Overtale

di Angiedragoness
(/viewuser.php?uid=234722)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 00- Abisso ***
Capitolo 2: *** Capitolo 01- Monte Ebott ***
Capitolo 3: *** Capitolo 02- davanti al fuoco ***
Capitolo 4: *** Capitolo 03- sulla strada ***
Capitolo 5: *** Capitolo 04- Lite ***
Capitolo 6: *** Capitolo 05- Radio ***
Capitolo 7: *** Capitolo 06- CARICA ***
Capitolo 8: *** 07- Interruttore ***
Capitolo 9: *** Capitolo 08- Una cattiva idea ***
Capitolo 10: *** Capitolo 09- labbra serrate (finale) ***



Capitolo 1
*** Capitolo 00- Abisso ***


OVERTALE 00

Frisk continuava a battere,urlando, i pugni su quella bolla scura.

Urlava, si tirava i capelli, si dimenava e dava calci senza sosta, ma quella bolla continuava a restringersi, a diventare opprimente.

Le mancava il fiato.

Era come se tutto il mondo fosse stato inghiottito all'improvviso, eppure... eppure sentiva qualcosa.

Una forza che proveniva da fuori.

Fuori di quella bolla d'inchiostro melmoso e sfiancante.

Cominciò di nuovo a dare calci e pugni alle pareti nere con veemenza, mentre vedeva il piccolo cuore rosso pulsare, ancora forte, accanto a lei, desiderava solo poter uscire, la sua anima glielo stava imponendo.

Ma non accadde nulla.

Era da sola.

E non capiva perchè.

Le uniche due luci che vedeva erano due scritte luminose in lontananza, una fioca, l'altra splendente.

Le icone LOTTA e GRAZIA.

aveva cercato di raggiungerle ma era stato inutile.

Aveva cercato il suo SALVATAGGIO, ma non riusciva a raggiungerlo.

Gemette, le lacrime scendevano mentre continuava a combattere, mentre continuava a imprecare.

-Voglio tornare a casa...- Singhiozzò.

Ma non accadde nulla.

Era disperata.

Si portò le mani al petto e strinse la sua anima, con delicatezza, amore, come se dovesse confortarla, mentre invece cercava di nuovo il coraggio per ritentare.

-un'ultima volta...-

Poggiò la schiena contro un lato della bolla e inforcò i tacchetti delle scarpette su quella melma.

Urlò per darsi forza e si gettó in avanti.

Battè prima i pugni, poi la testa, poi tutto il corpo mentre sentiva la gola riempirsi di quell'inchiostro denso.

Poi cadde a terra.

Tossì.

Tossì come se non avesse mai respirato prima di allora e dopo qualche istante vomitò.

Strinse gli occhi portandosi le mani al petto, ma un braccio non rispose, anzi.

Flaccido al suo fianco, non aveva sensibilitá al braccio, e un gigantesco osso spuntava dalla sua spalla. Rimase a guardare quell'orrore di muscoli e sangue che ormai non le appartenevano più e una luce accecante la travolse.

La luce dorata del corridoio illuminava il suo sangue che risplendeva come rubino sul pavimento.

-Sei... davvero determinato piccolo mostro.-

Frisk alzò la testa e vide allora Sans, ansimante, apparentemente stanco, e con una mano luminescente voltata verso di lei. Il suo sguardo era fatto di odio e rabbia, e la bambina gemette, scordandosi della sua ferita.

-...S...Sans...- un altro conato di vomito. Uscì solo una melmaglia rossastra.

Un osso era conficcato nel suo addome.

Frisk era un continuo sgorgare di sangue.

-Maledetto.- Sans alzò la mano e Frisk avvertì una sensazione fredda e glaciale che la bloccó.

-SANS!-

Venne sbattuta a terra.

Non aveva forze. Rimase a faccia in giù terrorizzata e confusa.

-Se dovrò lo farò mille volte. Ti farò fuori diecimila volte e non ti permetterò di continuare.-

Frisk gemette quando venne di nuovo alzata in aria.

Una serie di ossa si materializzò dietro al capo dello scheletro.

-Sans basta... cosa...-

-Ah allora ce l'hai la lingua.- La guardò con scherno. -Mi dispiace ma ti ho dato la possibilitá prima di arrenderti... ora mi divertirò se non vuoi più combattere.-

-Sans... sono io...-

Le ossa puntavano lame aguzze verso di lei, verso la sua anima, e Frisk urlò contorcendosi, ma la presa era salda. Troppo.

Sans era davanti a lei e la osservava.

-Sai... per un momento ho anche creduto che potessimo starci simpatici a vicenda...-

-Sans basta...-

-...hai avuto la tua possibilitá.-

Chi aveva davanti non era Sans... non poteva essere lui.

-Sans... SANS!-

Il colpo venne caricato, un'espressione vuota sul volto di Sans si fece largo e abbandonò quel suo solito sorriso.

-Sans...SONO IO!-

I colpi partirono.

-...SONO UN GROSSO SEDERINO PUZZOLENTE!-

Le ossa la trafissero e Frisk guardò Sans.

La sua espressione era cambiata.

Era impallidito, gli occhi erano tornati del colore normale, la sua espressione allibita e confusa prese posto e lo scheletro tremò, qualcosa parve tornargli in mente. Si gettò in avanti con una mano protesa verso di lei.

Ma Frisk cadde.

Nero.

Di nuovo.

...

 

 

 

-FRISK!-

La bambina si svegliò di soprassalto, girandosi e vide Undyne piegata su di lei.

-Tutto a posto piccola punk?-

 

 

 

-------------------------------------------------------------------------------------------------

Angolino mio :3

Salve, scusate ma ho scritto tutto da cellulare perdonate qualche errore e magari casino nel postarla... spero che venga bene perchè mi romperebbe di molto le ballonsie xD

Comunque spero che vi piaccia eeee arrivederci

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo 01- Monte Ebott ***


Capitolo 0- Monte Ebott





Frisk si guardò intorno leggermente stranita, alzandosi poi dal lettino su cui stava e passandosi una mano sul volto.
-Undyne...- Mugugnò stropicciandosi un occhio, notando solo allora che indossava la sua armatura. -Undy, perchè hai l'armatura addosso?-
-Mhm?- La guerriera si guardo prima di sorridere. - Io e Asgore, insieme ad altre guardie, andremo a perlustrare la zona appena fuori della Barriera.- Incrociò le braccia. -Quando siamo riusciti a recuperare Papyrus era diventato giá buio e non si vedeva a un palmo dal naso... quindi ora abbiamo deciso che non appena sorgerá il sole faremo una girata all'esterno.-
- Ah.- la bambina si grattò tra i capelli. - state attenti...-
- Non preoccuparti per noi, pensa per te, hai una faccia.- Undyne si morse le labbra piegando appena il capo di lato. -sembra quasi tu abbia visto un fantasma.-
Frisk si stropicciò gli occhi, sospirando. -no... solo un brutto sogno...-
Undyne tolse un guanto da una mano e poggiò il palmo sulla sua fronte, attendendo qualche istante prima di toglierla. -La febbre pare sia passata... Ti mando qualcuno, dato che io e Asgore non ci saremo toccherá a Toriel occuparsi di ogni cosa, Alphys si sta prendendo cura dei "nuovi arrivati"- ...così definiva gli amalgamati. - Quindi... se potrò manderò Papyrus e Sans, almeno ti terranno compagnia.-
-Undy io sto bene, non disturbare nessuno...-
-Se Toriel viene a sapere che ti ho lasciata sola, potrebbe licenziare anche me.- Disse con tono apro ma con un sorriso, riferendosi alla povera Alphys.
A quanto pare la cosa non la digeriva, lei.
-Comunque!- Undyne battè tra loro le mani. - Pronta per vedere la luce del il sole! Speriamo che non si mettano a marcare il territorio...- Le scompigliò i capelli prima di uscire.
Frisk rise e guardo l'amica uscire e chiudere la porta, prima dj gettarsi di nuovo sdraiata sul letto. Si mise una mano sul petto e osservò la sua barra degli HP:
18/20
Finalmente stava recuperando punti.
La sera precedente mentre Asgore mandava messaggeri in tutto il Sottosuolo, lei si era sentita improvvisamente male ed era stata messa subito a letto, Asgore aveva dato a disposizione le camere del castello.
Lei era sulla stanza con i lettini doppi, e aveva condiviso per la notte la stanza con Sans dato che era anche l"unico, più o meno della sua stessa statura, che riuscisse a entrare sotto le coperte senza lamentarsi.
...che le avesse fatto uno scherzo mentre dormiva? Oppure la febbre le aveva fatto fare sogni strani?
Si massaggiò la fronte e si volse sentendo la porta aprirsi. Papyrus entrò con un ampio sorriso.
-UMANA! FINALMENTE TI SEI RIPRESA!- Si avvicinò, teneva su una mano un vassoio.
-Papy, non è presto per gli spaghetti...?- Chiese Frisk mentre osservava il piatto. Non vedeva cosa c' era dentro.
Papyrus assunse un'espressione stupita, prima di ridere. -NYEH! NON HO SPAGHETTI QUI! MA UNA SANA COLAZIONE CHE SUA MAESTÁ TORIEL MANDA!- Detto questo si avvicinò presentandole una tazza di thè caldo e una fetta di torta.
La cosa che le piacque fu che erano entrambi ancora caldi.
Bevve il thè tutto d'un sorso, ma condivise la fetta di torta con Papyrus, che accettò volentieri.
-Perchè non ti fai insegnare da Toriel a farla?-
-MA LA MIA SOLA E UNICA INSEGNANTE È UNDYNE!>
-Allora prima la imparo io, poi ti passo la ricetta...-
Papyrus sorrise e rimasero insieme per un po', Frisk non se la sentiva di alzarsi, ma nemmeno di restare a letto senza faf niente.
-POSSO PORTARTI IO!- Papyrus le diede le spalle, dandosi qualche pacca sulla schiena. - SALI UMANA! STARE SEMPRE CHIUSA NON TI FA BENE!-
Frisk rise e dopo essersi messa le scarpe si aggrappò a Papyrus, che con una presa salda la sollevò. Frisk si sentiva altissima, Papyrus era un palazzo confrontato a lei.
-NYEH EHEHEHE.- Papyrus corse alla porta, chidendola con cautela una volta uscito, per poi ricominciare a correre per il corridoio. Quella parte del palazzo era vuota, ma Frisk sentiva ogni volta che passava dinanzi alle finestre il vociare dei mostri: fuori infatti, sentinelle, guardie e mostri più forti aiutavano quelli più mingherlini a portare i loro bagagli.
Frisk sorrise mentre Paps l'accompagnava fino alla sala del trono, lì trovarono Sans, seduto sul trono di Asgore, occhi chiusi.
-SSSAAAANS!- Papyrus battè un piede a terra, furioso. -SANS SCENDI SUBITO DA QUEL TRONO! NON CI PUOI STARE!-
Sans aprì una palpebra, scrollando le spalle. -Che ci puoi fate... mi piace essere alto.-
< SANS SCENDI O TI FACCIO SCENDERE IO!>
-Calma calma... sei pieno di stress fratello, non mi sorprende che tu sia tutt"ossa.-
-SAAAAAAAAAAAAAANS!-
Frisk non potè non ridere, scese e Sans si avvicinò scendendo dal trono. - la piccoletta sembra stare meglio. Undyne ci ha ordinato di farti compagnia fino a che non tornano.-
Frisk sorrise, ridendo. -Grazie.-



holaaaaaaa... scusate ma scrivere da cellulare non è facile, ti fa venire il mal di testa T-T comunque spero cheeee qiesyo mini capitolo vi piaccia, non che ci sia nulla di particolare xD See ya!


Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capitolo 02- davanti al fuoco ***


Undyne si riempì i polmoni d'aria, per poi buttarla fuori tutta d'un botto.
Aveva la gola congelata.
Ma sorrise, mentre abbassava la fronda di un albero, toccandola, quasi come potesse sparire da un momento a l'altro, con una delicatezza che quasi non parve la sua.
Si volse di scatto quando vide una gazza ladra librarsi in volo, e rimase ad osservarla con attenzione, fino a che non si mise contro il sole e lei dovette stringere il suo unico occhio buono.
Faceva uno strano effetto.
Da ore vagavano per la montagna ma nessun segno di esseri umani o esseri pericolosi, solo il cinguettio degli uccellini e il dolce rumore di frasche mosse dal vento. Per non parlare dei profumi.
-Trovato nulla di interessante?- Undyne si volse e vide Asgore.
Anche lui aveva la sua armatura indosso.
-Tutto tranquillo. Credo che potremmo anche tornare indietro e dire a tutti di prepararsi.-
-La penso come te anche io.- il re mise una mano sopra gli occhi e scrutò l'orizzonte. -Foreste verdi, cielo azzurro...- Rise. -Non avrei mai creduto di poter riuscire a vederlo con i miei stessi occhi.-
-Nemmeno io.- Undyne incrociò le braccia. -Non mi stancherei mai di guardarlo.-
-Credo possiamo concederci cinque minuti di pausa.- Asgore fece un ampio sorriso, dando una pacca sulla spalla di Undyne. Lei rise appena, e continuò a scrutare l'orizzonte: verde, rigoglioso... e vivo.





Passarono le ore e Frisk era rimasta dentro al castello con Sans e Papyrus.
Paps l'aveva fatta giocare prendendola a cavalluccio o si erano messi a riprodurre battaglie tra una fiore e l'altro nella sala del trono con le action figures, mentre Sans li controllava, sempre e comunque, con un occhio aperto.
-Frisk!- Toriel arrivò dopo, il volto stanco ma con un grosso sorriso stampato sulle labbra.
. -Toriel!- Frisk si alzò di scatto gettandosi nelle braccia della regina, facendosi abbracciare.
-Toriel.- Sans sorrise scendendo dal trono-Scusami, mi ci sono ritronato sopra...-
Frisk vide Papyrus battere un piede a terra mentre cercava di non inveire contro il fratello, mentre lui guardava Papyrus con un sorriso divertito.
Toriel rise, prendendo Frisk in braccio. -Grazie per aver badato a Frisk, i mostri sono in subbuglio.-
-Asgore?- La bambina guardò l'ingresso della Sala, mentre attendeva una risposta da Toriel.
-...Non sono ancora tornati.-
-MAESTÁ, SE AVETE ANCORA BISOGNO DI NOI CI OCCUPEREMO PERSONALMENTE DELL' UMANA!-
-Tranquillo Papyrus, ora ho del tempo libero.-
Frisk non vedeva l'ora di passare del tempo con Toriel, e sorrise sentendo quelle parole. Toriel le poggió una mano sulla fronte come aveva fatto anche Undyne.
-Stai molto meglio piccola mia, non è vero?-
-Si, assolutamente... non volevo farti preoccupare. -
-Son successe tante cose Frisk, stai tranquilla.>
La bambina annuì e sia lei che Toriel salutarono Papyrus e Sans, avviandosi per le strade del castello, ora c'era un via vai di mostri che facevano ingresso-cucina, cucina-ingresso.
-Prepariamo la cena, ormai si sta facendo tardi.-
-Asgore e Undy non sono tornati ancora?- La bambina chiese nuovamente, imoaziente, corrugò la fronte sentendo le parole di Toriel, girandosi istintivamente verso la porta che conduceva alla sala del trono. -Se è tardi fará buio... troveranno la strada?-
-Frisk ti ho detro che non devi preoccuparti.- Toriel le sorrise e la guardò negli occhi. -L'unica cosa a cui devi pensare ora è di rimetterti presto. Andiamo in camera tua, attenderemo lì lontano dalla confusione.-
Frisk strinse il collo di Toriel, guardando indietro mentre l'abbracciava. Quando entrarono Toriel alzò lo sguardo solo un istante a osservare quel luogo... Frisk aveva tanto da chiedere, ma non voleva turbare ulteriormente Toriel, non se la sentiva di mettersi a chiedere di Asriel e di suo fratello. Toriel tirò fuori da un cassetto una valigetta da cucito e si mise a insegnare a Frisk a ricamare, aveva un pezzetto di stoffa lì dentro tra fili e aghi. Frisk si punse e agitò la mano, prima di portarsi l'indice alle labbra.
Toriel ridacchiò e le fece vedere come si infilava un ditale, per poi continuare lei quel lavoro lungo e minuzioso, che alla bambina non riusciva.
Frisk sbirciò la sua barra degli HP:
19/20
...ancora un po' di riposo.
-Dovreml pensare a prenderti dei vestiti di ricambio, non credi?- Toriel guardò Frisk qualche istante.
In effetti per la notte la bambina si era tolta la felpona viola, strappata e sporca, oltre che fuori misura, restando in canottiera, ma non aveva vesti di ricambio con se.
-e come facciamo? Me li cuci tu?-
-Non credo di avere abbastanza tempo al momento.. ma...- E si girò a guardare l'armadio e la cassapanca, pensierosa. Si alzò poggiando il ricamo di lato e aprì un cassetto, voltandosi poi presentando a Frisk una maglia verde e un paio di pantaloni.
-Ah... qui ho solo abiti da maschietto...-
Frisk si rese conto che quelli erano probabilmente gli abiti di Asriel, o di suo fratello, si morse il labbro inferiore.
-Andranno bene...- Frisk cercò di sorridere per evitare che Toriel notasse la sua espressione. -Sembrano della mia taglia!-
-Gia! Speriamo che durino, voi bambini una settimana indossate una cosa e la settimana dopo la dovete cambiare. - Toriel aveva la voce leggermente triste, e poggiò con cura i vestiti sul letto controllando che non fossero sciupati o strappati. -Dovresti farti anche un bagno Frisk, ti accompagno?-
Frisk guardò un istante Toriel sgranando gli occhi, per poi sorriderle, di nuovo per nascondere la sua espressione. -Nah... ce la faccio... so dov'è.-
-Sicura?-
- Si si!- Frisk prese i vestiti. -Ci metto un attimo!-
Toriel la seguì in corridoio e Frisk si avviò verso la fine. Per essere un bagno di un re era molto piccolo, l'unica cosa che lo rendeva veramente elegante era la vasca scolpita nella roccia.
La bambina chiuse la porta alle sue spalle e girò anche la chiave. Fece un passo indietro a guardare se il chiavistello si muovesse o meno, poi si rilassò, dopo un paio di minuti. Si girò a guardare di nuovo la stanza e fece venire l'acqua calda, infilandosi dentro alla vasca una volta piena godendosi il tepore. Chiuse gli occhi.
Si stava rilassando del tutto quando sentì la voce di Asgore in corridoio.
La cosa la fece schizzare fuori della vasca velocemente rischiando di scivolare e battere i denti sul pavimento.
Non si curò del fatto che avesse i capelli bagnati e si vestì senza mettersi nemmeno le scarpe, aprendo di scatto la porta: Asgore, Undyne e la loro squadra erano nel corridoio e discutevano insieme a Toriel.
Frisk corse verso di loro e si gettò contro Asgore abbracciandogli una gamba affondando nel suo mantello.
Cadde il silenzio, Frisk non ci aveva pensato due volte a gettarsi così contro di loro, quando alzò lo sguardo tutti la stavano osservando. Arrossì fino alle orecchie, staccandosi lentamente e indietreggiando. -Scu...sate...- mise le mani dietro alla schiena.
Undyne cominciò a ridere, con le braccia incrociate. -Ti siamo mancati eh?-
Asgore si abbassò con tutta la sua mole e sorrise a Frisk con dolcezza. -Eri preoccupata?-
La bambina annuì. -Siete stati via tanto.-
-La montagna è molto grande, abbiamo cercato un modo sicuro per scenderla.- il re le accarezzò la testa. - Mi dispiace che ti sia preoccupata, piccola. Non era certo nostra intenzione.- Si rialzò. -.... Credo però che sia il momento di dare il via alla nostra marcia... o ameno organizzarci propriamente. Se permettete.- Asgore sorrise a tutti e, dopo aver ringraziato per il loro servizio e congedato le guardie, si diresse fuori.
-Frisk!- Toriel alzò la voce. - Ti è appena passata la febbre! Devi asciugarti i capelli!-






-Asgore è stato chiaro.- Undyne smosse il fuoco del caminetto mentre si tirava indietro i capelli rosso fuoco. - Domani mattina all'alba usciremo tutti quanti e ci avvieremo per il sentiero che porta alle strade... come sono Frisk?-
-Asfaltate.-
-...Quelle. E una volta fuori noi guardie dovremo controllare l'esterno del gruppo... non sarà facile. Mentre le sentinelle invece staranno all'interno per rassicurare gli altri mostri.-
-Non siamo pochi... speriamo in bene.- Alphys si era unita a loro quella sera: Frisk, Undyne, Alphys, Papyrus e Sans tutti insieme nel salotto dell'abitazione di Asgore, con solo il fuoco scoppiettante a illuminare la stanza.
-FAREMO UN LAVORO ECCELLENTE UNDYNE!-
- L'importante è cercare si non allarmare gli umani che incontreremo.-
Frisk annuì.
Cadde il silenzio. Undyne e Alphys osservavano le fiamme e Papyrus se ne stava con le ginocchia al petto, Sans disteso con le braccia sotto al capo. La preoccupazione era tanta.
-Ehi...- Frisk alzò appena il capo. -Avete mai giocato a nomi~cose~cittá? - Chiese, tanto per riuscire a distrarli tutti.
Dopo che ebbe spiegato le regole costruì la tabella per tutti e tra una risata e l'altra passarono delle ore in compagnia e distraendosi. Avevano deciso di dormire tutti lì e dopo che Alphys e Frisk si sistemarono appoggiate a Undyne, sdraiata a terra, usando la sua pancia e le cosce come cuscino per la testa, anche Paps e Sans si misero meglio.
Ma Frisk non riusciva a prendere sonno, guardava il soffitto mentre si rannicchiava nella coperta, pensierosa. Sarebbe andato tutto bene? Oppure...?
Si girò appena e scorse la luce del tasto RESET vicino a lei. Lo osservò a lungo.
C'era... qualcosa che non andava comunque. Aveva un peso nello stomaco che non mandava via.
Forse... poteva fare ancora qualcosa? L'idea del RESET era allettante, e stava seriamente pensando di premere quel pulsante nuovamente.
-Eh.-
Frisk sussultò girandosi. Sans era a occhi chiusi, e si volse per poi guardarla con il suo solito sorrisetto.
-Allettante, eh?-
Frisk scostò lo sguardo.
-Hai paura, vero?-
Frisk annuì.
-Eh. Pure io.-
La bambina si volse di scatto. -mi prendi in giro.-
-Assolutamente no.- Sans rise appena. -davvero... non so perchè ma... sta arrivando tutta insieme. Non ho lo stomaco per questo. - E le fece l'occhiolino.
La bambina rise.
-Dormi un po' ragazzina, domani sará una luuunga giornata.-
Frisk si mise di fianco, con un sorriso, chiuse gli occhi. Nel sonno Undyne le mise la mano in faccia un paio di volte, ma bastò poi tenergliela ferma con un braccio, mentre dormivano.
Il fuoco si spense. Silenzioso.







