Prigionieri nella Realtà

di Crystal25396
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'incontro ***
Capitolo 2: *** I due sosia ***
Capitolo 3: *** Differenze ***



Capitolo 1
*** L'incontro ***


La storia farà riferimento agli avvenimenti del libro, ma i personaggi avranno lo stesso aspetto fisico dei rispettivi attori
 
Disclaimer: La storia è pubblicata senza alcuno scopo di lucro. Non conoscendo personalmente gli attori che cito o faccio agire nella storia - la loro psicologia è fonte della mia personale fantasia e interpretazione -, non voglio dare una rappresentazione veritiera del carattere di queste persone, né offenderle in alcun modo.








Capitolo 1
L’incontro



 

«Harry, usciamo, usciamo!»
Un flebile, patetico urlo umano nel tuono tremendo delle fiamme fameliche.
«E’… troppo… pericoloso!»
Li scorse.
«SE MORIAMO PER LORO, TI UCCIDO HARRY!»
«La porta, vai alla porta, la porta!»
Gli ultimi oggetti non ancora divorati dalle fiamme venivano scagliati in aria dai mostri del fuoco maledetto, come in una specie di celebrazione:coppe e scudi, una collana sfavillante e una vecchia tiara scolorita…
«Che cosa fai? La porta è di là!»
Il diadema sembrava cadere al rallentatore, girando e scintillando, nelle fauci spalancate del serpente, e poi Harry lo prese, l’aveva infilato al polso.
Tra il fumo vide una macchia rettangolare nel muro e sterzò: un attimo dopo i suoi polmoni si riempirono di aria pulita e i due urtarono contro la parte opposta del corridoio. Malfoy cadde dalla scopa e rimase disteso a faccia in giù; rotolava e tossiva, scosso dai conati. Harry si rigirò e si mise a sedere.
Fu allora che notò che qualcosa non andava.
 
«T-Tiger» tossicchiò Malfoy non appena riuscì a parlare.
«T-Tiger…»
 
«E’ morto.»rispose Ron, rauco. Calò il silenzio, rotto solo dai respiri affannosi e dai colpi di tosse. Con lo sguardo basso, nessuno si accorse che Harry si era alzato, guardandosi attorno spaesato.
 
«Dove diavolo siamo?»
Fu un bisbiglio il suo, quasi un dialogo con se stesso, ma a causa del silenzio, le parole di Harry arrivarono chiare alle orecchie di tutti.
 
«Lumos»recitò Hermione alzando la bacchetta e illuminando l’ambiente circostante.
Una cosa era certa, quello non sembrava affatto Hogwarts. Era una stanza grande e buia, piena di oggetti babbani: qua e là vi  erano una decina circa di telecamere; alcune sedie e sgabelli erano disposti dietro di essi, vicini a tavolini pieni di strane scatole di metallo. Il soffitto era pieno di luci e cavi, mentre numerosi schermi erano poggiati per terra. Ma la cosa più sconvolgente era che alle loro spalle sorgeva la Stanza delle Necessità, perfettamente intatta, come se l’incendio di poco prima non fosse mai avvenuto.
 
«E’ un set cinematografico» sussurrò Hermione con gli occhi sgranati dallo stupore.
«Un cosa? »
«Un set cinematografico, Ronald» rispose Hermione alzando la voce e continuando a guardarsi attorno.
«E che diavolo sarebbe?» domandò Malfoy alzandosi in piedi senza però riuscire ad evitare di barcollare.
«Un luogo dove i babbani recitano per realizzare i film» spiegò Harry utilizzando le parole più semplici che gli venivano in mente.
«Film? Quei cosi che proiettano su degli schermi bianchi dove le persone parlano e si muovono da sole senza usare la magia?» chiese conferma Ron grattandosi la nuca e continuando ad osservare tutti quegli strani oggetti che lo circondavano.
«Si, diciamo di si» rispose Harry senza aver effettivamente badato molto a quello che diceva l’amico.
«E che diavolo ci fa un posto del genere ad Hogwarts?» esclamò Malfoy.
«Temo che questa non sia Hogwarts» sussurrò Hermione osservando più da vicino una telecamera.
«Che cavolo dici? Quella è la Stanza delle Necessità!» sbuffò Malfoy, ormai evidente che avesse raggiunto il limite della sopportazione.
«No, quella è solo una ricostruzione. Non è la Stanza vera e propria.» ragionò Hermione a voce alta.
 
Quello fu troppo. Harry si era limitato ad ascoltare i loro scambi di battute in religioso silenzio, ma adesso era davvero troppo.
«Ma è assurdo!» sbottò iniziando a gesticolare e a camminare avanti e indietro.
«Se questa non è Hogwarts allora dovremmo tornarci subito! C’è una guerra in corso, l’avete dimenticato? Dobbiamo aiutare i nostri amici e uccidere quel maledetto serpente, perché a giudicare dallo stato di questo diadema, direi che ora ci è rimasto solo un horcrux!» concluse Harry parandosi davanti ad Hermione e mostrando l’oggetto che si era sfilato dal braccio e che poco prima aveva recuperato dalla Stanza delle Necessità. Il diadema era spezzato in due, coperto da una sostanza simile a sangue, scura e densa. Nonostante tutto, riunendo le due parti, si riuscivano ancora a vedere le minuscole parole incise tutto intorno: ‘Un ingegno smisurato per il mago è dono grato…
«Doveva essere Ardemonio!» pigolò Hermione, lo sguardo fisso sui pezzi del diadema.
«Non me ne frega un accidenti di quello che era! Adesso voglio solo tor-»
Non fece in tempo a finire la frase che il rumore di una serratura che scattava li fece immobilizzare.
 
«Nox» disse Hermione tornando velocemente accanto a Ron e accucciandosi con lui per terra, accanto ad un Goyle ancora svenuto, mentre Harry e Malfoy si nasconderono in fretta e furia dietro due colonne, tenendosi pronti per un’eventuale scontro.
 
