Pride and Prejudice

di fefi97
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prima parte ***
Capitolo 2: *** Seconda parte ***



Capitolo 1
*** Prima parte ***


PRIDE AND PREJUDICE

 

Prima parte

 

 

 

 

 

26 Dicembre

 

 

 

Caro diario,

forse Jackson pensava di umiliarmi regalandomi quello che lui stesso ha definito un “bel diario da femminuccia”, ma in realtà un diario dove annotare l'allarmante quantità di pensieri che ogni giorno mi affolla la mente è proprio quello che mi serve.

Certo, non è necessario che questo Jackson lo sappia, se non voglio che vada a gridare ai quattro venti che Stilinski tiene un diario come la più disperata delle teenager.

Si lo so, dovrei scegliermi amici meno stronzi, ma in fondo anche lui ha i suoi lati buoni.

Credo.

Cioè, così dice Lydia.

Comunque, non voglio parlare di Jackson.

Voglio parlarti di quella che ormai, pur essendo nata fondamentalmente come tortura fisica e psicologica, è diventata una straziante tradizione di Natale: si, sto parlando del ricevimento di Natale a casa della zia Ruth.

Papà e io proviamo ogni anno a non andarci, ma siamo sempre meno convinti nei nostri tentativi di ribellione.

Non dico che la zia Ruth sia cattiva, dico solo che non ci passerei più di mezz'ora nella stessa stanza, ecco. Ero talmente abbattuto all'idea di dover andare da lei a Natale come ogni dannato anno, che quasi quasi quest'anno stavo meditando di restare al college e di non tornare a casa per le feste. Ma, ehi, ho delle responsabilità verso il mio vecchio, quindi sono tornato, portandomi dietro Scottie. Certo, quando siamo tornati a casa e abbiamo scoperto che il mio vecchio e sua madre avevano cominciato a frequentarsi e che quindi avevano entrambi già un ottimo supporto per la festa di zia Ruth, la tentazione di rinnegare mio padre e tornare nel Massachusetts è stata forte, ma ho stretto i denti e sono rimasto.

La festa di zia Ruth è iniziata come al solito: appena sono entrato mi ha placcato in un abbraccio e, te lo giuro Diario, sembra piccola e magra, ma quella donna mi comprime le costole quando mi abbraccia da più di vent'anni.

Poi, come al solito, è cominciato l'interrogatorio.

-Allora Stiles, ti vedi con qualcuno? -

Il più grande scorno di zia Ruth sembra essere, infatti, la mia incapacità di mantenere una relazione per più di un paio di mesi. La zia non ha figli e io sono il suo unico nipote, quindi non vede l'ora di organizzarmi il matrimonio, e non sto scherzando, dico sul serio. Un paio di anni fa mi frequentavo con una ragazza, Malia Tate, e mi piaceva davvero, insomma ci stavo bene.

Poi ho commesso un errore fatale: l'ho portata a pranzo dalla zia Ruth e, per farla breve, verso l'ora del the aveva già pianificato in quale chiesa ci saremmo sposati, la data e persino l'ordine dei tavoli. Ovviamente, Malia è scappata a gambe levate.

E sarò sincero, non è che ci sia rimasto male più di tanto. Si, mi piaceva, ma non credo di averla mai amata davvero.

In parte credo che ciò sia dovuto al mio essere inevitabilmente e totalmente gay.

Ci ho messo un po' a metabolizzare la cosa e ho avuto bisogno di tutto l'aiuto di Scott, Lyds, Isaac e, si, anche di quell'idiota di Jackson, ma finalmente la mia adolescenza, passata a chiedere a Danny se fossi attraente per i gay, ha acquisito un senso.

Ero gay.

Papà l'ha presa bene, ma non mi aspettavo niente di diverso da lui.

So che non ci crederai, Diario, ma non vedevo l'ora di dirlo alla zia Ruth.

Ingenuamente, pensavo che una volta confessato che non provavo alcun interesse per le ragazze avrebbe smesso di cercare di accoppiarmi a ogni dannato Natale.

Invece, ancora una volta quella donna perfida mi ha fregato.

-Oh, ma allora devo assolutamente presentarti il figlio dei Fischer! E' un avvocato! -

Capisci?

La tortura di zia Ruth non è finita, ha solamente cambiato genere.

Se prima mi presentava ogni singola ragazza della società bene, ora sembra che ogni rampollo di Beacon Hills abbia tutte le carte in regola per diventare mio marito.

Imbarazzante, dico davvero.

Anche questo Natale non è stato da meno. Appena sono entrato mi ha sequestrato da papà, Scott e Melissa e mi ha trascinato nel suo salotto orribilmente rosa.

-Mio Dio Stiles, come ti sei vestito? - fu la prima cose che disse, guardando inorridita il maglione con le renne regalatomi da Scott diversi Natali fa. Non piace neanche a me, ma lo metto ogni anno per indispettire la zia e scoraggiarla dal proposito di presentarmi qualcuno. Purtroppo non sembra che questa tattica funzioni.

- Vabbe, non importa! Devo assolutamente presentarti una persona, Stiles!- fu la seconda cosa che disse.

Era tutta contenta e vista l'ampiezza del suo sorriso mi sono subito insospettito.

-Un uomo? - sospirai – Zia Ruth, non sono in vena di... -

-Si chiama Derek Hale – ha continuato lei, su di giri come l'avevo vista poche volte, l'espressione già in modalità matrimonio – E' un po' più grande di te, ma sono sicura che sareste perfetti insieme! Ha divorziato dalla moglie da poco, matrimonio finito male, ma so da fonti certe che è bisessuale! Ed è anche un agente dell'FBI di New York! Un uomo in divisa, non è eccitante?-

E lì mi domandai se zia Ruth avesse mai visto un porno gay.

-Zia, sul serio non so se... -

Nel giro di due secondi mi sono ritrovato davanti a un'intera famiglia, schierata accanto all'orribile collezione di piatti di porcellana della zia.

C' era una donna, due ragazze carine, un uomo più o meno dell'età di mio padre e un ragazzo dall'aria corrucciata che doveva essere il fantomatico Derek Hale.

Di solito gli uomini che mi presenta zia Ruth sono semplicemente imbarazzanti, per cui rimasi piacevolmente stupito nel riscontrare che almeno dal punto di vista fisico Derek Hale non fosse niente male.

E niente male è un eufemismo, Diario.

-Stiles, loro sono la famiglia Hale. Ti ricordi di loro? Abitavano nella casa nel bosco prima di trasferirsi a New York quando Derek era piccolo. -

Considerando che quello che a colpo d'occhio doveva essere Derek sembrava più grande di me di almeno sei, sette anni, non avevo la più pallida idea di chi fossero gli Hale.

-Ehm. Si. Salve. -

-Ciao Stiles, io sono Talia Hale. Io e tua madre eravamo molto amiche, mi è dispiaciuto enormemente quando è venuta a mancare. - disse una donna bella dagli occhi gentili e decisi e dato che sembrava sincera riguardo a mia madre, cominciai a ricambiare il suo sorriso più calorosamente.

-Grazie, Talia.-

-Lui è mio fratello Peter, mentre questi sono i miei figli, Laura, Derek e Cora. Cora ha la tua età, frequenta la Columbia. -

La ragazza più giovane mi fece un mezzo sorriso accompagnato da un'alzata di occhi al cielo e dovetti mordermi la lingua per non ridere. Forse non ero l'unico insofferente ai tentativi di accasamento da parte dei parenti.

-Molto piacere. -

La zia mi rivolse un'occhiata scontenta e capii che nella sua testa non mi stavo impiegando abbastanza.

-Stiles mi stava proprio dicendo un attimo fa che non vedeva l'ora di conoscere Derek, Talia. -

Okay, questo era troppo. Farmi passare da stalker era decisamente troppo anche per zia Ruth.

-Davvero? L'ho detto? - chiesi con aria innocente, facendo ridere Laura e Cora. Peter ghignò in segno di approvazione, almeno credo, mentre Talia nascose un sorrisetto dietro la mano. Gli unici che sembravano non trovarmi per niente divertente erano Derek Hale e, ovviamente, la zia Ruth. Emisi un gemito quando quella donna tremenda affondò le sue maledette unghie laccate di rosso nel mio braccio.

-Stiles voleva proprio scambiare quattro chiacchiere con te, Derek. - trillò in tono forzatamente allegro, ignorando la mia occhiataccia.

-Beh, in questo caso vi lasciamo soli.- ghignò Peter, afferrando un bicchiere di spumante dal tavolo lì vicino e squagliandosela con eleganza.

E lì, caro Diario, avrei dovuto capire che i membri maschili della famiglia Hale erano tendenzialmente stronzi.

Cora e Laura lo seguirono, dopo aver lanciato uno sguardo divertito a un impassibile Derek, mentre zia Ruth si premurò di trascinare Talia il più lontano possibile da noi.

E così rimasi da solo con Derek Hale.

Ad essere sincero, non sembrava particolarmente entusiasta della cosa. Sembrava che volesse uccidermi con la sola forza del suo sguardo, il che non era propriamente incoraggiante.

Tentai un sorriso che, ovviamente, non fu ricambiato.

