Sono tornato.

di RikkyTikkyTavi2121
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo I ***
Capitolo 2: *** Capitolo II ***
Capitolo 3: *** Capitolo lll ***



Capitolo 1
*** Capitolo I ***


Pochi giorni dopo la battaglia contro Gea,all’incirca il 5 di agosto, l’intera Cabina 6 fu svegliata all’alba da un allarmato figlio di Poseidone,che bussava alla porta e sembrava volerla abbattere.                                                                    
 -Annabeth!ANNABETH!- gridava Percy dall’esterno,nei rari momenti in cui smetteva per un attimo di prendere a pugni l’ingresso. La bionda capo cabina chiamata in causa si alzo sbuffando dal letto e si vestì velocemente con i soliti jeans e la maglietta del campo,mentre il fidanzato continuava a urlare il suo nome e a bussare con la delicatezza di un elefante,nonostante i lamenti dei figli di Atena.  
Non appena ebbe finito disse ai suoi fratelli di tornare a dormire se volevano e partì a passo di marcia verso la porta. La aprì e si ritrovò davanti Percy,con il pugno ancora alzato pronto a bussare per l’ennesima volta . La ragazza lo guardò con occhi fiammeggianti e,prima ancora che il ragazzo potesse proferire parola, lo prese per un braccio e lo trascinò fuori dall’area delle cabine,perché non le sembrava il caso svegliare l’intero campo con le sue grida.                                                                                                                                            
 I due ragazzi arrivarono all’anfiteatro,deserto a quell’ora, e il moro aprì la bocca per parlare,ma fu interrotto prima ancora di poter formulare un qualsiasi pensiero di scuse dalla sua ragazza, che esplose:-PERSEUS JACKSON!- “Ok,ha usato il mio nome per intero,sono un semidio morto” – Come ti è saltato in mente di svegliare l’intera casa di Atena a quest’ora! Non saranno nemmeno le sette!-
Percy sorrise,con il suo solito sorriso beffardo, e rispose:- Allooora, come mi è saltato in mente,era la prima domanda giusto?- Annabeth gli scoccò un’occhiataccia,ma il ragazzo riprese - Mi è saltato in mente perché ho un problema enorme e ho bisogno della mia Sapientona- A questo punto il figlio di Poseidone sfoderò i suoi migliori occhi da cucciolo e Annabeth sbuffò,con aria di superiorità,ma poi sorrise. Percy colse la palla al balzo:- E poi,Ragazza Saggia,non eri tu quella che si alzava presto tra noi due?- ghignò.                                      
a figlia di Atena alzò le mani in segno di resa:-Touché- rispose. Poi chiese:- Allora,qual è il problema enorme?- Ma il moro non diede risposta e chiese,ridendo: - Posso considerarmi perdonato,allora?- La bionda sorrise e alzò gli occhi al cielo: Percy non sarebbe mai cambiato. Annuì e lo baciò. Quando si separarono però ripeté la domanda: -Testa d’Alghe,qual è questo problema che necessita un consiglio?-         
-Beh … Più che un problema è una richiesta d’aiuto- disse il figlio del Mare,abbassando improvvisamente la voce – Io dovrei … dovrei andare da mia madre. Non torno a casa da quando sono scomparso e,certo le ho lasciato un messaggio dall’Alaska e Chirone ha detto che le hanno mandato notizie dal Campo ma,ecco,vorrei rivederla. Solo che dopo 10 mesi non me la sento di essere da solo. Verresti con me?- concluse imbarazzato.  
Ad Annabeth fecero tenerezza quelle parole: quello scemo del suo fidanzato,eroe di molteplici profezie, protagonista non di una ma di ben due Grandi Profezie,il ragazzo più forte che avesse mai conosciuto, aveva paura di non riuscire a reggere le emozioni nel rivedere sua madre! Ma cosa che ancor più la fece sorridere fu che aveva scelto lei,tra tutti,per chiederle di accompagnarlo:non Grover,non Jason. Lei .                         
Guardò il ragazzo davanti a lei, i capelli corvini scompigliati come al solito,gli occhi verdi come il mare che amava tanto abbassati e le guance sempre più rosse per l’imbarazzo, che già iniziava a dire,quasi sussurrando:- Scusa,non dovevo chiedertelo…- Non finì la frase che Annabeth di slancio gli prese la mano e e guardandolo negli occhi rispose.”Non dirlo neanche,Testa d’Alghe. Certo che verrò.” Poi si avvicino e baciò il ragazzo,un bacio dolce e semplice,solo per darsi coraggio. Un bacio così simile ai baci portafortuna che avevano fatto capire ai due di essere innamorati l’uno dell’altra.
Non appena si separarono Percy indicò la Casa Grande e i due,senza dire una parola,intrapresero una gara di corsa che vinse la bionda,giungendo pochi passi prima del fidanzato nei pressi dell’edificio bianco e azzurro.                                                                                                            
– Ti ho fatto vincere- disse il ragazzo ridendo,a mo’ di scusa.                                                                                                  
– Certo certo … tu vedi Chirone – rispose la bionda,con il fiato un po’ corto.                                                                        
– Sì,è là – concluse Percy,e  i due si avviarono verso il centauro che,sotto il porticato,chiacchierava con una ninfa.
Non appena il loro maestro li scorse,salutò con un cenno la ninfa,che scomparve, e si rivolse ai due ragazzi,che lo avevano nel frattempo raggiunto:-Annabeth,Percy,è successo qualcosa di grave?- chiese il centauro visibilmente preoccupato. Il ragazzo però si affrettò a tranquillizzarlo:- Tranquillo Chirone,non è successo nulla. Solo,ecco,io volevo chiedere se … -  Percy abbassò lo sguardo continuando a farfugliare parole a mezza voce.                                                                                                                                                                       
 Annabeth venne prontamente in suo soccorso: - Percy voleva chiedere il permesso di andare a trovare sua mamma,anche perché non la vede da quando è scomparso- disse la bionda risoluta. Il centauro guardò il ragazzo,che confermò tutto con un cenno della testa, pensando a quante cose aveva dovuto passare in quegli anni e non ebbe dubbi :- Certamente Percy. Vai da Argo e fatti accompagnare in città. Digli che hai il mio permesso.-  - No- era stato Percy a parlare –Scusa Chirone,ma  vedi,ecco avrei preferito che Annabeth venisse con me. Mi sembra giusto che mia madre veda che sta bene anche lei e io … vorrei non essere solo” disse,stringendo la mano della fidanzata.
 Il centauro guardò quei ragazzi,i suoi ragazzi, finalmente insieme e felici dopo tutto e nonostante tutto, e disse: - Va bene Annie,vai con lui.- I ragazzi ringraziarono e,uscendo,ripresero la gara di corsa fino ad arrivare da Argo. Spiegarono al guardiano del campo e in meno di due minuti tutti e tre erano sul furgone, viaggiando in direzione Upper East Side,Manhattan.

