A rose for a wolf

di AlexisFrostbyte
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Nuove conocenze ***
Capitolo 3: *** Attrazioni... ***
Capitolo 4: *** Il passato ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


La storia che mi accingo a raccontare, per molti può sembrare solamente una storiella. Per altri potrebbe sembrare una bella favola da raccontare attorno ad un fuoco caldo e rassicurante. Per altri addirittura, un mito con personaggi da idolatrare ma che comunque si limita a rimanere all'immaginario. Ma perchè essa non potrebbe essere la realtà? Ebbene io ci credo. Dopotutto io in prima persona ho vissuto questa esperienza, camminando tra la luce purificatoria del paradiso e combattendo sanguinose battaglie negli inferi. Il mio nome è Alexis, e adesso...comincia la mia storia.

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Capitolo 2
*** Nuove conocenze ***


Un lieve bagliore di luce cominciava a farsi strada tra le tende della mia camera. Aprii lentamente gli occhi e mi stiracchiai godendomi quella brezza mattutina che sarebbe durata ancora per poco. Era estate, la stagione che più odiavo in quanto regina dei ghiacci. Con un sospiro mi alzai dal letto e mi misi davanti allo specchio per vestirmi. Una pelle chiarissima faceva risaltare i capelli neri e mossi che mi arrivavano alle spalle, con un unico tocco di colore sul ciuffo di un blu sfumato. Lo sguardo profondo aveva due occhi in contrasto tra loro: il destro di un lilla inquietante per la sua chiarezza e i sinistro nero come l'oblio. Un corpo snello ma sensuale, con curve al punto giusto e la cosa che più identificava ciò che ero erano le mie orecchie da gatto che spuntavano dai capelli. Ciò che vedevo riflessa nello specchio era un immagine assai lontana da quella dell'angelo puro che ero un tempo, ma non me ne rammarico. In fondo amavo il mio corpo. Feci per uscire quando una figura mi comparve davanti. "My lady..." disse e così facendo fece un breve inchino. "Buongiorno Luna" dissi sorridendo. La mia fedele lupa guerriera era il mio sorriso...ci siamo conosciute quando eravamo molto piccole e lei mi salvò dai mille pericoli che una bambina sperduta può trovare nella foresta e da allora siamo compagne inseparabili. La sua provenienza avrebbe dovuto spaventarmi, infatti lei è la figlia di colui che ha rovinato la mia intera esistenza e che un giorno avrei ucciso: Sirius, il re dei demoni, IL demone. Ma non era affatto così, mi fidavo ciecamente di Luna sin dal primo momento che la vidi e lo avrei fatto per sempre. Ella sorrise, mi baciò la mano com'era sua abitudine in quanto lo ritenesse un gesto da veri guerrieri e mi parlò con la sua solita riverenza "Si ricorda di quando le ho parlato del mio branco?" Ormai della sua famiglia, nonchè del branco di lupi che lei stessa aveva cresciuto non era rimasto più nessuno. "Certamente. Perchè?" Mi portò sul balcone della mia camera e vidi tre figure provenienti dalla foresta avvicinarsi al castello. "Sono sopravvissuti" disse sorridendo sorpresa quanto me. "Possono entrare?" mi chiese. La guardai "Se sono la famiglia della mia più valida guerriera, naturalmente" e sorridendo mi portò da loro. Tre ragazzi ognuno molto diverso dall'altro. Il primo che si presentò era il più giovane (intorno ai 14 anni) ma anche il più buffo per la sua tenerezza, infatti la prima cosa che fece fu abbracciarmi. "Io sono Sasha" mi disse. Dopo qualche esitazione gli accarezzai la zazzera di ricci castani "Piacere, Alexis". Egli si spostò e si mise davanti ad un altro dei ragazzi "Lui invece è mio fratello Al-..." ma non fece in tempo a finire la frase che il ragazzo mi prese la mano e la baciò "Alexander. Piacere di conoscerla mia regina" era un ragazzo davvero elegante nei suoi atteggiamenti e modo di essere e aveva degli splendidi capelli rossi che esaltavano gli occhi di un azzurro mai visto. Era stato lui a crescere il fratellino in quanto erano orfani di madre. "Piacere mio" risposi compiaciuta. Infine guardai l'ultimo dei tre. Occhi e capelli biondi risaltavano sulla pelle cotta dal sole. Fumava tranquillo senza degnarmi di uno sguardo. In lui c'era qualcosa di misterioso che mi intrigava, come solo l'oscurità può fare. "E tu sei...?" Alexander lo guardò e poi rivolgendosi a me mi spiegò di non far caso al suo atteggiamento e mi rivelò il suo nome: Josh.

