White Shadow

di Tefnuth
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il peccato mortale degli angeli ***
Capitolo 2: *** La prima vera battaglia ***
Capitolo 3: *** Un nucleo da restituire ***
Capitolo 4: *** Di nuovo insieme ***
Capitolo 5: *** A volte i morti risorgono ***
Capitolo 6: *** Problemi in paradiso ***
Capitolo 7: *** Rivelazioni che scottano ***
Capitolo 8: *** Lucifero è libero ***
Capitolo 9: *** Scagli la pietra chi è senza peccato ***
Capitolo 10: *** Alle armi ***
Capitolo 11: *** Midnight ***



Capitolo 1
*** Il peccato mortale degli angeli ***


La foresta era fitta e rigogliosa, un nascondiglio perfetto per la creatura che stavano cercando “Un posto da brividi non c’è dubbio, come lui del resto” disse qualcuno in fondo al gruppo, si era dimenticato che stavano camminando nell’Eden “Silenzio, siamo nel suo dominio” aveva risposto il Serafino a capo della spedizione, il suo passo era il più veloce di tutti e non aveva paura che tra lui e il suo seguito ci fossero almeno tre metri: era stato lui a decidere di ricercare l’essere mitico che stava a guardia dell’equilibrio tra bene e male, le leggende su di lui dicevano che fosse stato creato unendo il midollo prelevato da una vertebra di Lucifero e la polvere cosmica dell’etere.
Un arcangelo gli domandò se il loro anfitrione si sarebbe fatto vedere ma le parole che seguirono non avevano dato risposta al suo quesito “Midnight – gridò il leader a voce alta - , dobbiamo parlare”. Una nube nera investì il gruppo fermando il loro passo, non era letale ma impedì loro la vista per alcuni istanti; poi apparve.

La sua presenza incuteva timore a tutti fuorché al Serafino anziano “Cosa devi dirmi?” la voce di quella presenza mescolava quella di due entità “Ultimamente il destino sta favorendo molto noi angeli, le nostre schiere si sono infoltite ” “Voi volete che io vi favorisca ancora” rispose Midnight, non gli era stato difficile intuire i pensieri di quell’angelo “Se tu lo facessi i mali del mondo sarebbero mondati del tutto, il mondo terrestre giungerebbe all’utopia” spiegò il Serafino, il suo era semplicemente il sogno di ogni creatura celeste “Impossibile, l’ordine universale è governato da bene e male. Non posso esaudire la tua richiesta” il suo diniego era assoluto. Il Serafino aveva compreso quelle parole, ma non il motivo “Non vuoi forse anche tu il bene universale?” gli domandò il Serafino mentre gli altri angeli stavano semplicemente a guardare “Proprio per questo non posso, e non voglio” gli occhi di quella creatura, illuminati da una gigantesca luna, dicevano tutto.
“Stupida creatura” sbottò il Serafino suscitando una piccola reazione da parte dei suoi testimoni, nessuno di loro avrebbe mai osato offendere un essere del genere “Sto solo seguendo il mio compito, sono stato creato per difendere l’equilibrio tra le due forze e continuerò ad agire solo in favore di questo” .

Arresosi ormai al fatto che il guardiano non avrebbe cambiato idea, il pensiero del Serafino si diresse sull’arma che aveva prelevato dalla tesoreria e che ora teneva nascosta nella lunga manica del suo abito, un’arma ancestrale che era stata creata con ciò che era rimasto degli elementi serviti a far nascere Midnight, nessuno sapeva che lui l’aveva presa, non voleva coinvolgere altri.
Il Serafino congiunse le braccia in modo da poter toccare l’elsa del pugnale scarlatto, il contatto col particolare materiale gli provocò una fastidiosa sensazione al tocco (in parte era un oggetto diabolico) “In questo caso, non credo che ci sia altro da dire” la mano gli bruciava ma doveva attendere il momento opportuno, l’attimo in cui Midnight gli avrebbe voltato le spalle.

Dato che non aveva più motivo per continuare a parlare con il Serafino e il suo muto seguito, la creatura leggendaria voltò loro le spalle come a dire che il loro incontro terminava in quello stesso istante. Non appena il suo corpo ebbe completato la sua rotazione, Midnight sentì dei passi, qualcuno in corsa, e poi un oggetto freddo gli trapassò la schiena. Sentì la punta arrivare fino al suo nucleo.

L’arma era affondata con così tanta forza che Midnight sentì il suo nucleo spezzarsi in due, non avrebbe potuto salvarsi in alcun modo se non con un ultimo atto estremo. Con le ultime forze che gli rimasero, la creatura trasfigurò il proprio corpo in un fascio di luce tale da rischiarare la notte; il suo corpo si dissolse e non ne rimase nulla. Secoli dopo, in una notte di luna simile a quella che aveva visto la scomparsa di Midnight, la luce del sole vide nascere dalle stelle più alte del cielo e dai più profondi recessi dell’inferno un angelo e un diavolo.
 

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Capitolo 2
*** La prima vera battaglia ***


“Forza ragazzo” gli aveva urlato contro Raphael nel bel mezzo della battaglia. Il vecchio arcangelo aveva ragione: se non fosse stato più accorto si sarebbe fatto sopraffare dal numero dei nemici; d’altronde lui non era abituato ad affrontare più di un nemico alla volta.
Lui, Michael, raccogli-anime che di reali battaglie non ne aveva mai affrontate, era stato chiamato sa Raphael la notte prima con grande urgenza. L’arcangelo era entrato di colpo nella sua camera svegliandolo di soprassalto, rischiando di essere attaccato da Samahel “Fermo Samahel – ordinò Michael, poi si rivolse a Raphael - . Che diavolo vuoi?” “E’ un’emergenza: dei diavoli sono usciti dall’inferno! Dobbiamo dare man forte ai guerrieri” aveva detto l’ex mentore.
Così si era ritrovato in mezzo ad un’orda di diavoli pronti ad ucciderlo al minimo sbaglio, e di attenzione doveva averne abbastanza per se e Samahel che non potendo percepire il dolore rischiava più di tutti di morire. Era insolito vederlo uccidere dei suoi simili, ma per Michael era confortante averlo come commilitone perché aveva una tecnica di lotta invidiabile, e grazie alla sua spada a catena (che Michael era riuscito a procurarsi a gran fatica) poteva tenere i diavoli a gran distanza. Anche Raphael era molto abile nel combattimento, d’altronde lui aveva millenni di esperienza alle spalle, i suoi occhi avevano già visto molte battaglie. Non c’era demone che poteva sorprenderlo alle spalle, il maestro di spada percepiva l’aura maligna di ogni essere che gli si avvicinava; fortunatamente Raphael non poteva sentire l’invidia che l’ex allievo provava per lui.

Più passavano le ore e più aumentava la stanchezza che gravava sulle braccia di Michael, con esse anche la sua concentrazione andava scemando; l’adrenalina non riusciva più a tenere la sua mente lucida così il giovane angelo non vide il demone che lo colpì in pieno petto con un sonoro crack. La grossa spada lo aveva trapassato da parte a parte, esattamente come aveva fatto lui con Samahel mesi prima; si aspettava di vedere il suo nucleo di lì a poco tuttavia quando il possessore dell’arma fu ucciso e la spada divelta dalla cassa toracica, al suo interno non c’era alcun nucleo luccicante bensì solo un cuore fermo “Cosa?” un lampo lo accecò e quando la luce svanì il corpo del demone era esploso in una nube di polvere.

Non era stato Raphael ad uccidere il diavolo, non sarebbe mai arrivato in tempo: Samahel aveva fatto aprire la spada a catena e con esse aveva colpito il bersaglio in testa. “Il tuo amico ha riflessi pronti” Damien si era posto al fianco di Michael e la sua spada Claymore rifletteva la luce solare. Michael era rimasto sorpreso nel vedere il bibliotecario presentarsi all’adunata di qualche ora prima, non lo avrebbe mai creduto capace di combattere in guerra. Era stata Sarah, l’angelo che aveva affilato la lama della Katana di Michael, a raccontargli il passato da soldato del bibliotecario “Lui un soldato?” le aveva domandato Michael mentre osservava la donna al lavoro, le sue braccia tutt’altro che esili erano solcate da minuscole cicatrici e tutto il suo corpo era madido di sudore a causa del calore del fuoco della fornace “Me lo ha raccontato il capo: era un soldato di fanteria, si è dovuto ritirare per una brutta ferita alla spalla. Da allora fa il bibliotecario, gli è sempre piaciuto leggere quindi non ha perso nulla; inoltre ha sempre avuto un’ottima memoria perciò ha trovato il lavoro perfetto”.
A causa della ferita alla spalla, Damien era stato costretto ad indossare una pesante armatura con spalline rinforzate più del normale che ne rallentavano i movimenti, per di più la Claymore era pesantissima e per facilitarne l’uso da parte del portatore vi erano stati incisi nuovi incantesimi per far si che i nemici, una volta colpiti, non fossero in grado di scagliare un contrattacco troppo veloce.

Quando la battaglia terminò, ore dopo, agli angeli non restò che contare i proprio caduti; ne avevano persi molti, forse troppi, e ciò intristì molto i loro cuori. Michael non  aiutò i suoi commilitoni a recuperare le vestigia dei deceduti, era così sfinito da non riuscire a sollevare le poderose ali; inoltre aveva una cosa più urgente da fare: curare la ferita che Samahel aveva subito alla spalla. Il colpo era stato inferto al diavolo con un’arma maledetta nel momento in cui aveva abbassato la guardia per salvare Michael che, non si sa come, non aveva per niente risentito del colpo al torace.

“Sarà stata un’arma di qualità inferiore, i fabbri dell’inferno non sono bravi quanto i nostri e i migliori sono impiegati nella creazione delle armi per i diavoli guardiani, gli unici a poter possedere le armi maledette” gli disse Raphael una volta tornati a casa, nella camera dove Michael si era immediatamente ritirato per curare la ferita di Samahel “Ma questa ferita è stata inferta da una di quelle armi, da un diavolo minore” rispose il giovane angelo mentre osservava la ferita che lentamente si richiudeva, ormai era divenuto un esperto nell’utilizzare quell’incantesimo che tanto lo aveva stancato la prima volta “I diavoli sanno che lui è tra le nostre file, non sarebbe strano se volessero puntare subito ad ucciderlo” ipotizzò Raphael, restando sempre in piedi “Sicuramente è così, o non avrebbero dato un’arma del genere ad un diavoletto da due soldi. Dobbiamo fare qualcosa, non possiamo continuare così, io non posso” Michael aveva terminato di curare la ferita, ma le sue mani non si staccarono dalla pelle del diavolo “Cosa intendi dire?” domandò Raphael, aveva già intuito qualcosa “Devo restituirgli il nucleo! Morirà sul serio se continua a vivere in uno stato che gli impedisce di reagire all’istinto di pericolo, e al dolore; non che si possa chiamare vivere questo” Michael continuava a pensare che, quel giorno, avrebbe potuto fare qualcosa di più anche se sapeva che era impossibile “Non spetta a me deciderlo, e nemmeno a te. Dovresti parlare con le alte sfere per questo, ma non so come la prenderanno” “Mi dovranno dare il permesso, o di sicuro perderemo una guerra”.
 

 

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Capitolo 3
*** Un nucleo da restituire ***


Mentre la battaglia imperversava  tra i cieli, le Potenze osservavano tutto dall’alto della loro casa nell’etere. Nelle innumerevoli stanze di cui era composto l’edificio ce n’era una, molto speciale, le cui pareti mostravano i fatti che gli esseri celestiali richiedevano. Avevano preso visione di ogni singolo istante della lotta cruenta, dall’inizio alla fine, con particolare interesse alle gesta di Michael e Samahel.
“Ma è terribile, non era mai accaduta una cosa del simile” commentò Lybra, la Serafina dai lunghi capelli viola che aveva assistito al processo di Michael. Lei non dovette alzare la voce per farsi sentire dall’altro angelo che occupava la sala perché il suono della battaglia veniva riprodotto in modo più attutito rispetto al normale, per evitare fastidiosi inconvenienti dovuti ai rumori troppo alti.
“E’ tutta colpa sua - Dmitryus, l’angelo dalle ali nere e rosse, puntò il dito contro l’immagine di Michael -. Se non avesse aggredito Caronte le porte dell’Inferno non si sarebbero indebolite e ora i diavoli non andrebbero in giro come formiche” l’angelo si mise a girare per la sala, in cerca di calma.
“Ciò che sta accadendo non è del tutto da addebitare a lui! Caronte può rigenerarsi, lo sai bene, ma se ancora non è tornato significa che qualcuno sta agendo per impedirglielo; uno che ha solo approfittato delle gesta di Michael per mettere in atto i suoi piani” ribattè la Serafina rimproverando l’altro col tono della sua voce
“Comunque ha fatto la sua parte; ora come faremo a combatterli?” domandò Dmitryus
“Midnight” sussurrò una voca esterna, quella dell’Oracolo il cui corpo (uno dei tanti) era in quella stanza dietro ad una tenda
“Quella creatura non esiste più” rispose Dmitryus dopo aver scostato la tenda che nascondeva l’altro inquilino della stanza
“La sua essenza è ancora su questo piano, è solo divisa tra Michael e Samahel: servirà l’aiuto di entrambi per combattere il male” profetizzò l’Oracolo
“Se non erro, sei stato proprio tu a dire che dovevamo uccidere uno dei due per evitare un loro qualunque incontro, o collaborazione” ribattè l’angelo dalle ali nere e rosse
“Il futuro cambia ad ogni biforcazione, ogni decisione presa determina una sua oscillazione. Se prima dovevano restare divisi, adesso devono collaborare insieme” l’Oracolo aprì i suoi occhi bianchi per osservare Dmitryus (non era un buon segno), l’angelo preferì ritirarsi
Ali di vetro ha ragione -  una voce d’oltretomba interruppe il discorso, era uno dei diavoli maggiori che avevano presieduto al processo di Michael  - . Qualcosa si sta muovendo agli Inferi, nemmeno io so cosa sia, ma l’equilibrio cosmico è a rischio ” stava comunicando utilizzando una sala gemella a quella in cui erano i due angeli, l’unica differenza era la diversa collocazione
“E’ deciso allora. Convochiamo Michael il prima possibile” decretò Lybra
“Casualmente Raphael è giunto davanti a me proprio in questo momento – disse l’Oracolo riferendosi al proprio Io nella dimora degli angeli- . Farò subito chiamare il ragazzo”.
 
