Il valore dell'amicizia

di Iron_Captain
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La città di Zootropolis ***
Capitolo 2: *** Giornata inaspettata ***
Capitolo 3: *** I primi sospetti ***
Capitolo 4: *** Visita in ospedale ***
Capitolo 5: *** Fortuna inaspettata ***



Capitolo 1
*** La città di Zootropolis ***


Capitolo 1: La città di Zootropolis

 

Casa nuova, vita nuova, pensò Elen; una piccola e tenera lepre dal pelo beige, con una maglietta a maniche corte azzurra e pantaloncini arancioni. Era molto gentile e educata, e anche seria e responsabile. Nonostante fosse adulta preferiva vestirsi con abiti più giovanili, specialmente in estate, e non gli importava nulla dei pregiudizi degli altri animali.
Era dentro il treno diretto verso Zootropolis, che era considerata la città dove ognuno poteva essere chi voleva. Si sentiva fortunata ad andare finalmente a vivere e a lavorare in quel meraviglioso luogo, dove avrebbe anche potuto avere la possibilità di poter vedere, e magari conoscere, i poliziotti che avevano risolto i casi dei mammiferi scomparsi e dei predatori che erano impazziti. Grazie a loro, predatori e prede riuscirono a convivere meglio di prima.
La piccola lepre osservò il paesaggio in movimento; vide i campi coltivati scorrere a gran velocità, con diversi tipi di alberi, un cielo limpido e un sole abbagliante.
Fortunatamente, nel treno, c'era l'aria condizionata, nonostante la luce del sole che invadeva completamente la carrozza. A lei piaceva vedere il paesaggio scorrere veloce e adorava l'alta velocità; che trasmetteva un forte senso di libertà...della quale era spesso alla disperata ricerca.
Se Zootropolis era davvero migliorata, desiderava viverci per sempre, senza doversi trasferire un'altra volta…e magari fare la conoscenza di nuovi amici, quelli veri. Non vedeva l'ora di imbarcarsi in questa nuova avventura!

 

Quando il treno arrivò in stazione, Elen si recò verso una delle grandi uscite, seguita subito dopo da altri mammiferi, la maggior parte più grandi di lei.
Non appena le porte si aprirono, gli animali uscirono fuori. La piccola lepre iniziò a guardarsi intorno: la stazione era molto grande e provvista di tutte le uscite fatte apposta per ogni tipo di mammifero. Non aveva mai visto nulla di simile prima d'ora in nessun'altra città.
Le venne una gran sete dopo aver notato un'antilope dietro a un banco che vendeva cibo e bevande; era anche provvisto di una specie di piccolo ascensore che gli permise di servire da bere ai mammiferi più grandi.

Incredibile, pensò Elen.

Notando che non c'era tanta fila, andò là. Quando fu il suo turno, ordinò un fresco succo al gusto di ACE (che era un misto di carote, limoni e arance). Lo bevvé con calma, gustandolo come si deve e sentendo la sensazione rinfrescante che lasciava in bocca. Dopo aver finito di bere il proprio succo lo pagò, dopodiché andò verso l'uscita della stazione.

 

Sembrava di vivere veramente in un sogno: era una città grandissima, dove ogni razza di mammifero passeggiava tranquillamente per le strade, tra questi vi erano alcuni che svolgevano attività commerciali, come ad esempio vendere souvenir e quotidiani; e c'erano palazzi altissimi molto belli: erano di un arancione e beige molto vivi: probabilmente erano stati ristrutturati da poco. Vide anche un grande teleschermo sulla facciata di uno di questi edifici che trasmetteva Gazzelle, la cantante pop più famosa di Zootropolis, che disse: “Io sono Gazzelle; benvenuti a Zootropolis.”
La piccola lepre constatò solo ora che un conto era sentir parlare di un luogo, un altro era vederlo di persona: era veramente una città fantastica, dove valeva veramente la pena di andare a vivere. Naturalmente sapeva che all'inizio tutto appariva bello e perfetto, e che in seguito si sarebbero mostrati i difetti; per questo motivo bisognava vedere come e in che modo si sarebbero presentati prima di poter esprimere un giudizio accurato.


Angolo autore
Alla fine mi sono imbarcato anch'io in questa avventura nel pubblicare fanfiction. Spero vi piaccia e spero siate comprensivi se avrò commesso degli errori...aggiornerò non appena mi sarà possibile, visto che scrivere una fanfiction non è semplice come sembra.
Buona lettura.

 

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Capitolo 2
*** Giornata inaspettata ***


CAPITOLO 2: Giornata inaspettata

Aveva pochi bagagli con sé, che erano soltanto una valigia e uno zainetto sulle spalle; nei quali si trovava solamente lo stretto necessario. Infatti, a differenza degli altri mammiferi che avevano più bagagli, non aveva la preoccupazione di vedere se dimenticava qualcosa. Cominciò a incamminarsi verso le scale, scendendo con calma e senza difficoltà. Ad un tratto, Elen notò un furetto sbucare tra la folla che correva di fretta e furia; aveva una borsetta in mano; era vestito con una maglietta a giromanica e dei pantaloncini corti, aveva il pelo marrone scuro ispido e la coda del medesimo colore a strisce nere. Decise di lanciarsi al suo inseguimento, senza prestare attenzione ai bagagli che lasciò incustoditi, e senza curarsi della pecorella derubata che cercò di rincorrere il ladro urlando: "Al ladro! Al ladro! Qualcuno lo fermi!".
Senza voltarsi, la lepre continuò a correre, facendo affidamento a tutte le proprie forze a disposizione. Dopo qualche minuto riuscì ad acciuffare il ladro compiendo un salto molto lungo. Ma non aveva previsto che invece di stenderlo e recuperare la borsa alla povera pecorella, i due mammiferi finirono per azzuffarsi.

