Il Demone Cacciatore di Stelle

di Selva oscura
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una stella colta da cielo ***
Capitolo 2: *** Il ritorno di Sesshomaru ***
Capitolo 3: *** Lord Naraku e Lady Kagome ***
Capitolo 4: *** Infamia ***
Capitolo 5: *** Lumayasha e Botolo ringhioso ***
Capitolo 6: *** Prigioniera ***
Capitolo 7: *** Il desiderio di vivere ***
Capitolo 8: *** Il Filo Rosso del Destino ***



Capitolo 1
*** Una stella colta da cielo ***






 

 

Finalmente un po di pace e tranquillità pensò il giovane richiudendosi la porta del salone principale dietro di sè dove si stava svolgendo i festeggiamenti del matrimonio di Izayoi zia del suo migliore amico Inuyasha e sua sorella Kagome con suo padre Taisho sigillando così una forte alleanza tra il clan dei Inuyokai dell'ovest e il clan Dayokai del nord, l'eco dei festeggiamenti rimbombava nel castello mentre si allontanava in cerca d'aria fresca l'indomani sarebbe partito per la guerra contro i demoni pantera che cercavano di allargare costantemente il loro territorio. Appoggiandosi alla balaustra della balconata respirando a pieni polmoni l'aria fresca della notte, scorse una figuretta sottile e minuta avvicinarsi a lui, il pallido chiarore lunare gli fece scorgere una massa di capelli corvini che incorniciavano il visino triste di Kagome, il che era strano il suo sorriso era sempre sulle sue labbra probabilmente era turbata dai festeggiamenti che si udivano ancora e dal formale annuncio del loro fidanzamento pensò il giovane demone bianco.

<<  Milady non dovreste stare qui! >> le disse lui sfiorandole la mano delicatamente.

<<  La vostra dama Sango si infurierebbe se sa che siete sgattaiolata di nuovo fuori dalle vostre stanze! >> continuò lui notando il labbro di lei tremante dal pianto che a stento cercava di trattenere, intenerito dalla piccola iniziò a disegnare dei cerchi invisibili sul dorso della manina come a voler calmarla.

<< Nobile Sesshomaru è vero che domani partirete in guerra? >> domandò lei guardandolo intesamente negli occhi neri.

<< Tornerete a casa sano e salvo? >> sussurrò dolcemente lei unendo le piccole mani in grembo intuendo la risposta affermativa del giovane demone. A udire quella parole piene di preoccupazione sincera Sesshomaru sussultò meravigliato. " Così piccola e già così matura " pensò lui che aveva quattro anni meno di lei ed era già così saggia " Si da grande Kagome sarebbe diventata una rara bellezza ed io non vedo l'ora di ammirarla in tutto il suo splendore. "

 << Milady vi assicuro che tornerò da voi! Ad onorare la decisione dei nostri genitori! >>rispose lui cercando di tranquillizzarla non sapendo di aver prodotto in lei l'effetto opposto.

<< Non siete obbligato a battervi restando lontano da casa per molti anni! >> rispose lei battendo un piede per terra come volesse far rispettare la sua ira.

<< Ah! Mia dolce Milady voi non capite! Ho quattordici anni e sono un demone adulto è mio dovere battermi per la mia gente e per il mio clan che un giorno erediterò! >> affermò lui avvicinandosi a lei sfiorandole il viso inconsapevole di renderla segretamente felice a quel'innocente contatto.

<< Ho un idea datemi un vostro pegno che mi proteggerà in battaglia! >> propose sorridendole dolcemente per non spaventarla ancor di più,  il grazioso visino di Kagome si illuminò mentre le sue dita scioglievano il fiocco alla base della sua camiciola  poco dopo porse al demone un nastro  verde che si intonava alla perfezione con i suoi occhi acquamarina.

 << Grazie Milady lo terrò come il più prezioso dei tesori! Per voi coglierò una stella la più luminosa e bella!... >> disse prendendo il piccolo pegno dalle mani delicate di lei.

 << Oh no! Ma poi resterà un buco nel cielo! Indicatemela e io vi giuro solennemente che la guarderò ogni notte pregando per la vostra incolumità! >> replicò la bambina innocentemente con un filo di voce. Poco dopo si  sporse  dalla balconata mentre ascoltava attentamente le semplici istruzioni di lui per trovare la stella che le aveva donato.

<< Kagomeeeeee! Dove siete insomma! >>  si sentiva la voce preoccupata di Sango nei corridoi del castello, si guardarono un istante sorridendo  consapevoli  entrambi che non avrebbero mai dimenticato quel momento magico.

<< E meglio che andate Milady Sango vi sta cercando! >> disse lui mentre lei si alzò in punta di piedi scoccandogli un delicato bacio sulla guancia sussurrandogli che lo avrebbe aspettato per sempre, si girò e corse via sulle scale che portavano ai piani superiori lasciando a Sesshomaru il suo primo vero momento di dolcezza che avesse mai avuto nella sua vita, sua madre era morta dandolo alla luce, ma c'era sempre stato suo padre con lui il loro rapporto non poteva essere dei migliori lo ammirava dal profondo del suo cuore era un Inuyokai: giusto e onesto, forte e con uno spirito che gli  era valsa la lealtà del clan nei suoi confronti, a soli dieci anni Taisho lo mandò da Lady Izayoi ad allenarsi come era tradizione nei loro clan per diventare un demone forte e valoroso; si allenava assieme a Inuyasha  nipote della Inoyoukai ed avevano la stessa età quindi c'era una buona dose di antagonismo assieme un amicizia indissolubile maturata in quei quattro anni vissuti assieme a loro, Izayoi sgridava spesso la piccola Kagome che li seguiva praticamente dappertutto ricordandogli ogni volta che lei era una dama e certi comportamenti erano ineccepibili suscitando ogni volta le risate irrefrenabili di Inuyasha e Sesshomaru.

" SI! Un giorno tornerò e fino ad allora giuro che diventerò un Dayoukai come mio padre. E sarò degno di essere il tuo sposo piccola Kagome. " pensò rigirando il pegno ricevuto dalla bambina tra le dita lunghe e affusolate.

 

(Otto anni più tardi)

 

 

Questo doveva essere il giorno più felice della sua vita stava  per sposarsi, ma non era particolarmente entusiasta, da fuori al cortile si sentiva già l'eco dei schiamazzi che tutti i clan erano accorsi al suo matrimonio, guardò la sua stanza sconsolata all'idea che tra poche ore non vi avrebbe rimesso più piede sfiorò il letto sul quale sognava di lui, aprì l' armadio e passò in rassegna tutti i suoi abiti con lo sguardo triste per poi chiuderlo delicatemente gettò distrattamente lo sguardo  su quello che doveva essere il suo abito da sposa, ma  rappresentava un oggetto malefico ai suoi occhi. Si sedette sullo sgabello e di fronte a lei  il mobile specchio gli rimandava l'immagine di una giovane demonessa pallida e senza amore per la vita. Disgustata da ciò scagliò contro allo specchio un porta cipria d'argento mandandolo in frantumi, in quel momento entrò Sango una graziosa Inuyoukai rimasta orfana di padre, sua madre era una delle dieci Nobili della Regina Izayoi e lei aveva ereditato la sua bellezza, la grazia e il portamento solo di fronte alla sua migliore amica: la Principessa Kagome aveva dimostrato di aver un temperamento testardo e passionale.

Sango osservò il mobile in frantumi scuotendo la sua testa corvina e senza dire una parola prese la spazzola e iniziò ad acconciare i lunghi capelli intrecciandovi dei fiori bianchi appena raccolti dalle domestiche, Kagome sospirò amaramente pensando al futuro sconosciuto che l'attendeva e  non potè impedire ad una lacrima silenziosa di scivolarle sul viso asciugandola velocemente.

 << Ah! Amica mia è così dura per voi sposare quell'uomo? >> chiese smettendo di acconciare i capelli abbracciandola strettamente a sè.

<< Si! Come posso spiegare a te,  a mio fratello e al mio tutore la malvagità che ho visto in lui! >> rispose rabbrividendo mentre Sango le mise un dito sotto al mento alzandolo per poterla guardare meglio. << Se non fosse per vostra sorella Rin... >> sussurrò sapendo che nessuno in quella dimora avesse impedito le nozze   o meglio sapeva che c'era un modo per farlo, ma voleva essere sicura di prendere la giusta decisione. Sango voleva agire senza destare alcun sospetto, se veniva scoperta l' avrebbero fatta giustiziare.

 << Andrei subito da Sesshomaru! >> rispose Kagome finendo la frase e per quanto fosse pericoloso dirlo ricordava ogni singolo momento il ragazzo che anni prima aveva colto una stella per lei ed era partito in quella guerra. Suo fratello Inuyasha una volta a settimana gli raccontava notizie di cui era venuto a conoscenza e di come fosse diventato forte e valoroso il suo Sesshomaru e di come  il nemico tremava in sua presenza; ai suoi occhi era il principe che amava già da bambina seguendolo ovunque andasse e un giorno sarebbe tornato, ma non fu così due anni fa un messaggero portò la notizia della sua morte in battaglia ed assieme a quella notizia morì di dolore anche lei non mangiò e dormì per mesi fino a quando Sinxay il suo tutore, che aveva preso posto dell' adorata zia quando ella scomparve, all'improvviso in quel periodo dichiarò guerra a Inu no Taisho accusandolo di averla uccisa gli proposero anzi gli intimarono di sposare Naraku Serin potente demone delle terre del sud. Kagome non cedette al loro volere per tutta risposta la rinchiusero nelle segrete liberandola dopo tre mesi,  una volta fuori al sicuro nella sua stanza il suo tutore riprese a metterla sotto pressione per farla sposare contro il suo volere, ma lei continuò ad opporsi  rifiutandolo molte volte fino a quando Sinxay stufo dei suoi rifiuti la costrinse ad accettare  ricattandola che se lei non avrebbe sposato Naraku entro tre giorni lui  avrebbe obbligato la piccola Rin a prendere il posto della sorella maggiore e  a nulla erano valse le suppliche di Kagome e i suoi discorsi su quanto fosse malvagio quel demone ma lui la zittiva sempre dicendo che era un bene del clan a cui lui doveva assicurare una moglie per sancire una forte alleanza contro il padre di Sesshomaru, infine cedette al suo ricatto e acconsentì a sposare quell'essere.

<< Vai al tempio!Sbrigati e portaci tua sorella andate a pregare i Kami per donarvi la forza necessaria per superare questa prova! >> gli disse energica Sango riscuotendola dallo stato di resa in cui era sprofondata.

 << Va svelta prima che Sinxay venga qui! >> continuò facendola alzare bruscamente e la mise davanti alla porta. Kagome non riusciva a capire il repentino cambiamento dell' amica e sul perché dovesse andare a pregare.

" Forse pregare i Kami mi aiuterebbe. " pensò accettando  il consiglio di Sango " Forse mi avrebbe aiutato anche a  dimenticare Sesshomaru. "

Senza perdere altro tempo prezioso andò a cercare sua sorella Rin, e mentre controllava dove fosse un pensiero di resa  le si formò nella mente. La sua indole battagliera si ribellò e riprese la sua ricerca nel castello e infine la trovò inginocchiata nel giardino sul retro delle scuderie, era davanti alle gardenie rosse le preferite della loro defunta madre sebbene avesse già tredici anni Rin era una fanciulla docile non aveva lo spirito avventuriero della sorella maggiore.

 << Vieni Rin accompagnami al tempio andiamo a pregare i Kami! >> gli disse solennemente guardandola dritto negli occhi così simili ai suoi ma leggermente più scuri.

La giovane ragazza guardò sorpresa la sorella maggiore, in verità sapeva da molto tempo che Kagome stava andando in sposa a Naraku al posto suo e si sentiva in colpa per averglielo taciuto. Una sera era andata di nascosto da Sinxay per scongiurare che la sua adorata sorella prendesse il suo posto e aveva supplicato talmente tanto il tutore che era riuscita solo a farlo infuriare e si era guadagnata cinque frustate come punizione per aver osato tanto. Sinxay gli aveva estorto la promessa che lei non avrebbe mai più provato a ostacolarlo e di non farne parola con la sorella pena:  venti frustate e in seguito essere gettata come regalino ai suoi soldati.

 Si avviarono verso il tempio di famiglia lungo il giardino non era molto distante, ma a Kagome sembrava che non arrivasse mai a destinazione, Rin la  seguiva fianco  a fianco  silenziosa.

 << Sorella perché mai dovremmo andare al tempio? >> le chiese improvvisamente rompendo il silenzio che si era creato tra loro, Kagome si fermò e  sorrise per la prima volta  al volto gentile e infantile che la guardava con adorazione, erano così simili . Kagome era la più alta tra le due, il suo abito da sposa si armonizzava alla perfezione alla sua corporatura sinuosa, entrambe avevano i capelli corvini tranne gli occhi, il corpo acerbo della pccola Rin fioriva di giorno in giorno.  

<< Sango mi ha consigliato di pregare i Kami per trovare la forza di superare la mia prova! >>rispose vedendo la fanciulla annuire tristemente, entratrono nel tempio dove c'erano una statua di Buddha e affianco ad esso delle lapidi con i nomi dei loro antenati e una piccola sfera dorata che veniva usata per bruciare l'incenso, Kagome eseguì un piccolo rituale e poco dopo si misero in ginocchio a pregare tenendo chiusi gli occhi, ad un tratto sentì un dolore fitto sulla nuca mentre l'oblio la inghiottiva lentamente  sentendo il lamento soffocato della  sorella e qualcuno che sussurro: << Perdonatemi Milady. >>

 

" Finalmente ero a casa, dopo lunghi anni di battaglia contro il clan delle pantere finalmente ero tornato, ma il ritorno non era dolce e accogliente come me lo ero immaginato. " pensò mentre il viso di Kagome riaffiorò davanti ai suoi occhi.

