Un Articolo per Innamorarsi di Aruko (/viewuser.php?uid=1194)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'articolo ***
Capitolo 2: *** Scambio di favori ***
Capitolo 3: *** Prime difficoltà ***
Capitolo 4: *** Conoscendoti meglio.. ***
Capitolo 5: *** Piccole prove ***
Capitolo 6: *** Demolire o costruire? ***
Capitolo 7: *** Baci, boutique.. e altre sorprese! ***
Capitolo 8: *** Fuochi d'artificio ***
Capitolo 9: *** Ne vale la pena? ***
Capitolo 10: *** It's all about trust ***
Capitolo 1 *** L'articolo ***
“Verde
speranza, il colore dell’ estate”
Speranza,
ciò a cui si aggrappava da mesi ormai senza però
risultati. Né lavorativamente né in altri sensi..
No,
decisamente non era soddisfacente.
Mmmh…
“la
nuova
pianta dell’ anno: il Fior di Trombone”
Questa
poi.. la pianta che ogni donna vorrebbe nel proprio
orticello. Un miscuglio fra un Fior di Loto e un Narciso Trombone.
Bello per
carità, ma il nome è tutto un programma!
Kagome
sbuffò sconsolata, tamburellando le dita sulla
scrivania. L’ espressione stanca e annoiata. Non ce la faceva
più! Non aveva
idee, non sapeva davvero più che cosa inventarsi!
La
sua capa l’ avrebbe licenziata di sicuro, ne era certa.
Questa volta non si sarebbe salvata come il mese scorso, con
l’ articolo sui
maialini prêt-à-porter.
L’
idea le era venuta guardando una rivista di National
Geographic mentre aspettava di essere visitata dal suo ginecologo. E
per un
attimo si era immaginata uno di quei cosi dentro la borsetta Gucci di
una
ragazza seduta davanti a lei.
Sango
ci aveva riso su di brutto, e così ci si era buttata
appigliandosi come se fosse l’ unica possibilità
di salvezza.
E
fortunatamente, le era andata bene.
Ora
però, era davvero nella merda.
“ehi
Kagome, come va?” Sango, la sua cara amica Sango, era
appena entrata nel suo ufficio sorridendo.
“un
vero schifo!”
“ancora
niente ispirazione?”
“una
fava! Non so che inventarmi, Rin mi farà fuori ne sono
certa”
“dai
non dire così! Vedrai che ti verrà l’
illuminazione! Che
ne dici di una pausa caffè?”
“assolutamente
si!”
Si
alzò lasciando il pc in stand-by. Erano le 16 del
pomeriggio e in meno di due ore sarebbe scappata, sicuramente senza
aver
concluso granché.
Kagome
lavorava per un giornale, il WomenTime, tutto
incentrato sulle donne.
Servizi
fotografici, vestiario e mansioni, moda e attività,
tutto ciò che riguarda il fantastico mondo femminile.
Lei,
in particolare, si occupava di una piccola rubrichetta
che ogni mese cambiava argomento, senza seguire un filone preciso. E
ogni mese,
ecco che si arrovellava in cerca dell’ articolo perfetto.
“tu
come te la passi piuttosto?” chiese Kagome infilando la
chiavetta nella macchinetta.
“bene
grazie! Non vedo l’ ora di uscire da qui, stasera voglio
sballarmi un po’”
“ah
si? Che programmi hai?”
“pensavo
di andare in un locale che hanno appena aperto, non
dista molto da qui, hai voglia di venire con me? Ho un gran bisogno di
rifarmi”
“rifarti?
In che senso?” Kagome prelevò il caffè
dalla
macchinetta lasciando spazio alla collega
“quello
stronzo di Hitoshi se l’è filata”
“che
cosa?!”
“si!”
“ma
se fino a ieri ti riempiva di fiori cioccolatini e
bigliettini sdolcinati?!”
“lo
so, e stamattina invece mi son trovata il bigliettino da
vigliacco! Scusami, ma ti amo troppo, mi
sento soffocare.. sono un pazzo a lasciarti, ma se son rose fioriranno
“
recitò Sango imitando una voce da uomo piagnucoloso
“peggio
di un finocchio! Meno male che non ero così lanciata..
me lo aspettavo che avrebbe fatto lo stronzo”
“santo
cielo.. beh sai che c’è? Che ci sto, andiamo a
sballarci! Ho bisogno anche io di un po’ di
movimento!”
“questo
è lo spirito giusto Kagome!”
-Già,
così da non pensare a lui..- pensò la corvina.
Le
due si erano date appuntamento direttamente fuori dal
locale, il Globe.
Era
un posto chic, al ventesimo piano di un centro
commerciale. Lussuoso ed elegante, con una balconata gigantesca da cui
si
vedeva tutta la città.
Erano
le 22 di sera e il terzo drink era appena arrivato.
“salute!”
dissero le due in coro battezzando la bevanda
“e
poi non ci sono più gli uomini che si preoccupano di far
godere una donna!” disse concitata Sango
“già..
dannatamente vero” asserì Kagome con sguardo
vacuo. Era
ubriaca persa.
“cioè,
Hitoshi era dolcissimo è vero, eppure era così..
veloce! Ho dovuto pensarci io ai miei orgasmi, praticamente tutte le
volte che ci
sono andata a letto!”
“che
merda!”
“già!
E io sono stufa! Va bene divertirsi, non pretendo di
trovare l’ uomo della mia vita adesso, a 26 anni,
però che diamine, è tanto
chiedere un orgasmo?!” la gente seduta intorno le squadrava
in modo strano.
“no
che non è tanto, cavolo!” confermò
Kagome.
Un
breve silenzio.
“e
dimmi, lui invece com’ era a letto?”
Eh,
com’ era lui a letto..
Kagome
si oscurò, non aspettandosi quella domanda. Era da un
po’ che non ci pensava.
Ma
no, non è vero, non passava giorno senza che pensasse a
Kouga. Al suo sguardo, al suo corpo perfetto, ai loro sei mesi
meravigliosi.
Gli
occhi le si adombrarono, e Sango lo notò subito.
“oddio,
scusami Kagome.. tu ci pensi ancora non è vero?”
“beh
ecco.. non riesco a dimenticarlo. Non posso farci
niente..”
Più
o meno era andata come con Sango. Se non che Kouga se l’
era presa molto più comoda, facendola soffrire per giorni
interi.
Prima
il distacco mentre erano insieme, la distanza con lo
sguardo e con le parole. Poi fisicamente. Infine non rispondeva alle
chiamate,
adducendo la lontananza a impegni di lavoro.
Come
ciliegina, un misero sms.
Non
ti amo più, diceva, scusa se ci ho messo tanto a
confessartelo. Addio.
Kagome
non aveva più avuto sue notizie. Aveva cancellato il
suo numero (che comunque conservava in un’ agenda contornato
dai cuoricini), ma
i ricordi, quelli non li avrebbe mai potuti eliminare.
“chi
se ne frega di com’ era a letto, ne troverai di migliori
Kagome!” disse Sango posando una mano sulla sua. Kagome
sorrise incerta. Poi
decise di fare l’ unica cosa veramente utile: bere, bere e
bere!