A volte c'erano giorni proficui, a volte erano noiosi; ma nonostante ciò, Nick Wild e Judy Hopps svolgevano continuamente il loro lavoro con impegno, sia nei momenti in cui stavano in perfetta forma, sia in quelli in cui non lo erano. Era da qualche settimana che il loro superiore aveva affidato loro il compito di pattugliare costantemente le strade: era tutto iniziato da quando si erano presentati alcuni mammiferi che organizzavano gare clandestine con automobili modificate, chiamate anche auto truccate. Queste gare si svolgevano verso tarda notte, solitamente da mezzanotte in poi, mentre di giorno non facevano nulla. Inseguire quelle auto era impossibile: riuscivano a raggiungere i 200 km orari in mezzo minuto, mentre in un minuto li superavano in maniera esagerata, arrivando ad una velocità che, anche se non calcolata, le rendeva imprendibili. Per questo motivo la polizia cercava di scovare e acciuffare questi pirati della strada durante il giorno, quando non erano in circolazione. Ma le indagini erano in corso, e questo rallentava gli agenti impegnati nella loro ricerca. Per questo motivo Judy era particolarmente irritata.
"Che seccatura. Invece di affidarci le indagini di uno dei sospettati, ci fa pattugliare avanti e indietro le strade alla cieca. Non è affatto giusto!"
Nick fece finta di non averla sentita, dando l'apparenza di pensare ad altro guardando dal finestrino dell'auto; ciò gli permise di non essere osservato dalla sua partner, mentre sul suo volto si stampò un sorriso.
"Sei la solita coniglietta ottusa e precipitosa." rispose la volpe con tono pacato.
Questa cosa non fece altro che far irritare ancora di più la coniglietta, che non apprezzava affatto che il suo collega la prendesse in giro sulle questioni di lavoro.
"Perché non mi hai appoggiata quando avevo chiesto al capitano Bogo se poteva affidarci uno di quei casi sui pirati della strada? Se tu lo avessi fatto, non ci troveremo qui a pattugliare ancora le strade!"
"Per una semplice ragione, carotina..." disse il collega voltando il suo sguardo verso Judy. "Perché non è di nostra competenza: spetta agli "investigatori della Stradale" scoprire chi è uno spericolato pilota di corse clandestine, mentre a noi spetta il compito di arrestarli."
La piccola coniglietta sapeva benissimo che ogni reparto della polizia aveva i propri compiti e doveri da svolgere; ma per quanto potessero dare una mano, c'erano diversi aspetti che non aiutavano la polizia, a cominciare dagli agenti stessi: non si trattava soltanto della preparazione (più erano esperti, meglio potevano essere svolte le indagini, e quindi finire presto), ma anche del fatto che c'erano agenti invidiosi del proprio lavoro; che per cercare di prendersi tutto il merito delle scoperte di indizi che avevano fatto, non condividevano nulla con nessuno, soprattutto quando si trattava di collaborare con gli altri dipartimenti. Judy sapeva benissimo cosa vuol dire non seguire gli ordini ricevuti dal proprio superiore: tempo fa, agli inizi della sua carriera, quando era ausiliare del traffico, aveva avuto l'esperienza di non voler svolgere il compito assegnatole quando decise di inseguire la donnola Duke Donnolisi che aveva rubato gli "Ululatori Notturni" da un fioraio; il Capitano Bogo l'aveva rimproverata ed era intenzionato a cacciarla via dalla polizia, fino a quando non era venuto il famoso "aiuto divino" a impedire che ciò accadesse.
Dopo aver risolto quel famoso caso intricato, Judy riuscì a guadagnarsi il ruolo di agente di polizia che tanto sognava, e che si era meritata, di avere. Da quel giorno cominciò a rispettare un po' di più le regole e gli ordini del suo superiore, senza abbandonare naturalmente la propria ostinazione, che in passato l'aveva aiutata parecchio. Per di più, essendo l'agente di polizia più ammirata dai mammiferi, doveva dare il buon esempio su come bisognava comportarsi, soprattutto nelle situazioni in cui era difficile riuscire a distinguere ciò che era giusto da ciò che era sbagliato.
"So che ogni reparto ha i propri metodi e i propri investigatori, però così si finisce di impiegare un'eternità per acciuffare tutti i pirati della strada e confiscare le loro auto...e nel frattempo continueranno ad arrivarne altri!" spiegò la piccola coniglietta.
"Capisco bene dove vuoi arrivare, mia piccola carotina. Ma le regole da rispettare sono queste, e a meno che non ti metti a discutere con il nostro capo, giocandoti con...il 95% di possibilità la carriera, non puoi farci nulla...Tanto meno io."
Per quanto non gli piacesse, il suo partner aveva completamente ragione. E questa situazione la faceva arrabbiare tanto.
"Agenti Hopps e Wilde!"
La volpe prese rapidamente la radio dall'autovettura.
"Si Capitano?"
"C'è stato un furto con aggressione alla stazione ferroviaria centrale. Dirigetevi subito lì!"
"Ricevuto Capitano! Passo e chiudo!"
Dopo aver messo a posto la radio, Nick accese le sirene; mentre Judy spinse al massimo l'acceleratore. Sarebbero arrivati alla stazione in pochi minuti.

La maggior parte dei mammiferi preferì ignorare ciò che stava succedendo, preferendo stare per conto proprio; mentre una leopardessa, oltre ad aver chiamato la polizia, era andata ad aiutare la pecorella che era stata derubata: non sembrava stare male, ma era molto spaventata.
La piccola lepre tentò in tutti i modi di recuperare la borsetta, ma l'impresa non fu affatto facile. Dopo essersi scambiati diversi pugni, Elen tentò di immobilizzare il suo avversario, ma il furetto, facendo ricorso a tutte le sue forze, la scaraventò lontana. La piccola lepre rotolò a terra, fino a finire sulla strada. Passarono pochi attimi tra il momento in cui Elen provò a rialzarsi, ed quello in cui arrivò una macchina ad alta velocità che rischiò di investirla. Istintivamente, e colta dal panico, la lepre si stese completamente a terra, cone le mani sulla testa. Fortunatamente il guidatore riuscì a fermarsi a pochi millimetri da lei.
In quello stesso momento in cui il ladro ricominciò a scappare cominciò a sentirsi un rumore assordante che piano piano diventava più forte: da un angolo della strada sbucò infatti un'auto della polizia che andò ad accostarsi sul marciapiede. Elen volse lo sguardo verso la provenienza del rumore; quando vide chi erano gli agenti che scesero dalla macchina, non riuscì a contenere lo stupore e la propria felicità che la invasero completamente.
Con la radio in mano, Nick corse verso la lepre per accertarsi che stesse bene.
"Tutto bene?"
Per tutta risposta, Elen arrossì e, colta nel completo imbarazzo, rimase con la bocca mezza aperta, incapace di pronunciare una sola parola.
Vedendo che la piccola mammifera non rispose e notando la sua espressione sorpresa e imbarazzata, decise di chiamare comunque l'ambulanza, tenendo naturalmente conto anche della pecorella tenuta in compagnia dalla leopardessa.
Nel frattempo, Judy Hopps si era gettata all'inseguimento del ladro.
"Fermo, in nome della legge!" urlò.
Senza voltarsi, il criminale continuò a correre...ma non durò tanto. Quando la coniglietta saltò addosso a lui, atterrandogli sopra, cercò di stenderlo con un pugno. Ma non servì, poiché il furetto continuò a dimenarsi per liberarsi di lei. Cercando di catturare il prima possibile il criminale, decise di lasciarlo andare. Quando il ladro riprese a correre, Judy estrasse la sua "pistola a dardi tranquillanti per elefanti" dalla fondina, prese la mira e sparò. Il colpo centrò in pieno il furetto, senza neanche sfiorare le zampe degli altri mammiferi più grandi. Il predatore cadde a terra pesantemente, terminando la sua corsa. Dopo averlo ammanettato, la piccola leporide lo caricò sulle proprie spalle e lo portò all'interno della volante.
Nel frattempo era arrivata l'ambulanza, dalla quale scesero i medici che andarono a controllare le condizioni dei due mammiferi aggrediti. La pecora aveva ricevuto soltanto un grande spavento, mentre Elen, nonostante i colpi forti subiti da quel predatore, non era in condizioni gravi.
"Ha corso un enorme rischio prendendo la decisione di affrontare quel furetto, signorina Johhans." disse Nick Wilde raccogliendo su un blocco note, la testimonianza di Elen.
"È vero, ma ne è valsa la pena...E poi so difendermi dai brutti ceffi, agente."
Nick non seppe spiegarsi il motivo, ma la lepre che aveva di fronte la incuriosiva: aveva l'impressione che avesse qualcosa di speciale.
In quel momento arrivò anche Judy, che era molto affaticata.
"Hai raccolto tutte le testimonianze?"
"Certamente, collega...sembri accaldata."
Essendo estate, faceva molto caldo; e ciò provocava ulteriore stanchezza.
Notando le condizioni della coniglietta, Elen si alzò dal pavimento dell'ambulanza e fece da parte i medici per andare a prendere il suo zaino.
Oh no!, pensò. Nel punto in cui aveva lasciato i suoi bagagli non c'era nulla.
"Stava cercando questi?" chiese la leopardessa posando una grande valigia grigia e uno zainetto nero.
L'espressione di Elen cambiò completamente, lasciando spazio, oltre che al conforto, allo stupore: non si aspettava tanta gentilezza e altruismo da parte di questa predatrice. Aprì immediatamente lo zainetto per prendere una specie di astuccio nero; lo aprì e tirò fuori una bottiglia d'acqua molto fredda.
"Ecco qua: ne prenda un po'." disse la piccola lepre porgendo la bottiglia d'acqua alla coniglietta.
Come se non avesse mai bevuto tutto il giorno, Judy prese la bottiglia e cominciò a bere, fino a lasciarla mezza piena.
"Grazie...e scusa." disse Judy mortificata, restituendo ad Elen la bottiglia.
"Non si preoccupi agente: ne aveva bisogno." rispose la piccola lepre con tono gentile.
Judy era rimasta molto meravigliata dai modi educati e gentili della leporide. "Un giorno di questi vedrò di sdebitarmi, per la vostra gentilezza." rispose infine la coniglietta, cercando di scusarsi per essere stata, in questo momento, maleducata.
Elen si limitò a sorridere: avrebbe tanto voluto incontrare di nuovo i suoi agenti preferiti e scambiare quattro chiacchiere: si sentì emozionata. Infine si rivolse alla leopardessa: "Grazie mille per ciò che ha fatto..."
"Si figuri. Lei è stata molto coraggiosa e altruista." rispose la leopardessa con ammirazione.
Anche la pecora si avvicinò per ringraziarla; aveva una voce dolce e delicata come quella di una bambina, ma sembrava avere almeno una ventina di anni.
Vedendo che tutto era risolto, che avevano raccolto le testimonianze, e aver avvisato i tre mammiferi di presentarsi in commissariato in questi giorni per lasciare altre conferme sulle testimonianze lasciate, gli agenti salutarono i tre mammiferi e salirono sulla loro volante per portare il ladro in galera. Anche l'ambulanza, finito il proprio dovere, tornò in ospedale per rispondere a nuove chiamate di emergenza.
Anche i tre mammiferi, dopo essersi salutati, si separarono, ognuno diretto per la propria strada. Dopo questa giornata movimentata e inaspettata, Elen tornò ad occuparsi di andare a cercare una casa da aquistare: sugli annunci di internet e dei giornali aveva visto diverse case molto belle, ma molto costose. Infatti era difficile trovare una casa economica in una città simile. In tal caso non era intenzionata ad arrendersi: intendeva trovare la casa giusta a tutti i costi. Per il resto sperava che la sua permanenza a Zootropolis potesse continuare ad essere piacevole ed eccitante come oggi...

