The Curse of Evil

di Daughter_Of_The_Moon
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo: All Was Well ***
Capitolo 2: *** Oltre le apparenze ***



Capitolo 1
*** Prologo: All Was Well ***


THE CURSE OF EVIL

La Maledizione del Demonio





PROLOGO





1° settembre, 2017

Binario 9 ¾



Scosse la testa, divertita. Il suo secondogenito non sarebbe mai cambiato, sempre pieno di paure, spesso rivelatosi inutili, ma gli voleva un bene dell'anima. Lo aveva lasciato con il padre, aveva capito che i due volevano stare in intimità, così si era allontanata, andando a salutare Rose, che stava per salire sul treno. Il padre della bambina la stava “minacciando”, dicendole che sarebbe stata diseredata se avesse fatto amicizia col figlio di Draco, e la bambina era pallida. Sbuffò: neanche il fratello sarebbe cambiato!

<< Ronald Weasley, smettila di spaventare tua figlia! >>

L'uomo si girò di soprassalto, sul viso un'espressione colpevole. A vederlo, sembrava il ragazzino di molto tempo prima. Aveva lo stesso carattere da bambino, giocherellone, curioso ed imprudente, con un'insana paura per i ragni; stessi erano i capelli rossi-un'eredità di famiglia-e stesso il fisico slanciato ed il naso lungo. Poteva quasi rivedere il fratello, anni fa, che saliva sul treno diretto alla più grande scuola di magia, Hogwarts, entusiasta.

Una donna si avvicinò a Ginny e Ron, guardando quest'ultimo severamente.

<< Ron, che cosa stai dicendo a Rose? >> quasi gridò, la nuova arrivata.

<< IO?! Ma non sto dicendo proprio niente! >> disse, in un tono talmente falso da far scappare un sorriso ad Hermione, che però non desistette dallo sgridare il marito.

Ginny si chiese, come ogni volta che la cognata e il fratello litigavano, come facessero quei due ad essersi fidanzati, sposati e, come se la lista fosse finita, a vivere insieme, ma, come ogni santissima volta, non riuscì a trovare una risposta, a parte forse una, che poteva sembrare scontata ma che-lo aveva imparato a sue spese-non lo era, per niente!

Ora che li guardava litigare, pensò che in realtà suo fratello era diverso, che Hermione lo aveva...cambiato. I cambiamenti erano quasi impercettibili a prima vista, ma c'erano.

Ron sembrava aver acquistato un'autostima che non credeva di avere, era più coraggioso-non di troppo, però-e era anche più muscoloso, segno che la donna lo teneva a dieta. Ma il vero cambiamento stava negli occhi. Avevano una luce diversa, indecifrabile. La stessa che vedeva nei suoi, quando si specchiava per truccarsi (anche se Harry diceva che era bellissima anche senza), o acconciarsi i capelli, dello stesso colore del fratello.

<< L'amore >> disse in un sussurro, a se stessa. Tolse lo sguardo dai due litiganti, e incrociò gli occhi della nipote, curiosi e vispi come quelli della madre.

Non pensava che l'avesse sentita, ma dovette ricredersi quando gli chiese << Cosa? >>

Ginny sorrise dolcemente, come solo lei sapeva fare, guardandola negli occhi.

<< Si, Rose, l'amore >> rispose, ma davanti allo sguardo smarrito della piccola, che magari si chiedeva cosa centrasse in quel momento quella parola, continuò.

<< L'amore è la più potente della magie, un incantesimo che non si compie con una bacchetta. L'amore è una magia del cuore, che lega due persone, o anche di più, chissà, con un filo invisibile, fragile e resistente allo stesso tempo, e le conduce ad un unico destino. Capisci? >>

La bambina rimase in silenzio per qualche secondo. Era molto intelligente per la sua età, aveva preso il cervello grandioso della madre, e leggeva anche tanto, ma l'emozioni non si possono studiare sui libri, né seguono il ragionamento logico.

<< Non lo so >> disse, infatti. << Come può un filo essere sia resistente che fragile? >>

La donna scoppiò a ridere, mentre le orecchie di Rose diventavano rosse.

