SOGNARE E COMBATTERE

di ForeverDream2015
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Possibilità ***
Capitolo 2: *** La mozione di sfiducia ***
Capitolo 3: *** La vittoria più bella ***
Capitolo 4: *** Un ritorno ***
Capitolo 5: *** Adhil ***
Capitolo 6: *** Lasciarsi ***
Capitolo 7: *** Ci sarò ***
Capitolo 8: *** Il primo attacco ***
Capitolo 9: *** Izal ***
Capitolo 10: *** Mamoru ***
Capitolo 11: *** La resa ***
Capitolo 12: *** Le rivelazioni ***
Capitolo 13: *** Nelle mani del nemico ***
Capitolo 14: *** La ricerca ***
Capitolo 15: *** La battaglia - parte uno - ***
Capitolo 16: *** la battaglia - il finale - ***
Capitolo 17: *** Passato, presente e futuro ***



Capitolo 1
*** Possibilità ***


Ecco a voi una nuova storia.
L’aggiornamento darà più lento delle ultime due storie, credo che riuscirò ad aggiornarla una o due volte a settimana.
Di solito, prima di pubblicare qualcosa, mi preparo già 5/6 capitoli così da essere veloce.
Ora ho pronti solo 3 capitoli…ihihihih
Abbiate fiducia
A presto e buon week end a tutti!
Baci
FD


Ami, con mani tremanti, bussa alla porta del rettore Nishimura. Era stato direttamente lui a cercarla. L’aveva vista al campus, le aveva detto di presentarsi alle 15.00 nel suo ufficio. Era una studentessa modello, come sempre. Non capisce cosa sia potuto succedere di tanto grave da farla arrivare fino al preside.
E’ al secondo anno di medicina presso la più prestigiosa università di Tokyo, la Todai. E’ in linea con gli esami, anzi è avanti di un paio. Non si è mai messa nei guai in quei due anni. Non faceva parte di nessuna confraternita, non aveva partecipato a nessuna festa, non aveva mai dato fastidio a nessuno. Era entrata in confidenza solo con 3 persone: Mieko, una ragazza studiosa e affidabile come lei, Chiyo, anche lei molto diligente e desiderosa di condividere le sue conoscenza e Shitaro, un ragazzi timido, ma con un forte senso del dovere. Ma nonostante la vicinanza con loro, Ami, non aveva mai dimenticato le sue più grandi amiche.
“Avanti”
Prende fiato,una, due, tre volte. Abbassa la maniglia della porta.
E’ pronta per qualsiasi destino le si prospetterà di fronte.
 
 “Professore Nishimura, buonasera”
“Oh Mizuno entra pure. Ti stavo aspettando”
Lei si siede in modo ordinato. Mani giunte sulle gambe. Cerca di sorridere, ma l’ansia glielo impedisce.
“Vengo subito al dunque. Non voglio rubare troppo tempo ai tuoi studi. La Freie Universität di Berlino ci ha proposto uno scambio culturale. Due studenti tedeschi verranno a studiare qui alla Todai, mentre due studenti giapponesi andranno a studiare là”
“Vuole che accompagni gli studenti in giro per l’università?”
Il rettore sorride apertamente.
“No Mizuno. Voglio che parti”
“Partire?”
“Ho scelto te e Shitaro per questo scambio. Avete una settimana di tempo per decidere cosa fare. Tutto sarebbe finanziato dalla nostra università. Un consiglio: un’occasione come questa non capita tutti giorni”
Ami non riesce a reagire. E’ felice, ma allo stesso tempo preoccupata. Vorrebbe urlare subito Sì. Ma nonostante siano tre anni che non si trasforma, il nemico è sempre in agguato.
 
 
Rei picchietta il piede destro per terra, a ritmo di una canzone ascoltata per radio quella mattina.
Sta aspettando Eishi, suo compagno di corso all’università di Kyoto. L’unico con cui lei si è legata, l’unico capace di tenerle testa. Guarda l’orologio. Sbuffa. E’ agitata. E’ stata chiamata, insieme a Eishi, dalla segreteria. Qualcuno, da New York, deve parlare con loro. Non ha idea per cosa.
Sta studiando legge e, nonostante le difficoltà dei primi mesi, ora, al secondo anno, sta andando alla grande. Eishi ha la capacità di farla restare con i piedi per terra ad ogni successo, ha la capacità di farla stare meglio ad ogni insuccesso e ha la capacità di calmarla nei momenti peggiori.
Lo vede arrivare, lei alza il braccio, scuotendo la mano, per richiamare la sua attenzione.
“Eccomi!”
“Ci hai messo una vita per fare 200 metri?”
“Io ho i miei tempi e se non ti stanno bene non mi interessano.”
“Non sono abituata ad aspettare un uomo”
“Abituati se vuoi continuare a parlare con me”
“Andiamo dai!”


“Thank you so much! Ok Bye!”
Rei riattacca, ancora meravigliata. Guarda Eishi.
“Allora?”
Il professore Sato fa capolino in segreteria. Guarda Rei.
“Hino, direi che avete già ricevuto la telefonata dello studio legale Hills”
Lei annuisce a bocca aperta.
“Ottimo. Sono stato io a scegliere te e Eishi per questo tirocinio. Come singoli studenti funzionate bene,ma in coppia siete imbattibili. Continuare per un anno gli studi all’estero completamente finanziati, con la possibilità di provare il proprio futuro sul campo, è un’occasione d’oro che non vi capiterà più nella vita”
Rei vorrebbe ribattere, dire subito Sì e preparare la valigia. Ma ha una funzione nel mondo: proteggerlo come guerriera Sailor.
 
 
Makoto è concentrata al massimo. Prende la sac à poche e con delicatezza inizia a riempire i suoi macarons con una deliziosa crema alla vaniglia Bournbon del Madagascar. Lentamente e con movimenti precisi adagia la crema e chiude il macaron. E’ soddisfatta. Lo assaggia. Ottimo.
Prosegue riempiendo gli altri, ad uno ad uno. La porta del laboratorio della pasticceria si apre.
“Ciao Makoto”
“Shh....non distrarmi Zenko!”
“Mi scusi reginetta dei macarons A proposito. Me ne fai assaggiare uno?”
Lei, fintamente scocciata, lo imbocca con un dolcetto. Lui chiude gli occhi, perdendosi nelle note croccanti del biscotto, nei toni sensuali e dolci della crema.
“Il paradiso esiste”
“Ti piacciono?”
Lui non risponde, restando ancora ad occhi chiusi. Lei sorride e ricomincia il lavoro.
Da due anni lei e Zenko, insieme a Chika e Hisa, fanno parte dello staff della pasticceria “Tresors” situata nel centro di Tokyo. Il capo, il signor Yamazaki, insieme alla moglie Yukari e al figlio maggiore Akihiko, gestiscono le vendite.
La voce grossa e determinata del boss richiama l’attenzione sia di Zenko che di Makoto.
“Dobbiamo andare”
Lei annuisce. E si avviano verso il reparto vendite.
 
“Zenko avanti alzati!”
“Signor Yamazaki, mi sa che è svenuto”
“Lo vedo da solo Makoto. Ma è un uomo. E gli uomini non possono svenire!”
“Se vuole posso svegliarlo io con uno schiaffo”
“Non sarebbe male!”
Lei si abbassa verso di lui, gli da uno lieve schiaffetto. Lui si riprende al volo.
“Che succede?”
“Sei svenuto Zenko”
“Ah quando Yamazaki ci ha detto che ci offre un corso di un anno presso l’istituto Cordon Blue di Parigi vero?”
Lei annuisce, lui sviene di nuovo. Yamazaki sbuffa.
“Non so perché ho scelto lui. Makoto. Quando si riprende comunicagli che ha solo una settimana per decidere di partire o no. E’ un occasione che vi offrirò una sola volta ok?”
Makoto vorrebbe saltare dalla gioia, dire subito Sì e iniziare a comprare dei libri di francese. Ma ha paura. Se i nemici dovessero tornare?
 
 
Minako sta disfando la valigia. Divide la roba da lavare da quella da ripiegare e rimettere nell’armadio. Sospira di fronte al bellissimo vestito indossato per l’occasione. La porta della camera, solo accostata, si apre lasciando entrare Artemis
“Bentornata Mina!”
Lei mugugna qualcosa e torna a ripiegarsi sulla valigia.
“E’ andata male?”
“Non lo so Artemis. Ho passato il primo turno. Ma visto che le audizioni sono ancora in corso mi hanno fatto rientrare in Giappone. Mi chiameranno loro.”
“Non ti hanno detto ancora ancora di no”
“Lo so”
“E allora cos’è quello sguardo triste?”
“Come faccio a tornare alla vita di tutti i giorni dopo aver vissuto per 48 ore la vita dei miei sogni? Telecamere, luci, truccatori. Tutti per me. Il pubblico che applaude e osanna. E ora? Sono di nuovo in camera mia a parlare con un gatto!”
“Grazie per la considerazione Minako!”
Il telefono di casa Aino squilla.
“Non rispondi?”
“Lo farà la mamma”
“Minako c’è solo un problema”
“E quale sentiamo”
“Tua madre è uscita!”
E correndo si avvia verso il telefono.
 
Minako rientra in camera. Si siede sul letto, visibilmente bianca.
“Che succede? Guai?”
Lei scuote la testa.
“Che succede?”
“Devo…io…non lo so.”
“Spiegati meglio”
“Mi hanno presa. Devo…devo tornare a Winnipeg per l’ultimo provino presso i giudici. Al telefono mi hanno detto che per correttezza devono farlo, ma…ma sono dentro”
“E’ una notizia bellissima! Participerai a X-Factor!”
Lei annuisce. Vorrebbe aprire la finestra ed urlare di gioia. Ha solo una domanda: le altre guerriere Sailor?
 
 
“Non aspettavo di trovarti già a casa Haruka”
“Non avevo voglia di correre oggi Michiru. Come sono andate le lezioni?”
“Benissimo. Dayu ha un vero talento per il violino. Molto meno Akira”
Haruka le sorride.
“Vedo che la gelida e senza cuore Sailor Uranus sta mostrando la sua parte tenera!”
“Io?”
“Vuoi dirmi che la partenza di Hotaru e la tua mancanza di voglia di correre non sono correlate?”
Haruka incrocia le braccia.
“Era giusto che tornasse da suo padre. E’ lui la sua vera famiglia”
Michiru annuisce. Appoggia la sua borsa e il violino con la sua custodia sul tavolo della sala. Si avvicina ad Haruka e le lascia un bacio sulle labbra.
“Manca anche a me”
“Ero abituata ormai ad averla per casa. Talmente abituata che è come se fosse sempre stata qui. E ora che non c’è…mi manca”
“Passerà Haruka”
“C’è una lettera per te sil mobile dell’ingresso. E’ arrivata oggi”
“Sai di chi sia?”


“Michiru ti senti bene?”
“Io? Sì.”
“Di chi è quella lettera?”
“Ascolta. Ti piacerebbe andare a vivere con me a Mosca?”
“Al freddo?”
“Haru. Mi hanno offerto un contratto di un anno al teatro Bol'šoj. Io. A teatro”
“Al freddo?”
“Ti riscalderò io”
“Se mi dici così Michiru, vado a fare le valigie!”
“Aspetta”
“Hm?”
Michiru frena il suo entusiasmo. Vorrebbe davvero partire subito. Ha solo 7 giorni di tempo per decidere cosa fare. Ha una marea di motivi per partire, ma altri 6 per restare: le sue amiche guerriere.
 
 
“La vuoi smettere?”
Usagi è al telefono con un Mamoru che non smette di ridire al pensiero della caduta da Guinnes dei Primati fatta da Usagi la sera prima.
“Se fossi stato nella mia posizione saresti caduto anche tu Mamo”
“Sicuramente. Ma io non mi sarei mai trovato in quella posizione!”
“Sei antipatico!”
“E’ per questo che mi ami Usagi”
Lei chiude gli occhi al suono di quelle parole dolci. Si lascia coccolare.
“A che ora avete l’incontro con il professor Ogawa?”
“Tra circa 10 minuti Mamo. Sto aspettando che Ikemoto e Tokaji arrivino. Ha convocato tutti e tre”
“Sai per cosa?”
“Circa due mesi fa il professore ci accennò qualcosa su un progetto internazione su un sistema di controllo remoto di un telescopio che dovrà raggiungere i pianeti esterni al sistema solare. Ogawa ci disse di aver proposto noi insieme ad altri tre studenti del quinto anno per questo progetto. Disse anche che sarebbe stato difficile, per la commissione, sceglierci. Siamo piccoli e con poca esperienza. Credo che ci abbia chiamato per dirci che non ci hanno preso. Sarebbe stato bello lavorare con altri tre studenti americani e tre russi. Ma sono sicura che gli studenti del quinto anno porteranno alta la bandiera dell’ università di Nagoya”
“Sicuramente l’ultimo anno è più avvantaggiato. Senti Usa, l’ufficio postale ha appena aperto”
“Ok. Fammi sapere cos’è quella raccomandata che stai ritirando ok?”
“Sì. E tu fammi sapere di Ogawa”
“A dopo Mamo-chan. Ti amo”
“Anche io ti amo Usa”
 
Mamoru deve appoggiarsi al muro per non cadere. Un dono, un dono grande come il mare. Il Royal Brompton Hospital di Chelsea lo vuole. E dai toni della raccomandata lo vuole più di ogni cosa al mondo.  La vita gli stava dando una seconda possibilità. Per la seconda volta aveva l’occasione di realizzare i propri sogni.
 
“Cosa? Siamo sicuri che non si sono sbagliati?”
“E’ la stessa cosa che ho chiesto io Tsukino. Eppure la comunicazione è molto chiara. Vogliono voi tre per il progetto al California Institute of Technology di Pasadena. Cosa devo dirvi!”
“Ci pagate tutto voi?”
Il professor Ogawa annuisce a Ikemoto.
“Wow!”
“Ragazzi ascoltate” prosegue il professore “è un’occasione unica nella vita. Accettate. E lo dico per voi non per me. Avete una settimana di tempo per dar risposta”
Ikemoto e Tokaji sanno già cosa rispondere. Usagi abbassa lo sguardo sfregandosi le mani. Lei, lei che è sempre stata al limite della bocciatura alle superiori, aveva la possibilità di partecipare ad un progetto internazionale negli Stati Uniti. Se non fosse Sailor Moon starebbe già festeggiando.

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Capitolo 2
*** La mozione di sfiducia ***


Questi primi capitoli lo so, sono un po’ noiosi….prometto che dal 4° in poi ci sarà un po’ d’azione!
Baci
FD
 
