Perchè non ti innamori di me? di Rimiesse (/viewuser.php?uid=554617)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Assolutamente, totalmente impossibile ***
Capitolo 2: *** Perché mi sento tanto triste? ***
Capitolo 3: *** Cosa dovrei nascondere? ***
Capitolo 4: *** Ti sono mancato? ***
Capitolo 5: *** Gelosa, io? ***
Capitolo 6: *** Chi stai aspettando? ***
Capitolo 7: *** Già, perchè? ***
Capitolo 8: *** Essere sincera con lui? ***
Capitolo 9: *** Perché non ti innamori di me? (CAPITOLO FINALE) ***
Capitolo 1 *** Assolutamente, totalmente impossibile ***
I-
Assolutamente, totalmente impossibile
Sakura
tolse il camice bianco e lo lasciò cadere sulla sedia.
Si
stiracchiò le braccia e si massaggiò il collo.
Quella era stata
una giornata particolarmente pesante.
«Sakura-sama!» la
chiamarono a gran voce.
Per un attimo temette in un'emergenza ma
poi si accorse che a chiamarla era stata uno dei giovani apprendisti
che avevano appena concluso il turno con lei.
«Shinta, quante
volte devo dirti di chiamarmi solo Sakura?» disse al giovane
ragazzo.
Non si era ancora abituata ad essere considerata una
sensei dai ragazzi più giovani.
E se una parte di lei apprezzava
il modo in cui essi la guardavano con tanta ammirazione dall'altra
rappresentava una grossa responsabilità che temeva di non
essere
capace di gestire.
«Shinta, devi per caso dirmi qualcosa?»
chiese al ragazzo, notando che stava sull'uscio, intento a fissarla
senza dir nulla.
Lui abbassò lo sguardo, i riccioli biondi li
caddero sul volto.
Sakura cominciò a preoccuparsi seriamente, era
forse accaduto qualcosa che lui temeva di dirle. Per quello il
suo volto era diventato tanto rosso?
Shinta prese un grosso
respiro e poi esclamò, tutto d'un fiato:
«Sakura-sama, io mi
chiedevo se volessi venire con me a mangiare qualcosa!»
Sakura
sospirò di sollievo.
Si trattava solo di questo, allora.
«Scusa
Shinta ma non sono in vena di uscire.» gli rispose:
«Sono stanca
morta, non vedo l'ora di andarmene a casa.»
Gli occhi castani del
ragazzino si fecero lucidi.
«Ho sentito che gli altri ragazzi
stavano organizzando un'uscita in comune, puoi unirti a loro,
così
non sarai solo.» commentò Sakura passandogli
accanto per uscire
dalla stanza e dandogli una piccola pacca sulla spalla, prima di
salutarlo.
«Sakura-sama, grazie!» esclamò lui,
prima di
scappare via.
Sakura lo fissò allontanarsi, confusa.
Tra tutti
i ragazzi che aveva ora sotto la sua ala, Shinta era quello che lei
trovava più determinato ma anche più strano.
Sapeva
entusiasmarsi per poco ma al tempo stesso, tanto era facile per lui
abbattersi.
Si riavviò, immaginandosi il bagno caldo che
l'aspettava a casa. Non vedeva l'ora di immergersi nell'acqua calda,
tra le bolle ed il sapore di sapone alla ciliegia.
Salutò le
ragazze della reception ed uscì dall'ospedale.
C'era un leggero
venticello primaverile, Sakura si strinse un po' più forte
nello
spolverino rosso che indossava.
Mentre si avviava verso casa sua,
però notò una figura familiare che sonnecchiava
su una panchina.
Se
ne stava seduto con le braccia incrociate, le gambe distese davanti a
lui e la bocca semi-aperta.
Lei gli si avvicinò, pronta a
rimproverarlo.
Come poteva il futuro hokage, dormire a quella
maniera, all'aria aperta, davanti a tutti!
«Naruto!» gridò
quando gli fu dinnanzi.
Il ragazzo però non accennò ad aprire
gli occhi, anzi si voltò sul dorso e mormorò:
«Sakura-chan,
perché non ti innamori di me?»
Sakura lo fissò confusa.
Doveva
aver capito male. Doveva aver assolutamente capito male.
Le sue
guance si infiammarono.
«Baka!» esclamò scuotendolo
così forte
da farlo svegliare.
Naruto si stropicciò gli occhi.
«Oh
Sakura-chan, sei tu.» disse poi, quando la notò.
Sakura gli tirò
un pugno sulla testa.
Come poteva essere tanto tranquillo dopo
aver detto una cosa del genere!
Naruto si massaggiò la testa
chiedendole cosa avesse fatto.
«Fa freddo e tu ti metti a dormire
su una panchina!» lo rimproverò lei, mentendo sul
vero motivo del
suo pugno.
«Mi devo essere addormentato mentre ti aspettavo.»
rispose lui.
«Ti ho già detto che non c'è bisogno
che mi
accompagni a casa tutte le sere!» gli fece notare Sakura.
«Ma
ultimamente ci vediamo sempre così poco,»
sbuffò Naruto: «Questa
è l'unica occasione che ho per passare un po' di tempo con
te.»
Era
vero. In quel periodo Tsunade stava sempre più lasciando il
lavoro
in ospedale a Sakura ed al tempo stesso erano sempre più i
compiti
da hokage che affidava a Naruto; le uscite pomeridiane e gli
allenamenti quotidiani del team 7, ormai erano solo un ricordo
lontano.
Sakura sospirò ma si avviò, permettendo al
ragazzo di
seguirla.
Lo osservò di sottecchi, in quegli ultimi anni era
cresciuto di qualche centimetro e si era fatto più
muscoloso. I
capelli biondi erano un po' più lunghi di prima e i
lineamenti
paffuti avevano lasciato il posto ad un viso più smagrito e
fine.
Non c'era da stupirsi se ultimamente diverse ragazzine
avevano cominciato a ronzargli intorno.
Perfino lei doveva
ammettere che si fosse fatto un bel ragazzo. Anche se purtroppo
rimaneva sempre il solito baka.
Perchè non ti innamori di
me?
Quella frase le rimbombò nella testa. Un brivido le scese
lungo la schiena.
Già perché? Si
ritrovò a
chiedersi.
Perchè non è per niente il mio tipo.
Si
disse.
«Sakura-chan, lo sai che la mia raganella è quasi
piena,
presto potrò offrirti una porzione doppia di ramen
all'ichiruki!»
gli disse lui, affiancandola, ignaro dei pensieri che ora le
affollavano la testa.
E perché non ha alcun senso del
romanticismo. Continuò.
«Sakura-chan, stai bene? Hai tutto
il volto rosso!» le chiese lui.
E perché non capisce affatto
i sentimenti di una donna. Aggiunse lei alla lista.
«Sto
benissimo,» sbuffò: «E' solo che fa
freddo...»
«Ehi potremmo
stringerci l'un l'altro, così ci scalderemo a
vicenda!» propose
l'altro fiducioso.
Ed è stupido. Assolutamente, totalmente
stupido. Concluse Sakura.
«Mai!» esclamò ed allungò il
passo.
No, non c'era nessuna possibilità che lei potesse
innamorarsi di Naruto.
E' impossibile. Assolutamente,
totalmente impossibile. Pensò.
_____________________________________
Buonasera!
:3
Come vedete ho deciso di cimentarmi in qualcosa di nuovo, una
fanfiction a capitoli! :D
Questo primo capitolo è una sorta di introduzione. La storia
è ambientata qualche anno dopo la guerra. Mi piace l'idea
di un Naruto e soprattutto una Sakura più matura,
anche se come avete potuto notare non sono poi cambiati molto da come
erano in passato :p
Altra
nota, nella ff l'hokage in carica è sempre Tsunade, per cui
non è stata sostiuita da Kakashi al termine della guerra
(non che io ce l'abbia con lui ma non capisco proprio il motivo di
questa scelta di Kishimoto, quel posto spettava a Naruto!)
Grazie
della lettura :3
Rimi
|
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** Perché mi sento tanto triste? ***
II-
Perchè mi sento tanto triste?
Tenendo
in bilico su una
mano sola i numerosi fascicoli, con l'altra Sakura bussò sul
legno
del portone che le stava davanti.
Da dentro sentì una voce
familiare esclamare avanti.
Fece leva con il braccio sulla
maniglia ed entrò nella stanza dell'hokage.
«Oh Sakura sei tu!»
esclamò allegramente Tsunade quando la vide ma il suo
sorriso svanì
non appena riconobbe i fascicoli rosa che lei teneva tra le
braccia.
«A forza di rimandare, hai accumulato parecchi arretrati
di cartelle cliniche da firmare,» spiegò Sakura
avanzando e
sperando che i documenti non scivolassero a terra:
«Così ho pensato
di portarti qui almeno quelle meno recenti, per farteli
firmare.»
Adagiò i fascicoli sulla scrivania e Tsunade li
fissò
minacciosa.
Era evidente che quelli fossero l'esatto motivo per
cui nelle ultime visite all'ospedale, era sempre di fretta e non
poteva mai fermarsi a lungo.
«Odio la burocrazia!» sbuffò la
donna.
«Su, su!» le disse comprensiva Sakura:
«Prima cominci,
prima finisci!»
«Immagino che non mi lascerai in pace finché
non avrò terminato.» mugugnò l'altra.
Sakura le fece presente
che portarli fin lì non era stara certo una passeggiata e
che quindi
era ovvio che non avesse alcuna intenzione di tornare indietro a mani
vuote.
«Mi sembri tanto Shizune.» sbuffò
Tsunade ma poi le
diede ascolto, raccolse la penna e cominciò a firmare il
primo
fascicolo.
Solo allora Sakura si accorse che sulla scrivania
c'erano altre carte sparse e che il cuscinetto della sedia degli
ospiti era ancora piegato verso l'interno, segno che qualcuno vi si
era alzato da poco.
«Ma ho interrotto qualcosa?»
chiese.
«Naaahh.» rispose Tsunade con un'alzata di
spalle.
«Menoma...» Sakura non fece nemmeno in tempo a
finire la
parola che qualcuno alle sue spalle esclamò:
«Sakura-chan!»
Sentì
un brivido lungo la schiena.
Questo non ci voleva.
Pensò.
Naruto si precipitò verso di lei.
«Sakura-chan, sei
venuta a trovarmi?» le chiese con il suo solito sorriso sul
volto.
«No, sono qui per Tsunade.» rispose secca lei.
«E' un
pò di giorni che non ti vedo!» continuò
l'altro.
«In questi
ultimi giorni ho fatto il turno di notte.» gli
spiegò.
Naruto si
accasciò sulla sedia.
«Ed io che ti ho aspettato a lungo fuori
dall'ospedale!» sbuffò sconsolato.
«Bè mica te l'ho prescritto
io!» rispose repentina Sakura.
Notò che Naruto la stava
guardando ma lei si mise a fissare la scrivania, fingendo un avido
interesse per una macchia di sakè che vi stava sopra.
Per un
momento l'unico rumore che si sentì nella stanza fu il
gracchiare
della penna di Tsunade sulla carta.
«Tsunade-sama, scusa ma non è
che potresti fare un pò più veloce?» le
chiese Sakura dopo un po':
«Vorrei riuscire a risistemarle entro stasera.»
Non voleva
essere sgarbata ma le dava leggermente sui nervi, il modo in cui lei
firmava, scrivendo lentamente ogni lettera.
Lo sguardo di Tsunade
si rialzò dal foglio, per un momento si soffermò
su di lei, poi su
Naruto ed infine tornò sui fascicoli.
«Va bene.» disse,
prendendo a scrivere più velocemente.
«Ah, Sakura-chan!» le
disse in quel momento Naruto, con l'aria di chi si era appena
ricordato di qualcosa di fondamentale: «Domani gli altri
hanno
organizzato una serata tra solo ragazzi, ti piacerebbe venire anche
tu?»
Sakura avvertì la vena sulla fronte cominciarle a
pulsarle.
«Naruto, ti sembro un ragazzo?» gli chiese,
indicandosi.
Naruto la osservò, soffermandosi soprattutto sul suo
petto.
«No, per niente.» rispose.
«Baka!» tuonò Sakura
tirandogli un pugno sulla testa.
Invitarla ad un'uscita tra solo
uomini, ma quanto era idiota!
Come può davvero pensare che io
possa inna...
«Ecco fatto!» esclamò Tsunade,
terminando di
firmare l'ultimo fascicolo.
«Grazie, Tsunade-sama!» disse Sakura
con fin troppa enfasi.
Raccolse tutti i documenti, salutò
frettolosamente ed uscì dalla stanza.
Ma che mi salta in mente
di ritirar fuori quella storia? Si chiese, vergognandosi dei
suoi
stessi pensieri.
«Sakura-chan!» si sentì chiamare.
«Naruto,
sono di fretta» esclamò, affrettando il passo:
«Parleremo un'altra
volta, ok?»
Naruto però non demorse, la superò,
costringendola
a fermarsi.
«Sakura-chan, posso aiutarti io a portarli.» le
disse, indicando i pesanti fascicoli.
«Nahh, me la cavo da sola.»
rispose lei, cercando di superarlo.
«Sakura-chan, perché mi stai
ignorando?»
Sakura si fermò, come se quella domanda fosse stato
del veleno, capace di paralizzarla.
«Io...» mormorò.
«L'altra
mattina ti ho vista al villaggio, ti ho anche chiamato ma tu ti sei
voltata e sei entrata in un negozio...» le fece notare Naruto.
«Sarò
stata sovrappensiero. Ho lavorato di notte, non puoi pretendere che
sia stata tanto lucida di mattina.» mentì lei,
perché in realtà
Naruto aveva urlato così forte il suo nome che di sicuro
dovevano
averlo sentito anche al villaggio della sabbia.
«Sakura-chan, ho
fatto qualcosa che ti ha offeso?» le chiese Naruto, ignorando
le sue
parole.
Il suo tono era pacato ma era evidente dal suo sguardo,
quanto fosse teso e preoccupato.
Sakura non riuscì a
rispondergli.
Già, perché lo ignoro? E
perché mi sento così
strana quando sono con lui? si chiese.
«Bè, tu fai
continuamente cose che mi offendono.» sbuffò
infine per colmare il
silenzio sceso tra di loro.
Poi però fece il grande errore di
guardarlo negli occhi.
“Sakura-chan, perché non ti innamori
di me?”
Quella domanda rimbombò nella sua testa come se
fosse ciò che ora leggeva nelle iride azzurre del ragazzo.
Le
mani le tremarono leggermente ma tanto bastò per farle
perdere la
presa intorno ai fascicoli.
In un attimo i documenti scivolarono
dalle sue braccia e caddero a terra.
Sakura fissò inorridita quei
fogli che giacevano ai suoi piedi.
«E' tutta colpa tua, Naruto!»
esclamò, inginocchiandosi per raccoglierli.
«Scusa,
Sakura-chan!» mormorò mortificato lui, mettendosi
a fare lo stesso
mestiere.
«Ci metterò ore a risistemarli come si
deve» sbuffò
Sakura.
«Posso venire con te all'ospedale per aiutarti»
propose
Naruto.
«No, faresti solo più danni!» rispose
lei cingendosi a
raccogliere l'ultimo foglio ancora a terra. Naruto fece lo stesso e
le loro mani si sfiorarono.
Lei ritrasse subito la sua.
«E ti
prego, non c'è bisogno che ti presenti ogni sera fuori
dall'ospedale
ad aspettarmi,» lo esortò: «Alla lunga
si fa fastidioso...»
Naruto
si limitò ad annuire, lei prese dalle sue mani l'ultimo
foglio
caduto e poi si allontanò.
L'orologio
suonò le nove
di sera quando Sakura ebbe riposto l'ultimo foglio nel giusto
fascicolo.
Alla fine ci aveva messo meno tempo di quanto avesse
temuto.
«Shinta ti ringrazio tantissimo!» disse al
ragazzino che
l'aveva aiutata in quel delicato compito.
Lui sorrise.
«Quel
disastro di Naruto, tutta colpa sua!» sbuffò
Sakura chiudendo a
chiave l'armadio in cui i fascicoli erano riposti.
«Sono sempre
più stupito,» commentò Shinta:
«Non posso crederci che quel
biondino che ti gironzola sempre intorno sia proprio l'eroe di
Konoha.»
Sakura sorrise.
Nemmeno lei se lo sarebbe mai
immaginato ma invece era successo tutto proprio davanti ai suoi
occhi: quel fastidioso ragazzino idiota ed attaccabrighe era
diventato una grande eroe.
«Ti sta aspettando fuori, vero?» le
chiese Shinta, strappandola dai suoi pensieri.
«N-no, stasera
no» rispose mentre infilava la giacca: «Gli ho
fatto capire che non
ho mica bisogno della balia per tornare a casa.»
Il sorrisino
appena accennato sul volto del ragazzino, svanì di colpo.
«Ah.»
commentò.
Certe volte Shinta è proprio strano.
Pensò
Sakura mentre lo salutava e si avviava verso l'uscita.
Chissà
se quell'idiota mi ha davvero dato ascolto? Si chiese
scendendo a
due a due gli scalini dell'ospedale.
Lanciò un'occhiata verso la
panchina.
Sopra non vi era seduto nessuno.
Finalmente, per una
volta tanto, Naruto aveva fatto ciò che lei gli aveva
chiesto.
Avrebbe dovuto sorridere ed esserne felice ed invece
mentre fissava quella panchina solitaria, sentì un groppo
salirle in
gola.
Perché mi sento tanto triste? Si chiese.
_________________________________________________
Sera :D
Eccoci
al secondo capitolo. Come potete notare la domanda che Naruto nel sonno
le ha fatto, ha parecchio scombussolato la nostra Sakura :p
E lei naturalmente
piuttosto che ammetterlo, ha preferito allontanare Naruto, salvo poi
pentirsene D:
Vedo guai grossi
per il nostro Naruto!! :p
Colgo
l'occasione per ringraziare chi ha messo le storie nelle seguite o ha
recensito lo scorso capitolo. Spero che vi piacerà come si
evolveranno
le cose.
Grazie di aver
letto ed alla prossima!
Rimi
|
Ritorna all'indice
Capitolo 3 *** Cosa dovrei nascondere? ***
III-
Cosa dovrei nascondere?
Sakura
stava passeggiando
per le vie di Konoha accompagnata da un forte senso di
spossatezza.
Quella notte aveva dormito male, tormentata da incubi
e pensieri. Per questo aveva deciso di uscire presto di casa e
concedersi una passeggiata mattutina.
La cosa però non stava
portando gli effetti sperati, anzi si sentiva ancora più
stanca e
pensierosa di prima.
Senza neanche accorgersene si trovò a
passare proprio davanti al palazzo dell'hokage. Lanciò
un'occhiata
verso le finestre dell'edificio ma non notò alcuna zazzera
bionda.
