La strada del cuore

di Sonia6
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Intro ***
Capitolo 2: *** Home sweet Home ***
Capitolo 3: *** Il Galà -Parte I ***
Capitolo 4: *** Il Galà- Parte II ***
Capitolo 5: *** Decisioni che ti cambiano la vita ***
Capitolo 6: *** Consapevolezze ***
Capitolo 7: *** Il confronto ***
Capitolo 8: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Intro ***


Quando Felicity si laureò al M.I.T. non avrebbe mai immaginato che la sua vita sarebbe stata questa. Cavolo era la prima della classe, tutti voti alti, Master informatici di qualsiasi tipo, un fidanzato bellissimo. Ok, forse una madre un po’ troppo impicciona, ma non poteva pretendere troppo. Aveva delle alte aspettative circa il suo futuro, ma dopo aver fatto ogni genere di lavoro per mantenersi agli studi, la sua positività era un po’ vacillante.
E adesso si ritrovava qui, a Parigi, la Ville Lumiere una città che desiderava visitare da sempre, a lavorare come assistente del suo ragazzo. Dopo la laurea Cooper  ereditò molti soldi dalla morte di una vecchia zia del padre, con questi soldi tirò su un’azienda dal niente, con le sue forze investendo in tecnologia avanzata e risorse umane. Ha voluto lei al suo fianco ed  era elettrizzata dalla cosa perché poteva avere il lavoro dei suoi sogni (che, diciamoci la verità, purtroppo è un lusso per pochi) ed al contempo lavorare al fianco del suo fidanzato. Ah, quanto si sbagliavo!

I primi mesi sono andati alla grande, amava il suo lavoro ed amava la complicità che si era creata tra loro in ufficio, mantenendo sempre  un rapporto prettamente professionale. Lavoravano tutto il giorno, alla sera tornavano a casa, preparavano la cena, qualche coccola sul divano in compagnia di un bel film, si addormentavano abbracciati per poi svegliarsi il mattino seguente felici di cominciare un altro giorno. Era felice. ERA. Poi qualcosa è cambiato. Cooper partì per Parigi lo scorso anno per concludere un’acquisizione di una grande azienda del luogo. Tornò vittorioso. La Seldon Industries aveva firmato il contratto. Così una nuova filiale venne aperta in Francia. Indovinate chi venne mandata come Amministratore Delegato?

“Chi meglio di te Fel? Sei un genio ed io mi sento sicuro se so che ci sei tu a gestire i miei affari oltre oceano. E poi tu ami Parigi!!!”

Vane furono le sue lamentele sul fatto che, se si fosse trasferita, avrebbero dovuto affrontare una relazione a distanza, che l’azienda era piena di persone di cui ci si poteva fidare e che non era necessario che andasse proprio lei.

“Sono il CEO di una grande azienda Fel, un’azienda che possiede un jet privato, jet privato che posso utilizzare come e quando voglio, ti raggiungerò ogni volta che potrò, così tante volte che sentirai la voglia di cacciarmi tesoro. Non ti preoccupare. Andrà tutto bene”

 Ma l’amore fa fare cose strane a volte, scelte discutibili. Così partì. Molte sensazioni si facevano strada in lei. Ancora non era convinta della scelta, ma stava andando a Parigi. Non poteva negare l’eccitazione della cosa. Lui l’ avrebbe raggiunta nei suoi momenti liberi. Lo avrebbe fatto. Si fidava di lui. Lo amava.

Sono le 7 del mattino, come da un po’ ti tempo a questa parte Fel si ritrova sulla terrazza del suo attico a guardare il sole sorgere, la città piano piano si sta illuminando, i tetti cominciano a brillare, la magia di questo luogo si sta svegliando, il profumo del pane si sta facendo spazio nelle narici dei parigini che camminano per le strade per andare a lavoro. E lei è seduta con la sua tazza di thè bollente tra le mani. Non ha dormito nemmeno stanotte. Fortunatamente oggi è sabato, perciò niente lavoro. Ieri doveva arrivare Cooper.

“Tesoro non riesco a partire, hanno indetto un nuovo consiglio di amministrazione domani mattina al quale devo presenziare. Mi dispiace amore, sarà per il prossimo week end”.

Questo era solo il settimo week end di fila che rimandava. Non si vedevano da due mesi. In realtà da quando si era trasferita lui era venuto soltanto 3 volte e per pochi giorni. Lei non era mai tornata a Starling City. Nei giorni in cui Cooper veniva a trovarla, lui si comportava come se niente fosse cambiato, come se il loro rapporto non avesse subito cambiamenti. Ma lei? Lei si sentiva sola e triste e se lo faceva presente lui le ricordava che la amava e che si fidava di lei. Ne parlava al telefono con Donna, sua madre, che le diceva di prendere in mano la sua vita e cambiarla, per il suo bene. E lei si arrabbiava perché sapeva che sua madre aveva ragione, ma non ne aveva il coraggio. Così lei proseguiva il suo lavoro con dedizione, perché si sentiva utile, lei serviva all’Azienda. Dopo un anno di questo continuo pensare, i suoi neuroni sempre in movimento, la sua mente sempre attiva, dove mangiava pochissimo, dormiva a malapena, decise che era il momento di dare una svolta.  Prese il suo fidato tablet e mandò una email a Jasmine la sua assistente personale dicendole che per qualche tempo non sarebbe andata in ufficio, poi acquistò su Internet un biglietto last minute per gli Stai Uniti.

Dall’altro lato dell’oceano un Oliver Queen impeccabile in giacca e cravatta stava aspettando la sua fidanzata Laurel Lance per portarla fuori a cena. Era il loro anniversario. Durante il tragitto verso la casa della sua ragazza Oliver si chiedeva a che numero fossero arrivati. Il nono? Il decimo anniversario? Non ne aveva idea. L’unica cosa che sapeva con certezza era che non vedeva l’ora di andarsene a letto. Questa cena proprio non rientrava nei suoi programmi. Ma in quelli di Laurel si. Uscì di casa in un abito nero che le fasciava il fisico perfettamente, fisico un po’ troppo magro in realtà, ma Oliver scacciò dalla sua mente quel pensiero. Salirono in macchina e si avviarono al ristorante.
Come sempre i paparazzi erano pronti ad immortalare ogni momento dello scapolo d’oro di Starling City. Come sempre Laurel era prontissima a farsi scattare foto al fianco di Oliver pensando già alle testate dei giornali del giorno seguente “Oliver Queen porta a cena la sua storica fidanzata Laurel Lance… sarà la volta buona in cui le chiederà di sposarlo?”. Nella mente di Oliver invece viaggiavano altri tipi di pensieri “Maledetti paparazzi!”, “Mai che possa star tranquillo”, “Un’altra uscita in pubblico da spiattellare sui giornali!”, “Speriamo che finisca presto!”

“Ollie sei silenzioso. Va tutto bene?”
“Certo, sto solo scegliendo cosa mangiare”
“Sei proprio sicuro di non volermi dire niente??”
“Uhm….a proposito di cosa?”
“Non saprei…. Di stasera per esempio”
“Sei bellissima”
“Grazie, ma non mi riferivo a quello……….. Auguri Ollie per il nostro decimo anniversario!!!”
Cavolo allora è proprio il decimo!!! Ci avevo quasi azzeccato.
“Hai ragione scusa, auguri a noi Laurel”

La serata passò in maniera veramente troppo lenta. Oliver se ne tornò a casa con la scusa di una gigantesca emicrania, vide l’agognato letto, si stese sperando che il sonno lo avvolgesse immediato ed invece si ritrovò a passare gran parte della notte sveglio con mille pensieri nella testa. Un lavoro importante, l’azienda di famiglia sulle spalle una fidanzata che voleva essere sposata, una famiglia che idolatrava la suddetta fidanzata e lui che non era felice. Accidenti lui non era per niente felice! Cercò di capire che cosa, di quello che aveva, non lo rendesse felice, ma non arrivò alla conclusione. Morfeo lo prese per mano e lo accompagnò in un sonno agitato.




CIAO A TUTTI!!!!!
QUESTA E' LA MIA PRIMA STORIA.....SPERO VI PIACCIA..... FATEMI SAPERE CHE NE PENSATE SE VI VA!!!!
BYE SO'

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Capitolo 2
*** Home sweet Home ***


Ciao a tutti. Ho il secondo capitolo (che poi sarebbe il primo) pronto, perciò non vedo perché aspettare a pubblicarlo. Spero vi piaccia!!!!!! Baciii Felicity scese dall’aereo e riconobbe subito il profumo di casa. Le era mancato terribilmente. Tutto di qui le era mancato terribilmente. Si sentiva agitata, non aveva detto a nessuno che sarebbe partita, a Cooper e nemmeno a sua madre. Fermò un taxi e si fece portare a casa sua. A casa loro. Chissà se Coop sarà contento di vedermi, pensò. Fel entrò in casa, era tutto molto silenzioso. Girò per le stanze in cerca di Cooper ma non lo trovò. Non voleva chiamarlo perché non sarebbe stata più una sorpresa. E lei amava le sorprese. Più farle che riceverle in realtà, comunque le amava. Decise di disfare i bagagli e farsi una bella doccia calda in attesa del ritorno del suo fidanzato. Riempì la vasca di Sali, accese qualche candela e spense la luce, entrò nella vasca e si rilassò completamente. La penombra e il profumo della schiuma rigeneravano i suoi sensi. Era un rituale che era solita fare anche a Parigi quando aveva avuto una giornata pesante. La sua mente intanto vagava, facendo mille film mentali su come dire a Coop che lei non voleva più stare a Parigi, almeno non senza lui. Che non era la vita che voleva. Che non poteva sacrificare la sua felicità per un lavoro che amava ma che doveva fare nel posto sbagliato. Perciò o lui veniva a Parigi con lei (cosa che non credeva fattibile) o lei tornava a lavorare nella filiale di Starling City mandando qualcun altro al suo posto. Si, questo avrebbe detto. Adesso era pronta per affrontare la discussione. I suoi pensieri vennero scossi da un rumore di chiavi nella serratura di casa. In fretta uscì dalla vasca e si infilò il primo accappatoio che trovò, scese le scale e finalmente lo vide. Di spalle che tirava fuori dal frigo una birra ghiacciata. “Va bevuta con calma perché è fredda” “Ma che caz…. Fel….Fel?!” Lei gli corse incontro e gli saltò letteralmente al collo stampandogli un bacio sulle labbra. Poi tutta sorridente esclamò “Ciao Coop” “Ciao…. Ma che ci fai qui?” “wow… non ci vediamo da due mesi e tutto quello che sai dirmi è cosa ci faccio qui??? Se non sei felice di vedermi posso sempre…” “Cosa?! No, è solo che….non me lo aspettavo!!” La strinse forte a se e le sussurrò all’orecchio “Dio quanto mi sei mancata” “Dimostramelo” Si guardarono negli occhi per un tempo infinitesimale, poi lui la prese in braccio, lei incrociò le gambe intorno alla sua vita e cominciarono a baciarsi, con impeto, come se non facessero questo da chissà quanto tempo. Ed era così infatti. Lui salì le scale e si avviò verso la loro camera. La adagiò sul letto e fecero l’amore. Due volte. Cavolo le era mancata terribilmente casa sua! “Questo è per te” “Che cos’è? Un regalo?? Bhè certo che è un regalo, voglio dire è incartato ed ha pure il fiocco, quello che volevo sapere è perché un regalo?” “Fel rilassati…. Si è un regalo. Un regalo che vorrei tu indossassi stasera al Ricevimento annuale al Municipio per la raccolta fondi per la lotta contro il Cancro” Felicity aprì la scatola e rimase letteralmente a bocca aperta. Era un lungo abito di raso color verde scuro con una scollatura a cuore rifinita di piccoli diamanti ed uno spacco che si apriva fino a metà della sua coscia sinistra. “Amore è bellissimo” “Sapevo ti sarebbe piaciuto” “Aspetta un attimo. Hai detto stasera??? Cioè stasera tra sei ore? Oh mio Dio Coop!!!! Hai una vaga idea di quello che devo fare per poter indossare questo abito??? Ceretta, pedicure, manicure, acconciatura, trucco, scarpe… non mi bastano sei ore!!!!!!!!” “Felicity, tesoro. Calmati, starai benissimo” “Parli bene tu!!! A voi uomini basta fare barba e capelli per essere pronti” “ok senti, mentre tu vai dall’estetista, dalla parrucchiera e in qualsiasi altro posto tu debba andare, io starò qui buono buono a concludere un programma al computer “ Felicity continuava a borbottare tra se calcolando mentalmente quanto tempo ci sarebbe voluto per fare incastrare ogni cosa ed essere comunque pronta e presentabile per le sette di quella sera, quando Cooper se ne uscì con “Perché sei tornata?” Lei si bloccò sul posto. Quando era partita sapeva che questo momento sarebbe arrivato, ma il loro incontro era andato ben oltre le aspettative perciò lei si era dimenticata il motivo per cui era tornata, ok in realtà non lo aveva proprio dimenticato, diciamo che lo aveva accantonato in un angolino della sua mente e lasciato li da tirar fuori in momenti più propizi. Ed eccolo il momento propizio. Certamente non poteva fare scena muta di fronte ad una domanda tanto diretta fatta dal suo fidanzato. Perciò prese il coraggio a due mani dicendo “Coop, io amo il mio lavoro, e amo te e amo pure Parigi. Ma vorrei poter fare queste tre cose contemporaneamente. Vieni a Parigi con me. Oppure potrei rinunciare a Parigi e tornare a lavorare nella sede di Starling City. Con te. Non ce la faccio più a stare a migliaia di km di distanza senza poterti vedere o toccare o stare insieme a te.” “Non posso venire a Parigi. Lo sai. La sede principale è qui. Ed il CEO deve stare qui.” “Lo immaginavo, allora prendiamo in considerazione l’idea che io possa tornare qui?” “Tesoro, io mi fido di te. Voglio te per la mia filiale di Parigi” “E questo ormai l’avevo capito, ma che mi dici di noi?” “Fel per favore. Mi sembra che sia tutto normale” “Normale?!” “Si, siamo due persone di successo, con una carriera molto ben avviata che ci porterà a diventare qualcuno. Per avere tutto questo dobbiamo pur fare dei sacrifici. Niente viene dal nulla. E se per sacrifici si intende il fatto che dobbiamo stare divisi migliaia di km per il bene dell’azienda allora non ci vedo niente di male” “Stai scherzando vero?! Aspetta fammi vedere se ho capito bene. Tu giudichi la nostra relazione una cosa sacrificabile per la carriera ed il bene dell’azienda?! E’ questo che mi stai dicendo?” “Stiamo litigando davvero per questo?” “Oh si mio caro. Ma che razza di arrivista sei?! Quando eravamo al college eravamo felici, spensierati. E adesso????” “Al college non ero il CEO di un’azienda multimiliardaria con filiali sparse tra Stati Uniti ed Europa” “Sai una cosa?! Tutta questa discussione adesso non ha senso. Io prendo le mie cose e me ne vado a fare quello che devo fare per stasera. Perché stasera presenzieremo a quel benedetto galà solo e soltanto perché tengo molto alla causa che sostiene. Ci presenteremo li e faremo finta di niente. Ma riprenderemo da dove abbiamo interrotto Cooper. Questo è certo.” Uscì sbattendo la porta, lasciando Cooper a finire il suo lavoro di programmazione. Cavolo avevano appena avuto una discussione nella quale lui sminuiva la loro relazione!!!! Non si aspettava che si dilaniasse dai sensi di colpa ma nemmeno che continuasse a fare quello che stava facendo come se niente fosse. Era arrabbiata. Anzi no era delusa e triste. Sapeva che non sarebbe stato facile affrontare l’argomento, ma tra i mille film mentali che si era fatta nemmeno uno si avvicinava alla realtà. Parcheggiò la sua auto in centro e cominciò a camminare tra i negozi guardando le vetrine ma vedendo solo la faccia di Cooper che le diceva che la loro storia era sacrificabile. Ma che aveva quel ragazzo di sbagliato? Quando si erano conosciuti lui era proprio come lei. Un nerd timido e bellissimo, che dava importanza all’amicizia, all’amore, alle persone. Tutto è cambiato quando ha ereditato tutti quei soldi. Arrivò alla conclusione che i soldi danno alla testa. Bhè anche lei aveva un discreto stipendio, comunque più alto della media, ma non si comportava così. Era sempre la solita Felicity Smoak, nerd geniale, un po’ imbranata ma dolcissima, che parlava a vanvera quando si trovava in imbarazzo. Erano questi i suoi pensieri quando d’un tratto sentì un grido femminile proprio di fronte a lei “Attenta!!!” Alzò gli occhi e vide un ragazzino venire nella sua direzione a tutta velocità su uno skateboard. L’avrebbe travolta se non avesse fatto un salto alla sua destra proprio all’ultimo minuto lasciando sfilare l’adolescente via per la sua strada. Questi ragazzini! Proprio mentre pensava questo si rese conto che due mani grandi e calde la stavano trattenendo per le spalle. Probabilmente durante il suo scatto era andata a sbattere contro qualcuno e non si era accorta della figura al suo fianco. Complimenti Fel! Finchè…. “Stai bene?” Ok era di spalle e non poteva vederlo, ma ad occhio e croce era un uomo, un uomo con una voce calda e sensuale, più alto di lei dato che sentiva il suo respiro sulla tempia destra. Si girò per rispondere educatamente quando….. “ok è decisamente un uomo. Un gran bell’uomo” Sorridendo lui rispose “Fino a prova contraria lo sono” “Come?” “Hai appena detto che sono decisamente un uomo. Si direi che lo sono” “Oh oddio scusa. E’ che a volte do voce ai miei pensieri. Bhè non solo a volte, molte volte in realtà. Ed anche adesso forse, si probabilmente dovrei smettere di parlare è che proprio non ci riesco, succede questa cosa nel mio cervello, i pensieri dalla mente vanno direttamente alla bocca e faccio figuracce che….. tipo adesso. Eeee stop mi fermo qui” Lui sorrise ancora, e che sorriso, era veramente un sorriso luminoso. “Wow parli molto! Comunque stai bene?” “Si… Si, grazie e scusa se ti ho travolto” “Non scusarti, non è colpa tua. E poi non mi hai travolto. Non ti ho nemmeno sentito!” “eh lo credo!!! Con tutti quei muscoli che hai! Ok fel smettila cavolo! Ti faccio ridere?” Lui rideva adesso. Non sorrideva ma rideva di gusto. “No, scusa è che non ho mai conosciuto una come te. Ti va se ti offro un caffè?” “Mmm mi piacerebbe ma ho un sacco di cose da fare per stasera. Ho un impegno importante” “Soltanto un caffè, cinque minuti” Oddio Fel ma che stai facendo?!?!? Un uomo super sexy ti vuole offrire un caffè e tu che fai?! Declini l’invito. Tipico!!!! Pensa a Cooper. Pensa a Cooper. Pensa a Cooper. “Mi dispiace davvero non posso, sono già in ritardo”. “Va bene, ma dimmi almeno come ti chiami, almeno so chi dovrò cercare nel caso qualcuno metta in dubbio che io non sia un uomo ed abbia bisogno di una conferma” “Sono Felicity. Felicity Smoke” “Oliver. Oliver Queen. E’ stato un piacere conoscerti Felicity Smoke” Si strinsero la mano, e lei, poteva giurarlo su Felix (il suo primo computer da lei costruito all’età di 7 anni a cui tristemente aveva dato un nome) avvertì una forte scarica elettrica nella spina dorsale e un calore provenire dalla bocca del suo stomaco fermarsi alle sue guance. Ritirò la mano, si voltò ed entrò nel negozio di scarpe. Passò il pomeriggio a prepararsi per il galà, ma il suo pensiero, spesso, andava ad Oliver, a quell’incontro casuale. Alle sue mani, la sua voce, i suoi occhi. Quegli occhi blu, profondissimi che parlavano e dicevano mille cose anche stando zitti. Non sapeva se lo avrebbe mai rivisto, non sapeva che vita facesse. Sapeva però che quell’incontro l’aveva scombussolata e per il resto della giornata non pensò più alla discussione avuta con Cooper. Un’altra cosa che Felicity non sapeva era che anche Oliver era nelle sue stesse condizioni. Quando si era incontrato/scontrato con Felicity, era appena uscito dallo studio legale dove lavorava Laurel, avevano avuto una discussione sul fatto che lei insisteva a voler prendere un appartamento insieme, mentre Oliver non si sentiva pronto “ Hai 30 anni! Non sei più un bambino. Quando ti deciderai a crescere? Stiamo insieme da dieci anni, quando sarebbe secondo te il momento giusto???” Oliver era su un’altra lunghezza d’onda. Non dava peso all’età, o alle tappe della vita. Non era obbligato a fare qualcosa solo perché la società lo richiedeva. E non l’avrebbe fatto. Non importava quanto Laurel sbraitasse. Lui doveva fare le sue scelte solo e soltanto quando sarebbe stato pronto. E adesso non lo era. In questo stato d’animo passeggiava verso la sua Porsche quando incontrò Felicity. E le parve subito una boccata d’aria fresca. Bella con i capelli biondi sciolti illuminati dai raggi del sole, quella bocca carnosa rosata, quegli occhi azzurri nascosti dietro gli occhiali, quella gonna corta fino al ginocchio e quella sua parlantina davvero esilarante. Di donne belle ne aveva avute Oliver, ma belle con un carattere mai. Nemmeno Laurel. Si lei aveva carattere, era un avvocato, ma era troppo agglomerata alla società. Bhè anche Oliver passò la giornata a pensare a Felicity ed anche lui si chiedeva se e quando l’avrebbe rivista. Aveva il suo nome comunque e questo poteva bastargli per trovarla. Felicity tornò a casa giusto in tempo per una doccia e per vestirsi. Cooper era pronto quando lei scese le scale con quello splendido vestito che lui le aveva regalato. Aveva acconciato i capelli in una morbida treccia che le cadeva oltre la spalla destra trucco leggero ed ovviamente un bel tacco 12. Per la gioia dei suoi piedi e delle sue caviglie. “Wow Fel. Sei splendida” Non avevano propriamente parlato da quando lei era rientrata. Ma aveva deciso di lasciar correre per il bene della serata. Era propensa a non rovinare la festa. Ci teneva davvero molto a questa raccolta fondi e non perché ci sarebbe stata l’intera élite di Starling City, non gliene fregava niente di quella (a differenza di Cooper) ma per i malati che contavano sulla ricerca. “Grazie, anche tu stai benissimo” Era pronta. Avrebbe affrontato questa serata con il sorriso anche se moriva dentro. Si, le mancava terribilmente la sua casa. Pronta. Si va in scena.

