I Vampiri Sono Ovunque

di xUndercoverGirl94x
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Intro ***
Capitolo 2: *** UCLA ***
Capitolo 3: *** Los Angeles ***
Capitolo 4: *** Primo Giorno ***
Capitolo 5: *** Le Selezioni ***
Capitolo 6: *** Colpo di fulmine ***
Capitolo 7: *** Cattiva Ragazza ***
Capitolo 8: *** Mr.Bieber & Miss.Gomez ***
Capitolo 9: *** Foto Compromettente ***
Capitolo 10: *** Incastrata ***



Capitolo 1
*** Intro ***


"Perché quando perdi il tuo tutto,ti ritrovi con il vuoto che riempiva"

_________

Cloe fino ad ora non è mai inciampata nel lungo percorso che è la vita.
Ma basterà davvero poco per far si che il suo mondo perfetto venga completamente rovesciato e tutto ciò solo a causa di un ragazzo, o forse è meglio dire un Vampiro.

Justin standole vicino la esporrà a dei rischi.
Un Vampiro innamorato di un'umana o semplicemente due mondi opposti che si incontrano?

Buona lettura.

___________

Personaggi Principali

-Ragazzi

Justin Bieber:Justin Bieber

Chaz Hill: Austin Mahone

Josh Hutcherson:Josh Hutcherson

Mike McFarlane :Gregg Sulkin

Ryan Butler: Niall Horan

-Ragazze

Cloe Gomez: Selena Gomez

Kayla Golgi:Demi Lovato

Carly Butera: Ariana Grande

Bridgit Everett: Avril Lavigne

Eléna Deer: Madison Beer
 

Personaggi Secondari

-Ragazze/Ragazzi

Capucine Legrand: Louane Emera

Farha Mahara: Zendaya Coleman

Delia Herrmann: Stella Maxwell

Patrick Cardoner: Connor Jessup

Robert Butera: Kenneth Baumann

Bréanainn O'Neill: (cercasi attore/modello/cantante irlandese)

Nathan Tonkin: Jordan Rodriguez
 

Questa è la mia prima storia quindi non aspettatevi molto da me.

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Capitolo 2
*** UCLA ***


UCLA

 

Justin's POV

Nuovo messaggio:

da:Josh

Justin tua madre mi ha chiesto di ricordarti dell'iscrizione per il liceo.

Io e Chaz ci siamo appena trasferiti nella nuova casa,abbiamo invitato dei ragazzi che abbiamo conosciuto al campo qualche giorno fa,spero non ti dia fastidio.

P.s.

Io e Chaz siamo andati a fare rifornimento.

 

Misi il telefono in tasca e feci marcia indietro con la macchina.
Di sicuro mia madre una volta arrivata qui a Los Angeles sarebbe andata a controllare i registri di tutti i licei così decisi di tagliare la testa al toro e mi diressi verso il liceo UCLA.

Di certo non mi mancavano gli studi, ormai frequentare le lezioni era sempre più noioso. Sinceramente non capivo perché mia madre si fosse intestardita così tanto, avevo fatto il liceo almeno sette volte, la cultura di certo non mi mancava.

Parcheggiai la mia macchina vicino l'imponente liceo e percorsi i metri che mi dividevano dalla porta d'entrata.

"Lei è?" Mi chiese una donna al quanto bassa. Io tolsi i miei occhiali da sole in modo poterla vedere meglio negli occhi.
"Sono un nuovo studente, dovrei compilare il modulo per l'iscrizione" risposi con un tono di voce bassa e rilassata.
La donna mi annuì piano e mi invitò a sedermi su delle sedie poste lungo il corridoio.

Quando la donna sparì dietro una porta mi alzai dalla sedia incuriosito da alcuni volantini e annunci attaccati su una bacheca in legno con dello scotch o con delle puntine colorate.
Alcuni erano annunci pubblicitari, altre richieste di lavoro come babysitter o dogsitter. Solo uno dei tanti però mi colpì maggiormente, l'annuncio verso il bordo della bacheca e perfettamente nuovo,segno che era stato aggiunto di recente, riguardava la squadra di basket del liceo. Cercavano un giocatore, così l'indomani sarei andato a fare domanda per entrare a far parte dei giocatori.

Il basket era l'unico hobby umano che mi affascinava e inoltre mi faceva passare inosservato. A quanto pare ogni ragazzo americano sapeva giocare a basket e andare sullo skate.

Incuriosito dall'ambiente che mi circondava continuai a curiosare fino a quando non mi trovai di fronte ad una lunga scala, da essa udii dei passi che rimbombavano per tutta la scalinata. Non volendo avere problemi subito il primo giorno mi allontanai per ritornare seduto sulle sedie in legno nell'attesa che la donna ritornasse.
Proprio mentre la signora di prima mi chiedeva di seguirla, alla fine del corridoio potei intravedere perfettamente una ragazza dai capelli lunghi e castani venire verso di noi.
Camminava in modo composto e sereno, qualcosa in lei mi attrasse subito. Non seppi spiegarmi il perché ma quella visione mi fu portata via quando la signora mi richiamò.

"Allora ragazzo, vuole seguirmi?" Mi chiese la donna leggermente spazientita, le annuii rivolgendo la mia attenzione verso di lei e mi condusse verso la segreteria.
"Questi sono i vari moduli" mi informò consegnandomi una serie di fogli che chiedevano informazioni personali.

Passarono un paio di minuti prima che potessi finire ogni modulo e finalmente riconsegnai alla donna tutti i documenti che lei non esitò a controllare subito.

Stanco ormai di restare in quella stanza mi alzai dalla sedia afferrando tutte le mie cose e salutando la donna iniziai ad incamminarmi verso l'uscita.

"Mi scusi!" Mi girai per vedere la signora di prima uscire dallo stanzino con in mano un modulo che sventolava per aria intanta a raggiungermi prima che uscissi.

"scusa ma non hai riempito questo spazio" disse indicando con un dito lo spazio vuoto.
Schiarii la mia gola mentre pensavo a un modo per uscirne senza uccidere nessuno.

Quando trovai la risposta hai miei problemi la vocina di mia madre rimbombò nella mia mente.

"Justin Drew Bieber ti è assolutamente vietato usare l'ipnosi in luoghi pubblici, hai capito?"

Sospirai profondamente preparandomi per ciò che sarebbe accaduto in seguito.
Con un semplice sbattere di palpebre i miei occhi cambiarono totalmente colore, dal nocciola divennero rossi come il sangue.

La guardai intensamente negli occhi per qualche minuto fino a che non fui certo di avere il completo controllo sul suo corpo.

"lei farà finta di nulla e si inventerà una scusa plausibile nel caso qualcuno le chiedesse il perchè dello spazio vuoto chiaro?" lei annuì piano e girando ritornò nella stanza con in mano il modulo, soddisfatto del lavoro svolto uscii dal mio nuovo liceo incamminandomi a passo d'uomo verso la mia Ferrari bianca.
Estrassi le chiavi dalle tasche dei miei pantaloni e col comando a distanza la aprii.
Una volta che fui comodamente seduto accesi la macchina e iniziai a guidare in direzione della mia nuova casa.

Non ero sorpreso più di tanto sulla questione della mia età, sebbene io dimostri diciannove anni in realtà ne possiedo molti di più, 106 per l'esattezza.

Percorrendo le affollate strade di Los Angeles non riuscivo a togliermi dalla testa la ragazza dai capelli castani dalla mente, non so esattamente cosa mi avesse colpito di lei ma ero felice al pensiero di poterla rivedere il giorno seguente, magari avevamo qualche corso in comune.

_______

I prossimi capitoli saranno mooolto più lunghi,man mano che andrete avanti con la storia.

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Capitolo 3
*** Los Angeles ***


-My name is Justin Bieber-

Los Angeles


Parcheggiai la mia auto nel parcheggio riservato noi e correndo mi diressi verso l'enorme cancello.
"Chaz sono arrivato" dissi col mio solito tono di voce scocciato. Ero cosciente del fatto che sapesse che io ero arrivato. Sicuramente aveva udito e riconosciuto la mia Ferrari.

"chi è?"chiese Chaz al citofono facendomi alzare gli occhi al cielo.

Non risposi e il cancello venne aperto comunque permettendomi di entrare nel giardino che circondava la nostra villa.

Erano passati giorni dall'ultima volta che avevo avuto il piacere di dormire, da quando siamo arrivati non c'è stato tempo per le faccende umane di cui io avevo bisogno a differenza di Josh e Chaz.

Qualcosa nel mio trasformamento non era andato nel verso giusto, non ero pienamente vampiro né pienamente umano. Io mi definisco un semi Vampiro. I medici dicono che quando sono stato trasformato il mio creatore sia stato interrotto lasciando così la mia trasformazione incompleta.

Ciò che sono non è molto raro,ovviamente siamo in netta inferiorità rispetto ai Vampiri comuni. La mia specie può resistere senza bere sangue per massimo una settima o poco più ma quando il mio corpo reclama del sangue divento tutta un'altra persona, divento pericoloso, più pericoloso di quanto a cose normali sarei.

È come se la mia parte Vampira mi ricordi chi sono io veramente, posso sembrare un umano: mangio, bevo, dormo e la mia pelle non è bianca come quella di Chaz e Josh ma dentro di me è come se ci fosse una belva dormiente che ogni tanto si risveglia.

Appena entrai in casa come un fulmine raggiunsi il piano superiore per entrare nella mia camera. Non avevo nemmeno le forze di sfilarmi i vestiti di dosso così togliendo le coperte e le lenzuola mi stesi sul materasso chiudendo successivamente gli occhi.

05:05 pm.

Scesi le scale raggiungendo il piano inferiore per cercare qualcosa da mangiare nel frigo quando davanti a me potei vedere tre ragazzi che non avevo mai visto prima sdraiati sul divano a guardare la TV.

Assottigliando lo sguardo li scrutai dall'ultimo scalino.
Quello seduto sul bracciolo era biondo,alto più di me ed era totalmente preso dalla trasmissione.

Quello al suo fianco era biondo come il primo e i suoi occhi erano azzurri, da seduto non è semplice intuire l'altezza ma mi sembrava più basso di me.
L'ultimo non stava nemmeno guardando la televisione dato che era preso dal suo telefono.
Lui a differenza dagli altri aveva i capelli castani ma non potei capire il colore dei suoi occhi dato che aveva il volto chino.

Non dissi nulla dato che credevo di non aver attirato la attenzione di nessuno e mi diressi verso la cucina.

Chaz e Josh stavano prendendo dal frigo birre e patatine, per caso c'era in programma una partita di hockey?

Aspettai che avessero finito di saccheggiare il frigo così da poterne usufruire pure io.

"Justin ti unisci a noi? Dopo dovremmo andare a fare una partita"
Mi informò Josh prima di andare in salotto.
"No, credo che visiterò il quartiere" sussurrai consapevole del fatto che fosse in grado di ascoltarmi.

I miei amici si unirono insieme ai tre ragazzi seduti sul divano e iniziarono a commentare la partita.
Il mio stomaco iniziò a brontolare reclamando un po di cibo, afferrai gli avanzi di ieri e non persi tempo nel riscaldarli dato che avevo decisamente troppa fame.

Consumato il pasto infilai tutto nella lavastoviglie e afferrai il mio giubbotto malamente gettato sull'attacapanni nel salotto e con un saluto uscii di casa.

Diedi un'occhiata all'orologio che segnava le cinque e mezza di pomeriggio iniziando così a camminare.
La città non aveva nulla di eclatante, avevo visitato numerose città più affascinanti e ricche di storia, tuttavia il fatto che ci fosse molta gente mi tranquillizzava, è più semplice non distinguersi quando ci sono molte persone.

