Le (tragicomiche) conseguenze dell'amore

di TwinStar
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo - 'Ti amo, Remus!' ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 - 'L'amico di un amico di un amico ha un problema' ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 - 'Poesie? Wow, è così romantico!' ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 - 'Ma mi crede tanto stupido?!' ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 - 'Evans, ti debbo parlare!' ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 - 'Prima dice che mi ama poi si comporta così!' ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 - 'Io non parlo con chi mi pone le domande in questo modo!' ***



Capitolo 1
*** Prologo - 'Ti amo, Remus!' ***


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Introduzione

Questa storia mi è venuta in mente 10 minuti fa.

Ci credete?

(Si, perché è scritta da far schifo! Nd Tutte)

Cattive… Dicevo, mi è venuta in mente 10 minuti fa, di getto, e il primo capitolo si è scritto praticamente da solo. Avevo voglia di scrivere una fic un po’ più, come dire… Allegra, facile da leggere ma senza essere demenziale. E spero di riuscirci con questa fic! ^^ Tanto per cambiare non è una R o una NC 17 e non c’è gente che soffre o muore o ha bisogno di uno psichiatra, ma urgentemente! YUPPI!!!

Spero sinceramente che l’idea non sia stra-abusata. In quel caso credo che mi accuccerò in un angolo e piangerò. Però commentate lo stesso, dai, ditemi se vi è piaciuta o meno! ^^ A voi no ncosterebbe niente ma farebbe tanto felice me.

Non volete fare felice una poveretta? ^_-

Grazie anticipatamente a tutte!

 

LE (TRAGICOMICHE) CONSEGUENZE DELL’AMORE

 

Prologo: “Ti amo, Remus”

Sirius Black era il ragazzo più ambito di tutta Hogwarts. Non ci sarebbe stata donna in tutta la scuola che non avrebbe esitato un istante a bruciare la propria bacchetta per l’incontro di una notte, un bacio o un semplice gioco di sguardi malizioso.

Lui era tutto quello che una donna poteva desiderare.

Bello, atletico, intelligente, e con quell’irrestibile aria da mascalzone che tanti cuori aveva infranto e tanti ne avrebbe ancora infranti negli anni a venire. Non passava giorno che il nostro Latin Lover non fosse salutato da un coro di sospiri estatici, o che non dovesse fuggire disperato lungo i corridoi, inseguito da un’orda di femmine assatanate; Grifondoro, Serpeverde, Corvonero e Tassorosso, non c’era una donna che non sognasse di cadere tra le sue braccia forti e virili. Era il sogno delle ragazze e l’incubo sempiterno dei loro fidanzati.

Il sogno di ogni uomo? Beh, non di tutti.

Perché non era che a Sirius tutte quelle attenzioni interessassero granché.

Cioè, oddio, chiariamoci, vanitoso com’era per lui era piacevole essere adorato e riverito, trovare sempre con chi rincantucciarsi in un angolo quando la carne si faceva particolarmente debole, e adorava fare il pieno di cioccolata e lettere a san valentino. Si divertiva a tenere segnati su un taccuino tutti i nomignoli romantici con cui lo avevano chiamato. Patatino, Pucci Pucci, Cippi Cippi e altre amenità del genere.

E poi c’era il migliore.

Frischi Fruschi. Che non aveva mai capito se volesse essere un nomignolo affettuoso o un’offesa in qualche sordido dialetto babbano.

Ma a che valeva tutto quello, quando la persona che amava di più al mondo non lo degnava di uno sguardo? Eh, si, perché Sirius Black era innamorato.

Di uno dei suoi migliori amici.

Il fortunato o, dipende dal punto di vista, la vittima, era nientepopodimeno che Remus J. Lupin, uno dei ragazzi più intelligenti e gentili di tutta la scuola. E, a detta di Sirius, anche il più affascinante (dopo di lui, ovviamente). Oltre a questo, a dispetto dell’aria malaticcia e debole, era una delle persone più forti e coraggiose che avesse mai incontrato.

Insomma, era perfetto.

Sirius non sapeva quantificare le ore passate ad osservarlo di nascosto, a perdersi nei suoi grandi occhi castani dai riflessi dorati, a desiderare di passare le dita in quei morbidi capelli color del miele, di stringere quel corpo tra le braccia e, soprattutto, di fare l’amore con lui fino a fargli gridare pietà, per questa vita e quell’altra.

Sapeva solo che non erano mai abbastanza.

Come non sapeva da quanto quella forte amicizia che li legava si era trasformata in qualcosa di più; era impossibile dire esattamente quando quei sentimenti di profondo affetto che albergavano nel suo cuore per il suo sfortunato amico licantropo erano sbocciati fino a diventare quel forte, tremendo ed esaltante sentimento che è l’amore.

Fatto sta che l’amava.

L’amava, ne era certo, stavolta era davvero amore. Non come tutte le altre volte (6 o 700 circa, non di più) in cui era stato convinto di essere stato travolto dalla passione, quella vera, mentre invece era semplicemente la ricerca di un piacere dettato più da un bisogno a livello inguinale che cerebrale o sentimentale.

Sapeva per certo che doveva trattarsi di amore, quello con la A maiuscola.

Lo sapeva perché prima d’ora non gli era mai successo di guardare nessuno come guardava il suo amico licantropo. Ogni suo sguardo, ogni sorriso, ogni movimento, era captato e registrato dal nostro povero Animagus come un qualcosa di prezioso. Per non parlare di ogni dialogo che avevano occasione di fare, di ogni toccatine fugace, ogni abbraccio. Bastava sfiorare Remus perché il nostro Sirius passasse il resto della giornata saltellando di nuvola in nuvola dalla contentezza.

Poi però il tempo era passato.

E quei piccoli momenti di gioia erano spariti. E’ insito nella natura umana volere sempre di più, sempre di più, e anche Sirius non era da meno. Non gli bastavano più queste piccole attenzioni di Remus, qualche semplice parola, qualche carezza, non voleva più soltanto la sua amicizia.

Non gli bastava più vederlo da lontano con lo sguardo sognante.

No. Voleva toccare, accarezzare ovunque quel corpo solcato dal dolore, baciare quelle cicatrici che gli aveva visto addosso mille volte, quelle di cui il suo amore tanto si vergognava ma che a Sirius sembravano tanto belle, voleva tutto di lui.

Ma soprattutto voleva amarlo consapevolmente, senza più nascondere i suoi sentimenti, perché gli voleva troppo bene e quella situazione era troppo dolorosa.

Se non avesse fatto subito qualcosa sarebbe esploso presto.

Per questo decise che la cosa migliore da fare sarebbe stata quella di dichiararsi a Remus.

 

Accadde tutto una fredda sera di novembre.

Lui e Remus erano rimasti da soli in sala comune. James era agli allenamenti serali di Quidditch (beato lui che aveva la costanza, Sirius avrebbe partecipato volentieri, ma era tropo pigro per seguire allenamenti tanto assidui. Lui era un talento naturale non aveva bisogno di sciocchi allenamenti), e Peter ovviamente lo accompagnava come se fosse la sua ombra.

Sirius era seduto al grosso tavolo di mogano, perso dietro un mare di scartoffie, fingendo di essere totalmente assorbito dai compiti di pozioni. In realtà non gliene poteva fregare di meno dello studio. Era riuscito ad aprirsi uno spiraglio tra la carta, e aveva creato una specie di finestrella che gli permetteva di guardare, non visto, l’oggetto dei suoi pensieri.

Remus era seduto sulla comoda poltrona di velluto rossa, davanti alla finestra: gli piaceva tanto quella poltrona, diceva che la trovava comodissima e ottima per studiare. Sirius non capiva come riuscisse a studiare su quella cosa, lui si addormentava sempre, era come essere seduti su una nuvola. Anche allora, erano ore che teneva il naso chinato su quel (a detta sua) appassionante testo di aritmanzia, con un sorriso sulle labbra. Studiare lo rendeva sempre così felice, diceva che il desiderio di conoscenza era una delle poche gioie che la licantropia non era riuscita a togliergli.

Sembrava così calmo e tranquillo che era un piacere a vedersi.

Sirius invece era così nervoso che temeva si sarebbe messo a tremare tutto il tavolo. Ma sarebbe stato strano non provare segni di nervosismo. Aveva deciso di dichiararsi, finalmente era giunto il momento, finalmente gli avrebbe detto che lo amava.

Era tutto perfetto.

Erano soli, erano tutti a letto o fuori a seguire gli allenamenti di Quidditch e non sarebbero tornati per almeno un’altra oretta. La sera era fredda ma il cielo era terso e pieno di stelle; il fuoco nel camino scoppiettava allegro, la luce delle candele conferiva alla stanza un’aria che più romantica di così non si poteva.

L’Animagus si leccò inconsciamente le labbra pregustando la scena. Si sarebbe avvicinato a Remus con fare sicuro di sé, lo avrebbe stretto tra le braccia e gli avrebbe detto. “Remus, ti amo, ti amo da non so più nemmeno quanto tempo e ora non sono più disposto a nascondere i miei sentimenti per te”. Lui avrebbe sorriso imbarazzato, gli avrebbe risposto “Anche io ti amo, Sirius, ti amo dal primo momento che ti ho visto; ma ero troppo sciocco per poter anche solo lontanamente pensare che tu potessi ricambiare i miei sentimenti”. Si sarebbero baciati, sarebbe stato bellissimo, e poi sarebbero rimasti abbracciati tutta la notte, insieme.

Si, era un piano perfetto, decise Sirius.

Prima parte del piano. Mostrare sicurezza.

L’Animagus si schiarì la voce e chiamò l’amico. “… R-Remus? Posso parlarti un attimo?” Forse sarebbe risultato più credibile se la voce non gli fosse diventata tremula come quella di un capretto introverso.

L’amico parve non notare il suo turbamento. Sollevò il naso dal libro e lo guardò con quegli magnifici occhi dai riflessi dorati, che tante volte si erano posati su di lui, ma stavolta era diverso. “Ma certo, Sirius, dimmi pure.”, e gli rivolse un sorriso dolcissimo che gli fece sciogliere il cuore. Era un sorriso che riservava solo a lui. Certo, poteva sembrare simile ai sorrisi che rivolgeva a tutta Hogwarts (quadri e scale compresi), ma non lo era. Sirius capiva che non lo era. Era speciale, era destinato a lui.

“Si, ma… Non così…”, mormorò.

Seconda parte del piano. Creare l’atmosfera.

L’Animagus si alzò di scatto dal tavolo, mandando per aria più della metà delle pergamene e dei libri. Imprecò tra i denti contro il destino infame che gli si accaniva contro, ma non si diede per vinto. Remus continuava a fissarlo divertito, un po’ basito, forse, ma non sembrava irritato. Si avvicinò a passo sicur… Ehm… Cioè, a passo traballante, rigido come uno stoccafisso, afferrò Remus per una mano sollevandolo di peso dalla poltrona (e facendogli cadere per terra il libro che teneva in grembo) e lo fece sedere sul tappeto davanti al grande camino.

Lui gli si sedette di fronte.

Remus piegò la testa di lato, guardandolo incuriosito. “Sirius, ma che ti prende stasera? Sei strano…” Sirius tirò un sospiro di sollievo, constatando che il suo amico non sembrava arrabbiato. Certo, il licantropo era  solo un attimo contrariato per come era stato trascinato in giro come fosse una bambola di pezza; bastava chiedere con gentilezza e l’avrebbe seguito ovunque volesse senza che Sirius avesse bisogno di allungargli il braccio. Ma era sicuro che dovesse avere un ottima ragione per comportarsi in quel modo assurdo.

Sirius intanto si rendeva conto che erano giunti alla terza parte del piano. L’ultima. La dichiarazione.

Deglutì e si passò nervosamente una mano tra i capelli. “Vedi, Remus… Il fatto è che…” Si sentì avvampare le guance, ma cercò immediatamente di darsi un tono. Era un Black, per la miseria, doveva darsi un contegno. E poi, dove cavolo era finito quel tanto decantato coraggio dei Grifondoro? Oppure il Cappello Parlante l’aveva smistato a Grifondoro solo perché la scuola non aveva una casa di nome CricetoSpaurito?

Strinse i pugni. Prese un profondo respiro.

Era giunto il momento. Finalmente si sarebbe dichiarato.

Oddio, Remus lo stava guardando negli occhi, era così bello…

“Remus, io ti amo.”

Ecco, l’aveva detto. Era anche stato più facile del previsto.

Ora non restava che attendere la reazione di Remus, col cuore trepidante.

Il licantropo era rimasto a fissarlo immobile, con gli occhi sgranati, ma già un vistoso rossore cominciava a colorirgli le guance. Aveva abbassato improvvisamente lo sguardo da quello di Sirius, e aveva cominciato a giocherellare nervosamente con le dita, mentre le labbra si erano strette fino a formare una linea sottile.

“Sirius…”, mormorò lui. Era così dolce, povero piccolo Remus, pensò l’amico. Si vergognava a dichiarare i suoi sentimenti, o forse si sentiva sciocco perché per tutto questo tempo l’aveva amato segretamente, convinto di non poter mai essere ricambiato dal ragazzo più ambito dalle donne di tutta la scuola. Ma non importava, bastava che ora fossero insieme e tutto sarebbe andato a meraviglia, dopotutto…

“Io non ti amo…”

… COSA?!

Remus continuò a spiegare le sue ragioni; che erano due maschi per cui non era una cosa normale, che lui aveva tutto quel seguito di donne attaccate ai pantaloni che avrebbero voluto la sua testa (le SUE teste) su un vassoio se fossero venute a sapere di una sua ipotetica molto ipotetica, si affrettò ad aggiungere) storia con lui, che non era pronto a legarsi sentimentalmente con nessuno per via del suo “problemino con la luna”, e altre cose del genere. Se siete stati mollati lo avete mollato mai qualcuno le conoscete le scuse che si rifilano al poveraccio di turno.

Ma Sirius aveva smesso di ascoltare dopo le prime 4 parole. Era sconvolto.

Ma andava tutto bene. Sul serio. Era un Black, dopotutto, ne aveva passate di ben peggiori, nella vita. Era la prima volta che veniva rifiutato, e non era una sensazione propriamente piacevole. Era come avere lo stimolo del vomito senza che si riuscisse a rigettare niente. Ma andava tutto bene. Non era poi la fine del mondo, l’avrebbe superata.

Sul serio. Bastava che non dicesse quella frase.

Bastava che Remus non gli propinasse quella solita vecchia frase che…

“Ma possiamo essere amici.”

… propinava lui a tutte le tipe che gli facevano pena e schifo per non ferire i loro sentimenti, ecco, appunto, proprio quella.

L’aveva detta.

Bastò quella frase a fargli crollare il morale sotto le scarpe. Cioè, non solo non lo amava, ma a quanto pareva lo riteneva anche una persona degna solo di pietà. Era convinto che sarebbe stato sottinteso che sarebbero rimasti amici anche in caso di un rifiuto.

Grazie tante per questo stupendo sfoggio di banalità, Remus, non credevo di meritare tanto, pensò, a questo punto strappami il cuore dal petto, mettilo a soffriggere, e servilo da mangiare alle mie cugine.

Remus si alzò in piedi e gli rivolse un timido sorriso di scuse.

“Mi dispiace, Sirius.”

“Figurati…”, riuscì a dire l’Animagus, prima di vederlo salire le scale dei dormitori e sparire dietro la pesante porta di mogano.

Non riusciva a crederci.

Remus non lo amava. Non era possibile.

Non era assolutamente possibile una cosa del genere! Loro erano fatti per stare insieme, erano perfetti; tanto era riflessivo e tranquillo l’uno quanto avventato e vivace l’altro. Erano acqua e fuoco, yin e yang, opposti, certo, ma senza l’uno l’altro non poteva esistere. Così erano loro due.

E poi c’era un altro non trascurabile dettaglio. Lui l’amava, l’amava più di qualsiasi cosa al mondo, anche più di prima, possibilmente, ora che era stato rifiutato senza pietà. Lo voleva. E Sirius Black otteneva sempre quello che voleva.

Per questo fece quel giuramento.

Lo giurò su quanto di più caro avesse al mondo (che ironia, la cosa più cara che aveva era lo stesso Remus), sulla luna, sulle stelle, sul sole che illuminava il cielo: avrebbe conquistato il cuore di Remus J. Lupin.

 

Fine Prologo

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 - 'L'amico di un amico di un amico ha un problema' ***


Nuova pagina 1

Capitolo 1 – “L’amico di un amico di un amico ha un problema…”

Remus J. Lupin era il ragazzo più dolce di tutta Hogwarts. Non c’era persona in tutta la scuola che potesse affermare il contrario. Nemmeno i Serpeverde si azzardavano a dire cattiverie sul suo conto, un po’ perché anche loro non riuscivano a trovare offese da rivolgere a Remus che non fosse il banale “Sporco Mezzosangue” (e i Serpeverde, si sa, amano essere sempre originali e mai ripetitivi nei loro insulti), e poi perché altrimenti i tapini avrebbero rischiato una gragnola di mazzate da tutti i presenti, che intervenivano sempre, immancabilmente, in sua difesa.

Non si poteva non provare nei suoi confronti un’istintiva simpatia.

Però purtroppo questi sentimenti per il nostro giovane licantropo si fermavano alla simpatia. Chissà come mai quel poveretto non riusciva mai ad instillare nei cuori delle gentili pulzelle di Hogwarts un sentimento d’affetto che fosse uno. Il rapporto più profondo mai avuto con una donna si limitava a farci i compiti assieme o a prestarle gli appunti. E a lui questo all’inizio poteva anche stare bene (fino a un certo punto), però non era stato tanto bello per il povero lupacchiotto arrivare a 16 anni senza aver avuto uno straccio di femmina, nemmeno per sbaglio, nemmeno una fidanzatina ai tempi dell’asilo.

Una situazione abbastanza deprimente, a dirla tutta, e a volte era potente in lui l’impulso di salire sull’albero più vicino e, emulando un vecchio film babbano, di gridare ai 4 venti “Voglio una donna! Voglio una donna!” finché qualcuna non avesse acconsentito alle sue richieste.

Glielo impediva solo un certo orgoglio personale.

E una timidezza da guinness dei primati.

Tecnicamente non c’era nulla che non andasse in lui; era sempre gentile e disponibile con tutti, era posato ed educato con chiunque gli attraversasse il cammino, e non rifiutava mai di dare una mano a nessuno, nemmeno quando era stanco o sommerso di compiti fin sopra i capelli. Nemmeno fisicamente era messo malaccio; pur non avendo un incarnato abbronzato e non essendo un macho forte e gonfio di muscoli alla Sylvester Stallone (avrei messo Schwarznegger ma non sapevo se sapevo scrivere il cognome! Nd Twinny ignorante) aveva un fisico asciutto, piacevole alla vista, un viso dai lineamenti regolari (delicati ma non femminei). Infine, era dotato di un’intelligenza davvero straordinaria; una mente viva e brillante, una voglia di imparare per il puro piacere di conoscere cose nuove e non per voglia di primeggiare sul prossimo o darsi arie di superiorità.

Insomma, era praticamente un sogno di ragazzo.

Allora come mai non trovava una persona che l’amasse?

Ci aveva pensato tanto e proprio non riusciva a venirne a capo. Anche se, a voler essere precisi, beh… Una persona che l’amava c’era, ma la cosa, per quanto strano possa sembrare, non lo riempiva proprio di gioia, anzi, era più un sentimento di profondo fastidio quello che provava.

Penserete che il nostro piccolo licantropo fosse una personcina incontentabile e che si meritasse di restare solo per tutta la vita, se rifiutava qualcuno dopo essersi lamentato per la mancanza di affetto nella sua vita. Ma capirete che non è bellissimo essere amati da uno dei propri migliori amici MASCHI.

Lo spasimante, o per meglio dire lo stalker, era nientepopodimeno che Sirius Black, uno dei ragazzi più popolari e corteggiati di tutta la scuola. E, a detta di Remus, anche il più borioso, pieno di sé, arrogante, egoista e menefreghista del pianeta (in senso buono, ovviamente). Dopo James.

Da un po’ di tempo Remus aveva notato che Sirius aveva cominciato a stargli molto più intorno di quanto non facesse in passato, a cercare sempre la sua compagnia, a voler giocare con lui, studiare con lui, mangiare con lui, frequentare le lezioni vicino a lui. All’inizio aveva creduto si trattasse di una semplice voglia di stare insieme a qualcuno, dal momento che James in quel periodo era molto impegnato (con la scuola, con il Quidditch, e col suo Hobby preferito, la “Tombola degli Insulti Fantasiosi made in Lily Evans”) e che era nella sua natura “canina” cercare compagni di giochi. Non che gli andasse eccessivamente a genio essere trattato come sostituto di James, ma era troppo buono (o troppo stupido?) per dirgli di andare a quel paese. Alla fine James tornò più Malandrino che mai, ma Sirius non smise di stargli appiccicato come la colla, per cui Remus dovette ammettere di essersi sbagliato. A quel punto però la sua natura sospettosa prese il sopravvento, e il nostro licantropo si convinse che il suo amico stesse semplicemente cercando di sfruttarlo per farsi passare appunti e compiti (ma avrebbe fatto prima a studiarsi tutti i testi della biblioteca, vista la propensione pressoché nulla di Remus a prestare i propri preziosi appunti in giro agli amici). Ma non poteva essere, Sirius era molto intelligente e non aveva di certo bisogno dei suoi appunti per riuscire più che discretamente nello studio, anche se gli piaceva tanto far credere a tutti il contrario, per cui cassò l’idea. In seguito non pensò più a nulla e si limitò a godersi la compagnia del suo amico, lieto per una volta di essere al centro dell’attenzione di qualcuno.

Poi un giorno, quasi per caso, durante una noiosissima lezione di storia della magia che stava per far appisolare anche lui, si era voltato verso Sirius con l’intento di chiedergli di fare qualcosa per svegliarlo (dargli un pizzicotto, raccontare una barzelletta, far scoppiare una caccabomba in classe, qualsiasi cosa), aveva notato una luce nello sguardo del suo amico dai capelli d’ebano.

Quella luce nello sguardo.

E improvvisamente Remus si accorse anche di tante piccole cose sul suo amico Animagus e sul suo comportamento: di come se lo ritrovasse sempre davanti “casualmente”, ogni volta che si trovava separato per qualche motivo dai suoi amici (non vivevano mica in simbiosi 24 ore al giorno, checché ne pensassero alcuni!). Come ogni scusa fosse buona per toccarlo, tipo quella volta che gli passò mezz’ora le mani nei capelli dicendogli che aveva una foglia nei capelli (poco importava che fosse autunno inoltrato e sugli alberi non ve ne fosse più rimasta nemmeno una). Tutte cose a cui sul momento non aveva fatto particolarmente caso, ma che ora assumevano la forma di una spaventosa realizzazione.

Remus era sempre stato un ragazzo piuttosto brillante, ma non ci voleva certo un genio per capire che il licantropo era diventato l’oggetto delle attenzioni del ragazzo più desiderato di Hogwarts.

Quando si rese conto della cosa il suo primo pensiero non fu dei più felici. Non era una cosa molto bella essere l’oggetto dei desideri di Sirius Black, a prescindere dal fatto che fossero due maschi e che la cosa fosse inattuabile in sé. Principalmente temeva rappresaglie tra le file estremiste delle ragazze che avevano perso la testa per il bell’Animagus, una volta che queste avessero scoperto che il loro idolo aveva un’infatuazione per lui (che lui non c’entrasse nulla in tutta la faccenda e che non avesse fatto nulla per farlo innamorare non sarebbe contato, ai loro occhi sarebbe stato il bastardo che aveva rubato loro l’oggetto dei desideri). Fortunatamente le fan di Sirius Black non brillavano per intelligenza, e nessuna si era ancora accorta di nulla.

Come ciò fosse possibile era un mistero.

Ma a parte quello… Andiamo, pensava, com’era possibile che Sirius fosse innamorato di lui quando aveva mezza scuola alle calcagna e avrebbe potuto scegliere tra le decine e decine di ragazze che lo inseguivano da mane a sera per i corridoi? Che fosse gay non era proprio pensabile. Non lui, non Sirius Black. Però Remus non era affatto una ragazza (o perlomeno, non lo era l’ultima volta che aveva controllato). Tutta quella storia non aveva senso, non aveva decisamente senso. Infatti molte volte il licantropo era tornato sui propri passi, dandosi mentalmente dell’idiota e si lasciava andare a improperi contro se stesso per essersi fatto trascinare troppo dalla sua fervida immaginazione. Pensare che Sirius Black, l’uomo più etero di tutta la scuola, potesse trovarlo in qualche modo appetibile, che sciocchezza!

Però poi dopo, nel momento in cui i loro sguardi, casualmente, si incrociavano, notava con orrore (si, orrore!) quanto fossero intense e penetranti quelle pozze color cobalto che sembravano scrutargli fin dentro il cuore, quando solo pochi giorni prima, a pranzo, aveva creduto che lo avesse fissato in quel modo perché aveva della verdura incastrata tra i denti ed era corso al bagno a controllare (dal momento che quei tre bastardi dei suoi amici non l’avrebbero mai avvisato, in caso, perché avrebbero trovato la cosa troppo divertente!).

Non erano rare le volte in cui si sentiva praticamente violentato, quando Sirius aveva dipinto sul viso quel sorriso obliquo da maniaco dei parchi pubblici che facevano provare a Remus l’istintivo impulso di coprirsi il corpo con le braccia, impulso che riusciva a vincere a fatica, perché avrebbe fatto la figura dell’idiota davanti a tutti. A quel punto distoglieva lo sguardo, imbarazzato da morire da tutta quella situazione, sperando che Sirius non notasse (e, di conseguenza, equivocasse!) il rossore delle sue guance.

Come cavolo si era giunti ad una situazione del genere, lui e Sirius?

Non lo sapeva.

Fatto sta che Remus, giunto al limite della sopportazione, decise di fare la cosa più intelligente, prima che tutta quella faccenda diventasse troppo evidente e prima che quelle pazze scatenate che sbavavano dietro al suo amico non scoprissero tutto e non decidessero di fare di lui polpettine di lupo mannaro: adoprarsi per raffreddare la cosa sul nascere, non dando modo a Sirius di illudersi e di soffrire inutilmente. Perché, e questo era una fatto, non lo amava e proprio non poteva ricambiarlo.

Sembrava un piano davvero buono sulla carta.

Il problema era metterlo in pratica.

 

Accadde tutto una fredda sera di novembre.

Lui e Sirius erano rimasti da soli in sala comune. James era agli allenamenti serali di Quidditch (ma chi cavolo glielo facesse fare di stare fuori al gelo in groppa a una scopa schifosa, a decine di metri dalla terra sicura e da una bella tazza di cioccolata calda Remus non l’aveva mai capito). E il povero Peter, ovviamente, era stato trascinato ad assistere all’avvenimento. A volte pensava che James fosse davvero uno sfruttatore. Approfittava troppo dell’ammirazione che quel poverino aveva per lui.

Remus non era molto a suo agio in quel momento, nemmeno sulla sua poltrona preferita.

Non riusciva nemmeno a concentrarsi come avrebbe voluto; un po’ perché quel capitolo di aritmanzia era veramente ostico, ma anche se non lo fosse stato sarebbe stato un po’ difficile assimilare nozioni con lo sguardo di Sirius puntato addosso. Eh, si, perché lo stava fissando, ne era praticamente certo: raramente il suo sesto senso lo ingannava. Lo sapeva; Sirius se ne stava lì, dietro tutte quelle pergamene di pozioni, lo fissava di nascosto con quel solito sguardo lubrico che faceva venire i brividi lungo la schiena del poveretto, convinto magari di essere stato geniale e che il licantropo non si accorgesse di nulla.

Il pensiero lo fece sorridere anche se, si rese conto subito, non c’era proprio niente di divertente.

La situazione non era delle più rosee. Erano completamente soli nella torre di Grifondoro, e lo sarebbero stati ancora per qualche tempo (molto tempo, minimo qualche altra oretta), e solo Godric sapeva cosa aveva intenzione di fare Sirius, pensò Remus con una punta di preoccupazione. Non che temesse che potesse fare qualcosa di azzardato tipo, per esempio, mettergli le mani addosso, anche perché, a dispetto da quello che poteva sembrare ad un primo sguardo (e anche a un secondo e a un terzo), Remus sarebbe stato in grado di battere Sirius con una mano sola.

E’ solo che l’atmosfera era troppo… Come dire?

Romantica?, gli suggerì il suo istinto. E, si, era effettivamente un’atmosfera romantica, convenne lui. Un’atmosfera pericolosa, perché poteva indurre l’amico a fare discorsi strani, preso dal momento, discorsi ai quali lui non era per niente preparato. Cavolo, non sarebbe stato preparato per un discorso del genere nemmeno in capo a una ventina d’anni. A scuola non insegnavano nulla di tutto questo, e Remus odiava affrontare situazioni in cui le sue nozioni non servivano a nulla. E, come se tutti i suoi sospetti e timori non bastassero a farlo stare male da cani, avvertiva anche una certa tensione.

Poi Sirius parlò, distogliendolo dai suoi pensieri. “… R- Remus? Posso parlarti un attimo?”

Sembrava un po’ turbato, notò Remus. Molto turbato. Eccessivamente turbato. E cominciò a sentire un lieve moto di disagio alla bocca dello stomaco, ma stette ben attento a non darlo a vedere. Non era proprio il caso di andare in paranoia prima di sapere cosa volesse da lui il suo amico. Magari voleva invitarlo a raggiungere James e Peter al campo da Quidditch per seguire gli allenamenti perché si stava annoiando, magari aveva intenzione di fare un blitz nelle cucine per fare uno spuntino di mezzanotte e voleva solo chiedergli se voleva che gli portasse qualcosa da mangiare.

Certo, e magari la prossima luna piena la passerai in forma umana.

Scacciò immediatamente questo pensiero tutt’altro che rassicurante. Sirius lo stava guardando, attendeva una sua reazione. Doveva fare in modo di sembrare più naturale possibile, essere gentile, nascondere il suo nervosismo. Piegò verso l’alto gli angoli della bocca, nella patetica imitazione di un sorriso. “Ma certo, Sirius, dimmi pure.”

“Si, ma…”, balbettò l’amico. “Non così…”

E prima che potesse chiedergli che cosa volesse intendere con quella frase a dir poco sibillina, Sirius si era alzato dal tavolo, aveva rovesciato un bel po’ di carta, aveva imprecato, si era avvicinato a grandi passi verso il povero licantropo, che a questo punto era veramente a disagio perché quella fastidiosa sensazione alla base della nuca (la quale di solito era un segnale di pericolo) aveva cominciato a farsi sentire, e lo trascinò con la gentilezza di un camionista fino al tappeto.

Remus cadde pesantemente sul morbido tessuto, e il suo primo pensiero andrò al libro di aritmanzia che molto probabilmente nella caduta si era rovinato. Odiava non avere i suoi libri di testo perfettamente in ordine e senza una piega, ma divenne l’ultima delle sue preoccupazioni quando vide l’Animagus, seduto a gambe incrociate di fronte a lui, continuare a fissarlo strano.

E Remus continuò a fare il finto tonto. “Sirius, ma che ti prende stasera? Sei strano…”

Ti prego, ti prego, dimmi qualsiasi cosa, ti prego, dimmi qualsiasi cosa che non sia quella, dimmi che hai detto a tutta la scuola che sono un licantropo, dimmi che mi hanno bocciato in tutte le materie, chiedimi di prestarti gli appunti, ti darò tutti gli appunti che vuoi ma ti prego, non dirmi quello!

Sirius lo guardava con occhi che, se non fosse stato lui, pensò Remus, avrebbe definito supplici; erano lucidi, pieni di luccichini strani. Uno sguardo che visto addosso a Sirius faceva quasi paura. Anzi, togliamo il quasi. Il licantropo ebbe un sussulto quando vide l’Animagus prendere un profondo respiro, leccarsi le labbra, come faceva sempre quand’era nervoso, e mormorare un timido e quasi impercettibile “Remus, io ti amo.”

… Magnifico.

Era avvero magnifico.

Il suo piano di fargli sbollire la cotta per lui aveva fallito miseramente. Abbassò lo sguardo per non dover sostenere quello speranzoso di lui. Non si era mai sentito più infuriato (con Sirius che gli stava facendo quello e con se stesso che aveva permesso che Sirius arrivasse a quel punto) e imbarazzato in vita sua, e anche se a quel punto si aspettava un’uscita del genere era stato pur sempre un colpo piuttosto forte; una piccolissima parte del suo animo, quella stupida, era ancora fermamente convinta del fatto che Sirius avrebbe finito per chiedergli cosa avrebbe voluto che gli portasse dalle cucine.

Come ne sarebbe uscito?

Cosa poteva inventarsi? Era la mente più brillante della scuola, a detta dei professori, e non riusciva a trarsi d’impiccio in una situazione del genere. Non che fosse una situazione di facile soluzione. Poteva inventarsi qualche storiella, dire che non era ancora pronto ad avere una storia seria, e che effettivamente provava qualcosa da lui ma non in quel momento.

