The Tournament

di Signorina Granger
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Scelta OC ***
Capitolo 3: *** Arrivo ad Ilvermorny ***
Capitolo 4: *** Benvenuti! ***
Capitolo 5: *** I Campioni ***
Capitolo 6: *** Trasfigurazione, risse, minacce e rivelazioni ***
Capitolo 7: *** La Pesa delle bacchette ***
Capitolo 8: *** Abbracci, verifiche, compiti e pus ***
Capitolo 9: *** Gatti, favori e biscotti ***
Capitolo 10: *** La Prima Prova ***
Capitolo 11: *** Tuonoalato - Magicospino ***
Capitolo 12: *** Annuncio ***
Capitolo 13: *** Amortentia e inviti ***
Capitolo 14: *** Prepararsi, psicologicamente e non ***
Capitolo 15: *** Il Ballo del Ceppo ***
Capitolo 16: *** La festa della famiglia ***
Capitolo 17: *** Si ricomincia! ***
Capitolo 18: *** Serpecorno - Wampus ***
Capitolo 19: *** Furti e risse mancate ***
Capitolo 20: *** Afefobia ***
Capitolo 21: *** Il potere di un ricordo ***
Capitolo 22: *** San Valentino e compleanni ***
Capitolo 23: *** Risvegli movimentati, foto e allenamenti ***
Capitolo 24: *** Un compleanno normale... O forse no ***
Capitolo 25: *** La Seconda Prova ***
Capitolo 26: *** Magicospino - Wampus ***
Capitolo 27: *** Non sempre si festeggia ***
Capitolo 28: *** Pesce d'Aprile! ***
Capitolo 29: *** Vacanze Pasquali ***
Capitolo 30: *** Ritorno a scuola ***
Capitolo 31: *** Febbre, regali e baci ***
Capitolo 32: *** Tuonoalato - Serpecorno ***
Capitolo 33: *** Programmi per il futuro ***
Capitolo 34: *** La Terza Prova ***
Capitolo 35: *** In partenza ***
Capitolo 36: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


The Tournament 


Prologo 


Le labbra di Scarlett Andersen si incurvarono in un debole sorriso mentre, insieme a tutti i compagni di scuola, osservava dall’alto i nuovi arrivati entrare nell’ampio ingresso circolare. 

La ragazza vide distintamente diverse teste alzarsi per guardare il soffitto di vetro a cupola di cui quei ragazzini avevano tanto sentito parlare... Poi i loro occhi si spostarono sui loro colleghi più anziani, che li osservavano con curiosità e divertimento al tempo stesso, mentre molto cercavano con lo sguardo fratelli, sorelle o cugini. 

Scarlett sorrise, vedendo il nervosismo negli occhi di gran parte tra i ragazzini appena entrati in fila dietro alla Vicepreside, la Professoressa Holland di Pozioni. 

Li capiva benissimo... Anche a lei aveva quasi preso il panico vedendo tutte quelle persone più grandi di lei... A nessuno piaceva molto il metodo di Smistamento di Ilvermorny, dove uno alla volta ogni nuovo studente doveva essere scelto da una o più Case sotto gli occhi di tutti. 

L’ingresso della scuola poteva infatti essere visto facilmente dal primo piano tramite una balconata in legno circolare, dove prima del Banchetto venivano invitati a salire tutti gli studenti dal secondo al settimo anno. 
Guardare i ragazzini terrorizzati era quasi divertente... Ma non lo era stato per nessuno quando era loro il turno di essere sotto gli occhi di tutti. 


Scarlett ricordava distintamente il suo Smistamento, da una parte le sembrava si trattasse del giorno prima mentre dall'altra sembravano essere passati secoli. 

La giovane strega era decisa a goderselo, essendo l'ultimo a cui avrebbe assistito: anche il settimo, agognato e temuto anno era arrivato, l'anno dopo a quel punto non si sarebbe trovata su quella familiare balconata in legno. 

Il silenzio calò sulla balconata mentre la Holland invitava i nuovi arrivati a disporsi lungo le pareti e a farsi avanti quando li avrebbe chiamati, in ordine alfabetico: per essere scelti, gli studenti dovevano posizionarsi sul simbolo di nodo gordiano inciso nel pavimento... Il simbolo della fondatrice della scuola, Isotta Sayre.

I ragazzini ubbidirono, affrettandosi ad avvicinarsi alle pareti e spostandosi quindi dal raggio visivo degli studenti più grandi, che attendevano con ansia l'inizio dello Smistamento... O più probabilmente, il Banchetto che l'avrebbe seguito. 


“Adams, Jane.” 

Una ragazzina bionda si avvicinò timidamente alla Vicepreside, che le fece gentilmente cenno di mettersi sul nodo gordiano. 
Lei ubbidì mentre tutto tenevano gli occhi fissi su di lei, in attesa.

Poveretta... Dura, essere la prima. Scarlett lo sapeva bene e mai aveva odiato il suo cognome quanto al momento dello Smistamento. 

La giovane Jane teneva gli occhi fissi sui quattro grandi i tagli di legno posti davanti a lei: i simboli delle quattro Case della scuola. Il Serpecorno, il Magicospino, il Tuono Alato e il Wampus. 

Dopo qualche secondo il Magicospino si animò e sollevò la freccia, segno che aveva scelto la giovane studentessa. La parte della balconata alla sinistra dell'ingresso, opposta a dove si trovava Scarlett, esultò e applaudi mentre Jane sembrava più che sollevata mentre tornava vicino al muro e la Holland chiamava il secondo studente, Hugh Brown. 

Il ragazzino, come a volte capitava, venne scelto da ben due Case: la pietra incastonata sulla testa del Serpecorno brillò e il Tuono Alato agitò le ali, segno che entrambi lo volevano nella loro Casa. 

A quel punto stava allo studente in questione scegliere dove andare... E Scarlett sorrise compiaciuta quando scelse di entrare nella Casa che, a detta di molti, simboleggiava l’anima e accoglieva gli avventurieri: Tuonoalato.

La ragazza si unì agli applausi dei suoi compagni di Casa mentre veniva chiamata una seconda ragazzina, che venne scelta dal Wampus che ruggì, come da tradizione. 

Quando, circa mezz'ora dopo, lo smistamento finì la Holland si portò dietro i nuovi studenti nella sala a sinistra dell'ingresso per far sì che le potessero essere scelti anche dalle loro future bacchette, mentre gli altri scendevano nell'ingresso per raggiungere la Sala da Pranzo e iniziare a cenare. 

Nessuno poteva immaginare che durante il Banchetto ci sarebbe stata una sorpresa più che inaspettata: quell'anno spettava ad Ilvermorny, dopo vent’anni, il turno di ospitare il Torneo Tremaghi. 








                                                                                                *******************************************
Angolo Autrice 


Ehm... Sì, sono sempre io, credo che ormai tutti coloro che seguono le Interattive mi conoscono.
Lo so, sono masochista, incosciente e schifosamente impaziente: sono suicida ma quando mi viene un'idea difficilmente riesco a trattenermi. 

Ebbene si, dopo aver letto l'articolo sulla scuola americana ho deciso di cimentarmi in una storia ambientata ad Ilvermorny.

Me ne ero già uscita con una cosa simile qualche mese fa ma poi ho lasciato perdere per assenza di idee e di ispirazione. Questa volta però ce la faccio, giuro.

Ad ogni modo, poiché la storia tratta di un’edizione del Torneo mi serviranno ovviamente non solo OC di Ilvermorny ma anche della cara vecchia Hogwarts e di Durmstrang.


Regole 

-    Se siete interessati, recensite richiedendo sesso, Scuola e Casa dell’OC
-    Potete prenotare 2 OC al massimo a testa ma di scuole diverse a meno che non siano fratelli
-    Accetto SOLO studenti del VII anno, nessuna eccezione 
-    Mandate la scheda dopo la mia conferma, avete tempo fino alle 19 del 10
-    I vostri OC devono per forza proporsi per il Torneo ECCETTO quelli di Ilvermorny, in quel caso potrete scegliere 
-    Se venite scelti dovrete essere partecipi e farvi sentire spesso, altrimenti il vostro OC morirà in una prova cruenta... E no, non scherzo 

Siate inoltre attinenti alla scuola che scegliete: non mandatemi OC di Durmstrang che si chiamano Mario Rossi o Alessia Verdi, grazie. 

Essendo il Torneo Tremaghi sceglierò io chi saranno i tre Campioni e poi sceglierò altri OC che non prenderanno parte alle prove


Vi metto qui sotto delle informazioni sulle Case di Ilvermorny nel caso qualcuno non avesse letto l'articolo su Pottermore:

-    Serpecorno: il suo simbolo è il Serpente Cornuto e rappresenta la mente, si dice che prediliga le persone studiose, che desiderano imparare e mettere in pratica le loro conoscenze. Può essere definita un po’ come la variante americana di Corvonero.

-    Wampus: il suo simbolo è, appunto, il Wampus e rappresenta il corpo, gli studenti scelti da questa Casa vengono definiti dei “guerrieri”, persone che non si tirano indietro di fronte a discussioni o conflitti ma non sempre leali. Può essere messa a confronto con Grifondoro.

-    Magicospino: il suo simbolo è il Magicospino, predilige i “guaritori” e simboleggia il cuore. Può essere confrontata con Tassorosso e i suoi appartenenti sono persone leali, sincere e spesso empatiche.

-    Tuonoalato: il suo simbolo è il Tuono Alato, rappresenta l'anima e i suoi appartenenti sono detti “avventurieri”. È un po’ la versione americana di Serpeverde: sceglie persone indipendenti, ambiziose e spesso introspettive, che prima di prendere una decisione guarda dentro di sé. 


A questo punto vi metto la scheda da completare:


Nome:
Scuola e Casa:
Descrizione psicologica:
Aspetto:
Prestavolto:
Cosa ama/odia:
Passioni/Talenti:
Fobie/debolezze:
Ruoli:*
Materie:
Segreti:*
Perché vuole partecipare al Torneo?
Amicizie/Inimicizie:
Amortentia:
Patronus:
Relazione:*
Altro:*


E infine, ecco la mia OC:



Scarlett Anderson, Ilvermorny, Tuonoalato, VII anno, Caposcuola




Direi che è tutto... a presto!
 

Signorina Granger 

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Capitolo 2
*** Scelta OC ***


Capitolo 1

 

1 Settembre, Scuola di Magia e Stregoneria di Ilvermorny

 

Scarlett Anderson stava seguendo i suoi compagni di Casa per entrare nella Sala da Pranzo quando si sentì chiamare da una voce familiare.

La ragazza smise di camminare e si voltò, rimanendo quasi investita dall’abbraccio che la travolse e per poco non le fece perdere l’equilibrio; ormai però ci era abituata e aveva sviluppato dei riflessi abbastanza buoni da non rotolare a terra ogni volta che una delle sue più care amiche le si avvinghiava addosso come un Koala.

 

“Ciao Ley… Anche tu mi sei mancata.”

 

Fortunatamente la ragazza le si staccò di dosso, rivolgendole uno dei suoi vivaci e caldi sorrisi che facevano brillare gli occhi azzurrissimi della Serpecorno.

 

“Non vedevo l’ora di rivederti! Si può sapere che fine hai fatto, ad Agosto? Non hai quasi mai risposto alle mie lettere!”

 

Il sorriso svanì dal volto di Hailey Silverstone, che guardò l’amica quasi con fare accusatorio.

 

Oh no…

 

Scarlett, sapendo cosa stava per succedere, si affrettò a spiegarle che aveva avuto problemi con le comunicazioni, passando quasi tutto l’ultimo mese di vacanza in Spagna.

La Tuonoalato guardò l’amica quasi con cipiglio speranzoso, pregando mentalmente affinché non si mettesse in modalità “me misera me tapina” prima ancora di cenare.

 

Evidentemente Hailey decise di dargliela buona per quella sera e riprese a sorridere, annunciando che aveva molto da raccontare mentre la prendeva a braccetto e se la trascinava verso le porte aperte della Sala da Pranzo.

 

“Hai visto Nova? Stasera non riesco a trovare nessuno!” Sbuffò Hailey guardandosi intorno alla ricerca della loro amica, mentre Scarlett puntava un tavolo vuoto da occupare insieme all’amica.

 

Ad Ilvermorny non si usava mangiare divisi per Case: nella scuola americana erano tutti piuttosto “tolleranti” e gli studenti non erano soliti discriminarsi tra loro per via della separazione. La Sala da Pranzo quindi era perennemente arredata con piccoli tavoli rotondi, che gli studenti potevano occupare a loro piacimento.

 

“Ah, eccola lì!”

 

Hailey sorrise, alzando il braccio in direzione di una ragazza minuta e dai capelli castano scuro.

 

Scarlett sgranò gli occhi azzurri, sapendo che era in arrivo un secondo abbraccio soffocante mentre la minuta quanto vivace Nova Ward quasi correva in direzione delle due.

 

Ovviamente la Tuonoalato non ebbe modo o tempo di sottrarsi alla morsa soffocante di Nova, visto che Hailey le teneva gentilmente inchiodata a lei per un braccio.

Così, la rossa si trovò nuovamente stretta in un abbraccio spezza-costole nel giro di cinque minuti… proprio lei, che odiava gli abbracci.

 

Ovviamente le sue dolci (e malefiche) migliori amiche lo sapevano e non tardavano di avvinghiarsi alla Caposcuola come cuccioli con la madre… ogni tanto Scarlett le aveva minacciate di togliergli punti, se non le si fossero staccate di dosso.

 

“Nova… mi stai soffocando…” Mormorò Scarlett con voce strozzata, mentre Hailey rideva sotto i baffi e Nova, obbediente, le si staccava di dosso per rivolgere alle due un gran sorriso allegro:

 

“Finalmente vi ho trovate! Ma dove vi eravate cacciate, mi state evitando?”

 

“Io no, ma Scarlett ha provato a filarsela con la coda tra le gambe visto che non ha risposto alle mie lettere per metà delle vacanze.”

 

“Ma non è vero!”

 

“Cosa? Ha ignorato anche te Ley?”

 

“Si!”

 

Scarlett inarcò un sopracciglio, tenendo gli occhi fissi sulle due ragazze che continuavano a parlare davanti a lei quasi come se non ci fosse, discutendo su come non avesse risposto alle loro lettere durante Agosto.

 

“Emh, ragazze… Io sono ancora qui…”

 

Nova si voltò verso di lei e sfoggiò un sorrisetto prima di prenderla saldamente per un braccio, trascinandosela dietro mentre Ley la prendeva per l’altro:

 

“Lo sappiamo cara, e questa sera non scapperai… Abbiamo molte cose di cui parlare!”

 

Scarlett si trattenne dal sospirare mentre le due ragazze la facevano sedere in mezzo a loro, inchiodandola ad una cena di racconti estivi.

 

Quelle due non erano cambiate di una virgola durante le vacanze… poco ma sicuro.

 

                                                                                                                                                 *

 

Istituto di Durmstrang, Sala da Pranzo

 

Marlena teneva lo sguardo sul suo piatto ormai vuoto, pensando a quanto la Preside, la Professoressa Wagner, aveva appena detto.

 

Intorno a lei tutti stavano parlando del Torneo Tremaghi, specialmente i suoi coetanei che stavano discutendo sull’eventualità di provare a partecipare o meno.

Il fatto che potessero proporsi solamente studenti del settimo anno sembrava aver deluso e irritato parecchio diversi ragazzi, specialmente del quinto o sesto anno che stavano invidiando l’opportunità dei compagni più grandi.

 

Marlena sul momento non era rimasta particolarmente impressionata dalle parole della Wagner… insomma, non era una persona tanto ambiziosa da cercare la fama e la gloria vincendo il Torneo.

L’idea di andare ad Ilvermorny, la nota scuola americana, ovviamente le piaceva… ma poi le era balenato altro nella mente: la vincita.

 

Era risaputo che al vincitore del Torneo veniva dato un premio di mille galeoni… e a lei, o meglio alla sua famiglia, quei soldi avrebbero davvero fatto comodo.

La giovane strega alzò gli occhi chiari su due compagni di scuola seduti davanti a lei, che stavano parlando del Torneo.

 

Non che si aspettasse qualcosa di diverso da quei due: era certa che Markus e Aleksandur si sarebbero proposti per il Torneo. Figuriamoci, erano entrambi fin troppo palloni gonfiati per non farlo.

 

“Suppongo che voi due avete intenzione di provare a partecipare…”

 

Osservò Marlena rivolgendosi ai due, che smisero di parlare per spostare l’attenzione sulla ragazza.

Markus sfoggiò un gran sorriso, gli occhi luccicanti anche solo all’idea di andare in America:

 

“Non mi perderei mai un’occasione simile! Andare in America, conoscere persone nuove e partecipare al Torneo Tremaghi tutto in una volta. Un pacchetto completo, non credi?”

 

Marlena non rispose, limitandosi a roteare gli occhi chiari: aveva come l’impressione che con “persone nuove” Markus intendesse “ragazze nuove” … Ma ormai ci aveva fatto l’abitudine.

 

“E tu Alek?”

 

Aleksandur sorrise a sua volta, accarezzandosi distrattamente i capelli scuri prima di rispondere:

 

“La penso come Markus, naturalmente… Chi si lascerebbe sfuggire un’opportunità simile? E tu che ne pensi, Marlena?”

 

La ragazza si strinse nelle spalle, non sapendo cosa dire: non lo sapeva nemmeno lei… Quei due però avevano ragione, era davvero un’occasione d’oro anche se avevano punti di vista diversi.

 

Avrebbe mai avuto modo di vedere Ilvermorny, se non in quell’occasione? Probabilmente no… E poi c’era la questione dei soldi.

 

Aleksandur e Markus tornarono a discutere sul Torneo e Marlena si estraniò leggermente, non ascoltandoli mentre rifletteva sul da farsi: in ogni caso sarebbero arrivati ad Ilvermorny per Halloween… Perciò, aveva praticamente due mesi per pensarci e prendere una decisione.

 

“Io ci provo di sicuro… Siamo fortunati, sarebbe potuto capitare l’anno prossimo o l’anno scorso! Invece siamo al settimo anno, abbiamo l’età per partecipare. Io mi metterò in gioco, o almeno voglio provarci.”

 

Alek si strinse nelle spalle, mentre con la mente volava quasi automaticamente a suo padre. Era l’occasione per renderlo, fiero, finalmente.

E anche se non fosse stato scelto dal Calice di Fuoco, avrebbe comunque passato un anno all’estero nella più famosa scuola di magia americana… In ogni caso, sarebbe stato un anno fruttuoso e diverso dagli altri.

Un modo memorabile di concludere il suo percorso di studi.

 

Quanto a Markus… sia lui che Alek sapevano che non avrebbe perso occasione per mettersi in mostra in qualche modo.

 

“Il problema a questo punto sarà arrivare a fine Ottobre! Fosse per me, partirei anche adesso.”

 

Osservò Markus quasi sbuffando, maledicendo la Wagner per aver parlato del Torneo al Banchetto di inizio anno: ora avrebbe passato i primi due mesi di scuola in costante attesa… aveva la sensazione che Settembre e Ottobre non sarebbero passati velocemente.

 

“Beh, iniziamo il conto alla rovescia allora… Al Torneo Tremaghi!” Markus prese il suo calice sorridendo, sollevandolo leggermente in direzione dell’amico, che lo imitò e annuì:

 

“Decisamente… Al Torneo Tremaghi, sperando che uno di noi venga scelto.”

 

                                                                                                                                                        *

 

Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, Sala Grande

 

“Ciao Abby!”

 

Abigail si voltò mentre entrava nella Sala Grande, sorridendo alla vista di una sua amica Grifondoro, Marlene McRumble.

La ragazza aveva così fretta di raggiungere l’amica che quasi inciampò nei piedi di qualche ragazzino del terzo anno, rischiando di scivolare dritta sul freddo pavimento del Salone d’Ingresso.

 

“Ops… Scusate!” La ragazza rivolse un sorriso a mo’ di scuse ai ragazzini di Corvonero, che borbottarono qualcosa sull’imbranataggine delle ragazze più grandi mentre Marlene dava loro le spalle per raggiungere Abigail, che trattenne una risata:

 

“Non ti risparmi nemmeno al Banchetto, vedo.”

 

“Certo che no, devo inziare fin da subito con le mie figuracce… Come sono andate le vacanze?”

 

La Tassorosso sfoggiò un sorriso lievemente malinconico, non esattamente felicissima di aver ricominciato la scuola. (Alla faccia vostra Nda)

 

“Bene, avrei preferito non finissero…”

 

“McRumble, Palmer! Smettetela di parlare e andate a sedervi, lo Smistamento sta per cominciare!”

 

Le due ragazze si voltarono verso la fonte della voce, ovvero una rognosissima Caposcuola Corvonero che le fulminò con lo sguardo prima di andare a sedersi al suo tavolo.

 

“Diventa ogni anno più simpatica… Beh, sarà meglio andare o tornerà a farci sentire i suoi toni soavi. A dopo!”

 

Con un ultimo sorriso allegro Marlene girò sui tacchi per raggiungere il tavolo dei Grifondoro, mentre Abigail andava sedersi al primo posto libero a quello dei Tassorosso che riuscì a trovare.

 

 

“Ciao Luke!”

 

Marlene sedette davanti ad un ragazzo dai capelli biondi e abbronzato, che stava tamburellando con le dita sul tavolo con afre un po’ impaziente: conoscendo Lucas Wallaby, di certo aveva fame.

 

“Ciao Len… Hai sentito la novità di quest’anno?” Lucas rivolse alla mora un sorrisetto, che si fece ancora più largo al vedere l’espressione confusa della ragazza:

 

“No? Beh, allora sarò io a darti la notizia. Sul treno correva voce che quest’anno il Torneo Tremaghi si terrà ad Ilvermorny…”

 

“Aspetta, la scuola Americana?”

 

Lucas annuì con un sorriso e ben presto anche il volto della compagna di Casa s’illuminò allo stesso modo: aveva scordato che quell’anno si sarebbe nuovamente svolto il Torneo… e l’idea di andare in America non era niente male.

 

Marlene lanciò uno sguardo a Lucas mentre le porte si aprivano, facendo entrare i ragazzini del primo anno. Conoscendolo, era sicura che avrebbe provato a partecipare… Ma nemmeno lei denigrava l’idea: non che fosse particolarmente in cerca di fama, ma almeno non si sarebbe annoiata.

 

“Stai pensando di provare a partecipare, Len? Non ti facevo tipo da prove del genere…”

 

Lucas guardò la ragazza con gli occhi chiari, parlando sinceramente: Marlene non era un tipo molto competitivo… non avrebbe mai pensato di vederla provare a diventare uno dei Campioni.

La ragazza si strinse nelle spalle, sostenendo che tutto era possibile mentre il silenzio calava nella Sala Grande, segnando l’inizio dello Smistamento.

 

Non volendo disturbare e farsi riprendere già al Banchetto di Benvenuto, Lucas non aggiunse altro anche se la sua attenzione era molto distante dallo Smistamento: stava pensando al Torneo, sperando che quello che aveva sentito sull’Espresso per Hogwarts fosse vero e non una qualche cavolata…

Non gli sarebbe affatto dispiaciuto vedere Ilvermorny… e nemmeno prendere parte allo storico Torneo Tremaghi, il più importante evento che univa le scuole di magia sparse per il mondo, se non l’unico.

Quello sarebbe stato il suo ultimo anno ad Hogwarts e se da una parte un po’ gli dispiaceva l’idea di passarlo ad Ilvermorny, dall’altra era certo che non avrebbe mai avuto un’altra opportunità del genere.

 

Non poteva assolutamente lasciarsela scappare.

 

                                                                                                                                                                   *

 

Jake Miller sorrise istintivamente, smettendo praticamente di ascoltare le parole della Preside Stevenson: aveva sentito quanto gli bastava… dopotutto, a lui delle regole non era mai importato nulla prima di allora e di certo il Torneo non avrebbe fatto eccezione.

 

Torneo Tremaghi, Ilvermorny, 31 Ottobre, limite di età 17 anni…

 

Quelle informazioni gli bastavano tranquillamente per sorridere: in effetti un po’ gli dispiaceva che la sua scuola avrebbe ospitato il Torneo, sarebbe stato un modo per visitare una delle altre scuole di magia… Ma almeno avrebbe giocato in casa, se il Calice di Fuoco l’avrebbe scelto.

 

Fortunatamente era al suo settimo anno, quindi aveva l’età per partecipare.

L’idea di candidarsi come Campione di Ilvermorny gli era balenata in testa non appena la Stevenson aveva introdotto il discorso: non aveva alcun dubbio… era deciso a provarci e di certo due mesi dopo non sarebbe stato di altro avviso.

 

Il suo cognome era conosciuto in tutta la scuola tra la fama di suo fratello… In realtà si poteva dire che anche lui fosse famoso all’interno della scuola, anche se non in modo strettamente positivo.

 

Diventando Campione avrebbe potuto riscattarsi e dimostrare che non solo suo fratello maggiore era in grado di fare qualcosa… di certo erano diversi, ma lui non era da meno. L’avrebbe dimostrato alla sua scuola e in primis alla sua famiglia.

 

 

 

 

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Angolo Autrice

 

Salve a tutti! Finalmente eccoci alla Scelta degli Oc…

Grazie a tutti per aver provato a partecipare e per aver mandato le schede! Di alcuni personaggi mi sono innamorata subito mentre altri non mi hanno entusiasmato o erano troppo simili ad altri… quindi ho dovuto scegliere, mi spiace per chi non è stato scelto!

 

Ho reso bene i vostri OC, almeno per ora? Spero di sì e di riuscirci in futuro… in caso fatemi sapere.

 

Vi metto qui sotto, infine, la lista degli OC scelti:

 

ILVERMORNY

 

Hailey Silverstone, Serpecorno, Cercatrice, Prefetto

 

Nova Ward, Magicospino, Battitrice

 

Jake Miller, Tuonoalato, Battitore e Capitano

 

HOGWARTS

 

Lucas Wallaby, Grifondoro, Portiere e Capitano

 

Abigail Palmer, Tassorosso, Prefetto



Marlene McRumble, Grifondoro

 

 

DURMSTRANG

 

Marlena Rosa

 

 

Markus Bauer, Portiere

 

Aleksandur Yavor

 

 

Ultima cosa: pochissimi di voi l’hanno specificato nella scheda, quindi volevo chiedervi se i vostri OC hanno per caso degli animali… Per chi ha OC di Ilvermorny, sappia che sono permessi i cani! (Idea puramente mia, non lo troverete scritto da nessuna parte)

 

Detto ciò vi saluto, a presto!

 

Signorina Granger

 

 

 

 

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Capitolo 3
*** Arrivo ad Ilvermorny ***


Capitolo 2: Arrivo ad Ilvermorny 

 

31 Ottobre, 12:30 pm

Gli occhi di Hailey Silverstone stavano scrutando attentamente la Sala da Pranzo, cercando le sue due migliori amiche che sembravano essersi volatilizzate nel nulla da quella mattina: era sicura che sarebbero andate a vedere la partita tra Serpecorno e Tuonoalato… Certo, Scarlett odiava il Quidditch, ma giocava la sua Casa e andava sempre a vederla in compagnia di Nova quando Magicospino non era in campo.

 

Eppure non le aveva viste sugli spalti e chiedendo in giro aveva scoperto che nessuno le aveva incrociate… dov’erano andate ad imbucarsi?

 

Hailey assottigliò gli occhi chiari, dirigendosi a passo di marcia verso un tavolino nell’angolo più remoto della grande sala… probabilmente stavano cercando di nascondersi, ma sfortunatamente i capelli di Scarlett erano davvero difficili da non notare.

 

La rossa si accorse dell’amica in arrivo e assestò a Nova una gomitata sotto al tavolo come per avvertirla prima di stamparsi un sorriso quasi nervoso in volto:

 

“Ciao Ley… com’è…”

 

“Abbiamo vinto, ho preso il Boccino.”   Decretò la Serpecorno in tono neutro, sedendo di fronte alle due amiche.

 

Nova le rivolse un gran sorriso e le fece i complimenti, imitata da Scarlett:

 

“Oh, ma è fantasti- “

 

La rossa si bloccò di colpo, cogliendo lo sguardo gelido che le rivolse Jake Miller mentre passava dietro a Hailey.

 

Ops…

 

In effetti sembrava che il Capitano della squadra d Tuonoalato non avesse preso bene la sconfitta e spesso riprendeva Scarlett definendola come “l’unica persona al mondo che non tifa per la propria squadra” … Sfortunatamente era di parte, trattandosi di Hailey.

"Cioè... beh, peccato."  Scarlett si corresse all'istante, cercando di assumere un'espressione delusa che fece scuotere il capo al ragazzo, ormai rassegnato. 

Nova sorrise ma Hailey sembrò non farci caso, rivolgendosi invece alle due amiche con aria indagatrice:

 

“Ma dove eravate? Sembra che nessuno vi abbia visto nei dintorni dello stadio!”

 

“Beh… noi eravamo qui, a dire il vero. E non ci siamo divertite molto, abbiamo passato la mattinata a dare la caccia a Zeus e Whisky!”

 

Nova roteò gli occhi, pensando quasi con sollievo al fatto che ora il suo cane era chiuso in Dormitorio, senza aver la possibilità di gironzolare per la scuola.

 

Hailey le guardò per un attimo e il muso che stava per mettere su svanì di colpo, lasciando il posto ad un’espressione sorpresa che si tramutò in una risata:

 

“Ridi, ridi cara! La Holland ce ne ha dette di tutti i colori, sai che odia i cani.”

 

Scarlett sbuffò, lanciando un’occhiata velenosa alla suddetta Vicepreside che stava conversando con la Stevenson al tavolo degli insegnanti.     La professoressa di Incantesimi voleva che tutto fosse in ordine per l’arrivo delle delegazioni… e ciò includeva niente cani che gironzolavano per l’ingresso.

 

“Certo che rido, mi sembra di vedervi rincorrere Zeus da una parte all’altra!”

 

Scarlett incrociò le braccia al petto, quasi pentendosi di aver tifato per l’amica per tutti quegli anni quando giocava a Quidditch. Amava il suo cane alla follia, ma era parecchio esuberante e quando non lo controllava scappava da tutte le parti, portandosi dietro un entusiasta Whisky, il Lupo Cecoslovacco di Nova.

 

Lilith invece, l’Husky di Hailey, era estremamente obbediente… Scarlett diceva sempre al suo Zeus di imparare da lei un po’ di educazione.

 

“Cambiamo argomento… vi ricordo che prima di cena arrivano gli studenti di Hogwarts e Durmstrang!”

 

Un gran sorriso fece capolino sul volto di Nova, estendendosi fino agli occhi della ragazza.  Hailey smise finalmente di ridacchiare e annuì, visibilmente entusiasta.

 

Scarlett invece non disse nulla, limitandosi a roteare gli occhi mentre le due amiche prendevano a parlare del Torneo e di come sarebbe stato conoscere persone nuove… entrambe erano andate in visibilio quando la Stevenson aveva annunciato che la loro scuola avrebbe ospitato il Torneo: Hailey adorava le culture straniere e l’idea di potersi confrontare con persone diverse da lei l’aveva resa quasi euforica per una settimana.

 

Come se non bastasse, sia lei che Nova avevano deciso di provare a partecipare, cercando di convincere anche Scarlett che però si era dimostrata irremovibile: in effetti non era molto contenta che le due ci provassero… Non moriva dalla voglia di dover guardare nessuna delle due rischiare la vita in qualche prova, ma so era trattenuta dal farlo notare ad alta voce.

 

“Non capisco perché tanto entusiasmo per i crucchi…”

 

“Oh, ma smettila Scarlett! Non sei contenta di conoscere qualche ragazzo nuovo?”  Nova rise, mentre Scarlett si stinse nelle spalle replicando che non le piacevano i biondi, di solito.

 

“Beh, comunque ci saranno anche i british…”

 

“Già, e dicono che siano tremendamente antipatici.”

 

“Ma che hai oggi? Stai male?”

 

Hailey lanciò all’amica uno sguardo sospettoso mentre Nova, preoccupata, si sporgeva sul tavolo per mettere una mano sulla fronte pallida di Scarlett, come a volerle misurare la febbre. La rossa rise e si scostò, decretando che non era malata… solo non ci vedeva niente di così entusiasmante, nel Torneo. E il fatto che negli ultimi due emsi nessuno avesse parlato d'altro l'aveva quasi mandata in esasperazione.

 

Nova sosteneva di voler partecipare per mettersi alla prova e testare i suoi limiti… fino a che punto poteva arrivare.

Hailey invece… Beh, era tutto nato da una scommessa più che da un interesse spontaneo, ma non si sarebbe mai tirata indietro.

 

Specialmente perché, quando le avevano proposto quella sfida, il suo odiato ex era a portata d’orecchi… probabilmente si sarebbe messa a cantare in mezzo all’ingresso piuttosto che rifiutare una sfida davanti a lui.

 

“Per di più la Holland non ci ha dato nemmeno compiti per domani con la scusa l’arrivo delle delegazioni! La giornata non potrebbe andare meglio.”     Hailey sfoggiò un sorriso soddisfatto lasciando il tovagliolo sul tavolo, mentre Scarlett la guardava quasi con aria scettica: 

 

Aspetta a dirlo… chissà che altro potrebbe succedere

 

                                                                 *

 

“Sono l’unica che ha il mal di mare?”

 

Marlena si strattonò nervosamente il colletto della camicia, leggermente a disagio mentre pregava di arrivare in fretta.

 

Non ne poteva più di quel viaggio in nave… non che ci avessero messo molto grazie alla magia, ma non vedeva comunque l’ora di scendere.

 

“Onestamente credo di sì… Ma rilassati, non manca molto all’arrivo.”     Osservò Alek con un sorriso allegro, seduto su un divanetto accanto a Markus che sembrava impaziente esattamente quanto la ragazza:

 

“Lo spero… non vedo l’ora di vedere questa fantomatica scuola americana.”

 

“Io invece non vedo l’ora di mangiare! Sto morendo di fame… dite che in America si mangia male come dicono?”

 

“Non lo so Alek, ma stai per scoprirlo immagino…” 

 

 

Quando, dieci minuti dopo, gli studenti di Durmstrang scesero dal veliero magico della scuola, si diffuse un disappunto generale: poiché non ci si poteva Materializzare entro i confini della scuola, avrebbero dovuto camminare un po’ prima di risalire la collina.

 

“Certo che per essere quasi novembre non fa affatto freddo!”   Osservò Markus inarcando un sopracciglio, incantando non verbalmente il suo baule affinché lo seguisse magicamente. Alek fece lo stesso e annuì mentre i due si incamminavano con Marlena dietro di loro che borbottava qualcosa sull’avere la nausea e dover camminare.

 

“Immagino che qui le temperature non si avvicinino nemmeno lontanamente alle nostre… Coraggio, diamoci una mossa, voglio arrivare a questa scuola!”

 

“Scusa se te lo chiedo Alek, ma sei impaziente di arrivare perché vuoi sapere di più del Torneo o perché vuoi vedere quante ragazze ci sono ad Ilvermorny?”

 

Per tutta risposta il moro si rivolse all’amico semplicemente con un sorrisetto, evitando di parlare visto che la risposta era chiarissima ad entrambi: un po’ per tutte e due.

Markus ridacchiò mentre invece Marlena alzò gli occhi al cielo senza però dire nulla: ormai aveva perso la speranza, quei due non sarebbero mai cambiati. 

Quanto a lei, non vedeva l'ora di vedere Ilvermorny e conoscere persone nuove... anche se non nel senso che intendevano Markus e Alek, a Marlena sarebbe sinceramente piaciuto fare amicizia con qualcuno.

 

                                                                       *

 

“Stramaledetta boscaglia, è pieno di fango qui intorno!”      Marlene sbuffò, tenendo lo sguardo basso per vedere dove stava mettendo i piedi. Era buio pesto e non si vedeva un granché, le uniche fonte di luce erano le bacchette illuminate degli studenti e del preside, il Professor Crawley.

 

“Cosa c’è Len, non vuoi sporcarti le scarpette?”     Lucas sghignazzò mentre le passava accanto, guadagnandosi uno sguardo un po’ trovo da parte dell’amica… tuttavia il biondo non se ne accorse minimamente, un po’ per la scarsa luce e un po’ perché era troppo emozionato per concentrarsi realmente su qualcosa.

 

“No, simpaticone… Ma si scivola, e io sono una professionista in questo!”

 

“In effetti non sarebbe il massimo presentarsi agli yankee ricoperta di fango…”   Osservò Lucas in tono quasi pensieroso, mentre Abigail si avvicinava a Marlene restando a distanza dalla gabbia di Mercury, il gatto del Grifondoro che aveva cercato di graffiarla quando gli si era avvicinata… a sentire il suo padrone, il gatto odiava stare in gabbia e non era di buon umore.

 

“Direi di no. Tieniti pure a me Len… In ogni caso, credo che entro poco arriveremo.”   Abigail alzò leggermente la bacchetta, chinandosi appena in tempo per evitare di sbattere la testa dritta contro un ramo basso.

Per lei che era tendenzialmente pigra, quella passeggiata non era esattamente uno spesso… si erano Smaterializzati appena fuori dai confini della scuola ma avevano comunque dovuto camminare un bel po’.

 

“Ma non potevano annullare le protezioni per stasera?”   Sbuffò la Tassorosso quasi trascinandosi Len dietro, che si stava guardando intorno con aria preoccupata: dov’era finita la gabbia della sua gatta?

 

“A quanto pare no… beh, su con la vita ragazze, siamo arrivati!”   Un gran sorriso fece capolino sul viso di Lucas al vedere le luci provenienti dal castello, che anche se molto più piccolo di Hogwarts faceva comunque il suo effetto.

 

Ilvermorny era davanti ai loro occhi… finalmente.

 

                                                                                      *

 

“Ma quanto ci mettono? Non dovrebbero gli inglesi quelli puntuali?”    Nova non si prese affatto la briga di sussurrare, parlando in un tono di voce normalissimo che risuonò quasi come lo squillo di una tromba tra tutti gli studenti di Ilvermorny, ammassati in modo ordinato sulla scalinata d’ingresso della scuola, tra le statue dei due fondatori Isotta e James che affiancavano l’entrata.

 

Hailey, come molti altri, soffocò una risatina mentre qualche Magicospino si affrettava a cercare di tappare alla bocca alla ragazza, che si guadagnò un’occhiata omicida da diversi insegnanti anche se altri risero.

 

La Stevenson e la Holland avevano insistito per dividere gli studenti per Casa, disponendoli in quattro file sulle scale con i più giovani infondo alla rampa e i più grandi in cima.

 

Jake Miller si fermò accanto alla statua di James, imprecando a mezza voce mentre scrutava le sagome che si stagliavano davanti a lui: era buio e non vedeva quasi nulla… qual era la sua fila?

Era riuscito a non farsi scortare dalla Holland fino all’ingresso ed era arrivato in ritardo rispetto agli altri, così aveva potuto gironzolare un po’ approfittando del fatto che fossero tutti fuori o al piano terra… nessuno aveva potuto vederlo, dopotutto.

 

In effetti era strano che la Holland non si fosse accorta della sua assenza, in genere lo teneva d’occhio in modo quasi costante… forse il nervosismo per l’arrivo delle delegazioni le aveva fatto smettere di preoccuparsi per lui, una volta tanto.

 

Solo ora… dove doveva andare? Non aveva nessuna voglia di sorbirsi una ramanzina davanti a tutti, non quella sera quando stavano per arrivare dei perfetti sconosciuti stranieri con i quali avrebbe dovuto contendersi la Coppa Tremaghi… e la Holland aveva una specie di fiuto, riuscendo sempre a coglierlo quando era dove non doveva essere.

Gli occhi chiari di Jake vagarono sui pochi studenti che da lì riusciva a vedere, ovvero quelli in cima alla rampa di marmo… quando le iridi azzurri si fermarono su una persona a pochi metri di distanza che gli dava le spalle e teneva le braccia conserte.

 

Mai come in quel momento amò i capelli rossissimi di Scarlett Anderson, scivolando silenziosamente accanto a lei senza essere visto da nessun insegnante… Nessuno sembrava aver notato la sua assenza.

 

“Ah, eccoti… dov’eri finito?”    Scarlett parlò senza nemmeno guardarlo, tenendo gli occhi fissi davanti a sé e Jake la imitò, stringendosi leggermente nelle spalle prima di rispondere:

 

“Di certo non lo andrò a dire alla Caposcuola, Anderson.”

 

Scarlett roteò appena gli occhi azzurri ma non indagò oltre, rimanendo in silenzio mentre si voltava verso la fila dei Serpecorno. Incontrò così gli occhi di Hailey, che piegò le labbra in una smorfia accennando con il capo al ragazzo in piedi accanto a lei.

 

Scarlett inarcò un sopracciglio, sporgendosi leggermente per vedere di chi si trattasse…e quando ci riuscì non trattenne un sorrisetto divertito che probabilmente Hailey avrebbe punito con un gran muso se le fosse stata di fronte: era il suo ex… per qualche scherzo del destino era capitata accanto all’odiatissimo ragazzo.

 

Hailey le lanciò un’occhiata torva che la rossa interpretò come “ridi ridi, bell’amica che sei”.

 

 

Nova teneva gli occhi fissi sui pendii erbosi, aspettando con ansia: lei e Scarlett avevano scommesso su chi sarebbe arrivato prima, lei aveva puntato sugli inglesi mentre l’amica sui nordici… chi avrebbe vinto?

 

Quando delle figure iniziavano a comparire dagli alberi dei brusii incuriositi percorsero gli studenti di Ilvermorny, mentre tutti cercavano di capire chi fosse appena arrivato.

 

La Preside Stevenson si fece avanti per andare ad accogliere gli ospiti, parlando con un uomo di mezza età dai vaporosi capelli bianchi, piuttosto alto.

E da quello che potevano sentire, l’uomo parlava in inglese… in perfetto accento britannico.

 

Nova si voltò verso la fila dei Tuonoalato, sorridendo trionfante in direzione di Scarlett che si voltò verso di lei e annuì con un cenno del capo, leggermente seccata: odiava perdere… ma era pur sempre una scommessa, quindi ben presto Nova avrebbe avuto 5 nuovi galeoni in tasca.

 

La ragazza sorrise tra sé, soddisfatta mentre tornava a posare gli occhi sui nuovi arrivati: il Torneo doveva ancora iniziare e già aveva guadagnato 5 galeoni… le cose promettevano decisamente bene, quell’anno.

****************************************

Angolo Autrice


Buonasera! Allora, so che il capitolo non è granchè, non è molto lungo ed è parecchio di transizione, diciamo. Mi scuso, ma oggi è stata una giornata davvero piena ma ero decisa a pubblicare questo capitolo visto che domani non sarei riuscita a farlo.
Spero comunque che vi sia piaicuto, grazie per le recensioni, per le informazioni sugli animali e a chi ha messo la storia tra le Seguite e le Preferite!

Buona notte/serata, fate voi, alla prossima!

Signorina Granger

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Capitolo 4
*** Benvenuti! ***


Capitolo 3: Benvenuti! 



“Mio dio, ma quanto parla?” 
“Nova!” 

“Che c'è? Non la finisce più!”      Nova sbuffò leggermente, facendo roteare gli occhi ad Hailey che però non rispose, preferendo stare zitta per non rischiare di essere ripresa nel bel mezzo di un discorso della Preside.


Nemmeno Scarlett aprì bocca, anche se tutte e tre sapevano che era d'accordo con Nova: i discorsi della Stevenson erano infiniti... E quella sera stava andando anche peggio del solito, forse per via dei loro ospiti che erano appena arrivati.


“A questo punto spero che qualcuno le ricordi che i nostri gentili ospiti moriranno di fame, se non tace in fretta!” 


Scarlett sbuffò debolmente, tamburellando con le dita sul tavolo mentre Jake, che aveva dovuto prendere posto allo stesso tavolo delle ragazze sotto la gentile sollecitazione della Holland, teneva gli occhi chiari sulla preside senza minimamente ascoltare cosa la donna stesse dicendo.

Regole del Torneo? Si, una cosa simile... Come se a lui potesse fregare qualcosa, delle regole del Torneo Tremaghi.


Jake Miller solitamente preferiva non mangiare in compagnia, ma con le delegazioni di Hogwarts e Durmstrang avevano dovuto stringersi un po’ tutti... E la Vicepreside, che nutriva da sempre una particolare simpatia per il ragazzo, l'aveva inchiodato accanto alla sua compagna di Casa Scarlett Anderson, probabilmente sperando che la Caposcuola riuscisse a tenerlo a bada e ad evitare che combinasse disastri proprio quella sera. 


Jake lanciò un’occhiata alla ragazza, che sembrava particolarmente interessata ad osservare i nuovi arrivati: del resto non aveva intenzione di partecipare al Torneo, quindi le regole non la interessavano molto. 

Nova e Hailey invece tenevano gli occhi sulla preside – sopratutto la seconda, visto che Nova rischiava di prendere sonno da un momento all’altro -, non volendo perdersi il discorso sul Torneo ma allo stesso tempo pregando mentalmente che quella tortura finisse in fretta: avevano pur sempre fame, dopotutto.


“Secondo me quelli tra poco se la danno a gambe...”    Mormorò Scarlett con un mezzo sorrisetto, tenendo i penetranti occhi azzurri sul tavolo che avevano occupato i ragazzi di Hogwarts. 

“Non è da escludere, ma bisogna capirli... Dopotutto loro non sono abituati a queste manfrine, no?” 


Jake di strinse nelle spalle come se avesse detto qualcosa di ovvio, cogliendo perfettamente l’occhiata assassina che gli lanciò la Holland dal tavolo degli insegnanti. 

Il ragazzo aprì la bocca con indignazione, trattenendosi dall’alzarsi e protestare a gran voce visto che mezza scuola stava parlando ma la Holland sembrava sentire solo lui: ma che razza di udito aveva, poi? Forse gli aveva fatto un qualche incantesimo per sentire qualunque cosa dicesse...


Dalla bocca di Scarlett uscì una risatina che si tramutò ben presto in un colpo di tosse, cogliendo a sua volta lo sguardo seccato del compagno di casa proprio mentre la Stevenson prendeva finalmente posto: la sua “orazione”, come Nova era solita battezzare i discorsi della donna dal secondo anno, era finalmente finita.


“Era ora! Si mangia, finalmente!” 


Sul volto di Nova apparve un gran sorriso mentre sui tavoli compariva magicamente una gran quantità di cibo, come sempre.   Tuttavia a nessuno degli studenti di Ilvermorny sfuggì la presenza di piatti nuovi, leggermente insoliti.


Tuttavia solo gli studenti più giovani sembrarono farci troppo caso, visto che quelli del settimo anno erano presi a parlare del torneo invece che della cena... L'estrazione dei Campioni sarebbe avvenuta la sera successiva, quindi ormai il tempo per decidere se partecipare o meno era poco. 


“Voi due siete davvero sicure?”

Scarlett parlò in tono quasi speranzoso mentre si rivolgeva alle due amiche, che però annuirono con due sorrisi stampati in faccia:

“Naturalmente! Rilassati Scarlett, non ci faremo ammazzare...” 


“Lo spero Ley, lo spero. Cambiando argomento, che accidenti è quello?” 


Attratte dalle parole dell’amica, Ley e Nova spostarono lo sguardo sul piatto indicato dalla Tuonoalato, ritrovandosi ad osservare quello che aveva tutta l'aria d’essere un piatto di spaghetti al pomodoro... Con aggiunta di formaggio, carne e qualche verdura.


“Credo che siano spaghetti al ketchup, Anderson.”   

Nova alle parole di Jake inarcò un sopracciglio, guardando il piatto come se fosse un alieno e decretando che quella sera si sarebbe tenuta alla larga dalla pasta, concentrandosi piuttosto sulla carne.


“Beh, credo che li lascerò agli inglesi... Ma se vuoi servirti Ley, fai pure. Tu non ami le culture straniere?” 

Hailey fulmino l'amica con lo sguardo, trattenendosi dal lanciare il tovagliolo in faccia a Scarlett, che le rivolse un sorrisetto divertito prima di concentrarsi sul cibo più commestibile. 

Un conto era appassionarsi alle altre culture... Un altro era avvelenarsi volutamente mangiando pasta condita in modi assurdi. 


                                                                             *


“Non vedo l'ora che arrivi domani sera... dovremo anche mettere i nostri nomi nel Calice, no?” 

Marlene, che si era appena tagliata una fetta di torta extra large per festeggiare il suo compleanno, alzò lo sguardo su Abigail prima di annuire, sorridendo:

“Certo, domani ci penseremo... Bisogna dire che è fantastico pensare ai nostri compagni rimasti ad Hogwarts o agli studenti di Ilvermorny... Loro domani hanno lezione, noi invece ce ne staremo in panciolle!” 

“Beh, varrà solo per domani visto che i professori hanno gentilmente concordato che dopo l'estrazione dei Campioni dovremmo prendere parte anche noi alle lezioni. Intanto però domani potremo esplorare questa scuola per filo e per segno.” 


Abigail sorrise all’idea mentre Marlene invece era leggermente meno entusiasta: già prevedeva qualche scivolata o caduta catastrofica per i corridoi di quella scuola sconosciuta. 


Lucas, che era seduto accanto alla compagna di Casa, adocchiò la sua età di torta e le chiese di poterla assaggiare, ricevendo un secco no come risposta:

“Prenditi una fetta Luke, è il mio compleanno e non cederò la mia fetta a nessuno.” 


Abigail lanciò al ragazzo un’occhiata, suggerendogli silenziato mete di lasciar stare... Ma Luke invece sorrise prima di parlare di nuovo, rivolgendosi sempre a Marlene in tono canzonatorio:

“Già, hai ragione... Scusa October, non volevo rubarti la torta.” 


Abigail sospirò, alzando gli occhi al cielo mentre, come di consueto, Marlene ringhiava di non chiamarla con il suo odi agissimo secondo nome: nata nell’ultimo giorno di ottobre, la madre aveva avuto la brillante idea di darle come secondo nome quel del mese in cui era nata... E la cosa non le era mai andata giù del tutto, odiando oltretutto anche il primo e il terzo nome. 

Fortunatamente però, nemmeno Lucas sapeva il terzo nome dell’amica... Ed era un bene, altrimenti l'avrebbe di certo presa in giro per tutto il settimo anno.



Lucas ridacchiò di fronte alla visibile irritazione dell’amica che invece gli rivolse uno sguardo torvo prima di tornare a concentrarsi sul suo dessert. 

Abigail decise saggiamente di non dire nulla e lasciare che Lucas se la vedesse da solo, non avendo nessuna voglia di fare da arbitro tra i due Grifondoro con cui coi divideva il tavolo. La Tassorosso si affrettò così a cambiare argomento, sperando che Lucas non chiamasse nuovamente Marlene con il suo secondo nome:

“In ogni caso...avete idea di dove ci faranno dormire?”


“Non ne ho idea, ma spero non in un posto pieno di insetti o altro... Comunque, la tizia”

“La preside, Len”

“Sì, lei. La Preside ha detto che dopo cena ci faranno fare un breve giro della scuola, quindi scopriremo presto dove ci hanno sistemato... Secondo voi dove dormiranno quelli di Durmstrang?” 


“Mi pare di aver capito che siano arrivati qui in nave... Dormiranno li, suppongo.” 

Lucas si strinse nelle spalle come se la cosa non gli importasse troppo, mentre invece Len e Abigail si scambiavano uno sguardo perplesso, chiedendosi che razza di incantesimo dovevano aver usato per arrivare in nave dal Nord Europa. 


                                                                           *


“Alek, smettila di sbadigliare... Verrà sonno anche a me!” 

“Markus, non si può non sbadigliare, se ho sonno ho sonno!” 


Markus roteò gli occhi, astenendosi dall’aggiungere altro mentre Aleksandur praticamente dormiva in piedi, appoggiato senza tante cerimonie ad una Marlena che sembrava leggermente contrariata: ma perché non aveva scelto Markus come cuscino umano? 


“Scusa Alek... Ti dispiace spostarti? Tra poco crolleremo a terra se non la smetti di usarmi come un palo!” 

Il ragazzo sbuffò, rimettendosi dritto senza nemmeno aprire gli occhi chiari.

Markus sfoggiò un sorrisetto, considerando quasi l'idea di far accidentalmente cadere sul pavimento l'amico mezzo addormentato. 
Intanto davanti a loro stavano sfilando gli studenti di Ilvermorny, che lasciarono la Sala da Pranzo per tornare ai loro Dormitori. 

“Oh andiamo Alek, apri gli occhi o ti perderai tutte le ragazze carine!” 


Marlena sospirò e mormorò qualcosa in polacco che ne Markus ne Alek compresero, sia perché non parlavano la lingua sia perché erano troppo impegnati a scrutare tutte le ragazze degli ultimi anni di Ilvermorny con gli occhi.


“Possibile che voi due non abbiate altri interessi?” 


“Ma certo che ho altri interessi Marlena, cosa credi?”    Markus si voltò verso la ragazza, guardandola quasi con cipiglio offeso che fece accigliare Marlena: la polacca inarcò un sopracciglio, guardandolo come a volergli chiedere quali altri interessi avesse:

“Il Quidditch!”    Markus sfoggiò un sorriso prima di tornare a prestare attenzione al flusso di studenti americani mentre Marlena alzava gli occhi al cielo senza però aggiungere altro: a che serviva? Tanto erano due casi persi...


                                                                       *

“Beh, siamo sopravvissute ai cibi inglesi, posso ritenermi soddisfatta. Ora credo che me ne andrò a dormire, altrimenti domani non mi alzerò nemmeno con le urla della Holland.” 

Nova si alzò con aria allegra, trascinandosi dietro Scarlett verso la porta della Sala da pranzo mentre la rossa aveva l'aria di una diretta al patibolo. 
Hailey se ne accorse e soffocò una risata, ribadendo che non era poi così male dover fare da “guida” ai nuovi arrivati.


“Sarei ben lieta di cederti il ruolo, tesoro. Non amo improvvisarmi a guida turistica, maledetta Holland...” 

Scarlett sbuffò, fulminando la vicepreside con lo sguardo e maledicendola mentalmente per averla incastrata con la scusa dell’essere Caposcuola. 

Ma non poteva fare lei la guida, visto che era la Vicepreside? 


Lei e Jakob Young, l'altro Caposcuola, si erano dovuti dividere i nuovi arrivati... A Scarlett erano toccati gli inglesi mentre al Magicospino gli studenti e i professori di Durmstrang.

Arrivate sulla soglia della sala le tre ragazze si fermarono, Scarlett con una faccia da funerale mentre le altre due osservavano con curiosità le delegazioni, ferme ai due lati opposti dell’ingresso.


“Beh, se non altro avremo modo di osservarli meglio domani... In ogni caso Scarlett, se vedi qualche ragazzo carino diccelo!” 


Nova sorrise e assestò all’amica una pacca su un braccio mentre la rossa alzava gli occhi al cielo, borbottando un “Lo farò” appena comprensibile. 

“Giusto... Ci vediamo domani Scarlett, divertiti!” 


Hailey rivolse all’amica un sorriso divertito, sapendo quanto la ragazza avrebbe voluto filarsela a gambe levate da quella situazione e ricevendo infatti uno sguardo carico di minacce che la convinse a seguire i suoi compagni di Casa verso la Sala Comune dei Serpecorno. 

Dopo aver salutato Scarlett anche Nova si allontanò, dirigendosi nella direzione opposta rispetto ad Hailey e lasciando la Tuonoalato sola vicino alla porta della Sala da Pranzo con diversi sguardi puntati addosso.

Odiando l’essere osservata Scarlett incrociò automaticamente le braccia al petto, legge,rete a disagio mentre si chiedeva che accidenti avessero da guardare gli studenti di Hogwarts e Durmstrang... ma soprattuto, dove accidenti di era cacciato Jakob? Se pensava di abbandonarla si sbagliava di grosso, visto che come minimo l'avrebbe preso a Schiantesimi per vendicarsi... 





“Len, vuoi che ti sollevo? Sai, così magari vedi meglio...”   Lucas sorrise mentre l'amica sbuffava, borbottando qualcosa di incomprensibile alle orecchie del ragazzo.  La Grifondoro era in punta di piedi, cercando di vedere i ragazzi di Durmstrang che erano fermi dall’altra parte dell’ingresso.

Sfortunatamente per lei, la sua statura non la stava aiutando per nulla nel suo intento. 


L'attenzione della strega venne però catturata da una ragazza che si era fermata accanto alla porta, impossibile da non notare per via dei capelli rossissimi. 

Non ci voleva di certo un grande acume per capire che la studentessa avrebbe preferito trovarsi in qualunque altro posto piuttosto che lì, davanti a tutte quelle facce sconosciute. 

E Len la capiva, probabilmente nemmeno lei sarebbe stata proprio a suo agio in quella situazione.


Abigail invece, come molti dei loro compagni, stava osservando con gran curiosità i quattro intagli di legno che rappresentavano le quattro Case della scuola, impossibili da non notare per via dell’altezza considerevole. 


La Tassorosso stava per chiedere a Marlene a cosa pensasse servissero quando una delle ante della grande porta di legno si aprì, facendo entrare un ragazzo dai capelli scuri che fece un cenno alla ragazza dai capelli rossi per poi avvicinarsi al gruppo di Durmstrang. 



Scarlett annuì con un cenno del capo e si staccò dal muro, avvicinandosi agli studenti di Hogwarts tenendo ancora le braccia conserte quasi senza rendersene conto. Si fermò a pochi passi di distanza dagli inglesi prima di parlare, supponendo che prima avrebbe iniziato e prima avrebbe finito:

“Buonasera... Mi chiamo Scarlett Anderson, sono una Caposcuola e la Professoressa Holland mi ha incaricato di farvi fare un breve giro della scuola. Perciò, se volete seguirmi...” 


La ragazza fece per girare sui tacchi, sentendo distintamente una voce maschile chiedere qualcosa a bassa voce:

“Si chiama Scarlett e ha i capelli rossi? Assurdo!” 



La suddetta ragazza dai capelli rossi si fermò, voltandosi verso il gruppetto e puntando gli occhi sul ragazzo che aveva parlato di sicuro, vista l’espressione leggermente allarmata che gli era comparsa in volto quando si era voltata: 


“Si. Mia madre lo trovava... Divertente. Tu invece sei?” 

“Lucas... Lucas Wallaby.” 


Lucas guardò la ragazza dai capelli rossi, Scarlett, quasi con preoccupazione dopo essersi presentato, temendo vagamente che potesse affatturarlo o cose simili.
Invece il volto della ragazza si rilassò in un sorriso, anche se per il Grifondoro fu impossibile constatare se fosse ironico o sincero:


“Bene... Vedrò di non dimenticarlo. Ora, se volete seguirmi...” 


Marlene, che teneva una mano premuta sulla bocca per nascondere le risate, guardò l'amico con eloquenza per fargli capire che si era appena fatto una nuova amica: non a caso, ad entrambi quelle parole erano sembrate quasi una mezza minaccia. 


“Beh, ma non pensavo mi avrebbe sentito!” Lucas sbuffò, incamminandosi insieme ai compagni dietro a Scarlett nell’ingresso mentre Abigail gli consigliava saggiamente di abbassare la voce in futuro quando la sua nuova amica dai capelli fiammante si sarebbe trovata nelle vicinanze. 



“Oh, ma andiamo! Ma perché a noi è capitato il ragazzo e non la rossa?”  

Markus sbuffò sonoramente mentre seguiva Jakob verso una porta laterale dell’ingresso, lanciando uno sguardo al gruppo di Hogwarts guidato da Scarlett,


“Non rimanerci troppo male Markus, avrai sempre modo di conoscere tutte le ragazze che vuoi da domani...” 

Le parole di Alek sembrarono quasi rincuorare Markus, che sorrise in un modo che non prometteva proprio nulla di buono... o almeno, non agli occhi di Marlena.

In cuor suo, la ragazza aveva sperato per anni che un girono quei due avrebbero preso una brutta botta in testa e sarebbero cambiati in meglio... ma niente, erano sempre gli stessi.  In un modo quasi contorto però alla fine si era affezionata a quei due, che malgrado si divertissero a giocare ai Casanova si erano rivelati dei buoni amici in momenti di bisogno o difficoltà, sia l'uno verso l'altro che per lei. 


“Hai ragione... Torneo o non Torneo, sono certo che ci divertiremo.” 

Le parole di Markus fecero sorridere Alek, che annuì trovandosi pienamente d'accordo con l’amico:

“Ne sono sicuro Bauer... Al 100%.” 


                        







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Angolo Autrice:


Si, lo so, mi odiate.
Sono sparita per... Credo circa due settimane e mi ripresento pure con un capitolo orrendo, non uccidetemi vi prego! 

Giuro che ho fatto del mio meglio ma tra la scarsa concentrazione, il poco tempo e il fatto che di per se questo capitolo sia parecchio statico per un fatto di trama non é venuto fuori un granché. 

Cercherò di aggiornare abbastanza in fretta, vi prometto che per il prossimo non dovrete aspettare tanto! 

Secondo voi chi verrà estratto per il Torneo? Lo scoprirete (spero) presto! 
Buona serata! 


Signorina Granger 

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Capitolo 5
*** I Campioni ***


Capitolo 4: I Campioni 


“Zeus, ti prego... Vieni qui! Altrimenti la tua padrona mi affetterà e poi mi userà come cibo per cani... E tu non vuoi mangiarmi questa sera a cena, vero? No, appunto. Perciò vieni qui bello, ti prego...” 

Hailey Silverstone quasi non riconosceva la sua stessa voce mentre parlava rivolgendosi ad un esemplare di Lupo Cecoslovacco che la guardava scodinzolando e con la lingua di fuori. 

Si sentiva come quando si parla ad un bambino, usando una voce zuccherosa a livelli diabetici e che di sicuro le sue amiche avrebbero deriso per anni e anni se mai l'avessero sentita. 

La ragazza teneva gli occhi azzurri  fissi sul cane, che la guardava di rimando convinto che stessero giocando... E invece no, lei non era mai stata così seria in vita sua! 

Escludendo quando aveva lasciato il Club dei Duellanti, ma quello era un altro discorso.

La Serpecorno era inginocchiata sul pavimento senza staccare gli occhi da Zeus, ignorando deliberatamente gli studenti che stavano iniziando a scendere per la colazione e a passare di conseguenza per l’ingresso, trovandosi davanti la Cercatrice di Serpecorno che due giorni prima aveva portato la vittoria alla sua squadra intenta a discutere con un cane. 


Mezz'ora prima era passata per la camera di Scarlett per scendere a fare colazione con lei come ogni giorno, visto che la stanza della caposcuola era perfettamente a metà strada tra la Sala Comune dei Tuonoalato e quella dei Serpecorno... Peccato che, quando aveva aperto la porta usando la parola d'ordine che Scarlett le aveva detto, Zeus era schizzato fuori alla velocità della luce e ad Hailey non era rimasto che corrergli dietro e riprenderlo prima di che la padrona si svegliasse e la affettasse per averlo fatto scappare, sempre che non fosse già successo. 


“Zeus, basta! Ti prometto che ti darò un sacco di carne a pranzo, ma devi venire con me!” 

“Fantastico, Silverstone... Nemmeno un cane vuole seguirti, la tua influenza sulle persone è alle stelle.” 


Solitamente sono i cani a ringhiare, ma quello che uscì dalla gola di Hailey somigliava paurosamente a quello che faceva la sua Lilith quando ce l'aveva con qualcuno mentre si voltava lentamente verso la fonte di quella voce. 

In piedi davanti a lei c'era ovviamente lui, vista la sua fortuna. 

Quella sarebbe stata proprio una giornata da buttare nei meandri della sua memoria, decisamente. 


“Forse non ho molta influenza su questo cane, ma ti assicuro che mi basta poco per far sì che il mio ti stacchi una gamba. Gira al largo Derex, non mi va di parlare con te, come vedi sono impegnata.” 


Probabilmente Andrew Derex era la persona che Hailey odiava di più sulla faccia della Terra. O almeno, di certo era la persona che detestava di più nella scuola...


L’”esemplare”, come erano solite definirlo Nova e Scarlett in presenza dell’amica, sorrise quasi con aria divertita, cosa che fece sperare alla Serpecorno che una saetta lo fulminasse proprio davanti a lei. 

“Oh sì, vedo... Auguri con il cane Hailey!” 

Ridendo sotto i baffi Andrew giro sui tacchi per andare a fare colazione insieme ai suoi amici, mentre Hailey si rivolgeva a Zeus indicandolo con il capo:

“Ehi bello... Lo vedi quel brutto ceffo? Che ne diresti di azzannarlo?” 

Per tutta risposta Zeus inclinò il capo, guardandola come a dirle “sei matta, io non faccio certe cose” prima di riprendere a zigzare per la sala. 

“Oh mio dio, mi verrà un ictus! Cosa non si fa per le amiche... Zeus, torna subito qui!” 


Hailey si alzò e partì all’inseguimento, maledicendo il momento in cui era passata per la stanza della sua migliore amica e aveva aperto la porta, permettendo al suo cane di darsela a gambe visto che odiava restare chiuso nella stanza di Scarlett. 


Vedendo che l’esuberante cane aveva avuto la brillante idea di saltare addosso ad un povero malcapitato, Hailey sospirò mentre gli si avvicinava e stampandosi in faccia il miglior sorriso di scuse del suo repertorio:

“Emh... Ciao!” 


Un ragazzo dai capelli biondi si voltò verso di lei, cercando di tenere fermo Zeus che tentava di leccargli la faccia. 

“Ciao... È il tuo cane?” 

Non ci voleva una laurea in lingue per capire che non fosse affatto americano, anzi dall’accento era di sicuro di Durmstrang.  La guardò con un sopracciglio inarcato, non sembrando affatto irritato o arrabbiato dall’avere un enorme cane sopra che sembrava averlo preso in simpatia. 

“No, veramente è di una mia amica... Zeus, smettila subito o Scarlett non ti darà da mangiare fino a domani!” 

La minaccia sembrò fare centro, perché il Lupo Cecoslovacco cessò di scodinzolare e abbandonò il suo nuovo amico, avvicinandosi ad Hailey e guardandola con gli occhi di un cucciolo bastonato. 

Sorridendo con sollievo Hailey tese la mano al ragazzo per aiutarlo a rialzarsi mentre anche lui accennò un sorriso:

“Ecco perché da noi non fanno tenere i cani... Sono Markus, comunque.”

“Hailey. Scusalo, non sta mai fermo un attimo... Anzi, lo devo riportare dalla mia amica prima che mi uccida. Ah, e benvenuto ad Ilvermorny!” 


Hailey gli sorrise calorosamente prima di girare sui tacchi e tornare verso le scale con Zeus di fianco proprio mentre Aleksandur si avvicinava a Markus:

“’Giorno... Fai amicizia?”   Domandò il moro accennando alla ragazza con il capo e facendo sorridere l'amico che annuì appena seguendo Hailey con lo sguardo:

“Diciamo di sì... Avevi ragione, pare che qui sia pieno di belle ragazze. Ma ora andiamo o non troveremo un bel niente per fare colazione.” 


Markus assestò all’amico una leggera pacca sulla spalla prima di dirigersi insieme a lui verso la Sala da Pranzo, sperando che non comparissero altri cani dal nulla pronti a saltargli addosso... Anche se probabilmente avrebbe dovuto ringraziare Zeus per avergli fatto incontrare una ragazza decisamente molto carina. 


                                                                                   *

“Bene, ora è ufficiale... Ci siamo iscritte!”   Nova prese posto gongolando davanti a Scarlett, insieme ad Hailey che aveva un gran sorriso dipinto in volto: quella sera, a cena, sarebbero stati estratti i Campioni e tutti gli studenti avevano tempo fino a quella sera per mettere il proprio nome del Calice di Fuoco, cosa che le due studentesse di Ilvermorny avevano appena fatto.

“Beh, sono curiosa... Chissà se verrà estratta una di voi.”   Osservò Scarlett con aria pensierosa mentre provava ad immaginarsi che genere di prove avrebbero dovuto affrontare: in cuor suo sperava a niente di troppo pericoloso, se sarebbe stata estratta una delle sue amiche. 

“Beh, lo spero! Anche perché se viene estratto Derex darò di matto...”   Borbottò Hailey in tono seccato, lanciando uno sguardo omicida in direzione del suo ex ragazzo. Per tutta risposta Nova e Scarlett tacquero, sapendo che era un argomento tabù e non volendo minimamente immaginare la reazione della loro amica se il calice avesse realmente scelto Andrew.

“Beh... Io ne dubito. Insomma, è un perfetto imbecille. Se il Calice lo sceglie deve avere proprio qualcosa che non va! Giusto Scarlett?” 

Nova sorrise alla rossa, guardandola in modo eloquente prima che quest’ultima annuisse, concordando immediatamente con lei. 

“Ovviamente. Ma in quanti si sono iscritti? Voi due, Derex, Jake...”

“CHE? Jake sta per Jake Miller per caso?”

“Quanti altri Jake ci sono del nostro anno? Si, l'ho sentito ieri sera parlarne in Sala Comune.... Come vorrei che venisse estratto, anche solo per vedere la faccia della Holland... Probabilmente le verrebbe un infarto.”   Scarlett sospirò quasi con aria sognante, immaginandosi la scena con gioia. 
Hailey invece incrocio le braccia al petto, guardando male l'amica:

“Grazie tante! Dovresti tifare per me, non per lui... Cioè, per noi.” 

Nova annuì quando Ley si affrettò ad aggiungere le ultime parole prima di rimettersi in modalità offesa con Scarlett, che questa volta sospirò quasi con esasperazione:


“Ma certo che tifo per te Ley... Solo che vedere la Holland schiattare sul colpo sarebbe fantastico, non credi?” 

Scarlett le rivolse un sorriso incoraggiante, sperando di riuscire a toglierla dalla “fase no”. 
Con suo gran sollievo ci riuscì perché Hailey sfoggiò un sorrisetto e annuì appena, smettendo di guardarla con cipiglio torvo:

“Ok, questa volta sei perdonata. Ma mi devi ancora dire perché non rispondevi alle mie lettere...”


“Ancora con questa storia? Ti dico che ero via, smettetela di vedere loschi segreti ovunque... Vi conosco e so che vi siete fatte un milione di film mentali.” 


Per tutta risposta due identici sorrisi angelici fecero capolino sui volti della Magicospino e della Serpecorno, facendo sospirare Scarlett che si alzò scuotendo il capo:

“Ok, lasciamo stare. Vado, c'è lezione di Divinazione... Vieni, Nova?” 

“Certo, non posso mancare o senza di me saresti persa! A dopo Ley!” 


Con un sorriso allegro stampato in volo Nova seguì Scarlett fuori dalla Sala da Pranzo, con gli azzurri occhi di Hailey che non le persero di vista finché non sparirono dietro le porte della sala: c'era qualcosa che non quadrava, lo sapeva. Scarlett diceva di essere stata in Spagna... Ma era sempre stata molto vaga sull’argomento in quei due mesi di scuola, rispondendo con scarso entusiasmo alle sue domande. 

Non aveva prove concrete certo, ma Hailey conosceva la sua amica piuttosto bene e anche se doveva riconoscere che era una gran brava attrice non era riuscita ad abbindolarla del tutto... Anche perché ce l'aveva, una teoria su dove potesse essere stata quell’estate. 


*


Dopo aver lasciato cadere il foglietto con il suo nome nel Calice di Fuoco Jake sorrise con soddisfazione, cogliendo con la coda dell’occhio lo sguardo torvo con cui la Holland e la Stevenson avevano seguito la scena.

In fin dei conti non potevano certo impedirgli di partecipare... Di sicuro aveva provocato un mucchio di guai nel corso degli anni ma nella maggior parte dei casi aveva fatto in modo di non essere scoperto, anche se ovviamente la sua cara professoressa di Pozioni aveva sempre puntati il dito contro di lui sostenendo che fosse il responsabile anche in mancanza di prove concrete con cui incriminarlo.


Jake rivolse alla donna un debole sorriso dal chiaro messaggio prima di girare sui tacchi e uscire dalla Sala da Pranzo, cercando di ricordare che lezione avrebbe dovuto seguire... Storia della Magia, probabilmente.
Peccato che odiasse da sempre quella noiosa materia e tutte quelle teoriche in generale: ergo, non aveva alcuna voglia di recarsi a lezione. 

Poco male... In quella prima ora della settimana i suoi compagni di corso avrebbero dovuto fare a meno di lui, evidentemente. 


                                                                             *


“Che cosa vedi?” 

“Un pony arcobaleno.” 

“Davvero!?”

“No!” 

Nova sospirò, roteando gli occhi alla risposta secca di Scarlett, che stava osservando la sfera davanti a lei con aria torva, come se si trattasse del suo peggior nemico.

“Va bene, ho capito... Vorrà dire che inventerò. Ci sono, potrei scrivere che hai visto che venivo estratta per il Torneo!” 

Nova sfoggiò un gran sorriso allegro e fece per appuntare quanto detto sulla sua pergamena, venendo fortunatamente bloccata in tempo dall’amica: Scarlett sgranò gli occhi, sporgendosi leggermente sul tavolino rotondo e sibilandole di non farlo:

“Ma perché no? Hai altre idee per caso? Magari mi porterà fortuna!”

“Col cavolo! Così se non verrai estratta mi beccherò una T grande come il vascello di Durmstrang! Ok, pensiamo ad altro... Tu vedi qualcosa in questa cavolo di sfera, per caso?” 

Nova punto gli occhi castani sulla sfera, inarcando un sopracciglio e assumendo un’espressione leggermente assorta mentre Scarlett la osservava, accigliata: lei non l'aveva proprio mai capita, la Divinazione... L'aveva scelta sotto sollecitazione di Nova anni prima e se ne era pentita nel momento in cui avevano iniziato a lavorare con quelle stupide sfere.

Sfortunatamente durante la primissima lezione dell'anno la Collins aveva simpaticamente annunciato che avrebbero fatto un bel ripasso completo in vista degli esami di fine anno... Erano sopravvissute ai fondi di the, ma ora le aspettava l’ardua battaglia contro le sfere di cristallo. 

“... Secondo te scrivere “nebbia” vale?”

“Oh sì. Vale un Troll! Ma perché non ho lasciato questa materia l'anno scorso, perché...”

“Emh... Perché avevi già lasciato Antiche Rune e non potevi lasciare anche questa? Oppure era perché la Holland ti ha detto che dovevi dare il “buon esempio” essendo Prefetto... Non me lo ricordo.”

“Nova, grazie. Sei di grande aiuto con queste rivelazioni illuminanti! Al diavolo, andiamo di inventiva... Io vedo un piatto di pasta, segno che la mangerò a pranzo. Tu invece vedi uno stufato.”

Nova sgranò gli occhi, puntandoli sull’amica con la convinzione e la speranza che stesse scherzando... Invece Scarlett sembrava serissima mentre scarabocchiava quanto detto sulla sua pergamena, fregandosene altamente del voto che la Collins le avrebbe affibbiato. 

“Ma a me non piace lo stufato!”

“Poco male, te lo farai piacere.” 


                                                                            *

“Secondo te cosa c'è per di qua?”

Marlene si avvicinò ad una porta chiusa, le mani intrecciate dietro la schiena e l'aria curiosa mentre si guardava intorno nel corridoio deserto.

Alle sue spalle Abigail sospirò, maledicendo il momento in cui si era fatta trascinare dall’amica in giro per quella scuola sconosciuta.

“Non ne ho idea, ma ti prego: prima di aprire controlla che NON sia un’aula!” 

“Non fare la tragica Abby, non è successo niente di grave dopotutto...”

“Certo, peccato che abbiamo interrotto una lezione! Che figura...” 

Abigail sospirò, passandosi una mano tra i capelli rossi mentre l'amica, dopo aver bussato con discrezione senza ottenere alcuna risposta, aprì leggermente la porta per spiare all'interno della stanza.

“Mhm, niente di interessante... Su, andiamo avanti! Voglio esplorare un po’ oggi che ne abbiamo il tempo! In più sono tutti a lezione adesso, nessuno ci può disturbare!” 


Marlene sfoggiò un gran sorriso prima di continuare a camminare lungo il corridoio con Abigail alle calcagna, che si preoccupava di far sì che non si ammazzasse da qualche parte più che esplorare a destra e a sinistra. 

La Grifondoro aveva provato a trascinare con loro anche Lucas, che però aveva avuto il buonsenso e l’accortezza di svignarsela con una qualche scusa strampalata, lasciando così ad Abigail la custodia della loro maldestra amica. 


“Len, attenta quando giri l'angolo, qui ci sono le rampe di scale a chiocciol...”

Abigail s’interruppe bruscamente, sentendo distintamente una sonora imprecazione in una qualche lingua straniera provenire da dietro l'angolo.

Oh dio, non dirmi che abbiamo ammazzato qualcuno

Abigail seguì quasi di corsa Marlene, trovandola stranamente in piedi accanto alle scale con una ragazza dai capelli castani chiaro in bilico su un gradino. Probabilmente stava salendo le scale quando Len aveva girato l'angolo, andandole addosso visto che in quella scuola le rampe erano praticamente nascoste. 

“Scusa, non volevo venirti addosso... Mi dispiace!”    Sfoggiando un sorriso colpevole carico di scuse Marlene tese la mano all’altra, che si lasciò aiutare ad alzarsi:

“Tranquilla, non fa niente... Siete inglesi?”

“Si, io sono Len e lei è Abigail! Nemmeno tu sembri di qui, però.” 

“Sono polacca, studio a Durmstrang. Mi chiamo Marlena.” 


Marlena rivolse alle due streghe un sorriso cordiale mentre Marlene sembrava come illuminarsi alle sue parole:

“Davvero? Che coincidenza, io mi chiamo Marlene... Ma tutti mi chiamano Len. Ti va di fare un giro insieme a noi? Sai, mi piacerebbe sapere di più sulla vostra scuola!” 

Marlene sorrise e, presa Marlena sottobraccio, iniziò a tempestarla di domande sull’Istituto di Durmstrang. La polacca di voltò verso Abigail e le rivolse uno sguardo un po’ confuso come a volerle chiedere se facesse sempre così... E la Tassorosso si ritrovò ad annuire e a seguirle, non vedendo altra soluzione se non assecondare la sete di conoscenza della sua vivace amica Grifondoro. 


                                                                       *


“Quasi non ci credo, ci siamo! Sono emozionantissima!” 

Marlene sorrise allegramente, gli occhi scuri che saettavano da una parte all’altra della Sala. Più o meno tutti avevano finito di cenare, quindi probabilmente presto avrebbero iniziato ad estrarre i nomi.


“Davvero? Non si nota nemmeno... Stai calma Len, potresti rovesciare qualcosa.” 

“Smettila di rimbeccarmi, non sono così imbranata!”  

Len sbuffò e lanciò a Lucas uno sguardo seccato mentre il ragazzo invece sorrideva con aria divertita, come se stesse solo aspettando che la sua amica facesse cadere o rovesciasse qualcosa. 

“Non mi permetterei mai di darti dell’imbranata...” 

Abigail roteò gli occhi, pregando mentalmente affinché Lucas non facesse arrabbiare sul serio la loro amica.

“Certo, come no. In ogni caso, quanto ci vuole? È da ieri che ho l'ansia per questa storia!” 

Marlene sbuffò debolmente, lanciando alla Stevenson uno sguardo speranzoso, pregando affinché si muovesse.
Era sempre stata molto impaziente e attendeva quel momento già dalla prima sera, probabilmente... Ergo, due mesi.

E per una ragazza ansiosa come lei erano decisamente troppi, sopratutto considerando il notevole aumento di impazienza verificatosi nelle ultime 24 ore. 


“Sono sicura che presto sapremo chi è stato scelto Len, rilassati... Ormai hanno finito tutti di mangiare, no?” 

Abigail rivolse all’amica un sorriso incoraggiante, anche se in realtà anche lei non vedeva l'ora di sapere chi fosse stato scelto dal Calice: era sempre stata estremamente competitiva, adorava mettersi in gioco... Le sarebbe davvero piaciuto prendere parte al leggendario Torneo Tremaghi.

“Tutti, certo... A parte Wallaby! Luke, muoviti a finire di mangiare quel pollo!”

“Un momento, e che cavolo! Non mettermi fretta Len!” 


                                                                              *

“Bla bla bla... Ma come si spegne? Magari qualcuno potrebbe mettere un petardo accanto alla sua sedia, così si sveglia... Jake, ci penseresti tu?” 

“Non dico che mi dispiacerebbe, ma temo di essere a corti di petardi al momento Ward.” 


Nova sbuffò, tamburellando con le dita sul tavolo e puntando nuovamente gli occhi sulla Stevenson. Anche se come al solito si stava dilungando parecchio, il discorso di quella sera fu meno lungo rispetto a quanto i suoi studenti fossero abituati e ben presto si avvicinò al Calice che era stato sistemato la sera prima al centro della Sala con tutti i tavoli dove gli studenti mangiavano intorno. 


“Era ora!”   Osservò Hailey a mezza voce sorridendo di sollievo, mentre tutti puntavano gli occhi sul Calice di Fuoco, in attesa e in silenzio.

Nessuno osò fiatare mentre le fiamme cambiavano colore, segno che stava per uscire il nome di un Campione: pochi istanti dopo un foglietto saltò fuori dalla grande coppa e la Stevenson lo prese al volo prima di spiegarlo e leggere il nome:

“Il Campione di Durmstrang è... Markus Bauer.” 


                                                                               *


Dal tavolo dove si era seduto insieme ai suoi compagni si sollevò un fragoroso boato ma lui quasi non ci fece caso: si sentiva come quando veniva chiamato per un’interrogazione... Non esattamente lucido.

Alek gli assestò una quasi dolorosa pacca sulla spalla, intimandogli ridendo di muoversi o sarebbe andato lui al suo posto.

In un mezzo stato di trance Markus si alzò e si avvicinò alla Stevenson, che gli rivolse un sorriso porgendogli il biglietto con il suo nome scritto sopra per poi stringergli la mano.

“Dove...”

“Porta a destra.” 

Markus annuì e, sorridendo con soddisfazione, seguì le indicazioni della Preside e si diresse con falcate decise verso la porta indicatagli tra gli applausi collettivi.


Era davvero stato scelto, alla fine... Due mesi prima non ne sarebbe stato sicuro al 100%. Mentre apriva la porta Markus sorrise quasi con sollievo, ringraziando mentalmente il Calice di Fuoco per averlo scelto mentre, nella stanza accanto, veniva reso noto il nome anche del secondo Campione.


                                                                       *

“Ma che cavolo stai aspettando? Vai, muoviti!” 

Abigail scoppiò a ridere, dando una leggera spinta a Marlene perché si muovesse ad alzarsi. 
Lucas scosse il capo con aria divertita, osservando l'amica che al sentire il suo nome era rimasta quasi pietrificata.

“Si sì, ho capito! Non spingere!”  Len sorrise e si alzò per poi avvicinarsi alla Preside con gli occhi di tutta la Sala puntati addosso... E dei suoi amici specialmente:

“Non inciampare o cose simili, ti prego... Non adesso.”   Mormorò Abigail incrociando le dita, pregando affinché l'amica non facesse una delle sue famose figuracce proprio in quel momento. 
                  
Fortunatamente la Grifondoro pensò la stessa cosa e si impegnò a non scivolare, inciampare o altro mentre si attingeva a raggiungere la stanza come Markus aveva fatto prima di lei. 

“Beh, ammetto che sono un po’ deluso... Ma sono felice per lei.”  Lucas sorrise seguendo Len con lo sguardo per poi distoglierlo e puntarlo nuovamente su Abigail quando la mora sparì dietro alla porta:

“Anche io... Spero solo che non si faccia ammazzare, Luke.”


“... Non ci avevo pensato. Ok, forse dobbiamo farle un corso di sopravvivenza o cose del genere.” 


                                                                               *


“Ragazze... Mi state staccando le mani...”   Scarlett parlo in tono sofferente e speranzoso allo stesso tempo, lanciando alle due amiche uno sguardo implorante affinché allentassero la presa sulle sue povere mani che stavano stritolando.

Tuttavia ne Hailey ne Nova sembrò sentirla e nessuna delle due accennò a mollare la presa su una mano ciascuna dell’amica, che si ritrovò a sospirare con rassegnazione.

Quando le fiamme del Calice diventarono rosse per la terza volta tutti gli studenti di Ilvermorny sembrarono trattenere il fiato, tutti molto curiosi di sapere chi fosse stato scelto come rappresentante per la loro scuola. 

Un pezzo di pergamena venne “sputato” quasi immediatamente dal Calice e la Steevnson lo afferrò come aveva fatto in precedenza prima di leggere il nome.

“Oddio, ci siamo...”

“Shhh!” 

Ignorando le parole di Nova e Hailey che l'aveva zittita Scarlett inarcò un sopracciglio,negli occhi azzurri fissi sulla Preside: aveva letto il nome e poi aveva esitato per un momento prima di parlare ad alta voce.


“Il Campione di Ilvermorny... È Jake Miller.” 

“CHE?” 

La mascella di Nova sfiorò il pavimento, così come quella di moltissimi compagni di scuola, mentre Jake si alzava con un sorrisetto soddisfatto stampato in volto per poi avvicinarsi alla Stevenson gongolando mentalmente. 

La donna gli porse con scarso entusiasmo il foglietto e accennò col capo alla porta infondo alla Sala mentre Hailey sbuffava leggermente, delusa.

Scarlett invece si voltò di scatto, sporgendosi indietro con la sedia per vedere la faccia della Holland.

“Oddio, guardate la Holland! Ha la faccia di una che ha appena ingoiato una rana!” 

“Le tue similitudini assurde mi erano quasi mancate durante le vacanze Scarlett, devo ammetterlo.” 


Hailey si versò un bicchiere d'acqua con un’espressione non propriamente allegra stampata in volto e Scarlett le rivolse un sorriso, cercando di tirarla su di morale:

“Beh, guarda il lato positivo... Non sei stata scelta è vero, ma nemmeno Derex! Poteva andare peggio, ti pare?” 

La Serpecorno annuì, in parte rincuorata dalle parole dell’amica mentre lanciava un’occhiata al suo ex ragazzo, che non sembrava propriamente allegro a sua volta.

“In effetti, sempre meglio Miller di lui. Pazienza, non importa! Sarà comunque divertente assistere alle prove, no?”

“Ci puoi scommettere! E io non dovrò passare l'anno ad immaginarmi la vostra morte in una di quelle...” 

Scarlett sorrise con sollievo, guadagnandosi due occhiate leggermente torve da parte delle amiche come a volerla ringraziare della grande fiducia che riponeva in loro.

“Non fate quelle facce, lo dico perché vi voglio bene! Come farei senza le mie Nova e Ley?” 

“Su questi ha ragione, Ley... Sarebbe persa senza di noi.” 


“Ci puoi giurare! Anche perché senza di me sarebbe stata di certo bocciata in Trasfigurazione.”


Le due le sorrisero e Scarlett roteò gli occhi, non avendo voglia di replicare o sottolineare che nemmeno Nova era propriamente una cima in quella materia. La Caposcuola si alzò e annunciò che andava a dormire in vista della doppia ora di Trasfigurazione che le attendeva il mattino dopo, sollevata di non avere alcuna ronda da fare quella sera visto che era il turno di Jakob. 


“Come vuoi... Buonanotte allora! Ma tieni legato il tuo cane Scarlett, non mi va di rincorrerlo per mezza scuola anche domani mattina! Certo, mi ha fatto incontrare un bel ragazzo ma...”

“Aspetta. Chi diamine hai incontrato?”


Scarlett ridacchiò di fronte alla faccia allarmata di Ley, girando sui tacchi e allontanandosi dal tavolo lasciando la Serpecorno in balia dell’interrogatorio di Nova. 












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Angolo Autrice:


Ebbene sì, sono tornata! Mi scuso per il ritardo, in genere ci metto molto meno di una settimana me negli ultimi giorni mi sono concentrata sul finire un'altra storia in corso e sul suo Sequel.
Ad ogni modo alla fine eccomi, spero che il capitolo vi sia piaciuto! 

Piccola richiesta per gli autori degli OC che sono stati scelti come Campioni: mi serve la descrizione delle bacchette per la Pesa.

Grazie come al solito per le recensioni, a presto spero! 


Signorina Granger 

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Capitolo 6
*** Trasfigurazione, risse, minacce e rivelazioni ***


Capitolo 5: Trasfigurazione, risse, minacce e rivelazioni



“Ward, Anderson! Che diamine state facendo lì infondo?”

Alle parole della Professoressa Mayer tutti si voltarono sincronicamente verso il banco infondo all’aula, occupato da due certe ragazze minute che avevano la faccia di chi è stato colto sul fatto.

“Emh… Niente professoressa… Ci scusi.”

Nova sorrise nervosamente mentre, un paio di banchi più avanti, Hailey cercava di non ridere.
Scarlett invece abbassò lo sguardo sul ripiano di legno del banco in parte ricoperto da carte di Sparaschiocco con cui lei e l’amica stavano giocando da almeno un quarto d’ora quando erano state richiamate.

“Beh, cercate di stare più attente d’ora in poi… La prossima settimana avete un test, vi ricordo.”

Come dimenticarlo prof…

Nova roteò gli occhi, ignorando deliberatamente le risatine e i commenti che avevano scaturito da parte degli studenti stranieri che avevano preso parte alla lezione:

“Siamo felici di farvi divertire… se non altro non si può dire che noi yankee non siamo di compagnia.”

Scarlett rivolse un sorriso dolce in direzione della fila sinistra dell’aula, occupata da Markus, Marlena, Abigail, Lucas e Marlene.

Tutti e cinque rivolsero alla rossa un sorrisetto per poi voltarsi nuovamente verso la cattedra occupata dalla professoressa, che fece nuovamente vedere agli studenti come trasformare un attaccapanni in un cactus.

“Ma a cosa serve questa roba? Non lo capirò mai…”

Scarlett sbuffò, borbottando a mezza voce e facendo scivolare con la mano le carte dentro la sua borsa: dopo essere state quasi beccate forse era meglio concentrarsi sulla lezione di Trasfigurazione e rimandare la partita a Sparaschiocco.

“Beh, se uno è amante delle piante grasse…”

Nova sorrise, stringendosi nelle spalle mentre l’anziana professoressa iniziava a fare il giro dell’aula per controllare i loro tentativi.

Hailey si guadagnò due occhiate torve dalle amiche quando il suo attaccapanni divenne un perfetto cactus con tanto di fiori, facendo anche guadagnare dieci punti a Serpecorno.

“Tsz, solo perché è la Direttrice di quella Casa! Se l’avessi fatto io non mi avrebbe dato nemmeno un quarto di punto, stanne certa!”

“Non pensarci troppo Nova, tanto le probabilità che noi due riusciamo in questa materia sono pari a quelle che ha Jake Miller di diventare Studente dell’Anno.”



Non per niente qualche minuto dopo, quando la donna si rese conto che nessuna delle due aveva prestato molta attenzione a gran parte della lezione, la Tuonoalato e la Magicospino vennero divise dalla Mayer: Scarlett venne mandata non molto gentilmente in primo banco tra due studenti di Durmstrang mentre Nova accanto a quelli di Hogwarts.

Hailey roteò gli occhi ma non disse nulla alla scenetta, appuntandosi mentalmente di dare ripetizioni di Trasfigurazione alle due amiche.

Scarlett, sbuffando, fece scivolare la borsa sul banco che Marlena aveva appena lasciato libero, spostandosi in quello di fianco per farle posto:
La polacca le rivolse un sorriso quasi comprensivo prima di parlare a bassa voce:

“Non sembra molto simpatica…”

“Qui siamo pieni di professoresse poco loquaci, avrai modo di rendertene conto… Marlena, vero?”

La ragazza dai capelli color castano chiaro annuì, porgendole la mano che Scarlett strinse con un debole sorriso:

Si. Tu sei Scarlett, vero? Mi sono rimasti impressi i tuoi capelli.”

“Non sei l’unica… Sei quella che ha fatto da guida turistica agli inglesi la prima sera, giusto? Markus Bauer, molto piacere.”

Scarlett si voltò verso il biondo, che le stava sorridendo con la mano tesa. La rossa la strinse guardandolo con aria quasi scettica, un sopracciglio inarcato: Markus… quello era il Campione di Durmstrang, ma il suo nome le ricordava anche altro.

“Ah, certo… Congratulazioni per essere stato scelto.”

Il biondo le rivolse un sorrisetto prima di tornare a concentrarsi sul suo attaccapanni, mantenendosi ancora addosso gli occhi azzurri di Scarlett: era la prima volta che si parlavano, ma lei aveva già avuto modo di conoscerlo, in un certo senso.

A quanto sembrava il suo piccolo, adorabile Zeus aveva scelto lui come vittima una settimana prima e gli era allegramente saltato addosso mentre Hailey gli correva dietro per riportarlo in camera sua… e boom, ecco che la sua cara amica aveva fatto la conoscenza di un affascinante nord-europeo.

Non che di norma Scarlett fosse pettegola, ma si era immensamente divertita a tempestare Hailey di domande insieme a Nova, giusto per vendicarsi di tutti gli interrogatori che si era dovuta sorbire su quanto era successo durante l’estate.

“Non fargli troppi complimenti, è già abbastanza pieno di sé… credimi, non è il caso di ingrandire maggiormente il suo ego.” Marlena roteò gli occhi, non parlando a voce abbastanza bassa da non farsi sentire dal compagno di scuola. Markus però non sembrò offeso dalle parole dell’amica, rivolgendole invece una strizzatina d’occhio:

“Piantala Marlena, lo so che mi adori! In realtà è pazza di me, ma fa finta che non sia così.”

Markus si rivolse a Scarlett come a volerle spiegare come stavano le cose, facendo ridacchiare debolmente la rossa mentre la polacca borbottava qualcosa sull’idiozia del suo amico mentre trasformava l’attaccapanni in un cactus a sua volta.

“Oh, non ho alcun dubbio! Sono sicura che è vero.” Scarlett piegò le labbra in un sorriso che però durò poco di fronte all’occhiata omicida della Mayer, che le intimò silenziosamente di impegnarsi maggiormente nella sua Materia invece di chiacchierare con gli studenti stranieri.


Intanto, nel banco dietro di loro, nemmeno una certa Magicospino sembrava molto felice di aver cambiato posto, guadagnandosi però un sorriso da parte di Marlene carico di comprensione, come se volesse tirarla su di morale:

“Non prendertela, nemmeno io sono brava in questa cavolo di materia! Sono Marlene, lei è Abby...”

“E sono alquanto incapace anche io. Molto piacere.” Abigail sorrise, sporgendosi oltre Len per stringere la mano di Nova, che rivolse alle due inglesi uno sguardo incuriosito prima di ricambiare il sorriso assumendo un'espressione più rilassata in volto: “Beh, allora sono finita nel banco giusto! Fortunatamente dopo ho Incantesimi e lì me la cavo molto meglio.”

“Stesso discorso per me, è la mia materia preferita... Anche io ho Incantesimi dopo! Tu Lucas?”

Marlene si sporse, rivolgendosi all’amico che sembrava leggermente annoiato dalla lezione ed era intento a scarabocchiarsi sul braccio come era solito fare quando si annoiava.

Senza nemmeno alzare lo sguardo il biondo annuì distrattamente e Marlene sospirò, scuotendo leggermente il capo:

“A volte mi dà i nervi... Lui è lì tutto tranquillo e intanto riesce benissimo in questo schifo mentre io non riesco a combinare nulla dal primo anno!”

“Eccetto quello volta in cui hai sbagliato mira e hai trasformato la sedia di Emily Jackson in un cane...”


Alle parole di Abigail Nova represse una risatina mentre Marlene sorrideva con aria colpevole, ricordando l'episodio di due anni prima anche fin troppo bene.

“Si beh, lì l'incantesimo era giusto... Peccato aver sbagliato mira in effetti. In ogni caso Luke, mi mostri come si fa? Al mio cactus mancano le spine!”

Marlene lanciò alla sua pianta grassa uno sguardo affranto e Lucas sospirò, appoggiando la penna sul banco per prendere invece la bacchetta e puntarla sul suo attaccapanni ancora indenne.

Due attimi dopo il mobile era scomparso, cedendo il posto ad un perfetto cactus.

“Ma come diamine fai? Ci rinuncio, è impossibile! Non mi resta che pregare affinché nelle Prove del Torneo non ci sia da Trasfigurare un bel niente.”


La Grifondoro incrociò le braccia con aria risoluta, guardando il cactus come se fosse tutta colpa sua se non riusciva per niente in Trasfigurazione. Abigail le rivolse uno sguardo divertito ma non imitò l'amica, continuando a provare insieme a Nova.

Alla fine dell'ora nessuna delle due era riuscita ad arrivare ad un cactus perfetto, ma almeno le loro piante avevano le spine, a differenza di quella di Marlene McRumble.

                                                                                       *

Jake sorrise debolmente, sentendo le urla alle sue spalle attenuarsi leggermente mentre percorreva il corridoio.
Non era stato molto difficile, era bastato “comunicare” un paio di cose a qualche studente che si sopportava a mala pena… Non gli piaceva prendere parte alle risse, era capitato una sola volta e visti gli esiti era meglio starne fuori per tutta la durata dell’anno. Tuttavia il non prendervi parte direttamente non impediva di causarne qualcuna, di tanto in tanto.

Stava per svoltare l’angolo quando comparve un ragazzo dai capelli scuri della sua età; non l’aveva mai visto quindi molto probabilmente era di Durmstrang o di Hogwarts.

Il ragazzo rivolse un’occhiata accigliata al fondo del corridoio dove Jeremy Howard e Kevin Wilkes se le stavano dando di santa ragione usando sia le bacchette che le mani, con i loro compagni di corso intorno che o cercavano di dividerli o stavano semplicemente a guardare la scena con aria divertita.

“Tranquillo, qui capita spesso… Non farci troppo caso, è normale.”

Aleksandur guardò Jake alle parole del Tuonoalato, che gli rivolse un sorrisetto quasi divertito prima di passargli accanto e superarlo velocemente, appena prima che una donna alta e dai capelli neri spuntasse dall’altra parte del corridoio: giusto in tempo, aveva evitato la Vicepreside per un soffio.

Il moro si lanciò uno sguardo alle spalle, chiedendosi se per caso quel ragazzo, che aveva riconosciuto come il Campione di Ilvermorny, non centrasse più del dovuto con la lite che era scoppiata a pochi metri da lui.
La Holland intanto aveva diviso i due studenti del sesto anno a suon di minacce prima di trascinarseli dietro verso il suo ufficio… si lanciò intorno uno sguardo come se stesse cercando qualcuno, cosa che non sfuggì agli occhi attenti di Aleksandur Yavor, che sorrise debolmente mentre osservava la donna dargli le spalle e incamminarsi nel corridoio, mentre gli altri studenti si sparpagliavano nel corridoio per tornare alle lezioni che dovevano seguire finito il cambio dell’ora.

Chissà, forse il soggiorno in quella scuola sarebbe stato divertente sul serio, se quegli episodi erano davvero all’ordine del giorno.

“Ah, eccoti qui! Non ti sei perso niente a Trasfigurazione… Ma non hai Erbologia adesso?”

Alek si riscosse e si voltò, trovandosi davanti Markus che lo guardava con cipiglio confuso nel trovarlo nel bel mezzo di un corridoio.

“Si, sto andando… mi sono fermato davanti ad uno spettacolo insolito. Ci vediamo a pranzo Markus, divertiti a… che lezione hai adesso?”

“Incantesimi, e sarà meglio andare se non voglio fare tardi… A dopo Alek!”

Markus assestò all’amico una pacca sulla spalla prima di superarlo, camminando in fretta nel corridoio per non fare tardi: la settimana prima, alla sua prima lezione aveva già fatto tardi perché ci aveva messo un secolo a trovare l’aula… fortunatamente alla fine aveva trovato un paio di ragazze che erano state ben liete di dargli indicazioni, forse incentivate dal sorriso sornione – definito da “marpione” da Marlena – che Markus aveva rifilato loro.

                                                                                                       *

“Posso sedermi?”

Hailey appoggiò il libro sul banco e si voltò, ritrovandosi a guardare un volto e un paio di occhi chiari sorridenti.

“Si, certo.”


Markus appoggiò la borsa sul banco vuoto e scivolò sulla sedia accanto alla ragazza, alla quale non sfuggì la di certo dolorosa gomitata che Nova aveva assestato a Scarlett di fronte alla scena.

Un lieve sorriso increspò le labbra della Serpecorno che, leggendo anche fugacemente il playback, scorse l'imprecazione della sua amica dai capelli rossi prima di mettersi dritta sulla sedia, rivolta verso la cattedra.

“Ah, quasi dimenticavo... Congratulazioni per essere stato scelto!”

Hailey si rivolse al ragazzo, sfoggiando un sorriso gentile prima che lui la ringraziasse, chiedendole se anche lei avesse provato a prendere parte al Torneo:

“In effetti sì, ma pazienza... Si vede che Miller ha qualità che io non possiedo!”


La Silverstone si strinse nelle spalle avendo ormai metabolizzato il fatto di non essere stata scelta, anche se si stava ancora chiedendo cosa potesse aver visto il Calice di Fuoco in Jake Miller, conosciuto a scuola anche come “il peccatore”.


“Non lo conosco quindi non saprei, ma sono certo che saresti stata un ottimo Campione per Ilvermorny. Di che Casa sei?”

“Serpecorno.”

“Quelli intelligenti?”

Hailey rise appena, divertita da quella domanda: la Casa fondata da Isotta aveva in effetti la predilezione per persone acute, non per niente la stessa fondatrice aveva sempre sognato di appartenere a Corvonero se fosse andata ad Hogwarts... Ma non erano di certo gli unici con cervello all'interno della scuola.

“Beh, diciamo di sì... Non che gli altri siano stupidi, naturalmente. Isotta però prediligeva persone sveglie e acute. Voi a Durmstrang non avete Case, vero?”


Hailey aveva appena cominciato a farsi raccontare da Markus della misteriosa scuola nordica quando sentì una pallina di carta colpirla dritta alla nuca, facendola voltare di scatto e puntando gli occhi azzurri sulle sue migliori amiche.
Nova le sorrise allegramente, indicando Markus e parlando in playback - "E' quello che Zeus ha travolto!"- mentre Scarlett aveva tutta l'aria di una che vuole dissolversi nell'aria e sparire di conseguenza.

Incuriosito, anche il Campione di Durmstrang fece per voltarsi per capire che cosa avesse catturato l'attenzione della ragazza, che però ebbe la prontezza di voltarsi di nuovo verso di lui e sorridergli:


“Scusa, mi sembrava di aver sentito una mia amica chiamarmi... Ma giocate a Quidditch anche se non avete le Case?”

“Certo, non siamo tanto idioti da farci sfuggire quello sport! Io gioco come Portiere.”

“Davvero? Anche io gioco, ma sono Cercatrice... In Porta farei di sicuro pena. C'è stata la prima partita dell'anno proprio prima che arrivaste e abbiamo vinto noi... La Stevenson voleva annullare il Quidditch per via del Torneo ma siamo riusciti a farle cambiare idea, fortunatamente.”

“Beh, grandioso! Non vedo l'ora di vederti giocare, allora.”


Markus sorrise e sembrò sul punto di dire qualcos’altro, ma venne interrotto dalla voce del Professor Simons che era appena entrato in aula per iniziare la prima lezione della settimana.

                                                                                                         *

“Jake Miller, eccoti finalmente! Dove sei stato tutto il giorno?” Jake alzò gli occhi, lanciando alla sua nemica/amica preferita uno sguardo quasi annoiato:

“Ciao anche a te Anderson... Perché lo vuoi sapere?”


“Non fraintendere, la tua vita non mi interessa troppo... Ma la Holland mi sta torturando! Mi ha preso per il tuo cane da guardia visto che sono Caposcuola e della tua stessa Casa, quindi non fa che chiedermi dove sei, cosa fai... Potresti seguire tutte le lezioni previste, visto che ora sei un Campione? La Holland non ne è felice lo sai... Cerca solo un pretesto per farti fuori dal Torneo, se fossi in te starei attenta.”


Scarlett sbuffò, sedendosi accanto al ragazzo al tavolo rotondo vuoto a parte loro.
A Jake non piaceva molto la compagnia e solitamente preferiva mangiare da solo, ma non ebbe il coraggio di chiedere alla rossa di spostarsi temendo che potesse dargli un piatto in testa.


“Senti, apprezzo lo sforzo ma non ci tengo ad avere una balia. Non mi metterò di certo a fare lo studente modello solo per il Torneo, che la Holland se lo ficchi in testa.”

“Sarà, ma Jakob mi ha detto che c'è stata una specie di rissa stamattina... Immagino che tu non ne sappia nulla.”

Scarlett gli rivolse uno sguardo eloquente, facendogli capire che non fregava nessuno... Tantomeno lei. Lo conosceva abbastanza da sapere che qualunque cosa di strano accadesse c'era sempre lui di mezzo, come lo sapeva la Holland. La Vicepreside cercava solo un modo per incastrarlo, lo sapevano entrambi.


“No, non ne so nulla. E se anche fosse, non sono affari tuoi.”

“Vorrei che fosse così, davvero! Ma la nostra cara professoressa di Pozioni non la pensa allo stesso modo quindi sarò chiara Miller: comportati bene o te la vedrai con me.”


Scarlett lo fulminò con una delle sue famose occhiate raggelanti prima di alzarsi e avvicinarsi al tavolo che era solita occupare con Nova, Hailey e il suo amico nonché “collega” Jakob.
Gli occhi azzurri di Jake la seguirono con lo sguardo per un attimo prima che la sua bocca si piegasse in un sorrisetto, voltandosi e accingendosi a cenare in santa pace:

La cosa buffa era che lei gli stava pure simpatica infondo... Peccato che le avessero affibbiato la noiosa carica di Caposcuola, rendeva tutto più difficile.

La sua minaccia non lo spaventa poi molto, anche se era consapevole di aver a che fare con un potenziale rottweiler... A nessuno piaceva avere quella ragazza come nemica, che anche se di bassa statura sapeva benissimo farsi rispettare.

                                                                                                       *

“Marlena, ciao! Ti siedi qui con noi?”

Abigail rivolse un sorriso allegro alla polacca, che annuì con sollievo prima di sedere tra la Tassorosso e Marlene.

“Certo! Grazie per l'invito, a volte stare con Markus e Alek è stremante... Ormai gli sono affezionata ma ciò non toglie che sono due mammalucchi.”


“Beh, se non altro sono bei ragazzi! Noi dobbiamo accontentarci di Luke.”

Un sonoro “ehi” molto offeso uscì dalla bocca del suddetto biondo, che lanciò all’amica uno sguardo accigliato. Marlene però rise, strizzandogli l'occhio prima di parlare:


“Dai Luke, lo sai che ti adoro! Piuttosto Marlena... Non è che ti piace uno dei due, vero? Sai, vi vedo sempre insieme.”

Alla povera ragazza andò quasi di traverso l'acqua che stava bevendo alle parole della Grifondoro, mentre Lucas alzava gli occhi al cielo con aria esasperata.


“C-come? No! Siamo amici e basta, ma come ti viene in mente?”


“Beh, non ha tutti i torti, sembrate molto uniti...” Osservò Abigail con aria pensierosa mentre Len annuiva e Marlena sgranava gli occhi grigi, sperando che le due stessero scherzando anche se sembravano molto serie.

Lucas invece ridacchiò debolmente, lanciando alla polacca un’occhiata divertita ma carica di compassione allo stesso tempo:

“Auguri, Marlena... Ora che le due “cupide” sono in azione non avrai vita facile. Queste due vedono coppiette innamorate ad ogni angolo, ignorale.”


Marlena lo guardò sperando che non dicesse sul serio, ma la faccia del Grifondoro le suggerì l'esatto opposto mentre Abigail e Marlene protestavano sonoramente, ribadendo che non c'era nulla di male ad essere romantici e che lui non poteva capire perché era un “ragazzo, quindi poco sensibile”.

                                                                                                         *

Sbadigliò, guardandosi intorno con aria leggermente annoiata mentre teneva le braccia conserte.
Faceva freddo quella sera, ma doveva mettersela via: il suo turno durava un'altra ora, non avrebbe potuto infilarsi sotto le coperte per un bel po’.

Scarlett si sistemò il colletto della camicia bianca oltre il bordo del gilet di lana rosso che faceva a pugni con i suoi capelli: aveva provato a non metterlo, ma a Novembre faceva troppo freddo per stare solo con la sottile camicia bianca.

A differenza che ad Hogwarts nella scuola americana le divise erano tutte uguali e non seguivano lo schema delle Case: camicia bianca, gonna blu scuro a ruota e gilet rosso per le ragazze; camicia bianca, cravatta e pantaloni blu e gilet rosso per i ragazzi.


Continuò a camminare nel corridoio buio, lanciando uno sguardo ad una finestra dove la pioggia si infrangeva con violenza. Rimpiangeva i tempi da Prefetto dei due anni precedenti, quando le ronde erano sempre in coppia e lei ed Hailey facevano in modo di finire quasi sempre insieme per chiacchierare un po’.

Ora invece era Caposcuola e i Professori non organizzavano mai le ronde sue e di Jakob nelle stesse sere... Ergo, era praticamente sempre da sola salvo alcune eccezioni dove aveva incontrato qualche Prefetto.


Evidentemente, quella sera era una di quelle: la ragazza sentì dei passi alle sue spalle e voltandosi sorrise, ritrovandosi a guardare proprio la sua Serpecorno preferita:

“To’ guarda chi si vede! Come mai qui?”

“Cambio di turno con Sean...”


Hailey si strinse nelle spalle, iniziando a camminare accanto all’amica senza però dire nulla, come se stesse pensando a qualcosa.
Incuriosita da quell’insolita scarsa loquacità Scarlett rivolse alla castano uno sguardo incerto senza però chiederle nulla e continuando a camminare.

Il corridoio, anzi l'intera scuola, sembrava avvolta nel silenzio e gli unici rumori perfettibili alle due ragazze era il suono dei loro passi sul pavimento di legno.

Scarlett stava per chiedere se ci fosse qualcosa che non andava quando Hailey parlò, precedendola:

“Non eri in Spagna vero? A me puoi dirlo Scarlett, lo sai.”

“A cosa ti stai riferendo?”


“Non prendermi in giro, ti conosco... Non sei andata in Spagna, lo so per certo. E non vedo altro motivo per cui mentre se non... Quello. Come so per certo di non averti mai visto quell’anello addosso prima dell'anno scorso... Non l'ho capito subito a dire il vero, ma poi l'ho riconosciuto. Sei stata in Irlanda?”

Scarlett sospirò, abbassando lo sguardo sull’anello d'oro che portava alla mano sinistra e annuendo impercettibilmente:

“Si.”

“E?”

“E niente Ley, non mi ha voluto vedere. Discorso chiuso.”

Hailey fece per ribattere, volendo sapere per bene che cosa fosse successo... Ma Scarlett non gliene diede il tempo, accelerando di colpo il passo e superandola di conseguenza.


Evidentemente non ne voleva parlare... Ma di certo con l'aiuto di Nova sarebbe riuscita a farle sputare il rospo, ne era sicura.

 

 










**********************************************************
Angolo Autrice:

Buonsalve! Questa volta sono stata più veloce ad aggiornare, sono tornata dal mare (addio, vacanze) quindi spero di aggiornare con maggiore frequenza in futuro.
Come al solito grazie per le recensioni, spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto!

Piccola domanda alla quale dovrete rispondere via messaggio: tra qualche capitolo ci sarà una partita tra Magicospino e Tuonoalato... Chi volete che vinca? Potete, anzi dovete, rispondere tutti eccetto Slytherin2806 e FuriaBianca.

E' tutto, quindi vi saluto... a presto!


Signorina Granger

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Capitolo 7
*** La Pesa delle bacchette ***


Capitolo 6: La Pesa delle bacchette

 

“Mette a disagio solo me o è una cosa comune?”

 

Alle parole di Alek Marlena, seduta tra lui e Marcus nell’aula di Pozioni, lanciò un’occhiata in direzione della Holland, che stava girando tra i banchi per controllare l’andamento della preparazione del Distillato Sviante.

 

“In realtà credo che valga per tutti, ma probabilmente quelli di Ilvermorny ci sono abituati.”

 

Due istanti dopo Marlena si auto-ringraziò mentalmente per aver parlato in tedesco e non in inglese, visto che la professoressa li aveva fulminati con lo sguardo sentendoli borbottare ma evidentemente non aveva capito cosa si erano detti.

 

“Consiglierei di parlare poco, quella sembra pronta ad affatturare la prima fonte di rumore sotto tiro.”

 

Alek sbuffò sommessamente alle parole di Marcus sibilate con un filo di voce mentre tutti e tre mescolavano con aria leggermente scettica il contenuto dei calderoni.

 

L’aula, dopo più di mezz’ora di lezione, si era praticamnete riempita da una cortina di vapore sollevatosi dai calderoni ma fortunatamente erano a metà Novembre, quindi nessuno aveva problemi di caldo.

 

“Mi sento a disagio! Non vola una mosca! Sembra quasi di stare in punizione!”

 

Abigail piegò le labbra in una smorfia, guardandosi intorno con aria quasi allarmata: tutti erano chini sui rispettivi calderoni, probabilmente messi a disagio dalla presenza della Vicepreside che girava per i banchi con aria inquisitoria.

 

“Ringraziamo il cielo che Len non c’è allora, sarebbe capacissima di rovesciare qualcosa e sollevare un gran baccano…”   Osservò Lucas con un sorrisetto, immaginandosi perfettamente la sua amica che nel silenzio assoluto rovesciava il calderone e se ne usciva con una sonora imprecazione, maledicendo la sua goffaggine.   Fortunatamente l’esuberante Grifondoro era a lezione di Astronomia, quindi non correva il rischio di fare danni e guadagnarsi l’antipatia della Holland… anche se l’aula di Astronomia non era in salvo dalle sue gaffe.

 

Abigail fece per dire qualcosa ma si ritrovò con i penetranti occhi verdi della Vicepreside puntati addosso e tenne la bocca chiusa, abbassando immediatamente lo sguardo sul suo calderone per evitare di essere rimproverata.

 

In primo banco intanto, proprio davanti alla cattedra, un certo Tuonoalato stava mescolando in senso orario il suo Distillato sperando vivamente di aver fatto centro: l’essere molto bravo in Pozioni era forse l’unica cosa che l’aveva sempre salvato dalle punizioni che altrimenti la Holland gli avrebbe rifilato.

 

Jake osservò il colore del Distillato, che era diventato di una stucchevole sfumatura di turchese…. In teoria andava bene, ma era certo che la sua professoressa preferita avrebbe fatto di tutto per trovare il pelo dell’uovo, come al solito.

 

Per l’appunto due secondi dopo il Capitano della squadra di Quidditch della sua Casa si ritrovò la Holland accanto al suo banco, intenta ad osservare con aria critica il contenuto del calderone:

 

Jake continuò a mescolare come se niente fosse, lanciando all’insegnate uno sguardo con la coda dell’occhio e chiedendosi cosa stesse pensando: probabilmente lo stava maledicendo per essere schifosamente bravo proprio nella sua materia.

 

Ironico, in effetti.

 

“Bene Miller, il colore e l’odore sono giusti.”     Un sorrisetto fece capolino sul volto di Jake, ma non alzò lo sguardo mentre la Holland si spostava verso il banco di Scarlett per controllare anche il suo lavoro: sapeva che la Vicepreside odiava fargli complimenti, come lo sapevano tutti.

Alla faccia tua, strega!

 

“Ben fatto Scarlett.”

 

La rossa tirò quasi un sospiro di sollievo mentre la Vicepreside si avvicinava ad una Nova agitatissima: era brava in Pozioni, ma temeva sempre di sbagliare qualcosa e di ritrovarsi la Holland intenta ad urlarle dietro.

 

“Ben fatto Scarlett… favoritismi.”    Borbottò Jake con una smorfia scimmiottando la Holland a mezza voce, guadagnandosi uno sguardo leggermente torvo da parte della sua vicina di banco:

 

“Sai, se non ti divertissi tanto nel saccheggiare la sua scorta di ingredienti forse non ti detesterebbe tanto… Ci hai mai pensato?”

 

“Forse, ma non mi interessa… ho altro per la testa oltre a compiacere quella vecchia megera.”

 

Scarlett non disse nulla, limitandosi a roteare gli occhi proprio mentre la Holland si allontanava dal banco di una Nova molto più rilassata rispetto a due minuti prima e un bussare alla porta attirava l’attenzione di tutti gli studenti; un momento dopo l’alta figura di Jakob Young si stagliò sulla soglia dell’aula, schiarendosi la voce prima di parlare:

 

“Mi scusi professoressa, ma la Preside mi ha chiesto di accompagnare Jake Miller e Marcus Bauer nel suo ufficio…. Vuole parlare con i Campioni.”

 

Alle spalle del ragazzo fece capolino anche la figura minuta di Marlene, che cercò per la stanza i suoi amici. La Grifondoro rivolse un allegro sorriso in direzione di Abigail e Lucas, agitando anche leggermente una mano per salutarli vivacemente.

 

“Bene… Andate, allora.”

 

Jake, con un sorriso che andava da un orecchio all’altro, si alzò dallo sgabello e passò davanti alla Holland quasi gongolando: non solo avrebbe perso parte della lezione, ma stava sfuggendo dalla Holland proprio sotto al suo naso… quel mercoledì stava iniziando alla grande, decisamente.

 

 

Scarlett rivolse al compagno di Casa uno sguardo carico d’invidia per potersela svignare dalla doppia ora di Pozioni che tutti sognavano di evitare al mercoledì mattina, mentre anche Alek lanciava ad un Markus sorridente un’occhiata che sprizzava “beato te” da tutti le parti.

 

I due ragazzi uscirono dall’aula e seguirono, insieme ad un’allegra Marlene carica di curiosità, Jakob lungo il corridoio.

 

In realtà Jake sapeva benissimo dov’era l’ufficio della Stevenson, anche se non era una cosa strettamente positiva… ci era finito l’anno prima, quando aveva rischiato di farsi espellere per essersi picchiato con un compagno di scuola.

Solitamente lui provocava le risse e non ci prendeva direttamente parte, ma in quell’episodio le cose erano andate diversamente, la situazione gli era sfuggita di mano e si era ripromesso che non sarebbe più capitata una cosa simile… anche perché difficilmente si sarebbe salvato una seconda volta.

 

Non che gli importasse molto della scuola, anzi forse farsi espellere e rovinare la perfetta reputazione della sua famiglia sarebbe stata una bella ripicca verso suo padre… d’altra parte però l’idea di dover tornare a casa prima del previsto era insopportabile.

 

“Come mai la Stevenson vuole vederci?”

 

Jake accelerò leggermente il passo per camminare accanto a Jakob, che però si strinse nelle spalle:

 

“Non ne ho idea… Forse vogliono fornivi qualche dettaglio, immagino non manchi molto alla Prima Prova.”

 

Il Magicospino si strinse nelle spalle e Jake non disse nulla, riflettendo sulle parole del compagno di scuola: era il 15 Novembre… Non sapevano ancora con precisione quando si sarebbe svolta la Prima Prova, ma probabilmente Jakob aveva ragione, non doveva mancare poi molto.

Di certo avrebbero dovuto affrontarla al massimo ai primi di Dicembre, quindi mancavano circa due settimane…

 

E nessuno di loro aveva idea di cosa avrebbero dovuto fare: perfetto.

 

Jake rivolse un’occhiata di sbieco ai suoi due “colleghi”, che esibivano reazioni differenti all’improvviso colloquio con la Preside di Ilvermorny: Markus camminava con le mani in tasca e l’aria rilassata come se stesse andando a bere un caffè, mentre Marlene sembrava leggermente nervosa.

 

Erano appena arrivati davanti alla pesante porta di quercia dell’ufficio della Preside quando Jakob si voltò verso Miller dopo aver bussato:

 

“Ah Miller, prima che mi dimentichi… Hanno fissato la data della prossima partita: 5 Dicembre, Magicospino contro Tuonoalato. Buon colloquio ragazzi.”

 

Jakob rivolse al Tuonoalato un sorrisetto prima di allontanarsi nel corridoio, con gli occhi di Jake puntati addosso per un attimo mentre Markus apriva la porta dell’ufficio sotto invito della Stevenson: 5 Dicembre… tre settimane per allenarsi, in pratica.

 

Si, perché non aveva alcuna intenzione di perdere una seconda volta… Jakob Young giocava come Battitore esattamene come lui ed era anche Capitano; non si sarebbe fatto battere, non certo dal ragazzo che nei precedenti due anni gli aveva tolto un milione di punti quando l’aveva colto con le mani nel sacco…

 

                                                                                       *

 

Marlene si passò una mano tra i capelli scuri, a disagio: le facevano quasi male i muscoli facciali a forza di sorridere… anzi, probabilmente ormai il sorriso forzato per le foto le si era stampato in faccia.

 

Nell’ufficio della Stevenson avevano trovato anche la Preside Wagner di Durmstrang e il Professor Corner di Hogwarts, insieme a due tizi del Ministero di cui la Grifondoro aveva dimenticato i nomi due minuti dopo averli sentiti, un giornalista, un fotografo e un uomo silenzioso dagli occhi scuri che aveva scrutato con attenzione i tre Campioni non appena erano entrati.

 

Era strano ritrovarsi nella stessa stanza con tre Presidi e ancor di più farsi scattare delle foto con loro… fortunatamente la tortura era finita e potevano dedicarsi al vero motivo per cui lei, Markus e Jake erano stati convocati: la Pesa delle bacchette.

 

Sul momento nessuno dei tre aveva capito di cosa la Stevenson stesse parlando, ma poi Jeremy Williams, il fabbricante di bacchette che era stato chiamato nonché uno dei più famosi degli Stati Uniti, aveva provveduto a spiegarsi meglio: doveva semplicemente controllare che le bacchette dei Campioni fossero in buono stato in vista del Torneo che a breve sarebbe ufficialmente iniziato.

 

“Direi di cominciare, a questo punto…Prima le signore.”

 

L’anziano mago dagli occhi neri e i capelli bianchissimi rivolse un cordiale sorriso in direzione di Marlene, che subito gli si avvicinò porgendogli la sua bacchetta.

 

Pregando mentalmente affinché funzionasse e non si mettese a fare pazzie Marlene seguì con curiosità i movimenti di Williams, che si rigirò la bacchetta tra le lunghe e sottili dita osservandola da ogni angolazione:

 

“Quercia rossa, legno interessante… 12 pollici e Corda di Cuore di Drago come nucleo, vero?”

 

Marlene annuì con un cenno del capo mentre il fabbricante, agitando appena la bacchetta, faceva uscire dei fasci di luce bianca che disegnarono dei ghirigori in aria pima di scomparire con uno schiocco.

 

“Direi che è in ottime condizioni. Grazie, Signorina McRumble.”

 

Marlene rivolse all’uomo un sorriso mentre riprendeva la sua bacchetta in mano, ringraziandolo mentalmente per non averla chiamata con il nome che tanto detestava: poteva ancora reggere il primo, ma gli altri due… quasi quasi si sarebbe fatta un giro all’anagrafe per farseli togliere.

 

“Markus, tocca a lei.”  La Wagner fece un cenno al suo studente, che subito si avvicinò a Williams e gli porse la sua bacchetta senza dire nulla.

 

“Grazie. 11 pollici e un quarto, fatta in abete… Abbastanza rigida e nucleo di Corda di Cuore di Drago. Corretto?”

 

Markus annuì, osservando la sua bacchetta nelle mani del fabbricante che l’agitò leggermente accendendo di colpo il camino e tutte le candele presenti nella stanza.

 

L’uomo annuì e la porse al suo proprietario, decretando che non aveva alcun problema.

 

“Bene, manca solo Miller allora…”

 

Jake si avvicinò all’uomo che, con ogni probabilità, aveva costruito la sua bacchetta alle parole della Stevenson e gliela porse senza dire nulla, sperando che non avesse un qualche problema visto che ci si era molto affezionato.

 

Mentre si rigirava la bacchetta tra le mani Williams annuì e sorrise appena come se stesse guardando una vecchia foto, riconoscendo un amico che non vede da tempo:

 

“Certo, mi ricordo di questa bacchetta… Insolita. 8 pollici, piuttosto rigida… Fatta in cedro e contiene tracce di zanna di Basilisco. Ne ho realizzate pochissime con questo nucleo… Funziona bene, Signor Miller?”

 

“Si, benissimo.”   Jake annuì, trattenendosi dal chiedergli di non chiamarlo “Signor Miller” visto che gli faceva pensare a suo padre.

 

Williams l’agitò leggermente, facendo uscire dalla punta della bacchetta un sottile fascio di acqua che disegnò un vortice in aria prima di dissolversi velocemente com’era apparsa.

 

“Perfetta, grazie.”     Jake riprese la bacchetta e si spostò, tornando accanto al muro mentre il giornalista discuteva con la Stevenson riguardo alle brevi interviste che erano in programma per ciascuno dei tre Campioni.

 

Interviste?

 

Jake inarcò un sopracciglio, imprecando mentalmente visto che non aveva nessuna voglia si rispondere a delle domande mentre anche Marlene non sembrava propriamente felice alla notizia, più per paura di fare qualche figuraccia che per il fatto in se di dover rispondere a delle domande.

 

Anche perché il Campione di Ilvermorny ne era certo: sarebbe saltata almeno una domanda sulla sua famiglia, poco ma sicuro… sulla fama di sua madre come scrittrice o sull’avere una specie di fratello modello lontano anni luce da lui quanto a temperamento.

 

E non aveva nessuno voglia di parlare di loro.

 

                                                                                *

 

“Ah, eccoti qui finalmente! Cominciavamo a pensare che ti avessero preso in ostaggio… che cosa voleva la Stevenson?”

 

Markus sedette accanto ad Alek al tavolo che i suoi compagni di scuola avevano occupato per il pranzo, ringraziando mentalmente l’amico per avergli tenuto un posto libero prima di parlare:

 

“Ci hanno controllato le bacchette per assicurarsi che non avessero problemi, ci hanno fatto delle foto e un giornalista ha voluto farci qualche domanda… ci abbiamo messo un secolo.”

 

“Già, per poco non ti perdevi il pranzo. Vi hanno detto anche qualcosa della Prima Prova, per caso?”

 

Alek inarcò un sopracciglio mentre Markus si serviva di una generosa dose di insalata, evitando accuratamente come al solito di toccare la carne visto che era vegetariano da anni:

 

“Si terrà il 30 Novembre… ma non ci hanno detto altro.”

 

“Probabilmente ci tengo all’effetto sorpresa… beh, mancano comunque due settimane. Hai tempo per prepararti psicologicamente.”

Aleksandur diede una pacca sulla spalla dell’amico con fare comprensivo, che annuì mentre mangiava distrattamente.

 

Solitamente la prima prova era pensata per vedere come i Campioni reagivano davanti a qualcosa di inaspettato, testando il loro ingegno e coraggio…

Chissà che cosa avrebbero dovuto affrontare due settimane dopo.

 

Chiunque si fosse mai interessati un minimo al Torneo Tremaghi sapeva che molto spesso nella Prima Prova veniva chiesto di affrontare una qualche creatura magica… come Draghi, Manticore o anche Chimere.

 

Markus si chiedeva a che genere di creatura si sarebbe trovato davanti, anche se una parte di lui quasi non voleva saperlo… probabilmente gli sarebbe venuto un mezzo colpo al momento della Prova.

 

                                                                              *

 

Marlene October Hawaii McRumble! Eccoti finalmente… ti ho tenuto la tua torta preferita da parte, sei contenta?”

 

Lucas rivolse alla sua migliore amica un sorrisino beffardo mentre spingeva leggermente il piatto con la fetta di torta verso la suddetta ragazza, che lo guardò con luce omicida negli occhi neri mentre prendeva posto tra lui e Abigail.

 

“Luke… Perché vuoi morire giovane?”   Abigail sospirò, lanciando alla Grifondoro uno sguardo preoccupato sapendo che sarebbe potuta scoppiare da un momento all’altro.

 

“Ringrazia che questa sia effettivamente la mia torta preferita, altrimenti te la spiaccicherei in faccia… E parla piano, non voglio che nessuno oltre voi due venga a conoscenza del cavolo di nome che mi hanno affibbiato quei due rimbambiti che mi ritrovo per genitori.”

 

Marlene parlò con un filo di voce guardando il compagno di Casa con aria minacciosa, ma Lucas sembrava più che rilassato e le sorrise tranquillamente:

 

“Oh smettila! Non è il massimo ma nemmeno così terribile infondo…”

 

“Lo dici perché tu hai un nome normale! Hai mai sentito di una che si chiama October? O Hawaii? Solo perché mi hanno concepita lì! Grazie al cielo è il terzo, se non altro nessuno si cura del terzo nome di qualcuno!”

 

“Lucas, non replicare…”  Mormorò Abigail prima di seppellire la faccia nel calice, non volendo finire con l’essere messa in mezzo nella rissa verbale tra quei due.

Wallaby però, da bravo Grifondoro scapestrato, non la ascoltò e continuò come se niente fosse a parlare con Marlene chiamandola col nome completo finché questi, esasperata, non sfoderò la bacchetta:

 

“Sai che ti dico caro? La devo proprio collaudare dopo la Pesa… Aguamenti.”

 

Un istante dopo Lucas Wallaby si ritrovò con il ciuffo di capelli biondi appiattito sulla fronte e la camicia bianca fradicia, mentre Len sorrideva per poi alzarsi con aria soddisfatta, portandosi dietro il piatto con la fetta di torta.

 

Lucas non disse nulla, limitandosi a spostarsi i capelli dagli occhi mentre metà della Sala da Pranzo si era voltata nella sua direzione, chiedendosi cosa potesse aver detto o fatto per guadagnarsi una lavata di capo… in tutti i sensi.

 

“Beh, poi non dite che noi Tassorosso siamo degli idioti mio caro Luke… dopotutto io te l’avevo detto.”

 

Abigail fece spallucce e si alzò, rivolgendo al Grifondoro un sorrisino beffardo prima di girare sui tacchi e andare dietro a Marlene fuori dalla Sala, lasciando un Lucas Wallaby irritato anche se infondo sapeva di esserselo meritato.

 

“Beh, che avete da guardare? Non ditemi che nessuno di voi ha mai fatto arrabbiare un’amica perché non ci credo.”

 

                                                                                 *

 

“Oh mio Dio… Che cosa vedono i miei occhi, Scarlett Anderson che va verso il Campo da Quidditch! Stai bene, rossa?”

 

“Per prima cosa NON chiamarmi rossa. Secondo si, sto benissimo e terzo… Alle 16.30 inizia l’allenamento di Nova e Jakob, vado a vederli. Tu invece che ci fai qui?”

 

Hailey si strinse nelle spalle, continuando a camminare sull’erba accanto all’amica:

 

“Stessa cosa… ma perché sei in anticipo? Sono le 16… io sono stata mandata in avanscoperta da Nova per spiare le strategie dei Tuonoalato, ma tu? E non dirmi che sei interessata all’allenamento della tua squadra, perché so benissimo che non ti interessa molto il Quidditch.”

 

“Beh, pare che la nostra Nova ci abbia assunte entrambe nella sua agenzia investigativa… Ma ti rendi conto, sono finita a spiare la mia stessa squadra!”

 

“Un effetti è un po’ strano, se fossi in te starei attenta però… Ho l’impressione che Miller ti ammezzerebbe se lo scoprisse.”

 

Hailey sorrise mentre invece Scarlett sfoggiò una lieve smorfia, sapendo che l’amica aveva ragione e maledicendosi per essersi fatta mettere in quella situazione: ma perché non poteva essere semplicemente imparziale? Da una parte giocava una delle sue migliori amiche e dall’altra la sua stessa Casa…

 

Forse era per questo che solitamente gli studenti stringevano amicizia tra compagni di Casa…

 

                                                                                 

“In ogni caso, sappi che sono tremendamente offesa! Non sei quasi mai venuta a vedere i miei allenamenti e vai invece a quello di Nova!”

 

Hailey incrociò le braccia al petto, sbuffando e guardando male l’amica senza smettere di camminare verso il campo. Scarlett sospirò e roteò gli occhi, ormai abituata alle “crisi” della sua amica che andava da abbracci e sorrisi a “nessuno mi ama, tutti mi odiano” nel giro di pochi secondi…

 

Ricordava con orrore il periodo successivo alla sua rottura con Andrew Derex, quando le sue fasi no erano state molto più frequenti del solito e l’arduo compito di tirarla su era ovviamente spettato a lei e a Nova in primis.

 

“Ma dai, non è vero… E poi sono venuta perché mi ha chiesto di spiare l’allenamento dei Tuonoalato, più che altro… Ti prometto che al prossimo allenamento dei Serpecorno ci sarò!”

 

Scarlett si sforzò di sorridere, mettendo una mano sulla spalla dell’amica che la guardò inarcando un sopracciglio:

 

“Sicura?”

 

“Certo!”

 

“Bene, ma sappi che me la lego al dito… E ora muoviti o faremo tardi!”      Con un largo sorriso Hailey prese l’amica sottobraccio, ritrovandosi a trascinarsela dietro anche per via della differenza d’altezza di 10 cm.   Scarlett sospirò ma non disse nulla, cercando di stare al passo con l’amica mentre raggiungevano finalmente il Campo da Quidditch.

 

                                                                                *

 

“Come hanno reagito i suoi genitori sapendo che è stato scelto come Campione? Dopotutto è un grande onore.”

 

Già, come avevano reagito?

Non ne aveva idea.

 

Aveva scritto a suo fratello ma non ai suoi genitori… non aveva idea di come suo padre avesse preso la notizia, non gli aveva assolutamente scritto.

