Rise of the new guardian

di ___Nick
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo: winter is coming ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1: prima del nulla ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2: la ragazza della torre ***



Capitolo 1
*** Prologo: winter is coming ***


#Prologo: winter is coming

 

Il vento primaverile soffiò leggero, trascinando con sé l’odore degli alberi in fiore.

Il sole illuminava radioso sui tetti della cittadina di Burgess e dai camini si levava ancora qualche sbuffo cinereo.

Nella tiepida aria primaverile si percepica ancora una brezza di gelo e la neve accumulato sui cortili andava a sciogliersi lentamente.

Questo succedeva solo se lo spirito dell'inverno non era nei paraggi.

Il guardiano, infatti, sorvolava urlante i tetti della cittadina, salutando i bambini sotto lo sguardo incredulo dei genitori, mentre questi agitavano la mano al nulla.

Frost sorrise, mancava da troppo tempo dalla sua città natale; si gettò nell’ennesimo corridoio d’aria, appollaiandosi sulla statua del fondatore della città.
   
Jack giurò di poter sentire il profumo dei fiori come un sapore zuccherino sulle labbra.

I bambini gli corsero incontro, implorando il guardiano di stupirli con uno dei suoi incantesimi; il ragazzo agitò la mano, catturando un soffio d'inverno e ci soffiò sopra, trasformandolo in una pioggia di cristalli, che permise ai bambini di giocare ancora con la neve.

Eppure, in mezzo a tutte quelle risate, Jack poteva percepire un ghigno spaventoso.

Si chiese se fosse la sua immaginazione, oppure solo il lontano ricordo di Pitch.

In quel momento, ai piedi di Jack, si aprì una galleria che lo trascinò con sé sotto la dura terra: il guardiano alzò le braccia e urlò entusiasmato, inebriato dallo svago.

La galleria oscura sembrava non finire più, Jack aveva l’impressione che lo stava portando molto lontano da Burgess; si aprì improvvisamente un’uscita e il guardiano fu investito dalla luce.

Jack, sollevò lo sguardo al cielo, ora tempestato di strani giocattoli volanti e diverse chincaglierie.

L’odore dei fiori era stato sostituito da quello dei biscotti caldi appena sfornati, il suono del vento che soffiava tra le fronde degli alberi dal passo pesante degli Yeti, intenti a fabbricare nuovi regali.

Jack si guardò intorno, meravigliato, proprio come la prima volta.

Lo sguardo azzurro si fermò su una figura enorme dall’inconfondibile barba bianca e le braccia coperte di tatuaggi: Nice e Naughty.

Frost sorrise, convinto che sul braccio destro ci fosse tatuato anche il suo nome.

-Nord.- disse il ragazzo, incamminandosi verso l’amico.

-Frost!- urlò l'uomo dando al ragazzo una pacca sulla spalla, facendolo quasi cadere a terra.

Nord poggiò il braccio intorno al collo di Jack, guidandolo verso il suo ufficio: -Allora Frost, come va?- domandò il vecchio, che guardandosi intorno continuava a gestire il lavoro degli Yeti.

Tra un giocattolo e l’altro schiaffato davanti il naso di Jack, il ragazzo dimenticò quasi la domanda.

-Ehm, bene.- rispose distratto.

Il vecchio aveva qualcosa di diverso dal solito, sembra preoccupato e Jack fu sicuro che non fosse per i preparativi del prossimo Natale.

L’uomo aprì la porta del suo ufficio, dove le altre leggende discutevano tra loro, gridandosi l'uno all'altro, anche se non si poteva dire lo stesso di Sandy.

-Ehi, ehi, ragazzi!- li interruppe il ragazzo, ponendosi tra loro.

I guardiani si azzittirono, guardando il ragazzo con gli occhi stanchi ed un mezzo sorriso, forse per l’imbarazzo.

-Scusaci, Jack.- mormorò Dentolina, stuzzicandosi le piume della spalla.

Sandman plasmò la sabbia in più forme, tra cui una piccola figura di sé che si chinava, poi gli sorrise.

-Ricevuto!- ridacchiò Jack, per poi tornare a guardare tutti i compagni, confuso.

-Sbaglio o questa non è una rimpatriata di piacere?-

-Esatto, Fiocco di Neve.- rispose cupo Calmoniglio.

-E’ bello rivederti, Coda di Cotone.-     

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Capitolo 2
*** Capitolo 1: prima del nulla ***


#Capitolo 1: prima del nulla

 

-Jack…- cominciò Dentolina, svolazzando verso la grande finestra, -c'è una cosa che io e gli altri guardiani dovremmo dirti.-

Il ragazzo si sedette sul davanzale, afferrò uno degli elfi e lo scuotè come sua consuetudine, come si usa fare come un sonaglino; Nord lo guardò di traverso e lo lasciò crollare a terra sotto una sinfonia di "crack", molto probabilmente dei biscotti.

-Di cosa si tratta?- domandò poi.

