Le (tragicomiche) conseguenze dell'amore di TwinStar (/viewuser.php?uid=2725)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo - 'Ti amo, Remus!' ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 - 'L'amico di un amico di un amico ha un problema' ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 - 'Poesie? Wow, è così romantico!' ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 - 'Ma mi crede tanto stupido?!' ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 - 'Evans, ti debbo parlare!' ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 - 'Prima dice che mi ama poi si comporta così!' ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 - 'Io non parlo con chi mi pone le domande in questo modo!' ***
Capitolo 1 *** Prologo - 'Ti amo, Remus!' ***
Nuova pagina 1
Introduzione
Questa
storia mi è venuta in mente 10 minuti fa.
Ci
credete?
(Si,
perché è scritta da far schifo! Nd Tutte)
Cattive… Dicevo, mi è venuta in mente 10 minuti fa, di getto,
e il primo capitolo si è scritto praticamente da solo. Avevo voglia di scrivere
una fic un po’ più, come dire… Allegra, facile da leggere ma senza essere
demenziale. E spero di riuscirci con questa fic! ^^ Tanto per cambiare non è una
R o una NC 17 e non c’è gente che soffre o muore o ha bisogno di uno psichiatra,
ma urgentemente! YUPPI!!!
Spero sinceramente che l’idea non sia stra-abusata. In quel
caso credo che mi accuccerò in un angolo e piangerò. Però commentate lo stesso,
dai, ditemi se vi è piaciuta o meno! ^^ A voi no ncosterebbe niente ma farebbe
tanto felice me.
Non volete fare felice una poveretta? ^_-
Grazie anticipatamente a tutte!
LE (TRAGICOMICHE) CONSEGUENZE
DELL’AMORE
Prologo: “Ti amo, Remus”
Sirius Black era il ragazzo più ambito di tutta Hogwarts. Non
ci sarebbe stata donna in tutta la scuola che non avrebbe esitato un istante a
bruciare la propria bacchetta per l’incontro di una notte, un bacio o un
semplice gioco di sguardi malizioso.
Lui era tutto quello che una donna poteva desiderare.
Bello, atletico, intelligente, e con quell’irrestibile aria
da mascalzone che tanti cuori aveva infranto e tanti ne avrebbe ancora infranti
negli anni a venire. Non passava giorno che il nostro Latin Lover non fosse
salutato da un coro di sospiri estatici, o che non dovesse fuggire disperato
lungo i corridoi, inseguito da un’orda di femmine assatanate; Grifondoro,
Serpeverde, Corvonero e Tassorosso, non c’era una donna che non sognasse di
cadere tra le sue braccia forti e virili. Era il sogno delle ragazze e l’incubo
sempiterno dei loro fidanzati.
Il sogno di ogni uomo? Beh, non di tutti.
Perché non era che a Sirius tutte quelle attenzioni
interessassero granché.
Cioè, oddio, chiariamoci, vanitoso com’era per lui era
piacevole essere adorato e riverito, trovare sempre con chi rincantucciarsi in
un angolo quando la carne si faceva particolarmente debole, e adorava fare il
pieno di cioccolata e lettere a san valentino. Si divertiva a tenere segnati su
un taccuino tutti i nomignoli romantici con cui lo avevano chiamato. Patatino,
Pucci Pucci, Cippi Cippi e altre amenità del genere.
E poi c’era il migliore.
Frischi Fruschi. Che non aveva mai capito se volesse essere
un nomignolo affettuoso o un’offesa in qualche sordido dialetto babbano.
Ma a che valeva tutto quello, quando la persona che amava di
più al mondo non lo degnava di uno sguardo? Eh, si, perché Sirius Black era
innamorato.
Di uno dei suoi migliori amici.
Il fortunato o, dipende dal punto di vista, la vittima, era
nientepopodimeno che Remus J. Lupin, uno dei ragazzi più intelligenti e gentili
di tutta la scuola. E, a detta di Sirius, anche il più affascinante (dopo di
lui, ovviamente). Oltre a questo, a dispetto dell’aria malaticcia e debole, era
una delle persone più forti e coraggiose che avesse mai incontrato.
Insomma, era perfetto.
Sirius non sapeva quantificare le ore passate ad osservarlo
di nascosto, a perdersi nei suoi grandi occhi castani dai riflessi dorati, a
desiderare di passare le dita in quei morbidi capelli color del miele, di
stringere quel corpo tra le braccia e, soprattutto, di fare l’amore con lui fino
a fargli gridare pietà, per questa vita e quell’altra.
Sapeva solo che non erano mai abbastanza.
Come non sapeva da quanto quella forte amicizia che li legava
si era trasformata in qualcosa di più; era impossibile dire esattamente quando
quei sentimenti di profondo affetto che albergavano nel suo cuore per il suo
sfortunato amico licantropo erano sbocciati fino a diventare quel forte,
tremendo ed esaltante sentimento che è l’amore.
Fatto sta che l’amava.
L’amava, ne era certo, stavolta era davvero amore. Non come
tutte le altre volte (6 o 700 circa, non di più) in cui era stato convinto di
essere stato travolto dalla passione, quella vera, mentre invece era
semplicemente la ricerca di un piacere dettato più da un bisogno a livello
inguinale che cerebrale o sentimentale.
Sapeva per certo che doveva trattarsi di amore, quello con la
A maiuscola.
Lo sapeva perché prima d’ora non gli era mai successo di
guardare nessuno come guardava il suo amico licantropo. Ogni suo sguardo, ogni
sorriso, ogni movimento, era captato e registrato dal nostro povero Animagus
come un qualcosa di prezioso. Per non parlare di ogni dialogo che avevano
occasione di fare, di ogni toccatine fugace, ogni abbraccio. Bastava sfiorare
Remus perché il nostro Sirius passasse il resto della giornata saltellando di
nuvola in nuvola dalla contentezza.
Poi però il tempo era passato.
E quei piccoli momenti di gioia erano spariti. E’ insito
nella natura umana volere sempre di più, sempre di più, e anche Sirius non era
da meno. Non gli bastavano più queste piccole attenzioni di Remus, qualche
semplice parola, qualche carezza, non voleva più soltanto la sua amicizia.
Non gli bastava più vederlo da lontano con lo sguardo
sognante.
No. Voleva toccare, accarezzare ovunque quel corpo solcato
dal dolore, baciare quelle cicatrici che gli aveva visto addosso mille volte,
quelle di cui il suo amore tanto si vergognava ma che a Sirius sembravano tanto
belle, voleva tutto di lui.
Ma soprattutto voleva amarlo consapevolmente, senza più
nascondere i suoi sentimenti, perché gli voleva troppo bene e quella situazione
era troppo dolorosa.
Se non avesse fatto subito qualcosa sarebbe esploso presto.
Per questo decise che la cosa migliore da fare sarebbe stata
quella di dichiararsi a Remus.
Accadde tutto una fredda sera di novembre.
Lui e Remus erano rimasti da soli in sala comune. James era
agli allenamenti serali di Quidditch (beato lui che aveva la costanza, Sirius
avrebbe partecipato volentieri, ma era tropo pigro per seguire allenamenti tanto
assidui. Lui era un talento naturale non aveva bisogno di sciocchi allenamenti),
e Peter ovviamente lo accompagnava come se fosse la sua ombra.
Sirius era seduto al grosso tavolo di mogano, perso dietro un
mare di scartoffie, fingendo di essere totalmente assorbito dai compiti di
pozioni. In realtà non gliene poteva fregare di meno dello studio. Era riuscito
ad aprirsi uno spiraglio tra la carta, e aveva creato una specie di finestrella
che gli permetteva di guardare, non visto, l’oggetto dei suoi pensieri.
Remus era seduto sulla comoda poltrona di velluto rossa,
davanti alla finestra: gli piaceva tanto quella poltrona, diceva che la trovava
comodissima e ottima per studiare. Sirius non capiva come riuscisse a studiare
su quella cosa, lui si addormentava sempre, era come essere seduti su una
nuvola. Anche allora, erano ore che teneva il naso chinato su quel (a detta sua)
appassionante testo di aritmanzia, con un sorriso sulle labbra. Studiare lo
rendeva sempre così felice, diceva che il desiderio di conoscenza era una delle
poche gioie che la licantropia non era riuscita a togliergli.
Sembrava così calmo e tranquillo che era un piacere a
vedersi.
Sirius invece era così nervoso che temeva si sarebbe messo a
tremare tutto il tavolo. Ma sarebbe stato strano non provare segni di
nervosismo. Aveva deciso di dichiararsi, finalmente era giunto il momento,
finalmente gli avrebbe detto che lo amava.
Era tutto perfetto.
Erano soli, erano tutti a letto o fuori a seguire gli
allenamenti di Quidditch e non sarebbero tornati per almeno un’altra oretta. La
sera era fredda ma il cielo era terso e pieno di stelle; il fuoco nel camino
scoppiettava allegro, la luce delle candele conferiva alla stanza un’aria che
più romantica di così non si poteva.
L’Animagus si leccò inconsciamente le labbra pregustando la
scena. Si sarebbe avvicinato a Remus con fare sicuro di sé, lo avrebbe stretto
tra le braccia e gli avrebbe detto. “Remus, ti amo, ti amo da non so più nemmeno
quanto tempo e ora non sono più disposto a nascondere i miei sentimenti per te”.
Lui avrebbe sorriso imbarazzato, gli avrebbe risposto “Anche io ti amo, Sirius,
ti amo dal primo momento che ti ho visto; ma ero troppo sciocco per poter anche
solo lontanamente pensare che tu potessi ricambiare i miei sentimenti”. Si
sarebbero baciati, sarebbe stato bellissimo, e poi sarebbero rimasti abbracciati
tutta la notte, insieme.
Si, era un piano perfetto, decise Sirius.
Prima parte del piano. Mostrare sicurezza.
L’Animagus si schiarì la voce e chiamò l’amico. “… R-Remus? Posso parlarti un attimo?”
Forse sarebbe risultato più credibile se la voce non gli fosse diventata tremula
come quella di un capretto introverso.
L’amico parve non notare il suo turbamento. Sollevò il naso
dal libro e lo guardò con quegli magnifici occhi dai riflessi dorati, che tante
volte si erano posati su di lui, ma stavolta era diverso. “Ma certo, Sirius,
dimmi pure.”, e gli rivolse un sorriso dolcissimo che gli fece sciogliere il
cuore. Era un sorriso che riservava solo a lui. Certo, poteva sembrare simile ai
sorrisi che rivolgeva a tutta Hogwarts (quadri e scale compresi), ma non lo era.
Sirius capiva che non lo era. Era speciale, era destinato a lui.
“Si, ma… Non così…”, mormorò.
Seconda parte del piano. Creare l’atmosfera.
L’Animagus si alzò di scatto dal tavolo, mandando per aria
più della metà delle pergamene e dei libri. Imprecò tra i denti contro il
destino infame che gli si accaniva contro, ma non si diede per vinto. Remus
continuava a fissarlo divertito, un po’ basito, forse, ma non sembrava irritato.
Si avvicinò a passo sicur… Ehm… Cioè, a passo traballante, rigido come uno
stoccafisso, afferrò Remus per una mano sollevandolo di peso dalla poltrona (e
facendogli cadere per terra il libro che teneva in grembo) e lo fece sedere sul
tappeto davanti al grande camino.
Lui gli si sedette di fronte.
Remus piegò la testa di lato, guardandolo incuriosito.
“Sirius, ma che ti prende stasera? Sei strano…” Sirius tirò un sospiro di
sollievo, constatando che il suo amico non sembrava arrabbiato. Certo, il
licantropo era solo un attimo contrariato per come era stato trascinato in giro
come fosse una bambola di pezza; bastava chiedere con gentilezza e l’avrebbe
seguito ovunque volesse senza che Sirius avesse bisogno di allungargli il
braccio. Ma era sicuro che dovesse avere un ottima ragione per comportarsi in
quel modo assurdo.
Sirius intanto si rendeva conto che erano giunti alla terza
parte del piano. L’ultima. La dichiarazione.
Deglutì e si passò nervosamente una mano tra i capelli.
“Vedi, Remus… Il fatto è che…” Si sentì avvampare le guance, ma cercò
immediatamente di darsi un tono. Era un Black, per la miseria, doveva darsi un
contegno. E poi, dove cavolo era finito quel tanto decantato coraggio dei
Grifondoro? Oppure il Cappello Parlante l’aveva smistato a Grifondoro solo
perché la scuola non aveva una casa di nome CricetoSpaurito?
Strinse i pugni. Prese un profondo respiro.
Era giunto il momento. Finalmente si sarebbe dichiarato.
Oddio, Remus lo stava guardando negli occhi, era così bello…
“Remus, io ti amo.”
Ecco, l’aveva detto. Era anche stato più facile del previsto.
Ora non restava che attendere la reazione di Remus, col cuore
trepidante.
Il licantropo era rimasto a fissarlo immobile, con gli occhi
sgranati, ma già un vistoso rossore cominciava a colorirgli le guance. Aveva
abbassato improvvisamente lo sguardo da quello di Sirius, e aveva cominciato a
giocherellare nervosamente con le dita, mentre le labbra si erano strette fino a
formare una linea sottile.
“Sirius…”, mormorò lui. Era così dolce, povero piccolo Remus,
pensò l’amico. Si vergognava a dichiarare i suoi sentimenti, o forse si sentiva
sciocco perché per tutto questo tempo l’aveva amato segretamente, convinto di
non poter mai essere ricambiato dal ragazzo più ambito dalle donne di tutta la
scuola. Ma non importava, bastava che ora fossero insieme e tutto sarebbe andato
a meraviglia, dopotutto…
“Io non ti amo…”
… COSA?!
Remus continuò a spiegare le sue ragioni; che erano due
maschi per cui non era una cosa normale, che lui aveva tutto quel seguito di
donne attaccate ai pantaloni che avrebbero voluto la sua testa (le SUE teste) su
un vassoio se fossero venute a sapere di una sua ipotetica molto ipotetica, si
affrettò ad aggiungere) storia con lui, che non era pronto a legarsi
sentimentalmente con nessuno per via del suo “problemino con la luna”, e altre
cose del genere. Se siete stati mollati lo avete mollato mai qualcuno le
conoscete le scuse che si rifilano al poveraccio di turno.
Ma Sirius aveva smesso di ascoltare dopo le prime 4 parole.
Era sconvolto.
Ma andava tutto bene. Sul serio. Era un Black, dopotutto, ne
aveva passate di ben peggiori, nella vita. Era la prima volta che veniva
rifiutato, e non era una sensazione propriamente piacevole. Era come avere lo
stimolo del vomito senza che si riuscisse a rigettare niente. Ma andava tutto
bene. Non era poi la fine del mondo, l’avrebbe superata.
Sul serio. Bastava che non dicesse quella frase.
Bastava che Remus non gli propinasse quella solita vecchia
frase che…
“Ma possiamo essere amici.”
… propinava lui a tutte le tipe che gli facevano pena e schifo
per non ferire i loro sentimenti, ecco, appunto, proprio quella.
L’aveva detta.
Bastò quella frase a fargli crollare il morale sotto le
scarpe. Cioè, non solo non lo amava, ma a quanto pareva lo riteneva anche una
persona degna solo di pietà. Era convinto che sarebbe stato sottinteso che
sarebbero rimasti amici anche in caso di un rifiuto.
Grazie tante per questo
stupendo sfoggio di banalità, Remus, non credevo di meritare tanto,
pensò, a questo punto strappami il cuore dal petto, mettilo a soffriggere, e
servilo da mangiare alle mie cugine.
Remus si alzò in piedi e gli rivolse un timido sorriso di
scuse.
“Mi dispiace, Sirius.”
“Figurati…”, riuscì a dire l’Animagus, prima di vederlo
salire le scale dei dormitori e sparire dietro la pesante porta di mogano.
Non riusciva a crederci.
Remus non lo amava. Non era possibile.
Non era assolutamente possibile una cosa del genere! Loro
erano fatti per stare insieme, erano perfetti; tanto era riflessivo e tranquillo
l’uno quanto avventato e vivace l’altro. Erano acqua e fuoco, yin e yang,
opposti, certo, ma senza l’uno l’altro non poteva esistere. Così erano loro due.
E poi c’era un altro non trascurabile dettaglio. Lui l’amava,
l’amava più di qualsiasi cosa al mondo, anche più di prima, possibilmente, ora
che era stato rifiutato senza pietà. Lo voleva. E Sirius Black otteneva sempre
quello che voleva.
Per questo
fece quel giuramento.
Lo giurò su quanto di più caro avesse al mondo (che ironia,
la cosa più cara che aveva era lo stesso Remus), sulla luna, sulle stelle, sul
sole che illuminava il cielo: avrebbe conquistato il cuore di Remus J. Lupin.
Fine Prologo
|
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** Capitolo 1 - 'L'amico di un amico di un amico ha un problema' ***
Nuova pagina 1
Capitolo 1 – “L’amico di un amico di un amico ha un
problema…”
Remus J. Lupin era il ragazzo più dolce di tutta
Hogwarts. Non c’era persona in tutta la scuola che potesse affermare il
contrario. Nemmeno i Serpeverde si azzardavano a dire cattiverie sul suo conto,
un po’ perché anche loro non riuscivano a trovare offese da rivolgere a Remus
che non fosse il banale “Sporco Mezzosangue” (e i Serpeverde, si sa, amano
essere sempre originali e mai ripetitivi nei loro insulti), e poi perché
altrimenti i tapini avrebbero rischiato una gragnola di mazzate da tutti i
presenti, che intervenivano sempre, immancabilmente, in sua difesa.
Non si poteva non provare nei suoi confronti
un’istintiva simpatia.
Però purtroppo questi sentimenti per il nostro giovane
licantropo si fermavano alla simpatia. Chissà come mai quel poveretto non
riusciva mai ad instillare nei cuori delle gentili pulzelle di Hogwarts un
sentimento d’affetto che fosse uno. Il rapporto più profondo mai avuto con una
donna si limitava a farci i compiti assieme o a prestarle gli appunti. E a lui
questo all’inizio poteva anche stare bene (fino a un certo punto), però non era
stato tanto bello per il povero lupacchiotto arrivare a 16 anni senza aver avuto
uno straccio di femmina, nemmeno per sbaglio, nemmeno una fidanzatina ai tempi
dell’asilo.
Una situazione abbastanza deprimente, a dirla tutta, e
a volte era potente in lui l’impulso di salire sull’albero più vicino e,
emulando un vecchio film babbano, di gridare ai 4 venti “Voglio una donna!
Voglio una donna!” finché qualcuna non avesse acconsentito alle sue richieste.
Glielo impediva solo un certo orgoglio personale.
E una timidezza da guinness dei primati.
Tecnicamente non c’era nulla che non andasse in lui;
era sempre gentile e disponibile con tutti, era posato ed educato con chiunque
gli attraversasse il cammino, e non rifiutava mai di dare una mano a nessuno,
nemmeno quando era stanco o sommerso di compiti fin sopra i capelli. Nemmeno
fisicamente era messo malaccio; pur non avendo un incarnato abbronzato e non
essendo un macho forte e gonfio di muscoli alla Sylvester Stallone (avrei
messo Schwarznegger ma non sapevo se sapevo scrivere il cognome! Nd Twinny
ignorante) aveva un fisico asciutto, piacevole alla vista, un viso dai
lineamenti regolari (delicati ma non femminei). Infine, era dotato di
un’intelligenza davvero straordinaria; una mente viva e brillante, una voglia di
imparare per il puro piacere di conoscere cose nuove e non per voglia di
primeggiare sul prossimo o darsi arie di superiorità.
Insomma, era praticamente un sogno di ragazzo.
Allora come mai non trovava una persona che l’amasse?
Ci aveva pensato tanto e proprio non riusciva a
venirne a capo. Anche se, a voler essere precisi, beh… Una persona che l’amava
c’era, ma la cosa, per quanto strano possa sembrare, non lo riempiva proprio di
gioia, anzi, era più un sentimento di profondo fastidio quello che provava.
Penserete che il nostro piccolo licantropo fosse una
personcina incontentabile e che si meritasse di restare solo per tutta la vita,
se rifiutava qualcuno dopo essersi lamentato per la mancanza di affetto nella
sua vita. Ma capirete che non è bellissimo essere amati da uno dei propri
migliori amici MASCHI.
Lo spasimante, o per meglio dire lo stalker, era
nientepopodimeno che Sirius Black, uno dei ragazzi più popolari e corteggiati di
tutta la scuola. E, a detta di Remus, anche il più borioso, pieno di sé,
arrogante, egoista e menefreghista del pianeta (in senso buono, ovviamente).
Dopo James.
Da un po’ di tempo Remus aveva notato che Sirius aveva
cominciato a stargli molto più intorno di quanto non facesse in passato, a
cercare sempre la sua compagnia, a voler giocare con lui, studiare con lui,
mangiare con lui, frequentare le lezioni vicino a lui. All’inizio aveva creduto
si trattasse di una semplice voglia di stare insieme a qualcuno, dal momento che
James in quel periodo era molto impegnato (con la scuola, con il Quidditch, e
col suo Hobby preferito, la “Tombola degli Insulti Fantasiosi made in Lily Evans”)
e che era nella sua natura “canina” cercare compagni di giochi. Non che gli
andasse eccessivamente a genio essere trattato come sostituto di James, ma era
troppo buono (o troppo stupido?) per dirgli di andare a quel paese. Alla fine
James tornò più Malandrino che mai, ma Sirius non smise di stargli appiccicato
come la colla, per cui Remus dovette ammettere di essersi sbagliato. A quel
punto però la sua natura sospettosa prese il sopravvento, e il nostro licantropo
si convinse che il suo amico stesse semplicemente cercando di sfruttarlo per
farsi passare appunti e compiti (ma avrebbe fatto prima a studiarsi tutti i
testi della biblioteca, vista la propensione pressoché nulla di Remus a prestare
i propri preziosi appunti in giro agli amici). Ma non poteva essere, Sirius era
molto intelligente e non aveva di certo bisogno dei suoi appunti per riuscire
più che discretamente nello studio, anche se gli piaceva tanto far credere a
tutti il contrario, per cui cassò l’idea. In seguito non pensò più a nulla e si
limitò a godersi la compagnia del suo amico, lieto per una volta di essere al
centro dell’attenzione di qualcuno.
Poi un giorno, quasi per caso, durante una noiosissima
lezione di storia della magia che stava per far appisolare anche lui, si era
voltato verso Sirius con l’intento di chiedergli di fare qualcosa per svegliarlo
(dargli un pizzicotto, raccontare una barzelletta, far scoppiare una caccabomba
in classe, qualsiasi cosa), aveva notato una luce nello sguardo del suo amico
dai capelli d’ebano.
Quella luce nello sguardo.
E improvvisamente Remus si accorse anche di tante
piccole cose sul suo amico Animagus e sul suo comportamento: di come se lo
ritrovasse sempre davanti “casualmente”, ogni volta che si trovava separato per
qualche motivo dai suoi amici (non vivevano mica in simbiosi 24 ore al giorno,
checché ne pensassero alcuni!). Come ogni scusa fosse buona per toccarlo, tipo
quella volta che gli passò mezz’ora le mani nei capelli dicendogli che aveva una
foglia nei capelli (poco importava che fosse autunno inoltrato e sugli alberi
non ve ne fosse più rimasta nemmeno una). Tutte cose a cui sul momento non aveva
fatto particolarmente caso, ma che ora assumevano la forma di una spaventosa
realizzazione.
Remus era sempre stato un ragazzo piuttosto brillante,
ma non ci voleva certo un genio per capire che il licantropo era diventato
l’oggetto delle attenzioni del ragazzo più desiderato di Hogwarts.
Quando si rese conto della cosa il suo primo pensiero
non fu dei più felici. Non era una cosa molto bella essere l’oggetto dei
desideri di Sirius Black, a prescindere dal fatto che fossero due maschi e che
la cosa fosse inattuabile in sé. Principalmente temeva rappresaglie tra le file
estremiste delle ragazze che avevano perso la testa per il bell’Animagus, una
volta che queste avessero scoperto che il loro idolo aveva un’infatuazione per
lui (che lui non c’entrasse nulla in tutta la faccenda e che non avesse fatto
nulla per farlo innamorare non sarebbe contato, ai loro occhi sarebbe stato il
bastardo che aveva rubato loro l’oggetto dei desideri). Fortunatamente le fan di
Sirius Black non brillavano per intelligenza, e nessuna si era ancora accorta di
nulla.
Come ciò fosse possibile era un mistero.
Ma a parte quello… Andiamo, pensava, com’era possibile
che Sirius fosse innamorato di lui quando aveva mezza scuola alle calcagna e
avrebbe potuto scegliere tra le decine e decine di ragazze che lo inseguivano da
mane a sera per i corridoi? Che fosse gay non era proprio pensabile. Non lui,
non Sirius Black. Però Remus non era affatto una ragazza (o perlomeno, non lo
era l’ultima volta che aveva controllato). Tutta quella storia non aveva senso,
non aveva decisamente senso. Infatti molte volte il licantropo era tornato sui
propri passi, dandosi mentalmente dell’idiota e si lasciava andare a improperi
contro se stesso per essersi fatto trascinare troppo dalla sua fervida
immaginazione. Pensare che Sirius Black, l’uomo più etero di tutta la scuola,
potesse trovarlo in qualche modo appetibile, che sciocchezza!
Però poi dopo, nel momento in cui i loro sguardi,
casualmente, si incrociavano, notava con orrore (si, orrore!) quanto fossero
intense e penetranti quelle pozze color cobalto che sembravano scrutargli fin
dentro il cuore, quando solo pochi giorni prima, a pranzo, aveva creduto che lo
avesse fissato in quel modo perché aveva della verdura incastrata tra i denti ed
era corso al bagno a controllare (dal momento che quei tre bastardi dei suoi
amici non l’avrebbero mai avvisato, in caso, perché avrebbero trovato la cosa
troppo divertente!).
Non erano rare le volte in cui si sentiva praticamente
violentato, quando Sirius aveva dipinto sul viso quel sorriso obliquo da maniaco
dei parchi pubblici che facevano provare a Remus l’istintivo impulso di coprirsi
il corpo con le braccia, impulso che riusciva a vincere a fatica, perché avrebbe
fatto la figura dell’idiota davanti a tutti. A quel punto distoglieva lo
sguardo, imbarazzato da morire da tutta quella situazione, sperando che Sirius
non notasse (e, di conseguenza, equivocasse!) il rossore delle sue guance.
Come cavolo si era giunti ad una situazione del
genere, lui e Sirius?
Non lo sapeva.
Fatto sta che Remus, giunto al limite della
sopportazione, decise di fare la cosa più intelligente, prima che tutta quella
faccenda diventasse troppo evidente e prima che quelle pazze scatenate che
sbavavano dietro al suo amico non scoprissero tutto e non decidessero di fare di
lui polpettine di lupo mannaro: adoprarsi per raffreddare la cosa sul nascere,
non dando modo a Sirius di illudersi e di soffrire inutilmente. Perché, e questo
era una fatto, non lo amava e proprio non poteva ricambiarlo.
Sembrava un piano davvero buono sulla carta.
Il problema era metterlo in pratica.
Accadde tutto una fredda sera di novembre.
Lui e Sirius erano rimasti da soli in sala comune.
James era agli allenamenti serali di Quidditch (ma chi cavolo glielo facesse
fare di stare fuori al gelo in groppa a una scopa schifosa, a decine di metri
dalla terra sicura e da una bella tazza di cioccolata calda Remus non l’aveva
mai capito). E il povero Peter, ovviamente, era stato trascinato ad assistere
all’avvenimento. A volte pensava che James fosse davvero uno sfruttatore.
Approfittava troppo dell’ammirazione che quel poverino aveva per lui.
Remus non era molto a suo agio in quel momento,
nemmeno sulla sua poltrona preferita.
Non riusciva nemmeno a concentrarsi come avrebbe
voluto; un po’ perché quel capitolo di aritmanzia era veramente ostico, ma anche
se non lo fosse stato sarebbe stato un po’ difficile assimilare nozioni con lo
sguardo di Sirius puntato addosso. Eh, si, perché lo stava fissando, ne era
praticamente certo: raramente il suo sesto senso lo ingannava. Lo sapeva; Sirius
se ne stava lì, dietro tutte quelle pergamene di pozioni, lo fissava di nascosto
con quel solito sguardo lubrico che faceva venire i brividi lungo la schiena del
poveretto, convinto magari di essere stato geniale e che il licantropo non si
accorgesse di nulla.
Il pensiero lo fece sorridere anche se, si rese conto
subito, non c’era proprio niente di divertente.
La situazione non era delle più rosee. Erano
completamente soli nella torre di Grifondoro, e lo sarebbero stati ancora per
qualche tempo (molto tempo, minimo qualche altra oretta), e solo Godric sapeva
cosa aveva intenzione di fare Sirius, pensò Remus con una punta di
preoccupazione. Non che temesse che potesse fare qualcosa di azzardato tipo, per
esempio, mettergli le mani addosso, anche perché, a dispetto da quello che
poteva sembrare ad un primo sguardo (e anche a un secondo e a un terzo), Remus
sarebbe stato in grado di battere Sirius con una mano sola.
E’ solo che l’atmosfera era troppo… Come dire?
Romantica?, gli suggerì il suo istinto. E, si, era effettivamente
un’atmosfera romantica, convenne lui. Un’atmosfera pericolosa, perché poteva
indurre l’amico a fare discorsi strani, preso dal momento, discorsi ai quali lui
non era per niente preparato. Cavolo, non sarebbe stato preparato per un
discorso del genere nemmeno in capo a una ventina d’anni. A scuola non
insegnavano nulla di tutto questo, e Remus odiava affrontare situazioni in cui
le sue nozioni non servivano a nulla. E, come se tutti i suoi sospetti e timori
non bastassero a farlo stare male da cani, avvertiva anche una certa tensione.
Poi Sirius parlò, distogliendolo dai suoi pensieri. “…
R- Remus? Posso parlarti un attimo?”
Sembrava un po’ turbato, notò Remus. Molto turbato.
Eccessivamente turbato. E cominciò a sentire un lieve moto di disagio alla bocca
dello stomaco, ma stette ben attento a non darlo a vedere. Non era proprio il
caso di andare in paranoia prima di sapere cosa volesse da lui il suo amico.
Magari voleva invitarlo a raggiungere James e Peter al campo da Quidditch per
seguire gli allenamenti perché si stava annoiando, magari aveva intenzione di
fare un blitz nelle cucine per fare uno spuntino di mezzanotte e voleva solo
chiedergli se voleva che gli portasse qualcosa da mangiare.
Certo, e magari la prossima luna piena la passerai in
forma umana.
Scacciò immediatamente questo pensiero tutt’altro che
rassicurante. Sirius lo stava guardando, attendeva una sua reazione. Doveva fare
in modo di sembrare più naturale possibile, essere gentile, nascondere il suo
nervosismo. Piegò verso l’alto gli angoli della bocca, nella patetica imitazione
di un sorriso. “Ma certo, Sirius, dimmi pure.”
“Si, ma…”, balbettò l’amico. “Non così…”
E prima che potesse chiedergli che cosa volesse
intendere con quella frase a dir poco sibillina, Sirius si era alzato dal
tavolo, aveva rovesciato un bel po’ di carta, aveva imprecato, si era avvicinato
a grandi passi verso il povero licantropo, che a questo punto era veramente a
disagio perché quella fastidiosa sensazione alla base della nuca (la quale di
solito era un segnale di pericolo) aveva cominciato a farsi sentire, e lo
trascinò con la gentilezza di un camionista fino al tappeto.
Remus cadde pesantemente sul morbido tessuto, e il suo
primo pensiero andrò al libro di aritmanzia che molto probabilmente nella caduta
si era rovinato. Odiava non avere i suoi libri di testo perfettamente in ordine
e senza una piega, ma divenne l’ultima delle sue preoccupazioni quando vide l’Animagus,
seduto a gambe incrociate di fronte a lui, continuare a fissarlo strano.
E Remus continuò a fare il finto tonto. “Sirius, ma
che ti prende stasera? Sei strano…”
Ti prego, ti prego, dimmi qualsiasi cosa, ti prego,
dimmi qualsiasi cosa che non sia quella, dimmi che hai detto a tutta la scuola
che sono un licantropo, dimmi che mi hanno bocciato in tutte le materie,
chiedimi di prestarti gli appunti, ti darò tutti gli appunti che vuoi ma ti
prego, non dirmi quello!
Sirius lo guardava con occhi che, se non fosse stato
lui, pensò Remus, avrebbe definito supplici; erano lucidi, pieni di luccichini
strani. Uno sguardo che visto addosso a Sirius faceva quasi paura. Anzi,
togliamo il quasi. Il licantropo ebbe un sussulto quando vide l’Animagus
prendere un profondo respiro, leccarsi le labbra, come faceva sempre quand’era
nervoso, e mormorare un timido e quasi impercettibile “Remus, io ti amo.”
… Magnifico.
Era avvero magnifico.
Il suo piano di fargli sbollire la cotta per lui aveva
fallito miseramente. Abbassò lo sguardo per non dover sostenere quello
speranzoso di lui. Non si era mai sentito più infuriato (con Sirius che gli
stava facendo quello e con se stesso che aveva permesso che Sirius arrivasse a
quel punto) e imbarazzato in vita sua, e anche se a quel punto si aspettava
un’uscita del genere era stato pur sempre un colpo piuttosto forte; una
piccolissima parte del suo animo, quella stupida, era ancora fermamente convinta
del fatto che Sirius avrebbe finito per chiedergli cosa avrebbe voluto che gli
portasse dalle cucine.
Come ne sarebbe uscito?
Cosa poteva inventarsi? Era la mente più brillante
della scuola, a detta dei professori, e non riusciva a trarsi d’impiccio in una
situazione del genere. Non che fosse una situazione di facile soluzione. Poteva
inventarsi qualche storiella, dire che non era ancora pronto ad avere una storia
seria, e che effettivamente provava qualcosa da lui ma non in quel momento.