" Maledetto destino e Maledetto Naraku! Sono tornato per vivere in pace con lei e invece scopro che per volere di entrambe le nostre famiglie il nostro fidanzamento era stato annullato. " continuò a pensare il demone bianco stringendo i pugni in preda alla collera.

" Sono tornato un giorno prima che lei si sposasse e immediatamente avevo mandato i miei due più cari amici a parlare con Sango per sapere se questo matrimonio rendeva felice Kagome e dandogli disposizioni nel caso non lo desiderasse. "

 Guardò furioso il castello in cui avevo trascorso i quattro anni più belli della sua vita e dalla roccia immersa nella verde foresta dove nessuno poteva avvistare la sua posizione, stava diventando irrequieto la paura di essere rifiutato da Kagome si impossessò di lui rendendolo ancor più furioso, ma nonostante la sua collera e i suoi pensieri sapeva che doveva fare il possibile per parlare con lei almeno una volta accettarsi che non lo volesse più come sposo.

 Naraku non l'avrebbe mai avuta la sua dolce Kagome, la fanciulla che illuminò i suoi sogni quando la cruda e violenta realtà che aveva vissuto  durante la guerra era insostenibile perfino per un demone come lui. 

 

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Capitolo 2
*** Il ritorno di Sesshomaru ***




Cap.2
 
Sembrava che fosse passata un eternità da quando mandò Miroku e Kohaku a parlare con la migliore amica di Kagome e ancora non erano tornati.
Stava passeggiando avanti e indietro lungo un sentiero terroso, non si accorgeva nemmeno che i tronchi nodosi erano  avvolti dalla resina appiccicosa. Alzò il viso verso l'alto percependo un odore familiare guardando di sfuggita i verdi rami carichi di foglie che sfrusciavano tra di loro alla leggera brezza del venticello. 
 Un rumore caratteristco di zoccoli di due cavalli in avvicinamento lo fece voltare mentre scorgeva i visi familiari dei due miei amici, ma con loro non c'era la sua adorata Kagome. Un'amara delusione lo pervase guardò meglio e dalle loro selle si intravedeva dei fagotti scuri. " Come al solito si erano fermati a fare provviste. " pensò.
 Miroku scese sicuro da cavallo aveva i capelli un po scarmigliati  fermati alla base della nuca con un   nastro blu notte formando un codino; i suoi vestiti aderivano al corpo rivelando i suoi muscoli felini. Era un ottimo consigliere oltre ad essere un valoroso guerriero. Il giovane  stava prelevando con molta delicatezza una persona dalla sella, che ai suoi occhi sembrava un monaco con il viso coperto da un largo cappello di paglia, si  avvicinò al demone bianco. Guardò confuso nella direzione di Kohaku accorgendosi che a sè stringeva un fagotto informe.
 << Cosa significa tutto ciò Miroku? >> disse a bassa voce tremando leggermente.
<< Milord ...! >> dissero simultaneamente inginocchiandosi nel terreno umido.
 << Dov'è Kagome?  >> chiese con una punta di ansia  << Immagino che non sia voluta venire! >> continuò voltandosi per nascondere la profonda delusione che provava, l' incubo peggiore si era realizzato lei non voleva più saperne di lui?  Si chiese  cosa avrebbe fatto ora senza di lei.
 << Milord no! La ragazza e sua sorella sono qui! >> rispose con tono reverenziale Miroku che si apprestò immediatamente a togliere il cappello rivelando una capigliatura corvina su cui erano intrecciati fiori bianchi, il viso pallido e angelico di lei. 
<< Cosa le avete fatto? >>  tuonò avanzando minaccioso.
  << Miroku te lo avevo detto che si sarebbe infuriato! >>  disse Kohaku guardando di traverso il suo amico.
 << Nulla Sesshomaru. Alla tua piccola signora non ho torto un solo capello, gli ho solo dato un leggero colpo per farla svenire! Ci avrebbe procurato delle noie e  non potevamo rischiare di essere scoperti! >>  affermò Miroku incurante.
<< Lei doveva venire da me di sua spontanea volontà imbecille! L'hai rapita lupo rognoso! >>  ringhiò Sesshomaru con uno scatto improvviso sferrò un cazzotto allo stomaco al demone bruno che accuso il colpo senza emettere un solo lamento.
 << Quella demone con cui ci hai mandato a parlare, come dire era molto restia... insomma  testarda! Ci ha aiutato all'ultimo minuto Sesshomaru! >>  disse Kohaku in difesa di Miroku.
 << E ci ha praticamente costretto a portare via anche la sorellina della vostra signora! Altrimenti non ci avrebbe aiutato anzi ci avrebbe fatto arrestare. E per tutti i Kami era capacissima di farlo! >>  continuò rivelando che intorno al sacco di iuta era avvolta una fanciulla con i stessi capelli corvini ma il viso un po più accentuato di Kagome. 
Sesshomaru non mutò minimamente espressione alle parole di Kohaku, anche se era rimasto sorpreso non lo diede a vedere. Ricordava vagamente un fagottino rosa quando viveva al castello, ma a quel tempo non era coscente che lei  e Inuyasha avessero una sorella. Inoltre come poteva saperlo l' amico non gliene aveva mai parlato. "Inuyasha"  pensò nostalgico prendendo tra le braccia il corpo esile di Kagome, dandogli dei colpetti sulle gote per farla rinvenire chiamandola dolcemente.
<< Kagome ti prego apri gli occhi!  >>  le sussurrò dolcemente  << Tesoro apri i tuoi bellissimi occhi! >>  continuò a esortarla mentre in realtà voleva solo dare una sonora lezione a Miroku. " C'era bisogno di arrivare a tanto? Se avrebbero versato sangue per portarla da me era meglio, ma forse no lei mi avrebbe odiato se avrei fatto del male alla sua famiglia o al suo clan" 
 << Miroku se non si riprende ti uccido! >> soffiò rabbioso  guardandolo dritto nei suoi occhi blu scuro come la notte.
In quel istante sentì Kagome riprendersi lentamente aprendo gli occhi lentamente erano come li ricordava: acqua marina e dolci.
 << Sesshomaru!  >> sussurrò  spalacando gli occhi terrorizzata svenendo di nuovo tra le braccia del demone. 
" Che diavolo significava? Ero dunque cambiato così tanto da spaventare una creatura dolce e generosa come Kagome? " pensò mentre la confusione prendeva posto della piccola gioia appena provata, si diede da fare immediatamente per farla rinvenire di nuovo; accarezzandole il viso improvvisamente la sua piccola mano si posò sulla mano artigliata di lui.  La guardò meglio in viso e vide che piangeva sommessamente.
 << Siete voi! Lo sapevo! Lo sapevo che erano solo bugie! >>  sussurrò tra le lacrime stringendo forte la mano lasciata sul viso, si mise a sedere sembrava che si beava della sua mano appoggiata delicatamente sulla gote, poi di scatto aprì gli occhi era terrorizzata e si alzò di scatto  sul viso delicato c'era un sentimento di puro terrore.
 << Cosa ci faccio qui? >> sussurrò  << Io devo tornare indietro! >>  girandosi verso di lui e guardando i due giovani.
 << Perché siete piombato proprio ora nella mia vita? Cosa volete da me Sesshomaru? >>  gli domandò con voce intrisa di dolore e rabbia.
 << Siamo nelle mie terre, siete al sicuro! Vi hanno portato qui i miei amici! Vi presento Miroku e Kohaku! >> rispose indicando i due ragazzi lei seguì con lo sguardo la mano che indicava la piccola Rin svenuta. Ripresasi dallo shock iniziale corse verso la sorella.
 << Che le avete fatto? >> esordì Kagome duramente dopo alcuni minuti dopo la minuzzosa ispezione alla giovane che non dava segni di ripresa.
 Miroku iniziò a mostrare disagio abbassando lo sguardo inginocchiandosi umilmente davanti a lei; Kohaku gli sorrise imbarazzato e farfugliando gli spiegò semplicemente che non le avevano torto un solo capello gli avevano fatto annusare una soluzione soporifera e che non correva alcun pericolo. Kagome distolse momentaneamente l'attenzione dalla sorella rassicurata, ma aveva lo sguardo battagliero come non l' aveva visto mai  Sesshomaru.  " Quello sguardo era solo per me! " pensò stupito rendendosi conto per la prima volta di quanto era cresciuta. " Nemmeno il vestito di un monaco  sminuiva la sua squisita femminilità. "
 " Mi aveva fatto rapire! " pensò furiosa Kagome mentre si avvicinava al suo obbiettivo ovvero: Sesshomaru.
" Chi si credeva di essere quello stupido! Io non sono un oggetto! Non un trofeo da esibire! Che diavolo aveva in mente Sesshomaru? Voleva far scoppiare una guerra a causa mia? Voleva il sangue dei miei cari scorrere per mano di Naraku? Di sicuro non avrebbe digerito quest' offesa! Il mio tutore e  mio fratello in balia di quel uomo malvagio.  Perché non posso decidere io per la mia vita, il semplice fatto di essere una donna non vuol dire che sia una bambolina senza pensieri propri e cervello! " continuò a pensare. " Era vivo mi bastava sapere questo." 
Lo shock più violento della sua vita è stato quando aveva aperto gli occhi e  si era trovata ad immergersi negli ochhi dorati e caldi di lui. L'unico pensiero coerente in quel momento era stato: " Mi avevano detto che era morto in battaglia. "
 Aveva creduto di vedere un fantasma poi aveva avvertito il calore della sua mano ed aveva compreso che era vivo. Ora però voleva delle risposte perché non me le aveva fatto sapere di essere ancora in vita e si era ripresentato da lei dopo molti anni?
 << Sesshomaru rispondimi ti prego. Perché ora? Perchè siete ritornato? >> gli chiese infuriata guardandolo in quei occhi magnetici.
 << Considero ancora valido il nostro fidanzamento! >> rispose lui tranquillamente sostenendo lo sguardo di Kagome.
 Quell'affermazione fù veramente troppo per lei, Sesshomaru non poteva immagginare che  lei ne aveva fin sopra i capelli di demoni boriosi che non avevano la minima considerazione per lei e dei suoi pensieri.
 << E a me non lo chiedi cosa voglio io? >> sbottò urlando  <<  Le nostre famiglie lo hanno sciolto! Subito dopo che la zia è stata uccisa da vostro padre! >>  lo vide vacillare leggermente sotto il suo sguardo accusatore e sospettò che forse lui non  ne era al corrente, notò immediatamente che Sesshomaru riassumere quel atteggiamento distaccato e gelido che ben conosceva da quando era poco più che una bambina.
 << No ti sbagli! Mio padre non si è macchiato del sangue di Izayoi! Avevo date istruzioni ben precise ai miei uomini! >>  rispose distaccato.
 << Milady noi dovevamo comunicarle che Sesshomaru era in vita! Ma la vostra dama ci ha scacciato subito quando lo abbiamo menzionato! >> intervenne Kohaku. 
<< Ma poi lei ci ha richiamato mentre toglievamo il disturbo, ha voluto parlarci in privato in un luogo che era poco fuori dal villaggio! >> continuò Miroku descrivendogli il luongo. Kagome era  confusa più che mai. Però la curiosità di sentire il resto ebbe la meglio su di lei.
 << Poi? >>  gli chiese fingendo irritazione e impazienza mascherando la confusione 
<< Poi Milady, la vostra dama ci ha raggiunti dove ci aveva detto senza farsi notare e ha preteso una prova che il nostro signore fosse vivo! >>  continuò Miroku. " Tipico di Sango! " pensò Kagome segretamente divertita al pensiero, che la sua migliore amica aveva dato del filo da torcere a quel Miroku  ed immaginò quanto si sia divertita Sango a farlo, reprimendo una risata.
<< E quando si era accertata che dicevamo la verità, ci ha pregato di non rivelarvi nulla e che vi avrebbe mandato nel tempio, solo dopo che lei si sarebbe assicurata che voi non volevate il matrimonio e a patto che avremmo portato via vostra sorella dopo tale assicurazione! >> concluse Koahaku al posto di Miroku.
" Ora capivo tutto! Sango sapeva da un giorno che l uomo che amavo era vivo e non mi ha detto nulla. Mi aveva regalato la libertà di scegliere senza obblighi! " pensò  guardando Sesshomaru era diventato alto e aitante, percepiva la sua aura più forte di quella di un tempo;  in lui albergava lo spirito di un valoroso guerriero, ma doveva assolutamente sapere era diventata una prigioniera del demone  che aveva sempre amato? O Sesshomaru voleva semplicemente reclamarla per una vecchia promessa di matrimonio per salvare il suo onore di Inuyokai?

