I guardiani delle tenebre

di Empirya
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** capitolo 1: Il sogno ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2: Auguste ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3: Incontro ***



Capitolo 1
*** capitolo 1: Il sogno ***


I guardiani delle tenebre

capitolo 1

Nel sogno Andrè stava correndo, fuggiva da qualcosa di spaventoso, sapeva che se si fosse fermato per un solo istante sarebbe stata la sua fine. La luna piena splendeva sulla sua testa, il rumore dei suoi passi riecheggiava in quel paesaggio deserto. Chi era che lo inseguiva? Non lo sapeva ma sapeva che doveva fuggire da lui. Una sagoma ammantata di nero li si parò davanti arrestando la sua corsa
-Chi sei?- domandò il ragazzo
-Sono qui per aiutarti- La voce giunse come un fiato gelido sulla sua pelle, e brividi di freddo colsero il ragazzo.
Ma la “cosa” si avvicinava, era terribilmente vicina
-Mi ucciderà!- colse una nota di terrore nella sua stessa voce
-Non permetterò che lo faccia-
L’uomo ammantato di nero li si avvicinò, Andrè non poteva vederlo in faccia perché aveva il cappuccio tirato sulla testa che li copriva buona parte del viso, lasciando intravedere solo il mento e le labbra, dettagli che tuttavia da soli lasciavano cogliere la sua bellezza.
Li porse la mano. Andrè lo guardò diffidente, c’era qualcosa di sinistro in lui, qualcosa diceva che non poteva fidarsi
-Affidati a me, o non sarai mai libero di Lui-
-Lui chi è?-
Un ruggito squartò il silenzio, Andrè si guardò indietro terrorizzato
-Sbrigati- l’uomo incappucciato li porgeva ancora la mano, quando Andrè andò per afferrarla si udì un altro ruggito terribile, ma prima che la sua mano potesse afferrare quell’altra l’incantesimo fu spezzato.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2: Auguste ***


Guardiani delle tenebre

Capitolo 2: Auguste

Era una fredda notte d’ inverno, una notte come tante, le stelle brillavano come mille diamanti nel cielo, la luna aveva la forma di una falce e il silenzio e la calma che regnavano nei pressi dell’accademia Roses de glace erano assoluti, una calma che contrastava violentemente con i sentimenti che imperversavano nel cuore del giovane Andrè, una sagoma che si muoveva silenziosa in quella notte, venendo giù dalla finestra del primo piano di quella scuola che in quel momento gli appariva come una prigione. Quando finalmente i suoi piedi ebbero toccato terra si mosse furtivamente finché non fu lontano da quell’edificio abbastanza perché nessuno potesse scorgerlo, allora iniziò a correre apparentemente senza meta con il solo intento di allontanarsi il più possibile da quel posto. Ma in realtà non era dalla scuola che fuggiva, stava fuggendo da Lui!
Come spiegare in una parola chi esso fosse? Lui era molte cose, troppe cose insieme. In quel momento Andrè si diceva che era il suo oppressore, la persona più spregevole, e irritante che potesse esistere, un uomo egoista e arrogante che credeva di poter fare qualunque cosa desiderasse, e soprattutto si era illuso in qualche modo che Andrè li appartenesse in ogni senso, ma non aveva capito con chi aveva a che fare, terribile errore sottovalutarlo e trattarlo come un ragazzino –La pagherete August de Glace!Maledetto stregone!- il suo cuore era in subbuglio, si era detto che non sarebbe tornato più, non importava se sarebbe finito per la strada come un poveraccio, l importante era che in quel modo si sarebbe liberato di lui. e in qualche modo vendicato. Quella sola idea procurava ad Andrè un piacere perverso, non aveva mai visto Auguste preoccupato, anzi, l’indifferenza beffarda che mostrava anche nel bel mezzo dei litigi più furiosi lo facevano impazzire, era ciò che esasperava il ragazzo maggiormente. Tuttavia una volta passata la foga della rabbia di poco prima, si disse che non avrebbe mai potuto andarsene, perché come era vero che in quel momento detestava quell’uomo era anche vero che da quando era giunto in quella scuola era stato completamente travolto da quell’uomo come da un uragano. Era il suo maestro in quella scuola, ma non era un uomo normale. Da quando i loro sguardi si erano incrociati i loro destini si erano inevitabilmente uniti, nonostante la prima sgradevole impressione. Ma c’era di più, Andrè aveva appreso parte del suo oscuro segreto e intendeva saperne di più, era ciò che pretendeva sapere assolutamente da lui: chi era August veramente?
E quel rifiuto a rispondergli era assolutamente insopportabile per Andrè. Lui che nonostante il carattere impetuoso e ribelle che si ritrovava, in molte situazioni aveva persino accettato di sottomettersi a quell’uomo, una cosa assolutamente contraria alla sua natura, ora non poteva accettare un simile rifiuto, non poteva.
E glielo aveva urlato appena qualche ora fa
–Non sono il vostro schiavo!-
era furioso davanti alla sua calma. Si trovavano nella stanza dell’uomo e questi era seduto alla sua scrivania mentre Andrè era in piedi di fronte a lui
–Quindi smettetela di trattarmi in questo modo! Mi degnate di considerazione solo quando è vostro comodo!-
Auguste li lanciò un occhiata e un sorriso indecifrabile, che tuttavia li aveva messo i brividi,
-Abbassa la voce ragazzino- aveva detto semplicemente.
I suoi occhi del colore dell’oceano di notte, erano due pozze in cui era possibile annegare e senza dubbio era l’uomo più bello che Andrè avesse mai visto.
–é tutto ciò che avete da dirmi? Mi avete sentito?!- Andrè era al limite dell’esasperazione –Non avete nulla da rispondermi?! –
Auguste finalmente posò gli occhi su di lui, fino ad allora invece era parso concentrato su un grosso libro aperto sulla sua scrivania, come se le urla e le accuse del ragazzo fossero acqua fresca, ma quando guardò Andrè fu chiaro che aveva ascoltato .
-Semplicemente, non ti riguarda- affermò con calma l’uomo, scandendo per bene le parole.
- Osate dirmi che non è affar mio dopo essere entrato così prepotentemente a far parte della mia vita? Non mi sarebbe mai importato di voi se mi aveste lasciato in pace, ma ormai so troppo! Credete che mi arrenderei così dopo ciò che ho visto? Credete che lascerei perdere? Be allora in questi mesi non avete capito un bel niente di me!-
Un altro di quelli sguardi indecifrabili, così penetranti. Era impossibile dire se stesse analizzando la situazione o se considerasse semplicemente divertente quel ragazzino, lì in piedi a sbraitare.
-Se vuoi continua pure a fare l’isterico, sei adorabile quando lotti con tutte le tue forze per ottenere a ogni costo ciò che vuoi- li rivolse un sorriso che Andrè considerò maligno –Ma ti avverto che qualunque cosa dirai o farai, da me non otterrai niente-
Andrè si ritrovo a stringere i pugni per la rabbia, poi gli voltò le spalle e uscì dalla stanza sbattendo la porta.