«Non ho ancora capito come hai fatto a dimenticare qui il tuo copione, Rup» disse una voce femminile con tono scocciato.
«Non l’ho fatto a posta. E’colpa di Tom che me lo ha nascosto. Conoscendolo, è un miracolo che sia riuscito a farmi dire dove diavolo l’aveva messo.»sbuffò una voce maschile.
«E tu prendendo le tue cose non hai notato che mancava?» parlò nuovamente la voce femminile.
«Tengo sempre tutto assieme, non ci ho fatto caso!»
 
Le due persone avanzavano nel buio illuminando il percorso con una torcia. Harry teneva la bacchetta ben stretta in mano, nel caso ci fosse stato bisogno di intervenire. E poi, la cosa che lo preoccupava di più erano Ron ed Hermione, al momento celati agli occhi dei due misteriosi individui solo dalla profonda oscurità.
 
«Eccolo, l’ho trovato!» esultò la voce maschile dopo alcuni interminabili secondi in cui l’unico suono era stato quello di oggetti e fogli spostati.
«Perfetto, ora andiamocene. Questo posto mette i brividi quando non c’è nessuno.» lo incitò la voce femminile.
 
Dalla sua posizione, Harry riuscì a vedere le due figure allontanarsi verso la porta da cui erano entrati. Stava per tirare un sospiro di sollievo, quando improvvisamente un lamento invase la stanza.
Le due figure si bloccarono di colpo.
«Chi c’è?» indagò la voce maschile.
«Daniel, sei tu?» domandò l’altra senza nascondere la paura che si era impossessata della sua voce.
 
Harry li vide fare nuovamente dietrofront e avvicinarsi a loro.
«Miseriaccia, Goyle si sta riprendendo…» sussurrò Ron agitato, mentre Hermione si affrettò a dare una botta in testa al Serpeverde con la prima cosa che le capitò fra le mani. Un gesto efficace senza dubbio, ma che diffuse nella stanza un sonoro clang.
“Quello ha proprio la testa vuota.” Si ritrovò a pensare Harry, tornando a concentrare il proprio sguardo sui due figuri.
 
«Dan, se sei tu sappi che appena ti metterò le mani addosso ti farò pentire di questo stupido scherzo.» tuonò la voce maschile.
Ormai i due erano sempre più vicini. Mancavano pochi passi perché la luce della torcia colpisse i tre maghi accucciati per terra.
«Oh, al diavolo!» esclamò Harry saltando fuori dal proprio nascondiglio e alzando la bacchetta, ignorando completamente la voce di Hermione che lo incitava più volte a fermarsi.
«Stupef-»
«Fermo Harry! »
 
Hermione gli si parò davanti, costringendolo a bloccarsi.
Uno strillo femminile riempì la stanza, attirando l’attenzione dei quattro maghi.
La voce era indubbiamente quella di una ragazza, ma non era stata Hermione ad urlare. La misteriosa coppia aveva improvvisamente fatto un paio di passi indietro, mentre la torcia era loro scivolata dalle mani. Rotolando per terra, ora la luce non colpiva più direttamente i giovani maghi e Harry poté finalmente guardare in faccia le due figure.
Lei era una ragazza dalla corporatura slanciata, non molto alta, con lunghi capelli castani che le ricadevano sulle spalle in ordinati boccoli.
Lui, invece era un ragazzo dalla splendente chioma rossa, alto e robusto, con due profondi occhi azzurro cielo.
 
«Non è possibile…»

 
 


 
***
Angolo dell’Autrice

Salve a tutti! Allora, questa è la seconda volta che scrivo su Harry Potter e la prima che mi cimento in una cross-over.
Poiché ho un’altra long in corso in un’altra sezione, inizialmente non volevo iniziare a pubblicare fino a quando non avessi finito la stesura, ma è stato più forte di me, e così ecco qui il primo capitolo. Purtroppo non garantisco una regolarità nella pubblicazione perché sono molto impegnata con lo studio quest’anno, ma spero di non ritardare troppo.

Che altro dire, spero che l'inizio vi sia piaciuto e che la storia vi abbia per lo meno incuriosito.
Aspetto le vostre opinioni.

-Crystal-

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Capitolo 2
*** I due sosia ***


La storia farà riferimento agli avvenimenti del libro, ma i personaggi avranno lo stesso aspetto fisico dei rispettivi attori


 
Capitolo 2
I due sosia
 


 
La somiglianza fra quei due con Ron e Hermione era impressionante.
Nel buio della stanza calò un silenzio carico di stupore, domande e riflessioni, perché ciò che stava accadendo non aveva alcun senso, né per Harry, né per i due ragazzi che li fissavano con gli occhi sgranati. Probabilmente nessuno apriva bocca perché in quella situazione non era facile trovare qualcosa da dire.
 
Fu il sangue freddo e la grande capacità di analisi di Hermione che spinsero la ragazza a farsi avanti.
 
«Stai attenta Hermione, potrebbero essere Mangiamorte che hanno assunto il tuo aspetto e quello di Ron tramite la Pozione Polisucco.» la mise in guardia Harry puntando la bacchetta contro i due sosia.
«Metti via la bacchetta Harry, non credo proprio che siano Mangiamorte. Che senso avrebbe assumere l’aspetto di due dei maggiori ricercati dell’intera comunità magica? Non ha alcun senso. E poi mi pare di avervi già detto che questa non è Hogwarts, quindi cosa ci farebbero due Mangiamorte in piena seconda Guerra Magica su un set cinematografico?» spiegò Hermione con calma.
 
«Magari è una trappola.» azzardò Ron non del tutto convinto delle sue stesse parole.
«Ne dubito fortemente» continuò Hermione.
«Prima ho dato uno sguardo alle telecamere qui in giro, non ne ho mai viste di così all’avanguardia. L’anno scorso sono stata con i miei genitori ad un museo del cinema, quindi sono sicura di quello che dico.»
«Che intendi dire?» domandò Malfoy senza preoccuparsi di tenere sotto tiro con la bacchetta i due misteriosi individui.
 