C'era anche fin troppo silenzio.
A quanto pare non è
nemmeno qui. Pensò.
Poco prima si era trovata, per puro caso,
a passare anche davanti alla casa di Naruto ma anche lì non
aveva
trovato alcuna traccia del ragazzo.
Ormai erano tre giorni che
Sakura non lo vedeva, tre sere passate senza che lui si fosse fermato
ad aspettarla all'uscita dall'ospedale.
Bè non è quello che
volevi? Pensò con una punta di rimprovero.
«Sakura!» si
sentì chiamare.
«Tsunade-sama!» esclamò notando la donna
venirle incontro.
«Spero tu non stia aspettando Naruto!» le
disse la donna.
«Certo che no» si affrettò a rispondere
lei.
Konoha era pur sempre un villaggio non molto grande, non
c'era quindi da stupirsi se per pura coincidenza si fosse trovata a
passare davanti alla casa di Naruto, all'Ichiraku ed infine
lì.
«Meglio così,» continuò
Tsunade: «Tanto non l'avresti
trovato, l'ho spedito tre giorni fa al villaggio della sabbia,
insieme a Shikamaru.»
«Ah.» mormorò Sakura.
Dunque era per
quello che il ragazzo non si trovava da nessuna
parte.
Inspiegabilmente le sue labbra si alzarono verso
l'alto.
«Che ne dici di andarci a bere qualcosa?» propose
la sua
sensei.
Sakura accettò volentieri.
Un bel caffè e quattro
chiacchiere con la donna l'avrebbe aiutata di certo ad affrontare
quella mattinata.
Le due si diressero verso il bar.
Mentre
sedevano al tavoli Tsunade le chiese notizie sui nuovi allievi e
Sakura fu contenta di poter darle buone notizie. Le nuove leve si
stavano mostrando volenterose e capaci, Sakura era orgogliosa di
loro.
«Misa nonostante i suoi modi un po' bruschi sta imparando a
trattare i pazienti più come persone che come manichini su
cui fare
esperimenti. Leina invece sta cominciando a superare la sua fobia per
le dita dei piedi mentre Shinta si sta mostrando sempre tanto
disponibile che in questi giorni che è via in missione, ne
sento
quasi la mancanza.» spiegò mentre venivano servite.
Un caffè
macchiato per lei ed uno molto corretto per Tsunade.
La donna la
fissò intensamente:
«E pensare che mi sembra ieri quando tu eri
solo una ragazzina ed io la tua rigida sensei.» le disse:
«Eri solo
un ammasso di ossicini ed invece guardati ora: una donna con i
muscoli e le pal...»
«Tsunade-sama!» esclamò Sakura per
interromperla.
«Si, si. Hai capito insomma!»
Tsunade bevve il
suo caffè tutto d'un fiato e poi, indicandola con la
tazzina,
continuò:
«Sei diventata la mia degna erede, Sakura
Haruno!»
Sakura arrossì. Non era la prima volta che le veniva
detto ma sentirselo dire proprio da lei, restava sempre il
più
grande onore.
Non poteva negarselo ma a volte faticava lei stessa
a riconoscersi in quella donna che era diventata, capace di
affrontare con sicurezza anche le situazioni più disperate.
Proprio
lei che un tempo non sapeva far altro che piangersi addosso.
«Grazie
Tsunade-sama!» le disse.
Una coppietta, seduta a qualche tavolo
dopo il loro, prese a scambiarsi effusioni.
Magari avessi una
tale sicurezza anche su quel piano. Pensò Sakura
osservandoli di
sottecchi.
In fatto d'amore non si sentiva invece tanto diversa da
quando era solo una ragazzina.
Spostò lo sguardo dalla coppia ai
fondi di zucchero nella sua tazza di caffè.
Sono ancora qui
che lo sto ancora aspettando. Pensò ma non
provò più quel
senso di vuoto che sentiva all'inizio. Quasi se ne stupì ma
in fondo
era la verità.
Lui non era tornato ma lei era andata avanti. Era
diventata sempre più forte e sicura di sé ed
anche se non aveva
ancora ottenuto ciò che desiderava fin da quando era
più giovane,
era orgogliosa della sua vita.
Forse tutto sommato era un po'
cresciuta anche sotto quell'aspetto.
Un ciuffo le cadde davanti
agli occhi, lo riportò dietro le orecchie.
Aveva da poco cambiato
pettinatura ma ancora i capelli si dovevano abituare al nuovo taglio
con la riga a lato.
Naruto, quando l'aveva vista, le aveva detto
che somigliava sempre più a sua mamma.
Tsunade le aveva ancora
parlato di Kushina Uzumaki e le aveva raccontato che era una ragazza
molto bella ma con un carattere da maschiaccio.
Doveva quindi
ancora capire se effettivamente quello fosse stato un complimento o
meno.
«Chissà che sta combinando Naruto?» si
chiese.
Tsunade
smise di agitarsi per attirare l'attenzione della barista per
chiederle un altro caffè corretto e tornò a
fissarla.
«L'altra
volta, quando sei stata nel mio ufficio ho notato che tra di voi
aleggiava un certo nervosismo.» commentò.
Sakura si mordicchiò
il labbro, era vero ma come poteva spiegarle il motivo?
Già si
vergognava di aver sentito quella domanda, figuriamoci di
ripeterla.
«Troverai la risposta in fondo al tuo cuore.»
Sakura
sussultò nel sentir quella frase uscire dalla bocca di
Tsunade.
Sembrava quasi le avesse letto nella mente ma, per quanto quella
donna fosse capace di tutto, perfino quello doveva essere impossibile
per lei!
La guardò spaesata ma Tsunade si limitò a ridere.
«Mi
sembrava una frase d'effetto adatta al tuo sguardo
pensieroso".»si
limitò a dirle ma c'era qualcosa nel suo sguardo che non la
convinceva.
Sembrava come se lei sapesse qualcosa che a Sakura
sfuggiva. E non sapere qualcosa che sembrava tanto ovvia a qualcun
altro era una cosa che le dava davvero sui nervi.
Prima però che
potesse chiederle ulteriori spiegazioni, Shizune si presentò
al loro
tavolo, fissando Tsunade con uno sguardo minaccioso.
«Tsunade-sama!»
tuonò infatti: «Mi avevi promesso che ti saresti
comportata come si
deve in mia assenza ed invece ti trovo alle dieci ancora in giro a
gingillare!»
«Nelle tue condizioni non dovresti agitarti tanto.»
le fece presente Tsunade con voce tranquilla.
Shizune non prese
per nulla bene la sua sfrontatezza e Sakura decise che fosse meglio
intervenire.
«Shizune-san, il piccolo come sta?» le chiese.
Gli
occhi di Shizune smisero di emettere fiamme, poggiò la mano
sul
pancione e sorridendo le disse:
«Lui sta bene. E' il padre che è
difficile da controllare»
«Immagino» commentò Sakura, anche se
faticava ancora a vederlo versione padre: «Ormai
mancherà poco al
lieto evento!»
Il pancione di Shizune era infatti molto
pronunciato.
«Tre settimane e mezzo,» rispose lei: «Ma
se ha
preso da suo padre, di sicuro nascerà in ritardo!»
«Lo spero
proprio,» si intromise Tsunade: «Ho scommesso su
questa cosa!»
«Hai
scommesso sulla nascita di mio figlio?!?» tuonò
Shizune.
Sakura
provò a calmarla ma non ci fu verso ed alla fine dovette
assistere
inerme alla scena di Shizune che trascinava con sé una
contraria
Tsunade per riportarla ai suoi doveri.
«Il tempo passa ma certe
cose non cambiano mai.» si trovò a pensare,
sorridendo.
Sakura
stava tornando a
casa dopo il turno pomeridiano quando sulla strada di casa
incontrò
Ino.
«Visto che Shikamaru è via ho deciso di passare
una serata
rilassante alle terme.» le spiegò quella indicando
la cesta che
teneva tra le mani. «Ti va di unirti a me, Fronte
Spaziosa?»
«Non
lo so, pensavo...» cominciò lei ma Ino non la
lasciò nemmeno
finire, la prese sotto braccio e la trascinò con
sé.
«Non ho
nemmeno il sapone o una salvietta!» si lamentò
Sakura.
Ino le
fece l'occhiolino.
«Sei fortunata, ho giusto qui con me un
accappatoio di riserva.»
«Avevi progettato tutto fin
dall'inizio, vero?» sbuffò contrariata Sakura.
«Oh dai. Una
volta tanto che abbiamo la serata libera!» esclamò
allegra
Ino.
Sakura mugugnò ma in fondo l'idea di un bel bagno alle terme
non le dispiaceva.
Infatti come si lasciò cadere nell'acqua
calda, sentì tutti i muscoli rilassarsi.
«Lo vedi fronte
spaziosa, che ne avevi bisogno?» le disse Ino notando la sua
espressione serena.
«Non gongolare troppo, Ino-pig.» sbuffò
lei
mentre l'amica si lasciava a sua volta scivolare nell'acqua.
Ino
non era molto cambiata in quegli ultimi anni anche se aveva lasciato
crescere molto i capelli, tanto che, quando li lasciava sciolti, le
accarezzavano tutta la schiena.
Per quell'occasione, invece, li
aveva raccolti in un ampio chignon che ondeggiava pericolosamente
sulla sua testa mentre lei nuotava nell'acqua.
A guardarla in quel
momento sembrava più una bambina che una giovane donna che
stava per
diventare un capitano ninja.
«Oggi sono passata all'accademia,»
le raccontò: «Ho visto un po' delle nuove leve ma
non puoi nemmeno
immaginare quante ne abbiano combinate. Quasi quasi mi han fatto
cambiare idea! Sarebbe pessimo se i miei primi sottoposti fossero
delle frane totali, ne andrebbe della mia reputazione!»
Non era
la prima volta che Ino si lamentava ma Sakura sapeva che in
realtà
era molto eccitata dall'idea di cosa l'aspettasse a breve.
«Oh se
fossi in te non me ne preoccuperei,» le disse per consolarla:
«Tanto
peggio di così la tua reputazione non può essere,
Ino-pig!»
«Grazie
dell'aiuto fronte spaziosa!» sbuffò Ino
lanciandole un pò d'acqua
addosso.
Sakura le fece una pernacchia.
«Chissà se la tua
fronte galleggia da sola?» esclamò Ino, gettandosi
su di lei.
Sakura però seppe difendersi ed evitare che la ragazza
potesse
annegarla.
«Accidenti, Sakura!» borbottò delusa
Ino: «Sei
diventata decisamente troppo forte per i miei gusti. Hai più
muscoli
tu che Shikamaru!»
Già perché Ino, con gran stupore di tutti,
si era già sistemata anche sotto quell'aspetto.
«Ino, come hai
capito di essere innamorata?» le chiese Sakura, trasportata
da quei
pensieri.
Ino smise di sguazzare e la guardò stupita.
Sakura
si morse la lingua.
Che razza di domande mi metto a fare? Si
chiese, pentendosene.
Ino invece assunse una posa pensierosa.
«In
realtà non lo so bene nemmeno io,»
commentò: «Insomma, certo lui
mi ha aiutato molto ad affrontare la morte di mio padre ma beh,
pensavo che ciò che provassi per lui fosse solo gratitudine
ed
invece poi quando gli fu chiesto di andare al villaggio della sabbia
per diversi mesi, ho cominciato a rendermi conto che mi sarebbe
mancato ed ero anche preoccupata perché là c'era
lei e... si dai,
lo sai come è andata dopo, c'eravate lì anche tu
e Naruto quando
l'ho baciato!»
Già Sakura se lo ricordava bene quel momento.
All'inizio era stato uno shock ma poi si era resa conto che non c'era
niente di cui stupirsi, le era sembrato qualcosa che si aspettasse da
tempo, un destino che si compiva.
Sul volto di Ino comparve un
largo sorriso.
«Ma perché me l'hai chiesto?» le chiese
curiosa.
«N-nessun motivo in particolare...»
mormorò
Sakura.
«Stai ancora nascondendo i tuoi veri sentimenti, vero
Sakura?» commentò l'altra con uno sguardo che le
ricordava molto
quello di Tsunade. Di nuovo ebbe la sensazione che le stesse
sfuggendo qualcosa.
Si lasciò scivolare ancora più nell'acqua,
fino a che questa non le sfiorò il naso e
cominciò a creare delle
bollicine con la bocca, indispettita.
Che cosa dovrei mai
nascondere? Si chiese. Lo sanno tutti ormai che a
me piace
Sasuke-kun.
Alle loro spalle la tendina della stanza venne
spostata in malo modo ed uno dei giovani ninja medici entrò
con fare
agitato.
In molte gridarono per quell'inattesa visita ma il
ragazzino non se ne preoccupò e si avvicinò al
punto dove stavano
loro due.
«Sakura-sama, scusate se vengo a disturbarla ma mi han
detto che vi avevano visto entrare qui e così mi sono
precipitato
subito qui...» esclamò.
«Nagisa, vuoi dirmi cosa è successo?»
chiese Sakura.
«Un'emergenza all'ospedale!» rispose quello:
«Un
ragazzo è rimasto gravemente ferito durante una
missione!»
Sakura
uscì dalla vasca con il cuore in gola.
Se erano arrivati fin lì
per cercarla, non era assolutamente un buon segno.
Doveva arrivare
al più presto all'ospedale.
_________________________________________________
Ciaooo :D
Incredibile ero
tanto preoccupata di non trovare cosa scrivere in questo capitolo ed
invece alla fine mi è uscito più lungo dei
precedenti xD
Mi scuso per chi
non shippa la Shikaino ma mi piaceva che Sakura ed Ino scambiassero
questo discorso ed accanto a lei non riesco ad immaginarmi nessuno se
non Shikamaru. (Per chi invece li shippa, credo proprio che
nascerà
una ff spin-off da questa ff :P )
Questa volta ho
voluto dedicare un pò di spazio ai rapporti tra Sakura e le
donne
che più la conoscono, la sua sensei e l'eterna rivale
nonchè
migliore amica Ino :3
Shizune l'ho introdotta per spiegare il
motivo per cui ultimente Tsunade fa tanto affidamento su Naruto.
Riguardo al padre del futuro nascituro invece, Tsunade mi ha detto di
riferirvi che sono aperte le scommesse! xD
Nel prossimo capitolo
la storia comincerà ad entrare più nel vivo e
penso che lo
pubblicherò presto perchè è uno dei
miei preferiti :P
A
presto!
~Rimi
|
Ritorna all'indice
Capitolo 4 *** Ti sono mancato? ***
IV - Ti sono
mancato?
Sakura
stava cambiando le
bende del paziente.
I tagli che li squarciavano il petto erano
ancora evidenti e gli ematomi erano violacei e gonfi.
Non aveva
ancora ripreso conoscenza ed il suo volto era molto pallido.
Il
battito del suo cuore si era però normalizzato e questo era
da
considerare un buon segno.
«L'operazione è andata bene.» disse
Sakura ai colleghi che la stavano aiutando: «Ormai sono
passate
diverse ore e non sono risultate complicazioni. Direi che sia fuori
pericolo.»
Gli altri sospirano di sollievo.
Anche Sakura si
concesse un sorriso.
Quando la sera prima era arrivata
all'ospedale, aveva trovato il ragazzino in condizioni critiche ed a
lungo aveva temuto che non potesse sopravvivere.
Per fortuna non
era stato così.
«Sakura-san, lasciate finire noi qua, sarete
esausta!» le dissero ma Sakura non ascoltò il
consiglio e preferì
essere lei stessa a terminare di disinfettare le ferite.
Si era
concessa poche ore di sonno al termine dell'operazione ma la
preoccupazione le bastava a contrastare la stanchezza.
Accarezzò
i capelli castani del ragazzino. Usi si chiamava ed erano un giovane
genin, anche se a guardarlo in quel momento sembrava solo un
bambino.
Piena di astio Sakura commentò:
«Non posso credere
che ci siano in giro dei ninja capaci di attaccare a questa maniera
dei ragazzini. Spero che siano arrivate notizie sulla loro
cattura!»
«Purtroppo no. Sono partite diverse squadre di ricerca
ma ancora non si sa nulla. Dicono che si siano nascosti nel cuore
della foresta»
Sakura non poté fare a meno di pensare a Naruto
che era ancora lontano dal villaggio, forse ignaro dei pericoli che
avrebbe potuto trovare nel viaggio di ritorno.
No, di sicuro
Tsunade-sama avrà trovato il modo di avvisarlo. Si
disse.
Non
poteva permettere a quel pensiero di farsi troppo largo nella sua
mente.
In ospedale c'era bisogno di lei per cui non poteva
lasciare che il desiderio di andare in missione per dare la caccia ai
quei pericolosi assassini avesse la meglio.
E di sicuro non
sarebbe mai riuscita a rimanere lì se avesse saputo che
Naruto o uno
degli altri suoi compagni fosse in pericolo.
Finì di bendare le
ferite del ragazzo e poi diede le ultime indicazioni ai colleghi.
«Ha
ancora la febbre alta per cui è da tenere costantemente
sotto
controllo,» disse: «E al minimo segnale di
complicazione, voglio
che veniate a chiamarmi!»
Gli altri annuirono e Sakura poté
allontanarsi sapendo di lasciare il paziente in buone mani.
Le due
giovani apprendiste che erano con lei, la seguirono.
«Non posso
credere che tutto questo stia accadendo proprio ora che l'eroe di
Konoha è lontano!» commentò concitata
Leila.
Non c'era da
stupirsi che la ragazzina dicesse così, aveva infatti
fondato una
specie di fanclub su Naruto e naturalmente aveva provato a strappare
da Sakura ogni possibile segreto sul ragazzo. Lei l'aveva trovato
divertente finché Leila non aveva cominciato a definirla la
"fidanzata di Naruto".
«Se ci fossi stata io, avrei
fatto il culo nero a quelli lì!» tuonò
invece Misa.
Sakura
stava per risponderle quando notò Shinta che se stava seduto
su una
delle sedie del corridoio.
Anche il ragazzino era stato in
missione di recente per cui si tranquillizzò nel vederlo
lì, in
salvo.
Si accorse che però non aveva affatto una bella
cera.
Sembrava pallido e teneva lo sguardo basso.
«Il ragazzo
ferito è un suo compagno di squadra.» le
spiegò Misa: «Shinta era
con lui quando sono stati attaccati.»
Non c'era da stupirsi
allora che avesse uno sguardo tanto preoccupato.
Sakura fece cenno
alle altre di proseguire pure da sole e si avvicinò al
ragazzino.
Lui sussultò quando si accorse di lei ma poi la
fissò
implorante.
«Ha ancora la febbre ma è fuori
pericolo.» gli
rispose Sakura.
Shinta si concesse un timido sorriso.
Sakura
notò che si teneva il braccio al petto e preoccupata gli
chiese se
fosse anche lui ferito.