Angolo autrice

Allora,questa è una mini long di due o forse tre capitoli(capirete nel prossimo) su uno dei missing moments che secondo me mancano nella saga... Domani probabilmente posterò il secondo capitolo,ma non vi assicuro niente... un ringraziamento speciale alle circa 180 persone che hanno letto la mia precedente one shot e soprattutto un enorme ringraziamento a Letizia che è più o meno la mia più grande fan. Grazie Lety<3. Continuerò a dedicarti tipo ogni capitolo di questa storia.Amami. Love you everyone. Cardellino Intraprendente(new firma)
 

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Capitolo 2
*** Capitolo II ***


I tre partirono, lasciandosi alle spalle le verdi colline del Campo Mezzosangue in direzione Manhattan. Durante tutto il viaggio Percy sembrava lontano, assorto in chissà quali pensieri, e non staccò mai gli occhi dal paesaggio fuori dal finestrino, tranne quando Annabeth, vedendolo così serio e assente, gli strinse una mano. In quel momento, e solo in quel momento, il moro distolse lo sguardo dalla strada e lo posò sulla ragazza seduta al suo fianco, regalando a quest’ultima un sorriso grato. Grato, per tutto quello che lei aveva fatto e stava facendo per lui. Grato per il semplice fatto che avesse accettato di essere al suo fianco in quel momento. Grato,perché lei aveva scelto lui fra tutti.                                                                                                   
Prima ancora che i due ragazzi se ne rendessero conto, Argo fermò il furgone. Erano arrivati.                                                               
Scesero sul marciapiede e, mentre Argo parcheggiava, arrivarono di fronte al portone. Percy lo sfiorò con una mano, quasi per accertarsi che non fosse un’allucinazione, poi sfilò le chiavi dalla tasca e aprì. I due semidei entrarono. Stavano iniziando a salire le scale quando, quasi in preda al panico, il ragazzo afferrò il polso della figlia di Atena. La ragazza semplicemente si liberò e fece scivolare la sua mano in quella del fidanzato, sentendo il respiro di quest’ultimo calmarsi. Adesso capiva perché Percy l’aveva voluta con sé. Se fosse stato solo si sarebbe fatto prendere dal panico, pensando a tutto quello che poteva essere successo in quel periodo.                                                                                                                                                                                   
Arrivarono davanti a casa Jackson in un tempo che sembrò infinito e al tempo stesso infinitamente breve. Dall’interno proveniva il suono di una radio e una voce di donna che cantava tranquilla. Bussarono e Sally rispose soltanto: – E’ aperto! – Evidentemente aspettava qualcuno, forse una consegna o qualche amica. Percy, con le mani che tremavano,ruotò la maniglia ed entrò, seguito da Annabeth.                    
La signora Jackson era ai fornelli, che preparava quelli che sembravano pancakes,con un grembiule rosso sopra quello che doveva essere il pigiama.                                                                                                                          
 – Mamma … - iniziò Percy,con la voce tremolante.
 A queste parole Sally si voltò e un lampo di sorpresa balzò nei suoi occhi.                                                                           
 – Sono … Sono  tornato.-
La donna si coprì la bocca con le mani e i suoi occhi si riempirono di lacrime, lacrime di gioia. Corse verso il figlio e lo abbracciò,come se volesse tenerlo  e non lasciarlo andare via mai più.Dal canto suo, il ragazzo teneva stretta la madre e, in preda all’emozione del momento, si lasciò sfuggire qualche lacrima che si teneva dentro da troppo tempo.                                                                                                         