In questo modo sarebbe stato contento Sirius, che si sarebbe sentito accettato, e sarebbe stato ancor più contento Remus che si sarebbe tolto dagli impicci. “Sirius…” Cominciò a dire, intenzionato a rifilargli quella pietosa bugia escogitata sul momento. Ma poi… Una vocetta da qualche parte nella testa gli ricordò che Sirius era uno dei suoi migliori amici e che meritava molto più di una squallida menzogna che avrebbe soltanto posticipato il problema, non l’avrebbe certo cancellato. Così decise di dirgli la pura, chiara e semplice verità.

Anche se probabilmente faceva più male a lui dirlo che all’amico ascoltarlo.

“Io non ti amo…”

Sirius non rispose. Rimase immobile, impietrito, e Remus ne approfittò per spiegargli tutte le ragioni che lo avevano spinto a dirgli di no (anche se, aggiunse mentalmente a se stesso il licantropo, erano tutte abbastanza ovvie!). Il suo amico lo ascoltava attento, senza dire una parola; segno che stava capendo, che stava recependo. Eppure non poteva fare a meno di notare quell’aria ferita e mortificata, che gli strinse il cuore.

Forse temeva che nel momento in cui l’aveva rifiutato come amante, per qualche arcana motivazione l’avesse automaticamente rifiutato anche come amico. Ma quello non sarebbe mai potuto accadere, Sirius era troppo importante per lui e non avrebbe mai lasciato che una sciocchezza del genere, una parentesi pseudo romantica tra loro dettata ovviamente da un’infatuazione passeggera rovinasse tutto quello che c’era tra loro.

“Ma possiamo essere amici.” Disse, convinto che quella fosse la cosa più adatta da dire sul momento. Gli stava tendendo la mano, gli stava facendo capire che teneva ancora alla sua amicizia, gli stava facendo capire che nulla sarebbe cambiato tra loro.

Non capì che per Sirius il problema fu proprio quello.

Dopodichè, considerando chiuso il discorso e sentendosi in pace con la propria coscienza, il licantropo si alzò da quel tappeto polveroso e decise di andare a letto, per dare tempo al suo amico di assimilare bene il rifiuto. Tuttavia quando abbassò lo sguardo e vide l’Animagus fissare il vuoto non potè fare a meno di provare un forte senso di colpa. Gli sorrise, cercando di sembrare il più tranquillo e rassicurante possibile. “Mi dispiace, Sirius.”

“Figurati.”, mormorò l’amico di rimando, tranquillo.

Ma Remus, troppo in apprensione per notare la nota di smarrimento e rabbia nella voce dell’altro, si limitò a fuggire nei dormitori. Sentiva il bisogno di allontanarsi da tutta tensione, sentiva l’urgenza di farci una bella dormita sopra, di dimenticare tutto e di far finta, almeno per un po’, che nulla fosse mai accaduto, e che lui e Sirius fossero gli amici di sempre.

Sapeva che non sarebbe stato facile. Né per Sirius né per lui. Ma, per la miseria, se poteva superarla lui, la situazione, poteva farlo ancor più facilmente Sirius, che era forte. Se ne sarebbe fatto una ragione, prima o poi, che cavolo.

Se non lo amava che poteva farci?

 

Se non mi ama io che posso farci?

Erano ore (minuti? Giorni? Non lo sapeva, aveva perso il senso del tempo) che Sirius non faceva che camminare avanti e indietro nella sala comune, percorrendo a passi lunghi e ben distesi il perimetro della stanza, rimuginando sulle parole di Remus.

Rimuginando sull’intera situazione.

Prima, con l’animo ancora vibrante di rabbia e imbarazzo per l’inatteso rifiuto, l’aveva fatta facile. Infiammato com’era dal suo spirito competitivo e dal suo orgoglio smisurati, preso dal momento, si era lasciato sfuggire quella promessa assurda, senza pensare ad un piccolo problema.

Che Remus gli aveva dato il due di picche senza nessuna possibilità di ritornare sulla sua decisione.

Era stato abbastanza chiaro, diretto, conciso, e in genere quando Remus, di solito così tranquillo e riflessivo, rispondeva con una tale rapidità e sicurezza, voleva dire solo una cosa; che la decisione era irremovibile. Cavolo, aveva veramente preso un abbaglio, a quanto pareva. Eppure era così sicuro dei sentimenti del lupacchiotto nei suoi confronti!! Non avrebbe potuto essere più chiaro di così; gli ammiccamenti, gli imbarazzi, i lunghi silenzi imbarazzati che si venivano a creare tra loro, quando si trovavano da soli (cosa che nell’ultimo periodo capitava molto spesso) non potevano che essere dettati dall’amore, chiunque avrebbe potuto sbagliarsi.

E poi non era poi andata tanto malaccio.

Non era mica la fine del mondo. Gli aveva semplicemente detto di no, aveva preso il suo cuore, l’aveva avvolto nel candido fazzolettino dei suoi sentimenti e l’aveva gettato molto poco signorilmente nel gabinetto, dopodichè aveva tirato la catena con quelle leggiadre parole “Però possiamo rimanere amici”. Una parte della sua mente gli diceva che non doveva pretendere troppo, e che già avrebbe dovuto ritenersi più che fortunato del fatto che Remus avesse deciso di restare suo amico, a dispetto della sua dichiarazione. Molte persone non ci avrebbero pensato due volte a mandare a quel paese l’amico utilizzando la scusa del “Non voglio farti soffrire, è meglio per entrambi non vedersi per un po’.”

Però… Come poteva essere così crudele Remus? Dargli la sua amicizia, costringerlo a rimanergli accanto, sarebbe stato un supplizio ancora più veloce dell’allontanamento. Sentire i suoi sorrisi addosso sarebbe stato come ricevere una pugnalata in pieno petto, i suoi abbracci (se ci sarebbero stati abbracci, in futuro, cosa di cui dubitava fortemente) sarebbero stati roventi come fuoco.

Non poteva accontentarsi di essere suo amico, lui VOLEVA Remus. Lo voleva, lo voleva con la disperazione di un naufrago che cerca la terra. Doveva convincerlo a farsi amare da lui o sarebbe impazzito. Ma tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare.

Si, certo, facile dire “Conquistiamolo!”.

E come faceva? Tanto non l’amava. Mica poteva semplicemente entrare in camera, sbatterlo sul letto e fargli vedere COSA esattamente si sarebbe perso a non amare uno come lui, per tutta la notte e al diavolo la gente che avrebbe potuto sorprenderli in così turpi attività. Anche perché lui non voleva sono quello. Non era solo sesso squallido, non con Remus, non l’avrebbe mai voluto, mai nella vita. Certo, ci sarebbe stato anche quello, e tanto, ma desiderava che la loro forse un unione più spirituale che altro, e attuare un piano del genere sarebbe stato abbastanza squallido oltre che stupido e improduttivo.

Insomma, per dirla tutta, alla fine il grande Sirius Black era nel pallone.

Stava quasi pensando di rinunciare al progetto, e di farsi passare questa fissa un volta per tutte. Magari ce l’avrebbe fatta. Bastava soltanto aspettare una ventina d'anni nel più totale isolamento, o giù di lì.

Però non voleva arrendersi, non così facilmente, non era proprio da lui.

Se solo avesse potuto chiedere un consiglio a qualcuno…

James!

Ma certo, James avrebbe potuto aiutarlo, dirgli cosa fare! Certo, viste le sue disastrose performances con la Evans non pareva proprio la persona più indicata, però non sapeva a chi altro chiedere. Non è che avese molti amici a scuola (per vari motivi; le ragazze perché finiva per andarci a letto, i ragazzi perché finiva a letto con le loro fidanzate/sorelle/cugine/parenti lontane/amiche d'infanzia), e a parte James avrebbe potuto chiedere soltanto a Remus, a Peter e al professor Silente.

Cassò immediatamente la prima ipotesi per ovvie ragioni, anche se la scena sarebbe risultata divertente; andare da Remus a chiedergli come poteva fare per riconquistarlo. Gli scappò quasi un sorriso. Peter era da eliminare perchè tanto l'avrebbe pensata esattamente come James. E sinceramente col professor Silente, era si disponibile e pronto al dialogo quanto si voleva, ma non è che l'Animagus avesse con l'anziano preside di Hogwarts un rapporto così intimo da parlargli di una cosa del genere, anche se viste le sue performance da scavezzacollo visitava il suo ufficio almeno 3 volte a settimana.

Per cui restava solo James.

Però, appurato questo, si presentava un altro problema.

Come cavolo avrebbe avuto il coraggio di confessare al suo migliore amico che era innamorato di un uomo, e per di più di Remus, e per di più, cosa più grave, che era stato miseramente respinto? Lui, Sirius Black, l’uomo chiamato Love Machine. Nella migliore delle ipotesi non l’avrebbe preso a calci etichettandolo come finocchio ma si sarebbe limitato a prenderlo in giro a vita. Nella peggiore delle ipotesi gli avrebbe tolto il saluto e la gioia di vivere, e avrebbe avvisato sua madre, che sarebbe stata immensamente felice di trovare l’ennesima scusa per  mandargli una Strillettera.

Anzi, pensò il ragazzo, dopo una notizia del genere minimo minimo mi manderanno ad Azkaban.

Per cui, decise, non gli restava che inventare un astuto stratagemma per riuscire a farsi consigliare per il meglio dal suo amico senza confessargli il suo penoso e vergognoso segreto.

 

James Potter, il miglior cercatore che la scuola avesse mai avuto (a detta sua), scese dalla scopa dopo un estenuante allenamento. Si scompigliò i capelli, già di loro non particolarmente ordinati e si sistemò gli occhiali sul naso, sorridendo a se stesso con fare arrogante e lodando mentalmente se stesso, non ascoltando una parola di quello che aveva da dire il capitano della Squadra di Quidditch (un discorso particolarmente intenso sullo spirito di squadra, sul coraggio, sul divertimento, sul fatto che se avessero perso quell'importantissima partita l'indomani avrebbe rotto un menisco a tutti e altro ancora. Nessuno lo ascoltava più, ormai, perchè era sempre lo stesso identico discorso da 6 anni). Ancora una volta era stato il più bravo durante gli allenamenti, e avrebbero vinto con facilità la coppa del Quidditch anche quell'anno. Era tutto quasi troppo facile, pensò, c'era quasi da annoiarsi, e a volte pensava proprio di smetterla col Quidditch, perchè non c'era proprio partita. Ma poi pensava alle folle adoranti e allora gli tornava la voglia di fare e di impegnarsi per diventare il cercatore più bravo di tutto il mondo.

Così magari sarebbe riuscito anche a farsi dare un appuntamento dalla Evans.

"Bravissimo. James!", gli venne incontro saltellando il suo amico Peter Minus, un ragazzino amorfo e non particolarmente brillante sempre alle calcagna di Sirius e James, quando "l'interessantissimo" discorso giunse al termine scatenando nei presenti diversi sospiri di sollievo. Gli si parò davanti e fece mostra di un radioso sorriso a 32 denti. "Sei sempre il migliore!"

L'altro sorrise. "Ma è naturale, Peter. E' per questo che tutti mi amano." Peter fece bene attenzione a non lasciarsi sfuggire nessuna affermazione sul fatto che... beh... Non proprio TUTTI l'amassero, perchè c'era una certa rossina che gli avrebbe volentieri spaccato un calamaio in testa ogni volta che incrociava il suo cammino.

I due si avviarono verso il castello, desiderando soltanto un bel fuoco scoppiettante, una doccia calda e un letto morbido in cui infilarsi con gioia fino al mattino successivo, ma varcata la soglia della Sala Comune il cercatore si trovò praticamente rovesciato a terra da un'ombra inquietante.

"Prongs, mi serve il tuo aiuto!", gridò l'ombra dalla voce particolarmente familiare. "Ti prego, solo tu puoi aiutarmi, solo tu puoi..." Si fermò e si rialzò in piedi di scatto, alla velocità di una Firebolt, portandosi una mano al naso. "... Ma quanto puzzi!"

L'altro si limitò a guardarlo torvo, rialzandosi da terra a sua volta aiutato da Peter e spolverandosi i vestiti con gesti meccanici. "Si, capita quando uno fatica per ore fuori e suda come un maiale, Padfoot. Una reazione fisiologica a te completamente estranea, vero?", e sorrise.

L'altro non ricambiò il sorriso, segno che non aveva eccessiva voglia di scherzare.

"Comunque, che problema hai? Hai in mente un nuovo scherzo? Chi dobbiamo far fuori?"

"No." Sirius scosse energicamente la testa. "No, nulla di tutto questo... E' solo che...", lanciò un'occhiata obliqua a quell'impiccione di Peter, che li guardava tutto interessato. "Potremmo parlarne da soli?"

"Oh, un appuntamento! Fantastico, dammi il tempo di mettermi un po' di rossetto!" scherzò l'altro parlando con una vocetta acuta particolarmente fastidiosa e sbattendo le ciglia più volte in direzione dell'amico, che stavolta si fece quasi scappare un sorriso. Quasi. Questa volta doveva essere seria, pensò James. Si voltò in direzione di Peter, tornando serio. "Scusa, Wormtail, ti dispiace andare avanti? Noi ti raggiungiamo tra un po'."

"Ma certo James, non c'è problema.", rispose Peter un po' piccato; era sempre molto infastidito quando gli si nascondevano le cose o si tenevano segreti con lui, perchè si era sempre sentito una presenza molto marginale all'interno del gruppo, ma James non se ne preoccupò. Gli sarebbe passata presto. Faceva sempre così.

Rimasti soli i due si accomodarono su un paio di poltrone davanti al camino.

"Allora, che ti serve?"

"Senti, un mio amico ha un problema..."

"Chi, Moony?"

Sirius per poco non fuggì via gridando e mettendosi le mani nei capelli. Ma era così evidente che il problema riguardasse Remus? Erano così trasparenti i suoi pensieri? Poi si calmò. No, non era possibile, James aveva semplicemente detto un nome a caso, non lo stava guardando con fare malizioso, come quando voleva insinuare qualcosa. Per cui scosse la testa con energia. "Macchè, no!"

"Wormtail, allora."

"Ma figurati."

"Beh...", riflettè James. "Io di sicuro non sono, tu altri amici non ne hai... E lo sappiamo tutti il perchè... Quindi... Io che devo pensare a questo punto?", domandò il cercatore con fare inquisitorio chinandosi in avanti in direzione dell'amico, che in quel momento stava affrontando la crisi di panico più tremenda della sua vita.

"Ma no, è che...", farfugliò. "E' l'amico di un amico..."

"L'amico di un amico?", ripetè James alzando un sopracciglio.

"... Di un amico."

"L'amico di un amico di un amico?" James alzò anche l'altro sopracciglio con fare incredulo. Era più che convinto che Sirius lo stesse prendendo in giro, però non ne aveva affatto l'aria. Se stava riuscendo a ingannare il grande James Potter doveva essere un attore particolarmente bravo, avrebbe avuto un futuro, pensò.

"Si." rispose deciso Sirius.

James sospirò stancamente. Ma no navrebbe davvero pensato che potea credere a una scemenza del genere. Sicuramente aveva combinato qualche porcheria e non sapeva come districarsi e si vergognava a parlarne. Come se non lo conoscesse da anni e non sapesse anche quante volte andava al bagno la mattina. Va bene, vediamo dove vuole arrivare. Si sistemò gli occhiali, che avevano semrpe la fastidiosa tendenza a scivolargli sul naso, sprofondò per bene nella poltrona, pronto a sentire un'interminabile sequela di problemi sulla falsariga di "Mi sto facendo Jane Pike però mi sono proposte le gemelle Beaumarchais e Amanda Parish, e io ci sono stato, però ora non so gestirmele tutte insieme per cui dammi una mano a stilare il calendario degli appuntamenti."

"D'accordo, Padfoot. Che cosa ha fatto questo 'amico di un amico di un amico'?"

"Ecco..." Sirius tentò di prenderla alla lontana. "Questo ragazzo è innamorato di una persona. Non riesce a smettere di pensare a lei da non sa più nemmeno quanto. Sa che è la persona giusta per lui, la sua anima gemella. Sembrava che anche quest'altra persona fosse parecchio interessata a lui, o almeno, questa era l'impressione che aveva avuto." Si fermò un momento per vedere le reazioni dell'amico, sperando che non capisse a cosa (o, per meglio dire, a chi) si stava riferendo. L'altro si limitò ad annuire, come ad incitarlo a continuare. "Così ha deciso di dichiararsi, ma questa persona in pratica gli ha risposto che piuttosto che mettersi con lui avrebbe mangiato escrementi di ippogrifo e si sarebbe gettata nel lago." Daccordo, pensò Sirius, forse aveva un attimino abbellito il messaggio di Remus, che era molto più tra le righe, ma il senso era quello. "Quindi che dovrebbe fare questo amico? Lasciar perdere tutto o impegnarsi per riconquistare il suo cuore?"

James si fece improvvisamente infervorato, si alzò di scatto dalla poltrona e gli si parò davanti. "Ma scherzi? Mai arrendersi davanti a un ostacolo, mi hai capito, Padfoot? Mai. Se questo tuo amico ha la certezza che questa persona sia davvero la sua anima gemella, allora questa persona deve per forza ricambiare i suoi sentimenti. Le anime gemelle fanno questo, no? Deve amare per forza questo tuo amico, anche se lei probabilmente ancora non lo sa, e lui deve aspettare che lo capisca da sola, oppure fare tutto il possibile per farle capire che ricambia i suoi sentimenti!" Si mise le mani sui fianchi e sorrise. "Pensa a cosa sarebbe successo se io mi fossi arreso con la Evans..." Si interruppe quando notò il quadro nella parete aprirsi e fare il suo ingresso in Sala Comune, nemmeno a farlo apposta, proprio Lily Evans, di ritorno da qualche sessione di studio serale con quelle secchione delle sue amiche Corvonero. James ondeggiò una mano e la salutò con un sorriso che gli andava da un orecchio all'altro.

"Ohi, Evans!"

La rossina gli scoccò uno sguardo di fuoco e sbottò, senza smettere di camminare in direzione dei dormitori femminili. "Infilati una zucca nel naso, Potter. 'Ohi' lo dici al tuo cane o alle pecore in campagna!" e prima che il povero innamorato potesse rispondere, la bella Lily era già scomparsa su per le scale.

James prese un taccuino dalla tasca dei pantaloni e vi appuntò sopra qualcosa. "...nel naso. Mh, questa mi mancava!" disse sorridendo tra sè e sè. Dopodichè, riposto con cura il libricciuolo, si rivolse nuovamente a Sirius, che aveva assistito a tutta la scena (stranamente) senza aprire bocca. "Stavamo dicendo?"

"Che dovrei... Ehm, che dovrebbe essere perseverante."

"Ah, si. Certo, il tuo amico non deve mai arrendersi. Deve continuare a bussare imperterrito alle porte del suo cuore. Prima o poi si apriranno, no? Ora scusami, ma ho una questione della massima importanza da affrontare... Evans!" e si avviò a passi rapidi su per le scale dei dormitori femminili... Scivolando miseramente al punto di partenza dopo nemmeno 3 secondi. Dopodichè, senza fare una piega, borbottò qualosa sul fatto che aveva semplicemente sbagliato rampa di scale e che andava a farsi una doccia. Fredda, probabilmente, pensò Sirius il quale, rimasto solo, cominciò a pensare alle parole di James.

Aveva ragione.

Cavolo se aveva ragione.

Non poteva arrendersi solo per un rifiuto. Anche perché, mica era un rifiuto in piena regola. Mica gli aveva detto di andare al diavolo o roba del genere, gli aveva solo detto che non lo amava. Il che poteva benissimo significare che non lo amava… Ancora.

Semplicemente non si era ancora reso conto che loro due erano fatti per stare insieme, e probabilmente prima o poi l’avrebbe capito da solo, ma Sirius Black non era mai stato un tipo paziente e non era convinto di poter aspettare che il suo amico si accorgesse da solo della cosa.

Ci sarebbero potuti volere mesi, per non dire anni, e Sirius non poteva aspettare un’ora di più per stringerlo tra le braccia.

Ma ci avrebbe pensato lui a velocizzare le cose, il suo cervello era già all’opera e mutilava un’idea sopra l’altra, una più geniale di quella che la precedeva, e entro breve Remus sarebbe stato solamente suo. Del resto erano destinati a stare insieme, loro due.

E poi, in amore e in guerra tutto è concesso. Tutto.

 

FINE CAPITOLO 1

 

Commenti di fine capitolo

Ecchime qua con questo secondo capitolo, scritto praticamente tutto alle 2 di notte, e il risultato si vede. No, non è vero, mi ha divertito abbastanza scriverlo altrimenti non ci avrei perso preziose ore di sonno! ^_- Anche se descrivere i pensieri di Remus, o presunti tali visto che il narratore in pratica è esterno, non è stato facilissimo, per cui apprezzate lo sforzo! ^_-

Come avrete certamente notato (ma se non l’avete notato ve lo spiego io perché sono bella brava e anche buona!), i due terzi circa della storia sono una specie di “prologo parallelo” (ci sono anche delle costruzioni parafrasali simmetriche, chi le nota è bravo!), la vera storia, per modo di dire, comincia alla fine, quando Sirius chiede a James di consigliarlo.

Vi rendete conto che stava per arrendersi?!

Sia mai, cavolo!!!!! Un hurrah per James che ha convinto Sirius a perseverare anche se non ha capito un cavolo del discorso che aveva cercato di fargli l’amico canide (va detto che ci ha messo molto del suo, “l’amico di un amico di un amico”, ma si potrà mai? Ma vabbè, passiamo ai commenti, vogliamo? Siiii che vogliamo! ^^

 

Saretta: Cavolo, veramente sono riuscita a farti interessare a una fic Sirius/Remus? Me onorata, ma sul serio! *.* Anche io ho uno spiccato odio per una particolare coppia molto amata da altre, vale a dire Harry/Draco, per cui quando ne trovo una effettivamente scritta bene vuol dire che è VERAMENTE scritta bene. Per cui, confidando che anche per te sia lo stesso, ti rispondo con dei sinceri grazie grazie grazie. Spero davvero che in seguito non ti deluda! Un bacio!

Agartha: ^^ Grazie, grazie, sono contenta che ti piaccia l’inizio della mia ficcina, spero che il seguito si mantenga su questi toni, dal momento che non ho proprio la più pallida idea di come finirla (ma di quale fic ho un’idea per come finirla?). Ti ritengo un po’ responsabile della sua nascita perché mi è cominciata a venire in mente un aborto di idea dopo averti mandato la mail!

Erine: Carra miaaaa! Ho letto il sesto capitolo della tua ficcina ma non posso commentare finchè sono a bologna perché mi si impalla tutto, ti risponderò venerdì (anche perché sono ancora tutta sottosopra, è troppo bello! T_T). Ma a parte quello… Grazie mille per i complimenti, sono contenta che l’idea ti ispiri e che ti piaccia il mio stile, spero di non deluderti in futuro! ^^ Bacioni!!!!!

Serry_Black: Non ci credo, non esistono fic in cui uno dei due rifiuta l’altro? Eppure è una cosa così comune (essere rifiutati, intendo… Oddio, a me non è mai capitato, sono io che rifiuto gli altri, per cui mi sa che nella ficcina un po’ parteggerò per Remus stavolta)! XD Te pensa che credevo che sarebbe stata un’idea iperabusata. Beh, meglio così, no? All’inizio avevo pensato di far rifiutare Sirius invece di Remus, ma poi ho pensato “No, ma perché nelle mie fic deve sempre patire Remus, facciamolo vendicare un momentino!” e così è nata questa. Anche perché poi Sirius non me lo vedo proprio a rifiutare della carne (e chi ha orecchie per intendere… ^_-)

Un bacione!

PS: Riguardo il latin lover, sinceramente non saprei dirti. Io ho sempre inteso il termine con l’accezione di “uomo di qualsiasi nazionalità che ha quel fascino mascalzone e mooooolto marpioncello di tipo latino”, ma magari mi sbaglio, sono ignorante! ^_-

Kaho_chan: Ripeto la mia incredulità come ho fatto sopra con Serry Black, ti giuro non credevo che non fosse stra abusato il tema del “uno dei due è innamorato e l’altro non ricambia”, forse perché c’è sempre il desiderio che le cose filino lisce per i due ciccini che già ne passeranno di guai in futuro! T_T Che dire, ti ringrazio tantissimo per i complimenti (“carino”, è uno splendido complimento per una fic come questa, vuole essere carina! ^_-) Non preoccuparli, il cagnone sbaverà parecchio, il lupetto non si svende mica per qualche dichiarazione di dubbia qualità e un paio di occhioni languidi!!! Ha una dignità, lui! Sono stata abbastanza rapida con questo secondo capitolo, vero?

Chise: Hahahahah ci ho pensato dopo che avevo pubblicato al fatto di Yin e Yang, ti giuro! XD Mi sembrava l’immagine più calzante però. Sono un po’ basita dal tuo commento, il ma… ma… indica sorpresa? Raccapriccio? Voglia di uccidere l’autrice che se ne esce con queste idee balorde in capo a 10 minuti? Poi il capolavoro finale, se non la continui ti strozzo! XD Mi fa propendere verso un commento positivo, mh? Un bacione! ^^

Miki: Hihihihihi in effetti quella trovata ha fatto schiattare dalle risate anche me (dalla serie, me le scrivo e me le rido), dovremmo proporre alla bowling di crearla la casa del CricetoSpaurito. Magari c’è già!!! ^_- A chi non è mai capitato di essere rifiutati? A me, ma non perché sia una strafiga ma solo perché sono troppo pigra per fare il primo passo e aspetto sempre che vengano da me a proporsi! XD Per cui parteggerò alla grande per Remus stavolta, tanto per dare una linea di novità alla linea delle mie fic, dove parteggio sempre per Sirius.

Zia Sere: Mia assidua commentatrice, ciao ammora tessoro carra mia spero che tu ti sia divertita a girare in quel di Venezia e che non ti abbiamo portato a fare il tour dei luoghi infestati dai fantasmi! E se ti ci hanno portato non mi dire niente se no me la faccio sotto dalla paura! XD No, in sta fic non credo che Sirius farà tanto il bastardo arrogante (oddio non tanto, in fondo è nella sua natura esserlo), perché questa vuole essere la mia piccola vendetta di Remus (dopo rheme e lei non è una di noi, un po’ di aria fresca per il nostro lupacchiotto! XD). Un bacione e grazie per i complimenti!!!! *.*

LadyBlack: Grazie, sono contentissima che ti piaccia tanto e che non credi che sia scritta male. Non l’ho nemmeno controllata con Word e infatti si vede, quando l’ho riletta oggi era talmente piena di errori ortografici che mi veniva voglia di mettermi le mani nei capelli e gridare! XD Un bacio e mi raccomando, continua a seguirmi! ^_-

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 - 'Poesie? Wow, è così romantico!' ***


Nuova pagina 1

Capitolo 2 – “Poesie? Wow, è così romantico!”

Sirius Black era solo nel dormitorio dei Grifondoro, steso prono sul letto di Remus con il viso affondato nel cuscino dell’amico, che fortunatamente era a fare ripetizioni di pozioni e ci avrebbe messo perlomeno un’oretta a tornare, perché se l’avesse scoperto ad annusare le sue federe che idea si sarebbe mai fatta di lui?

“Nulla di peggio di quello che può pensare in questo momento…”, mormorò depresso l’Animagus.

Sapeva che non era una cosa che facevano gli amici, quella, ma non poteva farci niente, era più forte di lui; lì poteva arrivargli alle narici il pungente profumo dell’amico, ed era l’odore più inebriante, intossicante e assuefante che ci fosse al mondo. Uno avrebbe potuto pensare a Remus come ad un ragazzo che profumava di vaniglia, cioccolata, fragole o biscotti appena sfornati; un aroma dolce, insomma, da ragazza. E invece no. Remus odorava più di pungente muschio bianco, di menta, di eucalipto, e di un qualcos’altro che era semplicemente odore di… Remus. Del resto, se avesse voluto una femmina avrebbe avuto solo l’imbarazzo della scelta.

Lui non voleva Remus Lupin perché era dolce e profumato come una ragazza.

Lui voleva Remus Lupin perché… Perché era Remus e basta, uno dei suoi migliori amici, anche se era un maschio! Non c’era bisogno di una motivazione all’amore, l’amore non era condizionato dal sesso, dall’età o dal possedere o meno poteri magici. Tutti pensieri che prima gli erano sembrati sciocchi, stupidi e banali, ma che in quel momento per lui erano diventati i più veri e giusti del mondo.

Cosa gli piaceva di lui? Beh… Innanzitutto adorava i suoi capelli folti, lisci e morbidi come una nuvola, del colore delle foglie d’autunno, che quando erano sciolti gli arrivavano fino alle spalle, dandogli un’aria così… carina (non riusciva a trovare un’altra parola per definirla, anche a costo di sembrare uno mieloso finocchio. Era semplicemente carina): avrebbe passato ore con le dita insinuate in quel placido oceano dorato, come aveva fatto già una volta in passato grazie ad un astuto stratagemma, e Remus non si era mai accorto di nulla.

Avrebbe potuto perdersi per ore nei suoi occhi, quelle magnifiche, profonde pozze color ambra che sembravano brillare di luce propria quando venivano illuminati dalla luna; quando rideva, poi, agli angoli gli si formava una rughetta deliziosa.

Le sue labbra poi erano affascinanti; sottili ma non troppo, ben disegnate, in grado di schiudersi nei sorrisi più dolci che Sirius avesse mai visto. Quando parlava, poi, la sua voce profonda e suadente lo cullava e rilassava come una dolce ninna nanna, e lo avrebbe ascoltato pendendo dalle sue labbra anche se avesse recitato un elenco del telefono babbano.

Amava, oltre ovviamente ai pregi (sai che sforzo ci voleva ad amare quelli!), anche tutti i suoi innumerevoli difetti, grandi o piccoli che fossero; come si lavasse i denti la mattina schiacciando il tubetto di dentifricio nel mezzo, i suoi gusti in fatto di cucina alquanto discutibili (doveva esserci una legge che proibisse di miscelare il succo di zucca col passato di verdura!), il suo pessimo senso dell’umorismo, il suo carattere scontroso e lunatico, il modo puntiglioso in cui lo riprendeva sempre ogni volta che esagerava nel suo voler essere malandrino, il suo essere sempre eccessivamente ligio al dovere e alle regole, anche le più stupide.

Insomma, si poteva tranquillamente dire che Sirius Black amasse tutto di Remus J. Lupin.

Ma il problema, ovviamente, non era il fatto che lui amasse il suo amico licantropo, ma che lui non ricambiasse.

Sirius aveva passato giorni a pensare ad un modo per conquistare Remus, ma non gli era venuto in mente niente. Nel frattempo, il suo amico non faceva che causargli dolori. Lo shock per la notizia di essere l’oggetto dei desideri amorosi di Sirius Black doveva averlo davvero sconvolto, e da quel giorno le cose erano un po’ cambiate tra loro.

Non che Remus lo evitasse o altro.

Quello non l’avrebbe mai fatto, figuriamoci; però c’era qualcosa di diverso nei suoi sorrisi e nel tono con cui gli si rivolgeva. Sembrava quasi che stesse sempre a saggiare ogni parola, a soppesare ogni gesto per controllare se per caso non si fosse spinto troppo oltre, per paura forse che Sirius potesse cogliere qualche doppio senso e saltargli addosso alla prima gaffe, o per chissà che altro motivo astruso a cui Sirius proprio non riusciva a pensare.

“Bah, così non arriverò a niente…”, sbuffò l’Animagus grattandosi la nuca con fare esasperato. Aveva deciso di conquistare il licantropo con ogni mezzo, era vero, ma ancora non sapeva quale. Non aveva mai avuto bisogno di ricorrere a simili mezzucci, in genere era lui a essere corteggiato. E inoltre, dal momento che era sempre stato un tipo piuttosto “disponibile”, le donne con cui era andato non erano mai andate oltre la dichiarazione d’amore. Dichiarazione d’amore che con Remus non aveva funzionato. Eppure era stato tutto così perfetto; il momento, le parole, il tempismo. Soprattutto lui era stato perfetto. Come cavolo faceva a trovare qualcosa di meglio per far si che Remus l’amasse? Doveva trovare un modo per corteggiarlo, un modo efficace di parlare direttamente al suo cuore e…

Ma certo!

Che stupido!

Si, era così facile!

Forse anche troppo facile, talmente facile che non si stupì di non averci pensato prima (lui adorava solo i piani machiavellici, quelli deliziosamente e malignamente complicati. Qualche maligno obiettava che i suoi piani erano semplicemente senza capo né coda perché non riusciva ad avere la presenza mentale per pianificare qualcosa di ben congeniato, ma erano solo invidiosi!).

