Malfoy il diario

di Briseide12
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il diario di Malfoy ***
Capitolo 2: *** L'attesa ***
Capitolo 3: *** Meno un giorno ***
Capitolo 4: *** Un nuovo inizio ***
Capitolo 5: *** Primo anno ad Hogwarts ***
Capitolo 6: *** Natale ***
Capitolo 7: *** Festa ***
Capitolo 8: *** Incontro ***
Capitolo 9: *** Indecisione ***
Capitolo 10: *** Ritorno ***
Capitolo 11: *** Ignoto ***
Capitolo 12: *** Battito ***
Capitolo 13: *** Terrore ***
Capitolo 14: *** Dopo fuga ***
Capitolo 15: *** Necessità ***
Capitolo 16: *** Dovere ***
Capitolo 17: *** Ribellione ***
Capitolo 18: *** Cambiamento ***
Capitolo 19: *** La camera ***
Capitolo 20: *** Fine ***



Capitolo 1
*** Il diario di Malfoy ***


Il diario di Malfoy
 
La luce entra prepotente dalle tende della mia stanza e m’infastidisce mentre cerco di riposarmi da una notte agitata dai soliti incubi, vivere in questa casa, come ogni cosa qui, è strana. Cerco invano di tirare le lenzuola coprendomi totalmente il viso e mi giro chiudendo gli occhi, anzi strizzandoli così da rendere tutto oscuro come il buio che ho dentro.
Sono figlio unico, discendente di un’antica e illustre casata magica i Malfoy, puri di sangue dall’inizio della magia, mai mischiati con la feccia babbana questo mi porta a sentirmi la persona speciale, potente ed assolutamente perfetta che io sono.
In realtà prendo in giro me stesso, non mi sento così sicuro delle mie abilità magiche e i miei genitori da me pretendono il massimo… quel massimo che non penso di riuscire a raggiungere.
I pensieri nefasti che mi accompagnano ogni mattina rendono sempre il mio risveglio meraviglioso.
Adesso sento i passi dell’elfo domestico, quella creatura mi ha sempre spaventato fin da quando avevo 2 anni, adesso ne ho 10 quasi 11 e non dovrei averne più paura o almeno è quello che i miei genitori si aspettano da me.
<< Signorino Malfoy, la colazione è pronta! Il suo istruttore di quidditch l’attende per le 9:00 e l’insegnante d’incantesimi per le 11:00.>> Sapevo che quell’orribile coso portava brutte notizie ogni giorno, ma dico ho un’estate prima di dover iniziare a frequentare quella scuola che perfino mio padre odia ed io devo prepararmi prima, ma chi è l’idiota che passa l’estate a prepararsi per la scuola. Regalo a quell’inutile essere il mio sguardo disgustato e faccio un cenno con la testa, decido di alzarmi ..ormai le mie giornate sono scandite da questo. In realtà io odio il quidditch ed odio dovermi esercitare in incantesimi che non riesco a fare… la magia mi esce bene solo quando è involontaria. Qui non ho amici e non gli ho mai avuti, a parte forse Tiger e Goyle i ragazzi figli degli amici di mio padre, quelli che contribuiscono a rendere le mie notti un inferno…ogni notte discutono con mio padre animatamente, mentre io devo fare da balia a quei due idioti, non riescono a pensare, sono due scimmioni, ma almeno fanno tutto quello che voglio io.
Mi vesto di nero, i vestiti che ultimamente apprezzo di più, scendo le scale percorse centinaia di volte e mi reco alla sala colazione. Ovviamente siamo solo io e l’elfo che mi serve, i miei sono sempre impegnati e non ci sono mai, questo non mi dispiace almeno sono io che comando e posso anche decidere di saltare gli allenamenti….lo farei se non fosse che mio padre e mia madre non finirebbero più di recriminarmi ciò che un Malfoy deve o non deve fare.
A volte mi piacerebbe avere qualcun altro qui con me, un fratello o una sorella da torturare oppure da usare come alleato nella mia guerra del dolce far nulla.
Queste uova sono orribili come tutto in questa casa, non c’è mai luce, qui ogni cosa è tetra.
Tra esattamente tre giorni la abbondonerò per un bel po’, ovviamente ho ricevuto la lettera di Hogwarts da quel vecchio bacucco di Silente ed almeno sarò circondato da ragazzi puri come me, come si addice ad un serpeverde.
 
 

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Capitolo 2
*** L'attesa ***


L’attesa Odio attendere i giorni qui…. sono un inferno indicibile, come posso sopportare questo... sono abituato all’assenza dei miei, ma adesso esagerano, sono solo da 4 giorni non so di preciso dove siano andati, ma mio padre era agitato, qualcosa lo turbava ed aveva a che fare con il ministero. Io e mio padre non parliamo spesso, il nostro rapporto si basa su lui decide come deve andare la mia vita ed io cerco di eseguire, ma la cosa non mi aggrada molto. A volte vorrei, mantenendo il mio status agiato che non mi dispiace, poter viaggiare, vedere diversi luoghi per conto mio o con dei compagni fidati, leali ed intelligenti (ciò non guasta). Mentre sono qui sdraiato e scrivo questo stupido diario come una femminuccia, lo ammetto sono caduto così in basso che per confidarmi ho bisogno di un diario, neanche il mio serpente Serp mi aiuta più. Comunque, mentre sono qui sdraiato cerco d’immaginare qualcosa di meglio di quello che sento ora, riconosco che ho tutto, cioè quasi, ho tutto tranne una piccola cosa che si chiama libertà. Spesso gli amici di mio padre mi chiedono cosa voglia fare da grande e se seguirò le orme di mio padre al ministero, ma io non lo so…cioè rispondo che indubbiamente farò come mio padre perché so quanto a lui piaccia sentirlo, ma non ci credo neanche io ed oltretutto non capisco neanche l’astio di mio padre contro la feccia babbana. Cioè so che sono una feccia immonda che rovinano i maghi, ma non so esattamente come, cioè cos’hanno di strano oltre ad essere disabili magici, ma questo non lo dirò mai a lui. Una volta quando ero piccolo, penso sui 5 anni, passeggiavo con i miei e vidi poco distante un giardino con degli attrezzi particolari intorno ai quali c’erano dei bambini babbani felici che ridevano senza sosta, così io volli andare lì (penso che sia stata l’unica decisione che abbia preso nella mia vita), tirai con tutta la mia forza ed usai il mio visino dolce con mia madre ed ottenni di andare. Ricordo che i miei si guardavano circospetti, come se ci trovassimo in un luogo che stesse per essere preso sotto attacco dal ministero, io corsi veloce verso quella scaletta di legno dove arrivato alla cima, si concludeva con una discesa argentata imitai i bambini mi sedetti e feci fare tutto alla gravità ero felice come mai prima d’allora, ma alla fine caddi con il viso per terra. Piansi per la vergogna e per il dolore ed una bimba dai capelli mossi e castani venne verso di me e mi aiutò ad alzarmi, ricordo che aveva due occhi nocciola meravigliosi, mi calmai subito osservandola e non riuscii a non darle un bacino sulla guancia per ringraziarla. I miei appena mi videro si avventarono su di me e cominciarono a rimproverarmi per essermi macchiato (ovviamente non di terra, ma del contatto con una babbana), cominciarono a dirmi che era feccia e che non dovevo mai più avvicinarmi a loro, altrimenti non avrei più potuto fare magie. E così feci…..

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Capitolo 3
*** Meno un giorno ***


Meno un giorno Manca un giorno ed abbandonerò questo mortorio, sono emozionato non poco…ho sentito dire che ad Hogwarts c’è una foresta proibita, piena di creature pericolose…forse la usano per dare in pasto i babbani, questo sì che sarebbe esilarante. Non riesco a liberarmi neanche con un diario…cioè….si sarebbe esilarante…ma basta che non ci sia la bambina con gli occhi nocciola. In verità, forse una decisione tutta mia la presi…quella volta che fui portato via dal parco con tanto furore dai miei oppressivi ed onnipresenti genitori, io non ho proprio seguito alla lettera le istruzioni da loro impartitomi (sono un’idiota sto spifferando tutto a questo diario, dovrò bruciarla questa pagina…ma in qualche modo devo liberarmi…non ho mai avuto segreti con i miei). Sono rimasto molto spesso solo a casa, anche quando avevo circa 5 anni e in un certo senso l’unico momento in cui mi sono veramente divertito fu quella volta che incontrai la bambina con occhi nocciola, quindi dato che l’elfo di cui avevo tanta paura era comunque mio schiavo, gli ordinai di portarmi lì. Volevo rivedere la bambina e giocare di nuovo, volevo sentirmi libero di essere me stesso anche se all’epoca ero molto ingenuo e dovevo rendermi conto della mia superiorità indiscussa sugli insulsi babbani. Comunque arrivato al parco, corsi verso quello strano aggeggio e risalii e scivolai per la discesa argentata, stavolta terminai senza cadere (avevo ordinato all’elfo di non farmi cadere). Mi guardai intorno all’epoca stupido quale sono, in cerca di quella bambina e lei non c’era…..ritornai altre due volte, ma dopo mi stancai… sapevo che quei babbani erano dei falsi e della feccia. Ritornando ad oggi , sono propositivo per domani, i miei hanno avuto il tempo di portarmi a scegliere la divisa, ovviamente serpeverde, i segni argentei e verdi smeraldo sul nero sono degni di un mago puro. I miei dicono che sarò per forza il primo in ogni cosa, dato che la nostra famiglia è l’unica ad aver avuto solo maghi e a non aver corrotto la linea genealogica con i babbani, domani conoscerò il mio nuovo regno e i miei sudditi su cui esercitare il mio potere.

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Capitolo 4
*** Un nuovo inizio ***


Salutare la mia dimora non è facile, pensavo che ne sarei stato contento…invece non è proprio così, perfino l’elfo mi mancherà (no scherzo, quanta mellifluità in me). Mi sono già messo la divisa e faccio colazione (finalmente con i miei genitori, sono riusciti a trovare il tempo per salutarmi). Dobbiamo usare un congegno strano per raggiungere la stazione, dicono che sia rischioso come mezzo di trasporto, si muove su ruote ed utilizza un motore a scoppio, chissà se moriremo…sempre colpa dei dannati babbani se ci tocca nasconderci... Mio padre non fa altro che ripetermi che sarò il migliore e che non devo deluderlo e che il nome dei Malfoy dipende da me ecc ecc.. L’unica cosa di cui sono certo è che uno degli insegnanti, un certo Piton, è amico di papà e sicuramente avrò un trattamento speciale che mi si addice. Adesso sto uscendo dalla dimora, il mio pensiero è: addio casa da incubo e benvenuto futuro. Sono emozionato non poco, lo strano mezzo ci sta conducendo alla stazione ha bisogno di un autista per essere guidato (ennesimo segno di quanto siano primitivi i babbani). Finalmente in stazione, evito come la peste i babbani che mi ammirano nella mia meravigliosa divisa, non riescono a staccare i loro occhi da me. Attraverso la parete magica e mi ritrovo in mezzo alla mia gente: i maghi. Il treno sta per partire, saluto i miei genitori alla svelta ed è la cosa più bella che io potessi fare, dal momento in cui li saluto mi sento libero…libero di decidere chi essere e cosa fare. Prendo posto allo scompartimento dei serpeverdi ovvero dei purosangue come me e vedo gli scimmioni Tiger e Goyle che mi si avvicinano come cagnolini ansiosi di sapere cosa devono fare. Io gli guardo con il mio fare magnetico e gli ordino di sedersi. Mi siedo vicino al finestrino e guardo il paesaggio come non l’avevo mai visto, senza ma e senza se…. il luogo mi diceva addio. Mentre riflettevo su cosa mi attendeva ad Hogwarts, irrompe nel mio scompartimento una massa di capelli castani e fissandomi con occhi nocciola mi dice << Avete visto un rospo? Neville l’ha perso>> , io non ho tempo di rispondere, sono troppo travolto da diverse sensazioni, quegli occhi….una foga di stabilire un qualsiasi contatto prende il sopravvento su di me e le dico << Sei una babbana? >>. Il viso di lei si contrae in modo cattivo e gli occhi si spengono delusi, comprendo di averla offesa e cerco di rimediare << Volevo dire… sei una mezzosangue?>>, adesso lei mi guarda arrabbiata e con gli occhi velati da lacrime mi dice << Sempre meglio che essere purosangue e idioti come te!!! >> e se ne va sbattendo la porta. Io comprendo dopo, di aver combinato un macello, ma l’approvazione dei serpeverde più grandi e lo sguardo ammirato dei miei due scimmioni mi fa capire che è così che un serpeverde si deve comportare. L’unica cosa che continuava a tormentarmi era che lei( di cui ignoro il nome), non ha negato di avere origini babbane e al tempo stesso la speranza che lei fosse quella bambina dagli occhi nocciola, sembrava molto vicina alla verità. Ora non riesco a togliermi dalla mente il suo sguardo, i suoi capelli, il suo modo di parlare…devo smetterla, non sono pensieri da purosangue…lei è sporca. Mi chiedo come mai continuo a tenere questo stupido diario, l’unica spiegazione è che ancora una volta nella mia vita devo recitare una parte e il diario mi permette di essere vero. Siamo scesi dal treno e mi guardo intorno, la voglio trovare con tutto me stesso, comincio a disperarmi, quando finalmente la vedo… sento un’accelerazione del mio battito e sono felice e vorrei attirare la sua attenzione. Mi muovo veloce e le passo affianco e gioioso come non mai le dico << Ehi mezzosangue, attenta a dove cammini!! >>, lei si gira verso di me e il suo sguardo mi trapassa come non mai, decide di ignorarmi purtroppo…ma almeno mi ha guardato. Vedo che lei cammina affianco allo sfregiato di cui avevo sentito parlare nel treno, quel Potter che tutti amano per quello che è… quanto lo odio ed ora ancora di più, perché lei gli parla. L’unica possibilità e farmi amico il nemico, mi avvicino e vedo che un tizio dai capelli rossi vestito da straccione si frappone tra me e il mio obiettivo; non c’è bisogno neanche che m’interrogo su chi sia. Sicuramente è un Weasley, maghi purosangue poveri come straccioni, una feccia insomma. Mi avvicino allo sfregiato e con il mio fare più mellifluo gli dico << Io sono Draco Malfoy, ti aiuterò io a capire con chi stringere amicizia >> e quell’idiota mi guarda con uno sguardo superiore dagli occhiali (un mago bambino con gli occhiali…anche i suoi geni sono tardei) e mi dice << So riconoscerli da solo gli amici, grazie >> che risposta da ritardato…lo odio in un modo che non pensavo potessi odiare. Adesso quel fesso di Potter, parla sia con lo straccione che con la mia mezzosangue. Io non riesco a non fissarla e la voglia di sapere di più su di lei mi corrode, finalmente la cerimonia del cappello mi dirà chi è…è la prima, si chiama Hermione Granger (Granger come il magistrato magico), la chiamerò Granger. Infatti appena mi passa accanto le dico: << Ehi Granger!!>> lei si gira agitata e mi guarda male, corre verso il cappello ed io in quel momento spero che sia un serpeverde, ma so purtroppo che in serpeverde non sono ammessi i mezzosangue, ma ci spero comunque…nulla è una Grifondoro….speravo almeno Corvonero, ma Grifondoro sono i nemici di Serpeverde. Ed io ovviamente sono un serpeverde…adesso non sono più molto felice di esserlo…sto pensando un abominio…. ma avrei preferito essere un Grifondoro come lei… pur di stare a fissarla.