«Ho una strana sensazione, se quella è davvero alta tecnologia, vuol dire solo una cosa, per quanto assurda possa essere: questo non è il 1998.» concluse Hermione guardando negli occhi la sua sosia, che si era limitata ad ascoltare lo scambio di battute senza emettere un solo suono.
 
«Siamo… Siamo nel futuro?» balbetto Harry abbassando la bacchetta e spostando lo sguardo dai due misteriosi personaggi ai suoi due amici.
«E’ probabile.» annuì Hermione
«Quindi quei due siamo noi?» domandò Ron indicando il suo sosia.
«Ecco… Non ne sono totalmente sicura, ad essere sincera.» ammise guardando dubbiosa la ragazza davanti a lei. «Prima hanno usato dei nomi che non conosciamo e… Oh, il fatto è che la cosa è talmente assurda che fatico ancora a crederci.»
 
«Beh, non hai idea di quanto la cosa sia strana per noi.» prese parola il ragazzo uguale a Ron, mettendo così in luce che anche le loro voci erano assolutamente identiche. Harry non l’aveva notato prima.
«Ok, Weasley e Granger del futuro, volete spiegarci che diavolo sta succedendo?» si intromise bruscamente Malfoy.
«Ecco, noi… Noi non siamo loro. Non siamo Hermione Granger e Ron Weasley. Non proprio…»ammise la ragazza lanciando uno sguardo all’amico.
«Miseriaccia, non ci capisco più niente.» borbottò Ron fissando il ragazzo uguale a lui.
«Che vuol dire non proprio? Se non siete Ron e Hermione, allora chi siete? Dove ci troviamo? E a questo punto chiederei anche quando ci troviamo.» concluse Harry passandosi una mano fra i capelli sudati e ancora bruciacchiati alle punte, per cercare di calmarsi. Anche se non era certo una cosa facile.
 
C’era la guerra ad Hogwarts. Molte persone innocenti stavano combattendo, la scuola era quasi distrutta e lui, l’unica persona in gradi di sconfiggere Voldemort, si trovava in un luogo sconosciuto con due ragazzi che erano la copia esatta dei suoi migliori amici. Prima avrebbe capito qualcosa, prima sarebbe tornato indietro. Non aveva tempo da perdere.
 
«Credo sia meglio discuterne in un posto più sicuro.» disse la misteriosa ragazza risvegliando Harry dai suoi pensieri. «Fra poco dovrebbero arrivare gli scenografi, non possiamo rischiare che vi vedano.» continuò guardando il ragazzo che era con lei con occhi preoccupati.
«Hai ragione. Andiamo nella tua roulette, lì non dovrebbe disturbarci nessuno.» aggiunse lui recuperando la torcia per terra e incitando i giovani maghi a seguirlo.
 
Con un lieve movimento del polso, Hermione fece levitare un Goyle ancora svenuto a circa un metro e mezzo da terra e con estrema prudenza uscirono dall’enorme stanza, dirigendosi a passo felpato verso un prato pieno di roulette.
 
«A quest’ora dovrebbero essere tutti già a letto, ma fate attenzione a non essere visti.» sussurrò la ragazza strisciando lungo i lati delle vetture. Fortunatamente, quella dove si stavano dirigendo era circondata da altre le cui luci erano spente, probabilmente perché i loro proprietari stavano dormendo.
 
Il gruppo di ragazzi entrò velocemente nella roulette che apparteneva alla ragazza e quando furono tutti dentro la porta venne chiusa a chiave e i finestrini oscurati.
Hermione adagiò Goyle su un materasso e subito dopo vennero accese le luci.
Harry si guardò attorno meravigliato, dimenticando le preoccupazioni che poco prima lo affliggevano. La roulotte non era molto grande, ma dentro ci stavano comodamente tutti e sette. La stanza, se così si poteva definire, era molto ordinata, ad eccezione di un tavolino, pieno di fogli e appunti scritti a mano, mentre, poggiato all’estremità interna, vi era un libro pieno di segnalibri colorati a cui Harry avrebbe attribuito circa 800 pagine. Prima che potesse avvicinarsi per poter vedere quale libro richiedesse la presa di cos’ tanti appunti, la ragazza somigliante ad Hermione lo prese prima che potesse leggerne anche solo il titolo e lo chiuse dentro un cassetto del tavolo, buttandoci velocemente dentro anche tutti i fogli che prima ricoprivano il ripiano.
 
«Perché tanta fretta, ragazzina?» sputò Malfoy affiancandosi ad Harry, che rimase spiazzato dal suo intervanto, senza però intervenire. In fondo, anche lui voleva sapere come mai avesse voluto nascondere tutto quel materiale dalla sua vista.
 
«Perché non posso permettere che leggiate quanto scritto in quei fogli e in quei libri… Malfoy» le tenne testa lei.
«Sentite, non è il momento di litigare.» si intromise il ragazzo somigliante a Ron, parandosi fra i due e prendendo poi a parlare con la ragazza.
«Credi davvero che siano loro? Voglio dire… Sarebbe la cosa più figa del mondo, certo, ma… Com’è possibile?»le domandò inarcando le sopracciglia.
«Non lo so, ma hai visto cosa ha fatto?» gli rispose la ragazza indicando con un cenno del capo Hermione. «Lo ha fatto lievitare. Ci ha seguiti in volo! Parlano e si chiamano esattamente come se fossero loro! E poi sono identici a noi! Anche utilizzando un buon trucco, non è possibile che abbiano anche le nostre stesse voci.»
«E’ come se vi fossero usciti fuori. Per magia. Che forza!» disse il ragazzo mostrano eccitazione pronunciando le ultime due parole.
«Ma se sono davvero loro, che ci fanno qui? Come hanno fatto?» domandò la ragazza guardando il gruppo di maghi con aria dubbiosa e preoccupata.
«Boh. Però rimane una figata.»esclamò il ragazzo mostrando quanto fosse entusiasta all’idea che loro fossero davvero lì.
 