Parlare al suo cuore, affascinarlo con frasi talmente dolci e convincenti che gli si sarebbe gettato tra le braccia, follemente innamorato di lui, tempo un minuto. Cercò nel comodino vicino al letto di Remus una pergamena vuota e una piuma d’oca (cose che tra i suoi oggetti personali non mancavano mai, pensò con un ghigno soddisfatto) e, trovatele, si mise al lavoro di gran lena.

Cominciava il piano per la conquista del cuore di Remus J. Lupin.

Sarebbe stato facile come bere un bicchiere di Burrobirra ai Tre Manici di scopa.

 

“Sarà difficile come mangiare dei pasticcini di Hagrid!”, gridò a gran voce il licantropo alla sua compagna di studi, guadagnandosi diverse occhiate infastidite da parte degli altri studenti e della bibliotecaria. Le guance della sua amica assunsero la stessa tonalità scarlatta dei suoi capelli, dopodiché chinò la testa in segno di scuse, lasciando che i suoi occhi verdi da gatta vagassero nervosamente da un viso all’altro dei presenti.

“Zitto, Remus, non è il caso di farlo sapere a tutti!”, sibilò tra i denti Lily Evans, la dolce Grifondoro amata da James Potter, portandosi un indice alle labbra.

L’altro si limitò a sospirare stancamente. “Lo so, ma… E’ una situazione intollerabile, e io non ce la faccio più. L’ho rifiutato, capisci? Rifiutato senza forse. Rifiutato senza possibilità di cambiare idea. Sono stato chiaro, gli ho detto che non lo amavo. Ma lui continua a farsi avanti e a rendermi la vita impossibile. Io tento di essergli di nuovo amico come prima, ti giuro, mi comporto sempre nello stesso modo, non lo evito nemmeno, ma come faccio quando lui continua a mandarmi queste… Cose!”

“Quanto la fai lunga, io trovo invece che sia una cosa molto carina.”

“Lily… Non c’è niente di carino in tutta questa situazione! E’ un disastro, capito?” Poggiò il viso tra le mani emettendo un rantolo disperato. “Un completo e totale disastro, capisci?!.”

“No, non capisco. Non hai idea di quante ragazze vorrebbero essere al tuo posto?”

Remus alzò gli occhi al cielo, maledicendo il momento in cui aveva deciso di raccontare alla bella ragazza dai capelli fulvi l’accaduto, con dovizia di particolari anche imbarazzanti (era stato obbligato dalla sua curiosa amica). L’aveva fatto perché si aspettava compassione, comprensione, conforto, magari anche qualche consiglio per uscire da quella situazione orrenda. Non si aspettava certo che prendesse le difese del suo stalker di fiducia! “Ma io non sono una ragazza…”, mormorò a denti stretti.

Lily agitò la mano nell’aria con fare distratto. “Dettagli di poco conto, quando c’è di mezzo la prorompente forza dell’amore…” Poi lo guardò seria, fissandolo dritto negli occhi. “Ma di che ti lamenti, si può sapere? Non è che Black ti sussurri dolci parole d’amore all’orecchio a suon di rutti. Non ti saluta agitando una mano nell’aria e l’altra sulle chiappe per grattarsele. Non si pulisce le orecchie con la bacchetta…”, le parole le morirono sulle labbra quando notò Remus fissarla con uno strano sguardo. La ragazza tentò un timido sorriso sghembo. “… Non lo fa, vero?”

“Beh, a dirla tutta c’è stata una volta in cui…”

Lily si affrettò a coprirsi le orecchie con le mani. “No, non dirmi nulla, non lo voglio sapere!” Remus fece spallucce e tacque, cercando di tornare ai propri compiti di aritmanzia. Ma quando la Evans cominciava ad interessarsi ad un argomento nulla la teneva lontana dall’impicciarsi. “E poi ancora non mi hai detto che ci trovi di tanto disastroso, per me sarebbe una cosa bellissima!”

“Non lo so…”, disse il licantropo, sfogliando le pagine del vecchio tomo polveroso soprappensiero, senza vedere davvero ciò che vi era scritto sopra. “A me hanno detto che è piuttosto doloroso.”

Lily tornò ad assumere un lucore ramato tutto particolare. “Ma… Che…”, balbettò, ma poi si riprese. “Ma no, stupido, non intendevo mica quello!!”, e gli assestò una pacca di tutto rispetto sulla nuca, facendo emettere al poverino un grido di dolore e guadagnandosi un’altra occhiataccia da Madama Pince. Al terzo sguardo sarebbero stati catapultati tutti e due fuori dalla biblioteca senza neanche avere il tempo di dire “Sim Sala Bim”. La rossina si chinò verso l’amico, parlando il più piano possibile. “Intendevo dire ricevere delle poesie d’amore da qualcuno, proprio come fa Black con te.” Scoppiò in una risatina giuliva. “Poesie, Remus, poesie d’amore, ma ti rendi conto della fortuna che hai?”

“Scusami se non capisco cosa intendi dire, Lily.”

“Ma come fai a non capire? Un ragazzo che ti apre il suo cuore con dei versi che parlano di te e delle sensazioni che gli provochi, sei davvero un insensibile se non ti si scioglie il cuore. Non sai quanto ti invidi. Il massimo dell’approccio romantico che Potter ha provato con me è stato mandarmi una foto di lui nudo in posa plastica per San Valentino. Invece…”, ed entrò in modalità ‘Ragazza sognatrice’. “Ricevere una lettera d’amore è un gesto talmente dolce e romantico! Non credevo che Black fosse in grado di avere simili slanci, evidentemente la cosa è seria.”

“L’avevo capito anche io che era una cosa seria, altrimenti non sarei in questa situazione, ti pare?”

Lei ignorò il suo lamento, ovviamente, provocando in Remus un leggero moto d’irritazione. Proprio non riusciva a capire dove fosse il problema. Remus avrebbe tanto voluto sapere se avrebbe trovato “magnifico” e “romantico” essere corteggiata assiduamente da Bellatrix Black (che in pratica era un Sirius in gonnella, anche se i due interessati piuttosto che ammetterlo si sarebbero rasati a zero i capelli, aggiunse mentalmente il lupacchiotto con un brivido) “Ma senti, ne hai qualcuna dietro, di queste poesie? Vorrei tanto vedere il lato romantico di Sirius Black, sarebbe uno scoop d’altri tempi!”

“Purtroppo non ne ho, in genere le butto via quando Sirius non mi vede. Però…” Frugò nella borsa e in mezzo al libro di Difesa contro le Arti Oscure trovò una pergamena ingiallita. “Come volevasi dimostrare, ecco qui il poema di metà mattina. Mi chiedo come cavolo faccia a infilarmeli in borsa, secondo me lo aiuta qualcuno, e…” Ma Lily non lo fece finire. Gli strappò di mano la lettera e cominciò a leggerla, tutta eccitata.

 

 

 

 

 

 

 

Remus ti amo sempre di più

questo lo sai anche tu,

e quando questo non sarà più abbastanza

ti incantonerò in una stanza.

 

Anche se tu non sai ancora di amarmi

non sai quanto male puoi farmi;

una parola, un gesto di rifiuto

mi getteran nel dolore più assoluto.

 

Per cui vorrei che tu, senza ricami,

dicessi solamente che mi ami.

 

Alla fine della lettura il sorriso era scomparso dalle sue labbra, lasciando posto a una smorfia indefinita. Si voltò lentamente verso l’amico, che la osservava a braccia incrociate e con un’espressione neutra, ma dietro la quale era possibilissimo vedere un sorrisino compiaciuto, dipinta sul volto. “E’ uno scherzo… Vero?”

“Fammi indovinare, dice cose del tipo ‘voglio che mi ami’ oppure ‘non resisterò ancora a lungo’ e cose del genere?” Remus non aveva mai avuto la verve poetica del suo amico, ma se non altro aveva afferrato il senso delle poesie. Lily annuì impercettibilmente, e a quel punto il licantropo scosse la testa con semplicità. “No, non lo è; sono sempre così. Però ultimamente sta migliorando, non scrive più volgarità. Non hai idea con quante turpidutini quel cervello contorno riesca a far fare rima con il mio nome.”

L’altra fece una smorfia indefinita. “Beh, se non altro ci mette dell’impegno. Non ha copiato qualche poesia della maga Astrolia come ho visto fare a molti e non siamo al livello di rime scontate tipo fiore-cuore-amore, questo glielo concedo. Però la tua situazione non è delle migliori…”

“E’ quello che ho cercato di dirti dall’inizio di questa discussione, ma tu insistevi col dire che era una cosa” Incrociò le dita, sbatté le ciglia e imitò una voce femminile piuttosto acuta in un’imitazione dell’amica. “‘Taaaanto carina’!”

La rossina sbuffò un po’ piccata. “Ma scusami, che ne sapevo che ricevevi lettere d’amore che sembrano scritte da Hugh Hefner?!” Alzò gli occhi al cielo, mentre l’altro si sciolse in un debole sorrisetto. Non gli si poteva proprio chiedere di più al momento. “Lui e Potter potrebbero davvero essere fratelli; sono fatti della stessa pasta, quei due buzzurri!”

Remus la guardò con occhi supplicanti. “Oddio, Lily, aiutami, che posso fare?”

Non voleva perdere la sua amicizia, però non voleva nemmeno continuare con quella situazione che era, oltre che potenzialmente pericolosa (per via delle fan di Sirius) anche molto fastidiosa per quel poveretto. Non sapeva davvero come comportarsi, era nel panico, e sperava che la sua amica sapesse come fare per schiodarselo di dosso (davvero una bella trovata, considerando il fatto che aveva passato anni cercando invano di schiodarsi dalle costole James Potter!).

Lily sollevò un indice nell’aria con fare saccente, e sentenziò. “Beh, tanto per cominciare, a giudicare da quello che traspare tra le righe di questo commovente sfoggio di creatività poetica, la prima cosa da fare credo sia evitare di farti incantonare in una stanza con lui.”

“Questo mi pare ovvio…”, sibilò un Remus piuttosto esasperato scoprendo i denti con fare minaccioso. “Io voglio sapere come comportarmi con lui!”

L’amica non rispose. Poi tirò fuori dalla tasca della sua gonna un delizioso nastrino verde di seta e si legò i capelli in una coda alta sulla nuca, con gesti eleganti e un fare assorto. E tutti, compreso Remus, sapevano che quando Lily Evans si legava i capelli in quel modo voleva dire che stava riflettendo seriamente su un problema. Rimase parve rifletterci su seriamente per qualche istante, con le braccia incrociate, lo sguardo di smeraldo fisso su una venatura nera del tavolo di legno, e quella rughetta a detta di James adorabile (ma lui non faceva testo, perché avrebbe trovato adorabili anche un eventuale alluce valgo di Lily Evans) che faceva capolino in mezzo alle sopracciglia leggermente aggrottate.

Il licantropo rimase in attesa, col cuore gonfio di speranza.

Poi Lily Evans parlò. “Credo che il problema al momento non sia tanto insormontabile, quella di Sirius sembra ancora una cosa piuttosto blanda. Il livello delle poesie ne è un chiaro esempio. Al momento credo che il suo innamoramento nei suoi confronti non sia ancora al livello da “incantonamento al muro”, per cui di questo non devi proprio preoccuparti.” Lanciò una rapida occhiata al licantropo, che annuì visibilmente rilassato. “Ma questo non significa che le cose rimarranno per sempre così. La sua passione potrebbe sbollire, è vero, ma potrebbe anche farsi più insistente e allora si che sarebbe impossibile toglierselo di torno. E credimi, lo so. Quindi a questo punto posso solo consigliarti di sbattergli in faccia la dura realtà dei fatti che tu non lo ami e che non vuoi avere nulla a che fare con lui; non incoraggiare i suoi tentativi amorosi, per nessun motivo, in nessuna maniera, se è necessario ignoralo, perché altrimenti le cose potrebbero degenerare, lui diventerà ancora più insistente e avrai finito di…” A quel punto sul viso di Lily comparve un’espressione di puro terrore e incredulità. Si alzò in piedi, sbatté le mani sul tavolo, e gridò “Oh, mio dio, ancora?!” Dopodiché raccattò le sue cose in fretta e furia e fuggì a grandi passi dalla stanza senza degnare nessuno di un saluto, e lasciandosi alle spalle un licantropo abbastanza perplesso. Chissà che le era preso tutto d’un tratto. Forse aveva dimenticato un libro in classe, o forse era in ritardo per qualche lezione.

Ora era convinto che tutti stessero di nuovo guardando… Ma no. Non stavano fissando né lui né la Evans che fuggiva via. Erano tutti impegnati a guardare qualcosa che si trovava alle spalle di Remus, con un’espressione di muto stupore dipinta sul viso. Il licantropo fece per voltarsi, ma in quello stesso momento un affare dorato gli passò a pochi centimetri dal tavolo gridando “EVAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAANS!” e mandando il poveretto quasi a gambe all’aria.

E fu allora che il suo sguardo si posò su una delle cose più spaventose che avesse mai visto in vita sua.

James Potter, il suo migliore amico, travestito da Boccino D’oro gigante, che correva dondolandosi a destra e a sinistra come una matriosca gridando verso la sua bella “Evans! Prendimi, Evans! Vinciamo insieme la coppa del Quidditch dell’amore!” per poi scomparire dietro un angolo con la rapidità di un fulmine.

Rimase per parecchi minuti immobile, con lo sguardo fisso nel vuoto. Inizialmente aveva provato un istintivo modo di simpatia verso la sua amica Grifondoro, e un sorriso gli aveva increspato le labbra. Pensava con tenerezza al suo povero, strainnamorato amico James, e alla dedizione che metteva per far innamorare di sé la sua bella Grifondoro, che, poverina, si trovava in una situazione niente affatto piacevole.

Ma poi un pensiero tutt’altro che rassicurante gli si affacciò nella testa.

Non è che lui fosse poi messo tanto meglio.

E anche se Sirius non era ancora arrivato a quei livelli non ci sarebbe voluto molto. No, no, avrebbe dovuto bloccare la cosa sul nascere, era necessario. Lui era molto timido di suo, non avrebbe mai retto all’imbarazzo di trovarsi in una situazione del genere.

Però non voleva nemmeno smettere di essere amico di Sirius.

Ma non è che potesse avere la botte piena e la moglie ubriaca, no?

Preso com’era da questi pensieri senza capo né coda Remus si rese conto che non sarebbe mai riuscito a concentrarsi nello studio, per quel pomeriggio, così decise di fare la cosa più saggia che gli venisse in mente. Sarebbe andato a farsi una bella doccia e poi subito a letto per riposare un po’.

E per riflettere. Soprattutto per riflettere su tutta quella situazione assurda e orrenda.

 

Sirius Black osservò il suo amore alzarsi e allontanarsi a passi rapidi dalla biblioteca, dal suo nascondiglio dietro quello scaffale polveroso e pieno di quei libri che riusciva a non trovare odiosi solo quando Remus ne stringeva uno tra le mani. In quei momenti avrebbe voluto essere lui stesso un libro. Lì aveva potuto godersi lo spettacolo del suo bel Remus parlare con quell’impicciona della Evans, e discutere di qualcosa di cui non era riuscito a capire nemmeno una parola, con la sua piuma stretta tra i denti per tutto il tempo, per non lasciarsi andare a languidi sospiri che avrebbero fatto insospettire più di uno studente, che già lo guardavano meravigliati.

Ritrovarsi con Sirius Black in biblioteca era un avvenimento più che insolito.

Solo quei due non si erano voltati a fissarlo, notò Sirius con una punta di fastidio. Se ne stavano lì a bearsi l’uno dell’altra e a discutere di Merlino solo sapeva cosa. Sirius non riusciva a sentire niente, parlavano troppo piano. Aveva solo sentito Remus gridare qualcosa a riguardo di un chissà che che sarebbe stato molto difficile. Molto probabilmente discutevano di uno di quegli inarrivabili problemi di aritmanzia, materia che era tra le preferite del nostro amichetto licantropo mentre per l’Animagus era solo un’assurda, sciocca perdita di tempo.

Ma, del resto, tutte le cose che Sirius Black non capiva erano assurde e sciocche perdite di tempo.

Poi quella piccola vipera della Evans aveva osato schiaffeggiare il suo Remus dandogli dello stupido, e allora gli era montata una tale rabbia in corpo che dovette lottare contro se stesso con tutte le proprie forze per non alzarsi dal suo posto e non andare a mollarle un manrovescio dritto in faccia, a quell’arpia. Come osava alzare le mani sul suo amore! Alla fine, fortunatamente, riuscì a trattenersi solo perché era la donna del suo amico James e il suo amico l’avrebbe ucciso se solo l’avesse sfiorata con un fiore. Ma la sua povera, adorata piuma d’oca riportò gravi danni da parte dei suoi denti, che la strinsero con la forza di una morsa d’acciaio, e fu inutilizzabile.

Quando poi l’aveva vista prendere il foglio tra le mani all’inizio il suo moto d’ira si era trasformato in imbarazzo, cosa questa che l’aveva stupito alquanto, perché Sirius Black non si imbarazzava mai (Ma prima poteva anche vantarsi di non essersi mai innamorato e invece, pensò, ora se ne stava nascosto come un ladro a spiare uno dei suoi migliori amici. Che bell’escursus!), ma poi, aveva pensato, la Evans avrebbe avuto un saggio della sua vena poetica, si sarebbe resa conto della serietà delle sue intenzioni e, chissà, sarebbe potuta diventare una valida alleata nella lotta per la conquista del cuore di Remus, dal momento che sicuramente si era resa conto che lui e il licantropo erano fatti per stare insieme.

Si, si! Eccola lì, infatti, legarsi i capelli con quell’orrendo nastrino verde che si metteva sempre quando cominciava uno dei suoi discorsoni senza capo né coda. Il cuore di Sirius si accese di speranza. Sicuramente in quel momento stava dicendo a Remus che sbagliava a non innamorarsi di un ragazzo bello, affascinante, dolce e poetico come lui, gli stava consigliando di correre immediatamente dall’Animagus e di farlo suo senza perdere tempo e altre cose su questa riga.

Sirius pensò che avrebbe potuto baciarla.

Poi, sul più bello, era arrivato quel guastafeste di James a fare il buffone, e la Evans era dovuta fuggire a rotta di collo lasciando Remus ancora nel dubbio. Maledizione, ma perché Remus non riusciva ancora a capire quanto fossero fatti per stare insieme?! E si che gli aveva persino aperto il suo cuore con quelle poesie toccanti degne dei più grandi poeti maghi e babbani!

Possibile che Remus avesse un animo tanto arido, maledizione?!

Possibile che dovesse fare qualcosa di più per conquistare il suo cuore?! Forse avrebbe dovuto fare una cosa simile a quella che il suo amico James aveva fatto per stupire la Evans. Ci rifletté sopra, portandosi l’indice e il pollice al mento e massaggiandoselo soprappensiero. Remus aveva fissato il suo occhialuto amico a lungo, con interesse, sembrava aver gradito la cosa, l’aveva fissato a bocca aperta per un minuto buono. Avrebbe anche potuto funzionare, anche se era un modo di mettersi in ridicolo che proprio non era da lui (ma per Remus avrebbe fatto molto di più, anche, e al pensiero il nostro Sirius rabbrividì, baciare Snivellus!). Il problema era che Sirius odiava essere ripetitivo, e odiava soprattutto rubare le buone idee agli amici, lo trovava poco professionale.

Così decise di cassare l’idea.

Remus andò a riposare senza sapere che l’aveva scampata davvero bella.

 

Fine capitolo 2

 

 

 

Commenti di fine capitolo

Prima di tutto, forse si nota, ma mi sento in dovere di avvisare le gentili lettrici (e i gentili lettori se ce ne sono) che la romantica poesia che Sirius dedica al caro dolce piccolo Moony l’ha scritta la qui presente. Lo so, sembra tirata fuori da una raccolta di D’Annunzio o Pascoli, due inguaribili romantici (ora risorgeranno dalle tombe e mi faranno vedere i sorci blu!), tanto che è bella, però sono versi miei.

Ne rivendico la maternità! ^_-

Poi, Lily nomina la Maga Astrolia, che non è un caso, non me la sono inventata, esiste davvero. Mi vergogno molto ad ammettere che conosco questa maga perché mia madre segue sempre Buona Domenica e l’ho vista lì sta cialtrona che in pratica, come dice il suo slogan, “Fa Magia con la Poesia” (la cosiddetta Magia Azzurra, la magia praticata sotto forma di musica e poesia). Per cui, ho pensato, quale nome migliore per l’autrice di un libro di poesie romantiche per maghi? E’ come se un ragazzo babbano dedicasse all’amata “Tanto gentile e tanto onesta pare” o “Eros ha scosso la mia mente” di Saffo oppure, se vogliamo buttarci sulle meno famose “Il canto d’amore” di Apollinaire o “Dentro l’amore” di Alfonso Gatto (poesia molto bella, la scrivo sotto ai commenti personali a tutte così mi dite, se vi va di leggerla dato che è cortissima, che ne pensate! A me piace anche se in genere io e l’amore siamo due linee parallele, non ci tocchiamo mai, per cui deve essere bella, no? ^_-)

Ah, e per chi non lo sapesse, Hugh Hefner è il fondatore della nota rivista Playboy. Ovviamente Lily può fare questa battuta con Remus e Remus può capirla perché sono due mezzosangue.

E sempre riguardo a Lily, la parte sul nastro per capelli è una voluta citazione da Lemony Snicket – Una Serie di sfortunati eventi, in cui una delle protagoniste, Violet Baudelaire, quando si lega i capelli con un nastro vuol dire che sta pensando alla prossima invenzione da costruire! ^_- Per il resto non credo ci sia altro da dire!

Passiamo ai commenti, yeeeeeh!!! Che bello io amo i commenti!

 

Adorabile Zia Sere: Ecco, adesso abbiamo compensato il fatto che non ti ho messa in grassetto la volta scorsa!!!! Visto che sei fan della Harry/Draco ti ho messo metà della scritta nei colori dei grifoni e metà in quelli dei serpini! ^_- Sono stata brava, vero? Mi merito i complimenti! XD E anche i regali di compleanno e natale! Hi hi hi hi, ma passiamo alla fic, và! Dunque, spero che quello che ha fatto trasparire il mio acuto e superbo cervellino (ovviamente ti pagherò la solita tariffa per i complimenti! ^_-) continui a piacerti, e spero che Sirius non mi venga dipinto come troppo coglione. Ma si sa, l’amore rende un po’ stupidi, e Jamie è un esempio più che esplicativo in questo capitolo. Ovviamente non saranno tutte scene così…. Da commediola, Sirius sarà abbastanza convincente, con il povero Remus, schiacciato tra i sentimenti dell’Animagus e il suo affetto e amicizia per quel povero cagnone malato d’amore. Se mi gira cambio anche il raiting, però vorrei evitare! ^_- Forse una PG-13, ma non di più.

PS: La storia dei fantasmi me l’ha detta Donnasole, che mi parlava di far fare un tour per andare a vedere le case infestate e io mi sono cacata sotto perché odio i fantasmi (però quando mi sono vista JU ON – THE GRUDGE alla tv ho riso come una matta).

Saretta: Sarò ripetitiva anche io ma ti ringrazio infinitamente per i complimenti, che fanno sempre tanto piacere al mio ego talmente smisurato che al confronto James è umile! ^^ Sono contenta che ti sia sembrato divertente il capitolo, anche se, onore al merito, l’imbeccata per l’idea di “amico di un amico” me l’ha suggerita la mia coinquilina mentre continuavo a gridare disperata “Oddio come la continuo?! Oddio come la continuo?! Faccio confessare tutto a James o no?!” e stavo facendo uscire pazzi tutti. Beh, ho aggiornato abbastanza presto, direi, e Sirius sta sperimentando i primi assaggi del detto “l’amore rende stupidi”. Speriamo rinsavisca in fretta altrimenti a Remus toccherà chiamare il San Mungo, ! ^_- Un baciottolo!

Serry_Black: Beh, in effetti non è tanto adatto, ma si sa, la perseveranza schiude le porte del successo (detto inutile che mi sono inventata io sul momento), prima o poi, come ben sappiamo, riuscirà ad aprire le porte del cuore della bella Evans, il nostro Potter! ^_- Beh direi proprio che il raiting mi impedirà anche volendo di farla finire in una slash! Ciao! ^_-

Agartha: Cara la mia ispiratrice indiretta, buonasera! ^^ Prima di tutto grazie per i complimenti che mi rendono sempre particolarmente felice. Poi… Hahahah, si direi che scoprire finalmente i pensieri di Remus dopo “lei non è una di noi” è un piacevole cambiamento, vero? ^_- W il narratore esterno! W! W! W! Perché non l’ho usato prima? (Perché sei scema! Nd Sirius) (Ah, invece te che scrivi quelle poesie là sei intelligente! Nd Twinny) (Ritiro la critica con allegrezza! Nd Sirius). E’ vero, a far troppo gli amici si finisce sempre per attirarsi addosso le persone sbagliate! ^^’’’ Esperienze personali, lasciamo stare, che non erano nemmeno fighe come Sirius e questo mi lacera dentro! XO Ma vabbè, non siamo qui per parlare delle mie paturnie sentimentali, ma di quelle di Sirius e il suo lupacchiotto (che, è oooooooovvio, è solo suo e di nessun altrooooo). Al momento le trovate dell’Animagus sono ancora poco serie, è ancora poco motivato, ma in seguito ho intenzione di perdere questo tocco un po’ troppo da commediola. Il tutto senza uscire dal raiting ovviamente! ù_ù Sono un fic writer seria! In genere anche io prima di iniziare una fic ho già in mente l’andazzo generale ma soprattutto la fine, questa fic rappresenta un simpatico (per modo di dire) diversivo. Ma vedremo. Intanto ho aggiornato Lei non è una di noi. Vorrei dare la priorità a quella perché voglio finirla, ma sta diventando veramente complicata! ^__- Vabbè, un bacione!

Miki: Tiri mancini alla Rheme? Mh, più o meno. Diciamo che al momento siamo ancora alla fase uno, la fase in cui i tentativi di Sirius sono più giocosi, meno… Sentiti, se così vogliamo definirli. In seguito ho intenzione di dare alla fic un’aria un po’ (ma solo un po’) più seria. Ma non troppo se no non mi piace. Poi, oddio, ma te sei proprio Sirius. Pure i questa fic? XD Senti, facciamo una cosa, una di noi due va a Casablanca a cambiare sesso e poi io ti devo assolutamente sposare perché saresti il mio uomo ideale! XD Infine, sempre W i CricetiSpauriti!!! Io credo che me ne sarei andata lì se fossi stata ad Hogwarts. Tanto per me i Grifoni sono scaduti con la “dipartita” di Fred e Gorge. Andrei tra i grifoni solo se fossimo nel 1970!!!! *.* Sbavucchio! Un grosso bacio e sempre grazie per i complimenti!

Meggie: *.* Me onorata dal sapere che leggi poco le Sirius/Remus e le mie rappresentano una piacevole eccezione! Sono anche contenta che tu preferisca “Lei…” perché è veramente molto più complessa da portare avanti, ora che ci avviciniamo alla fine! T_T Piango! Vabbè, parliamo di questa, va! ^_- Non è tanto che l’abbia creata perché avevo bisogno di qualcosa di più leggero, è solo che odiavo il pensiero che la gente potesse essere convinta del fatto che sapevo scrivere solo roba triste deprimente e tormentata! ^^ Che poi Sirius è abbastanza tormentato anche in questa, ma vabbè, è l’altro motivo per cui l’ho scritta! Vendicare Remus! Stavolta è lui a prendersi mille rivincite siiiiiiiii! XO Un bacione!

Fairyangel: Sono contenta che ti piaccia la mia nuova ficcina, e sono contenta che ti piaccia l’idea di mettere, una volta tanto, entrambi i caratteri dei personaggi bene in evidenza (yuppi! XD Finalmente tutto è chiaro come il sole! Evviva, potrei commuovermi! ^_-), e descritti in modo simpatico e non triste o deprimente. E’ un piacevole diversivo, no? ^_- Un bacio e mi raccomando continua a leggermi!

Donnasole: Sulla Lily Remus non temere, mi sto organizzando in “Lei…” ^_- Ovviamente devo descrivere cos’è accaduto tra i due, ma non so se metterlo in un dialogo o direttamente in un eventuale epilogo visto dal punto di vista di Remus, tanto per capire un po’ che cavolo gli passa in testa a quello là! Però potrei anche farne una comica, non so, quella coppia mi ispira abbastanza, hahaha, anche se è un po’ AU. Vabbè! ^_- Finalmente è Sirius che soffre un po’, in “Lei…” è Remus a fare il samaritano chinato letteralmente a 90 davanti alla crudeltà di Sirius, qua avrà la sua vendetta. Vai tranquilla che non sarà facile conquistarlo! REMUS’ REVENGE!!! XO

Chu: Grazie tante, sono felicissima che ti piaccia tanto la mia fic, che la trovi carina e tutto il resto, e ovviamente la mia segreta (ma non tanto) speranza è che continui a piacerti fino alla fine! ^^ Beh, ho aggiornato anche abbastanza presto, visto che brava? ^_- Un bacio!!!

Momo_san: Grazie mille, non ti preoccupare se il commento è venuto corto perché avevi fretta. Ho continuato presto, hai visto? ^_- Un bacio!

 

 

Dentro l'amore – Alfonso Gatto

Al segno che ti dà la stanza sciogli
sulla parete l'ombra dei capelli,
le braccia alzate, la flessuosa voglia
d'avermi, e già dal ridere mi volti
nella raffica buia, mi cancelli
per affiorare dal lamento vano.

 

Smarrita, nel cercarmi con la mano,
nel distinguermi il volto, grata, piena
d'aperto e poi ripresa dalla lena
della dolcezza, calma a poco a poco
come in un lungo brivido. Dal gioco
degli occhi che balbettano mi ridi
sul petto a colpi di piccoli gridi.

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 - 'Ma mi crede tanto stupido?!' ***


Nuova pagina 1

Capitolo 3 – “Ma mi crede tanto stupido?!”

 

I Malandrini discutevano animatamente ai bordi del campo da Quidditch. Si era appena concluso un match abbastanza atteso, Grifondoro contro Corvonero, e ovviamente la vittoria era andata alla squadra di James Potter (che lui non fosse il capitano non gli impediva di pensare che la squadra fosse un po’ un suo possedimento personale).

I suoi amici, no appena finita la partita, erano scesi dagli spalti per osannarle come meritava, perché era stato davvero bravo. Il cercatore dei Corvonero era un osso davvero duro, ma James l’aveva spuntata. In genere il nostro malandrino occhialuto era la persona più sportiva del mondo, ma quella volta rischiò di essere squalificato dalla squadra per qualche partita a causa del suo comportamento verbalmente scorretto.

Ovviamente il fatto che il cercatore dei Corvonero fosse stato un ragazzo della Evans era solo una casualità.

Il più entusiasta tra i suoi amici era, manco a farlo apposta, il piccolo Peter, il quale per l’occasione si era persino dipinto in faccia i colori della sua casa e saltellava felice intorno al suo eroe. Remus, che non amava in maniera particolare il Quidditch, non capiva perché Peter si comportasse come se il match l’avesse vinto lui. era felice solo perché vedeva i suoi amici contenti e soddisfatti. Era la classica persona che gioiva dell’altrui felicità al punto da avere poco spazio per la propria.

Sirius intanto, tra un grido di gioia e l’altro, lanciava timide occhiatine al licantropo col cuore in tumulto, certo di non essere notato dall’oggetto dei suoi pensieri, che ancora non dava segni di essersi lasciato sciogliere dai suoi dolci versi d’amore.

“Allora, ragazzi, che aspettate a farmi dei complimenti degni di cotanto titolo per riempire il mio ego smisurato?”, rise di cuore James passandosi una mano tra i capelli sudati. “Badate che finché non sarò soddisfatto non andrò a farmi la doccia e appesterò tutto il dormitorio, stanotte!”

Scatenò l’ilarità generale.

“Sei stato davvero magnifico, stavolta! Ancora più del solito!” gridò Peter continuando la sua gioiosa danza della vittoria, mentre Sirius ogni tanto cercava di assestargli delle manate per farlo smettere di coprirgli la visuale del suo Moony con quel corpo ciccione.

“Wormtail ha ragione…”, convenne Remus annuendo alle parole dell’amico. “Segno che la competizione sul campo amoroso ti fa da carburante. Se ti impegnassi tanto anche nello studio saresti lo studente più brillante di Hogwarts.”

James finse di essere imbarazzato e lusingato per i commenti dell’amico, e si portò una mano al viso. “Oh, ti ringrazio, Moony, mi fai arrossire. Ma lascio volentieri a te certi vergognosi primati! Però… Manca una vocina all’appello…” Il suo sguardo si posò su Sirius, che riuscì appena in tempo a smetterla di pensare a quanto fosse bello Moony quando rideva e a togliersi quel ghigno idiota dalla faccia. “E il mio migliore amico che ha da dire in proposito?”