“a
cominciare da quei due..” sussurrò Sango guardando
oltre le
spalle dell’ amica.
Kagome
si girò, vedendo una coppia di ragazzi che guardava
proprio loro.
Un
ragazzo dai capelli castani e un tizio coi capelli
argentati.
Era
troppo ubriaca per socializzare.
“che
ne dici di fare qualcosa di folle?” Sango non era della
sua stessa idea.
“n-no
Sango non mi sembra il caso!”
“a
me invece si! Basta pensare a Kouga e a quel gay di
Hitoshi, dobbiamo dare una svolta a questa serata! E poi questi qua non
li
rivedremo mai più!
“ma
che vorresti fare scusa?”
“invitiamoli
a bere con noi!”
“ma
io sono già ubriaca Sango!”
“meglio
ancora!” disse lei alzandosi
“merda”
sussurrò Kagome coprendosi la faccia con le mani.
Sango
tornò poco dopo con un sorriso a mille denti
“beh?!”
la incitò Kagome
“vanno
a ricaricarsi di alcool e arrivano!”
“oddio
che imbarazzo!”
“eddai
pensa a divertirti!”
I
due arrivarono poco dopo con due drink in mano. Un cameriere
aveva prontamente portato due sedie in più, ed ecco che
prendevano posto, uno
da una parte, e uno dall’ altra.
“eccoci
qua” disse il moretto guardando Sango.
Poi
si voltò fissando Kagome
“io
mi chiamo Miroku, e lui è il mio amico Sesshomaru”
“piacere,
Kagome” disse stringendo prima una poi l’altra
mano.
“e
così che ci fanno due bellezze tutte sole il sabato
sera?”
Sango rise prontamente.
“quello
che fanno due ragazzi tutti soli nello stesso posto”
“mia
cara, spero proprio di no..” rispose con fare sensuale
Miroku.
-ok,
questi due stasera scopano- pensò Kagome fissandoli.
Riprese
a bere il suo drink, senza ormai riconoscere l’
ombrellino dalla cannuccia. Meno male che ci aveva azzeccato. Farsi
beccare a
succhiare un ombrellino non era il massimo.
“di
cosa ti occupi?” la corvina si voltò, non
aspettandosi che
qualcuno le rivolgesse la parola. Sesshomaru la guardava in attesa di
una
risposta.
“oh,
io? beh ecco, io scrivo articoli per una rivista”
“quale?”
“si
chiama WomenTime, mai sentita?”
“no”
mmmh, di molte parole il tipo
“e
tu che cosa fai?”
“sono
un architetto”
“che
meraviglia!”
“già,
Sesshomaru crea dei veri e propri gioielli” s’
intromise
Miroku
“e
tu invece che fai nella vita?” chiese Sango al moro
“io
e un amico abbiamo appena aperto uno studio di geometri.
Siamo in società con Sesshomaru in realtà, ma
l’ attività è appena stata
avviata”
“urca,
che figata!” esclamò Sango
“già,
sono al settimo cielo, era il mio desiderio da..” il
suono di un cellulare fermò il moretto, che si mise le mani
in tasca in cerca
del marchingegno.
“scusate.
Pronto? Ehi amico! Stavo giusto parlando di te!
Siamo nella terrazza, vieni fuori!” si alzò in
piedi.
-no
ti prego un altro no, io sono ubriaca!- pensò Kagome
“è
mio fratello?” disse Sesshomaru
“già!
Era esasperato, dice che è letteralmente fuggito!”
“figuriamoci..”
“Inuyasha!!”
urlò Miroku sventolando una mano. Ed ecco che un
altro ragazzo dai lunghi capelli argentati fece
‘ingresso’ nella terrazza.
Inuyasha
rimase sorpreso nel vedere i suoi amici in compagnia
di altra gente. Notando che erano ragazze, però, e che uno
dei suoi amici era
Miroku, si convinse che di strano non c’era proprio nulla.
“ehi
amico!” salutò Miroku
“ciao
ragazzi” disse il nuovo arrivato
“ciao”
rispose freddamente Sesshomaru
“loro
sono Sango e Kagome!” presentò Miroku
“ciao”
rispose noncurante Inuyasha prendendo posto tra il moro
e Sango. Un boccale di birra in mano.
Sango
era tutta un sorriso, mentre Kagome sarebbe volentieri
scomparsa dalla circolazione
“ragazze
lui è il mio socio in affari nonché fratello di
Sesshomaru! Insieme io e lui faremo fortuna, e voi siete le prime a
saperlo”
Miroku sembrava davvero un tipo simpatico e allegro. Il sorriso non gli
era
sparito per un attimo dalla faccia.
Kagome
invece di sorridere non voleva proprio saperne. Si
imbarazzava in mezzo a gente che non conosceva, e quei due tipi coi
capelli
argentati erano proprio strani..
Anche
se quello appena arrivato, sembrava essere carino.
“feh,
me lo auguro!” rispose Inuyasha
“eddai
non essere negativo! Abbiamo appena iniziato! Vedrai
che piano piano ingraneremo”
“come
va con Kikyo?” chiese Sesshomaru
“lasciamo
perdere”
“chi
è Kikyo?” s’ intromise Sango
“la
ragazza di Inuyasha” rispose prontamente Miroku
“hanno
qualche problemuccio”
“ma
che dici razza di scemo?! E poi non mi sembra il caso di parlarne
a delle sconosciute” rispose arrossendo
“dai
dai, siamo donne, possiamo aiutarti!” continuò
Sango.
Inuyasha sbuffò.
“diciamo
che è un tantino gelosa. E anche invadente” disse
Miroku
“uffa..”
continuò Inuyasha
“ha
ragione ad esserlo visto l’elemento che sei” disse
Sesshomaru
“ehi
ma insomma!” scattò Inuyasha
“che
elemento sei?” chiese Sango sempre più
interessata.
Inuyasha la guardava storta
“non
sono nessun elemento, mi godo la vita tutto qua”
“diciamo
che come tutti i ragazzi della nostra età vuole
divertirsi ecco.. non nel modo in cui si aspetta Kikyo
però”
“cioè?!”
continuò Sango
“cioè
è un donnaiolo” finì Sesshomaru
Kagome
iniziava a spazientirsi. La serata stava prendendo una
piega decisamente antipatica. Era finita insieme a degli sconosciuti a
parlare
dell’ infedeltà di un deficiente.
“non
sono un donnaiolo! Insomma che vuole di più? Sto insieme
a lei, da più di due anni ormai.. succede che ci siano dei
momenti no, prima o
poi tutte le coppie ci passano, e se in questi momenti mi capita
un’ avventura
che volete che sia?”
Sesshomaru
girava la testa in segno di diniego da quasi un
minuto ormai.
“eheheh
Inuyasha è fatto così ragazze, ma non
spaventatevi non
siamo tutti come lui” rise Miroku
“guarda
che tu sei anche peggio!” lo rimbeccò Inuyasha.
“io
sono un ragazzo devotissimo!”
“certo
come no.. l’ hai sparata grossa”
“perché
non facciamo un gioco?” disse Sango. I ragazzi la
guardarono, chi dubbioso, chi curioso. Miroku sembrava pendere dalle
sue
labbra.
