Strawberries, Cherries And An Angel's Kiss In Spring

di imtheonekeepingyoualive
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1- Fatal Crash ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2- Friuts, Piercings and Kisses ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1- Fatal Crash ***


strawberries1 Strawberries, Cherries And An Angel's Kiss In Spring


Capitolo 1- Fatal Crash





Si chiuse il portone alle spalle con uno sbuffo frustrato.
Doveva finire quei bozzetti per lo storyboard entro domani o il filmato sarebbe andato a farsi benedire. E i suoi compagni di corso non ne sarebbero stati molto felici.
Si mise meglio la tracolla sulla spalla e allungò la mano a recuperare il pacchetto di sigarette che aveva in tasca.
Si fermò al semaforo, in mezzo ad un mucchio di persone, e ne approfittò per accendersene una, incurante del rischio di incendiare i capelli della donna davanti.
Finalmente diventò verde e mosse velocemente i passi in avanti, arrivando dall' altra parte.
Aveva tempo di mangiare qualcosa, oppure bere un caffè, e correre a comprare i colori che erano terminati.
Lanciò una fugace occhiata all' orologio e si decise ad aumentare l' andatura. Prima si muoveva, prima sarebbe arrivato.
Arrivò nei pressi del parco e svoltò a sinistra, trafelato. Rischiò la collisione con una ragazza platinata e barbottò qualcosa di incomprensibile.
Passò davanti ad un chiosco, di quelli fatti con le casse di legno capovolte. Sul tendone rosso che ricopriva la bancarella, campeggiava un cartello con scritto "fruttivendolo".
Voltò il viso verso i frutti e invertì la marcia. Dio, aveva davvero fame adesso che ci pensava.
E c' erano così tanti colori.
Si fermò davanti al cesto di mele e iniziò a guardare. Erano rosse, scure e lucide. Poco sopra c' erano delle pere, marroncine e grandi. I kiwi e le arance. E altri, altri... Come poteva avere così tanti frutti?
Venne riportato alla realtà dalla voce del venditore.
- Sono belli eh? - Gli chiese, soddisfatto.
Alzò gli occhi sorpreso e sorrise, timido.
- E sembrano anche buoni. - Disse.
- Non lo sembrano, lo sono. Tieni, assaggia. -
Lo vide prendere una mela, lavarla e porgergliela. Spalancò gli occhi stupito e si tirò indietro.
- No, si figuri. -
- Fidati, assaggiala. -
Guardò negli occhi il signore ancora per qualche momento, poi, prese il frutto.
- Grazie. - Mormorò, prima di dare un morso.
Sentì il succo bagnargli le labbra e la polpa dolce e farinosa sul palato. Era buona sul serio!
Masticò con gioia e sorrise.
- Me ne dia un pò, che le porto a casa. Qualche pera, facciamo cinque kiwi, quelle banane, e... Ma sì pure delle ciliege. Basta, credo. -
Ridacchiò, mentre l' uomo lo serviva con una grande espressione gioviale sul viso.
- Lo sai? Ho un nuovo arrivo che sono sicuro si esaurirà in un baleno. -
Afferrò il sacchetto che il fruttivendolo stava fecendo oscillare proprio sui frutti e si accigliò, curioso.
- Davvero? E cos'è? -
Lo vide sorridere come se si fosse aspettato quella domanda e si girò.
Gerard continuò a mangiare mentre cercava di capire cosa stesse facendo l' uomo vicino al furgone. Ci sparì dentro e ne uscì con un cesto, un' altro.
Ritornò davanti a lui e glielo mostrò.
- Ecco, guarda. -
No, quelle no...