 

Jake assottigliò gli occhi, impugnando con forza la mazza e tenendo gli occhi fissi sul Bolide che si stava avvicinando a gran velocità, pronto a colpirlo.

 

Da una parte odiava l’idea di compiacere i suoi genitori, anche se dall’altra gli piaceva poter dimostrare di valere qualcosa anche se era diverso da suo fratello maggiore Jonathan che i genitori avevano sempre idolatrato… come tutti, in realtà.

 

Jonathan era stato una specie di studente modello ad Ilvermorny e probabilmente i professori, vedendo un Miller allo Smistamento, avevano pensato che avrebbe seguito le sue orme…

 

Come si sbagliavano.

Jake non somigliava a suo fratello… erano sempre stati diversi.

 

Colpì il Bolide quasi con ferocia, scaricando sulla mazza tutta la rabbia che provava.

 

Erano sempre stati trattati diversamente, molto prima di iniziare a frequentare Ilvermorny…

 

Peccato solo che il caro, perfetto Jonathan non l’avesse mai saputo e a volte quasi provava rabbia nei suoi confronti per questo… Perché non se ne era mai reso conto.

 

Il Bolide schizzò a gran velocità verso gli anelli, seguendo con precisione la traiettoria indirizzata dal Battitore e centrando perfettamente l’anello sinistro, esattamente come Jake voleva.

 

Malgrado tutto sorrise, deciso a vincere la partita contro Magicospino.

 

Il Quidditch era una delle poche cose che aveva a cui aggrapparsi, l’unica in cui sentiva di eccellere veramente… era sempre stato bravo, entrando in squadra fin dal primo anno e diventando Capitano al sesto.

 

“Jake! Tempo scaduto!”

 

Si voltò verso Shayla Pritchett, sua compagna di squadra e Cacciatrice. La ragazza indicò con il capo la distesa erbosa sotto di loro e Jake, abbassando lo sguardo, scorse delle figure sull’erba…  Toccava ai Magicospino il turno per allenarsi, dovevano essere le 16.30.

 

“Si, arrivo…”   Jake sbuffò e tenendo la mazza sottobraccio planò verso il suolo del campo, un po’ restio a cedere il posto ai futuri avversari: fosse stato per lui sarebbe rimasto in sella ancora per un bel po’.

 

Il Capitano scivolò dalla scopa e si diresse verso gli spogliatoi dopo aver lasciato la mazza a Nova Ward, che giocava come Battitrice per Magicospino insieme a Jakob Young.

 

Il ragazzo però non lasciò il campo una volta cambiato, rimanendo sugli spalti: dopotutto non aveva nessuna voglia di fare compiti di alcun tipo… non gli avrebbe fatto male seguire gli allenamenti dei futuri avversari.

 

Scorse anche Hailey Silverstone e Scarlett Anderson sugli spalti, intente a parlare mentre seguivano l’allenamento… di certo erano andate a vedere la loro amica, anche se la presenza di Anderson gli era un po’ strana: era risaputo che non fosse per nulla amante del Quidditch, a differenza delle sue due migliori amiche.

 

La Tuonoalato del resto ignorava come sarebbe finito quell’allenamento, un’ora dopo…

 

                                                                                  *

 

Hailey l’aveva praticamente trascinata nel campo una volta finito l’allenamento, quanto tutta la squadra era negli spogliatoi eccetto Nova che le aveva aspettate.

Scarlett si avvicinò all’amica, che teneva il manico di scopa stretto in meno mentre chiudeva il baule che conteneva Bolidi, Boccino, Pluffa e mazze.

 

“Ciao, piaciuto l’allenamento?”

 

Nova rivolse alle due amiche un gran sorriso e Hailey annuì, complimentandosi con la Magicospino per la prestazione.

 

“Grazie… dopo avrete modo di raccontarmi per bene dell’allenamento dei Tuonoalato. Ora… pronta, Scarlett?”

 

Nova rivolse alla rossa un gran sorriso e quest’ultima inarcò un sopracciglio, non capendo l parole dell’amica:

 

“Emh… pronta per cosa esattamente?”

 

“Per farti un voletto… Sai, io e Ley abbiamo convenuto che sei fin troppo riservata per raccontarci che cosa è successo quest’estate… Perciò siamo arrivate alla conclusione che ti ci vuole diciamo una spintarella per parlare.”

 

Scarlett sgranò gli occhi azzurri, aspettandosi il peggio conoscendo le sue amiche che la guardavano con due sorrisetti stampati in faccia che non promettevano proprio nulla di buono.

 

E infatti un attimo dopo si era ritrovata in sella alla scopa di Nova dietro ad Hailey, che se l’era caricata dietro non troppo gentilmente per poi planare subito per evitare che la rossa potesse sfuggirle:

 

“Scusa tesoro, ma tu non te ne vai finché non ci avrai detto come stanno le cose… Lo facciamo per te, domani ci ringrazierai.”

 

NO CHE NON LO FARO’, HO PAURA! Ley soffro di vertigini… LEY!”

 

La Serpecorno però si limitò a ridacchiare mentre Scarlett le allacciava le braccia intorno alla vita e raggiungevano i ventri m d’altezza.

 

“Lo so bene… infatti prima parlerai e prima metterai i piedi per terra… Dipende da te amica mia!”

 

Nova scoppiò a ridere seguendole con lo sguardo dal suolo, estremamente divertita anche se un po’ le dispiaceva per Scarlett… sapeva che soffriva di vertigini, ma sapeva anche che non avrebbe mai sputato il rospo senza un incentivo.

 

“VI ODIO. Fammi scendere Ley, ti prego!”   Scarlett sospirò, sforzandosi di non guardare giù mentre Ley sfrecciava allegramente intorno al campo facendo finta di non sentirla.

 

 

Dagli spalti intanto un certo ragazzo stava seguendo la scena con un sopracciglio inarcato e l’aria stralunata chiedendosi che accidenti stessero combinando quelle tre pazze…

 

Era quasi tentato di salire sulla sua scopa e andare in soccorso della sua compagna di Casa, ma d’altra parte era uno spettacolo estremamente divertente…

 

Perché non gustarselo?

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Angolo Autrice:

Salve gente, eccomi di ritorno con un altro capitolo! Ho fatto piuttosto in fretta questa volta, spero di riprendere la mia solita velocità... Boh, si vedrà nei prossimi giorni immagino. 

Oggi l'ispirazione ha bussato alla mia porta e questo è il risultato, spero che il capitolo vi piaccia! :)

Grazie per i voti riguardo alla partita, leggerete dell'incontro tra due o tre capitoli.

Spero che non ci siano molti errori ma non avuto tempo di rileggerlo...

Questa volta non ho alcuna domanda per voi quindi vi saluto!
Ci vediamo (penso molto presto) con il seguito

Signorina Granger

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Capitolo 8
*** Abbracci, verifiche, compiti e pus ***


Capitolo 7: Abbracci, verifiche, compiti e pus 

 

Il corridoio era avvolto nel buio e nel silenzio, non senza altro se non il rumore dei suoi stessi passi sul parquet.

Fermandosi davanti all’unica porta si guardò intorno pregando che non arrivasse nessuno, in particolar modo il suo compagno di Casa Jakob che sarebbe potuto tornare dalla ronda notturna das un momento all’altro.

 

Revelio.”

 

Al suo sussurro la serratura della pesante porta scattò e Nova l’aprì, chiudendosela subito alle spalle per poi attraversare il piccolo pianerottolo e fermarsi davanti alla porta a destra.

 

Pregando che non stesse dormendo bussò leggermente, parlando a bassa voce:

 

“Scarlett… sei sveglia?”

 

Non ottenne alcuna risposta, ma ciò non voleva necessariamente dire che la sua amica stesse dormendo… sbuffò debolmente e aprì lentamente la porta, sicura che la Tuonoalato fosse sveglia ma che non avesse voglia di parlare.

 

Non si era nemmeno fatta vedere a cena, e se Scarlett Anderson salvata un pasto doveva essere grave per forza… Quando Hailey l’aveva fatta tornare a terra si era dileguata in fretta senza fermarsi a chiacchierare e stando a quello che aveva detto Jakob a cena si era chiusa in camera sua.

 

Il letto era vuoto e intatto, ma i grandi occhi di Nova si posarono subito su una chioma di capelli fiammanti perfettamente visibili oltre il bordo del letto.  La Magicospino entrò nella stanza e si chiuse con delicatezza la porta alle spalle per poi avvicinarsi all’amica, sedendo sul pavimento e appoggiando la schiena al letto come Scarlett, che teneva le braccia intorno alle ginocchia e gli occhi sulla grande finestra che ricopriva quasi interamente una parete da cui filtrava la debole luce delle fiaccole accese che galleggiavano intorno alla scuola.

 

“Ciao… tutto bene?”

 

“Si, benissimo…. Solo non avevo fame. Non dovresti essere a letto, piuttosto? Domani abbiamo un test di Storia della Magia.”

 

“Lo so, ma volevo vedere come stavi… insomma, se non hai fame è strano, lo sappiamo entrambe. Io e Ley abbiamo calcato un po’ me ne rendo conto, ma volevamo aiutarti. Sei sempre stata troppo riservata Rossa, se fosse per te non racconteresti mai nulla… Non ti senti meglio ora che ci hai detto perché sei andata in Irlanda?”

 

“Non molto. E’… imbarazzante. Insomma, se nemmeno lei ha voluto conoscermi sono proprio un caso perso.”

 

“Non essere sciocca, ci ha perso soltanto lei. Sai, nemmeno io ho avuto molto tempo per conoscere mia madre… E’ diverso lo so, lei è morta mentre la tua se n’è andata e io almeno avevo i miei fratelli mentre tu sei cresciuta da sola, ma so per certo che io al tuo posto avrei fatto lo stesso: sarei andata a cercarla di certo. E’ normale voler conoscere la persona con cui condividi mezzo DNA.”

 

“Non so se volevo conoscerla… Forse volevo solo sapere perché se n’è andata ma quando l’ho trovata non ha voluto vedermi, probabilmente era troppo impegnata con la sua nuova famiglia. Sono così terribile Nova?”

 

Scarlett rise e Nova sbuffò debolmente, appoggiando il capo a quello dell’amica prima di parlare a bassa voce:

 

“No… Lei è stata terribile, non tu. E io butterei di corsa quell’anello, se fossi in te.”

 

Scarlett alzò leggermente una mano, facendo luccicare debolmente il Claddagh Ring alla luce delle fiaccole accese fuori dalla finestra.

Glie l’aveva dato suo padre quell’estate, dicendole che era di sua madre e che nella cultura irlandese le madri lo passavano alle figlie una volta cresciute… Peccato che sua madre non fosse rimasta abbastanza a lungo per poterlo fare, lasciando figlia e gioiello di famiglia al marito e tornando nella sua madrepatria.

 

“Si, credo che lo dovrei fare… E prima o poi lo farò, promesso. Ma ora non mi abbracciare!”

 

Scarlett sbuffò, provando a scostarsi senza però trovare via d’uscita dalla stretta di Nova, che ridacchiò borbottando qualcosa che suonò come “zitta Anderson, per una volta.”

 

                                                                             *

 

La rivoluzione del folletti…

 

Ma perché doveva sapere quelle cose? A cosa gli sarebbero servite nella vita?

 

Jake sbuffò, alzando gli occhi azzurri dalla pergamena per guardarsi intorno.

Invidiava gli studenti di Durmstrang e Hogwarts, che non dovevano svolgere alcun test: frequentavano le lezioni come loro, ma erano esentati dalle verifiche.

 

Davanti a lui era seduta Hailey Silverstone e per un attimo fu tentato di chiederle se sapesse la risposta sui folletti…

Poi però si rese conto di non essere l’unico a non saperlo, visto che nella fila accanto Scarlett si stava dilettando in una conversazione in labiale e gesti con Jakob Young e Nova Ward.

 

Il ragazzo scosse leggermente il capo con un sorrisetto, sollevando le sopracciglia e indirizzando alla rossa una finta occhiata di rimprovero:

 

Anderson che fai, una brava Caposcuola non suggerisce!

 

Tappati la bocca e pensa al tuo compito Miller…

 

“Ragazzi, avete altri 10 minuti, sbrigatevi.”

 

La voce del professor Rollins riportò Jake alla realtà, facendogli distogliere lo sguardo dalla compagna di Casa e tornando a concentrarsi sul suo test.

 

Niente, non ricordava affatto la data di quella stupita rivolta… che non era nemmeno l’unica, quei rompiscatole dei folletti si erano ribellati almeno un milione di volte.

 

Non avevano proprio altro da fare?

 

Sbuffando debolmente Jake appoggiò la piuma sul banco, lasciando perdere quella stupida domanda e ponendo fine alla sua verifica.

 

Non era molto preoccupato, comunque: era già un buon traguardo l’essersi presentato a lezione per fare il test… il risultato era un altro discorso.

 

 

Pochi minuti dopo Rollins ritirò tutti i fogli e gli studenti del settimo anno si alzarono, sollevati di essersi lasciati alle spalle anche un’altra verifica.

 

Uscendo finalmente dall’aula Jake sentì qualcuno dargli una leggera pacca sulla spalla e si voltò, ritrovandosi a guardare dall’alto in basso Scarlett Anderson che gli rivolse un sorrisetto:

 

“Sono felice che tu ti sia presentato per il test Miller… Non ti ucciderò solo per questo, visto che così forse la Holland smetterà di stressarmi per un po’. Grazie per avermi aiutato ieri, tra parentesi.”

 

Scarlett lo fulminò con lo sguardo e lui le sorrise con aria divertita, incamminandosi nel corridoio insieme alla Caposcuola:

 

“Scusa, ma è stato molto divertente vederti volare… tu non soffrivi di vertigini?”

 

“Esatto, ecco perché non salivo su una scopa dal primo anno!”

 

Scarlett sbuffò, frugando nella sua borsa cercando il libro di Incantesimi mentre Jake si chiedeva mentalmente perché avesse lasciato che Hailey se la caricasse sulla scopa… Uno scherzo forse?

 

“Credo che mi complimenterò con le tue amiche però… ti hanno fatto un tiro degno di nota.”

 

“Prova a farmi una cosa simile e te la faccio pagare in un modo che non dimenticherai per tutta la vita… Diciamo che volevano farmi parlare e hanno trovato il modo per farlo. Ora scusa ma se non mi sbrigo Simons mi lancerà contro un qualche incantesimo… ci vediamo!”

 

Scarlett accelerò il passo, superandolo e sparendo tra la ressa di studenti che affollava il corridoio. Jake inarcò un sopracciglio, seguendola con lo sguardo finché non la perse di vista: era sicuro di non averla vista a cena la sera prima e quella gli era sembrata una specie di fuga… evidentemente non voleva parlare di quello che era successo con Hailey e Nova.

 

Una parte di lui avrebbe voluto chiederle che cosa non andava, ma d’altra parte lui era la riservatezza fatta persona e non poteva pretendere che lei gli raccontasse cose personali quando lui per primo non lo faceva.

 

Piantala Jake, che t’importa infondo?

 

Il Campione di Ilvermorny si staccò dalla ressa prendendo un corridoio secondario, non avendo nessuna voglia di andare a lezione di Erbologia e preferendo invece farsi una passeggiata nel parco della scuola… si sarebbe disteso sotto un albero in pace per riflettere, come al solito.

 

Molti probabilmente lo prendevano per pazzo a fare una cosa così in pieno Autunno, ma a Jake Miller il freddo era sempre piaciuto… Lo faceva anche in inverno, né il caldo né il freddo gli impedivano di fare quello che voleva, come qualunque altra cosa.

 

                                                                                   *

 

“Che schifo…”

 

“Puoi dirlo forte…” Marlena piegò le labbra in una smorfia, versando un’enorme quantità di pus dentro una bottiglia. Abigail fece lo stesso tappandosi il naso con una mano, borbottando qualcosa su quanto quella lezione avesse preso una brutta piega: si era svegliata e aveva raggiunto la serra armata delle migliori intenzioni… e queste erano brutalmente svanite nel nulla quando si era trovata a che fare con piante munite di strane bolle che scoppiavano di continuo, rilasciando così fiumi di una disgustosa sostanza verdastra.

 

“Sai, mi sta anche passando la fame… credo che non pranzerà oggi.” Osservò Marlena inarcando un sopracciglio, maledicendosi per non aver imitato Markus andando a lezione di Incantesimi invece che raggiungere la serra insieme alla Tassorosso.

 

“Immagino che farò lo stesso, a dire il vero. Rimpiango di non aver seguito Luke e Len ad Incantesimi, almeno mi sarei risparmiata questo schifo…”

 

Abigail sbuffò, tappando la bottiglia con una smorfia per poi posarla sul tavolo a distanza di sicurezza, cercando di tenersi lontana da quell’odore nauseante.

 

“Signorine, smettetela di fare le schizzinose! Questo pus ha ottime proprietà curative, nel caso non lo sapeste.”

 

“Può darsi…”  Borbottò Marlena lanciando uno sguardo di traverso alla Professoressa James di Erbologia, che aveva appena parlato notando le smorfie schifate che erano comparse puntualmente sui volti di tutte le studentesse presenti.

 

“… ma io mi terrei un malanno piuttosto che avvicinarmi a questa roba!”

 

Abigail soffocò una risatina alle parole della polacca, beccandosi così uno sguardo torvo da parte dell’insegnante che fortunatamente non aveva sentito il commento di Marlena, non particolarmente a favore del pus.

 

Anche Marlena sfoggiò un sorrisetto mentre prendeva una seconda bottiglia per riempirla, imitata da Abigail che si ripromise mentalmente di saltare la lezione successiva di Erbologia se avesse avuto a che fare con qualcosa di anche solo lontanamente simile a quella sostanza oleosa e verdastra.

 

                                                                                   *

 

“Ti dispiace se mi siedo qui?”

 

“No, ma spero che non sia una specie di tattica per copiare i compiti… Perché non attaccherà con me.”

 

Markus scosse debolmente il capo e rise appena, assicurando che non aveva intenzione di chiederle di fargli copiare la sua relazione di Pozioni che la Holland aveva affibbiato il giorno prima.

 

Il Campione di Durmstrang appoggiò la borsa sul tavolo e sedette di fronte alla Serpecorno, lanciando un’occhiata alle spalle della ragazza, oltre degli scaffali dove alcune ragazzine del quarto anno stavano parlottando lanciando delle occhiate nella loro direzione.

 

Markus decise di ignorarle e posò gli occhi chiari sulla ragazza seduta di fronte a lui, intenta a scrivere sul suo rotolo di pergamena.

Sentendosi osservata Hailey alzò lo sguardo, puntandolo su Markus prima di parlare:

 

“Allora… a quando la prima prova?”

 

“E’ il 30, ma non ci hanno detto nient’altro. Probabilmente si divertiranno molto nel vederci terrorizzati dal non sapere che cosa dovremo affrontare…”

 

“Beh, credo che lo scopo della Prima Prova sia questo: il coraggio. Però se fossi in te inizierei la relazione per la Holland… non so che cosa affronterete, ma di qualunque cosa si tratti ti assicuro che niente è più terrificante della nostra Vicepreside arrabbiata.”

 

Il tono di Hailey era così serio che Markus scoppiò a ridere, facendo voltare diversi studenti che stavano studiando in Biblioteca.

La Serpecorno sorrise ma inarcò un sopracciglio, guardandolo come se trovasse divertente il fatto che avesse riso:

 

“Guarda che non sto scherzando… Nessuno si scorda delle sfuriate della Holland, te l’assicuro.”

 

“Beh, grazie per l’informazione, me ne ricorderò… in tal caso, meglio iniziare i compiti.”

 

Markus sfoggiò un sorriso mentre tirava fuori dalla borsa un rotolo di pergamena, una piuma e il calamaio con l’inchiostro.

 

“Saggia decisione, fossi in te non mi farei uccidere prima ancora di entrare nel vivo del Torneo… ma è solo il mio parere, ovviamente.”

 

“Facciamo così… da oggi sei ufficialmente la mia consigliera su quanto succede in questa scuola, Hailey Silverstone.”

 

“Sarà un piacere Bauer.”

 

                                                                                   *

 

“Tu hai già disegnato le Lune di Giove?”   Lucas si sporse verso Len, cercando di sbirciare la sua pergamena dove stava annotando tutti i corpi celesti che era riuscita ad individuare.

 

La Grifondoro sbuffò, annuendo e spostando il foglio in modo che l’amico potesse vedere:

 

“Si Wallaby… Devo dire che mi dà una gran soddisfazione essere più brava di te almeno in Astronomia.”

 

Marlene sorrise allegramente, sinceramente soddisfatta di riuscire meglio di Lucas in una delle sue materia preferite: dopotutto lui la stracciava sempre senza pietà in Trasfigurazione, quando si parlava di stelle e pianeti si riusciva a prendere una bella rivincita.

 

“Lo so, si vede dalla tua faccia… D’altronde non si può essere bravi in tutto, no?”

 

Len annuì, sorridendo come se sapesse benissimo che cosa intendeva mentre Luke sbirciava la sua pergamena per disegnare correttamente la posizione delle Lune di Giove.

 

“Senti, cambiando argomento… Che cosa voleva ieri la Stevenson?”

 

“Ci hanno solo controllato le bacchette e fatto qualche foto… E prima che tu me lo chieda tranquillo, non ho fatto figuracce e non sono inciampata da nessuna parte.”

 

“Mi fa piacere sentirlo… Vi hanno anche intervistato?”

 

“Sì ma per fortuna quella parte non è durata molto, mi sentivo un po’ a disagio… E poi ci hanno detto quando sarà la prima prova: tra due settimane, il 30.”

 

Lucas annuì, chiedendosi che cosa avrebbe dovuto affrontare la sua amica… da una parte non vedeva l’ora di arrivare al momento della prova ma dall’altra temeva che Len potesse farsi incenerire in qualche modo…

Era una buona strega, peccato che fosse piuttosto goffa: riusciva quasi ad immaginarsi la sua piccola e vivace amica scivolare da qualche parte e rompersi una gamba.

 

“Luke, mi stai ascoltando?!”

 

La voce di Marlene riportò il Grifondoro alla realtà, facendogli alzare lo sguardo di scatto e posando gli occhi azzurri in quelli scuri della ragazza che lo guardava, accigliata:

 

“Scusa, pensavo alla Prova… mi chiedevo che cosa dovrete fare.”

 

“Non ne ho idea, ma spero niente di troppo fisico… mi conosci, sai che sono goffa! In ogni caso farai il tifo per me, vero?”

 

“Veramente avevo la mezza idea di tifare per quello di Durmstrang, il tedesco… Dai Len, non fare quella faccia. Len, metti giù il calamaio, scherzavo! Ovvio che tiferò per te!”

 

                                                                                  *

 

“Eccoti qui! Dove ti eri cacciato?”

 

“Ero in biblioteca a scrivere la relazione per la Holland… voi invece?”

 

Aleksandur si strinse nelle spalle, seduto su un divanetto in un corridoio. Markus sedette tra lui e Marlena, che era immersa nelle lettura di un libro:

 

“Compiti di Erbologia… Marlena ha molto apprezzato la lezione di oggi.”

 

“Certo, come no. Non ti sei perso nulla Markus, a meno che non ti piaccia il pus…”

 

“Ok, non voglio sapere che cosa avete fatto. Sul serio, non ditemelo… Ma mente voi vi divertite con quelle schifezze, io faccio amicizia.”

 

Markus sfoggiò un sorriso mentre i due amici si voltavano entrambi verso di lui, guardandolo con curiosità e parlando all’unisono:

 

“E con chi?”

 

“Non fate quelle facce, sapete cosa si dice del Torneo Tremaghi no? Bisogna approfittarne per conoscere persone di Paesi e culture diverse…” 

 

A quelle parole e al sorrisetto ormai familiare che era comparso sul volto di Markus Marlena roteò gli occhi prima di tornare a leggere il suo libro:

 

“Ok ho capito, c’è di mezzo una ragazza…”

 

“Sono così prevedibile?”

 

“Giusto un po’, forse… Cerca solo di comportarti bene Bauer, non giocare sempre al Casanova incallito.”

 

Marlena rivolse all’amico un’occhiata con l’aria di chi la sa lunga, come a ricordargli che dopo anni di amicizia aveva imparato a conoscerlo bene… abbastanza da sapere che non era solo il bel ragazzo che si divertiva a giocare al leader. A Durmstrang era uno dei ragazzi più chiacchierati e conosciuti, sia per il suo atteggiamento carismatico che l’aveva portato ad essere un po’ il leader del suo gruppo di amici, sia per la sua bravura a Quidditch che per il suo bell’aspetto.

 

“Che ci vuoi fare Marlena… interpretare quella parte mi diverte, alla fin fine.”

 

La ragazza rivolse un’occhiata ad Alek come a volergli dire “parlaci tu, magari ti ascolta” ma il moro le fece capire di lasciar perdere con un cenno del capo: Markus era testardo e faceva sempre quello che voleva, alla fine… compreso il nascondere il suo lato più sensibile al mondo intero eccetto loro e la sua famiglia.

 

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Angolo Autrice:

Buon pomeriggio!  Questa mattina mi sono svegliata prestissimo e non riuscendo a dormire mi sono messa a scrivere... W l'insonnia!
In ogni caso alla fine mi è uscito questo capitolo... è un po' statico ma spero che vi piaccia, nei prossimi ci sarà più "movimento" tra prove e partite di Quidditch. 

Spero che vi sia piaicuto e che non ci siano molti errori... 

Questa volta ho una domanda, mi spiace ma non potete sfuggirmi XD:

Tra Jake, Markus e Len chi preferite? Mi serve per determinare la graduatoria della Prima Prova. 

Dovete rispondere tutti anche se ovviamente HadleyTheImpossibleGirl, Slytherin2806 e Moontastic non possono fare il nome del proprio OC. 

A prestissimo con il prossimo capitolo!

Signorina Granger

 

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Capitolo 9
*** Gatti, favori e biscotti ***


Capitolo 8: Gatti, favori e biscotti

 

“Tina? Ma dove ti sei cacciata?”

 

Marlene sollevò l’orlo del copriletto, sbirciando sotto al letto nella speranza di trovare la sua gatta che come sempre si divertiva a farla dannare nascondendosi.

 

“Tu non l’hai vista, vero?”   Marlene si rimise dritta restando inginocchiata sul pavimento, sollevando lo sguardo su Abigail che invece era spanciata sul suo letto a risolvere le parole crociate in tutta tranquillità.

 

“No, non so dove sia… Magari si è intrufolata nella stanza dei ragazzi, adora giocare con Mercury.”

 

Len sospirò, alzandosi e sperando che la sua amica avesse ragione: non aveva assolutamente voglia di passare il sabato pomeriggio a cercare la sua gatta… chissà che non fosse veramente intenta a rincorrersi con il gatto di Lucas o a farsi coccolare da qualcuno come suo solito.

 

“Spero… beh, vado a vedere. Se vedi una gatta di tre colori fammi un fischio!”

 

“Lo farò, tranquilla… Da qui non mi muovo, devo finire questo cavolo di cruciverba!”

 

La rossa sbuffò, guardando la rivista che teneva in mano con cipiglio determinato come se si trattasse di una sfida della massima importanza. Len sorrise appena e poi uscì dalla stanza, percorrendo il corridoio per fermarsi davanti alla camera che era stata riservata ai ragazzi della delegazione di Hogwarts.

 

Marlene bussò leggermente, sperando che ci fosse qualcuno prima di parlare:

 

“Emh… ragazzi, ci siete? Sam, Johnny, Luke? Sono Len!”

 

“Entra pure Len…”

 

La ragazza aprì la porta con sollievo nel sentire la familiare voce di Johnny, trovando il Corvonero steso sul letto a pancia in su mentre leggeva una rivista di Quidditch:

 

“Ciao Jonny! Senti, non è che per caso avete visto la mia gatta, Tina?”

 

Il ragazzo abbassò la rivista e puntò gli occhi verdi sulla ragazza, accigliandosi per un attimo prima di parlare come se stesse riflettendo sulla sua domanda:

 

“Non mi pare, ma io sono appena tornato dalla Biblioteca… Forse Luke lo sa. Wallaby, c’è McRumble per te!”


Johnny si voltò verso la porta semichiusa del bagno, che un istante dopo si aprì mostrando un Lucas Wallaby sorridente come al solito... E in mutande, sempre come al solito.

“PER LULTIMA VOLTA, WALLABY! VESTITI, RAZZA DI DEGENERATO!”


“Lennie, perché ti fai sempre tanti problemi? Comunque se cerchi Tina era sotto al letto di Sam poco fa.”



Con una nonchalance invidiabile Lucas si avvicinò al suo letto e si infilò dei jeans in tutta calma, mentre Johnny si contorceva dalle risate rischiando di cadere dal letto e Marlene puntava lo sguardo sul pavimento, leggerne te rossa in volto: ormai ci era anche abituata, visto che Lucas Wallaby era solito girare per la Sala Comune con solo i pantaloni o anche in mutande... Non aveva alcun problema con il proprio corpo e mancava notevolmente di pudore.

Gli occhi scuri di Marlene saettarono sul letto più vicino a lei, scorgendo il muretto bianco e nero di Tina che spuntò proprio in quel momento dal copriletto.

Piccola pestifera... Sembrava farlo apposta.


“Tina, eccoti! Perché scappi sempre?” Marlene sospirò, avvicinandosi al letto e chinandosi per prendere la micia in braccio, che per tutta risposta alla sua domanda miagolò sommessamente, accoccolandosi per bene tra le braccia della padrona.


“Ancora te lo chiedi Len? In realtà mi adora, ecco perché scappa sempre in camera mia!”

Lucas rise mentre il Mercury, il suo gatto grigio e bianco chiamato così in onore del leader dei Queen, soffiava con irritazione in direzione di Tina come se fosse geloso.


“Piantala Wallaby, è da una vita che vai avanti a dire che lei preferisce te a me... Non è affatto vero! Posso girarmi adesso?”

“Guarda che non ti ho detto io di voltarti... Si sì, girati.”


Marlene tirò un sospiro di sollievo e girò sui tacchi, tornando a rivolgere gli occhi sulla stanza... E sul suo migliore amico ancora mezzo svestito che le sorrideva con aria divertita.

“WALLABY, PER LE MUTANDE DI MERLINO METTITI UNA MAGLIETTA. NON CI TENGO A VEDERE IL TUO TATUAGGIO!”

“Perché, non ti piace Len?”


Lucas la guardò con gli occhi azzurri sgranati in una specie di espressione da cucciolo indifeso, indicando le due rondini che si era fatto tatuare sotto le scapole.


“Ma che sta succedendo qui, si sente urlare da due migl- Ehi, bel tatuaggio Luke!”

Abigail fece capolino sulla soglia della stanza, rivolgendo al ragazzo un gran sorriso che venne ricambiato, regalando così la visione delle fossette di Lucas Wallaby che tanto facevano impazzire metà studentesse di Hogwarts.

“Grazie Abby, Len non la pensa così invece...”


“Non ho detto questo. E non guardarmi così. È inutile che mi mostri le fossette, cosa credi? Basta, me ne vado! E ti conviene essere vestito la prossima volta in cui ci incontreremo!”

Marlene uscì dalla stanza a passo di marcia e Abigail soffocò una risatina, strizzando l'occhio a Luke prima di uscire dalla stanza a sua volta per seguire l'amica.

“Sai qual è la cosa buffa, Luke? Che decine di ragazze si raderebbero i capelli per vederti senza maglietta mentre Marlene McRumble ti urla dietro ogni volta...”


Osservò Johnny inarcando un sopracciglio e parlando in finto tono pensieroso, facendo sbuffare Lucas che afferrò Mercury per la collottola prima di sedersi sul suo letto e accarezzando distrattamente il suo gatto:

“Grazie per questa rivelazione illuminate Johnny... Mi sei di grandissimo aiuto.”

“Lo so amico, chiama pure in caso di bisogno.”


                                                                                *

 

“Lo detesto! Mi fa schifo! L’ho già detto che è un ermafrodito?”

 

“In effetti si, forse 5 volte… ma non preoccuparti, è musica per le mie orecchie.”

 

Alle parole di Scarlett Hailey sbuffò, continuando a misurare la camera dell’amica a grandi passi mentre la rossa era seduta sul suo letto, intenta a limarsi le unghie con nonchalance mentre Zeus le si era appollaiato accanto, tenendo il muso sulle sua gambe.

 

“Brutto imbecille… mi viene voglia di distruggere la sala del Club dei Duellanti un’altra volta! Secondo te mi scoprirebbero?”

 

“Forse, ma io non lo farei comunque… sarebbe banale, potresti magari far saltare in aria il suo letto… dopotutto siete nello stesso Dormitorio, troverai il modo!”

 

Hailey si fermò come se stesse analizzando le parole dell’amica, ma poi scosse la testa e riprese a camminare velocemente, gli occhi azzurri fissi davanti a se e carichi di odio che doveva essere riversato su un’unica persona: Andrew Derex.

 

“No, sospetterebbe subito di me… Però mi fa salire il crimine, quell’idiota.”

 

“Lo so bene, tranquilla… Sai, credo che quella della sala sia stata l’unica volta in cui ti sei comportata male…”

 

“In effetti è così, ma se lo meritava… Ci eravamo appena lasciati e lui cosa fa? Si iscrive al Club dove c’ero già io, razza di idiota. In ogni caso ormai sono passati due anni, al diavolo il Club dei Duellanti… Però questa me la paga. E TU mi devi aiutare!”

 

Scarlett sollevò lo sguardo, inarcando un sopracciglio con aria allarmata:

 

“IO? Non… non puoi chiedere a Nova?”

 

“No, sei tu il genio del male!”

 

“Detto da quella che mi fa fatto affrontare a forza la mia paura dell’altezza per scoprire qualcosa è un gran complimento Ley.”

 

“Ti ho già chiesto scusa… Dai Scarlett, me lo fai un favorino? Per favore!”

 

Nel giro di un attimo Hailey era seduta accanto all’amica, prendendole le mani e guardandola con aria supplicante.

 

E chi resisteva agli occhioni azzurri di Hailey Silverstone?

 

Scarlett sospirò, guardando l’amica sapendo di non avere scampo: infondo era la sua migliore amica e Andrew non le stava certo simpatico…

Non poteva proprio rifiutare.

 

“Ok, mi inventerò qualcosa Ley… solo perché sei tu.”

 

“GRAZIE! Ti adoro! Anche perché se lo facessi io mi beccherebbero, di certo lui sospetterebbe di me… e non mi va di beccarmi un’altra super punizione come al quinto anno, quella mi è bastata anche se ne è valsa la pena!”

 

Un luccichio animò gli occhi azzurri di Hailey al ricordo di due anni prima, quando aveva lasciato il Club dei Duellanti dopo che Derex era entrato e aveva reso inagibile la sala di allenamento per almeno un paio di settimane.

 

Scarlett alzò gli occhi al cielo ma il suo cervello era già al lavoro… che cosa poteva organizzare per il caro Andrew Derex?

 

Quasi non si accorse che l’amica si era alzata finché questa non aprì la porta della sua camera, facendola quasi svegliare dai suoi pensieri:

 

“Ehy, ma dove vai?”

 

“Non mi ascolti, eh? Vado in Biblioteca, mi prendo avanti con i compiti…”

“La solita studiosa. Con chi? Nova?”

 

“No… Con Markus, a dire il vero.”

 

Alle parole dell’amica un sorrisetto fece capolino sul volto di Scarlett, che sollevò entrambe le sopracciglia prima di parlare in tono canzonatorio:

 

“Beh, se studi con Markus allora va bene… divertiti cara!”

 

Un cuscino la colpì in piena faccia, facendola scoppiare a ridere mente Ley usciva dalla camera, borbottando qualcosa di incomprensibile prima di chiudersi la porta alle spalle e lasciando l’amica sola con Zeus e le sue risa.

 

                                                                                *

 

“Ormai manca solo una settimana… strano, mi sembra di essere arrivati qui soltanto ieri. Tu non hai la stessa sensazione?”

 

Alek si dondolava sulla sedia, tenendo le i gomiti appoggiati sui braccioli mentre teneva lo sguardo sulla finestra del veliero, osservando il bosco che circondava quasi interamente Ilvermorny.

 

“Forse un po’, ma sono felice che la prova sia arrivata… sono davvero curiosa, anche se non nascondo di essere un po’ preoccupata.”

 

Alek si fermò, smettendo di dondolarsi e spostando gli occhi azzurri su Marlena, che era seduta alla scrivania intenta a scrivere una lettera alla sua famiglia.

Sentendo il suo sguardo la ragazza alzò gli occhi dalla pergamena per posarli su di lui, che la stava osservando con un sopracciglio inarcato a una lieve espressione sorpresa dipinta in volto:

 

“Aspetta, ho sentito male per forza, Hai detto che sei preoccupata per Markus?”

“No, non l’ho detto! Sono preoccupata, non ho accennato a Markus!”

 

“Oh andiamo, il senso era quello! Ma che carina Marly, ti preoccupi per il nostro Bauer…”

 

Alek sorrise e si alzò, avvicinandosi all’amica a appoggiandosi alla scrivania mentre la guardava sbuffare con aria divertita:

 

“Piantala. E non chiamarmi mai più Marly, chiaro?”

 

 

“Tremo di paura… che cosa mi farai, altrimenti?”

 

“Mi inventerò qualcosa, te l’assicuro. Senti, ma tu non hai qualcosa da fare? Non so, mangiare, farti una corsetta come tuo solito… Devi proprio stare qui? Vai Yavor, mi deconcentri!”

 

Marlena gli diede una leggera spinta sulla spalla, invitandolo ad andarsene e facendo ridere il ragazzo, che sorrise e annuì:

 

“In effetti pensavo di fare un po’ di jogging… Ma stai tranquilla, non dirò a Markus che sotto sotto ci tieni a noi.”

 

“NOI? Scusa, quando ho parlato di te?”

 

“La solita ipersensibile.”

 

“Il solito scemo.”

 

                                                                                    *

Markus aveva appena aperto il libro quando alzò lo sguardo sentendo dei passi che si avvicinavano.

Sorrise quasi istintivamente vedendo Hailey Silverstone camminare verso di lui, la borsa a tracolla e i capelli castani sciolti sulle spalle.

 

“Ciao Hailey!”

 

Quando la ragazza si fermò davanti al tavolo il ragazzo le rivolse un sorriso che però non venne ricambiato dalla Serpecorno, che si limitò a rivolgergli un cenno del capo mentre appendeva la borsa alla sedia e prendeva posto di fronte a lui.

 

“Ciao… Vuoi iniziare da Incantesimi, Pozioni o Aritmanzia?”

 

“Aritmanzia, via il tasto più doloroso.”       Hailey annuì, aprendo la borsa e tirando fuori piuma, calamaio e un rotolo di pergamena vuoto. La ragazza prese il libro di Aritmanzia e quasi lo sbattè sul tavolo, aprendolo e girando le pagine con gesti secchi.

Markus inarcò appena un sopracciglio mentre guardava la ragazza, che invece teneva gli occhi azzurri fissi sulle pagine nel libro mentre cercava il capitolo giusto.

 

“Emh… va tutto bene?”

 

“Si, benissimo. Perché me lo chiedi?”    La ragazza sollevò lo sguardo per posarlo sul tedesco, che sollevò le sopracciglia come a volerle spiegare una cosa ovvia:

 

“Beh, sembri un po’… nervosa.”

 

“Scusa, non ce l’ho con te… La giornata è iniziata male per colpa di un idiota.”

 

Hailey sbuffò debolmente scuotendo il capo e appoggiando un gomito sul tavolo, sostenendo il capo con la mano mentre Markus la guardava con curiosità crescente, desideroso di saperne di più:

 

“Davvero? Se non sono indiscreto, è tanto grave?”

 

“No, ma la persona in questione ha un dono: riesce ad urtarmi il sistema nervoso a livelli impressionanti, meglio di chiunque altro.”

 

La ragazza piegò le labbra in una smorfia mentre srotolava una parte della pergamena, facendo sorridere debolmente il ragazzo sedutole di fronte:

 

“Sai, non voglio farmi gli affari tuoi… ma non dargli soddisfazione, di chiunque si tratti. Probabilmente voleva farti arrabbiare e ci è riuscito… Lascia perdere, finché ti irriterà avrà comunque presa su di te. Ignoralo.”

 

“Ci proverò, anche se non sarà facile visto che praticamente viviamo insieme! E’ della mia stessa Casa sfortunatamente, a volte mi chiedo ancora come possa essere finito tra i Serpecorno un simile imbecille.”

 

Hailey maledisse mentalmente l’intaglio della sua stessa Casa per aver scelto tra i suoi studenti Andrew Derex sei anni prima… forse se non fosse stato suo compagno di Casa le cose sarebbero andate diversamente, magari non le sarebbe mai piaciuto.

 

“Finito? Quindi è un ragazzo… dai Hailey sono curioso, dimmi di più.” 

 

Markus sfoggiò un gran sorriso e Ley scoppiò a ridere:

 

“Che c’è quello, il sorriso che usi per convincere le ragazze a fare quello che vuoi?”

 

“Diciamo di sì… funziona?”

 

“No mi spiace, devi lavorarci un po’ su… E ora mettiti al lavoro Bauer o rimarrai indietro con i compiti e dopo striscerai per chiedermi di farti copiare.”

 

“Ok, ho afferrato il messaggio, mi metto al lavoro… Ma prima o poi mi racconterai questa storia Hailey, te l’assicuro. Io ottengo sempre quello che voglio…”

 

                                                                                *

 

Guardò il campo ormai vicino, conscia di non essercisi mai recata così frequentemente come negli ultimi giorni: tra l’andare a vedere gli allenamenti di Nova e spiare quelli dei Tuonoalato ormai ci andava quasi due volte alla settimana.

 

Tuttavia quel sabato pomeriggio non doveva assistere a nessun allenamento: non era lì per vedere o per conto della sua amica Magicospino, doveva parlare con qualcuno.

 

Sveva cercato Jake a destra e a sinistra prima di trovare i gemelli Ward in Biblioteca: il fratello di Nova, Nahuel, era un Tuonoalato e le aveva detto che avrebbe potuto trovare Miller al campo con gran probabilità.

 

Scarlett non poteva che sperare che il ragazzo avesse ragione, visto che non aveva nessuna voglia di passare il resto della giornata cercando Miller.

 

Entrò nel campo ma per una volta non salì sugli spalti, camminando invece sul suolo erboso e umido dal diluvio della notte precedente.

 

Ma come si poteva aver voglia di allenarsi con quel tempo, carico di umidità?

 

Il Quidditch era un mistero per Scarlett Anderson e probabilmente sarebbe sempre stato così.

 

Si avviò a passo deciso verso il centro del campo, tenendo gli occhi azzurri fissi su Jake che si stava effettivamente allenando facendo delle flessioni.

 

Non si accorse della sua presenza finché non furono a meno di 10 m di distanza, sollevando il capo imperlato di sudore e inarcando un sopracciglio nel trovarsi davanti l’ultima persona che si sarebbe mai aspettato:

 

“Anderson… che ci fai qui?”

 

“Ti devo chiedere una cosa Jake. Hai un momento? Ci vorrà poco, non ti voglio disturbare nella tua sessione di allenamento. A proposito, ma come fai a fare flessioni con questo clima?”

 

“Questione di forza di volontà.”

 

Scarlett si fermò ad un paio di metri da lui, osservandolo alzarsi e mettersi in piedi, guardandola con curiosità e scetticismo allo stesso tempo:

 

“Ah già, hai ragione. Cosa non si fa per piacere all’altro sesso…”

 

“Scarlett, smettila con il sarcasmo. Se sei qui per farmi una qualche predica…”

 

“No, non c’entra… Ti devo chiedere un favore, in realtà. Devo fare una cosa e tu mi puoi aiutare. Se lo fai ti prometto che non ti stresserò più…”

 

Jake inarcò un sopracciglio, incrociando le braccia al petto e scrutando la ragazza con aria dubbiosa: Scarlett era orgogliosa e non le piaceva chiedere l’aiuto di nessuno… se stava chiedendo a lui doveva essere una cosa che veramente non voleva o poteva fare.

 

“Dipende… sai che difficilmente qualcosa mi spaventa, ma conoscendoti mi aspetto di tutto… Che cosa c’è?”

 

Un sorriso increspò le labbra della Anderson, conscia di avere tutta l’attenzione del ragazzo su di sé:

 

“Tranquillo, non è niente di che… ed è una cosa che hai già fatto, quindi non credo che ti farai molti problemi.”

 

                                                                            *

 

“Eccoti qui! Che fai, studi?”

 

Lucas sedette accanto a Marlene, sfilandosi la cravatta visto che era finalmente lontano dagli sguardi di un qualche professore: odiava le divise e fin dal primo anno se la sfilava a pezzi non appena poteva.

 

“Ci provo… Sono biscotti al cioccolato quelli?”   Marlene si voltò verso l’amico attratta dal profumo dei biscotti, rigorosamente al cioccolato visto che Lucas ne andava matto. Il biondo annuì e le porse il piattino che sarebbe di certo stato ripulito nel giro di pochi minuti.

 

“Dove li hai presi?”

 

“Segreto… sei nervosa per la Prova? Io un po’ lo sarei…”

 

“Si, ma solo eprchè tu adori vincere, sei la persona più competitiva che io conosca… dovresti proprio vederti durante le partite di Quidditch. E so di cosa parlo, ti ricordo che faccio sempre io la cronaca!”

 

Lucas scoppiò a ridere, non potendo scordare neanche volendo le cronache della piccola Marlene: i suoi commenti allegri erano indimenticabili, comprese le figuracce che ogni tanto si era fatta nel corso di una qualche partita.

 

“Non c’è niente di male ad impegnarsi per vincere… ma non preoccuparti, sono sicuro che te la caverai benissimo. Però cerca di non farti carbonizzare, non voglio doverti soccorrere per ustioni o cose simili!”

 

“Nemmeno io se è per questo! Sento profumo di biscotti o sbaglio?”

 

Abigail fece la sua comparsa da dietro uno scaffale, con in mano il libro di Erbologia che era andata a recuperare. La rossa sedette a sinistra di Marlene e ovviamente prese un biscotto dal piatto mentre la mora sospirava:

 

“Quanto ottimismo, a sentir voi morirò di certo! Però vi voglio bene, sappiatelo.”

 

Le braccia della Grifondoro si strinsero sulle spalle di entrambi, attirandoli a se per abbracciarli entrambi contemporaneamente.

 

“Anche noi Len, e ti conosciamo… per questo siamo preoccupati!”

 

“Avete pochissima fiducia in me! Pensate per caso che cadrò da qualche parte durante la prova?”

 

A quelle parole Lucas e Abigail si scambiarono un’occhiata incerta: entrambi lo pensavano ovviamente, solo che nessuno dei due aveva il coraggio di dirlo all’amica.

 

La Grifondoro sbuffò sonoramente, alzandosi e raccogliendo magicamente le sue cose per poi fare per andarsene:

 

“Bene, voi iniziate pure a scrivere il mio necrologio… vado a studiare da un’altra parte! Ma mi prendo i biscotti, così imparate!”

 

Marlene prese con decisione il piatto con i dolci e si allontanò a testa alta, con gli occhi di Lucas e Abigail puntati addosso.

 

“Quanto le dai Luke?”

 

“Tre, due, uno…”

 

Un tonfo e una mezza imprecazione risuonò allegramente per tutta la biblioteca, facendo scoppiare a ridere il Grifondoro e la Tassorosso prima che il ragazzo si alzasse per andare a soccorrere Len:

 

“Ma che diamine, chi è l’idiota che lascia un libro per terra? Oh no, i biscotti sono andati… che rottura, oggi non me ne va bene nemmeno una!”

 

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Angolo Autrice:

Buonsalve! Non pensavo di pubblicare oggi ma ho scritto questo capitolo davvero molto in fretta... quindi eccomi qui!

Grazie mille per i voti dello scorso capitolo e per le recensioni... inoltre grazie a Hadley e Nene per avermi avvisato che prossimamente non saranno molto presenti causa vacanze.

Ricordo comunque che chi dovesse sparire nel nulla sarà eliminato... e vi avverto, a me non piace rincorrere le persone. 

A prestissimo, nel prossimo capitolo ci sarà la Prima Prova... che dire, spero che vi piacerà!

Signorina Granger

 

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Capitolo 10
*** La Prima Prova ***


Capitolo 9: La Prima Prova

 

I suoi genitori erano ricchi, delle sorridenti e ben vestite persone all’apparenza perfette che passavano il tempo a giocare con le proprie vite, vivendo sotto un’immaginaria campana di cristallo come se la loro fosse solo una casa delle bambole.

 

Chiudendo gli occhi riusciva chiaramente a vederla, la facciata dell’enorme casa dov’era cresciuto… la casa che tutti i suoi compagni di scuola, i vicini, gli amici di suo fratello o anche semplicemente le persone che passavano per caso per quella via invidiavano.

 

Cosa avrebbero dato per vivere in quella casa?

 

Non ne aveva idea… però sapeva che sul momento di andare ad Ilvermorny era stanco e sollevato: probabilmente non avrebbe retto ancora a lungo e prima o poi sarebbe scappato di casa.

 

Un mucchio di persone guardando quella casa pensavano a come dovesse essere bello vivere in un posto simili, nel lusso e nella più completa comodità… ironico che una delle persona che abitava effettivamente lì avrebbe pagato oro per potersene andare.

 

La verità era una: quella non era una casa delle bambole linda e perfetta e loro non erano dei pupazzi sorridenti e felici… Nessuna casa è perfetta e nessuna famiglia lo è, tantomeno i Miller.

La verità era che nessuno aveva idea di come la bellezza della facciata della casa celasse uno scenario familiare tutt’altro che piacevole.

 

 

Aprì gli occhi, steso sul fianco e la testa appoggiata sul cuscino.

Per un attimo fu sollevato, conscio che era ad Ilvermorny e non a casa sua… che era lontano miglia e miglia dalla sua famiglia.

 

Poi una consapevolezza lo pervase: era ad Ilvermorny certo, ma quello non era comunque un giorno come tutti gli altri…

30 Novembre. La Prima Prova.

 

Gli occhi azzurri del ragazzo saettarono sul suo comodino, ricordando che cosa celava… e si alzò, deciso a fare una cosa prima della Prova.

 

                                                                                  *

 

“Ehy… tutto bene?”

 

Marlene quasi sobbalzò sulla sedia sentendo una mano appoggiarsi sulla sua spalla, alzando lo sguardo di scatto e incontrando un paio di familiari e rassicuranti occhi azzurri.

 

“Io… sì, certo. Solo non ho molta fame, ho lo stomaco un po’ sottosopra.”

 

“Immagino sia normale… e tu sei piuttosto ansiosa. Ma non preoccuparti Len… andrà tutto bene, te l’assicuro. E se dovessi vederti anche solo lontanamente in difficoltà correrei ad aiutarti, naturalmente.”

 

Lucas rivolse all’amica un sorriso rassicurante, sfiorandole il braccio con le dita. Marlene annuì debolmente e si sforzò di ricambiare il sorriso, non riuscendo a trovare da nessuna parte l’allegria e la vivacità che solitamente la caratterizzava… quella mattina sembrava aver dimenticato come si sorrideva.

 

“Beato te che ne sei tanto sicuro Luke… Ma grazie per il supporto morale.”

 

“Dovere McRumble… Dobbiamo essere tutti al campo alle 9, comunque. Credo che dovrete affrontare una qualche creatura, in genere le prime prove vertono su questo.”

 

“Beh, spero solo che non sia un’Acromantula, un Drago o un Basilisco… mi andrebbe bene anche un Ippogrifo!”

 

Lucas sorrise mentre Len spingeva leggermente il piatto verso il centro del tavolo, non avendo alcuna voglia di mangiare e trovandosi così in completo disaccordo con il Grifondoro, che sbuffando glielo rimise davanti:

 

“Len, devi mangiare… non vuoi perdere i sensi a metà prova, vero?” 

 

“Ovvio che no, ma non succederà se salto la colazione! Con un po’ di fortuna tra 10 ore sarà ancora viva e starò gustando una deliziosa cena… Concentrati su questo Luke.”

 

“Piantala McRumble, certo che sarai viva e vegeta all’ora di cena!”   Lucas sbuffò, guardandola con aria seccata come a volerle ammonire di non dire quel genere di cose e facendola così sorridere sinceramente per la prima volta da quando si era alzata:

 

“Beh, lo spero tanto… Dai Luke non fare così, devi lasciarmi usare il mio peggior umorismo almeno questa mattina!”

 

Lucas scosse leggermente il capo e sospirò come chi ha definitivamente gettato la spugna, capendo che se la sua amica non voleva, mangiare non sarebbe riuscito a farle cambiare idea.

 

                                                                                   *

 

“Ehy, Bauer! Come va? Ieri sera sei andato a dormire prestissimo, praticamnete ti sei dileguato subito dopo cena!”

 

Marlena sedette accanto a Markus, guardandolo con curiosità: era finalmente arrivato il giorno della Prova… era curiosa di vedere come l’amico stesse reagendo, se fosse nervoso o meno.

Markus per tutta risposta si strine nelle spalle, borbottando che la sera prima aveva avuto bisogno di stare un po’ da solo.

 

“Beh, lo capisco. In ogni caso rilassati, andrai benissimo… e noi tifiamo per te ovviamente? Giusto Alek?”

 

Marlena lanciò un’occhiata molto significativa in direzione del suddetto ragazzo, che smise per un momento di ruminare la torta al cioccolato e annuì, deglutendo prima di parlare:

 

“Naturale! Io volevo farti uno striscione, ma Lena si è opposta.”

 

“Oh per l’amor del cielo, con il tuo pessimo senso estetico sarebbe venuto fuori un obbrobrio! Non badare a lui Markus… Striscione o non striscione faremo il tifo per te! Se il Calice ti ha scelto c’è un motivo, andrà tutto magnificamente.”

 

Marlena sfoggiò un sorriso incoraggiante e Alek invece sbuffò, borbottando che nessuno apprezzava le sue idee e l’amica in primis. Markus si voltò verso i due e distese le lebbra in un sorriso rilassato, annuendo con un cenno del capo:

 

“Grazie ragazzi… Ecco cosa intendono quando dicono che nei momenti di difficoltà fa bene avere degli amici accanto.”

 

“Sicuro! In ogni caso sono certo che per la Seconda Prova sarai molto meno nervoso, è normale che la prima spaventi dopotutto! Rilassati Markus, siamo pur sempre studenti… Non vi metteranno davanti a qualcosa di eccessivamente pericoloso!”

 

“Alek, ti ricordo che nel 1994 avevano dei draghi…”

 

“Si beh, ma erano legati no?”

 

Marlena roteò gli occhi chiari e lanciò ad Aleksandur uno sguardo dal chiaro messaggio: zitto

 

                                                                                    *

 

Entrando nella Sala da Pranzo fece vagare lo sguardo sui numerosi tavoli circolari, cercando la familiare chioma di mossi capelli rossi e ignorando deliberatamente i numerosi sguardi che studenti di Ilvermorny e non gli rivolgevano.

 

Dopotutto era il Campione di Ilvermorny… di certo praticamente tutti gli studenti si stavano chiedendo come dovesse essere stare sul filo del rasoio e dover affrontare una Prova misteriosa.

 

Ma non gli importava, non aveva né il tempo né la voglia di badare agli altri e preoccuparsi di cosa pensassero… Mancava meno di mezz’ora alle nove e molti studenti stavano già iniziando a scendere verso lo scenario allestito per la Prova; ovviamente lui avrebbe dovuto fare lo stesso, ma prima doveva fare una cosa… parlare con una persona.

 

Individuò facilmente, come al solito, il suo obbiettivo e si avvicinò subito al tavolo dove Scarlett era seduta, giurata di profilo mentre parlava e rideva insieme a Jakob Young.

 

Jake si fermò ad un passo dai due, che smisero di parlare e si voltarono sincronicamente verso il Tuonoalato. Scarlett alzò lo sguardo su di lui e inarcò un sopracciglio, come a volergli chiedere cosa ci facesse ancora dentro la scuola invece di andare nel parco.

“Scusa Young, posso rubartela un momento? Non ci vorrà molto, te la restituisco subito.”

 

Senza minimamente aspettare una risposta da parte di Jakob, visto che di sicuro non era felice di farsi soffiare Scarlett da sotto al naso, Jake si chinò leggermente e prese la ragazza per un braccio, portandosela dietro non volendo perdere tempo in chiacchiere inutili.

Ignorando le sue proteste e le richieste di lasciarla Jake continuò a camminare finché non furono appena fuori dalla Sala da Pranzo, fermi sulla soglia accanto alla porta a doppia anta spalancata.

 

“Ok Jake, non serve spingere! Che cosa devi dirmi?”

 

Scarlett si fermò ad un passo da lui, incrociando le braccia al petto e guardandolo con cipiglio interrogativo, scaturendo un leggero sbuffo da parte del ragazzo:

 

“Secondo te? Ho quello che mi hai chiesto Anderson… Non perdere tempo a ringraziarmi, sono sicuro che salderai il debito evitando di farmi da cane da guardia prossimamente.”

 

“Si sì, come vuoi! Sicuro di aver preso tutto quello che ti ho chiesto? E’ importante!”

 

Jake annuì, tirando fuori dalla tasca interna della giacca un sacchetto di carta e mettendolo senza tante cerimonie nelle mani della rossa, guardandola con una certa curiosità:

 

“Sicurissimo… Ma sono curioso, davvero. A che diamine ti serve questa roba? Che stai combinando Anderson… prepari filtri d’amore di nascosto?”

 

Jake sorrise alle sue stesse parole scorgendo l’espressione seccata che fece capolino sul volto di Scarlett, che sbuffò appena e si lasciò sfuggire una mezza risata dal chiaro tono sarcastico:

 

“Si certo, come no. Diciamo che ho uno scherzetto da organizzare Miller, grazie per l’aiuto. Ora però se fossi in te andrei, non vorrai certo fare tardi alla Prova… Porta sfortuna!”

 

“E sentiamo, questa da dove arriva?”

 

“Non lo so, l’ho inventata sul momento… Tu fa’ come vuoi, dopotutto ho promesso che non ti sarei stata col fiato sul collo, ma io vado. Auguri Jake, cerca… beh, cerca di non farti ammazzare.”

 

Scarlett rivolse al ragazzo un sorriso debole ma sincero prima di girare sui tacchi e allontanarsi, riponendo in tasca ciò che le aveva dato Jake.

 

“Grazie… vuol dire che tiferai per me? Sarebbe una novità!”   Esclamò Jake a voce alta senza però muoversi, alzando il tono per farsi sentire dalla ragazza che si stava allontanando a passi svelti e che rispose senza voltarsi o fermarsi:

 

“Vero, ma per questa volta hai il mio appoggio! Rendi fiera la nostra Casa Miller!”

 

Scarlett gli rivolse un cenno della mano e Jake sorrise appena, annuendo con un lieve cenno del capo senza staccare gli occhi da lei finché non la perse di vista oltre l’ingresso.

 

“Con piacere Anderson.”

 

                                                                                *

 

“Ah, eccoti! Ti ho cercata ovunque, dove ti eri cacciata Ley?”

 

Nova sedette accanto alla Serpecorno sugli spalti, che tenva le gambe accavallate, le braccia conserte e lo sgaurdo fisso sul campo circolare sotto di loro ancora vuoto.

 

Per la Prima prova avevano tirato su dal nulla una specie di piccolo stadio visto che il Campo da Quidditch era troppo grande… e il suolo erboso era stato disseminato di sassi e pietre di ogni grandezza, cosa che faceva incuriosire gran parte degli studenti che avevano occupato i gradini degli spalti: che genere di prova avrebbero dovuto affrontare se avevano messo anche quei sassi che potevano fungere da riparo o ostacolo a seconda dei casi?

 

“Volevo fare gli auguri a Miller e a Markus… Ma quanto ci mettono, siamo qui da dieci minuti ormai!”

 

Hailey sbuffò, facendo scorrere lo sguardo sul campo per esaminare ogni dettaglio: c’era qualche mago del Ministero… forse per tenere la situazione sotto controllo?

 

Ciò che di certo non era sfuggito agli occhi della Serpecorno era la grande cassa di legno che aveva intravisto prima di salire sugli spalti… come molti avevano ipotizzato c’era una qualche creatura da affrontare… Che cosa poteva essere?

 

“Credo che stiano parlando con i Campioni per spiegargli la prova… Sono curiosa, non vedo l’ora di vedere di che cosa si tratta! Piuttosto che fine ha fatto Scarlett?”

 

“Ha detto che doveva mettere una cosa nella sua camera e che ci avrebbe raggiunto qui, immagino che prestò arriverà: la conosco, non si perderebbe mai la Prova anche se non vuole ammetterlo.”

 

Intanto la cassa era stata trasportata magicamente nel centro dello spazio circolare e due maghi del Ministero la stavano aprendo sotto gli occhi di tutti gli studenti di Ilvermorny, dei professori e delle delegazioni di Hogwarts e Durmstrang.

 

“Oh mio Dio…”

 

“Non sarà quello che penso, spero… Dici che dal fuoco nascerà un Ashwinder?”    Nova inarcò un sopracciglio, guardando il contenuto della cassa con cipiglio preoccupato.

Hailey non disse nulla, limitandosi ad annuire: di certo non sarebbe stata una passeggiata.

 

                                                                                 *

 

“Ragazzi, venite tutti qui per favore… il Signor Crowell vi spiegherà che cosa dovrete fare.”

 

Alle parole della Stevenson Markus, Jake e Marlene raggiunsero i tre Presidi e il Direttore dell’Ufficio di Cooperazione Magica Internazionale al centro della tenda dove avevano passato gli ultimi minuti, in attesa che tutto fosse pronto per farli inziare.

 

“Sarà breve, la Prova è fondamentalmente semplice: dovrete affrontare un Ashwinder, ma il vostro obbiettivo non sarà lui… ma le sue uova. Come forse saprete questi animali nascono dal fuoco e muoiono incendiandosi, vivono solamente per un’ora e durante questo tempo depongono le loro uova. Qui fuori è stato appena appiccato un fuoco magico quindi l’Ashwinder sta per nascere: avete complessivamente solo un’ora per superare la prova, per farlo dovete riuscire a prendere un uovo ciascuno. Quando l’Ashwinder muore incendiandosi le sue uova si schiudono e di conseguenza incendiano tutto ciò che le circonda… e noi ovviamente non voglia questo. Dovete mettere le mani sulle uova e consegnarle agli uomini del Controllo delle Creature Magiche, che provvederanno a congelarle per evitare che si schiudano. Poiché l’Ashwinder vive per poco tempo affronterete la prova contemporaneamente… tutto chiaro?”

 

Gli occhi scuri del mago scrutarono uno ad uno i tre Campioni cercando qualche domanda, ma sembrava che nessuno dei tre giovani studenti avesse voglia di parlare o dubbi da chiarire, così l’uomo fece un cenno alla Preside di Ilvermorny che parlò:

 

“Bene, direi che a questo punto possiamo cominciare… Ricordate, avete un’ora per prendere le uova, in caso di necessità siamo pronti ad intervenire ma spero che non ce ne sarà bisogno. Uscite pure ragazzi, quando sentite il cannone potrete entrare nel campo.”

 

Senza dire nulla Marlene, Jake e Markus obbedirono e uscirono dalla tenda, seguiti dai rispettivi Presidi che salirono sugli spalti per raggiungere la Tribuna più in alto riservata a loro e ai professori di Ilvermorny.

 

“Beh… buona fortuna, allora! Sperando di non finire bruciacchiati da un serpete gigante.”

 

Marlene si sforzò di sorridere, rompendo il silenzio e cercando di sdrammatizzare l’atmosfera con scarsi risultati: i ragazzi che l’affiancavano si limitarono a ricambiare a mezza voce gli auguri mentre si rigiravano nervosamente la bacchetta tra le dita, in attesa di sentire il suono che avrebbe ufficialmente dato inizio alla prova.

 

Beh, meglio un serpente gigante di una medusa gigante…

 

Jake contorse la mascella, tenendo gli occhi azzurri fissi sul fuoco di un arancione innaturale che stava bruciando al centro del campo… e da qui stava nascendo qualcosa.

Non gli piacevano i serpenti, ma li preferiva comunque a quelli orribili mostriciattoli urticanti…

 

Pochi istanti dopo però il suono del cannone riempì il piccolo stadio improvvisato e Jake praticamente smise di pensare, rivolgendo l’attenzione soltanto sul serpente che teneva i freddi occhi rossi fissi su di loro.

Markus fu il primo a muoversi, entrando nel perimetro circolare del campo seguito subito dopo da Marlene e Jake, scaturendo così sonori applausi dal pubblico che però nessuno dei tre Campioni udì del tutto, troppo presi a studiare il serpente dalla pelle di uno strano verde molto pallido che scivolò velocemente dietro a dei massi mentre il fuoco da cui si era generato smetteva di ardere, segnando il tempo che rimaneva alla fine della prova come un cronometro: 60 minuti a partire da quel momento.

 

                                                                                *

 

“Perché ho la sensazione che quel rettile non sarà molto contento nel vedersi sottrarre le uova da sotto il naso?”

 

Abigail si morse il labbro, seguendo attentamente lo spettacolo che stava avendo luogo qualche metro sotto di lei, seduta sugli spalti accanto ad un Lucas che sembrava ancora più nervoso di lei.

 

“A giudicare dal modo in cui mostra le zanne, credo che la tua non sia solo una sensazione… Quel coso non sputa fuoco, vero?”   Lucas inarcò un sopracciglio, pregando mentalmente che tra le abilità di quel super rettile verde non ci fosse anche quella di generare fuoco… Non gli andava proprio di assistere all della sua Len.

 

“Non che io sappia, o almeno spero. La buona notizia è che sono tutti e tre insieme, così almeno quell’affare non se la prende con uno in particolare… Fino ad ora. LEN, MUOVITI!”

 

Abigail si mise le mani tra i capelli rossi sciolti sulle spalle, sgranando gli occhi mentre Marlene evitava per un pelo di essere affettata dalla coda dell’Ashwinder, che si muoveva come se fosse la punta affilata di una lama.

 

“Per un pelo… Si sarà fatta male?”   Lucas si sporse leggermente in avanti, scrutando Marlene con preoccupazione e soffermandosi sulla spalla sanguinante dell’amica. La ragazza però sembrava non averci fatto troppo caso o che stesse soffrendo, anche se Luke era certo che mentalmente stesse insultando pesantemente l’Ashwinder mentre restava accucciata con la schiena appoggiata ad un grande masso.

 

“Dio, ti prego fa che non finisca male…”  La Tassorosso sospirò, seguendo l’amica con lo sguardo mentre la coda dell’Ashwinder si attorcigliava in modo preoccupante intorno alle uova che aveva deposto: non sembrava aver per nulla voglia di cederle a nessuno, tantomeno quei tre ragazzi che di sicuro vedeva come una minaccia.

 

“Beh, hanno meno di un’ora quindi conviene farsi venire un’idea in fretta… Quel coso nasce dal fuoco no?”

 

Lucas inarcò un sopracciglio, facendo saettare gli occhi azzurri dal serpente a Marlene mentre parlava: se nasceva dal fuoco bisognava prendere in considerazione che odiasse…

 

 

“L’ACQUA! Ecco perché dico sempre a quell’idiota di seguire le lezioni!”

 

Scarlett non riusciva a stare ferma, continuando a tormentarsi le mani e a borbottare a diversi toni di voce a seconda del momento: non staccava gli occhi dal campo, insultando e incitando il compagno di Casa a tempi alterni.

 

Nova non disse nulla, limitandosi a roteare gli occhi e maledicendo mentalmente il momento in cui aveva deciso di sedersi tra Scarlett ed Hailey: erano una più nervosa ed intrattabile dell’altra in quel momento.

 

“Ma come fanno a non arrivarci, odiano l’acqua quei rettili giganti!”

 

“In effetti Ley credo che nemmeno a me verrebbe in mente in un momento del genere… sai, non credo che sia facile pensare lucidamente in una situazione così.”

 

Alle parole di Nova Ley sospirò, afferrando la mano dell’amica e stringendola convulsamente tra le sue quasi senza rendersene conto, provocando alla Magicospino un0acuta fitta di dolore alla malcapitata mano.

 

“Ahia! Ley, lasciami… trovati un altro antistress!”

 

La Serpecorno però sembrò non sentirla, continuando a tenere gli occhi azzurri fissi sul campo mentre gran parte del pubblico trasalì quando l’Ashwinder scattò verso Markus, che si salvò dalle zanne del serpente solo grazie a dei buoni riflessi che lo fecero rotolare dietro ad un masso, togliendolo così dalla visuale della parte degli spalti occupata dalle tre ragazze.

 

“Per un pelo… se l’è vista brutta.”    Osservò Hailey tirando un mezzo sospiro di sollievo, allentando leggermente la presa sulla mano di Nova che sorrise, sperando che la cosa durasse e prevedendo che entro sera avrebbe perso la sensibilità della mano destra.

 

                                                                                   *

 

“Grandioso… qualche idea?”   Markus sbuffò, appiattendosi sulla roccia accanto a Jake mentre, alle loro spalle, l’Ashwinder aveva deciso di prendersela con Marlene visto che i due ragazzi erano apparentemente scoparsi alla sua vista.

 

“Non proprio… Ma ci conviene darci una mossa o qui rischiamo di saltare in aria… Vedi le uova?”

 

Markus si sporse leggermente per lanciarsi un’occhiata alle spalle, cogliendo l’immagine delle grandi uova biancastre ancora strette dalla coda squamata del serpente.

 

“Si, ma quel simpatico rettile se le tiene strette… Dobbiamo distrarlo in qualche modo.”

 

Jake si sollevò leggermente a sua volta per studiare la situazione, scorgendo Marlene che si riparava (o forse era scivolata, difficile a dirsi) dietro ad un sasso esattamente come loro. Gli occhi azzurri del ragazzo si posarono leggermente più su, attratti quasi con magnetismo da una chioma di capelli fiammanti.

 

Scarlett lo stava guardando e gli stava dicendo qualcosa… o almeno ci stava provando.

Non era mai stato bravo a leggere il labiale, forse suggerire durante le verifiche gli avrebbe fatto bene infondo…

Assottigliò gli occhi, concentrandosi sul volto di Scarlett e cercando di capire cosa volesse dirgli: stava ripetendo una parola corta, di poche lettere… e dalla sua faccia sembrava che lo stesse maledicendo mentalmente in tutte le lingue, probabilmente irritata dal fatto che non capisse cosa gli stesse dicendo.

 

Dopo un paio di istanti però il ragazzo fu costretto ad interrompere il contatto visivo con la ragazza, perché il suo simpatico amico squamato gli aveva puntato addosso i glaciali occhi rossi e aveva mostrato la lingua biforcuta in modo assai poco promettente.

 

Jake si lasciò cadere di nuovo dietro al masso, scomparendo alla vista del rettile che però si stava avvicinando ai due:

 

“Ok, dobbiamo distrarlo… farlo incazzare è un’idea?”

 

“Se vuoi farti affettare sì! Ma non abbiamo tempo… Muoviti!”

 

Markus si mise carponi sul suolo erboso, scattando in avanti e trascinandosi dietro Jake sentendo che l’Ashwinder si era pericolosamente avvicinato al loro nascondiglio.

Marlene invece, dall’altra parte del campo, sembrava aver completamente esaurito la voglia di nascondersi… e non aveva preso affatto bene il profondo e sanguinante taglio che le aveva procurato alla spalla sinistra, ferendola con la coda.

 

“Ok bestiaccia, ora mi hai stancata… Molla quelle uova. Diffindo.”

 

L’incantesimo di Marlene fece centro, saettando velocemente dal sasso dietro il quale si era appollaiata e colpendo in pieno la coda del rettile, procurandogli un taglio esattamente come lui aveva fatto con lei, sorridendo con lieve soddisfazione nel vedere la coda della creatura sussultare e mollare la presa sulle uova mentre l’animale soffiava con rabbia.

 

Ok Len… Ora datti una mossa o qui diventi cibo per rettili!   Marlene sbuffò, maledicendo le sua gambe corte che le impedivano di correre velocemente e saettando verso Markus e Jake, che in quel momento sorrise nel capire finalmente cosa gli stava dicendo Scarlett.

 

Il Tuonoalato puntò la bacchetta contro l’Ashwinder che si stava pericolosamente avvicinando al trio:

 

Aguamenti.”

 

Il sottile getto d’acqua investì in pieno il rettile e Markus, cogliendo il messaggio, imitò Miller.

 

“Ahh, quindi odia l’acqua… Ma perché non l’avete fatto prima, mi sono persino fatta squarciare la spalla!”

 

Marlene sbuffò, roteando gli occhi scuri mentre restava accucciata dietro al sasso. Per tutta risposta i due ragazzi si voltarono sincronicamente a guardarla, intimandole chiaramente di tacere e di andare a raccogliere un uovo.

 

“Ok, ho capito… corro!”

 

Approfittando della distrazione dell’Ashwinder che si stava contorcendo su se stesso per il dolore provocatogli dall’acqua, la Grifondoro corse verso le uova evitando accuratamente di passargli davanti, tenendo una mano premuta sulla spalla sanguinante e intimandosi mentalmente di non cadere.

 

Per una volta nella tua vita Marlene, non scivolare su qualcosa e corri!

 

Sentendo un mucchio di sguardi sui di se la ragazza si avvicinò di corsa alle uova, chinandosi e raccogliendone una per poi sorridere istintivamente di sollievo: ce l’aveva fatta, non era stato nemmeno poi così difficile…

 

“Marlene, attenta!”

 

La voce di Markus la riportò improvvisamente alla realtà e la ragazza si voltò di scatto, appena in tempo per evitare la coda del serpente che aveva sferzato l’aria con lei come obbiettivo.

 

“Eh no caro, non me la fai un’altra volta… Diffindo!”

 

Marlene assottigliò gli occhi, puntando la bacchetta contro il serpente mentre teneva l’uovo sotto braccio. L’incantesimo colpì la coda del serpente con maggior precisione rispetto a prima, tranciando di netto la punta della coda tra la sorpresa del pubblico e il verso dal suono straziante del rettile.

 

Senza nemmeno fermarsi per assistere alla reazione dell’Ashwinder Marlene girò suoi tacchi, sfrecciando verso il margine del campo e avvicinandosi ad uno degli uomini del Ministero, che le fece segno di dargli l’uovo.

 

La ragazza glielo lasciò con sollievo tra le mani, liberandosi di un peso sia metaforicamente che letteralmente.

 

“Torni nella tenda signorina… le medicheranno la spalla.”    Marlene annuì e si lanciò un’ultima occhiata alle spalle prima di uscire dal campo, scorgendo Markus che si era avvicinato di più alle uova approfittando della distrazione dell’Ashwinder in seguito al suo incantesimo.

 

Da una parte avrebbe voluto restare e seguire la prova, ma l’adrenalina aveva smesso di fare il suo effetto e il dolore alla spalla stava cominciando a farsi sempre più vivo così la Grifondoro uscì a malincuore dallo stadio, entrando di nuovo nella tenda.

 

Sospirando si lasciò cadere su una sedia, chiedendosi quanto tempo fosse passato dall’inizio della prova: difficile a dirsi, era stata troppo presa dal non farsi affettare dalla coda dell’Ashwinder per prestare troppa attenzione al tempo.

 

Marlene si sfilò il maglione e lo lasciò cadere per terra, sfiorandosi la spalla con le dita e piegando le labbra carnose in una smorfia di dolore. Grazie al cielo non era emofobica, altrimenti sarebbe svenuta nel bel mezzo della Prova…

 

La consapevolezza di averla passata la pervase e sorrise, rendendosi conto di essere stata persino la prima: non avrebbe mai pensato di riuscirci prima di Markus o Jake, anche se i punti non venivano dati in base alla velocità… non solo, almeno.

 

“Lennie!”

 

Il flusso di pensieri della Grifondoro venne bloccato dalla familiare voce di Abigail, che era appena entrata nella tenda e corse subito da lei, abbracciandola con tanta energia da farla quasi cadere dalla sedia:

 

“Abby, ciao! Ma puoi stare qui?”

 

“Non lo so, ma non mi interessa… Stai bene?”         Marlene sorrise e annuì, staccandosi dall’amica che era piuttosto pallida in viso.  

Sam e Johnny erano appena entrati nella tenda quando l’attenzione delle due ragazze venne catturata da delle urla provenienti dal campo, segno che era appena successo qualcosa… e dal timbro delle voci non erano urla di acclamazione.

 

“Che succede? Qualcuno si è fatto male?”   Marlene si alzò per andare a vedere, ma Abby la spinse senza tante cerimonie di nuovo sulla sedia, ignorando le sue proteste mentre il Corvonero e il Grifondoro si avvicinavano alle due.

 

“Quello di Ilvermorny si è quasi fatto affettare mentre tentava di prendere l’uovo, ma credo ce l’abbia fatta… In ogni caso bella Prova Len, hai reso fiera la nostra scuola!”

 

Johnny le sorrise allegramente e lei ricambiò, mentre Abby domandava a Sam dove si fosse cacciato Luke.

 

“Era dietro di me, credo stia arrivando… Complimenti Lennie, già mi vedo le facce dei Serpeverde quando sapranno che una Grifondoro è stata la prima a portare a termine la Prova…”   Sam sorrise quasi con aria sognante e Len ricambiò, alzandosi per abbracciare Johnny e il compagno di Casa:

 

“Vero, mi piacerebbe vederle… dobbiamo scrivere qualche lettera, così sapranno come sono andate le cose.”

 

“Si, è un’ottima idea… ma ora piantatela di fare le piovre, ci sono anche io!”

 

Al sentire la familiare voce di Lucas Johnny, Sam e Abby si voltarono mentre Len sorrideva, staccandosi dai due e alzando le braccia quasi con fare vittorioso:

 

“Luke! Hai visto? Sono viva!”

 

“Si, grazie al cielo… Vieni qui.”   Lucas sospirò, avvicinandosi all’amica e chinandosi per abbracciarla, chiudendo gli occhi e appoggiando il mento sul suo capo:

 

“Sei troppo bassa Len, mi viene il mal di schiena ad abbracciarti…”

 

“COME SCUSA? Non è certo colpa mia se sei altissimo!” 

 

Abigail ridacchiò al vedere la faccia offesa di Marlene, che si staccò dal ragazzo e incrociò le braccia al petto guardandolo male. Lucas invece sorrise, spettinandole i capelli scuri con la mano per poi abbassare lo sguardo sulla spalla della ragazza:

 

“In ogni caso meglio se andiamo, così ti sistemano la spalla… Coraggio gente, lasciamo sola la Campionessa.”

 

Abigail, Sam e Johnny non sembravano dello stesso avviso, ma non ebbero molta scelta quando una Curatrice entrò nella tenda e invitò i quattro a lasciare la tenda senza tante cerimonie, proprio mentre Jake faceva il suo ingresso nella tenda, zoppicando leggermente per via della caviglia sinistra squarciata.

 

“Ehy… Come procede Markus?”

 

Il Tuonoalato sedette su una sedia accanto a Marlene, sollevando con una smorfia l’orlo dei pantaloni e lanciando un’occhiata alla caviglia sanguinante prima di parlare:

 

“Bene, non si è fatto male per ora ma l’Ashwinder l’ha quasi morso… Non so quanto tempo manchi allo scadere dell’ora, ma quando ho preso l’uovo lui era dietro di me quindi di sicuro presto lo vedremo entrare qui.”

 

Marlene annuì, mordendosi la lingua per non gemere di dolore mentre la Curatrice versava un liquido disinfettante sulla sua spalla, che bruciò per qualche istante mentre la ferita cominciava a rimarginarsi magicamente.

 

“Ci potete contare, ma da oggi odio i serpenti! Quell’affare mi ha quasi staccato la testa con le zanne…”      Markus fece il suo ingresso nella tenda sbuffando, non mostrando però alcuna ferita.

 

“Beh, almeno te la sei cavata… Che sollievo, nessuno ci è rimasto secco.”  Marlene sorrise allegramente, ritrovando improvvisamente tutta la vivacità che l’aveva abbandonata quella mattina. Markus annuì, evitando di sedersi poiché aveva bisogno di stare in piedi mentre una figura dai capelli rossi faceva la sua comparsa sulla soglia della tenda.

 

“Ley, vieni qui… ho trovato l’entrata!”

 

Scarlett entrò nella tenda seguita dall’amica, che borbottò qualcosa che suonò molto come “era ora” prima di fermarsi accanto a Markus, rivolgendogli un sorriso:

                                                         

“Ciao… tutto bene?”

 

“Si, non mi sono fatto staccare la testa a morsi da un serpente gigante se non altro… Direi che per un bel po’ ne ho abbastanza di rettili.”

 

Il Campione di Durmstrang si strinse nelle spalle e Ley gli sorrise, sollevata che stesse bene mentre Scarlett invece si avvicinava a Jake, fermandosi davanti a lui mentre anche la ferita del ragazzo si rimarginava velocemente grazie al disinfettante magico.

 

“Ehilà, Miller! Ti consiglio di allenarti un po’ con il labiale in futuro, ma almeno non ti sei fatto affettare.”

 

“So che ci speravi Scarlett, ma sarà per la prossima volta… Ero deciso a vivere abbastanza da poter vincere la partita della settimana prossima e scoprire che cosa sta passando per la tua mente contorta.”

 

Alle parole di Jake Scarlett sfoggiò un sorrisetto che non prometteva nulla di buono prima di parlare:

 

“Tranquillo, presto te ne renderai conto… Solo un cieco non potrebbe. In ogni caso per una volta ti faccio i complimenti Jake, bella Prova.”

 

Scarlett gli sorrise per poi rivolgersi a Marlene, facendo i complimenti anche alla Grifondoro mentre nella tenda facevano il loro ingresso anche Marlena e Alek, che stavano discutendo animatamente ma smisero quando posarono gli occhi su Markus:

 

“Ah, eccoti! Te l’avevo detto che era qui, Alek! Come stai Markus?”

 

Marlena rivolse all’amico un gran sorriso e Ley si voltò verso Scarlett, facendole un cenno che suggeriva di uscire dalla tenda e lasciare solo Markus con i suoi amici.

La Tuonoalato annuì e la seguì fuori dalla tenda per andare alla ricerca di Nova mentre Alek e Marlena si complimentavano con Markus per la Prova e Jake si alzava, tornando a camminare più normalmente grazie al disinfettante che aveva alleviato notevolmente il dolore alla caviglia.

 

“Credo che dovremmo andare fuori, non devono darci i punti?”  Alle parole del Tuonoalato Marlene annuì, alzandosi a sua volta e uscendo dalla tenda insieme al Campione di Ilvermorny.

 

“Ok, vai farti assegnare i punti… buona fortuna!”

 

Alek rivolse all’amico un sorriso e una pacca sulla spalla; Markus annuì e uscì dalla tenda seguendo gli altri Campioni, chiedendosi chi sarebbe arrivato primo tra i tre: ogni Giudice avrebbe assegnato un punteggio a tutti e tre da 0 a 10… La prima a portare a termine la prova era stata Marlene e lui e Jake avevano avuto pochissima distanza l’uno dall’altro, ma non sempre i punti venivano assegnati solo in base alla velocità.

 

Il Campione di Durmstrang si fermò accanto a Marlene nel campo ormai sgombro dalle uova che erano state congelate per evitare che esplodessero. L’Ashwinder era sparito, quindi probabilmente si era auto-incendiato mentre loro erano nella tenda.

 

I tre Presidi più Crowell nel frattempo erano scesi dagli spalti ed erano nel campo per assegnare i punteggi ai Campioni, partendo da Marlene visto che era stata la prima a completare la Prova.

 

La Grifondoro teneva gli occhi scuri fissi sui Giudici, pregando mentalmente affinché le dessero voti decenti: era infinitamente sollevata di aver superato la prova, ma sarebbe stata una gran bella soddisfazione ottenere anche un buon punteggio…

Non era sicura sull’esito della prova: a suo parere nessuno tra lei, Jake e Markus era stato particolarmente superiore agli altri… Ma forse i Giudici la pensavano diversamente, senza contare che con molta probabilità i Presidi sarebbero stati più inclini a dare voti alti ai Campioni delle rispettive scuole, come accadeva quasi sempre.

 

Sugli spalti nessuno parlò mentre Crowell puntava la bacchetta sopra di lui, facendo uscire dalla punta un sottile nastro dorato che disegnò in aria un numero: 30.

 

30 su 40… Marlene sorrise debolmente, sollevata di essere andata meglio di quanto si aspettasse: se aveva preso 30 doveva aver ricevuto voti dal 7 all’8…. E le andava benissimo.

 

Il secondo numero che uscì dalla bacchetta dell’uomo era il punteggio di Jake, che aveva completato la prova per secondo: 28.

 

Esattamente come per Marlene un applauso scaturì dal pubblico sugli spalti ma Jake rimase impassibile, tenendo le braccia conserte e lo sguardo fisso davanti a se, sui Giudici: una parte di lui era certa che la cara Stevenson gli avesse dato apposta un voto non esattamente alto, ma non osò dirlo ad alta voce mentre Crowell si accingeva a rendere noto anche il punteggio di Markus:

 

28, al pari con Jake.

 

Marlene sgranò gli occhi, redendosi conto di essere prima in classifica mentre un terzo applauso riempiva il piccolo stadio.

La Stevenson annunciò che la Seconda Prova avrebbe avuto luogo il 30 Febbraio, ma nessuno dei tre Campioni sembrò farci troppo caso mentre gli altri studenti iniziavano a lasciare gli spalti:

 

dopotutto mancavano 3 mesi… erano troppo sollevati di aver superato la Prima Prova per preoccuparsi della Seconda in quel momento.

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Angolo Autrice:

Ed eccoci, finalmente, alla tanto attesa Prima Prova! 

Grazie per i voti, Jake e Markus ne hanno ricevuti in pari numero quindi ho ritenuto giusto farli arrivare pari anche nella Prova... Che dire, spero che il capitolo vi sia piaciuto, è uno dei principali della storia e spero sia uscito decentemente (a me non convince molto, spero che voi non siate d'accordo). 

Nel prossimo ci sarà ovviamente la partita... Chi vincerà? Lo scoprirete presto, o almeno lo spero... 

Un bacio, buona domenica!

Signorina Granger 

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Capitolo 11
*** Tuonoalato - Magicospino ***


Capitolo 10: Tuonoalato – Magicospino

 

“Secondo te se la caveranno? Insomma, sono rimasti senza Battitore con così poco preavviso… Povera Nova, non vedeva l’ora di giocare!”

 

Hailey era seduta sul letto di Scarlett, tenendo le gambe accavallate e un’espressione pensierosa dipinta sul volto mentre giocherellava distrattamente con la sciarpa gialla dei Magicospino presa in prestito da Nova che si era annodata intorno al collo in vista della partita imminente.

 

“Mh-hm.”

 

“Piantala di mugugnare, Anderson! Come procede?”

 

“Mh-hm.”

 

Hailey sbuffò, alzandosi e avvicinandosi all’amica che era seduta alla scrivania, rigirandosi una piccola boccetta tra le mani.

 

“E’ pronta?”

“Affermativo Capo… E’ pronta per essere somministrata a chi se lo merita.”   Scarlett rivolse all’amica un sorriso e Hailey ricambiò, arruffando affettuosamente i capelli mossi dell’amica e ridacchiando:

 

“Grazie, sono in debito con te… Non voglio sapere come ti sei procurata gli ingredienti…”

 

“Non chiederlo allora.”

 

“… Ma sappi che lo apprezzo. Ti voglio bene, sei la mia Rossa preferita!”

 

Con un sorrisino Hailey si chinò, dando all’amica un abbraccio che non venne particolarmente apprezzato, visto che Scarlett sbuffò e si scostò in fretta e furia, alzandosi con la boccetta ancora in mano:

 

“Ok, finiscila con le effusioni… Coccola Lil se proprio devi, ultimamente mi tratti come un cuscino da abbracci!”

 

“Lo so, lo faccio apposta perché so che lo detesti.”

 

“Tante grazie… Ma ora diamoci una mossa Silverstone, abbiamo delle cose da fare prima della partita…”

 

Scarlett appellò il suo capotto grigio dal baule mentre Hailey sfoggiava un gran sorriso allegro, annuendo alle parole dell’amica mentre la seguiva verso la porta della camera:

 

“Giusto, abbiamo un idiota da avvelenare!”

 

“Sai Ley, detta così suona proprio male…”

 

“Trovi?”

 

“Un po’…”

 

                                                                                 *

 

Finalmente era arrivata al punto clou… Aveva letto quasi ininterrottamente per tutta la sera prima, presissima dal libro che aveva iniziato.

 

Sorrise quasi senza rendersene conto mentre gli occhi volavano sulle parole stampate sulla carta e stava per finire finalmente il capitolo quando qualcosa, o meglio qualcuno, la fece sussultare:

 

“Che stai leggendo, Lennie?”

 

La ragazza fece quasi un salto sulla sedia e il libro le scivolò di mano, atterrando sul tavolo di legno della Biblioteca mentre Len si voltava, trovandosi davanti ad un Lucas sorridente che si era abbassato per parlarle nell’orecchio e farle prendere un infarto di proposito:

 

“WALLABY! Smettila di giocare a fare Houdini!”

 

Marlene sbuffò, facendo per prendere il libro ma Lucas fu più veloce e l’anticipò, inarcando un sopracciglio mentre si rimetteva dritto e sfogliava le pagine:

 

“Che cos’è? Oddio no, ancora con questi romanzi rosa! Quando finirai di leggere questa roba Len?”

 

“Affari miei! Dammelo, è mio!”   Marlene buffò, alzandosi e cercando riappropriarsi del libro mentre malediceva mentalmente il suo amico: che diamine, era arrivata al punto migliore e lui le fregava il libro proprio adesso!

 

“Non so proprio che ci trovi in questa roba, a me fa venire il diabete…”

 

“Beh, so quanto ami il cioccolato quindi non vorrei che questo accada... E comunque tu odi leggere in ogni caso. Dammelo, Luke, ero arrivata a quando lui si dichiara a lei, che cavolo!”

 

Marlene si alzò in punta di piedi e protese il braccio per prendere il libro, ma Lucas lo teneva ben stretto tra le mani davanti al volto, troppo in alto perché Len ci arrivasse.

 

“Oh cielo, ho interrotto la dichiarazione d’amore? Come mi dispiace…”     Lucas sorrise, guardando con puro divertimento negli occhi azzurri la piccola Len che lo guardava furiosa, ordinandogli di darle il libro e minacciandolo allo stesso tempo.

 

“Lo vuoi? Beh, prendilo! Cos’è, non ci arrivi Lennie?”  Il Grifondoro scoppiò fragorosamente a ridere, alzando il braccio e allontanandolo ancora di più dall’amica, che sbuffò e incrociò le braccia al petto:

 

“Idiota di un 1,90, ti detesto quando fai così!”

A quelle parole Lucas sorrise, allungando una mano e prendendo delicatamente il mento di Marlene tra le dita, puntando le iridi cerulee in quelle scure della ragazza prima di parlare:

 

“No… non è vero, lo sappiamo entrambi.”   

 

Marlene sbattè le palpebre un paio di volte, deglutendo a fatica mentre non riusciva a staccare gli occhi da quelli di Lucas, che allargò il sorriso sfoggiando le sue famose fossette.

Stupidi occhi, stupido sorriso e dannate fossette…

 

Marlene rimase immobile, rendendosi conto di aver momentaneamente il cervello ridotto in poltiglia mentre le dita di Lucas, ancora strette sul suo mento, le accarezzavano leggermente la mascella.

Intanto il sorriso di Lucas si era smorzato e il Grifondoro stava guardando la compagna di Casa in modo strano, diverso dal solito.

Forse il ragazzo avrebbe fatto o detto qualcosa ma Marlene sembrò ricordarsi all’improvviso di essere una strega, riprendendo lucidità mentre un sussurro usciva dalle sue labbra:

 

Accio.”

 

Il libro volò dalle mani di Lucas per planare tra quelle della Grifondoro, che con un gran sorriso soddisfatto fece un passo indietro, allontanandosi dal ragazzo:

 

“Ci sono altri modi per riprendersi un libro Wallaby… Mai abbassare la guardia.”   Con un gran sorriso Marlene girò sui tacchi, facendo per uscire dalla Biblioteca per andare a vedere la partita tra Magicospino e Tuonoalato. Lucas esitò per un momento ma poi la seguì, facendo sprofondare le mani nelle tasche e sospirando leggermente, anche se lei non lo sentì perché troppo presa nella lettura del libro, anche al prezzo di andare a sbattere contro qualcuno o una colonna.

 

                                                                             *

 

“Ok, lo facciamo adesso?”

“Si Ley, così lo vedranno tutti… Sei sicura comunque? Posso sempre non dargliela, se vuoi.”

 

Scarlett inarcò un sopracciglio, rivolgendosi all’amica che la guardò con aria scettica, come se fosse pazza:

 

“Scherzi? Ormai è fatta… Perciò proceda pure, Signorina Anderson.”

 

Scarlett annuì, posando gli occhi chiari sul suo bersaglio: eccolo lì, il caro Andrew Derex… Sorrideva e parlava tranquillamente con qualche compagno di Casa, probabilmente a proposito della partita imminente. Non aveva certo idea che due certe ragazze ce l’avessero con lui, quella mattina.

 

“Ok. Coprimi.”     Hailey sorrise e un istante dopo stava già camminando verso il suddetto tavolo, seguita dall’amica che la seguì dopo un paio di istanti tenendo con noncuranza in mano un bicchiere di succo di zucca.

 

“Ehy, ragazzi! Voi per chi tifate oggi?”    Hailey sfoggiò un sorriso vivace, prendendo posto su una sedia vuota e attirando su di sé l’attenzione dei compagni di Casa.  Scarlett fece il giro opposto del tavolo e, fermandosi per una frazione di secondo vicino a dove si era seduto Derex, appoggiò il bicchiere che teneva in mano sul tavolo scambiandolo con quello che conteneva semplice succo di zucca.

Con un lieve sorriso la Tuonoalato riprese a camminare, avvicinandosi al tavolo che era solita occupare e sedendo accanto a Jakob, che sembrava in un fascio di nervi mentre mangiava a stento.

 

“Ciao J! Come va, nervoso? Dai, sono sicura che andrai benissimo… Succo di zucca?”   

 

“Si, grazie Scarlett… Scusa se te lo domando, ma tu non dovresti tifare per la tua squadra invece che farmi gli auguri?”

 

Il Caposcuola rivolse alla ragazza un sorriso, trovando anche dopo anni divertente che l’amica non tifasse mai con grande entusiasmo quando Tuonoalato giocava a Quidditch. Per tutta risposta la rossa si strinse nelle spalle, replicando ancora una volta allo stesso modo:

 

“Come dico sempre, non capisco questo sport… Ma siamo amici e mi sembra doveroso tifare per te, anche se gioca la mia squadra. Mi dispiace per Nova, hai trovato un sostituto?”

 

“Si, ma Lydia non è brava quanto la nostra Ward… Dici che tornerà presto?”       Jakob inarcò un sopracciglio e Scarlett sospirò, scuotendo il capo: non ne aveva idea… Nova era tornata a casa un paio di giorni prima, quando a lei e al gemello Nahuel era arrivata la notizia che il fratello maggiore era stato ricoverato in ospedale in seguito ad un incidente.

 

“Non lo so… spero di sì, ovviamente. Però ti consiglio di cercare di vincere J, non vorrei essere nei tuoi panni se dovesse tornare e apprendere che avete perso!”

 

Un sorriso fece capolino sul volto del Caposcuola, che annuì prima di bere un sorso del succo offertogli da Scarlett, che ne approfittò per lanciare un’occhiata in direzione del tavolo occupato dai Serpecorno del VII anno.

 

Hailey si era appena alzata e si stava avvicinando a lei e a Jakob con un sorrisino stampato in volto mentre Derex stava bevendo tranquillamente un sorso di succo… non potendo certo sapere che era stato ampiamente “corretto” da Scarlett Anderson con una pozione.

 

“Ciao Jakob! Pronto per la partita? Io tifo per voi, ovviamente… Scusa Scarlett.”

 

“Figurati, non è un problema… Ma dovremmo andare adesso Ley, altrimenti ci soffieranno i posti in prima fila!”

 

Il tono di Scarlett aveva una nota di eloquenza che l’amica colse, perché la Serpecorno annuì e si alzò, prendendo la rossa sottobraccio:

 

“Giusto... beh, tanto auguri Jakob, ci vediamo dopo!”

 

Scarlett rivolse al Caposcuola un sorriso per poi incamminarsi velocemente insieme all’amica verso le porte aperte della Sala ed erano quasi arrivate all’uscita quando delle sonore esclamazioni di sorpresa e orrore alle loro spalle le fecero scoppiare a ridere entrambe:

 

“Aspetta, voglio vedere!”   Ley sorrise e si voltò, non riuscendo però a cogliere l’immagine tanto attesa di Derex visto che diverse persone si erano avvicinate al tavolo, coprendolo alla sua visuale.

 

“Lo vedrai dopo, muoviti adesso… Non vuoi che sospettino di noi e mettersi a ridere sarebbe come darsi la zappa sui piedi… Coraggio, vieni!”

Trattenendo a stento una risata Scarlett strattonò il braccio dall’amica e insieme uscirono dalla sala, mentre un certo Tuonoalato che si stava preparando psicologicamente per la partita aveva seguito la scena con una certa curiosità.

 

Gli occhi di Jake si spostarono dal punto dove aveva appena visto sparire Scarlett ed Hailey al tavolo dei Serpecorno, scorgendo di sfuggita Andrew Derex.  In quel momento non riuscì a non sorridere, capendo finalmente che cosa aveva fatto Scarlett con gli ingredienti che gli aveva chiesto di rubare dalla scorta della Holland.

 

Si, Scarlett Anderson era decisamente una ragazza di tutto rispetto.

 

                                                                              *

 

“Dai, muovetevi o perderemo la partita!”     Alek sbuffò, trascinandosi praticamnete dietro Marlena per l’ingresso e ignorando le sue sonore proteste visto che l’aveva praticamnete spostata di peso nel bel mezzo della colazione.

 

Markus però sembrò non fare caso alla rissa verbale che era iniziata tra i suoi due amici, stava invece osservando due ragazze camminare e ridere insieme, mentre la più alta teneva il braccio intorno alle spalle della più minuta.

 

Aveva sentito dire in giro che l’amicizia tra Hailey Silverstone e Scarlett Anderson fosse una specie di istituzione in quella scuola: dove c’era una c’era l’altra nella maggior parte dei casi e se eri nemico di una allora lo eri anche dell’altra.

 

Non era strettamente consigliabile mettersi contro quel duo, o almeno così aveva sentito… E vedendole ridere e parlottare a bassa voce Markus non potè non chiedersi se avessero appena combinato qualcosa.

 

Un gruppo abbastanza numeroso di persone uscì dalla Sala da Pranzo proprio mentre Hailey e Scarlett scomparivano dietro al portone d’ingresso e Markus si voltò, attirato dalle voci.

 

Inarcò un sopracciglio nel vedere che gli studenti in questione, che riconobbe come del suo stesso anno, non attraversarono l’ingresso per uscire dalla scuola ma si diressero di corsa verso le scale mentre un ragazzo dai capelli scuri si teneva una mano sul viso con un’espressione dolorante fissa in volto.

 

“Che sta succedendo secondo te?”   Alek inarcò un sopracciglio, smettendo di trascinare Marlena e rivolgendosi all’amico, che scrollò le spalle prima di voltarsi:

 

“Non ne ho idea… magari chiederò in giro. Ora però dobbiamo andare sul serio ragazzi o addio partita!”

 

“E’ quello che sto cercando di dire a Lena da mezz’ora, ma non mi ascolta come al solito!”

“Sai Yavor, in genere una ragazza è più incline ad ascoltare se eviti di prenderla di peso e trascinarla da qualche parte! Non sono un sacco di patate!”

                                    

“Ma certo che no, sei molto più carina di un sacco! Che c’è? Ed dai, non guardarmi male adesso, Lena!”

 

Alek sbuffò mentre Marlena, roteando gli occhi con aria esasperata, girava sui tacchi e superava i due amici nell’ingresso, uscendo dal castello.

 

“Ma che ho detto di male questa volta?”

 

“Non saprei… chi le capisce le ragazze.”

 

                                                                                            *

 

“Len, attenta! Guarda dove vai, smettila di leggere!”

 

“Non posso Abby, devo scoprire come finisce!”

 

Abigail roteò gli occhi ma non osò replicare, appuntandosi anzi mentalmente di chiedere all’amica di prestarle il libro. Nel frattempo però la Tassorosso era troppo impegnata a far sì che Marlene McRumble non si uccidesse candendo, inciampando, scivolando o andando addosso a qualcuno visto che invece di guardare dove andava era immersa nella lettura.

 

Alle loro spalle Lucas sospirò sonoramente, borbottando qualcosa a mezza voce:

 

“Beh, se non altro quando l’avrà finito la smetterà di andare in giro con gli occhi a cuoricino…”

 

“Questo lo credi tu Wallaby… C’è anche il sequel!”

 

Il sorriso e il tono vittorioso di Marlene fecero sospirare il Grifondoro, che si passò una mano sugli occhi mentre camminavano sull’erba per raggiungere il Campo e assistere alla partita.

 

“Hai intenzione di leggere anche durante la partita?”

 

“No, sai che mi piace il Quidditch, quindi la seguirò… mi mancherà fare la cronaca quest’anno, che peccato…”

 

Un sorrisino increspò le labbra di Abigail e Lucas, che si scambiarono uno sguardo d’intesa alle parole dell’amica che non si accorse di nulla visto che si era rimessa a leggere con il naso immerso tra le pagine.

 

Di sicuro sarebbe mancata anche agli studenti di Hogwarts, la sua cronaca… i suoi commenti disparati e il modo in cui si esagitava quando giocava Grifondoro, arrivando a saltellare sulle tribune e urlando a squarciagola sarebbero rimasti nella memoria della loro generazione per un bel po’ di tempo.

 

“Come a me mancherà giocare… credo che senza di me saranno persi.”  Lucas sospirò, pensando con affetto alla sua Squadra che di sicuro era entrata un po’ in crisi senza Capitano, nonché Portiere di Grifondoro.

 

Intanto Len stava per andare addosso ad un sasso e Abby la strattonò per un braccio, spostandola dalla traiettoria ed evitando così che la Grifondoro ruzzolasse fino al Campo.

 

                                                                                   *

 

Hailey stava camminando tranquillamente accanto a Scarlett, sorridendo convulsamente mentre continuava a pensare a quello che era successo in Sala da pranzo poco prima: Scarlett era sempre stata schifosamente brava in Pozioni… non sbagliava mai a prepararne una.

 

Quella era forse stata la prima volta, quando aveva sballato di proposito le dosi della Pozione Scacciaforuncoli… e tutti sapevano che effetto produceva quell’intruglio se preparato non correttamente: anziché eliminare l’acne procurava delle dolorose bolle rosse sul viso.

 

Si, Andrew Derex aveva decisamente avuto quello che si meritava… sia per come l’aveva presa in giro in passato sia per il brutto tiro di due settimane prima, quando a lezione di Trasfigurazione si erano disgraziatamente trovati in banco insieme e lui aveva fatto comparire dal nulla uno sciame di api, sapendo quanto la ragazza le odiasse e ne fosse spaventata.

 

Troppo presa a rivivere mentalmente la piacevole immagine del volto sfigurato di Derex Hailey quasi non si accorse che Scarlett si era lanciata un’occhiata alle spalle, vedendo qualcosa che la costrinse a darsela a gambe:

 

“Beh… Io vado avanti Ley, vado a… salutare Jakob.”

 

Le parole dell’amica fecero tornare alla realtà la Serpecorno, che la guardò accigliata senza capire:

 

“Ma l’hai salutato prima!”

 

“Già, beh… ho detto Jakob? Intendevo Jake! Vado, a dopo!”

 

Senza darle il tempo di dire altro Scarlett accelerò, superandola senza tante cerimonie. Hailey aprì la bocca e fece per seguirla a ruota, ma si bloccò nel sentire qualcuno che aveva preso il posto della Tuonoalato camminando accanto a lei:

 

“Ciao!”

 

Voltandosi di scatto Hailey realizzò improvvisamente il motivo della “fuga” di Scarlett, ritrovandosi davanti un Markus Bauer sorridente.

 

“Emh… ciao! Come stai?”

 

“Bene, non vedo l’ora di vedere la partita anche se mi spiace non poter giocare quest’anno.”

 

“Immagino, ma almeno ne è valsa la pena no? Sei stato scelto come Campione dopotutto.”

 

“Fortunatamente… Sai, prima mentre uscivo ho assistito ad una scena interessante. E mi sono reso conto che non mi hai ancora detto con chi ce l’avevi, due settimane fa... Però mi sembra di aver visto un Serpecorno del nostro anno messo male e tu mi avevi fatto capire che quella persona era della tua stessa Casa, un ragazzo. Dici che è una coincidenza?”

 

“Markus, dalle vostri parti non vi insegnano che le coincidenze non esistono?” Hailey gli rivolse un sorriso angelico che fece ridere il ragazzo, che scosse il capo:

 

“Si, in effetti…Ma mi piacerebbe sapere che cosa ha fatto di così orribile da meritarsi una simile punizione!”

“Non si è comportato bene, ti basti questo… Errare è umano, perseverare è diabolico. E il mio compagno di Casa ha perseverato a volontà. Credimi, è meglio non comportarsi male con chi ha delle amiche esperte in vendette.”

 

“Lo terrò a mente, in tal caso.”

 

                                                                                        *

 

Ignorando completamente le persone che guardavano la partita sotto di lui Jake sbuffò, passandosi la mazza di mano in mano mentre la Pluffa passava dalle mani dei vari Cacciatori davanti a lui.

 

La partita era iniziata da circa mezz’ora, o almeno a lui sembrava così mentre sfrecciava sulla sua Firebolt in mezzo al campo, evitando che i compagni di squadra venissero colpiti dai Bolidi e indirizzandoli di rimano sugli avversari.

 

Erano in vantaggio per 80 a 50 e del Boccino d’Oro ancora nessuna traccia… sperava che quella piccola pallina decidesse di farsi vedere in fretta, perché stava cominciando a stufarsi di direzionare Bolidi a destra e a sinistra: sembrava che Jakob quel giorno avesse deciso di fargli sudare sette camicie, mirando anche troppo bene verso i Cacciatori o anche su Gabriel Preston, il Portiere… e sapevano tutti che senza portiere la partita sarebbe completamente andata in fumo per loro, quindi Jake non poteva far altro che cercare di impedire che qualche suo compagno finisse in infermeria per una qualche frattura procurata da un Bolide impazzito.

 

Impugnando saldamente la mazza nella mano destra Jake assottigliò gli occhi, adocchiando il Bolide a cui stava andando incontro prima di colpirlo con forza, spedendolo dritto verso la Cacciatrice di Magicospino Jenna Andrews che teneva la Pluffa sottobraccio mentre si avvicinava pericolosamente agli anelli.

 

Non la colpì, ma schivando il Bolide per un soffio la ragazza mollò la presa sulla palla rossa, che le scivolò dalle mani e precipito per qualche metro prima di essere afferrata da Shayla, sua compagna di squadra che sfrecciò nella direzione opposta zigzando tra gli avversari e avvicinandosi agli anelli.

 

Jake le andò dietro, tenendo una mano stretta intorno al manico di scopa e la mazza con l’altra, pronto ad usarla in caso di necessità: molto probabilmente Young avrebbe indirizzato un bel Bolide dritto sulla Cacciatrice vedendola avvicinarsi agli anelli.

 

Un paio d’istanti dopo le orecchie del Capitano captarono l’ormai familiare sibillio di un Bolide in avvicinamento e voltandosi colpì appena in tempo la palla di cuoio, spedendola con forza indietro e rivolgendo un sorrisetto all’avversario prima di voltarsi:

 

“Stai diventando prevedibile, Young… giochiamo contro da troppo tempo!”

 

Per tutta risposta Jakob lo fulminò con lo sguardo, pensando probabilmente la stessa cosa: Jake era stato preso in squadra al primo anno, Jakob al secondo… Battitori e dello stesso anno, erano diventati Capitani entrambi l’anno prima e da allora la rivalità si era notevolmente accesa, aumentando rispetto agli anni precedenti… probabilmente il fatto che il Magicospino fosse al tempo anche Prefetto non aveva contribuito ad aumentare la simpatia tra i due, visto che gli aveva tolto diversi punti nel corso del tempo quando lo beccava in situazioni spiacevoli.

 

Erano notevolmente diversi, quindi era comprensibile che una certa ragazza si stupisse di come una sua amica tifasse un po’ per entrambi durante la partita…

 

                                                                                     *

 

“Andiamo Scarlett, un po’ di entusiasmo! Sta giocando la tua Casa dopotutto!”    Hailey parlò a voce piuttosto alta, quasi urlando per sovrastare le voci che la circondavano e farsi sentire dall’amica, che si strine nelle spalle mentre teneva gli occhi fissi sul campo:

 

“Lo so, ma sai come la penso… se avesse giocato Nova avrei tifato di più, ma visto che non c’è…”

 

“Beh, puoi sempre tifare per Jakob… e poi c’è il tuo amico Miller, no?”

 

L’occhiata seccata che le rivolse Scarlett fece ridacchiare Hailey, che stava sventolando allegramente la sciapa dei Magicospino mentre faceva il tifo.

 

“Miller non è mio amico… conoscente forse è più adeguato.”

 

“Non saprei Rossa, fatico a definire il rapporto che avete… è un po’ strano, non siete amici ma del resto nemmeno vi detestate.”

 

“In tal caso, quando avrai trovato una definizione vienimelo a dire.”

 

“Come vuoi, lo farò! Per l’amor del cielo ma quanto ci mettono ad acchiappare questo Boccino? Mi stanno facendo venir voglia di scendere personalmente in campo a mettermi a cercarlo!”

 

                                                                                          *

 

“Secondo te chi vincerà?”

 

“Non saprei, Tuonoalato è in vantaggio ma dipende tutto dal Boccino… Magicospino può perfettamente vincere se il suo Cercatore lo prende.”

 

Alek si accigliò, scrutando il cielo grigio sopra di loro cercando uno scintillio dorato, ma della piccola pallina luccicante nessuna traccia: i due Cercatori sembravano averlo intravisto qualche minuto prima, ma nessuno dei due era riuscito ad acchiapparlo ed era sparito di nuovo.

 

Dal canto suo Marlena non poteva fare a meno di pensare alla valanga di compiti di Erbologia che aveva da fare… il giorno precedente lei, Alek e Markus erano andati in Biblioteca con tutta la buona volontà possibile, ma avevano finito col combinare ben poco per poi fare una passeggiata nel parco di Ilvermorny, senza preoccuparsi assolutamente del clima freddo: in fin dei conto loro erano abituati ad un freddo molto più considerevole, a Durmstrang ad inizio Dicembre si gelava mentre ad Ilvermorny per loro era appena umido.

 

La ragazza non poteva quindi non sperare almeno in parte che la partita si concludesse in fretta per riuscire a finire quei dannati compiti che ovviamente non aveva nessuna voglia di fare… probabilmente lei e Alek li avrebbero svolti alla meno peggio.

 

Markus a differenza sua seguiva la partita con notevole interesse, essendo appassionato di Quidditch scrutava ogni singolo giocatore in campo.

 

“Secondo me vince Tuonoalato.”

 

“Come fai a dirlo?”

 

“Non so Alek, sensazione… Vogliamo scommettere?”    Markus rivolse all’amico un sorrisetto e l’altro annuì, sigillando la scommessa con una stretta di mano.

 

“Lena, ti unisci alla scommessa?”

 

“No grazie, non mi intrometto... Preferisco starne fuori.”

 

La ragazza si strine nelle spalle mentre intorno a loro i Magicospino esultavano di fronte al goal di Jenna Andrews, portando il punteggio a 100 a 90 per Tuonoalato. Magicospino era sotto solo di 10 punti, la squadra non era al massimo della forma per l’assenza di Nova ma se la stavano comunque cavando egregiamente, dando parecchio filo da torcere agli avversari.

 

“Come ti pare… Intanto Alek entro sera dovrà sborsare 10 Galeoni, stanne certa.”

 

“La vedremo Bauer, la vedremo…”

 

                                                                                *

 

“Ehy, hanno segnato? Ho sentito urlare ma non vedo un accidente… Luke, spostati mi copri la visuale!”

 

Sgomitando e sbuffando Len riuscì a farsi largo tra Johnny e Lucas, mentre invece Abigail aveva ormai perso le speranze di riuscire a vedere qualcosa e si era fermata in seconda fila insieme a Sam.

 

“Oh, finalmente!”   Marlene sfoggiò un sorriso sollevato nel riuscire finalmente a vedere il campo e la partita in corso, mentre invece Luke osservava la partita con aria leggermente annoiata, privo della solita allegria:

 

“Tu sai che ha per caso? E’ da circa mezz’ora che non parla!”      Johnny si sporse leggermente verso la Grifondoro, parlando a bassa voce per non farsi sentire dal biondo.  Marlene rivolse al biondo uno sguardo fugace prima di rivolgersi al Corvonero, scuotendo il capo e facendo un gesto con la mano come a voler liquidare il discorso:

 

“Tranquillo, non è niente… è solo meteoropatico, non è di ottimo umore perché è nuvoloso… Andiamo Luke, fammi un sorriso, tu adori il Quidditch! Non puoi mica fare il muso adesso, no?”

 

La ragazza si voltò verso il ragazzo, sfoggiando un sorriso allegro e alzando il tono di voce per farsi sentire da Lucas, che le rivolse uno sguardo accigliato:

 

“Come mai tanta allegria Len?”

 

“Io sono sempre allegra Luke. Dovresti saperlo ormai… Tu invece sembri un membro della Famiglia Addams! Dai, fammi un sorriso Lucas!”

 

Marlene mise un braccio sulle sue spalle – riuscendoci solo perché Lucas si era chinato in avanti, appoggiandosi con i gomiti alla ringhiera degli spalti – e gli rivolse un sorriso tentando di rallegrarlo, finendo col centrare in pieno il suo obbiettivo: Lucas distese inevitabilmente le labbra in un sorriso, spostando le braccia dalla ringhiera per stringerle intorno alla ragazza e strapazzarla per bene come suo solito.

 

“Si Luke, ok… Ti voglio bene anche io, ma non stritolarmi!”

 

Marlene gemette e rivolse ad Abby uno sguardo carico di richieste d’aiuto che però non arrivò: la Tassorosso si limitò a rivolgere all’amica un sorrisetto, sollevando le mani come a voler dire di non poter fare nulla mentre Luke invece ridacchiava, allentando leggermente la presa sulla ragazza:

 

“Lo sai che sono molto affettuoso Lennie…”

 

“Si Luke lo so che sei estremamente coccolone… Ma non chiamarmi Lennie!”

 

                                                                            *

 

Scese dalla scopa con un gran sorriso stampato in volto, avvicinandosi al Cercatore James Traynor per dargli una pacca sulla spalla, congratulandosi con lui per aver preso il Boccino e aver portato a casa la vittoria per la loro squadra.

 

Ben presto la parte centrale del campo venne invasa da studenti di Tuonoalato e non che erano scesi per complimentarsi e festeggiare la vittoria della squadra.  Jake notò di sfuggita Hailey Silverstone avvicinarsi a Jakob Young e dirgli qualcosa con aria consolatoria, facendogli intuire che la Serpecorno aveva tifato per la squadra avversaria… Una parte di lui si chiedeva se anche Scarlett avesse tifato per Magicospino quando vide la Caposcuola avvicinarsi ai due e rivolgere un sorriso a Young come a volerlo tirare su di morale, dicendo qualcosa di incomprensibile.

 

Si, avrebbe decisamente dovuto esercitarsi nel leggere il labiale, poco ma sicuro.

 

Tuttavia il Capitano non si fermò a lungo ad osservare il trio perché la sua squadra sembrava avere tutta la voglia di festeggiare la vittoria… e non poteva certo tirarsi indietro.

 

                                                                         *

 

“A che stai pensando? Al pus di Borbutero?”

 

“Bleah. No, ma grazie per avermi messo in testa quell’immagine!”

 

Marlena sbuffò, prendendo un pezzo di pergamena appallottolata per lanciarla contro il ragazzo che le stava seduto di fronte, facendo ridacchiare Markus:

 

“Non è colpa mia se segui Erbologia! Io me la sono filata e sono fiero di averlo fatto.”

 

“Ti faremo una medaglia Bauer. No, veramente… stavo pensando alla Seconda Prova.”

 

Markus strabuzzò gli occhi alle parole dell’amica per poi sbuffare, scuotendo debolmente il capo:

 

“Oh andiamo Lena, mancano più di due mesi e mezzo… E’ passata solo una settimana dalla Prima, non mettermi ansia prima del tempo!”

 

“No, è solo che… Sono sicura che la Stevenson abbia detto che sarà il 30 Febbraio!”

 

“E allora?”

 

“E allora genio, il 30 Febbraio non esiste! Non siamo nemmeno nell’anno Bisestile!”

 

“Non vedo quale sia il problema, magari hai capito male… c’era confusione infondo. Oppure si è confusa lei, probabilmente intendeva il 28! Non stressarti per cose del genere Lena, avrà avuto un lapsus… oppure l’hai avuto tu.”

 

Marlena sbuffò appena mentre l’amico tornava a concentrarsi sui suoi compiti e Alek faceva ritorno al tavolo che avevano occupato con le braccia cariche di tomi.

Era sicura di non aver capito male… Aveva detto 30, anche se nessuno sembrava averci fatto molto caso, nemmeno Aleksandur.

 

La Stevenson si era effettivamente confusa oppure era un errore premeditato?

 

Il 30 Febbraio non esisteva… la Prova si sarebbe effettivamente tenuta il 28 come aveva ipotizzato Markus o il 2 Marzo, due giorni dopo?

 

Oppure, visto che quel giorno non c’era in nessun calendario, la Prova sarebbe potuta cadere in qualunque giorno i Presidi volessero.

 

“Ah, prima che me ne dimentichi… Yavor, mi devi dei soldi se non sbaglio.”

 

“Che palle, non puoi farmi uno sconto? Sono il tuo migliore amico!”

 

“Hai ragione. Quanti Galeoni erano?”

 

“10.”

 

“Facciamo 9 allora… e due falci.”

 

“Grazie Bauer, come sei magnanimo.”

 

                                                                                  *

 

Non era un tipo molto socievole o estroverso e non aveva mai amato la folla e la ressa… Non ce la faceva più a stare lì dentro.

Jake spalancò con un colpo secco la porta-finestra e uscì nel balcone, accorgendosi di non essere il solo ad aver avuto quell’idea solo quando fu seduto su una delle poltroncine di vimini.

 

“Ciao… Chi non muore si rivede. Che ci fai qui?”

 

“Sarò anche Caposcuola, ma questa è ancora la mia Sala Comune dopotutto… Ma se non apprezzi la mia presenza basta dirlo Jake.”

 

“Non ho detto questo, solo ero sorpreso… non ti ho praticamente mai vista qui quest’anno.”

 

“Bene, perchè non me ne sarei andata in ogni caso, anche se avessi detto che il contrario.”

 

 

Jake piegò appena le labbra in un sorriso alle parole della ragazza, che era seduta ad una poltroncina di distanza e teneva i piedi appoggiati alla ringhiera di pietra del balcone, le braccia conserte e gli occhi chiari puntati sul cielo buio.

 

“Ti ho vista alla partita oggi… Non pensavo saresti venuta, visto che la tua amica è tornata a casa e non ha potuto giocare.”

 

“Ne avrei anche fatto a meno, ma ho accompagnato Ley… e poi giocava la mia Casa, che Tuonoalato sarei senza vedere la partita?”

 

Scarlett si strine nelle spalle prima di voltarsi verso di lui per la prima volta, accennando un lieve sorrisetto:

 

“In ogni caso congratulazioni per la vittoria Capitano… chi l’avrebbe mai detto, ne hai combinate due di giuste nel giro di una settimana! Se continui così potresti anche far venire un infarto alla Holland!”

 

Jake sorrise alle parole della ragazza, immaginandosi chiaramente la professoressa di Pozioni pregare che venisse affettato dalla coda dell’Ashwinder durante la prova e sbuffare quando era arrivato secondo al pari con Markus… Era la Direttrice della loro Casa quindi era per forza contenta che avessero vinto, ma Jake Miller sapeva benissimo che la donna non era mai stata troppo felice di averlo in squadra… di certo aveva permesso che diventasse Capitano giusto per la sua bravura.

 

“Non mi dispiacerebbe questa eventualità. In ogni caso Anderson… Prima della Partita ho visto Andrew Derex, a colazione.”

 

Jake si voltò verso la ragazza, che ricambiò lo sguardo e inarcò anche un sopracciglio, guardandolo come se non capisse dove voleva arrivare:

 

“E cosa c’è di strano?”

“Niente, se non fosse che ho faticato a riconoscerlo per le bolle che aveva in faccia. Ne sai qualcosa, per caso?”

 

Jake inarcò un sopracciglio con fare scettico e Scarlett sfoggiò un’espressione di finta sorpresa, guardandolo come se avesse detto una stupidaggine e fosse del tutto fuori strada.

“Cielo no… Per chi mi hai preso? E poi non eri tanto sicuro che volessi preparare un filtro d’amore con gli ingredienti che mi hai dato?”

 

“In tal caso ti informo che le uova di Ashwinder, se congelate, sono ottime per creare pozioni di quel tipo.”

 

“Grazie Miller, quando vorrò far innamorare perdutamente qualcuno di me te lo farò sapere, così provvederai a rubare altre uova da serpenti assatanati… Ma ora vado, ho una ronda da fare. Notte Capitano.”

 

Scarlett si alzò e passò davanti al ragazzo senza dire altro per poi rientrare nella Sala Comune affollata e chiassosissima, mentre Jake la seguiva con lo sguardo, rivolgendole un saluto a voce bassa quando ormai lei non poteva sentirlo:

 

“Notte, Rossa.”

 

                                                   









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Angolo Autrice:

Buon Ferragosto!

Se pensavate di esservi liberate di me almeno oggi... vi sbagliavate di grosso.
Eccoci finalmente anche alla partita di Quidditch, vinta da Tuonoalato.

Ah, prima che mi uccidiate tengo a dire che Nova è viva e vegeta, non l'ho uccisa, non ho in programma di farlo e tornerà come personaggio secondario. Mi dispiace ma come si suol dire uomo avvisato, mezzo salvato.

Detto ciò... grazie mille per le recensioni che avete lasciato allo scorso capitolo, mi fa davvero piacere sapere che la Prova vi sia piaciuta!
Questo capitolo è ambientato il 5 Dicembre, ergo non manca poi molto al Ballo del Ceppo... (un paio di capitoli, per la precisione)
Vi chiederei se volete far tornare il vostro OC a casa per le feste ma visto che c'è il Ballo ne dubito... però pensavo di far partire i ragazzi dopo, magari nella mattinata del 25 così da farli comunque andare al Ballo... Dunque ve lo chiedo, volete che torni a casa e passi un po' di tempo con la famiglia? Non vale solo per gli OC di Ilvermorny, ma per tutti... 
Insomma ditemi voi se volete farli tornare a casa o meno!

Ci vediamo molto probabilmente domani con il seguito, a presto!


Signorina Granger

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Capitolo 12
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Capitolo 11: Annuncio

 

Venerdì 10 Dicembre

 

H_ _ _A _ D

 

Hailey inarcò un sopracciglio, tenendo lo sguardo fisso sul rotolo di pergamena appoggiato sul suo banco.

Scarlett, seduta accanto a lei, rideva invece sotto i baffi come se la divertisse il fatto che l’amica non riuscisse a cogliere la parola che aveva scelto per l’Impiccato.

 

Il Professor Rollins stava spiegando un nuovo capitolo, ma nessuno sembrava aver molta voglia di seguire la lezione di Storia della Magia: era venerdì mattina e sentendo il weekend che si avvicinava gli studenti avevano completamente perso la voglia di prestare attenzione alle lezioni, specialmente quelle esclusivamente teoriche.

 

“Emh… E?”    Ley inarcò un sopracciglio ma Scarlett scosse il capo, aggiungendo una gamba all’omino appeso al cappio che stava prendendo forma sulla pergamena.

La Serpecorno sbuffò, puntando gli occhi azzurri sulla pergamena quando all’improvviso le si accese la lampadina, arrivando finalmente alla soluzione.

 

Si voltò a guardare l’amica con cipiglio eloquente prima di prenderle la piuma dalle mani e aggiungere da se le lettere mancanti: O, L, N.

 

Hailey sorrise con aria soddisfatta, lanciando all’amica sghignazzante un’occhiata divertita.

 

“Avrei dovuto aspettarmelo, in effetti.”  Commentò la Serpecorno mentre Scarlett si riprendeva la penna, completando comunque il disegno dell’omino impiccato, aggiungendo dei capelli e una smorfia arrabbiata sul volto per poi unire il disegno e la parola “Holland” con una freccia.

 

La rossa sfoggiò un sorriso e Hailey scosse appena il capo, guardando l’amica con aria divertita.

 

“Non so tu, ma non ce la faccio più… non vedo l’ora che inizino le vacanze!”      Scarlett sbuffò debolmente, appoggiando il mento su una mano mentre Ley annuiva con aria sconsolata, rincuorandosi pensando che se non altro mancavano solo 11 giorni alle tanto agognate vacanze di Natale.

 

“Già, anche io… Resterai qui, immagino.”

 

“Come sempre Ley… tu invece?”

 

La Serpecorno si strinse nelle spalle, rispondendo che ancora non sapeva se sarebbe tornata o meno. Solitamente passava sempre il Natale con la famiglia, ma quell’anno era diverso… non solo era l’ultimo ad Ilvermorny, ma c’era anche la questione del Torneo… Che la scuola avrebbe organizzato qualcosa per Natale in onore dei loro ospiti?

 

“In ogni caso, se non altro abbiamo solo altri 7 giorni di scuola da sopportare, poi saremo salve. Non abbiamo test in programma la settimana prossima, vero?”

 

“No, ma ci attende una valanga di verifiche a Gennaio, al felice ritorno dalla pausa… evviva. Dopo hai Pozioni, vero?”

 

“Si, e non vedo l’ora di passare una splendida ora in compagnia della mia prof preferita. Tu? Babbanologia?”

 

“Già… mi chiedo con chi disputerai partite clandestine a carte ora che Nova non c’è.”

 

“Ehy, non disprezzare il Poker. E comunque… Dici che se lo chiedo alla Holland accetterà?”

 

Hailey dovette mordersi con forza la lingua per non scoppiare fragorosamente a ridere alle parole di Scarlett, che aveva persino assunto una falsa espressione pensierosa mentre parlava.

“Certo. Vi ci vedo proprio giocare a Poker all’ultimo sangue… Nah, lascia perdere, non mi dà l’idea di essere molto sportiva e non credo accetterebbe bene la sconfitta. Rischieresti di prendere T in tutti i test fino alla fine dell’anno... Ma puoi sempre chiedere al tuo caro amico Miller, no?”

 

“Per l’ultima volta, non è amico mio. E c'è anche il 50% di probabilità che non si presenti a lezione!”

 

“Fa’ lo stesso. Mi immagino la scena… Entrambi vi inalberate perché non volete perdere contro l’altro, tu gli tiri addosso le fiches, lui ti innaffia con una qualche Pozione… Si, perfetto direi.”

 

Hailey sfoggiò un sorrisino e Scarlett alzò gli occhi al cielo, tacendo per qualche minuto. Lei e Hailey provarono anche ad ascoltare la lezione, ma finirono col non riuscirci con successo esattamente come il resto della classe:

 

“Cambiando argomento… Notizie di Nova?”

“Mi è arrivata una sua lettera stamattina… Dice che tornerà direttamente dopo le vacanze, così da non dover tornare e fare solo pochi giorni di lezione prima di partire di nuovo.”

 

Scarlett sorrise alle parole di Hailey, sollevata di sapere che l’amica sarebbe tornata meno di un mese dopo: le lezioni erano diventate parecchio noiose senza la Magicospino nei paraggi… specialmente quelle di Divinazione, che Hailey non frequentava e che quindi la Tuonoalato passava nella completa noia ad inventarsi di tutto e di più.

 

Anzi… aveva anche una valanga di compiti per il lunedì successivo che avrebbe dovuto fare da sola senza l’aiuto della sua eterna compagna di disavventure.

 

                                                                                          *

 

“Ma solo io ho sonno? Mi farei volentieri una bella dormita…”

 

“Beh, cerca di resistere Len… Mancano cinque minuti alla fine dell’ora ma dopo pranzo abbiamo altre due lezioni in programma.”    Alle parole di Abigail la Grifondoro sbuffò, facendo Evanascere il contenuto del suo calderone con un colpo di bacchetta:

 

“Se non altro ora c’è il pranzo… Ti siedi con noi?” 

 

Marlene si voltò verso Marlena, seduta accanto a lei nel banco in terza fila che le due avevano occupato insieme ad Abigail. La polacca sorrise e annuì, lieta che la ragazza glie l’avesse chiesto:

 

“Certo, grazie! In effetti non mi farà male stare un po’ lontana da quei due…”

 

Le tre furono costrette a zittirsi all’improvviso perché la Holland si era appena schiarita la voce, annunciando che aveva una cosa da dire agli studenti prima della fine dell’ora.

In men che non si dica gli occhi e l’attenzione di tutti gli studenti del settimo anno di Ilvermorny e non erano sulla donna, che esitò un attimo prima di parlare dalla sedia dietro alla cattedra dove si era seduta, evitando per una volta di gironzolare tra i banchi come un generale.

 

“Come forse alcuni di voi sapranno c’è un’usanza nel Torneo Tremaghi… La notte di Natale si tiene una festa con banchetto e danze, il Ballo del Ceppo, dove sono invitati a partecipare tutti gli studenti dal quarto anno in su. Ovviamente non siete costretti a prendervi parte, fatta eccezione per i Campioni...”

 

“Oh beh, io in ogni caso non me lo perderei di certo!”  Marlene sfoggiò un sorriso più che allegro, quasi saltellando sulla sedia mentre già si immaginava la festa… certo, probabilmente si sarebbe fatta una figuraccia inciampando da qualche parte, ma poco importava.

Abigail sorrise, rallegrata a sua volta dalla notizia anche se fece silenziosamente cenno all’amica di tacere per evitare bruschi rimproveri: sapevano tutti che la Holland odiava che qualcuno parlasse mentre lei faceva altrettanto.

 

Dietro di loro invece Lucas sospirò debolmente, passandosi una mano sugli occhi e immaginandosi con orrore come avrebbe passato le successive due settimane: di certo Len e Abby avrebbero riso e parlato del Ballo per la maggior parte del tempo, discutendo su come si sarebbero vestite e formando coppie a destra e a sinistra su chi secondo loro sarebbe stato bene insieme.

 

Nella fila opposta di banchi invece una certa ragazza dai capelli color rame aveva piegate le labbra in una smorfia, per niente attratta dal Ballo.

 

“Non c’è una specie di clausola secondo la quale i Caposcuola hanno qualcosa di super importante da fare la notte di Natale?”   Scarlett si rivolse con tono scettico a Jakob, seduto accanto a lei. Il Magicospino le rivolse un sorrisetto, ricordandole che non era obbligata ad andarci e ottenendo una mezza risata sarcastica come risposta:

 

“Certo, come no. Ley mi trascinerebbe per i capelli, se necessario.”

 

“Beh, puoi sempre tornare a casa, no?”

 

Scarlett abbassò lo sguardo, scuotendo debolmente il capo: non era mai tornata a casa per le vacanze… e quell’anno non sarebbe stato un’eccezione, Ballo o meno.

 

“Beh, questo spiega perché ci avevano detto di portare un abito da cerimonia… stavo cominciando a chiedermi se l’avrei usato, alla fine.”  Osservò Marlena a bassa voce, facendo sorridere vivacemente Len con quelle parole:

 

“Ci puoi scommettere che lo userai…Io non vedo già l’ora!”

 

 

Mentre molti suoi compagni discutevano a mezza voce di quanto appena sentito Markus teneva gli occhi fissi sul suo banco, pensando a quanto detto dalla Holland: aveva sentito parlare del Ballo del Ceppo ed essendo uno dei Campioni non poteva non andarci… Non che la cosa in realtà gli pesasse, l’idea di vedere un mucchio di ragazze in abito da sera non era affatto male agli occhi del ragazzo… Però sapeva che doveva andarci con una ragazza, e aveva una mezza idea di con chi gli sarebbe piaciuto andarci.

 

“Vi farò sapere altri dettagli la prossima settimana, per oggi è tutto. Potete andare, adesso.”

 

Sollevati di non aver dovuto assistere ad una sfuriata della Vicepreside gli studenti si alzarono, scostando rumorosamente le sedie sul pavimento di pietra dell’aula.  Tutti fecero per uscire dall’aula per chiacchierare su quanto appena sentito, ma la donna si affrettò a chiamare il suo studente preferito:

 

“Miller, resta per un momento per favore.”

 

Mentre Marlene, Abigail e Marlena uscivano dall’aula per commentare quanto appena sentito Jake si fermò, voltandosi verso la donna e avvicinandosi alla cattedra senza dire nulla ma con aria scettica, chiedendosi mentalmente per cosa lo volesse rimproverare.

 

In fin dei conti negli ultimi due giorni si era anche comportato bene… che cosa voleva la megera da lui?

 

Jake si fermò davanti alla cattedra e la Holland si alzò, probabilmente non volendo doverlo guardare dal basso verso l’alto.

Il Tuonoalato si ostinò a tacere, osservando la Vicepreside con una certa curiosità che parlò dopo aver esitato per un attimo, guardandolo dritto in faccia e probabilmente pensando ancora una volta a cosa avesse pensato il Calice di Fuoco nel scegliere proprio lui.