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Capitolo 5
*** Primo anno ad Hogwarts ***


Sono nei sotterranei, il luogo dove si cela il dormitorio dei serpeverde. Oramai non ho più molto tempo per scrivere. L’unico momento della giornata che mi rimane è la notte, durante la quale posso posare la maschera che solitamente indosso la mattina. La Granger l’ho incontrata spesso, per volere di mio padre (per esaudire il mio desiderio di confrontarmi con i grifondoro…quello che ho detto a lui) la maggior parte delle lezioni sono condivise con i grifondoro. La mia gioia di vederla ogni giorno è incontenibile anche se non è lo stesso per lei. Lei ha paura di me, mi evita sempre, ma perlomeno la vedo. Vorrei che mi guardasse come guarda lo sfregiato ed il lentigginoso, inseparabili dall’attacco dei troll. **In realtà è stata opera mia….quando il professor Raptor corse ad avvisare dei troll, io mi guardai intorno a cercare la Granger, ma lei non c’era…ho avuto paura che fosse morta, allora per disperazione andai dai grifondoro e dissi << Avete buttato i mezzosangue in pasto al troll, come la Granger? >>. Allora Potter il ritardato, mi ha guardato senza rispondere ed è corso in “aiuto” della mia mezzosangue. Dovevo essere io a salvarla, ma non potevo rischiare che i serpeverde o peggio mio padre sapesse che vado dietro ad una mezza babbana. **Ogni notte i suoi occhi mi perseguitano, come il desiderio di esserle almeno in qualche modo simpatico. Alla lezione di pozioni ho incontrato il professor Piton è davvero il mito che mio padre descrive. Non mi stressa con i compiti come gli altri professori ed oltretutto non è necessario che io mi applichi, qualsiasi cosa io faccia è considerata una genialata. Poi il modo in cui tratta lo sfregiato è davvero incantevole, almeno riesce a mostrare alla classe l’inetto che è. Anche la mia Granger non viene trattata molto bene da Piton, ma dato che è estremamente brillante, riesce comunque a primeggiare. Quando ho imparato a conoscerla, mi sono reso conto di quanto fosse strabiliante…non posso credere che sia una mezzosangue, il suo modo di adoperare la magia è magnifico. Non posso fare a meno di ammirarla…….bene, sto cadendo nel ridicolo…come ha potuto fregarmi in questo modo. L’unico modo è cercare di trovare il modo di odiarla (impossibile penso). **Ogni tanto vado in biblioteca, l’unica cosa che m’interessa è incontrare lei…ma fingo di andarci per fare i compiti in un posto tranquillo. Alla lezione di incantesimi, dovevamo provare un nuovo incantesimo di levitazione. Ci stavamo esercitando con una piuma e la prima ovviamente che riesce a farla volare era la Granger. Io ero poco distante da lei e la guardavo, mentre cercava di far capire al lentigginoso come fare (non sapendo di parlare con un fesso) e con quelle magnifiche labbra ripeteva scandendo l’incantesimo. Senza che neanche me ne accorgessi, mossi le labbra in sincrono con lei imitandola e grazie a lei la mia fu la seconda piuma a levitare. **Devo trovare un modo per eliminarla dalla mia mente…devo concentrarmi su qualcos’altro… ad esempio l’odio per lo sfregiato…il mio obiettivo è che tutti (in primis la Granger) comprendano l’insignificante essere che lui è. **Si stanno avvicinando le vacanze natalizie. Non pensavo di poterlo dire mai, ma sono immensamente contento di ritornare a casa, almeno non avrò compiti da svolgere e potrò cercare di guarire da questa cotta. Avrò il tempo di schiarirmi le idee e forse non sarebbe male invitare alcuni serpeverde a trascorrere il natale a casa mia. Ho notato che una ragazza serpeverde di cui non ricordo il nome, mi sta sempre addosso…è una ragazza dal sangue puro…una perfetta sostituta al mio sentimento impuro per la babbana. Il problema che non ha gli occhi nocciola, non è brillante e non è…..la Granger. Ecco ci risiamo non riesco a mantenere un contegno neanche qui, l’unica mia paura è che possa arrivare un punto in cui sarà evidente a tutti. **Ritornando al Natale. Userò Tiger e Goyle per distribuire gli inviti e per verificare l’approvazione alla mia pensata. Ho saputo che sia il lentigginoso che lo sfregiato rimarranno ad Hogwarts per Natale, che miserabili! Mentre la mia mezzosangue, tornerà anche lei a casa, a quanto ho compreso la sua famiglia è abbastanza ricca tra i babbani e lei è figlia unica come me. Dettagli apparentemente inutili…se non fosse che ho messo il mio stupido elfo domestico alle calcagna della Granger, così da capire dove vive ed improvvisare una comparsa del tutto casuale….è una genialata lo so. Questo al solo scopo di rendermi conto di quanto sia primitiva, una volta abbandonate le vesti da strega. Ti aspetterà un magnifico natale, Granger mia.

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Capitolo 6
*** Natale ***


Il natale per noi maghi è da sempre la festa della luce , ovvero della magia bianca sul male. Il numero di regole che m’impedisce di usare la magia come vorrei, la rendono buona, io vorrei fare quello che voglio…ad esempio potrei fare una pozione d’amore e darla alla Granger, così smetterebbe di guardarmi come se fossi il demonio. Naturalmente il mio invito è stato accolto da tutti i serpeverde, non poteva essere altrimenti. Adesso sono tornato nella mia dimora-prigione. Nel viaggio del ritorno ho potuto osservare un’ultima volta quegli occhi fiammeggianti che tanto amo. Il pensiero di lei è un urlo incessante nella mia mente, non mi lascia mai e non riesco a zittirlo. Intanto il mio putrido servitore è tornato a rivelarmi la posizione di casa Granger. Si trova a tre isolati dalla mia dimora, nella zona Babbana. Non poteva essere altrimenti, data la repellente simpatia che ha per la sua specie. Sono tornato da poco e vorrei già andare via…avevo dimenticato cosa fosse la solitudine. Domani sarà il grande giorno. Ho predisposto ogni cosa affinchè tutto proceda come voglio io. In primis ho ordinato agli elfi di sistemare la dimora in modo che si addica ancor di più al mio rango. In secondo luogo i miei genitori sono impegnati in un viaggio a Durmstrang, a quanto pare hanno l’insana idea di volermi iscrivere lì. Di conseguenza ho del tempo a disposizione per andare a mettere in atto il piano: “ comunica con la mezzosangue”. Essere tra i serpeverdi, mi garantisce di avere l’abilità che già pensavo di avere ovvero l’astuzia. Mi trovo davanti la casa della Granger, una casa comune con giardino di fronte. Sono qui fuori ed intanto osservo le finestre sperando di vedere qualcosa o almeno una chioma arruffata. Il tempo passa e penso che l’elfo sia un’idiota e mi abbia mentito. Sto per andarmene, schiocco le dita e chiamo il mio schifoso servitore. Ma non posso più muovermi il mio cuore sta accelerando senza controllo, la porta della casa si è aperta e la mia Hermione con un cappotto rosso ed i capelli stranamente lisci varca la soglia. Un sorriso mozzafiato ed il libro in mano, la rendono straordinaria ed io non ricordo più qual era il mio piano. Mi do un pizzico sulla guancia e cerco di ritrovare la calma che mi accompagna sempre, preparo il mio sorriso migliore e corro verso di lei. << Ehi Granger !! non mi libero mai della tua ingombrante presenza >>, lei si gira e mi fulmina con lo sguardo, io non potrei essere più felice di così. << Stai lontano Malfoy. >> e si allontana da me. Mi giro verso il mio servo e gli faccio il segno convenuto e con uno schiocco di dita un cane rabbioso ostacola il transito della mia bella. Hermione non ha paura, come mi aspettavo da un Grifondoro, ma so anche che non può usare la magia così come non posso io. << Bisogno di aiuto, Granger >> e lei mi scruta con rabbia << No Malfoy, faccio io >> ed intanto agita il libro contro il mio cane rabbioso. Fingo di non averla sentita la guardo sorridendo e mentre lei non guarda, mando il segnale all’elfo. Mi avvicino al cane che da ringhioso segugio diviene un cucciolo adorabile. Hermione mi osserva con uno sguardo diverso e mi dice << Il cane è tuo, confessa >> io ricambio il suo sguardo << Io odio gli animali ad eccezione dei serpenti, quindi niente cani >>. Le raccolgo il libro che aveva lasciato cadere e glielo porgo assicurandomi di sfiorarle le dita. Accetta il libro di buon grado ed un leggero rossore le colora le guance. Quel colore così fantastico. Cambio leggermente i miei modi per permetterle di vedere una parte diversa di me. << Granger, mi sono trovato per caso a passare di qui…mi chiedevo…se potessi mostrarmi…questo posto, dato che sei tu l’esperta di Babbani >>. Lei mi guarda soppesandomi e sospettosa << Malfoy sei stranamente gentile, accetto di farti da guida solo perché non possiamo usare la magia >>. Le porgo il braccio come ho visto fare ai babbani e mi guardo intorno fingendo che il mio sia un gesto abituale. Lei inarca un sopracciglio e mette il suo braccio nel mio, la sua pelle calda contro il mio braccio. Sto diventando rosso e spero vivamente che non lo noti. Fino ad adesso tutto procede secondo i piani. Sto controllando i miei respiri al fine di evitare di fare cavolate. Lei intanto mi spiega le origini del quartiere che era stato il campo militare di non so quale guerra. Non riesco a seguire quello che dice, sono distratto dalle sue labbra. Perché una mezzosangue deve essere così bella, se fosse stata una purosangue non avrei avuto il minimo problema. Adesso, invece devo cercare di trovare un equilibrio e mettere freno ai miei desideri.