In questo modo sarebbe stato contento Sirius, che si
sarebbe sentito accettato, e sarebbe stato ancor più contento Remus che si
sarebbe tolto dagli impicci. “Sirius…” Cominciò a dire, intenzionato a
rifilargli quella pietosa bugia escogitata sul momento. Ma poi… Una vocetta da
qualche parte nella testa gli ricordò che Sirius era uno dei suoi migliori amici
e che meritava molto più di una squallida menzogna che avrebbe soltanto
posticipato il problema, non l’avrebbe certo cancellato. Così decise di dirgli
la pura, chiara e semplice verità.
Anche se probabilmente faceva più male a lui dirlo che
all’amico ascoltarlo.
“Io non ti amo…”
Sirius non rispose. Rimase immobile, impietrito, e
Remus ne approfittò per spiegargli tutte le ragioni che lo avevano spinto a
dirgli di no (anche se, aggiunse mentalmente a se stesso il licantropo, erano
tutte abbastanza ovvie!). Il suo amico lo ascoltava attento, senza dire una
parola; segno che stava capendo, che stava recependo. Eppure non poteva fare a
meno di notare quell’aria ferita e mortificata, che gli strinse il cuore.
Forse temeva che nel momento in cui l’aveva rifiutato
come amante, per qualche arcana motivazione l’avesse automaticamente rifiutato
anche come amico. Ma quello non sarebbe mai potuto accadere, Sirius era troppo
importante per lui e non avrebbe mai lasciato che una sciocchezza del genere,
una parentesi pseudo romantica tra loro dettata ovviamente da un’infatuazione
passeggera rovinasse tutto quello che c’era tra loro.
“Ma possiamo essere amici.” Disse, convinto che quella
fosse la cosa più adatta da dire sul momento. Gli stava tendendo la mano, gli
stava facendo capire che teneva ancora alla sua amicizia, gli stava facendo
capire che nulla sarebbe cambiato tra loro.
Non capì che per Sirius il problema fu proprio quello.
Dopodichè, considerando chiuso il discorso e
sentendosi in pace con la propria coscienza, il licantropo si alzò da quel
tappeto polveroso e decise di andare a letto, per dare tempo al suo amico di
assimilare bene il rifiuto. Tuttavia quando abbassò lo sguardo e vide l’Animagus
fissare il vuoto non potè fare a meno di provare un forte senso di colpa. Gli
sorrise, cercando di sembrare il più tranquillo e rassicurante possibile. “Mi
dispiace, Sirius.”
“Figurati.”, mormorò l’amico di rimando, tranquillo.
Ma Remus, troppo in apprensione per notare la nota di
smarrimento e rabbia nella voce dell’altro, si limitò a fuggire nei dormitori.
Sentiva il bisogno di allontanarsi da tutta tensione, sentiva l’urgenza di farci
una bella dormita sopra, di dimenticare tutto e di far finta, almeno per un po’,
che nulla fosse mai accaduto, e che lui e Sirius fossero gli amici di sempre.
Sapeva che non sarebbe stato facile. Né per Sirius né
per lui. Ma, per la miseria, se poteva superarla lui, la situazione, poteva
farlo ancor più facilmente Sirius, che era forte. Se ne sarebbe fatto una
ragione, prima o poi, che cavolo.
Se non lo amava che poteva farci?
Se non mi ama io che posso farci?
Erano ore (minuti? Giorni? Non lo sapeva, aveva perso
il senso del tempo) che Sirius non faceva che camminare avanti e indietro nella
sala comune, percorrendo a passi lunghi e ben distesi il perimetro della stanza,
rimuginando sulle parole di Remus.
Rimuginando sull’intera situazione.
Prima, con l’animo ancora vibrante di rabbia e
imbarazzo per l’inatteso rifiuto, l’aveva fatta facile. Infiammato com’era dal
suo spirito competitivo e dal suo orgoglio smisurati, preso dal momento, si era
lasciato sfuggire quella promessa assurda, senza pensare ad un piccolo problema.
Che Remus gli aveva dato il due di picche senza
nessuna possibilità di ritornare sulla sua decisione.
Era stato abbastanza chiaro, diretto, conciso, e in
genere quando Remus, di solito così tranquillo e riflessivo, rispondeva con una
tale rapidità e sicurezza, voleva dire solo una cosa; che la decisione era
irremovibile. Cavolo, aveva veramente preso un abbaglio, a quanto pareva. Eppure
era così sicuro dei sentimenti del lupacchiotto nei suoi confronti!! Non avrebbe
potuto essere più chiaro di così; gli ammiccamenti, gli imbarazzi, i lunghi
silenzi imbarazzati che si venivano a creare tra loro, quando si trovavano da
soli (cosa che nell’ultimo periodo capitava molto spesso) non potevano che
essere dettati dall’amore, chiunque avrebbe potuto sbagliarsi.
E poi non era poi andata tanto malaccio.
Non era mica la fine del mondo. Gli aveva
semplicemente detto di no, aveva preso il suo cuore, l’aveva avvolto nel candido
fazzolettino dei suoi sentimenti e l’aveva gettato molto poco signorilmente nel
gabinetto, dopodichè aveva tirato la catena con quelle leggiadre parole “Però
possiamo rimanere amici”. Una parte della sua mente gli diceva che non doveva
pretendere troppo, e che già avrebbe dovuto ritenersi più che fortunato del
fatto che Remus avesse deciso di restare suo amico, a dispetto della sua
dichiarazione. Molte persone non ci avrebbero pensato due volte a mandare a quel
paese l’amico utilizzando la scusa del “Non voglio farti soffrire, è meglio per
entrambi non vedersi per un po’.”
Però… Come poteva essere così crudele Remus? Dargli la
sua amicizia, costringerlo a rimanergli accanto, sarebbe stato un supplizio
ancora più veloce dell’allontanamento. Sentire i suoi sorrisi addosso sarebbe
stato come ricevere una pugnalata in pieno petto, i suoi abbracci (se ci
sarebbero stati abbracci, in futuro, cosa di cui dubitava fortemente) sarebbero
stati roventi come fuoco.
Non poteva accontentarsi di essere suo amico, lui
VOLEVA Remus. Lo voleva, lo voleva con la disperazione di un naufrago che cerca
la terra. Doveva convincerlo a farsi amare da lui o sarebbe impazzito. Ma tra il
dire e il fare c’è di mezzo il mare.
Si, certo, facile dire “Conquistiamolo!”.
E come faceva? Tanto non l’amava. Mica poteva
semplicemente entrare in camera, sbatterlo sul letto e fargli vedere COSA
esattamente si sarebbe perso a non amare uno come lui, per tutta la notte e al
diavolo la gente che avrebbe potuto sorprenderli in così turpi attività. Anche
perché lui non voleva sono quello. Non era solo sesso squallido, non con Remus,
non l’avrebbe mai voluto, mai nella vita. Certo, ci sarebbe stato anche quello,
e tanto, ma desiderava che la loro forse un unione più spirituale che altro, e
attuare un piano del genere sarebbe stato abbastanza squallido oltre che stupido
e improduttivo.
Insomma, per dirla tutta, alla fine il grande Sirius
Black era nel pallone.
Stava quasi pensando di rinunciare al progetto, e di
farsi passare questa fissa un volta per tutte. Magari ce l’avrebbe fatta.
Bastava soltanto aspettare una ventina d'anni nel più totale isolamento, o giù
di lì.
Però non voleva arrendersi, non così facilmente, non
era proprio da lui.
Se solo avesse potuto chiedere un consiglio a
qualcuno…
James!
Ma certo, James avrebbe potuto aiutarlo, dirgli cosa
fare! Certo, viste le sue disastrose performances con la Evans non pareva
proprio la persona più indicata, però non sapeva a chi altro chiedere. Non è che
avese molti amici a scuola (per vari motivi; le ragazze perché finiva per
andarci a letto, i ragazzi perché finiva a letto con le loro
fidanzate/sorelle/cugine/parenti lontane/amiche d'infanzia), e a parte James
avrebbe potuto chiedere soltanto a Remus, a Peter e al professor Silente.
Cassò immediatamente la prima ipotesi per ovvie
ragioni, anche se la scena sarebbe risultata divertente; andare da Remus a chiedergli come poteva fare per riconquistarlo. Gli
scappò quasi un sorriso. Peter era da eliminare perchè tanto l'avrebbe pensata esattamente come James. E sinceramente col
professor Silente, era si disponibile e pronto al dialogo quanto si voleva, ma
non è che l'Animagus avesse con l'anziano preside di Hogwarts un rapporto così
intimo da parlargli di una cosa del genere, anche se viste le sue performance da
scavezzacollo visitava il suo ufficio almeno 3 volte a settimana.
Per cui restava solo James.
Però, appurato questo, si presentava un altro
problema.
Come cavolo avrebbe avuto il coraggio di confessare al
suo migliore amico che era innamorato di un uomo, e per di più di Remus, e per
di più, cosa più grave, che era stato miseramente respinto? Lui, Sirius Black,
l’uomo chiamato Love Machine. Nella migliore delle ipotesi non l’avrebbe preso a
calci etichettandolo come finocchio ma si sarebbe limitato a prenderlo in giro a
vita. Nella peggiore delle ipotesi gli avrebbe tolto il saluto e la gioia di
vivere, e avrebbe avvisato sua madre, che sarebbe stata immensamente felice di
trovare l’ennesima scusa per mandargli una Strillettera.
Anzi, pensò il ragazzo, dopo una notizia del genere minimo
minimo mi manderanno ad Azkaban.
Per cui, decise, non gli restava che inventare un
astuto stratagemma per riuscire a farsi consigliare per il meglio dal suo amico
senza confessargli il suo penoso e vergognoso segreto.
James Potter, il miglior cercatore che la scuola
avesse mai avuto (a detta sua), scese dalla scopa dopo un estenuante
allenamento. Si scompigliò i capelli, già di loro non particolarmente ordinati e
si sistemò gli occhiali sul naso, sorridendo a se stesso con fare arrogante e
lodando mentalmente se stesso, non ascoltando una parola di quello che aveva da
dire il capitano della Squadra di Quidditch (un discorso particolarmente intenso
sullo spirito di squadra, sul coraggio, sul divertimento, sul fatto che se
avessero perso quell'importantissima partita l'indomani avrebbe rotto un menisco
a tutti e altro ancora. Nessuno lo ascoltava più, ormai, perchè era sempre lo
stesso identico discorso da 6 anni). Ancora una volta era stato il più bravo
durante gli allenamenti, e avrebbero vinto con facilità la coppa del Quidditch
anche quell'anno. Era tutto quasi troppo facile, pensò, c'era quasi da
annoiarsi, e a volte pensava proprio di smetterla col Quidditch, perchè non
c'era proprio partita. Ma poi pensava alle folle adoranti e allora gli
tornava la voglia di fare e di impegnarsi per diventare il cercatore più bravo
di tutto il mondo.
Così magari sarebbe riuscito anche a farsi dare un
appuntamento dalla Evans.
"Bravissimo. James!", gli venne incontro saltellando
il suo amico Peter Minus, un ragazzino amorfo e non particolarmente brillante
sempre alle calcagna di Sirius e James, quando "l'interessantissimo" discorso
giunse al termine scatenando nei presenti diversi sospiri di sollievo. Gli si
parò davanti e fece mostra di un radioso sorriso a 32 denti. "Sei sempre il
migliore!"
L'altro sorrise. "Ma è naturale, Peter. E' per questo
che tutti mi amano." Peter fece bene attenzione a non lasciarsi sfuggire nessuna
affermazione sul fatto che... beh... Non proprio TUTTI l'amassero, perchè c'era
una certa rossina che gli avrebbe volentieri spaccato un calamaio in testa ogni
volta che incrociava il suo cammino.
I due si avviarono verso il castello, desiderando
soltanto un bel fuoco scoppiettante, una doccia calda e un letto morbido in cui
infilarsi con gioia fino al mattino successivo, ma varcata la soglia della Sala
Comune il cercatore si trovò praticamente rovesciato a terra da un'ombra
inquietante.
"Prongs, mi serve il tuo aiuto!", gridò l'ombra dalla
voce particolarmente familiare. "Ti prego, solo tu puoi aiutarmi, solo tu
puoi..." Si fermò e si rialzò in piedi di scatto, alla velocità di una Firebolt,
portandosi una mano al naso. "... Ma quanto puzzi!"
L'altro si limitò a guardarlo torvo, rialzandosi da
terra a sua volta aiutato da Peter e spolverandosi i vestiti con gesti
meccanici. "Si, capita quando uno fatica per ore fuori e suda come un maiale,
Padfoot. Una reazione fisiologica a te completamente estranea, vero?", e
sorrise.
L'altro non ricambiò il sorriso, segno che non aveva
eccessiva voglia di scherzare.
"Comunque, che problema hai? Hai in mente un nuovo
scherzo? Chi dobbiamo far fuori?"
"No." Sirius scosse energicamente la testa. "No, nulla
di tutto questo... E' solo che...", lanciò un'occhiata obliqua a quell'impiccione
di Peter, che li guardava tutto interessato. "Potremmo parlarne da soli?"
"Oh, un appuntamento! Fantastico, dammi il tempo di
mettermi un po' di rossetto!" scherzò l'altro parlando con una vocetta acuta
particolarmente fastidiosa e sbattendo le ciglia più volte in direzione
dell'amico, che stavolta si fece quasi scappare un sorriso. Quasi. Questa volta
doveva essere seria, pensò James. Si voltò in direzione di Peter, tornando
serio. "Scusa, Wormtail, ti dispiace andare avanti? Noi ti raggiungiamo tra un
po'."
"Ma certo James, non c'è problema.", rispose Peter un
po' piccato; era sempre molto infastidito quando gli si nascondevano le cose o
si tenevano segreti con lui, perchè si era sempre sentito una presenza molto
marginale all'interno del gruppo, ma James non se ne preoccupò. Gli sarebbe
passata presto. Faceva sempre così.
Rimasti soli i due si accomodarono su un paio di
poltrone davanti al camino.
"Allora, che ti serve?"
"Senti, un mio amico ha un problema..."
"Chi, Moony?"
Sirius per poco non fuggì via gridando e mettendosi le
mani nei capelli. Ma era così evidente che il problema riguardasse Remus? Erano
così trasparenti i suoi pensieri? Poi si calmò. No, non era possibile, James
aveva semplicemente detto un nome a caso, non lo stava guardando con fare
malizioso, come quando voleva insinuare qualcosa. Per cui scosse la testa con
energia. "Macchè, no!"
"Wormtail, allora."
"Ma figurati."
"Beh...", riflettè James. "Io di sicuro non sono, tu
altri amici non ne hai... E lo sappiamo tutti il perchè... Quindi... Io che devo
pensare a questo punto?", domandò il cercatore con fare inquisitorio chinandosi
in avanti in direzione dell'amico, che in quel momento stava affrontando la
crisi di panico più tremenda della sua vita.
"Ma no, è che...", farfugliò. "E' l'amico di un
amico..."
"L'amico di un amico?", ripetè James alzando un
sopracciglio.
"... Di un amico."
"L'amico di un amico di un amico?" James alzò anche
l'altro sopracciglio con fare incredulo. Era più che convinto che Sirius lo
stesse prendendo in giro, però non ne aveva affatto l'aria. Se stava riuscendo a
ingannare il grande James Potter doveva essere un attore particolarmente bravo,
avrebbe avuto un futuro, pensò.
"Si." rispose deciso Sirius.
James sospirò stancamente. Ma no navrebbe davvero
pensato che potea credere a una scemenza del genere. Sicuramente aveva combinato
qualche porcheria e non sapeva come districarsi e si vergognava a parlarne. Come
se non lo conoscesse da anni e non sapesse anche quante volte andava al bagno la
mattina. Va bene, vediamo dove vuole arrivare. Si sistemò gli occhiali,
che avevano semrpe la fastidiosa tendenza a scivolargli sul naso, sprofondò per
bene nella poltrona, pronto a sentire un'interminabile sequela di problemi sulla
falsariga di "Mi sto facendo Jane Pike però mi sono proposte le gemelle
Beaumarchais e Amanda Parish, e io ci sono stato, però ora non so gestirmele
tutte insieme per cui dammi una mano a stilare il calendario degli
appuntamenti."
"D'accordo, Padfoot. Che cosa ha fatto questo 'amico
di un amico di un amico'?"
"Ecco..." Sirius tentò di prenderla alla lontana.
"Questo ragazzo è innamorato di una persona. Non riesce a smettere di pensare a
lei da non sa più nemmeno quanto. Sa che è la persona giusta per lui, la sua
anima gemella. Sembrava che anche quest'altra persona fosse parecchio
interessata a lui, o almeno, questa era l'impressione che aveva avuto." Si fermò
un momento per vedere le reazioni dell'amico, sperando che non capisse a cosa
(o, per meglio dire, a chi) si stava riferendo. L'altro si limitò ad annuire,
come ad incitarlo a continuare. "Così ha deciso di dichiararsi, ma questa
persona in pratica gli ha risposto che piuttosto che mettersi con lui avrebbe
mangiato escrementi di ippogrifo e si sarebbe gettata nel lago." Daccordo, pensò
Sirius, forse aveva un attimino abbellito il messaggio di Remus, che era molto
più tra le righe, ma il senso era quello. "Quindi che dovrebbe fare questo
amico? Lasciar perdere tutto o impegnarsi per riconquistare il suo cuore?"
James si fece improvvisamente infervorato, si alzò di
scatto dalla poltrona e gli si parò davanti. "Ma scherzi? Mai arrendersi davanti
a un ostacolo, mi hai capito, Padfoot? Mai. Se questo tuo amico ha la certezza
che questa persona sia davvero la sua anima gemella, allora questa persona deve
per forza ricambiare i suoi sentimenti. Le anime gemelle fanno questo, no? Deve
amare per forza questo tuo amico, anche se lei probabilmente ancora non lo sa, e
lui deve aspettare che lo capisca da sola, oppure fare tutto il possibile per
farle capire che ricambia i suoi sentimenti!" Si mise le mani sui fianchi e
sorrise. "Pensa a cosa sarebbe successo se io mi fossi arreso con la Evans..."
Si interruppe quando notò il quadro nella parete aprirsi e fare il suo ingresso
in Sala Comune, nemmeno a farlo apposta, proprio Lily Evans, di ritorno da
qualche sessione di studio serale con quelle secchione delle sue amiche
Corvonero. James ondeggiò una mano e la salutò con un sorriso che gli andava da
un orecchio all'altro.
"Ohi, Evans!"
La rossina gli scoccò uno sguardo di fuoco e sbottò,
senza smettere di camminare in direzione dei dormitori femminili. "Infilati una
zucca nel naso, Potter. 'Ohi' lo dici al tuo cane o alle pecore in campagna!" e
prima che il povero innamorato potesse rispondere, la bella Lily era già
scomparsa su per le scale.
James prese un taccuino dalla tasca dei pantaloni e vi
appuntò sopra qualcosa. "...nel naso. Mh, questa mi mancava!" disse
sorridendo tra sè e sè. Dopodichè, riposto con cura il libricciuolo, si rivolse
nuovamente a Sirius, che aveva assistito a tutta la scena (stranamente) senza
aprire bocca. "Stavamo dicendo?"
"Che dovrei... Ehm, che dovrebbe essere perseverante."
"Ah, si. Certo, il tuo amico non deve mai arrendersi.
Deve continuare a bussare imperterrito alle porte del suo cuore. Prima o poi si
apriranno, no? Ora scusami, ma ho una questione della massima importanza da
affrontare... Evans!" e si avviò a passi rapidi su per le scale dei dormitori
femminili... Scivolando miseramente al punto di partenza dopo nemmeno 3 secondi.
Dopodichè, senza fare una piega, borbottò qualosa sul fatto che aveva
semplicemente sbagliato rampa di scale e che andava a farsi una doccia. Fredda,
probabilmente, pensò Sirius il quale, rimasto solo, cominciò a pensare alle
parole di James.
Aveva ragione.
Cavolo se aveva ragione.
Non poteva arrendersi solo per un rifiuto. Anche
perché, mica era un rifiuto in piena regola. Mica gli aveva detto di andare al
diavolo o roba del genere, gli aveva solo detto che non lo amava. Il che poteva
benissimo significare che non lo amava… Ancora.
Semplicemente non si era ancora reso conto che loro
due erano fatti per stare insieme, e probabilmente prima o poi l’avrebbe capito
da solo, ma Sirius Black non era mai stato un tipo paziente e non era convinto
di poter aspettare che il suo amico si accorgesse da solo della cosa.
Ci sarebbero potuti volere mesi, per non dire anni, e
Sirius non poteva aspettare un’ora di più per stringerlo tra le braccia.
Ma ci avrebbe pensato lui a velocizzare le cose, il
suo cervello era già all’opera e mutilava un’idea sopra l’altra, una più geniale
di quella che la precedeva, e entro breve Remus sarebbe stato solamente suo. Del
resto erano destinati a stare insieme, loro due.
E poi, in amore e in guerra tutto è concesso. Tutto.
FINE CAPITOLO 1
Commenti di fine capitolo
Ecchime qua con questo secondo capitolo, scritto
praticamente tutto alle 2 di notte, e il risultato si vede. No, non è vero, mi
ha divertito abbastanza scriverlo altrimenti non ci avrei perso preziose ore di
sonno! ^_- Anche se descrivere i pensieri di Remus, o presunti tali visto che il
narratore in pratica è esterno, non è stato facilissimo, per cui apprezzate lo
sforzo! ^_-
Come avrete certamente notato (ma se non l’avete
notato ve lo spiego io perché sono bella brava e anche buona!), i due terzi
circa della storia sono una specie di “prologo parallelo” (ci sono anche delle
costruzioni parafrasali simmetriche, chi le nota è bravo!), la vera storia, per
modo di dire, comincia alla fine, quando Sirius chiede a James di consigliarlo.
Vi rendete conto che stava per arrendersi?!
Sia mai, cavolo!!!!! Un hurrah per James che ha
convinto Sirius a perseverare anche se non ha capito un cavolo del discorso che
aveva cercato di fargli l’amico canide (va detto che ci ha messo molto del suo,
“l’amico di un amico di un amico”, ma si potrà mai? Ma vabbè, passiamo ai
commenti, vogliamo? Siiii che vogliamo! ^^
Saretta: Cavolo, veramente sono riuscita a farti interessare a una
fic Sirius/Remus? Me onorata, ma sul serio! *.* Anche io ho uno spiccato odio
per una particolare coppia molto amata da altre, vale a dire Harry/Draco, per
cui quando ne trovo una effettivamente scritta bene vuol dire che è VERAMENTE
scritta bene. Per cui, confidando che anche per te sia lo stesso, ti rispondo
con dei sinceri grazie grazie grazie. Spero davvero che in seguito non ti
deluda! Un bacio!
Agartha: ^^ Grazie, grazie, sono contenta che ti piaccia l’inizio
della mia ficcina, spero che il seguito si mantenga su questi toni, dal momento
che non ho proprio la più pallida idea di come finirla (ma di quale fic ho
un’idea per come finirla?). Ti ritengo un po’ responsabile della sua nascita
perché mi è cominciata a venire in mente un aborto di idea dopo averti mandato
la mail!
Erine: Carra miaaaa! Ho letto il sesto capitolo della tua ficcina
ma non posso commentare finchè sono a bologna perché mi si impalla tutto, ti
risponderò venerdì (anche perché sono ancora tutta sottosopra, è troppo bello!
T_T). Ma a parte quello… Grazie mille per i complimenti, sono contenta che
l’idea ti ispiri e che ti piaccia il mio stile, spero di non deluderti in
futuro! ^^ Bacioni!!!!!
Serry_Black: Non ci credo, non esistono fic in cui uno dei
due rifiuta l’altro? Eppure è una cosa così comune (essere rifiutati, intendo…
Oddio, a me non è mai capitato, sono io che rifiuto gli altri, per cui mi sa che
nella ficcina un po’ parteggerò per Remus stavolta)! XD Te pensa che credevo che
sarebbe stata un’idea iperabusata. Beh, meglio così, no? All’inizio avevo
pensato di far rifiutare Sirius invece di Remus, ma poi ho pensato “No, ma
perché nelle mie fic deve sempre patire Remus, facciamolo vendicare un
momentino!” e così è nata questa. Anche perché poi Sirius non me lo vedo proprio
a rifiutare della carne (e chi ha orecchie per intendere… ^_-)
Un bacione!
PS: Riguardo il latin lover, sinceramente non saprei
dirti. Io ho sempre inteso il termine con l’accezione di “uomo di qualsiasi
nazionalità che ha quel fascino mascalzone e mooooolto marpioncello di tipo
latino”, ma magari mi sbaglio, sono ignorante! ^_-
Kaho_chan: Ripeto la mia incredulità come ho fatto sopra
con Serry Black, ti giuro non credevo che non fosse stra abusato il tema del
“uno dei due è innamorato e l’altro non ricambia”, forse perché c’è sempre il
desiderio che le cose filino lisce per i due ciccini che già ne passeranno di
guai in futuro! T_T Che dire, ti ringrazio tantissimo per i complimenti
(“carino”, è uno splendido complimento per una fic come questa, vuole essere
carina! ^_-) Non preoccuparli, il cagnone sbaverà parecchio, il lupetto non si
svende mica per qualche dichiarazione di dubbia qualità e un paio di occhioni
languidi!!! Ha una dignità, lui! Sono stata abbastanza rapida con questo secondo
capitolo, vero?
Chise: Hahahahah ci ho pensato dopo che avevo pubblicato al fatto
di Yin e Yang, ti giuro! XD Mi sembrava l’immagine più calzante però. Sono un
po’ basita dal tuo commento, il ma… ma… indica sorpresa? Raccapriccio? Voglia di
uccidere l’autrice che se ne esce con queste idee balorde in capo a 10 minuti?
Poi il capolavoro finale, se non la continui ti strozzo! XD Mi fa propendere
verso un commento positivo, mh? Un bacione! ^^
Miki: Hihihihihi in effetti quella trovata ha fatto schiattare
dalle risate anche me (dalla serie, me le scrivo e me le rido), dovremmo
proporre alla bowling di crearla la casa del CricetoSpaurito. Magari c’è già!!!
^_- A chi non è mai capitato di essere rifiutati? A me, ma non perché sia una
strafiga ma solo perché sono troppo pigra per fare il primo passo e aspetto
sempre che vengano da me a proporsi! XD Per cui parteggerò alla grande per Remus
stavolta, tanto per dare una linea di novità alla linea delle mie fic, dove
parteggio sempre per Sirius.
Zia Sere: Mia assidua commentatrice, ciao ammora
tessoro carra mia spero che tu ti sia divertita a girare in quel di Venezia e
che non ti abbiamo portato a fare il tour dei luoghi infestati dai fantasmi! E
se ti ci hanno portato non mi dire niente se no me la faccio sotto dalla paura!
XD No, in sta fic non credo che Sirius farà tanto il bastardo arrogante (oddio
non tanto, in fondo è nella sua natura esserlo), perché questa vuole essere la
mia piccola vendetta di Remus (dopo rheme e lei non è una di noi, un po’ di aria
fresca per il nostro lupacchiotto! XD). Un bacione e grazie per i
complimenti!!!! *.*
LadyBlack: Grazie, sono contentissima che ti piaccia tanto e che non
credi che sia scritta male. Non l’ho nemmeno controllata con Word e infatti si
vede, quando l’ho riletta oggi era talmente piena di errori ortografici che mi
veniva voglia di mettermi le mani nei capelli e gridare! XD Un bacio e mi
raccomando, continua a seguirmi! ^_-
|
Ritorna all'indice
Capitolo 3 *** Capitolo 2 - 'Poesie? Wow, è così romantico!' ***
Nuova pagina 1
Capitolo 2 – “Poesie? Wow, è così romantico!”
Sirius Black era solo nel dormitorio dei Grifondoro,
steso prono sul letto di Remus con il viso affondato nel cuscino dell’amico, che
fortunatamente era a fare ripetizioni di pozioni e ci avrebbe messo perlomeno
un’oretta a tornare, perché se l’avesse scoperto ad annusare le sue federe che
idea si sarebbe mai fatta di lui?
“Nulla di peggio di quello che può pensare in questo
momento…”, mormorò depresso l’Animagus.
Sapeva che non era una cosa che facevano gli amici,
quella, ma non poteva farci niente, era più forte di lui; lì poteva arrivargli
alle narici il pungente profumo dell’amico, ed era l’odore più inebriante,
intossicante e assuefante che ci fosse al mondo. Uno avrebbe potuto pensare a
Remus come ad un ragazzo che profumava di vaniglia, cioccolata, fragole o
biscotti appena sfornati; un aroma dolce, insomma, da ragazza. E invece no.
Remus odorava più di pungente muschio bianco, di menta, di eucalipto, e di un
qualcos’altro che era semplicemente odore di… Remus. Del resto, se avesse voluto
una femmina avrebbe avuto solo l’imbarazzo della scelta.
Lui non voleva Remus Lupin perché era dolce e
profumato come una ragazza.
Lui voleva Remus Lupin perché… Perché era Remus e
basta, uno dei suoi migliori amici, anche se era un maschio! Non c’era bisogno
di una motivazione all’amore, l’amore non era condizionato dal sesso, dall’età o
dal possedere o meno poteri magici. Tutti pensieri che prima gli erano sembrati
sciocchi, stupidi e banali, ma che in quel momento per lui erano diventati i più
veri e giusti del mondo.
Cosa gli piaceva di lui? Beh… Innanzitutto adorava i
suoi capelli folti, lisci e morbidi come una nuvola, del colore delle foglie
d’autunno, che quando erano sciolti gli arrivavano fino alle spalle, dandogli
un’aria così… carina (non riusciva a trovare un’altra parola per definirla,
anche a costo di sembrare uno mieloso finocchio. Era semplicemente carina):
avrebbe passato ore con le dita insinuate in quel placido oceano dorato, come
aveva fatto già una volta in passato grazie ad un astuto stratagemma, e Remus
non si era mai accorto di nulla.
Avrebbe potuto perdersi per ore nei suoi occhi, quelle
magnifiche, profonde pozze color ambra che sembravano brillare di luce propria
quando venivano illuminati dalla luna; quando rideva, poi, agli angoli gli si
formava una rughetta deliziosa.
Le sue labbra poi erano affascinanti; sottili ma non
troppo, ben disegnate, in grado di schiudersi nei sorrisi più dolci che Sirius
avesse mai visto. Quando parlava, poi, la sua voce profonda e suadente lo
cullava e rilassava come una dolce ninna nanna, e lo avrebbe ascoltato pendendo
dalle sue labbra anche se avesse recitato un elenco del telefono babbano.
Amava, oltre ovviamente ai pregi (sai che sforzo ci
voleva ad amare quelli!), anche tutti i suoi innumerevoli difetti, grandi o
piccoli che fossero; come si lavasse i denti la mattina schiacciando il tubetto
di dentifricio nel mezzo, i suoi gusti in fatto di cucina alquanto discutibili
(doveva esserci una legge che proibisse di miscelare il succo di zucca col
passato di verdura!), il suo pessimo senso dell’umorismo, il suo carattere
scontroso e lunatico, il modo puntiglioso in cui lo riprendeva sempre ogni volta
che esagerava nel suo voler essere malandrino, il suo essere sempre
eccessivamente ligio al dovere e alle regole, anche le più stupide.
Insomma, si poteva tranquillamente dire che Sirius
Black amasse tutto di Remus J. Lupin.
Ma il problema, ovviamente, non era il fatto che lui
amasse il suo amico licantropo, ma che lui non ricambiasse.
Sirius aveva passato giorni a pensare ad un modo per
conquistare Remus, ma non gli era venuto in mente niente. Nel frattempo, il suo
amico non faceva che causargli dolori. Lo shock per la notizia di essere
l’oggetto dei desideri amorosi di Sirius Black doveva averlo davvero sconvolto,
e da quel giorno le cose erano un po’ cambiate tra loro.
Non che Remus lo evitasse o altro.
Quello non l’avrebbe mai fatto, figuriamoci; però
c’era qualcosa di diverso nei suoi sorrisi e nel tono con cui gli si rivolgeva.
Sembrava quasi che stesse sempre a saggiare ogni parola, a soppesare ogni gesto
per controllare se per caso non si fosse spinto troppo oltre, per paura forse
che Sirius potesse cogliere qualche doppio senso e saltargli addosso alla prima
gaffe, o per chissà che altro motivo astruso a cui Sirius proprio non riusciva a
pensare.
“Bah, così non arriverò a niente…”, sbuffò l’Animagus
grattandosi la nuca con fare esasperato. Aveva deciso di conquistare il
licantropo con ogni mezzo, era vero, ma ancora non sapeva quale. Non aveva mai
avuto bisogno di ricorrere a simili mezzucci, in genere era lui a essere
corteggiato. E inoltre, dal momento che era sempre stato un tipo piuttosto
“disponibile”, le donne con cui era andato non erano mai andate oltre la
dichiarazione d’amore. Dichiarazione d’amore che con Remus non aveva funzionato.
Eppure era stato tutto così perfetto; il momento, le parole, il tempismo.
Soprattutto lui era stato perfetto. Come cavolo faceva a trovare qualcosa di
meglio per far si che Remus l’amasse? Doveva trovare un modo per corteggiarlo,
un modo efficace di parlare direttamente al suo cuore e…
Ma certo!
Che stupido!
Si, era così facile!
Forse anche troppo facile, talmente facile che non si
stupì di non averci pensato prima (lui adorava solo i piani machiavellici,
quelli deliziosamente e malignamente complicati. Qualche maligno obiettava che i
suoi piani erano semplicemente senza capo né coda perché non riusciva ad avere
la presenza mentale per pianificare qualcosa di ben congeniato, ma erano solo
invidiosi!).
