Capitolo 3
Tsunade ogni giorno andava a controllare le condizioni di Naruto. Agli altri pazienti spesso mandava i suoi
assistenti, ma di Naruto voleva occuparsene lei.
Un giorno però la
madre del bimbo, compagno di stanza del ragazzo, la fermò e le chiese di
parlarle.
“mi dica! Suo
figlio sta male?” chiese l’hokage
“per fortuna si
sta riprendendo bene, ma potrebbe avere una ricaduta…dato
che lei si occupa solo ed esclusivamente di quello!” disse la donna guardando
storto in direzione di Naruto
“Quello ha un
nome, si chiama Naruto!” disse Tsunade
incominciando ad alterarsi.
“comunque sia,
lei dedica troppo tempo a …Naruto. dovrebbe occuparsi
maggiormente degli altri pazienti. Lei è la ninja medico migliore del paese del
fuoco, molti qui dentro sarebbero già fuori se non perdesse tempo con quel
mostro!” disse la donna seccata.
“Io dedico il
tempo di cui dispongo a tutti i miei pazienti chi più e chi meno, ma mi occupo
di ogni singolo caso. E non accade nulla se alcuni sono seguiti da miei
assistenti, può benissimo fidarsi di loro, sono all’altezza del loro compito! E
non si azzardi a chiamare ancora una volta Naruto
mostro. Se il villaggio non è stato raso al suolo completamente è solo merito
suo!”
“No, è colpa
sua!” disse la donna.
Tsunade era furiosa “Naruto è un
ragazzo dal cuore d’oro che tiene dentro di se lo spirito della volpe a nove
code, nonostante lui voglia essere libero da quel peso, non è kyuubi in persona. Naruto in
questo momento è una delle persone più bisognose qui dentro, sia di cure, sia
di affetto e io cercherò di aiutarlo in ogni modo mi sia possibile!”
“Perché se la
prende a cuore per quel ragazzo? A chi importa se muore?”
“A me importa! Ai
suoi compagni, ai suoi maestri e altre persone che hanno riconosciuto il suo
valore e che non hanno gli stessi pregiudizi sbagliati e vergognosi che ha lei
nei suoi confronti! Ora scusi, ma ho del lavoro da svolgere!” disse Tsunade andandosene incavolata nera.
Il tempo passava
e Naruto per trascorrere il tempo, quando poteva,
andava dai bambini a raccontare le sue storie.
I bimbi lo
adoravano e lui in loro compagnia stava bene.
Solo una cosa lo turbava…la stessa cosa che lo infastidiva da quando era piccolo…vedere gli altri in compagnia delle loro famiglie,
mentre lui era tutto solo.
Tsunade si era accorta di questo suo stato d’animo, ma per
quanto volesse aiutarlo, poteva fare ben poco.
Spesso tutti
dimenticavano che i ragazzi che diventavano genin,
erano praticamente dei bambini e spesso venivano trattati alla pari di una
persona di 30 anni…compreso Naruto
che bambino non lo era “mai” stato. La donna cominciò a prendere in
considerazione un’idea.
“ne sei sicura?”
chiese Jiraya
“Assolutamente!”
disse Tsunade
“stiamo parlando
di Naruto?” chiese l’uomo
“e chi altri se
no?”
Jiraya la guardò strano
“hai qualcosa
contro Naruto?”
“No, no figuriamoci…sono felice della tua decisione…solo
che è strano!” disse l’uomo.
“Si, lo so! Ma
lui ha diritto a una famiglia e mai nessuno ha mai preso in considerazione di
adottarlo!” affermò Tsunade.
Fuori faceva
brutto tempo. fulmini, lampi e la pioggia non smetteva di cadere.
Naruto quel giorno non era di buon umore e non se la
sentiva di andare dagli altri bambini, che chiedevano di lui.
Il ragazzo era
voluto rimanere nella sua stanza. Era li fermo a fissare il soffitto.
Improvvisamente una lacrima gli scese dal volto.
“perché piangi?”
chiese il suo compagno di stanza che lo fissava. Anche lui si era appassionato
alle sue storie ed era abituato a vederlo allegro…ora
invece.
Naruto scosse la testa
“stai male?”
chiese il bambino
Naruto si asciugò quella lacrima birichina che gli era
uscita contro la sua volontà “s-sto bene, non preoccuparti, sono solo un po’
triste!”
“Bhe quando tua mamma arriverà ti consolerà lei!” disse
ingenuamente il bambino.