“Che è stato fantastico!” esclamò il bel Black rientrando nel personaggio e sfoderando uno dei suoi sorrisi più vivaci. “Gli hai rubato il bacio proprio sotto gli occhi di tutti!”

Tra i 4 calò un silenzio raggelante.

Sirius, dopo qualche istante in cui si rese conto di cosa avesse detto, divenne di tutte le tonalità del rosso e si grattò la nuca con fare imbarazzato. Gli altri continuavano a guardarlo spaesati, specialmente Remus. Cercò di allentare la tensione con una risata forzata. “Cioè… Gli hai rubato il boccino… Che gaffe…”

Sentii i suoi amici annuire convinti (anche Remus) e, non visto, sospirò di sollievo. L’aveva spuntata proprio bella, doveva stare attento a non spaventare Remus con queste uscite improvvise. “Comunque… Secondo me ti sei superato specialmente nelle acrobazie. Quell’appuntamento… AVVITAMENTO!” si affrettò a correggersi. “E’ stato davvero perfetto!”

“Padfoot, ma che ti prende?”, gli chiese James. “Sembri avere proprio la testa fra le nuvole, oggi.”

“Scusami, Prongs, ma è che sono tutto preso da quella ricerca di Erbologia sugli usi del Sess… Sassafrasso!!! Cioè.. Io… Insomma… Credo che andrò a riposare un po’.” E fuggì a gambe levate verso il castello lasciando i suoi amici piuttosto perplessi.

James si portò una mano al mento e osservò l’amico con fare assorto. “Che comportamento strano…”

“Eh, si, strano e sospetto…”, convenne Peter.

“Secondo me ci nasconde qualcosa.” Si voltò verso l’amico. “Tu che ne dici Moony?”

Il licantropo fece un salto, facendo cadere per terra la borsa con i libri, che si affrettò a raccogliere tutto trafelato, mentre le guance si coloravano di porpora. “Non saprei proprio dirti nulla, a me Padfoot non ha detto niente. E poi devo andare a studiare, ho un importantissimo test di Rune Antiche, domani.”

“Ma avevi detto di essere pronto da settimane!”, gli urlò dietro Peter, ma prima di finire la frase Remus non era che un puntolino all’orizzonte. “Ma che succede a quei due, oggi?”

“Non lo so… Ma odio i segreti.”, mormorò il cercatore prima di avviarsi assieme all’amico in direzione degli spogliatoi.

 

 

“Complimenti, Sirius! Davvero complimenti! Se volevi renderti ridicolo davanti a tutti ci sei riuscito!” Il giovane Black affondò la faccia nel cuscino del suo letto, nel vano tentativo di soffocarsi. “Se prima non era già abbastanza chiaro che ero perso per Remus ora la cosa è veramente palese. Talmente palese da sfiorare il grottesco!” ed emise un paio di lamenti teatralmente disperati, di quelli da fare invidia a Nick Quasi-Senza-Testa nei suoi peggiori momenti NO.

Come l’avevano guardato James e Peter.

E lo sguardo inorridito di Remus, Merlino, non l’avrebbe più dimenticato.

E pensare che ce l’aveva messa tutta, davvero tutta per non far notare a nessuno i suoi sentimenti per il bel licantropo, cercando di essere il più discreto possibile nella sua corte serrata. Ma invece no! No, lui doveva scollegare il cervello e lasciare che i suoi veri pensieri fluissero liberi!

Bisognava essere davvero stupidi per non capire come stavano le cose dopo quella scenata!

“E ora che faccio? Chissà che penseranno di me i miei amici ora che sicuramente sanno tutto…”

Nulla di peggio di quello che già pensano di te, rispose una fastidiosa e petulante nocetta nel suo cranio.

Sbuffò sconsolato ed emise un altro rantolo da moribondo. Poi, dopo alcuni minuti in questo baratro di disperazione, si convinse che i suoi amici non sospettavano ancora nulla, ma di certo c’erano andati parecchio vicini, dal momento che si era così scioccamente tradito.

Non si sarebbe di certo arresto per così poco, ma doveva stare attento a come si sarebbe comportato in futuro, dal momento che tendeva ad avere atteggiamenti piuttosto istintivi, che a quel punto potevano tradirlo. Ma cosa avrebbe potuto fare? Gli sarebbe servito l’aiuto di qualcuno di calmo e riflessivo, qualcuno che non l’avrebbe giudicato un finocchio e che al tempo stesso l’avrebbe appoggiato, qualcuno così privo di scrupoli e morale da passare oltre il fatto poco importante che si stava in pratica passando sopra i sentimenti che il suo bel licantropo CREDEVA di non provare per lui.

Qualcuno tipo…

“La Evans!”, gridò felice l’Animagus destandosi dal suo torpore da depressione.

Certo, la Evans costituiva di sicuro la scelta più logica per quanto concernesse la scelta di un alleato nella guerra per la conquista del cuore di Remus. Tanto per cominciare sapeva delle splendide poesie che lui aveva dedicato al suo amato, per cui conosceva la situazione e lui non avrebbe dovuto spiegare niente, dal momento che sarebbe stato piuttosto imbarazzante come cosa.

In secondo luogo era sempre stata una donna dall’ottimo gusto estetico e artistico e un’attenta osservatrice: di sicuro di era resa conto sia del fatto che loro due costituissero una coppia assolutamente perfetta sotto ogni punto di vista che dei sentimenti sinceri che trasparivano dai suoi versi poetici e sarebbe stata più che felice di aiutarlo a conseguire il suo obiettivo.

Il cuore dell’amato Remus J. Lupin.

Si alzò di scatto dal letto, nuovamente rinvigorito da un caldo fiotto di speranza, alla ricerca di colei che sola poteva risollevare quella situazione. Altrimenti non gli sarebbe restato che prendere a craniate qualche muro per la disperazione.

 

 

“Aveva detto che non faceva niente se io non l’amavo, aveva detto che saremmo rimasti amici, ma perché fa così?!” piagnucolò Remus prendendo a craniate il muro dell’aula deserta di Difesa contro le Arti Oscure. “Ma mi ha preso proprio per stupido, se crede che non noti tutte quelle occhiate che mi fa!” Nel frattempo la sua amica e confidente del cuore stava seduta sulla cattedra a gambe accavallate e osservava la scena con una calma flemmatica tutta inglese succhiando dalla cannuccia del succo di zucca.

“Credevo che avremmo studiato Rune Antiche quando mi hai praticamente trascinata via dalla Sala Grande…”, mugugnò la bella Grifondoro gettando la bottiglietta ormai vuota di succo nel cestino della carta straccia che aveva di fianco.

Il licantropo, tutto preso com’era dalla sua tragica vicenda interiore non la degnò nemmeno di una risposta, così a Lily non rimase che attendere pazientemente che il suo amico la smettesse di fracassarsi la testa contro la dura parete di roccia, sperando che ciò avvenisse prima che le sue cellule cerebrali venissero irrimediabilmente compromesse (quelle di entrambi, a dirla tutta).

Poi, parecchi minuti dopo, Remus parve calmarsi, e si massaggiò la fronte dolorante. Lily gli osservò la testa, notando con stupore che non aveva che qualche graffio e un piccolo bernoccolo. Doveva avere la fronte di Adamantino, pensò. “Hai finito?”, chiese, semplicemente.

“… Si…”, replicò lui. “Si, credo di si… Ora mi sento molto meglio.”

“Ne sono felice…” la Evans proruppe in un sorriso tirato. “Perché se non la smetti di fare tante storie e non cominciamo a studiare per il test di domani, e io fallisco la prova, poi sarò io a darti un motivo per romperti quel cranio molliccio che ti ritrovi contro le pareti.”

“Quanto sei rassicurante…”, mugugnò Remus un po’ intimorito. “Comunque per farlo dovremmo andare in biblioteca, dal momento che questa non è proprio la classe più adatta per studiare Rune Antiche.”

“Ma se mi ci hai trascinata tu!”

“Volevo semplicemente sfogarmi un attimo.”

La Evans incrociò le braccia. “Che ha fatto stavolta Black?”

Remus sorrise tristemente. “Il solito. Occhiate, carezze apparentemente casuali, solite poesie ma molto meno frequenti, per fortuna. Ma per me è ancora molto difficile sopportare tutte le sue sfrecciatine e continue allusioni all’amore che prova per me e via discorrendo.”

La rossina annuì con fare comprensivo. “Capisco… Ma il problema è che non devi sopportare proprio niente. Se queste cose che ti fa ti danno davvero fastidio devi andare da lui e dirgli ‘Sirius, piantala, per piacere, ti ho detto che non mi piaci e non capisco come mai tu insista ancora.’ E se continua a non darti retta gli toccherà perderti anche come amico.

Remus scosse la testa con energia. “Non posso perderlo come amico, soffrirebbe troppo e chissà che pazzie farebbe, impetuoso com’è. E poi tengo troppo a lui.”

“E’ grande e forte, sa allacciarsi le scarpe e tutto il resto. Saprà resistere a una delusione d’amore, no?!” Remus non rispose, e la domanda cadde nel vuoto. In effetti, pensò la Evans, anche lei era piuttosto scettica sulle capacità di Black di resistere ad una delusione in campo affettivo. Non avendone mai provata una non era vaccinato. “Ad ogni modo, prima o poi dovrai scegliere tra il suo amore e la sua amicizia, se non gli si raffreddano i bollenti spiriti, per cui è meglio che cominci a rifletterci fin da subito, a quello che vuoi da lui, perché entrambe le cose proprio non le puoi avere.”

“Al momento preferisco pensare solo al test di domani.”, replicò sconsolato il licantropo. Che non potesse avere tutto quello che voleva lo sapeva benissimo, però poteva almeno lasciargli le speranze. Era proprio una donna cinica. “Direi che è ora di metterci a studiare.”

La ragazza si fregò le mani tutta eccitata. “Finalmente il Remus che conosco, concentrato solo su voti e studi, incurante delle umane e noiose faccende di cuore!” Lo afferrò per un braccio e lo trascinò fuori dall’aula canticchiando un motivetto di sua invenzione dal titolo. “Orsù! Andiamo in biblioteca!”

Remus si districò gentilmente dalla presa d’acciaio della ragazza, incamminandosi nella direzione opposta alla biblioteca. Lily lo guardo interrogativa. “Devo passare un attimo in Sala Comune a prendere il testo e i miei appunti, altrimenti non riesco a studiare.”, spiegò.

“Va bene, vai pure, io ti aspetto là.”

 

 

“Ma chi crede di prendere scemo, quello là?!”, esclamò un James Potter piuttosto su di giri percorrendo per l’ennesima volta il perimetro della Sala Comune a passi lungi e ben distesi. “Mi crede tanto stupido?!”

Peter Minus, seduto al tavolo con il mento poggiato tra le mani, osservava tutta la scena con rassegnazione. “Ma figurati, Prongs, sono solo paranoie.”, rispose, più per far finire là la discussione perché ci credesse davvero. Anche lui credeva che Black nascondesse qualcosa, ma la sua priorità del momento era andare a fare uno spuntino in cucina e poi a fare un bel pisolino ristoratore.

“Ti dico che Padfoot è innamorato di qualcuno, Wormtail!”, replicò il cercatore del Grifondoro. “Non mi frega, lo conosco da troppo tempo, e il fatto che non mi voglia dire chi è mi insospettisce.”

“Magari si vergogna ad ammettere che è innamorato.”

“Ma figurati, non si vergogna a fare la parte del cane in calore 365 giorni l’anno, cosa vuoi che gli freghi il nostro parere riguardo i suoi sentimenti amorosi?” Un’occhiata particolarmente densa di significati del suo amico lo indusse a tornare sui suoi passi. “E va bene, va bene, lo prenderei in giro a vita quel mister ‘Io non mi innamorerò mai perché legarsi ad una sola donna è stupido, Sirius può far felici molte femmine!’ ma il punto non è questo.”

“E quale sarebbe il punto?”

“Sarebbe che è innamorato di qualcuno di cui noi non dobbiamo sapere l’identità.”

“E perché farebbe così, di grazia?”

“E che ne so?! Qui è lui la mente criminale!”

“Quindi che si fa? Lo mettiamo con le spalle al muro, gli facciamo ingoiare del Veritaserum e lo costringiamo a parlare?”

“No, Wormtail, che idee da Serpeverde ti vengono in mente?! … E poi l’abbiamo già fatto una volta con Snivellus al primo anno, non possiamo utilizzare più quel piano, non ci cadrebbe mai. Per cui non ci resta che scoprirlo noi con le nostre sole forze.”

“Scoprire di chi è innamorato Padfoot? E come facciamo? E’ come cercare un ago in un pagliaio, non c’è ragazza in tutta la scuola che non si voglia o non si sia già portata a letto!”

“Non sarà difficile se utilizziamo del metodo. Come prima cosa dovremmo…”

In quel momento il rumore della porta dei dormitori che si apriva indusse i due amici a tacere. Un Sirius piuttosto allegro e stranamente su di giri passò come un fulmine davanti ai due, mugugnando un discorso incomprensibile di cui si capirono solo le parole. “Biblioteca… Rune antiche… Studio…”, lasciandosi alle spalle degli Animagi piuttosto perplessi.

“Strano che Padfoot vada in biblioteca…”

“Specialmente considerando che lui non frequenta Rune Antiche.”

“E soprattutto che non studia mai per i test.”, aggiunse Peter ridendo. “Ma, tornando a noi, che dicevi prima?”

”Dicevo che dovremmo restringere il cerchio e proprio ora il nostro ingenuo amico ci ha dato diversi aiuti.”

“Non ti seguo…”, mugugnò l’amico grattandosi la testa.

“E’ semplice. Dal momento che Padfoot non frequenta la biblioteca, non studia mai per i test e soprattutto non per quelli di Rune Antiche che è una materia che non segue, basta trovare una persona che in questo momento si trova in biblioteca a studiare per il test di Rune Antiche di domani.”

In quel momento il quadro si spostò dal suo posto nella parete, e Remus fece capolino nella Sala Comune, salutò in fretta e furia i suoi amici e si mise a scartabellare tra i suoi libri alla ricerca di ciò che gli occorreva per il mega ripassone finale assieme alla Evans.

“Ehi, Remus!”, trillò Peter tutto felice. “Sai che abbiamo scoperto che succede a Sirius?”

“Ah, si?”, rispose Remus, apparentemente poco interessato alla cosa, mentre in realtà il cuore gli mancò di un battito. “Che gli succede?”

“Pare che sia innamorato di qualcuno!”

 “Che sciocchezze, Sirius innamorato!” Il licantropo rise nervosamente. “E’ più facile che io prenda il  massimo dei voti in Pozioni, e poi…”

“Invece l’idea non è per niente sciocca come potrebbe sembrare a prima vista…”, lo interruppe il cercatore sistemandosi gli occhiali con fare pensieroso. “Sappiamo per certo che dietro i suoi strani comportamenti deve esserci per forza una donna. Solo che non sappiamo ancora chi.”

“Tu hai qualche idea a riguardo?”, lo interrogò Peter.

“A riguardo? No, non so niente, mi dispiace…”

“Uff, toccherà scoprirlo noi da chi è andato a incontrarsi in biblioteca per ripassare Rune Antiche!”, piagnucolò il poverino.

“I-In biblioteca a studiare Rune Antiche?” Remus sbiancò visibilmente, con grande sorpresa di James e Peter, che però attribuirono il suo pallore a uno dei suoi numerosi malesseri passeggeri. “Scusatemi, sono in ritardo, devo scappare!” e fuggì dalla Sala Grande prima che i suoi amici avessero il tempo di rispondere.

“Allora, chi c’è in biblioteca a studiare Rune Antiche per il test di domani?”

“Moony, al momento…”

“Ma quanto sei scemo, Wormtail!” James gli appioppò un discreto schiaffone sulla nuca, che fece emettere al poverino uno squittio di dolore. “Moony è un maschio, come fa ad essere lui la ragazza di cui è innamorato Sirius?!”

Il poverino si massaggiò la testa dolorante. “Lo so anche io che è un maschio, ma come ben sai Padfoot non andrebbe mai con una più piccola di lui e quelle del settimo anno sono tutte fidanzate di ferro.” I suoi occhi si accesero di un brillio strano. “E sai bene che c’è una sola femmina che frequenta Rune Antiche, del nostro anno…”

James sbiancò di colpo.

“Non può essere…”, mormorò, dopodiché eruppe in un sonoro. “Io lo ammazzo, quel bastardo!”

 

 

Sirius Black entrò in biblioteca e si guardò intorno alla ricerca della Evans in mezzo a tutte quelle stupide teste d’uovo che dedicavano la propria vita a inutili vecchi tomi polverosi. Ci mise un po’ a scorgere quella lunga chioma fulva, perché come al solito la Evans preferiva appartarsi negli angolini per essere disturbata dal minor numero di scocciatori possibile.

Ci mise qualche secondo per farsi coraggio, ma poi, preso un bel respiro profondo, riuscì a trovare la forza per avvicinarsi a lei e chiederle aiuto… Salvo poi trovare immediatamente rifugio dietro uno scaffale non appena vide il suo amato licantropo entrare tutto trafelato e recarsi dalla Evans con dipinto sul viso un adorabile faccino disperato.

Lui però stavolta non c’entrava nulla, ne era convinto.

“Lily!”, la chiamò lui a voce un po’ troppo alta, guadagnandosi diverse occhiatacce di riprovazione dagli studenti. Un paio di occhi color giada freddi come l’acciaio si posarono su di lui.

“Che c’è stavolta?”

“Lily, ti scongiuro, andiamo da qualche parte noi due da soli!”, piagnucolò Remus.

“Cosa?! Ma tu sei pazzo, mi sono appena sistemata qui! Ti puoi scordare che mi muova!”

“Ti prego!”

“Oh, santo Merlino, sarà meglio per te che la motivazione sia seria, stavolta, altrimenti saranno guai!”

E i due si defilarono alla chetichella sotto una pioggia di sguardi infastiditi, lasciando Sirius piuttosto perplesso.

La scena a cui aveva assistito l’avevo, per dirla tutta, piuttosto scosso.

Non aveva mai visto il suo Moony in un atteggiamento tanto supplice e disperato, nemmeno in questioni ben più serie che uno stupido esame di Rune Antiche. E poi, il modo in cui il suo sguardo da cucciolo ferito si posava sulla bella rossina, e l’atteggiamento scostante di lei, fecero scattare una molla nel cervello dell’Animagus, che arrivò alla conclusione più ovvia.

Remus era innamorato della Evans.

“Maledizione…”, mormorò lui tra i denti.

Questo avrebbe complicato le cose, ma di poco.

Considerando che, a quanto pareva, la Evans non lo ricambiava.

 

Fine Capitolo 3

 

Commenti di Fine Capitolo

Prima di tutto un paio di righe sui tentativi di conquistare Remus di Sirius.

E’ mia intenzione rendere molto palese inizialmente l’idea che Sirius, inesperto su come corteggiare qualcuno dal momento che non ha mai avuto bisogno di farlo, all’inizio si lasci prendere dall’entusiasmo con tentativi molto poco seri (leggi: stupidi), che sicuramente non riescono a fare breccia nel cuore dell’amato. Idem dicasi per James e la sua bella Lily dagli occhi verdi. In futuro capiranno dove sbagliano (spero).

Su questo capitolo, che dire?

“L’intreccio s’infittisce”, come direbbe Snoopy.

Come al solito ci vanno sempre di mezzo gli innocenti.

Povera Evans, come se la caverà sotto gli attacchi ripetuti di Sirius, geloso marcio del rapporto tra lei e Remus? E Sirius riuscirà a non farsi uccidere da James, imbestialito a morte con il suo migliore amico perché lo ritiene un traditore della peggior specie? E Sirius riuscirà a rendersi conto che si sta comportando come un cretino e non è certo questo il modo di conquistare il cuore del bel licantropo?

Scoprirete questo ed altro ancora nel prossimo episodio di Le (tragicomiche) conseguenze dell’amore: “Evans, ti debbo parlare!”

 

Christine Black: ^^ Grazie dei complimenti!!! Con Rheme sono ancora in alto mare, non mi convince proprio il capitolo, e preferisco aspettare a postare finchè non sarò convinta almeno al 75%!! ^^

Serry_Black: Mi reputo offesa che reputi Sirius pazzo visto che la poesia è mia! ^_- Hehehe, l’effetto-pazzia è voluto, come ho giù spiegato nei commenti di fine capitolo. Non temere in futuro spero che capirà dove sbaglia. E magari Remus potrebbe anche cambiare idea. Se non altro per pietà! ^_-

Sere: Hahahahahaha oddio e io che credevo di essere l’unica distratta patologica! *.* Sono in buona compagnia, che bello! ^_- Lieta di sapere che pensi alle mie fic durante il sonno, hahahaha sono onorata! Anche io penso alle yaoi prima di addormentarmi, e infatti mi sogno puntualmente gli zombie! XD Sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto, anche se temo non sarà sempre così pieno di cazzate! XD L’idea sarebbe quella, almeno… E con i miei magnifici sfoggi poetici non sarà difficile rendere questa fic delicata come i petali di una rosa! XD Riguardo James, l’idea originaria sarebbe stato con Remus e Lily che parlavano in giardino, con James che alla fine si paracadutava dall’alto con un paracadute Rosa con su scritto qualcosa di smieloso. Ma il boccino gigante è stato molto meglio, non trovi? XD Riguardo  i commenti della Evans su comportamenti molto educati di Sirius, mi sono agganciata a quello che dice la mia coinquilina “Mary secondo me tu gradiresti un uomo che ti sussurrasse ti amo a suon di rutti” “Ovvio che si, lo faccio anche io!” e via discorrendo! XD Un bacione e sempre grazie 10.000 per i complimenti, zietta malandrina!!! *.*

Chu: Hehehehe sono contentissima che continui a gradire. ^_- Specialmente la parte in cui Sirius pensa di fare una cosa e Remus spera che non la faccia. Si nota che sono grande appassionata delle commedie degli equivoci? Noooooh, vero? ^_- Per James-boccino, ci tengo a precisare che ho fatto una di quelle discrete figure di cacca perché l’immagine mi è venuta in mente in treno, ed era talmente vivida che ho cominciato a ridere come una scema, con gran dileggio dei presenti. Grazie mille per i complimenti!!! ^_-

Fairyangel: Certo che si risolverà… Ma se in meglio o in peggio… Chi può dirlo? ^_- I malintesi continuano e si fanno sempre più complicati, le trame complicate mi mandano ai pazzi! E mandano ai pazzi anche chi mi legge perché non ci capiscono niente!!! XD Sono contenta che ti sia divertita e ti ringrazio tantissimo per i complimenti! Un bacione!

Saretta: Io ci scherzo per non piangerci sopra perché è capitato anche a me il poeta, solo che io avevo quello che mi chiamava “Viso D’Angelo” e io non sapevo se essere lusingata perché diceva che ero bella come un angelo o offendermi e rompergli una pepiera in testa perché insinuava che avevo la faccia da culo di NINO D’Angelo! Almeno Sirius è figo e i suoi versi toccano le delicate corde del mio cuore! ^_- Grazie mille per i bellissimi complimenti, spero di continuare a conquistarti sempre più (Sirius dovrebbe imparare da me, magari se scrive una fic yaoi e la regala a Remus lui apprezza! ^_-). Un grosso bacio!

Agartha: Le poesie di Sirius sono delicate e stupende, io mi potei davvero innamorare di una così! XD Sono ironica ovviamente… Hahahaahaha non mi attribuire intenzioni troppo sadiche! ^_- Non è incatenamento ma INCANTONAMENTO. E’ romagnolo, in pratica significa sbattere qualcuno al muro (nel senso che stai pensando tu, si quello! ^_-) Mi sono dimenticata di spiegarlo nei commenti di fine capitolo la volta scorsa, chiedo venia! ^^ Huhuhuhuh! Però anche incatenarlo al muro non sarebbe malvagio, no? Lily poveretta me la immagino proprio confidente di Remus, poveretta, lei che magari ha anche altre cose da fare nella vita. Però è troppo buona anche se fa un po’ la parte della dura e a un paio di occhioni supplicanti color ambra proprio non sa dire di no. ^_- Anche questo capitolo è stato abbastanza “scemo”, sto ancora costruendo la trama di base, come certamente noterai! ^_- Roba da Beautiful! Grazie mille per i bellissimi complimenti, spero tanto di rispondere alle tue aspettative! Un bacio!

PS: Mi dimentico sempre di chiedertelo. Dal momento che ho fatto due palle così alla mia coinquilina con le tue fic lei mi manda a chiederti se il tuo nome deriva dal fatto che ti piace il fumetto omonimo! ^^

Kaho_chan: Ciauz!!! ^_- Fa niente se non hai recensito l’altro capitolo, te lo abbuono perché sono gentile carina e al confronto Remus è un buzzurro cinico freddo calcolatore! ^_- Sono contenta che apprezzi i tentativi di seduzione di Sirius e James. Apprezzeranno un po’ meno Lily e Remus (specialmente Remus, povera stellina). Speriamo che i nostri due casanova si rendano conto presto dei loro sbagli! ^_- Grazie mille per i complimenti!!!!

Momo_san: Sirius ci sta mettendo anche troppo d’impegno, forse il problema è proprio questo!!! XD Così me lo spaventa persino da Licantropo, Remus, altro che da umano!!! Però, dai, se uno mi desse una poesia del genere sarei onorata da morire! ^_- E’ stupenda, neh? Un bacio e grazie infinite per i complimenti (al capitolo e alla poesia! ^_-) Ciauz!

Donnasole: Guarda non capisco nemmeno io come non possa aver apprezzato. Quel licantropo è proprio freddo e cinico! XD Idem dicasi per la Evans, non capiscono proprio un’emerita cippa, fossi in loro cadrei tra le braccia di quei due begli umini come pera matura!! Ma perché sono poco fissata con l’aspetto fisico e non me li fare tutti quanti solo perché sono bellissimi, nooooooooooooh!!!!

Meggie: Non ti preoccupare se riservi i commenti chilometrici per “lei non è una di noi”, non mi offendo mica! ^_- Sempre una fic mia è, resto sempre onorata! *.* Sirius è leggermente una presa in giro dei miei ex pretendenti (o pretendenti attuali, dipende), anche se a volte la realtà supera la mia immaginazione; io non farei mai dire a Sirius “Remus, non ti sei commosso fino alle lacrime con Neverland?”. Brrrrrrrr…. ._. Remus, povera stella, vuole troppo bene a Sirius ma è anche un po’ egoista, perché se non riesce ad amarlo dovrebbe lasciarlo andare invece di tenerselo vicino e farlo soffrire. Un bacione! ^_-

Miki: Hahahahhahaha e meno male che non assomigli a Sirius stavolta. Anche se potrei un po’ offendermi dal momento che la poesia è mia. Comunque ti capisco benissimo, pure io in genere le poesie le schifo e le odio, specie se d’amore. Sono riusciti a farmi leggere i fiori del male solo perché c’è gente squartata! XD Quanto romanticismo in questa donna. Per i soldi… Hahaha nemmeno io sto messa benissimo, potremmo metterci in due a fare l’elemosina con Remus per strada, io canto, remus suona la chitarra e te… Non so se non suoni niente al massimo ti do’ un tamburello! XD Casablanca attenderà un pochino!

Sono contenta che Lily/consigliera di fiducia ti piaccia, spero tu gradisca anche il suo nuovo ruolo di “dona ideale di un po’ tutti quanti e centro di casini vari”!!!! Credo che stavolta ci possa scappare un POVERA EVANS!!!! XD Remus è piuttosto furbo, se ci fosse lo metterei nella casa delle VolpiIntroverse, perché non allontanando Sirius in pratica ha un comodo schiavetto d’amore personale!!! ^^ Un beso e sempre mille grazie per i complimenti.

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 - 'Evans, ti debbo parlare!' ***


Nuova pagina 1

La storia finora (per chi dovesse mettersi in ascolto con noi solo in questo momento): Sirius Black ama Remus Lupin, uno dei suoi migliori amici, ma quest'ultimo, a dispetto di quanto possa sembrare, è prorompentemente etero e gli dà un vetusto 2 di picche. Ma tutto si può dire di Sirius tranne che sia uno che si arrende e così comincia la sua battaglia per la conquista del cuore, del corpo e dell'anima del bel licantropo (anche se si accontenterebbe del corpo). I suoi tentativi sono così azzeccati e per niente fastidiosi che il povero, esasperato, Remus elegge Lily Evans a sua confidente personale.

Lei tace e tollera.

Nel frattempo le intenzioni di Sirius, nonostante i suoi sforzi, vengono captate dal suo perspicace migliore amico James Potter, che unisce il suo frizzante cervellino diabolico a quello del suo amico Peter Minus per arrivare alla conclusione (sbagliata) che Sirius sia innamorato di Lily Evans. James medita propositi di vendetta e morte contro Sirius, il quale nel frattempo, infognato dietro uno scaffale della biblioteca, medita propositi di vendetta e morte contro Lily, che ritiene sia la donna di cui è innamorata il suo Remus, e che sia per colpa sua che ancora non ha ottenuto l'oggetto dei suoi sogni romantici ed erotici.

(Chiedo scusa per il riassunto, che tra parentesi sembra uno di quelli che mettono davanti ad Elisa di Rivombrosa!!! Ho trovato giusto mettere un riassuntino per fare il punto della situazione perchè è veramente complicata sta trama! O forse è complicata per il mio cervello limitato che ne so? Spero di non aver annoiato nessuno.)

 

 

Capitolo 4 - "Evans, ti debbo parlare!"

Un paio di occhi di smeraldo guizzanti d'ira si posarono sul giovane licantropo, il quale a causa della lunga corsa era stato costretto a trovare appiglio contro il muro. "Ora mi vuoi spiegare perchè mi hai trascinata via dalla biblioteca come una furia?!"

"Mi dispiace...", ansimò. "Mi dispiace sul serio... Però... In biblioteca... Sirius..."

"Ancora Sirius?! Santo cielo, Remus, ma sei paranoico!", sbottò la bella rossina alzando le braccia al cielo esasperata. "Figurati se Black mette piede in biblioteca. A meno che non ci si debba infrattare con qualcuna delle mie amiche e... OPS!", si portò una mano alla bocca facendo finta di aver commesso una gaffe imperdonabile, dopodichè si voltò ghignante in direzione di Remus. "Ah, già, è vero che Black ormai queste cose non le fa più perchè corre dietro ad un certo lunatico tipetto di nostra conoscenza che gli ha rubato il cuore."

"Molto divertente, davvero molto divertente...", mugugnò il licantropo, prendendo fiato. "Però ti assicuro che Sirius stava davvero venendo in biblioteca, e sono sicuro che stava venendo per me!"

"Su questo non ci sono dubbi...", mormorò soprappensiero la rossina, la quale decise poi di glissare sulle miriadi di battute a doppio senso che le erano venute in mente nel momento in cui due infuocate pozze color ambra si posarono su di lei emanando un inquietante lucore omicida. "Ma che problema ci sarebbe stato se Black fosse venuto in biblioteca? Mica ti avrebbe mangiato... O peggio..." aggiunse con aria vagamente allusiva.

Remus cercò di ignorare il fatto che le sue guance stavano praticamente prendendo fuoco, e continuò a parlare come se niente fosse. "No, questo no, però mi sarebbe stato vicino tutto il pomeriggio con la scusa di aiutarmi a ripassare per il test e avremmo finito per non combinare niente perchè si sarebbe messo a dire ogni 5 minuti...", e partì in una memorabile imitazione della voce del suo amico Animagus. "Che noia questa roba, Remus, ma come fai a studiarla?, oppure Non ti sembra stupido sprecare la propria vita dietro un mucchio di segnacci esteticamente inguardabili?, e poi avrebbe aggiunto Andiamo a fare un giro nelle cucine a mettere il pepe nei dolci che daranno a pranzo, è molto più interessante! E via discorrendo..."

Lily portò l'indice e il medio della mano destra al viso e si massaggio il mento con fare assorto. "Si, farebbe proprio così quell'idiota... E io sarei costretta a ucciderlo o, peggio, a evirarlo." Remus sul momento pensò che Lily avrebbe dovuto rivedere la lista delle sue priorità, ma ripensandoci si rese conto che per Sirius Black in effetti sarebbe stato molto peggio perdere il suo piccolo amico piuttosto che la vita. "Però, ok, appurato questo...", continuò la bella Grifondoro incrociando le braccia al petto. "Perchè mi hai portata davanti allo sgabuzzino delle scope?"

Remus fece un sorriso furbetto. "Perchè qui non ci disturberà nessuno." Aprì la porta e diede alla sua amica una spinta giocosa. "Forza, entra!"

"Ma è tutto buio, è sporco e puzza, non possiamo farlo qui!", si lagnò la Evans.

"Si che possiamo, schizzinosa.", replicò pazientemente il licantropo tenendola per le spalle e spingendola delicatamente dentro. "Basterà rendere il tutto più confortevole con qualche incantesimo. Tempo 5 minuti e te lo trasformo in una reggia, questo sgabuzzino."

