Holiday in September

di ButterflySeven
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Holiday in September
 

Settembre era entrato ormai da parecchi giorni, eppure Belle riusciva ancora a godersi il sole scoppiettante delle 10 del mattino, l’odore frizzantino della spuma di mare e la sensazione di libertà di una lunga camminata sulla battigia, con le onde del mare a rinfrescarle i piedi.
L’idea di una vacanza al mare all’inizio le era sembrata per nulla accattivante.
Belle era sempre stata un tipo da vacanze autunnali (o primaverili), nel cuore di pulsanti città d’arte, intenta a cogliere le mille sfumature che avevano tanto da raccontare al visitatore. E poi amava immergersi nelle librerie sontuose delle grandi metropoli: riusciva sempre a scovare libri interessanti, magari parecchio voluminosi, ma che già solo sentendone il profumo antico, riuscivano a proiettarla in tempi passati. E a quel punto Belle amava fantasticare sulle vicissitudini del contesto storico di quel libro, e con la mente iniziava a proiettare immagini di sé nel medesimo ambiente di cui il libro era originario.
Sì, Belle era una sognatrice, una di quelle che persino in una vacanza al mare non riesce a far altro che lasciare che lo sguardo si perda tra le nuvole, in cerca di un significato alle forme bizzarre da esse generate.
- Ehi Belle, vuoi venire a giocare a palla?-
Belle tornò al pianeta terra. Si voltò e sorrise all’amica Arial, che aspettava una risposta con il pallone tra le mani.
- Grazie Ariel, ma lo sai che non sono brava a pallavolo… Se volete posso farvi da arbitro!-
- Sempre la stessa storia! Lo sai che nessuno di noi è un campione olimpico, non ti giudichiamo mica se sbagli una schiacciata!-
- Lo so, ma preferisco ugualmente di no…-
- Beh, non posso certo obbligarti… Allora ci vediamo dopo-
Ariel la salutò e Belle ricambiò con un cenno della mano. La vide sparire tra la folla, sicuramente in cerca del resto della comitiva per spostarsi nel campo di pallavolo.
 
L’estate del 2016 per Belle era stata parecchio faticosa: aveva lavorato in biblioteca fino ad Agosto inoltrato. I giovani universitari di Storybrooke l’avevano supplicata di lasciare aperta la biblioteca per qualche giorno in più, ognuno in preda alle solite crisi da studente in crisi prossimo alla laurea. E Belle, da ex studentessa universitaria, non se l’era sentita di voltare loro le spalle. Così, con qualche fatica e ringraziando l’inventore dell’area condizionata, aveva rinviato la sua chiusura annuale a favore della cultura dei giovani.
Per lei non era un sacrificio lasciare la biblioteca aperta (lei amava i libri), ma Agosto era anche il mese dei matrimoni e papà aveva sempre bisogno di un aiuto in più per gestire le spose impazienti.
Ecco dunque che il resto del mese di Agosto, lo trascorse tra i fiori profumati, le chiese e le spose in trepido fermento per il fatidico sì.
Il pensiero del matrimonio la fece sorridere, perché lei aveva avuto il coraggio di lasciare un fidanzato che non amava, proprio ad una settimana dalle nozze.
Gaston era il suo fidanzato storico dei tempi del liceo, ma il sentimento che li teneva uniti si era affievolito anno dopo anno. Lui aveva tentato di ricucire i rapporti chiedendole di sposarla, ma Belle era stanca dei modi rozzi del ragazzo (e soprattutto della sua immaturità), così dopo tanti tentennamenti (otto anni di relazione erano comunque tanti) Belle mise la parola fine a quel rapporto obsoleto.
Ripensando a tutto ciò, alla soglia dei suoi 26 anni, si diceva che forse avrebbe potuto chiudere quel rapporto anche qualche anno prima, ma non rimpiangeva le scelte fatte.
Con quei pensieri, si diresse al chiosco della spiaggia per comprare un gelato e fu lì che il cuore mancò diversi battiti (come sempre, in sua presenza).
- Ciao, Belle- le disse l’uomo seduto al bancone.
Aveva 15 anni più di lei, era affascinante con quei capelli castani e ciuffi biancastri, che con il soffio del vento ondulavano dolcemente e gli accarezzavano il volto. Non era alto, non era particolarmente muscoloso, ma ai suoi occhi era la perfezione. E il suo sorriso era la morte. 
- Salve, signor Gold. Credevo foste rimasto in villa…-
- Sì, in effetti le intenzioni originarie erano quelle, ma non ho saputo rinunciare a un po’ di tintarella e un bagno rinfrescante di fine estate…-
- Non si può proprio resistere a queste giornate fresche e soleggiate- rispose sorridendo.
- Esattamente… Ma siediti, ti offro un drink-
Gold le fece cenno allo sgabello libero e lei si sedette più che volentieri.
Ordinò un succo rinfrescante e poi iniziarono a parlare amabilmente di qualsiasi argomento venisse loro in mente: dalle olimpiadi di Rio terminate qualche settimana prima, a strani eventi paranormali divenuti leggenda in quelle vicinanze, a mostre d’arte, film o serie tv in uscita. Trovarono di particolare interesse un confronto su Stranger Things, la serie Netflix che in poco tempo era riuscita a catturare l’attenzione globale, tanto da essere definita già un cult.
Belle amava conversare con l’uomo. O meglio, in poche, semplici parole, Belle ne era perdutamente innamorata.
Si conoscevano da molti anni: il signor Gold era il padre del suo amico Baelfire e spesso si era ritrovata a casa sua, nell’impossibile impresa di aiutare Baelfire con lo studio. Bae era più piccolo di tre anni, la mamma era scappata di casa quando aveva dieci anni e il rapporto con il padre era rimasto incrinato per parecchi anni. I due riuscirono a trovare un equilibrio da qualche anno, quando suo padre ebbe un infarto ed entrambi capirono di aver sciupato parecchi anni in discussioni inutili. Così il signor Gold iniziò ad aprire le porte di casa anche agli amici del figlio, per non farlo sentire più solo. E Belle, pian piano, iniziò a scorgere molto di più della buia personalità che Gold era solito mostrare alla città.
Per tutti gli abitanti di Storybrooke, Gold era semplicemente il proprietario del 70% delle abitazioni  della città (tutte date in affitto) e del piccolo negozio di antiquariato che sorgeva proprio di fronte alla biblioteca. Ma Belle scoprì presto la sua profonda passione per la storia, per la scienza, per l’arte e la lettura. Era un uomo di cultura, ma sapeva smorzare questa sua serietà con un’ironia tenuta ben nascosta agli altri.
Più di una volta Belle si chiese se la causa della rottura con Gaston fosse dovuta a un paragone tra i due uomini e a ciò che in lei provocava la compagnia dell’uno o dell’altro.
Con Gold, Belle si sentiva sempre protetta, al sicuro da qualsiasi male, mentre Gaston le aveva sempre dato la sensazione che fosse lei quella a dover proteggere entrambi. Non che Belle volesse essere protetta, era felice della sua indipendenza ed era sempre stata il tipo di ragazza che se la cava da sola (forse anche a causa della morte della mamma in adolescenza), ma il senso di protezione era una sensazione di calore a cui sentiva di non voler rinunciare.
Ovviamente Belle era consapevole che il suo era un “amore impossibile”, uno di quelli che se li avesse letti in una fan fiction si sarebbero risolti con i due protagonisti felici e contenti in post matrimonio. Ma la realtà era “leggermente” diversa e Belle aveva rinunciato a reclamare particolari pretese.
- Come mai non sei con i ragazzi?- le chiese Gold a un tratto.
- Beh, ovviamente loro stanno giocando a pallavolo, ma non sono molto portata per lo sport. Adoro seguirli, ma nella pratica sono un vero disastro!-
- Anch’io non sono mai stato un tipo da attività fisica. A scuola ero bravo nelle maratone, perché oltre a una resistenza fisica serviva una forte forza mentale, ma oltre quello non amavo nessun tipo di sport… Bae invece adora la pallavolo, il calcio, il tennis… Mi chiedo se ci sia una cosa che non ami fare…-
- E’ questo il bello: poter essere diversi dai propri genitori e fare le proprie scelte in assoluta libertà, persino sul tipo di sport da praticare…-
Gold le sorrise in quel modo che le piaceva tanto.
- Cosa c’è?- chiese incuriosita.
- E’ che riesci sempre a trovare le parole giuste al momento giusto. Ho sempre pensato fossi più matura dei tuoi coetanei. Sei speciale, Belle…-
A quelle parole Belle sentì la terra franare sotto i piedi.
Lui pensava che fosse speciale…
- Io… - tentò di mettere insieme una frase di senso compiuto, ma tutto ciò che si sentì di dire fu semplicemente – Grazie…-
Gold le sorrise ancora, ma stavolta incrinò le labbra, dando al suo sguardo un aspetto furbastro.
- E’ ciò che penso, mia cara… Ogni tanto mi chiedo come mai Bae non si sia innamorato di te, piuttosto che di ragazze come Emma, o Wendy…-
- Io e Bae siamo troppo amici, non riuscirei ad immaginarlo come fidanzato nemmeno tra dieci vite. E scommetto che anche lui direbbe lo stesso-
- Sì, hai ragione. Bae ha bisogno di una donna un po’ aggressiva, quasi selvaggia-
- Wendy non è certo selvaggia…- precisò Belle, pensando all’attuale compagna del suo amico, molto dolce e gentile nei modi di fare.
- Solo perché questo è ciò che mostra al di fuori delle mura domestiche, ma ti assicuro che ha un carattere molto peperino. Mi piace come riesce a tener testa a mio figlio. Voglio bene a Bae, ma quando si mette in testa strane idee, gli serve qualcuno che lo aiuti a ragionare-
Belle rise, perché era vero: Bae era un ragazzo molto dolce, ma era anche molto testardo, per questo lui ed Emma si erano lasciati cinque anni prima. Erano troppo uguali su alcune cose per riuscire a bilanciarsi, Wendy invece era sempre molto pacata, ma con una dose di grinta e tenacia che non consentivano agli altri di ostacolarle il cammino.
- Si è fatto tardi- riprese Gold osservando l’orologio al polso – Devo scappare all’ipermercato…-
Belle si rabbuiò in un istante, ma sperò di non aver fatto trapelare le sue emozioni.
Perché il tempo doveva trascorrere così in fretta quando era in sua compagnia?
- Ma sì, certo… Io… Non so, magari torno un po’ alla battigia…-
- Non dovresti stare sotto il sole a quest’ora. Se ti va potresti accompagnarmi, non so cosa volete comprare per la festa di domani, puoi essermi d’aiuto-
- Davvero?- il sole tornò a splendere in un istante, così non ci pensò due volte e scese dallo sgabello – Allora accetto l’invito!-
 