Naruto ritornando a fissare il soffitto annuì appena.
“Lui non ha la
mamma!” disse con leggerezza la madre del bambino. “Non ha neanche il papà!”
Il bambino si
sorprese “e quella donna bionda che viene sempre a trovarlo?” chiese
Naruto sorrise, aveva scambiato l’hokage
per sua madre.
“quella donna è
un ninja medico…è venuta da te i primi giorni
ricordi? Inoltre è anche l’hokage del villaggio
tesoro!” disse la madre
“Ah! Bhe però ti vuole
bene. lo si vede! Ti guarda come la mia mamma guarda me!” disse il piccolo
“Si, credo di
si!” disse Naruto.
“No tesoro!
Nessuno gli vuole bene!” lo corresse la madre “Nessuno ama un mostro!”
Naruto strinse i pugni.
“mostro?” Chiese
Il bambino.
“Si! costui è
solo un demone che ha preso le sembianze di un ragazzo per impietosire la
gente. Ma non fidarti…è pericoloso!”
Naruto si mise a sedere e urlò “Non è vero! Non potrei mai
fare del male a qualcuno!”
“dodici anni fa,
hai distrutto tutto il villaggio, se non ricordo male!” gli rinfacciò la donna.
“Io non centro
niente! finitela di dare la colpa a me, io non sono Kyuubi!”
“Non lo sei, ma
lo tieni dentro di te! Quindi di per se diventi un demone anche tu!” disse la
donna sogghignando “Kushina, povera amica mia. Se
fosse ancora viva morirebbe al solo pensiero di sapere cosa è suo figlio!”
“Suo figlio?”
disse Naruto sgranando gli occhi.
“Si. tua madre Kushina Uzumaki era una mia
grande amica. Mi parlava spesso del bimbo che avrebbe avuto. Dei suoi sogni e
di come avrebbe voluto che fosse. Di certo non un mostro! Di certo non è stata
la sua volontà farti diventare un mostro, ma quella del suo compagno!”
“Compagno? se ti
riferisci a mio padre, non è stato lui ha imprigionare la volpe a nove code nel
mio corpo, ma è stato Yondaime!” disse Naruto alzandosi in piedi e stringendo i pugni
“infatti. Tuo
padre era Yondaime. Chi l’avrebbe mai detto. Nemmeno
io lo sapevo. Si vede che non ti voleva e ha imprigionato il demone al tuo
interno, sperando che morissi!”disse la donna con cattiveria.
“Non è vero!”
urlò Naruto.
“Si che è vero! Yondaime non ti voleva, nessuno ti ha voluto e ti vuole ora
e tua madre di sicuro dopo quello che sei diventato ti avrebbe lasciato nel
primo posto che le sarebbe capitato! Ora se tu morissi, faresti felice tutti
quanti, anche coloro che dicono di volerti bene. Credi che i tuoi insegnanti
siano contenti di avere un mostro da tenere a bada? Con il rischio poi che tu
possa cadere in mani sbagliate, diventando una minaccia per il villaggio?
meglio che tu sparisca”
Naruto ormai piangeva copiosamente e non riuscendo più ad
ascoltarla, scese dal letto, staccandosi dai macchinari e corse via. Naruto prima di correre via si era agitato parecchio e
aveva messo in allarme i medici che avvertirono subito Tsunade,
la quale in compagnia di Jiraya, si recarono
immediatamente nella camera del ragazzo proprio quando esso stava per uscire.
“Naruto! cosa ci fai fuori dal letto?” disse Tsunade sorpresa.
Naruto alzò lo sguardo e la donna fece in tempo a leggere
la disperazione negli occhi di Naruto prima che
potesse scappare.
“Naruto!” gridò Jiraya
Tsunade si voltò a guardare dentro la stanza, dove vide la
donna con un sorriso soddisfatto.
“Tu! Cosa hai
fatto a Naruto?” chiese Tsunade
“Io niente!
abbiamo solo chiacchierato!”
“Tu sapevi che Naruto è un mostro?” disse il bambino
Tsunade guardò con risentimento la donna e dopo andò a
cercare Naruto.
“Dobbiamo
trovarlo, prima che si agiti troppo!” disse Tsunade a
Jiraya con una voce agitata.
Naruto aveva corso per tutto il suo piano e salito due
rampe di scale. Ora si sedeva a riprendere fiato, il quale velocemente era
incominciato a mancargli. Sentiva un familiare disturbo all’altezza del petto,
ma sta volta lo avrebbe ignorato.