Salutò e, con altri due sacchetti in mano, mosse un piede a sinistra.
Peccato che si scontrò subito con qualcuno. Sentì l' impatto e rimase spiazzato.
Era un ragazzo ben messo, quindi non era caduto per così poco, come invece era successo all' altro.
Gerard lo guardò per qualche secondo, ancora basito. Era un ragazzetto, mingherlino e basso. Tipo strano, con dei capelli arancioni che una volta dovevano essere stati rosso semaforo. Piercings e abbigliamento da ribelle.
Aveva inquadrato il genere.
Stava per allungare una mano per aiutarlo ad alzarsi, quando l' altro parlò.
- Non puoi stare attento a dove vai? -
Il moro si bloccò, preso in contropiede. La sorpresa ben presto si trasformò in fastidio.
- Fino a prova contraria mi sei venuto tu addosso. -
- Io? Ma se stavo camminando dritto! Tu ti sei girato e non hai guardato! -
Gerard aprì la bocca, offeso, e lo guardò rimettersi in piedi. Rimase a fissarlo male per un' altra manciata di secondi, poi si allontanò, senza parole.
- Ehi, almeno chiedi scusa, maleducato! - Gli urlò dietro il piccoletto, facendolo innervosire ulteriormente.
Si fermò, voltandosi e gridò anche lui.
- Chiedila tu, invece, ragazzino! -
Non aspettò nessuna reazione, semplicemente si girò e riprese a camminare.
Non aveva davvero tempo per stupidi marmocchi che credevano di poter sottomettere il mondo. Aveva dei disegni da finire lui e dei colori da comprare.
Con passo pesante si diresse verso il negozio di belle arti vicino casa.
Fortuna che non abitava lontano dall' università, altrimenti sarebbe stato spacciato.
Come sempre dovette aspettare un' infinità di tempo ai semafori, ma finalmente riuscì a scorgere l' entrata del negozio.
Sospirò e spinse l' uscio, che si aprì con uno scampanellio allegro.
Vide subito il vecchio proprietario, con i suoi spessi occhiali di tartaruga, dietro il bancone.
- Gerard, che piacere rivederti! - Esclamò, quando lo riconobbe.
Ormai lo conosceva bene, visto che praticamente ogni settimana veniva a rifornirsi nel suo negozio. Ed erano diventati anche amici, se così si poteva dire.
- Carl. - Lo salutò, sorridendo.
- Hai bisogno di...? - Chiese, ormai abituato.
- Primari, acrilici. China 0,5; 0,2; 0,05. E' incredibile quanta ne usi... Ah, e dammi altri due blocchi, per favore. -
Si appoggiò al ripiano e aspettò che gli portasse quello che aveva richiesto. Prese un catalogo che trovò lì sopra e iniziò a sfogliarlo.
Lo sentì trafficare nel retro. Un rumore famigliare.
- Ecco quello che ti serve... - Disse l' uomo, mentre metteva tutto davanti alle mani di Gerard.
Il ragazzo scorse con lo sguardo il tutto per controllare e annuì.
- Ok, grazie. -
Allungò una banconota e attese il resto. Poi infilò tutto nella tracolla, che seriamente rischiava di scoppiare.
- Scusa se non rimango più a lungo, ma devo scappare assolutamente. A presto! -
- A presto, buon lavoro! - Rispose l' altro, ridacchiando.
- Speriamo! Altrettanto! -
Sentì di nuovo lo scampanellio ormai conosciuto e si diresse a destra. Si fermò un secondo a scrutare il cielo, che si era man mano ingrigito.
Stava per piovere, ne era certo.
Iniziò a correre verso casa, poco lontana.
Quando aprì la porta principale alcune gocce avevano iniziato a cadere. Prese a salire le scale, con foga e arrivò al suo appartamento.
Infilò la chiave nella toppa e fece scattare la serratura. Spinse l' uscio con un piede, mentre nel frattempo cercava di estrarre la chiave.
Finalmente riscì ad entrare e a chiudere. Si diresse subito verso la cucina e poggiò tutto sul ripiano, poi si tolse la tracolla dalla spalla e si spogliò del cappotto.
Quando appese il capo all' ingresso, tastò le tasche per cercare il cellulare. Destra, sinistra, quella in alto.
Niente.
Provò nelle tasche dei pantaloni, vuote anche quelle se non per il pacchetto di sigarette.
Allora andò a controllare nella tracolla, se per caso, in un momento di distrazione, l' aveva infilato lì.
No.
Il cellulare era definitivamente scomparso.
- Ma cazzo! - Sbottò, dando un calcio ad una gamba di una povera sedia innocente.
Doveva essergli caduto durante il tragitto. O magari l' aveva perso in università.
Bell' affare. Se fosse tornato a controllare, non l' avrebbe più ritrovato.
Sospirò affranto e si stropicciò la faccia.
Cazzo... E doveva anche fare quel cavolo di lavoro, oltretutto. Sarebbe rimasto sveglio per finirlo.
Con il muso lungo e il morale a terra iniziò a svuotare la borsa, sparpagliando tutto sul tavolo.
Poi si allontanò ed andò in cucina, per mettere gli acquisti in quella fruttiera che gli aveva sbolognato la mamma quando si era trasferito.
In coma profondo e con movimenti degni di un bradipo, iniziò a tirare fuori tutto dalle borse di carta.
Quando arrivò alle fragole non riuscì a resistere e finì per mangiarne quattro.
Mise via le borse, perchè potevano sempre tornare utili, e si apprestò a cominciare a lavorare. Tornò al tavolo e iniziò a mettere compulsivamente a posto le cose.
Poi capì che si sarebbe alzato altre sette volte per andare a prendere qualche fragola e decise di portarsele appresso.
Si sedette e, con un frutto mezzo mangiucchiato in mano, iniziò a pensare.




