Se vuoi una cosa fatta bene,fattela da solo(no scambi)

di fenris
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'inizio della fine ***
Capitolo 2: *** Massacro e recensione ***
Capitolo 3: *** Gloria in battaglia ***
Capitolo 4: *** Fuga mal riuscita-parte prima- ***
Capitolo 5: *** Fuga mal riuscita-parte seconda- ***
Capitolo 6: *** Processi e ragazze rompiscatole ***
Capitolo 7: *** Partita,dubbi e risse ***
Capitolo 8: *** Missioni e verità ***
Capitolo 9: *** L'inizio dell'inferno ***
Capitolo 10: *** Ritorno ***
Capitolo 11: *** Sfida impossibile ***
Capitolo 12: *** La nascita del chaos ***
Capitolo 13: *** Uniti contro il male ***
Capitolo 14: *** La fine dell'inizio ***
Capitolo 15: *** Epilogo:festa ***



Capitolo 1
*** L'inizio della fine ***


Un'immensa nuvola di polvere oscurò la luce che illuminava le coste del Mar rosso.

A provacarla era stata la caduta di un uomo dai capelli scuri alto poco meno di un metro e ottanta,che ripresosi dall'impatto vomitò sangue,lo stesso che sporcava la sua tunica rossa e i gambali in cuoio.

Strinse i denti trattenendo il dolore e prese un bastone caduto a poca distanza,poi mormorò un paio di parole e si illuminò di una luce bianca,quindi si rialzò e volse lo sguardo verso il cielo,attendendo il ritorno del suo nemico.

Come evocato,dalle nuvole uscì la più grande mostruosità che la mente umana avrebbe mai potuto concepire,un immenso cobra dalle squame rosse e nere delle dimensioni di almeno tre montagne,degli aculei in diverse parti del corpo e gelidi occhi verdi.

Ma ciò che veramente spaventava di quell'essere erano un'aura talmente grande e malvagia far ribollire l'aria stessa,i volti sofferenti che a intervalli si intravedevano nelle squame e soprattutto l'infinito disprezzo con cui il rettile osservava ogni cosa.

Nella bocca della creatura si formò una sfera di fuoco nero come la notte e la sputò a velocità folle contro l'avversario,che si alzò in volo e riuscì per un pelo a schivare la sfera e la deflagrazione successiva,poi raccolse le acque del mare e le compresse in molte lance enormi,lanciandola senza alcuna pietà.

Le lance colpirono il bersaglio,ma ebbero pressapoco lo stesso effetto di una puntura di zanzara su un elefante e per di più il gigantesco rettile si mosse velocemente quanto esse e colpì il nemico con una codata devastante,spedendolo nuovamente a molti chilometri di distanza.

Quando si riebbe capì di avere le osse quasi completamente a pezzi e che gli sarebbe servito molto più di un comune incantesimo di guarigione per riprendersi,ma non aveva il tempo per qualcosa di più potente,poichè venne raggiunto in pochi secondi dal cobra,che si fissò a pochi metri dall'avversario.

Guardò con aria di sfida gli occhi a fessura del mostro e gli sputò sul muso,d'altronde considerato il punto a cui erano arrivati non gli dispiaceva farlo arrabbiare ulteriormente.

Infatti il serpente decise quindi di finirlo e soprattutto di farlo soffrire,riempì la bocca di veleno viola scuro e si preparò a sputarlo sulla vittima.

Questi sorrise,perchè non aveva paura di morire e aveva ormai assolto al suo compito,eppure il suo cuore aveva ancora dei rimpianti,poichè non avrebbe visto il figlio diventare uomo,non avrebbe più combattuto con i maestri che gli avevano spaccato le ossa per dieci anni e soprattutto non era riuscito veramente a riappacificarsi col fratello,da cui si era congedato bene,ma senza un vero perdono reciproco.

Prima che l'acido calasse impietoso su di lui pensò a questo,e anche a come iniziò la sua storia.
                                                                                             
                                                                                                                        ****************

Era una notte placida e la luce della luna illuminava dolcemente il fiume Nilo,mentre un vento leggero accarezzava le palme sulla riva.

In quel momento qualcosa attraversava le acque del fiume,ma non era una barca,bensì un coccodrillo nero con a bordo un uomo vestito dello stesso colore e armato con un bastone e una bacchetta.

Arrivato nei pressi di un villaggio in rovina scese dalla cavalcatura e vi si addentrò fino a entrare in una locanda diroccata,dove trovò altri uomini-tutti coperti da mantelli- ad attenderlo.

Il più grosso di loro si inchinò al nuovo arrivato e parlò con voce profonda:”Ben arrivato,mio signore.Scusate se abbiamo dovuto scegliere questo luogo indegno per riunirci,ma la vostra partenza è stata troppo improvvisa e non abbiamo avuto il tempo per trovare un altro luogo al riparo dalle orecchie della Per akh(1).”.


L'uomo soppesò i presenti e parlò:”Non importa,Rasfer,d'altro canto neanch'io sarei voluto venire qui.Purtroppo la qualità dei maghi in Egitto si è abbassata al punto che è necessario convocare il Gran Visir persino per qualcosa di banale come una partita di shabti(2) ribelli.”,a quel punto un altro dei presenti,intuendo che la discussione sarebbe andata per le lunghe prese una pipa e della polvere da fiuto e l'accese con una fiammella nata dalla stessa mano,ma prima che potesse portare la pipa alla bocca una sfera d'acqua gli esplose in faccia.

”E vedo che la qualità dei guerrieri non è da meno.Stiamo progettando un piano che rischia di essere scoperto in ogni momento da angeli,demoni e da quegli sciocchi di Taita e del faraone e lui che fa?Fuma..ringrazia che non ho tempo per cercare nuovi complici.”,così sentenziò l'uomo con un tono gelido che faceva trapelare tutto il suo disprezzo.

In circostanze diverse il guerriero avrebbe squartato lentamente chiunque avrebbe osato offenderlo,ma sapeva che sarebbe stato lui a soffrire se si fosse messo contro uno dei pretendenti al titolo di mago più forte d'Africa.

Rasfer si inchinò nuovamente e sottopose al padrone le proprie domande:”Perdonate la mia insolenza,padrone,ma come avete intenzione di sottoporre la vostra idea al faraone?Per quanto l'abbiate traviato,dubito che possa approvare un'idea simile e comunque non sarebbe meglio aspettare?Insomma,di massacri posso farne io stesso quanti ne desiderate e anche migliori di quello che avete in mente.”.

Sentendo queste parole inizialmente il mago sospirò....per poi lanciare un'impulso di pura violenza contro l'uomo e poi lo fissò con sguardo inviperito:”Quanto dovrò ancora insegnarti,stupido asino travestito da uomo?!L'importante non è la quantità di sangue,ma la qualità e il modo in cui viene ottenuto,servono degli eventi che facciano da fulcro per il nostro piano!E devono avvenire in momenti ben precisi prima dell'eclissi!Quindi pensa a fare il tuo lavoro,che io ho già svolto la mia parte,è bastato sussurargli all'orecchio mentre dorme.Hai già corrotto gli ebrei sorveglianti affinchè facciano quello che devono?”.

Rasfer si rialzò facilmente,d'altronde era caduto più per la sorpresa che per la forza effettiva dell'urto e in vita sua aveva affrontato ben di peggio:”Potete stare tranquillo,lord Intef.Quei vigliacchi tengono di più alla loro pellaccia,che a quella dei figli dei loro fratelli schiavi.”.

Sentendo quelle parole l'uomo chiamato Intef avvertì una gioia folle dentro di sé e scoppiò in una risata talmente macabra che persino la luna,per non dover più osservare la crudeltà di quell'uomo decise di nascondersi nelle nubi celesti.

(1)Per akh,la casa della vita.si tratta dell'organizzazione formata dai sacerdoti/maghi dei vari templi e ordini dell'antico Egitto.

(2)Shabti,statue in ceramica che accompagnavano i defunti nelle loro tombe e avrebbero dovuto avere il ruolo di loro schiavi nell'aldilà.Qui,come in kane's chronicles sono capaci di animarsi e combattere agli ordini dei loro padroni.

Non so neanch'io come mi sia venuta in mente questa storia,so solo che mi ero ripromesso di scriverla nel caso fossi riuscito a superare la maturità.Spero di strappare un sorriso almeno a qualcuno dei lettori e che nel peggiore dei casi io ne tragga qualche consiglio utile.Buon estate a tutti.

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Capitolo 2
*** Massacro e recensione ***


                                                                                                                Massacro e determinazione
Era una mattina soleggiata nel deserto e nei pressi di Elefantina molti uomini lavoravano duramente per riparare una diga vecchia e ormai pericolante,primo tra tutti Taita,uno degli ingegneri che il faraone Ramesse primo aveva mandato per assicurarsi che la diga rimanesse funzionante.

L'uomo,scuro come il resto della sua gente,con un naso aquilino,calvo,ma ancora agile e robusto,in quel momento stava fissando un pilone reggente insieme ad altri uomini,che gridavano dallo sforzo,ma infine la loro forza ebbe ragione del pezzo di legno e poterono finalmente andare a riposarsi,compreso l'ingegnere. Taita aveva deciso di lavorare insieme agli operai per non fare la figura dell'intellettuale pigrone(cosa che non era)e anche per poter osservare il più vicino possibili tutte le modifiche che aveva apportato al progetto e poteva dirsene soddisfatto.

Si diresse verso la propria tenda pregustando una dormita,ma i suoi piani andarono a farsi benedire quando venne raggiunto da un giovane messaggero ansioso con una missiva per lui:”Perdonatemi,mio signore,ma il faraone richiede la vostra presenza a Gessen entro questa sera.Qui ci sono tutti i dettegli.”; detto questo gli porse una pergamena con l'occhio di Horus.

Taita sussultò guardando la pergamena,perchè quel simbolo su una pergamena del faraone voleva dire una cosa sola:guai,e di quelli grossi,e la faccia del messaggero non prometteva niente di buono,quindi furono mani tremanti quelle che presero la pergamena e spezzarono il sigillo. Quando finì di leggere la pergamena cadde nella sabbia con un tonfo e l'uomo prese il ragazzo per le spalle e lo strattonò,urlando con voce ansiosa:”QUANDO,QUANDO INIZIERà QUESTA FOLLIA?!”.

L'inviato infine si liberò e cadde a terra,dove rantolò in risposta:”Verso il tramonto,inizierà tutto quando Ra comincierà il suo viaggio nella Duat.E prima che me lo chiediate il capo della-ehm-operazione sarà Rasfer ”. Taita si riscosse ed entrò nella propria tenda,aprendo in tutta fretta il suo baule decorato di geroglifici di protezione,da cui prese una tunica nera,un bastone,una bacchetta e una collana,poi si concentrò profondamente e nell'aria si aprì una breccia dorata,in cui entrò senza indugio.

Quando arrivò dall'altra parte l'ambiente era lo stesso,ma ogni cosa aveva assunto una sfumatura color sabbia,comunque Taita non aveva scelto quel punto della Duat(1) per il colore,ma per muoversi in fretta passando inosservato il più possibile,perciò uscì alla luce del sole e si alzò in volo,dirigendosi a tutta velocità verso Gessen.

                                                                                                       *******************

Nella suddetta città purtroppo era ormai tardi e la follia umana aveva raggiunto livelli impensabili,il sangue scorreva a fiumi mentre i soldati inseguivano ridendo madri disperate con in braccio i loro figli o passavano a fil di spada padri intenti a difendere inutilmente le loro famiglie. I pochi guerrieri(2) o maghi(3) ebrei ancora presenti erano morti o si erano arresi,eccezion fatta per un guerriero legato al centro di una piazza,che stava venendo lentamente pugnalato da Rasfer in persona,tra i principali luogotenenti del signore del basso e dell'alto Egitto.

Il colosso nero era interamente ricoperto dalla propria corazza e si si stava divertendo a infilare lentamente dei coltelli nella carne dell'uomo,ovviamente stando ben attento a evitare i punti vitali,almeno per il momento. In quel momento stava domandandosi se fosse meglio infilare il prossimo coltello nella caviglia o tra due costole,ma gli sproloqui della vittima riguardo allo sciacallo che l'aveva messo al mondo lo distraevano non poco,tuttavia gli sembrò di notare qualcosa alle sue spalle e decise di andare a controllare,quindi lasciò la sua vittime ai soldati,sperando di averne trovata una più supplicante. Non si accorse che un'ombra gli passò praticamente alle spalle,tramortendo i soldati e liberando l'uomo.

                                                                                                   **********
Taita aveva imparato come muoversi e colpire silenziosamente da molto tempo,quindi Rasfer,che era già lontano non si accorse di nulla. Dopo aver liberato l'uomo prigioniero gli porse dell'acqua e curò le sue ferite con un incantesimo,poi gli parlò:”Qual è il tuo nome,guerriero?”,ricevendo subito risposta:”Mi chiamo Minas.Ero uno dei pochi guerrieri a cui il faraone aveva concesso di vivere per difendere il quartiere da qualsiasi cosa non umana,ma non avrei mai immaginato......questo!”.

Taita strinse i pugni,neanche lui avrebbe mai immaginato un orrore simile quando anni fa il faraone decise di trasformare gli ebrei in schiavi,ma non aveva il potere di opporsi e ora non poteva far altro che aiutare nel suo piccolo:”Minas,raccogli tutti gli uomini che puoi,non importa se hanno poteri o meno,e cerca di creare un perimetro di difesa.Io continuerò a cercare e ti porterò tutte le donne e i bambini che troverò.”.

L'uomo annuì a quelle parole e fece per andarsene,ma prima si voltò verso il proprio salvatore:”Farò come mi avete chiesto,ma vorrei sapere il vostro nome.Aspettate,non sarete mica T....?”,fece per concludere la domanda,ma aveva una mano sulla bocca,infatti Taita aveva fatto in tempo a zittirlo:”Niente nomi,per favore.Queste vesti dissimulano le mie sembienze,ma basta poco per cancellare l'illusione,quindi devo farmi vedere il meno possibile e soprattutto nessuno dei tuoi deve sapere che sono da queste parti.”. Dette queste parole il mago si rialzò in volo e si ricordò di aver visto Rasfer seguire qualcuno...qualcuno che presto sarebbe diventato una nuova vittima,quindi partì più veloce che potè. Sapeva di non poter salvare tutti......ma che fosse maledetto se avrebbe lasciato morire quelle persone quando poteva salvarle!


                                                                                                                  ***************
Yochabel correva fino a consumarsi le ginocchia,con la piccola Miriam di sei anni a fianco e il suo ultimo nato nella cesta.Aveva solo un paio di giorni e non gli aveva neanche dato un nome,ma in quel momento era l'ultima delle sue preoccupazioni.


 Sapeva di essere inseguita da dei soldati,quindi quando arrivò al Nilo non perse tempo in addii,ma mise la cesta con il piccolo in acqua e si rivolse alla primogenita con le lacrime agli occhi:”Miriam,segui tuo fratello finchè puoi,ma sta lontano dalla riva.Se qualcuno ti nota corri subito a casa e barricati dentro.Dubito che quei porci avrebbero pietà per te.”. La bambina obbedì e corse verso il fratellino col volto rigato di lacrime,mentre la madre tirò fuori dalla veste due coltelli affilati e lucidi e ci si specchiò.Aveva i capelli neri ricci e il naso aquilino e gli occhi verdi,probabilmente sarebbe stata una bella donna se non fosse stato per i lineamenti duri e per le due cicatrici sul volto e sulla fronte.

Proprio in quel momento arrivarono due soldati armati di spada,che guardandola riderono forte:”Oh,donna sei fortunata,stavamo proprio cercando un po' di svago dopo tutto questo lavoro incessante.Per caso saresti disposta a offrirci i tuoi servigi in cambio della vita e di qualche moneta.”. Per tutta risposta la donna mostrò le armi e urlò loro con voce irata:”Brutti maiali,come osate venire qui,uccidere i nostri guardiani e i nostri figli?!PARLATE DI LAVORO INCESSANTE QUANDO OGNUNO DI NOI HA LE OSSA ROTTE E LE MANI SPELLATE PER QUANTE ROCCE HA SPOSTATO!Bene,vedete come combatte e muore una figlia di Abramo!”.

I due,infuriati per l'insulto,presero le armi e si gettarono sulla donna,ma Yochabel era furba e fortificata dal duro lavoro,infatti schivò gli assalti goffi dei due,parò un fendente di uno e poi gli ficcò con rapidità un coltello nella gola,per poi buttare a terra l'altro con uno sgambetto e accoltellarlo dritto al cuore. Restò per un attimo a esultare mentalmente,prima di venire completamente avvolta da fiamme verdi,che tuttavia non la toccarono veramente,ma le facevano semplicemente sentire un dolore lancinante e costante e c'era solo una persona in tutto il deserto capace di fare una cosa del genere:”Rasfer,maledetto.”.

Il guerriero le apparve come apparso dal nulla in tutta la sua bruttezza e con un ghigno a dir poco sadico,mentre si abbassò per guardarla negli occhi:”Yochabel,giusto?se non ricordo male,un paio di mesi fa mi hai rifiutato e ora ti trovo di fronte ai cadaveri di due soldati valorosi caduti nel compiere il loro dovere.Forse le mie fiamme a minima intensità per te non sono abbastanza,che ne dici di alzare un po' la temperatura?”. Nella sua mano si formò una sfera di fuoco verde,che si diresse verso la schiava e triplicò il calore e le dimensioni delle fiamme,tristementi famose per essere un'autentica deviazione del potere del fuoco,usata dal boia reale quando voleva continuare a godersi il proprio lavoro senza portare la vittima al limite. Rasfer rise sguaiatamente ascoltando le grida della donna,che continuava a soffrire senza venire veramente bruciata e cominciò a creare altre sfere di fuoco pregustando il dolore che avrebbero inferto,ma si ritrovò scagliato all'indietro da una forza sconosciuta e quando si voltò vide proprio Taita.


Inoltre il suo umore non migliorò di certo,quando vide che le fiamme sul corpo della vittima si erano spente di botto,quindi urlò con quanto fiato aveva in gola contro il mago tanto odiato:”TAITA,COME OSI?!A ME è STATA AFFIDATA QUESTA MISSIONE,E A ME È STATA DATA CARTA BIANCA SU COME TRATTARE QUESTA FECCIA!TORNA A SCRIVERE I TUOI FOTTUTI PAPIRI!”. Nonostante la sua ira,il torturatore si zittì non appena il mago posò il bastone sulla sua gola e gli parlò con una freddezza quasi pari a quella dello stesso Intef:”Stupido asino travestito da uomo,se davanti al faraone passassi più tempo ad ascoltarlo,che a fantasticare su tutti i tuoi nuovi metodi per ammazzare,sapresti che sono stato inviato qui nel caso i maghi ebrei abbiano lavorato a qualche contromisura.E inoltre dovresti sapere che sia il faraone che il Gran visir hanno affidato a me la custodia di tutti i cadaveri e di chiunque io ritenga adatto per i miei studi d'anatomia.In particolare questa donna mi sembra adatta a un esperimento molto importante.”.

Rasfer stava per dirgli qualcosa,ma sapendo che non avrebbe concluso niente sparì dalla vista dei presenti in meno di un battito di ciglia,poi Taita prese la mano di Yochabel e l'aiutò a rialzarsi:”Scappa,donna.Minas sta organizzando un perimetro di difesa in piazza.Raggiungilo e non fermarti mai se non per nasconderti.” Yochabel non si stupì troppo di quanto accaduto,visto che Taita era sempre stato gentile e rispettoso verso gli schiavi(secondo molte voci egli stesso era un ex-schiavo)e più volte aveva prestato loro cure o aveva mandato loro cibo:”Va bene,mio signore,ma vi prego di andare a cercare mia figlia,sta scappando lungo il fiume e temo per lei.”.

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La culla del neonato ondeggiava ormai solitaria tra le acque del fiume,poichè la sorella era stata costretta ad attirare l'attenzione di un coccodrillo per salvare il fratellino ed era scappata a lungo prima di essere salvata da Taita,che ridusse il rettile in un mucchietto di ceneri fumanti. Purtroppo il piccolo piangeva sonoramente e finì per attirare l'attenzione di un immenso ippopotamo dalle zanne enormi,che non toccava niente da giorni e che assaporò con gioia l'idea di un piccolo spuntino,quindi si diresse senza pietà verso il piccolo innocente,senza accorgersi che qualcuno osservava la scena,qualcuno che spezzò il cranio del bufalo di fiume appena un instante prima che chiudesse le fauci sul bambino,per poi posarsi sul cadavere galleggiante della bestia.

La pelle e le ossa di un ippopotamo sono durissime,ma nonostante questo a uccidere l'animale con un singolo pugno era stata una ragazza di non più di vent'anni,magra,pallida e vestita con un corpetto di acciaio nero. Ma che non fosse normale lo si capiva dalle corna tra i capelli neri,le sei ali dello stesso colore,una coda forcuta e occhi con una pupilla a forma di stella,che si posarono sul bambino a cui si avvicinò...per poi abbraciarlo e coccolarlo come fosse suo. “Oh,ma quanto sei carino,cucciolotto.Ma chi può essere così infame da abbandonare un tesorino simile?”.

La donna continuò a coccolare il piccolo(abbandonato felicemente a quella tortura) prima di sentire una folata di vento dietro di lei e volarsi,trovandosi davanti un essere ancora più strano di lei.Il nuovo arrivato aveva la pelle completamente nera,sei ali,una coda con la punta a forma di mazza chiodata,mani e piedi artigliati,una corazza rossa decorata con ali di pipistrello agli avambracci e sugli stivali,inoltre era alto almeno quattro metri. L'uomo fece uno sguardo rassegnato e si rivolse alla donna con tono di rimprovero:”Com'è possibile che ogni fottuta volta che siamo in missione assieme e mi distraggo per un attimo,poi ti trovo o a cercare uomini o a coccolare bambini,tuoi o di altri?”,tuttavia quasi si sciolse quando la donna gli sorrise(mettendo ben in mostra dei canini) e gli parlò con uno sguardo a metà tra l'offeso e il divertito:”Come osi rivolgerti in quel modo a Gremory,la seconda donna più forte dell'inferno,Zain?Quando torniamo a casa dirò ad Asmodeus di frustarti per il resto dell'anno!”.

Il demone chiamato Zain sospirò e si pose la mano sulla faccia prima di rispondere:”Allora,Mist,ti dico due cose.Primo:la VERA Gremory si ritirerà solo tra sei mesi,quindi per ora siamo tutti e due solo dei luogotenenti;secondo:anche il mio signore Asmodeus mi ha nominato suo successore,quindi tra sei mesi saremmo comunque di pari rango.Ora riporta quel bambino da sua madre e riuniamoci a Seraf e Zeros,voglio solo andare a dormire dopo questo fallimento.”

Nei giorni scorsi alcuni funzionari infernali avevano segnalato strani flussi energetici in quella zona e sia i generali infernali,che i comandanti del paradisio avevano deciso di investigare,mandando due angeli e due demoni forti e astuti,ma non avevano trovato niente di niente,perchè le tracce partivano da Gessen,ma si disperdevano dopo pochi chilometri.Chiunque ci fosse dietro doveva essere dannatamente bravo,cosa che fece incavolare non poco gli investigatori.

Mist comprese il malumore del compagno,ma prima di andare gli fece vedere la coperta colorata in cui era avvolto il bambino,simbolo del suo sociale e facendo sbiancare il demone,che comprese in un istante:”Devono aver pensato che i coccodrilli fossero più pietosi dei soldati e non posso dargli torto.Quindi che vuoi fare?Sappiamo bene tutti e due che non possiamo portarcelo dietro,l'unica è affidarlo a qualcuno.” Purtroppo si pentì di aver detto quelle parole non appena vide lo sguardo pensoso della compagna.Sapeva che quando faceva così stava macchinando qualcosa di così spaventoso che avrebbe fatto tremare dal terrore il loro stesso re,infatti quando ebbe risposta gli venne una gran voglia di cavarsi il cuore e mangiarlo:”Ehi,ma lo sai che in questo momento il principe e la famiglia sono in una villa sul fiume?”.

Capendo quella che aveva in mente,Zain cercò di fermarla e prendere il bambino,ma in velocità era sempre stato inferiore alla ragazza e si trovò in mano un pugno di mosche.Non potè far altro che sospirare, prendere la carcassa dell'ippopotamo(perchè adorava quella roba) e seguire la mora sperando di fermarla. Quando la raggiunse era ormai troppo tardi,poichè nella villa bianca il piccolo era già stato raccolto dalla moglie del principe,che già lo guardava con occhi amorevoli e Mist osservava deliziata la scena da una palma,e quando si avvicinò sembrò non accorgersi nemmeno dell'aura omicida talmente forte da far alzare di parecchio la temperatura.

“TU,PAZZA SQUILIBRATA,TI RENDI CONTO DI COSA HAI FATTO?!UN GIORNO QUEL BAMBINO FARà UN DISASTRO E CHE SIA BEN CHIARO,IO ME NE LAVO LE MANI!”,ma nonostante la sua rabbia Zain si ritrovò ancora una volta fregato dal sorriso della diavolessa,che gli parlò con una dolcezza impensabile per un demone:”Tanto lo so che quando crescerà tu sarai tra i primi a insegnargli.Hai notato anche tu la sua forza spirituale,lasciarlo in una famiglia di persone prive di poteri sarebbe stato uno spreco.Con gente come Taita e Seti a sostenerlo sono certo che farà grandi cose.”.


Zain capì che sarebbe stato inutile continuare a discutere,quindi aprì un varco per tornare a casa,non prima comunque di rivolgere un ultimo saluto silenzioso al bambino,ora al sicuro tra le braccia della principessa,poi tornò a casa.

(1)Duat:il mondo degli spiriti come lo chiamavano gli egizi,è formato de milioni di livelli,ognuno con caratteristiche e abitanti differenti.Alcuni di questi livelli si formano a causa di anomalie nello spazio-tempo e durano solo poco tempo,mentre altri esistono dall'inizio del tempo.