Derek Hale poteva essere anche un agente dell'FBI super figo, tutto muscoli, con i capelli neri e gli occhi verdi più belli che avessi mai visto, ma era decisamente anche la persona più asociale che avessi mai incontrato.

E io sono amico di Isaac.

-Ahm... allora... la zia mi ha detto che vivete a New York. Come mai siete tornati a Beacon Hills?- domandai, cercando di rompere il ghiaccio.

Derek smise per un attimo di guardare male ogni singola persona presente nella stanza, per rivolgermi l'occhiata più altezzosa che sia mai stata rivolta da occhio umano. Davvero, mi fece sentire un vermicolo.

-Mia sorella Laura si sposa il mese prossimo e vuole che la cerimonia avvenga nella nostra vecchia casa. Rimarremo qui fino al matrimonio. - spiegò, asciutto, distogliendo lo sguardo.

-Oh che bello! Non sono mai stato a un matrimonio, a parte quello dei Webber quando andavo al liceo, ma facevo il servizio ai tavoli insieme a Scott, quindi non credo che conti. Deve essere eccitante però andare a un matrimonio, come invitato vero, intendo, se poi la sposa è anche tua sorella deve essere ancora più eccitante! Sei eccitato? -

Una breve occhiata di Derek Hale mi disse che, no, non era molto eccitato.

Dato che l'argomento “matrimonio della sorella” non sembrava risvegliare la sua parte umana, provai a buttarmi su altro.

-Sai neanche io vivo a Beacon Hills. Studio informatica al MIT, in Massachusetts. -

-Affascinante. -

E... riecco che la conversazione langue.

-Ti... ti ho già parlato di Scott? - domandai, disperato.

Nessuna risposta.

Anzi, si stava addirittura guardando intorno con aria annoiata, invitandomi implicitamente ad evaporare.

Che razza di stronzo.

Non posso credere che zia Ruth voglia accoppiare me, me, l'essere più logorroico del pianeta, con un tizio che non mette insieme neanche due parole di fila e mi guarda sempre male. Diciamo che a zia Ruth perdono solo il fatto che perlomeno è bello.

A quel punto stavo agonizzando ma poi sono arrivati Jackson, Lydia e Scott mano nella mano con Allison e non sono mai stato più contento di vedere i miei amici come in quel momento. Anche Derek sembrava piuttosto soddisfatto del fatto che finalmente mi fossi tolto di torno.

Jackson disse che era venuto con Isaac, ma che l'aveva perso di vista.

Beh, Diario, ti dico solo che sembra che ad Isaac sia capitata la Hale socievole. Abbiamo beccato Isaac a ridacchiare con Cora Hale vicino al tavolo delle tartine. E Isaac non ridacchia, è praticamente l'incarnazione del malumore con sciarpa incorporata. Quindi quella Cora ha acquisito immediatamente la mia stima.

Ho raccontato ai miei amici di quanto fosse stato stronzo e antipatico Derek Hale con me e se da Scott ed Allison ho ricevuto compassione, Jackson si è messo a darmi della femminuccia emotiva. E' stato a quel punto che mi ha regalato il diario, se vuoi saperlo.

Ma sai qual è la cosa più assurda di tutte? Che Lydia ha detto che io ho troppi pregiudizi verso Derek e che in fondo non lo conosco nemmeno! Ti rendi conto? Sarebbe colpa mia adesso che ho i pregiudizi. Ho detto a Lydia che è impossibile non averceli se uno ti tratta come Derek Hale ha trattato me.

L'unico lato positivo di tutto questo, Diario, è che, con tutta probabilità, non lo rivedrò mai più.

 

 

 

 

 

28 Dicembre

 

 

 

No, okay.

Ovviamente l'ho rivisto.

Ricordi quando ho detto di essere contento del fatto che Isaac avesse fatto amicizia con Cora? Ecco, ritiro tutto.

Cioè, non ho niente contro Cora. E' simpatica e carina e non è nemmeno lontanamente spaventosa come Derek, ma è pur sempre sua sorella e questo implica che frequentare Cora mi porta a vedere Derek più spesso di quanto vorrei.

Tipo oggi Cora ha invitato tutto il nostro gruppo a casa sua, a vedere un film. Era più che ovvio che in realtà volesse vedere solo Isaac ma che non aveva il coraggio di invitare solo lui, così siamo andati comunque tutti. Quando siamo arrivati c'era solo Cora in casa, ma verso metà film è tornato Derek dalla corsa, o almeno così ho dedotto dai pantaloni grigi della tuta e dalla canottiera nera che indossava, oltre ovviamente al sudore sul volto e sui muscoli. E, no, prima che tu me lo chieda come ha fatto Jackson, non ho sbavato.

Comunque, dalla sua espressione si deduceva che non era molto contento di vedere un branco di universitari casinisti accampati sul suo divano.

Eravamo già tutti pronti a darcela a gambe, tranne Jackson che è il solito menefreghista, ma Cora si è limitata a sbuffare e, davvero, è la mia nuova eroina. Addio Wonder Woman, benvenuta Cora Hale.

-Non fare quella faccia, fratellone. Ho chiesto a mamma se potevo invitare qualche amico e ha detto che andava bene, tanto Laura oggi sta tutto il giorno con Ewan. -

-Non sporcate il divano o vi uccido. - ha solo detto Mr. Simpatia prima di sparire e, non ci crederai Diario, ma tra tutti ha guardato proprio me! Cioè, come se io fossi l'imbranato che fa sempre casini solo perché alla stupida festa di zia Ruth mi è capitato di inciampare qualche volta davanti a lui!

Assurdo.

Comunque l'unica persona più terrorizzata di me da Derek era Isaac. Credo che Cora gli piaccia davvero tanto se già comincia a vedere Derek come un futuro e temibile cognato.

A proposito di Cora e Isaac Diario... quei due hanno la capacità di metabolizzare le situazioni pari a quella di un bradipo. Si guardano con gli occhi a cuore da quando si sono conosciuti e ancora nessuno dei due ha fatto una mossa.

Sinceramente confido in Cora, perché come ti ho già detto Isaac è la persona più asociale che conosca.

Dopo Derek, ovviamente.

Comunque il film che aveva scelto Lydia, le pagine della nostra vita, era la cosa più noiosa che io avessi mai guardato. E perlomeno io lo stavo guardando per la prima volta, Jackson ha confidato a me e a Scott che questa era almeno la decima volta che Lydia glielo faceva vedere.

Insomma, non ce la facevo più, così a un certo punto dico di avere sete e mi allontano da lì.

E chi incontro in cucina Diario?

Si, Derek Hale.

Stava leggendo un libro, Orgoglio e Pregiudizio.

Beh, almeno ha buon gusto in fatto di libri.

Quando mi ha sentito entrare ha alzato appena lo sguardo dalla pagina, ha ruotato discretamente gli occhi e poi ha ripreso a leggere, come se nulla fosse.

Beh, Diario, che tu ci creda o no, ero offeso.

Okay, era ovvio che non gli piacessi, okay, zia Ruth doveva avere evidentemente qualche problema se aveva anche solo pensato che io e lui saremmo potuti stare bene insieme, ma questo non lo giustificava dal trattarmi come un appestato ogni dannata volta che mi vedeva.

Voglio dire, non sarò mister muscolo come lui, ma non sono malaccio. Sono sicuramente migliorato dai tempi del liceo, almeno adesso ho i capelli.

E poi sono simpatico e divertente, modestamente.

-Ahm, posso... cioè, posso avere un po' d'acqua per favore? -

Okay, forse questa non era stata il mio massimo delle interazioni, ma non è colpa mia se Derek mi spaventa a morte.

Derek alzò lo sguardo dal libro, guardandomi come se mi trovasse l'essere più irritante del pianeta. Stavo per sgattaiolare di nuovo in salotto dagli altri, quando lui con un gesto secco che mi fece sobbalzare chiuse il libro e si alzò in piedi. Prese un bicchiere e lo riempì con l'acqua del rubinetto, poi me lo porse, senza dire una parola.

-Ah... grazie... -

Bevvi in silenzio, mentre Derek tornava al suo libro.

-Allora Darcy si è già dichiarato a Lizzie? Lei l'ha, giustamente, rifiutato, no? - chiesi allegro, cercando ancora una volta di rompere il ghiaccio.

Probabilmente avrei dovuto riflettere sul fatto che potesse, effettivamente, non essere ancora arrivato a quel punto del libro.

Il suo sguardo su di me sicuramente esprimeva odio totale. Chiuse seccamente il libro, praticamente lanciandolo sul tavolo.

-No, ma a questo punto posso anche smettere di leggerlo. -

-Oh, no non è la cosa più importante del libro, tranquillo! Aspetta che Lydia scappi di casa! -

Derek chiuse gli occhi, quando li riaprì aveva un sorriso potenzialmente falso sul volto.

-Ti prego Stiles, dimmi anche come finisce, così mi risparmio la fatica di leggerlo. -

Esitai, il bicchiere mezzo vuoto in mano.

-Sei sarcastico? -

Derek smise di sorridere.

-Si.-

E quello fu il mio secondo tentativo di fare conversazione con lui.