“Naruto!”
Il ragazzo sentì
le voci di Tsunade e Jiraya
che lo chiamavano e ricominciò la sua fuga.
Molti medici
dell’ospedale erano stati messi al corrente della fuga del ragazzo e l’intero
ospedale si stava muovendo per cercarlo. Compresa Sakura e Ino,
che dovettero abbandonare i loro esercizi medici.
Sakura era
preoccupatissima e avrebbe tanto voluto trovarlo lei per prima. Era sicura di
riuscire a farlo ragionare.
Naruto giunse all’ultimo piano, dove c’era solo una porta,
la quale portava alla terrazza, la stessa dove aveva affrontato Sasuke.
Uscì fuori non
facendo nemmeno caso alla pioggia che non cessava di cadere. Nemmeno i fulmini
che scoppiavano all’improvviso lo destavano dai suoi pensieri.
In quel momento
non gli importava molto della sua salute. Voleva solo che quel dolore
sentimentale smettesse, più che la malattia, era quel male che lo stava
uccidendo.
Rimase li per
diversi minuti, fermo immobile, seduto per terra, inzuppato fradicio. Le sue
lacrime si mischiavano con la pioggia.
“Ecco dov’eri!”
Il ragazzò si spaventò e balzò in piedi.
“ti stanno
cercando tutti lo sai?” disse Kakashi
Naruto fece qualche passo indietro. Avrebbe voluto correre
via, ma non aveva la forza, la stretta al cuore era aumentata e inoltre la
vista gli faceva brutti scherzi.
“Che ti è saltato
in mente di uscire con questo tempaccio nelle tue condizioni?” disse Kakashi con falso tono di rimprovero. Aveva capito che se
il ragazzo aveva agito in modo così sconsiderato, era perché era successo
qualcosa di grave.
“Vai via!” gli
disse abbastanza debolmente.
“Me ne vado via
se tu torni dentro!” disse il copia-ninja.
In quel momento
la porta si spalancò e anche Jiraya e Tsunade raggiunsero
i due
“Naruto!” disse Tsunade
avvicinandosi, ma il ragazzo fece nuovamente qualche passo indietro. “perché
l’hai fatto? vuoi aggravare le tue condizioni? Vuoi morire?”
“Sarebbe un
sollievo per tutti!” disse a testa china,
“Cosa?” disse Jiraya,
il ragazzo
cominciò a piangere più forte
“Avete capito
bene! se sparissi, sareste tutti più contenti. Voi non dovreste stare più
attenti al fatto che io possa perdere il controllo, potreste smettere di temere
che il potere della volpe finisca in mani sbagliate e che venga usato per
distruggere il villaggio e inoltre…tutto il villaggio
mi odia e non vede l’ora che io…”
Tsunade gli urlò contro “ti rendi conto delle fesserie che
stai dicendo? Nessuno vuole che tu muoia!”
“Invece si.
perché sono un mostro e come tale sono pericoloso. Yondaime
sapeva quello che faceva e che potevo
anche non sopravvivere al chakra della volpe eppure neppure
essere suo figlio mi ha aiutato. Nemmeno mio padre mi ha voluto e mia madre…di certo non avrebbe voluto un demone!” disse a testa
bassa.
“Che stupidaggini
stai dicendo? E stara quella donna a dirti quelle cose vero?” chiese Tsunade sorpresa del fatto che sapesse dei suoi genitori.
Naruto annuì
“Non dirmi che tu
le credi? È solo una sciocca che non capisce niente!”
“Io non so più a
cosa credere ormai. Quando penso di fare bene, faccio solo pasticci; quando
comincio a credere di essere un ragazzo come tutti gli altri, qualcuno mi
ricorda quello che sono; quando penso di
avere amici e di essere accettato qualcuno mi fa capire quanto mi odia e anche …couf couf” il ragazzo cominciò a
tossire.
“Naruto, non puoi restare qui!” gli disse Kakashi “Peggiorerai le tue condizioni!”
“Io non…” non terminò la frase che per poco non cadde a terra. Jiraya riuscì a prenderlo in tempo.
“Ehi ragazzo, non
fare brutti scherzi!” disse a un Naruto
apparentemente privo si sensi tra le sue braccia “Naruto!”
lo richiamò. La sua voce era carica di ansia.
“Presto
portiamolo dentro!” ordinò Tsunade.