(2)Guerrieri:esseri umani capaci di creare e accumulare forza spirituale(sekhem come la chiamano in questi luoghi) e usarla per fare cose impensabile per le persone normali,come potenziare enormemente il fisico o controllare in modo piuttosto approssimativo gli elementi(che ottengono mediante l'allenamento e di cui possono sviluppare delle varianti,ma arrivano a controllarne solo un numero limitato),sono anche detti cacciatori.

(3)Maghi:come i guerrieri usano la forza spirituale,ma in modo diverso,infatti possono utilizzare tutti gli elementi e anche se sono meno potenti dei guerrieri ne hanno un controllo molto superiore(ex.sia un gerriero che un mago possono scagliare un fulmine,ma mentre il fulmine del guerriero avrà una traiettoria prestabilita,quello del mago potrà cambiare direzione in ogni momento).possono anche controllare l'ambiente circostante(ad esempio per scatenare un temporale) o evocare altre creature.

Ringrazio Hikari sengoku per la sua recensione e chiunque sia arrivato alla fine di questo schifo,qui potete ammirare l'entrata in scena di diversi personaggi che avranno un ruolo non indifferente nella storia e spero che abbiate apprezzato il confronto tra Taita e Rasfer e il litigio amichevole tra Zain e Mist(che d'ora in poi assumeranno i nomi dei loro generali).

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Capitolo 3
*** Gloria in battaglia ***


Negli ultimi giorni la giungla d'Etiopia era scossa dai tumulti a causa dei duelli tra i guerrieri egizi e quelli etiopi,ma prima ancora che potessero esserci delle vittime tra i due gruppi,il comandante dell'esercito egiziano si era presentato da solo al palazzo etiope e aveva richiesto un duello con il re,che sicuro di vincere accettò ben volentieri la proposta.

Una settimana dopo la sfida entrambi gli eserciti e gran parte del popolo etiope si trovavano in un'arena nel bel mezzo della giungla attaccata agli alberi più alti,formata dalle piante stesse grazie all'opera degli sciamani(1) e tutti attendevano l'arrivo dei due contendenti,mentre già fioccavano le scommesse.Infatti un gruppo di guerrieri etiopi stava puntando la paga di tre mesi,mentre lo sciacallo che se ne occupava puntò l'occhio su un veterano che sembrava non interessarsene:”Ehi,tu,non ti va di fare un po' di soldi facili,amico?Scommetto che il nostro illuminato sovrano dà una paga da fame?”.

Il veterano guardò lo scommettitore e lo fissò con l'unico occhio buono rimastogli,mettendo poi in bella vista una chiostra di denti da giaguari:”No,mio buon amico,il nostro sovrano è sempre stato generoso con chi lo ha servito con fedeltà.L'unico motivo per cui non scommetto è che non vorrei commettere tradimento nei suoi confronti,visto che perderà.”. I guerrieri a quelle parole si incupirono,se fosse stato qualcun altro a dire quelle parole lo avrebbero già tagliato in due,ma molti dei loro amici o parenti dovevano la vita a quell'uomo,quindi si limitarono a rispondergli con voce dura:”Se ciò che dici è vero in effetti saresti un traditore,ma che prove hai per dirlo?Forse qualcuno dei presenti cercherà di barare e di colpire il re?”. Il veterano sorrise e si rivolse ai commilitoni mostrando due occhi da giaguaro:”No,che io sappia nessuno ha intenzione di ferire il re,ma state all'erta.Però ho visto lo sfidante ed è formidabile.Quando l'ho visto ero andato in soccorso di una nostra squadra,e anche lui era lì per dare supporto ai suoi,ma mi ha preceduto di parecchio e ha messo fuori gioco i nostri senza problemi.Ci siamo guardati a lungo e non avrebbe avuto difficoltà a uccidermi,ciònonostante non l'ha fatto.”.

Gli uomini sentendo quelle parole si zittirono e osservarono l'ingresso dei contendenti:il primo a entrare fu il loro re,un colosso calvo di quasi due metri dalla pelle color ebano,con una collana di zanne di leone al collo,dei gambali in cuoio decorati con strisce di pelle di zebbra e una lancia in mano,mentre il generale egizio era più basso,aveva aveva occhi e capelli castani e una pelle leggermente più chiara dello sfidato,indossava una corazza di pelle di coccodrillo e portava un lungo bastone dietro la schiena. Insieme a loro entrò l'arbrito,un potente sciamano vecchio e leggermente ricurvo vestito con una pelle di leone,ma dal fisico ancora forte,che si rivolse al pubblico:”Popolo d'Etiopia,oggi si deciderà il destino della nostra gente.Il duello si potrarrà fino a quando uno dei contendenti non morrà,sverrà o si arrenderà. Se a vincere sarà il nostro re,T'challa,l'invasore giura di andarsene e non tornare mai più,mentre se sarà il comandante nemico a vincere saremmo a tutti gli effetti vassalli del faraone.Che lo scontro cominci.”.

Al segnale dello sciamano i due uomini si scagliarono l'uno contro l'altro,il re tentò di colpire a ripetizione l'avversario con la lancia,ma nonostante i colpi fosseropressochè invisibili a occhio nudo il guerriero riuscì a schivarli e a contrattaccare con il suo gioco di gambe e dei calci ben mirati,poi ricoprì il pugno di roccia durissima e colpì il re al fianco,ma questi riuscì a trattenere il dolore e proiettò il nemico a diversi metri di distanza,per poi ricoprire una gamba di fiamme e colpirlo con un calcio talmente forte da spaccare il terreno. L'egizio però si era fatto colpire apposta e creò una potente folata di vento che tolse la terra da sotto i piedi di T'challa e dopo aver infuso il pugno di sekhem lo colpì allo stomaco con tanta forza da scaraventarlo a terra e creando un foro nell'arena,poi si rimise in posizione di guardia.

Infatti dopo pochi secondi il colosso dalla pelle d'ebano ritornò nell'arena dallo stesso buco,scrocchiò il collo e si rivolse al guerriero:”è da molto tempo che non mi divertivo così.Sarà un vero onore batterti,tra l'altro sei il primo da parecchio che mi obbliga a utilizzare il mio ultimo trucco,spero solo di ricordarmi come si usa.”. Il corpo di T'challa si illuminò di un'aura color oro,mentre il suo corpo cominciò a cambiare e divenne ancora più grande.Alla fine al centro dell'arena si trovava un enorme giaguaro(2) bipede,con artigli e zanne talmente grandi e affilati da far sembrare i kopesh(3) dei coltellini da burro,ma il guerriero egizio non mosse un passo e si rivolse all'avversario senza paura:”Ben lieto di essere un degno giullare per te,signore della giungla.Sappi che anch'io non mi tratterrò.”.

Estrasse il bastone e si scagliò contro il rivale,schivando per un pelo una fiammata e poi fu guerra totale,gli artigli del re si muovevano a una velocità folle e più di una volta il guerriero egizio fu sul punto di perdere il collo,ma riuscì a tenere duro e poi spedì nuovamente l'uomo bestia in aria,ma questa volta T'challa era pronto. Parò il pugno e spedì l'altro a terra con un'ondata di seckhem e si gettò su di lui con l'intenzione di staccargli la testa con un morso,ma un calcio improvviso glielo impedì,e il suo autore impugnò il bastone come una spada e lo avvolse con un vortice di sabbia più tagliente di cento spade. T'challa rispose concentrando tutta la sua energia sulla zampa sinistra ,creandone una copia energetica molto più grande e si scagliò nuovamente contro l'avversario e l'onda d'urto causata dallo scontro tra i due attacchi fece quasi crollare l'arena.

Alla fine il re etiope era a terra ansimante e urlò a pieni polmoni:”MI ARRENDO!”:poi si vide afferrare la mano dal vincitore,che la sollevò assieme alla sua e si godettero insieme l'esultare della folla,che urlava a squarciagola:”T'CHALLA!MOSè!T'CHALLA!MOSè!”.

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Nella città di Gessen un uomo con indosso al collo un akh d'oro e un turbante rosso visionava alcuni progetti.Aveva occhi scuri,capelli neri raccolti in una treccia e un fisico robusto,fece per prendere il modello di un tempio di Osiride,ma sentì una forte folata di vento da dietro e senza accorgersene il modello sparì dalla sua mano. L'uomo si voltò sorridendo trovandosi di fronte nientemeno che suo fratello,i due si abbracciarono e dopo aver preso del vino cominciarono a parlare:”I soldati raccontano meraviglie su di te,Mosè.Alcuni dicono che il re d'Etiopia si è arreso non appena ha udito il tuo nome.Esattamente quanto hanno bevuto per spararne una così grossa?”. Il guerriero cominciò a ridere e rispose con ilarità:”Praticamente hanno svuotato tutte le cantine del nostro nuovo alleato.Comunque egli era un prode guerriero e non mi è stato facile batterlo,dubito che oggi sarei qui se avesse deciso di ricorrere a ogni sua risorsa fin dall'inizio.Fortunatamente ancora una volta le tecniche del Tahib(4) mi hanno salvato.”

. Ramses sentendo queste parole si mise a riflettere,perchè dopo anni ancora non era riuscito veramente a capire due delle scelte di vita del fratello,ossia il suo giuramento di non uccidere nessun essere umano e la conseguente decisione di ignorare ogni arma da taglio o da punta e dedicarsi alla lotta col bastone persino in guerra.Stranamente lo stesso Mosè non era capace di spiegarselo,sapeva solo che continuava a fare strani incubi e che la prima volta che aveva visto una spada insanguinata aveva quasi dato di stomaco e non era mai riuscito a tenerne una in mano,ma in compenso era riuscito a sconfiggere con un ramo qualsiasi praticamente ogni cosa gli mettessero davanti.

Comunque il duo non aveva voglia di pensare a cose simili e continuarono a chiacchierare del più e del meno,tra cui Nefertari,una dama di corte che da tempo faceva la corte a Ramses e soprattutto delle Averle,un gruppo di predoni,che da tempo assaltava villaggi e carovane.Qualche mese prima della partenza di Mosè per l'Etiopia i due si erano fatti assegnare un plotone e avevano provato a combatterli,ma si resero conto di trovarsi davanti qualcosa di molto più grande di quanto si aspettassero,qualcosa di abbastanza grande da tenere testa da sola al resto della criminalità organizzata. Alla fine riuscirono solo a prendere un paio di capi di basso rango che di sicuro sarebbero stati sostituiti a breve,ma comunque Seti e Taita avevano riconosciuto che avevano ottenuto un risultato decisamente superiore ai loro predecessori e misero delle guarnigioni a guardia dei villaggi.

Alla fine Mosè lasciò nuovamente il fratello al proprio lavoro,ma prima gli si rivolse nuovamente:”Comunque,Ramses,controlla meglio i sorveglianti,approfittano troppo del loro lavoro.Quando sono arrivato uno di loro stava per tagliare la mano a una schiava solo perchè si è rifiutata di venire con lui e se non l'avessi fermato a quest'ora la ragazza sarebbe già morta dissanguata.”

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In una stanza buia un uomo pronunciava delle parole davanti a un altare,mentre bruciava alcune foglie e versava sangue in una scodella,poi venne raggiunto da un altro uomo,che si inchinò e parlò con voce affannata:”Mio signore,sono uno dei maghi che ha seguito Mosè su vostro ordine.Purtroppo il generale ha concluso la guerra ancora una volta quasi senza vittime e abbiamo potuto raccogliere solo poca energia.”.

Detto questo l'uomo si aspettò di venire liquefatto,ridotto  in cenere o anche peggio,ma inaspettatamente l'uomo all'altare continuò a cantilenare,forse avrebbe lasciato perdere o magari avrebbe preso tempo per scegliere con più cura la sua. Il mago dopo aver finito osservò il suo sguardo sull'altare,dove levitata un oggetto a forma di uovo dai colori cangianti e in continuo mutamento....e senza l'operato del mago avrebbe corroso e fatto crollare tutta la stanza.

(1)maghi capaci di contattare gli spiriti(elementali,animali o fantasmi non importa)e ottenere i loro servigi.Le loro tecniche si basano su un'empatia che si fonda sul rispetto tra lo sciamano e gli spiriti,che mai offrirebbero aiuto a chi non li ama.Gli sciamani sono sempre formidabili combattenti oltre che mistici,e per questo(oltre al fatto che hanno dalla loro uno dei poteri più pericolosi del mondo) sono considerati i maghi più pericolosi del mondo.

(2)esistono molti tipi di uomini bestia,e in africa ce ne sono di varie specie,discendenti di guerrieri benedetti dagli spiriti animali.Sono tutte vulnerabili all'argento e a seconda della loro cultura possono essere legati al sole o alla luna e i più forti generano una forte aura luminosa quando si trasformano.

(3)spade ricurve usate dall'esercito egiziano.

(4)una stile di combattimento basato sull'uso del bastone simile al kenjutsu giapponese.Generalmente veniva usato per allenamento o come sport,ma il mio Mosè ne utilizza una versione adattata al combattimento.

Ok,ce l'ho fatta anche questa volta,e spero che il combattimento sia piaciuto e sia fatto bene per una scena che ho deciso di usare solo per prendere spazio.....e mi auguro che i fan di pantera nera decidano di non linciarmi.Recensite numerosi(ringrazio sia hikari sengoku che slenderguy) e ditemi le vostre impressioni,anche e soprattutto se negative,soprattutto se queste note cominciano a diventare fastidiose.
P.s.d'ora in poi distinguerò tra i soldati normali e i quelli capaci di usare l'energia spirituale chiamando i primi semplicemente soldati e i secondi guerrieri. Piccolo avviso:purtroppo dopodomani partirò per lipari e ci resterò fino al 12,spero di riuscire ad aggiornare prima di partire,ma non garantisco.

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Capitolo 4
*** Fuga mal riuscita-parte prima- ***


                                                                                             Fuga mal riuscita-parte prima-

Lilliam cercò di proteggersi il viso dall'ennesimo pugno,ma cadde a terra,mentre cercò di ignorare le urla del sorvegliante. In quei giorni la sua famiglia non aveva molto cibo e quando l'uomo lo scoprì le offrì dei soldi in cambio di un piccolo piacere,ma lei rifiutò sdegnata,avevano rinunciato ai soldi per un bene più grande e non avrebbe permesso a una guardia corrotta di violare la sua dignità. “Senti,sgualdrinella,sono stato gentile con te e ti offerto ciò che mi serviva in cambio di una cosa da nulla,ma sembra che le mie offerte non bastino,quindi...”:l'uomo fece per trascinare la ragazza in un vicolo,ma un colpo improvviso lo mandò a terra,quando si rialzò prese la frusta e cominciò a urlare contro l'assalitore....prima di accorgersi di chi aveva davanti.

Di fronte alla guardia c'era nientemeno che il Principe Mosè,che lo fissava con uno sguardo di puro disprezo. Fece per giustificarsi,ma la frusta gli venne tolta di mano e il principe gli ordinò di sparire dalla città prima di sera per poi tendere la mano alla schiava. Lilliam inizialmente si stupì parecchio di un simile atto di gentilezza,ma poi prese la mano e una volta in piedi si inchinò:”Mio signore,non ho parole per esprimere la mia gratitudine,chiedete e vi sarà dato.”:ma il principe le fece cenno di silenzio e poi le rispose:”Risparmia la tua gratitudine per chi davvero ti aiuta,la responsabilità di quanto accade qui in parte è anche mia,visto che sono stato io ad addestrare e assumere alcuni di questi uomini. Permettimi comunque di raccoglierti la borsa.”.

Mosè fece per prendere la borsa,ma la ragazza glielo impedì e la prese da sé:”Non disturbatevi,mio signore. Avete senza alcun dubbio cose molto più importanti da fare e di certo dovrete ancora riprendervi dallo scontro contro gli etiopi. Arrivederci e che gli angeli vi proteggano.”. Mosè ricambiò l'augurio e andò a incontrare suo fratello,mentre Lilliam si incamminò verso casa,stando ben attenta a tenere celata una pietra rosso fuoco,il cui interno sembrava imbottita di fortissime fiamme.

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Lilliam arrivò a casa,prese la pietra e aprì una botola nel pavimento,che dava su un lungo tunnel buio,dove scese facendosi luce con la pietra stessa. Dopo mezz'ora di cammino si trovò di fronte una porta nera decorata con geroglifici dorati,la aprì e si trovò in un'immensa stanza,la base dei maghi del ghetto ebraico(1). La stanza era piena di vasi per pozioni,lettere luminose fluttuanti,armi magiche complete o in costruzione e soprattutto al centro della sala si trovava un grandissimo corpo ricoperto da un velo,attorno al quale diversi maghi salmodiavano infondendovi energia.

Lilliam si diresse verso i maghi osservando intanto tutti gli oggetti presenti e sospirò,pensando a quanto sembrassero deboli e ridicoli rispetto alle attrezzature create dai maghi al servizio della corona doppia. Uno dei maghi le venne incontrò salutandola calorosamente:”Lilliam,bambina mia,come stai?Hai preso l'ultimo ingrediente al mercato nero?”;la ragazza annuì e gli porse la pietra rossa sorridendogli:”Ho preso la più potente che avevano,maestro Khemeth. È abitata da un potente spirito del fuoco e darà senza alcun dubbio una vita gloriosa alla vostra creatura.”.Il mago chiamato Khemeth prese la pietra e tolse il velo dalla sua creazione,svelando una statua alta almeno cinque metri e larga quattro da un aspetto umanoide,privo di tratti facciali al di là di due fessure simili a occhi e di un'altra simile a una bocca e con una pelle grezza e piena di scanalature,probabilmente dovute al lavoro di uno scultore poco esperto.

Uno dei maghi guardò Khemeth con sguardo scettico:”Sei sicuro che funzionerà?Questo è già il terzo tentativo e se neanche questo funziona potremmo attendere anni prima di poter riavere tutti i componenti. D'altro canto SE funziona dovremmo aspettare comunque settimane per riuscire a farlo muovere come vogliamo e c'è sempre il rischio che ci scoprano.”. Khemeth non rispose a quelle parole,visto che i dubbi dell'amico specchiavano in gran parte i suoi,ma sapeva che l'alternativa era restare fermi in attesa di un nuovo massacro ed erano a malapena sopravvissuti all'ultimo e solo perchè si erano arresi strappando ai soldati la promessa di lasciare vivi le loro famiglie.

Ripensandoci ora provava solo un'immensa vergogna e per anni non, aveva osato guardare negli occhi Minas,che invece era riuscito a mettere in piedi un perimetro di difesa con l'aiuto di un misterioso mago di cui tutt'ora nessuno conosceva l'identità. Seti,a differenza del padre,era stato abbastanza gentile con gli schiavi,ma d'altronde confrontare due padroni è come confrontare due ferite,può essere più o meno dolorosa,ma farà sempre male. Ma mise al bando i rimpianti e inserì la pietra nella fronte dell'essere,mentre suoi colleghi conclusero il loro incantesimo,poi unì le mani e aspettò. Per secondi interminabili non successe niente,ma poi gli occhi della statua si illuminarono di luce rossa,si alzò e dopo essersi osservato le braccia ruggì,producendo un suono a metà tra il barrito di un elefante e il rumore di una frana.

I maghi quasi piansero di gioia vedendo il lavoro di quasi sei anni portato a termine,la salvezza per loro e i loro figli,poi Khemeth riportò ordine:”Bene,chi ben comincia è a metà dell'opera,ma adesso verrà la parte difficile. Dovremmo riuscire a farlo muovere in modo che possa combattere e soprattutto dobbiamo organizzare i preparativi per la fuga,portate la buona nuova a tutti e tu,Lilliam,dì a Giosuè di preparare i suoi compagni!”. Purtroppo nella foga del momento nessuno si accorse di un singolo geroglifico sul soffitto,che nessuno di loro aveva mai scritto....e che osservava ogni cosa mostrandola al suo creatore.

                                                                                                            **************

Mosè si guardò intorno inorridito,si trovava nel ghetto di Gessen e tutto intorno a lui era nero a contorni rossi e urla strazianti provenivano da ogni dove. Cercò di muoversi,ma a ogni passo si sentiva come se stesse camminando nelle sabbie mobili e dopo quelle che sembrarono ore li vide Erano cadaveri,una montagna di cadaveri...uomini e donne di ogni età e con ogni genere di ferita,alcuni bambini erano stati decapitati o peggio. Mosè sentì l'impulso di vomitare,ma non ci riuscì e quando pensò di aver visto il peggio i corpi cominciarono a cambiare.La loro pelle si ricoprì di squame rosse e nere,poi cominciarono a fondersi in un orrendo vortice,che si rivelò essere un immenso cobra grande come una casa e con un avido sguardo fisso sul principe.

Il serpente cominciò a districarsi e si diresse verso la vittima,che si preparò a difendersi,ma senza alcun risultato. Il Sekhem sembrava non voler scorrere nel suo corpo,impedendogli di fare cose che per lui erano come respirare e non riusciva neanche a muoversi. Poi sentì la voce del cobra:”Moccioso,ricorda. Un giorno sarai tu a liberarmi dalla follia di quell'uomo,preparati per quel giorno. Ah,e quando ti svegli....ricordati di puntare alla fronte.”;poi sputò una cascata di acido viola dritta su di lui.

Mosè si svegliò sudato,si mise a sedere imprecando e poi prese il suo poggiatesta(2),rompendolo tra le dita. Se neanche un artefatto decorato con i simboli di Ra poteva consentirgli di fare sogni normali la situazione era grave.Sospirò e prese una caraffa di vino vicino alla alla finestra. Era da quando aveva memoria che faceva quei sogni di tanto in tanto,in certi periodi anche più spesso e ogni volta si ritrovava nel quartiere degli schiavi,sentiva urla di dolore e in un modo o nell'altro vedeva persone morire,ma era la prima volta in assoluto che vedeva quel serpente. Rabbrividì ricordando il colore delle squame,e se fosse stato...?NO,non voleva neanche pensarci,non c'era alcun motivo perchè LUI decidesse di andarlo a trovare in sogno e d'altronde il mondo era pieno di animali dotati di coscienza e capaci di comunicare attraverso i sogni(3).Dopo aver presentato al padre T'challa e mostratogli il bottino d'Etiopia aveva deciso di restare a Gessen per aiutare Ramses e possibilmente trovare un po' di tranquillità,ma se questo era il risultato preferiva di gran lunga tornare a combattere.

Posò il vino,sperando di poter tornare a dormire senza complicazioni,ma in quel preciso istante vide del fumo provenire dal quartiere degli schiavi. Incalanò energia negli occhi e vide una grande forza spirituale scontrarsi con molte altre forze più piccole,tra cui quelle di shabti,alcuni maghi e guerrieri e Ramses. Dall'altra parte alcune forze debolissime fuggivano,forse gli schiavi avevano deciso di tentare un tentativo di fuga disperato? Beh,qualunque cosa fosse l'essere che stava combattendo,non poteva lasciarlo a piede libero,prese il bastone e si precipitò a combattere.

                                                                                                     ********************

Si sentiva potente,nessuno di quei microbi poteva tenergli testa,un rinoceronte provò a caricarlo,ma un pugno lo ridusse in frantumi di argilla. Poi con una manata spedì un gruppo di guerrieri dall'altra parte della strada,era un peccato che i suoi creatori gli avessero dato l'ordine di uccidere solo se necessario. Ma non aveva tempo per distrarsi,infatti dovette pensare a resistere alla fiammata di un gruppo di uccelli shabti,ma bastò un tuono sparato dalla mano per distruggerli,poi però sentì tre ferite alla schiena. Quando si voltò vide il suo aggressore,un giovane guerriero di circa vent'anni con in mano un pastorale e un flagello infuocato.

Provò a prenderlo,ma era troppo veloce e in breve si ritrovò con altre tre ferite sul fianco,poi sentì una forza sulla gamba e la terra gli sfuggì da sotto i piedi. Cadde di schiena e in quel momento il suo avversario gli saltò addosso sperando di poter sferrare il colpo di grazia,ma non aveva calcolato il potere del fuoco che gli aveva concesso la vita. Una fiammata spedì il giovane a terra con la pelle annerita e quindi si preparò a metterlo fuori gioco,ma prima che potesse calare il pugno qualcosa salvò il suo nemico,facendolo scomparire sotto i suoi stessi occhi. Si voltò e vide un altro giovane guerriero,questa volta armato di bastone,che lo fissava con sguardo battagliero.”Mi dispiace,muso di roccia,ma nessuno può toccare mio fratello a parte me!”.

                                                                        Mosè e il Golem si scagliarono l'uno contro l'altro....

(1)non so se usassero il termine ghetto già ai tempi,ma non ho trovato un termine migliore a parte quartiere e non posso usarlo ogni volta.

(2)gli egizi non utilizzavano cuscini,ma dei poggiatesta per non esporre il capo a scorpioni o simili. in questo caso,come in kane's chronicles,viene usato per impedire all'anima di farsi un viaggetto nella Duat e per bloccare sogni profetici(leggete traumatici).

(3)anche animali molto intelligenti possono arrivare a usare l'energia spirituale,soprattutto quelli ritratti in certi miti dalle culture più varie. Coloro che vi riescono in genere possono ottenere un'intelligenza pari a quella umana e/o mutazioni fisiche(vedere sempre i suddetti miti).

Ok,scusate immensamente il ritardo,ma tra una vacanza a Lipari(consiglio:mai e poi mai affittate case per le vacanze quando siete più di tre!),l'iscrizione ai test universitari e una momentanea mancanza d'ispirazione ho avuto i miei buoni problemi con questo capitolo,che tra l'altro avrebbe dovuto contenere lo scontro vero e proprio con il Golem(nel caso non si capisse,è dal suo punto di vista che viene raccontata l'ultima parte)e la punizione dei suoi creatori,oltre che la prima apparizione di Intef in pubblico. Spero comunque di riuscire a pubblicare la seconda parte durante la prossima settimana. Un abbraccio a chiunque abbia letto fin qui,soprattutto Hikari e Slenderguy.