Parlare al suo cuore, affascinarlo con frasi talmente
dolci e convincenti che gli si sarebbe gettato tra le braccia, follemente
innamorato di lui, tempo un minuto. Cercò nel comodino vicino al letto di Remus
una pergamena vuota e una piuma d’oca (cose che tra i suoi oggetti personali non
mancavano mai, pensò con un ghigno soddisfatto) e, trovatele, si mise al lavoro
di gran lena.
Cominciava il piano per la conquista del cuore di
Remus J. Lupin.
Sarebbe stato facile come bere un bicchiere di
Burrobirra ai Tre Manici di scopa.
“Sarà difficile come mangiare dei pasticcini di
Hagrid!”, gridò a gran voce il licantropo alla sua compagna di studi,
guadagnandosi diverse occhiate infastidite da parte degli altri studenti e della
bibliotecaria. Le guance della sua amica assunsero la stessa tonalità scarlatta
dei suoi capelli, dopodiché chinò la testa in segno di scuse, lasciando che i
suoi occhi verdi da gatta vagassero nervosamente da un viso all’altro dei
presenti.
“Zitto, Remus, non è il caso di farlo sapere a
tutti!”, sibilò tra i denti Lily Evans, la dolce Grifondoro amata da James
Potter, portandosi un indice alle labbra.
L’altro si limitò a sospirare stancamente. “Lo so, ma…
E’ una situazione intollerabile, e io non ce la faccio più. L’ho rifiutato,
capisci? Rifiutato senza forse. Rifiutato senza possibilità di cambiare idea.
Sono stato chiaro, gli ho detto che non lo amavo. Ma lui continua a farsi avanti
e a rendermi la vita impossibile. Io tento di essergli di nuovo amico come
prima, ti giuro, mi comporto sempre nello stesso modo, non lo evito nemmeno, ma
come faccio quando lui continua a mandarmi queste… Cose!”
“Quanto la fai lunga, io trovo invece che sia una cosa
molto carina.”
“Lily… Non c’è niente di carino in tutta questa
situazione! E’ un disastro, capito?” Poggiò il viso tra le mani emettendo un
rantolo disperato. “Un completo e totale disastro, capisci?!.”
“No, non capisco. Non hai idea di quante ragazze
vorrebbero essere al tuo posto?”
Remus alzò gli occhi al cielo, maledicendo il momento
in cui aveva deciso di raccontare alla bella ragazza dai capelli fulvi
l’accaduto, con dovizia di particolari anche imbarazzanti (era stato obbligato
dalla sua curiosa amica). L’aveva fatto perché si aspettava compassione,
comprensione, conforto, magari anche qualche consiglio per uscire da quella
situazione orrenda. Non si aspettava certo che prendesse le difese del suo
stalker di fiducia! “Ma io non sono una ragazza…”, mormorò a denti stretti.
Lily agitò la mano nell’aria con fare distratto.
“Dettagli di poco conto, quando c’è di mezzo la prorompente forza dell’amore…”
Poi lo guardò seria, fissandolo dritto negli occhi. “Ma di che ti lamenti, si
può sapere? Non è che Black ti sussurri dolci parole d’amore all’orecchio a suon
di rutti. Non ti saluta agitando una mano nell’aria e l’altra sulle chiappe per
grattarsele. Non si pulisce le orecchie con la bacchetta…”, le parole le
morirono sulle labbra quando notò Remus fissarla con uno strano sguardo. La
ragazza tentò un timido sorriso sghembo. “… Non lo fa, vero?”
“Beh, a dirla tutta c’è stata una volta in cui…”
Lily si affrettò a coprirsi le orecchie con le mani.
“No, non dirmi nulla, non lo voglio sapere!” Remus fece spallucce e tacque,
cercando di tornare ai propri compiti di aritmanzia. Ma quando la Evans
cominciava ad interessarsi ad un argomento nulla la teneva lontana
dall’impicciarsi. “E poi ancora non mi hai detto che ci trovi di tanto
disastroso, per me sarebbe una cosa bellissima!”
“Non lo so…”, disse il licantropo, sfogliando le
pagine del vecchio tomo polveroso soprappensiero, senza vedere davvero ciò che
vi era scritto sopra. “A me hanno detto che è piuttosto doloroso.”
Lily tornò ad assumere un lucore ramato tutto
particolare. “Ma… Che…”, balbettò, ma poi si riprese. “Ma no, stupido, non
intendevo mica quello!!”, e gli assestò una pacca di tutto rispetto sulla
nuca, facendo emettere al poverino un grido di dolore e guadagnandosi un’altra
occhiataccia da Madama Pince. Al terzo sguardo sarebbero stati catapultati tutti
e due fuori dalla biblioteca senza neanche avere il tempo di dire “Sim Sala
Bim”. La rossina si chinò verso l’amico, parlando il più piano possibile.
“Intendevo dire ricevere delle poesie d’amore da qualcuno, proprio come fa Black
con te.” Scoppiò in una risatina giuliva. “Poesie, Remus, poesie d’amore, ma ti
rendi conto della fortuna che hai?”
“Scusami se non capisco cosa intendi dire, Lily.”
“Ma come fai a non capire? Un ragazzo che ti apre il
suo cuore con dei versi che parlano di te e delle sensazioni che gli provochi,
sei davvero un insensibile se non ti si scioglie il cuore. Non sai quanto ti
invidi. Il massimo dell’approccio romantico che Potter ha provato con me è stato
mandarmi una foto di lui nudo in posa plastica per San Valentino. Invece…”, ed
entrò in modalità ‘Ragazza sognatrice’. “Ricevere una lettera d’amore è un gesto
talmente dolce e romantico! Non credevo che Black fosse in grado di avere simili
slanci, evidentemente la cosa è seria.”
“L’avevo capito anche io che era una cosa seria,
altrimenti non sarei in questa situazione, ti pare?”
Lei ignorò il suo lamento, ovviamente, provocando in
Remus un leggero moto d’irritazione. Proprio non riusciva a capire dove fosse il
problema. Remus avrebbe tanto voluto sapere se avrebbe trovato “magnifico” e
“romantico” essere corteggiata assiduamente da Bellatrix Black (che in pratica
era un Sirius in gonnella, anche se i due interessati piuttosto che ammetterlo
si sarebbero rasati a zero i capelli, aggiunse mentalmente il lupacchiotto con
un brivido) “Ma senti, ne hai qualcuna dietro, di queste poesie? Vorrei tanto
vedere il lato romantico di Sirius Black, sarebbe uno scoop d’altri tempi!”
“Purtroppo non ne ho, in genere le butto via quando
Sirius non mi vede. Però…” Frugò nella borsa e in mezzo al libro di Difesa
contro le Arti Oscure trovò una pergamena ingiallita. “Come volevasi dimostrare,
ecco qui il poema di metà mattina. Mi chiedo come cavolo faccia a infilarmeli in
borsa, secondo me lo aiuta qualcuno, e…” Ma Lily non lo fece finire. Gli strappò
di mano la lettera e cominciò a leggerla, tutta eccitata.
Remus ti
amo sempre di più
questo lo
sai anche tu,
e quando
questo non sarà più abbastanza
ti
incantonerò in una stanza.
Anche se tu
non sai ancora di amarmi
non sai
quanto male puoi farmi;
una parola,
un gesto di rifiuto
mi getteran
nel dolore più assoluto.
Per cui
vorrei che tu, senza ricami,
dicessi
solamente che mi ami.
Alla fine della lettura il sorriso era scomparso dalle
sue labbra, lasciando posto a una smorfia indefinita. Si voltò lentamente verso
l’amico, che la osservava a braccia incrociate e con un’espressione neutra, ma
dietro la quale era possibilissimo vedere un sorrisino compiaciuto, dipinta sul
volto. “E’ uno scherzo… Vero?”
“Fammi indovinare, dice cose del tipo ‘voglio che mi
ami’ oppure ‘non resisterò ancora a lungo’ e cose del genere?” Remus non aveva
mai avuto la verve poetica del suo amico, ma se non altro aveva afferrato il
senso delle poesie. Lily annuì impercettibilmente, e a quel punto il licantropo
scosse la testa con semplicità. “No, non lo è; sono sempre così. Però
ultimamente sta migliorando, non scrive più volgarità. Non hai idea con quante
turpidutini quel cervello contorno riesca a far fare rima con il mio nome.”
L’altra fece una smorfia indefinita. “Beh, se non
altro ci mette dell’impegno. Non ha copiato qualche poesia della maga
Astrolia come ho visto fare a molti e non siamo al livello di rime scontate
tipo fiore-cuore-amore, questo glielo
concedo. Però la tua situazione non è delle migliori…”
“E’ quello che ho cercato di dirti dall’inizio di
questa discussione, ma tu insistevi col dire che era una cosa” Incrociò le dita,
sbatté le ciglia e imitò una voce femminile piuttosto acuta in un’imitazione
dell’amica. “‘Taaaanto carina’!”
La rossina sbuffò un po’ piccata. “Ma scusami, che ne
sapevo che ricevevi lettere d’amore che sembrano scritte da Hugh Hefner?!” Alzò
gli occhi al cielo, mentre l’altro si sciolse in un debole sorrisetto. Non gli
si poteva proprio chiedere di più al momento. “Lui e Potter potrebbero davvero
essere fratelli; sono fatti della stessa pasta, quei due buzzurri!”
Remus la guardò con occhi supplicanti. “Oddio, Lily,
aiutami, che posso fare?”
Non voleva perdere la sua amicizia, però non voleva
nemmeno continuare con quella situazione che era, oltre che potenzialmente
pericolosa (per via delle fan di Sirius) anche molto fastidiosa per quel
poveretto. Non sapeva davvero come comportarsi, era nel panico, e sperava che la
sua amica sapesse come fare per schiodarselo di dosso (davvero una bella
trovata, considerando il fatto che aveva passato anni cercando invano di
schiodarsi dalle costole James Potter!).
Lily sollevò un indice nell’aria con fare saccente, e
sentenziò. “Beh, tanto per cominciare, a giudicare da quello che traspare tra le
righe di questo commovente sfoggio di creatività poetica, la prima cosa da fare
credo sia evitare di farti incantonare in una stanza con lui.”
“Questo mi pare ovvio…”, sibilò un Remus piuttosto
esasperato scoprendo i denti con fare minaccioso. “Io voglio sapere come
comportarmi con lui!”
L’amica non rispose. Poi tirò fuori dalla tasca della
sua gonna un delizioso nastrino verde di seta e si legò i capelli in una coda
alta sulla nuca, con gesti eleganti e un fare assorto. E tutti, compreso Remus,
sapevano che quando Lily Evans si legava i capelli in quel modo voleva dire che
stava riflettendo seriamente su un problema. Rimase parve rifletterci su
seriamente per qualche istante, con le braccia incrociate, lo sguardo di
smeraldo fisso su una venatura nera del tavolo di legno, e quella rughetta a
detta di James adorabile (ma lui non faceva testo, perché avrebbe trovato
adorabili anche un eventuale alluce valgo di Lily Evans) che faceva capolino in
mezzo alle sopracciglia leggermente aggrottate.
Il licantropo rimase in attesa, col cuore gonfio di
speranza.
Poi Lily Evans parlò. “Credo che il problema al
momento non sia tanto insormontabile, quella di Sirius sembra ancora una cosa
piuttosto blanda. Il livello delle poesie ne è un chiaro esempio. Al momento
credo che il suo innamoramento nei suoi confronti non sia ancora al livello da
“incantonamento al muro”, per cui di questo non devi proprio preoccuparti.”
Lanciò una rapida occhiata al licantropo, che annuì visibilmente rilassato. “Ma
questo non significa che le cose rimarranno per sempre così. La sua passione
potrebbe sbollire, è vero, ma potrebbe anche farsi più insistente e allora si
che sarebbe impossibile toglierselo di torno. E credimi, lo so. Quindi a questo
punto posso solo consigliarti di sbattergli in faccia la dura realtà dei fatti
che tu non lo ami e che non vuoi avere nulla a che fare con lui; non
incoraggiare i suoi tentativi amorosi, per nessun motivo, in nessuna maniera, se
è necessario ignoralo, perché altrimenti le cose potrebbero degenerare, lui
diventerà ancora più insistente e avrai finito di…” A quel punto sul viso di
Lily comparve un’espressione di puro terrore e incredulità. Si alzò in piedi,
sbatté le mani sul tavolo, e gridò “Oh, mio dio, ancora?!” Dopodiché raccattò le
sue cose in fretta e furia e fuggì a grandi passi dalla stanza senza degnare
nessuno di un saluto, e lasciandosi alle spalle un licantropo abbastanza
perplesso. Chissà che le era preso tutto d’un tratto. Forse aveva dimenticato un
libro in classe, o forse era in ritardo per qualche lezione.
Ora era convinto che tutti stessero di nuovo
guardando… Ma no. Non stavano fissando né lui né la Evans che fuggiva via. Erano
tutti impegnati a guardare qualcosa che si trovava alle spalle di Remus, con
un’espressione di muto stupore dipinta sul viso. Il licantropo fece per
voltarsi, ma in quello stesso momento un affare dorato gli passò a pochi
centimetri dal tavolo gridando “EVAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAANS!” e mandando il
poveretto quasi a gambe all’aria.
E fu allora che il suo sguardo si posò su una delle
cose più spaventose che avesse mai visto in vita sua.
James Potter, il suo migliore amico, travestito da
Boccino D’oro gigante, che correva dondolandosi a destra e a sinistra come una
matriosca gridando verso la sua bella “Evans! Prendimi, Evans! Vinciamo insieme
la coppa del Quidditch dell’amore!” per poi scomparire dietro un angolo con la
rapidità di un fulmine.
Rimase per parecchi minuti immobile, con lo sguardo
fisso nel vuoto. Inizialmente aveva provato un istintivo modo di simpatia verso
la sua amica Grifondoro, e un sorriso gli aveva increspato le labbra. Pensava
con tenerezza al suo povero, strainnamorato amico James, e alla dedizione che
metteva per far innamorare di sé la sua bella Grifondoro, che, poverina, si
trovava in una situazione niente affatto piacevole.
Ma poi un pensiero tutt’altro che rassicurante gli si
affacciò nella testa.
Non è che lui fosse poi messo tanto meglio.
E anche se Sirius non era ancora arrivato a quei
livelli non ci sarebbe voluto molto. No, no, avrebbe dovuto bloccare la cosa sul
nascere, era necessario. Lui era molto timido di suo, non avrebbe mai retto
all’imbarazzo di trovarsi in una situazione del genere.
Però non voleva nemmeno smettere di essere amico di
Sirius.
Ma non è che potesse avere la botte piena e la moglie
ubriaca, no?
Preso com’era da questi pensieri senza capo né coda
Remus si rese conto che non sarebbe mai riuscito a concentrarsi nello studio,
per quel pomeriggio, così decise di fare la cosa più saggia che gli venisse in
mente. Sarebbe andato a farsi una bella doccia e poi subito a letto per riposare
un po’.
E per riflettere. Soprattutto per riflettere su tutta
quella situazione assurda e orrenda.
Sirius Black osservò il suo amore alzarsi e
allontanarsi a passi rapidi dalla biblioteca, dal suo nascondiglio dietro quello
scaffale polveroso e pieno di quei libri che riusciva a non trovare odiosi solo
quando Remus ne stringeva uno tra le mani. In quei momenti avrebbe voluto essere
lui stesso un libro. Lì aveva potuto godersi lo spettacolo del suo bel Remus
parlare con quell’impicciona della Evans, e discutere di qualcosa di cui non era
riuscito a capire nemmeno una parola, con la sua piuma stretta tra i denti per
tutto il tempo, per non lasciarsi andare a languidi sospiri che avrebbero fatto
insospettire più di uno studente, che già lo guardavano meravigliati.
Ritrovarsi con Sirius Black in biblioteca era un
avvenimento più che insolito.
Solo quei due non si erano voltati a fissarlo, notò
Sirius con una punta di fastidio. Se ne stavano lì a bearsi l’uno dell’altra e a
discutere di Merlino solo sapeva cosa. Sirius non riusciva a sentire niente,
parlavano troppo piano. Aveva solo sentito Remus gridare qualcosa a riguardo di
un chissà che che sarebbe stato molto difficile. Molto probabilmente
discutevano di uno di quegli inarrivabili problemi di aritmanzia, materia che
era tra le preferite del nostro amichetto licantropo mentre per l’Animagus era
solo un’assurda, sciocca perdita di tempo.
Ma, del resto, tutte le cose che Sirius Black non
capiva erano assurde e sciocche perdite di tempo.
Poi quella piccola vipera della Evans aveva osato
schiaffeggiare il suo Remus dandogli dello stupido, e allora gli era
montata una tale rabbia in corpo che dovette lottare contro se stesso con tutte
le proprie forze per non alzarsi dal suo posto e non andare a mollarle un
manrovescio dritto in faccia, a quell’arpia. Come osava alzare le mani sul suo
amore! Alla fine, fortunatamente, riuscì a trattenersi solo perché era la donna
del suo amico James e il suo amico l’avrebbe ucciso se solo l’avesse sfiorata
con un fiore. Ma la sua povera, adorata piuma d’oca riportò gravi danni da parte
dei suoi denti, che la strinsero con la forza di una morsa d’acciaio, e fu
inutilizzabile.
Quando poi l’aveva vista prendere il foglio tra le
mani all’inizio il suo moto d’ira si era trasformato in imbarazzo, cosa questa
che l’aveva stupito alquanto, perché Sirius Black non si imbarazzava mai (Ma
prima poteva anche vantarsi di non essersi mai innamorato e invece, pensò, ora
se ne stava nascosto come un ladro a spiare uno dei suoi migliori amici. Che
bell’escursus!), ma poi, aveva pensato, la Evans avrebbe avuto un saggio della
sua vena poetica, si sarebbe resa conto della serietà delle sue intenzioni e,
chissà, sarebbe potuta diventare una valida alleata nella lotta per la conquista
del cuore di Remus, dal momento che sicuramente si era resa conto che lui e il
licantropo erano fatti per stare insieme.
Si, si! Eccola lì, infatti, legarsi i capelli con
quell’orrendo nastrino verde che si metteva sempre quando cominciava uno dei
suoi discorsoni senza capo né coda. Il cuore di Sirius si accese di speranza.
Sicuramente in quel momento stava dicendo a Remus che sbagliava a non
innamorarsi di un ragazzo bello, affascinante, dolce e poetico come lui, gli
stava consigliando di correre immediatamente dall’Animagus e di farlo suo senza
perdere tempo e altre cose su questa riga.
Sirius pensò che avrebbe potuto baciarla.
Poi, sul più bello, era arrivato quel guastafeste di
James a fare il buffone, e la Evans era dovuta fuggire a rotta di collo
lasciando Remus ancora nel dubbio. Maledizione, ma perché Remus non riusciva
ancora a capire quanto fossero fatti per stare insieme?! E si che gli aveva
persino aperto il suo cuore con quelle poesie toccanti degne dei più grandi
poeti maghi e babbani!
Possibile che Remus avesse un animo tanto arido,
maledizione?!
Possibile che dovesse fare qualcosa di più per
conquistare il suo cuore?! Forse avrebbe dovuto fare una cosa simile a quella
che il suo amico James aveva fatto per stupire la Evans. Ci rifletté sopra,
portandosi l’indice e il pollice al mento e massaggiandoselo soprappensiero.
Remus aveva fissato il suo occhialuto amico a lungo, con interesse, sembrava
aver gradito la cosa, l’aveva fissato a bocca aperta per un minuto buono.
Avrebbe anche potuto funzionare, anche se era un modo di mettersi in ridicolo
che proprio non era da lui (ma per Remus avrebbe fatto molto di più, anche, e al
pensiero il nostro Sirius rabbrividì, baciare Snivellus!). Il problema era che
Sirius odiava essere ripetitivo, e odiava soprattutto rubare le buone idee agli
amici, lo trovava poco professionale.
Così decise di cassare l’idea.
Remus andò a riposare senza sapere che l’aveva
scampata davvero bella.
Fine capitolo 2
Commenti di fine capitolo
Prima di tutto, forse si nota, ma mi sento in dovere
di avvisare le gentili lettrici (e i gentili lettori se ce ne sono) che la
romantica poesia che Sirius dedica al caro dolce piccolo Moony l’ha scritta la
qui presente. Lo so, sembra tirata fuori da una raccolta di D’Annunzio o
Pascoli, due inguaribili romantici (ora risorgeranno dalle tombe e mi faranno
vedere i sorci blu!), tanto che è bella, però sono versi miei.
Ne rivendico la maternità! ^_-
Poi, Lily nomina la Maga Astrolia, che non è un
caso, non me la sono inventata, esiste davvero. Mi vergogno molto ad ammettere
che conosco questa maga perché mia madre segue sempre Buona Domenica e l’ho
vista lì sta cialtrona che in pratica, come dice il suo slogan, “Fa Magia con
la Poesia” (la cosiddetta Magia Azzurra, la magia praticata sotto forma di
musica e poesia). Per cui, ho pensato, quale nome migliore per l’autrice di un
libro di poesie romantiche per maghi? E’ come se un ragazzo babbano dedicasse
all’amata “Tanto gentile e tanto onesta pare” o “Eros ha scosso la mia mente” di
Saffo oppure, se vogliamo buttarci sulle meno famose “Il canto d’amore” di
Apollinaire o “Dentro l’amore” di Alfonso Gatto (poesia molto bella, la scrivo
sotto ai commenti personali a tutte così mi dite, se vi va di leggerla dato che
è cortissima, che ne pensate! A me piace anche se in genere io e l’amore siamo
due linee parallele, non ci tocchiamo mai, per cui deve essere bella, no? ^_-)
Ah, e per chi non lo sapesse, Hugh Hefner è il
fondatore della nota rivista Playboy. Ovviamente Lily può fare questa battuta
con Remus e Remus può capirla perché sono due mezzosangue.
E sempre riguardo a Lily, la parte sul nastro per
capelli è una voluta citazione da Lemony Snicket – Una Serie di
sfortunati eventi, in cui una delle protagoniste, Violet Baudelaire, quando
si lega i capelli con un nastro vuol dire che sta pensando alla prossima
invenzione da costruire! ^_- Per il resto non credo ci sia altro da dire!
Passiamo ai commenti, yeeeeeh!!! Che bello io amo i
commenti!
Adorabile
Zia
Sere: Ecco, adesso abbiamo compensato il fatto che non ti ho messa in
grassetto la volta scorsa!!!! Visto che sei fan della Harry/Draco ti ho messo
metà della scritta nei colori dei grifoni e metà in quelli dei serpini! ^_- Sono
stata brava, vero? Mi merito i complimenti! XD E anche i regali di compleanno e
natale! Hi hi hi hi, ma passiamo alla fic, và! Dunque, spero che quello che ha
fatto trasparire il mio acuto e superbo cervellino (ovviamente ti pagherò la
solita tariffa per i complimenti! ^_-) continui a piacerti, e spero che Sirius
non mi venga dipinto come troppo coglione. Ma si sa, l’amore rende un po’
stupidi, e Jamie è un esempio più che esplicativo in questo capitolo. Ovviamente
non saranno tutte scene così…. Da commediola, Sirius sarà abbastanza
convincente, con il povero Remus, schiacciato tra i sentimenti dell’Animagus e
il suo affetto e amicizia per quel povero cagnone malato d’amore. Se mi gira
cambio anche il raiting, però vorrei evitare! ^_- Forse una PG-13, ma non di
più.
PS: La storia dei fantasmi me l’ha detta Donnasole,
che mi parlava di far fare un tour per andare a vedere le case infestate e io mi
sono cacata sotto perché odio i fantasmi (però quando mi sono vista JU ON – THE
GRUDGE alla tv ho riso come una matta).
Saretta:
Sarò ripetitiva anche io ma ti ringrazio infinitamente per i complimenti, che
fanno sempre tanto piacere al mio ego talmente smisurato che al confronto James
è umile! ^^ Sono contenta che ti sia sembrato divertente il capitolo, anche se,
onore al merito, l’imbeccata per l’idea di “amico di un amico” me l’ha suggerita
la mia coinquilina mentre continuavo a gridare disperata “Oddio come la
continuo?! Oddio come la continuo?! Faccio confessare tutto a James o no?!” e
stavo facendo uscire pazzi tutti. Beh, ho aggiornato abbastanza presto, direi, e
Sirius sta sperimentando i primi assaggi del detto “l’amore rende stupidi”.
Speriamo rinsavisca in fretta altrimenti a Remus toccherà chiamare il San Mungo,
! ^_- Un baciottolo!
Serry_Black:
Beh, in effetti non è tanto adatto, ma si sa, la perseveranza schiude le porte
del successo (detto inutile che mi sono inventata io sul momento), prima o poi,
come ben sappiamo, riuscirà ad aprire le porte del cuore della bella Evans, il
nostro Potter! ^_- Beh direi proprio che il raiting mi impedirà anche volendo di
farla finire in una slash! Ciao! ^_-
Agartha:
Cara la mia ispiratrice indiretta, buonasera! ^^ Prima di tutto grazie per i
complimenti che mi rendono sempre particolarmente felice. Poi… Hahahah, si direi
che scoprire finalmente i pensieri di Remus dopo “lei non è una di noi” è un
piacevole cambiamento, vero? ^_- W il narratore esterno! W! W! W! Perché non
l’ho usato prima? (Perché sei scema! Nd Sirius) (Ah, invece te che scrivi quelle
poesie là sei intelligente! Nd Twinny) (Ritiro la critica con allegrezza! Nd
Sirius). E’ vero, a far troppo gli amici si finisce sempre per attirarsi addosso
le persone sbagliate! ^^’’’ Esperienze personali, lasciamo stare, che non erano
nemmeno fighe come Sirius e questo mi lacera dentro! XO Ma vabbè, non siamo qui
per parlare delle mie paturnie sentimentali, ma di quelle di Sirius e il suo
lupacchiotto (che, è oooooooovvio, è solo suo e di nessun altrooooo). Al momento
le trovate dell’Animagus sono ancora poco serie, è ancora poco motivato, ma in
seguito ho intenzione di perdere questo tocco un po’ troppo da commediola. Il
tutto senza uscire dal raiting ovviamente! ù_ù Sono un fic writer seria! In
genere anche io prima di iniziare una fic ho già in mente l’andazzo generale ma
soprattutto la fine, questa fic rappresenta un simpatico (per modo di dire)
diversivo. Ma vedremo. Intanto ho aggiornato Lei non è una di noi. Vorrei dare
la priorità a quella perché voglio finirla, ma sta diventando veramente
complicata! ^__- Vabbè, un bacione!
Miki:
Tiri mancini alla Rheme? Mh, più o meno. Diciamo che al momento siamo ancora
alla fase uno, la fase in cui i tentativi di Sirius sono più giocosi, meno…
Sentiti, se così vogliamo definirli. In seguito ho intenzione di dare alla fic
un’aria un po’ (ma solo un po’) più seria. Ma non troppo se no non mi piace.
Poi, oddio, ma te sei proprio Sirius. Pure i questa fic? XD Senti, facciamo una
cosa, una di noi due va a Casablanca a cambiare sesso e poi io ti devo
assolutamente sposare perché saresti il mio uomo ideale! XD Infine, sempre W i
CricetiSpauriti!!! Io credo che me ne sarei andata lì se fossi stata ad
Hogwarts. Tanto per me i Grifoni sono scaduti con la “dipartita” di Fred e
Gorge. Andrei tra i grifoni solo se fossimo nel 1970!!!! *.* Sbavucchio! Un
grosso bacio e sempre grazie per i complimenti!
Meggie:
*.* Me onorata dal sapere che leggi poco le Sirius/Remus e le mie rappresentano
una piacevole eccezione! Sono anche contenta che tu preferisca “Lei…” perché è
veramente molto più complessa da portare avanti, ora che ci avviciniamo alla
fine! T_T Piango! Vabbè, parliamo di questa, va! ^_- Non è tanto che l’abbia
creata perché avevo bisogno di qualcosa di più leggero, è solo che odiavo il
pensiero che la gente potesse essere convinta del fatto che sapevo scrivere solo
roba triste deprimente e tormentata! ^^ Che poi Sirius è abbastanza tormentato
anche in questa, ma vabbè, è l’altro motivo per cui l’ho scritta! Vendicare
Remus! Stavolta è lui a prendersi mille rivincite siiiiiiiii! XO Un bacione!
Fairyangel:
Sono contenta che ti piaccia la mia nuova ficcina, e sono contenta che ti
piaccia l’idea di mettere, una volta tanto, entrambi i caratteri dei personaggi
bene in evidenza (yuppi! XD Finalmente tutto è chiaro come il sole! Evviva,
potrei commuovermi! ^_-), e descritti in modo simpatico e non triste o
deprimente. E’ un piacevole diversivo, no? ^_- Un bacio e mi raccomando continua
a leggermi!
Donnasole:
Sulla Lily Remus non temere, mi sto organizzando in “Lei…” ^_- Ovviamente devo
descrivere cos’è accaduto tra i due, ma non so se metterlo in un dialogo o
direttamente in un eventuale epilogo visto dal punto di vista di Remus, tanto
per capire un po’ che cavolo gli passa in testa a quello là! Però potrei anche
farne una comica, non so, quella coppia mi ispira abbastanza, hahaha, anche se è
un po’ AU. Vabbè! ^_- Finalmente è Sirius che soffre un po’, in “Lei…” è Remus a
fare il samaritano chinato letteralmente a 90 davanti alla crudeltà di Sirius,
qua avrà la sua vendetta. Vai tranquilla che non sarà facile conquistarlo!
REMUS’ REVENGE!!! XO
Chu:
Grazie tante, sono felicissima che ti piaccia tanto la mia fic, che la trovi
carina e tutto il resto, e ovviamente la mia segreta (ma non tanto) speranza è
che continui a piacerti fino alla fine! ^^ Beh, ho aggiornato anche abbastanza
presto, visto che brava? ^_- Un bacio!!!
Momo_san:
Grazie mille, non ti preoccupare se il commento è venuto corto perché avevi
fretta. Ho continuato presto, hai visto? ^_- Un bacio!
Dentro
l'amore – Alfonso Gatto
Al segno
che ti dà la stanza sciogli
sulla
parete l'ombra dei capelli,
le
braccia alzate, la flessuosa voglia
d'avermi, e già dal ridere mi volti
nella
raffica buia, mi cancelli
per
affiorare dal lamento vano.
Smarrita, nel cercarmi con la mano,
nel
distinguermi il volto, grata, piena
d'aperto
e poi ripresa dalla lena
della
dolcezza, calma a poco a poco
come in
un lungo brivido. Dal gioco
degli
occhi che balbettano mi ridi
sul
petto a colpi di piccoli gridi.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 4 *** Capitolo 3 - 'Ma mi crede tanto stupido?!' ***
Nuova pagina 1
Capitolo 3 – “Ma mi crede
tanto stupido?!”
I Malandrini discutevano animatamente ai bordi del
campo da Quidditch. Si era appena concluso un match abbastanza atteso,
Grifondoro contro Corvonero, e ovviamente la vittoria era andata alla
squadra di James Potter (che lui non fosse il capitano non gli impediva di
pensare che la squadra fosse un po’ un suo possedimento personale).
I suoi amici, no appena finita la partita, erano scesi
dagli spalti per osannarle come meritava, perché era stato davvero bravo. Il
cercatore dei Corvonero era un osso davvero duro, ma James l’aveva spuntata. In
genere il nostro malandrino occhialuto era la persona più sportiva del mondo, ma
quella volta rischiò di essere squalificato dalla squadra per qualche partita a
causa del suo comportamento verbalmente scorretto.
Ovviamente il fatto che il cercatore dei Corvonero
fosse stato un ragazzo della Evans era solo una casualità.
Il più entusiasta tra i suoi amici era, manco a farlo
apposta, il piccolo Peter, il quale per l’occasione si era persino dipinto in
faccia i colori della sua casa e saltellava felice intorno al suo eroe. Remus,
che non amava in maniera particolare il Quidditch, non capiva perché Peter si
comportasse come se il match l’avesse vinto lui. era felice solo perché vedeva i
suoi amici contenti e soddisfatti. Era la classica persona che gioiva
dell’altrui felicità al punto da avere poco spazio per la propria.
Sirius intanto, tra un grido di gioia e l’altro,
lanciava timide occhiatine al licantropo col cuore in tumulto, certo di non
essere notato dall’oggetto dei suoi pensieri, che ancora non dava segni di
essersi lasciato sciogliere dai suoi dolci versi d’amore.
“Allora, ragazzi, che aspettate a farmi dei
complimenti degni di cotanto titolo per riempire il mio ego smisurato?”, rise di
cuore James passandosi una mano tra i capelli sudati. “Badate che finché non
sarò soddisfatto non andrò a farmi la doccia e appesterò tutto il dormitorio,
stanotte!”
Scatenò l’ilarità generale.
“Sei stato davvero magnifico, stavolta! Ancora più del
solito!” gridò Peter continuando la sua gioiosa danza della vittoria, mentre
Sirius ogni tanto cercava di assestargli delle manate per farlo smettere di
coprirgli la visuale del suo Moony con quel corpo ciccione.
“Wormtail ha ragione…”, convenne Remus annuendo alle
parole dell’amico. “Segno che la competizione sul campo amoroso ti fa da
carburante. Se ti impegnassi tanto anche nello studio saresti lo studente più
brillante di Hogwarts.”
James finse di essere imbarazzato e lusingato per i
commenti dell’amico, e si portò una mano al viso. “Oh, ti ringrazio, Moony, mi
fai arrossire. Ma lascio volentieri a te certi vergognosi primati! Però… Manca
una vocina all’appello…” Il suo sguardo si posò su Sirius, che riuscì appena in
tempo a smetterla di pensare a quanto fosse bello Moony quando rideva e a
togliersi quel ghigno idiota dalla faccia. “E il mio migliore amico che ha da
dire in proposito?”