Nei primi anni da semi Vampiro ero stato in piccole città ma ho scoperto che non era la cosa giusta da fare, essendo in poche persone tutti sanno tutto e io sono riuscito a capirlo prima che fosse troppo tardi. Nelle grandi città è semplice garantirsi l'anonimato o sembrare come gli altri.

Tra tutti i negozi e i ristoranti la confusione iniziò ad irritarmi così mi affrettai per cercare un posto più tranquillo, magari un parco abbandonato o qualcosa del genere.

Ogni tanto tra sui marciapiedi spuntavano degli alberelli recintati e su ognuno di esso compariva il volto di diversi bambini. Che in giro ci fosse un malvivente che faceva traffico illegale sui bambini. Ho ucciso molte persone per molto meno in passato.
Se avessi avuto la fortuna di trovarne uno di certo non avrei esitato a rispedirlo all'inferno.

Finalmente dopo aver camminato per un lungo tratto di strada riuscii ad intravedere un pezzo di zona verde.

Sospirando per il sollievo raggiunsi il parco ma purtroppo lì era peggio di prima.
I bambini urlavano e saltavano come biglie impazzite da una parte all'altra del parco. Le madri erano tutte prese a leggere libri o a parlare con altre madri non curandosi dei propri figli. Ora capivo perché qui a Los Angeles non ci fosse un albero privo di foto di bambini.

Proprio mentre stavo lasciando il parco una ragazza attirò completamente la mia attenzione. 
Dopo questa mattina credo che l'avrei riconosciuta ovunque.
Mi avvicinai con cautela alla sua figura, proprio come facevo quando dovevo uccidere la mia preda,non facevo rumore e la facevo sentire a suo agio per poi attaccare.

Un bambino andò a sbattere contro la mia gamba destra per poi cadere col sendere sulla terra.

"Marcus sta attento" disse la ragazza dai capelli lunghi e mori.
Il piccoletto si alzò subito sulle gambe e si nascose dietro il corpo della ragazza.
"Mi scusi è che alcune volte è distratto" disse porgendomi le sue scuse.

"Non fa niente. È giovane e ha bisogno di divertirsi, è suo fratello?" Chiesi incuriosito dal piccolo bambino.
"Sono la sua babysitter per oggi" mi informò guardando il bambino correre verso lo scivolo.
"Comunque il mio nome è Justin Bieber" dissi porgendole la mia mano destra. La ragazza la fissò per qualche minuto titubante sul cosa fare ma alla fine la accettò.

"Cloe Gomez" rispose staccando la sua mano dalla mia dopo pochi secondi.
"Io devo andare. Sai vengo pagata per tenere d'occhio il piccolo Marcus quindi..." annuii scusandomi per averla distratta e decisi di ritornare a casa.

A questa ora i ragazzi dovrebbero essere tornati tutti a casa loro.

Mi avviai verso casa con l'immagine della ragazza in mente e d'improvviso mi ritrovai a ringraziare mentalmente mia madre per aver insistito così tanto nel farmi iniziare nuovamente l'ultimo anno di lezioni.
Per fortuna avrei iniziato subito l'indomani.

Al ritorno trovai i ragazzi fuori intenti a giocare a basket. Sorridendo appena mi sfilai il giubbotto e sfilai la palla dalle mani del ragazzo dagli occhi azzurri facendo canestro alla sua squadra.

"Justin giochi?" Mi chiese Josh passandomi una casacca verde.
"Qualcuno dovrà pur insegnarvi a giocare" risposi iniziando a palleggiare.
"Forse sarà il contrario" mi rispose il ragazzo dai capelli biondi e gli occhi castani.

"Vedremo" risposi io passandogli la palla con forza a mò di sfida.

La partita non durò poi tanto dato che la squadra dei vampiri giocava da più di loro.

Il ragazzo che mi aveva sfidato mi porse la mano per congratularsi ma nei suoi occhi lessi tutta un'altra cosa.

"Anche voi nel nostro liceo?" Chiesi passando gli asciugamani, che ci aveva portato Chaz, al resto dei ragazzi incuriosito.
Loro annuirono e bevvero un sorso d'acqua per riprendere fiato.

"quali sono i vostri programmi?" Chiesi rientrando in casa seguito dagli amici di Josh e Chaz.
"Ci fermiamo per la notte" mi rispose il tizio dagli occhi marroni e i capelli biondi.

Girandomi verso i miei due amici li fulminai velocemente serrando la mascella totalmente contrariato.
"Dobbiamo farci degli amici" sussurrò Josh facendomi grugnire sapendo che in fonda aveva perfettamente ragione.
Chaz mostrò ai ragazzi le loro stanze e iniziammo a cenare, ovviamente Josh e Chaz dissero che non avevano molto appetito ma si sedettero comunque accanto a noi.

Nel cuore della notte

Di scatto aprii gli occhi sentendo la mia gola totalmente secca.

Il mio lato Vampiro desiderava ardentemente del sangue. Respirai profondamente sentendo il profumo del sangue che mi chiamava.

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Capitolo 4
*** Primo Giorno ***


-sweet blood-

Primo Giorno

 

Strinsi i pugni lungo i fianchi cercando di calmare la mia sete e sfrecciai al piano inferiore, la mia vista iniziò ad appannarsi dovuta alla troppa fame e col fianco urlai il tavolo della cucina provocando un forte rumore stridulo che rimbombò per tutta la casa.

Non diedi importanza al rumore dei passi sulle scale convinto che fosse Chaz così mi avvicinai al frigorifero per cercare le bottigliette di sangue che tenevo da parte per queste occasioni.

Smisi di cercare quando il battito cardiaco di qualcuno degli amici di Josh e Chaz si fece più rumoroso.
Ne avevo svegliato uno e si stava inconsciamente avvicinando nella tana del lupo.

"Justin che ci fai alzato?" Riconobbi la voce del ragazzo dai capelli biondi e gli occhi castani.
Mi congelai per qualche secondo combattendo la voglia di ucciderlo per bere il suo sangue così invitante.

D'improvviso il suo battito prese a rallentare e girandomi potei vederlo con gli occhi chiusi intento a dormire mentre Josh lo passava a Chaz che velocemente lo riportò al piano superiore.

"Stai cercando di farti scoprire?" Mi chiese Josh chiaramente irritato per ciò che era appena successo ma non avevo tempo di iniziare una discussione ora.

"Le mie bottiglie " sussurrai chiudendo bruscamente il frigorifero.
"Le abbiamo finite" disse Josh mostrandomi uno sguardo di scuse e io irritato lo superai raggiungendo la porta di casa per uscire abbiamo cacciare.

Guardai l'orologio osservando che era 00:16. In genere nelle piccole città a questa ora non c'è nessuno a causa del coprifuoco generale ma nelle città come Los Angeles a mezzanotte è pieno di adolescenti ubriachi e malviventi, non una bella combinazione.

Raggiungendo la foresta più vicina iniziai a rallentare per trovare della selvaggina.
In lontananza sentii dei passi e mi nascosi dietro dei cespugli in attesa che la mia preda si facesse avanti.

Il battito del suo cuore riempiva la mia mente e il mio naso non smetteva di sentire il dolce profumo che emanava il sangue di Coniglio.

Mi avvicinai lentamente alla preda. Lui si fermò per qualche minuto ignaro di quello che gli avrei fatto tra qualche secondo, quei due minuti di distrazione per lui erano diventati fatali.

Velocemente mi scagliai contro la sua figura esile e affondai i miei canini nella sua carne iniziando finalmente a nutrirmi. 

Quando mi stai dal suo corpo potei vedere la mia pelle iniziare a riprendere il solito colorito rosa e in poco tempo pure i miei occhi divennero nuovamente come prima.

Restai in quella foresta per cacciare altri animali, dovevo essere sicuro di essermi nutrito a sufficienza.

Giorno dopo

"Justin....Justin svegliati dobbiamo andare, oggi è il primo giorno nel nuovo liceo!" la fastidiosa voce di Chaz continuava a ronzarmi nella testa "si...ora mi alzo!" dissi mettendo il cuscino sulla faccia per non sentirlo più.

"Bieber ora!" urlò dalla cucina "okay okay mi alzo!" risposi urlando a mia volta.
Vestendomi velocemente scesi le scale come un essere umano ma raggiungendo la cucina rimasi confuso nel vedere solo Chaz.
"Josh dov è?" chiesi mettendomi le scarpe ai piedi.
"È uscito con gli altri,sono già arrivati e ci aspettano,siamo in ritardo grazie a te"alzai gli occhi al cielo, facile dirlo quando non si ha bisogno di dormire.

"Che ci posso fare se non sono un Vampiro 'completo'?" Dissi facendo le virgolette con le dita alla parola completo.
"sei pronto?" continuava a chiedermi Chaz osservandomi mentre mi lavavo i denti. Decisi di non rispondere facendolo subito innervosire.

"Io e Josh ieri notte abbiamo fatto la scorta di sangue, ti metto due bottiglie nello zaino" mi informò mentre uscivo dal bagno con i denti perfettamente lavati.

Lo ringraziai afferrando il mio zaino e ucimmo di casa entrando nella sua macchiana, decisamente meno appariscente della mia.

"Se guidiamo con la mia saremmo pieni di amici" lo provocai facendogli alzare gli occhi al cielo.

Arrivati nel parcheggio dell'istituto  scendemmo dalla macchina e cominciammo a correre come tutti gli altri che erano in ritardo
"primo giorno e siamo in ritardo....cominciamo bene no?" dissi  tra le risate, Chaz si unì a me e ridemmo tra i corridoio al contrario di tutto gli altri che erano palesemente spaventati all'idea di arrivare in ritardo.

Appena entrammo in classe suonò la seconda campanella "che culo" ci disse Harvey dal suo posto,lo fulminai con lo sguardo mentre mi sedetti agli ultimi posti, a quanto pare non eravamo gli unici che avevano fatto ritardo dato che notai parecchi posti liberi.

In attesa del insegnate iniziai a sbadigliare attirando l'attenzione di Chaz che non perse tempo e iniziò a sfottermi.
"sonno Justin?"chiese ridacchiando quel grandissimo stronzo di Chaz, gli mostrai il mio dito medio.

Primo giorno di lezione e la professoressa iniziò a consegnare dei fogli a ciascuno di noi.

Test sulla fisica

Fottiti troia.

Poco dopo la consegna dei Test entrarono quattro ragazze. Il mio sguardo ricadde sulla ragazza dai capelli mori, la stessa ragazza che vidi il primo giorno che entrai nell'istituto.

Cloe si avvicinò alla cattedra della professoressa mostrandole un pezzo di carta.

"Miss il coach ci ha tenute nel suo ufficio e siamo arrivate in ritardo " disse una ragazza mora con i capelli mossi alle punte.

Una ragazza bionda accanto a Cloe si accorse che stavo fissando la sua amica così, tanto per farsi i cazzi suoi, glielo disse e lei si girò verso di me, io le mostrai un piccolo sorriso e confusa si girò per andarsi a sedere nei posti che erano rimasti liberi.

Che figura di merda.

Quando finalmente suonò la campanella tutti consegnarono i compiti e ci preparammo per andare a mensa.

Usciamo dalla classe ordinatamente e ci dirigiamo verso mensa iniziando a scegliere cosa mettere nel vassoio di plastica.

Gli amici di Josh e Chaz ci invitarono a pranzare con loro e occupammo un tavolo poco distante da quello di Cloe.