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Capitolo 5
*** Fuga mal riuscita-parte seconda- ***


                                                                                    Fuga mal riuscita-parte seconda-

Mosè e il Golem si scontrarono l'uno contro l'altro,il bastone di uno contro i pugni dell'altro,mentre i muscoli del principe urlavano d'agonia nel tentativo di bloccare il colpo,ma infine,dopo alcuni minuti la straordinaria forza del Golem ebbe ragione e Mosè venne scagliato attraverso tre case. Dopo essersi ripreso maledisse la propria stupidità e decise di cambiare strategia:prima di tutto avrebbe dovuto analizzare il nemico. Fortunatamente il colosso di roccia credeva di essersene sbarazzato e non badava a lui,quindi si avvicinò di soppiatto e attivò la sua vista potenziata(1).

In un istante vide i componenti interni del Golem,decine di pergamene e cristalli magici necessari a dargli vita e ordini. Per un istante Mosè provò ammirazione per gli ebrei,che erano riusciti a creare un capolavoro simile nonostante la scarsità di risorse a loro disposizione. Se voleva vincere doveva fare in modo che la statua esaurisse tutte le sue energie,quindi fu costretto a fare una cosa che detestava. Fuse gli elementi di acqua e terra che dimoravano dentro di sé e sparò un fortissimo getto di fango continuo sul nemico,ricoprendolo da capo a piedi di quello schifo. Il Golem alzò la propria temperatura per far seccare il fango e liberarsene mentre cercava il responsabile e infine lo vide. Arrabbiato,sparò una raffica di fulmini contro Mosè,ma era troppo veloce e in pochi secondi si portò alle gambe del mostro e dopo aver ricoperto la punta del bastone con spuntoni rocciosi lo colpì al ginocchio,rompendolo in mille pezzi.

Peccato che il Golem,anche con una gamba sola,fosse tutt'altro che innocuo e con una velocità impossibile per un simile colosso scaraventò nuovamente il suo avversario a attraverso gli edifici. Quando Mosè riprendette conoscenza capì di trovarsi nel tempio di Geb(2) e capì che non poteva esserci luogo peggiore nel quale combattere:nel peggiore dei casi il Golem avrebbe potuto rigenerare la propria gamba e se fosse giunto lì avrebbe potuto assorbire l'energia della terra per rinforzarsi. Purtroppo trovò conferma ai suoi timori quando sentì il ruggito del Golem e avvertì la sua energia aumentare:”Odio avere ragione.”.

Pochi secondi dopo i due si stavano di nuovo fronteggiando,l'uno che dava libero sfogo alla propria forza distruttiva tentando di polverizzare l'avversario,l'altro che praticava una tattica mordi e fuggi nel tentativo di distruggere i punti vitale della creatura. Il principe aveva ricordato quando aveva provato la caccia agli elefanti durante la campagna d'Etiopia:il primo tentativo era finito in disastro e per poco alcuni dei suoi uomini non erano morti,ma poi T'challa gli aveva insegnato che la strategia migliore era tenersi alla distanza migliore per schivare e attaccare i punti vitali appena possibile,ma comunque le sue energie si stavano esaurendo in fretta,mentre il Golem sembrava diventare sempre più resistente.

Sparò un getto d'acqua contro la pelle del mostro di roccia,ora ricoperto di spuntoni appuntiti come lance e poi si gettò nuovamente per evitare l'ennesimo fulmine. Se avesse potuto sarebbe uscito dal tempio e avrebbe continuato lo scontro altrove,ma il suo avversario era proprio davanti all'unica uscita. L'unica cosa che poteva fare era concentrare le forze rimaste in un ultimo colpo,sperando che fosse sufficiente a ucciderlo.....ma dove colpire? Riattivò la vista potenziata e osservò attentamente la creatura in cerca di un punto più promettente di un altro e lo vide:nel cranio della creatura si trovavano una pietra di fuoco molto più potente della altre e un cartiglio diverso dagli altri e si ricordò solo in quel momento dell'avvertimento del serpente,maledicendo nuovamente la propria stupidità.

Concentrò la sabbia attorno al suo bastone,facendola vorticare ad altissima velocità e creando una lancia sottilissima sulla punta,quindi corse verso il suo nemico,che fece lo stesso. Il tempo sembrò rallentare mentre Mosè lanciò la lancia improvvisata a distanza brevissima sulla fronte del Golem e poi scivolò tra le sue gambe nel tentativo di salvarsi dalla successiva,devastante deflagrazione. L'esplosione distrusse l'intero tempio,lasciando integri solo l'altare di Geb e poco altro.

Mosè si rialzò dalle macerie e sospirò,probabilmente Taita avrebbe preteso la sua testa,tanto più che aveva distrutto il bastone che gli aveva regalato. A proposito,avrebbe anche dovuto fargli vedere i componenti rimasti della creature,forse avrebbe capito anche dove gli schiavi avrebbero trovato i soldi per prenderli,visto che anche rinunciando a metà del cibo per l'intera comunità difficilmente sarebbero riusciti a prendere tutto. Ironicamente,la cosa fece loro guadagnare punti agli occhi del principe.

                                                                                                              ***************

Qualche minuto dopo tutti i soldati e i guerrieri feriti erano in piazza a farsi curare le ferite,compreso Ramses,di cui si occupava proprio Taita. .I due vennero raggiunti da un malconcio Mosè,che si inchinò rispettosamente al suo vecchio maestro e gli mostrò i pezzi che aveva raccolto,quindi il vice-capo della Per akh prese un monocolo da orefice(3) e prese a esaminarli. “Mhhhhhh,qui si spazia da ingredienti da due soldi a roba che persino io avrei problemi a reperire,probabilmente avranno trovato un modo per rubare non visti o nella peggiore delle ipotesi qualcuno ha interesse che gli schiavi fuggano e ha deciso di finanziarli. Nel caso riuscissimo a prendere i maghi li interrogherò di persona.”:Taita espresse il proprio giudizio ai due principi,ma prima di concludere venne interrotto da un'altra voce:”Elimina pure il condizionale,Taita,li abbiamo presi e sarò IO a interrogarli,tu preoccupati di analizzare quel loro mostro e di curare i feriti.”.

In quel momento in piazza entrò un manipolo di guerrieri guidati da un uomo vestito di nero,dalla pelle ambrata,i capelli legati in una treccia e armato di bastone e bacchetta. Accanto a lui stava Rasfer,che teneva per il collo il povero Khemet,pieno di lividi e bluastro per la presa sul collo. Dietro di loro tutti gli altri maghi erano ridotti appena un po' meglio del loro leader ed erano incatenati,alcuni di loro caddero e venivano fatti rialzare a sangue dai loro carcerieri.

Intef si inchinò davanti ai suoi principi,che esibivano un sorriso più finto delle scuse di un marito traditore,mentre Taita ricevette a malapena un cenno di saluto.”Principe Mosè,devo complimentarmi per la vostra strategia,avete sconfitto quell'essere in modo magistrale,neanch'io avrei mai pensato a un trucco simile. Certo,ci sarà da ricostruire il tempio di Geb,ma è un dettaglio secondario. Comunque posso assicurarvi che questi sorci pagheranno.”:il gran visir aveva cominciato un bel discorso di circostanza,ma venne bloccato da Mosè,che voleva dire la sua:”Lord Intef,è vero che quell'essere ha creato gravi danni,ma era un vero capolavoro dal punto di vista magico. Penso che se dessimo ai suoi creatori risorse migliori e gli spingessimo a utilizzare le loro abilità in modo diverso ne ricaveremmo tutti grandi vantaggi. Comunque perchè possano farlo non devono ricevere ferite troppo gravi,cosa che mi sembra essere la principale occupazione dei vostri uomini”.

Intef storse il naso:”Come dite voi,mio signore,comunque la decisione finale spetterà a vostro padre. Nel frattempo porterò questi-ahem-uomini,dove è giusto che stiano. D'altronde dovremmo anche sapere chi li ha finanziati. E dovranno rispondere per le morti di stanotte”. Detto questo il capo della Per akh e i suoi uomini se ne andarono,mentre Rasfer mostrò il medio ai tre uomini. Una volta che scomparvero Taita buttò il bastone a terra e cominciò a imprecare a proposito di vermi che si infilavano nella mente altrui senza permesso, e sia Mosè e Ramses capirono bene il motivo della sua rabbia. Ai tempi di Ramses primo c'era stata un'autentica guerra tra Taita e Intef per il titolo di gran visir,e probabilmente Taita avrebbe vinto se non fosse stato per le origini nobili di Intef e per le voci sul suo passato di schiavo.

Dopo qualche minuto di sfogo Ramses e Mosè decisero di tornare a dormire,ma quest'ultimo venne afferrato da Taita:”Dove credi di andare tu? Ho sentito le parole “tempio di Geb distutto” e gli schiavi sono troppo stanchi per lavorare. Perciò..FILA A RICOSTRUIRLO,SUBITO!!!”.Ma Mosè dopo tanti anni aveva capito come fregare il suo precettore e avrebbe giocato questa carta anche ora:”Maestro,scusate,ma per caso quelle due rughe sui vostri occhi sono nuove?”. Circa tre secondi dopo Taita era filato a casa sua e sia Ramses che suo fratello si stavano sganasciando dalle risate. Taita era l'uomo più giusto e generoso d'Egitto,ma era anche terribilmente vanitoso e quando erano poco più che bambini avevano usato quel trucco più volte per andare a pescare invece di sorbirsi lezioni mortifere. Fortunatamente il trucco continuava a funzionare.

                                                                                                          *************

Due figure chiaramente non umane si aggiravano nei pressi della città,annusando l'aria. Uno dei due aveva l'aspetto di un rospo bipede con le braccia muscolose ricoperte di roccia,mentre l'altro assomigliava a un triceratopo umanoide con dei tentacoli sulla schiena. Dopo qualche minuto di ricerca il rospo sospirò e si rivolse al compagno:”Anche questa volta niente,mi sa che ci conviene tornare a fare rapporto,tanto non troveremo nulla comunque e almeno non salteremo la cena.”. Il suo compagno però non era d'accordo e sbuffò:”Tanto a te interessano solo le zanzare,dell'onore delle legioni di lord Asmodeus non te ne frega niente, vero? Beh,mi dispiace,ma sono stufo di vedere la delusione sul volto del nostro signore,resterò qui a cercare.”.

Erano ormai anni che in quella zona venivano rilevati stranissimi flussi energetici che partivano da una certa zona e si disperdevano dopo pochi kilometri,rendendo impossibile capire dove fossero diretti. La prima volta che erano stati avvertiti,erano stati inviati quelli che sarebbero diventati poco dopo Lord Asmodeus e Lady Gremory,ma non avevano trovato niente e tutti coloro che avevano mandato avevano avuto lo stesso identico risultato. La cosa più inquietante era che quelle energie apparivano sempre in contemporanea a stragi di ogni tipo. Comunque il rospo non aveva la minima intenzione di risultare inferiore al suo compagno:”Beh,mi dispiace per te,ma a me l'onore delle nostre legioni stà a cuore tanto quanto a te,se non di più. Quindi,che ti piaccia o no,resterò con te.”. I due si rimisero a cercare,ansiosi e al tempo stesso timorosi di scoprire cosa c'era sotto.

(1)allora,metto questa nota per evitarmi accuse di plagio al byakugan o cose del genere.la vista potenziata di mosè e degli altri personaggi non permette di vedere attraverso i muri o di vedere i punti di pressioni.quelle che vede in questo capitolo sono solo le aure dei vari componenti del golem.

(2)Geb è il dio della terra,sposo di Nut,dea del cielo e padre di Iside,Osiride,Nefti e Seth.

(3)non so esattamente come si chiamino quegli strumenti,sono quelli che si vedono nei cartoni quando qualche gioiellere osserva gioielli o simili.

Finalmente ce l'ho fatta,scusate il ritardo.Spero che il combattimento sia venuto bene,forse è un po' confusionario visto che l'ho scritto guardando Mortal Kombat e spero che l'introduzione vera e propria di Intef abbia fatto capire quanto sia viscido e che Taita nonostante tutto abbia fatto buona figura(comunque per lui ho in mente un ruolo parecchio badass per la seconda parte della storia).Un abbraccio a tutti i lettori,spero che tra l'altro abbiate trovato un modo per sfuggire al caldo(anche se forse leggere una storia ambientata nel deserto non è proprio l'ideale).

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Capitolo 6
*** Processi e ragazze rompiscatole ***


                                                                                                    Processi e ragazze rompiscatole

La sala dei processi di Menfi era quasi del tutto bianca, tranne delle rappresentazioni della sala del giudizio un po' troppo realistiche, in particolare l'immagine di Ammit sembrava muoversi(1) e le pitture erano state messe lì apposta per spaventare chiunque si trovasse al banco degli imputati. Francamente Seti era stanco di quell'effetto e non avrebbe neanche voluto essere lì, ma purtroppo quegli schiavi erano responsabilità della Corona e quindi era suo dovere punirli(anche se non gli sarebbe dispiaciuto se fossero scappati,era ora di finire questa storia).

Prese posto sul tavolo del giudice, con Intef e Rasfer al fianco e squadrò con uno sguardo pietoso i maghi di fronte a sé,che lo guardavano spaventati. Era sempre stato un uomo massiccio, scurissimo e muscoloso quasi quanto Rasfer, alcuni di coloro che lo incontravano in battaglia credevano di aver davanti l'incarnazione di Osiride, ma non era certo per la sua forza che gli imputati lo temevano, ma per la decisione che avrebbe potuto prendere. Per un attimo gli sguardi di Khemeth e del faraone si incontrarono e un tacito accordo venne stretto senza che nessuno se ne accorse, poi un funzionario cominciò a enunciare i capi d'accusa.

“Questi schiavi sono accusati di complotto contro il faraone, disobbedienza ai loro padroni, furto di materiali dell'esercito e della Per akh, creazione di mostri abominevoli e sono inoltre responsabili della morte di diversi soldati e guerrieri!”: Khemet e i suoi ascoltarono quasi tutte le accuse in rigoroso silenzio,ma trasalirono all'ultima. Seti se ne accorse e decise di cominciare: ”Sono accuse molto gravi, in particolare l'ultima. Come ne rispondete?”. Khemeth si alzò in piedi nonostante le catene e rispose al faraone con cortesia, ma senza assumere un tono arrogante:”Mio signore, le accuse sono senza alcun dubbio vere. Per l'ultima di essa posso a malapena giustificarmi per aver dato alla nostra creatura l'ordine di uccidere se e solo se necessario, mentre per il resto.......beh,siamo semplicemente stanchi di tutto questo. Noi non abbiamo dimenticato quello che è successo ormai quasi sedici anni fa, voi siete senza alcun dubbio migliore di vostro padre, ma siamo stanchi della schiavitù, rivogliamo la libertà. Rivogliamo il diritto di decidere per noi stessi. E visto che né gli angeli, né i demoni, né nessun'altro è venuto ad aiutarci abbiamo deciso di riprendercelo da soli.”.

Intef sbuffò, fosse stato per lui quei cretini avrebbero già sfamato i vermi, come ogni padrone faceva con i suoi schiavi, ma Seti si riteneva un uomo giusto e aveva deciso di dare una parvenza di giustizia alla cosa, in ogni caso il destino di quelli sciocchi era segnato....o così pensava. Il signore delle due terre infatti aveva piani ben diversi: “Quello che hai detto già dovrebbe assicurare la morte a te e ai tuoi compagni, ma come hai detto tu stesso non sono come mio padre. Mio figlio mi ha parlato della vostra creatura e mi ha convinto che con risorse migliori e condizioni lavorative più accettabili potreste dare un grande contributo al nostro paese. Ho deciso di dargli ascolto, pertanto d'ora in poi voi verrete finanziati direttamente da me. Ma ovviamente ci saranno delle condizioni.”.

I maghi prigionieri esultarono dentro di sé e il loro capo si inchinò al cospetto del re:” Qualunque cosa, mio signore. Chiedete e vi sarà dato!”. Prima di rispondere allo schiavo Seti zittì il vociare della sala,creatosi dopo la sua sentenza e poi si rivolse nuovamente agli imputati:” Mago,prima di tutto voglio sapere come avete fatto a procurarvi quei materiali, alcuni dicono che l'avete semplicemente rubato,ma io sento risate alle mie spalle, appartenenti a qualcuno che vuole vedere il mio trono in briciole e la stabilità dell'Egitto in pezzi, pertanto dovete dirmi tutto ciò che sapete. Poi,la vostra base dovrà essere dotata di diversi incantesimi di sorveglianza per evitare nuovi piani di fuga. E infine.....uno di voi dovrà comunque morire.” Khemeth alzò la testa e parlò di nuovo con voce forte:” Purtroppo posso accontentarvi solo in parte,mio re. Per quanto riguarda il nostro finanziatore non abbiamo mai saputo la sua identità, semplicemente ci mandava molti soldi per il nostro progetto e noi li usavamo .Per la seconda condizione accetto a malincuore. Per l'ultima......offro io stesso la mia testa se questo salverà i miei compagni e noi tutti!”.

Intef e Rasfer si sforzarono di assumere una faccia neutra, mentre il faraone puntò il flagello su Khemeth, che venne preso da due guardie, mentre i suoi compagni vennero riportati al quartiere ebraico. Il gran visir si avvicinò al faraone e gli parlò con voce adirata:” Mio signore, porgete una mano a questi esseri infimi e si prenderanno tutto il braccio. Dovreste uccidere loro e tutte le loro famiglie, se non li teniamo a bada un giorno si prenderanno tutto ciò che è nostro!”. Peccato che Seti non fosse un uomo che amasse molto chi criticasse le sue decisioni e già teneva Intef al suo servizio unicamente per le sue abilità e per il ruolo svolto verso il padre, perciò lo guardò storto e sul pavimento comparirono diverse crepe:” Ti ricordo...Intef,che il signore dell'alto e del basso Egitto sono ancora io a tutti gli effetti, e che se anche dovessi morire il trono non andrebbe di certo a te. Fosse per me gli ebrei sarebbero tornati nelle loro vecchie terre già da molto tempo,ma tu e gli altri nobili continuate a ripetermi che abbiamo bisogno di loro.....stà attento e ricorda il tuo posto, perchè anche tu sei tra i sospetti per chiunque abbia finanziato la costruzione di quell'essere.”.

Se ne andò seccato,mentre Intef si sforzò di rimanere in piedi. Sapeva che Seti fosse molto più potente di suo padre, ma non si sarebbe mai aspettato di subire una pressione del genere. Digrignò i denti, tanto non importava cosa avrebbero fatto gli schiavi o il faraone, un giorno tutto l'Egitto sarebbe stato suo....e poi il mondo.

                                                                                            ***************

Mosè bestemmiò mentalmente per l'ennesima volta quella mattina, mentre posava un'altra pietra. Taita era stato di parola e l'aveva messo davvero a ricostruire il tempio, solo che gli schiavi avrebbero goduto di una vacanza a tempo indeterminato fino a quando non si sarebbe fatto almeno un po' di luce su quanto accaduto qualche sera prima, quindi toccava a lui soltanto sistemare le pietre, mentre il mago non faceva che ripescare frammenti di immagini rotti e rimembrando il tempo in cui progettava tutti i templi del paese.

“Perchè, ora che cavolo fai,vecchio di merda?” digrignò il principe tra i denti. Stimava Taita quasi più di suo padre,gli aveva insegnato a riconoscere tutte le creature magiche,ogni singolo mito(2), a leggere, scrivere e a conoscere e rispettare gli dei, ma in certe occasioni era tremendamente infantile, vanitoso e pignolo. C'erano solo due note positive: 1)avevano parlato del suo sogno e quando aveva espresso le sue ipotesi,Taita aveva fatto un segno contro il malocchio e gli aveva promesso di scoprire perchè avesse attirato le Sue attenzione; 2) almeno tutto quel sollevamento pesi alla lunga sarebbe stato utile alla lunga,visto che ogni volta che provava a incanalare più energia di quanto potesse sopportarne rischiava grosso, per poco non si era pietrificato da solo durante la sua ultima battaglia(2).

Gettò uno sguardo a Taita e vide che era distratto,perfetto. Fece un ghigno bastardo,formò una palla di fango nella mano e la lanciò contro la nuca del maestro pregustando la propria vendetta....peccato che proprio in quel momento Taita si chinò per prendere un pezzo di bassorlievo,raffigurante Geb e Nut che difendevano la barca di Ra e il fango si schiantò contro qualcun altro. Quando Taita si accorse di quanto successo si voltò verso l'allievo con occhi infuocati(letteralmente) e sillabò a denti stretti:”Và a chie-de-re scu-sa.”. Mosè corse verso la vittima per aiutarla,solo che questa si era già alzata in piedi e stava imprecando come un marinaio e per di più si accorse con sommo orrore che si trattava di una ragazza, una bella ragazza per giunta.

Aveva la pelle scura, capelli neri ricci lunghi fino alle spalle, occhi color sabbia e sotto una tunica da beduina un fisico ben allenato. Mosè le si avvicinò e le mise una mano sulla spalla, grave errore visto che lei per poco non gli spaccò il naso con una manata e lo spedì col sedere per terra. La ragazza gli porse la mano, ma lui si rialzò da, solo e ridacchiò:”Complimenti, mia signora, ben poche sono le donne che possono vantarsi di avermi spedito a terra, posso sapere il vostro nome?”, la ragazza lo guardò con uno strano sguardo e rispose:”Mi chiamo Sefora, sono una delle figlie dello sceicco di Madian, siamo venuti qui per vendere i nostri prodotti. Per caso.....avete visto chi mi ha lanciato QUESTO!”. Aveva indicato tutto il fango che aveva ancora addosso e assunse uno sguardo omicida che fece rabbrividire il principe, che aveva avvertito un'aura anche più forte della sua:”Ehm, sarei stato io, signorina.”.

Per un'attimo l'aura di Sefora si calmò e così il suo sguardo,al punto che Mosè fu sul punto di fare un sospiro di sollievo.... prima che un pugno luminoso si abbattè sul suo stomaco e gli fece quasi rimettere il pranzo. Anche se ne aveva avvertito chiaramente il potere pensava che fosse una maga, come quasi tutte le egiziane che risvegliavano il sekhem e cui di rado era concesso dedicarsi all'arte del combattimento. E anche tra di loro nessuna l'aveva mai fatto piegare così, mentre si mettevano a ridere:”Ahahah, scusa, ma mia madre mi ha insegnato a non lasciar mai correre un'offesa, soprattutto se fatta da un uomo, comunque posso considerarmi soddisfatta. ”. Mosè si rialzò si rimise in piedi cercando di ignorare il dolore allo stomaco e sforzò un sorriso:” Perdonatemi, a dire il vero il colpo era rivolto a quella testa di cazzo del mio maestro, ma è stato fortunato. Posso perdonarmi con questo?”.

Aveva tirato fuori una pergamena che passò a Sefora, che quando la prese in mano inarcò il ciglio:”Ehmmm, la NBA non l'hanno ancora fondata.”. Mosè imprecò e si riprese il biglietto per darne un altro e aggiunse imbarazzato:” Scusate,l'autore è un cretino e voleva mettere a tutti i costi questa battuta di merda. Comunque, no, il biglietto è per una partitina tra due squadre di babbuini(3) allenati da me e mio fratello. Abbiamo imparato a giocare dalle scimmie del tempio di Thoth e ci siamo messi ad allenare due squadre per divertimento.”.

Sarebbero rimasti a parlare ancora, ma sulla spalla di Mosè scoppiò una fiamma color oro, che spense prontamente con un getto d'acqua. Voltandosi vide Taita, che gli fece cenno di tornare al lavoro, quindi il principe si congedò da Sefora, che però volle togliersi un dubbio:”Scusa, potrei sapere il tuo nome?”. L'uomo si voltò sorridendo e rispose:”Mosè, sono il principe Mosè.”. Sefora si portò una mano alla bocca... aveva davvero quasi steso con un pugno uno dei due principi, futuro generale delle armate del faraone. Le sue sorelle sarebbero morte d'invidia.

(1)no,sul serio,si muoveva.

(2)se i guerrieri incanalano nel proprio corpo in un colpo solo più energia di quanto il loro fisico possa sopportare ricevono gravi danni,quindi quasi tutti si danno a un rigoroso addestramento fisico per evitare ritorni di fiamma.

(3)elemento ripreso da Kane's chronicles,per qualche motivo i babbuini in quella serie adorano il basket,in particolare quello dei protagonisti.

Ok,sono in ritardo tremendo e per di più ho creato un capitolo orrendo, perdonatemi se potete. Purtroppo la settimana scorsa ho avuto il test d'ammissione all'università(superato per fortuna) e poi è venuta la mia madrina con i suoi figli, poi quando mi mettevo a scrivere riuscivo a malapena a mettere in fila due parole(complice anche una pioggia di merda, che mi ha affossato l'anima.) In sé per sé qui non è successo molto, comunque dovevo introdurre Sefora perchè avrà il suo ruolo anche nella battaglia più importante e soprattutto quella fiamma dorata, che non si limiterà a infastidire quel poveraccio del protagonista.

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Capitolo 7
*** Partita,dubbi e risse ***


Nel cortile del tempio di Thoth due eserciti si stavano scontrando all'ultimo sangue. Dieci babbuini correvano di qua e di là cercando di portare la palla nei canestri attaccati ognuno a due statue del dio(1), il tutto mentre gli allenatori urlavano impartendo ordini e due ragazze ridevano sguaiatamente. “Difendete, miseria nera, ci stanno massacrando.” urlò il povero Mosè sperando di riuscire a recuperare almeno metà dello svantaggio, ma era ormai troppo tardi. Il capitano della squadra di Ramses rubò la palla a uno dei rivali e dopo aver superato gli altri andò in schiacciata e proprio in quel momento il verso di un ibis decretò la fine della partita.

