The beauty and the beast- 'Niente è ciò che sembra'

di Agni_InkTears
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** La viola- Capitolo Primo ***
Capitolo 3: *** 3. La viola- Capitolo Secondo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


The beauty and the beast 


  

 

Prologo

'Come tutto ha inizio...'



Il sole fece capolino all'orizzonte, illuminando tenuemente il cielo scuro con i primi raggi. Nell'aria aleggiava ancora l'odore della pioggia appena passata e Will lo aspirò forte, godendo di quella tranquillità mattutina.

La sua vita era sempre così frenetica... Tra i fratellini, le medicine, l'aiuto in casa e le battute di caccia raramente riusciva a prendersi un momento per sé.

A volte desiderava soltanto poter bloccare il tempo, metterlo in pausa per un po' e riprendere a respirare normalmente. Gli sembrava di correrla, quella vita. Troppo velocemente, si stava perdendo qualcosa sulla strada, lo sapeva, lo sentiva.
Ma come poteva fare? La sua famiglia aveva bisogno di lui, le persone a cui voleva più bene al mondo avevano bisogno di lui. 


Paradossalmente sarebbe ciò che dovrebbe desiderare ogni uomo: essere indispensabile per qualcuno. E Will di certo non se ne lamentava, sacrificavano tutti tanto ogni giorno per poter garantire una vita dignitosa. Il pane con cui si nutriva era frutto degli straordinari di suo padre, dei suoi sforzi. Lui non doveva essere da meno. Anche se questo significava mettere in secondo piano i suoi desideri.

Socchiuse piano le palpebre, lasciando che i raggi caldi lo avvolgessero negli ultimi attimi di solitudine.

Poi il gallo cantò e dal basso si iniziarono a sentire i primi passi. 
Sicuramente Michael si era appena svegliato, cercando di fregare a papà l'arco, che era più bello rispetto al suo.

Will sorrise, magari aumentando le ore nei campi degli zii per i successi due mesi e chiedendo a Sammy uno sconto, avrebbe anche potuto regalargliene uno nuovo. Non poteva continuare a litigare con il padre solo perché il suo arco era vecchio e rovinato, finivano sempre per urlarsi in faccia e Will aveva seriamente paura che il fratello maggiore potesse andarsene, lasciandoli soli.

Michael ne avrebbe avuto tutto il coraggio, lo sapeva. Non era come lui, era più forte, più determinato e anche più ottuso in un certo senso.
Ma ogni componente era indispensabile nella loro famiglia e un suo possibile abbandono li avrebbe distrutti tutti. Non si poteva.


Scese velocemente le scalette del fienile per poter tornare in casa a preparare la colazione. Sull'uscio incontrò proprio il fratello: la faretra in spalla, il sottile arco tra le mani e quella sua solita espressione dura sul volto, che poi sotto sotto fosse il ragazzo più dolce del pianeta era un altro conto.


- Hey Mick!- lo fermò, lanciando un occhiata rapida ma attenta al graffio sul braccio sinistro che si era procurato in una delle tante risse con i figli di Ares, un omaccione scorbutico che abitava nella cascina vicino.

Qualche volta anche lui e Lee vi avevano preso parte, ovviamente in appoggio del fratello, seppure Will odiasse usare le mani. Soprattutto perché lui preferiva curarle, le ferite, piuttosto che farle. 

- Ciao Will, vado... beh, lo sai dove vado-  certo che lo sapeva, pensò. Andava a cacciare, o meglio la versione ufficiale diceva che andava a cacciare. In realtà si allenava con dei sacchi di paglia nel colpire soggetti a lunga distanza.

Michael adorava tirare, ed era anche la persona più brava che Will avesse mai incontrato. Solo che spesso finiva col farsi male, oppure ad essere visto dai figli di Ares -appunto- che non sopportavano il talento naturale di Mick, nettamente migliore del loro.

- Avvisa Aus e digli di passare più tardi - Will cercò di trattenersi dall'esprimere tutto il suo disappunto, ma non riuscì ad impedirsi di storcere il naso.