Stava finendo di ripassare a china, quando lo squillo del telefono di casa gli fece prendere una sincope.
Fissò lo sghiribizzo che aveva fatto sul foglio con sguardo allarmato. Spalancò gli occhi e sentì il cuore fermarsi.
Non poteva essere, no.
Avrebbe ucciso chi aveva avuto la malaugurata idea di chiamarlo.
Si alzò furente dalla sedia e si avvicinò al telefono. Alzò la cornetta e se la portò all' orecchio.
- Chi è?! - Urlò.
Se fosse stata sua madre l' avrebbe preso a male parole, se fosse stato Mikey avrebbe capito l' antifona e avrebbe aspettato il cazziatone in silenzio, fosse stato Matt che lo invitava ad uscire, l' indomani l' avrebbe soffocato.
Quindi gli andava bene in ogni caso. Sfogo assicurato.
Invece sentì una voce che non si sarebbe mai aspettato.
- Ehm, sono Frank scusa. Lo so che non mi conosci, ma ho trovato il tuo cellulare per terra. Ho pensato di provare a chiamare CASA... -
Gerard spalancò la bocca, sorpreso. Si era già dimenticato di tutti i piani di omicidio di massa.
- Ah... Ah, sì, scusa. Grazie! Sei stato gentile a chiamare. - Disse, sinceramente colpito.
- Ma niente figurati, a me darebbe fastidio se lo perdessi.  Se mi dici dove sei te lo posso riportare. -
Si ritrovò a sorridere per i modi dell' altro. Non capitava spesso di incontrare gente così disponibile.
- Saresti davvero un santo. - Lo sentì ridacchiare. - Io abito al 2410 di Main Street. Interno 3C. -
- Oh, sei vicino! Io abito poco distante da te. Non è un problema. Dieci minuti e sono lì. Ah, che nome devo schiacciare? -
Si lasciò sfuggire una risata e chiuse gli occhi.
- Way. Mi chiamo Gerard Way. -





Tornata con un' altra storia di soli due capitoli, veramente sciocca. xD
Mi rispecchio tanto in quello che fa Gerard, perchè anch' io finisco sempre per comprare l' intero mercato della frutta, non guardo dove vado e finisco addosso alla gente (che però non mi urla addosso come ha fatto Frank) e lasciavo così tanti soldi al negozio di belle arti da farmi piangere. UU
E ho perso il cellulare più di una volta. XD E mi hanno richiamata a casa.
Che ciulo.
Però...
Non ho avuto Frank Iero a riportarmelo... -_-''

Vabbè, avete capito no? Gerard Way it's Me. XD
Ringrazio tutte quelle che leggeranno e *si spera* commenteranno!
Luv Ya!