 
 
Seguendo la volontà delle Potenze, Michael venne subito convocato nella sala dell’Oracolo della casa degli angeli. Ad attenderlo c’erano Lybra e Dmitryus, che si erano teletrasportati dalla loro dimora per avere un dialogo diretto con il giovane angelo; l’Oracolo avrebbe fatto da portavoce per i diavoli maggiori che, pur avendo accettato di presenziare alla riunione, avevano categoricamente negato la loro presenza fisica.
“Ben ritrovato, Michael, è un piacere rivederti” Lybra salutò l’angelo con fare gentilissimo, lo stesso non si potè dire per Dmitryus il quale lo salutò con un semplice cenno del capo e un impercettibile brontolio
“Il piacere di rivedervi è mio” il dover usare il plurale era una forma di cortesia che permise a Michael l’apparenza di riferirsi ad entrambi quando invece il suo saluto era solo per la donna
Salute piumato” uno dei diavoli maggiori parlò per bocca dell’Oracolo, la voce rossa stonava non poco con il corpo delicato della creatura
“Salute, è un peccato che non siate venuti qua” salutò il giovane angelo con una finta cortesia
Mai metterei piede lì dentro, la vostra purezza ci fa ribollire il sangue” l’Oracolo fece una piccola smorfia di dissenso e Michael preferì non rispondere con la battuta che gli era venuta in mente
“Vorrei sapere il motivo per cui mi avete convocato, Raphael non mi ha accennato a nulla” chiese Michael, era stufo di dover fare il gentile
“ Come hai ben potuto constatare i diavoli stanno uscendo a flotte dall’Inferno. Le porte dell’Inferno si stanno aprendo sempre di più e ben presto non saranno solo i diavoli ad uscire ma anche le anime dei dannati…o qualcosa di ben peggiore”  Lybra introdusse il discorso
“Non sapevo che le Porte si stessero aprendo, credevo che fossero altri i motivi ” disse Michael, incrociando le braccia
“E’ tutta colpa tua! Se non avessi fatto quel lavoretto a Caronte ora dormiremmo sonni più tranquilli invece che andare in giro alla ricerca dei diavoli che stanno illegalmente facendo man bassa di anime. Non sai il casino che c’è in giro” disse Dmitryus gridando
“Colpa mia?! Non sono stato di certo io a rompere i sigilli delle Porte! Se è bastata la caduta, temporanea, del loro guardiano a indebolirli sono cazzi vostri e dei diavoli; non avete mai pensato che Caronte forse non sarebbe bastato a tenerle chiuse? E poi sono secoli che le Porte non servono più a nulla, ormai i diavoli entrano ed escono da casa loro come vogliono, purtroppo ” ribattè Michael
“ Sta di fatto che se tu non avessi fatto quella bravata ora non sarei qua a rompermi il culo per risolvere la situazione!”
Le Porte non serviranno più ai diavoli come lasciapassare per entrare o uscire dall’Inferno, ma è ciò che impedisce alle anime, o a Lucifero, di uscire. Se si apriranno del tutto succederà un macello”  spiegò il diavolo maggiore per bocca dell’Oracolo
“E allora? Che dovrei fare io? Andare ad aspettare al varco e ammazzare ogni diavolo che passa?” domandò Michael
“Certo che no, vorremmo che tu ci aiutassi” disse Lybra
“Aiutarvi? Ma vi ricordate cosa sono io? Sono solo un raccogli-anime” rispose, non a torto, il giovane angelo
Diglielo Lybra, altrimenti non capirà” propose il diavolo maggiore
“Non credi che sia prematuro?” domandò Lybra al diavolo
Forse, ma se vogliamo che lui comprenda il suo ruolo dobbiamo dirgli come stanno le cose. Tanto in un modo o nell’altro lo scoprirà da solo
“Che cosa dovrei sapere?” domandò Michael
“Durante il processo tu hai detto che Raphael ti rivelò qualcosa a proposito di te e Samahel. Cosa ti disse esattamente?” gli domandò a sua volta Lybra
“Che avevamo un legame particolare, che eravamo come fratelli” rispose Michael
“C’è ben altro, qualcosa di più profondo. Voi due non siete fratelli, o almeno non lo eravate nella vostra precedente forma: in origine eravate un unico essere, conosciuto come Midnight, un’entità che presiedeva l’equilibrio tra il bene e il male” spiegò Lybra, lasciando l’angelo di stucco
“Sèee, secondo lei ci credo”
“Devi farlo, non è un caso se hanno sempre cercato di tenervi divisi in questa vita. Pensa a quello che è successo, alla stranezza delle azioni che tu stesso hai visto fare contro Samahel” aggiunse Lybra
“E perché ci avrebbero diviso?” chiese Michael anche se ancora non ci credeva del tutto
“Alcuni arcangeli, uno in particolare, volevano creare un mondo utopico governato dal bene assoluto. Dato che Midnight non voleva favorire troppo una delle parti  uno di loro usò un pugnale particolare, l’unica arma in grado di ferire quell’essere potentissimo. Si pensava che fosse morto, ma quella stessa notte tu e Samahel veniste al mondo e l’Oracolo profetizzò che voi due eravate le sue incarnazioni e che mai avreste dovuto incontrarvi; per questo Minosse e Raphael decisero di farvi da tutori per impedire ciò, ma non ha funzionato. Ti darei anche delle prove per questo, ma tu già hai visto in Samahel qualcosa che ti confermerà le mie parole. Per questo sei qui : tu hai ancora in te parte del potere di Midnight, sei forse l’unico che possa fare qualcosa per impedire il disastro ”
“Il nucleo” disse subito Michael
“Esatto. Ora, per favore, ci aiuterai in questo periodo funesto?” domandò speranzosa Lybra
“A una condizione: che liberiate Samahel!” avanzò deciso Michael
“No! Non se ne parla” intervenì deciso Dmitryus
“Se è vero che io e lui eravamo Midnight, e che vi serve il suo potere per richiudere le Porte, mi serve lui! Per non parlare del fatto che sapete che ciò che avete fatto è ingiusto, non muoverò un dito senza di lui” li ricattò il giovane angelo
Eh eh eh, questo mi piace” ridacchiò il diavolo maggiore
“Sia come vuoi” rispose Lybra dopo averci pensato un pò su.

 

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Capitolo 4
*** Di nuovo insieme ***


Era stata un vero azzardo la richiesta che Michael aveva fatto alle Potenze, ma era stato il suo cuore a suggerirgli che quello era il momento giusto; in qualunque caso, se fosse o meno nel giusto, Lybra e Dmitryus avevano accettato. Gli avevano detto di tornare nelle sue stanze, dove Samahel lo aveva atteso per tutto il tempo della riunione, e similmente Michael attese accanto a lui che le due Potenze entrassero dalla porta, che lui aveva lasciato appositamente aperta.
Attese quasi un intero giorno (lo avevano avvertito che non ci sarebbe voluto poco), ma poi i due apparvero sulla soglia. Dmitryus aveva la solita espressione ostile (Michael ancora si chiedeva cosa avesse fatto per meritarsi il suo odio), Lybra invece era raggiante nel suo abito argenteo; tra le sue mani stava sicura una sfera color rame finemente lavorata che riluceva dall’interno
“Qui dentro c’è il nucleo di Samahel” disse lei al giovane angelo, non c’era motivo di dubitare delle sue parole poiché Michael sentì il diavolo inspirare più profondamente, come se la presenza del nucleo avesse riportato della vita nel suo corpo
“Ricorda il nostro patto angelo, o potrete entrambi dire addio ai vostri nuclei. Chiaro?” domandò astioso Dmitryus aprendo un poco le ali per enfatizzare le sue parole, ma Michael non ci fece molto caso; la sua attenzione era tutta per Lybra che, una volta aperta la sfera rivelando la luce al suo interno, si era avvicinata a Samahel e con delicatezza aveva riunito l’anima (se così si può dire) al suo corpo.
 
Mentre Michael assisteva al piccolo miracolo, all’Inferno Minosse aveva lasciato il suo posto per dirigersi nel girone dei traditori. Non era la prima volta che il giudice abbandonava il suo trono per andare a far visita all’ultimo girone, e come ogni volta il suo viaggio non era in solitaria: ad accompagnarlo c’era Artifex, il nuovo guardiano del girone; più grande e grosso di Lempo, Artifex aveva sei braccia di cui due brandivano i Sai di Hel, le altre quattro invece impugnavano delle grosse asce. Fino a poco tempo prima il nuovo guardiano era un diretto sottoposto di Lempo e da sempre aveva cercato di prendere il posto di Hel sfidandola, inutilmente; in realtà lui covava anche una sorta di amore nei confronti del diavolo fantasma: adorava la sua freddezza e la crudeltà con cui l’aveva vista più volte torturare i prigionieri; aveva giurato di vendicarla nell’istante in cui, di nascosto, aveva visto il suo sangue nero sulla spada dell’angelo che l’aveva uccisa. Era stato lo stesso Minosse a sceglierlo come nuovo guardiano del girone, una cosa insolita dato che la norma voleva che i custodi venissero creati dalle fiamme madri di quelli precedenti, ma la situazione particolare aveva richiesto una risposta pronta e immediata (ci volevano circa tre giorni prima che nascesse il nuovo diavolo). Come in ogni occasione Artifex attendeva il giudice appena dietro l’enorme porta di ghiaccio che divideva il girone dall’altro: un portone a doppio battente finemente lavorato con frasi infernali incise a scalpello e con i corpi di due dei primi angeli caduti a mo’ di immagine
“Padrone” salutò il diavolo dalle sei braccia facendo anche un piccolo inchino, ciò che gli permetteva la sua stazza, anche i diavoli minori che erano nelle immediate vicinanze si inginocchiarono
“Salute Artifex, come procede?” domandò Minosse oltrepassando la soglia. Al passaggio del giudice persino il vento che creava gli eterni ghiacciai del girone si fermò per non tediare la sua visita; non c’era diavolo che non si rivolgesse con deferenza a lui il quale, da parte sua, non li degnava di uno sguardo. Tuttavia Minosse non era giunto fin lì solo per parlare con Artifex: il suo vero interlocutore lo stava aspettando nel punto più basso dell’Inferno. Lucifero.
Il corpo del primo traditore era rimasto intrappolato nel terreno sin dalla sua caduta dai cieli, col tempo il ghiaccio aveva ricoperto il suo corpo che, col corso dei secoli, si era decomposto trasformando il bellissimo volto dell’angelo in un orribile maschera putrescente; tuttavia la coscienza e lo spirito erano rimasti intatti, tanto da poter ordire un piano anche nella totale immobilità
“I diavolo stanno uscendo a trucidare angeli e mietere anime, mio signore; i nostri eserciti sono sempre più numerosi” proferì Minosse allo scheletro senza nemmeno annunciarsi, non ce n’era bisogno dato che Lucifero vedeva tutto quello che accadeva nei suoi domini
“Le nostre porte… si stanno aprendo?” domandò il re dei diavoli con una voce che aveva perso ogni tono celestiale
“Ancora poco e potrei passarci io stesso” affermò il giudice con grande orgoglio della propria opera
“Presto saremo in grado di sferrare l’attacco finale a quelle stolte creature” Lucifero già pregustava il momento in cui avrebbe ottenuto la sua vendetta, una cosa molto più facile senza Midnight quell’odiosa creatura che aveva collaborato alla sua rovina
“Festeggeremo la vittoria sul sangue degli angeli” disse Minosse prima di congedarsi, i suoi dialoghi con il suo re non erano mai lunghi.

