora io riappaio come se nulla fosse avvenuto... Non so nemmeno cosa dirle. "Salve, madre.", forse? Dio, quanto vorrei, piuttosto, affrontare eserciti di malfestati..."
Si diede due schiaffi alle guance, contemporaneamente, per darsi la carica.
"Andiamo, che cosa stai pensando, Siegfried?! Hai affrontato il tuo lato oscuro e ti blocchi per un'idiozia del genere?! Ora bussi e quello che succede, succede!"
Deciso, bussò alla porta. Margaret aprì, inizialmente nascondendosi dietro alla porta.
Rimase senza fiato, appena scoprì chi si ritrovò innanzi.
"Madre..." salutò Siegfried, sorridendo.
La donna scoppiò a piangere dalla commozione.
"Siegfried!" esclamò, abbracciando il figlio. Poi lo osservò in faccia, scostando di poco, i capelli biondi che gli coprivano gli occhi. "Ogni giorno che passa... assomigli sempre di più a tuo padre."
"Lo spero, madre, lo spero con tutto il mio cuore."
Madre e figlio entrarono nella casa.
La porta non si aprì fino al calar della sera.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3476608