“la
mia amica qui..” indicò Kagome che divenne rosso
peperone
“è in cerca di un argomento per il suo prossimo
articolo”
“Sango
per favore..” cercò di bloccarla Kagome in
evidente
imbarazzo.
“e
questa mi sembra un’ idea davvero interessante!” i
ragazzi
continuarono a fissarla senza capire
“cos’è
che ti sembra interessante scusa?” Inuyasha era
parecchio scettico
“il
fatto che voi uomini non siate in grado di essere fedeli.”
Kagome squadrò meglio l’amica.
“questa
è bella!” ride Inuyasha “guarda che se
volessi lo
sarei davvero! È solo che..”
“che
cosa? Che lei non è abbastanza? Che ti sei stufato? O
è
solo che ti comporti da ragazzino perché vuoi
spassartela?” Kagome si bloccò
stupefatta! Era stata davvero lei a dire quelle cose?! Si, diavolo! Era
stanca
di ascoltare quei discorsi stupidi, dove ovviamente erano le donne a
passare
per delle povere fesse cornute!
Inuyasha
la guardò un secondo, per poi agitarsi sulla sedia
“senti
un po’, tu.. cos’è che stai
insinuando?”
“insinuo
che siete tutti uguali! Che vi prendete gioco di noi
come se fossimo delle povere sfigate, ci fate credere di essere
perfetti quando
invece tutto ruota intorno al vostro ego, o per essere più
chiari, intorno al
vostro cazzo!”
“oh
mio Dio..” Sango sospirò
“e
quindi se vi va, vi scopate la prima che passa, tanto chi
se ne frega, la tua ragazza ti aspetta a casa per il secondo round,
ignara di
quanto sei stronzo!”
“chiara
e concisa la tua amica eh?” disse Miroku a Sango
“evidentemente
è perché ve le andate a cercare! Non fate altro
che mettere becco in cose che non vi riguardano! Dove sei stato, con
chi eri, il
tuo amico ti porta sulla cattiva strada..” scimmiotta Inuyasha
“ah
e così è colpa mia?” chiese Miroku
guardandolo contrariato
“zitto!”
“beh
e allora? Noi ficcanasiamo (che poi è tutto da vedere..!)
e questo ti da la libertà di mettere corna a destra e a
manca?!”
“ci
portate al limite con le vostre scemenze, al punto di non
sopportarvi davvero più! Tu per esempio? Parli tanto ma
scommetto che sei
single perché non ti sopporta nessuno!”
“che
cos’ hai detto razza di cretino?!”
“Sango,
è stato bello conoscerti, breve ma intenso..”
scherzò
Miroku
“hai
capito benissimo! Feh, la mia ragazza dovrebbe ritenersi
fortunata, infondo non capita che un paio di volte al mese, e solo
perché mi fa
incazzare! Quindi, ti ripeto che se volessi fedele lo sarei per
davvero!”
“allora
dimostramelo! Facciamo davvero questo stupido gioco!”
“che
gioco, sentiamo..” Inuyasha era spazientito.
“hai
un mese di tempo per dimostrarmi che le resterai fedele.
E io ci scriverò su il mio articolo.”
“già,
e a me che me ne frega del tuo articolo? Che ci guadagno
scusa?”
“beh..
la vostra attività è agli inizi no? Avrete la
pubblicità. Da parte nostra, della rivista. Non mi sembra
poco”
Inuyasha
sembrò pensarci su. Si rigirò la birra fra le
mani,
guardando il fratello, sconcertato, e l’ amico, che
deglutì senza sapere che
dire. Poi prese il bicchiere e se lo scolò
“d’accordo,
ci sto”
Buoooonasera!
Ecco fresca fresca una boiata appena partorita! Mah chissà
che ne verrà fuori!
Mi affido ai vostri pareri! :D
Aruko
|
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Capitolo 2 *** Scambio di favori ***
“io mi
rifiuto!!”
Miroku
sbuffò
alzandosi dalla sedia e seguendo l’ amico, affacciato a una
finestra.
“Eddai
Inuyasha..
guarda che così ci farai solo la figura del fesso!”
“ma come cazzo ho potuto.. merdaccia di una..” e il
suo sproloquio continuò in
un linguaggio incomprensibile.
“senti, la
cosa si
può risolvere. E’ tanto faticoso per te farti solo
Kikyo per un mese?”
Lo sguardo con cui
Inuyasha lo fulminò non lasciava spazio a dubbi
“Kikyo
è una brava
ragazza.. eppure l’idea di rimanere con lei tutta la vita..
mi mette un’
ansia!”
“Amico posso
immaginarlo”
“ieri ha ufficializzato il nostro fidanzamento davanti a
tutti i suoi parenti”
Miroku rimase di
stucco
“Oh merda..
stai
parlando di.. matrimonio?!”
“Hai capito
adesso
perché sono scappato da quella cena?!”
Si scostò
dalla
finestra per tornare alla sua scrivania.
L’ ufficio
era
deserto. C’ erano solo loro due, ad aspettare che
l’ attività prendesse il
volo. E tutta questa calma non faceva che rendere più
nervoso il mezzo demone.
“Maledizione,
è
più di una settimana che siamo qui ad aspettare che qualcuno
ci contatti.
Abbiamo messo annunci, speso soldi per farci pubblicità e
anche Sesshomaru ci
sta aiutando. Eppure ancora niente..”
“Amico ci
vorrà
del tempo, non è così facile..”
“Lo sarebbe di più con altra
pubblicità. Un’ azienda intera che si occupa di
riviste, e quindi immagini, comunicazione.. ecco perché ho
detto di si.” Una
mano nei capelli e un lungo sospiro.
“Vedrai che
ce la
faremo.. anzi, che ce la farai” sorride Miroku sornione.
“che
diamine,
posso sempre farmi gli affaracci miei senza dover dire proprio
tutto!”
“ehm.. ecco
a tal
proposito Inuyasha dovrei confessarti una cosa.. ieri sera prima di
andare via
ho come dire.. chiesto alla bellissima Sango un appuntamento. Ha
accettato.. ma
ovviamente a una condizione”
“e quale sarebbe?!”
“che io ti
tenga
d’ occhio..”
“ma.. ma
cazzo
Miroku! Ti ci metti pure tu?!”
“scusa
Inuyasha,
ma non ho saputo dire di no a cotanta bellezza”
“certo.. e
chi
aveva dubbi! Sei peggio di una donna ficcanaso”
“sarà,
ma ti
confesso che quella ragazza ha davvero un non so
ché..”
“guarda che lo dici con tutte”
“ma davvero?”
“si davvero!”
“che strano..” sorrise Miroku
“vado a
farmi un
giro.. “
“e va bene,
tengo
d’occhio io la baracca”
“già,
e da chi?”
con un’ ultima occhiata ironica Inuyasha si
allontanò, la giacca sulla spalla e
una in tasca in cerca del telefonino. Aveva decisamente bisogno di un
modo per
sfogarsi..
Un paio d’
ore
dopo si trovava nel letto della fidanzata, che gli stava avvinghiata
come un
koala.