«Niente di che.» rispose Shinta
abbassando di nuovo la testa: «Io non mi sono fatto niente.
E' lui
che è quasi morto... per colpa mia»
La sua voce si fece tremante
a quelle ultime parole.
«Io... io ho consumato tutto il mio
chakra nel combattere e così non ho potuto
aiutarlo.» continuò:
«Voglio diventare un ninja medico ma non sono stato nemmeno
capace
di aiutare un mio compagno. Sono davvero ridicolo!»
«Shinta...»
mormorò Sakura.
Capiva come lui doveva sentirsi in quel momento,
quei sentimenti le erano così familiari.
Shinta rialzò lo
sguardo, le lacrime gli rigavano il volto.
«Io... io vorrei tanto
essere come te, Sakura-sama!» esclamò:
«Vorrei essere forte come
lo sei tu, avere il tuo coraggio, la tua determinazione...»
Sakura
si inginocchiò davanti a lui e poggiò la mano sui
suoi riccioli
biondi.
«Le tue parole mi rendono felice, Shinta.» gli
disse:
«Ma io sono molto più fragile di quanto tu creda
ed anzi quando era
più piccola, non facevo altro che piangere ed affidarmi agli
altri.»
Shinta scosse la testa.
«Non ci credo, lo dici solo
per consolarmi!» mormorò.
Sakura sapeva che quella confessione
le sarebbe costata cara, non amava ricordare il percorso che l'aveva
portata fino alla lì, dover ripensare ai suoi errori ed alle
sue
debolezze.
Più però in quel momento guardava Shinta,
più le
ricordava così tanto quella ragazzina dai lunghi capelli
rosa che si
sentiva sempre inutile e fuori posto.
«Sto parlando sul serio»
continuò: «Quando avevo più o meno la
tua età facevo tanto la
sapientona ma sotto sotto non facevo altro che contare solo su Naruto
e Sasuke-kun. Me ne vergognavo ma per quanto provassi a rendermi
utile non facevo altro che commettere errori e peggiorare le cose,
non riuscì nemmeno a fermare Sasuke-kun quandò
scappò dal
villaggio ed anzi finì per scaricare tutto il peso di
ciò sulle
spalle di Naruto, strappandoli quell'assurda promessa.."
Il
suo tono sommesso bastò a far capire a Shinta che non stava
affatto
mentendo. Lui si asciugò le lacrime ed ora la fissava
curioso ed
impaziente di saperne di più.
«Credo che le cose siano
cominciate a migliorare quando ho chiesto a Tsunade-sama di farmi da
sensei...» continuò Sakura, sorridendo nel
ricordare i primi giorni
all'ospedale, le sue prime operazioni, i primi sorrisi fiduciosi dei
suoi pazienti: «Lei mi aiutò non solo a tirar
fuori le mie capacità
ed a insegnarmi a dosare la mia forza ma mi permise anche di
diventare più sicura di me e decisa. Le devo così
tanto!»
Tornò
a fissare Shinta negli occhi e concluse:
«Lo sai, ciò che io ho
capito è che nella vita la forza e le capacità
sono importanti ma
ciò che più conta è la
volontà. Se davvero desideri diventare un
grande ninja medico, se davvero vuoi proteggere i tuoi amici, allora
nessuno potrà mai impedirtelo!»
Shinta si fissò le scarpe,
incapace di reggere il suo sguardo.
Sakura immaginava i suoi
pensieri, le sue paure.
«Vieni con me.» gli disse, prendendolo
per il braccio e portandolo con sé.
Lo trascinò fino al suo
ufficio ed una volta lì, estrasse dalla tasca interna del
suo
giubbetto il suo kunai.
Lo strinse un attimo tra le mani. Quello
era il pugnale con cui tanti anni prima aveva reciso i suoi lunghi
capelli rosa; il primo gesto che l'aveva portata ad essere chi era
ora.
«Tieni Shinta questo ora è tuo!» disse
voltando
l'impugnatura verso il ragazzo: «Vuole essere il mio regalo
di
incoraggiamento. Tu possiedi grandi capacità, per questo
sono certa
che tu sia destinato a fare grandi cose!»
Shinta fissò il
pugnale come fosse una reliquia.
«Sono sicuro che abbia un gran
valore per te,» mormorò: «Io non posso
accettarlo!»
Sakura
non volle sentir ragioni. Era vero provava un forte legame verso
quell'oggetto e proprio per questo voleva donarlo a Shinta.
Desiderava con tutto il cuore che anche il ragazzino potesse trovare
la sua volontà del fuoco mentre stringeva tra le mani quello
stesso
kunai.
«Grazie Sakura-sama!» esclamò, prendendo
l'oggetto con
mani tremanti.
Sakura sorrise, finalmente orgogliosa di
quell'appellativo che invece prima sembrava averle fatto tanta paura.
«Ti prometto che diventerò un grande
ninja!» esclamò Shinta.
Il suo sguardo deciso sembrò così familiare per
Sakura.
Le
sembrò di rivedere due occhi azzurri che la fissavano con
altrettanta determinazione.
«Mi fido di te.» mormorò.
«Chissà
Misa-chan cosa dirà quando vedrà il mio nuovo
kunai!» esclamò poi
il ragazzino eccitato: «Ora corro a dirlo anche a Usi, non
vedo
l'ora che torni a star bene così possiamo allenarci
insieme!»
Detto
questo il ragazzo uscì, sorridendo e stringendo il pugnale
al
petto.
Sakura invece si lasciò cadere sulla sedia mentre si
ritrovava a pensare a Naruto.
Un po' se ne vergognò ma capì che
fosse inevitabile. Era stato grazie a lui che era riuscita a non
farsi battere da Ino durante il primo esame chunin ed era stato
davanti al suo sguardo deciso mentre le ripeteva, nonostante le bende
e le ferite, che avrebbe mantenuto la sua promessa ad ogni costo, che
lei aveva sentito davvero il bisogno di fare qualcosa di
più, di
voler essere più forte.
Era così che aveva deciso di diventare
l'allieva di Tsunade ed aveva fatto il primo passo che l'avrebbe
portata fin lì.
E' vero, Naruto mi è sempre stato accanto
quando ne ho avuto bisogno. Pensò. Devo
tanto anche a lui.
Sentì un groppo in gola nel ripensare all'ultima volta che
si
erano visti, al modo in cui l'aveva allontanato con tanta durezza ed
asprezza nella voce.
Come al solito era finita a trattarlo peggio
di quanto meritasse.
Non ci sarà da biasimarlo se non vorrà
più vedermi. Si disse.
Quel pensiero la rattristò.
Gli
occhi le si fecero gonfi ma cercò di trattenersi, sentiva
dei passi
nel corridoio e non voleva farsi trovare in lacrime.
«C'è un
gran trambusto nel villaggio, si vede proprio che Naruto è
tornato.»
sentì dire da uno dei due ninja medici che stavano passando
davanti
alla porta: «Dicono che abbia catturato pure alcuni di quei
pericolosi ninja...»
Sakura scattò in piedi e corse fuori
dall'ospedale.
Come mossa dall'istinto si diresse verso l'edifico
dell'hokage.
Già da lontano scorse la sua inconfondibile zazzera
bionda.
Le dava le spalle e stava parlando concitato ad una
piccola folla composta da Tsunade, Shikamaru ed il resto del team
7.
I suoi passi si fecero più lenti e brevi mentre gli si
avvicinava.
Già immaginava il suo sguardo farsi duro quando lei
l'avrebbe chiamato.
Di sicuro avrebbe smesso di parlare così
allegramente quando si sarebbe accorto di lei.
Di sicuro non gli
avrebbe fatto piacere vederla.
Ancora una volta aveva finito per
trattarlo male nonostante tutto quello che lui aveva fatto per lei,
nonostante lui le fosse rimasto accanto quando non lo meritava
affatto.
Aveva tirato troppo la corda ed era naturale che lui si
fosse stancato di lei.
Era inevitabile che sarebbe successo.
Fece
per aprire la bocca per chiamarlo ma prima che il suo nome uscisse
dalle sue labbra, lui si voltò.
«Sakura-chan!» esclamò e le
sorrise.
Come se non fosse successo nulla, come se lei non
l'avesse mai allontanato, come se lui non avesse fatto altro che
aspettare quel momento.
«Ti sono mancato, Sakura-chan?» le
chiese.
Il groppo che lei aveva in gola si sciolse.
Ancora una
volta quel baka, era lì accanto a lei.
Nonostante tutto,
nonostante il suo pessimo carattere, nonostante lei non avesse la
risposta alla sua domanda.
«Certo che no!» rispose e sorrise a
sua volta.
_________________________________________________
Ciaooo.
:3
Devo
ammettere di essere andata seriamente in crisi nello scrivere la parte
centrale di questo capitolo, il fatto che Sakura sia diventata
più
forte grazie anche a Naruto è una cosa che io reputo molto
importante per lo sviluppo del loro rapporto e per questo volevo
cercare di renderla al meglio. >.<
So che molti avevano dato per spacciato Naruto ma beh ho
intenzione di scrivere ancora diversi capitoli per cui non potevo
rischiare che le cose andassero troppo velocemente xD
Sakura però
in questo capitolo si è fatta un bel esame di coscienza,
spero che
la perdoniate per quello che ha combinato. Purtroppo ha questa
tendenza di reagire in malo modo quando qualcosa la mette in ansia ed
imbarazzo, salvo poi pentirsene successivamente.
Per sua fortuna
però Naruto è uno che non se la prende tanto o
perlomeno che non lo
da tanto a vedere. :p
Dovrei riuscire ad aggiornare presto visto
che mi manca solo il finale del prossimo capitolo, preparatevi quindi
alla
comparsa di qualcosa di odioso! >.>
Rimi
|
Ritorna all'indice
Capitolo 5 *** Gelosa, io? ***
V-
Gelosa, io?
Sakura
si era presentata
al negozio che vendeva armi all'orario di apertura.
Era felice di
aver regalato il suo kunai a Shinta ma aveva voluto essere
altrettanto certa di poter difendersi in caso d'emergenza e per
questo si era affrettata ad andare a comprare un pugnale nuovo.
Stava
giusto ammirando il suo nuovo acquisto quando uscendo dal negozio,
incrociò Naruto.
«Buongiorno Sakura-chan!» la salutò
allegramente lui quando la vide, salvo poi allarmarsi quando
notò
ciò che lei aveva tra le mani.
«Che fine ha fatto il tuo vecchio
kunai?» le chiese preoccupato e, senza nemmeno aspettare che
lei
potesse rispondere, continuò: «Non mi dire che ti
hanno attaccata
mentre ero via dal villaggio? O è stato ieri sera, io
l'avevo
pensato che sarebbe stato meglio se ti avessi accompagnato a casa
dopo la nostra cena all'Ichiraku!»
«Naruto, datti una calmata!»
l'ammonì Sakura: «A parte che me la so cavare
benissimo da sola e
poi come avresti potuto mai accompagnarmi se ieri sera ti sei
addormentato ed al capitano Kakashi è toccato portarti a
casa in
spalle!»
Naruto si grattò la testa, imbarazzato.
«E comunque
non è successo nulla,» continuò Sakura:
«Ho solo donato il mio
kunai a Shinta.»
Naruto la fissò incredulo.
«Vuoi dire che
hai dato il tuo kunai a quel bambinetto che ti gironzola sempre
intorno, dattebayo?» le chiese contrariato.
«Si, l'ho fatto per
incoraggiarlo.» rispose lei indispettita: «E
smettila di chiamarlo
bambinetto, ha pur sempre 14 anni e poi non è vero che mi
gironzola
sempre intorno..cioè insomma lo fa perché
è un mio
allievo!»
«Allievo? Pfuu...» sbuffò contrariato
Naruto.
«Ma
si può sapere cosa ti ha fatto di male quel povero
ragazzo?»
commentò Sakura. Ogni volta infatti che lei parlava di
Shinta,
Naruto assumeva quel comportamento ostile.
«Niente...» borbottò
in risposta lui ma Sakura capì che nascondeva qualcosa visto
che non
aveva il coraggio di guardarla negli occhi. Insistette ed alla fine
Naruto sbuffò:
«A me Sakura-chan non hai mai fatto un regalo del
genere, dattebayo...»
«Ma se te ne ho sempre fatti un sacco al
tuo compleanno!» lo rimproverò Sakura:
«Te lo ricordi quel
maglione con il disegno di una volpe o quel kit per pulire il proprio
pugnale, per non parlare del buono per mangiare gratis dieci piatti
di ramen!»
Sakura aveva sempre trovato piacevole fare regali a
Naruto, a lui bastava infatti anche solo vedere il pacchetto per
emozionarsi. Dava soddisfazione per il lungo tempo trascorso a
pensare a trovare cosa comprargli quando lui iniziava ad esclamare
gioioso “Sakura-chan, mi hai davvero fatto un regalo? cosa
è forse
un bacio? O un appuntamento?”.
«Oh si quello era stato davvero
buono.» rispose Naruto, ricordando: «Poi c'era pure
quel
portachiavi a forma di naruto o quella sciarpa ross...»
«Io non
ti ho mai regalato una sciarpa rossa!» esclamò
repentina Sakura,
certa delle sue parole.
Naruto si grattò la testa pensieroso.
«Ah
si, forse è stata Hinata...» si limitò
a commentare.
«Baka!»
esclamò Sakura.
Come poteva essere tanto stupido da confondere i
regali che lei le aveva fatto con quella di un'altra!
Per un
secondo fu tentata di provare il suo nuovo kunai su di lui ma poi
decise di lasciar perdere.
Si voltò sui tacchi e prese ad
allontanarsi.
«Sakura-chan, aspetta!» esclamò Naruto
inseguendola.
Sakura non si fermó.
Baka!
Baka! Baka!
ripeteva dentro di sè mentre uno strano senso di fastidio le
ostruiva lo stomaco.
Naruto riuscì a raggiungerla ed
affiancarla.
«Sakura-chan,
non sarai mica gelosa?» le chiese, accennando un sorriso.
«Certo
che no!» rispose repentina lei, non riuscendo ad evitare di
arrossire.
Il sorriso sul volto di Naruto si fece più
largo.
Gelosa, io? Si disse Sakura. Ma è
impossibile!
«Piantala di dire idiozie!»
esclamò, così
forte da far voltare molti dei passanti: «Io non sono affatto
gelosa
solo che non sta bene che tu confonda i miei regali con quelli di
un'altra. E' fastidioso notare che tu non abbia alcun rispetto verso
ciò che gli altri facciano per te.»
Era una bugia, un'immensa
bugia.
Se c'era una qualità che a Naruto certo non mancava era la
riconoscenza ma ormai quelle parole erano uscite dalla sua bocca e
non si potevano più ritrarre.
Perlomeno Naruto si tolse dal volto
quel suo sorrisetto ebete, anzi le sue labbra si curvarono verso il
basso.
«Scusa, Sakura-chan.» mormorò.
Sakura non riuscì a
riguardarlo negli occhi.
«Ho altre commissioni da fare, ci
vediamo in giro, Naruto.» gli disse prima di allontanarsi,
tenendo
lo sguardo basso.
Sakura aveva
approfittato delle ore libere per andare in palestra per allenarsi un
pò con il suo kunai nuovo. Era molto più leggero
e maneggevole del
precedente, non vedeva l'ora di poterlo provare sul campo.
Cominciava
a sentire la mancanza delle missioni con il team 7: la
tranquillità
di Sai, il buonismo del capitano Yamato, la risolutezza del capitano
Kakashi e perfino l'irruenza di Naruto.
Già proprio di quel
baka.
Sakura tirò così forte il suo pugnale che la lama
affondò
completamente nel legno del tiro a segno, crepandolo proprio nella
zona centrale.
«Maledizione!» esclamò mentre strappava
il
pugnale dal buco creatosi.
Le sarebbe piaciuto poter far lo stesso
con il senso di oppressione che ora sentiva dentro il suo cuore,
strapparlo via alla stessa velocità con cui lei tradiva le
sue
stesse parole.
Solo la sera prima si era ripromessa di trattare
meglio Naruto ed invece poi la mattina aveva fatto tutto il
contrario.
Sakura sei una vera ipocrita. Si disse mentre
passava l'asciugamano sulla fronte, per asciugarne il sudore.
Certo
se solo Naruto non avesse tirato fuori quell'assurda storia che lei
fosse gelosa, le cose non sarebbero finite a quel modo,
pensò
anche.
Al fine di evitare di uccidere qualche altro tiro al
bersaglio decise che fosse il caso di interrompere gli
allenamenti.
Si diede una rinfrescata al volto, raccolse le sue
cose e si avviò verso l'uscita.
Proprio mentre svoltava l'angolo
dell'atrio andò a sbattere contro la persona che
involontariamente
era stata all'origine di tutto.
Di male in peggio pensò
Sakura mentre esclamava:
«Scusa, Hinata. Ero un pó
sovrappensiero, spero tu non ti sia fatta nulla di male!»
«No,
niente.» mormorò la ragazza mentre lanciava
eloquenti sguardi oltre
le sue spalle.
Era evidente che si aspettasse che Sakura non fosse
lì sola.
«Naruto non c'è» le disse lei.
«Oh.» mormorò
l'altra, evidentemente delusa per poi aggiungere: «Ho sentito
che
Naruto-kun ha catturato quei pericolosi ninja che si aggiravano per
la foresta!»
«Si.» rispose Sakura. La sera prima,
all'Ichiraku, Naruto le aveva raccontato ogni cosa del suo
avventuroso viaggio di ritorno.
«Mentre tornava al villaggio ha
incrociato la squadra di Rock Lee e così li ha aiutati a
darli la
caccia. Ne è sfuggito uno ma non dovrebbe andare molto
lontano visto
che Shikamaru l'ha ferito ad un fianco.» raccontò
ad Hinata.
Era
un grosso peso in meno sapere che quei pericolosi criminali fossero
stati catturati anche se Usi, il ragazzo che avevano ferito
mortalmente, non aveva ancora ripreso conoscenza e la sua situazione
era ancora precaria. Era fuori pericolo ma Sakura era preoccupata che
le ferite potessero lasciargli delle menomazioni.
«Menomale che
Naruto-kun come al solito si trovava nel punto giusto al momento
giusto.» commentò invece Hinata.
Nei suoi modi di parlare un po'
le ricordava Leila, la ragazza a capo del fanclub di Naruto, anche se
i sentimenti della Hyuga doveva essere molto più di una
cotta da
ragazzina.
«Già lui è davvero una calamita per i
guai!»
commentò Sakura sarcastica. Hinata però non
capì la battuta e
rimase a fissarla, mordicchiandosi le labbra.
Poco prima Sakura
aveva intravisto Kiba e Shino per cui immaginò che lei fosse
lì per
loro ma non sembrava intenzionata a raggiungerli tanto presto.