Angolo autore
Ecco la continuazione...spero vi piaccia.
Approfitto anche per comunicare un importante avviso: per due settimane sarò impossibilitato a continuare questa fanfiction, ma potrò connettermi per controllare le recensioni e, cosa più importante, correggere eventuali errori o modificare alcuni punti.
Vi auguro...Buone Vacanze.

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Capitolo 3
*** I primi sospetti ***


Capitolo 3: I primi sospetti

L'aria condizionata della macchina l'aveva salvata. Era impossibile resistere fuori, dove c'erano più di 35 gradi. Erano pochi i tipi di mammiferi, sia predatori che prede, che avevano la particolare caratteristica di resistere alle alte temperature. Come diceva spesso Judy, si trattava di una questione biologica: infatti ogni tipo di mammifero era dotato di una particolarità diversa da tutti gli altri. Purtroppo Judy faceva parte di quella categoria di mammiferi; e nonostante si trovasse dentro un'auto con l'aria condizionata incorporata, aveva caldo e sete.
"Tutto bene, Carotina?" chiese Nick preoccupato, poiché vide che la sua partner era sul punto di svenire.
"Forse ho la febbre..." fu la risposta della coniglietta che, a prescindere che ce l'avesse veramente o no, si sentiva male.
"Accosta, mia piccola, tenera coniglietta coraggiosa." disse d'un tratto la volpe, che non aveva intenzione di lasciare la guida dell'auto a una Judy che poteva rischiare di svenire e provocare un incidente.
"Posso farcela Nick." rispose ostinatamente Judy.
"Oh, ne sono sicuro. Ma tu non devi dimostrare niente a nessuno; perciò lascia il posto di guida a un professionista come me, Carotina." la provocò Nick.
Era veramente difficile sopportare quella volpe, a cui a volte sembrava non importare nulla delle condizioni degli altri; neanche di quelle della sua partner.
Ad un tratto, mentre Judy teneva lo sguardo fisso sulla strada, cominciò a sudare parecchio, dopodiché la sua vista iniziò ad appannarsi...ed iniziò a lanciare respiri affannati.
Nick la sentì: "Accosta, Carotina!"
Per tutta risposta, la partner accostò la volante vicino il marciapiede, in un posto libero, dopodiché appoggiò pesantemente la testa sul volante, e le orecchie si abbassarono.
Il collega aveva la cintura di sicurezza, perciò non si fece niente quando l'automobile frenò bruscamente. Quando la vettura fu completamente ferma, Nick se la tolse e tirò il freno a mano.
"Carotina!" esclamò Nick, che prese il polso di Judy per sentirlo: aveva il battito debole, ma era viva.
Maledizione, esclamò Nick preoccupato.
Se il criminale non fosse stato sedato, ci sarebbe stato un ulteriore problema di cui occuparsi; per fortuna sarebbe rimasto addormentato ancora per qualche ora. Questo era un bene.
Senza ulteriori indugi, Nick prese il posto di Judy, mettendosi alla guida, e allacciò la cintura alla coniglietta, che ora sedeva sul posto del passeggero. A quel punto mise in moto la volante e, con le sirene spiegate, partì a tutta velocità. Evitò le strade più trafficate e, conoscendo la città come le sue tasche, fece ricorso ad ogni tipo di scorciatoie possibili, tra le quali diversi vicoli abbastanza grandi da poter permettere a una macchina di passare.
In poche ore arrivò davanti al distetto; scese immediatamente dall'auto e salì le scale di corsa. Quando entrò cercò il primo agente a disposizione, senza badare ai saluti dei suoi colleghi, tra cui Clawhouser, che era impegnato in un qualche tipo di telefonata. Il tempo stringeva.
"Agente Wolford!" urlò a squarciagola la volpe.
Il lupo si voltò di scatto, notando Nick impaurito che corse verso di lui.
"Che succede Wilde?" chiese il lupo, non avendo mai visto il suo collega spaventato in quel modo.
Senza perdere tempo Nick parlò: "Mi devi aiutare a portare un criminale in prigione: l'agente Hopps sta male e la devo portare al più presto in ospedale."
I due agenti si precipitarono in auto; Wolford prese il criminale ammanettato per portarlo via, mentre Nick salì di nuovo sulla volante e, con le sirene spiegate di nuovo, partì di nuovo.
"Resisti Carotina!" urlò la volpe, che tra una curva e l'altra percorse tutte le strade e le scorciatoie che conosceva, cercando di evitare il traffico a tutti i costi, mantenendo al tempo stesso una velocità molto alta e, quando necessario, andando sopra i marciapiedi. Nick gridava ai mammiferi di togliersi di mezzo; che nonostante non sentissero nulla a causa dei finestrini alzati, si spostavano non appena notavano la macchina dirigersi verso di loro.