Avevano appena
fatto sesso, eppure lui era ancora irrequieto. Aveva caldo, e lei non
gli si
scollava di dosso nemmeno un secondo!
“amoruccio..”
un
braccio sul petto, la testa sulla sua spalla
“ci pensi?
Un
giorno sarà sempre così. Ci sveglieremo insieme,
faremo l’ amore ogni giorno..”
La stretta si
consolidò ancora di più.
-ho bisogno di una
sigaretta- pensò il mezzo demone
Si sporse per
raccogliere il pacchetto dalla tasca della giacca, lasciata per terra
accanto
al letto. Prese l’ accendino e accese la sigaretta che teneva
fra i denti.
“ma tesoro,
da
quanto hai preso a fumare?”
“solo ogni
tanto..
sono un po’ nervoso ultimamente”
“amoruccio
mio, è
per il lavoro?”
-il lavoro.. te..
il lavoro.. e comunque sempre te-
“già,
è per
quello” un lungo tiro di sigaretta
“vedrai che
tutto
si aggiusterà. Intanto se vuoi.. posso farti sentire
meglio..” lentamente fece
scendere la mano sotto il lenzuolo, lungo il petto e poi più
in basso, fino
all’ inguine.
Lo prese in mano,
stringendo delicatamente.
Inuyasha le
bloccò
il polso
“scusa, ma
non mi
va più”
Si mise a sedere e
iniziò a rivestirsi. La sigaretta fra le labbra
“si
può sapere che
ti prende?” la ragazza si teneva il lenzuolo fino al collo,
l’ espressione
irosa e le guance arrossate. Sentirsi rifiutata non le piaceva di certo
“Kikyo,
adesso
devo tornare a lavoro.. scusami, sono solo pensieroso”
Mise i piedi nelle
scarpe e si alzò dal letto. Si girò a guardarla.
Un po’ gli
dispiaceva.. vederla nuda e non farci nulla. Vederla così
disponibile e non
aver voglia di starci vicino. Vederla talmente devota e innamorata ,
come se
non fosse passato un giorno dal loro primo incontro.. e rendersi conto
che per
lui forse non era più così.
“beh, ora
vado” si
sentiva un po’ una merda.
“ti chiamo
più
tardi” si chinò a darle un bacio sulle labbra, non
ricambiato, poi si voltò e
uscì dalla stanza.
-come inizio non
c’è male.. un mese intero e parto così,
bel lavoro Inuyasha- pensò il mezzo
demone uscendo dall’ appartamento della fidanzata.
Scese le scale e
uscì dal palazzo, la sigaretta quasi finita. La prese e la
lanciò per terra.
Non solo fumare
gli faceva schifo, ma ovviamente, non aveva allentato nemmeno un
po’ la
tensione che sentiva addosso.
Prese a camminare.
***
Kagome aveva le
mani sudate e non sapeva da dove iniziare.
Guardava Rin da
sopra i suoi documenti, in realtà un foglio bianco con su
scritto.. esattamente
niente!
“eddai
Kagome
sputa il rospo! Sei in ritardo di tre giorni, fra poco è un
altro mese!!”
“l-lo
so”
“e
quindi?” uno
sguardo indagatore si dipinse sul volto della sua bella capa.
Rin, figlia di un
ricco, ricchissimo, fottutamente straricco imprenditore. Era ovviamente
ricca
fino al midollo anche lei, e la sua bellezza forse era addirittura
più
abbagliante del suo conto in banca.
Accavallò
le gambe
e tirò un lungo sospiro dal naso. Si stava spazientendo
“beh,
quindi.. per
il prossimo mese ho in serbo un articolo.. diverso”
“che intendi
con
diverso santo cielo? Adesso i maialini li mettiamo in valigia? Ben
venga che è
diverso! Di che parla?”
Non era antipatica
anzi, era capitato più volte che uscissero a bere qualcosa
insieme, fra
colleghe, e Rin si era sempre dimostrata umile e divertente. Eppure
quando si
parlava di lavoro.. ecco la versione incazzosa pretenziosa a
più non posso!
“La
fedeltà, degli
uomini. O per meglio dire.. la loro incapacità
nell’ esserlo..”
Kagome nascose il
viso dietro ai fogli bianchi, aspettandosi un urlo del tipo
-ma che cazzo vuol
dire?!-
Quando invece..
“mmh…
vai avanti
per favore”
“beh ecco..
io e
Sango abbiamo conosciuto un tizio una sera. Un tizio che a quanto pare
non è in
grado di essere fedele alla sua fidanzata”
“brutto
stronzo..
continua!” Ok era sulla pista giusta, femminista nel sangue,
Rin si stava
incuriosendo di brutto
“e allora
gli
abbiamo proposto di prestarsi a questa specie di gioco.. ovvero di
monitorarlo
per un mese intero, e vedere se riuscirà
a non metterle corna a destra e a manca.”
Rin la stava
squadrando. Qualcosa non la convinceva
“Ok, ci sta.
Quel farabutto
ha bisogno di essere messo in riga! Ed è intrigante la cosa,
mi piace..
tuttavia mi domando… per quale motivo un dongiovanni
spudorato e traditore
dovrebbe prestarsi a una cosa del genere?”
-eccoci al sodo..-
“beh ecco,
diciamo
che in cambio gli ho promesso qualcosa” Kagome era rossa e
davvero davvero
agitata
“che
cosa?”
“..un
po’ di
sponsor per la loro attività”
“che
cos’hai
fatto?!?!?!?!”
Eccola, umiliata e
senza lavoro
“Lo so lo so
sono
stata avventata ma.. ero un po’ ubriaca e lui così
stronzo e.. diceva che non
avevano clienti e allora io ho dovuto allettarlo per questa storia del
tradimento..”
Rin si stava
massaggiando le tempie.
“santo
cielo.. e
va bene. Organizza un incontro con questo tizio. Parliamone faccia a
faccia!”
“certo capo,
grazie!” Kagome si alzò con l’
intenzione di fuggire alla velocità della luce
“e
Kagome…”
“si?”
“mi
raccomando..
non cacciarti nei guai. Ricordati che chi è single
è sempre in cerca di un
amante.. e chi non lo è, pure.”
Kagome la
guardò
allibita. Che cacchio voleva dire?!
“..beh
grazie Rin,
buona giornata!” e se ne scappò via.
***
Il sabato
pomeriggio, si erano dati appuntamento a un bar. Quando Kagome
arrivò, Sango e
Miroku erano già seduti a un tavolino, mentre Sesshomaru
aspettava in piedi con
le mani in tasca
“ciao,
ragazzi”
“Buongiorno
Kagome!”
Miroku era davvero allegro, chissà come faceva.. lei non si
sentiva troppo
felice.
“Ciao
Miroku, come
stai?”
“divertito,
grazie”
sorrise lui
Sango era
altrettanto sorridente. Mah..!
Pochi minuti dopo
arrivò anche Inuyasha
“ciao”
disse
svogliatamente. Si sedette vicino a Miroku e rimase imbronciato con le
braccia
conserte
“Inuyasha
amico
mio, non sei contento di essere qui in ottima compagnia?”