“Che è stato fantastico!” esclamò il bel Black
rientrando nel personaggio e sfoderando uno dei suoi sorrisi più vivaci. “Gli
hai rubato il bacio proprio sotto gli occhi di tutti!”
Tra i 4 calò un silenzio raggelante.
Sirius, dopo qualche istante in cui si rese conto di
cosa avesse detto, divenne di tutte le tonalità del rosso e si grattò la nuca
con fare imbarazzato. Gli altri continuavano a guardarlo spaesati, specialmente
Remus. Cercò di allentare la tensione con una risata forzata. “Cioè… Gli hai
rubato il boccino… Che gaffe…”
Sentii i suoi amici annuire convinti (anche Remus) e,
non visto, sospirò di sollievo. L’aveva spuntata proprio bella, doveva stare
attento a non spaventare Remus con queste uscite improvvise. “Comunque… Secondo
me ti sei superato specialmente nelle acrobazie. Quell’appuntamento…
AVVITAMENTO!” si affrettò a correggersi. “E’ stato davvero perfetto!”
“Padfoot,
ma che ti prende?”, gli chiese James. “Sembri avere proprio la testa fra le
nuvole, oggi.”
“Scusami, Prongs, ma è che sono tutto preso da quella ricerca
di Erbologia sugli usi del Sess… Sassafrasso!!! Cioè.. Io… Insomma… Credo che
andrò a riposare un po’.” E fuggì a gambe levate verso il castello lasciando i
suoi amici piuttosto perplessi.
James si portò una mano al mento e osservò l’amico con fare
assorto. “Che comportamento strano…”
“Eh, si, strano e sospetto…”, convenne Peter.
“Secondo me ci nasconde qualcosa.” Si voltò verso l’amico.
“Tu che ne dici Moony?”
Il licantropo fece un salto, facendo cadere per terra la
borsa con i libri, che si affrettò a raccogliere tutto trafelato, mentre le
guance si coloravano di porpora. “Non saprei proprio dirti nulla, a me Padfoot
non ha detto niente. E poi devo andare a studiare, ho un importantissimo test di
Rune Antiche, domani.”
“Ma avevi detto di essere pronto da settimane!”, gli urlò
dietro Peter, ma prima di finire la frase Remus non era che un puntolino
all’orizzonte. “Ma che succede a quei due, oggi?”
“Non lo so… Ma odio i segreti.”, mormorò il cercatore prima
di avviarsi assieme all’amico in direzione degli spogliatoi.
“Complimenti, Sirius! Davvero complimenti! Se volevi renderti
ridicolo davanti a tutti ci sei riuscito!” Il giovane Black affondò la faccia
nel cuscino del suo letto, nel vano tentativo di soffocarsi. “Se prima non era
già abbastanza chiaro che ero perso per Remus ora la cosa è veramente palese.
Talmente palese da sfiorare il grottesco!” ed emise un paio di lamenti
teatralmente disperati, di quelli da fare invidia a Nick Quasi-Senza-Testa nei
suoi peggiori momenti NO.
Come l’avevano guardato James e Peter.
E lo sguardo inorridito di Remus, Merlino, non l’avrebbe più
dimenticato.
E pensare che ce l’aveva messa tutta, davvero tutta per non
far notare a nessuno i suoi sentimenti per il bel licantropo, cercando di essere
il più discreto possibile nella sua corte serrata. Ma invece no! No, lui doveva
scollegare il cervello e lasciare che i suoi veri pensieri fluissero liberi!
Bisognava essere davvero stupidi per non capire come stavano
le cose dopo quella scenata!
“E ora che faccio? Chissà che penseranno di me i miei amici
ora che sicuramente sanno tutto…”
Nulla di peggio di quello che
già pensano di te, rispose una fastidiosa e petulante nocetta nel suo cranio.
Sbuffò sconsolato ed emise un altro rantolo da moribondo.
Poi, dopo alcuni minuti in questo baratro di disperazione, si convinse che i
suoi amici non sospettavano ancora nulla, ma di certo c’erano andati parecchio
vicini, dal momento che si era così scioccamente tradito.
Non si sarebbe di certo arresto per così poco, ma doveva
stare attento a come si sarebbe comportato in futuro, dal momento che tendeva ad
avere atteggiamenti piuttosto istintivi, che a quel punto potevano tradirlo. Ma
cosa avrebbe potuto fare? Gli sarebbe servito l’aiuto di qualcuno di calmo e
riflessivo, qualcuno che non l’avrebbe giudicato un finocchio e che al tempo
stesso l’avrebbe appoggiato, qualcuno così privo di scrupoli e morale da passare
oltre il fatto poco importante che si stava in pratica passando sopra i
sentimenti che il suo bel licantropo CREDEVA di non provare per lui.
Qualcuno tipo…
“La Evans!”, gridò felice l’Animagus destandosi dal suo
torpore da depressione.
Certo, la Evans costituiva di sicuro la scelta più logica per
quanto concernesse la scelta di un alleato nella guerra per la conquista del
cuore di Remus. Tanto per cominciare sapeva delle splendide poesie che lui aveva
dedicato al suo amato, per cui conosceva la situazione e lui non avrebbe dovuto
spiegare niente, dal momento che sarebbe stato piuttosto imbarazzante come cosa.
In secondo luogo era sempre stata una donna dall’ottimo gusto
estetico e artistico e un’attenta osservatrice: di sicuro di era resa conto sia
del fatto che loro due costituissero una coppia assolutamente perfetta sotto
ogni punto di vista che dei sentimenti sinceri che trasparivano dai suoi versi
poetici e sarebbe stata più che felice di aiutarlo a conseguire il suo
obiettivo.
Il cuore dell’amato Remus J. Lupin.
Si alzò di scatto dal letto, nuovamente rinvigorito da un
caldo fiotto di speranza, alla ricerca di colei che sola poteva risollevare
quella situazione. Altrimenti non gli sarebbe restato che prendere a craniate
qualche muro per la disperazione.
“Aveva detto che non faceva niente se io non l’amavo, aveva
detto che saremmo rimasti amici, ma perché fa così?!” piagnucolò Remus prendendo
a craniate il muro dell’aula deserta di Difesa contro le Arti Oscure. “Ma mi ha
preso proprio per stupido, se crede che non noti tutte quelle occhiate che mi
fa!” Nel frattempo la sua amica e confidente del cuore stava seduta sulla
cattedra a gambe accavallate e osservava la scena con una calma flemmatica tutta
inglese succhiando dalla cannuccia del succo di zucca.
“Credevo che avremmo studiato Rune Antiche quando mi hai
praticamente trascinata via dalla Sala Grande…”, mugugnò la bella Grifondoro
gettando la bottiglietta ormai vuota di succo nel cestino della carta straccia
che aveva di fianco.
Il licantropo, tutto preso com’era dalla sua tragica vicenda
interiore non la degnò nemmeno di una risposta, così a Lily non rimase che
attendere pazientemente che il suo amico la smettesse di fracassarsi la testa
contro la dura parete di roccia, sperando che ciò avvenisse prima che le sue
cellule cerebrali venissero irrimediabilmente compromesse (quelle di entrambi, a
dirla tutta).
Poi, parecchi minuti dopo, Remus parve calmarsi, e si
massaggiò la fronte dolorante. Lily gli osservò la testa, notando con stupore
che non aveva che qualche graffio e un piccolo bernoccolo. Doveva avere la
fronte di Adamantino, pensò. “Hai finito?”, chiese, semplicemente.
“… Si…”, replicò lui. “Si, credo di si… Ora mi sento molto
meglio.”
“Ne sono felice…” la Evans proruppe in un sorriso tirato.
“Perché se non la smetti di fare tante storie e non cominciamo a studiare per il
test di domani, e io fallisco la prova, poi sarò io a darti un motivo per
romperti quel cranio molliccio che ti ritrovi contro le pareti.”
“Quanto sei rassicurante…”, mugugnò Remus un po’ intimorito.
“Comunque per farlo dovremmo andare in biblioteca, dal momento che questa non è
proprio la classe più adatta per studiare Rune Antiche.”
“Ma se mi ci hai trascinata tu!”
“Volevo semplicemente sfogarmi un attimo.”
La Evans incrociò le braccia. “Che ha fatto stavolta Black?”
Remus sorrise tristemente. “Il solito. Occhiate, carezze
apparentemente casuali, solite poesie ma molto meno frequenti, per fortuna. Ma
per me è ancora molto difficile sopportare tutte le sue sfrecciatine e continue
allusioni all’amore che prova per me e via discorrendo.”
La rossina annuì con fare comprensivo. “Capisco… Ma il
problema è che non devi sopportare proprio niente. Se queste cose che ti fa ti
danno davvero fastidio devi andare da lui e dirgli ‘Sirius, piantala, per
piacere, ti ho detto che non mi piaci e non capisco come mai tu insista ancora.’
E se continua a non darti retta gli toccherà perderti anche come amico.
Remus scosse la testa con energia. “Non posso perderlo come
amico, soffrirebbe troppo e chissà che pazzie farebbe, impetuoso com’è. E poi
tengo troppo a lui.”
“E’ grande e forte, sa allacciarsi le scarpe e tutto il
resto. Saprà resistere a una delusione d’amore, no?!” Remus non rispose, e la
domanda cadde nel vuoto. In effetti, pensò la Evans, anche lei era piuttosto
scettica sulle capacità di Black di resistere ad una delusione in campo
affettivo. Non avendone mai provata una non era vaccinato. “Ad ogni modo, prima
o poi dovrai scegliere tra il suo amore e la sua amicizia, se non gli si
raffreddano i bollenti spiriti, per cui è meglio che cominci a rifletterci fin
da subito, a quello che vuoi da lui, perché entrambe le cose proprio non le puoi
avere.”
“Al momento preferisco pensare solo al test di domani.”,
replicò sconsolato il licantropo. Che non potesse avere tutto quello che voleva
lo sapeva benissimo, però poteva almeno lasciargli le speranze. Era proprio una
donna cinica. “Direi che è ora di metterci a studiare.”
La ragazza si fregò le mani tutta eccitata. “Finalmente il
Remus che conosco, concentrato solo su voti e studi, incurante delle umane e
noiose faccende di cuore!” Lo afferrò per un braccio e lo trascinò fuori
dall’aula canticchiando un motivetto di sua invenzione dal titolo. “Orsù!
Andiamo in biblioteca!”
Remus si districò gentilmente dalla presa d’acciaio della
ragazza, incamminandosi nella direzione opposta alla biblioteca. Lily lo guardo
interrogativa. “Devo passare un attimo in Sala Comune a prendere il testo e i
miei appunti, altrimenti non riesco a studiare.”, spiegò.
“Va bene, vai pure, io ti aspetto là.”
“Ma chi crede di prendere scemo, quello là?!”, esclamò un
James Potter piuttosto su di giri percorrendo per l’ennesima volta il perimetro
della Sala Comune a passi lungi e ben distesi. “Mi crede tanto stupido?!”
Peter Minus, seduto al tavolo con il mento poggiato tra le
mani, osservava tutta la scena con rassegnazione. “Ma figurati, Prongs, sono
solo paranoie.”, rispose, più per far finire là la discussione perché ci
credesse davvero. Anche lui credeva che Black nascondesse qualcosa, ma la sua
priorità del momento era andare a fare uno spuntino in cucina e poi a fare un
bel pisolino ristoratore.
“Ti dico che Padfoot è innamorato di qualcuno, Wormtail!”,
replicò il cercatore del Grifondoro. “Non mi frega, lo conosco da troppo tempo,
e il fatto che non mi voglia dire chi è mi insospettisce.”
“Magari si vergogna ad ammettere che è innamorato.”
“Ma figurati, non si vergogna a fare la parte del cane in
calore 365 giorni l’anno, cosa vuoi che gli freghi il nostro parere riguardo i
suoi sentimenti amorosi?” Un’occhiata particolarmente densa di significati del
suo amico lo indusse a tornare sui suoi passi. “E va bene, va bene, lo prenderei
in giro a vita quel mister ‘Io non mi innamorerò mai perché legarsi ad una
sola donna è stupido, Sirius può far felici molte femmine!’ ma il punto non
è questo.”
“E quale sarebbe il punto?”
“Sarebbe che è innamorato di qualcuno di cui noi non dobbiamo
sapere l’identità.”
“E perché farebbe così, di grazia?”
“E che ne so?! Qui è lui la mente criminale!”
“Quindi che si fa? Lo mettiamo con le spalle al muro, gli
facciamo ingoiare del Veritaserum e lo costringiamo a parlare?”
“No, Wormtail, che idee da Serpeverde ti vengono in mente?! …
E poi l’abbiamo già fatto una volta con Snivellus al primo anno, non possiamo
utilizzare più quel piano, non ci cadrebbe mai. Per cui non ci resta che
scoprirlo noi con le nostre sole forze.”
“Scoprire di chi è innamorato Padfoot? E come facciamo? E’
come cercare un ago in un pagliaio, non c’è ragazza in tutta la scuola che non
si voglia o non si sia già portata a letto!”
“Non sarà difficile se utilizziamo del metodo. Come prima
cosa dovremmo…”
In quel momento il rumore della porta dei dormitori che si
apriva indusse i due amici a tacere. Un Sirius piuttosto allegro e stranamente
su di giri passò come un fulmine davanti ai due, mugugnando un discorso
incomprensibile di cui si capirono solo le parole. “Biblioteca… Rune antiche…
Studio…”, lasciandosi alle spalle degli Animagi piuttosto perplessi.
“Strano che Padfoot vada in biblioteca…”
“Specialmente considerando che lui non frequenta Rune
Antiche.”
“E soprattutto che non studia mai per i test.”, aggiunse
Peter ridendo. “Ma, tornando a noi, che dicevi prima?”
”Dicevo che dovremmo restringere il cerchio e proprio ora il
nostro ingenuo amico ci ha dato diversi aiuti.”
“Non ti seguo…”, mugugnò l’amico grattandosi la testa.
“E’ semplice. Dal momento che Padfoot non frequenta la
biblioteca, non studia mai per i test e soprattutto non per quelli di Rune
Antiche che è una materia che non segue, basta trovare una persona che in questo
momento si trova in biblioteca a studiare per il test di Rune Antiche di
domani.”
In quel momento il quadro si spostò dal suo posto nella
parete, e Remus fece capolino nella Sala Comune, salutò in fretta e furia i suoi
amici e si mise a scartabellare tra i suoi libri alla ricerca di ciò che gli
occorreva per il mega ripassone finale assieme alla Evans.
“Ehi, Remus!”, trillò Peter tutto felice. “Sai che abbiamo
scoperto che succede a Sirius?”
“Ah, si?”, rispose Remus, apparentemente poco interessato
alla cosa, mentre in realtà il cuore gli mancò di un battito. “Che gli succede?”
“Pare che sia innamorato di qualcuno!”
“Che sciocchezze, Sirius innamorato!” Il licantropo rise
nervosamente. “E’ più facile che io prenda il massimo dei voti in Pozioni, e
poi…”
“Invece l’idea non è per niente sciocca come potrebbe
sembrare a prima vista…”, lo interruppe il cercatore sistemandosi gli occhiali
con fare pensieroso. “Sappiamo per certo che dietro i suoi strani comportamenti
deve esserci per forza una donna. Solo che non sappiamo ancora chi.”
“Tu hai qualche idea a riguardo?”, lo interrogò Peter.
“A riguardo? No, non so niente, mi dispiace…”
“Uff, toccherà scoprirlo noi da chi è andato a incontrarsi in
biblioteca per ripassare Rune Antiche!”, piagnucolò il poverino.
“I-In biblioteca a studiare Rune Antiche?” Remus sbiancò
visibilmente, con grande sorpresa di James e Peter, che però attribuirono il suo
pallore a uno dei suoi numerosi malesseri passeggeri. “Scusatemi, sono in
ritardo, devo scappare!” e fuggì dalla Sala Grande prima che i suoi amici
avessero il tempo di rispondere.
“Allora, chi c’è in biblioteca a studiare Rune Antiche per il
test di domani?”
“Moony, al momento…”
“Ma quanto sei scemo, Wormtail!” James gli appioppò un
discreto schiaffone sulla nuca, che fece emettere al poverino uno squittio di
dolore. “Moony è un maschio, come fa ad essere lui la ragazza di cui è
innamorato Sirius?!”
Il poverino si massaggiò la testa dolorante. “Lo so anche io
che è un maschio, ma come ben sai Padfoot non andrebbe mai con una più piccola
di lui e quelle del settimo anno sono tutte fidanzate di ferro.” I suoi occhi si
accesero di un brillio strano. “E sai bene che c’è una sola femmina che
frequenta Rune Antiche, del nostro anno…”
James sbiancò di colpo.
“Non può essere…”, mormorò, dopodiché eruppe in un sonoro.
“Io lo ammazzo, quel bastardo!”
Sirius Black entrò in biblioteca e si guardò intorno alla
ricerca della Evans in mezzo a tutte quelle stupide teste d’uovo che dedicavano
la propria vita a inutili vecchi tomi polverosi. Ci mise un po’ a scorgere
quella lunga chioma fulva, perché come al solito la Evans preferiva appartarsi
negli angolini per essere disturbata dal minor numero di scocciatori possibile.
Ci mise qualche secondo per farsi coraggio, ma poi, preso un
bel respiro profondo, riuscì a trovare la forza per avvicinarsi a lei e
chiederle aiuto… Salvo poi trovare immediatamente rifugio dietro uno scaffale
non appena vide il suo amato licantropo entrare tutto trafelato e recarsi dalla
Evans con dipinto sul viso un adorabile faccino disperato.
Lui però stavolta non c’entrava nulla, ne era convinto.
“Lily!”, la chiamò lui a voce un po’ troppo alta,
guadagnandosi diverse occhiatacce di riprovazione dagli studenti. Un paio di
occhi color giada freddi come l’acciaio si posarono su di lui.
“Che c’è stavolta?”
“Lily, ti scongiuro, andiamo da qualche parte noi due da
soli!”, piagnucolò Remus.
“Cosa?! Ma tu sei pazzo, mi sono appena sistemata qui! Ti
puoi scordare che mi muova!”
“Ti prego!”
“Oh, santo Merlino, sarà meglio per te che la motivazione sia
seria, stavolta, altrimenti saranno guai!”
E i due si defilarono alla chetichella sotto una pioggia di
sguardi infastiditi, lasciando Sirius piuttosto perplesso.
La scena a cui aveva assistito l’avevo, per dirla tutta,
piuttosto scosso.
Non aveva mai visto il suo Moony in un atteggiamento tanto
supplice e disperato, nemmeno in questioni ben più serie che uno stupido esame
di Rune Antiche. E poi, il modo in cui il suo sguardo da cucciolo ferito si
posava sulla bella rossina, e l’atteggiamento scostante di lei, fecero scattare
una molla nel cervello dell’Animagus, che arrivò alla conclusione più ovvia.
Remus era innamorato della Evans.
“Maledizione…”, mormorò lui tra i denti.
Questo avrebbe complicato le cose, ma di poco.
Considerando che, a quanto pareva, la Evans non lo
ricambiava.
Fine Capitolo 3
Commenti di Fine Capitolo
Prima di tutto un paio di righe sui tentativi di
conquistare Remus di Sirius.
E’ mia intenzione rendere molto palese inizialmente
l’idea che Sirius, inesperto su come corteggiare qualcuno dal momento che non ha
mai avuto bisogno di farlo, all’inizio si lasci prendere dall’entusiasmo con
tentativi molto poco seri (leggi: stupidi), che sicuramente non riescono a fare
breccia nel cuore dell’amato. Idem dicasi per James e la sua bella Lily dagli
occhi verdi. In futuro capiranno dove sbagliano (spero).
Su questo capitolo, che dire?
“L’intreccio s’infittisce”,
come direbbe Snoopy.
Come al solito ci vanno sempre di mezzo gli innocenti.
Povera Evans, come se la caverà sotto gli attacchi
ripetuti di Sirius, geloso marcio del rapporto tra lei e Remus? E Sirius
riuscirà a non farsi uccidere da James, imbestialito a morte con il suo migliore
amico perché lo ritiene un traditore della peggior specie? E Sirius riuscirà a
rendersi conto che si sta comportando come un cretino e non è certo questo il
modo di conquistare il cuore del bel licantropo?
Scoprirete questo ed altro ancora nel prossimo
episodio di Le (tragicomiche) conseguenze dell’amore: “Evans, ti debbo
parlare!”
Christine Black:
^^ Grazie dei complimenti!!! Con Rheme sono ancora in alto mare, non mi convince
proprio il capitolo, e preferisco aspettare a postare finchè non sarò convinta
almeno al 75%!! ^^
Serry_Black:
Mi reputo offesa che reputi Sirius pazzo visto che la poesia è mia! ^_- Hehehe,
l’effetto-pazzia è voluto, come ho giù spiegato nei commenti di fine capitolo.
Non temere in futuro spero che capirà dove sbaglia. E magari Remus potrebbe
anche cambiare idea. Se non altro per pietà! ^_-
Sere:
Hahahahahaha oddio e io che credevo di essere l’unica distratta patologica! *.*
Sono in buona compagnia, che bello! ^_- Lieta di sapere che pensi alle mie fic
durante il sonno, hahahaha sono onorata! Anche io penso alle yaoi prima di
addormentarmi, e infatti mi sogno puntualmente gli zombie! XD Sono contenta che
il capitolo ti sia piaciuto, anche se temo non sarà sempre così pieno di
cazzate! XD L’idea sarebbe quella, almeno… E con i miei magnifici sfoggi poetici
non sarà difficile rendere questa fic delicata come i petali di una rosa! XD
Riguardo James, l’idea originaria sarebbe stato con Remus e Lily che parlavano
in giardino, con James che alla fine si paracadutava dall’alto con un paracadute
Rosa con su scritto qualcosa di smieloso. Ma il boccino gigante è stato molto
meglio, non trovi? XD Riguardo i commenti della Evans su comportamenti molto
educati di Sirius, mi sono agganciata a quello che dice la mia coinquilina “Mary
secondo me tu gradiresti un uomo che ti sussurrasse ti amo a suon di rutti”
“Ovvio che si, lo faccio anche io!” e via discorrendo! XD Un bacione e sempre
grazie 10.000 per i complimenti, zietta malandrina!!! *.*
Chu:
Hehehehe sono contentissima che continui a gradire. ^_- Specialmente la parte in
cui Sirius pensa di fare una cosa e Remus spera che non la faccia. Si nota che
sono grande appassionata delle commedie degli equivoci? Noooooh, vero? ^_- Per
James-boccino, ci tengo a precisare che ho fatto una di quelle discrete figure
di cacca perché l’immagine mi è venuta in mente in treno, ed era talmente vivida
che ho cominciato a ridere come una scema, con gran dileggio dei presenti.
Grazie mille per i complimenti!!! ^_-
Fairyangel:
Certo che si risolverà… Ma se in meglio o in peggio… Chi può dirlo? ^_- I
malintesi continuano e si fanno sempre più complicati, le trame complicate mi
mandano ai pazzi! E mandano ai pazzi anche chi mi legge perché non ci capiscono
niente!!! XD Sono contenta che ti sia divertita e ti ringrazio tantissimo per i
complimenti! Un bacione!
Saretta:
Io ci scherzo per non piangerci sopra perché è capitato anche a me il poeta,
solo che io avevo quello che mi chiamava “Viso D’Angelo” e io non sapevo se
essere lusingata perché diceva che ero bella come un angelo o offendermi e
rompergli una pepiera in testa perché insinuava che avevo la faccia da culo di
NINO D’Angelo! Almeno Sirius è figo e i suoi versi toccano le delicate corde del
mio cuore! ^_- Grazie mille per i bellissimi complimenti, spero di continuare a
conquistarti sempre più (Sirius dovrebbe imparare da me, magari se scrive una
fic yaoi e la regala a Remus lui apprezza! ^_-). Un grosso bacio!
Agartha:
Le poesie di Sirius sono delicate e stupende, io mi potei davvero innamorare di
una così! XD Sono ironica ovviamente… Hahahaahaha non mi attribuire intenzioni
troppo sadiche! ^_- Non è incatenamento ma INCANTONAMENTO. E’ romagnolo, in
pratica significa sbattere qualcuno al muro (nel senso che stai pensando tu, si
quello! ^_-) Mi sono dimenticata di spiegarlo nei commenti di fine capitolo la
volta scorsa, chiedo venia! ^^ Huhuhuhuh! Però anche incatenarlo al muro non
sarebbe malvagio, no? Lily poveretta me la immagino proprio confidente di Remus,
poveretta, lei che magari ha anche altre cose da fare nella vita. Però è troppo
buona anche se fa un po’ la parte della dura e a un paio di occhioni supplicanti
color ambra proprio non sa dire di no. ^_- Anche questo capitolo è stato
abbastanza “scemo”, sto ancora costruendo la trama di base, come certamente
noterai! ^_- Roba da Beautiful! Grazie mille per i bellissimi complimenti, spero
tanto di rispondere alle tue aspettative! Un bacio!
PS: Mi dimentico sempre di chiedertelo. Dal momento
che ho fatto due palle così alla mia coinquilina con le tue fic lei mi manda a
chiederti se il tuo nome deriva dal fatto che ti piace il fumetto omonimo! ^^
Kaho_chan:
Ciauz!!! ^_- Fa niente se non hai recensito l’altro capitolo, te lo abbuono
perché sono gentile carina e al confronto Remus è un buzzurro cinico freddo
calcolatore! ^_- Sono contenta che apprezzi i tentativi di seduzione di Sirius e
James. Apprezzeranno un po’ meno Lily e Remus (specialmente Remus, povera
stellina). Speriamo che i nostri due casanova si rendano conto presto dei loro
sbagli! ^_- Grazie mille per i complimenti!!!!
Momo_san:
Sirius ci sta mettendo anche troppo d’impegno, forse il problema è proprio
questo!!! XD Così me lo spaventa persino da Licantropo, Remus, altro che da
umano!!! Però, dai, se uno mi desse una poesia del genere sarei onorata da
morire! ^_- E’ stupenda, neh? Un bacio e grazie infinite per i complimenti (al
capitolo e alla poesia! ^_-) Ciauz!
Donnasole:
Guarda non capisco nemmeno io come non possa aver apprezzato. Quel licantropo è
proprio freddo e cinico! XD Idem dicasi per la Evans, non capiscono proprio
un’emerita cippa, fossi in loro cadrei tra le braccia di quei due begli umini
come pera matura!! Ma perché sono poco fissata con l’aspetto fisico e non me li
fare tutti quanti solo perché sono bellissimi, nooooooooooooh!!!!
Meggie:
Non ti preoccupare se riservi i commenti chilometrici per “lei non è una di
noi”, non mi offendo mica! ^_- Sempre una fic mia è, resto sempre onorata! *.*
Sirius è leggermente una presa in giro dei miei ex pretendenti (o pretendenti
attuali, dipende), anche se a volte la realtà supera la mia immaginazione; io
non farei mai dire a Sirius “Remus, non ti sei commosso fino alle lacrime con
Neverland?”. Brrrrrrrr…. ._. Remus, povera stella, vuole troppo bene a Sirius ma
è anche un po’ egoista, perché se non riesce ad amarlo dovrebbe lasciarlo andare
invece di tenerselo vicino e farlo soffrire. Un bacione! ^_-
Miki:
Hahahahhahaha e meno male che non assomigli a Sirius stavolta. Anche se potrei
un po’ offendermi dal momento che la poesia è mia. Comunque ti capisco
benissimo, pure io in genere le poesie le schifo e le odio, specie se d’amore.
Sono riusciti a farmi leggere i fiori del male solo perché c’è gente squartata!
XD Quanto romanticismo in questa donna. Per i soldi… Hahaha nemmeno io sto messa
benissimo, potremmo metterci in due a fare l’elemosina con Remus per strada, io
canto, remus suona la chitarra e te… Non so se non suoni niente al massimo ti
do’ un tamburello! XD Casablanca attenderà un pochino!
Sono contenta che Lily/consigliera di fiducia ti
piaccia, spero tu gradisca anche il suo nuovo ruolo di “dona ideale di un po’
tutti quanti e centro di casini vari”!!!! Credo che stavolta ci possa scappare
un POVERA EVANS!!!! XD Remus è piuttosto furbo, se ci fosse lo metterei nella
casa delle VolpiIntroverse, perché non allontanando Sirius in pratica ha un
comodo schiavetto d’amore personale!!! ^^ Un beso e sempre mille grazie per i
complimenti.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 5 *** Capitolo 4 - 'Evans, ti debbo parlare!' ***
Nuova pagina 1
La storia finora (per chi
dovesse mettersi in ascolto con noi solo in questo momento):
Sirius Black ama Remus Lupin,
uno dei suoi migliori amici, ma quest'ultimo, a dispetto di quanto possa
sembrare, è prorompentemente etero e gli dà un vetusto 2 di picche. Ma tutto si
può dire di Sirius tranne che sia uno che si arrende e così comincia la sua
battaglia per la conquista del cuore, del corpo e dell'anima del bel licantropo
(anche se si accontenterebbe del corpo). I suoi tentativi sono così azzeccati e
per niente fastidiosi che il povero, esasperato, Remus elegge Lily Evans a sua
confidente personale.
Lei tace e tollera.
Nel frattempo le intenzioni di
Sirius, nonostante i suoi sforzi, vengono captate dal suo perspicace migliore
amico James Potter, che unisce il suo frizzante cervellino diabolico a quello
del suo amico Peter Minus per arrivare alla conclusione (sbagliata) che Sirius
sia innamorato di Lily Evans. James medita propositi di vendetta e morte contro
Sirius, il quale nel frattempo, infognato dietro uno scaffale della biblioteca,
medita propositi di vendetta e morte contro Lily, che ritiene sia la donna di
cui è innamorata il suo Remus, e che sia per colpa sua che ancora non ha
ottenuto l'oggetto dei suoi sogni romantici ed erotici.
(Chiedo scusa per il riassunto,
che tra parentesi sembra uno di quelli che mettono davanti ad Elisa di
Rivombrosa!!! Ho trovato giusto mettere un riassuntino per fare il punto della
situazione perchè è veramente complicata sta trama! O forse è complicata per il
mio cervello limitato che ne so? Spero di non aver annoiato nessuno.)
Capitolo 4 - "Evans, ti debbo
parlare!"
Un paio di occhi di smeraldo
guizzanti d'ira si posarono sul giovane licantropo, il quale a causa della lunga
corsa era stato costretto a trovare appiglio contro il muro. "Ora mi vuoi
spiegare perchè mi hai trascinata via dalla biblioteca come una furia?!"
"Mi dispiace...", ansimò. "Mi
dispiace sul serio... Però... In biblioteca... Sirius..."
"Ancora Sirius?! Santo cielo,
Remus, ma sei paranoico!", sbottò la bella rossina alzando le braccia al cielo
esasperata. "Figurati se Black mette piede in biblioteca. A meno che non ci si
debba infrattare con qualcuna delle mie amiche e... OPS!", si portò una mano
alla bocca facendo finta di aver commesso una gaffe imperdonabile, dopodichè si
voltò ghignante in direzione di Remus. "Ah, già, è vero che Black ormai queste
cose non le fa più perchè corre dietro ad un certo lunatico tipetto di nostra
conoscenza che gli ha rubato il cuore."
"Molto divertente, davvero
molto divertente...", mugugnò il licantropo, prendendo fiato. "Però ti assicuro
che Sirius stava davvero venendo in biblioteca, e sono sicuro che stava venendo
per me!"
"Su questo non ci sono
dubbi...", mormorò soprappensiero la rossina, la quale decise poi di glissare
sulle miriadi di battute a doppio senso che le erano venute in mente nel momento
in cui due infuocate pozze color ambra si posarono su di lei emanando un
inquietante lucore omicida. "Ma che problema ci sarebbe stato se Black fosse
venuto in biblioteca? Mica ti avrebbe mangiato... O peggio..." aggiunse con aria
vagamente allusiva.
Remus cercò di ignorare il
fatto che le sue guance stavano praticamente prendendo fuoco, e continuò a
parlare come se niente fosse. "No, questo no, però mi sarebbe stato vicino tutto
il pomeriggio con la scusa di aiutarmi a ripassare per il test e avremmo finito
per non combinare niente perchè si sarebbe messo a dire ogni 5 minuti...", e
partì in una memorabile imitazione della voce del suo amico Animagus. "Che
noia questa roba, Remus, ma come fai a studiarla?, oppure Non ti sembra
stupido sprecare la propria vita dietro un mucchio di segnacci esteticamente
inguardabili?, e poi avrebbe aggiunto Andiamo a fare un giro nelle cucine
a mettere il pepe nei dolci che daranno a pranzo, è molto più interessante!
E via discorrendo..."
Lily portò l'indice e il medio
della mano destra al viso e si massaggio il mento con fare assorto. "Si, farebbe
proprio così quell'idiota... E io sarei costretta a ucciderlo o, peggio, a
evirarlo." Remus sul momento pensò che Lily avrebbe dovuto rivedere la lista
delle sue priorità, ma ripensandoci si rese conto che per Sirius Black in
effetti sarebbe stato molto peggio perdere il suo piccolo amico piuttosto che la
vita. "Però, ok, appurato questo...", continuò la bella Grifondoro incrociando
le braccia al petto. "Perchè mi hai portata davanti allo sgabuzzino delle
scope?"
Remus fece un sorriso furbetto.
"Perchè qui non ci disturberà nessuno." Aprì la porta e diede alla sua amica una
spinta giocosa. "Forza, entra!"
"Ma è tutto buio, è sporco e
puzza, non possiamo farlo qui!", si lagnò la Evans.
"Si che possiamo,
schizzinosa.", replicò pazientemente il licantropo tenendola per le spalle e
spingendola delicatamente dentro. "Basterà rendere il tutto più confortevole con
qualche incantesimo. Tempo 5 minuti e te lo trasformo in una reggia, questo
sgabuzzino."
"Ma resta sempre uno
sgabuzzino!", sospirò esasperata, mentre il suo amico ridacchiava divertito.