Scortato da Artifex  Minosse tornò sul suo trono oltrepassando i corridoi principali; era nell’umore giusto per vedere quelle piccole formiche che strisciavano nel fango per fare a gara a chi si inginocchiava di più. Ma i corridoi del terzo piano non erano fatti solo di roccia: tra le sue insenature c’erano anche le anime dei dannati lussuriosi le quali, avendo sviluppato una certa propensione a ficcare il naso negli affari altrui, non tardavano mai nel riferire a Cleo gli spostamenti del giudice
E’ passato di qua….il padrone è andato al girone gelato” sussurrarono in coro i dannati che componevano le pareti della stanza della regina del terzo girone
“Di nuovo? Qui la cosa mi puzza” disse la diavola tra sé. A lei non era per niente andata giù che Minosse avesse ordinato di uccidere Samahel e ora i suoi spostamenti, sempre più frequenti, l’avevano messa in allerta. Decise che, di nuovo, si sarebbe rivolta a una delle fonti e così, dopo essersi “vestita” con un mantello, utilizzò il tunnel segreto nella stanza per dirigersi al nono cerchio.

La sua venuta fu meno gradita dell’ultima volta, Cleo stessa  temeva Artifex e quando se lo trovò davanti ebbe un fremito in tutto il corpo
“Che vuoi tu? Non sei la benvenuta” le intimò il diavolo dalle sei braccia, i cui occhi viola sembravano penetrare la pelle di Cleo, e la diavola, una volta fattasi coraggio, gli pose la sua domanda
“Cosa c’è qua di così tanto bello da suscitare l’interesse di Minosse?”
“Nulla in cui tu potresti ficcare il tuo nasino” tagliò corto Artifex in modo molto duro, parlare con lui era come dialogare con una roccia
“Concedimi il beneficio del dubbio almeno, in fondo siamo colleghi” propose la diavola ammiccando, non avrebbe mai pensato che avrebbe sedotto un altro guardiano per prendere informazioni
“Non scherzare con me, Cleopatra. Ora te la faccio io una domanda: perché ho visto l’angelo uscire da quello stesso tunnel che hai usato tu adesso? Se non erro l’ingresso della galleria sta dietro una parete delle tue stanze” l’alto tono usato dal diavolo fece sobbalzare Cleo come mai prima d’ora
“Osi insinuare che io ho aiutato l’angelo a entrare qui di nascosto? Sei proprio sulla strada sbagliata” ribatté la guardiana incrociando le braccia e facendo la scocciata (e in effetti un po’ lo era)
“Io non insinuo…io SO! L’ho visto uscire da quel condotto come l’ho anche visto uccidere Hel” poi avvicinò il suo orrendo viso all’orecchio di Cleo e aggiunse “So cos’hai fatto, traditrice”.
Tutto il corpo di Cleo fu percorso da forti tremori, tanto che la diavola fu costretta a stringere tra loro le mani per evitare che Artifex notasse la sua paura; alla fine se ne andò con la coda tra le gambe sotto gli sguardi predatori dei diavoli minori. Una volta imboccato il tunnel Cleo iniziò ad accelerare il passo, facendo risuonare la galleria del rumore dei suoi piccoli tacchi con la gonna dell’abito che le svolazzava attorno alle gambe; dovette darsi un contegno prima di sbucare nel corridoio pieno di diavoli che, accortisi di lei, iniziarono a sussurrare tra loro. Non sapendo dove andare (non certo in camera sua, dove era da sola), Cleo girovagò per i tunnel cercando di dar l’impressione di essere solo in passeggiata; anche se ormai era palese che gli altri la stavano tenendo d’occhio.
Una mano bianca e gelida le afferrò il braccio, trascinandola in una piccola insenatura, giusto in tempo per evitare di essere vista da un gruppo di feroci diavoli persecutori
“Ti hanno scoperta, devi andartene via da qui” una voce femminile famigliare e amica, quella di Hel, che stava parlando per lei, anche se avrebbe dovuto includere anche se stessa nella frase dal momento che anche la sua presenza non era più tollerata
“E dove dovrei andare?” chiese Cleo ancora confusa per la situazione
“Potresti chiedere all’angelo che ha salvato Samahel, non si sarà dimentica che gli hai dato una mano” le rispose Hel controllando, di tanto in tanto, che nessuno le avesse individuate
“E se anche fosse? Dove andrai tu? Non voglio lasciarti sola” replicò decisa la guardiana dei lussuriosi, non avrebbe lasciato che l’amica rimanesse in quel luogo dove l’avrebbero uccisa a vista
“In due siamo bersagli troppo facili, e poi non ho più le mie armi: non posso proteggerti a dovere. Troverò un posto dove stare, sono un soldato ci sono abituata” tagliò corto la diavola fantasma sperando che bastasse per convincere Cleo, però non fu così
“Non te lo permetterò – la lussuriosa afferrò il braccio di Hel - . So io dove possiamo andare e guadagnare un po’ di tempo” Cleo costrinse l’amica a seguirla e correre insieme a lei, attraverso le vie segrete degli Inferi, verso l’uscita.

 

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Capitolo 5
*** A volte i morti risorgono ***


~~“Bene! Eccoci sullo schifoso, assolato e putrido piano terrestre; mi dà il voltastomaco sapere che sto camminando sulla terra inquinata da quelle larve di carne. Che si fa ora, capo-scout?” domandò Hel a Cleo dopo aver espresso chiaramente la sua opinione sul mondo umano; l’ex guardiana aveva avuto qualcosa da ridire anche sugli uccellini che le stavano infastidendo le orecchie col loro canto
“C’è una chiesa, non lontano da qui: sarà quella il nostro rifugio” sentenziò la lussuriosa lasciando la strada trafficata, anche se nessuno poteva vederle non le piaceva stare tra gli esseri umani
“FERMA UN SECONDO! Hai detto chiesa? Noi non possiamo entrare, IO non voglio entrare” la diavola fantasma aveva afferrato un braccio della compagnia, ancora aveva le mani sporche del sangue di un diavolo minore che aveva ucciso durante la loro fuga dagli Inferi
“Non crederai a quell’assurda storiella, vero? Sei un diavolo maggiore e dovresti sapere che non è vero. E poi quelli lassù non faranno caso a noi, siamo delle fuggitive” Cleo liberò il proprio arto dalla presa possente di Hel
“Mi prendi per scema? So bene che è una diceria, ma io rappresento l’atto che ha messo in piedi tutta questa bella giostra; gli angeli mi fulmineranno” disse l’ex guardiana facendo trapelare dal viso un po’ di timore (finalmente)
“Non sei più la guardiana dei traditori: sei stata scaricata per Artifex e, tecnicamente, dovresti essere morta. Forza sciocca, se abbiamo un po’ di fortuna gli angeli ci troveranno e…” iniziò la lussuriosa
“Saremo morte prima ancora di dichiarare la resa” terminò Hel mimando con la mano il taglio della testa
“Siamo disarmate, non lo faranno: il loro stupido codice d’onore a volte è utile” la corresse la lussuriosa.

Dato che Hel si dovette rassegnare alla decisione di Cleo, entrambe si incamminarono nel boschetto che delimitava il paese alla ricerca della chiesa menzionata dalla lussuriosa; il passo di Cleo era deciso e veloce come se lei conoscesse quel posto come le tasche dell’abito che portava
“Ci sei già stata qui, vero?” chiese Hel mentre seguiva l’ombra della compagna cercando di non inciampare in qualche radice sporgente
“Venivo qui con Samahel, qualche decennio fa. Sai per avere un po’ di privacy” spiegò la lussuriosa fermandosi un’istante
“Atti osceni vicino ad una chiesa, non male. Sei certa però che sia ancora in piedi?” domandò ancora l’ex guardiana che sperava ancora che l’edificio fosse stato demolito. Per sua sfortuna la bianca facciata a capanna dell’edificio apparve ai loro occhi, perfettamente integra eccetto per alcune crepe superficiali
“A quanto pare avevo ragione io; ti è andata male mia cara” esultò Cleo; il suo in realtà era un doppio trionfo perché se altri diavoli la pensavano come Hel (e sperava che fossero in tanti), ci sarebbero volute ore prima che qualcuno avesse osato entrare e forse sarebbero arrivati prima gli angeli.
All’interno l’edificio era arrivato in modo molto spartano, con panche di legno e un piccolo altare su cui ancora stava la croce che, tuttavia, aveva perso la sua statua. La tavola in marmo sull’altare si era crepata e dal taglio sembrava quasi che qualcuno di molto pesante vi fosse stato sbattuto sopra
“E’ stato Samahel – spiegò Cleo – ha avuto un alterco con uno dei miei sottoposti e lo ha sbattuto lì sopra. Avresti dovuto vedere la faccia degli umani quando la tavola si è spezzata; sono scappati tutti a gambe levate” ridacchiò la guardiana dei lussuriosi, ciò nonostante nelle sue parole c’era un velo di tristezza. Hel non disse niente, non era una persona capace di consolarne un’altra; ascoltò solo la lussuriosa che le raccontava le sue avventure amorose con Samahel. Non era un argomento che le interessava, ma almeno le fece dimenticare la funzione del luogo su cui era seduta mentre aspettava che qualcuno le trovasse.


Non dovettero aspettare poi molto poiché l’Oracolo ebbe subito la percezione che due diavole erano entrate su suolo sacro; un’azione che le avrebbe condannate a morte sul posto se non fosse stato per Raphael il quale, avendo saputo da Michael che era stato aiutato da una diavola durante il suo viaggio all’Inferno e avendo dunque pensato che fosse una delle due, aveva fatto di tutto pur di ottenere il permesso di inviare sul posto anche Michael e Samahel per poter fare eventuali accertamenti e , nel caso, fermare il plotone d’esecuzione. Il gruppo inviato era composto in tutto da 20 elementi: Michael, Samahel e altri 18 angeli guerrieri (forse troppi per due sole diavole) che li precedevano a passo di marcia
“Se tra loro c’è anche Cleo dovremo muoverci in fretta, per evitare che questi la uccidano” sussurrò l’angelo al diavolo dagli occhi di smeraldo il quale stava tendendo non solo le orecchie (per ascoltare il suo interlocutore), ma anche tutti gli altri sensi per assaporare di nuovo la vita che per tanto gli era stata rubata
“Non me lo faccio ripetere due volte” sussurrò a sua volta Samahel, non avrebbe mai permesso che fosse fatto del male a Cleo
“Secondo te chi può essere l’altro diavolo? Uno dei suoi sottoposti?” chiese Michael
“Non ne ho idea, non aveva amici particolari. E di sicuro non è uno dei suoi sottoposti, li ha tutti imprigionati nelle pareti” rispose il diavolo.
Arrivati alla chiesa, il plotone entrò, senza attendere l’ordine di Michael, e trovò Cleo ed Hel sedute su una delle panchine in prima fila. Se la lussuriosa era rimasta impassibile a prendere il sole che filtrava da una delle crepe del soffitto, l’ex guardiana scattò immediatamente in piedi pronta ad un’eventuale scontro a mani nude
“Fermi!” ordinò Michael mentre avanzava dal retro, i suoi occhi e il naso del diavolo avevano riconosciuto la figura di Cleo sin dalle retrovie; chi fosse l’altro componente del duo non importava più, anche se tutti (compresi gli angeli guerrieri) rimasero esterrefatti nel vedere Hel (la voce della sua morte era girata presto nei corridoi celesti, accompagnata da una grande acclamazione). Inaspettatamente il plotone non abbassò le armi, forse proprio a causa della presenza di colei che sapevano essere deceduta, così dovette intervenire Samahel per convincerli
“Siete diventati sordi in un colpo? Abbassate le armi, maledetti piumati!” ordinò avanzando.
“Samahel?” domandò Cleo, incredula per quello che stava vedendo: il suo amante era davanti a lei e aveva tutta l’aria di essere integro, anima e corpo. Vedendolo così, fiero con i suoi bellissimi occhi smeraldini, la lussuriosa gli si avvicinò incurante degli angeli che la minacciavano con le spade e le frecce; posò le mani sul suo petto e sul viso, per essere certa che non fosse un’illusione creata dal troppo sole. Da ultimo lo baciò passionalmente, per recuperare il tempo perduto e riassaporare il tepore delle labbra di Samahel
“Ti faccio ancora quest’effetto?” chiese il diavolo tenendo la guardiana stretta a sé
“Risparmiate le effusioni a dopo o mi metterò a vomitare” li interruppe Hel, che stava tenendo le braccia conserte mentre batteva nervosamente il piede sinistro sul pavimento; il sole che filtrava dal soffitto pendeva su di lei enfatizzando il terribile effetto della sua pelle trasparente.
“Ma tu non dovresti essere morta? Mi sembrava di aver visto le tue ceneri fuori dalla mia cella” domandò Samahel, dato che Michael era rimasto muto per lo shock
“E tu, non dovresti essere un vegetale? Mi avevano detto che gli angeli avevano trovato il modo di farti stare zitto” ribatté Hel per non rispondere alla domanda
“Rimandiamo le questioni a più tardi – proferì uno degli angeli guerrieri, uno alto con una pesante armatura verde -. I diavoli potrebbero arrivare da un momento all’altro” non aveva tutti i torti.