 
Kagome guardava quel ragazzo divenuto uomo.
 I capelli lunghi, che un tempo erano neri come la notte, ora erano d'argento, segno che adesso era  diventato un Inoyukai adulto. L'armatura grigia, copriva lo yukata bianco latte, decorato con lo stemma del suo clan, e la fitta foresta alle sue spalle, esaltava la sua figura imponente, a tratti intimidatoria.
Dei deboli gemiti, la riscossero dalla sua attenta ispezione. Guardò verso quel giovane demone lupo che ancora aveva in braccio la sua sorellina, le andò vicino, e quasi gliela strappò dalle mani, facendola appoggiare a terra, sostenendole la testa sulle sue gambe.
<< Rin, sono io. Apri gli occhi. >> le sussurrò dolce, notando lo sforzo che metteva per sollevvare le palpebre lentamente.
<< Sorella! >> rispose aprendo gli occhi del tutto. Si guardò intorno timorosa, e appena vide i tre Inoyukai sussulto.  << Chi sono? >>  chiese  nascondendo un lampo di paura abbassando le folte ciglia e che non era sfuggito a Kagome.
<< Siamo tra amici, o siamo ostaggi, nobile Sesshomaru? >>  chiese, vedendolo colpito dalle sue parole.
<< No, siete libere di andare se volete. Volevo solo rassicurarmi se era ciò che volevate, dolce Kagome. >>  rispose lui atono.
<< Lui... è quel Sesshomaru. Sorella? >>  esclamò, sorpresa Rin, sorridente, come se avesse avvertito che non erano in pericolo. Sgranò gli occhi mentre Kagome annuiva, balzo' in piedi, con uno scatto si avvicinò a lui, sorprendendola, lo studiò attentamente, girando intorno alla sua figura, si mosse velocemente colpendolo in volto.
<< Questo è per non essere arrivato prima! >>  disse sorridendo, guardandolo adorante, una fitta di gelosia  arrivò drasticamente al cuore di Kagome, notò che lui stava alzando una mano per schiaffeggiarla. Scattò verso di loro, ma gli sembrava di muoversi come al rallentatore, come se si trovasse in un sogno, prima che lui abbassasse del tutto il suo braccio destro per colpirla.
Chiuse gli occhi, gridando, li riaprì immediatamente vedendo la sua mano posata sopra la sua bruna testolina, accarezzandola come se fosse un cucciolo. Provò sollievo, nel guardare la scena, gli altri due Inoyukai stavano sghignazzando allegramente, li  guardò  rapidamente, fermandosi a pochi passi da Sesshomaru.
<< Hai ragione, piccola. >>  rispose lui, scuotendo la testa, sorridente.
<< E dimmi, per caso sai il motivo, per cui dovevo venire prima da voi? >> continuò lui, abbassandosi per mettersi al suo livello di altezza.
<< Oh! Si che lo so, se Kagome non accettava, questo matrimonio. Io ero stata scelta per prendere il suo posto. >>  rispose lei, innocentemente, guardandolo apertamente, senza mostrare paura.
<< Basta così Rin! >>  intervennie adirata, contro di loro, chi si credeva di essere lui per domandare, cose del genere a sua sorella.
<< Chi ti ha detto questo, Rin? >>  gli chiese avvicinandosi di più a loro, notò il lieve tremore della sorella.
<< Rispondimi Rin. >>  disse autoritaria, aggrottando la fronte, stentava a credere che qualcuno  avesse potuto  parlagliene.
<< Sorella. Vi ho sentito litigare, tu e Sinxay. >> rispose, abbassando lo sguardo addolorata.
" Ci aveva sentito discutere, come non ho fatto a rendermi conto che lei era lì? "  pensò  " Rin molto probabilmente  si era spaventata e io non ho fatto nulla per proteggerla? Ma come potevo farlo da sola?  Forse ora ho una speranza".
<< Ho capito. Basta così, nobile Sesshomaru. >>  disse  sospirando, non aveva la minima idea di quello che passava dalla sua testa, ma sapeva quello che voleva  lei un quel momento.
<< Sesshomaru se hai altre domande, ti suggerisco di farle alla diretta interessata. Cioè a me! >>  continuò, guadagnandosi uno  sguardo duro e impassibile come al solito, si chiese se riusciva a provare emozioni per qualcuno.
<< Tu. Non mi avresti mai risposto. >>  rispose, allontanandosi da lei e da Rin.
<< Kagome, vieni con me. Ho bisogno di parlarti, in privato. >>  gli disse, Sesshomaru in tono imperioso,  era talmente tentata di fare di testa sua, di non ascoltare la sua richiesta, che non fece in tempo ad opporsi alla sua presa, la stava trascinando per una mano lontano dagli altri.
Nel suo atteggiamento, lesse orgoglio, tenacia, ed era poco rassicurante; guardò nella direzione dov'erano Rin, Miroku e Kohaku, che annuivano divertiti.
Si ribellò, opponendosi  con tutta la forza che aveva, riuscendo a liberarsi, sicuramente era rimasto sorpreso, la guardava con quei occhi, che sembravano scrutarla all'interno.
<< Cosa credi di fare. Non ti permetto di trattarmi, in quel modo. >> scattò, risentita dal suo comportamento.
<< Tsk! >> sbuffò lui, incrociando le braccia al petto.
<< Posso fidarmi di loro. Lasciando Rin, nelle loro mani. >>  chiese, assumendo il suo stesso atteggiamento.
<< Si. Certo, sono demoni affidabili. Gli metterei la mia stessa vita, in mano loro.>> rispose lui, aggrottando la fronte.
<< Capisco. Sono demoni affidabili, ma con la propensione di rapire, ignare fanciulle! >> rispose di rimando, ridendo di cuore.
<< Già. A parte quella. >>  sospirò, unendosi alle sue risate, mentre camminavano tra i gli alberi, raggiunsero la fine della foresta, Kagome si accorse che eravanoarrivati in cima ad un promontorio, da cui aveva la veduta, del suo castello e una buona parte del villaggio, che lo circondava. Era rimasta in silenzio, lui era al suo fianco, all'improvviso la strinse a lui.
<< Siete diventata, una splendida dama Kagome. Del resto l'ho sempre saputo. >>  disse, accentuando la presa delle sue mani, sui suoi fianchi. Kagome a quella confessione aveva  il respiro mozzato, non sapeva cosa dire, non aveva mai provato un calore così intenso, nessuno l'aveva mai stretta in quel modo.
<< Ditemi. Volete davvero sposare, quel demonio? >>  esclamò, incredulo, al suo silenzio.
<< No. Ma non posso nemmeno restare, con voi. >>  rispose, sciogliendosi dall'abbraccio.
<< Perché? >> chiese, furente,  la fanciulla iniziava a capire di come si fossero sentiti i suoi nemici, a quello sguardo dorato furioso.
<< Lo sai, il perché. Sai che se rimanessi con te, scoppierebbe una guerra. >>  rispose, impaurita dalle spaventose immagini, che l' erano venute in mente, doveva essere forte per se stessa, per lui, per tutti quelli a cui teneva. La faceva stare male, il pensiero che si fosse sparso del sangue innocente, per colpa sua, per stare sempre con lui.
<< Si scatenerebbe, una guerra. E io non voglio che qualcuno muoia. >>  rispose, infine fronteggiandolo.
<< Per voi, affronterei il mondo intero! >>  esclamò Sesshomaru, prendendola per le spalle, scuotendola delicatamente.
<< Ucciderei, chiunque si mette in mezzo, tra di noi! >> continuò glaciale.
<< No. Non farlo, non uccidere i miei cari. >>  rispose, prendendo coraggio, mentre quelle immagini sanguinose, non accennavano minimamente di andarsene dalla sua testa.
 << Li affronterò da sola, mi rifiuterò di sposarmi. Ti prego Sesshomaru, nascondi mia sorella Rin, senza di lei non possono obbligarmi. >>  continuò, guardandolo implorante, vedeva i suoi occhi addolcirsi per un breve istante, per poi farsi duri nuovamente.
<< Non se ne parla nemmeno! >>  rispose risolutivo,  << Ti porto, nel mio palazzo. >>  fini lui. Kagome era visibilmente sconvolta, non poteva credere che sarebbe arrivato a tanto.
<< Abbi fiducia in me, Sesshomaru. Non puoi portarmi al tuo castello, cosa farebbe vostro padre? >>  risposi, prendendo le sue mani tra le mie. << Saresti ripudiato, e odiato da lui, e per quanto riguarda a me, che trattamento mi riserverebbe. Mi sbatterebbe in una cella, per tenermi lontana da te! >>  continuò, cercando di farlo ragionare, ma stava ottenendo l'effetto opposto.
<< Allora, fuggiremo via. Lontano da tutti. >>  rispose testardo, con uno strano luccichio negli occhi.
<< No! >>  gridò, allontanandosi da lui, doveva resistere non doveva cedere, alla tentazione di compiere un azione così folle, sospirò tristemente e prego i Kami di aiutarla.
Si avvicinò a un masso che sporgeva nel baratro, sotto di loro. " Maledetto destino," pensò,  " oggi doveva essere il nostro matrimonio, chissà se avranno scoperto la nostra scomparsa. Oddio mi sono dimenticata di loro, Inuyasha sarà preoccupatissimo, Sinxay sarà su tutte le furie, devo tornare a casa, il mio posto è lì per il momento."
<< Te lo ripeto Sesshomaru. Nascondi Rin e nessuno potrà obbligarmi, a sposare Naraku. >> disse, in tono imperioso alzandosi.
<< Nessuno ti può obbligare. Nemmeno Inuyasha? >> esclamò, beffardamente, dandogli le spalle.
<< Sesshomaru. È mio fratello, e mi vuole bene, desidera solo che io sia felice. Come puoi insinuare, una cosa simile. >>  lo rimproverò, risentita dal fatto che aveva pensato a una simile sciocchezza.
<< Va bene, nasconderò Rin. Dammi la tua parola che non ti faranno nulla, se ti trovassi in pericolo, io ti porterò via che tu voglia, o no! >>  rispose lui, sparendo nella fitta foresta,  esitante Kagome lo seguì, si sentiva stremata psicologicamente, era come se avesse vinto una estenuante battaglia. 
<< Trovatele, non possono essere svanite nel nulla. >>  gridò, Inuyasha disperatamente, cercando le sue sorelle, di stanza in stanza, da un corridoio all'altro, da quando aveva scoperto la scomparsa delle due ragazze.
 Aveva interrogato Sango, la dama di compagnia di Kagome, lei gli aveva detto che loro erano andate al tempio di famiglia a pregare, era corso a controllare nella speranza di ritrovarle, ma lo aveva trovato vuoto. L'ansia trattenuta fino a quell'istante, scoppiò nel cuore del ragazzo trasformandosi in puro terrore, disperazione e senso di colpa si insinuarono nel profondo. Si precipitò nel ampio cortile, iniziando a radunare le guardie ordinandogli di setacciare l'intero regno, e di ritornare solo quando le avessero trovate.
Nel salone principale, allestito con fiori, addobbi e i stendardi delle loro casate. Stava infuriando una violenta lite tra Sinxay e Naraku .
<< Mi avevate promesso, Kagome in moglie. >>  stava gridando Naraku, le guardie poste alla porta, sussultarono impaurite al tono velenoso del futuro marito, della loro giovane signora.
<< Non sono mai stato umiliato, così da qualcuno. Quando la ritroverete, mi auguro per il vostro bene, di risolvere la faccenda. Altrimenti avrete un nuovo nemico, da affrontare. Sono stato chiaro, viscido serpente! >> continuando a gridare, mentre lo afferrava per il collo sollevandolo da terra, per poi scaraventarlo contro l'altare distruggendolo.
<< Signore, abbiamo trovato Lady Kagome. Ma non c'è traccia di Lady Rin. >>  annunciò, la sentinella entrando in compagnia della ragazza vestita da monaco, Sinxay si alzò da terra lentamente, pulendo con una mano il sangue che colava dalla bocca, lanciò uno sguardo verso Naraku, il quale sembrava essere padrone di se stesso.
<< Kagome dov'è Rin? >>  chiese Sinxay, scuotendo la ragazza guardando i suoi occhi pieni di odio.
<< L'ho nascosta. Dove ne tu e ne lui, potete trovarla. Sembra che per oggi non sarò vostra moglie, nobile Naraku. >>  rispose lei, alzando il viso in segno di sfida, ma in realtà aveva molta paura di quei due uomini, non si sentiva a suo agio voleva solo tornare nelle sue stanze e stare sola. I due si scambiavano rapide occhiate, Sinxay era palesemente furibondo, in uno scatto improvviso mollo un sonoro ceffone alla ragazza, facendola barcollare all'indietro.
<< Te lo ripeto, di nuovo Kagome e tu questa volta risponderai rispettosamente. >>  le disse il tutore, avanzando minacciosamente verso di lei afferrandogli i lunghi capelli neri,  strattonandola fino ai piedi di Naraku.
<< Dov'è vostra sorella? >> chiese ancora, facendogli alzare il viso, tirandogli di nuovo i capelli violentemente; lei emise un gemito di dolore soffocato, raccolse dentro di se tutto il suo coraggio, pregando i Kami di aiutarla per la seconda volta.
<< Non ve lo dirò mai. E non mi obbligherete a sposarlo. E voi nobile Naraku, vi siete goduto la cerimonia senza di me? >>  disse, ridendo sonoramente, ricevendo un altro schiaffo da Sinxay.
<< Non sarò mai vostra moglie. Non sarò mai la moglie di questo demonio, mi uccido piuttosto. È ora lasciatemi andare. >> dichiarò, guardando in faccia Naraku, odiandolo con tutto il suo cuore, mentre lui si abbassava su di lei, con un atteggiamento da predatore che ha scelto la preda.
<< Sarete mia Kagome, e di nessun altro. E quando sarete mia moglie, vi insegnerò l'obbedienza come si fa con i cavalli selvaggi. >>  gli sussurrò lui, vicino all'orecchio in modo che solo lei potesse sentirlo, mentre lei sgranava gli occhi per il terrore, lui le mise due dita sotto il mento, per tenerla ferma e si impossessò delle sue labbra con ferocia.



