Remembrance

di Recchan8
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Remembrance - Madness of Miss Amber ***
Capitolo 2: *** Remembrance - Lo + Ve ***
Capitolo 3: *** Remembrance - Vanitas vanitatum et omnia vanitas ***
Capitolo 4: *** Remembrance - Blue Bird ***



Capitolo 1
*** Remembrance - Madness of Miss Amber ***


[Ambientata dopo la fine di "Just be Friends" e prima di "Bound by Fire"]

Senza pensarci passò la lingua sul pugnale sporco di sangue. Un sapore caldo e ferroso le si propagò nella bocca e non le dispiacque per niente. Eppure avrebbe dovuto farle ribrezzo. Nel buio della sera cercò a tentoni il corpo accasciato a terra nel vicolo e quando lo trovò lo rigirò supino. Gli appioppò un calcio nelle costole e con una certa nota di soddisfazione constatò che l'uomo era ancora vivo. Rapida come un felino gli conficcò il pugnale nella pancia e lo estrasse lentamente. Con un sospiro soffocato, l'uomo inclinò la testa di lato e morì.
Era il terzo omicidio dell'assassina dagli occhi ambrati.
Si guardò furtivamente intorno e, notando che non c'era nessuno, ringraziò silenziosamente l'assenza della luna e di una qualunque altra fonte di luce nei dintorni. Abbandonò il corpo senza vita nel vicolo e si allontanò da quell'ombra di morte che le aleggiava intorno.
"Dannazione, non è ancora abbastanza...".
Non era abbastanza, ma era già qualcosa.
Si abbandonò su una panchina e dopo qualche minuto si chinò a pulire il pugnale nell'erba.
Da quando aveva appreso quella tragica notizia non si era più data pace; non poteva perdonare nessuno e doveva trovare un modo per far tornare tutto alla normalità, per salvare quel ragazzo che le stava tanto a cuore. Aveva visitato centinaia di biblioteche sparse in tutti i Mondi e sfogliato innumerevoli libri senza riuscire ad arrivare a una risposta. Con profondo rammarico si rese conto che una vita intera non le sarebbe bastata per salvarlo.
"
L'Oscurità, mia cara, possiede un potere enorme, malvagio e onnipotente. Non possiamo permetterle di prendere il sopravvento sui nostri cuori, le conseguenze potrebbero essere disastrose...".
Un potere in grado di fare qualunque cosa. In un lampo di speranza fece due calcoli mentali: poteva riuscire a ottenere questo potere senza esserne divorata internamente così come semplicemente morire, ma decise comunque di tentare; ormai aveva già perso quella cosa a cui teneva di più.