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Capitolo 3
*** Il Galà -Parte I ***


Oliver e Laurel erano arrivati al Municipio da circa 20 minuti e lui già non vedeva l’ora di tornarsene a casa. Non fraintendiamoci, era contento di essere li e non per chissà quale motivo. Solo e soltanto per lo scopo filantropico della serata. La raccolta fondi. Era uno dei pochi ricchi che pensava “Chi più ha, più da”, credeva fosse giusto, avendo molti soldi, donarne un po’ alla ricerca, non per facciata o per ottenere un bell’articolo elogiativo su un qualsiasi giornale scandalistico, ma per le persone che soffrivano. Insomma era una voce fuori dal coro in mezzo ad un oceano di sanguisughe che al posto degli occhi avevano il simbolo del dollaro. Era arrivato, aveva fatto la sua donazione consegnando l’assegno, aveva salutato un po’ di persone e adesso era pronto per andarsene. Ma in base alla stupida legge del dare avere, lui aveva dato ed adesso gli toccava ricevere. Ricevere la mano tesa di decine di persone dell’alta società di Starling City che si congratulavano per la donazione, per la bella fidanzata o per l’ultima acquisizione della Queen Consolideted. Cristo in quel momento avrebbe davvero desiderato essere su un’isola deserta! Laurel era sempre al suo fianco ( come poteva essere diversamente! ) ed era stupenda. Quando era uscita di casa Ollie per un momento era rimasto senza parole, aveva un tubino rosso senza spalline che le arrivava alle ginocchia, semplice ma ad effetto, scarpe con un tacco vertiginoso e capelli raccolti in un’acconciatura alta molto elaborata e sofisticata. Ok, era veramente bella quella sera. Il suo fidato migliore amico Jhon Diggle, nonché sua personale guardia del corpo, nonché suo personale autista, nonché salvavita (come lo definiva lui in quanto dispensatore di consigli, spalle su cui piangere ed aiuti nei momenti di sbronza totale) era in un angolo della sala a controllare che tutto filasse liscio insieme agli uomini della sicurezza dell’evento. I due si guardarono per un nanosecondo e si lanciarono un cenno del capo capendo tutto
“Quanto manca per andarcene Jhon?”
“Oliver rilassati, sei appena arrivato”
Ollie sospirò.
“Che succede?”
“Come? Niente, vieni, ho visto i miei genitori in fondo alla sala, andiamo a salutarli”
Si avviarono camminando a braccetto ricevendo sguardi allusivi maschili e invidiosi femminili. Laurel era compiaciuta dalla cosa, Oliver un tantino schifato.
“Mamma, Papà.”
“Oliver caro! Laurel tesoro sei uno splendore stasera!”
“Grazie Moira. Sei sempre carina. Allora che ne dite del ricevimento? Sta andando bene no?”
“Si, pare abbiano già raccolto molte donazioni. Quando la città si mobilita per queste cose ci fa fare sempre bella figura”
“Oh Robert per favore, sappiamo tutti quanti che sono sempre i soliti a donare!”
“Bhè mamma, fortuna che almeno i soliti donano…. Speedy non c’è?”
“Si certo, sarà con il suo ragazzo. Ah eccoli!”
“Ollie!!!Ciao Fratellone!!! Ciao Laurel”
“Ciao Thea”
Oliver abbracciò forte la sorella sussurrandole all’orecchio
“Potresti fare almeno finta che Laurel ti piaccia giusto un po’? non molto, un po’….”
“Che ci posso fare Ollie?! E’ più forte di me. Non mi piace, non mi è mai piaciuta, ma ehi…. Non sono io che dovrò sposarla e non sono sempre io che deve andarci a letto!”
“Thea!”
La sorella si districò dall’abbraccio e gli fece l’occhiolino e poi si avvinghiò al braccio del suo fidanzato
“Vi ricordate di Roy?”
Si salutarono e per qualche minuto rimasero vicino alla porta finestra che dava sul balcone a chiaccherare mentre il Galà andava avanti.
Felicity e Cooper fecero il loro ingresso nel Municipio a braccetto. Quando entrarono ci fu un momento, un piccolo piccolissimo momento in cui lei si sentì in imbarazzo. Qualcuno all’entrata aveva lanciato un fischio nell’osservarla. Non sapeva dire se fosse stato un cameriere o qualcuno della sorveglianza. Quello che sapeva era che comunque la cosa era inappropriata. Come inappropriata era stata la reazione di Cooper al tasso di gradimento di quella persona. Il niente, il vuoto cosmico. E lei era molto più che certa che lo avesse sentito anche lui. Diavolo probabilmente l’avevano sentito anche le 20 persone più vicine a loro. E lui?! Zero. Chiuse gli occhi per concentrarsi ed evitare di scoppiare (o scoppiare in lacrime) per la sua indifferenza, contò mentalmente fino a 5, anche 10, indossò la sua più bella faccia sorridente ed indifferente ed entrò nella sala del ricevimento. C’erano molte persone, uomini in smoking accompagnati da belle donne imbellettate per l’occasione. A Felicity venne in mente una scena vista da piccola al circo, un clown seguito da una scimmia truccata con la parrucca da donna. All’epoca rimase delusa dallo sfruttamento che l’uomo aveva messo in atto su quella scimmia solo per strappare una risata dal pubblico. Adesso invece la scena la fece sorridere perché era esattamente quello che vedeva. Solo che al posto della scimmia c’erano le donne che seguivano gli uomini d’affari. Ah, che tristezza pensò.
“Mr Seldon!”
Si voltarono entrambi e Fel vide una donna incredibilmente bella, con gambe da modella, un fisico perfetto avvicinarsi a loro
“Laurel! Ti prego diamoci del tu quando non siamo a lavoro”
“Va bene, Cooper.”
“Felicity, ti presento Laurel Lance, l’avvocato che ci rappresenta nelle nostre cause legali, qualora ce ne sia bisogno. Laurel lei è Felicity Smoke la mia fidanzata”
“Piacere di conoscerti Felicity”
“Il piacere è mio!” non sapeva perché ma non le piaceva. Questione di pelle.
“Allora Laurel, sei da sola stasera? Non dirmi che il tuo fidanzato non è venuto!”
“Non sono sola. C’è anche lui, sta parlando con i suoi genitori. Figuriamoci se poteva perdersi una serata del genere. Lui adora donare soldi alla ricerca!”
“Bhè mi pare un tipo intelligente allora, un tipo in estinzione” Felicity cavolo modera i termini, abbiamo capito che a pelle non ti piace ma anche meno acida va bene.
Laurel la squadrò per un attimo poi disse
“Si lo è. Ma chi non lo sa. Voglio dire è l’uomo più in vista di Starling City, tutti sanno che è intelligente”
Felicity la guardò come se la cosa fosse ovvia. Probabilmente sul suo viso era stampato un gigantesco: E Quindi?! Infatti dopo pochi secondi Laurel proseguì
“Bhè posso certamente affermare che all’interno di questa sala sei l’unica persona a non avermi riconosciuto. Fa uno strano effetto. Non ci ero più abituata”
“Sai Fel non è tipo che legge giornali di Gossip. In realtà non se ne preoccupa affatto. E’ più tipo da romanzi storici, libri fantasy ed articoli di cronaca”
“Oh”
“Bhè, Coop, non ci si laurea al M.I.T. con un anno di anticipo leggendo stupidi giornali scandalistici” Vai così Fel!!
I due la guardarono un po’ straniti. In realtà Cooper non sapeva il motivo per cui se ne fosse uscita con un’affermazione così dura, fu l’avvocato a salvarlo
“Comunque il mio fidanzato è il CEO della Queen Consolideted, Oliver Queen”
A quel nome Felicity sussultò solo per un istante, un brevissimo istante che non venne recepito dai due.
“Ah, ne ho sentito parlare”
Poco dopo Laurel si allontanò lasciando i due da soli
“Mi spieghi che cavolo ti è preso?” sussurrò Cooper a denti stretti
“Perché?”
“Cos’era quell’uscita sul M.I.T. e i giornali Gossip?”
Lei fece spallucce “Mi sembrava solo la cosa giusta da dire. Non te la prendere Coop, c’è tutto il gossip che vuoi qui stasera con tutta l’alta società della città”
Lui sbuffò e si allontanò in cerca dei suoi contatti lavorativi più importanti, in fondo la serata serviva anche a questo no?! Felicity lo vide avvicinarsi ad un gruppo di tre uomini super eleganti ed insieme a loro…. Laurel.
Ok, doveva digerire la cosa e per farlo aveva bisogno di bere. Si avvicinò al bancone del bar ed ordinò un Margarita. Allora, riordiniamo le idee. Oliver  è fidanzato con una strafiga pazzesca che, il caso ha voluto, è l’avvocato dell’azienda del suo fidanzato. Certo, tipico. Ma in fondo cosa le importava di Oliver? L’aveva visto una volta soltanto e per 10 minuti non contava niente. O si? No no no. Lei aveva Cooper, certo, avevano dei problemi da risolvere, ma quale coppia non li ha? E poi anche Oliver era fidanzato. Ma le coppie possono anche scoppiarsi giusto? Cioè nella vita succede. No Felicity! No!!!
“Margarita? Ti facevo più un tipo da Vino”
“Non stasera” Poi lei si voltò e… oh cavolo! Oliver.
“Ciao Felicity”
“Oliver!.... voglio dire, ciao Oliver” Oddio da dove era uscita quella voce stridula?! Contegno Fel per favore.
“Perché non stasera?”
“Avevo solo bisogno di qualcosa di molto più forte!”
Aveva capito che c’era qualcosa che non andava ed aveva pure capito che non era il caso di fare altre domande
“Ho visto la lista degli invitati. Non c’è il tuo nome”
“Sono venuta con Cooper Seldon”
“Copper Seldon il CEO della Seldon Industries?”
“Si, è il mio fidanzato” e adesso perché l’aveva detto in questo modo come se fosse una cosa di poco conto?!
Lui si avvicinò a lei, forse un po’ troppo e le disse
“Bhè, non dovresti essere il suo +1. In realtà non dovresti essere il +1 di nessuno”
Lei corrucciò lo sguardo
“Non capisco”
“ Sulla lista degli invitati c’è scritto Mr Cooper Seldon +1. Immagino sia tu il +1”
“Già. Felicity Smoke la +1!”
“ e così…. Sei fidanzata. Non lo sapevo.”
“Bhè me lo hai propriamente chiesto”
“Se tu avessi accettato il mio invito per il caffè probabilmente lo avrei fatto”
Ok aspetta un attimo, Oliver Queen, il bellissimo Oliver Queen in smoking sta per caso flirtando con me????
“Ho appena conosciuto Laurel”
“Ah”
“E’ molto bella, complimenti”
“Si, lo è. Tu sei splendida invece. E a me non serve qualcuno di bello al mio fianco, ma qualcuno che brilli, che….splenda”
Oh mio Dio, Oliver Queen stava decisamente flirtando! E lo stava facendo ovviamente troppo vicino al suo corpo, le braccia dei due si stavano sfiorando, si guardavano negli occhi, occhi come il mare ed entrambi si stavano perdendo e infrangendo come le onde sugli scogli. Le guance di Fel si fecero porpora. Doveva togliersi da quella situazione.
“Ollie”
“Thea”
“La mamma ti sta cercando. Ciao io sono Thea Queen mio fratello ti sta importunando per caso?”
“Oddio Thea!”
“Ciao, io sono Felicity Smoke. No non mi sta importunando. Dovrei forse preoccuparmi? E’ per caso uno stalker in smoking?” disse sorridendo.
Da quel momento Thea decise che le piaceva. Ed anche Oliver.
“Ok voi due basta parlare male di me. Thea vi raggiungo subito”
“Ok, è stato bello conoscerti Felicity. Spero di rivederti.”
“Anche per me. Ciao”
Anche Felicity decise che Thea le piaceva.
“Devo andare da mia madre. Spero di vederti più tardi.”
“mi troverai al fianco di Cooper. Sono il suo +1 no?!”
Oliver si avvicinò al suo orecchio e le sussurrò
“Sei al fianco dell’uomo sbagliato Felicity”
Adesso era veramente, veramente confusa e scombussolata e agitata. Cosa le stava facendo Oliver Queen? E Felicity Smoke cosa stava facendo ad Oliver? Sicuramente una cosa avevano fatto uno per l’altra. Stavano tornando piano piano a sorridere e sapevano anche perché.
Sarebbe stata una lunga serata. ECCO IL TERZO CAPITOLO!!!! CIAO A TUTTI KISSES

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Capitolo 4
*** Il Galà- Parte II ***


CIAO A TUTTI!!!!
ECCO IL QUARTO CAPITOLO. HO AVUTO UN PO’ DI TEMPO PERCIO’ HO TIRATO GIU’ QUALCOSA. COLGO L’OCCASIONE PER RINGRAZIARE CHI COMMENTA LEA MIA STORIA ED ANCHE CHI LEGGE SILENZIOSAMENTE. UN BACIO E BUONA LETTURA!!!!
 