 

“Come ho detto Miller, i Campioni devono per forza prendere parte al Ballo e tu non farai ovviamente eccezione… Ti chiedo quindi cortesemente di non combinare pasticci o qualche guaio per evitare di mettere in cattiva luce la nostra scuola e la nostra Casa.”

 

“Non si preoccupi professoressa, le assicuro che mi farò gli affari miei.”

 

Jake parlò in tono neutro, pensando sinceramente quello che aveva detto: se proprio doveva farlo sarebbe andato a quella festa, ma di sicuro sarebbe rimasto in un angolo, lontano dalla ressa e possibilmente dagli occhi di tutti.

 

A quelle parole un lieve sorrisetto increspo le labbra sottili della donna, che lo guardò quasi con luccichio divertito negli occhi, come se stesse per prendersi una rivincita dicendogli qualcosa che di certo non avrebbe apprezzato per niente:

 

“Beh, è questo il punto Miller. Per quanto a me farebbe piacere vederti in silenzio e in un angolo, la tradizione vuole che dopo il Banchetto i Campioni… beh, aprano le danze.”

 

A quelle parole Jake strabuzzò gli occhi, guardando la Vicepreside sperando di aver capito male e come se fosse pazza: aprire le danze? Ballare?

 

“Professoressa. Io non ballo.”     Jake parlò come una macchinetta, velocemente e scandendo con precisione le parole in un modo che fece roteare gli occhi della Vicepreside, che sbuffò:

 

“No Miller, tu ballerai eccome… Non solo ballerai, ma aprirai anche le danze. E te l’assicuro, non hai scampo su questo punto. Detto questo puoi andare.”

 

La Holland tornò a sedersi con noncuranza, lasciando lo studente interdetto per un attimo: era quasi sotto shock… APRIRE LE DANZE?

 

Già era parecchio restio all’idea di ballare, ma farlo davanti a tutti per primo non era certo un’ambizione per lui…

 

Solo quando la porta dell’aula si fu chiusa alle sue spalle una consapevolezza a cui non aveva pensato subito si fece largo nella mente del ragazzo, facendolo sospirare debolmente prima di incamminarsi nel corridoio con passo svelto:

 

Se doveva ballare e aprire le danze… allora doveva per forza andare a quel fantomatico Ballo con una ragazza.

 

                                                                                           *

 

Hailey Silverstone era appena uscita dall’aula di Babbanologia e stava per avviarsi verso la Sala da Pranzo quando qualcosa attirò la sua attenzione, facendola fermare in mezzo al corridoio: una figura decisamente familiare aveva appena inchiodato bruscamente infondo al corridoio, avvicinandosi quasi di corsa nella sua direzione e rischiando di investire un ragazzo del sesto anno che protestò sonoramente, venendo zittito all’istante con un “Sono Caposcuola, zitto o ti tolgo punti!”  Prima che Scarlett si fermasse davanti all’amica, che la guardò inarcando un sopracciglio:

 

“Emh… Ciao. Come mai tanta fretta?”

 

“Devo dirti una cosa… La Holland ci ha dato una notizia poco fa…”

 

“Spero vivamente che non abbia intenzione di aumentarci le ronde serali, perché se è così ti assicuro che andrò nel suo ufficio e protesterò finché…”

“Ley. Ci sarà un Ballo la notte di Natale.”

 

Scarlett parlò in tono piatto, interrompendo sul nascere il discorso altrimenti infinito dell’amica. Hailey si zittì per un attimo, guardando l’amica strabuzzando gli occhi e sbattendo le palpebre un paio di volte mentre elaborava cosa aveva appena detto prima di sfoggiare un sorriso a 32 denti, iniziando a parlare a gran velocità:

 

“Cosa? Davvero? Ma è fantastico, non lo sapevo! Sarà uno dei momenti migliori dell’anno, insieme a quando abbiamo ricoperto la faccia di Derex di bolle… Mi sembrava di aver sentito di una festa tradizionale del Torneo… Non vedo l’ora Scarlett, ci divertiremo un sacco!  Sarà un Natale indimenticabile, ecco perché avevano detto di portare un abito da sera… Menomale che l’ho portato, stavo per dimenticarlo a casa! Devo assolutamente scrivere a Nova per dirglielo, lo farò stasera… Anzi no poverina, ci resterebbe malissimo visto che non verrà… Secondo te glielo dobbiamo dire? Perché se non lo facessimo penso che ci ammazzerebbe e la prenderebbe molto male, siamo le sue migliori ami- “

 

“Hailey.”   Scarlett mise le mani sulle spalle dell’amica, guardandola dritta negli occhi e zittendola per un istante prima di continuare a parlare lentamente, scandendo benissimo le parole in tono fermo:

 

“Fai quello che vuoi, ma io non ci vengo.”

 

Hailey esitò per un attimo alle parole dell’amica, per poi sorridere amorevolmente e spostando le mani dalle sue spalle, dandole dei colpetti affettuosi sul dorso:

 

“Molto divertente, Scarlett… Perché ti informo che tu tra due settimane esatte ti infilerai un bellissimo vestito e voilà, pronta per la festa. Verrai al Ballo e ci divertiremo un sacco, tant’è vero che mi chiamo Hailey Silverstone.”

 

“Emh… Ho dimenticato l’abito a casa.”

 

“Sciocchezze, non è vero. Non hai scampo mia cara Scarlett, ti assicuro che andrai al Ballo del Ceppo.”

 

Hailey rivolse all’amica un sorriso e dopo averle messo un braccio intorno alle spalle la spinse con una leggera pressione nel corridoio, verso la Sala da Pranzo per andare a mangiare. Scarlett sospirò, abbassando lo sguardo con aria torva e borbottando:

 

“Non so con chi andarci…”

 

“Non dire assurdità, sei una gran bella ragazza. Se non ci pensi tu ti indico IO un paio di ragazzi che vorrebbero andare al Ballo con te. Oh andiamo Rossa, non ci capiterà mai più una simile occasione! Hai passato sempre il Natale qui e quest’ultimo sarà indimenticabile, te l’assicuro… E poi, a quanti altri balli potremo andare insieme?”

 

Scarlett sospirò debolmente mentre camminava al fianco dell’amica, sapendo di non avere scampo e che Hailey sarebbe anche stata capace di trascinarla con la magia e infilarle a forza il vestito.

 

Sarebbe stata una lunga Vigilia di Natale, già lo sapeva.

 

                                                                                   *

 

“Ancora non ci credo, sono contentissima! Anche se mi hanno detto che dovrò aprire le danze… Oddio, e se cado da qualche parte? Sarebbe la peggior figura della mia vita!”

 

Marlene sgranò gli occhi scuri con aria preoccupata, facendo ridacchiare sommessamente Lucas che seppellì la faccia nel calice prima di uscirsene con un sussurro che arrivò perfettamente alle orecchie dell’altra Grifondoro:

 

Detto da te, vuol dire…”  

 

“Non prendermi in giro Luke, è una cosa seria!”

 

Marlene sbuffò, incrociando le braccia al petto e guardando l’amico con aria quasi offesa, facendo ridacchiare sia Abigail che Marlena:

 

“Dai Len, Luke voleva solo dire che inciampi spesso… E devi riconoscere che è vero. Ma sono certa che ballando non succederà, andrai benissimo.”

 

Le parole di Marlena sembrarono rincuorare la ragazza, che rivolse alla polacca un gran sorriso prima di ringraziarla:

 

“Grazie Marlena, almeno qualcuno crede in me… quei due stavano per scavarmi la fossa per la bara prima della Prima Prova. Non oso pensare per la Seconda…”

 

Len piegò le labbra in una smorfia, ignorano le sonore proteste di Abigail e Lucas:

 

“Ehy, eravamo preoccupati per te!”

 

“Luke ha ragione, ti vogliamo bene e non abbiamo nessuna voglia di vederti farti male!”

 

“Ok, vi perdono… ma la prossima volta voglio più positività, sono persino arrivata prima! In ogni caso… devo assolutamente andare al Ballo con qualcuno! Secondo voi qualcuno mi inviterà?”

 

Len inarcò un sopracciglio, rivolgendo uno sguardo incerto in direzione di Marlena, seduta accanto a lei al tavolo circolare. La ragazza annuì e sorrise gentilmente prima di parlare:

 

“Sono sicura di sì, sei anche una dei Campioni! Stai tranquilla, ci metto la mano sul fuoco che riceverai degli inviti.”

 

Marlene rivolse alla polacca un sorriso carico di gratitudine per le sue parole, non accorgendosi che Lucas aveva quasi sputato sul tavolo il sorso di succo di zucca: Abigail gli aveva mollato un bel calcio sotto al tavolo quando Marlene aveva espresso il dubbio su ricevere inviti.

 

Il Grifondoro appoggiò il calice sul tavolo con un colpo secco, lanciando uno sguardo interrogativo in direzione della Tassorosso.

 

Si può sapere perché l’hai fatto?

 

Per tutta risposta la rossa inarcò un sopracciglio con aria scettica, quasi volendogli chiedere se seriamente non capiva perché gli avesse dato un calcio prima di accennare con gli occhi in direzione di Marlene, che stava ancora parlando tranquillamente con Marlena del Ballo e non aveva prestato attenzione ai due compagni di scuola.

 

Lucas spostò lo sguardo dalla Grifondoro alla Tassorosso, sperando di aver interpretato male il calcio e lo sguardo di Abigail… ma la ragazza gli rivolse un sorrisetto divertito prima di continuare a mangiare, senza aggiungere altro e lasciandolo di stucco: gli aveva suggerito senza tanti preamboli di invitare Len… Non che non ci avesse pensato quando la Holland aveva annunciato il Ballo, ma non era del tutto sicuro che la Grifondoro avrebbe accettato.

 

O più probabilmente gli avrebbe risposto affermativamente, ma non per lo stesso motivo che aveva spinto lui ad invitarla, con gran probabilità.

 

Lucas abbassò gli occhi sul suo piatto e riprese a mangiare in silenzio la sua bistecca, cercando di non pensare a quel fantomatico Ballo del Ceppo che, ne era sicuro, sarebbe diventato l’argomento di conversazione di spicco per le successive due settimane.

 

                                                                       *

 

“Ehy, eccoti! Dov’è Lena?”

 

“Con le ragazze di Hogwarts…”    Alek sedette accanto a Markus, che stava mangiando il suo piatto di pasta con aria vagamente assorta, come se stesse pensando a qualcosa lontano dalla Sala da Pranzo.

 

“Sai per caso perché tutti sembrano spettegolare oggi? Cos’è, c’è qualche pettegolezzo che gira per la scuola?”

 

“No, ma a Pozioni la Holland ha detto che ci sarà un ballo la notte di Natale… suppongo che si tratti di questo.”

 

Markus si strinse nelle spalle mentre Alek si riempiva il piatto di carne e purè di patate, guardandosi intorno nella Sala gremita di studenti che chiacchieravano allegramente… Molto probabilmente almeno metà sala stava parlando proprio del Ballo.

 

“Beh, questo spiega tutto… Sembra che la notizia abbia fatto molto velocemente il giro della scuola, ora non sentiremo altro fino a Natale ho idea. Tu ci andrai?”

 

“Devo, è richiesta la presenza dei Campioni… a quanto pare secondo un’insulsa tradizione noi dobbiamo “aprire le danze”.”

 

Markus piegò le labbra in una lieve smorfia mentre l’amico alzava gli sguardo per posarlo su di lui, sgranando gli occhi azzurri prima di scoppiare fragorosamente a ridere:

 

“E piantala di ridere Yavor!”

 

“Scusa Markus, ma già ti immagino volteggiare per questa stessa Sala addobbata… Dio, farò assolutamente qualche foto.”

 

“Provaci solo e te la vedrai con me, razza si idiota.”

 

“Ok, va bene la smetto… Però devi ammettere che l’immagine è comica. Piuttosto Markus, sai già a chi chiedere di accompagnarti?”

 

Alle parole di Alek Markus non rispose subito, esitando per un momento prima di annuire debolmente con un cenno del capo:

 

“Ce l’avrei un’idea, in effetti.”

 

“Ah sì? Fammi indovinare… Occhi belli?”

 

Alek sfoggiò un sorrisetto che aumentò notevolmente quando l’amico si voltò verso di lui, guardandolo male prima di dargli un pugno sulla spalla, borbottando sommessamente qualcosa che suonava molto come “idiota”.

 

                                                                               *

 

“Grazie al cielo è venerdì… domani possiamo dormire, che sollievo. Finisce un’altra settimana ad Ilvermorny… Non ti sembra strano essere qui da solo poco più di un mese? A me Hogwarts sembra lontana anni luce.”

 

Abigail si lasciò cadere sul letto con sollievo dopo averlo sfatto, appoggiano la testa sul cuscino e lasciando che i lunghi capelli rossi si spargessero sulla federa.

Marlene invece si stese al contrario sul letto, alzando le gambe per appoggiare i piedi sulla parete dopo essersi sfilata le scarpe:

 

“Un po’ si, in effetti… anche a me sembrano passati secoli se penso alle lezioni di inizio anno ad Hogwarts. Però siamo quasi a metà Dicembre, le vacanze si avvicinano… Tornerai a casa?”

 

“Non lo so, non credo… probabilmente l’avrei anche fatto, ma non voglio assolutamente perdermi il Ballo. Tu invece?”

 

“No, penso che resterò qui a combinare guai, rotolare a destra e a sinistra e gustarmi questa scuola per più tempo possibile… insomma, non avremo più occasione di tornarci.”

 

La gatta di Len, Tina, saltò miagolando sul letto della padrona, acciambellandosi accanto a lei e lasciandosi accarezzare con aria soddisfatta.

 

“Ah, eccola qui… Strano che non sia scappata in camera di Luke.”

 

“Già, si diverte a giocare alla caccia al tesoro.”  Len sorrise e abbassò lo sguardo sulla gatta, accarezzandole affettuosamente il muso bianco chiazzato di nero e rosso. Nella stanza che le due condividevano calò il silenzio per un attimo, finché Marlene non lo ruppe facendo una domanda in tono vago, quasi dubbioso:

 

“A proposito di Luke… Secondo te vuole chiedere ad una ragazza di andare al Ballo con lui?”

 

 

Un sorrisetto increspò le labbra di Abigail a quella domanda e la Tassorosso si trattenne dal ridere, ringraziando il cielo mentalmente che messe così Len non potesse vederla in faccia:

 

“Beh… in effetti credo che voglia chiederlo a qualcuna, ma non ne sono sicura.”

 

“Dici che non ne ha il coraggio?”

 

“No… Penso che non sia sicuro che a lei lui piaccia.”

 

Abigail cercò di parlare in tono vago e disinvolto, anche se in realtà avrebbe tanto voluto vedere la faccia della sua amica in quel momento… La Tassorosso potè giurare di sentire i pensieri di Marlene McRumble, mentre gli ingranaggi del cervello della Grifondoro lavoravano e si chiedevano chi interessasse al suo migliore amico.

Abigail sapeva che Len moriva dalla voglia di chiederle di chi si trattasse… molto probabilmente si stava mordendo la lingua per non farlo, evitando di sembrare troppo interessata agli affari di Lucas Wallaby.

 

Marlene sbuffò debolmente, girandosi per guardare l’amica e sorreggendosi piantando i gomiti sul materasso:

 

“Oh, andiamo! Nessuna ragazza sana di mente rifiuterebbe un invito da Luke, di che si preoccupa?”

 

“Davvero Len? E tu cosa gli risponderesti?”

 

Abigail la imitò, sfoggiando un sorrisetto e guardando l’amica con curiosità, aspettando una risposta dalla Grifondoro.

Len la guardò, esitando per un attimo prima di rispondere:

 

“Io… non so, ma non è un problema, tanto dubito fortemente che me lo chiederebbe… Non credo voglia andare al Ballo con la ragazza più goffa che abbia mai conosciuto. Notte Abby, domani non svegliarmi perché voglio dormire fino a tardi!”

 

Senza dire altro Marlene s’infilò sotto le coperte e Abigail la imitò, augurandole la buonanotte a sua volta senza riuscire a trattenere un sorrisetto divertito:

 

Quei due erano due emeriti idioti quando si trattava dell’altro… E li adorava proprio per questo.

Non vedeva l’ora di vedere Len saltellare nella sua direzione, sorridendo e comunicandole che Lucas l’aveva invitata al Ballo…

 

Sarebbe stato senza dubbio molto interessante, il Ballo del Ceppo.

 

Quella notte, quando avevano recentemente appreso dell’evento che avrebbe occupato l’imminente notte di Natale, diversi studenti alla Scuola di Magia e Stregoneria di Ilvermorny si addormentarono pensando proprio al Ballo del Ceppo… e alle persone con cui avrebbero voluto andarci, anche se forse faticavano ad ammetterlo persino a loro stessi.

 

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Angolo Autrice:

Buongiorno! Dicono che la notte porti consiglio, a me porta idee per i capitoli e quindi eccomi qui.

Grazie per aver risposto alla domanda dello scorso capitolo (mi sembra che l'abbiate fatto tutti eccetto Inazumiana01... Vale, fammi sapere!)

Con vostro gran piacere vi annuncio che ne ho una anche per questo capitolo... vi prego, se potete, di rispondere in fretta perchè mi serve per il prossimo:

- Qual è un odore che rappresenta il vostro OC?

Che so, una cosa che ama particolarmente, i capelli, un posto dove passa molto tempo o una cosa che usa parecchio... Vedete voi!  Non dovete risponedere tutti a questa domanda, bastano le seguenti persone: Moontastic, Slytherin2806, Nene_92 e vas_happening_girl.
Poichè so che le ultime due sono un po'... incasinate, se riusicte a dirmi bene altrimenti non importa, mi arrangerò io :)

Detto questo vi saluto, ci vediamo con il prossimo... dipende da voi, in base a quanto ci mettete a risponedere.

Signorina Granger

 

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Capitolo 13
*** Amortentia e inviti ***


Capitolo 12: Amortentia e inviti

 

Venerdì 17 Dicembre

 

“Smettila con quella faccia triste Len! Tra un paio di giorni cominciano le vacanze ed è venerdì, la settimana è praticamente finita… Dovresti essere felice!”

 

“E infatti lo sono Abby, solo che manca una settimana al Ballo e io non so con chi andarci… Rassegnati, dovrai farmi tu da accompagnatrice.”

 

Marlene sbuffò, trascinando i piedi sul pavimento di pietra mentre seguiva Abigail nel corridoio, verso l’aula di Pozioni dopo una doppia ora di Storia della Magia che le aveva praticamnete fatto venire più sonno di quando si era svegliata.

 

La Tassorosso sbuffò debolmente, roteando gli occhi e maledicendo mentalmente un certo Grifondoro di nome Lucas Wallaby: ma perché ci metteva tanto ad invitarla?

 

Urgeva un bel discorsetto.

 

“Tranquilla Len, presto riceverai un invito. Me lo sento.”

 

“Certo, come no… anzi, oggi è il giorno della sfiga, di sicuro succederà qualcosa di orrendo…Magari rotolerò dalle scale davanti a tutti o combinerò un disastro a Pozioni, me lo sento.”

 

Marlene sbuffò mentre camminava accanto all’amica verso l’aula di Pozioni, sollevata che quella fosse l’ultima lezione di quella materia prima delle vacanze anche se si chiedeva che cosa avrebbero fatto quel giorno… Mercoledì la Holland aveva preannunciato che avrebbero preparato una Pozione molto “curiosa” e la ragazza non poteva non chiedersi in che senso la donna avesse inteso quella parola… curiosa nel senso “veleno mortale”?

 

“Smettila di pensare negativo, ricorda che martedì iniziando le vacanze! E ora muoviamoci o faremo tardi e la Holland ci immergerà in una qualche Pozione.”

 

                                                                                       *

 

“Ho sonno.”

“Io ho fame, come la mettiamo?”

 

“Di che ti lamenti, tu passerai due ore ad ascoltare il funzionamento di un computer! Ma perché diamine non mi sono iscritta a Babbanologia quattro anni e mezzo fa?”

 

“Beh, tuo padre è Babbano. Sai tutto sui Babbani!”

 

“Appunto, avrei preso voti altissimi senza dover fare nulla!”          Hailey roteò gli occhi alle parole di Scarlett, fermandosi di fronte alla porta ancora chiusa dell’aula di Babbanologia:

 

“Beh, ormai è tardi temo… Divertiti a Pozioni, ci vediamo a pranzo!”

 

Hailey sfoggiò un sorriso allegro che non venne ricambiato da Scarlett, che si trascinò svogliatamente nel corridoio per raggiungere l’aula: Pozioni le piaceva, peccato avere una prof insopportabile che a volte le faceva odiare quelle ore… e da quando Nova era tornata a casa si annoiava molto di più.

 

Raggiunta l’aula si fermò davanti alla porta, appoggiando la schiena alla fredda parete e facendo scivolare la borsa per terra, aspettando che la campanella suonasse per entrare.

 

“Ciao Rossa.”

 

“Perché vi ostinate tutti a chiamarmi così… Ho un nome.”

 

Scarlett sbuffò debolmente, appoggiando la nuca al muro e chiudendo gli occhi, non vedendo così il sorrisetto divertito che era comparso sul volto di Jake Miller alle sue parole.

 

“Per l’appunto… ti chiami Scarlett. Rossa di nome e di fatto, ti sta bene come soprannome.”

 

“Lasciamo perdere, tanto mi chiamerai comunque come vorrai… Non pensavo saresti venuto all’ultima lezione della tua prof preferita, però.”

 

“Mi avrebbe ucciso, lo sai… Rollins nemmeno se ne sarà accorto a Storia della Magia, ma quando si tratta di me lei è un radar.”

 

Subito dopo le parole di Jake la campanella suonò e Scarlett aprì gli occhi, sospirando debolmente e pregando di non addormentarsi sopra ad una qualche Pozione.

 

“Poco ma sicuro… infatti ci conviene entrare o ti trascinerà dentro per le orecchie.”

                           

I due Tuonoalato entrarono nell’aula, occupando un banco in penultima fila per essere il più lontani possibile dagli occhi della Holland, che era seduta dietro alla cattedra.

 

Quando tutti ebbero preso posto la donna si alzò, agitando la bacchetta e facendo comparire delle scritte sulla lavagna prima d’ora vuota:

 

“Questa è l’ultima lezione prima delle vacanze, la Pozione che preparerete oggi è abbastanza complessa, ma sono sicura che tutti voi non vedrete l’ora di poterla annusare una volta preparata… Conoscete l’Amortentia?”

 

Alle parole della professoressa l’aula fu attraversata dai mormorii, mentre quasi tutti commentavano con i compagni di banco quanto sentito: ovviamente tutti conoscevano il filtro d’amore più potente del mondo… così come la caratteristica sugli odori che variavano da persona a persona.

 

“Ma prepararla non è illegale?”    Abigail inarcò un sopracciglio mentre riempiva il suo calderone d’acqua e Lucas si strinse nelle spalle con nonchalance, suggerendo che forse in America non lo era, a differenza del Regno Unito.

 

“Oh, bene… filtri d’amore. Magari se ne rubo un po’ convincerò qualcuno ad invitarmi al Ballo…”  Osservò Marlene in tono pensieroso, facendo alzare gli occhi al cielo ad Abigail mentre Lucas guardava l’amica con stupore:

 

“Non hai un accompagnatore, Lennie?”

 

“No Luke e non azzardarti a prendermi in giro per questo!”     Il tono di Marlene era così minaccioso che anche volendo Lucas non si sarebbe azzardato a dire nulla e il ragazzo sfoggiò un sorrisetto, non tanto per deridere l’amica ma perché era sollevato che non avesse un accompagnatore per il Ballo.

 

Abigail sembrò intuire i suoi pensieri eprchè gli rivolse uno sguardo minaccioso, che il Grifondoro decifrò come “Invitala o ti costringerò con la forza” mentre intorno a loro tutti iniziavano a far bollire l’acqua per cominciare a preparare la pozione.

 

Lucas rivolse alla Tassorosso un’occhiataccia, facendole capire di smetterla di stressarlo con quella storia: era da una settimana che continuava quella specie di battibecco non verbale, visto che Abigail e Lucas non avevano mai trattato l’argomento a voce alta per evitare che Len sentisse o capisse più del necessario… si limitavano ad occhiate eloquenti, gomitate e cenni del capo ma Abby sapeva che se il ragazzo non avesse in vitato Len entro sera l’avrebbe preso e l’avrebbe trascinato dall’amica con la forza.

 

Sapeva che Lucas voleva invitare Marlene e di certo la Grifondoro non avrebbe rifiutato un suo invito…

 

Che cosa doveva fare, scrivere un biglietto a Len e firmarsi come Lucas?

Quei due erano impossibili… e Abigail Palmer non vedeva l’ora che quella storia finisse.

 

                                                                                  *

 

“Secondo te c’è la possibilità che qualche ragazza disperata freghi un po’ di Amortentia per farsi portare al Ballo?”

 

Alek inarcò un sopracciglio, parlando in tono dubbioso mentre continuava a mescolare lentamente la pozione in senso orario.

Markus ci pensò seriamente per un attimo e poi fece spallucce, mentre Marlena si voltava verso i due amici per fulminarli con lo sguardo:

 

“Siete veramente due maschilisti… cosa vi fa pensare che un ragazzo non possa fare una cosa simile?”

 

“Beh, noi no di sicuro, vero Markus?”

 

“Certo, non abbiamo bisogno di un filtro d’amore!”  Markus sorrise e i due sghignazzarono, tentando pericolosamente Marlena di rovesciare il contenuto del suo calderone su quelle due teste di rapa.

 

“Non ne dubito… ma non mi risulta che il nostro Campione abbia già una ragazza per il Ballo. Sbaglio, forse?”

 

La ragazza inarcò un sopracciglio, guardando Markus con puro scetticismo prima di lasciar cadere dei petali di rosa nel calderone.

 

“Giusto perché non ho ancora trovato il momento per chiederlo ad una persona Lena… Tranquilla, ti assicuro che entro sera il tuo Campione preferito avrà una ragazza per il Ballo del Ceppo.”

 

“Non ci giurerei.”

 

“Su cosa, sul fatto che avrò invitato qualcuna?”

 

“No, sul fatto che tu sia il mio Campione preferito.”

 

“Dura questa…”

 

“Zitto Alek.”

 

                                                                                      *

 

“Uova di Ashwinder? E’ una persecuzione…”    Jake sbuffò, guardando con una smorfia il guscio biancastro appoggiato sul banco che aveva appena rotto con un martelletto per poi dividere il contenuto del grande uovo con Scarlett e il trio di Durmstrang.

 

“Probabilmente sono le stesse uova che avete preso durante la Prova… beh, me l’hai detto tu dopo la partita che le uova di Ashwinder si usano per i filtri d’amore dopotutto!”

 

Scarlett sfoggiò un sorrisetto mentre mescolava la pozione, guadagnandosi uno sguardo accigliato da parte del compagno di Casa:

 

“Come fai a ricordartelo?”

 

“Ho un’ottima memoria… Non dimentico mai nulla, io.”

 

“Suona quasi quanto una minaccia, Anderson… Anche se dopo aver visto come hai ridotto Andrew Derex credo che non mi sognerò mai di mettermi contro di te per qualche motivo.”

 

Scarlett sorrise ma gli diede una gomitata per fargli capire di stare zitto visto che il suddetto Serpecorno era a tre banchi di distanza.

 

Dopo due settimane le bolle erano ormai scomparse dal volto del ragazzo, che però non aveva di certo dimenticato l’episodio… E non ci aveva messo molto a capire che quello che gli era successo era niente meno che l’effetto di una Pozione.

 

“Che c’è? Non mi può sentire e comunque dubito che sospetti di te…”

 

“Vero, ma non è da escludere che sospetti che c’entri la sua ex ragazza, o come dice lui ex amica… Nessuno lo detesta più di Hailey.”

 

“Che, amica?”

 

“Niente, lasciamo perdere… storia lunga. Mi passi l’acqua di Luna per favore?”   

 

Jake inarcò un sopracciglio, passando quanto richiesto alla compagna di Casa anche se infondo era curioso di saperne di più… Aveva sentito che a Trasfigurazione Derex aveva aizzato uno sciame di api contro la Silverstone, ma aveva la sensazione che le due ragazze non si fossero vendicate solo per quello… C’era di sicuro qualcosa dietro e Jake si era reso conto di non sapere come era finita la storia tra quei due, non se ne era mai in curato molto in effetti anche se quando era successo, un paio d’anni prima, gli era capitato di sentire milioni di storie e di voci di corridoio diverse.

 

Sapeva per certo però che Scarlett non avrebbe mai pronunciato una sillaba sull’argomento, riservata com’era sia sulle sue cose che per quelle delle sue amiche.

Jake decise così di lasciar perdere e continuare a concentrarsi sull’Amortentia: non moriva certo dalla voglia di fare la stessa fine di Derex, dopotutto.

                                                                                         

                                                                                *

 

“Dici che possiamo annusarla adesso?”

 

“Credo di si, l’abbiamo terminata da più di un quarto d’ora… Ok, io vado.” 

 

Abigail sollevò il coperchio dal calderone, lasciando che il vapore che rilasciava l’Amortentia si sollevasse disegnando delle spirali con precisione. La pozione aveva un colore perlaceo ma nessuno fece troppo caso al suo aspetto… tutti erano interessati a ben altro, come annusarla.

                           

Sotto gli sguardi curiosi di Marlene e Lucas Abigail si chinò leggermente sul calderone per annusare la Pozione, assumendo un’espressione concentrata mentre cercava di riconoscere le varie fragranze:

 

“Fragole…”

 

“Beh, non è una novità… tu adori quel frutto, mangi caramelle e gelato alla fragola ad ogni ora del giorno!”    Lucas sorrise, guadagnandosi un’occhiata torva da parte di Len come a volergli dire di tacere e far parlare l’amica, curiosa di sapere cosa sentisse nella sua Amortentia.

 

“Lo so Luke, grazie per l’illuminazione… Poi sento l’odore della carta dei libri nuovi e… fiori di ciliegio.”

 

“Bell’abbinamento, dev’essere buono da sentire… Dai Luke, tocca a te.”

 

“Perché io? Non puoi farlo prima tu?”

 

“No, prima tu. Dai, muoviti!”    Senza tante cerimonie Len sollevò il coperchio del calderone del Grifondoro, rivolgendogli un gran sorriso e invitandolo silenziosamente ad annusare la pozione.

Lucas roteò gli occhi ma non osò replicare, appoggiando le mani al banco e chinandosi un po’ per annusare la sua Amortentia.

 

“Ok, vediamo… direi menta piperita, legno, cioccolato fondente…”

 

“Perché non mi stupisce nemmeno un po’? E menomale che dicevi ad Abby!”

 

“Shh, fallo finire!”

 

Len obbedì e tacque, posando i grandi occhi scuri su Lucas e guardandolo in attesa che completasse la lista dei profumi che sentiva.

Il biondo si accigliò per un attimo mentre un mix di fragranze gli solleticava le narici, mischiandosi in un modo nettamente familiare… aveva sentito quel profumo almeno un milione di volte; bergamotto, magnolia, fiori d’arancio, mandorla e vaniglia…    Impossibile da non riconoscere.

 

“Beh, cosa senti?”

 

La voce di Marlene lo riportò alla realtà all’improvviso, facendolo allontanare lentamente dal calderone:

 

“Non saprei... è strano, non lo riconosco.”

                                               

Sia Abigail che Len inarcarono un sopracciglio con fare scettico ma Lucas non aggiunse altro, stringendosi nelle spalle mentre anche la Grifondoro si accingeva ad annusare la sua Amortentia: ovviamente non poteva dire di aver sentito il profumo che usava sempre Marlene.

 

                                                                         *

 

“Tu che senti?”

 

“La carte dei libri e fragole… Tu invece Alek?”

 

Marlena si rivolse all’amico, che avvicinò leggermente il volto al calderone per poter annusare l’Amortentia, chiudendo gli occhi per concentrarsi meglio:

 

“Menta, cocco e… credo sia erba bagnata.”

 

“Erba bagnata? Ma che razza di gusti hai Alek?”    Markus inarcò un sopracciglio mentre sollevava il coperchio dal suo calderone per annusare la pozione a sua volta… era curioso su cosa avrebbe sentito in effetti, anche se non lo dava a vedere e si era dimostrato indifferente per tutto il corso della lezione.

 

“Piantala di giudicare gli altri Bauer, pensa alla tua di Amortentia! Avanti, sono proprio curioso di sentire che odore avrà la tua.”

 

Alek incrociò le braccia al petto rivolgendo tutta la sua attenzione sull’amico, esattamente come Marlena che si era voltata a sua volta per seguire la scena con gran curiosità:

 

“Ok, se proprio ci tenete… Sento arancia, il profumo del mare, cocco…”

 

“Cocco anche tu? Beh, siete proprio legati allora!”

 

Marlena sghignazzò allegramente, guadagnandosi due occhiate torve dai rispettivi ragazzi che però non replicarono: Alek tornò a concentrarsi su Markus, che stava ancora annusando la pozione per decifrare l’ultimo odore che sentiva:

 

“Non sarei… credo che sia quel sapone… la Marsiglia.”

 

“Marsiglia? Markus tu da quando fai il bucato?”

 

Marlena e Alek scoppiarono a ridere sincronicamente alle parole del ragazzo, mentre Markus li guardava male entrambi:

 

“Mai fatto in vita mia, e smettetela di ridere! Non decido certo io cosa sentire, no? Se Alek può sentire l’erba bagnata io posso sentire il sapone!”

 

Il Campione di Durmstrang sbuffò debolmente, chiedendosi perché diamine aveva sentito la Marsiglia… non gli era mai piaciuto particolarmente il profumo di quel sapone… ma se la sua Amortentia sapeva di quello doveva per forza esserci un motivo.

 

                                                                             *

 

“Len, te la dai una mossa?”

 

“Un momento, non riesco a capire bene che cavolo è! Sono sicura di sentire muschio bianco, cotone e un fiore, tipo peonie… Ma non riesco a capire il quarto, è un po’ strano!”

 

Abigail e Lucas si scambiarono un’occhiata incerta, chiedendosi che cavolo stesse sentendo la Grifondoro di tanto difficile da non riuscire a capire cosa fosse.

Dopo qualche istante però gli occhi scuri di Marlene sembrarono come illuminarsi e la ragazza sfoggiò un gran sorriso carico di sollievo e soddisfazione, schioccando le dita:

 

“Ahh, ma certo… Legno!”

 

“Legno? Ci hai messo più di cinque minuti a riconoscere il legno?”

 

“Non fate quelle facce, non ho un olfatto super sviluppato! Credo che sia betulla, o una cosa del genere.”

 

Marlene sfoggiò un sorriso allegro, mentre invece sia Abigail che Lucas inarcarono un sopracciglio.

La rossa dopo un momento sorrise appena prima di parlare simulando un tono vago:

 

“Betulla, eh? Luke, la tua chitarra non è fatta di betulla? E anche la tua scopa?”

 

“Beh, ehm… Sì…”     Luke fulminò Abigail con lo sguardo, che invece sorrise con aria del tutto innocente mentre si stava divertendo da matti: quella sì che era una lezione di Pozioni interessante!

 

Per cambiare discorso Lucas si affrettò ad intavolare che aveva appena capito cosa aveva sentito nella sua Amortentia, ovviamente mentendo per non rivelare che aveva sentito il profumo che usava Marlene praticamente ogni giorno.

 

                                                                                      *

 

C’era un gran brusio, molto diverso dal silenzio che solitamente aleggiava nell’aula di Pozioni…

Sembrava però che quel giorno la Holland avesse deciso di lasciar perdere il suo solito fare da generale, rassegnandosi al fatto che gli studenti erano stanchi dopo un’altra settimana, che sentivano l’arrivo delle vacanze ormai imminenti e che più o meno tutti erano curiosi di sapere che cosa sentissero i rispettivi amici e compagni di classe nella propria Amortentia.

 

Scarlett Anderson non faceva eccezione, mentre osservava con curiosità il suo compagno di Casa e di banco Jake Miller annusare la propria Amortentia tenendo gli occhi chiusi e le mani appoggiate al banco, ai lati del calderone.

 

Quasi senza rendersene conto Scarlett si ritrovò a studiare il volto del ragazzo, riscuotendosi solo quando sentì la voce di Jake:

 

“Libri vecchi, pelle, gardenia credo… E un’altra cosa, ma non saprei… E’ molto dolce, ma non capisco che cos’è.”

 

Jake aprì gli occhi, puntando le iridi chiare sulla pozione perlacea che ribolliva allegramente e produceva un vapore che formava delle precise spirali nell’aria.

 

Aveva già sentito quel profumo almeno mille volte, ma non gli veniva in mente…

 

“Strano, l’ho già sentito di sicuro…”

 

“Sarà un lapsus, probabilmente ti verrà in mente dopo… oppure la prossima volta che lo sentirai.”   Scarlett si strinse nelle spalle e Jake annuì debolmente, restando comunque un po’ accigliato mentre continuava ad annusare la Pozione e sperando che gli venisse un’illuminazione che però tardò ad arrivare.

 

“Immagino che tu abbia ragione… poco male, mi verrà in mente. E tu Anderson, cosa senti?”

 

Jake chiuse il calderone anche se con lieve riluttanza, sperando che Scarlett avesse ragione e che presto avrebbe capito cosa aveva sentito come ultimo odore.

Il Tuonoalato puntò gli occhi sulla rossa, che sollevò il coperchio con aria leggermente scettica prima di accostarsi leggermente al suo calderone, avvicinando il volto alla spirale di vapore e chiudendo gli occhi azzurrissimi a sua volta:

                                    

“Vediamo… Erba appena tagliata, la carta dei libri vecchi, rosmarino.”

 

“Nient’altro?”

 

Scarlett aprì gli occhi, accigliandosi per un istante mentre cercava di capire cosa fosse il quarto odore che sentiva… era familiare, sembrava…

 

“Si… Credo sia una specie di pianta, ma non…”

 

Mentre parlava la ragazza si voltò verso Jake, che la guardò di rimando inarcando un sopracciglio.

E fu proprio nel voltarsi verso di lui che Scarlett capì cosa sentiva, riconoscendo il profumo: muschio.

 

Niente di strano, le era sempre piaciuto in effetti… Ma nel guardare Jake si rese conto di un piccolo particolare: aveva sentito quel profumo un mucchio di volte proprio quando c’era lui nei paraggi, gli rimaneva spesso impresso dalle sue passeggiate nel parco o quando si stendeva sotto un albero.

 

Oh, Dio…

 

Jake fece per chiederle di finire la frase quando la campanella suonò all’improvviso, facendo quasi sobbalzare la ragazza che chiuse in fretta e furia il calderone con il coperchio prima di ficcare in fretta il libro nella borsa, caricandosela in spalla nel giro di due secondi:

 

“Devo andare.”

 

“Andare, e dove?”

 

Jake inarcò un sopracciglio mentre la ragazza gli sfrecciava di fianco, cogliendo solo il nome “Ley” mentre la Tuonoalato usciva in fretta e furia dall’aula, lasciando la stanza per prima.

 

Jake spostò lo sguardo dalla porta al calderone della ragazza, chiedendosi mentalmente cosa le fosse preso…

 

Sarà anche piccola, ma si muove velocemente

 

                                                                                    *

 

Hailey entrò nella Sala da Pranzo e si fermò sulla soglia, passando in rassegna i vari tavoli per cercare la sua migliore amica. Finita la lezione di Babbanologia era andata in bagno e solo quando era uscita Jenna Andrews le aveva detto che Scarlett l’aveva cercata...

 

Voleva solo andare insieme a lei in Sala da Pranzo o doveva dirle qualcosa?

 

Quando gli occhi celesti di Hailey si posarono su una ragazza che stava tamburellando le dita sul tavolo la Serpecorno sorrise, andando dritta nella sua direzione per sedersi accanto a Scarlett come sempre.

 

“Ehy, ciao! Mi cercavi? E’ successo qualcosa?”

 

Scarlett sembrò sollevata di vederla e Hailey non potè fare a meno di pensare che si, doveva essere successo qualcosa… Quando Scarlett tamburellava le dita voleva dire che era nervosa.

 

“Non proprio…”     Al borbottio di Scarlett Hailey inarcò un sopracciglio, chiedendosi che diamine fosse successo a Pozioni mentre versava per se e per l’amica un bicchiere d’acqua.

 

“Sai, ti sei persa l’Amortentia oggi.”

 

“Amortentia, davvero? La Holland ve l’ha fatta preparare? Forte, mi piacerebbe un sacco sapere di cosa profumerebbe la mia… Tu che cosa hai sentito?”

 

“Rosmarino, libri vecchi, erba appena taglia e... muschio.”

 

“E allora, che c’è di strano? Dici sempre che adori la carta vecchia mentre quella nuova non ti piace per niente!”

 

Scarlett sembrò sul punto di rispondere, ma si bloccò e si limitò a sibilare un “ti dico dopo” che la Serpecorno comprese solo un paio di istanti dopo, quando una voce familiare giunse alle sue spalle:

 

“Scarlett, eccoti! Ma si può sapere perché sei scappata in quel modo finita la lezione?”   Accigliandosi Hailey si voltò, giusto per essere sicura di aver riconosciuto correttamente la fonte della voce… e la sua mascella sfiorò il pavimento quando si ritrovò davanti Jake Miller, che andò a sedersi accanto a Scarlett guardandola con curiosità mentre il cervello di Hailey rimetteva alcuni pezzi del puzzle a posto.

 

Oh mio Dio

 

Zitta Ley!

 

Aspetta aspetta aspetta. E’ in qualche modo possibile ricollegare uno di quegli odori a LUI? Tipo non so, il muschio?

 

 

Hailey inarcò un sopracciglio, il dubbio ormai in testa… e non si sarebbe data pace finché non se lo sarebbe tolto.

 

“Beh, io… dovevo dire a Ley che nel pomeriggio non potevamo studiare insieme perché devo parlare con Jakob di alcune cose, organizzare i turni di ronda e cose simili… Anzi, sarà meglio che vada a cercarlo, così finiremo prima! Ci vediamo dopo ragazzi!”

 

Scarlett si alzò con un sorriso, sparendo velocemente come era uscita dall’aula di Pozioni poco prima, lasciando Jake e Hailey più confusi che mai… anzi, solo Jake. La Silverstone aveva appena capito un paio di cosette interessanti…

 

Il Tuonoalato spostò lo sguardo sulla Serpecorno, guardandola leggermente confuso:

 

“Ce l’ha per caso con me?”

 

“No, non che io sappia… Senti Miller, Scarlett mi ha detto che avete preparato l’Amortentia oggi… TU che cosa hai sentito?”

 

“Perché lo vuoi sapere?”

 

“Così… infondo la curiosità è femmina!”    Hailey sfoggiò un sorriso allegro di fronte all’espressione scettica che era comparsa sul volto del ragazzo, che dubitava che la Silverstone fosse sinceramente interessata alla sua Amortentia…

 

Ma che avevano le ragazze quel giorno?

 

“Beh… te lo dirò, ma in cambio devi dirmi una cosa anche tu Silverstone.”    Hailey inarcò un sopracciglio, chiedendosi mentalmente cosa mai potesse voler sapere da lei un ragazzo che praticamnete non conosceva… ma era curiosa, voleva sapere che Jake aveva sentito qualcosa che avrebbe potuto ricollegare a Scarlett nella sua Amortentia, quindi dovette acconsentire allo “scambio”:

 

“Ok, va bene. Che cosa vuoi sapere?”

 

Jake si schiarì la voce, leggermente a disagio per ciò che doveva chiederle… anche se fare quella domanda a lei era molto più semplice che con Scarlett:

“Dubito che lei me lo direbbe, quindi lo chiedo a te… Che tu sappia, va al Ballo con qualcuno?”

 

A quelle parole Hailey sbattè le palpebre per un attimo prima di sorridere con l’aria di chi la sa lunga, citando le parole dello stesso ragazzo:

 

“Perché lo vuoi sapere?”

 

“Silverstone, io ti faccio una domanda e tu me ne fai un’altra… una sola, quindi rispondi e basta se vuoi sapere della mia Amortentia.”

 

“Ok, ok, come vuoi… No, ha ricevuto un paio di inviti ma ha rifiutato…Però IO mi darei una mossa Jake. Non ci metterei la mano sul fuoco, ma credo che un certo ragazzo le voglie chiedere proprio quella cosa e magari lo farà oggi.”

                                                                                                  

Hailey parlò sorridendo amabilmente, gustandosi per bene la reazione del ragazzo: Jake strabuzzò appena gli occhi prima di alzarsi e, borbottando una mezza imprecazione poco comprensibile, si fiondò fuori dalla Sala da Pranzo.

 

“Ehy, aspetta Miller, mi devi dire… Ah, al diavolo!”

 

La Serpecorno sbuffò, girandosi sulla sedia e afferrando la forchetta, iniziando a mangiare nervosamente il suo piatto di pasta a grandi forchettate.

                                            

“Maschi… Siete impossibili.”     

 

                                                                      *

                                    

“Ma dov’è finita Abby?”   

 

Marlene inarcò un sopracciglio, guardandosi intorno con aria confusa: Abigail si era praticamnete dileguata finita la lezione di Pozioni, dicendo che doveva prendere una cosa nella sua camera prima di andare a pranzare.

Peccato che fossero passati quasi dieci minuti e della Tassorosso nemmeno l’ombra…

 

Lucas sbuffò debolmente, lanciando alla porta un’aria torva: lui ce l’aveva una mezza idea… ci scommetteva che se l’era filata apposta per lasciarli da soli.

Praticamnete voleva che invitasse Len al Ballo più di lui!

                                                                           

“Chissà, magari si è fermata a chiacchierare con qualcuno… rilassati Len, arriverà.”

 

Marlene annuì appena con un cenno del capo, tornando a concentrarsi sul pranzo mantenendo comunque un’aria confusa, chiedendosi dove si fosse cacciata la sua amica.

 

Lucas invece aveva smesso di mangiare la sua pizza, cosa già di per sé molto strana… Ma stava osservando la ragazza seduta di fronte a lui, ripetendosi mentalmente che forse era il momento di chiederglielo…

 

Al diavolo, o la va o la spacca, al limite ti dice di no, che vuoi che sia?

 

Lucas si schiarì la voce prima di parlare, attirando l’attenzione di Len su di se:

 

“Ascolta, Len… sai, stavo pensando… Beh, ci divertiremmo moltissimo se andassimo al Ballo insieme. Perciò, ti va di venirci con me?”

 

Il Grifondoro rivolse alla compagna di Casa uno sguardo quasi speranzoso, che venne ricambiato da un’occhiata perplessa da parte di Marlene.

 

Ma… ma non doveva chiederlo ad una? Magari gli ha detto di no… Oppure Abby mi stava prendendo in giro, la strozzo!

 

“Si… Ma certo Luke, mi fa piacere che tu me l’abbia chiesto!”

 

Marlene sfoggiò un gran sorriso che venne ricambiato dal ragazzo, che sentì una specie di incudine sollevarglisi dal petto proprio mentre una certa Tassorosso/cupida faceva la sua comparsa, sedendo accanto all’amica con un sorriso innocente:

 

“Eccomi qui, scusa il ritardo… mi sono persa qualcosa?”

 

“Io e Luke andiamo al ballo insieme Abby…me l’ha appena chiesto.”

 

La Grifondoro si voltò verso la Tassorosso, rivolgendole uno sguardo eloquente che Abigail ignorò deliberatamente, rivolgendo un sorriso soddisfatto in direzione di Luke e strizzandogli l’occhio:

 

Era ora, Wallaby

 

                                                                               *

 

“Alek… Sei serio o è uno scherzo?”

 

Marlena inarcò un sopracciglio, guardando il ragazzo che le stava seduto in fronte come se volesse capire se la stesse prendendo in giro.

 

“No, dico davvero! Andiamo, sarebbe divertente!”

 

“Beh, mi fa piacere… ma perché proprio io? Insomma, di certo ci sono diverse ragazze a cui piacerebbe andare con te al Ballo.”

 

Marlena guardò l’amico con aria accigliata ma Alek sorrise allegramente, liquidando il discorso con un gesto della, mano come se non fosse importante:

 

“Forse, ma con te mi divertirei molto di più! Allora, sì o no?”

 

“Si, d’accordo… Grazie per l’invito Alek.”   Marlena rivolse al ragazzo un sorriso caloroso che le si estese fino agli occhi grigio-azzurri, facendo sorridere di rimando anche Aleksandur:

 

“Grande, figurati! Comunque… dov’è andato a finire il nostro Campione? Era qui dieci minuti fa!”

 

“Ha detto che aveva intravisto la ragazza che vuole invitare al Ballo e che andava cercarla… tu dov’eri quando l’ha detto?

 

“Non saprei Lena, forse stavo pensando al modo giusto di invitarti al Ballo… Comunque io l’ho detto fin da subito che quella Serpecorno gli piaceva! Ora non potrai più dire che non mi accorgo mai dei sentimenti altrui.”

 

“Chi sono io per smontare la tua considerazione di te stesso…”

 

                                                                                     *

 

Hailey sbuffò debolmente, cancellando per la terza volta la prima parte del suo tema. Sembrava che quel pomeriggio non fosse proprio in grado di iniziare decentemente l’analisi che aveva da fare sull’informatica nel mondo Babbano.

 

O più probabilmente non amava fare i compiti da sola e stava maledicendo mentalmente la sua migliore amica per essere a lezione di Divinazione… Anche se Hailey era certa che nemmeno Scarlett fosse troppo felice di trovarsi in quell’aula. L’aveva evitata per tutto il pomeriggio, scomparendo dopo il pranzo… la sua amica non voleva parlare con lei e Hailey sapeva esattamente il perché: non le andava di parlare di quello che le aveva fatto capire a pranzo, anche se forse non intenzionalmente.

Scarlett non era una persona fredda, ma solo pochi potevano confermarlo… Non era brava con le parole se non si trattava di commenti sarcastici e battutine, non le piaceva ammettere di provare un qualche sentimento di affetto…  Lo esprimeva a stento persino per lei o Nova.

Ovviamente non si era mai sognata di affrontare a fondo l’argomento, ipotizzando che fosse perché ne aveva ricevuto poco nell’infanzia… Ma prima o poi anche Scarlett Anderson avrebbe dovuto provare qualcosa e smettere di fare l’apatico ghiacciolo.

 

I pensieri della ragazza vennero però bruscamente interrotti da un certo fattore esterno, che Hailey non aveva notato del tutto presa dai compiti e dalle sue riflessioni: il tavolo ad un paio di distanza dal suo era stato occupato da qualche studente del suo stesso anno, tra cui anche un certo ragazzo che la Serpecorno non aveva notato… non ancora, almeno.

 

Si rese conto della sua presenza solo quando lui si fu avvicinato, fermandosi accanto al tavolo e salutandola:

 

“Ciao, Hailey.”

 

La ragazza smise improvvisamente di cancellare alzò lentamene gli occhi, cerca di aver avuto un’allucinazione o che Scarlett le avesse fatto una specie di scherzo… perché era impossibile che proprio Andrew Derex si fosse avvicinato per salutarla di sua spontanea volontà.

Dopo aver constatato che, purtroppo, si trattava proprio di lui Hailey gli rivolse uno sguardo scettico, chiedendosi mentalmente che cavolo potesse volere da lei.

 

Infondo non si parlavano quasi mai e l’ultima volta in cui era capitato di farlo da soli… quanto era passato? Forse un anno.

 

“Che cosa vuoi, Derex?”

 

Hailey abbassò gli occhi di nuovo sulla sua pergamena, riprendendo a cancellare furiosamente mentre Andrew, con suo sommo rammarico, invece di andarsene si sedeva nell’altro lato del tavolo quadrato.

 

“Beh… volevo parlarti, riguardo quello che è successo un paio di settimane fa. Mi dispiace per la cosa delle api, sono stato un’idiota.”

 

Ma davvero? Wow, sei proprio un Serpecorno modello!

 

“Ti assicuro che non ricapiterà più…”

 

Ci puoi scommettere bello, altrimenti la prossima volta non mi limiterò a farti spuntare delle bolle sulla faccia!

 

“E spero che nemmeno TU ripeta quello che hai fatto…Insomma, non è difficile immaginare chi ci sia dietro la storia della pozione.”

 

Hailey non disse nulla, limitandosi a sbuffare: ovviamente c’era lei dietro eccome… non le importava di beccarsi una punizione, però sperava che il nome di Scarlett non venisse fuori visto che era entrata in quella storia solo per aiutare lei.

 

“Diciamo che tu non hai sempre avuto un comportamento perfetto nei miei confronti. Magari hai avuto quello che ti meritavi, ci hai pensato?”

 

“Non credo di aver meritato una cosa così… beh, un po’ estrema forse, ma non importa. Non sono qui per litigare Hailey, negli ultimi due anni se parliamo finisce sempre che il discorso vada in quella direzione… Perciò, sono venuto a farti una specie di offerta di pace.”

 

Hailey non disse nulla, smettendo di cancellare e alzando lo sguardo sul ragazzo, guardandolo con puro scetticismo negli occhi chiari mentre si tratteneva dal tirargli la gomma dritta in faccia.

 

Altro che bolle, gli avrebbe fatto rimanere lo stampo in piena fronte!

 

“Sarebbe?”

 

Non che l’avrebbe accettata, con gran probabilità… però infondo era curiosa, che cosa diamine voleva proporle? Avrebbe dovuto sapere che difficilmente avrebbe accettato, di qualunque cosa si trattasse.

 

“Beh, pensavo che potresti venire al Ballo con me. Eravamo amici una volta, no?”

 

Non eravamo amici pezzo di idiota, stavamo insieme! Adesso ti colpisco in pieno occhio, dov’è finita la gomma?

 

La Serpecorno ci mise un istante a focalizzarsi sulla prima parte della frase dopo essersi soffermata su quella finale, strabuzzando gli occhi e guardando il ragazzo che la stava accanto con incrudeltà: doveva aver capito male, o più probabilmente stava scherzando…

 

Come diamine poteva pensare che LEI sarebbe andata al Ballo con lui?

Dopo quello che era successo non l’avrebbe mai preso nemmeno in considerazione!

 

“Stai scherzando, spero. Scusa Derex, ma ho intenzione di passare una Vigilia di Natale decente e in quel caso sarebbe tutt’altro che piacevole.”

 

Hailey si alzò di scatto, iniziando a raccogliere velocemente le sue cose per infilare in fretta e furia nella borsa: se restava ancora accanto a lui rischiava di avere una crisi di nervi, e allora ci sarebbero stati un mucchio di pezzetti di Andrew Derex sparsi per la Biblioteca di Ilvermorny.

 

Anche Andrew si alzò, sbuffando e roteando gli occhi con aria esasperata prima di parlare:

 

“Oh andiamo Ley, non fare l’orgogliosa! Una volta mi avresti detto di sì di corsa… E poi con chi potresti andarci se non con me?”

 

Hailey si caricò la borsa in spalla, alzando gli occhi per posarli su quelli scuri di Andrew e restando impassibile mentre parlava:

 

“Questi sono affari miei, e se anche fosse… Sai come si dice no? Meglio sola che mal accompagnata. E in ogni caso non chiamarmi Ley, i miei amici mi chiamano così e tu non lo sei di certo… per citare un idiota, - una volta lo eravamo, ora non più. - Hai proprio ragione comunque, una volta ti avrei detto di certo di sì… Peccato che le cose siano cambiate, grazie per avermi fatto capire che razza di imbecille mi piaceva. Sparisci dalla mia vista Derex, o ti faccio evanascere le parti intime.”

 

Hailey girò sui tacchi e senza dare tempo all’ermafrodito di dire altro partì con passo deciso verso l’uscita della Biblioteca, sapendo che avrebbe potuto incenerire qualunque cosa o persona che le avrebbe fatto da ostacolo.

 

In effetti qualcun la fermò dopo aver fatto solo qualche falcata lunga e decisa, ponendosi davanti a lei con un gran sorrise che, almeno in parte, la fece rilassare:

 

“Ciao Ley, stavo cercando proprio te… Devo chiederti una cosa.”

 

“Ciao Markus… Dimmi pure.”

 

Hailey si fermò, sforzandosi di sorridere al Campione di Durmstrang anche se con scarsi risultati, visto che era ancora parecchio furente dalla conversazione con il compagno di Casa che più odiava, fermo accanto al tavolo dove prima si erano seduti e osservando la scena con aria accigliata.

 

Gli occhi azzurri di Markus guizzarono proprio su Derex per un attimo, redendosi conto che era proprio il ragazzo di cui aveva parlato Hailey, quello che era finito in infermeria due settimane prima.

Per un momento fu tentato di chiederle che cosa ci fosse o cosa ci fosse stato tra loro, ma poi si ricordò che aveva un’altra cosa da chiedere alla ragazza… decisamente più importante e che non poteva aspettare, a differenza dell’altra.

 

Gli occhi del ragazzo ritornarono sul volto di Hailey, che lo stava osservando in attesa: aveva appena avuto la peggior conversazione della giornata…. Anzi, dell’anno. Di certo con Markus non poteva andare peggio, ormai era temprata per tutto.

 

“Beh… Volevo chiederti se ti andrebbe di venire con me al Ballo. Se non hai già un accompagnatore, ovviamente.”

 

Hailey rimase in silenzio per un attimo, osservando per un momento Markus con stupore:

 

Però, le cose erano proprio in grado di cambiare alla svelta!

 

Tuttavia il ragazzo interpretò diversamente il breve silenzio della ragazza, alzando di nuovo lo sguardo su Andrew che ancora li stava osservano.

 

“Oh… Beh, se sei già impegnata non importa, non preoccuparti.”

 

Con una nota di delusione della voce e anche del petto Markus fece per girare sui tacchi e andarsene, ma Hailey fu più veloce e fece un passo avanti, prendendolo per un braccio e sfoggiando un largo sorriso:

 

“No, assolutamente! Nessun impegno, sarei felice di venire con te al Ballo… Scusa se ho esitato, non me l’aspettavo… chi l’avrebbe detto che sarei finita proprio con un Campione? Grazie per l’invito, accetto molto volentieri.”

 

Markus sorrise di rimando, provando sollievo e gioia allo stesso tempo: doveva per forza andare al Ballo con una ragazza, essendo uno dei Campioni…e non c’erano molte altre a cui avrebbe voluto chiederlo.

 

“Fantastico, mi fa molto piacere. Stavi andando via? Puoi unirti a noi con i compiti, se ti va.”

 

Hailey esitò ancora una volta, non sapendo che cosa rispondere: in effetti se ne stava andando, ma doveva ancora finire i compiti… stava lasciando la Biblioteca solo per allontanarsi il più possibile da Derex ed evitare di rompergli il naso con un pugno.

Poi però le labbra della ragazza si distesero in un sorriso e la Serpecorno annuì, mandando mentalmente al diavolo il suo ex:

 

“Certo che mi va, sei il mio allievo preferito!”

 

“Guarda che non mi dai mica ripetizioni!”

 

“Certo, certo… Ne riparleremo.”

 

                                                                                 *

 

Entrò in Sala Comune con una faccia non propriamente allegra, per niente felice di come fosse andata la giornata… doveva trovare una ragazza da invitare al Ballo, e in fretta.

Peccato che l’unica che aveva voglia di invitare di certo aveva già ricevuto un invito… e molto probabilmente aveva accettato.

 

Parli del diavolo…

 

Jake si fermò per un attimo sulla soglia, stupito nel vedere proprio Scarlett Anderson seduta ad un tavolino nella Sala Comune, intenta a fare i compiti mentre Zeus si era comodamente accucciato sul pavimento accanto a lei, probabilmente pronto ad azzannare il primo che si sarebbe avvicinato troppo alla padrona.

 

Era forse la prima volta in cui la vedeva fare i compiti lì, quell’anno… Era diventato quasi strano trovarla i Sala Comune.

 

“Ciao… Come mai hai lasciato i tuoi appartamenti?”

 

“Ciao anche a te Miller… nessun motivo particolare, mi piace stare qui ogni tanto… Magari mi verrà l’ispirazione per questi dannati compiti di Divinazione.”

 

Scarlett sbuffò debolmente mentre Jake, quasi senza pensarci, sedeva accanto a lei sul tavolo quadrato.

La ragazza si rigirò la piuma tra le dita, sperando che le venisse qualche idea per i compiti: odiava Divinazione, era ufficiale… di solito li faceva con Nova, almeno insieme si divertivano ad inventare scemenze. Quella sera però sembrava che la sua inventiva si fosse completamente esaurita e lo sguardo di Jake su di sé di certo non la aiutava, facendola sentire un po’ a disagio.

 

“Non so proprio come hai potuto scegliere quella materia.”

 

“Credimi, me lo chiedo anche io molto spesso.”

 

Tra i due calò il silenzio per qualche minuto, mentre Scarlett scarabocchiava sulla pergamena e Jake pensava a quanto gli aveva detto Hailey a pranzo, facendogli intendere che secondo lei Young avrebbe chiesto a Scarlett di andare al Ballo insieme.

 

Non era riuscito a trovare nessuno dei due nel pomeriggio, quindi non aveva idea di come fossero andate le cose… Però non riusciva a fare a meno di chiederselo.

 

“Hai trovato il tuo amico Young, alla fine?”

 

“Si, e mi sono liberata delle ronde del venerdì sera… altrimenti ora non sarei qui.”  Scarlett sfoggiò un gran sorriso, sinceramente sollevata di aver scambiato il turno con Jakob e di non dover più passare i venerdì sera a fare avanti e indietro per i corridoi bui della scuola.

 

“Le rogne di essere Caposcuola, immagino… E dimmi, si è fatto avanti e ti ha finalmente invitato al Ballo?”

 

Scarlett alzò lo sguardo per posare gli occhi sul ragazzo, spalancando gli occhi con fare teatrale prima di parlare:

 

“Aspetta… ho avuto una visione. Vedo te che vieni scaraventato fuori dalla finestra, se non la smetti di fare battutine sul suo conto.”

 

“Ma da che pulpito viene la predica, sei una delle persone più sarcastiche che io conosca!”

 

“La cosa è reciproca.”

 

Tra i due Tuonoalato calò per il silenzio per qualche istante, finché Jake non si decise a romperlo ponendole la domanda che gli ronzava in testa da tutto il pomeriggio:

 

“Seriamente… Te l’ha chiesto?”

 

“Forse.”  Rispose la ragazza senza smettere di scrivere, tenendo gli occhi sulla pergamena mentre i riccioli color rame le scendevano leggermente sulla fronte.

 

“Perché ti interessa?”

Perchè oggi tutti fanno questa domanda?

 

“Beh… forse non mi sarebbe dispiaciuto andarci con te. Sfortunatamente devo andare quel Ballo per forza essendo uno dei Campioni, e devo farlo con una ragazza.”

 

“Stai dicendo che me l’avresti chiesto?”      Scarlett smise di scrivere, alzando gli occhi azzurri per posarli sul volto del ragazzo, che si limitò a stringersi nelle spalle prima di parlare:

 

“Immagino di sì, ma ormai…”

 

“Va bene.”

 

“Come?”    Jake inarcò un sopracciglio, guardando senza capire la ragazza che gli stava davanti, che l’aveva interrotto e ora lo guardava di rimando.

 

“Ho detto che va bene… verrò al Ballo con te. Infondo io non avevo voglia di andarci e tu nemmeno… probabilmente farlo insieme sarà il male minore, se non altro puoi stare certo che non ti stresserò per ballare.”

 

Scarlett lanciò un’occhiata all’orologio appeso al muso, rendendosi conto che era già l’ora di cena e che aveva una fame assurda visto che se l’era filata a pranzo per evitare di stare seduta accanto a Jake. Dopo aver sentito il suo profumo nella sua Amortentia si era sentita a disagio a dir poco…

 

Il ragazzo invece la stava guardando con cipiglio leggermente incredulo, come se fosse certo di non aver capito bene le sue parole e le stesse ancora metabolizzando quando la rossa si alzò, raccoglie do le sue cose:

 

“Bene, vado a riportare la borsa in camera mia… Ci vediamo a cena Jake! Vieni Zeus, andiamo.”

 

“Si… a dopo.”   Mormorò Jake in tono leggermente stralunato, guardando la sedia che aveva occupato Scarlett, ormai vuota.

 

Quindi Jakob non glie l’aveva chiesto… oppure l’aveva fatto ma lei aveva rifiutato.

Miller sorrise appena, sollevato che alla fine tutto fosse andato per il meglio… e in cuor suo sperava nella seconda opzione, che gli avrebbe dato una gran soddisfazione.

                                                                            *

 

Si può sapere perché non riesco a dormire?

 

Oh piantala, lo sai benissimo!

 

Sospirò, mettendosi a pancia in giù sul letto e sprofondando la faccia nel cuscino.

Perché la voce della sua coscienza somigliava moltissimo a quella di Hailey?

Mah…

 

Anzi, ora che ci pensava il giorno dopo non sarebbe riuscita a sfuggire alla sua amica, che già a cena l’aveva a dir poco tartassata di domande su Jake e su cosa provasse per lui, per poi comunicarle che Markus l’aveva invitata al ballo quando aveva capito che Scarlett non aveva intenzione di proferir parola in merito a quell’argomento.

 

E così tutte e due sarebbero andate con un Campione… quindi dovevano aprire le danze.

Fantastico…

 

Avrebbe tanto voluto uccidere Miller perché si era causalmente dimenticato di informarla su quel punto, quando Hailey glie l’aveva detto la sua mascella aveva sfiorato il pavimento della Sala da Pranzo.

 

Non le piaceva ballare, di certo farlo davanti a tutti non era il suo più grande sogno…

 

Pazienza Scarlett, ormai hai accettato… E ora dormi o domani sembrerai uno spaventapasseri!

 

Peccato solo che non ci riuscisse… Continuava a rigirarsi tra le coperte e ogni volta che chiudeva gli occhi le sembrava di sentire ancora il profumo della sua Amortentia invaderle le narici.

 

Stupida, stupida pozione.

 

A lei non piaceva Jake Miller, era un caso… le piaceva il profumo del muschio, non certo lui.

 

Se lo continuava a ripetere mentalmente, ma non convinceva nemmeno se stessa.

 

Scarlett prese un cuscino, premendoselo sul viso e sbuffando: stupida, stupida pozione… e stupido Jake Miller.

 

 

 

 

 









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Angolo Autrice:

Buonasera! Si, eccomi di nuovo... Ditelo che mi ritenete pazza, o mi adorate... una delle due.
Scrivere questo capitolo è stato una specie di parto, ci sono stata dietro parecchio tempo e spero che il risultato sia buono... So che è davvero lungo e spero non vi dispiaccia, ma è uscito così e non volevo dividerlo in due parti.
Come avrete capito già dal titolo si tratta di un capitolo molto... beh, diciamo incentrato sulle coppie, spero che vi sia piaciuto XD

E ora mie care autrici, la Domanda che tutte stavate aspettando (forse... boh... non so)

Che cosa indosserà il vostro OC al Ballo? (Moontastic, Saab ci aspetta)
Come si comporterà?  (Potrei modificare questo punto)

La prima NON è obbligatoria, se non avete voglia di pensarci nessun problema, ci penserò io.
Potete inviarmi descrizioni o link, ma non assicuro di riuscire a vedere le immagini quindi vi chiedo, se lo fate, di mettere anche la descrizione... abito, capelli...quello che volete.

Mi spiace però comunicarvi che nel prossimo capitolo non ci sarà il Ballo... dovete aspettare un altro capitolo, il prossimo sarà ambientato prima della festa, nel pomeriggio della Vigilia... scusate ma se non divido a metà verrebbe un capitolo di 40 pagine!

Detto questo vi saluto... buonaserata, a (spero) domani!

Signorina Granger

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Capitolo 14
*** Prepararsi, psicologicamente e non ***


Capitolo 13: Prepararsi, psicologicamente e non

 

Venerdì 24 Dicembre, 12:30 p.m.

 

“Quasi non mi sembra vero, domani è Natale! E soprattutto tra solo poche ore ci sarà il Ballo, non vedo l’ora! Sono due settimane che aspetto!”

Marlene parlò con un gran sorriso allegro stampato in volto, gli occhi scuri luccicanti mentre si guardava intorno nella Sala da Pranzo, già immaginandosela perfettamente addobbata per la serata.

“Rilassati Len, mancano più di sette ore… Il Ballo inizia alle 8, cerca di non romperti una gamba per allora.”

Alle parole di Lucas Len sbuffò, facendogli la linguaccia e lanciando ad Abby uno sguardo eloquente:

“Tranquillo, Abby mi terrà d’occhio e farà in modo che io non combini disastri questo pomeriggio! Vero Abby?”

“Da quando sono diventata un cane da guardia?”
 

Abigail inarcò un sopracciglio, sorridendo però al vedere l’occhiata torva che Len le aveva rivolto:

“Sto scherzando Len, non fare quella faccia! Tranquillo Luke, eviterò che la nostra Campionessa si sloghi qualcosa prima del Ballo… Starà a te impedirlo durante la festa, quando avrà dei tacchi ai piedi.”

                                                                           *
 

Aleksandur e Marlena stavano discutendo animatamente accanto a lui, ma Markus smise di farci caso (anche perché ormai ci era abituato, ai loro battibecchi) quando vide Scarlett Anderson alzarsi dal suo tavolo per uscire dalla Sala da Pranzo.

Un attimo dopo il Campione di Durmstrang si era alzato, attraversando la Sala a grandi passi per raggiungere la Caposcuola nell’Ingresso.

“Markus, tu sei d’accordo con me ver- Ma dove diamine è finito? Quello lì sparisce di continuo!”

Alek sbuffò, roteando gli occhi mentre Marlena invece si strinse nelle spalle, allungandosi per prendere un bicchiere d’acqua:
 

“Beh, probabilmente si è stancato di sentirti parlare.”

“Il Natale ti rende simpaticissima Lena, non c’è che dire… Secondo me ha scoperto qualche passaggio segreto, non è possibile che ogni volta in cui ci giriamo sparisce!”

“Si certo, o magari ha un Mantello dell’Invisibilità e non ce l’ha detto.”

“Sei seria?”

Ovviamente no, Alek.”
 

                                                                                    *
 

“Ciao, Scarlett!”

Scarlett si voltò sentendosi chiamare, convinta di essersi sbagliata e di non aver riconosciuto correttamente la voce… Si ritrovò però a guardare proprio Markus Bauer che le andava incontro con un sorriso stampato in volto, facendole inarcare un sopracciglio:

“Ciao… Stai cercando Hailey?”

La ragazza rivolse a Markus uno sguardo accigliato quando la raggiunse, facendogli scuotere leggermente il capo con quella domanda anche se sorrise, come se se la fosse aspettata:

“No, cercavo proprio te… Ho bisogno di sapere una cosa e sono sicuro che tu puoi aiutarmi! Mi chiedevo… sai per caso quali sono i fiori preferiti di Hailey?”

“Campanule, Iris, Non ti scordar di me… le vuoi dare dei fiori? Lo apprezzerà di sicuro. Solo… scegli fiori azzurri, mi raccomando!”

Scarlett rivolse al ragazzo un gran sorriso e gli diede una leggera pacca sul braccio prima di ricominciare a camminare sul pavimento di marmo dell’Ingresso, lasciano Markus vagamente confuso:

“Come mai proprio azzurri?”

“Fidati di me Markus… Con quello farai centro. Scusa ma ora devo andare, la tua accompagnatrice reclama la mia presenza… A più tardi!”
 

Senza nemmeno voltarsi la Caposcuola rivolse al Campione di Durmstrang un cenno di saluto con la mano prima di sparire su una rampa di scale laterale, proprio mentre Alek e Marlena facevano magicamente la loro comparsa affianco a Markus:
 

“Eccoti, ma perché te la sei filata poco fa?”

“Non me la sono filata Alek, dovevo chiedere una cosa a Scarlett!”

“Visto? Te l’avevo detto che non ci sono loschi piani o sotterfugi sotto!”

Alek fece per replicare alle parole della ragazza, ma Markus ebbe il buonsenso di anticipare l’amico, parlando prima di lui per poi trascinarsi entrambi verso la porta d’ingresso della scuola:

“Finitela voi due… E’ Natale e fuori c’è mezzo metro di neve fresca… e poiché il vostro adorato Markus ama la neve, ora andremo fuori tutti insieme e ci sfideremo ad una spietata partita a palle di neve, come sempre. D’accordo?”

“Buona idea! Devo ancora vendicarmi dello scherzo che mi avete fatto l’anno scorso, ora che ci penso…”

Marlena fulminò i due ragazzi con lo sguardo, che sfoggiarono invece due gran sorrisi innocenti mentre il trio usciva dalla scuola…La ragazza non aveva certo scordato di quando quei due l’avevano ricoperta di neve dalla testa ai piedi e aveva tutta l’intenzione di rendere loro pan per focaccia.
 

E al diavolo chi ha detto che a Natale si è tutti più buoni.
 

                                                                                       *
 

“Ok, questa volta ti ho in pugno! Full di Re!”

Hailey sfoggiò un sorriso carico di soddisfazione, appoggiando le cinque carte che aveva in mano sul tavolo per far sì che Scarlett le vedesse: tre Re e due 10.

Scarlett osservò le carte per un attimo prima di alzare gli occhi azzurri sul volto dell’amica, appoggiando a sua volta le carte sul tavolo:

“Scusa Ley… Poker di Assi.”
 

La Serpecorno sgranò gli occhi, guardando i quattro Assi per un istante prima di sbuffare, incrociando le braccia al petto con aria seccata:

“Ancora? Ok, basta… dichiaro finito il Poker per oggi, sono stufa di farmi battere.”

“Non prendertela Ley, tu sei brava a Quidditch, io a Poker… ognuno ha i suoi talenti, no?”   Scarlett sorrise, agitando debolmente la bacchetta affinché le carte si riordinassero da sole nel mazzo.

“Si beh… se non altro me la cavo in sella ad una scopa, sebbene non sia mai riuscita a batterti a carte. Ti va di andare fuori? Abbiamo tempo prima del Ballo… e c’è un mucchio di neve!”
 

Hailey sfoggiò un sorriso accattivante, cercando di convincere l’amica a seguirla nel parco… in fin dei conti Scarlett adorava la neve, lo sapevamo entrambe e Hailey non dovette sforzarsi molto per convincere la Tuonoalato, che annuì con un lieve sorriso:
 

“Buona idea… così possiamo rotolarci nella neve per bene!”

“Benissimo, porto anche Lil allora… adora giocare nella neve, la mia cucciola! Vado e torno, ci metto un attimo!”

Un istante dopo la Serpecorno era effettivamente sparita dalla camera di Scarlett, che lanciò un’occhiata in direzione del Lupo Cecoslovacco che la guardava in attesa, come se avesse capito che stavano per uscire:

“Sentito Zeus? Andiamo a fare a battaglia di neve con Hailey e Lilith… Ma non saltare addosso a nessuno, ok?” 
 

La rossa sorrise, allungando la mano verso il cane per accarezzargli il muso e non potendo fare a meno di pensare che l’ultima volta in cui Zeus era saltato addosso a qualcuno aveva fatto conoscere Markus e Hailey… non era sempre una cosa strettamente negativa, in fin dei conti.
 

                                                                                *
 

“Vorrei solo sapere una cosa. Perché ho questa… cosa in testa?”

Lucas sbuffò sonoramente, cercando di non badare alle sonore risate di Len e Abigail mentre i tre camminavano sulla neve nel parco di Ilvermorny.

“Non fare il bambino Luke, non ti sta male… Sei proprio carino con quel berretto!”
 

Abigail scoppiò a ridere e Lucas la fulminò con lo sguardo, trattenendosi dal sfilarsi il berretto di lana che Len gli aveva infilato in testa appena prima di uscire dalla scuola.

Lucas Wallaby odiava i capelli, ed era sempre stato abbastanza caloroso… odiava quindi i berretti di lana, specialmente quelli con il pompon, come quello che Marlene aveva avuto l’accortezza di mettergli tra le risate sue e di Abigail.
 

“Certo, come no… Ma mi vendicherò, sappiatelo. Guardatevi le spalle questa sera.”

“Dai Luke, non farla tanto lunga è solo un cappello! E poi azzardati solo a rovinare i nostri vestiti stasera e ti faremo a fettine… Vero Abby?”

Marlene rivolse al ragazzo un sorriso dolce e minaccioso allo stesso tempo, mettendogli un braccio sulla schiena mentre camminavano sulla neve lungo il pendio che era stato completamente imbiancato durante la mattinata.
 

“Confermo… Non provarci nemmeno Lucas.”

“Ok, ho afferrato il concetto! Però ora mi levo questo coso, mi dà fastidio!”  Sbuffando il Grifondoro si sfilò il cappello rosso per poi infilarlo senza tante storia in testa a Marlene, che protestò debolmente ma il ragazzo non ci badò, sorridendo invece con aria divertita:

“Ti sta proprio bene Lennie… Sembri uno dei Puffi!”

“MI HAI DATO DEL PUFFO? Lucas Wallaby, come ti permetti?”
 
Marlene rivolse al ragazzo uno sguardo sdegnato prima di agitare la bacchetta e facendo così volare una piccola quantità di neve addosso al Grifondoro, che scoppiò a ridere guardandola con gli occhi azzurri luccicanti:

“Oh, dai…Non prendertela, non è un insulto… Abby, non trovi che come soprannome le starebbe anche bene?”

“Preferisco non immischiarmi Luke… Lascio che ve la vediate tra voi.”
 

E con quelle parole la Tassorosso riprese a scendere il pendio, lasciando Luke in balia di una Len irritata che prese a tempestarlo di neve, dando così vita ad una guerra vera e propria che ebbe Lucas come vincitore: dopo aver ricevuto una generosa quantità di neve dritta in faccia il ragazzo lasciò perdere la magia e sollevò di peso Marlene, prendendola per le gambe e caricandosela in spalla ignorando le sue sonore proteste:

“Ma che cavolo fai? Luke, mettimi giù! Wallaby, ascoltami una buona volta!”   Lucas però sembrò non fare caso alle parole della Grifondoro o ai pugni con cui gli stava tempestando la schiena, camminando imperterrito per pochi metri prima di lasciar cadere senza tante cerimonie Len su un cumulo di neve candida. 

 Il tutto sotto gli occhi di Abigail, che ovviamente scoppiò a ridere e per poco non si mise a rotolare giù per il pendio mentre Marlene, ancora stravaccata al suolo, lanciava in direzione di Lucas uno sguardo seccato:
 

“Wow, che gran classe. Sei contento ora Luke?”

Lucas, che era in piedi davanti a lei, le rivolse un sorriso sornione prima di annuire e parlare ridacchiando:
“Ma certo, ho vinto! Non hai speranze contro di me, piccola Len.”

“Come no, la vedremo. Intanto, assaggia un po’ di neve.”
 

Questa volta il turno di sorridere con soddisfazione fu della Grifondoro, perché sollevò un cumulo di neve e lo fece planare senza tanti preamboli sul bell’imbusto, rendendogli pan per focaccia.
 

                                                                             *
 

“Il mio è palesemente migliore.”

“Scusa, chi te lo dice?”

“Il mio intuito… In ogni caso chiediamo a Lena conferma. Lena, che voto dai al mio pupazzo?”
 

Markus e Alek si voltarono verso la polacca, che se ne stava comodamente seduta sotto un albero a pochi metri dai due, che avevano costruito due pupazzi di neve per passare il tempo dopo essersi quasi ammazzati nella battaglia che aveva vinto Marlena, vendicandosi così dello scherzo dell’anno prima.

La ragazza posò gli occhi grigi sul pupazzo di Markus, sorridendo appena mentre faceva uscire un numero dalla sua bacchetta, senza nemmeno dirlo a voce alta. Si sentiva molto come i Giudici del Torneo, in effetti.
 

6? Come sarebbe a dire? Lena, sei troppo severa!”

“O forse tu sei troppo sicuro di te amico mio… Alek, hai poco da ridere… a te do 7, non sei andato tanto meglio.”

Markus sbuffò mentre Alek esultò, fiero di aver “preso” almeno più dell’amico.

“Beh, visto che sei tanto brava vieni a farne uno tu, così ci insegni.”

“Con piacere Bauer, forse non ti sei accorto che al tuo manca il naso! Qui urgono delle carote direi, e anche un corso sui pupazzi di neve.”
 

Marlena si alzò e, con un lieve sorrisetto stampato in volto, si avvicinò ai due amici mentre Markus sbuffava con aria seccata:
“Scusa ma dove la trovo una carota qui?”

“Oh piantala Markus, ce l’hai solo perché a me ha dato un voto più alto… Non sai perdere!”

“Non è affatto vero, sono sportivissimo!”


Marlena sospirò, optando per non intervenire e lasciare che i due se la giocassero da soli: in fin dei conti erano quasi sette anni che li sopportava e interpretava il Grillo Parlante, ormai aveva imparato a lasciarli fare e a non intromettersi… Anche eprchè quei due erano come bambini, un momento prima discutevano e un attimo dopo ridevano e si prendevano in giro come se niente fosse successo:  probabilmente non sarebbero mai cambiati, ma forse le andava bene così… era sinceramente affezionata a loro, anche quando facevano i bambini.
 

                                                                               *
 

“Stai pensando a quello che sto pensando io?”

“Beh, visto che tu stai pensando di far comparire uno slittino e di buttarci giù dalla collina… No Ley, non stavo pensando questo.”

“Grandioso, andiamo!”
 

Hailey sorrise allegramente prima di prendere per un braccio Scarlett e trascinarsela dietro sulla neve, ignorando l’amica che aveva sgranato gli occhi e tentato invano di dissuaderla.
Peccato che la Serpecorno avesse già fatto comparire dal nulla uno slittino, mentre il suo Husky Lilith saltellava allegramente sulla neve intorno alle due ragazze.

“Mi spighi come mai Lil è sempre allegra quando anche tu sei allegra? Siete tipo telepatiche?”

“In un certo senso… ma bando alle ciance Scarlett, salta su!”
 

Hailey si sistemò sul posto davanti dello slittino di legno, rivolgendo all’amica un sorriso che non ammetteva nessuna replica, come Scarlett sapeva anche fin troppo bene.
La rossa sospirò prima di annuire, sedendosi dietro all’amica borbottando sommessamente:
 

“Ok, ma quando investiremo qualcuno o ci schianteremo contro un albero dirò “te l’avevo detto”, sei avvisata.”

“Come vuoi… ora tieniti, ci facciamo una bella scivolata!”
 

                                                                            *
 

Sembrava che un mucchio di studenti, di Ilvermorny e non, avessero deciso di passare il pomeriggio fuori dal castello prima di andare a prepararsi per il tanto atteso Ballo.

Era un po’ strano, dopotutto lui era abituato a ritrovarsi praticamente solo nel grande giardino e la cosa di sicuro non gli era mai dispiaciuta, visto che non era un tipo molto loquace…
Quel giorno le cose erano andate diversamente e Jake Miller, seduto sotto lo stesso albero come aveva sempre fatto dal suo primo anno di scuola, poteva benissimo rendersene conto: da lì, infondo al pendio, aveva una visione piuttosto chiara di tutto il parco e poteva vedere praticamente tutti.

Faceva abbastanza freddo ma il Tuonoalato non se ne curava più di tanto, passava un mucchio di giornate fuori anche in pieno inverno… adorava il freddo, non sapeva perché ma gli era sempre piaciuto, così come l’inverno in generale.
Solitamente nessuno usciva quando faceva freddo, ma forse per l’euforia pre-festa o pre-Natale un mucchio di studenti stava passando il pomeriggio fuori dalla scuola: chi giocava a palle di neve, chi costruiva pupazzi o chi semplicemente passeggiava, chiacchierando molto probabilmente del Ballo che entro poche ore avrebbe avuto inizio dopo due settimane nelle quali praticamente non si era parlato d’altro ad Ilvermorny.
 

In effetti Jake era quasi felice che stesse per arrivare: almeno non avrebbe più dovuto sorbirsi infiniti discorsi su – che abito indosserai? – durante le lezione già di per se noiose.
Di certo l’idea di dover ballare davanti a tutti non lo rallegrava, ma il Campione di Ilvermorny cercava di reprimere quel pensiero il più possibile: in fin dei conti amava la musica… tanto male non sarebbe potuto andare, no?

Non aveva mai visto così tante persone rimanere a scuola per le vacanze: quell’anno praticamente tutti gli studenti dal quarto anno in su erano rimasti ad Ilvermorny, di certo per via del Ballo del Ceppo.
Non ricordava nessuna Vigilia di Natale affollata come quella del suo ultimo anno, in genere erano sempre in pochi a restare a scuola… e non era poi così strano.
 

Dopotutto il Natale è la festa della famiglia… chi non avrebbe voluto tornare a casa per due settimane dopo non aver visto genitori e fratelli per più di tre mesi e mezzo?
Lui di certo faceva eccezione, non era mai tornato a casa né per le vacanze invernali che per quelle di Pasqua e di sicuro non se ne era mai pentito, sebbene suo fratello lo avesse spesso pregato via lettere di tornare per le feste.
 

Ormai non faceva quasi più caso al fatto di passare il Natale quasi in solitudine… quell’anno però le cose erano diverse, il castello era molto affollato.

Mentre disegnava figure immaginarie sulla neve gli occhi chiari del ragazzo si posarono su qualcosa di decisamente insolito, che stava sfrecciando a tutta velocità giù per la collina.
 

Ma che diamine…

Hailey Silverstone e Scarlett Anderson stavano scivolando su uno slittino, ridendo e urlando come forsennate e con i capelli al vento.
 

Il ragazzo le guardò passargli davanti con aria accigliata, chiedendosi come fosse venuta una simile idea alle due coetanee.
Però non riuscì a non sorridere almeno un po’, dovendo ammettere che anche se strane quelle due erano proprio dei personaggi.
 

Certo che sono proprio fuori…
 

                                                                                         *
 

Venerdì 24 Dicembre, 17:30 p.m.

 

“Abby… Sta cominciando a salirmi l’ansia.”

Abigail, che era appena uscita dal bagno collegato alla camera che lei e Marlene condividevano con i capelli rossi avvolti nell’asciugamano a mo’ di turbante, roteò gli occhi alle parole dell’amica, che era seduta sul bordo del suo letto e teneva gli occhi sulla finestra con aria assorta.

“Beh, sei abbastanza ansiosa quindi lo capisco… Ma devi rilassarti, è un Ballo non una della Prove… Qui non dovrai certo affrontare qualche mostro!”

“Beh, dovrò ballare davanti a tutti… direi che la difficoltà si avvicina Abby, sai che non sono proprio agilissima.”

Abby abbozzò una risata, sedendo accanto a Marlene sul suo letto e sorridendole con fare rassicurante:
 

“Lo so, ma lo sa anche Luke… Se mentre ballate senti che stai per cadere… beh, attaccati a Wallaby a mo’ di koala e andrà tutto bene! Pensa a divertirti Len, non alle figuracce che potresti fare. E ora vai a lavarti, muoviti…”

La Tassorosso mise le mani sulle spalle dell’amica e la spinse senza tanti preamboli ad alzarsi, indirizzandola verso il bagno.

“Ehy, calma! Mancano due ore e mezza infondo!”
 

“Chi va piano va sano e va lontano mia cara, meglio prendersi in anticipo che in ritardo…”

“Sarà, ma quando abbiamo detto a Luke che andavamo a prepararci ci ha guardare come se fossimo psicopatiche ad andare con quasi tre ore d’anticipo…”

“Lui è un ragazzo, tesoro. Non puoi pretendere che capisca queste cose…”
 

                                                                                        *
 

Scarlett era seduta sul letto, le gambe incrociate e la schiena appoggiata alla testiera mentre spalmava con calma e precisione lo smalto color perla sulle unghie.

Si stava concentrando immersa nel completo silenzio della sua stanza, quindi la boccetta di smalto quasi le volò dalle mani quando la porta della camera si spalancò all’improvviso, mostrando sulla soglia l’unica persona che sarebbe potuta entrare.
 

“Buonasera cara! Ah bene, ti sistemi le unghie? Mancano due ore, direi che siamo in perfetto orario…”

Scarlett rimase immobile per un attimo, tenendo la boccetta sana e salva stretta in mano e gli occhi azzurri fissi sulla sua migliore amica, che si era appena chiusa la porta alle spalle. Solo dopo essersi ripresa dal mezzo colpo di cuore la Tuonoalato si concentrò su un piccolo dettaglio: Hailey non era a mani vuote.
 

“Ley… sai che ti adoro e che sei sempre la benvenuta qui… Ma esattamente perchè ti sei portata dietro la borsa e il vestito?”

Hailey sfoggiò un sorriso alla domanda dell’amica, avvicinandosi al letto per appoggiarvisi sopra la custodia dell’abito che avrebbe indossato e la borsa che solitamente usava per i libri carica di prodotti per il bagno, asciugamani e cosmetici.
 

“Beh, stiamo per andare ad un Ballo Rossa… vuoi mettere il divertimento nel prepararsi da sola con farlo insieme?”

“Capisco… e il fatto che io abbia una vasca da bagno tutta mia non conta nulla, immagino.”

“Assolutamente, figurati! Ma non ti offendi se la uso, vero?”

Hailey rivolse a Scarlett un sorriso innocente che venne ricambiato con una mezza risata da parte della rossa, che scosse appena il capo prima di tornare a concentrarsi sulle sue unghie:

“No, certo che no… è tutta tua.”

“Mille grazie!”  La Serpecorno impugnò così accappatoio, shampoo e il bagnoschiuma alla Marsiglia e sparì nel bagno di Scarlett, che solo quando sentì, l’acqua iniziare a scorrere si ricordò di un piccolo particolare:
 

“Ehy, Ley! Non azzardarti ad usare tutta l’acqua calda!”

Peccato che dal bagno non arrivò nessuna risposta… e a Scarlett non restò che sperare che l’avesse sentita e che le desse retta, altrimenti sarebbe arrivata al Ballo del Ceppo completamente congelata.
 

                                                                                        *
 

“Che ne dici, ti piace?”   Marlena mostrò all’amico la sua “creazione”, provando un moto di sollievo e soddisfazione nel vedere un sorriso comparire sul volto del ragazzo, che annuì:

“Molto… spero piaccia a lei. Grazie Lena, ti adoro.”    Markus si sporse leggermente, spettinandole affettuosamente i capelli color castano chiaro e facendola sbuffare con però una nota divertita:
 

“Lo spero anche io, fammi sapere. Di certo tu non avresti combinato granché… ma ora sparisci Bauer, mi devo preparare per il Ballo dopo averti soccorso!”

“Ok, ho capito tolgo le tende… Grazie ancora, ci vediamo dopo!”    Markus rivolse all’amica una strizzatina d’occhio prima di uscire dalla camera della ragazza, chiudendosi la porta alle spalle e allontanandosi nel corridoio per tornare in camera sua.
 
Marlena si voltò a guardare il letto, dove aveva appoggiato la custodia del vestito. L’aprì abbassando la cerniera, rivolgendo uno sguardo all’abito che avrebbe indossato. Era di un azzurro polvere che le piaceva molto, richiamava i suoi occhi chiarissimi, con lo scollo a V, senza maniche e la gonna in chiffon…

Mancavano meno di due ore alle 20, aveva impiegato une ventina di minuti ad aiutare Markus con i fiori ma era arrivato anche per lei il momento di prepararsi…
Non aveva alcuna intenzione di fare tardi e di certo nemmeno Alek… sapeva per certo che il ragazzo moriva dalla voglia di vedere il suo migliore amico aprire le danze, e come dargli torto?
 

                                                                                      *
 

“Ok, sono pronta! Che ore sono?”

“Le 19:45, siamo più che in orario anche se credo sarebbe meglio scendere con un po’ di anticipo visto che tu devi entrare prima…”

Abigail era in piedi davanti allo specchio a pavimento, sistemandosi sulla spalla la traccia a spina di pesce con cui aveva acconciato i lunghi capelli rossi.
La Tassorosso scorse il riflesso di Marlene nello specchio e si voltò per guardarla, sorridendole:

“Però, come siamo belle… spero solo che Luke non ci rimanga secco.”
 

“Piantala! Stai benissimo Abby, adoro il tuo vestito!”   Marlene si avvicinò all’amica con la gonna color glicine del vestito che fiorava il pavimento, mettendo un braccio intorno alle spalle della Tassorosso mentre entrambe ammiravano il loro riflesso nello specchio.

Erano decisamente diverse, anche quella sera: Marlene somigliava più ad una Spagnola che ad un’inglese mentre Abby, con la carnagione chiara e i capelli rossi, era la perfetta incarnazione di una ragazza della Gran Bretagna.

Marlene aveva lasciato i lunghi capelli scuri sciolti e indossava un vestito color glicine decorato con arabeschi, brillanti e ricami floreali mentre il vestito di Abigail era verde acqua, con il corpetto decorato con pizzo bianco e una fascia in vita.
 

“Si, direi che siamo pronte… Incrocia le dita per me quando dovrò ballare davanti a tutti, mi raccomando.”

“Lo terrò a mente… e tu ricorda quello che ti ho detto io Len! Rilassati e se inciampi attaccati a Luke, così si rende utile pure lui.”

Marlene infilò al volo un paio di decolleté color salmone, sorridendo alle parole dell’amica prima di uscire insieme a lei dalla loro camera:
 

“Oh andiamo, che cattiveria!”

“Non è cattiveria, ma credimi: anche tu diresti così se sapessi quanto ci ha messo a decidersi ad invitarti! Sul serio Len, stavo per scriverti io un messaggio a suo nome!”

“Scusa, ti sei messa in modalità cupido?”

“Certo, io e te lo facciamo sempre!”

“Si, ma non l’una con l’altra!”

“C’è sempre una prima volta McRumble… e ora muoviti, un Ballo ci aspetta.”
 

                                                                                 *
 

Sbuffò, tenendo gli occhi fissi sullo specchio e studiando il proprio riflesso mentre si sistemava la cravatta nera: se non altro era riuscito a fare bene il nodo.

In quel momento Jake Miller stava maledicendo mentalmente suo fratello in tutte le lingue del mondo: quando, una settimana prima, gli aveva scritto chiedendogli di mandargli un abito da cerimonia di certo non si sarebbe aspettato che Jonathan gli avrebbe spedito un vestito così… da cerimonia, di certo anche molto costoso.    Probabilmente suo fratello maggiore aveva intuito che sarebbe passato un bel po’ prima che Jake prendesse parte ad un evento simile e ne aveva approfittato, quasi non credendo che avrebbe davvero indossato un vestito elegante.
 

Solo una sera Jake, fai uno sforzo
 

Non aveva messo un abito elegante nel baule, ignorando il punto nella lista fornitagli dalla scuola.

Ricordava cosa aveva pensato quasi come se si fosse trattato del giorno prima: a che mi serve un abito elegante, tanto non prenderei comunque parte a qualche festa!

Fregato, Miller. Schifosamente fregato.


Jake si passò una mano tra i lisci capelli scuri leggermente spettinati come al solito, non avendo alcuna intenzione di pettinarli nemmeno quella sera: indossava un cavolo di smoking nero, era più che sufficiente.

Il Tuonoalato lanciò un’occhiata all’orologio per assicurarsi di non essere in ritardo, notando con sollievo che erano le 19:50. In genere non si curava molto di arrivare puntuale o meno, ma quella sera si era ripromesso di comportarsi bene… un po’ per fare un dispetto alla Holland e un po’ per Scarlett. Voleva fare bella figura con lei? Forse, non lo sapeva bene nemmeno lui.
 

Ok Jake… è ora
 

Cercando di non pensare al fatto che entro un’ora avrebbe dovuto ballare davanti a tutti Jake uscì dal suo Dormitorio, incrociando un mucchio di compagni di Casa che si erano tirati a lucido per l’occasione… come compatirli, persino lui l’aveva fatto.

Infilandosi le mani nelle tasche dei pantaloni scuri Jake iniziò a scendere le scale, diretto all’Ingresso con una specie di nodo nello stomaco…
 

Possibile che fosse più nervoso di quando doveva giocare una partita? Stupidissimo Ballo… quasi rimpiangeva di essere stato scelto come Campione, almeno se lo sarebbe risparmiato.

Una vocina fastidiosa nella sua testa gli suggerì che forse non era nervoso solo per l’idea di dover ballare sotto gli occhi di tutti… Forse c’entrava anche la persona che avrebbe ballato con lui, ma Jake scacciò immediatamente quel pensiero, o almeno ci provò.
 

                                                                                               *

“Ok, sono pronta… se volete possiamo andare.”

Marlena fece la sua comparsa nel pianerottolo da cui si arrivava alle camere maschili e femminili nel veliero di Durmstrang, mentre Markus e Alek l’avevano aspettata come d’accordo per andare insieme al castello.

I due smisero di parlare e si voltarono sincronicamente verso di lei, rimanendo in un silenzio che fece innervosire leggermente la ragazza:
 

“Beh? Che c’è? Sto male?”   Marlena si sfiorò con lieve nervosismo la punta arricciata della coda di cavallo alta con cui aveva legato i capelli, bombandola leggermente sul capo. Sapeva che se quei due non parlavano, allora probabilmente era grave.

La sua voce però sembrò riscuotere entrambi, che sfoggiarono due sorrisi identici:

“No, assolutamente! Stai benissimo Lena.”
 

Markus rivolse all’amica una strizzatina d’occhio mentre Alek le si avvicinò, sorridendole prima di prenderle la mano:

“Marlena, non dovevi farti così bella solo per me… Sono lusingato.”

Markus ridacchiò leggermente mentre Alek sollevava la mano della ragazza per baciarle il palmo, facendole roteare gli occhi:
 

“E infatti non è per te, scemo! Però grazie per il complimento, state molto bene anche voi.”

Alek rise e dopo averle messe un braccio intorno alle spalle la spinse leggermente verso il corridoio mentre Markus, sistemandosi la giacca blu notte del completo, lanciava uno sguardo all’orologio:
 

“Si, direi che è ora di andare…”

“Non sei felice Markus, tra un’oretta starai ballando!”

“Piantala con questa storia Alek, hai intenzione di rinfacciarmelo fino a Giugno?”    Markus sbuffò ma a giudicare dal sorrisino che era comparso sul volto dell’amico… beh, era molto probabile che la risposta alla sua domanda fosse affermativa.
 

“Può essere… ma ora andiamo o faremo tardi, e visto che tra noi c’è il nostro caro Campione proprio non possiamo.”  
Alek si sistemò appena il papillon nero dello smoking prima di prendere saldamente Marlena sottobraccio, imitato ben presto anche da un ridente Markus che già si aspettava la reazione della ragazza:

“Ok, finitela. So camminare da sola, lasciatemi!”

Marlena provò a divincolarsi ma ben presto lasciò perdere, rassegnandosi e continuando a camminare “scortata” dai suoi due migliori amici che, ancora una volta, non si smentirono.
 

                                                                                    *
 

“Ley, ci sei? Dobbiamo andare… e non possiamo fare tardi o la Holland ci ammazzerà, visto che siamo con i due Campioni.”

Scarlett si sistemò il fermaglio d’argento che teneva i capelli tirati indietro da un lato, osservando il suo riflesso nello specchio con aria critica mentre Hailey era sparita in bagno da qualche minuto.

Sostenendo che – i suoi capelli davano già abbastanza colore – Scarlett indossava un vestito color avorio, dalla gonna in tulle con uno spacco e una fascia in vita che separava la gonna dal corpetto, sempre in tulle con dei ricami sopra.

La Tuonoalato si stava infilando le decolleté del medesimo colore quando la porta del bagno si aprì, facendo spuntare anche una Hailey perfettamente agghindata nella stanza.

“Ehy, ma stai benissimo! Perché quella faccia da funerale? Su Ley, sorridi, eri così felice di andare al Ballo!”
 

Scarlett rivolse un sorriso all’amica, non potendo fare a meno di trovare la situazione un po’ ironica: lei era piuttosto rilassata anche se in un primo momento non aveva avuto nessuna voglia di andare alla festa… ora quella giù di morale sembrava la sua migliore amica.

Hailey sospirò debolmente, avvicinandosi alla rossa e lanciando un’occhiata in direzione dello specchio, studiandosi con sguardo a metà tra il critico e il rassegnato:

“Non so, sono nervosa… Sai, per la faccenda dell’aprire le danze e tutto il resto. Di certo tutti si aspettano che i Campioni vadano al Ballo con ragazze molto belle… Secondo te sono all’altezza?”

Scarlett guardò l’amica per un attimo senza dire nulla, mentre reprimeva la voglia di sbattere la testa contro il muro della propria camera. Dopo aver contato fino a tre la rossa parlò, mettendo una mano sulla spalla dell’amica lasciata nuda dal vestito senza spalline che Hailey indossava, perfettamente abbinato agli occhi della ragazza:
 

“Ok Ley, sarà breve e chiara perché non abbiamo molto tempo: si, di certo tutti sono curiosi di vedere con chi si presenteranno i Campioni… e ti assicuro che sei bellissima Hailey, non farti paranoie di alcun tipo perché sarebbe inutile. Rilassati e goditi la serata perché so che non vedevi l’ora, considerando che siamo qui a prepararci da più di due ore…”

“Beh, grazie, sei molto bella anche tu.”

“Grazie. E ricorda una cosa: pensa che vai al Ballo con Markus… immagina andarci con Andrew Derex. Questo paragone non ti solleva il morale almeno un po’?”

Scarlett sorrise all’amica, che si accarezzò distrattamene i capelli castani sciolti sulle spalle e acconciati in boccoli prima di annuire, sfoggiando a sua volta un lieve sorrisetto:
 

“Poco ma sicuro… Grazie Rossa. Come mai ti vedo così rilassata, quasi soddisfatta?”

“Non saprei Ley, forse è il pensiero che con queste scarpe somiglio ad una persona normale e non ad un Hobbit… Ma ora andiamo, non vuoi certo far aspettare il tuo Campione no?”

 
“Ti ricordo che sei con un Campione anche TU! Anzi, devo ancora capire bene com’è successo perché sei stata molto vaga… Ma quando te l’ha chiesto?”

“Te lo dirò domani magari, ora non è il momento… Gambe in spalla tesoro, dobbiamo andare!”

“Ok, arrivo… Ho come l’impressione che qualcuno sarà molto felice di vederti, stasera.”

Hailey sorrise all’amica prima di passarle accanto a uscire dalla sua camera prima che Scarlett si chiudesse la porta alle spalle, guardandola con cipiglio scettico:

“Certo, ci scommetto. Cavoli Ley, ti lasci dietro un alone di Marsiglia!”
 

“Mi rilassa, lo sai… quando lo uso mi sembra di essere ancora la bambina che si tuffava nella vasca quando mia nonna faceva il bucato! Tu invece hai messo lo shampoo e il balsamo che ti ho regalato... brava ragazza. Direi che siamo pronte… Coraggio Anderson, ci aspettano di sotto!”

Con un sorriso Ley prese l’amica sotto braccio, portandosela dietro lungo il corridoio deserto mentre un paio di piani più in basso una discreta folla si era già radunata nell’Ingresso addobbato in bianco e argento, aspettando che aprissero le porte della Sala da Pranzo perché il Banchetto e il Ballo avessero finalmente inizio.

 

 

 

………………………………………………………………………………………
Angolo Autrice:

Buongiorno! Eccoci finalmente (quasi) al Ballo.
Spero come sempre che vi sia piaciuto, grazie per le recensioni lasciate al capitolo precedente!

Come avevo predetto questo capitolo è ambientato nel pomeriggio della Vigilia, appena prima il Ballo… il prossimo sarà ovviamente ambientato dalle 20 in poi quindi… Finalmente ci siamo gente!
Spero ovviamente di riuscire a scrivere un bel capitolo visto che ci tengo io in primis al Ballo ma di sicuro anche voi non vedete l’ora di leggerlo… Farò del mio meglio, giuro!

Vi metto qui sotto le immagini di qualche vestito:


 Hailey

 Marlene

 Scarlett

 Abigail

Grazie a tutte per le informazioni che mi avete mandato, spero di pubblicare presto il capitolo sul Ballo... Non linciatemi nel caso venga uno schifo, abbiate pietà.
Baci,

Signorina Granger

 

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Capitolo 15
*** Il Ballo del Ceppo ***


Capitolo 14: Il Ballo del Ceppo


Venerdì 24 Dicembre, 20:00 p.m.


“Perdindirindina, non vedo un accidenti! E menomale che ho i tacchi!”

“Rilassati Len, troverai il tuo accompagnatore… Dopotutto è così alto che è impossibile non notarlo!”

Abby si strinse nelle spalle con nonchalance mentre invece Len, in piedi accanto a lei nell’Ingresso, si guardava intorno alla ricerca di Lucas con aria preoccupata.

“Già, però non lo vedo! Ma dove si sarà cacciato…”

“Non ne ho idea, ma sono sicura che si farà vivo. Ti saluto Lennie, vado a cercare Johnny… Divertiti con il tuo biondino!”
La Tassorosso sfoggiò un sorrisetto e fece l’occhiolino all’amica prima di dileguarsi tra la folla, muovendosi con velocità sorprendente nonostante i tacchi.

“Abby, aspetta! Ma dove vai?” Marlene provò a seguirla ma con scarsi risultati, sbuffando e borbottando qualcosa su quanto le amiche fossero affidabili.
Il suo monologo venne però interrotto da una visione che le sollevò notevolmente il morale, facendola sorridere con sollievo: aveva finalmente trovato il suo accompagnatore.

Lucas era appena spuntato vicino alla porta della Sala da Pranzo e Marlene lo vide chiaramente guardarsi intorno… probabilmente la stava cercando a sua volta.
La Grifondoro sorrise e si fece largo tra gli studenti che riempivano l’ingresso per raggiungere il ragazzo, cercando di non pestare i piedi e di conseguenza distruggerli a qualcuno o pestare l’orlo di un vestito. Lucas però non si accorse di lei finché non gli fu a cinque metri di distanza, richiamandolo con un gran sorriso allegro stampato in volto.

Lucas abbassò lo sguardo e puntò gli occhi azzurri sulla ragazza, non dicendo nulla mentre teneva le mani nelle tasche dei pantaloni neri e osservava Marlene da capo a piedi, scrutandola avvolta nel vestito color glicine.

“Eccoti qui, ti cercavo! Però, come sei elegante… Stai davvero bene! Io come sto, ti piace il mio vestito?”

Marlene allargò leggermente le braccia come per farsi osservare, sorridendo mentre Luke annuiva debolmente prima di sorridere a sua volta, con meno allegria rispetto alla ragazza e leggermente più a disagio:

“Grazie… sei bellissima Len, sono sicuro che saranno tutti molto felici di poterti scrutare per bene quando balleremo.”

“Ti prego, non ricordarmelo! Bella camicia, ma ora dobbiamo trovare la Holland… dobbiamo entrare per primi, l’hai dimenticato?”

Marlene prese il ragazzo sottobraccio, aggiustandogli per un attimo il colletto della camicia rossa - il colore preferito del ragazzo – prima di spingerlo tra la folla per cercare la Vicepreside. Entro pochi minuti avrebbero aperto le porte della Sala da Pranzo e loro sarebbero dovuti entrare.


                                                                                                          *


“Ma che razza di vestito si è messa Hannah Riley? Sembra una luce al neon!”

“Scarlett, piantala di guardare i vestiti, dobbiamo trovare Markus e Jake!”

“Scusa ma è impossibile non guardarla, è fosforescente!”

Hailey lanciò un’occhiata al suddetto abito, non potendo fare a meno di essere d’accordo con l’amica anche se non glielo disse, continuando a guardarsi intorno alla ricerca del Campione di Durmstrang.

“Oh, enigma risolto… il tuo principe azzurro è a due metri dall’Insegna, quindi io tolgo il disturbo… Però, siete persino vestiti abbinati… Ci vediamo dopo Ley, vado a cercare Jake, sempre che sia qui in giro.”

“Scusa, quando dici “Insegna” intendi Hannah?” Hailey inarcò un sopracciglio ma Scarlett non le rispose, limitandosi a sorriderle prima di allontanarsi di un paio di passi proprio mentre Markus si fermava davanti ad Hailey, vestito effettivamente con un blu scuro che si abbinava perfettamente al vestito azzurro della Serpecorno.

“Ciao… Però, sei davvero bellissima.”


Markus rivolse un sorriso alla ragazza, appuntandosi mentalmente di ringraziare Scarlett per i consigli: ora si spiegava il commento sull’azzurro, visto che Hailey indossava un vestito di quel colore.

“Grazie, stai molto bene anche tu!” La ragazza ricambiò con un sorriso lievemente imbarazzato prima che Markus le porgesse qualcosa che attirò subito l’attenzione di Hailey, forse per via del colore o dei piacevoli profumi che emanava.

“Per te… fortunatamente s’intona al tuo vestito.”

Markus sorrise nervosamente, pregando mentalmente affinché il bouquet da polso che le stava porgendo le piacesse. Hailey sfoggiò un’espressione a dir poco incredula per un momento prima di sorridere a 32 denti, alzando gli occhi sul ragazzo mentre prendeva con delicatezza il piccolo bouquet:

“Grazie! Adoro questi colori… Ma sono i miei fiori preferiti, come...”

“Beh, ho dei buoni informatori a quanto pare.”

Markus ringraziò mentalmente sia Scarlett che Marlena mentre allacciava con delicatezza il bouquet al polso di Hailey che sorrise, annuendo e facendo per un attimo saettare lo sguardo su Scarlett, che alle spalle di Markus le strizzò l’occhio prima di sparire tra la folla.

“A quanto pare, sì. Vogliamo andare? Sai, non vorrei arrivare tardi visto che ho l’onore di accompagnare un Campione… E poi la Holland mi ammazzerebbe seduta stante.”

Markus sorrise, sinceramente divertito all’immagine della Vicepreside che scagliava un Anatema nel bel mezzo della sala per punirli del ritardo mentre prendeva Hailey sottobraccio, facendole l’occhiolino:

Figuriamoci… Sono io ad essere onorato.”

“Fammi indovinare, l’avresti detto anche se non fossi qui con me.”

La Serpecorno rivolse al ragazzo un’occhiata scettica mentre si avviavano verso le porte della Sala da Pranzo, che venne ricambiata con un cenno del capo di diniego:

“No Ley, te l’assicuro…”


                                                                                                                   *


Si stava guardando intorno da qualche minuto, chiedendosi mentalmente perché proprio quella sera non riuscisse a trovare una ragazza che in genere non aveva nessun problema ad individuare grazie ai capelli più che riconoscibili.

“Cerchi qualcuno per caso?”


Sentendo la sua voce Jake si voltò istintivamente, trovandosi davanti una Scarlett con le labbra dipinte di rosa piegate in un lieve sorriso e le mani dietro la schiena.

Fece per rispondere, ma indugiò per un momento mentre i suoi occhi guizzavano dal viso di Scarlett, osservandola dalla testa ai piedi. Per una attimo si dimenticò che cosa stava per dirle, ma dopo qualche istante fortunatamente il suo cervello sembrò riprendere a lavorare e sorrise, parlando nello stesso tono vago che aveva usato la rossa:
 


“Si, in effetti… Una ragazza bassa dai capelli rossi, l’hai vista?”

“Piano con le parole Miller, ho i tacchi alti…stasera non puoi ufficialmente dire che sono bassa.”

“Oh, è vero… ora sei solo più bassa di me di 10 cm, come ho fatto a non notarlo?”


Chissà, magari perché ti sei concentrato su altro…
E basta!


Scarlett sbuffò appena mentre Jake scacciava in fretta e furia quelle stupide vocette dalla sua testa, concentrandosi di nuovo su Scarlett e osservandone il vestito color avorio:

“Beh, devo dire che mi sorprendi Anderson…Insomma, so che non vedevi l’ora di venire al Ballo con me, ma vestirsi pure abbinata…”

“Beccata, in realtà ho scelto un colore chiaro apposta per essere abbinata a te in qualunque caso… Sogna Miller, sogna.” Alle parole di Scarlett Jake ridacchiò appena prima di prenderla delicatamente per un braccio, invitandola a seguirlo:

“Meglio andare prima che la Holland ci uccida… Dobbiamo entrare per primi, credo.”

“Fantastico… così se cado nessuno se ne accorgerà subito! Beh, ma tu in caso mi sorreggerai no?”

Scarlett seguì Jake, rivolgendosi al ragazzo in un tono ironico poco velato che lo fece sorridere prima di rispondere, citando le stesse parole che aveva usato la rossa poco prima:

“Sogna Anderson, sogna.”


                                                                                                           *


“Alek, scusa ma devo proprio chiedertelo… Non hai qualche macchina fotografica nascosta nella giacca, vero?”

Marlena rivolse all’amico uno sguardo indagatore, facendogli inarcare un sopracciglio mentre la guardava con stupore, non avendo compreso l’origine di quella inusuale domanda:

“No… Perché dovrei?”

“In realtà ho avuto l’ordine di chiedertelo… penso che Markus voglia assicurarsi che tu non gli faccia foto quando dovrà ballare.”
Alek strabuzzò gli occhi per un momento prima di scoppiare a ridere sonoramente, non riuscendo a credere che Markus potesse davvero aver pensato che avrebbe fatto qualche foto… In realtà non era una cattiva idea, ma di sicuro in quel caso Marlena gli avrebbe sequestrato la macchinetta e Markus avrebbe preso a rincorrerlo per tutta la Sala.

“Tranquilla Lena, nessuna macchina fotografica. Non gli farò alcuna foto, ma provvederò a prenderlo in giro per un po’ in ogni caso.”

Alek sfoggiò un sorrisetto beffardo e Lena gli diede un lieve pugno sul braccio senza però smettere di sorridere, accennando debolmente con il capo all’unico tavolo rettangolare nella Sala dove era seduto proprio il loro amico tra Hailey e Lucas, intento a parlare con aria rilassata con la sorridente ragazza vestita di azzurro.

“Oh, smettila… guardalo, sembra un bambino in un negozio di giocattoli.”

“Dici?”

“Si, lo dico… Ma non avete nemmeno un po’ di occhio per queste cose, voi?” Alek si strinse nelle spalle con nonchalance prima di riprendere a strafogarsi di cibo come suo solito, mentre Marlena roteava gli occhi con l’aria di una che ha perso le speranze.


                                                                                                           *


“Che cos’hai Len, sei nervosa?”

“Un pochino…” Marlene giocherellò distrattamente con un lembo della tovaglia bianca, facendo sorridere Lucas che le appoggiò una mano sulla spalla come a volerla tirare su di morale:

“Beh, pensa che finora sei andata benone, non sei ancora caduta!”

“Mi sei di grande conforto con queste frasi Luke, grazie.” La Grifondoro sbuffò debolmente, facendo ridere il ragazzo prima di voltarsi verso di lui, sorridendogli con sincera gratitudine:

“A parte gli scherzi… Grazie Wallaby, la tua presenza mi rilassa. Anche perché so che se dovessi schiantarmi sul pavimento di sicuro mi aiuteresti a rialzarmi.”

“Lennie, ti ricordo che lo faccio da sei anni… E con un po’ di fortuna continuerò a farlo ancora per un bel po’.” I due si guardarono per un paio di secondi, mentre Marlene sapeva per certo che Lucas era serio, non c’era alcuna nota d’ironia nella sua voce o nei suoi occhi.
La ragazza abbassò lo sguardo dopo qualche istante, riprendendo a mangiare senza dire nulla mentre una lieve sensazione d’imbarazzo la pervadeva, perfettamente consapevole che a differenza sua Lucas aveva ancora gli occhi azzurri fissi su di lei.

La osservava come se volesse studiare le sue reazioni… Lo faceva spesso negli ultimi tempi, ma Marlene non gli aveva mai chiesto apertamente il motivo.

Non era mai stata una ragazza timida o che si sentiva molto facilmente a disagio o in imbarazzo, ma quando si trattava di Lucas Wallaby le cose erano un po’ diverse… quel ragazzo sì che aveva il dono di farla sentire a disagio.


                                                                                                       *


Era strano sedersi al tavolo che in genere occupavano i professori, mentre tutti gli altri avevano come sempre preso posto nei tavolini circolari che per la serata erano stati spostati verso le pareti per dare maggiore spazio per ballare. In effetti era stato molto divertente far notare a Jake che era seduto proprio al posto che solitamente occupava la Holland, assistendo ad una reazione quasi schifata del ragazzo che era stato tentato di chiederle di fare cambio di posto.

“A proposito… che fine ha fatto la megera? Non la vedo, pessimo segno.” Borbottò il Tuonoalato guardandosi intorno con attenzione, cercando individuare una faccia che lo guardasse perennemente male senza però avere successo. Scarlett soffocò una risata sentendo il “soprannome” che Jake aveva affibbiato alla Vicepreside, dandogli un lieve colpetto sul braccio come a volergli dire di tacere:

“Parla piano, potrebbe anche comparirti alle spalle da un momento all’altro!”

“Oh, non esageriamo… Mi preoccupa di più non vederla. Magari sta montando una trappola mortale dietro la porta.”

“Certo, scommetto che è fuori dalla porta armata di ascia, in attesa che tu le passi davanti.”

Jake fermò la forchetta a mezz’aria tra il piatto e la sua bocca, analizzando le parole di Scarlett per un attimo prima di annuire:

“Potrebbe darsi, si.”

Il Tuonoalato sentì Scarlett ridacchiare, guardandosi distrattamente intorno nella Sala addobbata. C’erano diversi studenti che parlavano e ogni tanto si voltavano in direzione del loro tavolo, cosa che gli ricordò che avrebbe dovuto ballare proprio davanti a tutti…

Non vedeva l’ora, decisamente.

Gli occhi chiari di Jake si posarono su un ragazzo in particolare e indugiarono per un secondo di più durante il quale Jakob si voltò proprio verso di lui, probabilmente sentendosi osservato.

Il Tuonoalato vide distintamente il Magicospino inarcare un sopracciglio, come a volergli chiedere che avesse da guardare e Jake, approfittando del fatto che Scarlett in quel momento fosse girata verso Hailey, abbozzò un sorrisetto, prese il calice di cristallo e lo sollevò leggermente proprio in direzione di Jakob:



Alla tua salute, Young


                                                                                                         *


“Ok, no. Non ce la faccio, mi dispiace.” Markus piegò le labbra in una smorfia che fece ridere sonoramente Hailey, che lo guardò divertita appoggiare la forchetta sul piatto per poi allontanarlo leggermente, guardandolo con disgusto.

“Che deboluccio! Non è giusto, io ho dovuto mangiarle le carote!”

“Vorrà dire che tu, Hailey Silverstone, sei più coraggiosa di me riguardo al cibo. Io lo strudel non riesco proprio a mangiarlo.”

La Serpecorno rise, portandosi alle labbra un pezzo di torta al cioccolato mentre Markus lanciava un’occhiata significativa proprio in direzione della suddetta fetta di torta, facendole scuotere il capo:

“Scordatelo, non avrai la mia torta! Mi avrai anche regalato i fiori, ma i dolci sono sacri.”

Hailey sfoggiò un sorrisino mentre il ragazzo sbuffava con aria sconsolata, maledicendosi per non aver preso la torta buona invece di sfidare se stesse con lo strudel… Se fosse stata quella la Seconda Prova di certo non avrebbe avuto possibilità di vincere, poco ma sicuro.


                                                                                                          *


“Sai, non credo di farcela…” Len deglutì, tenendo gli occhi sulla “pista da ballo” deserta mentre la musica degli archi e dei fiati che suonavano da soli iniziava a riempire debolmente la Sala.

“Beh, mi spiace dirtelo ma non hai scelta… Andiamo Len, non può andare tanto male no?”

Lucas sorrise mentre si alzava dalla sedia, prendendola per mano e trascinandosela dietro, verso il centro della sala senza darle possibilità di fuga.
La Grifondoro si disse mentalmente di dare retta a Lucas e di smetterla di fare l’idiota: dopotutto era una Grifondoro, ed era la Campionessa della sua scuola.

Non poteva certo farsi spaventare da un ballo, no?


Certo, però davanti a tutti…

Lucas si fermò davanti a lei, rivolgendole un sorriso a metà tra il rassicurante e il divertito mentre le stringeva ancora la mano nella sua.

Con la pista praticamente vuota…

Il Grifondoro le appoggiò con delicatezza una mano sulla schiena, sopra al tessuto violaceo del vestito finemente ricamato e avvicinandola a lui di qualche centimetro.

Con queste scarpe…

Pregando di non pestargli un piede o cadere Len deglutì, abbassando gli occhi senza riuscire a reggere il contatto visivo per più di qualche secondo.

Tra le tue braccia…

“Rilassati, Len. E’ solo un ballo, dopotutto…” Mentre la faceva girare Lucas rivolse a Marlene un sorriso, che annuì distrattamente prima di appoggiargli di nuovo una mano sulla spalla.


In teoria sì, era solo un ballo… E allora perché le sembrava qualcosa di strano, quasi come se stesse sognando e non vivendo la realtà?


                                                                                                    *


Aveva sorriso come se trovasse divertente la sua faccia e il suo nervosismo, quando la Stevenson aveva fatto cenno ai Campioni e ai rispettivi accompagnatori di spostarsi al centro della Sala per ballare.
Si era alzata, dicendo qualcosa:

“Oh, andiamo Jake! Non è poi la fine del mondo, che sarà mai?” Quasi senza rendersene conto si era ritrovato in piedi a sua volta seguendo Scarlett sulla pista mentre sentiva distrattamente la musica e scorgeva invece perfettamente un mucchio di occhi rivolti su di loro.

Sbuffò appena, ripetendosi che con un po’ di fortuna quello stupido ballo sarebbe finito in fretta… Insomma, per quanto dovevano ballare solo le tre coppie formate dai Campioni? Solo qualche passo, poi quella tortura sarebbe finita.

Scarlett gli aveva messo la mano destra sulla spalla e lui le prese la sinistra prima di metterle una mano sulla schiena, coperta appena dal tulle del corpetto e perfettamente visibile.

Con sua gran sorpresa lei sembrava quasi divertita, sorridendogli appena e parlando a bassa voce mentre il volume della musica aumentava leggermente:

“Non curarti degli altri, ok? Ci sei tu, la musica… e ci sono io. Pensa solo a questo e vedrai che sopravvivrai.”

A Jake non piaceva il contatto fisico, in alcun modo… Non gli piaceva che qualcuno lo toccasse, nemmeno che gli si avvicinasse. Probabilmente in un altro momento, in un'altra situazione, con un’altra persona si sarebbe scostato di corsa… Ma trattandosi della “Rossa” non lo fece, non gli venne nemmeno l’idea in testa.

Annuì distrattamente, senza staccare gli occhi dalle iridi celesti di Scarlett che sorrideva come se stesse guardando un bambino che impara a camminare. Jake allungò un braccio per farla girare e quando la mano di Scarlett tornò sulla sua spalla e lui le sfiorò la schiena si rese conto che erano vicini, di certo più di quanto non fosse mai capitato prima d’ora.


Così vicini da permettere a Scarlett di vedere una sottile striscia rossa che segnava l’occhio sinistro di Jake, così vicini che il profumo dei capelli della ragazza gli solleticasse le narici.

Strabuzzò gli occhi, riuscendo finalmente a collegare i pezzi.
Era passata una settimana, ma il dolce profumo che aveva sentito dalla sua Amortentia gli era rimasto perfettamente impresso nella memoria e non gli ci volle molto per riconoscerlo.


Ecco che cos’era…

Vaniglia, vaniglia e chiodi di garofano.


Provò per un istante un moto di soddisfazione per aver finalmente capito di cosa si trattasse prima di rendersi conto di un piccolo, minuscolo, insignificante dettaglio: la dolcezza debolmente camuffata dall’amarezza dei chiodi di garofano era sprigionata dai capelli di Scarlett Anderson.

Ecco perché aveva sentito quel profumo un mucchio di volte… ma non l’aveva collegato a lei quando l’aveva sentito nella sua pozione, forse perché lui in prima persona si rifiutava di ammettere di provare qualcosa, specialmente per quel paio di occhi che variavano dal sembrare pezzi di ghiaccio a due sorridenti iridi azzurre.


                                                                                                       *


“Alek, smettila di ridere… Ti avviso, se continui Markus arriverà di corsa, ti ucciderà e non mi potrai usare come scudo umano!”

Marlena spostò gli occhi dal centro della sala per posarli sul ragazzo seduto accanto a lei, che stava effettivamente ridendo sotto i baffi mentre teneva gli occhi chiari sul loro migliore amico.

Ovviamente il Campione di Durmstrang se n’era accorto e ogni tanto provvedeva a lanciare uno sguardo omicida in direzione dell’amico, che però non sembrò farsi spaventare e continuò a ridacchiare.

Marlena roteò gli occhi, scuotendo il capo e rassegnandosi ancora una volta al comportamento che quei due avevano reciprocamente mentre la “pista da ballo” cominciava ad affollarsi.

“Dai vieni, andiamo a ballare. Però evitiamo di passare troppo vicini a Markus, non vorrei dargli modo di ammazzarmi…”

“Come credi, ma in quel caso te la saresti proprio cercata.” Marlena si alzò e sorrise con aria divertita, immaginandosi perfettamente Alek che ridacchiava mentre passavano accanto a Markus ed Hailey e il Campione che di conseguenza gli lanciava dietro una scarpa o una maledizione.

“Forse, ma non farmi rinunciare al divertimento Lena… Avresti mai detto che avremmo visto Markus ballare?”

“In effetti no, ma non se la cava certo male… E di certo non avrei mai detto nemmeno di ritrovarmi a ballare con te un giorno.”

Alek rivolse all’amica un sorriso mentre lei gli metteva una mano sulla spalla, strizzandole l’occhio:

“Che vuoi farci Lena… la vita è piena di sorprese.”


                                                                                                      *


Abigail lanciò uno sguardo in direzione di Lucas e Marlene, osservandoli con un sorrisetto ballare e scambiarsi sorrisi reciprocamente.
La Tassorosso si era appena seduta su un divanetto accanto a Johnny, mentre Sam era andato a prendere qualcosa da bere.

“Secondo te uno dei due si deciderà a fare un passo avanti, stasera? Sarebbe l’occasione buona, non credi?”

Le parole del Corvonero fecero sbuffare la ragazza con sarcasmo, rivolgendo al ragazzo un’occhiata in tralice:

“Si, decisamente… Ma hai presente di chi stiamo parlando no?”

Johnny rise alle parole della ragazza, spostando a sua volta gli occhi verdi sui due Grifondoro e concordando con Abigail:

“In effetti sono entrambi, come dire… ottusi?”

“Molto. Credo sia il termine ideale sai? Ci ho messo una settimana a far sì che Wallaby invitasse Len al Ballo!”

“Beh, non lamentarti Abby, almeno tu non ti sei dovuta sorbire i monologhi di Luke in quei sette giorni! Ogni sera la stessa storia… - Credi che Len vada con qualcuno al Ballo? Secondo te se glielo chiedo mi dice di sì? – Menomale che alla fine si è deciso, non lo sopportavo più.”

Johnny scosse il capo con aria sconsolata mentre Abigail abbozzava un sorrisetto, divertita e allo stesso tempo soddisfatta che anche il biondino Grifondoro avesse avuto qualche dubbio su Len… Dopotutto anche lei aveva ascoltato discorsi molto simili dalla ragazza.

I due restarono in silenzio per un attimo, proprio mentre un sorridente e allegro Sam faceva la sua comparsa davanti a loro con tre bicchieri in mano.

“Sono riuscito ad accaparrarmi l’idromele, ma ho dovuto quasi fare a botte con una ragazzina del quinta anno! Sono assatanate da queste parti… A che si brinda?”

Il ragazzo porse un calice ciascuno a Johnny e Abigail, che senza pensarci un momento risposero in automatico:

“Al fatto che uno dei due muoverà il culo stasera, si spera.”

“Ma di chi parlate?”

“Siediti che te lo spiego Sam, è una storia un po’ lunga…”


                                                                                                            *


Markus teneva gli occhi sul centro della sala senza curarsi troppo degli studenti che ballavano e ridevano, completamente immerso nei suoi pensieri mentre era seduto su un divanetto, le lunghe gambe accavallate e un gomito appoggiato al bracciolo mentre si accarezzava distrattamente la barba che era solito farsi crescere leggermente.

Quando, circa dieci minuti prima, aveva ballato con Hailey aveva sentito qualcosa…
Marsiglia, lo stesso che aveva sentito nella sua Amortentia la settimana prima.

Il ragazzo si era spesso chiesto perché avesse sentito quel profumo e quando l’aveva sentito addosso alla Serpecorno era rimasto sorpreso, chiedendole se usasse la Marsiglia per lavarsi i capelli.

Lei aveva riso, spiegandogli che le piaceva da quando era piccola e che la rilassava, ricordandole la sua infanzia.
Non ci aveva mai fatto caso prima d’ora, ma quella sera il profumo gli aveva come acceso una lampadina, ricordando immediatamente la lezione di Pozioni della settimana precedente.

Ovviamente era perfettamente consapevole già da un po’ che Hailey gli piacesse, ma forse non al punto da sentire il suo profumo nell’Amortentia.

Il fiume di pensieri del ragazzo venne però interrotto dall’arrivo della suddetta, che gli si avvicinò sorridendo e sedendosi accanto a lui:

“Scusa se ci ho messo un po’, non hai idea di che fila ci fosse in bagno…”

Markus si riscosse e si voltò verso la ragazza, porgendole un calice di Idromele e sorridendole:

“Tranquilla…Piuttosto, mi togli un dubbio esistenziale? Perché voi ragazze andate sempre in bagno in coppia o in… branco?”

“Non saprei dirti con precisione… Ma il bagno è dove le donne complottano sin dalla notte dei tempi, cose che voi maschietti non potete capire. Cin Cin.” Hailey sfoggiò un sorriso, avvicinando il calice a quello di Markus e facendoli tintinnare mentre anche un’altra ragazza faceva ritorno dal suo accompagnatore, che come il Campione di Durmstrang se ne stava comodamente seduto su un divanetto a qualche metro di distanza, osservando con aria pensierosa le coppie che ballavano.

Sentendo il rumore dei tacchi sul pavimento Jake alzò lo sguardo, sorridendo alla vista di Scarlett che gli si stava avvicinando:


“Ah, eccoti! Cominciavo a pensare che qualcuno ti avesse presa in ostaggio, o più probabilmente fosti scappata.”

“Non lo farei mai Jake...” La rossa sedette accanto a lui, parlando in tono vago e sistemandosi la morbida gonna in tulle sulle gambe. “… so bene che apprezzi terribilmente la mia compagnia, non potrei di certo lasciarti da solo.”

“Hai ragione, mi annoierei terribilmente. Sicura che non posso scatenare qualche rissa?”

Jake si voltò verso la ragazza, inarcando un sopracciglio e guardandola voltarsi a sua volta e allungare una mano per sistemargli distrattamente il coletto della camicia bianca:

“Sicurissima, altrimenti te la vedrai con me.”

“Va bene Caposcuola Anderson, farò il bravo. Tu invece, che cosa stai complottando?”

Jake rivolse alla ragazza uno sguardo inquisitorio, studiandola con attenzione mentre sollevava teatralmente le sopracciglia, parlando in un tono innocente che non avrebbe di certo convinto lui:


“Assolutamente nulla… Cosa ti fa credere che stia architettando qualcosa?”

“Non saprei, ma sei stata in bagno con la tua amica per un po’… e Dio solo sa che cosa architettano le donne in bagno.”

Scarlett sorrise alle parole del ragazzo, annuendo con un lieve cenno del capo ne strizzandogli l’occhio prima di replicare:

“Sagge parole… fortunatamente per voi, non lo saprete mai.”


                                                                                                                    *


Dieci minuti prima

“Ehy, Cenerentola! Come procede la serata?” Hailey si voltò, sorridendo alla vista della sua migliore amica che le si stava avvicinando con cipiglio divertito:

“Piuttosto bene, grazie… Da quando sono diventata una principessa?”

“Il tuo vestito parla, Ley. In ogni caso… Hai visto Derex per caso? Sai, l’ho incrociato venendo qui e non sembrava avere un’aria molto allegra.”

Scarlett aprì il rubinetto per lavarsi le mani, lanciando all’amica uno sguardo interrogativo attraverso lo specchio appeso al muro. Hailey sbuffò debolmente, incrociando le braccia al petto mentre era appoggiata al muro con una spalla:

“Certo che l’ho visto… E mi ha gentilmente fatto notare che con questo vestito sembro una meringa.”

“Che ha detto? Beh, spero che tu gli abbia risposto che lui sembra un…”

“No non mi sono messa a discutere, non mi andava…”

“E il tuo principe azzurro non l’ha steso? Sarebbe una così bella scenetta…” Il sorriso e le parole di Scarlett avevano una nota sognante che non passò inosservata agli occhi di Hailey, che roteò gli occhi:

“Smettila di chiamarlo così! E comunque no, in quel momento era andato a prendere da bere.”

“Vigliacco di un Derex… Sai che ti dico? Ha bisogno che qualcuno gli rinfreschi le idee dopo quello che ti ha detto la scorsa settimana e stasera… Ci vediamo dopo Ley, divertiti con il tuo Campione!”

Scarlett sorrise e uscì dal bagno senza dare tempo all’amica di fermarla o dire qualcosa, lasciandola sola nel bagno a chiedersi che cosa avrebbe combinato la rossa… una cosa però era sicura: di qualunque cosa si trattasse, lei non l’avrebbe di certo fermata.


                                                                                                      *


“Mettila come vuoi, ma una cosa è sicura: io ballo meglio di te!”

Marlene esibì un’espressione offesa alle parole di Lucas, che rise mentre camminava sull’erba accanto alla ragazza, in leggera difficoltà per via dei tacchi che affondavano nel prato.