"Noi ancora non ci siamo presentati" disse il ragazzo che solitamente se ne stava zitto
"io sono Mike McFarlane e lui è Ryan Butler" disse porgendomi in seguito la sua mano che accetta subito.
"Io sono Harvey" disse il ragazzo biondo dagli occhi castani.
"Harvey come?" Chiesi iniziando ad irritarmi.
"Harvey e basta" disse prendendo una fetta di pizza.
Decisi di ignorarlo e gli altri ragazzi iniziarono a parlare mentre io iniziai a guardare la ragazza che mi aveva colpito da subito. Non riuscivo a toglierle gli occhi di dosso, era più forte di me.

"Hey Justin che fai? Non mangi il tuo pranzo? Hai deciso che oggi digiuni?" mi distrasse Mike e riportai la mia attenzione su di lui.

"No Mike,non vedi che si stava mangiando con gli occhi Cloe Gomez? La ragazza che prima ha fatto fisica nella nostra stessa classe vero?" Chiese subito dopo confuso Ryan.
Chaz gli annuì iniziando a ridacchiare.

"Ma stai zitto" alzai un sopracciglio e mi diressi vero il bancone,non volevo rischiare di mangiare questi pasti disgustosi quindi ignorai ciò che svevi già preso e andai sul sicuro prendendo una mela.

Quando feci per tornare indietro vidi la ragazza di prima venire verso di me con il suo vassoio.

"Ascolta non ho nulla contro di te ma mi irrita avere il tuo sguardo fisso su di me" mi informò guardando le verdure nel bancone.
"Sei sicura che ti irriti?" Chiesi avvicinandomi al suo orecchio.
"Più che sicura quindi ti pregherei di smetterla Justin" mi rispose dedicandomi un'ultima occhiata prima di tentare di allontanarsi ma fui veloce e la fermai facendola innervosire.

Cloe's pov

"cosa vuoi?" gli chiesi sperando di togliermelo dai piedi il più velocemente possibile "voglio uscire con te" disse leccandosi le labbra. "come?" chiesi alzando un sopracciglio iniziando a non sopportare più questo ragazzo.

"Hai sentito" disse lasciando il mio polso.
"Lasciami in pace" risposi con un sorriso strafottente.
"Cosa devo fare?" Mi chiese subito dopo.

"E va bene, facciamo che se diventerai capitano di una squadra sportiva,della scuola ovviamente, io uscirò con te ma la partita dovrà essere onesta. Contento?" Appena finii di parlare mi pentii subito di avergli dato un opportunità del genere.

"Consideralo già fatto piccola" serrando la mascella mi voltai raggiungendo le mie amiche, forse lo avevo già detto ma credo proprio di odiarlo.

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Capitolo 5
*** Le Selezioni ***


Le Selezioni

-It isn't the last word-

 

"Chi era quello?" continuava a chiedermi Carly sebbene io fino a quel momento fossi troppo turbata per risponderle.
"un ragazzo presuntuoso"
"sarà presuntuoso ma non puoi negare che sia carino" ribattè Carly subito dopo aver udito la mia risposta alquanto fredda e distaccata.

Dopo la sua affermazione seguì un lungo ed estenuante silenzio che io non avevo intenzione di rompere.
Per qualche minuto ancora iniziammo a mangiare e Bridgit stanca di star lì a non far nulla, dato che il suo pranzo consisteva solo in un trancio di pizza e metà mela, decise di prendere in mano le redini e introdusse un argomento alquanto stupido, se mi era permesso esprimere il mio giudizio.

"Le divise da cheerleader si cambieranno o resteranno le stesse?"
"Avevamo pensato di mettere in risalto la divisa di Cloe, dato che è il capo, ma non faremo niente di chè. Il cambiamento sarà solo invertire i colori che ovviamente resteranno blu e oro" rispose poco dopo Elèna.

Continuando a passare da un argomento a un altro finimmo di pranzare e alzandoci dai nostri posti riponemmo i vassoi al loro posto.

"Sono felice di sgranchirmi un po le gambe dopo due ore di fisica" disse Eléna venendo al mio fianco.
Le diedi ragione e ricominciò a parlare non curandosi del fatto che fossi con la testa da tutt'altra parte.
Il fatto che oggi ci sarebbero stati i provini per trovare le quattro ragazze mancanti a completare la nostra squadra di cheerleader mi rendeva alquanto scortese e agitata.
Non amavo questa parte del mio compito, ricordavo quando quella a fare i provini ero io e per due anni di seguito venni respinta malamente.

Odiavo infliggere la stessa 'punizione' ad altre ragazze che come me, sognavano di poter entrare a far parte della squadra delle cheerleader.

Mentre gli altri ragazzi prendevano i libri per la lezione che seguiva il pranzo noi ci facemmo strada tra i ragazzi scendendo velocemente le scale seguite dalla squadra di basket.
Per un minuto, mentre Eléna continuava ininterrottamente a parlare, un pensiero o meglio, un ragazzo attraversò i miei pensieri.
Mi girai lentamente per guardarmi indietro e lasciando un occhiata veloce alla squadra di basket mi accorsi che Justin non era tra di loro.

Per qualche strana ragione insieme al sollievo potevo percepire quel poco di malinconia che mi fece subito preoccupare. Non potevo di certo essere attratta da un ragazzo così sfacciato e presuntuoso.
Lungo il cammino per gli spogliatoi i giocatori di basket parlavano e ridevano ad alto volume infastidendomi ogni volta che riuscivo a percepire frasi poco carine rivolte a ragazze di mia conoscenza.

Presto ci dividemmo ed entrando negli spogliatoi ognuna delle ragazze afferrò il proprio borsone lasciato lì la mattina stessa iniziando a cambiarci.
Talmente ero nel mio mondo di pensieri che ancora non mi ero resa conto che Elèna aveva finito di parlare con me.

"Cloe ci sei?" Chiese Carly mentre legava i suoi lunghi e folti capelli in una coda alta.
Le annuii facendo la stessa cosa con i miei capelli e osservando le ragazze preparate mi sforzai mostrando loro un sorriso ampio incoraggiandole a fare lo stesso ed uscimmo dagli spogliatoi femminili.
In palestra c'erano già le ragazze, pronte per le selezioni, intente a fare stretching.
I due ragazzi membri della mia squadra di cheerleaders avevano già preso posto sulle sedie laterali lasciando me e il resto delle ragazze al centro. Continuando a mostrare il mio sorriso salutai la nostra allenatrice e presi posto sulla mia sedia.

Prima di rivolgermi alle ragazze dei provini lasciai un occhiata ai ragazzi che avevano intenzione di fare le selezioni per la squadra di basket e lì potei vedere Justin mentre faceva ruotare il pallone sul dito indice intento a parlare con dei suoi amici.
Purtroppo non feci in tempo a distogliere lo sguardo dalla sua figura prima che mi notasse e compiaciuto distolse lo sguardo prima di me sorridendo.

Le mie guance si tinsero di un leggero rossore dopo che i suoi amici si girarono per capire la causa del sorriso di Justin, a quel punto rivolsi lo sguardo alle ragazze che aspettavano di fare il provino così quando la nostra allenatrice si sedette accanto a Bréanainn* mi rivolse uno sguardo per darmi il permesso di iniziare.

"Ciao Capucine Legrand, fai pure una breve presentazione e inizia" la informai col solito sorriso finto che sfoggiarono tutte le persone sedute dalla mia parte del tavolo.

La ragazza iniziò a presentarsi ed io cercai di non perdere mai il contatto visivo nè con lei nè con tutte le ragazze e ragazzi che susseguirono.
Purtroppo però alcune volte mi distrassi a osservare le selezioni della squadra di basket, mi ripetei più e più volte di smettere con questo comportamento irrispettoso per le ragazze difronte a me ma era più forte di me.

"Questa ragazza è proprio brava" commentò Carly al mio fianco.
Sbattendo più volte le palpebre rivolsi la mia attenzione alla ragazza dai capelli biondi e leggendo il numero sedici sulla maglietta cercai il suo nome sul registro.

Delia Herrmann, Tedesca

Negli ultimi minuti della sua esibizione potei osservare con quanta bravura ed agilità eseguiva salti e varie acrobazie elaborate.
Portando entrambe le gambe sul pavimento della palestra fece un piccolo inchino, i capelli erano leggermente scompigliati e il suo respiro accelerato, ci rivolse un sorriso e raggiunse le altre ragazze.

Bréanainn sporgendosi verso di noi fece un commento sulla bellezza della ragazza e sulla sua bravura.
Feci un piccolo segno sul nome della ragazza tedesca per ricordarmi di lei dopo i provini e continuammo a ricevere altre ragazze.
Di tanto in tanto lasciavo uno sguardo sull'altra parte del campo e prima che la nuova ragazza iniziasse mi alzai annunciando una piccola pausa. L'allenatrice sembrò sorpresa ma dato che mi erano concesse tre pause a mia scelta non obbiettò la mia decisione e discusse con Bréanainn ed Elèna riguardo le ragazze che fino ad ora avevano partecipato alle selezioni.

Io invece mi allontanai recandomi dall'altro lato del campo sedendomi sulle tribune per osservare il provino di Justin.
Carly prese posto accanto a me e osservò il ragazzo che io stessa avevo definito sgradevole giocare contro due ragazzi anche loro in 'lotta' per il titolo di capitano.

"Non avrà il migliore dei caratteri ma è molto bravo a giocare" bisbigliò al mio orecchio impedendo agli altri di sentire, a malincuore dovetti darle ragione e in silenzio lo osservammo mentre giocava.

"Niente male" disse il coach ad alcuni ragazzi seduti al suo fianco.
"Chi coach?"
"Il biondino" rispose nel momento in cui Justin fece canestro battendo i suoi due rivali. Era riuscito a mantenere il possesso della palla durante tutta la partita ed ero quasi certa che avesse deciso di non fare canestro subito per far vedere le sue potenzialità.

"Okay Justin Bieber, siediti pure sulle tribune, sei il primo della giornata ad essere scelto" lo informò il coach indicando con un dito verso di noi.
Osservai il volto del giovane mentre stringeva la mano al suo allenatore e puntando le sguardo su di me si avvicinò sempre di più.
Ero decisa ad alzarmi per ritornare alle mie selezioni ma il mio corpo non rispondeva e così facendo Justin mi raggiunse con quel solito ghigno sul volto, abbassai lo sguardo sulla sua maglietta leggermente bagnata, così come i suoi capelli, e notai che era il numero ventiquattro.

"Passo a prenderti alle otto di stasera?"
"Non hai ancora ottenuto il titolo di capitano"
"Ormai è solo una formalità, hai visto gli altri?" Chiese prendendo posto al mio fianco non degnando di un saluto nemmeno la mia amica.

"Non è detta l'ultima parola" dissi alzandomi dalla sedia per ritornare dalle ragazze seguita da Carly.
Il mio battito cardiaco aumentò la sua normale velocità e la paura si impossessò del mio intero corpo.

Avrebbe vinto, dannazione se l'avesse fatto. Non pensavo fosse così bravo né pensavo che i suoi avversari fossero così incompetenti.

Carly raggiungendomi tentava di tranquillizzarmi e seppur non ci riuscì con successo dovetti fingere nuovamente, le cheerlieders devono sempre sorridere.
Eccetto Bridgit a quanto pare. La ragazza aveva il volto serio mentre avvolgeva una ciocca di capelli neri tra le sue dita chiaramente annoiata.

Mi sedetti al mio posto e ripresi in mano il registro chiamando la ragazza successiva.

"Farha Mahara, Marocco"

_____________

*Breenan (da pronunciare in inglese) nome irlandese.

Se notate errori vi prego di farmelo notare, non solo in questo capitolo ma anche nei successivi.