Tentativo fallito.

In compenso,pregiudizi su di lui, stronzo e arrogante, ampiamente confermati.

 

 

 

 

 

 

 

 

1 Gennaio

 

 

 

Zia Ruth ha organizzato un'altra straziante festa a casa sua.

Partecipazione obbligata, se non voglio essere estromesso dal testamento.

E, Diario, sono anni che faccio il filo all'immensa libreria della zia Ruth.

Così, nonostante la sbronza epica che mi sono preso ieri con i ragazzi, oggi mi sono trascinato con somma fatica a casa della zia Ruth.

E indovina chi altri ha invitato?

Esatto, Mr. Simpatia.

Sembra che sia condannato a trovarmelo sempre intorno.

Almeno c'erano anche Laura e Cora, loro sono simpatiche. Laura poi è un mito a fare le imitazioni e ha anche visto tutti i film della Marvel! La amo. Il suo fidanzato, Ewan, è un uomo fortunato. Ci ha addirittura invitato tutti al suo matrimonio, anche se ci conosce da pochi giorni e avrà già sicuramente organizzato la disposizione degli invitati da tempo.

Anche lo zio Peter non è male. E' un po' inquietante con quel perenne sorrisetto sul volto, ma è abbastanza simpatico, sicuramente meglio di Derek.

A proposito di Derek, oggi la zia ha provato di nuovo ad accoppiarci.

-Derek perché non racconti a Stiles di New York? Ha sempre amato quella città! -

E, okay, tecnicamente non è una bugia, ho sempre voluto andare a New York, ma non sopporto più lo sguardo insofferente di Derek su di me.

Abbiamo avuto una stentatissima conversazione per alcuni minuti, poi la zia ha avuto pietà di me e mi ha chiesto di andare a dire a Jackson di smetterla di scolarsi tutti i drink che aveva preparato per l'aperitivo.

Più tardi, dopo aver affidato un brillo Jackson a un'incazzata Lydia, sono andato a prendermi qualcosa da mangiare al tavolo del buffet. C'erano Peter e Derek che parlavano lì accanto e non sembravano essersi accorti di me.

E prima che mi accusi di qualcosa, Diario, non ho origliato, erano loro che parlavano troppo forte.

-Non mi piace come quel ragazzino le sta sempre appiccato. - stava borbottando Derek e non ci voleva un genio a capire che stesse parlando di Cora ed Isaac, dato che era tutto il giorno che sedevano vicini, bisbigliando e ridendo.

-Andiamo nipote, sono solo amici. E poi Cora ormai è abbastanza grande per avere le sue esperienze tranquillamente. - rispose affabile Peter e, okay, forse è meno peggio di quello che pensavo.

-Piuttosto...- riprese Peter in tono furbo, il sorriso nella voce – Tu e Stiles, eh? -

Per poco non feci cadere il mio piatto per terra, facendomi miseramente scoprire.

-Non so cosa si sia messa in testa quella vecchia tremenda, ma se pensa di accasarmi con il nipote iperattivo si sbaglia di grosso. - borbottò Derek, cupo.

Io ero senza parole, fondamentalmente per due motivi: Derek Hale aveva appena pronunciato il discorso più lungo fino ad adesso in mia presenza; Derek Hale mi aveva appena indiscutibilmente, totalmente, umiliato.

-Andiamo, non è così male – aveva tentato di dire Peter. Sembrava vagamente imbarazzato – E' carino. -

Derek aveva emesso un verso di sufficienza.

-Appena passabile. Niente che possa attirare la mia attenzione. - decretò, prima di allontanarsi velocemente.

Io ero paralizzato. Stringevo lo stupido piatto di porcellana di zia Ruth così forte da farmi venire le nocche bianche.

Una mano si era posata cauta sulla mia spalla, facendomi sobbalzare.

-Stiles? - la voce esitante apparteneva a Peter. Voltai appena la testa, incrociando i suoi occhi azzurri e mortificati.

-Mi dispiace, lui... lui non aveva visto che eri qui e io me ne sono accorto solo dopo... Davvero, mi... -

Non gli feci finire nemmeno la frase. Mi scrollai la sua mano di dosso e mi allontanai a passo di marcia verso il bagno, ignorando i richiami di zia Ruth.

So che ero patetico, ma mi bruciavano davvero gli occhi.

Avrei potuto perdonare l'orgoglio di Derek Hale, se lui non avesse appena mortificato il mio.

Appena uscito dal bagno ( e non c'è verso Diario che ti confessi se ho pianto o no. Ho una dignità, in fondo) la zia Ruth mi ha braccato, accusandomi di star “ deliberatamente boicottando i suoi piani”.

Per fartela breve, riuscì a trascinarmi nuovamente nel punto dove Derek stava parlando con Peter e Laura.

-Oh, ciao Stiles! Signora Ruth! - ci salutò allegramente Laura, agitando una mano. Peter mi rivolse un sorriso stranamente gentile, vagamente condito di senso di colpa. Derek, ovviamente, mi ignorò, ma almeno salutò laconicamente la zia.

-Laura cara, come stai? Devi essere molto eccitata all'idea di starti per sposare. - disse la zia, mentre con un'abile manovra invertiva le nostre posizioni facendo in modo che fossi accanto a Derek.

Oh mio Dio, ma si sarebbe mai arresa?

-Oh si, lo sono, ma sono anche abbastanza tranquilla. Voglio dire, Ewan è un uomo davvero meraviglioso, sono sicura mi renderà felice. - rispose Laura, con il consueto tono allegro e cordiale.

E poi, Diario, accadde una cosa inedita: Derek Hale sorrise. Un sorriso vero, di quelli caldi e affettuosi che ti fanno squagliare se sono rivolti a te.

Beh certo, lo stava rivolgendo a Laura, non a me. E io non mi sarei di certo squagliato se mi avesse sorriso, comunque.

-Gli conviene farlo. Sono un agente e ho una pistola, Ewan farà bene a ricordarsene. -

Ero a bocca aperta. Derek Hale possedeva anche un lieve senso dell'umorismo!

Laura rise, dando una pacca affettuosa sulla spalla di Derek. Probabilmente era l'unico essere umano che poteva fare una cosa del genere senza rischiare la decapitazione.

-Il mio fratellone è sempre stato protettivo ai limiti dell'assurdo con me e Cora! - ridacchiò, mentre Peter ghignava e Derek alzava gli occhi al cielo, senza però sembrare troppo arrabbiato. Io feci un piccolo sorriso. Ce l'avevo ancora con lui per quello che aveva detto prima e per il modo odioso con cui mi trattava, ma questo lato tenero che aveva verso le sue sorelle mi lasciò piacevolmente sorpreso.

-Che uomo meraviglioso! E' così dolce! - chiosò la zia a voce davvero alta, lanciandomi un'occhiata eloquente.

Persi immediatamente il sorriso, mentre alzavo esasperato gli occhi al cielo.

-Oh si, e non immagina neanche quanto fosse romantico da ragazzo! - ridacchiò Laura, con un sorrisetto subdolo che la fece assomigliare in maniera inquietante a Peter.

-Laura. - ringhiò Derek guardandola truce, ogni traccia di buon umore sparito dal viso.

Laura, ovviamente, lo ignorò.

-Al liceo stava con una ragazzina, Paige – cominciò a raccontare ilare Laura, sotto lo sguardo divertito di Peter e quello omicida di Derek – Oh, avreste dovuto leggere le poesie che Derek le scriveva! -

Peter scoppiò in una risata latrato con la stessa delicatezza di un lupo con la tosse, facendomi sobbalzare.

-”Paige, tu sei il sole che fa ardere il mio cuore...” - cominciò a recitare con tono drammatico. La zia pareva interdetta, io semplicemente stavo morendo dal ridere.

-”.... e che dà la vita al mio corpo che sarebbe freddo e inutile, senza te a riscaldarlo.”- concluse Laura, facendomi l'occhiolino. Poi scoppiarono entrambi a ridere fragorosamente.

-Vi siete divertiti abbastanza voi due – li riprese Derek, guardandoli male, poi atteggiò il volto in un moto di sdegnata superiorità – Non mi aspetto che capiate il fatto che la poesia è il nutrimento dell'amore. -

Laura e Peter scoppiarono in degli “oohh” di presa in giro, mentre la zia si diceva assolutamente e indiscutibilmente d'accordo con Derek.

Io lo guardavo fisso, senza sorridere.

-Non credo di essere d'accordo. Almeno non è questo che mi diceva sempre mia madre.- decretai, deciso.

Probabilmente era la prima volta che riuscivo a mettere insieme una frase davanti a lui senza balbettare.

Derek voltò lentamente la testa verso di me, un sopracciglio inarcato.

Diario, rimanere impassibili fu la cosa più difficile che avessi mai fatto.

-E cosa è per te che alimenta l'amore? - domandò, beffardo.

Inarcai a mia volta le sopracciglia.

-La conversazione – sorrisi mentre cominciavo ad allontanarmi – Persino se il partner è appena passabile! -

Il volto di Derek gelò completamente, mentre Peter scoppiava a ridere, sotto lo sguardo confuso di Laura e quello infuriato di zia Ruth.