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Capitolo 7
*** Festa ***


Sto ancora camminando affianco a lei. Nel tragitto da lei predisposto, mi ritrovo in un luogo familiare, le urla di gioia e il chiacchiericcio dei bambini mi anticipano, il luogo che come un sogno mi compare davanti... è un parco giochi.** La Granger mi studia per un po’, << Qualcosa che non va Malfoy? >> io la guardo negli occhi e rivedo quegli stessi occhi del passato. << Nulla, mi chiedevo perché fossi circondato da mini babbani >>, lei ride come se avessi fatto una battuta. << In realtà ti ho mostrato un po’ tutto ed era rimasto solo il parco giochi che frequentavo da piccola, ovvero un luogo circondato da diversi attrezzi per divertirsi >> lo dice studiando il mio viso, percepisco quasi il suo respiro per quanto si trova vicino a me. Non dico nulla, ma la gioia s’impadronisce di me. La bambina che mi aiutò è lei. Avevo solo il sospetto, adesso ho la certezza. << Come mai quel sorriso compiaciuto Malfoy ? >>, gli occhi le si accendono timorosi che possa dire qualcosa che la ferisca, ma in realtà ora vorrei tanto essere un babbano. << Nulla…conosco cos’è un parco giochi, devi fare sempre la sapientona >>. Lei mi guarda ferita. Lo so l’ho fatto di nuovo, ma stavo desiderando di essere un babbano. C’è un limite a tutto.** Il sole ormai è basso sta per tramontare ed io ho una festa a cui presenziare. << Malfoy il solito maleducato, davo per scontato che tu non conoscessi le usanze babbane, ma a quanto pare mi sbagliavo >>, adesso è lei che mi rivolge un sorriso compiaciuto, convinta di avermi preso in fallo. Non sa cosa mi passa nella mente, ho l’inferno dentro. << E’ importante conoscere il nemico, tutto qui. Non metterti idee strane in mente >>, le mie parole sono ferme ed autoritarie, ma il mio corpo non lo è per nulla. Intanto che parliamo, le sto accarezzando il braccio e mi sono avvicinato più a lei. Non so neanche io cosa mi succede. << Quindi mi consideri un nemico, Malfoy ? >>, io la guardo e vorrei dirle che la considero tutto tranne che un nemico, ma in qualche modo devo cercare di non tradirmi totalmente. << Non lo so ancora, ti sto studiando >> non so neanche io, ma comincio a ridere. Lei mi guarda stranita << Tutto bene, Malfoy ? >> , io mi distanzio leggermente da lei << Certo, solo che adesso devo andare, ci sono degli impegni che ho per la sera. Però volevo ringraziarti per il giro >>. Lei è ancora una volta sorpresa da me, io ho in mente di andarmene….ma il mio viso si avvicina al suo e come da bambini le diedi un bacio sulla guancia, nello stesso luogo di allora. Non vedo il suo viso, corro via con il viso rosso ed il cuore palpitante. Percepisco solo dietro di me un prego sussurrato. ** Cerco l’elfo, con un gesto del capo mi porta a casa. La mia dimora ha un aspetto davvero stupendo. Avrei voluto invitarla, se fosse stata una serpeverde sarebbe stato tutto più facile. Non so se riuscirò ad avere l’atteggiamento freddo che mi contraddistingue. Ripenso al profumo di rose dei suoi capelli e alla sua morbida guancia. Sono un purosangue, sono un purosangue….non devo pensare a lei. Facile a dirsi. Ecco l’elfo, gli ospiti sono arrivati. Tiger e Goyle sono davanti a tutti, hanno dei regali in mano. Entro nel mio ruolo di padrone di casa e scorto i miei invitati nei meandri della mia dimora. Il fantasma di famiglia gli accoglie con profondi ululati. Intanto io prendo posto a tavola con i serpeverde ed una ragazza credo che si chiami Pansy Parkinson, si siede accanto a me. Mi sorride spesso e si complimenta della casa. Mi lusingano le sue attenzioni…ma i suoi occhi verdi non mi trasmettono nulla. E’ una purosangue però. Cerco di placare i miei pensieri con il cibo, i miei invitati rumoreggiano felici e si stanno divertendo, assistono allo spettacolo di scontro tra due cobra. Intanto Pansy mi si avvicina << Sono al primo anno come te…hai davvero una dimora bellissima >>, io la guardo diffidente << Grazie >>. << Non ci si poteva aspettare di meno dalla nobile famiglia Malfoy…ti ho portato un regalo >> ed io guardo il pacchetto argentato, lo apro e trovo all’interno un anello con lo stemma dei Malfoy. Sono molto sbalordito, ma poi penso che tra purosangue siamo tutti parenti. << Ho pensato che dato che sei un Malfoy, questo dovesse essere tuo >> io le sorrido con sforzo e sussurro un grazie. ** So che i miei adorerebbero una mia unione con Pansy. Io invece penso che non abbia midollo, troppo svenevole e priva di carattere. Non come la Granger , impavida e sicura di sé. La festa è troppo chiassosa per me, mi allontano sul balcone e scruto l’orizzonte individuando la casa della Granger. Penso che anche lei debba avere un mio regalo. Chiamo l’elfo e con uno schiocco, trasporta il mio regalo a casa della Granger. Non metterò il biglietto, una collana con una G ed una M insieme, quello che vorrei.

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Capitolo 8
*** Incontro ***


Salutai tutti con la grazia che mi si addice. Cercai di liberarmi di Pansy che mi era stata attaccata tutta la sera, ricordandomi sempre la nostra illustre parentela. Ci mancava solo un’altra fissata con il sangue puro, come i miei. ** In effetti ora non mi sembra più tanto importante il sangue puro…cioè ha una sua importanza, ma non è una priorità assoluta. Finalmente sono di nuovo solo nella mia stanza e posso ripensare agli avvenimenti di oggi, in particolare stamattina. Un piano concepito davvero con maestria mi complimento con me stesso. Adesso però devo escogitare un altro modo per vederla, per far sembrare casuale il nostro incontro. Ricordando l’orario della sua uscita di ieri, mi armai di un libro (non sapevo neanche che ce ne fossero nella mia dimora) e mi incamminai in quello che ieri mi aveva indicato come il luogo migliore per leggere. Una panchina illuminata da un raggio di sole ed un paesaggio montuoso inverosimile mi ospitarono nella mia finta lettura ed in quel momento capii perché la Granger lo adorava tanto. Mentre aspettavo che accadesse qualcosa, pensavo che le vacanze erano giunte al termine e mi sarei ritrovato in mezzo ai serpeverde e avrei dovuto adattarmi in qualche modo. **Un rumore di passi, mi rese inspiegabilmente felice che qualcosa stesse per accadere. Mi girai preparando il mio sorriso più luminoso e vidi lei, la mia Granger, con il suo cappottino rosso e il libro in una mano. Rideva felice guardando un individuo schifoso accanto a lei. Il mio primo pensiero fu di aggredire quell’individuo, poi vidi che la Granger si avvicinava << Malfoy, leggi anche tu qui ? >> ed io un po’ infastidito dalla presenza estranea << Certo, non è una tua esclusiva o di chiunque tu decida di portare >>. Il mio sguardo tradiva indubbiamente il malessere, ma non volevo darla vinta a lei. Lei mi guarda stranamente dispiaciuta << Questo è mio cugino Matthew ed io non voglio l’esclusiva…ti sto distogliendo dalle tue letture? >> . Sono un po’ basito lo ammetto, la gelosia aveva preso il sopravvento. Dovevo rimediare. << No.. lo sai che non vado pazzo per la lettura…comunque piacere sono Draco Malfoy >>. Il cugino era identico alla Granger e mi guardava stranito e con fare amichevole mi stringe la mano << Piacere, mia cugina mi ha spesso parlato di te >>. Vedo la Granger diventare rossa e dare una gomitata al cugino, io sono di nuovo allegro << Spero che ne abbia parlato bene di me >>. Lei mi guarda un po’ preoccupata << Devo essere sincera, all’inizio no…ma adesso sei diverso >>. Bene.. sono diverso, meglio di essere una lurida serpe. Piccoli progressi. In quel momento penso che quei piccoli progressi per cui mi sto prodigando tanto, diverranno fumo all’inizio della scuola. << Ok, meglio per me >>. I cugini si siedono accanto a me, ponendomi in mezzo tra loro due . Matthew non è male, è un tipo divertente, ma lo trovo antipatico oltre ogni dire. Mi è antipatico per come la guarda e per come sento che lui prova di più che amicizia per lei. Alla fine del lieto incontro (mai sofferto tanto in vita mia), il babbano Matthew doveva andarsene. Aveva gli occhi tristi al pensiero di lasciare la mia Granger con me…quanto lo odio. Prima di andarsene Matthew mi saluta con una stretta di mano e bacia sulla guancia la mia mezzosangue e la chiama Granger. Devo trattenermi dall’usare involontariamente la magia…solo io la bacio e la chiamo Granger. **Finalmente soli, le guardo il collo e vedo che aveva la collana che le ho regalato io. << Regalo di natale ? >> fingo disinteresse indicando la collana, lei la prende in mano e la guarda << Si, in realtà non so da chi….ma penso sia stato Matthew…sai lui mi chiama sempre per cognome, mentre io lo chiamo sempre per nome >>. Aveva lo sguardo perso mentre parlava ed io ero infuriato, come poteva solo pensare che quell’idiota le potesse regalare qualcosa. << E’ un po’ stupida come ipotesi…cioè o usi due cognomi oppure due nomi >>. Lei mi guarda e riflette << Allora la G è per forza la mia, per la lettera M….non saprei…non conosco nessuno che abbia un cognome che inizia con la M >> noto che il suo sguardo è luccicante ed un sorrisetto le compare sul viso, penso che abbia capito tutto, ma sta solo evitando di parlare. Io dal canto mio non dirò nulla anche perché, era stato un gesto impulsivo che mi aveva spinto a regalarglielo. Mi basta che lo indossi e che abbia il dubbio che non sia stato Matthew.

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Capitolo 9
*** Indecisione ***


<< Basta parlare di futuli regali…tra poco ritorneremo ad Hogwarts ed io…. >> lei m’interrompe << Sarai insopportabile con me, per ottenere il rispetto dei serpeverde >>. Lo sapevo che era intelligente, ma pensavo di essere stato più discreto. << Si in sintesi si, cioè sei tu che hai un problema…ovvero non ci sarebbero problemi >> << Se io fossi una purosangue. >> . L’ha fatto di nuovo, mi chiedo che le parlo a fare, se sa tutto. Il suo viso, adesso è altero e freddo. Temo di averla ferita. << Quindi, Malfoy , pensi che sia giusto così. Fare l’amico e poi girarmi le spalle appena puoi. >>, io so che ha ragione, ma io voglio tutto. << In pratica si >>, i suoi occhi lacrimevoli mi distraggono dal sonoro schiaffo che mi segna il volto << Lurida serpe!! >>. Veloce come la felicità si tramutava in tristezza così lei se ne andò via, lasciando impronte nella neve appena posata sul terreno. Ho sicuramente dei seri problemi con me stesso, io voglio stare con lei e non perdere il rispetto dei serpeverdi, ma una cosa esclude l’altra. Mi ritrovo sulla panchina a riflettere per diverse ore, nonostante tutto non ottenni la soluzione che cercavo. Camminai verso la mia dimora pensieroso, mi distesi sul letto e rimasi immobile a fissare il vuoto. Cosa potevo fare….non avevo la minima idea. Finchè non capii che il vero problema ero io, ero io il problema non lei. Chiamai il mio servo straccione e con gioia gli chiesi di far partire Matthew e di cambiare il mio aspetto in quello dello stramboide Matthew (cosa bisogna fare per non perdere qualcuno). Se non potevo essere Malfoy per lei sarei stato Matthew, almeno per le vacanze. **Con le sembianze del cugino mi presentai alla sua porta con un mazzo di gelsomini ,i suoi fiori preferiti. La Granger mi aprii la porta era spettinata ed aveva gli occhi gonfi, ma appena mi vide (o meglio vide Matthew) si rallegrò e con un enorme sorriso mi baciò la guancia, ringraziandomi dei fiori. << Matthew , ma non dovevi partire ? >> io ero ancora imbarazzato dal bacio inatteso e titubante << Granger ti ho fatto uno scherzo… non potevo partire così presto >>. Lei mi invitò in casa, non era certo la mia dimora, ma sapeva di casa e di calore quello che mancava alla mia. I babbani genitori della Granger mi salutarono con calore e sua madre mi diede un biscotto al cioccolato, mi salvai con un grazie a bocca piena. La mezzosangue mi tirò su per le scale nella sua stanza (sembrava più una biblioteca) erano inverosimili le colonne di libri che circondavano un letto centrale, alquanto piccolo in confronto alla scrivania che si estendeva per tutta la parete della stanza, sulla quale erano sparsi libri e giornali. In particolare un libro mi attirò, al di sopra della pila centrale, riportava il nome di famiglie purosangue ed era aperto alla lettera G. Lei mi studiò un po’ << Cosa c’è Matthew? sembri disorientato >> io la guardai negli occhi << No nulla, ho visto che avevi pianto e cercavo di capire perché >>, lei fissa lo sguardo nei miei occhi e comincia di nuovo a piangere << Oh Matthew….sai da sempre che sono una strega, ma devi sapere che nel mondo magico non tutte le streghe sono uguali ad altre >>. Le lacrime non si arrestavano dopo queste parole ed io mi sentii un vero idiota, lei sembrava sempre così forte. Invece era molto sensibile, un elemento in più che la rendeva particolare ai miei occhi. La dolcezza non sapevo neanche cosa fosse, anzi nella mia famiglia era debolezza. << In che senso Granger? non ti capisco, che tipo di strega saresti? >> cercando di controllare i singhiozzi mi strinse la mano << Io…non sono una purosangue….cioè i miei genitori non hanno poteri…per questo stavo cercando nella genealogia magica, non posso essere l’unica della mia famiglia >>. Ero un verme, uno schifoso verme..mi sarei schiaffeggiato da solo << Prima non eri così triste…è stato Draco a dirti questo ? >>. Lei si siede sul letto e nascondendo il viso tra le mani, mima un si. << Non devi pensarci un momento, non devi pensare a quello che dicono questi purosangue. Tu sei migliore di loro. >> lo pensavo veramente, lei era migliore di tutti per me. Mi sedetti vicino a lei e la cinsi tra le braccia cullandola. << Grazie Matthew…mi mancherai quando ricominceranno le lezioni >> le baciai la fronte << Non sei sola lì, hai degli amici.. Potter e Weasley >> non credevo neanche io alle mie parole..la stavo buttando tra le braccia dello sfregiato e dello straccione. Lei alza il capo e con sguardo accigliato mi fissa intensamente << Come fai a sapere i loro nomi?…io non te l’ho mai detto. >>. Per la miseria, non avevo pensato che Matthew poteva non saperlo… << Io….ho letto la tua posta…ero curioso di sapere cosa scrivessero i maghi >> lei mi scruta per un tempo lunghissimo e poi con un sospiro dice << Il solito spione..va bene dai ti perdono, comunque dalle mie ricerche risulta che esiste un giudice magico purosangue di cognome Granger…forse sono imparentata con lui..devo approfondire le conoscenze di famiglia >>, me la sono letteralmente cavata per un soffio. Dato che mi trovavo solo con lei e avevo le vesti del suo confidente non potevo farmi sfuggire l’occasione (da buon serpeverde ) per indagare su quello che lei provava per me. << Comunque, perché ti importa tanto di cosa dice questo Draco ? >> finsi di sentirmi risentito, mentre in realtà bramavo una risposta. << In realtà non lo so neanche io perché…ma credo che ci sia del buono in lui..qualcosa di molto bello e credevo di cominciarlo a scoprire adesso..ma mi sbagliavo >>. << Perché credevi ci fosse del buono ? >> il mio cuore palpitava come cavalli in corsa, credeva in me…aveva scoperto il vero me.. << Per un episodio stupido della nostra infanzia >>. Il mio cuore si bloccò, trovai appena il fiato per chiederle << La vostra infanzia..lo conoscevi da prima? >> , lei mi guarda disorientata << Te l’avevo detto che mi sembrava il bambino del parco giochi..ricordi che ti ho detto che l’ho portato lì e lui…..bè…lui.. >> la interruppi io adesso << Ti ha baciata, come allora >>. Lei mi fece un segno di assenso , si asciugò gli occhi << Va bene, adesso basta piangersi addosso. Ho tanto da studiare, l’inizio si avvicina. Grazie Matthew..ti voglio bene >>, mi accompagnò alla porta e come prima mi salutò con un bacio. Ero felice, in un modo non credevo si potesse essere…non sono sicuro di voler rinunciare a questa felicità.