Dopo poche ore arrivò finalmente in ospedale; la volpe scese dalla volante e andò rapidamente verso l'ingresso, raggiungendo la dottoressa addetta alle informazioni e prenotazioni per gli interventi.
"C'è un'agente di polizia che sta male: sta qui fuori e ha bisogno di cure mediche!" disse Nick allarmato.
L'alce alzò immediatamente la cornetta del telefono e chiamò un'equipe medica; che non tardò ad arrivare. La volpe guidò i dottori verso la volante, i quali presero la coniglietta e la adagiarono sulla barella. Dopo averle messo anche una maschera respiratoria, collegata all'ossigeno, la portarono dentro l'ospedale. Nick seguì i dottori, con l'intenzione di non lasciare sola la sua partner fissa.

Passò un'ora circa da quando i dottori avevano iniziato ad operarla, lasciando Nick fuori dalla sala operatoria. Mentre pregava che la sua partner stesse bene, sopraggiunse il capitano Bogo, che era stato informato di tutto.
"Novità?" chiese con il suo solito tono serio.
"Nossignore." rispose subito Nick, come se si aspettasse quella domanda.
I due poliziotti guardarono la luce sopra la stanza lampeggiare di rosso, sperando che da un momento all'altro si spegnesse. Ma non accadde.
"Agente Wilde: voglio che mi stenda un rapporto sull'aggressione di stamattina; e voglio anche che includa le condizioni dell'agente Hopps prima e dopo l'avvenuto crimine. Il tutto deve essere lasciato nel mio studio entro stasera." ordinò il capitano al suo agente: voleva essere informato in modo preciso su tutti gli elementi.
Nick era contrariato, dal momento che non aveva intenzione di lasciare sola la sua partner. Naturalmente il capitano Bogo lo squadrò con la sua solita espressione severa; "L'agente Hopps starà bene, Wilde; non appena saprò qualcosa, la aggiornerò, e le consentirò di andarla a trovare. Ma per il momento deve venire in centrale per svolgere il suo dovere, agente. È un ordine."
A volte Nick pensava che il suo superiore fosse insensibile quando parlava in quel modo. Tuttavia non sempre aveva la possibilità di contraddire i suoi ordini, come in questo caso. La volpe era stata presente personalmente sulla scena del crimine e aveva parlato con i testimoni e la vittima, perciò era più informato sui fatti e sulle deposizioni preliminari che avevano rilasciato. Proprio per questo motivo doveva, a malincuore, andare. Quando arrivò l'agente Mc Horn per dare il cambio, Nick si alzò dalla sedia e iniziò a cercare l'uscita dell'ospedale.

Zootropolis era veramente trafficata e piena zeppa di mammiferi di ogni genere, oltre ad avere numerose abitazioni. Dopo gli eventi di quella mattina, Elen aveva incominciato a cercare casa e, dopo mezza giornata di continue ricerche, accompagnate dalla consultazione degli annunci sui giornali sulle case in vendita e in affitto e anche dei manifesti attaccati sulle pareti degli edifici, alla fine la trovò. Si trovava in città, in una zona che praticamente non si trovava né in Centro né in periferia: era una zona tranquilla, dove abitavano animali che non davano alcun tipo di fastidio. Dopo averla trovata, chiamò i proprietari, i quali le diedero l'appuntamento davanti casa e le indicazioni di come raggiungerla. Quando incontrò la famiglia di gatti neri, la lepre si mise d'accordo con loro e stabilirono i termini di pagamento per l'affitto, che era fissato a un prezzo ragionevole, da rispettare ogni mese.
La casa era accogliente: aveva il parquet e le pareti di marmo, di colore bianco; ed era anche ammobiliata e ristrutturata, fortunatamente; ciò permise ad Elen di risparmiare su alcune spese, che altrimenti sarebbero state veramente alte. Era composta da due camere da letto: in una di queste c'era quello matrimoniale, nell'altra due singoli; dal soggiorno, la cucina e il bagno.
La lepre iniziò a svuotare la valigia e mise in ordine la sua roba. Nella prima camera da letto mise, nella grande cassettiera, la sua biancheria intima e il resto dei suoi vestiti, dividendo poi quelli estivi da quelli invernali, mettendo ogni categoria in un cassetto diverso; in seguito andò a mettere a posto gli asciugamani, la borsetta dei trucchi e il resto del kit di igiene in bagno; infine mise i suoi libri su una piccola libreria che si trovava in soggiorno. Dopo aver finito di disfare le valigie e averle messe a posto, nella camera in cui aveva deciso di sistemarsi, diede un'occhiata in cucina: aprì tutti i mobili per controllare cosa ci fosse dentro: c'era veramente tutto, persino i vari tipi di pentole e padelle.
Non mancava veramente nulla: c'era persino la televisione, che trasmetteva tutti i canali, e il lettore dvd. Aveva la sensazione di trovarsi nella casa che desiderava avere. Naturalmente, dopo aver trovato lavoro, si sarebbe procurata altre cose che al momento non aveva, e non poteva procurarsi in questo momento.
In quel preciso momento il suo cellulare squillò. Era un numero sconosciuto a tre cifre.
"Pronto?"
"Signorina Johhans: sono l'agente Wilde, del primo distetto di polizia di Zootropolis. Deve presentarsi subito qui per rilasciare una deposizione più approfondita riguardo l'aggressione di stamattina. Deve essere anche provvista di un documento di identità."
"Ok agente, ma stamattina mi avevate detto di presentarmi quando potevo..." cominciò a rispondere Elen, ma fu subito interrotta.
"Le circostanze sono cambiate. È preferibile che venga qui adesso."
"D'accordo, sto venendo." rispose la lepre, chiudendo la telefonata.
Andò a lavarsi la faccia e le mani, poi andò a cambiarsi i vestiti. Dopo essersi passata un pochino di cipria con l'ombretto sul viso, uscì di casa.

Chiedendo spesso indicazioni, dal momento che non conosceva affatto la città, riuscì a raggiungere, con i mezzi pubblici, la centrale di polizia. Rimase affascinata quando la vide, soprattutto adesso che aveva iniziato ad illuminarsi. Il tramonto, il cielo violaceo, le nuvole mezze arancioni e mezze grigie con sfumature violacee e le luci della centrale che mettevano in risalto il colore della struttura, che era un arancione desertico, formavano un grande gioco di luci che si mescolavano tra loro fino quasi a creare un dipinto.
Dopo qualche minuto di osservazione, la lepre entrò. Non si aspettava di vedere una centrale così grande e decorata in ogni suo aspetto.
"Buonasera." disse cordialmente il ghepardo accogliendo la lepre, trovando il tempo di farlo.
A darle il benvenuto era un ghepardo molto grasso, il quale sapeva molto bene come farsi apprezzare; era goloso di dolci e mai di cattivo umore, neanche nei rari momenti in cui era impegnato a fare commissioni o non era dell'umore giusto. In quel momento, da quella mattina, era stato a telefono, alla disperata ricerca di ventilatori, o meglio ancora di condizionatori, da poter sistemare nella centrale; poiché numerosi agenti si erano lamentati del fatto che faceva troppo caldo, incluso il capitano Bogo, e anche del fatto che non c'erano abbastanza ventilatori per tutti. Benjamin Clawhouser ne poteva fare a meno perché era un animale che sapeva sopportare le temperature alte, ma altri mammiferi non riuscivano proprio a sopportarle perché non erano animali che provenivano da climi aridi.
"Ehm...buonasera..." rispose timidamente Elen, avvicinandosi al banco della reception.
"Ho capito...ma non sa neanche dirmi quando arriveranno degli altri?...Capisco perfettamente, ma qui c'è un disperato bisogno dei ventilatori; e in questo momento le ho soltanto chiesto quando ne riceverà altri..."
La conversazione durò per almeno venti minuti, finché il ghepardo non chiuse la chiamata. "Mi scusi per averla fatta attendere...Posso esserle d'aiuto?" chiese Benjamin abbastanza mortificato.
"Ehm...dovrei rilasciare una deposizione riguardo un'aggressione avvenuta stamattina...e non so dove devo andare."
"Deve andare alla sua sinistra e salire al primo piano. Troverà un agente che le dirà dove andare."
"Grazie mille agente. Buonasera."