Tenne per mano Toriel.
Fu una strana sensazione.
I mostri osservarono il sole sorgere con stupore generale, Papyrus applaudì contento, seguito anche da altri. Era davvero bella l'alba da lassù.
Asgore era a capo della fila e si volse verso il suo popolo, con sguardo fermo, sicuro, deciso.
-Ci siamo. È l'inizio di una nuova storia per noi mostri. L'inizio di un nuovo capitolo della storia umana...- battè il suo tridente a terra, come a confermare la sua determinazione. -Oggi noi mostri risorgeremo, torneremo nel mondo della superficie... e soprattutto vivremo in pace. Vivremo. Smetteremo di sopravvivere in un luogo che non ci appartiene. Frisk.- Asgore allungò una mano verso di lei, invitandola ad avvicinarsi.
Frisk guardò Toriel un istante prima di staccarsi e prese per mano il re dei mostri.
Agore si volse e alzò il tridente.
I mostri alzarono le mani e le loro voci si unirono in un solo coro: un coro forte e denso, pieno di paura e coraggio messi insieme.
Frisk gonfiò il petto e tenendo sempre Asgore per mano, si avviò insieme ai suoi amici, verso la prima strada lontano dal Monte Ebott.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Capitolo 03- sulla strada ***


La marcia fu lunga ed estenuante.
Molti mostri avevano paura, molti si sentirono anche male all'improvviso e si dovettero fermare più volte prima ancora di arrivare alle strade asfaltate.
Frisk continuava a stare a capo del gruppo insieme ad Asgore, con accanto Toriel, mentre gli altri erano impegnati all'interno del grosso gruppo di Mostri: Undyne a capo delle guardie era in fondo, per controllare che tutto filasse liscio, Sans in quanto sentinella aveva il compito di stare in mezzo agli altri mostri per mantenere la calma , cosa che soprattutto faceva Papyrus, e invece Alphys era impegnata ad aiutare gli amalgamati.
Il vero e proprio problema arrivò quando furono nella strada vera. Le macchine quando li vedevano facevano retromarcia e schizzavano via, un gruppo di scout scappò urlando e quando si decisero a fermarsi per fare una piccola pausa una serie di auto della polizia arrivò con le sirene a tutto volume.
Frisk si spaventò, come la maggior parte dei mostri. Ce ne erano alcuni estremamente sensibili, e poteva solo immaginare la sensazione di panico di molti di loro.
Gli sbarrarono la strada e Asgore fu costretto a mettersi tra il suo popolo e le auto lampeggianti, come a scudo, tridente in mano, ma non con fare minaccioso. Toriel non si tirò indietro guardando le luci rosse e blu,ma fece mettere Frisk dietro di lei.
-Fermi dove siete!- un poliziotto aveva un megafono e ci parlò dentro. -Non andate oltre!-
Frisk deglutì, sbirciando e corrugando le sopracciglia. Sembrava di essere protagonisti di uno di quei telefilm polizieschi... solo che loro avevano le pistole contro un grosso mostro armato di tridente.
Asgore alzò una mano. -Vi prego, non vogliamo fare nulla di male! Abbassate le armi, per cortesia.- Li guardò uno ad uno. -Non siamo qui per causare alcun danno... ve ne prego.-
Consegnò il tridente a Toriel, che lo strinse riluttante, e lui si avvicinò a mani alzate per far intendere che non aveva alcuna intenzione di fare del male a nessuno.
-Stai qui piccola.- Toriel spinse nuovamente Frisk indietro, con un fare anche fin troppo protettivo agli occhi dei poliziotti, infatti le additarono quando le notarono. Asgore si sbrigò a dare una spiegazione, agitando le mani dinanzi al naso:
-La bambina è con noi, non allarmatevi.- Asgore si volse a guardarle, cercando forse le parole. -C'è stato un incidente, la bambina ora è sotto la... nostra tutela.-
Si misero a discutere tra loro, Frisk non riusciva a sentire granchè, perchè si alzò un mormorio dal gruppo di mostri.
I poliziotti li osservavano e controllavano, mentre Asgore parlava con loro, la cosa innervosì alcuni mostri, Doggo era dietro Frisk e Toriel, e stava cominciando ad agitarsi non riuscendo a vedere bene cosa stesse accadendo.
-Toriel...- Frisk strinse la sua tunica violacea. -Secondo te... ci lasceranno passare?-
-Asgore ha imparato ad essere un buon oratore.- Toriel sospirò con pesantezza. -Tranquilla Frisk.-
Attesero nuovamente fino a che non videro arrivare Asgore accompagnato da uno dei poliziotti.
-Ecco... loro sono Frisk e Toriel... lei...- Asgore si bloccò, come fosse imbarazzato.
-Sono la regina dei mostri.- Toriel riconsegnò il tridente ad Asgore, mettendosi con le mani giunte in grembo. -Qual'è il problema?-
-Il problema?- Il colonnello si grattò il naso con un pollice. - Beh... non si vedono tutti i giorni dei mostri, qui sulla superficie.-
-...Ho spiegato al colonnello cosa è successo. Della barriera caduta... e della nostra decisione.-
-Il fatto non è spiegarlo a me quanto alle altre autoritá.- Il poliziotto sembrava agitato, ma non voleva darlo a vedere. -Abbiamo deciso con il vostro sovrano che vi scorteremo fino alla città più vicina. Basta che riusciate a trattenere i vostri... posso immaginare la paura che avete.- Abbassò appena il capo tornando a grattarsi il naso. -Non aspettatevi una passeggiata tranquilla, la gente che avete incontrato per la strada ha dato anche l'allarme ad altre autorità...noi siamo stati solo i primi ad arrivare.-
Frisk se ne stava stretta a Toriel, guancia appoggiata alla sua tunica, e sussultò quando il colonnello si girò a guardarla.
-E tu, piccina? Ti chiami Frisk, giusto?-
Frisk abbassò lo sguardo mentre Toriel le accarezzava i capelli.
-Frisk, il colonnello vorrebbe parlare da solo con te qualche istante, te la senti?- Asgore sorrise con dolcezza guardandola, mentre Toriel lo fulminava con lo sguardo, ma la decisione era della bambina.
Frisk annuì. Si era presa l'impegno, in fondo, di essere quasi portavoce dei mostri, o meglio... di far vedere che gli umani non dovevano temere assolutamente i mostri. Si staccò riluttante da Toriel e seguì il poliziotto verso le autovetture. Aperto uno sportello Frisk si accomodò sul sedile posteriore, con l'uomo davanti che si era messo abbassato per essere alla sua stessa altezza.
-Allora... Frisk.- Sorrise. -È un nome buffo, è un soprannome? Te lo hanno dato i mostri?-
Lei scosse la testa. -No... è il mio nome...-
-Ok... senti... vorrei farti in paio di domande, posso?-
Frisk si mise una mano nell'altra, annuendo lentamente.
-Bene... allora: quanti anni hai?-
-U....Undici... tra poco ne faccio undici.-
-Ah, sei una signorina.- Il colonnello sorrise. -ho un bambino della tua stessa etá, si chiama Michael, fa la scuola nella cittá qui vicino... tu andavi a scuola?-
Frisk annuì, piano.
-E dove? Michael va alle elementari di Domville... anche tu?-
Lei scosse la testa. -Non vado a scuola da tanto tempo.- Lanciò un'occhiata a Toriel e Asgore, che li guardavano da lontano.
-Come mai? Eri malata?-
-Sono finita nel mondo dei mostri, signore. - Frisk lo disse con una naturalezza che sconcertò quel uomo.
-...come?- Chiese corrugando la fronte.
-Ero... a fare una passeggiata.- Disse Frisk, scostando lo sguardo. -Ero sul Monte Ebott.- Strinse la borsetta blu dalla quale i fiorellini ricamati si erano staccati per via delle troppe batoste e cadute dentro al Sottosuolo, l'unica cosa sua che aveva portato con se. -c'era un buco, enorme... e sono caduta dentro. Toriel mi ha detto che quel buco era così profondo che entrava direttamente nel regno dei mostri... mi ha salvata lei. Mi ero fatta molto male.- disse guardandosi il polso che si era lussata. Era stata fortunata quella volta, fin troppo: le rocce le avevano creato uno scivolo con il quale si era procurata solo una serie di grossi graffi.
Il poliziotto rimase in silenzio guardandola stranito, si massaggiò il mento. -Eri da sola?-
-Giá.-
-...i tuoi genitori?-
Scrollò le spalle, guardando Toriel un istante. -Io sono con loro.-
-...Avrai qualcuno qui, Frisk. Un papá e una mamma... dei nonni, un fratello o una sorella, zii...?-
Frisk prese un lungo respiro. -Qui non c'era nessuno per me... ora però c'è Toriel.- Fece un piccolo sorriso.
E lui rimase in silenzio. Il poliziotto osservò la bambina stupito, confuso anche. Non era certo normale sentire certe cose da una ragazzina, e tutta quella situazione era strana. Troppo forse.
Avevano atteso tanto, stava diventando notte e Frisk se ne accorse solo alzando lo sguardo: troppo tempo nel sottosuolo ti faceva scordare come funziona il sole.
-Signore... è tardi. Se fa tardi molti mostri sentiranno freddo.- Disse Frisk innocentemente. Era furba, molto, e sapeva quando giocare con la parte da ragazzina piccola e quando tirare fuori la sua parte più matura.
Il risultato di tutti quei RESET si vedeva, lei lo percepiva: era cresciuta.
-Anche tu hai ragione. Forse è meglio se ci sbrighiamo... vuoi tornare da...- E il poliziotto indicò indietro. Frisk disse di si.
Corse da Toriel e si mise al suo fianco, guardando Asgore e il poliziotto che discutevano, per poi girarsi e vedere i suoi amici che attendevano.







La città era illuminata.
Sembrava di entrare dentro a uno stadio.
Lampioni, riflettori, fari di auto e camion puntati su di loro, la strada sbarrata dalle forze dell'ordine che tenevano lontani i giornalisti che urlavano cercando di riprenderli.
Frisk si mise tra Asgore e Toriel nascondendosi.
Si dovevano aspettare una cosa del genere, ma.. sembrava davvero troppo. Anche Mettaton sembrava a disagio con tutte quelle luci puntate addosso.
Lentamente si diressero in uno spiazzo, una piazza vecchia con un parco abbandonato su di un lato, dove margherite, ranuncoli selvatici, fiordalisi e papaveri cominciavano a spuntare tra l'erba mal tenuta, e il tutto circondato da grate e palizzate rimediate.
Entrarono, tutti. I mostri riuscirono a entrare tutti quanti dentro a quella piazza senza problemi. La cosa sorprese Frisk, perchè parevano così tanti... Lei e Toriel si fermarono al centro mentre i mostri si sistemavano con calma, silenziosi, e in ordine. Notò Undyne porgere una mano al vecchio Gerson, che però rifiutò con una risata continuando a camminare fino a una panchina, martello sulla schiena, Undyne rise di gusto mentre attendeva Alphys che le correva dietro e si guardava intorno.
Era così strano, Frisk non sapeva bene Cosa fare e cosa dire, se ne stava in silenzio.
Abbassò lo sguardo e notò che un tacchetto delle scarpette si stava staccando, facendo un rumore sordo.
Avevano camminato così tanto e lei non sentiva per niente la stanchezza...?
Controllò la sua barra degli HP ed erano 20/20. La febbre del giorno precedente non le aveva dato più fastidio.
-...adesso?-
-Adesso... credo dovremo solo attendere, Frisk.- Toriel sospirò. -Asgore si occuperá di parlare e di chiarire ogni cosa.-







Quando il sole le colpì il volto, Frisk si svegliò con un mugugno cercando con una mano il comodino, cercando di spegnere la luce della lampadina, ma quando trovò solo la faccia di Toriel si alzò di scatto. Toriel si massaggiò il viso, corrugando la fronte. -Frisk...-
-ah..scusa.- la bambina si alzò a sedere guardandosi intorno.
Giusto.
La piazza.
Battè le palpebre per abituarsi alla luce e la prima cosa che vide fu la testa bianca di Papyrus arrampicato in cima a un albero intento a osservare i colori dell'alba.
-SANS SANS DEVI VEDERLO!-
-Con calma fratello...- Sans era a terra e lo guardava.
-MUOVITI SFATICATO! NON PUOI PERDERTELO!-
-Eh.-
-SAAAANS TE LO SEI PERSO!-
-Eh.-
-BASTA DI RISPONDERE "EH".-
-Ok.-
-E VIENI QUA!-
-Ok.-
-NON DEVI AVVICINARTI ALL'ALBERO! DEVI SALIRE!-
-Ok.-
-NON SALIRE SOPRA QUELLA ROCC...OH DIAMINE! LASCIA PERDERE!-
-A quanto pare Paps, non sono abbastanza alto...la prossima volta dovrai portarmi sulle spalle.-
-PORTATI DA SOLO!-
Frisk si alzò scrollandosi di dosso un po' di polvere e lasciando il resto della coperta a Toriel, alzando la mano per farsi notare dai due fratelli.
Alcuni mostri erano giá alzati, e brancolavano assonnati o stanchi per la piazza.
Papyrus e Sans si avvicinarono con un grosso sorriso.
-UMANA! IL SOLE È GIÀ SORTO E FINALMENTE POSSO DIRLO!- Prese fiato. -CHE SPLENDIDA MATTINATA!-
Frisk ridacchiò. -Avete dormito bene?-
-Se non avessi avuto Papyrus che continuava a farmi domande sull'alba avrei dormito meglio.- Sans scrollò le spalle. -Dato che con tutti i fari stanotte non abbiamo potuto vedere le stelle Papyrus era emozionato all'idea di vedere per bene un'alba...-
-E TU TE LA SEI PERSA SANS! UN'ALBA BELLISSIMA!-
-Credo che ce ne saranno molte altre, Paps... vero piccoletta?-
Frisk sorrise, annuendo. -Domani la guarderemo tutti insieme... va bene Papy?-
Frisk non vedeva Papyrus così contento dall'ultima volta che aveva accettato di cucinare insieme a lui a casa sua.
-CERTO UMANA! ASSOLUTAMENE! DOVREMMO DIRLO ANCHE A UNDYNE E ALPHYS!-
-Certo!- poi all'improvviso lo stomaco di Frisk brontolò. Abbassò lo sguardo massaggiandosi la pancia arrossendo. Non aveva mangiato nulla la sera prima, una volta sedutasi con Toriel entrambe erano crollate in un sonno profondo, tanto erano stanche entrambe.
-Buongiorno...- Toriel si alzò salutando i due scheletri, stropicciandosi un occhio.
-Ehi Tori, ti sei ripOSSAta bene?- Sans fece l'occhiolino.
Frisk la capì in un secondo momento ed ebbe un brivido gelido a percorrerle la schiena, mentre Toriel rise di gusto. -Si, abbastanza...- evidentemente troppo addormentata ancora per rispondere con una battuta, Toriel si passò le mani sul volto.
-STAVAMO ANDANDO A FARE COLAZIONE!- Papyrus portò le mani ai fianchi. -CI SONO ALCUNI UMANI CHE DISPENSANO CIBO DA UNA PARTE DELLA PIAZZA!-
-Mi andrebbe qualcosa di caldo...- Disse Frisk mentre si massaggiava le braccia con le mani. -Avessero del latte caldo... non ne bevo da tanto...- Sussurrò. Nel sottosuolo era andata avanti a applecrab e thè marino per mesi mentre cercava di arrivare al castello di Asgore e non aveva dove stare, o a chi rivolgersi.
-Credo sia meglio andare e prendere subito qualcosa se davvero hanno allestito un posto dove mangiare... o dopo ci sará molta confusione.- Toriel si alzò lisciandosi le vesti. -Ci fai strada, Papyrus?-
Lo scheletro ne fu contento, e guidò Toriel e Frisk fino al lato est della piazza dove si trovava un grosso capannone di fortuna, con dentro persone vestite di verde: le loro magliette avevano stampati slogan "pro mostri".
Papyrus salutò i volontari, che ricambiarono.
-Ieri sera non riusciva a prendede sonno ed è venuto qua ad aiutare a montare il capannone... non vi dico che faccia hanno fatto quando lo hanno visto...- ridacchiò Sans, ma Papy sembrava a proprio agio tra gli umani. Frisk sorrise.
Si sedettero a un tavolo e pensò Papyrus a portare loro qualcosa di caldo: thè al limone, latte caldo, caffè che Sans trangugiò senza indugio, e biscotti secchi.
Frisk aveva una fame da lupi.
-Piano Frisk, o ti verrá il mal di pancia.-
-Sfufa...- Con la bocca piena Frisk cercò di masticare senza strozzare, mentre Papyrus e Sans mangiavano e bevevano tranquilli.
-Sembra... tutto così irreale.- Toriel guardò la piazza che si svegliava. -ho molti libri che vengono da questi luoghi... abbiamo molte conoscenze sul mondo umano... ma nel mentre noi usavamo la magia per sopravvivere qui... qui la tecnologia avanzava... mentre noi guardavamo i cristalli delle caverne qui guardavano le stelle... e ora... ora possiamo farlo anche noi.- Toriel aveva gli occhi lucidi, osservava tutto con interesse e stupore. -Non posso credere che finalmente siamo qui fuori.- Si volse a guardare Frisk. -...ed è tutto merito tuo bambina mia.-
Frisk si rese conto che ciò che per lei era normale, semplice routine... era una cosa nuova e sconosciuta a molti dei mostri presenti.
Il vento fresco, i fiori che sbocciano, sole e luna. Frisk sorrise ampiamente, con un bel baffo di latte sotto al naso.
-Se siamo qui è perchè ce l'abbiamo messa tutta... tutti quanti.- Rise.
-Beh... hai fatto un bel lavorone ragazzina.- Sans infilò le mani nella sua felpa blu. -Se non fosse stato per te, stai certa che saremmo ancora lì sotto.-
Frisk abbassò lo sguardo, mantenne il sorriso, ma solo per celare i suoi pensieri: se erano fuori era solo grazie a una persona. Si volse e guardò il monte Ebott, chiedendosi se lì, da qualche parte, lui...lui vagasse per le rovine, condannato nella sua forma da fiorellino. Si morse le labbra.





---------------------------------------------------
SALVE SALVINO! Scusate permettetemi una parolina: mi sono accorta che questa fanfic sará molto lunga, ci sono moltissime cose che mi piacerebbe scrivere e aggiungere, e questa è giá la mia terza stesura. Speriamo di riuscire a portarla a termine! Sto decidendo se affrettare o meno le cose, non vorrei soffermarmi troppo su alcune cose.. ma vedremo! Intanto grazie per leggere! C&C sono bene accetti e ditemi se vi interessa!

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Capitolo 04- Lite ***


-...e allora Asgore avvicina il microfono e comincia a parlare: "Grazie a tutti di essere qui. Io, Re Panino sofficioso..." e cominciamo tutti a ridere!-
Frisk scoppiò in una sonora risata mentre portava il cesto con le mele accompagnata dal vecchio Gerson.
Distribuivano insieme un po' di frutta, Gerson conosceva benissimo sia i frutti della superficie che quelli del sottosuolo, e quando i volontari portarono altro cibo lui scelse i frutti più belli da distribuire.
Frisk poggiò il cesto ormai vuoto vicino a una tenda che era stata montata e si girò a guardare la tartaruga: -Quando ha in mano quel tridente sembra tutto tranne sofficioso...-
Asgore era come al solito a parlare con le autoritá dentro alla sua tenda, dove si riunivano lui e Toriel per dare udienza a coloro che governavano o proteggevano il luogo. Erano giá passati sei giorni da quando erano usciti.
-Asgore ha dovuto imparare a sembrare minaccioso... sai anche lui ha combattuto la guerra.-
Frisk si girò corrugando la fronte. -Come? Ma è stata tantissimo tempo fa... non può essere così vecchio!-
-Sai figliola... noi mostri non invecchiamo.- Lui si lisciò la barbetta ispida che gli cresceva sotto al mento. - Abbiamo solo un modo per invecchiare: avere dei figli!-
-..eh?-
-Un piccolo mostro ha bisogno di energia per sopravvivere: due mostri uniscono le proprie anime per crearne una nuova... e questa attinge, senza volerlo, all'anima dei genitori... Asgore non ha figli... per questo è riuscito a vivere così a lungo!- Gesticolò
Frisk abbassò lo sguardo: Asgore e Toriel avevano avuto Asriel... ma lui purtroppo era deceduto da piccolo. La sua piccola anima non poteva più attingere da quella dei genitori per sopravvivere.
-...funziona con un essere umano? - Chiese la bambina guardandosi i piedi a penzoloni. -Funzionerebbe questa cosa se Asgore avesse un figlio umano? Potrebbe farlo anche con lui?-
-Sei davvero molto curiosa piccoletta!- Gerson ci pensò su. -No. Un umano è troppo differente da un mostro... anche se adottasse un piccolo umano probabilmente Asgore vivrebbe più di lui..- Poi rise. -Come mai tutte queste domande? Va bene che la regina si è decisa di occuparsi di te... ti preoccupi per questo?-
-Mi... piacerebbe che Toriel mi sentisse come la sua bambina...- Frisk deglutì mentre lo diceva, imbarazzata.
-Piccoletta, se proprio vuoi questo non deve importarti di certe cose... sii solo felice di stare con lei! Sii affettuosa e amala! In fondo è questo il segreto, te lo dice un vecchio.-
Frisk lo faceva giá, ma sorrise. Amava Toriel come fosse davvero la sua mamma, e adorava stare insieme a lei... odiava vederla soffrire e voleva sempre che fosse lei a spiegarle le cose. Non poteva chiedere di meglio.
-Continuo il giro! In fondo è grazie a tanta ginnastica se le gambe si muovono ancora!- Gerson le scompiglió i capelli con un riso rauco e si allontanò con il cesto.
Frisk rimase da sola e sospirò. Ora? Non aveva molto da fare. Si volse sentendo Undyne sbraitare per cacciare un paio di paparazzi aiutata da Dogaressa e Dogamy. Meno male.
Meno ce ne erano di quegli antipatici e meglio era. Inoltre negli ultimi giorni erano diventati davvero insopportabili: i mostri che riuscivano a volare erano stati messi a fare dei turni intorno alla piazza per sorvolarla, così da impedire agli elicotteri dei giornalisti di avvicinarsi. In quel momento Tsunderplane stava girando su se stessa, ad alcuni metri sopra del popolo del sottosuolo.
Anche i volontari pro mostri aiutavano come potevano, e Frisk non poteva esserne che contenta.






Toriel si sedette su una sedia di plastica, con un sospiro mentre il colonnello si sistemava dall'altra parte del tavolino da giardino, mezzo rovinato dalle interperie e dalle erbacce del parco abbandonato.
-Ho controllato... ma non ci sono denunce.- L'uomo si grattò il naso come faceva spesso mentre pensava. -Nessun bambino scomparso, o meglio... nessuno che assomigli a Frisk.-
Toriel si sentì colpevole provando del sollievo nell'udire le sue parole, ma cercò di rimanere con un'espressione seria in volto. -Capisco... Frisk ha sempre detto che non aveva nessuno ad attenderla in questo luogo...-
-Mi ha detto che andava a scuola.. la cosa mi ha fatto insospettire: gli orfanotrofi hanno classi dentro le proprie strutture, quindi Frisk probabile avesse una famiglia che l'accompagnasse a scuola...-
-...secondo lei potrebbe essere accaduto qualcosa...? Ai suoi genitori intendo.-
-Non lo escluderei... ma ho controllato anche se intorno al monte da dove siete venuti ci siano stati incidenti o tragedie ma nulla.-
-Capisco... grazie molte.-
Toriel sorrise fino a che il poliziotto non se ne andò, per poi giungere le mani e usarle come appoggio per il volto. Sospirò.
Sembrava che la storia si ripetesse, e la cosa la rendeva incerta, insicura... e la paura cresceva.
Si chiedeva se Frisk fosse stata sincera con lei... ma non poteva negare che provava felicità nel sapere nuovamente che Frisk era da sola al mondo... in questo modo poteva occuparsi di lei: inutile dire che si erano affezionate l'una a l'altra, e la sola idea di separarsi faceva stringere il cuore in petto a Toriel.
Toriel osservò i fiori che crescevano in quel campetto disordinato, e osservò i casolari abbandonati e cadenti tutt'intorno: possibile...così tanto spazio inutilizzato? In quelle case potevano sistemarsi senza problemi, ma le autoritá ancora temevano che ci fossero problemi.
Sarebbe stato bello avere ora un tetto sulla testa e non una stoffa impermeabile, bagnata di rugiada di mattina e la sera tanto umida da rendere impossibile dormirci sotto.