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Capitolo 10
*** Ritorno ***


Domani devo riunirmi ai serpeverdi…Hogwarts mi aspetta. Devo indossare di nuovo la maschera del purosangue bastardo. Indosso sempre maschere ultimamente….perfino con la Granger. Devo…devo…sono stanco di vivere la vita che io non ho scelto. Essere purosangue è una punizione. ** Ieri è stato l’unico istante felice della mia vita e lo devo di nuovo a lei, la mia dolcissima Granger. Oggi sarò di nuovo Matthew per lei…sono sicuro che non vorrà vedermi più come Draco Malfoy. Chiamo il mio elfo e gli ordino di nuovo di cambiare il mio aspetto…. nell’aspetto migliore di me che non è il mio. Mi accingo a varcare il portone della mia dimora e il pensiero è solo rivolto a lei. Esco fuori di casa e la vedo, il suo sguardo mi trapassa << Matthew.. cosa ci fai qui? >>, io la guardo e non so cosa dirle. << Matthew…perché ti trovi fuori casa Malfoy? >>, << Granger…Draco mi aveva chiesto di parlare con lui >>. **Soppesa le mie parole e senza guardarmi in faccia << E cosa voleva da te Malfoy? >> << Voleva sapere di te, come stavi e se potevi mai perdonarlo >>. **<< Perdonarlo… e per quanto? Fino a domani ? quando fingerà di non conoscermi? >>, << No lui pensava che potreste rimanere amici in segreto…nel senso che neanche i grifondoro apprezzerebbero vedere te insieme a lui >>. << In effetti MALFOY.. si neanche i grifondoro apprezzerebbero >>** << Ecco vedi che cominci a comprendere…aspetta come mi hai chiamato? >> << Con il tuo nome Malfoy!!! Pensi davvero che io sia così stupida… Matthew non mi ha mai portato dei fiori ed oltretutto non conosce quasi nulla del mondo magico, incluso le case di Hogwarts. >>. La mia mezzosangue, ho sempre saputo che non avrei potuto fingere per molto tempo. << Granger io non volevo…ma sapevo che non avresti voluto più rivedermi e io…non..potevo non rivederti >> , lei ha incrociato le braccia, mi guarda negli occhi << Ritorna al tuo aspetto, non meriti neanche un momento di essere mio cugino >>.** Urlo al mio elfo di fare come ha detto lei ed in un attimo i miei occhi da castani ritornano ghiaccio. Il mio labbro comincia a tremare e temo che non la rivedrò mai più…chi vorrebbe rivedermi. Lei ha perso un po’ della sicurezza iniziale, lo noto dalle braccia ora distese lungo i fianchi. Come una luce nell’oscurità cerco di approfittare di questo momento di pace << Granger so di essere stato subdolo, ma io non sono in pace con me stesso...il turbine di sentimenti che vive in me mi sta consumando. Ci sono cose che so di dover fare..ma ci sono tante cose che vorrei fare >>. Le mani mi stanno sudando, attendo la sua risposta come se ne valesse della mia vita. << Cosa vorresti fare ? >> ** << Ecco per iniziare vorrei continuare a parlare con te.. sei l’equilibrio che mi manca >> << Stiamo parlando Malfoy >> notai la vibrazione della sua voce sul mio nome.** << Si, ma vorrei che potessimo essere amici come tu lo sei con Potter e Weasley >> << Non è possibile, loro non mi hanno mai mentito..l’amicizia si fonda sulla fiducia ed io so che non ci si può fidare di un serpeverde >>.** << Non la pensavi così, quando parlavi con Matthew >> lei si morse il labbro e strinse i pugni << Sei subdolo…non dovevi farlo…entrare così nella mia privacy >> << Era l’unico modo. >>. Io mi avvicinai cercando un contatto, ma lei arretrò visibilmente abbracciandosi con le braccia , come se volesse difendersi da me. << Malfoy, io non sono un giocattolo e non trattarmi come tale. Mi hai ferito sensibilmente >> << Non sei un giocattolo per me..io voglio esserti amico…e non riuscirò a stare bene, finchè non te lo dimostrerò in qualche modo >>. La mezzosangue è senza parole, per la prima volta da quando la conosco << Dammi tempo Granger… >>** << Malfoy che vuoi che ti dica? Va bene faccio finta di nulla?…non credo di riuscirci. Le cose non cambieranno.. tu sei sempre un serpeverde purosangue ed io una grifondoro di origini babbane…i problemi si presenteranno più avanti >>. Sapevo che era una ragazza saggia e sapevo che aveva ragione, ma io non potevo accettarlo. Avevo cercato di dimenticarla in tutti questi mesi, ma non ci sono riuscito, cosa me l’avrebbe permesso ? << Hai ragione…ma io non voglio far finta di non conoscerti… io mi sento sempre come il bambino del parco giochi , ho bisogno di aiuto e tu sei l’unica che può aiutarmi >>. Lei si avvicinò e mi posò la mano sulla spalla, potevo sentirla combattuta come lo ero io. Mi sporsi e stringendo gli occhi la baciai.

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Capitolo 11
*** Ignoto ***


Dopo quel bacio, vidi i suoi occhi colmarsi di calde lacrime e veloce fuggì da me senza parole. Ho deciso. Lei non esiste ed io cercherò di continuare a fingere di essere la degna serpe che sono.
Diario, le cose sono cambiate e non sono più il ragazzino che ricordi. Non ho avuto più il coraggio né il tempo di scrivere in questi anni. Le situazioni sono solo diventate più pericolose e la consapevolezza del mio ruolo, adesso è più opprimente di prima.
Ho visto il signore oscuro. È tornato. Mi ha chiesto, anzi il termine giusto è ordinato, di unirmi ai mangiamorte. La Granger mi odia totalmente…in questi anni gli ho dato modo di farlo. Nella speranza che potessi odiarla anche io, un giorno. Le estati e le vacanze invernali che si sono succedute ho migliorato le mie tecniche mimetiche, le ho sfruttate solo per vedere lei.
Adesso vederla e mostrare i miei sentimenti è diventato impossibile…a differenza della mia infanzia..i miei genitori sono sempre qui. Schiavi del signore oscuro.
Nonostante gli anni siano passati, non sono riuscito mai a provare la stessa felicità che provavo con la Granger.
Ti chiederai, perché sono tornato da te. Sono tornato perché ho bisogno di liberarmi di questo peso. Il signore oscuro mi ha reso un mangiamorte. Voleva che uccidessi qualcuno.
Io non sono un assassino. Infatti non ho avuto il coraggio di farlo. Il problema è che la mia codardia ha compromesso la  vita della mia famiglia.
Ormai non ho più la traccia su di me e posso utilizzare la magia senza problemi, ma non è come immaginavo. Questo mi ha solo reso utile agli scopi dei mangiamorte.
Vorrei gridare, vorrei poter uccidere il signore oscuro e fuggire via. Voglio la libertà, la desidero costantemente quasi come desidero lei, la Granger.
Sono preoccupato per lei come non mai, quest’anno ho iniziato l’ultimo anno ad Hogwarts e lei non c’è. Avevo notato che quest’estate era strana, continuavo a seguirla ed un giorno vidi lei dalla finestra della sua casa…aveva il corpo scosso dai singhiozzi e puntava la bacchetta contro i suoi genitori. Dopo averlo fatto è sparita per sempre ed i suoi si sono trasferiti.
Il Signore oscuro ha deciso di sterminare tutti i suoi oppositori….la Granger è stata inclusa tra gli indesiderabili. Se la catturano, non oso immaginare cosa gli faranno.
Se la mia casa tempo fa era la sede della guerra contro i Babbani, ora era la sede dello sterminio dei Babbani.
Poco prima che partissi per Hogwarts, entrai nella sala da pranzo e vidi il signore oscuro ed i suoi seguaci radunarsi. Cercai di scappare, ma l’oscuro mi trattenne. Voleva che vedessi. La mia professoressa di Babbanologia era sospesa sul tavolo, implorava pietà e cercava di trovare un aiuto in tutti i visi che riusciva a vedere mentre ruotava. Vide il mio e gli occhi le si colmarono di lacrime. Lei era l’unica che sapeva, il mio interesse per i babbani e per la Granger. Gli rivolsi uno sguardo pietoso. Mentre mi comunicava il suo addio, la luce verde la travolse e si afflosciò senza vita come una bambola inerme. Appena sentii l’oscuro chiamare Nagini scappai via. Avevo visto troppo.
Ritrovarmi ad Hogwarts significava allontanarmi da lui. Senza di lei, però, era diverso. Ricordo quando la vidi al ballo del ceppo, nel vestito rosa luccicante, il sorriso impareggiabile e le guance rosee. In quell’istante non m’importo che gli altri mi avrebbero visto, la guardai senza ritegno e il rumore dei piccoli tacchi che scendevano le scale, scandivano i battiti del mio cuore.