-Vedi Jack, devi sapere, che prima della tua esistenza come guardiano...-

-Oh andiamo Dentolina,- la interruppe bruscamente Calmoniglio, -andiamo subito al sodo.-

-Perchè non lo fai tu Calmoniglio, mi pare che le uova sode siano la tua specialità.- lo intimidì Jack, cogliendo una nota di irritazione nel pelo arruffato del coniglio.

Il coniglio spostò il peso da una zampa all'altra prima di parlare.

-Pitch sta cercando di mettere mano su un vecchio potere,- cominciò Calmoniglio, mentre giocherellava a un angolo dell’ufficio con il boomerang, lanciandolo abilmente da una zampa all'altra, -un potere che risale a prima dei Tempi Bui.-

-Di cosa si tratta?- domandò Jack, curioso e spaventato.

-Devi sapere che Pitch non è sempre stato contro di noi-, intervenì Dentolina, mentre prestava aiuto ad alcune delle sue fate -prima era come noi.-

-Cosa?- ribatté il ragazzo sconvolto.

-Pitch era un eroe degli Anni d'Oro, un nobile comandante almeno così ci era stato detto da Manny.- Nord terminò la frase con lo sguardo perso nel vuoto.

Jack si sentì perso: -Non riesco a capire, cosa c'entra il passato di Pitch adesso?-

Nord afferrò uno dei suoi giocattoli volanti, passandolo da una mano all'altra assorto in pensieri ormai lontani: -Pitch era un uomo pieno di speranze, sogni e-, si interruppe per un solo secondo, -amore.- terminò poi. 

La stanza si raggelò, così come i guardiani, che spostarono il loro sguardo lontani dagli occhi turbati di Jack; i custodi  si scambiarono un'occhiata ed annuirono silenziosi. 
Jack guardò i guardiani, posando lo sguardo su ognuno di loro: cupi, agitati e spaventati.

-Palla di Neve,- cominciò Calmoniglio catturando l'attenzione del ragazzo, -non possiamo cambiare il passato, nessuno di noi può, ma il futuro deve essere ancora scritto.-

Non riusciva a capire, era tutto così sconnesso e senza senso, come avrebbe potuto cambiare il futuro in meglio per se il re degli incubi? Cosa avrebbe potuto volere dal futuro una persona come lui, ormai senza sogni? 

Il guardiano del gelo aveva solo domande ed era sicuro che qualsiasi risposta non avrebbe calmato i suoi pensieri.

-Qual è il piano di Pitch?-

-Il passato,- iniziò Nord avvicinandosi alla grande finestra, affiancando Frost -nasconde segreti e uno di questi, potrebbe essere la chiave per il futuro.-

-Non siamo ancora sicuri quali siano le sue vere intenzioni,- intervenì Dentolina -ma non può essere nulla di buono.-
  
Lo spirito si passò le mani tra i capelli, incredulo.

-Troverà il modo di farcela pagare a tutti...-

Dentolina volò alle sue spalle, circondandolo appena in un abbraccio: -Siamo tutti spaventati, Jack.- sussurrò la fata, cercando di confortare il ragazzo.

-No.

Jack aveva impegnato più di trecento anni perché i bambini credessero lui e trovare, non avrebbe permesso a quell'egoista di Pitch di rovinare tutto, non ora.

-Cosa devo fare?- domandò poi Frost, mentre scorreva le dita sulla finestra, lasciando una scia di gelo al loro passaggio. 

-Tu, Jack Frost- cominciò Nord, -dovrai viaggiare per altri mondi, cercando tre neo-Guardiani.-

-Neo-Guardiani? Ne abbiamo veramente bisogno?- sbottò lui, convinto che cinque Guardiani fossero più che sufficienti per affrontare Pitch, una seconda volta.

-Questi non sono semplici Guardiani, Jack.- continuò Nord, -sono coraggiosi e credono nei propri sogni, proprio come te.-

Gli occhi di ghiaccio si persero in quelli enormi dell’uomo.

“Come me?” pensò Jack, sentendosi diverso dagli altri guardiani, speciale forse?

Nord spinse lo sguardo oltre le massicce montagne, gli occhi stanchi si posavano sul profilo delle cime innevate, l'espressione affaticata sulla flebile figura della luna: -L'uomo della luna ci ha parlato, ha detto a noi Frost, cosa si nasconde in questi tre ragazzi, in loro vive più magia e speranza di quanto possa immaginare.

Calmoniglio fece due salti in avanti: -Abbiamo bisogno di loro, Frost.-

-Come farò a sapere di averli trovati?- domandò poi sfinito il ragazzo, sottraendo lo sguardo al gelido paesaggio.

A quel punto i guardiani si scambiarono uno sguardo imbarazzato, susseguito da una serie di colpi di tosse.

Il giovane sbuffò: -Fatemi indovinare, "lui" non vi ha detto molto, come al suo solito.-

Gli amici risero di tutta risposta, strappando finalmente un sorriso al ragazzo.

-Lo capirai, Jack.- prese parola Dentolina, suscitando in lui un profondo senso di sicurezza e fiducia in se stesso. 