 
“Signore e Signori, un attimo di attenzione! Sono lieto di informarvi che abbiamo tra noi stasera il Direttore dell’Istituto di Ricerca per il quale stiamo raccogliendo i soldi. Vorrebbe dirci alcune parole. Prego facciamo salire Mr Steele”
Felicity si avvicinò al gruppo dove si trovava Cooper, lui le sorrise e le circondò la schiena con il suo braccio. Lei era curiosa di sentire cosa avesse da dire il Signor Steele in quanto per la prima volta si presentava ad una serata come questa il diretto interessato della raccolta fondi, ma il contatto con il suo fidanzato le dava sui nervi in quel momento. Non sapeva se la cosa fosse collegata ad Oliver e a quello che le aveva appena detto, sapeva però che si sentiva inadatta al fianco di Coop.
“Vi ringrazio dell’accoglienza. Come ogni anno la città, la nostra città si è mobilitata per una causa importante. Per la prima volta ho deciso di partecipare ed intervenire. Molti potrebbero chiedersi se i soldi donati sono veramente destinati alla ricerca. Sono qui per sciogliere ogni dubbio e assicurarvi che i Vostri soldi hanno esattamente quello scopo. Nel nostro centro di ricerca stiamo studiando il cancro, come sapete. E in particolare stiamo cercando una cura alternativa che possa debellare questo male totalmente. Inoltre voglio comunicarVi che la Steele Corporation  ha collegamenti con i centri di malattia, perciò se siete interessati a conoscere le storie dei malati per i quali stiamo combattendo, vi ho messo a disposizione una mia assistente, che troverete a quel banco, che vi fornirà tutte le informazioni che volete. La malattia non ha razza. Bambini, donne, anziani, uomini. Nessuno è immune. Combattiamo per loro! Combattiamo per noi! Grazie a tutti e godetevi la serata!”
Wow, Fel non si era resa conto ma quando iniziò l’applauso diretto al Sig. Steele si riscosse dai suoi pensieri e sentì una lacrima scenderle sulla  guancia. Cooper parve accorgersene e la rassicurò stringendo la presa sulla sua vita. Felicity si scusò divincolandosi dall’abbraccio andando in cerca di un bagno. Ci mise un po’ a trovarlo perché l’edificio era enorme ed ovviamente, per la gioia dei piedi di ogni donna presente, la toilette era dall’altro lato dello stabile. Complimenti all’organizzatore dell’evento! Quando finalmente decise che era quantomeno presentabile, che non aveva il vestito macchiato, che l’acconciatura era perfetta e che il trucco non era sbaffato uscì dal bagno per percorrere di nuovo quei mille km che la dividevano dalla sala del ricevimento. Ce la posso fare pensava quando stava chiudendo la porta del bagno, alzò lo sguardo e si ritrovò Oliver di fronte a lei. La schiena appoggiata alla parete con le braccia conserte, un piede appoggiato al muro ed uno sguardo serio in volto.
“Oliver, mi hai spaventato. Tutto ok?”
“Che succede?”
“Come scusa?”
“Voglio sapere se va tutto bene”
“Wow, forse questa domanda dovrei fartela io. Sei…. Serio, arrabbiato?”
“Ho visto che piangevi e ho visto anche che sei corsa via dal tuo fidanzato. E’ stato lui a farti piangere?”
Adesso Oliver aveva fatto un passo nella sua direzione facendo cadere le braccia lungo i fianchi ed aveva chiuso le mani a pugno. Felicity poteva credere per un attimo che lui potesse essere quasi geloso e arrabbiato con Coop. Ma no Fel che vai a pensare?!
“Cooper non c’entra niente” non stavolta almeno, pensò
Dopo un attimo di silenzio in cui Oliver aspettava che lei continuasse a parlare, con una faccia ovvia disse
“Allora?”
“Allora…. E’ stato il Signor Steele a farmi piangere. Cioè non proprio il Signor Steele perché non lo conosco nemmeno, cioè ovvio che lo conosco ha appena parlato di fronte a tutti, voglio dire che non lo conosco di persona perciò non può essere stato propriamente lui come persona fisica, ma le sue parole, quelle mi hanno commosso, ho pensato a quei bambini e…. sto di nuovo divagando?”
Il viso di Oliver si era disteso, il cipiglio arrabbiato era scomparso facendo spazio ad un sorriso appena accennato. Si stava perdendo osservandola mentre stava parlando a raffica. Le sue labbra che si muovevano, i suoi occhi che evitavano di guardarlo dritto in faccia, le sue mani che gesticolavano e il suo corpo meraviglioso fasciato da quel bellissimo vestito verde. Il suo colore preferito. Si stava perdendo in lei. Lei lo chiamò e lui si scosse dai suoi pensieri facendo ritornare la sua mente sul pianeta terra. Si mosse improvvisamente senza dare a Felicity la possibilità di reagire in alcun modo, le prese il polso destro con la mano e la condusse velocemente dietro l’angolo del corridoio dove era sicuro nessuno li avrebbe visti, era una zona non frequentata, nemmeno dal personale ed era pure in penombra, segno che sicuramente non sarebbe stata utilizzata, almeno non quella sera. Lui si fermò, si girò e la fece sbattere contro la parete facendo attenzione a non farle male. Poggiò la mano sinistra sul suo fianco, la destra dietro il suo collo premendo leggermente le dita permettendo a lei, involontariamente, di piegare la testa e la baciò. Inizialmente fu solo un bacio a stampo, delicato, leggero, entrambi potevano sentire il profumo dell’altro invadere le narici, il respiro calmo come se stessero facendo la cosa più naturale del mondo. Lui non sapeva se lei avesse accettato totalmente la situazione, era alquanto passiva a quel bacio, la cosa durò poco però, lentamente fece scorrere le sue piccole dita sulla giacca, salendo verso il suo viso fino ad incrociare le braccia dietro il collo di lui e avvicinando istintivamente i loro corpi. A quella reazione Oliver aprì leggermente la bocca facendo scorrere la lingua sulle sue labbra, chiedendo il permesso di entrare, la risposta di lei fu immediata. Si baciarono, un bacio vero, passionale, frettoloso, urgente. Finchè entrambi, nello stesso medesimo secondo, aprirono gli occhi non interrompendo la danza che avevano creato. Si stavano baciando fissandosi dritto negli occhi leggendo un turbinio di sensazioni l’uno nell’altra. Si sorrisero baciandosi. Quando lei si staccò in cerca di aria, poggiò la fronte contro quella di lui, d’altro canto lui non voleva che l’incantesimo finisse perciò continuava a lasciarle piccoli baci sulle labbra e agli angoli della bocca. Erano in estasi.
“E’ stato…Wow” fu il commento di lei
“Già, wow” disse lui carezzandole con il pollice le labbra.
“….E quindi non so come andrà a finire, ti giuro che l’altro giorno in Tribunale mi ha fatto proprio arrabbiare. Quando la rivedrò dovrò dirle di darsi una calmata”
Oliver si irrigidì, si sporse giusto in tempo per vedere Laurel e la sua amica entrare nel bagno.
“Era Laurel? Oddio Oliver era lei?? Ci avrà visto? Ma che abbiamo fatto? È sbagliato, è tutto sbagliato Oliver. Non dovevamo, è stato un errore!” Cercò di trattenerla ma lei corse via, lasciandolo li nella penombra con ancora il suo sapore sulle labbra a pensare che non era stato per niente un errore, ma assolutamente la cosa giusta da fare.
 Dopo un attimo di trance, Oliver si avviò verso il Ricevimento quando venne attratto dalla conversazione della sua fidanzata e della sua amica. Non voleva origliare, non era assolutamente nel suo stile, ma stavolta fu più forte di lui
“Allora Laurel? Ancora niente?”
“No, non si è ancora deciso. Mi domando cosa stia aspettando. Voglio dire sono 10 anni che stiamo insieme, la sua famiglia mi adora, ovviamente, i giornali ci amano! Si fanno tondi con noi… non capisco. Ho cercato di farglielo capire in tutti i modi, ma è testardo. Dice che non si sente pronto”
“Forse è così”
“Non è pronto per sposarmi?! Ed io che ho sopportato tutte le sue scappatelle??? Cosa dovrei dire allora?”
“Se la pensi così, perché stai ancora con lui?”
“Perché?! Oh andiamo….è Oliver Queen!! Lo scapolo più ambito della città!!! Ecco perché. E poi in fondo c’è affetto tra di noi”
“In fondo?! Oh Laurel sei tremenda!”
Oliver stava cominciando a ribollire di rabbia, soprattutto dopo lo scoppio della risata delle due a seguito dell’ultima osservazione. Stava per entrare e farle una scenata quando capì che non era il momento adatto. Anche perché la conversazione non era finita li
“A proposito di scapoli d’oro…. Vogliamo parlare di Cooper Seldon?”
“Si, ho visto che ci parlavi poco fa… chi è quella bionda che lo accompagna?”
“Come non lo sai? È la sua fidanzata, Felicity qualcosa.”
“La…la sua fidanzata?! Credevo fosse single”
“Si, penso lo credano un po’ tutti. In fondo non è niente di che. Carina ma niente di speciale”
“Ma da dove salta fuori?”
“Pare lavori nella filiale della Seldon Industries di Parigi”
“Ah poverina! Credo che lui si diverta parecchio in giro!”
“Che ci vuoi fare?! Succede. E poi è il prezzo da pagare se vuoi tenerti un miliardario!”
Allo scoppio di questa seconda risata Oliver se ne andò. La cosa non sarebbe finita così facilmente.
Felicity tornò in sala cercando di non far notare a nessuno quanto era accaldata dalla cosa appena successa. Raggiunse Cooper il più in fretta possibile, sperando che almeno al suo fianco Oliver non si sarebbe azzardato ad avvicinarla.  Cercò in tutti i modi di essere di compagnia e intervenire nelle discussioni per non pensare a quel bacio. Diciamo che non ci riuscì molto. Anzi, non ci riuscì per niente. Chi lo farebbe dopo aver ricevuto un bacio del genere da Oliver Queen??? Stava cercando di toglierselo dalla testa, ma evidentemente il destino, l’allineamento dei pianeti e tutti gli Dei dell’Olimpo, Pollon compresa, avevano congiurato contro di lei perché dopo poco vide arrivare verso di loro la meravigliosa Laurel al braccio del suo, stratosfericamente gran baciatore, fidanzato. Oh che Dio mi aiuti! Lei sorrideva felice, Oliver era totalmente inespressivo.
“Cooper, Felicity”
“Laurel!”
“Felicity, volevo presentarti il mio fidanzato. Ho pensato che se non leggi i giornali era più semplice farlo di persona. Oliver Queen lei è Felicity… perdonami ho dimenticato il tuo cognome, comunque la fidanzata di Cooper Seldon”
“Smoke. Felicity Smoke. Non preoccuparti Laurel se ti sei dimenticata il mio cognome. Purtroppo non sono molto spesso sui giornali. Mai in realtà e va bene così. So che tu sei appassionata di quelle riviste gossip piene di avventura e informazioni importanti che ti cambiano la vita”
Adesso Oliver sorrideva perché, cavolo, quella ragazza ci sapeva davvero fare. Le porse la mano guardandosi con un cenno di intesa.
“Felicity”
“Oliver”
“Vi conoscete già per caso?” esordì Cooper.
“No!” risposero all’unisono.
Ok la cosa stava davvero diventando imbarazzante e Fel doveva trovare un modo per togliersi da li.
“Scusate se vi abbandono. Coop vado al banco dell’assistente del Signor Steele a chiedere informazioni. Laurel, Oliver, è stato un piacere conoscervi”
“Anche per me” Rispose Laurel.
Si girò, sapeva che non poteva correre perché avrebbe dato nell’occhio, ma quanto avrebbe voluto farlo! Con tutta la calma di cui era capace (molto poca in quel momento) si avvicinò al tavolo delle informazioni e cominciò a parlare con la ragazza addetta. Raccolse qualche depliant, forse avrebbe potuto fare qualcosa per aiutare la causa. Il suo cervello computerizzato stava già scannerizzando l’idea quando venne avvicinata dal Sig. Steele in persona.
“Buonasera, lei è l’accompagnatrice di Cooper Seldon vero?”
“Giusto. Felicity Smoke. Sono la sua fidanzata, è un piacere conoscerla”
“Fidanzata? Oh… è un piacere anche per me Miss Smoke” non sapeva perché, ma non le piacque il modo in cui lui si era stupito della cosa, comunque non ci diede peso più di tanto, aveva delle idee in mente e voleva assolutamente sottoporle all’uomo.
“Sig. Steele..”
“Walter”
“Walter, stavo parlando con la sua assistente, e, non so se ne è al corrente ma io sono tecnico informatico. Proprio un bravissimo tecnico informatico, una IT girl, laureata con il massimo dei voti al M.I.T. con un anno di anticipo e, tanto per precisare, non sto dicendo tutto questo per rendermi grande ai suoi occhi, non è proprio nel mio carattere. Tutt’altro . se parlasse con mia madre le direbbe che sono proprio il contrario e…”
“Felicity… lei parla sempre così tanto?!” disse sorridendo
“Mi scusi, il punto è che avrei un’idea da sottoporle per aumentare la sua raccolta fondi”
“Sarei lieto di ascoltarla. Che ne dice di passare domani dal mio ufficio e ne parliamo?”
“Direi che mi sembra proprio un’ottima idea”
“Bene, l’aspetto alle 10”
“Ci sarò”
Soddisfatta Felicity si avvicinò nuovamente al suo fidanzato, ovviamente dopo aver controllato che Oliver e Laurel si fossero allontanati. La serata stava volgendo al termine e loro erano pronti per andarsene. Si avviarono all’uscita dopo aver preso i loro cappotti, Cooper si allontanò per prendere la macchina dicendo alla sua donna di attenderlo li.
“Te ne vai?”
“Oliver! Che ci fai qui!!! Torna dentro”
“Te ne stai andando senza salutarmi”
“Ciao Oliver”
“Perché ti comporti così adesso?”
“Perché, perché non lo so!!! Abbiamo fatto un errore. Siamo fidanzati,e per fidanzati non intendo io e te chiaramente ma questo lo sai. E questo è quanto”
“Possiamo rivederci?”
“Ok, quale pezzo della frase – è stato un errore non dovevamo farlo- non hai capito esattamente?”
Oliver sorrise “ Lui non ti merita Felicity.” Cominciò ad allontanarsi quando tornò sui suoi passi e le sussurrò all’orecchio “vedi la differenza che c’è tra me e te Felicity?! Tu pensi di aver fatto un errore, io invece credo che sia stata la cosa più bella che mi sia successa nella vita. Non importa quanto ti nasconderai da me, io non smetterò mai di cercarti. Non so cosa tu mi abbia fatto Felicity Smoke, ma qualsiasi cosa sia mi ha riportato alla vita”. Così detto se ne andò lasciando Fel completamente basita ad aspettare il suo uomo.
Oliver rientrò e per il resto della serata cercò di essere più naturale possibile. Cercava di evitare Laurel parlando con i suoi genitori e sua sorella, in realtà stava soltanto ragionando su come dire alla sua pseudo fidanzata quello che aveva in mente di dirle. Adesso che Fel se n’era andata sentì tutto il peso della stanchezza sulle spalle, nella sua mente vorticavano le immagini di quel bacio paradisiaco. Oliver era più che certo che era quello che voleva per il resto della sua vita. La serata si concluse, Oliver riaccompagnò la sua fidanzata a casa, il viaggio in macchina fu silenzioso, lui bolliva dalla rabbia, lei credeva solo che fosse stanco. Arrivati all’appartamento di lei l’avvocato disse
“Ollie Sali”
“Certo” rispose lui
Bene, pensò la ragazza, la serata sta per concludersi nel migliore dei modi, rotolandosi nelle coperte.
Bene, pensò lui, è il momento adatto per sputarle in faccia tutto quello che penso. Le aspettative erano un tantino diverse.
Salirono ed una volta dentro casa lei gli disse di accomodarsi, ma lui se ne uscì con
“E’ finita Laurel”
“Come scusa?”
“E’ finita. Non possiamo più stare insieme.”
Quel peso, quella montagna che aveva sullo stomaco stava franando. Il primo sassolino era appena caduto.

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Capitolo 5
*** Decisioni che ti cambiano la vita ***