Naruto riaprì gli occhi e anche se la vista era un po’
sfocata, capì di trovarsi in braccio a Jiraya.
Avrebbe voluto dire qualcosa, ma dalla sua bocca non uscì nessun suono.
“Risparmia le
forze per riprenderti capito? Poi ti aspetta una bella ramanzina!” disse
l’uomo.
Naruto non disse niente, si sentiva troppo confuso e non
sentì nemmeno le parole di Jiraya.
Respirava a
fatica e il dolore al petto era aumentato, ma cercò comunque di mantenere la
lucidità, per quanto gli fosse difficile. Vedeva le cose attorno a se, ma non
ne capiva il significato. Non riconobbe nemmeno Sakura quando lo raggiunse.
“Naruto!”
Il ragazzo mosse
appena la testa verso di lei, ma non la guardò realmente.
Erano giunti
nella sua stanza e subito Jiraya lo mise nel suo
letto. Il ragazzo tremava violentemente.
“Sakura, vai a
chiamare Shizune urgentemente!”
La ragazza
obbedì.
Tsunade con l’aiuto di Jiraya
mise in posizione seduta il ragazzo e cominciò a massaggiargli la schiena, in
modo tale da aiutarlo a respirare meglio, ma non funzionava molto.
“Tsunade…è bollente!”
Tsunade si morse il labbro. Le sue condizioni peggioravano
a vista d’occhio e il ragazzo aveva perso i sensi.
“Naruto, svegliati!” disse la donna colpendolo con dei
colpetti sul viso.
La donna
seriamente preoccupata, cominciò a immettergli del chakra
nel corpo nella speranza di abbassargli la temperatura corporea, ma si accorse
di un altro problema.
“Oh no!
“Cosa c’è?”
chiese allarmato l’eremita dei rospi.
“il suo cuore è…”
“Signorina Tsunade, mi ha chiamato?” chiese Shizune
“Prepara la sala
per le emergenze, subito!”
La donna corse e
subito dopo Jiraya prese nuovamente in braccio Naruto e seguì Tsunade.
Durante il
tragitto passarono davanti a Shikamaru.
Tsunade e Jiraya entrarono nella
stanza. Stava per farlo anche Sakura, ma Kakashi la
fermò.
“Naruto!” urlò la ragazza con le lacrime agli occhi.
Calmati Sakura!”
disse Kakashi “non possiamo fare niente per lui ora!”
quelle parole la fecero piangere ancora di più.
“Kakashi-sensei? Ho visto Jiraya-sama
con Naruto e… cosa sta
succedendo?” chiese Shikamaru che li aveva raggiunti.
“Naruto sta male!” disse la ragazza piangendo a dirotto. “io…se lui dovesse…se lui dovesse…” non aveva il coraggio di terminare la frase.
Shikamaru provò a confortarla, con pochi risultati,
soprattutto perché il volto di Kakashi smentiva ciò
che lui diceva e ciòè che niente avrebbe potuto
sconfiggere Naruto. Ma il copia-ninja era aggiornato
sulle sue condizioni e non si era fatto false speranze. Sapeva che
probabilmente il ragazzo non ce l’avrebbe fatta a una delle sue crisi.
Nella sala delle
emergenze, Naruto stava lottando tra la vita e la
morte. il suo battito cardiaco diminuiva sempre di più e la febbre alta non
aiutava il ragazzo.
Ad un tratto il
tanto temuto suono cominciò a farsi sentire. Un lungo fisco.
“No! Shizune prendi il defibrillatore!” ordinò Tsunade
“Si!”
“Naruto, non puoi arrenderti! Forza!”disse Tsunade nella speranza che il ragazzo lo sentisse. Caricò
lo strumento “libera!” …niente. Riprovò “Libera!” il
fischio della macchina non accennava a smettere.
Il ragazzo non
dava segni di vita.
“Forza Naruto!” pensò Jiraya.
Fuori dalla
stanza sembrava che il tempo non volesse ricominciare a trascorrere. Erano
passati solo diversi minuti eppure…sembravano
trascorse delle ora.
Improvvisamente
si sentì la porta aprirsi e si vide Jiraya uscire a
testa bassa.
Sakura lo
raggiunse subito. Non chiese niente, aspettò impazientemente informazioni.
Jiraya guardò la ragazza e chiudendo gli occhi, scosse la
testa.
Sakura per un
attimo sembrò non capire, poi quando la triste realtà le si parò brutalmente
davanti,la ragazza svenne.