Note autrice:
Eccomi qua ce l'ho fatta ad aggiornare. Che ne pensate di questo subdolo Tutore e di Naraku? E Sesshomaru come vi sembra?

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Capitolo 3
*** Lord Naraku e Lady Kagome ***


  Non può essere vero! Naraku si sta impossessando della mia bocca, e non riesco a reagire, lui mi sta facendo provare una sensazione di puro piacere, sono inesperta eppure istintivamente so che quel calore che si sta espandendo nel basso ventre per poi liquefarsi sull'intimo che indosso, sento i capezzoli inturgidirsi contro la stoffa, spasimando il suo tocco per essere placati, un gemito sale involontario sulle mie labbra e lui ne approfitta per insinuarsi con la lingua, sentirla intrecciarsi alla mia, mi da la sensazione di ribrezzo la sua saliva mescolarsi con la mia, è disgustosa eppure travolgente mi confonde.  Tento di ritirarmi, ma lui mi tiene ferma saldamente sollevandomi da terra e mi stringe ancora di più a lui, sento il suo desiderio attraverso le vesti cerco ancora di liberarmi, mi dibatto prendendo a pugni il suo ampio petto, lui sembra che ne trae piacere più mi ribello e più il suo desiderio aumenta.
<< Nooooo! Basta la smetta nobile Naraku. >>  urlo staccandomi dopo svariati minuti, ho la netta sensazione invece che sono passate delle ore, sento la rabbia montare dentro di me  e...in pieno volto gli mollo un sonoro ceffone.
<< Si, sono d'accordo basta così, Kagome.  Ma non sentirti troppo al sicuro, come già ti ho detto tu sarai mia in un modo o nell'altro. Credi che io non sappia che è tornato Sesshomaru, e sono sicuro che la tua bocca tentatrice ha mentito, è stato lui a nascondere Lady Rin non tu. >>  afferma con un ghigno , sciogliendo l'abbraccio e toccandosi la guancia arrossata, mi rivolge uno sguardo di fuoco, ira e passione di pari forza alla mia, si profonde in un inchino elegante e con passo sicuro supera le guardie  che si affrettano ad aprire le porte, sparendo dalla mia vista. 
Inizio a correre attraversando il grande salone, spalanco le porte percorro le scale che portano al piano superiore, non vedo l'ora di rinchiudermi nella mia stanza per poter dimenticare le emozioni provate... Naraku ha rubato il mio primo bacio, quello che ho sempre sognato di darlo a Sesshomaru. Sono  arrivata davanti alla mia stanza, apro la porta e dentro c'è Sango e mio fratello Inuyasha seduti sul letto rivolgendomi uno sguardo pieno di sollievo misto a felicità nel rivedermi.
<< Sorella siete sana e salva, Sango mi ha raccontato la verità, perché non siete venuta da me a parlandomi dei tuoi dubbi su questo matrimonio. >>  esordisce Inuyasha con un tono un pò burbero e dolce assieme, alzandosi, mi prende una mano e mi porta vicino al mobile specchio come se fossi una bambola da tenere in perfetto stato e non come un essere vivente in grado di respirare e vivere, i suoi modi mi fanno arrabbiare più di quanto non l'abbia già fatto Naraku e Sesshomaru messi insieme.
<< Tu non mi avresti mai dato ascolto, e poi quello là ha ... >> sussurro prima di scoppiare in lacrime liberatorie.

" La notte mi copre dai sguardi indiscreti, le tenebre mi avvolgono, mentre galoppo verso il castello della piccola signora di Sesshomaru, sono felice che abbia mandato me e non Kohaku , è un occasione per rivedere la dama di compagnia, da quando ha aperto quella porta, e ci ha trattati alla stregua della peggior specie di intrusi, l'ardore che ha per proteggere quella fanciulla mi ha stregato, ho conosciuto molte donne bellissime, ma nessuna è come lei, i suoi capelli neri acconciati in modo severo mi chiedo come sarebbe stato scioglierli e sentirli  scorrere tra le dita e  il suo corpo è una tentazione vivente e io non ho mai resisto a lungo, e la bocca è sembra essere creata apposta per dare piacere a un uomo come me, neanche il suo vestito austero e privo di vitalità ha smorzato queste sensazioni in me.
Sono quasi arrivato, Sesshomaru mi ha indicato un passaggio segreto nascosto in una grotta nelle vicinanze, per entrare nel castello senza essere visto, desidera avere notizie sulla piccola signora, gli preme assicurarsi che stia bene. La grotta era ricoperta da un edera che la copre  come una tenda, scendo da cavallo e scosto  i rami della pianta entrando a tastoni. Accidenti! E' buio pesto, non si vede nulla, se non ricordo male Sesshomaru mi ha accennato di una torcia sulla parete, la cerco spostando le mie mani lundo di essa è fredda e ruvida, scorro fino a sentire sotto il mio palmo  qualcosa di duro e acuminato, l'ho trovata,  la rimuovo dall'alloggiamento, ora non mi rimane che accenderla . "
 
<< Kagome, su parla cosa ti ha fatto Naraku e Sinxay? E non mentire hai ancora la faccia e le labbra rosse e gonfie! >>  chiese dolcemente Sango, abbracciandomi mentre appoggio la testa sul suo petto, lascio libere le ultime lacrime amare.
<< Sinxay... quel lurido verme mi ha picchiata >> le parole uscirono dalla mia bocca intrise di astio e un altro sentimento che non riesco a decifrare. <<  Naraku.....Naraku.... Lui.... Lui mi ha baciata.  >> confesso infine stringendomi a lei, in cerca di conforto, gli occhi di Sango mi scrutano compassionevoli, le sue labbra si muovono senza emettere alcun suono.
<< Io lo uccido. Come ha osato, lurido bastardo!  >>  sbraita  furioso  Inuyasha, i suoi occhi diventano rossi come il sangue mentre si  precipita alla porta.
<< È inutile che tu lo insegua, ha lasciato il castello una ventina di minuti fa. E poi mio caro fratellino è inutile che ti inalberi tanto, se sei così contrario a questa unione perché non sei intervenuto prima? >>  inveisco contro di lui. si ferma sussultando leggermente, vedo la sua testa abbassarsi mortificata e la sua ira placarsi un poco segno che sono riuscita a ferirlo, ma non mi importa lui non si è mai opposto e mi ha lasciato da sola a lottare contro Sinxay.  << Inuyasha mi chiedo se l'esserti fidanzato con Lady Kikyo, ti abbia fatto dimenticare delle tue sorelle. Sei stato il primo a non intervenire. Sei a conoscenza del fatto che sono stata promessa al tuo migliore amico da quando avevo otto anni, e non hai fatto nulla per contrastarli.  Anzi ti sei comportato come se né il mio fidanzato ed noi esistessimo. E ora mi fai la parte del fratello devoto, ti prego risparmiami il tuo finto ego ferito, è anche colpa tua per questa situazione.  Esci dalla mia stanza." - sbraito inferocita, aprendo la porta indicandogli di uscire.
<< Kagome io... >> tenta di replicare, ma io non ho nè la forza e soprattutto la voglia di stare ad ascoltare le sue ridicole  giustificazioni.
<< Vai via Inuyasha, non voglio più starti a sentire, io ti odio. >> lo interrompo decisa, lui mi passa accanto e mi guarda supplichevole, io distolgo lo sguardo girando il viso verso la finestra, mentre lui esce richiudo la porta,  Sango che mi guarda allibita con un vago sorrisetto all'angolo della bocca.
<< Kagome, non credi che sei stata un po' troppo dura con tuo fratello. >> esordisce appena richiudo la porta.
<< E tu Sango? Perché non mi hai detto che Sesshomaru è vivo, perché me lo hai tenuto nascosto, sai bene quanto sono stata male. Quando Sinxay mi ha riferito che è caduto in battaglia morendo sono morta anch'io dal dolore. E ieri... scopri  che è vivo e me lo tieni nascosto?  Non so sinceramente se potrò più fidarmi di te, hai idea di quello che ho provato? Quando me lo sono trovato davanti vivo e vegeto? E quando ho scoperto che tu eri complice nel rapimento? Hai idea di come ci si sente? >>  gli urlo mentre sento il mio sangue ribollire dalla rabbia e ad ogni singola parola alzo il tono della voce cercando di trasmettere quanto mi sono sentita ferita dal suo comportamento.
<< Hai ragione, Kagome sono stata imperdonabile. Non so come ti sei sentita è vero non ci ho mai riflettuto un momento, ma a mia discolpa posso dire che ho agito per il tuo bene, ho creduto che non ti avrei più rivista, ho sperato di farti felice cara. Anch' io sono rimasta scioccata quando si sono presentati quei due giovani proclamando quasi a gran voce che Lord Sesshomaru è vivo e che ha fatto ritorno solo per adempiere alla sua promessa di maritarsi con te. >> rispose avvicinandosi a me.
<< Si lo so che non gli hai reso una giornata facile. >>  rivelo accennando un sorriso mentre cerco di nascondere l'improvvisa delusione alle sue ultime parole.
<< Non trovi che quello con il codino, sia molto affascinante. >>  mi domanda arrossendo, non l'avevo mai vista così impacciata per un Inuyokai.
<< Parli di Miroku vero, ti piace lui Sango. >> la prendo in giro bonariamente, vedendo che arrossisce ancora di più annuendo. <<  Chissà forse tu piaci a lui, quando mi ha raccontato di come li hai trattati, aveva uno sguardo. >> continuo mentre lei arrossiva ancora, era meglio che la smettevo o me ne sarei pentita.
<< Non credo, però ora smettila di parlarmi di lui, altrimenti mi scoppia il cuore. >>  mi disse, trascinandomi verso il letto ridendo.
Naraku passeggiava nervosamente avanti e indietro nel grande salone, rischiarato solo da pochi candelabri neri, la luce tenue delle candele quasi finite si riflettono sul pavimento di marmo nero strigliato qua e là con motivi astratti bianchi e marroncini, i muri grigiastri non catturano la luce debole in modo da espanderla nella grande stanza rendendola ancora più tetra quasi funerea, il lungo tavolo dei banchetti con gli avanzi del cibo sparsi su di esso e la tovaglia macchiata da vino e grasso comunica la poca esperienza se non dire il menefreghismo dei servi di lui nel gestire il castello, le fitte ragnatele sui angoli del soffitto e tra le armi esposte.
Naraku si avvicinò al tavolo e con un gesto secco e irritato, buttò a terra cibo, bevande e vettovaglie, battendo i pugni sul legno d'ebano.
<< Kagura! Kanna! >> urla richiamando le sue due sottoposte, che appaiono immediatamente inginocchiandosi davanti al loro signore, Kagura è un' avvenente ragazza mora con gli occhi scuri come la notte,vestita con un kimono nero decorato con fiori bianchi, Kanna è una fanciulla più sobria e delicata, i suoi capelli bianchi e gli occhi marroni senza vita, avvolta da un kimono di seta bianco a fiori neri  .
<< Ho una missione per voi due sfaticate, andate alla ricerca del mercenario Bankotsu e dei suoi uomini e convocatelo a palazzo. Riferite solamente che ho un importante affare da proporgli. >>  disse congedando le due ragazze, che si alzarono e ubbidirono. << Presto molto presto, Kagome sarai qui alla mia mercé, e nessuno ti troverà. >>  sussurra afferrando una coppa di vino portandola alla bocca sorridendo malignamente.
 
Accidenti, ancora non riesco ad uscire fuori da questo passaggio intricato da vicoli e vicoletti ciechi, non poteva farmi una mappa Sesshomaru? Così non perdevo così tanto tempo, vedo una luce...forse è l'uscita sento anche delle voci, mi avvicino di più a quel vociare femminile, oddio sono arrivato nella camera della piccola signora anche se non vedo nulla sento benissimo i loro discorsi.
<< Kagome, come farai ora ad opporti al nobile Naraku? Ho sentito dire che è un demone molto astuto e vanta un intelletto fuori dal comune, si dice anche che ha una vasta conoscenza dell'arte militare. >> sussurra una voce cristallina, ma preoccupata immagino già l'espressione corrucciata di quella deliziosa dama, ma ora non mi devo distrarre ho un compito ben definito, tendo l'orecchio appiattendomi contro il muro freddo, sono molto interessato durante la guerra le informazioni erano di vitale importanza e ho la netta sensazione che devo rimanere ad origliare ancora un pò.
<< Non so come fare, il nobile Naraku da quello che si dice sul suo conto è molto potente e magnanimo, ma... >>  la voce della piccola signora è triste, provo tenerezza ascoltando la sua evidente interruzione, quella giovane Inuyokai è bellissima oltre che intelligente e testarda, ricordo che Sesshomaru ci parlava spesso di lei e della sua forza d'animo, ora che l'ho vista e conosciuta, mi rendo conto che lui non esagerava affatto sarà una moglie perfetta per molti.
<< Ma tu credi che sia malvagio. >> continuò l'altra, mi sento un verme ad origliare i loro discorsi privati, ed è meglio che mi allontani.
Riprendo il percorso intricato, cercando di arrivare presso lo studio del tutore anche se Sesshomaru non me l'ha ordinato, questa faccenda mi puzza di intrigo e tradimento, ricordo ancora che la piccola signora ha detto che il nobile Ino no Taisho ha ucciso sua zia Izayoi, mentre suo marito ha apertamente dichiarato di essere stato derubato e umiliato dal tradimento carnale di quest'ultima per poi sparire nel nulla. C'è qualcosa che non mi convince affatto è solo una strana sensazione che ho, ma qualcuno si è dato tanto da fare per mettere le due famiglie contro. Questo mistero mi affascina e non vedo l'ora di scoprire perché il colpevole, ha architettato tutto ciò, chi ci guadagnerebbe da una faida? Forse il tutore, ora ha potere e denaro che una volta apparteneva a Izayoi e di diritto appartiene a Kagome, molto probabilmente la vuole sposata a tutti i costi con Naraku, lui è potente costituisce una forte alleanza in modo da conquistare i territori del nobile Ino no Taisho, e con Kagome fuori dalla dimora natale e allontanata da Sesshomaru. Forse  ha escogitato tutto questo per far scoppiare una guerra a cui noi non saremmo mai in grado di vincerla. Però una cosa non mi torna e il nobile Inuyasha in tutto questo che ruolo svolge? Il demone responsabile di questo complotto avrà in mente un piano per non farlo interferire . Sento altre voci ma questa volta sono maschili, accelero il passo per ascoltare meglio.