Fine secondo capitolo

Se vi va di lasciate un commento ne sarei molto felice ^__^

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Capitolo 3
*** Capitolo 3: Incontro ***



Capitolo 3 : Incontro
Andrè camminava ormai da qualche minuto, immerso nei suoi pensieri, quando d’un tratto si accorse di non sapere dove stava andando. Si fermò e si guardò intorno, rendendosi conto di essere finito in un quartiere piuttosto inquietante. Era quasi deserto e la poca gente che si aggirava per quelle strada erano ubriachi barcollanti. Si affrettò a cambiare direzione, rimproverandosi per essere stato così distratto.
Mentre camminava si rese conto che il rumore dei suoi passi era l’unico rumore udibile come nel sogno pensò, ma scacciò subito via il pensiero. Quel sogno lo aveva parecchio inquietato, e soprattutto credeva che avesse qualche collegamento con Auguste.
Auguste! Il solo ripensare a quel nome lo irritò, neppure in quel momento si sentiva libero da lui, il suo pensiero lo perseguitava dovunque andasse.
A volte si domandava cosa ci facesse lui affianco a quell’uomo. Auguste non aveva molte persone che potevano considerarsi suoi amici, o meglio, in molti lo rispettavano e addirittura lo temevano, ma Auguste li teneva tutti a una certa distanza e non sembrava interessato a nessuno di loro. Invece con lui si comportava in modo diverso, come se lo trovasse interessante, e Andrè non ne aveva mai capito la ragione.
Rammentò il giorno in cui si erano incontrati, Andrè era appena arrivato all’accademia, e dopo aver sistemato le sue cose nella sua camera, se ne era andato in giro per l’accademia per conoscere il luogo dove avrebbe passato tutto il suo tempo.
Mentre camminava per i corridoi aveva visto Auguste per la prima volta, era diretto nella direzione opposta alla sua e si erano incrociati. Auguste si era fermato di fronte a lui e per rispetto si era fermato anche Andrè, ma qualcosa nello sguardo di quell’uomo lo lasciava perplesso.
Mentre lo fissava, nel suo sguardo c’era qualcosa, cos’era? Forse… bramosia? Gli aveva dato quell’impressione. In ogni caso il modo in cui lo guardava non era affatto normale, i suoi occhi sembravano illuminati da qualcosa.
Andrè si era sentito irritato da quello sguardo e aveva parlato
-Avete bisogno di qualcosa signore?-
Ed eccolo che lo aveva visto per la prima volta, quel sorriso che celava chissà quali pensieri-
-Guardavo i tuoi occhi ragazzo, sono molto belli, come due gemme preziose, non ne ho mai visti così-
E detto questo lo aveva afferrato per il mento e portato a fissarlo da una distanza ravvicinata negli occhi. Andrè era avvampato all’istante, stupito e colto totalmente di sorpresa da quel gesto, poi aveva scansato la mano di Auguste con violenza.
-Devo andare!- aveva affermato imbarazzato, e si era affrettato a oltrepassarlo.
Auguste non lo aveva fermato.
In seguito lo aveva fermato sempre in modi analoghi, con atteggiamenti a metà tra il lusinghiero e il molesto. Andrè dal canto suo non aveva mai incoraggiato quel genere di comportamenti e nonostante Auguste fosse più grande e una persona a cui doveva rispetto, non ci aveva mai pensato due volte a respingerlo bruscamente.
Lo trovava strano e pericoloso, inoltre non aveva mai capito da dove derivasse quel suo interesse per lui.
Comunque alla fine, in qualche modo si era stretto un legame tra di loro, che Andrè non poteva negare. E lo trovava anche molto affascinante a dirla tutta, ma quello non lo avrebbe mai ammesso all’ interessato.