CIAO A TUTTI!!!!!
NUOVO CAPITOLO, SPERO CHE VI PIACCIA!!!! KISSES
 
 
“E’ finita Laurel”
“Come scusa?”
“E’ Finita. Non possiamo più stare insieme”
“Cosa?! Ma che stai dicendo? Che ti prende Ollie???”
Era il momento giusto per Oliver di poter dire finalmente tutto quello che aveva sul cuore. In fondo Thea aveva ragione allora?! Forse era proprio per questo motivo che lui non si arrabbiava più di tanto quando sua sorella non considerava la futura cognata o addirittura la snobbava. Certo, l’aver incontrato Felicity era stata una cosa, per Oliver, portatrice di domande circa la sua esistente relazione. Ma, era certo, non stava lasciando Laurel per la bionda (anche se non disdegnava assolutamente un appuntamento con lei), l’informatica era solo la gocciolina che aveva fatto traboccare il vaso.
“Sei una persona spregevole Laurel. Adesso l’ho capito, stai con me solo perché sono ricco, solo perché la situazione potrebbe portarti… cosa?! Vantaggi? Pubblicità? Fama? Copertine sui giornali? Perché è solo questo che ti interessa giusto? Laurel Lance moglie del miliardario Oliver Queen!!! Tutti ti adorano, tutti ti amano…. Ma come ho fatto ad essere così cieco!!! Cristo non ci posso credere! Sei una persona perfida, arrivista, sgradevole, arrogante e piena di se. Si, sei molto bella, questo te lo concedo, ma non ci faccio niente con la tua bellezza. Non mi serve a niente. Non ti voglio più nella mia vita Laurel, non ti voglio come amica figuriamoci se ti voglio come moglie! Io non ti amo. Credo di non averti mai amato in realtà” Sussurrò quest’ultima frase.
“Hai un’altra? Perché se è così posso passarci sopra come ho sempre fatto Ollie, non mi importa, davvero”
“Non hai ascoltato una sola parola di quello che ti ho detto vero? Per tutta la vita, tutta la vita Laurel ti sono stato dietro. Adesso basta. Ho smesso di perdere il mio tempo con te. Non ne vali la pena. Mi merito di meglio. Ed un’altra cosa, io mi chiamo Oliver! Solo e soltanto una persona può chiamarmi così al mondo. E quella persona non sei tu!”
“Cosa? Che Cosa? Tu ti meriti di meglio??? Tu!!!??? Per anni ho sopportato le tue storie con altre donne, anni! Storie di una notte e sai perché lo facevo?! Perché tornavi sempre da me!”
“Già, stupidamente aggiungerei. Forse però non ti sei mai chiesta perché, per anni, ho cercato conforto nelle braccia di altre donne. Chieditelo”
“Perché sei solo un ricco playboy. E’ questo che sei Ollie….Oliver, lo sanno tutti che ti piace cambiare una donna al giorno!”
“Questo è solo il modo in cui  mi hanno dipinto. Non mi conosci per niente. Se tu fossi stata la donna giusta per me, mi sarei fermato prima e ti avrei chiesto di sposarmi. Ora so perché non mi sentivo pronto a fare il passo successivo con te Laurel. Non era il mio essere anticonformista alle regole della società. Era solo il mio inconscio che cercava di farmi capire che tu non sei la donna della mia vita! Non voglio un futuro con te! Non l’ho mai voluto! Cavolo…. E’…. E’ fantastico!!! E’ fantastico essersene reso conto!!!”
“Non ci posso credere, non sta succedendo.”
“Si Laurel, sta proprio succedendo”
 “La scorsa settimana parlavamo di comprare un appartamento insieme!”
“No, tu ne parlavi. Io non volevo. Abbiamo discusso per questo ricordi? Mi hai accusato di essere un bambino, di non essere cresciuto, insinuando che soffrissi della sindrome di Peter Pan. Bhè io non soffro di niente. Stare insieme a te mi faceva sentire come una pantera in gabbia, adesso mi sento libero. La pantera può tornare ad essere l’animale che è: bello, lucente, veloce. E tu, che eri la mia gabbia, ora hai due possibilità. Puoi lasciare la porta aperta per far entrare nella tua vita qualcuno di nuovo, magari un miliardario che si faccia abbindolare dalle tue lunghissime gambe da modella oppure tenere chiusa quella porta e intestardirti sulla nostra storia cercando di riconquistarmi. Sappi però che nel secondo caso sarà solo tempo perso, per me e per te. Perciò adesso sta a te.”
Laurel era quantomeno sconvolta da come si stava concludendo la serata. Non poteva credere a quello che era appena successo. Oliver e Laurel, Laurel e Oliver. Erano sempre stati insieme. Erano una coppia, tutti li conoscevano e nessuno pensava ad uno di loro senza associare istintivamente l’altro. Era iniziata perché lei aveva visto a scuola questo bellissimo ragazzo e si era invaghita. Le piaceva davvero Oliver. Quando le dissero che lui era Oliver Queen futuro CEO della Queen Consolideted, una delle più grandi e importanti aziende del Paese, miliardario, filantropo, erede dell’impero creato dalla famiglia Queen, famiglia che possedeva una mega villa, un jet privato, uno yacht, chissà quante case di proprietà sparse per il mondo, per una frazione di secondo, soltanto una frazione, pensò che forse non era la persona giusta per lui, che la famiglia di lui non avrebbe mai accettato la loro ipotetica storia. Suo padre era un detective della SCPD, sua madre una semplice insegnate e sua sorella minore una studentessa ribelle. Questi pensieri non la preoccuparono più di tanto però, era sicura di se, sapeva di essere molto bella e intelligente. Voleva Oliver e lo avrebbe avuto.
D’altro canto ad Oliver piaceva divertirsi e Laurel, effettivamente, era una delle ragazze più belle della scuola, perciò non poteva che mettersi con lei. Un po’ come il mito del giocatore di Football con la Cheerleader. Solo che lui non giocava a Football e lei non era una Cheerleader. Così nacque la loro storia. Lei era molto brava a tenerselo stretto, con il tempo capì di non essere innamorata di lui, ma non si sarebbe lasciata sfuggire un futuro costellato da fama, soldi e ricchezza. Questo era il motivo per cui lei, sapendo dei vari tradimenti di lui, chiudeva un occhio, passando da povera ragazza tradita e indifesa che perdona le scappatelle del proprio fidanzato perché troppo innamorata per perderlo. La verità era tutt’altra. Lui si divertiva in giro non curandosi dei paparazzi, ma anche lei si dava da fare con qualcuno che non era Oliver, con l’unica differenza che lei, essendo avvocato, aveva il potere della legge dalla sua, minacciando cause legali a chi avesse spifferato in giro le sue serate calienti. Aveva lavorato sodo per arrivare li, anche se ancora non parlavano di matrimonio, ma a questo punto, per lei, era inevitabile chiedersi dove avesse sbagliato. Cosa del suo piano era andato storto.
“Se ti è rimasto un briciolo di amor proprio Laurel, cercheresti di farti una vita tua. Magari potresti aver fortuna e trovare qualcuno che ti renda davvero felice. Magari quel qualcuno non sarà miliardario. Non sempre i soldi danno la felicità. Non so cosa, nella tua vita, ti abbia reso così gelida e cattiva. Ma so che nel profondo di te stessa puoi essere qualcun altro. Una persona buona, con un gran cuore che si lascia amare dagli altri”
Qualcosa nella sua mente scattò. Tutto quello che aveva fatto nella sua vita, tutto quello che aveva creato, non le dava felicità. Lei non era felice e non sapeva perché a questo non avesse mai dato importanza. Era diventata l’ombra di se stessa, la parte maligna di lei aveva preso il sopravvento e non sapeva quando esattamente fosse  accaduto. Fin da piccola sognava il principe azzurro, un ragazzo bello e gentile che la amasse, una famiglia tutta sua con una bella casa, un paio di bambini e un cane. Questo sogno si era trasformato in utopia ed aveva cominciato a credere che per avere tutto questo doveva inseguire l’obiettivo di sposare un miliardario. Ma lui aveva ragione, i soldi non danno la felicità. Nei 10 anni con lui, Oliver non le aveva fatto mai mancare niente. Vestiti, gioielli, vacanze da sogno. Ma tutte queste cose materiali non sono servite a renderla felice. Se lo avessero fatto, probabilmente, non si sarebbe comportata da vipera. Così capì non solo di aver perso dieci anni della sua vita ad inseguire chimere, ma anche di aver perso se stessa per la strada. Esattamente e tristemente quello di cui aveva più paura.
“Come siamo arrivati a questo punto?”
“Non lo so Laurel. Ormai stavamo insieme per quotidianità. Come se fosse una cosa ovvia. Ma io mi sono stancato dell’ovvietà. Voglio sperimentare cose nuove, vivere esperienze, conoscere nuove persone, voglio di più di tutto questo per la mia vita. Dovresti pretenderlo anche tu.”
Dopo essersi urlati contro, adesso il loro era un dialogo normale. Le voci calme. Niente più elettricità nell’aria. Forse sarebbero riusciti a chiudere la loro relazione in modo pacifico.
“Credo di aver preso una decisione Oliver. Terrò la porta di quella gabbia aperta, anzi no. Getterò totalmente la gabbia. Non voglio più essere il tipo di persona che hai descritto, quella che sono stata per tutti questi anni. Mi impegnerò a cambiare. Voglio una vita normale con qualcuno che mi ami al mio fianco. Non so cosa sia l’amore. Non l’ho mai provato”
“Nemmeno io l’ho mai provato. Ma posso supporre che sia qualcosa che ti fa venire i brividi, che ti fa ridere alla vita, che ti trasporti sulle nuvole e che non ti permetta di sognare perché tutto quello che desideri è già al tuo fianco. Se cambierai davvero Laurel sarò molto fiero di te. e se troverai qualcuno che ti amerà sarò felice per te.”
“Perciò finisce qui.”
“Finisce qui”
“Posso darti un ultimo abbraccio?”
“Vieni qui”
Rimasero abbracciati per qualche secondo, lui le lasciò un bacio sulla testa e staccandosi da lei le sorrise.
“Ciao Laurel”
“Ciao Oliver”
Oliver si sentiva felice come non si sentiva da molto molto tempo. Era talmente abituato ad averla al suo fianco che per un attimo l’idea di prendere in mano la sua vita e ricominciare da zero lo spaventava. Ma era giovane, aveva una carriera da tirare avanti, una famiglia che lo amava, poteva viaggiare e fare tutto quello che voleva. Era libero, libero anche di cercare una certa biondina con gli occhiali che gli aveva rapito il cuore, lo stesso cuore che da stasera aveva ripreso a battere. Da quando era successo non aveva mai smesso di pensare a lei e a quel bacio, sensazioni che non aveva mai provato nella sua breve vita da uomo e nella sua lunga vita da playboy.
 
 
Felicity e Cooper arrivarono finalmente a casa. Non vedeva l’ora di togliersi quei tacchi infernali che l’avevano fatta soffrire tutta la sera. Lei era stranamente silenziosa. Pensierosa direi. Quel bacio l’aveva distrutta. In tutti i sensi. Nessuno l’aveva mai baciata così, nemmeno Cooper. Quando Oliver aveva poggiato le labbra sulle sue lei aveva capito che era esattamente la cosa giusta da fare. Si era bloccata a questo pensiero. Come poteva essere la cosa giusta se lei stava con Coop e lui con Laurel? Aveva allontanato quel pensiero e si era lasciata andare dallo tsunami di emozioni che Oliver le stava facendo provare. Il suo modo di fare non era da playboy come veniva descritto da tutti, non la stava baciando come se fosse un capriccio del momento. Lo stava facendo perché era giusto così. La presa delle sue mani sul suo corpo le urlavano passione, la lingua che danzava nella sua bocca le diceva che la desiderava, gli occhi che la guardavano mentre si baciavano le dicevano che la stava vedendo, la stava leggendo dentro come nessun altro! Una ciocca di capelli le era sfuggita dall’acconciatura, istintivamente se la portò dietro l’orecchio e per un attimo sentì il profumo di lui. Era sulle sue mani. Le sue mani che avevano accarezzato il suo viso e il suo collo. Sorrise a quel ricordo. Sorrise come una ragazzina alle prime armi che si innamora del figo della scuola. Si poteva decisamente dire che si sentiva confusa. Non si capacitava del fatto che, anche se fidanzata, si scioglieva al ricordo di quel bacio. Non era normale per lei, non era il tipo di ragazza che tollerava tradimenti, ne riceverli ne farli.
“Sei stranamente silenziosa Fel”
“Come? No sono solo stanca”
“Andiamo a letto allora.”
“Ok”
“Che programmi hai per domani? Passi dall’azienda?”
“No, non credo. Alle 10 ho appuntamento con il Sig. Steele e poi pensavo di pranzare con mia madre e passare il pomeriggio con lei. E’ molto tempo che non la vedo”
“Va bene. Ah, a proposito, dopodomani non sarò a Starling City. Devo concludere un affare importante a New York. Starò via solo un paio di giorni” 
“Va bene”
Va più che bene! Pensava. Perché lo pensava? Era partita frettolosamente e silenziosamente da Parigi perché non sopportava la lontananza da Cooper. E adesso che era finalmente a casa, perché era sollevata dal fatto che lui se ne andasse per un paio di giorni? Quella sera lui cercò di avvicinarsi a lei, provò ad accarezzarla, a baciarla, ad essere tenero. Voleva fare l’amore con lei. Lei era fredda e rigida, si inventò un gigantesco mal di testa dovuto allo champagne bevuto e si addormentò. Cooper rimase deluso, ma dopo appena tre minuti, trovò il sonno pure lui. In realtà Felicity era tutt’altro che addormentata. Il suo cervello era in movimento: Oliver, Cooper che si indigna perché lei non si concede, il suo sollievo alla notizia della partenza del suo fidanzato, il coraggio di prendere in mano la sua vita e travolgerla. Questi erano i pensieri che le vorticavano nella testa. L’ultima volta che guardò la sveglia erano le 03:40 del mattino, poi tutto divenne buio.
 
 
Felicity si alzò quella mattina con delle occhiaie paurose. Non trovò Coop, probabilmente era già in ufficio. Si fece una doccia rigenerante, indossò una gonna nera lunga fin sopra le ginocchia, una camicetta bianca quasi trasparente e una giacca nera, i suoi 12 cm di tacco neri, lasciò i capelli sciolti leggermente mossi, un filo di trucco per nascondere la stanchezza e si specchiò. Perfetta, classica donna d’affari in partenza per il suo appuntamento delle 10.
“Sono qui per vedere il Sig. Steele. Abbiamo un appuntamento alle 10, Sono Felicity Smoke”
“Certo, attenda qui un momento per favore…..Prego, il Sig Steele la sta aspettando”
“Grazie”
“Felicity! E’ un piacere rivederla!”
“Walter, è un piacere anche per me.”
“Prego si accomodi. Le posso far portare un caffè?”
“Molto volentieri la ringrazio”
“Allora. Sono proprio curioso di sentire la sua idea.”
“Bhè lei sa che gestisco la filiale di Parigi della Seldon Industries. In Europa non è conosciuta la sua Azienda, o comunque il suo progetto. Gli Europei sono “generosi” quando si tratta di donare fondi per la ricerca. Perciò pensavo che potrebbe ampliare la cosa anche laggiù e non limitarsi al confine degli Stati Uniti. Come le ho già detto, io sono molto brava con i computer, potrei crearle qualcosa che sia accessibile anche da loro, qualcosa che la faccia conoscere, organizzare eventi come quello di ieri, feste e cose così. Tengo molto alla sua causa”
“Mi pare una brillante idea da sviluppare. Ma avrei bisogno di qualcuno sul posto. Mi ha detto che lei gestisce la filiale di Parigi, perciò deduco che viva la”
“Si bhè….. è un tantino complicato al momento. Io vorrei tornare a vivere qui e mandare qualcun altro al mio posto in Francia”
“Mi perdoni, come potremmo attuare il suo piano allora se lei torna a Starling City?”
“E’ fattibile anche se io sono qui. Potremmo istruire qualcuno a Parigi e poi andare noi la quando c’è necessità. E la cosa potrebbe non fermarsi li. Potremmo valutare altre capitali europee, Londra, Roma, Madrid.”
“Mi piace la sua idea e mi piace molto la sua determinazione. Per questo mi domando…”
“Cosa?”
“No, non sono affari miei”
“La prego Walter, se dobbiamo intraprendere una collaborazione è meglio essere sinceri fin da subito”
“Ok, mi chiedevo solo perché sta con Cooper Seldon. Voglio dire lei mi sembra una persona estremamente intelligente Felicity”
“A questo punto me lo chiedo anche io in tutta onestà. Suppongo di essere stata innamorata di lui. Al momento sono un tantino confusa….. C’è qualcosa che dovrei sapere?”
“Bhè…. Nel nostro ambiente le voci girano molto velocemente. E le assicuro che nessuno, e sottolineo nessuno, sapeva che il Sig. Seldon fosse fidanzato. Se io avessi una fidanzata come lei non lo terrei certo nascosto! Lo urlerei ai 4 venti, anche se abitassimo a migliaia di km di distanza”
“La ringrazio del complimento e adesso capisco perché ieri sera, quando ho puntualizzato che ero la sua fidanzata, lei è rimasto sorpreso. Non so perché Coop non lo abbia detto, ma lo scoprirò”
“Quindi non sa cosa fare della sua vita al momento”
“Suppongo che abbia più o meno ragione”
“Allora le do un consiglio se permette. Io voglio assolutamente lavorare con lei. Faccia le scelte giuste per il suo futuro, valuti ogni cosa, quando lo avrà fatto torni da me. Non importa se le ci vorrà 1 settimana, due mesi o tre anni. Io sarò qui, la mia porta sarà sempre aperta per lei.”
“Mi sembra un compromesso accettabile”
Si sorrisero e si strinsero la mano. Era soddisfatta. Non aveva concluso materialmente granchè, ma sapeva di aver costruito una nuova strada da poter scegliere per il suo futuro ed era certa che in Walter avrebbe trovato un amico.
 
 
Donna stava aspettando sua figlia seduta di fronte ad un bicchiere di vino bianco. Erano le 12:30 ed ovviamente Felicity era in ritardo. Non poteva credere che fosse in America, non le aveva detto che sarebbe partita, ma era comunque felicissima di rivederla.
“Mamma!!! Scusa il ritardo”
“Oh bambina mia!!! Non importa. Sono così felice di vederti!!”
“Anche io mamma, mi sei mancata”
“Anche tu non sai quanto”
Dopo essersi abbracciate si sedettero, ordinarono due Ceasar Salade e due bicchieri di vino bianco, dopo aver parlato del più e del meno come si fa quando non ci si vede da molto tempo, sua madre le disse
“Allora? Stai ancora con Cooper?”
“Mamma”
“Perdonami, so che ti faccio arrabbiare quando te ne parlo, perché solitamente non ne parlo bene, ma io voglio che tu sia felice. Sei felice tesoro mio?”
Fel guardò sua madre negli occhi e vide tanto amore nel suo sguardo. Non poteva più mentirle, non poteva più mentire a se stessa. Quando Donna le nominava Coop lei si alterava perché non voleva sentirsi dire che non era giusto per lei, avrebbe significato che aveva fallito. Lei odiava fallire. Suo padre le aveva abbandonate quando era ancora piccola lasciandola con il cuore infranto. Si era ripromessa che l’uomo che avrebbe scelto, e con il quale avrebbe costruito un futuro, le sarebbe stato dettato dal cuore. Era convinta fosse Cooper. Voleva credere per forza che fosse Cooper. Adesso, a distanza di anni, doveva ammettere la sconfitta. Cooper non era l’uomo che lei voleva al suo fianco. Le scese una lacrima.
“No”
“Oh bambina mia”
“Non sono felice mamma. Credevo che Cooper fosse  quello giusto per me. Dopo papà non volevo legarmi  ad un uomo che poi se ne sarebbe andato via da me. Ho sbagliato. Ho sbagliato tutto”
“No tesoro, non hai sbagliato tutto. Ci hai creduto. Hai creduto in questa storia con tutta l’anima ed è questo che si fa quando si ama. Non colpevolizzarti se sta finendo.”
“Io non lo amo più”
“Wow…. E come sei arrivata a questa conclusione?”
“Sono tornata da Parigi per stare con lui e adesso che sono qui non voglio stare con lui. Credo che l’esser stata lontana per un anno mi abbia fatto capire che sto meglio senza di lui”
“Sono contenta sai?! Che te ne sia resa conto. Non mi piace Cooper, secondo me nasconde qualcosa”
“Tipo il fatto che nessuno nel nostro ambiente sa che siamo fidanzati perché lui non l’ha detto?!”
“E come è possibile?”
“Non lo so mamma. Ma lo scoprirò”
“Quindi sei single?? No perché in questo caso tesoro mio potresti, diciamo, darti una sistemata e metterti sulla piazza. Sono sicura che ci sarà una fila di uomini che vogliono uscire con te!”
“Mamma!!!! Punto primo devo parlare con Cooper. Non posso svegliarmi una mattina e decidere, dopo anni, di essere single senza nemmeno avvertire l’altra persona.”
“E punto secondo?”
“M?”
“Hai detto il punto primo, e il punto secondo?”
“Bhè…”
“Oddio…. Oh mio Dio!!!! Hai già conosciuto un altro uomo vero???”
“Cosa?! No mamma, è che…. È complicato”
“Ok, raccontami tutto”
E così fece, Felicity raccontò tutto di Oliver a sua madre, il loro primo incontro, la sera precedente al galà, l’incontro con sua sorella, il fatto che lui fosse fidanzato e ovviamente il bacio. Quel bacio che ronzava sempre nella sua testa.
“Oh tesoro, questo si che è un uomo del quale ci si può innamorare! Lui potrebbe essere già sulla buona strada. Potresti prendere in considerazione di imboccarla pure tu quella strada”
Come sempre Felicity non voleva dar subito ragione a sua madre, anche se sapeva che ce l’aveva. Avrebbe preso le sue decisioni da sola. Passarono il pomeriggio insieme a fare shopping e a parlare di Oliver (in realtà era Donna che ne parlava, cercando di spingere la figlia nelle braccia di quell’essere meraviglioso). Si salutarono con la promessa di una telefonata serale nella quale Felicity avrebbe dovuto raccontare alla madre la reazione di Cooper all’abbandono di Felicity. Telefonata che, quella sera, non avrebbe avuto luogo.
 
Si stava incamminando verso la sua macchina quando
“Felicity!”
“Thea! Ciao”
“Ciao, ti presento Roy Harper, il mio ragazzo. Amore lei è Felicity Smoke, un’amica di mio fratello”
“Ciao Felicity”
“Ciao Roy. Wow Thea, complimenti è proprio carino…… scusate, non ho filtri lo so”
“Mi piaci, sei simpatica. Meglio non avere filtri come te piuttosto che averne troppi ed anche costruiti come quelli della fidanzata di mio cognato… c’era qualcuno nel mondo dei fumetti che parlava sempre a raffica. Come si chiamava?! Ah si… Overwatch!!!”
“Mmm pungente!!! Ho appena deciso che mi piaci anche tu Roy Harper!”
“Perché stasera non vieni al Verdant? È il locale che io e Roy gestiamo insieme. Mi farebbe piacere.”
“Non so se posso, dovrei avere un impegno ma se mi libero vengo volentieri. Ho bisogno di una serata di svago”
“Bene!!! Allora ti aspettiamo!!”
“Ok, ciao ragazzi”
“Ciao Overwatch!”
Ancora sorridente per l’incontro, Fel arrivò alla macchina quando il suo telefono squillò. Un messaggio di Cooper:
Tesoro, devo partire adesso per New York, gli affari si sono complicati. Mi dispiace. Il mio aereo parte tra un’ora, non faremo in tempo a vederci prima. Torno presto. Un bacio Coop.
La risposta di sollievo fu:
ok a presto
Non attesa un altro sms. Quella sera sarebbe andata al Verdant.
 