Belle e Gold salutarono velocemente i ragazzi e si avviarono all’ipermercato.
Il tragitto fu molto breve, circa due minuti di macchina, poi entrarono in quello che scoprì fosse l’ipermercato più grande che avesse mai visto in vita sua.
Quella fu la sua seconda sorpresa in pochi giorni. La prima riguardò l’alloggio delle loro vacanze.
Il signor Gold aveva una grande villa di proprietà in California e quell’anno Bae invitò tutta la comitiva in una gita di fine estate, ospitandoli a casa sua.
Quando Belle vide la villa per la prima volta, pensò fosse comparabile solo a quella del Grande Gatsby: era immensa, con una grande piscina all’ingresso del giardino e una sorta foresta con alti pini, ciliegi e alberi secolari tutto attorno.
La villa in sé, aveva uno stile medioevale che le ricordava Hogwarts e forse anche per quello le sembrò di vivere in un sogno.
Il signor Gold aveva raccontato ai giovani ospiti, che in 15 Settembre ci sarebbe stata una grande festa, come sorta di chiusura della stagione estiva in Villa Gold.
Belle non pensava che al cibo se ne occupasse il proprietario stesso, ma lungo il tragitto Gold le spiegò che per lui era necessario affidarsi a gente di fiducia, così il giorno prima della festa, era solito recarsi all’ipermercato più grande della città per definire gli ultimi dettagli.
Fu a causa di questo chiarimento che Belle si chiese perché l’uomo insistette per portarla con sé.
Mentre Gold parlava con i vari capi reparto, Belle ebbe la certezza che la sua presenza fosse del tutto irrilevante agli scopi, ma le fece piacere notare la disinvoltura con cui Gold  la inseriva nel dialogo, dandole comunque un potere decisionale su alcuni aspetti, come i dettagli degli antipasti, o i dolci da servire.
- Grazie per la compagnia- le disse Gold quando erano ormai giunti in villa – un parere femminile è sempre gradito-
- Di niente, mi ha fatto piacere…- rispose sinceramente.
Nella villa regnava un silenzio assoluto, segno che i ragazzi fossero ancora a mare, nonostante fosse ormai ora di pranzo.
- Provo a chiamare Bae per capire se hanno intenzione di tornare a casa per pranzo- le spiegò Gold, allontanandosi un attimo per fare la chiamata.
Belle, nel mentre, si accomodò nell’immenso salone, pieno zeppo di libri da sfogliare, cd di qualsiasi genere musicale e una quantità industriale di DVD.
Aveva sempre desiderato un angolo di quel genere a casa sua, ma le condizioni economiche della famiglia non erano mai state delle più rosee, quindi si accontentò di riempire la sua stanza con ciò che amava.
Prese a sfogliare distrattamente un libro d’illustrazioni e non si accorse che Gold tornò in sala.
Saltò in aria quando si sentì sfiorare la spalla e Gold rise con gusto alla sua reazione.
- Non mi ero accorta foste tornato- si giustificò subito per non sembrare ridicola.
- I ragazzi rimangono al mare per tutto il giorno, vuoi unirti a loro? – le disse. Belle gli fu grata di non averla derisa, ma di aver scelto di cambiare argomento - Personalmente ne ho le tasche piene del caldo, credo che cucinerò spaghetti e vongole fresche e guarderò un film. Se vuoi unirti a me, preparare per due non è certo un problema… E poi mi piacerebbe poter commentare insieme un film -
Belle rimase nuovamente spiazzata per quella proposta. Davvero per lui non sarebbe stato un problema trascorrere un pomeriggio insieme?
- Non posso certo dire di no ad un piatto di spaghetti e volgole…- rispose infine.
Forse era solo una ragazza innamorata, ma adorava quelle attenzioni così speciali.
Gold era una persona riservata e sulle sue, non l’aveva mai visto trattare con tanta gentilezza una persona.
Una parte remota di sé, sperava che dietro quella gentilezza ci fosse un sentimento ricambiato…  O forse era semplicemente una sognatrice incallita.
Con quei pensieri contrastanti, Belle andò a farsi una doccia per togliere il sale residuo, ma soprattutto per schiarirsi le idee.
 