“Come scusa? Non è affatto vero! Vorrei proprio vederti con queste scarpe, sarebbe davvero uno spettacolo per cui pagherei!”

“Tacchi? No grazie, sono già abbastanza alto… Se li indossassi a dividerci ci sarebbero più di quaranta cm!”

Quelle parole fecero piegare le labbra di Marlene in una smorfia, ricordandola quanto lui fosse alto mentre lei… beh, l’aveva paragonata ad un Puffo, dopotutto.

“Grazie per avermelo ricordato Wallaby… Dai, sediamoci, camminare sull’erba con questi affari è impossibile…”

“Considerando che tu sei instabile anche con raso terra… lo immagino, si.” Lucas rivolse alla ragazza un sorrisetto, che venne ovviamente ricambiato con una sonora sberla sul braccio mentre i due si sedevano su una panchina, facendo sospirare di sollievo Marlene.

I due non parlarono per un istante, mentre entrambi tenevano lo sguardo sul pendio ricoperto quasi interamente di neve e scarsamente illuminato.
Fu Lucas a rompere il silenzio, senza voltarsi verso la ragazza mentre si sfilava la giacca: era sempre stato caloroso e non amava particolarmente vestirsi in modo elegante… quella giacca lo stava facendo impazzire, la camicia e il panciotto bastavano e avanzavano.

“Allora Len… Dimmi, è stato così tremendo ballare con me? Sei sopravvissuta, mi sembra.”

“Non era il ballare con te a mettermi in agitazione, era il fatto di doverlo fare davanti a tutti!”

La Grifondoro sbuffò appena, ringraziando mentalmente che quel momento fosse finito: dopo quei primi minuti di agitazione si era nettamente rilassata, ritrovandosi ben presto a ridere insieme a Lucas e agli altri compagni di Hogwarts, facendosi trascinare sulla pista da Luke anche per un secondo ballo prima di decidere di fare una passeggiata fuori.

“Davvero Lennie? Non eri nervosa nemmeno un po’ a causa mia?” Lucas si voltò verso la ragazza, appoggiandole la giacca sulle spalle senza nemmeno chiederle se la voleva, reputando che quel vestito in alcuni punti quasi trasparente non dovesse tenere poi molto caldo.

Marlene si limitò a borbottare un – Non chiamarmi Lennie – invece di rispondere direttamente alla domanda del ragazzo, puntando gli occhi scuri sulle sue ginocchia ed evitando di guardarlo.

In effetti molto probabilmente un po’ del suo nervosismo era stato dovuto anche al fatto di dover ballare proprio con lui… Se da una parte Lucas aveva la capacità di metterla incredibilmente a suo agio, a volte la situazione si capovolgeva e si sentiva quasi un pesce fuor d’acqua in sua presenza, specialmente quando erano da soli.


Un po’ come ora


Sentì distintamente Lucas sospirare e con la coda dell’occhio lo vide piegato leggermente in avanti con la schiena, i gomiti appoggiati sulle ginocchia mentre teneva lo sguardo fisso sulle mani.

Dopo un attimo di silenzio il Grifondoro alzò lo sguardo per puntarlo dritto su di lei, facendola voltare quasi automaticamente, senza pensarci.

Si guardarono per un momento e poi lui sorrise, parlando e rompendo il silenzio che si era creato negli ultimi minuti:

“Sai Marlene… La settimana scorsa, quando ho annusato la mia Amortentia… Cioccolato, menta piperita, legno… Sono tutte cose che adoro, compresa la quarta. Ho capito subito che cos’era, sono profumi che conosco benissimo…”

“Si? E che cos’era l’ultimo?” Glielo chiese di getto, senza fermarsi minimamente a rifletterci su, guardandolo dritto negli occhi senza accennare a scostare lo sguardo, esattamente come era successo la mattina della partita tra Tuonoalato e Magicospino.

“Qualcosa che sento ogni giorno da anni, che mi riporta ad una persona a cui tengo davvero molto, anche se forse lei non lo sa… Il tuo profumo, Len.”

Alle parole del ragazzo Marlene sgranò gli occhi scuri, rielaborando mentalmente quello che aveva appena sentito.
Formulò l’ipotesi di aver frainteso, ma non ebbe modo o tempo di dire qualcosa comunque perché Lucas le prese delicatamente il volto tra le mani, avvicinandolo al suo e appoggiando le labbra sulle sue.

Marlene rimase spiazzata per un secondo ma poi chiuse gli occhi, rispondendo al bacio e accarezzando con una mano i capelli biondi Lucas, che aveva spostato una mano sulla sua nuca tra i suoi lunghi capelli scuri.


Lucas si staccò dopo qualche istante, rivolgendole un sorriso senza allontanare il volto dal suo:

“Cominciavo a pensare che non l’avrei mai fatto, è un sollievo.”

“No Lucas, io cominciavo a pensare che non l’avresti mai fatto…”


Questa volta fu Marlene ad avvicinarsi e a baciarlo, sentendolo per un attimo sorridere sulle sue labbra prima di stringerla tra le sue braccia.

Quel Ballo aveva preso una piega piacevole, non c’era alcun dubbio… Inaspettata, ma piacevole.


                                                                                             *


“Ti va di andare fuori un attimo? Queste scarpe mi stanno uccidendo e forse fuori potrò togliermele senza che qualcuno mi guardi male…”

Jake lanciò un’occhiata ai tacchi di Scarlett, non invidiandola per niente e annuendo per poi alzarsi: in fin dei conti non aveva voglia di ballare e non poteva combinare guai… anche se aveva comunque trovato il modo di divertirsi ridendo e prendendo in giro studenti a random insieme a Scarlett.

La rossa si alzò e fece per avviarsi verso la porta della Sala quando la sua attenzione sembrò catturata da qualcosa… o qualcuno che aveva appena individuato.

La ragazza si fermò, tenendo gli occhi fissi su un ragazzo seduto ad un tavolo a qualche metro di distanza. Jake si voltò verso di lei, guardandola con aria interrogativa mentre le si avvicinava leggermente:

“Chi stai guardando?”

“Puoi scusarmi un momento Jake? Devo… fare una cosa, ci metto un secondo.” Senza nemmeno dargli tempo di rispondere o fare domande Scarlett partì dritta verso il tavolo, dimenticandosi apparentemente di avere i piedi doloranti per via dei tacchi alti.

“Ma che cosa vuoi fare?” Jake inarcò un sopracciglio, seguendola con lo sguardo e chiedendosi cosa passasse per la testa di quell’imprevedibile ragazza.

Spalancò gli occhi quando realizzò a chi si era avvicinata Scarlett, sorridendo subito dopo e preparandosi a godersi lo spettacolo: non sapeva che motivi aveva, ma di certo sarebbe stata una scenetta divertente trattandosi della Rossa.


                                                                                              *


“Ley, il tuo ex mi guarda un po’ male… Sei sicura di non piacergli ancora?”

“Veramente non credo di essergli mai piaciuta… Scusa, ma come fai a sapere che è il mio ex? Te l’ha detto Scarlett?”

Hailey inarcò un sopracciglio, iniziando già a preparare mentalmente un discorso da fare alla sua dolce migliore amica mentre Markus scosse appena il capo, negando e spiegandosi meglio mentre ballavano in mezzo alla sala, evitando così alla Tuonoalato una bella lavata di capo:

“No, diciamo che l’ho intuito. Non che ci volesse molto, ce l’hai con lui a tal punto da ricoprirgli la faccia di bolle…”

“Tecnicamente non sono stata io, è stata Scarlett!” Il ragazzo però sembrò non sentire la precisazione di Hailey, guardandola con aria eloquente come a volerle dire che non cambiava poi molto.
La Serpecorno sospirò, annuendo appena con un cenno del capo e lanciando uno sguardo carico d’astio in direzione di Andrew, seduto ad un tavolo poco distante da loro.
Markus intanto continuava a guardarla con curiosità, come in attesa che lei dicesse qualcosa… che si spiegasse.

“Diciamo che siamo stati insieme per un po’, un paio d’anni fa… O almeno pensavo fosse così, lui non era d’accordo ma lo scoperto solo dopo un bel po’. Ironico, in effetti.”

Hailey sorrise amaramente, dandosi ancora una volta mentalmente dell’idiota. Come potesse aver avuto una simile cotta per un imbecille rimaneva un mistero... Si era fatta trattare come una stupida e ci era anche rimasta malissimo.

Il tutto per cosa? Per un completo idiota.

Markus la guardò, confuso dalle sue parole: cosa intendeva dicendo che lei pensava di essere la sua ragazza?

“Scusa Ley, non voglio mettere il dito nella piaga… Ma cosa intendi? Si può pensare di stare con qualcuno?”

“Nemmeno io credevo fosse possibile, ma Andrew Derex mi ha convinto del contrario… Pazienza, guardo il lato positivo: forse se si fosse comportato diversamente ora starei ballando con lui, quindi probabilmente dovrei ringraziarlo!”

Hailey sorrise sinceramente e Markus ricambiò, facendo guizzare gli occhi oltre la spalla di Hailey. Il sorriso sul volto del ragazzo si allargò mentre tornava a guardare la Serpecorno con aria divertita:

“Sai… forse qualcuno non la pensa esattamente così. Ma la mia è solo un’ipotesi, ovviamente.”

Il ragazzo osservò con divertimento l’espressione confusa che comparve sul volto della ragazza, ma durò solo solo per pochi secondi: Hailey si voltò leggermente per guardare in direzione di Derex, sorridendo a sua volta mentre capiva a chi si stesse riferendo Markus.

Ho la sensazione che non sia solo un’ipotesi…”


                                                                                              *


“Ciao Derex.”

Andrew alzò lo sguardo, lanciandole un’occhiata confusa che ignorò, rimanendo in piedi davanti a lui a ricambiare il suo sguardo con cipiglio perfettamente rilassato.

“Anderson… ciao. Ti manda la tua amichetta?”

“No, ma come l’hai definita tu, la mia amichetta è un po’ come la mia famiglia… E a me non piace che le persone a cui tengo vengano trattate male Derex. Specialmente se a comportarsi male è un perfetto imbecille senza cervello.”

Scarlett sfoggiò un sorriso, parlando in tono calmissimo senza alzare il tono di una singola ottava e guadagnandosi un’occhiata seccata da parte del ragazzo, che la guardò come se fosse una seccatura da cui volersi liberare in fretta:

“Senti Scarlett, so che tu ed Hailey siete amiche… ma quello che faccio non sono affari tuoi, nemmeno se c’entra lei.”

“Forse, ma sono un’esperta a ficcanasare… Te lo chiedo gentilmente Andrew: gira al largo da Hailey e comportati quantomeno gentilmente. Dopo come ti sei comportato sarebbe il minimo, ma evidentemente hai bisogno di una spintarella.”

Andrew si girò completamente verso di lei, restando seduto sulla sedia e osservandola con attenzione mentre Scarlett non si scomponeva minimamente, restando impassibile e rilassata come se stessero chiacchierando amabilmente.

“Non ho bisogno di alcuna spinta, fatti gli affari tuoi e non giocare al poliziotto… Credo di aver capito che tipo sei, Scarlett.”

“Oh, ne dubito… Ma io di certo ho capito te…” Sguainando un sorrisetto beffardo la mano di Scarlett volò su un calice senza nemmeno staccare gli occhi da Andrew e continuando a parlare in tono pacato, a voce bassa:

“… e so che le teste di rapa vanno annaffiate per bene.”


Un attimo dopo il contenuto del bicchiere era stato interamente svuotato sulla testa del ragazzo, facendo allargare il sorriso di Scarlett mentre qualche risata risuonava da qualche studente nei paraggi che aveva assistito alla scena.

La Caposcuola appoggiò di nuovo il calice sul tavolo, guardando divertimento crescente Andrew che si passava una mano tra i capelli fradici per scostarli dalla fronte, fulminandola con lo sguardo mentre si alzava:

Anderson, questo non lo dovevi…”

“Scarlett, eccoti qui! Ti diverti a far aspettare le persone, eh?”

Scarlett sentì un braccio poggiarsi sulle sue spalle, facendola voltare di scatto: Jake si era materializzato accanto a lei, rivolgendole un sorrisetto mentre giocherellava con una ciocca dei suoi capelli.
Gli occhi chiari del Tuonoalato si spostarono su Andrew, guardandolo con aria divertita prima di parlare:

“Che fai Derex, cerchi di fregarmi la ragazza? Scusa, ti è andata male… Andiamo, Rossa?”

Non osando replicare Scarlett si limitò a sorridere e annuire, lanciando un’ultima occhiata divertita in direzione di Andrew mentre Jake la costringeva a voltarsi, camminando a passo svelto sul pavimento verso l’uscita della Sala. Entrambi scoppiarono a ridere mentre attraversavano la stanza zigzando tra gli altri studenti, consapevoli di avere molti sguardi puntati addosso mentre se la davano elegantemente a gambe.


                                                                                                  *


“Sapevo che ci sarebbe stata una scenetta simile presto o tardi! Marlena, mi devi dei soldi!”

“Un cavolo, io non ho scommesso un bel niente! Non mi metto a scommettere Alek, lascio quel passatempo a te e a Markus… A proposito, guardalo come si diverte! Non lo vedo così allegro nemmeno all’ultimo giorno di scuola, sei d’accordo?”

Marlena rivolse all’amico un sorriso, felice di vedere Markus così contento in compagnia di Hailey. Alek si limitò invece a stringersi nelle spalle, borbottando qualcosa di poco comprensibile mentre faceva dondolare la gamba accavallata sull’altra a ritmo della musica che aveva riempito la Sala, molto più ritmata rispetto ai lenti d’inizio serata.

di conoscere Aleksandur Yavor… Quella sera ne ebbe la completa a certezza, quando capì che cosa il ragazzo voleva fare con diversi secondi di anticipo: Alek si voltò verso di lei con un sorrisetto stampato in faccia, quello che non prometteva mi nulla di buono ai suoi occhi. Un attimo dopo aveva appoggiato il bicchiere che teneva in mano sul tavolino accanto al divano e, prendendola per un braccio, l’aveva fatta alzare.

Alek, scordatelo… Non ballo questa musica con queste scarpe!”

“Beh, toglitele allora! Muoviti Lena!”

La ragazza fece per ribattere, ma decise di lasciar perdere vedendo il sorriso di Alek:


Solo per questa volta, Yavor


“Oh, e va bene… Al diavolo.” Sbuffando debolmente la ragazza si sfilò le scarpe col tacco alto celesti, lasciandole accanto al divano e avvicinandosi al centro della pista insieme al ragazzo, che l’aveva presa per un braccio sorridendo allegramente.

“Ehy, eccovi qui! Lena, Alek si comporta bene?” Markus comparve accanto a loro, sorridendo e mettendo le braccia intorno alle spalle di entrambi.
Alek rivolse alla ragazza un’occhiata eloquente ma Marlena non rispose subito, fingendo di rifletterci per un attimo prima di parlare:

Si, diciamo che fa il bravo…”

“Solo il bravo? Alek, vergognati!”
Marlena scoppiò a ridere e Markus la imitò di fronte alla faccia offesa del ragazzo, che li guardò come se stessero complottando contro di lui:

“Non è vero, mi comporto impeccabilmente! Lena, non essere sempre pignola!”

“Sto scherzando, scemo! Nemmeno tu puoi lamentarti però, mi sono pure tolta le scarpe per accontentarti!”

Alek e Markus si scambiarono un’occhiata prima di sorridere e avvinghiarsi entrambi alla ragazza a mo’ di cozze, abbracciandola e rischiando di spezzarle qualche costola.

“Come sei dolce Lena, lo sapevamo che infondo ci vuoi bene!” Alek rise alle parole di Markus, pronunciate con un tono volutamente ed esageratamente melenso che fece quasi rabbrividire la ragazza mentre cercava di divincolarsi dalla stretta soffocante dei due:

“Non dite scemenze, sarà che è Natale… Staccatevi o vi affatturo entrambi domani mattina, altro che buongiorno Natalizio!”

“Lo vedi Alek, si è addolcita… Normalmente ci avrebbe minacciato di affatturarci seduta stante!”

“Hai proprio ragione, in realtà ha un cuore d’oro ma ce lo vuole nascondere…”

“Finitela, vi ricordo che sono qui e sento tutto quello che dite! E ora allontanatevi da me, minimo 5 metri di distanza fino alla fine dell’anno!”


                                                                                                  *


“Ciao ragazzi… Sapete dov’è Abby?”

Johnny e Sam e si voltarono, trovandosi davanti una Marlene sorridente.

“Te la sei persa Len, è appena andata via…”

“Fa’ niente, vorrà dire che tornerò in camera anche io… Buonanotte ragazzi, e buon Natale!” La Grifondoro rivolse ai due compagni di scuola un gran sorriso prima di girare sui tacchi e tornare nell’Ingresso, imbattendosi così in Lucas che l’aspettava fuori dalla porta.

“Hai trovato Abby?”

“No, è tornata di sopra… E credo che la raggiungerò. Sai, ho giusto un paio di cose da raccontarle… Buonanotte Wallaby, ci vediamo domattina.”

Marlene sorrise, avvicinandoglisi e appoggiando le mani sulle sue spalle per dargli un bacio a stampo.

“Ok, notte Lennie…”
Lucas le rivolse un ultimo sorriso e una strizzatina d’occhio prima di sparire su una scala a chiocciola, lasciando la Grifondoro sola nell’Ingresso.

La ragazza si avvicinò alle scale infondo alla sala quasi di corsa, non vedendo l’ora di vedere la sua migliore amica per… beh, per raccontarle cosa era successo al Ballo.
E aveva come la sensazione che la sua “Cupida” sarebbe stata entusiasta di quello che stava per sentire…


                                                                                                       *


“Non pensavo che gli avresti svuotato un bicchiere in testa, sinceramente… Ero più propenso verso una maledizione, visto che l’atra volta gli hai rifilato una pozione volutamente fatta male a colazione.”

“Non sarebbe stato male, ma non mi andava di sollevare troppa confusione… Finire in presidenza non è il mio Natale ideale.”

Scarlett si strinse nelle spalle, mentre lei e Jake uscivano dalla porta d’ingresso, passando in mezzo alle statue di Isotta e William che affiancavano l’entrata per poi sedersi sui gradini color bianco sporco che paragonati alla neve sembravano quasi grigi.

“Sei sicura di voler stare qui?”

“Certo, perché? Ti dà fastidio il freddo?” Scarlett si sfilò le scarpe, sorridendo istintivamente con sollievo mentre appoggiava i piedi sul gradino freddo.

“No, io adoro il freddo… Però non si può dire che tu sia molto…coperta.”


“Pazienza, sono piuttosto resistente... Non mi ammalo mai.”

“Certo. Dimmelo dopodomani, quando sarai confinata a letto per tutte le vacanze per broncopolmonite... Tieni.” Sbuffando debolmente Jake si sfilò la giacca, porgendola alla ragazza con l'aria di chi non è disposto ad accettare un no come risposta. Dopo aver esitato per un attimo Scarlett la prese, infilandosela e sorridendo appena al compagno di Casa:

“Grazie... Ma che ti succede stasera Jake? Prima mi vieni a salvare da Derex, poi mi dai la tua giacca... La tua galanteria mi commuove.”

“Non saprei, sarà buonismo Natalizio. Non ti ci abituare Rossa.”

“Lo farò... E proprio per buonismo Natalizio eviterò di affatturarti per il modo con cui ti ostini a chiamarmi.”


La ragazza gli rivolse un sorriso dolce e minaccioso allo stesso tempo, facendolo sorridere con aria divertita. I due rimasero in silenzio per qualche istante, finché Scarlett non parlò voltandosi di nuovo verso di lui:

“Hai un segno rosso sull’occhio... Che cos'è?”

Anche Jake distolse lo sguardo dal pendio davanti a loro e si voltò verso Scarlett, stringendosi nelle spalle prima di rispondere in tono vago:

“Mi ha punto una medusa quando ero piccolo.”

“Sull’occhio? Che sfortuna... Le odio, quelle schifose.”


Già, anche io


Jake sorrise appena, non potendo che concordare con le parole della ragazza: detestava le meduse da quando era piccolo, quando durante una gita al mare con suo padre e suo fratello era stato punto all’occhio...
Perché era entrato in acqua da solo quel giorno? Probabilmente per cercare di attirare l'attenzione degli altri due, troppo impegnati a giocare a calcio per badare a lui.


Jake si riscosse dai suoi pensieri sentendo di nuovo la voce di Scarlett, voltandosi verso di lei mentre la rossa lo guardava con aria interrogativa, come se gli avesse appena fatto una domanda e stesse aspettando la risposta.

“Scusa, puoi ripetere? Stavo... Pensando ad altro.”

“Ti ho chiesto... Mi dici perché hai invitato proprio me? Sono sicura che avessi ampia scelta, ci sono un sacco di ragazze del quinto o sesto anno che sarebbero svenute se glie l'avessi chiesto.”

“Esagerata.”


“No, è vero! Te l’assicuro, bastava vedere certe facce durante il Banchetto o il ballo...”

“Gelosa, Anderson?”

Jake sorrise, disegnando con un dito dei ghirigori sulla sottile superficie di nevischio che aveva ricoperto il gradino mentre Scarlett roteò gli occhi come se fosse esasperata:


“No Miller... Ma rispondi alla mia domanda, per favore.”


“Beh... Tanto per cominciare la Holland non mi avrebbe di certo stressato vedendomi con te, la sua piccola Caposcuola perfetta.”


“Grazie tante...” Scarlett tornò a puntare gli occhi sul cielo scuro con aria torva, dandosi mentalmente della cretina per aver pensato anche solo per un attimo di potergli piacere almeno un po’.

“E poi... Diciamo che ero sicuro che con te mi sarei divertito, con qualcun altra... Ho i miei dubbi.”

“Beh, in tal caso sono lieta di averti rallegrato la Vigilia di Natale Miller... Se me l'avessi detto prima avrei anche preparato qualche scenetta.”

“Oh, non serve... Sei divertente così come sei, solo tu potevi rovesciare in testa un bicchiere a Derex solo perché ha detto qualcosa di male alla tua amica.”

Jake sfoggiò un sorriso sinceramente divertito mentre Scarlett si alzava, annuendo:

“Che ci vuoi fare, sono fatta così... Ora però meglio tornare dentro, si gela e credo che tra poco ci faranno tornare di sopra.”

“Probabile... Però ora tocca a me Anderson... Perché sei venuta con me invece che con Young?”


Scarlett però non rispose, infilandosi al volo le scarpe e tornando nell’ingresso affollato mentre gran parte degli studenti iniziava a tornare nelle rispettive stanze.

Jake sbuffò e si alzò, seguendola e reclamando la risposta che lei gli doveva ma Scarlett una volta nella grande sala si limitò a sorridergli, sfilandosi la giacca per ridaglierla:

“Scusa Jake, ma sono veramente stanca... Buonanotte... E buon Natale!”

Il Tuonoalato sbuffò, richiamandola mentre lei si allontanava:


“Andiamo Scarlett, non vale! Io ti ho risposto!”

La rossa però non si voltò, lasciandolo solo e piuttosto irritato nell’Ingresso a chiedersi quale sarebbe stata la sua risposta:


Tanto non puoi scappare per sempre, Rossa


                                                                                            *


Abigail era appena uscita dal bagno con il pigiama addosso quando la porta della camera si aprì, facendo comparire una sorridente Marlene ancora perfettamente agghindata.

“Eccoti qui! Sei salita un po’ prima, come mai?”


“Domani torno a casa e devo ancora finire di fare la valigia... Sarà meglio svegliarsi prima.” La Tassorosso fece spallucce, sedendosi sul letto e Marlene la imitò, avvicinandosi all'amica e sedendo davanti a lei sul copriletto rosso:


“Mi dispiace che torni a casa...”

“Poche storie, sto via appena due settimane dopotutto! Ma ora voglio sapere di te, Campionessa. Dimmi, com’è andata con Lucas? Ho notato con piacere che non ti sei uccisa ballando e che hai seguito i miei consigli.”


Abigail sorrise, osservando l'amica con aria divertita e non vedendo l'ora di sentire dalla Grifondoro i dettagli della sua serata. Per tutta risposta anche Len sorrise, passandosi una mano tra i capelli scuri prima di parlare:


“Ora ti racconto... si può dire che con questa sera la tua opera di Cupido si sia conclusa con esito positivo, i miei complimenti Abigail Palmer.”

Il sorriso di Marlene si allargò vedendo l'amica sgranare gli occhi mentre stringeva un cuscino, per poi intimarle di raccontarle tutto seduta stante e mandando così al diavolo la sveglia del giorno dopo e il proposito di non andare a letto troppo tardi.


                                                                                                   *


Dopo aver bussato leggermente aprì la porta, tenendo ancora in mano il bouquet da polso che le aveva regalato Markus prima del Banchetto.
Come sospettava Scarlett era sveglia, seduta sul letto appoggiata ai cuscini.

“Ciao... Posso entrare?”

“Certo.” Hailey si chiuse la porta alle spalle e le si avvicinò, sedendo sul letto dell'amica e sorridendole:

“Allora rossa... Dimmi, com’è andata la serata?”

“Bene, ma preferirei chiedertelo io... Non ti vedevo così allegra da quando hai vinto la partita contro la mia Casa ad Ottobre!”

Hailey sorrise e annuì appena alle parole dell’amica, sapendo che aveva ragione mentre accarezzava distrattamente i petali azzurri dei fiori del bouquet.


“Probabile... Mi sono divertita, avrei voluto durasse di più. Comunque grazie per aver contribuito innaffiando Derex, è stato molto piacevole da vedere.”

“Non ti hanno detto che per le principesse la festa finisce sempre a mezzanotte? Per quanto riguarda Derex... Mai quanto farlo, mi sono sentita realizzata. Avrei dovuto farlo anni fa, probabilmente. Sicura di non voler tornare a casa domani?”


“Si, quest’anno rimango a scuola... È l'ultimo Natale qui, sono sempre tornata a casa... Sarà la prima volta in cui passiamo le feste insieme!”


“Oh certo, lo fai per me. Un ragazzo dagli occhi chiari non c'entra niente immagino...”

Hailey prese un cuscino e colpì all'amica in testa, facendola ridacchiare e guardandola con aria divertita per poi prendendo il medesimo cuscino e stringendolo al petto:

“Sto scherzando... Mi fa piacere che rimani, ovviamente.”

“Lo credo bene! E sappi che ti sarà severamente vietato di passare la giornata qui da sola, farò in modo che tu non tenga il muso.”

“Io non tengo il muso!”

“Nel periodo natalizio si! Ma ora dormi Scarlett... Domani sarà una giornata piena. Buonanotte e... Bel pigiama!”

Hailey si alzò, ridacchiando e schivando il cuscino che le aveva tirato Scarlett quando aveva accennato al suo pigiama, ovviamente rosso.

“Guardati il tuo, Miss Charming! E comunque me l'hai regalato tu!”

“Per questo ho detto che è bello, no? Ci vediamo domani Scarlett, sogni d’oro!”


Con un ultimo sorriso allegro la Serpecorno si chiuse la porta alle spalle, lasciando Scarlett di nuovo sola nella stanza e in silenzio.
La ragazza esito per un attimo e poi si stese sul materasso, non potendo fare a meno di chiedersi che cosa intendesse la sua amica con “giornata piena”.


                                                                                                                  *


Si avvicinò al letto e ci lasciò subito cadere la giacca nera sopra, restando in piedi mentre si sfilava il nodo della cravatta.
Se la sfilò lentamente, la testa completamente da un’altra parte, per poi farla cadere sul copriletto scuro. Gli occhi di Jake si spostarono verso la giacca abbandonata lì accanto prima di chinarsi e prenderla quasi in automatico, senza riflettere.

E sempre senza riflettere il ragazzo la sollevò, avvicinandola al suo viso e chiudendo automaticamente gli occhi mentre lasciava che il profumo della giacca gli solleticasse di nuovo le narici. Quando glie l'aveva data ci era rimasto il suo profumo impresso... Vaniglia e chiodi di garofano, di nuovo.

Dopo qualche istante riaprì gli occhi, sospirando e lasciandosi cadere sul letto, lasciando la giacca accanto a lui mentre si sfilava le scarpe usando solo i piedi.
Jake si passò una mano sul viso, conscio di sentire quel profumo e di rivedere Scarlett che gli si avvicinava con addosso quel vestito chiaro ogni volta che chiudeva gli occhi.


Sbuffò e si girò sul materasso, facendo sprofondare il viso nel cuscino e chiedendosi  perché, perché proprio a lui.


















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Angolo Autrice:

Premetto che credo di aver scritto alcuni punti almeno 3 volte, continuando a cancellare perchè non mi decidevo mai...  spero vivamente che vi piaccia perchè è stato un mezzo parto.
In caso contrario siete autorizzate a linciarmi, ma spero che non ce ne sarà bisogno.

Grazie a tutte di nuovo per le informazioni che mi avete mandato e per le recensioni, spero che questo fantomatico capitolo sul Ballo sia di vostro gradimento perchè era piuttosto atteso, ho idea...


Quanti appalusi per i Marluke? XD E una coppia è ufficialmente canon, attendiamo sviluppi per le altre adesso...

Ditemi che ne pensate, a presto spero!


Signorina Granger

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Capitolo 16
*** La festa della famiglia ***


Capitolo 15: La festa della famiglia 

 
Ogni famiglia ha un segreto, e il segreto è che non è come le altre famiglie 
 
24 Dicembre 2085

“Papà, quando torni a casa?” 

L’uomo si voltò, sorridendo con lieve nervosismo alla bambina che era comparsa sulla soglia della stanza, con i grandi occhi azzurri fissi su di lui.


“Ehi, piccolina... Torno un po’ tardi tesoro, mi dispiace ma sai come funziona...”

Si chinò, inginocchiandosi sul pavimento mentre la figlia gli si avvicinava, guardandolo con gli occhi ormai privi di delusione; non seppe mai se considerarla una buona cosa o meno. 

“Dovevamo fare i biscotti insieme.”      Sospirò, alzando una mano per accarezzarle i boccoli:

“Lo so, mi dispiace... Li faremo domani, ok? Le persone stanno male piccola...”

“Anche a Natale. Lo so.” 


Non c'era stizza nella voce della bambina, né rabbia o delusione... Una semplice affermazione detta quasi con rassegnazione. 

Si sforzò di sorriderle, annuendo prima di darle un bacio sulla fronte pallida e alzarsi:

“Ci vediamo più tardi, ok? Mi raccomando, non...”


“Non devo aprire a nessuno, devo tenere le luci accese e se chiama qualcuno che ti cerca te lo dirò.”             

La bambina parlò come se stesse elencando la lista delle cose da comprare al supermercato, stringendosi nelle spalle e mantenendo un tono di voce piatto, come se avesse detto quelle stesse parole milioni di volte.

E in effetti era così.

Le accarezzò il capo per un attimo, rivolgendole un sorriso prima di sparire dal salotto, raggiungendo l'ingresso e salutandola un'ultima volta.

Quando sentì la porta chiudersi rimase per un momento ferma, immobile nella stanza con gli occhi fissi sulla soglia, quasi sperando di vederlo tornare indietro per dirle che quell'anno sarebbe stato a casa con lei. 

Dopo qualche secondo capì che ancora una volta non sarebbe successo, così trotterellò verso la TV per accenderla: in fin dei conti, alla Vigilia facevano sempre un mucchio di film sul Natale... E le era sempre piaciuto guardare numerose famiglie che si riunivano attorno ad un tavolo. 

Sabato 25 Dicembre, 2095


“Sveglia, dormigliona! E Buon Natale!” 


Sospirò, tenendo il volto premuto sul cuscino mentre si chiedeva se avrebbe mai passato un Natale come le altre persone lo intendevano... 

Di certo quando si giro sul fianco sbuffando e puntò gli occhi sulla sua migliore amica, capì che quello senza dubbio era il risveglio più natalizio che avesse mai avuto.

“Ciao Ley... Ora sono sveglia, grazie. Perché hai quell’affare in testa?” 


Hailey sfoggiava un gran sorriso allegro oltre ad un capello da Babbo Natale in testa che fece inarcare un sopracciglio alla rossa.

“Beh, è Natale! Che cosa dovrei mettermi, un capello da megera? Ehi, però se vuoi ne ho anche uno da Elfo...”

“Grazie, ma passo.”

“Però ti starebbe bene, sei piccola con i capelli rossi, saresti un’elfetta cariniss- ok, lasciamo stare.” 


La Serpecorno si affrettò a chiudere il discorso cogliendo lo sguardo truce di Scarlett, riprendendo però immediatamente a sorridere e a parlare allegramente mentre tentava di strappare le coperte dalle mani dell’amica:

“Oh andiamo, devi alzarti, è Natale! Non si passa la mattina di Natale a dormire, vergognati!”

“Beh, mi spiace deluderti ma io lo faccio da quando avevo sei anni! Scusa, non hai qualcun altro da trascinare in giro? Tipo non so, tuo fratello...” 


“Tranquilla, a Fabian di penserò dopo, ora mi concentro su di te. A proposito, grazie per il portagioie che mi hai regalato, è bellissimo!” 

“Mi fa piacere che ti piaccia...” Scarlett si alzò anche se un po’ di controvoglia, sapendo che ormai Hailey aveva deciso che doveva alzarsi... Quindi non avrebbe di certo potuto dormire fino a tardi, non quella mattina.

Gli occhi azzurri della ragazza si posarono sui piedi del letto, adocchiando quasi come se fosse una calamita una piccola scatola blu. Hailey seguì il suo sguardo e le chiese  se volesse aprire i regali, ma la rossa rispose che l'avrebbe fatto dopo colazione prima di sparire in bagno per cambiarsi e mettersi la divisa.


Hailey inarcò un sopracciglio, sospettosa sulle sue parole mentre posava gli occhi su quella piccola scatola: aveva come la sensazione che non avrebbe aperto quel regalo. 

“Questo è da parte di tuo padre, non vuoi aprirlo adesso?” 

Hailey prese la scatola, ma dal bagno ottenne come risposta solo che poteva aprirla lei, per risparmiare tempo.

Ci scommetto che non lo aprirai, Scarlett


Decisa a non permettere alla sua amica di ignorare il regalo del padre Hailey sciolse il fiocco e aprì la scatola, rimanendo a bocca aperta di fronte ad una bellissima collana d'oro bianco. 

“Wow, è davvero bella! Tuo padre ha gusto Scarlett, il mio neanche un po’! Guarda!”  Hailey sorrise, girando la scatola per far vedere la collana all’amica che era appena uscita dal bagno infilandosi il gilet rosso della divisa.

Scarlett lanciò una fugace occhiata alla collana per poi stringersi nelle spalle, sostenendo che se voleva poteva tenersela mentre si legava distrattamente i capelli in uno chignon.
Hailey sgranò gli occhi, guardando l'amica con incredulità e certa che non stesse dicendo sul serio... Non poteva davvero dare via un regalo, di suo padre per giunta!


“Ma che dici Scarlett, te l'ha regalata tuo padre! Non posso certo tenerla, è tua!” 


Per tutta risposta la rossa di strinse nelle spalle prima di sorriderle, annunciando che aveva una gran fame e che era meglio scendere per fare colazione prima che le cose più buone venissero spazzolate via.
Hailey chiuse lentamente la scatola e la rimise sul letto, anche se non le sfuggì l’occhiata che la Caposcuola aveva lanciato in direzione del copriletto, come se per un momento avesse cercato qualcosa. 


Hailey capì che cosa avesse sperato di trovare Scarlett solo quando l'ebbe seguita fuori dalla camera, realizzando che mancava qualcosa, in effetti: nessun biglietto, nessuna lettera. 


                                                                        *


“Mi mancherai...”

“Anche tu.” 


Lucas inarcò un sopracciglio, guardando Abby e Len strette in un abbraccio con aria accigliata: sembrava quasi che si stessero per separare per un periodo di tempo molto lungo...

“Ehm, ragazze...Abby starà via due settimane, non sei mesi...” 


Le due si voltarono verso di lui, facendogli passare immediatamente la voglia di parlare con una doppia occhiata croce che li fece abbassare lo sguardo, borbottando sommessamente – Ok, ho capito, sto zitto –. 



Le due amiche tornarono così a rivolgersi l’una all'altra, sciogliendo l'abbraccio mentre Len sorrideva:

“Mi raccomando, salutami i tuoi genitori... E scrivimi, almeno un paio di volte. Passa una bella giornata.”

“Sarà fatto, ti scriverò almeno ogni due giorni. Quanto a te Wallaby... Mi raccomando, te l'affido. Fai in modo che non si rompa qualcosa in mia assenza!” 

“Tranquilla Abby, quando tornerai sarà tutta intera.”


“Scusate tanto, vorrei ricordarvi che io sono ancora qui e che non sono una bambina di tre anni che rischia di farsi male costantemente!” 


“Sarà, ma stamattina dei rotolata giù dal letto e hai sbattuto la testa contro il comodino...” 


“... Beh, non c'entra! Stavo dormendo, non ero sveglia quindi non cosciente.” 

A quelle parole Lucas e Abigail si scambiarono uno sguardo, non osando parlare ma pensando la stessa cosa: se era in grado di farsi male dormendo, figuriamoci quando era cosciente...


                                                                             *


“Scusate, volevo dire una cosa a Scarlett... Alek, spero che tu non abbia finito tutto il pudding mentre non c’ero!” 

Markus sedette accanto a Marlena, di fronte al suo migliore amico che aveva appena spazzolato la seconda porzione di pudding natalizio.  Alek gli rivolse un’occhiata in tralice, come a volergli dire “Mi hai preso per una pattumiera?”    mentre Marlena teneva lo sguardo in alto, sui gufi che stavano planando nella Sala da Pranzo per consegnare la posta. 


La ragazza sorrise quando un gufetto grigio fece cadere una lettera davanti al suo piatto, aprendola subito mentre Markus suggeriva ad Alek di non mangiare lo strudel, visto che a detta del ragazzo quello servito ad Ilvermorny era veramente pessimo.
Markus vide distintamente Alek rivolgere al soffitto della Sala un’occhiata quasi speranzosa, anche se in cuor suo sapeva che anche quell’anno non gli sarebbe arrivato alcun augurio dalla famiglia. 

Markus aprì a sua volta la lettera che gli avevano mandato i genitori, mentre Alek continuava a mangiare stranamente in silenzio e Lena sospirava, ripiegando la sua. 

“Che c'è? Problemi?”    Alek inarcò un sopracciglio, ma la ragazza non rispose limitandosi a scrollare le spalle. 

“Lo solite cose...”   Marlena parlò a voce bassa, guardando il piatto davanti a lei con una fetta di pudding prima di spostarlo leggermente con le dita: le era decisamente passata la voglia di mangiarlo, conscia che a casa la sua famiglia di certo non poteva permettersi di farlo.

Sia Alek che Markus intuirono i pensieri della ragazza, ma non dissero nulla limitandosi a scambiarsi un’occhiata, mentre anche il Campione di Durmstrang ripiegava la lettera dei genitori per infilarsela in tasca. 


“Allora... Quando Alek avrà finito di rimpinzarsi di cibo, che cosa vogliamo fare?” 

“Ehi, piano con le parole! Io non mi rimpinzo!

“Questione di punti di vista.” 


Marlena per una volta non s’intromise nella conversazione tra i due per farli tacere o per dare ragione a qualcuno, alzandosi invece dalla sedia mentre diversi studenti intorno s loro li guardavano con curiosità, probabilmente chiedendosi che cosa si stessero dicendo visto che ben pochi studenti di Ilvermorny parlavano il tedesco.


“Scusate ragazzi... Devo fare una cosa, torno in camera mia.” 

Stringendo la lettera dei genitori in mano e senza dare tempo ai due amici di chiederle qualcosa la ragazza si allontanò dal tavolo a paso svelto, sotto lo sguardo curioso e sospettoso dei due:


“Che cosa deve fare secondo te?” 

“Non lo so... Ma spesso e volentieri quando la sua famiglia le scrive sparisce. Beh, credo che scriverò ai miei genitori per fare gli auguri a mia volta... Hai finito di mangiare o stiamo qui fino al pranzo direttamente?” 

“Mangiare è un diritto umano inalienabile, specialmente a Natale! D'accordo Bauer ti accompagno... Andiamo.” 


Alek sbuffò e, abbandonando finalmente la colazione, si alzò e seguì Markus fuori dalla Sala da Pranzo per tornare a loro volta alla nave come Marlena, anche se il motivo dello spostamento non era esattamente lo stesso...

Aleksandur Yavor, Markus Bauer e Marlena Rosa erano amici da anni, formando una specie di trio dal momento in cui si erano conosciuti duranti i primi giorni a Durmstrang. Non discutevano praticamente mai, si conoscevano perfettamente l'un l’altro è spesso e volentieri parlavano di tutto... Eccetto una cosa: tra quel trio che un po’ tutta Durmstrang conosceva c'era una specie di regola non scritta, che non era mai stata stipulata con esattezza ma che tutti e tre rispettavano costantemente. 

Markus, Aleksandur e Marlena non parlavano praticamente mai delle loro famiglie, sfiorando solo l'argomento di tanto in tanto ma senza mai dilungarsi in troppe chiacchiere.

Non che avessero segreti, in realtà: ognuno era a conoscenza della situazione familiare degli altri, e forse proprio per questo motivo nessuno dei tre apriva mai conversazioni che vertevano su quel tasto dolente. 

Nemmeno a Natale, la festa della famiglia per antonomasia... Forse però quell’anno le cose avrebbero preso una piega diversa dal solito. 

                                                                              
                                                                                *


Scarlett era appena uscita dalla Sala da Pranzo, quando si era imbattuta in Markus che come il giorno prima le era andato incontro per dirle qualcosa. Il ragazzo era appena sparito dietro la porta per tornare in Sala da Pranzo dai suoi amici quando vide la sua migliore amica attraversare l’Ingresso per raggiungerla. 

La Caposcuola guardò l'amica con aria accigliata, chiedendosi perché non fosse allegra come quando era andata a buttarla giù dal letto. In effetti la Serpecorno non sembrava molto felice mentre le si avvicinava, quasi trascinando i piedi e tenendo lo sguardo basso.


“Ciao Scarlett... Parlavi con Markus prima?” 

“Sì, ma tranquilla non ti voglio rubare il fidanzato, voleva solo ringraziarmi per avergli detto dei fiori ieri... Mi spieghi perché hai questa faccia da funerale, invece? Insomma, prima mi ripeti mille volte che a Natale non si tiene il muso ecc...”

“Mio fratello mi detesta, non mi vuole intorno.” 

Hailey sospirò, abbassando lo sguardo in un’espressione da cane bastonato che fece roteare gli occhi alla rossa, ormai abituata a quei siparietti anche se ogni volta si sentiva comunque un po’ in difficoltà: non era particolarmente brava a consolare le persone... Nemmeno la sua migliore amica. Si sentiva a disagio in quei momenti, quasi non sapendo cosa fare.

“Ma dai, che dici! Perché, che è successo?” 

“Sono andata a salutarlo per fargli gli auguri e quando l'ho abbracciato mi ha mandata via... Wampus da strapazzo.” 

“Beh... Ha quindici anni, credo che sia normale non voler essere abbracciati dalla propria sorella... Non che io sia un’esperta in cose familiari certo, ma suppongo non sia una cosa strana.” 

Scarlett si sforzò di sorridere, mentre Hailey sospirava beccandosi qualche pacca consolatoria sulla spalla dall’amica.

“Sai Scarlett, devo proprio farti un corso. Questo sarebbe un buon momento per abbracciarmi!” 

“Scusa, dovrai accontentarti delle mie parole: tuo fratello non ti detesta, ti vuole bene. Solo che non vuole che tu lo abbracci davanti ai suoi amici... E ora torna in modalità “Hailey felice”, la preferisco rispetto a questa versione depressa che si sente odiata da tutto il resto del mondo. Tesoro scusa, ma devo dirtelo: sei lunatica.” 


“Non sono lunatica! Sono... Sensibile.” 

Hailey incrociò le braccia al petto come a volersi difendere e a Scarlett non restò che sospirare, annuendo appena con un cenno del capo:

“Ok, sei sensibile... Quando ti sarà passato il momento no fammi un fischio.”

“Tranquilla, mi è passata! Ora andiamo, muovi le gambette cara!”     


Quasi senza rendersene conto Scarlett si ritrovò con un braccio di Hailey intorno alle spalle e a camminare verso le scale praticamente spinta dall’amica, che sorrideva con aria soddisfatta come se stesse per mettere in atto un piano premeditato.


“Scusa... MA DOVE?” 

“Che domande, in camera tua! Devi ancora aprire il mio regalo... E poi prenderemo carta e penna per scrivere gli auguri alle nostre famiglie, ovviamente! Non sono mai stata fuori casa a Natale, scommetto che i miei genitori e Alex sentono la mia mancanza.” 

“Su questo non ci piove Ley, di sicuro quando non ci sei si sente...”   Scarlett sospirò, non potendo fare a meno di pensare sinceramente quello che aveva detto: i precedenti Natali ad Ilvermorny erano stati un po’ tutti uguali, molto statici... Sembrava però che la sua migliore amica volesse che quell'anno passasse un Natale diverso dagli altri, qualcosa che si avvicinasse a quelli che lei aveva sempre trascorso con la sua famiglia. 

“Lo prenderò come un complimento, ora muoviti! Dopo voglio trovare Markus e fargli gli auguri!” 

“Ok va bene, non mettermi fretta solo perché devi andare dal tuo fidanzato!”

“Ma non è il mio fidanzato!”

“Certo, e io mi metto a giocare come Portiere nella prossima partita di Quidditch, chiederò a Miller di farmi entrare in squadra.” 


“... Eri sarcastica, vero?”

“Certo Ley, ma mi ci vedi a fare il Portiere? Al massimo potrebbero usarmi come mascotte!” 

           
                                                                               *


“Tu non torni quasi mai a casa per le vacanze... Posso chiederti perché?” 

Lucas si strinse nelle spalle alle parole di Marlene, che si era seduta sulle ginocchia del ragazzo e teneva le braccia allacciate dietro il suo collo. 

Perché non tornava a casa? 
In effetti era tornato per le vacanze solo due volte...   Da una parte gli dispiaceva passare il Natale lontano dalla sua adorata sorellina di undici anni Marie, che quell'anno aveva iniziato a frequentare Hogwarts ed era stata Smistata a Grifondoro con grande gioia del fratello, ma sapeva che avrebbe difficilmente retto due settimane a stretto contatto con i suoi genitori, in particolar modo con suo padre.

Voleva sinceramente bene ai genitori, ma erano troppo diversi da lui... Non lo capivano, non ci riuscivano e probabilmente le cose non sarebbero mai cambiate. 
Troppo rigidi sotto alcuni punti di vista per i suoi gusti... Anzi, ora che ci pensava probabilmente sua madre sarebbe svenuta se mai avesse visto del tatuaggio che si era fatto di nascosto qualche mese prima. 


“Diciamo che spesso litighiamo e non mi va di passare il Natale così. Probabilmente per me e mio padre sarebbe opportuno stare insieme per due giorni o tre al massimo, due settimane sono decisamente troppe. Tu invece? In genere torni a casa per Natale, come Abby.” 

“È vero, ma non volevo lasciarti da solo... E poi siamo ad Ilvermorny, voglio sfruttare il tempo che ho qui! Senza contare che i miei genitori mi riempirebbero di domande sul Torneo, sulla Prima Prova, su quanto sia stata pericolosa... Non erano particolarmente felice che provassi a partecipare, credo siano convinti che mi farò ammazzare.” 


“Beh, ti vogliono bene. È normale che siano preoccupati Len, altrimenti sarebbe grave! Anche io durante la Prima Prova ero un fascio di nervi, chiedi pure ad Abby.”   

Lucas sorrise, ricordando chiaramente la Prima Prova anche se era passato quasi un mese da quel giorno. Di certo non avrebbe dimenticato facilmente i battiti che aveva perso quando la sua Lennie era stata quasi affettata dalla coda di un Ashwinder.

E non voleva nemmeno pensare alla Seconda Prova, gli veniva la pelle d'oca solo all’idea.

“Tranquillo non ce n’è bisogno, mi ha già raccontato... Non capisco perché vi agitate tutti tanto, sono uscita indenne dalla Prima, sono certa che anche le prossime andranno bene.”

“Len, ti sei squarciata una spalla.”


“È vero... Ma ho ottenuto comunque il punteggio più alto, ti ricordo che sono prima al momento! Sarebbe fantastico vincere il Torneo!” 

Marlene sorrise allegramente, gli occhi scuri luccicanti anche solo all'idea mentre Lucas sorrise di rimando, ricordandole un piccolo particolare che la ragazza sembrava aver dimenticato al momento:


“Oh sì, decisamente... Ma ti ricordo che quando torniamo, che tu abbia vinto o no, ci aspettano i M.A.G.O.”

Il sorriso svanì all'istante dalle labbra della Grifondoro, piegandosi invece in una smorfia di orrore:

“Ecco, questo sì che mi spaventa più di un Ashwinder! Oddio Luke, e se vengo bocciata in Trasfigurazione?” 


“... Ho capito, mi toccherà darti ripetizioni.” 


                                                                            *


“A cosa stai pensando?”     Alek non si voltò, limitandosi a scrollare le spalle mentre teneva lo sguardo fisso sul vetro della finestra, scrutando il cielo azzurro.


“Vuoi la verità? A mia madre.” 


Con la coda dell’occhio vide Markus sedersi accanto a lui e nemmeno l'amico si voltò, puntando lo sguardo a sua volta fuori dalla finestra prima di parlare:

“Anche io ci penso a volte... Specialmente oggi.”


“Mi chiedo come fosse... Come sarebbe stato conoscerla, passare il Natale con la mia famiglia senza sentirsi di troppo, una specie di intruso che ha rovinato la vita di mio padre.” 

“Per l'ultima volta... Non hai rovinato la vita di tuo padre. Non è colpa tua.”

“Lui non sembra pensarla così.” 


Tra i due calò il silenzio per un momento, prima che Markus lo rompesse parlando di nuovo:


“Nemmeno io ho conosciuto mia madre Alek... Lo so che non è la stessa cosa, che è difficile tra te e tuo padre... Ma non ha ragione lui, spero che un giorno entrambi ve ne renderete conto. Contrariamente a quello che lui può pensare, non hai ucciso tua madre. E sono certo che lei non vorrebbe che tu venga trattato così da tuo padre.” 


Forse aveva ragione, forse sua madre non sarebbe stata d'accordo... Ma non l'avrebbe mai saputo con certezza, non avrebbe mai potuto conoscerla e suo padre non ne parlava mai.
Era morta appena dopo il parto, praticamente di sua madre non sapeva altro... 

Da una parte poteva ritenersi più fortunato di Markus: lui conosceva suo padre e sapeva chi erano i suoi genitori, mentre il suo migliore amico era stato adottato quando era piccolo.

Ciononostante, Markus aveva indubbiamente un bel rapporto con i suoi genitori... Non avevano alcun legame di sangue, ma poco importava. Il sangue non è tutto, loro due ne erano la dimostrazione vivente visto che Alek al contrario non aveva un legame con il padre biologico. 


“Sai che ti dico? L'anno prossimo verrai da me per Natale.” 


“Grandioso, così tua madre può rimpinzarmi di cibo fino a star male.”    Alek si voltò verso l'amico, sorridendogli con sincera gratitudine e Markus ricambiò, annuendo:

“Non vede l'ora di avere qualcuno da riempire di cibarie... Ne sarà di certo felice. Ora però sai che ti dico? Andiamo a cercare Lena, non la vedo dalla colazione e mi chiedo che starà combinando... È in camera sua, che tu sappia?”


“Non ne ho idea, ma possiamo sempre andare a controllare...” 


I due si alzarono e uscirono dalla stanza, diretti verso le camere delle ragazze per cercare la loro migliore amica.
In realtà in quel momento Marlena non aveva gran voglia di parlare o di essere trovata, ma questo Alek e Markus non lo sapevano... E in ogni caso, probabilmente non ci avrebbero dato molta importanza.


                                                                                 *


Sospirò, tenendo lo sguardo fisso sul foglio di pergamena appoggiato sulla scrivania. 

Ma perché lo stava facendo? 

Anzi, in realtà non stava facendo un bel niente... Stava tentando, ecco il termine corretto.

Fosse stato per lei non l'avrebbe fatto, ma Hailey le aveva praticamente ordinato di prendere carta e penna e buttare giù una lettera per suo padre prima di sparire, sostenendo che andava a spedire una lettera per la sua famiglia e che poi sarebbe andata a cercare Markus per dargli il regalo di Natale. 


Scarlett era seduta su quella sedia da quanto? Probabilmente quasi un'ora, era anche abbastanza certa di essersi persino addormentata sulla scrivania mentre cercava di scrivere qualcosa. 


Non le piaceva scrivere lettere, non a suo padre almeno... Le uniche persone a cui scriveva erano Nova e Hailey, in genere.
Aveva sempre sostenuto di non essere brava con le parole, nemmeno per iscritto... O almeno, non era brava con le parole quando si trattava di ringraziamenti, dimostrazioni di affetto, auguri e cose simili. 


Aveva iniziato e buttato più di cinque fogli, non riusciva ad essere convinta di quello che scriveva: le sembrava tutto forzato, tutto falso. 

Sospirò, appoggiando la piuma sul calamaio e pregando che le venisse una specie di illuminazione divina: aveva come la sensazione che Hailey non sarebbe stata felice se, una volta tornata, non avrebbe trovato nessuna lettera pronta per essere spedita...


“Ehi, ma sei ancora qui?” 


Quasi come se l'avesse chiamata con la forza del pensiero Hailey comparve accanto a lei. Appoggiandosi al ripiano della scrivania per poterla guardare in faccia. Scarlett si limitò a scrollare le spalle:


“Non sono brava con queste cose... Tu invece? Hai trovato Markus?”

“No, continuerò a cercarlo dopo... Scendi? È ora di pranzo ormai, è l'una.”

“No, non ho fame. Credo che resterò qui, aspettando che mi venga qualche idea... Non sei disposta a scriverla al posto mio vero?” 


Scarlett sfoggiò un sorriso speranzoso ma Hailey scosse il capo, guardandola con aria comprensiva:

“No, mi spiace. È tuo padre, devi farlo tu.”


“Curioso. È mio padre e non so mai che cosa dirgli... Magari ho preso da lui, visto che non si è mai sforzato di fare conversazione. Vorrei essere come te a volte, sarebbe tutto più facile...”

“Tranquilla, anche essere me è stressante. Almeno tu non hai crisi di tristezza, guarda il lato positivo! Io vado a pranzo, magari trovo anche Markus... Se cambi idea mi trovi in Sala da Pranzo, buona scrittura!” 


La Serpecorno diede all'amica un colpetto incoraggiante sulla spalla prima di superarla, uscendo dalla camera dell'amica e lasciandola nuovamente sola davanti a quello stupido foglio bianco. 


Buon Natale... 

Perché doveva farlo, perché scrivergli quelle parole? Infondo non avevano praticamente mai festeggiato il Natale... Andare ad Ilvermorny era stato quasi un sollievo, aveva passato anche troppi Natali ad aspettare che suo padre tornasse a casa dall’ospedale. 

Non era mai tornata a casa per le feste, dopotutto che senso aveva? Tornare o stare a scuola non faceva molta differenza, passava comunque quei giorni come se non fossero una festa, era abituata a non festeggiare in modo eclatante il 25 Dicembre. 


25 Dicembre... Era quasi diventato un giorno come gli altri, infondo. 


                                                                                *


Vedendo entrare Hailey Silverstone nella Sala da Pranzo, Jake Miller iniziò quasi a preoccuparsi. 

Non vedeva Scarlett dalla sera prima, quando era sparita sulle scale dell'ingresso... Non l'aveva incrociata da nessuna parte, nemmeno in Biblioteca.
Non aveva visto né lei né la Silverstone a colazione, ma aveva supposto che fossero scese prima di lui...    Ma perché Hailey era sola?  Quelle due erano praticamente sempre insieme, era raro vederle entrare in quella Sala separate. 

Il Tuonoalato si alzò, raggiungendo a passo svelto la Serpecorno e sedendosi senza tante cerimonie accanto a lei, lasciandola a dir poco sorpresa:

“Miller, che ci fai qui?” 

“Se stai pensando che ho sbattuto la testa da qualche parte per essermi seduto vicino a te rilassati, voglio solo chiederti dov’è Anderson. Non la vedo da ieri sera, è tornata a casa?” 


Non era molto convinto delle sue stesse parole, dopotutto ricordava perfettamente di aver sempre visto Scarlett anche durante le vacanze di Natale... Non era mai tornata a casa, ma forse quell'anno aveva cambiato idea.

“No. Non torna mai a casa... È in camera sua, ha detto che non aveva fame. Non ama il Natale, in realtà.”   Hailey parlò quasi in tono cupo mentre si versava dell’insalata sul patito, evitando accuratamente le carote che tanto odiava.

Jake inarcò un sopracciglio alle sue parole, chiedendosi che cosa avesse la Anderson contro il Natale:

“Fammi capire, ha intenzione di chiudersi in camera proprio oggi?” 


“Chi siamo noi per impedirglielo? Io ci ho provato, se riesci a fare di meglio fammi un fischio.” 

Il tono di Hailey era decisamente ironico, ma Jake sembrò quasi non rendersene conto: dopo aver riflettuto sulle sue parole per un secondo si alzò, annuendo con un cenno del capo:

“Va bene Silverstone... Ci provo io.” 

Hailey lo guardò quasi a bocca aperta e fece per dirgli che ovviamente non stava parlando sul serio, ma non fece in tempo: Jake era già partito a passo svelto verso la porta con tutta l'aria di chi ha già in mente cosa fare e che non ha nessuna intenzione di farsi mettere i bastoni tra le ruote, da nessuno.


La Serpecorno lo seguì per un attimo con lo sguardo prima di scuotere il capo, tornando a concentrarsi sul suo pranzo: chissà che cosa avrebbe architettato Miller... Conoscendolo, aveva quasi paura ad immaginarselo anche se l'evidente cotta che aveva per la sua migliore amica gli faceva decisamente acquistare molti punti ai suoi occhi.


                                                                              *


Aveva appena infilato le banconote nella busta quando un colpo di tosse la fece voltare di scatto, il panico che cresceva velocemente.

Tirò istintivamente un sospiro di sollievo al trovarsi davanti Alek e Markus, anche se durò poco visto che i suoi amici sembravano avere tutta l'aria di chi vuole delle risposte. 


“Che stai facendo, Lena?”   Markus inarcò un sopracciglio, anche se la domanda era strettamente retorica: non ci voleva certo una laurea per capire cosa la ragazza stesse facendo.


“Niente... Metto dei soldi in una busta. È un reato?”   Marlena inarcò un sopracciglio, ponendosi immediatamente sulla difensiva mentre Markus sospirava, scuotendo appena il capo:

“Lena... Erano banconote quelle. Soldi Babbani... Non dovresti averne tanti, giusto?” 

“Ragazzi davvero, vi voglio bene... Ma non sono affari vostri.” 


La ragazza fece per superarli e uscire dalla stanza, ma Alek sbuffò e si voltò, prendendola per un braccio per fermarla per poi strapparle dalle mani la busta senza tante cerimonie.


“Alek! Ridammela!” 

Marlena allungò la mano per riprendersi la busta ma il ragazzo fu più veloce, scostandosi quando bastava per sfuggirle mentre apriva la busta senza tanti preamboli, sotto lo sguardo altrettanto curioso di Markus. 


I due si scambiarono uno sguardo quando Alek ebbe aperto la busta bianca, mentre Marlena incrociava le braccia al petto, sospirando e abbassando lo sguardo sul pavimento. 


“Ok Lena... Dobbiamo fare due chiacchiere.” 


                                                                           *


“Scarlett, non fingere di non sentirmi, lo so che sei qui.” 

Jake sbuffò, continuando a bussare con forza alla porta che però restava ostinatamente chiusa davanti a lui. 

Era in camera sua, lo sapeva per certo... E di sicuro non stava dormendo, perché diamine non gli apriva? 


“Scarlett, continuerò a disturbarti per un bel po’... Sai, non ho proprio niente da fare oggi. Avevo la mezza idea di imbrattare qualche muro, ma a questo punto dedicherò il pomeriggio per farti aprire questa porta.” 


Come aveva previsto non ottenne alcuna risposta dall'interno della camera, che era avvolta nel silenzio. Gli era effettivamente venuto il dubbio che la ragazza stesse dormendo, ma in ogni caso di certo si sarebbe svegliata con il frastuono che stava provocando. 


“Andiamo Anderson... Aprì la porta e dammi un pugno in faccia perché continuo a disturbarti.” 

“Onestamente non credo che lo farà... Ma sarei ben lieto di sostituirla, se non la smetti di fare tutto questo casino.” 


La bocca di Jake si piegò automaticamente in una smorfia sentendo quella voce decisamente familiare alle sue spalle, voltandosi lentamente verso Jakob che lo guardava con aria vagamente seccata:


“Young... Perché invece di blaterale non ti rendi utile e chiedi a Scarlett di aprire la porta? Sfortunatamente ho il sospetto che a te aprirebbe.” 

“Forse... Ma se non ti apre la porta deduco, e dovresti farlo anche tu, che non ti vuole parlare... Lasciala stare Miller. Piuttosto, come hai fatto ad entrare?” 


Jakob inarcò un sopracciglio, facendolo sorridere appena con aria beffarda:

“Io so un sacco di cose Young, compresa la parola d'ordine per arrivare qui, evidentemente.” 


Jakob non disse nulla alle parole del ragazzo, limitandosi a roteare gli occhi prima di aprire la porta della sua camera, accanto a quella di Scarlett:


“Preferisco non indagare a fondo... Ma dico sul serio Miller, lasciala stare.” 


“Bene, d'accordo... Me ne vado, ma non preoccuparti...”  Jake alzò leggermente il tono di voce mentre faceva un passo indietro, rivolgendosi più alla ragazza che stava dall'altra parte della porta che a Jakob. 

“... Vedrai che uscirai da lì.” 


Sotto lo sguardo scettico del Caposcuola Jake girò sui tacchi e uscì in fretta dal piccolo pianerottolo circolare, chiudendosi la porta alle spalle con veemenza.

             
                                                                              *


“Si può sapere perché non ce l'hai mai detto?” 

Marlena si strinse nelle spalle, mormorando qualcosa s mezza voce:

“Che cosa sarebbe cambiato, se anche l'avessi fatto?”


“Non lo so, noi... Avremmo cercato di aiutarti! L'abbiamo scoperto noi Lena, pensa cosa potrebbe succedere se lo venisse a sapere qualcun altro! Non ci metterei la mano sul fuoco, ma sono abbastanza certo che sia illegale.” 


Alek scosse il capo, lanciando un’occhiata alla busta carica di banconote che teneva in mano Markus. 
Marlena sospirò, seduta su una sedia davanti a loro:


“Beh, nessuno l'ha mai scoperto a parte voi due... Non succede spesso, lo faccio solo un paio di volte l'anno. Credete che a me piaccia? Non sono una persona disonesta, mi conoscete! Ma... Come posso non aiutarli? È la mia famiglia.” 


La voce di Marlena era rotta, talmente rotta che nessuno dei due ebbe il coraggio di dire qualcosa, di replicare. 

Certo era una cosa disonesta... E a lei non piaceva, proprio per niente. 
Non le piace portare a scuola dei soldi Babbani, duplicarli con la magia e poi mandarli a casa... Di certo se mai quelle buste fossero finite in mani sbagliate avrebbero passato guai seri. 

Dopo un attimo di silenzio Markus porse all'amica la busta, invitandola a prenderla con lo sguardo:


“Mandali alla tua famiglia Lena... Ne hanno bisogno.” 


Senza dire nulla la ragazza la prese, tenendo gli occhi chiari sul pavimento della stanza.

Si vergognava? Si sentiva in colpa? Non lo sapeva bene nemmeno lei... 
Aveva sempre saputo che fosse una cosa sbagliata, ma solo ora che qualcuno lo sapeva sentiva davvero di averlo fatto. Finché non l'aveva mai detto ad alta voce sembrava quasi un sogno, uno scherzo, qualcosa di irreale... 


Ma tutti dobbiamo aprire gli occhi e guardare in faccia la realtà, prima o poi, prendendo coscienza delle nostre azioni. 


“Sentite, facciamo così: fingiamo che non sia mai successo, ok? Lena, io e Markus non ti vogliamo giudicare... È la tua famiglia e tu sei una persona buonissima. Se non lo fossi, non agiresti così.” 



Alek sospirò, sporgendosi sulla sedia per abbracciarla e Lena non si oppose ne disse nulla, limitandosi ad annuire con un cenno del capo stringendo la busta tra le dita. 


                                                                    *


Aveva un ricordo definito dei Natali che aveva passato a casa... Grandi feste, grandi cene e grandi pranzi in pompa magna. 

Non era mai tornato a casa per le vacanze da quando aveva iniziato la scuola, e di certo non se ne era mai pentito nonostante suo fratello gli scrivesse ogni anno per chiedergli di tornare. 

Sorrise, pensando a cosa stessero facendo i suoi familiari in quel momento, mentre lui era in piedi in mezzo alla neve con una bacchetta in mano, facendo volare delle palle di neve dritte verso il vetro di una finestra. 

S’immaginò sua madre con addosso un elegante vestito a dispensare sorrisi tra i familiari che avevano invaso la loro casa, mentre suo padre apriva costose bottiglie di alcolici e suo fratello passava da un parente all'altro per fare gli auguri, stretto in un completo elegante. 

Non li invidiava nemmeno un po’... No, lui stava benissimo dove si trovava. 


Fece volare l'ennesima palla di neve sul vetro, abbassando lo sguardo sulla bacchetta che teneva stretta in mano. A Giugno si sarebbe diplomato... E sarebbe tornato a casa portandosi con se la bacchetta, mentre gli anni pretendete aveva dovuto lasciarla a scuola durante l'estate.


Sorrise guardando la bacchetta, conscio che dal diploma le cose sarebbero state diverse: certo sarebbe dovuto tornare a casa... Ma non sarebbe stato lo stesso, i giorni in cui si faceva spaventare e maltrattare erano finiti da molto tempo. 


Era così concentrato sui suoi pensieri che non si rese nemmeno conto che la finestra che aveva usato come bersaglio per un bel po’ si era aperta di colpo e una chioma di capelli rossi aveva fatto capolino diversi metri più in alto...




Respirò profondamente, cercando di ignorare quel rumore che era diventato ormai insopportabile.
Aveva il sospetto che fosse lui, ma non ne era del tutto certa... E se da una parte non voleva dargli la soddisfazione di aprire la finestra, dall'altra moriva dalla voglia di lanciargli contro una mediazione.


Possibile che ci fosse qualcuno che non avesse altro da fare se non bersagliare la sua finestra di neve? Stava per dare di matto, se lo sentiva... 

All’ennesima palla di neve infranta sul vetro Scarlett chiuse il libro con stizza, lasciandolo sul letto per poi alzarsi e avvicinarsi alla finestra a passo di marcia sotto lo sguardo curioso di Zeus, che era accucciato in un angolo a godersi lo spettacolo della sua padrona che dava di matto per colpa di un suo compagno di scuola. 


Aprì la finestra con un colpo secco, spalancandola tenendo la bacchetta stretta in mano, - giusto per assecondare la sua sete di sangue se necessario – per poi sporgersi:


“NON AVETE UN’ALTRA FINESTRA DA USARE COME BERSA- Ah, sei tu.” 


Certo che è lui, chi altro potrebbe essere? 


Scarlett sospirò, lanciando un’occhiata torva in direzione di un sorridente Jake Miller, che ebbe anche la cortezza di informarla che avrebbe continuato finché non sarebbe scesa in giardino. 
La rossa gli urlò dietro di farsi un hobby e di stressare qualcun altro quando una palla di neve le sfiorò il viso, infrangendosi con violenza sul vetro accanto a lei. 

A quel punto la Caposcuola assottiglio gli occhi, certa di riuscire a vedere il fastidioso sorrisetto dipinto sulla faccia di Miller anche a quella distanza.


Ora te lo levo io quel sorrisetto dalla faccia, razza di idiota 

 
                                                                        *


“Stai ancora leggendo uno dei tuoi libretti rosa?” 

Marlene annuì con un cenno del capo senza nemmeno alzare lo sguardo, tenendo gli occhi sulle pagine del libro. Con gran sconforto di Lucas Abigail aveva regalato all'amica un paio di libri proprio di quel genere... In pratica aveva lettura assicurata per tutte le vacanze, e la cosa non rendeva particolarmente felice il Grifondoro.

Senza smettere di leggere o di accarezzare il pelo di Tina, che si era accoccolata sulle sue ginocchia, Marlene sentì Lucas abbracciarla da dietro, dandole un bacio sulla tempia:

“Mi spieghi perché ti piacciono tanto?” 

“Non lo so... Probabilmente ho un debole per le storie d'amore.”   

“Si, non lo metto in dubbio... In effetti per essere una che divora libri rosa ci hai messo un bel po’ a capire di esserti innamorata di un bellissimo ragazzo, non trovi?” 


“Scusa, sono innamorata di un bellissimo ragazzo? Da quando?”   Marlene inarcò un sopracciglio ma sorrise quando Lucas fece per staccarsi dall’abbraccio con stizza, prendendolo per un braccio e attirandolo a se ridacchiando:


“Sto scherzando, scemo! Comunque... Si, ci ho messo un po’ in effetti, ma nemmeno tu sei stato un lampo!” 

“Ti sbagli piccoletta, io sono perfettamente consapevole dei miei sentimenti da un bel po’...” 

“In tal caso la colpa è tua, ci hai messo un sacco di tempo a baciarmi... Ringraziamo Abby e il Ballo, altrimenti chissà quanto tempo sarebbe passato.”

Marlene tornò a concentrarsi sul libro ma le braccia di Lucas tornarono a stringersi intorno a lei, prendendoglielo dalle mani e lasciandolo sul pavimento:

“E smettila di leggere una buona volta...” 


Marlene fece per replicare ma non ne ebbe il tempo, perché Luke la fece girare verso di lui con un dito e la baciò, impedendole di parlare sul nascere.


Beh, in effetti la lettura poteva anche aspettare cinque minuti. 


                                                                              *


Sentendosi osservato Markus si voltò, sorridendo alla vista di un Husky che lo guardava scodinzolando e con i vispi occhi azzurri luccicanti:

“Ciao Lilith... Dov’è la tua padrona?” 

Il ragazzo allungò la mano per accarezzare il muso della cucciola, che per tutta risposta abbaiò prima di fare dietro front e trotterellare via. Inarcando un sopracciglio Markus si alzò e la segui, giusto per non dover andare da Hailey e dirle che aveva perso il suo adorato cane. 


L’Husky era ferma nell’Ingresso, guardandolo come a dirgli “datti una mossa, non ti posso aspettare tutto il giorno!”. Sempre più accigliato il ragazzo si avvicinò al cane, chiedendosi cosa volesse quando una voce familiare fece voltare entrambi verso le scale:

“Lil, eccoti qui! To, guarda chi si vede! Sai, è tutto il giorno che ti cerco per farti gli auguri... Buon Natale!” 

Hailey si avvicinò sorridendo, accarezzando il muso di una Lilith molto soddisfatta mentre Markus si strinse nelle spalle, ricambiando gli auguri:

“Si... In effetti ho fatto un po’ avanti e indietro tra qui e il veliero oggi. Buon Natale anche a te Ley, grazie ancora per ieri sera.” 

Markus sfoggiò un sorriso e, inaspettatamente e senza dare alla Serpecorno il tempo per spostarsi, fece un paio di passi avanti per appoggiare una mano sulla spalla della ragazza e darle un bacio su una guancia, facendola diventare dello stesso colore dei capelli di Scarlett mentre accanto a loro Lilith assistiva alla scena con interesse, studiandoli con attenzione. 


“Ehm... Figurati, grazie a te.”   Hailey si sforzò di sorridere, a dir poco in imbarazzo mentre Markus le rivolse una strizzatina d'occhio prima di farle una domanda:

“Hai aperto i regali Ley?” 


“Si, stamattina... Perché?” 

“Non saprei, magari potresti averne ricevuto uno più tardi rispetto agli altri... Scusa, ma devo raggiungere Alek in giardino... Ci vediamo a cena!” 


Con un ultimo sorriso sornione Markus la superò, uscendo dalla porta d'ingresso a passo svelto mentre la ragazza rielaborava le sue parole, rivolgendosi a Lilith con fare interrogativo:

“Dici che mi ha fatto un regalo? ... Ok, andiamo a vedere sono troppo curiosa. Vieni Lil!” 


Senza indugiare oltre la Serpecorno si avviò verso le scale, camminando a passo svelto con i capelli castani che le ondeggiavano sulle spalle e Lilith che le trotterellava dietro con fare allegro. 

Le parole di Markus le avevano messo troppa curiosità per non correre a controllare in camera sua... Era più forte di lei, dopotutto nessun ragazzo le aveva mai fatto un regalo... A parte un certo imbecille che si rifiutava di considerare, certo. 


Il sorriso e il senso di felicità che provava non fecero che allargarsi quando, una volta nel suo Dormitorio, Hailey Silverstone trovò un’ultimo pacchetto ad attenderla sul suo letto, che rivelò di contenere un profumo... 
Quasi rise quando lo provò, spruzzandosene un po’ sul polso: c'era indubbiamente qualche traccia di Marsiglia, anche se non aveva idea di come Markus avesse fatto a trovarne uno simile. 


                                                                              *

Jake teneva gli occhi sul pendio davanti a lui, chiedendosi dove si fosse cacciata Scarlett e quanto ci mettesse a raggiungerlo in giardino. 
Aveva iniziato a pensare che non si sarebbe presentata quando una palla di neve lo colpì in piena faccia, seguita da una che lo colpì invece su una spalla.


“Centro! Cento punti direi, ma la testa valle doppio... Quindi siamo a 300 punti per me.” 

Voltandosi lentamente Jake si trovò davanti ad una Scarlett che gli sorrideva con aria divertita, come se si stesse finalmente prendendo una rivincita. 

“Mi hai preso per un bersaglio?” 

“Vediamo, fammici pensare... Si!”        E senza avere il tempo di parlare o spostarsi il ragazzo si ritrovò colpito da una terza palla di neve, facendo ridacchiare la Tuonoalato che si era fermata a cinque metri da lui. 


“Bene. Molto bene... Ora pagherai le conseguenze delle tue azioni, Anderson.”  Con fin troppa calma per i suoi standard Jake tirò fuori la bacchetta, sollevando della neve magicamente mentre Scarlett sgranava gli occhi chiari:


“Oh andiamo Jake... Io ti ho colpito manualmente... Così non vale! Segui le regole, dai!” 

Scarlett rise quasi nervosamente, facendolo sorridere appena prima di lanciarle la neve addosso:

“Scarlett... Se non te ne fossi accorta, ti informo che io me ne frego delle regole da quando andavo alle elementari.” 




Non per niente meno di mezz'ora dopo si erano tirati neve addosso sia manualmente che con la magia, arrivando persino a rincorrersi finchè Scarlett non si fermò, sedendosi sulla neve. 

Jake la raggiunse ridacchiando, sedendo accanto a lei e guardandola con aria divertita:

“Già stanca, Anderson?” 

“No, ma sfortunatamente tu hai le gambe più lunghe delle mie...” 


“In ogni caso sono più veloce di te, non puoi negarlo. Ah, dimenticavo... Buon Natale Anderson. Mi dici perché eri chiusa in camera tua?” 

Jake scrutò la ragazza con attenzione, ma Scarlett si limitò a stringersi nelle spalle mentre iniziava a disegnare forme attestate sulla neve, tracciando le linee con un dito guantato:


“Non festeggio mai particolarmente il Natale... Per me è un po’ un giorno come gli altri. Ma non fraintendermi, anche se mi hai fatto venire un esaurimento nervoso con il bussare e la neve, grazie per esserti preso la briga di tirarmi fuori da lì.” 

“L'intento era quello, l’esaurimento. Figurati, è stato un piacere... Bisogna stare in compagnia a Natale, no? Fa parte della tradizione insieme all’albero, la musica, le luci.” 


“Adoro gli abeti decorati... Da piccola me la prendevo un sacco con mio padre, perché ne volevo uno da addobbare.”    Scarlett alzò lo sguardo, parlando a bassa voce mentre teneva gli occhi sugli stessi alberi che aveva appena nominato, che ricoprivano una parte della collina, proprio accanto alla scuola. 

A quelle parole Jake invece sgranò gli occhi azzurri, guardandola con incredulità:

“Aspetta... Non avevi l'albero?”

“No, papà diceva che non ne valeva la pena perché comunque non avrebbe avuto tempo di starci dietro... E ripensandoci, aveva ragione. Però quando ero piccola non lo capivo, probabilmente a 9 anni il mio sogno più grande era di mettere la stella in cima all’albero, come nei film.” 

Scarlett rise appena, come se trovasse divertenti i suoi stessi ricordi mentre Jake la osservava, non sapendo bene che cosa pensare: non si era mai fermato a chiederle perché non tornasse mai a casa per Natale... Probabilmente non glie l'avrebbe comunque detto, ma Scarlett non parlava mai della sua famiglia... Forse nemmeno lei aveva un grande legame con le persone a cui era biologicamente legata. 


Tuttavia, allo stesso tempo le parole della rossa gli fecero venire un’idea e Jake sorrise appena, sapendo improvvisamente che cosa avrebbe regalato alla sua “rossa” per Natale. 


                                                                          *


Un paio d'ore dopo, dopo aver cenato e chiacchierato a lungo insieme ad Hailey sul regalo che fattole da Markus e su come Jake l’avesse tartassata fino a farla uscire, Scarlett Anderson tornò in camera sua. 

Quando si chiuse la porta alle spalle e posò gli occhi sulla stanza però rimase a bocca aperta e per un momento non si mosse, restando immobile ad osservare la “novità” quasi senza riuscire a crederci... Non era possibile. 


Fece un paio di passi avanti, avvicinandosi al letto senza riuscire a staccare gli occhi dall’abete perfettamente addobbato che faceva capolino in camera sua, chiedendosi come diamine fosse arrivato lì nel giro di poche ore. 

Scarlett abbassò lo sguardo sul suo letto, sorridendo istintivamente alla vista di un biglietto e di un oggetto luccicante grande quanto il palmo della sua mano: una stella, di quelle che si mettono in coma agli alberi di Natale. 

La ragazza si chinò, prendendo sia la stella che il biglietto per leggere cosa c'era scritto, senza riuscire a smettere di sorridere:


Buon Natale, Rossa... Non è troppo tardi per avverare un sogno, vero? 


Con gli occhi quasi lucidi Scarlett sorrise, abbassando lo sguardo sulla stella che teneva in mano: no... Non era affatto troppo tardi. 











..................................................................................
Angolo Autrice:


Ebbene sì, io me ne esco con un capitolo ad un orario improponibile, ma pazienza. 
Mi scuso per non aver risposto alle recensioni dello scorso capitolo, ho avuto una giornata molto piena e riesco solo ora a pubblicare questo capitolo sul Natale che era fortunatamente già pronto. 

È la terza volta quest’estate che scrivo del Natale... Ormai ci sto prendendo la mano a farlo fuori tema XD 

Grazie mille per le recensioni lasciate allo scorso capitolo, spero che questo vi piaccia ma non ho potuto rileggerlo quindi perdonate eventuali/certi erroracci dovuti al maledetto Correttore dell’iPad. 

Buonanotte!

Signorina Granger 


                                



                                                                       

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Capitolo 17
*** Si ricomincia! ***


Capitolo 16: Si ricomincia! 
 
Lunedì 7 Gennaio


Merda 
Merda 
Merda! 



Sbuffò, allontanandosi bruscamente i capelli dal viso mentre continuava a correre nel belò mezzo del corridoio, la borsa a tracolla che continuava a sbatacchiare contro la sua gamba ad ogni passo.

Ma dome diamine aveva fatto a non sentire la sveglia proprio quel giorno? 
Ecco la nota positiva di dormire con le tue compagne di Casa in dormitorio: facevano così chiasso da svegliarti in ogni caso… Quell’anno però Scarlett aveva una camera tutta sua, quindi riusciva perfettamente a non sentire la sveglia e a continuare a dormire anche ben oltre l’orario stabilito.

Per qualche arcano motivo, quella mattina si era svegliata con la convinzione di essere in vacanza… Sembrava aver rimosso che quel giorno non solo le lezioni sarebbero ricominciate, ma aveva anche un micidiale Test di Storia della Magia in seconda ora. 

Si era resa conto di essere in ritardo solo un istante dopo aver aperto gli occhi, ringraziando il cielo di essersi svegliata con non troppo ritardo. 


Ma perché diamine hanno messo l’aula di Trasfigurazione nel bel mezzo del nulla?


Scarlett era impegnatissima a maledire chiunque avesse organizzato la collocazione delle aule quando si rese conto di non essere propriamente sola, visto che qualcun altro era comparso da dietro l’angolo e stava correndo nella sua stessa direzione. 

“Anderson, dovresti vergognarti! Una brava Caposcuola non fa tardi a lezione!”

“Fammi il piacere Jake, sta zitto! E poi non sembra che tu sia in anticipo!” 

“Nervosetta, eh?” Jake ridacchiò, lanciando alla ragazza un’occhiata divertita mentre scendevano parallelamente le scale, rischiando di inciampare o scivolare sui gradini di marmo. 

“Sempre, quando non faccio colazione. Ma ora risparmia il fiato e muoviti, la Mayer ci mangerà per pranzo se tardiamo di altri dieci minuti! E comunque tu da quando corri per andare a lezione? In genere se fai tardi non ti presenti direttamente!”

Jake si strinse nelle spalle mentre imboccava finalmente il corridoio giusto, limitandosi a rispondere che non gli andava di saltare le lezioni già dal primo giorno del nuovo trimestre. 

I due inchiodarono davanti alla porta dell’aula e, dopo aver discusso silenziosamente su chi dovesse bussare e aprire la porta, Jake si fece avanti sbuffando, bussando debolmente per poi aprire subito la porta:

“Ah, Miller… E Anderson. Ci onorate della vostra presenza, finalmente. Coraggio seduti, e 10 punti in meno a Tuonoalato.”

Senza emettere un fiato i due schizzarono subito infondo all’aula, anche se a Scarlett non sfuggì l’occhiata divertita che Hailey, seduta accanto a Markus, aveva rivolto a lei e a Jake quando erano sbucati sulla porta.

“Che strano, ci ha tolto punti… Quella vuole solo che la Coppa venga vinta da Serpecorno!” Jake sbuffò mentre apriva la borsa, rendendosi conto di non averci infilato dentro il libro di Trasfigurazione. 

Ops…

Il ragazzo si voltò verso Scarlett con un gran sorriso stampato in volto e fece per chiederle se potevano condividere il libro, ma la ragazza lo anticipò:

“Maledizione, ho sbagliato libro! Oggi non è proprio giornata, mi pare evidente…”

Scarlett sospirò, passandosi nervosamente una mano tra i capelli rossi un po’ spettinati mentre Jake roteava gli occhi azzurri, appoggiando il mento su una mano con aria annoiata, come se si fosse decisamente pentito di essere andato a lezione:

“Fantastico… ora che si fa senza libro? La Mayer ha appena dato mezzo capitolo da leggere!”

“… Propongo l’Impiccato.”

“Andata, inizio io.”


                                                                                   *


“Si può sapere dove eri finita? Stavo per venire a cercarti!”

Hailey si avvicinò a Scarlett non appena furono uscite dall’aula di Trasfigurazione, inarcando un sopracciglio con fare curioso: a colazione non aveva visto l’amica e, sapendo quanto la rossa andasse in tilt senza mangiare al mattino, aveva optato per qualcosa di serio… Si era persino chiesta se non fosse finita in Infermeria. 

“Non ho sentito la sveglia… E non venire a raccontarmi che eri in ansia per me comunque, scommetto che eri proprio affranta all’idea di sederti accanto a Markus.”

Come accadeva sempre da un paio di settimane Scarlett marcò parecchio il nome del ragazzo, pronunciandolo quasi con una nota zuccherosa e canzonatoria che la fece ridere, mentre Hailey invece la guardò male (o almeno ci provò, in realtà sorrise dopo mezzo secondo, contagiata dall’amica):

“Smettila! E non tentare di svicolare… E’ inutile che mi prendi in giro, ti devo ricordare con CHI sei entrata in classe? Con Jake!” Questa volta il turno di usare una vocetta zuccherosa fu della Serpecorno, ben lieta di rendere pan per focaccia all’amica. Healey sorrise a sua volta mentre, seguendo i compagni di classe verso l’aula di Storia della Magia, Scarlett le rivolse un’occhiata quasi indignata: 

“Ehy, io non ho quella voce melensa!”

“Quando dici il suo nome si!”

“Non è vero!”

“Si!”

“Ma va!”

Mentre discutevano sulle voci melense che, a detta delle due, l'altra assumeva quando parlava di uno dei ragazzi, una voce decisamente più roca e che di melenso non aveva proprio nulla arrivò alle orecchie delle amiche, facendole voltare di scatto:


“Si può sapere di cosa state parlando?”

Hailey sfoggiò un sorrisino mentre Scarlett invece impallidì, intuendo cosa l’amica stesse per dire ancor prima che la Serpecorno avesse aperto bocca:

“Beh, di t…”

“TANTE COSE. Si, di un sacco di cose… cose da donne. Quindi se vuoi scusarci...”

Scarlett rivolse al ragazzo un sorriso a 32 denti e fece per prendere l’amica sottobraccio con l’intenzione di trascinarla molto, molto lontano dal suo compagno di Casa. Per sua sfortuna però Hailey non aveva alcuna voglia di demordere e lo dimostrò sgranando teatralmente gli occhi chiari alle parole dell’amica:

“No Scarlett dai, che c’è di male, possiamo fare quattro chiacchiere con Jake dopotutto… Non avresti per caso qualcosa da dirgli?”

Jake sorrise appena, seguendo con gran divertimento lo scambio di battute che stava avendo luogo proprio davanti a lui, mentre Scarlett rivolse ad Hailey uno sguardo a dir poco omicida:

“LEY. Se te lo ricordi, abbiamo il test di Storia della Magia su tutto il XVIII secolo…”

“Porca Morgana, me n’ero momentaneamente scordata! Corro a prendermi un posto decente!”

Scarlett guardò con aria soddisfatta l’amica correre verso l’aula, sperando di arrivare con lieve anticipo rispetto a Rollins e poter ripassare le ultime date. 

“Perché ho la sensazione che non tu non voglia che io parli con la Silverstone? Paura che possa dirmi qualcosa di scomodo, Rossa?”

“Non so proprio di che parli Jake… ora scusa, ma devo andare ad accaparrarmi un posto molto lontano dalla cattedra…”

“Come ti pare… divertiti con i folletti, le loro mille rivolte e i troll delle montagna!”

Jake sorrise, fermandosi e lasciando che Scarlett lo superasse, rivolgendogli un’occhiata quasi rassegnata:

“Mi sembrava strano che ti presentassi per il test… Grazie, divertiti anche tu a fare… quello che fai quando non vieni a lezione.”

Scarlett rivolse al ragazzo un cenno con la mano, dandogli le spalle e seguendo i compagni di corso verso la temutissima aula di Storia della Magia. 
Jake invece, fermo a circa metà del corridoio, indugiò per un momento con gli occhi sulla ragazza per poi riscuotersi e intimandosi di piantarla, facendo dietro front e avviandosi nella direzione opposta per andare come sempre in giardino, a riflettere sotto il suo amato albero. 


                                                                               *


Lucas sospirò, lanciandosi un'occhiata alle spalle: Abigail e Marlene erano sedute vicine nel banco dietro al suo, intente a chiacchierare allegramente a bassa voce per non farsi sentire dalla Holland. 

Da quando, la sera prima, la Tassorosso era tornata a scuola le due non avevano praticamente mai smesso di parlare... In effetti Lucas aveva il vago sospetto che avessero chiacchierato anche mentre dormivano. 


“Ma non esauriscono mai le parole? Vanno avanti da ore ed ore!” Il Grifondoro inarcò un sopracciglio, rivolgendosi a Johnny con tono quasi preoccupato: non era normale che a nessuna delle due fosse andata via la voce dopo tutto quel tempo! 

“Sai, credo che le donne dicano in media qualcosa come 20.000 parole al giorno... Secondo me sono già a 10.000 solo alle 11 del mattino.” 


Johnny si lanciò furtivamente un'occhiata alle spalle, chiedendosi di cosa accidenti stessero parlando le due: se dopo due settimane di lontananza avevano così tante cose da dirsi, cosa facevano quando non si vedevano quasi mai durante le vacanze estive?

Probabilmente non l'avrebbe mai saputo, e nemmeno ci teneva. 


“Di che cosa state parlando, voi due?” 

La voce e il tono vagamente accusatorio di Marlene fece raggelare sia il Grifondoro che il Corvonero, che si affrettarono a voltarsi di nuovo verso i rispettivi banchi, zittendo si all'istante mentre Lucas se ne usciva con un flebile e vago “nulla, nulla...” 


Le due ragazze studiarono i due per un attimo con fare sospettoso, ma poi Abby si ricordò che doveva ancora raccontare a Len di quando aveva per sbaglio fatto esplodere un petardo vicino all'auto dei vicini, ricominciando a chiacchierare e permettendo così ai due si salvarsi in extremis. 

“Da non credere! Stavano parlando ma ci hanno sentito comunque! Secondo me le ragazze hanno l'orecchio bionico...” 

Le parole di Lucas fecero ridacchiare sommessamente Johnny mentre tritava delle radici, non accorgendosi minimamente che una certa donna si era avvicinata con passo felpato alle spalle dei due e li stava guardando come se fossero due zanzare fastidiose:

“Signorine, avete finito di spettegolare? Se volete posso anche farvi avere dei pasticcini, quando vi avrò sbattuto fuori dalla mia aula.” 


La Holland in realtà era più bassa di entrambi, ma sia Lucas che Johnny sembrarono farsi piccoli piccoli di fronte all’espressione a dir poco minacciosa e al tono tagliente della professoressa, che li fulminò con lo sguardo prima di superarli:

“Ci scusi...”  Il mormorio di Lucas arrivò appena alle orecchie della donna, mentre il biondo aveva ripreso sommessamente a mescolare la sua Pozione Dilatante:


“Che storia è? Questo è sessismo... Loro due parlano da tutta l'ora, noi mormoriamo e ci rimprovera!” 

Johnny sbuffò appena, parlando con un filo di voce e alzando appena gli occhi chiari per posarli sulla Holland, cogliendo così la vena omicida che oscurava pericolosamente il volto della professoressa. 

“Solidarietà femminile dei miei stivali...” Anche Lucas alzò lo sguardo sulla Vicepreside per poi impallidire esattamente come aveva fatto il Corvonero, imitandolo e riprendendo a mescolare a gran velocità mentre si affrettava a riabbassare lo sguardo, cogliendo l’antifona: evidentemente quella donna sentiva davvero tutto, meglio non emettere un suono fino alla fine dell'ora o probabilmente sarebbero stati usati come cavie per un qualche veleno. 


                                                                           *


“Non ce la faccio. Non sono psicologicamente pronto.”

“Oh, quante storie! Ce la farai benissimo, non è la fine del mondo.” 


Marlena diede una pacca sulla spalla a Markus con aria consolatoria, mentre il Campione di Durmstrang guardava il piatto davanti a lui con aria sconsolata. 

Dall'altra parte del tavolo nemmeno Alek era propriamente allegro per il ritorno delle lezioni e mangiava stranamente in silenzio, rendendo l'atmosfera decisamente surreale agli occhi di Marlena: possibile che proprio quel giorno, quando aveva voglia di chiacchierare, quei due sembrassero come una donna in fase pre mestruale?


La ragazza fece vagare lo sguardo da un ragazzo all'altro per poi sbuffare, borbottando qualcosa sul pessimo tempismo della loro depressione da fine vacanze mentre si voltava verso il tavolo dietro, occupato dagli studenti di Hogwarts:

“Ehi Len, posso sedermi con voi?” 


Marlene smise di litigare con Lucas per il possesso dell'ultima fetta di pizza per rivolgersi alla ragazza, sorridendole e annuendo. Ovviamente il Grifondoro approfittò della sua svista per rubarle la fetta di pizza, guadagnandosi una sberla sul braccio e un sonoro rimprovero sul suo essere poco cavaliere: 

“Dove diamine l'hai messa la tua cavalleria da Grifondoro, vergogna!” 


Così, mentre Lucas reclama il soccorso di un’Abigail che però sembrava troppo impegnata a tagliare il polpettone per far caso a lui, Marlena si alzò con sollievo dal suo tavolo con tutta l'intenzione di spostarsi, quando Markus sembrò come svegliarsi dal coma e afferrò il polso dell’amica, guardandola come a dire “tu da qui non te ne vai” 


“Markus, mollami! Voi due oggi siete messi depressi, voglio un po’ di allegria prima che mi contagiate...” 

“Ma Lena non puoi abbandonarci...” 

“Mi commuove tutto questo affetto, anche se ho il sospetto che ci sia un qualche fine sotto... Volete per caso chiedermi qualche compito?” 

Due sorrisi angelici fecero ovviamente capolino sui volti dei ragazzi, facendo roteare gli occhi a Marlena:

“Sentite, prendete quello che vi pare dalla mia borsa... Ma io emigro al tavolo dei British.” 


Senza tante cerimonie la polacca su congedò dal tavolo, sfuggendo alla presa di Markus per occupare una sedia libera al tavolo dietro. 


I due rimasero in silenzio per un secondo, mentre riflettevano su quanto aveva appena detto l'amica... Poi si scambiarono un’occhiata, capendo che stavano pensando la stessa cosa:

“Dici che la sfruttiamo?” 

“Forse un po' a volte... Dai, al diavolo i compiti, andiamo anche noi.” 

I due si alzarono scostando le sedie sul pavimento, avvicinandosi alla loro migliore amica e prendendo posto affiancandola a mo’ di guardie del corpo, guadagnandosi un’occhiata sorpresa da Marlena:

“Beh? Non dovevate copiare Erbologia?” 


“Si beh, io e Markus abbiamo ritenuto più opportuno tenere compagnia alla nostra adorata Lena che ci sopporta costantemente...”

Un sorriso sincero comparve sul volto della ragazza alle parole di Alek, sorpresa di quanto stesse sentendo: solitamente il ragazzo rovinava frasi carine di quel tipo con un finale pessimo... Possibile che avesse finalmente imparato a non farlo?


“... Tranquilla, li copieremo più tardi.”


Come non detto.


                                                                                 *


Jake appoggiò il capo al tronco dell’albero, tenendo gli occhi aperti mentre con le dita alzava il bavero del cappotto per ripararsi il collo dall’aria fredda.  Non faceva propriamente caldo quel giorno, anche se quelle erano le ore dove il sole batteva appena più del solito... 

Non sapeva con certezza quanti gradi ci fossero, ma di certo poco più di 10 o giù di lì... Non che in realtà gli importasse molto: sopportava molto bene il freddo e anche se si fosse ammalato... Beh, avrebbe avuto un buon motivo di perdere qualche inutile e noiosa lezione, non sarebbe stato certo male. 


Il Campione di Ilvermorny chiuse gli occhi, tornando ancora una volta con la mente a due settimane prima, a Natale.
Da quella sera pensava a quanto era successo almeno una volta al giorno, ritrovandosi quasi a sorridere come un perfetto imbecille. 

Si era persino fatto qualche ramanzina davanti allo specchio, ottenendo scarsi risultati. 

Jake Miller chiuse gli occhi ed ecco che, ancora una volta, si allontanava dal parco di Ilvermorny per ritrovarsi nei corridoi bui del castello, diretto verso la Sala Comune dopo aver cenato.

“Jake, aspetta!” 

Non era proprio riuscito a non voltarsi al sentirsi chiamare, specialmente da quella voce che negli ultimi tempi era diventata una specie di campanello alle sue orecchie, mettendolo sull’attenti ogni volta in cui gli capitava di sentirla.

Si era chiesto per un attimo che cosa volesse e cosa ci facesse lì, ma le domande erano durante solo un istante: la sua concentrazione si era spostata subito dopo sul fatto che Scarlett dopo essergli corsa incontro l'aveva abbracciato, circondandogli il collo con le braccia e appoggiando il capo sulla sua spalla:

“Grazie.” 

Aveva esitato per un attimo, ma poi aveva ricambiato l'abbraccio anche se con leggera titubanza: quanto tempo era passato dall'ultima volta in cui aveva abbracciato qualcuno? Parecchio... E non l'aveva mai fatto con qualcuno che non fosse un familiare. 


“Figurati Rossa...” 

Aveva sorriso debolmente, sfiorandole i capelli profumati di vaniglia prima che lei si scostasse, sciogliendo l'abbraccio e sorridendogli con sincera gratitudine:


“Sai, credo che sia il più bel regalo di Natale che mi abbiano mai fatto.” 

A quelle parole aveva sorriso anche lui e mentre lei gli augurava la buona notte e un buon Natale per l'ultima volta, non aveva potuto fare a meno di pensare una cosa: di certo con quell’abbraccio anche lui aveva ricevuto un gran bel regalo, anche se non glie l'aveva detto. 


                                                                                 *

                                                                          
Hailey era in sella alla sua scopa, galleggiando a mezz'aria sopra al campo di Quidditch. 

Tecnicamente avrebbe dovuto allenarsi in vista della partita della settimana successiva e rincorrere una minuscola pallina dorata, ma continuava a la citare occhiate in direzione degli spalti, dove sapeva che Markus era seduto e la stava guardando.


Smettila di stare ferma come un’imbecille, muoviti dannazione! 


Sbuffando la Serpecorno impugnò meglio il manico di scopa, chinandosi leggermente per volare più velocemente in cerca del Boccino d’Oro. 

Dopotutto la domenica successiva avrebbe dovuto giocare seriamente, e sugli spalti ci sarebbe stato di sicuro anche lui... Tanto valeva abituarsi all'idea e mettere da parte quella sottospecie di nervosismo. 

Scarlett sembrava aver captato che l'amica era più ansiosa del solito in vista della partita contro Wampus... E ovviamente non ci aveva messo molto a capire il motivo di quel nervosismo insolito. 

Il motivo aveva i capelli castano/biondo e gli occhi azzurri, ecco il punto. 


Ovviamente Hailey non aveva alcuna intenzione di perdere quella partita: innanzitutto era contro Wampus, la Casa di suo fratello minore... E Fabian l'avrebbe derisa fino alla fine dell'anno se avesse perso proprio contro quella Casa, ne era assolutamente certa. 

E poi a quella partita ci sarebbe stato anche lui... E l'ultima cosa che voleva era giocare male e lasciarsi fregare il Boccino da sotto il naso proprio davanti a Markus: era la prima volta in cui la vedeva giocare a Quidditch, voleva fare bella figura. 

Mentre scendeva velocemente in picchiata dritta verso la pallina dorata che saettava davanti a lei Hailey Silverstone sorrise: voleva vincere quella partita... Ed era assolutamente certa che avrebbe ottenuto quello che voleva, come sempre. 














.......................................…...............................................................
Angolo Autrice:

Buonasera! So che il capitolo non è granché, è un po’ di transizione... Ma domani non avrò assolutamente tempo di scrivere nulla o di pubblicare qualcosa, quindi volevo pubblicarlo stasera per evitare di farvi aspettare due giorni in più.

Domandine del capitolo:

-    Compleanno del vostro OC?
-    Nel prossimo capitolo ci sarà la partita tra Serpecorno e Wampus... chi volete che vinca? (Dovete votare tutti tranne, ovviamente, Nene) 

Non vi rubo altro tempo, buona serata e scusate ancora per il capitolo... Discutibile, ma oggi mi è uscito questo. 

Ps. Ho recentemente iniziato una nuova storia, quindi il ritmo degli aggiornamenti rallenterà un po’... Però prometto che cercherò di continuare ad essere costante e regolare, farò del mio meglio! 


Signorina Granger 

                                                                  

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Capitolo 18
*** Serpecorno - Wampus ***


Capitolo 17: Serpecorno – Wampus 
 
Domenica 13 Gennaio 


“Sei nervosa?”

“Mh-mh.” Scarlett lanciò un’occhiata dubbiosa in direzione di Hailey, che era seduta accanto a lei e non la smetteva di tamburellare le dita sul tavolo. 

“Andiamo, andrai benissimo… Come l’altra volta, ad Ottobre.”

“Beh, lo spero! Sarebbe proprio umiliante perdere contro mio fratello, tra l’altro più piccolo! Mi prenderebbe in giro fino a Giugno, stanne certa.”

“Non lo metto in dubbio… Ma non ci pensare, concentrati sul Boccino… e a non farti colpire da uno di quegli affari indemoniati.”

“Si chiamano Bolidi, Rossa… Sai, quegli affari di cuoio che il tuo ragazzo colpisce con una mazza durante le partite… hai presente?”

“So benissimo che cos’è un Bolide! Primo, e secondo smettila di dire che Miller è il mio ragazzo!”

Scarlett sbuffò, abbassando la voce per evitare di farsi sentire dal resto della Sala da Pranzo mentre invece Hailey sorrideva, divertita dalle parole dell’amica che era solita ripetere almeno una volta al giorno, ogni volta in cui lei si divertiva a definire Jake Miller il suo fidanzato.

“Certo, certo… Resta comunque il fatto che l’hai abbracciato.”

“Che c’entra?”

“C’entra, tu non abbracci nessuno, mai! E poi… Beh, mi spieghi perché in un modo o nell’altro vi incrociate spesso? Secondo me vi mettete d’accordo…”

“Non lo so, ma di certo non siamo d’accordo. Beh, ti lascio… Il tuo ragazzo sta arrivando.” Questa volta il turno di sorridere fu di Scarlett, che fece per alzarsi dalla sedia ma venne bloccata per un attimo dall’amica: con un movimenti fulmineo Hailey le infilò al volo la sua sciarpa di Serpecorno, sostenendo che doveva ovviamente tifare per lei. 

Scarlett roteò gli occhi ma non osò replicare, alzandosi e avviandosi verso la porta della Sala da Pranzo. Quando passò accanto a Markus il ragazzo le rivolse un sorriso, salutandola allegramente:

“Ciao Scarlett! Verrai a vedere la partita?”

“Non potrei mancare anche volendo, credimi… Se vuoi andare a salutare Ley non dire “Wampus”, “perdere” o “Boccino”, mi raccomando.”

Scarlett diede al ragazzo una leggera pacca sulla spalla prima di allontanarsi, lasciandolo lievemente perplesso mentre si avvicinava alla Serpecorno, rimasta sola:

“Ciao, Cercatrice! Pronta per la partita?”

“N… Si, pronta. Sai, è davvero stressante fare il Cercatore: se la squadra perde incolpano praticamente solo te.”

“Nemmeno noi Portieri abbiamo vita facile… con chi pensi che se la prendano tutti quando la squadra avversaria segna?”

Markus prese posto sulla sedia lasciata libera da Scarlett mentre Hailey sorrideva alle sue parole, guardandolo quasi con compatimento:

“Mi immagino una specie di folla inferocita che ti insegue… Però devo dire che mi spiace non poterti vedere giocare.”

“Pazienza… Magari al prossimo allenamento di Serpecorno farò l’intruso e ruberò un manico di scopa, chi può dirlo.”

Markus si strinse nelle spalle, usando un tono talmente serio da far ridere Hailey mentre l’immagine del Campione che si imbucava agli allenamenti della sua squadra compariva vivida nella sua mente. 

“Magari possiamo riparlarne… Ora scusa, ma se non arrivo in orario agli spogliatoi mi ammazzeranno… o meglio, lo faranno dopo la partita. Mi aspetto che tu faccia il tifo per me, sappilo!”

“Scusa, per chi altro dovrei tifare?” Hailey si alzò, stringendosi nelle spalle mentre Markus le rivolgeva un’occhiata accigliata:

“Beh, non si può mai sapere… Allora ci conto, ci vediamo dopo!”

Con un ultimo sorriso e un cenno di saluto la Cercatrice di Serpecorno si congedò, allontanandosi dal tavolo a passo svelto con gli occhi di Markus puntati addosso:

“Buona fortuna allora…”


                                                                               *


“Alek, smettila di mangiare o arriveremo tardi!” Marlena sbuffò, camminando a passo svelto sull’erba con Alek che le trotterellava affianco, armato di una scodella carica di pop corn.

“Quante storie, mi dici da quand’è che il Quidditch ti interessa tanto? E poi che spettacolo sarebbe senza pop corn?”

“Infatti non ti sto rimproverano perché li hai portati… Ma perché non li devi finire, li voglio anche io!”

Marlena sbuffò, afferrando la scodella dalle mani dell’amico che le rivolse uno sguardo seccato, non propriamente felice di vedersi sottrarre da sotto al naso i suoi snack.

“Va beh, ho capito lasciamo stare… Piuttosto, Markus dove diamine si è cacciato? L’ho visto parlare con Hailey in Sala da Pranzo, secondo te è già al campo?”

“Non credo, al limite gli terremo un posto… Voglio proprio vederlo tifare per, come la chiami tu, “Occhi belli”.” 

Marlena sfoggiò un sorrisetto divertito che venne ricambiato immediatamente da Alek, che annuì con aria quasi cospiratoria:

“Oh, anche io... Non vedo proprio l'ora.” 


                                                                                  *


“Grande, sono in prima fila... per una volta riuscirò a vedere qualcosa!” 


Marlene sorrise allegramente, dandosi il cinque con Abigail mentre Lucas alle loro spalle sbuffava, borbottando qualcosa di poco comprensibile.
Il ragazzo in effetti non sembrava molto allegro a differenza delle due, probabilmente perché era stato segregato in seconda fila dalla sua stessa ragazza:


“Dai Luke, non mettere il muso! Sei troppo alto, non puoi stare davanti... Coprì la visuale a tutti! Dico bene, John?” 

La Grifondoro rivolse un sorriso forse anche troppo allegro in direzione del Corvonero, che la guardò inarcando un sopracciglio nerissimo come a voler dire – perché diamine mi tirate sempre in mezzo – prima di schiarirsi la voce e parlare:

“Beh... In effetti se stiamo davanti loro non vedono niente.” 

Lucas gli rivolse un’occhiataccia e il Corvonero per tutta risposta sollevò le sopracciglia, come a volergli dire che non aveva scelta se non dar corda a Len. 

“Esattamente... Quindi non fate storie, voi ve ne starete lì fino alla fine della partita.” 


Abigail sorrise con soddisfazione, appoggiando le braccia sulla ringhiera degli spalti mentre faceva vagare lo sguardo sul campo mentre i giocatori si era disposti a cerchio prima per iniziare la partita. 

“Tu per chi tifi Len?” 

“Mi è un po’ indifferente a dire il vero, ma voglio comunque vedere la partita... Chissà di non assistere a qualche incidente!”

“Lennie, sei un po’ sadica a volte...” 

“Chiamami ancora così è lo diventerò di certo, tesoro.” 


                                                                                *


Gli occhi di Scarlett andarono subito sulla sua giocatrice preferita non appena la partita ebbe inizio, seguendo i movimenti di Hailey che perlustrava il campo in cerca di qualche scintillio dorato che tradisse la presenza del Boccino. 

Se non avesse giocato la sua amica probabilmente non sarebbe nemmeno andata alla partita, ma Hailey l'avrebbe ridotta in mille pezzettini se non si fosse presentata con tanto di sciarpa blu intorno al collo. 


“Però, hai persino la sciarpa... Ti hanno nominata Mascotte della squadra per caso?” 

La ragazza non si voltò, continuando a tenere lo sguardo sulla partita mentre rispondeva in tono pacato:

“Non ancora no, però pensavo giusto di propormi... Dici che mi prenderebbero?” 


“Beh, può anche darsi... Ti ci vedo proprio a saltellare in giro, una nanetta dai capelli rossi... Potresti travestirti da elfo, saresti molto credibile.” 


Jake trattenne impulso di sorridere, cercando di rimanere serio mentre Scarlett si voltava verso di lui, inarcando un sopracciglio:

“Sai, me l'ha detto anche Ley... Che sarei perfetta per fare l'elfo. Stupidi pregiudizi dei capelli rossi...” 

“Beh, la Silverstone ha ragione. Devo ancora perdonarla per avermi battuto ad Ottobre, ma su questo ha ragione. Che altro dice la Cercatrice?” 

Scarlett esitò per un momento, mentre un pensiero si faceva velocemente largo nella sua mente: in effetti c'era un'altra cosa che la sua migliore amica diceva spesso da qualche tempo... E cominciava a pensare che avesse davvero ragione:

“Beh... Se proprio lo vuoi sapere, Ley sostiene che per qualche motivo io e te finiamo sempre con l'incontrarci un po’ ovunque... E ha ragione, in effetti.” 

“Che vuoi farci Anderson, lo so che sei magneticamente attratta da me...” 

Jake si strinse nelle spalle con fare teatrale, guadagnandosi una sonora sberla sul braccio da parte della ragazza, che lo guardò con aria scettica:


“Ah, davvero? Quindi io sarei attratta da te? Scusami tanto Miller, ma io ero qui e tu sei venuto a parlarmi, mi risulta... E anche dopo la partita contro Magicospino, io ero sul balcone e tu sei arrivato... E la settimana scorsa, mentre andavo a Trasfigurazione ed ero in ritardo tu ti sei magicamente materializzato accanto a me. Come la mettiamo?” 


Jake strabuzzò gli occhi, girandosi completamente a sua volta verso di lei per poi risponderle immancabilmente per le rime:

“Ti ricordo che tu sei venuta a cercarmi mentre mi allenavo, un mese fa... E vogliamo parlare di Natale?” 

“Non c'entra niente, dovevo chiederti un favore! E a Natale ti volevo... Ringraziare.” 


Scarlett incrociò le braccia al petto, stringendosi nelle spalle mentre Jake invece sbuffava appena, roteando gli occhi: quella ragazza era quasi perennemente sulla difensiva quando parlava... O almeno quando parlava con lui.

“Certo, certo...” 


“Ehy, non usare quel tono sarcastico con me Miller! Sono io che lo uso, di solito!” 


Scarlett lo guardò con aria quasi indignata, facendolo sorridere appena:

“Allora forse questo ti farà rendere conto che io e te, infondo, siamo fatti della stessa pasta.” 


                                                                      *


“Oh, ma andiamo! Possibile che non riescano a segnare, tra un po’ scenderò in campo io... Alek, passami i pop corn per favore.” 


Senza dire nulla o anche solo staccare gli occhi dalla partita Aleksandur obbedì, porgendo l’enorme scodella oltre Marlena per permettere anche a Markus di affermare una manciata di pop corn. 

“Ma non finiscono mai?” 

“No, Lena ha fatto un incantesimo alla ciotola...” 


“Però... Geniale!”   Markus sorrise, voltandosi verso l'amica che ricambiò con aria soddisfatta, stringendosi appena nelle spalle mentre continuava a tenere gli occhi chiarissimi sul campo:

“Lo so...” 


“Però, come sei modesta oggi!” 

Marlena fece per rispondere alle parole di Alek, ma Serpecorno segnò proprio in quel momento e non ne ebbe il modo visto che gli spalti si riempirono immediatamente delle ovazioni degli studenti di quella Casa o dei Magicospino o Serpecorno che tifavano comunque per loro. 

Anche Markus sorrise con aria soddisfatta, facendo vagare sul campo gli occhi chiari mentre cercava di individuare Hailey in mezzo al tumulto di Bolidi, Pluffa e giocatori.


“Il nostro Campione tifa per i cervelloni... Perché la cosa non mi sorprende? Tu Lena che ne dici?” 

“Non so perché ma non sono stupita nemmeno io... Chissà come mai.” 


Markus si voltò verso i suoi migliori amici, trovandoli entrambi con gli occhi puntati su di lui è una finta espressione pensierosa dipinta teatralmente in volto.

Il ragazzo sbuffò appena, borbottando di piantarla di fare gli idioti mentre Lena e Alek per tutta risposta sghignazzarono con aria divertita. Il ragazzo appoggiò un braccio sulle spalle di Marlena, parlandole con fare cospiratorio e a bassa voce, anche se non abbastanza da evitare di farsi sentire da Markus:


“Che dici, ce la farà entro San Valentino?” 

“Credo e spero di sì, staremo a vedere.” 


“Sappiate che mi rifiuto categoricamente di sfiorare Lena perché è una ragazza, ma Alek ti assicuro che se fai un altro commento sulla questione ti butto giù dagli spalti.” 

Marlena sorrise con aria divertita, anche se la faccia e il tono di Markus non suggerivano propriamente che stesse scherzando mentre ammoniva il suo migliore amico, che per tutta risposta si limitò a sorridere:

“Che dici Markus, non vorrai interrompere la preziosa partita dove gioca Hailey vero?” 

“Alek, ti avverto. Zitto.” 


                                                                           *


Per quanto amasse quello sport e per quanto amasse volare, a volte Hailey Silverstone si ritrovava nel bel mezzo di una partita a provare quasi odio verso una certa pallina dorata che si ostinava a non farsi trovare. 

Aveva individuato il Boccino poco dopo l'inizio della partita, ma grazie ad un Bolide lanciatole gentilmente contro da un Battitore di Wampus l'aveva perso di vista quasi subito. 

La Cercatrice sbuffò, fermandosi a mezz'aria e abbassando lo sguardo: si trovava qualche metro sopra agli altri giocatori, che sfrecciavano sotto di lei passandosi la Pluffa. 

Serpecorno era in svantaggio per 20 punti, ma non era poi così grave... L'importante era che lei afferrasse il Boccino d’Oro. 

Aveva completamente perso la cognizione del tempo e non aveva idea di quanto tempo fosse passato dall'inizio della partita... In effetti quasi non sentiva nemmeno la cronaca, si stava concentrando solo ed esclusivamente sul Boccino e sul non farsi staccare la testa da qualche Bolide. 


Sbuffando la ragazza si buttò in picchiata nel bel mezzo della mischia, sperando che quella dannata pallina incantata decidesse di farsi viva mentre si guardava intorno, cercando con lo sguardo Leonard Jones, il Cercatore avversario. 

Fortunatamente anche lui sembrava nella sua stessa situazione, senza aver ancora individuato il Boccino... La minuscola e scintillante pallina che avrebbe portato una delle due squadre alla vittoria sembrava non aver nessuna voglia di farsi vedere quella mattina, nonostante il cielo grigissimo e senza alcun raggio di sole rendesse facile scorgere uno scintillio dorato. 

Hailey scattò qualche metro verso il suolo, schivando così un Bolide che molto probabilmente altrimenti l’avrebbe colpita dritta al braccio... I Battitori quel giorno erano davvero accaniti, era almeno il sesto che schivava per un pelo. 


Era assolutamente determinata a vincere quella partita: avendo già battuto Tuonoalato, vincendo Serpecorno sarebbe finito dritto in prima posizione... E il passo verso la Coppa sarebbe stato molto breve a quel punto. 

Senza contare che, come aveva detto a Markus dopo colazione, essendo Cercatrice sentiva gran parte del peso della partita sulle sue spalle... Non le piaceva perdere quando si trattava di Quidditch e difficilmente si sarebbe perdonata di lasciarsi fregare il Boccino, la vittoria e la Coppa da sotto al naso. 


Proprio mentre la sua Casa segnava Hailey alzò lo sguardo, sgranando gli occhi azzurri nel scorgere distintamente qualcosa di dorato sfrecciare proprio sopra di lei, a meno di cinque metri dalla sua testa. 


Finalmente 


Sorrise quasi senza rendersene conto e un momento dopo era sfrecciata verso l'alto, pronta ad inseguire e afferrare il Boccino d’Oro. 


                                                                          *


“Sbaglio o Hailey Silverstone ha visto il Boccino?” 


Alle parole di Abigail tutti i suoi compagni di Hogwarts si voltarono sincronicamente verso la Cercatrice, assottigliando lo sguardo per cercare di vedere meglio.

“Credo di sì... Beh, era ora, ormai sono 120 a 110 per Wampus!” 

Marlene lanciò una fugace occhiata al tabellone con i punti per poi tornare a concentrarsi sulla Cercatrice di Serpecorno, come stava facendo praticamente tutto lo stadio.


“Beh le conviene darsi una mossa, il Cercatore di Wampus le è praticamente alla calcagna.”


Lucas inarcò un sopracciglio, sporgendosi leggermente oltre Marlene per riuscire a vedere meglio e maledicendosi mentalmente per non essersi portato un binocolo mentre i due Cercatori sfrecciavano dietro al Boccino sempre più in alto.


“Che cavolo, non si vede niente! Qualcuno riesce a capire chi è più vicino al Boccino?” 

Johnny inarcò un sopracciglio, cercando di distinguere le sagome dei due giocatori anche se da quella distanza era praticamente impossibile capire chi dei due fosse più vicino alla minuscola pallina, invisibile ai loro occhi. 


“Io no di certo... Però sono curiosa, chissà chi dei due la spunterà!” 


                                                                                *


“Ma come diamine sono finiti?” 


Jake inarcò un sopracciglio, tenendo gli occhi chiari fissi sul cielo nuvoloso. Leonard e Hailey erano spariti oltre le nuvole un paio di minuti prima e tutti avevano decisamente smesso di prestare attenzione ai passaggi della Pluffa, chiedendosi chi avesse messo mano sul Boccino e messo così fine alla partita. 


“Non ne ho idea, ma spero che Ley non si faccia male...”    Scarlett sospirò, tenendo gli occhi a sua volta fissi sul punto dove aveva perso di vista la sua migliore amica. 


Pochi istanti dopo però una figura sfrecciò di nuovo sopra al campo e il silenzio calò sugli spalti, mentre tutti strizzavano gli occhi per riuscire a capire di quale dei due Cercatori si trattasse.


                                                                           *


“Si! Grandiosa!” 

Markus sorrise, battendo le mani a sua volta mentre intorno a lui, Alek e Marlena scoppiava un sonoro applauso seguito da ovazioni. Hailey intanto era planata velocemente verso il suolo con il Boccino stretto tra le dita, con un gran sorriso stampato in faccia.


“Dai, che aspetti? Vai, muoviti!”      Marlena spinse non proprio delicatamente l'amico, ordinandogli di scendere in campo per raggiungere la Cercatrice. 

Il Campione di Durmstrang non se lo fece ripetere due volte e, dopo aver rivolto un gran sorriso ai due amici, sparì sulle scale per raggiungere il campo mentre l'intera squadra di Serpecorno si stringeva in un abbraccio soffocante anche solo a guardarlo. 




“Grande, Ley ha fatto vincere la squadra! Vado a farle i complimenti!”    Scarlett sorrise allegramente e girò sui tacchi per scendere dagli spalti, mentre alle sue parole Jake si voltava verso la ragazza con aria quasi indignata:

“Ehi! Quando ho vinto IO non sei venuta a congratularti però! E sono pure nella tua stessa Casa!” 

“Hai ragione, non l'ho fatto... Facciamo così: tu vinci la prossima partita, e vedrò di farti i complimenti.” 


Con una mezza risata la Rossa sparì giù per le scale, lasciando Jake solo a sbuffare debolmente: non la capiva proprio a volte, la psicologia di quella ragazza... Però di sicuro avrebbe fatto del suo meglio per vincerla sul serio, la partita successiva. 


                                                                               *


Hailey sciolse l'abbraccio con Katie Marshall, Cacciatrice e Capitana di Serpecorno che le era praticamente saltata in braccio quando era atterrata, con le labbra ancora piegate in un sorriso: in effetti era abbastanza certa che non avrebbe smesso di sorridere fino all'ora di cena... Anzi, fino al mattino successivo quando la depressione da lunedì l'avrebbe colpita. 


Scorgendo una figura familiare andarle incontro il sorriso della Cercatrice di allargò mentre teneva ancora il Boccino stretto tra le dita, avvicinandosi alla sua migliore amica:

“Ehi Rossa! Hai visto, due su due vinte... Ora siamo primi in classifica!” 

“Si, lo so... Complimenti! Anche se questo vuol dire che la finale sarà tra voi e Tuonoalato...”  


Fregandosene altamente della repulsione della sua amica per gli abbracci Hailey la strinse in una morsa e a Scarlett non restò che sospirare, dandole qualche colpetto sulla schiena:

“Beh, poco male, tiferai per me ovviamente!” 

“Immagino di non avere scelta, anche se Miller mi ammazzerà con un Bolide.” 


Hailey rise appena, staccandosi dall'amica e strizzandole l'occhio:


“No, non lo farebbe mai... E se anche fosse tranquilla, ti vendicherò io.” 

“Ora sì che dormirò serenamente... Oh, guarda, c'è Markus... Bene, ci vediamo dopo, ciao!” 


Con un sorrisetto Scarlett si dileguò alla velocità della luce, sparendo in quattro e quattr’otto dalla vista dell’amica. 
Normalmente Hailey si sarebbe domandata, come faceva sempre, come diamine facesse la sua migliore amica a sparire nel nulla all’improvviso... A volte quasi si chiedeva se  avesse scoperto un modo per Smaterializzarsi dentro la scuola o se non fosse per caso una specie di discendente di Houdini, ma subito dopo aver vinto la seconda partita di seguito Hailey Silverstone non si pose minimamente quella domanda, probabilmente troppo felice ed euforica. 


Gli occhi azzurri della ragazza si posarono invece su Markus che, come aveva detto Scarlett, le si stava effettivamente avvicinando con un sorriso stampato in volto e gli occhi puntati dritti su di di lei. 

Ricambiando il sorriso Hailey fece velocemente qualche passo avanti, avvicinandosi al ragazzo stringendo quasi senza rendersene conto il Boccino tra le dita.

Presa probabilmente dall’euforia post vittoria Hailey non gli diede il tempo di dire nulla, gettandogli le braccia al collo e abbracciandolo.

Per un attimo Markus non disse nulla, sorpreso dal gesto della ragazza prima di sorridere:

“Beh, complimenti per la vittoria...” 

“Grazie...”    Hailey si scostò leggermente, allontanando il capo dal ragazzo ma tenendo le mani intrecciate l’una con l’altra dietro al collo di Markus, smettendo di sorridere appena prima di alzarsi in punta di piedi e appoggiare le labbra su quelle del ragazzo. 


Dopo un istante Hailey si ritrasse di scatto, sgranando gli occhi mentre diventava velocemente dello stesso colore della divisa da Quidditch di Wampus:

“Io... S-scusa...” 

Fece per ritrarsi colma d’imbarazzo dalla testa fino alla punta delle dita dei piedi, ma Markus invece sorrise con aria divertita, stringendola a sua volta tra le braccia e impedendole di filarsela:

“Scusa, dove credi di andare?” 


La mano del ragazzo andò tra i capelli di Hailey, facendo pressione sulla sua nuca per attirarla a se e baciarla. 

Un coro di risate, applausi e ovazioni partì immediatamente intorno ai due, mentre Alek fischiava sonoramente infilandosi due dita in bocca e Marlena rideva appena, guardando la scena quasi con soddisfazione.


Beh, era anche ora... 


Scarlett sfoggiò un sorriso, infilandosi le mani nelle tasche del cappotto prima di girare sui tacchi, camminando sull'erba con calma per uscire dal campo.


“Idiota...”    Markus si voltò appena verso un Alek che aveva appena finito di fischiare e che teneva un braccio intorno alle spalle di Marlena, facendo ridere Hailey mentre la teneva ancora abbracciata.

Alek però non si scompose, limitandosi a sorridere e strizzargli l'occhio. Probabilmente avrebbe anche fischiato ulteriormente, ma un’occhiata eloquente da parte di Marlena gli fece cambiare idea. 


“Dai, andiamo a pranzo... Bisogna festeggiare la vittoria, no?” 

Hailey sorrise e annuì con gli occhi luccicanti, mentre Markus la prendeva per mano e si avvicinavano ai due migliori amici del ragazzo, che li stavano guardando come se avessero aspettato quel momento per un bel po’. 


                                                                          *


“Ehi, ragazze! Voi che adorate le love story, il Campione di Durmstrang ha appena baciato allegramente la Cercatrice di Serpecorno...” 

“Come?”

“Dove?” 
“Quando?” 


Marlene e Abigail si fiondarono immediatamente sulla ringhiera alle parole di Johnny, che si scostò appena in tempo per non finire travolto dalle due.


“Maledizione, ce lo siamo perse! Johnny ma non potevi dircelo prima?” 

“Non è che passo il tempo a cercare coppiette a destra e a sinistra, me ne sono accorto due attimi fa!” 


Abigail e Marlene sbuffarono prima di voltarsi, allontanandosi dalla ringhiera per scendere dagli spalti.  Len si avvicinò a Lucas, che le mise un braccio sulle spalle e sfoggiò un sorrisetto in direzione della Tassorosso:


“Beh Abby, se vuoi assistere ad un bacio posso farti la dimostrazione anche adesso... Dico bene Lennie?” 

“Continua a chiamarmi così e ti assicuro che l'unico che bacerai stasera sarà Mercury, chiaro?” 


Il tono minaccioso e la faccia seria di Marlene fecero scoppiare a ridere sia Johnny che Abigail, che seguirono l’allegra coppietta giù per le scale delle tribune mentre Luke sfoggiava un broncio da cucciolo bastonato:


“Sei veramente crudele... Io ti chiamo così affettuosamente, non per prenderti in giro!” 

“Si sì, ho capito... Ma non mettere il broncio ora! Luke. No, non fare quella faccia! È inutile che mi guardi così, io non cedo. Abby, aiutami!” 


“Che vuoi che ti dica Len, è il tuo ragazzo... Pensaci tu!” 

Abby sorrise, passando oltre ai due con aria divertita mentre Luke continuava a rivolgere occhiate da Bambi in direzione di Marlene, che alla fine dovette cedere per forza e sbuffando afferrò il ragazzo per la camicia, costringendolo a chinarsi per dargli un bacio a stampo per poi lanciargli un’occhiata esasperata:


“Bene, il bimbo è contento adesso?” 

“Veramente no, non proprio...” 


“Signore, dammi la forza...” 

















.....................................................................................................
Angolo Autrice:

Buonasera! Il mio PC ha gentilmente deciso di andare in coma e abbandonarmi, quindi ho dovuto finire il capitolo sul telefono... Che bellezza! Non volevo però farvi aspettare molto, anche perché mi avreste dato per dispersa se non avessi aggiornato oggi credo, così eccomi qui.

Grazie mille per i voti e le recensioni come sempre, siete state tutte molto puntuali.

Ah, piccola nota: praticamente tutte mi avete scritto, anche se in modi diversi, che speravate tanto che proprio in questo capitolo avvenisse il tanto acclamato bacio tra Hailey e Markus... Poiché io avevo  l'idea da almeno una settimana, vi chiedo: ma mi spiate o cosa?     Forse ci siamo tutte connesse telepaticamente... Mah! 


Ad ogni modo, spero che il capitolo vi sia piaciuto... Fuori un’altra, ora rimangono solo i Jarlett... Che come era molto prevedibile sono gli ultimi. Si accettano scommesse su quanto ci metteranno, dal canto mio ho l'idea già in testa... Chissà, magari indovinate pure questa volta. 

Ci sentiamo presto, spero, con il seguito! 


Signorina Granger 

                                                                             


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Capitolo 19
*** Furti e risse mancate ***


Capitolo 18: Furti e risse mancate 
 
Lunedì 21 Gennaio 


Appallottolò la lettera, stringendola nella mano con tanta forza da fargli diventare le nocche bianche, chiudendo gli occhi e passandosi nervosamente l'altra mano tra i capelli scuri come sempre un po’ arruffati.


Nel vedere una lettera da casa si era stupito, ma non troppo: quello era praticamente l'unico periodo dell'anno scolastico in cui i suoi genitori gli scrivevano.
Il primo trimestre era finito da meno di un mese e a quanto sembrava la Holland aveva gentilmente scritto ai suoi genitori per “informarli” dei suoi voti non proprio eccezionali e della sua condotta non esattamente brillante. 


Succedeva praticamente ogni anno e come al solito i suoi genitori gli avevano scritto per rimproverarlo, anche se quella lettera era decisamente più sgradita del solito: era al settimo e ultimo anno e sembrava che il caro padre non stesse prendendo bene che non si stesse impegnando affatto anche all'ultimo anno di scuola, sostenendo che avrebbe dovuto impegnarsi almeno nell'ultimo periodo e che non avrebbe potuto vivere sulle loro spalle per sempre solo perché faceva i capricci.


Faceva i capricci.

Era davvero questo che pensava suo padre? 

Vivere sulle loro spalle.


Ironico, visto che non vedeva l'ora di tagliare i ponti con la sua famiglia... Altro che approfittarsi del suo cognome, avrebbe pagato pur di potersi chiamare in un altro modo. 

E pensare che era stato proprio suo padre a spingerlo a non impegnarsi affatto, anche se forse non se ne rendeva conto... Se anni prima le cose fossero andate diversamente forse Jake Miller avrebbe anche seguito le orme del suo perfetto fratello maggiore Jonathan.

Quante volte, in punizione, gli era capitato di dover lucidare qualche targa, qualche premio intestato a Jonathan Miller? Tante, troppe. Quasi per non fargli dimenticare che erano diversi, che lui non sarebbe mai stato alla sua altezza e che erano stati trattati diversamente da sempre...  Il tutto perché suo padre ambiva alla perfezione, voleva giocare alla perfetta famiglia benestante dove ognuno fa del suo meglio e ottiene buoni risultati. Come sua madre, che era una scrittrice, come suo fratello è come lo stesso Signor Miller, Babbano ma avvocato di grandissimo successo.


“Stai bene?” 

Sussultò, aprendo gli occhi di  e tornando improvvisamente alla realtà grazie alla voce e alla mano che gli aveva sfiorato una spalla. 
Si voltò di scatto, ritraendosi allo stesso tempo e allontanandosi così dalla mano di Scarlett, che era in piedi dietro alla sua sedia e lo stava guardando con aria accigliata. 


“Io... Si, benissimo. Scusa, devo andare.” 


Senza darle il tempo di dire altro Jake si alzò di colpo, superandola e percorrendo la Sala da Pranzo a grandi passi per poi sparire dietro alla porta nel giro di pochi secondi. 

La Caposcuola si voltò, seguendolo con lo sguardo per un momento mentre teneva ancora la mano a mezz'aria; quando perse di vista Jake Scarlett abbassò lentamente il braccio, chiedendosi che accidenti gli fosse preso. L'aveva intravisto leggere una lettera... Chissà chi gli aveva scritto, e cosa. 


Non parlava mai della sua famiglia o della sua vita al di fuori della scuola... In effetti nessuno sembrava sapere praticamente niente di Jake Miller, oltre al fatto che combinasse almeno due grossi guai alla settimana. 

Era riuscito persino a barare e copiare ai G.U.F.O. anche se nessuno aveva mai capito come... Quella storia aveva fatto il giro della scuola per un bel po’ di tempo e Scarlett aveva sentito ipotesi e teorie a dir poco disparate, specialmente da parte delle ragazzine più piccole che probabilmente vedevano nel Capitano della squadra di Tuonoalato una figura imperscrutabile, misteriosa e per questo affascinante ai loro occhi.


Scarlett sospirò, avvicinandosi a sua volta all'uscita della Sala per andare a lezione di Trasfigurazione: qualcosa le diceva che non avrebbe visto il “peccatore” molto spesso, quel giorno... Specialmente a lezione. 


                                                                                   *


“Sono le 8... Dovremmo andare, tra poco iniziano le lezioni.” 

Hailey sorrise appena, seduta accanto a Markus su una panca, vicino alla porta che collegava la Sala da Pranzo all’Ingresso. 


“Odio il lunedì mattina. È deprimente... Preferirei passarlo qui che a lezione, in effetti.” 

Il ragazzo sorrise e Hailey sbuffò, borbottando un “non tentarmi” prima di abbracciarlo, appoggiando il capo sulla sua spalla. 

“Che cosa abbiamo adesso? Trasfigurazione?” 


“Si... Chissà che cosa ci farà trasformare la Mayer oggi.” 

“Non so, ma credo che tra poco cominceremo con l’auto-Trasfigurazione... Ho il terrore di restare per sempre un tavolo o cose simili.” 

Markus piegò le labbra in una smorfia, facendo ridacchiare la Serpecorno che sollevò appena il capo per poterlo guardare in faccia, strizzandogli l'occhio:

“Tranquillo, in caso ti trasformerei di nuovo io... Sarebbe un peccato che questa bella faccia non potesse più essere rimirata, non pensi?” 


Il ragazzo sorrise di rimando, facendo saettare subito dopo lo sguardo su un gruppetto di studenti che erano appena usciti dalla Sala da Pranzo, diretti ovviamente a lezione.

Gli occhi chiari di Markus si posarono inevitabilmente su un suo coetaneo in particolare, che stava parlando con un compagno di Casa.  Un sorrisetto comparve sul volto del Campione di Durmstrang prima di parlare, a bassa voce per non farsi sentire:

“C'è il tuo ex...” 

“Beh, un motivo in più per andarcene allora... Andiamo, non mi va di vedere la sua faccia più del dovuto.” 


Hailey fece per alzarsi ma una mano di Markus si strinse intorno al suo braccio, costringendola a stare seduta per poi avvicinarlesi e baciarla. 
La Serpecorno rimase per un attimo spiazzata, ma proprio tenendo gli occhi sgranati intravide una figura familiare che stava seguendo la scena con lo sguardo... Capendo, la Serpecorno chiuse gli occhi, rispondendo al bacio e sorridendo mentalmente.


Silverstone 100, Derex 0


                                                                                *


“Ok, ce la posso fare.” 

“Parli come se fosse una missione impossibile...”


“Beh, per me lo è eccome, non siamo tutti bravi come te!”      Len sbuffò, guardando con aria torva la tartaruga di terra che avrebbe dovuto trasformare in una pentola a pressione.