-Buona questa, ragazzo! - sorrise Peter, alzando il suo calice di vino verso di me, in un muto brindisi.

Io sorrisi, improvvisando un inchino beffardo in direzione di Derek, poi mi voltai soddisfatto, pronto ad andarmene.

Ovviamente zia Ruth si sperticò subito in accorate scuse con Derek.

-Mi dispiace, mio nipote è un ragazzo dolcissimo, ma a volte proprio non pensa prima di parlare! Non so cosa gli sia preso, è un ragazzo così beneducato di solito... -

Ebbi la netta sensazione che lo sguardo di Derek Hale fosse puntato sulla mia nuca per tutto il tempo che ci misi a lasciare il salotto.

 

 

 

 

9 Gennaio

 

 

 

Caro Diario,

Laura ha invitato me, Scott e gli altri a casa Hale per la sua festa di fidanzamento, che si è svolta ieri sera. Aveva invitato anche papà e zia Ruth, ma fortunatamente entrambi non potevano venire.

Nel senso, mi avrebbe fatto piacere se papà fosse riuscito a venire, ma non credo di poter sopportare un'altra sera in cui zia Ruth cerca di fare da mezzana tra me e Derek.

Temevo che la festa di fidanzamento di Laura sarebbe stata simile ai ricevimenti di zia Ruth, ma fortunatamente mi sbagliavo.

Non era una cosa molto formale, c'era la musica e c'era da bere e c'erano più ragazzi dell'età di Laura che adulti.

Insomma, si prospettava una bella serata. Soprattutto perché non avevo ancora visto Derek.

-Finalmente Isaac si sta dando una mossa. - ridacchiò a un certo punto Scott, indicandomi un Isaac rosso come un peperone che stava invitando un' altrettanta imbarazzata Cora a ballare.

Sorrisi. Quei due erano carini insieme, sembravano fatti l'uno per l'altra. Certo, c'era il non poso trascurabile dettaglio che Cora sarebbe rimasta a Beacon Hills solo fino al matrimonio della sorella, ma non vedevo perché non potessero conoscersi meglio nel frattempo.

-Credo che dovresti darti una mossa anche tu, se non vuoi che qualcuno ti porti via la tua bella. - ghignai, indicando con un cenno Allison circondata da una folla di ragazzi in adorazione.

-Maledizione! - ringhiò Scott precipitandosi verso la sua ragazza, mentre io soffocavo una risata nel mio bicchiere di birra.

Mi ero sempre opposto fermamente ai tentativi di zia Ruth di trovarmi un ragazzo ma adesso, mentre me ne stavo in un angolo con il mio bicchiere di birra a guardare Isaac e Cora, Lydia e Jackson, Scott ed Allison ballare abbracciati, dovevo ammettere che un po' mi facevo pena.

Pensai addirittura al figlio dei Fischer, l'avvocato. Chissà se zia Ruth me lo avrebbe ancora presentato se glielo avessi chiesto.

Insomma, quella che si era prospettata come una serata divertente sembrava destinata a concludersi con me che cadevo in depressione.

Evviva.

-Ehi, posso farti compagnia? Bere da soli è triste, non trovi? -

No, Diario.

So quello che stai pensando, ma no.

Per una volta non era Mr. Simpatia spuntato dal nulla per tormentarmi.

No, a parlare era stato un ragazzo che non avevo mai visto, con gli occhi azzurri e un sorriso da infarto. Era bello, forse troppo per me, ma del resto zia Ruth era convinta che dovessi stare con Derek Hale, per cui...

Con questo non voglio dire che Derek sia bello, sia chiaro.

Ma comunque non stavo parlando di Derek.

Stavo parlando del ragazzo con gli occhi azzurri.

Sembrava più grande di me di qualche anno, eppure aveva un atteggiamento molto disinvolto e affabile. Insomma, completamente diverso rispetto a Derek Hale, non che questo importi necessariamente a qualcuno, comunque.

Disse di chiamarsi Theo Raken e di non aver potuto fare a meno di notare quanti fossi carino e che aveva approfittato del fatto che fossi da solo per venire a parlarmi.

Hai capito Diario? Sono passato da uno che mi definiva appena passabile a uno che dice di aver notato quanto fossi carino !

Si, lo so, devo smetterla di parlare di Derek anche quando Derek non c'entra niente.

Io e Theo Ragazzo Dei Miei Sogni Raken abbiamo cominciato a parlare ed è venuto fuori che era venuto appositamente da New York per il matrimonio di Ewan.

-Allora conosci Derek. - mi è sfuggito e, si lo so, ho il cervello a senso unico, ma non l'ho fatto apposta!

E a questo punto Theo aveva fatto un'espressione strana, quasi amareggiata.

-Mh, si. Eravamo molto amici, anche. -

Okay, lo ammetto, la conversazione cominciava ad interessarmi un filo di più.

-Eravate? - domandai, dato che aveva usato il tempo passato.

Theo annuì, con una smorfia.

-Oh si. Gli ho fatto anche da testimone al suo matrimonio. Eravamo molto legati. -

-E poi cosa è successo? - chiesi, al limite della curiosità.

Lui fece un sorriso così triste che mi spezzò il cuore.

-Andò a letto con la mia fidanzata dell'epoca. E la cosa peggiore è che io lo perdonai, perché gli volevo bene, ma lui ruppe ogni contatto con me senza alcuna spiegazione.- spiegò, senza riuscire a contenere l'amarezza.

Ero a dir poco sconvolto.

Avevo nutrito qualche pregiudizio nei confronti di Derek fino a quel momento, ma non mi sarei mai aspettato potesse arrivare a tanto.

Insomma, avevo capito fosse stronzo e orgoglioso all'inverosimile, ma non mi sarei aspettato potesse tradire in questo modo il suo migliore amico.

E pensare che c'erano stati anche alcuni momenti, come quando l'ho visto leggere Orgoglio e Pregiudizio in cucina o minacciare il fidanzato di Laura di morte se non l'avesse trattata bene, in cui ho addirittura pensato quasi bene di lui.

Invece ogni mio pregiudizio si confermava con questa rivelazione di Theo.

-Mi dispiace tantissimo. Non posso credere che ti abbia potuto fare una cosa del genere. - dissi, sincero.

Theo mi sorrise mestamente, accarezzandomi fugace una mano.

Okay, può darsi che sia arrossito, ma pochissimo.

-Non tutti sono buoni e dolci come te. -

Wow, due complimenti nel giro di mezz'ora, beccati questa Derek Appena Passabile Hale!

Abbiamo ricominciato a parlare e a quel punto indovina chi è venuto a rovinare tutto?

Si, esatto.

Derek Hale. E aveva anche il coraggio di guardare Theo come se fosse lui lo stronzo, tra i due. Per fortuna che mi aveva raccontato la verità, o magari sarei pure finito a crederci.

Degnò di un'occhiata disgustata il povero Theo, poi puntò i suoi dannati occhi verdi su di me.

E, Diario, non puoi credere a ciò che è uscito dalla sua bocca.

-Balla con me. - mi ha praticamente ringhiato contro, i pugni stretti lungo i fianchi e un'espressione scontrosa in volto.

Non proprio un invito romantico, ecco.

Vorrei poter dire che ho rifiutato in modo deciso e virile, umiliandolo esattamente come aveva fatto lui con me.

Beh, non è andata esattamente così.

-Ahm... ehm... eh... cosa? -

Derek sembrava voler uccidermi.

-Balla. Con. Me. - scandì rabbiosamente, lanciando un'occhiata piena di rancore a Theo, che ricambiava con un sguardo serio e pieno di dispiacere.

Io ero ancora imbambolato nella stessa posizione sconvolta da cinque minuti.

Derek sembrò spazientirsi, perché mi afferrò per un polso e mi trascinò verso il centro della sala, dove ballavano anche gli altri.

E no, Diario, non feci resistenza.

A mia difesa posso dire che ero troppo sconvolto dal rapido succedersi degli eventi per connettere appieno le cose.

Mi riscossi solo quando Derek si fermò e si voltò a guardarmi duro negli occhi, il mio polso ancora intrappolato nella sua mano, ma non mi faceva male.

-Che voleva quello stronzo da te? - sibilò, occhieggiando Theo da sopra la mia testa.

Lo guardai male, ricordandomi le parole di Theo.

-Non posso credere che dai dello stronzo a lui! Tu! - urlai, per farmi sentire da sopra la musica.

Derek sembrò sorpreso dal mio sfogo, ma la sua aria da finto gnorri non mi incantava, per niente. Poi tornò a guardarmi seriamente negli occhi, serrando la mascella. Sembrava vagamente nervoso.

-Mi dispiace – sbottò infine – Mi dispiace se... se sono stato sgradevole con te. -

Spalancai gli occhi, incredulo.

Derek emise un profondo respiro, come se continuare gli costasse una fatica enorme.

-A Capodanno... io... - chiuse un attimo gli occhi e sbuffò, frustrato. Quando li riaprì erano sempre duri e scontrosi, ma avevano una sfumatura dolce che non gli avevo mai visto. Diario, Derek Hale sarà pure uno stronzo, ma ha gli occhi più belli che abbia mai visto – Io ho capito che mi sono sbagliato su di te. Non sei come pensavo. - concluse e la sua voce si incrinò appena, la presa sul mio polso aumentò.