Uno delle scimmie saltò sulla spalla di Mosè e gli diede una pacca. Il ragazzo neanche se ne accorse, demoralizzato com'era, settimane a fare strategie e veniva fregato così, per di più era stato fregato di fronte a una ragazza. Ramses intanto se la rideva nella grossa:”Dai, fratellino, non puoi sempre vincere. Comunque non vedo l'ora di dire ai nostri genitori come hai perso la faccia davanti a una ragazza per la prima volta. Oh, e ovviamente dovranno saperlo anche i tuoi soldati, penso che la cosa ti renderebbe un pò più umano.”. Mosè adorava suo fratello maggiore e avrebbe dato la vita per lui. Ma in quel momento ci vide rosso dalla rabbia, ricobrì le braccia di spuntoni di roccia e con un pugno lo spedì contro la statua di Thoth.

Quando Ramses si rialzò aveva un ghigno soddisfatto, ricoprì il pugno di fuoco e aria e si mise in guardia:”E così hai voglia di litigare, fratello? Bene,avevo proprio voglia di sgranchirmi i muscoli.”. I due principi si scagliarono l'uno contro l'altro e i loro pugni a breve si sarebbero scontrati con i denti dell'altro se Sefora non si fosse messa in mezzo. La ragazza, stufa desisti vedere tale dimostrazione di orgoglio maschile aveva colpito i due con un pugno infuso di luce a testa: “ Avevo sentito da dei miei amici che gli uomini della famiglia reale erano gentili, educati e di gran classe. Beh, felice di saper che anche loro sono esseri umani. A conti fatti non siete poi diversi da quei cazzoni che girano dalle mie parti.”,disse la guerriera scrocchiando le nocche, mentre i due si massaggiavano la testa.

Qualche minuto dopo Mosè stava accompagnando Sefora all'accampamento dei suoi e lei si era fermata a osservare dei bambini che giocavano:”Stento a credere che tra qualche anno saranno frustati e costretti a trasportare pietre grandi tre volte loro. Perchè non potete finirla con questa storia?. Mosè sospirò:” Ci hanno provato in molti, compreso mio padre, ma gli schiavi purtroppo esistono dagli albori dell'Egitto, forse un giorno quando saremmo veramente civilizzati non ce ne sarà più bisogno.”. “Alcuni di voi si vantano già di quanto la vostra civiltà civilizzata, date la prova di questo al mondo. Comunque se ho quel che ho sentito è vero vostro padre è stato molto misericordioso rispetto a certi sovrani che ho avuto il dispiacere di incontrare. Spero che voi e vostro fratello un giorno lo siate altrettanto.”. Mosè rimase zitto, il giorno dopo il processo un ragazzo di non più di quattordici anni l'aveva cercato e lo aveva implorato di salvare la vita a Khemeth, ma non aveva potuto promettere niente. Quel ragazzo- Giosuè aveva detto di chiamarsi- aveva due o tre anni meno di lui ed era già costretto ad assistere alla morte di colui che considerava quasi un padre.

Proprio mentre rimuginava su questi pensieri arrivarono a un pozzo dove c'erano due uomini in attesa,un uomo e una donna. Quest'ultima sorrise vedendo Sefora e le venne incontro, aveva la pelle molto scura, dei capelli neri molto corti e occhi dello stesso colore e l'uomo sembrava la sua versione al maschile. Le due donne si abbracciarono calorosamente e Sefora diede all'altra quello che sembrava un semplice pezzo di roccia, ma a un'esame più attento Mosè si accorse che era stracarico di energia luminosa, la stessa emanata dai due individui. “Scusate se mi intrometto, ma cos'è quella pietra?” chiese sospettoso. La ragazza per poco non cadde dalla sorpresa dopo aver capito chi aveva davanti, fece per rispondere ,ma ci pensò Sefora:” Mio signore- fece in tono sarcastico-, quella che avete sotto gli occhi è una pietra del monte Sinai, dove vive la mia tribù. È lì che gli angeli e i demoni si allenano, quando vengono qui sul piano mortale e le pietre che si rompono al loro solo passaggio sono impregnate del loro potere.”. La ragazza si affrettò a zittire Sefora e poi si inchinò al principe:”Comunque, mio signore, le utilizziamo solo per qualche rituale di livello nelle nostre festività e di rado, per far sbloccare a qualcuno dei nostri guerrieri l'elemento della luce. I tentativi di fuga sono finiti".

Ma Mosè la zittì con un gesto della mano:”Solo gli sciocchi si giustificano, e certo non avete bisogno di farlo per quanto è successo. Comunque posso sapere i vostri nomi?”. L'uomo intanto si era avvicinato alla donna, che lo indicò:” Io sono Miriam e questo è mio fratello Aronne. Siamo gli ultimi esorcisti del ghetto.”. Mosè squadrò i due, gli ricordavano qualcuno, ma non avrebbe saputo dire chi:” Ci siamo già incontrati per caso?”. Miriam e Aronne negarono e i quattro si separarono, ma mentre si allontanavano il principe delle due terre sentì un dolore alla testa e imprecò, probabilmente avrebbe avuto un'altra nottata d'inferno.
                                                                                                       **************

Quel giorno il cielo era scuro persino per i canoni dell'Inferno, le nuvole avevano lo stesso colore di un cielo senza stelle e i loro fulmini erano neri come la pece. Ciononostante da nessuna parte si vedeva una qualche fonte di illuminazione, d'altronde i demoni non ne avevano il benchè minimo bisogno. In quel momento in un castello su una catena montuosa Asmodeus stava ascoltando il rapporto di due suoi sottoposti, simili a un rospo e a un triceratopo. Dopo aver sentito tutto li congedò e sospirò, quella che era sembrata una banale operazione di tutti i giorni si era trasformato in un mistero insolubile, e chiunque vi fosse dietro probabilmente stava ridendo di lui e Gremory, i primi a investigare e gli ultimi a continuare a cercare(gli angeli dopo il primo rapporto se n'erano fregati bellamente).

Si prese da bere da un armadietto vicino al suo trono e cominciò a osservare il cielo da una finestra, ma una voce lo distolse dai suoi pensieri:”Deluso dai tuoi sottoposti, Asmodeus?”. Il generale infernale si voltò e vide uno dei suoi pari, un corvo umanoide con occhi arancioni dotato di sei ali e con un ghigno sul becco. Sospirò e rispose”Deluso da me steso, Malphas, sono anni che percepisco un pericolo che ci sovrasta tutti e non riesco a fare nulla per impedirlo. Comunque scusa, non dovresti essere ad azzuffarti con Phenex?”.

Il corvo rise di cuore, fin da quando erano stati eletti generali infernali circa cento anni fa lui e Phenex non facevano altro che combattere per stabilire chi fosse il più forte dei demoni uccello e visto che quest'ultimo era in svantaggio di due sconfitte stava facendo di tutto per recuperare.”Sono circa tre giorni che mi sta cercando a cento kilometri da qui, ho tutto il tempo per riposarmi in santa pace. Cosa che dovresti fare anche tu, probabilmente quei flussi sono opera di qualche mago che fa esperimenti un po' troppo pericolosi, e conoscendo come vanno queste cose ne finirà vittima.”. Asmodeus sospirò, avrebbe voluto condividere l'ottimismo dell'amico, ma qualcosa glielo impediva:”Grazie per il tentativo, ma ci vorrà molto di più per tranquillizzarmi. No, c'è qualcosa di più dietro, quell'energia appare sempre in coincidenza di morti tremende e soprattutto mi ricordano decisamente troppo LUI. Mi dispiace, ma fino a quando non andrò in fondo a questa storia non potrò riposare.”.

Malphas sbuffò, come al solito il senso del dovere( o come la chiamava lui cocciutaggine) di Asmodeus era a dir poco leggendario:”Te lo ripeto,lascia perdere, tanto LUI per ora è tenuto a bada da Ra e dai suoi guardiani, quindi se tutto va bene lo rivedremo solo quando sarà il momento. Dai, molliamo tutto e andiamo a berci un goccio!”. Asmodeus stava per dirgli in primis, che se tutto sarebbe andato bene il momento di cui parlava sarebbe stato comunque l'ultimo momento e in secundis che il goccio lo avrebbe preso solo se pagava lui, ma proprio in quel momento una cometa infuocata cadde sul palazzo, radendolo al suolo. In pochi secondi tutto ciò che rimaneva erano macerie in fiamme su cui si ergeva un altro uccello umanoide, ma questo aveva le piume rosse e occhi rossi di collera:” MALPHAS, DOVE CAZZO SEI?! TI RENDI CONTO DI NON POTERMI BATTERE DA SOLO E PERCIò VAI A CHIEDERE AIUTO? SMETTILA DI NASCONDERTI COME UN VIGLIACCO E AFFRONTAMI!”.

Dopo qualche istante un mucchio di macerie si sollevò in aria e sotto di loro si trovava proprio Malphas,che aveva uno sguardo più furente del suo avversario:” Grave errore insultarmi così, Phenex. MALPHAS NON FUGGE!”. I due si squadrarono per un lungo istante e poi si scagliarono l'uno contro l'altro, ma prima che potessero scontrarsi vennero afferrati da decine di tentacoli provenienti dalle rovine e allontanati l'uno dall'altro. Un'esplosione d'oscurità polverizzò le macerie e Asmodeus riapparve, con le basi dei tentacoli attacati ai fianchi e alle spalle. Emanava un'aura talmente forte da bruciare l'aria e il suo sguardo sembrava perforare i due demoni uccello che si dimenavano tra i suoi tentacoli.”FOTTUTISSIMI IMBECILLI, GIURO CHE DOPO QUELLO CHE VI FARò NON POTRETE MUOVERVI FINO AL TERZO MILLENNIO! NON PRIMA DI AVER AGGIUSTATO CASA MIA,S'INTENDE(2)!”.

Malphas riuscì a liberare la gola e prese fiato:”Ok, calma, Asmy, ne possiamo discutere. Ti faccio tutte le stanza idromassaggio e vuoi se prometti di ridurmi meglio di quest'essere.”. Purtroppo il generale infernale non era molto in vena di patti e strinse ulteriormente la presa sulla gola del demone corvo:” Non ci siamo capiti, coglione, vi riduco tutte e due allo stesso modo e mi farai comunque tutte le stanze idromassaggio che voglio.”.

(1)sì, i miei personaggi sono molto rispettosi nei confronti degli dei.

(2)Malphas è il titolare della più grande ditta di costruzione degli inferi.

Ok,finalmente ce l'ho fatta, ho fatto questo capitolo essenzialmente per porre le basi dei prossimi e per strapparvi qualche risata,sperando di essere riuscito nell'intento,come sempre un abbraccio a tutti i lettori.

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Capitolo 8
*** Missioni e verità ***


                                                                                     Missioni e verità

Mosè si trovò davanti un'immensa scalinata occupata da migliaia di persone, Si fece coraggio e cominciò a salire, e nel mentre guardò gli altri, alcuni sedevano tenendosi il volto tra le mani, altri salivano e scendevano nervosi, altri ancora leggevano dei grossi papiri,ma avevano tutti una cosa in comune: avevano tutti la pelle blu e un'aria triste. Cominciò a capire dove si trovava e rabbrividì. Dopo quelle che sembrarono ore si ritrovò davanti un enorme palazzo bianco con le pareti incise da migliaia di geroglifici luminosi e colonne dall'aspetto di dei. All'ingresso un uomo vestito solo con un gonnellino nero,un akh al collo e una maschera di sciacallo fissava torvo le persone che si trascinavano all'interno dell'edificio. Quando Mosè arrivò all'ingresso vide che quella però non era affatto una maschera e si rassegnò, o era morto nel sonno o qualcuno lo voleva vedere, si fece animo ed entrò nella sala del tribunale di Osiride.

La stanza era enorme e le pareti bianche erano ricoperte di geroglifici quasi accecanti, mentre un uomo molto simile a Seti(ma con la pelle verde acqua) osservava la moltitudine di anime davanti a lui su un trono sopra una gigantesca bilancia dorata in perfetto equilibrio. In quel momento il suo sguardo era fisso su un ragazzino di non più di dieci anni, che stava guardando ansioso la bilancia, su cui erano posate una piuma e una sfera luminosa. Mosè ebbe un colpo quando riconobbe il bambino, di cui aveva riconosciuto il volto di uno dei cadaveri lasciati dalle Averle. Dopo un paio di minuti il dio verde alzò la mano sinistra e si aprì un portale luminoso, in cui il bambino entrò esultando. Mosè si augurò che ritrovasse i suoi genitori ovunque andasse e che abbia più fortuna nella prossima vita(1), poi sentì su di sé lo sguardo del dio e si inchinò.

Osiride sorrise vedendolo e parlò con voce roboante:” E così sarai tu a dover combattere. Le stranezze del fato non cessano mai di sorprendermi. Beh, così dev'essere, che ci piaccia o meno tocca a te il ruolo di difendere il Maat.”. Mosè alzò un attimo la testa incrociando lo sguardo del signore dei morti:” Mio signore, perdonate la mia stupidità, ma cosa intendete? Insomma, non posso veramente difendere l'ordine cosmico.”. Osiride ridacchiò: “Mosè, nessuno di noi ha chiesto questo ruolo, ma è qualcosa che abbiamo fatto perchè così doveva essere. Tu dentro di te forse sai di non essere uno di noi, ma nonostante ciò i cuori di tutti gli esseri umani battono all'unisono e pertanto tu ed altri dovrete combattere insieme.”.

Il principe avrebbe voluto chiedere altro, ma proprio in quel momento la terra tremò, le pareti si ricoprirono di crepe e uno dei piatti della bilancia cadde a terra con un tonfo assordante e Osiride cercò di rimetterla in equilibrio con la telecinesi, ma lo sforzo era a dir poco enorme. Il dio si rivolse nuovamente a Mosè e cercò di parlargli,mentre le vene sul suo collo sembravano scoppiare:” Ascolta, tra poco dovrai affrontare una grande delusione, ma dovrai- argh- superarla. Ricorda- ah!- chi è la..tua..famiglia!”.
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Taita osservò soddisfatto i lavori di restauro, la strategia del faraone si era dimostrata giusta e gli ebrei lavoravano di buona lena e più volentieri sapendo che i loro sforzi sarebbero stati retribuiti adeguatamente, probabilmente in pochi giorni il tempio di Geb sarebbe tornato più bello di prima. Decise di mettersi al lavoro e fece per prendere una pietra, ma quella venne presa proprio un momento prima da qualcun'altro. “Mosè, che ci fai qui? E cos'è quell'aria affranta?”- infatti il principe aveva un'aria a dir poco affranta e due occhiaie colossali. La pietra che aveva tra le mani gli cadde, ma Taita riuscì a afferrarla con la telecinesi prima che finisse sul piede del suo vecchio allievo...ok, aveva senza alcun dubbio qualcosa per la testa, probabilmente qualche problema amoroso.

Ma purtroppo rimase deluso:” Taita, ho fatto un altro sogno, se possibile ancora peggio dell'altro. E tu sei l'unico che può aiutarmi.”. Andarono in una piccola casa che Taita aveva da quelle parti e presero del vino, poi Mosè cominciò a raccontare e qualche minuto dopo il suo vecchio maestro cercava di capirci qualcosa. “Mosè, sei sicuro che quello fosse proprio Osiride? Insomma, so che gli dei possono mandare delle visioni, perchè io stesso ne ho avuta più di una, ma può anche darsi che qualcuno stia cercando di attirarti in una trappola.”, ma Mosè sospirò:” No, era lui, il suo Sekhem non era un'illusione. Era semplicemente troppo grande e un livello del genere può essere stato raggiunto solo dai nostri antenati più forti, non me l'hai spiegato tu stesso?”.

Vero, praticamente tutti gli utilizzatori di Sekhem dell'Egitto sapevano che gli dei non erano creature misteriose nate dal nulla, che avevano creato il mondo. Erano stati anche loro mortali, umani o meno ed erano riusciti ad accumulare una quantità quasi infinita di forza spirituale, al punto di trasformarsi in qualcosa di totalmente diverso da ciò che erano, diventando immortali(2)...almeno di fronte al tempo, visto che anche loro potevano essere uccisi ed erano sottoposti al ciclo di reincarnazione. Ciononostante una parte del loro potere era sopravvissuta portandosi con sé qualche brandello di coscienza, che scandagliando la terra cercava uomini e donne meritevoli da premiare. L'unica eccezione sono le divinità legate alla morte, che governano l'Aldilà, assicurandosi che le anime vengano purificate e possano reincarnarsi per porre rimedio ai loro errori.

Taita sospirò:” E va bene, era Osiride. Ma non è detto che tutto quello che abbia detto fosse vero, insomma per quale motivo non dovresti essere uno di noi?”, dopo aver detto questo Mosè cominciò a fissare il vuoto e formò una piccola pozza d'acqua nel palmo della mano:” Il mio nome...significa “salvato dalle acque”. Perchè mi hanno dato questo nome? Ogni volta che lo chiedo ricevo solo risposte vaghe e confuse.”. Taita cercò di rispondergli e tranquillizzarlo, ma Mosè non aveva ancora finito:” E ho diciassette anni. Tu ti ricordi cos'è successo diciassette anni fa vero, Taita?”. Il mago tacque, aveva capito il ragionamento dell'altro ed ebbe un colpo, ma la cosa aveva senso, un senso tremendamente inquietante. La regina Tunya aveva sempre detto che Mosè era figlio di una serva vedova morta poco dopo averlo dato alla luce e compreso lo stesso Mosè, ma a lui era sempre sembrata una storia costruita in fretta e furia per nascondere qualcos'altro.

E se in realtà una madre ebrea in un tentativo disperato avesse cercato di mettere in salvo il figlio sul fiume e quest'ultimo fosse stato trovato dalla principessa? I due uomini si fissarono per lunghi minuti senza dire niente, poi il ragazzo se ne andò. Taita non fece nulla per impedirglielo, poteva comprendere, anche la sua vita in passato venne sconvolta dalla follia umana. Sospirò e poi aprì un baule, da cui prese un papiro. Su di esso era raffigurato un sole nero e sotto una data, ventuno settembre(3).

                                                                                                        **************

Mosè imprecò, non sapeva neanche perchè era tornato al quartiere ebraico, ma sembrava che ultimamente tutte le cose importanti ruotassero intorno a quel posto. E se voleva sapere se le sue supposizioni fossero vere quello era il posto migliore in cui cercare, non voleva spezzare il cuore di Tunya solo per quelle che potevano essere stupide paure. Attivò la vista potenziata e cominciò a cercare le auree di Aronne e Miriam, aveva bisogno di qualcuno che avesse autorità da quelle parti e loro erano già un punto di partenza, poi c'era qualcosa di familiare in loro. Dopo mezz'ora di ricerca li trovò mentre uscivano da una casa, mentre Miriam teneva tra le mani una boccia, contenente qualcosa di grigio che si agitava come un forsennato nel tentativo di liberarsi. Mentre cercava di tenerlo a bada vide arrivare il principe e si inchinò.

“ Mio signore, lieta di rivedervi. Posso sapere come mai siete qui?”, Mosè la guardò cercando di capire dove aveva già visto quegli occhi e rispose:” Sto cercando delle persone e mi serve qualcuno che qui abbia autorità e conosca le persone. Comunque...posso?”. Prese la boccia dalle mani della donna e formò uno spuntone di roccia nella mano, con cui impalò la cosa che si dimenava. Dal contenitore rotto fuoriuscì uno strano essere grigio che continuò a divincolarsi prima di spirare e svanire. “ Brutale,ma efficace.”, commentò con un sorrisetto. Miriam e Aronne guardarono, non avevano ancora capito cosa fosse quel coso, ma gli stavano dando la caccia da una settimana e finalmente quel giorno erano riusciti a intrappolarlo in una casa abbandonata, dove avevano trascorso tutto la giornata cercando di sigillarlo. Volevano capire cosa fosse, ma forse era meglio che fosse stato distrutto,aveva quasi ammazzato dei bambini.

Dopo averlo ringraziato gli chiesero chi cercasse e al sentire la risposta persero sei anni di vita. ” Per caso sapete se diciassette anni fa, durante il massacro ordinato da Ramses primo, dei genitori siano riusciti a salvare il proprio figlio facendogli attraversare il fiume?”. Prima ancora che finisse di parlare Aronne gli sparò un raggio di luce in faccia, ma riuscì a deviarlo a mani nude, poi però si accorse che erano spariti. Riattivò la vista e vide che erano già lontani, quindi si mise a correre,sperando di riuscire a prenderli prima che arrivassero alla base dei maghi, dove non avrebbe mai potuto toccarli. Fortunatamente quei due non correvano molto veloce(almeno in confronto a lui) e in breve li ritrovò.

Quando Aronne lo vide gli sparò nuovamente un raggio, ma questa volta lo schivò tranquillamente e torse il braccio dell'esorcista, poi si trovò il bastone di Miriam puntato sulla faccia. “ Perchè cerchi quel bambino? Vuoi ucciderlo come tuo nonno ha ucciso tutti gli altri? Beh, mi spiace, ma o è morto quella stessa notte o si è fatto una vita lontano da qui. Non lo troverai mai!”. Mosè guardò la donna dritto negli occhi e strinse ulteriormente la presa sul braccio di Aronne, che non riuscì a trattenere un grugnito di dolore:” Quindi ne sapete qualcosa. Dimmi subito dove trovare i suoi genitori o tuo fratello dovrà farsi una protesi.”. Miriam sogghignò:” Ci vorrà un po', ma se necessario posso anche farglielo ricrescere. Comunque se proprio vuoi saperlo, i genitori del bambino sono morti più di tre mesi fa. E sai, non è stato molto piacevole organizzare il funerale di mio padre e mia madre.”.

Questa volta fu Mosè a perdere sei anni di vita e lasciò andare il braccio di Aronne:” Co- Cos'hai appena detto?! Tuo padre... e tua madre?”. Miriam spostò leggermente il bastone e lo fissò dritto negli occhi:” Sì, quel giorno io e mia madre eravamo fuori casa con il mio fratellino appena nato. Poi arrivò quel sanguinario di Rasfer, che mise tutto a ferro e fuoco. Mio padre e Aronne si erano barricati in casa e mia madre cercò di salvare almeno mio fratello. Io andai con lui per assicurarmi che sopravvivesse almeno un po' più di dieci metri, ma dovetti scappare. Quindi, te lo richiedo..Cosa ti importa di un neonato morto con tutta probabilità diciassette anni fa?!”.

Mosè era a dir poco scioccato, due giorni erano bastati a distruggere la sua vita e a ricomporla in un mosaico orribile....ma che aveva perfettamente senso. Capì dove aveva già visto gli occhi di Miriam e ripensò a tutto quello che aveva visto nel corso degli anni....schiavi, guardie sanguinarie, il serpente del sogno, il golem, la morte di Khemeth, Osiride e tanto altro. Poi sussurrò con un filo di voce:” Io....ero io quel bambino.”.

                                                                                                              ***********

Mosè guardò l'orizzonte del confine, presto l'avrebbe passato per andare chissà dove, ma in fondo non gli importava. Dopo aver scoperto tutto aveva parlato qualche minuto con Miriam e Aronne e poi aveva girovagato per giorni senza meta, poi aveva deciso di andarsene, lontano da tutto e da tutti. Era tornato a palazzo di nascosto per riprendersi il bastone e un paio di stracci, d'altronde per quanto lo riguardava sarebbe anche potuto morire nel deserto. Fece per incamminarsi, ma sentì uno strattone al piede, abbassando lo sguardo vide una mano di sabbia che gli teneva la caviglia:” Taita, non provare neanche a fermarmi, tanto non ci riusciresti neanche tagliandomi gli arti.”.

Infatti dietro Mosè si trovavano Taita, Seti e Ramses, ognuno di loro aveva l'espressione di chi è disposto a tutto, ma Mosè non voleva tornare, punto e fine della storia. Seti si fece avanti per primo, per la prima volta in vita sua affrontava una battaglia senza i simboli dei faraoni, il pastorale e il flagello:” Figlio mio, lo so che ora come ora ti sembra che niente abbia più senso e vorresti solo farla finita con questo dolore, ma andartene non è la soluzione. Torna, tua madre non ti ha salvato perchè gettassi la tua vita alle ortiche?”. Mosè rise, ma non era la solita risata di chi adora la vita che sudditi e soldati avevano imparato a conoscere, era la risata disperata di chi non aveva più niente da perdere:” Mio faraone, a chi vi riferite? A vostra moglie oppure a un'anonima schiava di cui forse nessuno ricorda il nome a parte la sua famiglia. In entrambi i casi, io non getto la mia vita alle ortiche...la offro al deserto, che forse si dimostrerà migliore di molti uomini.”.

Seti avrebbe voluto dargli un pugno per provare a farlo ragionare, ma venne fermato da Ramses:” Mosè, ti prego, torna con noi, andartene non ti aiuterà e forse insieme possiamo sistemare le cose. Sono anni che ci promettiamo di lavorare insieme quando uno di noi salirà al trono, vuoi dirmi che erano tutte menzogne?! Avanti, rispondi!”. Il ragazzo guardò il fratello adottivo, fino a qualche giorno prima gli avrebbe stretto la mano e sarebbero tornati a casa spalla a spalla....ma non oggi.” Perdonami, Ramses, ma non ho più niente da dirvi.”.

Attivò la seconda vista e saltò in una crepa nello spazio che aveva avvistato poco prima. Pochi secondi dopo tutto aveva acquistato una sfumatura azzurra e c'erano più piante, e in lontananza si udivano dei ruggiti. L'ormai ex principe d'Egitto prese il bastone e si mise in posizione di guardia, aveva anche offerto la sua vita al deserto....ma non aveva mai detto che l'avrebbe ceduta senza lottare.

(1)in questo universo tutte le anime attraversano un grande ciclo di reincarnazione.la differenza stà nell'aldilà dove vanno e nel fatto che mentre le anime dei malvagi devono prima purificarsi,quelle dei giusti possono rinascere quando desiderano.