Ignis aveva cominciato a uccidere a sangue freddo, senza pensarci due volte. Sceglieva una vittima a caso nel Mondo in cui si trovava e la uccideva. L'Oscurità iniziò a ronzarle intorno e lei la rese sua compagna. Quell'azzurro intenso dei suoi occhi si tramutò presto in ambra brillante, e quella repulsione per la morte in dipendenza. Nonostante tutto era ancora consapevole delle sue azioni e delle conseguenze che queste avrebbero riportato.
Sospirò rumorosamente, infilò il pugnale nella fascia legata intorno alla vita e si apprestò a lasciare quel Mondo avvolto nel buio di una sera fredda e senza luna.
Il Mondo successivo la lasciò inaspettatamente senza fiato: una città illuminata dalla luce rosso aranciata del tramonto, brulicante di pigre persone che senza fretta girovagavano per le vie. Si guardò alle spalle e si trovò davanti una stazione dei treni sormontata da una torre dell'orologio. Istintivamente entrò nella stazione e cercò l'ingresso alla torre.
Una decina di minuti più tardi sedeva in cima alla torre. Da lassù poteva avere un'ampia visuale della città, eppure furono due figure nella piazza di fronte alla stazione ad attirare il suo sguardo. Erano un ragazzo e una ragazza.
-"...bellissimo qui?"-.
Il lieve vento riusciva a portarle solo dei frammenti del loro dialogo.
Vide il ragazzo che passava un braccio intorno alle spalle della ragazza e la attirava a sé.
-"...quanto te"-.
Le schioccò un bacio sulla fronte e lei si mise a ridere.
La ragazza sulla torre dell'orologio rabbrividì per un attimo, poi sentì il sangue ribollirle nelle vene. Strinse i pugni e si portò una mano alla fascia: il pugnale era lì, freddo tra le pieghe della fascia. Lanciò un ultimo sguardo alla piazza sottostante e alla via laterale. Non c'era nessuno, a parte i due piccioncini. Scese di corsa le scale interne della torre, attraversò rapidamente la stazione vuota e uscì. Eccoli là, mano nella mano a osservare il tramonto di fronte a loro e a scambiarsi parole e promesse.
-"Sarò sempre al tuo fianco, ricordatelo"- disse lui.
-"Qualunque cosa accada, io ci sarò"- rispose lei.
-"Sei davvero coraggiosa!"- disse lui ridendo.
La ragazza, timida e lusingata, si allontanò di qualche passo sorridendogli e rispondendo alla sua battuta. Poi lui si sporse in avanti, la afferrò per un polso e dopo averla attirata a sé la baciò.
Il pugnale era già nella sua mano, ma stava tremando. I suoi occhi ambrati erano fissi di fronte a sé, respirava a fatica e lentamente. Le sembrava di avere un enorme masso sullo stomaco e sui polmoni. Fece dei respiri più lunghi, ma non le servirono a niente. Il masso divenne una morsa e il dolore fu quasi atroce.
-"Perché? Perché loro sì e io no?"- sussurrò. -"Perché loro possono essere felici e io no?"-. Strinse con forza il manico del pugnale. Fu una questione di pochi secondi: prese la mira e flettè il braccio. Il ragazzo era più alto, aveva un collo più grosso. Più grande è il bersaglio e più sarà facile prenderlo. Il tempo di un battito di ciglia e il pugnale trafisse con precisione la giugulare del ragazzo. Il respiro gli si fermò, si staccò dalla ragazza e le si accasciò addosso. Lei intravide la lama uscirgli di lato dal collo, urlò di orrore e si scostò, facendo cadere il corpo inerme a terra. Si alzò di scatto e iniziò a guardarsi rapidamente intorno, gli occhi pieni di lacrime e il corpo immobilizzato dal terrore. Il suo sguardo si posò alla fine su Ignis che lentamente si stava avvicinando. Giunta abbastanza vicino al corpo del ragazzo, si chinò su di esso e, piantandogli un piede sulle scapole, estrasse il pugnale. La ragazza, che fino a poco tempo prima pensava di essere la più fortunata del mondo, si trovò addosso uno sguardo ambrato e carico d'odio. Tentò di indietreggiare, ma le gambe non le rispondevano adeguatamente; finì per inciampare, gli occhi spauriti sempre fissi in quelli ambrati.
-"Perché voi eravate felici?"- domandò Ignis in un sussurro.
La ragazza a terra indietreggiò ancora di più fino a trovarsi la schiena contro il parapetto della piazza.
-"Io ho lottato per la mia felicità, ho lottato per il mio amore, e che cosa ho ottenuto?"-.
Ci fu un minuto di pausa nel quale strinse saldamente la mano intorno al pugnale e ricacciò indietro le lacrime.
-"E' sparito. Disperso. Probabilmente morto"-.
-"Ti prego..."-.
Scoppiò a ridere sguaiatamente.
-"Mi preghi? Credi che io possa perdonarti? Non è assolutamente giusto. Non è giusto per niente! Io avrei dovuto essere felice, non tu, non lui, non voi due! Prova pure a scappare, ti prenderò lo stesso, ti trafiggerò con lo stesso pugnale col quale ho ucciso questo bastardo!"-.
La ragazza soffocò un urlo e dagli occhi arrossati continuarono a uscire lacrime.
-"Non è romantico? Tra poco lo raggiungerai. Cos'è che gli hai detto? Qualunque cosa accada, io ci sarò sempre"- disse scimmiottandola. -"Ti accontento subito"-.
Quel giorno lui era stato carino. Era da quasi una settimana che non si parlavano a causa di un pesante litigio. Poi lui si era presentato sotto casa sua con un mazzo di rose e lei non era riuscita a resistere alla tentazione di scendere, abbracciarlo e chiedergli scusa; ma lui la batté sul tempo. La portò nella piazza della stazione, dove qualche mese prima si erano messi insieme. Lui aveva intenzione di chiederle scusa come si deve e di regalarle un anello.
Quell'anello ora era sporco di sangue. La mano della sua padrona giaceva inerme a terra, così come lei stessa.
Ignis lasciò cadere il pugnale a terra e si portò le mani al petto. Sentì una forte fitta al cuore, e dal dolore si accasciò a terra. Si guardò le mani e vide che tutt'intorno a lei stava fluttuando una presenza oscura. Con un misto di orrore e di soddisfazione si rese conto che ce l'aveva fatta. Un dolore atroce la pervase, era come se le stessero strappando il cuore dal resto del corpo. Per quella che forse sarebbe stata l'ultima volta, volse gli occhi color ambra al cielo tinto di arancione, e sorrise.
-"Ottimo lavoro, Miss Amber..."-.




NOTE DELL'AUTRICE
"Remembrance" è, per il momento, l'ultima fanfiction della mia serie "Ignis' Chronicles". E' una fic diversa dalle precedenti in quanto è una raccolta di one-shots esplicative che si pongono come obiettivo quello di spiegare e portare alla luce alcuni misteri lasciati nelle altre tre storie. 
Come ho scritto all'inizio della pagina, questa one-shot si colloca temporalmente dopo "Just be Friends" e prima di "Bound by Fire", andando a spiegare il motivo che ha spinto Ignis a diventare un Nessuno e il modo in cui l'ha fatto. Il titolo, "Madness of Miss Amber", è una citazione alla canzone di Megurine Luka "Madness of Miss Venomania" (anche se non c'entra niente con la storia, mi piaceva come suonava >w<).
Alla prossima! ^^

 

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Capitolo 2
*** Remembrance - Lo + Ve ***


[Ambientata durante "Bound by Fire"]


 
 