A settimane di distanze delle mancate nozze, Naraku non è  ancora riuscito a  sbollire del tutto la rabbia mista alla cocente umiliazione subita.
Anche in quel momento, mentre misura a grandi passi l'atrio del suo castello, continua a meditare sulla sua sconfitta, abbozza piani di vendetta su Kagome quando la ragazza sarebbe rimasta  alla sua mercè. 

" Ho buttato via anni interi per mettere zizzania tra i due clan. E tutto per nulla? " Si chiede ancora furioso.
Vuole Kagome, e vuole ardentemente un alleanza contro Sesshomaru, da sempre nemico del suo clan. Insieme, Sinxay e Naraku avrebbero potuto circondare le terre dei No Taisho, respingere gli eventuali soccorsi inviati dai loro alleati e dopo un periodo di assedio più o meno lungo,per poi impossessarsi finalmente delle ricche terre dell'ovest.

Ma sopratutto, desidera la ragazza. Per prima cosa è una vera bellezza, e poi l'indifferenza che ha sempre mostrato nei suoi confronti l'ha  resa ancora più desiderabile ai suoi occhi. Poi ha assaggiato le sue labbra e nemmeno le sue concubine sono in grado oramai di estinguere il fuoco che lei gli ha acceso dentro.
Ci avrebbe pensato lui a domarla. Le avrebbe fatto assaggiare la frusta, fiaccandola come si fiaccava una puledra selvaggia. Si, le avrebbe fatto pagare a caro prezzo il suo affronto, il suo rifiuto.

Inoltre desidera un erede, ma nessuna delle sue precedenti mogli è mai riuscita a darglielo. Nemmeno a quello gli erano servite! Una è morta di parto, mentre dava alla luce un esserino deforme morto anch'esso subito dopo; l'altra lui stesso l'ha condannata a morte  per alto tradimento; quell'intrigante spregevole molti anni prima ha organizzato un colpo di stato, che l'avrebbe spodestato ed esiliato dopodiché lei avrebbe regnato assieme al suo amante.
Gli sono serviti degli anni per trovare una donna adatta a prendere il posto della sua seconda moglie. E finalmente, ha trovato ciò che ha estenuamente cercato in una demonessa  in Lady Kagome.
E' giunto il momento, si disse  Naraku tra sè,  di forzare la mano di Inuyasha.
Quello stupido arrogante non si è mai opposto con tutte le sue forze alla sua unione con la ragazza, ma se ne è sbarazzato inviandogli la più spudorata delle sue spie, Lady Kikyo. Lei ha svolto il suo lavoro più che egregiamente, seducendo il giovane a tal punto che non vedeva altri che lei.

<< Bankotsu! >>  tuona ad un tratto. <<  Vieni qui! >>
Due uomini entrarono nella stanza. Indirizzando al primo solo un rapido cenno di saluto, Naraku si rivolge direttamente a Bankotsu , un mercenario abile e silenzioso, che lo ha servito lealmente e senza alcun scrupolo.
<< Raduna i tuoi uomini. Indossa gli abiti degli abitanti delle terre dell'ovest; e sferra un attacco nelle belle terre dell'est. Brucia le loro case, uccidi uomini e bambini. Fa in modo che sembri che l'ordine sia partito da Sesshomaru. >> 
<< Ho capito. >> risponde Bankotsu , mentre nel suo sguardo passa una luce malvagia. << E come ci regoliamo con le donne? E con il bottino? >>  chiede schioccando la lingua.
<< Come prestabilito da sempre.  >>  dandogli tacito assenso agli stupri e alle razzie.  << Poi sparite in fretta non voglio che qualcuno vi riconosca. Ricordatevi di celare i vostri volti. >>

Negli occhi di Bankotsu  balena un lampo soddisfatto. Considera, al pari di molti demoni guerrieri, lo stupro e le razzie un vantaggio indispensabile della guerra.
L'altro demone, che ha assistito alla conversazione ed è rimasto in silenzio, fa un passo in avanti. 
<< Sesshomaru è mio. Nessuno se lo dimentichi. >> esordisce  con voce gracchiante. Sul volto i suoi occhi hanno una luce folle ed ha un orrenda cicatrice che parte dal sotto mento che sparisce sul torace coperto dalle vesti pregiate.
<< Si! >>  conferma Naraku. <<  Lui è tutto tuo. Te l'ho promesso. >> risponde, mentre gli sorride sarcastico.
<< Ammazzerò chiunque si metta in mezzo.  >> annuisce alle parole di Naraku, mentre la folle luce abbandona i suoi occhi lasciando posto ad uno sguardo duro come la pietra che squadrano il giovane Lord.
<< Inviate anche delle spie a setacciare la regione. Devono assolutamente scoprire il nascondiglio segreto di Lady Rin. >>  continua Naraku, ignorando le parole del demone, congedandoli con un gesto della mano.

Bankotsu riunisce in men che si dica i suoi uomini: Suikotsu abile nelle strategie militari, Jankotsu crudele e senza cuore sbaraglia il nemico colpendolo velocemente con la sua lama, Renkotsu esperto ingegnere militare nella creazione di esplosivi, Mukotsu sadico ed esperto avvelenatore, Ginkotsu esperto di artiglieria e katane, Kyokotsu mercenario amante del denaro e delle donne, ed molti altri mercenari.
<< Attaccheremo qualche minuto prima dell'alba! Niente prigionieri, niente testimoni. Voglio un lavoro pulito. Il Compenso immagino che lo sappiate. >>  ordina sorridendo crudelmente, osservando i suoi sottoposti che già si  pregustano il massacro e ciò che ne sarebbe seguito.

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Capitolo 4
*** Infamia ***


Il tenue rosa tingeva ormai il cielo blu notte, la luna e lo splendore delle stelle cedevano il posto al loro fratello sole.
Un grido di battaglia squarciò quell’attimo incantato. Fuoco, zoccoli di cavalleria infuriavano in un piccolo villaggio ai confini della terra del nord.
****
Kagome stava sognando. Era circondata da un coro di voci maschili. Gli uomini stavano urlando, o almeno così le sembrava. Poi alle voci si unì il clangore metallico delle spade e delle armature. A ridestarla completamente dal suo sonno fu l'eco pesante degli stivali dei soldati che sbattevano sui pavimenti di pietra del maniero. Balzò di scatto giù dal letto, facendo scivolare a terra le candide lenzuola cucite da Sango e corse ad affacciarsi alla finestra.
Il cortile straripava di gente del suo clan. Persino da dove si trovava, a parecchi metri d’altezza dal suolo, riusciva a distinguere perfettamente il tono urgente e rabbioso delle loro voci. Fu assalita da un orribile presentimento. Continuando a guardare, vide Inuyasha, armato di tutto punto, montare a cavallo e lanciarsi al galoppo fuori dal castello, seguito da una trentina d’uomini.
“ Kami del ciel “ pensò “ La guerra è iniziata . “
A voce alta pregò : << Vi supplico, miei Dei, fate che non siano stati i No Taisho a cominciare. >>
Attraversò di corsa la stanza, prendendo immediatamente a tempestare di pugni la pesante porta di quercia. Continuò fino a farsi dolere le mani, ma nessuno rispose ai suoi richiami. Con un grido di frustrazione, tornò ad affacciarsi alla finestra, perlustrando la folla con lo sguardo alla ricerca di suo cugino Shippo; che agiva in veste di luogotenente di suo fratello Inuyasha, portava sempre con sé un mazzo di chiavi in grado di aprire tutte le porte del maniero.
Ricominciò a battere i pugni sull’uscio. Finalmente sentì girare la chiave nella toppa. Senza respiro per il sollievo, indietreggiò per permettere al suo liberatore di aprire la porta. Scioccata, si trovò di fronte il suo tutore Sinxay. << I No Taisho hanno attaccato uno dei villaggi, al confine con le loro terre! >> le annunciò tetramente << Quattro dei nostri soldati sono morti e altri dodici sono rimasti feriti. E pochi sopravvissuti. >>
<< Siete sicuro che siano stati i No Taisho? >> gli chiese lei. Ma si pentì immediatamente della domanda non appena vide il volto del suo tutore storcersi per la rabbia.
<< Si! La nostra gente ne è sicura. >> Le grandi mani di Sinxay erano scosse da un tremito violento, come se l’uomo stesse cercando di trattenersi dal colpire qualcosa. << Gli aggressori indossavano i plaid dei No Taisho. Una donna, inoltre , ha sentito uno di loro chiamare uno dei compagni di Sesshomaru mentre la stavano violentando. E pensare che ho cresciuto quel demonio come un figlio! E che vostro padre era arrivato addirittura al punto di… >> S'interruppe bruscamente, le mascelle rigidamente contratte. << Avresti dovuto sposare Naraku >> continuò. << Tutto questo non sarebbe accaduto se ci fossimo alleati con lui. I No Taisho non avrebbero mai osato attaccarci. >>
“ Non ci credo! “, avrebbe voluto gridare lei, ma sapeva già che il suo sarebbe stato fiato sprecato. Il suo tutore ormai era convinto che i colpevoli di quell’eccidio fossero gli uomini di Sesshomaru, e niente, fuorché delle solide prove, avrebbero potuto fargli cambiare idea. Ma non se la sentiva di condannarlo, non del tutto, almeno, visto che anche lei continuava a essere assillata dai dubbi. Non poteva, non “ voleva “ credere che il suo Sesshomaru si fosse macchiato di un crimine così orribile. Ma Inu? Di lui non era altrettanto sicura.
<< C’è bisogno di te. >> la informò rigidamente Sinxay.
Lei annuì. << Mi fermerò alle cucine strada facendo, a prendere le erbe che servono. I bambini… >>
<< Uno è ferito, gli altri dispersi. Il figlio di Myoga la pulce è stato ferito dallo zoccolo del cavallo. È vivo per miracolo. Spero che non perda l'uso delle gambe. >>
Kagome stentava a dominare la rabbia. Piccolo Myoga aveva solo sette anni. Portava lo stesso nome del padre, che da ragazzo , dopo aver vinto tutte le gare di velocità a cui aveva partecipato era stato soprannominato “ Myoga la Saetta “. In seguito era divenuto Il Messaggero del clan. Il fatto che il figlio sembrasse aver ereditato la sua stessa agilità, aveva portato naturalmente i demoni Dayokai a credere che avrebbe preso il posto del padre.
<< Milord. >> chiamò Kagome, Sinxay si arrestò in cima alle scale, ma non si voltò. << E Myoga? Lui sta bene? >> chiese la ragazza.
<< Manca anche lui all’appello. >> la informò voltandosi indietro a guardarla da sopra la spalla con occhi accusatori. Poi si girò di nuovo e se ne andò.
****
Ma che diavolo era successo? C’era qualcosa di strano, di molto strano. Era tutto diverso dall’ultima volta che Miroku era stato lì. Niente sorrisi, niente risate, niente saluti allegri da parte degli ubriachi, ma solo parole d’odio e di vendetta. Sul maniero gravava un’atmosfera tetra, pesante, che conosceva fin troppo bene.
Fece arrestare il cavallo davanti alle scuderie e smontò a terra. Si aspettava di essere riconosciuto. Anche se quel giorno indossava il plaid del suo clan, completamente diverso da quello dei No Taisho, sapeva che in genere bastavano le sue notevoli fattezze a renderlo indimenticabile. Comunque si sentiva tranquillo. Nessuno avrebbe potuto collegarlo alla scomparsa della sorella minore della signora del castello, e soprattutto nessuno si era accorto che si era infiltrato, il mese precedente.
Dato che i mozzi di stalla erano già tutti impegnati, decise di occuparsi personalmente del suo cavallo. Dopo avergli dato una bella strigliata, gli passò una generosa razione d’avena, rimanendo lì ad ascoltare i discorsi della gente che chiacchierava attorno a lui. Quando se ne andò, la sua stima nei confronti della ragazza di Sesshomaru era cresciuta. Imprigionata da quasi un mese in camera sua; irremovibile nel suo rifiuto di sposare Naraku, risoluta a non rivelare il nascondiglio della sorella. E adesso liberata esclusivamente per potersi prendere cura della sua gente, stava facendo un ottimo lavoro. Era una demonessa speciale.
Ma quelle non erano le uniche informazioni che Miroku era riuscito a raggranellare. Aveva sentito dire dell’altro, delle cose che gli avevano fatto ribollire il sangue nelle vene dalla rabbia. Che i No Taisho avevano razziato il bestiame di quella gente, bruciato le loro capanne, stuprato le loro donne, uccidendo e ferendo innocenti, compreso un bambino chiamato Piccolo Myoga. Che i cavalieri Dayokai si stavano preparando a dare la caccia “ a quella feccia immonda e vigliacca “.
Andò in cerca di Sango, sperando che almeno lei non si fosse lasciata contagiare dall’odio e dal rancore che si respiravano nelle scuderie e sui bastioni del castello. Muovendosi cautamente, fermò un ragazzino che stava portando dentro dell’acqua e gli chiese notizie della donna.
<< È con i feriti, assieme a Milady. >> rispose il ragazzo.
<< Potresti dirle che c’è qualcuno che desidera vederla? >> chiese Miroku cercando di darsi un contegno non degno di lui.
<< E chi sarebbe? >> rispose il ragazzo guardandolo rispettosamente.
<< Un ammiratore! >> gli spiegò Miroku .
Il ragazzo sbuffò << Allora potete anche andarvene subito! Sango non ha davvero tempo da perdere coi cascamorti. >>
<< Probabilmente hai ragione. Comunque le porterai lo stesso il messaggio? >> chiese ancora Miroku sentendo crescere in lui una sorta di speranza << Si, ma temo che ci metterà un po’ ad arrivare. Sapete, è molto occupata. Quei maledetti No Taisho… >>
<< Ho notato che state svelando i cavalli. >> osservò il guerriero con tono grave.
<< Si Lord Inuyasha se n’è andato ore fa, e gli altri si stanno prendendo a seguirlo. >> affermò il ragazzo pensoso prima di sparire all’interno della struttura.
Miroku dovette attendere per un’ora prima che Sango si decidesse a farsi vedere. Finalmente, la donna si affacciò sulla porta. Rimase lì ferma con le mani posate sui fianchi, a perlustrare il cortile con lo sguardo. Non appena lo ebbe individuato, corse da lui. Con un movimento elaborato del braccio, Miroku si tolse galantemente il berretto. Ufficialmente era dai Dayokai per avere notizie di Kagome, ma in realtà era solo una scusa.
Ma né lo sguardo di lei, né le parole che gli rivolse furono di benvenuto.
<< Andate via! >> gli disse malamente << Non farete che causare altri guai, restando. >>
<< Ho sentito dire che i No Taisho hanno bruciato uno dei vostri villaggi. Non è vero! >> esordì lui.
<< Però gli aggressori indossavano i loro plaid. >> insistette caparbiamente lei << E qualcuno li ha sentiti pronunciare il nome del vostro capo. >>
<< Sesshomaru non c’entra, ve lo giuro. Sta facendo il possibile per cercare di calmare suo padre, di riportarlo alla ragione. E vi assicuro che non è un compito facile, visto che l’attuale padrone non fa che calunniarlo. >> spiegò Miroku con enfasi.
Sango lo studiò per qualche istante con aria sospettosa. Alla fine, ammise quasi a malincuore: << Quel che dite è abbastanza vero. Il vecchio Sinxay non fa altro che ripetere a tutti che Inu No Taisho è un’assassino . >>
<< Sesshomaru mi ha mandato a chiedere come sta la sua Signora… >>
<< Bah… Non mangia a sufficienza, e poi si preoccupa troppo. Ha già subito molte pressioni, e immagino che adesso il suo tutore insisterà ancora di più affinché sposi Naraku. I Shikon non possono combattere i No Taisho da soli. >> rispose con un velo di preoccupazione.
<< Perché non scappa? >> chiese ancora, per lui le donne di questo clan erano un’assoluto mistero.
<< Non lo farebbe mai, nemmeno se potesse. È convinta che scoppierebbe una guerra, se lo facesse! >>
Miroku scosse la testa. << Temo che non ci sia più il modo di evitarla comunque, ormai. >>
<< Le parlerò, le dirò che siete venuto. Ma adesso andatevene. È troppo pericoloso. >> disse Sango incamminandosi verso la casa anonima.
<< Avete detto che la tengono rinchiusa? >> domandò come aver conferma delle parole dette poc’anzi << E chi ha le chiavi della sua stanza? >> continuò a domandare non appena Sango annuì con la testa.
<< Shippo, è il capitano della guardia. >> rispose la ragazza mordendosi le labbra.! << E adesso è meglio che ve ne andate, state mettendo in pericolo Lady Kagome e voi stesso. Andate prima che i cancelli vengano chiusi per la notte. >> lo pregò lei .
“ E così Sango si preoccupava per lui? “ pensò Miroku, era talmente felice che rispose senza riflettere: << Come volete, tesoro. >>
Vide gli occhi scuri di lei spalancarsi per la sorpresa. Lui stesso era sbalordito dall’audacia delle sue parole. Era sempre stato un libertino, ma mai era stato così audace con una donna, di solito preferiva chiedergli di farci un figlio. Ma con Sango era diverso… gli sembrava di conoscerla da sempre.