Il gruppo uscì dalla chiesa, pronto per rientrare finalmente a casa, Michael dovette litigare un po’ con gli angeli guerrieri per impedire che mettessero le manette alle diavole. Solo dopo una buona mezz’ora, e molte promesse da parte di Hel e Cleo, poterono partire alla volta della dimora celeste. Dato che non avevano ali, Cleo fu portata da Samahel (così poterono stuzzicarsi in volo, tanto da suscitare le critiche degli angeli guerrieri), invece la diavola fantasma venne affidata a Michael. A contatto con la pelle gelida di Hel l’angelo soffrì il freddo per la prima volta nella sua vita
“Ti sei portata il ghiaccio da casa?” domandò Michael alla diavola non appena posarono i loro piedi sulla piattaforma davanti all’entrata della casa celeste
“Dovevi portare una coperta molto pesante. Sei solo un bambino lamentoso” lo rimproverò lei prima di seguire gli angeli guerrieri, i cui sguardi erano spaventati ma anche rispettosi.


“Credevo di averla uccisa” sussurrò Michael a Cleo mentre camminavano nel corridoio verso la sala delle Potenze, dove si sarebbe deciso cosa fare delle nuove ospiti
“Ed era così: il suo corpo e lo spirito avevano cessato di esistere” rispose la lussuriosa senza modulare la voce, incurante che Hel potesse sentire
“E allora perché sta camminando davanti a me?” chiese ancora l’angelo, a quanto ricordava erano i gatti ad avere sette vite, non i diavoli.
Rispettando l’ignoranza che Michael aveva sull’argomento, Cleo iniziò a spiegare in modo più approfondito
“Quando un diavolo guardiano muore, la sua essenza permane all’interno della fiamma madre per un periodo di tempo limitato. Entro questo lasso di tempo è possibile riportare in vita il diavolo, se si vuole”
“E allora perché Minosse o Lucifero non fanno resuscitare tutti i diavoli guardiani, invece che crearne di nuovi? Risparmierebbero tempo e fatica” domandò Michael, ancora più curioso
“Se muori non sei degno. Anche io ho sostituito colui che c’era prima di me” aggiunse la lussuriosa
“Ma perché proprio lei? Sono certo che anche altri diavoli potevano avere la possibilità di resuscitare. E poi come hai fatto a convincere Minosse…” iniziò l’angelo
“Non è lui ad avere il potere della rinascita, e nemmeno Lucifero. Caronte ha questa abilità, ed è stato lui a decidere di riportare indietro Hel. Credo che avesse intuito cosa stesse per accadere, ma non so il perché abbia scelto lei” commentò pensierosa Cleo
“Se ti dà tanto fastidio la mia presenza, potevate lasciarmi sul piano terrestre a morire” li interruppe Hel, proprio in tempo per fermare i piedi davanti alla grande porta della sala delle Potenze dove li aspettavano Lybra e Dmitryus.

 Nota autrice: Perdonate il madornale ritardo, ma tra il blocco dello scrittore, la fan fiction, l'esame e la tesi non ho assolutamente potuto fare di più. So che il capitolo non è molto lungo, ma spero che vi piaccerà lo stesso e che, per il momento, possa bastare. Spero per il prossimo capitolo di fare prima e di scrivere di più. A presto.

 

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Capitolo 6
*** Problemi in paradiso ***


“Altre due diavole nella casa celeste?! E’ una cosa inammissibile” gridò Dmitryus adirato, soprattutto perché conosceva bene la reputazione che portava con sé Hel
“Loro restano qua! Cleo ha rischiato la propria vita per aiutarmi a salvare Samahel, e anche adesso per portarci preziose informazioni su Minosse. Hel è… - Michael pensò un attimo a qualcosa di carino da dire su di lei – un’abile guerriera che ci può tornare utile” ribatté l’angelo a muso duro, sentiva su di sé lo sguardo indagatore di Lybra che stava ascoltando tutto pur dando loro le spalle.
Anche se comprendeva le inquietudini dell’angelo guerriero, Michael non avrebbe mai permesso che cacciassero Cleo ed Hel: la lussuriosa era un’importante alleata e averla sotto lo stesso tetto avrebbe permesso a Samahel di combattere senza freni; l’ex guardiana era un’eccellente combattente e ciò compensava il suo brutto carattere, senza contare il fatto che Cleo aveva esplicitamente dichiarato che non si sarebbero mai separate.
“Posso tollerare la lussuriosa, è gestibile, ma non quel fantasma: quella porta solo guai” ribatté l’angelo dalle ali nere e rosse
“La tua ostilità è ben ricambiata, tranquillo. Se non mi volete fatemi vedere l’uscita, sarebbe solo una gioia” intervenì Hel con molta baldanza
“Tu non vai da nessuna parte – le disse Samahel -. Ti uccideranno appena metterai il piede fuori da qui”
“Tu che ti preoccupi per me? Ma che ti hanno fatto mentre eri qui? Sicuro che non ti abbiano dato il nucleo di una chioccia?” domandò Hel al diavolo, guardandolo con disgusto
“Zitti tutti e due, smettetela” li interruppe Cleo infrapponendosi tra i due
“Vedi Michael? Dovrebbe bastarti questo per decidere di cacciarle” ripeté Dmitryus al giovane angelo
“Saprò gestire la situazione, non voglio lasciarle per strada” ribatté Michael alzando un poco la voce
“Oh ti prego Lybra, digli qualcosa tu perché io non so più come parlargli” l’angelo guerriero implorò la creatura celestiale.
La bellissima creatura non rispose subito, doveva ponderare la sua risposta, e dopo qualche istante di ansiosa attesa dette il suo responso
“Facciamolo provare, se dice di poter gestire tre diavoli non vedo il perché non dovremmo credergli. In ogni caso, le nostre nuove inquiline non potrebbero andare in giro senza essere sotto un qualche tipo di sorveglianza” Lybra si avvicinò alle diavole, oscurandole con la sua luce e la sua presenza
“Ma sei impazzita? Saranno solo fonte di guai” la rimproverò Dmitryus
“Così ho deciso: loro resteranno dentro queste mura e ci aiuteranno nella battaglia” rispose la donna, nonostante il tono severo il suo volto non ne era stato deturpato
“Ti ringrazio infinitamente” Michael fece un inchino ed uscì, assieme alla sua combriccola; anche se era felice per la vittoria non poteva aver fatto a meno di notare che alla riunione mancavano i diavoli maggiori.
Non c’erano, e nemmeno erano venuti a conoscenza di cosa stava accadendo, poiché erano stati imprigionati da Minosse nel girone che era sotto il loro dominio
Maledetto traditore, liberaci!” gridarono in coro i prigionieri
“Per lasciarvi cospirare alle mie spalle? So che avete parlato con le Potenze, e questo non lo accetto. Marcirete qui per l’eternità, voi e Caronte” sentenziò il giudice infernale lasciando i colleghi a meditare sul loro destino, mentre osservavano il corpo ben vivo, e decapitato, di Caronte.
 
Dopo la riunione a Cleo ed Hel venne data una camera, con due letti, nell’ala degli angeli guerrieri (in questo modo non avrebbero avuto scampo). La stanza era come tutte le altre: molto luminosa con entrambi i letti a baldacchino, e le pareti decorate con stupendi affreschi raffiguranti epiche battaglie. Cleo si divertì a testare la confortevolezza dei letti e ad aprire i cassetti delle scrivanie, per tirarne fuori i numerosi fogli bianchi; Hel invece si era soffermata ad osservare un’immagine sulla parete: due angeli guerrieri, un maschio e una femmina, assieme ad un’altra bellissima creatura con ali da angelo e da diavolo
“Quello dev’essere Dmitryus – disse Cleo indicando l’angelo con le ali nere e rosse, aveva indovinato -. Ma quello con le doppie ali?”
“Midnight, l’essere che incarna al contempo il bene e il male, il guardiano dell’equilibrio tra le due forze. E’ sparito secoli fa” rispose l’ex guardiana fissando gli occhi sull’immagine della guerriera
“E’ molto bella. Ti somiglia un po’, forse un po’ troppo, ma tu sei molto meglio” se lo diceva Cleo, che era un’esperta di bellezza, doveva essere vero
“Non credo proprio, io e lei siamo due cose totalmente diverse” Hel si scostò dal muro per andare ad aprire la finestra che dava sull’orizzonte, sembrava quasi che le mancasse l’aria e che si trovasse molto a disagio
“Qualcosa non va?” domandò Cleo
“No, solo mi dà fastidio essere qua e non avere un’arma con cui poter difenderci” rispose Hel mentendo, qualcos’altro le stava frullando nella testa e, dato che sembrava tutto collegato a quel dipinto sulla parete, la lussuriosa propose all’ex guardiana di esplorare l’edificio.
 
Era molto strano vedere Cleo ed Hel camminare da sole per i corridoi della casa celeste, dove gli sguardi degli angeli erano più truci che mai. Sotto quegli occhi Cleo avanzava con qualche esitazione, invece Hel avanzava con il solito portamento militare che faceva aprire la folla in due ali, chi non si scostava riceveva una poderosa spallata e ci furono un paio di occasioni in cui Cleo sentì lamentarsi chi si scontrava con l’amica
“Non ci staccano gli occhi di dosso” sussurrò la lussuriosa al fantasma. Per la prima volta nella sua vita stava desiderando di avere un abbigliamento più coprente, al posto della camicetta che stava indossando
“Provino a toccarci e gli cambio i connotati, parola mia” rispose Hel, alcuni angeli intorno a loro si irrigidirono e preferirono cambiare direzione. Ciò nonostante un angelo, uno dei più giovani, ebbe il coraggio di prendere Cleo per una spalla e dirle
“Come osi camminare in questi corridoi conciata così? Sporco diavolo” alcuni passanti si fermarono ad osservare la scena
“Io mi vesto come voglio, non mi faccio dare lezioni di galateo da uno come te. Tornatene dalla mamma che ancora puzzi di etere” rispose Cleo in virtù dell’orgoglio ritrovato
“Siete in un luogo sacro, e lo state offendendo con la vostra presenza” ribatté il piumato
“Abbassa la cresta! Siamo state fin troppo gentili a non aver ancora ucciso nessuno” intervenì Hel avanzando con un piede
“E noi a non rinchiudervi in cella con i sigilli, soprattutto lei” l’angelo indicò Cleo.
 Prima che il piumato se ne rendesse conto, Hel lo colpì al volto con un fortissimo jet mancino che ruppe l’osso orbitale su cui atterrò; inseguito l’ex guardiana fece inginocchiare il molestatore, gli prese le braccia da dietro e iniziò a spingere in avanti, facendo pressione sui tendini delle spalle
“Aaargh” gridò l’angelo, tuttavia nessuno sembrava volerlo aiutare
“Chiedile scusa, subito” ordinò la diavola di ghiaccio, nei suoi occhi c’era lo sguardo del predatore
“Mai” ribatté l’angelo, poco prima che Hel gli facesse uscire un nuovo lamento aumentando la pressione sui suoi arti superiori.
Mentre osservava tutta la scena, Cleo vide Hel girare gli occhi, mostrando la sola parte bianca, e mordersi il labbro inferiore; era un segno che indicava il piacere che l’ex guardiana stava traendo dalla situazione.
“Ho detto di chiederle scusa, non era una richiesta” disse Hel minacciando nuovamente la sua preda
“No! Siete degli esseri inferiori” ripeté il piumato. Un rumore decretò la definitiva rottura dei tendini delle braccia dell’angelo, e in fatti quando Hel lasciò la presa le sue braccia ricaddero inermi
“Sei un mostro” proferì il molestatore, prima di essere messo fuori gioco da un potentissimo calcio al volto.
Poco dopo arrivarono le guardie, i loro corpi erano protetti da pesanti e rilucenti armature in argento, finemente lavorate con arabeschi color verde acqua
“Cosa avete combinato?” chiese il maggiore in grado tra i soldati, un angelo con i capelli corti e brizzolati (ancora striati dell’antico color castano) e i baffi grigi, alla cinta portava un grosso fodero che conteneva la spada la cui elsa, unico elemento in vista, era stata realizzata con lo stesso motivo dell’armatura; era rimasto incredulo nel vedere uno dei suoi a terra, quasi in lacrime.
“Ci hanno importunate, è stata legittima difesa” spiegò Cleo, cercando di essere più diplomatica che poteva, e sperando che Hel non intervenisse di nuovo
“Non vi credo. Non si riduce uno così solo per difesa” il soldato impugnò la spada e la puntò contro la lussuriosa che trasalì
“Lasciala stare, sono stata io a strappargli i tendini – disse Hel impugnando la spada dalla parte della lama -. Comunque sia è stato questo poppante a iniziare: l’ha offesa pesantemente e io l’ho punito di conseguenza”
“Cosa vi aspettavate? Di essere trattate come delle regine, solo perché vi è stato permesso di restare in queste sacre mura?” domandò l’angelo, che cercò di smuovere la spada per inforcarla nel fodero, ma la mano di Hel la teneva immobile
“No di certo, noi cerchiamo solo il rispetto. Di quello che pensate voi non ci interessa, come a voi non interessa la nostra opinione” ribatté Hel lasciando la lama, permettendo al suo proprietario di rimetterla a posto
“Siete nella casa sbagliata, allora – l’angelo avvicinò la bocca all’orecchio della diavola e le sussurrò-. Tu soprattutto, traditrice”.
 