Quando la risata di Ginny si spense, rispose << Vediamo come posso spiegartelo...immagina che due persone tengano un'estremità del filo a testa. Se queste persone si allontanano, il filo si tende fino a che non si spezza; ma se le persone invece di respingersi si avvicinano tra loro, questo filo non si spezzerà e le due estremità si potranno unire in un nodo, impossibile da sciogliere. Dipende tutto dalla forza di volontà. Bisogna essere coraggiosi per fare il nodo, che resterà per sempre lì, su quel filo >> concluse, soddisfatta di se e della sua spiegazione. Ma Rose sembrava ancora confusa.

<< Mi dispiace, zia. >>

L'undicenne abbassò lo sguardo, temendo di aver deluso Ginny, che, invece, sorrideva, guardando nuovamente la coppietta-abbracciata-, che si era riappacificata e aveva sentito il discorso della moglie del bambino-che-è-sopravvissuto, oramai cresciuto.

<< E per cosa? Sei ancora giovane, capirai più avanti. >>

Rose sorrise alla zia, felice. Un fischio improvviso la fece sobbalzare.

<< È ora di andare, Rose. Vieni qua e dammi un grande abbraccio! >> esclamò, stringendo a se la nipote, che rideva divertita.

La lasciò andare con un ultimo bacio, scansandosi per permettere ai genitori di salutarla come si deve. Tornò dalla sua famiglia, e la piccola Lily gli corse subito incontro.

<< Mamma, voglio andare anche io! >> piagnucolava.

Ginny le accarezzò i capelli-che erano uguali ai suoi-, ricordando che anche lei aveva fatto esattamente così, quando Ron era partito per Hogwarts.

<< Ci andrai tra due anni, Lily. Sei troppo piccola >> disse, sciogliendosi dall'abbraccio.

La ragazzina strepitò ancora un po', finché James Sirius Potter, il più grande tra i tre, già al secondo anno, se ne uscì con una delle sue.

<< Su, Lils, ti spedirò una tazza del gabinetto di Hogwarts! >>

Ginny roteò gli occhi. Probabilmente Fred Weasley stava ballando felice, contento di aver avuto un successore così perfetto, ovunque si trovasse. Magari un ballo a tre, con James e Sirius, da cui il rampollo dei Potter aveva preso il nome-e il carattere.

La donna sospirò e si mise le mani sui fianchi, guardando il con aria severa. Il ragazzo deglutì; Ginny sapeva essere davvero spaventosa.

<< Mamma, scherzavo, dai... >> provò a dire, ma Ginny non si fece ingannare.

<< Se mi arriva anche una sola lettera da parte della preside, giuro che ti lascio senza Quidditch fino a che non avrai terminato tutti gli studi. Sono stata chiara? >> lo “minacciò”.

James annuì velocemente.

<< Cristallina...vedrai, sarò buono come un Potter! >> disse, recuperando un po' della spavalderia tipica dei Grifondoro.

<< E, adesso Madama, devo andare a prendere in giro Teddy! Ciao mamma, salutami papà! >> si girò e salì sul treno, baldanzoso. La madre scosse la testa: non importava quante minacce o ricatti avesse fatto, il figlio maggiore non sarebbe cambiato mai.

Quante persone non cambieranno mai, pensò.

Si girò verso Harry, che aveva appena finito di parlare con Albus. Ora il ragazzo aveva un'aria più sicura di se, anche se nei suoi occhi verdi si scorgeva preoccupazione.

L'undicenne le sorrise, per poi abbracciarla.

<< Ciao mamma, ti scriverò subito dopo lo smistamento! >> poi, Albus Severus sorrise al padre, che gli scompigliò i capelli affettuosamente.

<< Non farti prendere in giro da tuo fratello, e ricorda ciò che ti ho detto. >>

Al annuì, poi corse verso il treno ed entrò appena in tempo, gridando un “vi voglio bene!”.

Ginny tratteneva le lacrime a stento. Sapeva che quella non era una giornata di lutto, anzi, ma vedere un figlio andare via, anche se per qualche mese, le strinse lo stomaco in una smorfia di malinconia.

Però continuò a sorridere ed a salutare, stringendo a se la piccola Lily Luna, pensando che le cose non erano mai andate meglio.

Sorrise a suo marito, che le diede un bacio sulla fronte.

Tutto era tornato alla normalità.