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Capitolo 12
*** Battito ***


<< Non sei un assassino >> un viso antico e di animo nobile mi guardava senza paura, ma con tanta pietà. Quella pietà che non vidi neanche negli occhi dei miei, quando avevo ricevuto l’ordine di farlo. Mi svegliai madido di sudore, il labbro tremante e lo sguardo rivolto al marchio. Adesso anche io avevo un segno fatto dal Signore oscuro, proprio come Potter, solo che il mio non ispirava speranza….ispirava tormento, angoscia e profondo odio.
Anche io inizio ad odiare tutto questo. Ad Hogwarts adesso il preside è Piton….proprio come negli antichi tempi l’assassino prende il posto della vittima. La vita qui, per quelli come me è più facile…i professori hanno timore di contraddirti e ora come non mai non si studia per apprendere, ma lo si fa per uccidere. Uccidere senza pensare alle conseguenze. Io sono rispettato da tutti…o meglio penso che sia rispetto. La Parkinson ora più che mai si preoccupa della mia salute e cerca costantemente di regalarmi un po’ di felicità. La felicità è un sentimento particolare…può sembrare che la si possa provare con tutti, ma quella provata con qualcuno è diversa dalle altre. Io guardo spesso la Parkinson e vedo solo vuoto servilismo, non ha sogni, non ha aspirazioni. L’unica cosa che sa è che non c’è via d’uscita per lei…deve trovare un purosangue ricco come lei e nient’altro. Siamo molto simili io e lei. Stessi tristi obiettivi e privi di coraggio. Quando penso al coraggio….io penso a lei la Granger. La persona più coraggiosa che io abbia mai conosciuto. Ci vuole coraggio ad uscire dagli schemi ed accettare che tutto nella vita non è prevedibile. Infatti se avessi previsto tutto questo…sarei fuggito.
Mia madre mi scrive continuamente, la situazione nella mia dimora è sempre peggio…mia zia Bellatrix è l’unica ad essere felice di avere l’oscuro in giro per casa. Ricordo quando ero piccolo che mi raccontava spesso di come avesse incontrato l’oscuro ad Hogwarts, quando era solo uno studente, lei faceva parte dei suoi seguaci già d’allora e da quello che ho capito lo ha sempre amato. Penso che non sappia realmente cosa sia l’amore. L’amore è scoprire il meglio di sé stessi, scoprire di poter migliorare. L’amore è sentirsi bene anche quando tutto sprofonda nella sofferenza, l’amore è la speranza che non si trasforma in illusione. L’amore è avere la forza di combattere ed io nell’amore vedo solo la Granger. La Granger mi ha fatto capire che si può essere se stessi senza temere di non essere apprezzati. Mi manca terribilmente.
Ho messo il mio elfo sulle sue tracce, volevo sapere se stesse bene. Ho scoperto solo che ha passato l’estate a casa del lentigginoso….purtroppo lo ha scoperto anche l’oscuro dopo che ha preso possesso del ministero.
Per fortuna è fuggita…..il mio elfo mi ha detto che ha aggiunto incantesimi di protezione al suo nascondiglio. Ogni giorno chiedo ai miei “amici” se hanno catturato qualche schifoso babbano ed ogni volta spero di non sentire il suo nome.
Ultimamente sono diventato un frequentatore abituale della biblioteca. Prendo un libro e mi siedo al posto che era della Granger. L’ultima volta che mi ci sono recato avevo preso un libro a caso dagli scaffali e mi accorsi con stupore che era il libro dei purosangue che la Granger consultò quando era piccola, il cuore palpitò senza freno e con respiro trattenuto cercai il suo cognome. C’erano quattro maghi con il suo cognome, quindi molto probabilmente discendeva anche lei da famiglia purosangue. Mi ritrovai ad accarezzare con le dita il contorno delle lettere che formavano il suo nome.
Sono una persona senza speranza….lei è la mia speranza e farò di tutto per impedire che la trovino.
 
 
 
 
 

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Capitolo 13
*** Terrore ***


L’hanno trovata…..Il sorriso pieno sul volto di mia zia mi spaventava. Quel dannato sorriso era sempre l’anticipazione di orribili misfatti. Guardai in quegli occhi neri come l’arte oscura che praticava, sperando con tutto il cuore che non mi avrebbe detto quello che temevo ed invece……esultante come non mai disse << Abbiamo Potter ed i suoi stupidi amichetti >>. Non riuscivo a respirare, non riuscivo a sentire più nulla. Dovevo in qualche modo tenerla in vita. Mia zia mi chiamò a verificare l’identità dei catturati. Attraversai l’arco che conduceva al salone, cercando nel frattempo di pensare ad una via d’uscita e a regolare il respiro e trattenere i tremori.
Bellatrix mi prese malamente per braccio e mi avvicinò ad un ragazzo che aveva il viso gonfio e butterato, il cui sguardo di sfida che spesso avevo visto non mi diede dubbio della sua identità…era Potter. Cercai con gli occhi lei, sperando vivamente di non vederla…ma incontrai il suo sguardo fiammeggiante ed implorante, mentre veniva trattenuta con mio orrore dal licantropo. Non avevo idea di cosa fare per salvargli, mia zia disse << Draco caro, dobbiamo essere certi prima di chiamare il signore oscuro. E’ Potter? >>. Io non riuscivo a smettere di guardare la mia Granger con gli occhi lacrimevoli, dovevo mentire. << Non saprei…non sembra lui >>. Cercai di mantenere un atteggiamento distaccato, nonostante io stessi morendo dentro.
Bellatrix mi studiò e disse << Dobbiamo esserne certi…nel dubbio uccidiamoli tutti. Meglio un Potter morto che nulla >>. Agii d’istinto << No, ZIA!!!......Il signore oscuro potrebbe arrabbiarsi se uccidi Potter, perché non li metti nel sotterraneo? >>, attendevo la risposta da cui dipendeva la mia vita, la mia anima. << Draco hai ragione…ma la babbana la uccidiamo >>, il sangue mi si gelò nelle vene e la lingua adesa al palato dal terrore << Zia, potremmo tenerla in vita…cioè…è stata con Potter tanto tempo potrebbe sapere delle informazioni utili >>. Dovevo tenerla in vita il tempo necessario a trovare il modo di salvarla, non m’importava come, doveva vivere.
<< Draco sei diventato furbo, in effetti questi mostriciattoli hanno la spada di Grifondoro devo sapere come sono entrati nella mia camera blindata…Lupo schifoso portami la mezzosangue!!! >>. L’avrebbe torturata…il suo sguardo fiero non ammetteva risposta non avrebbe detto nulla…era troppo coraggiosa. << Potremmo provare con la pozione della verità…non c’è bisogno di torturarla >>, mia zia mi guardò e scoppiò nella sua risata isterica. Prese la mia Granger che mi fissava senza paura, guardandomi come se fossi un traditore. Io l’amavo ancora. Non potevo aspettare che venisse l’oscuro e la uccidesse. Potter e il lentigginoso furono portati nei sotterranei e restammo solo noi tre. Io mi guardai intorno non avevo modo di agire. Ad un certo punto capii. L’elfo. Corsi dal mio unico amico in quella dimora, avevo il modo di salvarli tutti.
Ritornai da mia zia come se nulla fosse, vidi la mia Granger con l’espressione stranita mentre Bellatrix le incideva la carne con la bacchetta e rideva come impazzita dicendo << Urla, urla quanto vuoi stupida mezzosangue >>. La Granger mi guardò e non capiva il perché non sentisse nulla, mi rivolse il suo sguardo e le sorrisi con il calore che mi era rimasto. Il suo bellissimo volto s’illuminò e calde lacrime di gratitudine le rigarono il viso. Sentii il lentigginoso gridare giù evidentemente sentiva le finte urla che avevo chiesto all’elfo.
Quando mia zia pensò di averla torturata abbastanza, mi lasciò con lei a sorvegliarla.
Non potei resistere, mi avvicinai a lei e l’abbracciai. Lei non oppose resistenza, mi guardò negli occhi << Perché? >>. Io le accarezzai la guancia umida e non riuscendo a dire nulla, mi avvicinai al suo viso, fissando le morbide labbra. Dischiusi le mie mentre lei immobile attendeva il mio bacio. Quando eravamo vicinissimi le dissi << Non potevo lasciarti morire o soffrire, tra non molto sarai fuori di qui >>, sentivo il suo respiro che mi sfiorava le labbra << Grazie >> sussurrò guardandomi negli occhi.
Non mi chiese il motivo per cui non potevo lasciarla morire, ma penso che l’avesse intuito. Intanto non riuscivo a smettere di starle così vicino. Avevo paura che mia zia tornasse all’improvviso ed avevo paura che lei mi avrebbe scacciato se l’avessi baciata. Rimasi a quella distanza minima, fissando quegli occhi tremendamente comunicativi, grandi, speranzosi e così miei. << Malfoy, io….io…ho paura >>, quelle parole mi sciolsero dentro, coprii il respiro di distanza che ci separava e la baciai con tutto il mio cuore. Mi ritrovai le sue mani dietro la nuca, temetti che volesse allontanarmi, ma invece mi accarezzò i capelli. Mentre assaporavo quel bacio così diverso da quello che le diedi nell’infanzia, il mio cuore s’incendiava e il calore si diffondeva nel mio corpo tranquillizzandomi. La amavo, in un modo estraneo perfino a me stesso. Uno schiocco interruppe il nostro bacio, l’elfo aveva eseguito i miei ordini. Dobby era qui. << Non devi mai avere paura, io ci sono sempre per te. Adesso fuggi con Dobby ed i tuoi amici >>. Si alzò veloce e con passo incerto mi prese una mano e sussurrò << Lo sapevo…l’ho sempre saputo che eri diverso >>, fuggì dopo avermi avvolto con il suo morbido sguardo.
 
 
 
 
 

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Capitolo 14
*** Dopo fuga ***


Quando il signor Oscuro arrivò, lei era al sicuro ormai. Non temevo più quello che sarebbe accaduto a me. Adesso lei sapeva…potevo anche morire in pace.
L’oscuro mi guardò con i suoi occhi di serpente, il suo sguardo era così terribile che distogliere il mio era la chiara conseguenza. << Draco, piccolo draco…sei il degno figlio di tuo padre…debole e miserabile. Non ti uccido solo per avere il piacere di vederti soffrire…Nagini dai un abbraccio a Draco >>, ascoltai con terrore le ultime parole, mentre Nagini avanzava verso di me e mi avvolgeva stringendomi forte tra le sue spire. Le dita come il resto delle mie estremità persero la sensibilità e il respiro divenne sempre più difficoltoso finchè mi ritrovai accasciato sul pavimento.
Considerato quello che faceva solitamente l’oscuro, mi considerai fortunato…l’unica cosa che importava era averla salvata.
Ritornai ad Hogwarts, mi sentivo diverso…mi sentivo bene con me stesso, amavo ed ero amato. Il mio pensiero era sempre rivolto a lei, con la viva speranza che questa situazione finisse, solo per riabbracciarla. Fui chiamato dal preside…era strano andare verso la scala con i gargoyle che apparteneva al precedente proprietario, stranamente la parola d’ordine era rimasta la stessa. Mentre salivo per raggiungerlo sentii il professore Piton parlare con qualcuno <<  Ho fatto tutto come abbiamo stabilito >> , quando entrai s’interruppe bruscamente…ma la sala era vuota. Mi sedetti fissando l’unico uomo che aveva avuto il fegato di proteggermi anche dall’oscuro. In realtà non ho mai saputo perché mi proteggesse. Cominciò a parlare << Draco ti ho chiamato qui per un motivo….io so bene cosa stai passando. Il problema è che lo sa anche l’oscuro adesso. >>. Io lo guardai spaventato, << Signore, cosa saprebbe? >>, Piton intrecciò le mani dietro la schiena e camminando avanti e indietro disse << Draco, l’oscuro come me conosce la Legimanzia >>. Quelle parole rimbalzarono nella mia mente e si scontrarono con la realtà…se lui sapeva io ero morto. Cercai di fingere di non capire, sfruttando la mia risaputa capacità di mentire. << Non capisco signore >>, lui mi guardò inarcando le sopracciglia si sedette affianco a me e disse << Draco, tu hai difeso la signorina Granger…perché la ami…tu un purosangue ami una mezzosangue >>. Le parole veritiere e affilate mi colpirono, sapendo che quella scoperta per me significava se non morte, sicuramente allontanamento dalla mia famiglia. Piton mi scrutò e pose la sua mano sulla mia spalla << Io so come ci si sente…..io ti capisco, ma il signore oscuro non lo farà. Devi fidanzarti con una purosangue, solo così potrai sfuggire alla morte >>, non potevo << Signore come faccio?....io…io…non posso fare a meno di pensare a lei >>. Era strano esprimere i propri sentimenti con qualcuno, mi sentivo in qualche modo libero. << Non smetterai mai di pensarla o amarla…non ti chiedo di fare questo. Tu devi solo fingere. >>, sentivo gli occhi bruciare e il pensiero di dover fingere ancora mi uccideva. Ho finto in tutta la mia vita, l’unico sentimento vero e scelto da me era quello per la Granger. Non risposi a Piton, mi alzai e me ne andai sentendo il suo sguardo addosso fino all’uscita, finchè non mi salutò con le ultime parole << Draco non siamo liberi. La finzione ci tiene in vita. Io ho pagato conseguenze terribili per le mie scelte, ma tu sei ancora giovane e puoi sperare nel cambiamento >>. Me ne andai sapendo che il cambiamento per i tipi come me non era auspicabile. Chi avrebbe mai apprezzato un ex-seguace dell’oscuro, quando tutto fosse finito. Io non potevo aspettare che le cose cambiassero, non volevo perderla e basta.
Tornai correndo da Piton, sbattei la porta e dissi << Non rinuncerò mai a lei >>. Mi guardò con gli occhi lucidi e nella mano stringeva la foto di una donna << So bene che non lo farai >>.
Avevo bisogno che lo sapesse non m’importava nient’altro. Fuggii in biblioteca e cercai di pensare che un giorno non avrei dovuto più nascondermi, forse. La Parkinson mi trovò in biblioteca si avvicinò melliflua come al solito e pensai che lei era la soluzione per aver salva la vita……forse preferivo la morte.
Tornai veloce ai sotterranei, non volevo averla intorno per molto, volevo solo rinchiudermi nella mia stanza a pensare. Appena raggiunta sul mio letto c’era un pacchetto avvolto in carta scura, aveva un biglietto che diceva “ A chi sa amare. P” . Lo aprii non volendo pensare a nulla e trovai quello che volevo.
Avevo di fronte a me una sfera di cristallo che mi permetteva di poter vedere chiunque io volessi ed il mio pensiero corse solo ad una persona.  “Voleo videre Granger” e l’amato volto comparve di fronte a me.