«Devi
dirmi qualcosa, Hinata?» le chiese.
Anche Hinata era cambiata in
quegli ultimi anni, durante la guerra era sempre stata pronta a dare
il suo sostegno o una parola buona a chi ne aveva bisogno e
così si
era fatta distinguere, tanto da arrivare a far ricredere anche suo
padre che le aveva sempre dato della fallita. Alla fine era riuscita
a farsi valere proprio grazie ai suoi modi dolci e gentili, tanto
che, da quel che Sakura aveva sentito dire in giro, presto sarebbe
diventata capoclan della sua casata.
«Io... io volevo chiederti
una cosa, Sakura-san!» le disse infine.
«Spara.» commentò
Sakura curiosa.
«Io... io ho intenzione di confessare ciò che
provo a Naruto...» iniziò a dire Hinata arrossendo.
Sakura la
fissò stupita. Certo sapeva che lei provava qualcosa per
Naruto,
l'aveva capito da tempo ma sentirselo dire così apertamente
le fece
uno strano effetto, un mormorio le uscì dalle labbra.
«So-solo
che prima volevo essere certa che... che tra di voi non vi sia
nulla.» concluse Hinata.
Una risata quasi isterica uscì dalle
labbra di Sakura.
«Ma...ma che ti passa per la testa!»
esclamò:
«Ahaha, io e Naruto? No, no, assolutamente no!»
Hinata la guardò
dubbiosa.
«Ti assicuro che tra di noi non c'è
niente!» continuò
Sakura: «Se passiamo molto tempo insieme è solo
perché siamo
compagni di squadra, poi bé lui fa sempre lo stupido ma non
devi
preoccuparti di ciò, io e lui siamo solo amici...»
«Quindi non
c'è nessun problema se io dovessi confessarmi a
lui?» insistette
Hinata.
Il peso che Sakura sentiva all'altezza del petto si stava
facendo sempre più opprimente.
Non riusciva più a sopportarlo
come non riusciva più a sostenere lo sguardo dubbioso e
malinconico
di Hinata.
Tra di lei e Naruto non c'era nulla. Non avrebbe potuto
mai esserci nulla.
Lui era un baka totale e lei era la ragazza che
gli aveva sempre causati più guai, quale futuro avrebbero
mai potuto
avere insieme?
«N-no.» rispose. La sua voce tentennò ma
Hinata
non sembrò notarlo perché sospirò
sollevata e poi sorrise
dolcemente.
Deve amarlo davvero tanto. Pensò Sakura.
Lei
era di sicuro la fidanzata che ogni ragazzo sognava. Quella sempre
pronta a sostenerlo, sempre d'accordo con lui, sempre pronto a
compiacerlo.
Di sicuro Hinata non avrebbe mai picchiato Naruto
come faceva lei di tanto in tanto. Non l'avrebbe mai rimproverato ad
alta voce, mettendolo in imbarazzo davanti a tutti. Non l'avrebbe mai
trattato male quando invece gli doveva così tanto.
Hinata sarebbe
stata la ragazza che Naruto meritava.
«Hinata senti,» prese a
dire spinta da quel pensiero: «Potrei aiutarti io con Naruto,
non
sarà difficile per me organizzarvi un appuntamento e
conoscendolo
bene potrei darti qualche dritta su come comportarti con lui.»
Hinata
si portò le mani al cuore:
«Davvero lo faresti,
Sakura-san?»
Sapeva che quella decisione le sarebbe costata cara.
Sapeva che se davvero Naruto avrebbe cominciato a frequentare Hinata
si sarebbe allontanato da lei, sarebbe stata una cosa inevitabile; ma
per quanto le dolesse, per quanto qualcosa dentro di lei le dicesse
di non farlo, Sakura sapeva che quella sarebbe stata la decisione
migliore per Naruto.
Lui meritava una ragazza che l'amasse
davvero, una che non provasse alcun dubbio sui suoi sentimenti per
lui, qualcuna pronta a far tutto per lui.
«Si!» rispose e questa
volta non ci fu alcun tentennamento nella sua voce: «Lascia
fare a
me!»
_________________________________________________
Ciaooo. :3
Come
vi avevo anticipato
in questo capitolo ho parlato di qualcosa che odio e non non parlo di
Hinata ma della famigerata sciarpa rossa xD
Riguardo Hinata invece
è un personaggio che mi ha sempte lasciato indifferente ma
ho
cercato di essere oggettiva, in fondo credo che anche lei avesse il
suo potenziale tutto sommato, insomma vederla diventare capoclan
grazie proprio al suo carattere tranquillo e gentile trovo che
sarebbe stata una cosa che avrebbe lanciato un messaggio
positivo.
Amo vedere Sakura imbarazzata ma spero che non l'abbiate
odiata per la sua decisione finale, in fondo lo sta facendo per il
bene di Naruto o almeno per quello lei creda sia il suo bene
>.>
Ok
lo ammetto un pò l'ho odiata anche io! Si è
pentita fin troppo alla
fine!! :P
So che il capitolo è un pò corto ma preferisco
dedicare un capitolo unico all'"appuntamento" tra Naruto e
Hinata, anche perchè nel prossimo capitolo
arriverà invece un
personaggio che io amo molto!! *-*
Approfitto anche per
ringraziare chi ha letto gli scorsi capitoli e a chi li ha recensiti.
Grazie mille a tutti! ♥.♥
A presto!
-Rimi
|
Ritorna all'indice
Capitolo 6 *** Chi stai aspettando? ***
VI
- Chi stai aspettando?
Sakura
fece scivolare lo sguardo sulle parole che si susseguivano sul libro
che aveva dinnanzi.
Si sentiva addosso lo sguardo di molti dei
presenti. A quanto pareva la sua decisione di sedersi in quell'angolo
laterale della biblioteca non era passata inosservata, d'altronde era
suo solito sedersi invece nei tavoli centrali dell'edificio,
più
lontano possibile dal caos delle strade di Konoha.
Non c'è
niente di cui vergognarti si disse In fondo hai
diritto di
assistere ai frutti dei suoi sforzi.
Si sporse un po' più
dalla sedia per riuscire a guardare fuori dalla finestra.
Hinata
era dall'altra parte della strada, seduta da sola ad uno dei tavoli
esterni del bar.
Stava sorseggiando del tè ma a Sakura non sfuggì
l'espressione malinconica che aveva sul volto.
L'aveva avvisata
che Naruto non era un esempio di puntualità ma a quanto pare
le sue
parole non erano bastate a tranquillizzarla.
D'un tratto però sul
suo volto pallido apparve un largo sorriso e poco dopo Naruto la
raggiunse.
Sakura non poteva sentire cosa si dicessero ma visto
come Naruto cominciò a guardarsi intorno era evidente che
stesse
cercando proprio lei.
Ora era il turno di Hinata di fare il primo
passo.
Sakura era orgogliosa del suo piano per quanto fosse molto
semplice: aveva chiesto a Naruto se volesse unirsi a lei ed Hinata
nella loro uscita, dandogli appuntamento lì al bar fuori
dalla
biblioteca, salvo poi fingere un imprevisto e lasciare i due
soli.
Certo se si fosse trovata lei, in quel momento nella stessa
situazione, avrebbe tirato un bel pugno a Naruto per attirare la sua
attenzione invece Hinata si limitò a mormorargli qualcosa.
Naruto
sembrò calmarsi ed andò a sedersi al suo stesso
tavolino.
E'
un buon segno. Pensò Sakura, tornando a leggere il
suo
libro.
Nessuna di quelle parole voleva però rimanerle in testa.
Abbassò di nuovo il tomo e tornò a guardare fuori.
Naruto stava
parlando ad Hinata. Viste le sue espressioni ed il modo in cui
agitava le braccia, le stava raccontando qualcosa sulla sua ultima
missione.
Hinata lo ascoltava in silenzio, senza togliergli gli
occhi di dosso. Pendeva completamente dalle sue labbra.
Certo
che lei è molto più femminile di me. Si
ritrovò a pensare
Sakura. E' molto dolce, gentile e poi guarda che forme.
Fissò
allora il suo di petto e le sue piccole protuberanze che nonostante
la crescita rimanevano delle semi-pianure.
Provò un po' di
invidia verso Hinata.
Quella indossava poi un bel vestitino
lilla, che aveva comprato proprio il giorno prima quando si erano
incontrate per organizzarsi.
Naturalmente Sakura le aveva fatto
subito presente che Naruto neanche se ne sarebbe accorto ma Hinata
aveva lo stesso voluto comprare qualcosa di carino.
In realtà,
per la precisione, in un primo momento aveva puntato a dei vestiti
particolarmente scollati, forse sperando che in quel modo Naruto
avesse potuto notarla di più, ma Sakura si era affrettata a
farle
cambiare idea, non era certo il caso di assecondare la perversione
dell'amico!
E poi Sakura era convinta che essere naturale e
sentirsi a proprio agio fosse il primo passo per far andare le cose
al meglio.
Mentre continuava ad osservarli ricordò le numerose
domande che Hinata le aveva fatto su di lui: gli piacciono
più i
capelli corti o lunghi? Secondo te preferisce le ragazze acqua e
sapone o chi si trucca il viso? Per te il fatto che io sappia
cucinare bene, ai suoi occhi, sarà una grande
qualità?
Sakura si
era trovata in difficoltà a rispondere, conosceva molto bene
Naruto,
i suoi sogni e le sue paure ma in fatto di ragazze che potessero
piacerle non sapeva proprio come rispondere.
In sua presenza
Naruto non aveva mai fatto cenno di particolari interessi verso altre
ragazze.
“Perfino io posso dirti che lui ti ama sul
serio!”
La voce di Sai le rimbombò violentemente nella
testa, ricordandole l'esatto momento in cui si era resa conta dei
sentimenti che Naruto provava per lei.
Scosse la testa. Non era il
caso di rinvangare proprio in quel momento quella sua cotta per
lei.
Era Hinata la ragazza giusta per stare al suo fianco e
bisognava fare in modo che lui lo capisse.
Provò pure ad
immaginarseli insieme nel futuro: lui che tornava a casa la sera e
lei che l'aspettava con un piatto fumante tra le mani ed un sorriso
dolce sul volto.
Proprio la famiglia perfetta.
Sentì lo
stomaco stringersi in una strana morsa a quel pensiero.
«Sakura-san.»
Una voce la richiamò alla realtà, facendola
sussultare per lo
spavento.
Si accorse di Sai, in piedi, accanto a lei.
«M-mi
hai spaventata!» sbuffò.
«Ero così concentrata nella lettura
che non ti ho sentito avvicinarti.» mentì poi
notando che Sai la
osservava con sguardo curioso.
Lui fissò il libro che aveva tra
le mani.
«Non sapevo che ti interessassero queste cose.»
commentò.
Sakura guardò a sua volta la copertina. In realtà
aveva preso il primo libro che le era capitato dinanzi, per cui non
sapeva di cosa trattasse.
"L'accoppiamento degli insetti"
lesse.
Ora capiva perché le era parso che in molti la guardassero
sorridendo sotto i baffi!
«Solo interesse scientifico!» esclamò
a mo' di giustificazione, poggiando violentemente il libro a faccia
in giù, sul tavolo.
«Tu Sai invece, che ci fai qui?» gli chiese
poi, tanto per cambiare argomento.
Lo sguardo del ragazzo però
andò dritto dove lei sperava con tutto il cuore non andasse:
oltre
la finestra, al tavolino dove stavano seduti Naruto e Hinata.
«Ah
capisco...» commentò.
Sakura si affrettò a raccontargli del
piano onde evitare che potesse fraintendere. Anche se effettivamente
da fraintendere c'era poco, in fondo per quale altro motivo poteva
essere lì, ad osservare i due, se non per pura
curiosità?
«Non
trovi anche tu che siano carini insieme?» gli chiese infine,
fingendo indifferenza.
«No.» rispose secco Sai: «A me sembra
invece che Naruto stia solo aspettando che tu li raggiunga.»
In
effetti era vero, nonostante parlasse con Hinata, il suo sguardo
continuava a vagare di qua e di là.
A quanto pare l'altra ragazza
non era stata convincente nel dirgli che lei non sarebbe arrivata per
via di un impegno.
«Quel baka!» sbuffò, indietreggiando
leggermente per evitare che Naruto potesse scorgerla attraverso il
vetro della finestra: «Non lo vede quanto Hinata sia cotta di
lei...»
Il sopracciglio di Sai si inarcò leggermente.
«Dovrebbe
ringraziare il cielo che ci sia una ragazza che lo apprezza tanto
nonostante sia un baka ed un piantagrane!»
continuò, avvertendo un
brivido lungo la schiena.
Per quanto Sai affermasse sempre di non
riuscire a comprendere fino in fondo i comportamenti degli altri,
Sakura aveva sempre l'impressione che lui la capisse fin troppo
bene.
E l'ultima cosa di cui aveva bisogno in quel momento era
proprio qualcuno che potesse costringerla a dare un nome a quel senso
di oppressione che provava.
Sai si sedette dall'altro lato del
tavolo, il suo sguardo si portò al suo stesso livello.
«Sakura-san,
perché sembri tanto triste?» le chiese.
Lei non riuscì a
sostenere il suo sguardo.
«Non mi dire che ora userai qualche
citazione di uno dei tuoi libri!» commentò
infastidita.
«No,»
rispose lui: «Ormai ti conosco abbastanza bene,
Sakura-san.»
Lei
incrociò le braccia fingendo indifferenza.
Triste, perché
dovrei essere triste! si disse. In fondo ho
organizzato tutto
io.
«Io...» cominciò mentre nella mente si
formava
l'immagine di un Naruto adulto che con Hinata rideva divertito
ricordando la sua vecchia compagna di squadra per la quale un tempo
aveva avuto un'ingenua cotta.
Strinse i pugni, non poteva
permettere a quei sentimenti di uscire. Aveva preso quella decisione
per il bene di Naruto, glielo doveva in fondo.
«E' normale che
sia triste...» disse infine: «Li guardo
là insieme e non posso
fare a meno di pensare a Sasuke-kun, vorrei tanto che
tornasse...»
Ecco, l'aveva fatto di nuovo. Come al solito aveva
finito per mettere Sasuke di mezzo.
Per un secondo tra di loro
calò il silenzio.
Sakura prese a giocherellare nervosamente con
la cordicina che faceva da segnalibro al tomo sul tavolo. Lo sguardo
di Sai invece si sporse di nuovo oltre la finestra.
«Oh sembra
che si siano decisi ad andare.» commentò con voce
piatta.
Cosa?
Pensò Sakura scattando in piedi e poggiando le mani sul
tavolo per
riuscire a scorgere meglio fuori.
Naruto ed Hinata erano sempre
nella stessa posizione, fermi al tavolino del bar.
Guardò Sai
sorpresa, lui sorrise ma non lo fece con malizia, anzi lo fece con
una dolcezza che di rado si vedeva sul suo volto.
Sakura si lasciò
cadere di nuovo sulla sedia.
«Mi hai fregata!» commentò.
L'imbarazzo per ciò che aveva appena fatto sconfisse perfino
la sua
voglia di prendere a pugni il ragazzo per lo scherzo giocatele.
Il
suo sguardo tornò sul volto di Hinata, sul suo sorriso
dolce, sui
suoi occhi carichi di amore.
Strinse i pugni.
Provò invidia
per la certezza dei suoi sentimenti ma al tempo stesso provò
anche
del risentimento.
«Certo Hinata non fa altro che parlare di lui
ma io mi chiedo se abbia imparato davvero a conoscerlo,»
disse
infine spinta dai pensieri confusi che ora le affollavano la mente:
«Lei lo sa quanto il suo sogno di diventare hokage sia
importante
per lui? Lei ha capito fino in fondo il legame profondo che
c'è tra
lui e Sasuke-kun? Sa quanto significato abbia quel braccio che lui ha
sacrificato per salvare il ragazzo che considera suo fratello? E poi
saprà badare alla sua irruenza, saprà capire
quando sia il momento
di fermarlo, saprà riconoscere il momento in cui le sue
scelte
saranno troppo pericolose? E poi saprà capire quando Naruto
mente ed
al posto di andare ad insegnare tecniche di difesa ai giovani ninja,
perderà invece tempo con quelle tecniche erotiche che a suo
parere
gli sono state tanto fondamentali contro Kayuga? E poi
riuscirà a
tenerlo lontano dal suo adorato ramen, perché
sarà pure nutriente
ma Naruto non può vivere mangiando solo quello, ha bisogno
anche di
vitamine! Per non parlare poi della sua pessima abitudine di
addormentarsi ovunque e di dimenticarsi le cose fondamentali! Lo
capirà vero che se non si presenta in orario ad un
appuntamento non
c'è da aspettarlo ma bisogna andare a cercarlo e fargli una
bella
ramanzina, perché è importante che lui impari ad
essere puntuale
visto che un giorno sarà hokage e...»
Tacque di colpo, resosi
conto di aver parlato fin troppo.
Come poteva giudicare Hinata a
quel modo quando era lei stessa nella medesima situazione? Anche lei
nonostante il tempo passato insieme, sapeva poco di Sasuke, lui non
si era mai confidato con lei e c'era ancora tante cose che le
sfuggivano su di lui. Però non era stata lei la prima a
pensare che
il suo amore per Sasuke sarebbe potuto bastare per colmare la
distanza tra di loro.
Perché allora per Hinata non sarebbe potuto
essere uguale?
Lanciò un'ultima occhiata verso i due poi si
decise ad alzarsi.
«Andrò a dire io stessa a Naruto di andare da
solo con Hinata, basterà insistere che lei ha bisogno
dell'aiuto di
qualcuno e lui non si tirerà certo indietro.»
commentò senza
riuscire a mettere alcun entusiasmo nella sua voce.
Quella era la
scelta migliore per Naruto continuava a ripetersi ma questo non
bastava a placare la sensazione di malinconia che avvertiva.
Sai
la osservò in silenzio poi, proprio mentre lei gli passava
accanto
per uscire, commentò:
«Forse Sakura-san, basterebbe che tu
capissi chi stai aspettando davvero...»
Sakura non si fermò, non
ebbe il coraggio di chiedergli cosa intendesse o perché
avesse
tirato fuori quella frase.
Io sto aspettando Sasuke-kun. Si
ripeté più volte per tranquillizzarsi.
Non poteva metterlo in
dubbio. Era da quando aveva dodici anni che lo aspettava, era ormai
parte di lei quel sentimento.
Mentre si chiudeva la porta della
biblioteca alle spalle e si infilava tra la folla sulla strada,
cominciò a dare un significato ai sentimenti che stava
provando in
quel momento.
Doveva essere tutto dovuto all'abitudine. Erano
ormai anni che Naruto le stava accanto, lui era il suo migliore
amico, era quindi plausibile che provasse un pò di gelosia
al
pensiero di vederlo con un'altra ragazza.