 
Oliver doveva prendere il coraggio a due mani e comunicare alla sua famiglia di aver lasciato Laurel. Tutti loro l’amavano, tutti tranne Thea ovviamente.
“Mamma, Papà, Speedy…. Non ci sono molte parole per dire quello che sto per dire perciò arrivo al dunque. Io e Laurel ci siamo lasciati”
“Evvai Ollie!”
“Thea!!!”
“Scusa mamma”
“Come mai figliolo?”
“Non ci amavamo più” Omettere un po’ di verità era la cosa giusta. Lei si era comportata male, ma non per questo voleva spifferare al mondo quello che aveva fatto. In fondo lui le portava rispetto.
“Tesoro pensi che sia giusto? Pensi che questo ti renderà più felice?”
“Si mamma”
“Bhè allora noi non possiamo far altro che accettare la vostra decisione. Ci eravamo abituati alla sua presenza. Ma se non funziona  tra voi nessuno vi potrà obbligare”
Wow!!!! Sua madre l’aveva appena stupito, piacevolmente. Ed anche questa era fatta. Prossimo passo da fare, una serata relax. Prese il telefono e mandò un sms a John:
Ho mollato Laurel, stasera Verdant così ti racconto tutto. Sono felice.
La risposta non tardò:
Finalmente amico mio! Sono contento per te. Ci vediamo la, non vedo l’ora.
 
 
 
Felicity si preparò per bene quella sera. Si fece un bagno caldo, si lavò i capelli acconciandoli in uno chignon morbido con qualche ciocca impazzita, indossò l’abito che Donna le aveva comprato quel pomeriggio: un tubino bianco con scollo a cuore senza spalline corto fino  a metà coscia con un piccolo spacco sulla destra ed una fascia di pizzo trasparente intorno alla vita che lasciava intravedere la pelle della schiena e della pancia. Un po’ troppo micro per i suoi gusti, ma si sentiva bella. Si sfumò gli occhi con l’ombretto nero per far risaltare il colore azzurro, mise i suoi tacchi preferiti e si avviò verso il locale. Quando arrivò notò tantissima gente, una fila lunghissima e stava già rinunciando all’idea di entrare quando
“Ehi Overwatch!”
“Roy ciao”
“Vieni entra!”
Così fece, saltando la fila e ricevendo sguardi fulminanti dai ragazzi (soprattutto dalle ragazze) fermi fuori in attesa di entrare.
“Felicity! Sono contenta che tu sia riuscita a venire”
“Ciao Thea! Si, il mio impegno è saltato, perciò ho pensato di venire a vedere il tuo locale”
“Ed hai fatto benissimo. Accomodati al banco, arrivo subito”
Fel si sedette sul primo sgabello libero ed ordinò un Margarita guardandosi intorno notando che c’era veramente molta gente e che Thea aveva messo su un locale davvero carino.
“Non è serata di vino nemmeno stasera?”
“Oliver!!!”
“Ciao Felicity. Allora niente vino?”
“No, mi è piaciuto quello di ieri sera perciò sono ritornata su questo. Il Margarita ovviamente!!! Mi è piaciuto il Margarita di ieri sera. Non qualcos’altro. Anche se il Galà è stato grandioso, ma io parlavo del cocktail e non di qualcosa in particolare che è successa ieri sera e….. tu che ci fai qui?”
Oliver sfoderò il suo più bel sorriso “E’ il locale di mia sorella. Avevo bisogno di una serata di svago”
“Che succede? Guai in paradiso?”
“Non adesso che sei qui. Ti presento il mio amico John Diggle. John lei è Felicity Smoke”
“Oh, quella Felicity? Ciao è veramente un piacere conoscerti. Non sai nemmeno quanto”
“E’ un piacere anche per me eeeee forse mi sono persa qualcosa”
“E’ che Oliver non fa altro che parlare di te”
“Che ci posso fare?! Mi sei entrata dentro”
“Oookkk, direi che questa conversazione sta diventando un tantino imbarazzante”
“Io vi lascio, devo andare da mia moglie. Ciao ragazzi”
“Allora… Sei qua da sola? Dov’è Cooper?
“E Laurel?”
“A casa? In giro con le sue amiche? A fare sesso con qualche bel ragazzo? Alle Maldive magari? Non lo so. Ci siamo lasciati”
Oh cavolo!!! Per poco Felicity non si strozzava con il suo drink. Oliver e Laurel si erano lasciati?! Non sapeva se ridere o piangere.
“Mi dispiace”
“A me no. Sono stato io a lasciarla. Non era la donna giusta per me”
“Oh”
“Non hai risposto. Sei sola? Cooper?”
“E’ partito per affari a New York. Starà via qualche giorno”
“Interessante…”
“Cosa?”
“La tua stupenda ragazza torna dopo un anno da Parigi e tu te ne vai a New York. Complimenti! Bhè, buon per me. Ho più tempo da passare con te”
“Oliver…”
Felicity contegno!!! Voleva lasciare Cooper, è vero. Ma ancora non gliel’aveva detto. Allora perché l’unica cosa a cui riusciva a pensare era saltare al collo di Oliver, baciarlo fino a soffocare, strappargli i vestiti di dosso e fare l’amore con lui per tutta la notte?!?!?!?
“La musica è troppo alta, vieni al piano di sopra, c’è meno gente e possiamo parlare tranquillamente”
Così dicendo la prese per mano e la guidò fino ai divanetti del piano di sopra. Si erano appena seduti quando il telefono di Fel squillò
“Rispondi pure, io vado a prendere una bottiglia di vino”
“Pronto Iris! Ciao”
“Ciao Fel”
“Che succede? Perché mi chiami a quest’ora? Va tutto bene?”
“Ehm… si. Sono in redazione ancora. Abbiamo mandato in stampa il giornale di domani. C’è una cosa che devi vedere. Te lo mando per email. Ti prego Fel, ti prego, non arrabbiarti con me. Io ti voglio bene e voglio la tua felicità. Trovo giusto che tu lo sappia” ed attaccò.
Oliver tornò con una bottiglia e chiese a Fel se andava tutto bene, lei gli raccontò della strana telefonata della sua amica e aspettavano la mail chiacchierando molto vicini l’uno all’altra. Cavolo quanto vorrei baciarti Oliver Queen! Pensava.
Bip, Bip! Ecco l’email.
Aprirono l’allegato, era la prima pagina del giornale di Central City dove Iris lavorava. Riportava una foto di un uomo in evidenti effusioni con una bella brunetta all’entrata di un hotel di lusso con la scritta:
“Il magnate Cooper Seldon si nasconde in un albergo in dolce compagnia.”
Insieme lessero il continuo dell’articolo:  “….Perchè nascondersi se nemmeno è fidanzato? O forse è lei che non vuole far sapere di avere una relazione con uno degli uomini più ricchi della città? Già… lei….ma chi è lei? Isabel Rochev assistente personale del procuratore di Starling City. Fonti certe ci comunicano che i due hanno prenotato una suite per tre giorni chiedendo al personale dell’albergo di non essere disturbati. Che sia scoppiato un amore?.....”
Fel era allibita. Non ci poteva credere. Cooper la stava tradendo. Proprio ciò che lei odiava, il tradimento, come quello di suo padre. Non sapeva se piangere o gridare. Non fece nessuna delle due cose.
“Felicity, mi dispiace tanto!!! Stai bene? Isabel, la conosco, è la migliore amica di Laurel. Non so che cosa dire…”
In quel momento lei alzò gli occhi ed Oliver, che si era aspettato di trovare almeno una lacrima, lesse in lei….. sollievo?
“Felicity stai ben….”
Non gli dette il tempo di finire la frase, si lanciò sul suo corpo aprendogli la bocca con la lingua ed insinuandosi in lui in un movimento calmo e leggero. Lui non se lo fece ripetere due volte la strinse forte e proseguì il bacio gemendo nella sua bocca al piacere che provava quando lei gli mordicchiava il labbro inferiore. Fel doveva essere triste e arrabbiata e delusa da Cooper, ma non lo era. Era sollevata, perché quello che aveva scoperto quella sera grazie ad Iris gli permetteva di lasciarlo senza troppe scuse o giri di parole. Mi hai tradito. E’ finita. Adesso c’era solo Oliver nella sua mente e, cavolo, per una volta dopo moltissimo tempo voleva stare bene.
“Wow Felicity, non me l’aspettavo. E’ da ieri sera che penso a questo. Da quanto ti ho incontrato la prima volta in realtà”
“Anche per me è la stessa cosa”
“Adesso non c’è più Laurel e… deduco che dopo stasera non ci sia più nemmeno Cooper, perciò che ne dici se domani sera ti porto a cena? “
Lei lo baciò di nuovo e ancora e ancora. Da dove le usciva tutta questa intraprendenza? Mentre si baciavano lui le diceva
“Sei bellissima e dolcissima e grandiosa e brillante e…. fermami ti prego”
Lei lo guardò e gli sussurrò all’orecchio
“Portami a casa Oliver Queen. Alla cena penseremo domani”
Siamo fregati! Pensarono entrambi.

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Capitolo 6
*** Consapevolezze ***


CIAO!!!
ALTRO CAPITOLO SCRITTO DI GETTO E NON RILETTO. PERCIO’ CHIEDO SCUSA.
 
 
Oliver prese la sua mano destra delicatamente e la sfiorò con le labbra, Felicity sentì dentro di se un brivido correrle lungo la schiena, come poteva un gesto così semplice darle un’emozione così forte?
“Sei sicura? Non siamo obbligati a…”
“Sono sicura”
“Non è che per caso c’entra la mail che ti ha appena mandato la tua amica?”
Lei sorrise, prese il volto di lui tra le mani, gli lasciò un dolce bacio sulle labbra, fece sfiorare i loro nasi e gli disse
“Oliver, non mi interessa più niente di Cooper da molto tempo, se non fosse partito oggi, adesso sarei a casa a spiegargli il motivo per cui lo stavo lasciando. Mi ha solo aiutato facendo quello che ha fatto. Portami a casa Oliver, ora ci siamo solo io e te. Non chiuderti… lascia che sia….”
Il cuore di lui stava cominciando a battere troppo rumorosamente, lo sentiva più forte della musica. Si alzò, poi prese le mani di lei e la tirò su con pochissimo sforzo facendola aderire perfettamente al suo corpo, si arrotolò una sua ciocca di capelli sul dito, la guardò serio dicendole
“Non so cosa tu mi abbia fatto Felicity, ma per la prima volta mi sento vivo” Le baciò la punta del naso poi si voltò e, tenendola stretta per mano, cominciò a scendere le scale. Il cuore di Felicity era colmo di gioia. Non voleva correre troppo con la fantasia ma sapeva che questo turbinio di emozioni erano una cosa nuova per lei.
“Oliver aspetta, voglio salutare tua sorella”
Thea era intenta a parlare con Roy vicino al bancone del bar, i due si avvicinarono mano nella mano
“Thea, noi andiamo”
“Ollie e…. Felicity?!  Ok, c’è qualcosa che devo sapere fratellone?”
“Tesoro lascia in pace tuo fratello! Ora che è libero! Ed ha pure scelto bene, vero Overwatch?”
“Overwatch?!” Chiese Oliver corrucciando la fronte e girando lo sguardo verso Felicity che sorrideva.
“Lascia stare, è un soprannome che mi ha dato oggi Roy, pare che gli ricordi un personaggio dei fumetti che parla molto”
“Paragone azzeccato” disse Oliver
“Ehi!” commentò la bionda lasciando un piccolo pugno sul braccio superpalestrato di lui.
“Wow!” esordì seria Thea
“Che c’è?”
“E’che… Sembrate una coppia di fidanzati che sta insieme da anni. Non ti vedevo così felice da…..bhè forse non ti ho mai visto così felice. Ed è tutto merito di Felicity?”
“Si Speedy”
La sorella sorrise, abbracciò la bionda sussurrandole “Grazie” all’orecchio. Fel si commosse ma fece finta di niente. I quattro si salutarono promettendo di vedersi a colazione il giorno dopo, mentre loro due si avviarono verso l’uscita abbracciati.
 
“La tua casa è molto bella”
“Grazie, accomodati sul divano, io prendo una bottiglia di vino. Tranquillo, Cooper non arriverà, si sta dando da fare con Isabel.”
“Stai bene?”
Felicity si mise sul divano porgendo ad Oliver un bicchiere con del vino. Si tolse i tacchi e poggiò i piedi scalzi molto vicino alla gamba di lui.
“Si, sto bene. Voglio dire, non nego che il tradimento bruci. Qualsiasi tradimento. Ed ora collego molti tasselli di tutta questa storia. Ma sto bene, davvero. Posso finalmente prendere in mano la mia vita”
“E farne un capolavoro”
“Ok, ti concedo la citazione ma solo e soltanto perché la adoro”
Risero e si guardarono. Intensamente.
“Voglio fare l’amore con te Oliver. Lo voglio da quando ti ho incontrato la prima volta, cioè ieri pomeriggio. Effettivamente non è poi così tanto, considerando che sono passate poco più di 24 ore. Oddio non vorrei che tu pensassi che sono una di quelle ragazze, si insomma una di quelle facili che conoscono un tipo e dopo poche ore ci finiscono a letto insieme. Perché non sono proprio il genere. E’ solo che mi hai fatto, e mi fai tutt’ora, questo effetto e non so perché e..”
Lui strinse un po’ la sua mano sorridendo facendole capire che doveva rilassarsi e che stava parlando troppo, mentre lentamente stava avvicinando il suo viso a quello di lei
“Scusa, avevo cominciato bene la frase e poi mi sono persa. Mi succede quando sono imbarazzata e non so mai….”
“Sssshhhh…..” e la baciò. Un bacio semplice.
“Non devi sentirti in imbarazzo con me Felicity. Mai!” Cominciò a lasciarle piccoli baci sul collo e lei ad ogni bacio era sempre più in estasi, e tra un bacio ed un altro le diceva
“Perché anche io voglio fare l’amore con te…..e non solo stasera…. Ma domani…. E dopodomani…..e voglio ammirarti….. e toccarti…. E baciarti”
Lui la prese per la vita e la mise sopra di se non staccandosi mai da lei, poi si alzò facendo intrecciare le sue gambe intorno alla sua vita  cominciando a salire le scale
“Camera” disse con voce roca
“Prima porta a sinistra” rispose con un filo di voce.
Chiuse la porta e rimasero in piedi. Lentamente, molto lentamente cominciarono a spogliarsi godendo ogni attimo. Lei stava sbottonando la camicia di lui e togliendola definitivamente vide per la prima volta quegli addominali scolpiti, nel frattempo lui aveva tolto il suo vestito lasciandola in intimo. Entrambi rimasero un secondo senza fiato alla vista dell’altro. Riprese a baciarla molto delicatamente, poi la adagiò sul letto. Nessuno dei due voleva pensare che su quel letto lei e Cooper avevano fatto l’amore. Non importava in quel momento. Ora c’erano loro. Oliver e Felicity. Lui cominciò ad accarezzarla guardandola, perdendosi in ogni centimetro del suo corpo, in visibilio alla bellezza degli occhi lucidi per la passione che lei aveva in quel momento. Continuarono a baciarsi e a perdersi uno nello sguardo dell’altra per parecchi minuti. Poi fecero l’amore. Lentamente, ad occhi aperti senza mai distogliere lo sguardo. Si stavano dicendo tutto in quel momento anche stando zitti.  Carezze, e baci lasciati sulla loro pelle umida e bollente. Ogni spinta era una danza, un valzer lento che lui faceva dentro di lei, non aumentò mai il ritmo perché era magnifico così: adagio, rallentando il momento del piacere rendendo l’attimo piacevole a sua volta,  e non smise finche’, insieme, raggiunsero l’apice. In quel momento Felicity chiuse gli occhi e pianse. Oliver non aveva bisogno di chiedere perché stesse piangendo, lo sapeva. Uscì da lei delicatamente e le baciò le lacrime. Quando si guardarono di nuovo, capirono di aver fatto l’amore due volte contemporaneamente. Una volta con i loro corpi ed insieme con i loro sguardi silenziosi.
Oliver si stese al suo fianco e la attirò a se
“Mi dispiace di aver pianto”
“Ehi…non importa”
“Non voglio che tu pensi che…”
“So perché è successo”
Lei si sollevò per guardarlo
“Ah si?! Allora dimmelo”
Lui le sorrise dicendo “Perché quello che abbiamo appena fatto, quello che abbiamo appena provato, è stato unico, profondo ed estremamente emozionante. Così non ti era mai successo”
“Ma come… come fai a saperlo? Cioè non credevo che tu avessi capito”
“Lo so perché te l’ho letto negli occhi e lo so anche perché pure a me non era mai successo”
Felicity era sbalordita e colma di emozione. Era vero, non le era mai successa una cosa del genere. Con nessuno. Non sapeva dargli un nome, o forse si, ma era spaventata ad ammetterlo. Era decisamente troppo presto! Non poteva provare qualcosa per Oliver. L’aveva appena conosciuto ed ancora non era riuscita a chiudere definitivamente con Cooper (anche se era un passo praticamente già fatto) e cosa più importante, cosa pensava Oliver di tutta questa situazione? Voglio dire, avevano appena fatto l’amore. Non sesso. Amore. E lei aveva pianto travolta dalle sensazioni. E lui cosa pensava? Forse doveva chiederglielo? O meglio di no? L’avrebbe spaventato sicuramente. Anche lui aveva detto di aver provato una cosa mai vissuta prima ma questo non significava che provasse qualche sentimento per lei. O si? Non sapeva cosa fare. Certo era che in compagnia di Oliver Queen anche i silenzi erano meravigliosi. Erano semplicemente distesi a letto abbracciati mentre lui le disegnava cerchi con il pollice sul fianco. Forse anche lui stava pensando a quello che era appena successo. Forse anche lui stava cercando di dargli un nome. Aveva paura di interrompere quel silenzio e rovinare il momento. Ma si stava logorando, si sa che a Felicity Smoke non piacciono i misteri.
“Credo di essermi innamorato di te Felicity”
“Come?!” oddio ma perché sto urlando? Pensò. Con una semplice frase ha smontato tutti i miei film mentali rispondendo alle mie domande non poste.
“Scusa, forse non avrei dovuto dirlo. Dalla tua reazione decisamente non avrei dovuto dirlo! Mi…Mi dispiace, dimentica ciò che ho detto”
“No! Scusa è che…. Ok. Ricominciamo da capo per favore. Ripetilo” Al silenzio di lui lei incalzò “Ti prego”
“Credo di essermi innamorato di te Felicity”
“Anche io credo di essermi innamorata di te Oliver”
Si sorrisero e nuovamente fecero l’amore quella notte, con la consapevolezza che forse qualcosa di bello stava nascendo. Che, insieme, stavano cominciando a percorrere una strada che portava nella stessa direzione.
 