Preparare il pranzo con Gold, scoprì essere molto divertente.
Rispetto al resto della popolazione maschile, Gold aveva una certa dimestichezza con i fornelli.
- Abito da solo e con un figlio che a stento sa riscaldarsi il latte la mattina, inoltre amo avere nel piatto un prodotto che so sia stato cucinato a dovere, sano ma gustoso. E si sa, gli chef tendono spesso a friggere ogni cosa e questo mi urta parecchio-
- Io cucino per necessità, non ho un’opzione B su chi possa prepararmi da mangiare. Non farei mai cucinare a papà, ha sempre avuto il vizio di essere poco ordinato. Erano più le ore spese a pulire la cucina, che quelle impiegate a cucinare…-
- Ti capisco, la pulizia è fondamentale in cucina, altrimenti diventa tutto un enorme caos-
Belle lo osservò pulire le vongole affascinata. Lei non aveva mai potuto permettersi di comprare vongole fresche.
- E’ la prima volta che vedo come si puliscono le vongole – confessò.
- E’ molto semplice: basta togliere tutta la sabbia in eccesso, perché noi non vogliamo masticare sabbia, dico bene?-
- Ovviamente no…- rispose ridendo.
Ed amò le ore trascorse a chiacchierare e cucinare.
Quando si sedettero a tavola, Belle ebbe la visione di loro due in una casa tutta loro, magari come conviventi, o marito e moglie…
Bevve un lungo sorso di vino bianco per stemperare le sue fantasie. Sembrava una di quelle adolescenti in preda alle prime cotte e questo la fece vergognare parecchio.
- Ti piace?- le chiese Gold.
- Moltissimo! E’ buonissima! – rispose cercando di evitare il suo sguardo penetrante.
- Lo dici solo per cortesia…- la provocò.
- Assolutamente no! Non sono il tipo di persona che direbbe una bugia…-
- Vuoi dirmi che se sei ospite di qualcuno, ma non ami ciò che hai nel piatto, diresti apertamente “non è di mio gradimento”?-
- Beh, non potrei mai essere scortese… Magari direi semplicemente “è piacevole”, senza sbilanciarmi in troppi complimenti…-
- “Piacevole” non è certo un complimento, mia cara -
- Allora inventerei qualcosa di più appropriato!- rispose sbruffando.
Con sua immensa sorpresa, Gold iniziò a ridere di cuore, di quelle risate a piene polmoni, belle e sincere. Una risata contagiosa, che la fece sussultare.
Far ridere qualcuno, era la gioia più grande al mondo, ma far ridere la persona che si ama, è tutta un’altra storia.
- Sei davvero unica, Belle!- ripeté per la seconda volta in un solo giorno.
Belle lo fissò intensamente: i suoi capelli scomposti, la camicia leggermente sbottonata, le mani affusolate, lo sguardo penetrante e le labbra incrinate in un mezzo sorriso, pronte ad essere baciate.
Gold non distolse lo sguardo, anzi, lo intensificò ancora di più.
Così rimasero intrappolati in quel gioco di sguardi per un tempo indefinito, scandito dal ticchettio dell’orologio, che divenne l’unico suono udibile in quella strana dimensione dove esistevano solo loro due.
Sarebbe stato così bello potersi alzare dalla sedia e avvicinarsi all’uomo pian piano, andargli ad accarezzare il volto, incastrare una mano tra i capelli e magari potersi assaporare dolcemente, come perfetto dessert a quel pranzo altrettanto perfetto…
La magia finì nell’attimo in cui il cellulare di Belle iniziò a squillare.
Entrambi distolsero lo sguardo. Gold si alzò dal tavolo ed iniziò a sparecchiare e Belle corse in soggiorno a recuperare il telefono.
Quando lesse “papà” sullo schermo, si affrettò a rispondere preoccupata.
- Ehi, va tutto bene? – chiese in ansia. Non era da papà contattarla due volte al giorno e gli aveva già chiamato la mattina.
- Sì, io sto bene. Tu come stai? Sai benissimo quanto sono in ansia a saperti a casa di Gold! Quell’uomo non mi piace affatto!-
Belle alzò gli occhi al cielo. Suo padre odiava a morte il Signor Gold, a causa dei debiti accumulati negli anni dopo la morte della mamma. Ma quei debiti erano ormai un ricordo lontano. Belle lo aveva aiutato a estinguere le vecchie rate, inoltre grazie all’amicizia che li legava, Gold aveva abbuonato parecchi mesi di affitto del negozio.
- Papà, per favore, non sono più una bambina. So badare a me stessa e sai benissimo che qui va tutto bene. Non devi preoccuparti per me. Pensa solo a rilassarti anche tu, ok?-
- Ok, ma promettimi di fare attenzione a quell’uomo!-
- Sì, certo, lo farò…-
Sospirò. Suo padre l’avrebbe sempre considerata la sua piccola da proteggere.
- Tutto bene?-
Belle si voltò appena e sorrise.
- Ma certo! Mio padre è semplicemente uno di quei genitori apprensivi -
- Lo capisco benissimo! Odio quando Bae va a New York e non mi chiama per settimane! -
Belle evitò di dirgli che la sua situazione fosse leggermente diversa… Odiava anche lei quell’aspetto del carattere dell’amico. Quando tornava a New York nel periodo universitario, era capace di non farsi sentire per settimane intere!
- Spero di non essere una madre apprensiva, un giorno…- rispose, tornando al discorso originario.
Gold si sedette nel divano e lei lo imitò.
- Ti piacerebbe diventare madre?-
- A quale donna non piacerebbe?- rispose sincera – solo che prima di pensare a un figlio, bisognerebbe trovate l’uomo adatto, ma sembra non voglia arrivare…- non poteva certo dire di essere innamorata di lui!
- Magari l’uomo che aspetti è proprio accanto a te, solo non l’hai ancora notato…-
Per poco Belle non soffocò.
Ok, questo non significava nulla. Non poteva riferirsi a lui.
Lo guardò ancora una volta intensamente, cercando di scorgere una risposta nel suo sguardo magnetico.
- E’ che… - non sapeva se esporsi o no, ma Belle era sempre stata una ragazza coraggiosa e non si tirò indietro – In effetti una persona speciale c’è, è solo che non ho il coraggio di farmi avanti per paura di un rifiuto… Inoltre sono quasi certa di essere invisibile ai suoi occhi…-
- Come fai a dirlo? Questo “lui” ha forse un’altra donna? Ha manifestato solo sentimenti di amicizia nei tuoi riguardi?-
- No, non ha un’altra donna… Ma credo di essere solo un’amica per lui…-
Gold la scrutò indagatore e Belle ebbe l’istinto di andarsi a rifugiare in un angolo della stanza, magari fuori dalla portata del suo sguardo.
- E se anche lui fosse in dubbio come te? Hai pensato a quest’ipotesi? Hai pensato che magari anche lui prova un sentimento forte per te, ma ha paura di non essere ricambiato?-
- Non credo sia una di quelle persone che terrebbe un sentimento per sé. E’ uno di quegli uomini sempre con la risposta pronta, intelligente, perspicace, che ti mette sempre a tuo agio. Non si perde mai in chiacchiere e se una cosa non gli va bene, la dice apertamente. E’ una persona sincera, o almeno con me lo è sempre stato…-
- Credo che uno dei due debba fare il primo passo, o rischierete di non incontrarvi mai…-
Il cuore di Belle prese a correre impazzito, ma cercò di non farsi troppe illusioni. Molto probabilmente era solo il suo cervello ad aver elaborato strane conclusioni a quel discorso. Magari Gold voleva davvero darle solo dei buoni consigli.
- Beh, io sono qui, quindi spero che prima o poi i nostri cammini si incrocino davvero…- si era esposta più del dovuto, lo sapeva bene, per questo cambiò subito argomento – Intanto mi piacerebbe poter guardare un bel film, aveva qualche idea?-
- Stavo pensando a Inception…-
- Oh si! Adoro Christopher Nolan! Ho iniziato ad amare Batman solo grazie a lui! E il Joker di Heath Ledger è stato indimenticabile…-
- Hai perfettamente ragione! Sarà per questo che non mi ha molto convinto il Joker di Jared Leto in Suicide Sqad. Per carità, ha avuto pochissime scene, ma ho trovato il suo rapporto con Harley Queen un po’ troppo romanzato…-
- Esatto! Pensavo di essere l’unica a pensarla così! Mi sento meno sola – le venne quasi da piangere, perché per le sue amiche era l’opposto – Mi è sembrato innaturale vedere il Joker trattare con tanta attenzione Harley! Sappiamo tutti benissimo quanto sia malato il loro rapporto… Nei fumetti è tutto molto più “folle” e malato, questo rendeva i personaggi davvero unici e matti! Così si perde un po’ quella componente matta che li ha sempre contraddistinti. Sembrano più un boss mafioso e la sua lady, mentre il Joker ha sempre trattato Harley in modo brutale e spietato!-
- Ecco, mi hai tolto le parole di bocca. Magari a molti sarà piaciuta questa nuova trasposizione, ma personalmente questo dettaglio mi ha lasciato un po’ perplesso… Sono curioso di vedere Jared Leto nei prossimi film dell’universo DC, per ora mi astengo da qualsiasi giudizio-
Gold e Belle inconsciamente si erano avvicinati, troppo presi da quel confronto di idee e dallo scoprirsi, ancora una volta, affini in quegli argomenti che li appassionavano tanto.
- E’ bello poter parlare di queste cose con qualcuno. Spesso mi sento non capita dai miei coetanei…-
- Figurati io che ho passato la soglia dei 40!-
Belle incrinò le labbra e lo guardò.
- Forse dovremmo cercare quel dvd…- disse per distogliere entrambi da una nuova situazione d’imbarazzo.
- Hai ragione…-
Così trascorsero le ore successive amabilmente seduti nel divano, a guardare quel film avvincente, a commentarlo insieme e a mangiare pop corn in totale spensieratezza.
Ogni tanto Belle si voltava per vedere le sue reazioni durante il film, poi tornava a guardare la tv appena percepiva che l’uomo si stesse voltando.
Alcune volte sentì un formicolio lungo la schiena, percependo di essere osservata a sua volta, ma non osava girarsi per paura di incrociare il suo sguardo.
Sarebbe stato uno di quegli appuntamenti ideali che aveva sempre sognato di trascorrere in compagnia di Gold, ma poi si ricordava che la realtà era ben lontana dalle sue fantasie e il suo cuore si rasserenava per un attimo.
Gold fu talmente carino da preparare il tè per entrambi.
Il film era finito da un pezzo, ma entrambi preferirono rimanere seduti sul divano, guardando distrattamente le paralimpiadi di Rio in tv.
Iniziarono a raccontarsi strane vicende d’infanzia e quelle di Gold erano tutte scioccanti e avvincenti allo stesso tempo.
- … E quindi a undici anni mi hanno accusato di aver ucciso il gatto della mia vicina di casa e di avergli dato fuoco – 
- O mio Dio! – dallo shock, Belle fece cadere la tazzina che teneva in mano. Per fortuna aveva già finito il suo tè, ma la tazzina si scheggiò – Mi dispiace tanto…- disse Belle prendendo in mano la tazzina per esaminare il danno – Si vede appena, ma è scheggiata…-
- E’ solo una tazza, non importa…- le rispose lui dolcemente. Le prese la tazzina dalle mani e la poggiò sul tavolino, dove aveva sistemato la sua un attimo prima – Comunque non sono stato io a uccidere quel gatto, ma il figlio della signora, che è sempre stato un grandissimo mascalzone -
- Ma la signora a chi ha creduto?-
- Ovviamente al figlio! Così mi sono beccato un mese di punizione e lui ha continuato a condurre la sua vita in assoluta libertà-
- Questa è un’ingiustizia! – Belle rimase sconvolta da quel racconto. La gente non si rendeva conto del male che procurava agli altri.
- Beh, diciamo che è stata una delle prime, ma non ultime ingiustizie subite… Purtroppo molte cose non vanno mai come ti aspetteresti… Ho costruito i miei vent’anni solo in prospettiva della famiglia, per dare una dignità a mia moglie e a Bae, ma poi arriva il bel ragazzo di turno, che ti ruba la moglie e mette fine alle tue certezze… Sono cose che non ti aspetti, ma quando ti succedono non puoi fare altro che accettarle e rimboccarti le maniche per portare avanti la baracca. Non ho mai mollato e spesso posso sembrare un uomo ombroso e cinico, ma è la vita che mi ha messo addosso questa corazza che mi porto dietro. Sarò destinato a rimanere solo? Forse. Ma non sono più disposto a cambiare per gli altri. Questo sono io, con le mie luci e le mie ombre -
- Capisco cosa vuol dire – lo consolò Belle – per anni sono rimasta intrappolata in una relazione che mi stava stretta. Spesso ho annullato me stessa, ho rinunciato a tante piccole cose solo per il bene della coppia. Quando poi ci si lascia, cosa rimane? E’ vero che bisognerebbe ripensare al passato senza rammarico, ma ogni tanto non posso che chiedermi se avessi potuto fare alcune scelte in modo diverso…-
- Quello che ho capito io, è che comunque anche le scelte sbagliate mi hanno reso quello che sono. Si cresce, le esperienze, anche sbagliate, servono a questo -
- E’ che magari penso che avrei potuto girare il mondo, studiare in un college più prestigioso grazie alle borse di studio, invece ho rinunciato a tutto per il bene di papà e per non separarmi da Gaston. E giuro che la rabbia è sempre pronta a tornare a galla!-
Belle nemmeno si rese conto di aver iniziato a tremare. Afferrò con forza i lembi della gonna, quasi fino a farsi male.
Aveva tenuto il risentimento ben nascosto per tanti anni. Aveva sempre fatto finta che andasse tutto bene, che non si fosse pentita di niente, ma il discorso di Gold aveva fatto riemergere quelle insicurezze che teneva celate.
- Ehi, non fare così… Va tutto bene…-
Gold le afferrò le mani e le strinse forte, ma a quel gesto Belle non seppe più trattenere le lacrime e per istinto poggiò il capo sulla spalla di Gold.
Pianse parecchio, bagnò la camicia di Gold con le sue lacrime amare, ma Gold non la spinse via, anzi, le fece spazio nel suo petto, la strinse a sé e continuò a cullarla.
Ogni tanto le dava dei baci sulla nuca, poi altri sul collo e grazie a questi piccoli gesti si calmò.
Belle si aggrappò all’uomo e lo strinse forte.
- Grazie… E chiedo scusa per lo sfogo-
- Hai fatto bene… Un pianto spesso è ciò che serve -
Belle si accucciò nel suo petto ed ebbe l’istinto di fare le fusa (ovviamente non lo fece), ma tra le sue braccia si sentì finalmente bene.
Era una sensazione bellissima, qualcosa di mai provato prima.
Il cuore batteva forte e sperò vivamente di non sembrare ridicola ai suoi occhi.
Fosse dipeso da lei, non avrebbe lasciato mai più quel petto, quelle braccia, quel calore che le ricordava le sicure mura di casa. E avrebbe voluto urlare a Gold quelle sue emozioni, quella sensazione di calore che le stava infiammando il petto.
Gold le accarezzò i capelli e lei per istinto alzò il capo, per vederlo finalmente negli occhi.
Il suo sguardo era così intenso che poteva perdersi nel fissare quegli occhi nocciola.
Sorrise in trance e per l’imbarazzo abbassò lo sguardo, ma inaspettatamente Gold le accarezzò la guancia, poi scese nel collo, infine le alzò piano il mento per avere di nuovo la sua attenzione.
E poi la mente iniziò ad annebbiarsi.
Per qualche strano scherzo della forza di gravità, le loro labbra si avvicinarono come fossero due calamite.
Sentì le mani di Gold asciugarle le guance ancora rigate dal pianto, per poi scendere, creando un percorso tutto loro, fino a sfiorarle la schiena e procurarle parecchi brividi.
Sentiva i loro fiati fondersi, la distanza ormai era davvero misera.
Belle chiuse gli occhi, preparandosi ad assaporare quel momento tanto atteso.
Accarezzò il petto di Gold, poi gli strinse alcune ciocche di capelli, per fargli capire quanto stesse desiderando tutto ciò.
E proprio quando le labbra finalmente si sfiorarono, sentirono un rumore sospetto dall’ingresso, seguito da un forte frastuono.
- Ehi! Papà, siamo tornati!- sentirono dire a Bae.
Entrambi furono catapultati drasticamente alla realtà.
Belle spalancò le palpebre e si scusò con un filo di voce, poi di tacito accordo si separarono, sedendosi ognuno in un lato opposto del divano.
- Siamo qui- rispose Gold con tono composto. E Belle si meravigliò di come riuscì a tornare alla solita tranquillità nell’arco di pochi secondi.
Belle sentiva il viso ancora in fiamme, così respirò forte e mise una mano sul petto, come per tentare di rallentare il battito impazzito del cuore.
Per fortuna la tv era rimasta accesa alle paralimpiadi, quindi quando il gruppo entrò in salone, nessuno badò a lei o a Gold.
Ci era mancato poco, davvero poco. In ogni senso.
Un istante ancora e sarebbero stati scoperti.
Un istante ancora e Gold si sarebbe potuto pentire di aver baciato l’amica di suo figlio.
Un istante ancora e il desiderio di Belle sarebbe divenuto realtà.
 

