Cato si portò la bottiglia alle labbra e ne sorseggiò il contenuto. Chiuse gli occhi, sentendoli pizzicare, anche le narici gli fremettero e il liquido gli scivolò in gola. Lo sentì bruciare, strinse le labbra umide fino a farle pulsare.

Clove gli tolse la bottiglia dalle mani e se la strinse al petto.

“Smettila” lo rimproverò.

Il biondo aprì un occhio osservando la giovinetta ed espirò dalle narici.

“I giochi si avvicinano. Ho tutto il diritto di svagarmi” sussurrò. La ragazza si sedette sulle sue gambe e lo baciò.

“E li vinceremo, siamo i migliori” ribatté.

“Vittoria o sconfitta, per questo mondo siamo nati per morire” rispose lui roco.

 [109].

Peeta avanzò con passo claudicante, guardando Katniss alle spalle. La giovane stava rimboccando le coperte alla figlia. La bambina dormiva su un fianco, raggomitolata su se stessa. Mellark sorrise, socchiudendo gli occhi e avanzò.

Vide nero, fu scosso da una serie di tremiti e avvertì dei rivoli di sudore gelidi scendergli lungo la schiena. Vide Katniss scoppiare a ridere, con gli occhi sporgenti, le fiamme alle sue spalle. La giovane gli puntò contro una freccia, la cui punta era madida di sangue.

Peeta strinse gli occhi e si passò la mano sul viso contratto. Riaprì gli occhi e vide la moglie abbracciarlo. Si abbandonò contro di lei.

[107].

“Annie” biascicò Finnick. Il sangue gli sgorgava dalla ferita al petto, gli scendeva lungo il petto. Il liquido denso macchiava le mani della moglie.

Si udivano i ruggiti degl’ibridi che si avvicinavano, strisciando e arrampicandosi lungo le pareti delle tubature sotterranee.

Finnick vomitò sangue scuro, il suo corpo fu scosso da tremiti. Annie lo cullò contro di sé, il respiro rantolante del marito diventava sempre più flebile. I due erano nella penombra, illuminati da un razzo segnalatore che si stava spegnendo.

“Andrà tutto bene…” bisbigliò Annie, le lacrime le rigavano il viso. Gli occhi di Finnick divennero vacui e si abbandonò, privo di vita, tra le braccia di lei.

[109].

Cap.9 Distacco

Cap.10 Acqua e fuoco

“Tutti si ricordano Katniss come la ragazza in fiamme. Però di te non dicono mai niente” sussurrò Finnick, accomodato accanto a Peeta.

“La cosa non mi crea nessun problema. Per me possono chiamarmi anche il panettiere” rispose quest’ultimo.

“Eppure ti ho visto essere focoso. Quel giorno sei andato in fiamme anche tu” ribatté Finnick.

“Senti. Io non ti chiamo tritone o signore dell’acqua” borbottò Peeta.

“Potresti. Potremmo parlare dell’acqua e del fuoco che si congiungono” sussurrò Finnick. Si mise in bocca uno zuccherino e lo masticò.

“Sapevo amassi le informazioni, non le metafore” borbottò Peeta. Finnick gli accarezzò una coscia.

“Mi piace metterle in atto” lo provocò.

Comandante Lyme tolse la vaporosa parrucca rosa all’altra donna e con un fazzoletto le tolse il rossetto.

“Sei sempre così truccata. Non si riesce a vedere la bellezza che nascondi” si lamentò. Effie batté le lunghe palpebre e ridacchiò.

“E tu sei sempre troppo spartana, come una vera soldatessa” la punzecchiò. Lyme sospirò. Il suo corpo ignudo era massiccio, largo e muscoloso due volte quello sinuoso dell’altra.

Effie le passò la mano tra i capelli e le baciò il mento spigoloso. Le sfiorò con e dita dell’altra mano le labbra, scese lungo il collo e le massaggiò le spalle larghe.

[100].

“Se c’è una cosa di te che mi eccita, è il tuo talento, spero un giorno di poter essere brava come te” sussurrò Portia. Il trucco violaceo che le decorava gli occhi si era mischiato al mascara colato a causa del sudore.

Cinna le accarezzò la spalla dalla pelle nera. Portia piegò in un sorriso le labbra coperte dal rossetto viola scuro, le sue ciglia finte vibrarono.

Cinna si sporse e le leccò la stoffa nera del vestito di pizzo che indossava, all’altezza del petto, su un ghirigoro a forma di fiore.

“Tu sottovalutai le tue capacità come stilista. Sei già un genio” ribatté.

[104].

Chaff ghignò, mostrando i denti lattei che risaltavano sul suo viso.

“Ammettilo, la mia ironia è irresistibile” si vantò. Allargò le braccia.

“E non troverai un altro come me per tutto il Distretto 11”. Proseguì.

Seeder schioccò rumorosamente la lingua sul palato.

“Solo perché gli altri al nostro distretto si spaccavano la schiena sui campi. Non sei diverso da quell’ubriacone di cui sei amico. Io non uso la scusa di essere rimasta traumatizzata per non fare nulla” disse. Chaff la afferrò per il braccio e la trasse a sé, baciandola.

“Per te supererei qualsiasi trauma” ribatté, lasciandola andare. Seeder arrossì.

[100].

“Non guardarmi, sono orribile senza parrucca” gemette Effie. Incassò il capo tra le spalle e abbassò lo sguardo, arrossendo. Haymitch si deterse le labbra con la lingua, sentendole secche.

“Io ti trovo meglio così, al naturale” rispose. Sbuffò. “Morirò in questo maledetto postaccio, voglio bere” si lamentò.

“Perché mi ha salvato dalla Coin?” bisbigliò Effie, con gli occhi lucidi. Haymitch la baciò, poggiando delicatamente le labbra su quelle dell’altro.

“Beh, dolcezza. Siamo una squadra, ricordi?” domandò, le sue iridi azzurre brillarono di riflessi più scuri. Effie arrossì e alzò lo sguardo, guardandolo in viso. Sorrise e si morse un labbro, rendendolo vermiglio.

[102].

Katniss/Peeta.

Cap.20 Resterò con te

Katniss si guardò allo specchio, osservando il lungo abito nero. I segni delle bruciature facevano risaltare le piume nere delle sue ali.

“Cinna ti ha trasformato da sposa a ghiandaia imitatrice, ispiratrice delle rivolte” disse Peeta.

Katniss si voltò, socchiudendo le labbra.

“Ora sono tornata sposa, ma senza finte e sono realmente madre dei tuoi figli” rispose.

“Io non saprò mai cosa è reale e cosa no, solo per brevi istanti” rispose Peeta.

Katniss lo raggiunse e gli prese la mano.

“Resta con me” lo supplicò.

Peeta la guardò negli occhi, le iridi color metallo di lei erano liquide.

“Resterò” promise.

[101].