XOXO Sory ^^

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Capitolo 2
*** Capitolo 2- Friuts, Piercings and Kisses ***


strawberries2 Strawberries, Cherries And An Angel's Kiss In Spring


Capitolo 2- Fruits, Piercings and Kisses




Gerard abbassò la cornetta con un sorriso sul viso.
Era stato un colpo di fortuna inaspettato questo e gli sembrava quasi che la serata fosse migliorata. Grazie solo ad una teleofnata di uno sconosciuto.
Decise di tornare al tavolo mentre aspettava l' arrivo del ragazzo e mangiò l' ennesima fragola.
Fissò il disegno che aveva rovinato con la china, prima. Sospirò e pensò che avrebbe dovuto rifarlo, perchè non poteva nemmeno grattarlo via con la lametta.
Avrebbe bucato il foglio.
Poi il campanello suonò, facendolo leggermente sobbalzare. Si asciugò le dita dall' acqua delle fragole e si avvicinò alla porta, l' aprì e si fiondò sulle scale.
Scese e arrivò all' ingresso.
Pigiò l' interruttore e subito un clack fece capire che la porta era aperta.
La tirò e si ritrovò davanti un ragazzetto basso, coperto da un cappuccio nero ormai fradicio. Pioveva da dio, si accorse Gerard.
- Oddio, vieni dentro sei fradicio! - Urlò all' altro.
Subito lo prese per il braccio e se lo avvicinò, all' interno.
- Grazie. Oddio, non pensavo piovesse così tanto, santo cielo. Quando sono uscito non ho fatto in tempo a mettere un piede fuori che ero già bag... - Si fermò quando si tolse il cappuccio.
Gerard si bloccò, quando riconobbe lo stesso ragazzo che aveva urtato nel pomeriggio.
- Ah... - Riuscì solo a dire.
- Tu sei Gerard? - Chiese invece l' altro, basito.
Il moro sbattè le palpebre due o tre volte e poi annuì.
- Sì, sono io. -
- Allora... Ehm... Tieni il tuo cellulare. - Disse il ragazzo più basso, infilando una mano nella tasca e tirandone fuori il cellulare di Gerard.
Poi glielo porse, in imbarazzo.
- Grazie. - Rispose il moro, afferrandolo.
Rimasero in silenzio pesante per qualche secondo, senza sapere cosa fare nè cosa dire.
Poi Frank si mosse, infilandosi di nuovo il cappuccio.
- Beh, felice di esserti stato d' aiuto, adesso me ne torno a casa. Ah, scusa per oggi non volevo essere scortese. Eehm, ciao. -
Gerard lo guardò girarsi e pensò che era veramente piccolino. Chissà quanti anni aveva?
- Ehm, ascolta, io voglio ricompensarti. Cioè, me l' hai addirittura riportato... - Sussurrò Gerard, facendo fermare Frank.
Il piccoletto si girò e lo guardò con espressione sorpresa.
- Ma no, figurati! Nessun disturbo. Non farti problemi. -
- Almeno lascia che ti offra qualcosa di caldo, un caffè. Sei bagnato. -
Frank sembrò pensarci per un secondo, poi sorrise.
- Saresti un santo! -