Annabeth, che fino a pochi istanti prima si era sentita importante per la riuscita di quella missione,ora pensava di essere completamente inutile. Aveva compiuto il su “dovere” sostenendo Percy fino a lì, ma non capiva perché sarebbe dovuta restare. Stava già per salutare e incamminarsi nuovamente verso la porta quando sentì Sally chiamarla : - Hey Annabeth, dove vai?! Vieni qua!- e quando la ragazza si avvicinò la donna abbracciò anche lei,sussurrandole in modo che solo lei potesse sentire: - Grazie Annie, grazie di essere qui .-  La figlia di Atena sorrise poi bisbigliò in risposta: - Non ci pensare neanche. E’ qui che devo essere. Qui, è il posto giusto. -     
Su invito della padrona di casa i tre andarono in salotto e si sedettero, Sally su una poltrona e i ragazzi sul divano. Mentre Percy si ingozzava di biscotti, tutti rigorosamente con la glassa blu, Annabeth iniziò a raccontare la loro storia.                       
Dato che Sally conosceva abbastanza bene questa parte della vicenda,la ragazza parlò velocemente di Jason,Piper e Leo(nominando quest’ultimo ,la figlia di Atena ebbe un  fremito alla voce, che la donna non riuscì a spiegarsi fino alla fine del racconto).                                                                                                 
Spiegò perché Percy era scomparso grazie a Era e avesse dormito per quasi sette mesi ,svegliandosi e non ricordandosi più nulla se non il nome di Annabeth. A questo punto si interruppe, visto che gli avvenimenti successivi riguardavano il ragazzo ma,dopo un momento di silenzio interrotto solo dal rumore delle mascelle del figlio di Poseidone che masticava i biscotti ,tirò una gomitata … diversamente lieve al ragazzo di fianco a lei. Percy le rifilò un’occhiataccia, ma colse il significato del gesto, si schiarì la voce e da quel momento divenne il narratore.                   
Raccontò dell’arrivo al Campo Giove inseguito dalle Gorgoni,di come tutto gli fosse sembrato diverso,anche se non sapeva da cosa, di Reyna, di Frank e Hazel, della missione in Alaska, il ritorno dei suoi ricordi, poco alla volta, della battaglia con Polibote e dell’arrivo della pergamena dall’Argo II.                 
Parlò dell’arrivo della nave, del bombardamento di Nuova Roma, della missione del Marchio di Atena e del viaggio verso Roma, per salvare Nico.
Narrò il loro arrivo nel covo di Aracne, dopo la battaglia contro i giganti gemelli, e descrisse l’ Athena Parthenos, ma quando arrivò alla caduta nel Tartaro la sua voce lentamente si spense e il ragazzo rimase con lo sguardo fisso nel vuoto. Annabeth lo  guardò negli occhi e,in quelle iridi verde mare,vide aleggiare ancora i ricordi di quel periodo. Comprese che quei fantasmi non li avrebbero mai abbandonati, ma era giusto che Sally sapesse tutto,così appoggiò una mano sulla spalla del fidanzato e lo esortò a continuare.                                        
Insieme raccontarono il loro viaggio attraverso l’Inferno,tentando di non soffermarsi sulle scene più violente,come l’incontro con le arai , ma ricordando spesso il sacrificio di Bob e Damaseno. Quando arrivarono al ritorno a bordo,Percy tornò il narratore principale e spiegò brevemente il viaggio e le avventure del resto dell’equipaggio. Parlò ancora della partenza di Hedge, Nico e Reyna con la statua di Atena e del loro viaggio in giro per la Grecia alla ricerca degli ingredienti per la cura del medico.                                         
Raccontò di Atene, di come il sangue del suo naso,del suo NASO!, avesse risvegliato la Madre Terra, dell’arrivo degli dei sul campo di battaglia e del ritorno al Campo, dove le due fazioni di semidei erano stati riappacificati grazie alla statua. Qui Annabeth intervenne,per spiegare l’assedio dei romani al Campo Mezzosangue e l’intervento di Reyna e Nico che, con la statua, avevano salvato i semidei dalla distruzione.                                                                                     