Usagi cammina lenta mano nella mano con Mamoru verso il tempio di Rei.
“Non ti sembra strana questa cena così all’improvviso?”
Usagi non risponde alle parole di Mamoru. Persa nei suoi pensieri non lo ascolta. Non hanno ancora parlato né della raccomandata, né dell’incontro con il professore.
“Usa?”
“Hm?”
“Niente lascia stare. Siamo quasi arrivati”
Lei annuisce. Inizia a percorrere le scale, attenta a non inciampare. Appena aprono lo Shoji si accorgono di essere gli ultimi, nonostante la puntualità. I visi delle ragazze sono tesi.
“Ciao a tutti!”
“Mancavate solo voi!”
“Lo vedo Minako”
Si siedono. La prima a voler prendere la parola è l’organizzatrice della serata.
“Non siamo qui per delle minacce o nemici. Lo sappiamo che non veniamo attaccate da tre anni. Se vi ho chiamato qua è per chiedere un consiglio a tutte. Outers comprese. Anche se manca Hotaru certo”
Cerca di ridere, ma la tensione è troppo alta. Rei decide di chiudere gli occhi e parlare tutto d’un fiato.
“MihannooffertodistudiareefareuntirocinioaNewYork!”
Usagi la guarda frastornata.
“Ho capito solo York. Forse New anche”
“Non fatemelo ridire”
“Credo che nessuno abbia capito”
Rei si guarda intorno. In effetti, dalle occhiate che sta ricevendo, nessuno ha capito.
“Mi hanno offerto di studiare e di fare un tirocinio a New York”
Il silenzio cala fra le ragazze. La risata nervosa di Ami fa capolino.
“In effetti, a me, è stato offerto un anno di studi presso la Freie Universität a Berlino. Ma Rei il tuo tirocinio è sicuramente più allettante!” le batte le mani “Bravissima!”
Usagi abbassa lo sguardo, vorrebbe parlare, ma viene interrotta dalla voce di Makoto.
“Il mio capo vuole pagarmi un anno di studi presso l’istituto Cordon Blue di Parigi. Sarebbe bello. Diventerei una pasticcera ancora più brava. Sarebbe una bella occasione per imparare ancora di più e aprire una mia pasticceria.”
“Visto che siamo in tema di confessioni” prosegue Michiru “noi dovremmo partire entro una settimana per Mosca. Il teatro Bol'šoj mi vuole per una serie di concerti”
“E io dovrei partire per Willi qualcosa…in Canada”
“Winnipeg Minako?”
Lei ci pensa un secondo.
“Esatto. Si Winnipeg. Ho passato le selezioni per partecipare a X-Factor”
Mamoru si schiarisce la voce.
“Ho vinto anche io qualcosa. Un anno d’internato presso Royal Brompton Hospital a Chelsea”
Usagi si volta verso di lui, stupita.
“Quando l’hai saputo?”
“Stamattina. La raccomandata era per quello”
“E perché non me l’hai detto?”
“Per lo stesso motivo per il quale tu non stai parlando”
“Cosa…”
“Hai capito perfettamente!”
“Non ho niente da dire per quello non parlo! Anzi. Qualcosa ho da dire: avete tutti l’occasione di realizzare i vostri sogni. Perché siamo qua?”
Rei la fissa.
“Siamo Sailor”
“Che non vengono attaccate da tre anni”
“Certo Usa, ma non abbiamo il teletrasporto”
“Certo Rei, ma non veniamo attaccate da tre anni”
“Potrebbero riattarci”
“Dopo tre anni?”
“Usa così non mi aiuti a dire di no!”
“Perché dovresti dire no? Anzi spiegatemi perché tutti dovreste dire di no!”
“Separate valiamo poco!”
“Makoto non è vero. E comunque è tanto che non veniamo attaccate!”
Inizia una discussione accesa fra le ragazze ed Usagi. Lei vuole lasciarle partire, loro vogliono restare.
“Santo cielo tu prendi troppo alla leggera le situazioni!”
“Rei ora basta! Resterò io qua in Giappone! Me la caverò benissimo!”
Mamoru scuote la testa.
“Come no?”
Lui la guarda intensamente. Lei inizia a sudare.
“Sudi Usako”
“Fa caldo!”
Lui sospira.
“Si da il caso che io abbia fatto delle lezioni a Ikemoto poco tempo fa ricordi? E che lui abbia ancora il mio numero di telefono”
Usagi deglutisce, con paura.
“Oggi ha chiamato. Mi ha detto di fare di tutto per convincerti a non perdere la vostra occasione d’oro”
Usagi si arrende.
“Io, Ikemoto e Tokaji siamo stati scelti per partecipare a un progetto di controllo remoto di un telescopio”
“Tu?”
“Eh sì Rei!”
“Dove?”
“Non lontano da qua”
“Dove di preciso?”
A parlare questa volta è Mamoru.
“A Pasadena”
Rei lo guarda, stranita.
“Negli Stati Uniti”
“Quindi in Giappone resterebbe solo Hotaru”
Mamoru annuisce. Usagi invece prende la parola.
“Non importa. Voi partirete tutte. Michiru, Haruka. Il problema per voi non c’è. Siete a New York di solito esatto? Avervi in Russia invece che in America non cambierà. Ami. La prima volta hai detto di no, ricordi? Ma ora non te lo puoi più permettere. Devi partire e concretizzare tutto quello che puoi. Rei. Hai avuto molte difficoltà all’inizio degli studi. Questa occasione è un premio ai tuoi sforzi. E Mako-chan. Parti, vai e spacca il mondo. E appena torni ci devi fare come minimo 10 torte alla panna e cioccolato. Mina. Tu devi vincere X-Factor solo perché con quello che guadagnerai dovrai comprare casa a me e Mamo-chan. E a proposito di Mamo-chan. Parti senza nemmeno discutere. Io resterò in Giappone”
“E perché tu in Giappone e noi via?”
“Ami. Io sono il capo. Decido io cosa fare”
“Quindi è come se fossi il capo del governo della “nazione” Sailor?”
 Usagi annuisce vistosamente. Ami si ferma a pensare. Mamoru accenna una risata.
“Ami, la tua idea è un suicidio”
“Non hai abbastanza fiducia nelle ragazze!”
“A capire quello che vuoi dire saremo solo io, te, Michiru e forse Rei”
“Guarda ed impara” Ami gli fa l’occhiolino. Si alza in piedi, tossisce per schiarire la voce.
“Propongo una mozione di sfiducia nei confronti del capo del governo qui presente: Usagi Tsukino”
Nessuno fiata.
“Eh?”
“Minako!”
“Ami…che diavolo hai detto?”
“Tu approva la mozione e poi ti spiegherò!”
“Ok. Approvo!”
“Anche io. Anche se non so che sto facendo. Ma se lo dice Ami ci sto!”
“Grazie Makoto!”
“Io anche. Anche se avrebbe fatto più effetto se l’avessi detto come fu detto dopo la battaglia di YorkTown del 1782 dal parlamento britannico: "We can no longer repose confidence in the present ministers"”
Ami resta stupita dalla bravura di Rei e le fa un applauso.
“Io ci sto. E Haruka anche se vuole ancora avere una compagna”
“Perfetto. Mamoru?”
“Approvo appieno la proposta di sfiducia. Questo capo del governo manca di obiettività e coerenza. Oserei anche un’accusa di abuso d’ufficio”
Ami ci pensa.
“In effetti sì. Ma siamo clementi, restiamo alla mozione. E visto il voto unanime dichiaro che l’attuale capo del governo debba dimettersi e che il nuovo capo del governo Sailor prenda immediatamente insediamento. Come nuovo premier propongo Mamoru Chiba”
Tutte applaudono, tranne Usagi.
“Non ci ho capito nulla!”
Ami scoppia a ridere.
“Ti spiego: la mozione di sfiducia è un atto tipico del governo parlamentare attraverso il quale il parlamento manifesta il venir meno del rapporto fiduciario con il governo. Tale atto può essere proposto o contro il governo o contro il singolo ministro. Se la mozione viene approvata il governo o il ministro deve dimettersi.”
“Cioè avete appena votato contro di me?E avete deciso che Mamo-chan sarà il vostro nuovo capo?”
Lui si alza in piedi, si sistema la giacca e la camicia
“Ringrazio tutti per la possibilità accordatami. Riprendo in mano la proposta appena fatta dal nostro ex capo del governo Tsukino. Partirete tutti. E quando intendo tutti, intendo tutti. Me compreso. Abbiamo i comunicatori. Io no, ma Luna conferma di riuscire a procurarmene uno. E’ vero, se succedesse qualcosa i tempi di riconciliamento sarebbero lunghi, ma troveremo una soluzione. Non fasciamoci la testa prima di rompercela. Ami. Fai uno schema dei fusi orari delle nostre varie destinazioni così da non sbagliarci su quando possiamo sentirci. Sarebbe utile anche uno schema sulle distanze così sappiamo chi è più vicino a chi. Makoto. Prima di partire voglio che prepari una mega torta. Un anno senza i tuoi dolci sarà durissima. Minako. Ti prego, non usare nessun proverbio in Canada. Ti rimanderebbero in Giappone immediatamente. Michiru. Dedicaci almeno un paio di concerti. E Rei. Prepara degli Omamori a protezione. Si sa mai che muoia di nuovo. Usako. Quello che faremo io e te te lo dirò in privato”
Usagi scoppia a ridere.
“Ok. Capito. Ora posso riavere il titolo di capo guerriera per favore?”
“Assolutamente no!”

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Capitolo 3
*** La vittoria più bella ***


“Ecco qui i vostri schemi ragazzi. Io ed Hotaru ci siamo già incontrate. E non c’è stato bisogno di molte spiegazioni. Quindi credo che sarà chiaro anche per voi!”
Usagi guarda interessata entrambi i fogli.
“Quindi io e Mamo saremo lontani più di 10 ore di aereo?”
“Fosse quello il problema” interviene Minako “Se mi venisse voglia di tornare a Tokyo dovrei farmi 14 ore e mezza di viaggio!”
“Guardate il lato positivo: io, Ami e Mamoru siamo abbastanza vicini?”
“Certo Makoto. Infatti giù le mani da Mamo chiaro? Chi è quella più vicina a me? Rei e Minako”
“Oh non pensarci nemmeno Usa! Non ho intenzione di vederti chiaro? Piuttosto mi faccio 7 ore di aereo e vado a trovare Ami”
“Sei sempre gentile Rei lo sai?”
Ami scoppia in una risata contagiosa anche per gli altri.
“Siete pronti per la seconda sorpresa? Ecco qua gli schemi dei fusorari”
Usagi controlla immediatamente le ore tra lei e Mamoru.
“8 ore? Dai non è male! Quando da me saranno le 8 del mattino da te saranno le 16. Rei con te ci saranno solo 3 ore!”
“Ed ecco a voi l’ultima sorpresa. Ho occultato i vostri comunicatori all’interno di cellulari giocattolo. Sembrano reali al 100 %. Così chi vi vedrà penserà che state parlando al telefono. Mamoru. Ce n’è uno anche per te!”
Usagi guarda il lavoro fatto da Ami.
“E’ perfetto. Sei un genio!”
“Grazie Usa! E ora parliamo di cose serie. Sapete già quando partirete?”
Minako, con ancora la bocca piena di pasticcini, alza la mano.
“Io srha thre sgiorhi”
“Eh?”
 Minako fa segno di aspettare. Deglutisce e beve un sorso d’acqua cercando di non affogarsi.
“Io tra tre giorni”
“Allora dopo toccherà a me. Io partirò giovedì mattina, il giorno dopo di te Minako. Ho il volo alle 9.35”
“Oh Ami! Allora partiremo insieme! Io parto giovedì alle 10.00!”
“Fantastico Makoto! Almeno ci faremo compagnia in aeroporto!”
“Io ho il volo per New York lunedì alle 18.00. Se non sbaglio, Michiru, voi partirete martedì vero?”
Michiru annuisce a Rei.
“Io e Usagi partiremo giovedì prossimo. Lei ha il volo alle 11.25 e io a mezzogiorno”
Minako da una gomitata ad Usagi
“Piccioncini fino all’ultimo eh?”
“Almeno passerò un giorno intero senza ficcanaso!”
“Eh ma ricordati che ti mancheremo!”
 
TRE GIORNI DOPO
 
MINAKO
Prende fiato. E’ davanti al Gate, pronta a prendere l’aereo. Stringe forte a sé il suo bagaglio a mano. Alza il volume del suo lettore cd portatile.
Muove ritmicamente la gamba. Canticchia nella sua testa.
Guarda l’ora: le 8.05. Manca poco alla partenza.
Mal che vada, tra due settimane, potrebbe già rientrare in Giappone.
Ben che vada, la sua permanenza a Winnipeg potrebbe essere un po’ più lunga.
Lei ci spera, ci spera tantissimo. E’ il suo sogno.
Le mancano già le ragazze. E Artemis. Il suo meraviglioso Artemis. Ma lo sa che starà benissimo con Luna a casa di Usagi.
Ecco le hostess che iniziano a far entrare i passeggeri nel corridoio che li porterà sull’aereo. Sorride.
E’ pronta.
13 ore e 25 minuti di viaggio. Dovrà attraversare l’Oceano Pacifico e tre stati canadesi prima di raggiungere la sua meta.
E’ spaventata. Ma un sorriso di un bel ragazzo biondo con gli occhi verdi le basta per farle passare l’angoscia.
 
AMI
Saluta ancora una volta Makoto prima di separarsi. Guarda la scritta luminosa che annuncia il suo volo. Gate 12, volo diretto per l’aeroporto Tegel di Berlino. Partenza prevista ore 09.35.
Arrivo previsto ore 23.10 di Tokyo, 16.10 ore locali.
Sorride. Ripone nel suo bagaglio a mano il libro di microchirurgia che stava leggendo nell’attesa.  E’emozionata e felice.
Pensa per un instante le grandi occasioni che si sono poste di fronte a tutte loro. Ed è orgogliosa di tutte quante. Trattiene una lacrima. Le mancheranno da morire. Soprattutto il sorriso e la voglia di vivere di Usagi. Sospira.
Ecco le hostess che iniziano a far entrare i passeggeri nel corridoio che li porterà sull’aereo. Sorride.
E’ pronta.
13 ore e 35 minuti di viaggio. Dovrà attraversare la Corea del Nord, la Mongolia, il Kazakistan, la Russia e due stati europei prima di raggiungere la sua metà.
E quando arriverà dovrà farsi valere. E ce la farà.
Su questo non ha dubbi.
 
MAKOTO
Cerca di controllare il respiro. E’ veramente agitata. E’ il suo primo volo, la prima volta che esce dal Giappone. Fa scrocchiare le dita delle mani per cercare di rilassarsi. Ha da poco salutato Ami. E manca meno di un’ora alla sua partenza. Guarda il suo compagno di viaggio, Zenko. E’ più agitato di lei. Le scappa una risata.
“Che hai da ridere Makoto?”
Lei scuote la testa. Non può dirgli in faccia che stava ridendo di lui. Si offenderebbe. Proprio come si offenderebbe Usagi. Oh… quanto le manca! Un anno senza di lei sarà lungo. Anche senza le battutine di Rei, gli strani proverbi di Minako, le spiegazioni di Ami. E già. Le mancheranno molto.
Sul tabellone del Gate 3 compare il suo volo. Le Hostess si posizionano al loro posto. Makoto si alza in piedi. Le gambe le tremano. Zenko la prende per mano, trascinandola con sé. Deve fermarsi un attimo per sistemare meglio nella sua borsa un libro di cucina.
12 ore e 15 minuti di viaggio. Quasi un’ora in meno rispetto ad Ami. Dovrà attraversare la Corea del Nord, la Mongolia, il Kazakistan, la Russia e due stati europei prima di raggiungere la sua metà.
E arriverà che lì è pomeriggio.
La mano di Zenko stringe forte la sua. Lui le sorride. Lei risponde al sorriso. Sono pronti.
E saranno i migliori.
 
REI
Il pantalone nero elegante le cade a pennello. Gambe accavallate, una borsa nera elegante e un libro di legge. Camicia bianca con il primo bottone slacciato. Guarda l’orologio. Tra poco dovrebbero aprire il Gate per l’imbarco. Accanto a lei, Eishi, sta finendo di sistemare alcune cose nella sua borsa. Guarda fuori. Un aereo sta partendo. Per chissà quale destinazione. Ripensa per un attimo al viso di Usagi quando l’ha salutata. Era triste, ma felice per lei.
“Andrà tutto bene vero Rei?”
“Certo Usa-chan!”
La capisce. Capisce la paura che la sua amica prova per tutte loro. L’ultima volta che qualcuno è partito..beh non era tornato. Lei sospira ricordando quel periodo.
“Agitata?”
Rei si volta verso Eishi, sorride e scuote la testa.
“Stavo…stavo solo pensando a quello che sto lasciando”
“Ma tu non devi pensare a cosa stai lasciando, ma a quello che stai per trovare”
“Hai ragione!”
“Guarda. Le hostess. Sei pronta per imbarcarti?”
“Certo!”
Quasi 14 ore di viaggio. Dovrà attraversare l’Oceano Pacifico e gli Stati Uniti per arrivare.
Ma non è preoccupata.
Andrà tutto bene.
 
MICHIRU
Lei ed Haruka ormai sono abituate agli aerei. Viaggiano spesso e questo volo di 9 ore e mezza non la preoccupa affatto.
Il loro volo viene annunciato. Come bagaglio a mano ha solo il suo violino. E’ troppo importante per finire in mezzo a tutti gli altri bagagli.
Pronte.
 
USAGI
 
E’ agitata. Continua a muovere ritmicamente le gambe per trovare qualcosa a cui pensare. Lui le accarezza la schiena.
“Usa”
“Scusami sono solo…agitata”
“Si vede. Andrà tutto bene. Gli aerei non cadono così spesso come si crede sai?”
“Non ho paura che l’aereo cada!”
“E allora? Non farai nemmeno il viaggio da sola. Con te ci saranno Ikemoto e Tokaji”
Usagi annuisce debolmente accoccolandosi ancora di più a Mamoru.
“Non fare così”
“Io lo so. Avevo promesso che non avrei pianto, che sarei stata brava. Ma lo sai come sono fatta. E so già che mi mancherai. Che starò male. Che questa partenza mi peserà. E vorrei tanto non averti lontano da me”
“Usako..”
“No fammi finire. Lo so che questa volta sarà diversa dall’ultima. Tu mi chiamerai e io ti chiamerò. Ma…ti amo. Ecco tutto!”
Due lacrime macchiano il viso di Usagi. Lui se ne accorge e la stringe ancora di più.
“Andrà tutto bene piccola. Te lo giuro. Non succederà nulla”
“Lo so”
Lei scioglie l’abbraccio e prende un pacchettino dal suo bagaglio a mano. Lo da a Mamoru.
“Per te”
“Usa…io non..”
“Tu non! E hai fatto bene visto com’è finita l’ultima volta. Forza aprilo!”
Lui ride. Apre lentamente l’elegante pacchetto blu. E’una collana maschile con una di quelle targhette militari con un numero sopra: 7798.4 . Lui la gira e ci sono altri numeri: 34°08’52’’N
118°08’40’’ W
“Sono i Kilometri che ci separano e le coordinate di Pasadena vero?”
Lei annuisce.
“Un regalo…alla me!”
“Esatto Mamo-chan. Complicato ed intelligente al punto giusto. Ma la motivazione è alla Usagi”
“E cioè?”
“Quando qualche fanciulla cercherà di avvicinarsi a te tu, guardando il ciondolo, ti ricorderai che a quasi 7800 kilometri da te c’è una ragazza che ti ama e che ti aspetta”
Lui scoppia in una risata rilassata e la bacia.
Ikemoto e Tikaji arrivano correndo. Appena in tempo per vedere la scritta del loro volo comparire sul gate 11.
“Meglio che vada. Ti lascio in buone mani Usako”
“Mamo…mi chiami appena arrivi?”
“Dovrei arrivare meno di un’ora prima di te”
“Mi chiami o no?”
“Ti chiamerò. Come tu farai con me”
“Un’ultima cosa. Ricordati che sei la mia vittoria più bella”
Un ultimo bacio.
E ognuno per la loro strada

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Capitolo 4
*** Un ritorno ***


Sono passati tre mesi.
Tre mesi da quella mattina in cui sono partiti tutti per destinazioni diverse.
Si sono separati con una promessa: tornare a casa tutti sani e salvi.
 