Continua…

 

Sì, sono tornata! Era ora!  
Non sapete da quanto tempo sento il desiderio di scrivere una ff Rumbelle, ma la vita di tutti i giorni non mi ha concesso questo mio desiderio.
Ho scelto di scrivere una AU molto leggera, piena di argomenti fluff e contesti altrettanto "normali". Una ff di ciò che è la vita di noi comuni babbani per farla breve XD
Tutti i riferimenti alle cose da nerd sono discorsi attuali (adoro stranger things, a proposito! *-*)

La storia sarà di due capitoli, il prossimo non so se arriverà già la prossima settimana, comunque non dovrete aspettare molto ;)

Lasciatemi una recensione, se vi va. Adoro leggere le vostre opinioni. Ovviamente sono ben accetti consigli o qualsiasi altra cosa. 
Magari vi va di discutere sul rapporto tra Harley e il Joker in Suicide Sqad! XD
Ok, smetto di divagare e vi do appuntamento alla seconda e ultima parte.
 Baci! ♥                                                                               

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2
 

Se Belle ripensava a ciò che era successo il giorno prima, la voglia di affrontare la giornata si riduceva praticamente a zero.
Per un misero istante aveva sperato davvero di poter provare l’emozione di un bacio “vero”, di un bacio atteso, sperato, desiderato con ogni goccia della sua essenza…
Per un istante, Belle aveva accantonato le differenze di età, i dubbi, le insicurezze, le diverse posizioni sociali.
Aveva annullato tutto, lasciando spazio solo all’amore e al desiderio di essere ricambiata.
Ma poi quel sogno si era sgretolato, come fosse un castello di sabbia spazzato via da un’onda più lunga delle altre.
Non dava la colpa a Bae, o ai ragazzi. Nessuno aveva colpa. Forse la sua unica colpa era stata l’averci sperato troppo…
La serata era trascorsa come se non fosse accaduto nulla: il signor Gold la trattava con la solita gentilezza, ma quando rimasero soli per pochi minuti in cucina, non fece cenno a ciò che era accaduto solo qualche ora prima.
Forse per lui era stato solo un momento di debolezza, o un attimo di passione dovuto al contesto. Erano comunque un uomo e una donna, certi istinti possono scaturire anche in mancanza di un vero sentimento.
Le sarebbe piaciuto poterne parlare con qualcuno e sfogarsi, ma i suoi migliori amici erano anche i migliori amici di Bae e non voleva assolutamente creare una situazione d’imbarazzo in casa sua. Inoltre non voleva nemmeno mostrarsi come una ragazza debole, che soffre per amore.
Belle era sempre stata convinta che sia l’amore, che il dolore, fossero sentimenti privati da custodire gelosamente. Le sarebbe piaciuto condividere quelle parti di sé solo con il proprio compagno.
Belle sbadigliò, guardò l’orologio (che segnava le 7:00) e decise di alzarsi silenziosamente, darsi una sciacquata e uscire di casa. Una bella camminata in riva al mare era ciò che le serviva.
Per fortuna tutti erano ancora in un coma profondo: la sera andarono a dormire alle due, mentre il signor Gold quella mattina doveva ispezionare le ultime cose per la festa della sera.
L’aria del mattino era ancora fresca, quindi respirò a pieni polmoni non appena si chiuse la porta alle spalle.
Si era portata con sé solo una piccola borsetta con lo stretto indispensabile (fazzolettini, occhiali da sole, cellulare e qualche moneta per pagare il caffè) e indossava un corpi costume a blusa, costume e infradito.
Fece una treccia veloce ai capelli e s’incamminò.
Per fortuna la villa era a cinque minuti a piedi dal mare, quindi non ci volle molto per giungere alla meta.
Il mare era cristallino e il cielo aveva ancora il pallido azzurrino dell’alba.
La spiaggia era quasi deserta, fatta eccezione di qualche pescatore e dei pochi turisti che come lei decisero di concedersi una camminata a riva.
Senza farsi troppi problemi, si tolse gli infradito per affossare i piedi tra i granelli di sabbia.
Era una sensazione bellissima, perché la sabbia era ancora fresca dalla notte e regalava ai piedi una sensazione molto confortevole.
Si avvicinò all’acqua un po’ titubante, sapendo benissimo che quello era il momento della giornata in cui era più fredda.
- Ok, un po’ di coraggio…- si disse.
Per primo immerse l’alluce e già solo a quel contatto il corpo s’irrigidì. Era gelida!
Il pensiero di tutto il dolore e la delusione del giorno prima, le diedero la spinta necessaria per immergere tutto il piede e scoprì che il freddo riusciva ad atrofizzare i pensieri (anche se per pochi, effimeri istanti).
Sorrise, lieta di aver trovato uno spiraglio di luce in quella giornata che si prospettava tragica (era davvero difficile far finta di nulla con Gold) ed iniziò a camminare tra le onde.
Decise di far arrivare l’acqua fin sopra le caviglie, ma non s’immerse oltre.
Quella era forse la cosa che più amava di quella vacanza al mare: potersi concedere un po’ di tempo per se stessa, senza la fretta di dover aprire la biblioteca o aiutare papà.
Le passeggiate mattutine erano diventate il momento perfetto per rilassare i muscoli e accantonare i pensieri. L’acqua, poi, aveva un forte potere rigenerante, quasi meglio di una tazza di caffè!
Rimase a contemplare le onde del mare per circa un’ora, poi la gente iniziò a popolare la spiaggia e Belle decise di spostarsi al bar per bere un caffè veloce e divorare un cornetto caldo.
 