La mattina Oliver si svegliò molto rilassato, qualcosa lo stava soffocando, ma non era una cosa spaventosa. Profumava. Quando aprì gli occhi si accorse di avere una chioma bionda sul suo viso. Rise e spostò i capelli di Felicity per prendere aria. A quel movimento lei mugolò. Quando finalmente riuscì a sbottonare gli occhi anche lei, trovò un Oliver sorridente e assolutamente troppo sexy di prima mattina al suo fianco che la osservava
“Buongiorno dormigliona. Dormito bene?”
“Buongiorno. Da quanto sei sveglio?”
“Dieci minuti circa”
“E che stavi facendo scusa”
“Ti guardavo dormire”
“Oddio devo sembrare un panda! Non mi sono nemmeno tolta il trucco ieri e i miei capelli… Ti prego dimmi che non assomiglio a Jimi Hendrix!”
“Ahahaha… Sei bellissima Felicity. Anche al mattino con il trucco colato e i capelli alla Jimi Hendrix!”
Lui tentò di baciarla ma lei si spostò appena in tempo, scivolò dal letto e con il lenzuolo avvolto intorno al corpo si avviò verso il bagno, arrivata alla porta si voltò verso Oliver dicendo
“Tua sorella ci aspetta tra quaranta minuti. Il prepararmi richiede molto tempo, perciò se stamani vuoi fare la doccia ti consiglio di farla con me. Forza Queen, faccio venire l’acqua calda mentre tu ti asciughi la bava”
Con uno scatto saltò giù dal letto e si avvicinò per farle il solletico. Non erano così spensierati da troppo tempo. Tutte queste cose quotidiane sembravano naturali. Fecero sesso nella doccia. Un po’ più brutale rispetto alla notte precedente, ma andava bene anche così. Infine si prepararono di corsa ed uscirono per incontrare Thea e Roy. Logicamente erano in ritardo.
“Ciao Ragazzi, scusate il ritardo”
“Mmmmmm”
“E ora che c’è Speedy??”
“Indossi gli stessi abiti di ieri sera….. Oh mio Dio avete fatto sesso!!!”
“Sssshhhhh abbassa la voce Thea!”
Felicity rossa in viso abbassò lo sguardo.
“Ehi Overwatch. Non imbarazzarti. Sapevamo già che sarebbe successo ieri sera quando ve ne siete andati dal Verdant”
“Quindi fratellone adesso che succede? Voi due…. State insieme? O vi frequentate? O Cosa?”
“Ancora non lo sappiamo Speedy”
“Si abbiamo delle questioni da risolvere. Per adesso direi che ci frequentiamo?” si voltò verso Oliver per un cenno di affermazione.
Lui sorrise e disse si.
“Sono molto contenta. Non per parlare male delle persone che non sono presenti, ma Laurel non faceva per te Ollie. Felicity mi piace molto. Penso che potremmo diventare molto amiche”
“Si lo credo anche io Thea”
Ad un tratto l’allegra combriccola venne interrotta dal cellulare di Felicity che iniziò a suonare. Lesse il mittente e lo fece vedere a Oliver. Era Cooper. Giustamente lui doveva tenere la linea della bugia che le aveva detto perciò l’aveva chiamata come si fa in una coppia normale. Solo che lei non sapeva cosa dirle. Doveva fare finta di niente? Oppure confessare di sapere che non era a New York ma a Central City con Isabel? Guardò Oliver in cerca di consiglio e lui le disse di rispondere e fare finta di niente. Meglio parlarne a voce. Aveva ragione
“Pronto?”
“Ciao Tesoro, come stai?”
“Ciao Cooper. Bene. Tu? Come procede a New York?”
“Bene, domani sera rientro a Starling City. Come è andato il tuo incontro con Walter Steele?”
“Bene, è una brava persona. Credo che potremmo collaborare”
“Sono contento. Adesso devo andare, ci sentiamo più tardi. Mi manchi amore”
“ok a più tardi”
No. No e no. Non poteva permettere ad una sua telefonata di rovinargli la giornata. Il tono che aveva tenuto durante la conversazione la mandava fuori di testa. Traditore bugiardo. Ma non voleva pensarci adesso.
“Scusate l’interruzione”
 
Oliver aveva appena portato Felicity a casa, sarebbe passato da lei due ore più tardi e sarebbero partiti verso la casa al lago della famiglia Queen. Una notte fuori città era quello che ci voleva ad entrambi. Lei si fece una doccia e preparò uno zaino con l’occorrente per la notte. Era ancora presto, perciò decise di dedicarsi alle pubbliche relazioni. Doveva chiamare sua madre.
“Mamma”
“Tesoro, aspettavo la tua telefonata ieri sera”
“Lo so scusa. Non ho parlato con Cooper perché ufficialmente è partito per New York per lavoro, ufficiosamente è a Central City in una camera d’albergo con una certa Isabel Rochev”
“Come scusa? Che stai dicendo?”
Fel spiegò alla madre la faccenda e sopportò le grida di Donna che offendevano Cooper  perché aveva tradito la sua bambina. Poi le raccontò di Oliver. Non c’erano filtri tra loro. Si erano sempre raccontate tutto. Dopo l’abbandono di suo marito, Donna e sua figlia avevano cercato di instaurare un rapporto di reciproca fiducia. E ci erano riuscite.
“Aaaaaaaaaaaaahhhhhhhhhhhhh!!!!!!! Oh mio Dio piccola mia!!! Lascia perdere Cooper. Oliver è l’uomo giusto per te!!!!”
“Ooookk mamma. Ci aggiorniamo. Adesso devo andare. Tra poco arriva”
“La mia bambina”
“Mamma non piangere”
“Sei felice piccola mia?”
“Io…. Credo di si”
“Bene. Sono felice pure io allora. A presto Amore”
“Ciao mamma”
Parlare con Donna al telefono era impegnativo.  Mentre aspettava Oliver mandò un sms a Iris. Non si era più fatta sentire da quando lei le aveva inviato la mail. Erano amiche da anni e doveva dirle che stava bene.
Ciao, scusa se non ho scritto prima. Grazie per quello che hai fatto per me. Mi hai tolto un dubbio che già avevo. Non ce l’ho con te. Sei una vera amica, Ti voglio bene pulce.
 
Circa due minuti dopo aver suonato il citofono, Oliver vide arrivare Fel vestita in jeans, maglietta, stivali al ginocchio e una giacca.
“Come diavolo facevi a sapere che sarei venuto a prenderti in moto?”
“Non me lo hai detto tu?”
“No, l’ho deciso prima di partire!”
“Sesto senso allora?”
“No, telepatia. Oppure siamo fatti l’uno per l’altra.”
“Dammi il casco Queen”
“Non avrai paura?”
“No, mi fido di te. Non avrai fatto arrivare una Ducati Monster dall’Italia per viaggiare a 50 km/h vero? Gas a manetta!”
“Sei meravigliosa”
 
Felicity non aveva mai visto niente di simile. Uno chalet di montagna costruito interamente in legno immerso nei boschi vista lago. Era così caldo e romantico. Potevano abitarci in 15 viste le dimensioni, ma risultava comunque accogliente. Oliver le fece fare il giro. Piscina riscaldata, idromassaggio, sauna, palestra,… Ovviamente mezz’ora dopo il loro arrivo i due erano già nell’idromassaggio.
“Aaaa è così rilassante” disse Fel mentre Oliver le stava massaggiando i piedi
“Si, due giorni solo noi due. Poi torneremo in città e affronteremo le questioni da risolvere. Ma adesso non pensiamoci. Siamo solo noi due”
“Possiamo farlo più spesso?”
“Possiamo farlo tutte le volte che vuoi!”
Si sorrisero poi Oliver uscì in fretta dalla stanza, lasciando Felicity perplessa ma cullata dalle onde della vasca. Dopo poco tornò con un piccolo tavolino con le ruote su cui aveva appoggiato una bottiglia di champagne e delle fragole.
“Wow… tu mi vizi così”
“Aspetta” Toccò un paio di pulsanti. Le luci si spensero e si accese un caminetto con fuoco elettrico alla loro sinistra che lei non aveva nemmeno notato e contemporaneamente partì in sottofondo della musica indiana. Adesso erano illuminati solo dalla luce del camino.
“Oh Oliver…. E’ stupendo!”
“Tu lo sei…. Questo l’ha fatto costruire mia madre. E’ lei di solito ad usare questa stanza. Viene qui con questa musica indiana e si rilassa”
“Tua madre ha ottimi gusti in fatto di arredamento e musica”
“Mentre suo figlio ha ottimi gusti in fatto di donne. Una in particolare” disse mentre si avvicinava a lei con due flute di champagne
“Grazie…. Mmmm è buonissimo”
Felicity prese una fragola, le dette un morso poi la passò ad Oliver. Anche lui dette un morso al frutto che era troppo maturo, quindi il succo scese dall’angolo della sua bocca sulla sua barba. Lui alzò il braccio per asciugarsi ma venne bloccato dalla mano di lei. Si avvicinò ad Oliver guardandolo negli occhi mentre prendeva un sorso di champagne, posò il bicchiere sul bordo della vasca e avvicinò i loro visi. Delicatamente leccò la goccia di fragola che era scesa sul suo mento. La barbetta incolta di lui sulla sua lingua la fece eccitare, mentre lui, quando sentì la lingua umida di lei sulla sua pelle chiuse gli occhi contando fino a 20 per cercare di non essere brusco e saltarle addosso. Lei non si fermò. Gli leccò il collo, il lobo dell’orecchio mentre lui chiudeva gli occhi e si godeva il momento. Poi lei si mise di fronte a lui e cominciò a baciarlo, Lui si destò dal suo languore e cominciò a rispondere al bacio, bacio che divenne più prepotente. Oliver la alzò di forza cambiando le posizioni facendo sbattere la schiena di lei contro la parete della vasca. Con una mano le cingeva la vita, con l’altra la liberava del costume, lei, intanto aveva intrecciato le sue mani nei capelli bagnati di lui. Successe così, improvviso e romantico. Fecero l’amore di nuovo quel giorno, e di nuovo in acqua, come la mattina stessa nella doccia. Ma la giornata era ancora lunga e questa casa aveva parecchie superfici da sperimentare.
 
Scese la sera, Oliver aveva acceso un piccolo falò in riva al lago, ad una cinquantina di metri dalla casa. Lui era seduto per terre e lei fra le sue gambe, avvolti entrambi in un’unica coperta. Stavano cuocendo marshmallow osservando il cielo stellato parlando del più e del meno.
“Felicity, devo dirti una cosa”
Booooommmmm!!! Eccoci!!! E quando una discussione inizia così non può mai finire bene.
“Dimmi”
“Sai quando ieri sere ho detto ‘credo di essere innamorato di te’?”
“Si”
“Credo che non sia vero”
Ok, sapete le stelle che stavo guardando prima?! Pensò Fel, ecco mi stanno cadendo tutte addosso in una pioggia di lava bollente. Lei non sapeva cosa dire così se ne uscì con
“Ah”
“Credo non sia vero perché io so di amarti. Io ti amo Felicity”
Lei si voltò con gli occhi lucidi senza dire una parola
“Forse siamo entrambi impazziti, ci conosciamo appena. Ma non mi importa. Non ho mai conosciuto una come te. Tu sei luce, aria, fuoco. Mi hai riportato alla vita, adesso mi sento un uomo. So che soltanto stamattina abbiamo detto a Thea che per ora ci frequentiamo ma… io credo di volere di più di una frequentazione. Io voglio che tu diventi mia e solo mia”
Felicity scoppiò in lacrime, ed erano lacrime di gioia. Aveva aspettato anni per sentirsi dire quelle parole ed alla fine erano arrivate. Ora, guardando Oliver negli occhi, sapeva che Cooper non gliele avrebbe mai dette, semplicemente perché Cooper non era Oliver, non la guardava come Oliver, non la voleva come Oliver, non la amava come Oliver.
“Ti amo anche io. E si, io sono tua come tu sei mio”
Si sdraiarono e unirono i loro corpi sotto il cielo stellato. Passarono il resto del tempo parlando, mangiando, facendo l’amore e rilassandosi. Come una coppia. Ma arrivò il momento di ritornare in città, alla realtà. Stavolta però erano consapevoli che la realtà non faceva più paura. Perché se si prendevano per mano, l’ansia, il terrore quanto di più brutto sarebbe scomparso. Avrebbero affrontato Cooper ed il resto del mondo insieme.
Cooper nel frattempo era arrivato a Starling City, ma non aveva trovato Felicity ad aspettarlo. Dov’era? Al cellulare non rispondeva, non aveva lasciato biglietti. Questa cosa lo faceva infuriare. Perché, ovviamente, lui era Cooper e Cooper non si preoccupa se non trova la sua fidanzata a casa. Non pensa che forse potrebbe essere successo qualcosa. No. Lui si chiedeva solo perché la sua bionda bambolina d’arredamento non era a casa.

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Capitolo 7
*** Il confronto ***


Altre due ore aspettò Cooper per veder rientrare a casa una Felicity sorridente e rilassata. In quel lasso di tempo egli ebbe modo di poter ragionare bene sulla sua situazione. Era fidanzato da molti anni con una bella ragazza, che oltre ad essere bella era un genio del computer, hacker fenomenale, che ci sapeva fare con i clienti, gentile, docile. L’aveva spedita a Parigi per gestire gli affari della sua Azienda nella filiale francese perché sapeva assolutamente fare il suo lavoro. Si erano messi insieme al college, erano innamorati, ma quando lui ereditò una montagna di soldi dalla zia Edith, le sue priorità cambiarono, quelle di Felicity no. Aveva sempre creduto che con le loro capacità potevano aiutare le persone, ma quando si svegliò miliardario cominciò a comportarsi da egoista e avaro. I soldi portano soldi. Lui lo sapeva e metteva in pratica questo obiettivo. Si trasferirono a Starling City e tennero segreto il loro rapporto ai dipendenti dell’azienda (lavorando bene la situazione lui riuscì a nasconderlo anche al resto del mondo) perché il lavoro era il lavoro, la vita privata era un’altra cosa. D’altro canto Felicity non era di quell’idea. A lei non era mai importato essere ricca, il suo scopo era utilizzare le sue conoscenze per fare del bene, insomma un lavoro normale. Avevano cominciato a scontrarsi su questo argomento e con il tempo, mentre Cooper si stava piano piano disinnamorando di lei e delle sue vedute nel campo degli affari, lei era saldamente attaccata alla loro relazione, era innamorata e convinta di poter superare tutto, anche le discussioni su un ipotetico futuro insieme. Passavano i mesi e Cooper non riusciva a trovare in quel rapporto quello che cercava. Non voleva, anzi non poteva lasciarla, perché l’Azienda che aveva creato portava si il suo nome e la sua faccia, ma non sarebbe stata niente senza Felicity Smoke. Lei era la mente. Lei trattava con i clienti importanti. Lei gli serviva. Perciò la trattava come un oracolo, contemporaneamente però cercava stimoli al di fuori della loro vita di coppia. Per esempio in altre donne. Ebbe relazioni segrete con delle ragazze finche’ nella sua vita fece la comparsa Isabel Rochev. Cooper non era innamorato, ma si era decisamente invaghito di lei perché era avida come lui e si concedeva senza remore ogni volta che voleva. Fu così che fece incastrare in quel periodo la partenza di Felicity per Parigi. Partenza che lei accettò per far contento lui. Era così libero di poter vedere Isabel quando voleva e tranquillo perché i suoi affari oltreoceano  erano in mani buone. Ed erano arrivati a questo punto. Felicity era arrivata all’improvviso a Starling City cogliendolo di sorpresa, ma era stato bravo a nascondere il fatto che non era molto felice di averla tra i piedi. Così aveva inventato un viaggio di affari a New York per poter stare da solo qualche giorno con Isabel. Si stava auto compiacendo del suo diabolico piano quando la bionda entrò
“Dove sei stata?”
“Ciao anche a te Cooper”
“Allora? Dove sei stata? Il cellulare era spento, non hai lasciato messaggi. Ero preoccupato”
“Oh, eri preoccupato? Mi sono presa due giorni di vacanza e sono andata al lago”
“Da sola?”
“Tecnicamente no”
“E con chi?”
“Sai, trovo veramente buffo che tu mi faccia questa domanda dopo il tuo viaggio a New York” Felicity non poteva più rimandare. Doveva chiudere questa storia.
“Non capisco cosa vuoi dire”
“Ah davvero?”
“Parla chiaro Felicity!”
Fece mente locale per qualche secondo. Per una volta decise di essere egoista e pensare a se stessa. Non avrebbe fatto una scenata di gelosia per Isabel, perché se lo avesse fatto, lui avrebbe goduto dell’averla ancora in pugno, perciò con una grande calma che non aveva mai avuto (calma derivata senza dubbio da Oliver e da quello che avevano vissuto insieme) disse
“Cooper non ti amo più. Non posso più stare con te, mi merito di più. E un’altra cosa, mi licenzio”
Non poteva credere alle sue orecchie
“Scusa?!”
“Mi hai sentito”
“Ok, tutto questo l’hai deciso in questi due giorni in cui ero a New York? Ho capito, hai un altro!! Tu, che odi i tradimenti hai un altro?”
Felicity rise
“Perché stai urlando? Senti la tonalità della mia voce, io non sto urlando”
“Non fare giochetti con me Felicity!!”
“Cooper io so”
“Che cosa?”
“Che non eri a New York, che eri a Central City  in un albergo con Isabel Rochev, assistente personale del procuratore della città, so che nessuno sa che io e te eravamo fidanzati, so che non mi ami e nemmeno io. L’unica cosa che non so è da quanto tempo va avanti questa storia con la brunetta. Da quanto tempo Coop? Se ho fatto bene i conti, e li ho fatti bene perché sono un genio, dovrebbe essere cominciata poco prima della mia partenza per Parigi. Giusto? E’ per quello che sono partita vero? Per poter stare con Isabel senza avermi tra i piedi”
Cooper era scioccato, non sapeva cosa dire. Era stato scoperto ma il motto era: Nega l’evidenza!
“Non so di cosa parli”
“Oh ok, allora ti rinfresco la memoria”
Gli porse il cellulare non l’allegato della mail di Iris.
“Adesso ti ricordi di non essere stato a New York?”
Cavolo!!!
“Ok Fel, mi dispiace. E’ vero. Ma è stato solo uno stupido errore. La foga del momento. Non significa niente per me”
“Non mi importa Cooper. Adesso il punto non è più se hai un’altra oppure no. Il punto è che io non ti amo più. Non ci amiamo più. Per il bene di tutti noi e della tua adorata azienda è meglio finirla qui.”
“No! Come puoi non amarmi più? Sei tornata da Parigi perché ti mancavo!”
“E’ vero, ma poi mi sono accorta che non era vero. Era solo una violenza che facevo su me stessa. Ero convinta che tu mi mancassi, invece non era così. Mi dispiace, non possiamo nemmeno stare più nella stessa casa. Adesso io me ne vado, domani passerò dall’azienda a lasciare la mia lettera di licenziamento e manderò qualcuno a prendere le mie cose. Addio Cooper” Così dicendo si avvicinò alla porta.
Coop capì che era la fine, tutto quello per cui aveva lavorato stava andando in frantumi. Non poteva permettere alla biondina che aveva sempre avuto in pugno come una marionetta di metterlo all’angolo in quel modo. Non ci vide più così la richiamò. Lei si voltò e sentì solo una folata di vento e un rumore sordo: lui le tirò uno schiaffo talmente forte da farla cadere a terra e farle sbattere lo zigomo sull’angolo del divano
“Tu non andrai da nessuna parte, non mi lascerai e non ti licenzierai!!!”
Felicity si voltò, aveva il labbro che sanguinava copiosamente e l’altro lato della faccia che stava diventando viola. Ma sorrideva, anche se provava dolore, sorrideva.
“Prova a toccarmi un’altra volta, anche soltanto a sfiorarmi un’altra volta, ed io con un solo dito ti rovinerò Cooper. Sai che posso farlo, sai che sono un genio, anche migliore di te. Non metterti contro di me. Perderesti. E questa non è una minaccia, ma una promessa” Detto questo se ne andò.
Cooper si spaventò. Si spaventò proprio. E non per le parole, ma per lo sguardo che la ragazza aveva mentre le pronunciava. Era determinata. Cazzuta!
 