Percy riprese a parlare, narrando la battaglia finale e ,con voce triste, del sacrificio di Leo, che per i Sette era ancora una ferita dolorosamente aperta. Il ragazzo concluse dicendo: - Questo è tutto quanto è successo nell’arco di due mesi circa.-                    
Sally,che fino a quel momento era rimasta in silenzio,li guardò stupita. Davvero sette ragazzi adolescenti avevano portato a termine una missione di quel calibro,e uno di loro si era addirittura sacrificato, per salvare il mondo. La donna pensò che il mondo,ragazzi come loro,non li meritava. Guardò negli occhi i ragazzi seduti di fronte a lei e nei loro sguardi lesse dolore, certo, ma anche una luce diversa,particolare. Un insieme di speranza, coraggio, amore e voglia di andare avanti che solo chi ne ha viste tante ma le ha superate tutte riesce ad avere. Si alzò e abbracciò i due ragazzi, lasciandoli sorpresi.                                                                  
– Come mai questo?- disse ridendo Percy,quando la madre li lasciò andare.                                                                   
– Perché ve lo meritate. Sono così orgogliosa di voi!- rispose Sally ridendo.                                                                              
Calò un momento di silenzio, che fu interrotto dalla padrona di casa :- Ragazzi, anche io avrei una notizia da darvi – disse, muovendosi imbarazzata sulla sedia – Ecco, io sono incinta!- concluse tutto d’un fiato,guardando negli occhi il figlio.Quest’ultimo rimase a bocca aperta, facendo cadere l’ennesimo biscotto che stava per addentare. Annabeth invece emise uno stridolino emozionato e si fiondò ad abbracciare quella che considerava ormai una seconda madre dicendo: - Congratulazioni!!- con una tonalità di voce che arrivò a essere udita anche in California. Percy nel frattempo si riscosse: - Avrò un fratellino?- chiese -Sorellina,probabilmente. Lo sento. – rispose la madre. Percy, che mai avrebbe messo in dubbio l’intuito della mamma, andò da lei e la baciò su una guancia. – Avrò una sorellina e non sarà una semidea! Avrò una sorellina e non sarà una semidea!- iniziò a ripetere,felice perché sua sorella avrebbe vissuto una vita normale,senza mostri,imprese,dei e quant’altro! Una vita del tutto nuova, almeno per lui.
Mentre pensava ciò un’idea si affacciò nella mente del figlio di Poseidone,che chiese di getto alla madre : - Sapete già come chiamarla?- Sally,sorpresa dal cambio repentino di argomento, rispose semplicemente:-No, non ci abbiamo ancora pensato -  
Il ragazzo,preso da un folle entusiasmo, chiese di poter scegliere il nome e, quando la madre annuì (sperando vivamente che il nome fosse sensato), Percy guardò un secondo negli occhi Annabeth, poi si voltò di nuovo verso Sally e disse: - Mamma, voglio chiamarla Bianca.- svelò deciso.
Le altre due rimasero sorprese da quella decisione che era tutto fuorché ciò che si aspettavano. Annabeth cinse la vita del fidanzato,mentre Sally, che conosceva la storia di Bianca Di Angelo,sorrise al figlio, che fece la stessa cosa.
Ci fu un attimo di silenzio,interrotto però da Annabeth, che disse:- Percy dobbiamo andare! Argo ha detto che dobbiamo partire non oltre le dieci! Mancano cinque minuti alle 10!- aggiunse alla domanda implicita “che ore sono?”
  che il ragazzo stava per rivolgerle.                                                                                            
Salutarono Sally e Percy le spiegò brevemente la faccenda del diploma e del college a Nuova Roma,notizia che la madre accettò con piacere. La donna abbracciò un’ultima volta il figlio,poi, dalla soglia,guardò sorridendo andare via l’eroe che il suo bambino era diventato, mano nella mano a quella che, secondo lei, era la ragazza migliore che potesse trovare.