Tornata a casa, trovò tutti in pieno fermento.
I ragazzi erano seduti in salotto e discutevano animatamente.
- Che succede? – chiese, prendendo posto accanto a Merida.
- Non ho nulla da mettere per stasera! – si lamentò.
- Qual è il problema? E’ solo una festa…- le rispose rassicurante.
- No che non è solo una festa! – precisò Ruby – Mi sono informata con alcuni ragazzi del luogo e sembra che la festa di Gold sia un evento molto atteso da queste parti. E’ uno di quei momenti dove i super ricchi s‘incontrano per dar vita a un evento glamour! Non possiamo certo far sfigurare Bae! Potrebbero scambiarci per semplici ragazze di provincia, che non sanno come ci si presenta a un evento mondano!-
- Vorrà dire che ci affideremo tutte a te - mediò Ariel.
- Quello che suggerisco a tutte, è di andare a fare shopping! – concluse Ruby – non è necessario spendere grosse cifre, ma avere un abito decente! Ho già controllato tutti i nostri guardaroba e non eravamo preparati a un taglio così formale della festa. Bae ci aveva solo detto ci sarebbe stato un party, nessun indizio in più! Io pensavo fosse una di quelle feste in spiaggia, ho fatto portare a tutti costumi eleganti, non abiti da sera! -
- Ehi, adesso non prendertela con me! Sto sempre alla larga da questi “eventi”, quindi non ho davvero idea di come funzioni…- si difese Bae.
- Tuo padre ti avrà sicuramente avvertito su come ti saresti dovuto presentare…-  incalzò Ruby.
- Solitamente non do mai ascolto a ciò che mi suggerisce mio padre sul guardaroba. Lui usa sempre un abbigliamento più formale…-
- Dai ragazzi, è inutile litigare – s’intromise Belle – tra un’ora dobbiamo comunque essere tutti fuori per lasciare gli allestitori lavorare, quindi possiamo approfittarne per andare al centro commerciale fuori città, siete d’accordo?-
Tutti fecero cenno di sì con la testa, specie i ragazzi, che cercarono di rimanere fuori da quella discussione.
 
Tutto sommato decidere di andare tutti insieme al centro commerciale, non era stata una cattiva idea.
Il centro commerciale della città era molto ampio, pieno di negozi di lusso, alternati ad altri più economici ed era divertente aiutarsi a vicenda nella scelta dell’abito.
Il momento della prova abito si trasformò in piccole sfilate, dove ognuno mostrava i vestiti al resto della comitiva.
Avevano improvvisato un metodo per promuovere o bocciare un abito, disegnando su un foglio di carta da un lato un pollice azzurro in su e dall’altro un pollice rosso in giù, come segno di “Like” e “Don’t Like”. Avrebbe vinto l’abito con più “Like”, ovviamente a discrezione dell’interessato, che non avrebbe comprato un vestito che non gli piacesse davvero.
Belle si godè le pseudo sfilate degli amici e si divertì a dire la propria sui vestiti indossati dagli altri.
Spesso indossavano dei vestiti buffi, solo per provocare le risa generali e Belle fu grata agli amici per quei momenti, perché smise di pensare a Gold e si concentrò esclusivamente sulla bellezza di quei rapporti.
Era incredibile come lo stare insieme aiutasse a sentirsi meglio.
Per Belle l’amicizia era sempre stato uno dei sentimenti cardini della sua vita e si sentiva estremamente fortunata ad essere circondata da persone meravigliose come loro.
Quando toccò il suo turno, Belle indossò più di quindici abiti: uno rosso lungo, uno blu in pizzo, uno verde smeraldo (ma decisamente troppo corto), un completo di maglia semplice con una gonna molto voluminosa, un completo con pantaloni e tanti, troppi altri…
- Non va bene nemmeno questo, non ti rende giustizia!- le disse Ruby, dopo l’ennesimo “Don’t Like”.
- Hai un fisico molto carino, troveremo il vestito giusto per te…- la rassicurò Ariel.
Belle entrò in camerino e decise di provare il vestito che più le piaceva, ma quello che le faceva più paura ad indossare. Quando lo provò, lei stessa trattenne il fiato.
Era un abito blu notte con striature bianche che sembravano dipinte con un pennello e in modo casuale; lo scollo a barca era molto ampio e le fasciava il seno rendendolo molto più prosperoso; la lunghezza arrivava sotto al ginocchio, ma non la rendeva molto bassa a causa del taglio stesso dell’abito, che le metteva in risalto la vita sottile e lasciava la gonna cadere dolcemente dalla vita in giù. Era un look anni 50 per il taglio, ma estremamente contemporaneo per la decorazione del tessuto*.
Uscì dal camerino titubante, le sarebbe dispiaciuto se gli altri avessero bocciato quel look.
- Vi piace? So che il taglio non è adatto alla mia altezza, ma lo trovo splendido…- disse sincera.
Ci fu un momento di silenzio generale, che fece preoccupare Belle, ma poi vide tutti applaudire sonoramente e i maschi fischiare come fosse una di quelle belle ragazze che s’incontrano nel lungomare.
- Sei uno schianto! Dico sul serio! – le disse Killian ridendo.
- Stasera farai conquiste, vedrai! – la stuzzicò Bae facendo l’occhiolino.
- Vi piace sul serio?- chiese esterrefatta. Non poteva credere di aver trovato l’abito giusto.
- Mettiamola ai voti!- disse Ruby.
Quando Belle vide la sfilza di “Like”, seppe che quello era l’abito giusto. Inoltre il prezzo non era troppo caro per la sua portata e questo fu un ulteriore incentivo.
- Allora prendo questo!- disse felice.
Tutti dicevano che lo shopping aiutasse le donne ad alleviare le sofferenze, un po’ come succede mangiando pane e nutella. Belle comprese che era vero, perché l’acquisto di un bellissimo abito, l’aveva fatta sentire felice come un’adolescente.
Era solo un abito, ma con quell’abito Belle si sentiva come una principessa.
 
Tornarono a casa quando il sole stava per tramontare.
Gli allestitori stavano curando le ultime rifiniture, ma i ragazzi rimasero comunque sorpresi dalla quantità di dettagli presenti: lanterne, fiori, cristalli colorati e luci soffuse ricreavano un’atmosfera glamour e delicata.
- Avete visto? L’avevo detto io che nessuno di noi era pronto per questo evento – li canzonò Ruby – Per fortuna ho preso in mano la situazione ed ho evitato figuracce…-
Per una volta nessuno contraddisse Ruby, ma anzi salirono le scale per andarsi a preparare.
Nessuno di loro aveva intenzione di sfigurare davanti ai californiani, erano pur sempre abitanti di Storybrooke!
 