Usagi entra in camera. Stanca appoggia la sua cartella elegante, nera, per terra e si lancia sul letto. Chiude gli occhi per cercare di calmare il ticchettio doloroso all’interno della sua testa. La giornata in laboratorio è stata molto pesante. Guarda l’orologio. Sono le 22.00. Prende in mano lo schema di Ami. Anche se volesse sentire Mamoru non potrebbe ancora. Sono le 6 del mattino a Londra e sicuramente lui sta ancora dormendo. Ha voglia di sentire una voce amica.
Potrebbe sentire Ami o Makoto. Sia a Berlino che a Parigi sono le 13.00. Potrebbe anche disturbare Rei. Da lei sono le 19.00. Da Minako sono le 20.00 e da Michiru sono le 9 del mattino. Da Hotaru sono le due del pomeriggio.
Prende in mano il comunicatore perfettamente mimetizzato da Ami in cellulare. Vuole Mamoru. Anche se sono le sei del mattino. Lui risponde al secondo squillo.
“Usako”
“Ti ho svegliato Mamo?Scusami lo so che sono le sei del mattino da te, ma avevo bisogno di sentirti.”
“No tranquilla. Mi stavo iniziando a preparare. E lo sai che puoi chiamare tutte le volte che vuoi. Come stai?”
“Mi manchi. Da morire.”
“Anche tu. Giornata pesante oggi? Lo sento dalla tua voce”
Usagi sospira.
“Sono un po’ stanca sì. E mi fa male la testa.”
“Magari un po’ d’aria fresca ti farebbe bene sai?”
Lei si alza e, seguendo il consiglio di Mamoru, esce di casa. Percorre lentamente e, cercando di rilassarsi, il vialetto che dalla strada principale arriva fino all’appartamento a lei assegnato insieme a Ikemoto e Tokaji.
“Stanno facendo i bravi i due ragazzi?”
Lei sorride a quella domanda.
“Lascia stare. Tokaji lo vedo praticamente solo in laboratorio. Si è innamorato di una delle ragazze russe. E poverina, lui la tortura. Ma lei non cede sai? Poi Ikemoto. L’hai addestrato bene. Non mi lascia mai sola. E non fa avvicinare nessuno. L’altro giorno mi ha fermato un ragazzo per chiedermi l’ora. Lui l’ha guardato come se volesse incenerirlo”
La risata calda e dolce di Mamoru la invade.
“Bravissimo!”
“Già. Tra quanto inizia il tuo turno?”
“Tra un’oretta e mezza.”
“Quante stragi di cuori hai già fatto?”
“Nessuna. Ci sei solo tu per me. Hai sentito le ragazze oggi?”
“No oggi no. Ieri sono riuscita a sentire Minako. Sta finendo di incidere il suo primo disco dopo la vittoria a X-Factor. Mi ha chiamato anche Rei. Se riusciamo, settimana prossima, ci vediamo a Kansas City: 3 ore di distanza da me e 3 da lei. Due giorni fa ho sentito anche Makoto.”
“Io sono riuscito a sentire Ami. Se la sta cavando bene”
Usagi sorride. Abbassa per un istante lo sguardo a terra per poi rialzarlo. Una figura maschile si sta avvicinando lungo il viale. Usagi cerca di metterlo a fuoco. Appena lo riconosce si porta una mano alla bocca.
“Usa?”
“S…sì sono qui Mamo”
“Tutto ok?”
“Ho…una fitta alla testa tranquillo”
Il ragazzo si ferma proprio davanti ad Usagi.
“Ora torno in casa, prendo un antidolorifico e vado a dormire un po’”
“Brava amore. Dai ci sentiamo tra…una decina di ore! Ti amo Usako”
“Anche io Mamo-chan. A dopo”
Usagi riattacca. Chiude gli occhi per reprimere le lacrime.
“Cosa..”
“Se avessi avuto alternative non sarei qui. Siamo davvero disperati”
“Non sei qui per provarci di nuovo con me vero?”
“No Usagi”
“Peccato!”
“Avrei possibilità di ricevere un sì da te?”
“No. Ma almeno non saresti qui per dei guai Seiya”
Lui riesce a ridere. Lei lo prende per mano e lo fa entrare in casa.
 
“Ecco il caffè”
“Grazie Usa”
“Racconta forza”
“Noi…davvero ce la stiamo mettendo tutta. Ma non riusciamo a farcela da soli. E’ davvero forte. E non è nemmeno il nemico reale”
“Chi è?”
Lui scuote la testa.
“Non è nessuno di nostra conoscenza. Dalle ricerche effettuate da Taiki lui si chiama Kerr. E’ un alieno molto particolare. Proviene dal pianeta Intiqam, un pianeta che fa parte della nebulosa di NGC5189, a 3000 anni luce dalla Terra. Lui non lo abbiamo mai visto. Fin’ora abbiamo sempre combattuto contro Adhil e i suoi mostri. Sono forti, davvero forti”
“Qual è il loro obiettivo?”
“Accumulare energia. Per far tornare a splendere di malvagità il loro pianeta e conquistare l’intero universo”
“Mmm…non hanno molta fantasia questi nemici!”
Lui scoppia a ridere. Le era mancata. Quanto le era mancata.
“Come fanno a prendere l’energia?”
“Non dagli esseri viventi. Ma dal pianeta che decidono di attaccare. E togliere energia ad un pianeta significa togliergli la vita. Kerr ha già reso al limite della vivibilità diversi pianeti. E ora sta attaccando noi. Riusciamo a contrastarli, ma non a sconfiggerli. E durante l’ultima battaglia Yaten si è gravemente ferito”
Usagi sospira prendendosi la fronte fra le mani.
“La principessa Kakyuu cosa ne pensa di questo nuovo ostacolo?”
“Che non dovevo chiamarti. Perché tu per noi hai fatto tantissimo”
“E quello che tu hai fatto per me non vale?”
“Lei dice che quello che ho fatto io l’ho fatto per te l’ho fatto come persona e non per salvare il pianeta”
“Ma…”
“E’ troppo complicato. Te lo spiegherò più avanti”
“Ognuno di noi è lontano dagli altri lo sai vero?”
Lui annuisce.
“Verrò io. Cercherò io di sconfiggerlo”
“Da sola?”
“Non voglio che loro smettano di realizzare i loro sogni”
“Non ce la farai mai Usa”
“Fammi provare”
“Facendoti morire?”
“Come sei drammatico!”
“Usa sono forti. Sono davvero…”
“E io sono colei che ha fermato Galaxia e ha sconfitto Chaos ok?”
Lui alza le mani in segno di resa. Nel preciso istante in cui il suo comunicatore suona e lo avvisa di un attacco a Kinmoto.
“Sono pronta Seiya”
“Sicura?”
Lei annuisce sicura di sé. Sta per combattere. Di nuovo.

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Capitolo 5
*** Adhil ***


Un pianeta molto simile alla Terra. I segni del passaggio di Galaxia sono ancora evidenti. Alcuni edifici sono ancora danneggiati, altri sono ancora in costruzione. Usagi si guarda intorno e vorrebbe poter vederne meglio i dettagli.
Ma alcuni lampi provenienti da non molto lontano da lei le fanno capire che non ha tempo.
“Taiki e Yaten stanno già combattendo!”
Usagi prende dalle tasche dei suoi pantaloni la spilla. E’ pronta.
“Moon Prism Power Make up!”
E dopo tre anni riprova di nuovo quelle sensazioni. Il corpetto che le fascia la vita. Il peso del fiocco nella schiena e sul petto. La gonna sui fianchi. Gli stivali che le ricoprono le gambe. La tiara sulla fronte. La forza della Luna dentro di lei. Con un pizzico del potere della Terra. Apre gli occhi. E’ di nuovo Sailor Moon.
 
Taiki e Yaten stanno combattendo con tutte le loro forze.
“Potenza Stellare all’attacco!”
“Forza Stellare all’attacco!”
A loro si unisce subito Seiya.
“Energia Stellare all’attacco!”
Il mostro è veramente inquietante. Un’enorme figura quasi trasparente che fluttua nell’aria. Senza una forma precisa. Ma sa lanciare attacchi molto forti. Dietro quel mostro Usagi lo vede. Una figura dalle sembianze umane. Pelle pallida, occhi azzurri talmente chiari da ricordare il ghiaccio.
Capelli corti neri. Affascinante. Accovacciato, con una mano appoggiata al terreno. Lei prende coraggio e corre verso di lui. Lui la nota. Si alza completamente in piedi. Sorride beffardamente.
Allunga una mano. Lei si blocca di colpo. E si sente risucchiare da quella mano. Cerca di resistere ad ogni modo. Ma non può fare altro che farsi trascinare. E per istinto chiude gli occhi.
Appena li riapre non è più nel punto di prima. E’ in un luogo a lei totalmente sconosciuto. Un bosco. Altissime piante verdi circondano lo spiazzare sterrato dove si è trovata.
“Tu devi essere Sailor Moon”
Usagi annuisce alla figura di fronte a lei.
“Sei colei che ha fermato Galaxia e sconfitto Chaos. E’ un vero onore conoscerti. E devo ammettere che solo la tua bellezza supera la tua fama”
Ci…ci stava provando?
“Tu chi sei?”
“Il mio nome è Adhil, il primo dei tre comandanti a difesa del pianeta Intiqam. E’ veramente un immenso piacere conoscerti”
“Per me no. Ti farò pentire di aver scelto la strada del male”
Lui sorride.
“Arrabbiata sei ancora più affascinante”
Usagi non sa se ridere o arrabbiarsi ancora di più.
“Quindi non ho capito. Vuoi combattere o no?”
“Certo mia cara Sailor Moon. Scegli tu l’arma. Spade? Scettri? Bombe di potere?Giavelloti? Archi?Martelli? Posso creare tutto ciò che vuoi”
Lei lo guarda, confusa.
“Ok decido io”
In una mano crea una bolla luminosa.
“Giochiamocela a mani nude con solo i nostri poteri. Sei pronta Sailor Moon?”
“Veramente…”
“3,2..”
“Aspetta!”
“1.Iniziamo!”
Lui lancia verso di lei la palla luminosa. Lei riesce goffamente a non farsi colpire. La sfera colpisce un albero che cade a pochi passi da Usagi.
“Hey! Potevi farmi male!”
“Mia dolce Sailor Moon. E’ questo il mio obiettivo!”
Lui le corre incontro. Crea un altro attacco a meno di un metro da lei. Usagi prepara il Cristallo di Luna. Colpisce la sfera in pieno. Un bagliore quasi accecante costringe entrambi a coprirsi gli occhi. Lei è la prima a riaprirli. Vede che lui ancora non la sta guardando. Corre verso di lui. Cerca di colpirlo con un calcio allo stomaco. Adhil, più veloce di lei, le blocca il piede prima di essere colpito, la spinge all’indietro facendola cadere a terra. La sovrasta e prepara un altro attacco. Lei si concentra, lui la centra con una sua bolla di potere. Lo scudo di protezione si attiva, salvandola. Si rialza in piedi, indietreggia leggermente, prende in mano lo scettro.
“Scettro della Luna Eterna. Luce dei petali di stelle, entra in azione!”
Lui vede il fascio luminoso avvicinarsi. Con un salto molto agile evita di essere colpito.Arriva di fronte ad Usagi e riesce a sferrarle un fortissimo pugno allo stomaco che la fa indietreggiare di qualche metro. Lei è costretta a piegarsi in due per il dolore. Lui la raggiunge. Con le mani le prende entrambe le caviglie facendole sbattere la schiena per terra. Con tutto il suo peso sale sul suo stinco. L’urlo di dolore di Usagi lo fa sorridere. Adhil alza una mano verso il cielo. Una spada compare nelle sue mani. La punta alla gola di lei. Usagi trattiene il respiro.
“Potrei con un solo tocco ucciderti”
Disegna, con la punta della spada, un’onda che dal collo raggiunge il suo ventre.
“Anche se ti colpissi qui potrei eliminarti”
Alza la spada. La riappoggia sull’avambraccio destro di Usagi. Affonda la lama. Un altro urlo di Usagi. Un pianto pieno di dolore. Lui lascia la spada piantata. Si abbassa verso di lei. E’ a pochi centimetri dal suo viso.
“Non me la sento di eliminare dalla faccia dell’universo cotanto fascino. Ma ti do un consiglio. Lascia questo mondo. Non puoi sconfiggermi, sei troppo ingenua e debole. Torna sul tuo pianeta e vivi appieno la tua esistenza. Perché appena avremo finito qui e, ti assicuro, manca pochissimo, attaccheremo voi e il vostro insignificante pianeta Sailor Moon. Anche se sono convinto che, appena Kerr verrà a sapere che ci hai raggiunto, non aspetterà nemmeno un giorno per scagliarsi contro la Terra”
Appoggia la sua bocca a quella di Usagi. Si stacca, si lecca le labbra ad occhi chiusi.
“Il tuo sapore è estasi”
“Tu…sei strano!”
Lui sorride. Si alza in piedi. Toglie il peso dalla gamba e sfila con forza la spada dal braccio di Usagi, provocandole altro dolore.
“A presto mia scintillante Sailor Moon” 
E lei riprende a respirare. Piangendo ed urlando dal dolore. Cerca di alzarsi in piedi. Non riesce a muovere la gamba. Troppo dolore. Il braccio le sanguina copiosamente e la testa comincia a girarle.
Sta male.
Non sa dove si trova.
Il suo comunicatore non è in grado di poter chiamare Seiya.
Il suo no. Quello di Ami si.
Lei risponde dopo quattro squilli.
“Usa? Che ci fai trasformata!”
Usagi non riesce a rispondere. Scoppia in un pianto incontrollato.
“Usagi che succede!!!!”
“Io…non so dove sono, sono ferita…”
“Usa..”
“Con il computer individua il mio segnale. Chiama Seiya e fagli sapere dove sono”
“Cosa centra Seiya?”
“Sono a Kinmoto!”
Ami non fa domande. Attiva il suo computer. Pochi secondi e la trova.
“Chiamo Seiya. Ti richiamo!”
Usagi annuisce e si risdraia a terra. Cerca di controllare il dolore. Ma, soprattutto quello al petto è veramente forte.
Non è un dolore fisico.
E’ il dolore della sconfitta.
Il pianto non si ferma nemmeno quando Seiya la prende in braccio e Taiki cerca di fermare il sangue che continua a scorrere sul suo braccio.
Il pianto non si ferma nemmeno quando, dopo aver sciolto la trasformazione, Seiya la fa sdraiare sul letto accanto a lui.
Il pianto non si ferma nemmeno quando il suo comunicatore suona. E’ Mamoru, avvertito da Ami.
“Mamo-ch..”
“Che diavolo ti è saltato in testa? Cosa cazzo pensavi di fare da sola! Siamo un gruppo solo quando ti pare Usagi?”
Usagi chiude gli occhi. Raramente Mamoru diventa volgare. E solo quando è veramente arrabbiato.
“Io..”
“No Usagi. Stai zitta prima che mi incazzi ancora di più! Eravamo al telefono quando è arrivato Seiya vero? E sei partita per un pianeta a migliaia di anni luce da noi senza dire niente a nessuno. Se Ami non avesse risposto? Se i ragazzi non fossero riusciti a trovarti? Mi hanno detto che ti hanno infilato una spada nel braccio. Una spada cazzo!”
“Posso?”
“No! Ami, Makoto, Rei e Minako stanno arrivando da voi. Michiru e Haruka stanno raggiungendo Hotaru e verranno lì domani. Ho mandato io un certificato medico falso alla tua università e ho coperto anche le altre”
“Tu non verrai?”
“Non ho intenzione di perdere il mio tempo con una persona che dice di essere matura ed in realtà è solo una bambina!”
Lui riattacca. Usagi sospira. Chiude gli occhi. Vorrebbe piangere. Ma le lacrime si bloccano.
Si sveglia sentendo la voce di Rei.
“Tre mesi senza noi e ti fai quasi ammazzare?”
Usagi sorride felice. L’abbraccia con forza.
“Mi soffocchi Usa!”
“Scusami!”
Rei le sorride, lascia il posto a Makoto.
“Capisco che ti mancavamo. Ma potevi semplicemente chiamarci sai?”
“Oh Mako!”
“ E capisco che volevi conoscere la nuova stella nascente del pop..”
“Mina-chan!”
Ami fa capolino.
“Ami…grazie!”
“L’avresti fatto anche tu per me. Fammi vedere le ferite”
Usagi annuisce e la lascia fare. Controllo ogni graffio, ogni livido e ogni parte arrossata.
“La gamba sembra solo fortemente contusa, nulla di rotto. Il braccio ha già ripreso a sanguinare. Servono dei punti”
“Noi qui non abbiamo questi strumenti Ami. E’ il pianeta stesso che ricostruisce il nostro corpo” interviene Taiki.
“Usagi è terreste”
“Lo so Ami”
Lei sospira.
“Io sono ancora troppo inesperta per mettere dei punti”
“Lasciamo che il cristallo d’argento faccia il suo compito Ami”
“Usa…”
Lei le sorride. Ami annuisce senza ribattere.
“Ma…” a intromettersi è Seiya “Ora che siamo tutti qui, che ne dici di raccontarci che è successo?”
E lei inizia a parlare.
Non si accorge di Ami che esce dalla stanza.
E non si accorge che dopo qualche minuto sparisce anche Taiki.

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Capitolo 6
*** Lasciarsi ***


Con questo capitolo mi odierete a morte…
Ma state tranquille…fidatevi di me…
Baci
FD
 
 
“….e così se n’è andato lasciandomi lì”
“Deve essere cieco per dire che sei bella!”
“Seiya! Sei crudele!”
Usagi scoppia a ridere cercando un modo per rilassarsi. Dalla porta rientrano sia Ami che Taiki
“Non mi ero nemmeno accorta che eravate andati via ragazzi”
“Non avevamo dubbi Usagi!”
“Grazie per la fiducia Taiki”
Lui le da le spalle ed inviata qualcuno ad entrare.
“Mamo!”
Lui si avvicina al letto dove si trova Usagi. La scopre per vedere meglio la gamba di cui Ami parlava. La tocca.
“Ahia!”
Lui la guarda freddamente e sbuffa.
“Niente di rotto Ami. Diagnosi perfetta. Solo una forte contusione. Portatemi un cuscino e mettetelo sotto la gamba. La aiuterà.” Mamoru sposta lo sguardo sul braccio.
“Quanto tempo fa avete cambiato la fasciatura?”
“Meno di 20 minuti fa”
Mamoru chiude gli occhi annuendo. Li riapre e guarda duramente Usagi negli occhi. Poi si rivolge agli altri.
“Mi servirà dell’acqua tiepida, degli asciugamani e un lenzuolo pulito. Anche dell’acqua fresca per favore. Poi ho bisogno che usciate tutti da qui e con me resti solo Ami e qualcuno che abbia abbastanza fegato per gestire Usagi”
Seiya sta per alzare la mano, ma viene bloccato immediatamente da Mamoru.
“Tranne tu Seiya. Non vorrei fare ad Usa più male di quello che già prevedo solo perché mi innervosirai ancora di più”
“Resto io”
“Grazie Rei”
“Scusami Mamoru, perché serve una persona che abbia fegato?
Lui da le spalle ad Usagi iniziando a prepararsi.
“Perché ti devo ricucire quella benedetta ferita. E all’ospedale non sono riuscito a trovare nessun anestetico. Quindi stringi i denti”
“Vuoi mettermi dei punti senza anestesia?”
“Oh Usagi. Una spada ti ha trafitto il braccio da parte a parte. Non credo che un ago e del filo possa fare più male!”
 
Metterle i punti e sentirla urlare e mugugnare per il dolore non è stato semplice. Ma non aveva altro modo. Ora lei è sdraiata e gli da le spalle, lui sdraiato accanto a lei la abbraccia da dietro.
“Prendi questo antidolorifico. Poi dobbiamo parlare”
“Come se il dolore al braccio non bastasse vero?”
“Ora mi ascolti e non mi interrompi chiaro?”
Lei annuisce debolmente. Lui chiude gli occhi, ringraziando il cielo di essere di spalle.
“Io non so cosa ti sia saltato in mente. E nemmeno lo voglio sapere”
“Volevo solo che voi non rinunciaste ai vostri sogni”
“Non interrompermi”
“Scusami”
“Sta di fatto che io tra qualche ora me ne tornerò a Londra. Non ho intenzione di aiutarti in questa guerra.”
“Perché!”
“Perché devi imparare che le scelte che le persone fanno possono portare delle conseguenze. E’ ora che tu ti prenda le tue responsabilità. Anche nella vita di ogni giorno. Non ho più intenzione di aiutarti. E soprattutto di continuare questa relazione. Non posso stare con una persona che non ragiona sulle cose che fa. Mi dispiace Usagi. Ci ho provato. Ma questo tuo gesto, l’ultimo di una lunga serie, è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso.”
Usagi non si muove. Non parla.
“Ascoltami..”
“No Mamoru, ho già sentito abbastanza. Non c’è bisogno che aspetti un paio di ore. Puoi andare via anche ora se stare con me è un peso così grande da portare”
Lui si alza dal letto. Si avvia verso la porta. Sente i singhiozzi di Usagi. Ma deve essere forte. Esce chiudendosi la porta alle sue spalle. Sorride fra le lacrime: si aspettava una reazione peggiore dalla sua Usagi.
 