 

Spazio Autrice

Ho qualche nota da darvi prima dei soliti ringraziamenti:

  • -         Penso che Annabeth abbia raccontato a Sally cosa succedeva al campo mentre andava a trovarla quando Percy era scomparso. Per questo penso che conosca la storia di Leo,Jason e Piper.
  • -          Ho deciso di far raccontare a entrambi la parte del Tartaro perché è stata una parte dolorosa per entrambi,perciò si aiutano l’un con l’altra.
  • -          Spesso ho pensato che Percy avrebbe chiamato la propria figlia Bianca,ma da quando si è saputo che avrà una sorella,il nostro figlio di Poseidone farà di tutto per chiamarla Bianca.
  • -          Se ve lo steste chiedendo,Sally è al secondo mese di gravidanza. Tra l’altro penso che Sally sia tipo una super-donna,quindi ha un intuito che non sbaglia mai. Infatti sarà una femmina.

-          Per il prossimo capitolo aspetterete di più, scrivetemi secondo voi di cosa parlerà nelle recensioni

Chiudo ringraziando Lety,detta anche il mio Fandom , tutti voi che leggete e willsolalce_leovaldez per la recensione stupenda.

Lasciate una recensioncina qui sotto.

With love.

Cardellino Intraprendente.                                                

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Capitolo 3
*** Capitolo lll ***