"Ma resta sempre uno sgabuzzino!", sospirò esasperata, mentre il suo amico ridacchiava divertito. Dopodichè si voltò in modo tale da avere di fronte il suo amico e gli puntò un indice davanti al naso con fare saccente e il viso imbronciato. "E va bene, mi arrendo, faremo come vuoi tu. Ma lo faccio solo perchè non voglio sentire altre storie. Spero per te che questo schifo divenga la reggia che mi hai promesso in 5 minuti, altrimenti non risponderò più di me e ti ridurrò in striscioline sanguinolenti."

"Garantito."
La Evans parve tranquillizzarsi, ed entrò docilmente nella stanzetta. "Ma sei sicuro che non verrà proprio nessuno a disturbarci?"

"Sicurissimo!", esclamò il licantropo il quale, dopo aver dato una rapida occhiata al corridoio per assicurarsi che nessuno li vedesse, entrò nello sgabuzzino e si chiuse la porta alle spalle. "Chi vuoi mai che si accorga di noi due qua dentro?"

 

 

"Nello sgabuzzino delle scope?!", gridò un incredulo Sirius Black alla graziosa Tassorosso del terzo anno che gli stava di fronte. "Ma sei sicura?!"

La ragazza annuì con energia. "Si che sono sicura, li ho sentiti chiacchierare per caso da dietro l'angolo nel corridoio, su al quarto piano... Sai stavo leggendo un interessantissimo libro di Erbologia, ed ero arrivata al capitolo dedicato alle piante carnivore, e si parlava di una rara specie amazzonica che..."

"So benissimo che una materia appassionante come Erbologia richiederebbe ore di avvincenti discussioni su piante carnivore e muffe dei muri, e credimi, sono tentato di restare qui ad ascoltarti per tutto il pomeriggio...", e sfoderò uno dei suoi sorrisi più seducenti e disarmanti, che indussero la ragazza al silenzio. "Ma al momento per me è molto importante che tu mi dica cosa si sono detti Lupin e la Evans, e se non ti secca darmi una mano potrei esserti molto riconoscente, come ti ho già detto...", aggiunse, ponendo particolare enfasi sulla parola riconoscente.

"Beh..." Riflettè la ragazza tamburellandosi l'indice contro una guancia colorata di un tenue color porpora, con fare assorto e sollevando gli occhi al cielo. "Dunque... Io non ho capito bene quello che si sono detti, ma se non mi sbaglio Lupin e la Evans volevano stare in intimità, e per la Evans era molto importante che nessuno li disturbasse perchè altrimenti avrebbe fatto a pezzi Lupin." Rivolse all'Animagus un debole sorriso. "Non saprei dirti altro, mi dispiace..."

Sirius emise un sospiro sconsolato. "Non ti preoccupare, è più che abbastanza", rispose, con una leggera nota di profonda tristezza nella voce che la ragazza, fortunatamente, non parve notare. "Sei stata gentilissima, ti ringrazio." 

"Figurati.", replicò lei scostandosi dal viso una lunga ciocca castana. Sirius la salutò e fece per avviarsi lungo il corridoio, ma la Tassorosso lo afferrò gentilmente per un braccio. "Ah...", mormorò imbarazzata. "Senti, per quanto riguarda il nostro patto..."

"Non ti preoccupare. Come pattuito, parlerò con Minus e ti rimedierò una bella uscita ad Hogsmeade con lui, forse addirittura per questo week end." Le rivolse un occhiolino complice."Contenta?"

La ragazza si portò le mani alle guance, ebbra di gioia, ed emise un gridolino eccitato. "Ti ringrazio infinitamente, Sirius, aspetta che lo sappiano le mie amiche!" E corse via verso i dormitori della sua casa agitando un braccio tutta contenta in segno di saluto. "Grazie davvero!"

Sirius ricambiò il saluto e osservò la piccola Tassorosso girare l'angolo, dopodichè si avviò per la sua strada con le mani in tasca e la faccia lunga e depressa che faceva tanto figo maledetto e che tanti cuori aveva infranto. Il problema era che stavolta depresso lo era veramente, e non era solo una scusa per farsi chiedere come andava da una bella ragazza di passaggio.

Dove stesse andando non ne aveva idea, non aveva una meta.

Era rimasto veramente sconvolto dallo svolgersi degli eventi, non si aspettava nulla del genere. Quando li aveva visti allontanarsi insieme dalla biblioteca, dopo un primo momento di stupore, si era convinto che assolutamente non sarebbe stato possibile che la Evans e Remus potessero avere un qualche tipo di interesse reciproco l'uno per l'altra, proprio non era possibile che quella femmina assurda potesse essere amata dal suo dolce e caro licantropo, proprio non c'era verso. Magari chissà, aveva pensato, lui aveva bisogno di discutere di faccende di studio tutte sue, dovevano andare a cercare un libro smarrito da qualche parte, lui aveva avuto un languorino fortissimo e improvviso ed erano andati a far merenda insieme. Però aveva deciso di seguirli lo stesso. Perchè avrebbero potuto aver bisogno del suo parere, perchè forse lui avrebbe saputo aiutarli a trovare l'oggetto scomparso, perchè avrebbe potuto recuperar loro qualcosa dalle cucine... E soprattutto perchè la prudenza non era mai troppa.

Avendoli persi di vista, aveva deciso di chiedere informazioni a qualcuno, per chiedere se per caso non avesse visto i due fuggiaschi (impossibile non notare la Evans, con quella chioma rossa come un semaforo allo STOP), e l'unica persona che aveva trovato lungo la via era stata quella giovane Tassorosso.

La verità l'aveva colpito come una martellata alle parti basse.

Non poteva pensare che la ragazza stesse mentendo. Si sarebbe insospettito se avesse ricevuto quelle notizie da una scaltra Corvonero o da una bastardissima Serpeverde, ma il vanto della casa di Tassorosso era la lealtà e l'onestà dei suoi appartenenti, anche se le ragazze peccavano totalmente in quanto a gusto estetico in fatto di uomini. Sirius sbuffò abbastanza contrariato al pensiero di quello che le aveva chiesto la ragazza in cambio di quelle preziosissime notizie. Informazioni così importanti in cambio di un appuntamento con quel tonto di Peter! E pensare che si era offerto lui ma la ragazza aveva gentilmente declinato l'invito.

Ma non era tempo di pensare a quelle sciocchezze, la questione era ben più grave.

La Evans e Remus si erano rinchiusi in quel maledetto, schifoso sgabuzzino delle scope!

Il suo primo impulso era stato ovviamente quello di correre là, abbattere la porta a calci e fare una scenata d'altri tempi, ma la cosa era inattuabile per diversi motivi; perchè la sua coscienza, quella vocetta fastidiosa che aveva fatto il nido nel suo cervello (dal momento che lo spazio era tanto), glielo aveva impedito, perchè non sapeva esattamente con quale autorità avrebbe potuto impedire lo svolgersi di qualsivoglia faccenda erotico/amosoro/sentimentale tra Remus e la Evans dal momento che il suo adorabile lupetto non se lo calcolava manco di striscio... E soprattutto perchè, come si rese conto quando i suoi piedi CASUALMENTE lo portarono davanti allo sgabuzzino delle scope incriminato, Remus aveva chiuso magicamente la porta e tutti sapevano che i suoi incantesimi erano potentissimi e non sarebbe mai riuscito ad entrare nemmeno se avesse chiesto aiuto al professor Vitious.

Questo però non gli impediva di farsi mille viaggi mentali, uno più turpe dell'altro, sulle schifezze che stavano accadendo in quello sgabuzzino chiuso a chiave e (notò con orrore) insonorizzato, e furono pensieri talmente poco incoraggianti e piacevoli che si ritrovò a far fuggire un paio di spaventatissime primine Corvonero quando, in preda ad un'improvvisa furia cieca, assestò un pugno di tutto rispetto contro un muro (facendosi tra parentesi malissimo, ma questo non lo diede a vedere perché la sua immagine da duro glielo impediva).

Si chiese cosa gli restasse da fare a quel punto.

Non voleva credere che stesse accadendo tutto quello, gli faceva troppo male al cuore pensare ad un simile svolgimento degli eventi, ma i fatti gli erano tutti contro; la Evans e Remus fuggono in fretta e furia dalla biblioteca e si vanno a chiudere in uno sgabuzzino delle scope, isolati da tutto e da tutti. C'era ben poco da sperare che stessero semplicemente facendosi una partita a Ramino. E quindi, si chiese Sirius sfregandosi con le mani la chioma corvina con fare esasperato, come faceva sempre quando cercava di smuovere un po' di materia grigia nel cranio di fronte a problemi realmente complessi, cosa doveva fare a quel punto? Fare buon viso a cattivo gioco? Fingere di ignorare tutto finchè non fosse arrivata l'allegra coppietta mano nella mano ad annunciare imbarazzata il loro fidanzamento? E a quel punto cos'avrebbe fatto, avrebbe sorriso di un sorriso falso come una banconota da un galeone? Si sarebbe congratulato con loro mentre in realtà avrebbe voluto strapparsi il cuore dal petto a mani nude e sbatterlo in faccia al suo crudele amico? Avrebbe compresso i propri sentimenti per il suo adorato licantropo fino a ridurli ad una palletta accartocciata? Avrebbe osservato James fare scempio del corpo del suo amato per aver osato stare insieme alla donna dei suoi sogni?

Sarebbe stata senza dubbio la cosa più giusta da fare.

Ma da quando in qua Sirius Black decide di fare la cosa più giusta?

"Devo parlare con la Evans!", esclamò d'improvviso l'Animagus, recuperando la consueta vitalità, e corse da Hagrid a farsi dare una mano, perchè era uno dei pochi adulti che aveva guadagnato la sua stima e con cui si sentiva in sintonia e sicuramente avrebbe saputo consigliarlo per il meglio. Si, parlare con la Evans era l'unica cosa da fare per risolvere quella situazione e mettere in chiaro le cose, altrimenti non solo lui sarebbe rimasto per sempre con il rimpianto di non aver fatto nulla, ma avrebbe avuto sulla coscienza anche il suo amore perchè James  come minimo avrebbe fatto polpettine di licantropo se mai avesse scoperto, o anche solo sospettato, la cosa.

E lui non poteva permettere che Remus venisse ammazzato dal suo migliore amico.

 

 

"Lo ammazzo! Lo ammazzo!", gridò James Potter scalciando, urlando, e tentando di raggiungere l'uscita della sala comune, con una furia omicida nello sguardo e negli atteggiamenti che non si sarebbe detta proprio da lui. Nel frattempo il piccolo Peter, nel tentativo di fermarlo, lo aveva abbrancato per i fianchi e faceva del suo meglio per non essere trascinato via.

"Prongs, calmati, non fare pazzie!"

"Non fare pazzie un corno!", replicò il cercatore agitando le mani nell'aria come una furia cercando di liberarsi dell'amico, che comunque non mollava. "Ha tutte le donne della scuola che gli corrono dietro! Tutte! La Evans non me la sfiora nemmeno con un dito, quel maiale di un botolo pulcioso!"

"Prongs, ti prego, ragiona!", piagnucolò l'amico, a questo punto praticamente abbarbicato alla schiena dell'amico come un koala ad un albero. "Non è possibile che Padfoot e la Evans possano in qualche modo avere una storia. La Evans lo detesta, forse addirittura più di quanto non detesti te, per cui come fa a...?", ma le parole gli morirono in gola quando James, finito di agitarsi, volse la testa nella sua direzione con un lucore omicida nello sguardo.

"Chi è che detesta la Evans?", mormorò, e la sua voce bassa e roca provocò in Peter un attacco di brividi abbastanza violenti, per cui si affrettò a fare marcia indietro su tutta la linea. Perchè nulla era, per Peter, più spaventoso di un James Potter arrabbiato.

"Cioè... Io... Volevo dire che...", deglutì rumorosamente. "E' impossibile che la Evans, che ancora non ha scoperto quanto tu sia affascinante e meraviglioso, possa posare gli occhi su Padfoot, che ti è chiaramente inferiore di parecchie spanne!"

Il suo amico, colpito nel proprio punto debole, come per incanto riassunse le consuete sembianze del caro, dolce, sorridente e allegro James Potter che tutti conosciamo. Si portò l'indice e il pollice al mento e assunse un'aria assorta. "In effetti è proprio come dici tu... Lily non potrebbe mai amare quel rozzone di Padfoot quando non riesce ad apprezzare un ragazzo bello, sensibile, dolce e simpatico come il sottoscritto.", e si portò una mano aperta al petto come a sottolineare il concetto che era proprio di lui che si stava parlando.

Peter si complimentò con se stesso per essere riuscito, come al solito, a voltare la situazione a proprio vantaggio, e tirò un sospiro di sollievo, dopodichè sorrise all'amico. "Hai proprio ragione, Prongs, per cui perchè non ce ne andiamo nelle cucine a mangiare qualcosa e non dimentichiamo tutta questa faccenda?"

"Però...", e sullo sguardo di James cadde un'ombra inquietante. "Quel pervertito di un cane in calore non si fermerebbe di certo davanti a un rifiuto della mia donna..." Peter, non visto, alzò gli occhi al cielo, quando sentì l'enfasi che il suo amico aveva messo sulla parola mia. Se l'avesse sentito la Evans come minimo gli avrebbe ficcato qualcosa nel naso. "Chissà cosa potrebbe farle, quel maniaco."

"Già... Non arriverebbe al giorno successivo...", replicò il piccolo Animagus sovrappensiero, mentre nella sua mente scorrevano varie immagini di, nell'ordine; Sirius che blocca la Evans contro un muro; Sirius che tenta di baciare la Evans; Sirius gettato tra i rifiuti pieno di graffi, contusioni e con oggetti contundenti di varia natura ficcati in bocca, mentre la Evans si frega soddisfatta le mani.

"Hai proprio ragione Peter...", mormorò James, mentre cominciava ad assumere QUELLO sguardo, quello che gli compariva sul viso quando non aveva per niente buone intezioni. Dopo qualche minuto di silenzio teso e denso di significati, James battè le mani insieme e concluse il lungo e, riflettè Peter, avvincente discorso che aveva avuto nella sua testa. "... Ed è per questo che dobbiamo fare due chiacchiere, noi due!"

Peter fece tanto d'occhi. "Cosa?! Oh, Merlino, Prongs, ti scongiuro, non fare sciocchezze!" Si inginocchiò ai piedi del cercatore del Grifondoro, a mani giunte e con gli occhietti acquosi già pieni di lacrime. "Se mai doveste venire alle mani finiremmo nei..."

James lo fissò tra il basito e l'incredulo. "... Venire alle mani? Credi sul serio che potrei alzare le mani su quel delicato bocciolo di rosa della Evans?"

"... La Evans?", balbettò l'altro. "Tu... Tu vuoi parlare con la Evans?"

"E con chi dovrei parlare, scusami?"

"Credevo che volessi parlare con Sirius..."

James incrociò le braccia e si imbronciò improvvisamente. "Io non ci parlo con i traditori." Poi si voltò, con un mezzo sorriso sulle labbra. "O, perlomeno, non ci parlo finchè sono così arrabbiato, altrimenti finiremmo davvero alle mani e se finiamo un'altra volta dal preside, questo mese, rischiamo davvero l'espulsione. Al momento credo che la cosa più intelligente e matura da fare sia parlare con lei."

Peter inarcò un sopracciglio con fare incredulo. "... E questo non ha nulla a che vedere con il fatto che in questo modo avresti una scusa per parlarle che non sia il cercarle un ipotetico boccino nel reggiseno, vero?"

James emise una risata da ebete. "E' assolutamente come dici tu, non c'entra niente!", poi salì le scale in direzione dei Dormitori. "Vieni, Wormtail, uniamo le nostre menti per mettere insieme un piano geniale."

Peter lo seguì salendo i gradini a due a due, tutto contento.

Adorava aiutare James a creare piani geniali.

 

 

Era ormai tardo pomeriggio quando Potter e Black gettarono definitivamente le basi del loro piano geniale per parlare con la Evans senza rischiare un poker di schiaffoni dalla ragazza, che stranamente poco tollerava la loro vista e la loro presenza a meno di 10 metri da lei. Era stato difficile organizzare tutto, dannatamente difficile, e faticoso, tremendamente faticoso, ma alla fine i loro sforzi erano stati ricompensati.

Nello stesso istante una testa color del miele faceva capolino dallo sgabuzzino delle scope, guardandosi intorno con fare guardingo e, rilassato dal fatto che non ci fosse nessuno, si voltò verso qualcuno che era alle sue spalle. "Via libera, Lily, usciamo."

Un licantropo e la sua amica uscirono nel corridoio e si stiracchiarono pigramente, sbadigliando e massaggiandosi varie parti doloranti. "Che stanchezza, non ce la facevo proprio più...", mugugnò la bella rossina stropicciandosi gli occhi arrossati, dopodichè si voltò ridendo dolcemente in direzione del suo compagno di studi. "Certo che sei stato proprio di parola, non sono mai stata tanto comoda neppure nel mio letto, Remus."

"Devo quindi arguire che non mi ridurrai a striscioline sanguinolente?"

Lei rise. "Ma dai, sciocco, non avrai mica creduto che dicessi sul serio, no?" Un'occhiata densa di significati da parte del licantropo le fece capire che non attaccava. "E va bene, magari dicevo sul serio, però adesso è tutto passato." Sbattè le mani con fare eccitato. "Ho una fame che non ci vedo ed è ora di cena, che ne dici di andare in Sala Grande?"

Remus annuì e i due si avviarono verso le scale, senza accorgersi che qualcuno aveva assistito a tutta la scena, di nascosto nell'ombra...

 

Fine capitolo 4

 

Commenti di Fine Capitolo

Questo capitolo avrebbe dovuto essere molto ma molto ma molto più lungo, ma ho deciso di abbreviarlo e di dividerlo in due parti, in questo e nel prossimo, perchè dovete sentire la suspance se no non mi sento abbastanza bastarda e vi vizio troppo! Bwa bwa bwa!

Chi è il misterioso personaggio che spia Lily e Remus nell'ombra? Un amico/a? Un nemico/a? Una minaccia? Un personaggio completamente inutile che non comparirà più e che ho messo a fine capitolo solo per farvi continuare a leggere la storia aspettando chissà che sviluppi? Non lo so, non ho ancora deciso, ma quando deciderò sarà senza dubbio molto interessante scoprirlo! Voi comunque provate a indovinare lo stesso! ^^

I nodi continuano a stringersi.

Come Reagirà James quando rivedrà il suo migliore amico Black? Si sarà già calmato o gli strapperà la testa dal collo? Come reagirà Black di fronte alla Evans, riuscirà a non marcare il territorio alla sua maniera con il povero Remus?

E che accadrà ora alla povera Evans? Diventerà il proverbiale vaso di coccio schiacciato tra quei tre vasi di ferro (leggasi: teste dure) di Potter, Lupin e Black oppure, dal momento che c'è molto di autobiografico in questa personaggia qui (lo dico nel caso che qualcuno non se ne sia accorto, hahaha!) sarà lei a fare polpette dei tre Malandrini? Scoprirete questo ed altro nel prossimo episodio di Le (tragicomiche) conseguenze dell'amore: "Io non parlo con chi mi pone le domande in questo modo!"

 

Boopsie: ^_- L'ho continuata, visto? Ora puoi dormire! Veramente ce l'avevo già in cantiere da una settimana, bella pronta, però visto che sono bastarda non l'ho postata finora! XD No, è che prima volevo postarne un'altra.

Donnasole: Beh, hai commentato alla fine, no? ^_- Per cui tutto a posto! ^^ tutti stanno sempre a dire quanto Harry somigli al padre, per cui mica deve essere un insieme di virtù teologali. Cioè, mi piacerebbe, tu sai che ne penso di James (quello che tu pensi di Sirius, hahaha). Sulla gelosia hai ragione, lui non è geloso è solo che è uno schizofrenico e a volte prende il sopravvento la sua personalità maligna, infatti Sirius lo vuole uccidere senza un perchè! Fortuna che ci pensa il dottor Minus (che è veramente scaltro, oppure sono i Malandrini ad essere stupidi, poi dipende, tutto è relativo! ^_- Viste le deduzioni di James propenderei per la seconda. Ma vabbè che là in mezzo il cervello è Moony, e ora stranamente non lo vuole aiutare a scoprire di chi è innamorato Sirius!) a risolvere tutto! Cmq io fossi in te sarei simpatetica con la Evans, perchè Nik ha detto che si vuole vestire da Boccino, poi ovviamente voglio vedere la foto (ma meglio se dal vivo però! XD).

Torniamo alla fic. I lapsus dell'Inimitabile Paddy (non so perchè sembra il nome di un supereoe Marvel, tipo Amazing Spiderman o che so io! XD) sono ovviamente, come quasi tutto in questa fic, frutto di intuizioni momentanee (leggi; cose inventate sul momento), perchè io sono una che capisce sempre fischi per fiaschi, allora ho trasformato i miei fraintendimenti in lapsus, ma per fortuna Paddy è scaltro e non si fa scoprire. O è James che ha bisogno di fosforo. Su Sirius e la Evans. No, non gli sta antipatica come in "Lei...", però un pochetto si, diciamo che la ritiene la tipica "guastafeste", ma non la odia. E poi per lui il fatto che sia amorale e cinica (non in senso assoluto ma al punto da passare sopra il trascurabile fatto che in pratica si sta andando contro i sentimento di Moony) è un complimento, perchè gli servono queste sue indubbie qualità! ^_- Ora però non può aiutarlo perchè "sta" con Moony e quindi dovrà arrangiarsi da solo. Ma il suo cervello superiore è sempre in funzione... ^_-

Kahochan: Hahahaha povero Siriusino, in fondo è innamorato e l'amore fa fare cose moooooooolto stupide, impecilli e casiniste. Diciamo che il corteggiamento freddo e calcolato è tipico, secondo me, di chi non è davvero perso per qualcun altro. ^_- Questa ovviamente è una mia opinione, ma se qualcuno mi piacesse davvero e fossi istintiva e animalesca sarei per il "tutto e subito" a costo di combinare dei gran casini, e credo che questo ben si adatti al nostro cagnone! ^_- Insomma, povero Remus, ahi ahi ahi! Vuoi vedere se riesco a sciogliere i nodi che ho creato? Vorrei tanto vederlo anche io! ^_- Forse mi sa che ne aggiungerò altri ma non è mica sicuro! Un bacio!

Meggie: Hahahaha oddio mi dispiace sul serio di averti fatto piacere una fic non seria (che poi, non seria, c'è una grossa tensione di fondo, prima o poi esploderanno tutti, credo, primi fa tutti la Evans, che essendo alter ego dell'autrice - di me non della Rowling - avrà tanti diversi piccoli vantaggi bwa bwa bwa! Ma non si porterà a letto nessuno purtroppo, perchè il raiting non me lo consente! ^_-)! C'è sempre una prima volta, no? Magari, hai visto mai, potrebbe piacerti anche una Harry/Ron, un giorno! XD Son contenta che i giochi di parole di Sirius ti siano piaciuti, pensa che son venuti fuori praticamente per caso, all'inizio avevo preventivato che si limitasse ad essere colto a guardare Remus di nascosto, solo che casualmente alle sue spalle c'era la Evans e quindi scoppiava tutto il bordello, però così mi sembrava meglio! Le elucubrazioni mentali di James sono un po' i ragionamenti astrusi che tendo a fare io, compresa la voglia di uccidere che mi scatta come se niente fosse! XD Povero SIrius, fortuna che Peter l'ha calmato, James, altrimenti diventava cibo per felini! La tua fic l'avevo iniziata a leggere ma mi si è bloccato il comp, sigh! T_T Ora la rileggo!!! Ciauuuuuuuuuz un bacio!

Fairyangel: Son contenta che la storia si capisca, la mia coinquilina non riesce a seguire la trama invece, uff, piango, il riassunto l'ho fatto specialmodo per lei!!!! ^^ Ho aggiornato abbastanza presto, whooopieeeee! Baci!

Christine Black: ^^ Grazie mille per i complimenti, sono felice che la mia fic ti piaccia!!!

Agartha: Oddio, sai che non so se continuerà ad essere una commedia degli equivoci? Può anche darsi che tutto si risolverà entro breve e la storia continuerà su tutt un altro binario. Però forse le cose continueranno a complicarsi, almeno nel prossimo capitolo, nel quale dovrei gettare le basi definitive per la storia. Mi pare. Non so. Io non so mai niente, cambio sempre idea ogni tre secondi, ma lo faccio semrpe col mio stile chiaro e limpido! XD Io si che sono una scrittrice seria. Su Lily e Remus confidenti non dubito che anche lei gli abbia fatto due scatole con James, ed è per questo che non gli spacca qualcosa in testa per l'esasperazione. Grazie mille, come sempre, per i complimenti! XD

AGARTHA lo legge la mia coinquilina, ha anche tentato di spiegarmi qualcosa, ma non avendo capito niente lei della trama non è che abbia potuto capirci qualcosa io! XD

Chu: Hahahaahaha no, no c'è un limite alla mia capacità di creare intecci credo. XD Con il prossimo capitolo credo di piantarla, forse. E' bello dare così tante certezze come fa la sottoscritta! Sono contentissima che ti piaccia la storia e che la trovi divertente nonostante gli equivoci e il casino che si sta venendo a creare. Un bacio!

Sere: Hahahahaha, oddio, proverò a metterci le cose buffe che ci vogliono, ma ricordiamoci sempre che prima o poi dovranno tentare degli approcci seri! ^^ Preparatiiiiiii alla serietàààààà (detto con voce cadaverica). Che ti sian piaciuti i lapsus di Sirius mi rende immensamente felice, io poi adoro Freud e "Psicopatologia della vita quotidiana" è un po' la mia bibbia, per cui ogni volta che faccio un lapsus sto sempre là a cercare la causa e cose varie, sono da ricovero. Chissà cosa significheranno mai i lapsus di Sirius, maaaah? ^_- James noooo non lo odio, anzi, mi sta proprio simpatico così arrogantello e un po' bastardo, proprio mi sa da concentrato di simpatia, fosse stato davvero così gli sarei caduta tra le braccia come una pera (anzi no, perchè c'era Sirius, allora niente! ^_-). Uddio, guarda che dimenticarsi un appuntamento per giocare a Final Fantasy è perfettamente perdonabile, se lui si è arrabbiato non capisce proprio niente. Figurati che la sottoscritta coi Final Fantasy si è pure dimenticata di ripassare per gli esami, con risultati del tutto inaspettati! XD Non ti dico i pianti che mi sono fatta con FF X (e pure con X-2, che vergogna!). Che c'entra lo yaoi con gli zombie? T_T lo vorrei sapere anche io io vorrei sognarmi le yaoi e invece mi sogno quegli schifiiiiiiii! Un bacione!

Miki: Ti rispoindo in punti come hai fatto tu che facciamo prima. ^^ 1) Huhuhuhu non so che m'è preso, domenica è stata la giornata degli aggiornamenti, quando er tutta la settimana non avevo toccato la tastiera se non per rispondere ai commenti. 2) Sono romagnola per acquisizione, nel senso che mi sono trasferita qui quand'ero piccola (abito a Ravenna anche se adesso studio a Bologna), anche se il mio cuoricino appartiene sempre al mio luogo d'origine, la Campania! ^^ 3) Io credo che sarei una LontraBoccalona, anche se è il mio sogno entrare nelle VolpiIntroverse assieme a Remusino!!! *.* 4) Facciamo così, te fai in giro a cantare "Orsù andiamo in biblioteca", e io e Remusino diamo spettacolo per strada per i maniaci che si ritrovano a passare di là, secondo me sbanchiamo, riusciamo a comprarci anche tutta Hogwarts! 5) Siiiii, ma guarda che Sirius è molto intelligente! Non sembra ma sa anche mangiare da solo, scegliersi i vestiti e pettinarsi. Quando è di buonumore sa anche farsi lo shampoo senza lasciare rimasugli di schiuma! XO 6) Poverini un po' tutti direi, sta storia è l'apoteosi della sfiga, specialmente per il POVERO Sirius (te lo concedo, lo tratto un po' maluccio.... Solo un pochino però), però dai, James ha un po' ragione ad arrabbiarsi. : P Se Sirius andasse con me non ci sarebbero tutti sti problemi! ^_- Mi sa che per ancora un pochinino potrai goderti questi risvolti scemi in attesa di Rheme. Un bacione!

Saretta: Grazie un milione per i complimenti, e dire che il mio stile in genere è sempre piaciuto poco! T_T Me commossa! Entro il prossimo capitolo la trama dovrebbe essere completamente delineata, spero. A meno che non decida di complicare ancora di più il tutto, hahaha! ^_- Invece che rubarmi la fic, ruba l'idea di Sirius e dichiarati a questo tuo compagno di corso figo, e se ti rifiuta... Gli dedichi una poesia e lo fai tuo! XD Un mega bacio!

Momo_san: Hahaha, sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto, soprattutto le frasi sconnese di Sirius, che sono un'idea venuta fuori praticamente dal nulla, all'inizio non dovevano esserci. Però un po' di Freud non guasta mai e qualche lapsus qua e là aiuta sempre a incasinare un po' tutto, no? ^_- Peter mi sa che lo sto rendendo un po' troppo simpatico e scaltro, mannaggia! Al momento Sirius ha chiesto aiuto ad Hagrid, chissà che si inventeranno sti due cervelli. Continua a seguirmiiii! ^_-

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 - 'Prima dice che mi ama poi si comporta così!' ***


Nuova pagina 1

Commenti di inizio capitolo

Stamattina mi è venuta in mente una fan art dei 10 minuti (dicesi fan art dei 10 minuti quelle che ti vengono dal nulla e che impieghi non più di 10 minuti a ideare, disegnare e colorare) su questa fic, allora visto che sono in vena di non so che cosa la metto

QUI.

Chi riconosce tutti i personaggi è bravo e vincerà… Non lo so che vincerà!!! Ma se li riconoscete tutti sono brava anche io che li ho resi capibili! XD Per cui regalerò a me stessa una sessione di sesso selvaggia con Sirius (ah, che bello, ci immagino, a spulciarci tutta la notte e a fare pipì contro i lampioni).

 

LE TRAGICOMICHE CONSEGUENZE DELL’AMORE

 

Capitolo 5 – “Prima dice che mi ama e poi si comporta così!”

Quando Remus e Lily arrivarono in Sala Grande gli altri avevano già cominciato a cenare.

I due avevano deciso di sedersi insieme anche a tavola per farsi qualche domanda veloce a bruciapelo per il test di domani, quindi la loro intenzione era sedersi un po’ in disparte dagli scalmanati amici di Remus e dalle amiche pettegole di Lily, che avrebbero impedito loro di concentrarsi.

Purtroppo essendo arrivati in ritardo i posti liberi al tavolo dei Grifondoro erano davvero pochi.

I due si erano già rassegnati a dover mangiare in piedi, quando un urlo dal fondo della tavola li fece sobbalzare. Seguirono la fonte di quella voce bassa e potente, e notarono Sirius il quale, alzatosi in piedi, stava cercando di catturare la loro attenzione agitando le braccia come un matto. C’era riuscito talmente bene che aveva attirato l’attenzione non solo dei due, ma di tutta la Sala Grande.

“Ehi!”, gridò il bel malandrino con una voce da spaccare i timpani (e non solo quelli!) non solo ai suoi vicini di tavolo ma anche ai Centauri che vivevano nella Foresta Proibita (e che da quel giorno trovarono un nuovo motivo per odiare i maghi). “Vi ho conservato due posti, ragazzi! Venite a sedervi qui!”

Due posti?, rifletté Remus un po’ sospettoso. Aveva pensato anche alla Evans?

Strano, considerando che solitamente non le riservava queste gentilezze.

Ma non era il momento di essere paranoici, stava morendo di fame.

“Che facciamo? Andiamo?”, chiese la ragazza .

“Beh, non è che abbiamo molta scelta.”, replicò Remus con un sorriso. “E’ stato molto carino a tenere il posto a entrambi, sarebbe una vera scortesia rifiutare. E poi sai quant’è permaloso, se non l’accontentiamo mi farà il muso fino alla fine dei tempi…”

“Non so perché ma sento che me ne pentirò…”, mormorò la bella Grifondoro profetica mentre seguiva il licantropo dai suoi amici. Remus si sedette di fianco a Sirius, dopo qualche tentennamento più che plausibile ai suoi occhi; temeva che il bel Black si illudesse, in qualche modo (non sapeva in quale modo avrebbe potuto illudersi, ma da tempo aveva rinunciato a capire quel cervello contorto), che Remus provasse qualcosa nei suoi confronti.

Poi però pensò che il suo amico piuttosto che avere la Evans accanto si sarebbe tagliato un braccio, e come minimo sarebbe scoppiato un caos, e lui non avrebbe avuto pace fino alla fine dei suoi giorni perché Sirius avrebbe dato la colpa a lui per averlo messo vicino a quella strega malefica e avrebbe preteso un “risarcimento per danni morali e materiali”. Nella testa del licantropo seguirono varie immagini che lo fecero arrossire come una ragazzina.