Gerard tornò in salotto con due tazze ricolme di caldo liquido scuro.
Frank stava girovagando per la stanza, sbirciando a destra e a sinistra.
- Tieni, e smettila di curiosare fra le mie foto e i mie disegni. - Disse Gerard, porgendogli una porcellana.
Frank si voltò subito, come se fosse stato colto sul luogo di un delitto.
- Ah, grazie! Scusa... -
- Niente, scherzavo. - Rispose, iniziando a sorseggiare il caffè. - Ma forse dovresti toglierti quella felpa fradicia, o non servirà a niente. -
Frank abbassò gli occhi sul suo indumento e sospirò.
- Mi sa che hai ragione... - Mormorò, tranquillo.
- Toglila, te ne do una delle mie, non voglio averti sulla coscienza. Dammi, la porto ad asciugare in bagno. - Esclamò il grande, in attesa.
Il più piccolo lo guardò per un secondo, poi appoggiò la tazza sul tavolo. Abbassò la cerniera e se la sfilò, per poi porgerla a Gerard.
- Bene, torno subito. - Disse questo, prendendola.
Scomparve in bagno e appoggiò la felpa sul sifone. Poi andò in camera e recuperò una felpa dall' armadio.
Ritornò in salotto.
- Ecco, mettitela. Mi sembra che stai tremando. -
- Un pochino. - Sussurrò Frank, timido.
Lo guardò infilarsela e recuperò la tazza.
- Siediti pure sul divano, eh. Non ti mangia mica. Non vorrai stare in piedi tutta la sera. - Disse, indicando il sofà.
Il castano finì di tirarsi su la cerniera e poi guardò nella direzione indicata dal più grande.
- Oh... -
- Non sei a tuo agio. - Affermò Gerard.
- Eh? -
Frank lo guardava come un cucciolo di cerbiatto. Gerard non sapeva nemmeno come potesse essere lo stesso ragazzo del pomeriggio, soffriva forse di disturbi della personalità?
- Vedo che non sei a tuo agio. Guarda che puoi fare come a casa tua, non preoccuparti. -
- Ah, no, no. E' che... Beh, non sono abituato a queste cose. E poi vedo che sei impegnato, non vorrei disturbare. - Finì alludendo ai fogli sparsi sul tavolo, pieni di disegni e del materiale tutt' attorno.
Gerard sorrise.
- Beh, per colpa tua devo rifarne uno. -
- Colpa mia? - Chiese basito Frank.
- Sì, perchè quando mi hai chiamato prima, ho sbagliato. E mi tocca rifarlo. -
- Oh, mi... Mi dispiace. -
Sembrava mortificato. Gerard si sentì in colpa, gli sembrava di stare trattando male un bambino, per la miseria.
- Ma tranquillo, tanto lo sapevo che sarei rimasto sveglio l' intera notte per terminarli. Sono un pò pignolo per queste cose. -
Alzò le spalle e lo guardò, tranquillo. Frank sembrava sempre più a disagio che mai, ma forse si stava abituando a quel ragazzo con gli occhi verdi e i capelli neri così scuri.
- Ma lo fai per lavoro? - Chiese.
- No, studio ancora. Vado all' accademia. - Rispose Gerard, finendo il caffè.
- Ma che bello! Di sicuro dev' essere una scuola interessantissima. -
Gerard notò il cambiamento di Frank con piacere. Sembrava davvero interessato e partecipe.
Ridacchiò.
- Mi piace tantissimo, però a volte mi tocca sgobbare come un mulo. - Disse, per poi guardare l' altro con u sopracciglio alzato.
Frank rise e sembrò definitivamente scioglersi.
 - Immagino. Brutta storia il lavoro a casa. -
- La peggiore. -
Si ritrovarono a ridere insieme, come due vecchi amici che si raccontano qualcosa dopo tanto tempo senza vedersi.
- Beh, ma se devi lavorare così tanto io me ne vado. Non voglio rallentarti ulteriormente. - Esclaò, alzandosi.
Gerard sembrò pensarci un attimo, poi si alzò anche lui.
- Sai, mi farebbe piacere se rimanessi a farmi compagnia mentre lavoro, se a te non dispiace. Non vorrei addormentarmi prima di finire. -