«Sakura-chan!» sentì
gridare a gran voce, guardò in direzione di Naruto e lo vide
in
piedi sulle punte che agitava la mano per farsi notare da
lei.
Sorrideva in quel suo modo tanto gioioso.
«Naruto...»
mormorò lei nell'avvicinarsi.
«Sakura-chan menomale!» esclamò
lui una volta che li ebbe raggiunti: «Stavo cominciando a
preoccuparmi...»
Sakura lanciò un'occhiata verso Hinata.
«I-io
ho provato a dirgli che forse potevi essere stata trattenuta da un
impegno ma Naruto-kun non ha voluto darmi ascolto.» le
spiegò
lei.
La guardava come se da un lato fosse grata che fosse arrivata
ma dall'altro l'accusasse di essere la causa di tutto.
«Comunque
sono venuta a dirvi che non posso venire con voi, ho un impegno
urgente...» si affrettò a dire.
Naruto mise il broncio:
«Ma
Sakura-chan, il nostro appuntamento...»
«Non era un
appuntamento!» puntualizzò subito Sakura:
«Comunque ci puoi andare
lo stesso con Hinata.»
«Bé si ma...» mormorò Naruto
senza
riuscire a concludere la frase.
Hinata si fissava i sandali senza
dir nulla.
Naruto si stava mostrando un vero insensibile nei suoi
riguardi, ma Sakura provò pure a mettersi nei suoi panni,
per quanto
quello fosse ciò che più desiderasse Hinata non
stava mostrando
molto entusiasmo. Se ne stava lì zitta ad aspettare che la
situazione si risolvesse da sola.
Non c'era da biasimare quindi
Naruto se non riuscisse a capirlo.
Un po' le dispiaceva, il giorno
prima quando lei ed Hinata si erano incontrate per organizzarsi si
era mostrata spensierata e determinata ed invece in quel momento, con
Naruto accanto, appariva solo timida ed impaurita; era un peccato che
non riuscisse a mostrare il suo vero carattere con lui.
Forse
avrebbe dovuto prendere il ragazzo da parte e spiegargli la
situazione.
In fondo per quanto baka fosse, Naruto aveva a cuore i
sentimenti degli altri, lo aveva scoperto lei stessa quando lui le
aveva fatto quella famosa promessa della vita.
«Naru...» fece
per dire ma Hinata si alzò di colpo in piedi.
«Scusate ma mi
sono appena ricordata di un impegno urgente!»
esclamò: «Devo
andare!»
Raccolse la sua borsetta e si avviò ma fece solo pochi
passi prima che Sakura la raggiungesse e la fermasse.
«Questo
incontro è stato un fallimento.»
mormorò Hinata tra i denti: «Lui
non ha fatto altro che preoccuparsi perché non arrivavi,
glielo si
leggeva negli occhi che non aspettava che te.»
Per un secondo
Sakura avvertì il desiderio di farle presente che non
è che lei si
fosse gran tanto impegnata per evitarlo ma si trattenne. La
situazione era già abbastanza imbarazzante senza che lei si
mettesse
ad infierire.
«Non preoccuparti, troveremo un'altra scusa.» le
disse invece.
Hinata fece di no con la testa.
«E' inutile, per
lui sono come trasparente» mormorò stringendo al
petto la sua
borsetta.
«Ma dovresti saperlo, Naruto non è proprio un
genio,
men che meno per quanto riguarda i sentimenti di una
ragazza!»
riprese Sakura: «Forse...»
«Forse la verità è semplicemente
che nel suo cuore non c'è posto per nessun'altra!»
commentò secca
Hinata. Rialzò lo sguardo e nei suoi occhi Sakura lesse
rammarico e
risentimento ma prima che potesse risponderle, l'altra si
voltò e
scappò via.
«Mi dispiace...» mormorò Sakura al vento
ma quelle
parole suonarono false perfino alle sue stesse orecchie.
«Hinata,
aspetta!» esclamò in quel momento Naruto alzandosi
a sua volta dal
tavolino.
Ha capito tutto. Pensò Sakura mentre il
ragazzo
le passava accanto. Vuole raggiungerla per scusarsi, per
dirle che
gli sta bene passare il pomeriggio con lei.
La sua mano si
alzò di scatto e si strinse intorno al braccio di Naruto.
Lui si
fermò, voltandosi sorpreso verso di lei.
«Sakura-chan!»
mormorò.
Lei abbassò lo sguardo.
Non era così che doveva
comportarsi, lei doveva spingere Naruto verso Hinata, non
trattenerlo.
Lascialo subito! Si ordinò ma la sua mano
non
lasciò la presa.
Continuava a trattenerlo nonostante lui volesse
raggiungere Hinata. Ancora una volta si stava comportando da egoista
con lui. Ancora una volta stava facendo qualcosa che avrebbe potuto
ferirlo.
Lentamente le sue dita affievolirono la presa intorno al
braccio del ragazzo.
Lo lasciò andare ma lui non si mosse,
continuò invece a fissarla confuso.
«Va da lei...» mormorò
Sakura con un sussurro.
«E' inutile, ormai è lontana.» rispose
Naruto.
Poi voltò il palmo per mostrarle cosa aveva tra le mani,
era una caramella di quelle che al bar ti portano insieme al
tè o al
caffè.
«Ho visto che l'aveva dimenticata sul tavolo e
così
volevo chiederle se potessi mangiarla io.» le
spiegò.
Sakura
fissò lo zuccherino, era solo per quello che lui voleva
fermarla,
solo per quel futile motivo.
Sentì una grande voglia di ridere ma
le passò subito quando Naruto le chiese:
«Sakura-chan, perché
mi hai fermato?»
«E' che...che...» balbettò
arrossendo.
«Volevo io quella caramella!» esclamò
infine
strappando il dolcetto dalla mano di Naruto, la scartò e se
la mise
in bocca.
Era di un gusto che neanche le piaceva ma finse di
gustarsela.
Ma che mi sta succedendo? Si chiese intanto.
Il
suo cuore sussultò come se sapesse la risposta ma non
volesse
svelarla.
Naruto continuava a fissarla, sorridendo.
«Bé?»
gli chiese.
«Hai un cerchietto nuovo, ti sta bene!» le disse
lui, accennando all'accessorio che aveva comprato il giorno
prima.
Forse si era sbagliata nel dire ad Hinata che lui non
badava mai a quelle cose.
In effetti Naruto si accorgeva sempre
quando lei cambiava qualcosa nel suo look.
«Grazie.» disse, si
sistemò un po' i capelli ed aggiunse: «Ora non
potrai negare che
sembro più femminile?»
«Non preoccuparti,» disse sorridendo
Naruto: «Non sei cambiata affatto!»
«Baka!» esclamò Sakura
incrociando le braccia, indispettita.
«Ma Sakura-chan,
tu...»
Naruto non riuscì a terminare la frase perché da
lontano
si cominciarono a sentire delle grida.
«Sakura-sama!
Sakura-sama!»
I due si accorsero di Shinta che correva trafelato
nella loro direzione.
«Sakura-sama, Shizune-san sta partorendo!»
gridò lui a gran voce.
D'improvviso nella mente di Sakura non vi
fu spazio per null'altro, si voltò verso Naruto ma non ebbe
bisogno
di dirgli nulla, lui capì.
«Corro ad avvisare il capitano
Kakashi.» disse serio: «Sua moglie e suo figlio
hanno bisogno di
lui, dattebayo!»
_________________________________________________
Buonaseraaa!! :3
Purtroppo (ma anche no) l'appuntamento è andato male, alla
fine pure Hinata è dovuta rassegnarsi all'amore che Naruto
prova per Sakura!! xD
Invece la nostra cara ninja ha avuto parecchio da pensare in questo
capitolo, spero che la confusione che lei ha in testa non vi abbia
scombussolato troppo. Scrivere solo dal suo punto di vista ogni tanto
è una vera faticaccia :P
Ed ecco pure uno dei miei personaggi preferiti, Sai *_____*
Non si può certo parlare dei sentimenti di Sakura, senza
mettere in mezzo lui! xD
Ed ora: bebè in arrivo. Sinceramente non ho idea da dove la
ShizunexKakashi sia saltata fuori, lui è stato semplicemente
il primo nome che mi è venuto in mente quando mi sono
trovata a spedire Shizune in maternità per dare un senso ai
lavori che Tsunade continuava ad affibbiare a Naruto xD
Alla prossima e grazie mille per essere arrivati fin qui a leggere!! :3
~Rimi
|
Ritorna all'indice
Capitolo 7 *** Già, perchè? ***
VII - Già,
perchè?
Shizune
si lasciò cadere sul cuscino. Il suo volto era impregnato di
sudore
ed il suo respiro era irregolare.
«Basta!» mormorò
disperata.
L'ostetrica la rimproverò:
«Questo bambino deve
pur nascere! Forza ancora una bella spinta! Le lo dica anche lei,
Kakashi-kun!»
La donna, vedendo che Shizune non reagiva, cercò
l'appoggio dell'uomo ma Kakashi era pallido quanto la moglie.
Sakura
si avvicinò a Shizune e le poggiò una pezza
bagnata sulla
fronte.
Non se intendeva di parti ma aveva imparato a conoscere le
reazioni dei pazienti e sapeva che ciò di cui aveva bisogno
Shizune
in quel momento era solo di un po' di pace.
«Allora Shizune-san
ora me lo puoi svelare che nome avete scelto per il bambino?»
le
chiese, sperando di poterla tranquillizzarla un po'.
Shizune
abbozzò un sorriso, scambiò un'occhiata con
Kakashi e poi le
rispose.
«Si chiamerà Obidan, sarà un omaggio
per Obito e per
mio zio Dan.»
Poi si lasciò sfuggire un sospiro.
«Avrei
voluto tanto che Tsunade-sama fosse qui con me.»
mormorò.
Anche
Sakura l'avrebbe tanto voluto.
Certo, si sentiva orgogliosa che
Shizune avesse minacciato di non partorire se lei non ci fosse stata,
costringendo Shinta a correre per tutta Konoha a cercarla, ma in quel
momento si sentiva tutt'altro che utile.
Definivano il parto come
una cosa naturale ma lei avrebbe preferito di gran lunga cucire un
arto amputato che risentire Shizune gridare a quel modo.
Come era
stato possibile che il figlio dell'uomo più ritardatario di
Konoha
stesse per nascere in anticipo, scegliendo proprio i giorni dove
Tsunade era lontana dal villaggio?
«Ahhh.» gridò Shizune
colpita da una nuova contrazione.
Strinse più forte la mano di
Kakashi, affondando le unghie nella sua carne.
«Ecco finalmente
la testa!» esclamò l'ostetrica.
Sakura faticò a notarlo tra
tutto quel sangue ma non era il momento di fare la
schizzinosa.
«Forza, Shizune-san! Un ultimo sforzo!»
esclamò,
fiduciosa, alla donna mentre con il suo chakra aiutava il neonato ad
uscire.
A spese del povero Kakashi, che ormai non sentiva neppure
più la sua mano, Shizune diede un'ultima spinta e finalmente
il
bimbo venne al mondo.
Shizune si lasciò cadere sul letto
ansimante. Kakashi invece sembrò riprendere fiato dopo una
lunga
apnea.
«E' nato!» mormorò.
Sakura fissò con gli occhi
lucidi quel fagotto tra le braccia dell'ostetrica.
Era un esserino
minuscolo con già una massa di capelli neri arruffati sulla
testa.
«Oh.» mormorò poi rendendosi conto di
ciò che le
mancava. A quanto pare c'era stato un piccolo errore di valutazione
nelle ecografie.
Stava per dare la lieta notizia ai neo genitori
quando si accorse che l'ostetrica la stava fissando con gli occhi
malinconici.
Capì subito cosa la preoccupava: la neonata non
stava piangendo come faceva ogni bebè alla sua venuta al
mondo.
Il
suo cuore perse parecchi battiti.
E se il parto fosse durato
troppo?
Richiamò del chakra tra le mani pronta ad un'operazione
d'emergenza ma Shizune doveva aver notato i loro scambi di sguardi,
perché si issò sul letto ed esclamò:
«Che succede? Fatemi
subito vedere il mio bambino!»
«Shizune-san...» Sakura cercò
di fermarla ma Shizune non volle sentire ragione, prese la bimba
dalle mani della dottoressa e cominciò a cullarla.
«Ehi ma che
bella signorina abbiamo qui!» mormorò con le
lacrime agli
occhi.
Kakashi guardò implorante Sakura.
Lei si sentì inutile
come non mai.
«Ehi!» esclamò però d'un
tratto Shizune.
Sakura abbassò lo sguardo ed il suo cuore esplose di gioia.
La
bimba aveva aperto gli occhi, due profondi specchi come quelli del
padre.
«Bensvegliata piccola...» mormorò
Kakashi con voce rotta
mentre Shizune sfiorò la guancia della bimba con la sua.
Sakura
si lasciò cadere sul letto, le sue gambe tremavano per la
paura
provata.
La bimba sorrise e Sakura si ritrovò a fare lo
stesso.
Era così graziosa.
Notò che aveva un piccolo neo poco
sotto il labbro inferiore e si ritrovò a chiedersi se non
fosse
questo ciò che Kakashi celava sotto la sua maschera.
«Benvenuta
tra noi, Rin!» la salutò la madre.
Kakashi sussultò.
«Ebbene,
non penserai che il nome che avevamo scelto possa andarle ancora
bene!» lo schernì Shizune.
«Si...ma... tu magari...» borbottò
l'uomo.
Shizune sorrise alla figlia.
«Va benissimo per questa
bimba dal sorriso tanto dolce e gentile.» disse: «E
poi mi auguro
che sia di buon auspicio perché lei segua le orme di sua
madre ed un
giorno sogni di diventare un medico.»
Kakashi annuì ed abbracciò
la moglie.
Sakura capì che fosse arrivato il momento di lasciare
un po' la famigliola da sola. E poi, doveva essere sincera, non era
ancora pronta per vedere il suo capitano fare smorfie e moine alla
nascitura.
«E' proprio un bellissimo nome.» disse ai due,
rialzandosi dal letto.
Shizune la ringraziò per esserle stata
accanto in quel momento tanto delicato.
«E' stato davvero un
piacere.» commentò Sakura, anche se in
realtà, era certa che le
sue urla l'avrebbero tormentata per diverse notti.
Raccomandò a
Shizune di riposarsi e poi uscì dalla stanza lasciando agli
altri
inservienti, che erano nella stanza, il compito di fare il primo
bagnetto alla bimba.
Si chiuse la porta alle spalle e trasse un
respiro di sollievo, certo era abituata a cose ben peggiori ma per
quanto fosse una cosa naturale, un parto non era per nulla semplice
da gestire.
«Sakura-chan!!» si sentì chiamare.
Guardò verso
la sala d'aspetto.
Sai ed il capitano Yamato erano seduti
sulle poltroncine mentre Naruto stava invece in piedi, davanti a
loro.
Tutti tre avevano delle espressioni gravi ed erano pallidi
in volto.
L'attesa dovevi averli provati parecchio.
Nonostante
la stanchezza, sorrise.
«E' andata tutto bene,» disse:
«Shizune-san e Rin stanno bene!»
«Menomale!» esclamò il
capitano Yamato dando una sonora pacca sulla spalla di Sai. Quello si
limitò a sorridere.
Naruto invece gridò di gioia e poi in piena
euforia, fece una cosa davvero stupida .
Si gettò verso Sakura e
l'abbracciò. Così forte da alzarla addirittura da
terra.
«Sei
stata troppo grande, Sakura-chan!» esclamò felice.
Sakura fu
così sorpresa da quel suo gesto tanto inatteso che non
riuscì
nemmeno a reagire.
Avvertì il calore del corpo di Naruto contro
il suo e nella sua mente si affacciò una tenera immagine:
lei che
stringeva a sé un bimbo con arruffati capelli biondi e
vivaci occhi
verdi mentre Naruto le poggiava delicatamente la mano sulla spalla
sorridendole.
Il suo cuore cominciò a battere più forte e le
sue
guance si fecero calde.
Sentì anche il cuore di Naruto battere
più forte contro il suo petto.
Lo guardò, anche il suo volto si
era fatto rosso.
Si fissarono in silenzio per qualche secondo con
il suono dei battiti dei loro cuori a farli da sottofondo.
Le sue
labbra sembravano attirare Sakura quasi quanto il suo letto dopo una
dura giornata di lavoro.
Non può essere. Pensò.
Il
volto di Naruto si avvicinò un po' di più.
Oltre la spalla del
ragazzo Sakura notò Yamato e Sai che si guardavano
sorridendo.
«Ora
puoi pure mettermi giù!» tuonò,
riacquistando lucidità.
Naruto
la riposò a terra.
Il corpo di Sakura era un ribollire di
emozioni: calore, imbarazzo, stupore.
Naruto mormorò qualcosa,
delle scuse forse, ma Sakura era ancora troppo sottosopra per
badarci.
Non può essere. Si ripeté. Non
può
assolutamente essere così.
«Sono davvero contento che sia
andato tutto bene!»
La voce allegra di Yamato riuscì a
distoglierla dai suoi pensieri.
«Ma
sbaglio o hai parlato di Rin?»
Sakura annuì.
Naruto si grattò
il mento, pensieroso.
«Non posso crederci che l'abbiano chiamato
come una femmina.» commentò.
«Forse l'hanno fatto perché in
realtà è una femmina, baka!»
tuonò Sakura, ben felice di avere
una scusa per poterlo rimproverare. Quella fu infatti una perfetta
valvola di sfogo per appianare tutto il ribollire di sentimenti che
stava provando.
Il cuore smise di batterle così forte e lei poté
trarre un respiro di sollievo.
Devo essermi semplicemente
lasciata sopraffare un po' troppo dall'atmosfera. Si disse
riacquistando completamente lucidità.
Già, non poteva esserci
altra spiegazione altrimenti per quel suo strano comportamento.
Dopo
qualche giorno di preoccupazioni Sakura finalmente poteva trarre un
respiro di sollievo.
Shizune e la piccola Rin stavano bene ed
erano già state dimesse dall'ospedale. Anche Tsunade,
tornata al
villaggio, aveva conosciuto la nuova venuta e ne era rimasta talmente
incantata da non prendersela nemmeno di aver perso dei soldi con
Yamato. La donna infatti aveva scommesso che la bimba avrebbe seguito
le orme paterne e sarebbe nata in ritardo.
Anche Usi, il ragazzino
che aveva operato dopo che era stato brutalmente ferito durante un
agguato, si stava riprendendo. Era uscito dal coma e già
chiedeva
quando avrebbe potuto riprendere i suoi allenamenti da ninja.
«Direi
che qui ci sta proprio un bel brindisi!» disse, battendo il
bicchiere pieno di succo contro quello di Shinta.
