Save me please

di Chiara_oooo1
(/viewuser.php?uid=891696)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Via ***
Capitolo 2: *** Credere non è facile ***
Capitolo 3: *** Her eyes got something I love ***
Capitolo 4: *** She would be my light in my dark life ***
Capitolo 5: *** The new Darkone ***
Capitolo 6: *** Ti prego non odiarmi ***
Capitolo 7: *** Aspettando te ***
Capitolo 8: *** La verità fa male ***
Capitolo 9: *** Non riavrai tua figlia ***
Capitolo 10: *** Perché? ***
Capitolo 11: *** Fa male ***
Capitolo 12: *** Non lasciarmi ***
Capitolo 13: *** Un anno dopo ***
Capitolo 14: *** The crown ***
Capitolo 15: *** Lite ***
Capitolo 16: *** Solo un bacio ***
Capitolo 17: *** Credo di essere innamorato di te ***
Capitolo 18: *** Amore mio! ***
Capitolo 19: *** La nostra ultima notte ***
Capitolo 20: *** Il mio cuore per la tua felicità ***
Capitolo 21: *** Non ti ringraziero mai abbastanza ***
Capitolo 22: *** Cora ***
Capitolo 23: *** Sacrifice ***
Capitolo 24: *** La fine di un lieto fine pt.1 ***



Capitolo 1
*** Via ***


Finalmente me ne vado. Sono diciannove anni che mi trovo in questo collegio e ora che sono grande è arrivato il momento di dirgli addio. Per tutto il tempo che sono stata qui non ho fatto altro che chiedermi come mai i miei genitori avessero deciso di abbandonarmi. Non ho niente di loro, non so nemmeno i loro nomi. Ho sempre desiderato che mi scrivessero una lettera o che magari un giorno venissero a prendermi per portarmi a casa ma non è mai successo, non si sono mai fatti vivi. Da piccola mi ero convinta di essere di sangue reale, perché sul polso ho una voglia a forma di corona ma poi crescendo ho capito che era un pensiero stupido e smisi di crederci. Riguardo ancora il mio polso, questa stupida voglia che non mi ha dato altro che delusioni, penso Metto da parte tutti questi ricordi e carico l'ultima valigia in macchina ma prima che riesca a mettere in moto arriva una bambina, bionda, avrà avuto sei o sette anni, è senza fiato, credo per la corsa appena fatta "sei tu Anais?"-mi chiede sorridendo "Sì perché?"-le rispondo ricambiando il sorriso "Una signora con i capelli rossi mi ha detto di darti questa"- mi porge una lettera poi mi sorride e se ne va. Salgo in macchina e guardo quella strana busta, sopra c'è il disegno di una corona...la apro, al suo interno c'è un foglio con scritto solo una semplice frase, quasi un ordine: DEVI ANDARE A STORYBROOKE . Che stupidaggine accartoccio il foglio e lo getto sul sedile posteriore, accendo il motore e parto, ancora non so dove andrò ma qualunque posto va bene purché sia lontano da qui. Faccio un po di strada prima di ritrovarmi davanti un cartello che indica la città di Storybrooke...-"Storybrooke"-dico tra me e me, lo stesso posto indicato sulla lettera. Decido di entrare .....

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Credere non è facile ***


Una volta entrata in quella strana città,di cui non avevo mai sentito parlare, parcheggio la macchina, apro la portiera e scendo. In giro non vedo nessuno tranne un ragazzo che sta camminando. Non appena mi vede si avvicina. È abbastanza alto, al contrario di me. Ha i capelli neri, come i miei. Indossa un cappotto blu con una sciarpa rossa e dei jeans, io invece porto un paio di leggings neri, una maglietta nera e dei tacchi molto alti per nascondere la mia statura. Mi viene incontro e dice sorridendomi -"Ciao. Non ti ho mai vista da queste parti, sei arrivata da poco?" "Da pochissimo direi, in realtà non so nemmeno come ci sono finita in questo posto"-gli rispondo. -"Bhe, di sicuro se sei qui una ragione ci sarà..oh comunque io mi chiamo Henry" "Io sono Anais"-gli dico sorridendo. -"Ti va una cioccolata calda?, mi sembri infreddolita" "Volentieri, grazie" Entriamo in una specie di bar, "Da Granny", Henry ordina due cioccolate -"Allora Anais, non sai come sei finita qua eh?" "Già, non ne ho proprio idea, prima quella stupida lettera della bambina poi il cartel.."- Non riesco a finire la frase che subito mi interrompe " "Lettera?Quale lettera?" "Prima di partire una bambina mi ha dato una lettera che diceva di venire in un posto chiamato Storybrooke, ma io l'ho gettata e dopo un po..puff..mi sono ritrovata qui e il resto lo sai" "Bhe adesso è chiaro che tu sei qui per un motivo ben preciso...bisogna solo capire quale...vieni con me!"- "Aspetta, ma la cioccolata?" "Un' altra volta, adesso voglio scoprire qual'è il tuo scopo, dai vieni" dice prendendomi per un braccio "Il mio scopo? Come sarebbe a dire il mio scopo?" "Ti spiegherò tutto strada facendo" "Allora mi vuoi dire che cos'è questo strano posto?" "Senti.."-inizia lui-". ..forse ti sarà un po' difficile credere a quello che ti sto per raccontare però devi ascoltarmi questo non è un normale paesino del Maine è molto di più , qui tutti gli abitanti hanno un ruolo ed è per questo che credo che anche tu ne abbia uno " "In che senso un ruolo? Che vuol dire?"- chiedo incuriosita mentre continiuamo a camminare; "Che questo posto è popolato dai personaggi delle favole" "Aspetta che!?"-mi fermo - "Mi vuoi prendere in giro? Credi che io sia una stupida?" "No, non ti prenderei mai in giro, quello che ti sto dicendo è la verità" "Sì come no!" "Sì tu devi credermi... vieni con me ti presento mia madre, lei è la regina cattiva è stata lei a lanciare il sortilegio che portato i protagonisti delle favole qui a Storybrooke" Mi prendo un attimo per mettere a fuoco le sue parole. "Fammi capire, stando a quello che mi stai dicendo tu, una regina cattiva ha lanciato un sortilegio che ha intrappolato qui i personaggi delle favole e io farei parte di una di queste" "Esatto!" "Ma tu sei da ricovero! Non ti aspetterai mica che creda a tutte le stupidaggini che mi stai raccontando vero?!" "Sì devi crederci invece..e te le posso provare" "Ho i miei dubbi" "Ascolta, c'è un libro dove sono raccontate tutte le storie delle persone che vivono qui, se lo vedi forse capirai che non sto mentendo e c'è anche la possibilità che tu ci sia li dentro, da qualche parte" "In un libro? Ma sei serio? Io sono una persona vera non faccio parte di un libro per bambini" "Anche mia madre ha detto la stessa cosa, ma poi col tempo ci ha creduto e ora la sua vita è cambiata" "Chi? La Regina Cattiva?" "No, la mia altra madre, la salvatrice" "Oh c'è anche una salvatrice adesso... Grande! Sono finita in un manicomio" Faccio per andarmene "No aspetta An.." Urla Henry ma non riesce a finire la frase "Hey ragazzino"- dice quasi urlando una donna che si sta avvicinando, è bionda, alta, molto bella e con un giubbotto rosso di pelle-"che succede?"- chiede. Credo che abbia sentito la nostra conversazione abbastanza accesa. "Anais ti presento mia madre, Emma" dice Henry "La Regina Cattiva?"-chiedo "No la salvatrice"-mi risponde "Ah"-sbuffo "Mamma, lei è Anais, è appena arrivata, e stavo cercando di spiegarle come stanno le cose qui" "Aspetta come sei arrivata fino a qui?"- mi domanda la donna "È quello che mi chiedo anch'io"- dice Henry "Mamma sono sicuro che Anais è qui per un motivo ben preciso e vorrei che ci aiutassi a scoprirlo" prosegue il ragazzo "Certo che vi aiuto ragazzino"- Henry mi fa cenno di seguirli; nonostante la pazzia mi sembrano due brave persone. Decido di andare con loro. Arriviamo a casa di Henry, lui corre di sopra, intanto io ed Emma rimaniamo sole in salotto "Allora ragazzina, la tua famiglia? Sarà in pensiero?" "A dire il vero io non ho mai avuto una famiglia sono cresciuta in un orfanotrofio"-dico abbassando lo sguardo" "Oh mi dispiace, ti capisco anche io fino a poco tempo fa non avevo una famiglia"- dice sorridendomi e mettendomi una mano sulla spalla. Ricambio il sorriso. Henry torna con in mano un libro, sulla cui copertina appare la scritta "Once Upon A Time" "Questo è il libro di cui ti parlavo"- dice Henry, lo apre e scorrendo le pagine si blocca su una di esse "Henry che succede?"-chiede Emma "Questa pagina..prima non c'era" "Ne sei sicuro?"-chiede di nuovo la madre" "Certo che ne sono sicuro ho studiato questo libro per settimane e ti garantisco che questa pagina non c'era" "Bhe che cosa può significare ciò?" "Che l'arrivo di Anais ha portato una nuova storia"

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Her eyes got something I love ***


-"Una nuova storia? Nel libro delle favole? Ma siete tutti fissati allora..io non c'entro niente con il vostro libro!"-dico "Bhe ma guardacaso quando tu sei arrivata è apparsa una nuova pagina, come te lo spieghi"-ribatte Henry. Guardo quella pagina. La scruto per bene, c'è raffigurata una neonata tenuta in braccio da una donna, ma non se ne vede il volto, guardo meglio la bambina, è bella, paffuta e sorridente ma c'è una cosa che noto che mi lascia a bocca aperta-"Ommioddio!!"-dico quasi urlando "che hai?"- mi chiede Henry preoccupato " Quella bambina ha la mia stessa voglia..stesso disegno..stesso punto"- la indico, non ci posso credere quella neonata raffigurata nel libro di favole ha la stessa corona che ho io sul polso..identica! Mostro la voglia ad Emma e ad Henry che sbalorditi la scrutano per bene e la confrontano con quella del disegno- "È uguale"- dice Emma. "Ho un idea. Andiamo da Belle, forse ci può aiutare a capire qualcosa "-esclama Henry "Ottima idea ragazzino"- stiamo per avviarci verso la porta ma in quel momento qualcuno entra in casa. Una donna, mora, non troppo alta ma molto elegante e veramente molto bella. Si chiude la porta alle spalle, presumo sia l'altra madre di Henry "Ciao Regina"-dice Emma "Ciao mamma"-dice il ragazzo. Quando la donna dal rossetto rosso si accorge della mia presenza, rimane a guardarmi come se avesse visto chissà cosa, anch'io la guardo non so perché ma ha qualcosa di familiare. "Mamma, lei è Anais"- dice Henry per rompere questo silenzio imbarazzante "Piacere di conoscerti Anais"-dice Regina "piacere mio"-rispondo sorridendo "È arrivata questa mattina, e vogliamo capire come è perché sia finita qui"-spiega Emma "Ok"-dice semplicemente Regina continuando a guardarmi in un modo strano "Noi abbiamo intenzione di andare da Belle per scoprire qualcosa"- aggiunge Henry. Nessuna risposta da parte della donna "va bene, allora andiamo "-conclude il ragazzo. Usciamo dalla casa e ci avviamo. Pov Regina Entro in casa, chiudo la porta e mi trovo davanti Henry ed Emma e noto una ragazza che non avevo mai visto prima. È molto bella, non è tanto alta, ha i capelli del mio stesso colore solo più lunghi e mossi, poi il mio sguardo ricade sui suoi occhi e mi vengono subito in mente gli occhi di Daniel. Henry mi presenta la ragazza ma io sono troppo intenta a guardare quegli occhi che mi ricordano il primo amore della mia vita. Mi rendo conto solo adesso di averglieli fissati troppo a lungo perché anche lei mi guarda con un espressione confusa, Emma mi mette velocemente al corrente di quello che stanno facendo e io rispondo con un semplice "ok". Sono ancora stupita dagli occhi di Anais, solo Daniel aveva gli occhi di quel particolare colore, quegli occhi che mi hanno fatto innamorare e mi hanno fatto vivere i più bei momenti della mia vita. Henry mi informa che stanno andando da Belle, non rispondo. Mi saluta e poi si avviano, chiudo la porta,e mi passo le mani sul viso per riprendermi da quei pensieri "Ciao Regina"-esclama all'improvviso una voce alle mie spalle, una voce che riconoscerei ovunque. Mi giro. "Madre"- è lei, è tornata-"cosa ci fai qui?"- le chiedo bruscamente "Non essere cosi scontrosa figlia mia. Sono venuta solo per levarmi un peso che da troppo mi schiacciava la coscienza"- risponde "E da quando hai una coscienza?" "Da quando tu hai una figlia"

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** She would be my light in my dark life ***


"COSA?!?"- urlo "Vedi figlia mia , quando allora stavi con quello stalliere , quel Daniel , rimanesti incinta , io lo scopri e come puoi ben immaginare quando partoristi io non lasciai che tenesti la bambina e la mandai nel mondo reale cancellandoti la memoria, così da fare in modo che non mandassi all'aria il tuo futuro, il mio, e tutto ciò che ho costruito per avere una vita migliore, non potevo permetterti di tenere quell'essere nato dal sangue di un uomo che non valeva niente, un uomo che non ti avrebbe mai dato nulla. Ma ora devo ammettere che mi sento tremendamente in colpa per quello che ho fatto, non avrei mai dovuto toglierti la tua bambina". A quelle parole non so che cosa rispondere, rimango paralizzata, mi sento svenire, mi siedo sul divano, devo mettere bene a fuoco ciò che ho appena sentito, non riesco a crederci, io ho una figlia, una creatura sangue del mio sangue e di quello di Daniel, senza che me ne accorga una lacrima mi attraversa la guancia "Come hai potuto?"- le dico "Regina so che sei sconvolta però cerca di capire..."- "Capire che cosa?!? Tu sei un mostro, lo sei sempre stato, non solo mi hai portato via l'amore della mia vita ma hai anche avuto il coraggio di portarmi via la bambina nata da quell'amore" Sento le guance bagnate. "Sì è vero hai ragione sono un mostro e non mi aspetto che mi perdoni, ma non è per il tuo perdono che sono venuta" "Allora perché sei qui? Per godere della mia sofferenza come hai sempre fatto?" "No e devi ascoltarmi Regina perché quello che ti sto per dire è molto importante" Pov Anais Sto camminando per strada assieme ad Henry ed Emma, ripenso ancora a quella donna dai capelli corvini, non so perché ma mi ha fatto un certo effetto, quegli occhi, quelle labbra quella cicatrice, quel viso così regale mi sembra di averli già visti, ma come è possibile, io quella donna lo conosciuta solo pochi minuti fa, eppure mi sembra di conoscerla da sempre "Hey ragazzina tutto okay?"- mi chiede Emma distraendomi dai miei pensieri "Sì certo tutto okay"- mento. Pov Regina "Non voglio più ascoltarti"- le dico, non volevo più ascoltarla, davvero, cio che mi ha detto fin ora mi ha causato un dolore che non provavo dalla morte di Robin Hood, lei mi ha portato via mia figlia, una figlia che avrei voluto crescere, a cui avrei insegnato a camminare e a parlare e quando sarebbe diventata grande ad usare la magia. Sarebbe stata la mia luce in una vita buia. Ma per colpa sua, per colpa di quel mostro che chiamo madre non ne ho avuto la possibilità. Sento le guance sempre più bollenti, sono completamente rigate dalle lacrime. Dovrei essere felice all' idea di avere una figlia, e lo sono, moltissimo, ma sono allo stesso tempo spaventata, spaventata perché dopo così tanti anni sono sicura che lei non ne vorrà sapere niente di me "Perché sei venuta solo adesso a dirmelo?" le chiedo- "Aspettavo il momento adatto, ora che so che anche il tuo Robin Hood è morto volevo darti un altro lieto fine"-risponde "Come fai a dirlo, lei non vorrà neanche avere a che fare con me, non mi vorrà mai bene" "No questo non è vero, vedi in questi ultimi diciannove anni io sono sempre stata vicino ad Anais e.." Anais. Ha detto Anais, mi alzo di scatto. "Aspetta, hai detto Anais quindi vuol dire che è lei mia figlia" "Sì esatto è lei, come lo sai? L'hai già incontrata?" "Era qui con Emma ed Henry"- adesso capisco perché i suoi occhi mi ricordavano così tanto quelli di Daniel. Sono quelli di Daniel. " Continua ciò che stavi dicendo"- la incito "Allora, negli ultimi diciannove anni sono stata sempre vicino ad Anais, senza che lei lo sapesse. L'ho osservata in tutto ciò che faceva, era una bambina così dolce, ma non ha avuto una bella infanzia. Il mio compito era quello di mandarla qui una volta compiuti i diciannove anni, così stamattina ho detto a una bambina di consegnarle una lettera che le avrebbe permesso di entrare a StoryBrooke e fare in modo che la profezia non si realizzi e devi essere tu a fare ciò"- "Profezia? Quale profezia?"-chiedo confusa "Anais...Anais è.." -balbetta "È che cosa?! Avanti dimmelo!"- mi sto agitando "Anais è destinata a diventare la nuova Signora Oscura".