Io lo fissai a bocca aperta, sconvolto.

E adesso che avrei dovuto dire?

Per un attimo sono tentato di accantonare anche io i miei pregiudizi, come ha fatto lui, ma poi mi tornarono in mente le parole di Theo.

Il mio sguardo si indurì.

-Tu invece sei proprio come pensavo! - sbottai, liberandomi con uno strattone dalla sua presa.

Diario, se non fossi stato sicuro di aver appena fatto la cosa giusta, ammetto che forse mi sarei sentito un po' in colpa a ritornarmene da Theo sotto il suo sguardo ferito.

 

 

 

 

 

ANGOLINO

 

Fine prima parte ^^

La seconda arriverà in tutta probabilità domani!

Spero che questa follia vi sia piaciuta!

Un bacione grande! :*

ps: presto dovrei aggiornare Stiles's Anatomy e farò il possibile anche con Complicated.

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Capitolo 2
*** Seconda parte ***


PRIDE AND PREJUDICE

 

Seconda parte

 

 

 

 

22 Gennaio

 

 

 

Stasera c'è stato l'addio al celibato di Ewan e, incredibile ma vero, Laura lo ha convinto ad invitare anche me, Scott, Jackson ed Isaac. Le ragazze invece sono state invitate all'addio al nubilato di Laura.

Anche Theo era stato invitato e devo ammettere che rivederlo mi faceva piacere. C'eravamo scambiati i numeri alla festa di fidanzamento di Laura e ogni tanto ci sentivamo.

Derek non sembrava altrettanto contento, però. Quando andai in bagno allontanandomi dalla musica assordante della discoteca, sentii una discussione tra lui ed Ewan.

-...Derek, l'ho detto a Laura fino alla nausea e lo dico anche a te: so cosa pensate di Theo, ma non potevo non invitarlo! Siamo praticamente cresciuti insieme!-

-Non mi interessa! Non ce lo voglio quello intorno, non sopporto la sua sola vista. -

Mi morsi un labbro, mentre tornava rapidamente dagli altri.

Non volevo sentire altro.

Non potevo credere che Derek fosse così meschino da provare così tanto rancore per Theo, dopo quello che lui gli aveva fatto.

Era furioso quando tornai dagli altri, salvo poi rendermi conto che eravamo nel bel mezzo di una crisi di Isaac e che stavamo facendo del nostro meglio per dargli una mano.

Inutile dire che abbandonai la rabbia per Derek Hale e mi infilai tra Jackson e Scott, che parlavano a bassa voce a un Isaac parecchio abbattuto.

-Che succede? - domandai preoccupato.

Jackson fece una smorfia.

-La piccola Hale ha scaricato Isaac. -

-Cosa? Ma perché? Mi sembrava andaste d'accordo! -

-Infatti! - sbottò Isaac, frustrato – Ma lei negli ultimi giorni mi ha allontanato di colpo! Non mi scrive più, né mi chiama più! -

-Scrivile tu, allora. - suggerì Scott, inaspettatamente ragionevole.

Isaac spalancò gli occhi, come se gli avesse appena proposto una missione suicida.

-Oh si, così faccio la figura del patetico che non riesce nemmeno a rassegnarsi di aver preso un rifiuto? No grazie, ho ancora una dignità! - sbottò di pessimo umore, allontanandosi a grandi passi da noi nonostante Jackson cercasse di trattenerlo.

Io scossi la testa, pensieroso.

Era prevedibile che le cose tra Isaac e Cora finissero in una situazione di stallo dato che nessuno dei due sembrava decidersi a far capire all'altro che gli piaceva, ma era davvero strano che Cora si fosse allontanata così all'improvviso da Isaac.

Cercai comunque di non pensarci per adesso e di divertirmi, una volta tanto.

Theo mi invitò a ballare, ed io accettai.

Per tutto il tempo Derek Hale ci fissò.

E' incredibile che odi così tanto Theo da essere ossessionato da ogni cosa che fa.

Ad ogni modo, me ne andai prima dalla festa con una scusa qualunque.

Theo era fantastico e tutto, ma non riuscivo a fare niente, se Derek Hale mi guardava in quella maniera.

Uscii dal locale quasi di corsa, andandomi praticamente a schiantare contro la ringhiera di metallo della terrazza.

L'aria fresca sul mio viso era una manna dal cielo.

Dentro faceva troppo caldo, o forse ero io che avevo bevuto troppo, non so. In effetti non ho mai retto troppo l'alcol.

-Stai bene? -

Voltai appena la testa, anche se sapevo che era stato Derek a parlare. Mi guardava serio sulla soglia della porta, le mani in tasca e la posa rigida.

Dalla porta chiusa si sentiva la musica che proveniva da dentro.

Mi voltai del tutto verso di lui, appoggiando la schiena contro il metallo gelido.

-Io... si, grazie. – risposi, impacciato. Non ero abituato al fatto che mi parlasse spontaneamente e non perché costretto dalla zia Ruth. Anche se questo non era del tutto vero. Mi aveva parlato di sua spontanea volontà alla festa di fidanzamento di Laura.

Non sei come pensavo.

-Solo... mi mancava un po' l'aria lì dentro. - continuai, stringendomi il busto con le braccia.

Lui inarcò un sopracciglio mentre si faceva vicino.

-Ora però stai gelando. - mormorò e, Diario, non puoi capire cosa ha fatto. Si è tolto il suo stupido giacchetto di pelle che lo rende, purtroppo, così dannatamente sexy, e me l'ha messo sulle spalle.

E, va bene, una giacca di pelle non ti ripara affatto dal freddo in pieno Gennaio, non se sei una persona normale e non Derek Sono Figo Hale, ma il gesto è stato carino. Non me lo sarei aspettato da lui.

Con questo non sto dicendo affatto di aver cambiato idea su di lui, sia chiaro.

Comunque accettai la giacca e me la infilai, accennando un sorriso.

-Grazie.-

E lui fece una strana cosa con il labbro, come se tremasse tutto.

Secondo me mi ha sorriso, Diario.

E, no, non ho esultato tra me come una dannata ragazzina, non essere ridicolo!

Ero solo... soddisfatto, ecco.

E poi, beh, il sorriso di Derek Hale è una cosa davvero... beh, non ci sono parole esatte per descriverlo.

Hai presente quando da piccolo ti svegli la mattina di Natale e trovi l'albero pieno di doni e tu sorridi perché hai aspettato quel momento per tutto l'anno?

Il sorriso di Derek Hale un po' ti fa sentire così.

-Ti sta bene. - considerò poi con tono noncurante, appoggiandosi alla ringhiera e sfiorandomi inavvertitamente una spalla con la propria.

Forse potrei essere arrossito, ma non è importante, affatto.

-Zia Ruth ti ha pagato? - non riuscii a trattenermi dal chiedere.

Lui mi fissò con un sopracciglio inarcato e io scoppiai in una risata nervosa.

-Sei gentile. Non sei mai gentile con me. Non mi sopporti, ricordi? -

Derek non rispose, aveva abbassato lo sguardo sulle proprie scarpe. Sembrava pensieroso.

Quando rialzò lo sguardo su di me e parlò, mi lasciò completamente senza parole.

-Mi dispiace per quello che è successo a tua madre – disse lentamente, sotto il mio sguardo stupito – Alla festa di tua zia, dopo che mi hai mollato lì con quella frecciatina, Ruth mi ha raccontato di come tua madre si fosse ammalata di cancro quando andavi al liceo. Del fatto che le sei stato accanto fino alla fine e che hai impedito a tuo padre di non crollare – fece una pausa, sembrava imbarazzato – E mi sono sentito un vero stronzo per come ti avevo trattato in tutto questo tempo. -

-Oh – si, lo so, non era il massimo come risposta a un discorso del genere, ma capisci che ero abbastanza sconvolto. Era il discorso più lungo che mi avesse mai rivolto ed era anche, beh era anche molto bello.

-In effetti un po' stronzo lo sei stato – confermai con un sorrisetto – Ma non sono il tipo che porta rancore troppo a lungo. -

Sorrise con un angolo della bocca.

L'ho già detto come ti fa sentire il sorriso di Derek Hale, vero?

-Si, lo so. -

Lo guardai, dubbioso.

-Lo sai? -

Ghignò.

-Nessuno che conservi rancore troppo a lungo avrebbe fatto così tanti tentativi di parlarmi, dopo il modo in cui ti ho trattato quando ci siamo conosciuti. -

-Sembrava che volessi sgozzarmi. - confermai, senza riuscire a trattenere un piccolo brivido al pensiero di come Derek mi avesse guardato storto per tutto il tempo alla festa di Natale della zia Ruth.

Derek sembrò esitare, improvvisamente timido, le mani affondate nelle tasche dei jeans come un adolescente impacciato qualunque.

E lì, Diario, fu la prima volta che pensai che Derek Hale fosse un uomo di cui ci si poteva innamorare.