“Nessuno è capace in tutto Len, tu sei molto più brava di me in Astronomia per esempio.” 


Un sorrisetto comparve sul volto di Marlene alle parole del fidanzato, non potendo non dar ragione a Lucas: in effetti era sempre stata più brava di lui in quella materia, che era una delle sue preferite. 


“Ok... Comincio io, vediamo se ci riesco.”    Lucas puntò la bacchetta contro il rettile, che gli lanciò un’occhiata torva prima di sparire, sostituito da una bella e lucida pentola.

“... Sai una cosa Luke? Tu mi demolisci l'autostima.” 


Lucas sorrise, guardando la ragazza quasi intenerito mentre alzava una mano per accarezzarle il volto:

“Non è così difficile Len, devi solo provarci... Ci riesco io, perché tu non dovresti?” 


“Perché io e la Trasfigurazione siamo su due pianeti molto distanti, ecco perché. Vi prego, ditemi che non l'unica che non riesce a tramutare questo rettile in una pentola per cucinare!” 


La Campionessa di Hogwarts si voltò, rivolgendosi ovviamente ai tre ragazzi seduti dietro di lei: Abigail si era seduta tra Johnny e Sam e nessuno dei tre sembrava propriamente allegro o sorridente. 

“Rilassati Len. Non sei l'unica, no...” 


Johnny lanciò un’occhiata torva alla sua tartaruga, che per tutta risposta lo guardò male mentre nemmeno Abigail sembrava troppo allegra, dopotutto anche la Tassorosso aveva sempre detestato a morte Trasfigurazione. 

L'unico a sembrare soddisfatto in effetti era Sam, che rivolse un sorriso in direzione di Lucas, dandosi il cinque con il compagno di Casa visto che della delegazione erano stati gli unici in grado di portare a termine correttamente il compito.


“Grazie al cielo ci siamo io e Luke, altrimenti gli americani penserebbero che ad Hogwarts sono tutti incapaci in Trasfigurazione!” 

“Piantala Sam, solo perché la mia pentola ha il coperchio squamato non vuol dire che siamo tutti incapaci!” 

Abigail sbuffò, lanciando un’occhiata astiosa alla sua pentola mentre incrociava le braccia al petto. Sam e Lucas invece si scambiarono un’occhiata, cercando di non ridere davanti al broncio della Tassorosso e al coperchio effettivamente squamato della sua pentola... Fortunatamente Len si accorse dell'espressione fin troppo divertita che era comparsa sul volto del suo ragazzo, così gli diede una leggera pacca sul braccio per suggerirgli silenziosamente di voltarsi e di non ridere. 


                                                                            *


“Come mai quel muso lungo Scarlett? So che non ami molto questa materia, ma in genere non sei così taciturna...” 


Scarlett si strinse nelle spalle, sfiorando il carapace della tartaruga con un dito e tenendo gli occhi fissi sul rettile:

“Immagino sia solo sindrome da lunedì mattina... E di certo avere Trasfigurazione, Storia della Magia e Divinazione nello stesso giorno non aiuta.” 

Jakob sorrise appena, tenendo gli occhi fissi sulla ragazza come a voler cercare di capire a cosa stesse pensando.


“In effetti il lunedì è pesante, quest'anno. Sarà per questo che Miller non si fa vedere spesso?”   

Bingo 

Il Magicospino riuscì quasi a vedere le orecchie di Scarlett drizzarsi al sentire quel nome, anche se la sua impassibilità quasi perenne non fece trasudare grandi emozioni dalla mimica facciale: Scarlett aveva una grandissima faccia da poker, riusciva a rimanere impassibile in moltissime situazioni, facendo credere che determinate cose non le importassero.... Forse era per questo che nessuno riusciva a batterla a carte, sapeva bluffare come nessun altro.


“Non lo so, immagino non abbia voglia di seguire le lezioni...” 

“Quindi non sai che cosa fa quando non è in classe?” 

“No... Però mi chiedo perché tutti mi avete preso per la sua baby sitter di recente, anche Hailey mi fa spesso domande del genere.”      La rossa sbuffò appena, appoggiando il capo su una mano mentre Jakob invece sorrideva appena alle sue parole, quasi divertito:


“Chi lo sa... Forse perché avete un rapporto strano.” 

“Non credo sia poi così strano... Siamo diversi, tutto qui.” 

“Oh no Scarlett, voi due non siete molto diversi... Tu pensi che lui sia la tua antitesi, ma ti sbagli. Oserei invece dire che è la tua nemesi, siete diversi ma allo stesso tempo avete degli elementi in comune. Benché spesso lui ti prenda in giro, in un modo contorto ti dà retta.” 


La Caposcuola rivolse all’amico un’occhiata scettica, non esattamente convinta di quello che aveva appena sentito:

“Se lo dici tu...” 


A quelle parole Jakob le rivolse un’occhiata eloquente, sapendo di avere ragione anche se la cosa non gli faceva strettamente piacere: ecco, appunto. Era esattamente quello che avrebbe detto anche Miller, probabilmente. 


                                                                           *


“Secondo te perché ci fanno studiare storia? Insomma, è una materia del tutto inutile!” 

Alek sbuffò mentre, tenendo il libro sulle ginocchia, rileggeva il suo tema di Storia della Magia per controllare che andasse bene. Marlena, seduta accanto a lui, roteò gli occhi prima di lanciare uno sguardo in direzione della Mayer, controllando che non si accorgesse di quello che il suo amico stava facendo:


“Beh, sai come dicono no? Per capire il presente bisogno conoscere il passato.”

“Si, l’ho sentito dire... Ma in pratica non ho mai capito per bene che accidenti vuol dire.” 


Alek sfoggiò una smorfia schifata, facendo ridacchiare Marlena:

“Beh, dopo abbiamo proprio quella materia... Potresti chiedere a Rollins di spiegarti quella frase.” 

“Certo, così o mi sbatte fuori o comincia a parlare e non la smette fino a quando torneremo a Durmstrang... A proposito, quando torneremo a casa?” 

“Il primo Giugno, se non erro... Dopo l'ultima prova. Ora che ci penso... Che tu sappia hanno fatto sapere nulla a Markus sulla Seconda?” 


Alek scosse il capo, tornando a concentrarsi sul suo tema e lasciando così la ragazza perplessa: era fermamente convinta che la seconda prova sarebbe stata a sorpresa, a quel punto... Mancava poco più di un mese a fine Febbraio, quando la prova avrebbe dovuto avere luogo, o almeno in teoria. 

Il 30 Febbraio non esisteva nel calendario, eppure la Stevenson aveva fornito proprio quella data... Di certo non si era sbagliata, probabilmente la prova sarebbe stata a sorpresa senza dire nulla ai Campioni con la scusa che la data fornita era un giorno completamente inesistente.

Si chiedeva però che cosa avrebbero dovuto fare i Campioni... Markus le sembrava estremamente tranquillo a riguardo, forse era più nervosa lei dell'amico in effetti. 

Non poteva che sperare che la tranquillità del Campione avesse fondo in una Prova non troppo pericolosa: dopotutto avevano quasi fatto affettare tre studenti da un Ashwinder nella Prima, forse per la Seconda sarebbero stati un po’ meno spericolati e più clementi.


                                                                            *


“Non per vantarmi ovviamente, ma la mia pentola era molto più bella della tua.” 

“Come scusa? Non hai visto quanto erano perfetti i manici?”

“Poche storie Bauer, la mia era molto più lucida... Si vede che era di materiale migliore.” 


Hailey rise, prendendo sottobraccio Markus per trascinarselo dietro a lezione di Storia della Magia. Ovviamente lui avrebbe di gran lunga preferito filarsela, ma non aveva scampo... Si sarebbe dovuto sorbire due interminabili ore che avrebbe passato a guardare l'ora, sperando che il tempo passasse molto in fretta. 


“Certo, come no... Oggi Rollins vi restituisce i test di due settimane fa, no?” 

Un brivido percorse la schiena della Serpecorno alle parole del ragazzo, che le fecero ricordare l'orribile verifica del 7, al ritorno dalle vacanze... Già programmare verifica il primo giorno era sleale, aggiungendoci il ripasso generale sul programma del primo trimestre...

“Si. Da una parte sono sollevata perché almeno mi toglierò il pensiero, ma dall'altra sono terrorizzata! Ho paura di aver confuso l'esito delle proteste dei Centauri della prima e seconda metà dell’800!” 

“Ehm... Perché, com’è finita?” 

“La prima bene, la seconda non proprio... Beh, sto per scoprire come è andata immagino... Dai andiamo, non voglio finire in primo banco!” 



Sbuffando la ragazza accelerò il passo, decisa a non sedersi proprio davanti a Rollins: odiava quando consegnava le verifiche, era solito scrutarti con aria impassibile così da non farti capire se eri andato bene o malissimo se prendevi posto in primo banco... Meglio sedersi infondo, lontano dalle sue occhiate inquisitorie.


“Ok, ma non serve correre! Tanto sarai andate benissimo, di che ti preoccupi?” 

“Mai essere troppo sicuri, potresti prendere una cantonata! Non ve lo insegnano, dalle tue parti?” 


                                                                           *


“Oddio, ecco sta consegnando i compiti! Ansia, ansia...”      Hailey piegò le labbra in una smorfia, afferrando compulsiva mente una mano di Scarlett. La rossa alzò gli occhi al cielo, sospirando:

“Hailey. Piantala, sei ansiogena!” 

“Che vuol dire?”

“Vuol dire che sei ansiosa e fai venire l'ansia anche a me! Stai calma, avrai preso... OLTRE OGNI PREVISIONE?” 

Scarlett sgranò gli occhi, puntandogli sul foglio di pergamena che era appena planato sul banco, davanti alla sua migliore amica. 

Da quanto Hailey non prendeva una E in Storia della Magia? Era passato decisamente un bel po’ dalla sua ultima O... E la suddetta sembrò pensarla allo stesso modo, perché sbuffò mentre afferrava il foglio:


“Ecco lo sapevo, maledetti Centauri!”

“... Che cos’hai contro i centauri?”

“Hanno protestato un po’ troppe volte nel XIX secolo, te lo dico io...” 


La Serpecorno roteò gli occhi, guadagnandosi un’occhiata accigliata da parte di Scarlett proprio mentre un secondo foglio planava sul banco delle due, davanti alla Caposcuola.

“A te com’è andata? Sei stata fregata dai Centauri anche tu?”  

“A quanto pare no... Ho preso E! Almeno passare l'ultima settimana di vacanze a ripassare è servito...” 

Scarlett sorrise mentre prendeva il foglio per rileggere le sue risposte, mentre Hailey si guardava intorno con aria accigliata: c'era qualcuno che mancava, in effetti... Si era appena resa conto di non vedere Miller dalla colazione.

“Ma dove si è cacciato Jake?” 

“Non ne ho idea, non lo vedo da stamattina... E se l’è praticamente data a gambe. Però non mi stupisce che non ci sia, dopotutto non ha nemmeno fatto il test due settimane fa...” 


Scarlett si strinse nelle spalle, suscitando così ancora più curiosità nella sua migliore amica:

“Che intendi con “se l’è data a gambe”?” 

                   
“Beh, mi sembrava un po’ scosso, gli ho chiesto se stava bene e puff, sparito. Probabilmente è in giro ad imbrattare un muro o in riflessione sotto al suo albero...” 

La Serpecorno inarcò un sopracciglio, studiando il volto dell'amica. Scarlett teneva gli occhi sul foglio di pergamena, ma era assolutamente certa che non stesse leggendo davvero... Molto probabilmente anche lei si stava chiedendo che fine avesse fatto il suo compagno di Casa, anche se non lo diceva apertamente. 

“Sei una brava bugiarda Scarlett... Sfortunatamente per te però, io ti conosco fin troppo bene per farmi fregare.” 

Hailey distese le labbra in un sorriso, guadagnandosi così un’occhiataccia dalla rossa.
Infondo sapevano entrambe che alla Caposcuola piaceva molto Jake Miller... Peccato solo che si rifiutasse di dirlo ad alta voce. 


                                                                             *


“La distanza tra la Terra e Plutone in scala? E come diamine si calcola?” 


Marlene sorrise, lanciando uno sguardo divertito in direzione di Lucas: dopo aver passato l'intera ora di Trasfigurazione a maledire la materia mentre il suo vicino di banco nonché fidanzato riusciva senza alcuno sforzo a portare a termine tutti i compiti, era decisamente un sollievo vederlo in difficoltà mentre lei al contrario non aveva alcun problema.


“Beh, non è così difficile Luke... Del resto però, come hai detto tu, non si può eccellere in tutto.” 

Di fronte al sorriso e alle parole della ragazza il Grifondoro le rivolse un’occhiata che avrebbe dovuto essere torva, ma finì col sciogliersi come al solito davanti al sorriso della ragazza. 


“Beh, visto che non è così difficile spiega al tuo ragazzo ignorante come fare, di grazia.” 

“Nah, non sei ignorante... Solo non presti molta attenzione.”

“Lo sai che mi deconcentro facilmente, e le tue chiacchiere di certo non aiutano!” 


Marlene spalancò i grandi occhi scuri, guardando il ragazzo con aria quasi indignata:

“Lucas Wallaby, stai dicendo per caso che parlo troppo e vorresti stare con qualcun altro?” 


Un sorriso comparve sul volto del ragazzo sentendo quelle parole, guardando Marlene con gli occhi divertiti e inteneriti allo stesso tempo:

“No Lennie... Non vorrei mai stare con nessun’altra.” 


Il ragazzo si sporse per darle un bacio su una guancia, lasciandola leggerne te di stucco: in realtà lei si stava riferendo a stare vicini di banco... Tuttavia, non si sarebbe mai sognata di rovinare le parole tanto dolci di Lucas facendoglielo notare e si ritrovò a sorridergli, senza dire nulla.


                                                                               *


Non era iniziata bene quella giornata... Chissà che la settimana non proseguisse allo stesso modo. 
La lettera che aveva ricevuto dai suoi genitori gli aveva fatto salire il sangue alla testa: possibile che gli scrivessero praticamente solo per gli stessi discorsi? 

Era quasi tentato di non aprire più alcuna lettera che proveniva da casa sua. 

Jake Miller era seduto su una panca infondo ad un corridoio, guardando con aria annoiata un gruppo di ragazzini più piccoli a qualche metro di distanza, che stavano discutendo furiosamente.

Non era decisamente di buon umore... Per merito di suo padre, come al solito. E quando ce l'aveva con suo padre non vedeva altro che combinare qualche guaio, giusto per staccarsi ulteriormente da quella sottospecie di famiglia perfetta in cui era nato e che non vedeva l'ora di abbandonare. 

Rancore. L'aveva sempre sfogato così, da quando aveva iniziato ad andare ad Ilvermorny: sfogava il rancore che nutriva da anni nei confronti dei suoi genitori comportandosi male, sapendo che non avrebbero di certo approvato e quasi volendoli sfidare. 

L'ultima cosa che voleva era somigliare a suo padre, infatti non sfogava mai la rabbia sulle persone... Eccetto l'anno prima, quando era quasi stato espulso per esseri picchiato con un suo coetaneo di Wampus. 

Più che prendere parte alle risse e alzare le mani su qualcuno, Jake Miller preferiva di gran lunga scatenarle. 

Perciò stava lì seduto, con le ha,be accavallate e la testa sorretta da un braccio mentre seguiva la scena con scarso interesse, ormai decisamente abituato a quello spettacolo.
Non aveva frequentato alcuna lezione quel giorno, ma non gli importava... Probabilmente ormai diversi insegnanti nemmeno ci facevano molto caso. 


All’improvviso però una figura fastidiosamente familiare comparve infondo al corridoio, avanzando verso i ragazzini del quinto anno con aria decisamente seccata:

“Che diamine succede qui? Finitela, subito! Non fatemi intervenire, smettetela immediatamente!”  

Con uno strattone Jakob Young si mise in mezzo ad un Wampus e un Serpecorno, dividendoli usando le braccia. 

Ogni singolo studente che aveva assistito o preso parte all’access discussione iniziò a parlare come un fiume in piena, riempiendo il corridoio di parole che vennero fermate dal Caposcuola, che intimò a tutti di fare silenzio per poi chiedere cosa fosse successo. 

Quando però gli occhi del Caposcuola si posarono su Jake, sembrò perdere completamente interesse nelle spiegazioni che aveva appena richiesto, scrutando il coetaneo per un istante prima di parlare:

“10 punti in meno a Wampus e a Serpecorno.”    Ignorando deliberatamente le proteste che le sue parole aveva scaturito Jakob si avvicinò a Jake, che lo guardava a sua volta con lo stesso cipiglio annoiato con cui aveva seguito lo “scambio di opinioni” tra quei ragazzini.

“Ho solo una domanda per te Miller... Non hai proprio altro da fare?” 

“Sai, non è che non ho altro da fare... Solo che questo mi diverte più di seguire lezioni o fare compiti inutili. Questione di punti di vista Young.” 

Jake si strinse appena nelle spalle, continuando a tenere gli occhi sul ragazzo in piedi ad un paio di passi da lui, che lo osservava a sua volta con aria quasi esasperata:

“Certo, tutti sanno che le lezioni non sono di tuo grande interesse... Ma se proprio non vuoi andarci, almeno evita di far nascere casini in ogni angolo del castello!” 

“Non avevi detto di avere solo una domanda, Jakob? Ti stai dilungando un po’ troppo per i miei gusti.” 

Jakob contrasse la mascella mentre Jake invece sorrise appena, consapevole che il Magicospino si stesse trattenendo dal colpirlo dritto in faccia.

“Dico sul serio Miller, sono anni che poniamo rimedio a quello che combini. Trovati un altro hobby invece di guardare la gente picchiarsi!”

“No, credo che continuerò a fare quello che faccio da anni, come hai detto tu. Se proprio ci tieni puoi sempre provare ad impedirmelo... Non credo avresti esito positivo, ma tentar non nuoce.”     Jake si alzò, stringendosi nelle spalle con una nonchalance snervante agli occhi del Caposcuola.
Il Tuonoalato si fermò davanti a lui, mentre alle loro spalle gli occhi di tutti gli erano puntati addosso come se per una volta il turno di godersi lo spettacolo non fosse di Jake Miller... Forse per una volta era lui la fonte d’intrattenimento.

“Non puoi pararti il sedere per sempre Miller... Prima o poi qualcuno ti beccherà con le mani nel sacco, e allora non hai idea di quanto mi divertirò a vederti affondare.” 

“Hai ragione, non posso farlo per sempre. Ma finché sono qui, circondati da fessi... Beh, mi riesce molto bene.” 

Jake abbozzò un sorrisetto appena prima che le mani di Jakob si stringessero sul colletto della sua camicia, guardandolo dritto in faccia con evidente odio.

“Coraggio Young. Colpiscimi pure, così nei guai ci finiamo entrambi. Voglio proprio vederti arrampicarti sugli specchi nell’ufficio della Stevenson...” 

Jake assottigliò gli occhi, parlando a bassa voce così da non farsi sentire dal loro “pubblico”. Jakob però non ebbe modo di fare o dire nulla, perché una voce decisamente familiare fece drizzare le orecchie ad entrambi:

“Che diamine sta succedendo qui?” 

Entrambi si voltarono di scatto, ritrovandosi a guardare una Scarlett Anderson con braccia conserte e gli occhi puntati su di loro a qualche metro di distanza. 

Scarlett era una ragazza minuta, più bassa di tutti i ragazzi del quinto anno ancora presenti nel corridoio... Nessuno però osò esserle d’intralcio, spostandosi immediatamente per farla passare. Forse era per via dello sguardo glaciale e della sua espressione impassibile mentre teneva gli occhi fissi sui due Capitani.

“Jakob, lascialo.” 

“Scarlett...”

“Jakob, dico davvero.”       Con evidente riluttanza le mani del Caposcuola lasciarono la presa sul colletto della camicia di Jake, allontanandosi di un passo dal Tuonoalato senza staccare gli occhi dalla ragazza.  Scarlett spostò lo sguardo dall’uno all’altro per un attimo prima di parlare in tono piatto, visibilmente seccata da quanto do certo sarebbe successo se non fosse arrivata:

“Beh, almeno ora sappiamo che non solo i quindicenni se le danno in questa scuola. Mi spiegate che cavolo combinate? Anzi, a te nemmeno lo chiedo Miller perché so quanto ti diverta creare scompiglio... Jakob lo sai che provoca, ignoralo!” 

Scarlett roteò gli occhi, mentre nessuno dei due sembrava avere il coraggio di dire qualcosa davanti all’espressione seccata ed impassibile che era comparsa sul volto della ragazza. 

“Jake, fossi in te girerei al largo. E per un giorno prova a non cercare costantemente un modo per essere espulso... Non fatemi più assistere ad una scena simile, o vi defenestro entrambi!” 

Scarlett sospirò, scuotendo il capo per poi superare i due, lasciandoli entrambi senza parole:

“Aspetta... Te ne vai così? Non è da te!”       Jake inarcò un sopracciglio, non riuscendo a credere che la Rossa non li stesse minacciando in qualche modo o lo stesso rimproverando usando qualche allegra definizione.

“Beh, ho lezione di Divinazione... Mi duole, ma non posso occuparmi costantemente delle liti tra marmocchi.”

La rossa rivolse ai due un cenno con la mano prima di sparire dietro l'angolo, con entrambi che la guardarono stupiti. Si scambiarono persino un’occhiata prima di voltarsi, trovando metà del quinto anno davanti a loro e con i loro occhi puntati addosso.

“Beh, non avete altro da fare? Andate a lezione, che diamine!” 


                                                                            *


“Potreste cortesemente fare meno baccano? Sto cercando di fare i compiti di Erbologia!” 


Marlena sbuffò, alzando lo sguardo sui suoi due migliori amici, visibilmente seccata. 
Markus e Alek per tutta risposta si voltarono verso di lei, tacendo all’istante prima di parlare all’unisono senza farle quindi capire un accidenti.

La ragazza sospirò, passandosi una mano sul viso: a volte le sembrava di avere a che fare con due ragazzini... Era come avere due fratelli più piccoli costantemente vicini.

“Non capisco nulla ragazzi... E non mi interessa chi ha cominciato, zitti o mi toccherà intervenire!” 

L’occhiata inceneritoria che Marlena rivolse loro sembrò persuadere i due ragazzi a stare zitti e a tornare a sedersi al tavolo per riprendere a fare i compiti, permettendo così all'amica di portare finalmente a termine i suoi. 


“Lena, sei una guastafeste...” 

“Forse, ma voglio finire questa roba prima di cena e non ce la farò mai con voi che strillate per non so quale motivo. Piuttosto, voi due non avete niente da fare?” 

Sbuffando e borbottando qualcosa di incomprensibile Markus e Alek tornarono ai loro compiti di Pozioni, facendo sorridere lievemente la ragazza.

“Lena, perché ridi sotto i baffi?” 

“Niente Alek, niente... Pensa ai compiti, non a me.” 

“Si Alek, pensa ai compiti che dopo la Prof Lena ti interrogherà.” 


Markus sfoggiò un sorrisetto, guadagnandosi un’occhiata inceneritoria da parte del suo migliore amico mentre Marlena invece alzò lo sguardo, posandolo sul Campione ma rimanendo impassibile:

“Ora che mi ci fai pensare, potrei interrogare te Markus, visto che chiacchieri tanto...” 


La bocca del ragazzo si piegò in una smorfia, borbottando sommessamente “no grazie, non serve” mentre Alek invece se la rideva, lieto della piega decisamente piacevole che aveva preso quella conversazione con Marlena. 


Anche la ragazza sorrise prima di chinare il capo, tornando a concentrarsi sui dannati compiti di Erbologia con la soddisfazione di essere riuscita a far stare buoni i suoi due migliori amici. 


                                                                              *

Scarlett sbuffò appena, guardandosi intorno nel corridoio avvolto nell’oscurità.

Aveva sempre odiato fare le ronde... Specialmente se da sola. Non che avesse paura del buio, ma non amava nemmeno andarsene in giro per la scuola di notte! Anche perché erano in pieno inverno, non faceva propriamente caldo.

La ragazza si stava giusto chiedendo perché dovessero fare quei turni quando accadeva una volta ogni mese che qualcuno decidesse di farsi un giro di notte quando la sua attenzione venne catturata da qualcosa: un rumore.

E dopo tre anni di ronde sapeva perfettamente quando la scuola fosse avvolta nel silenzio, di notte. 
Scarlett si fermò nel bel mezzo del corridoio, voltandosi verso una porta precisa. 

Piegò le labbra in una smorfia, rendendosi orribilmente conto di da dove proveniva quel rumore che aveva appena sentito... 


Ma perché sempre a me? Non possono farsi le gite di notte quando c'è Jakob? No certo, facciamoci una capatina dalla Holland quando c'è la Anderson di turno!


Sospirando, la ragazza si avvicinò silenziosamente alla porta, afferrando la maniglia con titubanza. Era certa che la Holland lanciasse qualche incantesimo sulla sua porta di notte... Aveva quasi paura di venire trasformata in un qualche animale cercando di aprirla.

Notando che la porta si apriva tranquillamente la rossa sospirò, non sapendo se esserne felice o meno: niente metamorfosi... Ma aveva avuto la conferma che qualcuno era effettivamente entrato nell’ufficio della professoressa, annullando in qualche modo gli incantesimi anti-intruso.

Sentendosi come non mai una ladra e pregando di non imbattersi nella Vicepreside in camicia da notte, la ragazza scivolò nella stanza avvolta nel buio, guardandosi intorno cercando qualcuno.

La stanza però era deserta, non c'era nemmeno l'ombra di uno studente o della Holland... L'attenzione della ragazza venne però subito catturata dalla porta socchiusa infondo alla stanza, facendola imprecare mentalmente:

Sarebbe entrata lì dentro, avrebbe trovato l’idiota che aveva deciso di entrare nella dispensa privata della Vicepreside e poi l'avrebbe ucciso. 

Chiudendosi la porta alle spalle lentamente Scarlett attraversò la stanza a passo felpato, pregando di non aver preso un granchio... Sarebbe morta sul colpo al trovarsi davanti la Holland in pigiama, oltre a beccarsi di certo una sonora ramanzina.

Spinse lentamente la porta socchiusa, sbirciando l’interno della piccola stanza quadrata.

Ed eccolo, il suddetto idiota che a quanto sembrava soffriva d’insonnia.

Era in piedi e le dava le spalle, rivolto verso la parete interamente ricoperta da scaffali... Però lo riconobbe ugualmente, contraendo la mascella e trattenendosi dal strangolarlo.
Decise invece di mantenere la calma e di avvicinarglisi, allungando una mano per toccargli il braccio, sfiorandogli così il gomito prima di chiamarlo a bassa voce:

“Jake...” 

La reazione del ragazzo fu decisamente alterata rispetto a quella che si sarebbe aspettata: il ragazzo sobbalzò nonostante l'avesse appena sfiorato, voltandosi di scatto e scostando il braccio con un movimento secco, allontanando Scarlett da lui di mezzo metro.

Si guardarono per un istante con gli occhi sgranati, prima che Jake realizzasse chi aveva davanti e che aveva quasi fatto cadere addosso ad uno scaffale, deglutendo:

“Scarlett... Che ci fai qui?” 

Lei esitò per un attimo, posando gli occhi sul gomito del ragazzo che aveva appena sfiorato, tocco che Jake non sembrava aver gradito affatto. Poi però si ridestò, alzando nuovamente gli occhi per posarli sul volto del ragazzo: 


“Beh, sai com’è. Avevo fame e non riuscivo a dormire, così sono venuta qui per fare uno spuntino di mezzanotte a base di vermi e radici. Secondo te che accidenti ci faccio qui? TU piuttosto, che cavolo stai facendo Miller?”


Per tutta risposta lui sollevò le sopracciglia, come a volerle chiedere se fosse davvero necessario che glielo dicesse ad alta voce e facendola sospirare, scuotendo appena il capo e guardandolo con aria esasperata:

“Ma perché fai così? Ti diverte cacciarti nei guai di proposito, davvero?”


“Non capisco perché tutti si interessino a quello che faccio. Prima Young, poi tu... E poi non puoi dirmi nulla, ti ricordo che una volta mi hai volutamente chiesto di rubare degli ingredienti per te!”

“Lo so ma... Ma è tutta oggi che cerchi di cacciarti nei guai, sembra che tu voglia davvero farti buttare fuori a calci! Cosa vuoi ottenere comportandoti così?” 

“Non sono affari che vi devono riguardare, quello che faccio.”

“Lo sai, hai ragione. Non dovrebbe interessarmi, ma per una qualche crudele ironia mi importa!” 

Scarlett sospirò, passandosi una mano tra i capelli mentre Jake continuava a tenere gli occhi su di lei, dimenticandosi all’improvviso degli ingredienti che fino a cinque minuti prima aveva intenzione di sottrarre dalla dispensa della Holland.

“Davvero?” 


Il silenzio calò per un attimo nella piccola stanza, mentre Scarlett annuiva prima di sorridere debolmente, stringendosi nelle spalle:

“Beh, come ho detto... Crudele ironia. Bel pigiama.” 

“Mai quanto il tuo, scommetto.”    

Jake sorrise, facendosi scivolare in una tasca un paio di bezoar. Ovviamente il gesto non sfuggì agli occhi della rossa, che fece per dire qualcosa quando un rumore li fece sussultare: sembrava che non fossero gli unici ad essere svegli ed in piedi a quell’ora.

“Merda... Credi che sia la Holland?” 

“Beh, è il suo ufficio quindi o è lei che si è accorta che qualcuno ha annullato i suoi incantesimi oppure c'è un altro imbecille che saccheggia la sua dipenda! E se ti trova qui sarai espulso prima che tu possa dire “Quidditch”! Vattene, muoviti!” 


“Certo che me ne vado, ma vieni anche tu!”   Jake fece per prenderla per un braccio per trascinarsela dietro fuori dalla stanza, ma Scarlett scosse il capo divincolandosi dalla presa:

“No, io rimango qui. Alla Holland ci penso io, muoviti!” 

Jake esitò per un attimo, in piedi tra la porta e Scarlett. Fece per dire qualcos’altro ma lei sbuffò, intimandogli con un gesto della mano ad andarsene:

“Jake, va’ o ti manderò fuori da qui io a calci, chiaro?” 


“Come vuoi... Non so perché lo fai, ma grazie Rossa, ci vediamo domattina... Sono in debito con te!” 

Con un ultimo sorrisetto Jake sparì fuori dalla dispensa, senza dare a Scarlett il tempo per farsi restituire i bezoar. La Caposcuola sospirò, scuotendo il capo e preparandosi alla sfuriata della Holland, iniziando già a prepararsi mentalmente una valida spiegazione per dare un senso alla sua presenza a quell'ora nella sua dispensa privata. 

Il tutto per coprire a aiutare un idiota di nome Jake Miller...

Però Scarlett, hai proprio optato per la scelta più semplice con quel ragazzo











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Angolo Autrice:

Buonasera! Eccomi di nuovo con il seguito, scritto con l’ipad gentilmente fregato a mia sorella... Perciò sarò breve, altrimenti mi lincia.

Grazie come sempre per le recensioni, spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto! 
Siete state tutte molto contente del fatto che la Mailey sia diventata Canon nello scorso capitolo... Dite che manca molto per la Jarlett? Vi assicuro che no, manca poco anche per i nostri Tuonoalato.

Spero di aggiornare in fretta, a presto e buona serata! 


Signorina Granger 

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Capitolo 20
*** Afefobia ***


Capitolo 19: Afefobia


                                                                                                                                               Venerdì 25 Gennaio



“Len, alzati.”

“Solo cinque minuti mamma...”

“Non sono tua madre, e potrei anche ritenermi seriamente offesa per questo scambio di identità! Con tutto il rispetto per tua madre, ovviamente...”


Abigail sbuffò, mettendosi le mani sui fianchi mentre Marlene borbottava qualcosa di incomprensibile, la faccia ancora sepolta sul cuscino con i capelli sparsi sulla schiena e sulla federa.
La Tassorosso sospirò, roteando gli occhi prima di parlare di nuovo, usando la carta vincente:

“Marlene October Hawaii McRumble. Alzati, sono le 8 meno 20!”


Al sentirsi chiamare con il nome intero Marlene sussultò, guardandosi di scatto verso l'amica che la guardava con aria divertita, in piedi e perfettamente vestita accanto al suo letto.

Ormai perfettamente sveglia Len sbuffò, passandosi una mano tra i capelli mentre borbottava contro sua madre e la sua migliore amica:

“Sia maledetto il giorno in cui ti ho detto come mi chiamo...”

“Smettila di borbottare e vestiti, ho Divinazione tra venti minuti e non voglio fare tardi.”


“Sei l'unico essere umano che preferisce guardare chissà che dentro una sfera piuttosto che dormire, Abby.”

“Chi lo sa, magari vedrò come andrà la Seconda Prova... Se dovessi vederti un po’ bruciacchiata vedrò di fartelo sapere, ma ora muovi il sedere!”


                                                                                       *


“Lo trovi divertente?”

Scarlett inarcò un sopracciglio, guardando con cipiglio decisamente seccato la sua migliore amica, che seduta accanto a lei stava ridendo tanto da farle lacrimare gli occhi.

Incapace di parlare Hailey annuì, asciugandosi gli occhi e cercando di smettere di ridere per dire qualcosa:

“Avrei voluto esserci... Mi immagino te nella dispensa e poi la Holland che spunta dal nulla in pigiama, con una specie di lanterna ad olio in mano e la papalina da notte!”

“Mi spiace, niente papalina e lanterna... Solo la bacchetta. Ma se avessi visto la camicia da notte credo che avresti riso tanto da farti sentire fino in Alaska.”


Scarlett roteò gli occhi, bevendo un sorso di The mentre Hailey riprendeva a ridere come una matta, figurandosi perfettamente la scena davanti agli occhi.

“Le gioie delle ronde notturne... Ma non ti ha detto nulla? Ha sospettato di te?”

“No, o almeno non credo. Le ho detto che avevo visto la porta socchiusa e notato una luce, così sono entrata nella sua dispensa trovandola vuota. Credo mi abbia creduto, non mi ha accusata...”


“Certo che non l'ha fatto! Insomma, se dovessi rubare degli ingredienti tu di certo non lo faresti proprio quando sei di turno. No, lo faresti durante la ronda di qualche Prefetto, probabilmente.”

“Mi conosci proprio bene...”

“Puoi dirlo. E proprio per questo sento che c'è qualcosa che non mi hai detto, Scarlett.. Avanti sputa il rospo. Ti faccio domande da due giorni su quanto è successo lunedì sera, sono certa che manca qualcosa.”

Hailey studiò attentamente la reazione dell’amica alle sue parole, non lasciandosi minimamente ingannare dalla sua impassibilità: giocava a carte con lei da anni, ormai sapeva quando bluffava.

La Caposcuola si strinse nelle spalle, tenendo gli occhi sulla sua tazza mentre parlava:

“Se anche fosse, non serve che tu sappia altro... Anzi, forse è meglio così.”

“Stai coprendo qualcuno, lo so che è così! Sono decisamente poche le persone per cui lo faresti e non si tratta di me, non credo nemmeno sia Jakob... Quindi rimane...”

Scarlett alzò lo sguardo sull’amica, guardandola con cipiglio accigliato sgranare gli occhi e sollevare entrambe le sopracciglia, come a voler dare ancora più enfasi a quello che stava per dire:

“PERDINDIRINDINA, SI TRATTA DI MILL-“ Fortunatamente Scarlett ebbe la prontezza di riflessi per allungare la mano, tappando la bocca all’amica per poi sibilare a mezza voce:

“Tesoro, sai che ti adoro... Ma evita di farlo sapere a tutta la scuola, altrimenti lui finirà in grossi guai e io lo seguirò a ruota!”

La Serpecorno le rivolse uno sguardo molto eloquente, come a volerle dire di levarle la mano dalla bocca. Scarlett obbedì, pregando mentalmente affinché l'amica parlasse molto piano... Cosa che fortunatamente si avverò:

“Tranquilla, non aprirò bocca... Mi chiedo solo perché l'hai coperto. Chissà cosa ti ha spinto a farlo, bella domanda davvero...”

Hailey appoggiò la testa su una mano, studiando l'amica e parlando con evidente ironica che non sfuggì alle orecchie di Scarlett: la rossa le rivolse uno sguardo seccato, come a volerle chiedere di non intavolare l'argomento per l’ennesima volta mentre prendeva la sua borsa:

“Tu resta qui a pensarci, io vado... Ho Divinazione.”

“Non provarci nemmeno rossa, lo sanno anche le armature che tu odi quella materia!”

“Vero, ma essendo una brava Caposcuola non posso saltare le lezioni... Mi hai preso per Jake Miller?”

“Ma lo vedi che parli di lui?” Hailey le rivolse un’occhiata esasperata, ma Scarlett la ignoro deliberatamente, alzandosi e posando gli occhi su un punto oltre la spalla dell'amica:

“Ehi, c'è Markus!”


Istintivamente Hailey si voltò, rivolgendo un sorriso al ragazzo prima di voltarsi di nuovo verso... Beh, verso il punto dove un attimo prima c'era la sua migliore amica.

La Serpecorno imprecò a mezza voce, proprio mentre il suo ragazzo si sedeva accanto a lei:

“Buongiorno... Perché quella faccia?”

“Se mai dovessi avere un’amica che si diverte a fare Houdini, saprai come mi sento...”


Cogliendo lo sguardo confuso di Markus la ragazza scosse il capo, cambiando discorso mentre prendeva la borsa dal pavimento a sua volta:

“Lascia stare... Che cosa abbiamo ora?”

“Aritmanzia.”

“Perfetto, così ti racconto per bene la specie di soap che sta vivendo Scarlett! Hai presente le soap opera, no?”

Markus roteò gli occhi alle parole della Serpecorno, che lo prese a braccetto mentre si avvicinavano alla porta della Sala:

“Certo Ley... Solo che non sono esattamente il mio genere di programma TV, le guarda più che altro mia madre.”


                                                                                       *



“Lena, muoviti o ti porto sulle spalle! Siamo in ritardo!”

“Sai Aleksandur, forse se tu non fossi andato avanti a mangiare per mezz'ora ora saremmo già in classe e non staremmo correndo in un corridoio!”

“La colazione è il pasto più importante della giornata, non lo sai?” Alek rivolse alla ragazza un’occhiata seccata, facendole roteare gli occhi con aria esasperata mentre percorrevano un corridoio in fretta e furia, zigzando tra studenti più piccoli per evitare di travolgerli.

“Ops... Scusate!”

Marlena soffocò una risata quando Alek finì quasi addosso a due ragazzine del secondo anno, che lo guardarono male mentre si allontanava di corsa senza voltarsi:

“Beh, cerca almeno di non investire delle povere dodicenni!”


“Non è colpa mia se sono alto quando loro sono bassine! E poi risparmia il fiato e corri...”


Trattenendosi dal mollargli una sberla giusto perché erano in ritardo Marlena strinse i denti, evitando di controbattere alle parole dell'amico mentre raggiungevano finalmente l'aula di Incantesimi, trovando i compagni praticamente tutti già seduti e i libri già sui banchi.


“Facciamo così, la prossima volta finisci di mangiare mentre andiamo in classe...”

Marlena rivolse un sorriso carico di scuse in direzione dell’insegnante dopo aver borbottato in tedesco a denti stretti, fiondandosi nel primo banco libero disponibile seguita a ruota da Alek.


Nel frattempo, nel banco parallelo, un certo Grifondoro tentava di afferrare il suo libro, invano: continuava a sparire e riapparire in punti diversi del suo banco, facendolo uscire completamente dai gangheri.

“Ma che cavolo succede? Johnny, centri tu per caso?”

“Ma si può sapere perché ogni volta che succede qualcosa ci sono di mezzo io? Non sto facendo niente!”

Il Corvonero alzò le mani come s voler dichiarare la sua innocenza, facendo accigliare per un attimo Wallaby. Poi il ragazzo si voltò lentamente verso il banco dietro al suo, ritrovandosi a guardare la sua piccola, adorata e pestifera Len sghignazzare allegramente, per poi tramutare subito la risata in un colpo di tosse e sfoggiare un sorrisone innocente.

“MARLENE...”

“Ehi, non chiamarmi così, sai che non mi piace il mio nome intero... Sa da vecchio!”


“Grazie tante...”

Il borbottio sommesso di Marlena fece ridacchiare sia Alek che Lucas, mentre Len rivolse alla polacca il sorriso nervoso di chi ha appena fatto una gaffe:

“Ops... Scusa, non volevo offenderti Marlena... E finitela di ridere voi!”

“Avete finito di fare salotto, lì infondo? Se volete posso anche portarvi degli stuzzichini, così fate happy hour!”

Ovviamente tutti tacquero alle parole decisamente pronunciate con stizza da Simons, che fulminò il gruppetto con lo sguardo prima di riprendere la lezione.

Marlene, Marlena e Alek tacquero all'istante, mentre invece Lucas sbuffò prima di parlare a bassa voce, rivolgendosi s Johnny:

“Mi spieghi com’è possibile che in questa scuola abbiano tutti le orecchie bioniche? E poi che cavolo è l’happy hour?”

“Te lo spiego dopo, ora taci o ti sentirà!”


                                                                                       *


No che non si era sbagliato, era proprio lei.
Era Scarlett Anderson in carne ed ossa, che stava praticamente cercando di filarsela per sfuggirgli... Doveva ammettere che la sua rossa preferita era una maestra in materia, ma nemmeno lui se la cava male dopo anni di malefatte e punizioni scampate grazie a fughe provvidenziali.

“Scarlett, aspetta!”


Sbuffò, continuando a salire le scale e tenendo gli occhi fissi su di lei, che come da manuale accelerò per seminarlo:

“Scusa Miller, sono in ritardo...”

“Beh, aspetta un secondo! E non pensare di sfuggirmi, sono più veloce di te... Fermati, dannazione!”

Salendo due gradini alla volta Jake raggiunse finalmente il pianerottolo, avvicinandosi alla ragazza con due lunghe falcate per metterle una mano sulla spalla, fermandola e facendola voltare verso di lui:

“Finalmente... Mi spieghi perché mi eviti?”

“Non evito nessuno, devo andare a lezione! Sai, non siamo tutti in perenne pseudo vacanza come te.”

Scarlett roteò gli occhi cerulei, provando a fingersi seccata senza però ottenere grandi risultati, distratta dal sorrisetto che era comparso sul volto di Miller:

“Beh, nessuno ti dice di andare a lezione... E poi che materia si tiene in questo angolo del castello?”

“Divinazione.”

“Ah certo... Meglio perdere tempo a guardare in una sfera che parlare con un bel ragazzo, no?”

Scarlett sollevò teatralmente le sopracciglia color carota, guardandosi intorno:

“Beh, in effetti è un’alternativa più che valida... Me ne indichi uno nei paraggi? Un bel ragazzo, intendo.”


“Spiritosa come sempre. Ma seriamente, si può sapere perché mi eviti dall'altra sera? E devi ancora spiegarmi per bene perché mi hai aiutato.”

“Consideralo un risarcimento per quando hai preso degli ingredienti per me, a Novembre... Ora siamo a posto, ma la prossima volta ti prenderò a calci! Ritieniti fortunato che c’ero io e non Jakob, altrimenti ti avrebbe preso a calci LUI e saresti finito espulso, oltre che in infermeria.”


A quelle parole Jake sorrise, allungando una mano per prendere il mento della ragazza tra due dita e alzandole la testa, costringendola a guardarlo dritto negli occhi:

“Chi lo sa... Magari sapevo che ci saresti stata di turno tu.”

“È un modo per dirmi che sapevi che ti avrei coperto?”

“Forse... O magari è un modo per dirti che speravo di incontrare la mia rossa preferita, chi può dirlo.”


Scarlett tacque per un istante, scrutandolo attentamente come se stesse riflettendo su qualcosa... Qualcosa su cui aveva rimuginato parecchio nei giorni precedenti.

“Visto che sei in vena di chiacchiere, mi dici perché hai reagito in quel modo quando ti ho toccato il braccio? O la mattina, sfiorandoti la spalla?”

“Beh, sei arrivata di soppiatto alle mie spalle e in teoria non doveva esserci nessuno dalla Holland... Per un momento ho temuto fosse lei, ho preso un colpo.”

Jake si strinse nelle spalle, abbassando il braccio mentre Scarlett continuava a guardarlo, dubbiosa: con una veloce analisi di ricordi passati aveva potuto constatare che in generale a Jake non piacesse il contatto fisico... Non gli piaceva essere toccato.
E quando gli aveva sfiorato il gomito l'aveva quasi scaraventata dall'altra parte della stanza.

“Come vuoi... Ma non mi convinci Miller, e io ottengo sempre una risposta, se la voglio. Ma non preoccuparti, avremmo tempo di parlare questa sera.”

Fu il turno di Scarlett per sfoggiare un sorrisetto, che venne ricambiato dall’inarcamento di un sopracciglio da parte del ragazzo, che la guardò dubbioso:

“Mi piacerebbe, ma sono bloccato a lucidare i trofei... La Mayer mi ha beccato a decapitare gli intagli delle case nell’Ingresso ieri.”

“Si, ho sentito. Peccato che a quanto pare ti farò compagnia sotto ordine della Holland, in pratica vuole assicurarsi che tu non scappi via... Perciò congratulazioni, hai un nuovo cane da guardia! Ci vediamo, devo andare a lezione adesso!”


Scarlett sorrise, sinceramente divertita dall’espressione incredula dipinta sul volto del ragazzo. Senza dargli però tempo di dire altro giro sui tacchi, avviandosi in fretta nel corridoio per andare a quella dannata lezione di Divinazione, lasciando il Tuonoalato solo e intento a rimangiare su quanto appena sentito:

Quindi avrebbe avuto compagnia... Normalmente la cosa l'avrebbe irritato parecchio, ma trattandosi di Scarlett era tutta un’altra questione.

Sorrise, rendendosi conto che quasi avrebbe dovuto ringraziare la Holland... Gli aveva fatto un gran favore mettendogli come cane da guardia la rossa e non Young, ma di certo la donna non lo immaginava.


                                                                                        *


“Ok, aspetta... Troppe informazioni, vediamo se ho capito bene. A Scarlett piace Miller ma non lo ammette?”

“Si e no, diciamo una via di mezzo.”

“Scusa, è possibile ammettere in parte di provare qualcosa per qualcuno?”


“Non lo credevo nemmeno io, prima di avere a che fare con quei due... Sono uno peggio dell'altro. A Scarlett non piace mostrare affetto per nessuno, lo dimostra per me a stento... Figuriamoci sentimenti di altro tipo!”

Hailey sbuffò, roteando gli occhi con fare esasperato mentre, seduta accanto a Markus infondo all’aula di Aritmanzia, aveva raccontato le peripezie della sua amica in attesa che la campanella si decidesse a suonare.


“Se lo dici tu, la conosci bene dopotutto... Sei sicura che anche a lui piaccia lei?”

“Ma certo che sono sicura! Si incontrano a destra e a sinistra, lui non sopporta Jakob Young che è amico di Scarlett... E dovevi vedere la sua faccia al Ballo, la guardava come se avesse a che fare con un dolce. E poi so per certo che hanno sentito i profumi l'uno dell'altro nell’Amortentia, è la prova del nove.”

“L'ho vista la sua faccia, ma onestamente non ho notato niente...”

“Tesoro, sei un ragazzo. Nessuno si aspetta che voi notiate qualcosa.”

Hailey mise una mano sul braccio del ragazzo, guardandolo e parlando come se fosse un bambino a cui va spiegato che non può avere un gelato, guadagnandosi un’occhiata leggermente torva che la fece sorridere:


“Grazie tante. In ogni caso, se hai ragione le cose cambieranno presto, ne sono certo... Altrimenti daremo ad uno dei due una botta in testa, che ne dici?”

“Ottima soluzione, approvo. Però colpiamo Miller, non avrei mai la forza di fare male a Scarlett... Anche perché non oso pensare come si vendicherebbe e voglio arrivare viva al Diploma.”



Hailey sembrava davvero seria, ma Markus rise, guardandola e sorridendo con aria divertita:

“Ma dai... È davvero così tremenda?”


“Markus, hai presente come si era ridotto Derex prima della partita tra Magicospino e Tuonoalato?”

“Certo, se non fosse il tuo ex e un troglodita senza cervello – e qualcos’altro – mi avrebbe fatto quasi pena...”

“Beh, l'idea era stata di Scarlett. E credo si fosse anche trattenuta.”


Hailey rivolse al ragazzo un sorriso proprio mentre la campanella suonava, iniziando a mettere via i libri nella borsa mentre Markus rielaborava quando aveva appena sentito, leggendo chiaramente tra le righe: una cosa come – chi mi fa star male si mette contro la mia migliore amica e la sua mente vendicativa –.

Beh, meglio prendere nota allora.


                                                                                  *


“Ma davvero ti piace questa materia? Non capisco proprio come sia possibile...” Scarlett sospirò, lanciando un’occhiata dubbiosa in direzione di Abigail. La Tassorosso, seduta di fronte a lei dall'altra parte del tavolino rotondo, le rivolse un sorriso allegro prima di stringersi nelle spalle:


“Io la trovo divertente! Nemmeno Len l’apprezzava molto in effetti... Ma non è poi così difficile infondo.”

“Beh, ognuno ha i suoi gusti... Io non l'ho mai capita e credo che difficilmente la cosa cambierà. Cosa hai detto che dobbiamo scrivere?”

“Qualche sogno recente dell'altra. Dunque Scarlett, che hai sognato ultimamente?”

“La Holland che mi rinchiudeva nella sua dispensa provata per colpa di un... Beh, mi rinchiudeva.”

Scarlett rispose senza scomporsi minimamente, come se le stesse dicendo di aver mangiato biscotti a colazione e attirando l'attenzione della Tassorosso:

“Che cosa orrenda, è legato a qualcosa che è successo sul serio?” Abigail inarcò un sopracciglio, rivolgendo alla ragazza un'occhiata curiosa ma ottenendo come risposta solo un borbottio:

“Lasciamo perdere, è meglio. Tu invece?”


“Non so, non ricordo mai bene cosa sogno... Però possiamo inventare! Che ne dici se scrivi che ho sognato i M.A.G.O. e prendevo il massimo dei voti?”


“Nah, l'abbiamo messo la settimana scorsa... Opterei per una cosa più vicina, tipo la Seconda Prova... Qualche idea?”

“Len che ne esce viva e indenne, si spera! Tu tifi per Jake Miller, suppongo.”


Negli occhi di Abigail non c'era curiosità e nel suo tono di voce nessuna nota di ironica o eloquenza... Una semplicissima è innocente domanda dalla risposta già prevista, ma Scarlett si irrigidì lo stesso, esitando per un attimo prima di rispondere:

“Io... Si. Perché me lo chiedi?”

“Beh, è il Campione della tua scuola dopotutto, è normale. Come mai tanto nervosismo all’improvviso, Scarlett?”

Sul volto di Abigail si formò un sorrisetto con quella seconda domanda, decisamente diversa dalla prima. Scarlett abbassò lo sguardo, posando gli occhi sul rotolo di pergamena appoggiato sul tavolo davanti s lei, stringendosi nelle spalle prima di rispondere con quanta più nonchalance riuscì a trovare:

“Nessun nervosismo... Solo che di recente tutti sembrano farsi molti film mentali.”

“Beh, i film mentali nascono da qualcosa di concreto, in fin dei conti... Non per essere invadente, ma ho sentito un paio di cosette su di te e il Capitano...”

Abigail sorrise, studiando attentamente la Caposcuola per non perdersi la sua reazione. Sentendosi raggelare, Scarlett fece per chiederle che cosa avesse sentito con precisione ma venne anticipata dalla squillante voce della Professoressa Jones, che comparve accanto al tavolo occupato dalle due con aria non troppo allegra:

“Le due pel di carota fanno salotto? Per favore, aspettate il pranzo o il cambio dell'ora per parlare e fate quello che vi è stato detto signorine!”


Le due “pel di carota” borbottarono qualche scusa per poi voltarsi lentamente e all’unisono verso l'insegnante che si stava allontanando, diretta ad un altro tavolo di malcapitati.

“Come ci ha chiamate?” Sibilò Scarlett inarcando un sopracciglio e piegando le labbra in una smorfia, mentre la sua vena decisamente poco mansueta pulsava pericolosamente.

“Pel di carota... Si crede simpatica, immagino.”


Abigail lanciò un’occhiataccia in direzione della donna prima di riprendere la penna in mano, annotando il sogno che le aveva comunicato poco prima la compagna mentre parlava:

“Senti, ho avuto un'idea per il mio sogno... Una vecchia megera che viene rapita da una di colonia di persone dai capelli rossi. Che ne dici?”

“Ottima idea, direi... Prendo nota.”


                                                                                            *

 

“Che avete fatto oggi ad Incantesimi?”

 

“Se proprio ci tieni a saperlo Markus, Alek ha fatto fare al mio banco un giro completo dell’aula.”

 

“Solo dopo che una certa ragazza mi aveva aizzato contro uno stormo di… che cavolo erano, canarini?”

 

Alek e Marlena si scambiarono un’occhiata in cagnesco mentre Markus, seduto di fronte a loro, li guardava accigliato con il mestolo a mezz’aria tra il suo piatto e l’insalatiera:

 

“Lo dico sempre, voi due in banco insieme finite sempre col discutere, se non ci sono io a fare da mediatore…”

 

“Oh, non farci la predica, anche voi due discutete parecchio… e per cavolate, aggiungerei.”

 

Marlena sbuffò, puntando la forchetta contro Markus con fare accusatorio e facendogli rotare gli occhi, capendo che era meglio lasciar perdere e cambiare discorso, altrimenti non era da escludere l’eventualità di vedere piatti voltanti per la Sala da Pranzo.

 

“Come vuoi, non dico altro… Se non altro dopo saremo insieme a Trasfigurazione, così il vostro adoratissimo Markus farà in modo che non vi trasformiate in piante grasse a vicenda.”

 

Markus sorrise, scorgendo però con lieve preoccupazione l’espressione pensierosa che era comparsa sul volto di Alek alle sue parole, facendogli intuire che stava per dire qualcosa di poco auspicabile:

 

“Veramente più che ad una pianta grassa pensavo a qualcosa di più carino, esteticamente… Secondo me Lena starebbe bene come Girasole.”

 

“Alek, piantala o ti trasformo in un bonsai visto che siamo in tema di vegetali!”

 

Così, mentre i suoi due migliori amici riprendevano a minacciarsi a vicenda, a Markus Bauer non restò che sospirare, riprendendo a mangiare con una chiara consapevolezza: sarebbe stata una lunga lezione di Trasfigurazione.

 

                                                                               *

 

 

“Ehy, ciao! Com’è andata a Divinazione?”     Marlene rivolse un gran sorriso ad Abigail, che sedette accanto all’amica senza però ricambiare, limitandosi a sbuffare debolmente:

 

“Lasciamo perdere… Voi che avete fatto a Incantesimi?”

 

“Per citare testualmente Simons, abbiamo fatto “happy hour.” E io devo ancora capire che cosa vuol dire, Williams dimmelo!”

 

Johnny sbuffò, appoggiando il bicchiere sul tavolo alle parole di Lucas prima di voltarsi verso l’amico, spiegandogli finalmente cos’era l’happy hour per i Babbani.

 

“Ahh ecco! Beh, in effetti ha un senso…”

 

Lucas sfoggiò un sorriso con l’aria di chi ha appena fatto una grande scoperta, facendo alzare gli occhi al cielo sia a Marlene che ad Abigail prima che la Grifondoro si rivolgesse nuovamente all’amica:

 

“Sorvolando sulla nostra happy hour… Visto che dopo abbiamo Trasfigurazione e nessuna delle due è una cima, che ne dici se ci dimentichiamo accidentalmente di andare a lezione?”

 

“Paura dell’auto-Trasfigurazione Lennie? Tranquilla, se non dovessi riuscire a tornare normale ti aiuterei io… Non voglio certo che tu rimanga per sempre una sedia, dopotutto.”

 

Lucas sfoggiò un sorriso, intromettendosi nel discorso senza dare tempo alla Tassorosso di rispondere, facendola sorridere con sincero divertimento all’idea di Marlene tramutata in sedia che non riusciva a tornare normale.

La Grifondoro rivolse un’occhiata al ragazzo, accennando un sorriso:

 

“Grazie Luke, sono veramente rincuorata… Sicuro che invece di farmi tornare normale non mi trasformeresti un qualcosa di assurdo, giusto per farti due risate?”

 

Di fronte all’espressione accigliata di Marlene il ragazzo sollevò le sopracciglia, spalancando teatralmente gli occhi azzurri come se la Grifondoro avesse detto qualcosa di inverosimile:

 

“Che dici Len, per chi mi hai preso? Non potrei mai divertirmi alle tue spalle in quel modo…”

 

“Certo Wallaby, ci credo proprio.”

 

                                                                                 *

 

“Non so perché, ma ho prurito alla testa…”

 

“Sarà perché la Mayer ti ha fatto trasformare in una pianta? Incredibile come le tue previsioni si siano avverate… sicuro di non voler frequentare Divinazione?”

 

Markus soffocò una risata, guadagnandosi un’occhiata inceneritoria da parte di Aleksandur, seduto davanti a lui ad un tavolo in Biblioteca in compagnia di Marlena.

 

“No grazie, non mi attira per nulla…Noi non l’abbiamo a Durmstrang, ma non credo sia un male.”

 

“Fidati, non lo è. Scarlett maledice almeno due volte alla settimana il giorno in cui si è iscritta a quel corso…”    La voce di Hailey fece voltare il Campione di Durmstrang, che rivolse alla ragazza un sorriso mentre lei si avvicinava al loro tavolo, appoggiandoci la borsa sopra e prendendo posto accanto a lui.

 

“Scusate il ritardo, ho incontrato mio fratello e abbiamo fatto due chiacchiere… dicevate, riguardo a Divinazione?

 

“Che è una materia assolutamente inutile. Piuttosto, dov’è Scarlett?”

Markus inarcò un sopracciglio, trovando strano il fatto che la Caposcuola e la sua ragazza non fossero insieme come al solito.

 

“Stasera aveva da fare… “sessione di baby-sitting”, ha detto.”

 

 

“Baby-sitting?”    Tutti e tre gli studenti di Durmstrang rivolsero uno sguardo confuso in direzione della Serpecorno, che invece sorrise con aria divertita:

 

“Non si è fermata a spiegarmi, ma credo di aver intuito… Ve lo racconterei ovviamente, ma immagino che abbiate un sacco di compiti da fare…”

 

“Non dire assurdità Hailey, secondo te preferisco scrivere una stupida relazione? Prego, sono tutt’orecchi.”

 

Alek sorrise, chiudendo il libro e rivolgendo sulla ragazza tutta la sua attenzione, guadagnandosi un’occhiata confusa da Marlena:

 

“Alek, non ti facevo così pettegolo!”

 

“E infatti non lo sono, ma qualunque cosa pur di guardare i compiti! Non essere gelosa Marly, più tardi ascolterò anche te.”

 

Markus scoppiò a ridere, nascondendo la faccia dietro al libro di Trasfigurazione mentre Alek dava qualche colpetto sulla mano di Marlena appoggiata sul tavolo, guardandola con una nota quasi comprensiva nei grandi occhi azzurri che la fece accigliare, guardandolo come se fosse pazzo:

 

“Marly? Gelosia? Ma chi è geloso, vaneggi Yavor… e non chiamarmi Marly, comunque!”

 

Hailey rivolse un’occhiata in direzione di Markus come a volergli dire di non ridere, ottenendo però scarsi risultati e trovandosi a sorridere a sua volta, un po’ contagiata dal ragazzo e un po’ perché infondo trovava anche lei Alek e Marlena estremamente divertenti insieme.

 

Come darle torto, dopotutto.

 

                                                                                *

 

Piegò le labbra in una smorfia, tenendo gli occhi sulla targa che stava lucidando svogliatamente con uno straccio: Jonathan Miller.

Non era la prima volta in cui si ritrovava a dover pulire i trofei, trovandone diversi intestati a suo fratello… Che ironia della sorte, sembrava che la sua scuola si fosse messa d’accordo con suo padre per ricordargli quanto Jonathan fosse migliore di lui.

 

Non era gelosia, non lo era mai stata… Jake non era uno studente modello, ma per sua scelta: si comportava diversamente da Jonathan da anni, ma non perché non avesse le capacità di eguagliarlo… Solo perché non voleva essere così, più per staccarsi dalla sua famiglia e fare un dispetto al padre che per disprezzo dei confronti di suo fratello, l’unico che “salvava” tra i suoi consanguinei.

 

Vivendo ad Ilvermorny era lontano da casa, lontano da quella specie di campana di vetro… lontano da suo padre.

A volte quasi sorrideva dopo aver disintegrato qualcosa, rovinato degli arazzi o fatto sparire degli ingredienti dalla dispensa della Holland…

Pensava a suo padre, chiedendosi che cosa avrebbe detto se avesse potuto vederlo o sapere che cosa faceva. In fin dei conti non era più sotto tiro, non lo spaventava più da anni ormai.

 

Il flusso di pensieri venne interrotto bruscamente dal rumore di una porta che si apriva per poi chiudersi subito dopo, facendolo voltare verso la soglia della stanza con la targa intestata a suo fratello ancora stretta in mano.

 

“Ah, ecco la mia baby-sitter… E prima che tu possa chiedermelo non ho la bacchetta, l’ho consegnata alla Mayer… Quindi la Holland può stare tranquilla, non farò saltare in aria questa stupida stanza anche se la tentazione è grande.”

 

Scarlett sorrise, avvicinandoglisi in tutta calma e stringendosi nelle spalle:

 

“Tranquillo, non ho intenzione di interrogarti… Però mi piacerebbe comunque fare due chiacchiere con te Jake, sai è da un paio di giorni che ho un pensiero che mi frulla per la testa.”

 

“Rilassati rossa, so già che mi adori… Non serve alcuna confessione.”

 

Jake appoggiò la targa di suo fratello sul tavolo per prenderne un’altra dallo scaffale, mentre Scarlett si era avvicinata e ora era in piedi accanto a lui, davanti al tavolo addossato al muro sotto la finestra.

Con la coda dell’occhio la vide sollevare i suoi al cielo prima di sollevarsi e sedendosi sul tavolo, lasciando le gambe dondolare e guardandolo dritto in faccia con i penetranti occhi chiari.

 

“In realtà non avevo intenzione di confessarti proprio nulla Jake… Solo parlare con te. Tu non ami essere toccato, vero?”

 

“Dobbiamo proprio parlare Rossa? Non preferisci goderti lo spettacolo di Jake Miller che pulisce? Sono certo che non ti dispiace vedermi in punizione.”

 

Il Tuonoalato alzò lo sguardo, puntandolo sulla ragazza e incontrando così i suoi grandi occhi azzurri. Una sensazione di quasi sollievo lo pervase, rilassandosi nel non trovare il solito muro di ghiaccio davanti alle iridi di Scarlett… lo guardava con attenzione e curiosità, ma non c’era alcuna nota di freddezza in quello sguardo, cosa decisamente rara.

 

Dopo un attimo lei sorrise, annuendo debolmente con il capo:

 

“No, forse non mi dispiace… Ma non voglio nemmeno perdere l’occasione di parlare con te, non hai modo di filartela questa sera.”

 

“Senti chi parla… Sei tu che sparisci nel nulla alla velocità della luce quando qualcosa ti disturba Anderson!”

 

“Beh, l’hai detto tu che siamo fatti della stessa pasta, no?”

 

“Com’è che tu non dimentichi mai quello che dico? Ti annoti le mie frasi da qualche parte per caso?”   Jake tornò a prestare attenzione alla targa che stava lucidando, strofinando con maggiore enfasi mentre Scarlett si stringeva nelle spalle, tenendo le mani sul ripiano del tavolo e abbassando lo sguardo sulle proprie gambe:

 

“Non lo so… Ho una strana memoria per quanto riguarda te Jake, mi ricordo tutto quello che dici o fai. E anche se a volte te ne esci con delle stupidaggini credo che tu abbia ragione: ci somigliamo, per certi versi… Sai, nemmeno a me piace molto il contatto fisico.”

 

Jake smise improvvisamente di pulire la targa, alzando lo sguardo sulla ragazza che invece evitava di guardarlo, tenendo gli occhi puntati dritti sul muro di fronte a lei.

Il Tuonoalato non disse nulla, quasi aspettando che Scarlett continuasse, cosa che avvenne dopo qualche istante:

 

“Non amo essere abbracciata, non sono molto affettuosa… Non so bene perché, mi mette a disagio. Dovrebbe essere una cosa naturale, ma per me non lo è mai stata.”

 

Quasi senza rendersene conto Scarlett iniziò a rigirarsi l’anello d’oro che portava alla mano sinistra da mesi, anche se continuava a dirsi di toglierlo e buttarlo via. Le piaceva il Claddagh Ring, le piacevano le mani che sostenevano un cuore con una corona sopra… Ma il pensiero che fosse stato di sua madre le impediva di apprezzarlo, di guardarlo senza pensare che la persona che avrebbe dovuto amarla di più non aveva avuto voglia di conoscerla o prendersi cura di lei.

 

Il gesto non sfuggì agli occhi di Jake, che abbassò lo sguardo sull’anello inarcando un sopracciglio: ovviamente l’aveva già notato diverse volte… Era certo di non averlo mai visto addosso alla ragazza gli anni prima. A Settembre, quando se n’era accorto per la prima volta, aveva pensato che avesse un ragazzo… Ma il fatto che Scarlett non avesse mai accennato a nulla di simile l’aveva portato a dubitare di quella teoria, benché sapesse quanto la ragazza fosse riservata e quanto poco parlasse della sua vita privata.

 

Si ritrovò a guardare con stupore Scarlett sfilarsi l’anello lentamente per poi appoggiarlo sul tavolo e alzare gli occhi, posandoli di nuovo su di lui:

 

“Non ti ho mai sentito parlare della tua famiglia, Jake… so di tuo fratello, so di tua madre… Ma non per mano tua. E so che quando qualcuno non sfiora mai un argomento vuol dire che c’è qualcosa dietro, lo so perché nemmeno io parlo mai della mia famiglia.”

 

“Si vede che nessuno dei due ha voglia di parlarne, non c’è molto da capire.”

 

“Certo che non abbiamo voglia di parlarne… Quello che un sacco di persone pensano è che seppellire qualcosa, non parlarne o fare finta che non sia mai avvenuto... Pensano che sia il modo migliore per andare avanti e dimenticare. Invece è parlando che si affronta qualcosa Jake, lo sai anche tu.”

 

“Beh, non mi sembra che tu passi il tempo a confidarti con le persone Scarlett, nemmeno tu affronti qualcosa, che mi risulti.”

 

Jake appoggiò la targa sul tavolo con stizza, prendendone un’altra mentre un lieve sorriso increspava le lebbra della ragazza:

 

“L’ho appena fatto, in realtà… Ci ho messo un po’, ma l’ho fatto. Mi sono tolta un peso sfilandomi quell’anello, che era di una persona che mi ha abbandonato. Credo che sia arrivato il momento che lo faccia anche tu. Dimmi Jake, sai cos’è l’afefobia?”

 

“No. E da come suona non voglio nemmeno saperlo.”   Jake sospirò, rifiutandosi di guardare in faccia Scarlett e continuando a lucidare con stizza l’ennesima targa, non prestando però troppa attenzione a quello che faceva e concentrandosi suo malgrado sulle parole della ragazza.

 

“Paura del contatto fisico. Ha due origini… Può essere provocata dal non averne ricevuto, oppure dall’averne ricevuto nel… modo sbagliato.”

 

“Stai dicendo che sono afefobico, Scarlett? E dimmi, su che basi sei diventata la mia analista?”

 

“Su queste.”   Scarlett allungò una mano, sfiorando il gomito del ragazzo e facendolo così sussultare, allontanandosi istintivamente di scatto.

 

“Non mi immagino le cose Jake, e in genere non parlo a vanvera. Nemmeno a me piace il contatto fisico, ma non credo sia per la tua stessa ragione… Probabilmente non sopporto gli abbracci perché non ne ho mai ricevuti molti, ma credo che tu non voglia essere toccato, specialmente in certi punti, per un altro motivo.”

 

“Sei una ragazza intelligente Scarlett, credo che tu lo sappia già.”

 

Jake strinse in denti, non accennando ad alzare lo sguardo e continuando a stringere convulsamente la targa tra le dita, quasi scaricando su quel pezzo di metallo tutto l’astio e il disagio che provava in quel momento.

 

“Forse.”     Si bloccò all’improvviso, incapace di dire o fare qualcosa mentre sentiva le dita sottili e pallide di Scarlett sfiorargli il mento, facendolo voltare verso di lei:

 

“Ma voglio che tu me lo dica. Guardandomi in faccia. Lo devi affrontare Jake, credo che tu non l’abbia mai detto ad alta voce in vita tua.”

 

Deglutì nervosamente, non riuscendo a staccare gli occhi da quelli di Scarlett. Ecco perché aveva cercato di non guardarla, era molto più difficile così.

 

Lei accennò un sorriso, trasmettendogli conforto, comprensione… forse anche dolcezza, per la prima volta.

Sapendo di non avere scampo, consapevole che lei voleva una risposta, Jake sospirò prima di parlare, tenendo gli occhi fissi in quelli di Scarlett e esternando per la prima volta qualcosa che si teneva dentro da anni, da quando era un bambino che andava alle elementari e che aveva paura di tornare a casa quando qualcosa a scuola andava storto: un voto non altissimo, una nota per aver combinato qualche guaio… Piccoli incidenti di percorso normali nella carriera scolastica di qualunque bambino, ma che a suo padre non andavano giù e lo dimostrava ampiamente quasi ogni giorno, aiutandosi anche con la mazza da baseball di suo fratello.

 

“Mio padre alzava le mani… contatto fisico ricevuto nel “modo sbagliato”, come hai detto tu. Sei contenta, Scarlett?”

 

“Anche se ovviamente quello che ti è successo non è giusto sì, perché era ora che tu lo dicessi ad alta voce… Tutti affrontiamo il nostro passato, prima o poi.”

 

Lei gli sorrise sinceramente, appoggiando una mano sulla sua e sfiorandogli il palmo con la punta delle dita.

 

“Il contrario dell’amore non è l’odio, è l’indifferenza. Lo so che odi tuo padre, ma il peggior danno che puoi fargli è smetterla di provare qualcosa per lui… Io ho odiato mia madre per un sacco di tempo ma poi mi sono resa conto che non serviva a niente. Non lo punirai comportandoti male a scuola, danneggerai solo te stesso e lo convincerai che non sei all’altezza di tuo fratello, quando sappiamo entrambi che non è così.”

 

Jake abbassò istintivamente lo sguardo, posandolo sulla mano di Scarlett mentre lo attraversava una specie di sensazione di calore, estendendosi dalla mano a tutto il corpo. 

Accorgendosi dello sguardo del ragazzo Scarlett ritrasse appena la mano, pensando che gli desse fastidio e dandosi mentalmente della stupida per quel gesto automatico prima di scusarsi a mezza voce:

 

“Scusa, probabilmente ti dà fastidio…”

 

La rossa tacque, studiando la reazione di Jake e cercando di capire che cosa pensasse o provasse il ragazzo che, dopo qualche istante, aveva sollevato lo sguardo dalla sua mano per posare gli occhi azzurri sul suo viso, soffermandosi per un momento sugli occhi prima di scendere e osservare con insistenza le sue labbra.

 

“Jake, che cosa…”

 

Gli avrebbe chiesto se c’era qualcosa che non andava, ma non ebbe il tempo di concludere la frase: Jake si mosse verso di lei, prendendole la testa tra le mani e appoggiando le labbra sulle sue, baciandola con foga.  Con un gesto quasi automatico Scarlett gli circondò il collo con le braccia, attirandolo a sé mentre una mano di Jake si spostava tra i suoi capelli, facendole pressione sulla nuca per impedire che si staccasse.

 

Rendendosi conto di un paio di cose Jake sorrise per un attimo sulle labbra di Scarlett, tenendola stretta a se e senza accennare a volersi staccare da lei: intanto, stavano mandando entrambi a quel paese il loro odio per il contatto fisico… E poi, avrebbe dovuto davvero ringraziare la Holland per avergli messo la sua Rossa come baby-sitter, quella sera.

 

Quando si dice che la sorte è ironica…

 

 

.....................................................................................

Angolo Autrice:

Buonasera! Finalmente il mio PC ha dato segni di vita dopo il coma, così ho potuto aggiornare.

Mie carissime autrici, abbiamo anche i Jarlett Canon!  *esulta perchè ora ha sistemato tutte e tre le coppie*

Forse non ve lo aspettavate così presto, ma avevo anticipato che non mancava molto... Quindi ora potete shippare tranquillamente XD

Grazie come sempre per le recensioni, spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto! 

Anche questa volta ho una piccola domanda per voi: mi serve un ricordo particolarmente felice del vostro OC, ovviamente per i Patronus. (Fatta eccezione per vas_happening_girl e Slytherin2806 che l'avevano già messo nella scheda... se volete cambiare o aggiungere qualcosa fatemi sapere)

Buona serata, a presto!


Signorina Granger

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Capitolo 21
*** Il potere di un ricordo ***


~~Capitolo 20: Il potere di un ricordo

I ricordi veramente belli continuano a vivere e a splendere per sempre,
pulsando dolorosamente insieme al tempo che passa

Martedì 5 Febbraio

 

“Secondo te sta male?”
“Non saprei… in effetti da qualche tempo si è impigrita.”

Hailey e Scarlett erano in piedi, entrambe intente ad osservare con aria preoccupata l’esemplare di Husky dai brillanti occhi azzurri che si era praticamente spanciata sul tappeto, rivolgendo alle due occhiate malinconiche senza accennare a volersi muovere.

“Lilith, che cos’hai? In genere saltelli sempre in giro… Non so, ho la sensazione che ci sia qualcosa di strano… Dici che la Johnson mi può aiutare?”

“Non ne ho idea, non so se essere specializzati in Creature Magiche comporti conoscere anche i cani… Però puoi benissimo provare!”

Scarlett si sforzò di sorridere all’amica, sperando di tirarle su il morale prima di darle un colpetto affettuoso sul braccio:

“Non preoccuparti, magari non è niente… Ora però dovremmo andare, la nostra ora buca sta per finire e ci aspetta Difesa contro le Arti Oscure.”

“Hai ragione, meglio muoverci… Operò c’è parecchia strada per arrivare all’aula… Quindi…”

Hailey sfoggiò un sorrisetto che non prometteva niente di buono, appoggiando un braccio sulle spalle dell’amica che non potè sfuggirle o divincolarsi per via dei diversi cm di altezza che le separavano:

“Che ne dici di fare due chiacchiere? Tipo non so, un argomento a casaccio… Un certo tuo compagno di Casa che gioca a Quidditch dagli occhi chiari e moro?”

“Jake Miller, proprio un argomento a caso non c’è che dire.”

“Beh, io pensavo a qualcun altro ma se proprio insisti possiamo benissimo parlare di te e del tuo caro Jake!”

Hailey sorrise mentre Scarlett roteava gli occhi, non riuscendo però a trattenere un debole sorriso:

“Ti rendi conti che praticamente non abbiamo parlato d’altro nell’ultima settimana?”

“Vero, ma che vuoi farci… E’ la prima volta in cui abbiamo entrambe un ragazzo, quindi essere molto felice è d’obbligo!”

Hailey prese l’amica sottobraccio, iniziando a camminare e trascinandosi così dietro la Tuonoalato, che sorrise lanciandole un’occhiata carica di divertimento e affetto: erano decisamente diverse, ma forse l’adorava proprio per quel motivo.

                                                                              *

“Mancano dieci minuti a Difesa contro le Arti Oscure e abbiamo finito i compiti in anticipo… Marlena non potrà prenderci in giro oggi!”    Alek sorrise con fare trionfante, chiudendo il libro con un colpo secco prima di infilarlo allegramente nella borsa.  Markus invece, seduto davanti a lui, inarcò un sopracciglio rivolgendogli un’occhiata scettica: al suo migliore amico bastava poco per essere allegro… specialmente quando si trattava di raggirare Marlena Rosa.

“A proposito… Dov’è finita? Non che le lezioni di Difesa contro le Arti Oscure ci servano a molto, ma non salta mai le lezioni e arriva di rado in ritardo…”

“Oh, è vero. Lena arriva tardi a lezione solo quando si tratta di staccare te dai pasti o dal chiacchierare con qualche ragazza.”

Alek rivolse al Campione un’occhiata torva, intimandogli silenziosamente di piantarla prima di alzarsi e parlare come se non avesse sentito il commento dell’amico:

“Fingerò di non aver sentito… In ogni caso vado a cercarla, sarà qui da qualche parte… Non capisco proprio perché ci metta tanto, doveva solo cercare un libro!”

“Rilassati, probabilmente si è fermata a chiacchierare con qualcuno… l’avrà fermata un ragazzo.”

“Hai ragione. Vado a salvarla!”

“Non ha certo bisogno di essere salvata, non giocare al cavaliere…”   Ma Markus non ebbe il tempo di finire la frase, perché Alek si era già dileguato dietro ad uno scaffale, lasciandolo solo a scuotere il capo con aria esasperata:

“Fa’ come ti pare, ma dopo non prendertela con me quando Lena ti ucciderà…”

                                                                             *

“Non vedo l’ora di cominciare… Giovedì Stuart ha detto che oggi avremmo continuato con i Patronus, sono super determinata a riuscire a far prendere forma al mio!”

“Lo so fin troppo bene Len, sono due notti che dici “Expecto Patronum” nel sonno!”

Abigail alzò gli occhi al cielo, sperando sinceramente che l0’amica riuscisse effettivamente ad evocare un Patronus formato: non avrebbe proprio retto un’altra notte passata a sentire la formula ogni venti minuti.

Len invece piegò le labbra in un sorriso colpevole, guardando l’amica quasi con compassione:

“Mi spiace Abby, davvero… Ti voglio bene proprio perché mi sopporti sempre! Ma non preoccupatevi, ho già in mente a cosa penserò per evocare il mio Patronus…”

“Davvero? Si fa interessante… riguarda per caso me Lennie?”   Lucas sorrise in direzione della ragazza, cercando di estorcerle informazioni senza però ottenere un bel niente: la Grifondoro si limitò a stringersi nelle spalle, replicando che avrebbe detto a cosa aveva pensato solo se fosse effettivamente riuscita a far prendere forma al suo Patronus.

Probabilmente il ragazzo avrebbe provato a persuaderla rivolgendole un’occhiata da cucciolo bastonato, ma la campanella rovinò i piani di Lucas segnando l’inizio della tanto agognata lezione di Difesa contro le Arti Oscure.
Marlene infatti praticamnete corse dentro l’aula, non dando all’amica e al fidanzato altra scelta se non quella di andarle dietro.

“Dici che penserà a me quando cercherà di evocare il suo Patronus?”   Lucas si rivolse alla rossa, abbassando lo sguardo sulla ragazza mentre entravano nell’aula. La Tassorosso alzò lo sguardo e gli sorrise, annuendo:

“Ne sono assolutamente sicura, non preoccuparti… Tiene moltissimo a te, non vedo proprio a cos’altro potrebbe pensare!”

“Beh, spero che tu abbia ragione… Ma lo scoprirò, stanne certa Abby!”

Lucas spostò nuovamente lo sguardo su Marlene, avvicinandosi alla ragazza guardandola con fare determinato. Abigail non disse nulla ma sorrise, non dubitando affatto delle parole dell’amico così come non dubitava su quello che aveva appena detto.

                                                                               *

Sospirò, ripetendosi mentalmente quello che aveva detto il Professor Stuart: svuotare la mente e concentrarsi su persone care o un ricordo particolarmente felice.

A dirsi era facile, ma in pratica non lo era per niente… Era riuscito ad evocare un Patronus in realtà, ma non aveva preso la forma di un qualche animale.
Dopo due lezioni Jake era, come tutti i suoi compagni, determinato a portare a termine il compito: era curioso di vedere il suo Patronus e non aveva alcuna intenzione di mollare.

Fortunatamente, guardandosi intorno si rese conto che diversi tra i compagni presenti nell’aula erano nella sua stessa situazione: i banchi erano stati addossati contro il muro ed erano tutti in piedi in punti sparsi della stanza, con Stuart che passeggiava tra loro studiando i loro progressi e dispensando consigli.

Gli occhi azzurri di Jake si posarono inevitabilmente su Scarlett, che era accanto ad Hailey dall’altra parte della stanza.  Nessuna delle due aveva ancora evocato un Patronus formato… e conoscendola era certo che anche lei fosse determinata a portare a termine il compito entro il termine della lezione.

Osservandola si chiese a cosa avrebbe pensato per evocarlo… Era abbastanza sicuro che non avesse troppi ricordi particolarmente piacevoli legati alla sua famiglia o alla sua infanzia, probabilmente avrebbe pensato ad Hailey, a Nova…
E a lui, avrebbe pensato a lui?

Quasi sentendo il suo sguardo Scarlett si voltò proprio nella sua direzione, rivolgendogli un sorriso che il ragazzo ricambiò prima di muoversi quasi in automatico, avvicinandolesi:

“Ciao Rossa… pensi a me?”

“Che domande fai, non te lo dico!”

“Hai ragione, è una domanda stupida… Certo che non pensavi a me, se l’avessi fatto avresti di sicuro evocato un Patronus formato.”

Jake rivolse alla ragazza un sorrisetto che la fece roteare gli occhi, guardandolo con cipiglio divertito:
“Come siamo arroganti oggi… Ma ora gira al largo Jake, con te intorno non porterò a termine un bel niente!”

“Hai ragione di nuovo, la mia presenza ti distrae troppo… Cavoli Rossa, oggi dici moltissime cose giuste!”

Hailey, che aveva assistito alla scenetta con largo interesse, soffocò una risata mentre Scarlett gli dava un debole pugno sulla spalla, guardandolo e cercando di fingersi scocciata:

“Io dico sempre cose giuste… Fila Miller, o ti metto in punizione!”

“Ottima idea… così facciamo due chiacchiere come la scorsa settimana.”      Il Tuonoalato sorrise maliziosamente, facendo per alzare una mano per accarezzarle il volto.  Scarlett però gli diede una leggera sberla sulla mano, allontanandola e guardandolo a metà tra il seccato e il divertito:

“Idiota… Pensa al tuo Patronus, non alle tue solite frasette!”

“Va bene va bene, ho capito… Vado a cercare qualche ricordo fantastico, ma più tardi mi occuperò di te e scoprirò cosa ha occupato i tuoi pensieri durante la lezione.”

“Beh, in tal caso sappi che farò lo stesso!”

                                                                                   *

“Ah, eccovi qui! Mi chiedevo che fine aveste fatto…”    Markus sorrise in direzione dei suoi migliori amici, che gli si avvicinarono con due espressioni decisamente diverse dipinte in volto: nessuno dei due era allegro, ma mentre Alek sembrava quasi un cane bastonato Marlena era visibilmente irritata.

“Dico solo una cosa Markus… sorvoliamo. Dico davvero, sorvoliamo.”

Marlena alzò gli occhi al cielo mentre Alek sbuffava, abbassando lo sguardo con aria sconsolata e borbottando qualcosa di poco comprensibile su quanto la ragazza non apprezzasse niente di quello che diceva o faceva.

Markus osservò con stupore l’espressione di Marlena mutare tanto in fretta che per un momento il Campione pensò seriamente che fosse sotto un qualche incantesimo: il volto della ragazza si addolcì all’istante, avvicinandosi all’amico e appoggiandogli una mano sul braccio:

“Ma che dici, ti adoro… Solo che non mi piace quando fate i cani da guardia. Mi hai praticamnete trascinata via!”

Markus inarcò un sopracciglio, ancora vagamente schioccato dal repentino cambio d’umore della ragazza… Tuttavia si era ripreso abbastanza in fretta per permettersi di chiedersi che accidenti avesse combinato il suo migliore amico: probabilmente aveva sollevato di peso Marlena portandola via dalle sgrinfie di un qualche ragazzo.

“Lo so, scusa… Non lo farò più se ti dà tanto fastidio. Comunque è stato Markus a dirmi di venirti a cercare.”

Il suddetto ed incriminato ragazzo sgranò gli occhi, rivolgendo all’amico uno sguardo omicida mentre Marlena spostava gli occhi su di lui con aria stralunata.  Alek alzò per un istante gli occhi azzurri su di lui, guardandolo come a pregarlo di dargli corda mentre al contrario Markus in quel momento avrebbe voluto strozzarlo.

Perché diamine lo metteva in mezzo tra lui e il senso di protezione che provava per Marlena fin dal loro primo anno, da quando si era auto-dichiarato sua guardia del corpo personale?

“Oddio Markus, non dirmi che ti ci metti pure tu adesso! Va beh, lasciamo perdere… meglio concentrarsi sui Patronus o staremo qui fino al prossimo Natale.”

“Si, cambiamo argomento, ottima idea!”    Alek sorrise allegramente alle parole della ragazza, guadagnandosi un’occhiata carica di promesse e minacce da parte del suo migliore amico, che più che al suo Patronus stava iniziando a pensare al modo migliore per appenderlo ad una delle torce che fluttuavano intorno al castello.

                                                                                        *

Chiuse gli occhi, respirando profondamente prima di lasciare quell’aula poco familiare. Improvvisamente non era più ad Ilvermorny, in America… era di nuovo a casa, ad Hogwarts.

In un attimo era una ragazzina, una dodicenne che era andata nella Guferia per spedire una lettera ai suoi genitori… Una ragazzina che, dopo anni faticava ancora a spiegarsi il motivo, si era improvvisamente messa a piangere per un attacco di nostalgia.

Erano passati anni e forse lei l’aveva rimosso, ma nella memoria a lungo termine di Marlene l’immagine di una ragazzina dai capelli rossi che le porgeva un fazzoletto e, sorridendole con aria rassicurante, l’abbracciava era perfettamente vivida.  Così come il ricordo di un Lucas molto più piccolo che al secondo anno intimava ad un odioso studente più grande di non prendere in giro la sua amica per la sua altezza, sfidandolo persino anche se a quel tempo nessuno di loro sapeva duellare.

La Grifondoro riaprì gli occhi, sorridendo quasi senza volerlo mentre teneva la bacchetta stretta in mano, puntata davanti a se:
 

“Expecto Patronum.”

Un gran sorriso comparve sul volto della ragazza nel vedere qualcosa di argenteo uscire dalla sua bacchetta… Tuttavia il luccichio negli occhi scuri di Len si spene ben presto, quando realizzò che forma aveva assunto il suo Patronus:

“CHE? Una tartaruga? Cos’è, uno scherzo? Sarò anche imbranata, ma non così lenta!”

Gli occhi della ragazza saettarono su un certo ragazzo molto alto dai capelli biondi che era praticamente piegato in due dalle risate dopo aver visto il Patronus della ragazza, facendola innervosire ulteriormente:

“Luke, smettila di ridere! Non è divertente… Beh, almeno IO ci sono riuscita, a differenza di qualcuno!”

Quelle parole ebbero l’effetto desiderato, perché il ragazzo smise ben presto di ridere e rivolse alla fidanzata un’occhiata carica di sfida, stringendo la bacchetta in mano:

“Tranquilla Len, ben presto vedrai anche il mio Patronus… E di certo non sarà un animale lento come una tartaruga… Oh andiamo, non fare quella faccia adesso, sto scherzando… Len, mi stai puntando la bacchetta contro, te ne rendi conto vero?”

                                                                                          *

Ripensò al momento in cui aveva stretto tra le mani la sua lettera, quasi sette anni prima.
Per un istante potè rivivere la gioia nel realizzare che sarebbe andata a scuola, a Durmstrang nel realizzare che non era come tutti gli altri, che era speciale e che forse un giorno avrebbe potuto aiutare la sua famiglia proprio grazie al suo essere diversa… Le sembrò quasi di tornare indietro al primo giorno di scuola, ancora perfettamente nitido nella sua memoria insieme ai primi ricordi con Markus e Aleksandur, quando aveva conosciuto quelli che allora erano due sorridenti, vivaci bambini.

Mentre alzava la bacchetta si concentrò anche sui primi ricordi che aveva dei suoi fratelli minori, cercando di focalizzarsi sulla prima volta in cui aveva visto Pawel e Zuzanna appena nati.
Sorrise istintivamente prima di pronunciare la formula ad alta voce, concentrandosi solo ed esclusivamente su quei ricordi:

“Expecto Patronum.”
 

Un sorriso colmo di stupore, sollievo, soddisfazione e probabilmente anche molto altro illuminò il volto della ragazza, che alzò una mano per sfiorare con le dita le bellissime ali luminose della farfalla che era appena uscita dalla sua bacchetta.  Mentre la guardava svolazzare davanti a lei ammirò quando fosse bella e delicata, carica di soddisfazione per essere finalmente riuscita a dare forma al suo Patronus… Prima dei suoi amici, per giunta.

“Una farfalla? Carina… Ti si addice in effetti, anche se mi rode che tu mi abbia battuto sul tempo.”   Alek le si avvicinò, osservando il Patronus a sua volta e facendo sorridere la ragazza:

“Beh, lo spero! Voglio proprio vedere che forma avrà il tuo però… Su che ricordi ti stai concentrando?”

Alek si strinse nelle spalle senza staccare gli occhi dalla farfalla che ora svolazzava intorno ai loro compagni di corso, ponendosi la stessa domanda che Marlena gli aveva appena rivolto.
Non lo sapeva bene nemmeno lui, in realtà. Non aveva ricordi particolarmente felici legati alla sua famiglia, vivere con suo padre aveva decisamente ridotto le possibilità di averne. Di sicuro aveva cominciato a vivere serenamente quando aveva iniziato ad andare a scuola… Perciò doveva concentrarsi su qualche ricordo che coinvolgeva Markus e Marlena.

Spostò gli occhi dalla farfalla argentea per posarli sul volto rilassato e in qualche modo rassicurante della suddetta ragazza, pensando a quando l’aveva conosciuta, a quando avevano fatto amicizia e a tutti guai che avevano combinato insieme a Markus.
Accennò un sorriso e agitò appena la bacchetta, evocando non verbalmente il suo Patronus con la speranza che quei ricordi bastassero per dargli forma.

Un istante dopo un bellissima aquila d’argento planò nella sala, spalancando le grandi ali e sorvolando le teste dei vari studenti mentre Marlena sorrideva all’amico, avvicinandoglisi:

“Ce l’hai fatta, hai visto? A cosa hai pensato, se posso saperlo?”

“Non ne sono sicuro, ma voglio azzardare ad avere la presunzione di essermi focalizzato sui tuoi stessi ricordi Lena.”

Lei gli sorrise, prendendolo sotto braccio e annuendo con un cenno del capo:

“Non è improbabile… Per quanto siate a volte irritanti, vi voglio davvero bene.”

“Io invece ti adoro proprio perché mi tieni sempre con i piedi per terra… sai, credo che senza di te avrei combinato un mucchio di disastri negli ultimi anni!”

“Non ho alcun dubbio su questo… Ma grazie per le belle parole.”

                                                                                   *

“Grande, chi l’avrebbe mai detto che ci saremmo riuscite entrambe prima di Luke?” 

Abigail sorrise, dandosi il cinque con una Len altrettanto allegra mentre la lepre che la rossa aveva appena evocato saltellava in giro per la sala, scaturendo sorrisi e sguardi ammirati dai loro compagni.
Tutti fuorché un certo Grifondoro, che sbuffò prima di rivolersi alle due con sincera curiosità:

“A che cosa pensavate? Sembra che tutti riescano a focalizzarsi su ricordi felici tranne me…”

“Io pensavo a quando mi hanno regalato la mia Puffini… Tu invece, Len?”

Abigail si rivolse all’amica, che si strinse nelle spalle prima di rispondere:

“Beh, io pensavo a voi due… siete molto importanti per me, ovviamente. Nessuno mi ha mai accettata come avete fatto voi.”

Marlene studiò le reazioni dell’amica e del fidanzato, rendendosi conto che nessuno dei due si aspettava parole del genere: entrambi sgranarono gli occhi prima di scambiarsi un’occhiata d’intesa che non prometteva nulla di buono… infatti comportò un abbraccio che quasi stritolò la Campionessa di Hogwarts che si pentì in fretta di aver detto la verità: quei due sembravano volerla togliere di mezzo prima della Seconda Prova…

“Ok ragazzi, lasciatami adesso!”

“Un cavolo, ti meriti un abbraccio… Come sei dolce Lennie, ci commuovi così!”

“Si sì vi voglio bene anche io, ma mollatemi o Hogwarts non avrà più alcun Campione!”

 
Ignorando deliberatamente le proteste della ragazza nessuno dei due allentò l’abbraccio intorno alla Grifondoro, che si rassegnò limitandosi a roteare gli occhi per manifestare il suo disappunto.
Nel frattempo, a solo qualche metro di distanza, un certo studente di Ilvermorny stava cercando di concentrarsi, rivivendo i ricordi più felici che gli venivano in mente.

Chiudendo gli occhi Jake rivedeva moltissimi spezzoni della sua infanzia, tutti con la stessa persona come protagonista: la porta della sua camera si apre con un lieve cigolio e lui, rannicchiato sul suo letto, vede suo fratello entrare con un piatto in mano carico di cibo, portandogli la cena che gli era stata negata per l’essere in punizione.
Jonathan gli sorride, porgendogli un cono gelato quando il suo gli è caduto.
Jonathan ride nel vedere il fratellino cercare di giocare a calcio insieme a lui anche se è troppo piccolo, aiutandolo a fare un lancio dritto verso la porta.

I momenti più belli legati alla sua infanzia e alla sua vita con la sua famiglia erano legati a suo fratello, colui che gli aveva dimostrato maggiore affetto e che era sempre stato dalla sua parte in un modo o nell’altro… Proprio lui, che non aveva mai saputo che il padre picchiasse il suo adorato fratellino Jake. Non glie l’aveva mai detto, forse perché non voleva rovinare il rapporto tra lui e il padre… Jonathan a differenza sua lo vedeva decisamente di buon occhio, dopotutto. Sua madre invece lo sapeva da sempre, peccato solo che non si fosse mai sforzata troppo per dargli una mano, nonostante avesse persino una marcia in più rispetto al marito essendo una strega: se avesse voluto avrebbe potuto benissimo difendere il piccolo di casa.
                                                                           
Jake si riscosse, imponendosi di non pensare ai suoi genitori in quel momento: di certo non avrebbe evocato proprio alcun Patronus concentrandosi su di loro…
Pensò solo a suo fratello e poi, per un istante, la sua mente si spostò altrove, proprio tra le mura di quella stessa scuola. Vide un paio di occhi azzurri sorridenti e Scarlett che gli correva incontro, abbracciandolo di slancio e ringraziandolo per il regalo che le aveva fatto.
 

“Expecto Patronum.”
 

Jake Miller riaprì gli occhi, osservando con immensa soddisfazione una forte, minacciosa ma allo stesso tempo quasi elegante pantera dal pelo scuro saltare fuori dalla punta della sua bacchetta, ringhiando debolmente.

Jake Miller sorrise e, a differenza di pochi istanti prima, si concentrò proprio su suo padre… E lo mandò gentilmente a quel paese, facendogli mentalmente notare che nonostante tutto quello che gli aveva fatto aveva comunque evocato un Patronus perfettamente formato.

Alla faccia tua, papà

                                                                                      *

Chiuse gli occhi, frugando nella sua memoria per trovare i ricordi più belli che aveva.
Le sembrò quasi di ritrovarsi al San Mungo insieme alla sua famiglia, l’anno prima… Vide suo fratello avvicinarlesi con un gran sorriso stampato in faccia, tenendo in mano qualcosa avvolto in un asciugamano.

“Vuoi tenerla Ley? Mi raccomando, tienile la testa…”     Senza farselo ripetere due volte Hailey annuì, allungando le braccia per prendere delicatamente la sua nuova nipotina.  Come le aveva detto suo fratello mise una mano dietro alla nuca della bambina che aveva finalmente smesso di piangere, accarezzando il capellino rosa che le avevano messo.

“Come l’avete chiamata?”

“Danielle.”

“Allora ciao Danielle… benvenuta in famiglia.”


Hailey riaprì gli occhi, sorridendo quasi senza rendersene conto al ricordo della prima volta in cui aveva preso in braccia la piccola Danielle.

Expecto Patronum.”

Con somma soddisfazione mista a sollievo una volpe argentata balzò fuori dalla sua bacchetta, guardandola per un attimo prima di iniziare a trotterellare per la sala, zigzando tra i suoi compagni e attirando diversi sguardi.

“Beh, se non altro una di noi ci è riuscita…”    La voce di Scarlett alle sue spalle la fece voltare, sorridendo all’amica per tirarle su il morale e invitandola a non demordere:

“Puoi benissimo farlo anche tu Scarlett… Pensa a qualcosa di bello, tutto qui. Vado a vedere come se la cava Markus, tu concentrati!”

Dopo averle dato una pacca sul braccio la Serpecorno superò la rossa, avvicinandosi al fidanzato che era nella stessa barca della sua migliore amica.

Di nuovo sola Scarlett sospirò, chiedendosi su che ricordo concentrarsi per riuscire ad evocare finalmente un Patronus formato. Non glie l’aveva chiesto, ma era certa che Hailey avesse pensato alla sua famiglia… Seguendo le sue orme di certo non avrebbe combinato granché.
La rossa chiuse gli occhi a sua volta, rivivendo il suo undicesimo compleanno. Il giorno in cui aveva ricevuto la lettera per Ilvermorny, ma anche il giorno in cui aveva trovato un cucciolo di Lupo Cecoslovacco sul tappeto del salotto a guardarla come se volesse giocare.

Scarlett aveva sgranato gli occhi prima di avvicinarglisi, sorridendo a trentadue denti per aver finalmente ricevuto il cane che voleva da anni. Aveva accarezzato il muso di Zeus mentre suo padre le aveva chiesto come volesse chiamarlo… e lei aveva sorriso, realizzando che non sarebbe più stata sola grazie al quel piccolo cucciolo peloso dagli occhi verdi.

La sua mente si spostò più avanti di un mese, quando aveva conosciuto Hailey prima dello Smistamento. Erano nell’Ingresso in attesa di inziare e lei era un fascio di nervi, conscia che sarebbe stata la prima ad essere chiamata…
 

“Che bel cucciolo!”     La ragazzina dai capelli rossi che era si voltò, incontrando un sorriso allegro e un paio di occhi chiari luminosi e vivaci.

“Grazie… si chiama Zeus.”

"Mi piacciono i cani… Piacere, io sono Hailey.”

Le aveva teso la piccola mano e lei l’aveva stretta, guardando quella ragazzina con curiosità:

“Io mi chiamo Scarlett…”

Fu un attimo: dal sorriso di una Hailey undicenne un fiume di ricordi e immagini le pervase la mente.  Le risate a lezione, le Pozioni preparate sotto gli occhi attenti e minacciosi della Holland, le partite a poker, le battaglie a palle di neve, le lettere in estate. Hailey che, ridendo, l’abbracciava di slancio per qualcosa che aveva detto o fatto.
Rivide Hailey seria, gli occhi azzurri non più sorridenti mentre fissava con odio un ragazzino dai capelli scuri.

“Lascialo perdere, è uno stupido… Ci perde lui, non tu Ley.”

Si ritrovò a scivolare su uno slittino alla vigilia di Natale insieme alla sua migliore amica, ridendo e con i capelli mossi dal vento mentre rischiavano di investire qualche compagno di scuola.

Un’onda di sorrisi, risate, guai e bigliettini scambiati durante le lezione la attraversò, facendole aprire gli occhi:
 

“Expecto Patronum.”

 

Un cavallo d’argento comparve davanti a lei, iniziando a galoppare e a scuotere la criniera e facendola sorridere: ci era riuscita, finalmente… probabilmente avrebbe dovuto ringraziare Hailey per tutti i ricordi che le aveva regalato.

“Brava la mia rossa… a che pensavi?”   Sentì un braccio stringersi intorno alle sue spalle e la voce familiare di Jake le fece alzare lo sguardo, incontrando un paio di iridi celesti che la osservavano con curiosità:

“Tu?”

“A mio fratello… e ad un piccolo terremoto rosso di capelli.”

“Lo prendo come un complimento… io invece pensavo a mia sorella.”

“Non sapevo avessi sorelle… ero convinto fossi figlia unica!”     Jake la guardò con stupore stringersi nelle spalle, spostando lo sguardo su Hailey e sorridendo appena:

“Tecnicamente sì, ma il sangue non è tutto… Credo che tu sia d’accordo con me su questo punto, Jake.”

Seguendo lo sguardo della ragazza Jake capì e annuì, non potendo non trovarsi d’accordo con la ragazza:

“Per una volta la pensiamo allo stesso modo, Rossa. Facciamo progressi! Ora ho il permesso di abbracciarti o mi scaraventerai dall’altra parte della stanza? Con te non si sa mai…”

“Piantala di dire cretinate e abbracciami Miller.”

Jake sorrise alle parole della ragazza, abbracciandola mentre lei appoggiava la testa sul suo petto.
Probabilmente avrebbe dovuto tacere per evitare di rovinare quel momento, ma il Tuonoalato proprio non ce la fece a resistere, sfoggiando un sorrisetto prima di parlare:

“Sai Scarlett… Quando ti abbraccio mi rendo conto al 100% di quanto tu sia piccoletta.”

“Scusa, cosa dicevi sul scaraventarti dall’altra parte della stanza?”

                                                                               *

Un ricordo particolarmente felice… Ne aveva, ma evidentemente quelli su cui si era concentrato fino a quel momento non erano abbastanza intensi da permettergli di evocare un Patronus formato.

Markus pensò ai suoi genitori adottivi, frugando nella memoria alla ricerca di qualche ricordo particolarmente felice legato a loro.
Ripensò a quando, anni prima, gli era arrivata la lettera per Durmstrang.  I suoi genitori adottivi erano Babbani e di certo quando l’avevano preso in custodia non avevano idea che fosse tanto diverso da loro… Però nessuno dei due aveva dato in escandescenza quando la lettera era arrivata, non troppo almeno.

Ricordava chiaramente sua madre sedersi sul suo letto e stringerlo in un abbraccio quasi soffocante, guardandolo con gli occhi quasi lucidi prima di sorridere, sostenendo che aveva sempre saputo che fosse un bambino molto speciale.

Con quell’immagine fissa nella mente agitò la bacchetta, pregando mentalmente di riuscire ad evocare un Patronus formato.
Vedendo un animale perlaceo saltare fuori dalla sua bacchetta il ragazzo sorrise con sollievo e soddisfazione allo stesso tempo, prima di concentrarsi meglio sul Patronus per riconoscere l’animale.

“Un furetto? Onestamente per te pensavo ad un animale un po’ diverso…”

Markus si voltò, sorridendo in direzione di Hailey che osservava il suo Patronus con aria quasi accigliata.

“In effetti il tuo fa più scena… Ma che vuoi farci, non si può decidere la forma del proprio Patronus no?”

“Purtroppo no. Pensavi alla tua famiglia?”   Hailey gli si avvicinò, guardandolo annuire e sorridere debolmente, pensando alle persone che l’avevano cresciuto e amato come i suoi genitori biologici non avevano fatto.

“Si… ai miei genitori.”

Markus la guardò sorridergli, chiedendosi quando o come le avrebbe detto di essere stato adottato. La sua famiglia non era affatto un argomento tabù come lo era per Alek, accennava spesso e senza alcun problema ai suoi genitori adottivi… Però non sottolineava mai di non essere legato a loro da alcun legame di sangue. 

Tra i suoi compagni di scuola non lo sapeva nessuno, fatta eccezione per Alek e Marlena… Voleva condividere il suo segreto anche con quella fantastica ragazza e di certo prima o poi l’avrebbe fatto, ne era sicuro.

“Anche io ho pensato alla mia famiglia… a quando ho tenuto per la prima volta in braccio la mia nipotina Danielle l’anno scorso. Devo farti vedere una sua foto, secondo me mi somiglia moltissimo…”

“Beh, se ti somiglia almeno un po’ scommetto che è già una gran chiacchierona…”   Markus sorrise mentre Hailey non disse nulla per un attimo, osservandolo restando impassibile mentre una frase quasi identica le balenava in testa con la voce di suo fratello maggiore:

“Voi maschi siete proprio tutti uguali: è la stessa cosa che dice sempre mio fratello Alex.”

“In tal caso credo che andremmo d’accordo!”  

                                                                                            *

Adorava sua sorella minore e aveva sempre avuto un rapporto molto speciale con lei… era la sua piccolina, la sua principessa con cui giocare e a cui badare sempre e comunque. Con una differenza d’età di sette anni non avevano praticamnete potuto vivere in comune l’esperienza di Hogwarts: a Settembre Marie era stata smistata come lui a Grifondoro, ma dopo soli due mesi lui era partito per l’America.
Anche se non l’aveva mai manifestato apertamente, aveva un po’ sofferto quei due mesi passati ad Hogwarts insieme a sua sorella: rendersi conto che era cresciuta, che non era più una bambina che aveva bisogno di lui… era stato quasi doloroso, all’inizio.

Nonostante avesse sempre avuto u n rapporto speciale con la sorellina, lo stesso non si poteva dire dei suoi genitori.
Tuttavia c’erano, dei ricordi… Il periodo più bello che avessero mai passato tutti insieme, durante una vacanza di dieci anni prima in Corsica.

Luke ripensò a quando giocava in spiaggia con la sorella e madre, facendo castelli di sabbia o mentre Marie rideva quando lui la lanciava e la riprendeva in braccio.
Ripensò a quando suo padre gli insegnava a nuotare… Ripensò a quei momenti, quando andavano molto più d’accordo rispetto al presente: da bambino si ribellava molto meno all’educazione e alle idee dei suoi genitori, non manifestava le sue opinioni tanti contrastanti.

Quella era stata la vacanza migliore di tutte, durante la quale si era avvicinato di più ai suoi genitori che gli erano sembrati diversi, molto più rilassati rispetto al solito e forse anche più innamorati.

Appena prima di pronunciare la formula dell’incantesimo Lucas pensò ad una sera in Corsica quando, dopo avergli rimboccato le coperte, suo padre gli augurava la buonanotte e guardandolo con quegli occhi tanto simili ai suoi gli diceva delle semplici quanto importanti parole:

Ti voglio bene Luke
 

“Expecto Patronum.”

Un lupo d’argento balzò fuori dalla sua bacchetta, guardandolo per un istante prima di avvicinarglisi trotterellando. Lucas sorrise, allungando una mano per sfiorargli il muso perlaceo mentre ringraziava mentalmente i suoi genitori… Anche se ormai non avevano un vero rapporto, aveva comunque dei bei ricordi a cui aggrapparsi.

Ognuno di noi è pieno di ricordi, nel bene o nel male… Felici o carici di un dolore che ci pervade al solo pensarci. A volte riusciamo a rivivere delle emozioni tramite un ricordo, a rivedere persone che altrimenti svanirebbero per sempre… Ma infondo che cos’è un ricordo, qualcosa che possediamo o che abbiamo perso per sempre?









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Angolo Autrice:

Ebbene si, sono viva e non mi hanno rapita... Mi scuso per essere sparita negli ultimi giorni ma ho avuto qualche contrattempo e non sono riuscita a pubblicare nulla. (piccola nota per chi sta aspettando il primo capitolo di Magisterium: aggiornerò anche lì più tardi)

In ogni caso grazie per le informazioni come al solito, spero che il capitolo vi sia piaciuto... E grazie anche a chi mi ha scritto per assicurarsi che non fossi dispersa XD

Infine, avendo ricevuto diverse richiese vi mett qui sotto i "volti" dei personaggi secondari:


 Johnny

 Sam

 Jakob


E' tutto, a presto!

Signorina Granger

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Capitolo 22
*** San Valentino e compleanni ***


Capitolo 21: San Valentino e compleanni

 

Giovedì 14 Febbraio

 

Spesso e volentieri era Abby a svegliarla, ma quella mattina Marlene McRumble si era svegliata in anticipo rispetto al solito appositamente perché i ruoli si invertissero.

Appartenendo a Case diverse non aveva mai potuto svegliarla… ma grazie al Torneo Tremaghi quell’anno condividevano la camera, le cose erano diverse.

 

Len scivolò silenziosamente giù dal letto, avvicinandosi a quello dell’amica ancora profondamente addormentata con passo felpato. Fortunatamente non inciampò sulle pantofole della Tassorosso e si evitò una caduta sul parquet che avrebbe di certo svegliato la sua amica… Forse per una volta la sua goffaggine l’aveva provvidenzialmente abbandonata.

 

Marlene non riuscì a trattenere un sorrisetto mentre si avvicinava al letto stringendo tra le mani il proprio cuscino, studiando il volto rilassato di Abigail che dormiva su un fianco, dandole le spalle e i capelli lisci e color carota abbandonati sulla federa celeste del cuscino.

 

Poveretta… quasi le dispiaceva svegliarla.

Quasi, ovviamente.

 

Senza esitare Len sollevò il cuscino, appioppando all’amica una cuscinata sulla schiena mentre sorrideva, parlando a voce alta:

 

“Sveglia, dormigliona!”

 

“Len, torna a dormire… Non dovresti essere in letargo a quest’ora?”

 

“Mi hai preso per una marmotta? E comunque oggi non è un giorno qualsiasi! Su alzati, vecchietta! Che noia, ora tu hai 18 anni… sei più grande di me.”

 

Len assestò una cuscinata dritta sulla faccia di Abigail, che sbuffò e tentò di afferrare e il cuscino per sequestrarglielo, ma invano.

 

“Appunto, dovresti portarmi rispetto! Piantala con le cuscinate… Che ho fatto di male? E’ il mio compleanno, dovresti essere gentile…”

 

“Su alzati, non la smetterò finché non ti vedrò in piedi! E’ il mio modo per farti gli auguri Abby… buon compleanno!”

 

Marlene ridacchiò, continuando a colpire allegramente l’amica che alla fine si alzò sbuffando, livida in volto. Si tirò a sedere di scatto, voltandosi verso l’amica con sguardo leggermente irritato:

 

“BENE. Ora che mi sono alzata posso renderti pan per focaccia.”

 

Prima che la mora potesse spostarsi o dire qualcosa, Abigail aveva impugnato il proprio cuscino e glie l’aveva allegramente sbattuto in faccia, dando così vita ad una battaglia di cuscini all’ultimo sangue.

 

                                                                         *

 

Ignorando deliberatamente gli sguardi attoniti dei Serpecorno che erano già scesi in Sala Comune, Scarlett Anderson scese le scale in tutta tranquillità dopo essere passata per il Dormitorio femminile e aver lasciato il suo regalo sul letto di una Hailey ancora immersa nel mondo dei sogni.

 

Probabilmente tutti si stavano chiedendo che accidenti ci facesse lì una Tuonoalato, di prima mattina per di più… Fortunatamente l’essere Caposcuola le risparmiava domande inutili ed irritanti, nessuno la fermò per chiederle il motivo della sua presenza.   Incrociò persino Andrew Derex, che le lanciò un’occhiataccia ottenendo un sorrisino ironico come risposta: di certo il ragazzo sapeva perché Scarlett era lì… Ovviamente però non l’avrebbe ammesso.

 

 

Stava andando – o meglio, si stava trascinando – verso la Sala da Pranzo quando qualcosa di decisamente insolito aveva attirato la sua attenzione, facendolo fermare per un momento: Scarlett era appena uscita da una porta… la porta che portava alla Sala Comune dei Serpecorno.

 

Che accidenti era andata a fare lì a quell’ora?

 

Curioso, Jake accelerò il passo per raggiungerla, rivolgendole un sorriso quando le fu accanto:

 

“Buongiorno Scarlett! Che ci facevi dai Serpecorno?”

 

La Rossa alzò lo sguardo su di lui, lanciandogli un’occhiata scettica prima di parlare:

 

“Ciao Jake… Buon San Valentino anche a te. Dovevo portare un regalo, comunque.”

 

Il Tuonoalato strabuzzò gli occhi, rimuovendo la prima parte del discorso della ragazza e udendo solo le sue ultime parole: UN REGALO? A San Valentino? Dai Serpecorno?

 

“Ok, aspetta un attimo.”   Jake la prese per un braccio, costringendola a fermarsi e a guardarlo in faccia. Il ragazzo la vide inarcare un sopracciglio come se si stesse chiedendo perché la faceva tanto lunga, ma non ci badò e riprese a parlare:

                                                       

“A chi accidenti devi portare un regalo nella Sala Comune dei Serpecorno? OGGI, per giunta!”

 

Jake incrociò le braccia al petto, guardandola in attesa di una risposta e cogliendo perfettamente il cambiamento d’espressione sul volto di Scarlett: la ragazza spalancò gli occhi come se non comprendesse il suo tono stizzito prima di roteare gli occhi, a metà tra l’esasperato e il divertito:

 

“Che domande, ad Andrew Derex!”

 

Scarlett quasi scoppiò a ridere nel vedere la mascella di Jake snodarsi e sfiorare il pavimento, osservandola come se stesse decidendo se non crederle o girare sui tacchi e andare a fare una chiacchierata con il suddetto ragazzo.

La seconda opzione sembrò prevalere perché Jake fece per voltarsi, bloccato da Scarlett che sorridendo gli mise una mano sul braccio prima di parlare:

 

“Oh mio dio… Jake, ma scherzavo! Ti pare, l’unica cosa che potrei dare a Derex sarebbe un pugno in faccia. E’ il compleanno di Hailey, razza di scemo!”

 

 Scarlett rise, guardandolo con sincero divertimento ammutolire per poi rilassarsi e sorridere a sua volta:

 

“Ops… l’avevo scordato.”

 

“Davvero pensavi che avessi portato qualcosa per San Valentino ad un ragazzo? Siamo gelosetti, eh?”

 

“Non dire stupidaggini, non sono affatto geloso. Però vieni qui, così ti faccio gli auguri di San Valentino per bene.”

 

Jake sorrise e l’attirò a se, chinandosi per baciarla proprio mentre un gruppo di Serpecorno usciva dalla Sala Comune, rivolgendo occhiate in direzione dei due che però non ci badarono affatto.

 

                                                                           *

 

“Markus, smettila di guardarti intorno o ti verrà il torcicollo.”

 

“Da quando in qua ti interessa del mio collo Yavor?”

 

 

“Da mai, ma non voglio passare la giornata a sentire “Che male al collo, non riesco a muovermi, che dolore!” La tua ragazza arriverà, rilassati…”

 

“Sono rilassatissimo… Scarlett mi ha detto che Hailey odia San Valentino, tutto qui.”   Markus si strinse nelle spalle, lanciando un’occhiata in direzione della porta per controllare ancora una volta se Hailey fosse entrata nella Sala da Pranzo o meno.

 

In effetti un paio di giorni prima il Campione di Durmstrang aveva incrociato la Caposcuola in Biblioteca e la ragazza aveva ritenuto giusto informarlo che Hailey Silverstone non aveva mai amato particolarmente San Valentino… probabilmente il fatto che fosse anche il suo compleanno aveva contribuito, visto che spesso e volentieri le persone invece di dirle “Buon Compleanno” le dicevano “qualche ragazzo ti ha fatto un regalo per San Valentino?” .

 

In effetti Scarlett era stata piuttosto chiara, come suo solito:

 

“Un consiglio Markus, visto che mi stai simpatico e sembri rendere felice Hailey… Se vuoi arrivare vivo alla Seconda Prova, non dire nemmeno una volta “Buon San Valentino”.”

 

“Davvero? Esiste una ragazza che odia San Valentino? Strano…”     Alek assunse un’espressione pensierosa, facendo alzare gli occhi di Marlena che non si trattenne dal borbottare qualcosa prima di portarsi alle labbra la tazza di caffè:

 

“Ora sai qualcosa in più su Hailey, oltre al fatto che parla tedesco…”

 

Markus non riuscì a non ridacchiare, sorridendo a Marlena che gli strizzò l’occhio mentre invece Alek sfoggiò una smorfia, fulminando la ragazza con lo sguardo:

 

“Si Lena, hai detto bene: ORA so che parla tedesco. Vedrò di stare attento, in futuro.”

 

“Vorrei ben vedere, vista la figura che ti sei fatto lunedì.”

 

Markus scoppiò definitivamente a ridere, ma l’occhiata assassina che gli lanciò il suo amico lo costrinse a seppellire la faccia in una tazza da caffelatte mentre Marlena non la smetteva di sorridere, ben lieta di avere la possibilità di prendere un po’ in giro Aleksandur per una volta visto che in genere accadeva il contrario.

 

 

“Markus, piantala di ridere! E’ tutta colpa tua, potevi anche dirlo che la tua ragazza capisce il tedesco!”

 

“Non guardare me, io provavo a fartelo capire ma tu continuavi a sorridere e a parlare di San Valentino e del regalo che avrei fatto a Ley… E poi perché deve essere colpa mia, anche Lena poteva dirtelo!”

 

“Wow Bauer, sei un vero cavaliere non c’è che dire. Addossiamo la colpa a Marlena, certo... Mi spiegate perché ogni volta in cui succede qualcosa ci sono sempre IO di mezzo? E comunque Markus si tratta della tua ragazza, quindi io non dovevo dire proprio nulla.”

 

Marlena bevve un ultimo sorso di caffè prima che i suoi occhi grigi guizzassero sulla porta della Sala da Pranzo, vedendo così Hailey entrare.

La ragazza posò immediatamente la tazza sul piattino, lasciando il tovagliolo sul tavolo e facendo per alzarsi:

 

“Bene, noi ce ne andiamo.  Alek, vieni con me.”

 

“Che? Ma devo finire la brioches, io non vado da nessuna parte!” 

 

Alek incrociò le braccia al petto con aria risoluta, ma lo sguardo determinato che gli rivolse Lena sembrò persuaderlo in pochi secondi, facendolo sbuffare mentre prendeva la brioches al cioccolato:

 

“Va bene ho capito… ti seguo. Ma la brioches viene con me!”

 

“Come ti pare, ma muovi il regale posteriore, su!”

 

Alek sbuffò ma obbedì, lanciando un’occhiata eloquente in direzione di Markus prima di seguire Marlena, alzandosi e zigzando tra i tavolini gremiti di studenti. Il Campione di Durmstrang seguì per un istante i due con lo sguardo con un lieve sorriso stampato in volto, non potendo rivelare ad Alek e Lena che i loro battibecchi fossero meglio di andare al cinema… Probabilmente li avrebbe ringraziati per le numerose gag a cui aveva assistito nel corso degli anni all’ultimo giorno di scuola.

 

                                                                                *

 

“Ah, eccovi qui! Cominciavo a pensare che oggi avreste fatto sciopero… Buon compleanno Abby.”

 

Luke sorrise, sporgendosi leggermente per dare alla Tassorosso un bacio su una guancia mentre Len sedeva alla sinistra del ragazzo, assumendo un’espressione sinceramente pensierosa:

 

“Avremmo anche potuto farlo, in effetti…”

 

“Sei una studentesse diligente Len, non c’è che dire… Buon San Valentino, piccoletta.”   Lucas sorrise, avvicinandosi alla mora per darle un bacio a stampo sulle labbra, facendola sorridere:

 

“Certo, sono una studentessa modello io! Buon San Valentino anche a te, spilungone.”

 

“Il vostro romanticismo è veramente ammirevole… ma avendovi fatto da cupido per un bel po’ di tempo posso ritenermi soddisfatta di vedervi insieme quest’anno, a San Valentino.”

 

“Naturale neo-diciottenne, hai fatto un ottimo lavoro!”  Lucas sorrise alle parole dell’amica, strizzandole l’occhio mentre appoggiava un braccio sulle spalle di una Marlene altrettanto sorridente. 

 

“Poco ma sicuro… Sai, Abby mi ha detto che ci ha messo un secolo a convincerti ad invitarmi al Ballo. Ergo, se lei non l’avesse fatto magari ora non saremmo insieme!”

 

“Non farmene una colpa, ero solo un po’ insicuro… La nostra dolce Abby mi ha dato una bella spintarella, senza dubbio.”

 

“E sono ben lieta di averlo fatto. Sapete che vi adoro, ma non mi vergogno a dire che non vi sopportavo più! E non fate quelle facce stravolte, sono solo sincera… Ripeto, vi voglio bene ragazzi.”                                                                          

 

                                                                                   *

 

“La finisci, quella fetta di torta? Perché in caso contrario voglio che tu sappia che io sono più che disponibile a finirla al posto tuo…”

 

“Cielo, come sei galante… Mi chiedo il motivo di tanta gentilezza.”    Scarlett lanciò un’occhiata carica di sarcasmo in direzione di Jake, che invece sorrise sornione prima di parlare:

 

“Beh, è ovvio… infondo è San Valentino!”

 

Scarlett fece per dire qualcosa, ma non ne ebbe il tempo perché venne travolta dall’abbraccio di una ragazza dai lunghi capelli castani che le era praticamente corsa incontro:

 

“Scarlett! Grazie per il regalo!”

 

“Ciao Ley… Figurati, buon compleanno!”       Scarlett ricambiò il sorriso dell’amica, che sciolse l’abbraccio senza smettere di sorridere mentre sedeva sulla sedia accanto alla Tuonoalato:

 

“Grazie… E ho una notizia da darti, Rossa: diventeremo nonne!”

 

Hailey non smise di sorridere mentre Scarlett invece sgranava gli occhi, mettendosi un momento a capire appieno le parole dell’amica. Approfittando della sua distrazione Jake invece si sporse sul tavolo per rubarle un pezzo di torta, mentre un sorriso compariva anche sul volto di Scarlett che o non se ne accorse o era troppo contenta per rimproverarlo:

 

“Aspetta, stai parlando di…”

 

“Si, sono andata a parlare con la Johnson ieri sera! E’ fantastico!”  

 

Scarlett ricambiò il sorriso allegro dell’amica e quando Hailey l’abbracciò di nuovo per una volta non oppose alcuna protesta, ricambiando la stretta mentre Jake, sempre masticando la torta al cioccolato, assisteva alla scena con gli occhi sgranati: non credeva che avrebbe mai visto Scarlett Anderson con gli occhi a cuoricino… Ma a quanto pare era possibile.

 

“Fantastico davvero! Che carini, saranno dei cuccioli adorabili!”

 

Probabilmente le due si sarebbero anche messe a discutere dei nomi da affibbiare ai loro “nipotini”, ma Scarlett mandò senza tante cerimonie la sua amica al tavolo di Markus, quasi spingendola giù dalla sedia.

 

“Cavolo, ma vuoi proprio liberarti di me! Ahh certo, vuoi stare da sola con il tuo ragazzo… Va bene ho capito, levo le tende… Ci vediamo a lezione, ciao Jake!”

 

“Ciao Hailey… e buon compleanno!”      La Serpecorno rivolse un sorriso allegro in direzione del ragazzo prima di girare sui tacchi e avvicinarsi al tavolo di Markus.

 

Jake invece spostò lo sguardo su Scarlett, osservandola con aria accigliata riprendere a fare colazione:

 

“Sai Scarlett, devo dire che vederti diventare “carina e coccolosa” con occhi a cuoricino è stato molto strano… Ti rendi conto che non ti avevo mai visto con una faccia simile? Nemmeno quando sei con me!”

 

“Oh, non essere geloso Jake… E’ solo che adoro i cani e l’idea di avere qualche lupacchiotto a cui badare mi piace molto. Tieni, mangia la torta e non farti seghe mentali.”

 

“Cos’è, pensi che dandomi un pezzo di torta mi zitterai? … Ok, passa qua.”

 

                                                                              *

 

“Non c’è proprio gusto a mangiare in piedi… Ti fai troppe seghe mentali Lena!”

 

“Io non mi faccio seghe mentali, è un dato di fatto: è San Valentino ed è anche il compleanno di Hailey, è d’obbligo lasciarli da soli… E mangiare in piedi non ti farà male per una volta.”

 

Lena alzò gli occhi al cielo mentre Alek invece sbuffava appena, staccando il cornetto della sua brioches per mangiarlo.

Dopo un paio di istanti il ragazzo sembrò quasi illuminarsi, annuendo come se avesse appena capito qualcosa:

 

“Ma certo, ora è chiaro.”

 

“Emh…. Cioè?”    Marlena rivolse al ragazzo un’occhiata accigliata, chiedendosi cosa mai avesse capito… anzi, forse aveva quasi paura a saperlo. Per tutta risposta Alek le rivolse un’occhiata divertita, allungando una mano per accarezzarle i capelli castano chiaro sciolti sulle spalle:

 

“Beh, se volevi stare un po’ da sola con me bastava dirlo Marly… Non servivano questi sotterfugi tirando in mezzo Markus ed Hailey.”

 

Alek rivolse alla ragazza quello che lei era solita definire il “sorriso da marpione idiota”, guadagnandosi un’occhiata più che scettica da parte di Marlena:

 

“Ti prego, non dire idiozie. Piuttosto, dammi un pezzo di brioches!”

 

“Non ci pensare, così impari a farmi mangiare nel bel mezzo del corridoio…”

 

“Scusami tanto, ma non sei tu che ti professi galante? Altro che galanteria…”

 

Marlena sbuffò mentre Alek faceva spallucce, lanciando una fugace occhiata alle spalle del ragazzo prima di parlare in tono vago:

 

“Oh guarda, c’è quella ragazza bionda di Magicospino che ci provava con te la settimana scorsa.”

 

Istintivamente Alek si voltò verso il punto indicatogli con lo sguardo da Marlena, che immediatamente sorrise prendendogli la brioches dalle mani per poi darsela a gambe lungo il corridoio:

 

“Fregato, Casanova!”

 

Alek si voltò immediatamente, scrutando per un istante la ragazza ridacchiare mentre si allontanava di corsa prima di andarle dietro:

 

“Brutta ladra, torna qui e ridammi la colazione! Lena, non scherzo!”

 

Lena non accennò a fermarsi, limitandosi a ridere sommessamente mentre Alek la raggiungeva in pochi secondi, fermandola prendendola per un braccio:

 

“Mi chiedi sempre perché vado spesso a correre… Perché così posso recuperare la colazione da una ragazza tremenda quanto dolce dagli occhioni grigi!”

 

                                                                                  *

 

“E’ stata la lezione di Incantesimi più spassosa dell’anno! Avresti dovuto vedere la tua faccia quando ho fatto sparire tutte le tue cose e le ho fatte ricomparire sulla cattedra!”

 

Marlene sedette accanto a Luke, sul bracciolo della poltrona dove il biondo si era appollaiato.

Il ragazzo lanciò alla sorridente fidanzata uno sguardo leggermente torvo mentre teneva il libro di Storia della Magia aperto e in mano, approfittando dell’ora buca per ripassare.

 

“Oh sì, molto divertente non c’è che dire… ricordami di ricambiarti il favore domani, a Trasfigurazione. Sorvolando su come passi il tempo durante le ore di Incantesimi, quello è per te…”

 

Luke chiuse il libro di Storia della Magia, accennando al pacchetto rosso appoggiato sul tavolino rotondo accanto alla poltrona.

Marlene seguì lo sguardo del ragazzo e la sua bocca si piegò in un sorriso spontaneo mentre si sporgeva per prendere il pacchetto rettangolare, rivolgendo al biondo uno sguardo carico di affetto:

 

“Grazie, come sei dolce… Non sono cioccolatini vero?”

 

“No, altrimenti probabilmente avrei avuto la tentazione di mangiarli… e non mi piace essere banale. Aprilo.”

 

Marlene annuì e senza smettere di sorridere scartò il regalo, spalancando gli occhi di fronte al titolo che si ritrovò davanti:

 

“Stai scherzando? Dove accidenti l’hai preso questo? I tuoi genitori sono maghi, come te lo sei procurato?”

 

“Beh, di certo non te lo verrò a dire Lennie! Ma Abby mi ha detto che volevi leggerlo, perciò…”

 

Lucas si strinse nelle spalle e Len gli sorrise, stringendo un’edizione integrale di Orgoglio e Pregiudizio tra le mani.

La Grifondoro si sporse in avanti per arruffargli i capelli biondi e dargli un bacio su una guancia senza smettere di sorridere come se stesse per assistere ad una scenetta comica:

 

“In effetti anche io ho un regalo per te, Luke.”

 

Con un colpo di bacchetta Marlene appellò un pacchetto dalla sua camera al piano di sopra, che planò dopo pochi istanti tra le mani di un Lucas piuttosto curioso e accigliato: conosceva molto bene la sua Len e dal suo sorriso intuiva che c’era qualcosa sotto.

 

“Beh, grazie Lennie…”   Lucas scartò il regalo mantenendo un’espressione vagamente accigliata che si tramutò in una mezza smorfia quando si ritrovò con un capello di lana rosso tra le mani:

 

“Cappello? Lana? Per me? Oh, ma grazie Len…”

 

La Grifondoro scoppiò a ridere, sostenendo che almeno glie l’aveva preso del suo colore preferito, cioè rosso.  Lucas la fulminò però ugualmente con lo sguardo, ricevendo come risposta un sorrisetto e una strizzatina d’occhio:

 

“Suvvia Wallaby, non lamentarti della tua ragazza… Magari c’è qualcos’altro.”

 

Lucas inarcò un sopracciglio e Marlene continuò a sorridere mentre lo guardava infilare una mano dentro al capello di lana, estraendo dopo un istante qualcosa che lo fece sorridere a sua volta:

 

“Cioccolato Len, davvero? Non ti facevo così “classica”.”

 

“Che vuoi che ti dica, tu adori il cioccolato… E ovviamente condividerai quella tavoletta con la tua dolcissima ragazza, no?”

 

Il tono di Marlene era così allegro e innocente da far piegare definitivamente le labbra del ragazzo in un sorriso, roteando appena lo sguardo prima di trascinarla sulle sue ginocchia, abbracciandola da dietro e dandole un bacio sulla nuca:

 

“Sai che ti dico Len? Io odio i cappelli, ma adoro il cioccolato… Questo regalo è decisamente da te, ti adoro proprio per questo.”

 

“Lo so Luke… E io ti adoro proprio perché mi conosci e di certo sapevi che ti avrei regalato qualcosa che nessun’altro ti avrebbe preso, come un cappello.”

 

                                                                              *

 

“A volte vorrei essere nata in Estate, così non dovrei studiare il giorno del mio compleanno, beata Scarlett… Tu quando compi gli anni?”     Hailey alzò lo sguardo dal libro per posarlo su Markus, seduto accanto a lei al tavolo in Biblioteca.  Il Campione di Durmstrang esitò per un istante prima di rispondere in tono pacato, senza guardarla in faccia:

 

“17 Aprile.”

 

“Bene, me lo appunto mentalmente… C’è qualcosa che non va, per caso?”

 

“No, tutto bene.”   Markus si voltò verso la ragazza, sorridendole malgrado Bailey lo stesse guardando con leggero scetticismo: sembrava non amare l’argomento compleanno quanto lei non sopportasse l’argomento San Valentino.

 

“D’accordo… Grazie ancora per non esserti presentato carico di rose o cioccolatini, odio quelle cose.”

Hailey rivolse al ragazzo un sorriso, sfiorandosi con le dita il ciondolo della collana che le aveva regalato Markus quella mattina, una catenina d’argento con appesa una chiave dalla sfumatura celeste.

 

“Come mai, se posso chiedere?”

 

“Sono del parere che sia inutile riempire qualcuno di attenzioni in un determinato giorno dell’anno. Bisognerebbe essere carini sempre, non solo in una stupida ricorrenza. Ironico, è persino il mio compleanno e odio questa festa.”

 

“Non è così anormale, molte persone nate vicino a Natale o proprio il 25 Dicembre non amano quella festa… Magari ti dà fastidio anche perché è il tuo compleanno ma per tutti è solo San Valentino.”

 

“Si, può darsi… Sai, in genere passo questa giornata in compagnia di Scarlett a prendere in giro coppiette melense a destra e a sinistra! Nemmeno lei è una grande fan di San Valentino.”

 

Hailey sorrise, ricordando fin troppo bene i compleanni che aveva passato ad Ilvermorny intenta a ridere e a prendere in giro coppiette zuccherose che sembravano non avere altro da fare se non scambiarsi effusioni.

Markus ricambiò il sorriso, immaginandosi la scena senza alcuna difficoltà conoscendo le due ragazze in questione mentre allungava una mano per sfiorare i capelli della Serpecorno:

 

“Beh, quest’anno le cose però sono diverse, in fin dei conti siete entrambe felicemente fidanzate… Mi chiedo come farete nelle Prove, quando tu tiferai per me e Scarlett per Jake Miller.”

 

“Poco male, ci vuole ben altro per farci discutere… senza offesa, ovviamente, ma io e Scarlett non litighiamo mai. E’ normale che lei tifi per Jake, di certo non pretendo che faccia il contrario… In fin dei conti se il Campione di Durmstrang non fossi tu anche io tiferei per Jake, ovviamente. A proposito, sapete qualcosa sulla Seconda Prova? Siamo a metà Febbraio, non dovrebbe mancare molto!”

 

“Non ci hanno detto assolutamente niente… Ho provato a chiedere alla Wagner ma non le ho fatto uscire dalla bocca nemmeno una sillaba. Immagino ci vogliano prendere alla sprovvista…”

 

Markus si strine nelle spalle come se fosse piuttosto rilassato in merito alla Seconda prova, guadagnandosi però uno sguardo leggermente apprensivo da parte di Hailey: non aveva idea di cosa avrebbe dovuto affrontare durante la Prova… sperava solo che non fosse troppo pericolosa, visto che non aveva certo dimenticato quando un Ashwinder aveva quasi staccato la testa del suo ragazzo con le zanne.

 

                                                                                 *

 

“Dovevi proprio portarti via anche lui? Continua a guardarmi male, sei sicura che non cercherà di mordermi?”