-"Stavo pensando a una cosa"- disse Nixis a un tratto.
Axel non le prestò attenzione e si concentrò invece sul gelato al sale marino che gli si stava sciogliendo sui guanti neri.
-"Axel, mi stai ascoltando?"- domandò lei alzando un sopracciglio.
Il ragazzo sussultò e si girò a guardare Nixis con tanto d'occhi. La ragazza sospirò esasperata e gli strappò di mano il gelato.
-"Ma..."- provò a protestare.
-"L'altro giorno avevi detto che sarebbe stato l'ultimo. Perché nei hai preso un altro?"-.
-"Fatti gli affari tuoi"- rispose Axel.
Nixis alzò le mani in segno di resa e si sporse un poco in avanti; fece accidentalmente cadere la poltiglia di gelato al sale marino giu dalla torre dell'orologio della stazione di Crepuscopoli, tappandosi poi la bocca in una finta espressione di sorpresa.
-"Ops!"-.
Axel la fulminò con lo sguardo e incrociò le braccia.
-"Stronza"- disse semplicemente.
-"Non si può sempre restare attaccati al proprio passato"- disse Nixis facendo spallucce.
-"Lo dici solo perché non hai i ricordi del tuo passato. Se li avessi la penseresti in tutt'altra maniera"- ribattè il ragazzo dagli occhi verdi.
Nixis, il viso coperto dai capelli, sorrise debolmente. Ce li aveva eccome i ricordi: per lei rappresentavano sia una maledizione sia un pretesto per andare avanti.
Come sempre si erano dati appuntamento sulla torre dell'orologio. Axel si era affezionato a quel posto e nonostante gli facesse tornare in mentre ricordi dolorosi continuava a frequentarlo. Così come il gelato al sale marino: non poteva più farne a meno.
-"Insomma, cosa stavi dicendo?"- domandò Axel sospirando.
-"Che stavo pensando a una cosa. Sono dei giorni che ci penso ma non riesco a darmi una risposta"- disse Nixis mettendo il broncio.
-"Cosa ti fa pensare che io sia in grado di fornirtene una?"-.
La ragazza si strinse nelle spalle e si rigirò intorno al dito una ciocca di capelli.
-"Che cos'è l'amore, Axel?"-.
Il ragazzo le scoccò un'occhiata stupita e si mise a ridere. La sua risata tradiva una nota di tristezza.
-"Stai scherzando, spero!"-.
-"Per niente. Voglio sapere cos'è"- disse lei convinta.
Axel sospirò e si passò una mano tra i capelli, com'era solito fare quando si sentiva a disagio.
-"Non te lo so spiegare. Serve un cuore per poter amare, e noi non ne abbiamo uno"-.
Nixis corrugò la fronte.
-"Io e te siamo speciali, quindi..."-.
-"Io e te siamo dei Nessuno, e in quanto tali non abbiamo un cuore. Adesso basta con questa storia, mi hai stufato"- la interruppe.
Axel si sdraiò, si portò le mani dietro la nuca e le volse le spalle. Era inutile ragionare con lei, in ogni caso avrebbe trovato un pretesto per tirare fuori la faccenda dei Nessuno speciali e si sarebbe prolungata in discorsi senza senso. Non riusciva a capire per quale motivo continuasse a incontrarla. A volte sapeva essere davvero irritante.
-"E Roxas? Anche Roxas era un Nessuno, eppure riusciva a provare emozioni"- disse lei dopo qualche minuto di silenzio.
Axel si voltò controvoglia per ribattere, ma Nixis fu più veloce.
-"Non puoi negarlo"-.
La luce aranciata del tramonto rendeva più rossi i capelli di Nixis e le punte azzurre risultavano più nitide e in contrasto. I suoi occhi, di un azzurro profondo, erano puntati in quelli verdi del ragazzo. Non voleva darsi per vinta.
-"Io, tu e lui siamo Nessuno speciali. Siamo in grado di provare emozioni. E adesso io ti chiedo nuovamente: che cos'è l'amore?"-.
Axel la guardò per qualche secondo, poi si rimise seduto e sospirò di rassegnazione.
-"E' qualcosa che va oltre l'amicizia"-.
Nixis gli si avvicinò e lo incoraggiò a proseguire con lo sguardo.
-"Non so dirti di più, è inutile che continui a insistere!"- sbottò allontanandosi un poco da lei.
-"Dai, sforzati un pochino"- lo incitò.
Axel alzò gli occhi al cielo e si massaggiò con due dita il setto nasale. Era davvero insistente quella dannata ragazza, perché non si accontentava di quella semplice risposta e non se ne andava a infastidire qualcun altro?
-"Non lo so! Mettiti l'animo in pace e..."-.
L'espressione concentrata della ragazza interruppe il suo discorso esasperato. Aveva lo sguardo fisso sui suoi piedi penzolanti nel vuoto e con le mani si stava torturando il lembo del nodo della fascia arrotolata intorno alla vita. Fece per concludere ciò che aveva da dire ma all'ultimo ci ripensò: voleva vedere dove l'avrebbe portata il suo ragionamento.
-"Quando due persone stanno bene insieme si amano?"- chiese.
-"Non per forza. Potrebbe sempre trattarsi di amicizia"-.
-"Come si fa allora a distinguere l'amore dall'amicizia?"-.
-"Ragazza, mi stai mettendo in seria difficoltà così. Sono un Nessuno da parecchio tempo io, l'hai memorizzato?"-.