Note Autrice: Ormai è passato più di un anno che non scrivo. E questo capitolo era in revisione da chissà quanto tempo. Ho ricevuto moltissime richieste di continuare le storie che sto scrivendo, e ahimé non posso soddisfare tutti insieme, ma una storia per volta ci prometto che aggiornerò tutto. Un kiss da Selva oscura

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Capitolo 5
*** Lumayasha e Botolo ringhioso ***


Come osavano compiere dei tali crimini in Nome suo! Inaudito! Era furioso Lord Sesshomaru .

Si calò ben bene il cappuccio sulla fronte e attraversò i cancelli del maniero mescolandosi alla folla di uomini, donne e bambini che si stavano recando di casa in casa in cerca di un rifugio per la notte. Sperava che il travestimento fosse sufficiente a  mascherare la sua identità: usò dei vestiti logori e puzzolenti quanto bastavano a coprire il suo odore, il suo regale viso sporcato con fango e terriccio ed i capelli stretti in una coda nascosta all’interno del cappuccio. Il suo pensiero era rivolto alla sua donna, alla sua prigionia e le ultime novelle che gli aveva portato Miroku.

Non avrebbe mai permesso che tali crimini restassero  impuniti, lo richiedeva il suo onore e quello del suo casato; e poi temeva più di ogni altra cosa che la sua amata Kagome lo abbia creduto responsabile di atti così vili ed atroci. Con la mente si trovò a ripercorre i giorni lieti trascorsi in quel luogo, che era sempre stato allegro e chiassoso ora invece si udiva solo lamenti di odio e dolore. Conosceva ogni affranto, tutti i vicoli e i passaggi che gli permettevano di arrivare al castello senza essere visto; ad un tratto scivolò contro il muro fino a sedersi, l’olfatto fine captava l’odore di Inuyasha velocemente si finse un mendicante mentre gli passava davanti agli occhi quello che un tempo era stato il suo migliore amico ma che ora lo considerava alla stregua di un nemico.

“Mi riconoscerà? “ si domandò il Dayokai osservando di sottecchi il giovane Inuyokai , che appariva serio e dall’aspetto stanco. “ La vita da privilegiato lo ha rammollito. Non riesce a percepire la mia presenza, meglio così.” pensò mentre attendeva che passasse oltre.

Inuyasha  osservando quel mendicante dall’aria straordinariamente familiare, si rese conto di chi aveva di fronte. Aggrottò la fronte per un istante e poi capì. Quasi tutti i tasselli andarono a posto solo due o tre ombre oscuravano il tutto. Si avvicinò al mendicante fingendo di dargli qualche spicciolo.

<<  So che sei tu, Botolo ringhioso.  >> sussurrò con un filo di voce il giovane Inuyokai , ricordando che a Sesshomaru non era mai piaciuto quel soprannome, e a giudicare dal suo sguardo assassino nemmeno ora.

<< Shhh! Non parliamo qui, ti aspetto al solito posto un ora prima del tramonto.  >>



Le ore passarono lentamente come la sabbia all’interno di una clessidra, invece la mente del Dayokai era attraversata da una miriade di pensieri. Che intenzioni aveva Inuyasha verso di lui? Gli aveva per caso teso una sua trappola? Ricordava che da cuccioli avevano scoperto quel luogo nascosto da una piccola cappella, sotto di essa infatti vi era una strana grotta dove c’erano vecchie casse e armature, ricordò con mezzo sorriso sulle labbra che giocavano spesso ad interpretare i leggendari guerrieri dei loro rispettivi avi.

<< Allora sei venuto? >> chiese Inuyasha riscuotendolo dai suoi ricordi.

<< Penserai che io sia un idiota, vero? >> continuò guardando Sesshomaru dritto negli occhi.

<< Non sono stato io! Ad attaccare! >> rispose aspramente e sfidandolo con lo sguardo.

<< Lo so. >> disse sorridendo l’Inuyokai di fronte all’espressione incredula del suo interlocutore, osservò il rapido mutare dei suoi occhi divenire sospettosi verso di lui.

<< Sembrerebbe impossibile, ma ti credo! >> continuò << Ti ho voluto incontrare da solo, per sapere che intenzioni hai verso mia sorella Kagome e dove si trova la piccola Rin  >>

<< Rin è al sicuro, l’ho nascosta da certi miei amici, e per quanto riguarda le mie intenzioni con Kagome le conosci già. >> rispose freddamente Sesshomaru.  

<< Il vostro fidanzamento è stato rotto, per volere di Sinxay e di vostro padre. Quando ha ucciso mia zia! >> commentò tristemente l’Inuyokai avanzando leggermente verso Sesshomaru . Sua sorella gli aveva mentito, pensò con uno strano senso di disagio che assomigliava più ad un colpo dietro alle sue spalle, lui le aveva creduto infine a Kagome, pur avendo lui stesso dei sospetti al riguardo, lei si era assunta interamente la responsabilità della scomparsa della loro sorellina. E infine il sospetto che aveva sempre avuto, che fosse stato proprio il Dayokai, si era rivelato fondato.

<< Mio padre non ha ucciso nessuno, tanto meno sua moglie. >> ringhiò di contro Sesshomaru.

<< Se sostieni ciò, mi fido di te. E vorrei sapere…. >> rispose incerto il ragazzo sedendosi a terra portando avanti la sua amata Tessaiga.

<< È in corso un complotto. Ben organizzato! Ma non so né il movente e altro. Ma posso dire con certezza chi c’è dietro. >> disse Sesshomaru duramente imitando Inuyasha.

<< Sinxay e Naraku! >> esclamarono entrambi all’unisono .

<< La chiave di tutto è Izayoi. Mio padre sostiene che essa è fuggita con l’amante. Tu e Kagome che è stata assassinata dal marito. Se vogliamo stanarli e coglierli sul fatto, io avrei escogitato un piano. Ma mi serve tutto il tuo aiuto e arguzia. Per prima cosa devi sapere che…!  >> disse Sesshomaru prendendo per primo la parola.


Inuyasha ascoltava il piano dell’amico, le sue espressioni erano tra l’estasi più pura e tra la meraviglia di cui avrebbe contribuito ad attuare. Di colpo si chiese come aveva fatto Sesshomaru a ricostruire un complotto tanto complesso avendo a disposizione pochi indizi. Aveva organizzato tutto minuziosamente, l’unica pecca che trovava…

<< Sesshomaru, lei ti ha sempre amato. >> sospirò l’Inuyokai  scuotendo la testa.  << Passavamo le giornate a cercare ogni notizia su di te e le tue battaglie, ma poi hanno iniziato a girare voci che eri caduto in battaglia. >> continuò guardando fisso davanti a sé << Lei…. >> non ebbe il coraggio di dirlo. Non spettava a lui raccontare al Dayokai i segreti celati nel cuore di sua sorella.

<< Ora sono tornato! >> commentò Sesshomaru sostenendo la sensazione di tristezza dell’ormai ritrovato amico. << Ci vediamo qui fra tre giorni, stessa ora! >> disse afferrandogli la mano e stringendola leggermente sentendo che Inuyasha ricambiava la sua stretta per poi separarsi.

<< Lei mi odierà! >> sussurrò Inuyasha allontanandosi. Kagome lo avrebbe fatto a pezzi piccoli questa volta.

<< Può darsi! Lumayasha! >> rispose di rimando Sesshomaru insensibile agli insulti che gli rivolse l’Inuyokai. In fondo era sempre stato un soprannome che si confaceva all’epoca ad Inuyasha, in quanto velocità non lo superava nemmeno ora.