Frisk aveva trovato MonsterKid e insieme decisero di passare un po' di tempo assieme. Cominciarono con acchiapparella fino a che non furono madidi di sudore, per poi passare a nomi~cose~cittá, il gioco preferito di Frisk. Qualche volta addirittura lo faceva da sola.
-YO FERMA! Ma cos'è?-
-Spinaci...!- Frisk rise. -Scusa dovevo scrivere una cosa che conosciamo tutti e due...-
-...cosa sono gli spinaci...?-
-Una verdura... sono buoni se li mangi con il formaggio...-
-Voglio mangiarli subito!-
Frisk rise di gusto. -A merenda non sono buoni! Perchè invece non proviamo con un'altra lettera?-
Stavano facendo ruotare la punta della matita sopra il foglio con l'alfabeto quando Sans si presentò lì davanti a loro, allungando il collo per vedere cosa stessero scrivendo.
-Il gioco dell'altra sera, piccoletta?-
La bambina si volse di scatto, non avendolo notato, per poi annuire. -Vuoi giocare Sans?-
-Passo... grazie. In realtá speravo di poter fare un giretto con te, che ne dici peste?-
Frisk sorrise e si volse a guardare MK, chiedendogli se a lui andasse bene o meno interrompere il loro gioco.
-Tranquilla, vado a insegnarlo anche a mia sorella, così magari la prossima volta lo facciamo tutti insieme, che ne dici?-
-Bella idea, si!-
Si salutarono e Frisk scese dalla sedia, guardando Sans. Lo scheletro la superava di pochissimo in altezza.
Sans le fece un cenno e si avviarono tra i capannoni di fortuna dei volontari e le tende dei mostri. Frisk scorse Alphys da lontano, ma mon riuscì a salutarla: Al correva avanti e indietro da una tenda a l'altra.
Il parco era grande, qualche mostro si era messo lì accampato ma le tende erano davvero rade, soprattutto per via delle erbacce. I cespugli di ranuncoli erano alti e fitti, e Frisk ringraziò il cielo che non ci fossero dei rovi, perchè era impossibile non immergersi fino al ginocchio nelle sterpaglie.
Gli alberi erano stati lasciati a se stessi e i rami erano cresciuti selvaggi, con gli spini. C'era un pero ma Frisk non osò allungare una mano verso la frutta.
Sans si appoggiò a un tronco, inspirando a pieni polmoni. -Non è come quando siamo usciti dal sottosuolo... l'aria su in montagna era davvero splendida... ma direi che non possiamo lamentarci. -
-Ti piace?- Frisk sorrise e si mise seduta davanti a lui, raccogliendo una margerita.
-Le cose stanno andando sempre meglio.-
-Ne sono felice!-
-.... e a questo proposito, piccoletta.- Sans chiuse un occhio scrollando le spalle. -Non hai intenzione di resettare vero?-
Frisk corrugò la fronte. -...Come?-
Sans guardò le fronde degli alberi, con la sua solita espressione pigra.
-Hai capito su... -
-...perchè dovrei resettare?- Frisk sentì un brivido gelido lungo la schiena:
Aveva resettato per tre volte in tutto, la cui prima senza riuscire ad arrivare da Asgore, semplicemente era stanca e voleva tornare da Toriel... e così aveva fatto; ma l'assenza della luce del sole e le rovine sempre uguali l'avevano resa irrequieta... la cosa infine l'aveva fatta riflettere: se lei in solo poche settimane sentiva così tanto la mancanza dell'aria fresca e dei raggi che le scaldavano il volto come si potevano sentire i mostri? Condannati a un'eternitá umida e oscura?
E così era tornata a Snowdin dove aveva avuto la possibilitá di conoscere meglio Sans e Papy, addirittura Sans dopo la loro "prima" serata da Grillby's si era preoccupato di ospitarla a casa per la notte. Papy saltò di gioia nel vederla.
Quando aveva lasciato i due fratelli infine era giunta fino ad Asgore, e lì era successo il finimondo: la lotta contro il re dei mostri era stata una cosa atroce, e la battaglia con Flowey fu la goccia che fece traboccare il vaso, dove la bambina per il terrore si fece uccidere tante, troppe volte.
Arrivò alla fine della faccenda, fino ad Asriel, e lì nonostante la barriera fosse crollata aveva deciso di tornare indietro... ma qualcosa era cambiato: Toriel, Sans, Papyrus, Undyne, Alphys, Mettaton, Asgore... tutto era cambiato, come fosse un mondo alieno. Frisk cercò di comportarsi diversamente, ottenendo ben pochi cambiamenti:
cambiava le risposte, agiva in modo diverso durante i puzzles, ma non sfiorava mai nemmeno per sogno la scritta LOTTA. No quello mai.
Ripetè ogni singola cosa e ne fece di nuovd, ma il risultato che ottenne fu lo stesso, quindi resettò nuovamente.
Era una crociata che non pareva che sarebbe riuscita a vincere.
Durante quel RESET decise di essere sincera con Sans, di dirgli ogni cosa... e lo scheletro fece lo stesso...
Si fidarono l'una del altro.
Frisk abbassò appena lo sguardo. -Te l'ho detto che non era per divertirmi.-
-Senti, piccoletta: non mi importa se era per divertimento, perchè ti eri scordata qualcosa.. o che so io. Non resettare più, ok?-
-Perchè credi che lo rifarò?- Frisk storse il naso, indignata. -Non sono stupida.-
-...mai detto questo.- Sans abbassò la testa. -Perchè quindi sei tornata indietro, nonostante sapessi cosa ti aspettasse? Se non era per divertimento o curiositá per cosa era?-
La bambina abbassò il capo, sospirando pesantemente e grattanosi il naso con il pollice. -Volevo... provare a salvare qualcun altro...- deglutì.
-Frisk siamo tutti qui.-
-no... no non siamo tutti... e io speravo solo di... sai: ho la possibilitá di tornare indietro... credevo che magari sarei riuscita in qualche modo a cambiare qualcosa.-
-Non si scherza con il tempo.- Sans sospirò. -Io lo so bene, piccoletta, ma promettimi che non lo farai mai più.-
-...Se potessi salvare qualcosa di importante, Sans, non useresti questa cosa? Il poter tornare indietro e cambiare le cose.-
-...e condannare tutti quanti a tornare nell'oblio del sottosuolo?- Sans si scostò dal tronco, guardandola dritta negli occhi. -Forse per te è come un gioco, ma non hai idea di come ci si sente.-
Frisk lo guardò impaurita, lo sguardo di Sans era decisamente strano, quasi storpiato da un'espressione truce.
-Cosa vuoi dire?-
-Non ti da fastidio il fatto di non avere nessun diritto sul tuo destino?- Sans s'incupì di colpo, la bambina si sentì raggelare al suo sguardo.
-Sans io non farei nulla per farvi del male.-
-Ne sei certa? Un potere simile ti da alla testa...-
-Ma non a me!- Frisk si alzò di scatto, senza accorgersi che aveva stretto le mani sull'erba, strappandola via con quel balzo. -Non posso credere che dopo tutto quello che ho cercato di fare tu abbia la faccia tosta di parlarmi così! NO! Non puoi permettertelo!-
-Hai giocato anche con il MIO tempo, Frisk.- Sans la guardò dritta negli occhi, le pupille bianche dritte su di lei, scrutandola. -Con il mio e di Papyrus, di Toriel, Undyne, Alphys... e con una facilitá da farmi venire la nausea.-
Non sembrava lui. Non Sans.
Non il suo migliore amico.
Gli occhi di Frisk si riempirono di lacrime, e si lanciò contro Sans per dargli una spinta.
L'unica cosa che trovò fu il tronco dell'albero spiaccicato sulla sua faccia, Sans dietro di lei.
Si volse a guardarlo con i lacrimoni e il naso sbucciato, deglutendo a stenti tra i singhiozzi. -...sei...sei cattivo.-
Sans abbassò il capo.
-Pensi che... a me sia piaciuto, vero?-
Lui si volse.
-Pensi che sia una bambina irresponsabile... e senza giudizio.-
-Dove hai imparato a parlare cosí, ragazzina?- La voce di Sans si alzò con tono di scherno.
-Non sono stupida.-
-Non l'ho mai detto, ripeto.-
-Ti odio.-
Frisk si portò le mani al viso, strozzando un singhiozzo. -Ti odio. Vai via.. non mi parlare più.-
Sans non si mosse, immobile, restò a darle le spalle in silenzio.
-VAI VIA!- Frisk gli gettò addosso i ciuffi d'erba strappati, in uno scatto rabbioso mentre il viso era bagnato dalle lacrime. -VIAAA!- Si abbassò per prendere un ramo, ma quando rialzò lo sguardo Sans era sparito.
Frisk singhiozzò e tremò, stando con quel bastone alzato in mano, per poi accasciarsi in terra a sedere, mordendosi le unghie con la schiena appoggiata alla pianta. Pianse.






-Frisk hai gli occhi gonfi!- Toriel le prese il volto tra le mani, osservandola. -E hai il naso sbucciato, cos'è successo?-
-Nulla...- Frisk sorrise. -Sono inciampata mentre giocavo sull'erba e ho sbattuto contro un albero... -
-Oh piccola mia... eri da sola? Perchè non sei venuta subito da me a farti medicare?- Toriel prese dalla sua sacca una valigetta di legno da cui tirò fuori un cerotto e del cotone, imbevuto di un liquido che sapeva disinfettante. Frisk storse il naso quando lo tamponò su di esso.
-Non volevo che ti preoccupassi.-
-Piccola mia, non è facendo così che mi tranquillizzi, tutto il contrario! ...voi bambini siete tutti uguali.- Le accarezzò il capo.-Vieni andiamo a mangiare, gli altri ci stanno aspettando.-
-Mangiamo tutti insieme?-
-Esatto!- Esclamò Toriel. -Ci saremo tutti, tutti i tuoi amici!- Toriel sorrise con dolcezza. -Sai... che giorno era sei mesi fa, piccola mia?-
-No...?-
-Sei mesi fa, piccola, tu eri arrivata a casa mia.- Toriel la abbracciò. -Sei mesi Frisk... oh, e sei cresciuta così tanto da allora...! Mi sembra di vederti scorrazzare per le rovine...- le baciò la fronte. -La mia bambina speciale.-
Frisk guardò Toriel attonita.
Sei mesi.
Sei mesi che era precipitata dentro a quella voragine e che aveva passato in compagnia di coloro che le avevano insegnato a temere? Si gettò al collo di Toriel e la strinse forte, affondando il volto sulla sua veste.






Entrate dentro alla tenda arrivarono dei coriandoli in faccia a Frisk, che si spaventò vedendo anche alcune girandole colorate.
I suoi amici comparsero dai lati, sorridenti e con vestiti "eleganti": solo Mettaton e Alphys indossavano abiti buoni, Papyrus indossava i soliti abiti, mentre Undyne con un giubbottino di pelle borchiato. Asgore si presentò con degli abiti quasi da vacanza. Napstablook indossava un piccolo e buffo papillon, come Monster Kid.
Al tavolo, imbandito con cibi e bevande, Sans se ne stava con un bicchiere di plastica in mano, che alzò quando Frisk entrò, ma lei si volse subito a guardare altrove.
Frisk non vedeva Alphys ormai da giorni, e si gettò addosso a lei abbracciandola con forza, Al ci mise qualche istante prima di ricambiare.
Avevano comprato gli ingredienti e infine si erano messi a cucinare per riuscire a organizzare per la serata, addirittura avevano preso tre stufe elettriche poste ai lati della stanza. Ancora le risorse a loro disposizione erano davvero misere... la cosa non aveva inpedito loro di sistemare ogni cosa. Frisk si ritrovò con un piatto di carta colmo di tutto e di più, da crostini a un nido di spaghetti. Incredibilmente questi ultimi erano commestibili.
-Toriel ci ha dato una mano in cucina!- Undyne stappò una bottiglia di birra, versandola nei bicchieri di Asgore e Alphys.
-COSA NE PENSI UMANA?-
-Trovo tutto delizioso...!- Frisk sorrise dopo aver mandato giù un boccone. -Mi sento solo in colpa perchè io non ho contribuito...-
-Tesoro, spero tu stia scherzando!- Mettaton era seduto accanto a lei e la cinse alle spalle con grazia e delicatezza. -Questa festa è per te, non devi assolutamente fare nulla se non goderti la serata!-
-Lo stramboide ha ragione, punk.- Undyne sorrise. -saremmo ancora lá sotto se non fosse per te.-
-A Frisk!- Asgore alzò il suo bicchiere, mettendosi in piedi.
I bicchieri si alzarono, Frisk rimase sconcertata nel guardarli brindare in suo onore, cosa che non sentiva necessaria... così alzò il bicchiere con la gassosa, e si mise in piedi sulla sedia, copiando Asgore gonfiando ilnpetto e imitandone la voce. -Ai miei migliori amici!-
Ci fu una risata da parte di tutti e Toriel la fece rimettere a sedere composta, fino a che poi non apparve da dietro una tenda una torta. ENORME. UNA TORTA ENORME. Tanto enorme che il povero Burgerpants era costretto a portare con un carrello di ferro.
-Direttamente dal tendone dei ragni, stanno contribuendo un sacco nelle cucine, e io ho qualche vecchia conoscenza...- Mettaton bevve il vino dal suo bicchiere di plastica. Certo che vederlo così... lui sempre legio alla moda, al galateo e alle buone maniere, faceva davvero strano.
In cima alla torta c'era una candelina a forma di 6, e Asgore dovette aiutare Burgerpants a mettere il vassoio sul tavolo: cioccolato e crema in un amalgamato di spumini. Frisk sgranò gli occhi quando il dolce fu davanti a lei. Batteva gli occhi più volte per capire se stava sognando oppure no.
Poi, all'improvviso, la vista le si annebbiò.
Scoppiò in un pianto che le riempì gli occhi di lacrime, costringendola a doversi asciugare con le mani. Intorno a lei tutti si alzarono per vedere cosa non andasse.
-Tesoro cosa succede? Non ti piace?-
-Bambina mia stai male? Hai mangiato molto...-
-FRISK NON FARE COSÌ, O FINIRÒ ANCHE IO PER COMMUOVERMI.-
-Piccola, calma...-
-Oh.. oh accidenti tutto bene Frisk...?-
Frisk prese un profondo respiro. -Grazie.-
Non si era mai sentita così amata...non tanto per ciò che le avevano preparato quando per i loro comportamenti, per la loro gentilezza e onestá. Affondò il viso sulla veste di Toriel prima di riuscire a farsi convincere a mangiare la torta.






Frisk si era messa a piangere. Abbassò lo sguardo sul suo bicchiere di ketchup. Lui di voglia di festeggiare ne aveva davvero poca, se non quasi nulla. Papyrus lo aveva coinvolto e convinto.
Guardò la bambina che veniva consolata da tutti, e lui trangugiò il suo bicchiere nascondendoci dentro il volto qualche istante, cercando di resistere fino a fine serata all'impulso di andare via.




-----------------------------------------
Capitolo pieno di lacrime xD Yeaaah.
....scrivere come bambina non è facile. Non per me almeno.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Capitolo 05- Radio ***


Un mese. Era passato un mese da quando erano arrivati in cittá: il mal tempo aveva convinto una volta per tutte il sindaco della cittadina a concedere ai mostri le case vecchie in periferia, dove si erano rifugiati durante i continui temporali che afflissero la cittá per una settimana intera, allagando una parte del vecchio parco dove prima risiedevano.
...certo. ancora erano controllati dalle forze dell'ordine per evitare che succedesse qualche guaio, ma almeno ora Frisk poteva farsi un bagno caldo senza dover chiedere a Toriel di scaldarle l'acqua in una bacinella.
L'abitazione dove Frisk e Toriel si trovavano era grande abbastanza da farci entrare anche i due scheletri, Asgore e due brande per Undyne e Alphys in quello che poteva essere considerato il salotto, quando tornavano tardi era bello far trovare alle sue amiche un pasto caldo e un letto comodo.
Avevano un cucinotto da campeggio, la stufetta a gas e le brande per dormire, Sans aveva anche rimediato una radio a Toriel, molto vecchia, ma che funzionava ancora. Il tempo passava meglio ascoltando quei motivetti e le canzoni.
Frisk e Sans non si parlavano.
Sans stava zitto e Frisk non aveva intenzione di cambiare le cose: si sentiva offesa a tal punto che a malapena si convinceva a passare del tempo con Papyrus, che poverino non c'entrava niente nella sua lite con il fratello... ma stare con Papy di conseguenza la portava a vedere anche Sans. La cosa non le andava molto a genio.
Così aveva trovato il modo di passare più tempo con Toriel o Asgore, leggeva insieme ad Alphys o giocava a carte con Undyne.
A volte si mettevano tutti al tavolo della cucina rimediata del loro appartamento dove Frisk spiegava come il mondo umano funzionasse: ad esempio i segnali stradali a cui Papyrus faceva estrema attenzione, a come si riconoscevano le forze dell'ordine, a come la magia ormai tra gli umani non fosse più troppo comune.
Poche persone ormai facevano ricorso a doti magiche e incantesimi, maghi e sciamani veri e propri si contavano forse sulle punte delle dita di due mani. La tecnologia aveva risolto molti più problemi.
Frisk aveva accettato bene o male di essere quasi il vessillo dei mostri, di essere colei che avrebbe mostrato agli umani che si poteva tornare in pace con anche il popolo del sottosuolo... ma la cosa non era semplice: assillati dai giornalisti era difficile tenerli a bada, tanto che alla fine Asgore aveva ceduto e si era messo a rispondere a delle domande di una giornalista bionda e agitata vedendoselo davanti.
Frisk ricordava che era pallida come un cadavere.
Mentre era seduta con un libro davanti al naso alla radio trasmettevano nuovamente le varie interviste ad Asgore, Toriel e Alphys. Forse avrebbero trasmesso anche quella dove c'era lei a parlare, impettita e imbarazzata come poche volte nella sua breve vita.

""-...il Monte Ebott era la via più veloce per entrare nel nostro sottosuolo. È stato il primo luogo dove riuscimmo a creare un posto dove abitare.- Asgore parlava con calma, e con gentilezza. La sua voce e il suo tono tradivano sempre la sua enorme mole. - chiamammo la cittá CASA, al momento non avevamo molte idee per una cittá... mi sembrava il più appropriato.-
-E dopo?-
-Il tempo passava ma volevamo esplorare di più del nuovo mondo in cui eravamo intrappolati. Quindi ci espandemmo, allontanandoci dal monte e dalla nostra prima cittá. Creammo molti luoghi dove abitare, e con il passare del tempo anche la tecnologia umana arrivò da noi, rifiuti portati dai corsi d'acqua... - rumori di abito che si smuove. Probabilmente il suo lungo e pesante mantello. -ecco... ho un cellulare ad esempio, grazie alla mia vecchia scienziata reale Alphys so come mandare un messaggio o chiamare... ma non vado oltre a quello, non chiedetemi per esempio di fare una ricerca su internet, non ne sarei in grado...-
Ci fu una risata generale da parte di giornalista e cameraman.
-Ma in noi, a contrario degli umani, la magia è rimasta forte e viva. Era ciò che ci legava a quel luogo e alla Barriera.-
Cambio di voce, era Toriel ora a parlare: -No. Noi non odiamo gli esseri umani.- una piccola pausa. -Il rancore per averci rinchiuso sottoterra è svanito ormai da moltissimo tempo. L'unica cosa che ci dispiace è che... molti umani sono caduti nel sottosuolo, e... purtroppo non ce l'hanno fatta.-
-In che senso? Quanti umani sono caduti nel sottosuolo?-
Toriel fece una lunga pausa, rotta poi da un suo sospiro. -...compresa Frisk? Otto esseri umani.- fece una piccola e triste risata. - E nessuno oltre a lei è riuscito a....- si fermò un istante, deglutì. La sua voce era cambiata, un tono rotto e basso. -Scusatemi ma parlerete con la dottoressa Alphys dopo, giusto? Per favore, fatevi spiegare da lei tutto il resto. Io non credo di farcela.-""
Frisk alzò la testa e guardò la radio: ogni volta che sentiva la voce registrata di Toriel per quell'intervista le si stringeva lo stomaco, poteva solo immaginare quanto fosse doloroso per lei e Asgore, oltre che difficile da spiegare come erano siccesse le cose.
Insieme avevano deciso di essere onesti. Niente bugie... nient'altro che la pura, nuda e cruda veritá.
""-È... è acceso?- Ora era il turno di Alphys, che tentennava durante l'intera intervista. -Oh... oh bene s...si... dunque... qhal'era la domanda?-
-La regina Toriel stava parlando prima di lei degli otto umani caduti nel sottosuolo.-
-Oh...oh! Ehm... si bene. Allora. Ecco...- Si schiarì la voce. -sembra che da dove siamo stati... imprigionati, ci sia una sottospecie di falla... da cui si può entrare ma non uscire, mentre da tutte le altre parti dove la Barriera era stata... e...eretta nulla poteva entrare o uscire, nessun essere vivente. Da lì molti umani sono arrivati... per curiositá o per sbaglio non saprei dirlo. Il primo umano che cadde fu un bambino... piccolo. Si salvò perchè... ecco...- Alphys fece silenzio, non sapendo bene come continuare, poi prese in bel respiro. -...il primogenito di re Asgore e della Regina Toriel lo trovò e lo portò a farsi medicare nel nostro regno... i nostri sovrani allora decisero di adottare questo povero umano... lui e il primogenito, Asriel Dreemurr, divennero molto amici, sembravano davvero fratelli... poi però, un giorno dopo alcuni anni... l'umano si ammalò in un modo così grave che... che morì in una sola notte... il suo ultimo desiderio fu di poter rivedere i fiori del suo villaggio e Asriel decise di...di.. ecco... esprimere il suo desiderio...-
-E che successe...?-
-per attraversare la barriera un singolo individuo ha bisogno dell'anima di un mostro e di un essere umano... così luinlo fece usando l'anima del fratello e riportarlo dove era nato... ma purtroppo la sua azione venne fraintesa... infatti venne ferito a morte... da allora una grande tristezza accompagna tutti i mostri.-
Di nuovo cambio di intervista, Asgore era tornato a parlare:
-...due bambini in una sola notte. I nostti bambini portati via dalla paura e dall'odio che ancora gli umani portavano nei nostri confronti... da allora il regno cadde in una lunga depressione, in un baratro buio.- Asgore ora pateva annichilito, parlare di Asriel e Chara doveva essere difficile. -La speranza che di nuovo, esseri umani e Mostri potessero tornare a vivere in pace era sparita.-
-I...In un primo momento pensammo di vendicarci.- Tornati ad Alphys. -in fondo di nuovo gli esseri umani ci avevano rubato tutto, la speranza e la felicitá.... ma... altri umani caddero: alcuni erano malvagi, altri impauriti... alcuni morirono per via di frane, perchè avevano attaccato dei mostri o perchè i mostri avevano attaccato loro... il nostro re decise di collezionare le anime, così da poter abbattere la barriera... purtroppo credo... siamo colpevoli di molte morti.-
-...e...e queste anime...?-
-Asgore le custodiva... ma non volevamo davvero fare del male agli esseri umani... infatto venni incaricata di trovare un modo per far passare un'anima di mostro, o una artificiale creata in laboratorio per umana. Compito difficile... eheh...- Alphys era più agitata ora. -I miei esperimenti non sono andati a buon fine e ho fatto soffrire molti mostri... purtroppo noi non siamo fatti come voi umani. Le nostre anime sono fragili e deboli.-
-Il mio popolo era... sul lastrico. Nulla sembrava importare se non tornare in superficie. Poi...- Asgore rise. -Poi è arrivata Frisk. Quella piccoletta... non so se è stato un miracolo a mandarla o solo il caso... ma lei... ci ha dato speranza.-
-Frisk? Siamo amiche!- Alphys aveva cambiato tono. -Ci siamo aiutate spesso per fare un sacco di cose.. e lei... beh, lei è una brava persona, molto.-
-Gentile, dolce... coraggiosa. Frisk si è fatta amici ovunque, non troverete nessun mostro che non la conosca.-
-Io...?- ora era la voce di Frisk. Ecco un ritaglio della sua intervista. -Cosa devo dire?-
-Come ti sei trovata con i mostri, Frisk?-
-Benissimo... anche se all'inizio era difficile, non credo vedessero una persona che fosse gentile con loro da fanto tempo... ma alla fine erano tutti buoni.- Frisk rise. -Toriel, Papyrus, Mettaton, Undyne, Alphys, Asgore, Blooky... dopo che hanno capito che li volevo aiutare mi hanno aiutato anche loro...-
-E della barriera Frisk? Sai dirco come sei riuscita a buttarla giù?-
-Lo volevo.- Frisk sorrise. -Volevo che tutti vivessero felici, volevo che nessuno restasse indietro. Alphys dice che è stata la mia determinazione e la mia volontá... volevo stare con loro perchè sono stati sempre gentili, mi vogliono bene... sarei rimasta sottoterrra con Toriel... lei... lei è la mia mamma.- ci fu in lungo silenzio, dove Frisk non diceva nulla... e la giornalista non sapeva cosa dire.
-Quindi... ti ha adottata?-
-...Non lo so... ma... qui in superficie non avevo nessuno... e noi ci vogliamo molto bene. Lei si prende cura di me... e io non voglio starle lontana.- e anche in quell'occasione aveva giocato la carta della bambina piccola e indifesa.
-Non hai parenti qui, Frisk?-
-I miei genitori non ci sono. Nemmeno i miei nonni e non ho zii...- Fece una pausa. -Perchè per voi è così difficile pensare a me che vivo con Toriel? I mostri non sono diversi dagli esseri umani.. anzi, sono più gentili di noi a volte... certo magari hanno le zampe e le corna... ma chi se ne frega? Sono buoni... e io sono l'esempio vivente che possiamo tornare a vivere insieme... non dobbiamo avere paura dei mostri e i mostri non devono avere paura di noi! Non possiamo solo stare in pace...?""
Era stata un'intervista lunga e da cui Frisk era uscita vittoriosa. C'erano state due settimane di dibattiti tra politici alla tv e alla radio dove chi sosteneva che i mostri dovessero tornarsene da dove erano venuti veniva zittito dalle parole registrate di Frisk. Per ora tutto andava per il meglio.
Frisk era orgogliosa di cosa aveva detto e da quando aveva detto che Toriel era ormai la sua mamma... la chiamava sempre così. Toriel era scoppiata in lacrime sentendo quella parola durante l'intervista.
Poi certo, le domande sul passato della bambina erano tante ma lei rispondeva sempre uguale: che era sola al mondo.
...non avrebbero trovato nulla su di lei comunque.
Era davvero sola.
Ora le cose erano più semplici dicevano Asgore e Toriel: meno domande ma più scartoffie, ma almeno potevano parlare civilmente con gli umani senza sette poliziotti al seguito.
Frisk spense la radio e tornò a leggere, ma venne subito interrotta da qualcuno che bussava alla porta.
Scese dalla vecchia sedia di legno e si avvicinò. -Chi è?-
Una voce stanca, sconsolata e priva di entusiasmo venne da aldilá del portone di legno. -MTT Brand vi invita allo spettacolo che si terrá tra una settimana in piazza. Colori, spettacolo, dramma e Mettaton. Un'occasione da non perdere.-
Frisk aprì la porta e guardò un Burgerpants stanco e con sigaretta in bocca. - Ciao Burgerpants!...-
-Piccoletta se non prendi il volantino non posso parlarti.-
Frisk corrugò la fronte e prese il foglio colorato. -Mettaton si da giá da fare...-
-Purtroppo per me.- Burgerpants sospirò.
-Lo vuoi un caffè? Alla mamma ne è avvanzato un po'-
Burgerpants la guardò alzando ambe le sooracciglia, quasi stupito. Probabilmente lo avevano mandato a distribuire volantini senza preavviso e girava da tutto il pomeriggio. -Non posso fermarmi.-
-Ti do una tazza con il caffè e quando ripassi me la lasci sulla soglia.- Frisk fu un razzo: tazza,caffè, Burgerpants.
Il gatto si ritrovò con la bevanda, fredda vero, in mano. Rimase a guardare la tazza, e fece una mezza risata. -Grazie piccoletta. -
-Ciao...- Burgerpants se ne andò, continuando la sua ronda. Frisk sorrise e chiuse la porta. Dalla finestra dell'appartamento si vedeva il Monte Ebott. Si avvicinò e poggiò le mani sul vetro, sospirando pesantemente.
Il suo pensiero ogni volta che guardava andava ad Asriel... O Flowey? Come doveva chiamarlo? Si morse le labbra, pensando a cosa stesse facendo, a cosa pensasse... non poteva resettare perchè ormai c'era lei che era più forte di lui, ma non credeva che il pensiero gli sfiorasse la mente. Chissá... se stava bene.
Passò qualche istante a guardare il monte mentre la pioggia ticchettava contro il vetro, poi decise di approfittare del fatto che non ci fosse nessuno in casa per farsi la doccia.
Corse in bagno e chiuse come al solito la porta a chiave, per poi spogliarsi lentamente. Il vetro era un po' rotto ma la sua immagine riflessa la si vedeva lo stesso. Il vetro si stava appannando per colpa del vapore quando si accorse che aveva lasciato il cellulare di lá in salotto.
Meglio prenderlo, magari Toriel chiamava.
Con solo i pantaloni addosso aprì la porca e sgusciò in salotto, vedendo il cellulare richiuso sopra il tavolo. Allungò una mano e lo prese.
-Ehi Frisk! Perchè c'era una tazza davanti alla porta? È la tua?- Undyne entrò senza troppi convenevoli, aprendo la porta di scatto e asciugandosi la tests con un panno: armatura e capelli completamente fradici.
Frisk balzò dallo stupore e inciampò, cadendo all'indietro per colpa della branda di Alphys, finendo a gambe a l'aria.
-Ehi piccoletta!- Undyne si avvicinò probtamente ma Frisk si dimenò in terra per alzarsi. Doveva tornarsene in bagno ma la presa di Undyne fu salda, quando la rimise in piedi. -Non volevo certo spaventarti Frisk, ma dovresti essere abituata alla mia faccia ormai...-
E cadde il silenzio. Frisk si coprì la pancia con un gemito ma era troppo tardi. Undyne la guardava fissa.
La bambina si volse e corse ma per poco non scivolò su un tappeto vecchio e logoro. Stava per finire di nuovo a terra ma la guerriera la prese. Una presa forte e salda, e Frisk gemette tremando, deglutì. Undyne la fece voltare di scatto, seria in volto. -Frisk...-
-Non è nulla Undyne.-
-Non dire balle.-
-Ti prego, non guardarmi Undy...-
-Chi ti ha fatto queste cose?-
Frisk poggiò le mani sul suo addome, mortificata, agitata, imbarazzata, impaurita.
I segni delle cicatrici da bruciatura di sigaretta erano ancora ben visibili.