Dopodichè si voltò in modo tale da avere di fronte il suo amico e gli puntò un
indice davanti al naso con fare saccente e il viso imbronciato. "E va bene, mi
arrendo, faremo come vuoi tu. Ma lo faccio solo perchè non voglio sentire altre
storie. Spero per te che questo schifo divenga la reggia che mi hai promesso in
5 minuti, altrimenti non risponderò più di me e ti ridurrò in striscioline
sanguinolenti."
"Garantito."
La Evans parve tranquillizzarsi, ed entrò docilmente nella stanzetta. "Ma sei
sicuro che non verrà proprio nessuno a disturbarci?"
"Sicurissimo!", esclamò il
licantropo il quale, dopo aver dato una rapida occhiata al corridoio per
assicurarsi che nessuno li vedesse, entrò nello sgabuzzino e si chiuse la porta
alle spalle. "Chi vuoi mai che si accorga di noi due qua dentro?"
"Nello sgabuzzino delle
scope?!", gridò un incredulo Sirius Black alla graziosa Tassorosso del terzo
anno che gli stava di fronte. "Ma sei sicura?!"
La ragazza annuì con energia.
"Si che sono sicura, li ho sentiti chiacchierare per caso da dietro l'angolo nel
corridoio, su al quarto piano... Sai stavo leggendo un interessantissimo libro
di Erbologia, ed ero arrivata al capitolo dedicato alle piante carnivore, e si
parlava di una rara specie amazzonica che..."
"So benissimo che una materia
appassionante come Erbologia richiederebbe ore di avvincenti discussioni su
piante carnivore e muffe dei muri, e credimi, sono tentato di restare qui ad
ascoltarti per tutto il pomeriggio...", e sfoderò uno dei suoi sorrisi più
seducenti e disarmanti, che indussero la ragazza al silenzio. "Ma al momento per
me è molto importante che tu mi dica cosa si sono detti Lupin e la Evans, e se
non ti secca darmi una mano potrei esserti molto riconoscente, come ti ho già
detto...", aggiunse, ponendo particolare enfasi sulla parola riconoscente.
"Beh..." Riflettè la ragazza
tamburellandosi l'indice contro una guancia colorata di un tenue color porpora,
con fare assorto e sollevando gli occhi al cielo. "Dunque... Io non ho capito
bene quello che si sono detti, ma se non mi sbaglio Lupin e la Evans volevano
stare in intimità, e per la Evans era molto importante che nessuno li
disturbasse perchè altrimenti avrebbe fatto a pezzi Lupin." Rivolse all'Animagus
un debole sorriso. "Non saprei dirti altro, mi dispiace..."
Sirius emise un sospiro
sconsolato. "Non ti preoccupare, è più che abbastanza", rispose, con una leggera
nota di profonda tristezza nella voce che la ragazza, fortunatamente, non parve
notare. "Sei stata gentilissima, ti ringrazio."
"Figurati.", replicò lei
scostandosi dal viso una lunga ciocca castana. Sirius la salutò e fece per
avviarsi lungo il corridoio, ma la Tassorosso lo afferrò gentilmente per un
braccio. "Ah...", mormorò imbarazzata. "Senti, per quanto riguarda il nostro
patto..."
"Non ti preoccupare. Come
pattuito, parlerò con Minus e ti rimedierò una bella uscita ad Hogsmeade con
lui, forse addirittura per questo week end." Le rivolse un occhiolino
complice."Contenta?"
La ragazza si portò le mani
alle guance, ebbra di gioia, ed emise un gridolino eccitato. "Ti ringrazio
infinitamente, Sirius, aspetta che lo sappiano le mie amiche!" E corse via verso
i dormitori della sua casa agitando un braccio tutta contenta in segno di
saluto. "Grazie davvero!"
Sirius ricambiò il saluto e
osservò la piccola Tassorosso girare l'angolo, dopodichè si avviò per la sua
strada con le mani in tasca e la faccia lunga e depressa che faceva tanto figo
maledetto e che tanti cuori aveva infranto. Il problema era che stavolta
depresso lo era veramente, e non era solo una scusa per farsi chiedere come
andava da una bella ragazza di passaggio.
Dove stesse andando non ne
aveva idea, non aveva una meta.
Era rimasto veramente sconvolto
dallo svolgersi degli eventi, non si aspettava nulla del genere. Quando li aveva
visti allontanarsi insieme dalla biblioteca, dopo un primo momento di stupore,
si era convinto che assolutamente non sarebbe stato possibile che la Evans e
Remus potessero avere un qualche tipo di interesse reciproco l'uno per l'altra,
proprio non era possibile che quella femmina assurda potesse essere amata dal
suo dolce e caro licantropo, proprio non c'era verso. Magari chissà, aveva
pensato, lui aveva bisogno di discutere di faccende di studio tutte sue,
dovevano andare a cercare un libro smarrito da qualche parte, lui aveva avuto un
languorino fortissimo e improvviso ed erano andati a far merenda insieme. Però
aveva deciso di seguirli lo stesso. Perchè avrebbero potuto aver bisogno del suo
parere, perchè forse lui avrebbe saputo aiutarli a trovare l'oggetto scomparso,
perchè avrebbe potuto recuperar loro qualcosa dalle cucine... E soprattutto
perchè la prudenza non era mai troppa.
Avendoli persi di vista, aveva
deciso di chiedere informazioni a qualcuno, per chiedere se per caso non avesse
visto i due fuggiaschi (impossibile non notare la Evans, con quella chioma rossa
come un semaforo allo STOP), e l'unica persona che aveva trovato lungo la via
era stata quella giovane Tassorosso.
La verità l'aveva colpito come
una martellata alle parti basse.
Non poteva pensare che la
ragazza stesse mentendo. Si sarebbe insospettito se avesse ricevuto quelle
notizie da una scaltra Corvonero o da una bastardissima Serpeverde, ma il vanto
della casa di Tassorosso era la lealtà e l'onestà dei suoi appartenenti, anche
se le ragazze peccavano totalmente in quanto a gusto estetico in fatto di
uomini. Sirius sbuffò abbastanza contrariato al pensiero di quello che le aveva
chiesto la ragazza in cambio di quelle preziosissime notizie. Informazioni così
importanti in cambio di un appuntamento con quel tonto di Peter! E pensare che
si era offerto lui ma la ragazza aveva gentilmente declinato l'invito.
Ma non era tempo di pensare a
quelle sciocchezze, la questione era ben più grave.
La Evans e Remus si erano
rinchiusi in quel maledetto, schifoso sgabuzzino delle scope!
Il suo primo impulso era stato
ovviamente quello di correre là, abbattere la porta a calci e fare una scenata
d'altri tempi, ma la cosa era inattuabile per diversi motivi; perchè la sua
coscienza, quella vocetta fastidiosa che aveva fatto il nido nel suo cervello
(dal momento che lo spazio era tanto), glielo aveva impedito, perchè non sapeva
esattamente con quale autorità avrebbe potuto impedire lo svolgersi di
qualsivoglia faccenda erotico/amosoro/sentimentale tra Remus e la Evans dal
momento che il suo adorabile lupetto non se lo calcolava manco di striscio... E
soprattutto perchè, come si rese conto quando i suoi piedi CASUALMENTE lo
portarono davanti allo sgabuzzino delle scope incriminato, Remus aveva chiuso
magicamente la porta e tutti sapevano che i suoi incantesimi erano potentissimi
e non sarebbe mai riuscito ad entrare nemmeno se avesse chiesto aiuto al
professor Vitious.
Questo però non gli impediva di
farsi mille viaggi mentali, uno più turpe dell'altro, sulle schifezze che
stavano accadendo in quello sgabuzzino chiuso a chiave e (notò con orrore)
insonorizzato, e furono pensieri talmente poco incoraggianti e piacevoli che si
ritrovò a far fuggire un paio di spaventatissime primine Corvonero quando, in
preda ad un'improvvisa furia cieca, assestò un pugno di tutto rispetto contro un
muro (facendosi tra parentesi malissimo, ma questo non lo diede a vedere perché
la sua immagine da duro glielo impediva).
Si chiese cosa gli restasse da
fare a quel punto.
Non voleva credere che stesse
accadendo tutto quello, gli faceva troppo male al cuore pensare ad un simile
svolgimento degli eventi, ma i fatti gli erano tutti contro; la Evans e Remus
fuggono in fretta e furia dalla biblioteca e si vanno a chiudere in uno
sgabuzzino delle scope, isolati da tutto e da tutti. C'era ben poco da sperare
che stessero semplicemente facendosi una partita a Ramino. E quindi, si chiese
Sirius sfregandosi con le mani la chioma corvina con fare esasperato, come
faceva sempre quando cercava di smuovere un po' di materia grigia nel cranio di
fronte a problemi realmente complessi, cosa doveva fare a quel punto? Fare buon
viso a cattivo gioco? Fingere di ignorare tutto finchè non fosse arrivata
l'allegra coppietta mano nella mano ad annunciare imbarazzata il loro
fidanzamento? E a quel punto cos'avrebbe fatto, avrebbe sorriso di un sorriso
falso come una banconota da un galeone? Si sarebbe congratulato con loro mentre
in realtà avrebbe voluto strapparsi il cuore dal petto a mani nude e sbatterlo
in faccia al suo crudele amico? Avrebbe compresso i propri sentimenti per il suo
adorato licantropo fino a ridurli ad una palletta accartocciata? Avrebbe
osservato James fare scempio del corpo del suo amato per aver osato stare
insieme alla donna dei suoi sogni?
Sarebbe stata senza dubbio la
cosa più giusta da fare.
Ma da quando in qua Sirius
Black decide di fare la cosa più giusta?
"Devo parlare con la Evans!",
esclamò d'improvviso l'Animagus, recuperando la consueta vitalità, e corse da
Hagrid a farsi dare una mano, perchè era uno dei pochi adulti che aveva
guadagnato la sua stima e con cui si sentiva in sintonia e sicuramente avrebbe
saputo consigliarlo per il meglio. Si, parlare con la Evans era l'unica cosa da
fare per risolvere quella situazione e mettere in chiaro le cose, altrimenti non
solo lui sarebbe rimasto per sempre con il rimpianto di non aver fatto nulla, ma
avrebbe avuto sulla coscienza anche il suo amore perchè James come minimo
avrebbe fatto polpettine di licantropo se mai avesse scoperto, o anche solo
sospettato, la cosa.
E lui non poteva permettere che
Remus venisse ammazzato dal suo migliore amico.
"Lo ammazzo! Lo ammazzo!",
gridò James Potter scalciando, urlando, e tentando di raggiungere l'uscita della
sala comune, con una furia omicida nello sguardo e negli atteggiamenti che non
si sarebbe detta proprio da lui. Nel frattempo il piccolo Peter, nel tentativo
di fermarlo, lo aveva abbrancato per i fianchi e faceva del suo meglio per non
essere trascinato via.
"Prongs, calmati, non fare
pazzie!"
"Non fare pazzie un corno!",
replicò il cercatore agitando le mani nell'aria come una furia cercando di
liberarsi dell'amico, che comunque non mollava. "Ha tutte le donne della scuola
che gli corrono dietro! Tutte! La Evans non me la sfiora nemmeno con un dito,
quel maiale di un botolo pulcioso!"
"Prongs, ti prego, ragiona!",
piagnucolò l'amico, a questo punto praticamente abbarbicato alla schiena
dell'amico come un koala ad un albero. "Non è possibile che Padfoot e la Evans
possano in qualche modo avere una storia. La Evans lo detesta, forse addirittura
più di quanto non detesti te, per cui come fa a...?", ma le parole gli morirono
in gola quando James, finito di agitarsi, volse la testa nella sua direzione con
un lucore omicida nello sguardo.
"Chi è che detesta la Evans?",
mormorò, e la sua voce bassa e roca provocò in Peter un attacco di brividi
abbastanza violenti, per cui si affrettò a fare marcia indietro su tutta la
linea. Perchè nulla era, per Peter, più spaventoso di un James Potter
arrabbiato.
"Cioè... Io... Volevo dire
che...", deglutì rumorosamente. "E' impossibile che la Evans, che ancora non ha
scoperto quanto tu sia affascinante e meraviglioso, possa posare gli occhi su
Padfoot, che ti è chiaramente inferiore di parecchie spanne!"
Il suo amico, colpito nel
proprio punto debole, come per incanto riassunse le consuete sembianze del caro,
dolce, sorridente e allegro James Potter che tutti conosciamo. Si portò l'indice
e il pollice al mento e assunse un'aria assorta. "In effetti è proprio come dici
tu... Lily non potrebbe mai amare quel rozzone di Padfoot quando non riesce ad
apprezzare un ragazzo bello, sensibile, dolce e simpatico come il
sottoscritto.", e si portò una mano aperta al petto come a sottolineare il
concetto che era proprio di lui che si stava parlando.
Peter si complimentò con se
stesso per essere riuscito, come al solito, a voltare la situazione a proprio
vantaggio, e tirò un sospiro di sollievo, dopodichè sorrise all'amico. "Hai
proprio ragione, Prongs, per cui perchè non ce ne andiamo nelle cucine a
mangiare qualcosa e non dimentichiamo tutta questa faccenda?"
"Però...", e sullo sguardo di
James cadde un'ombra inquietante. "Quel pervertito di un cane in calore non si
fermerebbe di certo davanti a un rifiuto della mia donna..." Peter, non visto,
alzò gli occhi al cielo, quando sentì l'enfasi che il suo amico aveva messo
sulla parola mia. Se l'avesse sentito la Evans come minimo gli avrebbe ficcato
qualcosa nel naso. "Chissà cosa potrebbe farle, quel maniaco."
"Già... Non arriverebbe al
giorno successivo...", replicò il piccolo Animagus sovrappensiero, mentre nella
sua mente scorrevano varie immagini di, nell'ordine; Sirius che blocca la Evans
contro un muro; Sirius che tenta di baciare la Evans; Sirius gettato tra i
rifiuti pieno di graffi, contusioni e con oggetti contundenti di varia natura
ficcati in bocca, mentre la Evans si frega soddisfatta le mani.
"Hai proprio ragione Peter...",
mormorò James, mentre cominciava ad assumere QUELLO sguardo, quello che gli
compariva sul viso quando non aveva per niente buone intezioni. Dopo qualche
minuto di silenzio teso e denso di significati, James battè le mani insieme e
concluse il lungo e, riflettè Peter, avvincente discorso che aveva avuto nella
sua testa. "... Ed è per questo che dobbiamo fare due chiacchiere, noi due!"
Peter fece tanto d'occhi.
"Cosa?! Oh, Merlino, Prongs, ti scongiuro, non fare sciocchezze!" Si inginocchiò
ai piedi del cercatore del Grifondoro, a mani giunte e con gli occhietti acquosi
già pieni di lacrime. "Se mai doveste venire alle mani finiremmo nei..."
James lo fissò tra il basito e
l'incredulo. "... Venire alle mani? Credi sul serio che potrei alzare le mani su
quel delicato bocciolo di rosa della Evans?"
"... La Evans?", balbettò
l'altro. "Tu... Tu vuoi parlare con la Evans?"
"E con chi dovrei parlare,
scusami?"
"Credevo che volessi parlare
con Sirius..."
James incrociò le braccia e si
imbronciò improvvisamente. "Io non ci parlo con i traditori." Poi si voltò, con
un mezzo sorriso sulle labbra. "O, perlomeno, non ci parlo finchè sono così
arrabbiato, altrimenti finiremmo davvero alle mani e se finiamo un'altra volta
dal preside, questo mese, rischiamo davvero l'espulsione. Al momento credo che
la cosa più intelligente e matura da fare sia parlare con lei."
Peter inarcò un sopracciglio
con fare incredulo. "... E questo non ha nulla a che vedere con il fatto che in
questo modo avresti una scusa per parlarle che non sia il cercarle un ipotetico
boccino nel reggiseno, vero?"
James emise una risata da
ebete. "E' assolutamente come dici tu, non c'entra niente!", poi salì le scale
in direzione dei Dormitori. "Vieni, Wormtail, uniamo le nostre menti per mettere
insieme un piano geniale."
Peter lo seguì salendo i
gradini a due a due, tutto contento.
Adorava aiutare James a creare
piani geniali.
Era ormai tardo pomeriggio
quando Potter e Black gettarono definitivamente le basi del loro piano geniale
per parlare con la Evans senza rischiare un poker di schiaffoni dalla ragazza,
che stranamente poco tollerava la loro vista e la loro presenza a meno di 10
metri da lei. Era stato difficile organizzare tutto, dannatamente difficile, e
faticoso, tremendamente faticoso, ma alla fine i loro sforzi erano stati
ricompensati.
Nello stesso istante una testa
color del miele faceva capolino dallo sgabuzzino delle scope, guardandosi
intorno con fare guardingo e, rilassato dal fatto che non ci fosse nessuno, si
voltò verso qualcuno che era alle sue spalle. "Via libera, Lily, usciamo."
Un licantropo e la sua amica
uscirono nel corridoio e si stiracchiarono pigramente, sbadigliando e
massaggiandosi varie parti doloranti. "Che stanchezza, non ce la facevo proprio
più...", mugugnò la bella rossina stropicciandosi gli occhi arrossati, dopodichè
si voltò ridendo dolcemente in direzione del suo compagno di studi. "Certo che
sei stato proprio di parola, non sono mai stata tanto comoda neppure nel mio
letto, Remus."
"Devo quindi arguire che non mi
ridurrai a striscioline sanguinolente?"
Lei rise. "Ma dai, sciocco, non
avrai mica creduto che dicessi sul serio, no?" Un'occhiata densa di significati
da parte del licantropo le fece capire che non attaccava. "E va bene, magari
dicevo sul serio, però adesso è tutto passato." Sbattè le mani con fare
eccitato. "Ho una fame che non ci vedo ed è ora di cena, che ne dici di andare
in Sala Grande?"
Remus annuì e i due si
avviarono verso le scale, senza accorgersi che qualcuno aveva assistito a tutta
la scena, di nascosto nell'ombra...
Fine capitolo 4
Commenti di Fine Capitolo
Questo capitolo avrebbe dovuto
essere molto ma molto ma molto più lungo, ma ho deciso di abbreviarlo e di
dividerlo in due parti, in questo e nel prossimo, perchè dovete sentire la
suspance se no non mi sento abbastanza bastarda e vi vizio troppo! Bwa bwa bwa!
Chi è il misterioso personaggio
che spia Lily e Remus nell'ombra? Un amico/a? Un nemico/a? Una minaccia? Un
personaggio completamente inutile che non comparirà più e che ho messo a fine
capitolo solo per farvi continuare a leggere la storia aspettando chissà che
sviluppi? Non lo so, non ho ancora deciso, ma quando deciderò sarà senza dubbio
molto interessante scoprirlo! Voi comunque provate a indovinare lo stesso! ^^
I nodi continuano a stringersi.
Come Reagirà James quando
rivedrà il suo migliore amico Black? Si sarà già calmato o gli strapperà la
testa dal collo? Come reagirà Black di fronte alla Evans, riuscirà a non marcare
il territorio alla sua maniera con il povero Remus?
E che accadrà ora alla povera
Evans? Diventerà il proverbiale vaso di coccio schiacciato tra quei tre vasi di
ferro (leggasi: teste dure) di Potter, Lupin e Black oppure, dal momento che c'è
molto di autobiografico in questa personaggia qui (lo dico nel caso che qualcuno
non se ne sia accorto, hahaha!) sarà lei a fare polpette dei tre Malandrini?
Scoprirete questo ed altro nel prossimo episodio di Le (tragicomiche)
conseguenze dell'amore: "Io non parlo con chi mi pone le domande in questo
modo!"
Boopsie: ^_- L'ho continuata, visto? Ora puoi
dormire! Veramente ce l'avevo già in cantiere da una settimana, bella pronta,
però visto che sono bastarda non l'ho postata finora! XD No, è che prima volevo
postarne un'altra.
Donnasole: Beh, hai commentato alla fine, no?
^_- Per cui tutto a posto! ^^ tutti stanno sempre a dire quanto Harry somigli al
padre, per cui mica deve essere un insieme di virtù teologali. Cioè, mi
piacerebbe, tu sai che ne penso di James (quello che tu pensi di Sirius, hahaha).
Sulla gelosia hai ragione, lui non è geloso è solo che è uno schizofrenico e a
volte prende il sopravvento la sua personalità maligna, infatti Sirius lo vuole
uccidere senza un perchè! Fortuna che ci pensa il dottor Minus (che è veramente
scaltro, oppure sono i Malandrini ad essere stupidi, poi dipende, tutto è
relativo! ^_- Viste le deduzioni di James propenderei per la seconda. Ma vabbè
che là in mezzo il cervello è Moony, e ora stranamente non lo vuole aiutare a
scoprire di chi è innamorato Sirius!) a risolvere tutto! Cmq io fossi in te
sarei simpatetica con la Evans, perchè Nik ha detto che si vuole vestire da
Boccino, poi ovviamente voglio vedere la foto (ma meglio se dal vivo però! XD).
Torniamo alla fic. I lapsus dell'Inimitabile Paddy
(non so perchè sembra il nome di un supereoe Marvel, tipo Amazing Spiderman o
che so io! XD) sono ovviamente, come quasi tutto in questa fic, frutto di
intuizioni momentanee (leggi; cose inventate sul momento), perchè io sono una
che capisce sempre fischi per fiaschi, allora ho trasformato i miei
fraintendimenti in lapsus, ma per fortuna Paddy è scaltro e non si fa scoprire.
O è James che ha bisogno di fosforo. Su Sirius e la Evans. No, non gli sta
antipatica come in "Lei...", però un pochetto si, diciamo che la ritiene la
tipica "guastafeste", ma non la odia. E poi per lui il fatto che sia amorale e
cinica (non in senso assoluto ma al punto da passare sopra il trascurabile fatto
che in pratica si sta andando contro i sentimento di Moony) è un complimento,
perchè gli servono queste sue indubbie qualità! ^_- Ora però non può aiutarlo
perchè "sta" con Moony e quindi dovrà arrangiarsi da solo. Ma il suo cervello
superiore è sempre in funzione... ^_-
Kahochan: Hahahaha povero Siriusino, in fondo è innamorato e l'amore
fa fare cose moooooooolto stupide, impecilli e casiniste. Diciamo che il
corteggiamento freddo e calcolato è tipico, secondo me, di chi non è davvero
perso per qualcun altro. ^_- Questa ovviamente è una mia opinione, ma se
qualcuno mi piacesse davvero e fossi istintiva e animalesca sarei per il "tutto
e subito" a costo di combinare dei gran casini, e credo che questo ben si adatti
al nostro cagnone! ^_- Insomma, povero Remus, ahi ahi ahi! Vuoi vedere se riesco
a sciogliere i nodi che ho creato? Vorrei tanto vederlo anche io! ^_- Forse mi
sa che ne aggiungerò altri ma non è mica sicuro! Un bacio!
Meggie: Hahahaha oddio mi dispiace sul serio di averti fatto
piacere una fic non seria (che poi, non seria, c'è una grossa tensione di fondo,
prima o poi esploderanno tutti, credo, primi fa tutti la Evans, che essendo
alter ego dell'autrice - di me non della Rowling - avrà tanti diversi piccoli
vantaggi bwa bwa bwa! Ma non si porterà a letto nessuno purtroppo, perchè il
raiting non me lo consente! ^_-)! C'è sempre una prima volta, no? Magari, hai
visto mai, potrebbe piacerti anche una Harry/Ron, un giorno! XD Son contenta che
i giochi di parole di Sirius ti siano piaciuti, pensa che son venuti fuori
praticamente per caso, all'inizio avevo preventivato che si limitasse ad essere
colto a guardare Remus di nascosto, solo che casualmente alle sue spalle c'era
la Evans e quindi scoppiava tutto il bordello, però così mi sembrava meglio! Le
elucubrazioni mentali di James sono un po' i ragionamenti astrusi che tendo a
fare io, compresa la voglia di uccidere che mi scatta come se niente fosse! XD
Povero SIrius, fortuna che Peter l'ha calmato, James, altrimenti diventava cibo
per felini! La tua fic l'avevo iniziata a leggere ma mi si è bloccato il comp,
sigh! T_T Ora la rileggo!!! Ciauuuuuuuuuz un bacio!
Fairyangel: Son contenta che la storia si capisca, la mia coinquilina
non riesce a seguire la trama invece, uff, piango, il riassunto l'ho fatto
specialmodo per lei!!!! ^^ Ho aggiornato abbastanza presto, whooopieeeee! Baci!
Christine Black: ^^ Grazie mille per i complimenti, sono felice che
la mia fic ti piaccia!!!
Agartha: Oddio, sai che non so se continuerà ad essere una commedia
degli equivoci? Può anche darsi che tutto si risolverà entro breve e la storia
continuerà su tutt un altro binario. Però forse le cose continueranno a
complicarsi, almeno nel prossimo capitolo, nel quale dovrei gettare le basi
definitive per la storia. Mi pare. Non so. Io non so mai niente, cambio sempre
idea ogni tre secondi, ma lo faccio semrpe col mio stile chiaro e limpido! XD Io
si che sono una scrittrice seria. Su Lily e Remus confidenti non dubito che
anche lei gli abbia fatto due scatole con James, ed è per questo che non gli
spacca qualcosa in testa per l'esasperazione. Grazie mille, come sempre, per i
complimenti! XD
AGARTHA lo legge la mia coinquilina, ha anche tentato
di spiegarmi qualcosa, ma non avendo capito niente lei della trama non è che
abbia potuto capirci qualcosa io! XD
Chu: Hahahaahaha no, no c'è un limite alla mia capacità di
creare intecci credo. XD Con il prossimo capitolo credo di piantarla, forse. E'
bello dare così tante certezze come fa la sottoscritta! Sono contentissima che
ti piaccia la storia e che la trovi divertente nonostante gli equivoci e il
casino che si sta venendo a creare. Un bacio!
Sere: Hahahahaha, oddio, proverò a metterci le cose buffe che ci
vogliono, ma ricordiamoci sempre che prima o poi dovranno tentare degli approcci
seri! ^^ Preparatiiiiiii alla serietàààààà (detto con voce cadaverica). Che ti
sian piaciuti i lapsus di Sirius mi rende immensamente felice, io poi adoro
Freud e "Psicopatologia della vita quotidiana" è un po' la mia bibbia, per cui
ogni volta che faccio un lapsus sto sempre là a cercare la causa e cose varie,
sono da ricovero. Chissà cosa significheranno mai i lapsus di Sirius, maaaah?
^_- James noooo non lo odio, anzi, mi sta proprio simpatico così arrogantello e
un po' bastardo, proprio mi sa da concentrato di simpatia, fosse stato davvero
così gli sarei caduta tra le braccia come una pera (anzi no, perchè c'era
Sirius, allora niente! ^_-). Uddio, guarda che dimenticarsi un appuntamento per
giocare a Final Fantasy è perfettamente perdonabile, se lui si è arrabbiato non
capisce proprio niente. Figurati che la sottoscritta coi Final Fantasy si è pure
dimenticata di ripassare per gli esami, con risultati del tutto inaspettati! XD
Non ti dico i pianti che mi sono fatta con FF X (e pure con X-2, che vergogna!).
Che c'entra lo yaoi con gli zombie? T_T lo vorrei sapere anche io io vorrei
sognarmi le yaoi e invece mi sogno quegli schifiiiiiiii! Un bacione!
Miki: Ti rispoindo in punti come hai fatto tu che facciamo prima.
^^ 1) Huhuhuhu non so che m'è preso, domenica è stata la giornata degli
aggiornamenti, quando er tutta la settimana non avevo toccato la tastiera se non
per rispondere ai commenti. 2) Sono romagnola per acquisizione, nel senso che mi
sono trasferita qui quand'ero piccola (abito a Ravenna anche se adesso studio a
Bologna), anche se il mio cuoricino appartiene sempre al mio luogo d'origine, la
Campania! ^^ 3) Io credo che sarei una LontraBoccalona, anche se è il mio sogno
entrare nelle VolpiIntroverse assieme a Remusino!!! *.* 4) Facciamo così, te fai
in giro a cantare "Orsù andiamo in biblioteca", e io e Remusino diamo spettacolo
per strada per i maniaci che si ritrovano a passare di là, secondo me
sbanchiamo, riusciamo a comprarci anche tutta Hogwarts! 5) Siiiii, ma guarda che
Sirius è molto intelligente! Non sembra ma sa anche mangiare da solo, scegliersi
i vestiti e pettinarsi. Quando è di buonumore sa anche farsi lo shampoo senza
lasciare rimasugli di schiuma! XO 6) Poverini un po' tutti direi, sta storia è
l'apoteosi della sfiga, specialmente per il POVERO Sirius (te lo concedo, lo
tratto un po' maluccio.... Solo un pochino però), però dai, James ha un po'
ragione ad arrabbiarsi. : P Se Sirius andasse con me non ci sarebbero tutti sti
problemi! ^_- Mi sa che per ancora un pochinino potrai goderti questi risvolti
scemi in attesa di Rheme. Un bacione!
Saretta: Grazie un milione per i complimenti, e dire che il mio
stile in genere è sempre piaciuto poco! T_T Me commossa! Entro il prossimo
capitolo la trama dovrebbe essere completamente delineata, spero. A meno che non
decida di complicare ancora di più il tutto, hahaha! ^_- Invece che rubarmi la
fic, ruba l'idea di Sirius e dichiarati a questo tuo compagno di corso figo, e
se ti rifiuta... Gli dedichi una poesia e lo fai tuo! XD Un mega bacio!
Momo_san: Hahaha, sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto,
soprattutto le frasi sconnese di Sirius, che sono un'idea venuta fuori
praticamente dal nulla, all'inizio non dovevano esserci. Però un po' di Freud
non guasta mai e qualche lapsus qua e là aiuta sempre a incasinare un po' tutto,
no? ^_- Peter mi sa che lo sto rendendo un po' troppo simpatico e scaltro,
mannaggia! Al momento Sirius ha chiesto aiuto ad Hagrid, chissà che si
inventeranno sti due cervelli. Continua a seguirmiiii! ^_-
|
Ritorna all'indice
Capitolo 6 *** Capitolo 5 - 'Prima dice che mi ama poi si comporta così!' ***
Nuova pagina 1
Commenti di inizio capitolo
Stamattina mi è venuta in
mente una fan art dei 10 minuti (dicesi fan art dei 10 minuti quelle che ti
vengono dal nulla e che impieghi non più di 10 minuti a ideare, disegnare e
colorare) su questa fic, allora visto che sono in vena di non so che cosa la
metto
QUI.
Chi riconosce tutti i
personaggi è bravo e vincerà… Non lo so che vincerà!!! Ma se li riconoscete
tutti sono brava anche io che li ho resi capibili! XD Per cui regalerò a me
stessa una sessione di sesso selvaggia con Sirius (ah, che bello, ci immagino, a
spulciarci tutta la notte e a fare pipì contro i lampioni).
LE TRAGICOMICHE CONSEGUENZE
DELL’AMORE
Capitolo 5 – “Prima dice che mi
ama e poi si comporta così!”
Quando Remus e Lily
arrivarono in Sala Grande gli altri avevano già cominciato a cenare.
I due avevano deciso di
sedersi insieme anche a tavola per farsi qualche domanda veloce a bruciapelo per
il test di domani, quindi la loro intenzione era sedersi un po’ in disparte
dagli scalmanati amici di Remus e dalle amiche pettegole di Lily, che avrebbero
impedito loro di concentrarsi.
Purtroppo essendo arrivati
in ritardo i posti liberi al tavolo dei Grifondoro erano davvero pochi.
I due si erano già
rassegnati a dover mangiare in piedi, quando un urlo dal fondo della tavola li
fece sobbalzare. Seguirono la fonte di quella voce bassa e potente, e notarono
Sirius il quale, alzatosi in piedi, stava cercando di catturare la loro
attenzione agitando le braccia come un matto. C’era riuscito talmente bene che
aveva attirato l’attenzione non solo dei due, ma di tutta la Sala Grande.
“Ehi!”, gridò il bel
malandrino con una voce da spaccare i timpani (e non solo quelli!) non solo ai
suoi vicini di tavolo ma anche ai Centauri che vivevano nella Foresta Proibita
(e che da quel giorno trovarono un nuovo motivo per odiare i maghi). “Vi ho
conservato due posti, ragazzi! Venite a sedervi qui!”
Due
posti?, rifletté Remus un po’ sospettoso. Aveva pensato anche alla Evans?
Strano, considerando che
solitamente non le riservava queste gentilezze.
Ma non era il momento di
essere paranoici, stava morendo di fame.
“Che facciamo? Andiamo?”,
chiese la ragazza .
“Beh, non è che abbiamo
molta scelta.”, replicò Remus con un sorriso. “E’ stato molto carino a tenere il
posto a entrambi, sarebbe una vera scortesia rifiutare. E poi sai quant’è
permaloso, se non l’accontentiamo mi farà il muso fino alla fine dei tempi…”
“Non so perché ma sento che
me ne pentirò…”, mormorò la bella Grifondoro profetica mentre seguiva il
licantropo dai suoi amici. Remus si sedette di fianco a Sirius, dopo qualche
tentennamento più che plausibile ai suoi occhi; temeva che il bel Black si
illudesse, in qualche modo (non sapeva in quale modo avrebbe potuto illudersi,
ma da tempo aveva rinunciato a capire quel cervello contorto), che Remus
provasse qualcosa nei suoi confronti.
Poi però pensò che il suo
amico piuttosto che avere la Evans accanto si sarebbe tagliato un braccio, e
come minimo sarebbe scoppiato un caos, e lui non avrebbe avuto pace fino alla
fine dei suoi giorni perché Sirius avrebbe dato la colpa a lui per averlo messo
vicino a quella strega malefica e avrebbe preteso un “risarcimento per danni
morali e materiali”. Nella testa del licantropo seguirono varie immagini che lo
fecero arrossire come una ragazzina.