-Sono pronto, Nord.- disse lui serio.

Gli altri sorrisero, rincuorati dall'atteggiamento del ragazzo.

Sandy, che fino ad ora aveva cercato di catturare l’attenzione degli altri con la sua sabbia magica, porse al ragazzo una sfera di cristallo: all'interno di questa sembrava che brillassero una miriade di costellazioni.

"Che oggetto singolare." rifletté Jack.

-Il globo saprà dove portarti,- spiegò Nord –tu lasciati andare.-

-Dove li troverò?- domandò poi Jack, agitando lentamente la sfera, mentre veniva avvolto da una scia di stelle e dall'assordante eco del silenzio. 

Jack allungò una mano, cercando di raggiungere uno dei suoi amici, ma questa sembrò sparire nella semioscurità; il guardiano ebbe un groppo alla gola e la ritirò a se.

Si passò le dita sulla pelle, accarezzando la gelida superficie: "E' ancora qui." pensò sollevato. 

-"Quando", Frost.- gli rispose il gigante del gruppo.

-Li troverò, è una promessa.-

-Confidiamo in te.- rispose poi Dentolina.

Il guardiano del gelo sorrise e chiuse gli occhi, preparandosi a una nuova avventura.

-Ehi, Canguro. Fai divertire i bambini finché non tornerò.

Il coniglio rise, cercando di scorgere la figura del ragazzo tra i raggi luminosi che lo circondavano: -Ti ricordo che sono il Coniglio di Pasqua, spaccone.-

I due risero, poi Jack scomparse, lasciando le Leggende sotto una pioggia di sabbia dorata. 

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Capitolo 3
*** Capitolo 2: la ragazza della torre ***


#Capitolo 2: la ragazza della torre


Jack ruzzolò più volte su se stesso, andando a sbattere su qualcosa di massiccio: "ahi", quello sì che gli aveva fatto male.

Si massaggiò la testa dolorante ed attese qualche secondo perché la vista annebbiata lo abbandonasse: alzò lo sguardo sulla parete dove aveva sbattuto, cercò di studiare lo spazio che lo circondava, privo di luce.

Il guardiano poggiò entrambe le mani sulla parete, cercando di alzarsi a tentoni: decise di proseguire alla cieca lungo la camera nella speranza di trovare qualcosa che l'avrebbe illuminata.

E se fosse stata notte?

Il ragazzo fu colto dal panico: non era spaventato poi tanto dal buio, quanto dal non essere accompagnato dal flebile bagliore della luna, la sua più fedele compagna.

Come avrebbe potuto reclutare tre neo-guardiani se non era in grado di trovare una dannata...

-Una finestra?-

Il ragazzo fece presa su quelli che sembravano i manici e li tirò a se: il chiarore della luna piena invase la stanza, rivelando così la debole silhouette dei mobili.

Jack si abbandonò a un sospiro di sorpresa, mentre lo sguardo si soffermava sugli angoli illuminati della stanza.

Il soffitto della stanza, come tutte le parenti, era coperto di dipinti: costellazioni rappresentanti animali, curiose creature o variopinte figure, ma l'affresco che catturò l'attenzione del giovane guardiano fu solo uno... il ritratto di una ragazza dai lunghi capelli dorati.

Eccola su una parete danzare, ora cantare o rammendare un vestito; in tutti e tre i casi la vedeva sorridere serena, come se il suo viso non fosse stato mai sfigurato dalla tristezza o dal dolore.

Frost fece per avvicinarsi alla figura della ragazza, quando sentì qualcosa sotto i suoi passi, prima ebbe la sensazione di camminare sul velluto, poi improvvisamente avvertì un dolore pungente.

Si ritrasse, sollevando il piede, così da intravedere una scheggia di vetro; la rimosse con una smorfia di dolore e la gettò a terra, dove si posò il suo sguardo.

Una lunga scia di fili scuri percorreva la stanza, il ragazzo si abbassò per afferrarli, ma quando lo fece si ritrasse sbigottito:

-Capelli?- domandò quasi a se stesso, mentre i polpastrelli percorrevano i lunghi filamenti.

Fu in quel momento che Frost si rese conto di ciò che lo circondava realmente: schegge di vetro che tempestavano il pavimento, catene e segni di lotta.

Il ragazzo si sentì attanagliato dalla paura e si precipitò al di fuori della finestra, dove il vento lo accolse nella sua stretta, sentendosi immediatamente al sicuro.

Solo ora si rese conto che la stanza non era altro che circondata dalla fredde mura di una torre; il pensiero di Jack si spostò sul sorriso della ragazza, ora privo di tutta la gioiosità e libertà di cui l'aveva vestita.

Il cuore del guardiano, prima stretto in una morsa di rammarico, si sentì ora colpito da un improvviso calore: solo il pensiero del sorriso della sconosciuta riusciva a rasserenarlo, come poteva essere possibile?

Jack sentì di doverla cercare, di assicurarsi che la serenità e la gioia non avessero abbandonato il viso di lei e in questo caso, lui avrebbe protetto quel sorriso.

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