Kakashi l’afferrò e la mise su una barella li vicino, dopo
di che esausto si sedette pesantemente su una sedia e si coprì il volto con le
mani.
Jiraya era rimasto sulla porta. Sentiva la disperazione di Tsunade e avrebbe voluto aiutarla, ma in quel momento anche
lui aveva bisogno di sostegno, in fondo il ragazzo che considerava praticamente
il suo nipotino, era appena morto.
Shikamaru rimase in piedi nello stesso luogo in cui era
rimasto per tutto il tempo. Stringeva i pugni e cercava di nascondere le
lacrime che volevano uscire.
Sakura cominciò
ad aprire gli occhi. Non ricordava quello che era successo.
“Finalmente ti sei
svegliata!” disse una voce a lei familiare con un’intonazione dolce.
“I-Ino!”
La ragazza bionda
le sorrise tristemente. Sakura si mise di scatto a sedere ricordandosi di
quello che era avvenuto.
“Naruto?” chiese la rosa all’amica.
Ino abbassò la testa.
“No…non è possibile…lui non può
avermi lasciata da sola!” cominciò a piangere copiosamente e abbracciò l’amica
che la strinse calorosamente.
Anche gli altri
suoi compagni erano venuti a conoscenza della triste notizia e tutti quanti
reagirono in modo diverso, chi mostrava di più il dolore della perdita, chi
meno.
Tsunade era da diverse ore nella stanza con Naruto. Era come se sperasse di vederlo nuovamente
svegliarsi e lamentarsi come era suo solito fare.
Shizune più volte aveva provato a farla uscire da li, ma
con insuccesso.
Uscì solo verso
notte inoltrata, ma non si fermò a guardare nessuno. Se ne andò senza proferire
parola.
Anche tutti i
ragazzi erano tornati alle abitazioni, chi per spontanea volontà, chi era stata
praticamente trascinata dai genitori, come Sakura che non voleva andarsene.
Due giorni dopo
ci fu il funerale. A differenza di come capitava con la maggior parte dei
ninja, non tutti i cittadini parteciparono, ma solo coloro che tenevano a Naruto. Molti invece si sentivano sollevati della sua
scomparsa, infondo con lui anche Kyuubi se n’era
andata. Questo Tsunade lo sapeva e le faceva una
rabbia tale che avrebbe tirato un pugno a tutti coloro che avevano sempre
disprezzavano il ragazzo che lei aveva tanto imparato ad amare e ora, proprio
come Dan e suo fratello, anche Naruto se n’era
andato.
La bara era
ancora aperta, per permettere a tutti di dare un ultimo saluto. C’era anche il
vecchio dell’ichiraku ramen
e sua figlia Ayame, che avevano portato una ciotola
di ramen. Il piatto preferito di Naruto.
Dei ninja stavano
quasi per procedere con la chiusura del coperchio per poi sotterrare il
ragazzo, ma prima che ciò avvenisse qualcosa avvenne.
“Che sta
succedendo?” disse uno dei ninja.
Tutti sgranarono
gli occhi.
Naruto stava cominciando a essere ricoperto da uno strano
strato rosso.
Tutti lo riconobbero…era il chakra di Kyuubi.
Sakura era
sbigottita, kyuubi sarebbe dovuta morire e invece…
Tsunade si avvicinò cautamente quando vide che il chakra cominciava a ritirarsi e quando scomparve del tutto,
Naruto spalancò gli occhi, spaventando la donna che
non si aspettava niente del genere.
“Naruto?”disse Tsunade sorpresa.
Il ragazzo si
mise a sedere anche se a fatica e si guardò intorno. Tutti lo guardavano
stupiti.
“Co-cosa è successo? Cosa ci faccio qui?”
“Naruto…tu…tu eri morto!” disse Tsunade
balbettando.
Il ragazzo la
guardò sorpreso. Non si ricordava niente di quello che era successo. “Ah”
riuscì solo a dire.
Kakashi si avvicinò e lo aiutò a uscire da quella cassa e lo
resse in piedi. Non era molto stabile, infondo rimanendo per più di un giorno immobile…i muscoli si erano leggermente atrofizzati.
“Naruto!” urlò Sakura che corse ad abbracciarlo e cominciò a
piangere inzuppandogli tutta la maglia.
Naruto sussultò, non era abituato a certi comportamenti.
Shikamaru e altri gli si avvicinarono “non so come tu abbia
fatto, ma…bentornato!”
