"Storia
partecipante all'Iniziativa “Santa is coming to femslash
tonight" indetta
dal gruppo facebook LongLiveToTheFemslash”.
Prompt:
Jingle Bell Rock
***
Jingle
bell, jingle
bell, jingle bell rock
Jingle
bells swing and jingle bells ring
Snowing
and blowing up bushels of fun
Now
the jingle hop has begun
Emma
prese la propria valigia dal nastro e la posò a terra,
rendendosi conto di
quanto fosse pesante. Forse aveva portato troppe cose con
sé.
-
Tieni, questa è di Henry. – disse Regina,
sollevando la borsa blu e passandola
alla moglie. Fissava il buco nero che vomitava tutti i bagagli con
occhio
critico, in attesa della propria valigia. Odiava volare e odiava
l’idea di
perdere il bagaglio. Per quanto Emma l’avesse rassicurata in
proposito, non si
sarebbe sentita tranquilla fino a quando non avrebbe visto la dannata
valigia
scivolare sul nastro, sana e salva.
Odiava
anche la canzoncina natalizia che trasmettevano gli altoparlanti tra un
annuncio e l’altro.
-
Dai questa ad Henry. – disse Emma a Zelena.
La
sorella di Regina aveva già due borse e si
rifiutò di prenderla, accompagnando
il tutto con un’occhiataccia.
Robin
posò il suo zainetto e acchiappò la borsa con
entrambe le mani. – Dai questa ad
Henry.
David
la prese distrattamente e la diede a Mary Margaret. - Dai questa ad
Henry,
tesoro.
Lei
parlava al cellulare, tenendolo stretto fra l’orecchio e la
spalla. Afferrò i
manici del borsone e lo porse al figlio. – Attento che pesa,
Neal. Dallo ad
Henry.
Neal,
che aveva cinque anni e si guardava intorno pieno di stupore, non
avendo mai
visto un aeroporto così grande, luminoso e pieno di
lampeggianti luci
natalizie, prese la borsa, quasi cadde in avanti perché era
pesante, ma in
qualche modo riuscì a girarsi per passarla ad Henry.
-
Ehi, Henry...
Vicino
a lui non c’era nessuno, a parte... un uomo molto alto, in
giacca e cravatta,
che lo fissò con un mezzo sorriso.
Di
Henry nessuna traccia.
“Jingle
bell, jingle
bell, jingle bell rock
Jingle
bells chime in jingle bell time
Dancing
and prancing in Jingle Bell Square
In
the frosty air”
Neal
si grattò la testa. Poi vide il proprio zaino passare sul
nastro e superarlo. –
Ehi, quello è mio! Henry non c’è.
Il
borsone tornò nelle mani di Mary Margaret, che stava ancora
parlando
concitatamente al telefono e quasi lanciò il bagaglio al
marito. – Henry non
c’è.
-
Henry non c’è. – ripeté
David, dandolo a Robin.
Robin
aggrottò la fronte. – Henry non
c’è.
Stavolta
Zelena prese il bagaglio e si chiese come mai fosse così
pesante. Ma
soprattutto... lei era sicura di essersi dimenticata qualcosa.
Già, ma cosa?
Odiava gli aerei, maledizione. Se avesse potuto arrivare fino a
lì in sella
alla sua scopa...
-
Henry non c’è. – disse, dando la valigia
ad Emma.
Emma
passò il borsone a Regina, che aveva appena visto la propria
valigia sbucare
dalla bocca dell’odioso marchingegno. – Henry
non... c’è. COSA?! Come sarebbe
che Henry non c’è?!
Diverse
teste si girarono a guardarla.
-
Henry non c’è... ma io ho trovato il mio zaino.
– commentò Neal, sollevando il
suo trofeo, che recava un’immagine di Merlino cucita sulla
stoffa blu.
“That's
the jingle bell,
That's the jingle bell,
That's the jingle bell rock”
-
HENRY! – gridò Regina.
Nell’ariosa
sala adiacente a quella del recupero bagagli, Henry Mills fissava il
panorama
dalla gigantesca vetrata del Terminal 1 di New York. Era cosciente di
essere
rimasto in fondo alla fila e di essersi attardato, ma quando aveva
adocchiato
gli scintillanti grattacieli della Grande Mela si era fermato,
incredulo.
Era
già stato a New York altre volte, ma non l’aveva
mai guardata davvero.
Aveva
già scattato un paio di foto e scritto qualche appunto per
il racconto che
intendeva concludere durante le vacanze di Natale, quando
sentì qualcuno che lo
chiamava a gran voce.
-
Henry!
-
Oh, mamma...
Regina
arrivò trafelata, reggendo il bagaglio del figlio, mentre
Emma barcollava
tenendo la propria valigia e quella di Regina.
-
Henry, si può sapere che cosa ti è saltato in
mente? Questo posto è già
abbastanza affollato... e se ti fossi perso?
-
Guarda che non sono più un bambino. –
osservò Henry, corrucciato. Si chiedeva
perché dovesse ricordarglielo continuamente. - Stavo solo
ammirando il
panorama. Non è bellissimo?
Guarda
che non sono più un bambino. Regina
si morse il labbro.
-
Ragazzino, dai retta a tua madre. – disse Emma, appoggiando
le valigie. – È già
abbastanza nervosa. Sembra la madre di Kevin McCullister.
-
Chi è Kevin McCullister? – sussurrò
Neal.
-
Ma in che mondo vivi, scemo? È quello del film... quello che
dimenticano a
casa. – ribatté Robin.
-
D’accordo. Scusa. – borbottò Henry. Poi
sorrise alle madri. – Allora, andiamo?
New York ci sta aspettando.
Henry
prese per mano Neal e Robin e si avviò.
-
Ecco cos’ho dimenticato! – esclamò
Zelena, infilandosi un paio di occhiali da
sole. – Non ho chiuso la macchina.
-
Credo che nostro figlio sia davvero cresciuto. – disse Emma,
stringendo la mano
di Regina e osservando la famigliola camminare verso
l’uscita.
-
Non siamo così vecchie. – replicò
Regina.
-
Ho solo detto che Henry è cresciuto, non che noi siamo
vecchie. Beh, non
ancora, almeno. – Emma le sorrise, spostandole una ciocca
scura dietro
l’orecchio. – Quando mi accorgerò di
qualche capello bianco, te lo farò sapere.
Regina
roteò gli occhi. Poi però si chinò in
avanti e la baciò sulle labbra, tracciando
il profilo del suo volto con la punta dell’indice.
– Inizia col prendere le
valigie. Voglio uscire da qui.
-
Certo, mia Regina. Come desidera.
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Angolo
autrice:
La
scena del recupero bagagli è ispirata ad una scena del film
“Mamma, ho riperso l’aereo:
mi sono smarrito a New York.”