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** The new Darkone ***


"La nuova Signora Oscura?! No! Non voglio che mia figlia diventi un mostro come lo sono diventata io a causa tua!" "Nemmeno io voglio che accada, tengo molto alla mia nipotina" "Sì ho visto come ci tieni, ci tieni talmente tanto che le hai impedito di crescere con la sua famiglia!"- le dico con tutto l'odio possibile negli occhi. "So che sei arrabbiata e sei ancora parecchio sconvolta ma lascia che ti spieghi come stanno le cose"- sembra davvero che Cora abbia buone intenzioni ma ora come ora non mi importa, ero riuscita a perdonarla per ciò che aveva fatto a Daniel ma non posso sopportare il fatto che mi abbia portato via anche mia figlia.-"Sentiamo, allora" "Tu ami tua figlia?"- mi domanda "Ma certo che amo mia figlia"- . Solo in quei minuti che l' ho vista poco fa già mi ero affezionata a lei in qualche modo, ma ora che so che sono stata proprio io a darla alla luce provo un sentimento ancora più forte nei suoi confronti. "Bene. Allora devi continuare a farlo" "Non c'è alcun bisogno che me lo dici. Ma ad ogni modo perché me lo stai dicendo?" "Quando Anais era appena nata le feci, con l'aiuto della magia, una voglia sul polso a forma di corona, ma a distanza di anni venni a sapere dal Signore Oscuro che nel momento in cui compii quel gesto le avevo trasmesso una parte della mia oscurità, lui mi disse anche che quella parte oscura sarebbe rimasta dentro di lei nascosta per diciannove anni e una volta arrivata a quell'età avrei dovuto riportarla da te, in caso contrario la sua oscurità avrebbe preso pieno possesso della sua anima diventando così più cattiva del Signore Oscuro stesso" Non riesco a credere a quello mi sta dicendo- "E c'è un modo per impedire che ciò accada?". "È quello che stavo cercando di dirti, Regina. Devi essere tu ad impedire che l'oscurità in lei prenda il sopravvento"- detto ciò scompare in una nube rossa. Pov Anais Emma Henry ed io siamo arrivati al negozio di un certo Signor Gold, entriamo e al bancone vedo una ragazza intenta a sfogliare un libro "Ciao nonna" "Henry quante volte ti ho detto di non chiamarmi nonna" dice la ragazza ridacchiando. "Ciao io sono Anais"-le dico sorridendo "Piacere di conoscerti Anais io mi chiamo Belle"-dice ricambiando il sorriso- "Allora, cosa posso fare per voi?" "Ti faccio vedere"-dice Henry appoggiando il libro sul tavolo e aprendolo-"guarda questa pagina, non c'è mai stata all'interno del libro è apparsa solo ora, volevamo sapere il perché, puoi aiutarci?" "Non saprei, forse posso..." "Allora chi è venuto a farci visita"-un uomo arriva interrompendo Belle, non è molto alto, ha i capelli grigi "Non ci serve nulla da te Gold"-esordisce Emma in maniera piuttosto brusca "Oh non sia così scortese Miss Swan"-risponde l'uomo con un ghigno che non mi fa una buona impressione. Il suo sguardo è poi rivolto a me "E questa giovane fanciulla chi è?" "Lei è Anais"-gli risponde Belle. Una volta pronunciato il mio nome l'uomo si gira di scatto e mi guarda-"Anais"-sussurra-"sei arrivata finalmente"-continua sussurrando con quel suo ghigno inquietante, sembra che già mi conosca. "Scusa che hai detto?"-domanda Henry "Oh nulla , ora se volete scusarmi ho delle faccende da sbrigare" - e se ne va, quell'uomo non mi convince molto. "È parso solo a me o sembra che Gold conosca già Anais?"- Emma deve avere qualcosa contro quell' uomo e la cosa non mi sorprende, ha un'aria malvagia. "Bhe ad ogni modo tornando al libro, proverò a vedere cosa riesco a scoprire, magari lasciamelo qui per qualche giorno poi vi farò sapere se ci sono novità" "Ok. Grazie per l'aiuto Belle". Emma saluta seguita da Henry e me, ci avviamo verso la porta ed usciamo "Hey ragazzina a che pensi?"-mi chiede Emma vedendomi con uno sguardo piuttosto perso "Oh niente, pensavo solo a dove potrei dormire stanotte, magari posso cercar..." "Hey, Anais non devi cercare nessun posto puoi venire a dormire a casa mia"- mi propone Henry "Ti ringrazio Henry ma mi sembra di aver già disturbato abbastanza per oggi" "Niente storie, stanotte resti a dormire da me" "Grazie, non sono abituata ad essere trattatata con una tale gentilezza"-gli sorrido, lui fa lo stesso e poi ci avviamo verso casa Mills. Pov Regina Una volta essersene andata prendo la mia giacca blu elettrico, la indosso, ed esco a fare una passeggiata ho bisogno di una buona boccata d'aria per schiarirmi le idee. Non so che fare, insomma, se dire la verità ad Anais o aspettare un po'di tempo, certo lei merita di sapere come stanno le cose ma la mia paura più grande è che, magari, una volta venuta a sapere chi sono io lei possa odiarmi e la cosa mi distruggerebbe in maniera spropositata, ma magari mi sbaglio, magari...dio come posso pensare che mi voglia bene è chiaro che mi odia non ci sono mai stata nella sua vita come potrebbe mai amarmi, d'altro canto però vorrei dirglielo, farle sapere che qui ha una madre che la ama anche se non è mai stata presente nella sua vita, ecco appunto non sono mai stata presente nella sua vita, non c'è uno spazio per me nel suo cuore. Ancora una volta le lacrime cominciano a scorrere sul mio viso senza fermarsi, iniziano a bruciarmi gli occhi e sento le guance calde, so che non dovrei farmi del male in questo modo eppure non riesco a fare a meno di pensare che Anais non mi accetterà mai non mi vorrà mai come madre, voglio dire ha vissuto ben diciannove anni senza di me perché mai dovrebbe volermi adesso. Proseguo con la mia camminata continuando a pensare a come comportarmi riguardo a questa faccenda, basta un niente per sbagliare e mandare all'aria ogni piccola speranza. Raggiungo una panchina e mi siedo, mi passo le mani sul viso asciugando le lacrime che tutt'ora non hanno smesso di scendere, forse è meglio se torno a casa perché inizia a farsi buio ed Henry sarà già rientrato, ma tornare a casa significherebbe affrontare tutto ciò è per il momento non mi sento pronta, decido di rimanere li a guardare il sole che tramonta.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Ti prego non odiarmi ***


Pov Anais Siamo ritornati a casa Mills, fuori è già buio, Emma ci accompagna fino alla soglia e poi ci saluta, io ed Henry entriamo in casa. "Mh..mia madre non c'è, chissà dov'è andata" "Henry sei sicuro che non le dia fastidio che io resti qui a dormire?" "Certo non ti preoccupare"- mi dice sorridendo-"Hey hai fame? Ti va di mangiare qualcosa?"-mi chiede "Assolutamente si, è da questa mattina che non tocco cibo" Henry apre la dispensa-"Okay ,allora ci sono patatine..patatine oppure..patatine, scegli tu" "Hm..credo che prenderò le patatine"- rispondo ridacchiando. Anche lui si mette a ridere Henry prende due pacchetti di patatine e me ne lancia uno. "Ehi posso farti una domanda?"-mi chiede "Anche due"- rispondo sorridendo mentre apro il sacchetto "Come mai prima hai detto di non essere mai stata trattata con gentilezza?" Abbasso lo sguardo "Scusa forse non dovevo chiedertelo, sono un idiota" "No tranquillo non preoccuparti è solo che non è un argomento di cui mi piace molto parlare" "Certo capisco"- dice Henry con un sorriso dispiaciuto "A che stai pensando?"- mi domanda ad certo punto vedendomi piuttosto pensierosa "Sto pensando che magari...no niente lascia stare"- dico mettendo in bocca una patatina "Ehi sta tranquilla, a me puoi dire tutto quello che vuoi, dopotutto siamo amici no?"- Spontaneamente un sorriso mi si disegna sul viso, nessuno prima d'ora mi aveva mai detto di essermi amico "Beh..stavo pensando che magari io non c'entro niente con voi e vi sto solo facendo perdere tempo" "Non ci stai facendo assolutamente perdere tempo Anais, te l'ho detto tu non sei qui per caso e io e mia madre vogliamo aiutarti a capire chi sei" Non posso che rispondergli con un sorriso. Restiamo a chiacchierare ancora per un bel po' mentre finiamo di mangiare. "Hey che ne dici di andare a dormire adesso, si sono già fatte le undici"- mi propone Henry "Ma come sono già le undici! Certo che a parlare con te il tempo vola" -dico ridacchiando, ad Henry scappa un sorriso. "Ti va bene dormire sul divano?" "Oh si certo va benissimo"- per tutto il disturbo che avevo causato oggi il divano era fin troppo. "Okay allora io vado in camera mia, buonanotte Anais" "Notte Henry" Henry spegne tutte le luci e poi se ne va. Mi tolgo le scarpe e mi siedo sul divano, massaggio un po' i miei piedi doloranti -"Maledetti tacchi"- sbuffo sussurrando, poi mi sdraio, devo dire che è piuttosto comodo e spazioso come divano, molto piu comodo e spazioso dei letti dell'orfanotrofio, appoggio la testa sul cuscino e lo abbraccio, non so perché ma fin da piccola ho sempre avuto questo vizio di dormire abbracciata al cuscino. Rimango a rimuginare su ciò che è successo oggi, insomma la lettera, essere arrivata qui, quel libro che rappresenta quella bambina con la mia stessa voglia, la donna dal rossetto rosso che mi sembra già di conoscere ma che in realtà non conosco e poi il signore inquietante del negozio. Resto sveglia ancora un po' pensando a tutto ciò, poi mi addormento raggiungendo il mondo dei sogni. Pov Regina Sono sulla strada per tornare a casa, è notte fonda, Henry sarà già andato a dormire da un pezzo. Fino a questo momento e anche tutt'ora non ho fatto altro che torturarmi la mente con i miei pensieri pessimisti, però sono riuscita a prendere una decisione, non voglio rivelare subito ad Anais la verità, preferisco prima conoscerla un po' e magari creare un rapporto con lei in modo che poi quando le racconterò tutto non reagirà male, però la mia paura non se ne va è sempre li e mi sta pian piano logorando. Sono arrivata davanti a casa, apro la porta ed entro, come pensavo Henry è già andato a dormire le luci sono tutte spente, ma nonostante il buio riesco a vedere abbastanza bene data la luce della luna che entra dalla finestra, appoggio le chiavi sul mobiletto e nel momento in cui alzo gli occhi noto sul divano qualcuno che sta dormendo, mi avvicino-"Anais"-sussurro, è lei, mi avvicino ancora di più, la luce riesce ad illuminarle bene il viso, è così bella, mi siedo accanto a lei e le accarezzo delicatamente i capelli, noto che sta dormendo abbracciata al cuscino proprio come faccio io, mi scappa una risatina ma mi zittisco subito per non svegliarla, adoro guardarla dormire sembra una principessa, la mia principessa, riprendo ad accarezzarla, ha un'aria così dolce, le do un bacio sulla fronte- "Ti voglio bene tesoro mio, non sai quanto"- le sussurro piano facendo sempre attenzione a non svegliarla-"Ti prego non odiarmi, non odiarmi"- le sussurro di nuovo ma stavolta una lacrima prende a scorrere sul mio viso, mi affretto subito a pulirla, le lascio un altro dolce bacio sulla guancia e poi vado a dormire.

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Aspettando te ***


Pov Anais È mattina. I raggi del sole mi arrivano dritti sul viso. Stropiccio gli occhi e mi stiracchio un po', guardo il telefono, 7:28, decido di rimettermi comoda. Non avevo mai dormito così bene come stanotte, quando mi trovavo all'orfanotrofio di solito non riuscivo mai a prendere sonno, forse per il rumore che facevano le mie compagne di stanza o forse perché il letto era troppo scomodo e duro per riuscire a dormirci, comunque ogni notte tutte le notti andavo verso la grande finestra che avevamo in camera, mi sedevo e guardavo le stelle, amavo quel momento perché era tutto mio c'eravamo solo io e le stelle, mi piaceva immaginare che magari anche la mia mamma stesse guardando le stelle e le davo sempre la buonanotte mandandole un bacio, ma da pochi anni ormai ho smesso di farlo, ho smesso di credere di avere una mamma da qualche parte che pensa a me e che mi vuole bene. Senza accorgermene, pensando a questi ricordi, mi scappa una lacrima che asciugo immediatamente. Non so come mai ma stanotte ho avuto come la sensazione di non essere sola, giurerei di aver sentito la presenza di qualcuno seduto sul divano accanto a me che sussurrava qualcosa, ma di sicuro sarà stato solo un sogno. Prendo il telefono e guardo di nuovo l'ora,7:49. "Buongiorno dormigliona"-mi dice una voce da dietro "Oh, buongiorno Henry"-rispondo ancora un po' assonnata mentre cerco di alzarmi dal divano "Dormito bene?" "Bene?"-dico alzando un sopracciglio-"Non dormivo così da anni" "Ottimo, perché adesso ti devi preparare per una colazione coi fiocchi"-dice ridendo Ci sediamo al tavolo della cucina, Henry prende due ciotole, un cartone di latte e dei cereali, ne versa un po' nella mia e nella sua ciotola e incominciamo a mangiare. Dopo pochi minuti arriva la madre di Henry "Ma come siamo mattinieri"-dice sorridendo la donna "Buongiorno mamma"-la saluta Henry "Buongiorno"-risponde ad Henry-"Ciao Anais"-dice sorridendo rivolta con lo sguardo verso di me Le sorrido "Oh, Anais ti ricordi di mia madre vero?" "Quella che ho conosciuto ieri?..si Henry credo di ricordarla abbastanza bene"-dico facendo una smorfia scherzosa che porta Henry e Regina a scoppiare in una sonora risata. Ecco di nuovo quella sensazione, quella sensazione che ho provato la prima volta che ho visto Regina, quella sensazione che mi fa pensare di aver già avuto a che fare con quella donna, di averla già vista, di averla già conosciuta però non capisco quando e dove possa essere successo, voglio dire lei abita in un'altra città rispetto alla mia e non penso sia mai venuta in un orfanotrofio quindi questo è un pensiero da escludere . La guardo per un attimo di sfuggita e noto che il suo sguardo è totalmente concentrato su di me, mi sta osservando, come ha fatto ieri, però stavolta è diverso, mi sta fissando con occhi dolci. Una volta finito di mangiare Henry va in camera sua per vestirsi dato che era ancora in pigiama, invece io e Regina rimaniamo in cucina, visto che io indossavo ancora gli abiti del giorno prima e Regina era già pronta "Allora Anais ti va di parlarmi un po'di te?"- mi chiede con un sorriso gentile. La sua domanda mi ha lasciato abbastanza perplessa "Bhe non c'è molto da dire, solo che ho vissuto per tutta la mia vita in orfanotrofio aspettando qualcosa che non sarebbe mai arrivato" "Cioè ?"- mi incoraggia ad andare avanti Prendo un'attimo il respiro, non è una cosa facile da dire -"Una madre.La mia." Alla mia risposta vedo che Regina sbianca, rimane paralizzata, mi guarda con degli occhi lucidi colmi di dispiacere, sembra sul punto di piangere, non so perché ciò che ho detto le ha causato questa reazione "Tutto bene?"-le chiedo sentendomi un po' in colpa per averla turbata in quel modo "Sì tutto bene non ti preoccupare"-risponde con un sorriso intristito Henry ritorna dopo essersi cambiato "Andiamo?"-domanda rivolgendosi a me "E dove?" "Come dove, ti faccio vedere Storybrooke no?" "Oh, va bene" In quel momento qualcuno suona al campanello, Henry apre la porta, entra una ragazzina vestita di rosa con i capelli scuri e mossi "Violet"- la saluta Henry "Ciao Henry"- ricambia la ragazza "Come mai sei qui ?" "Abbiamo un appuntamento ricordi?" "Oh si giusto scusami me ne ero dimenticato. Anais non ti fa niente se rimandiamo ad un'altra volta il giro" "Ma figurati" La ragazza rivolge lo sguardo verso di me e mi sorride -"Ciao io sono Violet" "Anais"- rispondo semplicemente "Bene allora andiamo"-dice Henry, poi saluta me e la madre e se ne va con Violet. "Ehi ti va bene lo stesso se lo faccio io il giro insieme a te?"-mi propone Regina una volta rimaste sole "Certo, anzi mi fa piacere"- mi fa piacere davvero andare con lei, ovviamente anche con Henry non mi sarebbe dispiaciuto, però con lei è diverso, quella donna è particolare, mi da un senso di sicurezza che nessun altro sa darmi e il suo sorriso così gentile e regale mi mette tranquillità. "Okay allora aspettami un attimo qui torno subito"-mi dice dirigendosi poi verso il bagno. Pov Regina La luce del sole entra dalla finestra, apro gli occhi, subito mi ritorna in mente ciò che è successo ieri sera e ciò mi fa intristire, mi alzo dal letto, mi strofino un po' gli occhi poi mi vesti e mi dirigo in cucina. Qui mi cade l'occhio su Anais che è già sveglia, sta facendo colazione insieme ad Henry, una volta entrata faccio sentire la mia presenza, Henry mi da il buongiorno e lo ricambio, poi non posso non salutare lei che contraccambia rivolgendomi un meraviglioso sorriso. Henry domanda ad Anais se si ricorda di me, spero di si, ed effettivamente Anais si ricorda di me dicendo ciò con una smorfia buffa che non può che strapparmi una risata. Finito di fare colazione Henry se ne va in camera sua per cambiarsi ed io e la mia principessa rimaniamo sole, voglio approfittare di questo momento per chiederle di parlarmi un po' di lei. Mi racconta che ha passato tutta la vita in orfanotrofio aspettando qualcosa che non sarebbe mai arrivato, io, interessata, le domando che cos'era quel qualcosa, cercando di non farle domande che avrebbero potuto essere oggetto di ulteriore sofferenza per lei, alla mia domanda vedo che inizia a rattristarsi, sto per dirle di lasciar stare ma mi precede dicendo che ciò che aspettava era la sua mamma. A questa risposta mi si stringe il cuore, i miei occhi si riempiono di lacrime, cerco di ricacciarle dentro con tutte le mie forze ma è quasi impossibile, Anais aspettava me, ha sempre aspettato me e io, per colpa di quel mostro di mia madre, non sapevo neanche della sua esistenza. Mi sento orribile. Uno schifo. Quanto avrei voluto in quel momento riempirla di baci, abbracciarla e non lasciarla mai più, quanto avrei voluto dirle che adesso la sua mamma è qui accanto a lei e non l'avrebbe abbandonata per nessuna ragione al mondo, quanto avrei voluto dirle che le voglio bene con tutto il cuore, che l'amo più di me stessa, che l'avrei protetta con tutta le mie forze a costo della mia vita. Purtroppo ciò non è possibile, non posso dirle tutto quello che sento perché non voglio rovinare questo momento così importante. Sto continuando a cercare di combattere le mie lacrime che chiedono disperatamente di uscire ma non ce la faccio. Anais mi domanda se sto bene, vedo che è un po' preoccupata, io per tranquillizzarla le rispondo di si, proprio in quel momento arriva Henry che per fortuna la distrae così posso far uscire i miei fiumi di lacrime. Violet suona alla porta ricordando l' appuntamento ad Henry il quale dice ad Anais di non poter accompagnarla a fare il giro di Storybrooke. Dopo averci salutate i fidanzatini escono di casa ed io propongo ad Anais di venire insieme a me a fare il giro e lei risponde di si entusiasta e la cosa non può che farmi piacere, prima di partire però vado in bagno per pulirmi meglio il viso tutto arrossato dalle lacrime.