Scosse la testa per scacciare quei pensieri tutt’altro che piacevoli e rassicuranti e, dopo aver fatto accomodare la sua amica, prese posto a fianco dell’Animagus, il quale parve leggermente deluso di non avere accanto la ragazza. E poi, notò con disappunto Remus, non sembrava per niente desideroso di sapere dove, e soprattutto come avesse passato il pomeriggio. In genere era il più paranoico degli amici, non appena  spariva per 10 minuti faceva andare tutto il castello sottosopra finché non lo trovava e quando ciò avveniva lo teneva ore a fargli l’interrogatorio per sapere tutto nei più microscopici particolari, e invece quella sera…

Niente, se ne stava al suo posto tutto mogio e non diceva le solite cavolate con James, che sembrava anch’egli piuttosto depresso e giù di morale (Forse aveva avuto degli allenamenti di Quidditch che non erano andati benissimo, pensò). E poi, ultimo ma non per importanza, si poteva sapere perché il suo amico continuava a lanciare timide occhiatine fugaci alla ragazza che aveva a fianco?!

Non che fossero affari suoi, ma… Non doveva farlo.

Era scortese nei confronti di Lily.

“Ragazzi, avete studiato?”, chiese Peter curioso, l’unico, pensò con sollievo Remus, che si comportasse normalmente quella sera. “Com’è andata in biblioteca?”

Le guance del ragazzo assunsero una tenue tonalità vermiglia per l’imbarazzo, e rimase un po’ incerto sul da farsi. Non poteva certo dire ai suoi amici che si era rintanato con la sua amica in uno sgabuzzino delle scope per sfuggire alle grinfie di Sirius, il quale nutriva una cotta per lui da chissà quanto tempo. Non sarebbe stato bello nei confronti del suo amico, così legato alla sua immagine di dongiovanni. Per non parlare poi della paura che lo colse al pensiero di cosa avrebbe potuto fare James se fosse venuto a conoscenza del fatto che si era rinchiuso con la sua donna in un posto buio e isolato.

Per questo decise di mentire.

Una piccola bugia non avrebbe fatto male a nessuno, in fondo era per il bene di tutti. E poi non era come se fosse un modello di virtù, aveva nascosto a tutti per anni la sua licantropia con scuse e sotterfugi vari, non si sentiva particolarmente in colpa a mentire. Ed era anche maledettamente bravo in quell’arte. Le sue labbra si schiusero in un sorriso sereno mentre cominciò a riempirsi il piatto di uova e salcicce.

“E’ andata bene, direi, abbiamo fatto tutto.” e si voltò verso la sua amica. “Vero Lily?”

“Si, non possiamo proprio lamentarci del lavoro fatto. Domani andremo alla grande.”

Sirius emise uno sbuffo infastidito e un ringhio basso e cupo, segno che qualcosa non andava.

“Che succede?”, gli domandò il licantropo, preoccupato.

“Avrà uno dei suoi soliti mal di testa…”, rispose Lily prima che il bel malandrino potesse aprire bocca. “Sai che cercare di seguire una conversazione mentre si mangia può essere problematico per cervelli troppo semplici.”, aggiunse mentre si portava alla bocca un pezzo di coscia di tacchino.

L’Animagus scoprì i denti in una smorfia che forse avrebbe voluto essere un sorriso. “Evans, sei tanto carina quando non parli, perché vuoi rompere l’incanto?”

Sei… Sei tanto carina?

Remus sentì una piccola sensazione di fastidio, proprio alla base del collo. Già lanciarle occhiatine languide di nascosto oltre a non essere gentile era strano, ma quella frase detta da Padfoot era abbastanza inquietante…  Da quando faceva complimenti alla Evans sulla sua bellezza? Cos’era quella novità? Il massimo che aveva mai detto riguardo al suo aspetto fisico era che camminava come se avesse una scopa infilata nel… Il poverino arrossì al solo ricordo di quel commento da burino.

Certo che Sirius era proprio un cafone, a volte. Anzi, molto spesso. Anzi, sempre.

Che di punto in bianco se ne venisse fuori dicendo che era carina era… Beh, non era carino! A lui non aveva mai detto nulla del genere, però aveva detto di amarlo, e ora di punto in bianco con lui faceva il freddo e si metteva a fare i complimenti alla Evans. Stava cercando di vendicarsi per il fatto che l’aveva rifiutato? E si che era stato così pieno di tatto da restargli amico.

“Prima dice che mi ama e poi fa così…”, mormorò tra se e se un po’ depresso.

Mentre era tutto perso in quei pensieri strani un pezzo di pasticcio di patate gli sfiorò il viso andando a sfracellarsi alle sue spalle in faccia a… Sirius?! Ma non era di fianco a lui un minuto fa? Si voltò e si rese conto di quanto fosse degenerata la situazione in quei pochi minuti (credeva fossero pochi minuti, per quel che ne sapeva poteva essersi distratto anche per qualche ora!): Lily e Sirius erano impegnati in un corpo a corpo piuttosto assurdo, con la Evans che aveva afferrato il Malandrino (il quale ormai aveva i capelli tutti sporchi di cibo) per il colletto della camicia e lo scuoteva come un cancellino urlando improperi con degli acuti da Banshee.

Fu costretta ad intervenire la McGranitt, che tolse ad ognuno dei due 10 punti e minacciò una punizione severa che avrebbe influito sui loro risultati accademici di fine anno se non si fossero calmati immediatamente. Per la ragazza questo avviso fu più efficace di una dose di anestetico da elefanti e si acquietò immediatamente, tornando la dolce fanciulla di sempre. Si ricompose quel tanto che bastava e ringraziò gentilmente Peter che le aveva raccolto la giacca, caduta durante la lotta.

Sirius si rimise al suo posto mentre un sorriso gli increspò le labbra.

Remus si rimise a mangiare tranquillo con la matematica certezza che non avrebbero ripassato per nulla quella sera e che avrebbe dovuto darsi da fare dopo, dandosi mentalmente del cretino per aver potuto pensare anche solo per un istante che Sirius potesse avere una cotta proprio per la Evans, dal momento che aveva tutte le donne della scuola che gli correvano dietro. Persino quella giovane Tassorosso lo stava squadrando con desiderio, pensò, un po’ depresso. Lui non aveva mai avuto successo con le donne.

Però, pensò poi, che ci sarebbe stato di male se Sirius avesse scoperto di interessarsi alla Evans?

Se Sirius si fosse innamorato di qualcun altro, di chiunque altro, sarebbe stato tutto grasso che colava, per lui, il problema sarebbe stato della Evans. Un po’ gli sarebbe dispiaciuto per lei ma, come dicevano i latini “Mors tua, vita mea”, no?

Che ci sarebbe stato di male?

Quella la domanda lo tormentò per tutta la sera.

 

 

Quando James e Peter arrivarono in Sala Grande Sirius aveva già trovato posto.

Ci avevano messo un po’ a scendere per la cena, perché Peter aveva sudato sette camicie per convincere James che si sarebbe dovuto calmare prima di andare a cena e che non avrebbe dovuto fare pazzie di nessun genere con Sirius, nessuna violenza fisica né psicologica, perché, a parte che quella psicologica molto probabilmente non l’avrebbe capita, ma poi sarebbero finiti tutti nei guai per qualcosa che molto probabilmente era solo nella sua testa. Quasi sicuramente Padfoot guardava la Evans con gli occhi con cui un vegetariano guarda una bistecca alla fiorentina.

Sicuramente era viceversa.

Alla fine James si era convinto, e così era sceso in Sala Grande col sorriso sulle labbra e l’animo leggero come un aquilone. Quando aveva visto Sirius da solo con l’aria un po’ triste e abbattuta si era anche dispiaciuto per lui e si era chiesto cosa mai avesse. Probabilmente era solo il fatto che non aveva accanto nessuno dei suoi amici. Quando veniva lasciato da solo Sirius tendeva ad essere piuttosto… Spento.

I due salutarono il loro amico con due bei sorrisoni stampati sulle labbra, ai quali lui aveva risposto con un cenno del capo piuttosto miserello, che facevano intuire che non fosse al massimo della forma.

James si sentiva un po’ stupido, per aver pensato delle cose così orribili sul suo migliore amico Sirius.

Si convinse definitivamente che le sue erano solo paranoie. Certo, l’amore di Padfoot per la Evans era tutto nella sua mente, e anche se per caso ci fosse stato un interesse, seppur vago… Figuriamoci se il suo migliore amico poteva portargli via la donna dei suoi sogni!

Quelle cose accadevano solo nei film babbani di serie Z!

I due fecero per sedersi nei due posti liberi di fianco al bel Malandrino, ma questi disse loro in maniera piuttosto spiccia che quelli erano occupati, e che si sarebbero dovuti mettere da un’altra parte. Indicò un paio di sedie vuote di fronte a loro e tornò ad assumere un’aria pensosa.

James non disse nulla. Però sentì una specie di strana sensazione alla base del collo, e provò l’irresistibile e improvviso impulso di staccare la testa dal collo a Sirius, ma così, senza una ragione. Riuscì a dominarsi solo in virtù della sua proverbiale calma inglese. E del fatto che c’era la remota possibilità che qualche professore avrebbe potuto anche decidere di punirlo.

Anche se sarebbe stato un bene per il paese far del male fisico a Sirius.

Si sedette di fronte all’Animagus, squadrandolo in silenzio e osservando ogni suo comportamento. Apparentemente era calmo e tranquillo, occupato solo a riempirsi il piatto di schifezze e a mangiare senza soffocarsi con qualche osso di pollo che sfuggiva alla vista, come suo solito, ma in realtà c’era qualcosa di molto diverso in lui; era guardingo e attento, e lanciava spesso occhiatine trepidanti alla porta d’ingresso, in attesa di qualcuno. Chi era questo qualcuno? Chi aspettava? James si mise a riflettere, e come al solito la soluzione non tardò ad arrivare. Peccato che come al solito fosse quella sbagliata.

C’erano due persone a cui aveva tenuto il posto.

Chi potevano mai essere queste due persone?

Una era senza ombra di dubbio Moony (per lui Sirius aveva una predilezione)… Ma l’altra?

Un pensiero improvviso gli balenò nel cervello. Per la Evans, chiaro! Brutto sporco infame traditore…

La mano corse a stringere la forchetta con forza, ed era talmente chiaro quello che avrebbe voluto farci, con quella forchetta, e con che parte del corpo del suo (al momento non tanto) migliore amico avrebbe voluto farlo, che Peter si premurò di togliergliela da mano, e già che ci fu pensò anche ai coltelli e ai bicchieri di vetro. E pregò che non accadesse nulla.

Ma la voglia di punire il traditore non scemava.

Poi Padfoot si alzò in piedi e si mise ad agitarsi e ad urlare come un cane che vede il padrone tornare a casa, facendo prendere un mezzo colpo a James, che era tutto perso nelle sue splendide e innocenti fantasie in cui uccideva il perfido mago Padfoot e la bella e dolce principessa Lily si gettava felice e piena di desiderio tra le sue braccia forti e virili. “Ehi!”, gridò tutto felice scodinzolando con la sua codina immaginaria, come il cane che era. “Vi ho conservato due posti, ragazzi! Venite a sedervi qui!”

Come da copione, i “ragazzi” erano Remus e Lily. James sbuffò seccato.

I due li notarono e si sedettero ai posti che aveva indicato loro l’Animagus. James notò, con suo gran sollievo, che la Evans non aveva voluto sedersi di fianco a Black e aveva lasciato a Moony l’onore e il piacere. Sospirò di sollievo. D’un tratto gli parve talmente stupido aver pensato anche solo per un istante che quei due avrebbero voluto stare a meno di due metri di distanza l’uno dall’altra, dal momento che erano come cane e gatto.

Però quel bastardo continuava a guardare la sua donna con quegli occhietti lubrici.

Eh si, era sicurissimo. Stava proprio guardando la Evans, e con insistenza.

Convinto di non essere visto evidentemente. Ma lui era furbo!

Nessuno parlava e la tensione poteva tagliarsi col coltello. Peter decise di calmare un po’ le acque intavolando una conversazione civile. Di sicuro se qualcuno avesse cominciato a fare quattro chiacchiere in tutta tranquillità poi tutto sarebbe andato per il meglio. Lanciò in direzione di Remus, che sembrava quello più bendisposto alla conversazione, un sorriso che fosse il più gioviale possibile. “Ragazzi, avete studiato?” Osservò Remus alzare gli occhi dal suo piatto e fu felice del fatto che non lo guardasse come se volesse lanciargli un Avada Kedavra. Segno che era davvero in vena di chiacchiere. “Com’è andata in biblioteca?”

“E’ andata bene, direi, abbiamo fatto tutto.”, e si voltò verso la Evans. “Vero Lily?”

“Si, non possiamo proprio lamentarci del lavoro fatto. Domani andremo alla grande.”

Sirius sospirò, con un’aria che a James parve proprio sognante. Quel maledetto animale in calore perpetuo, possibile che gli bastasse sentire la dolce voce della sua donna per arraparsi?! A dire il vero a lui la voce di Lily faceva lo stesso effetto, ma non era importante! Lui aveva l’esclusiva sulla bella Grifondoro!

Guardalo lì come la fissa compiaciuto, a bocca aperta come un merluzzo…

Chissà che sconcezze gli traversavano il cranio. Gli faceva schifo anche solo pensarlo. Anche se poi lui faceva lo stesso, ma ovviamente non era la stessa cosa. La Evans era sua e lui aveva il diritto di pensare a lei in quel senso.

“Che succede?”, domandò Moony, tutto preoccupato.

E che vuoi che succeda? Pensò James mentre l’Animagus balbettava frasi sconnesse. Povero piccolo ingenuo Moony, che non aveva capito niente della vita. Sempre così fiducioso, anche con quelli che non se lo meritavano.

E Sirius di sicuro non meritava quella gentilezza.

Era un traditore e un bastardo della peggior specie!

Poi la voce melodiosa della Sua Lily traversò nuovamente l’aere, portandolo in uno stato d’estasi suprema. “Avrà uno dei suoi soliti mal di testa…”, rispose quella dea meravigliosa con la consueta sagacia. “Sai che cercare di seguire una conversazione mentre si mangia può essere problematico per cervelli troppo semplici.”

Si, bravissima Lily!

Mettilo al suo posto quel cretino!

James ridacchiò tutto contento tra sé e sé ripensando alla risposta di lei, ma subito dopo la risata gli morì nella strozza, nel momento in cui udì la risposta che fuoriuscì dalle labbra di quell’animale. “Evans, sei tanto carina quando non parli, perché vuoi rompere l’incanto?”

Sei… Sei tanto carina? Incanto?

Ecc che ritornava quella fastidiosa voglia di uccidere. Come osava dire che la Evans era carina?! Cioè, si, era carina, ma… Ma no, non era solo carina, era più che carina, era bellissima… Ma non doveva azzardarsi a fare apprezzamenti di nessun genere sulla sua donna. Era come essere definiti “degni di esistere” da un Serpeverde, no non è esatto non era come quello… Era come… Beh, non lo sapeva com’era, la vita era troppo breve per star lì a trovare stupide metafore dell’esistenza.

Sapeva solo che non doveva rivolgersi a Lily in quel modo!

Anzi, non doveva rivolgersi a Lily in nessun modo! Doveva lasciarla in pace, bastava un pretendente folle attaccato alla gonnella della Evans, e quello era lui! Comunque il problema non si pose perché anche la ragazza, la quale evidentemente non doveva aver gradito quelle attenzioni da parte del suo amico, si era alzata in piedi e aveva cominciato a dirgliene quattro. L’Animagus però, con la consueta cafonaggine, aveva cominciato a metterle le mani addosso e ad approfittare della situazione.

Ma… Ma le ha toccato il seno!!

Come osa…?!

Prima che Peter potesse fermarlo aveva afferrato del pasticcio di patate e l’aveva gettato addosso a quella faccia da schiaffi. Quando l’aveva preso dritto nei capelli aveva fatto un grido di giubilo. Evvai, 100 punti e Potter prende il boccino, vince Grifondoro! Sirius adorava tanto quei 4 peli scarsi che aveva in testa, ne faceva un culto quasi maniacale! Ecco la fine che meritava, inzaccherato, insozzato così come nei suoi pensieri aveva insudiciato la sua splendida donna dagli occhi di smeraldo!

Fortunatamente la cosa finì lì. Peter, il quale poveretto voleva soltanto mangiare e andarsene a dormire, lo fermò in tempo, prima che arrivasse la McGranitt e togliesse dei punti anche a lui. Già erano bastati quei 20 in meno che si erano presi lui e Lily a guadagnarsi occhiate di disprezzo e schifo e odio e voglia di uccidere da parte di tutti i suoi compagni di casa. Poverina, la Evans, era tornata a suo posto tutta mortificata, era orribile, lei che teneva tanto alla condotta.

Invece quell’idiota senza morale se la rideva!

Se avesse potuto James gli avrebbe staccato la testa dal collo, tanta era la rabbia, ma non lo fece. Prima di tutto perché avrebbero punito anche lui e togliere altri punti alla sua casa o, peggio, mandarlo a pulire i bagni senza magia come l’altra volta, non l’avrebbe aiutato a far breccia nel cuore della Evans. Poi perché sapeva che forse, in un futuro molto remoto, si sarebbe pentito di qualsiasi cosa avrebbe potuto fare al suo migliore amico. E terzo, ultimo ma non per importanza, perché nella confusione Peter era riuscito a prenderle di nascosto la giacca e a… Mettere in atto il loro geniale piano per parlare con lei! Era proprio stato un grande, Wormtail!

James si complimentò di cuore col suo piccolo amico ratto, che arrossì felice e sorrise.

Quella sera James Potter e Peter Minus andarono a dormire parecchio soddisfatti.

 

 

Quando Sirius Black arrivò in Sala Comune non c’era quasi nessuno.

Si affrettò a prendere posto per sé e occupò i due che aveva accanto. Del resto mancavano soltanto 45 minuti all’ora di cena; qualcuno avrebbe potuto sedersi lì e lui non avrebbe avuto accanto il suo unico vero grande amore. A che punto era arrivato, accontentarsi di sedergli vicino a cena!

Come mai aveva tenuto due posti?

Beh, purtroppo, visto che ormai pareva assodato che lui e la ragazza erano la coppietta del mese, il suo licantropo non avrebbe mai accettato di starle lontano nemmeno per il tempo di una cena, quindi doveva esserci per forza anche lei in mezzo alle scatole. Ma per amor suo avrebbe fatto quello e altro. Cavolo, sarebbe persino diventato il suo migliore amico per un bacio.

E poi avendola vicina avrebbe potuto mettere in atto il suo piano.

Dopo un po’ arrivarono James e Peter, che lo salutarono tutti allegri.

Beato loro che non avevano i suoi problemi di cuore che li tormentavano, pensò invidioso il bel malandrino innamorato tornando ad auto-commiserarsi e a scivolare nella depressione più nera dopo aver impedito loro di sedersi al posto riservato a Remus (e all’altra). Lanciava occhiate nervose alla porta, nella speranza di vederli prima che si andassero a sedere lontani per avere un po’ di privacy. Non ce l’avrebbe fatta a vederli scambiarsi effusioni in solitudine, proprio no. Già il pensiero di quello che potevano aver combinato nello sgabuzzino delle scope lo tormentava oltre ogni misura.

Non ci voleva pensare, eppure non faceva altro da ore.

Finalmente, eccoli là!!!

Insieme, vicini e complici, come loro non sarebbero mai stati perché ora tutto era perduto… No, no, non doveva pensare queste cose! Non poteva assolutamente permettersi di pensare in termini così negativi. Se non gli fosse rimasta nemmeno la speranza non gli sarebbe rimasto nulla!! Doveva essere calmo, lucido, freddo, doveva portare a compimento il suo… Oddio, Remus era così bello. Nessuna meraviglia che persino quella vergine di ferro della Evans gli si fosse concessa. Lui per Remus avrebbe fatto di tutto, sarebbe anche stato il figlio perfetto di sua madre se questo avrebbe significato ottenere il suo cuore.

Ma non l’avrebbe mai ottenuto.

No, non doveva far vedere che era triste.

Si alzò in piedi e agitò le mani per farsi notare dai due piccioncini. “Ehi!” Gridò l’Animagus dagli occhi di ghiaccio. “Vi ho conservato due posti, ragazzi! Venite a sedervi qui!”

Remus si voltò nella sua direzione. Lo guardò negli occhi. Oddio, Sirius si sentiva venir meno… Era uno sguardo speciale, uno sguardo solo per lui. Gli venne la voglia di salire sul tavolo e gridare ai quattro venti che lui era innamorato di Remus J. Lupin, e alla Evans di lasciarlo in pace perché tanto non l’avrebbe mai avuto. Davanti a quella dimostrazione d’amore e coraggio Remus non avrebbe di certo saputo resistere! Avrebbe lasciato la Evans come una scema, sarebbe corso verso di lui e si sarebbero baciati con passione!

See, vabbè e magari avrebbe visto la McGranitt ballare nuda un tango con Silente.

Non poteva dire nulla, doveva sopportare, doveva ingoiare, doveva.

E se doveva dirgli qualcosa del genere sarebbe stato in privato.

Non poteva fare si che tutti sapessero.

I suoi lo avrebbero ucciso.

Non solo era Grifondoro.

Era anche finocchio.

E innamorato di un licantropo, per di più. Peggio che di un babbano, ai loro occhi. Più in basso di così non poteva cadere, pensò depresso mentre vedeva i ragazzi avvicinarsi sorridendo amabilmente e prendere posto a tavola.

Per un attimo aveva temuto che Remus avesse talmente paura di lui da non sederglisi nemmeno accanto e a lui sarebbe toccato stare vicino alla Evans, e sopportare la sua nefanda presenza, che sicuramente gli avrebbe rovinato la cena (già aveva poco appetita!). Fortunatamente Remus poi aveva deciso di stargli accanto, e lui si era sentito al settimo cielo. Era anche arrossito. Che carino che era quando era imbarazzato!

Però…

Cavolo, il suo piano!

Se l’era completamente dimenticato!

No, avrebbe dovuto sedersi vicino alla Evans!

Oh, cavolo, e ora come faccio? Si domandò l’Animagus osservando la ragazza di nascosto. Sperava di cogliere un suo attimo di distrazione e agire, rapido come una faina. Ma niente, quella aveva i sensi perennemente in allerta, come i gatti!

La voce di Peter lo ridestò dai suoi pensieri.

“Ragazzi, avete studiato?” Sirius notò col cuore in gola Remus alzare lo sguardo e osservare l’amico. Aveva un sorriso bellissimo. “Com’è andata in biblioteca?”

Sirius drizzò le orecchie.

Sarebbe andata bene se ci fossero andati in biblioteca.

Chissà se Remus avrebbe avuto il coraggio di dire la verità.

Intanto tutto quello che era riuscito a fare era arrossire come una ragazzina, e lanciare delle occhiatine fugaci alla Evans. Certo, la vergogna e la paura dovevano stargli facendo passare il suo bel minuto di terrore, perché con James lì presente si rischiava la vita a dire che ci si era rinchiusi tutto un pomeriggio in uno sgabuzzino delle scope a fare sconcezze con la sua donna-angelo. Cavolo, una volta il portiere della squadra di Quidditch aveva rischiato di perdere l’uso del suo… amichetto… Quando aveva confessato ai compagni di squadra che aveva ottenuto una foto della Evans in abiti babbani!

Nemmeno fosse stata nuda, pensò Sirius.

“Si, abbiamo fatto tutto. Vero Lily?”

Avete fatto tutto in che senso?! Avrebbe voluto dirgli, ma si trattenne a stento.

“Si, non possiamo proprio lamentarci del lavoro fatto. Domani andremo alla grande.”

Peccato che domani non facciate un esame di educazione sessuale applicata al Kamasutra!

Il Kamasutra… Era l’unico libro babbano che aveva trovato interessante. Remus aveva provato a fargli leggere dei mattoni allucinanti, quando era andato a trovarlo a casa sua un paio di estati prima, voleva passargli un tomo immenso di un certo Torchio.. Torchien… Bah, chi se ne fregava… E autori con dei nomi impronunziabili. Tastoi… Cafkian… Invece nella libreria dei suoi si che c’erano libri interessanti, però Remus non li aveva mai aperti, e…

Ma non era quello il momento di pensare a quelle schifezze!!!

C’era una sola cosa importante a cui pensare. Remus e la Evans. Un ostacolo da superare per la conquista del cuore di Remus grosso come una casa. Ma non era facile riflettere con calma sul da farsi per una testa matta come lui, specialmente quando era preda di uno degli attacchi di gelosia più violenti della storia.

Sentiva il sangue ribollirgli nelle vene, il viso in fiamme! Loro avevano fatto TUTTO!

Lei aveva fatto tutto con Remus. Lui non poteva sognare nemmeno una carezza!

Sbuffò furioso a quel pensiero. Non era molto incoraggiante pensarla così.

E di sicuro non l’avrebbe aiutato nella conquista di Remus.

Remus…

“Che succede?”, disse una dolce voce alla sua sinistra.

L’Animagus si ridestò dal suo torpore.

Il licantropo lo stava guardando con un faccino preoccupato adorabile. Ma come faceva a sembrare così sexy anche quando era seduto tranquillo a tavola?! E si che non era oggettivamente uno schianto. Era magro come un chiodo nonostante si abboffasse in continuazione di cibo, aveva la pelle di un bianco cadaverico inquietante, e come se non bastasse il suo viso era sempre solcato da profonde occhiaie che gli davano un’aria sempre sofferente e depressa. Tutti questi difetti Sirius però non li vedeva, o faceva finta di non vederli, o li vedeva come cose positive perché… Perché li aveva Remus, e bastava quello a fare di quei difetti le qualità che rendevano il suo licantropo il ragazzo più bello del mondo.

“Avrà uno dei suoi soliti mal di testa”, rispose quell’impicciona della Evans. “Sai che cercare di seguire una conversazione mentre si mangia può essere problematico per cervelli troppo semplici.”

Ma perché doveva sempre stare a cercare a rissa con lui, quella là? Il Malandrino era piuttosto seccato, certo che la Evans era una ragazza piuttosto permalosa. Ce l’aveva con lui dal terzo anno, senza un’apparente motivo; da quando voleva farle quello scherzo innocente e sarebbe stato nelle sue intenzioni farla girare per i corridoi di modo tale che lei si vedesse nuda ma gli altri la vedessero vestita. Solo che… Beh… Era successo un piccolo errore di distrazione… In fondo aveva cose migliori fa fare che stare a controllare una stupida pozione, lui era un uomo molto impegnato e… Vabbè, fatto sta che la Evans si era ritrovata a camminare nuda per i corridoi della scuola convinta di essere vestita di tutto punto. Una cosetta da nulla, ma lei ovviamente, da brava femmina stupida, cattiva, crudele e vendicativa qual era, l’aveva preso in antipatia e da allora ogni occasione era buona per fare battutine velenose.

E lui non si tirava di certo indietro quando si trattava di una battaglia, anche verbale. Fece mostra di uno dei suoi sorrisi più seducenti.

“Evans, sei tanto carina quando non parli, perché vuoi rompere l’incanto?”

Ma ovviamente quella non era tipa da tenersi nulla. Si alzò in piedi con le mani sui fianchi e lo guardò con aria di sfida. “Tu invece resti il solito cafone anche quando tieni chiusa quella boccaccia, Black! Stai attento a non farmi arrabbiare in maniera eccessiva, altrimenti ci penserò io a farti stare zitto, ma per sempre!”

Sirius si alzò a sua volta, mimando la Evans. Sorrise con aria di sfida. “Ah, si, e che mi fai? Mi picchi?”

“Si!”, esclamò lei, e senza preavviso gli mollò una spinta. Una non troppo forte, ma nemmeno una carezza.

Ovviamente Sirius Black non faceva favoritismi solo perché era una femmina (ma quella non poteva essere una femmina) e le diede una spinta di eguale intensità. Solo che James evidentemente si era fatto dei viaggi tutti suoi (quando si parlava della Evans tendeva a perdere leggermente il lume della ragione), perché si era alzato n piedi sbattendo le mani sul tavolo, facendo trasalire i due combattenti.

“Piantala di metterle le mani addosso, brutto porco che non sei altro!”, gridò il bel cercatore.

Sirius fece tanto d’occhi. “Ma sei scemo o cosa?! Non lo vedi che è lei a mettermi le mani addosso?” E poi si voltò verso i suoi amici in cerca di conferma. Cercò di incontrare lo sguardo di Peter ma quel piccolo bastardo si mise a guardare da un’altra parte, e tutt’ad un tratto cominciò a trovare molto interessante la giacca della Evans! Bastardo! Allora cercò appoggio in Remus.

Si, Remus di sicuro l’avrebbe appoggiato, anche se era la Evans.

“Remus, non è vero?” Nessuna risposta dal suo amico. Sembrava perso in un mondo tutto suo. Come al solito. Sirius si chinò un po’ verso di lui, e gli poggiò una mano sulla spalla. “Remus…”

“Prima dice che mi ama poi fa così…”, mormorò il licantropo con voce bassa e roca.

Cos…? E quello che cavolo significava? Il malandrino era piuttosto confuso. Chi gli aveva detto che lo amava e poi si comportava male con lui? Non certo il sottoscritto… Lui era sempre gentile e cortese con Remus, e non lo metteva in imbarazzo obbligandolo a sopportare i suoi sentimenti. Quindi c’era solo un’altra possibilità. Possibile che la Evans l’avesse illuso e poi abbandonato e che in realtà non stessero davvero insieme come tutto lasciava presagire? Quella bastarda l’aveva sedotto con le sue perfide arti femminili e poi l’aveva lasciato con l’amaro in bocca, pronta a volteggiare da qualcun altro. Si sentì montare dentro una rabbia come mai prima d’allora. Si voltò verso la Evans col viso in fiamme, pronto a dirgliene quattro. L’afferrò per la maglia. “Evans, schifosa che non sei altro…!!!!”, cominciò a gridare, ma non riuscì a finire la frase, perché proprio in quell’istante qualcosa lo colpì al viso, inzaccherandogli i capelli.

Si portò una mano tremante al viso…

E inorridì.

Schifoso, schifoso pasticcio di patate!! Avrebbe lanciato una maledizione senza perdono al bastardo che aveva osato… James!!!! Aveva ancora la mano sporca! Non c’erano dubbi, era lui il colpevole! Invidioso della sua chioma setosa e fluente aveva attentato alla sua bellezza in modo così infantile. Fece per tirare fuori la bacchetta, ma la Evans fu più rapida. Lo afferrò per la camicia e cominciò a scrollarlo, cominciando a gridare frasi con un tono di voce talmente acuto che il poveretto sentì un fischio persistente nel cavo auricolare per settimane.

Cosa dicesse ovviamente non aveva capito.

Tendeva a mettere un salvaschermo mentale tutte le volte che la Evans apriva bocca.

Sentiva solo parole del tipo: Ti rompo il muso… Ti aspetto dopo la lezione… Ti rompo il… (Seguono improperi vari)… Nemmeno tua madre ti riconoscerà…”

Lui avrebbe potuto farsi lasciare quando voleva, ovviamente.

Fortunatamente per lei arrivò la McGranitt a fermarla prima che decidesse di reagire e ne facesse polpette. Persero entrambi 10 punti, ma non è che fosse molto importante, per Sirius, quando aveva cose immensamente più importanti a cui pensare: Remus, come conquistare il suo cuore, come liberarsi dell’ostacolo Evans, come vendicarsi di James per quello che aveva fatto ai suoi capelli… E poi di solito di punti ne faceva perdere 40 al giorno, era andata anche piuttosto di grassa. La Evans invece era andata nel pallone, per quella perfettina doveva essere stato uno shock, pensò soddisfatto.

Infine, nel caos era riuscito a mettere in atto il suo piano.

Un sorriso gli traversò le labbra. Ce l’aveva fatta. Ora doveva solo aspettare l’indomani.

Quella sera andò a dormire col cuore leggero e fece dolci sogni di vittoria. E in tutti c’era Remus.

 

 

Lui era perplesso.

Non sapeva davvero che fare.

Quando aveva deciso di fare un giro da solo nei corridoi della scuola per fare due passi prima di cena per risvegliare l’appetito non aveva certo avuto in mente di andare in quella direzione. Era solo che a quelle stupide scale piaceva cambiare e si era ritrovato a passare di là! Certo che Hogwarts era veramente una scuola di pezzenti! Una scuola da pezzenti gestita da un vecchio pazzo!

Lui sbuffò infastidito al solo pensiero di quel vecchio idiota che aveva anche la faccia tosta di farsi chiamare Preside.

Un vero Preside serio si sarebbe comportato nello stesso modo con tutti, invece i favoritismi nei confronti di quegli schifosi Grifondoro non si contavano.

Durmstrang. Quella si che era una scuola seria gestita come si doveva.

Di Babbanofili, Mezzosangue, e altri aborti della società non se ne vedeva l’ombra.