Seduto fra quella che sembra erba, Mamoru accende la terza sigaretta di fila.
“Un medico che fuma? Ah che brutto esempio”
Lui, di tutta risposta, fa un lungo tiro.
“Fa male dottore lo sa?”
“Sì lo so Seiya”
“Usagi dorme?”
“Le ho messo del sonnifero insieme all’antidolorifico. Sicuramente sta dormendo. Ho la necessita che mi riporti a casa”
“Di già?”
Lui annuisce.
“Perché non resti accanto a lei?”
“Perché no”
“Non accetto una risposta del genere”
“Stai vicino a lei il più possibile in questa battaglia”
“Non combatterai con noi? Kerr attaccherà la terra dopo questo pianeta lo sai?”
“Ami mi ha detto tutto. E mi ha detto anche quant’è forte”
“E allora dove pensi di andartene!”
“Lontano da lei e da qualunque nemico possa usarmi per sconfiggerla”
Seiya scuote la testa. Non riesce a capire.
“Se la lasci la uccidi Mamoru!”
“La salvo invece. E comunque l’ho già lasciata”
“Senza te lei non saprà come fare!”
“Io sono la sua forza, ma anche la sua debolezza più grande. Ogni nemico mi ha usto per farle del male. Da Beryl a Pluto. Combatterò con voi, ma non con lei. Nessuno deve capire cosa ci lega, nessuno deve rendersi conto di quello che ci unisce”
“Tu sei impazzito!”
Mamoru riesce quasi a ridere.
“Credo di sì”
“Dammi un paio di ore di riposo e poi ti riporto a Londra”
Mamoru annuisce offrendo una sigaretta a Seiya.
“Me la offri perché sai che ne ho bisogno o perché sai che il fumo può uccidere?”
“Sì!”

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Capitolo 7
*** Ci sarò ***


No vabbè…oggi sono stata meravigliosamente brava!!
Clap clap a me!
Per oggi basta davvero…domani, se la vena artistica non mi abbandona, ho in mente un altro capitolino…forse due!
Baci
FD


Usagi si sveglia. Il braccio ha ricominciato a pulsarle. Cerca di girarsi a pancia sopra nella speranza che Mamoru non se ne sia andato nonostante la sua reazione. Allunga la mano. Il letto è vuoto. Sbuffa e si volta. Vede qualcuno ai piedi del suo letto. Lo mette a fuoco e prima che possa urlare la  mano di lui è già sulla sua bocca.
“Non sono qua per farti del male. Prometto che tolgo la mano solo se mi giuri che non urlerai”
Usagi, spaventata e tremante annuisce. Lui lentamente la libera.
“Che diavolo ci fai qui!”
“Volevo sapere come stavi”
“Tu…tu sei strano. Prima quasi mi rompi la gamba, poi mi infilzi con la tua spada e ora mi chiedi come sto? Adhil che gioco stai giocando?”
Lui sorride, divertito. Appoggia la mano sulla garza leggermente insanguinata del braccio di Usagi. Una luce viola e calda dona un leggero sollievo.
“Posso alleviare il dolore. Non posso curare le ferite però”
Lei lo guarda negli occhi. Usagi cerca di distogliere lo sguardo. Ma quegl’occhi la catturano. Sono troppo belli per non restarne incantata. Inizia a sentire caldo. Ma cerca di darsi un contegno.
“Cosa sei venuto a fare qua? Di cosa hai bisogno?”
“Sapessi di cosa ho bisogno” risponde Adhil con fare allusivo. Usagi alza gli occhi al cielo.
“Non ho intenzione di appagare i tuoi istinti!”
“Nemmeno ora che sei senza fidanzato? A proposito. Era il detentore del potere della Terra o sbaglio?”
“Mi stavi spiando?”
“No. Dovevo parlarti. Ma stavi già parlando con lui. Poi hai pianto, ti sei addormentata e ho dovuto aspettare”
Usagi si porta una mano sulla fronte. Non riesce a credere alle sue parole.
“Ok. Parlami”
“Avete tre giorni. Tra tre giorni attaccheremo la Terra”
“Tra quanto lascerete il pianeta dove siamo ora?”
“Domani mattina. Ne ero certo. Kerr, appena saputo del tuo arrivo, ha preso l’immediata decisione di attaccarvi. Ma attenta. Non sarò io a capo dell’operazione sulla Terra”
“Sei stato licenziato?”
Lui ride a quell’affermazione.
“Non sei solo bella, anche simpatica”
“Oh ti prego parliamo seriamente!”
“Mi hanno messo a riposo. Siamo tre comandanti al servizio di Kerr. Io, Nekkar e Izar. Nekkar ha seguito più di 20 operazioni sin’ora, io altrettante. Ora tocca a Izar. Solo perché Kerr è convinto che io non sia riuscito a sconfiggerti per stanchezza e non per pietà”
“Quanto è forte questo Izar?”
“Meno di me. Ed è un essere femminile”
“E Kerr? Ha mai combattuto in prima linea?”
“Prima di incontrare noi era solo. Ha raccolto l’energia di centinaia di pianeti. Non è mai stato sconfitto. Tranne una volta sola”
Usagi capisce a chi si riferisce. Adhil prosegue nel suo racconto.
“Lei ha distrutto tutto. Tutto quello che avevamo. Siamo morti. Non è sopravvissuto nessuno. Poi, un giorno, ci siamo risvegliati come se nulla fosse successo. Il nostro popolo era di nuovo in vita. Ma il nostro pianeta non era più quello di un tempo”
“Anche qui sono stati attaccati. Stanno ricostruendo il loro pianeta con le loro forze, non rubando energia e vita dagli altri!”
Adhil si avvicina minaccioso ad Usagi.
“Tu non sai cosa significa!”
“Io ho visto morire le mie compagne. Ho perso l’amore della mia vita. Ho visto Galaxia distruggere il suo seme di stella e…” Usagi chiude gli occhi per non iniziare a piangere a quel ricordo. “e comunque non me la prendo con gli altri per quello che è successo”
“Nemmeno noi”
“Eppure distruggete i pianeti”
“Rivogliamo il nostro mondo”
“Non potete ricostruirlo distruggendo gli altri!”
Adhil, al limite della rabbia si allontana dando le spalle ad Usagi.
“Allora la prossima volta che ci incontreremo saremo di nuovo nemici. E questa volta non avrò pietà. A meno che tu non accetti la mia proposta”
“Qualunque sia la tua proposta non l’accetterò in ogni caso”
Adhil apre la porta per andarsene.
“Sailor Moon. Prima di distruggere completamente la Terra ti farò una proposta. E sono certo che l’accetterai”.
E chiude la porta alle sue spalle. L’aria fresca di quello strano pianeta lo invade. E prende il volo per la struttura che ospita in questi giorni il loro regno.
 
“Adhil sei tornato!”
“Sono solo andato a farmi un giro!”
Izar lo abbraccia e lo bacia.
“Dove sei stato?”
Una risata alle sue spalle lo fa voltare.
“Era da Sailor Moon. A proposito. Kerr ci ha convocato”
Adhil annuisce. E insieme a Izar si teletrasporta dal suo re.
 
Mamoru cerca di riposarsi almeno un  po’. Ma non riesce.
Si gira e rigira nel letto più volte. Quello che ha fatto ad Usagi è terribile per lei e per lui. Ma questa volta no. Non può fare diversamente.
Ripensa per un istante a tutte le battaglie affrontate fin’ora.
Il Dark Kindom. Beryl lo ha usato per attirare Usagi. Lo ha Usagi per cercare di uccidere Usagi. L’ha colpita più volte senza poter far nulla. E l’ha costretta ad ucciderlo. Nonostante il loro amore.
Il clan dei Black Moon. Il Grande Saggio l’ha usato per far credere ad Usagi che lui e Chibiusa avessero una relazione. Oh, ricorda ancora la scena. Lei gli aveva quasi creduto.
Almeno i Death Busters lo avevano lasciato in pace.
Ci ha pensato poi Nehellenia. E Galaxia lo ha ucciso rendendo Usagi debole e vulnerabile.
Chaos si è impossessato di lui.
Pluto ha quasi ucciso Usagi cercando di colpirlo.
No. Questa volta nessuno lo userà.
Termina ora di stendere la sua lettera di dimissioni dal Royal Brompton Hospital a Chelsea.
La valigia è pronta per la sua partenza. Deve solo sapere dove sarà Usagi. E lui sarà da lei. Anche se lei non lo saprà mai.

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Capitolo 8
*** Il primo attacco ***


Cammina lenta e senza forze. I suoi occhi sono gonfi e pieni ancora di lacrime. La sua mano trema sulla maniglia del laboratorio. Deve calmarsi. Deve resistere solo fino a domani. L’indomani non avrebbe dovuto stare in mezzo alla gente. Sarebbe stata con le sue amiche. L’indomani avrebbe dovuto combattere. Forse. O forse no. Ma avrebbe parlato con loro, si sarebbe sfogata, avrebbe aperto il suo cuore.
E’ il secondo giorno che si trova nuovamente a Pasadena. Il secondo senza Mamoru. Il secondo giorno che si sveglia con accanto Seiya. Il loro piano sembra far acqua da tutte le parti. Ma hanno accettato tutti.
Ognuno è tornato alla sua vita. Ami ha accanto Taiki. In caso di pericolo lui si teletrasporterà da Makoto e poi tornerà a Berlino e in meno di 30 secondi sarebbero tutti e tre a Tokyo. O ovunque il nemico decida di attaccare.  Yaten sta vivendo con Michiru, Haruka e Hotaru. Stesso schema. Pronto, sempre e comunque, a teletrasportarle ovunque sia il nemico. Seiya è da Usagi. Per starle accanto in questo momento in cui Mamoru l’ha lasciata. E per avere anche la possibilità di essere vicino a Rei e Minako. Si sarebbero visti tutti insieme nei week end. Per allenarsi. Il dove era ancora un mistero.
Abbassa la maniglia. Ikemoto e Tokaji la accolgono. Lei sorride. Fingendo che la gamba non le faccia male, il braccio non le pulsi e che il dolore al cuore sia solo un impressione.
 
Mamoru apre la porta del suo appartamento. Trema leggermente. Il suo stomaco è totalmente in subbuglio. Da tre giorni è rientrato a Tokyo. E rivedere quella città senza la sua Usagi gli fa malissimo. E sapere che Seiya è accanto a lei gli fa il doppio del male. Si siede svogliatamente sul suo divano. Senza vita e voglia di vivere. Stanco del peso che sta portando dentro di sé. Appoggia la testa all’indietro. Chiude gli occhi. E le lacrime scendono senza controllo. Non è ancora così sicuro che la sua sia stata veramente un’idea così brillante lasciarla. Sente la mancanza della sua voce, della sua risata. Dei suoi occhi, dei suoi abbracci. Delle sue mani, piccole ma forti.
Non è lui la forza di Usagi. E’ lei la sua forza. La sua famiglia, la sua vita. Il suo amore.
Qualcuno bussa. Sa già che è Motoki che è passato a salutarlo. Indossa la sua maschera da ragazzo sereno. Nonostante il suo dolore al cuore. Una serata a parlare con un amico. E’ quello che ora gli serve.
 
Usagi apre gli occhi. Guarda il suo orologio. Sono le 2 del mattino di sabato. Una strana sensazione la attanaglia. Seiya, accanto a lei, dorme beato. Il suo comunicatore suona all’improvviso. Sorride amaramente.
Almeno sulle sensazioni non si sbaglia.
Anche se avrebbe voluto.
 
Stessi identici mostri che ha già incontrato a Kinmoto.  Michiru e Haruka stanno gestendo la situazione in maniera egregia. Rei, Makoto e Minako si uniscono immediatamente alla battaglia. Seiya e Yaten bloccano l’afflusso di persone che vogliono vedere che succede. Un attacco alle 10 del mattino di sabato in pieno centro a Tokyo. Se nessuno si farà male, sarà un miracolo. Ami con Taiki cercano di raccogliere più dati possibili.
Usagi guarda appena dietro le due figure che stanno attaccando. La vede. Stesse sembianza di Adhil. Pelle chiarissime, occhi azzurri, capelli neri. Bellissima.
“Ami non sono loro che estraggono l’energià. E’ la! Io vado da lei! Continuate a raccogliere dati!”
Usagi corre verso Izar. Si ferma un istante. Percepisce che qualcuno la sta osservando. Guarda sopra di lei, poi a destra. Scuote la testa. Non ha tempo da pedere. Salta verso Izar che è pronta ad accoglierla.
“Cristallo di Luna. Azione!”
Izar evita il colpo e lancia una palla di potere verso Usagi che la evita abilmente. Lancia nuovamente il Cristallo di Luna, questa volta puntando ai piedi di Izar. Lei viene colpita cadendo rovinosamente a terra.
“Scettro della Luna Eterna. Luce dei Petali di Stelle. Entra in azione!”
Azir sorride, salta, evita il potere dello scettro. Vuole colpire Usagi alla schiena, ma lei si volta di scatto colpendola in pieno viso usando lo scettro come bastone. Un lieve rigolo di sangue compare sul suo zigomo.
“Sei brava. Non pensavo Sailor Moon. Ma ora farò sul serio!”
Izar crea tre bolle di potere e le lancia verso Usagi. Lei si prepara per evitarle. Ma all’ultimo istante le palle cambiano direzione. Una va a destra, una a sinistra l’altra al centro. Ma tutte e tre sono ancora diretta verso di lei. Usagi si concentra e crea uno scudo di protezione. Appena viene colpita si alza un gran polverone. Izar sorride,convinta di averla sconfitta. Ma viene immediatamente colpita dalla luce rosa dello scettro di Usagi.
Il nemico si inginocchia. Guarda Sailor Moon negli occhi. Sorride.
“Tutto qui?”
Si alza in piedi di scatto, corre verso di lei estraendo un pugnale. Usagi la attende. E quando manca meno di un metro Usagi le salta incontro. Izar cerca di colpirla. Usagi si sposta e le assesta un pugno allo stomaco. Così facendo però lascia la schiena scoperta e a portata di pugnale. Izar lo nota, alza la mano, pronta per colpirla. Succede qualcosa. Izar non la ferisce. Anzi si ferma e guarda verso l’alto. Poi si guarda la mano. Sanguinante. Chiude gli occhi.
“Per oggi va bene così. Ma preparati. Questo è stato solo un riscaldamento!”
Il nemico sparisce. E con lei anche i due mostri colpiti in pieno da una spettacolare Bomba di Urano.
“Moon!”
“Sto bene Mars!”
“Che è successo?”
Usagi scuote la testa.
“Poteva colpirmi. Non l’ha fatto. E si è ferita. Nessuno di voi ha lanciato nulla?”
“No. Eravamo impegnate con quei…cosi!”
Usagi sorride. Abbraccia Rei.
“Forza. Andiamo. Abbiamo veramente di allenamento!”
 
Izar si tiene con forza la mano cercando di fermare la sua linfa vitale che sta scivolando dalla mano. Kerr la sta chiamando. Si muove veloce fino al luogo scelto come base.
“Mi ha chiamata?”
“Allora?”
“Non…non l’ho battuta solo perché qualcuno mi ha fermato!”
“Chi?”
“Io…non lo so!”
“Voglio sapere chi Izar!”
“Ripeto non sono riuscito ad individuarlo e..”
“Le tue scuse sono patetiche”
“La prossima volta ucciderò tutte le sue amiche. Non si preoccupi”
“Ricordati che la voglio qui viva!”
“Mi faccia preparare il prossimo attacco!”
“Voglio tutte le informazioni. Adesso”
Lei collega la sua mente a quella di Kerr mostrandogli il suo piano. Un altro attacco. Mezz’ora per arrivare.
“Non voglio altri fallimenti è chiaro?”
Lei annuisce, si inchina e lascia la stanza.

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Capitolo 9
*** Izal ***


Monte Amakazari, prefettura di Nagaro. Quasi 2000 metri sul livello del mare.
Le ragazze si stanno allenando. Inners contro le Outers e le Starlights. Usagi continua a guardare sopra di lei. Si sente osservata.
“Sailor Moon se continui a distrarti ti farai male!”
Usagi guarda dritto di fronte a sé. Un maremoto di Nettuno sta per colpirla.
“Cristallo di Luna, azione!”
L’esplosione è terribilmente affascinante. Un fantastico fascio giallo e blu illumina lo spiazzale. Usagi, ai margini di un bosco, si sente trascinare. Per istinto chiude gli occhi. Qualcuno la spinge contro un albero. Due labbra si appoggiano alle sue. Lei spalanca gli occhi. E la sua mano parte in automatico pronta a dare uno schiaffo. Lui si allontana.
“Tu. Tu sei pazzo. Come…come diavolo ti viene in mente??”
“Per un bacio farei questo e altro!”
“Adhil. Siamo nemici o no?”
“Certo!”
“E allora non puoi quasi uccidermi, salvarmi, baciarmi, bloccare i tuoi stessi alleati per salvarmi..”
“Alt! Non ho bloccato nessuno io!”
“Non sei stato tu a disarmare Izar stamattina?”
“Ok che voglio aiutarti, ma così è troppo.”
Usagi si stupisce della risposta. Scuote la testa.
“Fa niente. Che diavolo vuoi?”
“Avete 15 minuti. Lei attaccherà di nuovo. Questa volta con molti più vorek.”
“Vo che?”
“Vorek…quelle entità che sono al nostro comando”
“Dove attaccherà?”
“In quella città che voi chiamate Canberra”
Usagi si gratta la fronte e fa spalluccie.
“Ami lo saprà!”
“Avete 14 minuti”
“Perché ci aiuti?”
“Perché Kerr ti vuole viva. E non devi arrivare viva da lui. ”
“Mi confondi!”
Lui ride e le da le spalle.
“13 minuti”
“Devo sapere altre cose!”
“Non ora. Vai!”
Lui sparisce in meno di un secondo. Usagi corre verso le sue compagne.
“Ragazze!”
Nessuno la sente. E continuano ad allenarsi.
“Ragazze!!!!”
Ancora nessuna risposta. Usagi alza gli occhi al cielo e scuote la testa.
“Scettro della Luna Eterna. Potere dei petali di stelle, entra in azione!”
Usagi punta il raggio di potere sul terreno. La Terra sotto i loro piedi trema.
Un coro di insulti fa capire a Sailor Moon di aver attirato la loro attenzione.
“Oh finalmente! Abbiamo solo 12 minuti. Forse meno!”
“Che…”
“Seiya il nemico sta per riattaccare! A Can…oddio non mi ricordo più!”
“Come lo sai?”
“L’ho visto!”
“Eh?”
“Nello stesso modo in cui ho visto che avrebbero lasciato il tuo pianeta e avrebbero attaccato la Terra! Ami aiutami tu!!!! Una città che inizia con Can?”
“Can….can…Cannobio?”
 Usagi scuote la testa.
“Cangas?”
Lei riscuote la testa
“Cantanhede!”
“No! Era qualcosa con la a finale….”
“Canberra?”
Usagi salta sul posto.
“Sì!!!!! Andiamo! Abbiamo poco meno di 10 minuti!”
 