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** La verità fa male ***


Esattamente due settimane fa Regina è venuta a sapere di essere madre di una ragazza meravigliosa dagli splendidi occhi uguali a quelli del suo primo vero amore, una ragazza che non sa ancora che per un mese ha avuto accanto a sé la mamma che per diciannove anni ha aspettato invano, una ragazza dal portamento regale e raffinato proprio come quello della ex evil queen, una ragazza destinata a diventare la signora oscura. In questo periodo passato insieme le due sono riuscite a creare un rapporto meraviglioso, fatto di fiducia, di sorrisi, di risate ma soprattutto fatto d'amore, proprio come madre e figlia. Anais ormai vive a casa di Regina ed Henry, che per lui è come una sorella e per lei un fratello, si volevano già bene e ogni tanto si facevano i dispetti l'un l'altro. La figlia della ex regina cattiva ha conquistato l'affetto di tutti gli abitanti di Storybrooke, ma purtroppo dato che la madre non è ancora riuscita a trovare coraggio, non sa ancora chi sia veramente. Ogni attimo trascorso con lei è stato uno dei momenti più belli e importanti della vita di Regina, il sorriso e il carattere della sua bambina non possono che renderla felice. Pov Regina "Mamma, io e Anais andiamo da Granny "- mi dice Henry "Va bene"- rispondo "Anais sei pronta?" - urla per farsi sentire "Arrivo"- grida una voce dal piano di sopra. "Ah mamma prima che mi dimentichi mi ha chiamato Belle dicendomi che non ha scoperto nulla sulla storia di Anais purtroppo. Potresti andare tu al negozio a riprendere il libro?"- mi chiede "Sì certo, vado io" gli rispondo "Eccomi. Andiamo"- dice Anais una volta scese le scale "Oh, finalmente" - le dice il ragazzo. Anais gli fa una linguaccia scherzosa che subito Henry ricambia. Non possono che scoppiare a ridere trascinando anche me. "Okay ora dobbiamo andare"- dice Anais dopo poco "Sì hai ragione" "Ciao"- mi salutano all'unisono "Ciao ragazzi" - ricambio il saluto mentre escono. Quei due sono tremendi. Subito mi scappa un'altra risatina ripensando a tutti gli scherzi che si sono fatti in queste ultime due settimane, e come avere in casa due bambini che si rincorrono ovunque, si comportano esattamente come due fratellini, però si vede che si vogliono bene. Finisco di fare colazione poi mi alzo, mi dirigo in camera mia e mi preparo per andare in ufficio. Oggi ho intenzione di rivelare ad Anais tutta la verità, finalmente ho trovato il coraggio e devo ammettere che sono parecchio entusiasta di ciò ma allo stesso tempo preoccupata, preoccupata della sua reazione, e se non mi vorrà?...per un attimo ci ripenso ma poi ritorno subito sulla mia decisione. No glielo devo dire, dico tra me e me. Devo ancora studiarmi il modo con cui glielo dirò, un piccolo errore e potrebbe fraintendere, ci vuole un approccio delicato. Mi accorgo solo adesso che tutti questi pensieri mi hanno portato a tremare per l'agitazione. Mi allaccio il cinturino dei tacchi e sono pronta. Più tardi Sono le cinque di sera e finalmente la giornata al lavoro è finita. Rientro a casa, mi tolgo le scarpe e le butto dove capita. Mi siedo sul divano. Dopo poco rientrano anche Henry ed Anais che sono stati in giro tutto il giorno. "Ciao mamma" "Ciao Regina" "Ciao ragazzi. Passato una bella giornata?" "Oh si altrochè" - risponde Anais sorridendo seguita da Henry "Mamma sei andata da Belle?" - mi ricordo solo ora che stamattina mi aveva chiesto di andarci "È vero dovevo passare da Belle, scusami Henry ma avevo così tante cose da fare che mi è passato di mente" "Tranquilla non ti preoccupare, ci vado ora" "No vado io"- si offre Anais "Sei sicura?" - le chiedo "Sì non mi fa niente" "Okay allora ci vediamo dopo" - le dice Henry "Sta attenta" - non so perché ma ho sentito il bisogno di dirglielo, sono un po' preoccupata che vada da sola in quel posto "Certo, farò attenzione" - mi rassicura. Quando tornerà le dirò tutto. Pov Anais Apro la porta di casa e mi avvio. In poco tempo sono arrivata al negozio di Gold, entro ma al contrario di ciò che mi aspettavo non trovo Belle, ma c'è invece l'uomo dagli occhi malvagi che ho incontrato il primo giorno in cui sono arrivata qui a Storybrooke, penso sia il signor Gold . Mi avvicino e noto che sta sfogliando proprio il libro per cui sono venuta. Appena si accorge della mia presenza un ghigno si disegna sul suo volto "Guarda, guarda chi è venuto. A cosa devo questa piacevole sorpresa?" - dice con un ghigno e un tono di voce che non mi convincono affatto "Sono qui per quello"- rispondo accennando al libro che ha tra le mani "Oh si certo, immaginavo"- dice porgendomi il libro. Sto per andarmene ma una frase mi ferma "Salutami tua madre" -dice. Mi volto di scatto "Come?"- chiedo perplessa "Tua madre. Oh, scusa forse non avrei dovuto dirtelo" - afferma con una punta di sarcasmo "Che cosa sai tu di mia madre?" - domando sempre più confusa "No niente, lascia stare. Da quanto vedo non te ne ha ancora parlato" "Chi non mi ha ancora parlato di cosa?" "Bhe vedi, forse non dovrei essere io a dirtelo ma ormai sono due settimane che ti trovi qui se non sbaglio, quindi meriti di sapere la verità"- dice mentre va a prendere una specie di acchiappa sogni. La verità? Quale verità? Sto iniziando ad agitarmi "Osserva attentamente" - dice porgendomi l'oggetto Appoggio sul bancone il libro che tenevo in mano e guardo quell' acchiappasogni, dopo pochi secondi vedo comparire qualcosa. " Regina lo sai benissimo quanto ho lavorato per guadagnarci un futuro e tu vuoi rovinare tutto"- dice una donna dai capelli rossi, sembra piuttosto arrabbiata "Ma madre è solo una bambina" - Urla un'altra donna in lacrime mentre tiene tra le braccia una neonata Non credo ai miei occhi quella donna è Regina e la bambina assomiglia molto alla figura che si trova sul libro di favole, anzi direi proprio che è lei, è la stessa neonata, quella con la voglia identica alla mia. "Non mi importa, tu ha disonorato la tua famiglia e il suo nome mettendo alla luce la figlia di un lurido stalliere e non ti permettero di tenere quell' essere un minuto di più, la voglio fuori dal mio castello" Quella donna ha gli occhi colmi di collera "No madre non puoi portarmi via anche la mia bambina, è piccola che male ti può mai fare" All'altra donna invece sembra che faccia male la gola talmente urla, è in un bagno di lacrime, un fiume in piena. "Basta! Non voglio sentire una parola di più, tu farai quello che ti dico io figlia ingrata" La donna dai capelli rossi strappa via la bambina dalle braccia della madre si accascia a terra gridando disperatamente "No! Madre riportami la mia Anais! Riportami mia figlia! Ti prego!" Non ci posso credere,ha detto proprio Anais, ha detto il mio nome. A questo punto si vede la madre di Regina mettere la bambina in una specie di culla, aprire un portale e, prima di spedirvela farle qualcosa sul polso. Una corona. La mia stessa corona. La scena si chiude qui, Gold si riprende l'acchiappasogni. Mi rendo conto soltanto ora di avere il viso rigato dalle lacrime, non sono mai stata così sconvolta, non riesco a credere a quello che ho visto. All'inizio mi ritrovo confusa ma poi metto insieme tutti i pezzi : Regina che grida il mio nome, la madre che fa una voglia sul polso della bambina identica alla mia, io che sono arrivata qui a Storybrooke e il fatto che sono cresciuta senza genitori. Regina è mia madre. Mi appoggio un attimo al bancone, mi sento svenire. "Capisco che sarai scioccata al momento, una notizia simile non si riceve con molta facilità" - dice Gold dopo pochi secondi "Quindi Regina è mia madre" - chiedo conferma "Direi proprio di si cara. Certo mi stupisce il fatto chè non te ne abbia mai parlato" "Perché? Lei lo sa?" "Certo. Lei lo sa dal primo giorno che hai messo piede qui" "È perché non me l'ha mai detto?" "Vedi cara, ormai Regina ha Henry, non c'è posto nella sua vita per te, non voleva correre il rischio dicendotelo" Mi manca il respiro, i miei occhi si riempiono di lacrime che non riesco a trattenere. "Te l'ha detto lei?" - dico con voce bassa e spezzata dal dolore, non ho più le forze per urlare "Certo. Come potrei saperlo altrimenti" Non ce la faccio più a sopportare tutto ciò, me ne vado, corro via lasciando il libro al negozio, le lacrime iniziano a scendere a fiumi senza fermarsi, mi appannano gli occhi, sento le guance bollenti ma continuo a correre voglio andare il più lontano possibile dove nessuno mi può trovare. Arrivo in una foresta e mi accascio vicino ad un albero, metto le mani sul viso e mi appoggio all'albero stesso continuando a piangere, non ho mai pianto così forte. Regina mi ha mentito, non ha fatto altro che mentirmi, tutti quei sorrisi, tutte quelle belle parole che mi diceva erano tutte falsità, mi ha soltanto presa in giro. Le lacrime si fanno più abbondanti, non ho nemmeno più la forza di respirare, non ci vedo più. Tutto quello che ho sperato da piccola si è rivelato un illusione. Non ho una mamma pronta a volermi bene, che mi coccola e che mi da il bacio della buonanotte, lei non mi vuole, non c'è più posto per me nel suo cuore. Voglio andarmene da qui. Non sarei mai dovuta venire. È buio pesto, ormai è notte ma non mi importa, non voglio e non posso tornare a casa da qualcuno per cui sono solo un peso. Continuo a piangere finché non mi addormento.

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Non riavrai tua figlia ***


Pov Regina "Mamma, Anais dovrebbe essere ritornata da un pezzo, secondo te è successo qualcosa?" - mi dice Henry con aria piuttosto preoccupata, guardando l'orologio appeso in cucina "Non lo so, so solo che non avrei mai dovuto lasciare che andasse da Gold da sola" Henry e io ci scambiamo uno sguardo e annuiamo. Prendiamo le nostre giacche e ci avviamo verso il negozio di Gold. Dopo pochi minuti incontriamo Emma. "Hey ragazzino. Che ci fate in giro a quest'ora?"- dice la bionda rivolgendo lo sguardo prima ad Henry e poi a me "Stiamo andando da Gold. Anais c'è andata qualche ora fa e non è più tornata" - le risponde Henry "Come non è tornata?" - chiede di nuovo la bionda preoccupata "Sì Swan hai capito bene non è tornata, ora vattene, ci stai facendo solo perdere tempo" - non avevo intenzione di risponderle in malo modo ma ora l'unica cosa che ho in mente è rivedere mia figlia sono sicura che quell'essere le ha fatto qualcosa. "Mamma!" - mi rimprovera Henry Emma abbassa lo sguardo dispiaciuta "Mi dispiace Swan, è solo che sono preoccupata per mia.... per Anais" - mi scuso "Certo capisco, mi farebbe piacere aiutarvi se volete" - dice con un sorriso confortante "Grazie" - rispondo ricambiando il sorriso *** Una volta arrivati al negozio di Gold entriamo. "Guarda guarda chi c'è, prima la figlia poi la madre." - dice Gold. Sta seduto al bancone Henry ed Emma mi lanciano un'occhiata un po' confusa. "A cosa devo questa piacevole sorpresa?" - continua "Dov'è?" - chiedo con tono brusco "Chi?" - domanda "Non fare finta di non saperlo Gold. Dimmi dov'è" - iniziavo a preoccuparmi davvero. "Oh beh, se cerchi la ragazza se ne andata qualche ora fa" - mi risponde indifferente "Che cosa le hai detto?" "Perché pensi che le abbia detto qualcosa?"- ci sta girando troppo in torno per i miei gusti "Insomma dimmi che cosa le hai detto!" - urlo Emma, percependo la mia agitazione, mette la mano sulla mia spalla per cercare di tranquillizarmi. "Beh, diciamo che forse mi è scappato di raccontarle la sua storia" - quell'uomo ha un ghigno disegnato sul viso che non mi piace. "CHE COSA HAI FATTO!?!"- grido ancora piu forte "Quale storia?" - domanda Henry sempre più confuso "Tua madre lo sa"- risponde Gold rivolgendomi lo sguardo. "Che cosa le hai detto di preciso?" "Quello che si meritava di sapere. Tu non l'hai fatto cosi ci ho pensato io, dovreste ringraziarmi vostra maestà" - il suo ghigno malefico padroneggia il suo volto - "oh aspetta adesso che mi viene in mente mi sembra anche di averle detto che tu ormai avevi già un figlio e che non c'è più posto per lei nella tua vita." "No!" - non voglio crederci. Non può aver fatto una cosa tanto crudele. "Si mia cara. Le ho detto tutto ciò che mi hai raccontato tu" - dice con un sorriso sarcastico "Ma io non ti ho mai detto niente del genere!" - ho la gola in fiamme "Sì ma...questo Anais non lo sa. Infatti ci ha creduto, proprio come mi aspettavo" - dice sedendosi comodamente sul bancone con un indifferenza che mette i brividi Ormai Emma ed Henry sono immersi nella più totale confusione. Io invece mi sento quasi mancare. "Perché l'hai fatto? Perché le hai raccontato quelle cose?" - i miei occhi iniziano a bruciare. "Ancora non ti è chiaro Regina. Ciò che io voglio è vedere Anais distrutta dalla tristezza e dalla solitudine e consumata dall'odio nei tuoi confronti" "Ma perché?" - sento che potrei piangere da un momento all'altro "Non fingere di non saperlo Regina. Sei a conoscenza di ciò che ti ha raccontato Cora. Anais possiede l' oscurità. Un oscurità di cui io necessito enormemente. Come ben saprai io non sono più il signore Oscuro e vorrei tornare ad esserlo, ma per fare ciò ho bisogno dell'oscurità di qualcun'altro." "Che cosa hai intenzione di fare Gold?" - comincio a spaventarmi "Bene. Cercherò di essere il più chiaro possibile. Vedi, ci sarà momento in cui Anais raggiungerà il massimo della disperazione e della tristezza, a quel punto la sua oscurità sarà così vulnerabile che prenderà il sopravvento senza che lei se ne accorga, e allora, soltanto allora io la ucciderò così da fare in modo che la sua oscurità si riversi su di me. Ti è chiaro ora?" Ucciderla. Quella parola continua a risuonare nella mia mente. Guardo Henry. È spaventato tanto quanto me. Non ho mai avuto cosi paura in tutta la mia vita. "Se provi a torcerle anche solo un capello, sarò io ad uccidere te" - non gli permetterò di fare del male ad Anais. Fosse l'ultima cosa che faccio. "Beh ma non mi sembri proprio nelle condizioni adatte per farlo. Non credi? Tu non sai dove si trova Anais, di conseguenza non saprai quando io sarò lì con lei a prendermi ciò che voglio" - sembra così soddisfatto del suo piano. "Ma nemmeno tu sai dove si trova. O sbaglio?" - ribatto "Errato cara. Io ho i miei mezzi e so perfettamente dove si trova e so anche quando arriverà il momento di mettere in atto il mio piano. E credo che quel momento non tarderà molto ad arrivare" "Tu non metterai in atto proprio niente." "Io invece credo proprio di si. Ormai non c'è più niente che tu possa fare per fermarmi. Anais non è qui con te, non la puoi proteggere. Arrenditi Regina, non riavrai tua figlia" Detto questo sparisce in una nube rossa.

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Perché? ***


Esco con fretta dal negozio. Non ce la faccio più. Henry ed Emma mi seguono fuori. Mi siedo sulla prima panchina che trovo. "Mamma cos'è questa storia? Hai sentito che cosa ha detto Gold. Quel pazzo vuole uccidere Anais!" - non ricordo di aver mai visto Henry cosi agitato "Insomma Regina, ci vuoi spiegare" - anche Emma è piuttosto scossa. Vorrei parlare ma la mia bocca non emette alcun suono. Non riesco più a sentire nessuna parte del mio corpo. Mi sento immobilizzata. Non permetterò a quell'essere senza cuore di portarmi via mia figlia. L'ho già persa una volta e non intenzione di perderla di nuovo. Dentro di me sento qualcosa che brucia, che brucia costantemente senza mai fermarsi, come se fosse fuoco. I miei occhi diventano sempre più lucidi, mi bruciano. Scende la prima lacrima, poi la seconda, la terza, la quarta, non si fermano, sono inarrestabili. Henry ed Emma si siedono di fianco a me, in silenzio, senza proferir parola. Non me la sento proprio di parlare. Riesco solo a pensare ad Anais. Ora mi odia, mi odia sicuramente e la colpa è solo mia. Mia, perché avrei dovuto dirle subito la verità, invece non ho saputo affrontare le mie paure e ora mi si sono rivoltate contro, sono diventate realtà. Cora aveva ragione. Sono debole. Tutti i miei sforzi e il mio impegno per costruire un buon rapporto si sono vanificati. Non volevo che mi odiasse ed è quello che alla fine è successo. Sento il freddo penetrarmi il corpo. È difficile da sopportare, ma niente sarà mai grande quanto il dolore che sto provando in questo momento. Vorrei avere la mia Anais qui con me. Rivedere un suo sorriso. Se io le avessi spiegato tutto fin dall'inizio ora sarebbe a casa con me ed Henry, al caldo, al sicuro, protetta e amata. Ma non è così. Mi sento uno schifo. Nel caso in cui Gold dovesse riuscire a portarmela via credo che ne morirei. Non riuscirei a sopportare l'ennesima mancanza. Ma non posso arrendermi così, devo combattere, devo farlo per Anais anche se non vorrà più vedermi io la proteggerò fino alla fine, costi quel che costi. È una ragazza meravigliosa con una personalità unica e spiccata. So quanto a sofferto in passato e non merita di passarci di nuovo, nemmeno per un momento. Merita di essere felice. "Dobbiamo trovarla" - dico con un tono di voce piuttosto basso "Ma hai sentito Gold. È scappata. Potrebbe essere ovunque" - dice Emma "Dobbiamo trovarla" - ripeto alzando la voce e scendendo bene ogni lettera "Va bene. Allora io vado a chiamare Mary Margaret, David e Killian. Più siamo meglio è" - dice la Swan " Io vado con lei, mamma. Tu intanto vai nella foresta" - dice Henry rivolgendosi a me "D'accordo" - rispondo semplicemente. Pov Anais Mi sveglio all'improvviso. Sono sudata. Ho il fiatone. Credo di aver fatto un incubo. Mi metto seduta e appoggio la schiena all'albero. Pulisco la maglia da alcune foglie che sono rimaste attaccate. Mi guardo intorno. Sono sola. Come sempre del resto. È buio pesto. Fa freddo. Molto freddo. Ma non mi importa Bastano pochi secondi per ricordarmi tutto quello che è successo. Porto le ginocchia al petto, vi appoggio i gomiti e chino la testa sulle braccia. Devo capire cosa fare. Dove andare. Di certo non posso stare qui. Ancora non riesco a credere a quello che ha fatto Regina. È sempre stata buona e gentile con me. Io mi fidavo di lei, ero sicura che non mi avrebbe mai mentito, ma evidentemente mi sbagliavo. Mi riaffiora alla mente il ricordo di quel giorno in cui siamo andate a pattinare insieme. Solo io e lei. Ci siamo divertite così tanto, non facevamo altro che cadere e scivolare, cadere e scivolare, poi a vicenda ci aiutavamo ad alzarci, ricordo che mi faceva male la pancia dal ridere. Non ero mai stata così bene come lo fui quel giorno. Mi sentivo felice. Mi scappa un sorriso che però si cancella subito. Automaticamente. Non riesco a mettere da parte la tristezza. Perché non posso avere una mamma? Una mamma che ti abbraccia quando stai male, una mamma con cui litigare ma poi far subito pace, una mamma che ti da il bacio della buonanotte, una mamma con cui confidarsi. Perché? Perché? Perché non posso essere felice? Perché non posso avere il mio lieto fine? Le lacrime iniziano a scorrere. Contro la mia volontà. Non ho la forza per fermarle. Basta. Non ce la faccio più. Voglio smetterla di soffrire. Mi alzo di scatto, ma ho subito un capogiro. Le gambe non mi reggono. Cado a terra. Quasi mi sembra di svenire. Ho la nausa. Sento il freddo raggiungermi le ossa. Metto una mano sulla fronte. È bollente. Mi fa male la testa. Mi rialzo. Cerco di tenermi su. Non è facile. Inizio a camminare. Cammino per qualche metro poi devo sedermi. Non riesco a stare in piedi. Non so dove sono. Non so dove mi sto dirigendo. Non riesco più a capire nulla. Mi rialzo di nuovo. Faccio passi lenti. Inizio a tossire. Mi fa male la gola. Qualcosa viene messo sulla mia bocca. E preme. Preme. Preme sempre di piu. L'odore è forte. Troppo forte. Cerco di dimenarmi ma non serve a nulla. L'odore nauseante mi ha sovrastata. Il naso e la gola bruciano. Non respiro. Sento il mio corpo lasciarsi andare. Non reagisce più. Non sento nulla. Niente. Nemmeno la terra sotto di me. Le mie gambe cedono. C'è qualcuno con me ma non riesco a vederlo. La mia vista è troppo annebbiata. Non ho più la forza di tenere gli occhi aperti. Li chiudo. Il vuoto.