Austin era il loro fratellino minore, e ultimamente aveva dimostrato una particolare attitudine nel tiro con l'arco. Papà gli stava già insegnando i fondamentali della caccia nel bosco, ma quello che veramente interessava al minore erano gli allenamenti segreti di Michael. Cosa non buona considerando che ciò lo avrebbe portato ad essere immischiato in tutta la storia di Ares, ed era ancora solo un ragazzino! Senza contare che il bosco, a quell'ora e in quel periodo dell'anno, poteva rivelarsi molto pericoloso.
E non ce n'era bisogno, Will avrebbe coperto anche le sue di spese, se necessario lavorando di più. 

- Per favore, Will, non immischiarti. È grande ormai, sa decidere da solo-
- Grande? Mick ha solo 15 anni!- protestò, non voleva che il fratello corresse un rischio simile. - Appunto! Lee a quell'età aveva già iniziato ad esibirsi alla locanda, io cacciavo e partecipavo alle gare e tu lavoravi a tempo pieno in infermeria! Adesso è arrivata l'ora che anche lui faccia la sua parte. Non puoi continuare a proteggerlo, lo sai- 

- Lo so- sussurrò. Lo sapeva, diamine, lo sapeva benissimo. Ma era così difficile lasciare che quel piccoletto che aveva visto crescere, che aveva cresciuto, prendesse la sua strada.

Per lui sarebbe sempre rimasto il mocciosetto che si faceva la pipì a letto, o che non riusciva a dormire senza aver prima sentito la ninna-nanna. Ma doveva aprire gli occhi, i tempi erano cambiati. E gli sembrava che fosse successo anche troppo velocemente.

Annuì piano. Il fratello sorrise, pizzicandogli una guancia come era solito fare da piccolo. Poi uscì e si avviò verso la stradina sterrata che conduceva da una parte in paese e dall'altra al bosco. 

- Will, ricorda: lascia vivere e vivi. Non perdere te stesso per gli altri-

Will avrebbe tanto voluto fermarlo e urlargli che, no, nessuno lì, in quel maledetto paesino di provincia, avrebbe potuto vivere veramente. Tanto meno lui.
Non poteva perdersi.
Non si può perdere qualcosa che non si ha ancora trovato.

 

-Lacrime d'Inchiostro

Ciao a tutti! Sono di nuovo io, Agni_InkTears, anche se d'ora in poi mi firmerò Lacrime d'Inchiostro.

Allora, che dire? Questa è una versione rivisitata della Bella e la Bestia, la mia favola preferita in assoluto.

I personaggi principali saranno Nico e Will, perchè è una solangelo ma vi si troveranno degli accenni anche ad altre ship di hoo. Ovviamente, la trama sarà un po' diversa dalla favola originale e cercherò di renderla il più interessante possibile.

Aggiornerò una volta a settiman (credo il Sabato, o comunque nel fine settimana) fino alla fine delle vacanze estive, e spero di riuscire a mantenere la costanza anche con gli inizi della scuola.

Per adesso è tutti, ci vediamo al prossimo aggiornamento con il primo capitolo.

Tanti saluti,

Lacrime d'Inchiostro

P.S. Ho modificato questo prologo per aggiungere la copertina, che è ovviamente quella in cima, che ve ne pare?


 


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Capitolo 2
*** La viola- Capitolo Primo ***


The beauty and the beast

 

Capitolo Primo

 

- 'Giorno, papà.- lo salutò Will, mentre serviva a Kayla, Angel e Austin la colazione: una semplice fetta di pane spalmata di miele e un bicchiere di latte fresco. Il padre entrò nella piccola cucina zoppicando appena, stava peggiorando, notò tristemente Will.

Negli ultimi mesi Maurice -così si chiamava- si era sentito poco bene, soffrendo di dolori alla schiena ma anche alle vecchie ferite sulle gambe. Non lo aveva voluto dire a nessuno, per non preoccupare i figli, ma Will ,con tutto il tempo che passava in infermeria, se ne era subito accorto. E le sue condizioni peggioravano ogni giorno. Sebbene il padre non lo volesse ammettere, Will sapeva che avrebbero dovuto trovare una soluzione alla svelta, non poteva continuare ad affaticarsi in quel modo.