 
 
Sorpresa!!! Sono riuscita ad aggiornare un po’ prima del mio solito, spero di avervi fatto felici anche se la lunghezza di questi capitoli non è delle migliori. Dovete perdonarmi per questo, ma quando scrivo ci sono sempre delle parti di cui non sono molto sicura e preferisco, se posso, rimandarle al capitolo successivo per poter ridefinirle meglio. In questo modo ci guadagnano tutti, no? Voi leggete cose piacevoli (lo spero) e io sono felice perché voi lo siete. Comunque, che ne pensate finora? Vorrei avere le vostre opinioni. Bacioni.

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Capitolo 7
*** Rivelazioni che scottano ***


Quello che accadde in seguito ebbe dell’incredibile: dopo essersi abbassata velocemente, Hel diede una gomitata alla bocca dello stomaco del soldato; gli prese la testa, bloccandola tra le mani, e lo colpì con una ginocchiata. Tutti rimasero stupiti nell’assistere a una cosa del genere, persino Cleo preferì allontanarsi di qualche passo tanta era la paura di essere coinvolta.

Quattro angeli circondarono al diavola, minacciandola con le loro armi, poi arrivarono Michael, Samahel, Raphael e Dmitryus
“Cosa succede qua?” domandò l’angelo dalle ali nere e rosse, molto adirato, poi vide l’ex guardiana al centro di tutto il trambusto e tirò le conclusioni da solo “E chi altri poteva essere? Solo tu” constatò
“Hai scoperto l’acqua salata, fesso” ribattè Hel, mentre alle sue orecchie la voce di Cleo la pregava di fare silenzio
“Ora basta, ti ucciderò seduta stante” la minacciò Dmitryus sguainando la spada
“Già una volta non ci sei riuscito; ma prego avanti, forse la seconda volta è quella buona” lo incoraggiò la diavola avvicinandosi alla punta dell’arma
“Fermo Dmitryus, non far nulla senza aver consultato Lybra” intervenì Raphael frapponendosi fra i due contendenti
“Ah, e va bene, ma passerà la notte in cella: non può fare una cosa del genere e passarla liscia. Spero vivamente che qualcuno qua si metta abbastanza sale in testa da decidere di ammazzare questa creatura ripugnante” gridò l’angelo guerriero, che poi fece cenno a due guardie che avrebbero dovuto scortare Hel in cella.
A dispetto di tutti l’ex guardiana si divincolò dalla presa dei soldati
“Tranquilli, conosco la strada” esclamò lei avviandosi volontariamente verso la prigione, seguita da una scorta confusa.
 
La folla si disperse e rimasero solo Cleo, Dmitryus, Raphael, Michael e Samahel
“Vedi? Ora sbrigatela da solo” disse l’angelo guerriero a Michael, prima di andarsene.
“Sembra proprio che Dmitryus odi Hel; per caso si conoscono già?” domandò Samahel, curioso su come avrebbe mai potuto esserci tanto astio tra due sconosciuti
“In un certo senso si: un tempo lei era un angelo” riferì Raphael, spiazzando tutti i presenti
“Che cosa? Quella un angelo? Non riesco proprio ad immaginarmela” rispose il diavolo dagli occhi smeraldini, mai avrebbe potuto associare l’ex guardiana ad una creatura celestiale
“Un angelo guerriero molto abile, purtroppo fu tradita da un proprio commilitone e quando non le hanno dato credito. Non si riprese mai da quell’evento, tanto che la sua stessa anima ne risentì, corrompendosi; alla fine si strappò le ali e accolse le tenebre, diventando ciò che è adesso. Minosse stesso ci informò della sua conversione, inutile dire quanto gioì per questa conquista. Ah povera creatura, tanto forte quanto fragile” spiegò il vecchio mentore
“Tu ne sapevi niente, Cleo?” chiese Michael alla lussuriosa
“Per niente. L’ho conosciuta un giorno, per caso, mentre passeggiavo nel mio girone: stava andando al nono cerchio con Minosse. Nessuno sapeva niente di lei, ma non ebbe difficoltà a farsi la reputazione che ha oggi: appena arrivata ha sostituito il vecchio guardiano dei traditori e si è circondata di un’aura di terrore. Però, sapendo queste cose, si spiegano molti misteri su di lei” constatò Cleo, ripensando a quando Caronte aveva deciso di riportare in vita Hel.

Alla fine Michael e Raphael dovettero faticare meno del previsto, per ottenere il permesso di parlare con Hel e rasserenare tutti gli animi: il danno inflitto alle braccia e al volto del giovane angelo poteva essere facilmente curato, così come il naso rotto del capo delle guardie; più difficile fu far sbollire Dmitryus, che sempre più premeva per togliersi l’ex guardiana dalla sua vista, soprattutto dopo che Lybra aveva deciso di respingere la richiesta dell’angelo guerriero di sopprimerla. In cambio, però, Lybra aveva fatto promettere a Michael che non avrebbe mai lasciato la diavola da sola (nemmeno se insieme a Cleo), oltre al divieto assoluto di utilizzare i corridoi principali in determinati orari (quelli più affollati); lei stessa poi si prese l’incarico di riferire all’ex guardiana la sua “punizione”.

Quando Michael ottenne finalmente l’autorizzazione che aveva richiesto, lasciando così la possibilità a Samahel e Cleo di passare una notte soli soletti, si trovò non volendo ad ascoltare le ultime parole della conversazione che Lybra stava avendo con Hel
“Per questa volta te la cavi con la cella, e la restrizione, ma se succede di nuovo non sarò così clemente” disse la creatura celestiale che, con la sua lucentezza, rischiarava il buio dei sotterranei
“E allora perché non mi uccidi subito? Non dovrebbe essere difficile per te” domandò Hel, mentre di divertiva a graffiare il pavimento con un piccolo sasso, troppo piccolo per tentare qualunque evasione
“Ho pagato il debito che avevo con te, solo questo” rispose Lybra, prima di lasciare l’ex guardiana a quei pochi secondi di solitudine.

Michael si avvicinò lentamente alle sbarre, per non indispettire la diavola
“Buonasera Hel” la salutò cordialmente
“Se sei venuto per farmi una predica arrivi tardi: ci ha già pensato Lybra” avanzò Hel, aveva smesso di tormentare il pavimento e si era messa a giocare con i capelli
“Spero di non deluderti, dicendo che sono qui solo perché Cleo mi ha pregato di lasciarla sola con Samahel; dato che non avevo niente da fare ho pensato di farti un salutino” spiegò Michael cercando di non far vedere che, in realtà, un po’ si era preoccupato, ma non trovò sorpresa negli occhi di Hel
“Allora non aspettarti di rientrare tanto presto in camera: quei due vorranno recuperare tutto il tempo perso” disse la diavola ridacchiando
“E cosi, tu eri un angelo” asserì il celeste, non sapendo cos’altro dire
“Se speri che occupi il tuo tempo libero raccontandoti la storia della tua vita, sei fuori strada” rispose l’ex guardiana secca perdendo quel poco di cordialità che aveva mostrato pochi secondi prima, nemmeno lo stava guardando
“Voglio solo conoscere il motivo della tua conversione, senza giudicarti” affermò Michael
“Credevo che Raphael ve lo avesse detto, almeno così è quanto mi ha detto Lybra: sono stata tradita da un mio commilitone” Hel sembrava a disagio nel parlare di questo argomento
“Più nello specifico? Dai forza” l’angelo si sedette sul pavimento, davanti alle sbarre
“Che insistente – la diavola si sedette faccia a faccia con il suo interlocutore -. Conoscevo Midnight: ero una di quel piccolo gruppo di guerrieri che aveva il compito di proteggere l’entrata della sua dimora, oltre che lui. Io divenni questa nello stesso giorno in cui lo hanno ucciso: il mio commilitone era d’accordo con gli angeli che hanno aggredito Midnight, e per farli entrare mi attaccò alle spalle. Mi lasciò lì a morire, senza che nessuno potesse aiutarmi, ma gli rovinai i piani presentandomi davanti alle porte di Lybra, esangue. Sopravvissi, ma una volta raccontato l’accaduto non ebbero di meglio da dirmi che era tutto premeditato, anche la mia morte. Il resto è venuto da sè” spiegò Hel
“E’ terribile. Sai che io e Samahel…” iniziò Michael, accennando al fatto di essere una parte di Midnight
“Lo so, mi è bastato uno sguardo per capirlo. Samahel lo sa?” domandò la diavola
“Non ancora, è solo a corrente del fatto che io e lui abbiamo un qualche tipo di legame; non me la sono ancora sentita di…” rispose l’angelo
“Dovresti farlo, prima o poi. Anche se non ritornerete più insieme mi sembra giusto che conosca tutta la storia” affermò Hel, e aveva ragione.
Improvvisamente un nome si incise nella testa di Michael, come se gli fosse stato sussurrato da una voce lontana: Eliel.
 “Eliel” disse Michael, ripetendo involontariamente quella parola ad alta voce, poche lettere che fecero venire la pelle d’oca ad Hel
“Come conosci quel nome?” domandò poi allarmata, si era perfino aggrappata con una mano alle sbarre
“Perché?” chiese l’angelo, era quasi contento di aver suscitato una simile reazione nella diavola
“Era il mio nome, quando ero un angelo – rispose Hel-. Nessuno lo conosceva, neanche le guardie con me”
“Non lo so, mi è venuto spontaneo. Come un sussurro” rispose Michael, sinceramente.
Hel si ritrasse un attimo, e improvvisamente scoppiò a ridere
“E’ così stupido quello che ho detto?” l’angelo non capiva
“No, per niente – la diavola si ricompose -. Solo lui sapeva come mi chiamavo” rispose Hel, sorridendo per la prima volta dopo tanto tempo.

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Capitolo 8
*** Lucifero è libero ***


“Ancora non le avete trovate?” l’ira di Minosse era tanta che i diavoli minori si acquattarono a terra, era stata una decisione saggia poiché, per sfogare un impeto di rabbia, il giudice infernale fece schioccare le code sopra le loro teste; se li avesse colpiti li avrebbe smembrati senza alcuna fatica.

“Ne abbiamo seguito le tracce fino alla chiesa…, poi le abbiamo perdute” osò spiegare uno dei sottoposti, una creatura molto somigliante a un cinghiale con una zanna spezzata

“Non mi interessa sapere fin dove le avete inseguite, IMBECILLI! Ve lo dico io dove stanno: al sicuro nella casa degli angeli. Siete peggio di quel bastardo traditore di Caronte, un ammasso di vermi parassitari e putrescenti che sguazzano ogni giorno nel loro letame. Se potessi, vi prenderei e vi squarterei in mille pezzi e poi vi getterei nel fiume degli iracondi!” urlò Minosse facendo vibrare le stalattiti sopra di loro, tanto che una cadde e infilzò uno dei sottoposti

“Faccia di noi ciò che ritiene giusto” lo assecondarono i soldati, spostandosi dalla zona di pericolo

“NO! Sarebbe solo uno spreco inutile di energie, per non parlare del fatto che vi farei solo un favore. ANDATE, prima che cambi idea” ordinò il giudice e, come detto, i sottoposti sparirono in un lampo.

Preso dalla disperazione di essere circondato da un branco di incompetenti, Minosse si accasciò sul suo trono, cercando la serenità in un elenco mentale delle peggiori torture da infliggere ai prigionieri (il che includeva anche Michael e Samahel). Era arrivato al punto numero trentatré quando le sue narici captarono un odore che non apparteneva all’inferno: aria leggera, fresca e senza tracce di zolfo. Come un fulmine Minosse si alzò dalla sua seduta e si precipitò alla Porta dell’inferno i cui battenti, fino a poco tempo prima, erano tenuti sigillati da Caronte. Dal momento in cui il nocchiero fu sconfitto da Michael la porta aveva iniziato a cigolare, per poi aprirsi un poco alla volta; si sarebbero richiuse se Caronte avesse avuto la possibilità di rigenerarsi del tutto, ma poiché era contro i piani del giudice il nocchiero si era ritrovato col corpo in prigione e la testa sotto un cumulo di ghiaccio. Non volendo era riuscito a nascondere a tutti di aver riportato in vita Hel, poco dopo il processo. Non si era sbagliato: le porte si erano aperte per ¾, ormai poteva tranquillamente passarci.

Rallegrato dalla situazione, Minosse si recò immediatamente al girone dei traditori dove Artifex lo aspettava

“Mio signore, la vostra visita è sempre ben voluta” lo salutò il guardiano, pronto a fargli da scorta nel suo territorio

“Devo vedere lui, ho una lietissima notizia da dargli” affermò il giudice con un sorriso che mostrava per intero la sua dentatura

“Prego, mi segua” suggerì Artifex, in realtà era solo una pro-forma dal momento che Minosse conosceva benissimo ogni angolo dell’inferno.