Nixis stette in silenzio ancora per un po'.
-"Possiamo considerare l'amore come l'evoluzione dell'amicizia?"-.
Axel sospirò esasperato e si passò una mano tra i capelli.
-"Dannazione, ti ho detto che non lo so! Per chi mi hai preso, un filosofo?!"-.
Nixis si sdraiò e spalancò le braccia; i capelli le incorniciavano il viso e la rendevano simile a una dea circondata da fiamme dai riflessi azzurrognoli. Il ragazzo dagli occhi verdi rimase a guardarla per qualche istante, poi si passò distrattamente un dito guantato su uno zigomo. La lacrima rovesciata non era in rilievo, ma riuscì comunque a sentirne la presenza. A causa dei suoi capelli a punta, delle lacrime sugli zigomi e dei suoi occhi che sembravano cerchiati dal trucco, all'interno dell'Organizzazione veniva chiamato Pagliaccio, spesso in maniera dispregiativa. Continuate pure, pensava, Ho eliminato i traditori dell'Organizzazione, sono in grado di fare lo stesso con voi che le siete fedeli.
-"Axel... Se due persone si baciano sono amiche?"-.
"
Ancora con questa storia?!", pensò il ragazzo.
-"Dipende. Un bacio sulla guancia non vuol dire quasi niente. E' il bacio sulle labbra che..."-. Nixis si era alzata improvvisamente in piedi e stava guardando speranzosa Axel.
-"Che...?"- lo incalzò avvicinandosi a lui a gattoni.
-"...Che significa qualcosa"- concluse Axel guardandola male.
Nixis, con un sorrisone stampato sulla faccia, si alzò in piedi e in preda all'agitazione afferrò Axel per una manica del soprabito.
-"Nixis!"- sbottò Axel.
Tentò di liberarsi dalla presa ma la ragazza non accennava a voler desistere, così, controvoglia, si alzò in piedi anche lui e con uno strattone riuscì a far staccare Nixis.
-"Axel, aiutami!"- disse saltellando sul posto.
-"Aiutarti? E datti una calmata, che ti prende?"-.
-"Baciami!"-.
Axel sgranò gli occhi e indietreggiò rapidamente. Per poco non cadde all'indietro.
-"Cosa?!"- domandò quasi urlando.
-"Baciami"- ripeté Nixis.
Smise di agitarsi, si sistemò i capelli e gli sorrise forzatamente. Axel intravide una traccia di malinconia nel suo viso.
-"Io... Nella mia vita precedente ho amato. Voglio riprovare quelle sensazioni causate dall'amore. Perfavore Axel..."-.
Il Nessuno si sentì pervadere da una stranissima sensazione, uno strano miscuglio di emozioni che... Emozioni? Sto provando delle emozioni?! Si portò una mano al petto e lanciò un'occhiata fulminante a Nixis. Lei rispose spalancando gli occhi e annuendo. Prima di mettere in atto il suo piano voleva provare per l'ultima volta ad amare. Era quasi sicura che la sua sarebbe stata una missione suicida, ma ormai non le importava più di tanto: si era ridotta in quello stato per rivedere Terra, e l'avrebbe fatto a qualunque costo.
Una mano, una gamba, il Keyblade, la vita... Che cosa erano in confronto alla vita della persona amata?
-"Ammettiamo che tu non sia in grado di provare emozioni. Perché stai esitando allora?"- gli domandò la ragazza a bruciapelo.
-"Non provo emozioni ma un minimo di decenza ce l'ho ancora!"-.
-"Axel!"- sbottò battendo un piede a terra. -"Non si tratta di decenza o altro, ma di fare un favore!"-.
Axel storse il naso e si rimise a sedere. Nixis, che lo guardava dall'alto, strinse i pugni. Si chinò su di lui e lo afferrò per i pendagli del soprabito.
-"Stai cercando di dirmi che ti faccio schifo?"-.
-"Nixis, piantala"-.
-"Se non mi baci... Ti bacio io a forza"- gli sussurrò maligna.
-"Non lo faresti"- rispose l'altro.
-"Certo che lo farei"- disse avvicinandosi al viso di Axel.
-"Accomodati pure allora"- la sfidò.
Nixis si morse il labbro, sospirò rumorosamente e allontanò Axel con uno spintone. Crollò a sedere e si nascose il viso tra le mani borbottando tra sé e sé. Il Nessuno dai capelli rossi cercò di non scoppiare a ridere. Rimase a guardarla per qualche minuto mentre si struggeva, si passò una mano tra i capelli e infine sorrise; in fondo non gli stava chiedendo niente di che. Si alzò in piedi e percorse quei pochi passi che li separavano; lei alzò gli occhi e incrociò il suo sguardo. Vide quegli occhi verdi farsi sempre più vicini, riuscì a distinguere nitidamente il contorno dei segni sui suoi zigomi e...
-"Fermo"-.
Axel si bloccò immediatamente. Le loro labbra erano a nemmeno un centimetro di distanza.
-"Scusami, ma mi sono resa conto che è inutile"-.
Il Nessuno la guardò negli occhi, si rialzò e si portò una mano dietro la nuca, a disagio.
-"Diamine, e io che ho fatto uno sforzo enorme per accontentare un tuo capriccio!"-.
Nixis rise e gli diede un colpetto al polpaccio.
-"Si può sapere che ti è preso alla fine?"- le domandò.
-"Il mio cuore appartiene a un altro ragazzo..."- rispose semplicemente Nixis.