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Capitolo 3
*** Attrazioni... ***


Durante questa permanenza accaddero molte cose. Nonostante Alexander fosse attratto da me e qualche volta gli concesi le mie labbra e il mio corpo, la mia mente era focalizzata su un'unica persona. Il menefreghismo di Josh del primo giorno si rivelò vera e propria antipatia e in più occasioni mi recò offese, così da indurire i miei atteggiamenti e rispondere con freddezza ai suoi attacchi d'odio. Ma ciò che cambiò per sempre la mia vita accadde mentre tutti erano fuori a godersi la soleggiata giornata tipica di quella stagione e due fari gialli erano puntati su di me mentre ero intenta a leggere. Sapevo già di chi si trattasse quindi finsi indifferenza. Pian piano la figura andò a definirsi avvicinandosi a me. "Solitaria oggi...mia regina?" disse le ultime parole con sarcasmo. Josh era davvero l'ultima persona che avrei voluto vedere perciò non risposi ma lui mi prese il libro dalle mani e chiudendolo lo posò delicatamente sul tavolo. Mi diede un lieve bacio sulle labbra tanto da farmi arrossire contro la mia volontà. "Allora in fondo allo strato di ghiaccio un cuore c'è..." disse. Lo scaccia malamente indispettita ma lui mi fece alzare e bloccò al muro. "Lasciami bastardo!" a questo punto lui sorrise "È il mio secondo nome" e dicendolo si riavvicinò al mio volto baciandomi con passione. Tentai di liberarmi da quell'abbraccio ma lui mi tenne così stretta che alla fine qualcosa si smosse in me e lentamente ricambiai. Aveva capito subito il mio punto debole: non sapevo resistere alle tentazioni, soprattutto quelle carnali. In un momento capii tutto. Il fascino del primo giorno, l'odio durante questo periodo...la persona per cui credi di serbare rancore in realtà è quella che ti attrae maggiormente. Lo strinsi a me e lui mi graffiò la schiena strappandomi la maglia che cadde a terra in brandelli. L'eccitazione mi attanagliava lo stomaco e mi portò a sbottonare lentamente la sua camicia mentre la passione del bacio si trasformava in foga. Lentamente stavo perdendo la testa...gli strappai i pantaloni e lui tolse i miei dicendomi: "Odio le gatte come te" mi baciò il collo "ma allo stesso tempo le amo perchè hanno un bel caratterino.." Da quel giorno tutto cambiò. Rimasi incinta ed un altro figlio del demonio entrò a far parte della mia vita: Josh era il fratello di Luna.

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Capitolo 4
*** Il passato ***