- Buongiorno ragazzi!- rispose Maurice, distribuendo carezze e sorrisi ai piccoli di casa. A fatica riuscì a sedersi nella sedia, ma cercò subito di mascherarlo. - Indovinate un po' dove va di bello il vostro papà oggi?- chiese, catturando subito l'attenzione di tutti i presenti. Will gli lanciò un occhiata interrogativa mentre metteva il pranzo nelle sacche per la scuola dei fratellini. 
'Un nuovo viaggio? Di già?' si accigliò ancora. Il padre non gli sembrava nelle condizioni adatte.

- Giù al villaggio! Vieni a vedere quanto sono brava a scuola?- trillò la vivace Kayla, sorridendo speranzosa. -Anche quello, certo, ma non oggi, tesoro.- si scusò il padre, la bambini mise subito il broncio. - Ti vengo io a vedere, secchiona. Non preoccuparti.- la consolò Will, scompigliandole i capelli e facendola ridacchiare per il nomignolo.

-Vai al bosco?- chiese Austin, ricevendo un occhiataccia truce dal fratello maggiore. - E finiscila!- sbuffò tra i denti verso di Will.
- No, no Aus! Papà è un esploratore! Lui cerca l'avventura! Il bosco è troppo poco pericoloso! Andrai al castello oscuro vero? Vedrai il mostro!- l'urlo eccitato di Angel risuonò per tutta la casa. Il piccoletto era convinto che il padre fosse un esploratore, come quelli dei suoi libri di scuola. E nessuno aveva veramente voglia di smontare le sue speranze, sebbene tutti sapessero che Maurice fosse un semplice mercante.

- Angel quante volte te lo devo ripetere? Quello non è un castello oscuro, e di certo non ci vive nessuna bestia dentro. È solo una stupida storiella che si sono inventati in paese per far si che i codardi come te se la facessero nei pantaloni.- lo schernì Austin, ricevendo in cambio una linguaccia.
- Beh, se esistono i principi azzurri come Will allora perché non può esistere una bestia cattiva?- domandò innocentemente, ed il cuore di Will gli si strinse in petto.
'Lui? Un principe azzurro?' l'idea era quasi ridicola. - Non sono un principe azzurro, Angel.-

- Ma lo sembri!- - Non essere sciocco Angie, è solo un infermiere.- sputò fuori Austin, con un tono talmente secco e freddo, che Will si chiese se non ce l'avesse con lui per qualche ragione. Ultimamente tendeva sempre a trattarlo male e lo evitava in continuazione.

- Vado a Reims.- interruppe la discussione Maurice, ed immediatamente il silenzio calò sulla stanza. Will era esterrefatto, come poteva andare così lontano? E senza alcun preavviso, poi.
- Papà dici sul serio? È una viaggio molto lungo e-  -Sammy mi ha appena procurato delle nuove invenzioni e ci farebbe veramente comodo allargare il campo di commercio. Tra due giorno ci saranno le fiere padronali, è una buona occasione per inaugurare i nuovi prodotti.- lo interruppe il padre, entusiasta della prospettiva, per una volta positiva, di avere nuovi clienti.

Will non poteva crederci, Reims distava quasi un giorno ininterrotto di viaggio e Maurice poco in salute com'era, di certo non poteva permettersi di faticare così tanto.

- Ma papà potrei andarci io, mentre tu resterai qui con i bambini. Posso... posso chiedere al medico di assentarmi due giorni, me lo concederà di sicuro e così tu po- Maurice lo interruppe prima che potesse finire la frase. Gli prese le mani tra le sue e lo guardò negli occhi con un bagliore di affetto così forte e confortevole che a Will si scaldò il cuore.
 - Figlio mio, ormai ho preso la mia decisione e quella sarà. Tu falla comunque una pausa, riposati un po'. Ai tuoi fratelli ci può badare Austin, è grande ormai, e entro la fine della settimana sarò di ritorno, promesso. Non preoccuparti per me, concediti di pensare anche un po' a te stesso per una volta.-

Will sospirò, il suo tono non lasciava possibilità di contesta. A quel punto aiutò il padre ad alzarsi e caricò i suoi bagagli nel piccolo carretto trainato dal loro vecchio e fedele cavallo Philippe.