----------------------- Io faccio cose. Yey. Evviva. Uccidetemi.

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Capitolo 06- CARICA ***


Undyne tratteneva Frisk. La bambina teneva lo sguardo basso mentre le mani erano aperte per cercare di coprirsi, mentre l'acqua gocciolava lenta dai capelli di Undyne.
La tazza che Frisk aveva dato a Burgerpants era a terra.
L'amica restava in silenzio e osservava il corpo di Frisk, valutando la gravitá di quelle cicatrici.
-Undyne lasciami.-
La guerriera allora alzò lo sguardo osservandola, seria in volto. -...Te le sei fatte quando eri nel Sottosuolo?- Chiese seria. -No... no non sono ferite che ti saresti potuta procurare lá sotto.-
Frisk tentò di smuoversi. -Lasciami...-
-Sono più vecchie.-
-Che te ne frega?!- Frisk liberò le mani e diede una spinta ad Undyne, che però ben piazzata come era non si smosse, ma la guardò alquanto stupita.
-Frisk, maledizione ne sei piena..!-
-..e.. e allora?- La bambina deglutì, facendo un passo indietro. -E allora?...-
-E allora? MA TI RENDI CONTO? Hai delle cicatrici gravi sul tuo corpo e io non dovrei dire nulla? Toriel lo sa?!-
Frisk rimase in silenzio, cercando qualcosa da risponderle, una bugia da dire, ma Undyne prese dalla sua scarsella dell'armatura il suo cellulare.
-..cosa fai?-
-Chiamo Toriel.-
-NO!- Frisk si lanciò contro il braccio di Undyne cercando di fermarla, ma fu come nemmeno il vento l'avesse sfiorata. Ora Frisk era con i piedi a penzoloni aggrappata a lei.
-Frisk lasciami, tanto sai che non mi puoi fermare.-
Presa dal panico, Frisk dondolò e scagliò un calcio. Prese in pieno la mano di Undyne facendole sfuggire il cellulare che volò sul tavolo scivolando fino al bordo, cadendo infine sul pavimento.
-Frisk che diavolo!- Undyne prese la bambina per un braccio e la fece staccare, facendola finire con i piedi per terra . -Si può sapere che ti prende?! Qualcuno ti ha fatto del male ed è giusto che Toriel lo sappia...-
Frisk non ci vide più dalla rabbia. Le morse la mano sentendo il sapore del cuoio dei suoi guanti, mentre la barra degli HP di Undyne si abbassava di mezzo punto. La guerriera fu costretta a lasciarla andare scrollando la mano. -Ma sei impazzita?!-
-Non puoi farlo!- Frisk strillò, le sue spalle tremavano. -Non hai il diritto di farlo!-
-Ne ho il diritto e il dovere! Sono tua amica dopo tutto...-
-Ma se tu volevi farmi del male! Volevi la mia anima e mi hai ferita!- oltre ad averla uccisa parecchie volte prima di riuscire a sorpassarla.
Undyne rimase a osservarla attonita e con il suo unico occhio buono sgranato.
-Sei stata quella che mi voleva morta... l'unica che davvero voleva ammazzarmi Undyne. Non hai il diritto.-
Il volto di Undyne era coperto da un'ombra, di dolore e di rabbia.
Frisk quello sguardo lo conosceva. Era lo stesso di quando lei fuggiva dallo scontro all'uscita di Waterfall.
Rimasero in silenzio e Frisk continuava a osservare Undyne, rabbiosa, e l'altra se ne stava a sguardo basso digrignando i denti. Poi rise. -Vero.- chiuse l'occhio. -Ti volevo morta... ma mettiamola su questo piano piccola peste.- Undyne si avvicinò minacciosa, Frisk non potè indietreggiare quando la prese per l'apertura dei pantaloni e la sollevò di peso. -Sto facendo un favore a un paio di amici.-
-Insomma lasciami andare!- E la mise sottobraccio, mentre Frisk dava pugni all'armatura per cercare di farsi lasciar andare. Venne gettata in camera sua sulla sua branda e Undyne chiuse la porta. -Undyneeeeee!-
-NON CONTARCI!- Frisk battè in pugni contro la porta ma Undyne ci stava davanti. -No non ti faccio uscire! Aspetterò io stessa Toriel se necessario e non puoi farci nulla!-
-UNDYNE LASCIAMI USCIRE!- Ma nulla. La porta non si apriva. Frisk si guardó attorno ma non aveva nulla con cui poter aprire la porta, e Undyne era troppo forte a suo confronto. Ultima speranza.
Si volse e le scritte CARICA e RESET apparvero dinanzi al suo naso. Avrebbe ricaricato semplicemente, bastava un attimo di concentrazione.
Al diavolo. Poggiò la mano sul tasto carica.
-Frisk...- Undyne era dietro la porta, ancora, a fare in modo che la bambina non aprisse per scapparsene. -Ci sei?-
Frisk non rispose, ma attese qualche istante.
-Ascolta piccoletta, forse non sono la persona più adatta ma... credo sia un bene che tu ne parli con Toriel.- Si sentì l'armatura muoversi appena contro la porta.
-No. Non credo sia un bene.- Frisk sospirò. -Scusa Undy.-
Frisk sentì la porta aprirsi e Undyne cominciare una frase, ma ormai aveva attivato il caricamento.
Eccola di nuovo in bagno, poco prima di uscire... ma non si mosse e appoggiò l'orecchio alla porta.
-Frisk! Che ci fa una tazza sulla soglia? È tua?- Undyne era di nuovo rientrata nel loro appartamento.
Era filato tutto liscio, per ora almeno. Frisk si morse le labbra e si limitò a risponderle. -Sono in bagno a lavarmi! Lasciala pure nel lavandino della cucina, grazie!- Scampato pericolo, per ora.
Mentre la bambina si lavava la porta si aprì nuovamente e la voce di Papyrus, alta e squillante, arrivò fino a Frisk come se non ci fisse nemmeno una porta chiusa.
Quando ebbe finito si asciugò per bene e si rivestì, tornando in cucina dove Papy e Undyne erano seduti al tavolo. Frisk aveva in mano un asciugamano che porse a Undyne mentre quella si toglieva gli schinieri scuri.
-Grazie piccola punk.- Undyne le arruffò i capelli. -Era proprio ciò che mi serviva-
-Con tutta la pioggia che cadeva immaginavo fossi tutta bagnata.- Mentì Frisk.
-UMANA! HAI SENTITO DELLO SPETTACOLO DI MTT?-
-Si, sono passati prima...- Disse mostrando il volantino prima abbandonato sul piano cucina. -Sembra carino...-
-Ugh... immagino che lo spettacolo sará su "Oh Mettaton quanto sei bello, Oh Mettaton quanto sei alto, Oh mettaton e le sue gambe!" ...e blah blah blah.- Undyne tirò fuori la lingua scimmiottando, mentre si era sciolta i capelli per asciugarli meglio.
-METTATON FA DEGLI SPETTACOLI MOLTO BELLI A MIO PARERE!-
-A te basta che qualcuno cucini gli spaghetti e ti sta simpatico!-
-Non è vero! Basta solo che aprezzi la cucina!-
Frisk rise e vide Sans uscire dala sua camera. Non appena la guardò la fulminò con uno sguardo cupo, ma a Frisk non fece effetto.
Mister "Saresti m orta esattamente dove sei" ormai non le faceva più paura, e dopo la litigata chi se ne fregava. Sans parve accorgersene ma assunse la sua solita espressione piaciona. -E per noi Frisk? Niente asciugmani?- Chiese alzando lemaniche della felpa facendo vedere che i bordi erano bagnati. -Anche io e Papyrus siamo bagnati... di solito sei così previdente...-
Frisk si morse la lingua per trattenersi dal gettargli addosso una sedia o il posacenere riempito di caramelle da Toriel al centro della tavola.
-NAH, SOLO SANS È BAGNATO, SI È DISTRATTO ED È FINITO A FACCIA IN GIÙ IN UNA POZZANGHERA! IL GRANDE PAPYRUS NON ESCE MAI SENZA UN OMBRELLO!-
-Eh. Sono stato distratto e non ho visto un SANSso-
-PER L'AMOR DEL CIELO SANS ERA TERRIBILE!-
-Dopo quella caduta sono con il morale a terra.-
-FATELO SMETTERE. ABBIATE PIETÁ.-
Undyne ridacchiò, ma Frisk si volse per evitare di dare a vedere quanto Sans le desse fastidio in quell’istante. Prese una teiera. –Qualcuno vuole un po’ di thè?-






Per un po’, durante la serata, Sans le lanciò alcune strane occhiate, probabilmente si era accorto del suo caricamento, e all’improvviso anche il suo umore era cambiato. A differenza delle sere precedenti dopo cena non aveva aiutato Toriel a rimettere a posto tutto, ma se ne era andato nella stanza che condivideva con Papyrus, dicendo che era stanco.
-l’Aria della superficie mi stanca…- Disse lui con il suo solito sorrisetto. –Buona notte.-
Frisk fece un semplice cenno con la testa, e poi arrivò anche per lei l’ora di andare a dormire.
-Frisk, meglio che tu vada.-
-… ma non sono stanca, sono stata qui, ferma, tutto il giorno…-
Toriel sospirò pesantemente: lei si che sembrava stanca. –Frisk, è meglio se tu vai… così domani potrai aiutarmi con alcune faccende, che ne dici?-
La bambina non parve convinta, fu allora che Papyrus si alzò da sedere: -UMANA, POSSO ACCOMPAGNARTI?- Chiese, con un dolce sorriso.
A quel punto Frisk non potè che annuire. Si volse e scese dalla sedia, dando un bacio su una guancia a Toriel. –A domani mamma.-
Ogni volta che la chiamava così lo sguardo di Toriel si riempiva di gioia, doveva essere bello sentirsi chiamare nuovamente così da qualcuno, e Frisk era contenda di darle quella piccola soddisfazione. Papyrus la scortò fino alla porta della camera, dove non entrò, ma si fermò dinanzi al ciglio della stanza. –Umana…?-
La bambina si volse, sorridendogli. –Si, Papy?-
Si era messo una mano nell’altra, e pareva indeciso su cosa dire. Smosse appena le spalle.
-Tu e mio fratelo avete per caso litigato? Sai… ultimamente non sembrate più andare d’accordo come prima.-
Eccolo lì, Papyrus che se ne era accorto. Ovviamente se ne era accorto.
Frisk lo guardò qualche istante, poi sorrise con dolcezza. –No, certo che no Papy… solo che siamo tutti stanchi…-
-Guarda che me ne sono accorto che… quando c’è lui non ti piace stare con me.- Lo sguardo Papyrus era diventato più serio. –Per vedere se avevo ragione qualche volta sono stato da solo con te, e ho notato la differenza… se avete litigato… perché non me lo vuoi dire, Frisk?-
-Perché non sono affari tuoi Papyrus.- Le parole le uscirono di bocca senza che Frisk se ne accorgesse. Quando si rese conto del tono che aveva usato, addirittura, si portò le mani alle labbra coprendosi la bocca. Papyrus rimase immobile a fissarla, lo sguardo che aveva non era dei migliori: non era ne deluso ne arrabbiato, sembrava quasi sconfortato.
-Papyrus scusami… non volevo.-
-Buona notte umana.-
Fu la prima volta che Frisk sentì Papyrus rivolgerle un tono così serio e amareggiato, freddo e sconsolato.
Aveva ragione, gli aveva risposto malissimo. Tremò appena, non poteva permettere di lasciarlo andare via così. Chiuse velocemente la porta della camera e, nel buio, le due scritte apparvero dinanzi ai suoi occhi, senza pensarci toccò il tasto di CARICA.
…non sembrava fosse cambiato molto.
Possibile che il suo salvataggio fosse stato non appena era entrata in camera? No non era possibile.
Si guardò intorno, poi toccò di nuovo la scritta CARICA.
…sembrava tutto ancora uguale.
Frisk guardò le icone.
La scritta reset brillava, piena di vita.
La scritta carica, invece, pareva che potesse sbriciolarsi da un istante a l’altro.
Fredda, grigia, spenta.
Morta.
A Frisk mancò il fiato e cliccò di nuovo.
Non accadeva nulla.
Il tasto carica non funzionava. Invece, quello del RESET, era così luminoso che se avesse potuto avrebbe illuminato l’intera stanza.














------------------------------------------ H0I! long time no see XD Ho avuto un bel po’ da fare, ma alla fine ecco qua… si lo ammetto ho avuto anche da cambiare due o tre cose a questa parte della fic, dovendo scegliere una strada diversa da quella iniziale. Comunque spero che vi sia piaciuto e…. grazie per aver letto!

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** 07- Interruttore ***


Frisk osservava le due scritte dinanzi al suo naso, rannicchiata sul suo letto sotto le coperte. Il cellulare segnava che era mezzanotte e mezza.
Osservava le icone come se potessero darle una risposta da un momento a l’altro, ma ciò ce ottenne fu solo un grosso mal di testa a causa del sonno e del mal d’occhi.
Ma in ogni caso… perché?
Cosa era accaduto? Si morse il labbro inferiore pensierosa.
La sua DETERMINAZIONE era forte, più di quella di chiunque altro, e allora perché non riusciva a caricare? Lo aveva fatto giusto qualche ora prima con Undyne.
Strinse il tessuto della canottiera che teneva addosso e storse il naso. Non aveva alcun senso.
Poi all’improvviso sussultò, il cellulare aveva vibrato sul materasso senza preavviso e Frisk si passò una mano sul volto, sbuffando. Prese il telefono e guarò tra le notifiche: Alphys aveva pubblicato una foto sua e di Undyne sul loro letto con scritto: “My waifu is real!”.
…cosa volesse dire waifu Frisk non lo sapeva, ma non potè non ridere nel vedere Alphys che teneva il braccio di Undyne per sembrare che la abbracciasse mentre in realtà dormiva come un sasso a bocca aperta.
Notò anche che c’era Papyrus online, anche lui come al solito faceva le ore piccole, e mise un “like” alla foto.
Frisk ripensò a come gli si era rivolta e non potè non starci male.
Guardò le due icone e le fece sparire, e scese dal letto, a piedi scalzi. Aprì la porta lentamente, non voleva che Toriel la sentisse e la rimproverasse, e superò la stanza comune in cui si riunivano senza disturbare Undyne e Alphys che se ne stavano vicine sulla loro branda, e si avviò verso la stanza di Papyrus e Sans.
Quando fu davanti si fermò osservando la porta, tentennando, ma alla fine alzò la piccola mano e bussò.
Quando la porta si aprì Papyrus si presentò con quello che doveva essere il suo pigiama. Aveva acceso una luce che aveva sul comodino e Sans mugugnando si era arrotolato le coperte intorno al corpo per non essere disturbato dal lume. Papyrus guardò Frisk, poi un istante dietro di se, poi di nuovo lei.
-Non dormi, umana?- Chiese, a bassa voce.
-No… io…- Frisk sospirò, allungando una mano e prese una delle sue, scheletriche. Si stupiva sempre di come fossero calde le mani di quei due scheletri, e non gelide come quelle dei manichini che vedeva qualche volta. -..ho avuto un incubo.-
L’espressione di Papyrus cambiò, e stupito si abbassò poggiando le ginocchia a terra, così da essere alla stessa altezza della bambina. –Un incubo? E sei venuta dal grande Papyrus perché ti da, di certo, un grande senso di sicurezza, vero?- Chiese lui con un sorriso.
Frisk non potè trattenere un leggero risolino, ma annuì. –Esatto… ti dispiace venire da me fino a che non mi addormento?- Chiese poi, guardandolo.
A Paps si illuminarono gli occhi di gioia. Si alzò in tutta la sua altezza prendendo Frisk sotto le ascelle per sollevarla. –NON TEMERE, UMANA! IO IL GRANDE PAPYRUS VEGLIERO’ SU DI TE TUTTA LA NOTTE SE NECESSARIO! SANS!- Urlò, girandosi verso il letto del fratello. –PELANDRONE! IO VADO CON L’UMANA! DOMANI MATTINA VOGLIO TROVARTI SVEGLIO AL MIO RITORNO!-
L’unica risposta che ricevette fu un mugugno e una mano che usciva da quell’amalgamato di coperte e lenzuola che si agitava in modo pigro e addormentato. Papyrus chiuse la porta, allora, e tenendo Frisk in braccio si avviò con fare trionfante verso la camera della bambina. Non si fece nemmeno problemi quando passorono vicino a Undyne e Alphys, dove la prima delle due alzò la testa guardandoli assonnata, per poi sorridere divertita e salutarli con una mano, gettandosi poi nuovamente con la testa su uno di quei cuscini scialbi che erano riusciti a procurarsi.
Finalmente in camera, Frisk venne messa con delicatezza sul letto e Papyrus si accomodò accanto a lei. Frisk ridacchiò e gli saltò sul petto, come ad abbracciarlo.
-Soffri il solletico Papy?-
-OVVIAMENTE NO UMANA!- Frisk agitò un dito davanti al suo naso, per fargli capire di fare più piano, Papyrus sussultò e cambiò tono ti voce, abbassandolo. –Ovviamente no, umana, il grande Papyrus non soffre il solletico.-
Frisk ci provò, ma come aveva detto lui, nulla. Lei rise appena, per poi mettersi con la testa appoggiata a una sua spalla.
Papyrus sembrava contento.
-Papyrus?-
-Dimmi, umana.-
-Mi dispiace per prima…-
Papyrus le lanciò una leggera occhiata, poi però sorrise. –Tranquilla, umana. Non sono arrabbiato. Avrei solo voluto sapere se potevo fare qualcosa per farvi fare pace.-
-Sai… credo che dovremo farlo da noi.- Frisk sospirò pesantemente.
-Sans non mi dice mai se qualcosa non va. Forse crede che sia stupido.-
-Sans non crede che tu sia stupido.- Frisk corrugò la fronte. –Non vuole farti preoccupare…-
-Sono suo fratello, lo conosco fin troppo bene per capire se qualcosa non va oppure no!-
-Vero, sei bravo… molto bravo.-
-Umana, mi prometti che se potrai… farete pace?- Chiese piano lo scheletro. –Non mi piace vedere le persone a cui voglio bene litigare.-
Frisk abbassò lo sguardo, ma rispose a Papyrus con un sorriso, annuendo. Paps sembrò tranquillizarsi.
Pace? Con Sans?
Frisk ora come ora era così arrabbiata con lui che solo la sua presenza la infastidiva, ma non voleva deludere Papyrus. Forse un modo per fare pace c’era?
…che Sans ammettesse di aver detto delle cose cattive, ecco qual’era il modo più veloce. Mentre Frisk poggiava il capo sulla spalla di Papyrus si morse le labbra, pensierosa.
Per ora aveva risolto senza CARICARE, ma doveva trovare una soluzione. Con Papyrus era stato semplice ma se fosse accaduto nuovamente come con Undyne? Non poteva permetterlo. Doveva stare più attenta.
Quando Papyrus chiuse gli occhi Frisk si concesse di dare uno sguardo alle icone CARICA e RESET, ma nulla era cambiato. Una luminosa e l’altra spenta. Non capiva… ci avrebbe pensato il giorno dopo, riposata e con più calma.