Quando Percy e Annabeth arrivarono al campo,il ragazzo si voltò verso la fidanzata e le disse in un soffio : - Civediamodopoallamensadevofareunacosa- prima di sparire. 
La ragazza si avviò verso la Casa Grande,mentre Percy si muoveva avanti e indietro sulla cima della Collina Mezzosangue, scrutando l’area delle capanne alla ricerca di un certo figlio di Ade.
Individuò Nico davanti alla cabina di Apollo, che parlava con Will Solace mostrandogli qualcosa che il figlio di Poseidone non riusciva a scorgere. Percy si precipitò verso la casa 7 e, quando fu a tiro di voce, iniziò a chiamare : - Nico! Nico!- finché il figlio di Ade non si accorse di lui e, salutando Will, che si dirigeva in infermeria, gli andò in contro.
Quando furono uno di fronte all’altro,accanto alla cabina di Efesto, Percy,con il fiatone a causa della corsa, iniziò: - Nico, ho una…-
- Notizia?- intuì il figlio di Ade. L’altro annuì, quindi fece per riprendere,ma Nico lo interruppe di nuovo,con uno sguardo serio: - Anche io ne ho una- .        
Percy capì che doveva essere importante,così fece segno al minore di proseguire. Quest’ultimo tirò fuori  una pergamena ripiegata più volte,come se non fosse la prima volta che veniva estratta dalla tasca. L’aprì e un piccolo ologramma comparve sulla superficie.
Percy strabuzzò gli occhi. Non poteva crederci. La minuscola figura era nientemeno che …
Leo Valdez, in persona.
O meglio,in ologramma.
Mentre ascoltava il discorso del figlio di Efesto, che purtroppo più andava avanti, più si interrompeva , nella mente del figlio di Poseidone si ripetevano a ruota, comprendendo soprattutto “ Lo uccido!”  “Però è vivo!”, “”Appena torna lo ammazzo!”, “Comunque è stato veramente coraggioso!”, “Questo non m’impedirà di certo di farlo fuori non appena entra nel mio campo visivo”, “Beh, dai, è una bella cosa”  e sinonimi vari. Tuttavia questo circolo veniva spezzato da occasionali commenti riguardo quello che l’ologramma diceva, per esempio “Festus?! Ma non era solo una polena?”, “Leo,non ci interessa nulla dei tuoi tacos”, “Sarà meglio che ti dispiaccia! Piper ucciderà,probabilmente solo con uno sguardo”, “Ah, con Calipso … Un momento! CALIPSO?!”
Quando la pergamena si spense, Nico la ripiegò e la ripose nei jeans neri; dopodiché  guardò gli occhi verdi del ragazzo di fronte a lui e chiese soltanto : - Allora?-
Percy strinse i pugni in un gesto nervoso,poi rispose: - Allora penso che non appena entrerà al Campo lo ucciderò. Poi lo resusciterò,gli dirò che sono contento che sia vivo e che siamo fieri di lui. Poi lo ri-ucciderò,per averci fatto prendere uno spavento di dimensioni colossali- concluse soddisfatto.
Il figlio di Ade nel frattempo ridacchiava e, quando l’altro terminò il suo breve monologo, chiese : - Qual è invece la tua notizia? Quella per cui sei arrivando correndo come un matto!-  aggiunse poi in risposta allo sguardo stranito che il figlio di Poseidone gli lanciò, poiché aveva completamente dimenticato di essere stato lui ad arrivare lì cercando Nico.
Con una nuova emozione dipinta negli occhi,che il più piccolo interpretò come entusiasmo, Percy  sputò fuori : - Avrò una sorellina!-
Il figlio di Ade rimase interdetto : certo era una bella notizia,ma perché lo veniva a dire proprio a lui?
Per questo commentò  perplesso : - E’ una notizia bellissima ma io che centro?-
Percy si diede una manata sulla fronte e disse:- Che stupido! Mi sono dimenticato di dirti la parte importante. Ho scelto come chiamarla … - Nico lo guardò con un’ espressione che significava “vai avanti”. - Si chiamerà Bianca- concluse trepidante.
Nico era … sconvolto? Stupefatto? Non lo sapeva nemmeno lui. Di fatto,ogni certezza stava cadendo. Insomma Percy, Percy Jackson,  sua ormai ex-cotta, nonché la persona che lui stesso aveva incolpato per moltissimo tempo della morte di Bianca adesso aveva deciso di dare alla sua futura sorella lo stesso nome,per lui.
Qualche lacrima iniziò a scendere sulle  guance del figlio di Ade,che riuscì a mormorare un flebile:  – Grazie Percy -  prima che il più grande lo abbracciasse.
Si separarono e il figlio di Poseidone commentò : - Beh, sono contento che questa decisione ti piaccia. Almeno lei è IL TUO TIPO- concluse ridendo.
- Certo che sei sempre il solito- rispose Nico – Capisco perché Annabeth ti chiami Testa d’Alghe!- Fece una pausa,in cui entrambi risero,poi riprese:- Comunque grazie davvero Percy,mi ai fatto un regalo bellissimo-.
Il figlio di Poseidone si gratto la testa imbarazzato : - Io … te lo dovevo,ecco. Sono contento che questa cosa ti abbia reso felice- si fermò per un attimo prima di concludere – Comunque,ora devo andare a parlare con Annabeth. Ciao Neeks – disse alzando una mano.
-Non chiamarmi Neeks! -  disse il più piccolo,battendo il cinque all’altro – Tanto anche io devo andare, Will mi aspetta in infermeria … E non fare quella faccia da scemo!- aggiunse sempre il figlio di Ade, vedendo la faccia pervertita che Percy aveva messo su al nome di Will.
I due ragazzi si salutarono e presero direzioni diverse, verso il padiglione della mensa e verso l’infermeria, ma nessuno dei due si accorse che, solo per un istante, l’aria sopra la Cabina Nove si era come increspata.
La ragione? Bianca Di Angelo, che era stata inviata da Ade a vegliare su Nico dopo l’incontro di Évora, quel giorno aveva capito che Nico non era più solo, che aveva degli amici e non aveva bisogno di protezione. Ascoltando Percy,poi, le era venuta l’idea. Un piccolo favore da chiedere al padre in cambio degli ultimi servizi.
Bianca  Di Angelo voleva reincarnarsi.
E il suo obiettivo era preciso.
 