Certo che quel vecchio idiota di Silente aveva proprio lo spirito dell’accattone, qualsiasi cosa gli cadesse davanti la raccattava. Se avesse avuto l’occasione avrebbe fatto andare a studiare là persino un (e rabbrividì di disgusto al pensiero) lupo mannaro.

Fortuna che almeno c’erano i Serpeverde.

Non erano molto ma sempre meglio di niente. Certo, non ai livelli degli studenti di Durmstrang. Rodolphus Lestrange gli raccontava sempre meraviglie di quella scuola, dal momento che era l’aveva frequentata un paio d’anni per seguire i suoi, che avevano lasciato l’Inghilterra per lavoro. Per lui era la scuola dei sogni, non si sarebbe potuto desiderare di più.

Ma suo padre aveva voluto mandarlo per forza a Hogwarts, in mezzo alla feccia.

Perché aveva un’importantissima missione da compiere per conto della sua famiglia.

Doveva controllare che quel suo fratello indegno non li svergognasse in maniera eccessiva.

In quel momento, mentre era perso in quei pensieri, sentì delle voci provenire da dietro l’angolo.

Incuriosito fece capolino dall’angolo, facendo bene attenzione a non farsi vedere, e si mise ad ascoltare attento. Quello che vide superava le sue fantasie più sfrenate; Lupin e la Evans che uscivano con fare guardingo da uno sgabuzzino delle scope, tutti soli soletti, guardandosi in giro come ladri.

 

Si leccò le labbra con gusto.

Conosceva la Evans.

Conosceva benissimo Lily Evans.

Perché era veramente una femmina insopportabile.

E conosceva Lupin.

Conosceva benissimo Remus Lupin.

Perché era il ragazzo di cui era innamorato suo fratello.

Magari quell’idiota patentato era convinto che la cosa fosse segreta e che lui fosse dannatamente bravo a nascondere tutto. Probabilmente lo era, dal momento che era riuscito a sfuggire alla sorveglianza di Kreacher, e quell’elfo domestico era sempre attaccato alle costole di suo fratello come una specie di maledetta sanguisuga. Ma non era sfuggito alla sua.

Le volte in cui lo aveva sentito gemere il nome di quel tipo non si contavano.

Come non si contavano i sospiri d’amore, le frasi sconnesse nel sonno… Ed era più che certo che una volta l’avesse beccato a piangere calde lacrime d’amore su una sua foto. Proprio non riusciva a capire che ci trovasse in quel ragazzino: era piccolo e insignificante, non particolarmente bello, in più era arrogante e superbo, sempre a darsi arie da intellettuale impegnato (vicino a lui il fratello sembrava ancora più stupido di quanto già non fosse!). Aveva di particolare solo il brutto carattere e quegli strani occhi dorati che in tutta sincerità gli sembravano tutt’altro che affascinanti.

La sua mammina avrebbe fatto i salti dalla gioia.

Il suo erede, il suo primogenito, correva dietro ad un uomo.

Un uomo povero in canna. E come se non bastasse anche figlio di babbani.

Era un’informazione troppo succulenta per sprecarla in maniera poco fantasiosa; non poteva semplicemente scrivere ai suoi genitori dicendo “Mamma. Papà. Sapete Che C’è Di Nuovo?” Certo, anche detta in maniera così banale sarebbe scoppiato un discreto casino. I suoi avrebbero come minimo mandato un sicario a schiantare Lupin, tanto per cominciare, e poi si sarebbero accaniti sul figlio. L’avrebbero diseredato seduta stante, se non direttamente ridotto in cenere. Sarebbe stato divertente.

Ma non abbastanza. A lui piaceva ideare macchinazioni machiavelliche per le sue cattiverie.

Era un malvagio sottile, di quelli che ufficialmente sono bravi, carini e gentili con tutti, e poi si rivelano serpi.

Regulus si avviò verso i dormitori di Serpeverde con le mani in tasca. Improvvisamente gli era passato l’appetito, non aveva proprio voglia di andare in Sala Grande. Ora tutte le sue energie mentali erano impegnate su come rendere le cose un inferno al suo caro, vecchio, adorabile fratellino Sirius…

Gli ingranaggi nel suo cervello cominciavano a girare…

Cominciava lo spettacolo.

 

Fine Capitolo 5

 

Commenti di Fine Capitolo

^^’’’’ Mannaggia avevo detto che il titolo del capitolo sarebbe stato un altro, ma ho dovuto cambiare perché altrimenti anche questo capitolo sarebbe venuto immenso. L’idea della scena della Sala Grande vista dai tre punti di vista dei Malandrini è stato un flash improvviso che mi è sembrato carino, così l’ho messo, solo che mi ha preso la mano ed è diventato praticamente tutto un capitolo.

Allora, chi aveva capito che il LUI misterioso osservatore era Regulus?

Hihihihihihi nessuno l’aveva messo nei commenti, quanto sono brava! Quanto quanto quantooooooo! XD La sua frase “Sapete che c’è di nuovo?” è ovviamente una parodia del film con Madonna e Rupert Everett, Sai che c’è di nuovo? Quel film in cui lei resta incinta del gay… ^_- Se l’avevate capito non siete bravi perché era facile, su su su!!!

Che figo Rupert Everett! *.*

Non c’entra niente con la fic, però.

Allora, solite domande di rito. Sirius e James hanno imbastito il loro geniale piano (avete notato come insista sulla parola geniale?). Cosa dovrà passare la povera Evans? Sirius la smetterà di fare l’idiota? E James? Peter si accorgerà della dolce tassorosso che gli muore dietro? Regulus rappresenterà davvero una minaccia? Oppure, e qui cito DONNASOLE…

RIUSCIRANNO I NOSTRI EROI A CORONARE IL LORO SOGNO D'AMORE? E LILY POTRA’ RESISTERE ALLA TENTAZIONE DI VENDERE I MALANDRINI AD UN LABORATORIO DI ANALISI?

Scoprirete questo e altro nel prossimo episodio di Le (tragicomiche) Conseguenze dell’Amore: “Io non parlo con chi mi pone le domande in questo modo!”

 

Donnasole: Hahahahahaha la frase “prorompentemente etero” la capiscono appieno solo le persone che mi conoscono bene, perché in genere il mio modo di dire tipico è “Prorompentemente gay”. Questa era una piccccccccola citazioncina da me stessa. Non so se odierai Regulus per aver fatto quella descrizione poco edificante di Remus, ma dovevo metterla, in fondo la bellezza è nell’occhio di chi guarda, no? Remus è bravo e diligente e ha imparato anche come trasformare un trogolo dei maiali in un letto vibrante a forma di cuore, all’occorrenza. La donna che se lo piglia sarà molto fortunata. Ma le donne non provano stranamente un’eccessiva simpatia per lui. Poverino. Ti ho promesso la Lily/Remus? Non ricordo, trallallàààà! XD Hihihihihi scherzo, mi ricordo, però mi vengono in mente solo idee comiche e mi pareva tu la volessi seria (non ti posso fare una fan art invece? XD). Si, Sirius è veramente un lord inglese, per questo continua ad essere il mio uomo ideale in qualunque fic! XD E poi anche se fosse voluto entrare nello sgabuzzino delle scope di proposito, l’avrebbe fatto soltanto per assicurarsi che stessero bene, mica per altro! Perché pensa alla salute dei suoi amici, lui!

La piccola Tassorosso è venuta per caso! XD Però si, ho pensato a te… All’inizio avrebbe dovuto chiedere un appuntamento a Sirius ma poi ho pensato che sarebbe stato più carino che il nostro lat(R)in lover si ritrovasse una volta tanto con un bel due di picche (immaginavo un Peter vestito da carta da gioco che gli balzellava intorno, come nel video dei Gem Boy)! XD Il ratto credo che apprezzerà. Appena Sirius si ricorda di dirglielo! XD Lily poveraccia, credo che entro la fine della storia imbraccerà un fucile a canne mozze e farà una strage.

Saretta: Che casino davvero. Io credevo di aver finito con gli intrecci e invece mi è saltato fuori dal nulla Regulus! XD Mi sa che a Sirius gli voglio un po’ male, gli ho messo alle costole tutti, a momenti! XD Sono felice che ti piaccia la mia Lily, lo tovo un grossissimo complimenti, visto che è un po’ autobiografica! ^_- Grazie mille come sempre anche per i complimenti per il mio stile, me felice e commossa! *.* Un grosso bacio!

Kaho_Chan: Hehehehehehe, ma non è che Lily si lascia trascinare in mezzo così, lei è furba, calcolatrice e un po’ maligna, il che non guasta mai! ^_- Magari trova il tutto divertente, o magari vuole semplicemente ucciderli, è strana lei! XD Grazie mille per i complimenti, spero che anche questo capitolo t’abbia soddisfatta!

Miki: Beh, su Sirius stupido… Ammetterai che nel 5° non dà mostra di essere un pozzo di acume! ^_- E poi parla quella che lo ama alla follia. Ma è stupido, bello e ricco, è il mio uomo! *.* Ora gli ho messo alle calcagna anche il fratellino, che di sicuro se è il figlio preferito di casa Black ci sarà un perché. Le tue ipotesi sono state molto carine e fantasiose (sono caduta dalla sedia con Silente, ahaahahahaah non avrei mai pensato a lui, ti giuro! XD), brava, come premio puoi richiedere una piccola Fan art dei 10 minuti dei personaggi che vuoi. ^_- Grazie un milione per i complimenti, sempre splendidi e continua a seguirmi!!! Un bacione.

PS: Certo che ci portiamo dietro Sirius, è un MUST portarsi dietro lui quando ci sono io!

PPS: Ti è passato lo sconvolgimento di emozioni per “lei non è una di noi”? ^_-

PPPS: Ooooh, sei di forlì? Io abito a Campiano, sono praticamente ad un quarto d’ora da Forlì!!!

Meggie: Delle One Shots abbinate? Dei Sequel? Ooooh, mi sento come Gorge Lucas con Guerre Stellari! *.* Beh, se mi verranno in mente idee perché no? Volevo scrivere qualcosa su Remus e Lily e su quelle poche settimane che si sono frequentati, tanto per cominciare, non so dal punto di vista di chi, sarebbe interessante vedere quelli di entrambi. Ma forse è meglio quello di Remus. Ma vedremo, vedremo, tanto ne ho già una in cantiere di quelle serie, non rimarremo a secco! Spero ti piacerà anche più di “lei…” ^^ Riguardo questa… Dunqueeeee grazie mille per i complimenti! James è un mito, è ricco e stupido come Sirius, e io ho una predilezione per uomini così. Remus sarebbe un animale da letto, perché non ha i soldi ma lo manterrei io! XD Dunque, gli attori che mi immagino per fare i Malandrini… I nomi non me li ricordo. Cercherò su unternet e ti darò qualche link di foto! ^_- Un bacionissimo!

Agartha: Continua a restare commedia degli equivoci in cui ognuno vede le cose a modo suo, solo che ora ho aggiunto anche un nemico, hahahahahahha (risata sadica). Che sarebbe una fic senza nemici? Carino Remus che trova il comportamento di Sirius per la Evans “poco carino”, eh? A me ha fatto tenerezza. Spero che continui a trovare geniale anche questo capitolo, veramente, i tuoi complimenti mi mettono sempre in imbarazzo, perché io ti trovo stupenda nella costruzione delle trame originali e della psicologia dei personaggi!!! *.*

Imooto: ^_- Ti ringrazio tantissimo per i complimenti, sono felicissima che ti piaccia la mia fic!! Povero James, se pensa meno di così poi avrà l’elettroencefalogramma piatto e lo daranno per morto! ^_- Ciauuu!

Chu: Hahaahha ti ringrazio anche a me è piaciuta tanto la parte con James e Peter. Ma sai che con sta fic mi sta cominciando a stare simpatico il ratto? Roba da non credersi!!!! XD Mi vergogno profondamente di me stessa, farò penitenza! Avevi indovinato chi era il personaggio misterioso? ^_- Il tuo sospetto era giusto? Non mentire, eh? Un bacione!

Momo_san: C’eri quasi arrivata! Brava, in effetti era un serpeverde e all’inizio avevo pensato proprio a Malfoy. Purtroppo non era proprio possibile inserirlo, perché se i malandrini sono al quinto anno Lucius ha lasciato la scuola da un pezzo. Sigh… Però vorrei mettercelo da qualche parte, è così sexy! ^_- Non può scoppiare così facilmente lo scandalo, sarebbe troppo facile, no? ^_- E lo sai quanto piacere perverso provi nell’incasinare sempre tutto (mi voglio vedere poi a sbrogliare la matassa hahaahahaahahhaa). Non è un caso che Sirius trovi degno di stima un caprone (detto con affetto, ma di sicuro non è una cima) come Hagrid. Hanno un Q.I. simile. Questo dovrebbe far intuire quanto sarà geniale il piano. Si, Remus se la vedrà brutta, ma forse per voi lettrici sarà una cosa bella. Non dico altro! ^_- Un bacione

Christine Black: ^_- Continuataaaaaaa! Spero che sia divertente anche questo capitolo!!!!!

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Capitolo 7
*** Capitolo 6 - 'Io non parlo con chi mi pone le domande in questo modo!' ***


Nuova pagina 1

Commenti di inizio capitolo

Sarò rapidissima

Avevo promesso la fan art a Miki, quella sulla scena della cena del capitolo precedente. Ci ho messo una settimana a farla, proprio non mi veniva in mente come farci stare tutti, ma alla fine, non appena ho trovato l’idea, a realizzarla ci ho messo i soliti 10 minuti.

Per chi volesse vederla… Eccola QUI

(la parte di sotto - quella in bianco e nero - non c'entra niente con la storia, mi si è impallato il programma di immagini e non ho potuto tagliare!) 

 

Capitolo 6 - "Io non parlo con chi mi pone le domande in questo modo"

 

Regulus emise un lungo sospiro.

Non sapeva da quanto fosse lì, nel dormitorio dei Serpeverde, steso supino sul suo letto, con le braccia incrociate dietro la nuca e lo sguardo fisso verso l’alto, a pensare a tutto e a niente. Era molto irritato, come sempre accadeva quando non riusciva ad arrivare alla soluzione di un problema (cosa che avveniva assai raramente, per sua fortuna). Specialmente quando il problema riguardava suo fratello e il modo di fargli passare i suoi cinque bravi minuti di terrore.

Era stato facile prima, trascinato dall'entusiasmo del momento, rifiutarsi di andare a fare la spia da mamma e papà perché non sarebbe stato un modo abbastanza crudele e intelligente per farle pagare tutte con gli interessi a quel suo fratello indegno che aveva fatto dello svergognare il buon nome della SUA famiglia la ragione stessa d'esistenza. Era stato facile da dire.

Si, facile… Ma in pratica che poteva fare?

Senza dubbio era venuto a conoscenza di una vera chicca; l'uomo dei sogni di suo fratello a quanto pareva se la faceva con quella Grifondoro rompiscatole che gli era sempre stata attaccata alle costole come una piovra fino a qualche mese prima. Era qualcosa di veramente ghiotto, qualcosa che sarebbe stato sciocco non sfruttare al massimo. Perché aveva un conto in sospeso anche con Lily Evans.

Sarebbe stato meraviglioso farla pagare cara ad entrambi, con gli interessi.

Ma era un'eternità che si arrovellava il cervello e non era ancora venuto a capo di niente. Lui era una mente geniale, che adorata ideare trovate machiavelliche, ma tutto quello che gli veniva in mente erano banalità che sarebbero potute venire in mente a chiunque, e lui non era affatto chiunque. Lui era Regulus Black, il figlio "buono", la speranza di una delle famiglie più antiche e nobili di tutto il mondo magico, e non poteva proprio permettersi di essere banale, in nessun caso. Chiuse gli occhi e sospirò. Non si sarebbe rimangiato tutto, non sarebbe tornato sui suoi passi, non si sarebbe arreso. Non sarebbe proprio stato da lui.

Questi pensieri lo presero a tal punto che non si accorse nemmeno che la porta si stava aprendo.

"Oh, ecco dov'eri!", esclamò una voce conosciuta mentre un viso bello e impertinente incorniciato da una cascata di lunghi capelli corvini faceva capolino dall'uscio. Regulus aprì gli occhi e si ritrovò davanti la maestosa figura della sua cugina preferita, Bellatrix, la quale si rivolse a qualcuno rimasto fuori dalla porta. "Avete visto? Ve l'avevo detto che l'avremmo trovato qui!"

"Stupefacente, Bellatrix. Allora il prossimo anno dovrai fare domanda per la cattedra di Divinazione.", rispose una voce sarcastica alle sue spalle. Severus Piton fece il suo trionfale ingresso nel dormitorio; sul viso aveva, come al solito, l’espressione altezzosa e incavolata di un uomo consapevole della propria superiorità sugli altri. A Regulus Piton era simpatico, anche se non poteva definirlo un amico; conoscente era più appropriato, dal momento che aveva rapporti con lui soltanto perché frequentava le sue due cugine ed era stato grande amico di Lucius Malfoy e Rodolphus Lestrange, quando ancora frequentavano Hogwarts.

Bellatrix non rispose all'offesa ma si limitò a lanciare in direzione del Serpeverde un sorriso furbo. Ma Regulus non ebbe il tempo di chiedersi come mai la cugina non si comportasse come al solito rispondendo all'amico con quell'elegante sarcasmo che lui tanto adorava, perché la voce cristallina di Narcissa Black lo ridestò dai suoi pensieri. "Sempre a poltrire a letto, vero Regulus?" Gli angoli della bocca si incurvarono leggermente verso l’alto. "Prima o poi verrai inglobato dalle lenzuola."

Regulus arricciò le labbra in un sorriso sghembo. "Questo è proprio ingiusto..."

"Cosa, il commento di Narcissa?", chiese Bellatrix incuriosita voltandosi in direzione della sorella.

"Macché…", sbottò il cugino rizzandosi a sedere. "Il fatto che noi maschi non possiamo entrare nei dormitori femminili mentre invece a voi femmine, a quanto pare, è permesso entrare nel nostro..." Oltre ad essere ingiusto, pensò, era anche piuttosto stupido, perché a volte erano le ragazze ad avere le idee molto più chiare dei maschi, e spesso i suoi compagni di stanza si portavano in stanza le fidanzate. Una cosa che Regulus trovava a dir poco repellente… Si affrettò a scacciare quel pensiero, fissando intensamente gli occhi neri della cugina. "... Anche se personalmente ti vedrei molto meglio qui che nel dormitorio femminile, Bellatrix."

"Piccolo impudente!", esclamò divertita la cugina. "Sei fortunato che sia di buonumore, oggi, altrimenti una sonora sculacciata non te la levava nessuno."

"Le ha scritto Rodolphus", spiegò Severus alzando gli occhi al cielo prima che il giovane Black potesse farle domande in proposito..

"Si.", aggiunse Narcissa storcendo le labbra in una smorfia di disgusto.  "Ha detto che alla prossima gita ad Hogsmeade verrà a trovarla, dal momento che si troverà a passare nei dintorni per affari e trascorreranno tutta la giornata assieme." Bellatrix emise un grido di gioia e si gettò a sedere sul letto di Regulus ridendo sguaiatamente. "... E' tutto il giorno che fa così, è spaventosa."

"La preferisco quand'è scontrosa e cinica.", le fece eco Severus.

Regulus si limitò ad annuire. Quelli erano tutti discorsi inutili, e lui stava pensando a cose ben più serie. Narcissa parve notare questo suo turbamento, ma non chiese niente in proposito. Cara, sensibile Narcissa, era sempre così rispettosa degli affari altrui, non si immischiava mai. Una dote molto rara.

Forse... Forse sarebbe stata anche una dote utile... Forse poteva...

"Ragazzi... Sentite, io devo confessarvi una cosa..."

Gli occhi scuri di Bellatrix dardeggiarono di curiosità. "Cosa? Cosa?", esclamò con voce eccitata. "Finalmente vuoi ammettere che sei stato tu a maledire la poltrona di quel vecchio idiota dello zio Alphard?"

"Non puoi provarlo, cugina cara!", ghignò di rimando il cugino.

"Il solo fatto che tu abbia risposto così prova che...!"

"Bellatrix, non cominciare di nuovo con questa storia.", sbottò Narcissa alzando gli occhi al cielo, esasperata. La storia della maledizione alla poltrona dello zio Alphard era storia vecchia, ma Bellatrix ancora non la perdonava al cugino, perché era stata punita lei una volta tanto in cui non aveva fatto assolutamente niente di male. "Che succede, Regulus?"

Il ragazzo deglutì.

Il giovane Black ponderò attentamente se dire loro tutto o meno. Avrebbe potuto sconvolgerli... Avrebbero potuto dire tutto in tutta la scuola solo per il piacere di vedere mortificato quella testa di cavolo, e il buon nome dei Black sarebbe stato gettato in un'indicibile vergogna. Però avevano il diritto di sapere. Erano la sua famiglia. E Severus, anche se non era un Black, era un ragazzo intelligente e assennato e avrebbe potuto essere d’aiuto.

Insieme avrebbero potuto trovare una soluzione.

E gliel'avrebbero fatta pagare cara, a Sirius. L'unione fa la forza, in fondo, no?

"Sembra..." Esitò. Il suo sguardo si posò su tutti i presenti prima di tornare a guardare le sue lenzuola, mentre un tenue rossone giungeva ad imporporargli le guance. L'imbarazzo era troppo, anche per una faccia tosta come Regulus. La vergogna di suo fratello, come al solito, si sarebbe specchiata su di lui, sui suoi genitori e su tutta la sua famiglia.

Ma dovevano sapere. Era giusto.

Così si fece coraggio. "... Sembra che a mio fratello piacciano i maschi."

Si pentì subito di aver detto quelle parole. Nella stanza piombò il gelo più totale. Per parecchi istanti nessuno ebbe la forza di spiccicare una parola. Regulus si morse la lingua dandosi mentalmente del cretino. Di sicuro doveva averli sconvolti. Una persona per bene come Narcissa sarebbe come minimo svenuta a terra per lo shock.

Bellatrix fu la prima a parlare.

"... E allora?"

"Come 'E allora'?"

"Gli piace Lupin, no?", replicò tranquilla Narcissa. "Lo sapevamo da un pezzo."

Regulus era a dir poco basito. Ma prima che potesse recuperare abbastanza presenza mentale da chiedere loro come facessero a saperlo, ma soprattutto come cavolo facessero ad essere così tranquilli, Severus prese la parola. "Non credo tu abbia deciso di metterci al corrente di questa notizia sconvolgente solo per un puro piacere di informarci della cosa." La voce si ridusse quasi ad un sussurro, mentre i tenebrosi occhi scuri fissarono intensamente quelli del giovane Black. "Per cui veniamo subito al punto... Cos’hai in mente, Regulus?"

"Niente che ci faccia finire nei guai, vero?"

Le labbra del ragazzo si arcuarono in un sorriso perverso.

"Ragazzi, che scortesia... Sapete bene che io non parlo con chi mi pone le domande in questo modo..."

 

 

Sirius sentì un brivido gelido percorrergli la schiena.

"Che strano, eppure non fa freddo...", mormorò tra sé e sé tornando ad occuparsi della sua chioma. Quel maledetto pasticcio di patate sembrava fatto di mastice, era già il settimo shampoo che si faceva e non se ne andava via del tutto. Aveva chiesto anche a Remus di aiutarlo a pulirsi con un incantesimo appropriato prima che quella schifezza diventasse colla, ma quel licantropo crudele si era rifiutato perché, aveva detto, se lo meritava.

Non capiva… Anzi, si, a dire il vero capiva, ma non è che quella realizzazione lo rendesse particolarmente felice. Doveva essere per via della Evans… Era sicuramente per via della Evans. Che sciocco era stato a credere che il suo bel Remus potesse passare oltre l’amore che provava per quella strega dagli occhi crudeli e prendere le sue difese. Chi era lui, in fondo? Solo uno dei suoi migliori amici, uno dei tanti…

Ma a dire il vero non riusciva ad essere arrabbiato con Remus. Era… Triste.

Si, triste. Perché riusciva a capire il perché del suo comportamento e questo gli faceva male. Anche lui in una situazione simile avrebbe preso a priori le difese della persona amata.

Lui amava Remus.

Ma lui amava la Evans.

E la Evans lo faceva soffrire.

Sembrava una di quelle telenovele babbane di dubbio gusto.

Ma non doveva angustiarsi troppo dietro a quei pensieri deprimenti.

“Moony!”, piagnucolò disperato il ragazzo. “Questo schifo non si toglie!”

Dai dormitori giunse un gemito esasperato. “Lo so, me l’hai già detto 3 minuti fa, Padfoot…”

“Che devo fare?!”, gemette l’Animagus.

“Prenderti la tua punizione e accettarla senza piagnucolare come un moccioso.”, sbottò James dalla doccia attigua prima che potesse giungere la risposta del licantropo. Sirius si voltò, per notare il suo “migliore amico” lanciargli uno dei suoi sorrisi maliziosi brevettati. “Anzi, dovresti ringraziarmi, sei anche più carino, così…” E tornò ad occuparsi della sua igiene personale, ridacchiando con aria sadica.

Sirius gli avrebbe fracassato quella testaccia dura contro le fredde piastrelle del bagno, ma sarebbe stato sbagliato dal punto di vista etico, con tutta probabilità qualcuno avrebbe anche potuto affermare che ci fosse lui dalla parte del torto, quando in realtà era nel giusto. E poi era troppo impegnato a perdersi nella cura del suo scalpo e nelle sue mille pare mentali per perdere tempo con quel cretino di Prongs.

E così il nostro bel malandrino tornò a frizionarsi la fluente chioma corvina, perso in mille riflessioni.

Ma perché oggi ce l’hanno tutti quanti con me? Passi per la Evans quella femmina crudele che fa soffrire il mio Moony, ma Prongs… Povero Moony… Accidenti, questa roba non si toglie, io non voglio andare in giro così, domani… E Prongs, guarda come sogghigna compiaciuto… Certo, però che potrei mettere in atto una piccola vendetta, altrimenti che Malandrino sarei? Potrei… No! No, no, no, Sirius, sarebbe sbagliato, anche se un bastardo è il tuo migliore amico… Continua a concentrarti su Moony… Moony… Oh, Merlino, è così bello… Peccato che da quando gli ho detto di amarlo la doccia insieme non la facciamo più… Santo Godric, se ci penso…

….

……

Okay, Sirius, ora SMETTILA di concentrarti così tanto su Moony, capito? Smettila! … Che cavolo ha Prongs da guardare, non ha mai visto uno che si lava i capelli? Se penso che è tutta colpa sua se ora mi ritrovo i capelli coperti di schifo e Moony ce l’ha con me… Perché è ovvio che ce l’ha con me, altrimenti non sarebbe così freddo col sottoscritto, adesso. Non deve passarla liscia…

 

“Devi proprio mangiare qui, Wormtail?”

Il licantropo sollevò leggermente un sopracciglio sottile con fare infastidito e le labbra si piegarono in una smorfia di sottile disgusto, mentre il suo sguardo si posava sul suo piccolo amico il quale, per nulla intimorito, si affrettò ad ingoiare il boccone che aveva in bocca e fece mostra di uno smagliante sorriso.

“Mangio qui così ti sto accanto e ti faccio un po’ di compagnia!”

“No, mangi qui perché non vuoi che il TUO letto si riempia di briciole.”, replicò per tutta risposta Remus, scattando a sedere e togliendo dal pesante copriletto scarlatto qualche rimasuglio di cibo con rapidi gesti stizziti della mano, mentre con l’altra fece ondeggiare davanti agli occhi di Peter un tomo dall’aria parecchio noiosa. “Ti avrò detto mille volte che non sopporto di avere gente intorno prima di andare a letto, mi basta la compagnia di un buon libro. E basta.” Cadenzò bene le parole per far sì che il concetto fosse recepito.

Se non altro, ci sperava.

“A Padfoot lo fai stare nel tuo letto, però!”, si lagnò Peter, un po’ offeso per la differenza di trattamento che Remus riservava a Sirius. Molto spesso quel cane irruento, dopo essersi preparato per la notte, gli saltava sulle lenzuola senza problemi e ne approfittava per abbracciarlo o accarezzargli i capelli (cosa che al poverino dava un immenso fastidio, visto che odiava essere toccato). Remus però non aveva mai fatto nulla per scacciarlo come faceva con Peter; non aveva reagito neanche quella volte in cui, preso da eccessiva foga, Sirius aveva preso uno dei suoi adorati libri e con un gesto secco l’aveva gettato via dicendo che non avrebbe dovuto perdere tempo con quelle sciocchezze. Si era limitato a chiedere a Peter di prendergli il libro, e l’aveva poggiato con calma sul comodino, continuando nel frattempo a farsi coccolare dall’amico.

Se l’avesse fatto lui l’avrebbe ucciso, mentre a Sirius perdonava sempre tutto. Era ingiusto.

“Prima di tutto Padfoot non mi riempie il letto di briciole…”, asserì il licantropo con fare pratico. “E poi è talmente cocciuto che non si riuscirebbe a impedirgli di saltarmi addosso nemmeno se ne dipendesse della sua incolumità.” Il suo tono di voce era tranquillo come sempre, ma Peter parve notare un lieve rossore sulle guance dell’amico, mentre pronunciava quelle parole.

Forse il caldo, pensò. In effetti quella stanza era un forno.

“Anche questo è vero…”, mormorò, più a se stesso che all’amico. Remus era tornato alla sua lettura, segno che per lui la discussione era chiusa. Peter rimase qualche istante incerto sul da farsi. Forse avrebbe dovuto lasciarlo in pace, anzi, probabilmente; Moony avrebbe potuto alterarsi davvero se avesse continuato a chiacchierare, e un licantropo alterato era l’ultima cosa che aveva bisogno di vedere.

E poi c’era un’altra cosa che non lo faceva stare tranquillo. Si voltò in direzione del bagno. “Certo che ci mettono tanto a fare la doccia stasera Padfoot e Prongs, vero?”

“Buon segno, vuol dire che si stanno lavando bene, una volta tanto…”, rispose tranquillo l’amico senza alzare gli occhi dal libro, mentre un debole sorriso gli illuminava lo sguardo.

Ma Peter non era affatto tranquillo. Non avrebbe mai potuto essere tranquillo, non dopo quello che era successo a cena tra i due. Era terrorizzato dall’idea di lasciare quei due soli, perché avrebbero potuto ammazzarsi, ma era  ancor più terrorizzato all’idea di andare a controllare la situazione, perché avrebbero potuto ammazzare lui. Rimase preda di quel dissidio interiore per molti minuti.

Alla fine, prese la decisione più intelligente.

Lasciarli a loro stessi e fregarsene.

“Beh, io vado a letto.”

Si alzò dal letto dell’amico e si stiracchiò pigramente, dopodiché fece per avviarsi verso il suo letto, ma il licantropo gli intimò di lavarsi prima i denti, in un tono che non ammetteva repliche. Peter si portò le mani allo stomaco. Si sentiva tutto in subbuglio.

E non era per le 24 Cioccorane che aveva in pancia.

E’ che sarebbe dovuto entrare in bagno per lavarsi i denti.

In QUEL bagno… Con QUEI due, e… Non era pronto psicologicamente.

Ma non si discuteva a un ordine perentorio di Remus Lupin, così il povero Peter dovette lottare contro l’insano terrore che gli fece tremare le gambe e si avviò a passi lenti e regolari verso il bagno, pronto a vederne di tutti i colori. Magari sarebbe stato un bene anche portarsi dietro la bacchetta.

O pregare qualche santo babbano.

 

Il licantropo era finalmente solo.

Non che rifuggisse la compagnia dei suoi amici come un eremita, solitamente, ma Peter a volte era davvero irritante… E poi ogni tanto c’era bisogno di un po’ di pace, specialmente prima di andare a letto… E specialmente prima che arrivasse Padfoot a… Saltargli addosso… Si sentì di nuovo le guance in fiamme, come poco prima davanti al suo amico. Che scelta di parole orrenda, la sua; era un ragazzo intelligente, con un vocabolario al posto del cervello… Proprio l’espressione “saltare addosso” doveva usare?

Aggrottò le sopracciglia infastidito e sbuffò con stizza.

Chissà cos’aveva pensato Peter…

Probabilmente niente.

Peter era sempre stato un cervello piuttosto semplice, uno di quelli che affrontavano un solo argomento per volta e si concentravano solo su quello. La cosa insopportabile era che poteva affrontare la stessa discussione anche per un mese e proprio non si riusciva a farlo parlare d’altro. Come facesse restava un mistero, come restava un mistero il motivo per il quale Remus non aveva ancora deciso di renderlo afono.

Quello ad esempio era il mese del “nessuna ragazza mi vuole, morirò single, ma come fanno Prongs e Padfoot ad avere tante donne al seguito?”, e con chi si andava a confidare? Con Remus, ovviamente, dal momento che se avesse osato mettere in mezzo un argomento simile con quei due stupidi come minimo per farsi due risate gli avrebbero consigliato di fare turpitudini alla prima poverina che sarebbe passata, ben sapendo che avrebbe seguito i loro consigli e si sarebbe messo nei guai.