“fottiti”
“bene, come
non
detto”
Kagome lo
squadrò.. come diamine faceva un ragazzo così
scorbutico e maleducato ad avere
una fidanzata? Chissà forse era attaccata ai soldi.. ma no,
se lui avesse avuto
dei soldi di certo non avrebbe avuto problemi con l’
attività!
Insomma doveva
essere un bravo compagno allora.. forse.. nel letto..
Avvampò e
si riscosse,
che caspiterina andava a pensare?!
Qualcosa la
distolse dai suoi pensieri. La voce di Rin
“eccomi,
buon
pomeriggio a tutt…” la frase rimase incompleta,
mentre si toglieva gli occhiali
da sole per guardare meglio qualcuno. Per l’ esattezza
Sesshomaru.
Anche lui si
riscosse, togliendo le mani dalle tasche e facendo un mezzo passo in
avanti.
Tutti guardavano i
due senza avere il coraggio di dire niente
Ci pensò
Miroku a
salvare la situazione
“buongiorno,
tu
devi essere Rin, la capa di queste due belle fanciulle, non
è vero?” le porse
la mano. Rin lo guardò
“io sono
Miroku,
molto piacere”
“P-piacere
mio,
Rin”
“questi sono
il
mio socio in affari, Inuyasha, e suo fratello Sesshomaru”
“ciao”
disse un
impassibile Inuyasha
Ma dalla bocca di
Sesshomaru non uscì parola. I loro sguardi rimasero
incollati senza sosta
“beh la
vogliamo
sistemare questa pagliacciata?” Inuyasha si stava spazientendo
Rin lo
guardò
“e
così saresti tu
quello che cornifica come se non ci fosse un domani?”
esclamò sedendosi vicino
a Kagome. Anche Sesshomaru prese posto, esattamente di fronte a lei.
Sango
ridacchiò.
Inuyasha proprio per niente
“Kagome mi
ha
parlato di quest’ idea dell’ articolo.. e anche
della pubblicità per la vostra
attività. Posso sapere di cosa si tratta intanto?”
“uno studio
di
geometri” esordì Miroku “io e Inuyasha
abbiamo aperto da poco, Sesshomaru
essendo architetto ci sta aiutando molto.. eppure ancora non siamo
riusciti ad
avviare niente di pratico”
“capisco”
rispose
Rin
“penso che
ulteriore pubblicità ci farebbe comodo, molto.. anche
perché se continuiamo
così rischiamo già di chiudere..”
“la vostra
non è sicuramente
una scelta facile, il periodo non è dei migliori per
iniziare lavori in
proprio, la specializzazione poi.. competitiva e di difficile
visibilità. Intanto
ditemi, di cosa vi occupereste nel dettaglio? Parliamo di edilizia o di
grafica?”
“beh
entrambi.. abbiamo
le competenze per fare entrambe le cose”
“questo
è già
sbagliato. Non potete offrire un servizio competente e produttivo se
partite
dal presupposto di poter fare tutto.. siete in due e il lavoro
sarà tanto. Fatemi
sapere in cosa vi sentite più sicuri, per allargarvi
c’è sempre tempo..”
Miroku prese carta
e penna e iniziò a scarabocchiare qualcosa. Inuyasha ,
seppur, dubbioso, doveva
riconoscere che quella donna sapeva il fatto suo.
“Immagino
abbiate
già un logo” Miroku annuì
“mandatemi tutto a questo indirizzo mail” gli porse
un bigliettino da visita
“voglio
tutti i
dettagli dell’ azienda, membri, logo, nome, patrimonio. E
piano piano vedremo
di farla fiorire. Ci serviranno uno slogan, una presentazione ufficiale
e degli
affiliati che ci facciano pubblicità.”
Miroku continuava
a scrivere
“inutile
sottolineare che abbiamo un mese di tempo, un mese entro il quale in
cambio, io
otterrò l’ articolo che Kagome mi ha
promesso” e posò gli occhi su Inuyasha
“credo che
ovviamente Kagome dovrà essere resa partecipe di tutti i
tuoi spostamenti, e di
tutte le tue avventure..”
“non ce ne
saranno, puoi starne certa!” inveì il mezzo demone
“questo lo
vedremo!”
sorrise
“beh ma.. se
in
effetti Inuyasha riesce a essere fedele a Kikyo.. allora che
succede?” chiese
Sango.
Tutti si
guardarono
“ogni cosa a
suo
tempo. Ora devo proprio andare. Ci aggiorniamo” Rin si
alzò e si rimise gli
occhiali da sole.
“grazie Rin,
ti
manderò tutto al più presto” Miroku le
porse la mano e si salutarono. Inuyasha
bofonchiò un saluto veloce. E Rin girò sui tacchi
per andarsene
“caspita, la
vostra capa è davvero una tipa tosta ragazze!”
“già,
Kagome ha il
terrore ogni mese che deve presentarle un articolo!”
“Eddai
Sango,
smettila!”
“chiedo
scusa”
disse Sesshomaru, che in un secondo si alzò e
sparì nella stessa direzione in
cui era andata Rin.
I quattro lo
guardarono per poi tornare alle loro bevande.
“allora,
come
pensate di organizzare la cosa?”
***
Doveva ammettere
che per camminare su quei trampoli era comunque veloce, faceva dei gran
passi. Ovviamente
in confronto a lui non era niente
“Rin”
provò a
chiamare, ma lei se possibile aumentò ancora di
più
“Rin!”
in pochi
passi la raggiunse e le prese il braccio, facendola girare.
Dio, era
più bella
che mai.
“che cosa
vuoi?”
“solo
parlarti..”
“beh io non
ho
niente da dirti”
“perché hai accettato di aiutare mio
fratello?” lei sussultò.
“infondo un
misero
articolo come quello.. cosa vuoi che sia in confronto a quello che
intendi fare
per lui?”
“te
l’ ho detto,
io sono una di parola, tutto qua”
-come potrei dirti
che vederti di nuovo.. mi ha fatto perdere la ragione.. che
l’ho fatto solo
per..-
“balle”
“stai forse
dicendo che sono una bugiarda?”
“tu?
Mai..”
Lentamente
mollò
la presa sul braccio, per far scorrere le mani su entrambe le sue
braccia, fino
ai fianchi
“..tu sei
semplicemente bellissima.. più di quanto
ricordassi..” Rin si divincolò come
una furia
“risparmia
il
fiato, Sesshomaru!”
Lo guardò
negli
occhi e sentiva che i suoi stavano per cedere
“quello che
pensi
tu, non ha più alcun interesse ormai.. addio”
Si girò e
corse
approfittando del semaforo verde, per poi riprendere a camminare verso
la sua
auto. Giusto in tempo per non far vedere le lacrime che rigavano il suo
volto.
Booonjour!
Eccomi finalmente
son riuscita a continuare anche questa storia J
Ho in serbo un
po’
di cosucce che spero possano piacervi, muahaha!
Bene cavolate a
parte attendo fiduciosa vostri commenti e dritte please! Grazie
A presto!
Aruko
|
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Capitolo 3 *** Prime difficoltà ***
“allora,
come pensate di organizzare la cosa?”