«Cosa ne dite di spiegare anche a noi cosa c’è di così figo?» domandò Ron avvicinandosi a loro.
I due si scambiarono un’occhiata, poi il ragazzo somigliante a Ron gli si avvicinò fino a che non si trovassero davvero uno davanti all’altro.
«Cavolo che impressione.» disse con voce tremante. Harry non poté che dargli ragione. Facevano davvero impressione e gli tornò in mente quando, per trasferirlo alla Tana, sei dei suoi amici avevano preso il suo aspetto tramite Pozione Polisucco.
«Senti, puoi fare una magia?» chiese il ragazzo facendo sollevare un cipiglio dubbioso al giovane Weasley.
 
«Come scusa?» chiese conferma Ron riluttante.
«Ti ho chiesto se puoi fare una magia, così saremo sicuri che siete davvero voi.» spiegò il ragazzo andandosi a sedere su una panca che faceva da seduta per il tavolino.
«Hai ragione!» esclamò la ragazza sorridendo raggiante «Fai una magia, dimostraci che sei davvero un mago e vi diremo ciò che volete. Non importa quale magia tu faccia, basta che sia qualcosa che solo un mago può fare.»
 
Ron guardò dubbioso Harry ed Hermione, che con lo sguardo lo incitavano a procedere; mentre Malfoy sbuffò e poggiò la schiena ad una parete, facendo intendere che non gli importava nulla di quello che faceva, basta che qualcuno gli avesse dato delle risposte.
 
Impugnata la bacchetta, Ron si prese qualche secondo per riflettere su quale incantesimo usare. Doveva scegliere di qualcosa di unico. Qualcosa che non fosse un semplice incantesimo di levitazione, perché Hermione le aveva raccontato una volta che anche i babbani, con qualche trucchetto, erano in grado di farlo.
«Expecto Patronum» sussurrò agitando la bacchetta. Da essa fuoriuscì prima un tiepido vapore argentato, ma poi una luce apparve davanti a lui e prese le sembianze di un cane, che dopo qualche passo svanì, lasciando i due ragazzi a bocca aperta, con lo sguardo fisso in quel punto in cui poco prima un Jack Russel Terrier luminoso era apparso.
 
«Avete voluto quello che volevate» disse Malfoy rompendo il silenzio ed avvicinandosi ai due con irruenza, sfoderando la bacchetta e puntandola sui due ragazzi. «Ora sputate il rospo, o sarò costretto a farvi parlare con le cattive.»
 
«Smettila subito Malfoy, siamo tutti sulla stessa barca.» lo rimproverò Harry.
«Sai che me ne importa. Voglio solo sapere dove cazzo sono e tornarmene a casa.»
«Perché credi che io sia felice di essere qui mentre i miei amici combattono una guerra di cui io sono la causa?»
«Ora basta. Harry, non è il momento di litigare. Malfoy, abbassa la bacchetta.» intervenne Hermione afferrando Harry per un braccio.
«Non metterti a darmi ordini, mezzosangue.» disse Malfoy a denti stretti mentre spostava la bacchetta dai due ragazzi ad Hermione, facendo scattare Ron che si parò subito fra lui e la sua ragazza.
«Dillo un’altra volta Malfoy, e giuro che ti…»
 
«Siamo ad Hertfordshire, negli studi di Leavesden, in Inghilterra.»
La voce della ragazza misteriosa fece calmare gli animi dei maghi, che si voltarono verso i due ragazzi.
«Sedetevi.» disse, invitando Harry e i suoi amici a sedersi dell’altra panca del tavolo, proprio davanti a loro, mentre Malfoy preferì rimanere in piedi, con la schiena poggiata alla parete della roulette, esattamente come aveva fatto poco prima.
 
«Come vi ho già detto siamo in Inghilterra, ad Hertfordshire, a nord-ovest di Londra. Siamo nel 2010 e oggi è il 23 febbraio, anche se vista l’ora credo sia più corretto dire che è il 24.» a quelle parole la ragazza fece una piccola pausa per vedere la reazione dei quattro ragazzi che l’ascoltavano, ma vedendo che aspettavo altre risposte, fece un sospiro e continuò.
 
«Il mio nome è Emma Watson e lui è Rupert Grint. Siamo attori, ci troviamo ad Hertfordshire per girare un film, l’ultimo di una saga tratta da sette libri.»
«Quindi non siete me e Hermione.» chiese conferma Ron.
«No… Ecco… Non proprio…» balbettò la ragazza scambiando uno sguardo dubbioso con l’amico.
 
«E’ la seconda volta che lo dici. Che significa non proprio?» chiese Harry spazientito, notando solo per caso che Hermione e Malfoy avevano gli occhi sbarrati.
«Che vi prende ora?» domandò Ron lanciando un’occhiata ad Harry che scosse la testa.
 
«Ma come… Ron, Harry… Ma non capite?» balbettò Hermione guardandoli stupita.
 «Io non ci ho capito niente. Che cosa c’è?» chiese Ron.
«Siete proprio degli stupidi Grifondoro. Mi chiedo com’è possibile che la Granger sia finita lì e non in Corvonero, considerato il livello di intelligenza medio della vostra Casa.» borbottò Malfoy a voce un po’ troppo alta.
«Era un complimento quello?»
«Non farti strane idee mezzosangue, ho detto solo quello che è chiaro a tutta Hogwarts dal nostro primo anno.»
 
«Avete davvero capito cosa vi vogliamo dire?» chiese Rupert.
«Certo, non siamo tutti stupidi come Weasleyuccio, qui.» confermò Malfoy avvicinandosi al tavolo e sedendosi su uno sgabello.
«Ma di che parlate? Finitela con tutti questi giri di parole, ne ho abbastanza! Diteci chiaramente cosa c’è che non capiamo.» esclamò Harry battendo i bugni sul tavolo e riportando l’attenzione sui due giovani attori.
 