(2)ho ripreso questo elemento da un genere delle light novel cinesi,lo xianxia.in questo tipo di racconti i protagonisti attraverso la meditazione e l'allenamento aumentano in continuazione la propria energia spirituale,che arrivata al culmine,trasforma il loro possessore in un dio vero e proprio.qui il procedimento è simile,ma servono altri requisiti che spiegherò in seguito.

(3)non so se ai tempi usassero già il nostro sistema di mesi e stagioni,ma visto che per la storia mi serve una certa data, ho fatto finta che lo usassero già.

Ok,questo è il capitolo più schifoso della storia e ci ho messo un'eternità a scriverlo,purtroppo non ho mai avuto ben in mente questa parte e ho deciso di buttarla giù il più in fretta possibile per levarmela dalle scatole. Prometto che il prossimo capitolo sarà migliore e mi auguro di riuscire a pubblicarlo in settimana,visto che domenica andrò a Palermo per l'università(aiuto).Un'abbraccio e un buon proseguimento di scuola a tutti i lettori,in primis Slenderguy,Hikari e se ha già iniziato a leggere Sherazade(di cui consiglio la storia “il tempio della dea serkhet”)                                                                 

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Capitolo 9
*** L'inizio dell'inferno ***


                                                                                                     L'inizio dell'inferno

Centoquarantaquattro figure all'interno di una dimensione color arcobaleno osservavano attentamente una sfera al cui interno si vedevano le immagini del dio Osiride che cercava di tenere in equilibrio la bilancia del Maat. A un certo punto una dei presenti alzò una mano e l'immagine cambiò, mostrando un uomo falco seduto su un trono fatto di fuoco vivo su un'enorme barca dorata, che a sua volta navigava in un fiume di lava ribollente. L'essere sembrava in attesa di qualcosa e guardava ansiosamente la lava. “ Penso che questo sia abbastanza”, disse Gremory. In quel momento lei i suoi settantuno colleghi stavano tutti su una metà di uno stadio, mentre nell'altra metà sedevano le loro controparti, i settantadue generali delle schiere celesti. Uno di loro, un bell'uomo sui venticinque dai capelli argentati e l'armatura turchese alzò la mano per prendere la parola:” Gremory, con rispetto parlando, ma non penso che la situazione egiziana ci riguardi. Abbiamo già i nostri problemi e comunque non vedo come potremmo intervenire. Le piccole squadre che avete inviato non hanno trovato niente e sapete meglio di me che non possiamo andare lì in massa(1).”.

Asmodeus sbuffò, Michael non era cambiato da quando si chiamava Zeros, sapeva anche essere generoso e intelligente quando voleva, ma per il resto del tempo era un gran rompipalle:” Michael, dovresti sapere cosa significa tutto questo. Così come noi, anche Ra e Osiride sono guardiani dell'ordine, se loro cadono noi li seguiremo a breve. E ti ricordo che lì c'è anche gente che un tempo aveva fiducia in noi...o forse voi siete ancora incavolati per quello che vi disse Giuseppe.”. A quelle parole diversi degli angeli presenti fecero esplodere le loro auree per la rabbia. Qualche secolo prima, quando Giuseppe venne rapito un angelo di basso rango assistette a tutto...e non fece niente. Anni dopo, Giuseppe incontrò il Michael dell'epoca e gli rivolse parole molto pesanti e l'angelo rispose con insulti ancora più pesanti, da allora ci fu una vera rottura tra angeli e umani.

Comunque prima che qualcuno potesse fare niente un altro angelo si alzò, era Azrael, dalla pelle scura e i capelli bianchi. “ Lasciamo perdere i vecchi errori, è al presente che dobbiamo pensare. Asmodeus e Gremory hanno ragione, se gli egizi cadono noi faremo a breve la stessa fine...o vi siete dimenticati che in questo mondo tutto è collegato?! Se LUI si risveglia altri lo seguiranno ed è ancora troppo presto!”. A quelle parole diversi dei presenti si calmarono, Azrael era uno dei più saggi tra di loro e ben pochi avrebbero osato contrariarlo, c'era un motivo per cui veniva chiamato l'angelo della morte. Gremory per poco non scoppiò in applausi, ma si trattenne:” Grazie, Azrael, se vuoi la settimana prossima sono libera. Comunque, sperando che vi siate decisi a intervenire, dovremmo decidere come farlo. Qualche idea?”.

È incredibile come solo due parole così semplici possano scatenare un putiferio, ma la sala riunioni si trasformò in un autentico campo di battaglia, ognuno voleva far valere il proprio piano e solo il mattino dopo si arrivò a una decisione. Alla fine da una montagna di corpi emerse una demonessa dai capelli a punta color lilla e diversi cristalli su braccia, gambe e schiena. “ Bene, signori, è deciso, incaricheremo un umano di indagare, gli angeli gli insegneranno la magia esorcista e noi demoni lo addestreremo al combattimento.”,disse Leraje, mentre i suoi compagni e i serafini si riprendevano dal loro overdose di caffè(e non solo). Michael imprecò sottovoce, Leraje era uno dei demoni che meno sopportava, non faceva altro che lamentarsi di non avere neanche la metà del successo di Gremory con gli uomini e per di più il suo piano era quasi identico a quello che aveva proposto lui( solo che non aveva proposto addestramento e supporto).

Facendosi strada tra i corpi ancora addormentati uscì Raphael, una serafina dai capelli castani e gli occhi color oro:” Giuro che questa è l'ultima volta che bevo caffè. Ok, Leraje, il tuo piano è approvato, ma l'umano lo sceglieremo noi.”. In aria comparve di nuovo la sfera e dopo qualche secondo mostrò l'immagine di un uomo nel deserto che combatteva contro un'orda di scorpioni giganti a suon di bastonate. Gremory lanciò una bestemmia vedendo di chi si trattava:” I-il principe Mosè? Non mi pare esattamente la scelta migliore, non sarebbe meglio qualcuna delle guerriere o delle maghe che vivono attorno al Sinai?”. Raphael sogghignò, la reazione della succube aveva confermato i suoi sospetti:” A me sembra la scelta migliore. A quanto pare in realtà il caro Mosè è in realtà un ebreo, quindi questo lo rende un allievo perfetto per noi e visto quant'è sconvolto potrebbe anche decidere questo ruolo. Attualmente è al livello di un arcidiavolo di basso livello, ma con dieci anni di allenamento potrebbe arrivare anche ad essere un nostro pari. Come mai questo interesse, Mist?”.

Il generale infernale strinse i denti, l'uso del suo vecchio nome le aveva fatto capire di essere stata scoperta:” E va bene..Seraph. Durante la nostra ultima missione prima di essere promossi io e Asmodeus abbiamo trovato un bambino ebreo sul Nilo e abbiamo-Asmodeus tossì-cioè, ho deciso di affidarlo alla famiglia reale. Ma penso comunque sia meglio tenerlo fuori da questa storia, o quantomeno lasciargli il diritto di scegliere.”. Tutti i presenti acconsentirono, e aprirono dei varchi per tornare alle rispettive dimore, ma prima che Phenex e Malphas potessero andarsene vennero afferrati per il collo da due mani enormi. Dietro di loro Asmodeus ghignava come un pazzo:” Mi dispiace, ragazzi, ho ritardato per la riunione, ma mi hanno avvertito che la mia casa è come nuova, quindi....ORA CI DIVERTIAMO!”.

                                                                                                            ****************
Il bastone di Mosè distrusse l'ennesimo carapace, mentre gli ultimi scorpioni scappavano lontano da lui. Osservò i resti disgustosi dello scorpione morto e crollò a terra sfinito, erano ormai settimane che combatteva contro qualsiasi cosa vivesse in quel luogo da incubo. A parte un po' di piante in più da cui prendere cibo era anche peggio del deserto normale. In certi momenti aveva persino pensato di tornare a casa, ma poi si ricordava che per lui quella parola non aveva più senso, non poteva fare altro che vagare e sperare di trovare di trovare un posto in cui stare anche solo per un po' e magari trovare risposte alle sue domande. Beh, almeno avrebbe potuto farlo nel piano mortale, trovò un'altra piega nello spazio e l'attraversò. Si ritrovò in un' oasi piena di palme e alcune piante cariche di frutta e con un pozzo verso cui si diresse per bere, ma appena arrivato cadde a terra sfinito.

Furono delle risate di bambine a svegliarlo, e guardandosi intorno vide un folto gregge di capre guardate a vista da due bambine, che gli rivolsero uno sguardo sospetto. In effetti non avevano tutti i torti, era difficile fidarsi di un uomo sporco di sangue e sabbia e con i vestiti a brandelli, meglio far capire di non avere cattive intenzioni, quindi gettò il bastone(tanto più che era quasi rotto):” Potete stare tranquille, non ho intenzione di fare male a nessuno, se mi date dell'aqua me ne andrò sub...” Era stato interrotto dalle urla di un gruppo di uomini vestiti da beduini che presero le pecore a colpi di frusta e si rivolsero minacciosamente alle bambine:” VOI! Pensavamo di avervi detto di sloggiare, questo è territorio nostro ora. Tra l'altro vedo che qui non c'è neanche quel mostro di vostra sorella.”. Il più grosso degli uomini fece per colpire una delle piccole, ma Mosè fu più lesto e gli ruppe il naso con un pugno, per poi sbarazzarsi degli altri farabutti non appena provarono a colpirlo tutti assieme:” Vi conviene sparire, o dovrò impegnarmi sul serio. E un consiglio, valutate le vostre forze quando provate a occupare lo spazio altrui, queste bambine avrebbero potuto ammazzarvi in qualsiasi momento.”.

I bruti se ne andarono con la coda tra le gambe, mentre le piccole diedero dell' aqua a Mosè per ringraziarlo:” Chi erano quelli idioti?”, chiese loro:” Pastori amaleciti, un branco di ubriaconi che preferisce fregare i pascoli agli altri che cercarseli da soli. Saremmo già capaci di occuparcene da sole, ma nostra sorella maggiore ci ha sempre detto di non usare i nostri poteri contro gli esseri umani, quindi in genere se ne occupa lei. Oh, eccola lì.”. Quando Mosè vide chi aveva indicato la ragazzina finì quasi per affogarsi, perchè la sorella delle bambine era nientepopodimeno che Sefora. Lo stupore della ragazza fu pari al suo, divenne rossa e lo fissò senza dire niente per quasi un minuto, fino a quande le sue sorelle minori non si misero a ridacchiare, quindi si riscosse. “Ok, non so cosa ci faccia tu qui, ma spero che non sia per sposarmi. Già mio padre sta facendo il diavolo a quattro per convincermi a scegliere un marito.”. Mosè e le sorelle di Sefora risero sentendo quelle parole, ma si zittirono non appena avvertirono l'aura della ragazza aumentare d'intensità e in meno di un secondo Mosè si ritrovò incastrato a testa in giù nel pozzo.

                                                                                                             ***************
L'ex principe buttò uno sguardo alle pecore, era ormai da qualche giorno che Jetro, il padre di Sefora l'aveva accolto come nuovo pastore. Inizialmente lo sceicco era stato molto sorpreso di avere nella sua tenda il figlio del faraone, ma poi Mosè, anche per sfogarsi aveva deciso di raccontare tutto a lui e alla figlia. Impietosito, Jetro l'aveva invitato a restare, ma con tutta probabilità aveva anche il secondo fine di trovare un marito decente alla figlia. Mosè sospirò, Sefora era una bella ragazza ed era anche intelligente e molto forte(anche se parecchio manesca), ma non sarebbe mai stata felice con un uomo incapace di decidere per sé e lui stesso non sapeva che fare per il resto della vita in quelle terre, anzi non sapeva proprio che fare della sua vita. Avrebbe potuto diventare mercenario e combattere al soldo del miglior offerente, ma voleva mantenere la propria coscienza, oppure sarebbe potuto andare in Grecia, a Sparta cercavano sempre uomini robusti.. o forse poteva diventare come quegli eremiti che continuavano ad allenarsi e aumentare la propria forza spirituale nel tentativo di trasformarsi in dei, ma l'ipotesi era troppo noiosa.

La cosa che non riusciva ad ammettere forse neanche a sé stesso era che voleva tornare in Egitto e finire ciò che i maghi e il loro Golem non erano riusciti a concludere, ovvero liberare gli schiavi dalla schiavitù e chissà, forse sarebbe persino riuscito a conciliarsi con la sua famiglia. Ma non aveva la forza per farlo e dubitava che lì avrebbe potuto allenarsi come si deve. Mentre rimuginava venne interrotto dalla voce di Sefora:” Ehi, bel principe, sono venuto a portarti da mangiare.”. Mentre i due mangiarono insieme del pane Mosè guardò il Sinai, nei giorni scorsi aveva visto più volte le onde di energia bianca e nera che lo avvolgevano e in certi casi ne era rimasto quasi accecato, e con tutta probabilità se avesse osato avvicinarsi sarebbe caduto in coma, ciononostante un'idea malsana cominciò a nascere in lui.

” Sefora, tu hai mai provato a salire sulla montagna?”, la ragazza sussultò e il suo sguardo si fece cupo:” Una volta, avevo otto anni. All'epoca avevo appena risvegliato i miei poteri e mi credevo invincibile, così decisi di provare a salire sulla montagna per chiedere ai signori dell'inferno e del paradiso di allenarmi. Povera cretina, quando smisi di arrampicarmi avevo le mani sanguinanti e la prima cosa che vidi furono un serafino e un demone grande come una casa che combattevano senza risparmiarsi. Le pietre si spaccavano al loro solo passaggio e la terra tremava, probabilmente se non ci fossimo trovati in un altro piano di realtà ora qui non abiterebbe più nessuno, a dire il vero non so neanche perchè sono ancora viva. Quando riuscì a tornare all'accampamento caddi in coma per un mese. Quindi...TU NON OSARE NEANCHE AVVICINARTI, SONO STATA CHIARA?!”. Se ne andò, lasciando un povero Mosè con i timpani fracassati.

                                                                                            ***************
Una figura si mosse silenziosa tra le tende e si diresse verso la montagna, cercando di non fare il minimo rumore. Arrivata al monte attivò la seconda vista e si diresse verso una crepa spaziale, sperando di trovare quella giusta al primo colpo. Dall'altra parte tutto era apparentemente identico, ma il cielo era color bianco e nero e la montagna presentava diverse crepe dello stesso colore. Cominciò ad arrampicarsi e più volte fu sul punto di perdere la presa, ma riuscì a riafferrare sempre gli appigli. Dopo quelle che sembrarono ore riuscì ad arrivare in cima, dove c'era quella che sembrava un'enorme arena naturale. Andò al centro di essa e declamò a gran voce:” IO SONO MOSè, EX PRINCIPE D'EGITTO E DISCENDENTE DI ABRAMO. E SONO QUI PER PARLARE CON I SIGNORI DEL PARADISO E DELL'INFERNO!”.

Per lunghi secondi pensò che nessuno avrebbe risposto alla sua richiesta, d'altronde che si aspettava, che Satana e Lucifero(2) in persona e decidessero di prenderlo come allievo. Fece per andarsene, ma proprio in quel momento udì una risata femminile:” Vedo che sei cresciuto parecchio da quando ti ho preso dal Nilo, piccolo mio.”. Mosè si voltò e vide una demonessa dai capelli neri ricci e sei ali, a quanto pare il suo grido era stato udito:” Con chi ho l'onore di parlare, Sitri forse, o Paimon, o Lilith in persona? E soprattutto, come mai un essere di rango così alto viene a parlare con un demone decatuto?”. La donna rise di cuore:” Lieto di vedere che sei cresciuto con un cervello perfettamente funzionante, Mosè. Sappi che hai di fronte Gremory, Duchessa e signora di ventisei legioni. E sono anche colei che diciassette anni fa ti ha tirato fuori dal Nilo e in virtù di questo mi è stato concesso di parlarti prima degli altri.”.

L'uomo era a dir poco sconvolto, quindi era lei che doveva ringraziare per essere cresciuto in una finta famiglia, ma soprattutto era sbiancato sentendo l'ultima parola:” A-altri?”. In pochi secondi si aprirono diverse altre crepe spaziali, da cui uscirono creature più o meno umane, in tutto c'erano tre angeli e tre demoni, compresa Gremory. Tra queste Michael, Raphael, Asmodeus, Leraje e un Azrael. Tutti si sedettero a terra e cominciarono a parlare e a confrontare gli appunti, dopo qualche minuto Mosè parlò con tono cupo:” Quindi in sostanza mi volete usare. Ma a me cosa viene in tasca?”. Gremory sospirò, in fin dei conti il ragazzo aveva ragione, ma non aveva molta scelta:” La tua osservazione è corretta, ma puoi stare tranquillo, che non sarai lasciato allo sbaraglio. Tanto per cominciare ti stiamo offrendo una scelta, poi puoi star sicuro che avrai qualcosa in cambio. D'altronde abbiamo potere a sufficienza per darti ciò che desideri.”.

L'ex principe ci riflettè, sapeva che probabilmente stava per firmare la sua condanna, ma in fin dei conti non aveva più niente da perdere e forse avrebbe posto fine ai suoi dubbi. Alla fine si alzò e fissò Gremory dritto negli occhi:” E va bene, accetto. Indagherò su questi fatti dopo l'addestramento, ma in cambio dovrete aiutarmi a liberare tutti gli schiavi ebrei. Me lo devi.”. Gremory strinse la mano all'uomo, ma dentro di sé era un po' abbattuta, sperava che avrebbe lasciato perdere e fosse rimasto al sicuro, ma evidentemente il fato aveva altri piani. “ Molto bene, inizieremo subito, ma prima di tutto ti ci vorrà un compagno di allenamento. Ehi, tu, vieni fuori!”. Da una delle rocce uscì Sefora, lasciando stupefatto Mosè, che era certo di non essere stato seguito da nessuno. “ Quando mi avete scoperto?”, chiese seccata la ragazza, che ricevette risposta da Azrael: “ Praticamente subito, sei brava a nascondere il tuo potere ragazzina. Ma esistono ben pochi capaci di celarsi al nostro sguardo, comunque che ne dici, accetti?”.

Sefora guardò Mosè, che sentì un brivido lungo la schiena, e annuì. Qualche minuto dopo il povero guerriero stava incassando i pugni di un'autentica furia scatenata, riuscì per un attimo a bloccare i colpi di Sefora:” Esattamente quanto durerà questo allenamento?”. Asmodeus era vicinissimo e osservava i colpi che i due si infliggevano a vicenda:” Allora, prima sistema quella guardia, sei troppo scoperto, poi abbiamo calcolato che Osiride resisterà poco più di dieci anni, quindi...almeno per questo periodo.”. Mosè si beccò un calcio in faccia e crollò a terra:” Sono previste pause?”. Michael fece un ghigno bastardo:” Solo quando devi lavorare. Comunque le lezioni con me e i miei compagni saranno un po' più tranquille”. Mosè si rassegnò, sarebbero stati dieci anni molto, ma molto lunghi.

(1)la forza spirituale di un dio demone(la casta a cui appartengono i generali infernali) o di un serafino è semplicemente immensa. Se espressa al massimo per troppo tempo sul piano mortale(in cui luce e oscurità convivono in un equilibrio molto fragile) e senza un membro dell'altro partito a controbilanciarla la realtà si accartoccia su sé stessa e questo problema si presenta comunque se vengono in massa.

(2)in questo universo Lucifero è il re degli angeli e Satana quello dei demoni, sono esseri distinti,punto.e come i loro sottoposti possono dimettersi e lasciare il posto a qualcun altro che erediterà il loro nome.

Ok,questa è la più grande cretinata che si sia mai vista nella sezione epica,scusate immensamente per lo schifo che ho dovuto farvi soffrire.Prometto che i prossimi capitoli miglioreranno e cercherò per quanto possibile di farli arrivare puntuali,fortunatamente il mio programma di lezioni dell'università non è troppo fitto come pensavo,quindi dovrei avere almeno un po' di tempo per scrivere la sera.A proposito buon inizio di lezioni a tutti,soprattutto ai fedelissimi hikari e slender.

P.s. se ve lo chiedeste, l'aspetto di Azrael è ripreso da Darksider e quello di Leraje da Magi:the labyrinth of magic(manga meraviglioso che vi consiglio).

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Capitolo 10
*** Ritorno ***


                                                                                                      Ritorno

Mosè sondò l'aria e avvertì l'aura di Sefora a un centinaio di metri di distanza, probabilmente era solo un trucchetto per attirarlo, ma decise di stare al gioco. Arrivò in radura di palme dove apparentemente non c'era nessuno ed era troppo tranquillo. Improvvisamente dal terreno uscirono delle grosse sfere di luce, che esplosero in un una colonna luminosa larga kilometri, ma per fortuna Mosè si era allontanato in volo proteggendosi con una barriera. Peccato che la dissolse troppo presto e si prese in pieno una bastonata da dietro, venendo scaraventato dritto al suolo e in un attimo dovette parare un'attacco dell'avversario, sopportando una pressione immensa che fece tremare la terra per miglia. In breve tutto si trasformò in un intenso corpo a corpo le cui onde d'urto fecero tremare l'aria. Dopo lunghi minuti però Mosè riuscì a portarsi dietro l'avversario e a bombardarlo con una raffica di fulmini bianchi, mettendolo ko.

Risuonò un fischio e dal cielo scese Gremory con un fischietto:” Congratulazioni a tutte e due. Avete usato nel migliore dei modi le conoscenze che avete ottenuto, tu, Sefora, sei riuscita a portare avanti lo scontro per parecchio stancando parecchio Mosè. Tu d'altro canto hai trovato un modo per concludere in fretta lo scontro e hai intuito dove si trovavano tutte le trappole, oltre ad aver usato perfettamente le tue abilità da esorcista. Direi che possiamo considerarci tutti soddisfatti.”. Sefora si alzò e si tolse la polvere dal vestito seccata, non era per niente contenta del risultato, pur essendo riuscita a prolungare lo scontro di un'intera settimana. Dopo dieci anni andava così, i loro maestri avevano fatto combattere lei e Mosè in tutti i modi possibili, a volte anche in coppia e contemporaneamente insegnando loro tutto ciò che sapevano e ormai gli scontri potevano durare anche per giorni, rendendo un po' difficile fare credere ai parenti di lei che si trattasse di semplici sessioni d'allenamento.

Mosè le posò una mano sulla spalla:” Dai, amore non te la prendere, tanto sono in svantaggio ancora di trenta sconfitte.”. Sefora ricambiò prendendogli la mano e Gremory sorrise, aveva passato i primi tre anni d'addestramento cercando di mettere insieme quei due e alla fine Michael e parecchi dei suoi colleghi avevano dovuto sborsare quanto pattuito. Quello che non sapeva era che Mosè aveva giurato di vendicarsi mettendola con Asmodeus, ma quest'ultimo aveva giurato di non volerne sapere. Comunque era ora di tornare, Sefora non voleva stare troppo lontano da suo figlio, quindi crearono una piccola crepa spaziale(1) e tornarono sul piano mortale. Si ritrovarono davanti alla loro tenda, mentre una delle sorelle di Sefora teneva in braccio il piccolo Gherson, di due anni e molto somigliante alla madre. Passarono il resto della giornata badando al gregge, senza preoccuparsi di altro, ma quando ritornarono a casa e misero Gherson nella culla Sefora si rivolse al marito preoccupata:” Sei proprio sicuro di voler andare da solo, amore mio? C'è il rischio che tu muoia quando tornerai in Egitto..e io non voglio crescere Gherson senza un padre, quindi che a te piaccia o no verremo tutti e due con te.”. Mosè guardò la moglie, non era la prima volta che ne parlavano, inizialmente lei aveva semplicemente tentato di convincerlo a restare, ma resosi conto di non poterlo fare aveva deciso di seguirlo, ma lui non voleva saperne, Intef o suoi pari non si sarebbero fatti il minimo problema a usarla come ostaggio. Decise di mentirle, la rassicurò e le promise che sarebbero partiti insieme, poi la baciò appassionatamente, voleva godersi ogni attimo prima dell'ora di partire.

Ora che sarebbe giunta anche prima di quanto si aspettasse. La mattina dopo uno dei cani cominciò ad abbaiare e corse verso una grotta vicino alla montagna, Mosè lo seguì e arrivato sull'uscio vide abbaiare il cane abbaiare contro qualcuno che si nascondeva nel buio,quindi accese la punta del bastone con una luce bianca:” Esci da lì e mostrati, uomo o qualunque altra cosa tu sia.”. L'essere nascosto nell'ombra si alzò a fatica e si rivelò essere un uomo alto e terribilmente magro, con le costole bene in vista, con i capelli neri ingrovigliati, se non fosse stato per gli occhi vigili, Mosè l'avrebbe scambiato per un non morto mal riuscito. L'uomo cadde in ginocchio e cominciò a respirare affannosamente:” Vi prego, non fatemi del male. Sono scappato dalle miniere e sto correndo da una settimana.”, Mosè lo aiutò a rialzarsi e decise di portarlo all'accampamento per dargli da mangiare:” Ti porterò in un luogo sicuro, straniero, ma prima dimmi il tuo nome. E soprattutto di che miniere parli?”. L'uomo alzò per un momento la testa :” Mi chiamo Giosuè. E le miniere di cui parlo appartengono al faraone.”.

                                                                                                                        ***************
Giosuè mangiò avidamente tutto il pranzo preparato da Sefora, che lo guardava stupita chiedendosi che razza di incubo avesse attraversato. Alla fine svuotò completamente la ciotola e la mise su un mucchio di altre, quindi Mosè cominciò a fare domande:” Hai detto che le miniere appartengono al faraone, giusto? Quindi Ramses secondo sta seguendo la strada di suo nonno? Fa lavorare gli schiavi in condizioni disumane?”. Giosuè negò con la testa:” No, fino a quando lavoriamo nelle città stiamo relativamente bene, e il lavoro alle miniere di ferro dovrebbe essere destinato solo a criminali della peggior specie. Ma diverse guardie e nobili hanno deciso di arricchirsi alle spalle del loro re e quindi diversi di noi vengono rapiti durante la notte, soprattutto quelli che creano problemi. Alcuni finiscono nelle miniere o in certi cantieri molto duri, altri...non sono neanche certo di volerlo sapere.”. Mosè e la moglie si guardarono a vicenda e con uno sguardo si accordarono, la partenza per l'Egitto sarebbe stata anticipata di qualche mese.