- Ma questo è un colpo di genio! - Urlò Frank, appoggiando il foglio sul tavolo, accanto ad un altro.
Gerard rise, soddisfatto.
- Grazie. -
- No, davvero! Come hai fatto a pensare alla scimmia che diventa supereroe? Te l'ho detto, colpo di genio. - Finì l' altro.
Gerard non lo stava guardando, troppo intento a ripassare l' ennesimo schizzo. Però partecipava alla conversazione con gioia e orgoglio.
Quel ragazzo stava cominciando a piacergli sul serio.
- Frank, mi farai arrossire se continui così. -
- Ahah, prenditi i complimenti senza fiatare. - Sfarfallò il più piccolo.
- Hai ragione anche tu. -
Gerard chiuse la china e si portò una mano sul retro del collo. Iniziava a sentire la cervicale, come ogni volta che stava piegato sul tavolo per tanto tempo.
Però almeno aveva quasi finito.
- Sei stanco? - Chiese Frank.
Gerard lo guardò negli occhi.
- Un pochino. -
Poi sorrise, afferrando una fragola. Le aveva quasi finite...
Notò che Frank aveva seguito il gesto attentamente ed ebbe l' impulso di ridere.
- Ti piacciono le fragole, eh. - Disse con tono canzonatorio.
Gerard annuì.
- Sono i miei frutti preferiti. Non riesco a trattenermi quando le ho in casa. -
Alzò le spalle, afferrandone un' altra.
Frank sorrise, ma in modo strano. Gerard si voltò e indicò la cucina.
- Vuoi anche tu qualcosa? Ho fatto rifornimento oggi. -
- No, ma figurati. -
- No, dai. Mele, ciliege, banane, arance... Quello che vuoi. -
- Ma tu mangi solo frutta? - Domandò Frank, leggermente sorpreso.
Gerard si fermò, non aspettandosi la domanda. Poi rise.
- No, però mi attiravano e li ho comprati. - Disse, come se fosse ovvio.
Frank annuì, pensieroso. Gerard lo guardò per qualche secondo, continuando a massaggiarsi il collo dolorante.
Si ritrovò a pensare che era davvero carino, sembrava un bambino. Quei piercing di sicuro li aveva fatti per sentirsi più grande.
Dio, magari era un pedofilo!
- Frank, quanti anni hai? Per curiosità. - Chiese, non volendo finire in galera per nessun motivo.
L' altro lo guardo stupito, poi sorrise.
- 20. -
- 20? - Esclamò, basito.
Il piccoletto si accigliò.
- Guarda che anche se sono basso non vuol dire che sia un ragazzino! -
- Ma non perchè sei basso. Perchè... Hai un viso candido. Tranne che per quei cosi di ferro. - Disse, indicandosi il viso in prossimità dei piercings di Frank.
- Sono bellissimi. -
- Se piacciono a te, nulla da dire. -
- Perchè, a te no? -
Gerard fece un risolino, poi scosse la testa.
- Per carità. Io non mi farei bucare, per nessuna ragione al mondo. -
L' altro lo guardò basito.
- E perchè, se posso chiederlo? -
Rimase per un attimo a fissarlo tranquillamente, poi sospirò.
- Perchè ho la fobia degli aghi. E non ridere. -
Riprese a disegnare, aspettandosi già una bella risata come accadeva sempre.
Invece non accadde nulla. Alzò gli occhi e lo guardò nuovamente.
Si ritrovò un Frank ghignante davanti agli occhi e rimase senza parole.
Cazzo, da quando era diventato così carino? Da quando non era più un bambino indifeso e parecchio incazzoso, ma un ragazzo... Diciamolo, invitante?
- Eh... Ehm... Sicuro che non vuoi niente? - Domandò, per mandare via i pensieri che avevano affollato il suo cervello.
- Uhm... Credo che opterò per le ciliege. - Rispose, continuando a guardarlo con quella espressione strana sul viso.
Gerard deglutì senza farsi vedere.
- Le mangi con me? -

 