NOTE DELL'AUTRICE
Questa one-shot è un capitolo tagliato da "Bound by Fire". Non so perché lo eliminai e lo inserii in "Remembrance", ma devo ammettere che sono contenta della scelta che feci :) 
Il titolo del capitolo, "Lo + Ve", è una citazione al capitolo 119 di "D.Gray-Man" dal titolo "La + Vi": mentre in "D.Gray-Man" le due sillabe compongono il nome "Lavi" (personaggio protagonista del capitolo), in "Remembrance" la parola che viene fuori è "Love", il sentimento di cui Nixis ha pochi ricordi.
Alla prossima! ^^

 

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Capitolo 3
*** Remembrance - Vanitas vanitatum et omnia vanitas ***


[Ambientata prima di "Rebirth"]


Aveva ormai perso la cognizione del tempo. Non sapeva da quanto tempo si trovasse nel Regno dell'Oscurità o perché ci fosse capitata. Sarà perché sono diventata un Nessuno? Però non lo era più, ne era sicurissima: le punte azzurre dei capelli erano svanite.

Odiava quel tetro reame. Odiava il cielo nero, il mare e le rocce color pece, la sabbia grigio cupo, l'astro innaturalmente bianco che illuminava il tutto... e la solitudine. La solitudine è una brutta bestia. Spesso ripensava a Terra e ad Axel e puntualmente scoppiava in lacrime: frustrazione per non essere riuscita a cambiare le cose, tristezza per il destino di Terra e ignoranza del futuro di Axel. Altrettanto spesso aveva l'orribile sensazione di essere spiata; orribile perché quella sensazione la faceva rabbrividire fino al midollo. Si guardava intorno ma non riusciva mai a trovare nessuno.
Quella volta la sensazione si trasformò in un suono sommesso, un fruscio, un sibilo, un mormorio, una voce.
-"Se ti dico che non ci posso credere... Mi credi?"- domandò sarcastica la voce da un punto indefinito intorno a Ignis.
-"Non... Dove sei?"- domandò lei scattando in piedi e cominciando a tremare.
-"Suppongo nello stesso luogo in cui ti trovi tu"- rispose la voce dietro Ignis.
La ragazza si girò di scatto, evocò il Keyblade e lo puntò verso... Il ragazzo mascherato.
-"Tu...? Tu!"- esclamò sorpresa.
-"Ciao splendore! E' da un pezzo che non ci vediamo. Dodici fottutissimi anni"- disse sprezzante. Lentamente la maschera del ragazzo svanì lasciandone solo i bordi lungo il mento e gli zigomi. Gli occhi azzurri di Ignis incontrarono uno sguardo ambrato penetrante. -"Non sei cambiata di una virgola, bambolina; il che mi fa piacere"- disse il ragazzo con un ghigno stampato sul viso. -"Come mai?"-.
-"Fatti gli affari tuoi e lasciami in pace"- rispose Ignis. Interruppe l'evocazione del Legame di Fuoco e indietreggiò lentamente. Il ragazzo dagli occhi ambrati e i capelli neri sorrise sprezzante e fece qualche passo in avanti.
-"Mi dispiace, bambolina, ma non posso! A proposito, qual è il tuo nome? Come ho potuto trascorrere dodici anni senza saperlo?"-.
-"Sparisci se non vuoi essere sgozzato sedutastante. Non capisco proprio come faccia a mantenere la calma. E' anche colpa tua se Terra...!"-.
-"Ah, Terra!"- la interruppe. -"L'amico di Ventus. Idioti, sono tutti degli idioti!"- scoppiò a ridere. Scomparve in una nube nera e ricomparve alle spalle di Ignis. -"Se mi dici il tuo nome ti dirò chi sono"- le sussurrò in un orecchio.
Ignis rabbrividì ma non si mosse. Voleva assolutamente sapere chi era quel ragazzo e perché, come lei, si trovava nel Regno dell'Oscurità. Per dodici anni si era dimenticata della sua esistenza, ma ora che era di fronte a lei non poteva ignorarlo. Se a Terra era successo quel che gli era successo era stato anche a causa sua.
-"Lo prometti?"- gli domandò senza voltarsi.
Il ragazzo ricomparve di fronte a lei e si inchinò porgendole una mano.
-"Per te questo e altro, bambolina"- sogghignò.
Ignis s
costò col dorso della mano la mano che il ragazzo le stava porgendo e gli scoccò un'occhiata carica d'odio.
-"Ignis"-.
-"Ignis?"-. Il ragazzo inclinò la testa di lato e la squadrò da capo a piedi, poi sogghignò e si sedette a gambe incrociate sulla sabbia, il mento appoggiato su un palmo.
-"Tocca a te ora"- disse Ignis.
-"Hai dei vestiti talmente familiari che mi verrebbe voglia di strapparteli di dosso e di farli a brandelli. Troppo simili a quelli della ragazza amica di Ventus..."- pronunciò Ventus con una nota sprezzante nella voce. Era fin troppo chiaro che aveva qualcosa a che fare coi tre ragazzi della Terra di Partenza, in particolare con Ventus.
-"Ho detto..."-.
-"Ridicoli"- sbottò il ragazzo dai capelli neri.
-"Mai quanto i tuoi"- ribatté Ignis stizzita.
Il ragazzo indossava una specie di tuta attillata rossa e nera con delle nervature in rilievo che ridisegnavano i contorni dei muscoli. Gli stivali riprendevano il "motivo" della tuta, e sui fianchi portava una cintura alla quale erano attaccati dei brandelli di tessuto.
-"Preferiresti vedermi senza, ammettilo!"- disse scoppiando a ridere.
Ignis perse il controllo e gli tirò un calcio in pieno petto. Il ragazzo incassò il colpo e non si mosse di un millimetro. Alzò di scatto la testa, spalancò gli occhi e rise talmente forte da far vibrare l'aria intorno a loro.
-"Bambolina, da dove viene tutta questa forza? Mi sorprendi!"-.
-"Hai voluto sapere il mio nome, piantala di chiamarmi bambolina e dimmi chi sei!"- gli urlò lei contro. Evocò il Legame di Fuoco e glielo puntò contro.
"
Il gioco è bello quando dura poco...".
Il ragazzo si alzò lentamente in piedi, si spolverò gli abiti e posò una mano sul Keyblade di Ignis, la quale si ritrovò a sorreggere con due mani il Keyblade stranamente appesantito.