I
quattro si guardavano, chi in modo torvo, chi in modo
spaesato, chi senza speranza.
Kagome
era pensierosa.
Come
al solito, si era cacciata in un pasticcio. E non una
cosa da niente. Aveva mischiato la vita privata (una serata in cui per
l’ennesima volta alcool e brutti ricordi avevano avuto la
meglio) al lavoro,
trovandosi in una situazione incerta e anche assurda.
Come
cavolo avrebbe fatto a monitorare un tizio, fidanzato,
per accertarsi che conducesse una relazione stabile e sincera? E
soprattutto,
in modo che la ragazza di lui non si accorgesse di nulla?!
Tutto
ciò era patetico e anche umiliante, per lui ma
soprattutto per lei!
Senza
contare che Rin si era esposta notevolmente per aiutarla
e tirarla fuori dal casino che aveva combinato. E questo non faceva che
appesantire la responsabilità che sentiva addosso: avrebbe
dovuto fare un
lavoro coi fiocchi.
Una
voce ostile la fece tornare alla realtà
“allora, Miss
Simpatia.. come pensi di gestire la cosa?” esclamò
Inuyasha
“francamente
pensavo che me lo dicessi tu. Non ho intenzione
di seguirti ovunque”
“certo,
sarai impegnata a cercare qualcuno che ti sopporti..”
“che
cosa dici adultero dei miei stivali?!”
“ehi
ragazzi! Calma calma! Siamo qui per collaborare no?”
Miroku cercò di calmare gli animi bollenti. Ma i due
continuarono a guardarsi
in cagnesco.
“la
verità è che questa è
un’idea stupida.. come faccio a
renderla partecipe di tutti i miei spostamenti senza mantenere un
contegno?”
“come
se ne avessi avuto tradendo la tua ragazza..”
“beh
ora è proprio a lei che sto pensando! Cosa faccio le dico
che partecipo a un reality dove una ragazzina dalla lingua lunga mi
segue anche
al cesso?”
“senti
un po’ , ma la vuoi la pubblicità della mia
azienda oppure
no?!”
Inuyasha
si zittì immediatamente. Era proprio una situazione
del cavolo.
Dal
canto suo Kagome lo guardava furiosa. Come si permetteva
di sfotterla così? Non era facile nemmeno per lei, diamine!
“ragazzi,
non c’è bisogno di discutere dai! Un modo lo
troviamo no? Io
sono più che disponibile
a dare una mano..” s’intromise Miroku
“Facciamo
così, io passerò le mie giornate con Inuyasha e
lo
terrò d’ occhio. Vi manderò foto,
messaggi, ci sentiremo. E mi accerterò anche
di quando sarà con Kikyo.”
“e
i miei spazi? Da solo ci potrò mai più
stare?”
“certo,
o almeno è ciò che ti faremo credere”
sorrise Miroku
“bell’
affare..” sospirò il mezzo demone
“però
è necessario che anche voi due passiate del tempo
insieme” s’ intromise Sango
“non
dimenticarti Kagome, che tu dovrai scriverci un articolo.
Quindi dovrete anche conoscervi un po’ meglio”
I
due si guardarono.
-dannata
umana..-
-antipatico
buzzurro!-
Ed
era solo l’ inizio.
***
Quando
quel pomeriggio tornò nel suo appartamento, era davvero
arrabbiata.
Trovarselo
lì di fronte era stato un colpo al cuore. E la sua
prima reazione era stata un’ irrefrenabile voglia di correre
da lui e sentire
il suo odore inconfondibile.
Poi
aveva realizzato perché fosse li, e si era sentita una
stupida. Ancora una volta il suo dannato lavoro, anche se nelle
sembianze del
fratello minore..
Era
sempre stata quella la sua priorità, anche quando sembrava
che tutto fosse ormai avviato, e che loro due potessero realmente
consolidare
il loro rapporto.
Poi,
Sesshomaru venne contattato da un’ importante (e
attraente..) società di design e arredamenti d’
interni. Un vero e proprio
colpo di fortuna. Ma non per loro due.
Rin
stappò una bottiglia di vino e ne bevve avidamente un
sorso da un bicchiere.
Ripensare
a quei giorni le faceva letteralmente male.. e non
si era preparata a riviverli così d’improvviso.
Eppure
lui ora era li, e lei aveva accettato di aiutarlo. Come
avrebbe potuto non farlo..?
Lentamente
si spogliò per indossare un completo da ginnastica.
Aveva bisogno di un po’ di movimento per liberarsi la mente.
.
. .
Lunedì
mattina Kagome si recò al giornale di buon’ ora,
decisa
più che mai a parlare con Rin.
Due
giorni prima aveva appreso che Inuyasha passava tutti i
week-end a casa della fidanzata, compresa una sera in settimana,
solitamente il
giovedi. Le restanti sere le passava principalmente con l’
amico Miroku, oppure
si dedicava a qualche sua passione.
Giocava
a basket con una squadra di vecchi compagni di classe
e aveva una moto che venerava, la sua Kawasaki z750, da lui chiamata
HanShin (*).
Ovviamente
queste cose non gliele aveva dette Inuyasha in
persona, bensì Miroku, dopo aver accompagnato l’
amico direttamente dalla
fidanzata.
I
tre si erano poi chiesti che fare, e di certo Kagome non
avrebbe retto il moccolo. Così si era lentamente diretta
verso casa anche lei,
lasciando i due finalmente soli.
Quando
entrò in redazione fu accolta da un piacevole tepore, e
ne fu grata data l’ aria fresca che ormai iniziava a farsi
sentire. Si recò nel
suo piccolo ufficio per appoggiare la borsa e si diresse direttamente
nell’
ufficio di Rin, sicura di trovarla già lì.
La
porta era chiusa, e infatti dopo aver bussato, la voce
della capa le disse di entrare.
“Rin,
buongiorno!” la vide seduta alla scrivania,
apparentemente assolta nei pensieri
“Kagome,
ciao, come stai?” disse in un soffio Rin
“bene
grazie” entrò chiudendosi la porta alle spalle.
“hai
un’ aria strana.. è tutto a posto?”
“certo,
sono solo un po’ stanca. Volevi dirmi qualcosa di
importante?”
“beh
ecco.. in realtà volevo scusarmi. Credo di aver fatto uno
dei miei soliti pasticci mettendo in mezzo anche l’azienda,
e.. tu hai preso le
mie parti a spada tratta sabato. Potevi benissimo rifiutare e mandarmi
a quel
paese”
“non
dire sciocchezze. Sei valida come persona e come
lavoratrice, e poi sono sicura che il nostro articolo sarà
un grande guadagno.
A tal proposito come siete rimasti?”
“ecco,
sia io che Miroku controlleremo gli spostamenti di
Inuyasha. Di giorno e di sera principalmente Miroku, che mi
renderà partecipe
di tutto. E poi in certi momenti dovremo comunque incontrarci.. insomma
per
scrivere di lui devo pur sempre conoscerlo un po’”
“mi
sembra giusto e anzi, stagli alle calcagna, prenditi tutto
il tempo di cui hai bisogno! Per quel che mi riguarda puoi venire in
redazione
solo se necessario, ok? E di tutta la faccenda loro, ovviamente me ne
occuperò
io.”