“Usagi  dove?”
“Non lo so Rei. So solo la città!”
“Hai idea di quanto sia grande questo posto?”
“Di là ragazze!” A bloccare il litigio è Hotaru.
“Wow complimenti per le tue doti Hotaru!”
“Ma quali doti! Non vedete che ci sono 5 enormi figure bianche la’?”

Il combattimento tra le guerriere e i mostri è aspro e senza tregua. Usagi individua subito Izal.
“Qualcuno venga con me!”
Minako e Rei si staccano per aiutare Usagi. E insieme si dirigono da lei.
“Marte. Freccia infuocata di Marte! Azione!”
Izal salta senza essere colpita e senza fatica. Lancia tre attacchi. Uno dei tre colpisce Rei.
“Mars!”
“Sto bene!”
“Cristallo di Luna! Azione!”
Izal sorride. Di nuovo evita l’attacco. Contrattacca. E questa volta tutte riescono a non essere colpite. Rei corre incontro al nemico. Vuole un incontro corpo a corpo. Riesce ad avvicinarla. Prova a darle un pugno, ma Izal le blocca subito la mano, le gira il polso e la spinge lontano da lei.
“Bomba di Urano! Azione!”
Il nemico, non aspettandosi quell’attacco, viene colpito.
“Uranus!”
“Tranquille. Di là Hotaru e le Starlights se la stanno cavando benissimo!”
“Maremoto di Nettuno! Azione!”
Izal, non ancora completamente ripresa dalla bomba di Urano si lascia colpire di nuovo.
“Qualcosa non va!”
“Che succede Mercury?”
“Moon…Anche se la colpiamo non la indeboliamo. Deve avere un punto debole!”
“Tu continua a cercarlo! Mars!”
Rei annuisce e ritenta con la freccia infuocata. Il nemico viene colpito di nuovo. Ma questa volta si rialza subito e lancia il suo attacco. Rei è pronta per riceverlo. Ma all’ultimo secondo la palla devia su Usagi. Qualcuno la spinge a terra. Lei non riesce a vedere altro che un mantello nero.
“Mamoru!”
Lei si alza e cerca di ricorrerlo. Ma si ferma appena capisce che la distanza accumulata tra di loro è troppo.
“Sailor Moon! Trovato!”
Usagi si volta verso Ami che si prende fra le mani la caviglia destra. Usagi annuisce e guarda Izal.
Sotto il vestito lungo e viola lo trova. Una cavigliera con una grande pietra nera. Ha un’idea.
“Neptune. Colpiscila dritto di fronte a lei. Lei cercherà di saltare. Rei attaccala verso l’alto”
Entrambe annuiscono.
“Venus. Appena avrai la visuale libera bloccala con la spirale dell’amore di Venere”
“Ok Sailor Moon!”
“Uranus! Dammi la tua spada!”
Haruka spalanca gli occhi stupita.
“Adesso!”
“Trattamela bene per favore!”
Usagi ride. Si volta verso il suo nemico.
“Ora!”
“Maremoto di Nettuno, azione!”
Izal, come previsto salta in alto per evitare il colpo.
“Marte. Freccia infuocata di Marte! Azione!”
Rei punta verso l’alto. Izal viene colpita. Ricade malamente a terra.
“Venere! Spirale dei cuori di Venere! Azione!”
Usagi corre verso Izal ancora prima che la catena la blocchi. Tiene sott’occhio la pietra nera. Salta. E con la spada di Uranus spezza la pietra.
“Nooooo!”
Izal urla. Una nuvola nera si sprigiona da quel gioiello. Usagi ne approfitta.
“Scettro della Luna Eterna. Potere dei petali di stelle, entra in azione!”
Il colpo di Usagi va a segno. E Izal si dissolve come neve al sole.
Sailor Moon si inginocchia. Appoggia le mani a Terra. E ancora con il fiatone scoppia a piangere. La prima ad avvicinarsi a lei è Minako.
“Usa..che succede?”
“Non sono riuscita a fermare Mamo…”
“Non era Mamoru quello che ti ha salvato!”
Usagi alza lo sguardo verso Minako. La guarda stranita. Lei scuote la testa.
“Ti assicuro che lui non è così bello. Quegl’occhi non erano i suoi! Mamoru ha gli occhi blu. Lui aveva degli occhi talmente azzurri da sembrare ghiaccio!”
Si alza in piedi, si asciuga le lacrime.
“Seiya. Tu sai dov’è Mamoru. Portami subito da lui”
Lui la guarda.
“Io…”
“Niente scuse devo parlare con lui.”
“Ho promesso che non…”
“Portami a Tokyo. Al solito parco sotto l’orologio. E digli che lo aspetto là. Devo capire che diavolo sta succedendo!”
Minako la guarda preoccupata.
“Tu sai chi era?”
“Stamattina non so chi ha disarmato Izal. Ma so chi è stato adesso. Almeno credo”

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Capitolo 10
*** Mamoru ***


Usagi cerca di stringersi il pullover intorno alla vita ancora di più. Ha freddo. Il suo viso, senza vita, triste e scarno, porta i segni dei giorni passati a piangere e a non mangiare. Sospira nell’attesa. Guarda da quanto tempo sta aspettando. Più o meno mezz’ora. Si prende il viso tra le mani. Non vuole piangere ancora. E si trattiene. Sente dei passi dietro di lei. Chiude gli occhi. Inspira forte. Ributta fuori il fiato. E’ pronta.
Mamoru si siede di fianco a lei senza guardarla. Lei lo osserva. Ha la barba tipica di chi, da tre giorni, non si prende cura di sé stesso. È pallido. Socchiude gli occhi per mettere meglio a fuoco quello che riesce a vedere sotto il profilo degli occhiali da sole che lui indossa. Gli occhi sembrano gonfi. Le occhiaie sembrano vistose. Sta male anche lui. E questo fa prendere coraggio a Usagi.
“Ho poco tempo Usagi. Quindi veloce”
“Ti ruberò pochissimi minuti. Voglio solo sapere se sei dentro o fuori da questa battaglia”
“Te l’ho detto a Kinmoto. Sono fuori!”
“E allora perché mi segui? Perché stamattina mi hai salvato?”
“Il fatto che non voglia combattere con voi non significa che ti farò morire”
“Non devi più farlo. O sei dentro o sei fuori. La tua presenza mi confonde.”
“Cosa vuol dire che ti confondo?”
“Chiba. Dovresti essere a Londra e invece sei a Tokyo. Non combatti con noi, ma sai dove siamo e non solo mi segui, ma mi salvi. Mi hai lasciato sì o no?”
Mamoru si toglie gli occhiali da soli. Lei lo ha chiamato per cognome. Brutto. Bruttissimo segno.
“Sì, ti ho lasciato”
Lei gli sorride, acuta.
“Devi imparare che le scelte che le persone fanno possono portare delle conseguenze. E’ ora che tu ti prenda le tue responsabilità.”
Lui sorride e scuote la testa.
“Sei…disonesta”
“Ho solo usato le tue parole.”
Lui annuisce.
“Perché non sei a Londra?”
“Ho dato le dimissioni. E non me le hanno accettate. Ho due settimane di ferie. Poi vogliono che rientri”
“Le dimissioni? Perché?”
Lui appoggia i gomiti sulle sue gambe. Guarda il braccio di Usagi. Il pullover bianco è macchiato di rosso.
“Andiamo”
“Dove?”
“A casa mia. Ti si è riaperta la ferita”
“Non mi importa della mia ferita. Devo chiarire prima con te!”
“Non fare la bambina!”
“Io?Sei tu quello che sta facendo il poppante. Prima mi lasci. Poi ti senti con Seiya, mi segui, mi salvi. Poi arrivi qui e fai l’uomo forte quando, in realtà, stai male quanto me!”
Lui si alza, fa per andarsene.
“Chiba ora ti siedi e mi fai finire!”
“Smettila di chiamarmi per cognome ok?”
“No!” Usagi inizia ad urlare. Si alza in piedi anche lei.
“Dimmi per quale diavolo di motivo hai deciso di lasciarmi se stai male e mi ami ancora!”
Lui si volta verso di lei. Lo sguardo duro e freddo.
“Io…te l’ho già spiegato.”
“Mamoru. Basta. Esci dalla mia vita. Non chiamare Seiya e non seguirmi. Non salvarmi”
Lui è stupito della sua forza. Stupito di quanta rabbia è riuscito a tirarle fuori. Lei riprende a parlare guardandolo sempre negli occhi, risoluta e decisa.
“In questo momento siamo una continua eclissi che girando intorno alle situazioni, non trova mai un punto d’incontro. O inizi a dirmi la verità o non cercarmi più”
“Uscirò dalla tua vita. Ma prima fatti curare il braccio”
“A Tokyo ci sono molti ospedali”
“Fammelo….” Mamoru sospira. La voce rotta dal dolore “…fare”
Lei gli da le spalle. Trattiene le lacrime e annuisce. Una cosa almeno era riuscita ad ottenerla: tenere Mamoru lontano da Adhil.
Mamoru le guarda la schiena. Quanto vorrebbe abbracciarla. Quanto vorrebbe dirle che la ama e che sta facendo tutto questo per lei. Una cosa almeno era riuscita ad ottenerla: tenere i nemici lontano da lui.
 
Entrare nel suo appartamento con lui le da una strana sensazione. Quell’appartamento ne ha viste di ogni. Momenti belli e trisit. Momenti di passione e di guerra. Momenti di relax e di momenti di tensione. Usagi si siede sul divano. Lui va in camera sua. E torna dopo pochi minuti.
“Spogliati”
Lei lo guarda. Vorrebbe fare una battuta. Ma evita di dire qualcosa. Si sfila la giacca.
“Anche la maglietta”
“E’ a maniche corte”
“E’ pulita. E vorrei evitare che si sporcasse di sangue”
Lei resta in reggiseno. Lui arrossisce per un istante. Poi inizia a sciogliere la garza.
“E’ saltato un punto. Come hai fatto?”
“Oggi pomeriggio. Durante l’attacco”
“Attacco? Dove?”
“A Can…can qualcosa”
“Can qualcosa Usagi?”
Lei sbuffa. Lui la guarda.
“Una città!”
“Canobbio?”
“No. Finisce con la a”
“Canberra allora”
Lei annuisce. Una smorfia di dolore compare sul suo viso.
“Resisti. Non ho anestetici. Il tuo cristallo non ti sta aiutando con questa ferita”
“La gamba è già guarita”
“Vedo che non zoppichi più”
Lui disinfetta la ferita, sfila il punto ormai rotto. Prepara tutto quello che è necessario.
“Sei pronta?”
Lei lo guarda negli occhi. Per un istante il mondo si ferma. Usagi deglutisce a fatica. Lo ama. Eccome se lo ama.
“Usa?”
“Baciami ti prego”
Lui chiude per un istante di troppo gli occhi. Lei si avvicina e lo bacia. Un bacio pieno di sentimenti e passione. Un bacio dolce e forte allo stesso tempo. Lei, con entrambe le mani, gli ferma il viso. Lui allunga le mani sulle sue cosce. Le allarga le gambe. Lei si avvicina ancora di più a lui. Con un colpo di reni sale sulle sue gambe senza mai staccarsi da quel bacio.Lui le prende le mani. Incrocia le sue dita con quelle di Usagi. La spinge, costringendola a sdraiarsi sul divano. Lui la sovrasta. Le baci il collo. Lei sospira, tremando appena. Lui rallenta i baci per poi fermarsi appoggiando il viso sul petto di Usagi.
“Non possiamo stare lontani uno dall’altro. Lo capisci?Sono tre giorni che non mangio, piango e sto male senza te. Mamo ho bisogno di te per vivere.”
“Non voglio che tu ti metta in pericolo per me.
 
“Che stai dicendo?”
“Che tutti i nemici mi hanno sempre usato contro di te. Stavolta non voglio che succeda di nuovo”
“Basterà che io non venga a salvarti no?”
Lui alza lo sguardo. Guarda Usagi.
“Non lo faresti mai”
“Se lo sai allora perché ti poni il problema scusami!”
“Usako…”
“Ma che discorsi sono Mamo-chan! Anche io sono stata usata dai nemici!”
Lui si alza definitivamente. Si siede accanto a lei.
“Raccontami quando. E dammi il braccio”
Lei allunga il braccio. Lui ricomincia a disinfettarlo. Lei gli ricorda di quando Zoisiste aveva finto di essere lei pur di attirare lui nella sua trappola, di quando è stata rapita da Demand.
“Due su quanti?”
“Mamo io senza di te sono niente. Ti prego torna con me”
Lui termina di sistemarle la ferita. Sospira.
“A battaglia finita promesso”


Usagi bussa alla porta di Makoto. Sa che sono tutte da lei. Haruka le apre.
“Oh eccola qua!”
“Ciao Haru”
Usagi entra lenta e stanca. Si siede sul divano. Sospira pesantemente.
Haruka si siede accanto a lei. E le accarezza i capelli. Nessuno chiede nulla. Dal viso di Usagi si capisce tutto.
“Mamoru non combatterà con noi. E nemmeno dovrebbe più cercare di salvarmi come ha fatto oggi”
“Stamattina vuoi dire?”
“Sì Minako”
“E oggi pomeriggio? Chi era?”
Lei scuote la testa.
“Hai detto che lo sapevi!”
“Ho detto forse. Ma il mio sospetto non era corretto!”
“Che cosa ci stai nascondendo Usa?”
Lei scuote la testa. Si alza dal divano. Prende una sigaretta dalla borsa e va sul balcone. Minakio la segue. Usagi fa un lungo tiro. E inizia a parlare.
“Stamattina è stato Mamoru a salvarmi. Oggi pomeriggio Adhil”
“Chi?”
“Quello che mi ha ferito al braccio”
“Il nemico?”
L’urlo di Minako è davvero forte. Usagi le tappa la bocca.
“Shh! Le Outers non devono sentire o mi uccideranno. Anche Rei credo che lo farebbe. Per non parlare di Ami…ecco..forse è meglio che lo sappia solo tu per ora!”
“Spiegami tutto!”
Usagi inizia a raccontare tutto come un fiume in piena. Minako annuisce di tanto in tanto.
“…quindi non stiamo insieme solo perché non vuol mettere in pericolo me.”
“Ma perché fa così Adhil?”
Usagi guarda negl’occhi Minako, arrossendo.
“Non ne sono ancora sicura. Mi ha baciato due volte”
“Cosa???!?!?!?”
“Minako se urli ancora ti uccido!”
“Quando vi rivredete?”
“Non lo so. Ma ho mille domande senza risposta”