-"D'accordo, i patti vanno rispettati"- disse improvvisamente serio.
Ignis sostenne il suo sguardo e aumentò la presa sul Legame di Fuoco, mentre il ragazzo si avvicinava al suo viso.
-"Il mio nome è Vanitas"- disse in un sussurro. -"Vanitas vanitatum et omnia vanitas. Superbia, vanagloria..."-.
-"Non mi basta il nome, voglio sapere il tuo ruolo nella vicenda di dodici anni fa e perché ti trovi quaggiù"-.
Vanitas scomparve e riapparve poco più in là, con i piedi immersi nell'acqua.
-"Lo conosci il principio dello scambio equivalente? Se vuoi avere delle risposte devi essere disposta a fornirne altrettante"-.
Questo "giochetto" stava portando Ignis all'esasperazione; iniziava a rimpiangere la solitudine e il silenzio. Eppure la possibilità di avere dei chiarimenti la tentava da impazzire. Doveva assolutamente riuscire a ottenere più informazioni possibili da Vanitas; tanto ormai non aveva più nulla da perdere.
-"Lo conosco e lo rispetterò"- rispose. -"Ma tu dovrai fare altrettanto"-.
-"Nessun problema"- disse Vanitas sogghignando.
-"Non provare a perderti in chiacchiere. Non sono una ragazza molto paziente"-.
-"Nessun problema, Ignis"-.
Ignis interruppe l'evocazione del Keyblade e si avvicinò a Vanitas, il quale uscì dall'acqua e appoggiò la schiena contro una roccia. La ragazza rimase in piedi accanto alla roccia, pronta a evocare il Keyblade per minaccia o per difesa.
-"Allora, bambolina, cosa ci fai qui?"- cominciò Vanitas.
-"Non lo so"-.
-"Non lo sai?"-.
-"Non sono sicura del perché. Sono diventata un Nessuno, sarà per questo?"-.
Vanitas incrociò le braccia al petto e alzò un sopracciglio.
-"Se non sai cos'è un Nessuno sono affari tuoi"- sbottò Ignis.
-"Scambio equivalente, splendore. Vuoi che te lo ricordi tutte le volte?"- rispose Vanitas maligno.
Ignis digrignò i denti e si trattenne dallo sputargli in un occhio.
-"Un Nessuno è ciò che resta di una persona quando l'Oscurità ne divora il cuore"-.
Vanitas fischiò di finta ammirazione e scoppiò a ridere.
-"E lasciami indovinare: sei diventata un essere di quel tipo per Terra?"-.
-"Queste non sono cose che ti riguardano! Tu piuttosto, dimmi cosa ci fai nel Regno dell'Oscurità"-.
Il ragazzo si voltò a guardarla in faccia e alzò le sopracciglia.
-"Lo sai cosa accadde nella battaglia di dodici anni fa?"- le domandò.
-"Terra..."-.
-"A parte lui. Smettila di continuare a ripetere Terra, Terra e Terra, mi fai incazzare"- le disse con un tono piatto. -"Te lo spiego io cos'è successo: io e Ventus dovevamo riunirci e forgiare l'X-blade, ma quell'idiota si è rifiutato; allora mi sono impossessato di lui con la forza. L'X-blade era quasi completo, ma Ventus si è ribellato. L'unico modo per fermare il completamento dell'X-blade era distruggere sia me che lui stesso. E l'ha fatto. Ma dal momento che una parte del suo cuore è ancora viva da qualche parte, io mi sono ritrovato nel Regno dell'Oscurità. Non mi guardare così, bambolina. Se non l'hai ancora capito... Io sono la parte malvagia di Ventus. Xehanort mi ha estratto dal suo cuore quando era ancora un suo allievo al solo scopo di forgiare l'X-blade"-. Ignis rimase spiazzata dalla rivelazione e non riuscì a rispondere. -"Io sono malvagità allo stato puro, una specie di personificazione dell'Oscurità. Te li ricordi i Nesciens? Loro erano parte di me"-.
Vanitas scoppiò a ridere sguaiatamente e si piegò in due dalle risate. La sua voce si disperse nell'ambiente senza eco.
-"Cosa successe ad Aqua?"- domandò Ignis dopo aver ritrovato la voce.
Vanitas si ricompose e le scoccò un'occhiata piena di soddisfazione.
-"Ooh, lei è qui. Anche lei si trova nel Regno dell'Oscurità"-.
Ignis sussultò e si guardò furiosamente intorno alla ricerca della ragazza dai capelli azzurri.
-"Dove? Perché?"-.
-"Cambio!"- esclamò il ragazzo. -"Cos'hai fatto una volta diventata un Nessuno?"-.
-"Dov'è Aqua?"- insisté Ignis.
-"Ho detto cambio, non è più il mio turno di rispondere"-.
-"Ho... Ho cercato un modo per incontrare Terra e ho aiutato un altro Nessuno"-.
-"Aiutato a fare cosa?"-.
-"A comprendere i suoi sentimenti"-.
Vanitas si staccò dalla roccia e si piazzò di fronte alla ragazza, che istintivamente indietreggiò di un passo. Rapido, le afferrò le mani e ne sfiorò il dorso con le labbra. Ignis sentì per qualche secondo uno strano pizzicorio ai palmi; con uno strattone si liberò dalla presa del ragazzo e si guardò i palmi: erano marchiati da un simbolo bianco.
-"Che cos'è?!"- domandò inorridita.
-"Consideralo pure un lascia-passare a tempo determinato. Ti permetterà di rivedere il tuo Nessuno"-.
-"...Nixis?"- disse Ignis spalancando gli occhi.
-"L'altro, idiota"- rispose Vanitas storcendo la bocca. -"Secondo Xehanort è importante e deve ritornare in vita"-.
Il corpo di Ignis cominciò a scomporsi in particelle luminose.
-"Che mi sta succedendo?! Vanitas!"- urlò spaventata.
Vanitas si dondolò sui piedi con un'espressione tremendamente compiaciuta sul viso.
-"Adoro come hai pronunciato il mio nome. Ti prego, dillo di nuovo!"-.
-"E secondo te io asseconderò i piani di Xehanort?!"-.
-"Sono punti di vista. Sarai tu a decidere se assecondare i piani di Xehanort o fare un enorme favore al Nessuno"-.
Ignis non riuscì a ribattere, e svanì definitivamente in una nube luminosa. Vanitas chiuse gli occhi e sorrise sprezzante.
-"E' inutile lottare, non avete scampo. Le tredici parti di oscurità e le sette parti di luce combatteranno e finalmente ricomparirà Kingdom Hearts"-.