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Capitolo 15
*** Necessità ***


Passai la serata a guardare rapito la sua immagine che così splendida appariva sulla superficie ricurva della sfera. Un dono meraviglioso, ovviamente dev’essere stato il professore Piton a darmelo. Stranamente sembrava comprendere bene il mio dissidio e una delle mie domande più frequenti è come mai non avesse una moglie, cioè diverse donne si sono affidate a lui. Notorietà acquisita come braccio destro del signore oscuro, ma nonostante tutto aveva scelto la solitudine….penso che la sceglierei anche io, l’amata solitudine….. la desidero tanto adesso come non mai.
La Granger ha un taglio sul sopracciglio e piange continuamente, la osservo ogni sera. Potter pensa che pianga per il lentigginoso in realtà lo fa per me, mi riscalda il cuore vederla dormire mentre nel sonno emerge il mio nome dalle sue meravigliose labbra. Sono ossessionato da lei….lo ammetto, porto la sfera sempre con me e in qualsiasi attimo la prendo tra le mani e la osservo per ore. Durante l’ora di arte oscura dovevamo allenarci nell’incantesimo Imperium e dovevamo farlo a coppie esercitando ognuno il proprio potere sull’altro. Come sfida di magia mi piace, ma il senso di legame che si crea con la persona a cui si affligge l’incantesimo è davvero terribile, lo stesso legame che si crea tra il burattinaio e il burattino. Durante la sfida a coppie il mio avversario è il Grifondoro Paciock, una persona priva di spina dorsale e pauroso tanto da non capire come mai fosse tra i grifondoro. Vedo che ha lo sguardo sicuro e si posiziona con determinazione, nonostante tutto riesco facilmente a soggiogarlo all’incantesimo, ma nel suo sguardo la lotta non era finita. Con mia sorpresa riesce a liberarsi dall’incantesimo e lo rivolge contro di me……la mia mente c’era, ma il mio corpo non rispondeva alla mia mente….niente di diverso dal solito. Durante l’incantesimo mi fa rovesciare il contenuto della mia borsa e la sfera rotola a terra, appena la vedo cadere spezzo immediatamente l’incantesimo e mi getto a raccogliere l’unico legame che possiedo con la Granger. Mentre mi piego rapidamente a nascondere il contenuto della borsa, Neville mi si avvicina e sussurrando mi dice << Non pensavo che la portassi con te…devi tenerla nascosta >>. Sollevai lo sguardo dalla sfera e lo guardai ottusamente, << Cosa vuoi dire Paciock ? >>. Neville si guarda intorno e fingendo di allacciarsi una scarpa mi rivela l’impensabile << Malfoy, io devo molto ad Hermione. L’ho fatto per lei…..io so bene cosa vuol dire amare molto una persona che non puoi vedere >>. Non mi diede neanche tempo di ringraziarlo, fuggì via cercando di salvare le apparenze di odio reciproco.
A quanto pare io e Paciock avevamo molto in comune…entrambi purosangue ed entrambi avevano delle aspettative da rispettare, ma in fazioni opposte. Quando lo rividi nella sala grande gli feci un cenno con il capo per ringraziarlo, cercando nel contempo di sfuggire all’assillante presenza della Parkinson.
Volevo vederla, volevo consolarla. Vederla così disperata e non poterla toccare mi spinsero a pensare ad un modo per potergli stare vicino e l’unica possibilità che mi venne in mente fu di andare nella stanza della necessità al settimo piano.
Mi addentrai nelle oscurità del castello, quando l’ora del tramonto era stata superata da molto. Evitai i dissenatori e camminando velocemente pensai alla stanza della necessità, comparve la porta e la varcai. Mi ritrovai in una foresta. Evidentemente il desiderio di vederla era così forte che era diventata una necessità. Guardai alle mie spalle e vidi che la porta era comparsa da un’antica quercia, sperai che rimanesse lì per un bel po’. Di fronte a me comparve un paesaggio spettacolare, un piccolo ruscello delineava i confini di infiniti alberi che in fila come soldati sembravano guardiani protettori, mentre le prime luci dell’alba comparivano alle spalle della montagna presente in lontananza. Mentre ammiravo estasiato quel paesaggio, comparve qualcosa di ancor più meraviglioso, una chioma castana incorniciava la figura snella di una donna che raccoglieva funghi vicino alla riva. Mi avvicinai di soppiatto, a quanto pare ero molto bravo a non farmi notare. In un lampo mi ritrovai con le spalle contro un albero e la bacchetta puntata al collo e degli occhi fiammeggianti che mi guardavano ed in modo divertente passarono dall’ira allo stupore con estrema facilità. << Malfoy, cosa ci fai qui ? >>, io ero al di fuori di me e ridendo le dissi << E’ così che si salutano gli amici, signorina Granger ? >>. La bacchetta però non fu allontanata dal mio collo anche se apprezzavo il contatto con il corpo di lei, non capivo perché. << Come faccio a sapere che sei il vero Malfoy ? >>, il suo sguardo era immerso in due emozioni: speranza e paura; non capivo il motivo. << Granger sono io , ricordi..capelli biondo platino, occhi di ghiaccio, innamorato di te… >>, la vidi sbattere le palpebre più volte e sentii la presa sulla bacchetta allentarsi, le mani le tremavano, mentre trattenendo il fiato si allontanò da me. Dopo un silenzio che mi uccise, mentre lei guardava l’acqua del ruscello mi disse << Malfoy…..come hai fatto a venire qui?, pensavo di aver protetto abbastanza il luogo >>. Non capivo perché non mi baciava o il perché non mostrasse il minimo entusiasmo, ma poi la osservai e compresi. Aveva il labbro tremante e le nocche livide…sembrava non credere che io fossi realmente lì. << Granger sono io. Ho usato la stanza della necessità e mi ha portato qui >> le indicai la porta nella quercia. Dopo questo vidi il suo viso e il suo corpo quasi emettere un sospiro di sollievo e la tensione che le aveva trasformato il viso, la lasciò restituendomi la mia Granger. << Malfoy perdonami….non riesco più a distinguere il sogno dalla realtà….stiamo fuggendo continuamente….e……ho sperato tante volte di rivederti che adesso che sei qui, non posso crederci. >> la commozione la rendeva ancora più fantasticamente meravigliosa di quello che ricordavo. La cinsi in un lungo abbraccio, respirando il suo odore e ripetendo anche a me stesso che era vero. << Prima o poi finirà Granger, te lo prometto. Il signore oscuro non resterà per sempre. >> lei appoggiò la sua fronte sulla mia spalla e con voce determinata disse << Malfoy hai ragione…..siamo molto vicini e non posso mollare adesso >> le accarezzai i capelli delicatamente, quasi temendo di rompere le sensazioni di quel momento.
Il sole emergeva sempre di più delineando le ombre degli alberi ed anche le nostre. Guardai le nostre due ombre, perfettamente insieme l’una complementare dell’altra e mai come allora mi fu chiaro quello che provavo. Senza interrompere il lungo abbraccio, feci scivolare la mia mano nella sua. << So che ce la farai e quando accadrà potremo stare insieme…….. proprio come adesso >> lei si voltò a guardare assorta le nostre due ombre e dopo averle analizzate mi guardò e con delicatezza mi regalò un bacio. Sentii che il rossore mi era comparso sulle guance e le mie mani cercavano in ogni modo di stringerla a sé con la speranza che questo momento durasse per sempre.

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Capitolo 16
*** Dovere ***


Entrambi sapevamo che il dovere ci portava a separarci, ma cercavo di rimandare continuamente il momento del saluto.
Come al solito fu lei la più coraggiosa dei due anche in questo, si allontanò da me e si porto i capelli dietro le orecchie e fissandomi con occhi acquosi mi disse che dovevamo andare. Lo feci , mi girai e m’incamminai verso la porta nella quercia e prima di aprirla e scomparire nel cuore di Hogwarts ,cercai di fissare l’immagine di lei stagliata nelle prime luci dell’alba di quel paesaggio.
Fui richiamato appena fatto ritorno ad Hogwarts, uno dei seguaci dell’oscuro era venuto per me.  Missioni continue richiedevano la mia presenza, mi chiedevo perché anche se sapevo già la risposta…l’oscuro non si fidava di me e cercava un modo per uccidermi con discrezione, penso un favore dovuto a mia zia. La missione di questa volta non era delle più facili, un gruppo di rivoltosi ghermidori (ladri delle foreste) stavano tenendo i prigionieri per loro e non li portavano come stabilito alla dimora Malfoy. Il licantropo che ormai mi seguiva in ogni missione, fissava il suo stupido sguardo verso di me, aspettava i miei ordini o aspettava che fallissi; ad ogni modo so che mi voleva morto più di ogni altro. Mi addentrai nella foresta ed ordinai al lupo di procedere in avanti seguendo la pista, io presi mano alla bacchetta e con calma seguivo il lupo sovraeccitato…quando faceva così, voleva dire sangue. Superai diversi tronchi spezzati, incespicai in cespugli spinosi e mi ritrovai davanti la scena più raccapricciante che avessi mi visto….una famiglia, due genitori e tre bambini erano riversi per terra lo sguardo vitreo, il viso ormai putrefatto…erano disposti vicini quasi a difendersi dal nostro sguardo, il più piccolo aveva un lungo taglio lungo la trachea da cui ancora sgorgava qualche goccia di sangue. Mi chiesi il perché, ma ci volle poco a capire…la guerra non ammette prigionieri babbani. Erano stati tutti uccisi attraverso la magia, tutti tranne il più piccolo, il gusto sadico di persone senza cuore. Chiunque fosse stato sarebbe dovuto morire, avrei cercato i ghermidori e gli avrei sterminati.
Il lupo ancor prima che potessi fermarlo, si era gettato sulla gola del bambino, lo divorava con bramosia…ringraziai che fosse già morto.
Mi allontanai trattenendo la nausea che mi assaliva, mentre tornai indietro con l’obiettivo di scovare il centro operativo della banda…vidi per terra scintillante un coltello dalla lama lucente. Lo afferrai e lo vidi insanguinato, il lupo mi era dietro distinguevo il suo fetore mortifero e con veemenza mi disse che era lo stesso sangue del bambino che aveva appena sbranato. Osservai il coltello e con orrore vidi il blasone dei Malfoy….il simbolo dei serpeverde…e l’iniziale di mio padre. Sapevo di essere figlio di assassini,  ma non sapevo che sarebbe arrivato a questo. Mi sentivo sporco, mio padre aveva ucciso brutalmente un bambino. Quando trovai i ghermidori scaricai contro di loro la mia rabbia, non avevo pietà. Tornai alla mia dimora vittorioso, evitai il signore Oscuro che mi rivolse un suo terribile sorriso. Volevo vedere mio padre, era nel suo studio seduto sulla poltrona nera, i capelli biondi riversi sulla spalliera, mi volgeva le spalle. << Padre…se devo ancora chiamarvi così…avete ucciso un bambino?! >>, il viso stanco di mio padre mi guardò e con occhio in trance mi disse << Draco ..non avevo scelta. >>. Adirato gli sputai il mio disgusto << C’è sempre una scelta…tu non hai voluto scegliere!!!...dovevamo opporci all’oscuro da tempo e non essere dei vigliacchi. Tutto questo non è giusto , vedo guerra, disperazione, paura. Voglio essere libero e in pace. >>. Lucius si alzò e contro la mia volontà mi abbraccio sentii calde lacrime scendere sulla mia spalla e con voce distrutta mi disse << Figliolo hai ragione…ma devi stare attento, se l’oscuro ti sente morirai....non potevo fare altrimenti, uccidere quel piccolo bambino era un ordine espresso.. se non l’avessi fatto..il licantropo avrebbe ucciso te. Ed io non posso perderti >>, mi allontanai travolto dal disgusto e dal senso di colpa e pronuncia solo il veleno che mi stava avvelenando << Avrei voluto essere morto, invece di vedere quello che ho visto!! Avrei voluto essere nato tra i babbani per essere libero di essere me stesso e per essere lontano da questo abominio !! >>. Fuggii via da quella stanza nella quale avevo finalmente espresso quello che volevo, volevo da sempre essere libero. Mio padre non capiva che quello che aveva fatto era semplicemente allungare la mia pena come servitore di un mostro. Era un mostro senza pietà, portava la distruzione dovunque e quello che di buono c’era è morto per sempre. Io non sono uno schiavo. Ho deciso.. lascerò questa prigione e mi unirò ai ribelli.  
 