Peccato che quella sera dal campo si allontanarono solo due figure, Mosè e Giosuè, ripresosi grazie alla cucina di Sefora e alla sua magia curativa. “ Sei sicura che non ci seguirà?” chiese l'uomo al suo improvvisato compagno:” Stà tranquillo, le ho detto che stiamo solo andando a fare una sessione d'allenamento per te e abbiamo azzerato la nostra forza spirituale. Poi Asmodeus e i suoi sono dei cretini, ma i segreti li sanno tenere.” Giosuè tacque, già gli era venuto un colpo quando aveva scoperto che il suo salvatore era il principe scomparso da anni, ma quando l'aveva visto parlare ai signori dell'inferno come lui parlava fino a un mese prima con i suoi compagni era quasi morto. Comunque non c'era tempo per farsi troppe domande, avevano deciso di andare prima a distruggere le miniere e poi si sarebbero diretti a Tebe, per parlare con Ramses. Dopo tre giorni di cammino arrivarono finalmente alla miniera, un autentico inferno a cielo aperto e a detta di Giosuè i lavoratori erano tutti innocenti. Le guardie frustavano senza la minima pietà tutti senza distinzioni, persino chi chiaramente era in fin di vita o malato. Al centro di quell'orrore stavano due guardie che emanavano un'aura di basso livello, evidentemente pensavano di essere sufficienti a tenere a bada quei pochi prigionieri dotati di poteri. Mosè si rivolse al compagno:”Và a liberare gli schiavi, io mi occupo delle guardie.”.

Saltò al centro della miniera e puntò il bastone contro i due capitani:” Liberate subito queste persone e tornerete a casa con le ossa intere.”. Inizialmente i due risero e gli scagliarono contro delle palle di fuoco, ma il loro avversario parò le fiamme a mani nude e con un singolo colpo di bastone spedì entrambi i guardiani contro le pareti, che si ricoprirono di crepe. I due furono abbastanza intelligenti da non continuare lo scontro e si arresero. Dopo qualche minuto tutti i presenti erano usciti dalla miniera e aspettavano istruzioni dal loro liberatore:” Bene, avete provviste a sufficienza per andare fino alle terre dello sceicco di Madian, ditegli che vi ho inviato io e aspettateci lì. Torneremo tra un mese, se tutto va bene.”. Il gruppo di ebrei non era molto convinto e quasi tutti erano convinti che non l'avrebbero pù rivisto, ma se avrebbero potuto avere una casa degna di questo nome senza più frustate tanto meglio e poi avevano capito che non conveniva contraddire il loro salvatore. Quando se ne andarono Giosuè diede una pacca sulla spalla di Mosè:” Bene, ne mancano solo altre due, poi potremmo andare in Egitto senza ostacoli.”, ma non finì neanche di parlare che udirono un'inquietante voce femminile alle loro spalle:” Veramente ce n'è ancora uno.”.

I due si voltarono terrorizzati, dietro di loro stava nientepocodimeno che Sefora, che esibiva un sorriso a dir poco falso. Mosè cominciò a tremare leggermente e a sudare(2):” C-ciao, amore. Che ci fai qui? Te l'avevo detto che saremmo solo andati ad allenarci. Diglielo, Giosuè.”, purtroppo lui aveva fatto in tempo a squagliarsela, lasciando da solo il tapino. Sefora si avvicinò lentamente al marito, toccandogli la barba in modo seducente:” Dimmi, caro, posso sapere come sia possibile che un ex-comandante tra i migliori, addestrato per dieci anni da alcuni degli esseri più forti del mondo possa anche solo osare pensare che la donna della sua vita non riesca a capire quando mente? E SOPRATTUTTO A TROVARLO PER FARGLIELA PAGARE CARA?!”. Il tremito dell'esorcista aumentò di parecchio:” E io posso sapere come hai fatto a raggiungermi con tre giorni di svantaggio? Anzi, quello l'ho gia capito. GREMORY!”. Da una piccola crepa spaziale uscì la sua autoproclamata madrina, che si stiracchiò le dita. Ma perchè tutte a lui?

                                                                                                    *************
Ramses guardò la fila di persone davanti a lui, era l'anniversario della sua incoronazione e diversi dei suoi alleati erano venuti a Tebe per rendergli omaggio, il solito spettacolo di ipocrisia e patti terribilmente fragili. Accanto a lui c'erano sua moglio, suo figlio e Intef, ma avrebbe voluto che ci fosse anche qualcun altro. A un certo punto arrivò un messo che gli sussurrò qualcosa nell'orecchio. Dopo aver sentito il messaggio fece andare via tutti gli ambasciatori, lasciando solo un uomo dai capelli e la barba scura, vestito con un mantello a strisce rosse e nere, sandali e gambali di cuio e aveva anche un occhio piuttosto gonfio. Dopo interminabili secondi di silenzio parlò, con una voce che pensava non avrebbe mai più sentito:” Ciao, Ramses.”.

1.i guerrieri possono vedere e utilizzare le crepe spaziali, ma non possono crearle. Questa abilità è prerogativa dei maghi e di alcune creature soprannaturali abituate a viaggiare tra i vari piani.

(2)tutt'altro che leggermente,aggiungerei. Un altro capitolo tremendo e senza troppa azione, ma prometto che abbonderà nei prossimi capitoli, che spero di far uscire tutti entro fine mese. Come sempre un abbraccio ai lettori, in particolare gli immancabili slenderguy e hikari.

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Capitolo 11
*** Sfida impossibile ***


                                                                                                        Sfida impossibile
Ramses guardò l'uomo per cui aveva congedato tutti gli ambasciatori, quando il messo gli aveva riferito l'identità del nuovo venuto aveva pensato subito a un impostore che volesse usurpare il nome di suo fratello. Ciònonostante quell'uomo sembrava in tutto e per tutto la versione invecchiata di Mosè, persino l'aura era uguale a quella che ricordava, ma di gran lunga più grande, chiunque fosse non era qualcuno da sottovalutare. Si alzò in piedi e gli puntò contro il flagello:” Straniero, a quanto mi hanno riferito sei entrato nel palazzo presentandoti come Mosè, il mio fratello scomparso. Voglio che tu mi dica la tua vera identità e soprattutto che cosa vuoi, perchè se menti non avrò il minimo problema a schiacciarti come un insetto.”. L'uomo si fece avanti e guardò di sbieco Intef per poi rivolgersi nuovamente al sovrano:” Così è, signore delle due terre, io sono Mosè, e so come dimostrartelo.”. Ramses si incuriosì e gli fece cenno di parlare all'uomo, che trattenne a stento una risata:” Beh, ti ricordi quella volta che abbiamo messo nell'armadio di Intef c...”, Ramses lo fermò:” Ok, è abbastanza, hai dimostrato la tua identità!”. Ramses tirò un sospiro di sollievo, l'ultima cosa che voleva era che voleva era che la corte scoprisse i suoi peccatucci d'infanzia...specie quando tutte le serve più vecchie mormoravano da anni che la prima cosa che Ramses fece quando incontrò Intef da neonato fu vomitargli sui sandali.

Ma restava una domanda, perchè era tornato quando ormai tutti lo ritenevano morto? A tale domanda Ramses ottenne una risposta che non avrebbe mai voluto sentire:” Son qui per liberare il popolo ebreo, il MIO popolo. E sono disposto a tutto.”. Tutti i presenti ammutolirono e cominciarono a parlare tra loro, alcune guardie si avvicinarono addirittura all'ex-principe col chiaro intento di arrestarlo. Ma vennero fermati da una risata quella di Intef:" AHAHAHAH, e così il principe Mosè, grande generale, era figlio degli schiavi. Beh, razza di moccioso impertinente, quei vermi ci servono e se vuoi liberarli devi mostrare di avere potere. E per di più mi hai anche insultato, quindi...IN GUARDIA!”. A mezz'aria apparirono dal nulla fiamme nere, che si trasformarono in due enormi cobra fiammeggianti. Mosè non sembrò particolarmente impressionato e fece apparire una luce, che prese la forma di un cobra bianco luminoso. Rispetto ai serpenti di Intef quello di Mosè era più piccolo, ma si muoveva in modo più calmo e posato e quando si scaglio contro i rivali per diversi minuti tra lampi di fuoco, bagliori di luce e onde d'urto che spaccarono il pavimento nessuno vide niente. Alla fine videro uno spettacolo a dir poco truculento: il serpente bianco stava divorando le fiamme dei serpenti di Intef, dopodichè scomparve in un lampo di luce.

Mosè sorrise e puntò il bastone contro Intef, livido di rabbia:” Mi sembra di aver dimostrato abbondantemente il mio potere. Devo fare qualcos'altro?”. Stava parlando di quanto accaduto come se fosse un banale gioco di prestigio e la mascella di Ramses era a tre centimetri dal pavimento e quasi non si accorse che Intef gli sussurrò qualcosa nell'orecchio. Si ricompose e parlò:” Mosè, grande è la tua richiesta, quindi è grande ciò che dovrai fare per ottenerla. Dovrai combattere contro tutta la Per akh.”. Inaspettatamente Mosè non fece una piega, ma anzi, sorrise, si inchinò e uscì dal palazzo.

                                                                                                          *************

La settimana dopo Ramses non riuscì a dormire e una notte andò nel cortile del tempio di Thoth, dove aveva sistemato un canestro sulla statua del dio come non faceva da anni, aveva smesso completamente quando suo fratello era scappato. E ironia della sorte, era ricomparso proprio in quell'anno che Taita temeva più della peste. Seriamente, ha proprio ragione chi dice che le coincidenze non esistono e ancora di più chi dice che la vita è una cagna. E lui come doveva sentirsi? Di merda, semplicemente di merda. Prese il pallone e fece due tiri, ma al terzo gli venne preso di mano da qualcosa che lasciò una folata di vento. Si girò seccato:” Continui a usare questo trucco del cazzo, “fratello”?, dietro lui c'era infatti Mosè che faceva ruotare il pallone sul dito(1):” In effetti lo uso ancora molto spesso, adoro far venire un infarto a quello stronzo di mio suocero.”. Ramses bestemmiò mentalmente, e così quell'infame si era anche sposato... con un po' di fortuna aveva anche avuto dei figli.

Comunque l'altro mise il pallone sotto il piede e assunse un'espressione più grave:” Comunque, Ramses...sono stato alle loro tombe. Com'è successo?”, Ramses si rabbuiò, sperava di non dover sentire quella domanda:” è scoppiata un'epidemia di lebbra cinque anni fa. Lei non ce l'ha fatta, era già distrutta per il tuo esilio volontario. E lui l'amava troppo, l'ha raggiunta neanche una settimana dopo. Forse sono già rinati e ora inconsciamente si stanno cercando.”. Per lunghi minuti il silenzio regnò sovrano fino a quando Mosè non riprese la parola:” Ti ricordi quando hai risvegliato il tuo sekhem? Eravamo scappati dalle lezioni di Taita per andare a pescare e una bambina che prendeva l'acqua aveva attirato le attenzioni di un coccodrillo. Tu sei corso in suo soccorso e hai rotto i denti di quel bestione con un pugno. Quanti anni avevi, otto?”. “ Sette e mezzo e tu quattro. La ragazza invece ne aveva undici e si ricorda ancora di quel giorno. Si chiama Lostris ed è una delle ostetriche che ha fatto nascere mio figlio.”, poi si tolse la corona e assunse la posizione di guardia e un forte vento lo avvolse:” Io invece mi ricordo di un giuramento che ho fatto quando i nostri genitori sono morti. Ho promesso a loro e a me stesso che quando saresti tornato ti avrei fatto il culo a strisce.”.

Mosè lanciò il pallone in alto e si mise in guardia, parando con non poca difficoltà il pugno infuocato di Ramses, a cui rispose con un turbine, a cui il faraone resistette piantando i piedi nel terreno, tuttavia indietreggiò lasciando dei solchi nel terreno. Ricoprì le braccia di fuoco e disperse il vortice, quindi sparò un'ondata di spuntoni rocciosi sull'avversario, che li evitò uno alla volta e poi si lanciò su Ramses, colpendogli la mascella con un pugno ricoperto da un vortice e poi lo lanciò contro il muro con un fortissimo getto d'acqua. Peccato che il signore delle due terre fosse tutt'altro che sconfitto e in pochi secondi fu dietro Mosè, che sbilanciò con uno sgambetto e poi lo colpì con un'esplosione di fuoco, lanciandolo a sua volta contro il muro. Quando si rialzò non era affatto contento, sputò un grumo di sangue e ricoprì il braccio di sabbia vorticante:” Ok, Ramses, direi che è ora di smetterla di scherzare, tanto più che domani ho la sfida e devo dormire. Finiamola con un ultimo colpo.”. Ramses ricoprì il braccio di sabbia allo stesso modo e si lanciò contro il rivale.

Ognuno dei due mirava al volto dell'altro e i loro pugni arrivarono a un centimetro dal loro bersaglio se il pallone non fosse finito a terra. I due lo presero come il segnale di fine duello e si fermarono, quindi Ramses riprese la corona:” Ok, abbiamo dimostrato abbastanza il nostro testosterone per questo capitolo, andiamo a dormire?.”. Mosè riprese la palla e rispose:” Sì, con un po' di fortuna riesco a infilarmi nel letto senza che Sefora mi senta arrivare. Comunque ricorda una cosa.”. Ramses, che si stava già incamminando si fermò:” Se non sarò io a liberare gli ebrei, dopo di me arriverà un altro, e dopo di lui un altro ancora. Quanti tentativi pensi ci vorranno?”.

                                                                                                          *********
Taita sospirò, non pensava che proprio a pochi giorni di distanza da quella dannata eclissi sarebbe successo un simile disastro. Il giorno del ritorno del suo allievo era lontano e aveva saputo quanto accaduto solo per bocca dei suoi sottoposti, dopodichè ne aveva detto di cotte e di crude sia a Ramses che a Intef, ma aveva ottenuto ben poco. Così ora praticamente tutta la popolazione di Tebe, compresi schiavi e mendicanti, era davanti al palazzo ad attendere l'inizio di quella che si preannunciava essere la sfida del millennio. Salì su una sorta di palco su cui si trovava un'enorme sfera di vetro da cui chiunque avrebbe potuto assistere ai combattimenti. Insieme a lui si trovavano il faraone, Intef, Rasfer e altri maghi e guerrieri di alto rango. Dopo un minuto Mosè si fece lo spazio tra la folla insieme a quella che suppose essere sua moglie e altre tre persone(2) e quando arrivò sulla pedana si ritrovò sommerso da una marea di fischi che tuttavia non lo impensierirono.

Ramses si schiarì la voce e spiegò le regole: 1)il campo di battaglia sarebbe stato tutto il paese;2) i vari maghi avrebbero potuto colpire da soli o in gruppi di massimo dieci persone;3)potevano uccidere tranquillamente il loro avversario, mentre questi per sua stessa richiesta non avrebbe dovuto uccidere nessuno;4)Intef e Taita, visto il loro ruolo, sarebbero potuti scendere in campo solo una volta sconfitti tutti i loro subordinati;5)la sfida non avrebbe avuto limiti di tempo. Il faraone fece per cominciare, ma venne fermato da Mosè, che aveva qualcosa da dire, fece apparire in aria i geroglifici per “attenzione” e “sicurezza”:” Voglio ricordare ai lettori di questa fan fiction che ciò che apparirà d'ora in poi è roba molto pericolosa e non mi riferisco solo alla magia.”. Taita prese la parola:” Diverse delle tecniche marziali che useremo sono piuttosto pericolose, quindi in particolare, voi bambini, non imitateci.”. Intef si mise una mano in faccia, perchè gli eroi devono essere sempre dei cazzoni che devono fare la paternale? Concluse lui il messaggio:” L'autore inoltre non si prende responsabilità per qualsiasi incidente domestico e relativi infortunio. Conosciamo a memoria la tiritera, quindi potremmo cominciare?!”.

Tutti i maghi presenti nella folla si teletrasportarono nei punti che avevano già stabilito e lo stesso fecero i maghi rimasti ai templi che avevano ricevuto il messaggio e lo stesso Mosè. Pochi secondi dopo era in pieno deserto apparentemente solo, ma appena un secondo solo venne raggiunto da un mago grosso quasi come Rasfer e vestito in modo piuttosto appariscente. Lo conosceva, si chiamava Menshikov ed era un pallone gonfiato che si vantava di essere il più forte dopo Taita e Intef. “ Ciao, Mosè, a quanto pare sarò io a sconfiggerti. Lo speravo tanto dopo quella volta che mi hai innaffiato nel fango davanti a tutti i generali.”. Detto questo creò intere serie di geroglifici e li sparò tutti contro Mosè, creando un'immensa esplosione di tutti gli elementi il cui boato si sentì anche a Tebe. Menshikov sghignazzò felice e fece per tornare a Tebe, ma si accorse che l'aura di Mosè era ancora presente, infatti era ancora lì, indenne e con una faccia disgustata. Infuriato, Menshikov gli scagliò contro un enorme toro di energia, che però sparì non appena Mosè lo parò con una mano e in un istante gli fu davanti, spedendolo lontano kilometri con una semplice sberla. Soddisfatto del risultato sorrise e prese un paio di occhiali da sole(3):” Fuori uno.”.

(1)dite che sto esagerando con questa fissa del basket?

(2)aronne,miriam,giosuè se ve lo steste chiedendo. I primi due stanno ospitando gli altri a casa loro.

(3)non chiedetemi dove li ha presi che non lo so neanch'io.

E anche questa è fatta, per favore non linciatemi. So che uno contro migliaia sembra una cosa overpower, ma specifico fin da ora che non tutti i maghi d'egitto sono impegnati nello scontro(e nel prossimo capitolo spiegherò anche perchè) e ovviamente non attaccheranno tutti in contemporanea come spiego nel capitolo e lo stesso protagonista tra un combattimento e l'altro si troverà dei rifugi dove recuparare le energie. Augurandomi che vi sia piaciuto, un abbraccio a tutti i lettori, soprattutto a hikari e slender.

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Capitolo 12
*** La nascita del chaos ***


                                                                                                La nascita del chaos

Un gruppo di bambini giocava a rincorrere le lucertole a distanza di sicurezza dal Nilo. Risero allegramente quando il più grande di loro venne morso dal rettile che aveva preso, quando a un certo punto il più piccolo indicò il cielo:” Ehi, ci sono le stelle cadenti.”. I suoi si voltarono straniti, come diavolo ci potevano essere delle stelle cadenti in pieno giorno? Però in effetti aveva ragione, c'erano delle scie luminose che caddero dritte sul fiume sollevando degli schizzi che arrivarono fin da loro. I ragazzini,animati dalla loro curiosità, andarono a vedere e videro uno spettacolo che si sarebbero ricordati fino alla morte, ben dieci maghi malconci, alcuni dei quali svenuti e con la faccia sott'acqua. Uno dei bambini vide quello che si era rialzato per primo:” P-papà?”, il mago si mise una mano su una ferita alla fronte e salutò:” Ciao, figliolo, come puoi vedere tua madre aveva ragione. Avrei fatto meglio a restarmene a casa come tuo zio(1).”. Il mago quindi trascinò i compagni svenuti e diede un'occhiata al cielo, certo che sarebbero caduti presto altri maghi...e se fossero stati conciati male quanto lui e i suoi compagni il fiume sarebbe stato rosso per un bel po'.
                                                   
                                                                                               **********
Ramses stava firmando alcune carte nel suo ufficio quando sentì uno strano suono ai suoi piedi. Guardando, vide una rana piuttosto grossa che lo guardava con uno sguardo...umano? Sapeva che un sacco di animali sviluppando il sekhem diventavano intelligenti quanto gli umani e spesso anche capaci di parlare con loro o assumere il loro aspetto(2), ma a parte la dea Heket non aveva mai sentito di rane con simili poteri. Beh,comunque meglio rispettare i sudditi della suddetta dea, e visto che sembrava non aver niente da dire l'avrebbe portata fuori dal palazzo personalmente, ma fuori dalla porta incontrò Taita, che teneva in una bolla sospesa a mezz'aria parecchie altre rane.” Oh, grazie, mio signore, mi avete risparmiato una parte del lavoro.”, disse il mago prendendo la rana dalla mano del confuso sovrano:” Che diavolo ci fai con queste rane? Prepari una trappola per Mosè?”. Taita ridacchiò:” A dire il vero questa è opera sua. Alcuni gruppi si sono coalizzati per prenderlo attaccando a intervalli, ma sono diventati così e li stiamo raccogliendo in tutta la regione per ritrasformarli. Comunque ora che la guardo meglio...questa rana è vera.”.

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Mosè si fermò un attimo per respirare, negli ultimi tre giorni gli attacchi si erano fatti sempre più pressanti e non era più riuscito a tornare ai rifugi che aveva preparato la settimana precedente. Doveva finire in fretta o sarebbe caduto morto per la fatica. Schivò un fulmine e subito dopo sbattè il piede a terra, da cui partì una linea luminosa che si diresse verso tre maghi imprigionandoli in un blocco di ghiaccio. Uno loro, che aveva la testa fuori dalla prigione improvvisata, cominciò a imprecare:” Ma che diavolo è questa roba?! Che cazzo di sporchi trucchi hai imparato, figlio di un cane?!”, Mosè sorrise e strinse il naso del prigioniero:” Si chiama ghiaccio. Un piccolo trucchetto gentilmente insegnatomi da Cerberus(3) e lui stesso mi ha chiesto di mandarvi cortesemente a fanculo.”. Schioccò le dite e il blocco di ghiacciò volò dritto verso la base della Per akh più vicina.

                                                                                            *********
Mosè si trovava sulla cima della sfinge, mentre osservava impietoso un mago appena uscito dall'apprendistato che tentava di restare aggrappato al naso, incapace di volare o teletrasportarsi per colpa di un geroglifico bianco posto sul suo petto. “ Vi prego, mio signore, mi ci hanno trascinato in questa storia. Non fatemi del male.”. L'esorcista però non mostrò la minima pietà, pestò il piede del mago facendogli perdere la presa. Il poveraccio urlò, sapendo di non poter fare niente per salvarsi e mormorando un'ultima preghiera a Osiride, sperando che accogliesse la sua anima nei campi soleggiati. Solo che però quando toccò la sabbia cominciò a rimbalzare, per qualche motivo la sabbia era diventata super elastica. Mosè cominciò a ridere come un pazzo, era da quando aveva cominciato a imparare la magia che voleva usare quel trucco, si era esercitato bloccando le ali di Malphas o qualche altro malcapitato facendolo cadere per poi trasformare il suolo in gelatina all'ultimo. Comunque basta con gli scherzi, questo era l'ultimo mago rimasto prima di dover affrontare Intef e Taita e nessuno di loro sarebbe crollato per ridicolaggini simili, fece per andarsene, ma senti il rumore di una roccia che si spacca e voltandosi vide con orrore che il naso della sfinge era caduto. Scappò a velocità massima, sperando che gli archeologi non dessero mai la colpa a lui.

                                                                                                     **********
Taita si guardò intorno, conosceva benissimo quel posto, era una piccola oasi vicino alla capitale dove Mosè e Ramses da piccoli andavano a pescare o allenarsi per sfuggire alle sue lezioni e dove lui puntualmente andava a riprenderli per riportarli a casa. E prevedibilmente era lì che il suo ex allievo aveva eretto una barriera bianca per proteggersi mentre riposava e ripristinava il sekhem. Guardò il cielo preoccupato, sapendo che tra poco sarebbe iniziate l'eclissi e poi sparò una palla di fuoco color oro contro la barriera riducendola in frantumi, ma dietro di essa non c'era nessuno. Fortunatamente aveva già fiutato la trappola e riuscì a parare in tempo un potentissimo colpo di bastone proveniente da dietro:” Sei diventato furbo, ragazzo mio, ma avresti fatto meglio a finirmi prima che potessi accorgermi di te.”. Mosè ridacchiò:” E sconfiggere con un trucco da vigliacchi uno degli uomini che rispetto di più al mondo? No, grazie, ho tutta l'intenzione di godermi questa lotta. E di sicuro anche tu”. I due contendenti si squadrarono e cominciarono a girare in tondo fino a quando Mosè non riprese l'iniziativa spa rando delle fiamme bianche, che vennero prontamente deviate da Taita con una raffica di vento.

Ma prima di disperdersi le fiamme si riformarono sotto forma di catene appuntite, che il vecchio mago evitò volando e poi spense definitivamente utilizzando l'acqua dell'oasi. Mosè tornò all'attacco con un metodo più diretto, volò dritto su Taita e cominciò a tempestarlo di pugni ricoperti di sabbia vorticante, che vennero respinti a suon di telecinesi, e dopo alcuni minuti venne spedito a terra da un geroglifico esplosivo. Fortunatamente aveva fatto in tempo a ripararsi con una barriera, peccato che ritrovò intrappolato in una tempesta di sabbia rossa, che esplose in un polverone immenso. Taita si posò a terra e dissolse la sabbia, da cui uscì Mosè con i vestiti strappati e diversi graffi sul corpo. Sorrise e rivolse uno sguardo di sfida all'avversario:” Le fiamme dorate di Ra e la sabbia rossa di Seth. In migliaia di anni di storia tu sei stato il primo in assoluto a possedere contemporaneamente queste due benedizioni, tra le più potenti abilità in assoluto e praticamente agli antipodi.”, Taita sorrise leggermente:” Ah, Mosè, ti dirò quello che dico a tutti da quasi sessant'anni. Ra è il signore dell'ordine, grazie al suo infinito viaggio impedisce al mondo di finire in pezzi. Seth sarà anche il dio del male, ma è anche stato il più fedele luogotenente di Ra e un guerriero onorevole, con il suo potere protegge ogni notte il suo signore. Sono due facce della stessa medaglia a modo loro, sia l'ordine che il chaos sono necessari.”.