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Capitolo 11
*** La resa ***


Lunedì sera. Sono 500 i metri che la separano tra il suo appartamento e il Campus universitario. Usagi si sente continuamente osservata e sa chi è. Si siede su una panchina. Guarda a destra e poi a sinistra.
“Esci fuori”
Adhil si siede accanto a lei.
“Buonasera splendore”
Usagi alza gli occhi al cielo, scuotendo la testa.
“Non ti piacciono i complimenti?”
“Siamo nemici, vorrei ricordartelo”
“Certo!”
“Continuo a non capirti!”
“Fammi delle domande”
“Perché?”
“Domanda troppo generica!”
“Perché se siamo nemici mi aiuti e mi salvi anche?”
“Perché lo sai”
“Non lo so invece!”
Lui sorride. Si stiracchia. Si mette più comodo sulla panchina.
“Che mi dai in cambio?”
Usagi spalanca la bocca stupita della domanda.
“Certe informazioni vanno pagate”
“Che vuoi?”
“Te?”
Lei scuote la testa.
“Il tuo corpo”
“Cosa??!!!?”
“Non fare l’ingenua!”
“Adhil possiamo parlare seri?”
“Sono serio!”
Usagi si prende la fronte fra le mani.
“Se accetti me, Kerr, non potrà toccarti e farti del male. E’ una regola ferrea del mio pianeta, una questione di potere e onore.”
“Ma io amo un altro!”
“Che ti ha lasciato…”
“Ma mi ama”
“Avete un modo strano di dimostrarvi amore voi umani”
Usagi scoppia a ridere. Vorrebbe rispondere che solo Mamoru è strano.
“Lui è tutto per me. La mia vita e il mio mondo. E’ il motivo per cui mi sveglio felice la mattina”
“E’ la tua debolezza Sailor Moon”
Lei scuote la testa.
“E’ la mia forza”
“Unisciti a me. Solo dopo scoprirai davvero cosa sia essere una forza”
“Per l’ennesima volta. Rifiuto l’offerta”
“Kerr ti vuole viva. Per convincerti a cedergli l’energia che hai dentro te. Quella del tuo cristallo”
“Non lo farò mai. Devo salvare il mio pianeta!”
“Lui ti torturerà. Mostrerà alle persone che ami cosa ti sta facendo. Le farà impazzire. Fino a che non gli dirai sì. ”
Usagi deve cercare di regolare il battito del cuore e il respiro. Un lieve giramento di testa la costringe a chiudere gli occhi. Adhil le prende la mano.
“Se mi accetti lui non potrà farti nulla Sailor Moon”
“Kerr non attaccherà più la Terra?”
“La attaccherà comunque. Ma non farà del male alle persone a cui vuoi bene”
“Non posso mettere il mio bene davanti alla vita di quasi sette miliardi di persone”
“Tu sarai salva”
Lei scuote la testa.
“Non mi importa della mia salvezza Adhil. Proteggerò questo pianeta a costo della mia stessa vita”
Lui la guarda, stupito e quasi triste.
“Kerr è il mio re. E il suo obiettivo è anche il mio. L’unica cosa che potrebbe farmi cambiare idea è averti. Mi interessi solo tu di questo misero pianeta.”
Usagi si alza in piedi. Passeggia avanti e indietro. Si ferma un istante.
“Fino a quanto puoi spingermi per aiutarmi?”
“Ora che avete sconfitto Azil, tocca a Nekkar. Non sarà difficile batterlo. E’ più combattivo e malvagio di Azil. Ma è tutta scena. Le loro potenze si equivalgono. Dopo che avreste sconfitto anche lui…toccherà a me. Che non puoi sconfiggermi è chiaro, te l’ho già dimostrato. Sono molto più forte di loro due messi insieme. Io dovrò solo portarti viva da lui. A costo di uccidere chiunque mi si metta fra i piedi”
Usagi deglutisce a fatica. Pensa per un attimo a Mamoru. Annuisce, continuando a pensare.
“Accordiamoci Adhil”
“Cosa?”
“Accordiamoci su quando mi rapirai. E dimmi solo dove mi porterai”
“Sei impazzita?”
“Io devo fermare Kerr. E tu non vuoi farmi del male corretto? Dimmi dove mi porterai e basta! Farò tutto quello che vuoi!”
“Sposarmi?”
“Ti lascerò vivere liberamente su questo pianeta senza che nessuno ti faccia del male”
Lui scuote la testa. Usagi rincara la dose.
“Con me accanto a te”
“Stai mentendo!”
“Vero! Ma solo sull’avermi accanto a te”
Lui ride e scuote la testa. Si alza in piedi.
“Sei una persona unica e speciale Sailor Moon. Ma se non riuscirò ad ottenerti, allora, non ha senso che continui ad aiutarti. Questo sarà il mio ultimo aiuto. Nekkar attaccherà tra due giorni, in quel luogo che voi chiamate Jaco. Al tramonto del sole. Se non lo sconfiggerete attaccherà a Barcellona e poi a Cancuun. Se ancora sarà vivo, toccherà a voi scoprire dove andrà. Io, ti porterò da Kerr 48 ore dopo che avrete sconfitto Nekkar. Il suo quartier generale non so dove si trovi. So solo che è un’isola. Disabitata. Spiagge bianchissime e mare azzurro. Di terra ferma, nemmeno l’ombra.  Ho visto qualche pescatore qua e là. E parlavano di Mashuni. Non so cosa sia.”
“Grazie Adhil”
“Mi dispiace solo che quando Kerr avrà il Cristallo dovrò ucciderti”
“Dispiace anche a me, doverlo fare.”
Lui le sorride. Gli occhi tristi. E se ne va.

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Capitolo 12
*** Le rivelazioni ***


Adoooooro i vostri commenti!
Mi galvanizzate al massimo!
Altro capitolo per voi!
Ihihihihihhi.
Secondo i miei calcoli, mancano pochi capitoli. Non più di quattro…..e già piango!
Baci
FD


 
“Sei sicura che il posto sia questo Usagi?”
“Sì Seiya! Fidati!”
“Fidarmi di te? Ahahahaha”
Lei gli risponde con una gomitata allo stomaco. Minako sospira.
“Ragazze è favolosa questa isola. Guardate che mare!”
Ami, intenta a cliccare dei tasti sul suo computer, scuote la testa.
“Mina-chan. Siamo qua per combattere!”
“Lo so. Ma se il nemico non si muove io vado a farmi un bel bagnetto!”
Rei alza gli occhi al cielo, indignata.
Usagi si siede in attesa. Si sta quasi rilassando quando, improvvisamente, una forte esplosione dall’altra parte dell’isola attira la sua attenzione.
“Ci siamo ragazze!”


Di fronte ai Vorek, Haruka spalanca gli occhi, bloccandosi.
“Quanti diavolo sono?”
“Ne conto 12. Il computer conferma!”
“Mercury…idee?”
“Uranus...no!”
Michiru è la prima a tentare l’attacco.
“Maremoto di Nettuno, azione!”
Tre figure si muovono veloci verso di lei, la scaraventano a terra.
“Neptune!”
“Santo cielo che botta!”
“Ci penso io! Potere stellare all’attacco!”
Stessa scena. Uno si lascia colpire, gli altri attaccano. Attorno alle guerriere Sailor, il caos.
“Se andiamo avanti così non finiremo a niente!”
Rei si abbassa per evitare che un nemico la colpisca. Makoto è costretta a saltare su un albero per non essere centrata.
“Idee Mars?”
Due figure si gettano contro Seiya, lui scappa verso la sua destra, scontrandosi con Taiki.
Usagi lo vede. E’ in piedi, appena dietro le figure. Braccia incrociate, sorriso soddisfatto. Capelli lunghi e neri, occhi come quelli degli altri, pelle chiara. Anche Minako lo nota. E si incanta, sospirando. Un mostro cerca di attaccala. Hotaru si getta su di lei, salvandola.
“Sailor Saturn!”
“Santo cielo Venus! Non distrarti!”
“Come faccio a non distrarmi! Lo hai visto?”
Hotaru si volta in direzione dello sguardo di Minako. Si rivolta subito verso di lei.
“Venus facciamo un patto. Se prometti di non distrarti più te ne trovo uno io uguale a lui a Tokyo ok?”
“Giuramelo!”
Hotaro sorride.
“Giuro!”
Minako si alza in piedi. Pronta a combattere.
“Sailor Moon! Occupati del belloccio. Ci occuperemo noi di questi mostri!”
Hotaru, all’affermazione di Minako, si prende la testa fra le mani e sospira pesantemente.
Usagi annuisce e inizia a correre verso Nekkar. Lui la vede. Sorride. E si prepara a combattere contro di lei.
 
Minako ha un’idea.
“Saturn. Proviamoci!”
“E’ un ottima idea Venus. Jupiter? Sei pronta?”
Makoto annuisce scrocchiandosi le dita.
“Al tre! Uno, Due e Tre!”
Makoto corre verso destra. Si ferma all’improvviso.
“Giove! Rivoluzione di Giove. Azione!”
Sailor Jupiter sposta il suo attacco al mostro più vicino a Minako. Lo colpisce. Due Vorek si avvicinano a lei.
“Venus!”
Minako si gira.
“Venere! Spirale dei cuori di Venere! Azione!”
Sailor Venus blocca con la sua catena i due mostri che stavano per attaccare Makoto. Hotaru si prepara. Prende la rincorsa. Salta. E appena è sopra i mostri bloccati muove la sua falce distruggendoli. Appena tocca terra con i piedi si volta verso Minako, alzando il dito medio e l’indice in segno di vittoria.
Rei, che è stata attenta alla strategia, decide di tentare.
“Marte. Freccia infuocata di Marte. Azione!”
Minako è pronta. Blocca il nemico che si muove verso Rei. E Hotaru provvede ad eliminarlo.
“Ne mancano 9! Forza ragazze!”


Nekkar abbassa le braccia contro i suoi fianchi, guardando Usagi.
“Sailor Moon”
“Nekkar”
“Sai il mio nome e non mi sono ancora presentato. Siete arrivate qua prima di me” sorride malvagiamente “Chi è il tuo informatore? Adhil?”
“Non so di cosa tu stia parlando. Abbiamo intercettato il tuo percorso”
“Stai mentando. Ma non mi importa. Ora eliminerò te e tutte le tue amichette. Poi mi occuperò di Adhil”
Usagi scuote la testa.
“Kerr mi vuole viv…” si morde la lingua. Ha appena dato a Nekkar le conferme che cercava.
Prepara il suo attacco. Prepara una bolla di potere e la lancia contro Usagi.
“Cristallo di Luna, azione!”
L’esplosione stordisce Usagi che non si accorge di avere il nemico di fronte a lei. Lui allunga le braccia facendola cadere a terra, spingendola lontano di qualche metro. Con una velocità non umana la sovrasta, bloccandole le spalle.
“Troppo facile! Lo sapevo che Adhil mentiva!”
Alza una mano per preparare l’attacco.
“Energia stellare all’attacco!”
Nekkar viene colpito e sbalzato lontano da Usagi. Lei si rialza di colpo.
“Seiya! Grazie!”
“Abbassati!”
Lei obbedisce e una bolla luminosa le sfiora la schiera. Seiya salta per evitarla, ma Nekkar è già davanti a lui. Lo prende per la vita e, in corsa, lo getta a terra creando un solco. Sviene. Il nemico si alza e si strofina le mani. Si volta verso Usagi, ancora impietrita.
“Ora tocca a te!”
Lui lancia l’ennesimo attacco. Usagi lo evita gettandosi a destra.
“Cristallo di Luna, azione!”
Lui scuote la testa, ride, evita il colpo saltando. Tocca terra con il piede, scatta velocemente verso Usagi. Troppo veloce per lei. Se lo ritrova addosso. Lui la spinge facendole sbattere la schiena contro un albero. Il colpo è fortissimo. Usagi si sente disorientata. Lui prepara una bolla di potere. La punta sul petto di Sailor Moon.
“Come hai fermato Galaxia? E come hai fatto a sconfiggere Chaos! Sei una nullità. Ora ti ucciderò e porterò il Cristallo d’Argento a Kerr. Gli racconterò che…sì un incidente.”
Usagi chiude gli occhi, troppo confusa per riuscire a concentrarsi e creare uno scudo.
Attende di essere colpita e spera solo di sopravvivere. Sente l’ energia del colpo che sta per ricevere, sente il fiato, caldo e con una nota amara, non lontano dal suo viso. Il suo ultimo pensiero va a Mamoru e a quei baci dati solo qualche giorno prima. Poi sente solo un’esplosione. Un forte fascio di luce visibile anche ad occhi chiusi. Poi il silenzio.
 
“Santo cielo siamo favolose! Ne mancano tre! Qualcuno può dirmi come se la sta cavando Usagi?”
“Io da qua non la vedo. E’ andato Seiya!”
“Yaten vai da loro!”
Lui annuisce a Minako. Corre verso Sailor Moon. C’è troppo silenzio. Un silenzio inquietante.
Corre ancora più veloce. E la scena davanti a lui è incomprensibile.
Seiya fuori gioco. Lo vede che respira, ma è svenuto.
Usagi appoggiata da un albero, con gli occhi chiusi.
Nekkar con una palla di potere sta per colpirla.
Una luce esterna lo ferma, colpendolo alla schiena. E compare Adhil. Nekkar si volta verso di lui.
“Sei solo un traditore!”
I due si scontrano con una velocità e una potenza mai vista. Yaten si avvicina a Seiya. Con un paio di schiaffi riesce a svegliarlo. Usagi guarda i due combattere, stupita e totalmente scioccata.
Riesce a riprendersi solo dopo qualche minuto, quando Adhil, stacca dal braccio di Nekker un bracciale con una pietra nera.
“Distruggila!”
Usagi corre verso la pietra, estrae il suo scettro e, usandolo come bastone, distrugge il cristallo nero.
“Adhil spostati! Scettro della Luna eterna. Luce dei petali di stelle, entra in azione!”
Il fascio di luce di Sailor Moon colpisce in pieno Nekkar. E appena sparisce, Usagi, si inginocchia a terra ansimante.
“Hey!”
Adhil si abbassa verso di lei.
“La botta che mi ha dato Nekkar contro l’albero mi ha stordita”
“Forse è meglio che tu ti faccia controllare”
Tutte le guerriere raggiungono Usagi. Restano stupite e totalmente scioccate dalla scena davanti a loro.
Un nemico che aiuta una guerriera Sailor.
“Ma che…”
Haruka si prepara.
“Bomba di Urano…”
“Fermati! O lo proteggerò con me stessa!E non sarei in grado di creare nessuno scudo per proteggermi!”
Haruka si ferma, impreca.
“Lui è Adhil. E’ uno dei comandanti al servizio del nostro nemico finale, Kerr. E’ stato lui ad aiutarmi fino ad oggi. E’ stato lui ad informarmi delle mosse dei suoi compagni.”
“Perché non ci hai detto niente! Per l’ennesima volta!”
“Rei mi avreste sconsigliato di avvicinarmi a lui. Mi avreste detto che era una trappola e…”
“…e magari lo è!”
Adhil si alza in piedi, guarda Sailor Mars negli occhi, scuotendo la testa.
“Se avessi voluto davvero farle del male fino a questo momento, avrei avuto mille possibilità”
“Le hai infilato una spada nel braccio!”
“Non l’ho uccisa. E potevo”
Rei si zittisce. Guarda Usagi.
“Mamoru lo sa?”
Lei scuote la testa.
“Per favore ragazze. Con più calma vi spiegherò tutto”
Adhil riprende la parole, rivolgendosi proprio ad Usagi
“Non posso rispettare le 48 ore. Se tornassi ora da Kerr senza Nekkar e senza te capirebbe tutto” poi si rivolge alle altre guerriere.
“Chi è la più intelligente e intuitiva di voi?”
Ami fa un passo avanti. Adhil fa un piccolo inchino. E inizia a spiegare dove dovrà portare Usagi.
“Usa”
Lei si volta verso Seiya.
“Non pensarci nemmeno”
“Seiya…”
“Non andrai con lui”
“Conserva le energie per il combattimento contro Kerr”
“Cosa ne sai che Adhil, appena arriverete, non ti ucciderà!”
Usagi sospira. Guarda Seiya negli occhi.
“Kerr mi vuole viva. Vuole il mio Cristallo D’Argento per ricostruire il suo pianeta ed utilizzarlo, successivamente, per cercare di conquistare il resto del’universo. Adhil non mi ucciderà. Ma allo stesso tempo non sarà dalla mia parte, assecondando Kerr. Fate il prima possibile per trovarmi. E usate tutte le energie che avete per liberarmi”
“No”
“Ti prego. Fidati di me”
“Non voglio perderti!”
Sente i passi di Adhil avvicinarsi a lei. Usagi sorride, rivolgendosi a Seiya.
“E tu salvami!”

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Capitolo 13
*** Nelle mani del nemico ***


Usagi riapre gli occhi. Si guarda intorno. Una immensa spiaggia bianca, mare cristallino, nessuna anima viva.
“Siamo in paradiso vero?”
Adhil sorride. Lei anche.
“Non male eh?”
“Dove siamo?”
“Mercury mi ha detto che questo insieme di isole si chiamano Maldive”
“Wow”
“Sciogli la trasformazione. Subito. E non cercare di inviare segnali con il tuo potere. L’isola è schermata. Nessuno può individuarti. Ho detto a Mercury più o meno dove ci troviamo. Mi ha detto che ha individuato circa 25 isole dove cercarti”
Usagi obbedisce
“Lascio qui il comunicatore. Almeno sapranno di essere nel posto giusto quando lo vedranno”
Lui annuisce.
 “Ora non posso più aiutarti” lui sorride, triste “Ora siamo davvero nemici”
“Adhil. Grazie di tutto”
“Pronta?”
“Certo”
“Bene. Allora non perdonarmi per quello che sto per fare”
“Cosa?”
Lui le blocca le braccia dietro la schiena. Le da un pugno appena dietro il collo. Usagi sviene. Lui la prende in braccio e si avvia verso la casa che hanno scelto come roccaforte. Deve socchiudere gli occhi per reprimere le lacrime. Sta per portare la donna che ama nelle braccia del suo persecutore.
 
“Ditemi soltanto che è uno scherzo”
“Purtroppo no Mamoru”
“Te lo ripeto Ami. Dimmi solo che è uno scherzo. Perché se le cose stanno così…”
Lei scuote la testa abbassando lo sguardo.
“Dunque. Riassumendo. Usagi non solo è partita da sola verso Kinmoku, ha addirittura fatto un accordo con un nemico, si è fatta aiutare per poi farsi rapire. E ora noi dovremmo salvarla giusto?”
Ami annuisce.
“Giuro e, ve lo giuro sull’amore che provo per lei, che dopo averla salvata, la uccido.”
“Mi trovi d’accordo con te” aggiunge Seiya “Io la tengo ferma, tu provvedi ad ucciderla!”
“Grazie Seiya. Accetto il tuo aiuto”
Ami apre, sul grande tavolo dell’appartamento di Michiru e Haruka. Con il dito segna la posizione delle Maldive. Spiega quale dovrebbe essere, di preciso, la zona.
“Abbiamo 25 isole da setacciare. L’atollo è quello di Addu. Sono 25 le isole disabitate su un’area di circa 15 km. Non sarà facile, ma nemmeno così complicato. Creeremo 3 gruppi. Il primo che la trova deve avvisare gli altri ok?”
Tutti annuiscono. Ami prende fiato. Prende un’altra cartina: un ingrandimento dell’atollo di Addu.
“Il primo gruppo sarà formato da Seiya, Mamoru e Haruka. Voi controllerete tutta la parte nord, da Huludoo fino…” Ami sposta il dito “ a Demon Point. Rispetto agli altri avete più posti da controllare. Ma siete anche i più veloci.
Ami sposta lo sguardo.
“Io, Rei, Makoto e Taiki formeremo il secondo gruppo. Controlleremo le isole della parte sud Est, da Mulikede a Huludoo. Il terzo gruppo, Yaten, Michiru, Hotaru e Minako, voi controllerete tutta la parte sud ovest a partire da Gan fino ad arrivarea Demon Point. Le aree non abitate sono quasi tutte quelle che guardano verso l’interno dell’atollo. E’ tutto chiaro?”
Tutti annuiscono.
“Solo una domanda Ami. Perché io con loro due?”
“Perché vorrei evitare che si ammazzino, Haruka. E che uccidano Usagi. E so che tu sei abbastanza forte per gestirli entrambi.”
Haruka si ferma per un istante a pensare.
“Posso prendere a schiaffi il principe?”
Ami ridacchia.
“Se perde la testa certo!”