Nick Wilde passò l'intero pomeriggio a stendere rapporti e a firmare documenti arretrati. Quando era presente anche la sua partner, la volpe perdeva spesso tempo a prenderla in giro e a riempirla di ridicole barzellette. In quei momenti infatti si trovava insieme a una coniglietta che si arrabbiava tanto del comportamento infantile che il suo partner dimostrava di avere. Nonostante ciò i due agenti si divertivano comunque e si volevano veramente bene, e quando si trattava di pensare a svolgere il proprio dovere, lo facevano. Ora che mancava, però, la volpe si dimostrava molto seria e responsabile; come se tirasse fuori un'altra parte della sua personalità che non aveva mai messo in mostra prima d'ora.
Aveva anche convocato i testimoni e la vittima dell'aggressione di quella mattina, raccogliendo ulteriori dettagli che non aveva potuto mettere per iscritto all'inizio, inclusi i dati anagrafici dei documenti di identità. All'appello mancava soltanto questa Elen Johhans, alla quale aveva telefonato prima per dirgli di recarsi in centrale.
Secondo l'orologio della centrale erano le 18:45. Tra un quarto d'ora avrebbe terminato il suo turno di lavoro e sarebbe potuto andare a trovare Judy Hopps. Mentre usciva dal suo ufficio, la volpe vide, e riconobbe, la lepre di quella mattina.
"Alla buon'ora!" disse sarcasticamente la volpe. "Le avevo detto di venire presto, invece ci ha messo più di un'ora per arrivare?"
"Ho fatto più presto che potevo." rispose Elen, cercando di stare al gioco.
"Stavo scherzando." rispose subito Nick, cercando di non lasciare una brutta impressione. "Mi sorprende che sia riuscita ad arrivare...in un paio d'ore."
"Ho chiesto indicazioni..." rispose Elen, che smise subito di parlare a causa dell'imbarazzo verso uno degli agenti che tanto ammirava.
Notando la timidezza della lepre, Nick decise di rompere gli indugi; odiava i silenzi imbarazzanti.
"Venga nel mio ufficio, madame."
Elen seguì l'agente nel suo ufficio. Dopo un'ora circa, l'agente raccolse la deposizione rilasciata dalla testimone in modo più approfondita e la mise per iscritto sul rapporto che doveva consegnare al capitano.
"Mi dia il suo documento." disse infine Nick.
Dopo averlo ricevuto, la volpe lo aprì e gli diede un'occhiata.
"Clean River?" chiese quasi stupefatto; "Lei viene dalla famosa Clean River? Una delle 7 città più belle di tutto il pianeta"
"Ehm...certamente." rispose con qualche indugio Elen. "Ma non è niente di così straordinario...insomma chiunque non viva direttamente lì dice che è una città meravigliosa."
"Giusto." acconsentì Nick mentre lavorava al computer, con la carta di identità di Elen aperta tra le mani. Rispetto alle deposizioni dell'altra testimone e della vittima, questa volta impiegò più tempo ad inserire la deposizione della lepre.
Che strano, pensò, mentre continuava a cercare i dati anagrafici di quella Elen Johhans sul computer, che stranamente causava strani "errori"; comparendo semplicemente "Risultato non trovato". Ma la cosa più assurda era che il documento d'identità era presente nel database, e risultava essere autentico. A quel punto controllò la scadenza della carta d'identità; era ancora valida.
"Da quanto tempo non aggiorna i suoi dati personali anagrafici?" chiese Nick riconsegnando il documento alla lepre.
Elen rimase in silenzio per un po', con le orecchie abbassate.
"Ehm...da un bel po'...è grave?" chiese mortificata.
"Molto." rispose Nick. "Deve andare il più presto possibile al comune di Zootropolis per chiedere di aggiornare i suoi dati, altrimenti avrà altri problemi simili in futuro."
"Lo farò."rispose infine Elen.
A quel punto la volpe accompagnò la lepre fuori dall'ufficio, dopodiché la lasciò andare via da sola. L'impressione che aveva avuto di lei non era positiva: era una creatura molto gentile e determinata, ma aveva il presentimento che nascondesse qualcosa; ed il fatto che i suoi dati anagrafici non risultassero presenti nel database, e la sua esitazione nel rispondere sembravano essere una conferma dei sospetti che cominciò ad avere. Purtroppo non aveva prove, e poteva darsi che si stesse sbagliando: forse c'era un errore del sistema o il computer era rotto; o che lei in realtà fosse solamente timida. Innocente o no, aveva in testa quel dubbio ed intendeva indagare per risolverlo a tutti i costi. Nel frattempo ritornò nel proprio ufficio per finire di compilare il rapporto, dopodiché andò a consegnarlo al capitano.

Mentre si avviava verso l'uscita della centrale, Elen si fermò dal ghepardo al centralino per chiedere dell'agente Hopps, che desiderava tanto incontrare: non aveva voluto chiedere nulla all'agente Wilde per il fatto che in quel momento sembrava essere molto incasinato. Quando seppe che era stata ricoverata in ospedale, Elen decise che sarebbe andata a trovarla l'indomani...e naturalmente non a mani vuote.


Angolo autore
E finalmente ecco il terzo capitolo. Il gran caldo che ha colto molte zone dell'Italia mi ha ispirato molto per la scrittura di questo capitolo…per di più volevo dirvi, prima di tutto, che quando avevo pensato di scrivere questa fanfiction volevo scrivere una storia dedicata al genere di Zootropolis, senza eccedere troppo in fantasia e immaginazione. Io spero di non essere uscito troppo fuori dalle “righe”; e poi volevo avvertirvi che in futuro avrò degli impegni che ritarderanno la continuazione della mia fanfiction, perciò non riuscirò a portarla avanti con tanta costanza. Ma in un modo o nell'altro la ultimerò.
Buona lettura come sempre.