Gettatasi sul suolo, Frisk sputò la terra che le era finita tra i denti.
-“…ti prego.”- una voce, roca, debole, venne da dietro le sue spalle. Frisk si volse, con un sorriso.
Uno dei tanti froggit che aveva incontrato per le rovine era piegato su se stesso, un taglio rosso sul suo addome. –“Non voglio combattere.”-
Dalla bocca di Frisk uscì una risata. Si avvicinò, staccando un ramo da quello che pareva un albero morto, secco, e grigio… staccò una parte, così da renderla appuntita.
Il suo corpo si muoveva senza che lei lo volesse, e la cosa la spaventò.
Era la stessa sensazione che aveva provato poco prima di uscire dal Sottosuolo.
-“Abbi pietà.”- gemette, il piccolo mostro.
Dalla bocca di Frisk uscì di nuovo una risata e scagliò il ramo contro Froggit. Chiuse gli occhi.
Una sensazione di calore passò dal braccio fino al suo petto, e sentì il cuore pulsare forte, con veemenza.
Quando riaprì gli occhi vomitò.
Barcollò e gettò in avanti il suo corpo, così da finire in ginocchio, . Alzò la testa, e ciò che restava di Froggit era un cumulo di polvere.
All’improvviso però, la mano prese ad agitarsi, e prese il bastone nuovamente tra le dita. Un altro froggit era oltre a una porta, lo sguardo spaventato.
-Ferm…- Le gambe si mossero da sole, e il mostro non ebbe il tempo di scansarsi.
Il bastone si conficcò dentro di lui, e con facilità, Frisk sollevò quel corpicino trafitto. Lentamente Froggit tremava ancora per il dolore mentre le sue zampe si tramutavano in polvere lentamente.
=) F E R M A R M I ?=)
Una voce non sua uscì dalle labbra.
=) P E R CH E’ ? =)










-FRISK!-
La bambina sussultò, sgranando gli occhi. Il volto di Papyrus proprio dinanzi a lei. La teneva sotto le ascelle, alzata dal letto, e quando lei si svegliò Papyrus parve rilassarsi.
-FINALMENTE UMANA! NON TI SVEGLIAVI PIU’!-
Frisk battè le palpebre qualche volta, prima di capire che era stato un incubo.
Wow, aveva mentito dicendo di aver avuto un brutto sogno e non appena si era addormentata ne aveva avuto uno. Giustizia divina? Forse. Sta di fatto che ancora papyrus la teneva alzata.
-Papy… mi puoi lasciare?- Chiese, piano, in un sospiro. . .
-Ah.. si si certo!- Papyrus parlava ancora piano, e continuava a osservarla. -Ancora un brutto sogno umana?-
-Credo… di si.- Frisk gemette, stropicciandosi gli occhi. -Credo di si non saprei.-
-Tranquilla, sei con il grande Papyrus, non devi temere alcunchè!-
Frisk semplicemente si appoggiò a lui, in silenzio. Aveva le punte delle dita fredde e si sentiva stanca, le palpebre pesanti. Chiuse gli occhi. Non si addormentò immediatamente ma almeno ebbe tempo di rilassarsi scacciando il ricorso di quell’incubo.
Quando finalmente si addormentò, si accasciò su Papyrus, che la stringeva con un solo braccio. Magari fare pace con Sans fosse stato facile come con Paps.





La mattina seguente Frisk non ebbe tempo per pensare ai due tasti di RESET e CARICA. Si gettò giù dal letto con Papyrus e si presentarono insieme a colazione.
-Ecco dove eravate finiti allora!- Undyne stava bevendo un caffè caldo mentre Alphys ancora mezza addormentata cercava di mettere a posto alcuni fogli sparpagliati sul comodino del soggiorno.
-MIO FRATELLO?- Chiese immediatamente Papyrus, andando ad aiutare Toriel a servire i biscotti al cioccolato e la caffettiera ancora calda.
-Credo sia uscito Papyrus, quando mi sono alzata la caffettiera era giá pronta e una tazza era sul lavello.- Toriel pareva stanca, stava lavorando come una matta insieme ad Asgore per cercare accordi e tranquillizzare le due razze.
Come a chiamarlo ecco anche Asgore. Si presentò con addosso giá il suo mantello e la sua veste reale, ma ancora doveva sistemarsi i lunghi peli e barba biondi che gli ricadevano sulle spalle, quindi ciò che rimaneva di Asgore era una figura con quello che sembrava un parrucchino arruffato e informe.
Frisk cominció a ridere quando lo vide, accompagnata da Undyne che ridacchiò, anche il re dei mostri si lasciò contagiare, mettendosi a sedere dopo aver preso una teiera per farsi il thè.
Si sedette accanto a Frisk, e le fece un cenno con la teiera. –Posso?-
Frisk annuì e prese la sua tazza dallo scolapiatti, facendosela riempire di thè.
Inutile dire che come riusciva a farlo Asgore non lo faceva nessuno, Undyne si avvicinava al suo livello ma nessun altro riusciva a trovare la giusta dose di acqua e infuso come lui. Bevve in pochi sorsi la bevanda calda, chiedendone una seconda tazza.
-Frisk, attenzione o ti verrà l’aria alla pancia… oh grazie Alphys per avermeli stampati.- Toriel prese dei fogli che Alphys le consegnò.
-D…Di nulla!- Alphys si sedette sul lato del tavolo, predendo anche lei del thè.
Frisk si meravigliava sempre di vederli tutti insieme. Si meravigliava di più quando Toriel non lanciava occhiatacce ad Asgore, e anzi, come in quel momento, ci parlava… di lavoro, certo, ma ci parlava.
-Credo dovresti dirle tu queste cose.-
-Perché sono grosso e faccio paura?-
-Non hai fatto paura a una bambina di undici anni, figuriamoci.- Toriel bevve la sua tazza di caffè mentre Asgore la guardava con le sopracciglia corrugate.
Frisk alzò un sopracciglio, guardando Asgore, ma non disse nulla. Esordire con un “non è vero mi ha fatto così tanta paura che me la stavo per fare addosso” non era certo la cosa migliore, nessuno lo avrebbe apprezzato o colto quel briciolo di ironia che Frisk avrebbe voluto.
-Alphys, a che ore devi essere al centro?- Undyne giocherellava con una delle creste della dottoressa, che stava diventando color pomodoro.
-A…A… Alle… Alle nove…-
-Ancora gli amalgamati?- Frisk drizzò la testa.
Alphys annuì. –Le loro famiglie stanno facendo un lavoro straordinario, ma preferisco tenerli sott’occhio ancora per un po’.-
-Ti va se vengo ad aiutarti oggi?- Frisk sorrise, mentre prendeva uno dei biscotti e lo addentava. Era amaro. Dovette mandarlo giù con un sorso di thè, dolce… erano al cioccolato fondente, e a lei non piaceva.
-Ah… c…credo di si… sempre che Toriel voglia.-
-Mamma posso? Posso?- Frisk si volse subito verso Toriel, che era rimasta a guardarli con gli occhiali da vista leggermente abbassati e occhi sgranati. Balbettò qualcosa, poi sospirò.
-Entro pranzo voglio che Frisk torni qui, va bene?-
-Certamente! Vero Alphys?-
-S…Sicuro!- La dottoressa sorrise, e poi guardò Frisk, annuendo. Finalemnte avrebbero passato qualche ora insieme, non ne avevano avuto l’occasione da quando era finito tutto.
Avrebbe pensato dopo ai tasti che non funzionavano, per ora, magari, faceva altro. Anche Toriel lo diceva, che spesso alcune soluzioni vengono senza pensare al problema.
Lei e Alphys uscirono di casa tenendo sotto braccio un saccottino dove Toriel aveva messo un panino e una mela per entrambe, Papyrus le accompagnò per la piazzola che incorniciava gli appartamenti che erano stati dati ai mostri, per poi continuare in altri palazzi. Tutti stipati lì in piccoli appartamenti, ma il popolo del sottosuolo sembrava a suo agio.
Forse non era poi cambiata molto la situazione da quando erano usciti, erano costretti comunque a stare dentro a posti stretti e bui. E umidi.
A Frisk dispiaceva, molto, ma non poteva fare nulla ormai, una gran parte del lavoro era in mano ad Asgore e Toriel.
I volontari pro-mostri facevano molto per loro, ma c’erano anche i protestanti anti-mostri (così li chiamavano alla radio), che volevano solo rivedere i mostri nel sottosuolo.
Quelli spaventavano Frisk.
Non poteva non pensare a quando, per la prima volta, si sentì di un’aggressione: era stato Doggo a salvare uno dei Temmie che si era avvicinato, attirato da quei maledetti. Avevano tirato le orecchie e stavano per portare via il povero Temmie oltre alla barricata quando Doggo si era precipitato e aveva difeso il povero, ingenuo, mostro.
Da allora i turni di Undyne, Papyrus e Sans erano aumentati: sentinelle e guardie reali dovevano fare il doppio del lavoro per tenere lontani i protestanti, che nei primi giorni continuavano costantemente a voler oltrepassare le barricate e le reti che erano attorno al campo di fortuna. Due settimane prima avevano cominciato a buttare oggetti oltre le reti e avevano preso Papyrus in testa con un masso. Undyne era andata su tutte le furie e aveva fatto comparire le sue lance blu, ma non aveva scagliato alcun colpo. Aveva solo spaventato a morte quelli che erano in prima e seconda fila.
Papyrus stava bene, per fortuna, ma non potevano permettere agli amalgamati e ai mostri con gli aspetti più “pericolosi” di allontanarsi dal centro del campo, quindi persone come Grillby, Shyren, MadDummy, Napstablook o Shyren erano tenuti negli appartamenti più interni.
Salutarono un gruppo di volontari mentre camminavano, e arrivarono al capannone in cemento armato e ferro dove era stato preparato uno studio solo per Al, dove teneva dei suoi documenti, delle stampe e due computer, alquanto vecchi, che era riuscita a far diventare tre volte più potenti con qualche pezzo di ricambio preso da alcuni elettrodomestici in casa. Infatti la lavastoviglie che avevano, per quanto vecchia, non funzionava più perché i componenti servivano ad Alphys.
Si sentì subito un ansimare e dei passi pesanti.
L’Amalgamate stava correndo verso Alphys contento e scodinzolando, mentre le sue zampe si muovevano freneticamente e i volti nelle sue ombre diventavano di colpo pieni di gioia.
Quando si accorsero però di Frisk, l’Amalgamate si boccò e si mise in posizione di gioco, pronto a scattare. Girò su di se mentre perdeva qualche pezzetto di se, che si riattaccava come una calamita al suo corpo lentamente, mentre attendeva di poter giocare con Frisk.
Beh, lei se lo era fatto amico lanciandogli la sua padella vecchia e arrugginita.
La bambina rise, e dato che non aveva nulla da lanciargli gli diede solamente delle grattate dietro le numerose orecchie, facendo cadere l’Amalgamate a terra mentre agitava un paio delle zampe, godendosi la grattata.
Papyrus sorrise, poi guardò entrambe. –DOTTORESSA ALPHYS, UMANA, IO VADO A CERCARE MIO FRATELLO E NON VOGLIO FARE TARDI AL MIO POSTO DI GUARDIA. CI VEDIAMO STASERA!-
Stava per uscire, quando Frisk lo chiamò. –Papy!-
Lui si volse. –SI?-
-…Stai attento, ok?-
Papyrus parve commosso dalla sua preoccupazione e corse ad abbracciarla. –OH UMANA! TU CHE TI PREOCCUPI COSI’ TANTO PER ME! UNO DEI MIGLIORI AMICI CHE POTESSI DESIDERARE! MA NON TEMERE, IL GRANDE PAPYRUS NON TEME E RISCHIA ALCUN PERICOLO! NYE EH EH EH.- E corse fuori.
Frisk lo guardò andare via, per poi scambiarsi un’occhiata con Alphys scrollando le spalle.
La giornata fu abbastanza lunga fino a mezzogiorno: dare da mangiare agli amalgamati, dare le nuove istruzioni alle famiglie per accudirli meglio, fare le fotocopie ad Alphys… insomma, non c’era di cui annoiarsi.
Fecero uno spuntino a metà mattinata dove Alphys le fece vedere una piccola anteprima di MewMew Kissy Cutie, e Frisk le promise che prima o poi lo avrebbero guardato.
La mattina continuava, e durante la stampa di nuove pagine da aggiungere ai tomi di Alphys, a Frisk venne un’idea.
-Al?- Chiamò l’amica, poco distante. –Posso farti una domanda?-
Alphys non alzò la testa dal tavolo. –Mhm? Si…?-
-Come faccio a riparare un interrutore che non funziona più?- Chiese la bambina controllando a che punto fosse la stampa.
Alphys scrollò le spalle mentre continuava a scrivere. –Dipende da che tipo di interruttore sia: potrebbe esserci un cavo rotto, o non arriva la corrente.-
-No… non un interruttore che puoi toccare… uno che… a cui non puoi arrivare.-
La ex-dottoressa allora si volse, e ci pensò su. –Co…Come mai questa domanda? E’ un indovinello forse?-
-Solo curiosità!-
-Beh… è un interruttore che non puoi toccare…ha la corrente?-
-Non proprio… va con altre cose, un’energia diversa.-
-Se non puoi toccarlo ci sarà un telecomando forse per farlo, o il battito delle mani… sta di fatto che forse potrebbe essere che c’è qualche cosa che disturba il segnale e il funzionamento dell’interrutture. Come… sai… ehm… l’energia solare: se non c’è il sole i pannelli non trasformano i raggi in elettricità.-
-Ah.- Frisk abbassò appena lo sguardo sulla stampa finita. –Solo questo?-
-Ecco… tutto ciò che mi viene in mente è questo, oppure è una cosa differente?-
-no no… va bene.- Frisk sorrise portandole i fogli. –Altro, capo?-
Alphys rise appena, un po’ a maialino, ma poi la fece sedere vicino a lei, così che potesse dettarle alcune serie di numeri e lettere. Frisk ogni tanto chiedeva curiosa di cosa si trattava e Alphys, balbettando sempre meno, le spiegava ogni cosa. Da quando erano usciti Alphys era cambiata tanto, probabilmente merito di Undyne, che le dava una spinta in più.
Arrivata l’ora di Pranzo Frisk decise di avviarsi per tornare a casa. Salutò Alphys e dopo l’ennesima grattino alle orecchie dell’Amalgamate si diresse fuori. Salutò Dogaressa e Snowdrake che stavano entrando al momento per occuparsi dei loro cari.
Camminando vidde che alcuni mostri erano fuori, e mentre faceva i passi su per le scale del suo palazzo pensò alle parole di Alphys:
I pulsanti funzionavano con la sua DETERMINAZIONE, che poteva mettere nel problema sotto forma di elettricità, l’interruttore erano invece il tasto CARICA, a cui però non arrivava l’energia. Di certo non passava per le sue braccia perché altrimenti avrebbe fnzionato… ma cos’era ciò che “disturbava il segnale”? Cos’era che rovinava la recezione del pulsante?
Frisk ci pensò su, cosa era accaduto in quel periodo?
La risposta le venne immediatamente in mente.
La sua litigata con Sans, ciò che era accaduto con Undyne prima dell’ultimo caricamento e come aveva risposto a Paps…
Forse erano quello ciò che interferiva con il segnale?
Beh, Papyrus e Undyne li aveva risolti, in modi diversi ma ad uno aveva chiesto scusa e l’altra invece non si ricordava nemmeno cosa era accaduto.
Il problema era Sans allora.
E ti pareva.
Bussò alla porta e Toriel aprì, facendola accomodare per il pranzo. Erano solo loro due in casa, come spesso accadeva, e Toriel ancora guardava quei fogli.
Frisk mandò un boccone di pane e prosciutto giù per la gola prima di parlare. –Mamma, cosa sono?-
-Oh… nulla cara.- Toriel però li guardava sempre con un’espressione dura. –Discorsi che Asgore ha scritto, sto correggendo alcune cose.-
Nonostante tutto, la situazione non era cambiata: a quanto aveva sentito era Toriel quella dietro alla maggior parte delle scelte di Asgore, perché era più concreta.
-Posso sapere per cosa?-
-Parleremo per una nuova intervista… non sappiamo quando… ma vogliamo far capire che non siamo qui per recare danni…-
-Ma… il mio discorso allora non è valso a nulla.-
Toriel si girò a guardare Frisk, alzando le sopracciglia, e un dolce sorriso comparve sul suo volto. Accarezzò la guancia della bambina con delicatezza. .-Tesoro mio, certo che è servito. Se non ci fossi stata tu, bambina mia, nulla di tutto questo sarebbe potuto accadere, sarebbe andato tutto per il peggio, e forse ora saremmo in una guerra ancor più peggiore di quella precedente tra Umani e Mostri. Non dire che ciò che hai fatto non è valso a nulla, perché non è assolutamente vero, anzi… anzi renditi conto che sei stata indispensabile, per ognuno di noi.-
Un flebile sorriso comparve sul volto di Frisk, che non era troppo convinta, ma annuì. Forse la mamma aveva ragione.
Aiutò Toriel a sparecchiare e a pulire casa, mentre fuori di nuovo delle nuvole scure coprivano il cielo azzurro, lentamente anche alcuni tuoni arrivarono e la pioggia cominciò a cadere.
Frisk accese la radio, così da sentire un po’ di musica.
A un certo punto ecco che venne fuori una canzone, che conosceva anche fin troppo bene. Sorrise. La sua canzone preferita.
Quando cominciò a cantarla usando la scopa come microfono rise passandolo a Toriel, che però non conoscendo le parole se le inventava. Arrivò a fare una strofa che diceva quanto le lumache fossero buone da mangiare. La bambina rideva come una matta.
La canzone sciamò lentamente, mentre Frisk preparava un sacco della spazzatura da portare giù la mattina dopo. Canticchiava ancora quel motivetto che si ripeteva, allegro, quando Toriel si fermò, ascoltando la radio, in silenzio. Si portò una mano alla bocca.
Frisk non aveva sentito cosa stavano dicendo e si avvicinò. –Mamma?-
-F…Frisk, vai in camera…-
-Perché?- toriel la prese per una mano delicatamente, ma non spense la radio, e la notizia continuò ad andare e Frisk non potè non sentire cosa veniva trasmesso.
-“…un gruppo di protestanti ha fatto breccia da una delle staccionate e ha oltrepassato la rete, hanno petardi, bastoni… e… ommioddio.”-
La giornalista della radio si ammutolì, mentre Frisk faceva forza per non essere buttata nella sua camera, dove non avrebbe potuto sentire.
-“…c’è un mostro a terra… le forze dell’ordine stanno intervenendo… ommioddio. Hanno ucciso un mostro.”-
Altre voci si alzarono, e la bambina sentì chiaramente la parola ‘polvere’. Il cuore le saltò un colpo.
Toriel si era bloccata ad ascoltare, e dovette darsi un grosso scrollone prima di tornare a far camminare Frisk, che ascoltò le ultime parole provenienti dalla radio prima di vedere solo la porta chiusa e sua madre che le diceva di starsene dentro e di non preoccuparsi: -“Il re dei mostri è intrvenuto e ha alzato un muro di fuoco intorno a lui e ai mostri, mentre i poliziotti allontanano e arrestano più persone possibili… “- Frisk si rannicchiò contro la porta, guardando avanti a se, spaventata e impaurita.














Era tardi ormai, e Frisk era stata fatta uscire da camera sua per attendere gli altri insieme a Toriel. La prima a rientrare fu Alphys, che fece un timido sorriso, spiegando che le cose ora erano calme e che era tutto sotto controllo.
-Chi hanno ucciso?- Frisk non ci pensò due volte a chiederlo.
Alphys la guardò, mordendosi le labbra. Ma scosse la testa. –Non lo so, sono rimasta chiusa dentro al capannone per assicurarmi che nessuno si facesse male, e non ho avuto altre notizie.-
Toriel strinse le spalle di Frisk dandole un bacio sulla cute, ma non disse nulla.
La bambina però era peoccupata, dove erano tutti? Undyne, Asgore, Papyrus… e Sans? Dove erano andati a finire? Passò un’altra ora, poi un’altra dove il silenzio regnava sovrano nell’appartamento.
All’improvviso la porta si aprì, e rientrarono tutti e quattro. Sans e Papyrus furono i primi a rientrare, Papyrus aveva lo sguardo estremamente triste, Sans semplicemente guardava a terra, Asgore e Undyne invece sembravano distrutti, oltre che stanchi erano amareggiati e… pareva che Undyne avesse gli occhi rossi ai bordi, leggermente.
Alphys si gettò verso Undyne, prendendole le mani. –Undy! Undy stai bene vero? Non sei ferita! Mi hanno detto che c’eri anche tu…!-
Undyne guardò Alphys, per poi mettersi in ginocchio e l’abbracciò forte, affondando il volto sul suo camice coperto da un maglione inferltrito di lana rosa caramella. Alphys rimase immobile, prima di ricambiare l’abbraccio incerta.
Frisk guardò tutti quanti, mentre Papyrus andava verso camera sua e Sans si sedeva al tavolo, prendendo una penna e facendola rigirare tra le dita ossute.
-Asgore.- Toriel guardò il re dei mostri, che teneva, con sguardo pieno di tristezza, in mano il suo tridente rosso in una stretta forte e rigida.
-Hanno fatto breccia in una delle barriere tagliando la rete. Non c’erano guardie o sentinelle al momento in quella zona.- Sospirò, passandosi una mano sul volto, massaggiandosi gli occhi. –Ma c’era Gerson.-
A Frisk venne un colpo.
Gerson?
-E’ lui che è morto?- Chiese in un filo di voce la bambina, senza staccare gli occi da Asgore.
Lui fece una smorfia di dolore, per poi annuire senza guardare nessuna delle due.
Ci volle solo un attimo e Frisk scoppiò in un lago di lacrime. Gerson era un tipo strambo a volte, un mostro vecchio con mille storie da raccontare… non ci credeva. Non poteva essere vero. Si portò le mani al volto e lo coprì asciugandosi le lacrime con le maniche della felpa, mentre in silenzio singhiozzava.
Non lo conosceva bene come Asgore o Undyne, ma non era solo per il fatto che era morto per cui soffriva.
No.
Era che aveva sperato che qualcosa fosse cambiato e invece c’era gente che provava a far loro del male.
Non era giusto.