Andava tutto bene.







Angolo di quella pazza della scrittrice:

Ciao, popolo di EFP! Dopo secoli torno a pubblicare in questo fandom, impegnandomi in un progetto a lungo termine-molto lungo. Ho sempre amato la nuova generazione e sempre sognato di scriverci. Ho tutta la storia già in testa, che aspetta solo di essere scritta. Solo che non sono molto brava con gli inizi quindi ho paura. Non è la mia prima long, ma è la prima che voglio portare a termine. Non so con quanto preavviso posterò. Possono passare mesi come settimane come giorni, dipende tutto dall'ispirazione e la pigrizia. Preferisco non aggiornare che invece pubblicare una stupidaggine.

Questa sarà una crossover tra Harry Potter, Shadowhunters, Percy Jackson e Doctor Who (chi me lo fa fare...) e la storia che ne verrà fuori sarà qualcosa di particolare. Per il prologo ho voluto usare l'epilogo dell'ultimo libro della Rowling, cambiando punto di vista.

Il prossimo capitolo sarà ancora ambientato nel mondo di Harry Potter ed uscirà appena finita la scuola (quest'anno ho gli esami, capitemi!).

A presto,

Daughter_

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Capitolo 2
*** Oltre le apparenze ***


Capitolo Primo

OLTRE LE APPARENZE


1° settembre, 2017

Hogwarts Express



Albus e Rose entrarono nel primo scompartimento vuoto che trovarono. Nonostante James e i suoi amici li avevano invitati a restare insieme a loro, avevano deciso di andare da un'altra parte. Albus era sicuro che si sarebbero messi a scommettere su quale casa lui e sua cugina avrebbero passato quei sette anni di Hogwarts, e proprio non gli andava di ascoltare, i suoi nervi non avrebbero retto. Il fratello era sicuro che sarebbe finito tra i Serpeverde. Rose, dal suo canto, voleva starsene in santa pace a leggere “Storia della Magia”, il libro che era appartenuto alla madre fino a qualche mese fa. Così avevano cominciato a girare per il treno, e alla fine, dopo vari sbuffi, erano riusciti a trovare posto.

<< Rose, vuoi seriamente leggere quel libro? >> brontolò Albus. Seriamente, non capiva come la cugina avesse voglia di leggere quel mattone. Questi fece una smorfia, staccando gli occhi dal libro-miracolo!- per posarli su Al, che la guardava infastidito.

<< Mi mancano solo un centinaio di pagine, Al. Vorrei solo essere preparata per quando sarò ad Hogwarts, chiedo troppo? >>

Si, pensò Al, chiedi troppo, ma non provò nemmeno a dirlo a Rose, che se lo avesse sentito lo avrebbe sicuramente affatturato-la ragazzina sapeva già alcune formule e sicuramente non avrebbe tardato ad usarle.

<< Rosie, è tutto il giorno che stai attaccata a quel libro, non pensi di sapere già abbastanza? Sai, ad Hogwarts, esistono i professori, che sono quelle persone che ti insegnano >> rispose, sarcastico, facendo sbuffare la cugina, che provava a non sorridere, con pessimi risultati. Il cugino se ne accorse, e ghignò. Appoggiò la testa allo schienale, mentre il sorriso scompariva man mano che la distanza tra lui e la scuola si accorciava. Nonostante le parole del padre, aveva ancora paura. In primo momento il fatto che Severus Piton, da cui aveva preso il secondo nome che non usava mai-che razza di nome era “Severus”!?-fosse stato una delle persone più coraggiose esistenti, Serpeverde, lo aveva rincuorato un po', ma poi l'ansia aveva ripreso a salire.

E se fosse proprio questo a mandarmi tra i Serpeverde? Se fosse il fatto che porto il nome di uno di loro?

Albus non voleva andare tra le serpi, era sicuro. Non era da lui avere pregiudizi, ma il fratello maggiore, James, gli aveva parlato così male di loro, che i peggiori maghi erano usciti da lì, e continuato a dire che sarebbe diventato un Serpeverde fino al punto che Albus temeva di essere smistato lì.

Non c'è da aver paura, continuava a dirsi. Io non ho le qualità giuste per diventare un Serpeverde.