Alle 20:30 in punto furono tutti riuniti nel corridoio del primo piano, intenti ad esaminare i look degli altri.
Belle aveva raccolto i capelli in una coda bassa molto elegante e impreziosì il look con una collana in perle, orecchini punto luce e scarpe décolleté a punta bianche con diamantini incastonati. Ovviamente le perle non erano vere e le scarpe non avevano veri diamanti, ma il look era comunque consono agli standard della serata.
Quando scesero le scale, notarono che le sale erano già affollate.
Tutti indossavano vestiti sontuosi e di marche costose, le ragazze del luogo indossavano diamanti veri e le borse erano Louis Vuitton originali (anche se Belle non amava l’estetica di quelle borse).
Gli invitati avevano un’aria molto sofisticata, che comunque non fece sentire Belle a disagio. Anche se la sua famiglia era molto umile, Belle era sempre stata molto aggraziata nei movimenti, tanto che suo padre rimarcava le sue discendenze nobiliari del 1500.
Belle sapeva benissimo di non poter contare sul sangue blu dei suoi antenati, ma era sempre stata sua forte convinzione che a rendere nobile una persona fossero più le gesta compiute, o l’eleganza, che un semplice conto in banca.
Il gruppo si separò, così Bae iniziò a presentare un po’ di ospiti a lei e Wendi.
- Sono tutti così eleganti…- commentò la ragazza, facendo in modo che potessero sentirla solo lei e Bae.
- Sei bellissima anche tu, non sentirti inferiore a nessuno – la rassicurò Bae –E poi sei la mia donna, chiunque in questa sala non potrà che portarti rispetto-
Belle sorrise. Bae era molto dolce con Wendi e lei fu felice per la ritrovata serenità del ragazzo. Ricordava ancora quanto avessero sofferto lui ed Emma nel porre fine alla loro relazione.
Presero dei bicchieri di prosecco e continuarono a salutare parecchia gente, poi gli occhi di Belle si posarono su un uomo e una donna, seduti in un divanetto che parlavano in toni molto confidenziali.
Fu come se il tetto si fosse sgretolato e una tegola le fosse piombata in testa. Le ginocchia le tremarono e sentì il prosecco infiammarle la gola.
- Non ci posso credere…- commentò Bae, guardando in direzione dei due.
- Chi è quella donna?- chiese Wendi, evitandole l’imbarazzante figuraccia di chiedere a Bae informazioni.
- E’ l’ex di papà. Sono stati insieme per parecchi anni, stavano anche per sposarsi, ma poi lei lo ha lasciato per tornare dall’ex marito. Una questione d’affari, per farla breve-
Belle adesso capì perché i due apparissero così intimi.
- E suo marito lascia che sua moglie civetti con un altro così apertamente?- disse Belle non riuscendo a trattenersi.
- Suo marito è morto un anno fa, quindi adesso è di nuovo libera. Spero solo che papà non torni vittima della rete di Cora, perché quella donna è una vera arpia. Pensa che ha cacciato di casa sua figlia Regina solo perché non approvava la sua relazione con un giovane di origini più umili -
- Credevo queste cose non esistessero più nel 2016 – commentò Belle.
- A questo punto mi chiedo chi tra noi abbia davvero una mentalità “provinciale”…- concluse Wendi.
Belle continuò a fissare i due: Cora aveva una mano poggiata sulla gamba di Gold e questo le sussurrò qualcosa all’orecchio.
Avrebbe voluto lasciare casa in quell’istante e andare a piangere da qualche parte, ma Bae la prese per mano e si sentì in trappola.
- Belle, lui è il mio carissimo amico Will. E’ tornato giusto ieri da New York, studiamo nella stessa facoltà-
- Molto piacere…- le disse il ragazzo porgendole la mano.
- Piacere mio…-
Era un ragazzo piuttosto carino, alto e con uno stile molto più sportivo rispetto al resto degli invitati.
- Non amo molto queste feste, ma Bae ha insistito tanto per non farlo sentire a disagio, così eccomi qui-
- Allora non siamo stati gli unici presi in ostaggio!- commentò Belle, cercando di non far trasparire i suoi reali sentimenti e mascherando la tristezza con un sorriso di circostanza.
- Bae mi ha parlato molto di te, dice che sei la sua migliore amica…-
Belle avrebbe tanto voluto chiudere quella conversazione e scappare, ma poi si disse che non era giusto trascorrere la serata in solitudine, quando aveva la possibilità di farsi nuovi amici.
- Davvero? Non sapevo avesse un’opinione così alta di me…-
Bae fece spallucce, ma presto si allontanò con Wendi e i due rimasero soli.
- Ti va di sederti?- le chiese Will.
- Volentieri…-
Così presero posto in un divanetto libero, proprio frontale a dove erano seduti Gold con Cora.
Bevve un lungo sorso di prosecco e s’impose di non voltare mai lo sguardo verso i due.
- Cosa fai nella vita?- le chiese il ragazzo.
- Sono la bibliotecaria della città, ma aiuto anche mio padre nel suo negozio di fiori. Quando ho del tempo libero, organizzo eventi per la città insieme ad una piccola associazione culturale, mi piace tenermi impegnata e dare un mio piccolo contributo per migliorare la qualità della vita di Storybrooke-
- Davvero interessante! Io invece studio psicologia insieme a Bae…-
Il ragazzo continuò a parlare e lei ogni tanto diede piccoli segni di vita, come sorridere a una sua battuta, o giocare con i capelli, dire ogni tanto “sì” o “no”.
Non riusciva a farsi coinvolgere da quella conversazione, perché sentiva distintamente di essere osservata.
Non sapeva come trovare una scusa per voltarsi senza sembrare ridicola, ma appena sentì qualcuno salutarla alle spalle, ne approfittò immediatamente.
- Ehi Anastasia! Posso presentarti Will?-
Belle si alzò e così il ragazzo la imitò. Lei ne approfittò per guardare oltre le spalle di Anastasia e notò il signor Gold intento a fissarla.
Pensava che lui avrebbe voltato lo sguardo una volta che i suoi occhi si fossero posati su di lui, ma così non accadde, anzi, se possibile la fissò con sfida, continuando a bere sensuale il suo prosecco.
Belle ricambiò il suo sguardo e si chiese perché avesse quel comportamento così ambiguo nei suoi confronti.
Cora notò lo scambio di sguardi tra i due e catturò nuovamente l’attenzione dell’uomo.
A quel punto Belle ne ebbe abbastanza e cercò una scusa per andare via.
- Ragazzi, vado a cercare qualcosa da bere, a dopo-
Si voltò un’ultima volta, ma Gold stava parlando nuovamente con Cora.
Vide Anastasia e Will sedersi nel divanetto dove prima era seduta lei e per un attimo pensò che potessero essere una bella coppia.
Alcuni degli invitati la fermarono per conversare (la maggior parte erano tutti ragazzi e amici di Bae), ma lei riuscì a evitare tutti e uscire di casa.
Per la seconda volta nello stesso giorno, respirò a pieni polmoni e fu felice di poter essere fuori casa.
Camminò senza meta nel giardino, ma anche lì era pieno di gente, nonostante fossero ormai passate le 11 di sera, così decise di scomparire nell’ombra e andò in direzione della spiaggia.
Una volta arrivata, si tolse le scarpe alte e lasciò che i piedi potessero godere dei granelli di sabbia decisamente più freschi dei suoi soliti standard nelle ore diurne.
Il vento portava a riva piccoli spruzzi di mare e Belle si godette quell’ennesima sensazione di freschezza sulla pelle.
Sarebbe stato così semplice poter vivere di quelle piccole cose… Era felice della sua vita, ma aveva quel tassello mancante che la stava distruggendo lentamente…
Sarebbe stato più facile innamorarsi di un ragazzo della sua età, magari di famiglia umile come la sua, che non avesse una donna di bella presenza che potesse portarglielo via.
Forse, semplicemente Belle era una ragazza avventuriera anche in amore. Non amava le cose facili, le piaceva lottare e conquistarsi le cose, così era stato per il lavoro e così sarebbe stato in amore. Questo ovviamente non significava le piacesse soffrire e non aveva di certo programmato di innamorasi di un uomo come Gold.
Piccole lacrime le rigarono il viso, perché la mente non faceva che tornare a pochi istanti prima, a Gold e Cora che conversavano amabilmente, con i corpi estremamente vicini tra loro.
Si sedette sulla sabbia, rannicchiò le gambe al petto e vi affondò il viso sopra.
Lasciò che il venticello della notte potesse cullare il suo dolore e magari sperò potesse espellerlo dal suo corpo sofferente.
Stette così per parecchio tempo, non seppe se venti minuti o un’ora intera, ma iniziò a sentire freddo, così strofinò le mani lungo le braccia e le gambe per farsi calore. Poi a un tratto sentì qualcosa di caldo scivolarle sulla schiena e avvolgerla dolcemente.
Si voltò ed ebbe un tuffo al cuore.
- Così ti prenderai una bronchite, mia cara…-
Belle non seppe cosa fare, o cosa dire. Tossì leggermente, per schiarire la voce.
- Come mai da queste parti?- chiese freddamente.
- Bae si è preoccupato non vedendoti più alla festa, così ho pensato fosse meglio venirti a cercare, prima che chiamasse la polizia – a questo Belle sorrise leggermente – anche se in realtà sapevo benissimo dove trovarti…-
Gold si sedette accanto a lei e per istinto Belle si accucciò nella sua giacca. L’odore di lui la avvolse talmente tanto da farle girare la testa.
Usò ogni fibra del suo corpo per rimanere lucida.
- Ho forse incorporato un locatore di posizione? – ebbe il coraggio di ironizzare.
Anche se erano seduti al buio, Belle riusciva comunque a scorgere i dettagli del volto, grazie ai fari della strada che tenevano in penombra gran parte della spiaggia.
- No – rispose ridendo – è che ogni mattina ti vedo passeggiare in riva al mare, quindi ho pensato non potessi essere in nessun altro posto…-
Belle si trovò spiazzata da quella rivelazione. Credeva di essere al sicuro dallo sguardo di tutti almeno nelle prime luci dell’alba, ma non era così.
- Non sapevo di avere un osservatore speciale…-
- Non è colpa mia se ogni mattina vado a bere un caffè nel bar qui di fronte… Non posso certo preferire la visuale dell’interno del bar a quella del mare, della spiaggia e delle prime luci del giorno…-
- Non fa una piega…-
Stettero un po’ in silenzio ed entrambi si godettero quella sensazione di pace.
- Sei davvero carina stasera…- le disse Gold voltandosi a guardarla.
- Grazie… Ma è tutto merito di Ruby, è lei che ha insistito per farci comprare dei vestiti nuovi per la serata…-
- Siete tutti molto eleganti, ma ti assicuro che parecchi sguardi sono caduti su di te stasera. Il mio compreso -
Belle si sentì avvampare. Non era pronta a ricevere simili complimenti. Ma una parte di lei s’infastidì.
- Non credevo aveste trovato il tempo per osservare me e gli altri. Sembravate parecchio preso da una fitta conversazione con “Cora” – marcò bene il nome della donna, non riuscendo a sopprimere la gelosia.
- Con Cora? Ahahhaha, non dirai sul serio?- ma lei non ammorbidì lo sguardo – Mi stava solo aggiornando su alcuni pettegolezzi della città, inoltre sembra che tra qualche settimana sposerà un ricco imprenditore, più giovane di lei di parecchi anni…  Se parlavamo così vicini e a voce bassa, è solo perché lei non ha perso occasione per raccontarmi dettagli piuttosto “intimi” di questa nuova relazione…-
- Se sta per sposarsi, perché è venuta sola?-
- Mi sorprende questo tuo interesse per Cora, comunque il ragazzo è fuori città per lavoro, tornerà domani, ma Cora non è certo il tipo di donna da rimanere a casa a cucire come Penelope in attesa del ritorno del suo uomo…-
- Non volevo far riferimento a ciò…- precisò lei.
- Se ci tieni tanto a saperlo, Cora non è più tra i miei interessi sentimentali da parecchio tempo. Non m’importa chi si porti a letto, chi sposi, o chi abbia per amante fisso. I miei pensieri sono focalizzati su altro -
- Come sempre vuoi uomini non fate altro che pensare al lavoro! -
Belle sentì Gold avvicinarsi piano e si sentì sfiorare una guancia da una sua mano.
Le spostò alcune ciocche di capelli che le incorniciavano il volto e soffiò piano a un orecchio.
- Ma io non ho affatto parlato di lavoro…-
Perché doveva confonderla così? Perché lasciare che tutto sia messo sul piano dell’equivoco?
Belle si sentì frustrata, ma ne ebbe abbastanza di tutto ciò.
- Perché continuate a confondermi così? Se avete qualcosa da dirmi, allora fatelo adesso! Sono stanca di dovermi sforzare di capire cosa vi passi per la testa. Un attimo prima ridiamo e scherziamo, quello dopo parliamo di argomenti seri e fin qui credo sia semplicemente il rapporto tra due amici, ma poi vi vedo trattarmi come non fate con nessun altro, addirittura stavamo quasi… Stavamo quasi per….- non riuscì a finire la frase per il troppo imbarazzo, così voltò il capo e smise di parlare.
Ci fu un attimo di silenzio, in cui Gold sospirò parecchie volte prima di tornare a parlare.
- Devi capire che non è facile per me, Belle. Sono più grande di te di quindici anni, sono il padre di un tuo caro amico, penso sempre che potresti meritarti qualcuno che sia meglio di me… Perché non sono un uomo da amare. Mi hanno abbandonato tutti, sono un uomo difficile, testardo e intrattabile. Nessuno potrà mai amarmi davvero…-
- Il vostro problema è credere di sapere sempre tutto! Basterebbe parlarne! Non si può giungere a conclusioni affrettate!-
- E’ facile per te. Non sei certo tu quella che rischia di sciupare gli anni migliori di chi si ama. Ma io sì e non voglio che tu possa soffrire a causa mia! Sono un lupo solitario, ho sempre preferito tenere tutto dentro, piuttosto che rischiare di rimanere ancora più solo! Non capisci che avrei preferito ignorare i miei sentimenti, piuttosto che perderti?-
Belle si voltò per guardarlo negli occhi. Non gli era mai apparso così fragile.
Le lacrime erano trattenute a forza, così per istinto sollevò le mani e gli accarezzò il volto.
All’improvviso, piccole gocce d’acqua toccarono i volti di entrambi, così sollevarono gli occhi al cielo e in meno di un minuto iniziò a piovere.
Risero entrambi a quello scherzo del destino.
La pioggia lavò via il rancore di Belle. Scoprire che anche Gold avesse un animo fragile come il suo, se possibile la fece innamorare ancora di più.
I vestiti iniziarono a inzupparsi d’acqua, così Belle lasciò scivolare la giacca e si sporse verso Gold.
- Io sono solo innamorata e tutto ciò che chiedo è di ricevere amore…- gli disse a un soffio dalle sue labbra – Voi mi amate, signor Gold?-
L’uomo le accarezzò i capelli e con mani tremanti le sciolse la coda.
- Sì, Belle, ti amo anch’io… Ma da questo momento dammi del tu. E chiamami Robert… -
Con prepotenza annullarono le distanze. Le bocche si cercarono affamate, per incontrarsi a metà strada e poter finalmente dar sfogo alla passione.
Il bacio divenne subito intenso. Si saggiarono con la foga dettata dalla pioggia, che scorreva ancora tra i loro corpi, tra quella sofferenza durata parecchi anni. Perché era bello sapere che quei sentimenti repressi fossero in realtà condivisi dall’altro.
Robert le strinse la schiena e la sollevò di poco, fino a far incontrare i propri petti.
 Belle sentì il seno schiacciarsi contro la stoffa della camicia di Gold, che a causa dell’acqua era ormai diventata come una seconda pelle.
Robert scese a baciarle il collo, Belle non potè che sospirare di piacere e affondò una mano tra la chioma grigiastra che tanto amava.
L’acqua rendeva i loro corpi ancora più morbidi e la voglia di saggiarsi non si placò.
Belle iniziò a sbottonare la camicia e piano gli baciò il petto, così lui si sentì in dovere di sfiorarle il seno nei punti lasciati scoperti dall’abito.
In lontananza si sentirono delle voci e con malavoglia Robert interruppe quella piacevole attività.
- Non qui… Torniamo a casa…-
Belle fu d’accordo con lui, così si presero per mano e a fatica si misero in piedi.
Arrivare a casa fu molto più complicato del previsto, perché ad ogni passo dovevano fermarsi per scambiarsi un bacio leggero, o accarezzarsi per un millesimo di secondo.
Per fortuna gli invitati erano andati via (Belle non si rese conto dell’ora tarda), così lei e Robert salirono le scale tentando di non fare rumore per non essere scoperti, entrarono nella stanza di lui e chiusero la porta alle loro spalle.
La stanza era avvolta dal buio, ma questo non fece che accendere la passione, così Belle si aggrappò al petto di lui e lo baciò con forza.
Sentì Robert cercare a tentoni qualcosa nel muro e poco dopo si accese la luce della bajour.
Quel poco di luce illuminò il corpo di entrambi e Belle si concesse qualche secondo per ammirarlo.
Gli abiti erano inzuppati d’acqua, ma i primi bottoni erano aperti a causa di ciò che aveva iniziato in spiaggia; le labbra erano gonfie dai troppi baci; i capelli cadevano scomposti, ma anche da bagnati avevano un aspetto magnifico. Ciò che però la catturò, fu il suo sguardo, che stavolta non era semplicemente penetrante… Era uno sguardo che le prometteva tante cose, ma che soprattutto non perdeva occasione per scrutarla e farla sentire desiderata.
Dopo quello scrutarsi a vicenda, i loro sguardi s’incontrarono ancora.
- Sei bellissima…- le ripetè.
Così Belle lasciò che le scarpe cadessero al suolo e dedicò ogni sua piccola attenzione solo all’uomo.
Strinsero i corpi facendoli diventare un tutt’uno poi Belle tornò ad occuparsi della camicia di Robert e quando tutti i bottoni furono liberati, lasciò che la camicia andasse a fare compagnia alle sue scarpe, così la fece scivolare lungo le spalle e finalmente ebbe tutto il petto a sua disposizione.
Robert nel mentre le aveva abbassato la zip del vestito e con piccole carezze, lo fece scivolare lungo il suo corpo. Belle si trovò così con solo l’intimo a coprirla, ma non si sentì in imbarazzo. Con Robert si sentiva solo protetta e amata. Belle, dopo tanto tempo si sentì donna.
Di tacito accordo, si presero per mano e si lasciarono avvolgere dalla freschezza delle lenzuola in seta rosse.
Robert era stato molto attento con lei, le chiese più di una volta se fosse certa di ciò che stavano per fare, ma Belle non si era mai sentita così pronta in vita sua.
Accoglierlo in sé fu un’emozione unica e Belle sperò con tutta se stessa che quella potesse essere la prima di tante altre volte.
Si sussurrarono ti amo parecchie volte e quando raggiunsero l’amplesso, respirarono a pieni polmoni, per poi cadere stanchi ma soddisfatti sulle lenzuola scomposte.
Non si dissero niente, perché le emozioni erano troppe, ma Belle poggiò il capo sul suo petto e sentì distintamente il cuore galoppare all’impazzata. Sorrise, perché il suo cuore correva allo stesso ritmo e per provarlo, prese una mano di Gold e la portò al suo petto.
L’uomo alzò il capo di poco e le baciò la nuca.
Morfeo li accolse tra le sue braccia qualche istante dopo e sia Belle che Robert, si godettero il sonno più quieto della loro vita.
 