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Fa male ***


Pov Anais Apro gli occhi lentamente. Cerco con fatica di tirarmi su e mettermi seduta. Mi guardo intorno. Sono in una specie di baita trasandata, con qualche ragnatela sparsa qua e là. Credo sia abbandonata, viste le condizioni. Non ho la minima idea di come io ci sia arrivata. Il mio ultimo ricordo è la foresta Dopo un pochi minuti qualcuno apre la porta. Non riesco a vedere bene ma dalla figura capisco che è una donna. Entra. "Regina" Pov Regina "ANAIS!" - "ANAIS!" - mi fa male la gola, ma non mi importa. Non smetterò di gridare il suo nome finché non l'avrò trovata. Ormai sono nella foresta da molte ore. È quasi l'alba. Più cammino più la mia speranza di trovarla se ne va. Forse Gold aveva ragione, non la rivedrò più. Sono distrutta. Non sento più le gambe. Mi butto di peso sul terreno. "Dove sei Anais?" - sussurro piano. Mi appoggio ad un albero. "Dove sei?" - sussurro di nuovo. Immediatamente appare una scia di luce. Una scia di luce rossa. Una luce meravigliosa. Si ferma davanti a me. Resto per qualche secondo ferma a guardarla. Continua ad agitarsi, come se volesse comunicarmi qualcosa. Decido di fidarmi. Mi alzo lentamente e mi avvicino. Si sta muovendo. La seguo per qualche chilometro poi si ferma. Si ferma davanti ad una baita piuttosto trasandata. Arrivate li scompare. Mi piacerebbe sapere che cosa fosse quella luce stupenda. Chissà da dove viene. Metto da parte queste domande e con cautela mi avvicino a quella casetta che non promette nulla di buono. Apro la porta. Entro. "Regina" - dice una voce. È la voce di Anais. Ne sono sicura. La riconoscerei in mezzo a mille. Mi volto. Eccola. Lo trovata finalmente. Un sorriso a trentadue denti si disegna sul mio viso. Ma sul suo no. Noto che è legata a delle grosse catene conficcate a terra. "Anais. Stai bene?" "Perché? Ti interessa?" - mi dice con un tono piuttosto brusco "Certo che mi interessa" - le dico un po' scossa dal suo tono di voce. "Però mi sembra che fino a poco tempo fa non te ne importasse nulla"- riesco a percepire tutto l'odio che prova nei miei confronti. "Senti, se ti riferisci a ciò che ti a raccontato Gold, sappi che neanche una parola di quello che ti ha detto è vera" - cerco di spiegarle "Oh si certo e io ti credo" - dice con sarcasmo "Devi credermi Anais. Quello che ti ha detto non è la verità" "Bhe, però è vero che sei mia madre" - i suoi occhi sono colmi di rabbia e di tristezza. Solo ora noto quanto a pianto. Le guance e gli occhi sono totalmente rossi e il trucco è leggermente sbavato. "Si" - il mio tono di voce si fa lieve "Ed è anche vero che in tutto questo tempo non me l'hai mai detto" - è sempre più arrabbiata. Io invece sento di essere sul punto di piangere. Perché non vuole ascoltarmi? Perché non mi crede? "Si è vero. Hai ragione non te l'ho detto, avrei dovuto farlo" "E allora perché non l'hai fatto?" - sento che anche lei soffre per questa situazione e ciò alimenta ancora di più il mio dolore. "Non l'ho fatto perché... perché avevo paura" - rispondo a fatica. "Paura di cosa?" "Pensavo che mi avresti odiata" - non è facile dirlo. "Mi sembra che la tua paura si sia realizzata alla fine" - dice alzando un sopracciglio. La sua risposta mi lascia perplessa. Ciò che ha detto fa male. Un male indescrivibile. Come se ci fossero cinquanta pugnali a colpirmi ripetutamente. Mi odia. L'ha detto lei stessa. L'ha confermato. Mi odia. E non c'è più niente che io possa fare. Non potrò più dimostrarle l'amore che provo per lei. Non ne avrò più l'occasione. Sto facendo uno sforzo disumano per trattenere le lacrime. "Mi dispiace tanto Anais" - dico con la voce spezzata dal dolore "Oh non venire a dirmi che ti dispiace, a scusarsi dopo sono capaci tutti" - la sua voce non è più dolce è gentile come lo è sempre stata. Ora è fredda. Ed è solo colpa mia. D'istinto mi avvicino a lei per liberarla. Sento una voce che mi arriva alle spalle. "Non ti azzardare" Mi volto. "Hyde" - dico in un sussurro "Visto ragazzina, alla fine tua madre è venuta" - dice l'uomo volgendo lo sguardo ad Anais "Sai cos'ha detto tua figlia?" - si rivolge a me ora - "Ha detto che avrebbe preferito morire piuttosto che rivederti" - dice con un sorriso soddisfatto Alla pronuncia di quelle parole sento qualcosa spezzarsi dentro di me. Mi volto verso Anais. Lei abbassa lo sguardo. Preferiva morire piuttosto che rivedermi. Fa male. Male. "Bene, bene, bene" - arriva qualcun'altro alle spalle di Mister Hyde Gold. "Ottimo lavoro Hyde, puoi andare" - gli dice battendo la mano sulla spalla dell'amico compiaciuto. Hyde scompare in una nube viola. "Eccovi riunite. Quanto ho aspettato questo momento" - prosegue Gold "Quale momento?" - chiede brusca Anais "Ormai tu hai raggiunto il culmine dell'odio nei confronti di Regina e hai tirato fuori la tua parte più oscura. Quindi, per farla breve... tua madre ora assisterà alla tua morte" "COSA?!?" - urliamo Anais ed io contemporaneamente "Proprio cosi" - dice con un sorriso soddisfatto. Estrae una pistola. "Dì le tue ultime preghiere" La punta in direzione di Anais. Sta per premere il grilletto. Non posso permetterglielo. Lei merita di vivere. Anche se mi odia. Se non mi vuole. Io le vorrò sempre bene. Sta per sparare. Devo fermarlo. Mi metto davanti ad Anais. Un colpo. Due colpi. Brucia da morire. Fa male. Qualcuno urla. "No!" . Le ginocchia non reggono. Mi accascio a terra. Chiudo gli occhi. ...

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Non lasciarmi ***


Pov Anais "No!" - urlo con tutta la voce che ho in gola. "Maledizione" - sussurra Gold tra sé e sé arrabbiato, ritraendo la pistola e sparendo poi in una nube rossa. Rimango sola. Davanti a me c'è soltanto Regina. Stesa a terra. Inerme. Non posso credere che l'abbia fatto. Non dopo il modo in cui l'ho trattata. Si è sacrificata per me. Perché ha voluto farlo? Non capisco. Se lei non mi vuole nella sua vita perché ha voluto compiere questo gesto. Vorrei fare qualcosa ma non posso. Sono incatenata. Cerco con tutte le mie forze di slegarmi ma è inutile, le catene sono troppo grosse e pesanti. Non ce la farò mai. Voglio solo andare da Regina. Voglio aiutarla. Non deve morire. Non per causa mia. Non se lo merita. Deve vivere la sua vita. Per Henry e per le persone che le vogliono bene. Lei è buona. Gentile. Amorevole. E io? Io sono stata cattiva con lei. L'ho trattata male. Le ho detto che la odiavo. Che non la volevo più vedere. Sono un mostro. Tiro le catene con tutta la forza che ho nelle braccia. Tiro. Tiro. Sempre di più. Poi... spariscono. Puff. Come per magia. Non ci sono più. Com'e possibile? Adesso non è importante. Ora che sono libera corro verso Regina e mi butto accanto a lei. "Regina!" - grido "Regina!" Niente. Non respira. Inizio a piangere. "Perché l'hai fatto? Perché? Non dovevi morire. Non dovevi" - dico tra la lacrime. Solo ora mi rendo davvero conto di quanto tengo a Regina. Solo ora mi rendo conto che ho davvero bisogno di lei. È l'unica persona che ha saputo capirmi. Che mi ha strappato sorrisi e risate. Che mi ha dato amore. Come nessun altro a mai fatto. Come ho potuto parlare in quel modo. Adesso capisco che prima mi stava dicendo la verità riguardo a ciò che mi ha raccontato Gold. Lei cercava di spiegarmi e io non ho voluto ascoltarla. Ho preferito fidarmi di un uomo dall'aria maligna piuttosto che di lei. Sono una stupida. E ora per colpa mia lei è stesa per terra. Senza vita. Non merito una madre così. Non la merito. Questo è quello che ho sempre fatto. Ho sempre fatto soffrire tutti ma non mi sono mai pentita come ora. Non avrei mai dovuto trattarla così. Dirle quelle parole fredde. Ma nonostante questo lei ha deciso di mettere fine alla sua vita per salvare la mia. Non me lo meritavo. Dovevo morire. Dovevo esserci io stesa lì, a terra. Le mie lacrime si fanno più forti. Sempre più forti. Le prendo la mano. L'accarezzo. Una lacrima vi cade sopra. "Mi dispiace. Mi dispiace" - le dico piano anche se so che non può sentirmi. Avevo una madre. Una madre che mi voleva bene. Il mio sogno si era realizzato. Ma ormai è troppo tardi. Lei non c'è più e non ci sarà mai più. Mi avvicino al suo viso. E delicatamente le lascio un bacio sulla fronte. "Ti voglio bene" - le sussurro In quel momento avviene qualcosa che non mi sarei mai aspettata. Quasi un miracolo. Rimango stupita. Non ci posso credere. Apre gli occhi. Io resto in ginocchio difronte a lei, senza parole. Si alza lentamente. Si guarda in torno confusa. Poi il suo sguardo ricade su di me. "Perché piangi?" -mi chiede con il suo sorriso meraviglioso. Un sorriso a trentadue denti si disegna sul mio viso. "Sei viva!" - grido con tutta la gioia possibile. Non potrei essere più felice. Lei è viva. È viva. Le salto addosso con un abbraccio che lei ricambia a sua volta. "Credevo che mi odiassi" - mi dice piano con una voce triste. Mi sciolgo dall'abbraccio per guardarla negli occhi. "No. Non ti odio, non potrei mai odiarti. Quelle cose che ti ho detto non le pensavo veramente. Credevo fossi tu ad odiare me ma poi ho capito. Nel momento in cui tu hai deciso di prendere quello stupido proiettile al mio posto io ho capito che ti voglio bene, che ho bisogno di te. Io pensavo che fossi una donna senza cuore ma adesso so chi sei davvero" "E chi sono?" - mi chiede con un po' di commozione nella voce. "Una persona meravigliosa, che sa dare tanto amore a chiunque. Tu sei speciale. Non meriti di avere una figlia come me." "No. Non devi dirlo neanche per scherzo" - dice mettendo la sua mano sulla mia "Ma io sono un mostro. Quelle cose che ti ho detto non le meritavi. Guarda che cosa ti ho fatto, stavi morendo per colpa mia" - una lacrima inizia a scorrere sul mio viso. "Non fa niente per ciò che è successo prima. Quello che mi importa è adesso. Siamo qui e siamo insieme." - mi rassicura asciugandomi le lacrime Ha un modo di fare e di parlare così dolce. Come si può odiare una persona tale. "Quindi non c'è l'hai con me?" - le chiedo Mi fa un sorriso ricco di tenerezza. Ora è lei ad avvolgermi in una caldo abbraccio. "No amore mio, non potrei mai avercela con te. Mai" - dice accarezzandomi i capelli Mi stringe forte. Sempre più forte. Quasi mi toglie il respiro. Ma non mi importa. Nessuno mi aveva mai abbracciato in quel modo. Sento che anche lei inizia a piangere "Ti voglio bene mamma" - le sussurro all'orecchio. Chiamare qualcuno mamma, per la prima volta dopo diciannove anni, è una sensazione indescrivibile. Ora posso dire finalmente quella parola. "Ti voglio bene tesoro mio, non sai quanto" - mi lascia un bacio sui capelli. "Mamma?" "Si?" "Mi prometti che non fai piu una cosa del genere?" Le scappa una risatina "Sì amore. E tu mi prometti che resti con me e Henry?" "Te lo prometto. Aspetta..." - mi sciolgo dall'abbraccio - "quindi Henry sarebbe tipo mio fratello" - dico sorridendo Le scappa un' altra risata nel vedere il mio entusiasmo. "Si tipo tuo fratello, esatto" Ci alziamo ed usciamo da quella casetta, dove ho scoperto di avere la madre migliore del mondo. Fuori è mattina, il sole è appena spuntato. Ci avviamo verso casa, ma qualche chilometro dopo ci vengono incontro Henry, Emma, Mary Margaret, David e Killian. Appena Henry mi vede mi corre incontro stringendomi in un abbraccio. "Sono così felice di vedere che stai bene" "Ti voglio bene fratellino" "Anche io sorellina" Noto gli sguardi di Bianca, azzurro e Killian confusi "Aspetta, come sarebbe fratellino e sorellina?" - chiede Mary Margaret Io e mia madre gli lanciamo due sorrisi. "Oh" - dice lei riuscendo finalmente a capire Scoppiano tutti quanti in una sonora risata. "Beh, benvenuta in famiglia Anais" - dice il pirata Gli sorrido. "Bene, direi che è ora di tornare a casa" - esordisce Emma. Ci incamminiamo verso casa. Tutti insieme. Non potrei essere più felice. Ora ho una madre. Un fratello. E gli abitanti di Storybrooke. Che cosa potrei chiedere di più, beh nulla.

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Un anno dopo ***


Anais' Pov "Ehi mamma io vado, ciao" - la saluto dandole un bacio veloce sulla guancia, mentre lei è seduta sul divano a leggere un libro, con una tazza di cioccolata calda in mano "Ciao tesoro, non fare tardi mi raccomando" "Va bene" - le rispondo semplicemente uscendo dalla porta. Devo incontrarmi con Henry che si trova nell'ufficio di Emma, ha detto che deve parlarmi di qualcosa di importante. Prima però, decido di fare un salto da Granny. Entro nel bar e mi siedo al bancone. "Ehi Anais che ti porto?" - mi domanda Ruby con una smorfia buffa "Cioccolata" - rispondo ricambiando la smorfia divertita "Arriva subito, vostra maestà" - dice con fare scherzoso Intanto che aspetto ciò che ho ordinato tiro fuori dalla tasca il telefono. Un messaggio da Henry : Ehi sorellina pensi di arrivare o devo venire lì a prenderti io? :') Mi scappa un sorrisino No fratellino resta pure dove sei, arrivo tra poco, sono da Granny :) Non ci posso credere, sei andata a prenderti una cioccolata senza di me :( Proprio così ;) Traditrice. Questa me la pagherai ;') "Ecco la tua cioccolata" - dice Ruby portandomi la tazza "Grazie" - le rispondo Invio un altro messaggio ad Henry. Beh ora ti lascio devi gustarmi la mia cioccolata:) Cattiva. Amo quando ci stuzzichiamo a vicenda. Bevo tutta la mia cioccolata in silenzio e poi pago. Nell'alzarmi vado addosso a qualcuno. Un ragazzo. "Ehi tu, fa attenzione a... " - non so perché non finisce la frase, il suo sguardo resta incollato al mio come se fosse incantato. Ha i capelli castani tendenti al biondo, magnifici occhi azzurri e qualche centimetro in più di me. Mi sembra strano di non averlo mai visto in un anno che vivo qui. "Sc... scusami mi dispiace non volevo... " - sono così impacciata, mi sento un idiota, detesto la mia goffaggine, non mi sono nemmeno resa conto di ciò che ho detto. "Non ti preoccupare è colpa mia" - mi dice facendo un sorriso. Ricambio l'espressione. "Comunque io sono Peter" - dice porgendomi la mano Resto muta per qualche secondo "Anais" - rispondo stringendogliela. "Beh, piacere di conoscerti Anais" - dice baciando la mia mano Gli sorrido. Non avevo mai incontrato un ragazzo così gentile, a parte Henry ovviamente. "Devo andare" - gli dico ritraendo la mano. Vado verso la porta. Sto per aprirla. Mi sento chiamare "Anais" Mi volto. "Spero di rivederti presto" Gli rivolgo un sorriso timido ed esco. Peter's Pov Apro la porta del bar di Granny. Questa mattina sono di cattivo umore, non mi va di parlare con nessuno. Appena entrato qualcuno mi viene addosso. Detesto la gente che non guarda dove mette i piedi. "Ehi tu fa attenzione a... " - alzo lo sguardo, rimango incantato, come se tutto il mondo intorno a me si fosse fermato. È una ragazza. È così bella. Una creatura stupenda. Incomparabile. "Scusami mi dispiace non volevo... " - dice in maniera un po' impacciata ma molto dolce. "Non ti preoccupare è colpa mia" - la rassicuro rivolgendole un sorriso che non riservo mai a nessuno. Anche lei mi sorride, dio che sorriso meraviglioso. Mi presento e lei fa lo stesso. Le bacio la mano, senza mai staccarle lo sguardo di dosso. Non mi riconosco quasi più. Io non ho mai trattato così nessuno in tutta la mia vita, non sono mai stato gentile. "Devo andare" - dice incamminandosi verso la porta. La chiamo. Si gira. "Spero di rivederti presto" - le dico Mi sorride ed esce. Per quel poco che ci siamo visti, so già che quella ragazza porterà scompiglio nella mia vita. E io non vedo l'ora.