-Però dicono che ci sia un vantaggio sai? - Propruppe Frank, dopo un bel pò.
Stava masticando l' ennesima ciliegia e la voce risultava impastata.
Gerard alzò il viso, basito.
- Eeh? -
Perchè non lo capiva mai, quel ragazzo? Mettere dei soggetti nelle frasi?
- Intendevo per i piercings. -
Si mise in bocca un' altra ciliegia, poi tirò il gambo, che gli rimase tra le dita.
Di nuovo il moro si accigliò.
- E in che modo? -
L' altro lo fissò, con un sorriso sardonico sulle labbra.
Il cervello di Gerard sembrava un encefalogramma piatto. Non che di solito fosse poi così vivo, però...
- Quando ci si bacia, è mooolto interessante. -
Ecco, definitivamente morto. Cominciava anche a sentire il tipico biiip.
- B... Bacia? - Urlicchiò, muovendo le mani in modo nervoso.
Rischiò di far cadere il plico di fogli, se non avesse avuto la prontezza di salvarli.
- Sì, bacia. Dicono che faccia un bell' effetto. -
Gee inspirò, cercando di mantenersi calmo.
Altro che bambino, questo era un assatanato. Bastava sentire il tono di voce con cui stava parlando.
E lui perchè reagiva così? Non avrebbe dovuto.
Non lo conosceva, quasi.
Gerard, calma i bollenti spiriti!
- D... Dicono? Perchè, tu non lo sai? - Chiese, balbettando come uno scemo.
L' altro sbuffò divertito.
Poi lo vide sporgersi verso di lui, prima che potesse rendersene conto.
- Io lo so benissimo. Sei tu che non hai mai provato. -
Successivamente, le sue labbra morbide che toccavano le sue. E il piercing freddo sulla parte destra della bocca.
Cazzo.
Quando sentì la sua lingua leccarlo, non riuscì a frenare la sua bocca, che si aprì lasciando che entrasse.
Si ritrovò a baciare Frank, quel ragazzo che aveva conosciuto solamente da qualche ora.
Porco cane, era pure bravo. E stava rivalutando persino i piercings. 
Gli portò una mano dietro la nuca, per farselo più vicino, mentre la sua lingua gli accarezzava il palato e giocava con la sua.
Quando si staccarono erano entrambi ansimanti. Gerard sentì le labbra di Frank tendersi in un sorriso e non potè fare a meno di ricambiare.
- Allora, cosa ne pensi? - Gli chiese il piccoletto, col fiato corto.
Ridacchiò, prima di rispondere.
- Penso che... Niente male. Però sai di ciliegia. -
- E tu sai di sigaretta. -
- Buono. -
Sorrisero insieme, guardandosi negli occhi.
Frank si sporse di nuovo, facendo combaciare le loro labbra in un bacio a stampo.
Gerard scoppiò a ridere.
- Però vedo che non ti disturba, anche se so di sigaretta. -
- No, devo dire di no. Ha un non so che di primaverile. -
- Primaverile? Sei matto? -
- Hai mangiato fragole, ciliege, hai fumato e poi hai di nuovo mangiato le ciliege. Sembra New York adesso. Smog, ma con tanti gusti. -
Il più grande lo guardò senza sapere cosa dire.
Quel ragazzo era folle, ormai aveva capito.
- Non continui il lavoro? - Gli chiese, alla fine.
Fece per staccarsi, ma lo fermò, mettendogli un braccio dietro al collo.
- Aspetta. Ne ho trovato un' altro più interessante. - Disse.
Poi avvicinò di nuovo il viso al suo e lo baciò.





Così terminò la storia. xD
Cariini loro. Così squicci e tenerelli.
Alla fine Frank sa il fatto suo, Gee non è così scorbutico come vuol fare vedere a chicchessia e si sbafano tutto come due maiali.
Non so come fanno a non avere problemi intestinali, poi. UU
Ma l' importante è che il nostro Gerard abbia capito la bellezza dei piercings. *sìsì*
Sono sicura che d' ora in poi li guarderà con occhio diverso. Soprattutto se sono quelli di Frank. *___*
Ringrazio bex bex bex, kiroandstrifyforever, jessromance, Dominil, Demolition, cucciola_punk, Devilgirl89, Xx_ImJustAKid ed AintAfraidToDie per aver commentato.
Vi ammo ragazze, ma proprio tanto. **

Poi le 7 persone che l' hanno messa tra i preferiti:

1 - bex bex bex 
2 - kiroandstrifyforever 
3 - pogo 
4 - Pozzina 
5 - qsf 
6 - sunsetdream 
7 - _omfg_ 


E le 4 che l' hanno seguita:

 

1 - Bloody_Weekend 
2 - cucciola_punk
3 - kikka_1990 
4 - twy


Thank you Girls!

See You Soon!
XOXO Sory ^^

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