-Non... non mi fido molto delle persone che non conosco - confessò, distogliendo poi rapidamente lo sguardo dal mio. Sospirò, come se quella conversazione gli stesse costando ogni fibra del suo corpo – E... e non ho il dono di conversare facilmente con persone che non ho mai visto. - continuò piano, alzando lo sguardo su di me, guardandomi da sotto le ciglia.

Io lo guardavo, la bocca leggermente aperta, gli occhi spalancati.

Quello davanti a me, il ragazzo dai modi sfuggenti ma impacciati, con gli occhi nervosi illuminati dalla luna, era una persona completamente diversa dal Derek Hale che avevo conosciuto nelle ultime settimane.

E mi stava piacendo.

Poi però mi ricordai di quello che mi aveva detto Theo, di come lo avesse tradito.

La mia espressione si indurì.

Come potevo fidarmi di una persona così? Chi mi dava la garanzia che non avrebbe ferito anche me, un giorno?

Mi sfilai la sua giacca, senza guardarlo. Lui invece mi guardava, lo capivo da come la pelle mi bruciava.

-Vado dentro a cercare Scott. Ho bevuto troppo per tornare a casa da solo.- mormorai mentre lui prendeva la sua giacca senza dire una parola, di nuovo orgoglioso e imperscrutabile.

Il germe del pregiudizio continuava a fiorire in me, ma con meno convinzione di prima.

Prima di andare via, Theo mi salutò con un bacio sulle labbra.

E mentre lui mi stringeva gentilmente la vita con un braccio, io non riuscivo a pensare ad altro che al maledetto sorriso di Derek Hale.

     

     

 

 

 

25 Gennaio

 

 

 

Caro Diario,

sono semplicemente sconvolto, incredulo, arrabbiato... insomma, ho un gran casino in testa.

Oggi c'è stato il matrimonio di Laura.

La cerimonia è stata molto bella, Laura era splendida, Ewan elegante e...

E Derek Hale si è dichiarato.

Almeno credo.

Non lo so Diario, mi sembra tutto così surreale!

Cercherò di spiegarti in modo decente e senza farmi venire un fottuto attacco di panico.

La cerimonia vera e propria si è svolta di mattina nel giardino della casa degli Hale, poi ci siamo spostati dentro per il rinfresco. L'aria era un po' pesante, perché Isaac e Cora si ignoravano in modo così smaccato da mettere a disagio anche tutti gli altri.

Laura a un certo punto mi ha chiesto se potevo andare a prendere un'altra bottiglia di vino dalla cucina e io le ho detto subito di si, perché non ce la facevo più a vedere quei due che si facevano i musi senza nessun vero motivo.

Recuperai la bottiglia dal frigo, ma mentre tornavo dagli altri in sala, sentii le voci di Derek e Talia provenire dalla porta socchiusa della dispensa. Dal tono delle voci sembrava stessero litigando.

Mi guardai un istante intorno, poi mi appostai cautamente dietro la porta.

-Non posso credere che tu abbia detto una cosa simile a tua sorella Derek! Sono giorni che è distrutta, mangia a malapena ed è ridotta uno straccio! Non vedi che la stai facendo soffrire? -

-Mamma, per l'ennesima volta, se ho fatto quel che ho fatto è stato solo per amore di Cora. Siamo una famiglia facoltosa e spesso se le persone si avvicinano a noi non è per reale interesse ma perché mirano ad altro, guarda Jennifer. -

-Che tu paragoni la tua subdola ex moglie a quel ragazzino amico di Stiles è il colmo, Derek! -

Spalancai gli occhi mentre la mano andava a stringere più forte il collo della bottiglia.

Stavano parlando di Isaac.

-Mamma, è ovvio che quel ragazzino non provi un reale interesse per Cora. Le gira sempre intorno con quell'espressione assente e tesa, non sorride mai quando la vede... Non sembra anche a te un comportamento strano per una persona innamorata? Credimi, aver fatto aprire gli occhi a Cora è una cosa di cui non mi pento affatto. -

E qui arriva la parte imbarazzante, Diario.

Ovviamente, senza accorgermene mollai la presa sul vino – un vino abbastanza pregiato, anche. Ewan non ne sarebbe stato molto contento.

La bottiglia andò a schiantarsi ai miei piedi, facendo voltare Derek e Talia verso la porta socchiusa.

Non ti dico la faccia di Derek quando incrociò i miei occhi. Non riuscivo a capire se fosse più sorpreso o più furioso, ma non mi diedi il tempo di scoprirlo, comunque.

Scappai prima che uno dei due potesse dire qualunque cosa.

-Stiles! - mi richiamò Derek, ma io lo ignorai, continuando a correre come un pazzo per il salotto, ignorando lo sguardo stranito degli invitati e la voce di Laura che mi chiedeva cosa fosse successo.

Ero furioso, furioso con Derek per quello che avevo appena sentito.

Era stato lui, lui aveva allontanato Isaac e Cora.

Smisi di correre solo quando mi trovai in giardino, sotto l'arco nuziale dove si era svolta la cerimonia.

Avevo il fiatone, più per la rabbia che per lo sforzo, e il petto mi si alzava e si abbassava furiosamente.

-Stiles. -

Mi voltai di scatto per fronteggiare Derek, le mani strette a pugno lungo i fianchi. Lui sembrava teso, ma anche incazzato.

Incazzato di cosa poi? Non era lui quello che aveva scoperto che il ragazzo... che un ragazzo aveva messo il bastone tra le ruote a uno dei suoi più cari amici.

-Stavi origliando. - mi accusò e, non ci posso credere, ora la colpa sarebbe mia?

Aprii la bocca, per scaricargli addosso tutta la rabbia e la delusione che provavo verso di lui, perché davvero, davvero, alla festa di Ewan c'è stato un istante in cui anche io l'ho pensata, quella cosa che ha detto a me.

Non sei come pensavo.

Ma prima che potessi dire qualcosa, Derek mi anticipò, avvicinandosi precipitosamente a me. Avrei voluto indietreggiare, ma era come se una forza sconosciuta mi bloccasse sul posto. Rimasi immobile, gli occhi pieni di diffidenza.

-Ma non importa. Tu sei fatto così, origli le conversazioni, lo hai fatto anche a Capodanno, quando parlavo con Peter e so che all'addio al celibato, quando parlavo con Ewan, tu eri lì. - disse e non sembrava arrabbiato, non mi stava rinfacciando niente. Stava esponendo dei semplici dati di fatto.

Lo guardai, confuso.

-Non capisco, cosa stai cercando di dirmi, Derek? Cosa... -

-Sto cercando di dire che anche se origliare è una cosa stupida e io detesto i ficcanaso, in questo caso è una cosa che posso tollerare perché sei stato tu a farlo e tu sei fatto così – si passò velocemente la lingua sulle labbra, senza staccare gli occhi dai miei – Tu, Stiles, sei la persona più fastidiosamente trasparente che abbia mai conosciuto. Non smetti di parlare un secondo, ci conoscevamo da due secondi e già mi raccontavi di Scott, del college e di non so che matrimonio. Hai fatto amicizia con le mie sorelle in tipo mezz'ora e stai simpatico persino a mio zio. Tu origli e mi tieni testa in un modo che mi fa semplicemente incazzare e non mi rendi facile neppure leggere un dannato libro in pace e hai un gusto nel vestire che fa schifo e sei irritante quando gesticoli come un pazzo e sei dannatamente scoordinato e sei inopportuno e sei frustrante, quando mi guardi con quei dannati occhi enormi senza renderti minimamente conto dell'effetto che mi fai, come stai facendo ora. E se ti fai baciare di nuovo da Theo ti spezzo il collo. -

Per un attimo rimasi in silenzio, travolto e sconvolto da quel monologo ringhiato e sofferto. Dal tono del discorso si sarebbe detto che Derek mi odiasse, profondamente. Ma il contenuto diceva altro, qualcosa che non riuscivo ad accettare.

-Senti – cominciai, innervosito e irritato – Se stai cercando di offendermi o di farmi sentire un idiota, di nuovo, ti avverto che... -

-Quello che sto cercando di fare – mi interruppe lui, stringendo la mascella e guardandomi duro negli occhi – è dirti che mi piaci. Mi piaci così come sei, anche se so che mi incasinerai inevitabilmente la vita, ragazzino. E che non ci sarebbe niente che desidererei di più che uscire a cena con te, se anche tu lo vuoi.-

Silenzio, Diario.

Calò il silenzio più totale.

Questo era semplicemente assurdo.

Derek... Derek voleva uscire con me? Aveva davvero detto che gli piacevo, tra un insulto e l'altro?

Derek era talmente rigido da sembrare una statua mentre mi fissava. Io ero immobile, senza parole.

-Dì qualcosa. Non stai mai zitto di solito, quindi dì qualcosa. - mi ringhiò contro, esasperato, e io mi riscossi. Feci un passo indietro, fissandolo incredulo e arrabbiato.

-Come puoi pensare che accetterei di uscire con te, dopo quello che hai fatto a Cora e ad Isaac, uno dei miei migliori amici? - domandai, la voce bassa e piena di rancore.

Derek si irrigidì se possibile ancora di più, mentre anche il suo sguardo si induriva.