ANGOLO AUTRICE
Ed ecco a voi(finalmente) l’ultimo capitolo di questa piccola long. Scusatemi tantissimo per il ritardo, ma tra la mancanza di ispirazione, di tempo e con l’inizio della scuola è stato complicato riuscire a scrivere questo capitolo.
Adesso un paio di note, che sono soprattutto cose che vorrei farvi notare:
  • Intanto vorrei dire che io NON shippo Pernico. Li vedo però come una specie di broship,per questo ho messo questo abbraccio da parte di Percy,che fa un po’ il fratello maggiore per Nico,che lo accetta.
  •  Shippo Solangelo,infatti ho voluto mettere qualche scena molto careena di questi due che per ora sono solo amici ma…
  • Ho aggiunto la parte della pergamena di Leo su consiglio involontario di willsolace_leovadez , che mi aveva chiesto se Leo sarebbe tornato in questo capitolo. Ho voluto inserirlo(più o meno) e ti ringrazio molto per l’idea.
  • Ora viene la parte importante: Bianca. Ci viene detto che quando Nico va negli Inferi(quando troverà Hazel) scopre che Bianca si è reincarnata. In questa storia però lei è di nuovo uno spirito. Potete interpretarla in diversi modi,io la vedo così:
  • O la prima reincarnazione non è andata molto bene (si è reincarnata in una bambina che è morta a pochi mesi,per esempio). So che questa versione è tristissima,ma la vedo come la più plausibile.
  • O non voleva che Nico la trovasse,perché sapeva che avrebbe cercato di riportarla in vita, disubbidendo alle leggi della natura e del loro padre. Per questo non si era fatta trovare. Poi Nico ha comunque portato in vita una sorella,e tutto è andato bene. Per questo questa versione non ha molto senso.
  • Aveva pensato di reincarnarsi ma, prima che entrasse nel Lete, Ade le aveva chiesto di vegliare su Nico e così aveva fatto. Più o meno sensato, anche se le tempistiche non quadrano molto. Per essere andata così doveva esserci molta coda per le reincarnazioni.
Grazie mille a tutti coloro che leggono queste storie, chi le ha recensite e,come sempre, grazie Lety per essere il mio Fandom. Una recensione fa sempre piacere.
Love U All
Cardellino Intraprendente

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