<< Al? Ehi, Al, mi ascolti? Poi non venirmi a dire che sono io quella taciturna! >>

La cugina lo riscosse dai propri pensieri. Rose gli aveva probabilmente detto qualcosa che lui non aveva ascoltato.

<< Tu, taciturna? >> la schernì il figlio dei Potter, << Ma se non stai mai zitta! >>

Rose era diventata rossa come un peperone, ed Al scoppiò a ridere. Era davvero buffa quando si arrabbiava, anche se pericolosa.

<< Attento Albus, o questa è la volta buona che le prendi >> lo minacciò Rose, che però sorrise, per poi lasciarsi andare ad una risata, la faccia che tornava del colore originale e le parole appena dette nulle.

Dopo un po', il silenzio scese di nuovo tra i due. Rose aveva ripreso in mano il libro-non che lo avesse mai lasciato-e si era immersa nella lettura, le pagine che scorrevano veloci. Come faceva a leggere tanto in fretta e a capire sempre tutto, Albus non lo sapeva.

Una decina di minuti più tardi, in cui Al rischiava di crollare a dormire, da fuori giunse ai due cugini un rumore forte. Piano, il treno rallentò la corsa, fino a fermarsi definitivamente. Al e Rose si guardarono.

<< Non possiamo essere già arrivati >> disse Albus, agitandosi sul suo posto, come a doversi trattenere di alzarsi e andare a controllare. Cosa che fece comunque, seguito dalla cugina. Incuriosito e leggermente spaventato, aprì la porta dello scompartimento e mise la testa fuori. Non era stato l'unico, anche molti altri ragazzi erano usciti a vedere cosa stava succedendo. Un prefetto passò proprio in quel momento davanti a loro, e con voce sbrigativa disse << Forza, che state facendo? Rientrate subito dentro! Non sta succedendo niente di grave, restate nei vostri scompartimenti, per favore! >> Li spinse di nuovo dentro.

<< Forza, tutti dentro! Voi due, che ci fate qui fuori?! Mi sentite quando parlo? Entrate qui e non uscite! >> e altri due ragazzi finirono con loro, con l'aria spaesata e leggermente indignata di chi era stato trattato ingiustamente.

<< Ehi! >> urlò il ragazzo, prima di rialzarsi e aiutare il compagno-la, compagna-a mettersi in piedi.

<< Andrea, tutto bene? >> chiese alla ragazza, che sorrise leggermente.

<< Si, non preoccuparti. Mammina >> lo prese in giro, poi si accorse di loro. Toccò la spalla del tipo, che si voltò a sua volta.

<< Oh >> disse il biondino platinato. La ragazza, Andrea, sorrise.

<< Ciao! Scusate l'in-ehm, l'inconveniente. È stata tutta colpa di Marcus, che ci ha spinti qui dentro. A proposito, io mi chiamo Andrea, Andrea Malfoy. Voi chi siete, invece? Primo anno, immagino. Io sono già al secondo, e dato che non vi ho visti l'anno precedente e avete l'aria di chi sta per andare al patibolo ho pensato->> sputò fuori velocemente, le parole che si accavallavano une sulle altre. Subito dopo si morse la lingua, così come Al.

Malfoy. Che diceva sempre lo zio Ron sui Malfoy? “Esseri da cui è meglio stare alla larga. Da loro, e da quei capelli platinati!” eppure, la ragazza aveva capelli corti capelli neri, spettinati dalla caduta, e non possedeva affatto il cipiglio acido. Preso dai suoi pensieri, non si accorse che Rose aveva intanto attaccato bottone con Andrea. Spostò lo sguardo sul ragazzo, che lo fissava a sua volta. Lui sì che aveva capelli di un biondo chiarissimo, ed occhi argentei. In leggero imbarazzo, si sedette, senza però distoglierò lo sguardo.

Deglutì.

<< Mi chiamo Al, piacere >> si presentò, usando il diminutivo con cui tutti lo chiamavano.

Andrea si voltò a guardarlo, con quei suoi occhi azzurri e vivaci.

<< Piacere mio. Io sono Andrea, ve l'ho detto prima >> disse, in meno di un nano secondo. Eppure il suo sorriso era contagioso, e Al si chiese come era possibile che quella ragazza fosse una Malfoy.