 

“Non potevo non portare Zeus, mi guardava con gli occhioni! E poi tranquillo, non ti morderà… Non è che non gli piaci, solo che è un po’ geloso.”

 

Scarlett si strinse nelle spalle mentre camminava appena dietro a Jake sulla neve, con Zeus che le trotterellava accanto con aria soddisfatta e la testa alta.

Il Tuonoalato si lanciò un’occhiata alle spalle, guardando il cane quasi con aria torva: Zeus era decisamente geloso nei suoi confronti, per più di una settimana non si era potuto avvicinare a Scarlett senza ritrovarselo a ringhiargli contro.

 

“Potrei anche ritenermi offeso dal fatto che io non riesco mai a convincerti in alcun modo… Lui ti fa gli occhi dolci e cedi, se te li faccio io non ti smuovi di un millimetro.”

 

“Che vuoi che ti dica Jake, avete approcci diversi evidentemente… E poi Zeus è il mio piccolino.”

 

Scarlett guardò il cane con affetto, accarezzandogli il muso e facendolo scodinzolare con aria soddisfatta mentre Jake alzava gli occhi al cielo, camminando sulla neve lungo il pendio diretto al suo solito albero…

 

“Piuttosto, mi dici dove stiamo andando?”

 

“Ti faccio vedere il mio albero personale di riflessione Scarlett, devi sentirti onorata.”  Jake sorrise alla ragazza mentre si fermava davanti al suddetto albero, lasciandosi scivolare davanti al robusto e vecchio tronco come faceva sempre, sedendo e appoggiando il capo all’albero.

 

La rossa invece rimase in piedi davanti a lui, sgranando teatralmente gli occhi mentre si appoggiava una mano sul cuore:

 

“Cielo si, mi sento a dir poco onorata! Sono emozionatissima…”

 

“Piantala di prendermi in giro Anderson!”

 

Scarlett scoppiò a ridere mentre Jake invece sbuffava, allungando un braccio per prendere la mano della ragazza e trascinarla accanto a lui. Zeus ovviamente si accoccolò accanto alla padrona, appoggiando il muso sulle sua gambe per farsi coccolare come faceva sempre.

 

“Guai a lasciarmela tutta per me, eh?”   Mormorò il Tuonoalato in direzione del cane mentre Scarlett ridacchiava, appoggiando il capo sulla spalla del ragazzo e accarezzando il pelo grigio del Lupo Cecoslovacco.

 

“Abituatici tesoro… tra qualche mese avremmo un’orda di piccoli Zeus, non vedo l’ora!”

 

Per tutta risposta Jake sospirò, alzando gli occhi al cielo prima di mormorare:

 

“Che il cielo mi aiuti… Sarò circondato da cani.”

 

“Beh, non terrò io tutti i cuccioli… Immagino che io e Ley ce li divideremo. Però le cucciolate sono sempre abbastanza numerose, credo che quando verrai a trovarmi ti ritroverai con almeno quattro piccoli Zeus saltellanti intorno. Perché tu verrai a trovarmi, OVVIAMENTE.”

 

“Ovviamente, Rossa… Credimi, quest’estate ad un certo punto mi sbatterai fuori da casa tua perché non ne potrai più di avermi intorno.”

 

Jake sorrise immaginandosi quasi la scena, ma Scarlett scosse appena il capo appoggiandogli una mano sul braccio e stringendosi di più a lui prima di parlare con un filo di voce:

 

“No Jake… Non succederà.”

 

                                                                                *

 

Aveva detto a Len di passare il pomeriggio con Lucas, ma la Grifondoro non aveva proprio voluto sentir ragioni:

 

“E’ San Valentino, ma prima di tutto è il tuo compleanno!” 

 

Così aveva detto Marlene mentre s’infilava il cappotto, trascinando la sua migliore amica a fare una passeggiata nel parco insieme per gustarsi il panorama di una delle ultime nevicate della stagione.

 

Così la Tassorosso e la Grifondoro si erano ritrovate a camminare sullo strato di neve fresca che scricchiolava piacevolmente sotto i loro piedi mentre Luke, Johnny e Sam erano rimasti dentro al castello per fare i compiti a testa bassa, visto che si erano presi indietro nei giorni precedenti.

 

“A Luke è piaciuto il suo regalo?”     Alle parole di Abby Len sorrise, annuendo con aria divertita mentre ricordava chiaramente la faccia del ragazzo quando si era ritrovato un berretto tra le mani:

 

“Oh, moltissimo! Ha fatto i salti di gioia… Io ho adorato il suo, anche se ho il sospetto che un uccellino gli abbia dato una mano.”    

 

Il tono eloquente della ragazza costrinse Abigail a sorridere con aria colpevole, stringendosi nelle spalle mentre scendevano con calma il pendio per evitare di rotolare fino al delimitare del bosco:

 

“Può darsi… Manca poco anche al suo compleanno, in effetti.”

 

“Già, voi due avete quattro giorni di differenza mentre io sono nata ad Halloween… Che barba, sono la più piccola del gruppo.”

 

Marlene sbuffò calciando leggermente un piccolo mucchietto di neve, facendo comparire un sorrisino sul volto dell0amica: Len la conosceva così bene che alzò immediatamente lo sguardo per puntarlo sulla ragazza, fulminandola con gli occhi scuri:

 

“Intendevo anagraficamente, Abby. Non ti azzardare a fare commenti sulla mia altezza come farebbe lui!”

 

“Tranquilla, non ne avevo intenzione… Però devi ammettere che se ci fosse stato Luke glie l’avresti servita su un bel piatto d’argento.”

 

“Si, beh, lui ora non c’è quindi non voglio sentire cose come – Ehy Len, ma ci arrivi al metro e sessanta? –.”

 

“Beh, lui ti prende spesso in giro, ma non lo fa con cattiveria… Ti adora, è sempre stato così.”

 

“Non esageriamo Abby, l’ha avuta qualche ragazza in passato!”

 

Alle parole dell0amica Abigail si strinse nelle spalle senza smettere di camminare, come se non avesse nessuna importanza:

 

“Certo, ma sono sempre durate pochissimo… Fidati di ME Len, gli sei sempre piaciuta infondo, anche se forse nemmeno lui se ne rendeva conto. Senza offesa, ma non è una cima in queste cose… e nemmeno tu.”

 

“Come scusa? Come ti permetti, ti perdono solo eprchè è il tuo compleanno!”

 

Marlene assunse un’espressione offesa che fece ridere la rossa, ma durò poco visto che la Grifondoro sorrise, contagiata dall’amica:

 

“In realtà hai ragione, ma almeno io lo ammetto. Vedi, non ho alcun problema a dichiarare in che frangenti non sono una cima-aaahh!”

 

In men che non si dica Marlene non era più in piedi accanto ad Abigail, ma stesa di schiena sulla neve scivolando giù per il pendio e urlando e imprecando contro il ghiaccio a gran voce:

 

“ABBY, AIUTAMI!”     

 

La Tassorosso sospirò, alzando gli occhi al cielo prima di tirare fuori la bacchetta e iniziava a correre dietro all’amica: chissà eprchè ma si era aspettata che entro la fine della passeggiata Marlene McRumble sarebbe scivolata sul nevischio.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

………………………………………………………………………………….

Angolo Autrice:

 

Buonasera! Come vedete questa volta sono stata più rapida, fortunatamente…

Eccoci anche a San Valentino, la festa degli innamorati… non per niente ho messo in rilevanza le nostre coppiette, in questo capitolo.

Tuttavia ci sono stati anche un paio di compleanni… e anche nei prossimi capitoli ce ne saranno.

 

Spero come sempre che vi sia piaciuto, a presto!

 

Signorina Granger

 

 

 

 

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Capitolo 23
*** Risvegli movimentati, foto e allenamenti ***


~~Capitolo 22: Risvegli movimentati, foto e allenamenti

 

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Lunedì 18 Febbraio

 

“Dio, che dolore!”

“Len, fa silenzio o sveglieremo tutto il castello!”

“Non è colpa mia, non bisognerebbe lasciare questi tavolini infernali in giro… Il mignolo, che male!”

Len imprecò a mezza voce facendo alzare gli occhi al cielo alla sua migliore amica, che stava camminando davanti a lei nel corridoio praticamente buio.

“Chissà perché li becchi tutti tu, gli spigoli…”

“Piantala di farmi la paternale, è lunedì, è buio, ho sonno e non vedo niente!”

Marlene sbuffò mentre insieme ad Abigail si fermava davanti ad una porta chiusa. La Tassorosso puntò la bacchetta contro la serratura che dopo un istante scattò, facendo socchiudere la porta e permettendo alle due ragazze di aprirla lentamente.

Abby scivolò nella stanza con passo felpato, Marlene alle calcagna che si guardava intorno sperando che nessuno le comparisse alle spalle facendole prendere un infarto. La porta si era appena socchiusa alle spalle della Grifondoro quando una voce fece sussultare entrambe:

“Ma che diamine state facend- “

“SHHHH!”    Abby tappò provvidenzialmente la bocca di un confuso Johnny con la mano, mentre Marlene imprecava mentalmente il momento in cui si era svegliata visto che in dieci minuti si era quasi fratturata un piede e aveva perso cinque anni di vita.

“Vogliamo svegliare Luke… parla piano!”

Abigail allontanò la mano dalla bocca di Johnny dopo essersi assicurata che non avrebbe parlato e il moro annuì:

“Giusto, è il suo compleanno… Ma potevate avvertirmi, mi avete fatto prendere un infarto!”

“NOI abbiamo fatte prendere un infarto a TE? Sei tu quello alto quasi due metri, io e Abby facciamo la tua altezza se ci mettiamo una sopra l’altra!”      Marlene sbuffò mentre posava gli occhi sul letto di Luke e fece per avvicinarglisi quando la porta alle sue spalle cigolò nuovamente, facendole sgranare gli occhi e avvicinarsi meccanicamente ad Abby, che le saltò quasi in braccio mentre una quarta figura alta compariva sulla soglia della stanza.

Un silenzio di tomba calò nella camera per un paio di secondi mentre il Corvonero, la Tassorosso e la Grifondoro tenevano gli occhi sulla figura che ricambiava i loro sguardi. Il silenzio venne però rotto dopo pochi attimi da una voce profonda e dal tono decisamente ironico:

“Avete organizzato un pigiama party, per caso?”

Riconoscendo la voce Abigail tirò un sospiro di sollievo, staccandosi da Marlene mentre Johnny sbuffò, parlando a mezza voce:

“No Sam, queste due si sono imbucate qui cinque minuti fa… Ma che cavolo ci facevi fuori, tu?”

“Ero andato in bagno… Da queste parti dormire è impossibile.”

Sam sbuffò, avvicinandosi ai tre mentre Luke era l’unico del gruppo ancora addormentato e sotto le coperte.

“Beh, noi vogliamo svegliare Luke… Ci penso io!”    Marlene sorrise allegramente e fece per prendere il cuscino dal letto più vicino, quello di Johnny, ma il Corvonero la bloccò mettendole un braccio davanti.

“Johnny dai, lasciami fare! E’ il suo compleanno, svegliarlo a cuscinate è d’obbligo.”

“No Len, io ho un’idea migliore se permetti… Quello ha il sonno pesante, non so se dei cuscini lo sveglierebbero… Ma se gli lanciassimo addosso qualcosa si sveglierebbe di certo.”

Un sorrisino comparve sul volto del ragazzo ma Len sembrò non accorgersene, riflettendo per un attimo per poi annuire:

“Ok, va bene… Cosa gli lanciamo?”

La stanza era avvolta quasi completamente nel buio, ma Marlene colse comunque i sorrisetti identici che erano comparsi sui volti di Sam e Johnny, che si scambiarono un’occhiata di pura intesa prima di avvicinarsi sincronicamente alla ragazza:

“Ragazzi, NO! Mettetemi giù, non potete buttare ME addosso a Luke! Abby, dammi una mano!”

“Scusa Len, ma questi due sono ciascuno il doppio di me… Non posso aiutarti, mi spiace.”

                                                                            *

“Buongiorno…. Dov’eri finita?”

Markus inarcò un sopracciglio, guardando Marlena sedersi accanto a lui con curiosità. La ragazza si limitò a stringersi nelle spalle, sbadigliando e mormorando che si era svegliata tardi perché aveva dormito poco.

“Beh, dopo abbiamo Storia della Magia… puoi sempre dormire in seconda ora!”   Alek rivolse alla ragazza un sorriso allegro, che venne ricambiato con uno sguardo leggermente truce:

“Oh, sta zitto Alek… Non ho dormito perché due certi idioti hanno chiacchierato allegramente fino alle due! Ma non dormite mai voi due?”

“Beh, abbiamo parlato un po’ in effetti…”  Ammise Markus con un sorriso quasi colpevole, facendo alzare gli occhi al cielo all’amica:

“Apprezzo il fatto che voi maschietti andiate d’accordo e che passiate la notte a farvi le trecce e a spettegolare… Ma parlate più piano, la ragazza che dorme nella stanza accanto vuole dormire!”

“Ma noi non spettegoliamo… Parliamo di cose serissime.”       Il tono quasi offeso di Alek fece annuire Markus come se avesse detto qualcosa di molto importante, guadagnandosi però uno sguardo eloquente da parte di Marlena:

“Davvero? Tipo cosa? Il numero di ragazze che vi ha sorriso nel corso della giornata?”

“Nah, se parlassimo di quello staremmo svegli sul serio tutta la notte…”   Mormorò Markus in tono pensieroso, facendo ridacchiare Alek.

Ma perché mi sono scelta questi due come amici? Dove avevo la testa sei anni fa?

“Va bene, sapete una cosa? Forse non voglio sapere di che parlate, potrebbe spaventarmi…”

“Che dici Lena, non ti spaventeresti mica! Per esempio, di te diciamo sempre cose carin-“

Marlena strabuzzò gli occhi alle parole di Alek, che si maledisse mentalmente per non riuscire mai a tenere la bocca chiusa mentre Markus si passava una mano sugli occhi, prevedendo la tempesta che stava per abbattersi sul loro tavolo:

“Ok, aspettate. Voi due parlate di ME? E che diamine dite? Markus, dimmelo!”

“Emh… scusa ma… Devo andare… Devo vedermi con Ley prima di Trasfigurazione. Ci vediamo in classe!”

Con un sorriso forzato Markus si alzò, afferrando la borsa e dandosela a gambe alla velocità della luce:

“Codardo, non pupi scappare per sempre!”    Marlena sbuffò, seguendolo con lo sguardo prima di voltarsi di nuovo verso Alek con sguardo minaccioso:

“Bene Aleksandur, il tuo socio se l’è filata quindi rimani tu… Dimmi, che cosa dite esattamente di me?”

Alek sbuffò, borbottando qualche insulto e maledizione nei confronti del suo migliore amico che aveva pensato bene di lasciarlo da solo ad affrontare Marlena:

“Lena… Tu sei così dolce e carina di solito… Perché a volte mi parli come se avessi davanti un perfido membro delle SS?”

“Io sono dolce e carina, hai detto bene. Ma voi due fate uscire la mia parte peggiore… a volte. Su coraggio Yavor, voglio sapere che cosa dite sulla vostra amica Marlena.”

                                                                                    *

“Secondo perché ci fanno studiare Trasfigurazione? Me lo sono sempre chiesta…”

Hailey rivolse un’occhiata scettica in direzione di Scarlett, accertandosi che fosse seria guardandola in faccia. Tuttavia la rossa aveva davvero un’aria pensierosa, seduta accanto a lei nell’aula della Mayer.

“Beh… non saprei, immagino che siano abilità che potrebbero tornare utili.”

“Oh per favore, non capita a nessuno di dover trasformare un maiale in un tavolo! A meno che non vivi in una fattoria, magari…”

“Lo so che reputi questa materia inutile, ma non è così male… E poi detto da una che studia Divinazione…”

“Ehy, non mettere in mezzo Divinazione, lo sai che se fosse per me l’avrei lasciata da un bel po’!”

Hailey ridacchiò alle parole dell’amica, riprendendo a copiare i compiti che la Mayer aveva assegnato scritti alla lavagna ricoprendola quasi interamente:

“Questa ci vuole far morire… Ma non ha altro da fare se non assegnare compiti?”

La Serpecorno sbuffò, parlando con un filo di voce per non farsi sentire dalla Direttrice della sua Casa mentre Scarlett piegava le labbra in una smorfia, maledicendo a sua volta l’insegnante e pregando che la campanella suonasse in fretta: ancora cinque minuti e la Mayer avrebbe dato compiti che sarebbero bastati fino a Giugno.

Fortunatamente le preghiere della Caposcuola vennero esaurite e dopo pochi istanti il suono della campanella riempì l’aula, portando sollievo a tutti gli studenti… Incluso un gruppetto che aveva occupato i banchi infondo all’aula, dove una ragazza dai capelli scuri stava pensando a come avrebbe trovato il tempo di fare tutti quei compiti.

“Caspita, che valanga di compiti… Forse se le avessimo detto che è il tuo compleanno ne avrebbe dati meno…”

“Ne dubito Len, ma grazie per il pensiero… La giornata è iniziata in modo strano, chissà che non prosegua più tranquillamente.”

Lucas roteò gli occhi, facendo ridacchiare Abigail che era seduta dietro di loro insieme a Sam e Johnny, che si guadagnarono un’occhiata eloquente da parte di Marlene.

“Beh, per una volta sappi che io non c’entro! Non è stata mia l’idea.”

“Tranquilla lo so bene… Quella brillante idea è venuta ai due geni con cui condivido la stanza.”


Lucas rimise libro, pergamena e calamaio nella borsa lanciando un’occhiataccia ai suddetti “geni”, che per tutta risposta gli sorrisero prima di seguirlo verso la porta della stanza.

“E dai Luke, non prendertela… Ti abbiamo svegliato buttandoti addosso la tua ragazza, non la Mayer!”

Johnny sorrise, mentre Sam e Abby cercavano di non ridere al ricordo di come si era svegliato Luke qualche ora prima, mettendosi a sedere di scatto sul letto con gli occhi sgranati come se avesse sentito un bombardamento avvicinarsi.

“Vorrei ben vedere! Fortunatamente è l’ultimo anno che passiamo insieme, non oso pensare a come potreste svegliarmi l’anno prossimo…”

“Non sottovalutarci Luke… Potremmo anche fare una capatina a casa tua, per il tuo prossimo compleanno.”

“Provateci e siete morti, sappiatelo.”

                                                                             *

“Ah, eccoti qui! Jake Miller ha deciso di onorarci con la sua presenza, vedo.”

Jake rivolse a Scarlett un sorrisetto quasi colpevole, avvicinandosi alla ragazza davanti alla porta ancora chiusa dell’aula di Storia della Magia:

“Ciao Rossa… La prima del lunedì è troppo per me, specialmente se c’è Trasfigurazione. Ma spero che tu ti sia divertita a trasformarti da sola in un attaccapanni.”

“Sii serio per una volta!”

“Hai ragione. Non ha senso, tu come attaccapanni è un’immagine inverosimile, sei troppo bassa.”

“Sai che cosa è verosimile invece? Tu che vieni scaraventato dall’altra parte del corridoio da parte di una nanetta, come dici tu.”

Scarlett fulminò il ragazzo con lo sguardo, che però sfoggiò un sorriso accarezzandole affettuosamente i capelli:

“Non prendertela Scarlett… Sei adorabile proprio per questo: a vederti sembri una tenera ragazza piccola e carina, poi apri bocca e ti riveli determinata e sarcastica.”

“Oh mio Dio, ma allora vuoi davvero non arrivare al tuo diciottesimo compleanno! Ma ti ascolti quando parli?”

“Oh andiamo, mi adori proprio perché ti do i nervi quando parlo! Chissà, magari lo faccio apposta.”  

“Chissà, magari io sto per schiantarti accidentalmente… o forse lo farò apposta. Tu che ne dici Miller?”

Il sorriso minaccioso di Scarlett lo convinse a tacere, sorridendo con aria divertita mentre le appoggiava un braccio sulle spalle, spingendola dentro l’aula di Storia della Magia:

“Ok, ho capito la smetto… C’erano compiti per caso?”

“Si, un tema. E immagino che sto per fartelo copiare.”

“Tu sì che mi conosci, Scarlett…”

                                                                                           *

“Ehy, ciao! Sei riuscita ad estorcere informazioni ad Alek?”

Markus rivolse un sorriso a Marlena, che sbuffò mentre si lasciava scivolare sulla sedia accanto al ragazzo, guardandolo con aria seccata:

“No, tu e il tuo amico avete in comune l’abitudine a darvela a gambe e sfortunatamente tutta quella corsa l’ha reso molto più veloce di me.”

“Ad ogni azione corrisponde una conseguenza, dopotutto…”

“Si beh, in ogni caso… Non potete dirmi che parlate di me senza scendere nei particolari! Andiamo Markus, racconta.”

“Scusa, ma non credo sia il caso…”

“Oh, andiamo Markus! Sei amico di Alek ma anche mio... Ti prego!”   
Il ragazzo sbuffò, lanciando all’amica un’occhiata rassegnata: odiava quando lo guardava con gli occhi spalancati e il tono implorante che, come sapevano entrambi, faceva sempre centro:

“Odio quando fai il cucciolo bastonato. Non abbiamo detto proprio nulla di spiacevole, cosa ti aspetti? Ti vogliamo bene Lena, di certo non sparliamo di te. Anzi, noi non sparliamo proprio in generale, non siamo ragazze.”

“I maschi a volte sono molto più pettegoli di quanto non si creda…”    Il tono volutamente eloquente di Marlena le fece guadagnare un’occhiata scettica da parte dell’amico, che riprese a parlare ignorando il suo commento:

“In ogni caso, davvero non ti devi preoccupare. Anzi… Alek parla sempre molto bene di te.” 

Un sorrisetto fece capolino sul volto del ragazzo, facendo accigliare l’amica che lo guardo quasi con aria allarmata:

“Che vuoi dire?”

“Proprio quello che ho detto… Ora fa’ silenzio, non vorrai non stare attenta durante la lezione!”

Markus le rivolse una finta occhiata carica di rimprovero, facendola sbuffare sonoramente mentre si voltava verso Rollins, in piedi vicino alla lavagna: non le piaceva quando qualcuno svicolava per evitare un determinato argomento… E Markus stava facendo esattamente quello, con tanto di sorrisino divertito e tipico di chi la sa lunga stampato in faccia.

                                                                                      *

“Povero Luke… sai, quasi mi dispiace per lui!”

“A me no. Gli ho fatto promettere che il giorno del suo compleanno avrebbe messo il capello che gli ho regalato! Guarda com’è carino, è impossibile non vederlo!”

“Certo che è impossibile non vederlo, quel berretto è più rosso dello stemma di Grifondoro! Poverino, lui odia i capelli… dice sempre che gli fanno caldo e prurito, specialmente quelli di lana. Ma non potevi regalargli qualcos’altro?”

“Certo che no! E non guardarmi così, per il suo compleanno gli ho regalato quel cofanetto di manutenzione per la sua scopa che voleva tanto. Non si può dire che io non sia una brava fidanzata.”

Abigail roteò gli occhi ma decise di non commentare per allungare quella conversazione, mentre Marlene invece sorrideva osservando Luke che faceva a palle di neve con Sam e Johnny qualche metro più in la.

“Ti va di andare anche noi? Possiamo fare un pupazzo di neve!”

“Si, ma tieniti a me… Non voglio doverti raccattare dalla neve come al mio compleanno.”

“Ok, come vuoi… Così se scivolo abbiamo due opzioni: o tu mi tieni su, o rotoliamo insieme e appassionatamente giù per il pendio.”

                                                                                    *

Il veliero sembrava praticamente deserto, ma la cosa non gli recava troppo dispiacere: benché fosse una persona socievole e gli piacesse la compagnia, a volte non disprezzava passare dei momenti in pace e tranquillità.

Realizzò però di non essere solo quando percorse il corridoio centrale rivestito interamente in mogano, fermandosi sulla soglia del piccolo salottino circolare dove spesso lui, Marlena e Markus facevano i compiti o passavano le serate a rilassarsi e chiacchierare davanti al camino acceso.

Gli occhi azzurri del ragazzo si posarono sull’unica persona presente nella stanza, in piedi davanti al tavolo rettangolare che usavano come scrivania.

Marlena sbuffò appena, non accorgendosi della presenza del ragazzo e continuando a tenere gli occhi sui fogli di pergamena che stava controllando come se stesse cercando qualcosa in particolare.
Alek per una volta non disse nulla, restando immobile e prendendosi qualche secondo per osservarla soffermandosi sul profilo del suo viso e sui capelli castani raccolti in una treccia alta, con qualche ciuffo lasciato fuori.

Dopo qualche istante si ridestò, stampandosi un sorriso in faccia prima di avvicinarsi alla ragazza che alzò lo sguardo a sua volta al sentire il rumore dei passi sul legno:

“Oh, ciao Alek… Dov’eri finito?”

“Correvo. Tu invece?”

Alek si avvicinò alla ragazza, appoggiandosi alla scrivania per poterla guardare in faccia mentre sospirava, guardando i numerosi fogli sparsi sul tavolo con aria rassegnata.

“Sto cercando dei dannati appunti di Erbologia, quella materia sarà la mia condanna! Markus è con Hailey, se cerchi lui... Credo che avesse un allenamento e lui è andato a vederla.”

“No tranquilla, non cercavo Markus. Comunque, se cerchi gli appunti di Erbologia credo che tu me li abbia prestati venerdì.”

“Ah, ecco dov’erano finiti… Me n’ero scordata. Me li puoi restituire, mi servono per domani!”

“Ti spiace prenderli da sola? Devo farmi urgentemente una doccia… Sono sulla scrivania in camera.”

Marlena fece per dire che non voleva ficcanasare nella camera sua e di Markus, ma Alek in men che non si dica era sparito sulle scale lasciandola di nuovo sola nella stanza circolare.

La ragazza sbuffò appena, chiedendosi ancora una volta come facesse a sparire così in fretta: quasi quasi si metteva a correre anche lei, se era quello il risultato.

Marlena uscì dalla stanza per salire le scale, diretta al pianerottolo che portava alla sua camera e a quella dei ragazzi. Aprendo la porta della camera di Alek e Markus s’immaginò praticamente di tutto: non ci aveva mai messo piede da quando erano arrivati ad Ilvermorny… ed erano passati più di tre mesi. Come potevano ridurre una stanza quei due convivendo per tanto tempo?

Con gran sollievo della ragazza però il pavimento non era ricoperto di vestiti o libri… Evidentemente qualcuno puliva regolarmente, perché era impensabile che i suoi due più vecchi amici fossero ordinati.
Gli occhi chiari di Marlena si posarono sulla scrivania infondo alla stanza circolare dove, almeno secondo le parole di Alek, avrebbe trovato i suoi appunti di Erbologia.
Avvicinandosi al tavolo passò in mezzo ai due letti posti parallelamente nella stanza e la sua attenzione venne catturata da qualcosa che intravide con la coda dell’occhio: Marlena si fermò istintivamente e voltandosi ebbe la conferma di non aver visto male.

Sul comodino accanto ad uno dei letti c’era una foto incorniciata… una foto in cui c’era anche lei.

Quasi senza pensarci Marlena si avvicinò al comodino, prendendo la foto tra le mani e sorridendo istintivamente: la foto raffigurava lei, Markus e Alek circa un anno prima… era l’ultimo giorno di scuola del sesto anno e tutti e tre sorridevano all’obbiettivo, felici di potersi finalmente rilassare e riposare per qualche mese.
Lei era, come sempre nelle foto, in mezzo ai due e teneva le braccia appoggiate sulle loro schiene mentre Markus le cingeva le spalle e Alek la vita.

Accarezzò appena il vetro con le dita, sorridendo e ricordando benissimo il giorno in cui era stata scattata quella foto… Ne aveva diverse che li raffiguravano tutti e tre, ogni anno all’ultimo giorno di scuola si facevano fare una foto insieme. Era diventata quasi una tradizione per loro, e vedendo quella foto incorniciata le era venuta in mente un’idea…

Marlena appoggiò la cornice di nuovo sul comodino, chiedendosi chi tra i due ragazzi la tenesse accanto al letto.
Cercando qualche indizio gli occhi chiari della ragazza vagarono sui letti ancora sfatti per poi posarsi sul comodino posto accanto all’altro letto dove intravide un’altra foto incorniciata… che raffigurava Markus insieme a due persone che conosceva, i suoi genitori adottivi.

Quindi quello era il letto di Markus… Perciò era Alek a tenere una loro fotografia incorniciata.
Marlena si voltò di nuovo verso la foto, sorridendo quasi intenerita proprio mentre una voce familiare parlava alle sue spalle:

“Sono venuto proprio bene in quella foto, non trovi?”

“Si, decisament- Che ci fai qui?”   Marlena si voltò di scatto parlando quasi con tono allarmato, facendo inarcare un sopracciglio ad Alek, che la guardò con lieve scetticismo dalla soglia della stanza con i capelli scuri spettinati e la camicia bianca della divisa infilata velocemente e alla meno peggio:

“Beh, è la mia camera.”

Ma perché i maschi ci mettono così poco a fare la doccia?

“Si, beh, io… stavo andando! Grazie per gli appunti!”     Marlena si sforzò di sorridere, decisamente a disagio per essere stata beccata ad osservare quella foto anche se non sapeva nemmeno spiegarsi del tutto il motivo. Senza dare il tempo ad Alek di dire nulla si avvicinò alla scrivania per prendere i suoi appunti prima di attraversare la stanza a grandi passi, sorridendogli e superandolo velocemente:

“Beh, ci vediamo a cena… Ciao!”

Alek la seguì con lo sguardo, guardandola aprire la porta della sua camera e sparire all’interno della stanza prima di scuotere appena il capo: a volte proprio non la capiva, per quanto ci provasse.

                                                                               *

“Sai, vorrei chiederti perché sei qui, ma sento di non doverlo fare. So già la risposta.”

Hailey rivolse al fidanzato un’occhiata divertita e scettica allo stesso tempo, con la divisa da Quidditch addosso e il manico di scopa in mano.
Markus per tutta risposta le sorrise, stringendosi nelle spalle come se non sapesse di cosa la Serpecorno stesse parlando:

“Che domande… volevo vedere la mia bravissima ragazza volare. Che male c’è?”

“Oh andiamo, chi pensi di prendere in giro? Lo so che muori dalla voglia di chiedermi se posso darti in prestito la mia scopa per farti un voletto.”

“In tal caso come risponderesti? Così, per sapere…”

Hailey sbuffò, esasperata mentre allungava la scopa a Markus, guardandolo come se fosse un bambino in un negozio di giocattoli che vuole qualcosa:

“Tieni… Ma non schiantarti da qualche parte, non vorrei averti sulla coscienza.”

Markus le rivolse un gran sorriso, prendendole il manico di scopa alle mani prima di avvicinarsi e darle un bacio a stampo sulle labbra:

“Grazie Ley! Tranquilla, non mi schianterò… non volo da mesi, ma credo di essere ancora capace.”

Markus le sorrise e la ragazza si spostò, guardandolo montare in sella alla sua scopa per poi sollevarsi a qualche metro da terra.


Lo guardò sfrecciare da una parte all’altra del campo per un paio di minuti prima di scuotere il capo, avvicinandosi agli spogliatoi per cambiarsi e rimettersi la divisa scolastica.

Aveva capito che Markus voleva chiederle se gli avrebbe prestato la sua scopa nel momento in cui l’aveva incontrato nell’ingresso per accompagnarla all’allenamento… Infondo però lo capiva, sarebbe stata dura anche per lei stare più di tre mesi senza poter volare.
Più di tre mesi… La consapevolezza di essere già a metà passata di Febbraio era strana: la Prima Prova per esempio le sembrava fosse stata una settimana prima, quando invece erano passati più di due mesi.
E ora mancava di certo poco anche per la Seconda… chissà che cosa si erano inventati i Presidi.

Il fatto che la Prova fosse a sorpresa non la tranquillizzava affatto: per la Prima avevano avuto un mese di preavviso, mentre la Seconda avrebbe potuto aver luogo anche il giorno dopo, per quello che ne sapevano.
C’era solo da separare che non ci fosse di mezzo un altro serpente gigante con il vizio di auto-incendiarsi che avrebbe cercato di staccare la testa al suo ragazzo.















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Angolo Autrice:

Buonasera! Scusate se non ho risposto alle vostre recensioni, ma continuano a sparire e il sito non mi lascia rispondervi -.-
Spero davvero che riuscirete a leggere questo capitolo e che tutto si risolva in fretta.

A presto!

Signorina Granger

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Capitolo 24
*** Un compleanno normale... O forse no ***


Capitolo 23: Un compleanno normale... O forse no

 
Giovedì 28 Febbraio 


Sentendo la sveglia suonare, ancora una volta Jake Miller dovette trattenersi dal farla esplodere con un qualche incantesimo.
Come ogni essere umano, odiava quell’affare infernale... Sembrava fosse stato creato solo per disturbare, invece che per far sì che le persone si alzassero dal letto ogni mattina.

Chissà, forse il suono era così fastidioso apposta... Chiunque si sarebbe alzato piuttosto che continuare a sopportare quel rumore assordante. 

Con un colpo secco Jake la spense, sbuffando e affondando la faccia nel cuscino.
Stava quasi per prendere in considerazione l'idea di restare a letto e di mandare allegramente a quel paese le lezioni del giorno, ma poi un pensiero gli balenò nella mente: non era un girono qualsiasi.

Come spesso accade Jake ci mise qualche secondo a realizzare che quel giovedì, quell’ultimo giorno di Febbraio... Beh, era il suo compleanno. 


La prospettiva di passare il suo compleanno, il suo “giorno speciale” seduto su una sedia a seguire delle lezioni non era molto allettante... Ma perché non era caduto di sabato, invece che di giovedì?
Di certo avrebbe dato buca a qualche lezione, ma non poteva saltarle tutte... L'avrebbe anche fatto probabilmente, ma di certo Scarlett l'avrebbe ucciso.


Pensa positivo Jake, almeno oggi ci sono le tue materie preferite...

Sbuffando il Tuonoalato alzò la testa, costringendoli a scivolare giù dal letto: fortunatamente era giovedì... Quindi poteva consolarsi pensando che avrebbe avuto Difesa contro le Arti Oscure e Pozioni. Si, perché benché odiasse la Holland la sua materia non gli era mai dispiaciuta... E l'essere uno dei più bravi della classe l'aveva sempre rincuorato parecchio, prendendola quasi come una rivincita nei confronti dell’insegnante.


Quando, meno di dieci minuti dopo, Jake scese le scale entrando nella Sala Comune, trovò nella stanza praticamente deserta qualcuno che gli sollevò automaticamente il morale: 

“Ciao Rossa... Che ci fai qui?”     Scarlett gli rivolse un sorriso, alzandosi dal bracciolo della poltrona dove si era appollaiata per avvicinarsi al ragazzo, sollevando al contempo le braccia manifestando l'intento di abbracciarlo:

“Che domande, ti faccio gli auguri! Buon compleanno Jake.” 


Jake si lasciò abbracciare, sorridendo e decidendo saggiamente di approfittare dell’inusuale dolcezza con cui l'aveva salutato Scarlett. 

“Grazie... Senti, stavo pensando che visto che è il mio compleanno potrei non venire a lezione...” 

“Scordatelo, ci vieni eccome. Avanti, non puoi salvarti sempre in extremis! Abbiamo gli esami a fine anno!” 

“È vero, ma io ho la fortuna di avere una ragazza molto intelligente e piuttosto brava a scuola che mi aiuterà, ovviamente. Mi aiuterai, vero?”   Jake inarcò un sopracciglio, ponendo la seconda parte della frase in tono dubbioso mentre abbassava lo sguardo per poter guardare Scarlett in faccia. La ragazza si limitò a roteare gli occhi, annuendo con un cenno del capo prima di alzarsi in punta di piedi per dargli un bacio a stampo sulle labbra:

“Naturale... Ma se non ti impegni almeno un po’, scordatelo.” 

Scarlett gli sorrise dolcemente, accarezzandogli i capelli e facendolo sbuffare: 

“Sei cattiva!” 

“No, a differenza tua sono responsabile! Ma ora basta parlare di lezioni, andiamo a fare colazione!” 

“Buona idea, ho fame!” 

“Ma tu hai sempre fame... Dio, sei proprio uguale a me non c'è che dire.” 


Scarlett scosse il capo quasi con aria sconsolata, facendo ridacchiare Jake che la prese per mano e le rivolse un sorriso prima di darle un bacio sulla nuca:

“Lo so Rossa... L'ho sempre detto. E’ per questo che ti adoro!” 

“Sei allegro per essere uno che è appena stato inchiodato ad andare a lezione!” 

“Che vuoi che ti dica Scarlett... È bello quando mi dimentico di tutti i compleanni, compreso il mio, per poi scoprire che qualcuno si ricorda di me. E poi il fatto che si tratti di te mi offusca la vista, non riesco a prendermela sul serio e a cercare di svicolare.” 


                                                                            *

“A che cosa stai pensando?” 

“Ai nomi per i cuccioli! Saranno di certo tanti, devo prepararmi... Ti piace Woody?” 

“Non molto... Mi ricorda Toy Story...”     Hailey alzò lo sguardo su Markus, lanciandogli un’occhiata confusa come a volergli chiedere di che accidenti stesse parlando. Il ragazzo, che aveva parlato con tono vago e pensieroso, scosse il capo come a volerle dire di lasciar perdere prima di parlare:


“Roba di Babbani, lascia stare. Ma non è presto per i nomi? Insomma, manca ancora un bel po’ no?” 

“Non è mai troppo presto per scegliere i nomi! Non vedo l'ora che nascano!” 


Hailey sorrise con aria quasi sognante, immaginandosi una frotta di palle di pelo che rotolavano per casa e sua madre a dir poco disperata. Aveva scritto qualche giorno prima a casa per comunicare la notizia ai genitori... E anche se forse non l'avevano presa molto bene, non avevano potuto dire nulla di fronte all’evidente entusiasmo dei due figli più piccoli. 


“Non si nota nemmeno... Sei più contenta tu di Lilith, ho idea.” 

Markus sorrise con aria divertita, abbassando una mano per accarezzare affettuosamente il muso dell’Husky che si era appollaiata accanto a lui. La futura mamma sembrò soddisfatta di aver ricevuto delle coccole e restò accanto al ragazzo, guadagnandosi un’occhiata torva da parte della sua padrona come se si sentisse tradita:


“A me piacciono molto i cani! E da cuccioli sono così carini... Non puoi capire, tu non hai animali domestici.”

“In effetti non sono un fan degli animali... Ma tu mi stai simpatica, tranquilla.” 

Il Campione di Durmstrang abbassò lo sguardo, guardando il cane come a volerla rassicurare mentre Hailey roteava gli occhi chiari, chiedendosi come potesse vivere il ragazzo senza un cane.

“Contento tu... Ehi, che Scarlett! Scarlett, vieni qui!”      La Serpecorno sorrise, agitando una mano in direzione della sua migliore amica che era appena entrata nella Sala da Pranzo insieme a Jake. 
La rossa ricambiò il sorriso dell'amica e si trascinò il fidanzato fino al tavolo, salutando vivacemente sia Markus che Hailey:

“Ciao ragazzi! Che c'è Ley?”

“Ho bisogno di un consulto, sto cercando qualche nome carino... Ti piace Woody?” 

“Sì, ma ricorda Toy Story!” 


Hailey inarcò un sopracciglio mentre Markus cercò di non ridere, non tanto perché qualcuno la pensava come lui ma perché la dolce coppietta di fidanzatini aveva parlato perfettamente all’unisono: Scarlett e Jake si voltarono a guardarsi reciprocamente con aria scettica mentre la Serpecorno continuava a chiedersi che accidenti fosse Toy Story:


“Mi fa piacere che siate così empatici da dire le stesse cose... Ma qualcuno mi spiega che cos'è questo Toy Story? Sono l'unica a non saperlo, mi sento ignorante!” 

“È un cartone animato Babbano Hailey... Il protagonista è un giocattolo di nome Woody.” 


Le parole di Jake fecero accigliare ulteriormente la ragazza, che si chiese che razza di idee avessero i Babbani per sfornare storie del genere prima di ricordarsi che era il compleanno del Tuonoalato:

“Ah, dimenticavo! Auguri Jake! Ora sei la più piccola Scarlett!”    Il sorriso e le parole di Hailey scaturirono un borbottio poco comprensibile da parte della suddetta ragazza, facendo sorridere anche Jake che ovviamente non perde l'occasione per prenderla un po’ in giro:

“Grazie Silverstone... Vedi Rossa, non sono l'unico a dirti cose del genere!” 


“Ok, meglio che vado a mangiare qualcosa o potrei diventare aggressiva... Piantatela di dirmi che sono piccola e bassa!” 


Scarlett sbuffò prima di rivolgere un cenno di saluto in direzione di Markus e andare a sedersi nel tavolo accanto, facendo ridacchiare sia Hailey che Jake mentre il Campione di Durmstrang alzava gli occhi al cielo, decidendo saggiamente di non intromettersi e tacere.


“Dici che se l’è presa? Non è permalosa, di solito.” 

“Di solito no... Ma a giudicare da vicino a chi sta andando a sedersi credo che potrebbe essersela presa questa volta...” 


Hailey cercò di trattenere un sorrisetto al vedere l'espressione di puro orrore che comparve sul volto di Jake, che imprecò a mezza voce prima di saettare verso la fidanzata che si era seduta vicino nientemeno che a Jakob Young.


Beh, una cosa era certa: Scarlett sapeva come farla pagare al suo ragazzo. 


                                                                             *


“Ok, sentite questa: sinonimo di “goffo”.”

“Marlene ci sta?” 


Lucas sfoggiò un sorrisino prima di nascondere la faccia dietro ad una tazza di the, ma non lo fece abbastanza in fretta dal poter nascondere quell’espressione divertita agli occhi di una certa ragazza dai capelli scuri, che lo guardò male prima di parlare in tono decisamente seccato:

“Ah ah, come sei simpatico Wallaby questa mattina, davvero divertent- Abby ma che fai, stai davvero contando le caselle?!” 


Marlene sgranò gli occhi, rivolgendo all’amica un’occhiata quasi indignata mentre Lucas, a quelle parole, scoppiava definitivamente a ridere. Abigail invece sollevò lo sguardo per posare gli occhi sulla ragazza, rivolgendole un sorriso colpevole mentre teneva in mano la piuma e la rivista con i cruciverba. 

“Ma dai Len, scherziamo! Anche perché non ci sta nemmeno... Sarà “maldestro”, probabilmente.” 

La Tassorosso fece per scrivere le lettere nelle varie caselle, ma non ne ebbe il tempo: Marlene si sporse sul tavolo e le prese la rivista dalle mani con aria risoluta prima di parlare con un sorrisetto, molto simile a quello che Luke aveva sfoggiato poco prima, stampato in faccia:

“Beh, non lo saprai mai...”


“Len, mi hai appena sequestrato il cruciverba?”

“Ovvio che l'ho fatto! E mi sarà molto utile... Ho appena trovato il modo per passare il tempo a Trasfigurazione, in terza ora!” 


Marlene sorrise, gongolando mentre Abigail la guardava con aria stralunata come se stesse cercando di capire se l'amica fosse seria o meno. La Tassorosso non disse nulla, voltandosi verso Luke come a volergli chiedere aiuto o consiglio su cosa fare... Ma il Grifondoro si limitò a scuotere il capo, invitandola silenziosamente a lasciar perdere. 


                                                                              *


“Ok, sono pronto. Spara.” 

“Ok... Sconfitta di Gellert Grindelwald.” 

“Ehm... 1945!” 

“Per merito di...” 

“Albus Silente! Ma non chiedermi di elencare tutti i suoi nomi, perché è impossibile ricordarli.” 


Alek sbuffò, manifestando ancora una volta la sua stizza nei confronti di Kendra e Percival Silente: dare al figlio un nome più normale no, eh?

Marlena invece sorrise, divertita dalla reazione dell'amico mentre chiudeva il libro di Storia della Magia che teneva stretto in mano, seduta di fronte al ragazzo in un tavolo della biblioteca gremita di studenti del sesto e settimo anno: sembravano non essere gli unici ad avere un'ora buca... Evidentemente molti stavano approfittando del tempo per studiare e ripassare, come loro. 


“Albus Percival Wulfric Brian Silente. Non è così complicato, Alek.” 

“Oh, per favore! Ci metterei mezz'ora solo per questo... Ti diverte umiliarmi, vero Lena?” 


Lo sguardo rassegnato del ragazzo la fece sorridere ancora una volta, scuotendo il capo mentre appoggiava il libro sul tavolo e si protendeva leggermente verso di lui:

“A volte, forse... Ma quando fai la faccia da cucciolo bastonato non mi diverto più. Lo fai apposta o ti viene naturale?” 

“Che vuoi che ti dica... Le ragazze mi trovano costantemente adorabile, sia con la mia solita e decisamente attraente faccia che con quella da “cucciolo bastonato”, come dici tu.” 


“Oh mio Dio... Hai rovinato l'unica cosa carina che io ti abbia detto nel corso dell'anno, dovresti vergognarti!”  Marlena scosse il capo, passandosi una mano tra i capelli mentre arrivava anche il suo turno per sembrare rassegnata di fronte alle parole di Aleksandur, che le rivolse un sorrisetto:


“Andiamo Lena, lo so che infondo, anche se non lo ammetti, ti dà fastidio vedermi con delle ragazze.” 

“Oh sì. Mi dà fastidio il tuo atteggiamento da Don Giovanni incallito! E la cosa peggiore è che c'è persino qualcuna che ci casca!” 

Marlena scosse il capo con aria sconsolata proprio mentre un gruppetto di ragazze del sesto anno passava alle sue spalle, sorridendo ad Alek che ovviamente ricambiò.
Marlena lo guardò come se fosse indecisa tra l’alzarsi e lasciarlo solo oppure affatturarlo... Lo conosceva da anni e gli voleva bene, ma non avrebbe mai capito quel suo assurdo modo di fare. 

“Non direi proprio qualcuna Lena... Diciamo tante. Oh dai non fare quella faccia, mi conosci ormai!” 

Alek scoppiò a ridere di fronte all’espressione torva della ragazza, che sbuffò prima di guardarlo con eloquenza:

“Si, ti conosco bene... E sai una cosa? Ho la sensazione che sia tutta una messa in scena, come faceva Markus... Se pensate di fregare me, vi sbagliate di grosso. Ho come la sensazione che quando ti piacerà davvero una ragazza non ti comporterai da imbecille come fai di solito.” 

“Ehi, potrei anche ritenermi offeso sai!” 


Alek sfoggiò un’espressione offesa che fece ridacchiare la ragazza prima che tornasse a concentrarsi sui compiti, anche se il tedesco non la imitò: abbassò lo sguardo sul libro di Storia della Magia, ma non si concentrò minimamente su date e nomi... Non poté fare a meno di pensare a quanto Marlena fosse andata vicina alla realtà, anche se molto probabilmente non lo sapeva. 

I complimenti che non era mai riuscito a farle nonostante non avesse problemi a recarne a qualunque altra ragazza ne erano la dimostrazione lampante, come era solito ripetere Markus durante le famose serate passate a parlare. 
Peccato che Marlena non lo sapesse... 


                                                                                  *


Un'ora buca... Decisamente una fortuna, considerando che era il suo compleanno ed era collocata tra Difesa contro le Arti Oscure e Storia della Magia. 
Se adorava la prima non aveva mai retto la seconda... Fin troppo teorica, per i suoi gusti. 

Probabilmente avrebbe dovuto passare quei minuti a studiare... Ma aveva mandato i compiti gentilmente a quel paese, preferendo rispondere alla lettera che gli aveva mandato suo fratello. In realtà anche i suoi genitori gli avevano scritto, e anche se aveva letto la lettera aveva deciso di non rispondere e di ignorarli, come se non gli fosse nemmeno arrivata.

Quando, tornato dalla Guferia, aveva trovato Scarlett nella loro Sala Comune intenta a fare i compiti non si era lasciato scappare l’occasione e aveva preferito stare con lei invece che studiare... La rossa aveva riso mentre lui la faceva sedere sulle sue ginocchia su una poltrona, sostenendo che ogni scusa per lui era buona per non studiare. E probabilmente era così, ma d'altra parte voleva approfittare di una rara occasione in cui Scarlett si stava lasciando coccolare, probabilmente addolcita dal fatto che fosse il suo compleanno. 


“Quando finirai di studiare?” 

“Mai, a giudicare da quanto ci danno da fare... Sai, a volte vorrei essere come tu sotto questo punto di vista: tu sei così rilassato, non ti fai alcun problema!” 

“Beh, posso insegnarti come si fa se vuoi. Guarda, non è difficile... Si fa così.”   Jake sorrise, prendendole il libro dalle mani e lanciandolo senza tante storie dall'altra parte della stanza, facendola sospirare mentre gli lanciava un'occhiata scettica:

“Si, non sarebbe male fare così... Ma credo sia meglio ripassare invece che seguire i tuoi metodi.”   Scarlett appellò non verbalmente il libro, che planò di nuovo tra le sue mani mentre Jake sbuffava, stringendola per la vita e appoggiando il capo contro il suo:


“Sei troppo diligente... Andiamo Rossa, è il mio compleanno!” 

“Lo so Jake, ma tra nemmeno dieci minuti abbiamo lezione... La pausa è finita, temo.” 

Scarlett fece spallucce, riaprendo il libro per rileggere l'ultimo capitolo mentre Jake alle sue spalle sbuffava, scostandole i capelli con le dita per darle un bacio su una guancia:

“Ti ricordo che non ci devi andare per forza, a lezione! Puoi sempre seguire l'esempio del tuo fantastico fidanzato!” 

“Ti ho mai detto che a volte sei davvero arrogante, Miller? Fantastico fidanzato, addirittura?” 

Scarlett gli rivolse un sorrisetto divertito, facendolo imbronciare all’istante:

“Smettila di prendermi in giro! Ti sei anche seduta accanto a Young stamattina, sei veramente tremenda quando vuoi. Lo sai che non lo sopporto, mi dà fastidio vedervi pappa e ciccia.” 

“Ehy, sei tu che mi prendi in giro di solito! Così impari a stuzzicarmi sempre... E poi non te l'hanno detto Jake?” 

Scarlett si voltò verso il ragazzo, dandogli un bacio sulle labbra a stampo prima di sorridergli con aria divertita:

“Noi “rosse” siamo tremende, a volte.” 


                                                                         *


“Sai, ho uno strano presentimento.” 

“Del tipo?”   Marlene si strinse nelle spalle, non sapendo bene come spigare quello che prova alla sua migliore amica. Abigail le rivolse un'occhiata incuriosita mentre sminuzzava delle radici su un tagliere, seduta accanto all'amica ad un banco nell'aula di Pozioni ormai piena di vapore. 

“Non lo so... Come ho detto, è strano. Però credo che stia per succedere qualcosa... Non so, non credo che sarà una giornata come le altre.” 

“Beh, sono quasi le 15 e finora non è successo niente di strano.” 

“Vero... Ma mai dire mai mia cara Abby, qualcosa di inaspettato potrebbe sempre sbucare da dietro un angolo!” 


Marlene si strinse nelle spalle ma sorrise, come se credesse sinceramente a quello che stava dicendo. Abigail non replicò, lanciando un’occhiata alla porta chiusa dell'aula quasi aspettandosi di vederla aprirsi e mostrare a tutti qualcosa di assurdo e inaspettato. 

C'era però, in effetti, qualcosa di strano: la Holland. La donna era più nervosa del solito, non girovagava per i banchi ed era decisamente più silenziosa... Non commentava acidamente i fallimenti dei suoi studenti, limitandosi a stare seduta sulla sua sedia con aria pensierosa. 

Il fatto che la Vicepreside stesse visibilmente riflettendo su qualcosa portò Abigail a chiedersi se Marlene non avesse ragione... Che ci fosse davvero in imprevisto in arrivo?

Marlene dal canto suo non menzionò più la sua “sensazione” durante la lezione, ma quando alle 15 la campanella suonò e venne fermata dalla professoressa provò quasi una sensazione di vittoria.

“Signorina McRumble... La Preside vuole vederla, vada subito nel suo ufficio per favore.” 

Marlene inarcò un sopracciglio ma non se lo fece ripetere due volte, biascicando un “va bene” prima di uscire in fretta dall'aula per raggiungere l’ufficio della Preside: era piuttosto certa di non essere nei guai... Insomma, non aveva come sto nulla di grave neo giorni precedenti. O almeno ne era abbastanza sicura. Abby e Luke provarono a chiederle spiegazioni ma la Grifondoro non si fermò per darne, correndo di filata lungo il corridoio e lasciandoli decisamente confusi.

L'idea che quel richiamo avesse a che fare con la Seconda Prova era decisamente verosimile... Ma perché allora non c'erano Markus e Jake con lei? Forse si erano finalmente decisi a comunicare ai Campioni la data? 

Era il 28 Febbraio però... Era molto probabile che la prova avrebbe avuto luogo già il giorno dopo o una cosa del genere, magari la difficoltà era proprio il pochissimo preavviso. 


Quando svoltò l'angolo e imbocco il corridoio giusto Marlene sorrise, quasi emozionata anche se nervosa al contempo: c'era Jake Miller davanti alla porta della Preside, anche se non aveva l'aria molto allegra. 

“Ciao Jake! Hanno fatto chiamare anche te?” 

“Già... Aspetta, sei convocata anche tu? Grande, allora non mi vogliono punire per via della sala dei trofei!”    Jake sfoggiò un gran sorriso allegro che si spense subito al vedere l’espressione scettica dipinta sul volto di Marlene, anche se la Grifondoro decise di non indagare sulle sue parole mentre anche Markus giungeva sulla scena, visibilmente curioso:


“Ah, ci siete anche voi? Bene, magari ci diranno finalmente la data della fantomatica Seconda Prova! Coraggio entriamo, sono stanco di aspettare!” 


Senza indugiare troppo Markus si avvicinò alla porta non appena ebbe raggiunto i due coetanei, bussando per poi aprirla dopo aver ottenuto il consenso della Stevenson dall'interno della stanza.










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Angolo Autrice:

Buonasera! Anche questa volta mi ritrovo ad aggiornare ad orari assurdi, ma pazienza.

So che molto probabilmente vi aspettavate la Prova in questo capitolo che invece è un po’ di passaggio... Ma alla vostra Signorina Granger piace prendervi un po’ in giro, scusate XD 
Non preoccupatevi, non ho intenzione di farvi aspettare fino ad Ottobre per questa benamata prova! 

Non mi dilungo oltre perché è tardi e ho parecchio sonno... Perciò vi saluto, spero di aggiornare presto... e buonanotte! 

Signorina Granger 

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Capitolo 25
*** La Seconda Prova ***


Capitolo 24: La Seconda Prova

 

Markus, Marlene e Jake erano seduti uno accanto all’altro, su tre sedie allineate davanti alla scrivania della Stevenson.

Nella stanza erano presenti anche la Wagner e Corner, entrambi accanto alla Preside di Ilvermorny che aveva appena finito di parlare con i tre ragazzi.

 

Jake sembrava vagamente seccato, con il volto quasi inespressivo: ed era pure il suo compleanno… grandioso.

Marlene invece, seduta tra i due ragazzi, sembrava che stesse per dare in escandescenza tanto era visibilmente nervosa mentre continuava a torturarsi le mani, incapace di stare ferma.

 

“Come vi ho già detto, questa volta non sarete sotto gli occhi di tutti… Sarà una prova molto più… personale, diciamo. Non dovete far altro che bere questi e vi addormenterete. Lo stato di incoscienza non ha una durata precisa, dipenderà solo ed esclusivamente da voi… Non avete un limite di tempo, ma ovviamente prima riuscirete a svegliarvi e meglio sarà. Se non avete domande potete iniziare… e Buona fortuna.”

 

Alle parole della Preside gli occhi di tutte e tre i Campioni si posarono sui calici appoggiati sulla scrivania di mogano, riempiti fino a metà con un liquido trasparente.

Entrando Jake aveva pensato che fosse Veritaserum, ma a quanto pare si era sbagliato… e non sapeva se la cosa gli piaceva o meno.

 

Che accidenti voleva dire che la prova era “personale”?

 

Tutti e tre si stavano ponendo la medesima domanda… Peccato che per ottenere una risposta dovevano calarsi nella Prova.

 

La prima ad allungare la mano per prendere il bicchiere su Marlene, che osservò il calice con un velo di preoccupazione negli occhi scuri mentre anche Markus la imitava, sbuffando appena come a voler dire – al diavolo, facciamolo –.

 

Anche Jake prese il suo calice mentre i tre Presidi continuavano ad osservarli in silenzio. Non aveva idea se loro avrebbero seguito la Prova in qualche modo, ma non gli importava molto… Voleva solo riuscire a svegliarsi in fretta da quella specie di coma in cui stava per imbarcarsi.

 

“Beh, auguri.”   Markus inclinò leggermente il calice verso quelli dei due compagni come a voler brindare alla loro Prova prima di bere tutto il contenuto del bicchiere in un solo sorso.

Marlene annuì appena prima di imitarlo, tossendo debolmente a sua volta dopo aver trangugiato la pozione che scivolava in gola pizzicando e bruciando parecchio.

 

Mentre i calici di Marlene e Markus s’infrangevano sul pavimento con un tintinnio, Jake tenne lo sguardo fisso davanti a se, gli occhi puntati in quelli scuri della Stevenson che lo studiavano a sua volta.

Appena prima che i suoi compagni di addormentassero Jake rivolse alla donna un sorrisetto, alzando leggermente il calice nella sua direzione:

 

“Beh, buon compleanno a me!”

 

La Stevenson si accigliò leggermente ma Jake non ci fece caso, portando il calice alle labbra per bere l’intruglio misterioso con un unico pensiero in testa:

 

Se non altro sarà un compleanno difficile da scordare

 

                                                                                   *

 

Riaprendo gli occhi Markus tirò quasi un sospiro di sollievo: aveva seriamente temuto di trovarsi davanti ad un mostro marino, o cose del genere… Invece si trovava in una specie di stanza completamente buia, le pareti e il pavimento non erano distinguibili tra loro… Davanti a lui però c’era qualcosa che riusciva a scorgere perfettamente: tre porte identiche, poste una accanto all’altra.

 

Beh, fantastico. Probabilmente il mostro marito è oltre una porta e io lo beccherò di sicuro.

 

Markus quasi sbuffò, avvicinandosi di qualche passo alle porte e chiedendosi cosa avrebbe dovuto fare: di certo doveva sceglierne una… ma con che criterio?

 

Beh? Volete davvero dirmi che devo fare la conta?

 

Era assurdo che non ci fosse un qualche criterio da seguire… E con la sua fortuna avrebbe di certo scelto la porta peggiore.

Gli occhi chiari del ragazzo scrutarono le tre porte scure, senza trovare alcuna differenza a distinguerle in qualche modo… Anche le maniglie erano perfettamente identiche.

 

Non si era accorto che davanti ad ogni porta c’era uno zerbino finché non mise un piede su quello della porta centrale, strabuzzando gli occhi e facendo istintivamente un passo indietro nel vedere qualcosa cambiare: o aveva le allucinazioni o era appena comparsa una scritta fiocamente illuminata su quel tappetino. E trattandosi di una Prova, il Campione di Durmstrang optò per la seconda.

 

La scritta era in tedesco, non in inglese, non dovette nemmeno provare a sforzarsi di tradurla:

 

Vuoi vedere?

 

Vedere… vedere cosa?

 

Markus alzò istintivamente lo sguardo sulla porta, smettendo di respirare per un istante di fronte a ciò che vide: sulla superficie di legno era comparso qualcosa… un’immagine, era quasi come avere davanti una televisione.

 

Non c’era bisogno di grandi spiegazioni, dopotutto… Non aveva mai visto quella scena, ma gli era comunque familiare in qualche modo.

Sentì lo stomaco stringerglisi in una morsa, provocandogli una strana sensazione di fastidio misto a dolore mentre scrutava una donna alta dai capelli biondi che teneva un bambino in braccio.   Non ricordava di averla mai vista, ma seppe chi era nel momento stesso in cui la guardò in faccia…

Camminava a passo svelto su una specie di viale, ma Markus non si fece troppo caso: era occupato a concentrarsi su altro… come il volto di sua madre, per esempio.

 

Si, voglio vedere

 

Nel momento stesso in cui pensò quelle parole sentì qualcosa di leggermente pesante scivolargli nella tasca dei pantaloni e, accigliato, infilò subito una mano in tasca per capire cosa fosse.

Quasi sorrise quando si ritrovò una chiave nera in mano, capendo.

 

Non si fermò neppure a pensare cosa potesse esserci dietro le altre porte, si avvicinò subito a quella centrale mentre l’immagine di sua madre era sparita: infilò la chiave nella toppa con un pensiero fisso in testa… si, voleva vedere. Forse doveva vedere.

 

La girò e con uno scatto la porta si socchiuse, permettendogli di aprirla.  Mettendo una mano sulla maniglia scura la spalancò, chiudendo subito gli occhi per via della forte luce bianca che trovò oltre la porta.

Tenendo gli occhi serrati fece un passo avanti per entrare… e tornare indietro di quasi 18 anni.

 

                                                                                      *

 

Beh, fantastico… E ora dove dovrei andare, di grazia?

 

Jake sbuffò, spostando lo sguardo da una porta all’altra con aria torva.

 

Possibile che dovesse scegliere a caso? Che razza di prova… Chissà chi aveva avuto quell’idea brillante.

 

Non gli era mai piaciuta la casualità… Preferiva riflettere, programmare, organizzare… Pensare. Non gli piaceva scegliere a caso, senza alcun criterio o indizio su cui ragionare.

 

Le porte sembravano tutte uguali… Anzi, lo erano senza ombra di dubbio. Di sicuro però celavano cose ben diverse… Cosa, però?

 

Esitò per un attimo, ma poi si ricordò delle parole della Stevenson: doveva svegliarsi, era quello lo scopo della Prova… e per svegliarsi doveva superare qualunque cosa nascondessero quelle dannate porte. E doveva farlo in fretta, se voleva vincere.

 

Si avvicinò senza riflettere alla porta sinistra, allungando la mano per afferrare la maniglia e provare ad aprirla: chiusa.

 

Beh, fantastico. Come dovrei aprirla, se sono senza bacchetta?

 

Jake sbuffò appena, maledicendo mentalmente la Stevenson mentre abbassava lo sguardo. Non seppe nemmeno perché lo fece, ma non se ne pentì: sotto ai suoi piedi scorse qualcosa di leggermente luminoso e subito fece un paso indietro, trovandosi a leggere una scritta che era appena comparsa sullo zerbino di un orrendo giallo ocra.

 

Riuscirai a perdonare?

 

Perdonare?

 

Jake alzò di nuovo lo sguardo sulla porta, sgranando gli occhi nel trovarci qualcosa di diverso: era quasi come avere davanti uno schermo, all’improvviso… uno schermo che gli mostrava immagini orribilmente familiari.

 

Vide un bambino con i capelli scuri col capo chino, intento a guardarsi i piedi mentre il padre gli urlava contro. Non sentiva nulla, ma sapeva che cosa stava dicendo suo padre… Quelle parole non se n’erano mai mandate dalla sua testa.

 

Sei una delusione, perché non sei come tuo fratello… Cresci, una volta per tutte…

 

Sempre la solita solfa.

 

L’immagine ben presto cambiò, mostrando una donna dai capelli scuri con una macchina da scrivere davanti.  Riconobbe immediatamente sua madre più giovane di diversi anni, circa dieci… La vide scrivere e bloccarsi per un attimo, come se stesse ascoltando qualcosa.

 

Stava ascoltando suo padre urlare e lui piangere? Probabile

 

Dopo un attimo però sembrò ridestarsi e riprese a scrivere, ignorando deliberatamente ciò che accadeva solo al piano di sopra.

 

Jake contorse la mascella mentre l’immagine si sbiadiva fino a scomparire, pensando con rabbia un’unica semplice parola:

 

No

 

Abbassò lo sguardo per posare di nuovo gli occhi sul tappetino. C’era ancora una scritta, ma era cambiata… questa volta c’era un’unica parola che ebbe appena il tempo di leggere:

 

Peccato

 

Senza avere il tempo di riflettere su cosa volesse dire la porta si spalancò all’improvviso e Jake, spinto da una qualche forza invisibile, cadde per terra.

 

“Che accidenti…” 

 

Prima di rendersene conto si ritrovò quasi a rotolare verso la porta… grandioso, lo stavano spingendo nella tana nel lupo.

 

No, no, non ci torno lì!

 

Jake provò ad afferrare il tappetino, ma gli scivolò inesorabilmente dalle dita con quella singola parola luminosa e beffarda ancora scritta sopra.

 

Prima che riuscisse a pensare o a fare qualcosa si ritrovò oltre la porta e fu costretto a chiudere gli occhi per via della forte luce che era appena comparsa dal nulla.

 

Lo stavano davvero facendo tornare indietro a quando era bambino per fargli rivivere i momenti peggiori della sua vita?

 

                                                                              *

 

Marlene guardò le tre porte che aveva davanti, accigliata: doveva scegliere a caso? Beh, grandioso… con la sua fortuna chissà dove sarebbe finita.

 

Probabilmente infondo all’oceano, o sospesa sopra ad un vulcano.

 

La ragazza si avvicinò alle porte, cercando con lo sguardo una qualche differenza che le distinguesse in qualche modo… Ma nulla, erano uguali. Misure, legno, maniglia… anche i tre zerbini erano completamente uguali.

 

Bene… dove vado adesso?

 

Sapeva di doversi sbrigare se voleva svegliarsi in fretta… E di certo il tempo impiegato per concludere la Prova avrebbe influito sul punteggio finale.

 

La Grifondoro puntò quasi senza riflettere sulla porta destra, avvicinandosi e appoggiando una mano sulla maniglia, provando a spingerla. Era chiusa, ma nello stesso istante in cui provò ad aprire la porta sentì qualcosa scivolarle dal nulla nella tasca… e infilandoci una mano trovò una piccola chiave nera.

 

La infilò nella toppa, sperando che non fosse una specie di scherzo e che avrebbe aperto davvero la porta. Con sollievo però la ragazza sentì la serratura scattare quando fece girare la chiave, permettendole di spalancare la porta di legno scuro.

 

Socchiuse immediatamente gli occhi di fronte alla forte luce bianca che si sprigionò, facendo un passo avanti quasi alla cieca per attraversare l’uscio.

 

Ormai il dado era tratto… C’era solo da sperare di aver fatto una buona scelta.

 

                                                                           *

 

“Marlena!”    Sentendosi chiamare si voltò, sorridendo alla vista di Hailey che le stava andando incontro, camminando a passo svelto nel corridoio gremito di studenti e sgomitando leggermente per riuscire a passare e raggiungerla:

 

“Ciao Hailey!”

 

“Mamma mia, passare è un miracolo a quest’ora! Senti, per caso sai dov’è Markus? Non lo trovo da nessuna parte!”

 

Le parole della Serpecorno fecero accigliare notevolmente la polacca, ferma a metà del corridoio mentre intorno alle due gli studenti sgomitavano per tornare nelle rispettive Sale Comuni o andare in Biblioteca dopo la fine delle lezioni per passare il tempo prima di cena.

 

“Veramente non so dove sia… credevo fosse con te.”

 

“No, non lo vedo da Aritmanzia. E in biblioteca non c’è, ho già controllato.”

 

“Se non è con te e nemmeno con me di certo sarà con Alek… Magari sono al veliero, non preoccuparti. Devo andare in biblioteca ma poi posso andare a cercarlo, se vuoi.”

 

“Grazie! Io ho un allenamento, andrei a cercarlo io ma se faccio tardi mi uccideranno… se mi cerchi mi trovi al campo, ciao!”    Hailey rivolse alla ragazza un gran sorriso prima di girare sui tacchi e sparire in fretta nella ressa di studenti. Marlena si chiese per un attimo dove potessero essere finiti i suoi due migliori amici… Probabilmente stavano spettegolando da qualche parte.

 

La ragazza partì alla volta della Biblioteca, sperando di non trovare troppa ressa e di sbrigarsela in fretta… Le lezioni erano finalmente finite e lei aveva una gran voglia di buttarsi su un divano e non muoversi da lì fino all’ora di cena.

 

                                                                                *

 

“Abby smettila di agitarti! Sarà qui in giro, da qualche parte… Vedrai che a cena spunterà fuori, non salterà di certo un pasto!”

 

Lucas alzò gli occhi al cielo, cercando di tranquillizzare l’amica senza però ottenere grandi risultati: la rossa era decisamente un fascio di nervi mentre si trascinava dietro il ragazzo da una parte all’altra del castello, cercando la sua migliore amica:

 

“Come fai ad essere rilassato? Pensa, magari è scivolata da qualche parte ed è finita dentro ad una specie di stanza… E si è chiusa a chiave dall’esterno! O magari è incappata in qualche passaggio segreto azionato inciampando su un tavolino ed è rimasta bloccata dentro!”

 

“Sono tutte ipotesi abbastanza verosimili, ma rilassati! La troveremo, Len non sparisce così di punto in bianco!”

 

“Non dico che sia sparita, ma magari si è chiusa da qualche parte e ora ci sta maledicendo perché non l’abbiamo ancora trovata! Oppure si è sentita male… Presto, andiamo in infermeria!”

 

“Buona idea, così TU prendi qualcosa per rilassarti! Abby, non correre o scivolerai TU da qualche parte! Non dovevo alzarmi dal letto questa mattina, avrei dovuto capirlo quando ho sbattuto la testa sul baldacchino…”

 

                                                                                  *

 

Ma dove sono gli uomini quando servono?

 

“Scusate, permesso, non vedo dove metto i piedi e non vorrei ammazzare qualcuno… Scusate…” 

 

Marlena sospirò, maledicendo la stupida regola che regnava sovrana nella Biblioteca di Ilvermorny: niente magia. Quindi se lei doveva prendere un mucchio di tomi ultra pesanti avrebbe dovuto sfracellarsi al suolo, ammazzandosi da sola e uccidendo qualcun altro.

 

Non vedeva praticamente niente per via dei libri che teneva tra le braccia, ma fortunatamente gli studenti di Ilvermorny sembrarono ascoltarla perché si spostarono dalla sua traiettoria mentre cercava di tornare al suo tavolo senza rompersi una gamba.

 

Sentendo una voce familiare le orecchie della ragazza quasi si drizzarono, fungendo come un radar: certo che era lui, ne era sicura… E a giudicare da cosa stava dicendo stava di certo parlando con una ragazza.

 

Sbuffò appena, facendo scivolare con sollievo i libri sul tavolo. Iniziò ad infilarne qualcuno nella borsa già piena, imprecando mentalmente: aveva bisogno di due borse, altro che una sola!

 

Poco male, avrebbe dovuto trasportarne alcuni a mano… fino al veliero, per giunta.

 

Mentre cercava di far fare al libro di Pozioni movimenti contorsionistici per riuscire a farlo stare in borsa, Marlena alzò lo sguardo verso la fonte della voce che aveva sentito poco prima, piegando le labbra in una smorfia: eccolo lì, il marpione dell’anno.

 

In piedi accanto ad uno scaffale, le mani in tasca e un sorriso stampato in faccia… Lo vedeva di profilo, ma conosceva quella “posa” talmente bene da sapere che avrebbe presto anche inclinato leggermente il capo.

 

Bingo! Dovrei andare a fare l’indovina… altro che Pozioni! Dannato libro, ma chi è che ti ha scritto?

 

Per un istante Marlena fu tentata di andare da Alek e colpirlo in testa con il pesante tomo, suggerendogli di aiutarla a fare sollevamento pesi invece di giocare al Casanova con la Magicospino dai capelli color grano che gli sbavava dietro da Dicembre.

 

Ora che ci penso… com’è che lui può parlare con tutte le ragazze che vuole e io no?

 

Marlena si accigliò, lanciando un’occhiata truce in direzione della nauseante coppietta. Mentre la ragazza rideva per qualcosa che le aveva detto Alek, sentendosi osservato, si voltò dritto nella sua direzione.

 

Merda

 

La polacca si affrettò ad abbassare lo sguardo, ma non le sfuggì il lieve sorrisetto che era comparso sul volto del ragazzo.

 

Riprese ad infilare i libri nella borsa con gesti secchi e automatici, tenendo lo sguardo su quello che stava facendo anche se non le sfuggì il fatto che qualcuno le si fosse appena avvicinato:

 

“Ciao Lena.”

 

Alzò lo sguardo, trovandosi davanti ovviamente Aleksandur che la guardava con aria quasi divertita.

 

“Ciao Alek… Hai visto Markus?” 

 

“No, non lo vedo da un po’. Sei nervosa, Lena?”     Alek inarcò un sopracciglio, osservando la ragazza infilare nervosamente i libri nella borsa che ormai stava quasi per esplodere. Marlena si strinse nelle spalle senza dire nulla, chiudendo la borsa e facendo per mettersela in spalla prima che lui la fermasse:

 

“Ottima idea, così rotolerai dalle scale! Faccio io, è meglio. Tu porta a mano gli altri.”

 

“Non serve che mi aiuti Alek… Torna pure a chiacchierare.”

 

Il tono piatto di Lena non impedì al ragazzo di prenderle a forza la borsa dalle mani per portarla al posto suo, guardandola con aria interrogativa:

 

“Di che parli? Sei arrabbiata per caso?”

 

 “No, certo che no. Dai, andiamo… Voglio tornare al veliero e vedere se riesco a trovare Markus. Così poi potrò riposarmi un po’…”

 

“Stanca? In effetti hai passato l’ultima ora di lezione a sbadigliare…”

 

Alek sfoggiò un sorrisetto mentre seguiva Marlena verso l’uscita della Biblioteca, guadagnandosi un’occhiataccia con quelle parole:

 

“Sai com’è… a qualcuno che conosco piace molto chiacchierare. Forse anche troppo.”

 

“Ti abbiamo tenuta sveglia ieri sera? Scusa, ti prometto che stasera parleremo meno.”   Alek le rivolse un sorriso colpevole, non cogliendo subito l’allusione quasi involontaria di Marlena, che si era subito pentita di aver parlato: fortunatamente però Alek non sembrò cogliere il riferimento alla ragazza con cui l’aveva visto parlare, anche se sentì che Marlena era leggermente nervosa.

 

Trovando strano che non gli rispondesse o che non lo rimproverasse perché l’aveva tenuta sveglia con le sue chiacchiere Aleksandur rivolse alla ragazza un’occhiata accigliata, vedendola con lo sguardo fisso davanti a lei come se stesse pensando ad altro.

 

“Sei sicura di non essere arrabbiata con me? Sai, ormai ti conosco e so che quando non parli è molto peggio rispetto a quando mi rimproveri. Sei gelosa per caso?”

 

Un sorrisetto fece capolino sul volto del ragazzo ripensando a quando, poco prima, si era voltato e l’aveva vista osservarlo parlare con Jennifer… Non appena si era voltato lei aveva distolto lo sguardo, ma se n’era comunque accorto. 

 

“Che? No! Di chi dovrei essere gelosa?”    Marlena si voltò di scatto verso di lui, che avrebbe voluto dirle che in effetti non doveva essere gelosa proprio di nessuno… Ma non lo fece e Marlena riprese a parlare, tornando a guardare davanti a se mentre insieme ad Alek attraversava l’ingresso per uscire dal castello.

 

“Solo non capisco perché vai in giro a fare gli occhi dolci ad un sacco di ragazze per poi prendertela tanto non appena un ragazzo si avvicina a me…”

 

“Ehy, io non faccio gli occhi dolci! Sono loro che li fanno a me… Il punto è che so che è pieno di idioti in giro e tu sei molto carina, mi preoccupo per te!”

 

“In pratica stai dicendo che i ragazzi sono degli idioti?”

 

“Esattamente.”

 

“Ma Alek tu SEI un ragazzo!”

 

“Appunto per questo ti metto in guardia, perché conosco i ragazzi!”

 

                                                                                       *

 

Non sapeva nemmeno perché lo stava facendo… Anzi, forse non sapeva nemmeno cosa stava facendo.

 

Seguiva sua madre lungo marciapiedi su marciapiedi in quella serata buia di Primavera… Lo teneva in braccio e quel bambino non poteva avere più di un paio di settimane. Markus camminava accanto alla donna che non aveva mai visto ma che aveva immaginato milioni di volte… Si era spesso chiesto che faccia avesse, e doveva dire di somigliarle molto: capelli biondi, viso sottile… Avevano però gli occhi diversi, quella donna di cui molto probabilmente non avrebbe mai saputo il nome li aveva scuri.

 

Ogni tanto il bambino si lamentava ma lei tendeva ad ignorarlo, continuando a camminare con falcate lunghe e decise e a tenere lo sguardo fisso davanti a se.

Sapeva a cosa stava assistendo… sapeva dove stesse andando sua madre.

 

Non capiva però perché avessero voluto mostrargli quel ricordo che era sempre stato rinchiuso in qualche angolo della sua memoria a lungo termine, troppo lontano per poterlo ricordare.

 

Uscendo dal parco che avevano attraversato Markus piegò le labbra in una smorfia, sapendo dove lo stesse portando: non aveva alcun ricordo dell’orfanotrofio, ma quando i suoi genitori adottivi gli avevano detto che non era loro figlio biologico lui aveva voluto vedere dove l’aveva lasciato sua madre, anche solo dall’esterno.

 

Mentre sua madre attraversava la strada per avvicinarsi ai cancelli Markus strabuzzò gli occhi, accorgendosi di qualcosa che era appena apparso sul marciapiede opposto: una scritta, di nuovo.

 

Puoi fermarla, se vuoi

 

Fermarla… poteva davvero impedirle di abbandonarlo?

Purtroppo però il tempo non si fermò e tutto stava andando troppo velocemente per lui…. Non sapeva cosa fare.

 

Aveva immaginato molte volte di conoscere sua madre, capire perché non aveva voluto tenerlo… Però amava moltissimo i suoi genitori e non avrebbe mai voluto perderli.

 

Cosa doveva fare?

 

Fece per seguirla, attraversando la strada deserta mentre un mare di pensieri gli riempiva la mente: non riuscì mai a spiegarsi il motivo, ma in qualche modo vide cosa sarebbe successo se avesse davvero fermato quella donna.

 

Vide sua madre adottiva piangere seduta su un divano con il padre affianco, che la abbracciava… perché non poteva avere figli.

Vide se stesso, cresciuto con la sua vera madre ma ricevendo meno affetto rispetto a quanto glie ne avessero dato.

Si vide diverso, proprio per questo motivo: cresciuto in modo diverso, dalla sua vera madre ma con meno amore…

 

Tutto accade per un motivo… lo diceva sempre, sua madre. La sua vera madre…

 

Improvvisamente Markus si fermò, non curandosi di averlo fatto proprio in mezzo alla strada e tenendo lo sguardo fisso su quella donna dai capelli biondi che tanto gli somigliava… Ma che non avrebbe mai conosciuto e forse era giusto così.

 

No, non la voglio fermare

 

Aveva appena pensato quelle esatte parole quando tutto si fermò intorno a lui: sua madre rimase immobile sul marciapiede ma Markus potè farci caso solo per un istante.

 

Dopo pochi secondi tutto divenne nuovamente bianco, costringendolo a chiudere gli occhi.

 

E’ stato bello rivederti, anche solo una volta… Ma va bene così

 

                                                                                         *

 

Imprecò mentalmente, afferrando la maniglia e provando a spingere…. Ma nulla, la porta era chiusa.

Sbuffò prima di rendersi conto che quella porta era familiare… molto familiare.

 

Si voltò lentamente, deglutendo a fatica e sapendo che cosa stava per vedere… se era davvero lì, allora non c’era altra possibilità.

Un sorriso amaro increspò le labbra del ragazzo al trovarsi davanti suo padre di qualche anno più giovane, che urlava contro un bambino dai capelli scuri.

 

Guardò se stesso circa dieci anni prima: il bambino teneva il capo chino, le mani dietro la schiena completamente sporche di colore… Si, ricordava quella sera. La ricordava davvero bene… Gli era rimasto particolarmente impresso il modo in cui suo padre aveva reagito quando era tornato a casa e ava trovato il parquet di mogano dell’ingresso quasi completamente ricoperto di vernice blu e rossa che il piccolo Jake aveva rovesciato giocando a rincorrersi con Jonathan, inciampando sui barattoli lasciati in un angolo dai pittori che stavano ridipingendo la stanza.

 

Suo padre gli disse di guardarlo… Bisogna sempre guardare negli occhi con chi parli, specialmente se ti sta rimproverando… Specialmente se è superiore a te. Aveva sentito quelle parole milioni di volte...

Il bambino non si mosse, gli occhioni azzurri lucidi che divennero visibili a lui e all’uomo quando gli prese qualche ciocca di capelli, costringendolo ad alzare lo sguardo.

 

Jake contorse la mascella, non sapendo cosa fare mentre non riusciva a staccare gli occhi da quello spettacolo familiare… Voleva non guardare, ma non ci riusciva. Era come pietrificato.

Rimase impassibile di fronte alla prima sberla che lo colpì in pieno viso… ma gli sembrò quasi di sentirlo davvero, uno schiaffo.

Guardò il ragazzino che corrispondeva a lui dieci anni prima voltarsi di nuovo verso il padre… Fu davvero strano, però lo vide chiaramente: non aveva mai visto tanto odio nello sguardo di nessuno.

 

“Si può sapere perché non mi ascolti mai? Devi imparare a portare più rispetto, ragazzino.”

 

Aprì la bocca per dire qualcosa, in preda alla rabbia, ma il secondo schiaffo lo colpì nuovamente in pieno viso, lasciandogli un segno rossastro sulla guancia.

Jake guardò se stesso mordersi il labbro mentre abbassava lo sguardo, trattenendosi per non piangere proprio mentre una scritta compariva sul muro dietro il bambino:

 

Nemmeno tuo padre dimentica o perdona

Vuoi essere come lui?

 

No, certo che no. Non sarò mai come lui.

 

Non appena ebbe pensato quelle parole la scritta sul muro cambiò, cedendo il posto a una sola parola:

 

Sicuro?

 

 Il ragazzo non fece in tempo a fare nulla: ebbe appena il tempo di rendersi conto che il ricordo intorno a lui si era bloccato prima che la porta alle sue spalle si aprisse, portandolo istintivamente a voltarsi. Socchiuse immediatamente gli occhi di fronte alla luce bianca, chiedendosi mentalmente dove lo volessero portare ancora... poteva solo sperare di non dover rivivere il giorno in cui era stato punto all’occhio da una medusa.

 

                                                                                   *

 

Scarlett teneva gli occhi fissi sulla porta della Sala da Pranzo da quasi dieci minuti… probabilmente alcuni suoi compagni stavano cominciando a pensare che si fosse incantata, ma non le importava: possibile che Jake fosse sparito nel nulla?

 

Non lo vedeva da almeno due ore… Aveva pensato che si fosse rintanato da qualche parte nel parco e che si sarebbe fatto vivo a cena, ma a quanto pare si sbagliava… Miller doveva ancora fare la sua comparsa.

 

In compenso la Caposcuola vide la sua migliore amica entrare, con l’aria stanca e i capelli ancora umidi… Probabilmente era appena uscita dalla doccia dopo l’allenamento.

Hailey la vide e le si avvicinò, lasciandosi cadere sulla sedia accanto all’amica e sbuffando:

 

“Ciao Scarlett… Stai cercando qualcuno?”

 

“Si, Non trovo Miller! L’hai visto al campo per caso?”

“No… Anche io non so dove sia Markus, non l’hanno più visto nemmeno Aleksandur e Marlena… Ma dove diamine si saranno cacciati?”

 

Scarlett non rispose, riflettendo sulle parole dell’amica per un attimo. Nemmeno Hailey parlò, restando in silenzio proprio come la Tuonoalato: nella mente delle due balenò lo stesso pensiero, tanto che si voltarono l’una verso l’altra con gli occhi sgranati:

 

“No sarà mica…”

 

“La Seconda Prova!”

 

                                                                                    *

 

“Vuoi davvero dirmi che sei ancora rilassato Luke? Perché non ci credo proprio.”

 

Abby sbuffò, lanciando un’occhiata torva in direzione della porta nella speranza di vedere la sua frizzante amica spuntare da dietro l’angolo, sorridente prima di raccontare una qualche storia assurda su come era rimasta chiusa da qualche parte.

 

“Ok, ti devo dare ragione… Len sembra sparita nel nulla e nessuno l’ha più vista da Pozioni. Ma dove diamine si sarà cacciata?”

 

“Non lo so… Non ne ho idea. Magari in questo momento se la sta ridendo, immaginandoci in pensiero per lei. O è così o le è davvero successo qualcosa.”

 

Abby sospirò, guardando il piatto vuoto senza aver nessuna voglia di riempirlo: non aveva per niente fame, le si era chiuso lo stomaco nelle ultime due ore… Non faceva che pensare a Len e a dove potesse essere finita.

 

Sfortunatamente né Abby né Lucas potevano immaginare che entrambe le opzioni erano errate… Ma lo scoprirono presto, quando la Holland si alzò dal tavolo degli insegnanti per avvicinarsi a loro:

 

“Ora che ci penso… Ha parlato con Marlene prima che sparisse chissà dove.”  Lucas ebbe appena il tempo di mormorare quelle parole prima che l’insegnate si fermasse davanti ai due con l’aria di chi sta facendo qualcosa che vorrebbe evitare:

 

“Wallaby, Palmer… Andate in infermeria, per favore.”

 

“Infermeria? Marlene sta male per caso?”   Lucas strabuzzò gli occhi, parlando in tono decisamente allarmato mentre Abigail praticamnete scattava in piedi senza nemmeno aspettare la rispoosta della Holland, che comunque non arrivò visto che la donna non disse nulla, spostandosi invece verso il tavolo occupato da Scarlett ed Hailey per dire la stessa cosa anche alle due ragazze.

 

“Lascia stare… Andiamo, muoviti!”   Lucas si alzò, seguendo l’esortazione di Abigail e avvicinandosi insieme all’amica alla porta della Sala per raggiungere l’infermeria e sapere finalmente cos’era successo alla Grifondoro il prima possibile.

 

                                                                             *

 

Markus riaprì appena gli occhi, tenendoli socchiusi per riabituarsi alla luce. Dopo un istante di stordimento riuscì a distinguere le voci intorno a lui, udendo distintamente Marlena dire:

 

“Ha aperto gli occhi!”

 

Un istante dopo Markus si ritrovò stretto in un abbraccio quasi soffocante e il viso sepolto tra una chioma di capelli sciolti.

Una risata appartenente di sicuro ad Alek gli fece aprire gli occhi, giusto in tempo per vedere Hailey staccarsi leggermente da lui per poterlo guardare in faccia e sorridendogli:

 

“Finalmente! Stavi giocando a fare il bell’addormentato?”

 

“Non accetto riferimenti di questo tipo da una che non ha mai visto Toy Story, sappilo.”

 

Hailey gli sorrise prima di chinarsi di nuovo per dargli un bacio a stampo sulle labbra:

 

“Poco male, farò in modo di vederlo.”

 

Markus ricambiò il sorriso, immaginandosela chiaramente intenta a mangiare pop corn e a preoccuparsi per le disavventure di un branco di giocattoli.

Il ragazzo si tirò lentamente a sedere, sorridendo ad Alek e Marlena che erano seduti entrambi su due sedie poste accanto al letto dove l’avevano fatto stendere:

 

“Ma siamo in infermeria?”

 

“Si, vi hanno portato qui dopo la prima ora… Pensavamo ti fosse successo qualcosa, eravamo preoccupati! Stai bene, vero?”

 

Alle parole di Marlena Markus annuì, guardandosi intorno nell’infermeria e scorgendo Jake ancora addormentato su un letto nella corsia di fronte, con Scarlett sedutagli accanto. Anche Marlene stava ancora dormendo e con lei c’erano ovviamente Lucas e Abigail.

 

Solo dopo qualche istante Markus si rese conto appeno di cosa avesse detto l’amica, voltandosi di nuovo verso di lei di scatto:

 

“Aspetta, che? La prima ora? Ma che ore sono?”

 

“Quasi le 20… Credo che in quella specie di limbo dove eravate il tempo passasse più lentamente rispetto alla realtà hai dormito per circa un paio d’ore.”

 

Alek si strinse nelle spalle come se non facesse molta differenza, facendo però sgranare gli occhi all’amico: altro che lentamente… a lui sembrava di aver dormito per mezz’ora al massimo!

 

“Beh, l’importante è che sia finita… E sei anche stato il primo! Ma dicci, che cosa hai dovuto fare? Non abbiamo fatto altro che chiedercelo nell’ultima mezz’ora!”

 

Markus contorse appena la mascella, lanciando ad Alek un’occhiata particolarmente significativa. Lui inarcò un sopracciglio ma fortunatamente Marlena sembrò capire, rivolgendo all’amico un lieve sorriso prima di prendere Alek sottobraccio:

 

“Alek, ho fame! Mi accompagni a prendere qualcosa da mangiare? Magari prendiamo qualcosa anche per il nostro Campione.”

 

“Volentieri, ma non possiamo prima ascoltare Markus?”

 

“Per favore…”         Sia Markus che Hailey sorrisero di fronte agli occhioni dolci che Marlena sfoggiò, sbattendo le lunghe ciglia in direzione del moro. Ovviamente Alek non riuscì a rifiutare, limitandosi a sospirare e annuire:

 

“Va bene… se me lo chiedi così non posso dirti di no.”          Marlena sfoggiò un sorriso soddisfatto mentre si alzava, strizzando l’occhio a Markus prima di allontanarsi insieme ad Alek.

 

Hailey, che era seduta sul letto davanti, rivolse a Markus un’occhiata leggermente scettica quando i due si furono allontanati: la fretta con cui Marlena si era dileguata non le era certo sfuggita… aveva capito che c’era qualcosa sotto.

 

“Sai Ley… Credo di doverti raccontare una cosa.”

 

                                                                              *

 

Non ci mise molto a capire dove fosse… Dopotutto si trovava nella sua strada.

Marlene si ritrovò in piedi su un marciapiede, in una giornata soleggiata e piuttosto calda… Era di certo estate.

Davanti a lei, nella strada deserta, c’erano dei ragazzini che giovano: bambini di età diverse, dai 6 agli 11... Bambini che a lei erano familiari, in qualche modo.

 

In effetti li aveva visti diverse volte… Ma ci aveva parlato raramente, figuriamoci fare amicizia.

 

Gli occhi scuri della ragazza infatti andarono oltre i bambini che giocavano a calcio e si rincorrevano in bicicletta, posandosi su una bambina dai capelli lunghi che era seduta sui gradini del portico di casa sua, tenendosi le ginocchia con la braccia mentre osservava i suoi coetanei con aria quasi imbronciata.

 

Era assurdo… Ma era proprio la sua strada, la sua casa… E quella era lei.

 

Quasi senza riflettere Marlene avanzò, zigzando tra i bambini per evitare di andare addosso e investire qualche vicino di casa. In effetti sembrava che riuscissero a vederla, contrariamente a quanto si sarebbe aspettata… Tuttavia nessuno fermò quella che credevano essere una sconosciuta, lasciandola attraversare la strada per avvicinarsi a… beh, a casa sua.

 

Non era del tutto sicura di cosa doveva fare, ma sentiva di doversi avvicinare ad una versione bambina di se stessa.

Una bambina che si sentiva diversa e forse anche un po’ sola.

 

“Ciao. Posso sedermi vicino a te?”

 

Sorrise e la bambina la guardò con curiosità prima di annuire quasi con incrudeltà:

 

“Grazie… perché non giochi con quei bambini?”

 

“Mi prendono in giro… Dicono che sono strana.”     La “piccola” Marlene appoggiò il capo sulle ginocchia, piuttosto imbronciata mentre guardava i suoi vicini di casa ridere e divertirsi.

Marlena invece sorrise, sapendo perfettamente come si sentiva… Ricordava benissimo quella sensazione. Era sempre stata molto socievole, ma aveva faticato a fare amicizia davvero prima di Hogwarts… Poi, fortunatamente, aveva incontrato Abby sull’Espresso per Hogwarts.

 

“Sai… Ho sentito che tutte le persone miglior sono un po’ strane, non è necessariamente un difetto. E forse puoi farlo capire anche a loro. Finché te ne starai qui non farai amicizia con nessuno, fidati.”

 

“Tu chi sei? Non ti ho mai vista qui.”

 

“Beh… Non vivo qui, sono solo… di passaggio.”

 

Marlene si strinse nelle spalle, sforzandosi di sorridere di fronte alo sguardo curioso della bambina. Sfortunatamente sapeva che molto probabilmente si sarebbe messa a farle mille domande sul perché si trovasse lì, così la ragazza si affrettò a parlare di nuovo, senza darne il tempo alla bambina:

 

“Quando ero piccola non avevo molti amici… Ma poi le cose sono cambiate, fortunatamente. Però non devi aspettare per forza tanto tempo, puoi fare in modo che le cose vadano diversamente.”

 

“E come?”

 

“Beh, forse non andrà bene… Ma puoi provarci: vai a parlare con quei bambini, chiedigli se puoi giocare con loro.”

 

“E se mi dicono di no? Una volta Jeremy mi ha detto che sono troppo bassa per andare sulla sua bici!”

 

Già, me lo ricordo… Stronzo di un Jeremy!

 

“Beh, se anche fosse… Crescerai presto. Sii coraggiosa, nessuno ha mai combinato nulla standosene seduto sotto un portico… E un giorno ti succederanno un sacco di cose fantastiche… Avrai degli amici meravigliosi e arriverà il momento in cui ti farai valere.”

 

 Le sorrise e per un attimo la bambina non disse nulla, tornando a posare lo sguardo sui ragazzini che giocavano sotto il sole, in mezzo alla strada.

 

Non sarebbe stato male se qualcuno, anni prima, le avesse detto quelle parole… Di certo le sarebbe stato d’aiuto. Nessuno aveva mai pensato ad incoraggiarla, forse poteva pensarci lei.

 

“Va bene, ci proverò…”   La bambina sospirò prima di alzarsi e Marlene le sorrise, intimandole di sorridere perché… beh, perché una persona che sorride ispira molta più positività e simpatia, l’aveva imparato molto tempo prima.

 

“D’accordo… Ah, dimenticavo: io mi chiamo Len!”

 

La bambina si voltò di nuovo verso di lei, rivolgendole un sorriso allegro che venne ricambiato prima che girasse sui tacchi, avvicinandosi di corsa al gruppo di ragazzini con i capelli scuri luccicanti sotto il sole che le ondeggiavano sulle spalle.

 

“Si, anche io mi chiamo Len.”

 

Marlene sorrise e si alzò dai gradini, scendendo di nuovo sul marciapiede senza guardare cosa stava succedendo a pochi metri da lei, sull’asfalto nel bel mezzo della strada. Iniziò invece a risalire la familiare strada, non volendo assistere… Non sapeva perché, ma le sembrava quasi giusto così, non sapere come sarebbe andato a termine il tentativo di quella piccola, un po’ insicura bambina.

 

Dopo qualche passo la luce divenne sempre più insistente e Marlene socchiuse gli occhi fino a farli diventare due fessure, rendendosi conto quella luce stava diventando sempre più innaturale… Non erano più raggi solari, bensì una fortissima luce bianca.

Forse ci aveva messo più del dovuto... Ma alla fine l'aveva tirato fuori, il coraggio.

 

                                                                                     *

 

La luce finì coll’affievolirsi, ma Jake tenne comunque gli occhi chiusi. Ci mise qualche istante a rendersi conto che non era in piedi, bensì steso su qualcosa di morbido… un materasso.

 

Dopo che lo sgabuzzino di casa sua era sparito si era ritrovato catapultato in una specie di futuro, vedendo una versione di se stesso più vecchia di qualche anno, forse 10. E quello che aveva visto… beh, non gli era piaciuto per niente.

 

Un uomo ricco, un po’ freddo… Una persona incapace di cambiare idea, di lasciarsi qualcosa alle spalle o di perdonare degli errori. In fin dei conti suo padre non ammetteva sbagli, lui lo sapeva meglio di chiunque… E l’ultima cosa che voleva era diventare come lui, circondato da persone che più che amarlo lo temevano e basta.

Non c’era stato bisogno di qualche altro messaggio, Jake aveva capito benissimo: probabilmente sarebbe davvero diventato così, con una vita grigia, se non si fosse veramente liberato del peso che aveva segnato la sua infanzia. Di certo parlandone con Scarlett aveva alleggerito il carico, ma per annullarlo completamente doveva dimenticare, andare avanti.

 

Riaprendo gli occhi Jake ebbe quasi paura: chissà dove l’avevano spedito.

Si acciglio invece nel trovarsi ad osservare un soffitto familiare… Possibile che fosse ad Ilvermorny?

 

Il ragazzo si mosse leggermente abbassando lo sguardo e sorridendo istintivamente nel trovarsi davanti una persona familiare e rassicurante, al contrario di quello che aveva vissuto precedentemente.

 

Scarlett era seduta su una sedia accanto al letto dell’infermeria dove l’avevano fatto stendere, il capo chino mentre si teneva la testa tra le mani.

 

Senza riuscire a resistere Jake mosse il braccio, allungando una mano verso la ragazza e attorcigliandosi una ciocca di capelli intorno al dito.

 

“Che cosa c’è Scarlett? Sei preoccupata per qualcuno?”

 

Sorrise appena nel vedere la ragazza alzare il capo di scatto, guardandolo con tanto d’occhi prima di sorridere a sua volta e sporgersi verso di lui, abbracciandolo di scatto:

 

“Finalmente! Sono qui da ore… Pensavo non ti saresti svegliato fino a domani e la Holland ha detto che restare incoscienti a lungo può avere effetti…”

 

Scarlett però non finì la frase mentre si staccava leggermente da lui, restando seduta sul materasso e con il viso a pochi cm dal suo. Jake le appoggiò un dito sulle labbra per zittirla, accarezzandole il volto e sorridendo:

 

“Ti ho fatto una domanda Rossa… E a me piace ottenere risposte: eri preoccupata per me?”

 

“Vuoi proprio sentirmelo dire, verso?”

 

“Già…”     Jake sorrise con aria divertita mentre lei lo guardava con un mix di esasperazione, affetto e dolcezza:

 

“Si testa di rapa, ero preoccupata per te. Markus si è svegliato da circa dieci minuti, Marlene dorme ancora.”

 

“Beh, almeno non sono stato l’ultimo… Dov’è la Stevenson?”

 

“Nel suo ufficio, la Holland ha detto che sarebbe venuta insieme a Corner e la Wagner quando vi sareste svegliati tutti e tre.”

 

“Speriamo che anche Marlene torni cosciente presto, allora. E’ stata una Prova strana, quasi quasi preferivo l’Ashwinder.”

 

“Ti va di raccontarmelo?”

 

“Ho scelta forse?”

 

“Ovviamente no… Ma dovevo almeno fingere di chiedertelo.”

 

                                                                                   *

 

“Ragazzi… apprezzo la vostra preoccupazione, ma così rischiate di uccidermi sul serio, altro che Prova…”

 

Le parole speranzose di Marlene risultarono vane e la ragazza si ritrovò comunque stretta in un abbraccio soffocante da Lucas e Abigail, che le erano quasi saltati addosso non appena aveva aperto gli occhi.

 

“Taci! Abbiamo passato le ultime ore nell’ansia più totale, quindi ora zitta e fatti abbracciare!”

 

Il tono di Abby era così serio che non ebbe proprio il coraggio di ribattere, sospirando e lasciandosi abbracciare finché la rossa non si staccò, guardando l’amica con sollievo mentre Lucas continuava a stringerla tra le braccia, baciandola sulla nuca e sulla fronte.

 

“Mi spiace, ma non potevo certo avvertirvi… è stata una sorpresa anche per me. Ma sono felice che sia finita… Sono l’ultima ad essersi svegliata?”

 

“Si, purtroppo. Cominciavo a preoccuparmi sul serio.”

 

Lucas quasi sopirò, accarezzandole appena i capelli scuri mentre la ragazza sbuffava, leggermente amareggiata:

 

“Grandioso… e pensare che l’altra volta ero stata la prima!”

 

“Non è grave Len, non si basano solo sul tempo dopotutto…”

 

“Lo so Abby, speriamo bene… Che ore sono?”

 

“Quasi le 9… perché?”

 

“Perché io ho fame, diamine! Ucciderei per un panino…”

 

                                                                            *

 

“A che ti servono carta e penna?”

 

Hailey inarcò un sopracciglio mentre frugava nella sua borsa, sorpresa dall’inusuale richiesta che le aveva appena fatto Markus, dopo averle raccontato della sua famiglia e di essere stato adottato quando era molto piccolo.

 

“Voglio scrivere una lettera alla mia famiglia… Per ringraziare i miei genitori, questa Prova mi ha ricordato che non è sempre scontato voler bene ai propri figli. Il sangue non è tutto, decisamente.”

 

Hailey sorrise, intenerita dalle parole del ragazzo mentre appoggiava sul comodino posto accanto al letto una piuma e un rotolo di pergamena. In realtà si era quasi sentita stupida quando Markus le aveva detto dei suoi genitori… In tutti quei mesi non si era accorta di nulla, senza sospettare niente… Markus era stato bravo a non accennare mai a niente e a non destare alcun dubbio.

 

“Sono sicura che siano persone fantastiche, visto che ti hanno cresciuto… Ora scusa ma devo andare, la Holland mi sta fulminando con lo sguardo e immagino che tra poco la Stevenson arriverà per i punti ora che si è svegliata anche Marlene… Ci vediamo domani, Campione!”

 

“Buonanotte Ley.”  

 

La Serpecorno si sporse leggermente per dargli un baio a stampo e lui le rivolse un sorriso, guardandola alzarsi per poi avvicinarsi alla porta dell’infermeria insieme a Scarlett, che aveva appena salutato Jake a sua volta.

Distogliendo lo sguardo Markus posò gli occhi sulla pergamena appoggiata sul suo comodino temporaneo, ripromettendosi mentalmente di scrivere ai suoi genitori non appena avessero assegnato i punti: sentiva quasi il bisogno di ringraziarli e di dire a sua madre… beh, che le voleva bene.

 

 

 

 

 

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Angolo Autrice:

Buongiorno! So di averci messo più del solito, ma ci ho messo parecchio a scrivere questo capitolo... Spero che vi sia piaciuto, comunque. 

Domanda per voi, e questa volta dovete rispondere tutti: nel prossimo capitolo ci sarà la penultima partita... tra Wampus e Magicospino. Chi volete che vinca?

Detto questo vi saluto... a presto!

Signorina Granger

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Capitolo 26
*** Magicospino - Wampus ***


Capitolo 25: Magicospino – Wampus 

 
Domenica 10 Marzo  


“Buongiorno! Studi?”     Hailey sorrise con fare allegro, sedendosi sulla sedia vuota accanto ad una Scarlett leggermente nervosa che teneva sul tavolo un fascio di appunti. 

“Mi tocca... Ma chi è l'idiota che ha programmato il test di fine trimestre il giorno dopo una partita?” 

“Beh, come hai detto tu... Un’idiota. Ne deduco che non verrai a vedere la partita...” 

“Ho il programma di due mesi e mezzo da ripassare di Pozioni... Credo che salterò questa partita, visto che non potrò mancare alla prossima.” 

“Ovvio che non mancherai, gioca la tua migliore amica!” 


Hailey sorrise quasi con aria soddisfatta e Scarlett si trattenne dal sottolineare un minuscolo dettaglio: all'ultima partita dell'anno avrebbe giocato anche Jake... In effetti prevedeva già qualche bufera, anche se mancavano ancora due mesi. 

“Tu vai alla partita?” 

“Devo! Gioca Wampus, se non vado e faccio il tifo mio fratello mi disconoscerà! E allora saranno delle vacanze di pasqua molto tristi... Parlando delle vacanze, in effetti... Hai pensato alla mia proposta?” 

“Beh... Un po’.”    Scarlett abbassò lo sguardo, sperando quasi di potersi nascondere sotto al tavolo mentre Hailey la guardava con un sorrisino stampato in faccia, non vedendo l'ora di incastrarla:

“Quest’anno non mi sfuggi, tesoro. A Natale ti sei salvata, ma questa volta verrai a casa mia per le vacanze... E non accetterò un no come risposta. Ora scusa ma devo andare a prendermi un posto in prima fila... Ci vediamo a pranzo!” 

La Serpecorno si alzò e quasi saltellò allegramente verso la porta della Sala da pranzo, senza dare il tempo all'amica di replicare.
Scarlett sbuffò, scuotendo il capo prima di tornare ai suoi appunti:

Qualcosa le diceva che non avrebbe avuto scelta, quell’anno. 


                                                                       *


“Basta studiare! Vieni con me, coraggio!” 

“Cosa? No, non ci vengo alla partita... Devo ripassare!” 

“Ti andrà in pappa il cervello, testona!” 


Markus sospirò, tenendo gli occhi chiusi mentre si massaggiava le tempie con due dita, cercando invano di rilassarsi: aveva passato il fine settimana in un ripasso micidiale è stressante... Sentire quei due discutere di continuo di certo non aiutava il suo mal di testa. 

Sembrava che lo studio avesse reso tutti più irritabili, compresi Alek e Marlena che negli ultimi due giorni avevano discusso praticamente per tutto, dal posto a lezione, dalla sedia dove sedersi a pranzo...

“FINITELA! Sono due giorni che discutete, dateci un taglio! Nemmeno i miei genitori discutono come fate voi, e sono sposati da 25 anni!” 

Alek e Marlena si zittirono di colpo, spostando lo sguardo sull’amico che li stava guardando con vena omicida. Dopo qualche istante il ragazzo respirò profondamente e, dopo aver chiuso gli occhi per un attimo, li riaprì sfoggiando un sorriso rilassato:

“Cosi va meglio... E ora scusate, ma credo che andrò a vedere la partita per distrarmi un po’. Alek, vieni con me?” 


Il moro si limitò ad annuire, ancora leggermente sotto shock dall’esplosione dell’amico: succedeva di rado che Markus perdesse la calma, specialmente se si trattava di loro. 

“Perfetto! Lena, non mi va proprio di costringerti se non vuoi venire... Perciò ci vediamo dopo. Andiamo Alek, altrimenti faremo tardi!” 


Di fronte alla calma quasi preoccupante di Markus Alek non ebbe il coraggio di replicare o protestare, così si alzò e seguì l’amico verso la porta della Sala da Pranzo, lasciando Marlena sola al tavolo.

In realtà la cosa non disturbo affatto la ragazza, che tirò quasi un sospiro di sollievo: se non altro avrebbe potuto studiare in pace e tranquillità.


                                                                              *


“Che cosa ci fai ancora qui Rossa? Ti perderai la partita!”

“L'idea è proprio questa Jake... Preferisco ripassare, almeno la Biblioteca sarà deserta e nessuno mi disturberà.” 

Scarlett si strinse nelle spalle mentre si alzava, mettendosi la borsa in spalla per uscire dalla Sala da Pranzo ormai praticamente vuota visto che molti studenti erano già usciti per raggiungere il campo di Quidditch. 

Jake alzò gli occhi al cielo, non comprendendo la ragazza e il suo ragionamento: come poteva preferire studiare invece di vedere la partita? Lui adorava il Quidditch, ma anche se non fosse stato così di certo sarebbe comunque andato alla partita, giusto per avere un pretesto per non studiare.

“Oh, andiamo... Prendi sempre voti molti alti, di certo ti ricordi quello che abbiamo fatto da Gennaio!” 

“Meglio essere sicuri Jake... Sai, a differenza tua io cerco di non farmi bocciare. Non voglio pensare a com farai domani...” 

“Fortunatamente me la cavo benissimo in Pozioni... Tranquilla tesoro, andrà bene. Ma so che non ti farò mai cambiare idea, quindi... Ci vediamo più tardi, ora vado!” 


Jake rivolse un sorriso alla ragazza, arruffandole i capelli color rame con una mano e ridacchiando appena al vedere la smorfia che le comparve sul volto. 

“Grazie tante...”  Scarlett si sistemò di nuovo i capelli con una mano, guardando il moro allontanarsi a passo svelto per poi sparire dietro la porta aperta della Sala da Pranzo per poi imitarlo, diretta però in Biblioteca anziché al campo. 


                                                                              *


“Ciao Marlena... Posso sedermi qui con te?” 

La polacca alzò lo sguardo, trovandosi davanti una Abigail non esattamente allegra.
La ragazza annuì, rivolgendole un sorriso e invitandola a sedersi al suo stesso tavolo nella Biblioteca semi deserta.

“Grazie... Non mi piace studiare da sola, ma Len e gli altri sono tutti alla partita.” 

“Si, anche Alek e Markus... Non mi dispiace il Quidditch, ma quei due alle partite diventano forsennati. E poi preferisco non prendere Troll domani...” 

Le parole della polacca fecero ridacchiare Abigail, che annuì come se la capisse:

“Già, anche io. Luke e Len adorano il Quidditch... Lui gioca come Portiere e lei ad Hogwarts fa la cronista. Dovresti sentirla mentre guarda una partita! Magari potresti seguire la prossima insieme a noi... Credimi, è un’esperienza difficilmente possibile da dimenticare.” 


“Non ne dubito... Ma temo che Alek e Markus non mi perdonerebbero mai se non guardassi la partita con loro. Credo che mi vedano un po’ come una specie di cucciolo che non devono perdere di vista, non so se rendo l'idea.” 

Marlena roteò gli occhi ma Abigail sorrise quasi con aria di chi la sa lunga, ricordando all’improvviso una conversazione che aveva avuto con la ragazza molto tempo prima:


“Beh, sono carini ad essere protettivi nei tuoi confronti... Ho sempre pensato che siate proprio un bel trio. Se non ricordo male una volta io e Len ti abbiamo chiesto se non ci fosse qualcosa tra te e...” 

“Si, me lo ricordo... Dove vuoi arrivare Abby?”   Marlena sospirò, rivolgendo alla rossa uno sguardo quasi rassegnato: aveva la netta sensazione di sapere cosa stesse per chiederle.


“Oh, niente... Però passate un mucchio di tempo insieme, e credo di avere un po’ di “occhio” per queste cose. Non parlo ovviamente di Markus, ma sei sicura di non piacere a Mr occhioni azzurri?” 

“A-Alek? No! Che dici!”    Marlena sgranò gli occhi, diventando improvvisamente di una tonalità di rosso ben più scura dei capelli della ragazza che le stava sorridendo con aria divertita... Come se avesse appena ottenuto quello che voleva. 

“Beh, ho tirato un po’ ad indovinare... Basandomi su quello che vedo, ovviamente.” 


Il sorrisetto della Tassorosso si allargò notevolmente quando la mascella di Marlena sfiorò il pavimento della Biblioteca, guardandola con gli occhi fuori dalle orbite:

“Aspetta... Esattamente che COSA vedi?” 

“Lo devo proprio dire?”

“SI!” 


                                                                              *


“Andiamo Fabian, muoviti! Devo venire io a passare quella dannata palla?” 


Non ne fu strettamente sicura, ma ad Hailey sembrò quasi di vedere suo fratello lanciarle un’occhiataccia mentre sfrecciava sopra gli spalti, rincorrendo la Pluffa che al momento era nelle mani dei Cacciatori di Magicospino. 

La Serpecorno sbuffò appena, scuotendo il capo quasi con esasperazione: ovviamente tifava per suo fratello, anche se forse era un po’ ipocrita visto che aveva battuto la sua squadra nella partita precedente... Ma assistere a quella partita le aveva fatto venire una gran voglia di scendere in campo e smuovere un po’ le acque. 

Magicospino era in testa per 90 a 60... E anche se non riusciva a spiegarsi chiaramente il motivo, non le piaceva l'idea che il suo fratellino perdesse... Se non contro di lei, ovviamente. 
In fin dei conti anche vincendo Wampus sarebbe stato in terza posizione... Non era comunque il massimo, ma sempre meglio dell’ultimo posto. 

Quanto a lei... A metà Maggio ci sarebbe stata la finale tanto attesa tra Serpecorno e Tuonoalato... Esattamente come nella prima partita dell'anno, ad Halloween. 

In quel primo incontro avevano vinto loro... Di certo gli avversari avevano tutta l'intenzione di prendersi la rivincita accaparrandosi la Coppa, ma Hailey di certo non se la sarebbe fatta soffiare da sotto al naso tanto facilmente. 


                                                                          *


“Non capisco proprio perché Abby non sia venuta alla partita con noi! Come fa a voler studiare, stranamente c'è anche il sole oggi... Finalmente sta arrivando la Primavera, non se ne poteva più del grigiore invernale.” 

“Già... È davvero strano essere già a Marzo, pensa che mi sembra ieri che era il tuo compleanno e siamo arrivati qui.” 

“Non me ne parlare... I M.A.G.O. si avvicinano, non voglio pensarci!” 

Un brivido attraversò la schiena di Marlene, che piegò una smorfia al sentire le parole di Lucas: anche per lei era lo stesso, le sembrava fosse passata meno di una settimana dal suo compleanno... E invece era ad Ilvermorny da più di quattro mesi e ne mancavano solo poco più di tre al Diploma. 

“Si, buona idea... Non pensiamoci e godiamoci la partita, è meglio. Se penso che Grifondoro ha perso contro Serpeverde la settimana scorsa... Che nervoso.” 

“Non me ne parlare... Se ci fossi stato tu di certo non sarebbe andata così.” 


Lucas si strinse nelle spalle alle parole di Marlene, tornando a guardare la partita sopra di lui:

“Pazienza Len... È andata così. Di certo però non sono pentito di essere venuto qui, nonostante abbia dovuto lasciare la squadra per l'ultimo anno. Insomma, stare sette mesi senza la mia Lennie? Sarei diventato matto di sicuro.” 

Marlene sfoggiò un sorriso, avvicinandoglisi per abbracciarlo e alzandosi in punta di piedi per dargli un bacio su una guancia, approfittando che il ragazzo fosse leggermente chinato in avanti tenendo le braccia appoggiate alla ringhiera. 


“Come sei carino... Anche tu mi saresti mancato moltissimo, ovviamente. Chi l'avrebbe detto, il Calice ha scelto me alla fine! Scommetto che ad Hogwarts sono tutti ammutoliti alla notizia, di certo si aspettavano che venissi scelto tu, o magari Johnny. Non fare quella faccia, sai di cosa parlo: un sacco di persone mi ritengono un’ingenua a scuola...” 

“Solo perché hai un carattere molto allegro e sei un po’ – anzi molto – goffa... Non si sono mai fermati a conoscerti sul serio, a differenza mia o di Abby.” 

“Lo so Luke... E non ve ne sarò mai grata abbastanza.” 


Marlene sorrise, stringendo un braccio del ragazzo e appoggiando il capo sulla sua spalla mentre sopra di loro Fabian Silverstone segnava, portando il punteggio a 90 a 80 per Wampus. 

“Secondo te chi vincerà?” 

“Non saprei... Wampus. Tu Luke?” 

“Non so, io dico Magicospino. Ci giochiamo qualcosa?” 


“Se vinco io a pranzo non mangerai alcuna fetta di pizza, ci stai?” 

Marlene sollevò il capo per guardare il ragazzo in faccia, sorridendogli. Sapeva per certo che Luke non avrebbe rifiutato una scommessa di quel tipo... Anche se c'era in ballo il suo grande amore, ovvero la pizza. 

Lo vide contrarre la mascella, esitando per un attimo prima di rispondere:

“Ok, ci sto. Se vinco io, per te niente torta.” 

A quel punto Lucas non poteva far altro che sperare nella vittoria di Magicospino... Sarebbe stato decisamente frustrante vedere Johnny, Len, Sam e Abby mangiare la pizza senza poterli imitare.


                                                                                *


“Ok, vediamo se ho capito... Quindi secondo te Alek avrebbe una cotta per me.” 

“Esattamente. Non è un concetto difficile dopotutto! Davvero l'idea non ti ha mai sfiorata?” 

Abigail inarcò un sopracciglio, guardando la ragazza con aria divertita. Marlena invece si strinse nelle spalle, accigliata mentre rimuginava su quanto le aveva appena detto la Tassorosso:

“Non saprei... Siamo amici da un sacco di tempo. Non ci sono mai stati muri tra di noi, siamo sempre stati molto legati. Anche se forse quest’anno il suo comportamento è un po’ cambiato, in effetti.” 

“Beh, vi vedo quasi sempre insieme! A volte magari senza Markus, ma voi due siete spesso appiccicati...” 

“Mi piace stare con lui. Mi fa ridere, anche se a volte non lo dò a vedere e lo rimprovero... È un po’ il nostro gioco.” 

Marlena sorrise quasi senza volerlo, appoggiandosi allo schienale della sedia mentre pensava a tutti i battibecchi che aveva quasi costantemente con Alek per poi “fare pace” nel giro di pochi secondi, scambiandosi un sorriso e fare finta che non fosse successo niente. 


Quel sorriso spontaneo non sfuggì agli occhi di Abigail, che inarcò un sopracciglio e glielo fece notare con tono puntiglioso:

“Hai sorriso.”

“Eh? Si beh, non vuol dire nulla!” 


“Oh andiamo Marlena, sii seria! È un bel ragazzo, è simpatico... E si comporta molto bene con te, perché non dovrebbe piacerti?” 

Marlena non disse nulla, riflettendo per un attimo sulle parole della ragazza: in teoria non c'era alcun potevi per cui Alek non poteva piacerle... 


“Io... Non lo so. Non mi piace... Credo.” 

“Beh, se non altro quel credo mi solleva: siamo sulla buona strada.” 


                                                                         *


“Eccoti qui, ti cercavo!”  Scarlett alzò lo sguardo, sorridendo alla vista di Jake che si stava avvicinando al tavolo con le mani infilate nelle tasche dei pantaloni blu della divisa:

“Ciao... Allora, chi ha vinto?” 


“Wampus. Stai ancora studiando Rossa?” 

“Credo che ne avrò fino a stasera, a dire il vero...”    La Caposcuola sospiro, abbassando lo sguardo sui suoi appunti mentre Jake sedeva accanto a lei, guardandola con aria divertita come se stesse facendo qualcosa di semplicemente assurdo si suoi occhi:


“Non ti capisco proprio... Non sono gli esami finali, non serve studiare tanto!”

“Beh, ad ognuno le sue opinioni. Ma voglio che tu sappia che non ti suggerirò nulla domani.” 

Scarlett gli rivolse un sorriso dolce, allungando una mano per accarezzargli i capelli scuri e facendogli sgranare teatralmente gli occhi chiari:


“Non te l'avrei mai chiesto! Per chi mi hai preso?” 

“Raccontala a qualcun altro Miller... per chi mi hai preso?” 


                                                                           *


“Allora... Tanto per sapere, quando pensi di dire a Lena quello che provi? Perché sono stanco di vederti fare gli occhi a cuoricino non appena lei si volta...” 


Markus parlò quasi distrattamente, sistemandosi la manica della camicia mentre Alek quasi sputava la Burrobirra che stava bevendo mentre tornava al castello insieme all’amico, dopo la partita. 

“Ma quali... Quali occhi a cuoricino, non esageriamo adesso!” 

“Pensala come ti pare Romeo, ma due volte alla settimana mi sento domandare – dici che a Marlena piaccio o mi vede solo come un amico? –... Secondo me le piaci.” 

“Lo pensi davvero o lo dici solo per convincermi?” 

“Non te lo dico... Ma tu vedi di farti avanti in fretta o prima o poi capirà tutto origliando le nostre conversazioni notturne!” 


“Senti, non è colpa mia! Non so cosa pensare... E se a lei io non piaccio finirò col rovinare la nostra amicizia, te compreso! Non saremo più Alek, Markus e Marlena... M a perché è tutto così difficile?” 

“Non saprei... Sembra che tu non abbia alcun problema a dire qualunque cose ad ogni ragazza della Terra... Eccetto Marlena Rosa.” 


“Wow, mi sei proprio d’aiuto...” 


                                                                        *


“Siete pessimi, tutti quanti. Smettetela e mangiate quella pizza, lo state facendo apposta!” 

Lucas sbuffò, incrociando le braccia al petto e fulminando con lo sguardo i suoi amici. Johnny e Sam ridacchiarono, continuando a tenere la loro pizza in bella mostra sul piatto senza però mangiarla, come a voler fare gola al Grifondoro. 


Marlene rivolse al fidanzato un sorrisino divertito mentre Abigail alzava gli occhi al cielo, rifiutandosi di prendere parte a quella specie di scherzo. 

“Oh andiamo Luke... Hai perso la scommessa, non prenderla male! Magari alla prossima partita vincerai tu e io non mangerò la torta... Ma ora puoi passarmi la fetta con il prosciutto, per favore?” 


“Ci puoi giurare Len, la prossima volta vinco io...”   Lucas sbuffò, rivolgendo un’occhiata carica di sfida alla fidanzata mentre le passava, come richiesto, una fetta di pizza. 
La Grifondoro gli sorrise, strizzandogli l’occhio:

“La vedremo Luke, la vedremo...” 


                                                                             *


“Ehilà! Com’è andato lo studio? Nel pomeriggio mi unirò a te purtroppo, ho bisogno anche io di un bel ripasso.”   Hailey sospirò, sedendosi accanto a Scarlett dopo aver pranzato insieme a suo fratello Fabian per festeggiare la vittoria della sua squadra.

“Abbastanza bene, ma ora ho una specie di giungla di Pozioni e ingredienti in testa...” 


“È quello che capita quando si studia troppo... Ve lo dico, fa male!” 

“Per l’amor del cielo Miller, taci e lasciaci fare!” 


La doppia minaccia da parte delle due ragazze sembrò fare centro, perché Jake abbassò lo sguardo sul suo piatto, riprendendo a mangiare senza dire altro: non era solito ascoltare quando qualcuno gli diceva di stare zitto... Ma non era certo stupido ed era meglio arrivare al Diploma con voti bassi che chiuso in una bara per non aver tenuto la bocca chiusa. 


                                                                              *


“Beh, che dire... Visto che non studiamo qui direi che invece di brindare alla vittoria di Wampus dovremmo brindare al nostro Campione rompiscatole, che adesso è anche primo in classifica!”    Alek sorrise, sollevando leggermente il calice per poi essere imitato sia da Markus che da Marlena, che annuì sorridendo:

“Giusto... Siamo fieri di te Bauer. Hai preso 35 su 40 alla Seconda Prova, devi esserne felice.” 

“Beh, lo sono. È bello essere arrivati primi, anche se se la sono cavata molto bene anche Jake e Marlene prendendo 33 e 31... È stata una Prova strana, ma sono felice di averla superata. Mi ha aiutato, in un certo senso... E dalla risposta di mia madre credo che si sia commossa leggendo la lettera che le ho mandato.” 


Markus sorrise, immaginandosi chiaramente la madre leggere le sue parole e commuoversi... Un po’ gli mancavano i suoi genitori in effetti, ma il mese dopo ci sarebbero state le vacanze di Pasqua e avrebbe potuto rivederli. 


“Non so cosa tu le abbia scritto, ma so che sai essere molto dolce quando vuoi... Perciò non mi risulta difficile pensarlo. Anche io dovrei scrivere ai miei genitori...” 

Marlena assunse un’espressione pensiero, non accorgendosi subito dell’occhiata eloquente che le lanciò Markus al sentire quelle parole. 
Quando se ne rese conto la ragazza inarcò un sopracciglio per una frazione di secondo, mettendoci un istante a cogliere l’allusione mentre Alek era rimasto in silenzio, abbassando lo sguardo sul suo piatto e riprendendo a mangiare. 

Dopo un momento Marlena sgranò gli occhi, maledicendosi mentalmente prima di voltarsi verso il ragazzo:

“Cacchio... Alek scusa, non volevo...” 

“Non fa niente Lena, tranquilla.”   Alek sorrise, alzando lo sguardo per posarlo sul volto della ragazza che sembrava sinceramente dispiaciuta mentre allungava una mano verso di lui, appoggiandola sul suo braccio e rivolgendogli un debole sorriso.

A quella visione Markus si limitò ad alzare gli occhi al cielo, chiedendosi mentalmente perché nessuno dei due si desse una mossa. 
Doveva forse mettersi una tuta rosa e fare da Cupido? 


Ovviamente il Campione di Durmstrang non sapeva che una certa ragazza dai capelli color carota ci stava già pensando al posto suo... 














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Angolo Autrice:


Buonasera! Non pensavo di aggiornare tanto in fretta ma a differenza del precedente questo capitolo è stato molto più veloce da scrivere... Spero che vi sia piaciuto, anche se non è molto lungo. 

Grazie per i voti e per le recensioni, a presto! 


Signorina Granger 

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Capitolo 27
*** Non sempre si festeggia ***


Capitolo 26: Non sempre si festeggia 
 
Venerdì 29 Marzo  


Si rigirò nel letto, sbuffando appena mentre teneva gli occhi chiusi quasi a forza.
Non riusciva a dormire, e aveva sempre odiato quando le capitava... La rendeva quasi nervosa, non riuscire a prendere sonno. E considerando che il giorno dopo aveva lezione e avrebbe dovuto alzarsi alle 7:30, la cosa la innervosiva ancora di più. 

Specie,mente perché sapeva benissimo il motivo del perché non riuscisse a prendere sonno... E aveva esaurito la pazienza, a mezzanotte passata. 

“Ok, ora basta...”   Si tirò a sedere di scatto, borbottando a mezza voce mentre scalciava le coperte e si alzava, fregandosene dell'ora tarda. 

Uscì dalla stanza quasi a passo di marcia, avvicinandosi alla porta chiusa da cui riusciva perfettamente a distinguere un paio di voci decisamente familiari. Incredibile come non si sforzassero nemmeno di parlare a bassa voce, come se quasi volessero tenerla sveglia apposta. 

La ragazza alzò una mano e busso energicamente alla porta, causando un breve silenzio dall'altra parte: le voci si zittirono all’improvviso e Marlena restò in attesa, non badando minimamente al fatto di essere in pigiama e con i capelli di certo spettinati. 

Dopo un attimo la porta si aprì leggermente e Markus mise la testa fuori dalla stanza, rivolgendole un sorriso:

“Lena! Ciao... Come mai qui?” 

“E ME LO CHIEDI ANCHE? Sono due ore che parlate di non so cosa, chiudete la bocca  o vi lancio contro una maledizione che qui ad Ilvermorny nemmeno imparano!” 

Marlena incrociò le braccia al petto con aria stizzita, udendo chiaramente una mezza risata proveniente di certo da Alek, anche se non riusciva a vederlo. Markus sfoggiò a sua volta un mezzo sorriso, annuendo con un cenno del capo:

“D'accordo Lena, scusa... Sai, chiacchierare ci concilia il sonno.” 

“Mi fa piacere, ma così rovinate il MIO sonno! Parlate più piano per favore... Ah, dimenticavo...” 

La smorfia colma di irritazione di Marlena si tramutò in un sorriso gentile nel giro di pochi instalo, facendo accigliare leggermente un Markus confuso:

“Buon compleanno Markus. Di al tuo amico di tapparsi la bocca o lo uccido.” 


La ragazza gli si avvicinò per dargli un bacio su una guancia, sorridendogli prima di girare sui tacchi e tornare nella sua camera senza dire altro, anche se la minaccia era comunque ben chiara: non ti affatturo solo perché è il tuo compleanno, ma domani ne riparliamo. 

“Grazie Lena...”  

Markus parlò quasi con tono cupo mentre tornava nella sua camera, chiudendosi la porta alle spalle per poi buttarsi di nuovo sul letto sfatto. 

“Ti ha fatto gli auguri?” 

“Già... Me li fa sempre, non demorde.” 

“Hailey lo sa che è il tuo compleanno?” 


“No... Quando me l'ha chiesto le ho detto che era il 17, sai che preferisco così. Lo sapete solo voi due, Lena è l'unica che mi fa gli auguri oggi e a me va bene. Ora dormi Yavor, altrimenti la dolce Marlena sfonderà un muro e ci ammazzerà entrambi.” 

“Ok, va bene... Notte Markus.”  

Alek si era appena steso prono sul suo letto quando un sonoro colpo fece sobbalzare entrambi, tirandoli a sedere di scatto sui rispettivi materassi:

i due si scambiarono uno sguardo accigliato, capendo cos’era stato solo dopo un paio di secondi: entrambi alzarono gli occhi al cielo e Alek sbuffò, parlando ad alta voce in risposta al tonfo che sembrava aver sbraitato “e allora?” 

“RILASSATI, ORA DORMIAMO! Ma quanto sottili li fanno i muri qui?” 

“Forse troppo...” 


                                                                                   *


“Grazie al cielo è venerdì, non ne posso più delle lezioni... Vorrei che la scuola finisse dopodomani.” 

Le parole di Jake fecero accigliare notevolmente sia Hailey che Scarlett, che bloccò la mano con la tazza a mezz'aria mentre inarca un sopracciglio in direzione del ragazzo, guardandolo con un mix di scetticismo ed esasperazione:

“Ma se tu salti una lezione si e una no! NOI cosa dovremmo dire allora?” 

“Giusto, brava Scarlett! Parlando di lezioni... Qualcuno di voi sa quando iniziando le vacanze? Il mio cervello sta andando lentamente in tilt, ho bisogno di una pausa relax.” 

“Credo che inizino l’8...” 

Jake parlò quasi con aria sognante, immaginandosi dieci giorni dopo in panciolle a non fare niente. Niente lezioni per una settimana, ci voleva proprio.

Hailey invece rivolse un sorriso a 32 denti in direzione di Scarlett, che cerco di nascondersi dietro la sua tazza senza troppo successo visto che l'amica le si avvinghiò addosso a mo’ di koala:

“Non vedo l'ora! Ci divertiremo un sacco insieme Scarlett! Mi raccomando, porta anche Zeus...”

“Ma a tua madre non dispiace?” 

“Ma se mia madre ti adora!” 

“...Intendo per Zeus...” 

“Nah, un cane in più, uno in meno... Dettagli! Così conoscerai anche la mia nipotina... Non la vedo da mesi, sarà cresciuta un sacco...” 


Scarlett rivolse all’amica uno sguardo eloquente, suggerendo le silenziosamente di lasciar perdere il discorso finché Jake sembrava ancora perso nel mondo dei sogni ad immaginare la vacanze di Pasqua. La Silverstone però sembrò non accorgersene, immersa nei suoi pensieri riguardi alla piccola Danielle, chiedendosi come fosse diventata dopo tutti quei mesi in cui non l'aveva vista. 

Jake sembrò risvegliarsi dallo stato di trance all’improvviso, spostando i penetranti occhi chiari da una ragazza all’altra, un po’ accigliato:

“Aspetta un attimo... Silverstone, che hai detto?” 
 
“Niente, vaneggia. Sai, è allergica al polline e siamo in Primavera...” 

Scarlett parlò in tono sbrigativo, scrollando le spalle e cercando di liquidare in fretta il discorso, ma Hailey le rivolse un’occhiata accigliata e replicò, mandando in frantumi i piani della Rossa:

“Ma io non sono allergica al polline! Stavo dicendo, Jake, che non vedo l'ora di andare in vacanza, così vedrò mia nipote e passerò un sacco di tempo a chiacchierare con la Rossa!” 


Hailey sorrise vivacemente, ma si accigliò al vedere l’occhiata omicida che le lanciò l’amica, mandandole un chiaro messaggio:


Ops... Forse non dovevo dirlo 

“Aspetta, aspetta... Vai da lei per le vacanze di Pasqua? Perché non me l'hai detto?” 


Oh capperi, no non che non dovevo dirlo! 


“Beh, ehm... Io vado, vi lascio soli! Ciao, a dopo!”    

Hailey scattò in piedi, sfoggiando un sorriso nervoso prima di darsela a gambe, fuggendo verso il tavolo di Markus. Scarlett la seguì per un attimo con lo sguardo prima di scuotere il capo, tornando a rivolgersi a Jake e sospirando:

“Si... Me lo chiede sempre Jake, non potevo dirle di no. È molto testarda.” 


“D’accordo... Vorrà dire che io me ne starò qui. Tutto solo.” 

Jake sospirò con fare teatrale, alzando gli occhi sulla ragazza e guardandola con aria sconsolata, facendole inarcare un sopracciglio con scetticismo:

“Jake... Pensi davvero che facendomi gli occhioni da cucciolo abbandonato mi convincerai a restare qui con te?” 

“Certo che no. Hai fatto la tua scelta Rossa... So di non poterti far cambiare idea.”  Jake si strinse nelle spalle, abbozzando un sorrisetto prima di concludere la frase:

“E poi non sarò solo, infondo... Un sacco di gente resta qui durante le vacanze pasquali, passerò le vacanze in compagnia di qualche ragazza che morirà dalla voglia di farsi raccontare i dettagli delle Prove. Ora scusa ma devo andare...”   Jake si alzò senza smettere di sorridere, mentre Scarlett assottigliava pericolosamente gli occhi, seguendolo con lo sguardo:

“SCUSA, COME HAI DETTO? Miller, torna qui, credo di non aver capito...” 


                                                                               *


“Ok, allora... In pratica, le cose stanno così: Darcy è innamorato di Elizabeth.” 

“Si.” 

“E lei è innamorata di lui?” 

“Si e no.” 

“Come sarebbe a dire?” 

“Nel senso che lei non lo sa, somaro! Ma non hai mai letto un romanzo rosa?” 

“No Len, ho altri interessi. Ma se lei non sa di amarlo come fanno a sposarsi alla fine?” 

“Beh, perché lei era piena di pregiudizi... Ma poi si accorge di aver preso una cantonata, per farla breve. Hai capito adesso?” 

Marlene rivolse un gran sorriso in direzione di Lucas, che per un attimo non disse nulla, mantenendo un’espressione pensierosa dipinta in volto:
 
“Circa... questi romanzetti sono più complicati di quanto pensassi...” 