Non era suo
solito uscire a bere qualcosa con i suoi assistenti ma era
così
felice che, dopo giorni, dal volto di Shinta fosse svanita la ruga di
preoccupazione per le sorti del compagno di squadra, che era stata
lei stessa a proporgli un brindisi al bar, vicino
all'ospedale.
Shinta aveva accettato molto volentieri e da quando
erano arrivati lì, non faceva che sorridere e parlare
interrottamente.
«Sono così felice che Usi sia fuori
pericolo,»
stava giusto dicendo tra un sorso di succo e l'altro: «Oggi
è
riuscito anche ad alzarsi dal letto. Certo è ancora un
pò titubante
ma è un buon risultato, vero? E questo nonostante Mika-chan
continuasse a ripetermi che lo fasciavo troppo stretto. Secondo lei
lo facevo sembrare ad un salame.»
Shinta aveva l'abitudine di
muovere molto le mani mentre parlava e così Sakura si
accorse che la
sua mano destra era molto arrossata, le nocche sembravano coperte da
piccoli graffi.
Anche Shinta durante la missione era rimasto
ferito ad un braccio e a quanto sembrava ne portava ancora i segni.
Quello non era stato il mese più fortunato per i suoi
apprendisti, visto che anche Nagisa, un altro giovane ninja medico,
in quei giorni si era ferito ad un braccio. Sakura non aveva ancora
ben capito come si fosse fatto male per cui decise di investigare
chiedendo proprio a Shinta.
"Io-io non lo so..." Fu la
risposta repentina del ragazzino.
Sakura aveva abbastanza
esperienza con Naruto per capire che Shinta le stesse
mentendo.
«Proprio come sospettavo..." sbottò: «La
ferita
non mi sembrava causata da una caduta come Nagisa ripeteva. E' stata
Misa a picchiarlo, vero?»
«No!» esclamò Shinta:
«Misa-chan
non farebbe mai una cosa del genere...O forse si...ma non lo ha
fatto!»
Questa volta sembrava sincero.
«Allora è stata
Leila...» continuò Sakura: «Nagisa
avrà detto qualcosa di male su
Naruto e lei se la sarà presa.»
Leila non sembrava una tipa da
fare una cosa del genere ma non era così sicura su come
avrebbe
potuto reagire se qualcuno avrebbe osato dir qualcosa di male sul suo
idolo.
Shinta negò anche che fosse stata lei.
«Io sono
sicurissima che qualcosa sia successo tra voi apprendisti,»
commentò
secca Sakura: «E in quanto tua sensei ho il diritto di
sapere!»
Gli
occhi di Shinta sembrarono riempirsi di lacrime.
«E va bene, lo
ammetto!» esclamò: «Sono stato io a
picchiarlo!»
«Tu?»
ripeté Sakura sorpresa.
Shinta abbassò lo sguardo e si sfiorò
le nocche arrossate.
«Non posso crederci...» disse Sakura: «Da
te non me lo sarei mai aspettato. Si può sapere che cosa ti
sia
passato per la testa?»
«Lui...lui...» balbettò Shinta:
«Lui
ha detto... ha detto una cosa brutta...»
«Cosa puoi averti mai
detto di così offensivo da spingerti ad un gesto tanto
brutto?» gli
chiese Sakura, molto delusa da lui.
«Lui ha detto che Sakura-sama
è piatta come una tavola!» esclamò
infine Shinta.
Sakura ci
mise un attimo ad accostare quelle parole.
Sakura-sama era lei.
Quella piatta era lei!
Scattò in piedi di getto, facendo
cadere lo sgabello su cui poco prima era seduta.
«Cosa ha osato
dire!» esclamò furiosa sotto lo sguardo atterrito
del suo
allievo.
«Sakura-sama...» mormorò Shinta,
cercando di
calmarla.
«Altro che rompergli il braccio, io gli rompo la testa
a quello!» Minacciò Sakura e forse lo avrebbe
anche fatto se
proprio in quel momento qualcuno non avesse spalancato così
di colpo
la porta da far sobbalzare tutti e riuscire perfino a strappare
Sakura dalle sue intenzioni omicide.
Sulla soglia comparì Naruto,
con il fiatone e la fronte sudata.
Il suo sguardo vagò per la
stanza, finché non si soffermò su di lei.
«Sakura-chan!»
esclamò, correndole incontro.
«Si può sapere il motivo di tutto
questo chiasso?» le chiese lei, seccata. Li stavano fissando
tutti.
In realtà lo stavano facendo da prima, quando lei si era
alzata di colpo dallo sgabello ma lei era stata così intenta
a
fumare di rabbia da non accorgersene.
«Sakura-chan, diventerò
Hokage!» esclamò Naruto: «La nonna ha
detto che tra due settimane
ci sarà la mia elezione!»
Per un secondo nel locale scese il
silenzio, lentamente nella testa di tutti quella frase prendeva
forma.
Naruto sarebbe diventato hokage a breve.
Il suo più
grande sogno, quello che lui si portava dietro fin da bambino, presto
sarebbe diventato realtà.
Lui sorrideva come se fosse la persona
più felice del mondo ma al tempo stesso non riusciva ancora
a
realizzare fino in fondo che tutto quello stesse accadendo
davvero.
Sakura gli si avvicinò.
Ce l'aveva fatta.
Naruto
ce l'aveva fatta.
Dopo tutta la sofferenza e tutta la sua
determinazione aveva ottenuto ciò che più
desiderava.
La folla
scoppiò in un boato di approvazione mentre lei scivolava in
avanti.
Allargò le braccia e si gettò su di Naruto.
Lo abbracciò e lo
strinse forte a sé.
«Complimenti, Naruto!» gli
disse.
«Sakura-chan...» mormorò Naruto sorpreso.
Sakura
sentì gli occhi pizzicarle. Il cuore le scoppiava di gioia
come non
avrebbe mai immaginato.
Lei aveva visto cosa Naruto aveva dovuto
passare per realizzare quel suo sogno, aveva visto la sua sofferenza
ma anche la determinazione che non lo aveva mai abbandonato.
«Il
tuo sogno ora è davanti a te.» gli disse
scostandosi leggermente
per tornare a fissarlo negli occhi.
Lui annuì.
Erano così
vicini che quasi i loro nasi si sfioravano.
Le labbra di Naruto
erano alzate in un dolce sorriso. Nel fissarle Sakura si accorse che
sembravano chiamarla.
Per un secondo, proprio come era successo
solo qualche giorno prima, fu tentata di unire il proprio sorriso al
suo.
«Forza brindiamo al nostro futuro hokage!»
esclamò il
barista alle loro spalle. La folla cominciò ad avvicinarsi.
Naruto
era rimasto così sorpreso dal suo abbraccio che non l'aveva
nemmeno
ricambiato ma come Sakura cominciò ad indietreggiare, lui la
prese
per il braccio.
La fissava.
«Che cosa sta succedendo?»
sembrava chiederle i suoi occhi. Ma anche se Sakura avrebbe voluto
rispondergli, la sua voce non sarebbe mai riuscita a contrastare la
grida della gente.
Tutti si avvicinarono e cominciarono a dare
pacche sulla schiena di Naruto.
«Complimenti! Complimenti!»
continuavano a ripetere.
Lui fu costretto a lasciare andare Sakura
che si allontanò per lasciare spazio agli altri.
Era
scombussolata.
Cercò di dare la colpa di quei sentimenti
all'euforia ma era già la seconda volta che le accadeva una
cosa del
genere e ciò cominciava seriamente a preoccuparla.
Così non
va affatto bene. Si disse mentre tornava a sedersi sullo
sgabello.
Solo allora si accorse che Shinta non era più lì
seduto. Pensò fosse andato anche lui ad unirsi ai
festeggiamenti per
Naruto ed invece lo vide uscire dal bar, sbattendo forte la porta.
La
notizia che Naruto
presto sarebbe diventato hokage aveva fatto in fretta a girare per
tutta Konoha ed aveva trovato il favore di tutti.
«Ecco il
ringraziamento dovutomi dopo tanti anni di servizio.» si era
lamentata Tsunade quando Sakura l'aveva incontrata: «Ora non
vedono
tutti l'ora che io me ne vada.»
Per quanto però sbuffasse era
evidente che fosse orgogliosa del suo successore e, anche se non
l'avrebbe mai ammesso, Sakura provava lo stesso sentimento.
Domani,
a quest'ora, Naruto sarà hokage. Si disse mentre
attraversava il
corridoio dell'ospedale dopo che il suo turno pomeridiano si era
concluso.
I preparativi per quell'evento avevano tenuto talmente
occupato Naruto che lei, dal giorno in cui lui le aveva dato la
notizia, non l'aveva più visto.
Ed anzi lei stessa dopo che era
uscita di soppiatto da quel bar, era stata ben attenta ad evitare il
rischio di doverlo incontrare.
Sakura smetti di pensare a
quella storia. Si rimproverò per l'ennesima volta.
E' stato
solo per la troppa euforia del momento, nulla di più.
Per
questo quando le sembrò di sentire proprio la voce
dell'amico, si
maledisse.
Di sicuro Naruto doveva essere ovunque tranne che lì,
in ospedale.
«Maleeee...»
Sakura si bloccò. Quelli
però sembravano proprio i lamenti di Naruto.
Si avvicinò alla
stanza da cui la voce sembrava provenire.
«Shinta mi stai facendo
male, dattebayo!»
Sakura non ebbe più alcun dubbio. Quello era
davvero Naruto!
«Comunque ti ringrazio, se Sakura-chan mi avesse
visto in questo stato mi avrebbe picchiato di sicuro.»
Sakura
strinse i pugni a sentire quelle parole. Se Naruto sperava di poterla
fare franca si sbagliava di grosso.
Fece per sporsi dalla porta
per mostrarsi.
«Shinta lo sai, io posso capire ciò che tu stai
provando...»
Sakura si fermò, il tono della voce di Naruto era
diventato così lieve da averla stupita.
«...In fondo sono anni
che io sono innamorato di lei...» continuò a dire
lui, ignaro che
lei stesse ascoltando: «Chi meglio di me può
quindi comprendere i
tuoi sentimenti?»
Sakura sentì il rumore delle pinze d'acciaio
che venivano posate e poi la voce di Shinta mormorare:
«Lei è
così... così...»
«Stupenda,» continuò per lui, Naruto:
«E
bella, cavoli se è bella. E poi è testardissima e
forte, dannazione
se è forte. I suoi pugni sono così micidiali,
dattebayo!»
C'era
dolcezza nella sua voce, constatò Sakura, ma anche
qualcos'altro.
Qualcosa che avvertì anche Shinta visto che
commentò:
«Bé ma
tu non hai nulla di cui preoccuparti. Ho visto come lei ti guarda, ho
visto come ti ha abbracciato...»
Dall'altra parte della parete
Sakura sentì il sospiro di Naruto.
«Ti ringrazio Shinta per
queste parole,» disse lui: «E sai alle volte penso
anche io che lei
cominci a vedermi come qualcosa di più di un amico...ma
anche se
fosse solo una mia illusione, anche se lei amerà per sempre
solo
Sasuke, per me non cambia nulla. Finché sentirò
che ha bisogno di
me, io sarò lì per lei. In fondo tutto
ciò che io desidero è che
Sakura-chan sia felice...»
Sakura si appoggiò al muro con il
fiato corto. Solo quando sentì pronunciare il suo nome si
accorse
che il suo cuore stava battendo all'impazzata.
Sapeva da tempo
che Naruto provava qualcosa per lei ma sentirlo dire proprio da lui e
con un tale dolcezza nella voce, rese quel pensiero molto
più vero e
limpido.
Ora capiva davvero la profondità dei sentimenti di
Naruto per lei.
Sentì un forte calore all'altezza del petto e si
trovò a sorridere.
Senza volerlo, senza quasi sapere
perché.
Sakura-chan, perché non ti innamori di me? Quella
domanda tornò ad affacciarsi nella sua mente.
Già, perchè?
Si chiese.
Sentì il gracchiare di una sedia, Naruto si stava per
alzare.
Presto si sarebbe accorto che lei era lì, che lei
aveva sentito tutto, che lei ora sapeva.
Indietreggiò.
Le sue
gambe si mossero veloci. Uscì da una porta secondaria e
corse il più
lontano possibile.
Non posso. Si ripeteva. Non posso
rispondere.
Quando si fermò, il suo fiato era corto ed il
cuore le batteva ancora irregolare.
D'un tratto si sentì
osservata. Lentamente, rialzò lo sguardo.
Seminascosto tra le
ombre degli alberi, poco davanti a dove si trovava lei, c'era una
figura che la fissava.
Sakura deglutì
riconoscendolo.
«Sasuke-kun...» commentò in un mormorio.
_________________________________________________
Ciaoooo
:3
Non so se
c'è ancora qualcuno che si ricorda di questa
fanfiction ed ammetto che quando ho aperto la bozza del capitolo e ho
visto che era datata agosto me ne sono vergognata.. >.<
Purtroppo
la mia ispirazione ha una vita a sè ed ogni tanto se ne va
per i
fatti suoi lasciandomi sommersa da fogli vuoti.. xD
Allora
riguardo al capitolo: e' arrivata la piccola Rin ed io devo
ammetterla mi sono divertita a mostrare Sakura un po' inorridita dal
parto (Ultimamente molte persone che conosco stanno figliando ed ogni
volta che mi raccontano qualche particolare di troppo mi fanno del
tutto eclissare l'idea di avere mai un figlio) xD
E poi
soprattutto, abbiamo ben due abbracci ♥
Come si vede però
Sakura è ancora sommersa dai dubbi, ma in fondo credo che
sia
naturale che dopo tanto tempo passato a considerare Naruto come solo
un amico non sia facile per lei far fronte a certi sentimenti e poi,
dai, la conosciamo certe cose fa davvero fatica ad ammetterle, pure a
se stessa!!
Purtroppo però ora è pure tornato Sasuke dai suoi
giri per i boschi, a complicare il tutto! >.<
Il prossimo
capitolo sarà il penultimo. Spero di riuscire a concluderlo
presto!
:P
Grazie di aver letto!! ^^
Rimi
|
Ritorna all'indice
Capitolo 8 *** Essere sincera con lui? ***
VIII
-Essere sincera con lui?
Sakura sbatté le
palpebre più volte per assicurarsi che quello che stava
vedendo
fosse reale.
Sasuke era lì.
A Konoha.
A pochi passi da
lei.
«Sasuke-kun...» ripeté ma ancora non
successe nulla.
Il
suo cuore non batteva all'impazzata.
Le mani non le prudevano per
il nervosismo.
Le sue labbra non si erano alzate in un largo
sorriso.
Non sentiva gli occhi farsi lucidi per la gioia.
«Sakura
ti stavo giusto cercando.» le disse Sasuke.
«Che cosa devi
dirmi?» chiese lei, quasi seccata.
Aspettavi da tempo questo
momento. Si rimproverò. Perché
ora ti comporti così?
Sasuke
le fece cenno di raggiungerla tra la boscaglia. A quanto sembrava non
voleva farsi notare.
Un tempo Sakura avrebbe fatto i salti di
gioia al pensiero di stare da sola con lui, in quel momento invece
avanzò con una certa titubanza.
Quando lì fu dinnanzi, si
accorse di quanto in quegli anni fosse cambiato. Il suo volto si era
fatto più spigoloso ed i capelli erano un po' più
lunghi, un ciuffo
poi gli cadeva sulla fronte, coprendogli parzialmente l'occhio
destro.
«Sakura io...» cominciò Sasuke, ma non
riuscì a
terminare la frase. Sembrava a corto di parole, quasi
imbarazzato.
Per un secondo Sakura pensò che volesse confessarsi,
che volesse dirgli che fosse tornato per lei e quel pensiero le mise
paura.
L'idea che dopo tanto tempo lui potesse provare qualcosa
per lei, per la prima volta in tutta la sua vita, la
terrorizzò.
E'
sempre stato il tuo sogno. Si disse ma questo non
bastò a
ricolorare quel pensiero di gioia.
“Forse Sakura-san,
basterebbe che tu capissi chi stai aspettando davvero...”
Quel
commento che Sai le aveva fatto qualche settimana prima si
affacciò
nella sua mente. Al tempo lei si era risposta che non aveva dubbi che
fosse Sasuke l'uomo che lei stava aspettando ma ora che lui eri
lì,
finalmente davanti a lei, si rese conto che forse non era
così.
Fissò
Sasuke negli occhi e lui ricambiò lo sguardo.
Quel che Sakura
lesse nella sua iride scura fu rammarico, pentimento, malinconia, ma
non amore. Non c'era alcuna traccia di quel sentimento che un tempo
lei aveva tanto sperato di trovare in lui così come, in quel
momento, non vi era traccia di delusione in lei.
«Scusa Sakura
per averti detto che sarei tornato e poi non averlo fatto.»
le disse
infine Sasuke.
Come sentì quelle parole Sakura provò l'impulso
di prenderlo a pugni.
Come aveva potuto illuderla tanto?
Mentre
lo fissava, però, capì la verità:
Sasuke non l'aveva mai vista
come qualcosa di più che una compagna di squadra, era stata
sempre
solo lei ad illudersi.
Sciolse il pugno e mentre distendeva le
dita lasciò andare del tutto i suoi sentimenti per lui.
Un tempo
l'aveva amato, non poteva negarlo, ma ora aveva voltato pagina, quel
sentimento era diventato solo un ricordo. Non sapeva quando
esattamente fosse successo ma ad un certo punto, pur non
accorgendosene, lei aveva smesso di aspettare Sasuke.
«Te ne c'è
voluto di tempo per venire a scusarti.» commentò.
«Sono stato
parecchio impegnato.» sbuffò lui, scostandosi i
capelli dagli
occhi.
Fu evidentemente un gesto involontario visto cosa
nascondeva sotto.
L'occhio destro di Sasuke era semichiuso e
violaceo.
«Ma sei ferito?» esclamò allarmata
Sakura,
maledicendosi per non essersene accorta prima. In quanto ninja medico
avrebbe dovuto rendersene subito conto.
«Non è niente...»
borbottò Sasuke, indietreggiando.
Sakura non volle sentir
ragioni e per quanto lui tentasse di respingerla, riuscì a
placcarlo
e richiamato un po' di chakra, prese a curargli l'occhio.
«Sakura
io...» tentò di dire Sasuke ma lei lo interruppe.
«Non importa
più,» gli disse: «Sono grata che tu stia
bene e spero con tutto il
cuore che tu abbia trovato le risposte che cercavi, ma lo sono in
quanto tua amica e non più come tua innamorata.»
Sasuke la fissò
come se non la riconoscesse e forse era davvero così.
Perfino lei
faticava a credere che stesse davvero dicendo quelle parole.
Si
sentiva strana perché mai nella vita si sarebbe aspettata
che un
giorno avrebbe potuto dire quelle parole a Sasuke, mai avrebbe
creduto che quell'amore, che a dodici anni pensava fosse tutto per
lei, un giorno sarebbe potuto sfiorire.