“sei
sicura Rin? L’ultima cosa che volevo era sobbarcarti di
lavoro in più..”
“non
ti preoccupare, mi farà bene distrarmi un po’
dalle
solite cose”
“ok.
Ma sei proprio sicura di stare bene? Ti vedo un po’
spenta..”
“niente
a che fare con questa storia, tranquilla” sorrise
debolmente.
Kagome
fece per andarsene quando si accorse di qualcosa di
diverso
“Rin,
ma quelle rose? Non ne avevo mai viste prima nel tuo
ufficio!” Rin guardò afflitta il vaso di fiori
freschi e profumati, a pochi
centimetri dal suo viso
“oh,
regalo di un giornalista”
Kagome
ebbe la vaga sensazione che non fosse del tutto
sincera.
Quando
tornò verso l’ufficio incappò in una
Sango raggiante.
“Kagome!
che bello rivederti! Come stai?”
“io
bene, e anche tu vedo!”
“puoi
dirlo forte!”
“deduco
che Miroku giochi il suo bel ruolo in tutto questo o
sbaglio?”
“puoi
dirlo forte!!” esclamò ridendo
In
quel momento il telefono di Kagome squillò, e una volta
tirato fuori dalla tasca:
“parli
del diavolo..”
“è
Miroku?!”
“già,
con un fantastico selfie”
La
foto ritraeva il giovane sorridente con alle spalle un più
che imbronciato Inuyasha, entrambi nel loro studio. Il messaggio diceva
“terzo
giorno di prigionia: prelevato e portato direttamente in studio. Un
bacio alla
mia Sango”
“Mia
Sango?! Ma si può sapere che avete combinato poi
sabato?!”
“per
ora nulla di concreto! Ma è cotto di me, e se fa il bravo
chissà.. forse potrebbe nascere anche qualcosa..”
“se
lo dici tu.. non so sembra un po’ un farfallone”
“naaa,
è solo apparenza! Anzi, domani mi ha invitata a
pranzare insieme, che ne dici?”
“beh
dico che se fa piacere a te..”
“eddai
sbilanciati un po’! Secondo te sono il suo tipo?”
“secondo
me sei anche troppo” Sango sorrise compiaciuta
“Ah,
ovviamente dovrai badare tu al cagnolino”
“che
cosa scusa?!”
“beh
non vorrai mica lasciarlo solo! Senò come fai a sapere
che cosa combina?”
“santo
cielo, sarà più difficile del
previsto..”
.
. .
“sembri
uno scemo”
“grazie
amico!”
“prego!
Non è proprio il tuo stile quella giacca di pelle!”
“e
invece io dico che la farò impazzire”
“contento
tu. Certo che potevi evitare di riempire lo studio
con tutto quel profumo.. sei peggio di una donna!”
“Inuyasha,
da uno che sta per sposarsi non mi faccio dare di
certo consigli su come rimorchiare! Ci vediamo più
tardi!”
“dannato
umano impomatato… ciao!”
Miroku
uscì dallo studio, e dopo pochi secondi qualcuno
bussò
alla porta.
“sei
tu?”
“ciao
anche a te!”
Kagome
entrò e
si
guardò intorno, appoggiando la borsa su una sedia.
“così
lavorate qui? È bello, davvero”
“si,
beh, non devi per forza fare la carina”
“guarda
che non lo faccio per forza, era un complimento
sincero!”
“come
vuoi”
Kagome
si sedette su una sedia e lo guardò, in piedi con le
mani in tasca. Certo non stava male col completo e la camicia. Ma
diamine come
apriva bocca..
“beh,
ti fermi molto?”
“finché
non torna Miroku, presumo”
“ascolta,
non ho bisogno di una balia, io. So benissimo
controllare i miei istinti ed è assurdo che debba esserci
una ragazzina dall’
ubriacatura facile a controllarmi.”
“ascolta
tu! Che ti piaccia o no questo adesso è il mio
lavoro, e se non ricordo male hai accettato tu il mio aiuto! Quindi
stai un po’
zitto e cerca di rendere tutto più facile!”
-che
caratterino.. ma questa è proprio fuori! Ribadisco,
è una
zitella coi fiocchi..-
“bene,
e ora dimmi, dov’è che si mangia qui? Ho una fame
da
lupi”
“c’è
un posticino qui vicino, fanno gli udon”
“gli
udon vanno benissimo, andiamo?”
Il
ristorante era veramente a pochi passi. Quando si sedettero
e ordinarono, nessuno dei due sapeva cosa dire
“e
così.. sei una giornalista?”
“già”
“da
quanto tempo?”
“un
paio d’anni”
“e
ti piace quello che fai?” –cioè
distruggere le vite degli
altri?!-
“certo.
Mi piace scrivere le mie idee e adoro l’ambiente in
cui sto” –e soprattutto distruggere il mondo
maschile-
“e
dimmi, con la tua ragazza come va?”
Inuyasha
si bloccò. No dai, parlare di queste cose no..
sospirò
“tutto
bene”
“e?”
“e
cosa?”
“beh
nient’ altro? Insomma, non voglio farmi i cavoli tuoi ma
se siamo qui è in buona parte per lei no?”
“e
che vorresti sapere?”
“non
so, da quanto state insieme? Come vi siete conosciuti?”
“All’
università. Non era del mio corso, ci siamo conosciuti a
una festa fra studenti.”
“a-ha”
“..e
poco prima di laureami ci siamo ufficialmente messi
insieme. Ormai sono passati due anni”
“e
lei com’è?”
“ora
che mi ci fai pensare.. le somigli vagamente..” si
sentì
imbarazzato lui stesso da quel che aveva appena detto
“ma
chi, a me?”
“s-si
ma.. vagamente ho detto” deglutì
“comunque è alta,
capelli neri e occhi scuri”
“ho
capito”
Arrivarono
i pasti
“e
quando l’hai tradita per la prima volta?”
-cazzo
porco..-
“..e
chi se lo ricorda più.. non che sia successo così
tante
volte eh!!”
“..si..”
“senti
è stato un piccolo errore. Anzi due. No, direi
tre.”
“cribbio..”
“tre
volte, si. La prima circa un annetto fa con una collega
di mio fratello. Poi una sera ero fuori con Miroku e.. beh, la terza
pure,
qualche mese fa”
“tutte
scappatelle insomma?”
“si”
“e
non ti senti una merda?”
Inuyasha
ci pensò su
“senti
io non sono quel tipo d’uomo. Se m’ impegno posso
essere fedele e sincero. È solo che.. sono ancora giovane e
fino a poco tempo
fa la mia vita era ancora un punto di domanda. Niente di concreto,
niente di
serio. E così tutto il resto. Adesso sono diverso, sono
cresciuto e anche la
mia relazione con lei ha fatto un passo avanti”
“ma
davvero?”
“si,
davvero. Si sa che voi donne, non proprio tutte certo,
tendete a maturare prima di noi. Kikyo è sempre stata un
passo avanti. E adesso
la raggiungerò”
Kagome
non sapeva cosa dire. Per un attimo pensò a Kouga..
forse era per quello che l’aveva lasciata? Non voleva
impegnarsi ed era troppo
presto per lui?