Vennero organizzati subito I funerali di Gerson, la mattina dopo, con il silenzio generale, Asgore tenendo in mano un vaso chiuso accuratamente, passò per la piazzola che ornava i palazzi dove vivevano con altri mostri, con passo deciso ma volto contratto in una smorfia di dolore.
Gerson lo conoscevano quasi tutti.
Gerson, il Martello della Giustizia.
Dietro ad Asgore c’era Undyne che camminava lentamente.
Frisk stava guardando tutto dalla finestra di camera sua.
Si volse a guardare le icone di RESET e CARICA, ma nulla era cambiato. Il RESET era luminoso, ma il CARICA spento.
Non poteva fare nulla, aveva guardato per l’intera notte il tasto CARICA, ma non poteva fare niente se non starsene a guardare quel funerale dalla finestra.
Non aveva idea in cosa le ceneri di Gerson sarebbero state messe, ma sperava che ora potesse riposare in pace. Chissà quanti anni aveva sulle spalle, quel mostro tanto bizzarro quanto gentile e divertente.
La cerimonia avrebbe preso ancora molto tempo ad Asgore e Toriel, e Frisk decise di uscire. Voleva vedere come avevano fatto quei maledetti a entrare.
Indilò gli scarponi e scese, facendo attenzione a non farsi notare da Toriel che le dava le spalle e sgattaiolò via verso la vecchia piazza dove erano stati messi un mese prima appena arrivati.
Fango e pozzanghere la facevano da padrone, e ora vedeva più spesso poliziotti e forze dell’ordine girare lì intorno. Il posto dove Gerson era morto non era lontano e dove doveva esserci un buco nella rete c’era una lastra in acciaio.
Non potevano metterla prima?
L’odio di Frisk si fece risentire. Gli esseri umani erano così stupidi.
Si guardò intorno, non era lì solo per vedere dove Gerson fosse deceduto, era per cercare anche Sans. Faceva il solito turno, quindi prima o poi loa vrebbe scovato. Camminò a lungo per la piazza, prima di scorgere il blu della sua giacca poco lontano. Deglutì, per poi avvicinarsi mentre i suoi scarponi erano sporchi fino ai lacci di avqua e fango. Lo scheletro se la ritrovò di fianco e sussultò quasi, pareva sovrappensiero, e guardò Frisk stranito.
-Bambinetta.-
-Ehi.-
-Dovresti essere a casa.- Disse solo lui, continuando a camminare a guardare la rete alzata intorno al loro campo.
-Lo so, ma volevo parlare con te. Da sola.-
-Senti senti… ti ci è voluto la morte di un mostro per deciderti?-
-Decidermi a fare cosa? Sei tu che hai sbagliato.-
Anche se Frisk era furba, restava comunque una bambina ancora. E quando finì la frase Sans si volse di scatto, rallentando per un istante il passo, per poi continuare.
-Non puoi dire che non è vero.-
-Sei tu che hai giocato con noi, ragazzina.-
-Io non ho giocato con nessuno Sans! E voglio che tu lo capisca!...-
-L’altro giorno sono caduto in una pozzanghera, non perché sono sbadato Frisk. Perché ho sentito un senso di vuoto alla testa e alla memoria. Credi che non me ne sia accorto?- Disse con basso e profondo. –Dimmi, cos’hai fatto? Cos’è successo? Sai, io non posso ricordarlo perché tu giochi con il tempo e i ricordi delle persone.-
-Io non gioco a niente! – Disse Frisk, senza però rispondere alla domanda.
-Dimmi cosa è successo, e potrei considerare l’idea di perdonarti.-
-Perdonarmi? Ma sei tui che mi hai accusato ingiustamente!-
-Senti, ragazzina. Non ho intenzione di stare qui a farmi dire cosa ho fatto e devo fare da una bambinetta di undici anni. Molla l’osso e ammetti che hai commesso degli errori.- Sans fece una smorfia. –Le cose si superano, con il tempo. Il tempo dovrebbe risarcire le ferite, giusto?- Disse con tono amaro, avanzando poi di nuovo e a passo veloce.
Frisk si fermò e lo guardò senza sapere che fare. Battè un piede a terra. –VAI AL DIAVOLO!- Strillò.
Se ne fregò delle occhiate che i mostri e le forze dell’ordine le lanciarono in quel momento di lutto generale, e corse a casa. Ancora Toriel era fuori per le ultime cerimonie la bambina salì di corsa le scale.
Che andasse al diavolo. CHE ANDASSE AL DIAVOLO!
Aprì laporta dell’appartamento e corse in camera sua. Si gettò sulla branda e si coprì con le coperte.
Come immaginava il tasto CARICA non funzionava. Le venne la malsana idea di resettare. Di allungare quella piccola mano verso la scritta.
No, prima di fare quello poteva chiedere consiglio a qualcun altro.
Anche se beh, sapeva che forse sarebbe stato pericoloso.









-----------------------------------------------------------------
.h0I again xD posto questo capitolo scritto velocemente oggi, mi son divertita un po’ e rilassata. Mi dispiace per Gerson, che è uno dei miei personaggi secondari preferiti, ma non trovavo nessun altro che si potesse imporre come lui, anche solo a parole, a dei vigliacchi e omicidi (pensate solo a ciò che dice durante la GENOCIDE <3 ), e mi sono immaginata che sarebbe stato anche la prima vittima di un possibile assalto come questo, mettendosi in prima fila. Gerson, Hammer of Justice.
Stringiamoci intorno ad Undyne e fatele tanti *pat pat* sulla testa blu.

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Capitolo 08- Una cattiva idea ***


Frisk si presentò da Undyne con una tazza di cioccolata calda, porgendogliela. Undyne osservò la tazza fumante, e sorrise, scompigliandole appena i capelli.
-Grazie piccola punk.- E bevve un sorso.
A Frisk dispiaceva solo vedere la sua amica così giù di morale, ma non aveva idea di cosa potesse fare. Anche Asgore era stato per un intero giorno con lo sguardo cupo.
I primi ad arrivare, a seconda delle ricostruzioni che Frisk sentiva alla radio, erano stati Undyne e Asgore perché erano in zona insieme. Undyne aveva visto Gerson tramutarsi in polvere davanti ai suoi occhi. Frisk durante uno dei RESET aveva scoperto che da piccola la guerriera stava spesso dietro a Gerson, seguendolo ogni dove.
Alphys purtroppo era spesso fuori, e anche in quel momento non c’era, ma quando tornava era tutta solo e soltanto per Undyne, se la coccolava come fosse un peluche.
Frisk si mise a sedere accanto ad Undyne sulla sua branda mentre, dopo il rientro dal funerale, tutti stavano in silenzio dentro la casa che ora odorava di cioccolato. Toriel porse una tazza anche a Frisk che bevve lentamente.
A mancare al momento erano anche Sans, Papyrus e Asgore.
Asgore era andato via con una faccia terribile.
Pareva stesse per scoppiare di rabbia, ma subito dopo la sua espressione cambiava addolcendosi, rivelando solo un’espressione triste.
Un lungo sospiro, e Frisk poggiò la tazza per metà finita sul tavolo e prese la mano di Undyne, scese dalla sedia e strattonò appena l’amica.
-Ehi, che intenzioni hai piccoletta?- Chiese Undyne con un sorriso tirato.
Frisk la tirò di nuovo ed Undyne fu costretta ad alzarsi, era alta quasi il doppio della bambina, se non più. Frisk le abbracciò le gambe, l’armatura era fredda, al contatto.
Undyne le mise le mani sulla testa accarezzandola. –Guarda che sto bene, punk.-
-No, non stai bene.- Frisk si sentiva in colpa. Se solo avesse potuto caricare avrebbe potuto evitare a tutti quel dolore, prevenire ogni cosa. –Mi dispiace tanto Undyne, davvero.-
-Purtroppo le cose non si possono cambiare, e il momento di dire addio arriva per tutti Frisk, prima o poi. Ma la tristezza passerà, vedrai.- Undyne sorrise con i suoi denti affilati, che una volta terrorizzavano la bambina a morte. –E poi Gerson non avrebbe voluto vederci tutti così tristi, pensaci un po! Ci avrebbe riso in faccia e presi in giro per settimane, soprattutto a me, pensa te quanto mi avrebbe rinfacciato questo malumore!- Si mise in ginocchio, e le presentò il pugno. –Batti qua.-
Frisk era lì lì per piangere, poi tirò su con il naso e battè il pugno… poi scoppiò in lacrime gettandosi al collo dell’amica abbracciandola.
Era finita con Undyne che doveva consolarla, quando il piano originale era consolare Undyne. Bell’amica che era.
Ma era amareggiata e delusa da se stessa. Se c’era un modo per riuscire a CARICARE nuovamente, doveva trovarlo, doveva cercare di far tornare tutto a posto.










Il cellulare segnava le 3:07 quando Frisk si alzò dal letto e infilò la sua solita felpa viola.
Fece calzare gli scarponi da trekking. Se partiva ora forse riusciva a tornare entro sera. Avrebbe risolto tutto e la ramanzina di Toriel sarebbe stata poi cancellata da un caricamento, un caricamento dove Gerson era ancora vivo e dove Frisk avrebbe potuto evitare quella tragedia.
In silenzio sgattaiolò fino alla sala comune, Alphys e Undyne dormivano abbracciate l’una di fianco a l’altra, dalla stanza di Toriel nemmeno un rumore e luci spente ovunque, Frisk si illuminava intorno con la luce dello schermo del telefono. Fece girare lentamente la chiave della porta senza fargli fare rumore, ed uscì.Tirò un respiro di sollievo quando fu sicura che nessuno l’avesse sentita.
Si girò per imboccare la tromba delle scale e sbattè contro un qualcosa di morbido il proprio naso.
-Dove pensi di andare bambinetta?-
Frisk si massaggiò il naso, guardando Sans illuminato solo dalla luce del cellulare. Aveva un che di inquietante in quel modo, ma a Frisk ormai lo scheletro non faceva paura, non dopo la terza volta che gli aveva detto che, praticamente, avrebbe potuto ammazzarla sul posto in un istante.
La squadrava da capo a piedi, con il solito sorrisetto.
-Che te ne frega?- Chiese Frisk, in un filo di voce, superandolo. Scese le scale, sentendolo però dietro di se mentre parlava.
-Non è presto per i bambini come te per andare a giocare?-
-Stai. Zitto.-
-Uh, alla ragazzina non manca la spina dorsale. Parli così a tutti gli adulti in questo modo?-
-Solo alle teste d’uovo come te.-
-Eh, questa era carina.-
Frisk si girò per mandarlo a quel paese, ma Sans non c’era. Corrugò la fronte e le venne un mezzo infarto quando lo trovò davanti al volto una volta giratasi per continuare a scendere. –Sembra quasi tu abbia visto un mostro-
-Vai al diavolo, non dovresti essere in camera?-
-Mi hai svegliato tu.-
-Si, e io devo crederci. Magari sei andato a rubare qualche scorta di ketchup da qualche parte.-
- Allora? Dove si va di bello in gita?-
Dio, quanto le dava sui nervi.
-Non ti piacerebbe venirci, quindi affari miei.-
-Senti, Toriel si preoccuperà da morire se non ti trova domani mattina in casa, quindi dammi retta e torna su.-
Frisk fece una smorfia con il naso, guardandolo sprezzante. –Tanto non ricorderete nemmeno che sono uscita, non ti preoccupare.-
In quell’attimo Sans parve scrollarsi, e osservò Frisk con espressione stranita. La guardò alquanto confuso, prima di parlare. –Ah… quindi… ecco cosa era accaduto quella volta giorni fa. Avevi fatto una marachella tanto per provare e poi sei tornata indietro per cancellare il tuo errore?-
-L’unico errore che ho fatto Sans è stato darti fiducia. Se devo fare questa cosa è solo colpa tua.- Sibilò la bambina, tenendo la borsetta, vecchia e sporca, con ambe le mani. –Ricordatene.-
-Davvero? Sai… PROBABILMENTE NON RICORDO COSA TI HO FATTO QUINDI NON MI SENTO IN COLPA. Magari in uno dei Reset che hai fatto mi sono comportato male? Non capisco davvero .-
Lui ancora continuava a insinuare che lei giocava con il tempo a piacimento. A volte se ne accorgeva, a volte la cosa era più flebile e se ne usciva fuori con un deja-vu, ma quelle continue supposizioni… e accuse.
Mandavano Frisk in bestia.
La bambina scosse la testa e lo superò in silenzio. Sans la prese per una spalla.
-Frisk, sul serio. Toriel morirà di paura se…-
-Toccami di nuovo, e giuro che resetto senza nemmeno pensarci.- Frisk fece comparire la scritta dinanzi a lei, luminosa e piena di vita. Alzò una mano e Sans si bloccò, guardandola.
Rimasero fermi in quel momento, mentre Sans la guardava senza bene cosa fare, e Frisk aveva il coltello dalla parte del manico. Dopo alcuni secondi Frisk sorrise strafottente. –Bravo.-
Scese l’ultima rampa di scale e uscì dalla porta, lasciando Sans indietro con lo sguardo tetro e una gocciolina di sudore che lentamente gli ricadeva lungo la fronte.
Il campo era addormentato e Frisk doveva solo fare attenzioni ai turni di guardia: poliziotti e guardie. Sapeva dove si trovava Doggo. Con lui sarebbe stato semplice passare. Era come giocare a 1,2,3 STELLA.
Camminò in silenzio e senza farsi vedere, e quando trovò Doggo a una delle uscite, utilizzò un metodo un po’ stupido, ma che funzionò. Prese un bastone e glielo lanciò davanti al naso. La sentinella drizzò le orecchie e si gettò a rincorrere il bastone non dominando la sua vera natura, e Frisk ne approfittò per scattare.
Non aveva considerato l’udito del mostro, che si volse con il bastone in bocca scrutando la zona. –CHI C’E’?!- Esclamò drizzando il pelo sul collo. Frisk si bloccò sul posto, sudando freddo e trattenne il fiato. Doggo si stava avvicinando, quando raccolse velocemente un sasso e lo lanciò. Il cane ebbe immediatamente l’impulso di prenderlo al volo e Frisk corse nuovamente. Scavalcò la barricata con un saltello e facendo leva con le mani e cadde ruzzolando oltre di essa.
Dovette avanzare qualche metro a gattoni per non farsi vedere da Doggo, che ora si guardava intorno agitato e confuso.
Quando fu abbastanza lontana si mise a correre. Si ricordava la strada che avevano percorso con i poliziotti non appena erano usciti, e a quell’ora solo poche persone si vedevano al giro, nemmeno un poliziotto, nemmeno le macchine la fermavano continuando il loro tragitto.
Quando fu quasi fuori della città Frisk si concesse di rallentare il passo, ansimando e con il petto che le doleva. Ora sarebbe andata avanti con il flash del cellulare.
Ora erano le 4:30.
Forse entro mezzogiorno riusciva ad arrivare al Monte Ebott.
Avrebbe chiesto aiuto a Flowey.
Era l’unico che poteva aiutarla. L’unico che aveva studiato a lungo quel potere durante il tempo trascorso nela sua maledizione da piantina.
La strada sarebbe stata lunga, ma almeno non avrebbe dovuto temere conseguenze.
Si, assolutamente.
Tutto si sarebbe risolto.
Nessuno si sarebbe ricordato di quello che aveva fatto, nessuno avrebbe fatto del male a Papyrus e a quel povero Temmie, nessuno avrebbe ammazzato Gerson.
Si.
Il vero lieto fine per i mostri.
Camminava a passo deciso e in silenzio mentre nei punti bui faceva luce con il cellulare. Finalmente il sole stava sorgendo, ma quando stava per imboccare la strada che dava per la campagna un tuono squarciò il cielo. Tempo qualche secondo ed ecco che cominciò a piovere a dirotto.
Le gocce erano così fitte che Frisk non vedeva a un palmo dal naso. Si aggrappò ala staccionata che era di lato alla strada e si coprì come poteva la testa con la sua borsetta. Fu costretta a tornare indietro a causa dell’acqua che, non solo cadeva dal cielo, ma che aveva cominciato a scorrere anche sulla strada formando un fiume melmoso e marrone che le arrivava fino alle caviglie. Gemette quando scivolò e per poco non cadde con la faccia nel fango. Riuscì a ripararsi sotto alla fermata di un autobus, la cabina aveva una tettoia in plastica e ferro, ma dovette salire sulla panchina per evitare che i piedi si infradiciassero.
Ciò che vedeva era solo bianco, le macchine che passavano erano lente e non si accorgevano di lei.
Era come se ci fosse una nebbia fitta che scrosciava al suolo.
Frisk non aveva nemmeno un ombrello con se. Dovette attendere… solo che la pioggia quando sembrava stesse per diminuire, tempo un paio di secondi, tornava ad essere uno scroscio continuo.
Si rannicchiò con le ginocchia al petto, quando all’improvviso il cellulare cominciò a squillare. Quando guardò era Toriel. Non rispose.
Ci furono numerose chiamate, sia da Toriel che da Alphy, Undyne e Papyrus. Tutti la chiamavano ma non rispondeva mai.
Impossibile pensare che, forse a un certo punto, li avrebbe visti passare di lì: con quell’acqua non riuscivi nemmeno a camminare.
La strada era diventata un fiume e la bambina di certo non si muoveva da lì. Assolutamente no.
Le chiamate continuavano, e alla fine Frisk spense il cellulare. Erano le dieci di mattina e ancora la pioggia non si fermava.
Si sarebbe risolto tutto. Nessuna preoccupazione e nessuna paura. Nessuna chiamata persa.
Si. Tutto sarebbe andato bene.
Anche se erano in estate ormai, la pioggia aveva portato anche un vento freddo che fece raggelare Frisk costringendola a rannicchiarsi di più. Sembrava un fagotto viola.
L’acqua ora era diventata scura, anche pezzi di terra e rami venivano portati via come nulla fosse. Zolle di terra rotolavano pesanti sull’asfalto.
E nel mentre era passata un’altra ora.
-Maledizione.- Non poteva avanzare, non con quelle gambine da gallinella che si ritrovava. Sarebbe scivolata e caduta più volte di quanti passi sarebbe riuscita a fare per arrivare.
Possibile che continuasse a piovere in quel modo? Non poteva essere. No. Era proprio sfortuna.
Riaccese il cellulare. Vide che aveva ancora una trentina di chiamate perse, e continuavano ad arrivare.
Messaggi, chiamate, chat. Tutto.
Ma non poteva demordere.
Spense nuovamente il telefono, e guardò intorno a lei. Era da sola. Nessuno passava.
E alla fine il suo piano di arrivare per mezzogiorno almeno al Monte Ebott fallì, perché a mezzodì la pioggia stava smettendo di cadere. Quando anche il fiume che si era creato, pieno di detriti, sull’asfalto si calmò, Frisk scese affondando i piedi nella melma.
Doveva correre ora. Non sarebbe riuscita a tornare indietro per quando avrebbe voluto, ma chi se ne fregava? Ci aveva pensato un istante prima.
Avrebbe CARICATO. A nessuno sarebbe importato a che ora faceva ritorno.
Soprattutto a lei.
Camminò dove la melma e i detriti erano meno pericolosi e si preoccupò di tenere sempre una mano sulla staccionata di legno che ornava la strada che dava sul bosco.











Asgore si era messo a cercare Frisk ovunque e aveva allertato anche gli altri mostri. Ma di lei nessuna traccia.
Toriel girava in tondo per il campo, dato che le era stato proibito per ragioni di sicurezza di uscire, e c’erano voluti lui e Sans a convincerla a non oltrepassare la barricata che ora li divideva da un piccolo gruppo di protestanti.
-Notizie?- Chiese vedendo le sentinelle di Snowdin, ma loro scossero la testa.
-Non sentiamo il suo odore da alcuna parte.-
-La pioggia deve averlo portato via.-
Dissero Dogamy e Dogaressa che avevano il volto contorto in una smorfia preoccupata.
Asgore camminò senza curarsi del mantello che diventava sempre più sudicio a causa della fanghiglia che era al suolo, e gettò occhiate ovunque. Negli appartamenti, nei corridoi, nei giardini malconci fuori. Frisk era sparita.
Possibile che una bambina potesse scomparire così velocemente? Ebbe un brivido gelido a percorrergli la schiena, rivivendo quello come quasi un deja-vu.
Si aspettò di sentire qualcuno chiamare aiuto mentre a terra il corpicino di Frisk restava inerme… come accadde con Chara.
La cosa lo terrorizzava.
E inoltre dopo la morte di Gerson due giorni prima non aiutava, la paura che qualcuno le avesse fatto del male era enorme, e lui come Toriel si tratteneva appena dal prendere e uscire dal campo, per cercarla.
-Maestà!-
Asgore si volse, sperando in qualche bella notizia da uno dei mostri, ma comparve davanti a lui il poliziotto che li aveva scortati fino a quella città. Non si ricordava nemmeno il suo nome.
Asgore fece un lieve cenno con la testa, per salutarlo. Che facesse in fretta.
-Scustemi, vostra maestà ma… cosa succede?-
-Frisk è sparita, la stiamo cercando un po’ ovunque, non la troviamo.-
Il poliziotto parve sbiancare un istante. –Posso aiutarvi a cercarla, se volete.-
-Un paio d’occhi in più fanno sempre comodo. –
-…ma prima… vorrei che prendeste questo.- Gli porse una serie di fogli contenuti dentro un fascicolo, inumidito dalla pioggia appena caduta. Asgore corrugò la fronte e prese quei fogli, sfogliandoli. C’era la foto di un bambino sulla prima pagina.
Corrugò la fronte leggendo il nome scritto.
I capelli di Frisk erano tagliati, molto corti, e aveva forse qualche anno in meno, e aveva l’aria triste.
-Cos’è?-
-La regina mi aveva chiesto di cercare qualcosa su Frisk… e non avevo trovato nulla fino a stamattina.-
Asgore lesse i fogli.
Sui fogli c’era scritto che il sesso della bambina era l’opposto. Era segnata come un MASCHIO.
Guardò il poliziotto. –Parliamone mentre la cerchiamo.-











Vide il benzinaio che avevano incontrato a metà strada. Frisk aveva una fame da lupi, non aveva pensato al portarsi uno spuntino, e aveva qualche Gold con se.
Entrò dentro al negozio oltre le pompe e si guardò intorno. L’uomo che era dietro al bancone quando la vide sorrise, i baffi grigi e ispidi che aveva si piegarono in un arco. –Ciao piccolina, cosa cerchi?-
-Una barretta alla frutta, ce l’avete?-
Dopo un istante, l’uomo frugò dietro al bancone e le fece vedere l’unico gusto che aveva, se lo fece bastare e prese la barretta di frutta ai lamponi.
Pagò, mentre l’uomo la scrutava. –Piccolina sei tutta infradiciata, dove sono i tuoi genitori?-
La bambina cercò di elaborare una bugia decente.
-Poco lontani… sa… facevamo una gita e io avevo fame… mi aspettano fuori.-
Conciata come era, infangata e con i capelli arruffati non sembrò riconoscerla, nonostante il suo volto fosse finito su giornali e TV di tutto il mondo della superficie.
Uscì di corsa e riprese la sua marcia superando un gruppo di ragazzi con i loro motorini che parlavano tra loro, mentre addentava la barretta. Ora la strada si stava facendo più libera dai detriti ma ai lati dell’asfalto vedeva bene rami e sassi portati dalla corrente. Almeno stava uscendo il sole.