Grazie

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Capitolo 6
*** Colpo di fulmine ***


-I noticed you know?-

Colpo di Fulmine

"Sono soddisfatta delle ragazze che hanno partecipato" disse Eléna una volta che le ore a nostra disposizione furono finite.
Ero intenta a riordinare i moduli di tutte e venticinque le ragazze quando qualcuno si avvicinò alla mia figura sedendosi sul tavolo attirando la mia attenzione.

Sollevando gli occhi dai fogli potei vedere Justin guardarmi dall'alto con un piccolo e beffardo sorriso.
"Mi spiace informarti che per stasera il nostro appuntamento dovrà essere rimandato. Il coach ha deciso che per il posto di capitano sia io che Kellan siamo qualificati quindi domani alla stessa ora vedremo chi ha ottenuto il posto" mi informò facendomi sospirare mentalmente per il sollievo, non ero psicologicamente pronta per stasera. Per mia fortuna però i miei piani procedevano e questa sera insieme a Carly avrei deciso chi delle venticinque ragazze avrebbe dovuto unirsi alla nostra squadra.

Senza dargli una risposta mi allontanai da lui con i documenti tra le mani, dandogli le spalle potei sentire il suo sguardo su di me mentre mi avvicinavo ai miei amici.
Passarono pochi minuti prima che io smettessi di provare interesse per la conversazione dei ragazzi e lentamente girai il volto per vedere se lui era ancora lì a guardarmi o se come il resto dei suoi amici era andato negli spogliatoi.

Sospirai constatando che ormai nella palestra c'eravamo soltanto io e i miei amici.
Bréanainn e Martin ci salutarono avviandosi verso gli spogliatoi lasciando me e le ragazze da sole.
"Che voleva il ragazzo presuntuoso?" Mi chiese Bridgit in tono beffardo.
"Niente se non importunarmi con la sua presenza"
Le ragazze si scambiarono una veloce occhiata che non seppi decifrare prima di andare via pure loro lasciandomi sola con Carly. Sorrisi appena scuotendo la testa intuendo il loro giochetto.
"Sperano che mi confidi con te?" Chiesi sedendomi sulle tribune, Carly fece spallucce e si abbassò al mio livello per guardarmi fissa negli occhi.
"Però c'è l'eventualità che tu non mi dica niente, in tal caso io non dovrei riferire nulla" le sorrisi e lei subito dopo ricambiò.
"Non c'è nulla da dire. Stasera i piani rimangono immutati, niente Justin"
Carly annuì lentamente ed io osservandone il viso potei notare che si stava trattenendo dal dirmi qualcosa. Tuttavia decisi di tacere e alzandomi le feci capire che era giunta, anche per noi, l'ora di andare a cambiarci.
Per tutto il tragitto non fu detta una sola parola e appena varcammo la soglia degli spogliatoi dovemmo stamparci il solito sorriso forzato di sempre.

Le ultime ore di lezione passarono molto velocemente, trascorsero in un aprire e chiudere di palpebre. 
Appena fui fuori dall'edificio salutai velocemente Elèna e Bridgit iniziando ad incamminarmi verso casa con Carly.
"L'ho notato io sai?" Chiese di punto in bianco, aggrotai le sopracciglia in confusione e girai il viso verso di lei per vederne i lineamenti, Carly capì che non avevo afferrato e alzò gioiosamente gli occhi al cielo.
"Ti dice qualcosa Justin Bieber?"
"Sai il suo cognome perché ci ha provato pure con te?" Chiesi scuotendo la testa un po delusa riportando subito lo sguardo sul marciapiede.
"No Cloe ma sai, sulla sua maglietta c'era scritto Justin Bieber e ho tirato ad indovinare" rispose ironicamente facendomi sentire una completa stupida.
"Ed esattamente cosa hai notato? La mia indifferenza verso un ragazzo così sfacciato e presuntuoso?"
"Se fosse sfacciato e presuntuoso sarebbe il mio tipo non il tuo, comunque lanciare occhiatine tra la squadra di basket non rende poi credibile ciò che dici mia cara" mi rispose subito senza esitare nemmeno un secondo.
Serrai la mascella non sapendo più come contrabbattere e Carly soddisfatta sfoggiò il suo miglior sorriso come segno di una presunta vittoria.
"Dillo alla tua migliore amica" disse tirandomi delle leggere gomitate sul mio braccio.
"E chi ti ha detto che ho una 'migliore amica' ?" Chiesi riportando il mio sguardo su di lei notando che il sorriso presente prima sul suo volto si era leggermente spento.
"Il fatto che mi adori forse?" Alzai gli occhi al cielo non riuscendo poi a trattenere un sorriso che si fece largo sul mio viso contagiando pure Carly.

Restai con quel sorriso fino a quando non raggiungemmo la mia casa.

"Ciao Cloe!" Sentii in lontananza proprio mentre stavo per inserire le chiavi nella serratura della porta.
"Buongiorno piccolina" dissi accovacciandomi sul portico di casa per raggiungere l'altezza della piccola Olivia.
"Lo sai che oggi mamma mi fa vedele Bloom?" Mi chiese iniziando a saltellare, il suo bellissimo sorriso mi fece rilassare e sotto lo sguardo divertito di Carly risposi alla sua domanda.
"Davvero? Come sei fortunata!"
"Non lo dile a nessuno! È segleto" mi disse subito in un sussurro sentendo dietro di lei i passi svelti della madre.
"Buongiorno Cloe, scusala ma oggi è particolarmente vivace" mi informò facendomi alzare
"Non preoccuparti Samantha, è una bambina adorabile"
"Okay Olivia andiamo, lasciamo in pace queste ragazze" disse la madre prendendo la mano della piccola, io la salutai con un un cenno e la bambina mi fece l'occhiolino alludendo al fatto che la madre non si era accorta che mi aveva svelato il suo piccolo segreto.
Ridacchiai aprendo la porta d'ingresso per entrare finalmente a casa.

"La piccola Olivia ti ha placcata ancora" disse mia madre raggiungendoci in salotto.
Non ci fu bisogno di una mia risposta dato che mi aveva vista dalla finestra
"Le Selezioni come sono andate?" Mi chiese mia madre sedendosi sul divano.
"Bene, adesso avevamo intenzione di scegliere le quattro ragazze" la informai mentre mi osservava con occhi sognanti.

Mia madre da giovane aveva sempre sognato di poter diventare una Cheerleader, era il suo piccolo sogno ma non riuscì mai a realizzarlo, a scuola non la considerava nessuno e lei desiderava farsi notare.
Mio padre mi ha detto che ogni anno mia madre partecipava alle selezioni e fu in una di quelle che si incontrarono. Mio padre era un giocatore di Basket e quando mia madre non fu scelta uscì dalla palestra con l'umore sotto ai piedi, mio padre fu quello che la consolò.
Così da quando ho iniziato a frequentare L' UCLA mia madre mi ha sempre aiutata con la coreografia spronandomi a partecipare ogni anno alle selezioni fino a quando, forse per rassegnazione, mi scelsero come capitano.

"Divertitevi" mi disse ironicamente sapendo perfettamente che quello era il compito più noioso che dovessi svolgere.
"Oh e Carly mi raccomando" disse prima di incamminarsi verso le scale del seminterrato.
"Mi raccomando cosa?" Chiesi io girandomi sospettosamente verso la mia amica.
"Lascia perdere"

Sospirando feci come chiesto e seguita da lei percorremmo il corridoio per salire successivamente le scale che ci avrebbero portare al piano superiore, dove si trovavano le camere.

"Se non includiamo Dalia Herrmann nella lista delle accettate Bréanainn ci uccide" disse Carly aprendo la porta di camera mia.
Iniziai a ridere ricordandomi che da quando quella ragazza aveva finito la sua coreografia Bréanainn continuava a paragonarla a tutte le altre dicendo che lei era meglio.
"Hai visto che non smetteva di parlare di lei persino dopo le selezioni? Ti giuro che lo avrei sbattuto con la faccia sul muro ripetute volte se non avesse smesso" confessò facendomi scoppiare in una fragorosa risata che contagiò pure lei.
"Povero Bréanainn!"
"Poveri i miei nervi vorrai dire, era accanto a me e stavo per avere un attacco di nervi" disse iniziando a parlare senza le interruzione della risata.
"Quel ragazzo ci serve Carly, riesce a tenere me ed Elèna sulle sue spalle"
"Nessuno qui si preoccupa di me?" Chiese portando le braccia in aria
"Non prendertela con Bréanainn, è stato un colpo di fulmine" Dissi ridendo nuivamente per la sua espressione, poggiai lo zaino accanto al suo e la raggiunsi sedendomi sul mio letto
"Quello che è successo a te?"
"Carly ti prego smettila!"

_________________

Seconda revisione ✔
Il capitolo contiene scene e dialoghi nuovi👑

Se ci dovessero essere errori grammaticali o di distrazione vi prego di farmelo notare in modo che io possa provvedere.

Grazie c:

 

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Capitolo 7
*** Cattiva Ragazza ***


-I think tonight I choose to be a Bad Girl-

Cattiva Ragazza

"Ti prego"
"No Cloe smettila"
"Oh andiamo Papà, è solo una piccola festa! In più l'ha organizzata Elèna, cosa dirà se non mi presenterò?" Chiesi poggiando lo zaino accanto al gambo del tavolo, tutti quei libri mi stavano distruggendo la schiena ma non dovevo distrarmi dal mio obbiettivo. "Dirà che tuo padre ha un briciolo di buon senso. La questione è chiusa" mi informò riprendendo a leggere il suo giornale.
Digrignando i denti afferrai lo zaino e salii le scale velocemente, arrivata in camera chiusi la porta energicamente provocando un forte rumore che a mio padre, ovviamente, non piacque.

"Cloe Marie Gomez vedi di smetterla! Non hai più dieci anni!" Urlò Charles dal piano inferiore.
Ancora innervosita da ciò che era successo non gli risposi e mi buttai a peso morto sul letto cercando di calmarmi.
Erano davvero poche le volte in cui io e mio padre litigavamo, in genere lui era quello che mi permetteva di fare quasi tutto mentre il ruolo del genitore severo toccava a mia madre... ovviamente quando non si trattava di cheerleader e concorsi, in quel caso era più che disponibile.
Ho sempre pensato che mia madre mi 'usasse' per raggiungere gli obbiettivi che lei alla mia età non era riuscita a raggiungere, un po' per la mancanza di soldi e un po' per il fatto che i miei nonni non appoggiavano queste scelte,  non lo facevano prima e tutt'ora storgono un po' il naso quando mia madre gliene parla.

Fatto sta che stasera non mi sarei potuta unire alla festa con le mie amiche, il sangue nelle vene mi ribolliva e la testa pulsava per la rabbia. Odiavo quando mi trattavano come una ragazzina, ma cosa credevano? Che sarei andata alla festa per ubriacarmi? Sapevo che non riponevano molta fiducia in me anche se, spesso e volentieri, attribuivano la colpa delle loro insicurezze verso di me alle persone che mi circondavano.
La loro frase tipica ormai era: Tesoro noi ci fidiamo di te lo sai, è degli altri che non ci fidiamo. Ma adesso non avevano scuse, conoscevano Elèna e tutte le altre mie amiche, capivo che non saremmo state solo noi quattro ma conoscevano pure Bréanainn e gli altri.
Cosa avrei dovuto fare? Presentargli tutti i ragazzi che frequentavano l'UCLA?