Forse zio Ron sbaglia, pensò. Forse non tutti i Malfoy sono come lui dice.

Lanciò uno sguardo al biondino.

<< Come ti chiami? >> chiese, cercando di essere gentile e sforzandosi di non fissarlo per la curiosità. Il biondo non rispose, limitandosi a passare lo sguardo tra lui e sua cugina, che aveva smesso di parlare con Andrea.

<< Al non è il tuo nome completo, vero? >> disse invece.

Albus ribatté veloce << Non sai che non si risponde ad una domanda con un'altra domanda? >>

Malfoy ghignò leggermente. << Tu lo hai appena fatto >> disse. Poi, il ghigno gli scivolò via dalla faccia, lasciando il posto a qualcosa che somigliava più ad un sorriso.

<< Scorpius. Il cognome lo avrai già capito, immagino>> disse.

Così il Malfoy si chiamava Scorpius. Sospirò.

<< Mi chiamo Albus Severus Potter. >>

<< Io sono Rose Weasley, invece >> si limitò a dire, gettando solo una veloce occhiata a Malfoy, per poi tornare a chiacchierare come se niente fosse con Andrea.

Tra i due ragazzi regnò ancora per un po' un silenzio imbarazzante, finché Albus fece una scelta. Andrea sembrava simpatica, quindi, perché non dare una possibilità a Malfoy?

<< Primo anno anche per te? >> chiese, cercando un argomento di conversazione il più velocemente possibile. Il ragazzo alzò lo sguardo dal pavimento, sorpreso.

<< Dici a me, Potter? >> Sussultò. Il tono con cui lo aveva pronunciato quel Malfoy non gli piacque per niente.

<< Si, a te, Malfoy. O forse sei sordo? In tal caso, credo che al San Mungo ci sia una cura specializzata >> disse piccato, attirando-di nuovo-l'attenzione delle ragazze.

Subito dopo, Malfoy scoppiò a ridere, sorprendendolo. Con chi diavolo aveva a che fare? Perché ora rideva? Al guardò strano il biondino, che cercava di riprendere fiato. Gli angoli della bocca si alzarono istintivamente, e tempo qualche secondo ed anche lui ora rideva.

Rose ed Andrea si girarono a guardarli, prima di ritornare a chiacchierare tra di loro dopo aver borbottato un “ragazzi”.

Si calmarono solo un paio di minuti più tardi, il fianco destro che faceva male dalle risate.

Albus, una volta tornato composto, allungò una mano verso Scorpius.

<< Forse siamo partiti con il piede sbagliato >> disse, << Che ne dici se entrambi sorvoliamo sui nostri cognomi? >> Scorpius guardò prima la mano, poi il volto serio dell'altro, e di nuovo l'arto.

Sorprendendo di nuovo Albus, prese la mano e la strinse. Un brivido lo attraversò.

A quel punto, il treno ripartì, e il Prefetto Marcus-che fino a poco fa continuava ad urlare ordini-si zittì.

Forse Serpeverde non sarebbe stato così male.





Angolo di quella pazza della scrittrice

Ciao, popolo di EFP! Dopo secoli torno a pubblicare in questo fandom, impegnandomi in un progetto a lungo termine-molto lungo. Ho sempre amato la nuova generazione e sempre sognato di scriverci. Ho tutta la storia già in testa, che aspetta solo di essere scritta. Solo che non sono molto brava con gli inizi quindi ho paura. Non è la mia prima long, ma è la prima che voglio portare a termine. Non so con quanto preavviso posterò. Possono passare mesi come settimane come giorni, dipende tutto dall'ispirazione e la pigrizia. Preferisco non aggiornare che invece pubblicare una stupidaggine.

Questa storia era nata per essere una crossover, ma purtroppo, ora come ora, non sono in grado di gestirla. Quindi (almeno per ora) sarà incentrata su questo fandom.

Spero che questo capitolo vi piaccia-sono mesi che ci litigo, e alla fine ho deciso di lasciarlo così com'era stato partorito all'inizio, sistemando solo qualcosina.

Beh, detto tutto. Sappiate solo una cosa: faccio schifo con gli incontri, quindi perdonatemi, davvero.

Lasciate una recensione, vi va?

Vi saluto!

Daughter_

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