Non finì neanche di parlare, che dovette creare una cupola di fuoco per proteggersi da una raffica di raggi di luce, il tempo di parole era finito. Continuarono a bombardarsi per quasi un'ora, Mosè aveva dalla sua una potenza di fuoco e fisica di molto superiore e aveva appreso molti schemi di battaglia dai generali del paradiso e dell'inferno, ma non poteva competere con l'esperienza decennale del VERO capo della Per akh. Alla fine comunque riuscì a scaraventarlo con un colpo di bastone contro una duna e in pochi minuti lo raggiunse, ma oltre a Taita c'era qualcun altro. Intef stava osservando con scarso interesse Taita, che si rialzò a fatica, e teneva in mano una scatola nera piena di lucchetti che tremava. “Ciao, Mosè, scusa se sono venuto in anticipo, ma mi sembra che ormai il mio caro vice sia quasi al limite, quindi ho deciso di prenuminrmi.”. Mosè strinse i denti, aveva usato il massimo rispetto con Taita e con diversi dei maghi che aveva affrontato negli ultimi giorni, molti dei quali lo avevano accompagnato in guerra, ma con quel bastardo non avrebbe avuto la minima pietà, l'avrebbe riempito di pugni e basta. Intef comunque non era dello stesso avviso e lo colpì con un'esplosione di oscurità, da cui l'avversario si difese prontamente e poi lo bloccò con mani di sabbia originate dal terreno, poi si rivolse a Taita.

“ Mi dispiace, mio caro, ma ormai non mi servi più.”, detto questo lo spedì a metri di distanza con un impulso telecinetico, poi cominciò ad aprire i lucchetti della scatola. Mosè, inorridito da quanto aveva visto, cercò di liberarsi, ma quelle mani erano molto più dure di quanto sembrassero e non potè impedire a Intef di prendere dal bauletto un piccolo uovo rosso e nero e cominciare a cantilenare, mentre nel frattempo il sole diventò nero, con una luce appena visibile. Appena pronunciò le prime sillabe un'ondata di energia oscura travolse l'intera zona e l'onda d'urto fu tale da scaraventare l'esorcista ebreo a metri di distanza, proprio dov'era finito prima Taita. Quest'ultimo aveva appena ripreso conoscenza e guardò inorridito ciò che stava facendo Intef:” Mosè, che diavolo è quella cosa?”, l'interpellato non rispose subito, troppo spaventato per osare:” Temo di saperlo, ma vogliano gli dei che mi sbagli. Dobbiamo fermarlo in ogni caso.”. A fatica i due si rialzarono e volarono verso Intef, che utilizzando le tenebre provenienti dall'uovo si era creato una barriera che non lasciava vedere niente. I due maghi la bersagliarono con tutto il loro arsenale di incantesimi, ma nulla sembrava riuscire a penetrare quell'oscurità fitta come la notte stessa, fino a quando Taita non unì le mani:” Speravo di non dover più ricorrere a questo, ma non ho scelta. Darò a quel verme la fine che meritano i traditori.”.

Nelle sua mani cominciarono a confluire le fiamme dorate e la sabbia rossa, che si mescolarono in un'enorme sfera, che si compresse fino ad assumere le dimensioni di un sassolino e a cui poi Mosè aggiunse il suo potere della luce. I due uomini scagliarono la sfera contro Intef, ma proprio in quel momento il mago concluse la sua formula malefica”..e così io ti vincolo a me. Conosco il tuo vero nome e lo pronuncio: Signore del chaos, Serpende del buio, Terrore delle dodici case, Colui che è odiato.”. L'uovo volò nel cielo e schiudendosi generò un'esplosione ancora più forte della precedente, scaraventando Mosè e Taita a quasi dieci Kilometri di distanza. Quando Mosè riaprì gli occhi e vide quello che era uscito dall'uovo provò un incontrollabile desiderio di scavarsi una fossa, rintanarvisi a pregare e uscirne dopo cinquemila anni per vedere se qualcosa fosse rimasto in piedi. Di fronte ai suoi occhi in alto nel cielo si stagliava un immenso cobra dalle squame rosse e nere, il corpo ricoperto di aculei enormi e occhi dello stesso colore del veleno più mortale e l'aria stessa aveva cominciato sia a tremare violentemente. “ Apophis.”.

                                                                                                                   *********
Michael era rimasto a bocca aperta, e parecchi pop corn caddero dalla sua bocca. Quasi tutti i suoi colleghi e i generali infernali ebbero la stessa reazione. Era da anni che si preparavano a quell'eventualità, ma nessuno pensava realmente che quel mostro sarebbe stato evocato per davvero, ormai davano per scontato che Mosè avrebbe bloccato chiunque ci fosse dietro prima che mettesse in atto i suoi piani. Ma non era tempo per i piagnistei, e lui fu il primo ad alzarsi:” Fratelli, dobbiamo andare. Un grande male è stato evocato e per quanto valorosi, gli umani non riusciranno a fermarli. Dobbiamo correre in loro soccorso, che non si dica che l'inferno e il paradiso restano inattivi quando l'equilibrio è minacciato.”. Asmodeus si alzò saltò fino alla sfera da cui osservavano la lotta:” Che io sia dannato per averlo detto, ma Michael ha ragione. Porca miseria, andiamo a prendere a calci in culo quella biscia sproporzionata e chiunque l'abbia evocata. Ci sono volontari?”. In pochi secondi altri sette demoni, tra cui Gremory e Leraje, atterrarono accanto a lui e lo stesso fecero Michael e sette dei suoi. Era ora di tenere fede al patto che avevano stretto col loro allievo.

(1) diversi dei maghi che avevano un debito con Mosè hanno deciso di non partecipare alla sfida.

(2) Altro elemento che ho ripreso dal genere xianxia. In queste storie diversi degli animali più forti e intelligenti riescono a parlare e ad assumere aspetto umano.

(3)sì,devil may cry 3,è colpa tua.

Ok, spero che il capitolo vi sia piaciuto e che questi combattimenti, per quanto ridicoli, vi siano piaciuti. Ormai la storia si avvia verso la sua conclusione e mancano giusto due capitoli, più un extra per ringraziare e far ridere i lettori. Un abbraccio a chiunque sia riuscito a leggere fino in fondo questo schifo, in particolare Slender e Hikari.

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Capitolo 13
*** Uniti contro il male ***


                                                                                                             Uniti contro il male

La terra tremò violentemente e tutte le pareti del palazzo reale si ricoprirono di crepe. Ramses cadde dal trono, ma riuscì a rialzarsi e guardò la sfera al centro della sala del trono inorridito. Al suo interno apophis volava nel cielo lanciando fiamme e raggi d'energia ovunque, mentre tentava di colpire due piccole figure luminose che lo bersagliavano di fiamme e fulmini, sicuramente Mosè e Taita. Doveva raggiungerli subito, ma prima doveva raggruppare i maghi ancora in piedi e radunare l'esercito, quindi si rivolse a uno dei maghi che si stava rialzando:” Manda un messaggio a tutte le basi della Per akh e dì ai tuoi compagni di radunarsi. Poi ...”,”ALLE VOSTRE SPALLE, MIO RE!”. Il mago avvisò il suo re temendo di non fare in tempo, ma fortunatamente Ramses era tutt'altro che lento e riuscì a parare un colpo a tradimento ricoprendo la schiena di sekhem e voltandosi vide Rasfer che aveva avvolto la sua spada di fiamme verdi:” Mio signore, vi ringrazio per quanto avete fatto per me in questi anni, ma ora fatemi il benedettissimo piacere di crepare.”. Ramses rivolse al boia uno sguardo completamente vuoto, poi il sekhem sulla schiena prese la forma di due ali piumate e una di esse tagliò in due la spada, poi il loro creatore prese il polso di Rasfer e lo spezzò con un colpo secco, quindi si rivolse nuovamente al mago:” Fà come ti ho detto e rinchiudi questo deficiente nel buco più scuro che abbiamo. E metti qualcuno a difendere la mia famiglia”. Detto questo la sua aura si ingigantì fino a rinchiuderlo in un'armatura d'energia a forma di falco umanoide alto cinque metri, quindi volò verso il cielo bucando il soffitto.

                                                                                                                        *********

Taita sparò l'ennesimo vortice di sabbia rossa contro il Serpente, riuscendo a scalfire leggermente le sue squame, mentre Mosè cercava di far cadere Intef, che si era attaccato alla testa di Apophis con delle catene nere create dalla sua stessa aura. Dopo il suo rituale blasfemo, Mosè e Taita avevano cercato di colpirlo in ogni modo, ma anche i loro incantesimi più devastanti avevano un effetto minimo sulle scaglie di quell'essere, quindi avevano deciso di dividersi e usare la strategia più vecchia del mondo quando si combatte contro mostri evocati: uno distrae la creature e l'altro colpisce l'evocatore. Ciononostante, Intef riusciva ad attingere all'immenso potere di Apophis e con quello riusciva a parare e contrattaccare gli attacchi dell'esorcista. “ Figlio di uno sciacallo, ho saputo da sempre che aspiravi al trono, ma non mi sarei mai aspettato che saresti arrivato a servire l'essere che i nostri antenati combattono da sempre!”, urlò Mosè, mentre sparava una raffica di acqua santa ad altissima pressione, che però venne trasformata dall'avversario in fanghiglia. “ Oh, no, ti sbagli. In realtà è lui a servire me. Taita si crede l'unico astrologo decente d'Egitto, ma anch'io so fare qualcosina- sparò una raffica di fiamme nere- quando scoprimmo entrambi che quest'anno ci sarebbe stata un'eclissi in contemporanea all'equinozio d'Autunno non sarei potuto essere più felice-parò un raggio di energia con una barriera-ho iniziato tentando questa bestiaccia con anime provenienti da massacri che ho provocato più o meno personalmente, e quando si è reso conto di cosa volevo fare era ormai troppo tardi, a quel punto l'avevo già vincolato con tutti i sigilli e gli incantesimi necessari!”.

L'ex principe capì tutto, capì perchè la bilancia del tribunale dei morti era quasi a pezzi, ovvio se le anime vengono sottratte dal ciclo della vita e della morte e capì cosa voleva dire il serpente che sognò la notte in cui combattè il golem...e soprattutto capì chi era il vero responsabile del massacro di ventisette anni fa.” TU....MALEDETTO, I MIEI INCUBI SONO TUTTA COLPA TUA!”, si ricoprì interamente di roccia, bastone compreso e tempestò la barriera di colpi riempiendola di crepe e alla fine la ruppe con una violentissima testata che riuscì persino a scaraventare Intef lontano dalla testa, ma era ancora collegato al serpente dalle sue catene. Mosè atterrò sulla testa e provò a romperle, ma erano terribilmente dura e un movimento improvviso del serpente lo fece cadere e quando riprese quota era proprio davanti alla bocca di Apophis pronto a inghiottirlo e non sarebbe stato sufficientemente veloce da scansarsi...se qualcuno non ci avesse pensato al posto suo. Una figura umanoide infatti riuscì a spingerlo appena in tempo per salvare entrambi da un viaggetto di sola andata nello stomaco di Apophis. Quando Mosè vide il suo salvatore restò a bocca aperta, di fronte a lui c'era Ramses rinchiuso in un avatar da combattimento volante:” Quando diavolo hai ottenuto quell'affare? E soprattutto come cavolo fai a farlo volare?!”, Ramses fece un ghigno bastardo, a quando pare il suo fratellino semi invincibile era ancora capace di stupirsi:” Piccolo regalino di Horus fattomi il giorno dell'incoronazione...ma ne riparleremo dopo che avremmo rispedito quest'essere immondo nel fiume della notte e rinchiuso Intef nel buco più puzzolente e dimenticato di tutto il mio regno.”.

I due accesero la propria aura creando un'immensa trivella di sabbia, che si gettò contro il fianco di Apophis, riuscendo a causargli una ferita estesa, ma superficiale e si rimarginò subito. Intef nel frattempo era tornato sulla testa e vedendo quello che i suoi avversari avevano fatto imprecò, poi ordinò alla “sua” creatura di invertire la direzione e colpirli con una pioggia di fuoco nero. Mosè e Ramses riuscirono a evitare i colpi e quest'ultimo cercò di sparargli delle lame di vento:” Maledetto, non solo tradisci chi aveva fiducia in te, ma non ti fai neanche il minimo problema a distruggere ciò che vuoi governare.”. Il magò intercettò le lame con una sfera di fuoco e preparò il contrattacco:” Sai che me ne frega, i tuoi tanto amati sudditi non mi servono, solo i forti mi serviranno nel mio nuovo regno. Un regno che durerà ben più di questa nazione stagnante e corrotta, che entro un millennio al massimo finirà nella polvere.”, una pioggia di veleno si abbattè sull'avatar di Ramses, provocando dei piccoli buchi che andavano allargandosi, ma ormai il faraone era atterrato sul cobra e stava per raggiungerlo:” Niente dura per sempre, bastardo. Tutto quello che gli uomini costruiscono prima o poi finirà nella polvere, l'importante è sostituirlo con qualcosa di migliore!”. Concentrò la propria energia spirituale e sparò una raffica di falchi di fuoco contro l'ormai ex gran visir, che grazie alla sua barriera non subì danni, ma non potè evitare la distruzione di due delle sue catene. Intef guardò infuriato Ramses:” Le solite frasi di circostanza, roba che gli uomini ripetono dall'alba della civiltà, ma che non significa niente. Un giorno anche i nostri discendenti saranno conquistati e dovranno abbandonare le loro tradizioni e continuerà a succedere per l'eternità all'infinito. Questo a meno che IO non cambi le cose.”, bersagliò il re con un misto di fulmini e fiamme che lo scaraventarono giù da Apophis. Il mago rise pregustando la vittoria, ma proprio in quel momento altre due catene vennero distrutte e voltandosi vide Mosè, livido di rabbia e circondato da decine di sfere di luce:” Preparati, maledetto, non avrò la minima pietà e se necessario romperò il mio voto.”.

Mentre Mosè e Intef ricominciarono il loro scontro e Taita continuava a distrarre Apophis, Ramses cercava disperatamente di frenare la sua caduta. Era riuscito a fatica a riottenere la concentrazione per riformare l'avatar, ma non bastava per frenare una caduta di seimila metri, quindi cercò di creare esplosioni di fuoco e vento nelle mani e dopo vari minuti riuscì finalmente a spararne a raffica per frenare popo a poco l'atterraggio, che comunque fu violentissimo. Quando si rialzò però venne afferrato per la testa da qualcosa, o meglio qualcuno:” La prossima volta ammazzami direttamente, coglione, oppure fammi sorvegliare da qualcuno di capace.”. Rasfer stava pressando la testa di Ramses, troppo intontito dalla caduta per difendersi e per divertirsi ulteriormente incendiò il corpo della sua vittima con le proprie fiamme verdi e l'avrebbe sicuramente ucciso se qualcuno non l'avesse fermato. Un pugno improvviso allo stomaco lo scaraventò a diversi metri di distanza e lo mise ko, poi il suo autore ricoprì il corpo di Ramses di luce bianca e in pochi minuti fu di nuovo in forze. Rialzandosi Ramses si ritrovò di fronte Sefora, che osservava lo scontro in atto nei cieli:” Grazie per avermi aiutato, come posso ripagare?”. Per rispondere la ragazza fece apparire con uno schiocco di dita il flagello e il pastorale e glieli porse:” Primo, prendete questi, secondo, venite con me ad aiutare quel coglione di mio marito.”.

I due si alzarono in volo e raggiunsero di nuovo Apophis, che aveva cominciato a sparare raggi d'energia a caso, evidentemente per quanto ci provasse neanche Intef poteva controllarlo perfettamente. Sefora corse in aiuto di Taita, che stava per essere colpito dalla coda, mentre Ramses corse nuovamente in aiuto di Mosè, che stava colpendo ripetutamente Intef con lame di sabbia. L'esorcista guardò sgomento il fratello adottivo per un attimo prima di riprendere l'attacco:” Come diavolo hai fatto a salvarti, altro regalino di Horus?”, Ramses utilizzò lo stesso attacco di Mosè, rinchiudendo Intef in una vera tempesta di spade:” No, di tua moglie, ma ne riparliamo dopo, prima di finire l'energia, visto che neanche a te ne sarà rimasta molta.”. Non c'era neanche bisogno di dirlo, ne avevano nella migliore delle ipotesi poco più della metà, se la lotta fosse continuata a quei ritmi sarebbero crollati tutti al suolo nel giro di qualche ora e i rinforzi non accennavano ad arrivare...fino ad ora.

Nel cielo si aprirono sedici portali, otto neri e otto bianchi, da cui uscirono altrettante creature e nello stesso istante giunsero anche i rinforzi della Per akh e dell'esercito. Mosè esultò vedendo i propri maestri, mentre Ramses rischiò un infarto:” Chi diavolo sono quelli?!” “ I nostri maestri”, ruggì Sefora esultante tutti ricominciarono a combattere con rinnovato vigore. Intef, seccato da quell'ennesima seccatura mandò Apophis contro Asmodeus e Michael, che non fecero una piega e si misero in posizione:” Ehi, razza di biscione milanista- ruggì Asmodeus-NOI SIAMO JUVENTINI!!”, i due comandanti colpirono il muso del mostro con un pugno sincronizzato, l'urto fu tale da far perdere l'equilibrio a Intef, che si trovò a penzolare e Gremory ne approfittò per rompere un'altra catena, ormai ne rimanevano solo tre. Ma il perfido mago era tutt'altro che sconfitto e stava per dimostrarlo, sincronizzò la sua aura con quella del serpente e provocò un'immensa esplosione di fiamme e lampi neri, e da cui inoltre partirono diversi detriti fiammeggianti che volarono per kilometri prima di schiantarsi.

Taita era riuscito a ricoprirsi con una barriera di fiamme e sabbia, ma diversi dei suoi sottoposti non avevano la stessa protezione o non erano riusciti ad allontanarsi in tempo, fortunatamente tutti i combattenti principali ne erano usciti più o meno indenni, in ogni caso doveva sbrigarsi o sarebbe rimasto ben poco per cui combattere. Tornò a combattere, ma questa volta mirò alla testa, mentre gli altri bersagliavano Apophis con qualsiasi cosa avessero a disposizione e quando arrivò sulla testa Intef si mise a deriderlo:” Oh, Taita, guarda un po' chi si rivede, forse persino questo povero schiavo vuole provare a fermarmi? Ma non farmi ridere.”. Sì, era vero, anche Taita era stato schiavo. Era nato nella polvere e il suo primo ricordo era il momento in cui veniva venduto all'asta, per alcuni anni aveva semplicemente lavorato come inserviente, ma poi il suo padrone lo aveva destinato ad altri servizi(1). Ma dopo pochi mesi non ne potè più, rubò un coltello e uccise il suo padrone, poi fuggì quasi sperando di morire nel deserto e rinascere in un posto migliore, ma il fato ebbe altri piani. Venne trovato da una sacerdotessa di Hapi, che lo allevò come un figlio e lo addestrò nell'arte della magia, poi lui ottenne le benedizioni di Ra e Seth e grazie a esse e alle sue conoscenze in ogni campo scalò i ranghi dei maghi sperando di migliorare il paese e che fosse dannato se avesse permesso a quel megalomane di distruggere tutto ciò per cui aveva lottato in quegli anni.

Mischiò nuovamente la sabbia e il fuoco e sparò a raffica una serie di trivelle contro Intef e Apophis, questa volta provocandogli varie ferite e distruggendo infine le ultime catene, ora non c'era niente che trattenesse Apophis ancorato sul piano mortale. Mosè, Ramses e Sefora ne approfittarono e unirono le loro energie in una sfera di sabbia luminosa, che colpito il bersaglio, lo trapassò e il serpente sparì si dissolse sibilando contro il cielo, mentre Intef cadde al suolo. Sembrava un momento di vittoria assoluta, ma al posto del sibilo Mosè e tutti gli altri udirono una profezia orribile nelle loro teste:” Grazie per avermi liberato, ma ricordatevi, io resterò lontano solo finchè l'ordine dovrà essere mantenuto. Quando questo pianeta sarà stanco di vivere io e i miei fratelli ci risveglieremo e i figli dei vostri figli e i vostri tanto preziosi dei non riusciranno a fermarci!”.

                                                                                                               **********
Intef bestemmiò, aveva copiato l'incantesimo che Mosè aveva utilizzato alla sfinge ed era riuscito a non rompersi l'osso del collo, ma dubitava che sarebbe rimasto sano molto a lungo se non si fosse sbrigato. Comunque fu troppo lento e un'esplosione proveniente da dietro lo scaraventò in aria e quando ritornò a terra si ritrovò di fronte Mosè. Definirlo livido di rabbia non sarebbe stato sufficiente, sembrava l'incarnazione stessa della furia e l'avrebbe sfogata tutta su di lui, ricoprì i pugni di sabbia e si preparò a triturarlo, ma un falco di fuoco lanciato da Ramses lo distrasse. “Ramses, vuoi lasciar vivere quest'essere immondo?! Migliaia di persone sono morte a causa sua.”, urlò infuriato, ma il fratello gli fece cenno di calmarsi:” Proprio per questo lo lascio vivere, una morte rapida è troppo poco per lui, non rompere il tuo voto per marciume del genere. Stà tranquillo, morirà, ma solo dopo aver sofferto.”. Dietro di loro Taita sospirò, era sopravvissuto appena a questa battaglia e per di più sarebbe svenuto a terra se Asmodeus non lo reggesse e dubitava sul serio che sarebbe sopravvissuto se quei due avrebbero ricominciato a combattere, fortunatamente c'era Sefora.

La donna colpì entrambi i contendenti con un pugno a testa e poi imprigionò Intef in una sfera di luce:” Smettetela subito, razza di coglioni, avete combattuto insieme per impedire a questo verme di dominare il mondo e ora volete ammazzarvi a vicenda?! Non credo proprio, l'unica cosa che farete ora, anzi, che faremo tutti....SARà FESTEGGIARE!”. Tutti i maghi e i guerrieri ancora in forza esultarono e lo stesso fecero Mosè e Ramses, quindi si incamminarono verso casa, comunque Taita aveva dentro di sé una domanda che negli anni successi lo avrebbe tenuto sveglio diverse notti:” Sommo Asmodeus, quando Apophis prima di sparire ha detto “io e i miei fratelli ci risveglieremo”...si riferiva a ciò che penso io?”, Admodeus si prese lunghi secondi prima di rispondere, poi si voltò verso il sole appena ricomparso e parlò:” Sì, Taita, Apophis non è che una delle tante bestie dell'apocalisse. Tiamat, Tifone, Virtra, Fenris, Yamata no Orochi e tanti altri di cui non conosco nemmeno il nome...o che non oso pronunciare. Loro sono gli animali supremi che hanno combattuto contro gli dei o che sono destinati a farlo, ora stanno dormendo, ma come hai ascoltato pochi minuti fa quando questo pianeta sarà stanco di vivere loro si risveglieranno insieme ai loro rivali e la loro lotta ritrasformerà il pianeta in una palla di magma ribollente che da cui comincierà una nuova era. Non è qualcosa che possiamo impedire, è il prezzo che questo mondo ha pagato per esistere.... un giorno forse i tuoi eredi e i miei combatteranno fianco a fianco per sopravvivere. Ma ora basta pensieri tristi, andiamo a sbronzarci!”.

                                                                                                                            **********
Quando finalmente arrivarono al palazzo non c'era nessuno che festeggiasse, tutt'altro, la maggior parte dei servitori e dei maghi rimasti aveva un'aria mesta e trita. Nella sala del trono un mago si inginocchiò a Ramses:” Mio signore, merito tutta la vostra ira, purtroppo non sono riuscito ad assolvere il mio compito. Io e i miei compagni abbiamo potuto fare ben poco con gli attachi del serpente che sono giunti fin qui”. Ramses non capì cosa intendesse l'incantatore, poi vide sua moglie che entrava piangendo e la abbracciò:” Amore mio, cos'è successo?”, per tutta risposta Nefertari pianse ancora più copiosamente di prima e si strinse al petto del marito. Il mago di prima fece segno al faraone di seguirlo e Mosè e Sefora lo accompagnarono, e arrivarono in una stanza decorata a lutto, con un piccolissimo corpo martoriato su un letto. Quando Ramses capì chi si trovava sul letto divenne bianco e cadde in ginocchio:” NO, NO, NO!!”,a quel punto Mosè guardò il corpo e cominciò anche lui a piangere, sapendo che quello che stava vedendo era il cadavere di suo nipote.

(1)immagino non ci sia bisogno di specificare di cosa si trattasse.

Ah, ce l'ho fatta, siamo alle battute finali, solo altri due capitoli e ho finito e nella migliore delle ipotesi ve li sparerò tutti entro lunedì. Spero che questa battaglia campale vi sia piaciuta e che non sia stata risolta in modo troppo frettoloso. Spero che leggerete in molti il prossimo capitolo, visto che si tornerà all'inizio della storia. Come sempre un abbraccio a tutti i lettori, Hikari in particolare.