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** The crown ***


Non ho ancora smesso di pensare a quel ragazzo conosciuto poco fa. Mi ha fatto un certo effetto, non saprei spiegarlo, ma quando mi ha baciato la mano ho sentito una specie di brivido o qualcosa di simile. Entro nell'ufficio di Emma. "Oh! Buongiorno eh, che cosa abbiamo fatto fin ora vostra maestà?" - dice Henry prendendomi in giro come al solito. "Te l'ho detto, sono andata da Granny stupido" - gli rispondo dandogli una piccola sberla sulla spalla "Ah! Mi hai fatto male" - dice massaggiandosi la spalla "Ahah... Bene" "E poi?" - mi domanda di punto in bianco "E poi cosa?" - chiedo "Per bere una cioccolata non ci vuole così tanto tempo... che hai fatto dopo?" "Cos'è, il terzo grado?" - Non voglio raccontargli del mio incontro con Peter, è una cosa che voglio tenere solo per me al momento "Avanti dimmi che hai fatto dopo?" "Henry smettila, ti ho detto che non ho fatto proprio niente dopo" - dico spingendolo, non troppo forte "Ehi ma la vuoi smettere di picchiarmi oggi?" - dice spingendomi anche lui "No." - gli dico per provocarlo "Ah vuoi la guerra". Inizia a farmi il solletico. "No, Henry piantala" - gli dico tra le risate "Ragazzi smettetela o mi farete morire" - dice Emma mentre se la ride per ciò che stavamo facendo "Ciao Emma" - la saluto mentre riprendendo fiato "Ciao a te ragazzina" - poi ricolge lo sguardo ad Henry - "Allora, gliel'hai già detto?" - dice alzando un sopracciglio "Non ancora" "Detto cosa?" - chiedo curiosa "Beh io ed Henry volevamo dirti che abbiam... " - si blocca quando il suo sguardo cade sul mio braccio "Mamma?" - la chiama Henry "Anais ti sei fidanzata?" - mi domanda la bionda di punto in bianco Quella domanda mi lascia completamente di sasso. Henry mi lancia uno sguardo più confuso del mio. "Come scusa?" le domando "Ciao ragazzi" - interrompe Mary Margaret entrando dalla porta "Mamma... che cosa ci fai qui?" - le domanda Emma un po' scocciata per il suo arrivo "Oh sono venuta solo per chiedere ad Henry se poteva venire a casa con me, David ha bisogno di lui" - dice un po' imbarazzata per la situazione "Oh... si certo, arrivo subito" - risponde Henry alzandosi dalla scrivania su cui era stato seduto fin ora. Prima di andarsene lancia un sguardo ad Emma e poi a me. Una volta rimaste sole voglio spiegazioni da Emma "Scusa perché mi hai domandato se sono fidanzata?" Emma si siede vicino a me. Mi prende il braccio e mi dice di guardare la mia voglia. Spalanco gli occhi. "Si è colorata!" - dico stupita "Già" "Beh ma non capisco cosa centri questo con la domanda che mi hai fatto" "Dunque... ti ricordi che prima c'era solo il contorno di questa corona?" "Mh - mmh" "Beh, io ed Henry abbiamo scoperto che non è una semplice voglia, buttata lì così tanto per fare" "No?" "No. Infatti chiunque sia stato a farla, perché qualcuno deve essere perforza stato dato che è magica , aveva uno scopo ben preciso" "Ovvero?" Non capisco dove vuole arrivare. "Bene. C'è un motivo se è stata disegnata in questo modo..." - aspetta un attimo prima di proseguire - "... si riempirà di colore nel momento in cui tu troverai il tuo vero amore" "Cos... aspetta, vuoi dire che la persona che me l'ha fatta voleva che io sapessi quando avrei trovato il mio vero amore" - mi trovo in uno stato di confusione "Esatto. È per questo motivo che quando ho visto che si era colorata ti ho chiesto se ti eri fidanzata" "Ma io non mi sono fidanzata" "Penso non sia proprio necessario che ti fidanzi, solo che trovi l'amore" "Sì ma io non ho trovato neanche l'am..." All'improvviso mi ricordo di Peter Quando mi sono svegliata stamattina sono sicura che la voglia era come è sempre stata perché l'ho guardata, quindi ciò deve essere successo dopo che sono uscita di casa, e l'unico ragazzo che ho incontrato è stato Peter. "Che c'è?" - mi domanda Emma "Sei sicura di quello che dici?" "Sicura" "Ma proprio sicura sicura?" "Sicura sicura... perché?" "Niente, devo andare" - corro via senza salutarla Mi ritrovo in strada in pochi secondi, diretta al bar di Granny Apro la porta. Entro. Ma perché sono ritornata qui? Cosa mi è saltato in mente? Mi accorgo solo ora di aver agito d'istinto e non con la testa. Possibile che sia venuta qui per lui. Per Peter. Mi sento un idiota. Neanche lo conosco. Perché ho reagito cosi? Mi guardo intorno. Lui è ancora lì. Spontaneamente mi spunta un sorriso sul viso. Mi avvicino a lui Mi sento così in imbarazzo. Alza lo sguardo e quando mi vede gli si illuminano gli occhi, mi sorride, un sorriso dolce. È bellissimo. "Beh, io speravo di rivederti presto, ma non mi aspettavo cosi presto" Ha un modo di parlare così fine e delicato. "Ciao" è tutto quello che riesco a dire "Ehm, so che forse è un po' presto ma mi chiedevo se... insomma.. ti va di fare una passeggiata insieme a me?" Penso che anche lui sia in po in imbarazzo "Va bene" La spontaneità della mia risposta mi fa capire che forse anche io sono interessata a lui, ed è ciò che sento in effetti. "Davvero?" Sembra entusiasta "Mh-mmh" Sento di provare una forte attrazione verso di lui ma voglio mantenere una certa diffidenza nei suoi confronti. "Va bene, allora andiamo" Non fa altro che sorridermi. E io non sono da meno. Usciamo dal bar. Insieme. Che sia lui il vero amore di cui parla Emma?

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Lite ***


Peter's Pov Non posso credere che abbia accettato, sono così felice di passare del tempo insieme. Anche se ancora non la conosco mi sento attratto da lei, molto attratto. Mi piace il suo modo di atteggiarsi, il suo modo di camminare, il suo modo di parlare e poi ha un'aria regale e sofisticata come poche. Non è la solita ragazza che ti sbava dietro. È diversa. Semplicemente diversa. "Mi parli un po'di te?" chiedo per rompere il ghiaccio "Beh non c'è molto da dire su di me" "Avanti". La incoraggio. Voglio essere il più delicato possibile Ci sediamo su una panchina "Sono cresciuta in un orfanotrofio fino all'anno scorso, poi sono venuta qui e ho trovato mia madre. Regina. Ti basta?" "Aspetta. Regina è tua madre?" Se sua madre è davvero Regina, diventa più difficile conquistarla. Visti i nostri trascorsi non permetterà alla figlia di frequentarmi "Esatto, perché?" "Ecco..." - inizio a spiegarle "Aspetta tu sei quel Peter? Peter Pan" - mi precede "Così si dice" "Mia madre mi ha parlato di te una volta, mi ha anche detto ciò che avevi fatto ad Henry" "Grandioso adesso non mi vorrai mi più vedere" - ecco ho già rovinato tutto "No. Certo che no. Voglio dire, sono cose successe in passato" - mi dice rivolgenomi uno sguardo dolce. Le nostre mani si incontrano. Un brivido mi attraversa la schiena. Che sensazione fantastica. Gliela stringo e la accarezzo con il pollice. Lei fa lo stesso, iniziamo a giocherellare con le dita e rimaniamo così per qualche secondo. I miei occhi immersi nei suoi e i suoi nei miei. Come vorrei baciarla in questo momento, sentire il sapore delle sue labbra. Ma non posso. Non voglio andare di fretta. "Ti va se ci vediamo ogni tanto?" - mi chiede cogliendomi un po' alla sprovvista. La sua proposta mi riempie di gioia "Sì, sì certo... ma tua madre sarà d'accordo? Non vorrei crearti problemi" "Oh ma non c'è alcun bisogno che lei lo sappia" - dice alzando un sopracciglio e facendo un sguardo provocatorio Dio se mi piace. "Beh, allora lasciami il tuo numero" - le dico senza nessuna esitazione. Tira fuori il telefono e me lo porge. "Scrivimi il tuo, ti manderò io un messaggio" Digito il numero e glielo ridò "Aspetterò con ansia un tuo messaggio" Mi sorride. Un sorriso di chi sa farsi desiderare. " Andiamo a fare un giro milady?" - chiedo porgendole il braccio " Con molto piacere" - risponde prendendomi a braccetto Non avrei mai pensato di dirlo ma... credo di essere innamorato Anais' Pov "Peter smettila" - dico tra le risate "Guarda che sei stata tu a dirmi che soffri il solletico" - ribatte, poi finalmente smette di torturarmi e riprendiamo delle posizioni normali "Sei tremendo" - gli dico Sì mette seduto di fronte a me, appoggia le sue braccia sulle mie ginocchia e mi guarda intensamente. "Perché mi guardi così?" "Perché sei bella" La sua risposta mi colpisce. Mai nessuno in tutta la mia vita mi ha fatto un complimento del genere. "Io non sono bella" "Hai ragione... sei bellissima" Sono senza parole. Il cuore mi batte così forte che potrebbe uscire dal petto da un momento all'altro. Questa è un emozione del tutto nuova per me e non so bene come gestirla. "Si è fatto un po' tardi. Vuoi tornare a casa?" - mi chiede guardando l'ora sul telefono "Perché che ore sono?" "Le nove" Mi alzo di scatto - " le nove? Come le nove?!" "Sì le nove. Perché? Che succede alle nove?" "Succede che mia madre mi ammazza se non torno per cena" - raccolgo la mia giacca da terra ma prima che possa correre via qualcosa mi afferra il braccio "Aspetta" - dice Peter Sì avvicina piano a me e si ferma a pochi centimetri dal mio viso, mi lascia un dolce bacio sulla guancia "Non metterci troppo a messaggiarmi" - sussurra al mio orecchio, poi con la stessa lentezza con cui si è avvicinato si allontana. Corro il più veloce possibile verso casa. Mia madre sarà furiosa, detesta quando io o Henry disobbediamo alle sue regole. Apro la porta velocemente. Non ho più fiato. L'ho perso tutto per strada. Mia madre si alza di scatto dal divano su cui era seduta " Si può sapere dove sei stata?". Come pensavo è su tutte le furie. Non so che dirgli, non le posso dire dov'ero e soprattutto con chi ero, so quanto lei odia Peter Pan e se gli raccontassi che sono stata tutto il giorno insieme a lui non mi permetterebbe più di vederlo "Ecco... io..io" "Rispondi" - dice quasi urlando. Riesco a percepire la sua rabbia e anche la preoccupazione che ha provato. Già era capitato altre volte che disobbedissi ma mai non si era mai arrabbiata come ora. L'ho fatta grossa stavolta. "Sono stata con Emma". dico la prima cosa che mi viene in mente "Diciannove anni e ancora pensi che io creda alle tue scuse. Emma mi ha chiamata due ora fa per chiedermi se eri tornata, perché è da questa mattina che non ti vede, era preoccupata tanto quanto me. Quindi esigo che tu mi dica immediatamente dove sei stata" "Io... non posso" dico con voce bassa "Non mi sarei mai aspettata un comportamento del genere da parte tua Anais. Torni a casa quando ti pare, non mi dici dove vai, non rispondi al telefono e non è nemmeno la prima volta. Perché ti comporti in questo modo? Insomma! Sono tua madre!" Alzo la voce "Lo sei solo da un anno non da sempre. Credi che basti solo questo per recitare la parte della madre protettiva e dirmi quello che devo fare!" Subito parte uno schiaffo. Metto una mano sulla mia guancia dolorante. Non mi sarei mai aspettata un gesto simile da lei. La guardo negli occhi e ciò che vedo sono rabbia e delusione. Prima di scoppiare in lacrime davanti a lei mi affretto a correre in camera mia, lungo il corridoio incontro Henry che vedendomi piangere e tenere una mano sulla guancia mi chiede che cosa è successo ma non gli rispondo. Entro in camera e chiudo la porta, mi butto sul letto con la faccia rivolta verso il cuscino e piango, la guancia mi brucia ancora. Ho deluso mia madre, le ho mancato di rispetto e ciò che prova per me ora è solo disprezzo. Uno schiaffo. Mi ha dato uno schiaffo. Un cosa del genere non l'aveva mai fatta, si è davvero infuriata. Non c'è mai stato nessun tipo di lite tra di noi e la cosa mi fa star male. Mai mi aveva guardato in quel modo, non sembrava più lei. Mi siedo sul letto e appoggio il cuscino sulla mia pancia, scosto i capelli bagnati dal mio viso e mi stringo a me stessa. All'improvviso mi ricordo del numero che Peter mi ha lasciato, tiro fuori il telefono e gli mando un messaggio : Ciao, sono Anais Senza esitare un attimo invio. Subito ricevo una risposta : Finalmente hai scritto, non ne potevo di guardare pubblicità inutile da internet aspettando ansiosamente un tuo messaggio Sorrido Hai qualche minuto per parlare? Ho tutti i minuti che desideri milady <3

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** Solo un bacio ***


Regina Pov Ma che cosa ho fatto? Ho dato uno schiaffo ad Anais, ho dato uno schiaffo a mia figlia. Cosa mi è saltato in mente? Sto diventando come Cora. Mi sono pentita subito di averlo fatto, quando ho visto il modo in cui mi guardava, come se fossi un mostro. Henry arriva in salotto di corsa "Mamma che cosa è successo con Anais?" mi chiede preoccupato "Io... io mi sono arrabbiata e le ho dato uno schiaffo" Henry sgrana gli occhi " Uno schiaffo? Le hai dato uno schiaffo? Mamma, ma questo non è da te" "Lo so. Dov'è Anais?" "In camera sua" Senza pensarci due volte salgo al piano di sopra e busso alla sua porta. Entro. È seduta sul letto con cuscino appoggiato sulla pancia e le ginocchia piegate sul petto. Appena mi vede mette via velocemente il suo cellulare, come se avesse qualcosa da nascondere. Mi avvicino a lei. "Sei venuta per darmi un altro schiaffo?" mi domanda con un tono di voce abbastanza triste e arrabbiato "No, io sono venuta solo per dirti che mi dispiace per quello che è successo, non so che cosa mi è preso, scusami" mi siedo di fianco a lei "Non sei più arrabbiata con me?" Mi domanda Metto la mano sulla sua. " Non credo che fossi davvero arrabbiata, è solo che io mi preoccupo per te perché ti voglio bene e questa volta mi sono preoccupata per davvero" Stringe la mia mano "Beh, non dovresti preoccuparti così" dice per rassicurarmi "Non posso farci nulla, sei la mia bambina e non voglio che ti succeda niente" Mi fa un sorriso dolce "Vieni qui" le dico aprendo le braccia Senza farselo ripetere di nuovo si butta su di me "Mi dispiace tanto di averti dato quello schiaffo e di aver urlato in quel modo" "Non fa niente" Ci stacchiamo dall' abbraccio "Ti ho fatto male?" le chiedo accarezzandole dolcemente la guancia su cui poco prima le avevo mollato una sberla "Solo un pochino" mi risponde facendo spallucce e un piccolo sorriso. Mi dispiace così tanto di averle provocato dolore. Le lascio un tenero bacio e l'abbraccio di nuovo Non posso credere di aver alzato le mani su di lei. "Tesoro, voglio che tu sappia che non ti farei mai del male, una cosa del genere non capiterà mai più, te lo prometto" le do un altro bacio sui capelli "Ti voglio bene mamma" mi sussurra all'orecchio. Ogni volta che mi chiama mamma provo una sensazione indescrivibile, anche dopo un anno quella parola mi fa sempre lo stesso effetto della prima volta in cui l'ha pronunciata "Anche io amore" le accarezzo i capelli "Però..." "Però cosa?" Mi domanda sciogliendosi dall'abbraccio "Mi dici dove sei stata?" Per qualche secondo non preferisce parola. "Devo proprio?" mi domanda "Non me lo vuoi dire?" "Io.. io vorrei ma.." dice abbassando lo sguardo "Ma..." la incoraggio a continuare "Tu ti arrabbieresti" "Cosa dici? No, non mi arrabbierei. Perché dovrei?" "Facciamo così : io te lo dico, però non adesso, magari più avanti, okay?" "Mmh... Devo preoccuparmi?" "No tranquilla, non ti devi preoccupare fidati" mi rassicura "Okay" dico roteando gli occhi Le do un bacio sulla fronte ed esco. Anais pov Sono così contenta che abbiamo fatto pace, non sarei riuscita a sopportare questo litigio a lungo. Voglio troppo bene a mia madre e detesto quando litighiamo. Subito mi torna in mente Peter, riprendo in mano il telefono e gli mando un messaggio : Ti va se ci incontriamo domani? Mi fai aspettare fino a domani? Sorrido. Proprio così. Va bene se andiamo di nuovo nel posto dove siamo andati oggi, alle otto? Qualunque luogo e qualunque ora vanno benissimo Anais, a me basta rivederti Dio, è così dolce Okay allora a domani :) A domani milady :) Spengo il telefono e lo appoggio sul comodino. Il solo pensiero che domani lo rivedrò mi fa stare bene, mi mette serenità. Non avrei mai pensato di dirlo ma... credo di essere innamorata La sera dopo Guardo l'ora sul telefono, sono le sette e venti, corro in bagno a lavarmi. Stasera voglio essere impeccabile per il mio appuntamento. Finita la doccia vado in camera per scegliere cosa mettere, opto per dei jeans neri attillatissimi con le cerniere dorate, io non amo per niente le gonne, poi metto una maglia a manica lunga bianca in pizzo con sopra una giacchetta nera abbastanza elegante e per finire i miei immancabili tacchi neri in vernice super alti. Scendo al piano di sotto e trovo Henry in salotto mentre gioca con il suo cellulare "Ehi" gli dico per far sentire la mia presenza Spalanca gli occhi " Cavolo! Anais sei... bellissima" "Grazie" gli dico ridendo mentre mia madre arriva "Wow che eleganza!" esclama quando mi vede "qual'è l'occasione?" "Hai un appuntamento?" mi domanda Henry "Diciamo di si" rispondo "E con chi ?" mi chiede mia madre "Beh... ti ricordi ieri che ti ho detto te l'avrei detto tra un po'" "Se non mi dici con chi vai non esci" "Dai mamma prometto che te lo dico, lasciami uscire, ti prego ti prego ti prego ti preeeego" la imploro unendo le mani, so che non resiste quando faccio così Sbuffa "E va bene" cede alla fine "Grazie grazie grazie" corro ad abbracciarla "Sì però non fare tardi d'accordo?" Mi raccomanda "Certo contaci. Ti voglio bene ciaooo" la saluto di fretta "Ciao" mi saluta Henry Esco dalla porta. Devo incontrarmi con Peter alla panchina, il posto dove siamo stati ieri, spero che sia lì. Come pensavo è già arrivato, prima di andare da lui però prendo un bel respiro per calmarmi, sono così agitata che tremo. Una volta essermi rilassata vado verso di lui, quando mi vede rimane di sasso "Sei stupenda" "Grazie" rispondo in un sorriso timido È incantato, continua a guardarmi e sorridermi, si alza, non so che cosa dire mi sento un po' in imbarazzo. "Anais?" "Si?" "Posso fare una cosa che desidero fare dal primo momento che ti ho vista?" "Certo" rispondo un po' confusa, non capisco a che cosa si riferisce Sì avvicina al mio viso, forse vuole darmi un bacio sulla guancia come quello di ieri, ma poi capisco che la sua destinazione non è la mia guancia ma sono le mie labbra, chiudo gli occhi, mi voglio godere questo momento. Si stacca ma rimane a pochi millimetri da me appoggiando la sua fronte sulla mia "Che cos'era questo?" sussurro sulle sue labbra "Quello che provo per te" Non ci posso credere, mi ha baciata, il mio primo bacio, sento un emozione fortissima dentro di me che non avevo mai provato prima. Senza aspettare un attimo prendo il suo viso tra le mani e stavolta sono io a baciarlo, un bacio appassionato. Peter mi cinge la vita attirandomi a sé, i nostri corpi sono diventati un unico corpo, siamo un tutt'uno, i nostri nasi si scontrano ma continuiamo ad unire le labbra l'una con l'altra. Non mi sono mai sentita così bene, così felice. Restiamo lì, senza mai dividerci, senza mai aprire gli occhi, senza mai smettere di baciarci. Credo che Emma avesse proprio ragione : Peter è il mio vero amore.