Ancora agitata iniziai a svolgere gli esercizi di fisica per distogliere dalla mia mente il problema della festa.
Sbuffando andai in bagno per sciacquarmi il viso con un po' di acqua fredda per rilassare i lineamenti del mio volto, successivamente aprii la custodia degli occhiali da vista e li indossai pronta per iniziare lo studio.
Tutto il pomeriggio trascorse abbastanza velocemente ma quando pensai di essermi tolta dalla testa leggere festa di Elèna il mio telefono iniziò a squillare e io fui abbastanza stupida da rispondere.

"Cloe cosa indosserai?" Mi chiese Carly appena ebbi la possibilità di poggiare l'apparecchio al mio orecchio. "Cosa ti fa credere che verrò?" Domandai sfilandomi gli occhiali ormai rassegnata alla decisione di mio padre.
"Non dirmi che non ti fanno uscire!"
"Come è triste la vita eh?" Chiesi ironicamente chiudendo il libro di economia.
"Devi fare qualcosa! Chiederò ai miei di convincere i tuoi genitori" disse convinta del suo piano fin dall'inizio.
"Diranno che resterai al mio fianco, loro mi adorano no? Non ci saranno problemi e poi potrai restare a dormire da me! Cloe devi assol-"
"Carly fai silenzio un minuto!" La interruppi non riuscendo più a starle dietro, quando si metteva in testa una cosa non c'era modo di farle credere il contrario. "Mio padre è irremovibile"
"Scappa!"
"Carly ti prego sì seria" dissi con un tono di voce stanco. "Ma sono seria! Se ti sei arrabbiata basta che chiudi a chiave la tua porta e che fuggi dalla finestra, ovviamente senza schiantarti contro il terreno"
"E come mi calo dal balcone? Salto?" Chiesi ironicamente portando il mio sguardo verso la finestra in vetro. Carly fece una risata finta facendomi sorridere. "Lega il lenzuolo alle sbarre del balcone ed ecco fatto!" il tono di voce che aveva usato mi faceva sembrare stupida, sembrava quasi la cosa più ovvia del mondo ma dovetti smontare le sue folli idee. "Per favore Carly, ti vedi troppi film. E se il lenzuolo si spezza? Oh e la cosa più importante; dopo quando dovrò risalire? Cosa pretendi che faccia? Sarò stanca morta e vuoi che io usi la corda per risalire?"
"Sei o non sei il capo delle Cheerleader? Ti alleni quasi ogni dannatissimo giorno, credo che tu possa riuscirci!"
In tutta questa conversazione la cosa che mi spaventò, fu il fatto che stavo realmente considerando di fare tutto ciò. "Pensaci, io ti aspetto accanto al negozio di alimentari alle otto" e con questo la linea si interruppe lasciandomi sola con i miei pensieri.
Essere la ragazza buona e ubbidiente o uscire dagli schemi e fare,per una serata, ciò che mi pareva?
Credo che questa sera sceglierò di essere una cattiva ragazza.

Con un piccolo sorriso stampata sul viso mi alzai dal letto per andare a chiudere la porta con la chiave, impedendo così ai miei genitori di entrare nella mia camera, e mi avviai verso l'armadio dove presi un top nero a maniche lunghe e un paio di pantaloni larghi anche essi neri.
Portando lo sguardo verso l'orologio sospirai vedendo che avevo un'ora piena di tempo.
Infilandomi i vestiti scelti iniziai a pettinarmi i capelli legandoli successivamente in una coda alta che ricadeva poco dopo l'altezza delle mie spalle.
Afferrando la mia trousse iniziai ad applicare del fondotinta sul viso per eliminare, anche se momentaneamente, le mie inperfezioni, comprese le occhiaie sorto gli occhi.
Applicando una dose generosa di mascara sulle mia ciglia iniziai ad applicare un rossetto color carne sulle labbra per poi passarci sopra un lucidalabbra trasparente.
Osservandomi allo specchio afferrai una pinzetta per sistemare le sopracciglia e sorridendo mi complimentai da sola per il lavoro svolto.

Proprio quando iniziai a prendere le lenzuola del mio letto qualcuno iniziò a bussare alla mia porta facendomi subito pietrificare.
"Cloe sono io" disse mio padre dall'altra parte della porta, serrando la mascella girai il viso verso la porta dove mio padre aveva appena mosso la maniglia per entrare, senza alcun successo.
"Va via, voglio restare da sola, questo posso farlo?" Chiesi con un tono ironico, l'unico modo per farlo andare via era farlo arrabbiare. "Cloe apri la porta e parliamone" "Parlare di cosa? Di cosa? Mi sbraitai che tu abbia già detto ciò che pensi!" "Non alzare la voce con me Cloe! Smettila di fare la bambina!" Mi rimproverò cercando di superare il mio tono di voce già abbastanza alto. "Credevo di essere una bambina! Una bambina che non può fare niente senza i suoi genitori accanto!" E con questo non sentii più nessun rumore provenire dall'altra parte della porta così continuai col mio piano.
Prendendo una borsa nera a tracolla vi infilai il telefono e il mio portafoglio,facendo un respiro profondo spensi la luce e mi preparai per calarmi dal balcone.
Quando caddi col sedere sull'asfalto gemetti per il dolore, il lenzuolo non era abbastanza lungo e per scendere mi era toccato lasciarmi andare...

Rialzandomi diedi un veloce sguardo al telefono vedendo che era l'ora di correre verso il negozio di alimentari se volevo fare una sorpresa a Carly, mi preparai psicologicamente per correre coi tacchi ma quando arrivai a più di metà strada quasi non inciampai su una sporgenza del marciapiede, alzando lo sguardo verso la strada tentai di riconoscere la macchina della mia amica ovviamente senza alcun successo.
Guardando da tutti e due i lati della strada attraversai poco distante dalle strisce per entrare nel parcheggio del piccolo negozio. I lampioni illuminavano solo poche zone del parcheggio non permettendomi di riconoscere la macchina giusto subito.

Finalmente riconobbi l'esile corpo della ragazza poggiata sul retro della sua macchina intenta a farsi delle foto. Scuotendo la testa mi scappò da ridere e incamminandomi verso di lei mi intromisi nella sua ultima foto facendola quasi sussultare dallo spavento.
"Sei una bastarda" mi disse portandosi la mano sul cuore. "Chi ti aspettavi che fossi?" Chiesi tra le risate "Stavo per andarmene!" Mi informò facendomi vedere l'ora dal suo telefono 8:24 p.m.
"Ma sei rimasta perché credi nel mio lato cattivo" le risposi sbattendo le ciglia velocemente per farla ridere insieme a me. "Sei malefica ragazza" disse ironicamente mentre entrava nella sua auto occupando il posto del guidatore.

"Questa sera ci divertiremo ragazza, fidati di Carly" disse mettendo in moto l'auto. "Quando parli in terza persona mi preoccupo" dissi io allacciandomi la cintura.
Il percorso con l'auto durò non più di un quarto d'ora e quando Carly parcheggiò la macchina a salutarci vennero subito Bréanainn accompagnato dalla ragazza tedesca che avevamo deciso di far passare.

"Elèna ha bisogno di voi per un aiuto pratico" ci informò il ragazzo chiudendo lo sportello da cui ero appena scesa. La ragazza, di cui poi non mi ricordavo il nome, alzò gli occhi al cielo mostrandoci un sorriso burlone per ciò che aveva detto Bréanainn. "Ha bisogno di aiuto con i capelli" ci informò facendo ridere Carly.
"L'ultima volta che ci hanno dato questo messaggio si era tinta i capelli di verde, ricordi Clo?"
"Si ricordo e tu ricordi che odio questo nomignolo?" Chiesi raggiungendola per entrare in casa di Elèna "se non lo ricordassi non ti chiamerei così Clo" ribadì facendomi roteare gli occhi.
Il salone era già mezzo pieno e la musica a palla, per raggiungere le scale dovemmo schivare alcuni ragazzi già ubriachi che non riuscivano a restare in piedi sulle proprie gambe.
"Ti prego Carly se vedi che bevo più di quattro bicchieri fermarmi, non voglio diventare così" la informai alzando il mio tono di voce per permetterle di sentirmi. La ragazza al mio fianco mi annuì osservando un ragazzo con la fronte premuto contro un tavolo.
Quando arrivammo finalmente al piano superiore entrammo nell'enorme camera di Elèna intenta a cercare di farsi dei boccoli con la piastra.

"Fermati subito!" Disse Carly correndo verso la ragazza che ancora non ci aveva notato. "Li stai carbonizzando" continuò prendendo tra le sue mani la piastra nera.
"Ciao ragazze, sono felice che Bréanainn e Dalila vi abbiano trovate" disse sistemandosi meglio sulla sedia in legno sul quale era seduta.

"Elèna alcuni ragazzi non sono sulla tua lista" disse un ragazzo entrando nella stanza della mora.
Mentre la mia amica era occupata a rispondere al ragazzo dai capelli verdi a me sconosciuto l'amico che lo accompagnava catturò la mia attenzione, in qualche posto ero sicura di averlo già visto.
"Cloe passami una forcina" disse Carly portando una mano aperta verso di me, distogliendo lo sguardo dal ragazzo feci come richiesto e nel momento in cui mi girai l'amico del ragazzo dai capelli verdi era andato via.

Un po' accigliata cercai di non pensarci per tutta la serata e ci riuscii, fino a quando non lo rividi passare davanti a me con accanto un ragazzo dai capelli biondo cenere.

-"Forget what you thought
‘Cause good girls are bad girls that haven’t been caught."-

________________

Il capitolo è nuovo, non è una revisione.

Se trovate errori ortografici o di distrazione vi prego di informarmi in modo che io possa correggerli subito.

Grazie♥♛

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Capitolo 8
*** Mr.Bieber & Miss.Gomez ***


~-Don't worry baby Cloe-

Mr. Bieber e Miss. Gomez

"Ieri sera sono passata per parlarti ma non mi hai né aperto né risposto" disse mia madre in tono di rimprovero.
"Avevo le cuffie" risposi facendo spallucce mentre adagiavo la tazza da latte nella lavastoviglie.
"Dovresti smetterla di ascoltarla ad un volume così alto, ti fa solo male"
Risposi con un verso non avendo più alcuna voglia di continuare quella conversazione e afferrando lo zaino uscii di casa incamminandomi verso l'UCLA.

"Hey bella mora" rallentando il passo mi girai per osservare la figura di Bridgit sul suo skate venire al mio fianco.
"E quel broncio?" Mi chiese scendendo dal suo mezzo di trasporto per raggiungere il mio passo. "Niente di grave" bisbigliai puntando il mio sguardo sul marciapiede.
"Sai che stavo pensando di occupare una stanza nel campus? A casa non riesco più a viverci, tra mio padre che non fa altro che rimproverarmi e mia madre che vorrebbe che diventassi normale, credo che impazzirò" mi informò facendomi crescere un piccolo sorriso, di certo non era l'unica ad avere dei genitori troppo apprensivi, proprio quella mattina mia madre senza troppi giri di parole mi aveva imposto di non chiudere più la porta di camera mia a chiave e soprattutto di non usare le cuffie ad un volume troppo alto. Se avessero scoperto la faccenda della festa non so cosa sarebbe accaduto.

"È vero ciò che si dice?" Chiese di punto in bianco dopo alcuni minuti di silenzio. Girandomi verso di lei le feci capire che non avevo colto la sua domanda così schiarendosi un po' la gola riformulò la domanda facendomi impietrire.
"Chi ti ha dato questa informazione?" Chiesi iniziando ad entrare nel panico, non potevo permettere che le voci si diffondessero, non tanto per paura di macchiare la mia reputazione di Brava Ragazza se non per la paura che quelle voci raggiungessero l'orecchio di qualche
"Spione".