Scosse la testa per
scacciare quei pensieri tutt’altro che piacevoli e rassicuranti e, dopo aver
fatto accomodare la sua amica, prese posto a fianco dell’Animagus, il quale
parve leggermente deluso di non avere accanto la ragazza. E poi, notò con
disappunto Remus, non sembrava per niente desideroso di sapere dove, e
soprattutto come avesse passato il pomeriggio. In genere era il più paranoico
degli amici, non appena spariva per 10 minuti faceva andare tutto il castello
sottosopra finché non lo trovava e quando ciò avveniva lo teneva ore a fargli
l’interrogatorio per sapere tutto nei più microscopici particolari, e invece
quella sera…
Niente, se ne stava al suo
posto tutto mogio e non diceva le solite cavolate con James, che sembrava
anch’egli piuttosto depresso e giù di morale (Forse aveva avuto degli
allenamenti di Quidditch che non erano andati benissimo, pensò). E poi, ultimo
ma non per importanza, si poteva sapere perché il suo amico continuava a
lanciare timide occhiatine fugaci alla ragazza che aveva a fianco?!
Non che fossero affari suoi,
ma… Non doveva farlo.
Era scortese nei confronti
di Lily.
“Ragazzi, avete studiato?”,
chiese Peter curioso, l’unico, pensò con sollievo Remus, che si comportasse
normalmente quella sera. “Com’è andata in biblioteca?”
Le guance del ragazzo
assunsero una tenue tonalità vermiglia per l’imbarazzo, e rimase un po’ incerto
sul da farsi. Non poteva certo dire ai suoi amici che si era rintanato con la
sua amica in uno sgabuzzino delle scope per sfuggire alle grinfie di Sirius, il
quale nutriva una cotta per lui da chissà quanto tempo. Non sarebbe stato bello
nei confronti del suo amico, così legato alla sua immagine di dongiovanni. Per
non parlare poi della paura che lo colse al pensiero di cosa avrebbe potuto fare
James se fosse venuto a conoscenza del fatto che si era rinchiuso con la sua
donna in un posto buio e isolato.
Per questo decise di
mentire.
Una piccola bugia non
avrebbe fatto male a nessuno, in fondo era per il bene di tutti. E poi non era
come se fosse un modello di virtù, aveva nascosto a tutti per anni la sua
licantropia con scuse e sotterfugi vari, non si sentiva particolarmente in colpa
a mentire. Ed era anche maledettamente bravo in quell’arte. Le sue labbra si
schiusero in un sorriso sereno mentre cominciò a riempirsi il piatto di uova e
salcicce.
“E’ andata bene, direi,
abbiamo fatto tutto.” e si voltò verso la sua amica. “Vero Lily?”
“Si, non possiamo proprio
lamentarci del lavoro fatto. Domani andremo alla grande.”
Sirius emise uno sbuffo
infastidito e un ringhio basso e cupo, segno che qualcosa non andava.
“Che succede?”, gli domandò
il licantropo, preoccupato.
“Avrà uno dei suoi soliti
mal di testa…”, rispose Lily prima che il bel malandrino potesse aprire bocca.
“Sai che cercare di seguire una conversazione mentre si mangia può essere
problematico per cervelli troppo semplici.”, aggiunse mentre si portava alla
bocca un pezzo di coscia di tacchino.
L’Animagus scoprì i denti in
una smorfia che forse avrebbe voluto essere un sorriso. “Evans, sei tanto carina
quando non parli, perché vuoi rompere l’incanto?”
Sei… Sei tanto carina?
Remus sentì una piccola
sensazione di fastidio, proprio alla base del collo. Già lanciarle occhiatine
languide di nascosto oltre a non essere gentile era strano, ma quella frase
detta da Padfoot era abbastanza inquietante… Da quando faceva complimenti alla
Evans sulla sua bellezza? Cos’era quella novità? Il massimo che aveva mai detto
riguardo al suo aspetto fisico era che camminava come se avesse una scopa
infilata nel… Il poverino arrossì al solo ricordo di quel commento da burino.
Certo che Sirius era proprio
un cafone, a volte. Anzi, molto spesso. Anzi, sempre.
Che di punto in bianco se ne
venisse fuori dicendo che era carina era… Beh, non era carino! A lui non aveva
mai detto nulla del genere, però aveva detto di amarlo, e ora di punto in bianco
con lui faceva il freddo e si metteva a fare i complimenti alla Evans. Stava
cercando di vendicarsi per il fatto che l’aveva rifiutato? E si che era stato
così pieno di tatto da restargli amico.
“Prima dice che mi ama e poi
fa così…”, mormorò tra se e se un po’ depresso.
Mentre era tutto perso in
quei pensieri strani un pezzo di pasticcio di patate gli sfiorò il viso andando
a sfracellarsi alle sue spalle in faccia a… Sirius?! Ma non era di fianco a lui
un minuto fa? Si voltò e si rese conto di quanto fosse degenerata la situazione
in quei pochi minuti (credeva fossero pochi minuti, per quel che ne sapeva
poteva essersi distratto anche per qualche ora!): Lily e Sirius erano impegnati
in un corpo a corpo piuttosto assurdo, con la Evans che aveva afferrato il
Malandrino (il quale ormai aveva i capelli tutti sporchi di cibo) per il
colletto della camicia e lo scuoteva come un cancellino urlando improperi con
degli acuti da Banshee.
Fu costretta ad intervenire
la McGranitt, che tolse ad ognuno dei due 10 punti e minacciò una punizione
severa che avrebbe influito sui loro risultati accademici di fine anno se non si
fossero calmati immediatamente. Per la ragazza questo avviso fu più efficace di
una dose di anestetico da elefanti e si acquietò immediatamente, tornando la
dolce fanciulla di sempre. Si ricompose quel tanto che bastava e ringraziò
gentilmente Peter che le aveva raccolto la giacca, caduta durante la lotta.
Sirius si rimise al suo
posto mentre un sorriso gli increspò le labbra.
Remus si rimise a mangiare
tranquillo con la matematica certezza che non avrebbero ripassato per nulla
quella sera e che avrebbe dovuto darsi da fare dopo, dandosi mentalmente del
cretino per aver potuto pensare anche solo per un istante che Sirius potesse
avere una cotta proprio per la Evans, dal momento che aveva tutte le donne della
scuola che gli correvano dietro. Persino quella giovane Tassorosso lo stava
squadrando con desiderio, pensò, un po’ depresso. Lui non aveva mai avuto
successo con le donne.
Però, pensò poi, che ci
sarebbe stato di male se Sirius avesse scoperto di interessarsi alla Evans?
Se Sirius si fosse
innamorato di qualcun altro, di chiunque altro, sarebbe stato tutto grasso che
colava, per lui, il problema sarebbe stato della Evans. Un po’ gli sarebbe
dispiaciuto per lei ma, come dicevano i latini “Mors tua, vita mea”, no?
Che ci sarebbe stato di
male?
Quella la domanda lo
tormentò per tutta la sera.
Quando James e Peter
arrivarono in Sala Grande Sirius aveva già trovato posto.
Ci avevano messo un po’ a
scendere per la cena, perché Peter aveva sudato sette camicie per convincere
James che si sarebbe dovuto calmare prima di andare a cena e che non avrebbe
dovuto fare pazzie di nessun genere con Sirius, nessuna violenza fisica né
psicologica, perché, a parte che quella psicologica molto probabilmente non
l’avrebbe capita, ma poi sarebbero finiti tutti nei guai per qualcosa che molto
probabilmente era solo nella sua testa. Quasi sicuramente Padfoot guardava la
Evans con gli occhi con cui un vegetariano guarda una bistecca alla fiorentina.
Sicuramente era viceversa.
Alla fine James si era
convinto, e così era sceso in Sala Grande col sorriso sulle labbra e l’animo
leggero come un aquilone. Quando aveva visto Sirius da solo con l’aria un po’
triste e abbattuta si era anche dispiaciuto per lui e si era chiesto cosa mai
avesse. Probabilmente era solo il fatto che non aveva accanto nessuno dei suoi
amici. Quando veniva lasciato da solo Sirius tendeva ad essere piuttosto…
Spento.
I due salutarono il loro
amico con due bei sorrisoni stampati sulle labbra, ai quali lui aveva risposto
con un cenno del capo piuttosto miserello, che facevano intuire che non fosse al
massimo della forma.
James si sentiva un po’
stupido, per aver pensato delle cose così orribili sul suo migliore amico
Sirius.
Si convinse definitivamente
che le sue erano solo paranoie. Certo, l’amore di Padfoot per la Evans era tutto
nella sua mente, e anche se per caso ci fosse stato un interesse, seppur vago…
Figuriamoci se il suo migliore amico poteva portargli via la donna dei suoi
sogni!
Quelle cose accadevano solo
nei film babbani di serie Z!
I due fecero per sedersi nei
due posti liberi di fianco al bel Malandrino, ma questi disse loro in maniera
piuttosto spiccia che quelli erano occupati, e che si sarebbero dovuti mettere
da un’altra parte. Indicò un paio di sedie vuote di fronte a loro e tornò ad
assumere un’aria pensosa.
James non disse nulla. Però
sentì una specie di strana sensazione alla base del collo, e provò
l’irresistibile e improvviso impulso di staccare la testa dal collo a Sirius, ma
così, senza una ragione. Riuscì a dominarsi solo in virtù della sua proverbiale
calma inglese. E del fatto che c’era la remota possibilità che qualche
professore avrebbe potuto anche decidere di punirlo.
Anche se sarebbe stato un
bene per il paese far del male fisico a Sirius.
Si sedette di fronte
all’Animagus, squadrandolo in silenzio e osservando ogni suo comportamento.
Apparentemente era calmo e tranquillo, occupato solo a riempirsi il piatto di
schifezze e a mangiare senza soffocarsi con qualche osso di pollo che sfuggiva
alla vista, come suo solito, ma in realtà c’era qualcosa di molto diverso in
lui; era guardingo e attento, e lanciava spesso occhiatine trepidanti alla porta
d’ingresso, in attesa di qualcuno. Chi era questo qualcuno? Chi aspettava? James
si mise a riflettere, e come al solito la soluzione non tardò ad arrivare.
Peccato che come al solito fosse quella sbagliata.
C’erano due persone a
cui aveva tenuto il posto.
Chi potevano mai essere
queste due persone?
Una era senza ombra di
dubbio Moony (per lui Sirius aveva una predilezione)… Ma l’altra?
Un pensiero improvviso gli
balenò nel cervello. Per la Evans, chiaro! Brutto sporco infame traditore…
La mano corse a stringere la
forchetta con forza, ed era talmente chiaro quello che avrebbe voluto farci, con
quella forchetta, e con che parte del corpo del suo (al momento non tanto)
migliore amico avrebbe voluto farlo, che Peter si premurò di togliergliela da
mano, e già che ci fu pensò anche ai coltelli e ai bicchieri di vetro. E pregò
che non accadesse nulla.
Ma la voglia di punire il
traditore non scemava.
Poi Padfoot si alzò in piedi
e si mise ad agitarsi e ad urlare come un cane che vede il padrone tornare a
casa, facendo prendere un mezzo colpo a James, che era tutto perso nelle sue
splendide e innocenti fantasie in cui uccideva il perfido mago Padfoot e la
bella e dolce principessa Lily si gettava felice e piena di desiderio tra le sue
braccia forti e virili. “Ehi!”, gridò tutto felice scodinzolando con la sua
codina immaginaria, come il cane che era. “Vi ho conservato due posti, ragazzi!
Venite a sedervi qui!”
Come da copione, i “ragazzi”
erano Remus e Lily. James sbuffò seccato.
I due li notarono e si
sedettero ai posti che aveva indicato loro l’Animagus. James notò, con suo gran
sollievo, che la Evans non aveva voluto sedersi di fianco a Black e aveva
lasciato a Moony l’onore e il piacere. Sospirò di sollievo. D’un tratto gli
parve talmente stupido aver pensato anche solo per un istante che quei due
avrebbero voluto stare a meno di due metri di distanza l’uno dall’altra, dal
momento che erano come cane e gatto.
Però quel bastardo
continuava a guardare la sua donna con quegli occhietti lubrici.
Eh si, era sicurissimo.
Stava proprio guardando la Evans, e con insistenza.
Convinto di non essere visto
evidentemente. Ma lui era furbo!
Nessuno parlava e la
tensione poteva tagliarsi col coltello. Peter decise di calmare un po’ le acque
intavolando una conversazione civile. Di sicuro se qualcuno avesse cominciato a
fare quattro chiacchiere in tutta tranquillità poi tutto sarebbe andato per il
meglio. Lanciò in direzione di Remus, che sembrava quello più bendisposto alla
conversazione, un sorriso che fosse il più gioviale possibile. “Ragazzi, avete
studiato?” Osservò Remus alzare gli occhi dal suo piatto e fu felice del fatto
che non lo guardasse come se volesse lanciargli un Avada Kedavra. Segno che era
davvero in vena di chiacchiere. “Com’è andata in biblioteca?”
“E’ andata bene, direi,
abbiamo fatto tutto.”, e si voltò verso la Evans. “Vero Lily?”
“Si, non possiamo proprio
lamentarci del lavoro fatto. Domani andremo alla grande.”
Sirius sospirò, con un’aria
che a James parve proprio sognante. Quel maledetto animale in calore perpetuo,
possibile che gli bastasse sentire la dolce voce della sua donna per arraparsi?!
A dire il vero a lui la voce di Lily faceva lo stesso effetto, ma non era
importante! Lui aveva l’esclusiva sulla bella Grifondoro!
Guardalo lì come la fissa
compiaciuto, a bocca aperta come un merluzzo…
Chissà che sconcezze gli
traversavano il cranio. Gli faceva schifo anche solo pensarlo. Anche se poi lui
faceva lo stesso, ma ovviamente non era la stessa cosa. La Evans era sua e lui
aveva il diritto di pensare a lei in quel senso.
“Che succede?”, domandò
Moony, tutto preoccupato.
E che vuoi che succeda?
Pensò James mentre l’Animagus balbettava frasi sconnesse. Povero piccolo ingenuo
Moony, che non aveva capito niente della vita. Sempre così fiducioso, anche con
quelli che non se lo meritavano.
E Sirius di sicuro non
meritava quella gentilezza.
Era un traditore e un
bastardo della peggior specie!
Poi la voce melodiosa della
Sua Lily traversò nuovamente l’aere, portandolo in uno stato d’estasi
suprema. “Avrà uno dei suoi soliti mal di testa…”, rispose quella dea
meravigliosa con la consueta sagacia. “Sai che cercare di seguire una
conversazione mentre si mangia può essere problematico per cervelli troppo
semplici.”
Si, bravissima Lily!
Mettilo al suo posto quel
cretino!
James ridacchiò tutto
contento tra sé e sé ripensando alla risposta di lei, ma subito dopo la risata
gli morì nella strozza, nel momento in cui udì la risposta che fuoriuscì dalle
labbra di quell’animale. “Evans, sei tanto carina quando non parli, perché vuoi
rompere l’incanto?”
Sei… Sei tanto carina?
Incanto?
Ecc che ritornava quella
fastidiosa voglia di uccidere. Come osava dire che la Evans era carina?! Cioè,
si, era carina, ma… Ma no, non era solo carina, era più che carina, era
bellissima… Ma non doveva azzardarsi a fare apprezzamenti di nessun genere sulla
sua donna. Era come essere definiti “degni di esistere” da un Serpeverde, no non
è esatto non era come quello… Era come… Beh, non lo sapeva com’era, la vita era
troppo breve per star lì a trovare stupide metafore dell’esistenza.
Sapeva solo che non doveva
rivolgersi a Lily in quel modo!
Anzi, non doveva rivolgersi
a Lily in nessun modo! Doveva lasciarla in pace, bastava un pretendente folle
attaccato alla gonnella della Evans, e quello era lui! Comunque il problema non
si pose perché anche la ragazza, la quale evidentemente non doveva aver gradito
quelle attenzioni da parte del suo amico, si era alzata in piedi e aveva
cominciato a dirgliene quattro. L’Animagus però, con la consueta cafonaggine,
aveva cominciato a metterle le mani addosso e ad approfittare della situazione.
Ma… Ma le ha toccato il
seno!!
Come osa…?!
Prima che Peter potesse
fermarlo aveva afferrato del pasticcio di patate e l’aveva gettato addosso a
quella faccia da schiaffi. Quando l’aveva preso dritto nei capelli aveva fatto
un grido di giubilo. Evvai, 100 punti e Potter prende il boccino, vince
Grifondoro! Sirius adorava tanto quei 4 peli scarsi che aveva in testa, ne
faceva un culto quasi maniacale! Ecco la fine che meritava, inzaccherato,
insozzato così come nei suoi pensieri aveva insudiciato la sua splendida donna
dagli occhi di smeraldo!
Fortunatamente la cosa finì
lì. Peter, il quale poveretto voleva soltanto mangiare e andarsene a dormire, lo
fermò in tempo, prima che arrivasse la McGranitt e togliesse dei punti anche a
lui. Già erano bastati quei 20 in meno che si erano presi lui e Lily a
guadagnarsi occhiate di disprezzo e schifo e odio e voglia di uccidere da parte
di tutti i suoi compagni di casa. Poverina, la Evans, era tornata a suo posto
tutta mortificata, era orribile, lei che teneva tanto alla condotta.
Invece quell’idiota senza
morale se la rideva!
Se avesse potuto James gli
avrebbe staccato la testa dal collo, tanta era la rabbia, ma non lo fece. Prima
di tutto perché avrebbero punito anche lui e togliere altri punti alla sua casa
o, peggio, mandarlo a pulire i bagni senza magia come l’altra volta, non
l’avrebbe aiutato a far breccia nel cuore della Evans. Poi perché sapeva che
forse, in un futuro molto remoto, si sarebbe pentito di qualsiasi cosa avrebbe
potuto fare al suo migliore amico. E terzo, ultimo ma non per importanza, perché
nella confusione Peter era riuscito a prenderle di nascosto la giacca e a…
Mettere in atto il loro geniale piano per parlare con lei! Era proprio stato un
grande, Wormtail!
James si complimentò di
cuore col suo piccolo amico ratto, che arrossì felice e sorrise.
Quella sera James Potter e
Peter Minus andarono a dormire parecchio soddisfatti.
Quando Sirius Black arrivò
in Sala Comune non c’era quasi nessuno.
Si affrettò a prendere posto
per sé e occupò i due che aveva accanto. Del resto mancavano soltanto 45 minuti
all’ora di cena; qualcuno avrebbe potuto sedersi lì e lui non avrebbe avuto
accanto il suo unico vero grande amore. A che punto era arrivato, accontentarsi
di sedergli vicino a cena!
Come mai aveva tenuto due
posti?
Beh, purtroppo, visto che
ormai pareva assodato che lui e la ragazza erano la coppietta del mese, il suo
licantropo non avrebbe mai accettato di starle lontano nemmeno per il tempo di
una cena, quindi doveva esserci per forza anche lei in mezzo alle scatole. Ma
per amor suo avrebbe fatto quello e altro. Cavolo, sarebbe persino diventato il
suo migliore amico per un bacio.
E poi avendola vicina
avrebbe potuto mettere in atto il suo piano.
Dopo un po’ arrivarono James
e Peter, che lo salutarono tutti allegri.
Beato loro che non avevano i
suoi problemi di cuore che li tormentavano, pensò invidioso il bel malandrino
innamorato tornando ad auto-commiserarsi e a scivolare nella depressione più
nera dopo aver impedito loro di sedersi al posto riservato a Remus (e
all’altra). Lanciava occhiate nervose alla porta, nella speranza di vederli
prima che si andassero a sedere lontani per avere un po’ di privacy. Non ce
l’avrebbe fatta a vederli scambiarsi effusioni in solitudine, proprio no. Già il
pensiero di quello che potevano aver combinato nello sgabuzzino delle scope lo
tormentava oltre ogni misura.
Non ci voleva pensare,
eppure non faceva altro da ore.
Finalmente, eccoli là!!!
Insieme, vicini e complici,
come loro non sarebbero mai stati perché ora tutto era perduto… No, no, non
doveva pensare queste cose! Non poteva assolutamente permettersi di pensare in
termini così negativi. Se non gli fosse rimasta nemmeno la speranza non gli
sarebbe rimasto nulla!! Doveva essere calmo, lucido, freddo, doveva portare a
compimento il suo… Oddio, Remus era così bello. Nessuna meraviglia che persino
quella vergine di ferro della Evans gli si fosse concessa. Lui per Remus avrebbe
fatto di tutto, sarebbe anche stato il figlio perfetto di sua madre se questo
avrebbe significato ottenere il suo cuore.
Ma non l’avrebbe mai
ottenuto.
No, non doveva far vedere
che era triste.
Si alzò in piedi e agitò le
mani per farsi notare dai due piccioncini. “Ehi!” Gridò l’Animagus dagli occhi
di ghiaccio. “Vi ho conservato due posti, ragazzi! Venite a sedervi qui!”
Remus si voltò nella sua
direzione. Lo guardò negli occhi. Oddio, Sirius si sentiva venir meno… Era uno
sguardo speciale, uno sguardo solo per lui. Gli venne la voglia di salire sul
tavolo e gridare ai quattro venti che lui era innamorato di Remus J. Lupin, e
alla Evans di lasciarlo in pace perché tanto non l’avrebbe mai avuto. Davanti a
quella dimostrazione d’amore e coraggio Remus non avrebbe di certo saputo
resistere! Avrebbe lasciato la Evans come una scema, sarebbe corso verso di lui
e si sarebbero baciati con passione!
See, vabbè e magari avrebbe
visto la McGranitt ballare nuda un tango con Silente.
Non poteva dire nulla,
doveva sopportare, doveva ingoiare, doveva.
E se doveva dirgli qualcosa
del genere sarebbe stato in privato.
Non poteva fare si che tutti
sapessero.
I suoi lo avrebbero ucciso.
Non solo era Grifondoro.
Era anche finocchio.
E innamorato di un
licantropo, per di più. Peggio che di un babbano, ai loro occhi. Più in basso di
così non poteva cadere, pensò depresso mentre vedeva i ragazzi avvicinarsi
sorridendo amabilmente e prendere posto a tavola.
Per un attimo aveva temuto
che Remus avesse talmente paura di lui da non sederglisi nemmeno accanto e a lui
sarebbe toccato stare vicino alla Evans, e sopportare la sua nefanda presenza,
che sicuramente gli avrebbe rovinato la cena (già aveva poco appetita!).
Fortunatamente Remus poi aveva deciso di stargli accanto, e lui si era sentito
al settimo cielo. Era anche arrossito. Che carino che era quando era
imbarazzato!
Però…
Cavolo, il suo piano!
Se l’era completamente
dimenticato!
No, avrebbe dovuto sedersi
vicino alla Evans!
Oh, cavolo, e ora come
faccio? Si
domandò l’Animagus osservando la ragazza di nascosto. Sperava di cogliere un suo
attimo di distrazione e agire, rapido come una faina. Ma niente, quella aveva i
sensi perennemente in allerta, come i gatti!
La voce di Peter lo ridestò
dai suoi pensieri.
“Ragazzi, avete studiato?”
Sirius notò col cuore in gola Remus alzare lo sguardo e osservare l’amico. Aveva
un sorriso bellissimo. “Com’è andata in biblioteca?”
Sirius drizzò le orecchie.
Sarebbe andata bene se ci
fossero andati in biblioteca.
Chissà se Remus avrebbe
avuto il coraggio di dire la verità.
Intanto tutto quello che era
riuscito a fare era arrossire come una ragazzina, e lanciare delle occhiatine
fugaci alla Evans. Certo, la vergogna e la paura dovevano stargli facendo
passare il suo bel minuto di terrore, perché con James lì presente si rischiava
la vita a dire che ci si era rinchiusi tutto un pomeriggio in uno sgabuzzino
delle scope a fare sconcezze con la sua donna-angelo. Cavolo, una volta il
portiere della squadra di Quidditch aveva rischiato di perdere l’uso del suo…
amichetto… Quando aveva confessato ai compagni di squadra che aveva ottenuto una
foto della Evans in abiti babbani!
Nemmeno fosse stata nuda,
pensò Sirius.
“Si, abbiamo fatto tutto.
Vero Lily?”
Avete fatto tutto in che
senso?! Avrebbe
voluto dirgli, ma si trattenne a stento.
“Si, non possiamo proprio
lamentarci del lavoro fatto. Domani andremo alla grande.”
Peccato che domani non
facciate un esame di educazione sessuale applicata al Kamasutra!
Il Kamasutra… Era l’unico
libro babbano che aveva trovato interessante. Remus aveva provato a fargli
leggere dei mattoni allucinanti, quando era andato a trovarlo a casa sua un paio
di estati prima, voleva passargli un tomo immenso di un certo Torchio..
Torchien… Bah, chi se ne fregava… E autori con dei nomi impronunziabili. Tastoi…
Cafkian… Invece nella libreria dei suoi si che c’erano libri interessanti, però
Remus non li aveva mai aperti, e…
…
Ma non era quello il momento
di pensare a quelle schifezze!!!
C’era una sola cosa
importante a cui pensare. Remus e la Evans. Un ostacolo da superare per la
conquista del cuore di Remus grosso come una casa. Ma non era facile riflettere
con calma sul da farsi per una testa matta come lui, specialmente quando era
preda di uno degli attacchi di gelosia più violenti della storia.
Sentiva il sangue
ribollirgli nelle vene, il viso in fiamme! Loro avevano fatto TUTTO!
Lei aveva fatto tutto con
Remus. Lui non poteva sognare nemmeno una carezza!
Sbuffò furioso a quel
pensiero. Non era molto incoraggiante pensarla così.
E di sicuro non l’avrebbe
aiutato nella conquista di Remus.
Remus…
“Che succede?”, disse una
dolce voce alla sua sinistra.
L’Animagus si ridestò dal
suo torpore.
Il licantropo lo stava
guardando con un faccino preoccupato adorabile. Ma come faceva a sembrare così
sexy anche quando era seduto tranquillo a tavola?! E si che non era
oggettivamente uno schianto. Era magro come un chiodo nonostante si abboffasse
in continuazione di cibo, aveva la pelle di un bianco cadaverico inquietante, e
come se non bastasse il suo viso era sempre solcato da profonde occhiaie che gli
davano un’aria sempre sofferente e depressa. Tutti questi difetti Sirius però
non li vedeva, o faceva finta di non vederli, o li vedeva come cose positive
perché… Perché li aveva Remus, e bastava quello a fare di quei difetti le
qualità che rendevano il suo licantropo il ragazzo più bello del mondo.
“Avrà uno dei suoi soliti
mal di testa”, rispose quell’impicciona della Evans. “Sai che cercare di seguire
una conversazione mentre si mangia può essere problematico per cervelli troppo
semplici.”
Ma perché doveva sempre
stare a cercare a rissa con lui, quella là? Il Malandrino era piuttosto seccato,
certo che la Evans era una ragazza piuttosto permalosa. Ce l’aveva con lui dal
terzo anno, senza un’apparente motivo; da quando voleva farle quello scherzo
innocente e sarebbe stato nelle sue intenzioni farla girare per i corridoi di
modo tale che lei si vedesse nuda ma gli altri la vedessero vestita. Solo che…
Beh… Era successo un piccolo errore di distrazione… In fondo aveva cose migliori
fa fare che stare a controllare una stupida pozione, lui era un uomo molto
impegnato e… Vabbè, fatto sta che la Evans si era ritrovata a camminare nuda per
i corridoi della scuola convinta di essere vestita di tutto punto. Una cosetta
da nulla, ma lei ovviamente, da brava femmina stupida, cattiva, crudele e
vendicativa qual era, l’aveva preso in antipatia e da allora ogni occasione era
buona per fare battutine velenose.
E lui non si tirava di certo
indietro quando si trattava di una battaglia, anche verbale. Fece mostra di uno
dei suoi sorrisi più seducenti.
“Evans, sei tanto carina
quando non parli, perché vuoi rompere l’incanto?”
Ma ovviamente quella non era
tipa da tenersi nulla. Si alzò in piedi con le mani sui fianchi e lo guardò con
aria di sfida. “Tu invece resti il solito cafone anche quando tieni chiusa
quella boccaccia, Black! Stai attento a non farmi arrabbiare in maniera
eccessiva, altrimenti ci penserò io a farti stare zitto, ma per sempre!”
Sirius si alzò a sua volta,
mimando la Evans. Sorrise con aria di sfida. “Ah, si, e che mi fai? Mi picchi?”
“Si!”, esclamò lei, e senza
preavviso gli mollò una spinta. Una non troppo forte, ma nemmeno una carezza.
Ovviamente Sirius Black non
faceva favoritismi solo perché era una femmina (ma quella non poteva essere una
femmina) e le diede una spinta di eguale intensità. Solo che James evidentemente
si era fatto dei viaggi tutti suoi (quando si parlava della Evans tendeva a
perdere leggermente il lume della ragione), perché si era alzato n piedi
sbattendo le mani sul tavolo, facendo trasalire i due combattenti.
“Piantala di metterle le
mani addosso, brutto porco che non sei altro!”, gridò il bel cercatore.
Sirius fece tanto d’occhi.
“Ma sei scemo o cosa?! Non lo vedi che è lei a mettermi le mani addosso?” E poi
si voltò verso i suoi amici in cerca di conferma. Cercò di incontrare lo sguardo
di Peter ma quel piccolo bastardo si mise a guardare da un’altra parte, e
tutt’ad un tratto cominciò a trovare molto interessante la giacca della Evans!
Bastardo! Allora cercò appoggio in Remus.
Si, Remus di sicuro
l’avrebbe appoggiato, anche se era la Evans.
“Remus, non è vero?” Nessuna
risposta dal suo amico. Sembrava perso in un mondo tutto suo. Come al solito.
Sirius si chinò un po’ verso di lui, e gli poggiò una mano sulla spalla.
“Remus…”
“Prima dice che mi ama poi
fa così…”, mormorò il licantropo con voce bassa e roca.
Cos…?
E quello che cavolo
significava? Il malandrino era piuttosto confuso. Chi gli aveva detto che lo
amava e poi si comportava male con lui? Non certo il sottoscritto… Lui
era sempre gentile e cortese con Remus, e non lo metteva in imbarazzo
obbligandolo a sopportare i suoi sentimenti. Quindi c’era solo un’altra
possibilità. Possibile che la Evans l’avesse illuso e poi abbandonato e che in
realtà non stessero davvero insieme come tutto lasciava presagire? Quella
bastarda l’aveva sedotto con le sue perfide arti femminili e poi l’aveva
lasciato con l’amaro in bocca, pronta a volteggiare da qualcun altro. Si sentì
montare dentro una rabbia come mai prima d’allora. Si voltò verso la Evans col
viso in fiamme, pronto a dirgliene quattro. L’afferrò per la maglia. “Evans,
schifosa che non sei altro…!!!!”, cominciò a gridare, ma non riuscì a finire la
frase, perché proprio in quell’istante qualcosa lo colpì al viso,
inzaccherandogli i capelli.
Si portò una mano tremante
al viso…
E inorridì.
Schifoso, schifoso pasticcio
di patate!! Avrebbe lanciato una maledizione senza perdono al bastardo che aveva
osato… James!!!! Aveva ancora la mano sporca! Non c’erano dubbi, era lui il
colpevole! Invidioso della sua chioma setosa e fluente aveva attentato alla sua
bellezza in modo così infantile. Fece per tirare fuori la bacchetta, ma la Evans
fu più rapida. Lo afferrò per la camicia e cominciò a scrollarlo, cominciando a
gridare frasi con un tono di voce talmente acuto che il poveretto sentì un
fischio persistente nel cavo auricolare per settimane.
Cosa dicesse ovviamente non
aveva capito.
Tendeva a mettere un
salvaschermo mentale tutte le volte che la Evans apriva bocca.
Sentiva solo parole del
tipo: Ti rompo il muso… Ti aspetto dopo la lezione… Ti rompo il… (Seguono
improperi vari)… Nemmeno tua madre ti riconoscerà…”
Lui avrebbe potuto farsi
lasciare quando voleva, ovviamente.
Fortunatamente per lei
arrivò la McGranitt a fermarla prima che decidesse di reagire e ne facesse
polpette. Persero entrambi 10 punti, ma non è che fosse molto importante, per
Sirius, quando aveva cose immensamente più importanti a cui pensare: Remus, come
conquistare il suo cuore, come liberarsi dell’ostacolo Evans, come vendicarsi di
James per quello che aveva fatto ai suoi capelli… E poi di solito di punti ne
faceva perdere 40 al giorno, era andata anche piuttosto di grassa. La Evans
invece era andata nel pallone, per quella perfettina doveva essere stato uno
shock, pensò soddisfatto.
Infine, nel caos era
riuscito a mettere in atto il suo piano.
Un sorriso gli traversò le
labbra. Ce l’aveva fatta. Ora doveva solo aspettare l’indomani.
Quella sera andò a dormire
col cuore leggero e fece dolci sogni di vittoria. E in tutti c’era Remus.
Lui
era perplesso.
Non sapeva davvero che fare.
Quando aveva deciso di fare
un giro da solo nei corridoi della scuola per fare due passi prima di cena per
risvegliare l’appetito non aveva certo avuto in mente di andare in quella
direzione. Era solo che a quelle stupide scale piaceva cambiare e si era
ritrovato a passare di là! Certo che Hogwarts era veramente una scuola di
pezzenti! Una scuola da pezzenti gestita da un vecchio pazzo!
Lui sbuffò infastidito al
solo pensiero di quel vecchio idiota che aveva anche la faccia tosta di farsi
chiamare Preside.
Un vero Preside serio si
sarebbe comportato nello stesso modo con tutti, invece i favoritismi nei
confronti di quegli schifosi Grifondoro non si contavano.
Durmstrang. Quella si che
era una scuola seria gestita come si doveva.
Di Babbanofili, Mezzosangue,
e altri aborti della società non se ne vedeva l’ombra.