“Romanzetti? Non ti permettere di chiamare Orgoglio e Pregiudizio “romanzetto”, Wallaby!” 

Marlene puntò minacciosamente il dito contro il compagno di banco, fulminandolo con lo sguardo mentre Abby spuntava dal nulla dietro ai due, incuriosita dalla conversazione:

“Che succede?” 

“Luke ha chiamato Orgoglio e Pregiudizio “romanzetto”!” 

Lucas alzò gli occhi chiarissimi al cielo, borbottando qualcosa come – quante storie per un libro – mentre la mascella di Abby si snodava fino a sfiorare il pavimento dell’aula di Storia della Magia:

“CHE? Vergognati, Lucas! Come ti permetti?” 

“Ma non ho fatto niente! E poi scusa il tuo banco non è dall'altra parte dell'aula? Come sei arrivata qui?” 

Il Grifondoro inarcò un sopracciglio, facendo accigliare anche Marlene: erano così abituati alla sua presenza che in un primo momento non avevano nemmeno fatto caso a quel piccolo particolare. La rossa di limitò a stringersi nelle spalle, semi-inginocchiata sul pavimento per non essere vista e chiacchierare con i due.

“Sono sgattaiolata, Rollins non se ne accorgerà mai... Ma non cercare di cambiare argomento, biondino: per punizione dovrai leggere il “romanzetto.”. Giusto Len?” 

Le parole di Abby fecero sorridere pericolosamente la mora, che annuì con aria divertita dopo essersi scambiata con l’amica uno sguardo complice:

“Mi sembra doveroso. Luke, ti sei dato la zappa sui piedi.” 

“Oh, ma andiamo... Non leggo quel mattone!” 

“E invece lo farai. E dopo voglio un resoconto molto dettagliato... Entro le vacanze di Pasqua ovviamente.” 

 
Il sorriso di Marlene le conferiva l'aria di chi non ammetterà repliche e Lucas sospirò, chiedendosi mentalmente perché non avesse mai imparato a tapparsi la bocca, quando si trattava di quelle due... Insieme sapevano essere diaboliche, a volte. 


                                                                                  *


“Sai, non ho mai capito del tutto perché si ostina a non voler festeggiare... È pur sempre il suo compleanno.” 

Alle parole di Marlena Alek si voltò verso di lei, trovandola con sguardo pensieroso mentre osservava il loro migliore amico, seduto qualche banco più avanti vicino ad Hailey. 

“Beh, non vuol dire molto infondo. I compleanni non sono sempre piacevoli... Per lui rappresenta qualcosa di doloroso, sai che preferisce festeggiarlo il giorno in cui è stato adottato. Per lui la vita è iniziata in quel momento, immagino.” 


Alek si strinse appena nelle spalle, facendo sentire Marlena un po’ a disagio. In genere non diceva cose sbagliate... Ma ogni tanto le succedeva di dimenticare cos'era successo alla madre del ragazzo e diceva cose che avrebbe preferito omettere due istanti dopo, quando ci rifletteva su.

“Lo so... Però credo che il giorno in cui la vita di qualcuno è iniziata andrebbe festeggiato, sempre.” 

“Dovrebbe essere così. Purtroppo, ci sono dei casi in cui non c'è molto da festeggiare.” 

Alek si strinse di nuovo nelle spalle, abbassando lo sguardo sul testo di Antiche Rune che avrebbe dovuto tradurre... Peccato che si stesse perdendo in chiacchiere. 
Marlena a quelle parole mando a quel paese i propositi di essere carina con lui per via dell’argomento delicato, colpendolo con forza sul braccio:

“Ahia! Perché l'hai fatto?” 

“IDIOTA! Come puoi dire che il tuo compleanno non vada festeggiato? È il giorno in cui sei nato, certo che va festeggiato! Non dire mai più una scemenza simile. E tanto perché tu lo sappia, giuro che al Diploma prendo tuo padre e lo pesto, così impara a metterti in testa certe stronzate! Si hai sentito, ho detto stronzate, che diamine!” 


Alek sbattè le palpebre un paio di volte, metabolizzando ciò che aveva appena sentito e guardando la ragazza girare con veemenza le pagine del libro, come se volesse scaricarci addosso la sua rabbia. 

“Wow... Tanto per sapere, da quant’è che volevi dirlo?” 

“Da anni. E sai una cosa? Non capisco proprio perché TU non l'abbia ancora pestato!” 


“Apprezzo molto il pensiero tesoro, ma tu non pesterai proprio nessuno!” 

“Vogliamo scommettere?”

“Ma sei matta, non vorrei che ti succedesse qualcosa...” 


“Tranquillo, al limite lo trasformerò in un... Colibrì, così non farà più male a nessuno. Sopratutto alla persona più dolce che io conosca.” 


Marlena gli rivolse un sorriso, ignorando che fosse improvvisamente diventato color cremisi prima di tornare a concentrarsi sul testo da tradurre, chiudendo l’argomento:

“Tornando a noi... Fino a che riga bisogna tradurre?” 

“O-otto, credo...” 

                                                                            *


“A cosa stai pensando? È tutta la mattina che sei un po’ distratto.” 

Hailey inarcò un sopracciglio, guardando Markus con aria inquisitoria mentre usciva insieme a lui dall’aula di Antiche Rune. Il ragazzo per tutta risposta si limitò a scrollare le spalle, rivolgendole un lieve sorriso:

“Beh, sono solo distratto, come hai detto tu... Che vuoi farci, è venerdì e questa settimana sembrava non finire mai. E poi non vedo l'ora che inizino le vacanze. Tu tornerai a casa?” 

“Si, e sono riuscita a convincere anche Scarlett! Anche tu vai a casa, vero?” 

Hailey sfoggiò un sorriso vittorioso, decisamente soddisfatta di essere finalmente riuscita ad incastrare per bene la sua migliore amica. In fin dei conti quando tornava a casa dalla sua famiglia si sentiva circondata da uomini... Almeno avrebbe avuto una spalla. 
Markus invece si limitò ad annuire anche se non nascose un sorriso, felice all'idea di tornare a casa: 

“Già... E come te avrò un ospite: mia madre ha insistito per far venire Alek, è convinta che a casa sua sia denutrito!” 

“Perché? Sua madre non cucina?”     La Serpecorno inarcò un sopracciglio, non capendo le parole del ragazzo. Markus si lanciò un’occhiata alle spalle, come per assicurarsi che nessuno fosse in ascolto, prima di schiarirsi la voce e parlare a tono basso, in modo che solo lei potesse sentirlo:

“In realtà... Non ha la mamma, è morta dopo il parto. Ma non dirgli che te l'ho detto, è piuttosto riservato sulla sua famiglia.” 

Hailey si limitò ad annuire, leggermente shoccata da quanto le aveva detto Markus: non aveva mai sentito alcun accenno alla famiglia di Alek in effetti, ma di certo non si sarebbe mai aspettata una cosa simile... E pensare che il 90% delle volte in cui lo vedeva, rideva. 

Triste come a volte le persone che hanno sofferto di più si dimostrino più felici di molte altre. 

“Tranquillo, terrò la bocca chiusa. Senti, parlando di Alek... Ma tra lui e Marlena c'è qualcosa per caso?” 

“Ti prego, sorvoliamo. Non ne voglio parlare.” 

Di fronte alla smorfia più che evidente del fidanzato Hailey abbozzò un sorrisetto, immensamente divertita all’idea... Ma evidentemente lui non era d'accordo:

“Ma dai, è una cosa bella... E sono i tuoi migliori amici, dovresti essere felice per loro! Scusa, perché non fai un po’ il Cupido e li fai mettere insieme?” 


Hailey scoppiò a ridere, inconsapevole del brivido che attraversò la schiena del fidanzato: quella dannata immagine di arco e frecce più tutina ancora lo perseguitava... Maledizione a quell’essere armato di frecce.


“Non ci penso neanche! Ho ben altri a cui pensare... È ora muoviamoci, abbiamo lezione!” 

“Guarda che lo so che vuoi evitare l'argomento, cosa credi?” 

“Hailey, muoviti o finiamo in primo banco, dritti davanti alla Holland.” 

“Per Merlino, hai ragione... Conviene muoversi.” 


                                                                             *


“Non ci posso credere... Ho finito una pozione prima di te! Queste sono soddisfazioni...” 

Un sorrisino comparve sul volto di Jake, facendogli guadagnare uno sguardo truce da parte della Rossa:

“Capirai, per un minuto...” 

“Anche 60 secondi contano, dolcezza. Che vuoi che ti dica, sono naturalmente portato per questa materia... Ho preso O al testa di fine trimestre senza studiare quasi nulla.” 

“Beh, io mi sono ammazzata di studio ma almeno ho preso E. Sarebbe stato a dir poco frustrante prendere meno di te...”

“Lo so che non ti piace perdere Scarlett... Sei molto competitiva.” 

“Già, specialmente se si tratta di TE. Ma al diavolo i voti, sono solo felice che la settimana sia finita... Ho il cervello in pappa, meno male che tra una settimana andremo in vacanza!” 

“Decisamente ci serve una pausa... Se non altro ora abbiamo il fine settimana libero! E non abbiamo nemmeno una verifica prima delle vacanze visto che le abbiamo fatte tutte durante questa settimana.” 

“Come se tu avessi studiato...” 


“Dettagli Rossa. È comunque stressante!”   Scarlett decise di non replicare, limitandosi ad alzare gli occhi al cielo di fronte alla puntualizzazione di Jake. 


“Lasciamo perdere. Senti, riguardo a stamattina... Non te la sei presa perché non resto per le vacanze, vero?” 

“No... Tranquilla, divertiti con Hailey. Mi sarebbe piaciuto stare un po’ con te ma pazienza, in fin dei conti nessuno mi obbliga a restare qui, è una scelta puramente mia.” 

Jake si strinse nelle spalle mentre travasava un po’ del Veritaserum appena preparato in una fiala, con lo sguardo di Scarlett puntato addosso: non era solita rimuginare troppo, ma lui aveva il potere di farla sentire in colpa.

“Così non mi aiuti... Mi spiace saperti qui da solo.” 

“Non è un problema Rossa, a me piace stare da solo. La Pasqua sarà anche una festa familiare, ma non mi dà alcun problema passarla senza parenti, credimi. E poi nemmeno tu torni da tuo padre.” 

“No... È meglio di no. Litighiamo spesso, quando stiamo insieme... E poi non ne varrebbe la pena, credimi: lui lavorerebbe per almeno metà del tempo.” 


Benché si ostinasse a comportarsi come se non le importasse Jake colse una nota cupa e colma di amarezza nella voce della ragazza, che abbassò lo sguardo sul suo calderone per mettere un po’ di Veritaserum dentro una fiala.

“Ehy, ho un’idea. E se ne fregassi un po’ e lo facessimo bere a qualcuno per scoprire cose scomode e imbarazzanti? Potremmo darlo alla Holland!”      Nel tentativo di distrarla Jake sfoggiò un sorriso, attirando la sua attenzione: Scarlett lo guardò con aria accigliata prima di sorridere appena, tornando a concentrarsi sulla sua pozione appena preparata:

“Scusa Jake. Io non faccio cose simili, sono una Caposcuola... Però magari potrei distogliere lo sguardo per un attimo e tu potresti rubarne un po’, approfittando della mia distrazione momentanea.” 

“È per questo che ti adoro, lo sai?” 


                                                                                 *


“Che stai facendo?” 

Marlene si voltò di scatto al sentire la familiare voce di Luke alle sue spalle, rivolgendogli un sorriso innocente prima di stringersi nelle spalle:

“Niente! Perché?” 

“Hai l'aria vagamente sospetta. Si può sapere perché te ne stai dietro un muro? Stai spiando qualcuno?” 

Lucas fece per sporgersi leggermente con l'intenzione di capire chi stesse spiando la ragazza, che però lo bloccò prendendolo per un braccio. 

“Fermo! A differenza tua io passo inosservata!” 

“Che intendi?” 

“Scusa, mi ripeti quanto sei alto?” 

“1.93.”

“Ti sei dato una risposta da solo Luke.”    Marlene alzò gli occhi al cielo, leggermente esasperata alla difficoltà che il ragazzo aveva, a volte, di capire quello che lei voleva dirgli... Anche se essendo venerdì sera, riusciva a capirlo. 

Il Grifondoro invece rivolse un’occhiata carica di curiosità al corridoio gremito di studenti che stavano lasciando le aule dopo la tanto agognata fine delle lezioni, cercando di capire chi stesse spiando Len quando le si era avvicinato:

“Mi spieghi chi stavi spiando?”

“Niente, lasciata stare... Cose mie e di Abby, non capiresti.” 

“Oh Dio... Ti prego, dimmi che non state tramando per far mettere insieme qualcuno.” 

Il tono grave e speranzoso di Lucas fece sorridere la Grifondoro, che lo prese saldamente sottobraccio prima di iniziare a trascinarlo verso le scale:

“Ma che dici Luke! Non intendevo nulla del genere.” 

“Ok, ho capito. Chi sono i malcapitati?” 

“Te lo dico a cena... Muoviti però, sto morendo di fame! E ho sentito in giro che stasera c'è la pizza.” 

“Dici davvero?”   Marlene annuì, cercando di rimanere seria e non ridere di fronte all’espressione stupita e felice del biondo, che sfoggiò un sorriso prima di parlare con aria determinata, iniziando a scendere le scale in fretta e furia:

“Grandioso! E se stasera qualcuno prova a sottrarmela potrei diventare molto nervoso.” 

“Si sì tranquillo, non ti separeremo dal tuo grande amore... Ma rallenta, io ho le gambe corte e se corro sulle scale rischio di scivolare!” 

  
“Len, non è che tu rischi di scivolare quando scendi le scale... Tu rischi di scivolare pure da ferma. Dai Lennie, non fare quella faccia... Sei la prima a definirti goffa! Ok ho capito, sto zitto.” 

A giudicare dall’espressione non esattamente felice dipinta sul volto della Grifondoro, di certo il biondo stava facendo la scelta migliore: tacere. 


                                                                              








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Angolo Autrice: 

In realtà io dovrei ripassare tutti i processi cognitivi, ma scrivere è meglio... 
Sorvolando sul nostro argomento prediletto, lo studio, torno alla storia:

a breve ci saranno le vacanze di Pasqua e vorrei scrivere, per una volta, degli OC in compagnia della loro famiglia... Potreste quindi scrivermi qualche dettaglio su genitori/fratelli? Niente di troppo lungo o complicato, una lieve descrizione fisica e caratteriale. Pensavo di farli tornare a casa tutti, eccetto Jake e Alek che sarà gentilmente ospitato da Markus. 
                            
Detto ciò, ci vediamo con il prossimo capitolo... Solo io trovo strano l'essere già ad Aprile? O.o vola il tempo... 

A presto :D

Signorina Granger 

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Capitolo 28
*** Pesce d'Aprile! ***


Capitolo 27: Pesce d’Aprile! 
 
Lunedì 1 Aprile


Ma perché diamine era diventato tutto verde intorno a lui? 
Markus strizzò leggermente gli occhi, guardandosi intorno leggermente spaesato: in effetti ora che guardava meglio non era tutto verde... Però era senza dubbio immerso nella natura... Era in montagna, nel bel mezzo di un prato. 

“Ma che diamine...”  Scorgendo uno chalet in lontananza il ragazzo si chiese se stesse sognando o se si trattasse per caso di una specie di strana Prova... Ma era già arrivato Maggio? Strano, non ricordava affatto cosa fosse successo durante tutto Aprile... 

Fece per passarci una mano tra i capelli ma si ritrovò a sfiorare qualcosa che teneva in testa... Qualcosa fatto di tessuto: con orrore Markus si tastò il capo, rendendosi conto di aver addosso una sottospecie di fazzoletto. 


Devo smetterla di mangiare lo strudel di sera, mi fa male


All’improvviso qualcosa si materializzò davanti agli occhi del ragazzo, facendogli seriamente prendere in considerazione l'idea di essere impazzito completamente: da dove era spuntata a quella specie di tinozza? E perché all'improvviso teneva in mano del sapone? 

L'avevano forse preso per una lavandaia? Spesso sognando il nostro cervello ci mostra delle immagini che rappresentano dei desideri, anche quelli sepolti nell’inconscio e nella parte più inaccessibile della psiche... Ma quello era decisamente troppo, e di certo fare il bucato non era il suo più grande sogno! 

Fece per lasciar cadere il sapone sull'erba ma quando abbassò lo sguardo la sua attenzione venne catturata da ben altro: Markus Bauer si ritrovò ad osservare con gli occhi fuori dalle orbite quello che indossava, ovvero una stravagante tuta rosa con tanto di pantaloni a vita alta. 

Cos’è, la versione montanara di La Febbre del Sabato Sera? 


Quando si rese conto di avere persino una faretra in spalla carica di frecce e un paio di alette bianche attaccate alla schiena iniziò a sudare freddo, ripetendosi che doveva svegliarsi... E in fretta, quel sogno stava prendendo una bruttissima piega. 


“Markus? Ci sei?” 

Aprendo gli occhi di scatto Markus quasi sobbalzò, tirandosi a sedere sul letto mentre Alek era in piedi accanto a lui, osservandolo con aria quasi preoccupata:

“CHE SUCCEDE?” 

“Niente, ma continuavi a dire cose strane... Del tipo “levatemi questo fazzoletto” e “il rosa non mi dona”. Cosa stavi sognando?” 

“Ho fatto l'incubo peggiore che abbia mai avuto, probabilmente. Ero vestito da cupido e facevo il bucato in montagna!”

Markus piegò le labbra in una smorfia, rabbrividendo ricordando le immagini ormai sfuocate del sogno. Alek lo osservò rimanendo impassibile per un attimo di scoppiare a ridere fragorosamente, sedendosi sul letto per non cadere sul pavimento.

“Hai finito?” 

Markus rivolse alleiamoci un’occhiata stizzita, visibilmente irritato: dopotutto era tutta colpa sua se ora sognava Cupidi a destra e a sinistra! 

“Aspetta, aspetta... tu che fai il bucato vestito da cupido è l'immagine migliore del mondo... Avevi  anche le ali per caso?” 

Alek smise di ridere giusto per riuscire a formulare una frase di senso compiuto prima di riprendere in fretta, rotolandosi quasi sul letto dell'amico che lo fulminò con lo sgaurdo prima di alzarsi, sbuffando:

“Idiota. È tutta colpa tua! Hailey mi ha detto “perché non fai da Cupido ad Alek e Marlena” l'altro giorno, deve essermi rimasto impresso... Piuttosto, datti una mossa a dichiararti, perché IO non ho nessuna intenzione di fare da galeotto.” 

“Non te lo chiuderei mai, tranquillo.”     Markus provò un moto di sollievo mentre Alek lo guardava con cipiglio serio, ma durò solo per un istante visto che il moro scoppiò fragorosamente a ridere di nuovo:

“Dopotutto il rosa non ti dona!” 

“Imbecille.” Markus lo colpì in piena faccia con il suo cuscino prima di alzarsi dal letto e andare in bagno a vestirsi, lasciandolo nel suo attacco di ilarità.

“Dai, non prendertela... Sogniamo tutti cose assurde! Considerando che è il primo di Aprile, forse non sarà la prima cosa strana che ti succederà oggi. A proposito... Vado a svegliare Lena, magari le tiro addosso una secchiata di acqua ghiacciata!” 

“Oh sì, ottima idea... Vedrai che così ti dichiarerà di sicuro il suo amore per te.” 

Alek decise di ignorare deliberatamente le parole dell’amico, uscendo allegramente dalla loro camera con tutta l'intenzione di andare a svegliare Marlena degnamente, considerando che giorno era.

Peccato però che non arrivò mai alla suddetta porta, scivolando infatti sul pavimento del pianerottolo circolare quasi interamente ricoperto di acqua. 

“Vita, perché mi odi?”    Alek sospirò, guardando il soffitto di travi con aria sconsolata mentre la testa dolorante gli pulsava fastidiosamente dopo essere scivolato e aver sbattuto la nuca sul pavimento. 

Un istante dopo il volto di Marlena fece capolino sopra di lui, rivolgendogli un sorriso allegro e luminoso:

“Ciao! Che fai?” 

“Osservavo il soffitto, mi sono svegliato con l’irrefrenabile desiderio di osservare come hanno intrecciato le travi.” 

“Capisco... Vuoi che ti aiuto ad alzarti o continui con la contemplazione?” 

Marlena inarcò un sopracciglio, cercando di mantenersi seria mentre Alek sollevava un braccio nella sua direzione, invitandola silenziosamente a seguire la prima opzione. 
Sorridendo la ragazza gli afferrò la mano, aiutandolo a rialzarsi mentre il moro borbottava contro la sua sfortuna e il pavimento misteriosamente coperto da un sottile strato di acqua:

“Grazie... Ma perché c'è acqua qui?”

“Non saprei proprio dirti... Forse hanno pulito i pavimenti.” 


Il sorriso fin troppo angelico e innocente di Marlena non sfuggì agli occhi di Alek, che la osservò attentamente prima di parlare a bassa voce tenendo ancora la mano della ragazza stretta nella sua. 

“Non ci credo... Mi vuoi ammazzare per caso?” 

“Non lo farei mai... Ma buon Pesce d’Aprile Alek.”      Marlena rise appena, facendolo sbuffare prima di mettere su una specie di broncio, fingendosi offeso: 

“Mi hai fatto male, sai?”   

Di fronte all’espressione offesa del ragazzo Marlena sorrise, annuendo con finta aria compassionevole:

“Oh, povero piccolo...” 

“Smettila, ho sbattuto la testa... Magari mi sono fatto male sul serio e dovrai portarmi in infermeria. In effetti mi gira un po’ la testa... Aspetta, non riesco a stare in piedi.” 

Alek sospirò con aria grave, appoggiandosi alla ragazza e fingendo di perdere i sensi tra le sue proteste mentre Markus compariva a sua volta sul pianerottolo, sorridendo con aria allegra:

“Ciao Lena! Che fate, vi scambiate effusioni?” 

“Che? No! Alek è solo scivolato.” 

Marlena sbuffò, accennando al ragazzo con aria esasperata mentre faceva scivolare la mano da quella di Alek, che fulminò l'amico con lo sguardo come a volerlo rimproverare:


Ma non potevi aspettare cinque minuti?

Cosa dovevo fare, stare nascosto in camera per due ore? 


“Scivolato? Come hai fatto?”   Markus si affrettò a parlare dopo aver lanciato un’occhiata seccata in direzione dell'amico, inarcando un sopracciglio. Il suo tono curioso fece sorridere Marlena con aria innocente, mentre Alek rivolgeva alla ragazza uno sguardo carico di rimprovero:

“Alla dolce Lena è passato per la testa di pulire i pavimenti, a quanto pare. C'era acqua ovunque fino a due secondi fa... Ma l'hai fatta evaporare?” 

“Prima regola per commettere un crimine Yavor: far sparire le prove. E ora andiamo, dobbiamo fare colazione e non voglio fare tardi a lezione!” 

Marlena sorrise, prendendo il moro sottobraccio prima di avvicinarsi alla porta con Markus subito dietro che rideva sotto i baffi: menomale che non era uscito subito dalla camera, altrimenti se la sarebbe fatta lui una bella scivolata.


                                                                        *


“Mi spieghi perché ti stai guardando intorno come se ti seguisse qualcuno?” 

“Non è ovvio? Sto controllando che Jake non spunti dal nulla con una qualche idea malsana per la testa... Ovvero farmi chissà quale scherzo.” 

Mentre entrava in Sala da Pranzo insieme alla sua migliore amica per fare colazione quel lunedì mattina, Hailey Silverstone non poté fare a meno di pensare che nessuno con un minimo di sale in zucca avrebbe mai fatto uno scherzo a Scarlett... Anche se era il 1º Aprile.

La Rossa però non sembrava pensarla allo stesso modo, visto che si era svegliata con la consapevolezza che il suo docile fidanzato le avrebbe giocato chissà qualche tiro nel corso della giornata. 

E se avrebbe avuto ragione, la Tuonoalato aveva tutta l'intenzione di rendergli pan per focaccia.

“Tranquilla, non credo che abbia in mente niente di che... Insomma, parliamo di TE. Solo qualcuno con istinti suicidi e una forte vena masochista ti farebbe mai un brutto scherzo.” 

“Vero, ma forse dimentichi di chi stiamo parlando... Jake Miller sfida la Holland da anni Ley, questo ci fa capire che ha una vena masochista considerevole.” 


Scarlett parlò col tono di chi ha appena fatto una considerazione più che saggia, facendo annuire l'amica: non aveva tutti i torti, in effetti. Solo Jake poteva divertirsi a combinare guai sotto al naso della loro Vicepreside...


“Anche questo è vero... Beh, allora non saprei. Staremo a vedere, suppongo! Ma promettermi che se vorrai fargli uno scherzo mi chiamerai... Non voglio perdermi lo spettacolo! Anzi, non è che per caso hai qualche idea perfida per Derex? È da un po’ che non lo facciamo dannare...” 

Scarlett si guardò intorno con attenzione prima di rispondere alla domanda dell'amica, controllando che Jake non spuntasse alle sue spalle con un secchio d'acqua gelata o cose simili:

“Niente di particolare Ley... Ma posso pensarci durante la seconda ora, tanto abbiamo Storia della Magia. Adesso però c'è Trasfigurazione, quindi mi dovrò concentrare... ma dove diamine è finito Miller? La sua assenza mi preoccupa più della sua presenza!” 

“Magari è fuori dalla porta che aspetta che esci...”  Hailey si strinse nelle spalle prima di prendere posto ad un tavolo vuoto, imitata dalla rossa che però controllò per bene la sedia prima di sedersi: era bene controllare che qualcuno non ci avesse infilato sotto un petardo ad acqua.

“Non credo. Non perderebbe mai la colazione, quel ragazzo è più goloso di me.” 

“Dici davvero? Ma allora siete proprio fatti l'uno per l'altra!” 

Scarlett fulminò l'amica, guardandola sghignazzare mentre si appropriava di un vassoio carico di biscotti al cioccolato.

“Ha parlato quella che odia il cioccolato. A proposito, anche io voglio quei biscotti!” 

“Devi usare la parolina magica...” 

“Se proprio insisti... Accio.” 

Con un sorrisetto Scarlett guardò il piatto planare dalle mani dell'amica fino ad atterrare davanti a lei, mentre la Serpecorno le riservava uno sguardo esasperato e divertito allo stesso tempo:

“Sei proprio la solita... Intendevo per favore, ovviamente!” 

“Ops... Scusa, non l'avevo capito.” 


“Certo, e io mi chiamo Ermenegilda. In ogni caso... Non hai idea di quanto sia felice per l'arrivo delle vacanze! Dobbiamo solo sopravvivere un’altra settimana, poi saremo libere!” 

“... Per una settimana.” 

“Smettila di frenare la mia felicità, guastafeste!” 

“Sono solo realista! Comunque anche io non vedo l'ora che arrivino le vacanze... Le lezioni stanno diventando infinite. Però, buoni questi biscotti...” 

“Certo che sono buoni, ho occhio io! Tranquilla comunque, siamo quasi in periodo pasquale... E sai cosa vuol dire?” 

Scarlett inarcò un sopracciglio, alzando lo sguardo sul l'amica che le sorrideva di rimando: ci mise un attimo a capire cosa intendeva ma poi anche le labbra della rossa si distesero in un sorriso, parlando all’unisono con l'amica:

“Cioccolato!” 

                                                                        *


“Smettetela di ridere! Siete proprio due arpie...” 



Lucas sbuffò, fulminando con lo sguardo la sua ragazza e uno delle sue più care amiche che se la stavano ridendo di gusto, camminando davanti a lui mentre raggiungevano la Sala da Pranzo per fare colazione. 

Quel lunedì mattina Luke si era decisamente alzato con il piede sbagliato e la giornata, se non la settimana, non era iniziata propriamente nel migliore dei modi: quando aveva aperto il baule per prendere la divisa e vestirsi aveva avuto un colpo al cuore, perdendo quasi cinque anni di vita quando si era trovato un finto nido di api tra i vestiti. 

Inutile dire che era corso urlando fuori dalla stanza e in mutande, ma ormai tutti erano così abituati a vederlo gironzolare mezzo nudo che nessuno ci aveva fatto troppo caso. 
Una volta fuori dalla stanza si era imbattuto in Len e Abby già pronte che ridevano della grossa, informandolo solo dopo qualche minuto che nel suo baule non c'era alcun nido di insetti, se non finto. 

“Dai Luke, non prendertela troppo... Era un nido finto, non avremmo mai messo delle api vere nel tuo baule... Sappiamo che le odi e sono anche pericolose.” 

“Len ha ragione... E comunque avresti dovuto aspettartelo, visto il gentile scherzetto che ci hai fatto l'anno scorso.” 

Abby fulminò il biondo con lo sguardo, non avendolo ancora perdonato per l'episodio dell'anno precedente, quando sia lei che Len si erano svegliate con il baule sgombro di tutti i vestiti: avevano dovuto girare per tutta la mattina in pigiama a destra e a sinistra per il castello, cercando i loro abiti. 

“È una cosa diversa! Io vi avevo fatto sparire i vestiti, voi mi avete fatto prendere un infarto! Detesto le api e le vespe, lo sapete...” 

“Naturale che lo sappiamo! Consideralo il conto per averci fatto vedere da tutta la scuola in pigiama. Insomma il mio è uno di quelli super imbarazzanti, ok che sono abituata alle figuracce ma quella è stata pessima.” 

Len sbuffò mentre entrava nella grande sala gremita di studenti già in procinto di iniziare una nuova settimana, con Lucas che nonostante tutto non riuscì a sorridere alle sue spalle:

Di certo non aveva scordato il pigiama della ragazza che aveva visto l'anno prima... Viola e ricoperto di cup cake colorati e sorridenti. 

“Non era imbarazzante, il tuo pigiama è carino! Cosa dovrei dire IO? Sul mio ci sono carote, almeno tu hai i cup cake...” 

“In effetti fa un po’ a pugni con i tuoi capelli... Devo ancora capire perché ti sei comprata un simile pigiama!” 

“E infatti non l'ho proprio comprato, me l'hanno regalato i due idioti che mi ritrovo come fratelli maggiori.” 


Il borbottio seccato di Abby fece ridacchiare entrambi gli amici mentre occupavano il tavolo dove si erano già seduti Johnny e Sam, che rivolsero alle due ragazze due sorrisi allegri per salutarle:

“Salve ragazze! Niente pigiama quest’anno?” 

“Johnny, se ci tieni ad arrivare al prossimo Pesce d'Aprile, taci.” 


                                                                                *


“Stai sorridendo quasi ininterrottamente da dieci minuti, cominci a preoccuparmi.” 

“Perché? Non posso solo essere felice di essere in tua compagnia?” 

Il sorriso di Jake non vacillò neppure per un istante mentre sollevava una mano per accarezzarle il volto, cosa che continuò a rendere Scarlett solo nervosa: non le piaceva per niente quella faccia allegra e rilassata, c'era di sicuro qualcosa sotto. 

“Potresti, se tu non fossi Jake Miller. Ma siccome stiamo parlando di te, la cosa è alquanto strana... Cosa stai tramando?” 


Scarlett gli rivolse un’occhiata indagatrice che non fece che aumentare il sorriso del Tuonoalato che si strinse nelle spalle con nonchalance mentre entravano insieme nell’aula di Trasfigurazione.

“Ti siedi vicino a me, Rossa?” 

Un enorme campanello d'allarme suonò nel cervello della ragazza, che osservò con aria dubbiosa il moro mentre mille pensieri le attraversavano la mente: Jake le aveva chiesto di sedersi accanto a lui e non aveva opposto alcuna resistenza per andare a lezione, di lunedì mattina per giunta... Le opzioni erano due: o non aveva fatto i compiti e voleva copiarli, oppure aveva intenzione di giocarle qualche brutto tiro durante l'ora. 

“Perché?” 

Il tono quasi accusatorio della ragazza fece sollevare entrambe le sopracciglia di Jake, che la guardò come se non capisse il suo strano atteggiamento scostante, come se temesse che un disastro potesse abbattersi su di loro da un momento all'altro. 

“Come perché? Perché voglio stare con te! La settimana prossima non ci vedremo, tanto vale approfittarne ora no?” 

Il sorriso innocente del ragazzo non la convinse per nulla, ma la rossa finì col sedersi accanto a lui comunque: tanto valeva scoprire cosa avesse in mente... Al peggio si sarebbe vendicata per bene, e allora a ridere sarebbe stata di certo lei. 

Gli occhi azzurri della ragazza sbirciarono immediatamente sotto al banco, per nulla tranquilla: Jake l'aveva quasi trascinata verso il banco infondo della fila centrale, quello che occupavano di solito... Era abitudine o le aveva infilato qualche spiacevole sorpresa da qualche parte?

                                                               
“Scarlett, ma che stai facendo?”   Jake inarcò un sopracciglio, osservandola come se si stesse chiedendo cosa mai le passasse per la testa: magari il troppo studio la stava esaurendo. 

“Ehm... Niente! Cercavo solo una cosa.”  

Gli occhi azzurri della ragazza si posarono dritti sul ripiano di legno del banco, graffiato e scheggiato a causa di anni e anni di lezioni.  Intanto la Mayer aveva già iniziato a blaterare come suo solito, ma la Tuonoalato non si concentrò minimamente sulle sue parole, sollevando invece con leggera titubanza il ripiano di legno del banco per vedere cosa ci fosse dentro: in teoria nulla, se non una piuma o una gomma dimenticata da qualche studente il venerdì... Nell'aprire lo scomparto invece Scarlett ebbe un colpo al cuore, sgranando gli occhi e facendo un salto indietro con la sedia, che sfregò rumorosamente sul pavimento di pietra:

“UN SERPENTE!” 

Benché avesse appena perso dieci anni di vita, a Scarlett Anderson non sfuggì il sorrisetto che era comparso sul volto del ragazzo seduto accanto a lei, mentre la Mayer si zittiva di colpo e si voltava dritta nella loro direzione, imitata da tutto il resto della classe. 


“Serpente?”   Markus inarcò un sopracciglio, tendendo il collo per vedere meglio cosa stesse succedendo infondo all’aula. Hailey invece si limitò a sorridere, non avendo bisogno di conferme: di certo c'era lo zampino di Jake, che aveva un lieve sorriso stampato in faccia mentre la povera Scarlett sudava freddo, gli occhi cerulei fissi nervosamente sul suo banco.

“Per l'amor del cielo, che sta succedendo qui?” 

La Direttrice di Serpecorno sospirò, avvicinandosi al banco incriminato e lanciando un’occhiata al serpentello che giaceva raggomitolato su se stesso sul fondo del banco:

“Tranquilla Scarlett, è innocuo... Evanesco.” 

Con un lieve colpo di bacchetta la donna fece sparire il rettile, facendo sospirare di sollievo la Caposcuola.

“Povera Scarlett... È terrorizzata dai serpenti.” 

Hailey spostò lo sguardo su Jake, che era rimasto in religioso silenzio per tutto il tempo: anche quando la Mayer gli lanciò un’occhiata eloquente lui si limitò a sgranare teatralmente gli occhi, sollevando le mani come a volersi dichiarare innocente.

“Chiunque abbia avuto questa brillante idea... Gli consiglio di non ripetere niente di simile, almeno nella mia aula se non vuole essere tramutato lui stesso in un rettile. Ora, tornando a noi...” 


“Secondo te è stato Jake?” 

“Ne sono sicura al 100% Markus... Come è vero che mi chiamo Hailey Silverstone e che Scarlett gliela farà pagare.” 


Benché sapesse che la sua amica avesse appena perso parecchi battiti Hailey sorrise mentre si rimetteva dritta sulla sedia, già pregustandosi la punizione che la rossa avrebbe affibbiato al suo ragazzo. 



“Tu... Io... TI ODIO.” 

Il sibilio rabbioso di Scarlett fece sorridere appena Jake, che la guardò con aria divertita prima di parlare a bassa voce:

“Oh, andiamo Rossa... Era solo uno scherzo, era completamente innocuo, praticamente finto... Insomma, era solo un serpentello.”

“Non me ne frega niente, è pur sempre un rettile e io li odio a morte! E non mi rivolgere la parola fino alla fine dell'ora Miller, altrimenti ti trasfiguro in uno scarafaggio! E sai che fine fanno, spesso e volentieri?” 

Il tono della ragazza era così minaccioso che Jake non osò obbiettare, afferrando il messaggio e decidendo che non avrebbe più aperto bocca fino alla fine dell'ora.
Tuttavia ne era valsa la pena, visto che per una volta aveva visto la sua Scarlett lasciar cadere la maschera di impassibilità per far spazio ad un’espressione e ad una reazione terrorizzate.


                                                                              *


“Dici che se l’è presa parecchio?”

“Beh, temo di doverti informare che Scarlett è abbastanza... Vendicativa. Credo che entro la fine della giornata avrai una sorpresa Jake. Ma stai tranquillo, ti adora troppo per tenerti il muso a lungo, te l’assicuro.” 

Il sorriso di Hailey rassicurò appena Jake, che annuì mentre camminavano lungo il corridoio per andare a lezione di Storia della Magia. Scarlett si era praticamente volatilizzata al suono della campanella, probabilmente perché voleva meditare in pace per organizzare lo scherzo per Jake. 

“Se lo dici tu... Insomma, la conosci meglio di me probabilmente. Spero che non sia troppo arrabbiata, era solo uno scherzo!” 

“Non molto carino, in realtà.” 

La puntualizzazione della Serpecorno fece annuire il ragazzo, che si chiese cosa avrebbe dovuto affrontare entro la fine della giornata: non riusciva proprio ad immaginarmi Scarlett che gli faceva passare liscia una cosa del genere. 

“Lo so, lo so... Ma per una volta volevo vederla spaventata!” 

“Beh, io l'ho portata di forza a 30 metri di altezza una volta... Era decisamente spaventata, ma non mi ha uccisa fortunatamente.” 

“Si, me lo ricordo... Credo che abbiamo entrambi istinti masochisti, Hailey.” 

“Forse... Ma io sono ancora viva. Sapremo solo domani se varrà anche per te.” 


                                                                             *


“Questi compiti sono infiniti... Odio il lunedì, la settimana è appena iniziata e vorrei che fosse già finita.” 

Abigail sospirò, continuando a trascrivere in bella copia la relazione di Pozioni sugli effetti della Pietra di Luna. Marlene, seduta accanto a lei e impegnata nella stessa operazione, annuì con aria sconsolata prima di parlare:

“Decisamente. Vorrei che fosse venerdì!” 

L'unico del trio a restare in silenzio era Lucas, che stranamente quasi non aveva parlato per tutto il pomeriggio, da quando le lesioni erano finite. Trovando quel silenzio decisamente insolito la Grifondoro rivolse al fidanzato un’occhiata scettica prima di voltarsi verso Abigail, guardandola con un sopracciglio inarcato.

Per tutta risposta la rossa di strinse nelle spalle, come a voler dire di non sapere cosa avesse il ragazzo è che forse era meglio lasciarlo stare. 

Marlene però non era dello stesso avviso... Anzi, qualcosa le diceva che l'aria pensierosa del ragazzo fosse dovuta al fatto che stesse cercando un qualche scherzo da fare a lei e all’amica, giusto per vendicarsi dell’episodio delle api. 


“Luke... A che pensi?” 

Sentendo la voce di Marlene il Grifondoro sembrò ridestarsi, rivolgendo alla ragazza un gran sorriso prima di fare spallucce, come se non avesse alcuna importanza:

“A niente... Avevo solo la testa da un'altra parte, sono un po’ distratto. Ma ora sarà meglio concentrarsi sui compiti, o domani la Holland mi ammazzerà. Che sono quelle facce perplesse?” 


Il biondo inarcò un sopracciglio, leggermente confuso di fronte alle espressioni perplesse e leggermente sospettose sui volti delle due ragazze. 
Entrambe però si affrettarono a glissare, tornando in fretta e furia a concentrarsi sui compiti di Pozioni: se Luke non si voleva vendicare e fare il bravo Grifondoro cavaliere, tanto meglio! 


                                                                                  *


“Ciao.”   Jake sollevò lo sguardo, ritrovandosi con stupore Scarlett davanti. 

“Ciao...”   Il Tuonoalato seguì con lieve sospetto i movimenti della ragazza, che sedette accanto a lui con aria perfettamente rilassata... E forse era proprio quello ad insospettirlo: perché la rossa sembrava calmissima? Per di più, gli rivolse anche un sorriso prima di parlare, come se trovasse divertente la sua aria spaesata:


“Sai Jake, stavo pensando a quello che è successo a Trasfigurazione...” 

“Si, beh... Scusa Rossa, è stato un pessimo scherzo. E se ora vorrai rovesciarmi in testa un secchio d'acqua con una medusa dentro, credo che lo capirò.” 


Tra i due calò il silenzio per un attimo, mentre si guardavano reciprocamente. Il tono impassibile e serio di Jake scaturì però un sorriso sul volto della ragazza, che annuì con un cenno del capo prima di parlare:

“Confesso che non mi dispiacerebbe... Ma ho deciso che non lo farò, anche se l'idea mi ha leggermente sfiorata circa un'ora fa.” 

“Davvero? Non mi vuoi rendere pan per focaccia? Scarlett, sei sicura di sentirti bene vero?” 

Jake inarcò un sopracciglio, allungando una mano per appoggiargliela sulla fronte e far finta di misurarle la febbre. Lei sorrise, stringendosi nelle spalle e guardandolo con aria divertita:

“Si, benissimo... Questa volta te la faccio passare liscia Miller, ma non fare troppo affidamento sul mio buonismo in futuro.”  

Sporgendosi leggermente verso di lui, Scarlett gli diede un bacio a stampo sulle labbra, facendolo sorridere di rimando mentre la guardava con affetto:

“Me lo ricorderò... Avevo una mezza idea per uno scherzo per il tuo compleanno, ma forse cambierò piani.” 

“Ti conviene Miller, ti conviene. Solo perché sei tu, questa volta la passi liscia... La prossima, non ci giurerei.” 


                                                                          *


“Eccoti qui! Ci chiedevamo dove ti fossi cacciat-“ 

Alek non finì la frase, zittendosi di colpo e fermandosi accanto al tavolo, gli occhi azzurri fissi su Marlena.
Non l'aveva vista per praticamente tutto il pomeriggio, passato in Biblioteca in compagnia di Markus ed Hailey. Tuttavia circa mezz'ora prima aveva deciso di andarla a cercare, chiedendosi dove fosse andata a finire la ragazza. 

Le si avvicinò silenziosamente, occupando la sedia vuota accanto alla sua e osservandola dormire con aria divertita: evidentemente non scherzava, quando diceva di avere un bel po’ di sonno arretrato tra lo studio e lui è Markus che passavano le serate a spettegolare. 

La sera prima avevano però coinvolto anche lei, che si era messa a ridere quando era entrata in camera loro in pigiama e con il cuscino in mano, sostenendo che non avrebbe mai pensato che anche i ragazzi facessero i “pigiama party”. 


“Io te lo dico sempre, lo studio fa male...”  Alek sorrise appena, parlando a bassa voce anche se sapeva benissimo che lei non poteva sentirlo. 

Gli occhi chiari del ragazzo si spostarono dal viso rilassato di Marlena per posarsi sui fogli sopra ai quali si era appoggiata, addormentandosi con il capo appoggiato sulle braccia.

Tra gli appunti c'era anche altro, in effetti... Sembrava che stesse scrivendo una lettera prima di addormentarsi, indirizzata ai suoi genitori. 
Non volendo però invadere la sua privacy Alek distolse lo sguardo dal foglio di pergamena, tornando a guadare la ragazza profondamente addormentata e con i capelli color castano chiaro che ricadevano sul tavolo.

Dopo un attimo allungò una mano, sfiorandole delicatamente una spalla:

“Lena...” 

Per tutta risposta lei mugugnò qualcosa di incomprensibile, voltando la testa dall'altra parte come a volergli dire di lasciarla stare, facendolo sorridere prima di chiamarla nuovamente, parlando a voce leggermente più alta:

“Lena, è ora di cena... Dovremmo andare.” 

Questa volta Marlena si svegliò sul serio, aprendo gli occhi chiari e sollevando il capo di scatto con aria quasi allarmata, come se le avessero suonato un campanello nelle orecchie:

“Non stavo dormendo! Ciao Alek... Non stavo dormendo, vero?” 

“In effetti sì, ti ho trovata a ronfare sugli appunti... Stasera prometto che io e Markus staremo muti e in silenzio, così la nostra bella addormentata potrà riposarsi. Ma adesso è ora di cena, andiamo a mangiare qualcosa.” 

“E quando mai tu salti un pasto, Aleksandur Yavor? Scusa, ma io devo finire qui... Ho perso un'ora a dormire, maledizione!” 

Marlena sbuffò, lanciando agli appunto un’occhiata cupa come se li odiasse a morte, facendo alzare gli occhi al cielo al ragazzo mentre si alzava:

“Non mi interessa... Vieni con me, ora.”

“Non posso, non riuscirò mai a finire... Andrò a letto alle 3!” 

“Marlena. Guarda che ti sollevo di peso fino al castello.” 

“Non lo faresti mai.” 


Alek sorrise con aria divertita, inarcando un sopracciglio come a volerle dire “scommettiamo?” 

È infatti due secondi dopo Marlena si ritrovò con le gambe all’aria, issata in spalla al compagno di scuola:

“ALEK! Che fai, mettimi subito giù!” 

“Lo farò, quando saremo fuori di qui... Andiamo a cena e non opporre resistenza, ho deciso così è così sarà.” 

“Testa di legno.” 

“Anche io ti voglio bene Lena, non sai quanto.” 














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Angolo Autrice:

Sono sempre più consapevole che se non faccio diventare canon la Malek mi ucciderete... Oppure qualcuno farà fuori i miei OC, vero Hadley? XD 

Ad ogni modo grazie per le informazioni sulla famiglia che mi avete mandato, mi serviranno per il prossimo capitolo :) 
Non potevo non mettere un capitolo sul 1º Aprile... E qualcuno si è beccato qualche scherzo poco piacevole, mentre Markus fa sogni decisamente assurdi. (Grazie Nene, sei grande fonte d’ispirazione XD) 
Non mi dilungo oltre perché ho sonno, perciò vi saluto... Ci vediamo tra un paio di giorni con il nuovo capitolo! 
Buonanotte,

Signorina Granger 

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Capitolo 29
*** Vacanze Pasquali ***


Capitolo 28: Vacanze Pasquali 
 
Mercoledì 10 Aprile  


“Ok, prima di entrare voglio accertarmi che sia tutto chiaro... Hai capito quello che ti ho spiegato stamattina?.” 

Il tono quasi minaccioso di Markus fece sbuffare Alek, che annuì con aria esasperata mentre afferrava il manico del baule e cominciava a trascinarlo sul marciapiede per attraversare la strada:

“Si, si, tranquillo... Ho capito, non devo nominare il Torneo perché non hai detto niente ai tuoi genitori. Non capisco perché, in effetti.” 

“Non voglio farli preoccupare, a mia madre verrebbe un attacco al cuore se sapesse che mi hanno messo davanti ad un Ashwinder... Ora muoviamoci, è ora di pranzo e sto morendo di fame...” 

I due si erano appena Smaterializzati di fronte a casa di Markus e stavano raggiungendo la porta d'ingresso quando questa di spalancò, facendo comparire sulla soglia una donna dai capelli rossi, con un gran sorriso stampato in faccia... E un mestolo in mano.

“I miei ragazzi, finalmente!” 

“Dafne, ma dove vai con quel mestolo?” 

Alek ridacchiò mentre un uomo piuttosto alto e ben piazzato compariva dietro alla moglie, rivolgendole un’occhiata divertita ed esasperata allo stesso tempo, come se fosse abitato a scene simili.

Markus invece si limitò al alzare gli occhi al cielo mente la madre si fermava, abbassando lo sguardo sul mestolo che teneva in mano prima di voltarsi verso il marito con aria sbrigativa:

“Si, hai ragione... Tienilo tu Gerhard, renditi utile.” 

Senza smettere di sorridere Dafne consegnò l'arnese al marito, che non osò obbiettare mentre la donna scendeva di corsa i pochi scalini del portico per raggiungere il figlio, che sorrise vedendosela arrivare incontro e intuendo già le sue intenzioni:

“Ecco il mio bambino! Sei diventato più alto? Mi sei mancato tantissimo!” 

“Ciao mamma... Anche tu mi sei mancata.” 

Markus sorrise, lasciandosi stritolare dall’abbraccio della madre: avrebbe sbuffato e si sarebbe allontanato in presenza di qualcun altro, ma ormai Alek era abituato alla scena... Anzi, era stato praticamente adottato a sua volta dai coniugi Bauer, quindi anche lui aveva sempre la sua razione di abbracci. 
Dafne infatti quando si staccò dal figlio rivolse all’ospite un sorriso allegro, allungando le braccia nella sua direzione:

“Non sei troppo cresciuto per un abbraccio, vero?” 

“Nah... Non si è mai troppo grandi per gli abbracci Signora Bauer!” 

“Non chiamarmi mai più così Aleksandur! Mi fa sentire una vecchia decrepita...”

Dafne sbuffò appena prima di stringere in un abbraccio anche il moro, che sorrise: gli diceva da sempre di chiamarla
per nome, ma per quanto ci provasse proprio non ci riusciva. 

“Beh, non è che manchi poi molto...” 

Markus ridacchiò alle parole del padre, che lo imitò anche se le risa durarono ben poco: Dafne si voltò verso di loro, fulminandoli con lo sguardo prima di staccarsi da un Alek decisamente divertito e rivolgersi a marito e figlio:

“GERHARD, STAI INSINUANDO CHE SONO VECCHIA PER CASO? Attenti a quello che dite, altrimenti per pranzo avrete minestrone.” 

Benché fossero entrambi più alti di lei, i due si fecero piccoli piccoli di fronte alle parole della donna, che puntò loro contro il mestolo – non si seppe bene come, ma se n'era di nuovo appropriata – con fare minaccioso, quasi come se si trattasse di un’arma letale:

“No cara figurati... Non dicevamo nulla di simile!” 

“Si mamma, papà ha ragione... Non volevamo offenderti.” 

Dafne lanciò ai due un’occhiata dal chiaro messaggio – ovvero, “sarà meglio per voi” – mentre Alek alle sue spalle sfoggiava un’espressione quasi preoccupata:

“E io?” 

“Tranquillo caro, non dicevo a te... Per i gentiluomini c'è un sacco di roba da mangiare!” 

Un sorriso rilassato comparve sul volto del moro mentre Dafne gli sorrideva dolcemente, facendo sbuffare sonoramente i due alle sue spalle, che borbottarono con aria contrariata qualcosa sui favoritismi che la padrona di casa aveva per Alek.

“Coraggio, ora andiamo dentro... Altrimenti si fredda il pranzo! Gerhard, tu porta dentro i bagagli dei ragazzi.” 

“Tranquilla mamma, ci pensiamo noi... Possiamo usare la magia fuori da scuola.” 

Markus fece per tirare fuori la bacchetta ma sua madre lo fermò provvidenzialmente, afferrandogli un braccio e borbottando qualcosa come – fermo, qualcuno potrebbe vedervi! –.

“Ah... È vero, non ci avevo pensato. In tal caso papà, auguri con i bagagli!” 

Markus rivolse al padre un gran sorriso, assestandogli anche una pacca sulla spalla e ignorando la sua occhiataccia prima di andare baldanzosamente dietro a sua madre, che intanto aveva preso Alek sottobraccio e se lo stava portando dentro casa, chiacchierando allegramente e domandandogli come stesse – quella povera ragazza che deve sopportarvi ogni giorno –, ovvero Marlena.

“Sto morendo di fame... Scherzavi sul minestrone mamma, vero?” 

“Tranquillo tesoro, ti ho anche fatto lo strudel. Tuo padre voleva la torta al cioccolato perché è la sua preferita, è convinto di essere il centro del mondo!” 

“Dafne, guarda che sono dietro di te e ti sento benissimo, non sono ancora diventato sordo!” 

“Strano, visto che quando ti chiedo di riparare le mensole non ci senti mai!” 

Markus rise alle parole della madre mentre entravano in casa, con Alek che sorrideva a sua volta: adorava andare a casa di Markus... Gli piacevano i suoi genitori e vederli insieme, per lui erano la più bella coppia che avesse mai visto, anche se probabilmente Markus era così abituato a vederli prendersi in giro e battibeccare che non ci faceva nemmeno caso.
A parere del ragazzo, il suo migliore amico non si rendeva conto di quanto fosse fortunato.


                                                                                                  *

 
Sabato 13 Aprile 


“Perché sorridi, chi ti scrive?” 

Marlena alzò lo sguardo dalla lettera che stava leggendo, ritrovandosi davanti un paio di occhi grigi tremendamente simili ai suoi.

“Alek.” 

“È simpatico! È il tuo fidanzato?”      La ragazzina sorrise con aria maliziosa mentre invece Marlena sgranò gli occhi, guardandola come se credesse di aver sentito male: questo le faceva ricordare la sua conversazione con Abby... Ma perché tutti pensavano che tra lei e Alek ci fosse qualcosa? 
Quasi senza rendersene conto si ritrovò ad arrossire leggermente, affrettandosi a scuotere il capo forse anche troppo in fretta: 

“Ma no! Come ti è venuto in mente?” 

“Chi ha un fidanzato?”     Una testa carica di capelli rossi fece capolino sulla porta, facendo alzare gli occhi al cielo a Marlena mentre invece sua sorella minore Zuzanna sorrideva, parlando con l'aria di chi la sa lunga:

“Lena!”   

“Non è vero! Pawel non ascoltarla, è diventata una gran pettegola!” 

Marlena fulminò la sorella con lo sguardo mentre il fratello più piccolo si avvicinava alle due con aria curiosa, guardandole con i grandi occhi scuri:

“Chi ti scrive?” 

“Alek.” 

“In realtà è il suo fidanzato, ma non ce lo vuole dire.” 

La quindicenne sorrise, parlando al fratello con aria cospiratori, mentre Marlena alzò gli occhi al cielo, sbuffando e lanciando il cuscino più vicino addosso alla sorella che scoppiò a ridere di riflesso.
Pawel guardò invece la sorella maggiore con aria malinconica e preoccupata, come se avesse creduto alle parole di Zuzanna e fosse stato investito da un timore:

“Non te ne vai adesso che hai un fidanzato, vero Lena?” 

“Ma certo che no piccolo, non potrei mai lasciarti qui con quell’arpia... E poi non ho nessun fidanzato, non ascoltare Zuzanna.”  

Marlena sorrise, guardandolo con dolcezza e stringendolo in un abbraccio, mentre il bambino sorrideva con aria soddisfatta e Zuzanna guardava invece i due con aria indignata:

“Scusate, chi sarebbe l’arpia?” 

“Tu, ovviamente! E non provare nemmeno a contagiare il mio dolce angioletto...” 


Marlena, seduta sul divano, diede al fratellino un bacio su una guancia, facendolo sorridere mentre Zuzanna invece sbuffava, sedendo dall'altra parte del mobile e guardando i due come se si sentisse esclusa:

“Siete sempre appiccicati, voi due...” 

“Beh, perché sono la sua sorella preferita, vero Pawel?” 

Marlena ridacchiò, guardando il bambino annuire con convinzione prima di appoggiare il capo sulla sua spalla, accoccolandosi sulla sorella. Zuzanna invece sbuffò con aria contrariata, incrociando le braccia al petto e guardandoli male prima che la maggiore sbuffasse, facendole cenno di avvicinarsi.

“Via quel muso lungo... Dai, vieni qui anche tu.” 

“No grazie.” 

Marlena inarcò un sopracciglio con aria scettica, osservando la sorella minore e chiedendosi quanto sarebbe durato il suo finto sdegno: pochi istanti dopo la ragazzina infatti sorrise, avvicinandosi e accoccolandosi a sua volta sulla maggiore che tanto le somigliava fisicamente ma per nulla caratterialmente.

“Devo proprio dirlo... Mi siete mancati ragazzi!” 

“Anche tu, Lena.” 

“No, per niente.” 

“Piantala piccola peste, lo so che ti sono mancata!” 


                                                                            *

“Non mi dire, quindi Len e Lucas si sono messi insieme?” 

“Si, a Natale.” 

“Che carini! Ho sempre pensato che a lui Len piacesse, in effetti.”   

Abby sorrise, guardando sua madre assumere un’aria soddisfatta. Le due, che secondo il padre della ragazza erano identiche anche sul fronte “vedo coppiette ovunque”, erano sedute vicine al tavolo in cucina, intente a chiacchierare prima di pranzo.

“Beh, non hai idea di quanto ci ho messo a farglielo ammettere! Per far sì che la invitasse al ballo ho sudato sette camicie.” 

“Me lo immagino, alla tua età i ragazzi sono veramente ottusi!”

“È vero, poi però diventano super svegli... Come noi!”    Sebastian fece capolino nella stanza, sorridendo mentre si avvicinava ai fornelli con l'intento di sbirciare le numerose pietanze che si stavano cuocendo. 

“Sì certo, come no... Tu e James siete più ottusi che mai.”   Abby lanciò al fratello maggiore un’occhiata seccata, guadagnandosi una linguaccia di rimando mentre anche l'ultimo membro del trio Palmer compariva in cucina:

“Gentile, Abby... E noi che ti vogliamo tanto bene!” 

“Certo, come no. Fate silenzio voi, stiamo parlando di cose importanti!” 

Mikaela, la madre dei tre, sbuffò e liquidò i due gemelli con un gesto della mano prima di tornare a concentrarsi sulla figlia, sorridendole con aria pericolosa:

“Senti un po’ Abby... Ma tu non ce l'hai un ragazzo che ti piace?” 

“No.”  Abby si strinse nelle spalle con nonchalance, ignorando i due fratelli maggiori che avevano drizzato le orecchie alle parole della madre. I due si voltarono di scatto contemporaneamente, puntando gli occhi ambrati sulle due come se avessero appena sentito delle assurdità:

“Ma che dici mamma! Abby è piccola per avere un ragazzo!” 

“Smettila di dire scemenze Jamie, avete solo tre anni più di me... Non sono affatto piccola!” 

Abigail sbuffò, incrociando le braccia al petto con aria stizzita mentre Mikaela ridacchiava, raccogliendosi distrattamente i lunghi capelli biondi. I gemelli però sorrisero, avvicinandosi alla sorella e abbracciandola uno da destra e uno da sinistra:

“Che dici, sarai sempre la nostra piccola pel di carota!” 

James rise alle parole del fratello, annuendo mentre Abby cercava di scollarsi dal doppio abbraccio. Intanto un altro membro della famiglia aveva fatto la sua comparsa in cucina, avvicinandosi ai fornelli con aria indagatrice:

“Che cosa cucini, Mikaela? Te lo dico sempre, questi ragazzi rischiano di ingrassare se prepari troppe cose!” 

“Per l'amor del cielo Laila, sono nella fase della crescita! Devono mangiare!” 

I gemelli soffocarono le risate mentre la madre invece alzava gli occhi chiari al cielo con aria esasperata, avendo ormai rinunciato alle discussioni con sua suocera. 
La dolce nonnina infatti, che si era recentemente trasferita da loro, non mancava mai di criticare la sua cucina, sostenendo che prima o poi sarebbero tutti ingrassati e avrebbero avuto problemi di colesterolo.

“Ma quale crescita, questi due sono il doppio di me! E tagliatevi quei capelli, non si possono vedere.”   Laila accennò con stizza ai due gemelli, indicando i ricci biondi di entrambi mentre Abby scoppiava fragorosamente a ridere alle sue parole; Mikaela scosse il capo con aria sconsolata mentre invece i due ragazzi sorridevano, per niente offesi dalle parole della nonna:

“Ma che dici nonna! Con questi capelli sembriamo ancora di più due dolci angioletti...” 

“Cosa che non siete proprio per niente... Piuttosto, cos’è che sfrigola in questa pentola? È FORSE BURRO?” 

Laila sembrò non dare molto peso alle parole di Sebastian, avvicinandosi invece ad una padella con aria critica e sollevando il coperchio per sbirciarne il contenuto.
Mikaela sgranò gli occhi verdi con orrore, alzandosi di scatto e correndo ai fornelli per salvare il pranzo dalle grinfie della suocera:

“No! Cioè si! Ma è nella ricetta Laila, quindi bisogna metterlo!” 

Le mani della donna andarono sul coperchio della padella, chiudendola di scatto e mettendocisi davanti con aria risoluta, come a volerla difendere da Laila.
Incapaci di dire qualcosa Abby, James e Sebastian restarono in silenzio a godersi la scena, ma la nonna non ebbe il tempo di controbattere: suo figlio Vincent fece capolino sulla soglia della stanza, con i capelli rossi spettinati e l'aria rilassata di chi può finalmente riposarsi:

“Sono tornato gente! E muoio di fame... Che c'è per pranzo?” 

“Tua moglie ci sta avvelenando tutti Vince... Tra vent’anni non azzardatevi a venire sulla mia tomba per lamentarvi del vostro colesterolo, io vi ho avvertiti!” 


                                                                              *


“No, no! Ma che fa? Oddio, li sta rapendo! ODDIO, NON SE LI PORTERÀ MICA A CASA?” 

“Hailey, vuoi fare silenzio? Così magari capiamo?” 


Scarlett soffocò una risata mentre la sua migliore amica sbuffava, lanciando un’occhiataccia in direzione del fratello minore prima di tuffare la mano nell’enorme scodella di pop corn di cui si erano minuti prima di vedere il film. 

“Simpatico come sempre, Fabian...” 

“Fate silenzio voi due, non fate altro che discutere e non si capisce nulla!” 



Alexander, che si era appollaiato sul bracciolo del divano, sbuffò e alzò gli occhi al cielo: erano mesi che non vedeva i suoi fratelli... E nonostante gli fossero mancati, sotto un certo punto di vista la pace che la loro assenza recava era stata decisamente piacevole. 

“Ok, va bene, sto zitta! Ma quel ragazzino se li è portati a casa, e si vede lontano un miglio che ha qualche problema mentale...” 

“Oserei dire crudeltà infantile ingiustificata.” 

Scarlett sfoggiò un sorrisetto, trovando immensamente divertente vedere un film che conosceva benissimo e che aveva visto mille volte in compagnia di persone alle quali era completamente estraneo: i fratelli Silverstone non avevano mai visto Toy Story in vita loro, almeno finché Scarlett non se n'era uscita con quella proposta a pranzo, sostenendo che era inammissibile che nessuno di loro l'avesse mai guardato. 


La piccola Danielle intanto era seduta sul tappeto tra il divano e la TV, completamente assorta nella torre di cubi colorati che stava costruendo.


“Lo dicevo io che aveva problemi! Nessuno con una mente normale riduce dei giocattoli in quel modo!” 

“Parla quella che tagliava i capelli alle bambole in dei modi così orrendi che nemmeno negli anni 70...” 

“Un conto è tagliare i capelli, un altro è staccare i pezzi ai giocattoli... Dany mi raccomando, non prendere esempio da quel brutto ceffo!” 


Danielle alzò lo sguardo, puntando i grandi occhi azzurri sulla zia e guardandola con aria un po’ spaesata, come a volerle chiedere perché ce l'avesse con lei. 

“Ma non è che rimane traumatizzata a vedere questo film?” 

“Non sta guardando Fabian, la sua attenzione è focalizzata sui cubi... E sulla dolce zietta un po’ sciroppata.” 

Sia Alexander che Fabian sghignazzarono, facendo irritare parecchio Hailey che fulminò con lo sguardo anche Scarlett, intimandole di non ridere prima di rivolgersi di nuovo ai due fratelli:

“Sciroppati sarete voi! Occhio a come parlate, potrei anche vendicarmi e ridurre le vostre cose come fa quel ragazzino...” 


“Certo certo... Tremiamo dalla paura.”    Alexander rise, guadagnandosi un’occhiataccia dalla sorella che sbuffò, incrociando le braccia al petto con aria imbronciata e borbottando qualcosa di poco comprensibile riguardo al fratello maggiore: si riuscì solo a dedurre – la mamma ha ragione quando dice che non ci siamo liberati di te – e – sempre il solito simpaticone –.

“Oh andiamo, non fare quella faccia imbronciata Ley... È normale prendersi in giro tra fratelli... Così ho sentito, almeno.” 

Scarlett sorrise all’amica, trovando come sempre buffo il suo essere lunatica e permalosa: Hailey Silverstone era sempre stata la principessa in casa sua, almeno finché non era arrivata Danielle circa un anno prima... E non amava essere presa in giro o sentirsi esclusa e sola, come la rossa sapeva più che bene dopo anni di convivenza.

“Si beh, sai che ti dico? Potremmo fare una specie di scambio, ti vendo questi due per una settimana, poi vediamo che ne pensi... Ci stai?” 

“Cosa siamo, merce di scambio?” 

“Zitto e guarda il film, Alex.” 


Alexander fece per replicare alle parole della sorella, ma si bloccò ancor prima di parlare, abbassando lo sguardo come tutti gli altri nella stanza: i tre Silverstone più Scarlett posarono gli occhi su Danielle con un misto di divertimento e incrudeltà, osservandola ridere per un attimo prima che Hailey ridesse a sua volta, dando al fratello maggiore una pacca sul braccio:

“Hai visto? Lei è d'accordo con me! Per fortuna che sei arrivata Danielle, sono stata sola con questi due anche per troppo tempo!” 


                                                                            *


Jake sorrise quasi senza rendersene conto mentre i suoi occhi scorrevano velocemente la pessima calligrafia di Scarlett, riuscendo a decifrarla per un puro caso del destino.

Anzi, magari non stava capendo un accidente e anziché dirgli che le mancava lo stava mandando a quel paese... Ma preferiva optare per la prima ipotesi. 

Quando ebbe terminato di leggere la lettera Jake la ripiegò, alzando lo sguardo e posandolo fuori dalla finestra della Sala Comune, osservando il cielo azzurro chiazzato da qualche nuvola e il bosco che circondava il lato est della scuola. 

L'indomani sarebbe stata Pasqua... Avrebbe scritto ai suoi genitori? Probabilmente solo a suo fratello, come faceva di solito... 
Aveva sempre passato le vacanze da solo da quando studiava ad Ilvermorny, non era mai tornato a casa e non essendo particolarmente socievole non si fermava mai a chiacchierare con qualcuno, specialmente quando il castello era molto più vuoto del solito. 

Tuttavia in quei giorni si sentiva strano, quasi a disagio... Stare da solo non gli aveva mai pesato, anzi... Ma da quando erano iniziate le vacanze si sentiva come se gli mancasse qualcosa. 

Gli mancava qualcuno, in effetti. 

“Anche tu mi manchi, Rossa.” 

Probabilmente avrebbe fatto molta più fatica a dirle quelle parole guardandola negli occhi... Ma sapere che anche lui le mancava lo rincuorava: se non altro c'era qualcuno che pensava a lui, alla fin fine.


                                                                           *


“Che cos’e questo odore? Non dirmi che hai mangiato arance!” 

Lucas piegò le labbra in una smorfia, scostandosi per allontanarsi dalla sorella più piccola. Marie gli rivolse un gran sorriso, guardandolo con gli occhi azzurri sgranati come se avesse appena detto una stupidaggine:

“Che dici, no... Cosa te lo fa credere Luke?”  Marie sorrise, allungando una mano per arruffare i capelli del fratello maggiore. Lucas odiava le arance e la ragazzina lo sapeva, non per niente dopo averle mangiate andava sempre da lui per accarezzargli la faccia o i capelli, giusto per vedere la sua espressione di raccapriccio. 

“Questo odore, ecco cosa! Ti avverto, se vuoi dormire qui con me tieni le mani lontane dalla mia faccia!” 

“Va bene capo, come vuoi!”  Marie sorrise allegramente, sistemando il cuscino mentre cercava di mettersi comoda nel letto accanto al fratello: poiché si vedevano di rado, durante le vacanze di Pasqua o di Natale spesso lei insisteva per dormire insieme al suo mito, il suo adorato fratellone... Peccato che ogni volta finissero col discutere per un'ora sulla predominanza delle coperte o sullo spazio che occupavano rispettivamente: Luke era molto alto e anche Marie non era più piccola, essendo abbastanza alta per i suoi 11 anni... Di certo entro un paio d'anni non avrebbero più potuto dormire insieme come facevano da sempre, lo sapevano entrambi e proprio per questo volevano approfittarne.

“Non farmi il solletico Luke!” 

“Non ti faccio il solletico, è una tua illusione... Dormi Marie, altrimenti papà ci sgriderà perché facciamo baccano, come sempre.” 

La piccola Grifondoro scoppiò a ridere di fronte alla perfetta imitazione di Luke del padre, parlando con tono di voce seccato e basso e assumendo un’espressione pacata ed impassibile. Fin da bambino Lucas sosteneva che il padre non solo si portava a casa il lavoro... Ma anche la faccia, rimanendo perennemente serio ed impassibile.
Quando Marie era nata si era un po’ addolcito, ma solo nei suoi confronti... Se con la figlia manifestava un po’ di affetto, con Lucas quasi per niente, non avendo alcun problema a dire di non capire per nulla il figlio. 

“È vero... Sento anche dei passi sulle scale, sarà lui?” 

“No, ha il passo più pesante... Sarà la mamma. Fingi di dormire, muoviti!” 

Marie aprì la bocca per replicare ma non ne ebbe il tempo o il modo: Lucas la prese per la vita e la costrinse a stendersi accanto a lui, impedendole di chiedergli perché volesse che fingesse di dormire. 

Tuttavia la ragazzina non oppose resistenza, obbedendo e chiudendo gli occhi senza sentire alcun rumore: i passi erano cessati e riusciva quasi a sentire la presenza della madre nella stanza... Qualcosa le diceva che era sulla soglia della camera a guardarli. 

Dopo qualche istante di silenzio il rumore di passi sul parquet riempì di nuovo la stanza, ma con sua gran sorpresa Marie non li sentì allontanarsi... Bensì avvicinarsi.

Non le era mai successo prima, o almeno non da che aveva memoria... Ma sua madre si avvicinò al letto senza emettere un fiato e rimboccò le coperte ai figli, accarezzando i capelli biondi di Luke prima di sorridere e girarsi di nuovo, uscendo dalla camera.

Quando si fu allontana Marie aprì di nuovo gli così, restando immobile e senza dire nulla: si limitò a rivolgere al fratello un’occhiata eloquente, come a volergli far capire che ora sapeva perché faceva spesso finta di dormire: l’intelligente, elegante, perfetta giornalista Rosalie Wallaby non avrebbe mai fatto un gesto simile con il figlio se fosse stato sveglio, visto quanto raramente manifestava apertamente affetto per il ragazzo. 

Nemmeno Luke disse nulla, limitandosi a sorriderle e a spettinarle con una mano i capelli color cenere, sapendo che aveva capito perfettamente: a volte doveva fingere di non essere cosciente per guadagnarsi un gesto carino dai loro scostanti genitori. 













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Angolo Autrice:

Buongiorno! Non pensavo di aggiornare così presto, ma ho scritto questo capitolo piuttosto in fretta... Grazie ancora per le informazioni, mi sono divertita moltissimo a scriverlo e spero davvero che vi sia piaciuto. 

Ci vediamo presto, spero, con il seguito... Buona domenica! 


Signorina Granger 

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Capitolo 30
*** Ritorno a scuola ***


Capitolo 29: Ritorno a scuola 
 
 
Mercoledì 17 Aprile  


“Ragazzi!” 

Markus e Alek si voltarono sentendosi chiamare da una voce nettamente familiare, sorridendo istintivamente al vedere Marlena andare loro incontro quasi di corsa, zigzando tra gli studenti che affollavano l’Ingresso di Ilvermorny per raggiungere i due. 

“Ciao Lena! Come stai?” 

“Bene, sono felice di vedervi... Mi siete mancati! E buon compleanno Markus... Di nuovo.” 

Marlena sorrise vivacemente all’amico prima di allargare le braccia, come s volergli chiedere il permesso di abbracciarlo:

“Posso?” 

“Certo... Grazie Lena.” Il ragazzo sorrise e annuì, stringendo l'amica in un abbraccio. 

“Ma si, abbracciamoci tutti!” 


Alek sfoggiò un sorriso a trentadue denti, unendosi allegramente alla stretta mentre Markus alzava gli occhi al cielo. Marlena invece rise appena, guardando il moro con aria divertita:

“Ciao Yavor... È stato strano non sentirti per una settimana, sai?” 

“È un modo contorto per dirmi che ti sono mancato Lena?”   Il ragazzo sorrise e lei annuí, incapace di negarlo prima di ricambiare l'abbraccio. 


Markus rivolse ai due un’occhiata carica di divertimento mentre Alek quasi stritolava Lena, non accennando neanche lontanamente a volersi staccare.

“Se avete finito di stare appiccicati... Lena, mia madre vuole che ti dia questi. Me li sarei mangiati io, ma ha minacciato di mandarmi una Strillettera...” 

Il biondo alzò gli occhi al cielo, porgendo all’amica la scatola carica di biscotti che Dafne gli aveva ordinato di dare alla ragazza.

“Sono i biscotti di tua madre? Grazie! Alek, non azzardarti a rubarmeli! Le scriverò per ringraziarla.” 

Marlena sorrise, staccandosi dall'abbraccio  e prese la scatola di dolci, mentre entrambi i ragazzi ricordavamo distintamente la parole della Signora Bauer: “Quella poveretta vi deve già sopportare ogni giorno... Diamole almeno dei dolci in sui affondare la sua disperazione!” 


“Si beh... Mia madre è convinta che io e Alek ti maltrattiamo, ho idea. Ti definisce una povera vittima solo perché sei nostra amica!” 

Markus sbuffò sonoramente, irritandosi ancora di più quando un sorrisetto comparve sul volto dell’amica, come se trovasse divertente l'idea che Dafne si era fatta:

“Beh...”

“Che vuol dire “beh”? Se non ci sopporti lo puoi anche dire!”    Alek sfoggiò un’espressione indignata, incrociando le braccia al petto quasi con stizza mentre la ragazza rideva, scuotendo il capo e guardandolo quasi con tenerezza:

“Che dici... Vi voglio bene, lo sapete! Siete due casi umani certo, ma almeno Markus è migliorato da quando sta con...” 

“MARKUS!” 


Quasi come se l'avesse effettivamente chiamata Hailey Silverstone spuntò dal nulla infondo alla sala, sorridendo alla vista del ragazzo prima di corrergli allegramente incontro e saltargli quasi in braccio:

“Ciao Ley... Mi chiedevo dove fossi finita.”       Markus sorrise e la ragazza ricambiò con la sua consueta vivacità mentre lo abbracciava: 

“Abbiamo fatto tardi con i bagagli, mia nipote aveva disseminato i miei vestiti per tutta la casa giocando... Ad ogni modo buon compleanno!” 


“Che carini!”   Marlena sorrise, guardando i due baciarsi teneramente prima di starnutire: Alek cercò con difficoltà di non ridere quando il rumore echeggiò per la sala affollata, facendo sbuffare sonoramente la ragazza che lo fulminò con lo sguardo:

“Non ridere, mi sono presa il raffreddore!” 

“Povera piccola Lena... Hai preso freddo in Polonia? A proposito, come stanno i tuoi fratelli?” 

“Bene, mia sorella è ancora una tua fan... E comunque si, devo aver preso freddo in vacanza.” 

La ragazza sbuffò con aria sconsolata, facendo sorridere l’amico mentre le appoggiava un braccio sulle spalle, guardandola con affetto:

“Poco male, passerà in fretta... Ma ora lasciamo soli i fidanzatini e andiamo a sistemare i bagagli al veliero. Prima però mettiti una sciarpa, o il raffreddore degenererà.” 

“Ma qui non fa troppo freddo!” 

“Bisogna essere previdenti Lena, ascoltami una volta tanto!” 

“Dove state andando voi due?”  Markus inarcò un sopracciglio, staccandosi di pochi centimetri dal volto di Ley tenendola comunque abbracciata. La Serpecorno sbuffò appena, rivolgendo al ragazzo un’occhiata carica di rimprovero come a volergli dire di lasciarli stare da soli. 

“A mangiare una pizza... Dove vuoi che andiamo Markus? Vi lasciamo alle vostre effusioni, noi andiamo a sistemare i bagagli... Ciao!” 

Alek rivolse all’amico e alla ragazza un sorriso prima di girare sui tacchi, allontanandosi insieme a Lena e i bauli di entrambi che galleggiavano a mezz'aria alle loro spalle. 


“Sei proprio un testone Markus! Devo proprio spiegarti tutto?” 

Hailey sospirò, guardando il fidanzato a metà tra l’esasperato e il divertito. Lui per tutta risposta sorrise, stringendosi nelle spalle:

“Che vuoi che ti dica Ley... Le “strategie” per far finire insieme qualcuno è più roba da ragazze.” 


                                                                             *


Seduto sui gradini di una delle tante scale a chiocciola per portavano ai piani superiori, Jake stava studiando attentamente il fiume di studenti che affollava l'ingresso, cercando una chioma di capelli rossi.

Da lì riusciva di sicuro a vedere meglio i suoi compagni che dal centro della sala, anche se stava comunque faticando parecchio a trovare Scarlett...  In genere non aveva alcun problema ad individuarla, ma con tutte quelle persone la faccenda si complicava notevolmente.

“Permesso... Mi fate passare, per favore?”     Le orecchie di Jake quasi si drizzarono al sentire una voce decisamente familiare... Così come lo era il tono seccato. 

Si alzò in piedi quasi di riflesso, sorridendo istintivamente mentre guardava la sua ragazza farsi largo tra gli altri studenti per raggiungerlo. 

“Questi non ti fanno passare neanche a pagar l’oro... Ciao Jake!” 

Un sorriso comparve sul volto della ragazza, che raggiunge quasi di corsa i piedi delle scale mentre Jake scendeva i pochi gradini che li separavano, abbracciandola di slancio:

“Ciao Rossa... Mi sei mancata. Anche io, vero? Sai, con la tua calligrafia non so mai cosa pensare!” 


Sentì Scarlett ridere, allentando il volto dal suo di qualche cm per poterlo guardare in faccia:

“Tranquillo... Non hai capito male, mi sei mancato anche tu.”   La rossa sorrise, facendogli quasi provare un moto di sollievo: aveva temuto di essere l'unico a sentire la mancanza di qualcuno dopo solo una settimana di separazione. 


“È un sollievo. A questo punto mi chiedo come farai quest’estate, quando non potrai vedere la mia splendida faccia ogni giorno...” 

“Come sei modesto! Perché, a te la MIA faccia non mancherà?” 


La ragazza inarcò un sopracciglio con aria indignata, facendolo sorridere prima di annuire, appoggiando la fronte sulla sua:

“Si Scarlett... Moltissimo. Mi sono reso conto che mi annoio quando non sei nei dintorni, quasi come se mancasse qualcosa.” 

“Jake, mi hai appena detto una cosa carina? Davvero? Devo assolutamente segnare questo giorno sul calendario...”    Scarlett abbozzò un sorriso, facendogli alzare gli occhi al cielo:

“Si Rossa, ti ho detto una cosa carina! Potevi anche rispondermi invece di rovinare tutto!” 

“Non farmi la predica Miller, non sono io la sciagurata che va in giro a mettere serpenti sotto al banco della propria ragazza... Comunque hai ragione, in questa settimana mi sono resa conto di quanto sia strano non averti sempre intorno... Pazienza, dovrò farci l’abitudine.”

Scarlett si strinse nelle spalle, abbozzando un sorriso quasi a voler sdrammatizzare: non le era mai piaciuto parlare di emozioni, sentimenti e compagnia... L'aveva sempre messa in seria difficoltà. 

“Forse non così tanto Rossa... Te l'ho già detto, mi avrai spesso intorno anche quest’estate. Non ti liberi di me tanto facilmente, piccola Caposcuola scapestrata. A proposito, ho ancora il Veritaserum... Hai qualche suggerimento su chi testarlo?” 

Un sorrisetto poco promettente comparve sul volto di Jake e in men che non si dica le labbra di Scarlett si piegarono allo stesso modo, annuendo con un debole cenno del capo densa staccare gli occhi dai suoi:

“In effetti avrei una mezza idea...” 

“Sai Rossa, è per questo che ti adoro. Con quale altra ragazza potrei fare questi discorsi?” 

“Se anche fosse, non azzardarti nemmeno! A proposito, cos’è che dicevi sulle ragazze che ti avrebbero tenuto compagnia in mia assenza?” 

Scarlett assottigliò pericolosamente gli occhi, guardandolo quasi con aria minacciosa. Il sorriso di Jake invece non vacillò minimamente, guardando la ragazza quasi con dolcezza:

“Ma dai Scarlett... Scherzavo! Non sarai gelosa sul serio?” 

“Che razza di domanda è, certo che sono gelosa testa di rapa!” 


                                                                               *


“La vedi? Insomma, se non ci riesci tu...”  Abby sbuffò, guardandosi intorno alla ricerca di Marlene: la sua amica sembrava essersi dissolta nell’aria, visto che non era ancora riuscita a trovarla in mezzo al fiume di studenti che erano appena tornati dalle rispettive case per la fine delle vacanze.

“Il punto è che è pieno di gente... Ma perché non si spostano...” 

Lucas sbuffò, guardandosi intorno con attenzione mentre cercava di individuare Len. 

“Non ne ho idea... Ma se la vedi, fammi un fischio!” 

“D'accordo... Ehy, aspetta... Mi sembra che lì infondo qualcuno sia inciampato... Ok, è di sicuro lei. Andiamo!”    Con un sorriso trionfaste Lucas afferrò saldamente l'amica per un braccio, trascinandosela dietro senza tante cerimonie verso quella che aveva ipotizzato essere la sua Grifondoro preferita. 

“Oh andiamo Luke! Non puoi sapere se è lei solo perché è caduta! ... Come non detto, è lei. Ciao Len!” 

Abby sorrise, rivolgendo all’amica un cenno di saluto con la mano mentre le si avvicinava insieme ad un Lucas visibilmente soddisfatto.

La Grifondoro sorrise allegramente ai due, avvicinandosi e facendo attenzione a non inciampare nei piedi di qualcuno come le era appena successo. 

“Ragazzi, ciao! Vi stavo giusto cercando... Come state?” 

“Stavo meglio due giorni fa, quando ero in vacanza... Ma sono felice di vederti Lennie, mi è mancata la mia piccola pasticciona!”


Lucas sorrise, abbracciandola e sollevandola di peso, ignorando le sue richieste di rimetterla a terra e zittendola con un bacio. 


Abby, dal canto suo, sfoggiò un piccolo sorriso di fronte alla scena, guardandoli quasi con aria soddisfatta: i suoi sforzi erano valsi a qualcosa, fortunatamente. E anche se ormai Marlene e Lucas stavano insieme da quasi quattro mesi, non riusciva a non ripetersi quanto fossero carini insieme e perfetti l'uno per l'altra, nei loro pregi, difetti, punti che li accomunavano e non. 



                                                                                      *


“Markus... Posso chiederti una cosa?” 

“Certo Ley... Cosa c'è?” 

“Hai detto qualcosa di me ai tuoi genitori?” 

Le parole di Hailey scaturirono una sonora risata da parte di Alek, mascherata con scarsi risultati mentre Markus fulminava l'amico con lo sguardo.

“Diciamo di sì, Ley.” 

“Che vuol dire – diciamo di sì –?”    Hailey inarcò un sopracciglio, guardandolo con cipiglio quasi preoccupato mentre pensava già al peggio... Come lui che parlava malissimo di lei con sua madre.

Marlena invece, che conosceva i “due polli” decisamente meglio, ebbe tutt’altro pensiero, rivolgendo ad Aleksandur uno sguardo carico d’accusa:

“ALEK! Che cosa hai fatto!”   Marlena si avvicinò leggermente al ragazzo seduto accanto a lei, parlando con un filo di voce in modo che soltanto lui potesse sentirla. Per tutta risposta il moro si limitò a ruotare gli occhi azzurri, guardandola quasi con aria offesa:

“Perché pensi sempre al peggio? Non ho fatto nulla di male... Non è stata colpa mia, credevo che glie l'avesse detto!” 

“Vuoi dire che...”   Marlena sgranò gli occhi prima di voltarsi di scatto verso Markus, fulminandolo con lo sguardo senza però permettersi di parlare: nella sua testa c'era spazio per un unico pensiero, ovvero a quanto fosse idiota il suo migliore amico. 

Perché diamine non aveva detto nulla di Hailey ai suoi genitori? Sapendo che Alek aveva la lingua lunga poi, avrebbe almeno dovuto avvertirlo che Dafne e Gerhard fossero all’oscuro della sua relazione... Ma evidentemente Markus non aveva tenuto conto appieno della persona che aveva ospitato a casa sua.


“Beh, diciamo che non avevo detto nulla fino a un po’ di tempo fa... Ma poi qualcuno ha parlato un po’ troppo e mia madre ha scoperto tutto. Per farla breve non la smetteva più di chiedermi di te e di dire che voleva assolutamente conoscerti eccetera.” 

Markus alzò gli occhi al cielo, ricordando anche fin troppo bene quando sua madre si era messa quasi a saltellare per la cucina con un sorriso a trentadue denti e il mestolo in mano, ignorando il pasto che stava cucinando mentre cantilenava allegramente che il suo bambino aveva finalmente trovato una brava ragazza. 

“Immagino che il qualcuno sia tu, Alek.”   

Hailey sorrise rivolgendosi al ragazzo, che annuí con un sorriso colpevole stampato in faccia: in realtà l'aveva sono nominata durante un pranzo... Ma Dafne Bauer aveva le orecchie lunghe e di certo sentire un nome femminile sconosciuto non le era passato inosservato.

“Beh, mi fa piacere che tu abbia parlato di me con tua madre, da quello che mi hai detto dev’essere una donna fantastica!” 

“Si... È molto dolce.”   Markus annuì, non riuscendo a trattenere un sorriso mentre si parlava di sua madre. A volte si ritrovava persino s ringraziare la madre biologica per non averlo tenuto... Perché di certo non avrebbe potuto averli, genitori migliori di Gerhard e Dafne Bauer. 

“Mi piacerebbe conoscerla! Sai, anche io ho parlato di te con la mia famiglia... Mia mamma è diventata subito una comare curiosa, e anche mia cognata. Mio fratello maggiore invece è corso a fare il terzo grado a Fabian e anche a Scarlett, credo che ora sappia anche il tuo codice fiscale.” 

“È geloso?” 

“Solo un pochino... Ma credo che lo siano un po’ tutti i fratelli maggiori.” 

Hailey sorrise, pensando con affetto al fratello maggiore. In effetti Alexander si era precipitato da Scarlett non appena aveva sentito che la sua piccola principessa aveva un ragazzo, diventando più curioso e impiccione che mai.


“Va bene ho capito... In pratica mi sorbirò un interrogatorio.” 

“Non è da escludere... Ma è meglio se non accenni a tutte le ragazze che hai avuto prima di me, potrebbe non contribuire a renderti simpatico ai suoi occhi.” 


Le aprile della ragazza fecero scappare una risatina a Marlena, che sfoggiò un piccolo sorriso colpevole di fronte agli sguardi confusi di Markus ed Hailey, mentre Alek aveva invece capito benissimo e stava ridendo sotto i baffi a sua volta.

In fin dei conti lei aveva assistito a tutti i cambio-ragazza di Markus Bauer... E di una cosa Marlena Rosa era sicura: Alexander Silverstone non avrebbe preso per niente bene tutti i nomi che c'erano sul curriculum vitae del suo migliore amico.

                                                                                      
                                                                                 *


“Allora Abby, dimmi... Come sta la dolce Nonna Laila?”     

Le parole di Marlene fecero comparire una smorfia sul volto della sua migliore amica e la Grifondoro si ritrovò a ridere, immaginandosi cosa stesse pensando la Tassorosso:

“Oh, benissimo. Non è cambiata di una virgola da Natale, è sempre molto attenta a ciò che mangiamo. Ci sta mettendo tutti in dieta, ma mia madre si oppone.” 

“Beh, fa bene! La vita senza cioccolato non avrebbe senso!” 

“Grazie per il supporto Luke, è un vero peccato che mia nonna non la pensi come te!” 

Abby abbozzò un sorriso in direzione dell'amico, ricordando decisamente bene tutti i pasti consumati durante le vacanze appena finite: a sua madre piaceva cucciare e lo faceva sempre in quantità... Ma da quanto la suocera si era trasferita da loro aveva trovato un valido oppositore alle sue ricette, causando così non poche discussioni che avevan puntualmente luogo all’ora di pranzo o di cena. 


“Scusa Abby, lo so che dev’essere sensate essere continuamente tenuti d'occhio... Ma devi ammettere che fa ridere! Io non avevo mai sentito di una nonna che non rimpinza i nipoti ma che invece li tiene a dieta!” 

Marlene rise della grossa, guadagnandosi un'occhiata leggermente torva da parte dell'amica, che sbuffò appena è annuì:


“Si lo so... Mia nonna è un tipo, ma noi la adoriamo. Dice che si è trasferita da noi per stare di più con i suoi “nipotini preferiti”. Probabilmente il suo era tutto un piano per non farci ingrassare! Ma basta parlare di me, ora che sono a scuola posso finalmente mangiare quello che mi pare... Piuttosto Luke, Marie come sta? Si trova bene ad Hogwarts?” 

La Tassorosso si rivolse all’amico, sorridendo mentre non vedeva l'ora di cambiare argomento. Il biondo annuí, assumendo però un’aria un po’ cupa mentre rispondeva:

“Si... Le piace la scuola. Però mi dispiace averla lasciata da sola al suo primo anno, avremmo potuto passare più tempo insieme... Negli ultimi sette anni ci siamo visti tre mesi all'anno e sarà così ancora per un bel po’, visto che lei ha appena iniziato.” 

“Non ci pensare... Voi due vi adorate, anche se vi vedete poco questo non cambia! Anche io ultimamente non vedo molto i due tonti con cui condivido parte di DNA, ma non vuol dire che siamo meno legati. E poi chissà, magari vista la tua assenza la piccola Marie ne ha approfittato per trovarsi un fidanzatino.”    Abby sfoggiò un sorrisetto e Marlene annuì, ridacchiando di fronte alla faccia sgomenta di Luke, che era quasi impallidito:

“FIDANZATINO? Non dire assurdità, Marie è una bambina!” 

“Beh, sta crescendo... Ed è carina! Con te intorno nessun ragazzino di indici anni proverebbe mai ad avvicinarlesi, ma sai come si dice Luke... Quanto il gatto non c'è, i topi ballano.” 

Marlene sorrise, conscia che le sue parole stavano solo aumentando il sottile panico del fidanzato:

“Ballare un cavolo! Marie è piccola... Non può avere nessun fidanzato... Almeno per i prossimi... Cinque anni.” 


“Vorrei proprio sapere perché tutti i fratelli si mettono a fare le guardie del corpo! Sebastian e James pensano che sia ancora una bambina...”    Abby sbuffò prima di allungare la mano per prendere la caraffa di succo di zucca, ricordando con non poca stizza quando i gemelli l'avevano definita “piccola per avere un fidanzato”. 

“Non saprei Abby, forse è una specie di caratteristica genetica maschile! Insieme all’idiozia e al fatto di raggiungere una maturità psicologica soddisfacente intorno ai 20 anni e non prima.” 

“Grazie tante Lennie! Ci hai preso per ermafroditi?” 

“No Luke, solo per quello che siete: maschi.” 


                                                                                 *


“Domani si torna a lezione... Non si potrebbe magari fare un'altra settimana di vacanza? Mi sembra ieri che sono iniziate...” 

Markus sbuffò, guardando il camino spento con aria sconsolata mentre se ne stava appollaiato su una poltrona a non fare niente, con Marlena raggomitolata sul divanetto intenta a leggere e la scatola di biscotti in grembo e Alek seduto accanto a lei.

“Non sarebbe male... Vai dalla Holland a proporlo, scommetto che prenderà in considerazione l'idea.” 

Il tono sarcastico di Alek fece roteare gli occhi del biondo, che sospirò tristemente mentre spostava lo sguardo sulla grande finestra che occupava gran parte di una parete del salottino, fornendo una visuale quasi completa del castello e parte del bosco sottostante.


Il moro invece lanciò un’occhiata di sbieco in direzione di Marlena, puntando ai biscotti che la ragazza stava sgranocchiando distrattamente.

Fece per allungare furtivamente la mano ma la ragazza lo precedette, assestandogli una sonora sberla dritta sul palmo:

“Ahia! Lena, ultimamente mi maltratti un po’!” 

“Giù le mani dai miei biscotti! Ti conosco Aleksandur Yavor e so che muori dalla voglia di scroccarmeli.” 

“Non me ne fai assaggiare nemmeno uno?”    Alek sbattè le lunghe ciglia, sfoggiando il suo miglior sguardo da cane bastonato mentre Markus seguiva la scenetta con discreto interesse, chiedendosi chi dei due l'avrebbe avuta vinta alla fine. 

Marlena però rimase impassibile, limitandosi a girare pagina al libro prima di rispondere in tono neutro:

“No. Hai avuto una settimana per gustarti la cucina della madre di Markus, non essere egoista.” 

“Io egoista? Ma sei tu che non dispensi i dolci! Dai Lena, per favore... Non ti chiederò mai più nulla...” 

A quel punto Marlena sollevò lo sguardo, puntando gli occhi chiarissimi sul ragazzo e sfoggiando un lieve sorrisetto ironico:

“Fino alla prossima settimana!” 

“Ah ecco, mi sembrava che stonasse qualcosa... Dai Alek, non fare quella faccia...” 

La ragazza sospirò, cercando di ignorare l’espressione implorante e malinconica di Alek. Markus intanto se la stava ridendo sotto i baffi, cosa che ovviamente non passò inosservata agli occhi attenti di Marlena: lanciò anche un’occhiata di soccorso in direzione dell'amico, ma lui si limitò a stringersi nelle spalle come a volersi tirare fuori dalla questione: se Alek si metteva qualcosa in testa smuoverlo era difficile, anche per lui.

“Ok, va bene... Ma solo uno, con te non si sa mai...”  Marlena sospirò, scuotendo il capo prima di porgere al ragazzo un dolcetto che venne subito accettato con estrema gioia: Alek sorrise, allungando una mano per sfiorarle una guancia con le dita:

“Come sei tenera Lena... A volte ti piace fare la dura ma infondo sei talmente dolce che mi basta sbattere le ciglia e fare lo sguardo malinconico per convincerti a fare qualcosa.” 

“Io non sono affatto tenera! E ti consiglio di non avvicinarti troppo o ti passerò il raffreddore.” 

Marlena fece per scostarsi per quanto la misura del divano glielo permettesse, come sempre leggermente a disagio quando le veniva fatto un complimento, da lui in special modo. Alek però ignorò le sue parole e si sporse comunque verso di lei, dandole un bacio su una guancia prima di sorriderle: 

“Fa’ niente, almeno non sarai l'unica a starnutire di continuo... Hai consumato decine di fazzoletti nelle ultime due ore!” 

“Come sei di conforto Alek... Che colpa ne ho se mi sono raffreddata?”


“Io continuo a dire che sembrate i miei genitori...” 

“Markus, nessuno ti ha interpellato!” 


                                                                         *


“Sai Scarlett... Mentre venivo qui è successa una cosa strana.” 

“Ciao Ley... Di che parli?” 


Scarlett alzò lo sguardo, sorridendo in direzione della sua migliore amica che sedette di fronte a lei al tavolo che aveva occupato in Biblioteca. 
Hailey rimase pressoché impassibile, limitandosi ad inarcare leggermente un sopracciglio quasi con fare scettico:

“Ho incontrato Derex.”

“Che c'è di strano? Insomma, è talmente insulso che a volte mi chiedo seriamente cosa ci faccia tra i Serpecorno... Dici così perché l'hai incontrato in Sala Comune?”

Scarlett rivolse all’amica un’occhiata carica della più sincera curiosità e ingenuità che le riuscì, facendo scuotere leggermente il capo alla Serpecorno:

“No, l'ho incontrato praticamente qui fuori, in corridoio. E si è fermato a parlare con me.” 

“E? Se n'è uscito con qualche stronzata come al solito?” 

“No... In effetti ha detto qualcosa su quello che è successo tra noi qualche tempo fa: che si è reso conto di essersi comportato male, da perfetto imbecille... E che gli dispiace.” 

“Beh, meglio tardi che mai, non trovi?”  Un sorrisetto comparve sul volto di Scarlett e Hailey non riuscì a non imitarla, annuendo mentre lo sguardo divertito e animato da una luce che conosceva fin troppo bene le suggeriva quello che la sua amica non stava dicendo a parole:

“Si... Meglio tardi che mai Scarlett. Vorrei chiederti che cosa diamine gli hai rifilato per farlo parlare così... Ma credo che non lo farò. No, forse è meglio per tutti se non ne so nulla.” 

“Credo che tu abbia ragione Ley, come al solito.” 

















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Angolo Autrice:

Buonasera! Ebbene sì, anche le vacanze di Pasqua sono finite... Scusate cocchi, ma non potevo farvi stare in panciolle per troppo tempo!
In questo capitolo abbiamo il compleanno di Markus e calorosi saluti dopo una breve separazione... Poverini, mi viene male a pensare di doverli separare tutti tra un po’. 

Non so spiegare il motivo di questa sottospecie di riflessione, quindi passo direttamente alla domanda del capitolo:

Tra un paio di capitoli ci sarà la Finale tra Serpecorno e Tuonoalato... Perciò chi volete che vinca la Coppa?   Confesso di essere molto curiosa, chissà per chi tiferete...

Beh, si vedrà, ora vi saluto e grazie come sempre per le recensioni che avete lasciato allo scorso capitolo... Scusate se non ho risposto a tutte ma ho avuto un paio di giorni un po’ indaffarati! 

A presto e buonanotte! 


Signorina Granger 

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Capitolo 31
*** Febbre, regali e baci ***


Capitolo 30: Febbre, regali e baci 

 
Giovedì 25 Aprile 


“Sei sicuro? Non vuoi venire anche tu?” 


Markus sorrise con aria divertita, scuotendo appena il capo e facendogli cenno di muoversi:

“Assolutamente si... Dille che mi sono svegliato tardi, andrò a salutarla nella pausa pranzo. Ora vai, muoviti! Ti do l'occasione di stare un po’ da solo con lei e tu tentenni?” 

Il biondo rivolse all'amico un’occhiata quasi esasperata, non potendo fare a meno però di trovare Alek in difficoltà piuttosto divertente: era sempre stato estremamente sicuro di se sul fronte “ragazze” e vederlo così insicuro era un piacevole cambiamento.

“Ok, va bene... Ci vediamo dopo allora.”  Alek rivolse all'amico un debole sorriso, che venne ricambiato prima che Markus sparisse giu per le scale che portavano al salotto.
Il moro invece si voltò verso la porta chiusa che collegava il pianerottolo circolare con la camera di Marlena, aprendola con cautela e cercando di non far rumore.


Nonostante mancasse meno di una settimana a Maggio il tempo non era stato dei migliori nell’ultima settimana, riportando l’umidità e il lieve freddo di Marzo. Quella mattina pioveva e le gocce s’infrangevano sul vetro della finestra con non poco rumore, ma sembrava che Marlena non ci stesse facendo troppo caso.

Alek sorrise senza però emettere un fiato, lasciandosi la porta socchiusa alle spalle prima di avvicinarsi il più piano possibile al letto. La figura di Marlena era praticamente impossibile da scorgere, sepolta sotto il copriletto e coperta praticamente fino al naso: riusciva a scorgere soltanto i capelli castani della ragazza, sciolti e sparsi sul cuscino.

“Ciao Lena... Sei sveglia?” 

Sedendosi piano sul materasso Alek appoggiò la scatola che teneva in mano sulle coperte, cercando di capire se la ragazza fosse sveglia e se stesse ancora dormendo. 
Un lieve mugugno gli fece capire che Marlena non dormiva, ma la ragazza rimase comunque con il viso sepolto tra il cuscino e il copriletto. 

“Ok, sei sveglia... Dai Lena, non mi vuoi salutare? Sono venuto a farti gli auguri... Buon compleanno!”   

Alek sorrise, allungando una mano e sfiorandole i capelli. La sentì sospirare e borbottare qualcosa di poco comprensibile, senza accennare a volersi voltare per guardarlo:

“Vai via Alek, non voglio nemmeno pensare a che aspetto debba avere...” 

“Sciocchezze! Mi spiace che tu stia male al tuo compleanno, ma magari un abbraccio ti tirerà su!” 

“Va bene, ma se vorrai scappare urlando non me la prenderò, sappilo.”   Marlena sbuffò, girandosi sul materasso prima di alzarsi lentamente a sedere, passandosi una mano tra i capelli un po’ arruffati, guardandolo con gli occhi chiari leggermente arrossati:

“Non scappo proprio da nessuna parte, scema! Buon compleanno, invalida!” 

Alek sorrise, allungando le braccia per stringerla in un abbraccio mentre lei sbuffava debolmente al sentirsi definire “invalida”:

“Non sono invalida, ho solo la febbre e da lunedì tornerò a lezione... Non voglio nemmeno pensare a tutto quello che mi sto perdendo.” 

Marlena sospirò, parlando con tono quasi sconsolato mentre appoggiava il capo sulla spalla di Alek, che invece alzò gli occhi al cielo come se non capisse la sua preoccupazione:

“Una buona dose di noia, ecco cosa... Tranquilla, ti passeremo gli appunti.” 

“Tu e Markus intendi? Ora sì che sono sollevata...” 

“Vedo che la febbre non ti ha addolcita poi molto Lena... Ma è il tuo compleanno, quindi oggi ti perdonerò qualunque frecciatina o presa in giro! A proposito, Markus ha detto che passerà a salutarti a pranzo.” 

“D'accordo... Grazie per essere passato Alek, mi annoio a stare qui da sola e non posso nemmeno leggere o mi viene mal di testa.” 

Marlena si accoccolò meglio sulla spalla del ragazzo mentre gli teneva un braccio intorno alle spalle, non potendo fare a meno di pensare a quanto Alek ci fosse stato nei giorni precedenti, da quando stava male: era andato a trovarla molto spesso, tenendole compagnia e facendola sorridere come soltanto lui era in grado di fare.

“Tranquilla Lena, sono sempre a disposizione! Se hai bisogno di qualcosa fammelo sapere.” 

Sorrise, stringendole una mano prima di baciarne il palmo come faceva spesso, quando si divertiva a fare il galante per gioco.

Tuttavia Marlena ebbe una reazione diversa dal solito di fronte a quel gesto, arrossendo leggermente e provando una sensazione di calore che non aveva di certo niente a che fare con la febbre.

“Grazie...” 

“Qualunque cosa per te! Ah, dimenticavo... Tieni, ecco il mio regalo!” 

Con un gran sorriso allegro Alek porse alla ragazza la scatola azzurra e blu, facendola sorridere di rimando mentre si scostava leggermente da lui per prendere il regalo:

“Perché ogni anno vi dico di non farmi regali e l'anno successivo voi mi ignorate?” 

“Non saprei, penso che sia diventata una specie di tradizione... Dai aprilo.” 


Marlena obbedì, sollevando il coperchio della scatola quadrata con non poca curiosità: conoscendo Alek avrebbe potuto trattarsi di qualunque cosa, da uno scherzo ad un qualcosa che le sarebbe di certo piaciuto moltissimo. 

Rimase per un istante di stucco di fronte a quello che conteneva la scatola prima che le sue labbra si sciogliessero in un sorriso sotto allo sguardo attento di Alek, che non aveva alcuna intenzione di perdersi la sua reazione:

“Non ci credo, sono davvero...” 

“Si, tutte quante! Ci ho messo un po’ a recuperarle, in effetti... Ma era da un sacco che volevo farti questo regalo, visto che è il nostro ultimo anno a scuola insieme.” 

Marlena sorrise, sfogliando l’album e facendo correre lo sguardo sulle varie fotografie, ordinate cronologicamente. Da bambini di appena undici anni vide lei, Alek e Markus crescere man mano che il tempo passava, gli scatti ambientati a Durmstrang, a casa di Markus durante le vacanze o insieme all’aperto, fino all'ultima che era stata scattata pochi mesi prima al Ballo del Ceppo da un fotografo della Gazzetta del Profeta che voleva inquadrare uno dei Campioni con i suoi amici. 

“Grazie... È bellissimo Alek! Ci credi se ti dico che volevo farti lo stesso regalo, per il tuo compleanno? Mi hai battuta sul tempo però...” 

Marlena sorrise, alzando lo sguardo sul ragazzo che si strinse nelle spalle mentre Marlena sfogliava le ultime pagine dell’album rimaste bianche:


“Evidentemente ormai siamo diventati telepatici Lena... Pazienza, temo che dovrai pensare a qualcos’altro per il mio compleanno! La buona notizia è che hai un mese di tempo.”

“Per fortuna, così mi verrà in mente qualcosa! Anche se dubito che sarà bello come questo, adoro le foto! È bello che riescano ad immortalare dei momenti... I ricordi e i sentimenti sbiadiscono, le foto no.” 

“È vero, le foto ci ricordano per sempre persone o luoghi... Ma evitiamo i discorsi malinconici, le ultime pagine le ho lasciate vuote perché ci saranno parecchie altre foto Marlena... La scuola sta per finire, ma non ti libererai di me tanto facilmente. Ora scusa ma devo proprio andare, torno dopo le lezioni... Riguardati!” 

Alek le diede un fugace bacio sulla nuca prima di alzarsi e uscire dalla stanza senza smettere di sorridere nemmeno per un attimo, con Marlena che lo seguì con lo sguardo finché la porta non si fu chiusa alle sue spalle. A quel punto la ragazza si lasciò ricadere di nuovo sul materasso, tenendo l’album stretto in mano. Lo riaprì e andò di nuovo alla fine, dove c'erano le pagine vuote: accarezzandone appena la superficie ruvida si chiese se ce ne sarebbero davvero state altre, di fotografie... L'eventualità le piaceva? 

Forse era arrivato davvero il momento di capire che cosa voleva e cosa no. 


                                                                              *


“È stata una delle ore più noiose di tutta la mia vita... Ripetere tutto il programma degli ultimi due anni è stato snervante... E noi siamo comunque “ospiti”, non vorrei essere nei panni degli studenti di Ilvermorny!” 

Uscendo dall'aula di Difesa contro le Arti Oscure, Len fu travolta quasi da un'ondata di sollievo: era stata una doppia ora davvero molto lunga... La campanella era stata quasi una salvezza, e la giornata era appena cominciata, per di più.

“Nemmeno io... Come non invidio i nostri compagni rimasti ad Hogwarts, anche se una volta tornati ci troveremo comunque di fronte agli esami...” 

“Ti prego Abby, non ricordarmelo... Già tremo per l'esame di Trasfigurazione, lo sai che faccio pena! E dovremo anche auto-trasfigurarci... Mi sento male all'idea.” 

“Perché, io no? Ti ricordo che io non sono molto più brava di te, l'unico secchione del gruppo in quello è Luke! E anche Sam... Pazienza, vorrà dire che i nostri due Grifondoro preferiti ci daranno ripetizioni... A noi e a Johnny, nemmeno lui è un granché.” 


“State parlando di me, ragazze? Mi è sembrato di sentire il mio nome!”     Luke sorrise, avvicinandosi alle due e appoggiando le braccia sulle loro spalle. Sia Abby che Len alzarono lo sguardo sul biondo, guardandolo come se si ritenesse il centro del loro mondo:

“Ti abbiamo solo nominato di sfuggita Luke... Sai, non sei sempre al centro dei nostri discorsi.” 

“Siamo di malumore tesoro? Mi sembri un po’ nervosa oggi... Sarà che ora abbiamo Trasfigurazione?”   Lucas sfoggiò un sorrisetto, facendo invece sospirare la fidanzata che scosse il capo con aria sconsolata:

“Perché tutti mi ricordate che esiste quella materia? Sarà la mia rovina, me lo sento!” 

“Coraggio Lennie, tra due mesi non dovrai studiarla mai più dopotutto!” 

“Questo mi consola... Ma d’altra parte mi ricorda che manca poco più di un mese all’inizio degli esami, e credo che nessuno di noi sia psicologicamente pronto!” 

“È vero Len... Ma dubito che potremmo mai esserlo.” 

Abby sospirò, cercando di sdrammatizzare il nervosismo della sua amica, che sembrava aumentare man mano che la fine della scuola si avvicinava: entro poco più di un mese sarebbero tornati ad Hogwarts e subito dopo sarebbero iniziati gli esami... L'ultimo anno di scuola stava passando davvero in fretta, forse persino troppo per i loro gusti. 

“Forse hai ragione... E io ho anche l'ultima Prova a cui pensare! E manca un mese anche per quello... Chissà che accidenti ci faranno fare.” 

Marlene sbuffò, ripensando al breve colloquio che lei, Markus e Jake avevano avuto con la Stevenson quando aveva ripreso coscienza dopo la Seconda Prova, due mesi prima: la Preside più Corner, la Wagner e Crowell avevano assegnato i punti ai tre Campioni per per comunicare la data dell’ultima Prova, che avrebbe avuto luogo il 30 Maggio.

Esattamente come dopo la Prima, sul momento la Grifondoro non aveva pensato minimamente alla sfida successiva, troppo concentrata ad essere felice e sollevata di averne passata una... Ma le settimane erano passate davvero molto in fretta e in men che non si dica la ragazza si era ritrovata a fine Aprile, con un’ansia pre-esami e pre-Prova crescenti man mano che il tempo passava.

“Len, cerca di non pensarci... Manca un mese, non è domani! Hai superato le prime due, cosa vuoi che succeda?” 

“Luke, apprezzo il gesto... Ma evidentemente non ricordi che nel 1995 non solo Lord Voldemort riacquistò potere durante l'ultima Prova del Torneo, ma morì anche un Campione! E indovina di che scuola era?” 

“Non dirmelo...”

“Esatto Wallaby: Hogwarts. La fortuna è di certo una mia grande sostenitrice...” 


                                                                             *


“Ehy... Studi?” 

“No, mi sono messa in pausa... Ti unisci a me?”    Hailey sorrise, annuendo e chiudendosi la porta alle spalle prima di avvicinarsi al letto da una piazza e mazza di Scarlett, stendendosi accanto all’amica.

“Ogni tanto ci vuole un po’ di relax... Miller che fine ha fatto?” 

“Doveva scontare una punizione oggi pomeriggio... E dopo ha un allenamento, se non sbaglio.” 

“La Holland l'ha beccato a combinarne una delle sue? Di certo non gli ha vietato di allenarsi solo perché non vuole che perdiate la Finale.” 

“Poco ma sicuro, in fin dei conti apprezza Jake solo perché è bravo a Quidditch... In effetti è molto bravo nella sua materia, ironico no?”   

Scarlett sorrise appena, ricordando le innumerevoli lezioni di Pozioni in cui la Holland aveva quasi storto il naso di fronte ai lavori di Jake, leggermente irritata dal non potergli contestare assolutamente nulla. 
Hailey annuì, sorridendo a sua volta con aria beffarda:

“Abbastanza. Ma parlando di Quidditch... Dì pure al tuo ragazzo che può allenarsi quando gli pare, non ho nessuna intenzione di fargli vincere la Coppa alla partita!”

“Non avevo alcun dubbio su questo... E ti prego, non chiedermi per chi tiferò perché la domanda mi manderebbe in crisi.” 

“Non nascondo che mi dia un po’ fastidio che tu debba tifare per Jake visto che hai sempre tifato per me... Ti ricordi ad Halloween, la prima partita? Serpecorno contro Tuonoalato... Noi abbiamo vinto e tu mi hai fatto i complimenti... E Miller è spuntato dal nulla fulminandoti con lo sguardo!” 

“Lo ha fatto per più di sei anni, in realtà. Gli ha sempre dato un po’ fastidio che io mi interessassi ben poco al Quidditch... Venivo alle partire solo se giocavi tu, o Nova.” 

“Già... Invece quest'anno ha fatto il pieno, sei stata brava! Non sei venuta a quella tra Wampus e Magicospino, però...” 

“Avevamo il test di Pozioni il giorno dopo, dovevo ripassare! Ma stai tranquilla, ci sarò tra due settimane... Non potrei mancare anche volando, tu e Jake vi alleereste per farmi un agguato fuori dalla porta.” 

“Oh, credo che lui lo faccia comunque. Hai notato che gironzola spesso qui davanti? Sono sicura che odia il fatto che tu e Jakob dormiate a nemmeno cinque metri di distanza!” 

Hailey scoppiò a ridere, perfettamente consapevole dell’astio che correva da sempre tra il Magicospino e il Tuonoalato. Non solo erano diversissimi caratteriale, erano anche rivali a Quidditch... E secondo la Serpecorno a Jakob era sempre piaciuta Scarlett, anche se la rossa si intestardiva a negarlo. 

“Piantala di ridere, non è divertente! Probabilmente hai ragione, ma non ci posso fare nulla! Loro due si odiano, ma Jakob è comunque mio amico...” 

“Lo so, lo so... Tranquilla, credo che ormai Jake se la sia messa via. Inoltre, hai notato che recentemente vanno abbastanza d'accordo? Non li ho più visti scannarsi in corridoio o fulminarsi con lo sguardo... Hanno fatto progressi finalmente! Chissà, magari a fine anno la Holland andrà da Jake a dirgli che è il suo allievo preferito...” 

“Ora non esageriamo, quello sarebbe più che un miracolo una specie di evento soprannaturale con una qualche spiegazione assurda... Dubito che accadrà mai. Quanto a Jakob, credo che quel testone di Miller si sia messo in testa che non avrei smesso di parlarci solo perché a lui non piace.” 

Scarlett roteò gli occhi, ricordando anche troppo bene il pomeriggio in cui Jake e Jakob erano quasi arrivati alle mani nel bel mezzo di un corridoio. Era stato poco prima che si mettessero insieme in effetti, prima della sera in cui lui le aveva detto di suo padre... Ed erano passati già tre mesi. 


“Non ti sembra strano stare con Markus già da più di tre mesi? A me sembra solo ieri...” 

“Anche a me, gli ultimi mesi sono volati... Ho paura che tra poco mi sveglierò e saremo a fine Maggio, con gli esami alle porte. E poi le delegazioni torneranno a casa...” 

Hailey sospirò tristemente, trovando decisamente fastidioso il pensiero di non poter più vedere Markus ogni giorno... Anzi, un mese dopo si sarebbero dovuti salutare e a quel punto li avrebbero divisi un mucchio di chilometri.

“Quando partono le delegazioni? Lo sanno già?” 

“Sì, Markus me l'ha detto qualche giorno fa, l'hanno saputo al ritorno dalle vacanze... Il 30 ci sarà la prova e il 31 partiranno per poter fare gli esami. Mi mancherà...” 

Hailey sospirò, appoggiando il capo contro quella dell'amica e sfoggiando un’espressione cupa, quasi malinconica.

“Lo so... Mi dispiace, non dev’essere facile. Ma poi inizieranno le vacanze e potrete vedervi! Grazie al cielo noi maghi possiamo Smaterializzarci, se ci spostassimo come i Babbani sarebbe tutto molto più complicato, credimi.” 

“Intendi l’aereo? Mia madre me ne ha parlato... Non ci sono mai salita, ma mi ha messo un po’ soggezione quello che mi ha detto. Insomma, come fa a volare quel coso?” 

“Suppongo sia grazie alla forma che ha e al motore... Ma cosa vi insegnano a Babbanologia?” 

Scarlett inarcò un sopracciglio, come a farle capire che dopo quattro anni di studio della materia pensava che sapesse come funzionasse un aereo... La Serpecorno invece abbozzò un sorriso, quasi senza gioia come se stesse cercando di sdrammatizzare una triste verità: 

“Un sacco di cose... Ma purtroppo non come avere una relazione con qualcuno che abita in un continente diverso.” 

“Non essere negativa... Sono sicura che finiti gli esami vi vedrete spesso.” 

“Lo spero Scarlett... Chissà che tu non abbia ragione.” 


                                                                               *


Salendo le scale e raggiungendo il piante rottolo da cui si arrivava alla sua camera Markus s’imbatté in Marlene e Abigail rivolgendo alle due un sorriso anche se non si aspettava di trovarle nel veliero:

“Salve ragazze... Siete venute a salutare Lena?” 

“Si, ma abbiamo già fatto... In effetti stavamo andando. È tutta tua Markus!”  Marlene gli rivolse un sorriso allegro di rimando, raggiungendolo con pochi passi e superandolo in fretta. Abby la seguì ma rivolse una fugace occhiata al Campione, suggerendogli con lo sguardo di andare a parlare con Marlena:

“Perché non le parli del vostro amico?” 

“E voi due che ne sapete?” 

“Markus, siamo ragazze. Abbiamo gli occhi, a differenza vostra... Noi abbiamo fatto la nostra parte, ora tocca a te.... Su, vai!”  

La rossa sorrise e sparì sulle scale, seguendo Len che era intenta a ridacchiare. Rimasto solo Markus sbuffò, roteando gli occhi chiari prima di avvicinarsi alla porta della stanza di Marlena, pensando a quello che aveva appena sentito: come se fosse colpa sua, se quei due erano ottusi come nessun altro! Che doveva fare secondo quelle due, farli dichiarare l'un l'altro a forza? 

“Lena? Sono io... Posso entrare?”   Markus aprì leggermente la porta della stanza, facendo capolino con la testa sulla soglia per poter vedere Marlena, che era stravaccata sul letto sotto le coperte e appoggiata ad un cuscino.

“Ciao! Certo, entra pure... Mi annoio qui da sola.”   Lena sfoggiò un sorriso, facendo cenno all'amico di entrare che obbedì, chiudendosi la porta alle spalle e avvicinandosi al letto sorridendo:

“Ci credo... Sei abituata a stare perennemente con me e Alek, dev'essere strano trovarsi in pace e tranquillità così all’improvviso! Buon compleanno, comunque... Mi spiace che tu stia male proprio oggi... Come va?” 

“’Meglio, grazie. Alek mi ha dato il suo regalo stamattina, ho passato il tempo a guardare le foto... Alcune le avevo dimenticate.” 

Markus sedette sul bordo del letto, allungandosi per dare all'amica un bacio su una guancia. Lei sbuffò e quasi lo spinse via, borbottando che non voleva infettarlo e facendolo ridacchiare, stringendosi nelle spalle:

“Tranquilla Lena... Se anche dovessi ammalarmi, di certo non mi dispiacerà perdere qualche giorno di lezione! E poi anche tu e Alek ne sareste tanto tristi, secondo me non vedete l'ora di stare da soli senza di me!” 

“Sei un cretino Bauer, che scemenze vai dicendo? Ti preferivo sei anni fa, eri un ragazzino tanto dolce... Poi sei diventato... Così.” 

Marlena sbuffò, colpendolo leggermente sulla spalla e facendolo sorridere appena, sapendo a cosa si stesse riferendo l'amica: non le era mai piaciuto come si era comportato per circa un paio d'anni, passando dall'essere carino e gentile ad un marpione incallito.

“Si beh... Mi adori comunque, no?” 

“Ovvio che si, sfortunatamente! Povera tua madre, è un bene che non abbia visto quello che hai combinato l'anno scorso!” 

“Piantala, tanto lo so che tu e lei spettegolate su di me frequentemente!” 

“Hai la mamma più dolce del mondo Markus... Non provare nemmeno a comportarti male e farla soffrire, altrimenti te la vedrai con me. Ecco, guarda quanto eri carino.” 


Marlena alzò gli occhi al cielo, mettendo davanti agli occhi dell'amico l'album di foto aperto su una pagina dove faceva capolino una foto vecchia di qualche anno, che ritraeva lei e Markus insieme, abbracciati e con le teste vicine.

“Me la ricordo questa! Era l'ultimo giorno prima delle vacanze di Pasqua del primo anno... Io volevo assolutamente che tu venissi da me perché altrimenti mi saresti mancata. In effetti non sembro molto felice... E comunque io sono ancora carino!” 

Markus sorrise, accennando all’espressione leggermente malinconica che faceva capolino sul volto di quel bambino dai capelli biondi che teneva stretta la sua amica quasi come se non volesse che lei andasse via.

“Non ti è mai piaciuto quando le persone se ne vanno, Markus... Anche se solo per poco. È una cosa dolce...” 

“No, è patetico. Ma cambiamo argomento Lena... Di che avete parlato tu e Alek stamani?” 

“Beh, non di molto... Mi ha dato il regalo e mi ha davvero fregata, volevo fargli lo stesso per il suo...”

“Ho provato a farglielo capire, ma non c'è stato verso. L'ho anche aiutato a recuperare qualche vecchia foto... Voleva assolutamente regalarti questo, ha detto che era il momento giusto visto che sono gli ultimi compleanni che festeggiamo insieme.” 

“Che dici, Markus? Ne festeggeremo ancora un mucchio insieme... Voi due non vi libererete in fretta della vostra Lena, cosa credi?” 

Marlena sorrise dolcemente e il ragazzo annuì, piegando le labbra in un debole sorrisino eloquente:

“Mi fa piacere. E sono sicuro che farà ancor più piacere ad Alek saperlo... Perché non glielo dici, quando verrà a salutarti?” 

“Immagini che quando passerà di nuovo glielo farò notare, allora...” 

“Cioè molto presto. Dubito che non si farà vedere di nuovo entro oggi Lena, se non te ne fossi accorta fatica parecchio a stare lontano da te. Sai che razza di inferno sono stati gli ultimi giorni, quando a lezione stavo vicino a lui? – Secondo te come sta Lena?, Lena starà male? Poverina, mi dispiace che abbia la febbre, dopo vado a salutarla... – è diventato super tenero nel giro di una settimana... Che cosa gli hai fatto Marlena...” 

Marlena sorrise mentre l'amico scuoteva leggermente il capo con aria quasi sconsolata, benché sapesse benissimo darsi una risposta da solo. 
Chissà se invece lei ne era in grado... Senza dubbio, lui lo sperava.

“Veramente non saprei... Tu hai qualche suggerimento?” 

“E menomale che gli ottusi siamo noi maschi! Presta attenzione mia dolce Marlena, ora ti illumino io sulla situazione...” 


*


“Sono sempre io... Posso entrare o aspetti qualcun altro?”    Alek sorrise, fermo sulla soglia della stanza con una mano sulla maniglia della porta aperta.

Marlena, che era seduta sul davanzale interno della finestra e stava guardando il vetro ancora appannato dalla pioggia, di voltò verso di lui e sorrise di rimando:

“In effetti stavo aspettando il mio spasimante... Non è che l'hai visto per caso?” 

“No, ma se anche fosse si dovrebbe mettere in fila, prima ci sono io.”   Alek sorrise, avvicinandosi alla ragazza e sedendosi accanto a lei, piegando una gamba e appoggiandola sul davanzale. Entrambi esitarono per un attimo alle parole del ragazzo, rimuginando sul doppio significato poco velato. 

“Come stai?” 

“Meglio... Se non altro sarà un compleanno da ricordare, nel bene o nel male. A lezione com'è andata?” 

“Noiose, senza di te che mi rimproveri per qualcosa o ridi a quello che dico.”

“Se può consolarti lunedì godrai di nuovo della mia compagnia... Markus è passato nella pausa pranzo, ha detto che stamattina si è svegliato tardi e non è venuto insieme a te per questo.” 

Marlena si accigliò alle sue stesse parole, facendo sorridere appena Alek: Markus non era male come bugiardo, ma Marlena li conosceva troppo bene per farsi fregare al 100%... Si chiese se per caso avesse capito perché il loro amico non si fosse presentato quella mattina insieme a lui, ma ovviamente non ebbe il coraggio di chiederglielo ad alta voce.

“Si, beh... Se l'è presa comoda. Di che avete parlato prima? Del vostro adorabile amico Alek immagino.” 

“Ovviamente... Abbiamo parlato dei tuoi mille difetti.” 

Marlena sorrise con aria divertita, facendo sbuffare il ragazzo che la guardò come se volesse che fosse seria in quel momento:

“Dico sul serio... Avete parlato davvero di me?” 

“Può darsi. Ma non sono tenuta a dirti cosa ci siamo detti, visto che io non so che cosa dici a Markus su di me... O almeno, non lo so per merito tuo.”   

Marlena sorrise appena mentre al contrario Alek sbiancò di colpo, sgranando gli occhi azzurri prima di parlare: 

“Tu... Markus cosa ti ha detto?” 

“Giusto un paio di cose, in effetti. Sai Alek... Hai detto che vorresti ci fossero molte altre foto che ci ritraggano insieme e sono d'accordo. In effetti non voglio affatto liberarmi di te, rompipalle.” 

Marlena sorrise e Alek non disse niente per un attimo, restando immobile con gli occhi puntati dritti sulla ragazza mentre metabolizzava quello che aveva appena sentito. 

Approfittando del fatto che, per una volta, Aleksandur non aveva niente da dire Marlena riprese a parlare, spostando gli occhi chiari di nuovo sul vetro freddo della finestra a cui era appoggiata:

“Hai sempre fatto l’idiota con un mucchio di ragazze Alek, ma ricordi che cosa ti ho detto una volta, qualche tempo fa? Che un giorno avresti smesso di farlo, perché ci sarebbe stata una ragazza che ti sarebbe piaciuta davvero.” 

“Hai spesso ragione su un sacco di cose Lena, ma hai completamente sbagliato questa volta: non occorre aspettare “un giorno”, io ce l'ho già una ragazza che mi piace molto.” 

Voltandosi di scatto vide le labbra di Alek piegarsi in un sorriso mentre allungava una mano verso di lei, accarezzandole una guancia prima di sporgersi completamente e appoggiare le labbra sulle sue, che erano bollenti a causa della febbre. 

Dopo un attimo di sorpresa Marlena si staccò, diventando velocemente color cremisi prima di parlare a bassa voce: 

“Alek, ti passerò la febbre...” 

“Tanto meglio, così faremo i malati insieme e non dovremo andare a lezione!” 

Lui sorrise e Marlena non riuscì a non imitarlo, annuendo prima di parlare:

“Posso dirti che hai un pessimo tempismo? In tutti questi anni mi dovevi baciare proprio quando sono malata e in pigiama?” 

“Che vuoi farci Lena... Meglio tardi che mai.” 

Alek sfoggiò un sorrisetto prima di avvicinarsi di nuovo e baciarla, notando con gioia e sollievo che Marlena non si staccò una seconda volta, circondandogli invece il collo con le braccia e lasciandosi stringere da quelle del ragazzo. 

Già, meglio tardi che mai...


                                                                             *


“Ti prego, non dirmi che stai ancora scegliendo i nomi per i cuccioli...” 

Markus alzò gli occhi al cielo, sedendosi sul divanetto accanto ad Hailey che sembrava piuttosto concentrata mentre scarabocchiava su un foglio di pergamena.

“Che c'è di male? Così sarò pronta quando nasceranno le piccole palle di pelo! Tu non hai qualche suggerimento, vero?” 

“Mi spiace, non sono esperto in fatto di nomi per cani.” 

Markus appoggiò il capo contro quello della ragazza, sbirciando i nomi che si era già appuntata:

“Argo? Come il cane di Ulisse?” 

“Se devi criticare e basta puoi sloggiare, tesoro!”   Hailey sbuffò, voltandosi verso di lui senza riuscire a rimanere seria a causa del sorrisetto che era comparso sul volto del ragazzo, che la guardava con aria divertita:

“Ok, scusa... Prometto che farò il bravo. Ma visto che siamo in tema di nomi di cane famosi, che ne dici di Pongo?” 

“CHI?” 

“Ma non hai mai visto la Carica dei 101?” 

“No...”

“Ma che razza di infanzia hai avuto? Ok, facciamo che una volta o l'altra te lo farò vedere, non puoi restare ignorante per sempre!” 

Markus alzò gli occhi al cielo come se la ragazza avesse detto una qualche eresia, mentre Hailey annuiva sorridendo, appoggiando il capo sulla spalla del ragazzo:

“D'accordo capo, come vuoi... Meno male che ci sei tu che mi fai una cultura di cartoni animati, altrimenti sarei ignorante!”

“Tranquilla, non serve che mi ringrazi, so di essere fantastico, me lo dicono spesso. Ahia, perché mi hai dato una sberla? Non me lo dicono solo le ragazze, tranquilla!” 

Hailey gli rivolse un’occhiata inceneritoria, intimandogli silenziosamente di tacere se teneva alla pelle. Markus colse il messaggio e obbedì, cuocendosi in fretta e furia la bocca senza però trattenere un debole sorrisetto. 


                                                                                *


“To guarda chi si vede, quella che odia il Quidditch... Che ci fai qui, Rossa?” 

“Che domande, sono venuta a vedere una banda di bei ragazzi che si allenano!”


Le labbra di Jake si piegarono in una smorfia alle parole della ragazza, guardando Scarlett con aria seccata mentre le si avvicinava, subito fuori dagli spogliatoi.
Lei rise, guardandolo con cipiglio divertito prima di parlare, come se lo trovasse tenero:

“Sto scherzando ovviamente... A me interessa solo un bel ragazzo.” 

“Sarà meglio... E azzardati solo a tifare per qualcuno che non sia io alla partita e potrei innervosirmi parecchio, Rossa.” 

Jake le rivolse un’occhiata piuttosto eloquente mentre s’incamminava insieme a lei verso il castello,mettendo la Firebolt sottobraccio.
Scarlett invece sorrise quasi con aria colpevole, come se stesse per dire qualcosa di parecchio scomodo:

“Beh, Jake... Sai com’è... C'è Hailey...”

“Ah no, questa volta tifi per me! Hai tifato per la tua amica per più di sei anni, questa è l'ultima partita che giocherò qui e ho bisogno che la mia piccola rompiscatole tifi per me almeno una volta.” 

“Sai, credo che chiamare qualcuno “rompiscatole” sia un modo infallibile per assicurarsi il suo supporto morale.” 

Jake sorrise alle parole della ragazza, mettendole un braccio intorno alle spalle e guardandola con aria divertita:

“Lo so... Ma noi siamo fatti a modo nostro, e tu sei la mia piccola rompiscatole, punto e basta.” 

“Hai intenzione di continuare a chiamarmi così per molto?” 

“Non so... Perché?” 

“Beh, sarà meglio che tu non mi chieda di ripetere come ti chiamerò IO quando lo farai...” 



                          







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Angolo Autrice:

*le autrici esultano modello Minions*

Giorno di Gaudio! Ebbene sì mie care, al 31esimo capitolo nonché fine Aprile... Ce l'abbiamo fatta! 
Bene, confesso di essere molto sollevata e felice perché 

1: io li adoro, quei due 
2: Hadley non mi ammazzerà gli OC nella sua storia 
3: Sesilia non vi fornirà il mio indirizzo per venirmi a cercare con i forconi. O almeno lo spero... E se lo fa troverà a sua volta ME sotto casa sua armata di mattarello. Donna avvisata, mezza salvata.

Bene, ora che abbiamo chiarito è concluso anche il fronte Malek... Vi ricordo che mi dovete mandare i VOTI per la partita, altrimenti nella dolce e piccola Irene si azionerà la parte che somiglia molto alla piccola e poco dolce Scarlett. 

Detto ciò non mi dilungo oltre perché devo correre a pubblicare anche un altro capitolo...

A presto! :) 


Signorina Granger 

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Capitolo 32
*** Tuonoalato - Serpecorno ***


Capitolo 31: Tuonoalato – Serpecorno 
 
Domenica 12 Maggio  


Hailey Silverstone ricordava perfettamente quando aveva incontrato Scarlett Anderson per la prima volta: erano nell’Ingresso in attesa che lo Smistamento cominciasse e mentre lei aveva un sorriso che le andava da un orecchio all'altro e cercava il suo fratellone con lo sguardo, la sua futura migliore amica aveva preferito stare in un angolo, gli occhi azzurri carichi di una lieve preoccupazione.

L'attenzione della futura Serpecorno si era concentrata subito sul cucciolo che quella ragazzina dai capelli rossi aveva accanto, andando ad accarezzare il suo soffice pelo grigio sfumato di marrone... E quando  aveva sorriso a Scarlett per la prima volta aveva capito che in un qualche modo l'avrebbe conosciuta meglio.


Più di sei anni dopo, Hailey aveva la certezza di esserci riuscita appieno... Forse era la persona che conosceva meglio quella ragazza scostante, sarcastica ma infondo buona come il pane.  Ed ecco perché quella domenica mattina, una delle ultime che le due avrebbero vissuto insieme tra le mura dove si erano conosciute, la Serpecorno ci mise un attimo a capire cosa stesse pensando la sua amica. 

Hailey era entrata nella Sala da Pranzo armata di tutti i buoni propositi e quanta determinazione avesse, pronta ad affrontare non una partita qualunque, ma la Finale dell'anno... Nonché l'ultima che avrebbe giocato con la divisa blu dei Serpecorno. 

Cercando la sua amica con lo sguardo non ci mise molto a trovarla... Scarlett era già nella Sala, seduta ad un tavolo mentre faceva colazione in fretta. Troppo in fretta, per essere tanto golosa e ritardataria alla domenica mattina. 

Solo con uno sguardo Hailey capì che la sua amica non vedeva l'ora che quella giornata finisse... Buffo, visto che doveva ancora iniziare. Avvicinandosi a passo di marcia Hailey si era stampata in faccia un sorriso a 32 denti, lo stesso che aveva avuto molto tempo prima, quando si erano parlate per la prima volta. 

“Buongiorno Scarlett! Pronta per oggi?” 


Scarlett sobbalzò, voltandosi verso l'amica con una chiara espressione dipinta in volto: la faccia di chi si sta maledicendo mentalmente perché avrebbe dovuto fare colazione e darsela a gambe più in fretta. 

“Ciao Ley... Dovrei chiederlo a te in realtà... Nervosa?” 