«Scusa Harry, ma non è una cosa facile da spiegare. Facciamo così, credo sia meglio e più immediato.» disse Emma alzandosi e avvicinandosi ad un armadietto posto vicino al letto dove Goyle dormiva ancora di gusto. La ragazza prese un libro dall’armadio che poi richiuse e tornata al suo posto.
 
«Questo è il primo libro della serie da cui è tratto il film che stiamo girando.»spiegò Emma porgendo ad Harry il libro.
Il mago prese in mano il libro e quando ne lesse il tiolo sgranò gli occhi talmente tanto che chiunque l’avesse guardato in quel momento avrebbe pensato che gli sarebbero usciti fuori dalle orbite.
Il libro non era molo grande,  sulla copertina rigida era raffigurato un treno a vapore rosso, su cui si leggeva la scritta “Hogwarts Express”, mentre un bambino dai capelli neri, un grosso paio di occhiali tondi e una cicatrice a forma di saetta sulla fronte guardava stupito davanti a se.
In cima al libro, il titolo era scritto in caratteri giallo e oro.
 
Harry Potter and the Philosopher’s Stone”.
 
 
 
 
 
 


 
Angolo dell’Autrice
 
Salve a tutti! Dopo non so quante settimane, ho finalmente modo di uscire dalla mole di cose da studiare che ho per l’esame di stato e posso pubblicare il secondo capitolo di questa cross-over.
 
In questo capitolo i nostri due gruppi hanno finalmente un primo contatto e i nostri maghi scoprono dove si trovano.
Devo dire che scrivere senza confondere il carattere di Emma e Rupert con quello di Hermione e Ron non è semplice, ho cercato di fare delle ricerche su di loro e gli altri attori che poi entreranno in gioco nella storia. Insomma, l’unica altra storia che ho scritto su Harry Potter era incentrata su Remus e Tonks, non era molto difficile gestirli caratterialmente, mentre qui… Spero davvero di non essere andata nell’OOC e vorrei la vostra opinione a riguardo.
 
Come ho detto anche nello scorso capitolo, purtroppo non garantisco una regolarità nella pubblicazione perché sono molto impegnata con lo studio quest’anno, ma spero di non ritardare troppo.
Voglio poi ringraziare
Vivvi96 e dontjump per aver recensito;
Angelstorm e James Percy Holmes per aver aggiunto la storia alle preferite;
sweetemma per averla aggiunta alle ricordate;
inlovewith5angels, kagura, NarcissaBlack666, rainold, Rebs96 e tigre per averla aggiunta alle seguite
e ovviamente a tutti i lettori silenziosi. Grazie!
 
Al prossimo capitolo!
-Crystal-

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Capitolo 3
*** Differenze ***




Capitolo 3
Differenze
 
 


Harry Potter and the Philosopher’s Stone”.
 
Sei parole che gli fecero allentare la presa, facendo cadere con un tonfo il libro sul tavolo.
Harry si alzò di scatto, gli occhi sgranati:
«Che significa?» domandò fissando Emma e Rupert.
«Lo avevo detto io che era difficile da spiegare...» sospirò la giovane attrice cercando di pensare ad un modo per spiegare chiaramente come stavano le cosa. Anche se per lei, tutto rimaneva ancora un mistero. Ne sapeva quanto tutti gli altri e ritrovarsi improvvisamente davanti alle persone che dovrebbero essere solo il frutto dell'immaginazione di una donna... Beh, se l'avesse raccontato in giro l'avrebbero presa per pazza.
L'idea che il vero Harry Potter, la vera Hermione Granger, fossero davanti a lei continuava a farle pensare che fosse tutto un sogno.
Ma diamine, quello non era un sogno. Era sveglissima e ne era sicura al cento per cento. Sentiva il cuore batterle furiosamente nel petto, avvertiva l'ansia e la tensione nell'aria, il calore della mano di Rup accanto alla sua e per sicurezza si era perfino data un paio di pizzicotti mentre uscivano dal set.
Era tutto, dannatamente vero.
 
«Ok, ci provo io» disse Rupert notando la frustrazione negli occhi di Emma.
«Questo libro è il primo della saga da cui è tratta la storia che stiamo girando. Un libro per ogni anno, per un totale di sette romanzi.»
Harry impiegò parecchi minuti per metabolizzare la cosa e solo quando fu certo di aver capito bene si lasciò cadere sulla panca ove prima era seduto.
«Ma che diavolo sta succedendo?» domandò Ron, dando voce ai tanti interrogativi che attanagliavano la mente di Harry.
«E' possibile che siamo finiti in un altro mondo?» ipotizzò Hermione poggiando due dita pensierose sotto il mento. «Intendo... Una specie di mondo parallelo, dove la nostra storia è frutto della fantasia di qualcun altro. Ho letto qualcosa del genere una volta. Alcuni maghi supponevano che la nostra realtà fosse solo una delle infinite altre esistenti. Tutte separate fra loro, ma che in alcuni caso particolari sarebbero in grado di congiungersi e quindi di permettere il passaggio da un universo ad un altro».
 
«La teoria del multiverso.» sussurrò Rupert fissando la giovane strega e annuendo con la testa, guadagnandosi però uno sguardo sorpreso da parte dei presenti.
«Che c'è, l'ho letto una volta su internet!»
«L'hai letto dove?» domandò Malfoy infastidito.
«Internet. Un'invenzione Babbana. Parecchio utile: ci sono un sacco di informazioni e ricercarle è molto più veloce che farlo sui libri.» rispose provando a dare una spiegazione il più semplice possibile.
«Comunque» disse Hermione riportando l'attenzione su di se «non riesco a trovare un'altra spiegazione. In qualche modo, siamo riusciti a spostarci da un universo ad un altro».
 