 
 

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Capitolo 17
*** Ribellione ***


Ho preso velocemente le mie cose, non erano molte considerando le mie ricchezze. Mio padre mi osservava sull’uscio della porta sapendo che non avrebbe potuto fermarmi, l’unica preoccupazione era che l’oscuro non lo sapesse. Decisi di far coincidere il giorno della mia partenza con il giorno del rientro ad Hogwart. Non avevo idea di dove sarei andato o cosa avrei fatto, sapevo solo che dovevo fuggire.
Avanzai rapido verso il portone, salutai mentalmente ogni singolo anfratto della dimora e incrociai lo sguardo di mia madre. I suoi occhi erano fermi nonostante le lacrime le rigassero continuamente il viso, sapeva che restando in quella casa sarei morto prima o poi. La zia fissò mia madre ridendo << Dracuccio va solo ad Hogwart, lo rivedrai presto..sei troppo attaccata >>, mi rivolse il suo viso pazzo che mi terrorizzava da sempre e con passo sicuro che divenne subito incerto si prostrò al signore oscuro << Mio signore >>, adulante di amore.
L’ oscuro mi scrutò e mi disse << Draco mio caro, non hai bisogno di proseguire la tua istruzione magica; ormai sei un uomo e imparerai molto di più sul campo >>, chiusi istintivamente le mani a pugno e con la coda dell’occhio vidi mia madre tremare, respirai profondamente e dissi << Mio signore, pensavo di controllare se eventualmente Potter dovesse tornare ad Hogwart a cercare aiuto >>. L’ Oscuro mi rivolse un sorriso benevolo << Draco , draco quanta astuzia in quella piccola testolina…forse bellatrix ti ha trasmesso un po’ dei suoi geni dopotutto >>, a quelle parole si percepì chiaramente il respiro adorante di mia zia, io mi limitai a chinare il capo. << Non sarai certo solo in questa missione di controllo, vedi chiama pure i tuoi fedeli amici >>. I miei “amici” erano diventati i miei carnefici, da quando avevano il marchio erano senza controllo, praticavano la magia oscura continuamente. Non potevo più fuggire Tiger e Goyle mi avrebbero tallonato come sempre e non avrei avuto possibilità di scampo.
Finsi di essere felice e il signore oscuro finse di crederci. Per l’ennesima volta mi ritrovai nel treno di Hogwart così diverso da quella prima volta, quando ero fiero di quello che ero, un Malfoy. Adesso provo nausea al solo pensiero, fisso il finestrino del treno e vedo la mia immagine riflessa , i capelli biondi platino, gli occhi glaciali e mi rivedo così simile a mio padre. Odio la mia immagine, adesso vorrei solo poter vedere l’immagine meravigliosa della mia Granger; con i tratti così diversi dai miei e così amabili.
Mi crogiolai nel suo pensiero e portai la sfera con la sua immagine delicatamente alle mie labbra, mai come allora desiderai essere con lei. Avrei fatto di tutto per essere con lei. Mentre riflettevo sui miei problemi, un uccellino entrò nel mio scompartimento e si poggiò fischiettando sulla mia spalla. Stupito da quell’apparizione mi guardai intorno e con mia sorpresa l’uccellino si era volatilizzato e al suo posto vi era un messaggio , lo aprii con calore e vidi l’amata scrittura. Era lei. Mi scriveva che sarebbe venuta presto ad Hogwart, perché gli ultimi elementi che dovevano cercare erano lì, colsi il messaggio…ma mi fermai a fissare le ultime parole << Per sempre tua, Granger >>. 

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Capitolo 18
*** Cambiamento ***


Arrotolai rapidamente il biglietto e lo posi nella manica della divisa di Hogwart. Mi guardai intorno sentendomi fortunato che né Tiger né Goyle avessero fatto irruzione all’improvviso, arrivarono poco dopo portando tra le mani diversi dolcetti del carrello dei dolci.
Appena giunto ad Hogwart corsi nel dormitorio e mi chiusi nella mia stanza e cominciai a pensare a come poter aiutare la Granger nella sua ricerca. Mentre riflettevo sui diversi aspetti dell’essere un serpeverde, sentii un rumore provenire da sotto il mio letto. Diverse carte erano sparse sul pavimento e la stanza era stata rovistata. Guardai rapido sotto il mio letto e un ciuffo di capelli rossi fu la prima cosa che vidi prima di ritrovarmi pesantemente a terra. Sentii un’imprecazione << Per la miseriaccia !! >>. Osservai ottusamente il lentigginoso amico di Potter che camminava nella mia stanza con tanta tranquillità, << Che ci fai qui Weasley ? >>. Mi osservò con i suoi occhi vuoti e ciondolava non sapendo se fidarsi o meno di me. << Sono riuscito a trovarmi qui , seguendo la sfera di mia sorella >> , << Cosa? >> << Silente mi ha dato questo oggetto, grazie al quale posso materializzarmi nei luoghi dove pensano a me anche quelli normalmente non accessibili >>, dopo queste parole confuse mi mostrò una specie di accendino che catturava le luci della mia stanza.
<< Non m’interessa sapere come sei arrivato, voglio sapere cosa vuoi? >>, << Come sei scortese Malfoy….innanzitutto volevo vedere se riuscivo realmente ad arrivare ad Hogwarts e già che sono qui devo collaborare a trovare delle cose per sconfiggere il signore oscuro >>.
Lo guardai cercando di capire se fosse serio o meno, notai solo una cosa in lui profondo disgusto del compito che gli era stato assegnato. Guardava con avidità le ricchezze presenti nella mia stanza e poi come se nulla fosse iniziò a giocare con la mia sfera. Io la presi e gli dissi << Hai un piano ? >> , lui mi rivolse uno sguardo sorpreso << Un piano io….in realtà aspetto che ci raggiungano Harry ed Hermione >>. Quanta inattività in un solo essere, sarà anche stato vero che finora aveva passato diverse notti nel bosco al freddo, ma era diventato davvero indolente. Cercai di ragionare con lui << Allora dato che l’oscuro ha diverse predilezioni per i trofei probabilmente avrà utilizzato quelli presenti qui ad Hogwart >> , continuava a curiosare per la mia stanza annuendo senza capire. Lo odiavo.
Lo lasciai nella mia stanza prima che Tiger e Goyle venissero a cercarmi ,andai io da loro. Mentre pranzavamo alla sala grande, molto meno affollata degli anni precedenti vidi una ragazzina alla soglia della porta che sventolava la mano verso di me, indicai più volte me stesso e la vedevo annuire con insistenza. Mi diressi verso di lei aveva la tunica dei serpeverde, ma non l’avevo mai vista mi chiese di seguirla , voleva chiedermi come poteva far parte dei mangiamorte. Mi condusse in un aula deserta e chiuse la porta, continuando a chiedermi insistentemente come fare ad entrare nei mangiamorte. Senza che lo volessi si avvicinò a me e mi baciò con irruenza, io la spinsi via e la guardai con aria interrogativa, lei scoppiò a ridere << Guarda la tua faccia !!...sono io, Hermione >>.
<>, l’abbracciai con calore e questa volta baciai io quella figura così diversa che conteneva la mia Granger.
Il dovere c’impose di separarci anche se non volevo, cominciò a spiegarmi nel suo modo sbrigativo che Potter stava parlando ai membri delle altre case rimasti e che lei era venuta a cercarmi per poter recuperare delle zanne di basilisco per distruggere i frammenti di anima dell’oscuro. Non riuscii a seguirla molto anche se i suoi occhi avevano una forma ed un colore diverso, la sua determinazione appariva prorompente. Mentre parlava cominciai a vedere le sue ciocche castane e gli occhi piano piano riacquisivano il loro colore d’origine. << Granger sei di nuovo tu >> mi uscii il tutto con il sorriso sulle labbra, << Avevo previsto che avrebbe avuto questa durata, comunque adesso ci stiamo riappropriando della scuola… la Mcgranitt sa che siamo qui ed ora c’è il caos. Lo sfrutteremo per andare nella camera dei segreti, il problema è che non so come entrare >>. Fui coinvolto da lei come sempre, ma cercai di concentrarmi, la fine dell’incubo era vicina << Granger io so come entrare mio padre , mi ha insegnato il serpentese >> , lei mi abbracciò improvvisamente e mi fece arrossire, cercai di ricompormi. << Granger però ho un problema…se Tiger e Goyle vedono che ti aiuto lo diranno all’oscuro e lui ucciderà i miei genitori senza problemi >>, mi accarezzò il viso << Si , l’avevo pensato . Per questo ti ho portato questo >>. Prese una pozione polisucco dalla borsetta, non feci domande e la bevvi. Osservai la mia trasformazione riflessa sul vetro della  finestra e vidi che piano piano i miei lineamenti si distorcevano assumendo connotati diversi e quando capii dissi << Tutti ma non lui !! >>. Lo sguardo ottuso di stamattina mi comparve riflesso sulla finestra, dannato lentigginoso. << Ron era nella tua stanza per questo, non te l’ha detto ? >> , << No non me l’ha detto >> << Comunque lui fingerà di essere te >>. Le rivolsi lo sguardo stupito di Ron e lei scoppiò a ridere.
 
 
 

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Capitolo 19
*** La camera ***


Le vesti di Ron non mi si addicevano, mi guardavo allo specchio e vedevo un’espressione che nel lentigginoso non avevo mai visto :alterigia e sicurezza.
Entrai nella sala dei Grifondoro e tutti mi accolsero come un eroe e con la Granger al mio fianco mi sentivo tale. Era una sensazione diversa essere guardato con ammirazione e non con timore reverenziale, sentirsi dalla parte del giusto almeno per una volta nella vita. Osservai la Granger che non faceva neanche caso all’ammirazione che destava, sapeva di avere un compito e lo doveva portare a termine. L’amavo soprattutto per questo. Mi sentii osservato mentre attendevo che la Granger tornasse, seduto vicino al fuoco della sala di Grifondoro, mi guardai intorno e degli occhi profondi verdi mi seguivano senza tregua. La vidi e mi trattenni dal chiamarla per cognome << Ginny come stai? >>, lei si avvicinò furtivamente a me e con fare sospettoso mi osservò gli occhi come ipnotizzata << Tu non sei tu >>; imitai la goffaggine del miserabile e con un’espressione vuota che tante volte avevo visto in lui ,le chiesi il perché. Si sedette di fronte a me e accarezzando grattastinchi mi disse << Non so il modo in cui guardi Hermione e come sei entrato nella sala…mi fa pensare che questa esperienza ti abbia cambiato profondamente >>. Tirai un sospiro di sollievo, mancava solo che la piccola lentigginosa spifferasse tutto agli altri, mandando in fumo tutti i miei sacrifici. Mi grattai la testa e dissi << Questi mesi hanno cambiato tutti anche tu sei diversa, sei più cresciuta. Quando il signore oscuro non ci sarà più, potremo riprenderci la nostra vita >>. Dopo queste mie parole che confermarono maggiormente in lei il mio cambiamento, sollevai gli occhi e vidi la Granger che scendeva veloce dalla scala del dormitorio aveva la borsa stracolma di libri, la fronte madida di sudore e un volto che esprimeva urgenza. Non pensai più a Ginny e correndo dalla Granger mi avviai a seguirla dovunque lei mi avrebbe condotto.
Mi prese per mano e affrettando il passo mi condusse al bagno delle donne, spalancò la porta e con fare improvviso apparve Mirtilla Malcontenta e cantilenando della bellezza della morte mi rivolse il suo sorriso peggiore << Stai celando la tua identità, ma i morti vedono tutto >> e mi passò attraverso facendomi percepire il terrore della morte ed il freddo della tomba. Ignorai il fantasma e seguii la mia compagna di avventura che perlustrava i rubinetti finchè con voce eccitata sospirò un << Eccolo !! >> . Mi trovai alle sue spalle il profumo dei suoi capelli mi avvolgeva, inspirai profondamente e pronunciai la parola “apriti” in serpentese. Il meccanismo della camera scattò e la porta si aprii scendendo circolarmente verso il basso e un enorme botola comparve nel pavimento. Non avevo mai visto come fosse, a quanto vedevo dal viso sconcertato della Granger neanche lei. << Non ci sono scale dovremo saltare immagino >> sentivo un po’ d’incertezza in lei e senza pensarci dissi << Scendo io, aspettami qui >>. Lei mi afferrò la manica dell’orribile maglione di Weasley e con la fronte bassa mi disse << Ti ho già perso troppe volte….scenderemo insieme >>. Mi prese la mano e saltammo insieme nel vuoto, era totalmente buio e il primo contatto con il luogo lo sentii sbattendo contro uno scivolo circolare, quando raggiunsi la fine della scivolata mi resi conto che avevo la Granger in braccio e che l’avevo stretta durante tutta la discesa. Non so con quale attinenza lo collegai al ricordo del parco giochi e mi resi conto di ridere, quando la mia risata risuonò amplificata dall’eco della camera dei segreti.
La Granger mi accarezzò il braccio e con un sussurro pronunciò lumos, permettendoci di vedere quel posto così strano. Assomigliava ad una vecchia diga abbandonata e le ragnatele scendevano copiose dal soffitto, l’aria era umida e la temperatura era piuttosto bassa lì. Mentre camminavamo tra le rocce sparse rovinosamente sul pavimento dello stesso materiale, sentii rumori forti provenire da sopra di noi. La guerra era iniziata. Hermione mi afferrò la mano che salda alla mia m’infondeva calore e conforto, procedetti condividendo con lei un reverenziale silenzio dato dalla comune consapevolezza, le persone che amavamo stavano lottando tra di loro. Deglutì con forza ricacciando la paura di perdere i miei genitori, non erano loro ad avermi reso schiavo erano i miei natali a rendermi tale. Una sala vasta disseminata da statue di antichi serpeverde tra cui primeggiava anche il mio trisavolo , incorniciava un sentiero lastricato e la carcassa del basilisco comparve davanti a noi illuminata dalla luce spettrale delle nostre bacchette.
Mi spinsi in avanti e avvicinandomi alle fauci in putrefazione del basilisco, afferrai un dente avvelenato e velocemente lo staccai di netto. Al termine di questa azione un grido straziante rimbombò nei meandri del luogo e le pozze d’acqua disseminate nei sotterranei ribollirono erompendo in un enorme onda che ci travolse senza avvertirci.
Mi ritrovai zuppo e di nuovo con il mio aspetto, la Granger si mise a ridere con la sua risata argentina e con la sua voce da saputella disse << Dev’essere la stessa acqua della Gringott contro i ladri…..ho portato un’altra bottiglietta di Ron liquido >> e non riusciva a trattenere le risate, mentre mi osservava bagnato. Non si era accorta di esserlo anche lei, completamente zuppa di fronte a me, i vestiti resi aderenti delineavano le sue forme e le gocce d’acqua sulle ciglia le conferivano uno sguardo ancora più brillante.
Mi avvicinai a lei e con il mio aspetto, la strinsi a me e la baciai per lungo tempo, mentre le gocce d’acqua ci attraversavano il viso e i vestiti umidi ci raffreddavano il corpo. Non ci saremmo fermati se una voce terribile che tante volte avevo udito dal vivo disse << Recuperate i vostri morti, avrete un’ora di tempo per decidere da che parte stare >>. Ci separammo e bevvi la seconda pozione polisucco.
 