 
Felicity salì in macchina e pianse. Dal dolore per lo schiaffo, dal dolore perché lui gliel’aveva tirato e dalla rabbia che aveva trattenuto fino ad ora. C’era solo una cosa da fare, in lacrime prese il suo telefono e chiamò
“Tesoro, ciao…”
“Oliver…” tra i singhiozzi
“Arrivo subito piccola, dove sei?”
Oliver la teneva stretta tra le braccia distesi sul letto della sua camera. L’aveva trovata nella sua macchina in lacrime, sanguinante e con un occhio gonfio, l’aveva portata a Villa Queen e medicata, ma solo dopo che lei gli aveva urlato contro di non salire per spaccare la faccia a Cooper. Perché era quello che Oliver voleva assolutamente fare! Bramava di desiderio, prenderlo a pugni finche’ non avesse chiesto pietà. Questo era il suo obiettivo. Felicity era riuscita a calmarlo. Si era fatto raccontare tutto. Adesso erano liberi, potevano vivere la loro storia alla luce del giorno. Lei si addormentò quasi subito, rilassata tra le braccia dell’uomo che amava, uomo che non avrebbe mai fatto quello che Cooper si era permesso di fare. Prima di abbandonarsi a Morfeo, però, promise ad Oliver che il giorno seguente sarebbe andata in azienda solo e soltanto con lui al suo fianco. Oliver aveva preteso questo.
 
 
Il giorno seguente Felicity si svegliò a Villa Queen con un bel mal di testa, era sola nella stanza, ma sul letto trovò un vestito ed un biglietto:
Buongiorno Amore, non hai vestiti tuoi qui e di certo non andrai a casa tua a prenderli. Thea mi ha dato questo per te. Ti aspetto di sotto per la colazione.
Sorrise e si preparò. La sua faccia era alquanto segnata ma con qualche trucco di Thea poteva rimediare. Dopo gliel’avrebbe chiesto.
Scese in cucina e per un attimo si trovò in imbarazzo. La famiglia Queen al completo!! Oh cavolo.
Thea le corse incontrò e l’abbracciò, Oliver le sorrise e la baciò dicendole buongiorno. Poi venne presentata ai genitori.
Loro sapevano di lei. Sapevano che erano innamorati e sapevano pure della sera precedente. Oliver aveva raccontato loro tutta la storia.
“Cara, mi dispiace molto per tutto quello che ti è successo” disse Moira
“Grazie Sig.ra Queen”
“No ti prego! Sig.ra Queen mi fa sentire vecchia! Chiamami Moira per favore”
“E a me Robert”
“Ok.” Si sorrisero. Tutto questo era troppo normale, tanto normale da risultare strano.
“Allora Felicity. Che pensi di fare adesso con il tuo ex fidanzato? Vuoi denunciarlo?”
“No Robert. Voglio solo lasciarmi tutto alle spalle”
“Questo è da persone intelligenti, anche se, detto tra noi io gli avrei fatto il culo!”
“Robert! Modera le parole!” E tutti risero. Felicity si sentiva bene.
“Bene, noi andiamo. Dobbiamo portare la lettera alla Seldon Industries”
Oliver prese per mano Felicity e si avviarono all’uscita. Moira e Robert li seguirono fermandoli prima che partissero
“Ragazzi, volevamo solo dirvi che siete molto carini insieme. Felicity mi sembri una brava ragazza e Oliver…. Siamo fieri di te”
Dopo i soliti convenevoli partirono. Direzione ufficio di Cooper.
 
 
Erano in attesa di entrare.
“Ehi, io ti aspetto qui. E’ una cosa che devi fare da sola. Ad un tuo minimo segnale sarò da te. Stai tranquilla ok?” e la baciò
Felicity entrò e vide Cooper dietro la scrivania. Si osservarono, lei poggiò la lettera sul tavolo. Lui sorrise
“C’ho pensato tutta la notte. Non credo che accetterò questa lettera.” E la strappò.
“Oh Cooper…. Ma perché vuoi fare il testardo?! Io me ne andrò comunque”
“No, non lo farai!!!” Aveva alzato la voce, evidentemente troppo. In tre secondi Oliver entrò e si parò di fronte a Felicity. Posizione da combattimento, gambe divaricate, pugni chiusi, sguardo assassino. Cristo era super sexy in Jeans e maglietta nera.
“Ooohhhh bene bene. Abbiamo il paladino della giustizia!!! Quindi, giusto per capirci, è lui che ti sei scopata in questi giorni?”
“Non-parlarle-così”
“Oliver è tutto ok. Cooper sono qui solo per dirti che me ne vado. Non complicare le cose”
“Bhè sai Fel, sei una che parla bene e razzola male. Non ti importa niente dei soldi ma hai appena lasciato un miliardario come me per metterti con un miliardario ancora più ricco!”
“Non sai di cosa stai parlando Coop. Oliver andiamo. Ha strappato la lettera. Manderò una email all’ufficio assunzioni”
“Arrivo tesoro”
“Tesoro?! Siete patetici”
In due falcate Oliver fu ad un centimetro dalla faccia di Cooper e gli sussurrò
“Ascoltami bene perché non lo ripeterò due volte. Toccala ancora solo con un dito e non importa dove ti nasconderai, io ti cercherò e ti troverò e quando l’avrò fatto ti ucciderò e nasconderò talmente bene il tuo insulso corpo che la tua famiglia piangerà in eterno su una tomba vuota. Sono stato chiaro?” Oliver poteva vedere il terrore scorrere negli occhi di Cooper. Bene pensò, l’effetto che voleva. Se ne andarono soddisfatti ma con la sensazione che la cosa non sarebbe finita così facilmente.
 
 
Passarono un paio di settimane. In questo tempo Felicity aveva trovato un appartamento, aveva ripreso tutte le sue cose, stava prendendo in considerazione di cominciare a lavorare per Walter e cercava di ricominciare una vita normale. Insieme ad Oliver. I due si stavano innamorando sempre di più e passavano il tempo insieme parlando, guardando film e soprattutto facendo l’amore. Quella sera  dovevano partecipare ad una festa a Villa Queen, festa organizzata da Moira per la campagna elettorale del candidato sindaco che lei appoggiava. Fel si presentò come convenuto alle 19, trovando un bellissimo Oliver sorridente in smoking che l’aspettava sulla porta. Entrarono e lei si tolse il cappotto. Inutile dire che il cuore di Oliver mancò un battito. Aveva un vestito color acquamarina con spalline e scollo a V che mostrava un po’ troppo seno (per i gusti di Oliver) lungo fino a coprirle i piedi e la schiena completamente scoperta fin quasi il sedere. Oliver era eccitato e incazzato allo stesso tempo. Avrebbe dovuto fare da cane da guardia alle spalle di Felicity per tutta la sera!
“Sei bellissima anche se questo vestito è un po’ troppo scollato”
Lei si avvicinò al suo orecchio dicendo
“Lascia che guardino, tanto sarai l’unico a togliermelo di dosso”
Un lampo passò negli occhi di Oliver. Un lampo di desiderio, non era certo Berry Allen!!
Salutarono gli invitati, i genitori di Oliver ammirarono la bellezza e la dolcezza di Felicity e lei si sentiva lusingata e apprezzata. Era felice. Finalmente.
“Ragazzi, spero non vi dispiaccia se ho invitato Laurel”
I due si guardarono, Oliver era preoccupato per la reazione di Felicity
“Non c’è problema Moira” disse sorridendo
“Davvero?!” fece Oliver
“Si, ricordi?! Io sono tua e tu sei mio”
“Ti amo Felicity Smoke”
“Io pure”
Così i due, mano nella mano, si avvicinarono a Laurel che si trovava a braccetto con il padre.
“Ciao Laurel, Detective Lance”
“Oliver! Ciao” Si salutarono amichevolmente.
“Ti ricordi Felicity?”
Laurel era un attimo sbalordita “Certo la…. Fidanzata di Cooper”
“Ex. Adesso sta con me”
“Ciao Laurel e piacere Detective”
“Il piacere è mio”
“Davvero? Bhè sono contenta per voi. Ciao Felicity” E lo disse convinta. Tutti si sentirono più sollevati.
Parlarono del più e del meno finche’ sentirono un rumore  provenire dall’ingresso e mentre si stavano tutti chiedendo cosa fosse, apparve Moira visibilmente sconvolta e bianca in volto che si avvicinò, prese le mani di Felicity e disse
“Mi dispiace cara, ti posso giurare che non è stato invitato! Ma è riuscito ad entrare lo stesso. Cooper è qui, e non è da solo”
Oliver strinse Felicity a se. Sapevano che sarebbe successo qualcosa di poco piacevole. Oh cavolo pensarono entrambi.
Si voltarono verso l’ingresso della sala proprio quando Cooper fece capolino a braccetto di Isabel
“Isabel!” esclamò Laurel
“E’ una lunga storia Laurel. Se non la conosci un giorno te la spiegheremo” disse Oliver.
“Buonasera a tutti!!!” urlò Cooper. Ma era ubriaco?!?!
“Ciao Felicity!!!! E Oliver Queen…. Il tuo amante quando eravamo fidanzati!!!”
Questo era decisamente un bel guaio. Cooper con la sua donna un po’ brilli, Oliver maledettamente iperprotettivo e arrabbiato, gli invitati ammutoliti che ci guardavano e tra loro Walter Steele. Prevedo problemi pensò Felicity.
 
 
 
CIAO A TUTTI!!!
OGGI SOLO QUESTO PICCOLO CAPITOLO PERCHE’ NON HO AVUTO MOLTO TEMPO PER SCRIVERE. SPERO VI PIACCIA ANCHE SE CORTO. VI RINGRAZIO PER AVERMI SEGUITA FINO A QUI. PER ME E’ UNA GRANDE SODDISFAZIONE. SPERO CONTINUERETE A FARLO!!!
VI BACIO TUTTI!!!! :*

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Capitolo 8
*** Epilogo ***


Per un attimo il gelo era calato nella stanza. Felicity cominciò a sentire il vociare delle persone dopo pochi istanti “Erano fidanzati! Tu lo sapevi?” – “Certo che no” – “E lei ha tradito lui con Oliver Queen?” – “Ma Oliver non stava con Lance?” Oddio. Oddio. Il panico stava per prendere il sopravvento, Oliver le prese la mano e gliela strinse cercando di farle capire che lui era li, che come avevano pattuito avrebbero affrontato la cosa insieme, che giocavo in casa in quanto lui si era presentato a Villa Queen senza essere stato invitato.
“Signore e Signori, mi dispiace aver interrotto questa bella festa. Wow ragazzi questa Villa è strepitosa! E’ bello vedere che il tuo tradimento nei miei confronti ti abbia dato modo di proseguire la tua vita nell’alta società Felicity. E’ per questo che io ne sono stato escluso?!”
“Cooper io non ti ho tradito! E non mi sembra ne il luogo ne il momento adatto per parlarne!”
“No, è proprio il luogo e il momento adatto invece. Fino a tre settimane fa ti lamentavi di non essere mai sulle riviste gossip. Stasera guarda quanti giornalisti ci sono!!! E’ la tua occasione per diventare famosa!”
“Io non voglio essere famosa. E tu sei ubriaco Coop. Vai a casa e ne riparleremo”
“E perché?! Io e la mia accompagnatrice ci stiamo divertendo molto” disse prendendo Isabel per la vita e facendola ridere.
Felicity guardò tristemente Cooper negli occhi dicendogli
“Chi sei tu?”. Per un attimo lui si bloccò. Questo momento venne interrotto dalla brunetta al suo fianco, che finalmente Felicity scoprì essere parlante, e che disse
“Te lo dico io chi è biondina. Lui è l’uomo che non ti ama. Lui è quello che vuole me. D’altra parte come potrebbe essere diversamente?! Voglio dire, ti sei vista e hai visto me?! Andiamo piccola nerd, non c’è paragone ahahah”
“Credo sia meglio che ve ne andiate” disse Oliver al fianco di Felicity che si era fatta sempre più piccola attorno al braccio muscoloso del suo uomo.
“Queen”
“Seldon” i due si guardarono, anzi si fulminarono. Nello sguardo di Oliver c’era scritto –te la farò pagare- in quello di Cooper –avevo detto che non sarebbe finita così facilmente-
Nel frattempo Laurel aveva preso Isabel per un braccio e l’aveva allontanata dal gruppetto protagonista
“Isabel ma che diavolo stai facendo?”
“Solo quello che mi va”
“E’ lui l’uomo di cui mi parlavi con il quale hai una relazione?”
“Si, ed è fantastico.”
“No, è sbagliato! Quello che state facendo è sbagliato! Oddio ho la nausea.”
“Scusami?! Laurel Lance, l’arrivista per eccezione, viene a dire a me che sto sbagliando? Non farmi ridere. Tu hai fatto anche di peggio. Sei stata con un uomo  per 10 anni solo per la fama che ne portava! Non siamo così diverse io e te” e se ne andò raggiungendo Cooper lasciando l’avvocato a pensare che si sbagliava. Lei non era come Isabel. Non lo era più ormai. E prima o poi lo avrebbe dimostrato.
Dopo un momento di silenzio teso Cooper esordì
“Allora Fel, perché non racconti ai nostri amici giornalisti qui presenti come è andata la nostra storia?! Come mi hai tradito con Oliver?”
Intanto i giornalisti si erano avvicinati al gruppetto, avidi di un succulento scoop di cronaca rosa da inserire nel giornale del giorno seguente. Si sarebbero certamente guadagnati la pagnotta questa sera.
“Seriamente Cooper? Vuoi davvero parlare di questo ai giornalisti stasera? Perché potrebbe saltar fuori una certa email che dimostra che lei non ti ha mai tradito” disse Oliver avvicinandosi pericolosamente a Coop che era quantomeno troppo spavaldo quella sera. Per evitare che il suo uomo scoppiasse dalla rabbia, e onestamente era decisamente troppo vicino a farlo, Felicity prese Oliver per la mano e lo tirò a se
“Oliver ti prego” sussurrò guardandolo negli occhi scuotendo la testa in senso di diniego
“Ma che carini che siete….” Civettò Cooper
“Adesso Basta!!!!” Tuonò ad un tratto Robert. Tutti si ammutolirono e lo guardarono
“Diggle, porta il Sig. Seldon e la sua accompagnatrice nel mio studio. Adesso. Io arrivo tra un momento”
Dig, da fidato amico, guardò Oliver e sorrise. Prese di forza Cooper che si divincolava e lo trascinò verso lo studio. Al seguito c’era una Isabel saltellante sui tacchi che rincorreva il suo uomo.
“Signori vi prego. Ci scusiamo per l’interruzione della serata. Il Sig. Seldon aveva decisamente bevuto troppo. La festa non è finita” disse Robert. Moira capì al volo così ricominciò a fare quello che stava facendo prima dello spiacevole scontro, aggirarsi tra gli ospiti da brava padrona di casa qual’era.
Il Sig. Queen si avvicinò alla nostra coppia e con un’espressione dolce disse
“Cara stai bene?”
“Si, mi dispiace che si sia presentato qui e abbia rovinato tutto. Io non lo sapevo Robert.”
“Lo so. Che ne dite di venire nel mio studio e chiudere la faccenda una volta per tutte?”
“Robert io non credo sia una buona ide….”
“E’ un’ottima idea papà”
Oliver e Felicity si guardarono. Lei non era convinta, ma avrebbe dovuto sapere che prima o poi questo sarebbe successo.
 