Pensieroso, Ron afferrò il libro che Harry aveva lasciato cadere e lo osservò attentamente.
«E la pietra filosofale?» domandò dopo aver osservato attentamente il titolo «Scusate se mi ripeto, ma a me sembra ancora incredibile: intendete dire, che qui dentro è raccontata la storia di Harry durante il suo primo anno ad Hogwarts? Quando si scontrò con Raptor e tutto il resto?»
«Così dovrebbe essere, almeno.» annuì Emma «Se poi quello che è riportato lì discosta dai fatti che avete vissuto, questo non lo so.»
Era un ragionamento che faceva solo ora, ma se sul fatto che quelli davanti a lei fossero i personaggi di quel libro, ormai non era più un dubbio, chi garantiva però che tutto ciò che era scritto loro lo avessero vissuto sul serio?
 
A Rupert non sfuggì questa sua affermazione.
«Che intendi dire? Certo che è la loro storia, sono loro! Perché dovrebbe essere diversa?»
«Perché loro sono diversi.» disse Emma. «Senti, ci sto pensando adesso, ma se loro hanno il nostro stesso aspetto, significa che non corrispondono esattamente a quello che dice il libro.»
Rupert la fissò confuso e i quattro maghi la fissarono, se possibile, ancora più confusi di prima.
Con un sospiro, l'ennesimo di quella che si prospettava una lunga nottata, Emma si fece passare il libro da Ron e lo aprì, sfogliandolo fino a quando non trovò il punto che le interessava, leggendo poi a voce alta ciò che vi era scritto:
 
«Harry aveva un viso sottile, ginocchia nodose, capelli neri e occhi verde chiaro. Portava un paio di occhiali rotondi, tenuti insieme da un sacco di nastro adesivo per tutte le volte che Dudley lo aveva preso a pugni sul naso. L'unica cosa che a Harry Piaceva del proprio aspetto era una cicatrice molto sottile sulla fronte, che aveva la forma di una saetta.»
 
Emma sollevò lo sguardo dal libro e vide che gli occhi di tutti ora si spostavano da lei a Harry, che la fissava a bocca aperta.
«E' la descrizione di quando l'Harry del libro aveva 11 anni, ma la sostanza non cambia» disse Emma.
«Per le mutande di Merlino.» si lasciò sfuggire Ron. «Quando ci siamo conosciuti eri proprio così!»
«Ma sei stupido, Weasley? Non hai sentito quello che ha detto?» lo canzonò Malfoy irritato. Ron stava per ribattere, ma si fermò quando avvertì la mano di Hermione posarsi sulla sua spalla.
«Ha ragione, Ron. La descrizione era quasi perfetta, se non fosse... »
«Se non fosse per gli occhi.» terminò Harry al suo posto. «I miei sono azzurri, non verdi.»
«Quindi alcune cose del libro potrebbero essere differenti da come le abbiamo vissute noi?» chiese Ron
«Oppure sono uguali, ma differiscono solo sul nostro aspetto.» ipotizzò Hermione.
«Beh, scopriamolo.» disse Malfoy allungandosi e prendendo il libro dalle mani della ragazza, soffermandosi per un po' sull'indice prima di sfogliarlo fino al capitolo 5.
Girò ancora qualche pagina, prima di leggere il nome di un negozio che gli fece capire di aver trovato ciò che cercava:
 
«Madama McClan era una strega tarchiata, sorridente e tutta vestita di color malva.
-Hogwarts, caro?- chiese quando Harry cominciò a parlare.
-Ho qui tutto l'occorrente... Di là c'è un altro giovanotto che sta provando l'uniforme.
Nel retro del negozio, un ragazzino dal viso pallido e appuntito stava ritto su uno sgabello, mentre un'altra strega gli appuntava con gli spilli l'orlo di una lunga tunica nera. Madama McClan fece salire Harry su un altro sgabello vicino al primo, infilò anche a lui una lunga veste dalla testa e cominciò ad appuntarlo per farla della giusta lunghezza.
-Ciao- disse il ragazzo -Anche tu a Hogwarts?
-Sì- rispose Harry.
-Mio padre, nel negozio qui accanto, mi sta comprando i libri, e mia madre sta guardando le bacchette magiche, un po' più avanti- disse il ragazzo. Aveva una voce annoiata e strascicata. -Dopo li trascinerò via per andare a vedere le scope da corsa. Non capisco proprio perché noi del primo anno non possiamo averne di personali. Penso che costringerò mio padre a comprarmene una e la porterò dentro di straforo, in un modo o nell'altro-.
A Harry ricordò molto Dudley.»
 
«Dudley? Non era quello che ti prendeva a pugni sul naso, Potter?» ghignò Malfoy osservando soddisfatto l'espressione irata di Harry.
«Ad ogni modo, noi due ci siamo incontrati proprio da Madama McClan la prima volta.» sentenziò richiudendo il libro e lanciandolo in malo modo sul tavolo.
«Vero» annuì Harry storcendo il naso. Ricordava bene quel giorno. Era spaesato e allo stesso tempo eccitato. Malfoy era stato il primo ragazzo della sua età con cui aveva parlato e se all'inizio sperava di poter fare amicizia con lui, quello che c'era scritto sul libro era vero: dopo aver scambiato solo qualche parola, da subito gli aveva ricordato quell'idiota di suo cugino. Irritante i viziato. Non aveva perso un secondo per mettersi in mostra e per farlo sentire sempre più stupido.
«Ok, ora provo io.» disse Ron muovendosi esattamente come Malfoy aveva fatto prima di lui. Un'occhiata all'indice e poi dritto al sesto capitolo, fino a quando alcuni nomi non gli saltarono agli occhi. Fece scorrere ancora un po' lo sguardo e poi iniziò a leggere ad alta voce:
 
«La porta dello scompartimento si aprì ed entrò il più giovane dei ragazzi coi capelli rossi.
-Quel posto è occupato?- chiese indicando il sedile di fronte a Harry. -Il treno è pieno zeppo...
Harry scosse la testa e il ragazzo si sedette. Lanciò una rapida occhiata a Harry e poi si mise subito a osservare il paesaggio fuori dal finestrino, facendo finta di non averlo guardato. Harry notò che aveva ancora un segno nero sul naso.
-Ehi, Ron.
Ecco i gemelli di ritorno.
-Senti, noi andiamo verso la metà del treno... C'è Lee Jordan che ha una tarantola gigante.»
 