Un attimo prima di partire, Maurice si girò verso la famiglia, riunita alla porta. 
- Ditemi, che regalo vorreste da Reims?- domandò e subito gli occhi, istanti prima tristi, dei bambini si illuminarono di una speranza mal celata.
- Io vorrei una spazzola nuova! Da femmina!- esclamò Kayla, passando le lunghe dita affusolate tra i capelli sciolti. - Per me una nuova carta di Mitomagia!- urlò Angel, che tanto desiderava avere quel nuovo gioco molto di moda tra i suoi compagni. Austin soffiò solo un debole, ma ben udito da Will, : - Comprami delle nuove frecce, se le trovi.- 
Maurice scrisse tutto sul suo taccuino poi si girò verso di Will, che era rimasto zitto per tutto il tempo. - E tu? Che cosa desidereresti?-

Will rimase un attimo interdetto, non era abituato a ricevere regali. Tutto ciò che aveva se lo era guadagnato lavorando in infermeria o nei campi degli zii. Niente era gratis. 
Scosse la testa. Aveva una famiglia che lo amava e gli voleva bene, non c'era bisogno di altro.
- Niente, papà. Sto bene così.- rispose semplicemente, pensando già a quanto suo padre avrebbe dovuto lavorare in più per ripagare quei regali di consolazione. Non voleva essere un ulteriore peso.

- Un uomo che non desidera, non è un vero uomo.- Maurice lo guardava con un tale affetto che Will non se la sentì di deluderlo, né tanto meno di smorzare quell'aria di festa che si era diffusa velocemente tra gli animi dei bambini.

- Ad essere sincero, c'è una cosa che vorrei. Portami un mazzo di viole di campo, se puoi.- chiese gentilmente e arrossendo un poco per la strmba richiesta.
Nel villaggio si stavano velocemente diffondendo virus come la tosse o il raffreddore, e si ricordava di aver letto da qualche parte dell'efficacia delle tisane di viola. In oltre era una pianta molto bella che cresceva raramente dalle loro parti, non gli sarebbe dispiaciuto piantarne una in cortile.

- Va bene, vi porterò tutto quello che mi avete chiesto. E ritornerò entro giovedì, ve lo prometto!-
Poi Philippe nitrì, partendo al galoppo e lasciando che la figura del padre si perdesse tra le verdi colline francesi.

-Lacrime d'Inchiostro- 

Buon Sabato a tutti! Sono di nuovo quì come promesso, con il primo capitolo della prima parte della storia!

Giusto per chiarire le cose, mi piacerebbe mettervi al corrente che l'intero racconto sarà suddiviso in cinque sessioni che saranno intitolate precisamente: 'La viola' (anche se nell'immagine all'inizio c'è scritto 'Per una viola', purtroppo è un mio errore che non ho potuto correggere), 'Lo scambio''La maledizione''L'amore' e 'La bestia'Ognuna di esse poi, verrà a sua volta distribuita in capitoli, non molto numerosi, in media meno di dieci ma, dato che è ancora in via di scrittura, non posso assicurarlo con certezza.

So che sia il prologo, che questo primo capitolo sono piuttosto corti, ma con l'andare della storia si allungheranno molto, e saranno anche più coivolgenti. Siamo solo agli inizi, è ancora tutto da scoprire!

A sabato/venerdì prossimo, con il secondo capitolo e un P.O.V assolutamente a sorpresa, e irripetibile direi.

Tanti saluti,

Lacrime d'Inchiostro.

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Capitolo 3
*** 3. La viola- Capitolo Secondo ***


 

The beauty and the beast


 

Capitolo Secondo


Maurice stringeva forte le redini di Philippe, cercando ad aggrapparsi come meglio poté al carro. 

Non sarebbe mai dovuto partire così tardi, lo sapeva. Ma un nuovo cliente ritardatario lo aveva trattenuto e, considerando che il ricavato dalla fiera era stato minimo, non si era potuto rifiutare.