 

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Capitolo 20
*** Fine ***


La voce dell’oscuro aggiunse << Potter sei un vigliacco quante persone stanno morendo per te e tu passi il tempo a nasconderti…..vieni nella foresta proibita se hai il coraggio>>. Guardai tremando la Granger e vidi il mio terrore nei suoi occhi sapevamo entrambi che Potter avrebbe fatto l’eroe, avrebbe messo in pericolo la sua vita e la sua morte avrebbe privato le persone della speranza necessaria ad affrontare la guerra.
Affrettammo il passo e guardammo la botola dal basso, come potevamo uscire. Non mi disturbai a pensarci oltre, la Granger aveva già trovato la soluzione, utilizzò l’incantesimo di levitazione per spostare le rocce sparse sull’umido pavimento e con maestria le posizionò in modo da ricavarne una scala verso l’uscita. L’aiutai nel suo lavoro e guadagnammo l’uscita. Corremmo a perdifiato non sapevo neanche dove e ci scontrammo con Potter il cui sguardo era devastato e risoluto allo stesso tempo. Ci guardò entrambi e senza che dicesse nulla, la Granger gli porse la zanna di Basilisco.
Dopo averla impugnata prese una coppa dalla tasca, probabilmente era quella di tassorosso e prima di colpirla si fermò e con una nuova luce nello sguardo disse << Ron, Hermione …avete trovato voi la zanna e penso che sia compito vostro distruggerlo. Intanto io andrò a cercare l’ultimo horcrux rimasto >>.
In quel momento ebbi maggiore considerazione dello sfregiato, aveva sacrificato ogni cosa per la missione. Cominciai a capire che non eravamo molto diversi, entrambi combattevamo per le persone che amavamo, solo che quelle che amavo io erano parte di fazioni diverse, per non dire opposte.
La Granger asserì con la testa e velocemente si recò sul pavimento a distruggere la coppa, con un colpo seccò la colpì e del sangue copioso sgorgò come vino dal ventre cavo del calice e percorse come un fiume impetuoso le scale del pavimento; unendosi al sangue dei morti in battaglia.
Potter era scomparso, ci eravamo allontanati un attimo e lui era scomparso.
Cominciai a temere il peggio, fino a che non vidi il mio sosia corporeo. Il lentigginoso si nascondeva dietro una colonna vicina a noi. Lo osservai con disprezzo, si nascondeva con il mio aspetto..mi faceva fare la figura del codardo.
Quell’espressione di terrore che gli vidi in viso, l’avevo vista sul mio viso solo quando mi scontrai con il signore oscuro. Mi avvicinai alla Granger e le strinsi la mano, accennando con lo sguardo al mio sosia ripugnante. Lei mi lasciò la mano e si diresse dal lentigginoso che non poteva avere aspetto migliore in tutta la sua vita. Quando la Granger ritornò da me aveva il viso cinereo e le labbra le tremavano, cercava come sempre di sostenere il peso di quello che aveva scoperto, ma non poteva evitare di aprirsi con me.
<< La stanza della necessità nasconde un altro horcrux…ma Tiger e Goyle gli fanno da guardia >>, mi guardò aspettandosi che io le rivelassi qualche eventuale punto debole dei miei presunti amici così da poter appropriarci di ogni cosa, ma a quanto pare non lo conoscevo e non pensavo che ne avessero; loro erano solo cieco odio.
Ci recammo alla stanza della necessità ed entrammo tutti e tre, con il lentigginoso che doveva fingere di essere me per appropriarsi del diadema, a quanto pare era questo uno degli ultimi horcrux.
I capelli della Granger mi sfioravano la spalla mentre camminavamo e il suo profumo mi trasmetteva pace, un sentimento che non pensavo di poter provare in una situazione così delicata. Pensai per un attimo che se non è questo l’amore cos’altro può esserlo. Mentre la guardavo ipnotizzato ci accingemmo a concludere la missione, il lentigginoso era entrato prima di noi e stava sparlando un po’ troppo secondo i miei standard. Stranamente vidi il mio viso scorgere dalla porta d’accesso della stanza stringendo un diadema..il lentigginoso mi aveva stupito in un modo che non potevo immaginare. Ce l’aveva fatta.
Mentre procedeva verso di noi con il diadema, vidi alle sue spalle che Goyle correva stringendo in mano la bacchetta e con un ghigno mostruoso scaraventò l’anatema che uccide, feci in tempo a fare cadere il lentigginoso con un incantesimo di accio e l’anatema mi sfiorò la guancia destra.
Al seguito Tiger lanciò il fuoco inestinguibile del basilisco, o fuoco greco…non avevamo scampo, l’unico obiettivo era completare la missione. La Granger mi guardò e vidi la sua determinazione eco della mia, ci inoltrammo correndo tra le fiamme, immersi nella bolla d’aria creata da lei e abbondonammo il diadema nelle fauci divoratrici delle fiamme inestinguibili.
Un grido profondo e devastante eruppe nel mezzo della stanza e il fumo che vi aleggiava prese le sembianze dell’orrido viso, il signore oscuro che urlava. Sapevo che eravamo vicini alla vittoria e alla fine dell’incubo della mia intera vita.
Una risata agghiacciante e grida alla pari mi sconvolsero la mente e i miei occhi disperati cercavano solo lei. La strinsi forte a me e compresi che ora più che mai dovevo proteggerla, quello che temevo era accaduto.
Potter era schiattato per mano del signore oscuro, vidi i miei genitori vicino al vittorioso signore oscuro, non erano felici né tristi vedevo che mi cercavano tra la folla.
Il signore oscuro aveva mostrato il corpo di Harry a tutti, l’unica speranza era morta.
Avevo ancora le sembianze del lentigginoso e non mi vergognai a gridare il mio dolore per il mio nemico che più vicino a me non poteva essere. La Granger appoggiò il capo piangente su di me e realizzai solo in quel frangente che l’ultima speranza era non arrendersi, non potevamo buttare tutti i sacrifici fatti e rinunciare alla mia vita con lei.
Il signore oscuro offrì ai purosangue in vita di unirsi a lui oppure di morire miseramente. Guardò il mio sosia e con sguardo sicuro disse << Draco, vieni a dare il buon esempio >>, il lentigginoso non ci pensò due volte e si unì al signore oscuro a fianco a mia madre e mio padre.
Accadde qualcosa di rapido e fulmineo, Nagini era a terra con la testa finalmente separata da quell’orribile corpo e una sommossa generale di vita si scatenò tra la massa prima inerme. Strinsi forte la Granger non sapendo da cosa dovevo proteggerla e in un istante ci ritrovammo a festeggiare il ritorno in vita di Potter.
Il signore oscuro e Potter erano spariti ed io ed Hermione ci ritrovammo a combattere schiena contro schiena contro quelli che così sfacciatamente avevano occupato la mia dimora. Quando alla fine riuscii a sconfiggere diversi avversari mi girai e senza preoccuparmi di nulla baciai la mia Granger, la avvicinai a me con la mano che premeva sulla sua schiena e la gioia nel cuore. Quando terminammo il bacio vidi la Granger ridere divertita di me << Hai un occhio castano ed uno ghiaccio !>> esclamò senza fermarsi e ripresi totalmente le mie sembianze , quando osservai il lupo che più al mondo detestavo scagliarsi contro la mia Granger e con fare famelico le leccava la gola. Mi riconobbe e con una risata di intesa stava per ucciderla, lo uccisi con estremo piacere e la sorpresa nei suoi occhi fu necessaria a ripagarmi di quello che avevo dovuto sopportare in sua presenza.
Potter tornò vincitore e non fece domande quando mi vide affianco alla Granger sapeva già tutto, mi strinse la mano e un pensiero mi colse improvviso << I miei ….gli verrà un colpo quando vedranno il lentigginoso al posto mio >>.
Trovai mio padre che strangolava il rosso per sapere dove mi fossi cacciato e salvai il miserabile per pura grazia << Padre sono vivo >>.
Lucius mi scorse e senza ricomporsi mi corse in contro stringendomi nel più stritolante degli abbracci. Dissi << Padre non essere così frettoloso nell’essere felice….io adesso sono diverso e voglio stare con una Mezzosangue >>.
Mio padre mi fissò e con labbro tremolo dal disprezzo sputò per terra, un gesto così rude non gli apparteneva e mi sorprese non poco e con disgusto disse << Sarei stato felice di vederti morto >>. Mia madre mi fissava cercando di essere gelida ma mi abbracciò semplicemente dicendo << Draco, per noi adesso i problemi non sono pochi. Abbiamo perso..ora saremo ricercati come criminali >>, io la allontanai da me << Non siamo noi ad aver perso.. è Voldermort che è morto finalmente >>; mia madre rabbrividìi a sentire quel nome e con sguardo severo mi allontanò da lei. Gli guardai entrambi e vidi che la Granger mi aveva raggiunto, la cinsi per le spalle e dissi le migliori parole,finalmente libere da ogni costrizione che sognavo da sempre << Io non sono mai stato uno di voi… io vi voglio bene, ma non vi appartengo…io amo Hermione Granger e non permetterò che i pregiudizi che vi avvolgono mi impediscano di essere me stesso con lei >>.
I miei si guardarono negli occhi e le labbra tremanti non gli permisero di aggiungere molto, quello che dissero fu solo << Noi non abbiamo nessun figlio. >>. Io stavo morendo dentro e comunque dissi << Non ho mai avuto dei veri genitori eravate solo burattinai….qualora decidiate di avere di nuovo un figlio, sarò pronto a perdonarvi >>.
Ci lasciammo così e nonostante provai tristezza per quell’episodio non potevo al contempo essere più felice di avere il mio aspetto ed essere me stesso con la persona che amavo. I miei ricomparvero dopo alcuni anni, quando ebbi il mio erede Scorpius e con entusiasmo trascorrevo la mia vita con la mia Granger, erano trafitti dall’orgoglio ma la benedizione urinaria del mio erede gli rese meno orgogliosi e più rilassati.

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