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** Credo di essere innamorato di te ***


Peter Pov Non sono mai stato un ragazzo che andava in agitazione per qualsiasi cosa ma stasera sono emozionatissimo, fin troppo direi, il mio corpo sta tremando, il solo pensiero che tra pochi minuti rivedrò Anais mi riempie di gioia. Sono seduto su una panchina mentre aspetto che arrivi. Eccola lì bella come sempre, ma che dico bella... bellissima. La vedo avanzare verso di me, adoro il modo elegante con cui cammina. E poi le sue gambe, i suoi fianchi... Rimango semplicemente incantato, i miei occhi sono incollati su quel magnifico corpo. Dio se mi piace... "Sei stupenda" le faccio un complimento spontaneo "Grazie" risponde timidamente In questo momento ho solo un pensiero un mente : baciarla. Mi alzo e mi avvicino piano a lei "Anais" la chiamo quasi sotto voce "Si?" "Posso fare una cosa che desidero fare dal primo momento che ti ho vista?" "Certo" mi risponde un po' titubante Forse sto correndo troppo, magari io neanche le piaccio, voglio dire chissà quanti ragazzi avrà che le corrono dietro, per un attimo ci ripenso ma poi decido di fare ciò che mi comanda il cuore. Mi avvicino al suo viso e faccio incontrare le nostre labbra per qualche secondo "Che cos'era questo?" Chiede sussurrando sulle mie labbra "Quello che provo per te" le rispondo. Al contrario di quanto mi aspettavo lei mi prende il viso tra le mani attirandomi a sé e facendo incontrare di nuovo le nostre labbra in un bacio. Dio che labbra morbide, potrei baciargliele per ore. La prendo per i fianchi e la costringo a unirsi al mio corpo, la stringo ancora di più, le mie dita percorrono la sua schiena mentre le sue scorrono sulle mie guance e sui miei capelli. Sono felice. Felice perché sto baciando la ragazza che mi piace. Anais pov Appoggio la schiena alla porta di camera mia con un sorriso a trentadue denti sul mio viso, dio ancora tremo da morire per quello che è successo, potrei saltare dalla gioia. Quel bacio è stato così... così... oddio sono troppo emozionata, credo di non aver avuto solo le farfalle nello stomaco in quel momento ma molto di più. Mi tolgo i vestiti metto il pigiama e mi infilo nel letto, mi addormento quasi subito con un unico pensiero fisso nella testa : Peter. Il mattino dopo Con fatica apro gli occhi, mi alzo dal letto e scendo in cucina dove trovo mia madre intenta a fare colazione "Buongiorno" la saluto ancora un po assonnata mentre prendo i cereali "Oh buongiorno principessina" mi saluta dando un enfasi scherzosa alla frase "passato una bella serata ieri?" "Si non male" le rispondo con indifferenza alzando le spalle per non farle vedere troppo il mio entusiasmo, non vorrei si insospettisse. Mi siedo vicino a lei e inizio a mangiare. Dopo pochi minuti Henry ci raggiunge "Ehi" lo saluto facendo un cenno con la testa "Ciao" ricambia sbadigliando "Buongiorno tesoro" gli dice nostra madre Henry si unisce a noi iniziando a mangiare. Dopo pochi minuti fa una domanda a mia madre che mi turba "Mamma sai che Peter Pan è di nuovo a Storybrooke?" Alzo di scatto lo sguardo su di Henry smettendo di ingerire cereali. Ho paura di sentire la risposta che darà mia madre "Cosa? Peter è qui? Che orrore! Detesto quello stupido ragazzo insolente antipatico e perfido" esordisce Regina A sentire quele cattiverie su Peter mi sale una rabbia incredibile però cerco di controllarla, non devo destare sospetti. "Già lo odio anche io" "Ma si può sapere che cosa avete contro di lui?!" mi sono accorta solo ora di avere alzato troppo la voce ma d'altronde non potevo sopportare ciò che dicevano "Anais che ti prende?" Chiede mia madre confusa Cerco di calmarmi "niente, scusate" fingo un sorriso "Beh in ogni caso non voglio che nessuno di voi due parli o si avvicini a quell'essere, è chiaro?" Ecco. E ora come gliela dico la verità, se le racconto ciò che ho fatto ieri sera non solo mi darà un altro schiaffo, ma non mi permetterà più di vedere Peter "Per me va bene" le risponde Henry mettendo la sua ciotola nel lavandino e dirigendosi poi in camera sua "Anais sono stata chiara? È importante che tu stia lontana da lui, è un tipo pericoloso potrebbe farti del male" mi dice una volta rimaste sole. "Certo, chiarissima" rispondo tristemente Mi fa un sorriso compiaciuta. Se solo sapesse cosa abbiamo fatto ieri e quanto si sbaglia sul suo conto. Peter non è cattivo né pericoloso e non mi farebbe mai del male. "Allora? Con chi sei stata ieri?" Mi chiede con un suo sorrido dolce "Sono stata da Belle, mi ha offerto un lavoro al negozio" ma che cosa ho detto... non mi crederà mai "Oh ok" invece si Quella notte... Sono nel letto mentre leggo un libro, dato che non ho sonno, mia madre e mio fratello stanno già dormendo. Il mio telefono vibra Messaggio da Peter : Apri la finestra milady Faccio come mi dice e lui è lì, sotto casa mia, si può essere più dolci? Un sorriso non può che formarsi sul mio viso Un altro messaggio : Vieni Faccio anche questo, non è molto difficile scendere, sono solo al primo piano e inoltre c'è una scaletta di fiori che porta giù. Una volta scesa corro da lui a baciarlo "Tieni metti questa" dice porgendomi la felpa che aveva indosso. Me la mette. "Vieni con me" Mi propone con un sorriso "Cosa? Adesso?" Chiedo "Ti prego, vieni con me" Mi supplica facendo gli occhioni da cucciolo, come posso resistere... "E va bene" cedo Mi prende la mano e mi porta in un posto non molto lontano da casa mia, è una specie di boschetto ma è nuovo per me, non l'ho mai visto. Ci sediamo sull'erba morbida, io mi metto tra le sue gambe così che lui possa avvolgermi da dietro, appoggio la testa sul suo petto, mentre le nostre mani si intrecciano dolcemente le une alle altre. Intorno siamo circondati da fiori, tantissimi fiori, di tutti i colori, non ci potrebbe essere un atmosfera più bella. Peter pov La faccio mettere seduta tra le mie gambe così posso avvolgerle la vita da dietro con un movimento dolce delle braccia, lei appoggia la testa sul mio petto, piega appena il viso in dietro in modo da farlo sfiorare col mio, i nostri nasi si sfiorano. Due sorrisi si fanno strada sui nostri visi. Le nostre fronti si sostengono. Appoggio la mano sulla sua guancia e con dei movimenti delicati del pollice gliela accarezzo, l'altra mia mano è intrecciata con la sua. Faccio incontrare le nostre labbra, la mia lingua chiede accesso, lei apre un po' la bocca per permettermi di entrare, le nostre lingue si scontrano in un movimento sensuale, e poi ancora, ancora e ancora, fino a non lasciare neanche l'ossigeno. Dio quanto desidero questa ragazza. Le sue unghie stringono la mia maglietta. Le mie dita percorrono lentamente le sue coscie risalendo poi sui suoi glutei, mi fermo per capire se posso continuare, mette la sua mano sulla mia in segno di incoraggiamento a proseguire "Toccami Peter" sussurra con un piccolo gemito mentre continiuamo a baciarci Risalgo la sua vita. La sento ansimare. "Tocca il mio corpo Peter" ripete sussurrando. Sono così felice che mi permetta di toccarla. Faccio scendere la mia mano fino alla fine della sua maglietta, la alzo appena, le sfioro la pelle morbida. Le accarezzo i seni nudi dolcemente. Geme di nuovo per il piacere. Comincio a sentire caldo, toccare il suo corpo mi provoca un eccitazione incontenibile. Ci stacchiamo appena per riprendere fiato. "Anais" sussurro sulle sue labbra con il fiatone "Mmh" "Devo dirti una cosa" la stringo forte a me, ormai l'aria è inesistente, riesco solo a sentire il suo profumo "Cosa?" chiede accarezzandomi il viso "Credo di essere innamorato di te" le do piccoli bacini dolci che partono dalla spalla poi salgono sul collo dove mi fermo per farle un succhiotto. "Peter?" Sussurra lei al mio orecchio gemendo per ciò che le sto facendo, la sua mano scivola tra i miei capelli con un movimento sensuale del corpo, continuo a provare calore. Molto calore. "Si?" Rispondo mentre le succhio il lobo "Devo dirti una cosa" mi accarezza le labbra con le dita mordendo quello inferiore "Dimmi " le accarezzo i capelli "Anche io"

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** Amore mio! ***


Anais pov Sono passati due giorni da quando io e Peter siamo stati insieme e se devo essere sincera mi manca, mi mancano le sue braccia che mi stringono la vita, i suoi baci, le sue carezze. Però in questi giorni mi ha mandato tanti messaggini dolci. Ha detto che verrà stanotte da me e io sono così eccitata al pensiero di rivederlo. Credo di essere innamorato di te. Questa frase non fa che risuonare in continuazione nella mia mente. Sono così felice, al settimo cielo oserei dire. "Anais" mi chiama mia madre distraendomi dai miei pensieri "hai sentito quello che ti ho detto?" Ops, ero così persa che non mi ero accorta nemmeno che parlava "scusami non ti ascoltavo" "Ultimamente mi ascolti un po' poco, sei sempre così distratta, a che pensi?" Mi fa il classico sorriso da madre che vuole spettegolare con la figlia "A nulla, davvero, sono solo un po' stanca" ovviamente non le posso dire la verità "Sei sicura?" "Certo, sicurissima" "Va bene" annuisce con la testa "Che mi stavi dicendo?" "Oh niente lascia stare, non importa" "Okay" dico semplicemente Più tardi "Che cos'è quello?" Mi domanda Henry di punto in bianco mentre siamo seduti sul divano a guardare un film "Quello cosa?" Chiedo sapendo a cosa si riferisce "Quel sorriso" "Quale sorriso?" "Oh andiamo non fingere di non saperlo, sono giorni che non fai altro che sorridere, non ti ho mai vista così felice" accidenti, che m'invento... "Beh non posso essere felice di mio?" "Hm... sarà... ma secondo c'è sotto qualche ragazzo" mi spinge scherzosamente con il gomito. "Dai Henry smettila, non c'è nessun ragazzo" se solo sapesse... "Mmhh... si e io ci credo" dice con aria di sfida Prendo un cuscino e glielo tiro in faccia "Ehi!" Lui fa lo stesso e iniziamo una delle nostre solite lotte con i cuscini. "Ragazzi è pronta la cena" ci avvisa nostra madre dalla cucina. Mettiamo a posto i cuscini e andiamo a mangiare, Henry mi fa una linguaccia e io ricambio spingendolo "Sei un idiota Henry" "E tu una nana" mi viene da ridere e lo stesso vale per mio fratello, adoriamo stuzzicarci con vari nomignoli, è il nostro modo per dirci che ci vogliamo bene. Finita la cena salgo in camera mia e aspetto impazientemente che Peter arrivi, non vedo l'ora. Finalmente si fa notte, io sono nel letto sotto le coperte, ma Peter non si è ancora fatto vivo, mi intristisco un po' pensando che magari ha cambiato idea. In quel momento sento la finestra aprirsi e chiudersi, il letto si abbassa, il lenzuolo si alza. "An, dormi?" Sussurra al mio orecchio Mi giro. "No" Mi bacia prendendomi il mento tra l'indice e il pollice. Poi si sdraia accanto a me, mette la sua gamba sopra le mie, le sue braccia mi avvolgono, sento il suo calore, mi bacia di nuovo "Mi sei mancato" sussurro "Non sai quanto mi sei mancata tu" mi fa un sorriso, uno dei suoi sorrisi meravigliosi mentre mi accarezza Mi stringe forte forte a se appoggiando la sua fronte sulla mia. Chiudo gli occhi per assaporare questo momento "Amore mio" sussurra A quelle parole apro gli occhi. "Come mi hai chiamata?" "Amore. Amore, amore, amore." Ha detto amore, quant'è dolce, mi metto sopra di lui e lo bacio, lo bacio appassionatamente, lui mi tiene stretta forte a sé, la sua mano scivola sotto la mia maglia, risale la mia schiena e la accarezza, un brivido. Poi ci scambiamo, io sto sotto e lui sopra. Inizia a baciarmi su tutto il petto poi sale sul collo, butto indietro la testa per dargli più spazio su cui lavorare, mi riempie di succhiotti, ci penserò dopo a sgridarlo per ora voglio godermi questo momento. Ci baciamo di nuovo, le nostre mani si intrecciano, mi da tanti piccoli bacini sul naso, sulla fronte, sulle guance e sulle labbra. Infine ci addormentiamo così, l'uno nelle braccia dell'altro. Il mattino seguente Apro gli occhi lentamente, subito vengo sommersa dal profumo di Peter, la sua testa è appoggiata sul mio petto, il suo braccio mi avvolge la vita e il resto del suo corpo praticamente sopra il mio, gli accarezzo I capelli, è così tenero quando dorme. "Peter" sussurro piano "Peter, Peter svegliati" "Mmmh lasciami dormire" dice con voce impastata Mi scappa una risatina. Mi avvicino a lui lasciandogli un bacio a stampo sulle labbra, poi un altro e un altro ancora "Svegliati bell'addormentato" lo scuoto appena "Mmmh" apre piano gli occhi "che bello svegliarsi così" dice assaporando le mie labbra "Buongiorno" "Buongiorno a te" mi bacia Gli accarezzo la guancia con il pollice "Devi andare ora, tra poco mia madre e mio fratello si sveglieranno" Mi prende da sotto e mi abbraccia "E se invece resto qui ancora un po'?" Mi bacia sul collo Lo spingo via "no, devi andare" Mette il broncio "uff, però stanotte torno" Sì alza dal letto e lo accompagno alla finestra, prima di scendere mi bacia intensamente "a stasera amore mio" mi bacia sulla punta del naso "A stasera" Chiudo la finestra e mi vesto poi mi dirigo giù per fare colazione "Buongiorno" mi saluta Henry "Buongiorno" ricambio "Dormito bene?" "Mmh-mh" rispondo ancora assonnata "Hm...però!... belli quei succhiotti, ci sa fare Peter" Oh cavolo!

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** La nostra ultima notte ***


"Scusa?" Come fa a saperlo? "Andiamo, non sono mica nato ieri, ho capito che tu e Peter state insieme, esci di nascosto la notte, sei sempre felice e poi quando ho detto che l'odiavo tu l'hai difeso" Accidenti avrei dovuto stare più attenta a questi dettagli. Lo prendo per il braccio e lo trascino in camera "non dirlo alla mamma" lo supplico, ormai è inutile negare. Lo vedo esitare. "Ti prego, non dirglielo, perfavore, sai quanto si arrabbierebbe" "D'accordo non glielo dirò" "Grazie" lo abbraccio, mi stringe a sé "Ti rende felice?" "Oh si, moltissimo" "Però fa attenzione, non voglio che ti faccia del male" "Stai tranquillo" lo rassicuro Mi da un bacio sulla fronte ed esce la sera Sono in salotto, seduta sul divano, con il mio cellulare in mano, ad un certo punto arriva mia madre "Anais come ti è saltato in mente!?!" urla. Perché è così arrabbiata? "ti avevo detto di stare lontana da Peter Pan è tu cosa fai... ti ci fidanzi" è furiosa Entro in panico. Ha scoperto tutto, Henry ha fatto la spia, mi aveva promesso che avrebbe mantenuto il segreto ma non l'ha fatto, mi ha tradita. "Mamma io..." "Taci, non parlare. Non voglio più che ti vedi con quell'essere, e se vengo a sapere che siete stati ancora insieme farò sparire Peter Pan dalla faccia della terra" "No mamma non puoi farmi questo, tu non lo conosci, non è come credi" urlo in lacrime "Oh si che lo conosco, lo conosco meglio di te, quindi ti ripeto ciò che ho detto, non devi più vederti con lui, sono stata chiara?" Annuisco appena con la testa, ormai non posso controbattere. Poi strappa via il mio telefono dalle mani e se ne va. Corro di sopra e spalanco la porta della camera di Henry "bravo bel fratello che sei" sbraito Lui è seduto sul letto "di che parli?" "Oh non fingere di non saperlo" "Anais sul serio, di che parli?" "Tu sei andato a dire alla mamma di me e Peter, quando mi avevi promesso che non l'avresti fatto" "Come? ma cosa dici io non ho detto nulla alla mamma" "Oh si certo e allora come fa a saperlo... Hm?" "Non lo so però io non ho aperto bocca te lo giuro" "Io mi fidavo di te" me ne vado sbattendo la porta Mi chiudo in camera e scivolo sulla porta sedendomi a terra, poi mi sdraio sul pavimento a pancia in giù, nascondo la testa tra le mie braccia e scoppio a piangere, a questo punto non posso fare altro. Non posso credere che mi madre sia stata così crudele, voglio dire mi aspettavo che mi dicesse che non dovevo più vederlo, ma non pensavo l'avrebbe fatto in quel modo, le mie lacrime si fanno più forti, non posso fermarle. Il pensiero di non poter stare più con Peter mi distrugge. Peter pov È quasi sera, mi sto dirigendo verso la macchina per andare dalla mia piccola Anais. Sulla macchina trovo un foglio, forse è una multa, ma quando lo apro ciò che leggo mi fa gelare il sangue : Spero tu ti sia divertito con la tua cara fidanzatina in questi giorni, perché se passerai ancora del tempo con lei te la porterò via per sempre. Non vorrei arrivare a questo punto ma se non obbedirai sarò costretto a strapparle il cuore in men che non si dica. Baci, Tuo figlio. Ps : non ti conviene opporti, come non conviene alla cara Regina quando le ho detto di proibire alla figlia a rivederti D'istinto corro a casa di Anais più veloce che posso. Devo assicurarmi che stia bene. Arrivo sotto la sua finestra e senza aspettare un secondo di più salgo la scaletta ed entro. Mi guardo intorno e la vedo accasciata sul pavimento a piangere. Mi avvicino e mi siedo accanto a lei "Anais" la chiamo sussurrando, alza piano la testa mi guarda per qualche secondo e poi mi abbraccia, nasconde la testa nell'incavo del mio collo, continua a piangere, sento le sue lacrime cadere sulla mia pelle e sulla mia maglietta "Anais, tesoro" scuote piano la testa senza smettere di piangere "Shh, adesso basta piangere, sono qui, sono qui con te" la stringo a me con tutta la forza che ho in corpo. Sembra che si stia calmando ma continua a piangere, singhiozza, singhiozza molto, sta tremando. Vederla così mi uccide "Amore ti prego smettila di piangere altrimenti comincio anche io" ed è vero, sento che potrei scoppiare da un momento all'altro. Finalmente smette non potevo più sopportare di sentirla piangere. Alza piano la testa e si sistema tra le mie gambe, le asciugo delicatamente le lacrime poi le prendo il viso tra le mani e la bacio. "Che cosa è successo?" Le chiedo mentre appoggio la fronte sulla sua tenendola stretta a me "Ha detto... ha detto che non vuole che io stia con te" dice tra i singhiozzi La stessa cosa della lettera, mi accorgo solo ora di averla ancora in mano, la faccio leggere ad Anais "Quindi è stato Gold?" "Già" "E io che mi sono arrabbiata con Henry" Si intristisce ancora di più. La faccio alzare e la porto a sedersi sul letto, appoggia la testa sul mio petto mentre io la coccolo, ogni tanto la sento tirare su col naso e singhiozzare, solo ora capisco quanto è piccola e fragile, quanto ha bisogno di calore e protezione. Sento una lacrima scendere sul mio viso, rimango sorpreso, in tutta la mia vita non ho mai pianto "Anais, io non voglio che ti accada niente, anche..." tiro su col naso "anche se questo significa non vederti più. Conosco le capacità di Tremotino e so fin dove può arrivare per ottenere ciò che vuole, purtroppo non posso oppormi, non posso rischiare di perderti" "Ma io non voglio lasciarti" dice abbracciandomi "Ma io non ti lasciero mai, mai. Io sarò sempre con te, sempre. Capito?" "Tu ti innamorerai di un altra" a questa frase scatto "Cosa?" La faccio alzare dal mio petto "è questo che pensi?" "Fate tutti cosi" dice alzando appena le spalle "Ma io non sono tutti, io sono io e ti ho detto che non ti lascio" Dalla sua espressione sembra che non mi creda e fa male. "Davvero?" Capisco che ha bisogno di sentirsi sicura "Ascoltami" le prendo la mano "lo sai perché ti amo?" Scuote appena la testa. Quello che sto per dirle non è facile, non sono abituato ad esternare i miei sentimenti. Però per lei posso fare questo ed altro. "Perché tu hai la capacità di trasformarmi, quando io sono con te non riesco ad essere cattivo, tu sei... sei come il miele, riesci ad addolcirmi anche solo con una tua carezza o un tuo bacio. In questi giorni ho provato delle emozioni che neanche sapevo di avere. Ed è solo grazie a te. Con te io sto bene, mi sento felice e diverso. Sai che cosa ho pensato il primo giorno che ci siamo incontrati? Ho pensato : questa ragazza stravolgera la mia vita e così è stato. Per colpa tua la notte non riesco a dormire, non posso prendere sonno se accanto a me ci sei tu. Tutte le volte che venivo qui da te nel tuo letto passavo ore e ore a guardarti. Tu sei una creatura cosi bella e delicata, quasi mi sembra di sciuparti ogni volta che ti tocco. Amo tutto di te, il tuo carattere, il tuo modo di fare, di parlare, o tuoi occhi il tuo sorriso, le tue labbra, tutto. Sei provocante e sai farti desiderare. Ogni giorno ringrazio Dio per averti incontrata, non hai neanche la minima idea di quanto sei importante per me. Tu sei speciale Anais e nessun altra sarà mai come te, nessuna può rimpiazzarti, e nessuna mi farà mai sentire come mi fai sentire tu. Io voglio te e vorrò sempre e solo te, sei l'unica ragazza che desidero. Tu sei il mio lieto fine." Getta le braccia al mio collo e scoppia a piangere per la commozione, le avvolgo la vita e la bacio sotto l'orecchio "Nessuno mi aveva mai detto delle parole così belle" sussurra tra le lacrime "Adesso mi credi?" Le accarezzo la schiena "Sì, sì ti credo" Sì stacca dall'abbraccio e mi bacia, sento tutta la sua passione, io ricambio il bacio con più foga. Le mordicchio il labbro inferiore, poi inizio a toccarla, ovviamente con il suo consenso, inizio a passare la mano sotto la sua maglia e le accarezzo la schiena. Lei mi sfila la maglietta e accarezza il mio petto abbastanza muscoloso, alzo un po' la sua maglia e noto che non porta il reggiseno. "Questa è la nostra ultima notte insieme, rendiamola speciale" sussurra sulle mie labbra "Sei sicura?" Le chiedo "Fa l'amore con me Peter" "Non dobbiamo andare di fretta se non te la senti" "Fa l'amore con me" Capisco che è pronta. Le sfilo la maglia e la bacio, sento il suo seno nudo premere sul mio petto. Lecco le sue labbra e lei fa lo stesso, poi scendo sul suo collo e sulla sua spalla dove la bacio con un pizzico di lingua. Ansima. Quanto adoro il suo dolce ansimare. Le mie mani scendono fino ai suo pantaloni che le sfilo. La giro e mi metto sopra di lei, alzo il lenzuolo e lo metto tutto su di noi coprendoci e poi ci godiamo la nostra ultima notte insieme. Scambiandoci gli ultimi ti amo la mattina dopo con le lacrime agli occhi.