NOTE DELL'AUTRICE
Ho ipotizzato che dopo l'eliminazione del suo Nessuno, Ignis si fosse ritrovata nel Regno dell'Oscurità, dove ad attenderla c'era proprio Vanitas, il ragazzo che dodici anni prima le aveva parzialmente rivelato i piani del Maestro Xehanort. In questo capitolo scopriamo il modo in cui Ignis è riuscita a lasciare momentaneamente il Regno dell'Oscurità per aiutare Axel nella sua rinascita. Per quanto riguarda il titolo, "Vanitas vanitatum et omnia vanitas", se siete curiosi di sapere quale significato vi si celi dietro, vi invito a leggere la corrispondente pagina su Wiki :> Vi anticipo solo che è un "punto di vista" su cui sono molto d'accordo.
Alla prossima con l'ultimo capitolo della (per ora) ultima fanfiction della serie ^^

 

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Capitolo 4
*** Remembrance - Blue Bird ***


[Ambientata dopo "Rebirth"]


Quando aveva chiesto a Yen Sid di prenderlo come allievo e di farlo diventare un custode di Keyblade, il Maestro lo aveva guardato con tanto d'occhi, ma alla fine aveva acconsentito.

-"Dovrai affrontare un percorso difficile"- gli aveva detto.
-"Non importa. Voglio diventare un custode di Keyblade e rendermi utile"-.
-"Dovrai essere disposto a impegnarti duramente se vuoi essere pronto in tempo..."-.
Erano passate parecchie settimane, ma del suo Keyblade non c'era ancora nessuna traccia.
Yen Sid, Re Topolino, Paperino e Pippo stavano discutendo nello studio circolare del Maestro quando Lea, immerso nella lettura di un libro, captò qualcosa di interessante.
-"...Devono far ritorno!"-. Re Topolino era molto agitato. -"Ho molta fiducia nei confronti di Sora e Riku, sono sicuro che completeranno la missione e passeranno entrambi l'esame per diventare Maestri di Keyblade, ma il tempo stringe!"-
Lea chiuse il tomo, lo rimise nello scaffale, si appoggiò con la schiena alla libreria e incrociò le braccia al petto.
-"Ce la faranno. Chiuderanno tutte le Serrature del Sonno, risveglieranno i loro poteri assopiti e con loro i tre custodi di Keyblade"- lo rassicurò Yen Sid.
"
Nascita dal sonno", pensò istintivamente Lea.
-"Maestro, senza di loro non avremo nessuna possibilità!"-.
-"Ho detto che ce la faranno in tempo"- tagliò corto il Maestro. -"Ora va', torna al Castello"-.
Topolino abbassò lo sguardo, chiuse gli occhi e annuì in silenzio. Volse le spalle a Yen Sid e si avviò verso la porta, seguito da Paperino e Pippo.
-"Axel..."- disse uscendo.
-"No, aspetta, ho detto che mi chiamo Lea!"- esclamò Lea punto sul vivo.
-"Ciao Axel!"- lo salutò Paperino.
-"L-E-A, l'hai memorizzato?!"-.
-"E' da un po' che non ci vediamo! A presto, Axel!"- disse Pippo chiudendo poi la porta.
-"Axel, va bene..."- sospirò Lea rassegnato. Alzò gli occhi al cielo e si avvicinò alla scrivania del Maestro Yen Sid. Quanto ci voleva a chiamarlo Lea? D'accordo, indossava ancora il soprabito dell'Organizzazione XIII, ma non vedevano che le lacrime sugli zigomi erano sparite e gli occhi sembravano meno truccati? Axel era tornato umano, era tornato a essere Lea.
-"Maestro, vorrei farle delle domande su quello di cui avete appena discusso, sempre che io possa intromettermi"-.
Yen Sid, il quale si era alzato e stava scrutando le colline dalla finestra a forma di falce di luna, si voltò verso il ragazzo e con un cenno del capo lo invitò a parlare.
-"Sora e Riku... Cosa stanno facendo di preciso?"-.
Yen Sid si portò una mano alla folta barba grigio cenere e cominciò ad accarezzarsela lentamente.
-"Stanno sostenendo l'esame per diventare Maestri di Keyblade. Alcuni Mondi da loro visitati in precedenza sono caduti addormentati, il tempo si è fermato e la storia continua a ripetersi all'infinito. Sora e Riku dovranno trovare le Serrature del Sonno di questi Mondi e chiuderle; così facendo risveglieranno i poteri assopiti dentro i loro cuori e saranno in grado di risvegliare i tre custodi di Keyblade..."-.
-"Ventus, Aqua e Terra"- lo interruppe Lea pensoso.
-"Esattamente. Coloro che dodici anni fa furono i primi a scontrarsi contro Xehanort"-.
Lea si passò una mano tra i capelli, poi gli venne in mente una cosa.
-"Maestro, quindi è possibile farli ritornare...?"-.
Yen Sid si sedette sulla poltrona e incrociò le dita sulla scrivania di legno.
-"Grazie ai poteri da Maestri di Keyblade di Sora e Riku sì"-.
-"Un'altra domanda: perché il Re continuava a dire che la loro presenza è necessaria?"-.
-"Devi sapere, ragazzo mio, che per porre fine a tutto questo e sconfiggere definitivamente Xehanort tredici parti di oscurità e sette di luce dovranno scontrarsi. Xehanort sta radunando le tredici parti, mentre noi abbiamo bisogno di sette possessori di Keyblade"-.
Lea aggrottò la fronte. Chi erano i sette possessori di Keyblade? Sora, Riku, il Re Topolino, i tre ragazzi della Terra di Partenza e...?
Il ricordo fu come una scossa elettrica: lo colpì in pieno e lo lasciò qualche secondo senza fiato. Batté improvvisamente la mano aperta sulla superficie del tavolo facendo traballare una pila di libri. Yen Sid lo guardò storto.