Questo avvenimento cambiò ogni cosa, a partire dall'atteggiamento di Luna nei miei confronti, tanto che un giorno tentò persino di uccidere mio figlio dandomi una forte spinta facendomi cadere e mettendo a rischio il feto, abbandonandomi poi nel mio solitario castello. Fortunatamente le mie grida furono udite da Josh che chiamò in tempo colui che già una volta mi aveva salvata. Chi è costui e perchè Luna se la prese così tanto? Torniamo un po' indietro e capirete tutto..
Dal buio lentamente andava a definirsi una stanza abbastanza ampia che poi successivamente si rivelò essere l'unica di quella casupola in cui giaceva una bambina distesa sul letto e abbastanza stordita si guardava intorno per capire dove fosse. «Ti sei svegliata» udì una voce profonda e sul suo campo visivo apparve un anziano dalla corporatura tozza e alquanto basso, ma ciò che attrasse la sua attenzione fu la candida barba così lunga da fargli da strascico a coprire tutta la sua persona. Prendendo un po' di coraggio la bambina chiese «Dove mi trovo..? E...chi siete voi?» la voce le uscì più rauca e sussurrata di quanto si aspettasse «Il mio nome non ha importanza ragazza, ora cerca di riposare, ne hai tanto bisogno» quasi impercettibilmente una smorfia attraversò il viso di quel misterioso uomo, come se stesse nascondendo una terribile verità; confusa chiuse gli occhi e si rimise a dormire -urla strazianti, correva, le fiamme bloccavano ogni percoso che intraprendeva coperto da una scia di cadaveri, "Scappa!" gridava qualcuno, una risata malefica e il buio la avvolgeva- si svegliò con un urlo. Ancora quel sogno...era tutto così reale, quasi facesse parte del suo passato, ma lei non ricordava nulla, quasi neppure chi fosse. Così tanto presa da quel sogno non si accorse nemmeno di essere tra le braccia di qualcuno, il corpo non era tozzo, sembrava quasi quello di un ragazzino ed infatti quando si scostò vide un viso vispo ricoperto di lentiggini «Sei viva» lo guardò con aria interrogativa a partire dal fatto che non lo conosceva affatto. «Oh giusto» allungò la mano al quale lei ricambiò una debole stretta «Sono Eldain, il figlio dello stregone» ecco dunque svelata l'identità dell'uomo, ma ella continuava a non capire: come viva? il ragazzo stava per aprir bocca quando fu fermato bruscamente dal padre «Stai tranquilla, qui sei al sicuro Alexis, è questo il tuo nome giusto?» chiese lo stegone «Credo di si...» rispose balbettando e lui dopo averle dato una carezza portò via il figlio.
Il giorno dopo provò ad alzarsi dal letto, ma il forte giramento di testa la costrinse ad appoggiarsi a qualcosa e a chiudere un attimo gli occhi per non cadere. Quando li riaprì era davanti ad uno specchio: capelli neri con un unico ciuffo blu sfumato e gli occhi in contrasto tra loro per la chiarezza inquietante di quello lilla e l'oscurità dell'altro color pece, a coronare tutto erano le orecchiette da gatta. Strano...non si ricordava così, era quasi certa di essere bionda ma soprattutto di non avere quelle orecchie, ma era tutto così confuso...; riflesso nello specchio dietro di lei apparve l'anziano «Posso parlarti ?» chiese soltanto.
Seduti sul letto le raccontava una storia: Il paradiso era stato distrutto dai demoni e gli unici superstiti erano stati fatti prigionieri negli inferi, nella sua descrizione però molte cose coincidevano con l'incubo che disturbava il suo sonno in quei giorni e quando glielo disse sul suo volto si dipinse nuovamente quella smorfia. «Alexis...tu eri un angelo...tutt'ora lo sei ma ho dovuto mutarti un una gatta per poter vivere con noi in quanto in questo villaggio non sono ammesse altre specie» solo ora si accorgeva dei suoi occhi felini «Con quale criterio ha usato il mio corpo come esperimento? Come ha potuto prendersi questa libertà e soprattutto come ha potuto pensare che io volessi vivere qui? Io voglio i miei genitori!» era molto agitata e non si distingueva neanche il suo stato d'animo, se fosse triste o arrabbiata. Lo stregone tacque un attimo poi la guardò con gravità «Non capisci..? Tu sei un angelo, il che significa che provieni dal paradiso che ti ho appena detto essere stato distrutto...» Alexis spalancò la bocca e scosse la testa quasi non volendo dare ascolto alla sua testa che man mano metteva insieme tutte le tessere mancanti dell'enigma «Eldain ha trovato il tuo cadavere qui fuori e ti ho riportato in vita ma per poterlo fare ho dovuto darti questa nuova forma» respirava veloce spaventata mentre le lacrime le solcavano il viso senza che se ne accorgesse. Quando il vecchio le andò incontro per abbracciarla lei si ritrasse e corse via disperdendosi in quel villaggio dove tutti la osservavano chiedendosi se stesse bene o spettegolando sulla sua provenienza. Andò addosso a qualcuno ed inciampò negli steccati ma ogni volta si rialzava e continuava a correre finendo così nella foresta, ormai lontana per sentire il vecchio che la chiamava a squarciagola. 
Passarono i giorni e si accorse ben presto dei pericoli che una bambina poteva trovare in quel luogo. Mentre viaggiava da giorni in cerca di cibo, inavano, venne attaccata da un lupo. Tremante e in lacrime a terra indietreggiava cercando un ombra di pietà nel suo aggressore che le ringhiava contro. Fu come nelle favole che le raccontava sua madre che arrivò lei: una ragazzina apparentemente della sua età si mise coraggiosamente davanti al lupo ed estrasse la spada puntandola agi occhi dell'animale, strinse tra le mani l'elsa e si concentrò. Dalla lama fuoriuscirono delle scintille e successivamente si andarono a definire delle lame di fuoco il cui colpo andò a segno. Il lupo ormai ceco, se ne andò mugugnando. «Tutto bene Madamoiselle?!» disse avventandosi su di lei la ragazza. Le sembrava davvero preoccupata ed ebbe immediatamente fiducia in lei in modo istintivo. Annuii mentre le esaminava il corpo in cerca di eventuali graffi o ferite «Menomale...» disse alzandola «Grazie per avermi salvata...avevo molta paura» disse Alexis «Come ti chiami?» lei si inchinò e le baciò la mano «Mi chiamo Luna, piacere di conoscerla» questo gesto stupì Alexis che fece un risolino dolce «Chiamami semplicemente Alexis» e così cominciò una grande storia di amore fraterno che non si sarebbe mai spezzata.

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