Naruto sorrise. Sembravano davvero tutti felici che non
fosse morto realmente e questo lo riempiva di gioia. Finalmente aveva capito
che nel villaggio, molte persone si erano affezionate a lui.
Naruto venne nuovamente portato in ospedale per dei
controlli.
“è incredibile”
disse Tsunade
“cosa?” chiese Naruto fra lo curioso e lo spaventato
“Bhe il fatto che tu non abbia subito danni cerebrali e che…tu sia perfettamente sano”
“Vuole dire che
il suo cuore…!” cominciò Sakura
“è sanissimo!”
disse Tsunade sollevatissima.
Jiraya tirò un sospiro di sollievo e spettinando il ragazzo
disse “ ci hai fatto prendere uno spavento!”
Kakashi intervenne “Cosa è successo? Come è potuto tornare
in vita?” chiese a Tsunade, la quale non sapeva la
risposta.
“è stata Kyuubi!” disse Naruto. tutti lo
guardarono stupito. “ora ricordo cosa è successo.”
Tutti
addrizzarono le orecchie
“Kyuubi ha provato per anni a curarmi, ma non era in grado
di guarirmi completamente e dato che sprecava chakra inutilmente…ha deciso di farmi morire, ma per un tempo tale
da poter ricostruire con il suo chakra un cuore
nuovo!”
Tsunade sgranò gli occhi “te l’ha detto lei?” il ragazzo
annuì “perché l’avrebbe fatto?”
Naruto alzò le spalle “Forse non è poi così cattiva come
crediamo!” disse sorridendo “ e poi…le devo di più
della vita!”
“Come?” chiese
Sakura
“Grazie ha lei,
anche se solo per poco, ho potuto conoscere i miei genitori. Quando è successo,
mi sono venuti a prendere e…” il ragazzo fece una
pausa e si asciugò una lacrimuccia che era scappata “Ora so, che per quanto
poco siano stati con me…mi hanno amato moltissimo e
continuano a volermi bene da lassù e che vegliano sempre su di me!” disse
sorridendo.
Tsunade e Jiraya sorrisero.
Sakura era sorpresa, ma vedendo il volto
contento di Naruto, anche lei fu felice per il
ragazzo.
Passò un giorno,
il quale dovette essere trascorso dal ragazzo completamente a letto. Non era
per niente contento, si sentiva benissimo e non capiva il perché di quella
restrizione.
“e dai nonna-Tsunade, sto benissimo, l’hai detto anche tu? Perché
non posso tornarmene nel mio appartamento?”
“è va bene!”
disse alzando gli occhi al cielo “ ma al tuo appartamento non ci torni. Ne ora
ne mai!”
Naruto sgranò gli occhi. Che significava? Che doveva
starsene per sempre in ospedale?
“tu vieni a
vivere con me…intesi?” disse Tsunade
imbarazzata.
Naruto la guardava come se fosse improvvisamente
invecchiata.
“Eh? è uno scherzo
vero?”
“No, ci ho
pensato a lungo durante questo periodo della tua permanenza in ospedale e sono
giunta a questa conclusione. Tutti hanno bisogno di una famiglia e di una
persona che gli sta vicino. So bene che non posso sostituire i tuoi genitori, e
darti tutto quello che non hai avuto in questi anni e sinceramente non so
nemmeno come comportarmi, ma almeno non sarai più solo. Te lo meriti!”
Senza preavviso Tsunade si ritrovò stretta nell’abbracciò del ragazzo, che
commosso si mise a piangere “Grazie!” tirò su col naso “Ma non fa niente. sono
abituato a stare da solo, quindi non sei obbligata a..”
Tsunade lo allontano e tenerdolo
per le spalle gli disse “Naruto, non mi sento
obbligata. Nessuno mi ha detto di prenderti con me, ci ho pensato io! e ora
senza fare storia, tu vieni a casa con me, intesi?”
Naruto fece un mega sorrisone e annuì “Posso almento tornare nel mio appartamento per prendere le mie
cose?”
Tsunade sorrise e accennò di si
Naruto corse via, ma affacciandosi dalla porta disse “Ti
voglio bene nonna!”
La donna sorrise
e rispose “Anch’io te ne voglio!”
Fine
La fine mi sembra piuttosto banale… ma non sono il mio forte i finali. Spero comunque
che anche questo capitolo vi sia piaciuto. Fatemi sapere!
Grazie infinite a tutti per aver seguito la
storia.
A presto
Ciao Neko =^_^=