Usagi strizza gli occhi. Cerca di muovere le braccia. Sono bloccate poco sopra la sua testa. Sente il sudore imperlarle il collo. La sua pancia è scoperta. Sente un filo d’aria accarezzarla in quel punto. Tenta di muovere le gambe. Riesce, ma solo fino alle caviglie. Anche quelle sono bloccate. Cerca di muovere il collo. Un dolore pungente la fa imprecare. Riesce ad aprire finalmente gli occhi.
E’ in una specie di caverna. Calda ed umida. Talmente umida da far quasi mancare il fiato. E’ sdraiata supina. Un leggero panico l’assale. Cerca di calmarsi e di controllare il respiro. Si lecca le labbra. Sono secche come la sua gola. Forse, farsi rapire, non è stata una splendida idea. Sente dei passi avvicinarsi.
“Ti sei ripresa”
“Per favore dell’acqua”
Lui scuote la testa.
“Non siamo in hotel”
“Ne va della mia sopravvivenza”
“Kerr sta arrivando. Deciderà lui cosa fare”
Usagi cerca di annuire. Lui le sfiora la mano. Lasciandola sola.
Pochi minuti. Lei sente altri passi. Più pesanti, più decisi. Trema leggermente e smette solo quando i loro occhi si incrociano. Lei spalanca la bocca d’istinto.
“Sailor Moon. Benvenuta”
Lei non risponde, incantata da quella visione. Occhi azzurri come gli altri, capelli corti e grigi. Affascinante come pochi.
“Posso….posso avere dell’acqua?”
“E la cosa che desideri di più in questo momento?”
Lei annuisce.
“Vediamo se sarà la stessa cosa a fine della nostra conversazione, Sailor Moon. Anzi, ora che non sei trasformata, non mi dispiacerebbe chiamarti per nome”
“Serenity”
Lui le sorride. Lei quasi si scioglie. Poi ricorda che è il nemico.
“Bene, Serenity. Sarò veloce. Da te voglio il Cristallo D’Argento. E voglio che mi spieghi come usarlo. Nient’altro”
“A che ti serve?”
“A ricostruire il mio mondo. Il pianeta Intiqam. Fallo tornare al suo splendore e conquistare, con la nostra potenza, l’intero universo”
“Solita tiritera”
Lui resta stupito dell’affermazione di Usagi. Trattiene una risata.Si sistema il mantello per riprendere serietà.
“Io, normalmente, mi comporto in questo modo. La prima volta chiedo. Se mi viene detto di no, lascio stare, lascio il tempo di pensare. Ai pro del dirmi di no e ai contro.  La seconda volta chiedo. Se mi viene detto di no, do una piccola anteprima delle torture che sono capace di fare. Lascio altro tempo per pensare.”
Lui avvicina il suo viso a quello di Usagi, talmente vicino che lei riesce a sentirne il calore, il profumo leggermente agrumato.
“La terza e ultima volta chiedo. Se mi viene detto di no inizio le mie torture. Ti dimostrerò il mio vero potere. Mi pregherai di smettere, urlerai dal dolore che non riuscirai a sopportare. E se ancora mi viene detto di no…non sopravviverai”
Usagi deglutisce a fatica.
“Nemmeno tu che hai sconfitto Chaos, Serenity”
Lei trema. Cerca di non farlo notare a Kerr.
“Sei ancora sicura che la cosa che desideri di più sia ancora l’acqua?”
“Ho ancora sete”
Lui sorride ed inizia ad allontanarsi da lei.
“Serenity, qual è la tua risposta alla mia richiesta?”
“Sarà sempre e fermamente no”
“Adhil ti porterà da bere. Hai 20 minuti di tempo terrestri per pensare”

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Capitolo 14
*** La ricerca ***


l comunicatore di Ami suona. Lei risponde immediatamente, speranzosa di notizie positive. La voce squillante di Minako la stordisce per un istante.
“Il paradiso esiste! Amo questo nemico!”
“Venus, l’avete trovata?”
“Io e Yaten abbiamo setacciano l’isola di Gan e Michiru e Hotaru sono sull’isola successiva. Nessuna traccia di Usa”
“Ok procedete. Anche noi ci spostiamo sulla terza isola”
“Sentito Mamoru?”
“Ancora no”
“L’ho visto stranamente tranquillo”
“Si sta trattenendo. Sono certa che scoppierà in una volta sola”
“Che senso ha trattenersi?”
“Non sarebbe lui se fosse scoppiato in una valle di lacrime come avrebbe sicuramente fatto Usagi”
 
“Mamoru?”
“Cosa c’è?”
“Rispondimi educatamente! Capisco che sei il principe, ma non prendertela con me se si è fatta rapire chiaro? E comunque Qua nulla! Lì da te?”
“Ho appena terminato il giro della prima isola. Nulla, Haruka. E portami rispetto visto che sono il principe! Novità da Seiya?”
“Giuro, non avrei mai immaginato in tutta la mia vita, di dire una frase del genere: Seiya sta passando a prendermi ”
Lui capisce che nessuno dei due l’ha trovata. Sospira.
“La troveremo. Tu la ami, Seiya la ama, io, a modo mio, la amo Mamoru”
“Non ho dubbi sul fatto che la troveremo Haruka”
“Senti una cosa Mamoru. Essere preoccupati e in ansia non è una vergogna”
“Che vuol dire?”
“Lo sai cosa voglio dire”
“Procedi sulle altre isole. Di pure a Seiya che qua ho finito”
Riattacca. Guarda il cielo, azzurro come gli occhi di Usagi. Ha paura per lei. Ha paura che il nemico la stia facendo soffrire. O addirittura che l’abbia uccisa. Scuote la testa. Non vuole nemmeno pensare a quell’ipotesi.
Non potrebbe vivere senza la sua Usagi. Lei che è la sua vita. Lei che gli da vita. Lei che ama più della sua stessa vita.
Haruka guarda il comunicatore senza più l’immagine di Mamoru. Alza gli occhi al cielo, azzurro come gli occhi di Usagi. Ha paura per lei. Ha paura che il nemico la stia facendo soffrire. O addirittura che l’abbia uccisa. Scuote la testa. Non vuole nemmeno pensare a quell’ipotesi.
Non potrebbe vivere senza Usagi. Eh no. Come farebbe senza il suo sorriso, senza i suoi abbracci spontanei, senza le sue smorfie.
Vorrebbe spaccare il mondo. Ma è meglio che tenga quel nervosismo per Kerr.
Seiya riparte. Né lei, nè lui, né Mamoru l’hanno trovata. Appoggia i piedi a qualche metro da Haruka. Alza lo sguardo al cielo, azzurro come gli occhi di Usagi. Ha paura per lei. Ha paura che il nemico la stia facendo soffrire. O addirittura che l’abbia uccisa. Scuote la testa. Non vuole nemmeno pensare a quell’ipotesi. La salveranno. E potrà di nuovo bearsi del suo sorriso.
 
Usagi beve. Adhil la guarda.
“Che c’è da guardare Adhil?”
“Morirai se non gli dirai di sì”
“Mi salveranno”
“Io no. Questo è sicuro”
“Non sto parlando di te”
“L’isola è schermata. Non ti troveranno mai”
“L’isola è schermata per il potere non per l’amore”
“Sei innamorata Serenity?”
Lei annuisce.
“Il detentore del potere della Terra?”
“Mamoru. Si chiama solo Mamoru”
 “Da quanti anni lo ami?”
Lei sorride a quella domanda.
“In questa vita da 5 anni. Ma la nostra storia era iniziata più di 1000 anni fa. E continuerà anche nel 30° secolo”
“E’ un uomo veramente fortunato”
“Abbiamo litigato. E mi ha lasciato. Non credo che abbia capito la sua fortuna”
“Accetta di aiutare Kerr. Hai una vita per tornare con lui”
“Sai già cosa dirò”
Adhil sospira, pensieroso. La vedrà morire. E questo proprio non lo vuole.

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Capitolo 15
*** La battaglia - parte uno - ***


“Ti rifaccio la domanda per la seconda volta…”
“No”
“Hai pensato bene alla risposta?Ne sei certa?”
“Qualsiasi cosa farai, la mia risposta non cambierà”
Lui sorride, diabolicamente. Chiude gli occhi per concentrarsi. Usagi lo guarda. Nella mano destra di Kerr compare una luce. Nella mano sinistra, un pugnale.
“Sicura del tuo no?”
Usagi deglutisce a fatica. Ma annuisce. Lui le punta il pugnale sulla gola. Passa a pochi millimetri dalla pelle scoperta di Usagi la luce del suo potere. Brucia. Brucia come il fuoco. Usagi cerca di trattenere il dolore. Vorrebbe dimenarsi, ma se si muovesse troppo di scatto, la lama che ha sul collo, la ferirebbe. Il dolore diventa ingestibile quando Kerr passa la luce sui punti non ancora riassorbiti del braccio. Un urlo agghiacciante squarcia l’aria. La luce diventa sempre più grande. Il dolore e le lacrime prendono il sopravvento su di lei. Lui sembra non sentirla, continua con la tortura. Sposta la sfera sulla pancia. Usagi trema, si morde il labbro talmente forte da farlo sanguinare. Lui chiude gli occhi. Avvicina ancora di più la sfera alla pelle di lei. Urla. Lui sorride soddisfatto. Allontana la sfera. Il viso di Usagi è imperlato di sudore, il fiato corto, il cuore a mille. Tossisce fra le lacrime. Lui sposta il pugnale dalla sua gola.
“Hai altri 10 minuti per pensarci. Poi non sarò buono come ora”
Si volta, lasciandola sola.
 
Mamoru blocca la sua corsa. Deve inginocchiarsi. Le immagini davanti ai suoi occhi lo sconvolgono. Il dolore che sta provando è quasi da svenimento. Riesce a girare lo sguardo verso Seiya. Anche lui fermo immobile, bianco in viso.
“L’hai…”
Senza nemmeno farlo finire di parlare, Mamoru annuisce a Seiya. Tutti e due l’avevano visto: qualcuno stava torturando la loro Usagi.
Mamoru sente la sua testa girare. Cerca di alzarsi in piede, le gambe gli tremano.
“Mamoru calmati”
“Sto bene”
Seiya lo sorregge.
“Non stai nemmeno in piedi”
“Ti ho detto che sto bene”
Seiya lo lascia. Mamoru cerca di regolarizzare il respiro. Non ce la fa. E cede. Piange. Sentendosi impotente di fronte alle immagini che ha appena visto.
“E’ solo colpa mia. Se non l’avessi lasciata…”
“Mamoru, non serve a niente incolparsi. Pensa a tutte le volte che lei ti ha salvato! Per una volta che siete nella situazione opposta vuoi arrenderti?”
“Non mi sto arrendendo! Non voglio che…”
“Non morirà! E piangere non serve. Riprenditi e andiamo! Siamo la sua speranza. Ci manca pochissimo per trovarla.”
Mamoru tira su con il naso. Fa un lungo respiro. Prende il comunicatore.
“Ami. Ci dirigiamo verso l’ultima isola. Come state?”
“Avete visto qualcosa…”
“Sì Usagi”
“Spesso i nemici l’hanno fatto con Usagi. E non era vero. E lei ci cascava sempre e..” la voce di Ami trema leggermente.
“Non tanto per le immagini Mamoru, abbiamo sentito il suo dolore”
Mamoru chiude per un istante gli occhi. Scaccia dalla sua mente quel ricordo.
“Noi andiamo”
Ami annuisce. Mamoru si volta verso Seiya. Gli allunga la mano.
“Per la salvezza di Usagi”
Seiya sorride. Stringe la mano a Mamoru. E lo teletrasporta.
 
“Aspetta qui. Vado a prendere Haruka”
Mamoru annuisce, iniziando a guardarsi intorno.  Guarda la sabbia. Bianca, quasi farinosa. Splendida. Controlla se vede delle impronta. Nulla a parte le sue. Viene attirato da qualcosa che splende nella sabbia. Lui si avvicina. E’ qualcosa di rosa. Rotondo. Con una stella. Lo riconosce. Lo prende fra le mani. Si volta. Seiya è già arrivato con Haruka.
“E’ il posto giusto. E’ il comunicatore di Usagi. Avvisiamo Ami”
Una conversazione di pochi secondi. Secondi lunghi come l’eternità.
“Ami ha capito dove ci troviamo. Più o meno. L’isola è schermata. Non vede il nostro potere”
“Come ci raggiungeranno?”
Seiya guarda dietro le spalle di Mamoru.
“Così!”
Mamoru si volta. Le guerriere Sailor sono sull’isola di fronte, dove si trovavano prima.
“Energia stellare, all’attacco!”
Seiya punta verso l’alto. Continua ad emanare la sua luce. Vede le guerriere sparire dall’altra isola. E se le ritrova alle sue spalle.
“Proprio così Mamoru. Ci raggiungeranno così!”


Usagi si è appena calmata. Respira regolarmente. Il bruciore alla pancia e al braccio sono insopportabili. Scatta ogni qualvolta una goccia di sudore le bagna le bruciature sulle gambe.
Sente dei passi, lenti e pesanti, avvicinarsi a lei.  Kerr. Seguito da Adhil.
“Ti faccio per la terza e ultima volta la domanda”
Usagi si morde la lingua. Vorrebbe rispondere subito. Ma deve prendere tempo. Kerr ricomincia a parlare.
“Mi dai il tuo cristallo d’Argento”
“Giuro” inizia a parlare Usagi, sofferente e tremante per il dolore “che ci ho pensato. Ma, davvero, non… non posso permettere che qualcuno usi il mio potere per i suoi piani”
Kerr prende fiato e annuisce. Prepara una sfera di potere nella sua mano destra. Continua ad annuire.
“Spero soltanto che tu ieri sera abbia salutato chi ami davvero. Perché non credo che li rivedrai”
Kerr rilascia il potere. Usagi ne viene colpita in pieno. Urla. Sente il suo corpo prendere quasi fuoco, lo stomaco contrarsi, la pancia contorcersi. Il cervello esplodere. Sente qualcosa di freddo trafiggerle la gamba. Capisce che è una lama. Sviene dal dolore. Ma Kerr le da uno schiaffo sul viso. Usagi riprende conoscenza. Le arriva un pugno sullo zigomo. Di nuovo dolore. E di nuovo lacrime. Se l’energia che Kerr non dovesse calare, resisterà poco. Usagi apre per un istante la bocca. Riesce a pronunciare due sillabe. Appena sussurate.
“Mamo…”
“Arrenditi. Sei sola. Nessuno sta venendo a salvarti! Ti hanno abbandonato!”
“Le mie amiche non mi hanno abbandonato! Stanno arrivando, me lo sento!”
Kerr sbuffa.
“A questo punto allora non è un bene che io le incontri”
Si prepara a darle il colpo di grazia. Prepara una sfera di potere. Usagi la vede. E lo sa. Non reggerà ad un altro colpo come quello di prima. E’ troppo debole, troppo stanca, troppo ferita. Senza trasformazione è troppo fragile. Chiude gli occhi. Se deve morire, vuole morire pensando a qualcosa di bello.
Adhil sposta lo sguardo da Usagi. Vederla sofferente e sanguinante provoca in lui una sensazione mai provata. Stringe i pugni, talmente forte da sentire le unghie conficcarsi nella pelle. Si concentra.
Di che sensazione si tratta? Ci pensa. Sente un calore fortissimo scendergli dal cuore fino allo stomaco quando pensa a lei. Sente rabbia, tremore e un calore fortissimo salirgli fino alla testa. Spalanca gli occhi come davanti a una rivelazione sconvolgente. Non è solo attrazione: è amore. E non  può permettere a Kerr di ucciderla.
“Addio Serenity”
Adhil sente quelle parole. Vede Kerr pronto a colpirla.
“Cazzo!”
Corre verso Usagi. Devia la sfera di potere di Kerr, salvandola.
“Adhil…”
“Sono uno stupido”
“Sì!”
“Eh il tuo modo per dirmi grazie Serenity?”
Usagi riesce a sorridere leggermente.
“Vorrei restare a parlare con te sai?” lui le accarezza dolcemente il viso. “Ma ho appena fatto incazzare Kerr. E mi sa che mi ucciderà”
Le sorride. Si volta verso Kerr.
“Lo sai che ci metterò meno di un minuto ad ucciderti vero Adhil?”
Lo sa eccome. Sa quanto può essere potente Kerr. Sa quanto male può fare.
“Non posso vederla morire senza aver fatto qualcosa per salvarla”
“Sei così attratto da lei?”
Adhil scuote la testa.
“La amo”
“Bene. Almeno morirete entrambi innamorati”
Kerr si prepara, Adhil è pronto. E spera che quel suo ultimo minuto di vita basti affinché le sue amiche la trovino.
 
Un esplosione proveniente da est, fa tremare tutta l’isola.
“E’ là!”
Hotaru è la prima a correre, seguita da Mamoru e gli altri. Si ferma di colpo. E Mamoru capisce il perché.
“Quanto diavolo sono!”
“Hotaru cosa sono queste parole?”
“Michi…li hai visti?”
“Ok lo ammetto. Diavolo è corretto!Saranno una ventina”
Vicino a una grotta, non del tutto naturale, trovano dei Vorek.
“Sono 21” conferma Ami
Mamoru sente un brivido percorrergli la schiena. Il suo cuore perde un battito. Poi la voce di Usagi, per meglio dire il suo urlo, lo scuote.
“Usa…amore mio”
Mamoru, questa volta, non si fa prendere dal panico.
“Ragazze. Trovate un modo di gestire questi mostri da sole. Apriteci un varco e copriteci. Io e Seiya andremo a salvare Usagi”
Tutti annuiscono, pronti.
“Seiya”
“Dimmi”
Mamoru sorride, amaramente.
“Nulla”
Seiya scoppia a ridere. Sa cosa voleva dirgli Mamoru: impegnati, salviamola e grazie.