Quando Belle si svegliò, alzò il capo per istinto. Sentiva alcune ossa del corpo un po’ rotte e soprattutto si sentiva parecchio nuda.
Con un occhio riuscì a scorgere quella stanza a lei sconosciuta: era ampia, con un bellissimo divano frontale al letto, le vetrate erano coperte da una tenda bianca, ma a causa della sua trasparenza, poteva vedere il sole illuminare la spiaggia che tanto amava.
Lo sguardo però non si fermò lì, così accarezzò le lenzuola in seta rossa e poi toccò qualcosa che non si aspettava.
Fu così che scoprì che tutto ciò non fosse solo un sogno, ma la realtà.
Ruotò il capo un’ultima volta, sentendosi accarezzare dolcemente la schiena.
Fu il sorriso più sincero dopo parecchio tempo e fu felice di vedere il suo sorriso riflesso in quello luminoso di Robert.
- Buongiorno…- la accolse felice. Annullò subito le distanze, per sfiorarle le labbra con le sue – avevo paura fosse solo un sogno, ma quando mi sono svegliato con ancora il tuo calore addosso, ho capito che era tutto vero…-
- Anche per me è stato lo stesso… Finalmente sono felice…-
Si accucciò di nuovo sul suo petto e iniziò a compiere dei cerchi attorno all’ombelico.
- Dunque non ti penti di niente?- le chiese tra una carezza e l’altra.
- Assolutamente no. Spero non ti sia pentito anche tu…-
Robert impiegò qualche istante prima di rispondere e Belle ebbe paura si fosse pentito davvero.
- Devo ammettere che se immaginassi la stessa situazione con un altro me stesso, credo che la prima reazione sarebbe stata scansarti con forza già dopo il primo bacio, magari dirti che ti stavi approfittando della mia posizione sociale, ribadirti che nessuno potrà mai amarmi davvero, forse cacciarti dalla mia vita per un po’, ma pentirmene amaramente un istante dopo. Magari avrei tenuto la tazzina scheggiata come sorta di oggetto simbolo dei miei sentimenti, che avrei protetto con tutte le mie forze finchè non ti avrei ritrovata…-
- Un quadro della situazione piuttosto definito…- ci rise su.
- Sì, devo dire che immaginandomi un altro me, sarebbe stata sicuramente questa la reazione. Ma dato che questo Robert vive nel 2016 ed è stanco di rimanere solo nella sua oscurità, ti dico che no, non mi sono pentito di ciò che abbiamo fatto, ma anzi, mi piacerebbe averti al mio fianco da ora in poi… - Belle fece le fusa a quella notizia, tanto da farlo ridere per quanto lo stesse solleticando con i suoi lunghi capelli. La baciò appena e poi continuò – ovviamente non ti sto chiedendo di sposarmi domani, ma vorrei davvero poterti frequentare come mia fidanzata… Non voglio affrettare niente, sia chiaro, vorrei solo ti sentissi impegnata con me…-
Belle lo strinse forte e gli baciò il petto.
- Ovvio che lo voglio! Non desidero altro che essere la tua compagna!-
Robert la fece girare e catturò le sue labbra.
Era il risveglio più dolce di sempre…
Ma ad un tratto sentirono la porta aprirsi di botto ed entrambi rimasero paralizzati. Troppo presi dalla passione, avevano dimenticato di chiudere a chiave.
- Ehi papà, sei ancora qui? -
Bae fece capolino dietro la porta e anche lui rimase paralizzato quanto loro.
- Bae, ascolta…- iniziò Robert, ma il figlio chiuse prontamente la porta.
- Non c’è bisogno che mi spieghi niente – rispose – sapevo che tra voi due prima o poi sarebbe scoccata la scintilla, non dovrete avere imbarazzo con me da ora in avanti… E’ che fa già un certo effetto vedere papà nudo, se oltre ad essere nudo lo è anche la mia migliore amica e sono entrambi a letto insieme, beh… Diciamo che una reazione shock è lecita. Ma vi giuro che approvo. Non so se voi due ne abbiate discusso, non so nemmeno da quanto va avanti questa cosa… Sappiate solo che per me va bene, ok? -
- Ti ringrazio Bae, sei il figlio migliore che potessi desiderare. Sapevo di poter contare su di te -
- Belle sta bene? -
- Sì Bae, sto bene… E sono felice. E grazie per quello che stai facendo per noi… Credo che per l’imbarazzo serva solo un po’ di tempo. E scusami, perché non volevo lo venissi a sapere in questo modo. Ti prometto che saremo più discreti in futuro -
- Allora è tutto ok. Abbiamo chiarito ogni cosa. Adesso vado a fare colazione… Se volete potete raggiungerci più tardi, o non so… Se avete altri programmi non è poi così importante fare colazione tutti insieme, cioè, solitamente non facciamo mai colazione tutti insieme, ma se vi andrebbe ne saremo tutti felici…-
- Grazie Bae, per ora va bene così, in caso cambiassimo idea ci vediamo in cucina- disse Robert per interrompere l’imbarazzo del figlio.
- Bene… Sì, allora a dopo…-
Sentirono il rumore di passi che si allontanarono dalla stanza.
Robert si alzò e chiuse la porta a chiave, poi tornò a letto e stavolta fu lui ad accucciarsi nel petto di Belle.
- Direi che è stato un risveglio un po’ più turbolento del previsto…- commentò lei.
- Chiudere la porta a chiave è stato decisamente l’ultimo dei miei pensieri. La prossima volta devi cercare di trattenere i miei istinti. Potremmo fare ciò che vogliamo subito dopo aver chiuso porta e finestre-
- E ai miei istinti chi ci pensa?-
- Voi donne avete questa abilità di riuscire a tenere a mente più cose nello stesso tempo. Noi uomini ci confondiamo già al secondo punto -
Belle gli baciò la folta chioma grigiastra, poi lo strinse a sé con possesso.
- E va bene. Vorrà dire che mi limiterò a baciarti solo quando saremo in camera da letto -
Questo provocò l’uomo, che alzò il capo e la fulminò con lo sguardo.
- Non se ne parla nemmeno! Questo vale solo per quando ci concederemo a lunghe, lunghissime ore d’intensa attività fisica. I baci sono come l’aria, non posso certo farne a meno…-
Per imprimerle meglio il messaggio, Robert si sollevò di poco e le diede un bacio leggero.
- Ok. Ti prometto che farò attenzione, ma sarà anche tuo dovere non provocarmi quando siamo fuori casa…-
- Mmmm, farò quel che posso, ma non prometto niente…-
Belle gli accarezzò il volto. Le sembrava ancora assurdo che tutto ciò stesse succedendo davvero.
- Sono felice, molto felice…- ripeté, sentendosi un po’ troppo sdolcinata per i suoi standard.
- Lo sono anch’io, moltissimo…-
Suggellarono quel momento perfetto con un bacio che si fece subito appassionato e intenso.
Pian piano tornarono a sgualcire le lenzuola e fare il bis di quelle emozioni provate solo qualche ora prima. Perché si sa, quando fai l’amore con la persona che ami, ogni volta scopri un’emozione diversa.