 

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Capitolo 6
*** Prigioniera ***


Prigioniera

La notte era appena scesa determinando la fine di un'altro giorno e di nuovo era stata rinchiusa nella sua camera.
Il suo carceriere aveva ricevuto l'ordine di piantonare l'ingresso alle sue stanze da Sinxay e di non permettere a nessuno di accedervi, emise un sonoro sbuffo mentre si chiedeva fino a quando sarebbe durata la sua punizione.
Fece scivolare la veste da notte sul letto e si diresse verso il suo mobile specchio, si mise seduta ed iniziò a spazzolarsi i capelli con aria assente fino a quando i suoi occhi scorsero sull'immagine che esso le rimandava a stento trattenne un urlo, velocemente si passo le mani sul viso stropicciando gli occhi convinta che la stanchezza della giornata gli avesse tirato un brutto scherzo.
E invece no nello specchio c'era l immagine di Sesshomaru immersa nella penombra si volse di colpo all'indietro constatando che era reale ciò che vedeva, felice gli corse incontro abbracciandolo, le braccia del dayokai stringerla a sé.
<< Non sono stato io a dare l'ordine di attaccare il vostro clan Milady, lo giuro sul mio onore. >> le sussurrò dolcemente il giovane che non sembrava avere intenzione di sciogliere le sue braccia strette attorno a lei.
<< Perché siete qui Sesshomaru? In questi giorni ho curato e visto morire tra atroci sofferenze molti demoni che affermano il contrario. >> sospirò la ragazza ponendo fine al dolce contatto per scrutarlo negli occhi.
<< Sono qui per dimostrarvi il contrario Kagome, io non torcerei nemmeno un cappello alle persone a cui tenete. >> rispose serafico << Mi hanno informato dell'attacco contro la vostra gente solamente ieri notte e che voi non mangiate e ne dormite per assistere ai feriti, così sono corso immediatamente da voi! >> spiegò il giovane emanando un aura spaventosamente fredda.
<< Come avete fatto ad entrare nelle mie stanze? Nessuno può accedervi, neanche Sango! >> domandò con una punta di rabbia ancora la mora scostandosi dal ragazzo.
<< Miroku ha rubato le chiavi alla guardia di nascosto e ne ha fatte delle copie. >> rispose semplicemente lui guardandola negli occhi.
<< Mi stavi facendo spiare dal tuo sgherro Sesshomaru? >> scattò la ragazza inviperita << Non ti sei fidato delle mie parole? Non ti avevo forse detto che nessuno può costringermi a sposare Naraku se tu avessi nascosto la mia sorellina? Mi HAI fatto spiare da quel maniaco di Miroku ed ora sei qui per cosa Sesshomaru? >> bisbigliò veloce lasciando trasparire tutta la collera che provava in quel momento.
<< No non ti ho né fatta seguire o spiare se stai insinuando questo Kagome. Ho semplicemente inviato il mio "sgherro" a vedere come stavi. E mi ha informato di ciò che era accaduto ne più e né meno. >> rispose impassibile all'accuse della ragazza, ma in realtà provava un ceco terrore che la sua piccola stella lo credesse capace di tali azioni. << Sono qui per chiedervi di nuovo di venire via con me. >>
<< Non posso. >> rispose sostenendo lo sguardo dorato del suo amato.
<< Cosa ti trattiene Kagome? >> domandò il dayokai stringendo i pugni.
<< Scoppierà una guerra per causa mia ed io non voglio. >> rispose lei avvicinandosi alla finestra lasciando il suo sguardo celeste vagare alla ricerca di un qualcosa immersa nella notte. << Sai la trovo tutte le sere. >> continuò << La stella che mi regalasti da bambina. >>
Sesshomaru le si avvicinò e le prese la mano delicata baciandone il dorso, mentre con l altra estraeva una bottiglia di vino bianco. Kagome osservò il gesto domandandosi come lo avrebbero bevuto visto che era sprovvista di calici. Un tenue sorriso le increspò le labbra immaginando una scena romantica, Sesshomaru stappò abilmente, usando un artiglio, il vino. Le porse la bottiglia.
<< Posso arrendermi ai tuoi timori, ma almeno per questa volta permettimi di bere del buon vino assieme a te. >> le disse lui porgendole la bottiglia sorridendole sensuale.
Incantata dalla sua voce e dalla sua grazia Kagome afferrò la bottiglia portandosela alla bocca bevve una buona sorsata del vino, che sapeva di miele ed uva. Sesshomaru sorrise soddisfatto mentre la ragazza di fronte a lui scivolava nell' oblio, era stata una mossa sleale lo sapeva, l'aveva drogata e di certo non l'avrebbe mai perdonato per il tale gesto.
Inuyasha gli aveva procurato un misto di erbe che facevano addormentare istantaneamente se le era procurate da una guaritrice di un villaggio vicino e le avevano infuse nel vino. Fece scivolare sul suo corpo e quello di Kagome un enorme mantello scuro che si mimetizzava perfettamente con la notte scura.


<< Hai eseguito un ottimo lavoro Bankotsu, questo è il compenso pattuito. >> disse compiaciuto Naraku passandogli un sacchettino pieno di monete d'oro puro.
<< Ma non è tutto ho un altro lavoro da affidarti. >> continuò l uomo mentre i suoi occhi brillavano malvagi << Dovrai rapire Lady Kagome e portarla da me. >>
Il capo dei mercenari annuì con il capo. << Sarà fatto Lord! >> rispose avviandosi.
<< Ah Bankotsu, dimenticavo di dirti che se la tocchi io ti ucciderò semplicemente. Kanna il demone evanescente verrà con te. >> ordinò il demone congedadoli entrambi con un gesto secco della mano.

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Capitolo 7
*** Il desiderio di vivere ***




L'alba si insinuava dolcemente tra le tenebre della notte, e intanto nel castello una giovane ragazza stava portando la colazione alla sua padroncina su richiesta da Sango. Ovviamente non poteva sapere che di lì a poco l'intero maniero sarebbe stato invaso da urla violente e che la sua breve vita non sarebbe stata più la stessa.

Bussò delicatamente alla porta, mentre Shippo sorvegliava ogni suo movimento, attese che il giovane demone volpe infilasse le chiavi della stanza di Lady Kagome nel chiavistello e le permettesse di accedervi senza che lui entrasse all'interno, era troppo ben educato per infrangere una regola non scritta che gli vietava l'accesso in quanto erano le camere personali della giovane Signora.

Appena fu entrata si sentì trascinare all'interno e si sentì immobilizzare da due forti braccia, urlò con tutto il fiato che aveva nel suo corpo, udì la porta richiudersi e bloccarsi. La paura l'assalì mentre veniva gettata a terra violentemente, cercava con gli occhi di visualizzare il viso dell' aggressore ed appena inquadrò il suo viso duro e malvagio in quell'istante seppe che era perduta e che nessuno l'avrebbe salvata.

Bankotsu le afferrò i capelli e la trascinò lungo il pavimento incurante del pianto della giovane ragazza. Avrebbe ringraziato Lord Naraku per il divertimento extra alla missione più tardi e che aveva inviato Kanna assieme a lui, come demone dell'evanescenza lei cancellava sia la loro presenza, odore e soprattutto qualunque rumore. Non si preoccupava che Kanna potesse assistere mentre lui si lanciava con violenza sul corpo della donna, Kanna non aveva sentimenti.

Lacerò gli abiti della giovane, strappandole di dosso i pochi indumenti da lei indossati la picchiò con ferocia lo eccitava da morire vedere i suoi occhi riempirsi di lacrime e paura. Entrò in lei con violenza ridendo alla vista del suo sangue virginale, affondò in lei prendendola ripetutamente fino a che non rimase solo un corpo sfregiato e vuoto, la riempì con il suo seme più e più volte fino ad essere completamente soddisfatto lasciando il suo giocattolo nuovo a terra tremante e pieno di vergogna.

Silenziosamente come si erano infiltrati scomparvero dal castello, solo in quel momento Yuka udì la voce di Shippo ordinare di uscire assieme alla Signora, ma lei non riusciva più ad articolare una parola o a muoversi il suo corpo non collaborava. Ricordava solamente l'atto ripugnante a cui era stata sottoposta e il tanto atteso oblio.

Shippo spalancò con forza la porta e due cose notò immediatamente l'assenza di Lady Kagome e Yuka priva di sensi nuda sul pavimento e sporca di sangue e liquido biancastro. I suoi movimenti furono rapidi la coprì con la prima cosa che trovò e mentre la sollevava da terra gridava aiuto e di aiutare la piccola Yuka e che c'erano intrusi e che la Signora del castello era stata rapita.

Nel frattempo Sesshomaru aveva appena lasciato la sua amata principessa nella stanza migliore del suo castello e a passi veloci si incamminò nel salone centrale dove lo attendeva suo padre e il suo fratello minore e sua sorella.

Con un cenno del capo salutò i suoi fratelli e fece un mezzo inchino a mo' di rispetto verso suo padre.

<< Mi avete fatto chiamare? Padre? >> domandò deferente il demone bianco.

<< Una volta mio figlio quando rientrava da una missione mi porgeva gli omaggi e poi si dedicava ai suoi impegni. >> disse con durezza Inu, nemmeno gli anni passati erano riusciti a scalfire l'algida bellezza del demone così rassomigliante al figlio.

<< Perché non hai portato la tua "ospite" dove merita di stare? >> chiese duro << È una Inoyukai? È una nemica per noi! >> concluse con astio il Dayokai.

<< Se la memoria non mi inganna eravate sposato con una di loro! >> rispose freddamente Sesshomaru guardando suo padre.

<< E guarda come mi ha umiliato! Se ne è andata via con il suo amante e fatto diventare me lo zimbello del regno! >> affermò duramente colpendo il tavolo davanti a sé con un pugno.

<< Lady Kagome è la nipote di vostra moglie, padre. Ed è la mia futura moglie! >> ribadì gelido il giovane . " Tu sei pazzo." mormorò il re dei demoni. << Badate bene di mostrarle il rispetto che merita, per nascita è una nostra pari e non vi permetterò di nuovo di interferire nelle mie decisioni. Ho parlato chiaramente questa volta padre? >> lo interruppe Sesshomaru alzandosi di colpo << Ho urgenti affari che richiedono la mia presenza. Tengo a precisare che Lady Kagome nel periodo che vivrà qui sarà considerata da tutti voi la vera padrona del castello e se così non sarà... Non aggiungo altro. Buona giornata padre. >>

<< Avremmo una sorella maggiore Sesshomaru, la tua futura sposa? Oh sono così felice per te fratellone. >> gridò di felicità Yulika correndo ad abbracciare il ragazzo rimasto sorpreso da tale gesto, in fondo quando lui era partito per la guerra i suoi fratelli erano molto piccoli ed invece erano cresciuti e anche velocemente. Yulika era una demone cane alta e slanciata con lunghi capelli del colore del grano e con occhi color ambra, era di carattere allegro e sociale, ma trasudava anche grazia ed eleganza forse merito delle lezioni private che gli impartiva personalmente sua madre Izayoi.

Hojo assomigliava a lui in tutto tranne che trasudava da tutti i pori insicurezza ed era molto remissivo, ma era in invece un vero e proprio studioso amava l'arte e la letteratura. Sesshomaru si avviò velocemente al luogo stabilito con Kohaku e Miroku, era tempo di finire questa maledetta faida.

<< Kohaku! >> Chiamò il giovane il suo fine olfatto captava il suo odore come quello di Miroku a qualche metro di distanza. Li vide avvicinarsi per nulla intimoriti dal suo mal umore, anzi i loro volti erano sorridenti e bisbigliavano tra di loro e lanciavano lunghe occhiate verso il dayokai per poi emettere dei risolini al quanto fastidiosi per lui.

<> li apostrofò duramente Sesshomaru, mentre annuivano velocemente.

<< È stato divertente sai Sesshomaru, ogni tanto dovresti farlo anche tu! Hahahah! >> rispose Kohaku con un espressione biricchina sul volto.

<< Chi sorveglia il branco? >> chiese il demone bianco ignorando volutamente lo scherno di Kohaku.

<< I demoni che ha scelto sua Grazia in persona. Insomma Sesshomaru, lo sai che faccio sempre come dici tu. Cos'è non ti fidi? >> rispose Kohaku con una punta d' impertinenza.

Accadeva di rado che Kohaku obbediva agli ordini del Dayokai. In genere preferiva agire di testa propria.

<< E tu Miroku? Cos'hai da dire a tua discolpa? Dove diamine ti eri cacciato? >> gli chiese Sesshomaru rivolgendosi al demone dagli occhi blu.

Miroku sprofondò in un inchino falsamente umile. << Non sapevo che a sua Grazia servissero i miei servigi. E del mio fascino. >> disse sornione.

<< Conosco anzi conosciamo un tale demone che non vede l'ora di avvalersi dei tuoi innumerevoli talenti e servigi. >> non serviva nominare il nome del demone in questione era bastato uno sguardo per capire che Miroku aveva perfettamente inteso chi era e che doveva fare.

<< Tra quanto devo partire? >> chiese serio il ragazzo.

<< Immediatamente. Mi farai rapporto una volta al mese, qui in questo stesso posto quando la luna è alta nel cielo. >> ordinò Sesshomaru gelidamente.

<< Si mio signore. >> si inchinò nuovamente Miroku ma stavolta con rispetto.

<< Se dovessi udire o ascoltare qualcosa... >> lasciò la frase volutamente sospesa non c'era bisogno di esprimere a parole il concetto.

Vide Miroku allontanarsi sicuro.

<< Miroku? >> lo richiamò.

Il demone si girò verso il suo Lord con un sopracciglio inarcato attese.

<< Cerca di non farti ammazzare. >> disse Sesshomaru con un accenno di sorriso sul volto.

<< Non preoccupatevi. Ora ho un buon motivo per rimanere in vita. E vi assicuro che intendo vivere molto a lungo. >> rispose Miroku riprendendo a camminare.


****
Note autrice: Salve a tutti avevo già pronti questi ultimi due capitoli da mesi, non sapevo sinceramente se pubblicare questo. All'inizio del capitolo si svolge una scena un po' cruenta e ho cercato di semplificarla senza entrare esplicitamente nei minimi dettagli ma pur lasciando chiaro il concetto. Sinceramente non vorrei cambiare il rating da arancione in rosso, ma scene del genere saranno molto più crudeli e violente, quindi fra qualche capitolo cambierò il rating. Grazie ancora per il vostro tempo nel leggermi. Un bacio Da Selva oscura.