Come accadeva sempre, tutti i diavoli minori fermarono temporaneamente le loro attività per dare il loro saluto al giudice, tuttavia questi era troppo felice per dar peso ai loro gesti e anche la sua mano si muoveva in risposta agli inchini solo grazie a un movimento meccanico dato dall’abitudine. La mente del giudice ritornò attenta solo alla vista del gigantesco corpo di Lucifero.

“Mio signore, in questo giorno vi porto la più bella delle notizie” si presentò Minosse inchinandosi profondamente, anche Artifex lo fece ma da maggior distanza

“Parla servo” lo apostrofò Lucifero, dopo tante brutte notizie sperava che questa fosse veramente buona

“La Porta, si è aperta quasi del tutto; l’aria del mondo esterno sta penetrando nel nostro mondo” annunciò il giudice rialzandosi

“Davvero? E’ abbastanza grande perché tu ci possa passare?” domandò il primo traditore

“Sissignore” affermò il giudice

“Allora dammi il tuo corpo!”

Dal blocco di ghiaccio in cui era rinchiuso Lucifero uscì una nebbia argentea che circondò Minosse: era lo spirito di Lucifero, che si stava trasferendo dal corpo originario a quello del giudice, sopprimendone completamente la volontà e il nucleo; e quando il giudice riaprì gli occhi Minosse non esisteva già più.

“Mio signore?” chiese Artifex a bassa voce, aveva assistito alla scena e aveva capito quello che era accaduto, e sapeva a chi si stava rivolgendo

“Rallegrati guardiano, il tuo padrone è tornato alla vita. D’ora in poi sarò io in prima persona a governare l’inferno” affermò Lucifero, mentre guardava il nuovo corpo

“Sarà un vero onore, per tutti noi” Artifex fece l’inchino più profondo che avesse mai fatto

“Lo spero bene, se non volete finire presto i vostri giorni. Ma ritengo che questo corpo necessiti di qualche modifica: è troppo ingombrante per i miei gusti” disse Lucifero, prima di dar sfogo al proprio desiderio. In realtà fece ben più di una modifica, poiché trasformò del tutto il corpo di Minosse rendendolo più simile a quello che aveva un tempo: una forma umanoide, con capelli leggermente ricci color rame e occhi castani; gli unici elementi che lo indicavano come diavolo erano le corna, la coda e le ali piumate color rosso (aveva mantenuto le ali originali, per ricordare a tutti chi fosse)

“Oh Maestro, la vostra abilità è incredibile” si complimentò il guardiano

“Risparmia i convenevoli, questo è niente in confronto a quello che posso fare veramente. Ora conducimi alla sala del trono, devo presentarmi a tutti i miei sudditi” ordinò Lucifero.

Come ordinato Artifex condusse il suo nuovo padrone alla sala del trono, dove vide Lucifero impossessarsi della seduta del giudice infernale, prima di essere mandato a convocare tutti i diavoli degli inferi. Per risparmiare tempo, ed energie, il guardiano inviò tutti i diavoli messaggeri e i piccoli dannati del Limbo che chiamarono a raccolta ogni singolo demone; proprio tutti, anche coloro che erano nel mondo umano a raccogliere anime dannate. Si radunarono tutti nella grande sala del trono, e coloro che non erano riusciti ad entrare ascoltavano dai corridoi limitrofi. Nessuno aveva dubbio di chi fosse, nessuno lamentò la mancanza di Minosse, nessuno provò a intimargli di scendere dal trono.

“MIEI SUDDITI, OGGI E’ UN GIORNO MEMORABILE! – annunciò a gran voce Lucifero, così da poter essere ascoltato da tutti, tenendo le braccia e le ali aperte – Finalmente mi sono liberato dalla mia prigionia, e ora sono pronto a prendere il comando della nostra casa. Gli angeli pagheranno per quello che hanno fatto, a me e a voi, e prometto che ci prenderemo il cielo e il mondo degli umani! La Porta degli inferi, che per secoli ci ha tenuto rinchiusi qui, oramai è quasi del tutto aperta; quando lo sarà noi tutti usciremo per dare il colpo finale ai piumati. Io stesso sarò con voi, sarò il primo ad uscire dalla nostra casa, per proteggervi da loro e per combattere con voi”.

Terminato il discorso, Lucifero abbassò le braccia e richiuse le ali, e subito dopo un coro di ovazione generale riempì gli inferi.

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Capitolo 9
*** Scagli la pietra chi è senza peccato ***


“Attenta a non fargli male” esclamò Cleo da bordo campo.

Stava incitando Hel, a qualche metro da lei, che stava prendendo famigliarità con un bastone da allenamento; di fronte alla diavola fantasma Michael stava facendo la stessa cosa. Era stata un’idea di Raphael, un incontro di addestramento con Hel come maestra, per vedere le tecniche di lotta dei diavoli; attorno a loro, oltre a Samahel e Cleo (che non mancavano di scambiarsi dei baci appassionati), c’erano altri giovani angeli che erano rimasti incuriositi dall’evento e le Potenze.

“Cercherò” rispose Hel facendo alcune prodezze con il suo attrezzo, in attesa che il mentore desse loro il permesso per iniziare l’incontro

“Pronti?” domandò ad entrambi Raphael avanzando al centro dell’arena, un tatami color beige illuminato dai grandi finestroni che facevano da parete alla sala

“PRONTO/A” affermarono i due all’unisono, allora il vecchio angelo alzò il braccio destro e, dopo qualche istante (quello necessario all’angelo e alla diavola per prepararsi), lo riabbassò dando il via.

STONCK, fecero i due bastoni quando cozzarono l’uno contro l’altro creando una “x”; era la classica mossa di studio, cui seguì una prova di forza da cui Michael uscì vincitore. Per evitare di ricevere un colpo alla testa Hel si gettò a terra, fece una capriola all’indietro e poi si rialzò con un flick molto elevata senza mai perdere la presa sul bastone. Michael si avvicinò, l’asta salda nella mano sinistra, e con una finta riuscì a colpire al fianco la diavola che si lasciò sfuggire una smorfia di dolore. Per istinto i due afferrarono l’uno l’attrezzo dell’altra.

“E ora che facciamo?” domandò divertito Michael a Hel, anche se nella sua testa qualcosa gli stava dicendo che avrebbe fatto meglio a prestare più attenzione

“Io so cosa devo fare” asserì la diavola che, improvvisamente, saltò a piè pari facendo forza sui bastoni (costringendo l’angelo a trattenere il suo) e scagliò un calcio al centro del petto di Michael. Entrambi caddero a terra di schiena, e i bastoni rotolarono via.

“GRANDE ELY!” gridò Cleo usando il nomignolo che si era inventata la notte prima assieme a Samahel dopo un dolce incontro amoroso

“Ehi, un po’ di rispetto per chi combatte!” ribatté Michael alzandosi senza perdere mai di vista i movimenti della sua avversaria, che gli impose di non pensare ai commenti di chi li stava guardando

“Se ti fai distrarre da così poco, perderai la testa senza nemmeno accorgertene” lo rimproverò come una maestra.

I due contendenti si rimisero in posizione di guardia, senza curarsi di riprendere i bastoni, e iniziarono uno scontro corpo a corpo che implicava l’uso di ogni tecnica e presa conosciuta. Sin dall’inizio, tuttavia, Michael sembrò il più svantaggiato dei due sia perché non usava mai con tutta la forza necessaria a portare a termine colpi decisi (era una galanteria), sia perché Hel riusciva ad anticipare ogni sua mossa: se faceva partire un diretto, lei aveva già la guardia alzata; se invece voleva utilizzare una presa per proiettarla a terra, era lui a subire la mossa. Alla fine lei vinse l’incontro con un calcio ad ascia, proprio sotto il mento di Michael, seguito da un secondo calcio alla bocca dello stomaco; tra i presenti gli angeli intonarono un coro di sorpresa, invece Samahel e Cleo gioivano per la vittoria conseguita.

“Con questo direi che siamo pari” affermò l’angelo mentre, incredulo, accettava l’aiuto della diavola per alzarsi

“Hai perso perché sei troppo prevedibile: i tuoi schemi sono troppo prevedibili, e ti basi solo su alcune parti del tuo corpo. – Hel si rivolse al pubblico. – I diavoli imparano in fretta a leggere lo stile di lotta dell’avversario, se vi affiderete alle tecniche tradizionali rischierete solo la morte” dichiarò lei, poi puntò nuovamente la sua attenzione su Michael “Quando ci siamo scontrati, la prima volta, mi sono bastati tre colpi per capire che tipo eri; è successo anche adesso, come hai potuto vedere. L’altra volta sei riuscito a battermi perché mi hai accecata. Devi imparare, tu e tutti i tuoi compagni, ad affidarti di più al caso”.

Michael avrebbe voluto dire qualcosa, magari un piccolo discorso di ringraziamento per il consiglio dato (una cosa che non avrebbe mai creduto possibile) e per ribadire che in quell’occasione non aveva vinto solo per pura fortuna, però la sua intenzione fu bruciata dalla risata di Dmitryus

“E tu saresti il nostro eroe? Sarai una reincarnazione di Midnight, ma non lo ricordi per niente: non si sarebbe mai fatto battere da uno scherzo della natura come quella” esclamò l’angelo guerriero sbalordendo tutti i presenti, che iniziarono a borbottare tra loro; quasi tutti avevano sentito, almeno una volta nella loro vita, della creatura leggendaria che presiedeva l’equilibrio universale scomparsa centinaia di anni prima, ma non era mai stato detto loro che dalla sua presunta morte Midnight aveva diviso la sua anima nelle due componenti primarie. A questo particolare pose rimedio Dmitryus, dicendo a tutti che Samahel e Michael erano le due reincarnazioni della creatura

“Il loro legame ci ha portati a questo punto, e ora rischiamo di morire tutti per un capriccio!” terminò l’angelo guerriero utilizzando lo stesso tono accusatorio che aveva usato il giorno del processo, e il sorriso stampato sulla sua faccia era peggio di una pugnalata al cuore.

“Non è luogo adatto per certi discorsi – lo ammonì Lybra. – Sin dalla creazione dei cieli siamo in lotta con la nostra controparte, e ciò che è successo non è completamente da implicare a loro”

“Continui a difenderli, ma se non fosse stato per questi due sciagurati non saremmo qui a parlare di una guerra che sconvolgerebbe l’intero ordine cosmico” replicò Dmitryus aprendo le grandi ali nere e rosse.

Nessuno rispose e Lybra non aggiunse altro, poiché in parte era d’accordo con l’angelo guerriero; fu un’altra voce a levarsi contro di lui, la voce d’inferno di Hel

“Se non fosse stato per il TUO capriccio, Dmitryus, Midnight sarebbe ancora integro e niente di tutto questo sarebbe accaduto – esclamò, rivelando il peggior segreto dell’angelo. – Sei stato TU a ferire a morte il tuo partner, LA SOTTOSCRITTA, e ad aprire i cancelli dell’Eden, pur sapendo cosa volessero fare i Serafini! Perciò, mio caro ex compagno d’armi, tu sei proprio il primo che dovrebbe ritrarsi dallo scagliare la pietra” sbottò lei sfogando tutto quello che si era tenuta dentro per anni e che credeva d’aver sepolto per sempre, fino al momento in cui aveva rimesso piede nella sua vecchia dimora. Da bordo campo si sentì il suono di sorpresa di Cleo, che si mise le mani alla bocca

“Oh povero tesoro” sussurrò la lussuriosa

“Sei stato tu? TU l’hai ridotta a questo stato?” chiese Samahel alzandosi in piedi.

Incastrato dalla situazione e costretto da Lybra, Dmitryus confermò le parole di Hel e confessò a tutti che una volta loro erano i guardiani del cancello dell’Eden; raccontò con estrema precisione, come se fosse successo solo il giorno prima, la sera in cui aveva colpito alle spalle la sua partner, Eliel ossia Hel che non approvava il piano dei Serafini, lasciando il suo corpo a dissanguarsi sul prato;  affermò anche che Midnight  aveva fatto un grosso sbaglio a rifiutare la richiesta dei Serafini, e che si era meritato la morte

“Non rinnego quello che ho fatto, e mai lo farò” aggiunse convinto Dmitryus, che poi lasciò la stanza seguito a ruota da Lybra e Raphael, che volevano parlare con lui.

Tutti erano ancora attoniti ma Samahel era di certo il più sorpreso, anche se di certo la sua faccia esprimeva rabbia ed era facile sapere il perché. Si avvicinò a Michael, lo prese per il colletto della tonaca e lo trascinò fuori dalla sala fino alla sua camera, dove lo sbatté con forza sul letto.

“Perché non me lo hai detto? Pensavi fosse un colpo troppo duro?” chiese il diavolo con gli occhi smeraldini che brillavano d’ira

“Non sapevo come dirtelo – provò a scusarsi l’angelo. – Non riuscivo a trovare le parole”

“Dovevi fartele cavare di bocca, piumato”

“Cosa sarebbe cambiato? – Sbottò l’angelo alzandosi. – Avrebbe significato qualcosa per te?”