"Cindy me lo ha riferito e poi Peter è venuto da me chiedendomi se era vero" mi rispose non dando molta importanza alla cosa, ero a conoscenza che lei lo facesse quasi ogni volta che voleva partecipare ad una festa ma questa notizia assumeva un'altra piega se a farlo era una brava studentessa e capitana delle cheerleaders, cosa avrebbe detto l'allenatrice? Dio già riuscivo ad udire le urla di mia madre in merito a tutto questo.
Con in mente solo il volto di mia madre in preda alla rabbia entrai nell'edificio fino a raggiungere il mio armadietto, in quel momento Bridgit mi salutò risalendo sullo skate per raggiungere il suo. "Signorina Everett quante volte dovrò ripetere che è proibito l'uso di qualsiasi mezzo di trasporto all'interno della struttura?" Urlò il bidello incaricato di tenere l'ordine. "Non saprei, a quanto siamo?" rispose Bridgit tra le risate mentre si allontanava.

Povero Norman. Pensai tra me e me mentre prendevo i libri necessari per le prossime due ore di letteratura inglese.
"Sei pronta?" Disse una voce maschile mentre chiudevo il mio armadietto.
"Io si, tu sei pronto a perdere?" Chiesi ironicamente alla persona che si posizionò davanti a me. "Quasi mi dispiace vederti così convinta" rispose Justin accennando un piccolo sorriso. "E se fossi io quella a cui dispiace, intendo per averti illuso"
"Non temere piccola Cloe, le gioco bene le mie carte" e con questo si allontanò non dandomi nemmeno il tempo di controbattere. Restando con la bocca leggermente socchiusa lo osservai scomparire tra la marea di studenti intenti a raggiungere le proprie classi. Emanando un sospiro per rilassarmi feci il mio percorso fino ad arrivare nell'aula di letteratura e trovare Carly seduta al suo solito posto con un libro di testo sul banchino mentre tentava di studiare.

"Vuoi una mano?" Domandai sedendomi nel posto accanto a lei per tentare di aiutarla.

Appena il professore fece la sua entrata in classe tutti i ragazzi smisero di chiacchiere e tirarono fuori dallo zaino il libro pronti per iniziare la lezione.
"Ti supplico non chiamare me, ti prego Gesù ti giuro che la prossima volta studierò ma non farmi chiamare. Prof chiami Bush,chiami Bush, non Butera Bush" Carly iniziò ad attaccare con la sua solita cantilena e con mia sorpresa Mr.Lopez chiamò alla cattedra Kevin Bush. Accanto a me Carly fece un profondo sospiro di sollievo e iniziò a ringraziare tutti i santi facendomi automaticamente divertire.

"Signor Bieber è arrivato in ritardo" lo rimproverò il professore, precedentemente impegnato a scrivere sulla lavagna, girandosi verso la porta così da poter osservare il ragazzo, era iniziata la seconda ora già da qualche minuto e quando Justin espose la sua giustificazione prese posto in uno dei banchini centrali sotto lo sguardo scettico di Mr. Lopez che concluse dicendo un "Che non si ripeta nuovamente"

Per tutta la durata dell'ora fui impegnata a prendere appunti così da non dovermi ritrovare a fare il doppio una volta arrivata a casa. "Questa ora sta durando decisamente troppo" sussurrò Carly. "Mancano solo cinque minuti" bisbigliai mostrando un sorriso burlone. "Mr.Lopez li fa sembrare cinque ore" rispose poggiando la fronte sul suo libro pieno di scarabocchi.
Appena la campanella suonò Carly alzò subito la testa e portando tutti I libri nel suo zaino fece uno scatto arrivando fuori dall'aula sotto la mia risata. Riponendo tutto nel mio zaino percepii una presenza accanto a me e appena mi alzai due occhi color caramello mi bloccarono rendendo impossibile alle mie gambe la chance di uscire prima che potesse aprire bocca. 
"Spero che assisterai alla partita" disse affiancandomi mentre mi dirigeva fuori dalla classe. "Sarò impegnata con i ragazzi nuovi"
"Sono quasi sicuro che sposterai lo sguardo verso la partita quando nessuno ti vedrà" bisbigliò facendomi disapprovare con un gesto del capo.
"Sei insopportabile Mr Bieber" risposi facendolo ridere per il modo in cui lo avevo chiamato. "Sembra che la mia insolvenza le faccia piacere Miss Gomez" girando il mio viso verso il suo cercai di trattenere un sorriso e quando non ci riuscii portai lo sguardo sul pavimento. "Non dovresti nasconderlo" disse appena raggiunsi il mio armadietto. Continuando a stuzzicarci a vicenda ci incamminammo verso la mensa dove Justin mi propose di sedermi al tavolo che i suoi amici avevano occupato ma decisi di negare, ero stata abbastanza tempo con lui e il solo pensiero di doverci uscire mi frenava dal dargli troppa confidenza.

"Credo che tra qualche mese ci sarà una coppia in grado di superare la popolarità di Margaret e Jim" disse Eléna appena presi posto su l'unica sedia libera del tavolo. "Di chi state parlando?" Domandai osservandole tutte molto attentamente in cerca di un qualsiasi segnale. "Tu cosa credi?" Mi chiese mentre immergeva un'aspirina nel bicchiere riempito d'acqua per metà. "Se stai parlando di me e Justin sei totalmente fuori pista" risposi mentre inforcettavo un po' di pasta all'olio, le ragazze non risposero e in lontananza vedemmo arrivare Bréanainn e Dalia entrambi con un vassoio in mano.
"Perché tutti parlano di Cloe e della festa di ieri?" Chiese il ragazzo dopo aver preso due sedie da un tavolo vuoto poco distante dal nostro. Facendo spallucce osservai come Bréanainn allontanò la sedia dal tavolo in modo da permettere a Dalia di sedersi accanto a lui.
"Secondo me Elèna si è sbagliata, qui la prossima coppia non saremo io e Bieber" bisbigliai facendo arrossire le guance di Dalia. "Gomez non mi sembri nella posizione più adatta per fare certi commenti" contrabbattè subito Bréanainn facendomi alzare gli occhi al cielo.
Quando finimmo di mangiare ci alzammo dal tavolo per avviarci al piano inferiore dove entrando nello spogliatoio delle ragazze trovammo Farha e Capucine già pronte con le divise, mostrando loro un sorriso come saluto, iniziai pure io a cambiarmi.

"Cloe, il coach ti vuole parlare" mi informò Farha rientrando negli spogliatoi per avvisarmi, ringraziandola raccolsi i capelli in una coda alta e mi diressi verso la palestra seguita da Bridgit. "Coach mi stava cercando?" Chiesi avvicinandomi alla figura dell'uomo che stava parlando con alcuni giocatori.
"Cloe, ho già parlato con la tua allenatrice ma mi sembrava giusto informarti del fatto che per questa ora non potrete allenarvi perché mi serve tutto il campo" mi informò facendomi annuire subito dopo. "Non vi sono problemi, grazie di avermi informata" e con questo mi diressi verso la mia squadra intenta a fare stretching. Spiegando loro quello che mi aveva riferito il Coach li trovai un po' delusi e in malavoglia mi seguirono sulle tribune per assistere alla partita.
"Anche noi abbiamo diritto alla palestra" protestò Patrick tra sé e sé. "Rilassati e cerca di non fare quel broncio" rispose Nathan facendo sì che Patrick alzasse gli occhi al cielo.

Appena la partita iniziò Justin dal campo portò il suo sguardo verso la mia squadra distogliendo lo sguardo pochi minuti dopo con un sorriso trionfante stampato sul suo viso.
Sapevo che era soddisfatto al vedermi seduta sulle tribune ad assistere alla sia partita come mi aveva chiesto di fare.
Non amavo fare l'uccello del malaugurio ma speravo veramente che Justin fallisse la prova così da non dover uscire con lui. Non so per quale motivo a pelle mi aveva trasmesso un senso di fastidio, ogni volta che si avvicinava o che sentivo la sua voce la pelle diventava d'oca, come se avessi paura del suo tocco o di un pericolo.

Il coach fischiò e la partita ebbe inizio.

___________

Capitolo in parte nuovo e in parte revisionato

DEDICO QUESTO A TUTTE LE PERSONE CHE DICEVANO DI ADORARMI E DI AMARE ALLA FOLLIA LE MIEI STORE DEDICANDONE ADDIRITTURA UN ELENCO.
SE VERAMENTE AVRESTE PROVATO CIÒ  CHE DICEVATE NON SAREBBE BASTATA UNA  SEMPLICE SCOSSA PER DISTRUGGERE TUTTO.
CON QUESTO, VI PREGO, NON VOGLIO PIÙ PERSONE FALSE.

PEACE AND LOVE c:

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Capitolo 9
*** Foto Compromettente ***


- I don't need a guy like him-

Foto Compromettente

Justin fece un ultimo canestro pochi minuti prima che il coach fischiasse per la fine della partita. Non mi intendevo molto di Basket ma osservando il sorriso che Justin continuava a sfoggiare intuii che avesse vinto. Tra gli applausi ironici di Patrick e Nathan scendemmo dalle tribune per poter occupare la nostra parte della palestra, prima di iniziare a fare stretching mi girai qualche secondo per incontrare lo sguardo vittorioso di Justin. Riportando subito lo sguardo verso la mia squadra iniziai a fare le pose per stirare bene ogni muscolo.

"È solo una mia impressione o Bieber sta fissando troppo verso di noi?" Mi chiese Carly una volta che potemmo sederci in modo da osservare i nuovi arrivati mentre eseguivano la coreografia.
"Forse si sta già guardando in torno. Ora è il capitano della squadra di Basket, sai quante ragazze faranno la fila per lui?" Chiesi osservando ogni minimo passo delle ragazze.
"Bréanainn fa vedere a Farha la posizione corretta" chiesi mentre passavo ad osservare le altre.
"Correggimi se sbaglio ma credo che qui stia guardando solo una persona da settimane ormai"
"Sai come sono quelli come lui, bellissimi e impossibili da far innamorare. Non ho bisogno di un ragazzo così" risposi cercando di mettere fine a quella piccola discussione ma purtroppo, Carly non riusciva a capire quando era il momento di smettere.
"Come fai a dirlo se mi hai detto di non conoscerlo? E comunque ti ho vista in sua compagnia anche se per pochi minuti e non mi sembra quel genere di ragazzo" fulminandola con lo sguardo ottenni in risposta un sai che ho ragione.

Finita l'ora fui la prima a scappare dalla palestra a passo svelto per evitare che Justin mi fermasse così una volta entrata negli spogliatoi femminili iniziai a rivestirmi indossando abiti più consoni per lo svolgimento delle lezioni.
"Cloe perché tutta questa fretta?" Mi domandò Vanessa mentre poggiava il suo borsone su una panchina vuota.
"Perché tu sei già arrivata? Dov'è la tua squadra?" Chiesi di rimando mentre richiudevo il mio borsone subito dopo aver riposto al suo interno la divisa.
"Prima non avevo lezione così sono scesa prima per prepararmi con calma, comunque non mi hai risposto. Sembra quasi che tu stia scappando da qualcuno" disse ironicamente facendomi sorridere forzatamente.
"Nulla di grave non temere. Ci vediamo in classe" la salutai sentendo in lontananza Carly che mi chiamava.
Lasciando il borsone nel mio armadietto recuperai lo zaino per poi uscire dagli spogliatoi e feci una piccola corsa per raggiungere il piano superiore dove tentai di confondermi tra gli studenti che facevano il cambio dei libri. Per mia fortuna avevo già preso i libri per le prossime due ore per evitare di incontrare Justin.