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Capitolo 8
*** Il Filo Rosso del Destino ***


Kagome si sentiva martellare le tempie come se tutti i tamburi si fossero improvvisamente messi a suonare l'adunata nella sua testa.

Era il giorno del suo fidanzamento, e Sesshomaru era inginocchiato accanto a lei. No! Si trovavano alla cascata, e lui la stava baciando.

Vedeva la sua cicatrice. Ma come poteva vederla, se lui aveva il volto coperto? No! C'era qualcosa che non andava, Sesshomaru non aveva il volto coperto. Probabilmente era Naraku che la stava baciando trasmettendo le un senso di nausea e ribrezzo. Aprì lentamente gli occhi faticosamente la prima cosa che notò fu il soffitto diverso da quello della sua camera da letto, il panico iniziò a serpeggiare dentro il suo animo. Si mise seduta di scatto e lasciò i suoi occhi vagare nella stanza alla ricerca della figura silenziosa che percepiva. Si soffermò sulla persona in penombra e sussurrò debolmente il nome dell'amato Dayokai.
Vide la sua esitazione nel muoversi verso di lei confermando i suoi sospetti. L'aveva rapita seriamente ed il panico che aveva provato svani lasciando solamente una rabbia cieca. Lei si scagliò contro pronta a fargli assaggiare un poderoso gancio destro, che lui abilmente schivò.
Furiosa non si lasciò scoraggiare e riprese ad attaccare il demone bianco urlandogli che l'avrebbe pagata cara per l'affronto che le aveva fatto e che le aveva mancato di rispetto.
Sesshomaru la immobilizzò all'improvviso bloccandole i movimenti. << Ascoltami! Non eri al sicuro lì dovevo assolutamente portarti via. >> Disse il Dayokai sicuro facendo scontrare i suoi occhi color oro nei suoi.
L' oro contro il mare mille emozioni contrastanti emersero in lei desiderava credergli, ma era molto arrabbiata per ammetterlo. No! Non l'avrebbe perdonato facilmente, lui aveva tradito la sua fiducia portandola via da casa sua senza il suo consenso ed inoltre era furibonda perché lui non aveva avuto un minimo di fiducia in lei. << Quindi sono tua prigioniera! Sommo Sesshomaru no Taisho. >> constatò la ragazza liberandosi dalla morsa di lui ed appena fu libera si massaggiò i polsi in un gesto istintivo.
<< No! Voi siete la Padrona di questo tetro e umile casato. Come Mia futura moglie esso vi appartiene come il resto dei suoi territori. >> rispose lui osservandola .
<< Dite che sono la padrona? Smettetela di prendervi gioco di nuovo di me. Mi avete rapita e mi dite che lo avete fatto poiché non ero al sicuro? >> sbottò Kagome lasciando che la rabbia prendesse il sopravvento. << E di grazia ditemi quale assurdo pericolo incombeva sulla mia persona di tanto atroce da farvi commettere un'azione così meschina? >> continuò lei facendo scontrare di nuovo i loro occhi. << Non sono faccende che vi riguardano! Ora siete qui al sicuro con me come dovrebbe essere. >> rispose freddamente Sesshomaru uscendo dalla stanza, lasciando la ragazza sola.
Appena richiusa la porta dietro le sue spalle il demone sentì ogni tipo di insulto che Kagome gli rivolse urlando, tanto che perfino lui rimase stupito mentre si chiedeva dove aveva appreso un vocabolario così colorito.
Passarono i giorni da quando la demone con gli occhi del colore del mare era stata "rapita" e aveva respinto ogni tipo d'approccio del Dayokai a farle lasciare le sue "stanze", ma fiera ed orgogliosa si rifiutò testardamente di uscire fino a quando un pomeriggio percepì la presenza di un demone a lei sconosciuto. Brandì un attizzatoio come arma ed aprì di scatto la sua porta pronta ad attaccare la "minaccia sconosciuta". Si arrestò all'istante. Davanti a lei c'era una giovane demone dai capelli meravigliosi e dal color del grano che le sorrideva dolcemente ed aveva le braccia colme di ogni tipo di fiore. Gettò " l'arma" improvvisata da un lato era rimasta sorpresa e aggrottò la fronte chiedendosi dove aveva già visto la ragazza che le era davanti possedeva un aspetto familiare.
<< Mi chiamo Yulika, milady. Sono la sorella minore del vostro futuro sposo. >> si presentò la giovane interpretando lo sguardo interrogativo della mora. << Questi li ho raccolti per voi questa mattina presto all'omoigaike, mia madre Izayoi mi narrava di una leggenda molto popolare. I fiori bagnati con le lacrime della dea lunare sembra che portino fortuna a chi li riceve in dono. >> spiegò porgendole il vasto mazzo floreale senza smettere di sorridere.
<< Voi siete Yulika? La mia piccola Yu? >> domandò sconcertata Kagome e mentre la giovine davanti a lei annuiva le lacrime scorrevano di felicità sul suo volto, lasciando ogni proposito sovversivo da parte l'afferrò stringendola con affetto tra le sue braccia mormorandole parole affettuose e di com'era cresciuta e diventata bella. La trascinò nelle sue stanze ed entrambe passarono l'intero pomeriggio a chiacchierare di tutti gli eventi accaduti in tutti quei anni che non si accorsero che si era fatta già sera e che sullo stipite della porta c'era Sesshomaru che le osservava con dolcezza da una ventina di minuti fino a quando decise di lasciarle da sole e ai loro chiacchiericci e risatine, raggiunse le cucine e impartì l'ordine di preparare le pietanze più prelibate per Kagome, ed ai servitori di preparare la sala da pranzo in modo impeccabile. Il demone bianco era sicuro che la sua vivace sorella avrebbe convinto la sua fidanzata ad unirsi a loro per la cena.

<< Fratello, sarà meglio che tu le dica la verità. >> esordì Yulika entrando nel salone rivolgendogli uno sguardo gelido << E non guardarmi così. Voi demoni maschi siete convinti che noi siamo delicate bamboline e vi arrogate il diritto di prendere decisioni al posto nostro? Vi sbagliate fratello. Se volete che lei vi perdoni dovete dirle ogni cosa. >>
Sesshomaru emise un leggero sospiro annuendo, aveva ragione la sua sorellina doveva spiegare ogni cosa a Kagome.
<< Credete che lei capirà? >> domandò lui mascherando i suoi veri timori. Yulika annuì con grazia sussurrandogli di andare a risolvere la situazione altrimenti lei non gli avrebbe rivolto più una singola parola.
Sesshomaru si avviò velocemente nel suo studio prese un pezzetto di carta e ci scrisse velocemente un messaggio affidandolo al suo fido falco. Poi si diresse nelle stanze della sua amata principessa e bussò. << Milady. >> la chiamò dolcemente.
Attese risposta educatamente, ma quei minuti di attesa gli parvero un eternità. La testa scura della giovane fece capolino e lui si rilassò . << Cosa desiderate a quest'ora milord? >> chiese la ragazza con una punta di astio nella voce.
<< Parlare e spiegare, me lo concedete? >> rispose lui osservandola per intero. La vide annuire e scansarsi per farlo accomodare all interno. Ma lui scosse la testa.
<< No non qui, venite con me. >> le disse lui afferrandole le mani per portarle alla bocca in un gesto galante.

L'aveva portata in un edificio in rovina, ma perché si chiedeva lei. Non potevano parlare nel castello di lui? Si guardava attorno sospiro bruscamente. << Perché mi avete condotta qui? >> chiese impaziente battendo un piede nervosamente a terra.
<< Shhh! Abbassa la voce Milady siamo nel confine tra le nostre terre e quelle vostre. >> rispose lui sussurrando.
Si udì un verso basso e melodioso, e rese sospettosa la demone. << È notte fonda non ci sono usignoli a quest'ora! >> sussurrò lei. Ma per tutta risposta lui le fece il segno di tacere ed emise lo stesso suono appena udito ottenendo un fischio basso riprodotto per quattro volte, era il segnale che erano al sicuro e non erano stati avvistati da nessuno.
<< Venite >> le disse Sesshomaru cingendole delicatamente un fianco per non farla cadere nel terreno accidentato. Proseguendo attentamente il demone bianco la condusse in un prato meraviglioso al chiaro di luna lei poteva vederlo gremito di fiori, c'era una piccolissima cascata e uno stagno dall' acqua limpida. Kagome era deliziata da quel piccolo giardino. Ma la sua attenzione presto si interruppe poiché davanti a lei c'era suo fratello Inuyasha. Gli corse incontro abbracciandolo felice mentre Sesshomaru osservava la scena attentamente ed uno strano turbamento gli si insinuò nel cuore. La demone stava tempestando di domande il fratello e lui non le rispondeva anzi si rivolse all amico.
<< Perché mi hai mandato quel messaggio? Sesshomaru eravamo rimasti d'accordo che ci saremmo visti dopo il tuo incontro con Miroku. >> esordì Inuyasha duro tenendo la sorella al suo fianco. Kagome si fece immediatamente attenta non ci capiva più nulla. Era convinta che sia il fratello che Sesshomaru erano nemici. Che diamine stava accadendo?
<< Lo so. Dobbiamo raccontarle la verità ne ha diritto. >> rispose Sesshomaru riprendo Kagome dal fianco del fratello.
<< Sei impazzito? No lei non va coinvolta è una donna? >> ringhiò basso Inuyasha.
<< Tu sai bene che non è così, lei è forte. Raccontiamole tutto. >> rispose soffiando il demone. La ragazza guardava esterefatta i due demoni confrontarsi con lo sguardo. Lei non ci stava capendo niente e lo disse tranquilla e guardandoli gli impose ad entrambi di smetterla di fare i cuccioli di demone e dire tutto quello che le avevano tenuto segreto. Così che Inuyasha emise un sonoro sbuffo e iniziò a raccontarle di come lui e Sesshomaru si erano incontrati per attuare un piano per stanare Lord Naraku e beccarlo in flagrante, del timore dei due demoni che Naraku arrivasse a fare del male a lei e infine stavano indagando sulla scomparsa della loro zia.
Kagome rimase in silenzio ascoltando il fratello, era estremamente un piano geniale, ma stentava ancora a credere che i due eredi delle due casate si erano alleati in segreto, guardava Sesshomaru negli occhi. Prese a tremare e lui le cinse il braccio sulle spalle facendole provare un immediato calore.
<< Inoltre due settimane Yuka è stata stuprata nei vostri appartamenti, i miei uomini stanno ancora setacciando la zona su ordine di Sinxay. Ma io credo che fossi tu l'obiettivo e che dietro a tutto ciò ci sia Lord Naraku.... >> continuò a raccontarle Inuyasha con lo sguardo duro i suoi occhi dorati sembravano ambra durissima in quel momento, Kagome rabbrividì e finalmente comprese i timori di Sesshomaru osò alzare lo sguardo su di lui e vi trovò uno sguardo fatto di pietra, poi ricambiò il suo sguardo e sembrava che le dicesse: " Se ti fosse capitato a te avrei dato fuoco al mondo intero per vendicarvi l'onta subita."
La luna era alta nel cielo quando Inuyasha finì di parlare. E fu allora che Sesshomaru le si inginocchiò davanti guardandola amorevole. << Sposami ora. Lady Kagome io vi amo! Non so esprimere le mie emozioni ma tutto ciò che ho fatto era solo e solamente per voi. Avete il mio cuore da ora e per sempre. >> le disse dolce il demone.
<< Vi amo tanto anch'io Lord Sesshomaru. >> Rispose lei commossa nel profondo. Entrambi guardarono Inuyasha rimasto in disparte e lui sospirò dandogli la sua approvazione. Udirono uno scricchiolio la demone si irrigidì all'istante, Sesshomaru rimase tranquillo aveva già percepito l odore di sua sorella. Che emerse con grazia dalla boscaglia.
<< Accidenti Sesshomaru ma proprio qui dovevi sposarti? >> lamentò ridendo la ragazza avvicinandosi alla coppia ignorando Inuyasha, che non aveva nemmeno visto.
<< Yulika modera il linguaggio, altrimenti Lord Inuyasha si farà l idea che sei cresciuta nei bassi ranghi! >> la rimproverò il demone bianco e solo allora la demone dai capelli dorati si accorse della sua presenza, le rivolse un inchino scusandosi della sua maleducazione.
Inuyasha si mosse a disagio mormorando che era abituato con Lady Rin.
<< Io Sesshomaru no Taisho, giuro davanti agli dei e davanti ai due testimoni di prendere te Lady Kagome in moglie. E di renderti felice fino a che morte non mi separi da te. >> disse a voce alta e chiara Sesshomaru intrecciando le sue mani nelle mani di lei.
<< Io Kagome no Shikon, giuro davanti agli dei e davanti due testimoni di prendere te Lord Sesshomaru come mio sposo. E di renderti felice fino a che morte non mi separi da te. >> ripeté emozionata la mora guardando colui che aveva scelto come marito.
<< Questo filo rosso con cui vi cingo, simboleggi il vostro amore da cui siete legati. Il filo vi lega anche nella prossima vita. Nessuno d'ora in poi potrà recidere tale unione nemmeno gli Dei. >> dichiarò Inuyasha recitando il rito semplice tramandato per mille generazioni.

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