E così, stava viaggiando di notte.

Aveva promesso ai suoi figli che entro il fine settimana sarebbe rientrato ed era un uomo di parola. Non intendeva farli preoccupare. Si occupavano già di troppe cose, oh se poi ci si aggiungeva pure lui!

Un ululato squarciò l'aria, e il cavallo nitrì galoppando ancora più forte di prima. Un branco di lupi -o almeno era quello che credeva- lo braccava stretto. Ed era buio, pioveva e Philippe cominciava a stancarsi. Doveva al più presto trovare una soluzione. 

Non sapeva che fare, continuò dritto mentre gli animali inferociti si avvicinavano sempre di più. La carrozza traballava molto forte sulla strada sterrata, ed una ruota si ruppe facendo inclinare il carretto. Tutti gli strumenti invenduti cominciarono a cadere e perdersi per strada, ma Maurice non se ne preoccupò veramente. Cercò piuttosto di salvare le 'compere' speciali. I regali per i suoi figli.

Strinse forte a sé il sacco che li conteneva e si issò sulla groppa di Philippe, dicendo addio al carretto ormai irreparabilmente danneggiato. Mentre correva via, con il cavallo sempre più stanco, il sacchetto si allentò lasciando cadere a terra una delle carte di Mitomagia di Angel.

Angel.

Improvvisamente strattonò le redini più forte, e virò tutto a destra. Non sapeva precisamente dove si trovasse ma Angel gliene aveva parlato talmente tanto che ricordava all'incirca la collocazione.

Sperò che non fosse solo una stupida leggenda. Non tutto per lo meno.

Corse, con il cuore che gli batteva nel petto velocissimo e i lupi che ululavano inferociti alle spalle, per non sapeva quanto tempo prima di iniziare a scorgere le vette di una torre all'orizzonte.

Presto un enorme cancello si aprì davanti a lui, con un balzo si gettò dentro e richiuse l'inferriata giusto un attimo prima dell'arrivo del branco.

Dall'ombra del bosco si elevò una figura più scura, quasi umanoide.

- E così, ti nascondi da noi. Ma bada bene, umano, hai molto di più da cui proteggerti lì.- Un ululato si alzò, seguito a ruota da tanti altri.

- Goditi la tua pace, finché puoi. La Bestia ti sta aspettando.-

Poi così come erano arrivati, se ne andarono. Scomparendo nell'oscurità della notte.

***

Maurice si svegliò alle prima ore del mattino. Si trovava ancora lì, nel castello maledetto. Sebbene fosse giorno, la luce arrivava debole e il palazzo restava comunque oscuro e buio.

C'era qualcosa di misterioso in quel luogo.

Si alzò da sotto l'albero in cui si era appisolato e decise di dirigersi all'interno per esplorare l'ambiente. Era cosciente di non doverlo fare, ma forse stava solo cercando di rendere orgoglioso di lui suo figlio Angel. Lo credeva un esploratore impavido, e Maurice non aveva mai avuto il cuore di smentire quella sua innocente convinzione. In questo modo, una volta tornato a casa, avrebbe potuto raccontargli tutto di quella sua piccola 'avventura'.

Il castello era grande e bellissimo, di un fascino antico, quasi appartenesse ad un'altra epoca.

Superati una lunga serie di corridoi esterni, si apriva in un magnifico cortile. Il più meraviglioso che avesse mai visto in tutta la sua vita, e Maurice ne aveva girati di posti.

Piante di varie specie, dalle mille sfumature e odori tutti diversi, si accavallavano le une alle altre, arrampicandosi su per i muri e ricoprendo quasi tutto lo spazio. Un breve sentiero si perdeva tra le verdi fronde, conducendo al cuore del giardino: un basso campo di semplici viole profumatissime.

Istintivamente Maurice vi si avvicinò, accarezzando i soffici petali di quei piccoli fiori. Gli tornò in mente la richiesta di Will. Una semplice viola.

Inizialmente non aveva compreso il motivo di un desiderio così bizzarro, tutti gli avevano domandato beni materiali più consistenti e comuni, ma in quel momento, con l'inebriante odore pungente di viola nelle narici, poteva capire il perché.