Ritorna all'indice


Capitolo 20
*** Il mio cuore per la tua felicità ***


Anais pov Un mese... ecco quanto tempo è passato da quando io e Peter ci siamo dovuti dire addio, queste settimane sono state le più brutte e tristi della mia vita, non ho fatto altro che piangere. Non posso nemmeno mandargli un messaggio o chiamarlo perché mia madre mi ha preso il telefono. Parlando proprio di mia madre... è dal giorno in cui lei mi ha proibito di stare con Peter che non ci parliamo, tra di noi non c'è più dialogo, è incredibile la velocità con cui siamo passate da migliori amiche a due estranee. L'unico che in questo momento mi è davvero vicino è Henry, non mi ha mai abbandonata neanche per un attimo, non è nemmeno uscito con Violet per non lasciarmi da sola, io gli ho detto un milione di volte di non preoccuparsi e continuare a vivere la sua vita come se niente fosse, ma lui è come me testardo fino alla fine. È davvero un fratello fantastico. Mi sento cosi fortunata. Io non avrei mai pensato che una persona potesse mancarmi tanto al punto di smettere completamente di mangiare, dormire... vivere. Per un mese sono stata seduta sul letto con il cuscino sulla pancia a versare lacrime su lacrime e ripensare ai momenti belli vissuti con Peter, mi sono anche chiesta se io gli manco, magari lui non pensa neanche più a me, so che mi ha detto che mi ama, che mi vuole, che sono il suo lieto fine, ma non posso fare a meno di avere questi brutti pensieri che peggiorano solo la situazione. Anche in questo momento sono sul mio letto a piangere e anche se non ci parliamo più vorrei tanto avere la mia mamma qui con me, senza di lei mi sento ancora piu sola. Regina pov Un mese... ecco da quanto tempo non ci parliamo io ed Anais, sto malissimo per quello che è successo, non mai neanche trovato il coraggio di andare da lei, di starle vicino, no. Non c'è notte in cui io non abbia pianto, non mi sono mai sentita un tale mostro. Ho fatto a mia figlia la stessa cosa che Cora ha fatto a me, riesco a capire benissimo il dolore che sta provando e vorrei tanto stare con lei, ma è proprio per colpa mia che soffre così tanto, non mangia più, non esce più con Henry. È davvero dura per una madre vedere la propria figlia che sta male. Scendo le scale mentre vado in cucina per fare colazione anche se non ho per niente fame, il mio stomaco è chiuso da giorni. Come mi aspettavo Anais non c'è. Henry mi saluta, lo ricambio. "Mamma non credi sia ora che tu e Anais vi parliate, è passato un mese ormai " dice mentre smette di mangiare "E cosa dovrei dirle secondo te, scusami se ti ho rovinato la vita?" Chiedo sedendomi "Ma tu non le hai rovinato la vita" mette la sua mano sulla mia consolandomi "A me invece sembra di si" una piccola lacrima scende dall'angolo del mio occhio mentre guardo mio figlio "Ascolta, lo so che stai male per ciò che è successo ma non devi sentirti in colpa" "Come posso non sentirmi in colpa, hai visto anche tu quanto sta soffrendo " un altra lacrima si fa strada sul mio viso "Dovresti parlarci mamma, dico sul serio" mi accarezza il dorso della mano con il pollice "Ma di sicuro le mi odia, in questo momento non credo abbia molta voglia di vedermi" sento i miei occhi gonfi "Invece si, Anais ha bisogno di sua madre in questo momento, come tu hai bisogno di lei" mi sorride "vai da lei" "Sei sicuro?" chiedo con un filo di voce Fidati Gli sorrido e mi alzo per abbracciarlo "Grazie tesoro" "Ti voglio bene mamma" "Anche io" Gli do un bacio sulla fronte e poi mi dirigo verso le scale. Arrivata di fronte alla porta di Anais attendo un attimo e prendo un respiro profondo. Busso appena, una voce mi dice di avanzare, appoggio la mano sulla maniglia ed entro. È seduta sul letto, con un cuscino sulla pancia, come fa ogni volta che è triste, i suoi occhi sono rossi e gonfi, le sue guance bagnate, mi sento male a vederla cosi. Chiudo la porta e mi avvicino piano al suo letto, ci scambiamo degli sguardi a vicenda per qualche minuto senza proferire parola. Decido di fare il primo passo. "Ciao" è tutto quello che riesco a dire, non riesco nemmeno a fingere un sorriso. Mi guarda per un attimo poi mi saluta anche lei con la voce rotta dal pianto. Mi viene un nodo alla gola. "Io...io sono venuta per dirti che mi dispiace tanto per quello che stai passando..." mi siedo accanto a lei "non avrei dovuto sottostare a Gold" "Però neanche tu volevi che stessimo insieme" dice tirando su col naso e con una tristezza infinita negli occhi. "Si è vero, ma poi mi sono resa conto che sbagliavo, Henry mi ha detto quanto tu e Peter vi rendete felici l'un l'altro e credimi... io sarei stata la prima ad approvare la vostra relazione ma non potevo rischiare che Gold ti facesse del male, ha già provato una volta ad ucciderti e non si farà scrupoli per tentarne una seconda, non avevo scelta... mi dispiace tanto, non essere arrabbiata con me" a questo punto non riesco piu a trattenere le lacrime che tenuto dentro fin ora e scoppio a piangere. Anais si butta addosso a me in un abbraccio piangendo, esattamente come sto facendo io. La stringo con tutta la forza presente nel mio corpo "Non ce l'ho con te, ho capito che volevi proteggermi, non ti incolpo per ciò che è successo, non devi essere triste" dice tra i singhiozzi. "Io voglio solo sentirti vicina" "Se c'è qualcosa che posso fare per farti stare meglio amore, non esitare a chiedermela" le dico accarezzandole i capelli. "Riportami il mio Peter." di nuovo tira su col naso " Riportami il mio Peter" sento le sue lacrime cadere sulla mia spalla. "Oh... tesoro mio" non c'è nessuna speranza che Gold lasci che Peter e Anais siano felici. All'improvviso un'idea si fa strada nella mia mente. "Tesoro io adesso devo andare in un posto ma ti prometto che faccio presto, così poi possiamo passare del tempo insieme, ok?" Le sorrido dolcemente e le accarezzo una guancia, annuisce piano con la testa. Prima di andare le lascio due baci sulla fronte. Scendo al piano di sotto e saluto Henry, ma non gli dico dove sono diretta. *** Entro nel negozio di Gold, che trovo seduto al bancone. "Mia cara Regina, a che cosa devo piacevole sorpresa?" chiede con il suo solito ghigno sinistro "Sono qui per un accordo" rispondo arrivando dritta al punto "Un accordo? Sentiamo" "Voglio che lasci in pace Anais e che le permetti di essere felice con Peter Pan" dico secca "E che cosa avrò in cambio?" "Quello che vuoi" "Però vedi cara ciò che io voglio davvero... lo possiede la tua dolce Anais" "Che cosa vuoi da lei ?" "La stessa cosa che desideravo l'anno scorso mia cara. La sua oscurità..." dice facendo un sorriso inquietante "... però se davvero ci tieni alla felicità di tua figlia potrei cambiare idea" "Che intendi?" "Sei ancora dell idea di voler fare quell' accordo?" "Si" rispondo più convinta che mai "Bene allora, se non posso avere l' oscurità di Anais dovrò per forza prenderla da qualcun'altro e chi meglio di te ha assaporato l'oscurità" si avvicina a me "Non ti seguo" chiedo un po confusa "Se non vuoi che prenda il suo cuore, allora... dammi il tuo" Il mio cuore, vuole il mio cuore. Se glielo do potrebbe schiacciarlo quando gli pare e io potrei morire da un momento all'altro. Ma ciò non conta, la felicità di mia figlia viene prima di ogni altra cosa. "Accetto"

Ritorna all'indice


Capitolo 21
*** Non ti ringraziero mai abbastanza ***


Gold si avvicina a me e allunga la sua mano attraversando il mio petto, sento il mio cuore allontanarsi dal mio corpo. Fa male. Emetto un gemito di dolore, poi finisce tutto. Ciò che mi tiene in vita ora è tra le sue mani, tra le mani di quell'essere spregevole. "Ah, guarda quanta bella oscurità, proprio quello che cercavo" solleva la mano soddisfatto mostrando il mio cuore come fosse un trofeo "Ora lascerai in pace mia figlia?" chiedo ancora un po' dolorante "Certo cara, lo sai che io sono un uomo onesto e rispetto sempre gli accordi" "Nessuno non deve sapere nulla, siamo intesi?" "Certamente" *** Sono sulla strada per tornare a casa e non vedo l'ora che Anais sappia che d'ora in poi potrà stare con il ragazzo che ama ed essere felice come merita. Apro piano la porta ed entro, Henry non c'è, sarà di sopra con la sorella come fa sempre. Ne approfitto per mettere in atto il mio piano. Tiro fuori il telefono e mando un messaggio a Peter Pan : Vai subito alla mia cripta, Anais sarà lì. Non fare domande. Dopo poco mi arriva la risposta : Cosa? Fa come ti ho detto! Sbrigati! D'accordo Finito di dare indicazioni a Peter, chiamo Henry per le scale, dopo pochi minuti scende frettolosamente "Mi hai chiamato mamma?" "Si, ascolta ho bisogno che tu mi faccia un favore" "Dimmi" "Devi portare Anais alla mia cripta" Mi guarda stranito e confuso "Ti prego, è importante, devi convincerla" "Va bene" Annuisce e poi corre di nuovo al piano di sopra Spero tanto che il mio piano funzioni. Peter pov Un mese d'inferno, avrei preferito morire piuttosto che stare per tutte queste settimane lontano dalla ragazza che amo. Mi manca così tanto, mi mancano le sue labbra, le sue mani, i suoi occhi, i suoi abbracci, i suoi baci, tutto. Semplicemente tutto. Non credevo di poter soffrire tanto per la mancanza di una persona. In questo momento mi trovo dove io e Anais ci siamo incontrati per il nostro primo appuntamento, un appuntamento meraviglioso, indimenticabile. Penso a lei quando sento il mio telefono vibrare. Un messaggio da Regina, la cosa mi lascia un po' stupito. Apro per leggere il testo : Vai subito alla mia cripta e aspetta Anais. Non fare domande. Come? Le chiedo confuso. Fa come ti ho detto! Sbrigati! Sembra sappia ciò che dice D'accordo Senza farmelo ripetere una seconda volta corro alla cripta di Regina più veloce che posso. Anais pov Henry entra in camera mia di corsa. Senza fiato. "Henry che succede?" "Dobbiamo andare alla cripta della mamma" "Cosa?" Chiedo non riuscendo a capire "Avanti, vestiti" "Non voglio venire" "Sì invece vieni, devi venire" "Ti ho detto di no" non mi va per niente di uscire "Ti prego, per favore, la mamma ci tiene tanto, mi ha raccomandato di convincerti. Su che ti costa" mi prega Ci penso su per un attimo. "E va bene" dico sbuffando "Ti aspetto fuori" Mi vesto velocemente, non curandomi più di tanto di ciò che indosso, ed esco dalla camera. Io ed Henry scendiamo insieme le scale, salutiamo nostra madre e ci incamminiamo verso il posto da lei indicato. "Perché vuole che ci vada?" "Non ne ho idea, ma sembra che sia davvero importante" Arriviamo davanti all'entrata della sua cripta, ci sono stata solo una volta da quando sono qui "Okay, vuoi che resti qui ad aspettarti?" "No, vai pure, non ti preoccupare" gli dico rassicurandolo "Sei sicura?" "Certo, vai" gli metto una mano sulla spalla, mi sorride e poi se ne va. Entro. Mi faccio strada e arrivo in una stanza con delle candele, dei libri di magia e pozioni, mi addentro e vedo che c'è qualcun altro oltre a me, ma... non può essere, si gira. I suoi occhi si spalancano esattamente come i miei. Eccolo lì, bello come sempre. "Peter" sussurrano le mie labbra "Anais" sussurrano le sue Senza dire altro gli corro incontro e lui fa lo stesso, lo abbraccio con forza, quasi lo lascio senza respiro. Scoppio a piangere, non riesco a fare altro, trovarmi di nuovo tra le sue braccia calde mi fa provare troppe emozioni che messe insieme portano al pianto. "Shh, non piangere sono qui con te" "Mi sei mancato così tanto, non riesco a credere che tu sia davvero qui con me" dico continuando a singhiozzare e nascondendo il viso nel suo petto. "Hey ora basta piangere, adesso siamo qui e questo è reale" dice dolcemente mentre mi accarezza i capelli "Ti amo" mi sussurra piano all'orecchio "Come?" Sollevo appena la testa guardandolo negli occhi "Ti amo, ti amo Anais Mills" mi asciuga il viso dalle lacrime e scosta i capelli bagnati Sono così incantato da ciò che ha detto e così felice di rivederlo che non resisto a baciarlo. Sentire di nuovo le mie labbra affondare nelle sue, dopo settimane che lo desideravo è una sensazione indescrivibile, lo bacio e lo bacio ancora lasciandomi trasportare dai miei sentimenti. Mi attira a sé prendendomi per la vita, poi mi riempie di piccoli baci tutto il viso e il collo come solo lui sa fare. "Dio quanto mi mancavano i tuoi baci" sussurra mettendo la sua mano sulla mia guancia e infilando le dita tra i miei capelli "Anche a me mancavano i tuoi" Ci mettiamo seduti per terra, mi sistemo tra le sue gambe, Peter avvolge le braccia attorno al mio corpo scaldandomi, io appoggio il mio viso sul suo e chiudo gli occhi. Mi bacia sul naso, faccio sfiorare la nostre labbra. Sto così bene con lui, mi sento al sicuro e protetta come nessun altro è mai stato capace di farmi sentire. Rimaniamo così per tutto il giorno, a coccolarci, a dirci parole dolci, finché si fa buio. Usciamo dalla cripta e ci salutiamo con un un lungo e intenso bacio "Ti prometto che ti verrò a trovare amore mio" "Non farmi aspettare troppo" "E chi ha detto che ti faccio aspettare" Mi lascia un ultimo bacio e se ne va Io corro verso casa con tutta la mia felicità appresso Apro la porta con energia, fin troppa, perché sbatte contro la parete. Individuo velocemente mia madre e le salto addosso stringendola "Grazie grazie grazie grazie" "Non devi ringraziarmi tesoro" "E se Gold lo viene a sapere?" "Tranquilla non ti preoccupare a lui ci ho pensato io" mi accarezza i capelli "Aspetta vuoi dire che..." "Che tu e Peter potete stare insieme senza temere nulla" mi annuncia felice "Davvero!? Non ti ringrazierò mai abbastanza,mamma" la stringo con più forza "Te l'ho già detto amore non c'è bisogno che mi ringrazi" mi dice con dolcezza "Ti voglio tanto bene" "Anche io piccola mia" Mi sciolgo dall'abbraccio e la guardo negli occhi "Come hai fatto a fargli cambiare idea?" "È bastato parlargli" La sua risposta non mi convince tanto, mi sembra un po' titubante "Non c'è altro?" Chiedo per sicurezza "No assolutamente" All'improvviso si mette la mano sul petto emettendo un gemito di dolore, si appoggiando al tavolo piegandosi in due per il male "Stai bene?" Chiedo preoccupata "Sì... sì sto bene" "Sei sicura?" "Certo" mi sorride, ma il suo sorriso non mi rassicura molto "Sicura sicura?" "Si Anais, non ti preoccupare" mi accarezza una guancia "Hm... se lo dici tu" ma non le credo più di tanto, la vedo che è un po' diversa dal solito. Salgo in camera mia per cambiarmi, ma appena chiudo la porta qualcuno appare nella mia stanza in una nube viola come quelle di mia madre. Dalla nube spunta una donna dai capelli rossi e con il rossetto dello stesso colore "Ciao Anais" mi dice sorridendo Resto un attimo senza proferire parola "C-chi sei?" Chiedo un po spaventata "Non sai chi sono?" Faccio segno di no con la testa "Sono la madre di Regina, tua nonna"