“Avrei capito qualcosa di tutto questo casino! Perché sono l’unico diavolo con un nucleo” spiegò Samahel sbracciandosi, urlava così forte che lo si sentiva anche dal corridoio.

L’angelo messaggero che entrò poco dopo tremò per lo spavento, sentendo i due che litigavano pesantemente

“S…scusate signorini” esordì il piccolo putto con la voce più gentile del suo repertorio, sembrò funzionare visto che Michael non lo fulminò con lo sguardo quando si rivolse a lui

“Cosa devi dirci?”

“Un messaggio dell’Oracolo, e vuole che anche le Potenze lo ricevano: le Porte dell’Inferno sono aperte, e Lucifero è scappato” riferì il putto

“LUCIFERO?” esclamarono in contemporanea i due con gli occhi fuori dalle orbite per lo stupore.

 

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Capitolo 10
*** Alle armi ***


Dimora celeste, Sala dell’Oracolo.

“Com’è possibile che sia uscito dagli Inferi? Il suo corpo è immobilizzato in una lastra di ghiaccio” imprecò Michael riempiendo la stanza bianca con la sua voce, dopo che l’Oracolo aveva ripetuto loro il messaggio che aveva portato il putto

“Dev’esserci un errore” sperò Lybra, era la prima volta che il suo viso esprimeva così apertamente un dubbio

“Il fatto è realmente accaduto: Lucifero ha trasferito il suo spirito nel corpo di Minosse e lo ha modellato a suo piacimento, poi si è mostrato alla luce del sole” riferì l’angelo cristallino dal suo piedistallo, sempre osservando con una parte della mente ciò che accadeva attorno all’Inferno

“Avevo mandato delle guardie, dove sono finite?” volle sapere Dmitryus, si stava tenendo a debita distanza da tutti gli altri dopo quello che era successo nella sala allenamenti

“Decedute”.

“Non possiamo attendere oltre: dobbiamo inviare un contingente militare, per rallentare questa follia” sentenziò Lybra con grande rammarico, la sua mano stava stringendo il colletto della veste

“Rallentare? Ci stai già dando per morti” osservò Samahel che, come Dmitryus, si era appoggiato in un angolino della stanza per osservare tutto da lontano, pur non senza nascondere lo stupore di essere al cospetto dell’Oracolo (una leggenda vivente persino tra i diavoli)

“La situazione non è a nostro favore, perciò non userò parole che alludano a possibili eventi che hanno più probabilità di non verificarsi. – Lybra sospirò. – Siamo sull’orlo di un baratro, e ci stiamo guardando dentro”.

Tutti gli angeli furono chiamati alle armi. Per i corridoi si sentiva il clangore della bottega dei fabbri che lavoravano di buona lena per affilare armi e crearne di nuove. Tra questi il più abile di tutti era Wraight, grande amico di Michael cui lui volle rivolgersi per la realizzazione delle tenute da battaglia di Samahel e Hel, che si erano offerti volontari per marciare contro Lucifero.

“Non è giusto che andiate solo voi due!” ribattè Cleo mentre accompagnava i tre in armeria, anche lei avrebbe voluto partecipare sebbene non fosse una guerriera, ma Samahel si era fermamente opposto asserendo che non avrebbe avuto alcuna possibilità

“Non sei un soldato, né hai la struttura fisica adatta, moriresti” ripeté il diavolo accarezzando i capelli della lussuriosa che, dopo continui battibecchi (e carezze), si arrese.

La bottega dei fabbri era saldissima e satura del fumo creato dal processo di fusione e modellamento del prezioso metallo con cui venivano realizzate le armi angeliche. In mezzo a una nuvola di fumo, intento a raffreddare una spada modellata ad arte, stava il capo della fornace Wraight: un uomo tarchiato e nerboruto, con i capelli rasati e le ali ricoperte di metallo; indosso aveva un semplice grembiule di cuoio e dei pantaloni logori. Michael salutò a braccia aperte il fabbro e gli presentò i due diavoli, dicendo che gli serviva un’armatura degna di quel nome.

“E io che speravo fossi venuto per portarmi dell’ambrosia. – Wraight appoggiò la spada su cui stava lavorando e si asciugò il sudore sulla fronte. – Non che ne sia entusiasta, ma mi darete la possibilità di sfogare il mio estro creativo” afffermò squadrando i due modelli

“Se non hai voglia di lavorare su di noi, possiamo farlo da soli” ribattè Hel suscitando un rimprovero da Samahel che le diede una gomitata

“Non ti farò mai toccare i miei bambini, nemmeno se fosse Lucifero a torturarmi. Preferisco fare la nottata e spaccarmi le mani”

“Potresti ridarmi la mia vecchia tenuta, allora” propose la diavola accendendo una scintilla negli occhi di Wraight, che riconobbe qualcosa nella struttura di lei

“M..ma tu sei – balbettò un poco, poi ricominciò. – Allora è vero che i gatti hanno sette vite, eh Kat? Ma non avrai la vecchia lady, te ne farò una nuova di zecca” dichiarò lui sorridente, mettendosi immediatamente al lavoro con le sue agili mani che sembravano poter fare tre cose in contemporanea.

Al termine del lavoro, dopo tanta fatica e sudore, Wraight consegnò a Samahel e Hel le rispettiva armature: per Samahel una cotta di maglia sormontata da una corazza finemente incisa in puro Kjetil, un tessuto ancor più resistente di un’armatura ricavato dall’etere mescolato alla polvere di stelle che nei colori ricordava una notte stellata, accompagnato da vambrace e pantaloni della stessa foggia, con fodero per la spada a catena appeso alla cintura di guardia; per Hel invece un corpetto nero con rifiniture turchesi, bracciali e gambali con terminazione a punta, pantaloni lunghi con lacci incrociati sul davanti.

“Ho pensato che ti avrebbe fatto piacere combattere con una vecchia amica” disse Wraight porgendo alla diavola l’arma che utilizzava quando ancora era un angelo, un’alabarda con una coppia di lame ad ascia ad entrambe le estremità che, al suo interno, racchiudeva una catena che le permetteva di colpire i nemici a distanza se si apriva la sezione centrale

“Grazie mille” disse Hel accogliendo tra le sue braccia l’amica di un tempo, stava sorridendo.

Ma le sorprese non erano ancora finite, perché il fabbro aveva fatto fare per Michael una tenuta uguale a quella di Samahel, ma il Kjetil era stato lavorato in modo da essere trasparente e sembrare cristallo

“E’ bellissima” commentò l’angelo rimirandosi con la tenuta indosso, era leggerissima e quando la luce cadeva sulle minuziose rifiniture, queste brillavano come diamanti.

Quando anche Samahel e Hel ebbero indossato le loro tenute, ma solo dopo che il diavolo ebbe salutato a dovere Cleo (il che comprendeva un’infinità di baci e abbracci), il trio si congiunse al resto dei soldati al di fuori della dimora celeste; con loro sommo dispiacere c’era anche Dmitryus, in veste di generale, che nemmeno li degnò di uno sguardo. Anche Lybra si era presentata, abbigliata con un paio di pantaloni corti bianchi (cui dietro scendeva del tessuto argenteo come un mantello), e un corpetto, anch’esso bianco, incrociato con scollatura a cuore cui erano state cucite un paio di maniche, tagliate per tutta la lunghezza, alla cui estremità c’erano delle punte consacrate in argento da usare come armi secondarie alla sciabola che portava appesa alla cintura in cuoio. Erano stati convocati tutti gli angeli che avessero un livello di addestramento superiore al principiante, e nonostante il piazzale fosse pieno c’era sempre il timore che non sarebbero mai stati abbastanza.

Il luogo che ospitava la porte infernale era una landa desolata e secca, con fosse fumanti (erano vicini ad un vulcano semi-attivo), rocce acuminate e un solo albero secco che reggeva i corpi delle guardie. Sembrava il panorama di un pianeta alieno, soprattutto con la grande porta aperta e i diavoli sulla soglia. Davanti a quell’esercito, di cui si vedevano solo le prime file, si ergeva l’angelo caduto Lucifero.

“Ho atteso il vostro arrivo con grande trepidazione, fratelli miei” esordì il re dei diavoli con il sorriso stampato sul viso, gli occhi pieni di malvagità

“Non abbiamo nulla da spartire con te, traditore” ribattè Dmitryus avanzando davanti a tutti gli altri, la punta della spada a due mani era abbassata

“Io sono nato lassù, nella casa celeste, e quel sangue ancora scorre nelle mie vene. La mia illuminazione mi ha reso signore dell’Inferno, ed è quello che vorrei capiste anche tutti voi presenti. Ho intenzione di creare un nuovo regno, e vorrei risparmiare quante più vite mi è possibile”

“Tu vuoi solo portare il caos sull’universo!” ribattè l’angelo guerriero

“Giustizia e pace, è questo che voglio, per i MIEI figli. Unitevi a me, e vedrete l’alba della nuova era” propose Lucifero sollecitando un coro angelico di disapprovazione, sormontato solo da quello diabolico che sosteneva il suo capo

“MORIREMO piutto…” la testa di Dmitryus si separò dal corpo, scomparendo nel vuoto

“Ovviamente stavo dicendo il falso: ai traditori spetta solo la morte. A voi come a Midnight, che sento qui presente nelle sue due reincarnazioni” sentenziò Lucifero, la sua mano stava fumando.

 

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Capitolo 11
*** Midnight ***


Non ci fu un segnale di inizio battaglia, i due schieramenti si gettarono semplicemente l’uno contro l’altro. Non era stato stabilito uno schema d’attacco perché, ormai lo si sapeva, era impossibile seguire una formazione quando si trattava di lottare contro un’orda di diavoli. Anche i gruppi di angeli che erano soliti lottare assieme erano stati sciolti, per evitare di dare un qualunque indizio al nemico sul modus operandi; l’unica accoppiata fissa era il duo Michael-Samahel, su cui sempre vigilavano Raphael ed Hel (su ordine del mentore stesso). Ad eccezione di Lucifero e Artifex, che erano rimasti al loro posto, tutti stavano brandendo la propria arma.
“Come si può uccider Lucifero?” domandò Michael al mentore in un momento in cui le loro schiene si toccarono, senza smettere di infilzare la spada nel corpo dei diavolo che gli si paravano davanti
“Non si può uccidere: egli è l’essenza del male, la sua mancanza definitiva sconvolgerebbe l’equilibrio” rispose Raphael, aveva appena respinto l’assalto di un demone del cerchio dei golosi, un orribile ammasso deforme e bitorzoluto color rosa con la bocca gigantesca.
“E allora che ci stiamo a fare qui? Tanto valeva restarcene a casa” replicò Samahel avvicinandosi ai due, la sua spada a catena era intrisa di sangue nero
“Siamo angeli, è il nostro dovere” fu la risposta che dette il mentore, prima di inoltrarsi a capofitto tra un gruppo di diavoli lussuriosi.

Come avevano ipotizzato Lybra e Dmitryus qualche ora prima, nella Sala dell’Oracolo, i guerrieri più violenti tra gli avversari avevano come unico obiettivo uccidere Michael e Samahel, che si ritrovarono così oppressi dagli avversari da non avere più un attimo di ristoro. Dopo quella che sembrò una successione infinita di parate, schivate e affondi i muscoli delle loro braccia bruciavano terribilmente, e le mani erano percorse dai crampi; il numero di diavoli ai loro piedi aumentava sempre più e le molo menti erano sempre più stanche. Quando la spinta data dall’adrenalina iniziò a calare, le orecchie di Michael non recepirono il rumore dei passi di un diavolo della IV bolgia che, come i suoi dannati, aveva la testa girata al contrario. Neanche Samahel, che stava bloccando con la propria spada quella di un demone senza occhi né bocca del settimo cerchio (quello dei violenti) . I due si accorsero del pericolo imminente solo quando sentirono il suono delle punte consacrate di Lybra, che si abbatterono sulla nuca del diavolo carbonizzandolo all’istante.
“Fate più attenzione!” li ammonì la Potenza, sbarazzandosi di un altro gruppetto di diavoli che la stavano attorniando, senza mai perdere la sua eleganza di cigno
“Panf. – Michael uccise un altro diavolo, sporcandosi il volto col suo sangue. – La fai facile, tu” la rimproverò approfittando dell’attimo di riposo
“Per una volta siamo d’accordo” concordò Samahel mentre, dopo aver attorcigliato la spada attorno al collo di un diavolo, tagliava l’ennesima testa.