“No, è l'ultima partita e me la voglio godere appieno! Piuttosto... Lui dov’è?” 


Hailey sedette accanto all'amica, guardandosi intorno con aria guardinga e cercando quello che in determinati giorni dell'anno diventava uno dei suoi più acerrimi rivali. Peccato che quel giorno, per la prima volta, quello stesso ragazzo fosse anche il fidanzato della sua migliore amica...

“Non ne ho idea, immagino che stia arrivando... E io devo andare, mi sono ricordata che devo dare da mangiare a Zeus prima della partita!” 

Scarlett fece per alzarsi frettolosamente ma Hailey l afferrò per la manica della camicia bianca, rimettendola seduta senza tanti preamboli: ormai la conosceva... E col tempo aveva fatto molta pratica nel placcare le fughe della Rossa.

“Non pensarci neanche, a scappare. Oggi non lo farai, mia cara.” 

“Come vuoi. Ma quando questa sala si trasformerà in un campo di battaglia, non dare la colpa a me!” 

Scarlett sbuffò, incrociando le braccia al petto mentre pregava mentalmente che Jake scegliesse proprio quella mattina per svegliarsi in ritardo... Ma i suoi desideri non vennero esauditi, visto che evidente Jake Miller aveva scelto quella mattina come unico giorno dell'anno in cui essere perfettamente puntuale.


Entrando nella Sala infatti il Capitano puntò dritto al tavolo dove aveva individuato la sua compagna di Casa, notando che era seduta come al solito vicino ad Hailey... Niente di strano, ma era curioso di sapere come sarebbero andate le cose quel giorno.


“Ciao Scarlett! ... Silverstone. Pronta per essere massacrata insieme ai tuoi compagni?” 

Jake sorrise alla Serpecorno con una vena chiaramente beffarda che non venne affatto gradita, tanto che Hailey lo fulminò con lo sguardo prima di replicare a mezza voce e con tono seccato:

“Noi non verremmo affatto massacrati, Miller.” 

“La vedremo.” 

“Abbassa i toni, simpaticone, ti ricordo che qualche mese fa NOI abbiamo stracciato VOI.” 

“Triste ma vero... Anche i migliori scivolano di tanto in tanto... Questa è l'occasione perfetta per prendermi la rivincita, oltre che soffiarvi la coppa da sotto al naso.” 

Jake sorrise amabilmente, facendo sospirare Scarlett mentre Hailey si alzava imperterrita, non gradendo il tono del ragazzo è il fatto di essere guarda dall'alto in basso... Sia letteralmente che metaforicamente.

“Davvero? Ne parliamo tra tre ore, Capitano. Se anche non dovessi vincere non prenderla troppo male, secondi è meglio di niente.” 

“Potrei dirti la stessa cosa! Non mi piace perdere, tantomeno due volte... Quest’anno la coppa è nostra... E questa volta tifa per me anche la nostra Rossa preferita.” 

Scarlett lo fulminò con lo sguardo mentre Hailey sbuffava, lanciando al ragazzo un'occhiata torva:

“Lei tifa per me da sempre! Non provare neanche a metterla contro di me!” 

“Guardate che io sono qui, e non sono una bambola che si può manipolare...” 


“Io non la metto contro nessuno, ma è la sua Casa e io sono il suo ragazzo, ergo tiferà per Tuonoalato oggi. Scarlett?” 

Hailey e Jake si voltarono sincronicamente verso la ragazza, che era ancora seduta mentre teneva la faccia nascosta dietro alla tazza da caffellatte.

“Ehm... Beh... Non posso essere neutrale?” 

“NO!” 

La Capiscuola sbuffò, chiedendosi che cosa mai quei due ci trovassero nel Quidditch... A lei non era mai interessato granché, ma avendo la migliore amica appassionata e ora anche il ragazzo... Beh, si trovava un po’ con il piede in una fossa e ora anche in due scarpe, visto che non sapeva come cavarsela in quella situazione dove non sapeva proprio dove sbattere la testa.

“Andiamo Jake... Hailey è la mia migliore amica e ho sempre tifato per lei!” 

“Visto? È un ciclo che si conclude Miller.”   Hailey sorrise con aria soddisfatta in direzione del ragazzo, che roteò gli occhi mentre Scarlett si schiariva la voce prima di riprendere a parlare... O meglio, a temporeggiare:

“E Ley... Io ti voglio bene e tiferò sempre per te, qualunque cosa tu faccia al di fuori del Quidditch. Ma voglio bene anche a Jake ed è giusto che, per una volta, dia supporto anche a lui.” 

Fu il turno di Jake per sorridere alla Serpecorno, che sbuffò a sua volta proprio mentre Scarlett vedeva una figura, o meglio la sua salvezza, avvicinarsi al tavolo.
Alto, capelli biondi e l'aria rilassata di chi sa di aver davanti una giornata tranquilla... Non era mai stata tanto felice di vedere Markus Bauer, probabilmente.

Scarlett gli rivolse un'occhiata dal chiaro messaggio, ovvero una richiesta d'aiuto, mentre il Campione si avvicinava alla fidanzata e di conseguenza anche ai due Tuonoalato.

“Buongiorno ragazzi! Sono venuto a farvi gli auguri per la partita.”    Markus sorrise, mettendo un braccio intorno alle spalle di Hailey mentre Scarlett tirava mentalmente un sospiro di sollievo, pregando affinché la comparsa del ragazzo distraesse Jake e Hailey.

“Ciao Markus! Ti prego dimmi che almeno tu tiferai per me...”  

“Naturale... Ma buona fortuna comunque Jake!”   

Markus sorrise al Tuonoalato mentre Hailey sfoggiava un’espressione cupa e la sua faccia da cucciolo abbandonato che ormai Scarlett conosceva tanto bene... Provò un moto di tristezza vedendo l’amica giù di morale a causa sua, ma il suo orgoglio e la presenza di Jake le impedirono di andare ad abbracciarla per dirle che era la sua Cercatrice preferita in assoluto. 

“Grazie Markus... Scusate, ma credo che andrò al campo a ripassare gli schemi... Buona fortuna Hailey, sono sicuro che oggi vincerà il migliore.”   Jake sorrise alla ragazza, che risposo se con un debole “non ne dubito” prima che il Tuonoalato si allontanasse senza scordarsi di lanciare un’occhiata eloquente in direzione di Scarlett, che maledisse il Quidditch come mai aveva fatto fino a quel momento.

“Senti Ley... Sappi che se vincerai ti farò le feste come ho sempre fatto! E ti farò una torta al cioccolato. Però dovrò essere anche triste per Jake... Ma perché hanno inventato questo sport? Scusate ma devo andare a parlare anche con lui, ci vediamo dopo... Buona fortuna amica mia, ti voglio bene! Ciao Markus!” 

Con un sorriso quasi frettoloso Scarlett si alzò, ricorrendo Jake fuori dalla Sala mentre Hailey sbuffava, sedendosi di nuovo mentre Markus la imitava.

“Fammi indovinare, Scarlett non sa per chi tifare ed è in difficoltà.” 

“Già... Capisco che ci sia Jake, ma era una specie di tradizione... Ed è la mia ultima partita, è un po’ come un ciclo che finisce.”   Hailey si strinse debolmente nelle spalle con aria sconsolata, facendo sorridere Markus che le prese il viso tra le mani:

“Sono sicuro che Scarlett sarà contenta per te se vincerai... E se perderai verrà a consolarti come ha sempre fatto.” 

“Stai dicendo che perdo sempre?” 

“No, intendo che ti è accanto da sempre, per qualunque cosa... E poi rilassati Hailey Silverstone, tu hai il Campione di Durmstrang che tifa sempre per te.” 

Hailey abbozzò un sorriso alle sue parole, appena prima di baciarlo con la consapevolezza che Markus aveva pienamente ragione.

            
                                                                                *


“Jake! Jake, andiamo... Aspettami, lo so che lo stai facendo apposta!” 

Jake sospirò, fermandosi e voltandosi per vedere Scarlett che gli stava andando incontro, scendendo velocemente i gradini per raggiungerlo nel piazzale erboso davanti alla scuola.

“Senti Scarlett, non importa... Lo capisco, le vuoi bene e hai sempre tifato per lei. Non fa niente, davvero.” 

“Smettila di fare l’apatico, lo so che ti interessa. Ascolta, io ho sempre tifato per Hailey e mai per te... Anche quando hai vinto contro Magicospino non mi sono dilungata troppo in complimenti e mi dispiace... Oggi ti prometto che farò la brava fidanzata e se vincerai ti salterò in braccio, mentre se perderei ti ascolterò mentre brontolerai. È la tua ultima partita quindi vai e impegnati, se vinci bene... In caso contrario, ci sarò comunque.” 

Jake esitò per un istante, fissando la ragazza mentre elaborava il suo fiume di parole pronti sito in fretta e quasi senza prendere fiato... Lei lo osservava di rimando quasi aspettando una sua reazione, che arrivò dopo qualche istante: il ragazzo sorrise, annuendo con un lieve cenno de, capo prima di sparlare:


“Lo so Scarlett... Davvero, lo so che tifi per me! Non devi certo scegliere tra me e Hailey, sono sicuro che pensa lo stesso. Dopo questo discorso commuovente non ci starebbe male un bacio portafortuna, però...” 

Jake le rivolse la sua migliore occhiata da cane bastonato in cerca di affetto, facendola sorridere prima che gli si avvicinasse, annuendo prima di alzarsi in punta di piedi, appoggiandogli le mani sulle spalle e baciandolo. 

“Così va meglio...”   Quando si staccarono Jake le sorrise con aria soddisfatta, dandole un bacio sulla fronte prima di sciogliere l'abbraccio e strozzarle l'occhio:

“Scusa Rossa ma devo andare, anche se non mi spiacerebbe restare qui a coccolarti... Devo andare a vincere una Coppa!” 

“Sempre il solito modesto.” 

“È il mio secondo nome tesoro... Ci vediamo più tardi!” 


                                                                                *


“Markus, si può sapere perché hai quella faccia strana? Prima fai il Cupido e poi quelle smorfie?” 

“Non associare mai a me la parola Cupido, Aleksandur. Quel sogno mi ha traumatizzato...” 

“Di che parla?” 

Marlena si voltò verso Alek, inarcando un sopracciglio mentre camminavano uno affianco all'altro e lui le teneva un braccio intorno alla vita.

“Niente, lascia stare...”  Alek ridacchiò, guadagnandosi un’occhiata torva da parte dell'amico mentre si avviavano verso lo stadio, percorrendo il pendio erboso ancora una volta.

“D'accordo, ho imparato a stare fuori dai vostri segreti... Ma devi spiegarci il perché di quella faccia torva, Markus.” 

“Beh, datemi il tempo di abituarmi! Vi ho visti come amici per anni e ora siete diventati peggio di due koala!” 

“Adoro i koala!”   Marlena sfoggiò un sorriso mentre Markus roteava gli occhi, facendo sprofondare le mani nelle tasche mentre Alek se la rideva, mormorando qualcosa all'orecchio della ragazza:

“Poverino, dobbiamo capirlo... Si sente escluso!” 

“Povero piccolo Markus... Vieni qui.”    Marlena si avvicinò all’amico, allungando le braccia mentre il ragazzo sbuffava, lasciandosi però abbracciare dalla ragazza:

“Io non mi sento escluso! Però è strano, tutto qui... Ora le cose saranno diverse, immagino.” 

“Non poi molto, Markus... Alek ha sempre come hobby mangiare e continuiamo a discutere peggio dei tuoi genitori... Non credo che sia tutto poi così diverso rispetto ad un mese fa.” 


“Smettetela, non è affatto il mio hobby! Mangiare è un diritto umano inalienabile...” 

Alek sbuffò, lanciando  un’occhiata torva a quelle che probabilmente erano le persone s cui teneva di più al mondo... E che in quel momento stavano sghignazzando allegramente, fregandosene del fatto che fosse accanto a loro e che potesse quindi vederli.

“Dai Alek... Ormai ci conosciamo da anni, non devi darci spiegazioni del genere... Oh ragazzi... Sapeste quanto sono fiera di voi! Da un duo di dolci, teneri ragazzini ingenui siete diventati due imbecilli... È ora siete tornati ad essere carini, sapeste che sollievo!” 

Marlena sorrise, prendendo entrambi sottobraccio con aria allegra, continuando a camminare sull'erba a passo svelto.   Markus e Alek si scambiarono un’occhiata leggermente confusa, quasi chiedendosi il motivo di quell’improvvisa rivelazione prima che il moro si rivolgesse di nuovo alla ragazza con aria accigliata:

“Scusa... Com’è che hai detto? Imbecilli?” 

“Beh, infondo siete due ragazzi adorabili... Diciamo che per un paio d'anni avete fatto uso di tutta l'idiozia maschile che avevate, ma io vi ho sempre voluto bene lo stesso! Merito un premio, ora che ci penso!” 

“Frena l'entusiasmo Lena, il tuo momento dei regali è passato...”  


                                                                                  *


“Non posso credere che questa sia l'ultima partita ambientata in una scuola a cui assisterò... È triste. All'improvviso vorrei tornare che so, al quinto anno. Mi mancherà Hogwarts, mi manca anche ora.” 

“Se ti può consolare Luke, tra un paio di settimane torniamo a casa...” 

“Confesso di non vedere l'ora... Chissà chi vincerà la Coppa delle Case! Spero non i Serpeverde, hanno già vinto l'anno scorso. Ma allo stesso tempo più si avvicina il momento di tornare ad Hogwarts, più si avvicina l'ultima Prova... E sono in ansia anche io per Len.” 

Lucas sospirò, seguendo con lo sguardo i Cacciatori passarsi la Pluffa sopra di lui, mentre Abby annuiva con aria comprensiva, come se lo capisse perfettamente:

“È vero... Anche io comincio ad essere un po’ preoccupata, ma almeno questa volta hanno dato una data! Pensa se non l’avessero fatto, come per la Seconda!” 

“Non me ne parlare, a fine Febbraio mi svegliavo ogni giorno pensando che ci sarebbe stata... Ma almeno così Len era abbastanza tranquilla, sai quanto possa diventare ansiosa.” 

Alle parole di Lucas lui e la Tassorosso si voltarono verso la suddetta Grifondoro, che stava chiacchierando allegramente con Sam e Johnny solo qualche metro più in là sugli spalti affollati. 

“Credo che nessuno lo sappia meglio di me... Quando si avvicinava la Prima era un fascio di nervi! Solo a me sembra che questi mesi siano volati? Se penso alla Seconda, mi sembra sia stata una settimana fa!” 


Abby sbuffò, chiedendosi perché man mano che la fine dell'anno e gli esami si avvicinavano il tempo passasse sempre più in fretta... Ad inizio anno aveva reputato i M.A.G.O. così lontani... E invece Maggio era arrivato davvero molto in fretta, anche quell’anno davvero insolito stava per giungere al termine. 

“No, vale lo stesso anche per me... Spero solo che la Prova vada bene, poi mi preoccuperò degli esami. Beata mia sorella, lei può rilassarsi!”  

Luke sbuffò, pensando alla sorellina con aria imbronciata e Abby lo imitò, annuendo mentre s’immaginava a sua volta i gemelli in panciolle e intenti s godersi l'estate che si avvicinava mentre lei avrebbe passato due settimane a sgobbare sui libri non appena sarebbero tornati in Scozia.


“Probabilmente Sebastian e James rideranno tra un paio di settimane, immaginando la loro cara sorellina china sui libri mentre loro banchettano... Se non altro mia nonna li terrà a dieta in mia assenza!” 

Lucas rise alle sue parole, immaginandosi chiaramente la scena proprio mentre parte dello stadio si riempiva di esclamazioni dopo che Tuonoalato aveva segnato per la quinta volta, portando il punteggio a 50 a 60 per i Serpecorno. 


“State confabulando, voi due? Non si sa mai, conoscendovi...”   Marlene inarcò un sopracciglio nerissimo perfettamente disegnato, avvicinandosi ai due rivolgendogli un’occhiata scettica 

“Tranquilla Len, non dicevano niente di che...  Ci hai per caso preso per due vecchie pettegole?” 

“Per favore Luke, è risaputo che tutti i presenti siano pettegoli... Si Sam anche tu, quindi non fare quella faccia pseudo-offesa! Lo so che al Ballo del Ceppo tu, Abby e Johnny avete spettegolato su me e Luke...” 

“Beccati...” 


Abby sorrise con aria colpevole di fronte alla puntualizzazione dell'amica, mentre Johnny rideva ricordando il brindisi che avevano fatto durante quella famosa e ormai lontana sera. 
Sam invece sbuffò, roteando gli occhi e borbottando qualcosa sul fatto che erano stati Abby e Johnny a mettere in tavola l'argomento e non lui, al Ballo.

Anzi, in effetti il Grifondoro non aveva mai fatto caso alla piega che aveva preso il rapporto tra Lucas e Marlene nei mesi precedenti... Abigail aveva proprio ragione quando sosteneva che i ragazzi fossero decisamente ottusi in materia.


                                                                                 *


“Dimmi un po’... Tu per chi tifi?” 

“Non hai per caso una domanda di riserva da farmi?” 

Jakob sorrise, rivolgendo un’occhiata divertita a Scarlett che stava seguendo la partita con più attenzione del solito, di certo perché in campo c'erano due le persone a cui teneva di più al mondo. 

“Ardua scelta, immagino... Ma lo stesso non si può dire di me.” 

“Ti prego, so benissimo che ti presenteresti agli esami in mutande piuttosto che tifare per Tuonoalato.” 

Jakob sorrise appena alle parole della ragazza, annuendo mentre tornava a seguire la partita, imitandola e tenendo lo sguardo fisso sul campo: 

“Niente di personale, ovviamente... So che è la tua Casa, ma non posso proprio perdonare Miller per avermi battuto a Dicembre... E poi io e lui non ci siamo mai sopportati, lo sai.” 

“Lo so meglio di chiunque altro! Qualche mese fa ho anche impedito che vi prendeste a pugni nel bel mezzo di un corridoio.” 

Scarlett sbuffò, roteando gli occhi senza smettere di seguire i movimenti della Pluffa e, in special modo, Hailey che saettava da una parte all'altra del campo in cerca del Boccino e Jake che direzionava i Bolidi, puntando agli avversari e cercando di impedire che uno di quegli affari indemoniati fratturasse qualche arto di un compagno di squadra. 

Benché non fosse molto esperta in materia, nel corso degli anni Scarlett aveva assistito ad abbastanza partite da sapere che i Cercatori erano spesso i bersagli più gettonati dei Battitori... È proprio per questo aveva fatto in modo di non dover andare a trovare Hailey in infermeria, facendo a Jake un chiaro discorsetto la sera prima e minacciando che avrebbe mandato LUI in Infermeria, se avesse colpito la sua amica. 

“Non capirò mai perché è così popolare... Le persone possono farsi male sul serio, non voglio nemmeno pensare a come debba essere venire colpiti da un Bolide! ”

“Le persone sono strane, Scarlett... Chi può dirlo, magari attira tanto proprio per questo... Ma guarda il listo positivo, questa è l'ultima partita a cui dovrai assistere stando qui.” 

“È vero, ma avendo un’amica e un ragazzo più che appassionati temo che io e il Quidditch non abbiamo ancora finito, Jakob...” 


                                                                          *


Jake guardò con cipiglio soddisfatto il Bolide sfrecciare verso la metà campo avversaria, mentre alle sue spalle il compagno di squadra Nicholas Thorne riprendeva possesso della Pluffa per poi sfrecciare verso gli anelli.

In generale non gli era mai piaciuto perdere... E quando si trattava di una finale, per di più contro la squadra che l'aveva battuto ad inizio anno, la sua determinazione saliva alle stelle. 
Impugnando saldamente la mazza con una mano mentre l'altra era stretta sul manico della Firebolt, il Capitano si buttò in picchiata per seguire i Cacciatori, non avendo nessuna voglia di vederne uno in Infermeria a causa di un Bolide. 

Gli occhi chiari del ragazzo saettarono per un attimo su Hailey, che gli sfrecciò accanto per una frazione di secondo: che stesse per caso rincorrendo il Boccino? Sentiva appena la cronaca, ma non gli sembrava che avessero fatto accenni alla minuscola e scintillante pallina che determinava quasi sempre la vittoria di una squadra. 

Avvicinandosi leggermente agli spalti gli occhi del Battitore vennero irrimediabilmente attratti da qualcosa che riusciva ad attirare costantemente la sua attenzione quasi come un allarme: intravide Scarlett sugli spalti, in prima fila accanto alla ringhiera... E vicino a lei c'era, ovviamente, una delle persone che detestava di più all'interno di tutta la scuola.

Jake contrasse la mascella, trattenendosi dal sferrare un Bolide dritto su Jakob Young, che era intento a chiacchierare amorevolmente con la sua ragazza.
Sbuffando il ragazzo si ordinò di tornare a concentrarsi sulla partita, tallonando i compagni di squadra che si stavano passando la Pluffa mentre si avvicinavano agli anelli.

Fortunatamente si accorse con la coda dell'occhio che Steven Peterson aveva lanciato un Bolide dritto verso Nicholas e accellerò in modo da rispediglierlo indietro a mo’ di boomerang con un colpo secco, guadagnandosi diverse ovazioni da parte del pubblico.


Jake sorrise appena mentre si lasciava superare da Nicholas, che lanciò la Pluffa dritta verso l'anello centrale, portando altri 10 punti alla squadra: non era stato poi così difficile, in effetti... Gli era bastato immaginarsi una determinata faccia al posto del Bolide che aveva colpito. 


                                                                           *

Hailey sbuffò appena, sorvolando il campo in lungo e in largo per l'ennesima volta. Se non altro Shayla aveva appena segnato, portando il punteggio in parità per 90 a 90... Ma del Boccino praticamente ancora nessuna traccia, benché qualche minuto prima aveva rincorso la Cercatrice di Tuonoalato, Jasmine Brooke, perché sembrava aver intravisto la tanto agognata pallina dorata.

Le era sembrato di scorgere qualche scintillio dorato, in effetti... Ma ne aveva perso in fretta le tracce con sua somma irritazione: per quanto adorasse giocare, quella partita stava iniziando a durare anche troppo per i suoi gusti, e il caldo di metà Maggio di certo non la stava aiutando affatto.

La partita che aveva giocato contro Wampus, a Gennaio, era stata facilitata dal clima freddo e dal cielo nuvoloso... Quella mattina invece splendeva un sole cuocente che, oltre a farli sudare tutti notevolmente, le rendeva molto più difficile vedere con chiarezza quando si trovava nella metà campo dei Tuonoalato, come in quel preciso momento. 

Maledicendosi per non essersi messa un qualche paio di occhiali da sole, Hailey alzò lo sguardo e scorgendo una figura volare un paio di metri sopra di lei... Le sembrava fosse una ragazza ma la sagoma era troppo scura per capire di chi si trattasse. 

Capendo che finché sarebbe stata in controluce non avrebbe ottenuto nulla se non farsi colpire in pieno da un Bolide vagante la ragazza accelerò, spostandosi verso l'altra metà campo mentre sotto di lei la Pluffa passava velocemente di mano in mano tra i Cacciatori di entrambe le squadre. 


Non aveva mai perso una partita in tutto l'anno... E non voleva certo che la prima e unica fosse proprio la Finale, nonché l'ultima che avrebbe mai giocato come Cercatrice di Serpecorno... E poi già immaginava le prese in giro praticamente eterne del simpatico Jake Miller, che di certo non avrebbe risparmiato riferimenti poco velati e battute per il decennio successivo, o peggio. 


Chiedendosi se per caso il Boccino non se ne fosse andato da qualche altra parte la ragazza abbassò lo sguardo, iniziando a setacciare la base del campo e sperando che Jasmine non riuscisse a batterla sul tempo... Di certo però l’avversaria non aveva molta voglia di farsi battere una seconda volta nel giro di un anno dalla medesima persona, esattamente come lei non aveva nessuna voglia di concludere la giornata senza una Coppa tra le mani.


                                                                          *


“Ma c'è qualcuno che riesce a vedere qualcosa lì in mezzo? Io non capisco chi è in squadra con chi!” 

Alek sbuffò, mettendosi una mano sulla fronte e cercando di crearsi un po’ d’ombra per riuscire a seguire chiaramente la partita, mentre accanto a lui Marlena sgranocchiava pop corn e Markus borbottava sommessamente mentre cercava di individuare Hailey nel mezzo della mischia. 

“Nemmeno io... Ma quel boccino pensa di farsi vivo entro l'ultima prova? Facciamo in tempo a portare a termine il Torneo prima di questa partita!” 

“Non essere melodrammatico, Markus... Magari comparirà prima di quanto tu non possa pensare...”  Marlena si strinse nelle spalle, parlando con una nonchalance distante anni luce dal tono impaziente dell'amico, che sbuffò prima di seppellire la mano nella ciotola di pop corn per prenderne una manciata:

“Beh, questa situazione mi fa venire fame... Non ti ringrazieremo mai abbastanza per la trovata dei pop corn, Lena.” 

“Per favore Markus, io vi adoro... Ma sappiamo tutti che potremmo scrivere un libro, con tutte le cose che ho fatto per voi negli ultimi anni.” 

“Hai ragione... Come sarebbero andate le cose senza la nostra dolcissima lena? Di certo avremmo combinato molti più casini... Fortuna che ci sei tu.”


Alek sorrise, dandole un bacio su una guancia mentre Markus roteava gli occhi, tornando a concentrarsi sulla partita e decidendo di ignorare i commenti amorevoli della ragazza ai quali ormai era abituato. 

“Si sì, siete molto carini non ci sono dubbi... Alek, non è che hai un binocolo vero? Oggi sarebbe utile...” 

“E dove accidenti dovrei trovarlo, un binocolo?!” 


                                                                        *


Scarlett sorrise quasi istintivamente, sentendo gran parte dello stadio esultare in modo tale da coprire persino i commenti del cronista.  Senza indugiare minimamente la ragazza si lanciò sulle scale prima che ci si formasse la calca, scendendo i gradini tanto velocemente da rischiare di ruzzolare fino al campo mentre entrambe le squadra mettevano di nuovo i piedi per terra... Alcuni esultanti e sorridenti, altri con un muso decisamente lungo stampato in faccia.


Per la prima volta in tutti quegli anni, era davvero felice che la sua squadra avesse vinto... Ci era voluto l'intervento di Jake Miller, ma dopo quasi sette anni era successo. 

Puntando gli occhi su quest’ultimo la ragazza sorrise, avvicinandoglisi quasi di corsa mentre il Capotano aveva un sorriso a trentadue denti stampato in faccia, il manico di scopa e la mazza stretti in mano. Dopo aver scambiato qualche parola con i compagni si accorse di Scarlett e le sorrise, andandole incontro a sua volta prima di lasciar cadere sull'erba sia la mazza da Battitore che la sua Firebolt per stringerla in un abbraccio, sollevandola da terra senza smettere di sorridere nemmeno per un attimo:

“L'avevo detto, non mi faccio battere due volte... Contenta, Rossa?” 

“Per una volta sì... Congratulazioni, Capitano, hai finalmente vinto la Coppa.”  Scarlett sorrise prima che lui la baciasse, rimettendola a terra solo dopo qualche istante: in realtà il fatto che lei fosse sinceramente contenta per lui era già una vittoria bella e buona, ma scelse di non sottolinearlo mentre le teneva ancora le braccia strette intorno alla vita, troppo euforico per pensare lucidamente:

“Stasera si festeggia, al diavolo le lezioni di domani... Però ti confesso che un po’ mi spiace per Hailey, lei e Jasmine se la sono giocata proprio fino all’ultimo.” 

“Anche a me, poverina... Anzi, forse dovrei...”  

Scarlett si voltò verso l'amica, scorgendola abbracciata a Markus con aria non troppo allegra: conosceva molto bene quell’espressione cupa e sapeva che non sarebbe stato facile vederla sparire... 

“Tranquilla, vai a consolarla... È giusto così. Ma dopo sei tutta mia, Rossa.” 


Jake sorrise, accennando col capo in direzione della Serpecorno. La Caposcuola gli sorrise di rimando, dandogli un bacio su una guancia e mormorando un “grazie” appena udibile prima di girare sui tacchi e correre da una Hailey decisamente immusonita per abbracciarla.

Jake la seguì con lo sguardo prima di tornare ad esultare insieme ai compagni di squadra, accorgendosi di non averle chiesto di che avevano avuto da chiacchierare lei e Young... Ma non era la fine del mondo, di sicuro avrebbe fatto in modo di informarsi più tardi. 


“Ley... Sei stata bravissima lo stesso!”     Sentendo la sua voce la ragazza alzò lo sguardo, smettendo di parlare con Markus appena prima che la sua migliore amica le saltasse quasi addosso, concedendole uno dei suoi rari abbracci.

“Evidentemente potevo fare meglio...”   Hailey sbuffò, borbottando a mezza voce ma ricambiando l'abbraccio di Scarlett, che sorrise prima di strizzarle l'occhio:

“In ogni caso Hailey Silverstone, resterai sempre la mia Cercatrice preferita... mi dispiace davvero che abbiate perso, ma poteva andare peggio. Ma ti prego, ora non restare immusonita fino a domani!” 

“Domani? Col cavolo, ho intenzione di restare così fino al Diploma dopo questa delusione!” 


Hailey sbuffò, parlando in tono fermo mentre Scarlett e Markus si scambiavano un’occhiata, capendosi all’istante: in qualunque circostanza, qualunque partita vincesse o meno e per quanto potesse restare nelle sue fasi “no”, l’inimitabile Hailey Silverstone era indissolubilmente scolpita nei cuori di entrambi. 

“Scarlett?” 

“Si?” 

“Non è che ma la faresti lo stesso, la torta?” 










............................................................................................
Angolo Autrice:

Buonasera! Questa volta sono stata, fortunatamente, molto più veloce rispetto allo scorso capitolo... E anche con il Quidditch abbiamo chiuso, grazie mille per i voti come sempre! :) 

Finalmente Jake ha avuto la sua rivincita... Hailey invece avrà una torta, sempre meglio di niente! 

Ci sentiamo presto, spero, con il seguito... Incluso l’Epilogo mancano quattro capitolo alla fine, ma la buona notizia è che scriverò la Raccolta di OS, così dovrete sopportarmi per un’ulteriore settimana :D mi sembra quasi di sentirvi esultare!   *grilli*

Va beh, ho finito di farvi perdere tempo per stasera... A presto e buonanotte! 

Signorina Granger 

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Capitolo 33
*** Programmi per il futuro ***


Capitolo 32: Programmi per il futuro 
 
Giovedì 23 Maggio 


Dopo essere entrata nella stanza si chiuse lentamente la porta alle spalle, avvicinandosi ad uno dei due letti il più piano possibile.

Markus era ancora profondamente addormentato, con i capelli biondi spettinati e l'aria rilassata di chi sta sognando cose piacevoli. 
Quasi le dispiaceva dover interrompere il suo sonno, ma gli sfiorò comunque una spalla prima di chiamarlo a bassa voce, pregando affinché Alek non si svegliasse.

“Markus... svegliati!” 

Il ragazzo sbuffò debolmente come a volerle dire di lasciarlo stare, facendola sorridere leggermente: lo trovava un po’ comico in effetti... ma non aveva tempo per aspettare che si svegliasse da solo.

“Dai Markus...” 

Scrollandolo dolcemente gli provocò qualche debole protesta: il biondo si rigirò, dandole le spalle senza aprire gli occhi e restando in una specie di stato di dormi-veglia:

“Lasciami stare mamma...” 

“Markus, io adoro tua madre, ma mi offende un po’ che tu mi scambi per lei! Anche perché non mi somiglia per nulla. Alzati, su!” 

Sbuffando la ragazza gli tirò via il cuscino da sotto il capo con uno strattone, facendolo sbuffare debolmente mentre il ragazzo apriva finalmente gli occhi, guardando l'amica con aria torva:

“Ciao Lena... che c'è?” 

“È il 23 Maggio... è il compleanno di Alek. Dai alzati, così lo svegliamo.” 

Anche se un po’ controvoglia Markus si alzò, sbadigliando mentre si avvicinava al letto di Alek insieme a Lena, che sedette sul materasso e mise una mano sulla spalla del ragazzo, sorridendo mentre con l'altra gli accarezzava i capelli scuri:

“Alek? Sveglia...” 


Ci volle qualche minuto per riuscire a svegliarlo, ma alla fine Markus e Lena riuscirono nel loro intento e Alek aprì gli occhi, stritolando per prima cosa la ragazza in un abbraccio senza nemmeno chiedere perché si trovasse in camera sua di prima mattina. 

Non aveva mai apprezzato molto il suo compleanno e non l'aveva mai festeggiato minimamente prima di andare a Durmstrang, dove aveva conosciuto Marlena e Markus... suo padre a stento gli faceva gli auguri. 

Ormai il ragazzo si era arreso al fatto che sia Lena che Markus gli facessero gli auguri ogni anno, anche se lui non era un fan del suo compleanno e avrebbe tranquillamente fatto a meno degli auguri... ma Marlena era piuttosto testarda sulla questione, sostenendo che non fosse ammissibile che si odiasse il proprio compleanno per colpa di un genitore che aveva avuto la malsana idea di mettere in testa al proprio figlio colpe assurde fin da bambino. 


“Ormai ho smesso di dirvi di non farmi gli auguri... Però grazie. Secondo voi posso dire alla Holland che salto la sua lezione visto che è il mio compleanno? Non ho la forza di preparare intrugli oggi.” 

“Naturale Alek... di certo se le dici che è il tuo compleanno appenderà anche qualche palloncino al tuo calderone!” 


Il tono ironico di Markus fece sbuffare il ragazzo, che appoggiò la testa contro quella di Marlena con aria sconsolata, borbottando a mezza voce che avrebbe preferito compiere gli anni in estate, senza dover avere la scuola tra i piedi.

“Coraggio Alek... tra meno di un mese saremo tutti Diplomati, pensa a questo e consolati.” 

“Sempre che non rimaniamo bocciati! E poi tra una settimana c'è anche la Prova di Markus... nervoso, amico?” 

“Evita di farmici pensare, per favore... e ora muoviamoci, dobbiamo andare al castello o faremo tardi a lezione!” 


Le parole di Markus fecero il loro effetto perché, anche se con una smorfia stampata in volto, Alek si alzò in fretta dal letto, consapevole che la Vicepreside li avrebbe affatturati se avessero fatto tardi ad una delle loro ultime lezioni ad Ilvermorny... che fosse il suo compleanno o meno. 


                                                                               *


“Che giorno è oggi?” 

“Solo tu puoi fare una domanda simile visto che ti curi a stento delle lezioni... è giovedì, Jake.”

Scarlett roteò gli occhi mentre invece il ragazzo sorrideva quasi allegramente, sollevato che anche quella settimana stesse per giungere al termine. 

“Se non altro presto ci sarà il week-end... adesso c'è Storia della Magia, vero?”


Scarlett annuì e dal sorriso del ragazzo capì che non si sarebbe presentato a lezione... ma ormai ci era abituata e aveva rinunciato da tempo a cercare di convincerlo a seguire le lezioni più diligentemente.

“Dopo c'è Pozioni... sua Altezza sarà presente?” 

“Immagino di si, con la Holland è tutto un altro discorso... devo fare il bravo in questo ultimo periodo, altrimenti farà di tutto per bocciarmi.” 

“Ironia della sorte, tu sei molto bravo proprio nella sua materia... piuttosto, vi hanno detto qualcosa della Prova?” 


“Sfortunatamente no... solo la data. Chissà cosa si sono inventati questa volta...” 

Jake fece spallucce come se non ci badasse più di tanto, anche se in realtà l'idea che mancasse solo una settimana all’ultima Prova lo agitava parecchio... la seconda non era stata dura a livello fisico, mentre la prima si era concentrata sulle loro abilità... 

Non gli piaceva l'idea di arrivare alla Prova totalmente impreparato, così aveva fatto qualche ricerca sulle edizioni passate del Torneo, arrivando alla conclusione che spesso e volentieri le ultime Prove fossero un concentrato di prove di abilità e di intelligenza... c'era da chiedersi dove avrebbe avuto luogo, però. 

“Rilassati, sono sicura che andrà tutto bene! Non importa se vinci, cerca invece di tornarmi indietro tutto intero, ok?” 

Scarlett sorrise, allungando una mano per stringere quella di Jake, che ricambiò e annuì prima di parlare: 

“Tranquilla Rossa, nemmeno a me piacerebbe perdere un arto... vedrò di non farmi affettare da qualche mostro schifoso.” 


Jake ricambio il sorriso, provando quasi un moto di gioia all’idea di avere il supporto morale di Scarlett... era certo che fosse sincera e che non le importasse se lui avrebbe vinto o meno, ma una parte di lui trovava l'idea di vincere molto allettante... non tanto per i mille galeoni, dopotutto la sua famiglia era piena di soldi e proprio per questo non si era mai curato molto del denaro, ma il venire ricordato a lungo per aver vinto il Torneo Tremaghi non era affatto male come prospettiva... e sarebbe stato un modo per sbattere in faccia alla sua famiglia che anche lui era in grado di fare bene qualcosa, non soltanto suo fratello. 


“So a cosa stai pensando... ma credo che si dia troppa importanza alle vittorie. Solo perché una persona vince di rado non vuol dire che valga poco... a volte quelle persone che vincono sempre si rivelano peggiori di quelle che invece se ne stanno più in disparte. Sono solo pezzi di metallo Jake.”    Scarlett si strinse nelle spalle, centrando in pieno il fulcro dei pensieri del ragazzo.

“È vero Scarlett, è solo metallo... ma quello dura molto a lungo, più dei ricordi delle persone.” 


                                                                                 *


“Non mi sento più la mano! Come faremo a scrivere per altre tre ore?” 


Hailey piegò le labbra in una smorfia, muovendo appena la mano facendo ruotare il polso indolenzito dopo aver scritto quasi ininterrottamente per mezz'ora, mentre Rollins non si degnava di fare neanche una pausa per far prendere fiato alla classe. 

“Non lo so, ma credo che tra un po’ qualcuno gli tirerà addosso un calamaio! E io non lo fermerò di sicuro...” 

Scarlett sbuffò, continuando a scrivere sulla pergamena: la sua calligrafia, già non molto leggibile normalmente, stava peggiorando considerevolmente nel corso di quella lezione mentre per stare dietro a Rollins scriveva sempre più velocemente, rendendo la comprensione degli appunti difficoltosa persino per lei.

“Neanche io! Anzi, gli farò anche un applauso! Peccato che Jake non ci sia, lui sarebbe in grado di farlo...” 


Hailey sbuffò, guadagnandosi un’occhiata in tralice da parte della rossa: la Serpecorno aveva nominato Jake si e no quattro volte negli ultimi dieci giorni, evitandolo accuratamente per far sì che non potesse rinfacciarle la vittoria a Quidditch... la ragazza non sapeva che non l'avrebbe fatto comunque, visto che Scarlett si era assicurata che dalle labbra di Jake Miller non uscisse nemmeno una sillaba sulla Finale di Quidditch, se non sotto precisa esortazione da parte della sua migliore amica. 


“Hai smesso di avercela con lui? Non l'hai mai nominato ultimamente...” 

“Tranquilla, non ho piani sanguinosi nei suoi confronti. Ma a questo punto prego affinché Markus lo batta all'ultima Prova, se non altro avrò la soddisfazione di vederlo arrivare secondo, anche se non per mano mia. Senza offesa, ovviamente.” 

“Tranquilla... ma noi non discuteremo per niente durante la Prova.” 

“Certo che no, ci vuole ben altro per farci litigare! Sei la mia sorellina acquisita!” 

“Apprezzo... ma perché sorellina? Solo perché sono bassa?”    Scarlett sbuffò appena, assumendo un’espressione torva che fece ridacchiare la Serpecorno, che si strinse nelle spalle con noncuranza prima di risponderle:

“No... però sei oggettivamente più piccola di me, io sono nata a Febbraio e tu in Agosto!” 

“Capirai, per sei mesi non fa molta differenza!” 


Scarlett sbuffò e Hailey stava per risponderle ma non ne ebbe il modo, visto che Rollins punto gli occhi sulle due con aria accigliata, fulminandole con lo sguardo anche se erano obiettivamente le sue allieve migliori:

“Scarlett, Hailey! Finitela di chiacchierare, avete la pausa pranzo per spettegolare!” 

Probabilmente entrambe avevano voglia di dirgli che non stavano affatto spettegolando, bensì discutendo di questioni serie... ma lo sguardo serio dell’insegnante le convinse a lasciar stare, limitandosi a borbottare delle scuse prima di ricominciare a prendere appunti in silenzio e a testa bassa. 


                                                                           *


“Non ci posso credere... ce l'ho fatta!” 

Marlene sorrise, abbracciando di slancio Lucas che sorrise di rimando, guardando la ragazza quasi con una nota d’orgoglio negli occhi azzurri:

“Beh, hai un fantastico insegnante... senza voler nulla togliere alla Mayer, ovviamente.” 


“Modesto come sempre, vedo... ma hai ragione, se sei riuscito ad insegnarmi ad auto-trasfigurarmi meriteresti una menzione d’onore.” 

Marlene gli sorrise, sciogliendo l'abbraccio mentre quello giornata si trasformava in una specie di traguardo personale agli occhi della Grifondoro: lei, che era sempre stata assolutamente negata in Trasfigurazione, quella mattina era finalmente riuscita a trasformarsi e a tornare normale in meno di un minuto. 


“Sono felice per te Len... io invece ci metto ancora troppo tempo. Luke, faresti ripetizioni anche a me?”   Abigail sospirò, guardando l'amico con aria speranzosa e facendolo sorridere prima di spettinarle affettuosamente i capelli rossi con una manata:

“Certo Abby! Mi auto-proclamo vostro nuovo prof di Trasfigurazione... chissà, magari con il mio aiuto prenderete anche un voto decente ai M.A.G.O.!” 

“Sarebbe la prima volta... ma almeno tra un mese sarà tutto finito e non dovrò più trasfigurarmi in niente!”  


Marlene sorrise con aria sognante, pregando affinché quel momento arrivasse in fretta: tra il Torneo e gli esami non vedeva l'ora che Giugno finisse... poi avrebbe potuto rilassarsi per un po', se non altro. 


“Aspetto quel momento da anni! E a quel punto faremo un bel falò con i libri di quella dannata materia... Len, vieni a casa mia, così ci facciamo una grigliata usando i libri per appiccare un fuoco.” 

“Idea geniale, verrò di sicuro! Sono certa che i tuoi fratelli si uniranno allegramente a noi, nemmeno loro impazzivano per Trasfigurazione se non erro...” 

“Magari è una cosa genetica di famiglia!” 


Abby si strinse nelle spalle, sperando però che se mai avesse avuto figli quelli sarebbero stati più capaci di lei... 

Marlene sorrise e le mise un braccio intorno alle spalle mente il resto della classe era ancora in fila per aspettare di auto-trasfigurarsi sotto gli occhi della Mayer e il suo cronometro, che erano diventati in breve tempo il più rande incubo di molto studenti dell'ultimo anno. 


“Scusate, io non sono invitato? Vi ricordò che siete state in grado di trasformarvi in dei mobili solo grazie a me!” 

“Scusa Luke, ma i secchioni non sono ammessi... e ora smettila di darti arie, o ti trasformo in un gatto!”   (I riferimenti a storie passate sono puramente casuali Nda)


La minaccia di Len sembrò sortire il suo effetto perché Luke sbuffò, lasciando cadere l'argomento: adorava i gatti, esattamente come la sua ragazza... E proprio per questo sapeva che Marlene non si sarebbe posta nessun problema a trasformarlo sul serio in una palla di pelo color grano. 

Il problema più grande, in realtà, era che non era del tutto certo che la ragazza sarebbe stata pienamente in grado di trasfigurarlo in un felino... e non moriva certo dalla voglia di ritrovarsi sotto forma di ibrido mezzo gatto e mezzo umano. 


                                                                                 *

“Suo padre non gli ha scritto, vero?” 

Markus scosse il capo e Marlena sospirò con aria quasi sconsolata, maledicendo mentalmente il padre del suo ragazzo. Erano passati anni, non riusciva a credere che ancora si comportasse così, come Alek avesse realmente ucciso sua madre...

“Se fossi in lui mi ribellerei eccome! Capisco che suo padre abbia perso la moglie, ma non è giusto comportarsi così con suo figlio! E sono passati diciotto anni...” 

“Lo so Lena, ma suo padre vede il 23 Maggio come l'anniversario di morte della moglie, non come il compleanno del figlio... credo che Alek sia stato più che felice negli ultimi anni di passare il compleanno lontano da casa, di certo da bambino deve averlo vissuto davvero male.” 


“Immagino, anche se non ne parla mai... beh, l'anno prossimo faremo in modo di passarlo insieme come sempre, non ci penso neanche a lasciarlo da solo con suo padre in un giorno del genere!” 

“Tranquilla Lena, in caso mia madre sarebbe ben felice di adottarlo e far sì che si trasferisca da me... lo vede come il secondo figlio che non avuto e il fatto che Alek non abbia mai avuto la madre contribuisce a renderlo ai suoi occhi un povero cucciolo di cerbiatto abbandonato.” 

“Scusa, perché proprio il cerbiatto?” 

“Non lo so, mi è venuto in mente Bambi... è colpa di Hailey, continuo ad elencarle film Disney da vedere insieme quando finiremo la scuola e mi rincitrullisco!” 

Markus sbuffò ma Marlena sorrise con aria divertita, rivolgendo all’amico uno sguardo quasi intenerito proprio mentre Alek raggiungeva i due, sedendosi di fronte a loro:

“Scusate il ritardo, c'era una fila lunghissima per il bagno... ma non ho molta fame, in effetti.” 

Markus, che stava masticando un pezzo di torta salata quasi si strozzò alle parole dell’amico mentre allo stesso tempo la mascella di Marlena si snodava fino a raggiungere il pavimento, guardando il ragazzo con gli occhi fuori dalle orbite:

“Oh signore... Alek, stai male?” 

“No, sto benissimo... Markus, cerca di non morire prima della fine del Torneo!” 

Alek sbuffò, sporgendosi per dare all'amico qualche pacca sulla schiena. 

Quando si fu ripreso Markus si schiarì la voce, voltandosi verso Lena e lanciandole un’occhiata preoccupata: era rarissimo che Alek non avesse appetito... se non quasi impossibile.

“Alek, sei sicuro di non avere fame? Insomma... tu sei tu!” 


“Sicurissimo, ho lo stomaco chiuso... se per una volta salto un pasto non finirà il mondo.” 

Alek fece spallucce versandosi un po’ d'acqua del bicchiere con una noncuranza che fece allarmare ancora di più gli altri due, che lo guardavano come se temessero che potesse svenire davanti ai loro occhi da un momento all’altro.

Il moro se ne accorse e sbuffò, roteando gli occhi con aria esasperata:

“Finitela di guardarmi come se fossi da internare! Sto benissimo, capita a tutti di non avere fame di tanto in tanto!” 

“Non a te, Aleksandur! È solo perché... beh, perché oggi è oggi.” 

Marlena sospirò, cercando di essere il più delicata possibile anche se aveva paura di urtare la sensibilità del ragazzo, guardandolo con aria sconsolata come se volesse aiutarlo ma non sapesse proprio come fare.

Markus annuì come a voler marcare della parole dell’amica, facendo sospirare Alek che si strinse nelle spalle:

“Sentite, lo so che mi volete bene e che fate di tutto perché io apprezzi questo giorno... e vi ringrazio per questo, davvero. Ma anche Markus non festeggia il suo compleanno, non casca certo il mondo!” 


“Beh, ma lui festeggia in un altro giorno... ed è una decisione puramente sua, tu ti sei fatto influenzare troppo da tuo padre, secondo me. Non sei il primo a cui è successa una cosa simile Alek, e purtroppo nemmeno l'ultimo... Ma lascia stare tuo padre, se ogni anno ti rifiuti di essere felice di compiere gli anni gli darai solo soddisfazione... e sono sicura che tua madre non vorrebbe che tu sia perennemente cupo proprio oggi.” 


Marlena sospirò, allungando una mano per stringere quella di Alek, guardandolo come se sperasse di averlo convinto. Forse ci avrebbe messo anni, ma prima o poi ce l'avrebbe fatta, ne era assolutamente sicura. 

Il ragazzo alzò lo sguardo su di lei, sorridendole debolmente e stringendo la mano di Marlena nella sua:

“Probabilmente hai ragione Lena... Fortunatamente ho voi due, altrimenti scoppierei.” 


“Gli amici esistono per questo, no? Però se fossi in te terrei d'occhio la tua dolce ragazza, credo che stia progettando di fare un attentato a tuo padre...” 

Markus soffoco una risata, lanciando un’occhiata divertita in direzione di Marlena. Alek guardo la ragazza e sorrise a metà tra il divertito e l’esasperato, facendole sfoggiare un sorriso innocente che non convinse nessuno dei due:

“Markus vaneggia, è rincitrullito dai Disney... non ascoltarlo Alek, sono troppo buona per fare del male a chiunque, anche se si tratta di... tuo padre.” 

“Lo so che muori dalla voglia di insultarlo ma che ti trattieni per non ferirmi, Lena... ecco perché ti adoro, sei più dolce della melassa!” 


“Oh signore... non cominciate con le smancerie voi due, o mi andrà lo strudel ti traverso!” 

       
                                                                              *


“Sono sicuro che finirò prima di te.” 

“La vedremo, saputello.”    Scarlett scoccò un’occhiataccia in direzione di Jake, che ridacchio mentre continuava a mescolare la sua pozione in senso antiorario. Accorgendosi che la Holland li stava osservando però le risate del ragazzo ebbero vita breve, cedendo invece il posto ad un sorriso innocente che rivolse all’insegnante.


“Sai, so che detto da me è strano... ma forse mi mancheranno le elezioni, infondo... anche le occhiate omicide della Holland. Secondo me all'ultimo giorno mi rivelerà che mi adora, infondo.” 

“Non ho alcun dubbio... però anche a me mancheranno le lezioni, quando le frequenti non ne sei felice ma dopo senti come se ci fosse qualcosa che non va. Mi mancherà il castello.” 

“Anche a me...”  nessuno dei due parlo per qualche secondo, mentre entrambi pensavano la medesima cosa: avevano vissuto più serenamente gli anni ad Ilvermorny che quelli passati a casa, con le rispettive famiglie. 
Jake non aveva la benché minima intenzione di tornare a vivere con la sua famiglia una volta diplomato... non gli importava come ma si sarebbe arrangiato in qualche modo, era maggiorenne da più di un anno e poteva benissimo vivere da solo se voleva... e poi erano anni che non toccava i soldi che anno dopo anno la sua famiglia gli lasciava, in un qualche modo sarebbe riuscito a continuare a stare il più lontano possibile dalla bellissima ed enorme villa dove era cresciuto.

Jake si era però chiesto che cosa avrebbe fatto Scarlett, una volta lasciata Ilvermorny per sempre... Col tempo anche lei si era aperta con lui, raccontandogli di sua madre e del rapporto particolare che aveva con il padre.
Il ragazzo era certo che nemmeno lei morisse dalla voglia di tornare a casa, ma non aveva ancora trovato il modo di chiederle cosa avrebbe fatto un mese dopo, quando la scuola sarebbe finita. 

Schiarendosi la voce Jake riprese a parlare, rompendo così l’agghiacciante silenzio che si era creato:

“Allora... Tornerai da tuo padre quando la scuola finirà?” 

“Immagino di si. Dice di non vedere l'ora di vedermi.” 

“Sono sicuro che è così... non lo vedi da mesi, di certo gli manchi molto. Lui non ti manca, Rossa?” 

Scarlett si strinse nelle spalle, facendo a meno di rispondere affermativamente. Dopo nove mesi era normale che le mancasse, anche se ormai era abituata a non vederlo per tanto tempo... e anche quando era a casa infondo lo vedeva per poche ore al giorno. 


“Se non altro ci saranno i cuccioli a tenermi impegnata... non vedo l'ora che nascano.” 

Scarlett sorrise, gli occhi azzurri improvvisamente luccicanti. Jake invece piegò appena le labbra in una smorfia, sentendosi già trascurato visto che di certo Scarlett si sarebbe perdutamente innamorata dei “nipotini”. 

“Cos’è quella faccia? Tanto mi verrai a trovare, così li conoscersi anche tu... e magari Zeus la smetterà di ringhiarti contro!” 

“Mi sento offeso dal suo trattamento! Quando vede Markus gli fa sempre le feste, mentre quando vede me ringhia. È ingiusto!” 

“Che vuoi farci, il mio piccolino preferisce Markus a quanto pare...” 


Scarlett sorrise mentre Jake s’incupiva, chiedendosi perché diamine Zeus lo detestasse e pregando affinché i cuccioli non adottassero il suo stesso atteggiamento: ci mancava solo una tribù di lupacchiotti che cercavano di azzannarlo ogni volta che si avvicinava alla sua ragazza. 

“Lasciamo perdere... se persino il tuo cane mi detesta, tuo padre cosa farà? Mi appenderà da qualche parte?” 

“No, non credo... secondo me gli saresti simpatico, in realtà. Te lo presenterò, così lo scopriremo.” 

Scarlett sfoggiò un sorrisetto che fece scorrere un brivido di terrore sulla schiena di Jake, improvvisamente allarmato e preoccupato, appuntandosi mentalmente di comportarsi da perfetto angioletto quando avrebbe conosciuto il padre di Scarlett. 

“Fantastico... io invece ti terrò il più lontana possibile dalla mia famiglia. Non prenderla male, ma non ti perdi assolutamente nulla, credimi.” 

“Come vuoi... non ti voglio forzare, se non vuoi presentarmi ai tuoi genitori.”  Scarlett sorrise dolcemente, sfiorandogli il palmo della mano con la punta delle dita: in realtà non le dispiaceva troppo di non conoscere i genitori di Jake... era abbastanza certa che non se ne sarebbe stata buona buona di fronte al Signor Miller e non aveva alcuna intenzione di essere denunciata per aggressione ad un Babbano. 

“Grazie... In effetti non credo proprio che tornerò in Quebec finita la scuola. Tu vivi a Boston, vero?” 


Scarlett annuì, guardandolo con cipiglio leggermente dubbioso, come se stesse cercando di capire dove volesse andare a parare. Jake invece sfoggiò un sorrisetto, strizzandole l'occhio prima di parlare

“Beh, in tal caso credo che potrei considerare l'idea di trasferirmi in Massachusetts.”


Le sue parole fecero sgranare gli occhi a Scarlett, che si dimenticò improvvisamente della pozione che avrebbe dovuto preparare per rivolgere al ragazzo un sorriso a trentadue denti, improvvisamente allegra come l'aveva vista di rado:


“Dici sul serio? Grazie!”   In men che non si dica Jake si ritrovò la ragazza tra le braccia e, dopo un breve attimo di smarrimento, sorrise e ricambiò l’abbraccio, dimenticandosi a sua volta del compito assegnato dalla Holland. 

Alle loro spalle Hailey sfoggiò un sorriso, intenerita dalla scena e decisamente felice per la sua amica. 
In fin dei conti anche Scarlett e Jake non vivevano propriamente uno accanto all’altra, la ragazza in Massachusetts e lui in Canada... certo, non era come per lei e Markus che vivevano oltreoceano, ma era comunque una certa distanza.

La felicità che la Serpecorno provava per la sua amica però ebbe vita breve, accorgendosi infatti che una certa insegnante si stava pericolosamente avvicinando ai due.

Oh mamma 


“SCARLETT! La Holland!   

In un disperato tentativo di ricordare all'amica che erano sotto gli occhi della Vicepreside Hailey si sporse sopra al banco, sibilando ai due di staccarsi ma non riuscendo comunque nel suo intento: la donna si fermò con aria seccata davanti al banco di Jake e Scarlett, fulminando entrambi con lo sguardo:


“Mi spiace interrompere, ma vi ricordo che siete a lezione! Andate a scambiarvi abbracci da un'altra parte!” 

“Con piacere prof... abbiamo il suo permesso per uscire prima, quindi?” 

Jake sfoggiò un sorriso allegro che fece aumentare ancora di più la smorfia seccata sul volto della Holland, che assottigliò pericolosamente gli occhi mentre sia Hailey che Scarlett ammutolivano, temendo il peggio:


Adesso lo ammazza 


Hailey sgranò gli occhi, certa che la professoressa avrebbe affatturato l'allievo seduta stante. Jake però non sembrava per nulla preoccupato, sorridendo invece amabilmente in direzione dell’insegnante. 

“No Miller... a meno che tu non voglia finire dalla Preside, certo. Tornate al lavoro, per favore, non costringetemi a togliere punti alla mia stessa Casa.” 

“Ci scusi, professoressa.” 

Scarlett diede una leggera gomitata al ragazzo, intimandogli di tacere silenziosamente mentre la Holland rivolgeva al suo studente preferito un’occhiata torva, prima di girare sui tacchi e tornare alla cattedra tra le risatine generali. 


“Perché l'hai fatto, mi stavo divertendo!” 

“Perché almeno uno di noi due deve avere la testa attaccata al collo, genio di un Miller!” 



“La Holland non sembra molto allegra... che mi sono perso?” 

Markus inarcò un sopracciglio mentre tornava a sedersi accanto ad Hailey, che sbuffò appena prima di rispondergli a bassa voce:

“Ti sei perso la Holland che ha quasi ucciso Jake e Scarlett.”


“Davvero? Ogni volta che vado in bagno mi perdo le scene migliori, maledizione... perché si è arrabbiata, questa volta?” 

“Si sono messi ad abbracciarsi nel bel mezzo della lezione... credo che lui le abbia detto che si trasferirà vicino a lei.” 


Hailey si strinse nelle spalle, non riuscendo comunque a mascherare del tutto il tono cupo. 
Era già da un po’ che ci pensava, ma non aveva mai avuto il coraggio di parlarne apertamente con Markus: cosa sarebbe successo quando, una settimana dopo, avrebbero dovuto salutarsi? 

Fortunatamente il Campione di Durmstrang intuì a cosa la ragazza stesse pensando e le sorrise, allungando una mano per prenderle delicatamente il mento tra le dita e farla girare verso di lui:

“So a cosa stai pensando Ley... ma non preoccuparti, andrà tutto bene! Ti verrò a trovare molto spesso quando finiremo la scuola, te lo prometto. E ovviamente verrai anche tu, così mia madre smetterà di assillarmi perché vuole conoscerti.” 


“Beh, io non vedo l'ora di conoscere i tuoi genitori! Non sai che sollievo sia sentirtelo dire.” 

Hailey sorrise con sincero sollievo, ringraziando mentalmente il fatto che sia lei che Markus fossero maghi... se non altro potevano Smaterializzarsi e spostarsi molto rapidamente, se fossero stati Babbani sarebbe stato tutto molto più difficile. 


“Pensavi forse che ti avrei lasciato solo perché viviamo lontani? Che schiocca... troveremo una soluzione, vedrai.” 

Markus sorrise, strizzandole l’occhio prima di tornare a concentrarsi sulla pozione che dovevano preparare, lasciando così un sorriso allegro sul volto della ragazza che di certo sarebbe durato per tutto il resto della giornata. 














.........................................................................................................
Angolo Autrice: 


Buongiorno! Come state? 

Ed eccoci anche all’ultimo capitolo “normale”, diciamo, della storia... nel prossimo ci sarà ovviamente la Terza Prova, quindi devo farvi una domanda a cui dovete rispondere tutte: dovete farmi una “graduatoria” in base a chi volete che vinca, mettendo Jake, Markus e Len al primo, secondo e terzo posto... ovviamente per chi ha l’OC come Campione non può mettere il proprio personaggio nella scaletta ma solo gli altri due. 

Spero di aggiornare presto, dipende tutto da voi e da quanto ci metterete per rispondere! 


Signorina Granger 

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Capitolo 34
*** La Terza Prova ***


Capitolo 33: La Terza Prova 
 
Giovedì 30 Maggio 


Esattamente come sei mesi prima, quando Jake si svegliò ci mise qualche secondo a rendersi conto che quello non era l'ennesimo giovedì pieno di lezioni noiose da seguire dove prendere appunti, o come spesso succedeva fare finta di prenderli.

Jake si voltò, osservando il soffitto buio della stanza. Entrava una discreta quantità di luce attraverso la finestra, ma non aveva idea di che ore fossero... e forse non voleva nemmeno saperlo: l'unica cosa che lo sollevava era che neanche dodici ore dopo tutto sarebbe finito... nel bene o nel male, anche il Torneo avrebbe avuto fine, esattamente come la sua carriera scolastica di lì a tre settimane.

Il ragazzo sospirò, chiedendosi per la milionesima volta che cosa potessero aver organizzato... era strano pensare alla Prima Prova come qualcosa accaduto ben sei mesi prima, gli sembrava fossero passate poche settimane da quando si era ritrovato insieme a Marlene e Markus alle prese con un serpente di grandezza considerevole. 


Se non altro, per l'ultima Prova avrebbe avuto la sua Rossa a fare il tifo per lui e a preoccuparsi a morte se avrebbe corso qualche pericolo... forse era cinico, ma la cosa gli faceva comunque piacere. 


                                                                           *


Da che entrambe avevano memoria, non si era mai verificata una situazione simile di prima mattina. 

Anche quando avevano una verifica importante o gli esami di fine anno, a colazione si sedevano vicine per interrogarmi a vicenda e darsi supporto morale reciproco... da quando erano diventate amiche non era mai successo che entrambe tacessero per più di cinque minuti quando erano fuori dalle aule di lezione. 

Hailey continuava a guardare con insistenza la porta aperta della Sala da Pranzo, mentre Scarlett teneva tra le mani una tazza di the che beveva a piccoli sorsi, la mente visibilmente da un'altra parte. 

Tutti sapevano che quel giorno avrebbe avuto luogo la Terza Prova, ma a differenza della Prima gli studenti non avrebbero assistito... in effetti nessuno sapeva dove avrebbero mandato i Campioni, anche se era di certo il principale argomento di conversazione della giornata e i professori aveva già rinunciato a prendetene che gli alunni prestassero attenzione alle lezioni quel giorno, un po’ per la stanchezza tipica di fine Maggio, un po’ per il caldo e un po’ per l’emozione data dalla Prova imminente.

“Ma dove accidenti sono finiti?” 

Hailey sbuffò senza staccare gli occhi dalla porta, iniziando a tamburellare nervosamente sul tavolo senza aver quasi toccato cibo, troppo occupata a chiedersi dove fosse il suo ragazzo. 

“Tranquilla Ley, staranno arrivando... magari hanno iniziato a preparare i baga- o magari Markus non ha sentito la sveglia.” 

Scarlett si costrinse a sorridere all’amica, salvandosi in extremis dal pronunciare la “frase proibita”, ovvero sottolineare che il giorno dopo le delegazioni sarebbero tornate a casa, subito dopo pranzo. 

In ansia com'era per la Prova di Jake, non le serviva proprio una Hailey assolutamente depressa da consolare per tutta la mattinata... 

In effetti anche la Rossa stava iniziando a chiedersi seriamente se il suo ragazzo non se la fosse data a gambe: evitare di mettersi in mostra in qualche modo non era certo da lui, ma forse gli era preso il panico... aveva accuratamente evitato di dimostrarlo per tutta la settimana, ma Scarlett sapeva che infondo anche lui era preoccupato, esattamente come gli altri.


La Caposcuola appoggiò la tazza sul tavolo, imitando l'amica e iniziando ad osservare la porta aperta, in attesa di vederlo entrare per potergli chiedere come stesse. 


                                                                          *


“IO NON CI CREDO. Hai deciso di metterti a fare le pulizie proprio questa mattina? Ma almeno dillo che lo fai apposta!” 

Markus sbuffò, fulminando il suo migliore amico con lo sguardo mentre quasi correvano sulle scale, rischiando di schiantarsi contro il muro. 

“Senti, prima o poi bisognerà farle e domani partiamo, ti ricordo!” 

“E NON POTEVI FARLO IERI? O DUE MESI FA?” 

Markus alzò gli occhi al cielo mentre raggiungevano finalmente Marlena nel salottino, che li aspettava comodamente seduta su una poltrona con le gambe accavallate e un libro appoggiato sulle ginocchia mentre si attorcigliava distrattamente la punta della coda alta con cui aveva legato i capelli castani. 

“Non rimandare a domani quello che puoi fare oggi... Alek non conosce questo detto.” 

Marlena chiuse il libro, sollevando lo sguardo sui due e sorridendo in direzione del biondo mentre si alzava, avvicinandosi a Markus mentre Alek borbottava qualcosa di incomprensibile. 

“Allora... come sta il mio Campione preferito? Nervoso?” 

“Un po’... mi spiace che voi non potrete assistere, mi renderebbe più tranquillo.” 

Markus si strinse nelle spalle, parlando con tono leggermente cupo mentre Marlena sfoderava il suo sorriso più gentile prima di abbracciarlo, osservando che forse avrebbero permesso agli amici dei Campioni di assistere alla Prova. 

Markus ricambio l'abbraccio con aria sconsolata, appoggiando il capo sulla spalla dell’amica mentre Alek assisteva alla scena quasi con aria offesa, le braccia conserte e il piede che tamburellava leggermente sul pavimento.

Marlena intercettò il suo sguardo e inarcò un sopracciglio di fronte al messaggio che il ragazzo le stava lanciando, quasi a volerle dire “BEH?” con la forza dello sguardo. 

“Grazie Lena, ma credo che qualcuno si senta un po’ escluso...” 


“Certo che mi sento escluso! Voglio un abbraccio anche io!” 

Alek sbuffò mettendo quasi il broncio, facendo sorridere Marlena che sciolse l'abbraccio con Markus e gli si avvicinò, dandogli un bacio su una guancia prima di circondargli il collo con le braccia. 

“Tranquillo Alek, non mi sono scordata di te.” 

Alek sfoggiò un sorriso soddisfatto mentre stringeva Marlena tra le braccia, facendo sospirare debolmente Markus mentre assisteva alla scena: per quanto fosse felice per entrambi, specialmente per il suo migliore amico che nell’ultimo mese era perennemente felice e svolazzava in giro con gli occhi a cuoricino, quello non era proprio il momento per le effusioni... aveva una Prova da superare e voleva salutare Hailey prima di gettarsi nell’ignoto.

“Mi spiace interrompere le vostre coccole, piccioncini... ma tra baci, abbracci e pulizie qui rischio di non presentarmi proprio alla Prova, quindi muoviamoci!” 

Markus alzò gli occhi al cielo, guadagnandosi un’occhiata torva da Alek che sembrò dargli silenziosamente del guastafeste, ma il biondo non ci fece caso e quasi corse nel corridoio quando gli altri due fecero per seguirlo, impaziente di raggiungere il castello e fare colazione per la penultima volta. 


                                                                          *


“Len, alzati! Non è la mattina giusta per fare la pigrona!” 

Abby sospirò, guardando l'amica contorcersi tra le lenzuola quasi con esasperazione: di certo Len aveva scordato che quel giovedì sarebbe stato il giorno della Prova, altrimenti sarebbe scattata in piedi più velocemente di un grillo. 

La Grifondoro infatti sbuffò, rigirandosi su un fianco mentre borbottava qualcosa di incomprensibile, guardando la rossa con aria torva:

“Quante storie...” 

“Len, credo che tu abbia scordato che giorno è oggi. È giovedì.” 

“Che noia, c'è Trasfigurazione...” 

“... giovedì 30 Maggio, Marlene.” 



Nella stanza regnò il silenzio per un istante, finché Marlene non scalciò velocemente le coperte, alzandosi di scatto e imprecando a mezza voce.

“PER LE MUTANDE DI MERLINO, È OGGI! Abby, perché non me l'hai detto subito?” 

“Ma come cavolo hai fatto a non pensarci, sono due settimane che stress i colori fatto che hai l'ansia a mille!” 

La rossa sospirò mentre l'amica correva in bagno per lavarsi la faccia, imprecando contro la sua sbadataggine.

“Non lo so, ho sognato che eravamo in vacanza e non ci ho più pensato, maledizione... la giornata comincia splendidamente, non c'è che dire.” 

“Occhio al tappetino!” 

Abby sistemó i due letti con un colpo di bacchetta, parlando quasi con un gesto automatico appena prima di sentire un tonfo proveniente dal bagno, seguito da una forte parolaccia che probabilmente avevano sentito anche i ragazzi dalla loro camera, infondo al corridoio.

Forse non l'aveva detto abbastanza presto, quella mattina... 


                                                                               *


“Ah, eccoti qui! Cominciavo a temere che fossi tornato a casa prima del previsto!” 

Hailey sorrise a Markus, che sbuffò mentre si lasciava cadere su una sedia accanto a lei:

“Lasciamo stare, Alek ha un pessimo tempismo per spolverare...” 

“SPOLVERARE?” 

“Come ho detto, meglio stendere un velo pietoso. Sto morendo di fame, è rimasto qualcosa o vi siete pappate tutto?” 

Markus si mise dritto sulla sedia, adocchiando un vassoio colmo di ciambelle mentre Hailey cercava di trattenere un risolino, immaginandosi Alek in versione donna delle pulizie con tanto di scopettino in mano e grembiule. 

“Perché ridi?”

“Niente, lascia stare... sei nervoso? Sono sicura che andrà tutto benissimo.” 

Hailey sorrise, accarezzandogli un braccio prima di sporgersi per dargli un bacio su una guancia.
Il biondo annuì, guardandola con gratitudine prima di sorriderle dolcemente:

“Lo spero... non vedo l'ora che sia tutto finito, che vinca o perda.”

“Beh, sei il primo in classifica per ora... non voglio farti pressioni tesoro, ma cerca di battere Jake anche da parte mia.” 

“Lo perdonerai mai per averti battuto, Ley?”

“Non saprei... ma di certo se tu lo batti ci metterò molto meno, quindi oltre a tornare indietro sano e salvo fai anche un pensierino sul cercare di stracciarlo...” 


                                                                                *


“Come stai?” 

“Sono stato meglio, ma niente di tragico... ho superato le prime due, non vedo perché non dovrei riuscirci anche questa volta.” 

Scarlett sorrise, seduta accanto a Jake è girata di profilo, verso di lui mentre il ragazzo teneva lo sguardo basso, osservando la sua tazza di caffè con aria assorta senza però accennare a volerne bere il contenuto.

“Mi fa piacere sentirlo... ma ti prego usa la testa e non agire troppo impulsivamente, voglio riaverti tutto intero a fine giornata!” 

Jake alzò lo sguardo sulla ragazza, sorridendo appena alle sue parole e osservando la sua espressione preoccupata ed esasperata allo stesso tempo:

“Lo terrò a mente. Tanto per chiedere, se dovessi tornare senza un braccio staresti con me lo stesso e mi lasceresti?” 

“Che razza di domanda è, ovvio che resterei con te! Per chi mi hai preso Miller?” 

Scarlett sbuffò, guardandolo con cipigli quasi offeso mentre lui sorrideva, alzando una mano per accarezzarle i capelli color rame:

“Giusto per essere sicuro di non perdere la mia Rossa, comunque vadano le cose.”

“L'unica cosa che puoi perdere oggi è il Torneo Jake, non certo me.” 


Sporgendosi leggermente Scarlett lo abbracciò, mentre Jake sorrideva quasi allegramente alle sue parole: se non altro la Prova aveva fatto diventare Scarlett più propensa alle carinerie rispetto al solito.

Quando si allontanò leggermente da lei per poterla guardare in faccia Jake accennò un sorriso, inarcando un sopracciglio con aria scettica:

“Grazie per il supporto Scarlett... ma non dimentichi qualcosa?” 


Scarlett lo guardò di rimando, accigliata mentre cercava di capire a cosa stesse alludendo:

“Su Rossa... alla Prima Prova non tifavi apertamente per me, ma oggi è diverso..
 Un bacio portafortuna no?” 


Le labbra di Scarlett si piegarono in un sorriso prima che la ragazza annuisse, parlando a voce bassa prima di baciarlo:

“Suppongo che te lo meriti Miller.”    

                                                                      

                                                                         *


“Quindi non sapete ancora nulla?” 

“No... solo che alle 8:30 dobbiamo farci trovare davanti all’Ingresso, quindi è possibile che la Prova avrà luogo all’aperto...” 

Luke annuì, circondando la vita di Marlene con le braccia per evitare che cadesse e stringerla a se mentre la ragazza si era seduta sulla sue ginocchia. 

La mora appoggiò il capo sulla spalla del ragazzo, sapendo che Luke era nervoso quasi quanto lei, anche se in realtà la ragazza si sentiva più tranquilla rispetto alla sera prima... con la consapevolezza che la Prova fosse davvero arrivata l’ansia stava cedendo il posto all’adrenalina, spingendola quasi a desiderare di iniziare al più presto.


“Mi raccomando Lennie... stai attenta, ok?” 

“Non essere così tragico, magari non sarà nulla di troppo pericoloso!” 

“Se anche fosse sappiamo entrambi che tu troveresti il modo di inciampare e farti male in qualunque situazione... e non potrò correre a salvarti oggi, anche se non mi dispiacerebbe farlo.” 

“Lo so, cercherò di non rompermi l’osso del collo da qualche parte, lo prometto.” 

Len sorrise, cercando di smorzare la tensione ma Lucas non la imitò neanche lontanamente, restando serissimo e scoccandole un’occhiata di avvertimento, come volendole dire di non scherzare sull’argomento.

“Oh, andiamo... perché sei sempre così tragico? Anche alla Prima Prova pensavi che mi sarei uccisa, e invece sono ancora viva e vegeta!”

“Mi preoccupo per due motivi: tengo molto a te e ti conosco meglio di chiunque altro, Marlene McRumble.” 

“Proprio perché mi conosci dovresti sapere che odio sentirmi chiamare per nome, Wallaby!”

La Grifondoro sbuffò, facendo sorridere il fidanzato per la prima volta da quando si era svegliato: nonostante fosse preoccupato per lei, vederla irritata lo divertiva sempre e comunque.


                                                                          *


“E menomale che dovevamo essere qui alle 8:30... io avevo anche paura di arrivare in ritardo.” 

Markus sbuffò, appoggiandosi alla statua di William che affiancava l'ingresso della scuola insieme a quella di Isotta. 

“Idem...”  Marlene, appoggiata alla statua della fondatrice di Ilvermorny a braccia conserte, parlò quasi in tono cupo, continuando a lanciare occhiate alla porta del castello sperando che la Stevenson, la Wagner e Corner facessero finalmente la loro comparsa. 

Jake invece non disse nulla, tenendo lo sguardo fisso sul padiglione di marmo ai suoi piedi mentre valutava vagamente la possibilità di far notare alla Preside che quando era lui ad essere in ritardo gli venivano puntualmente tolti dei punti, mentre al contrario la donna poteva permettersi di farli aspettare se lo voleva. 

Non gli sarebbe dispiaciuto farlo notare, ma probabilmente non era il caso di farlo proprio il giorno della Prova, visto che la donna avrebbe dovuto valutarlo... però poteva sempre permettersi di farlo qualche settimana dopo, quando sarebbe stato Diplomato e fuori dalla giurisdizione della Stevenson.

I pensieri del Tuonoalato vennero interrotti proprio dall’arrivo della donna, che comparve insieme agli altri Presidi da dietro la porta dell’Ingresso, guardando i Campioni come se fosse sollevata di trovarli presenti e di non doverli aspettare.

“Buongiorno ragazzi... Seguiteci, dobbiamo iniziare al più presto.”


Grazie tante, siete voi che ci avete fatti aspettare!


Marlene, Markus e Jake pensarono la stessa cosa ma nessuno dei tre osò esprimere quei pensieri ad alta voce, restando in silenzio mentre seguivano obbedientemente i Presidi sul prato, troppo impegnati a chiedersi cosa avrebbero dovuto fare e dove per concentrarsi su altro.


                                                                               *


Markus imprecò leggermente, evitando per un pelo di inciampare in una delle grosse radici che spuntavano dal terreno.
Fortunatamente la Prova non era stata organizzata di sera tardi, altrimenti sarebbe inciampato da qualche parte ancor prima di iniziare...   in effetti nemmeno Marlene era sembrata molto felice quando la Stevenson aveva, in breve, spiegato la Prova dopo averli accompagnati al margine del bosco... probabilmente la Grifondoro aveva il timore di inciampare da qualche parte e rompersi l'osso del collo.

Markus continuò a camminare, tenendo la bacchetta stretta in mano mentre si guardava intorno con attenzione: essendo il primo in classifica era partito con due minuti di anticipo rispetto a Jake e la Grifondoro, ma probabilmente ormai anche Marlene doveva essere partita.

Stando alle parole della Stevenson, quella sarebbe stata una Prova “mista” rispetto alle altre, strutturata con più “ostacoli” da superare seguendo un percorso già delineato per ognuno di loro, che avrebbe portato alla Coppa Tremaghi. 

Ormai il ragazzo stava camminando da qualche minuto, ma non era ancora incappato in alcuna prova... in effetti stava iniziando a chiedersi se per caso non avesse sbagliato strada e fosse finito da tutt’altra parte rispetto al suo percorso quando quasi s’illuminò, scorgendo un foglio di pergamena attaccato al tronco di una betulla a pochi metri da lui. 

Raggiunse l'albero con poche falcate, leggendo le poche righe scritte sul foglio con una calligrafia piuttosto chiara, con gran sollievo del ragazzo: era già difficile dover leggere e tradurre in inglese, con una pessima scrittura ci avrebbe messo ore...

Markus inarcò un sopracciglio con puro scetticismo, chiedendosi se non avesse per caso capito male dopo aver letto:  

Ok... e come dovrei fare a rispondere? 

Aveva appena pensato quelle parole quando una penna d’oca gli comparve magicamente tra le mani, facendolo borbottare sommessamente:

“Si beh, grazie.” 

Quando la Stevenson aveva parlato di prove miste si era aspettato qualcosa inerente alla logica o all’intelligenza... aveva sperato di non trovarsi di fronte a ingarbugliati problemi matematici, ma le sue preghiere sembravano non aver trovato fondo:

Dio gli concesse la giovinezza per un sesto della sua vita. Poi, dopo un altro dodicesimo di vita, la barba cominciò a crescere. Dopo un settimo si sposò e finalmente dopo cinque anni ebbe un figlio che, ahimè, appena raggiunta la metà degli anni di vita del padre, morì. Dopo 4 anni, anch’egli raggiunse il termine della sua vita. Quanto visse costui?


Inizio schifosamente splendido, non c'è che dire.


                                                                                   *

Marlene scostò con il braccio un ramo basso che altrimenti si sarebbe di certo incastrato tra i suoi capelli, chiedendosi quanto tempo fosse passato da quando aveva iniziato il percorso: non c'era un effettivo limite di tempo come per la Prima Prova, ma se voleva vincere doveva sbrigarsi... e quel maledetto problema che si era ritrovata davanti qualche minuto prima di certo non l'aveva aiutata.

Quanti anni ha quel tipo, ma che razza di domande fanno? Avrò sprecato dieci minuti solo lì...

La Grifondoro sbuffò, maledicendo mentalmente chiunque avesse elaborato quel dannato enigma... non era mai stata un asso nelle equazioni, e aveva dovuto fare un paio di tentativi prima di arrivare alla soluzione esatta, ovvero 84. Scrivendo la soluzione sbagliata non era riuscita a passare, bloccata da una specie di barriera invisibile che era comparsa proprio oltre l'albero a cui era stato appeso l’indovinello.

Marlene fece qualche passo, tenendo la bacchetta stretta in mano e guardandosi nervosamente intorno, chiedendosi cosa avrebbe dovuto affrontare per la seconda parte della Prova: dopo un test di intelligenza si aspettava di dover usare la bacchetta in qualche modo...  forse saprebbe spuntata una qualche creatura schifosa da dietro un ceppo o un cespuglio?

Marlene respiro profondamente, continuando a seguire la sottile linea rossa tracciata sul terriccio mentre un mucchio di pensieri le affollavano la mente: per un qualche strano motivo, le sembrava quasi di sentire una risatina beffarda echeggiare tra gli alberi. Forse la Prova le stava dando alla testa, magari si stava preoccupando un po’ troppo...

O forse c'era effettivamente una creatura dietro l'angolo che stava sghignazzando alle sue spalle?

Quella situazione non le piaceva nemmeno un po’... odiava quel genere di cose, si sentiva orribilmente vulnerabile, come se avesse un milione di mirini puntati addosso. 

La risata, tremendamente acuta e fastidiosa, echeggiò nuovamente nelle orecchie di Marlene, che si fermò di botto: non poteva immaginarsi le cose a tal punto... o stava diventando matta o non era sola.

La Grifondoro fece un mezzo giro su se stessa, guardandosi intorno mentre cercava la fonte di quell’irritante risatina: era difficile capire da dove provenisse, risuonava come se provenisse da ovunque e da nessuna parte allo stesso tempo.


“Emh... ehilà?” 

Marlene inarcò un sopracciglio, parlando in tono speranzoso senza però ottenere una risposta vera e propria. Sentì di nuovo ridere, questa volta molto più vicino a lei.

“Mi fa piacere risultare divertente, mi capita spesso... che ne dici di farti vedere, così ci facciamo quattro risate insieme?” 


Il silenzio caló nella piccola radura per qualche istante, mentre tutti i sensi di Marlene erano in allerta come di rado le era capitato in passato. 
Un debole fruscio la fece sobbalzare, voltandosi di scatto prima di sgranare gli occhi:


“Che cosa sei, un nano? O forse uno gnomo...” 


Davanti a lei c'era una creatura alta circa la metà di lei, che la fulminò con lo sguardo come se si fosse realmente offesa dalle sue parole: Marlene osservò quella specie di piccolo uomo dal viso affilato, chiedendosi che accidenti fosse.  Dopo qualche istante una lampadina le si accese nella testa, portandola a guardare il suo nuovo “incontro” con orrore: la risata... ecco perché aveva sentito ridere, era il loro tratto distintivo. 
Ricordava appena la lezione di Cura delle Creature Magiche dedicata a quelle creature che stando a quanto aveva sentito, vivevano solo nel Nord Europa... che accidenti ci faceva in America?

Tuttavia la Grifondoro non si fermò troppo a riflettere, puntando la bacchetta sull’Erkling con determinazione:

“Stupeficium! Scusa, ma non ho intenzione di farmi mangiare da un Erkling, ho altri programmi per oggi!” 

Il lampo di luce rossa sfiorò di pochi centimetri lo gnomo mentre Marlene indietreggiava, guardandolo con una smorfia di puro disgusto dipinta in volto: la sola idea di avere davanti una creatura che si cibava di bambini le faceva venire voglia di vomitare. La paura scomparve all’improvviso, cedendo il posto al solo desiderio di liberarsi di quel mostriciattolo in fretta.

L’Erkling borbottò qualcosa che suonò come – stupida ragazzina – prima che le si lanciasse contro con una velocità sorprendete per avere gambe tanto tozze e corte, mentre Len se la dava a gambe senza tante cerimonie, cercando al contempo di Schiantarlo. 

“Non osare avvicinarti, tornatene da dove sei venuto... cosa sei, crucco?” 

Non ricordava bene la lezione sugli Erkling, ma il suo accento era decisamente tedesco... mentre cercava di Schiantarlo per toglierlo di mezzo si chiese perché accidenti si fosse messa a parlare seriamente con uno gnomo-mangia bambini. Doveva essere veramente disperata...


                                                                              *


Correva, come non ricordava di non aver mai fatto in vita sua. 
Era rimasto paralizzato per un attimo quando, poco prima, si era imbattuto in un ripugnante omino con una falce in mano e un cappello scarlatto... non ci aveva messo più di un secondo per riconoscere il Berretto Rosso, iniziando subito a maledire chi aveva organizzato quella Prova: li volevano forse tutti morti? Oppure c'era lo zampino della Holland? 

Ci aveva messo un po’ a liberarsene, riuscendo a Schiantarlo senza farsi ammazzare da quell’orrenda creatura. In effetti, mente correva tra gli alberi seguendo il filo blu, si chiedeva come avessero fatto arrivare un berretto Rosso ad ilvermorny... se non ricordava male era originario della Gran Bretagna.

A quanto pare i Presidi avevano preso realmente sul serio la faccenda dell’acculturazione che caratterizzava da sempre il Torneo Tremaghi, inserendo nella Prova elementi di culture differenti. 

Jake si fermò per riprendere fiato, pregando mentalmente affinché non comparisse qualche altra creatura assetata di sangue da dietro il tronco di un albero. 

Il Tuonoalato si guardò intorno, chiedendosi che cosa avrebbe dovuto affrontare ancora... non ci aveva messo molto a superare l’indovinello, ma probabilmente aveva perso abbastanza tempo nel togliersi dai piedi il Berretto Rosso che aveva tentato molto gentilmente di farlo fuori con la sua falce.

Facendo qualche passo avanti Jake non allentò neanche per un istante la presa sulla bacchetta, avvicinandosi con lieve scetticismo allo stagno che, ci avrebbe giurato, fino a pochi secondi prima non c'era.



Il Tuonoalato si avvicinò al margine certo che dentro ci avrebbe trovato come minimo un Avvicino... ma Jake si sbagliava e la sua mascella sfiorò il suolo ricoperto di terriccio quando si ritrovò davanti ad una delle poche cose che davvero lo terrorizzava. 


Si, qui c'è di mezzo la Holland per forza


Insomma, nessun altro poteva volergli tanto male da infilare delle meduse nel bel mezzo della Prova, no? 


Jake piegò le labbra in una smorfia, alzando lo sguardo per guardarsi intorno nella speranza che ci fosse un qualche modo per raggirare lo stagno senza doverlo attraversare, ma ovviamente restò a bocca asciutta.

“Fantastico... prima un Berretto Rosso che cerca di uccidermi e poi delle meduse, non oso pensare a cosa dovrò fare dopo questa...” 


Il ragazzo abbassò di nuovo lo sguardo sulle due meduse che si spostavano lentamente e in modo molto poco rassicurante nell’acqua inverosimilmente limpida per trovarsi nel bosco. 

Probabilmente in un’altra situazione qualsiasi avrebbe fatto dietro-front e si sarebbe dileguato, ma trattandosi della Prova non poteva e nemmeno voleva farlo... probabilmente era arrivato il momento di affrontare una paura che si portava appresso ormai da anni.

Jake studiò lo stagno, cercando di calcolare il numero di falcate con cui avrebbe potuto attraversarlo... fortunatamente non era molto largo, non ci avrebbe messo più di due falcate facendo in fretta. 

Non moriva dalla voglia di farsi pungere un'altra volta, ma non aveva molto tempo da perdere in riflessioni e sapeva di doversi dare una mossa, se voleva arrivare in fretta alla Coppa.

Dopo aver respirato profondamente Jake abbassò di nuovo lo sguardo sull’acqua, una smorfia dipinta in volto mentre metteva un piede nell’acqua gelida che gli arrivava quasi al ginocchio.  

Giurando a se stesse che se fosse rimasto urticanti l'avrebbe fatta pagare alla Stevenson Jake fece un passo avanti e poi un altro ancora, zigzando con una velocità che lo sorprese tra le meduse.

Forse era vero quando dicevano che la paura fa diventare tutti molto più veloci rispetto al normale.


                                                                                  *


“Stai pensando a Markus, vero?”    Il bisbiglio riscosse Alek, che si voltò verso Marlena e annuí:

“Si... vorrei poter assistere alla Prova, chissà che cosa stanno facendo adesso.”

“Immagino che lo sapremo solo quando tutti sarà finito... Con ogni probabilità la Prova sta avendo luogo fuori dal castello, Markus e gli altri dovevamo aspettare i Presidi fuori dall’Ingresso.”


Marlena si voltò, posando lo sguardo sulla finestra accanto a lei, nell’aula di Storia della Magia. Era strano essere a lezione pensando al suo migliore amico nel bel mezzo di una Prova, ci aveva provato ma quel giorno proprio non riusciva a concentrarsi neanche un po’, esattamente come Alek. 


“Magari li hanno portati nel bosco o da qualche altra parte... spero davvero che Markus vinca, è da un bel po’ che Durmstrang non detiene la Coppa.” 

“Credo da cinque edizioni, in effetti. Non sarebbe male se il nostro biondino vincesse... anche se poi dovrebbe spiegare a sua madre dove ha preso mille galeoni. Non le ha ancora detto che è il Campione di Durmstrang?” 

“No... e credo che a Dafne verrà un colpo quando lo saprà solo una volta concluso il Torneo... probabilmente lo prenderà per le orecchie per non averla avvertita per tempo.” 


Un sorrisetto fece capolino sul volto di Alek mentre si immaginava chiaramente la scena nella sua testa... e di certo quando quel momento sarebbe arrivato lui sarebbe stato presente, intento a sghignazzare allegramente.

“Non avrebbe tutti i torti... chissà che cosa ci farebbe con quei soldi.”    Marlena inarcò un sopracciglio, parlando in tono pensieroso mentre si chiedeva come avrebbe speso lei una somma del genere... probabilmente ne avrebbe data ben più di metà alla sua famiglia.

Alek sorrise, esitando per un attimo prima di fare spallucce:

“Non saprei... glielo chiederai quando lo vedremo, de avrà vinto.” 

“A chi pensi di darla a bare Yavor, non dirmi che in tutte quelle ore passate a civettare non avete mai parlato di questo...” 

Marlena sbuffò, scoccando al ragazzo un’occhiata eloquente che fece allargare il suo sorriso:

“Forse... ma non te lo dico comunque Lena, rassegnati. E ora stai attenta alla lezione, chiacchierona!” 

“Guarda che neanche tu stai prendendo appunti, mi pare!” 


                                                                                  *


Markus si sfiorò la spalla, sbuffando debolmente alla vista del taglio sulla camicia bianca ormai insanguinata sulla parte superiore del braccio sinistro. Nel bel mezzo della Prova si era tagliato la spalla non a causa del Berretto Rosso che aveva dovuto affrontare poco prima, ma a causa di un dannatissimo stormo di gufi che praticamente l'aveva inseguito senza motivo per un miglio. 

In effetti Markus si era chiesto come facessero ad essere così attivi s quell'ora del giorno, senza contare che il gufo non viveva certo in branchi... ma probabilmente c'era lo zampino dei Presidi che in qualche modo avevano scoperto il disgusto che provava da sempre verso i rapaci, anche se nemmeno lui era mai riuscito a spiegarsene appieno il motivo. 

“Dannati uccellacci...”. Già immaginava le risate di Alek quando, al vedere la ferita, gli avrebbe chiesto come se l'era procurata e lui avrebbe risposto che uno stupido gufo impazzito gli aveva assestato un’artigliata bella e buona. 

Che modo idiota di farsi male

Markus continuò a camminare, guardandosi intorno con lieve apprensione e temendo di incontrare altri gufi assetati di sangue. 

Aveva dovuto rispondere ad un indovinello, affrontare una creatura Magica e poi sfuggire ad una delle cose che più lo terrorizzava... che cos’altro poteva mancare per concludere in bellezza quel grazioso quadretto?

Il ragazzo stava continuando a seguire il percorso, segnato per terra con una specie di filo rosso luminoso. In effetti gli ricordava una storia che suo padre gli raccontava quando era piccolo e gli chiedeva qualcosa di diverso dalle “solite favole”...   

Anche se non la sentiva da molto tempo era impressa chiaramente nella sua testa e per un attimo si chiese se per caso non avrebbe incontrato un qualche mostro, esattamente come nel mito. 

Sii serio Markus, non esiste di certo il Minotauro...


Quando però, pochi attimi dopo, cominciò a sentire un freddo gelido arrivargli fino ai polmoni Markus Bauer realizzò che il Minotauro era una leggenda... ma nel mondo Magico c'erano mostri anche peggiori dell’ibrido più famoso della mitologia. 


                                                                             *


Continuava a ripetersi che non poteva essere, che non l'avrebbero mai permesso... infondo erano pur sempre degli studenti, non potevano essersi spinti a tanto.

O forse sì? 

Marlene deglutì a fatica, quasi immobilizzata momentaneamente mentre stringeva convulsamente la bacchetta in mano, guardandosi intorno con attenzione. 

Non aveva mai provato una sensazione simile, ma ne aveva sentito parlare molte volte e la descrizione combaciava perfettamente con ciò che stava provando in quel preciso momento: nella sua testa non facevano altro che succedersi i peggiori ricordi che aveva mentre un freddo molto diverso da quello a cui era abituata s’insinuava fin sotto la pelle facendole quasi tremare le ossa. 

Non è possibile, non possono averlo fatto 


E anche se continuava a ripeterselo, ormai non ci credeva più neanche lei. 
Respirò profondamente, chiudendo gli occhi mentre frugava velocemente nella sua memoria, cercando di scacciare al contempo i pensieri negativi che le stavano affollando la testa... era difficile concentrarsi su qualcosa di bello mentre una specie di tristezza senza motivo s’insinuava dentro di lei, ma sapeva di potercela fare, doveva farcela. 


Rivide, per un attimo, tutti i viaggi sull’Espresso per Hogwarts in compagnia dei suoi amici e tutte le volte in cui era inciampata da qualche parte a causa della sua goffaggine, trovando però sempre Lucas davanti a lei che, sorridendole, l’aiutava a rialzarsi senza astenersi dal ridacchiare, sostenendo che poteva cadere quante volte voleva, tanto lui l'avrebbe sempre aiutata a tirarsi su. 


“Expecto Patronum.” 


Marlene riaprì gli occhi, guardando per la prima volta dopo mesi la solita tartaruga balzare fuori dalla punta della bacchetta, muovendosi nell’aria con movimenti lenti ma fluidi. 

Sorrise istintivamente, tenendo gli occhi sul Patronus che le galleggiava accanto, riprendendo a camminare mentre una sensazione di calore si diffondeva velocemente dentro di lei: non era sicura che ci fossero davvero dei Dissennatori dietro l'angolo, ma era sempre meglio essere previdenti... e dopo l’Erkling non era tanto sicura che i Giudici tenessero alla loro vita.


                                                                         *


Erano pazzi, dovevano esserlo per forza. 
Come si erano sognati di mettere un Dissennatore in mezzo alla Prova? 

Jake guardò la sua pantera trotterellare davanti a lui con cipiglio torvo, ormai sicuro che la Stevenson volesse attentare alla sua vita. 

Sperava solo che, dopo aver evocato un Patronus, non ci fossero altre dolci sorprese ad attenderlo dietro l'angolo... non sapeva quanto tempo fosse passato dall'inizio della Prova, ma per lui quello che aveva affrontato bastava e avanzava. 

Il Tuonoalato continuò a camminare dietro al felino luminoso, seguendo il percorso tracciato dal sottile e magico filo blu che avrebbe dovuto condurlo fino al centro del bosco e quindi alla Coppa, dove almeno in teoria i Giudici li avrebbero aspettati. 

Dopo qualche minuto di cammino dove non incappò in nessun ostacolo Jake iniziò a sentire un rumore familiare, quello di passi sul terreno e foglie secche. 

Fantastico. Ora spunterà Jack lo Squartatore da dietro quella betulla, suppongo. 


Per un attimo il ragazzo pensò davvero che i passi che sentiva avessero davvero a che fare con la Prova... solo dopo un attimo realizzò che non stavano procedendo nella sua direzione, bensì parallelamente a lui: con gran probabilità, era vicino a Marlene o a Markus. 

A giudicare dal bagliore argenteo che scorse attraverso gli alberi non era stato l'unico ad avere il sentore di trovarsi nei paraggi di un Dissennatore... quindi i passi che sentiva appena erano per forza di uno dei suoi avversari. 


Quasi senza rendersene conto Jake iniziò a correre e fu quasi certo che la persona oltre gli alberi fece lo stesso nel sentire dei passi affrettarsi parecchio.
Sconcentrandosi il Tuonoalato vide la sua pantera dissolversi velocemente così come era apparsa, ma non ci badò molto e filò dritto per la sua strada, correndo più veloce che poteva zigzando tra gli alberi e cercando di non inciampare in qualche radice o cespuglio: non aveva alcuna intenzione di farsi soffiare la vittoria, non quando era arrivato tanto vicino al traguardo tanto da poter scorgere il lieve bagliore che la Coppa Tremaghi emanava. 











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Angolo Autrice:


Salve!  *si china per evitare il coltello che le hanno lanciato contro*
Ehm... sì, lo so, mi detestate a morte e volete mettermi in una gabbia insieme ad un Berretto Rosso, così ci penserà lui a farmi fuori.

Scusate, ci ho messo più del solito ad aggiornare e per di più non vi ho nemmeno rivelato chi ha vinto il Torneo... Mi spiace, ma questo capitolo ha faticato un po’ ad uscire dalla mia testa e in più ho avuto una settimana davvero piena... prometto che per il prossimo non vi farò aspettare una settimana, mercoledì lo pubblicherò u.u lo scriverei anche prima, ma devo aggiornare anche le altre storie altrimenti mi accuseranno di fare favoritismi... 

Quanto a chi ha vinto... temo che dovrete aspettare ancora qualche giorno per sapere il nome del vincitore, intanto vi ringrazio per i voti! 

Detto ciò vi saluto, ci sentiamo mercoledì con il penultimo capitolo... ciaoo :D 


Signorina Granger 






 

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Capitolo 35
*** In partenza ***


Capitolo 35: In partenza 
 
L’unica regola del viaggio è: non tornare come sei partito, torna diverso.
 
Venerdì 31 Maggio 



Il baule era appoggiato sul pavimento, già pronto e chiuso per fare ritorno a Durmstrang insieme a lei.
Non le dispiaceva affatto l'idea di tornare a casa dopo tutti quei mesi... era stato un anno che di certo non avrebbe scordato facilmente, ma l'idea che il suo percorso a scuola fosse finito in quell’inusuale modo era spiacevole per certi aspetti. 

Seduta sul letto Marlena teneva lo sguardo sulla finestra, osservando per l'ultima volta le colline e il bosco che riusciva perfettamente a vedere dalla sua camera nel Veliero, conscia che a breve sarebbe dovuta andare al castello per l'ultima volta e pranzare prima di tornare a Durmstrang. 

Un lieve bussare alla porta aperta la riscosse, sentendo la familiare voce di Markus:

“Posso entrare?” 

La ragazza si voltò, sorridendo all'amico e invitandolo silenziosamente ad avvicinarsi con un cenno. Markus obbedì e sedette sul letto accanto a lei, posando a sua volta lo sguardo sul vetro attraverso il quale filtrava la luce del sole. 

“È strano tornare a casa, vero?” 

“Molto... è stata un’esperienza fantastica, però sono contenta di tornare a Durmstrang, anche se la prospettiva degli esami mi inquieta un po'.” 

“Vale anche per me, però mi sono detto che dopo le Prove non posso farmi spaventare da degli esami, no?” 

Marlena sorrise alle parole del ragazzo, annuendo mentre si voltava verso di lui, guardandolo quasi con orgoglio:

“Immagino che tu abbia ragione... anche perché te la sei cavata egregiamente, Campione.” 

“Mi chiamerai così ancora a lungo?” 

“Naturalmente, io ho sempre tifato per te... non dimenticarlo.”   Gli sorrise e lui ricambiò, abbassando lo sguardo sul pavimento mentre rifletteva sulle parole dell’amica: di certo non l'avrebbe mai dimenticato... anche perché Lena non aveva tifato per lui solo durante il Torneo, bensì negli ultimi sette anni. 


“Lo so Lena... e ti sono davvero grato per avermi sempre supportato. In effetti, credo che sia arrivato il momento per ricambiare.” 

Markus si infilò una mano in tasca e, intuendo cosa volesse fare, Marlena sgranò gli occhi, puntandogli contro un dito quasi con aria minacciosa

“Non pensarci neanche Markus Bauer, mi hai capito? Mettili immediatamente via, non mi darai un centesimo!” 

Markus sbuffò, guardandola quasi con aria seccata: ovviamente aveva previsto una reazione del genere, ma non aveva comunque nessuna voglia di demordere per primo... aveva vinto ma non gli importava granché del premio, non avrebbe sopportato l'idea di ricevere mille galeoni senza darne nemmeno uno alla sua migliore amica. 

“Io invece credo proprio che li prenderai... anche perché non me li riprenderò. So che sei orgogliosa Lena, ma se non vuoi farlo per te allora fallo per la tua famiglia. Pensa al tuo piccolo Pawel, che adori alla follia.” 


Un lieve sorriso spuntò sul volto di Marlena sentendo nominare il fratellino, esitando per un attimo prima di scuotere il capo:

“Grazie Markus, ma te li sei guadagnati. Tienili tu, davvero.” 

“Non ci penso neanche, poche storie! Guarda che chiamo Alek e non credo che tu voglia sorbirti entrambi mentre cerchiamo di convincerti!” 


Il tono leggermente minaccioso di Markus la fece quasi sorridere e il ragazzo, approfittando della sua breve distrazione, le mise in mano un sacchetto con metà della sua vincita senza tante cerimonie.

“Ehy, così non vale!” 

“Certo che vale Lena! E non provarci neanche a rimetterli in camera mia, ho già sigillato la porta... piuttosto andiamo a pranzo, ho una certa fame e devo salutare Ley... e poi Alek mi stressa da almeno un'ora per andare a mangiare, se non lo accontentiamo è capace di azzannare noi.” 

Markus alzò gli occhi al cielo, alzandosi e porgendole una mano mentre Marlena ridacchiava. Lei la prese e si alzò, lasciando i soldi sul letto e ripetendosi che avrebbe fatto in modo di restituirglieli... anche se conoscendo il soggetto, Markus sarebbe stato capace di spedirglieli anche 20 volte fino a mandarla in esasperazione. 

“Grazie Markus... ti voglio bene.”  Prendendo il ragazzo a braccetto Marlena appoggiò la testa sulla sua spalla, facendolo sorridere e annuire mentre uscivano insieme dalla stanza per raggiungere Alek e andare ad Ilvermorny:

“Anche io Lena... questo e altro per i miei fratelli acquisiti!” 


                                                                                  *


“Oh, per l'amor del cielo, via quel muso lungo! Non hai vinto, e allora? Sei arrivato secondo, poteva andare peggio.” 

“È questo il punto, Anderson! Sono arrivato secondo per due secondi, è quasi peggio di arrivare penultimi...” 

Jake gemette con aria grave, facendo roteare gli occhi di una Scarlett piuttosto esasperata: a lei non importava molto di chi avesse vinto il Torneo... in effetti il giorno prima era stata solo felice di poter andare incontro a Jake e abbracciarlo quando lui e gli altri erano tornati al castello all’ora di pranzo. 

“Non è la fine del mondo Jake, te la sei comunque cavata bene anche nelle prime due Prove... non si vince sempre, ed è un bene. Se così non fosse nessuna vittoria darebbe mai soddisfazione, non credi?” 

Il sorriso allegro di Scarlett affievolì il broncio di Jake, che accennò un sorriso a sua volta mentre la guardava con aria divertita:

“Com’è che oggi sei così poetica?” 

“Chissà, forse è la scuola che sta finendo, oppure il caldo... giudica tu.” 


                                                                                *


“Ok, vediamo di fare un riepilogo della situazione. I bauli ci sono tutti?” 

“Si.” 

“Divise?” 

“Addosso.” 

“Gabbie?” 

“In teoria si, ma Len non riesce a trovare Tina.”     Abby alzò gli occhi al cielo mentre, nel corridoio che collegava le loro camere, lei, Johnny, Sam e Luke con un foglio in mano stavano assemblando tutti i bagagli che avrebbero in seguito portato nell’Ingresso.

“Come mai la cosa non mi sorprende? Il giorno in cui Len troverà quella gatta in fretta un uragano si abbatterà su Hogwarts.

Anche Lucas alzò gli occhi al cielo mentre il suo gatto, Mercury, lo fulminava con lo sguardo dalla gabbia dove l'aveva chiuso: sembrava che al micio non andasse proprio di starsene lì, e Tina doveva pensarla allo stesso modo visto che si era defilata. 

“Grazie per la fiducia, come al solito... l'ho trovata!” 

Marlene spuntò dal nulla con un gran sorriso stampato in volto, tenendo la gatta in braccio e sollevandola quasi come se si trattasse di un trofeo di cui andar fieri. 
Sam e Abby soffocarono una risatina mentre guardavano l'amica gongolare e chiudere la gatta in gabbia, che soffiò con irritazione ma non osò ribellarsi di fronte allo sguardo ammonitore della padrona. 

“Bene, e anche questa è fatta! Forse per una volta riusciremo a non prenderci all'ultimo minuto!” 

“L'hai detto anche sette mesi fa Len, e alla fine ci siamo ritrovati a correre da tutte le parti per preparaci mentre rischiavamo di perdere la Passaporta.” 


Johnny inarcò un sopracciglio con aria scettica, facendo sbuffare la mora che si strinse nelle spalle con noncuranza, zigzando tra i bauli per raggiungere Abby senza finire con la faccia smaltata sul pavimento:

“Poco male, un po’ di ottimismo non fa male a nessuno! Abby, non sei d'accordo con me?” 

“Beh... Per così dire...” 

“Visto, la Tassa è d'accordo, quindi ora possiamo andare a pranzo visto che ho molta fame... quando abbiamo la Passaporta Johnny?” 

“Alle 14... credete che questa volta riusciremo a fare tutto in orario?”  Il Corvonero inarcò un sopracciglio mentre Marlene prendeva Lucas sottobraccio, guidandolo verso le scale con un sorriso allegro stampato in volto, come se non vedesse l'ora di tornare ad Hogwarts. 
In effetti dopo tutti quei mesi il castello tanto familiare e rassicurante mancava eccome a tutti, così come anche gli amici che non vedevano da Ottobre... Lucas in particolare moriva dalla voglia di stritolare Marie in un abbraccio, rincorrendola per tutto l’Ingresso o la Sala Comune dei Grifondoro se necessario: non gli era mai importato granché di metterla in imbarazzo davanti a tutti, anzi la cosa lo divertiva parecchio.

“Len, sei sicura di non aver scordato niente in camera? Non avremmo tempo di tornare di sopra, dopo...” 

“Tranquillo Luke, sono sicura al 100% di aver preso tutto... e poi non è certo colpa mia se Tina si nasconde sempre ovunque!” 

Mentre i bauli e le gabbie con i loro animali si libravano a mezz'aria e li seguivano nel corridoio, la Grifondoro si voltò e lanciò un’occhiata in direzione della gatta, che sembrava abbastanza immusonita e la fulminò anche con lo sguardo, giurando vendetta. 
La ragazza sbuffò appena, intuendo che Tina le avrebbe tenuto il muso per tutto il resto del giorno mentre si voltava di nuovo, ponendo lo sguardo davanti a se per evitare di destreggiarsi in una delle sue famose cadute da manuale. 

Era strano pensare che il giorno di partire fosse già arrivato... e anche se mancavano solo tre settimane al Diploma e gli esami erano alle porte non si sentiva nemmeno troppo preoccupata, dicendosi che delle verifiche sarebbero state bazzecole in confronto alle Prove che aveva dovuto superare nel corso dell'anno... persino quella di Trasfigurazione, la materia con cui era stata in guerra praticamente fin dal suo primo giorno. 

Quando l'avevano vista dopo la Prova sia Abby che Lucas avevano stritolato la ragazza in un abbraccio, sollevati di riaverla indietro tutta intera. In effetti la Grifondoro non se l'era presa troppo per la sconfitta, ribadendo che era riuscita a non farsi divorare da un Erkling o a non finire dritta al suolo, che quindi si sentiva comunque soddisfatta di se stessa... 

Alle parole del ragazzo Abby sorrise, stringendosi nelle spalle mentre seguiva i due amici insieme a Sam e Johnny:

“Chi può dirlo... ma la speranza è l'ultima a morire, come dice sempre mia nonna.” 

“Tua nonna non dice anche qualcosa riguardo al colesterolo alto, Abby?” 

“Si Luke, grazie per la precisazione.” 


                                                                              *


“Scrivimi, mi raccomando... tienimi aggiornata su come andranno gli esami.” 

“Certo, ma fallo anche tu! Non fare quella faccia Ley, ci vedremo subito dopo il Diploma... che vuoi che siano, tre settimane?” 

Markus sorrise e Hailey sbuffò, fulminandolo con lo sguardo e borbottando qualcosa che suonò molto come “insensibile” prima che lui ridesse, abbracciandola con aria divertita:

“Naturale che mi mancherai, ma non è la fine del mondo... passerà in fretta, te l'assicuro. Concentrati sullo studio invece, non vorrei che il mio fascino eccezionale causasse la tua bocciatura...” 

“Ci vuole ben altro per farmi rimanere bocciata, cosa credi? Io e Scarlett da domani cominceremo con il ripasso intensivo, tremo solo al pensiero...” 

Hailey sospirò con aria sconsolata, appoggiando il capo sulla spalla del ragazzo che sorrise, accarezzandole i capelli mentre intorno a loro, nel piazzale davanti alla scuola, c'era un gran andirivieni di studenti che si salutavano o che rincorrevano qualche gatto sfuggito alle gabbie. 

“Lo so, dovrò cominciare anche io... Alek tenterà di filarsela di continuo e Lena lo acchiapperà al lazo, niente di nuovo.” 

“Sono sicura che studiare con voi dev’essere molto divertente, ne combinate una ogni dieci minuti!” 

Hailey sorrise con sincero divertimento, immaginandosi chiaramente la scena appena descritta dal ragazzo, che si strinse nelle spalle sfoggiando una faccia da angioletto innocente:

“Può darsi... ma io non c'entro nulla, sono un bravissimo ragazzo!” 

Ma non farmi ridere, prima o poi qualcuno metterà su un monumento in onore di Marlena Rosa, vista la sua infinita pazienza! A proposito, sei riuscito a darle i soldi o ha rifiutato come avevi predetto?” 

Hailey inarcò un sopracciglio, guardandolo con curiosità mentre gli allacciava le braccia dietro al collo, osservandolo sorridere con aria soddisfatta:

“In effetti l'ha fatto, la conosco troppo bene. Ma sono abbastanza sicuro che finirà con l’arrendersi, io non demordo facilmente e se ho preso una decisione non lascio mai perdere.” 

“Beh, è davvero bello quello che hai fatto... però capisco che non voglia accettare, è normale: qualunque persona con un minimo di orgoglio lo farebbe, solo qualcuno di completamente innamorato dei soldi accetterebbe senza alcuna replica. Ma so che farsi in modo di averla vinta, come al solito.” 

“Hai detto bene Ley, io ce l'ho quasi sempre vinta... non per vantarmi, ma ieri mi sono accaparrato la Coppa Tremaghi.” 

Un sorrisetto comparve sul volto de ragazzo e lei annuì, guardandolo con aria divertita e orgoglio allo stesso tempo:  era molto felice per lui ovviamente, ma quando l'aveva visto andarle incontro tenendo la Coppa per un manico e un sorriso a trentadue denti gli era saltata in braccio, senza fare a meno di provare un po’ di soddisfazione: in un certo senso, poteva dire di essersi presa la sua rivincita su Jake Miller. 


Sentendosi chiamare Markus sollevò lo sguardo dal volto della ragazza, vedendo Marlena e Alek in piedi a qualche metro di distanza, guardandolo come se lo stessero aspettando. 

Con un mezzo sospiro abbassò di nuovo gli occhi su Hailey, rivolgendole uno sguardo sconsolato:

“Temo di dover andare... mi mancherai Silverstone, cerca di non combinare guai in mia assenza.” 

“Contraccambio. Tranquillo, Scarlett mi terra d’occhio, me la caverò.” 

“Idem, Lena si occuperà come sempre di far sì che io e Alek non rimaniamo uccisi in qualche modo... mi raccomando Hailey, falli neri ai M.A.G.O.!” 

Sorrise, strizzandole l’occhio prima di appoggiare le labbra su quelle della ragazza, baciandola un'ultima volta per le successive settimane.

Quando si staccarono lei ricambio il sorriso, annuendo:

“Ci puoi scommettere! Ma non preoccuparti, avrai eccome mie notizie... Quando cominceremo le prove scritte è probabile che ti invierò una lettera ogni due giorni.” 


Il suo sorriso non poteva che confermare le sue parole e Markus ricambiò mentre le rivolgeva un cenno di saluto, allontanandosi per raggiungere Alek e Marlena e tornare al Veliero insieme a loro:

“Credo che farò lo stesso... ci sentiamo presto Ley, non sentire troppo la mia mancanza!” 

Lei sorrise, ricambiando il cenno mentre lo guardava strizzarle l'occhio prima di voltarsi, incamminandosi verso Alek e Lena e mettendo le braccia sulle spalle di entrambi quando li ebbe raggiunti, incamminandosi insieme a loro. 

Hailey li stava ancora seguendo con lo sguardo con una nota di amarezza quando una voce familiare la fece sorridere d’istinto:

“Modesto, il ragazzo.” 


“Oh si, il più modesto che io conosca.”    Dopo qualche istante Hailey si voltò, sorridendo a Scarlett che era comparsa dal nulla accanto a lei:

“Che ci fai qui, Rossa?” 

“Che domande, sono venuta a farti supporto morale visto che stai guardando il tuo grande amore che si allontana all’orizzonte...” 

“Come sei poetica... ma bando alle ciance e alla malinconia Scarlett Anderson, il Grande Ripasso ci aspetta!” 

La Serpecorno mise un braccio sulle spalle dell'amica con una risoluta, facendole piegare le labbra in una lieve smorfia mentre giravano sui tacchi per tornare all’interno della scuola

“Detta così sembriamo dirette in guerra, Ley...”

“Beh, in un certo senso... da cosa vuoi iniziare? Conoscendoti, immagino che non vedi l'ora di dedicarti a due ore di interessantissime rivolte di Centauri, folletti e chi più ne ha più ne metta!”

Il tono ironico dell'amica fece aumentare la smorfia di Scarlett, che annuì con aria sarcastica:

“Oh, assolutamente... ma prima non potremmo appellarci al diritto della siesta?”

“Siesta? che roba è?”     Hailey inarcò un sopracciglio, guardandola con aria confusa e facendole sgranare gli occhi:

“Come sarebbe a dire? Per essere una che ama le altre culture sei ignorante su quella spagnola! La prossima volta dovrebbero invitare Beauxbatons, ho idea.” 

“Se lo dici tu...” 













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Angolo Autrice:

Come avevo predetto, ecco anche il penultimo capitolo... e grazie come sempre a chi ha recensito :) 

So che è abbastanza breve ma è un capitolo un po’ di transizione, quindi portate pazienza... con il prossimo chiuderò la storia trattandosi ovviamente dell’Epilogo, quindi spero davvero che vi piacerà. 

Il Vincitore alla fine è Markus, anche se è arrivato praticamente in parità con Jake a livello di voti... in ogni caso congratulazioni Hadley ^.^ 

Ci sentiamo molto presto con l’Epilogo! 

Signorina Granger  



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Capitolo 36
*** Epilogo ***


The Tournament

Epilogo

 

I legami che ci vincolano a volte sono impossibili da spiegare, 
ci uniscono anche quando sembra che si debbano spezzare… 
Certi legami sfidano le distanze, il tempo e la logica, 
perché alcuni sono semplicemente destinati ad esistere

 

Sabato 20 Giugno

 

Anderson, Scarlett.”

 

Dopo le parole della donna alta e dai caopelli scuri raccolti il silenzio più totale calò nella grande stanza circolare, anche se nelle orecchie di Scarlett rimbombava di continuo il battito cardiaco notevolmente accelerato rispetto al normale.

 

Dopo aver esitato per un attimo la ragazzina mosse qualche passo avanti, districandosi tra i suoi coetanei per raggiungere l’insegnante al centro della stanza senza emettere un fiato, maledicendo mentalmente il suo cognome: ma perché la prima doveva essere proprio lei? Nessuno le aveva mai parlato di Ilvermorny fino a pochi mesi prima, e non aveva idea di cosa avrebbe dovuto fare… Sua madre non era rimasta abbastanza a lungo da dirle cosa significasse essere una strega.

 

Guardò dal basso la donna che ricambiò il suo sguardo con cipiglio leggermente incuriosito, prima di accennare col capo in direzione dei quattro grandi intagli che rappresentavano quattro animali e quindi le quattro Casate.

 

Scarlett non osò aprire bocca, spostando i grandi occhi chiarissimi sui quattro intagli: non aveva capito cosa sarebbe successo, ma sperava che di qualunque cosa si trattasse, finisse in fretta. Non le piaceva per niente l’idea di essere sotto gli occhi di tutta la scuola, probabilmente la sua faccia di solito pallida era diventata molto più simile al suo colore di capelli.

 

Scarlett guardò i quattro animali, aspettando e pregando che qualcuno si illuminasse…

 

Non è che non mi sceglie nessuno, vero?

 

Dopo qualche istante in cui non successe assolutamente nulla la preoccupazione di rimanere in piedi per ore la invase, portandola a tormentarsi nervosamente le piccole mani.

 

Tirò quasi un sospiro di sollievo quando, poco dopo, la pietra incastonata sulla testa del serpente s’illuminò proprio mentre lo strano uccello sbatteva le ali, animandosi di colpo per poi tornare subito immobile.

 

“Tuonoalato e Serpecorno… devi scegliere Scarlett, dove vuoi andare?”

 

Non ne ho idea, come faccio a saperlo? Non so niente di tutto questo!

 

Scarlett alzò lo sguardo sulla Holland, sbattendo le palpebre prima di parlare con tono incerto:

 

“Io…”

 

                                                                             *

 

Le labbra di Scarlett Andersen si incurvarono in un debole sorriso mentre ricordava il suo Smistamento, le braccia appoggiate alla ringhiera di legno come aveva fatto molte altre volte mentre guardava l’Ingresso sotto di lei.

Il ricordo venne però interrotto da una voca che la riportò alla realtà, proprio mentre sentiva due braccia circondarle la vita da dietro:

 

“Che ci fai qui?”

 

“Niente… pensavo al nostro Smistamento. Te lo ricordi?”

 

Scarlett si voltò leggermente verso Jake, che sorrise di rimando mentre appoggiava la testa sulla sua spalla, annuendo:

 

“Certo… Tu hai dovuto scegliere tra Serpecorno e Tuonoalato, io tra Tuonoalato e Wampus.”

 

“Già… a volte mi sono chiesta che cosa sarebbe successo se avessi scelto Serpecorno… secondo te le cose sarebbero diverse?”

 

“Non lo so, immagino che nessuno possa dirlo con certezza… Ma credo che scegliendo un’altra Casa saremmo entrambi persone diverse, chi lo sa. E poi magari se non fossimo stati Smistati nella stessa Casa ora non staremmo insieme, visto che io non avrei dovuto minacciarti per anni per tifare per noi alle partite…”

 

La risata di Scarlett riempì la sala deserta e la ragazza annuì, sorridendo nel ricordare tutte le partite in cui lei aveva tifato per Hailey o Nova e il Capotano l’aveva sempre presa parecchio sul personale.

 

“Si, può darsi… Ma col senno di poi sono felice della mia scelta, anche perché se fossi finita tra i Serpecorno avrei dovuto vedere la faccia di Andrew Derex a tutte le ore, ma si può?”

 

“Preferisco non esprimermi, chiedi piuttosto alla tua amica come faceva a piacerle…”

 

Jake si strinse nelle spalle prima di darle un bacio su una guancia, mentre Scarlett sfoggiava una lieve smorfia: si, se lo chiedeva spesso in effetti…  Ma fortunatamente ormai era acqua passata per tutti.

 

“E tu Jake, sei contento della tua scelta o avresti preferito finire a Wampus?”

 

“No, credo che sia stato giusto così… anche perché non riesco ad immaginare la mia vita ad Ilvermorny senza una piccola folletta dai capelli rossi che mi rimprovera perché ho combinato disastri a destra e a sinistra.”

 

Jake sfoggiò il suo sorrisetto beffardo e Scarlett probabilmente gli avrebbe intimato di smetterla di paragonarla a d’un folletto, ma una voce altrettanto la familiare distolse da lui la sua attenzione, facendole di nuovo guardare in basso:

 

“Ehy, voi due! Mi duole interrompere le vostre smancerie, ma credo che ci attendano in Sala da Pranzo, anche se non ci metterei la mano sul fuoco.”

 

Jake sbuffò appena, borbottando qualcosa di incomprensibile mentre invece Scarlett sorrideva in direzione della sua migliore amica, che li guardava dal centro della stanza con aria divertita:

 

“Arriviamo Ley… Carina, la “toga”.”

 

“Simpatica, vediamo come sta a te piuttosto!”  Sbuffando Hailey lanciò all’amica la tunica rossa che teneva in mano, che fluttuò fino alla Caposcuola grazie al suo Incantesimo di Appello.

 

Infilandosela la ragazza sfoggiò una smorfia, guardando con aria contrariata l’acceso rosso mirtillo che sembrava perseguitarla.

“Ma ce l’hanno proprio con questo dannato rosso! Da domani non lo indosserò mai più, mi si vede dallo spazio con questi capelli!”

 

Jake sghignazzò e Scarlett potè giurare di sentire ridacchiare anche Hailey mentre si rigiurava più e più volte le maniche, fin troppo lunghe per lei:

 

“Dai Rossa, andiamo… Non vorrai perderti la consegna dei Diplomi, spero!”

 

Jake sorrise, mettendo una mano sulla spalla della ragazza e conducendola verso le scale per scendere nell’Ingresso e raggiungere Hailey.

 

“Ovvio che no, vista la fatica che ho fatto durante gli ultimi anni… Ma non trovo giusto il fatto che voi maschi abbiate la tunica blu, non è che possiamo fare a cambio?”

 

“Neanche per sogno, il blu mi dona molto…”

 

“Il solito vanesio.”

 

                                                                                *

 

Quando la Holland si fermò davanti a lui Jake sfoggiò un sorriso, mentre invece la donna rimase impassibile mentre lo osservava attentamente, porgendogli il Diploma arrotolato e chiuso da un nastro rosso:

 

“Tieni, Miller.”

 

“Molte grazie.”   Jake sorrise, prendendo la pergamena che gli porgeva la donna, guardandolo come se quasi faticasse a credere che quel giorno fosse arrivato:

 

“Credo che sentirò ancora parlare di te, cerca solo di non lasciarci un tuo ricordo anche oggi... Buona fortuna, Jake.” 

 

Lo guardò come se temesse che potesse uscirsene con una delle sue malefatte anche quel giorno, ma il sorriso del ragazzo le fece capire che se ne sarebbe stato buono: l’aveva promesso a Scarlett, dopotutto.

 

“Grazie professoressa… Non si preoccupi, credo di aver già lasciato abbastanza segni in questa scuola.”

 

La donna non disse nulla prima di spostarsi per continuare a consegnare i Diplomi, ma Jake fu sicuro di aver colto una frase ben precisa nel suo sguardo:

 

Su questo siamo d’accordo, Miller

 

Quando la Vicepreside si fu allontanata il ragazzo si voltò, cercando Scarlett con lo sguardo. La vide qualche fila più indietro rispetto a lui, intenta a sorridere e a parlare insieme ad Hailey.

Sentendosi osservata la Rossa si voltò verso di lui, sorridendogli e accennando al Diploma quasi come a volergli dire:

 

Ce l’hai fatta, nonostante tutto

 

Si, alla fine ce l’aveva fatta, il percorso ad Ilvermorny era finito anche per lui… ora cominciava la vita reale, ma la prospettiva di cambiare non lo spaventava affatto.

Sorrise, annuendo e strizzandole l’occhio:

 

Chi l’avrebbe mai detto, eh? Mio padre no di certo…

 

Forse lui no, ma io sì… L’ho sempre saputo

 

                                                                            *

 

“Alek, mi stai pestando un piede!”

 

“Scusa, ma se non ci stringiamo non ci entriamo tutti e tre!”

 

Alek sbuffò, mettendo un braccio intorno alle spalle di Marlena e stringendola a se mentre Markus se la rideva, in piedi accanto all’amica sul piazzale davanti alla scuola.

Intorno a loro c’era un gran via vai di studenti che salutavano amici e raccoglievano bagagli, mentre i genitori li aspettavano per tornare a casa… Dafne Bauer invece guardava “i suoi tre ragazzi” con aria divertita e quasi malinconica allo stesso tempo, tenendo in mano la Polaroid che aveva regalato al figlio tre anni prima.

 

Aveva scattato foto su quello stesso luogo per anni… era quasi triste pensare che quella fosse l’ultima.

 

“Andiamo ragazzi, vi siete appena Diplomati ufficialmente… sorridete!”

 

Dafne sfoggiò un sorriso allegro in direzione dei tre diciottenni con cui non aveva alcun legame di sangue ma che aveva praticamente adottato ad uno ad uno, guardandoli ridere e discutere leggermente mentre si stringevano per riuscire ad entrare nella foto, con il vento che spettinava loro i capelli.

 

Dopo aver scattato la foto Dafne la guardò, sorridendo con tenerezza nell’osservare i sorrisi allegri dipinti su quei tre volti, con Lena posta come sempre in mezzo ai due ragazzi.

“Bene, ora che abbiamo la nostra foto possiamo andare… Grazie mamma.”   Markus sorrise, avvicinandosi alla madre per abbracciarla e prenderle la foto dalle mani, osservandola con aria soddisfatta.

 

“Benissimo, allora tutti a casa di Markus a mangiare lo strudel della Signora Bauer!”

 

“Aleksandur, ti ho già detto milioni di volte di non chiamarmi così.”     La donna sospirò, guardando il ragazzo rivolgerle un sorriso carico di scuse mentre circondava le spalle di Marlena con un braccio, avvicinandosi insieme a lei.

Guardandoli parlare a bassa voce la donna si voltò verso il figlio, inarcando un sopracciglio con aria inquisitoria:

 

“Dimmi un po’ tesoro… è successo qualcosa tra Alek e Marlena?”

 

“In effetti sì… ho parecchie cose da raccontarti mamma.”

 

“Non ne dubito… Tanto per cominciare, come sta Hailey?”

 

Dafne sorrise allegramente, prendendo il figlio sottobraccio e trascinandolo verso il marito che li aspettava sulle scale, con Alek e Marlena subito dietro di loro intenti a salutarsi prima che la ragazza si Smaterializzasse a casa sua per rivedere la famiglia.

Sapendo che la donna l’avrebbe a dir poco tartassato sull’argomento il ragazzo sospirò con aria grave, guardandola con aria implorante:

 

“Mamma, per favore…”

 

“Per favore un bel niente, sputa il rospo! Sono tua madre, perciò ho il dovere e il diritto di impicciarmi nella tua vita privata.”

 

                                                                              *

 

“Maledizione, lo sapevo! Era tutto troppo perfetto per essere vero!”

 

Abigail sbuffò mentre, insieme alla sua migliore amica, correva sulle scale per raggiungere la Sala Grande che di certo era già gremita di studenti per la consegna del Diploma.

Marlene invece non sembrava affatto nervosa o preoccupata, limitandosi a ridacchiare di fronte al nervosismo dell’amica:

 

“Rilassati Abby... ormai siamo diplomate, più di sgridarci di certo non possono fare!”

 

“E’ vero, ma non mi dispiacerebbe concludere la nostra vita qui senza beccarci una strigliata!”

 

La Tassorosso roteò gli occhi mentre quasi rischiava di ruzzolare dalla Scalinata Principale da quanto andava di corsa. Marlene la seguì con maggiore calma, probabilmente eprchè temeva di scivolare e concludere in grande stile la sua permanenza al castello.

 

Le due raggiunsero le porte aperte della Sala Grande, affacciandosi prima di sgattaiolare dentro e avvicinarsi a Luke: per loro fortuna era talmente alto da risultare impossibile da individuare.

 

“Ciao ragazze… cominciavo a pensare che non vi sareste presentate.”

 

Lucas sorrise nel vedere le due ragazze comparire accanto a lui, guardandole con cipiglio visibilmente divertito.

Marlene fece spallucce e Abby roteò gli occhi, limitandosi a borbottare qualcosa riguardo alla sua divisa che ci aveva messo parecchio a farsi trovare.

 

“Pazienza, noi arrivavamo spesso in ritardo… un ciclo si è concluso nel modo più giusto, direi. Ci manca solo una bella caduta di Len tutto sarà come dovrebbe essere!”

 

“Grazie tante Wallaby, se dovessi scivolare saprò a chi dare la colpa oggi.”

 

Marlene sbuffò, rivolgendo un’occhiata torva al ragazzo che invece sorrise. Il biondo fece anche per dire qualcosa ma un’occhiata a dir poco raggelante di Emily Burke, la Corvonero Caposcuola.

 

Luke le rivolse un’occhiata un po’ torva, come a dirle di farsi gli affari suoi… d’altra parte però l’idea di non doverla più sentire zittirli lo rincuorava parecchio.

 

Marlene e Abigail sembrarono pensarla allo stresso modo perché rivolsero in direzione della ragazza un sorrisetto beffardo, ignorando bellamente il discorso del Preside come molti dei genitori presenti e dei loro compagni: avevano tutti la testa altrove per concentrarsi sulle sua parole… e molti degli studenti dell’ultimo anno preferivano scambiare le ultime chiacchiere con i compagni invece di ascoltare l’ennesimo, anche se ultimo, discorso.

 

“Beh… e così ci siamo. E’ davvero tutto finito…”

 

Il mormorio di Abby fece annuire Luke, che osservò il Preside parlare quasi con aria malinconica:

 

“Già… onestamente non credevo che ci saremmo mai arrivati. Sogni una cosa e la immagini per così tanto tempo che poi, quando finalmente arriva, non sai se essere felice o se rattristarti, perché l’obbiettivo che avevi è stato raggiunto.”

 

“E’ vero, ma tutti noi abbiamo continuamente degli obbiettivi Luke, piccoli o grandi che siano… Si chiude una porta e si aprì un portone, no? Sono certa che quello che ci aspetta fuori da queste mura sarà altrettanto fantastico, anche se di sicuro questi anni resteranno indelebili.”

 

Marlene sorrise al ragazzo, appoggiandogli una mano sul braccio quasi con fare consolatorio mentre Lucas abbassava lo sguardo su di lei, sorridendole dolcemente:

 

“Lo spero Lennie… Di certo però avendo una nanetta imbranata e dagli occhioni da cerbiatta intorno le cose non potranno andare male.”

 

“Credo che sorvolerò sui primi due aggettivi e mi limiterò a sentire l’ultima parte, Lucas Wallaby… o meglio, spilungone con tanto di fossette.”

 

Lucas soffocò una risata per evitare di venire ripreso davanti a tutta la scuola, sorridendo alla ragazza con aria divertita prima di spettinarle leggermente i capelli scuri, provocando qualche protesta sommessa.

 

“Piantala, ci ho messo un’ora a farmi i boccoli!”

 

Mentre Len sgridava il ragazzo Abby rideva sotto i baffi, lo sguardo puntato sul Preside anche se non si stava perdendo neanche una sillaba della conversazione tra i suoi migliori amici: era davvero strano pensare che fossero passati sette anni da quando avevano iniziato a studiare ad Hogwarts e si erano conosciuti… di certo erano cambiati in tutto quel tempo e il legame che li univa si era evoluto parecchio, ma infondo erano sempre gli stessi e la Tassorosso non poteva che sperare ardentemente che quell’aspetto non cambiasse mai, non del tutto almeno.

 

 

 

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Angolo Autrice:

Buonasera! Avrei voluto aspettare domani per pubblicare l'Epilogo, ma avendolo finito molto velocemente non ce l'ho proprio fatta ad aspettare, quindi eccomi qui. 

Probabilmente mentirei dicendo che sono tristissima e disperata all'idea di aver concluso questa storia, mi posso invece definire quasi sollevata anche se mi mancherà molto insieme ai suoi fantastici personaggi, che mi tengono compagnia da Luglio.

Quando l'ho iniziata non ero sicurissima che l'avrei portata a termine, quindi posso definirmi soddisfatta di esserci riuscita, anche perchè tra quelle che ho scritto questa è la più lunga, che mi ha impiegato più tempo e di cui sono maggiormente soddisfatta.

Grazie a tutte per aver partecpato, non avete neanche idea di quanto mi sia divertota a gestire questi OC a dir poco spassosi... mi mancheranno moltissimo Hailey, Jake e la Rossa, la Cupida Abby insieme al formidabile duo Spilungone-Nanetta e ovviamente i Magnifici Tre, Lena la Santa, Markus Cupido improvvisato e il tenerissimo Alek. Grazie per avermeli affidati, spero davvero di aver fatto un buon lavoro ai vostri occhi. 

Grazie a tutti quelli che l'hanno messa nelle Preferite, Seguite e Ricordate, e a chi a solo letto e ovviamente a Nene_92, Shiori Lily Chiara, Inazumiana01, Moontastic, Slytherin2806 e vas_happening_girl per aver partecipato affidandomi i loro personaggi e sopportandomi per tutta la durata della storia!

Infine un grazie speciale a:

HadleyTheImpossibleGirl, che per qualche arcano motivo ha partecipato ad ogni mia Interattiva, recensendo praticamente ogni singolo capitolo... Ormai è da un anno che mi sopporti quindi complimenti per la pazienza e grazie per avermi affidato Della, Richard, William, Hydra, Norah, Aida, Arthur, Thomas, Abigail, Maximilian, Lyanna, Caius, Faye e ovviamente Markus, che è di certo uno dei tuoi OC che ho preferito. 

Sesilia Black, che non so per quale motivo ha deciso di leggere questa storia e di commentarla pure, oltre ad aver preso parte a praticamente tutte le mie altre storie... grazie carissima per il supporto e per spingermi spesso a scrivere anche quando non ho idee sensate in testa. 

Non mi dilungo oltre con i sentimentalismi perchè, come ormai avrete capito, scriverò il sequel formato da OS... anzi, se avete idee per il titolo sono molto ben accette visto che io sono in crisi. 

Di sicuro non dovrete aspettare molto per leggere le prime visto che ho già diverse idee in testa... 

La vostra masochista per eccellenza,

Signorina Granger

                 

 

 

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