Ritorna all'indice


Capitolo 22
*** Cora ***


"Che cosa vuoi da me?" "Tranquilla, non avere paura" si avvicina a me, indietreggio. "Voglio solo parlarti... avanti vieni" Mi fa segno con la mano di andare verso di lei ma io non reagisco. Si avvicina a me ancora di più, prende il mio mento tra l'indice e il pollice e mi sorride "ma guardati, sei uguale a tua madre". Dopo pochi secondi passati a fissarmi mi fa cenno di accomodarci sul letto, la seguo ma con diffidenza e mi siedo accanto a lei "Allora..." prende la mia mano chiudendola nella sua "...Anais..." mi guarda negli occhi "...sono venuta qui da te solo per metterti in guardia" "In guardia?" Chiedo aggrottando le sopracciglia "Si" "E da cosa?" "Non da cosa da chi" "E allora da chi?" "Da te stessa" "Come?" Non riesco a capire "Vedi tu possiedi un oscurità potente, talmente potente che può permetterti di trasformati nella nuova signora oscura. Tu un giorno diventerai cattiva, molto cattiva. Farai del male alle persone che ami, rimarrai sola per sempre, la tua vita sarà buia, colma di dolore e tristezza. Nessuno ti vorrà bene, tutti ti staranno alla larga. Ciò che stai vivendo ora e solamente un illusione cara, tutto questo svanirà prima o poi, il tuo destino è essere sola. E dal destino non puoi fuggire Sola Anais. Sarai sola." Ciò che ha appena detto mi fa provare senso di vertigini, stringo con forza un lembo del lenzuolo, tutto d'un tratto mi sembra che manchi l'aria. "Non ti credo" questo è ciò che esce dalla mia bocca ma non è ciò che realmente penso "Invece dovresti. Guarda la tua voglia" mi prende il polso "è da li che arriva tutta la tua oscurità e non si può fare niente per cancellarla" "Ma questa serve per trovare l'amore" cerco di rigirare ciò che ha detto "È vero, ma ad un prezzo." "Che intendi?" "Questa corona è stata fatta sì per trovare l'amore ma anche per indicare il momento del tuo cambiamento. Quindi, beh... visto che è già colorata credo che il momento non tarderà ad arrivare." "Davvero?" ormai la mia gola è completamente secca e la mia voce ne risente Annuisce. "E tu come lo sai?" Domando sentendo i miei occhi iniziare a bruciare "Perché sono stata io a farla" risponde con un ghigno malefico, alzando un sopracciglio soddisfatta. Ora sono veramente spaventata da quella donna. Mi alzo dal letto con uno scatto e corro fuori dalla stanza il più velocemente possibile. D'istinto mi dirigo nella camera di Henry, spalanco la porta ma lui non c'è. Sento le lacrime scaldarmi le guance, l'idea di essere in casa da sola con quella donna mi terrorizza. Scendo le scale di fretta senza prestare attenzione a dove metto i piedi. Possibile che neanche mezz'ora fa ero la ragazza più felice del mondo e ora mi ritrovo a piangere, impaurita più che mai, sconvolta come non lo sono mai stata. Ho bisogno di un abbraccio, un abbraccio caldo. Sono al piano di sotto ma non c'è nessuno nemmeno qui. Terrore. Mi siedo per terra con la schiena appoggiata al divano e le mani sul viso. Sola. Questa parola non fa che risuonare nella mia mente da quando mi è stata pronunciata. Mi inorridisce il solo pensiero. Quella donna ha detto che sarei stata sola, sola per sempre. Non potrei sopportare che accada davvero, non di nuovo. Ho già provato fin troppe volte la solitudine sulla mia pelle e non c'è cosa peggiore di quella sensazione di non essere voluti, di essere rifiutati, di trovarsi sempre seduta in un angolo guardando gli altri bambini giocare mentre tu sei completamente abbandonata. No. Non voglio che accada un'altra volta, piuttosto preferisco morire. L'idea che un giorno mia madre, mio fratello, Peter e tutti gli altri mi guardino con disprezzo mi fa gelare il sangue. Le lacrime scendono più forti e più rumorose. Per la prima volta ho veramente paura, tanta paura. Sento aprirsi la porta d'ingresso, subito alzo la testa e vedo Henry, il mio fratellino, sono cosi felice di vederlo "Ehi cia..." non lo lascio finire di parlare, lo stringo forte in un abbraccio che lui ricambia "Anais che succede, perché piangi?" Sento la sua voce preoccupata. "Promettimi..." tiro su col naso "...promettimi che non mi lascerai mai sola" "Come?" Domanda non capendo il motivo della mia richiesta Lo abbraccio ancora di più continuando a piangere "Ti prego" sussurro con un filo di voce Sento stringermi più forte "Si... si certo che non ti lascio sola, sei la mia sorellina, non potrei mai abbandonarti. Però questo dovresti saperlo, non serve che io te lo dica. Mi spieghi perché ti viene in mente" "Avevo solo bisogno di sentirmelo dire" "Sicura?" Mi chiede non tanto convinto della mia risposta "Si" non voglio raccontargli la verità, non ora Chiudo gli occhi e resto così, abbracciata a mio fratello, una delle persone più importanti della mia vita e che non ho nessuna intenzione di perdere. La sera dopo "Ragazzi la cena è pronta!" Urla nostra madre dal piano di sotto. "Anais, te lo chiedo per l'ultima volta mi dici perché stai male" mi ferma Henry davanti alle scale mentre sto per scendere al piano di sotto "Ma io non sto male, te l'ho già detto" mento, e sembra lo capisca anche lui "Non è vero e lo sai anche tu, ieri mi sei corsa incontro e mi hai abbracciato, piangevi come non ti ho mai visto fare, mi hai chiesto di non lasciarti da sola e inoltre sono due giorni che sei triste È chiaro che è successo qualcosa, non puoi negarlo " urla. Lo so che lo fa per il mio bene ma non voglio rivelargli nulla "Henry ti ho detto che sto bene smettila di preoccuparti" "Ragazzi" ci chiama di nuovo nostra madre Scendo al piano di sotto seguita da mio fratello, arriviamo in cucina e ci sediamo a tavola per mangiare anche se al momento il mio stomaco è praticamente chiuso. "Anais mangia" mi incita dolcemente mia madre notando che non ho ancora toccato cibo "Non ho molta fame" tento di sorriderle ma senza successo "Come mai? Non ti senti bene?" Mi chiede con la sua amorevolezza "No, sto bene, è solo che... sono un po stanca tutto qui" trovo una scusa Alla mia risposta noto che Henry scuote la testa. "Sei sicura?" Mi chiede di nuovo "Si certo" ma la mie espressione dice il contrario, non sono mai stata brava a nascondere le mie emozioni. "Vado a dormire" dico per non fare notare a nessuno dei due i miei occhi lucidi. Mi alzo e faccio per andarmene ma qualcuno mi afferra il braccio, mi volto. "Amore che hai?" percepisco la preoccupazione di mia madre "Sto bene" cerco di tranquillizzarla "No mamma, non sta bene" interviene Henry, gli lancio un occhiataccia "Ma la vuoi finire?" purtroppo mi accorgo solo ora di aver urlato e aver risposto in malo modo "Anais" sussura appena mia madre "Insomma diglielo!" Grida Henry picchiando le mani sul tavolo. Le mie lacrime chiedono disperatamente di uscire Questa situazione si è fatta troppo pesante, non riesco più a reggerla. "Basta Henry!" Urlo, corro via piangendo. Regina's pov Raggiungo Anais e l'afferro per un braccio. "Anais aspetta" si gira ma abbassa lo sguardo "Guardami tesoro, dimmi che cosa c'è" Scoppia a piangere. Cerca di asciugarsi con le maniche della maglietta ma inutilmente. "Anais" sussurro mentre la stringo a me. Ci inginocchiamo sul tappeto "che cos'è che ti fa stare male tesoro?" "Io..." singhiozza "...io ho paura". "Come hai paura? E di cosa?" "Di rimanere sola" di nuovo scoppia in un pianto disperato, nasconde la sua testa nel mio petto e si porta le mani al viso. La stringo fortissimo. "Cosa?Perché hai paura di rimanere sola?" Come accidenti può anche solo pensare di rimanere sola "L'ha detto quella donna" dice piano tra le lacrime "Quale donna?" "Quella..." tira su col naso, l'accarezzo dolcemente per incoraggiarla ad andare avanti "...quella che dice di essere mia nonna " a quella frase un brivido freddo mi attraversa la schiena "Cora?" Annuisce piano con la testa. Mi si gela il sangue. Come ha osato quell'essere spregevole presentarsi a mia figlia, come ha osato dirle che sarebbe rimasta sola. Stringo la mia piccola principessa più forte che posso e le do un bacio sulla fronte. "Che cosa ti ha detto di preciso?" "Ha detto che io sono oscura, che diventerò cattiva e tutte le persone che amo si allontaneranno da me. Mamma io non voglio rimanere sola, non di nuovo, non voglio allontanarmi da te, da Henry e dagli altri, non voglio" È terrorizzata. È terrorizzata all'idea di rimanere sola ed è tutta colpa di Cora. Dio, che cosa darei perché non le avesse detto quelle cose. Cerco di tranquillizzarla."Tesoro, tesoro mio ascoltami, non devi credere ad una sola parola di ciò che ti ha detto. Tanto per cominciare tu non sei cattiva, affatto, sei la persona più buona e dolce che conosco e le persone buone non diventano cattive. E poi tu non sarai mai sola, mai. Questo pensiero non ti deve neanche attraversare la mente, perche ne io né Henry abbiamo intenzione di abbandonarti, qualunque cosa dovesse accadere io ci sarò sempre. Capito?" Solleva la testa e annuisce. Le asciugo il viso bagnato "Oh, per l'amor del cielo Anais perché hai questi pensieri, insomma davvero credi che ti lasciamo sola. Io ho intenzione di far parte della tua vita ancora per molto moltissimo tempo" le dico in tono buffo Scoppia a ridere. Amo quando ride, mi fa sentire bene. "Ah e cosi ridi di me eh? Bene ora ti faccio vedere io" "No" urla capendo a cosa mi riferisco Comincio a farle il solletico ovunque, si sdraia a terra dalle risate "Mamma... smettila... mi arrendo... basta" Non smetto di torturalrla e la riempio di baci. È così che mi piace, vederla serena e tranquilla, non chiedo altro, voglio che sia felice.

Ritorna all'indice


Capitolo 23
*** Sacrifice ***


Anais pov "Ecco il tuo gelato principessa" dice il mio fidanzato porgendomi il cono "Grazie" rispondo mentre incomincio a mangiare Paga, poi mi prende per mano e continuiamo a camminare. Oggi è davvero una bellissima giornata di primavera, c'è un sole meraviglioso, mille colori di fiori ci circondano e nell'aria si può sentire il profumo della squisita cioccolata di Granny. Parlando di Granny, è proprio lì che stiamo andando, Peter deve andare a riprendere il cellulare che ha dimenticato ieri sera. "Io ti aspetto qui fuori"  gli dico una volta arrivati "Sicura?" Mi chiede "Sì, tanto fai presto no?" "Certo" dice per poi lasciarmi un bacio a stampo ed entrare. Dopo pochi secondi sento delle voci, "sei sicuro di quello che dici?" "Assolutamente..." Cerco di capire da dove vengono, mi avvicino al retro del locale e scorgo due figure, due uomini, guardo meglio e capisco che uno è Gold. Continuo ad ascoltare ciò che dicono "...fidati, grazie a questo diventero di nuovo il signore Oscuro" Gold mostra qualcosa all'altro uomo, non vorrei sbagliarmi ma credo che ciò che tiene in mano sia un cuore "E quando tutti verranno a sapere della sua morte che farai?" Domanda il secondo uomo, ho la sensazione di averlo già visto ma non riesco a ricordarmi ne dove ne quando. "Ancora non lo so ma mi inventerò qualcosa, stanne certo" "Però non ho ancora capito come hai fatto ad averlo" "Te l'ho già spiegato Hyde. Regina mi ha chiesto di lasciare in pace Anais, in cambio io voluto il suo cuore e lei me l'ha dato senza esitare. È stata davvero una sciocca ha scambiare la sua vita solo per la felicità della sua stupida figlioletta. Comunque meglio per me, questa notte lo farò, questa notte io ritornerò l'uomo che ero, anche se ad essere sincero avrei preferito uccidere la figlia... " Non voglio sentire una parola di più, torno di fronte al bar e mi appoggio al muro. Ciò che ho sentito mi ha lasciata totalmente spiazzata, quello che ho visto è proprio il cuore di mia madre ed è nelle mani di quell'essere spregevole. Gold ha detto che lei ha voluto scambiare la sua vita per la mia felicità, non riesco a credere che abbia compiuto un gesto tale. Quando le ho chiesto come aveva fatto a convincere Gold a lasciar stare me e Peter insieme lei mi aveva risposto di averci solamente parlato, in realtà ha fatto ben altro... Peter esce dal locale "Ehi An tutto bene?" Mi chiede vedendomi un po' sconvolta "Come?... Si, si sto bene. Hai preso il telefono?" Cerco di cambiare argomento "Preso" dice mostrandomelo "sei sicura che è tutto a posto?" "Certo" "D'accordo, ti va di fare una passeggiata?" "Non ora, voglio andare a casa" faccio per andarmene ma lui mi blocca "Ehi ehi aspetta, prima voglio salutarti come si deve..." mi sorride e si avvicina a me appoggiando le mani sui miei fianchi, poi mi attira a sé e fa incontrare le nostre labbra in un meraviglioso bacio ricco di amore e passione. "Devo andare" sussurro sulle sue labbra "Okay. Prometti che mi messaggi stassera" "Promesso" Gli do un ultimo bacio. "ciao amore mio" mi saluta ed io comincio a prendere la strada verso casa. Una volta arrivata apro la porta e trovo mia madre intenta a cucinare, mentre Henry è seduto a tavola a giocare col suo cellulare "ciao" li saluto "Ciao An" ricambia Henry "Oh, ciao tesoro. La cena è pronta" Mi siedo a tavola vicino a mio fratello e inizio a mangiare ciò che mia madre a preparato. Finita la cena salgo in camera mia e sgattaiolo fuori dalla finestra, la meta? Il negozio di Gold. Dal momento in cui l'ho sentito parlare con Hyde oggi, avevo già in mente ciò che avrei dovuto fare e nulla mi avrebbe fatto cambiare idea. Mia madre non morirà, non sta notte. Gold ha detto che avrebbe preferito uccidere me piuttosto che mia madre, ed è quello che farà, non ho intenzione di restare a guardare mentre il suo cuore viene fatto in mille pezzi. Sono di fronte al negozio, ferma immobile. Tiro fuori il telefono e scrivo un messaggio a mia madre : Ti voglio un mondo di bene e te ne vorrò in eterno. Grazie di essere stata una mamma meravigliosa e di non avermi mai lasciata sola. Avrai sempre un posto speciale nel mio cuore. Un bacio. Anais. Una lacrima cade sullo schermo. Invio. Poi apro la chat di Henry e ne mando uno anche a lui : Non scordare mai che ti voglio bene. Sei stato un fratello eccezionale e di questo me ne ricorderò. Grazie per non avermi lasciata mai sola. Sarai sempre nei miei pensieri. Un bacio. Anais. Invio. E poi l'ultimo, Peter : Grazie per queste incredibili settimane passate insieme, mi hai reso felice come nessun altro a mai fatto. Ricorda sempre : tu non sei cattivo, sei unico, mi hai regalato il tuo amore e di questo ti ringrazio. Una volta mi dissi che io ero il tuo lieto fine, beh sai una cosa... anche tu facevi parte del mio. Ma ora devo dirti addio. Prometti di non dimenticarmi. Io non mi dimenticherò mai di te. TI AMO CON TUTTO IL MIO CUORE. Un bacio. Anais. Invio. Mi dispiace da morire dover dir loro addio con un semplice messaggio, senza abbracciarli o dire a ciascuno quanto io gli voglia bene guardandolo negli occhi, ma non avrei potuto fare altrimenti, non potevo destare sospetti. Dopo aver inviato anche l'ultimo messaggio mi asciugo le lacrime ed entro, mi dirigo verso il bancone. Gold alza lo sguardo e appena mi vede un ghigno compare sul suo volto. "Voglio un accordo" dico arrivando subito al punto. "Che genere di accordo?" Sembra piuttosto interessato "Voglio che ridai a mia madre il suo cuore" "Hm... e in cambio?" È difficile dire a qualcuno sei pronto a morire, non vorrei dire addio alle persone a cui voglio bene ma è l'unico modo per salvare mia madee. E non c'è ne sono altri. Gli occhi mi bruciano, riesco a fatica a trattenermi dal piangere. "In cambio uccidi me" sento una lacrima scendere lungo la mia guancia "Bene bene, vedo che abbiamo le idee chiare signorina..."  ha un'espressione soddisfatta "... io ho bisogno dell'oscurità questa notte, per te va bene?" Annuisco appena. "Allora possiamo procedere" "E mia madre?" Chiedo per essere sicura che non le farà del male "Non ti preoccupare io sono un uomo di parola, non le torcerò un capello fidati" Si avvicina a me e con un colpo netto attraversa il mio petto, sento un breve dolore, lui mi guarda negli occhi. Non nascondo il fatto che ho paura, tanta paura...per ciò che succederà. Io avevo paura di rimanere sola e morendo lo rimarrò di sicuro. Ma questo non conta. Niente è più importante della vita di mia madre. Gold stringe la mano dove ha il mio cuore. Provo un  dolore allucinante. Inizio a piangere. Piango perchè sto dicendo addio per sempre a tutto ciò che amo. Lui stringe e stringe ancora. Urlo. Un urlo straziante. Ed infine, ciò che mi tiene in vita diventa cenere. Mentre io cado a terra esalando il mio ultimo respiro. Addio.

Ritorna all'indice


Capitolo 24
*** La fine di un lieto fine pt.1 ***


Pov Regina "Mamma svegliati!" Sto ancora dormendo quando Henry si precipita in camera mia urlando "Cosa c'è Henry?" Chiedo strofinandomi gli occhi ancora assonnata "Anais è sparita" non lo mai visto agitato come ora "Come sparita?" Mi alzo di scatto mettendomi seduta "Sì, io ho bussato alla porta della sua camera e non rispondeva così sono entrato e non c'era" "Magari è uscita presto" dico cercando valutare delle ipotesi per tranquillizzarlo "Non è tutto..." Lo ascolto attenta "Guarda" mi porge il suo telefono, sullo schermo c'è un messaggio di Anais : Non scordare mai che ti voglio bene. Sei stato un fratello eccezionale e di questo me ne ricorderò. Grazie per non avermi lasciata mai sola. Sarai sempre nei miei pensieri. Un bacio. Anais. "Perché ti ha mandato un messaggio del genere?" Devo dire che il testo mi ha lasciata un po spiazzata "Prova a controllare il tuo telefono" mi dice Senza pensarci due volte allungo il braccio verso il mio comodino per prendere il mio cellulare "C'è un messaggio" è di Anais, ho quasi paura di leggere ciò che può aver scritto. Prendo un respiro e lo apro : Ti voglio un mondo di bene e te ne vorrò in eterno. Grazie di essere stata una mamma meravigliosa e di non avermi mai lasciata sola. Avrai sempre un posto speciale nel mio cuore. Un bacio. Anais. Leggo il messaggio ad alta voce così che possa sentire anche Henry. Non so se essere commossa o spaventata. "Ma che diavolo significa? È come se ci stesse dicendo..." "Addio" mi precede Henry, la sua espressione fa percepire tutta la sua preoccupazione. Comincio ad agitarmi davvero anche io. "Vestiti Henry" gli ordino, senza esitare lui corre in camera sua a prepararsi capendo già quali sono le mie intenzioni Io mi alzo dal letto e mi preparo il più velocemente possibile. Una volta pronti io ed Henry scendiamo insieme al piano di sotto e in quel momento qualcuno suona al campanello. Spero con tutta l'anima che sia Anais invece alla porta c'è Peter che ha un'espressione identica alla mia e a quella di Henry. "Anais è qui?" Domanda subito senza nemmeno entrare "No. Perché? Sai dov'è?" Domando io agitandomi sempre di più, se Anais non è nemmeno con Peter allora vuol dire che deve essere successo qualcosa, e non credo sia qualcosa di bello. Lei non è mai stata tutta la notte fuori casa, non senza permesso. "Quando mi sono svegliato ho trovato un suo messaggio e mi sono preoccupato, sembrava... che mi stesse dicendo addio" è ufficiale. Ora sono davvero in ansia "Anche a te l'ha mandato?" sbotta Henry "Si. Anche voi l'avete ricevuto?" Chiede Peter Io annuisco appena. Ci scambiamo tutti tre degli sguardi preoccupati e sapendo cosa fare corriamo fuori di casa incamminandoci per strada. "Henry tu vai a cercarla nella foresta e chiedi a tua madre di venire con te" Lui obbedisce e si dirige verso casa di Emma "Peter tu vai da Granny e domandale se l'ha vista. Io andrò da Gold" Anche lui senza farselo ripetere inizia a correre verso il bar di Granny mentre io mi incammino per andare al negozio di Gold. Una volta arrivata apro la porta e vedo ciò che non avrei mai voluto vedere... mia figlia stesa a terra

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3500327