-L'ho fatto per il bene di Cora – replicò, a denti stretti – Quel ragazzino, Isaac, chiaramente non è interessato a lei come invece lo è Cora nei suoi riguardi e... -

-E' timido! - urlai, esasperato, guardandolo furioso – Isaac dimostra a malapena il suo affetto per me, Scott e Jackson, e siamo amici da una vita! Ma con Cora lui è diverso! Io lo so, lo conosco! Con lei Isaac è più felice, sorride, parla... A lui Cora piace davvero! -

Derek rimase zitto, guardandomi con una luce sorpresa negli occhi verdi. Stava meditando sulle mie parole.

Mi passai la lingua sulle labbra, mentre pensavo velocemente.

Non era solo per Cora ed Isaac che ce l'avevo con lui.

-E di Theo Raken, cosa mi dici? - lo provocai, alzando il mento nella sua direzione.

Gli occhi di Derek si strinsero, una scintilla di gelosia divampò in essi. Mi costrinsi a rimanere fermo mentre lui si avvicinava minacciosamente a me, fino a che i nostri visi non furono solo a pochi centimetri di distanza.

-Theo Raken? - ripeté in un sibilo beffardo, sorridendo cattivo.

Quello non era il sorriso di cui non riuscivo a fare a meno. Non era il sorriso che mi piaceva.

-Cosa ti importa di lui, ragazzino? -

Gli gettai uno sguardo di fuoco, furibondo.

-So cosa gli hai fatto! Era il tuo migliore amico e tu l'hai tradito! -

Derek scoppiò in una risata secca e sarcastica, priva di qualsiasi allegria. Io lo fissavo, interdetto.

-Io? Io ho tradito lui? - ripeté in un sibilo furioso, direttamente sulle mie labbra.

Non potei fare a meno di abbassare lo sguardo sulle sue, per un breve istante.

Eravamo troppo vicini.

-E' questo che pensi di me? Pensi che sarei capace di fare una cosa del genere ad un amico? - domandò e il suo sguardo, oh Diario, il suo sguardo era semplicemente insopportabile da reggere.

Era semplicemente ferito.

Non so quindi con che coraggio riuscii a pronunciare quello che dissi in seguito.

-Ciò che penso è che sin dal primo momento in cui ti ho visto, la tua arroganza, lo scarso interesse per i sentimenti altrui e la tua scortesia, mi hanno fatto capire che saresti stato l'ultimo uomo sulla terra che mi sarebbe potuto piacere! - gli urlai in faccia.

Derek Hale ora non sembrava solo ferito.

Era distrutto.

Rimanemmo immobili per un po', i nostri respiri affannati che si infrangevano sulle labbra dell'altro. Lui mi guardò le labbra e per un istante credetti mi stesse per baciare.

Ma invece si allontanò di un passo, di nuovo con la sua espressione inscalfibile e indifferente.

-Bene. Mi dispiace di averti fatto perdere tempo allora. Non accadrà più. - disse asciutto, senza nessuna emozione tangibile nel tono di voce.

Poi mi voltò le spalle, tornando con passo sostenuto dentro casa.

Diario, in quel momento mi sentii la persona più meschina del mondo.

E la cosa più brutta e che non sapevo nemmeno il perché mi sentissi in questo modo.

Sapevo soltanto che vedere Derek Hale ferito e vulnerabile non mi era piaciuto come pensavo quando i primi tempi meditavo di vendicarmi per il modo in cui mi trattava.

Anzi, mi ha fatto decisamente schifo.

 

 

 

 

28 Gennaio

 

 

Sono depresso.

Tra cinque giorni devo tornare al college, queste sono le ultime possibilità che ho per stare con mio padre e i miei amici e invece è dal matrimonio di Laura che sto chiuso in casa a vegetare.

Lo so, Diario, sono patetico, me l'ha già detto Lydia in tipo cinque lingue diverse, non c'è bisogno che infierisca anche tu.

Credo che anche papà sospetti qualcosa, perché ieri sera a cena, mentre mi guardava non mangiare niente, ha borbottato qualcosa sul fatto che avrebbe chiesto a zia Ruth di piantarla di presentarmi uomini.

E se ero depresso per quello che è successo con Derek al matrimonio, non puoi capire come mi sento dopo oggi.

Verso le cinque del pomeriggio è venuta Cora a casa mia.

Era la prima volta che veniva a trovarmi ed ero abbastanza sorpreso, oltre che nervoso, okay.

Se c'era lei dovevo aspettarmi anche Derek nei paraggi?

Lei alzò gli occhi al cielo.

-Sono sola. Niente Derek. Posso entrare? - disse spiccia e, wow, Cora comincia a farmi paura quanto suo fratello.

-Cosa ci fai qui? - chiesi mentre la facevo entrare. Papà era al lavoro, per cui eravamo soli.

Mi sedetti sul divano mentre Cora rimaneva in piedi davanti a me, un'espressione dura sul viso e le braccia incrociate strette al petto.

Provai una fitta al cuore davanti alla consapevolezza che era dannatamente uguale a Derek, così. Beh, a parte le ovvie differenze anatomiche, certo.

-Tu e mio fratello siete due idioti – sbottò, senza alcun preambolo – Mio fratello è un idiota orgoglioso e musone e tu sei un idiota logorroico e pieno di pregiudizi.-

-Cora, io... - cominciai in mia difesa, ma lei mi zittì con una micidiale occhiata alla Hale.

-Io ed Isaac ci siamo messi insieme ieri. - disse poi e a dispetto del tono brusco che aveva usato, le sue guance si erano arrossate.

Spalancai la bocca, incredulo ma anche contento per loro. Mi tornarono in mente le parole di Derek al matrimonio e il sorriso mi si congelò sulle labbra.

-Ma come è possibile? Derek... -

Cora sospirò, guardandomi scocciata.

-Come ho detto, Derek è un idiota. Mi ha detto che si era sbagliato su Isaac, che era stato precipitoso a giudicarlo e che sembrava sincero nel suo interessamento verso di me e che avrei dovuto dargli una possibilità – mi guardò seria – Derek ha sbagliato, ma l'ha fatto in buona fede, perché mi vuole bene e voleva proteggermi. E io l'ho perdonato, dopo avergli detto che è un idiota, ovviamente. -

Wow.

Diario, non mi veniva in mente niente da dire a parte WOW.

Non potevo credere che Derek non solo avesse ammesso di aver sbagliato ma avesse addirittura cercato di rimediare la situazione.

-E... e come farete quando tu tornerai a New York tra tre giorni? - domandai, ma in realtà la mia mente era molto lontana da lei ed Isaac.

Derek, Derek, Derek, Derek.

-Beh esistono i cellulari Stiles e i week end. Abbiamo deciso di provarci almeno, vedremo poi cosa succederà. -

Rimasi in silenzio intontito.

Cora mi fissò, poi sospirò e si sedette accanto a me. Allungò una mano e credetti volesse posarmela sulla spalla.

Invece mi diede una sberla sulla nuca.

-Ahia! -

Cora mi guardò male.

-Sai Stiles, mi sei stato subito simpatico e ti reputo un ragazzo intelligente. E allora spiegami per quale cavolo di motivo non sei con Derek, visto che è così evidentemente cotto di te. E non cercare di negare, vi hanno sentiti tutti parlare in giardino al matrimonio.-

Okay, non ero abituato a sentirmi dire che Derek fosse cotto di me.

Credo che diventai più rosso dello smalto di zia Ruth.

E poi lo feci, Diario.

Raccontai a Cora tutto quello che Theo mi aveva detto su Derek.

Cora rimase in silenzio per un attimo, poi sbottò in un verso sarcastico e sdegnato, colpendo il divano con un pugno.

Era furiosa.

-Quel bastardo! Vuole far passare Derek per il cattivo della storia! -

-E non è così? - domandai piano, una piccola speranza che cominciava a germogliare in me.

Speranza di cosa, poi?

Cora mi guardò malissimo e, okay, lei e i membri della sua famiglia dovevano smetterla di guardarmi così. Mi spaventavano.

-Derek è la persona più leale che conosca, Stiles. Ci mette un po' a fidarsi, è vero, ma quando lo fa ti posso assicurare che è la persona più leale che uno potrebbe avere la fortuna di incontrare. -

Pensai a cosa aveva fatto pur di proteggere Cora e non potei non trovarmi d'accordo.

-E allora come è andata? - chiesi, curioso.

E, Diario, non potrai credere a quello che ti dirò.

Cora mi disse che era stato Theo ad andare a letto con la moglie di Derek, Jennifer e che era per questo che avevano divorziato. Mi disse che da allora Derek era ancora più restio a fidarsi delle persone, perché lui amava davvero Jennifer e lei invece lo aveva soltanto usato per la sua posizione all' FBI e per il fatto che venisse da una famiglia ricca ed agiata.

Mi è crollato il mondo addosso, Diario.

Capisci? Avevo detto tutte quelle cose orribili a Derek, tutte basate su uno stupido pregiudizio che ha portato a uno stupido equivoco.

Lui non è orgoglioso, Diario.

Lui ha solo paura di soffrire ancora, per questo mi teneva a distanza.