Prima che i corridoi iniziassero a diventare sempre meno 'popolati' raggiunsi la mia aula piazzandomi nella seconda fila in attesa di Bridgit e Iris.

"Sei scappata dalla palestra come un carcerato scappa dalla prigione, cos'è Cloe non vedevi l'ora di fare matematica?" Domandò in modo sarcastico la ragazza dai folti capelli biondi che posando poco delicatamente lo zaino sul pavimento occupò la sedia al mio lato destro. Non le diedi una risposta dato che non avevo la minima idea di cosa fosse più opportuno rispondere così ridacchiai facendo cadere la conversazione. Appena Iris si sedette al lato di Bridgit completando la nostra fila qualcuno iniziò a darmi dei leggeri tocchetti sulla schiena costringendomi a girarmi.
Scontrandomi con degli occhi color caramello rimasi senza fiato, non ero a conoscenza che anche lui dovesse essere in questa aula e averlo solo una fila dietro mi esasperava. Perché doveva essere ovunque io andassi?

Prima che potesse aprire bocca mi girai facendo finta di ripassare alcuni esercizi svolti a casa la sera prima. "Cloe il biondino dietro di te vuole parlarti" mi informò Bridgit pochi secondi prima che Miss. Bennet facesse la sua entrata in classe. Questa fu la scusa perfetta per non girarmi e sembrò che la presenza dell'insegnante avesse placato Justin ma dopo alcuni minuti ricominciai a sentire qualcosa toccarmi la schiena. Facendo un sospiro profondo spostai il mio banchino leggermente più avanti per impedire al ragazzo dietro di me di raggiungermi. Miss. Bennet pose il suo sguardo verso di me, leggermente infastidita dal rumore che la mia precedente azione aveva creato ma non sembrò tanto irritata da richiamarmi all'ordine.

"Signorina Turner dato che a quanto pare è talmente brava nella mia materia da potersi permettere di parlare per tutta la lezione, perché non mi raggiunge alla cattedra per eseguire questi esercizi?" La ragazza si alzò dal suo posto nell'ultima fila e raggiunse la lavagna un po' rossa in viso e iniziò a eseguire l'esercizio.
Per tutta la lezione Justin non riuscì ad importunarmi ma nonostante ciò, non riuscii a concentrarmi sulla lezione perché i mille scenari di cosa sarebbe successo una volta finita questa ora iniziarono ad assalirmi. Purtroppo l'unica cosa che sapevo era che non avrei mai potuto evitarlo per sempre.
Quando il suono della campanella mi riportò alla vita infilai tutto ciò che mi capitava sotto mano infilandolo così nello zaino per poi correre verso l'uscita spintonando qualche ragazzo frettoloso quanto me di uscire da quella stanza.

Per tutto il resto della giornata non lo vidi più e ne fui parecchio sollevata, purtroppo nel preciso istante in cui avevo richiuso il mio armadietto dopo aver rimesso i libri nello zaino me lo trovai accanto.
"Scusami ma devo ritornare a casa con una certa fretta" dissi cercando di superarlo per raggiungere Carly a pochi passi da me ma la mano che mi afferrò per il gomito mi rese impossibile la fuga. "Non ti ruberò molto tempo. Dimmi solo a che ora preferisci che ti venga a prendere"
Scrollandomi la sua mano dal mio braccio mi girai completamente verso di lui così da poterlo vedere meglio.
"Io non posso" dissi subito facendo un piccolo passo indietro, una volta che mi resi conto della nostra vicinanza.
"Non ci sono problemi, per me va bene anche domani" mi rassicurò mostrandomi un sorriso sghembo, sospirando disapprovai leggermente cercando le parole giuste per respingerlo senza apparire troppo scortese.
"No, preferisco non uscire, né oggi, né domani, né domani ancora."
"Avevamo un accordo, intendi rimangiarti tutto?" Mi chiese muovendo un passo verso di me così da fissarmi negli occhi.
"Un accordo? Credevo stessimo solo scherzando Justin" risposi sorridendo nervosamente, poggiando una mano sulla mia spalla potei sentire la stoffa del mio zaino così iniziai a fregarla per qualche secondo.
"No Cloe,credevo di-" a interrompere questa mia agonia fu Carly che precipitandosi sulla mia figura mostro a entrambi il suo volto imbronciato.
"Ti stavo aspettando fuori io!" Disse incrociando le braccia al petto, mentalmente ringraziai la mia amica per essere venuta al momento giusto per salvarmi.
"Mi spiace Carly, Justin scusa ma devo andare" dissi non dandogli il tempo di rispondere.

"Sono felice che ti ricordi ancora la tecnica dello zaino" sospirai ricevendo da parte di Carly una piccola risata. "È un trucco che non muore mai"
Iniziando ad incamminarci verso casa riuscivo a sentirla mentre aprendo la bocca cercava di chiedermi una cosa ma richiudendola decise di stare zitta. Dopo un paio di volte presa dalla esasperazione decisi di farle vuotare il sacco.

"Cosa voleva da te? Sembrava parecchio turbato"
Non rispondendo ricevetti da parte sua una piccola gomitata "sai che puoi dirmi tutto" canticchiò cercando di farmi rilassare "si è trattato solo di un malinteso, nulla di grave" le dissi scalciando col piede un sassolino, Justin Bieber era riuscito a farmi mentire alla mia migliore amica...

Justin's POV

Ero più che infuriato e deluso. Mi sarei aspettato che mi evitasse per non fissare un orario ma spingersi fino a quel punto era stato un colpo basso, illudermi per giorni, non la credevo capace.

Uscito dall'edificio scolastico avevo deciso di fare la strada di ritorno a casa da solo così non aspettai né Chaz e né Josh.

Confesso che il comportamento di Cloe mi aveva parecchio spiazzato e vedere come usava il segnale di aiuto con la sua amica mi aveva lasciato stupito, purtroppo però ci arrivai solo dopo, quando Carly iniziò a fare la finta arrabbiata mi sentii un completo stupido.
Correndo alla velocità di un umano raggiunsi il piccolo boschetto che usavo per cacciare e decisi che su un albero mi sarei rilassato di più, così raggiungendo un'altezza abbastanza elevata poggiai un braccio lungo il tronco restando fermo ad ammirare il paesaggio.
Più passava il tempo e più capivo che realmente desideravo una ragazza come Cloe al mio fianco, perché gli umani sono lenti in tutto? O forse la domanda giusta era; perché i vampiri provano tutto amplificato?

Forse avrei dovuto andarci piano fin dall'inizio, iniziare con un'amicizia oppure farla scontrare contro di me lungo i corridoi come si vedeva in tutti quei film per ragazze, un incontro normale e semplice, ma cosa c'era in noi di normale e semplice? Cosa avevo io di normale? Assolutamente nulla.
Restai su quell'albero finché il sole non iniziò a scomparire così saltando dall'albero decisi che era giunta l'ora di ritornare a casa.

Non ci misi molto e come se Chaz fosse a conoscenza dei miei piani aprì il cancello e la porta facendomi passare.
"Ben tornato! Ti sei rilassato abbastanza? Buon per te! Tanto non sei stato tu che ti sei dovuto sorbire Josh e Pattie per tutto il giorno! Oh Chaz ma dove è mio figlio? Secondo te ha avuto problemi gravi? Chaz se è uscito con una ragazza voglio saperlo! Oh ma questo è niente in confronto a-" Prima che potesse continuare a dire qualsiasi altra cosa lo zittii parandogli sopra.
"Sto bene mi vedi? Una meraviglia" risposi sarcasticamente prima di buttarmi a peso morto sul divano.
"Che è successo? Aspetta, Josh mi ha parlato di una ragazza... Chloé mi sembra" disse andando in cucina per prendere qualcosa da bere.
"Si chiama Cloe, e si... mi ha proprio fregato"
"Quelle che sembrano brave sono sempre le peggiori" disse passandomi una lattina di birra.
"Ti avevo parlato del nostro accordo vero? Beh, lei si è rimangiato tutto"
"E se ti dicessi che so come rimediato un'uscita con questa ragazza?" Mi informò prima di scomparire salendo le scale. Alzandomi gli andai dietro fino a raggiungere la fine del corridoio.
Sorridendo mi passò una foto.
"E questa dovrebbe aiutarmi?" Chiesi osservando la foto che ritraeva Cloe e Carly ad una festa. Per pochi secondi mi persi a osservare il volto della ragazza vestita di nero ma poi ritornai con lo sguardo rivolto verso Chaz.
"Una fonte attendibile mi ha detto che Cloe non aveva il permesso si andare, avevo pensato che ti sarebbe tornata utile"
"Sei un genio" dissi osservando la foto che mi avrebbe assicurato una cena con Cloe.
"Justin, tu sai che io sono dalla tua parte ma in queste circostanze sono d'accordo con tua madre, gli umani sono un pericolo"
"Avresti dovuto pensarci prima di darmi questa" gli risposi sventolando la foto in aria.

A questo punto avrebbe fatto tutto ciò che le avessi chiesto.

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Capitolo con scene nuove

 

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Capitolo 10
*** Incastrata ***


-What time I come to pick you up?-

Incastrata

Erano passati esattamente quindici giorni da quando Chaz mi aveva consegnato la foto di Cloe, per nottate intere mi ero chiesto se l'opzione del 'ricatto' fosse l'unica opportunità per uscire insieme a lei e, quando avevo realizzato che non avrebbe mai accettato un invito a cena da parte mia, ero arrivato alla conclusione che in fondo mi sarei preso ciò che mi spettava. Probabilmente dopo oggi mi avrebbe considerato una persone squallida e calcolatrice ma non avevo altre opzioni da prendere in considerazione.

Camminando lungo i corridoi mi fu impossibile non notare l'amica bionda di Cloe intenta a dipingere il proprio armadietto con colori scuri, per nulla intonati ai colori chiari che ricoprivano i corridoi e gli armadietti dell'UCLA.
"Dove posso trovare Cloe?"
"Perché dovrei dirtelo?" Chiese con un sorriso sul volto, ce la metteva tutta per farmi apparire ridicolo ma nonostante questo mantenni la calma.
"Dove è Cloe?" Richiesi sentendo la ragazza accanto a me sbuffare "Sei così noioso, come farà a sopportati la mia amica proprio non lo so" poggiando il pennello intinto di rosso sull'armadietto iniziò a disegnare una stella, aggrottando la fronte osservai come non si curava minimamente della precisione.
"Dovresti usare meno tinta, sta colando" la informai ricevendo la più totale indifferenza da parte sua.
"È stata chiamata giù in segreteria" bofonchiò, quando girandosi verso la sua destra incontrò la mia figura,capendo che non me ne sarei andato senza l'informazione.