Mentre era immerso nei suoi pensieri udì un rumore alle sue spalle. Si bloccò voltandosi in dietro. Non c’era nessuno. Continuò ad avanzare leggermente intimorito, si diceva che non era niente, ma d’un tratto udì distintamente un rumore di passi che si avvicinavano. Ricordò il sogno e non ci pensò due volte: iniziò a correre più che poteva.
Ora lo sentiva chiaramente! Qualcuno lo stava inseguendo. Non sembravano passi umani, ma quelli di qualche animale.
Un ruggito lo paralizzò, doveva essere un animale molto grosso!
Svoltò a un angolo sperando di confondere il suo inseguitore. Corse, corse, corse, finché non si rese conto di aver commesso un terribile errore, era finito in un vicolo cieco.
Era terrorizzato, vide un ombra gigantesca proiettarsi sul muro. Chiuse gli occhi in preda al panico più assoluto Auguste! urlava la sua mente , mentre i passi si avvicinavano e il suo cuore martellava.
-Ciao-
La paura fu sostituita dallo sbigottimento, aprì gli occhi e vide un ragazzo fermo davanti a lui.
Era giovane, con un fisico asciutto, seppur più robusto di Andrè , ed era almeno cinque centimetri più alto di lui. Aveva capelli lunghi, color miele legati in una coda di cavallo, una carnagione abbronzata e occhi marroni. Un bel ragazzo, ma dal modo rozzo in cui era vestito era evidente che fosse di bassa classe.
-Lo hai visto?Sen’ è andato?- Chiese Andrè, ancora spaventato
-Che cosa?- rispose il ragazzo, scrollando le spalle con semplicità
-com’è possibile che tu non lo abbia sentito? Era un animale, doveva essere molto grosso, forse un orso! Potrebbe essere ancora qui!- nella voce di Andrè c’era ancora una nota di terrore-
Il ragazzo ridacchiò -Non è che sei un po’ troppo teso? Sai quando si è spaventati si tende a sentire e vedere cose che…-
-Non me lo sono immaginato!- la rabbia si era sostituita alla paura.
- Va bene, va bene…- mormorò il ragazzo, liquidando la cosa.
Meglio così pensò Andrè, tirando un sospiro di sollievo, poi fece per andarsene.
-Vai via di già?- chiese il ragazzo
-Perché dovrei restare?- chiese Andrè, irritato da quel ragazzo.
-Dovresti almeno offrirmi una birra per ringraziarmi, sembri ricco-
-Ringraziarti di cosa?- iniziava ad arrabbiarsi sul serio
-Ti ho salvato dal mostro no?-
Quando Andrè gli rivolse uno sguardo fulminante, il ragazzo rispose beffardo con un occhiolino.
-Su andiamo a bere e a divertirci insieme, sei così carino, mi piaci-
-Vai a scroccare da bere a qualcun altro- rispose Andrè brusco.
Si era già allontanato di qualche metro dal ragazzo, quando udì delle parole pronunciate sommessamente , come un sussurro
-Quindi torni già a piangere tra le braccia di Auguste?-
Si voltò di scatto, il ragazzo sorrideva beffardo
-Che hai detto?!- Non riusciva a crederci!Chi era quello?
-Ho detto andiamo a divertirci insieme, mi pia…-
-Non mi riferivo a quello!Hai nominato Auguste! Come sai chi è?
-Non conosco nessun Auguste- rispose semplicemente, con il sorriso dipinto sulle labbra
-Ti ho sentito!- urlò Andrè, ma poi capì che non avrebbe ottenuto nulla così
-D’accordo, Andiamo a bere da qualche parte- disse.
fine terzo capitolo

Ringrazio Degonia, Echoes, e Pluma che hanno commentato i precedenti capitoli ^^ sapere che qualcuno ha letto e apprezzato ciò che ho scritto mi ha dato la motivazione per continuare, spero che qualcuno vorrà commentare anche questo capitolo, ne sarei molto felice. -

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