Al tempo stesso però si
sentiva sollevata, le sembrava di essersi appena liberata di un
macigno che a lungo le aveva schiacciato il cuore.
Aveva smesso di
aspettare Sasuke, era vero, ma la sua vita non era finita, anzi
tutt'altro.
«Dovresti andare a cercare Naruto,» disse d'un
tratto. Se ne stupì, perché mai le era uscita
quell'affermazione
mentre stava pensando ad altro? Ormai però aveva cominciato
a
parlare e così continuò:
«Ancora si preoccupa per te per cui
sono certa che li farà piacere rivederti.»
«L'ho già
incontrato...» ammise Sasuke dopo qualche secondo di silenzio.
«Ah.»
sfuggì a Sakura anche se, doveva ammetterlo, non era poi
così
strano che Sasuke avesse cercato Naruto prima di lei.
In fondo era
all'eroe di Konhoa che l'Uchiha doveva la vita.
«Ora scusa ma
devo proprio andarmene...» disse infine Sasuke, sottraendosi
dalle
sue cure.
Sakura non insisté oltre, il suo occhio, infatti, aveva
già preso un colorito più naturale.
Sasuke sistemò lo zaino
che teneva sulle spalle e la salutò, avviandosi per
andarsene.
«Sasuke-kun!» lo richiamò
però Sakura prima che il
ragazzo potesse gettarsi nell'oscurità e sparire dalla sua
vista.
Lui si fermò, guardandola sorpreso.
«Lo sai, domani
Naruto diventerà Hokage.» gli disse lei:
«Finalmente il suo sogno
si realizzerà e sarebbe bello se tu ci fossi. Sono sicura
che li
farebbe molto piacere.»
Sasuke aggrottò la fronte.
«Se lo
voleva davvero avrebbe potuto dirmelo!» disse secco.
Sakura non
si stupì che Naruto gli avesse nascosto la cosa.
«Lo conosci
meglio di me.» commentò infatti: «Non te
l'ha detto perché temeva
di ferirti: visto che una volta hai sostenuto anche tu di voler
diventare hokage, avrà temuto di farti un torto.»
Sasuke fece
l'ultima cosa che lei si sarebbe aspettata: rise, proprio in quel
modo che un tempo avrebbe fatto battere forte il suo cuore.
«Naruto
è troppo un'idiota per fare l'hokage!»
affermò.
Le mani di
Sakura si strinsero a pugno.
«Naruto ha dimostrato di essere un
degno hokage! Durante la guerra ha dato tutto sé stesso ed
ha
sacrificato un braccio per salvare te dall'oscurità in cui
stavi
precipitando!» esclamò decisa, salvo poi capire
dal sorriso ironico
del ragazzo che stava scherzando.
Arrossì per il modo in cui le
si era rivolta, di rado le era successo di alzare la voce con
Sasuke.
«So benissimo che quel ruolo se lo merita e nel mio poco,
sarò felice di aiutarlo.» commentò lui.
Si voltò pronto ad
andarsene ma prima di avviarsi aggiunse:
«E comunque l'occhio
nero è stato lui a farmelo, ha detto che me lo meritavo per
averti
costretto ad aspettarmi a lungo senza darti mai una vera risposta.
Forse è arrivato anche il momento per te di essere sincera
con
lui...»
Poi scappò via, prima ancora che Sakura potesse capire
il significato di quelle parole.
Lei rimase a fissare le foglie
che svolazzavano nel vento.
Essere sincera con lui? si
chiese.
E a quel pensiero il suo cuore prese a battere più
forte.
Il
giorno era arrivato.
Per la gioia di tutta Konoha Naruto era diventato hokage.
A Sakura
era sembrato di vivere un sogno mentre fissava l'amico che emozionato
e gioioso riceveva il mantello ed il cappello da hokage.
Naturalmente
Naruto non si era smentito con il suo primo discorso.
«Sono
davvero felicissimo di essere qui!» aveva esclamato:
«Io giuro che
proteggerò il villaggio a qualunque costo. Questa e' una
promessa ed
io non mi rimangio mai la parola data!»
Ed in quel momento gli
occhi di Sakura si erano fatti lucidi. Chi meglio di lei poteva
sapere quanto valesse una sua promessa?
«...Ed ora direi che sia
il momento di festeggiare! Io sto proprio morendo di fame!»
Questo
era quello che aveva aggiunto poi Naruto, trovando il consenso di
molti e facendo esasperare Sakura.
Poteva essere pure un hokage ma
Naruto rimaneva sempre il solito baka!
Ben presto la festa si era
quindi trasferita al parco di Konoha, dove, per l'occasione, erano
state allestite alcune bancarelle che distribuivano bibite e vivande
e soprattutto, per gran gioia del nuovo hokage, tanto, tantissimo
ramen.
Sakura non aveva avuto ancora occasione di parlare con lui.
Certo nei giorni scorsi era stata lei stessa a volerlo evitare ed il
fatto di avere origliato il discorso tra lui e Shinta non l'aiutava
di sicuro a sentirsi a suo agio nei suoi confronti. Per quel giorno
di festa aveva però deciso di accantonare quei pensieri
(Anche
perché le avevano già fatto abbastanza compagnia
quella notte) e
non vedeva loro di congratularsi con lui e magari farli anche una
bella ramanzina sul fatto che avesse sbagliato ad abbottonarsi la
giacca che ora indossava sotto al mantello da hokage.
Ogni volta,
però, che lo intravedeva e faceva per avvicinarsi,
immancabilmente
qualcuno lo fermava di nuovo per congratularsi con lui.
Probabilmente
da ora in avanti sarà sempre così: lui
sarà così impegnato che
faticheremo ad incontrarci. Si era detta con una punta di
rammarico ed era buffo perché un tempo, al contrario,
avrebbe
desiderato solo non sentir quel “Sakura-chan!” ogni
volta che
metteva un piede fuori casa.
Era riuscita però a consolarsi
coccolando la piccola Rin e questo grazie a Yamato che aveva preso
Kakashi di peso per portarlo a bere un po' di sakè. Il
capitano
infatti si stava già mostrando un padre premuroso ma anche
fin
troppo geloso visto che fulminava con lo sguardo chiunque osasse
avvicinarsi troppo alla figlia.
«Tuo padre invece era tutto il
contrario!» le stava giusto dicendo sua madre quando Sakura
l'aveva
raggiunta dopo aver lasciato la piccola alle cure della nonna
Tsunade: «Lui non faceva che portarti in giro a presentarti a
chiunque!»
«Era così carina!» si
giustificò il padre: «E poi
trovo che sia giusto che un uomo si vanti della propria
eredità!»
Sakura ringraziò che non ci fosse nessuno a sentire i
loro discorsi, suo padre riusciva sempre a trovare qualche aneddoto
imbarazzante su di lei da raccontare.
La madre di Sakura invece
sospirò.
«Non ti dico la vergogna di quando abbiamo incontrato
l'hokage.» disse alla figlia «Tuo padre ebbe
infatti la malaugurata
idea di presentarti anche a lui ed alla moglie...»
«Ma quale
vergogna!» la interruppe il marito: «Anzi
Kushina-san si mostrò
entusiasta di Sakura, tanto che rise di gusto quando lei le prese una
delle sue lunghe ciocche di capelli rossi e se le mise in
bocca!»
Nel
sentir parlare dei genitori di Naruto, Sakura non poté fare
a meno
di alzare lo sguardo verso il volto di pietra di Minato che dall'alto
osservava il villaggio per cui, lui e la moglie, avevano dato la
vita.
«Sono certa che ora loro lo staranno osservando pieni
d'orgoglio.» disse.
«Sakura-chan!» esclamò qualcuno alle sue
spalle.
Sakura non ebbe nemmeno bisogno di voltarsi per capire che
Naruto l'aveva raggiunta.
«Sakura-chan finalmente ti ho trovata,
dattebayo!» le disse sorridendo.
«Ti sei vestita così bene per
me?» aggiunse poi, riferendosi al vestito rosso che indossava
e che
lei aveva scelto apposta per l'occasione.
«Certo che no!» si
affrettò a dire: «Visto che sono stata allieva di
Tsunade e tua
compagna di squadra, avevo il diritto di poter assistere in prima
fila alla tua elezione e così non volevo rischiare di
sfigurare.»
“Stupenda...E bella, cavoli se è
bella.”
Le parole che il giorno prima Sakura aveva sentito pronunciare da
Naruto, si ripeterono nella sua mente, mentre vedeva lo sguardo del
ragazzo posarsi sulle sue forme.
Possibile che potesse trovarla
bella anche in quel momento, con il vestito stropicciato, un po' di
saliva di Rin sulla spallina che la bimba aveva cucciato e gli occhi
segnati dal fatto che quella notte non fosse riuscita a chiudere
occhio?
«Naruto!» esclamò il signor Haruno,
prima che Sakura
potesse aggiungere altro. Diede una sonora pacca sulle spalle del
ragazzo e disse: «Non sai quale onore sia per me avere per
genero un
hokage!»
Quello di prenderli per fidanzati doveva essere proprio
un vizio dei padri, pensò Sakura, visto che anche Minato la
prima
volta che l'aveva vista le aveva chiesto se fosse la sua
ragazza.
Fece per ribattere ma Naruto fu più veloce di lei.
Poggiò la mano sulla spalla di Kizashi e con voce ferma e
decisa
disse:
«Non si preoccupi mi prenderò cura di suo
figlia!»
Come
finì di parlare Naruto prese il suo primo pugno in vesti di
hokage.
«Ma che ti metti a dire!» tuonò Sakura:
«Io me la so
cavare benissimo da sola ormai!»
Lo sguardo di Naruto tornò su
di lei.
«Quanto è vero.» le disse.
“E poi è
testardissima e forte, dannazione se è forte. I suoi pugni
sono così
micidiali, dattebayo!” Solo in quel momento,
ripetendosi quelle
parole nella mente, Sakura si rese conto che quello fosse uno dei
più
bei complimenti che avesse mai sentito.
Sua madre si voltò verso
il marito e commentò:
«Si comportano proprio una coppia già
sposata, non trovi caro?»
«Pure tu, mamma ti ci si metti!»
sbuffò indispettita Sakura, non riuscendo a trattenersi.
La
situazione era già abbastanza imbarazzante senza che ci si
mettessero anche i suoi genitori.
Dal canto suo Naruto si mise a
ridacchiare impacciato.
«Forza!» disse, a quel punto, la signora
Haruno al marito: «Andiamo a vedere se è avanzata
ancora qualche
tartina.»
«Aspetta cara,» le rispose Kizashi : «Ci
sono alcune
cose con cui vorrei discutere con l'hokage...»
La moglie non lo
lasciò aggiungere altro, lo prese sottobraccio e lo
trascinò con
sé.
«Ne avrei di tempo per parlare con lui, ora andiamo ad
abbuffarci, così stasera non dovrò
cucinare!» gli disse.
A
Sakura venne il dubbio che la madre avesse preso quella scusa solo
per lasciare soli lei e Naruto ma non le fu altrettanto chiaro se
esserle grata di ciò.
Come però si furono allontanati, si
concesse un sorriso.
A volte erano dei genitori difficili da
gestire ma li voleva bene e non avrebbe mai dimenticato i loro volti
preoccupati e l'amore che aveva avvertito nei loro abbracci quando
era tornata dalla guerra. Essere genitori di un ninja non doveva
essere un mestiere affatto semplice.
«Sono simpatici i tuoi
genitori.» commentò Naruto.
«Si,» rispose lei: «Ma a volte si
fanno un po' troppo gli affari miei!»
«Eheh, credo che sia una
cosa che fanno tutti i genitori.» le disse Naruto:
«Pensa che anche
mia mamma si è raccomandata fin da subito di trovarmi una
ragazza
come lei...»
Dette quelle parole, Naruto tacque di colpo ed
arrossì.
Notandolo Sakura pensò che si vergognasse di parlare di
Kushina ma mentre si sistemava un ciuffo sfuggito dietro l'orecchio,
ricordò ciò che Naruto le aveva detto una volta
sulla somiglianza
tra lei e sua mamma.
Di colpo arrossì anche lei.
“E sai
alle volte penso anche io che lei cominci a vedermi come qualcosa di
più di un amico...” Ripensare
proprio a quella frase non l'aiutò certo a tranquillizzarsi.
Possibile che quel baka di Naruto avesse potuto capire come stavano
le cose, ancora prima che potesse farlo lei?
Naruto d'un
tratto si grattò la testa, in quel modo che faceva sempre
quando era
imbarazzato.
«Sa-Sakura-chan, c'è una cosa che vorrei
dirti...»
disse.
Il cuore di Sakura perse qualche battito.
Vuole
dichiararsi? Pensò.
Certo
l'atmosfera era ideale: c'era una festa, lui aveva appena realizzato
il suo più grande sogno, era felice come non mai...
«Naruto...»
mormorò.
No, non ancora era pronta. Non aveva ancora quella
risposta.
Ti prego non dirlo. Pensò, incapace di
fissarlo
negli occhi.
«Sakura-chan tu...» mormorò il ragazzo.
Non
dirlo, non dirlo, non dirlo. Continuò a pensare
Sakura ma
intanto il suo cuore restava in attesa di quelle parole.
«Tu devi
andartene, ora, subito!» riuscì a dire infine
Naruto: «Devi
raggiungere la foresta... Devi andare da lui!»
Cosa? Si
chiese Sakura.
Rimase in silenzio mentre le parole che Naruto
aveva detto in una sorta di timida cantilena prendevano forma nella
sua mente.
Devi andare da lui?
«Insomma...» riprese
Naruto: «Mentre parlavo alla folla io... io ho visto Sasuke.
Se ne
stava nascosto ma sono certo che fosse lui. Per questo tu ora devi
raggiungere la foresta, perché sono sicuro che lui non si
sia ancora
allontanato troppo, tu puoi ancora raggiungerlo...»
«E poi?»
sbuffò Sakura, stringendo i pugni.
«E poi... poi potrai dirgli
ciò che provi per lui, potrai chiedergli di restare,
potrai...»
Sakura si sentì addosso il suo sguardo ma non
riuscì
a ricambiarlo. L'unica cosa che desiderava fare in quel momento era
prenderlo a pugni.
Possibile che proprio lui ora stesse per
rovinare tutto?
«Sakura-chan tu non devi arrenderti!»
continuò
Naruto allarmato dal suo silenzio: «Tu lo ami e l'amore trova
sempre
il modo di raggiungere il cuore!»
E' una bugia. Avrebbe
voluto dire Sakura ma non era affatto così. Naruto aveva
ragione, la
verità era lì che batteva nel suo petto.
Un amore era stato
davvero capace di arrivare dritto nel cuore.
Alzò la testa.
«Ti
assicuro che sarà così!» concluse
Naruto sorridendole e
mostrandole il pollice alzato in segno di vittoria.
Questa volta
però Sakura non si fermò davanti al suo sorriso.
Andò oltre e vide
che le sue labbra tremavano leggermente, vide la ruga di
preoccupazione sulla sua fronte, vide l'angoscia nei suoi occhi
azzurri.
“...Anche se fosse solo una mia illusione, anche se
lei amerà per sempre solo Sasuke, per me non cambia nulla.
Finché
sentirò che ha bisogno di me, io sarò
lì per lei. In fondo tutto
ciò che io desidero è che Sakura-chan sia
felice...”
Ora
capiva fino in fondo il significato di quelle parole.
Lui era
disposto a lasciarla andare nonostante questo gli avrebbe spezzato il
cuore.
«Naruto io ho già incontrato
Sasuke-kun...» gli spiegò
mentre osservava i segni dei graffi che lui aveva sulle dita della
mano sinistra. Quelli che si era procurato picchiando proprio Sasuke
e che Shinta li aveva curato.
«Ah.» mormorò in risposta Naruto,
indietreggiando leggermente, come se temesse il resto di quella
frase.
Perchè ancora
non
riusciva a capire?
«…e gli ho detto la verità,»
continuò Sakura facendo un passo avanti per colmare quella
distanza:
«Gli ho detto che non lo sto più
aspettando.»
«Cosa?» esclamò
Naruto incredulo: «Ma, ma tu Sakura-chan... tu... tu... tu
sei
innamorata di lui!»
«Lo sono stata ma ormai è una cosa che
appartiene al passato.» rispose lei, ora incapace di togliere
lo
sguardo da quello di Naruto.
Ti prego trova quella risposta.
Lo scongiurò. Trovala tu in questa marea confusa
che riempe il
mio cuore.
«Sakura-chan...» cominciò
Naruto.
«Narutoooo!!»
Konohamaru si precipitò verso di loro,
gridando il nome dell'amico.
«Allora vuoi venire? Ti stiamo
aspettando per il brindisi!»
Ed era così. Il team 7, Tsunade e
tutti gli altri loro amici li stavano aspettando poco più
avanti,
con i bicchieri già tra le mani.
Naruto tornò a fissare
Sakura.
Lei, però, capì che non fosse il momento giusto
per
parlare di loro.
Quello era il tempo per Naruto di
festeggiare con tutte le persone che avevano creduto in lui. Se lo
meritava!
«Sono davvero orgogliosa di te...» ammise infine,
dando voce ai sentimenti che aveva provato mentre lui veniva eletto
hokage.
Un largo sorriso comparve sul volto di Naruto.
«Grazie
Sakura-chan!» esclamò prima che Konohamaru potesse
trascinarlo con
sé.
«Grazie a te, Naruto.» mormorò lei
avviandosi a sua volta
per unirsi al gruppo.
Ino le venne incontro per porgerle il
bicchiere per il brindisi.
«Sembri proprio felice questa sera.»
commentò, osservandola.
«Lo so.» ammise lei mentre guardava
Naruto che alzava i pugni al cielo in segno di vittoria.
_________________________________________________
Ciaooooo
:3
Ed
ecco che finalmente ci
avviciniamo al finale, questo infatti che avete appena letto era il
penultimo capitolo ed ebbene sì: non c'è stato
nessun abbraccio,
nessuna confessione, nessun bacio! E, cosa ancora più
incredibile,
nonostante questo finalmente la nostra cara Sakura ha cominciato ad
aprire gli occhi. xD
Ci tengo a fare una precisazione sul
personaggio di Sasuke. Ammetto che se Naruto non gli avesse tirato un
bel pugno dritto in faccia forse non gli sarebbe passato per la testa
di andare a scusarsi con Sakura ma poi ho pensato che in fondo
nemmeno fare lo stronzo che continua ad ignorarla e trattarla come
una pezza (cosa che a quanto mi risulta stia facendo adesso negli
spin-off di Kishimoney) sia giusto dopo tutto quello che gli sia
successo, per questo ho voluto mostrarlo un po' titubante nel parlare
con Sakura, per dimostrare che anche lui nel tempo sia maturato e si
senta un po' in colpa per tutto quello che ha fatto passare ai suoi
compagni di squadra.