Lo trovarono seduto su una poltrona, al suo fianco Isabel, poco distante c’era Dig che li osservava disgustato. Robert si accomodò alla sua scrivania e con tono calmo ma perentorio iniziò
“Signor Seldon, spero si renda conto di quello che ha fatto questa sera. Si è infiltrato in casa mia durante una festa privata interferendo nei miei affari e per di più facendosi bello di fronte ai giornalisti insultando la donna di mio figlio. Solitamente non accetto questo genere di cose. Ha qualcosa da dire?”
“Io non voglio parlare con voi, con nessuno di voi eccetto Felicity”
“Bene, questo è il mio compromesso. Potrà parlare con lei ma solo in nostra presenza. Ricordiamo tutti molto bene cosa le ha fatto l’ultima volta che avete parlato da soli e voglio assolutamente evitare che Felicity esca da questa stanza sanguinante!” A quelle parole nelle mente di Oliver affiorarono i ricordi ed un gusto amaro gli salì dalla bocca dello stomaco fino in gola. Serrò i pugni e chiuse gli occhi cercando di calmarsi. Lo fece al tocco di lei che gli mise una mano sul petto rilassandolo all’istante.
“Allora Cooper, è la tua occasione. Cos’hai da dirmi?”
“Felicity torna con me. Io ho bisogno di te. L’azienda ha bisogno di te”
“Che cosa?!” fece Isabel, zittita all’istante dallo sguardo cupo di Robert.
“No Cooper. Non succederà mai. Io non tornerò con te perché non ti amo più. Te lo ripeto. Adesso sto con Oliver e sono felice, finalmente. Per la prima volta nella mia vita sono felice. In passato ho davvero sperato che questa sensazione di pace me l’avresti donata tu. Non è mai successo. Perché non mi hai mai amato. Ma questo non mi interessa più. Tu non sei qui per chiedermi di tornare insieme a te. Sei qui per chiedermi di tornare a lavorare per te. Perché io ti sono servita solo a questo. Bhè anche questa cosa non succederà mai! E’ finita Cooper. In tutti i sensi. Procedi con la tua vita e lasciami in pace.”
Cooper sorrise, forse erano i fumi dell’alcool oppure stava proprio diventando pazzo a farsi vedere così spavaldo nella tana del lupo
“Ah Felicity. Non hai capito cosa ho appena fatto la fuori? Ti ho dipinto in un modo che i giornalisti useranno a tuo sfavore. Quella sera hai minacciato di potermi rovinare. Io invece senza minacce l’ho fatto e basta. Tu mi hai tradito con Oliver Queen. Tutta la città lo saprà, e sempre tutta la città conosce Oliver e sa che stava con Laurel. Sarai una rovina famiglie ai loro occhi Felicity! Tutto quello che più hai odiato nella vita!”
“Io non ti ho tradito!!! Non è mai successo!!”
“E la gita al Lago?”
“La gita al Lago è avvenuta subito dopo aver scoperto di te e lei a Central City. Tu mi hai tradito Cooper, non io! Ma non mi importa più. Io adoro la vita che ho adesso” e lo disse prendendo la mano di Oliver e sorridendogli.
“Basta Cooper. Sono stanca di tutta questa storia. Ti auguro di avere una vita felice con Isabel ed anche di avere fortuna negli affari”
Era finita li. Lui lo sapeva, non poteva mettersi contro la famiglia Queen, era troppo potente per i suoi standard e loro adoravano Felicity, perciò era diventata intoccabile anche lei. Ma Cooper era Cooper, aveva sempre avuto una vena di pazzia e, naturalmente, doveva per forza avere l’ultima parola nelle discussioni. Così si alzò dalla poltrona dicendo
“Bene Felicity, allora è finita qui. Non mi scuserò per quello che ho fatto perché sentivo che era la cosa giusta da fare. E non ti augurerò il meglio come te hai appena fatto con me perché non mi interessa. Spero solo che Oliver sia riuscito a svegliare in te la parte erotica che hai nascosta. Sei sempre stata molto passiva mentre scopavamo” un risolino uscì dalla bocca di Isabel. In quell’istante gli occhi rossi di rabbia di Oliver guardarono suo padre, Robert fissò il figlio e fece un impercettibile segno di assenso con la testa. Successe tutto in un attimo. Oliver lasciò la mano di Felicity e si avventò su Cooper con un pugno micidiale che lo fece cadere a terra con il labbro sanguinante.
Un grido uscì dalla gola di Isabel che si era portata le mani alla bocca.
“Oliver!” esclamò Felicity che venne rassicurata dalla mano sulla spalla di Robert.
“Tranquilla cara, sa fermarsi” Diggle non si era mosso di un centimetro come se tutto quello che stava accadendo fosse assolutamente normale.
Oliver prese Cooper per il bavero della giacca e lo fece sbattere contro la porta, lo fissò negli occhi e poi gli sussurrò
“Fa male Seldon? Ti avevo avvertito di non fare cose stupide, ma tu non mi hai ascoltato. Questo è solo un piccolo assaggio di quello che ti può succedere se non esci immediatamente dalle nostre vite. Ed un’altra cosa, è colpa tua se lei non si concedeva a te come avresti voluto, perché ti posso assicurare che è fantastica sotto ogni aspetto.”
“Bene, direi che adesso il Signor Seldon se ne può anche andare. Ma prima lasci che le dia un consiglio” Disse Robert “So che la sua filiale di Parigi ha molti clienti ed un fatturato molto alto, molto più di quella a Starling City, non dubito che sia dovuto al lavoro che Felicity ha svolto negli ultimi mesi, ma da imprenditore a imprenditore le dico che il capo dovrebbe stare nella filiale che fattura di più. John ti prego accompagna i nostri due ospiti fuori da casa mia, dalla porta secondaria per favore”
Cooper aveva capito benissimo che non si trattava di un consiglio spassionato, ma una specie di minaccia mascherata molto bene.
“Stai bene?”
“Si Oliver, sto bene. E’ finita?”
“Direi che per stasera è finita” disse il padre mentre Oliver prendeva la sua donna tra le braccia e la cullava.
“Torniamo alla festa”
 
Appena entrarono nella sala vennero assaliti da Thea e Roy
“State bene? Cos’è successo?”
“E’ finita Speedy, stiamo bene” Si aggiunse Laurel
“Ragazzi va tutto bene?”
“Si Laurel.” Disse Felicity, in fondo, pensò, forse potremmo diventare amiche.
“Mi dispiace per Isabel, era la mia migliore amica. Ma io non ne sapevo niente”
“Non è colpa tua Laurel”
“Da una parte si invece!!! Io ero esattamente con me lei. Mi faccio schifo da sola. Scusate” e se ne andò
Rimasti soli Oliver e Felicity si guardarono e lui notò che lei era stranamente serena, anche troppo.
“Piccola stai bene?”
“Si Oliver. Sto bene. Però non mi va più di stare qui. Pensi che i tuoi genitori se la prenderanno se ce ne andiamo prima della fine della festa?”
“Assolutamente no! Loro capiranno vedrai. Ed anche io, è stato assolutamente pazzesco…”
“Oliver…”
“….Cooper è matto, e mi dispaice che tu mi abbia visto mentre lo colpivo….”
“Oliver…..”
“….. ma ne avevo proprio bisogno e tu adesso sarai distrutta da tutta questa situazione, abbiamo bisogno di riposo e di riflettere…”
“Oliver!!!!” Al terzo tentativo riuscì finalmente a zittirlo “Cavolo allora è vero che a stare con lo zoppo si impara a zoppicare! Deve essere così parlare con me!!!”
“Scusa” disse lui sorridendo “dimmi”
“Io sto bene, sono felice che sia finita, ma voglio andare a casa perché….. vederti prendere a pugni Cooper è stato estremamente eccitante, non voglio riposarmi Queen. Voglio stare sveglia tutta la notte a fare l’amore con te. Magari questo possiamo ometterlo alla tua famiglia”
Si sorrisero e un lampo di lussuria passò negli occhi di Oliver che le prese la mano, salutò tutti e in meno di 5 minuti erano già in viaggio verso l’appartamento di lei.
 
Felicity non riusciva ad inserire le chiavi nella porta di casa, Oliver le stava dietro abbracciandola e lasciandole piccoli languidi baci sul collo. Lei era già partita per la tangenziale e non riusciva a coordinarsi perciò lui posò la sua grande mano su quella piccola di lei e la guidò nell’aprire la porta. Una volta dentro Oliver la chiuse con un calcio, non potevano perdere tempo. C’era l’urgenza di stare insieme, di sentire i loro corpi umidi e ansanti sotto le coperte che si muovevano allo stesso ritmo. A questo pensiero Oliver si eccitò ancora di più. Non arrivarono mai alla camera da letto, cioè almeno per l’ora successiva. Si baciavano come se volessero mangiarsi, spingendo la lingua sempre più in profondità uno nella bocca dell’altra. In pochi istanti Felicity ebbe il suo stupendo vestito ai piedi, mentre lui si liberava dello smoking. Si ritrovarono sul divano senza capire come ci fossero arrivati. Oliver si fermò per osservarla e per accarezzarle il seno che andava su e giù alla velocità regolata dai respiri vogliosi di lei.
“Cristo, sei stupenda!”
“Anche tu” e con un movimento fulmineo si mise sopra di lui che era seduto. Cominciò a muoversi lentamente facendo emettere ad Oliver dei gemiti di piacere che provocarono in lei ancora più eccitazione.  Raggiunsero l’apice insieme, durò molto poco perché quando lei si era seduta su di lui, erano già a metà scalata della montagna. Non persero tempo, desideravano talmente tanto sentirsi in profondità che la cosa finì subito, e fu stupenda lo stesso. Lei, ancora con lui dentro, si accovacciò sul suo petto, Oliver la strinse forte, potevano sentire i loro caldi respiri che si stavano calmando
“Ti amo Felicity e ti prometto che nessuno ti farà più del male”
“Ti amo anche io Oliver”
L’urgenza di sentirsi brutalmente stava scemando, così lei si alzò lasciando lui rilassato sul divano. Prese la sua camicia e la indossò, le faceva da vestito ma poco importava, l’unica cosa importante era che quella camicia apparteneva ad Oliver ed aveva il suo profumo. Prese due bicchieri di vino e lo raggiunse trovandolo in boxer, con i suoi addominali super sexy e la testa abbandonata alla spalliera del divano. Bevvero vino giocando con le dita delle loro mani sfiorandosi delicatamente mentre chiacchieravano. Oliver la guardava estasiato. Era felice come non lo era mai stato. Le piaceva parlare con lei, le piaceva fare l’amore con lei, le piaceva quando balbettava, le piaceva quando si perdeva nei discorsi e come riusciva ad uscirne, le piaceva guardarla, sapeva a memoria ogni centimetro della sua pelle, sapeva che sotto al piede destro aveva un piccolo neo, sapeva che all’attaccatura dei capelli dietro il collo aveva una voglia a forma di rombo, sapeva che quando il cielo era nuvoloso i suoi occhi diventavano ancora più chiari, sapeva che dietro il ginocchio sinistro aveva una piccola cicatrice verticale ma non le aveva mai chiesto come se l’era procurata. Aveva avuto molte donne, ma di nessuna aveva mai osservato così tanti particolari. Lei lo guardava e capiva che non era come gli altri, che le cose che le faceva provare non le aveva mai vissute, amava la sua barbetta incolta che le pizzicava il collo quando la baciava e la cosa era strana perché non aveva mai amato gli uomini con la barba, adorava il modo in cui la guardava, in cui giocava con lei, come le sorrideva, come le parlava. Tutti questi pensieri non detti vorticavano tra loro, ma non c’era bisogno di dirli, avevano un altro modo per comunicarsi ciò che provavano. Fecero l’amore. Ancora due volte. Poi si addormentarono sotto le lenzuola abbracciati, sorridenti e soddisfatti.
 
Il mattino seguente Felicity si svegliò alle 10 sola, inizialmente rimase stupita, come se quello che aveva vissuto la notte precedente fosse stato solo un sogno, poi le sue narici reagirono. Sentì un delizioso profumino provenire dalla cucina. Indossò ancora una volta la camicia di Oliver e scese al piano di sotto. Lo trovò intento a preparare pancakes.
“Oliver Queen che cucina!?”
“Ben svegliata. Si, so fare molte cose. Sono multitasking”
“Oh lo so bene! Non l’ho detto davvero giusto?!”
“Si lo hai detto. E sono felice che tu lo sappia. Vorrei lo tenessi a mente” Si sorrisero
“Mmmmm pancakes buoni”
Si sedettero a fare colazione, poi Oliver le porse il suo tablet
“Sei pronta a guardare i giornali di oggi?”
Lei ancora con la forchetta in mano lo guardò e disse si. I giornalisti, come previsto, non erano stati molto carini
-Felicity Smoke, segreta fidanzata di Cooper Seldon lo tradisce con l’erede della famiglia Queen-
-Chi è Felicity Smoke che tiene in scacco i due scapoli d’oro Mr Seldon e Mr Queen?-
-Oliver Queen e Laurel Lance. Storia finita per colpa di Felicity Smoke?-
“Oddio Oliver….”
“Tranquilla andrà tutto bene…” Il telefono di lui squillò
“Pronto Thea, si abbiamo letto. Cosa?! Ok, grazie” si rivolse a Felicity “Speedy dice di accendere la Tv”
Sul canale principale di notizie c’era Laurel
“Grazie a tutti per essere venuti a questa conferenza stampa con così poco preavviso. Oggi sono uscite delle testate giornalistiche oltraggiose  e sono qui per smentirle. Si dice che la mia relazione con Oliver Queen sia finita per colpa di una ragazza di nome Felicity Smoke. Vorrei dire che non è vero. Felicity e Oliver adesso stanno insieme, questo è giusto, ma io e lui non ci siamo lasciati per lei. La nostra relazione era finita ormai da tempo. E’ una splendida persona, io l’ho conosciuta, lei non è una rovina famiglie come viene dipinta. Tutto questo è merito di Cooper Seldon, ex fidanzato di Felicity che non si è rassegnato alla fine della loro relazione. Se c’è stato un tradimento è stato lui a farlo. E ne abbiamo le prove! Cooper è stato visto a Central City in compagnia di Isabel Rochev. La sua amante.”
“Signorina Lance una domanda! Lei e la Signorina Rochev siete amiche, siete state viste molto spesso insieme”
“Si, è vero, eravamo amiche. Ma quello che ha fatto è sbagliato. Me ne sto rendendo conto adesso. Io non sapevo niente della sua storia con Cooper. L’ho saputo soltanto ieri sera, come tutti.”
“Chi è Felicity Smoke? Come mai non è conosciuta in città?”
“Come ho detto prima è una splendida persona che spero riesca a far felice Oliver. Cooper l’ha tenuta nascosta per poter fare come voleva presumo. Ma non importa sono qui per dire soltanto che lei non è come la descrivono. Pregherei voi giornalisti di non starle addosso dopo tutta questa storia. Grazie a tutti!”
Oliver e Felicity guardavano la Tv a bocca aperta. Erano stupiti da quest’uscita di Laurel, non se l’aspettavano proprio. Aveva preso le loro difese e di sua spontanea volontà. Questo era un atto di fiducia, pensò Oliver, sei veramente cambiata, sono fiero di te.
“Oliver, voglio chiamarla”
“Sicura?”
“Si, dammi il telefono”
 
“Pronto Oliver?”
“Laurel sono Felicity”
“Ciao Felicity”
“Abbiamo visto la conferenza stampa. Perché lo hai fatto? Cioè, non fraintendermi, mi ha fatto piacere ma perché? E come hai saputo della mail?”
“E’ stata Moira a dirmelo, ieri sera. Ho voluto farlo perché non trovo giusto quello che hanno messo in scena Cooper e Isabel. E visto che c’ero di mezzo pure io ho pensato di risolvere la questione. Mi dispiace non avervi avvertito. Ho visto Oliver veramente felice con te, non ve lo meritavate tutto questo schifo”
“Laurel, grazie. Davvero”
“Figurati. Spero che un giorno potremmo diventare amiche Felicity”
“Credo che siamo già sulla buona strada”
Come ogni scoop anche questo venne dimenticato in pochi giorni, un’altra notizia riguardante altre persone influenti di Starling City prese il sopravvento. Oliver e Felicity cominciarono finalmente a vivere la loro vita insieme liberi da ogni congiura o violazione. Cooper aveva seguito il consiglio di Robert ed era andato a vivere a Parigi insieme ad Isabel per seguire gli affari dell’Azienda parigina, a distanza di mesi però arrivarono notizie di crisi economica,  l’impero francese non se la passava molto bene. A seguito di investimenti sbagliati Cooper aveva perso una montagna di soldi  e la Seldon Industries chiuse i battenti di tutte le sue filiali. Si seppe poi, dopo altri mesi, che i due si erano trasferiti in Spagna dove la vita costava meno, lei lavorava come segretaria in uno studio dentistico e lui come impiagato in un ufficio comunale. Erano caduti in basso, Felicity era dispiaciuta della cosa, ma non perdeva il sonno per questo. Lei aveva finalmente preso la decisione di collaborare con Walter ed era felice. Erano diventati più che collaboratori, erano amici. Spesso uscivano a cena tutti e quattro, Fel e Ollie con Walter e sua moglie. Ogni tanto lei viaggiava per lavoro, organizzando ricevimenti e facendo pubblicità. Walter era al settimo cielo ad averla nel suo team, i fondi raccolti da quando lei faceva parte della squadra erano triplicati e la ricerca ne aveva decisamente beneficiato. Oliver continuava a gestire l’azienda di famiglia con sempre maggior tenacia. Ogni tanto accompagnava la sua donna nei viaggi che faceva. Tutti sapevano che erano una coppia, la più bella e solida della città. La famiglia Queen amava Felicity ed anche Donna che si era inserita perfettamente in quel mondo. Anche perché aveva cominciato ad uscire con il Detective Lance. Le figlie approvavano. Speedy e Roy stavano ancora insieme ed erano sempre più innamorati, avevano legato molto con la ragazza tanto da passare diverse serate insieme a guardare film o a giocare a Trivial Pursuit. Laurel faceva ancora parte del giro delle loro amicizie, era cambiata davvero e si era fidanzata con un soldato australiano di istanza negli Stati Uniti di nome Slade Wilson. Erano felici. Jhon e Lyla erano diventati genitori di una bellissima bambina che adorava lo zio Lolly e la zia Felly. Tutta la loro vita ruotava intorno a questo. Famiglia, amici e il loro stupendo amore che li aveva portati a quel punto. Questa era la situazione dopo un anno da quella conferenza stampa. Felicity, per la prima volta da quel momento, doveva tornare a Parigi per lavoro. Non c’era più stata da quando era tornata a casa, a Starling City. Amava ancora la capitale francese, ma le ricordava un periodo della sua vita che ormai aveva superato. Oliver decise di andare con lei. Passarono dei giorni stupendi, rivide i suoi amici parigini, fece conoscere a Oliver i  locali dove era stata, i luoghi che le erano rimasti nel cuore, i profumi. Mangiarono baguette e pain au chocolat ed erano tranquilli, sereni, con due sorrisi stampati in faccia perennemente. Un giorno Felicity aveva insistito per salire sulla Tour Eiffel, Oliver era restio, non amava l’altezza.
“Dai amore, all’ultimo piano c’è il vetro. Non c’è pericolo di cadere”
Ovviamente lui si fece convincere. Come poteva non farlo se glielo chiedeva con quel bel faccino?!
Arrivarono in cima, era quasi il tramonto e come sempre c’erano un sacco di turisti. Lei stava cercando di spiegare a lui tutte le zone della città quando sentirono un forte rumore provenire dall’alto. Si voltarono verso quella cosa assordante e videro passare un aereo, uno di quelli con i cartelloni attaccati alla coda, molto vicino alla torre. Felicity allibita lesse
Felicity Smoke, vuoi sposarmi?
Commossa si voltò per guardare Oliver che sorridente si era inginocchiato ai suoi piedi e teneva tra le mani un anello gigantesco
“Oliver…. Ma come hai fatto?”
“Sono Oliver Queen amore, posso fare ciò che voglio per vederti sorridere. Allora!? Vuoi rendermi l’uomo più felice del mondo?”
“Siii… Si lo voglio” e tra gli applausi dei presenti Oliver infilò l’anello al dito della sua amata e la baciò.
“Andiamo a casa Oliver. A Starling City. E’ li che voglio amarti per il resto della mia vita”
A Parigi, dove tutto era cominciato Oliver e Felicity decisero di iniziare a scrivere il libro della loro vita insieme. Pagine bianche tutte da riempire. Lì intrapresero un percorso fatto di Amore con la A maiuscola, la strada da percorrere non era più tortuosa, ma liscia e rettilinea. Sarebbe stato facile amarsi perché il sentimento che provavano proveniva direttamente dai loro cuori sincronizzati.
 
 
FINE!!!
SPERO VI SIA PIACIUTA LA MIA STORIA. ANCHE IL FINALE. L’HO RIASSUNTA MOLTO FORSE. MA SONO ABBASTANZA SODDISFATTA DI COME L’HO SVILUPPATA. GRAZIE A TUTTI QUELLI CHE MI HANNO LETTO E MI HANNO SCRITTO!!!
A PRESTO!!! BACI

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