Abbassando lo sguardo verso il pavimento mi tratteni dal ridere e sussurrando un grazie Bridgit fui diretto verso le scale per raggiungere il piano inferiore, dove si trovava la segreteria.
Percorrendo il lungo corridoio intravidi una figura femminile intenta a leggere alcuni annunci fissati se una lastra di legno. Osservandone attentamente il profilo riconobbi quei lineamenti contratti per l'attenzione che stava riponendo nel leggere.
Quando le fui dietro le spalle portai il mio viso accanto al suo orecchio facendole sentire il calore della mia voce.
"A che ora avevamo detto?"
Cloe sussultando si voltò velocemente verso di me portando i suoi capelli, precedentemente ben sistemati lungo il lato destro della spalla, dietro la schiena lasciando esposto ai miei occhi il suo collo.
"Justin" disse in un bisbiglio.
"Non era mia intenzione spaventarti" mi scusai educatamente osservando come il suo respiro pian piano ritornava normale. "Che ci fai qui?" Mi chiese sistemandosi i capelli lungo entrambe le spalle. "Credevo che questa fosse una struttura pubblica" dissi prendendomi gioco di lei, osservando il modo in cui increspò le labbra a causa della mia risposta potei dedurre che ero riuscito a stuzzicarla.
"Un edificio pubblico dove è obbligatorio partecipare alle lezioni scolastiche" contrabbattè lasciando un fugace sguardo all'orologio appeso al muro, dietro alle mie spalle. "Rispondere alla mia precedente domanda vi risulta troppo complicato Miss. Gomez?"
"Se solo foste così gentile da ripropormela Mr. Bieber" subito dopo aver detto la frase potei vedere come sul suo volto si dipinse un velo di serietà che prima era sostituita dalla spensieratezza.
"A che ora ti vengo a prendere?"
"Credevo fosse chiaro, Justin devi smetterla. Non ci siamo parlati per giorni e ora-" Mi chiese iniziando ad allontanarsi da me. "Cosa ho fatto?" Chiesi interrompendo ciò che voleva dirmi. Aggrottando la fronte mi parve confusa e quando capii che non avrebbe detto niente continuai.
"Qualcosa devo aver fatto per meritarmi tutto questo. Ti ho forse offesa? Sei venuta a conoscenza di fatti poco gradevoli sul mio conto?" Cloe lasciando le labbra socchiuse iniziò a disapprovare lentamente "devo andare, mi è stato detto di tornare dopo pochi minuti e credo sia passato abbastanza tempo" sussurrò cercando di allontanarsi da me ma appena realizzai che mi stava nuovamente sfuggendo dalle dita le afferrai il braccio impedendole di sfuggirmi. "Questa volta no" dissi prendendo il mio telefono in modo da farle vedere la foto.
Cloe si avvicinò al dispositivo e osservò più da vicino la sua foto.
"Come diamine l'hai avuta?" Chiese alzando lo sguardo verso i miei occhi.
"Non è importante questo Cloe" le dissi premendo col pollice il tasto di blocco impedendole di vedere ancora la foto. "Non capisco, è una semplice foto, per caso non mi è permesso andare alla festa di una mia amica?" Chiese cercando,invano, di apparire spensierata. "Sai che non sono io a vietartelo" risposi notando poco dopo come la sua espressione facciale mutò drasticamente. "Sei...perfido" disse serrando la mascella "devi darmi la foto ed eliminarla dal telefono" disse incrociando le braccia al petto, la trovai quasi tenera in quella posizione. "Non sono perfido, mi riprendo ciò che mi spettava. Quindi, a che ora passo a prenderti?" Chiesi nuovamente.

"Signorina Gomez? Ma dove è finita?" Sentimmo pronunciare da una delle donne all'interno della portineria.
"Alle sette" rispose Cloe prima di lasciarmi solo. Alla fine era finita come l'ultima volta che le chiesi l'orario dell'appuntamento ma ora avevo vinto io.

Col sorriso stampato sul volto salii le scale pronto a percorrere in tutta fretta il corridoio osservando che la terza ora era iniziata già da qualche ora.

"Signor Bieber, al prossimo ritardo andrà a conoscere la Preside" disse Mr. Wayne appena aprii la porta.
Scusandomi per il ritardo andai a sedermi nel posto libero fra Chaz e Ryan. "Mi spieghi dove cazzo sei stato? Dovevamo incontrarci prima della lezione, non durante" mi rimproverò Chaz mostrandomi il suo volto contratto dalla rabbia. Scusa papà gli scrissi sul tavolino con un lapiz.
"Justin sono dannatamente serio, capisci che è pericoloso?" Bisbigliò facendomi alzare gli occhi al cielo.
"Rischierò"

Cloe's POV

"Si Carly ho capito, d'accordo di ad Elèna di smettere di parlare perché altrimenti non capisco neanche ciò che dici tu" dissi iniziando ad esasperarmi.
"Ora le dico tutto" bisbigliò Carly alla nostra amica mettendo fine al fastidioso brusio che si sentiva in sottofondo.
"Ti supplico metti il vestito che comprammo insieme, secondo noi staresti benissimo" insistette Carly facendomi alzare gli occhi al cielo per la decima volta quella sera. "Ci penserò Carly, ve lo prometto"
"Fammi venire da te per sistemarti i capelli" implorò la ragazza dall'altro lato del telefono.
"Carly piantala, io avevo intenzione di andarci con la tuta" ribadii facendo così in modo che Elèna prendesse il controllo del telefono di Carly.
"Non dirlo più! Non capisco come un'idea del genere ti sia passata per la testa. Capisci con chi stai uscendo?"
"Elèna ridammi il telefono!" Urlò Carly prima che la chiamata si interruppe.

Sospirando aprii l'armadio dal quale entrassi il vestito marrone e una maglia rossa con le maniche larghe e lunghe con un paio di jeans chiari leggermente strappati lungo le ginocchia. Poggiando sul letto i vestiti rimasi qualche minuto a fissarli cercando di capire quale tra i due vestiti sarebbe stato il più adatto per uscire con un bastardo?
Afferrando la maglietta e i jeans iniziai a svestirmi per poterli indossare. Osservandomi allo specchio presi dal comodino una spazzola iniziando a passarla lungo i capelli fino quando il telefono iniziò a suonare.

Da Carly
Anche tu sai che col vestito marrone staresti benissimo. Fammi la foto quando hai finito di prepararti.

Mordendomi il labbro osservai un'ultima volta la mia figura riflessa sullo specchio, sospirando mi girai afferrando il vestito lo sto facendo per te Carly bisbigliai tra me e me mentre mi cambiavo nuovamente.
Al piano inferiore il campanello suonò facendomi sorridere malignamente, uscendo dalla stanza mi affacciai lungo la scalinata. "Non apritegli, può benissimo aspettare" dissi bloccando mio padre che già si trovava in mezzo al corridoio.
Ritornando in camera iniziai ad applicare il fondotinta sul viso eliminando le borse sotto gli occhi e le varie imperfezioni. Successivamente applicai un ombretto argentato sulle palpebre che successivamente iniziai a sfumare, per finire applicai una buona dose di mascara e andando verso il mio porta gioie presi degli orecchini d'argento a forma di foglia.

Osservando l'orologio osservai che erano sono passati venti minuti da quando Justin  aveva suonato il campanello così passai a scattare delle foto per Carly e con calma cercai delle scarpe adeguate.

"Sapete che farmi attendere quasi un'ora per la vostra compagnia e un oltraggio Miss Gomez?" Girandomi verso la porta trovai Justin appoggiato contro lo stipide della porta.
"Non potevamo lasciarlo fuori tesoro" disse mia madre raggiungendoci in camera. "Dove avevi detto che andate?" Chiese mio padre sbucando dall'ombra, vederli tutti lì mi mise a disagio ma decisi di non darlo molto a vedere anche se osservando il viso di Justin capivo che aveva colto il mio stato d'animo.

"Usciamo con Bréanainn, Dalia, Nathan e Carly" risposi facendo annuire Justin per confermare la mia bugia. "Perché non è passata a prenderti Carly?" Chiese mio padre mentre mi infilavo le scarpe.
"Nathan è voluto andare a prendere Carly" rispose Justin sorprendendomi, non ero sicura che prima mi avrebbe assecondata ma mentire ai miei genitori per coprirmi andava oltre ogni mia aspettativa.
Con un piccolo sorriso stampato sul viso uscii per prima dalla stanza scendendo succesivamente le scale.

"Chiamami quando finite, vengo a prenderti" disse mio padre facendomi leggermente imbarazzare. "Non si preoccupi signor. Gomez, Carly mi ha chiesto di accompagnare Cloe da lei. Credo vogliano fare una specie di serata fra ragazze" rispose Justin facendomi venire dei brividi lungo tutte le braccia. Si stava spingendo troppo oltre così decisi di intervenire

"Carly mi aveva riferito che l'incontro era stato rimandato" dissi passando una mano lungo il mio braccio scoperto cercando di darmi conforto da sola.
"A me non ha detto nulla quindi credo si tratti di una incomprensione" ribattè Justin facendomi increspare le labbra.
"Ci teniamo aggiornati comunque Cloe va bene?" Chiese mia madre facendomi annuire in risposta.

"Sei proprio un cretino" sussurrai serrando la mascella per l'irritazione che aveva creato in me. "Ci divertiremo non temere" mi rassicurò facendo partire la macchina. "Credo di essere già sulla lista nera di tuo padre" disse Justin dopo alcuni minuti di silenzio.
"E anche sulla mia se è per questo"
"L'avevo notato solo che ancora non ne comprendo i motivi Miss Gomez" sorridendo appena tentai di portare una mano al livello della bocca per impedirgli di vedere il mio stupido sorriso.
"Cosa abbiamo detto sul nascondere i sorrisi?" Chiese facendomi leggermente disapprovare girandomi verso il finestrino così da non vederlo più.

"siamo arrivati?" domandai iniziando a spazientirmi  "se glielo dico non mi divertirei più Miss Gomez"
"lo prendo come un no" sbuffai picchiettando le dita sullo sportello non riuscendo a stanquillizzarmi in altro modo. Restando con lo sguardo puntato verso il finestrino ammirai il paesaggio notturno.

Verso le otto e mezza Justin parcheggio l'auto facendomi finalmente uscire, quando mi guardai intorno tutto ciò che vidi fu un parcheggio. "Dovremmo proseguire a piedi" mi informò facendomi uscire gli occhi dal loro posto.
"A piedi? Scusa non potevi dirmelo quando eravamo in camera? Io mi sono messa dei tacchi" dissi osservando come Justin iniziò a ridere per ciò che avevo detto.
"Quaranta minuti Miss Gomez" mi ricordò facendomi alzare gli occhi al cielo.
Iniziando a camminare osservai come Justin mi porse il suo braccio così da potermici aggrappare in modo da sforzarmi meno, riducendo gli occhi a due fessure lo fulminai con lo sguardo e rifiutai il suo aiuto.
"Sei sempre così orgogliosa" bisbigliò.

Seguendolo lungo un sentiero stretto fatto da sassolini chiusi gli occhi cercando di non lamentarmi, quando li riaprii osservai che davanti a noi c'era una piccola salita.
"Giuro che ti uccido" dissi piagnucolando per il dolore ai piedi.
Justin fermandosi fece qualche passo indietro in modo da raggiungermi e portando una mano dietro le mie ginocchia mi alzò prendendomi a mò di sposa.
"Cosa stai facendo?" Chiesi spaventandomi per il gesto improvviso. "Vuoi farti il resto a piedi o lascerai che ti aiuti?" Chiese Justin iniziando a camminare, non rispondendo alla sua domanda poggiai il volto sulla sua spalla tentando di rilassarmi.

"Siamo arrivati" sussurrò Justin poggiandomi su qualcosa di freddo e morbido.
Aprendo gli occhi capii di trovarmi in una casa. "Mi sono addormentata?" Chiesi alzandomi dal bianco divano sul quale mi aveva adagiata pochi secondi fa. "Per poco, comunque se vuoi seguirmi, credo che ora tu sia affamata" disse Justin prendendo la mia mano per condurmi verso la sala da pranzo.

Sinceramente credevo che tutto questo fosse un piano ben congegnato. Justin non sapendo cucinare aveva deciso di farmi stare a digiuno così da 'costringermi' a mangiare qualsiasi cosa lui avesse preparato.

Quando entrammo nella stanza rimasi sorpresa, non credevo che si fosse impegnato così tanto per me.

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Capitolo revisionato e modificato

In caso di errori ortografici vi chiedo di informarmi subito in modo che io possa provvedere alle correzioni in prima possibile

Grazie

 

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