In questo capitolo ho voluto introdurre anche
i genitori di Sakura, io quei due ce li vedo troppo a tifare per
Naruto! xD
Ed ora con una Sakura sincera che finalmente smette di
chiedersi il perché di tutto, vi saluto in attesa del gran
finale!!
Baci :*
Rimi
|
Ritorna all'indice
Capitolo 9 *** Perché non ti innamori di me? (CAPITOLO FINALE) ***
IX
- Perchè non ti innamori di me?
Sakura
tolse il camice bianco e lo lasciò cadere sulla
sedia.
Si
stiracchiò le braccia e si massaggiò il
collo.
Quella era
stata una giornata particolarmente pesante ed ora era davvero
esausta.
«Sakura-sama!» la chiamarono a gran voce.
Non ebbe
neanche bisogno di voltarsi per capire chi l'avesse chiamata.
«Dimmi
tutto, Shinta!» disse infatti al giovane apprendista che ora
stava
alla porta.
«Tsunade-sama ti sta cercando.» spiegò
lui.
Sakura
si allarmò. Nonostante non fosse più Hokage, era
sempre poco il
tempo che Tsunade passava all'ospedale ed ormai aveva lasciato la sua
gestione quasi completamente nelle mani proprio di Sakura, preferendo
passare il tempo con la piccola Rin o in qualche locale in compagnia
del sakè.
Se la cercava voleva dire che doveva esserci qualcosa
di davvero urgente di cui parlare.
Sospirò. Quella sera era
particolarmente stanca e l'idea di una possibile discussione
organizzativa con Tsunade non l'attirava per nulla.
Non poteva
però certo sfuggire al suo destino, anche perché
di sicuro sarebbe
stato gran peggio dover poi affrontare una Tsunade
infuriata.
Ringraziò Shinta e gli passò accanto pronta ad
andare
incontro alla sua sorte. Solo allora si accorse della camicia di raso
che il ragazzino indossava sotto il camice e dell'olezzo di profumo
che emanava.
«Ehi, non mi dire che stasera hai un appuntamento
galante?» gli chiese con fare malizioso.
Shinta arrossì e
cominciò a grattarsi la testa, arruffando i riccioli biondi
che fino
ad un attimo prima erano ben pettinati.
«No.» borbottò:
«Cioè... niente di che... Misa-chan ha organizzato
una cenetta per
festeggiare i nostri primi sei mesi di apprendistato e così,
per
l'occasione, ho deciso di mettere qualcosa di elegante.»
Sakura
sorrise, divertita dall'evidente motivo del rossore del ragazzo. Cosa
che lo mise ancora più in imbarazzo.
«Cioè... non solo noi
due!» si affrettò a precisare infatti il
ragazzino: «Purtroppo ci
saranno anche tutti gli altri. Anche se per la precisione Misa-chan
nemmeno voleva invitarmi, per lei sarei dovuto andare al Tempio a
ringraziare che mi abbiate tenuto per tutto questo tempo. In
qualsiasi caso: perché poi non ci raggiungi anche tu,
Sakura-sama?»
Sakura si era molto affezionata ai suoi apprendisti
e le piaceva passare il tempo con loro.
Declinò però
l'invito. Se fosse sopravvissuta all'incontro con Tsunade sarebbe
tornata al suo proposito iniziale per quella serata: un bel bagno
caldo.
Si stava giusto già immaginando nell'acqua calda, tra le
bolle ed il sapore di sapone alla ciliegia, quando bussò
alla porta
dell'ufficio di Tsunade.
La donna stava seduta alla scrivania con
il suo tipico cipiglio che ancora, nonostante gli anni passati,
metteva un po' in soggezione Sakura.
«Mi hai fatto chiamare
Tsunade-sama?» le chiese sedendosi dall'altra parte della
scrivania.
«Problemi.» rispose l'altra.
Risposta che fece
sfumare del tutto l'immagine del bagno caldo dalla mente di
Sakura.
«Non mi dire che ho sbagliato a compilare i moduli delle
spese!» esclamò allarmata Sakura.
Lo sapeva che prima o poi
avrebbe combinato qualcosa di grave. Ultimamente le capitava fin
troppo spesso di perdersi nei suoi pensieri e di finire per fare
pasticci, proprio come quando qualche giorno fa era arrivata al
lavoro in ciabatte.
E tutto per colpa sua che si infila sempre
nei miei pensieri e nei miei sogni. Pensò
Sakura.
Cosa che la
portò ad arrossire e a scuotere la testa per cercare di
evitare che
lui potesse di nuovo intrufolarsi di nuovo nella sua
mente.
«Perdonami Tsunade-sama!» disse dispiaciuta,
inclinando
la testa in segno di scuse.
«Moduli? Di che moduli parli?»
domandò Tsunade, dando segno di non aver nemmeno visto i
fascicoli
che lei le aveva lasciato sulla scrivania e che ora, Sakura
notò,
stavano sotto la cornice della foto della piccola Rin che la donna
aveva appena messo ad abbellire il suo ufficio.
«Comunque non è
di inutili scartoffie che sto parlando.» continuò
Tsunade: «Te li
ricordi invece quel gruppo di malviventi che attaccarono un gruppo di
genin qualche settimana fa?»
Sakura annuì. Se li ricordava bene
visto che era stata lei stessa a salvare la vita a Usi, il compagno
di squadra di Shinta, che era stato ferito mortalmente da quei
tizi.
«Si.» rispose: «Era la banda che Naruto
è riuscito a
sgominare prima che potessero attaccare il
villaggio.»
«Giusto.»
confermò Tsunade: «Uno solo riuscì a
fuggire e mi è giunta voce
che si sia organizzato per venire qui a vendicarsi del destino dei
suoi compagni.»
«Vanno subito fermati!» esclamò Sakura
concitata.
«Ed infatti oggi ho incontrato il capitano
Kakashi che mi ha chiesto di dirti che la missione per andarli a
fermare è stata affidata proprio al Team 7.»
Sakura quasi saltò
dalla sedia.
Certo, era una situazione d'emergenza e non c'era da
star felici al pensiero di un gruppo armato fino ai denti diretto
verso Konoha, ma era da così tanto ormai che non andava in
missione
che il pensiero di uscire finalmente dal villaggio la
elettrizzò.
Finalmente potrò provare sul campo il nuovo kunai
che ho acquistato! Pensò, anche se subito dopo un
altro pensiero
le attraversò la mente rattristandola leggermente.
Stavolta
Naruto non ci sarà. Si ritrovò d'un
tratto a pensare.
Lui
ormai era un hokage, la sua squadra ora non era più solo il
team 7
ma l'intera Konoha.
Tanto meglio, così non finiremo nei guai a
causa della sua imprudenza. Si disse ma il suo entusiasmo
ormai
si era smorzato.
«Una volta saputo ho insistito che sia il
capitano Kakashi che il capitano Yamato vi accompagnino.»
continuò
intanto Tsunade: «Non che non mi fidi di te e Sai ma ho
preferito
comunque garantire una maggiore scorta.»
Sakura la guardò
dubbiosa.
Scorta? Quando mai dei ninja avevano bisogno della
scorta?
«Bè non puoi certo aspettarti che io sia vogliosa
di
riprendermi il posto che ho appena lasciato.»
commentò Tsunade
rispondendo al suo sguardo.
Sakura ci mise qualche secondo a
capire il senso di quella frase.
«Non vorrai dire che Naruto
verrà con noi?» chiese sorpresa.
«Non vorrai credere che Naruto
vi lascerà andare senza di lui!»
sentenziò Tsunade.
Sakura era
sbigottita.
«Ma il villaggio ora conta su Naruto!»
esclamò:
«Lui non può certo permettersi di andarsene
così a zonzo alla
prima occasione che gli capita! Ora deve...»
La frase le morì
sulla punta della lingua perché perfino immaginarselo un
Naruto che
se ne stava solo dietro una scrivania a dettar ordini, le era
impossibile.
Lui era prima di tutto un ninja pronto ad essere in
prima linea a difendere il suo villaggio.
Questo era il suo
credo, il suo modo di essere.
Qualcosa che nemmeno il mantello che
ora indossava ed il titolo che ora possedeva poteva cambiare.
«Quel
baka!» sbuffò, lasciandosi sfuggire un sorriso che
fu subito notato
da Tsunade.
«Allora l'hai trovata quella risposta?» le chiese
la
donna a bruciapelo.
«Forse...» mormorò Sakura, salvo poi
lasciarsi sfuggire un'esclamazione di stupore.
«Co-come fai a
sapere di quella domanda?» chiese, imbarazzata.
Tsunade fece
dondolare il bicchiere di sakè che teneva tra le mani.
«Semplice,
perché ero con Naruto quando lui te l'ha fatta.»
le spiegò: «Ci
eravamo appena incontrati con te e tu come al solito gli avevi appena
fatto una delle tue sonore raccomandazioni, come però tu ti
sei
voltata e ti sei incamminata per la tua strada lui ha mormorato:
"Sakura-chan, perchè non ti innamori di me?". Immagino
fosse un pensiero che gli è sfuggito, visto quanto poi
è arrossito
quando si è accorto di averlo detto ad alta voce. Fatto sta
che non
mi sono particolarmente stupita. Basta vedere come ti guarda per
capire quanto ti ami.»
Sakura deglutì, era così strano sentir
parlare così Tsunade.
«Quando ti ho visto tanto tesa nei suoi
confronti ho capito che in qualche modo dovevi aver sentito anche tu
quella domanda.» aggiunse Tsunade: «E che dovevi
esserti messa alla
ricerca della risposta.»
Sakura arrossì ma non riuscì a negarsi
un sorriso.
«Chi se lo sarebbe mai immaginato, eh?»
commentò.
Tsunade proruppe in una grossa risata.
«Questa è
la mia ragazza!» esclamò: «Lo sapevo che
a scommettere su di te,
avrei vinto!»
«Si può sapere di che cosa stai
parlando?» le
chiese Sakura, infastidita da quel suo atteggiamento:
«Scommessa?
Non mi dire che c'entra Ino-pig, è da lei mettersi a fare
questi
giochetti alle mie spalle.»
«Nahh.» commentò Tsunade con una
scrollata di spalle: «Nessuno che vi conosce abbastanza bene
avrebbe
mai scommesso contro di voi. E' solo una sorta di sfida che ho
lanciato verso un disegnatore di fumetti ormai fallito che sosteneva
che una donna si innamora solo una volta nella vita. Grazie a te
posso dimostrargli che non è affatto
così!»
Sakura si rialzò
dalla sedia infuriata.
«Tsunade-sama sei incorreggibile!»
esclamò: «Non posso credere che tu abbia osato
usarmi per una tale
cosa! Non hai idea di quante notti io abbia perso a causa di tutti i
dubbi che ultimamente mi sono ronzati in testa!»
Tsunade smise di
ridere, si lasciò cadere sulla poltrona e si mise a fissare
il cielo
fuori dalla finestra.
«Oh, ti posso capire benissimo.» le disse
infine. Questa volta nel suo tono non c'era alcuna nota di scherno.
«E sono contenta di pensare che tu avrai davvero il coraggio
di dare
voce a quella risposta.»
«Tsunade-sama...» mormorò Sakura,
sorpresa da quel cambiamento così repentino e dagli occhi
ora lucidi
della donna.
«Dannazione!» sbottò Tsunade,
asciugandoseli con
la manica del maglione per poi bere, direttamente dalla bottiglia, un
lungo sorso di sakè.
«Allora che ci fai ancora qui!» disse
infine a Sakura, riappropriandosi del suo tono autoritario:
«Hai una
missione che ti aspetta! Su, su, vai...»
Sakura non se lo fece
ripetere. Ormai sapeva riconoscere quando la sua Sensei aveva bisogno
di stare un po' sola con i suoi pensieri e quello di sicuro era uno
di quei momenti.
Le raccomandò di non esagerare con il sakè e
poi la salutò, pronta per tornare a casa.
«Anche Jiraya ne
sarebbe stato molto contento.» La sentì mormorare
mentre si
chiudeva la porta alle spalle.
Sakura si avviò verso l'uscita
dell'ospedale.
Il pensiero di una missione con il team 7 l'aveva
risollevata dalla stanchezza di quella giornata ma il discorso
successivo con Tsunade le aveva messo addosso anche un po' di
ansia.
Certo da un lato le cose non sembravano essere cambiate
nonostante Naruto fosse diventato Hokage, ma dall'altro lato come
poteva negare che fosse tutto uguale ora che si era resa conto
della verità chiusa nel suo cuore?
"Cosa dovrei fare?"
si chiese mentre usciva dall'edificio.
C'era un leggero venticello
autunnale, Sakura si strinse un po' più forte nello
spolverino rosso
che indossava.
Mentre si avviava verso casa sua però notò
una figura familiare che sonnecchiava su una panchina. Se ne stava
seduto con le braccia incrociate, le gambe distese davanti a lui e la
bocca semi-aperta.
Il suo primo pensiero fu quello di
raggiungerlo e rimproverarlo.
Come poteva il neo hokage dormire a
quella maniera, all'aria aperta, davanti a tutti!
Poi però
si rese conto che tutto quello era un deja-vu. Si rivide lei stessa,
qualche mese prima, proprio davanti a quella panchina ad ascoltare
quella domanda che tanto ultimamente l'aveva tormentata.
Perché
non ti innamori di me?
Prese ad avvicinarsi a Naruto
ripensando a tutti i motivi che mesi prima l'avevano portata a
trovare tutto ciò impossibile.
"Non è per niente il mio
tipo."
Ed era davvero così, bastava guardarlo in quel
momento, spaparanzato su quella panchina a sonnecchiare con la bocca
semi-aperta. Non aveva nulla del lato figo e misterioso che da
sempre affascinava Sakura.
Nonostante questo però più
gli si avvicinava, più i battiti del suo cuore presero ad
accelerare.
"E perchè non ha alcun senso del romanticismo"
Ed anche in questo non si era sbagliata, visto che il massimo di
romanticismo per Naruto era andare a mangiare del ramen ad un
chiosco. Però sarebbe stato anche disposto a rinunciare a
lei pur di
vederla felice e questo non era forse il gesto d'amore più
grande
che qualcuno potesse fare?
Lo raggiunse con le gambe che le
tremavano e le mani che le prudevano.
Con uno sbuffo si lasciò
cadere accanto a lui che nel frattempo continuava a sonnecchiare
tranquillo.
"E perché non capisce affatto i sentimenti di
una donna."
Il ricordo dello sguardo profondo che
Naruto aveva scambiato con lei alla sua cerimonia di elezione ad
hokage e quel tremante "Sakura-chan" che lui aveva
mormorato, le attraversò la mente, facendole scorrere un
lungo
brivido sulla schiena.
La testa di Naruto scivolò di lato,
finendo ad appoggiarsi sulla sua spalla.
"Ed è stupido! Assolutamente totalmente stupido"
E su questo Sakura non
aveva nessun dubbio.
Naruto era davvero un baka ed infatti aveva
finito per innamorarsi proprio di lei.
I suoi ciuffi biondi
presero a solleticarle la fronte.
«Naruto, non lo faccio perchè
sono già innamorata di te.» mormorò lei
dando finalmente sfogo a
quella voce che da tempo provava a gridare dal fondo del suo
cuore.
In quel momento gli occhi di Naruto si spalancarono e lui
rialzò la testa.
Per diversi secondi si fissarono. Sakura con le
guance rosse e Naruto con lo sguardo pieno di stumore.
Poi lui
allungò la mano e la posò sulla coscia di Sakura.
Lei non ebbe
nemmeno il tempo di pensarlo, la sua mano colpì la guancia
di Naruto
come se fosse un istinto naturale.
«Allora non sto sognando!»
esclamò Naruto, massaggiandosi la guancia:
«Sa-Sakura-chan mi ha
davvero appena detto di essere innamorata di me!»
La fissò, lei
abbassò lo sguardo e si morse le labbra.
Aveva voglia di gridare
che si sbagliava, che non fosse così, ma si trattenne.
Non voleva
più negarlo.
Non poteva più farlo.
«Sakura-chan,» mormorò
Naruto.
Il suo tono allarmato la costrinse a rialzare lo sguardo, il
volto del ragazzo aveva assunto un colorito violaceo e perfino le
punte delle sue orecchie erano di una strana sfumatura di
rosso.
«An-anche,» cominciò a balbettare lui.
Prese un lungo
respiro e poi esclamò tutto d'un fiato: «Anche io
sono innamorato
di te, Sakura-chan e lo sono dal primo momento che ho visto il tuo
sorriso-dattebayo!»
Si stava confessando.
Come se tutto ciò che
lui aveva fatto per lei non fosse stato già abbastanza per
mostrarle
il suo amore. Come se non fosse state le sue stesse parole, la sua
stessa domanda, a portare Sakura a dare un nome a quel sentimento che
provava per lui.
«Sakura-chan, tu sei la ragazza più bella e
più
forte che conosca.» continuò lui: «Io
sono innamorato di te da
prima ancora che potessi capire cosa significasse. Non te l'ho mai
detto perché... come potevo sperare di poterti renderti
felice? Come
può uno come me essere abbastanza per te?»
I suoi occhi la
fissavano imploranti.
Ancora non credeva alle sue parole. Ancora non
credeva che lei potesse ricambiarlo.
Lei sorrise.
«Baka!»
gli disse e poi gli prese il volto tra le mani per poggiare le labbra
sulle sue.
Quella era la sua risposta.
E'
impossibile. Assolutamente, totalmente impossibile.
Pensò.
Ma
era successo.
Lei si era innamorata di Naruto.
FINE
__________________________________________________________-
Ciaooo!!
:3
Eh
già finalmente, e sottolineo finalmente, sono riuscita a
concludere questa fanfiction.!
Direi
che arrivati a questo punto ci vogliono i dovuti ringraziamenti: due
grazie enormi a Lory-chan e princess love per le apprezzatissime
recensioni che mi hanno lasciato ad ogni capitolo e naturalmente grazie
anche gli altri che hanno commentato, a chi mi ha scritto durante la
mia imperdonabile assenza mostrando interesse verso la mia fanfiction e
a chi ha letto e chi la leggerà. Ed insieme ai
ringraziamenti porgo le
scuse per averci messo tanto a far uscire questo ultimo capitolo,
quando scrivo voglio sempre metterci cuore e testa ma purtroppo a volte
la mia vita incasinata litiga con la mia ispirazione, chiudendola in
qualche angolino della mia testa che poi ci metto secoli a ritrovare ^^'
Beh,
spero che vi sia piaciuta e che vi abbia fatto piacere leggerla. c:
Alla
prossima, un grosso bacione e mi raccomando, continuate ad amare questa
bellissima coppia! ♡
~Rimi
|
Ritorna all'indice
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=3134519
|