Dietro un piccolo fiorellino, si nascondeva una preziosa e rara bellezza.

Will era sempre stato in grado di andare oltre le apparenze e scavare a fondo con quei suoi intensi occhi blu, meglio di chiunque altro. Forse proprio perché, anche lui stesso, non era ciò che appariva.

Con decisione strappò una viola ancora non schiusa dalla radice e si girò per andarsene.

Ed improvvisamente eccolo lì.

Dove un secondo prima non c'era niente, ora c'era lui. La Bestia.

- E' questo il tuo riconoscimento per la mia ospitalità? Derubarmi? - La voce era ombrosa, roca e bassa proprio come la sua figura, che quasi si confondeva con le ombre dei corridoi.

Maurice fece un passo indietro, mentre la paura continuava ad affluirgli al cervello.

Se la leggenda era vera, allora...

- N-non era mia intenzione farle un torto. Io-io...- Non sapeva che dire, cosa aggiungere o come sdebitarsi. Stringeva ancora tra le dita il piccolo fiore, cosa che sembrava star facendo arrabbiare ancora di più il mostro.

- Ma l'hai fatto, e saresti anche scappato via se non ti avessi fermato prima. Sei un approfittatore, un egoista ed un codardo. Quelli come te non meritano nemmeno di vivere...-

'Non posso morire.' pensò 'non senza aver salutato la mia famiglia. Non senza aver assicurato loro un futuro degno.'

Si gettò hai piedi della Bestia, supplicandolo in ginocchio.

- La prego, per favore. Ho una famiglia a casa che mi aspetta. Ho dei figli... Questa- questa viola era per uno di loro. Mio figlio Will... è la persona più buona che io conosca, era un regalo per lui. Per il suo cuore d'oro. La prego, la supplico, mi lasci tornare da loro. Mi lasci dir loro addio.-

Qualcosa tra l'oscurità delle ombre, si illuminò, rivelando due profonde pozze di carbone ardente osservarlo.

Gli occhi della Bestia.

- Tuo figlio... dici che è una persona dal grande animo, dici di averlo fatto per lui. Allora torna a casa e portalo qui. Lascia che io lo veda, lascia che si prendi lui ciò che meriti tu. E se veramente è così buono come dici lo risparmierò.- Maurice rabbrividì. No, non poteva fare questo a Will.

Non voleva nemmeno immaginare cosa gli sarebbe potuto succedere nelle mani di quell'orribile mostro. Ma ne avrebbe approfittato, sarebbe tornato a casa dai suoi figli e avrebbe lasciato loro un ultimo bel ricordo di se.

Annuì debolmente, distrutto.

- Vattene, allora. Corri dalla tua famiglia. Ma bada bene, se entro due giorni non tornerai di nuovo qui, non sarai l'unico a pagare le conseguenze delle tue azioni. E nel modo peggiore che possa esistere.- disse la Bestia perentoria. Maurice non ebbe il coraggio di rispondere a voce, e annuì ancora con la testa.

Poi, raggiunse Philippe vicino al cancello e vi salì in groppa: pronto a tornare a casa per quella che sarebbe stata l'ultima volta. 

-Lacrime D'Inchiostro-

Eccomi di nuovo quì, dopo due settimane di assoluto silenzio. Scusate il ritardo! So di aver saltato l'aggiornamento di sabato scorso, ma purtroppo avevo finito i giga nel mio cellulare e mi trovavo nella casa al mare, senza la rete wi-fi.

Comunque, in questo capitolo finalmente c'è un po' di movimento! Questo è letteralmente l'inzio di tutto, la causa di ogni avvenimento a venire. Perciò è piuttosto importante, anche se è abbastanza breve. Inoltre, è scritto dal punto di vista di Maurice, il papà di Will, e non credo che questo cambio di p.o.v. si ripeterà più. 

Dal prossimo capitolo Will prenderà una decisione determinante e inizierà la loro vera storia. 

Adesso vi lascio, a sabato prossimo!

Lacrime D'Inchiostro

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