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Capitolo 4
*** Visita in ospedale ***


Capitolo 4: Visita in ospedale

Quando Judy aprì finalmente gli occhi una luce accecante le impedendì vedere con chiarezza. Dopo pochi secondi i suoi occhi si abituarono: si accorse di trovarsi in una stanza con le pareti bianche, con una luce molto forte attaccata sul soffitto. Quando volse il suo sguardo a destra vide una creatura di sua conoscenza: "Mamma?"
Bonnie Hopps, che in quel momento leggeva una rivista di cucina, quando sentì la sua amata figlia chiamarla, mise da parte la rivista, si alzò dalla sedia e andò ad abbracciarla.
"Bambina mia!...Come stai piccola mia?" chiese preoccupata.
Judy non rispose subito, poiché voleva godersi quel momento di tenerezza e affetto, dal momento che era da più di una settimana che non andava a trovare la sua famiglia: le mancavano gli abbracci, gli affetti, le poche volte in cui si litigava, i momenti in cui giocava con i suoi fratellini e sorelline...Desiderava tanto recuperare il tempo perduto.
"Ci hai fatto prendere un brutto spavento, piccola mia." disse Bonnie sciogliendo l'abbraccio.
Judy abbassò le orecchie preoccupata, dal momento che non riusciva a capire l'argomento in questione.
"Dopo aver ricevuto la chiamata dall'ospedale, io, tuo padre e alcuni tuoi fratelli siamo venuti quiil più in fretta possibile. Se non fosse stato per l'improvviso sciopero delle ferrovie, riuscivamo ad arrivare il giorno prima."
Improvvisamente la coniglietta ricordò tutto: stava portando un criminale in galera, a bordo della propria volante. Aveva tanto caldo e si era sentita mancare le forze...poi non ricordò più nulla.
"Da...da quanto tempo mi trovo qui?" chiese allarmata Judy, iniziando farsi parecchie domande.
"Da ieri, piccola mia." rispose Bonnie, che notò l'agitazione di sua figlia.
"Devo tornare subito a lavoro." disse infine Judy tentando di scendere dal letto.
Vedendo ciò che stava cercando di fare, la madre fermò sua figlia; "No: il dottore ha detto che devi rimanere ancora a letto."
"Sto bene, mamma." rispose la piccola coniglietta, tirando fuori la sua personalità testarda e forte.
"Tu non stai bene, Judy." replicò Bonnie. "Mentre eri svenuta il dottore ti aveva fatto delle analisi, ed è risultato che hai avuto un forte calo di vitamine, magnesio e proteine."
La piccola coniglietta ricevette da sua madre una cartella clinica. Dopo averla aperta, esaminò il risultato delle analisi.
"Quando ti svegli fai una buona colazione? A pranzo, spuntino e cena mangi almeno quattro carote e altri cibi più sostanziosi?"
Ed ecco il momento in cui inizia l'interrogatorio dei genitori sui propri figli per assicurarsi che seguano le loro raccomandazioni. A Judy non piaceva quando i suoi genitori facevano il terzo grado.
"È stato un periodo impegnativo." si giustificò la coniglietta, pensando che da parecchi giorni, da quando aveva iniziato a indagare sulle corse clandestine, aveva trascurato i pasti per il lavoro: le sue pause pranzo e cena erano ormai composte da una carota, un panino e un piccolo dolce ogni tanto; niente pasti abbondanti. Per di più Zootropolis era stata assediata da un improvviso caldo insopportabile, pericoloso per anziani, cuccioli e animali non abituati alle alte temperature.
"Non è una buona giustificazione." replicò Bonnie. "Ritorniamo ai vecchi tempi, quando io e tuo padre dovevamo insistere affinché portassi con te la merenda prima di andare a scuola?"
Prima che Judy avesse la possibilità di rispondere, qualcuno bussò alla porta.
"Forse sono tuo padre e i tuoi fratelli...Avanti." suppose la coniglietta.
Il mammifero che entrò nella camera non era un membro della famiglia Hopps...
"Ciao. Ho chiesto ai medici dove fossi, e mi avevano detto che eri qui."
La madre di Judy osservò incuriosita la piccola lepre, che aveva tra le mani un bel girasole. A occhio e croce sembrava avere l'eta di Judy, o forse un paio di anni in su.
"Salve...lei è una sua amica?" chiese Bonnie incuriosita, dal momento che sua figlia non le aveva mai detto di avere come amica una lepre.
"Si: mi chiamo Elen. Avevo conosciuto Judy qualche giorno fa. Lei è...?"
"Mia madre." rispose Judy.
"Molto piacere!" disse eccitata la piccola lepre. "Sua figlia è straordinaria, e anche un'amica insostituibile!"
A Judy scappò un sorriso imbarazzato, non aspettandosi affatto tanti complimenti da parte di questa leporide che, in verità non conosceva affatto. Bonnie, invece, fu entusiasta di sentire quelle parole.
"Oh, mi fa piacere sapere che mia figlia ha un'amica che le vuole tanto bene. Immagino che le stai sempre vicina e che .a aiuti nei momenti difficili."
"Si, è così." rispose Elen, volgendo lo sguardo verso la piccola coniglietta e facendole l'occhiolino, in segno di "stare al gioco".
"Ok...io vado a chiamare tuo padre piccola mia: era molto preoccupato e agitato."
Judy capì benissimo: quando Stu Hopps era preoccupato, si agitava molto, camminando avanti e indietro e dicendo ad alta voce "Oddio, chissà se..." oppure "Spero stia bene"; e soltanto quando tutto era risolto si riusciva a farlo calmare.
Dopo aver salutato le due leporidi, la mamma uscì, chiudendo la porta. Ora che erano sole, Judy ne approfittò per chiarire meglio.
"Perché quella bugia?"
"Perché sono una tua ammiratrice...e desideravo da tanto tempo poterti conoscere." rispose Elen, poggiando il vaso con la pianta sul mobiletto accanto il letto. Subito dopo appoggiò anche una confezione di medicine, che aveva preso dalla tasca dei suoi pantaloni.
"Questi sono integratori di vitamine." spiegò la lepre. "Ti aiuteranno a non farti sentire male in futuro."
Judy rimase molto sorpresa dalla gentilezza di Elen, che nonostante l'avesse conosciuta solo ieri, sembrava essere gentile e premurosa. Era molto allegra e sorrideva spesso. Pensò valesse veramente la pena di essere sua amica.
"Grazie...Come stai tu, dopo esserti azzuffata con quel furetto?"
"Sto bene: ci vuole ben altro per stendermi." rispose ironicamente Elen.
In quel momento un altro mammifero bussò alla porta, dopodiché entrò.
"Carotina, stai..."
Nick non si aspettò di vedere la lepre di ieri, che a quanto pareva aveva portato un piccolo regalo per l'amica.
"Ma guarda un po' chi si rivede."
"Ciao..." rispose timidamente Elen.
"Nick!" disse Judy entusiasta. "Ti sei comportato bene in mia assenza?"
"Come sempre, mia piccola Judy, ho fatto irritare tutti." rispose sarcastica la volpe.
La coniglietta lanciò al suo partner un'occhiata offesa: "Sto dicendo sul serio."
"Magari non vede l'ora di venire licenziato...ma scommetto che così sentirebbe la tua mancanza. Non è vero, volpacchiotto furbetto?" disse Elen con l'intenzione di stuzzicare e tendere un contropiede al poliziotto.
Judy non si aspettò una risposta del genere dalla lepre, che pur essendo gentile non si lasciava cogliere impreparata. Anche Nick non se lo aspettò, e divenne anche nervoso, come quella volta in cui si era fatto incastrare da Judy quando trafficava ghiaccioli.
"Per essere un'animale che proviene da Clean River, sei molto scaltra a dare delle risposte pronte." osservò la volpe con sguardo sospettoso.
La lepre si avvicinò e squadrò il mammifero, come se stesse lanciando una sfida: "È una mia dote naturale. Sono una sospettata? Mi vuoi arrestare?"
Audace la piccola lepre, pensò Nick, accogliendo la sfida.
"Hai commesso qualche reato?"
"No. E tu?"
"No."
I due mammiferi, predatore e preda, si studiarono, pensando alle prossima alle prossime battute da scambiarsi.
"Ahem...Chiedo scusa se vi interrompo, ma vi trovate in un ospedale a far visita a una vostra amica ricoverata." disse Judy, con tono leggermente preoccupato.
La prima a tirarsi indietro fu proprio Elen, che si avvicinò al letto della sua amica.
"Scusaci...a volte ci facciamo prendere la zampa." rispose la lepre, giustificando il loro comportamento. "Ti auguro di guarire presto, io devo andare...a trovare lavoro. Ciao."
Mentre si avviò verso l'uscita, lanciò un occhiata a Nick: "Noi due non abbiamo finito."
Una volta rimasti soli, Nick andò a sedersi sulla sedia, a fianco del letto.
"Mi offendi veramente: una volpe furba e scaltra come te si lascia irritare da una leporide." scherzò Judy.
"E tu invece hai già stretto amicizia con lei, a quanto vedo." rispose Nick.
Judy sorrise, anche se avvertiva la strana sensazione che i suoi amici non sembrassero andare d'accordo.
"Beh, è gentile..." si giustificò.
La volpe sorrise, poi scosse la testa, proprio per confermare il che non era cambiata.
"Sei la solita coniglietta ottusa. Non hai proprio imparato la lezione."
"Quale lezione?" chiese la coniglietta sul punto di rispondergli male se avesse osato prenderla in giro.
"Il fatto che non dovresti fidarti e affezionarti a tutti gli animali che sono gentili con te."
La coniglietta abbassò le orecchie preoccupata, capendo che si stava riferendo ad Elen.
"Non dirmi che quella lepre ha qualcosa che non va."
"Si, è così. Ti consiglio, da buono e saggio amico che sono, di stare attenta."
Judy ci pensò su qualche secondo, prima di poter dire: "Naaaahhh, sono sicura che è una lepre molto premurosa, gentile...e timida, aggiungerei...Comunque, sei venuto solo a trovarmi o hai qualche avviso da riferirmi?"
La volpe tirò fuori dalla giacca una busta bianca che porse alla sua partner.
"Il Capitano Bogo ti ha dato una settimana di ferie, in attesa di ritornare al pieno delle tue forze."
Pur non essendo d'accordo, la coniglietta dovette accettarle: non si sentiva ancora abbastanza bene per poter ritornare in servizio, e aveva bisogno di staccare, dal momento che si era concentrata troppo sul caso delle corse clandestine, ancora in corso.
In quel momento entrò nella sala, senza bussare, una giraffa femmina con un camicie bianco.
"Mi scusi, ma l'orario delle visite è terminato. Deve andare."
Dopo che la volpe uscì dalla stanza, l'infermiera cominciò a fare alcune analisi alla paziente, per assicurarsi che stesse bene.