Certo che quel vecchio
idiota di Silente aveva proprio lo spirito dell’accattone, qualsiasi cosa gli
cadesse davanti la raccattava. Se avesse avuto l’occasione avrebbe fatto andare
a studiare là persino un (e rabbrividì di disgusto al pensiero) lupo mannaro.
Fortuna che almeno c’erano i
Serpeverde.
Non erano molto ma sempre
meglio di niente. Certo, non ai livelli degli studenti di Durmstrang. Rodolphus
Lestrange gli raccontava sempre meraviglie di quella scuola, dal momento che era
l’aveva frequentata un paio d’anni per seguire i suoi, che avevano lasciato
l’Inghilterra per lavoro. Per lui era la scuola dei sogni, non si sarebbe potuto
desiderare di più.
Ma suo padre aveva voluto
mandarlo per forza a Hogwarts, in mezzo alla feccia.
Perché aveva
un’importantissima missione da compiere per conto della sua famiglia.
Doveva controllare che quel
suo fratello indegno non li svergognasse in maniera eccessiva.
In quel momento, mentre era
perso in quei pensieri, sentì delle voci provenire da dietro l’angolo.
Incuriosito fece capolino
dall’angolo, facendo bene attenzione a non farsi vedere, e si mise ad ascoltare
attento. Quello che vide superava le sue fantasie più sfrenate; Lupin e la Evans
che uscivano con fare guardingo da uno sgabuzzino delle scope, tutti soli
soletti, guardandosi in giro come ladri.
Si leccò le labbra con
gusto.
Conosceva la Evans.
Conosceva benissimo Lily
Evans.
Perché era veramente una
femmina insopportabile.
E conosceva Lupin.
Conosceva benissimo Remus
Lupin.
Perché era il ragazzo di cui
era innamorato suo fratello.
Magari quell’idiota
patentato era convinto che la cosa fosse segreta e che lui fosse dannatamente
bravo a nascondere tutto. Probabilmente lo era, dal momento che era riuscito a
sfuggire alla sorveglianza di Kreacher, e quell’elfo domestico era sempre
attaccato alle costole di suo fratello come una specie di maledetta sanguisuga.
Ma non era sfuggito alla sua.
Le volte in cui lo aveva
sentito gemere il nome di quel tipo non si contavano.
Come non si contavano i
sospiri d’amore, le frasi sconnesse nel sonno… Ed era più che certo che una
volta l’avesse beccato a piangere calde lacrime d’amore su una sua foto. Proprio
non riusciva a capire che ci trovasse in quel ragazzino: era piccolo e
insignificante, non particolarmente bello, in più era arrogante e superbo,
sempre a darsi arie da intellettuale impegnato (vicino a lui il fratello
sembrava ancora più stupido di quanto già non fosse!). Aveva di particolare solo
il brutto carattere e quegli strani occhi dorati che in tutta sincerità gli
sembravano tutt’altro che affascinanti.
La sua mammina avrebbe fatto
i salti dalla gioia.
Il suo erede, il suo
primogenito, correva dietro ad un uomo.
Un uomo povero in canna. E
come se non bastasse anche figlio di babbani.
Era un’informazione troppo
succulenta per sprecarla in maniera poco fantasiosa; non poteva semplicemente
scrivere ai suoi genitori dicendo “Mamma. Papà. Sapete Che C’è Di Nuovo?”
Certo, anche detta in maniera così banale sarebbe scoppiato un discreto casino.
I suoi avrebbero come minimo mandato un sicario a schiantare Lupin, tanto per
cominciare, e poi si sarebbero accaniti sul figlio. L’avrebbero diseredato
seduta stante, se non direttamente ridotto in cenere. Sarebbe stato divertente.
Ma non abbastanza. A lui
piaceva ideare macchinazioni machiavelliche per le sue cattiverie.
Era un malvagio sottile, di
quelli che ufficialmente sono bravi, carini e gentili con tutti, e poi si
rivelano serpi.
Regulus si avviò verso i
dormitori di Serpeverde con le mani in tasca. Improvvisamente gli era passato
l’appetito, non aveva proprio voglia di andare in Sala Grande. Ora tutte le sue
energie mentali erano impegnate su come rendere le cose un inferno al suo caro,
vecchio, adorabile fratellino Sirius…
Gli ingranaggi nel suo
cervello cominciavano a girare…
Cominciava lo spettacolo.
Fine Capitolo 5
Commenti di Fine Capitolo
^^’’’’ Mannaggia avevo detto
che il titolo del capitolo sarebbe stato un altro, ma ho dovuto cambiare perché
altrimenti anche questo capitolo sarebbe venuto immenso. L’idea della scena
della Sala Grande vista dai tre punti di vista dei Malandrini è stato un flash
improvviso che mi è sembrato carino, così l’ho messo, solo che mi ha preso la
mano ed è diventato praticamente tutto un capitolo.
Allora, chi aveva capito che
il LUI misterioso osservatore era Regulus?
Hihihihihihi nessuno l’aveva
messo nei commenti, quanto sono brava! Quanto quanto quantooooooo! XD La sua
frase “Sapete che c’è di nuovo?” è ovviamente una parodia del film con Madonna e
Rupert Everett, Sai che c’è di nuovo? Quel film in cui lei resta incinta
del gay… ^_- Se l’avevate capito non siete bravi perché era facile, su su su!!!
Che figo Rupert Everett! *.*
Non c’entra niente con la
fic, però.
Allora, solite domande di
rito. Sirius e James hanno imbastito il loro geniale piano (avete notato come
insista sulla parola geniale?). Cosa dovrà passare la povera Evans?
Sirius la smetterà di fare l’idiota? E James? Peter si accorgerà della dolce
tassorosso che gli muore dietro? Regulus rappresenterà davvero una minaccia?
Oppure, e qui cito DONNASOLE…
RIUSCIRANNO I NOSTRI EROI A
CORONARE IL LORO SOGNO D'AMORE? E LILY POTRA’ RESISTERE ALLA TENTAZIONE DI
VENDERE I MALANDRINI AD UN LABORATORIO DI ANALISI?
Scoprirete questo e altro
nel prossimo episodio di Le (tragicomiche) Conseguenze dell’Amore: “Io non
parlo con chi mi pone le domande in questo modo!”
Donnasole:
Hahahahahaha la frase “prorompentemente etero” la capiscono appieno solo le
persone che mi conoscono bene, perché in genere il mio modo di dire tipico è
“Prorompentemente gay”. Questa era una piccccccccola citazioncina da me stessa.
Non so se odierai Regulus per aver fatto quella descrizione poco edificante di
Remus, ma dovevo metterla, in fondo la bellezza è nell’occhio di chi guarda, no?
Remus è bravo e diligente e ha imparato anche come trasformare un trogolo dei
maiali in un letto vibrante a forma di cuore, all’occorrenza. La donna che se lo
piglia sarà molto fortunata. Ma le donne non provano stranamente un’eccessiva
simpatia per lui. Poverino. Ti ho promesso la Lily/Remus? Non ricordo,
trallallàààà! XD Hihihihihi scherzo, mi ricordo, però mi vengono in mente solo
idee comiche e mi pareva tu la volessi seria (non ti posso fare una fan art
invece? XD). Si, Sirius è veramente un lord inglese, per questo continua ad
essere il mio uomo ideale in qualunque fic! XD E poi anche se fosse voluto
entrare nello sgabuzzino delle scope di proposito, l’avrebbe fatto soltanto per
assicurarsi che stessero bene, mica per altro! Perché pensa alla salute dei suoi
amici, lui!
La piccola Tassorosso è
venuta per caso! XD Però si, ho pensato a te… All’inizio avrebbe dovuto chiedere
un appuntamento a Sirius ma poi ho pensato che sarebbe stato più carino che il
nostro lat(R)in lover si ritrovasse una volta tanto con un bel due di picche
(immaginavo un Peter vestito da carta da gioco che gli balzellava intorno, come
nel video dei Gem Boy)! XD Il ratto credo che apprezzerà. Appena Sirius si
ricorda di dirglielo! XD Lily poveraccia, credo che entro la fine della storia
imbraccerà un fucile a canne mozze e farà una strage.
Saretta:
Che casino davvero. Io credevo di aver finito con gli intrecci e invece mi è
saltato fuori dal nulla Regulus! XD Mi sa che a Sirius gli voglio un po’ male,
gli ho messo alle costole tutti, a momenti! XD Sono felice che ti piaccia la mia
Lily, lo tovo un grossissimo complimenti, visto che è un po’ autobiografica! ^_-
Grazie mille come sempre anche per i complimenti per il mio stile, me felice e
commossa! *.* Un grosso bacio!
Kaho_Chan:
Hehehehehehe, ma non è che Lily si lascia trascinare in mezzo così, lei è furba,
calcolatrice e un po’ maligna, il che non guasta mai! ^_- Magari trova il tutto
divertente, o magari vuole semplicemente ucciderli, è strana lei! XD Grazie
mille per i complimenti, spero che anche questo capitolo t’abbia soddisfatta!
Miki:
Beh, su Sirius stupido… Ammetterai che nel 5° non dà mostra di essere un pozzo
di acume! ^_- E poi parla quella che lo ama alla follia. Ma è stupido, bello e
ricco, è il mio uomo! *.* Ora gli ho messo alle calcagna anche il fratellino,
che di sicuro se è il figlio preferito di casa Black ci sarà un perché. Le tue
ipotesi sono state molto carine e fantasiose (sono caduta dalla sedia con
Silente, ahaahahahaah non avrei mai pensato a lui, ti giuro! XD), brava, come
premio puoi richiedere una piccola Fan art dei 10 minuti dei personaggi che
vuoi. ^_- Grazie un milione per i complimenti, sempre splendidi e continua a
seguirmi!!! Un bacione.
PS: Certo che ci portiamo
dietro Sirius, è un MUST portarsi dietro lui quando ci sono io!
PPS: Ti è passato lo
sconvolgimento di emozioni per “lei non è una di noi”? ^_-
PPPS: Ooooh, sei di forlì?
Io abito a Campiano, sono praticamente ad un quarto d’ora da Forlì!!!
Meggie:
Delle One Shots abbinate? Dei Sequel? Ooooh, mi sento come Gorge Lucas con
Guerre Stellari! *.* Beh, se mi verranno in mente idee perché no? Volevo
scrivere qualcosa su Remus e Lily e su quelle poche settimane che si sono
frequentati, tanto per cominciare, non so dal punto di vista di chi, sarebbe
interessante vedere quelli di entrambi. Ma forse è meglio quello di Remus. Ma
vedremo, vedremo, tanto ne ho già una in cantiere di quelle serie, non rimarremo
a secco! Spero ti piacerà anche più di “lei…” ^^ Riguardo questa… Dunqueeeee
grazie mille per i complimenti! James è un mito, è ricco e stupido come Sirius,
e io ho una predilezione per uomini così. Remus sarebbe un animale da letto,
perché non ha i soldi ma lo manterrei io! XD Dunque, gli attori che mi immagino
per fare i Malandrini… I nomi non me li ricordo. Cercherò su unternet e ti darò
qualche link di foto! ^_- Un bacionissimo!
Agartha:
Continua a restare commedia degli equivoci in cui ognuno vede le cose a modo
suo, solo che ora ho aggiunto anche un nemico, hahahahahahha (risata sadica).
Che sarebbe una fic senza nemici? Carino Remus che trova il comportamento di
Sirius per la Evans “poco carino”, eh? A me ha fatto tenerezza. Spero che
continui a trovare geniale anche questo capitolo, veramente, i tuoi complimenti
mi mettono sempre in imbarazzo, perché io ti trovo stupenda nella costruzione
delle trame originali e della psicologia dei personaggi!!! *.*
Imooto: ^_- Ti ringrazio
tantissimo per i complimenti, sono felicissima che ti piaccia la mia fic!!
Povero James, se pensa meno di così poi avrà l’elettroencefalogramma piatto e lo
daranno per morto! ^_- Ciauuu!
Chu:
Hahaahha ti ringrazio anche a me è piaciuta tanto la parte con James e Peter. Ma
sai che con sta fic mi sta cominciando a stare simpatico il ratto? Roba da non
credersi!!!! XD Mi vergogno profondamente di me stessa, farò penitenza! Avevi
indovinato chi era il personaggio misterioso? ^_- Il tuo sospetto era giusto?
Non mentire, eh? Un bacione!
Momo_san:
C’eri quasi arrivata! Brava, in effetti era un serpeverde e all’inizio avevo
pensato proprio a Malfoy. Purtroppo non era proprio possibile inserirlo, perché
se i malandrini sono al quinto anno Lucius ha lasciato la scuola da un pezzo.
Sigh…
Però vorrei mettercelo da qualche parte, è così sexy!
^_- Non può scoppiare così
facilmente lo scandalo, sarebbe troppo facile, no? ^_- E lo sai quanto piacere
perverso provi nell’incasinare sempre tutto (mi voglio vedere poi a sbrogliare
la matassa hahaahahaahahhaa). Non è un caso che Sirius trovi degno di stima un
caprone (detto con affetto, ma di sicuro non è una cima) come Hagrid. Hanno un
Q.I. simile. Questo dovrebbe far intuire quanto sarà geniale il piano. Si, Remus
se la vedrà brutta, ma forse per voi lettrici sarà una cosa bella. Non dico
altro! ^_- Un bacione
Christine Black:
^_- Continuataaaaaaa! Spero che sia divertente anche questo capitolo!!!!!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 7 *** Capitolo 6 - 'Io non parlo con chi mi pone le domande in questo modo!' ***
Nuova pagina 1
Commenti di inizio capitolo
Sarò rapidissima
Avevo promesso la fan art a
Miki, quella sulla scena della cena del capitolo precedente. Ci ho messo una
settimana a farla, proprio non mi veniva in mente come farci stare tutti, ma
alla fine, non appena ho trovato l’idea, a realizzarla ci ho messo i soliti 10
minuti.
Per chi volesse vederla…
Eccola
QUI
(la parte di sotto - quella in
bianco e nero - non c'entra niente con la storia, mi si è impallato il programma
di immagini e non ho potuto tagliare!)
Capitolo 6 - "Io non parlo con
chi mi pone le domande in questo modo"
Regulus emise un lungo sospiro.
Non sapeva da quanto fosse lì,
nel dormitorio dei Serpeverde, steso supino sul suo letto, con le braccia
incrociate dietro la nuca e lo sguardo fisso verso l’alto, a pensare a tutto e a
niente. Era molto irritato, come sempre accadeva quando non riusciva ad arrivare
alla soluzione di un problema (cosa che avveniva assai raramente, per sua
fortuna). Specialmente quando il problema riguardava suo fratello e il modo di
fargli passare i suoi cinque bravi minuti di terrore.
Era stato facile prima,
trascinato dall'entusiasmo del momento, rifiutarsi di andare a fare la spia da
mamma e papà perché non sarebbe stato un modo abbastanza crudele e intelligente
per farle pagare tutte con gli interessi a quel suo fratello indegno che aveva
fatto dello svergognare il buon nome della SUA famiglia la ragione stessa
d'esistenza. Era stato facile da dire.
Si, facile… Ma in pratica che
poteva fare?
Senza dubbio era venuto a
conoscenza di una vera chicca; l'uomo dei sogni di suo fratello a quanto
pareva se la faceva con quella Grifondoro rompiscatole che gli era sempre stata
attaccata alle costole come una piovra fino a qualche mese prima. Era qualcosa
di veramente ghiotto, qualcosa che sarebbe stato sciocco non sfruttare al
massimo. Perché aveva un conto in sospeso anche con Lily Evans.
Sarebbe stato meraviglioso
farla pagare cara ad entrambi, con gli interessi.
Ma era un'eternità che si
arrovellava il cervello e non era ancora venuto a capo di niente. Lui era una
mente geniale, che adorata ideare trovate machiavelliche, ma tutto quello che
gli veniva in mente erano banalità che sarebbero potute venire in mente a
chiunque, e lui non era affatto chiunque. Lui era Regulus Black, il figlio
"buono", la speranza di una delle famiglie più antiche e nobili di tutto il
mondo magico, e non poteva proprio permettersi di essere banale, in nessun caso.
Chiuse gli occhi e sospirò. Non si sarebbe rimangiato tutto, non sarebbe tornato
sui suoi passi, non si sarebbe arreso. Non sarebbe proprio stato da lui.
Questi pensieri lo presero a
tal punto che non si accorse nemmeno che la porta si stava aprendo.
"Oh, ecco dov'eri!", esclamò
una voce conosciuta mentre un viso bello e impertinente incorniciato da una
cascata di lunghi capelli corvini faceva capolino dall'uscio. Regulus aprì gli
occhi e si ritrovò davanti la maestosa figura della sua cugina preferita,
Bellatrix, la quale si rivolse a qualcuno rimasto fuori dalla porta. "Avete
visto? Ve l'avevo detto che l'avremmo trovato qui!"
"Stupefacente, Bellatrix.
Allora il prossimo anno dovrai fare domanda per la cattedra di Divinazione.",
rispose una voce sarcastica alle sue spalle. Severus Piton fece il suo trionfale
ingresso nel dormitorio; sul viso aveva, come al solito, l’espressione altezzosa
e incavolata di un uomo consapevole della propria superiorità sugli altri. A
Regulus Piton era simpatico, anche se non poteva definirlo un amico; conoscente
era più appropriato, dal momento che aveva rapporti con lui soltanto perché
frequentava le sue due cugine ed era stato grande amico di Lucius Malfoy e
Rodolphus Lestrange, quando ancora frequentavano Hogwarts.
Bellatrix non rispose
all'offesa ma si limitò a lanciare in direzione del Serpeverde un sorriso furbo.
Ma Regulus non ebbe il tempo di chiedersi come mai la cugina non si comportasse
come al solito rispondendo all'amico con quell'elegante sarcasmo che lui tanto
adorava, perché la voce cristallina di Narcissa Black lo ridestò dai suoi
pensieri. "Sempre a poltrire a letto, vero Regulus?" Gli angoli della bocca si
incurvarono leggermente verso l’alto. "Prima o poi verrai inglobato dalle
lenzuola."
Regulus arricciò le labbra in
un sorriso sghembo. "Questo è proprio ingiusto..."
"Cosa, il commento di
Narcissa?", chiese Bellatrix incuriosita voltandosi in direzione della sorella.
"Macché…", sbottò il cugino
rizzandosi a sedere. "Il fatto che noi maschi non possiamo entrare nei dormitori
femminili mentre invece a voi femmine, a quanto pare, è permesso entrare nel
nostro..." Oltre ad essere ingiusto, pensò, era anche piuttosto stupido, perché
a volte erano le ragazze ad avere le idee molto più chiare dei maschi, e spesso
i suoi compagni di stanza si portavano in stanza le fidanzate. Una cosa che
Regulus trovava a dir poco repellente… Si affrettò a scacciare quel pensiero,
fissando intensamente gli occhi neri della cugina. "... Anche se personalmente
ti vedrei molto meglio qui che nel dormitorio femminile, Bellatrix."
"Piccolo impudente!", esclamò
divertita la cugina. "Sei fortunato che sia di buonumore, oggi, altrimenti una
sonora sculacciata non te la levava nessuno."
"Le ha scritto Rodolphus",
spiegò Severus alzando gli occhi al cielo prima che il giovane Black potesse
farle domande in proposito..
"Si.", aggiunse Narcissa
storcendo le labbra in una smorfia di disgusto. "Ha detto che alla prossima
gita ad Hogsmeade verrà a trovarla, dal momento che si troverà a passare nei
dintorni per affari e trascorreranno tutta la giornata assieme." Bellatrix emise
un grido di gioia e si gettò a sedere sul letto di Regulus ridendo
sguaiatamente. "... E' tutto il giorno che fa così, è spaventosa."
"La preferisco quand'è
scontrosa e cinica.", le fece eco Severus.
Regulus si limitò ad annuire.
Quelli erano tutti discorsi inutili, e lui stava pensando a cose ben più serie.
Narcissa parve notare questo suo turbamento, ma non chiese niente in proposito.
Cara, sensibile Narcissa, era sempre così rispettosa degli affari altrui, non si
immischiava mai. Una dote molto rara.
Forse... Forse sarebbe stata
anche una dote utile... Forse poteva...
"Ragazzi... Sentite, io devo
confessarvi una cosa..."
Gli occhi scuri di Bellatrix
dardeggiarono di curiosità. "Cosa? Cosa?", esclamò con voce eccitata.
"Finalmente vuoi ammettere che sei stato tu a maledire la poltrona di quel
vecchio idiota dello zio Alphard?"
"Non puoi provarlo, cugina
cara!", ghignò di rimando il cugino.
"Il solo fatto che tu abbia
risposto così prova che...!"
"Bellatrix, non cominciare di
nuovo con questa storia.", sbottò Narcissa alzando gli occhi al cielo,
esasperata. La storia della maledizione alla poltrona dello zio Alphard era
storia vecchia, ma Bellatrix ancora non la perdonava al cugino, perché era stata
punita lei una volta tanto in cui non aveva fatto assolutamente niente di male.
"Che succede, Regulus?"
Il ragazzo deglutì.
Il giovane Black ponderò
attentamente se dire loro tutto o meno. Avrebbe potuto sconvolgerli... Avrebbero
potuto dire tutto in tutta la scuola solo per il piacere di vedere mortificato
quella testa di cavolo, e il buon nome dei Black sarebbe stato gettato in
un'indicibile vergogna. Però avevano il diritto di sapere. Erano la sua
famiglia. E Severus, anche se non era un Black, era un ragazzo intelligente e
assennato e avrebbe potuto essere d’aiuto.
Insieme avrebbero potuto
trovare una soluzione.
E gliel'avrebbero fatta pagare
cara, a Sirius. L'unione fa la forza, in fondo, no?
"Sembra..." Esitò. Il suo
sguardo si posò su tutti i presenti prima di tornare a guardare le sue lenzuola,
mentre un tenue rossone giungeva ad imporporargli le guance. L'imbarazzo era
troppo, anche per una faccia tosta come Regulus. La vergogna di suo fratello,
come al solito, si sarebbe specchiata su di lui, sui suoi genitori e su tutta la
sua famiglia.
Ma dovevano sapere. Era giusto.
Così si fece coraggio. "...
Sembra che a mio fratello piacciano i maschi."
Si pentì subito di aver detto
quelle parole. Nella stanza piombò il gelo più totale. Per parecchi istanti
nessuno ebbe la forza di spiccicare una parola. Regulus si morse la lingua
dandosi mentalmente del cretino. Di sicuro doveva averli sconvolti. Una persona
per bene come Narcissa sarebbe come minimo svenuta a terra per lo shock.
Bellatrix fu la prima a
parlare.
"... E allora?"
"Come 'E allora'?"
"Gli piace Lupin, no?", replicò
tranquilla Narcissa. "Lo sapevamo da un pezzo."
Regulus era a dir poco basito.
Ma prima che potesse recuperare abbastanza presenza mentale da chiedere loro
come facessero a saperlo, ma soprattutto come cavolo facessero ad essere così
tranquilli, Severus prese la parola. "Non credo tu abbia deciso di metterci al
corrente di questa notizia sconvolgente solo per un puro piacere di
informarci della cosa." La voce si ridusse quasi ad un sussurro, mentre i
tenebrosi occhi scuri fissarono intensamente quelli del giovane Black. "Per cui
veniamo subito al punto... Cos’hai in mente, Regulus?"
"Niente che ci faccia finire
nei guai, vero?"
Le labbra del ragazzo si
arcuarono in un sorriso perverso.
"Ragazzi, che scortesia...
Sapete bene che io non parlo con chi mi pone le domande in questo modo..."
Sirius sentì un brivido gelido
percorrergli la schiena.
"Che strano, eppure non fa
freddo...", mormorò tra sé e sé tornando ad occuparsi della sua chioma. Quel
maledetto pasticcio di patate sembrava fatto di mastice, era già il settimo
shampoo che si faceva e non se ne andava via del tutto. Aveva chiesto anche a
Remus di aiutarlo a pulirsi con un incantesimo appropriato prima che quella
schifezza diventasse colla, ma quel licantropo crudele si era rifiutato perché,
aveva detto, se lo meritava.
Non capiva… Anzi, si, a dire il
vero capiva, ma non è che quella realizzazione lo rendesse particolarmente
felice. Doveva essere per via della Evans… Era sicuramente per via della Evans.
Che sciocco era stato a credere che il suo bel Remus potesse passare oltre
l’amore che provava per quella strega dagli occhi crudeli e prendere le sue
difese. Chi era lui, in fondo? Solo uno dei suoi migliori amici, uno dei tanti…
Ma a dire il vero non riusciva
ad essere arrabbiato con Remus. Era… Triste.
Si, triste. Perché riusciva a
capire il perché del suo comportamento e questo gli faceva male. Anche lui in
una situazione simile avrebbe preso a priori le difese della persona amata.
Lui amava Remus.
Ma lui amava la Evans.
E la Evans lo faceva soffrire.
Sembrava una di quelle
telenovele babbane di dubbio gusto.
Ma non doveva angustiarsi
troppo dietro a quei pensieri deprimenti.
“Moony!”, piagnucolò disperato
il ragazzo. “Questo schifo non si toglie!”
Dai dormitori giunse un gemito
esasperato. “Lo so, me l’hai già detto 3 minuti fa, Padfoot…”
“Che devo fare?!”, gemette l’Animagus.
“Prenderti la tua punizione e
accettarla senza piagnucolare come un moccioso.”, sbottò James dalla doccia
attigua prima che potesse giungere la risposta del licantropo. Sirius si voltò,
per notare il suo “migliore amico” lanciargli uno dei suoi sorrisi maliziosi
brevettati. “Anzi, dovresti ringraziarmi, sei anche più carino, così…” E tornò
ad occuparsi della sua igiene personale, ridacchiando con aria sadica.
Sirius gli avrebbe fracassato
quella testaccia dura contro le fredde piastrelle del bagno, ma sarebbe stato
sbagliato dal punto di vista etico, con tutta probabilità qualcuno avrebbe anche
potuto affermare che ci fosse lui dalla parte del torto, quando in realtà era
nel giusto. E poi era troppo impegnato a perdersi nella cura del suo scalpo e
nelle sue mille pare mentali per perdere tempo con quel cretino di Prongs.
E così il nostro bel malandrino
tornò a frizionarsi la fluente chioma corvina, perso in mille riflessioni.
Ma perché oggi ce l’hanno tutti
quanti con me? Passi per la Evans quella femmina crudele che fa soffrire il mio
Moony, ma Prongs… Povero Moony… Accidenti, questa roba non si toglie, io non
voglio andare in giro così, domani… E Prongs, guarda come sogghigna compiaciuto…
Certo, però che potrei mettere in atto una piccola vendetta, altrimenti che
Malandrino sarei? Potrei… No! No, no, no, Sirius, sarebbe sbagliato, anche se un
bastardo è il tuo migliore amico… Continua a concentrarti su Moony… Moony… Oh,
Merlino, è così bello… Peccato che da quando gli ho detto di amarlo la doccia
insieme non la facciamo più… Santo Godric, se ci penso…
….
……
Okay, Sirius, ora SMETTILA di
concentrarti così tanto su Moony, capito? Smettila! … Che cavolo ha Prongs da
guardare, non ha mai visto uno che si lava i capelli? Se penso che è tutta colpa
sua se ora mi ritrovo i capelli coperti di schifo e Moony ce l’ha con me… Perché
è ovvio che ce l’ha con me, altrimenti non sarebbe così freddo col sottoscritto,
adesso. Non deve passarla liscia…
“Devi proprio mangiare qui,
Wormtail?”
Il licantropo sollevò
leggermente un sopracciglio sottile con fare infastidito e le labbra si
piegarono in una smorfia di sottile disgusto, mentre il suo sguardo si posava
sul suo piccolo amico il quale, per nulla intimorito, si affrettò ad ingoiare il
boccone che aveva in bocca e fece mostra di uno smagliante sorriso.
“Mangio qui così ti sto accanto
e ti faccio un po’ di compagnia!”
“No, mangi qui perché non vuoi
che il TUO letto si riempia di briciole.”, replicò per tutta risposta Remus,
scattando a sedere e togliendo dal pesante copriletto scarlatto qualche
rimasuglio di cibo con rapidi gesti stizziti della mano, mentre con l’altra fece
ondeggiare davanti agli occhi di Peter un tomo dall’aria parecchio noiosa. “Ti
avrò detto mille volte che non sopporto di avere gente intorno prima di andare a
letto, mi basta la compagnia di un buon libro. E basta.” Cadenzò bene le parole
per far sì che il concetto fosse recepito.
Se non altro, ci sperava.
“A Padfoot lo fai stare nel tuo
letto, però!”, si lagnò Peter, un po’ offeso per la differenza di trattamento
che Remus riservava a Sirius. Molto spesso quel cane irruento, dopo essersi
preparato per la notte, gli saltava sulle lenzuola senza problemi e ne
approfittava per abbracciarlo o accarezzargli i capelli (cosa che al poverino
dava un immenso fastidio, visto che odiava essere toccato). Remus però non aveva
mai fatto nulla per scacciarlo come faceva con Peter; non aveva reagito neanche
quella volte in cui, preso da eccessiva foga, Sirius aveva preso uno dei suoi
adorati libri e con un gesto secco l’aveva gettato via dicendo che non avrebbe
dovuto perdere tempo con quelle sciocchezze. Si era limitato a chiedere a Peter
di prendergli il libro, e l’aveva poggiato con calma sul comodino, continuando
nel frattempo a farsi coccolare dall’amico.
Se l’avesse fatto lui l’avrebbe
ucciso, mentre a Sirius perdonava sempre tutto. Era ingiusto.
“Prima di tutto Padfoot non mi
riempie il letto di briciole…”, asserì il licantropo con fare pratico. “E poi è
talmente cocciuto che non si riuscirebbe a impedirgli di saltarmi addosso
nemmeno se ne dipendesse della sua incolumità.” Il suo tono di voce era
tranquillo come sempre, ma Peter parve notare un lieve rossore sulle guance
dell’amico, mentre pronunciava quelle parole.
Forse il caldo, pensò. In
effetti quella stanza era un forno.
“Anche questo è vero…”,
mormorò, più a se stesso che all’amico. Remus era tornato alla sua lettura,
segno che per lui la discussione era chiusa. Peter rimase qualche istante
incerto sul da farsi. Forse avrebbe dovuto lasciarlo in pace, anzi,
probabilmente; Moony avrebbe potuto alterarsi davvero se avesse continuato a
chiacchierare, e un licantropo alterato era l’ultima cosa che aveva bisogno di
vedere.
E poi c’era un’altra cosa che
non lo faceva stare tranquillo. Si voltò in direzione del bagno. “Certo che ci
mettono tanto a fare la doccia stasera Padfoot e Prongs, vero?”
“Buon segno, vuol dire che si
stanno lavando bene, una volta tanto…”, rispose tranquillo l’amico senza alzare
gli occhi dal libro, mentre un debole sorriso gli illuminava lo sguardo.
Ma Peter non era affatto
tranquillo. Non avrebbe mai potuto essere tranquillo, non dopo quello che era
successo a cena tra i due. Era terrorizzato dall’idea di lasciare quei due soli,
perché avrebbero potuto ammazzarsi, ma era ancor più terrorizzato all’idea di
andare a controllare la situazione, perché avrebbero potuto ammazzare lui.
Rimase preda di quel dissidio interiore per molti minuti.
Alla fine, prese la decisione
più intelligente.
Lasciarli a loro stessi e
fregarsene.
“Beh, io vado a letto.”
Si alzò dal letto dell’amico e
si stiracchiò pigramente, dopodiché fece per avviarsi verso il suo letto, ma il
licantropo gli intimò di lavarsi prima i denti, in un tono che non ammetteva
repliche. Peter si portò le mani allo stomaco. Si sentiva tutto in subbuglio.
E non era per le 24 Cioccorane
che aveva in pancia.
E’ che sarebbe dovuto entrare
in bagno per lavarsi i denti.
In QUEL bagno… Con QUEI due, e…
Non era pronto psicologicamente.
Ma non si discuteva a un ordine
perentorio di Remus Lupin, così il povero Peter dovette lottare contro l’insano
terrore che gli fece tremare le gambe e si avviò a passi lenti e regolari verso
il bagno, pronto a vederne di tutti i colori. Magari sarebbe stato un bene anche
portarsi dietro la bacchetta.
O pregare qualche santo
babbano.
Il licantropo era finalmente
solo.
Non che rifuggisse la compagnia
dei suoi amici come un eremita, solitamente, ma Peter a volte era davvero
irritante… E poi ogni tanto c’era bisogno di un po’ di pace, specialmente prima
di andare a letto… E specialmente prima che arrivasse Padfoot a… Saltargli
addosso… Si sentì di nuovo le guance in fiamme, come poco prima davanti al
suo amico. Che scelta di parole orrenda, la sua; era un ragazzo intelligente,
con un vocabolario al posto del cervello… Proprio l’espressione “saltare
addosso” doveva usare?
Aggrottò le sopracciglia
infastidito e sbuffò con stizza.
Chissà cos’aveva pensato Peter…
Probabilmente niente.
Peter era sempre stato un
cervello piuttosto semplice, uno di quelli che affrontavano un solo argomento
per volta e si concentravano solo su quello. La cosa insopportabile era che
poteva affrontare la stessa discussione anche per un mese e proprio non si
riusciva a farlo parlare d’altro. Come facesse restava un mistero, come restava
un mistero il motivo per il quale Remus non aveva ancora deciso di renderlo
afono.
Quello ad esempio era il mese
del “nessuna ragazza mi vuole, morirò single, ma come fanno Prongs e Padfoot ad
avere tante donne al seguito?”, e con chi si andava a confidare? Con Remus,
ovviamente, dal momento che se avesse osato mettere in mezzo un argomento simile
con quei due stupidi come minimo per farsi due risate gli avrebbero consigliato
di fare turpitudini alla prima poverina che sarebbe passata, ben sapendo che
avrebbe seguito i loro consigli e si sarebbe messo nei guai.