Mi piaci così come sei.

Improvvisamente avevo una gran voglia di mettermi in pigiama e piangere sul divano cantando a squarciagola All by myself, strafogandomi di gelato al cioccolato.

Lo so, peggio di una ragazzina in piena crisi ormonale.

Poi Cora, mentre si alzava per andare via incurante del fatto che mi avesse appena inflitto un colpo mortale, decise di darmi il colpo di grazia.

-Credo che anche a te lui piaccia. Quindi, perché non fate un favore a tutto il mondo, smettete di essere idioti e chiarite? -

Ora capisci perché sono ancora più depresso di prima Diario?

Perché Cora Hale, ha ragione, su tutto.

Ed è maledettamente frustrante.

 

 

 

 

30 Gennaio

 

 

 

Caro Diario,

ho fatto un casino.

E non uno dei miei soliti casini tipo versare un cocktail sulle scarpe di uno sconosciuto o fare epiche figure di merda sempre davanti a uno sconosciuto.

Un casino vero, perché c'entra Derek Hale.

Questa sera siamo usciti tutti insieme, per salutare Cora che sarebbe partita domani per New York.

Erano tutti lì a coppie che parlavano e si divertivano e io invece non riuscivo a smettere di pensare che anche Derek sarebbe partito e non lo avrei visto mai più perché, voglio dire, come avrebbe potuto voler rivedermi dopo quello che gli avevo detto?

Per fartela breve, verso metà serata ero brillo e depresso, una combinazione davvero rischiosa.

E in più nessuno ha pensato di sequestrarmi il cellulare al secondo bicchiere di vodka, quindi ero davvero nei casini.

Si, ho fatto quello che stai pensando.

Ho mandato il messaggio più patetico nella storia dei messaggi a Derek Hale.

E prima che tu mi chieda come ho fatto ad avere il suo numero, beh, potrei aver approfittato di una capatina di Cora al bagno per rubarle il cellulare.

 

 

 

Mi piaci anche tu, così come sei.

Voglio dire, non parli e comunichi prettamente solo con le sopracciglia e la maggior parte delle volte mi terrorizzi e sei inquietante quando mi guardi come se volessi uccidermi senza dire una parola. L'ho già detto che mi terrorizzi? Sei un grosso lupo scorbutico con un senso dell'umorismo praticamente inesistente, però hai gli occhi più belli che io abbia mai visto, e ne ho visti tanti di occhi, ma i tuoi occhi sono speciali, capisci? E il tuo sorriso... io credo di amare il tuo sorriso, quindi devi sorridere più spesso, intesi? E mi piace il modo in cui ti prendi cura delle tue sorelle, anche se vuoi far credere che non ti importi di niente e di nessuno. E quando sei geloso di Theo sei adorabile, anche se non hai nessun motivo per esserlo ora che so che è lui lo stronzo. Ringrazia Cora per questo e cerca di perdonare me per essere stato così cieco e accecato dai pregiudizi.

Non penso davvero quello che ti ho detto al matrimonio, penso tutt'altro di te.

Sei buono e non lo ostenti, agisci nell'ombra ed è per questo che mi piaci. E so che ormai è tardi e che tu domani parti e non ci vedremo mai mai mai mai più, ma dovevo dirti queste cose finché sono sbronzo o da sobrio non avrei avuto il coraggio.

Quindi, Derek Hale, mi piaci.

Tanto.

Da uscirci pazzi.

Mi piaci.

Ah, forse non l'ho detto, ma sono Stiles.

 

 

Capisci perché sto seriamente pensando di migrare in un altro stato? E non ti dico come mi sono sentito quando verso mezzanotte mi è passata la sbronza e ho realizzato quello che avevo fatto. Scott ha dovuto impedirmi categoricamente di buttarmi giù da un ponte. Ma la cosa peggiore è che lui non mi ha risposto, capisci. Non gli importa niente di me.

Quindi addio, Diario, questa è l'ultima volta che ci sentiamo, Stiles ha deciso di porre fine alla sua patetica e inutile esistenza.

 

 

 

 

 

 

31 Gennaio

 

 

 

Okay, sono ancora vivo.

Prima che mi accusi di incoerenza, lasciami raccontare cosa è successo quando sono tornato a casa. E sappi che se fino ad ora quello che ti ho raccontato è stato incredibile, questo lo è ancora di più.

Papà aveva il turno di notte, quindi quando sono tornato non mi sono preoccupato di non trovarlo a casa.

Io ero depresso e stanco e volevo solo annegarmi nella doccia e poi mettermi a dormire sperando di morire nel sonno.

Si, ero decisamente giù.

Ho salito le scale e sai chi ho incontrato in camera mia, seduto sul mio letto?

Si, Derek Hale.

Dire che mi è venuto un infarto sarebbe un eufemismo.

-Cristo Santo! Da dove cavolo sei entrato?! - urlai, praticamente accasciandomi contro lo stipite della porta.

Lui alzò un sopracciglio e, davvero, odio il fatto che sia sempre perfettamente padrone di sé in ogni situazione.

-Mi sono arrampicato dalla finestra. -

Spalancai la bocca, sconvolto.

-Davvero? Tipo con la super forza? Sei davvero un lupo musone con i super poteri e non me l'hai mai detto? -

Lui alzò gli occhi al cielo.

-No, idiota. Mi ha aperto tuo padre prima di andare a lavoro. Ha detto che potevo aspettarti in camera tua. -

-Oh. -

Ero un po' deluso dal fatto che non avesse davvero i super poteri, ma cercai di rimanere concentrato sul perché fosse nella mia stanza.

-Ho letto il messaggio. - disse e, wow, mi leggeva nella mente. Si alzò in piedi e si avvicinò lentamente a me, senza staccarmi gli occhi di dosso.

So che non ci crederai Diario perché ormai ti sei fatto l'idea di me come uomo virile e coraggioso, ma stavo letteralmente tremando come una foglia ed ero talmente agitato che mi veniva da vomitare.

A parte questo, ero abbastanza calmo.

Cioè in fondo era solo Derek Hale, nella mia stanza, mentre eravamo da soli in casa, che si avvicinava a me con sguardo da predatore rubandomi prezioso spazio vitale.

Niente per cui valga la pena agitarsi.

-E' vero? Quello che hai scritto, intendo. Lo pensi davvero? - chiese a bassa voce e, davvero, non aveva il diritto di usare quella voce sexy mentre continuava ad avvicinarsi.

-Pateticità del messaggio a parte, si, a grandi linee lo penso davvero. - dissi e se la sua voce era uscita roca e sexy la mia sembrava un dannato pigolio.

Per niente sexy, insomma.

Ma a Derek Hale non sembrava importare, per niente.

Mi sorrise, e a quel punto il mondo sarebbe potuto finire in quell'esatto momento che non me ne sarei nemmeno accorto.

E ora ti racconterò cose molto intime e private, quindi sei pregato di tenertele per te. Tipo, se lo dici a Jackson giuro che ti do fuoco.

Mi ha baciato.

Derek Hale mi ha baciato.

E okay, mi ha baciato in un modo che mi ha fatto sentire la dannata ragazzina della situazione, con un suo braccio dietro la schiena e il corpo inarcato all'indietro come se stessimo ballando un dannato valzer, ma è stato comunque il bacio più bello della mia vita.

Ma non è finita lì.

Abbiamo fatto l'amore nel mio letto e prima che tu mi dia della sgualdrina per essere andato con un uomo subito dopo il nostro primo bacio, ehi, lui domani parte per New York! Dobbiamo ottimizzare i tempi.

Comunque è stato meraviglioso. Derek Hale non è come me lo immaginavo nemmeno durante il sesso. Non è rude e impietoso.

E'... dolce. E delicato. E mi ha baciato tutto il tempo e mentre era dentro di me mi ha guardato negli occhi sempre, come se non potesse farne a meno.

E lo odio per questo, perché mi sta facendo seriamente correre il rischio di innamorarmi di lui.

Quindi si, Diario, per una volta si può dire tutto è bene quel che finisce bene.

Certo, le cose tra noi non saranno mai facili, e non parlo solo della distanza, quella è superabile, ma soprattutto dei nostri caratteri completamente diversi.

Eppure ho come un presentimento positivo, Diario.

Ho come l'impressione che andrà bene tra me e Mr. Hale.

E mentre sono qui, nudo tra le sue braccia che lo guardo dormire e cerco di non svegliarlo mentre scrivo per quella che è probabilmente l'ultima volta su questo Diario, non posso fare a meno di pensare che la zia Ruth morirà di felicità quando le dirò che non deve presentarmi più uomini.

Ho già tutto quello che potrei desiderare, un grosso lupo musone tutto per me.

E se questa esperienza a volte è stata umiliante, frustrante e imbarazzante, mi ha insegnato una cosa importante.

Non è sempre vero che è la prima impressione quella che conta.

Non quando si tratta di Derek Hale.

 

 

 

 

 

ANGOLINO

 

 

Woah, l'ho finita!

Un po' in ritardo, ma eccola qui^^

Spero vi sia piaciuta!

Un bacione grande grande e a presto!

Fede <3

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