Lui invece restava in silenzio e ascoltava con pazienza.

Anche se avrebbe preferito leggere quell’interessantissimo libro.

Era decisamente troppo buono e disponibile e la gente se ne approfittava.

Anche Padfoot se ne approfittava… Gli saltava nel letto e si metteva ad accarezzarlo come fosse un cucciolo fino a fargli venire la pelle d’oca, diceva che l’amava per metterlo in imbarazzo e fargli fare mille pare mentali distogliendolo dai suoi studi, e poi arrivava a cena a fare lo splendido e si metteva a fare il cretino con la Evans. Ma quanto doveva essere deviato un cervello per comportarsi in maniera tanto indegna?

Se non ci avesse pensato Prongs quel pasticcio di patate gliel’avrebbe lanciato addosso lui.

Scosse la testa con decisione. Non aveva proprio voglia di mettersi a pensare a simili sciocchezze, era molto meglio perdersi tra le pagine di un buon libro… Ma erano 2 ore che provava a leggere qualcosa ed era sempre fermo allo stesso punto. Una cosa molto, molto irritante per il povero licantropo, che con un sospiro decise di lasciar perdere per quella sera, e fece per posare il libro sul comodino…

Poi un grido squarciò l’aere. La voce era familiare.

“Wormtail!”, gridò Remus allarmato balzando dal letto. “Wormtail, che succ…?” Ma le parole gli morirono in gola non appena mise piede nelle docce.

La prima cosa che notò, da maniaco dell’ordine qual era, era che la stanza era in uno stato che definire vergognoso sarebbe stato un pallido eufemismo. C’era acqua ovunque, sugli specchi, lungo i muri… Anche sul soffitto! Per non parlare del vapore denso e caldo (Prongs e Padfoot avevano l’orrendo vizio di lavarsi con l’acqua bollente) che faceva somigliare quella stanza a una sauna, più che a una doccia.

Tempo pochi secondi e si ritrovò sudato e appiccicoso come dopo una corsa.

Magnifico…

Si voltò in direzione dei responsabili per dirne loro quattro.

Cercò con lo sguardo il piccolo Peter.

Eccolo là…

Ma…

Che ci faceva steso per terra a pancia in giù con in mano quelli che sembravano proprio gli occhiali di James?! E come mai Sirius gli stava calpestando le schiena con un piede gridando come un ossesso? Il poverino era piuttosto confuso.

La voce di Sirius perforò i delicati timpani del licantropo. “Ma perché devi rovinare sempre tutto, Wormtail?!” E spinse con forza il piede nelle carni dell’amico. “Me lo spieghi?! ME! LO! SPIEGHI?!” Ogni parola furibonda era accompagnata da una pressione maggiore del tallone, che provocava nell’altro una serie di squittii acuti che a Remus sembravano un tentativo di scuse, ma non ne era totalmente certo.

Sirius digrignava i denti e continuava a gridare e a scalciare, mentre, nei pressi del muro nord, un James Potter piuttosto confuso vagolava per la stanza in traiettorie imprevedibili facendo ondeggiare le braccia davanti a sé alla maniera dei sonnambuli. “Dove sono i miei occhiali?”, diceva. “Non vedo niente! Ehi, che succede?”.

Che succede? Vorrei tanto saperlo anch’io….

“Sirius, che stai facendo?!”, gridò Remus con un tono tale che indusse il suo impetuoso amico ad abbassare immediatamente la cresta, a lasciar stare Peter e a mettersi sulla difensiva come un cucciolo che teme la punizione del suo padrone.

“Non è stata colpa mia, Moony, te lo giuro!”, replicò l’Animagus sventolando le mani davanti a sé con veemenza. “Io non ho fatto niente! E’ colpa di questo IDIOTA che si è messo in mezzo!” E lanciò un’occhiata torva a Peter, che restò sdraiato per terra a piagnucolare. “Se non fosse stato per lui a quest’ora avrei…”

“… Fatto la figura del cretino come tuo solito, ma non hai bisogno di arrivare a picchiare un tuo amico, te lo assicuro.” Il licantropo incrociò le braccia con fare saccente e si avvicinò all’amico steso a terra per sincerarsi dei danni. Dopo aver intimato a Sirius di fare qualche passo indietro, si inginocchiò a fianco dell’altro e gli chiese come stesse.

“Potrebbe andar meglio…”, mugolò l’altro.

Remus si voltò in direzione di Sirius per dirgliene quattro (ma anche cinque, o sei); sul perché non pensasse mai prima di agire, su quanto fosse importante controllarsi perché avrebbe potuto far del male a Peter sul serio, quella volta, ma le parole gli si bloccarono nella strozza nel momento in cui, per la prima volta da quando era entrato in quella doccia, si accorse che Sirius era tutt’altro che vestito. E la cosa non andava…

Per.

Niente.

Bene… Oh, Merlino.

 

Ma che gli prende, a Moony?

Dire che Sirius era confuso era poco.

Non capiva come mai da un po’ di tempo a quella parte Remus si comportasse in modo tanto strano con lui. Passasse che prendesse le difese della Evans, questo gli andava anche bene, ma… Prendere addirittura le difese di quel cretino di Wormtail? Dopo che era stato lui ad immischiarsi nel suo piano geniale per vendicarsi del perfido Prongs?! Cosa gli aveva fatto di male per meritarsi tanto astio?

A parte dirgli che lo amava, certo…

Anzi, no, certo un cavolo!

In quello non c’era assolutamente niente di male, tanto per cominciare. E poi, ne era sicuro, Remus non era affatto arrabbiato con lui, era stata solo una sua impressione. In fondo il suo amico era sempre stato contrario a qualsiasi tipo di violenza, ai danni di chiunque, anche di quell’idiota matricolato di Snivellus, per cui era ovvio che gli si fosse rivolto in maniera sgarbata.

Stava picchiando Wormtail, in fondo. Ma si scherzava, cavolo.

Non gli stava facendo poi tanto male, era Peter che era un gran piagnone!

Si, si convinse, Remus era solo contrariato per aver assistito ad un litigio così sciocco. Forse era un po’ arrabbiato, ma non sarebbe durato molto, dal momento che loro erano e rimanevano anime gemelle. Il fatto che fosse arrossito guardandolo, poi, parlava chiaro: sulle sue labbra si dipinse un sorriso soddisfatto.

Si, era proprio arrossito, inutile che negasse l’evidenza.

Qualcosa per lui la provava, allora…

Remus lo avrebbe amato.

Era solo una questione di tempo.

Avrebbe parlato con la Evans e tutto si sarebbe risolto.

… Allora perché continuava a pensare che le sue supposizioni fossero solo una manica di scemenze?

 

 

“Io non ho tempo per questa manica di scemenze!”

Lily appallottolò con stizza il contenuto del pezzo di pergamena che si era ritrovata nella tasca del maglioncino e lo lanciò in aria assieme alla rosa che aveva trovato in una delle tasche della sua giacca, incenerendoli con un solo sapiente incantesimo prima che toccassero terra. Una delle sue compagna di stanza, Anne Thompson, sollevò pigramente lo sguardo dalle pagine del suo diario e fissò la Evans con uno sguardo che tutto lasciava ad intendere tranne che gli importasse qualcosa di ciò che faceva tanto infuriare la sua amica. Era abituata agli scatti di nervi di Lily.

E in genere il motivo di tali scatti di nervi era sempre e solo…

“… Potter?”

“E chi altri potrebbe essere?”, le rispose dal letto di fianco al suo Helen Rice, l’altra compagna di stanza di Lily, senza smettere di pettinarsi la lunga chioma castana.

“… Black…”, mugugnò la Evans con un filo di voce.

Poco ci mancò che le sue amiche crollassero a terra prive di sensi.

“Black?!”

“Non ti basta più Potter, ora anche Black?!”

“Ma che avete capito?!”, gridò la Evans, seccata. “Quel cretino mi ha semplicemente dato un appuntamento in Guferia per domani, dopo cena con uno stupido messaggio accompagnato da una rosa!” Si rese conto che quella frase poteva apparire piuttosto equivoca (anzi, molto equivoca) solo dopo averla pronunciata, e dopo che le sue amiche le perforarono i timpani esibendosi nei gridolini eccitati più fastidiosi che mente umana potesse concepire. All’improvviso le due ragazze smisero di dedicarsi alle rispettive occupazioni e si sedettero ai piedi della povera Grifondoro dalla chioma ramata guardandola con occhietti curiosi e incalzandola di domande a ripetizione.

“Da quanto tempo vi frequentate?”

“Ma noi non ci fre…”

“Vi siete già baciati?”

“Sto tentando di dirvi che non…”

“Che ne dici, Helen, saranno già andati oltre?”

“Insomma, smettetela!”, scattò Lily con le guance in fiamme per l’imbarazzo. Come potevano parlare di cose del genere con una tale facilità?! “Tra me e Black non c’è assolutamente nulla! Lui mi ha solo…!”

“… Invitato a passare una romantica serata in guferia, e dici che non è nulla! L’hai sentita, Anne?”

“Altroché se l’ho sentita…”, sospirò l’amica. “Oh, Lily, sapessi come t’invidio!”

“… Perché?”, replicò Lily, sinceramente incuriosita.

“Come perché?! Voglio dire… Black! Hai un appuntamento con Black! Oh, Merlino, io farei follie per uscire con lui! E’ così bello!”

“E’ un sogno!”

“Così maturo e gentile!”

“Un’adorabile canaglia!”

“A dir poco perfetto, sotto ogni aspetto!”

“Non che James Potter sia da meno, eh?”

“Assolutamente, sono entrambi gli idoli della nostra scuola!”

“E va bene, ora basta.”, sbottò Lily con fare stizzito per porre fine a quell’inutile sproloquio. La reazione delle sue amiche era davvero infantile. Erano quasi donne adulte, per l’amore del cielo, non c’era bisogno di fare tutte quelle scene. “Ragazze, siete veramente impossibili, vi ho detto che io e Black non abbiamo affatto un appuntamento! E poi, siete sicure di parlare degli stessi Potter e Black a cui penso io? Non è che per caso vi state riferendo a Daniel Potter di Corvonero e a Regulus Black?”

“Ma sei fissata con Regulus Black, tu!”

“Con Reg… No!” La povera Grifondoro cercando di mantenere un tono di voce saldo e forte, mentre le sue guance assumevano lo stesso colore dei suoi capelli. Accidenti, ancora con quella storia di Regulus Black. Era vero, in passato aveva avuto una piccola cotta (anzi, un’enorme sbandata!) per il giovane rampollo dei Black, anche se di un anno più piccolo di lei, ma che poteva farci se era un ragazzino terribilmente seducente? Bello da impazzire, intelligente e maturo, non arrogante come la maggior parte dei Serpeverde che frequentavano Hogwarts. Insomma, era perfetto.

Però ora gli era passata.

Si, definitivamente passata.

“Che vai farneticando, si può sapere?! Quando mai sono stata fissata con Regulus Black?!”, gridò Lily riacquistando sicurezza. “E’ stata solo una cotta innocente!”

Anne scosse la testa facendo ondeggiare i riccioli sbarazzini che le incorniciavano il viso, e un sorriso furbetto gli comparve sulle labbra. “Sarà…”, mormorò con una punta di malignità della voce. “… Ma non sono mica io quella che teneva le amiche sveglie fino alle tre di notte coi suoi languidi sospiri d’amore per il bel Black”

“Colei che affermava che sarebbe riuscita a far breccia in quel cuore vagabondo!”

“Colei che giurava sulla luna, sul sole e sulle stelle del cielo che non avrebbe mai potuto continuare a vivere se non fosse riuscita a…”

“Finitela!”, gridò la Evans, mentre l’imbarazzo aveva ormai raggiunto livelli preoccupanti. “Quanto siete perfide, non è vero, io non ho mai fatto queste cose! Non sono proprio il tipo da perdermi in simili scemenze amorose, mi conoscete!”

“Ah, no?”, replicò Anne, dubbiosa. “Helen, ti ricordi quella volta in cui miss ‘Io non mi perdo in simili scemenze amorose’ ha scritto in un compito in classe di Difesa Contro le Arti Oscure che uno dei modi per rendere inoffensivo un drago sarebbe stato farlo specchiare nei penetranti occhi di ghiaccio di Regulus Black?”

“Potter mi aveva maledetto la piuma, quella volta!”

“Bella scusa!”

“Tentane un’altra, magari ti crediamo!”

“Non mi confiderò mai più con voi due, serpi!”

“No, Lily, dai noi scherziamo.”, ridacchiò Helen.

“Perdonaci.”, le fece eco Anne giungendo le mani davanti al volto a mo’ di preghiera.

A dispetto della rabbia, Lily si trovò suo malgrado a sorridere. “… Non so, devo pensarci…”

“Allora che farai? Andrai all’appuntamento con Black?”

La Evans ci pensò su un momento, portandosi al mento l’indice e il pollice e socchiudendo gli occhi fino a ridurli a due fessure. “Si, credo che ci andrò…” Si mise in posa battagliera mentre un sorriso deciso le illuminò lo sguardo. “Mi conoscete bene. Sapete che non rifiuto mai una rissa, e…” Notò gli sguardi dubbiosi delle sue amiche. La stavano fissando come se fosse pazza. “… Che c’è?”

“Una rissa?”

“Beh, cos’altro dovrebbe volere?”

“Dobbiamo farti un disegnino per caso?”, gemette esasperata Anne passandole una mano davanti al volto. “Sveglia, è un uomo che ti sta dando un appuntamento e ti ha mandato anche una rosa, nel caso in cui il concetto non fosse chiaro. E’ una cosa romantica, riesci a comprenderlo?”

“Scusate, ma da quando in qua gli appuntamenti romantici, con o senza rosa, si danno in guferia?!”, replicò la Evans, riducendo al silenzio le amiche. Doveva approfittarne per porre dine alla discussione prima che ricominciassero. “E ora scusatemi, ma io me ne vado a letto. Domani ho un test molto importante da affrontare per cui… Buonanotte.”

E si mise sotto le coperte.

Quante scemenze dicevano Anne e Helen.

Un appuntamento romantico con Sirius Black, che idiozia totale.

Anche se... Beh, Black avrebbe anche potuto considerare una cosa del genere romantica, visto il cervello deviato che si ritrovava. La rosa, poi… Era stato un pensiero così gentile, proprio non sembrava da lui. Ma com’era possibile se, a quanto sapeva, aveva una cotta spaventosa per Remus? Non era assolutamente possibile che fosse per un appuntamento galante che voleva contattarla in privato in guferia. A meno che non si fosse già stufato di fare la parte del cucciolo uggiolante ai piedi del suo crudele amore che non lo ricambiava e non avesse deciso di voltarsi verso altri lidi.

… O a meno che non volesse informazioni su Remus.

Un sorriso maligno le inarcò le labbra. Se davvero era quello che cercava da lei, avrebbe potuto rendere la cosa piuttosto interessante. Sarebbe stato divertente vendicarsi di lui.

 

Fine capitolo 6

 

Commenti di Fine Capitolo

Mi diverte davvero scrivere questa fic.

Al momento ho cercato di non far passare i Serpeverde come i soliti bastardi. Li hanno anche loro i sentimenti, sono anche loro persone e anche loro conoscono il significato di amicizia, secondo me. Spero di esserci riuscita senza far perdere loro l’aura di malignità. Ma vedremo anche in futuro che combineranno.

Per chi si chiedesse quale fosse la vendetta attuata da Sirius ai danni di James, credo che non lo dirò mai! Per cui mettetevi l’animo in pace e immaginate quello che volete, ma dovete essere cattivi, perché una mente che decide di fare uno scherzo a Piton mandandolo in bocca a un licantropo deve essere davvero deviata.

Dal momento che ancora non so come chiamare il prossimo capitolo non ci saranno anticipazioni! ^_- Così non faccio figuracce come l’altra volta… Considerando che anche questo capitolo rischiava di chiamarsi con un altro nome… Mamma mia! XD

Passiamo ai commenti…

Ma prima forniamo la soluzione del quiz del capitolo precedente. Nella fila in alto abbiamo, da Sinistra a Destra; SEVERUS PITON (bravissime, l’avete indovinato tutte), JAMES POTTER e la sua fedele aura iraconda, PETER MINUS, NARCISSA MALFOY (non poteva essere Lucius semplicemente perché se i Malandrini sono al sesto anno Lucius si è già diplomato! ^_-). Nella fila di sotto, sempre da sinistra a destra, abbiamo: BELLATRIX BLACK (Qualcuno ha detto Zabini, non ci avrei mai pensato io, complimenti per la fantasia!), REGULUS BLACK, e infine SIRIUS BLACK, REMUS LUPIN e LILY EVANS nella commovente interpretazione di un allegro triangolo amoroso.

Controllando tutte le risposte credo che abbia indovinato solo GeorgiaLupin, per cui a parte i miei più sentiti complimenti, la vincitrice può scegliere come premio tra una fan art a sua scelta (su fic sue o mie non importa, in versione deformed o “seriosa” nemmeno) o un “lieto fine” in una delle mie fic (quale fic sarà però lo sceglierò io! ^_-)

 

Helina: Grazie mille per i complimenti! ^_- Purtroppo non hai indovinato, non era Lucius ma Narcissa e non era Rodolphus ma Regulus (l’errore era comprensibile, in fondo stanno appiccicati, però sono cugini è normale! ^_-) Continua a seguirmi, mi raccomando!

GeorgiaLupin: La vincitrice del nostro concorso! ^^ Prima di tutto, parliamo di Sailor Moon. Non c’è stata serie, credo, in cui non mi sia messa a frignare come una vitella. Nella prima la fine e quando muore Nevius. Nella seconda quando Marzio/Mamoru lascia Bunny/Usagi. Nella terza quando Sailor Moon salva Hotaru (io devo avere un rapporto particolare con i numeri 3; dentro una terza serie di qualcosa appare sempre il mio personaggio preferito – Sirius e Remus, Hotaru…). Poi le ultime non ricordo bene. (Idem con patate, la fine del manga era inarrivabile alla prima lettura! XD)

Sulla fic; Remus gelosetto? Ma noooooo, lui è solo preoccupato per la Evans, perché le attenzioni di Padfoot potrebbero darle fastidio, perché lui è un samaritano! ^_- Tutto ciò non ha niente a vedere con un suo interessamento al cagnone. Riguardo il mio sadismo… Si, forse hai ragione, mi piace non rendere le cose facili; il fatto è che lo trovo più realistico, perché essere omosessuali, e soprattutto rivelarsi come tali agli altri ma soprattutto a se stessi, non è una cosa semplice e lo troverei (dal mio punto di vista) un po’ forzato fare una cosa del tipo; “Sirius ti amo!” “Toh che coincidenza anche io!” “Beh allora tutto a posto!” Però alla fine cerco quasi sempre di mettere tutto a posto con calma, e di far trovare (spero nel modo giusto) ai due puccini la pace dei sensi e non. ^_- Con “Lei…” non so se il finale sarà lieto o meno. Mah, vedremo, sono davvero combattuta. Per il resto… Grazie mille per i complimenti!!

Christine Black: Grazie mille per i complimenti! ^_- Che farò fare a Regulus? Hihihihi, sssssssegreto (con la S sibilante da serpe). E’ la prima volta che lo metto in una mia fic, Regulus, mi pare (fa solo brevi comparsate nelle altre), spero che il personaggio risulti carino. E che continui a piacerti la fic, ovviamente.

Fairyangel: Ti ringrazio, sono felice che ti piaccia l’idea dei tre punti di vista. Ho deciso di utilizzare il narratore esterno proprio per poter fare qualcosa del genere (con lei non è una di noi ho provato i piaceri e i limiti della prima persona, volevo sfogarmi con una bella terza persona che fa vedere tutti i punti di vista). Non era proprio nella mia idea iniziale, è successo per caso. Che scoppierà una bomba è il minimo, ma potrebbe non essere un male, no? ^_- Baci!

Agartha: Waaah sono felice di riuscire a portare avanti bene tutti i malintesi, spero di riuscirci fino alla fine. Al momento ho chiari in testa solo gli sviluppi generali, non tutta la fic, per cui credo che in certi punti mi metterò a piangere hahahaha! Speriamo… Remus, seccato? ^_- Ma naaaaah, lui non è affatto seccato, pensa solo al bene della sua cara amica Lily, mica altro. Il piano geniale di Sirius l’hai già visto, palpargli il seno (leggi; mollarle uno spintone) per infilarle un bigliettino in tasca (l’avevo detto di fare attenzione al fatto che ponevo l’accento su GENIALE piano). Tra lui e Hagrid, poi, son dei cervelli sopraffini. ^_- Al momento il piano di James e Peter resta nebuloso, ma comunque geniale… Dico solo che la rosa, ovviamente, non è da parte di Sirius. Che farà Regulus? E chi lo sa? ^_- Di sicuro incasinerà un po’ le cose, ma chi dice che sia un male? Grazie mille per i complimenti, ciao un bacione! ^_-

Mirà82: Grazie mille, sono lieta che ti sia piaciuta l’idea dei tre punti di vista. In effetti ho scritto tutto in terza persona proprio per scrivere cose del genere! ^_- Grazie tante anche per i complimenti, davvero!

Erine: Ah, sei ricomparsa! *.* Ciauuuu! Ho letto la tua ultima fic ma devo ancora commentarla, mia imperdonabile mancanza, sniff! T_T Vabbè, torniamo a noi! ^^ Prima di tutto, grazie mille, sono felicissima che trovi la mia fic “la migliore” tra quelle che ho fatto. Considerando che dietro Lei non è una di noi c’è più lavorio mentale dietro credo di preferire quella, però. Diciamo che completarne un capitolo (e completarlo in maniera soddisfacente) mi dà un senso di piacere veramente supremo. Questa viene giù praticamente da sola invece! XD No, non la lascerò assolutamente a metà, sono cocciuta, la finirò (anche Rheme la finirò, manca davvero pochissimo alla fine, ma non mi sento proprio in vena di metterci mano, ora! ^_-) anche se dovessi metterci una vita (Speriamo di metterci di meno)! Se ce la farà Sirius? Mah, chissà! Al momento bisognerebbe chiedersi se ce la farà Remus a resistere all’impulso di ucciderlo! XD Anche a me piace molto questo James anche se in questo capitolo non compariva per nulla (avrebbe solo allungato la broda, mi interessava di più il punto di vista di Sirius, Remus, Lily e Regulus, in questo capitolo! ^_-). Ma tornerà alla grande. Infine, ti ringrazio moltissimo per i complimenti che mi fanno davvero arrossire e ti mando un grosso bacio! ^_- Ciaooo.

PS: No, purtroppo la biondina era unA biondinA, ovvero Narcissa! ^_- Vedi che succede a farsi fuorviare dagli altri? Che si sbaglia (lo diceva sempre la mia prof di greco alle medie)

Donnasole: ^_^ Esageraaaaaaaata, talento, ho fatto una cosina (giggle =^_^=)… Ok, basta con la falsa modestia in realtà ora ho dovuto allargare i pantaloni di 3 taglie! ^_- Oddio, se diventi ricca e mi sposi passerò la vita tra allegri fancazzisti e fic Lily/Remus, ti giuro (ci sto ancora pensando, voglio che venga bella e originale, non una cosa buttata via. Anche se non la posterò mai, perché sia mai che la gente pensi che scriva anche storie etero)! XD Ci avevo pensato anche io a mettere il punto di vista di Peter, ma poi in questo capitolo non avrei potuto farlo lamentare con Remus di non avere mai un cane che se lo filasse così ho deciso di lasciar perdere. Anche l’allegro 30enne dai capezzoli pelosi assomiglia al sorcio, però. Secondo me è proprio una razza, quella degli uomini sorcio, nata negli anni 80 dopo il boom delle tartarughe ninja (Sai, il maestro Splinter…). A me dei puffi piaceva da morire uno dei puffolini (non mi ricordo chi era, quello con la maglietta gialla sempre incazzato! XD) e Brontolone! Però anche Quattrocchi era simpatico, poverino… Poi però mi ha ricordato troppo Percy… Vabbè passiamo alla fic! Dunque, Sirius è sempre il solito grand’uomo de noartri, col cervello in vacanza a Rivendell; però è stato anche bravo, avrebbe potuto benissimo tenerne uno solo e dire dispiaciuto alla Evans “Oddio, sono mortificato, che gaffe!”. Avrebbe potuto ma non l’ha fatto perché è nobile di nascita ed educato… E perché come minimo Remus l’avrebbe fatto alzare a forza per stare seduto vicino all’amica perché doveva studiare, e non sarebbe stata una bella scena! XD Hihihihi Sirius si perde sempre nei pensieri riguardo Remus, poveraccio, proprio non ce la fa a pensare ad altro (sospirone “come lo capisco” e tre… By donnasole! XD). Per fortuna che è bello e ricco, altrimenti col cavolo che mi piaceva, ahahahaha! A me piace proprio perché è così sciocco! *ç* Niente da fare, esco pazza per i personaggi così, se non la smetto di pensarci adesso cominciare ad esprimermi per suoni tipo SLURP SBAV ARF anche io! XD Noooo, ti sbaaaagli, Remus mica è geloso delle attenzioni che Sirius fa a quel gran pezzo della Evans (che ti ricorda qualcuno? Chi? Chi? Non saprei proprio! 9_9 Ehm…) e non gli dà per niente fastidio l’essere stato scaricato, proprio per niente; lui è semplicemente un altruista. Si preoccupa che Sirius possa infastidire la sua cara amica, mica altro. E poi non è bello che vada a fare complimenti agli altri, è maleducato. Si sssi. Per lo scherzo… Hihihihihih grassie son contenta che ti sia piaciuto, in effetti mi son messa a ridere pure io quando l’ho pensato (sarei stata una brava malandrina, dai). Certo, ovviamente tutti ad avvisarla della cosa, c’era la fila della gente che le diceva “Evans, ti si vede la natura!” “Evans forse è il caso che ti vesti”. In effetti si, da quel giorno accaddero entrambe le cose, ovvero che James prese la sbandata per la Evans e giurò amicizia eterna a Padfoot! XD La Evans non potrebbe mai incenerire nessuno, è troppo bella e perfetta! ^_- E poi è meglio averlo sempre a disposizione vivo, Sirius, quando si abbisognerà di un punchiball umano!

Remus non è che lo schifano tutti, solo che, poverino, non essendo fisicamente un figo (a proposito, sono contenta che ti sia piaciuta la mia idea di descriverlo così, diverso dal remus carino bellino e tutto. Io, ti dico la verità, sono molto superficiale – no ma non si notava noooooo – per questo non farei mai una cosa simile a Sirius anche perché la Rowling dice esplicitamente che era bello hahaha sono salva!) ed essendo molto poco incline ad aprirsi col prossimo per ovvi motivi, nessuno conosce la splendida persona che è e quindi nessuno se lo caga! Che tristessa, poverino. T_T Se cederà alle attenzioni di quel porco matricolato? Non certo se continua con le poesie! XD Il sei tanto carina di Sirius ovviamente è leggermente sarcastico, ma Lily, che è intelligente, lo sgama subito! ^_- Remus e James invece visto che hanno il cervello ridotto in pasticcio di patate, non se ne accorgono. Lily (sono contenta che ti piaccia il personaggio!) è un po’ sotto tono perché all’inizio è inibita, lei è una brava bambina, non si può mettere a gridare come un’ossessa quando ci sono gli insegnanti a nemmeno 5 metri di distanza! ^_-

Riguardo la storia climax crescente di degenerazione, mi viene quasi voglia di far continuare la fic con Sirius che si accorge di volere Remus solo per farsi diseredare dalla famiglia gh gh gh gh gh (risata sadica), ma non so, vedremo dove mi spingeranno i personaggi. A dire il vero tutto quello a cui penso ora è un letto vibrante! XD In effetti è proprio un maiale matricolato, però se non altro non si va rombando tutte le donne della scuola ma le rifugge come la peste. Quindi forse non è così malvagio, dai. E’ proprio perso dietro al nostro lupacchiotto, ma se si decidesse a fargli la corte in maniera intelligente invece di fare il bambino sarebbe molto meglio!

Regulus mi ha decisamente, senza alcuna ombra di dubbio, conquistata (e questo non riguarda affatto quelle fan art che mi hai inviato noooooooooo! XD). Cercherò di mettere Sirius il più possibile nei guai, in fondo se lo merita per Lei non è una di noi! Tzè! Ma come si permette di fare del male a Remus in quel modo idiota. Che poi vada facendo i sogni sconci è un altro discorso, se l dicesse a Remus sono certa che lo conquisterebbe! : P

Infine, un dubbio mi attanaglia… Ora finirò nel blog di Mac per quella storia della McGranitt nuda? T_T Ciau ciau! ^_- Ah, giusto, PS: Si, le paranoie sui capelli sono le mie, sono una vera feticista dello scalpo, ci manca solo che innalzi un altarino a Cesare Ragazzi in camera! XD Non ti dico quanto ho ululato per il dolore quando ho visto Gary nel Quinto Elemento e in Dracula.

Miki: No, secondo me è proprio uno di quegli allegri fancazzisti coglioni che mi fanno troppo sbavare (mi posso permettere di sbavare perché Sirius è bello e ricco e io NON sono affatto una materialista! XD), è proprio come piace a me. E’ quello stupido simpatico, non quei deficienti che si atteggiano a intellettuali e nemmeno quei lobotomizzati totali. Una cosa giusta molto rara da trovare. Io ci vado sempre giù pesante col povero Padfoot, in fondo se lo merita per quello che combina a Remus in Lei non è una di noi, no? Hahahaa no James per fortuna è un tipo intelligente e non vuole uccidere il suo migliore amico… Ancora. Se c’è un lieto fine? Dico nieeeente! Dico nieeeente! ^_- Sono cattiva. Però no, non posso uccidere Sirius, altrimenti se morirà io dietro a chi sbavo?! Già mi basta la Rowling…

Su Regulus pare che non se lo aspettasse nessuno che fosse lui il misterioso guardone. Per cui sono molto fiera di me, ci sono stata una settimana a pensare ma alla fine l’idea è saltata fuori ottima! ^_- Gliene farà vedere delle belle al suo fratellone indegno (indegno dal suo punto di vista ovviamente). Sulla fan art hai sbagliato solo Lucius, era Narcissa (mannaggia, peccato! Considerando che avevi pure scritto a memoria… ._. Mi dispiace). Per il resto, ottimo, complimenti, hai capito che i personaggi Serpeverde erano Bella e Regulus! ^_- Forse ti posso prestare Sirius per un’oretta. FORSE. Grazie mille per i complimenti, spero che la fic continui sempre a divertirti come diverte me scriverla. Un bacione! Ciaoooo!

PS: Come vedi ho fatto la fan art! ^_- E, per quanto riguarda “lei…” Ti assicuro che mi stai facendo un enorme complimento. Quando ho iniziato a scriverla non pensavo assolutamente che avrei causato queste reazioni in chi la leggeva! Grazie sono commossa! T_T

Meggie: Mannaggia anche tu hai sbagliato Lucius. Era Narcissa! Però per il resto sono tutti giusti, brava comunque! ^_- Sono contenta che tu abbia apprezzato la mia ideuzza dei diversi punti di vista. Dal momento che avevo una terza persona che me lo permetteva, perché non approfittarne? ^_- In effetti sono tutti preda di fraintendimenti piuttosto…. Stupidi! XD Ho il magico dono di rendere tutti dei deficienti! Poverini, ma è l’amore che fa diventare stupidi. Infatti Peter è l’unico che sembra normale perché non ha perso la testa per nessuno.! ^_- Grazie mille per i complimenti alla fan art, al capitolo, e a tutto il resto. Io continuo a pensare al nome degli attori, eh? Un bacio!

Chu: Grazie mille per i complimenti, innanzitutto! ^_- Poi, hihihihhi sono felice che tu non avessi indovinato che fosse Regulus, mi piace non essere scontata e banale (non ci riesco mai, ma pazienza! ^_-), e sono anche felicissima che tu abbia trovato divertente la scena vista da tre punti diversi. Sai com’è, quando si ha a disposizione un narratore esterno, perché non sfruttarlo? Se è pericoloso Regulus? Può darsi, specialmente quando unisce il proprio cervello maligno a quello dei Serpeverde più geniali che la scuola abbia mai avuto (sembro una propagandista). Non anticipo niente! ^_- Ciaoooo!

Momo_san: Mi dispiace che ti abbia annoiata la fic vista da più punti di vista diversi, però ti ringrazio di essere stata totalmente sincera. Spero che questo capitolo ti sia risultato un po’ meno noioso, e gradevole! ^_-

Aly Zefiro: ^_- Hai avuto molta fantasia con il TOTO FAN ART, ma purtroppo non hai indovinato. Rinnovo i complimenti per la fantasia! Sono contenta che la mia fic ti piaccia, spero tanto che continuerai a seguirla con interesse.

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