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Capitolo 16
*** la battaglia - il finale - ***


“Maremoto di Nettuno, azione!”
Mamoru e Seiya vedono finalmente il modo per salvare Usagi.
“Andate ora!”
Corrono verso l’entrata lasciata libera grazie alla mossa di Neptune.
Percorrono pochi scalini prima di trovarsi davanti a una scena inaspettata.
Adhil contro Kerr.
“Non posso vederla morire senza aver fatto qualcosa per salvarla”
La voce di Adhil scuote la mente di Mamoru. Non è mai stato molto geloso nei confronti di Usagi. Non che non la ritenesse bella. Solo che ha sempre pensato che, l’amore che lei prova per lui, bastasse per tenere lontano tutti.
Con Seiya non aveva funzionato. E a questo punto nemmeno con Adhil.
“Sei così attratto da lei?”
Adhil scuote la testa.
“La amo”
“Bene. Almeno morirete entrambi innamorati”
Kerr lancia una sfera di potere contro Adhil che, abilmente, riesce a deviare. Lui risponde con un’altra sfera. Kerr scuote la testa, sorride. E con il solo movimento della mano riesce ad evitare il colpo. Entrambi corrono uno contro l’altro. Lo scontro corpo a corpo è fortissimo e, soprattutto, velocissimo. Mamoru e Seiya ne approfittano. Vanno verso Usagi. Mamoru è il primo ad avvicinarsi a lei. Cerca di slegarle le braccia.
“Mamo!”
Lui annuisce. Vuole concentrarsi. Penserà dopo ad abbracciarla, a baciarla, a dirle quando la ama. Seiya le ha già slegato una caviglia. E’ già sulla seconda. Ma è costretto a fermarsi per evitare di essere colpito da una sfera di Kerr. La parete dietro di lui trema.
Adhil si lancia contro Kerr per lasciare il tempo ad entrambi di liberare Sailor Moon.
“Ora basta!”
Kerr spinge Adhil con una forza dirompente contro una parete. Sviene.
“Ora difendetevi da queste!”
Tre sfere di potere partono verso Usagi.
Usagi cerca di alzarsi, facendosi dare una mano da Seiya e Mamoru. Si accorge delle sfere. Con una forza mai avuta prima spinge via sia Seiya che Mamoru. Si concentra. E riesce, anche senza trasformazione, a creare uno scudo di protezione. L’esplosione, fra il potere di Kerr e il campo di Usagi, è spettacolare. Una grande nuvola di polvere si alza. Usagi chiude gli occhi. Fa qualche passo verso Kerr. Riapre gli occhi. E senza dire una parola si trasforma nella principessa Serenity.
Il nemico prepara altre sfere di potere. Le lancia. Ma lei sembra avvolta da qualcosa che la protegge. Non viene colpita. A pochi passi da Kerr alza la mano e richiama a sé lo scettro.
Kerr, con un movimento veloce, salta dietro a Usagi. Mamoru estrae la sua spada, lo colpisce.
“Energia stellare, all’attacco!”
Kerr viene colpito. Cade a terra. E Usagi si prepara.
“Scettro della Luna eterna….”
Ma non fa in tempo a colpirlo. Kerr si rialza di scatto. Corre verso Mamoru e Seiya e li colpisce entrambi con un pugno. Li scaraventa a terra. Usagi si blocca per paura di colpire uno dei due. Kerr si posizione in piedi tra uno e l’altro. Prepara due sfere di potere. E le punta a pochi centrimetri dai loro corpi. Un brivido, al ricordo di quando lei è stata colpita, percorre la schiena di Usagi.
Kerr, la guarda. Un sorriso malefico, il fiatone.
“Ora. Posso avere gentilmente il tuo cristallo d’Argento?”
Usagi abbassa lo sguardo. Ripensa alle parole di Mamoru:
“Tutti i nemici mi hanno sempre usato contro di te. Stavolta non voglio che succeda di nuovo”
Non era riuscito ad impedirlo. Non era riuscita a fermare la solita storia che da anni si ripete.
Incrocia lo sguardo di Mamoru: disperato, triste e sconfitto.
“No. Mi dispiace ma non posso”
Kerr aumenta le dimensioni delle sue sfere di potere.
“Li ucciderò entrambi allora. Ti rifaccio la domanda?”
Usagi scuote la testa.
“No. E sono più che sicura di quello che dico”
“Come desideri allora”
“Aspetta”
“Cosa dovrei aspettare?”
Usagi sorride nel vedere uno sguardo di intesa tra Seiya e Mamoru.
“Nulla. Fai pure”
Prima che Kerr rilasci le sfere, Mamoru tira verso il basso il mantello di Kerr. Seiya fa la stessa cosa. E le sfere vengono deviate. Entrambi si rialzano.
“Ora Seiya!”
Seiya da un pugno nel fianco a Kerr, Mamoru punta alla schiena.
“Usako!”
Lei è pronta.
“Spostastevi da li! “Scettro della Luna eterna. Luce dei petali di stelle, entra in azione!”
Kerr si difende con una sfera. Usagi trema. E’ stremata. La tortura di Kerr sta facendo effetto. Mamoru appoggia la sua mano sullo scettro di Usagi. Gli passa tutto il suo potere. Seiya fa lo stesso. Il fascio dello scettro aumenta. Ma Kerr non lascia spazi.
“Ho bisogno del potere di tutte le mie guerriere!”

L’ultimo mostro viene distrutto da Mercury.  Tutte le guerriere si immobilizzano. Il messaggio della loro principessa è chiaro.
Rei si concentra.
“Potere planetario di Marte!”
Ami e Makoto, la seguono a ruota.
“Potere planetario di Mercurio!”
“Potere planetario di Giove!”
Tocca a Minako.
“Potere planetario di Venere!”
Michiru si avvicina ad Haruka, la prende per mano.
“Potere planetario di Nettuno!”
“Potere planetario di Urano!”
Hotaru abbraccia Haruka, quasi spaventata.
“Potete planetario di Saturno!”
 
Usagi li sente. Prima i pianeti interni, poi quelli esterni. Si concentra. Mamoru capisce cosa vuole fare.
“Usagi sei debole!”
“Ce la farò”
“No no no! Non puoi riuscire a gestire tutto questo potere!”
Lui sfila dalle mani lo scettro della Luna Eterna.
“Dammi il Cristallo d’Argento!”
“Io…no! Potresti morire Mamoru!”
“Ci sarai tu a proteggermi!”
“Mamo-chan no!”
Mamoru, deciso, guarda Seiya che annuisce. Lui le blocca le braccia.
“Siete impazziti?”
“Dammi il cristallo adesso! O tutto quello che abbiamo fatto fino a questo momento non ha avuto senso!”
Usagi si arrende. Si concentra. E lo fa comparire. Seiya le lascia le braccia. Lei accarezza il cristallo, lo passa a Mamoru.
“Potere planetario Sailor!”
Il Cristallo D’Argento si attiva. Il fascio del suo potere si unisce a quello dello scettro lunare. Kerr perde terreno. Mamoru è concentrato. Le braccia iniziano a tremargli. Usagi appoggia la mano sul suo braccio destro. Gli passa tutta l’energia che può. Lui la vede, abbassa il viso verso di lei. E la bacia. La bacia con tutto il suo amore. Lo scettro emana una luce mai vista prima.
Kerr ne viene abbaiato. La luce lo colpisce.  Mamoru stacca le labbra da quelle di Usagi. La guarda negl’occhi. Non l’ha mai vista così bella prima d’ora. Abbassa lo scettro. Guarda verso Kerr. E’ sparito. Di lui resta una pietra nera sul terreno.
“Posso riavere il mio Cristallo?”
“Non voglio più vederlo! Tutto tuo!”
Lei sorride, stanca, ma felice. Si avvicina ad Adhil. Lo scuote. Lui si riprende molto lentamente e a fatica.
“Sono in paradiso?”
Lei scuote la testa.
“Sei talmente bella che sembri un angelo. Dimmi che hai sconfitto Kerr”
“Sì”
“Non solo bella, anche brava”
Mamoru si avvicina a lei. Adhil gli sorride.
“Non cede alle mie avance…”
“Se lo facesse tu saresti il primo a morire”
“Quindi” si intromette Seiya “Io sono fortunato ad essere vivo?”
“Solo perché io ero morto quando è successo”
“Quindi se dovessi riprovarci…”
“Ti ucciderei prima che tu possa anche solo sfiorare il pensiero di riprovarci con lei…”
Usagi alza gli occhi al cielo. Allunga una mano verso Adhil. Lui la stringe e si alza in piedi.
“Seiya. Portaci su Intiqam. Adesso”


Il pianeta è semi deserto. Rovine ovunque. Adhil sospira.
“Era un pianeta ancora più bello del vostro. Galaxia gli ha tolto la vita”
Usagi si concentra. Fa apparire il Cristallo D’Argento. Lo alza al cielo. Una luce rosa invade il pianeta.
“Usate questa base per ricominciare. Credo che come aiuto possa bastare”
Adhil non crede ai suoi occhi. Il suo pianeta, il suo splendido pianeta, è tornato alla vita. Sorride, annuendo. Usagi sorride.
“Addio Adhil”
“Addio splendida Serenity”
Lei chiude gli occhi. E quando li riapre è nel suo letto, a Tokyo.

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Capitolo 17
*** Passato, presente e futuro ***


Sono di nuovo alla fine….
Dai sono stata veloce!
Ringrazio tutte quelle che mi hanno seguito e recensito.
Ora pausa (più che altro non ho più idee….), ma tornerò. Ed è una minaccia…ahahah
A presto
Baci
FD
 
 
“Quindi due giorni fa ci siamo svegliate tutte nei nostri letti!”
“Mia mamma non mi ha nemmeno chiesto nulla. Mi ha salutato e preparato la colazione. Mi ha dato un bacio e ha detto di muovermi che il mio aereo per Pasadena partiva dopo 5 ore”
Minako ride, seguita a ruota da Rei.
“Mio nonno non ha detto nulla. Ha solo scosso la testa”
“Rei, non hai mai pensato che lui sappia chi sei?”
“Ami è impossibile!”
Makoto sospira.
“Nessuno si è accorto che ero a casa. Il bello di vivere soli!”
Tutte scoppiano in una risata rilassata. Si trovato tutte al Crown. Una colazione abbondante tutte insieme prima di tornare a realizzare i propri sogni.
“Ripartite di nuovo dopo averci fatto da taxi?”
Seiya annuisce a Makoto.
“Non vorrei diventare troppo amico di Mamoru….a proposito…dov’è?”
Usagi scuote la testa.
“Non l’ho sentito da quando siamo…tornati. Abbiamo avuto una discussione.”
“Un’altra?”
“Secondo lui non dovevo usare il Cristallo d’Argento sul pianeta di Adhil. Ma lui….se non fosse stato per lui sarei morta. Di nuovo.”
Seiya annuisce. Lei si alza in piedi.
“Come stanno le tue bruciature?”
“Grazie a te Hotaru tutto bene. Resta solo quella sulla pancia. Ma sta guarendo in fretta. All’ospedale mi hanno rimesso i punti al braccio. Anche quello guarirà”
Hotaru le sorride.
“Ora vado ragazze. Dopo aver lasciato per tutto questo tempo l’appartamento in mano a due uomini non oso immaginare come lo troverò!”
Tutte scoppiano in una risata rilassata.
“A proposito. Ami che hai fatto scrivere nei certificati medici per giustificare le nostre assenze?”
Ami arrossisce di colpo.
“Ragazze non vogliatemene. Davvero è l’unica cosa che mi è venuta in mente”
“Cioè?”
“Gastroenterite acuta”
“Eh?”
“Infiammazione dello stomaco e delle vie intestinali”
Makoto la guarda ancora più stranita. Ami sospira.
“Dissenteria di intensità variabile, dolori addominali, dolori gastrici e vomito”
“Ok. In pratica non siamo uscite dal bagno per tutti questi giorni!”
“Esatto!”
Usagi, distratta, tiene lo sguardo basso. Seiya le stringe la mano. Lei sorride, lo guarda e scuote la testa. Il suo modo per dire va tutto bene.
Si salutano tutti con affetto prima che le loro strade si separino di nuovo. 
 
“Eccoci a Pasadena”
“Seiya. Grazie”
Lui le sorride.
“E’ inutile che ti faccia i soliti discorsi di addio no? Tanto ci rivedremo”
“Puoi anche venire a trovarci senza che ci sia un nemico no?”
“Lo farò Usa”
Lui la abbraccia. Lei si coccola nel suo calore e odore.
“Ora vado”
“A presto Seiya”
“A presto Usa”
Lei gli sorride dolcemente. Niente lacrime questa volta. Niente dolore. Ricorda per un istante le parole di Mamoru: sarete sempre legati da un sottile filo tra amore e amicizia.
Ed era proprio vero.
Saranno legati per sempre.


Usagi entra in casa. I suoi compagni la salutano con affetto.
“Ci sei mancata! Come stai?”
“Meglio ragazzi! E soprattutto molto carica!”
Il suo comunicatore suona. Lei lascia i suoi compagni e si dirige verso la sua camera. Risponde. E’ Mamoru.
“Mamo”
“Usagi. Sei a Pasadena?”
“Sì. Mi ha accompagnato Seiya da poco più di dieci minuti. Tu sei a ancora a Tokyo?”
“Ho ancora qualche giorno prima di partire”
Usagi annuisce.Abbassa lo sguardo.
“Usa…credo che sarebbe meglio vedersi. Chiarire.”
“Lo credo anche io”
“Devo dirti troppe cose”
“Non sai quante devo dirtene io”
“C’è un parco a circa 200 metri da casa tua. Puoi venire lì?”
“A Tokyo?”
Mamoru si prende la fronte fra le mani.
“A Pasadena!”
“Sei qui?”
“Se non perdi altro tempo sì!”
Usagi lancia il comunicatore in aria. Esce dalla stanza correndo. Si infila le scarpe e per un pelo non cade.
“Escooratorno!”
Corre a perdifiato. E lo vede. Lo vede seduto su una panchina. Lei si ferma. E cammina verso di lui. Si siede.
“Eccomi”
Lui sospira, si passa una mano fra i capelli.
“Chi inizia?”
“Non lo Usa”
“Una a testa? Oppure ti urlo addosso tutto in una volta?”
Lui scuote la testa.
“Quindi come vorresti chiarire?”
“C’è un posto isolato qua vicino dove possiamo andare?”
Lei arrossisce immediatamente. Stringe le mani sulle gambe.
“Non è per quello che stai pensando Usagi”
“No…cioè…io…non stavo pensando a nulla!”
“Allora c’è o no?”
“E’ giorno. Non mi viene in mente nulla qua vicino”
Lui annuisce ad occhi chiusi. Prende in mano il comunicatore.
“Come immaginavo ho bisogno di te”
Riattacca.
“Sta passando Seiya”
“Per?”
“Ci porterà in un posto dove potremmo parlare. Ci faremo venire a riprendere tra un paio di ore”
“Seiya non è un autobus!”
“E’ un ottimo mezzo di trasporto”
“Mamoru ma che hai in mente?”
Lui si alza in piedi senza rispondere.
“Eccolo”
“No! Se vuoi che io venga con te prendiamo i mezzi di trasporto come tutte le persone normali!”
“Cosa ti cambia?”
“Non voglio usarlo!”
“L’hai usato già più di una volta e ora ti fai problemi?”
Usagi resta a bocca aperta di fronte all’affermazione di Mamoru.
“Come diavolo ti permetti!”
“Signorina modera le parole!”
“Mamoru devo portarmi la spilla di trasformazione dietro?”
“Meglio!”
Usagi resta a bocca aperta per la seconda volta in pochi minuti. Seiya la abbraccia.
“Giù le mani dalla mia fidanzata?”
“Mi ha detto che l’hai lasciata. E’ single. Quindi posso!”
Mamoru non risponde.
“Dove?”
“In un posto dove possiamo tornare da soli a casa”
“Usagi no!”
“Perché?”
“Perché oggi decido io!”
Lei sbuffa a Mamoru. Seiya scoppia a ridere.
“Non so nel deserto?”
“Dove ti pare Seiya!”
“Allora decido io Mamoru. Passerò a riprendervi tra un’ ora va bene?”
“Due ore”
“Due ore. Andata!”


“Siamo…”
“Sull’isola dove il tuo dolce Adhil ti ha portato dopo che ti ha rapito”
“Iniziamo subito a chiarire una cosa Mamoru: Adhil non era mio!”
“Ma non neghi che fosse dolce!”
“Se non fosse stato per lui non sarei viva”
“Solo perché ti sei ostinata a voler fare tutto da sola e di nascosto!”
“Tu….tu mi hai lasciato. E sempre tu mi hai detto che non volevi combattere in questa battaglia!”
“Questo non significa che mettersi d’accordo con il nemico sia una buona idea! Se fosse stata una trappola?”
“Non lo è stata”
“Sei quasi morta!”
“Ma sono viva!”
“Per miracolo”
“Santo cielo Chiba! Qual è il problema? Che sono riuscita a sopravvivere nonostante la mia idea stupida? O che sia riuscita a fare qualcosa che tu non volevi?”
Lui tira fuori dal suo taschino una rosa.
“Se la metti così…Moon Prism Power Make up!”
Entrambi trasformati, sono uno di fronte all’altro. Pronti a battersi. Mamoru estrae la sua spada.
“Te la ricordavi?”
Lei annuisce sorridendo.
“Non sarà una spada a fermarmi”
Lui si toglie la mascherina e il cappello.
“Mi sento più libero”
“Non mi batterai”
Lui le corre incontro. Usagi lo attende senza arretrare. Lui alza la spada per colpirla. Lei non si muove. La spada di Mamoru si abbassa. Usagi è sicura. E la lama si ferma a pochi centimetri dal suo collo.
“Finito?”
“Usagi non sfidarmi!”
“Non mi batterò con te. Vincerei. E non mi va di farti del male”
“Non puoi prendere le decisioni da sola per battaglie che dovranno combattere tutti. L’hai fatto con Chaos, l’hai fatto con Pluto e l’hai fatto con Kerr!”
“Dovrebbero essere le ragazze ad arrabbiarsi con me, non tu”
“Solo perché loro ti vogliono troppo bene per farti del male”
“E tu?”
“Ti amo.”
“Allora?”
Lui fa cadere la spada a Terra. Si siede.
“Quindi la devi smettere”
Lei si siede accanto a lui.
“Mamo. Ho 19 anni. Sono 5 anni che ci conosciamo. Lo sai come sono fatta no?”
“Sì, ma…”
“Ma?”
Lui sospira passandosi una mano tra i capelli.
“Avevo deciso di farmi portare qui per litigare con te. Per chiarire tutto quello che è successo. Ma le parole sono volate via. Mi basta guardarti negli occhi per far sparire tutta la rabbia che ho. Non ce la faccio”
“Che ne dici se sciogliamo le trasformazioni, ci diamo un bacio e ci facciamo un bel bagnetto?”
Lui scuote la testa e scoppia a ridere. Scioglie la trasformazione. Usagi fa lo stesso. Si alza. Si toglie la camicia e il pantalone.
“Vieni?”
Lui annuisce. La bacia. E come se non fosse successo nulla la coccola. Usagi si lascia scaldare dal suo corpo mentre insieme entrano in acqua. I baci diventano ancora più profondi. Usagi lo ferma un attimo.
“Abbiamo solo 1 ora e mezza mi sa Mamo-chan”
“Ce la faremo bastare”
Lei ridacchia.
E tra un bacio e una carezza, insieme, si giurano amore per l’eternità.
Amore per il passato.
Amore per il presente.
Amore per il futuro. 

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