 
La fine dell’estate porta in tutti un sentimento di malinconia, ma per Belle e Robert, quella vacanza di metà Settembre segnò l’inizio di qualcosa di molto più profondo e duraturo di una semplice estate di relax.
Belle e Robert, scoprirono che quando il cuore è colmo del calore dell’amore, qualsiasi stagione diventa calda e accogliente quanto il sole di mezza estate. E da quell’anno, Settembre divenne il loro mese preferito.
Capitò così che si fidanzarono ufficialmente a Settembre e si sposarono l’anno dopo a Settembre e coincidenza volle, che anche il loro primogenito nacque nel mese di Settembre.
La vita di coppia andò avanti tra alti e bassi, come qualunque altra coppia a questo mondo, ma si sa, il vero amore non muore mai, accompagna i suoi viaggiatori fino alla fine dei propri giorni.
 
 

FINE

* Il vestito di Belle è questo indossato da Blake Lively: 




 


































Grazie per aver seguito questa mia piccola storia, spero vi sia piaciuta. Mi ha divertito molto scrivere di Gold e Belle con toni così leggeri, immaginandomi anche i loro comportamenti fuori dal reale contesto in cui li conosciamo... 

 


 


Fatemi sapere che ne pensate lasciandomi un commento.
Un bacione e alla prossima!!

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