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Capitolo 14
*** La fine dell'inizio ***


                                                                                                                  La fine dell'inizio

Ramses fissava il vuoto dinnanzi a sé senza pensare a niente, al centro della sala sua moglie piangeva ininterrottamente davanti alla mummia che un tempo era stato Khepshef, il suo erede. Non era stato l'unico a morire, molti altri erano morti quando Apophis aveva scatenato la sua furia sull'Egitto e molti delle vittime erano bambini, e il cuore del faraone piangeva anche per loro. Nella stanza entrò Mosè, che insieme al fratello aveva assistito alla mummificazione di Khepshef senza dire una parola, e si rivolse a Ramses:” Scusa la mia indelicatezza in questo momento, Ramses, ma devo chiederti di ufficializzare la nostra partenza. Di recente ho visto messaggi minacciosi praticamente dappertutto e temo che se non ci sbrighiamo a partire si arriverà al sangue.”. Il faraone per tutta risposta prese una pergamena accanto al trono e la lanciò a Mosè, poi i due si allontanarono senza dire una parola, ma quando l'esorcista fu a distanza di sicurezza sferrò un pugno a un muro. Tremava dalla rabbia, coi suoi ultimi gesti quel verme di Intef aveva scavato un solco senza fondo tra lui e Ramses, loro due non riuscivano neanche a parlare, pur condividendo lo stesso dolore, perchè Mosè sapeva che se certe cose fossero andate diversamente il ragazzino che ora attendeva il suo funerale lo avrebbe chiamato “zio”.

                                                                                                                    **********
Intef ricevette l'ennesimo schiaffo dalla guardia, che pur avendo ricevuto l'ordine di non toccarlo più del necessario approfittava del ruolo assegnatoli ogni volta che erano soli, quindi di notte aveva tutto il tempo che voleva. Al processo Ramses aveva stabilito che in qualità di peggiore traditore della storia egiziana, Intef sarebbe rimasto incatenato su un'impalcatura nella più grande piazza del paese per due settimane e per tutto il pomeriggio chiunque avrebbe avuto la libertà di salire per schiaffeggiarlo, e in molti avevano perso dei cari per la sua bravata. Al termine del tempo concessogli per raccomandare l'anima sarebbe stato gettato ai coccodrilli, come se lui avesse intenzioni di arrendersi così facilmente, si sarebbe vendicato, anche da morto avrebbe trovato un modo per distruggere qualsiasi cosa Ramses, Mosè e i loro eredi avrebbero costruito nei secoli a venire, ma prima doveva scappare. La guardia si avvicinò di nuovo:” Dunque, te ne ho dato uno per mio padre, uno per mia madre, un'altro ancora per mia moglie, uno per mio fratello, direi che restano quelli per i miei figli e i miei amici.”. Alzò la mano e fece per colpirlo, ma una lama di colore grigio spento gli trapassò il cuore, facendolo crollare sul pavimento e sulla sua schiena apparve una sorta di esserino grigio, privo di una forma vera e propria. Nel punto dove si sarebbe dovuta essere la testa si aprì una cavità e da lì uscì una voce dal suono simile a un risucchio:” Guarda un po' qua, il grande mago Intef, capo della Per akh ridotto in catene come molte delle vittime che hanno incrociato la sua strada in un modo o nell'altra. Per caso...c'è qualcosa che io potrei fare per te?”.

L'ex visir aveva capito chi aveva davanti e fino a qualche settimana fa l'avrebbe ammazzato senza fiatare sapendo quello che avrebbe potuto fare se lasciato libero ma ora non gliene fregava più niente voleva solo vendicarsi. L'essere intuì i suoi pensieri e parlò di nuovo:” Vuoi far soffrire chi ti ha ridotto così, vero. Beh, per me non è un problema, d'altronde io faccio parte di un potere immensamente più grande, lo stesso che costrinse angeli e demoni a fuggire dalla loro antica casa tra le stelle. Con il mio aiuto potrai evocare Apophis un'altra volta e con molte meno anime, ma ricorda che sarà molto più debole rispetto a com'era quando l'hai evocato giorni fa e non sopravviverai. Sei disposto comunque?”. Intef annuì, la creatura si trasformò in uno sbuffo di fumo ed entrò nella sua bocca, poi le catene che lo tenevano imprigionato si ruppero e lui tornò libero.

La mattina dopo Ramses e Taita, ora decorato con un mantello di leopardo, simbolo del suo nuovo ruolo come gran visir, si diressero alla piazza con uno squadrone di soldati e salirono sulla pedana quasi rotta. Ramses guardò dubbioso la ferita della guardia, che cosa avrebbe potuto provocare una ferita così precisa? “ Qualche idea, Taita?”, il mago aveva ricoperto il cadavere con una sorta di barriera azzura, che sparì lasciando alcuni geroglifici:” Temo di sapere cos'ha ucciso questo poveraccio, ed è qualcosa che avrei sperato di non dover vedere più. E se Intef ha fatto qualche patto con loro abbiamo tutti di che temere.”. A quel punto arrivò una guardia dallo sguardo ansioso che sussurrò qualcosa all'orecchio del faraone, che sbiancò:” Merda, anche senza le averle quel bastardo ha ripreso il giochetto.”, Taita sentendolo si voltò:” Mio signore, intendete forse che..?!”, “ Sì, sta distruggendo qualsiasi cosa si trovi sulla sua strada, e indovina quale ha preso?”. Taita digrignò i denti capendo che cosa intendeva il re, quindi riprese il bastone e andò a spedire un messaggio a tutti i suoi sottoposti:” Andiamo, che non si dica che la Per akh lascia da solo il principe nel momento del bisogno.”.

                                                                                                                   ************
Mosè e Sefora fissarono le coste del mar rosso, avevano deciso quella strada perchè volevano andare a prendere la famiglia di lei e gli schiavi che avevano mandato da loro il prima possibile e difficilmente sarebbero sopravvissuti in molti se avessero provato ad avventurarsi in tanti nella Duat, poi entrambi facevano schifo nel teletrasporto su larga scala, quindi l'unica alternativa era stata chiedere aiuto di nuovo ai suoi maestri per farsi una strada attraverso il mare....anche se il prezzo sarebbe stato custodire un altro di quei cosi, gliel'avrebbero consegnato direttamente sul Sinai. Mentre pensava si aprirono dodici varchi da cui uscirono Gremory, Asmodeus, Leraje, Michael, Raphael, Azrael, altri tre demoni e altrettanti angeli. La succube si rivolse al figlioccio:” Sei, anzi, siete tutti pronti?”, l'esorcista sorrise e cominciò a salmodiare e a fondere la sua energia con quella della moglie e poi con tutti i nuovi arrivati, che si disposero in cerchio sopra l'acqua, collegandosi l'un l'altro con nastri di energia. Dopo diversi minuti di faticoso lavoro l'energia dai dodici scese verso il mare creando un'enorme bolla che probabilmente avrebbe potuto contenere tutti i presenti.

I due maghi, soddisfatti del risultato fecero segno a tutti di entrare nella cupola, ma prima che loro stessi potessero entrare una voce li fermò:” BRUTTO BASTARDO, SONO VENUTO A PRENDERMI LA TUA VITA!”. Mosè si voltò e vide l'ultima persona che avrebbe voluto vedere in quel momento. Intef era nel deserto, vestito di quattro stracci e con un'espressione delirante sul volto, a cui Mosè provò quasi pietà...prima di ricordarsi quante persone erano morte a causa sua. Questa volta non avrebbe avuto la minima pietà per lui, lo avrebbe gettato al branco di sciacalli più affamato del mondo, ma mentre si dirigeva vero di lui si aprirono diverse crepe spaziali da cui uscirono Rasfer e gli altri complici di Intef imprigionati, ognuno di loro era in catene e soprattutto non sembravano minimamente contente di essere lì. Intef venne ricoperto da un'aura grigia,che si estese anche alle sue vittime e cominciò a salmodiare e Mosè sentì il sangue congelare quando riconobbe la formula:” Tu, lurido cane...pensi di poter rievocare Apophis utilizzando quei cretini? Ci hai messo anni a raccogliere tutte le anime necessarie, e non è passata nenche una settimana dall'ultima volta.".

Intef rise sguaiatamente:” Dici il vero, ma il discorso cambio se offro la mia stessa vita e inoltre, eheheheh, ho ricevuto aiuto da una forza così terribile al cui in confronto i tuoi amichetti sembrano dei bambini.”. Capendo il significato di quelle parole l'esorcista si diresse a tutta velocità su quel folle, ma era troppo tardi. Intef pronunciò il nome segreto del serpente e un'espolosione scaraventò Mosè contro la cupola, Asmodeus si mosse per aiutarlo, ma Sefora gli disse di non muoversi, se uno dei dodici si fosse spostato dalla propria posizione nel peggiore dei casi la protezione che avevano creato sarebbe esplosa e tutte le persone all'interno sarebbero morte. Lei andò verso il marito:” Alzati, dobbiamo batterlo subito. Ora come ora è molto più debole dell'ultima volta, uniti possiamo batterlo.”, per tutta risposta Mosè lanciò la moglie con la telecinesi dentro la barriera:” Mi dispiace, amore mio, ma in ogni caso uno di noi non ce la farebbe, e devo essere io. VOI-si rivolse ai generali-portate tutti loro al sicuro e tornate solo dopo che avrete finito.” Gremory e tutti i suoi compagni avrebbero voluto rimanere, ma sapevano che se l'avrebbero fatto avrebbero messo a rischio tutti coloro che erano sotto la loro protezione, quindi non poterono fare altro che inabissarsi e andare dall'altra parte del mare con i profughi, sperando di tornare in tempo.

Apophis nel frattempo era tornato nuovamente nel piano mortale, ancora una volta imprigionato dalla follia umana. Mosè creò una raffica di lance di luce e gliele sparò contro, ma ottenne un effetto irrisorio e in breve dovette schivare o parare volando una lunga serie di palle di fuoco, veleno, fulmini neri e altro ancora. Dopo pochi minuti, pur essendo riuscito a difendersi dalla maggior parte degli attacchi, era rimasto comunque ferito e non vedendo in lontananza il suo avversario, né avvertendone l'aura fece l'errore di fermarsi per curare le ferite e riprendere fiato, ma un colpo di coda di improvviso lo scaraventò dritto al suolo e la polvere dell'impatto oscurò la luce del sole. Ripresosi vomitò sangue e utilizzò un incantesimo di cura sulle sue ossa, era riuscito a malapena a tenerle insieme perchè le aveva ricoperte di roccia. Dopo pochi secondi il serpente riapparve e gli sputò contro una sfera di fuoco nero che riuscì appena a evitare. Sperando di potergli fare almeno un po' di danno raccolse l'acqua del mare in una schiera di lance che ebbero però lo stesso effetto di una puntura di zanzara e in breve ricevette un'altra codata devastante e questa volta le ossa erano decisamente a pezzi e difficilmente sarebbe riuscito a rimetterle in sesto per tempo. Intanto il suo nemico era arrivato a pochi metri da lui e stava per innaffiarlo con una cascata di acido viola e Mosè sapendo di non poter fare altro, provò a sputargli sul muso e poi decise di raccomandare l'anima a Osiride o chi per lui.

Ma ci sarebbero voluti ancora molti anni prima che Osiride potesse accogliere l'anima di Mosè perchè proprio in quell'istante una fiammata color oro colpì la testa di Apophis e una raffica di vento disperse l'acido. Mosè si voltò verso la direzione dei colpi e non potè credere ai suoi occhi quando vide Taita e Ramses sul carro da guerra seguiti da quasi metà dell'esercito egiziano e tutti i maghi sopravvissuti agli ultimi giorni. Il suo vecchio maestro creò delle trivelle di fuoco e sabbia come quelle che avevano distrutto le ultime catene di Intef due settimane prima e con esse colpì Apophis dritto nell'occhio e costringendolo a volare sopra le nuvole e Mosè ne approfittò per riassestare le sue ossa, anche se ci sarebbe voluto qualche minuto e nel frattempo Ramses gli si avvicinò per difenderlo da qualsiasi possibile attaco:” Scusa il ritardo, fratellino, ma organizzare una spedizione e arrivare fin qui non è qualcosa che si fa in quattro e quattr'otto.”. Mosè sorrise, contento di risentire quel nomignolo:” Scuse accettate, più che altro abbiamo qualcosa che possa rispedirlo sul fiume della notte senza rimetterci le penne?”, Taita arrivò per fargli vedere cinque statuette: una raffigurava una gatta, un'altra una leonessa, la terza uno sciacallo con la coda biforcuta, la quarta un nano e l'ultima un falco:” Questa volta abbiamo avuto più tempo per prepararci e ho potuto prendere queste. Usandone potremmo distruggere il corpo fisico di Apophis, ma mi serve qualche minuto per preparare tutto.”. Ramses e Mosè fecero un ghigno bastardo e il faraone chiamò a raccolta tutti i guerrieri e i maghi:” A quello pensiamo noi, tu comincia.”.

Apophis approfittò di quel momento per riattaccare e Ramses, con l'avatar da combattimento attivato e Mosè(che si era risistemato lo scheletro) si alzarono in volo e insieme a tutti i maghi cominciarono la loro controffensiva aerea, mentre i guerrieri rimasti a terra attaccavano con i loro migliori attacchi a distanza e Taita salmodiava, facendo levitare le statuette, che si disposero a forma di piramide, con quella a forma di falco come punta. Mosè nel frattempo era riuscito ad atterrare sulla testa di Apophis, ricoperto da esplosioni e colpi di ogni genere, e incanalando buona parte dell'energia che gli era rimasta evocò una pioggia di fulmini sacri che colpì tutto il dorso della creatura, mentre Ramses a furia di colpire le squame riuscì infine ad aprirsi un varco nella carne dell'immenso rettile e trasformatosi in una trivella di sabbia si fece strada al suo interno fino all'altro lato. Il serpente, nel tentativo di liberarsi almeno di tutti gli attacchi minori che lo stavano a poco a poco indebolendo tentò di colpire chi era rimasto al suolo con un misto di fuoco e fulmini, ma ormai la piramide di Taita aveva preso consistenza ed era diventata sempre più grande, fino a poter parare tranquillamente l'attacco, dopodichè salì nel cielo arrivando all'avversario del suo creatore e lo inglobò. A quel punto le statuette presero vita e si ingrandirono fino a diventare alte almeno tre metri e assumendo colore, il nano era color terra, la gatta e lo sciacallo erano neri(e quest'ultimo era circondato da sabbia rossa), la leonessa e il falco erano ricoperti da fiamme dorate, che avvilupparono il cobra, che ruggì per il dolore dopo pochi minuti esplose, facendo tremare la terra e il mare per kilometri.

Atterrati, Mosè, Ramses e praticamente tutti i presenti caddero a terra dalla fatica, anche se questa volta non c'erano stati morti era comunque molto più di quanto un comune mortale potesse sopportare. Mosè si avvicinò al fratello per parlargli:” Ramses, so che non te l'ho ancora detto, quindi...perdonami, non avrei mai dovuto andarmene, se non l'avessi fatto forse non avremmo dovuto sopportare tutto questo.”, ma anche Ramses aveva qualcosa da dire:” E anch'io ho qualcosa da dirti. Inizialmente ho cercato di capire le tue ragioni, ma avevo rinunciato quando i nostri genitori erano morti e....beh, sono felice che tu sia tornato anche solo per poco.”. Taita sorrise pensando a quanto erano strani gli uomini, dieci anni fa uno di quei due idioti era sparito nel nulla e l'altro l'aveva odiato per anni, ma poi era bastata una cosa da nulla come una lotta per il destino del mondo per riappacificarli. Ore dopo, quando si era ripreso abbastanza per raggiungere i suoi Mosè si congedò dal fratello:” Addio, fratello mio, sono orgoglioso di averti conosciuto. Ricorda sempre chi sei e sono certo che sarai un grande re, forse il migliore di tutti.”, Ramses gli posè una mano sulla spalla:” Anch'io sono orgoglioso di averti conosciuto e di essere cresciuto con te. Stà attento, sono certo che sarai un grande capo, ma temo che le peripezie del tuo popolo dureranno ancora per molti secoli. Fà in modo di renderlo il più forte e resistente possibile.”. Dopo quest'addio Mosè si diresse in volo verso sua moglie e verso la sua nuova famiglia, Ramses aveva ragione, benchè non potesse vedere il futuro egli stesso sapeva che per gli ebrei la via sarebbe stata tutt'altro che facile e avrebbero dovuti essere forti per sopravvivere e non sempre avrebbero potuto chiedere aiuto all'inferno o al paradiso. Avrebbero dovuto imparare da soli o da altri uomini, ed egli stesso avrebbe insegnato a Giosuè e a tutti gli altri, d'altronde era questo ciò che desiderava e sorridendo mormorò:” Se vuoi che una cosa sia fatta bene fattela da solo.”.

                                                                                                                            FINE

Ebbene ce l'ho fatta, ho finito questa storia e spero di aver potuto offrire a tutti i lettori una storia scorrevole e coerente nei suoi valori, come la voglia di migliorare e mettersi alla prova e soprattutto a non coltivare l'odio e mettere da parte certe divergenze per un bene più grande. Comunque in realtà non ho proprio finito, perchè domani posterò un piccolo epilogo a sfondo comico che spero vi piacerà. Come sempre, un abbraccio a Hikari e Slenderguy.

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Capitolo 15
*** Epilogo:festa ***


                                                                                                            Epilogo:festa

Fissai l'ultima pagina di Openoffice soddisfatto, ero finalmente riuscito a finire il lavoro che mi aveva tenuto impegnato per tutta l'estate e per il primo mese di scuola, non restava che avvertire chi di dovere. Andai in cucina e trovai Mosè e Sefora che si guardavano Nightmare before christmas abbracciati:” Signori illustrissimi, sono lieto di annunciarvi che ho finito. Ho concluso la storia e probabilmente tra poco quell'imbroglione di papa Francesco e i suoi rosicheranno.”. Mosè mi diede il cinque e Sefora mi diede una pacca sulla spalla:” Grazie, Fenris, era ora che si sapesse come sono andate veramente le cose. Ora che facciamo?”, Sefora sorrise e fece apparire due buste piene di vestiti:” Che domande, ci si prepara per la serata.”.

                                                                                                                *********
Qualche ore dopo eravamo in giro per il mio paese a chiedere dolcetto o scherzetto. Mosè era travestito come il Decimo dottore(giacca blu, cappotto marrone, scarpe da ginnastica e un finto cacciavite sonico in tasca), Sefora come River song( camicia blu, maglietta dello stesso colore, una parrucca bionda, stivali da cavallerizza e una fondina con pistola laser), Gherson travestito da centurione( alias Rory Pond) e io invece ero travestito come il Quarto dottore ( cappello a fedora, pantaloni grigi, giacca nera, sciarpa multicolore lunga fino a terra e un finto cacciavite sonico) e ormai avevamo le buste piene di dolci di ogni genere. “ Dite che sono abbastanza?”, chiese Sefora e io gli risposi:” Sì, poi gli altri ormai avranno già fatto man bassa, direi che è ora di andare alla festa.”. Arrivammo a una discoteca decorata con ragnatele finte e zucche enormi e davanti all'entrata stava il buttafuori, un ragazzo sui vent'anni coi i capelli a porcospino, la pelle abbronzata, lentiggini sul naso e vestito come una versione vampira di Indiana Jones( classico abbigliamento da indy con tanto di frusta, ma tutto nero e con una dentiera finta):” Ehi, capo, fatta man bassa?”. Agitai il mio pacco e il suono fece venire l'acquolina in bocca a tutti:” Non mi posso lamentare, gli altri sono già tutti dentro?”, il vampiro annuì e ci fece entrare.

L'interno era a due piani, tutto decorato di nero e rosso e dal soffitto pendevano pipistrelli e ragni finti, oltre che zucche fiammeggianti e la palla dal soffitto mandava raggi viola, neri e verde scuro. Sulla pista da ballo tra la folla si scatenavano Ramses, travestito da Undicesimo dottore( giacca di tweed, camicia bianca, cravattino e fez) e Nefertari, travestita da mummia, a differenza della cognata aveva deciso di lasciar perdere i vestiti coordinati. Oltre a loro in giro c'erano praticamente tutti i personaggi della mia fan fiction e alcuni delle mie serie preferite a cazzeggiare, chi mangiava, chi beveva al bar, chi chiacchierava e chi faceva tutte queste cose insieme. Qualche minuto dopo io, Mosè, Ramses e le rispettive mogli stavamo insieme a un tavolo a chiacchierare e mangiare castagne, mentre Khepshef giocava con Gherson da bravo cugino più grande. Io però stavo imprecando, dopo aver trovato la trecentonovantaquattresima castagna marcia:” Ma che annata di merda, a voi come sta andando?”, Ramses e Mosè mi mostrarono le loro, nere fino all'ultimo centimetro, ma che palle! E per di più ero certo che Sefora e Nefertari stavano complottando qualcosa e ne purtroppo avevo ragione, perchè la regina d'Egitto chiese con fare innocente:” Scusa, capo, ma se Mosè e Ramses si fossero scontrati alla massima potenza in un vero combattimento....chi avrebbe vinto?”. Lo giuro, l'aria diventò elettrica e quasi tutte le castagne si spaccarono. Mosè stava ridacchiando:” Beh, mi pare ovvio che alla fine sarei rimasto io in piedi. Sono o no il protagonista?”, Ramses storse la bocca in un sorriso falsissimo e spaccò il bicchiere di vino che teneva in mano:” Beh, sai, fratellino, non sempre il protagonista è il più forte di tutti. E c'è un motivo per cui i faraoni hanno continuato a controllare la Per akh per anni.”. Mosè si rialzò e prese il bastone con la telecinesi:” Ti riferisci a quei cretini che ho sconfitto quasi dal primo all'ultimo?”, Ramses in tutta risposta prese pastorale e flagello ed evocò l'avatar da combattimento:” è anche grazie a quei cretini che sei vivo, pirla.”. Capì che era ora di scappare, non ci tenevo a finire coinvolto nel combattimento tra due dottori, comunque con la coda nell'occhio notai Sefora e la cognata che se la svignavano con tutti i dolci che avevamo raccolto. Cazzo, sapevo che erano di nuovo incinte e che avevano una grave forma di voglie, ma quello mi pareva esagerato.

Comunque non potevo farci niente, perciò andai al bar a prendermi una lunga serie di tè al limone ed ebbi l'occasione di assistere alla scena più memorabile della serata. Taita, travestito da Ian solo, si era seduto a un tavolo per godersi il vino( fornito da lui stesso) e la musica, ma proprio mentre beveva venne raggiunto da Intef travestito da Jafar, che non sembrava molto contento di essere lì:” Allora,Taita, volevi vedermi?”. Il mago finì di bere il vino e poi rispose:” Sì, razza di megalomane maniaco, voglio saperlo....è stato ciò che penso a farti evadere?”, per tutta risposta il cattivo della mia storia tirò fuori il bastone a forma di cobra e cominciò a caricare una palla di fuoco:” Piano con gli insulti, mr. Perfettino. La fan fiction è finita e io non ho più né l'autorizzazione né l'obbligo di rispondere alle tue domande...oltretutto quei cosi appariranno anche nella prossima storia dell'autore e se faccio spoiler sono fregato. In compenso posso togliermi lo sfizio di bruciarti quella faccia di cui ti vanti tanto.”. Continuò a sproloquiare e a rendere la palla di fuoco sempre più grande, ma non si accorse che la mano di Taita stava scivolando lentamente verso la sua pistola(in realtà la sua bacchetta riadattata per la serata) e appena arrivatoci gli ci volle meno di un secondo per colpire l'avversario e farlo sparire in uno sbuffo di fumo. Quando si diradò Intef era ancora lì....ma era vestito da Winnie the pooh! Cominciammo tutti a ridere, compreso Rasfer(travestito da Ih-Oh), mentre Taita soffiò sulla canna della pistola:” Mi dispiace, bello, ma dovresti saperlo. Ian spara sempre per primo.”. Intef osservò scioccato il suo costume, poi urlò inorridito e scappò dalla discoteca. Io stavo crepando dal ridere e probabilmente avrei finito l'aria se qualcuno non mi avesse dato una scoppola sul collo e voltandomi sentì il mio sangue congelarsi e ridursi in frammenti minuscoli....dietro di me c'erano Tanus, Lostris, Walter Stone, Ziah Rashid, Carter Kane e soprattutto LEI, la psicopatica per eccellenza al cui confronto persino Bellatrix sembra normale....Sadie Kane!

Lei mi prese per il collo e mi fissò con uno sguardo iniettato di sangue:” Tu, insignificante microbo, come hai osato non farci apparire nella tua fan fiction di merda?! Che cazzo ci hai messo a fare la nota crossover?!”, deglutì lentamente e provai a rispondere:” M-mi dispiace, ho provato a m-mettere almeno Tanus e Lostris, ma non ce l'ho fatta, perdonatemi!”. Però nessuno di quegli stronzi sembrava disposto a perdonarmi e anzi, Sadie fece apparire un dei geroglifici in mano e aveva la chiara intenzione di spararmeli in faccia e io chiusi gli occhi, ma quando li riaprii era giunto un angelo...o quasi. Alberto si erano frapposttra me e la squadra degli scartati e io tirai un sospiro di sollievo. Alberto era un oc che avevo creato per una storia interattiva di Ranma e sapeva menare come un fabbro, ero salvo...forse! “ Scusatemi, miei cari, ma lui mi, anzi, ci serve. Forse potremmo giungere a una soluzione che accontenti tutti.”. Io uscì lentamente dalle spalle di Alberto e vidi che quelli si erano calmati:” Ecco, tra poco dovrei avere il libro di una nuova saga e visto che conosco l'autore su facebook pensavo di chiedergli l'autorizzazione ufficiale per scrivere la prima fan fiction sulla saga, che sarà un crossover con Kane's chronicles, che ne dite? Mi ci dedicherò non appena finirò una storia su inuyasha e sarò a posto con gli esami.”. Sadie mi osservò con uno sguardo imperscrutabile per qualche secondo, poi sputò sulla mano e me la porse e io ricambiai il gesto. In quel momento sentì un urlo di vittoria, mi affacciai al balcone e vidi Mosè che teneva la testa di Ramses sotto il piede, nonostante fosse parecchio malconcio e avesse i vestiti totalmente stracciati. Per spezzare una lancia a favore del faraone, comunque notai qualcosa di bianco nella sua mano, quasi sicuramente i denti di Mosè. Ah, che serata stupenda.

                                                                                                  BUON HALLOWEEN A TUTTI!

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