-"Il settimo possessore di Keyblade deve essere risvegliato, come Aqua, Ventus e Terra! La settima parte di luce è Ignis!"- esclamò Lea agitato.
Yen Sid si appoggiò allo schienale della poltrona e chiuse gli occhi.
-"Ignis? Ignis dai capelli rosso Tiziano?"- domandò più a se stesso che al ragazzo.
Lea annuì vigorosamente e attese le successive parole del Maestro.
-"No, non è lei la settima parte di luce"-.
L'entusiasmo di Lea svanì rapidamente e il ragazzo spalancò gli occhi sorpreso.
-"Come sarebbe a dire che non è lei? Maestro, se come me la conosce, dovrebbe sapere che è un custode di Keyblade e..."- cominciò a ribattere.
-"Poco dopo la caduta di Aqua nel Regno dell'Oscurità, la ragazza si presentò da me: voleva trovare un modo per salvare Terra. Le dissi di fare attenzione, che l'Oscurità possiede un potere enorme... E lei, accecata dalla disperazione, lesse tra le righe quel qualcosa che c'era ma che non andava letto"-. Yen Sid lanciò un'occhiata di sottecchi a Lea. -"Ha lasciato che l'Oscurità le divorasse il cuore ed è diventata un Nessuno"-.
-"Ma l'ha fatto consapevolmente e per un buon motivo!"- provò a ribattere il ragazzo dagli occhi verdi.
-"Per questo il Keyblade non l'ha abbandonata; eppure ciò non fa di lei la settima parte di luce. Come lei, anche tu non rientri in queste sette parti"-.
Lea non voleva cedere. Com'era possibile che Ignis non ne facesse parte? E il fatto che la ragazza non fosse "una luce" implicava che non sarebbe stata risvegliata assieme ai tre della Terra di Partenza?
-"Se allora vogliamo essere pignoli, nemmeno Riku dovrebbe farne parte. Ha ceduto all'Oscurità e ha permesso all'Heartless di Ansem di impossessarsi del suo corpo. Per due volte!"- esclamò Lea sporgendosi in avanti.
-"Calmati ragazzo, mantieni la calma. Per quanto a te possa sembrare piccola, tra tu e Ignis e Riku c'è un'enorme differenza: mentre tu e la ragazza siete diventati dei Nessuno, Riku non ha mai permesso all'Oscurità né di impossessarsi completamente del suo cuore né di divorarglielo. Se vogliamo usare delle metafore... Voi avete percorso la via del tramonto, lui la via dell'alba. E ciò gli è bastato per diventare uno dei sette prescelti"-.
Lea incassò il colpo e rimase in silenzio a guardare il Maestro negli occhi. Yen Sid si alzò e tornò alla finestra, dando le spalle all'ex Nessuno. Lea abbassò lo sguardo e strinse i pugni. Se Ignis non faceva parte dei sette... Allora non sarebbe potuta mai ritornare? Lei che si era sacrificata per il bene degli altri ne aveva il pieno diritto.

"
Cos'è un Nessuno?".
"E' una persona a metà".
"Le persone a metà non esistono".
"...Appunto".

Per qualche assurdo motivo cominciarono a riaffiorargli alla mente dei ricordi della sua vita da Nessuno.

"Chi sono io? Oh, il mio nome è Axel. L'hai memorizzato?".

Il primo incontro con Sora al Castello dell'Oblio.

"...Del resto, nessuno sentirebbe la mia mancanza".
"
Non è vero! Io la sentirei...".

L'ultimo dialogo che ebbe con Roxas.

"Chi salverai? La copia o il fantoccio?".

Saix e la sua fantomatica domanda.

"Axel, ricordati, sei un Nessuno speciale, diverso dagli altri... E noi, io e te, saremo per sempre... Saremo per sempre legati dal fuoco...".

Le parole pronunciate da Ignis poco prima di svanire.

-"Quando i rispettivi Heartless e Nessuno di una persona vengono eliminati, è possibile che la persona stessa torni in vita"- disse improvvisamente Yen Sid.
Lea abbandonò il flusso di ricordi che lo stava trascinando via, si rese conto delle parole di Yen Sid e per la sorpresa socchiuse le labbra.
-"Anche se la ragazza non ha un ruolo principale nella battaglia finale, è possibile che riesca a tornare, proprio come avete fatto tu e alcuni membri dell'Organizzazione XIII. Terra, Aqua, Ventus... E Ignis. Stanno tutti aspettando la loro nascita dal sonno. Non ci resta che riporre le nostre speranze in Sora e Riku"-.
Lea si riprese, annuì, fece un breve inchino e uscì dallo studio circolare, lasciando il Maestro pensoso con lo sguardo fisso nel vuoto fuori dalla finestra.
-"O nella forza di volontà di Ignis"- sussurrò chiudendosi la porta alle spalle.

 

 

 

What's left of me?
What's left of me now?
My fears, my lies
melt away...

 










NOTE DELL'AUTRICE
"Remembrance" giunge alla sua fine, e con lei anche la serie "Ignis' Chronicles" (per il momento); come ho già detto, l'uscita di "Kingdom Hearts 2.8" e di "Kingdom Hearts III" mi darà altro materiale per proseguire la storia di Ignis che, come avrete ormai capito, si svolge parallelamente alla storia della saga di Kingdom Hearts, incastrandosi perfettamente (questo lo dico io >w<) tra i tasselli della trama originale. 
Vi ringrazio per aver letto "Ignis' Chronicles". E' la mia serie preferita e voglio un mondo di bene al mio personaggio (non si direbbe, visto che l'ho ammazzata ben due volte :>). 
Con la speranza che i due capitolo del videogioco sopracitati escano presto, vi saluto e vi dico di prepararvi per le future storie della serie.
Alla prossima! ^^ <3

 

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