Lui invece restava in silenzio
e ascoltava con pazienza.
Anche se avrebbe preferito
leggere quell’interessantissimo libro.
Era decisamente troppo buono e
disponibile e la gente se ne approfittava.
Anche Padfoot se ne
approfittava… Gli saltava nel letto e si metteva ad accarezzarlo come fosse un
cucciolo fino a fargli venire la pelle d’oca, diceva che l’amava per metterlo in
imbarazzo e fargli fare mille pare mentali distogliendolo dai suoi studi, e poi
arrivava a cena a fare lo splendido e si metteva a fare il cretino con la Evans.
Ma quanto doveva essere deviato un cervello per comportarsi in maniera tanto
indegna?
Se non ci avesse pensato Prongs
quel pasticcio di patate gliel’avrebbe lanciato addosso lui.
Scosse la testa con decisione.
Non aveva proprio voglia di mettersi a pensare a simili sciocchezze, era molto
meglio perdersi tra le pagine di un buon libro… Ma erano 2 ore che provava a
leggere qualcosa ed era sempre fermo allo stesso punto. Una cosa molto, molto
irritante per il povero licantropo, che con un sospiro decise di lasciar perdere
per quella sera, e fece per posare il libro sul comodino…
Poi un grido squarciò l’aere.
La voce era familiare.
“Wormtail!”, gridò Remus
allarmato balzando dal letto. “Wormtail, che succ…?” Ma le parole gli morirono
in gola non appena mise piede nelle docce.
La prima cosa che notò, da
maniaco dell’ordine qual era, era che la stanza era in uno stato che definire
vergognoso sarebbe stato un pallido eufemismo. C’era acqua ovunque, sugli
specchi, lungo i muri… Anche sul soffitto! Per non parlare del vapore denso e
caldo (Prongs e Padfoot avevano l’orrendo vizio di lavarsi con l’acqua bollente)
che faceva somigliare quella stanza a una sauna, più che a una doccia.
Tempo pochi secondi e si
ritrovò sudato e appiccicoso come dopo una corsa.
Magnifico…
Si voltò in direzione dei
responsabili per dirne loro quattro.
Cercò con lo sguardo il piccolo
Peter.
Eccolo là…
Ma…
Che ci faceva steso per terra a
pancia in giù con in mano quelli che sembravano proprio gli occhiali di James?!
E come mai Sirius gli stava calpestando le schiena con un piede gridando come un
ossesso? Il poverino era piuttosto confuso.
La voce di Sirius perforò i
delicati timpani del licantropo. “Ma perché devi rovinare sempre tutto, Wormtail?!”
E spinse con forza il piede nelle carni dell’amico. “Me lo spieghi?! ME! LO!
SPIEGHI?!” Ogni parola furibonda era accompagnata da una pressione maggiore del
tallone, che provocava nell’altro una serie di squittii acuti che a Remus
sembravano un tentativo di scuse, ma non ne era totalmente certo.
Sirius digrignava i denti e
continuava a gridare e a scalciare, mentre, nei pressi del muro nord, un James
Potter piuttosto confuso vagolava per la stanza in traiettorie imprevedibili
facendo ondeggiare le braccia davanti a sé alla maniera dei sonnambuli. “Dove
sono i miei occhiali?”, diceva. “Non vedo niente! Ehi, che succede?”.
Che succede? Vorrei tanto
saperlo anch’io….
“Sirius, che stai facendo?!”,
gridò Remus con un tono tale che indusse il suo impetuoso amico ad abbassare
immediatamente la cresta, a lasciar stare Peter e a mettersi sulla difensiva
come un cucciolo che teme la punizione del suo padrone.
“Non è stata colpa mia, Moony,
te lo giuro!”, replicò l’Animagus sventolando le mani davanti a sé con veemenza.
“Io non ho fatto niente! E’ colpa di questo IDIOTA che si è messo in mezzo!” E
lanciò un’occhiata torva a Peter, che restò sdraiato per terra a piagnucolare.
“Se non fosse stato per lui a quest’ora avrei…”
“… Fatto la figura del cretino
come tuo solito, ma non hai bisogno di arrivare a picchiare un tuo amico, te lo
assicuro.” Il licantropo incrociò le braccia con fare saccente e si avvicinò
all’amico steso a terra per sincerarsi dei danni. Dopo aver intimato a Sirius di
fare qualche passo indietro, si inginocchiò a fianco dell’altro e gli chiese
come stesse.
“Potrebbe andar meglio…”,
mugolò l’altro.
Remus si voltò in direzione di
Sirius per dirgliene quattro (ma anche cinque, o sei); sul perché non pensasse
mai prima di agire, su quanto fosse importante controllarsi perché avrebbe
potuto far del male a Peter sul serio, quella volta, ma le parole gli si
bloccarono nella strozza nel momento in cui, per la prima volta da quando era
entrato in quella doccia, si accorse che Sirius era tutt’altro che vestito. E la
cosa non andava…
Per.
Niente.
Bene… Oh, Merlino.
Ma che gli prende, a Moony?
Dire che Sirius era confuso era
poco.
Non capiva come mai da un po’
di tempo a quella parte Remus si comportasse in modo tanto strano con lui.
Passasse che prendesse le difese della Evans, questo gli andava anche bene, ma…
Prendere addirittura le difese di quel cretino di Wormtail? Dopo che era stato
lui ad immischiarsi nel suo piano geniale per vendicarsi del perfido Prongs?!
Cosa gli aveva fatto di male per meritarsi tanto astio?
A parte dirgli che lo amava,
certo…
Anzi, no, certo un
cavolo!
In quello non c’era
assolutamente niente di male, tanto per cominciare. E poi, ne era sicuro, Remus
non era affatto arrabbiato con lui, era stata solo una sua impressione. In fondo
il suo amico era sempre stato contrario a qualsiasi tipo di violenza, ai danni
di chiunque, anche di quell’idiota matricolato di Snivellus, per cui era ovvio
che gli si fosse rivolto in maniera sgarbata.
Stava picchiando Wormtail, in
fondo. Ma si scherzava, cavolo.
Non gli stava facendo poi tanto
male, era Peter che era un gran piagnone!
Si, si convinse, Remus era solo
contrariato per aver assistito ad un litigio così sciocco. Forse era un po’
arrabbiato, ma non sarebbe durato molto, dal momento che loro erano e rimanevano
anime gemelle. Il fatto che fosse arrossito guardandolo, poi, parlava chiaro:
sulle sue labbra si dipinse un sorriso soddisfatto.
Si, era proprio arrossito,
inutile che negasse l’evidenza.
Qualcosa per lui la provava,
allora…
Remus lo avrebbe amato.
Era solo una questione di
tempo.
Avrebbe parlato con la Evans e
tutto si sarebbe risolto.
… Allora perché continuava a
pensare che le sue supposizioni fossero solo una manica di scemenze?
“Io non ho tempo per questa
manica di scemenze!”
Lily appallottolò con stizza il
contenuto del pezzo di pergamena che si era ritrovata nella tasca del
maglioncino e lo lanciò in aria assieme alla rosa che aveva trovato in una delle
tasche della sua giacca, incenerendoli con un solo sapiente incantesimo prima
che toccassero terra. Una delle sue compagna di stanza, Anne Thompson, sollevò
pigramente lo sguardo dalle pagine del suo diario e fissò la Evans con uno
sguardo che tutto lasciava ad intendere tranne che gli importasse qualcosa di
ciò che faceva tanto infuriare la sua amica. Era abituata agli scatti di nervi
di Lily.
E in genere il motivo di tali
scatti di nervi era sempre e solo…
“… Potter?”
“E chi altri potrebbe essere?”,
le rispose dal letto di fianco al suo Helen Rice, l’altra compagna di stanza di
Lily, senza smettere di pettinarsi la lunga chioma castana.
“… Black…”, mugugnò la Evans
con un filo di voce.
Poco ci mancò che le sue amiche
crollassero a terra prive di sensi.
“Black?!”
“Non ti basta più Potter, ora
anche Black?!”
“Ma che avete capito?!”, gridò
la Evans, seccata. “Quel cretino mi ha semplicemente dato un appuntamento in
Guferia per domani, dopo cena con uno stupido messaggio accompagnato da una
rosa!” Si rese conto che quella frase poteva apparire piuttosto equivoca (anzi,
molto equivoca) solo dopo averla pronunciata, e dopo che le sue amiche le
perforarono i timpani esibendosi nei gridolini eccitati più fastidiosi che mente
umana potesse concepire. All’improvviso le due ragazze smisero di dedicarsi alle
rispettive occupazioni e si sedettero ai piedi della povera Grifondoro dalla
chioma ramata guardandola con occhietti curiosi e incalzandola di domande a
ripetizione.
“Da quanto tempo vi
frequentate?”
“Ma noi non ci fre…”
“Vi siete già baciati?”
“Sto tentando di dirvi che
non…”
“Che ne dici, Helen, saranno
già andati oltre?”
“Insomma, smettetela!”, scattò
Lily con le guance in fiamme per l’imbarazzo. Come potevano parlare di cose del
genere con una tale facilità?! “Tra me e Black non c’è assolutamente nulla! Lui
mi ha solo…!”
“… Invitato a passare una
romantica serata in guferia, e dici che non è nulla! L’hai sentita, Anne?”
“Altroché se l’ho sentita…”,
sospirò l’amica. “Oh, Lily, sapessi come t’invidio!”
“… Perché?”, replicò Lily,
sinceramente incuriosita.
“Come perché?! Voglio dire…
Black! Hai un appuntamento con Black! Oh, Merlino, io farei follie per uscire
con lui! E’ così bello!”
“E’ un sogno!”
“Così maturo e gentile!”
“Un’adorabile canaglia!”
“A dir poco perfetto, sotto
ogni aspetto!”
“Non che James Potter sia da
meno, eh?”
“Assolutamente, sono entrambi
gli idoli della nostra scuola!”
“E va bene, ora basta.”, sbottò
Lily con fare stizzito per porre fine a quell’inutile sproloquio. La reazione
delle sue amiche era davvero infantile. Erano quasi donne adulte, per l’amore
del cielo, non c’era bisogno di fare tutte quelle scene. “Ragazze, siete
veramente impossibili, vi ho detto che io e Black non abbiamo affatto un
appuntamento! E poi, siete sicure di parlare degli stessi Potter e Black a cui
penso io? Non è che per caso vi state riferendo a Daniel Potter di
Corvonero e a Regulus Black?”
“Ma sei fissata con Regulus
Black, tu!”
“Con Reg… No!” La povera
Grifondoro cercando di mantenere un tono di voce saldo e forte, mentre le sue
guance assumevano lo stesso colore dei suoi capelli. Accidenti, ancora con
quella storia di Regulus Black. Era vero, in passato aveva avuto una piccola
cotta (anzi, un’enorme sbandata!) per il giovane rampollo dei Black, anche se di
un anno più piccolo di lei, ma che poteva farci se era un ragazzino
terribilmente seducente? Bello da impazzire, intelligente e maturo, non
arrogante come la maggior parte dei Serpeverde che frequentavano Hogwarts.
Insomma, era perfetto.
Però ora gli era passata.
Si, definitivamente passata.
“Che vai farneticando, si può
sapere?! Quando mai sono stata fissata con Regulus Black?!”, gridò Lily
riacquistando sicurezza. “E’ stata solo una cotta innocente!”
Anne scosse la testa facendo
ondeggiare i riccioli sbarazzini che le incorniciavano il viso, e un sorriso
furbetto gli comparve sulle labbra. “Sarà…”, mormorò con una punta di malignità
della voce. “… Ma non sono mica io quella che teneva le amiche sveglie fino alle
tre di notte coi suoi languidi sospiri d’amore per il bel Black”
“Colei che affermava che
sarebbe riuscita a far breccia in quel cuore vagabondo!”
“Colei che giurava sulla luna,
sul sole e sulle stelle del cielo che non avrebbe mai potuto continuare a vivere
se non fosse riuscita a…”
“Finitela!”, gridò la Evans,
mentre l’imbarazzo aveva ormai raggiunto livelli preoccupanti. “Quanto siete
perfide, non è vero, io non ho mai fatto queste cose! Non sono proprio il tipo
da perdermi in simili scemenze amorose, mi conoscete!”
“Ah, no?”, replicò Anne,
dubbiosa. “Helen, ti ricordi quella volta in cui miss ‘Io non mi perdo in
simili scemenze amorose’ ha scritto in un compito in classe di Difesa Contro
le Arti Oscure che uno dei modi per rendere inoffensivo un drago sarebbe stato
farlo specchiare nei penetranti occhi di ghiaccio di Regulus Black?”
“Potter mi aveva maledetto la
piuma, quella volta!”
“Bella scusa!”
“Tentane un’altra, magari ti
crediamo!”
“Non mi confiderò mai più con
voi due, serpi!”
“No, Lily, dai noi
scherziamo.”, ridacchiò Helen.
“Perdonaci.”, le fece eco Anne
giungendo le mani davanti al volto a mo’ di preghiera.
A dispetto della rabbia, Lily
si trovò suo malgrado a sorridere. “… Non so, devo pensarci…”
“Allora che farai? Andrai
all’appuntamento con Black?”
La Evans ci pensò su un
momento, portandosi al mento l’indice e il pollice e socchiudendo gli occhi fino
a ridurli a due fessure. “Si, credo che ci andrò…” Si mise in posa battagliera
mentre un sorriso deciso le illuminò lo sguardo. “Mi conoscete bene. Sapete che
non rifiuto mai una rissa, e…” Notò gli sguardi dubbiosi delle sue amiche. La
stavano fissando come se fosse pazza. “… Che c’è?”
“Una rissa?”
“Beh, cos’altro dovrebbe
volere?”
“Dobbiamo farti un disegnino
per caso?”, gemette esasperata Anne passandole una mano davanti al volto.
“Sveglia, è un uomo che ti sta dando un appuntamento e ti ha mandato anche una
rosa, nel caso in cui il concetto non fosse chiaro. E’ una cosa romantica,
riesci a comprenderlo?”
“Scusate, ma da quando in qua
gli appuntamenti romantici, con o senza rosa, si danno in guferia?!”, replicò la
Evans, riducendo al silenzio le amiche. Doveva approfittarne per porre dine alla
discussione prima che ricominciassero. “E ora scusatemi, ma io me ne vado a
letto. Domani ho un test molto importante da affrontare per cui… Buonanotte.”
E si mise sotto le coperte.
Quante scemenze dicevano Anne e
Helen.
Un appuntamento romantico con
Sirius Black, che idiozia totale.
Anche se... Beh, Black avrebbe
anche potuto considerare una cosa del genere romantica, visto il cervello
deviato che si ritrovava. La rosa, poi… Era stato un pensiero così gentile,
proprio non sembrava da lui. Ma com’era possibile se, a quanto sapeva, aveva una
cotta spaventosa per Remus? Non era assolutamente possibile che fosse per un
appuntamento galante che voleva contattarla in privato in guferia. A meno che
non si fosse già stufato di fare la parte del cucciolo uggiolante ai piedi del
suo crudele amore che non lo ricambiava e non avesse deciso di voltarsi verso
altri lidi.
… O a meno che non volesse
informazioni su Remus.
Un sorriso maligno le inarcò le
labbra. Se davvero era quello che cercava da lei, avrebbe potuto rendere la cosa
piuttosto interessante. Sarebbe stato divertente vendicarsi di lui.
Fine capitolo 6
Commenti di Fine Capitolo
Mi diverte davvero scrivere
questa fic.
Al momento ho cercato di non
far passare i Serpeverde come i soliti bastardi. Li hanno anche loro i
sentimenti, sono anche loro persone e anche loro conoscono il significato di
amicizia, secondo me. Spero di esserci riuscita senza far perdere loro l’aura di
malignità. Ma vedremo anche in futuro che combineranno.
Per chi si chiedesse quale
fosse la vendetta attuata da Sirius ai danni di James, credo che non lo dirò
mai! Per cui mettetevi l’animo in pace e immaginate quello che volete, ma dovete
essere cattivi, perché una mente che decide di fare uno scherzo a Piton
mandandolo in bocca a un licantropo deve essere davvero deviata.
Dal momento che ancora non so
come chiamare il prossimo capitolo non ci saranno anticipazioni! ^_- Così non
faccio figuracce come l’altra volta… Considerando che anche questo capitolo
rischiava di chiamarsi con un altro nome… Mamma mia! XD
Passiamo ai commenti…
Ma prima forniamo la soluzione
del quiz del capitolo precedente. Nella fila in alto abbiamo, da Sinistra a
Destra; SEVERUS PITON (bravissime, l’avete indovinato tutte), JAMES POTTER e la
sua fedele aura iraconda, PETER MINUS, NARCISSA MALFOY (non poteva essere Lucius
semplicemente perché se i Malandrini sono al sesto anno Lucius si è già
diplomato! ^_-). Nella fila di sotto, sempre da sinistra a destra, abbiamo:
BELLATRIX BLACK (Qualcuno ha detto Zabini, non ci avrei mai pensato io,
complimenti per la fantasia!), REGULUS BLACK, e infine SIRIUS BLACK, REMUS LUPIN
e LILY EVANS nella commovente interpretazione di un allegro triangolo amoroso.
Controllando tutte le risposte
credo che abbia indovinato solo GeorgiaLupin, per cui a parte i miei più
sentiti complimenti, la vincitrice può scegliere come premio tra una fan art
a sua scelta (su fic sue o mie non importa, in versione deformed o “seriosa”
nemmeno) o un “lieto fine” in una delle mie fic (quale fic sarà però lo
sceglierò io! ^_-)
Helina:
Grazie mille per i complimenti! ^_- Purtroppo non hai indovinato, non era Lucius
ma Narcissa e non era Rodolphus ma Regulus (l’errore era comprensibile, in fondo
stanno appiccicati, però sono cugini è normale! ^_-) Continua a seguirmi, mi
raccomando!
GeorgiaLupin:
La vincitrice del nostro concorso! ^^ Prima di tutto, parliamo di Sailor Moon.
Non c’è stata serie, credo, in cui non mi sia messa a frignare come una vitella.
Nella prima la fine e quando muore Nevius. Nella seconda quando Marzio/Mamoru
lascia Bunny/Usagi. Nella terza quando Sailor Moon salva Hotaru (io devo avere
un rapporto particolare con i numeri 3; dentro una terza serie di qualcosa
appare sempre il mio personaggio preferito – Sirius e Remus, Hotaru…). Poi le
ultime non ricordo bene. (Idem con patate, la fine del manga era inarrivabile
alla prima lettura! XD)
Sulla fic; Remus gelosetto? Ma
noooooo, lui è solo preoccupato per la Evans, perché le attenzioni di Padfoot
potrebbero darle fastidio, perché lui è un samaritano! ^_- Tutto ciò non ha
niente a vedere con un suo interessamento al cagnone. Riguardo il mio sadismo…
Si, forse hai ragione, mi piace non rendere le cose facili; il fatto è che lo
trovo più realistico, perché essere omosessuali, e soprattutto rivelarsi come
tali agli altri ma soprattutto a se stessi, non è una cosa semplice e lo
troverei (dal mio punto di vista) un po’ forzato fare una cosa del tipo; “Sirius
ti amo!” “Toh che coincidenza anche io!” “Beh allora tutto a posto!” Però alla
fine cerco quasi sempre di mettere tutto a posto con calma, e di far trovare
(spero nel modo giusto) ai due puccini la pace dei sensi e non. ^_- Con “Lei…”
non so se il finale sarà lieto o meno. Mah, vedremo, sono davvero combattuta.
Per il resto… Grazie mille per i complimenti!!
Christine Black:
Grazie mille per i complimenti! ^_- Che farò fare a Regulus? Hihihihi,
sssssssegreto (con la S sibilante da serpe). E’ la prima volta che lo metto in
una mia fic, Regulus, mi pare (fa solo brevi comparsate nelle altre), spero che
il personaggio risulti carino. E che continui a piacerti la fic, ovviamente.
Fairyangel:
Ti ringrazio, sono felice che ti piaccia l’idea dei tre punti di vista. Ho
deciso di utilizzare il narratore esterno proprio per poter fare qualcosa del
genere (con lei non è una di noi ho provato i piaceri e i limiti della prima
persona, volevo sfogarmi con una bella terza persona che fa vedere tutti i punti
di vista). Non era proprio nella mia idea iniziale, è successo per caso. Che
scoppierà una bomba è il minimo, ma potrebbe non essere un male, no? ^_- Baci!
Agartha:
Waaah sono felice di riuscire a portare avanti bene tutti i malintesi, spero di
riuscirci fino alla fine. Al momento ho chiari in testa solo gli sviluppi
generali, non tutta la fic, per cui credo che in certi punti mi metterò a
piangere hahahaha! Speriamo… Remus, seccato? ^_- Ma naaaaah, lui non è affatto
seccato, pensa solo al bene della sua cara amica Lily, mica altro. Il piano
geniale di Sirius l’hai già visto, palpargli il seno (leggi; mollarle uno
spintone) per infilarle un bigliettino in tasca (l’avevo detto di fare
attenzione al fatto che ponevo l’accento su GENIALE piano). Tra lui e Hagrid,
poi, son dei cervelli sopraffini. ^_- Al momento il piano di James e Peter resta
nebuloso, ma comunque geniale… Dico solo che la rosa, ovviamente, non è da parte
di Sirius. Che farà Regulus? E chi lo sa? ^_- Di sicuro incasinerà un po’ le
cose, ma chi dice che sia un male? Grazie mille per i complimenti, ciao un
bacione! ^_-
Mirà82:
Grazie mille, sono lieta che ti sia piaciuta l’idea dei tre punti di vista. In
effetti ho scritto tutto in terza persona proprio per scrivere cose del genere!
^_- Grazie tante anche per i complimenti, davvero!
Erine:
Ah, sei ricomparsa! *.* Ciauuuu! Ho letto la tua ultima fic ma devo ancora
commentarla, mia imperdonabile mancanza, sniff! T_T Vabbè, torniamo a noi! ^^
Prima di tutto, grazie mille, sono felicissima che trovi la mia fic “la
migliore” tra quelle che ho fatto. Considerando che dietro Lei non è una di noi
c’è più lavorio mentale dietro credo di preferire quella, però. Diciamo che
completarne un capitolo (e completarlo in maniera soddisfacente) mi dà un senso
di piacere veramente supremo. Questa viene giù praticamente da sola invece! XD
No, non la lascerò assolutamente a metà, sono cocciuta, la finirò (anche Rheme
la finirò, manca davvero pochissimo alla fine, ma non mi sento proprio in vena
di metterci mano, ora! ^_-) anche se dovessi metterci una vita (Speriamo di
metterci di meno)! Se ce la farà Sirius? Mah, chissà! Al momento bisognerebbe
chiedersi se ce la farà Remus a resistere all’impulso di ucciderlo! XD Anche a
me piace molto questo James anche se in questo capitolo non compariva per nulla
(avrebbe solo allungato la broda, mi interessava di più il punto di vista di
Sirius, Remus, Lily e Regulus, in questo capitolo! ^_-). Ma tornerà alla grande.
Infine, ti ringrazio moltissimo per i complimenti che mi fanno davvero arrossire
e ti mando un grosso bacio! ^_- Ciaooo.
PS: No, purtroppo la biondina
era unA biondinA, ovvero Narcissa! ^_- Vedi che succede a farsi fuorviare dagli
altri? Che si sbaglia (lo diceva sempre la mia prof di greco alle medie)
Donnasole:
^_^ Esageraaaaaaaata, talento, ho fatto una cosina (giggle =^_^=)… Ok, basta con
la falsa modestia in realtà ora ho dovuto allargare i pantaloni di 3 taglie! ^_-
Oddio, se diventi ricca e mi sposi passerò la vita tra allegri fancazzisti e fic
Lily/Remus, ti giuro (ci sto ancora pensando, voglio che venga bella e
originale, non una cosa buttata via. Anche se non la posterò mai, perché sia mai
che la gente pensi che scriva anche storie etero)! XD Ci avevo pensato anche io
a mettere il punto di vista di Peter, ma poi in questo capitolo non avrei potuto
farlo lamentare con Remus di non avere mai un cane che se lo filasse così ho
deciso di lasciar perdere. Anche l’allegro 30enne dai capezzoli pelosi
assomiglia al sorcio, però. Secondo me è proprio una razza, quella degli uomini
sorcio, nata negli anni 80 dopo il boom delle tartarughe ninja (Sai, il maestro
Splinter…). A me dei puffi piaceva da morire uno dei puffolini (non mi ricordo
chi era, quello con la maglietta gialla sempre incazzato! XD) e Brontolone! Però
anche Quattrocchi era simpatico, poverino… Poi però mi ha ricordato troppo Percy…
Vabbè passiamo alla fic! Dunque, Sirius è sempre il solito grand’uomo de noartri,
col cervello in vacanza a Rivendell; però è stato anche bravo, avrebbe potuto
benissimo tenerne uno solo e dire dispiaciuto alla Evans “Oddio, sono
mortificato, che gaffe!”. Avrebbe potuto ma non l’ha fatto perché è nobile di
nascita ed educato… E perché come minimo Remus l’avrebbe fatto alzare a forza
per stare seduto vicino all’amica perché doveva studiare, e non sarebbe stata
una bella scena! XD Hihihihi Sirius si perde sempre nei pensieri riguardo Remus,
poveraccio, proprio non ce la fa a pensare ad altro (sospirone “come lo capisco”
e tre… By donnasole! XD). Per fortuna che è bello e ricco, altrimenti col cavolo
che mi piaceva, ahahahaha! A me piace proprio perché è così sciocco! *ç* Niente
da fare, esco pazza per i personaggi così, se non la smetto di pensarci adesso
cominciare ad esprimermi per suoni tipo SLURP SBAV ARF anche io! XD Noooo, ti
sbaaaagli, Remus mica è geloso delle attenzioni che Sirius fa a quel gran pezzo
della Evans (che ti ricorda qualcuno? Chi? Chi? Non saprei proprio! 9_9 Ehm…) e
non gli dà per niente fastidio l’essere stato scaricato, proprio per niente; lui
è semplicemente un altruista. Si preoccupa che Sirius possa infastidire la sua
cara amica, mica altro. E poi non è bello che vada a fare complimenti agli
altri, è maleducato. Si sssi. Per lo scherzo… Hihihihihih grassie son contenta
che ti sia piaciuto, in effetti mi son messa a ridere pure io quando l’ho
pensato (sarei stata una brava malandrina, dai). Certo, ovviamente tutti ad
avvisarla della cosa, c’era la fila della gente che le diceva “Evans, ti si vede
la natura!” “Evans forse è il caso che ti vesti”. In effetti si, da quel giorno
accaddero entrambe le cose, ovvero che James prese la sbandata per la Evans e
giurò amicizia eterna a Padfoot! XD La Evans non potrebbe mai incenerire
nessuno, è troppo bella e perfetta! ^_- E poi è meglio averlo sempre a
disposizione vivo, Sirius, quando si abbisognerà di un punchiball umano!
Remus non è che lo schifano
tutti, solo che, poverino, non essendo fisicamente un figo (a proposito, sono
contenta che ti sia piaciuta la mia idea di descriverlo così, diverso dal remus
carino bellino e tutto. Io, ti dico la verità, sono molto superficiale – no ma
non si notava noooooo – per questo non farei mai una cosa simile a Sirius anche
perché la Rowling dice esplicitamente che era bello hahaha sono salva!) ed
essendo molto poco incline ad aprirsi col prossimo per ovvi motivi, nessuno
conosce la splendida persona che è e quindi nessuno se lo caga! Che tristessa,
poverino. T_T Se cederà alle attenzioni di quel porco matricolato? Non certo se
continua con le poesie! XD Il sei tanto carina di Sirius ovviamente è
leggermente sarcastico, ma Lily, che è intelligente, lo sgama subito! ^_- Remus
e James invece visto che hanno il cervello ridotto in pasticcio di patate, non
se ne accorgono. Lily (sono contenta che ti piaccia il personaggio!) è un po’
sotto tono perché all’inizio è inibita, lei è una brava bambina, non si può
mettere a gridare come un’ossessa quando ci sono gli insegnanti a nemmeno 5
metri di distanza! ^_-
Riguardo la storia climax
crescente di degenerazione, mi viene quasi voglia di far continuare la fic con
Sirius che si accorge di volere Remus solo per farsi diseredare dalla famiglia
gh gh gh gh gh (risata sadica), ma non so, vedremo dove mi spingeranno i
personaggi. A dire il vero tutto quello a cui penso ora è un letto vibrante! XD
In effetti è proprio un maiale matricolato, però se non altro non si va rombando
tutte le donne della scuola ma le rifugge come la peste. Quindi forse non è così
malvagio, dai. E’ proprio perso dietro al nostro lupacchiotto, ma se si
decidesse a fargli la corte in maniera intelligente invece di fare il bambino
sarebbe molto meglio!
Regulus mi ha decisamente,
senza alcuna ombra di dubbio, conquistata (e questo non riguarda affatto quelle
fan art che mi hai inviato noooooooooo! XD). Cercherò di mettere Sirius il più
possibile nei guai, in fondo se lo merita per Lei non è una di noi! Tzè! Ma come
si permette di fare del male a Remus in quel modo idiota. Che poi vada facendo i
sogni sconci è un altro discorso, se l dicesse a Remus sono certa che lo
conquisterebbe! : P
Infine, un dubbio mi
attanaglia… Ora finirò nel blog di Mac per quella storia della McGranitt nuda?
T_T Ciau ciau! ^_- Ah, giusto, PS: Si, le paranoie sui capelli sono le mie, sono
una vera feticista dello scalpo, ci manca solo che innalzi un altarino a Cesare
Ragazzi in camera! XD Non ti dico quanto ho ululato per il dolore quando ho
visto Gary nel Quinto Elemento e in Dracula.
Miki:
No, secondo me è proprio uno di quegli allegri fancazzisti coglioni che mi fanno
troppo sbavare (mi posso permettere di sbavare perché Sirius è bello e ricco e
io NON sono affatto una materialista! XD), è proprio come piace a me. E’ quello
stupido simpatico, non quei deficienti che si atteggiano a intellettuali e
nemmeno quei lobotomizzati totali. Una cosa giusta molto rara da trovare. Io ci
vado sempre giù pesante col povero Padfoot, in fondo se lo merita per quello che
combina a Remus in Lei non è una di noi, no? Hahahaa no James per fortuna è un
tipo intelligente e non vuole uccidere il suo migliore amico… Ancora. Se c’è un
lieto fine? Dico nieeeente! Dico nieeeente! ^_- Sono cattiva. Però no, non posso
uccidere Sirius, altrimenti se morirà io dietro a chi sbavo?! Già mi basta la
Rowling…
Su Regulus pare che non se lo
aspettasse nessuno che fosse lui il misterioso guardone. Per cui sono molto
fiera di me, ci sono stata una settimana a pensare ma alla fine l’idea è saltata
fuori ottima! ^_- Gliene farà vedere delle belle al suo fratellone indegno
(indegno dal suo punto di vista ovviamente). Sulla fan art hai sbagliato solo
Lucius, era Narcissa (mannaggia, peccato! Considerando che avevi pure scritto a
memoria… ._. Mi dispiace). Per il resto, ottimo, complimenti, hai capito che i
personaggi Serpeverde erano Bella e Regulus! ^_- Forse ti posso prestare Sirius
per un’oretta. FORSE. Grazie mille per i complimenti, spero che la fic continui
sempre a divertirti come diverte me scriverla. Un bacione! Ciaoooo!
PS: Come vedi ho fatto la fan
art! ^_- E, per quanto riguarda “lei…” Ti assicuro che mi stai facendo un enorme
complimento. Quando ho iniziato a scriverla non pensavo assolutamente che avrei
causato queste reazioni in chi la leggeva! Grazie sono commossa! T_T
Meggie:
Mannaggia anche tu hai sbagliato Lucius. Era Narcissa! Però per il resto sono
tutti giusti, brava comunque! ^_- Sono contenta che tu abbia apprezzato la mia
ideuzza dei diversi punti di vista. Dal momento che avevo una terza persona che
me lo permetteva, perché non approfittarne? ^_- In effetti sono tutti preda di
fraintendimenti piuttosto…. Stupidi! XD Ho il magico dono di rendere tutti dei
deficienti! Poverini, ma è l’amore che fa diventare stupidi. Infatti Peter è
l’unico che sembra normale perché non ha perso la testa per nessuno.! ^_- Grazie
mille per i complimenti alla fan art, al capitolo, e a tutto il resto. Io
continuo a pensare al nome degli attori, eh? Un bacio!
Chu:
Grazie mille per i complimenti, innanzitutto! ^_- Poi, hihihihhi sono felice che
tu non avessi indovinato che fosse Regulus, mi piace non essere scontata e
banale (non ci riesco mai, ma pazienza! ^_-), e sono anche felicissima che tu
abbia trovato divertente la scena vista da tre punti diversi. Sai com’è, quando
si ha a disposizione un narratore esterno, perché non sfruttarlo? Se è
pericoloso Regulus? Può darsi, specialmente quando unisce il proprio cervello
maligno a quello dei Serpeverde più geniali che la scuola abbia mai avuto
(sembro una propagandista). Non anticipo niente! ^_- Ciaoooo!
Momo_san:
Mi dispiace che ti abbia annoiata la fic vista da più punti di vista diversi,
però ti ringrazio di essere stata totalmente sincera. Spero che questo capitolo
ti sia risultato un po’ meno noioso, e gradevole! ^_-
Aly Zefiro:
^_- Hai avuto molta fantasia con il TOTO FAN ART, ma purtroppo non hai
indovinato. Rinnovo i complimenti per la fantasia! Sono contenta che la mia fic
ti piaccia, spero tanto che continuerai a seguirla con interesse.
|
Ritorna all'indice
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=35090
|