Poco più in là, nascosti dalla folla di creature maligne, Raphael ed Hel contribuivano come meglio potevano alla battaglia uccidendo quanti più avversari possibile. I due erano una strana coppia, benchè ben assortita, e continuarono a mietere vittime quasi incuranti che, attorno a loro, si stessero svolgendo altre lotte.
“Questi non finiscono mai!” imprecò Raphael, i cui capelli bianchi risplendevano per il sudore che gli scendeva dalla fronte; aveva tolto la casacca perché gli impediva fin troppo i movimenti più ampi, e già due volte aveva rischiato di rimetterci un braccio per questo. Hel aveva perso entrambi i bracciali durante lo scontro contro la nuova guardiana dei lussuriosi, l’ex vice mora e molto provocante che le era saltata addosso con le unghie graffiandole anche il volto.
“Ci sono più di nove cerchi all’Inferno, credevi che fossimo pochi?” chiese la diavola al mentore, scrutando con lo sguardo in cerca del prossimo avversario. Lo scelse non appena vide la figura imponente di Artifex farsi largo tra la folla con le sei braccia; quando i loro occhi si incrociarono gli occhi di lui presero fuoco.
“Stai qui, io penso al gigante” ordinò la diavola fantasma a Raphael prima ancora che lui potesse proporre di sfidare il diavolo in due.

A differenza dell’ex sottoposto Hel non dovette spintonare che la circondava poiché, vedendo la stazza di Artifex, diavoli e angeli furono concordi nell’aprirgli una strada, facilitando anche il passo di lei. Nonostante fosse già pronta a sferrare un attacco, la diavola fantasma fu messa a terra da Artifex, il quale si sedette a cavalcioni su di lei con gli occhi di un pervertito pronto ad affondare la sua spada.
“Quanto ho sognato questo giorno” disse il diavolo, mentre cercava di vincere la resistenza di Hel per poter stare a diretto contatto con la sua pelle, ma lei non cedeva e continuava a sostenere il peso di Artifex combattendo contro il dolore alle braccia; poi le venne l’idea.
“E continuerai a sognarlo” la diavola sputò negli occhi dell’avversario, e poiché la sua saliva era acida quanto il suo sangue, il diavolo sentì i proprio occhi corrodersi fino a che le orbite non rimasero vuote.
“Aaaaaaaah!” gridò Artifex lasciando la presa, ora che i suoi occhi non c’erano più aveva perso il suo principale punto di riferimento
“Pensavi che ti avrei fatto vincere? – Gli domandò Hel rialzandosi. – E’ stata la pensata più stupida della tua vita”.
La diavola fantasma raccolse la sua arma da terra, e con una delle lame si fece un tagli longitudinale, non troppo profondo, su entrambe le braccia ed attese che Artifex riprendesse il controllo su di sé.
“Allora? Devo andare a prenderti da bere” lo aizzò per fargli capire dov’era
“Adoro questo tuo sarcasmo – Artifex caricò l’assalto. – Ma sarà la tua ultima battuta: ti ucciderò e poi mi godrò tutti i piaceri sul tuo cadavere” disse prima di partire all’attacco con la testa bassa, come fanno i tori; una posizione che Hel sfruttò a proprio vantaggio per saltare sulla schiena dell’avversario e cingerlo da dietro, curandosi che un braccio stringesse il collo e l’altro il torace. Immediatamente il sangue di Hel iniziò a corrodere il corpo di Artifex, che cercò in tutti i modi di far perdere la presa della diavola: la fece sbattere contro una roccia, si rotolò per terra, affondò gli artigli nelle braccia bianche dell’avversaria perdendo anche delle falangi; Hel non cedette mai e più sentiva le braccia affondare nella carne di Artifex più rafforzava la sua presa, finché il corpo del diavolo non si divise in tre e lei ricadde a terra, sfinita.
“Gmmnnmc…….mmmmnn,….grrggrrlrgrl” rantolò la testa di Artifex, le sue corde vocali ormai erano del tutto bruciate e non poteva più emettere una parola sensata
“Stai zitto, mi dai sui nervi” lo rimproverò Hel prima di prendere la sua arma e, con quella, trafisse la testa dell’avversario facendolo diventare cenere.

Poi un urlo di dolore sovrastò il rumore della folla.

“SAMAHEL!” gridò Michael quando il fascio di energia di Lucifero colpì in pieno petto il diavolo, trapassandolo dalla schiena; non c’era alcuna possibilità di fuga, e anche se il corpo di Samahel non era diventato polvere, il diavolo morì sul colpo.
“Questo è il destino dei traditori” proferì il re degli Inferi molto soddisfatto
“Maledetto bastardo!” enunciò Michael lanciandosi contro Lucifero, purtroppo il suo attacco era troppo debole per scontrarsi alla pari con l’avversario, e dopo una finta andata a male l’angelo si ritrovò con lo sterno fracassato e la cassa toracica aperta.
Com’era successo per la prima, vera battaglia che aveva affrontato, Michael non morì sul colpo: cadde a terra, quasi del tutto incosciente, sotto le risate di Lucifero, ma il suo cervello ancora funzionava.

Il nucleo di Samahel. Prendilo” sussurrò una voce nella testa dell’angelo, la stessa che gli aveva suggerito l’antico nome di Hel. La sentì dire la stessa frase un paio di volte, e seguendo quel suggerimento, con l’ultimo briciolo di forza che gli era rimasto (mentre Lucifero andava vantandosi di aver eliminato per sempre le reincarnazioni della creatura leggendaria) Michael affondò la mano nel torace di Samahel e ne tirò fuori il piccolo nucleo ancora pulsante di vita. Lo avvicinò alla propria cavità, vuota, e vide vasi e arterie circondare il globo luminoso e rimetterlo in sede. Quando la cassa toracica si richiuse sul nucleo, dal corpo di Michael si propagò un fascio di luce che investì tutta la valle; durò una manciata di secondi, e quando la luminosità tornò alla normalità tutti furono psicologicamente costretti a fermarsi per osservare la creatura accanto a Lucifero: Midnight.

“Come può essere?” esclamò il re degli Inferi osservando la creatura che non vedeva da secoli: l’uomo, che nei lineamenti era un mix perfetto di quelli di Michael e Samahel, con i capelli neri striati di argento, i cui occhi erano color ghiaccio che poi andava a fumare nei toni del verde smeraldo ai contorni dell’iride, che portava con sé due sciabole (l’una con iscrizioni angeliche, e finemente lavorata con delicati intarsi; l’altra con un occhio con la pupilla stretta e con incise maledizioni) la cui reputazione era terribile; la sua tonaca, bianca e rossa, cadeva morbida sul corpo asciutto e dietro lasciava che le ali (costituite da un’ossatura da angelo, ricoperta di bianchissime piume, con la membrana nera dei diavoli) esibissero tutta la loro bellezza.
“Hai fatto un grande peccato, Lucifero, ed è ora che tu sia punito per le tue colpe” affermò Midnight, la cui voce somigliava molto a quella che aveva Samahel
“NON SUBIRO PIU’ NIENTE!” si oppose il re degli Inferi, e come conferma alle sue parole attaccò la creatura con un nuovo fascio di energia demoniaca. A Midnight bastò sollevare una mano, per fermare l’attacco, e con il volto deformato dall’ira (era una sua caratteristica, il viso che diventava più “infernale” quando si adirava) prese Lucifero per la gola
“Hai rotto l’equilibrio, è ora di sistemare tutto” dichiarò, e toccando la fronte di Lucifero con la sciabola consacrata (portata nella mano destra) estrasse lo spirito dal corpo di Minosse, il quale riprese le sue sembianze oltre che la propria coscienza; in seguito scagliò lo spirito malvagio di nuovo dentro gli inferi, e lo ricacciò nel corpo congelato. Vedendo quello che era successo al loro re, gli altri diavoli rientrarono di corsa nella loro casa, stando ben accorti a non avvicinarsi troppo a Midnight.
“Che ne sarà di me?” domandò Minosse alla creatura, pur sovrastandolo in altezza si mise nella posizione che più somigliava ad un inchino
“Sarai sollevato dal tuo compito, e sceglierò io il tuo sostituto. Hai fatto fin troppi danni per poter restare a guardia dell’Inferno. Ma prima libererai i diavoli maggiori che hai rinchiuso, ti scuserai e sarai a loro servizio, sempre se vorranno lasciarti in vita” sentenziò Midnight a muso duro, ma la sua mente era già altrove.

Quando lo aveva visto emergersi tra le macerie, dove prima c’erano l’angelo e il diavolo, Hel si era sentita mancare le forze quasi fino a sentire il bisogno di sedersi; il terreno sudicio era stato l’unico motivo per cui non aveva seguito quel desiderio. Midnight non era cambiato rispetto all’ultima volta che lo aveva visto, ad eccezione del doppio paio di ali che, nella rinascita, si erano fuse in uno solo. Lo osservò in controluce punire Lucifero e Minosse, poi lui si girò e le sue gambe la fecero correre nella parte opposta. La sua non era paura, piuttosto si vergognava a farsi vedere nel modo in cui era cambiata; non voleva che lui inorridisse davanti alla diavola scheletrica che aveva preso il posto dell’angelo. La sua fuga, tuttavia, durò meno di quanto avesse sperato, poiché Midnight atterrò proprio davanti a lei con un solo battito d’ali.
“Ti prego, amica mia, non scappare” la voce del vecchio amico entrò nelle orecchie di Hel come una melodia, ma lei si girò “Eliel, per favore” ripetè Midnight usando l’antico nome della diavola.
“Non porto più quel nome. – Hel si girò. – Come puoi vedere, non sono più quella di un tempo. Mi sorprende che tu ancora mi riconosca”
“Ti avevo riconosciuto già quando il diavolo ti ha incontrata per la prima volta. Quanto avrei voluto parlarti direttamente, per scusarmi per quello che ti era successo, ma ho potuto solo ad istillare in lui la curiosità di conoscerti. Ho ottenuto qualcosa di più con l’angelo, ricordandogli il tuo vero nome, ma non ho potuto bloccargli la mano quando ti ha uccisa” disse Midnight congiungendo le sue mani con quelle di Hel, riscaldandole con la sua luce
“Non te ne ho mai fatto una colpa: sapevo che tu non avevi potere sulle tue reincarnazioni. Sono io che ho mancato al mio compito, ho permesso che ti trafiggessero” si accusò Hel
“Come avresti potuto fermarli? Tu eri già in fin di vita. Sei solo una vittima di tutto questo, e per farmi perdonare desidero che tu ritorni al mio fianco a guardia dell’Eden, come l’angelo che eri” dichiarò Midnight ridonando l’aspetto di un tempo ad Hel, che smise di sembrare un fantasma riacquistando anche le sue ali bianche.
 
Al suo ritorno nella casa celeste Midnight fu subito oggetto di grande ammirazione da parte di ogni angelo che incrociava il suo cammino, anche se l’unico con cui voleva veramente parlare era Raphael, per ringraziarlo di esseri preso cura della sua reincarnazione angelica.
“Ho fatto solo il mio dovere, signore” rispose in modo molto formale il mentore, era felice che Midnight fosse tornato in vita ma gli mancava Michael e si vedeva
“Mi spiace per Michael, ma lui sarà sempre una parte di me, come lo è il diavolo Samahel. Loro sono sempre stati delle mie perfette reincarnazioni, in tutto e per tutto” spiegò la creatura
“Me ne sono accorto, quando addestravo lui non potevo far a meno di vedere te”.
“Cos’è questa storia? – Li interruppe Cleo avanzando a grandi passi nel corridoio. – Dov’è Samahel? E perché Hel è diventata un angelo?” era furibonda, oltre che in lacrime, e nemmeno la vista di Midnight potè calmarla.
“Michael e Samahel sono tornati ad essere Midnight, non torneranno più. Hel invece è tornata ad essere l’angelo che era una volta, e tornerà a fare da guardiana all’Eden” spiegò Raphael con poco tatto, il che fece arrabbiare Cleo ancora di più
“Ma io…, io amavo Samahel. – Cleo iniziò a piangere. – Sono sola adesso, non ho più un posto dove andare” si portò le mani al viso, e Midnight posò le mani sulle sue spalle
“Mia cara Cleo, conosco il sentimento che ti legava a Samahel: lo sento ancora adesso e lo provo come se fosse mio. Se posso consolarti, non sei sola, perché se vuoi questa sarà la tua nuova casa” propose Midnight con la sua voce calda.
“Anche la tua voce è la sua. – Cleo si scoprì. – Ma che potrei fare qua? Mi guardano tutti male”
“In tal caso, potresti venire con me ed Hel all’Eden e iniziare il tuo addestramento come guardiana”.
“M…ma Midnight, lei è una diavola” si oppose Raphael
“Io sono entrambe le parti, e nessuna regola vieta che uno dei guardiani sia un diavolo. Se lei vuole sarà così, io non ho obiezioni a riguardo e nemmeno il divino”  affermò Midnight con tutta la sua autorità.
Con non poca timidezza, Cleo decise che avrebbe seguito Midnight e l’amica all’Eden, ed iniziò il proprio addestramento. In questo modo, con Lucifero di nuovo imprigionato, Caronte come nuovo giudice infernale e un nuovo ordine ristabilito l’universo ritrovò il proprio equilibrio.

 Nota autrice: Siamo giunti alla fine della storia, mi spiace che magari il sequel sia riuscito un pò meno rispetto al primo tomo ma purtroppo, devo dire la verità, non sono mai riuscita ad esprimermi come volevo. Finita una, si passa alla prossima.

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