-…Cosa… starebbe a significare quindi…?- Asgore teneva in mano ancora quel fascicolo e aveva rallentato il passo, mentre leggeva.
-Frisk ha perso i suoi genitori in un incidente da piccola, aveva cinque anni quando è successo.- L’umano accanto a lui faceva però fatica a seguire il suo passo. –Fu affidata ai suoi zii.-
-Non capisco perché qui ci sia scritto “maschio”. Frisk è femmina.-
-Si… ma…- Sospirò. –Frisk non ha un determinato sesso. E’ nata senza.-
Asgore si fermò di colpo, guardandolo con le sopracciglia corrucciate. –Come, prego?-
-Non ha sesso. I genitori decisero che sarebbe stata un maschio quando è nata.-
Asgore più ascoltava e più era confuso. Non capiva perché fosse importante al momento.
Il poliziotto continuò: Sette mesi fa Frisk è caduta nel vostro regno, giusto?-
-…Giusto.-
-Sette mesi fa questi suoi parenti hanno avuto un grosso incidente in montagna con la macchina. Ho fatto qualche ricerca e mi sono informato e… non hanno mai denunciato la scomparsa del bambino…-
Con le sopracciglia corrugate Asgore ascoltava, tenendo ancora i fogli stretti tra le dita, e lesse qualche nota sul fascicolo: faceva impressione leggere quei dati. Immaginava che Frisk fosse orfana, ma che addirittura i suoi stessi parenti non ne avessero denunciato la scomparsa lo rendeva furioso.
-Non capisco il perchè non si siano preoccupati di cercare il bambino.-
Il poliziotto scosse la spalle, non avendo risposte. –Avevo intenzione di chiamarli e di porre delle domande, ma non rispondono al telefono. Ho incaricato un mio collega di continuare a cercare di chiamare queste persone.-
-Lei… suppone qualcosa?- Asgore aveva qualche idea, ma non ci voleva nemmeno pensare. Per lui la famiglia era tutto ciò che aveva avuto, la cosa più importante, e pensare che qualcuno potesse essere così sudicio e menefreghista nei confronti di un cucciolo come Frisk lo metteva enormemente a disagio.
-Non saprei che dire. Forse Frisk è scappata quando c’è stato l’incidente… forse la volevano lasciare lì e sperare magari… beh, il peggio. Non sarebbe la prima volta che ci capitano sotto mano queste cose, sono solo stupito dal fatto che nessuno si sia accorto della scomparsa del bambino… cioè, bambina. Sta di fatto che… sia in una, che nell’altra opzione, Frisk non fosse affatto felice con queste persone.
-ne parleremo direttamente con lei. Quando la ritroveremo. Posso tenere questo, per cortesia?- Asgore mise sottobraccio il fascicolo quando il poliziotto annuì. –Bene, dovrò parlarne con la regina.- Si guardò intorno, cercando con lo sguardo qualche faccia ben conosciuta. Undyne era poco distante e si stava avvicinando a passo deciso.
-Undyne, novità?-
-Non la troviamo da nessuna parte. – Sibilò lei, passandosi una mano tra i capelli mandandoseli indietro. –E’ sparita. L’unica spiegazione è che non sia più qui nel campo.- Undyne si morse il labbro inferiore, con una smorfia furiosa. –Giuro che se le è successo qualcosa…-
Asgore le mise una mano su una spalla. –La troveremo, basta non perdere la calma. Dov’è Toriel?-
-Parlava con Sans, credo. L’ho vista con lui prima mentre era seduta su una panca.-









Toriel aveva messo le mani davanti agli occhi. Sans la guardava mentre le stava di fronte con le mani dentro alle tasche della sua felpa. Sapeva che sarebbe finita in quel modo, e nonostante tutto aveva sperato che la bambina non fosse uscita dal campo.. cosa che probabilmente, invece, aveva fatto.
Come? Non lo sapeva. Era furbetta, la marmocchia.
Ma guardando Toriel in quelle condizioni e Papyrus correre a destra e a manca urlando il nome di Frisk non gli faceva apprezzare quella piccola qualità della marmocchia.
-Tori, vedrai che la troveremo. Ha le gambette corte, non può essere sparita nel nulla.-
Toriel singhiozzò. Se solo Frisk si fosse resa conto di quanto stava facendo soffrire tutti. Anche lui stesso. Sospirò pesantemente mettendo una mano sulle ginocchia dell’amica.
-Se le hanno fatto qualcosa?- Toriel scostò le mani dal volto, guardando Sans. –Se le avessero fatto qualcosa, se le avessero fatto del male… oh non di nuovo…- Toriel strinse le mani attorno al corpo, facendosi più piccola. –Non lo sopporterei… Dobbiamo trovarla.- Si alzò, con il volto contratto dal dolore. Sans aprì le braccia.
-Credo sia meglio che tu ti riposi un po’, Toriel.- Sans sorrise, debolmente, ma ci provò. –Penseremo noi a tutto.- La fece sedere nuovamente e le strinse una mano. –Ho una mezza idea su dove possa essere andata, e poi ancora ho una promessa da mantenere.-
Toriel gli sorrise, con dolcezza. –L’hai mantenuta, anche fin troppo, Sans.-
-Direi che ancora non ho adempiuto bene al mio compito, e tu sei troppo scOSSA per fare altro.-
Toriel cominciò a ridere, la stessa risata a cui Sans si era affezionato la prima volta che sentì la sua voce oltre la porta delle rovine. Lo scheletro parve appena più sollevato nel vederla con un sorriso in volto.
-Vedo se è dove credo io. La prendo e torno.-
-Conto su di te, allora, mucchietto d’ossa.- Toriel gli sorrise, ma non pareva troppo convinta. Sans si volse e si allontanò senza alcuna fretta, mentre intorno a lui i mostri erano impegnati nella frenetica ricerca della bambina.
“tanto non ricorderete nemmeno che sono uscita”
Beh, se le intenzioni erano di vedere quanto tutti si stessero preoccupando per lei stava facendo un ottimo lavoro.
Come aveva minacciato di resettare Sans era diventato furibondo, ma ora doveva pensarci su.
Aveva detto “RESETTARE”, non CARICARE. Ecco cosa aveva fatto l’altro giorno, era semplicemente tornata indietro di poco, per cosa, non lo sapeva.
Smosse la mascella, sospirando con pesantezza e si passò una mano sul volto mentre prendeva il cellulare e pigiava qualche tasto velocmente. Rimase a guardare il numero che aveva fatto. Aveva mentito, non aveva grandi idee su dove Frisk fosse finita.
Chiamò Alphys.
-“S…Sans?”-
-Heyo, Al. Senti, hai provato a chiamare Frisk?-
-“Come metà dei mostri presenti, certo che si. Non risponde.”- Ci fu una pausa. –“Sai.. forse dovresti provare a chiamarla tu… siete… molto amici no?”-
-Forse… ma ho una piccolo idea, dove sei?-










La strada era più lunga di quanto Frisk ricordasse. Aveva il fiato corto e le gambe le facevano male… e non era nemmeno a metà strada. Il cellulare non aveva smesso di suonare ed era l’ennesimo squillo che riceveva. Alla fine guardò, scocciata e curiosa, doveva ammetterlo.
Undyne, Alphys, Toriel, Papyrus… soprattutto loro, gli altri erano numeri che non conosceva.
Scosse la testa, mentre sentiva il senso di colpa contorcerle lo stomaco… si sarebbe risolto tutto. Si. Assolutamente.
Premette il pulsante di spegnimento del cellulare, quando all’improvviso apparve un nome sullo schermo.
Rimase a guardarlo. Era la prima volta che chiamava da quando era sparita dal campo. Le veniva da ridere.
Rispose, però. Pensava di sentire la voce di Toriel, che dopo aver saputo che aveva risposto si era precipitata a strappare il telefono di mano a chiunque appartenesse, ma invece la voce di Sans era calma, come al solito.
-“Credi di riportarmi un souvenir, quando tornerai?”-
Frisk chiuse immediatamente la chiamata. L’unica cosa che aveva ora era la rabbia che stava crescendo di più. Diede un calcio a un sasso.
Quanto le dava sui nervi.
Sospirò, continuando a camminare quando si mise più di lato per far passare tre motorini che si dirigevano su per la salita, uno di questi si fermò, guardandola.
-Ehi, piccoletta! Dove vai da sola?-
Frisk sorrise appena, riprendendo fiato. –Mi piacerebbe arrivare in cima alla montagna, dicono che c’è un bel panorama da lassù!- e fece il solito sorrisetto da bambina innocente.
-Come se non sapessi già come è fatta.- Un motorino dietro di lei si fermò, un ragazzo con il casco la guardava, testa piegata di lato. –Non sei quella dei notiziari? Come ti chiami? Fris… Fros… qualcosa del genere.
Frisk serrò la mascella, corrugando la fronte, e non rispose.
-Ehi, è vero!- Il terzo motorino si fermò, la ragazza seduta sul sellino la guardava attraverso gli occhiali da sole. –E’ quella che ha fatto tutto questo casino.-
-Credo vi siate confusi- Frisk sorrise, anche se sentiva che qualcosa non andava. Scesero tutti tre dalle rispettive moto e lei fu costretta ad indietreggiare, finendo contro il guard rail.
-Ha fatto uscire quei fetenti da dove stavano prima.-
Frisk si volse e scattò di lato, così da riuscire a scappare, ma venne bloccata da una mano, che la strattonò per la felpa facendola andare indietro, finendo con la schiena a terra. Li guardò tutti e tre.
Le scritte dinanzi a lei comparvero.
-Perchè… perchè non ne parliamo…?- Biascicò la bambina, alzandosi piano, con cautela. La scritta AZIONE si illuminò mentre tentava quella mossa. –Perché non…-
Un piede si infilò tra le sue caviglie da dietro, e con un unico movimento la fece finire a terra nuovamente. Stavolta Frisk battè il mento. Gemette, alzandosi a carponi.









Sans guardava lo schermo di Alphys, mentre il computer caricava lentamente.
-Speravo… speravo che Frisk rispondesse subito a una delle mie chiamate, così da rintracciarla senza problemi, ma invece… per fortuna con te lo ha fatto! ….Il computer ci mette un po’ per caricare… OH! credo di essere riuscita a trovarla.- La dottoressa si sistemò gli occhiali mentre Sans continuava a guardare lo schermo di quello scatolone grigio. –Ah… cosa?-
Sans si avvicinò. –Che?-
-Segna che il cellulare di Frisk sia alle pendici… del Monte Ebott? Ma come ha fatto ad arrivare fin laggiù?- Alphys si allontanò appena dallo schermo, confusa, per poi voltarsi a guardare Sans.
Lui se ne stava zitto, e guardò Alphys. –Dillo anche agli altri. -
-Ah, s…si!- Alphys prese il cellulare e chiamò subito Undyne, la prima tra le ultime chiamate fatte. –Undyne!Undyne ascolta, abbiamo scoperto dove si trova Frisk! Si, Sans ha…- Si volse a guardare Sans, ma di lui, nessuna traccia. Alphys rimase a guardare la stanza vuota mentre Undyne urlava al cellulare il suo nome. –Sans?-











Perchè se la prendevano con lei?
Non li conosceva nemmeno quei ragazzi.
La presero per la felpa e la gettarono tra gli abeti, dove Frisk rotolò su foglie e terra bagnata, infangandosi ancor di più. Si alzò di scatto, cercando di correre via.
Si sentì tirare per i capelli e gemette, portandosi le mani dietro alla testa mentre veniva gettata indietro, di nuovo a terra, su un fianco.
La ragazza rise mentre si toglieva il casco e lasciava che dei lunghi capelli biondicci fossero scossi dal vento freddo che si era alzato dopo l’acquazzone. –Non sa nemmeno camminare! Dì un po’, stramboide, dove andavi? Hai lasciato qualche mostro dentro?-
-Per favore, non voglio litigare.- La bambina deglutì. Lei… lei era troppo debole rispetto a loro, e in tre non riusciva a concentrarsi su nessuno per riuscire a scorgere le loro barre HP. Fece una smorfia. –Voglio solo raggiungere la cima del monte.-
-Credo invece che ti riporteremo giù!- Un ragazzo la prese per il colletto della felpa, alzandola di peso, facendola strozzare appena. –C’è un bel po’ di gente che vorrebbe conoscerti.-
-Mio padre si divertirebbe un sacco! Dì un po’, schifosa, com’è che hai tradito la tua razza?-
-Non ho tradito proprio nessuno!- Frisk si dimenò mentre era a piedi a penzoloni, mentre il terzo ragazzo si avvicinava. Le cuciture della felpa le facevano male alle braccia e al collo.
-C’è un motivo per cui I mostri erano nel Sottosuolo. O non te l’hanno insegnato a scuola?-
-Stavano lì sotto perchè dei deficienti come v…- Ed ecco il primo colpo.
Frisk se l’aspettava da un momento a l’altro, e le mancò il fiato. La colpirono con un pugno in pieno stomaco e strabuzzò gli occhi, per poi tossire mentre la lasciavano andare, cadendo in una pozzanghera color terra. Si mise su un fianco, gemendo.
16/20 HP
-Deficienti come noi? I mostri non sono fatti per vivere qui… e non mi sorprende che una come te ci si trovi tanto a suo agio, con loro.-
Il cellulare di Frisk vibrò dentro alla sua borsa, e la ragazza se ne accorse. Mentre Frisk ancora tentava di alzarsi dal fango le prese la borsetta, strattonandola indietro. Prese il telefono e guardò lo schermo.
-Ahi ahi ahi, stramboide, ne hai di chiamate perse, vediamo un po’.-
-RIDAMMELO!- Frisk strillò, sperando che qualcuno la sentisse magari, mentre agitava una mano per cercare di riprendersi il cellulare, che vibrò nuovamente.
-Toriel… non è il nome di quell’ammasso di lardo a forma di caprone?- Chiese la ragazza guardando gli altri due.
-La regina vacca?-
-AH! Sarà da divertirsi.- Premette il pulsante, rispondendo. –Pronto?-
-NO!- Frisk scattò in piedi, concentrate sulla ragazza, e non vide arrivare il calcio di uno degli altri due. La presero con forza a un fianco, Frisk si gettò solo a terra dolorante.
11/20 HP
-Chi? Frisk? Ah… si…- La bambina sentì una risata, mentre il dolore le appannava la vista. –Si la vedo. E’ qui. No, non può parlare. Se vuoi lasciare un messaggio fai pure, non credo tornerà per cena.-
-Ridammi… il telefono.- Frisk si alzò a stenti, gemendo. –Ridammi immediatamente… quel telefono!- Strillò e si lanciò addosso a quella ragazza. L’unica cosa che ottenne fu uno schiaffo.
9/20 HP
Il suo cellulare venne gettato a terra, mentre Frisk arrancava per tornare in piedi.
Ma non ce la faceva, il dolore alle costole era davvero troppo. Vedeva a pallini. Aveva la terra in bocca e le veniva da tossire.
Se quelli avessero continuato a darle delle botte e lei fosse arrivata al limite? Se i suoi HP fossero… fossero finiti?
Tremò.
Lei non voleva resettare. Non voleva farlo. Non se la sentiva di rifare ogni cosa per l’ennesima volta.
-Aiuto…- Sussurrò, a denti stretti. –Per favore…- Cominciò a piangere, il sole era ancora alto nel cielo. Era diventata una giornata stupenda, gli uccellini cinguettavano intorno a loro, il calore del sole le scaldava il viso contratto dal dolore, e Frisk si massaggiò il volto, sudato, impantanato, respirando l’aria umida del bosco.
-Aiuto…-
-MA CHE COSA DIAVOLO E’ QUELL’AFFARE?!- La ragazza aveva cominciato a urlare, allontanandosi da Frisk, anche i due ragazzi avevano indietreggiato. Frisk alzò la testa, guardandoli. Parevano spaventati.
-Accidenti. Di tutti gli umani che ho incontrato fino ad ora voi siete i più magrolini, siete tutt’ossa.-
Frisk si volse di scatto, rimpiangendo un attimo dopo di averlo fatto, le costole dolevano troppo. La felpa blu di Sans era illuminata dalla luce del sole, e lui sorrideva sornione ai tre ragazzi.
-E’ disgustoso.-
-Ehi ehi, piano con le parole. Qualcuno potrebbe offendersi.- Si avvicinò a Frisk, osservandola con attenzione, mettendosi poi davanti a lei. Non aveva le ciabatte, ma un paio di scarpette, pulite.
Frisk deglutì. –Sans…?-
-Tranquilla, piccoletta.- Sans tirò fuori il suo cellulare scrollando le spalle e attivò la fotocamera. –Fate un bel sorriso?- Scattò una foto con tanto di flash, mentre i ragazzi si guardavano tra lo spaventato e il confuso.
-Ma chi… cosa diavolo è quell’affare?-
-Ehiiiiiiiiiii…- Sans scosse le spalle. –Piano con le parole, ho detto… sentite, se farete i bravi forse metterò una buona parola per voi e dirò che ve ne siete andati con le buone, ci state? Oppure quando farò vedere le vostre facce alle forze dell’ordine dirò solo che siete dei piccoli bulli… dei piccoli bastardelli.- Aprì le braccia. –Quindi che ne dite di andarvene? Non vorrei aggravare la situazione.-
-E’ uno dei mostri, deve essere un suo amico.-
-Occasione migliore non poteva esserci! La bambina mostro e uno dei suoi amici, che opportunità!- il ragazzo con le spalle più larghe fece dei passi avanti. –Di che avete paura? E’ un nano, se riusc…-
Il corpo di Frisk venne percorso da un brivido gelido, quando all’improvviso, l’anima del ragazzo, divenne visibile e blu. All’improvviso la bambina ebbe una strana sensazione, una sensazione fredda. Si morse le labbra, ma stette in silenzio.
Il ragazzo si alzò di qualche centimetro da terra. –Forse non ci siamo capiti. Dovete andarvene e basta.-
La ragazza corse in avanti e fece per colpire Sans con il suo casco da moto, in un vano tentativo di liberare il compagno. Lo scheletro lasciò andare l’anima del ragazzo, mettendo una mano sulla spalla di Frisk. In un battito di ciglia la bambina e Sans si ritrovarono a un paio di metri lontano da quei teppisti. Frisk deglutì, sentendo la testa vorticare, dovendo chiudere gli occhi più volte.
Frisk osservò, a stenti, le scene successive. Con una mano alzata Sans strinse le dita scheletriche, la ragazza si alzò da terra con la sua anima ben visibile e pulsante in petto, e venne gettata all’indietro sulla melma. Poi toccò a uno dei due ragazzi, e poi all’ultimo. –…A meno che non vogliate che vi faccia male sul serio, ma non vorrei incrinare ancor di più gli attuali rapporti Umani/Mostri… quindi, se non volete passare davvero dei guai… filate.-
La bambina ansimava, mentre era tutta un tremito. Sentiva freddo, era tutta bagnata, e guardò in modo confuso la scena, mentre quei tre se ne andavano a gambe levate, salendo di nuovo sui loro motorini.
Ci fu silenzio, solo il cinguettio degli uccelli e il vento che smuoveva le frasche intorno a loro. Frisk alzò appena la testa, guardando Sans. Allungò una mano verso di lui. –Sans…- gemette.
Lo scheletro si volse e si mise in ginocchio. Si tolse la felpa, mettendogliela sulle spalle con delicatezza, una delicatezza che Frisk non immaginava. Deglutì, guardandolo. –Sans…-
-Ci hai fatti preoccupare, tutti.- Disse piano, mentre le metteva a posto i ciuffi bagnati della bambina. –Con quel tempo poi. Non sei cambiata di una virgola, sei una testa calda.-
-Sans.- Frisk strinse con una mano la felpa. –Sans.- La voce si ruppe in un singhiozzo e si gettò addosso a lui, stringendolo al collo, tremando e piangendo.
Sans ricambiò subito quell’abbraccio, passandogli una mano sulla schiena mentre le copriva il capo con il cappuccio della felpa. Rimasero in silenzio qualche attimo.
-Mi dispiace, piccoletta. Tranquilla.-
Frisk non avrebbe desiderato essere d’altra parte che lì. Le dispiaceva, le dispiaceva da morire quello che aveva fatto, e di aver litigato con lui. Le dispiaceva di essere sparita.
-Credevo di risolvere tutto… io… noi… sarebbe stato tutto più facile, no…?-
-So che avevi buone intenzioni.- Sans Si scostò appena, guardandola. Sospirò. –Ma non parliamone ora. Sei ridotta maluccio.- La strinse di nuovo. –Hai bisogno di qualcuno che ti controlli. Non stai bene.-
-…dici…?- La voce di Frisk uscì più debole di quello che si aspettasse. Chiuse gli occhi, appoggiandosi a Sans. –Non ti preoccupare…-
La testa di Frisk girò di nuovo, e non sentì più il suolo bagnato, ma uno freddo e liscio. Aprì appena gli occhi, non c’erano più gli alberi e il sole, ma delle luci artificiali e delle finestre.
-Mi dispiace, piccoletta.-
Frisk sentì quell’ultima frase di Sans, prima di chiudere gli occhi e abbandonarsi a un po’ di riposo. La felpa le dava sicurezza, ed era calda. Ci si rilassò dentro, appoggiandosi a Sans, mentre anche i rumori intorno a lei svanivano.








----------------------------------------------------------------------
OOOOK. FOLKS. A regola, con il piano iniziale, c’era di fare solo un altro capitol e poi stop… E INVECE VOGLIO CONTINUARE. So che non è il Massimo ma apprezzate l’impegno \o/

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Capitolo 09- labbra serrate (finale) ***


Undyne ringhiò quando notò che qualcosa non andava: non solo Frisk era scomparsa ma si era anche ritrovata davanti un gruppo di sei umani con in mano pezzi di ferro e legno che se ne stavano nascosti tra alcuni bidoni della spazzatura. In uno scatto rabbioso i gettò in avanti buttando uno dei bidoni a terra facendo spargere i rifiuti tutt’intorno con un tonfo, gli umani si volsero di scatto sussultando. Probabilmente credevano di essere stati abbastanza furbi da non farsi scoprire.
-Fermi dove siete!- Urlò alzando una delle sue lance bluastre a un palmo dalla mano dominante, minacciosa. Gli umani si lanciarono all’attacco alzando le armi improvvisate, impacciati e incespicando tra la spazzatura e il bidone per terra.
Che stupidi.
Prima diede un pugno a uno di loro dritto in faccia. Poi al secondo un calcio sulla pancia lanciandolo addosso agli altri. I restanti furono intrappolati da una gabbia di lance blu che comparvero dal terreno in pochi attimi.
Gli umani tentarono di rompere la gabbia, ma quando ci provarono ottennero solo un contraccolpo tale da farli ricadere all’indietro sulla loro stessa schiena.
Era stato semplice metterli a bada. Undyne prese il cellulare e mentre chiamava Alphys si assicurava che la gabbia rimanesse dove era mentre quegli umani tentavano di spezzare la sua magia… davvero erano così arretrati? Eppure si sapeva bene che una forza tale non poteva essere scalfita da dei banali colpi con dei pezzi di legno e tubi di metallo.
-“Undy?”-
-Al, fammi il piacere e contatta Asgore e le forze dell’ordine. Abbiamo degli intrusi qui nel campo. Sono dietro alle cucine, li tengo sotto controllo.- Fece una pausa, poi riprese.-E si, sto bene Al. Pensa a chiamare chi di dovere.-
-“Uh.. uh si!”- Alphys abbassò la cornetta prima che Undyne potesse chiedere se Sans aveva dato notizie di Frisk, ma aveva altro a cui pensare ora. Si volse, guardando gli esseri umani con quasi disprezzo, mostrando i denti affilati.
-Ora signori miei. Sapete per caso dove si trova Frisk?- Chiese avvicinandosi. Quando la sua mano attraversò le lance senza un graffio e prese per il colletto uno di quei protestanti questo gemette di terrore. Ecco. Quello sguardo. Era lo stesso che Gerson le aveva descritto quando le narrava della guerra. Al suo pensiero le venne la nausea.
Era perché, tempo addietro, gli umani li avevano guardati in quel modo che era scoppiata quella guerra.
-Chi…?- uno degli uomini balvettò qualcosa mentre prendeva e cercava di tirare indietro il compagno tenuto alzato da terra da Undyne.
-La bambina?... Non… non lo sappiamo!- Un altro umano alzò le mani, come a chiedere pietà.
-Ci sono altri gruppi di voi parassiti qui dentro al campo?- Undyne strinse di più la presa.