«Che schifo.» commentò Ron rabbrividendo «Me l'ero dimenticata quella cosa schifosa che si era portato Lee.»
«Quindi le cose sono andate così fra voi due?» domandò Hermione.
«Sì, fa quasi paura, sembra che qualcuno ci abbia osservato.»
«Ora tocca a me.» disse la strega e rapidamente raggiunse il decimo capitolo, il cui titolo le era subito balzato agli occhi.
 
«Hermione Granger stava rannicchiata contro la parete opposta e aveva tutta l'aria di essere sul punto di svenire. Il mostro avanzava verso di lei e, nella sua marcia, strappava via dal muro i lavandini.
-Maledizione!- esclamò Harry disperato rivolto a Ron, e afferrò un rubinetto, lo scagliò con tutta la forza che aveva contro la parete. Il mostro si fermò a pochi metri da Hermione. Si girò goffamente, sbattendo gli occhi con espressione ottusa per vedere cosa avesse provocato quel rumore. I suoi occhietti malvagi videro Harry. Esitò, poi decise di dirigersi verso di lui, cosa che fece brandendo la clava.
-Ehi, tu, cervello di gallina!- gridò Ron dal lato opposto della stanza, scagliandogli contro un tubo metallico.»
 
«Anche questo è identico.» disse Hermione sollevando lo sguardo dalle pagine del libro. «Ricordo benissimo quello che accadde, è tutto uguale.»
«Ma com'è possibile? Io continuo a non capire.» chiese Harry passandosi una mano fra i capelli.
«Ne sappiamo quanto te, Harry. Non sappiamo che cosa dirti. Le cose stanno così: in questo mondo voi siete i personaggi di una storia. E' tutta riportata qui e nei restanti sei libri. Da essi ne sono stati tratti otto film e io e Rupert vi recitiamo da 10 anni. Siamo praticamente cresciuti interpretando Hermione Granger e Ron Weasley.» disse Emma, notando come alla sua controparte fosse sfuggito un sorriso a quelle ultime parole.
 
«Quindi che si fa?» domandò Ron lasciandosi andare contro lo schienale.
«Temo che dovremo rimanere qui fino a quando non capiremo come tornare.» sospirò Hermione.
«E gli altri? Stanno tutti combattendo l’esercito di Voldemort, Hogwarts è invasa dai Mangiamorte…»
«Ora come ora, non possiamo fare niente. Siamo sconvolti, è tutto troppo confuso e non riesco a ragionare bene. Credo che dovremmo riposare, domani mattina inizieremo a studiare un modo per andarcene».
«Credo sia la cosa migliore.» le diede man forte Emma «Tra l'altro, domani mattina sia io che Rup dobbiamo essere sul set, ma io sarò occupata solo per poco tempo, vi raggiungerò appena posso.» spiegò Emma, che ormai iniziava ad avvertire la stanchezza.
«Vorrà dire che ne approfitteremo per fare un giro e... Ehi, Harry!»
disse Ron, interrompendosi quando notò che il ragazzo si era alzato all'improvviso, come colto da un'illuminazione. Aveva una strana luce negli occhi e lo videro dirigersi a passo spedito verso il cassetto in cui poco prima Emma vi aveva riposto il volume.
 
Fu Malfoy a fermarlo, intuendo cosa tesse per fare, bloccandolo per un braccio.
«Sei impazzito Potter? Che cavolo vuoi fare?»
«Lasciami Malfoy, devo prendere quel libro»
«Merlino, ma perché diventa improvvisamente sveglio quando non dovrebbe?» imprecò fra i denti il Serpeverde.
«Ti ho detto di lasciarmi!» gridò Harry mettendo mano alla bacchetta. Sarebbe anche riuscito a schiantarlo, se Hermione non avesse intuito cosa aveva intenzione di fare e lo avesse disarmato.
Harry rimase sorpreso da quel gesto, ma riuscì a riprendersi subito dopo, iniziando a dimenarsi per far cedere la forte presa del Serpeverde, che cercò di trattenerlo maggiormente.
 
«Immobilus!» esclamò Ron puntando la bacchetta verso Harry, che improvvisamente si ritrovò bloccato, senza riuscire a muovere un solo muscolo del proprio corpo.
«Ron, che cavolo fai? Lasciami subito.» disse cercando di opporre resistenza, cosa che risultò del tutto inutile.
«Scordatelo amico, prima voglio sapere che diavolo ti è preso.»
«Il libro, Ron.»
«Cosa?»
«Il libro! Ha detto che sono sette, uno per ogni anno e sono pronto a giurare che quello che ha chiuso lì dentro è l'ultimo. Se stanno girando sulla base di quel libro, significa che la storia è conclusa. Lì c'è scritto cosa accadrà in futuro, forse perfino come sconfiggere Voldemort!» sputò Harry, gli occhi che bramavano quel romanzo. Doveva averlo. Lì c'era scritto tutto, ci avrebbe messo la mano sul fuoco. Quel libro gli avrebbe svelato ciò che sarebbe successo nel loro mondo, come si sarebbe conclusa la guerra e avrebbe dato loro l'opportunità di agire come volevano, di modo da ridurre al minimo le vittime.
 
«Vi prego, abbassate la voce, o sveglierete tutti!» li supplicò Emma.
Malfoy, ormai certo che Harry non si sarebbe più mosso, andò alla porta e lanciò un incantesimo Muffliato, voltandosi poi appena in tempo per vedere Hermione che si sfogava dando un sonoro schiaffo ad Harry sulla guancia, lasciando il Grifondoro, ancora immobilizzato, completamente senza parole.
 