Dopo essere uscito dall'ospedale, Nick prese il suo cellulare e avviò una chiamata.
"Pronto?...Sono Nick, ho bisogno che tu mi faccia un favore...Ho bisogno che mi controlli un passaporto a nome di Elen Johhans...una lepre...Grazie, a presto."
Dopo aver chiuso la chiamata, Nick ritornò a lavorare in centrale.

Angolo autore
Eccomi di nuovo! Mi scuso profondamente se ci ho messo tanto ad aggiornare questa fanfictio, ma ho avuto un vero vuoto di ispirazione fino adesso, giorno in cui l'ho scritto di getto. Non avendo abbastanza tempo, non ho potuto rileggere e correggere gli errori che ho commesso, ma in questi giorni cercherò di correggere gli eventuali errori commessi. Grazie per la comprensione.
Buona lettura.

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Capitolo 5
*** Fortuna inaspettata ***


Capitolo 5: Fortuna inaspettata

Per Elen era stato eccitante aver visto econosciuto i poliziotti più famosi di tutta Zootropolis: l'agente Judy Hopps era socievole e simpatica come molti leporidi sapevano fare: era raro infatti trovare un coniglio o una lepre che non possedevano queste qualità e non sapessero far sentire a proprio agio gli altri mammiferi. Non si poteva dire lo stesso del suo collega Nick Wilde: era stato acido e diffidente, ma aveva trovato ammirevole il fatto che avesse tentato di proteggere la sua collega; un chiaro segno che quei due poliziotti, oltre ad essere colleghi, sembravano essere migliori amici. Era curioso il fatto che proprio quei due tipi di mammiferi riuscissero ad andare d'accordo, ma allo stesso tempo le piaceva, poiché era uno dei fatti che faceva parte della categoria dei “fatti rari e unici”. E ad Elen piacevano quel tipo di fatti.
Dopo quella visita in ospedale, la lepre decise di tornare a casa a prendere il proprio curriculum vitae; poi avrebbe cercato una copisteria o una cartoleria provvista di stampante per averne diverse fotocopie da consegnare ai diversi datori di lavoro. Sicuramente ci sarebbe voluta l'intera giornata per fare tutto ciò, ed era consapevole che non sarebbe stato facile e che ci voleva più di un giorno per riuscire a trovare un lavoro che potesse soddisfarla. Tuttavia si trovava a Zootropolis, una delle città più grandi del mondo che offriva diverse possibilità a qualsiasi mammifero. Bisognava soltanto essere fiduciosi e decisi, e non si doveva esitare. Mentre camminava per strada, assorta nei suoi pensieri, qualcosa dall'apparenza banale attirò la sua attenzione; era un mammifero di grossa taglia che stava guidando un'auto. Era un ippopotamo. La lepre seguì con lo sguardo tutta la scena, osservando la creatura che scese dalla propria vettura e che successivamente andò ad aprire il portagagli per prendere quello che sembrava essere una piccola palla da baseball.
Cosa vuole fare, si chiese Elen, che ebbe un brutto presentimento.
L'ippopotamo si piegò in avanti e incastrò per bene la piccola palla attraverso il tubo di scarico della propria auto, dopodiché rientrò dentro la macchina.
Vedendo ciò, la lepre fece per andare a togliere quel piccolo oggetto, finché non comparve, da dietro un angolo, un altro ippopotamo, questa volta femmina. Indossava dei pantaloni blu e una maglietta bianca con una specie di gilè blu, ed aveva anche dei guanti molto spessi, usati spesso per alcuni tipi di lavori manuali. Ma la cosa particolare era che i suoi vestiti e i guanti erano sporchi, e nelle tasche laterali di quella specie di gilè c'erano una grossa chiave inglese e un giravite. A quel punto ad Elen venne spontaneo guardare in alto. Notò solo ora la grande insegna si ergeva sopra l'ingresso dell'officina.
“Che ci fai qui?” chiese irritata la meccanica, stufa di quell'ippopotamo che la tormentava di continuo.
Il grosso autista scese dall'auto e si avvicino alla sua simile; “Ho un problema all'auto...”
“Ascoltami bene: sono due settimane che ti presenti qui a farmi la corte, con la scusa che la tua macchina ha qualche problema quando invece non è vero!...Io ho tanto lavoro da fare, a differenza di te, che non fai altro che venire qui per riempirmi di adulazioni e regali. Ti ho già detto milioni di volte che non mi piaci e che non voglio mettermi insieme a te!”
“Ma veramente! La mia macchina...”
“è guasta?”
I due ippopotami si voltarono...ma non videro nulla.
“Sono quaggiù.”
Non appena guardarono in basso, videro una piccola lepre con un leggero sorriso sulle labbra e lo sguardo apparentemente timido.
“Senta, piccola lepre, se non le dispiace io e questa pupa...”
“Quante volte ti ho detto di non chiamarmi pupa!” esclamò irritata la meccanica afferrando per il collo della maglietta l'ippopotamo, per poi lasciarlo subito andare.
“Ehm...si scusa. Comunque, io e...Cecile, stiamo parlando dei problemi...”
“Che avrebbe la sua auto, certo.” lo anticipò Elen. “Ed immagino che questi problemi includano anche i “guasti intenzionali”, non è vero?”
I due ippopotami squadrarono la piccola leporide: il maschio era parecchio nervoso, mentre la meccanica era incuriosita.
“E scommetto che Cecile...” continuò a parlare la piccola mammifera mentre fece segno a entrambi di seguirla. “Non sappia che hai intenzione di sabotare a tua auto facendo scoppiare con una banale pallina da baseball il sistema di carburazione e il motore, rischiando di far esplodere la tua vettura, provvista di benzina, che, nel caso non lo sapesse, è un liquido altamente infiammabile e pericoloso, e di rimetterci così la vita!”
All'inizio sorpresa, Cecile assunse un aspetto alterato e si voltò verso il suo corteggiatore, divenuto impaurito.