Correre avanti e indietro per il campo lo stava sfiancando. Certo. Lui era bravo nella maggior parte delle cose ed era un osso duro… eh, che battutaccia, degna di Sans. Dov’era finito anche il fratello? La paura lentamente aveva preso il sopravvento. .
Frisk non si trovava.
Aveva cercato nei bagni, sotto i letti, negli armadi, sotto ai vasi, nei bidoni della spazzatura, tra i cespugli e aveva anche infilato le mani dentro a un pentolone di zuppa nella disperazione di ritrovarla. .
E se davvero fosse successo qualcosa? A lui era arrivato un sasso in testa ma di certo era stato uno sbaglio. Un…un incidente?
Si grattó il cranio. Il grande Papyrus non si sarebbe arreso. Non ancora.
-UMANA! FRISK!- Chiamò di nuovo tra i capannoni di fortuna, mentre metteva le mani a coppa dinanzi alla bocca. -SIAMO TUTTI PREOCCUPATI ED È UN TEMPO DAVVERO ORRIBILE DOVRESTI TORNARE!-
Camminò dietro ai capannoni in silenzio mentre cercava di sentire qualche rumore, poi si volse vedendo una delle porte di ferro scorrevoli aperta. Prima non era in quel modo. Si avvicinò lentamente notando che anche le luci erano accese e fece capolino. Aprì la porta di scatto, correndo verso le due figure a terra che erano al centro del pavimento.
-SANS!- Papyrus si gettò in ginocchio scivolando qualche centimetro finendo dinanzi al fratello maggiore piegato su Frisk, priva di sensi e imbrattata di fango. -UMANA RISPONDI!- Il fatto che Frisk non reagisse gli fece venire le lacrime agli occhi.
Guardò Sans che gli poggiò una mano su una spalla. -Tranquillo Pap, sta bene… più o meno.- Sospirò. -Puoi darmi una mano? Trovarla è stata una faticaccia e sento le ossa dolere.-
Papyrus annuì e prese la bambina con delicatezza tra le sue braccia non facendo nemmeno caso a quanto Sans paresse stanco. La avvolse meglio nella felpa blu dove Frisk sembrava poter sguazzare. Pareva dormisse.
Guardò di nuovo Sans, preoccupato. -Sans cosa le è successo?-
-Te lo spiego dopo… credo che la piccoletta abbia bisogno di farsi vedere da un dottore… per ora portiamola da Toriel. Ti dispiace portarla tu?-






-Frisk! SANTO CIELO FRISK!- Toriel cominciò a correre quando ancora Papyrus era lontano. Sans era dietro di lui con il fiatone, stare dietro al fratello non era semplice considerate le gambette corte che si ritrovava e lo sforzo improvviso. Non era proprio abituato a usare la magia in quel modo.
Toriel prese la bambina dalle braccia di Papyrus, gettandosi in ginocchio e controllando le sue condizioni. Sans non si sorprese delle abilitá di Toriel e mentre un dolce calore si alzava dalle punte delle sue dita lui si mise a sedere su una sedia di plastica abbandonata, guardando la scena in silenzio.
-Grazie al cielo… oh grazie al cielo.- Toriel osservava la bambina come fosse l’ultima persona sulla terra, come un oggetto prezioso, come una mamma preoccupata per il suo piccolo, Asgore accorse mentre una piccola folla di mostri cominciava a formarsi intorno alle due.
-Tori credo sia meglio chiamare un dottore… umano intendo.- Sans sorrise dalla sedia, osservando l’amica e scrollando le spalle. Toriel annuì.
-Papyrus, potresti per cortesia…?- La voce di Toriel stava uscendo rotta e si fermò quasi in tempo. Si asciugò una lacrima mentre Papyrus giá stava componendo il numero: la prima cosa che aveva fatto era stato impararsi a memoria i numeri di emergenza.
Asgore intanto cercava di tenere lontani i suoi sudditi chiedendo gentilmente di lasciare aria alla bambina. Sans vedeva le teste dei vari mostri dondolare nell’intento di riuscire a vedere cosa era successo.
Non ci volle molto prima che uno dei volontari pro-mostri accorresse e chiamasse il dottore di turno del campo, che si occupò in un primo momento di Frisk priva di sensi. Come Sans aveva previsto aveva qualcosa di rotto, ma non sentì bene.
Si sentiva stanco e cercò di riprendere un po’ di energie mentre Frisk veniva caricata su un’ambulanza. Per fortuna la sua stanchezza venne scambiata per preoccupazione da tutti, Papyrus gli mise una mano su una spalla ma non chiese nulla, standosene a denti stretti osservando l’autovettura che si allontanava.
Sans alzò lo sguardo. Certo, era preoccupato. Molto preoccupato, ma al momento riusciva solo a pensare a un bel posto dove potersi riposare… ma quando vide Toriel stringersi le braccia al corpo guardando l’ambulanza sfrecciare via non riuscì a trattenersi: si alzò lentamente e strascicò i piedi fino al suo fianco infilando le mani nei pantaloni della tuta, con un sospiro pesante, per poi appoggiare una mano sul braccio dell’amica.
-La piccoletta è un tipo tosto, vedrai che non sarà nulla.- Tentò di sorriderle, ma Toriel continuava a guardare in direzione delle sirene. Non disse nulla.
Anche Sans se ne stette in silenzio, come tutti d’altronde. Asgore si avvicinò alla regina dei mostri con uno sguardo addolorato e pieno di preoccupazione, appoggiò una mano sulla spalla di Toriel, con delicatezza. –Tori… vieni, forse è meglio se ci sediamo. Non appena ci saranno notizie te le farò avere.-
Toriel si scosse, voltandosi verso di lui e dopo aver annuito con lentezza prese la mano di Sans, stringendogliela forte. Si volse verso di lui con una smorfia addolorata in volto, lì per lì per piangere. Sans scrollò le spalle e aprì le braccia, Toriel si abbassò un po’ e si scambiarono un abbraccio.
Lo scheletro diede delle pacche sulla schiena della regina, mentre lei appoggiava qualche istante il mento sulle spalle di Sans.
-Grazie.- Niente domande, solo un ringraziamento.
Toriel si alzò dall’abbraccio staccandosi e seguì Asgore.








Frisk si svegliò lentamente sentendo le coperte ruvide. Non erano consumate come quelle del suo lettino di fortuna dell’appartamento. Fece una smorfia girandosi di lato, con uno sbuffo, ma quando fu a metà del movimento una fitta di dolore la prese all’altezza del costato. Gemette stringendo i denti e gettandosi di nuovo sulla schiena.
Aprì gli occhi e si accorse di non essere in camera sua.
Conosceva fin troppo bene le stanze come quella.
Si volse vedendo le luci, la finestra che dava su un panorama triste e grigio di città, il lettino di ferro, l’odore di disinfettante, i rumori dei macchinari.
Era sola nella stanza dell’ospedale e aveva un grosso cerotto su una guancia, mentre il costato le era stato bloccato da una fasciatura rigida. Prudeva.
Le pareti erano d’un bianco vecchio e spento, quasi grigio, vedeva le impronte degli altri lettini, qualche impronta di suole vicino al battiscopa.
Ricordava perfettamente cosa era successo, e ricordando quel dolore bastava fare due più due per capire che era stata ridotta abbastanza male da quei ragazzi. Visualizzò la sua barra HP:
14/20
Fece una smorfia. Essere all’ospedale implicava un paio di cose, abbastanza sgradevoli.
Toriel e i suoi amici preoccupati, paparazzi (come se questi ultimi non bastassero già al campo), dottori che fanno domande…
-Pare si siano svegliati.-
La voce era di un’infermiera grassa e bassa, con gli occhiali e i capelli rasi e corti. Si avvicinò lentamente, osservando Frisk a più di un metro di distanza. La bambina non disse niente.
-Ehi… ciao, come vi sentite?- L’infermiera aveva in mano un asciugamano e la federa di un cuscino puliti, e fece un sorriso tirato. Frisk rimase immobile, schiudendo appena le labbra per rispondere.
-Non lo so.-
L’infermiera continuò a fare quel sorrisetto odioso. –Siete in ospedale ora, non vi dovete preoccupare, vi abbiamo curato.-
-Basta.- Frisk strinse le mani sulle coperte. –Non parlarmi così.- Guardò la donna alzando il naso in una smorfia, e l’infermiera fece un passo indietro, alzando le sopracciglia. –Io sono una bambina.-
L’infermiera rimase immobile a guardarla, poi la porta si aprì prima che potesse dire qualcosa. Entrò un uomo pelato e camice bianco. Un dottore con una cartella in mano. Si mise davanti al lettino senza dire una parola osservando i fogli in fondo al lettino di Frisk e girandole attorno. Come era entrato se ne andò seguito dall’infermiera.
Solita solfa.
Frisk si passò una mano sulla fronte.
Ecco, tra tutte “le cose sgradevoli”, quella era la peggiore: avevano paura di lei, e le stavano lontani. Anche chi provava ad essere gentile era solo falso e menefreghista. Probabilmente se, in quel momento da sola, avesse aperto la finestra buttandosi di sotto a nessuno lì dentro avrebbe importato nulla di nulla. Anzi. Un peso in meno di cui occuparsi.
Frisk fece molta fatica per mettersi a sedere in modo appropriato e si guardò intorno meglio, notando solo allora qualcosa di colorato su una sedia di ferro e plastica: la felpa di Sans era stata ripiegata alla rinfusa ed era stata gettata sulla seduta. Era l’unica nota di colore nella stanza… forse riusciva ad arrivarci, non era troppo lontana.
Allungò una mano e sfiorò il colletto, riuscendo con un pizzico spostarla appena, così da raggiungerla con tutte le dita. Tirò un respiro di sollievo ringraziando il fatto che non avesse sentito troppo male al corpo e si mise la felpa sulle ginocchia, tenendola stretta.
In ospedale.
Pensò a come i suoi amici avessero potuto reagire, lei non si era accorta di nulla… ricordava solo Sans.
Ebbe un brivido gelido che le percorse la base della nuca, stringendosi la felpa blu addosso abbracciandola. Sans l’aveva difesa, e allora perché aveva così tanta paura ricordandosi ciò che era accaduto? Si morse le labbra, sperando di veder entrare da un momento a l’altro qualcuno dei suoi amici dalla porta, di vederli correrle incontro e abbracciarla forte senza nemmeno scambiarsi una parola, solo sano e caldo conforto.
Ma vedersi significava anche una cosa.
Sospirò e visualizzò i tasti RESET e CARICA. Nulla era cambiato, il tasto CARICA era grigio come prima. Sentì lo stomaco contorcersi.
Non doveva far soffrire Toriel, non doveva far soffrire Asgore, Papyrus, Undyne e Alphys.
Nemmeno Sans.
Forse era meglio il RESET. Forse Sans non se ne sarebbe accorto se avesse giocato bene le sue carte…?
Era meglio cliccare quel pulsante una volta per tutte e… fare bene al prossimo giro: avrebbe impedito a Gerson di morire, ai protestanti di fare confusione intorno al loro campo, avrebbe impedito che tutto ciò che era accaduto di male fino ad allora svanisse.
Ma se la sentiva? Se la sentiva di fare di nuovo tutto? Se la sentiva di prendere, cadere, ripetere per l’ennesima volta tutto con lo stesso copione?
Di essere minacciata da Flowey, di vedere il volto triste di Toriel quando se ne andava, di uscire con Papyrus, di sfuggire a Undyne, vedere Asgore morire, seguire Alphys dagli amalgamati?
Non credeva di riuscirci.
Guardò con sguardo spento le due scritte, mentre lasciava andare lentamente la felpa, notando poi qualcosa nella tasca destra. Allungò una mano sfilando lentamente un pezzo di carta.
Era un ritaglio di un giornale, o meglio, la foto ritagliata da un giornale: c’era lei che teneva per mano Toriel e Asgore, dietro di loro tutti i suoi amici, Papyrus, Undyne, Mettaton, napstablook, Alphys… e Sans. Quest’ultimo aveva un sorriso ampio sul volto, sincero. Sembrava felice.
Frisk si morse l’interno del labbro inferiore, mentre girava il ritaglio, era una foto scattata quando stavano per entrare nel campo di fortuna, lo ricordava.
Dietro alla foto c’era, con un pennarello giallo, una scritta che Frisk riuscì a leggere tra una riga e l’altra delle lettere stampate a inchiostro del resto del giornale.
“Aspetta ancora un po’.”
Frisk si rimise sdraiata coprendosi con la felpa di Sans. Era l’unica cosa che ora le dava sicurezza e riuscì a mettersi di lato, coprendosi anche con il cappuccio parte della testa. Guardò quel ritaglio di giornale.
Non seppe quanto tempo passò ma la luce fuori della finestra diventò bassa, per poi tornare mentre lei se ne stava rinchiusa in quel suo bozzolo di coperte ruvide stringendo la felpa con una mano. Alla fine si mise a dormire, ma ad ogni rumore troppo forte si svegliava. I dottori non rientrarono nemmeno, pure le infermiere stavano alla larga dalla sua stanza.
Arrivò l’ora della cena e una donna entrò e poggiò un vassoio fumante vicino al letto di Frisk, dopo un po’ venne a riprenderlo.
Nulla era stato toccato.








Quando meno se l’aspettò la porta si aprì facendole venire un mezzo infarto. Toriel entrò di corsa, cercandola con lo sguardo e corse verso il letto. Frisk ebbe appena il tempo di alzarsi quasi a sedere quando Toriel le prese il volto tra le mani, con le lacrime agli occhi, per poi abbracciarla calorosamente.
Frisk non se l’aspettava. Quanto tempo era passato? Le labbra le tremarono e alzò le mani, stringendo la veste della regina dei mostri, finendo immediatamente a piangere silenziosamente affondando il volto sulle sue spalle.
-Tesoro mio… stai bene?- Toriel tornò a tenerle il volto tra le mani, grandi e calde. –Mangi? Sembri dimagrita…-
Frisk non si rendeva conto di quanto tempo fosse passato e in tutto quel periodo non aveva toccato cibo. Quando andava al bagno riempiva una bottiglietta di plastica che aveva trovato nel cestino della spazzatura e se la metteva sotto alle coperte, così da non doversi muovere ulteriormente. La bambina sospirò pesantemente, asciugandosi le lacrime agli occhi. Scrollò le spalle senza dire niente.
Toriel si sedette vicino a lei continuando ad accarezzarle le guance e i capelli, poggiando le labbra sul capo e se ne stettero in silenzio. Non importava come Toriel fosse arrivata, o perché ci avesse messo così tanto.
Era lì, e Frisk si sentiva già meglio. Si appoggiò lentamente al fianco di Toriel, mentre lei la stringeva con dolcezza.
-Sans ci ha detto cos’è successo…- Toriel le strinse le spalle.
Frisk alzò la testa, sbiancando all’istante, balbettando qualcosa di incomprensibile, e Toriel le accarezzò il viso.
-Quei bulli… picchiarti e poi lasciarti priva di sensi dietro un capannone, al freddo e in una pozza di fango… e rubarti il cellulare soprattutto! Sia lodato il cielo che Sans è riuscita a trovarti … chissà quanto tempo eri rimasta lì pulcino mio.-
Frisk alzò le sopracciglia.
Sans aveva mentito? L’aveva coperta? Frisk schiuse le labbra per dire qualcosa ma Toriel continuò a parlare. –Credevamo… che te ne fossi scappata via. O che addirittura ti avessero fatto di peggio… Oh Frisk, non hai idea di quante ne siano successe in questa settimana… Hanno tentato di entrare di nuovo dentro al campo, ma avresti dovuto vedere come le forze dell’ordine hanno respinto i protestanti! Per non parlare poi dell’attesa per venire a trovarti… sono dovuta venire scortata da sei agenti di polizia… mi sono sentita come la star di qualche poliziesco.- Continuò, cercando di buttarla sul ridere. –Hanno detto che presto però verranno anche gli altri… Oh, Frisk. –Le accarezzò la testa. –La mia dolce, piccola Frisk. Non farci più uno scherzo del genere capito?- Le diede un bacio sulla fronte.
Frisk scoppiò in lacrime nell’esatto momento che le labbra di Toriel si poggiarono su di lei. Come una bambina piccola. Tra qualche gemito e lamento si asciugava gli occhi con le mani, piangendo. Toriel provava a consolarla ma era inutile.
Frisk aveva così tanta rabbia, paura e tristezza dentro che ormai aveva aperto il rubinetto e ne era uscita una cascata.
Passò molto tempo prima che la bambina riuscisse a calmarsi, e come pensava nemmeno un dottore si fece vivo, invece il poliziotto che aveva conosciuto appena erano arrivati alla strada dopo il Monte Ebott, arrivò in camera con nelle mani due bicchierini di plastica fumanti.
Odore di cioccolato caldo…?
Frisk aveva una gran fame ora e quando si presentò davanti la tazza bevve, fregandosene della lingua che si era scottata e trangugiò senza pensarci due volte il cioccolato.
Non era certo dei migliori ma si sentì subito meglio con qualcosa di caldo nello stomaco. Toriel si scusò per non aver avuto la possibilità di cucinarle nulla, ma non le avrebbero fatto portare nulla in ogni caso dentro all’ospedale.
Anche il poliziotto chiese come stava, e Frisk fu rincuorata nel vedere un umano, finalmente, rivolgerle una parola senza uno sguardo sospettoso o distante.











Frisk si era addormentata profondamente, lasciarla le aveva stretto il cuore in una morsa, ma il dottore che aveva in cura Frisk voleva parlare con lei. Anche il poliziotto aveva detto di rivolgersi a lei per qualsiasi evenienza ed emergenza della bambina, e ora erano insieme davanti alla scrivania di quell’uomo vecchio e occhialuto, che tentava di sorridere, anche se si vedeva lontano un miglio che stava sudando freddo dalla paura.
Toriel non sapeva se ritenersi indignata oppure di cercare di … eppure ne aveva uno seduto sulla poltrona accanto che le dava pacche sulle spalle e che parlava serenamente senza problemi.
Se a quel dottore faceva paura lei… chissà se avesse visto gli abitanti delle Hotlands.
-Signora… Toriel Dreemurr.-
-Solo Toriel, se non le dispiace dottore.- Toriel alzò una mano con un sorriso rassicurante, e il dottore annuì lanciando occhiate al poliziotto e ai fogli che aveva sotto mano.
-Signora Toriel. Maestà. Credo che voi ignoriate le condizioni di Frisk.- Il dottore smosse le labbra. –E non parlo di come sono ridotti ora.-
Toriel alzò appena un sopracciglio, piegandosi appena in avanti. –Perché lei si rivolge a Frisk in quel modo?-
Toriel conosceva fin troppo bene quel modo di parlare. Il dottore s’impettì sfogliando alcune pagine di un fascicolo.
-Ci sono… umani con delle caratteristiche diverse dagli altri. Credo lo sappiate. Chi nasce con il naso storto, chi cieco, chi muto, a chi magari manca qualche rotella… Insomma, con dei difetti. Alcuni si notano, altri no…-
Toriel alzò appena il mento. –Sta dicendo che Frisk è difettosa?- Sussurrò scrutando il dottore attentamente. –E’ una bambina. Piena di vita e intelligente, impara velocemente e ha un gran cuore. Non ha nulla che non va.-
-Non sto… dicendo che ha dei problemi, mentali o fisici gravi… solo…- Si schiarì la voce non sapendo come andare avanti, probabilmente intimorito da Toriel.
-Oh so cosa intende lei. Ho visto un fascicolo che qui, questo gentiluomo è riuscito a ritrovare.- tirò fuori le carte con le vecchie foto di Frisk. – Frisk non ha sesso. Un sesso definito. Questo intendete dire.-
-Cerchi di capire, Maestà. Di bambini come loro non se ne vedono certo molti. Non da quando la guerra tra le nostre razze è finita.-
-Già, e vengono trattati con disprezzo e odio. Vengono abbandonati perché si ha paura. Non crediate che non ne sappia qualcosa.- Lo sguardo di Toriel era fuoco vivo, aveva quei piccoli tizzoni ardenti che teneva nascosti da anni dentro al petto, e ora li sentiva reclamare paglia e legna da ardere.
-Dei bambini come lo sono Frisk sono problematici. Molti dei genitori decidono di non imbrigliarsi in problemi del genere quando si scopre la loro… condizione. Frisk hanno avuto la fortuna di avere dei genitori che hanno voluto tentare di tenerli…ma purtroppo non è durato molto.- l’uomo fece una pausa. -…Prima che diciate qualcosa… volevo chiedere se eravate a conoscenza delle cicatrici di Frisk.-
A quel punto Toriel corrugò le sopracciglia, guardando il dottore. –Come, prego?-








Frisk sentì i capelli spostarsi appena, e quando aprì gli occhi vide Sans davanti a lei, con un sorriso sul volto.
-Ciao piccoletta.-
-Sans…- Frisk lo disse in un sospiro, sorridendogli con dolcezza. –Sei venuto a trovarmi anche tu? Ci sono anche gli altri?-
-No, sono solo io. Come stai? Sembra che tu abbia anche perso peso. A meno che tu non voglia diventare ossuta come me dovresti mangiare di più anche in ospedale.-
Frisk ridacchiò, non facendo caso al male delle costole e allungò una mano stringendo quella di Sans che le accarezzava i capelli. –Non ti hanno fatto del male, vero?-
-Uh? E chi? Dei ragazzini? Ogni mattina a Snowdin sapevo che dovevo correre più veloce delle altre sentinelle per evitare che mi rubassero qualche osso, che preoccupazione possono darmi tre tipetti da strapazzo come quelli?- Abbassò lo sguardo. -Ci avevi fatto preoccupare tanto Frisk. Spero tu non abbia intenzione di rifarlo.-
-So che ho una testa d’uovo su cui contare se faccio qualche altro disastro.-
-Eh, non farci l’abitudine. Per fortuna ci siamo solo noi due in questa piccola bugia… ma ehi, buona notizia. Con te in ospedale hanno arrestato in questa settimana almeno più della metà dei protestanti in città. Il sindaco ha dichiarato che fare del male ai mostri è vietato e hanno fatto spostare molti mostri pr farli vivere più decentemente nelle città vicine. Ci hanno messo alla pari degli umani ormai, e tutto in sette giorni.-
-Davvero?- Frisk alzò appena la testa. Era una notizia meravigliosa, e non riusciva a crederci.
-Spero solo non cambino idea all’improvviso. Voi umani siete imprevedibili. Un giorno non riuscite a superare un puzzle e quello seguente rivelate che ve la spassate nel tempo.- Lui rise. –Mi piacciono le persone piene di sorprese.-
-Ammetto che qualche volta ho fatto finta per far contento Papyrus, me li ricordavo alcuni puzzles.-
Restarono in silenzio qualche istante, mentre ancora Frisk stringeva la mano di Sans, prima che lei ricominciasse a parlare. –Sans?-
-Mh?-
-Non… voglio tornare indietro. Mai più. - Si morse le labbra. –Volevo che lo sapessi. Non voglio più farlo.-
Il sorriso di Sans divenne dolce, e le accarezzò I capelli nuovamente con la mano libera. –Brava bambina. Sono commOSSO. Guarda, scende la lacrimuccia…-
Frisk ridacchiò, voltandosi poi sentendo un rumore fuori della porta.
-Meglio che vada, non dovrei nemmeno stare qua. Non vorrei che poi Papyrus cominci a cercare anche me dentro ai pentoloni di zuppa.-
-Torni anche domani?- Frisk parlava piano. Sapeva che Sans non doveva stare lì, si era palesemente intrufolato in qualche modo. Frisk non voleva chiedere, le bastava che fosse lì con lei, le dava sicurezza.
-Non credo di riuscirci. Tu intanto cerca di riposarti, piccoletta.-
-Grazie… per quello che hai detto Sans.- Frisk si alzò appena facendo leva su un braccio. –Per non aver detto che ero scappata.-
Sans sorrise, e scroll le spalle mettendosi le mani dentro alle tasche dei pantaloni. –Eh.- Le fece l’occhiolino.- Come ho detto non farci l’abitudine, va bene? E soprattutto labbra serrate anche con Tori….-
-Ma tu non ce le hai le labbra….- La bambina gli sorrise, mettendosi lentamente sul cuscino. Chiuse un istante gli occhi, quando li riaprì Sans se ne era andato, aveva a coprirla, sopra le coperte dell’ospedale, la sua felpa blu. Lei sorrise mentre si rannicchiava. Sentì Toriel rientrare, ma non si mosse. Fu felice anche del fatto che si mise accanto a lei, sdraiata, e passarono insieme la notte.
Stretta tra le braccia di Toriel, Frisk riuscì a dormire a lungo.





----------
EEEEEH SALVE
Non ho avuto tempo nemmeno per respirare e dovevo finire questo capitolo da… due mesi? Tre? Non lo so XD
Questa è la fine per la prima parte di OVERTALE, che arriverà presto. Spero che intanto che OT vi sia piaciuto!
Angie

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3436115