«Che diavolo ti salta in testa? Cosa ti ho detto e ripetuto più volte quando abbiamo usato la Giratempo? Non possiamo immischiarci con lo scorrere del tempo! Ti rendi conto di ciò che potrebbe succedere se dovessimo agire conoscendo già tutto? Potremmo causare danni irreparabili! Harry, il tempo è una cosa seria, non si scherza con esso! Se quel libro contiene informazioni, dovranno rimanere segrete a tutti noi, che ci piaccia o no.»
«Possiamo cambiare il futuro, se vogliamo, Hermione!»
«E cosa ti fa credere che esso sarà migliore di quello che è già stato scritto!? Cambiare il futuro non è uno scherzo, Harry!»
«Ma l'abbiamo già fatto e...»
«Non è la stessa cosa! Qui parliamo di una guerra, Harry, di una guerra contro Voldemort, non di salvare due condannati a morte da una sentenza ingiustificata! Non puoi paragonare il salvataggio di Sirius e Fierobecco alla seconda Guerra Magica! Non hai idea di ciò che potremmo causare!»
 
Harry rimase a lungo a fissare Hermione negli occhi, prima di abbassare lo sguardo, un velo di tristezza sul volto. Vedendolo così, Hermione gli si gettò al collo, abbracciandolo più forte che poté.
«Se potessi avrei già studiato quel libro da cima a fondo, ma non posso. Harry, non sei solo. Io e Ron ti affiancheremo sempre. Sappiamo come sconfiggere Voldemort, è rimasto solo il serpente da distruggere e poi lui sarà mortale e potrà essere finalmente sconfitto definitivamente».
 
Quando il viso di Harry apparve agli occhi di tutti più rilassato, Ron sciolse l'incantesimo e Harry, ora libero, circondò il corpo di Hermione con le sue braccia, stringendola a se.
«Hai ragione. Scusami... » le sussurrò all'orecchio.
Rimasero tutti in silenzio a guardare i due amici abbracciati, fino a quando non sentirono Goyle risvegliarsi. Il Serpeverde si mise a sedere massaggiandosi la sesta dolorante, nel punto ove ora troneggiava un maestoso bernoccolo, guardandosi attorno spaesato.
«Dove siamo? Che è successo?»
«Non guardate me» lì anticipò Hermione «Non ho la minima intenzione di ripetere tutto a quella testa vuota».
«D'accordo, va bene, capito l'antifona... Ci penso io.» disse Malfoy con voce annoiata dirigendosi verso l'amico.
 
Mentre Malfoy tentava di riassumere a Goyle quanto successo, Harry e gli altri tornarono a radunarsi attorno al tavolo. Decisero che per quella notte si sarebbero divisi in due gruppi: uno sarebbe rimasto nella roulotte di Emma, l'altro sarebbe andato con Rupert. Stipati tutti quanti in un veicolo, sarebbero stati troppo stretti. I cinque maghi sarebbero rimasti nascosti fino al ritorno dei due attori e allora avrebbero deciso come muoversi. Non avevano idea di quando e come sarebbero tornati indietro. Per quanto ne sapevano, sarebbe potuto succedere il giorno successivo o qualche mese dopo.
Ma per il momento, l'importante era riposare.
Rupert uscì dalla roulette pochi minuti dopo, assieme ad Harry e Ron, mentre Hermione e i due Serpeverde rimasero con Emma, riuscendo a sistemarsi alla bell'e meglio con qualche cuscino, coperte e un paio di piccoli interventi magici.
Prima di addormentarsi, Hermione fece anche un incantesimo di protezione al libro.
«Non è che non mi fidi, ma preferisco essere prudente.» spiegò sdraiandosi accanto ad Emma e chiudendo gli occhi, lasciandosi cullare come non accadeva da quasi un anno dalle braccia di Morfeo.
 
 



 

***
Angolo dell’autrice
Avevo detto che non sarei riuscita a pubblicare regolarmente… E’ passato più di un anno dall’ultimo capitolo. UN ANNO!
Però ieri sera mi è tornata l’ispirazione e quindi ho mandato a quel paese il mio libro di Cinema Italiano e mi sono fiondata al pc. E finalmente il terzo capitolo ha preso vita!
 
Allora, diciamo che come capitolo è un po’ noiosetto, lo ammetto, ma non mi piace affrettare le cose. II nostri amici stanno cercando di capirci qualcosa e non era certo una questione che potevo risolvere in due righe. Ho deciso di chiarire la questione del loro aspetto, che non potevo lasciare in secondo piano, e anche ciò che riguarda il settimo libro: non fantasticateci sopra, non ho intenzione di far scoprire loro ciò che li aspetta.
Non è che ci sia molto altro da spiegare… Ma dal prossimo capitolo le cose inizieranno a farsi più movimentate e nuovi personaggi (o meglio, attori) entreranno in scena.
Vi ho anche lasciato un piccolo indizio nel capitolo precedente su chi avremo l’onore di vedere in azione, chissà se l’avete già capito o se riuscirò a cogliervi di sorpresa :3
 
Come al solito, vi ricordo che non garantisco regolarità nella pubblicazione, ma su una cosa vi rassicuro: prima o poi la storia avrà una fine, non ho intenzione di abbandonarla.
 
Vi abbraccio e vi ringrazio di cuore per aver letto ed essere ancora con me (so che non è facile seguire una storia quando c’è tanto da aspettare fra un capitolo e un altro) e se vorrete lasciare una recensione, farete di me un’autrice felice. Anzi, vi ordino di dirmi quando un personaggio secondo voi risulta troppo OOC. Ci tengo che tutto sia il più fedele possibile al libro.
Ora è il caso che torni veramente a studiare.
Al prossimo capitolo!
 
-Crystal-

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