“Se le avessi permesso di portare avanti il suo piano, l'unica cosa che avresti fatto, alla fine, sarebbe stato che una povera meccanica che lavora duramente per guadagnarsi qualche soldo avrebbe visto un povero mammifero bruciare vivo che chiedeva aiuto e che difficilmente sarebbe sopravvissuto; per non parlare del fatto che sarebbe stata indagata e che avrebbe dovuto chiudere la sua attività e cercare lavoro altrove!...E tutto questo solamente perché sei tanto ossessionato da lei?” disse Elen irritata.
Dopo aver sentito ciò, Cecile mollò un forte schiaffone a quell'ippopotamo: “Sei impazzito?!...Vattene immediatamente o ti denuncio alla polizia!”
Il corteggiatore non aveva affatto pensato alle future conseguenze di quel gesto, e dopo aver ricevuto anche quella minaccia, andò a togliere la pallina dal tubo di scarico e se ne andò.
“Grazie.” disse la meccanica alla lepre.
“No, non c'è bisogno che mi ringrazi...Ora mi scusi, ma devo assolutamente andare, poiché devo cercare lavoro e sicuramente impiegherò l'intera giornata per...”
“Frena.” la interruppe Cecile. “Venga un momento qui.”
La piccola lepre segui l'ippopotamo all'interno dell'officina, che non era abbastanza grande da poter ospitare più di un'auto all'interno. Al centro si trovava il grande elevatore automatico, che serviva per alzare le automobili affinché il meccanico potesse intervenire e lavorare sulle sospensioni e sugli altri componenti montati sotto la vettura; ed erano anche presenti tutti gli strumenti che servivano alle riparazioni delle macchine: ogni tipo di arnese da lavoro, la grossa bombola per gonfiare le ruote, il piccolo elevatore a mano per sollevare una sola delle parti della macchina, e molto altro ancora. A parte una grande porta, che probabilmente conduceva in un piccolo ufficio dove si trovava il computer, usato per questioni di lavoro, non c'erano altre stanze.
Arrivate vicino a una piccola tastiera, la meccanica azionò il grosso elevatore, sul quale si trovava un'auto, che iniziò pian piano a scendere. Quando la discesa terminò, la lepre osservò attentamente quella macchina di colore rosso fiamma dalle grandi dimensioni; probabilemente apparteneva a un leone o a un lupo. Cecile andò a prendere un fascicolo che consegnò ad Elen, dopodiché andò a prendere una scaletta che mise davanti il muso della vettura, poi aprì il cofano. Quando lo finì di leggere, la leporide vide che la grossa mammifera la stava attendendo. Accompagnata da una forte esitazione, Elen raggiunse la grossa mammifera, le consegnò il fascicolo che raccontava le condizioni di quella macchina e salì sulla scala.
“Allora, piccola lepre, spiegami che tipo di riparazioni ho fatto alla vettura in questione.”
Elen osservò attentamente il motore della macchina...e le riparazioni che Cecile aveva fatto.
“Dal momento...che la macchina aveva il serbatoio dell'acqua rotto e il motore perdeva olio, ha dovuto cambiare il serbatoio dell'acqua, poiché, essendo simile a un piccolo contenitore d'acqua in plastica, non si potevano effettuare riparazioni; per quanto riguarda il motore, ha dovuto toglierlo ed aprire per risolvere il problema, che probabilmente riguardava il serbatoio al suo interno che si sarà rotto a causa della ruggine o di altri fattori esterni...mentre per le candele hai dovuto estrarre quella che non funzionava...e le ipotesi sono tre: o erano scollegati i fili dell'accensioni, e a quel punto bastava soltanto regolare i meccanismi che permettono ai fili e alle candele di essere collegate e di fare in modo che non si togliessero più; o che ha cambiato un componente della candela perché era danneggiato; o la candela stessa a causa del fatto che si sarà bruciata e perciò era inutilizzabile.” rispose Elen osservando per bene il motore della macchina.
Cecile sorrise; “Molto bene, anche se non avevo ancora iniziato a lavorare sulle candele. Per il resto hai indovinato...Ho deciso: intendo assumerti.”
“Assumermi?” chiese Elen incredula.
“Si: so riconoscere a vista d'occhio chi è esperto di automobili e di motori. E tu mi hai dimostrato che avevo intuito bene sulle tue capacità.”
La lepre non si aspetto un simile colpo di fortuna, dovuto sicuramente anche al fatto che aveva dato una mano all'ippopotamo qualche minuto fa. Rifletté per qualche secondo prima di parlare.
“Ehm...d'accordo, allora vado prendere il mio curriculum...”
“Non ce ne è bisogno.” la interruppe Cecile. “E se non ci sono problemi, inizierai a lavorare oggi stesso, mentre io mi occuperò di autorizzare la tua assunzione da parte del Ministero del Lavoro.”
“Per me...va bene.” rispose la lepre ancora sorpresa per questo colpo di fortuna.
Non appena l'ippopotamo andò nel suo ufficio, la leporide iniziò a lavorare sulle candele di quella macchina. Naturalmente non si aspettò e non aveva avuto idea di venire a lavorare in un'officina, ma era soddisfatta, poiché si sentiva a proprio agio a lavorare sui motori e le automobili.
Non vedeva l'ora di poterlo dire a Judy Hopps, semmai l'avesse incontrata di nuovo.

Angolo autore
Devo ammetterlo: l'estate mi cambia completamente...soprattutto adesso che mi sono liberato da alcuni impegni molto antipatici che i facevano irritare veramente tanto.
Venendo a noi, dopo tanto tempo di mancanza di ispirazione per la mia prima fanfiction pubblicaa in questo sito, alla fine, ritorno con questo nuovo capitolo, al quale non avevo affatto pensato prima d'ora. Non ho notato errori, ma sono consapevole che qualcosa mi sfugge alle volte, perciò sarò ben felice di sapere da voi lettori se ci sono errori a me sfuggiti...Avevo pensato di aggiungere qualcos'altro, ma, in parte perché non vedo l'ora di ritornare a pubblicare dopo tanto tempo di inattività, sia perché temevo di rovinare la storia e di incasinarla troppo...e questo è il risultato. Spero vi piaccia...

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