Non
lo aveva mai saputo.. se avesse capito prima forse..
“ehi,
ci sei?” Inuyasha la riportò alla realtà
“certo
che ci sono. Stavo pensando a quello che hai detto”
“e
non ti basta? Devi proprio pedinarmi?”
“uffa..
no che non mi basta! Anche se farei volentieri a meno
dei selfie di Miroku..”
Al
mezzo demone scappò una risata, e Kagome rimase un attimo
bloccata. C’era una bella differenza tra l’
Inuyasha imbronciato e quello
sorridente. Il suo sguardo cambiava completamente e aveva una luce
diversa.
“beh,
comunque andrà tutto bene” esclamò
Inuyasha tornando
serio.
A
Kagome sembrava quasi che si volesse convincere.
-ormai
dubito di qualunque cosa..- pensò lei.
Finirono
il pasto e tornarono allo studio, dove li aspettava
Miroku
“sei
già tornato?” chiese Inuyasha
“eheh
già, un pranzo davvero veloce.. come lo schiaffo che non
ho visto..”
“che
cosa?!” chiese Kagome
“nulla,
nulla, davvero.. beh, grazie per aver fatto la guardia
Kagome! Ci aggiorniamo più tardi ok?”
“certo.
Buona giornata. E grazie per il pranzo, Inuyasha..”
“si
beh, figurati. Ciao”
Kagome
tornò in tutta fretta verso l’ ufficio,
più per
estrapolare qualche informazione a Sango che per lavorare.
***
“brutto
maniaco da quattro soldi!”
“…”
“tu
dovevi vedere in che modo si è comportato!”
“e
cioè?”
“e
cioè?? Te lo dico io cioè!”
Sango
camminava avanti e indietro per il suo ufficio senza
riuscire a calmarsi. Ormai era così da dieci minuti buoni
“quel
depravato non ha fatto altro che guardare il culo a
tutte le altre donne del ristorante! E quando è arrivata la
cameriera a
prendere le ordinazioni lo sai che ha fatto?”
“no, che ha fatto??”
“le
ha palpato le chiappe!”
“oddio..!”
“già!
Dice che è più forte di lui, capisci?”
“ma..
ma quello è scemo?”
“no
peggio, è folle, e lo sai il motivo? Il peggio deve ancora
arrivare, senti qua..”
“cosa
c’è di peggio di un maniaco che non si vergogna di
essere maniaco?”
“un maniaco pazzo! Dopo che gli ho sbraitato addosso quel che
pensavo di lui mi
ha preso le mani e mi ha detto di non odiarlo, perché
infondo lui era attratto
realmente solo da me.. dal primo momento in cui mi ha vista ha
desiderato
conoscermi e starmi vicino.. mi ha guardata e mi ha detto ‘Sango.. vuoi avere un figlio da
me?’ “
“oh
cazzo!!”
“già,
cazzo. È stato lì, in quel momento che qualcosa
si è rotto.
E gli ho tirato il ceffone più forte che io abbia mai
mollato. Poi me ne sono
andata.”
Kagome
osservò l’ amica completamente rossa in volto. Era
un
misto di imbarazzo, rabbia, furia! Questa non l’aveva mai
sentita, e ancora
stentava a crederci.
“Cacchio
Sango.. lo dicevo si che era un farfallone, ma che
arrivasse a questo punto..”
Sango
cercò di ricomporsi e si sedette alla sua scrivania,
iniziando ad aprire i suoi documenti sul pc e mangiando una patatina di
quelle
prese al volo al fast food.
“ho
fatto un errore. Quello non merita nemmeno di vedermi in
sogno! Maledetto stupido dongiovanni!”
“non
so che cosa dire..”
“guarda
non c’è bisogno di aggiungere altro! Se non che ho
appena ricevuto una mail da Rin in merito alla coppia del
mese..”
“uffa, possibile che pensino tutti al matrimonio?”
Ogni
mese la rivista dedicava un inserto alla coppia del mese.
Per esattezza a una coppia rilevante nella società che
convolava a nozze e alla
quale facevano pubblicità, ricavando pubblicità.
“già..
e… oh mio Dio”
“che
succede?” Sango era rimasta bloccata davanti allo
schermo.
“Ehi
Sango, tutto bene? Di chi si tratta?”
“m-ma
tu guarda, un mio ex! Non ci posso credere!”
“dai dici sul serio?? Fammi vedere!”
“Santo cielo no!! C-che vergogna! Certo che è
proprio bruttino!” chiuse
velocemente tutte le pagine e si alzò
“mi
spiace Sango.. spero non ti abbia fatto soffrire. Non deve
essere il massimo vedere un tuo ex che si sposa”
“decisamente
no.. beh sai che c’è? Ci lavorerò
più avanti, di
certo non ho fretta”
“vuoi
una mano? posso occuparmene io se ti fa stare meglio”
“no grazie, ormai è acqua passata..”
“e va bene, come preferisci”
“bene,
ora cerco di mettermi a lavorare. Spero che almeno a te
sia andata meglio con Inuyasha”
Kagome
si ritrovò a pensare al suo sorriso. Poi scosse
mentalmente la testa. Che cacchio le veniva in mente?
“beh,
ancora non l’ ho ucciso” sorrise, e anche
l’ amica lo
fece.
***
Quando
quella sera tornò a casa, Rin era veramente stremata.
Non
poteva permettersi di lasciare la redazione nemmeno per un
secondo, c’era fervore nell’ aria. E lavorare a
distanza coi ragazzi non era il
massimo.
Si
chiedeva se mentre parlava al telefono con Miroku anche
Sesshomaru fosse li.
Che
idea stupida. Lui aveva altro di cui occuparsi.
E
poi, una volta finito di lavorare? Che cosa riempiva le sue
serate? C’ era una donna a fargli compagnia? Ad aspettarlo a
casa?
-sono
una stupida..-
Uscì
dalla macchina e si diresse lungo il vialetto di casa
sua. Il sole stava tramontando, e quando lei alzò lo sguardo
lo vide alzarsi
dai gradini.
Per
un secondo sentì il cuore fermarsi. Poi riprese a battere
senza tregua, sempre più forte.
Quando
fu abbastanza vicina vide le iridi brillanti in cui
riflettevano gli ultimi raggi del sole. Quanto le era mancato..
“ciao”
“che
ci fai qui?”
“voglio
solo poterti spiegare..”
“non
ti sembra tardi?”
“non
è mai troppo tardi, Rin”
“beh, invece lo è”
Sesshomaru rimase in
silenzio, confuso
“..vedi
forse qualcuno?”
“certo
che hai una bella faccia tosta!” reagì spazientita
la
ragazza
“sai
che ti dico? Che non te ne frega un accidente della mia
vita privata!”
“questo
lo dici tu!” sbottò il demone
Rin
rimase un attimo di stucco, il tono e lo sguardo di
Sesshomaru non lasciavano spazio a dubbi.
“non
mi hai mai dato il tempo di dirti come sono andate le
cose.. sei venuta da me quella sera, e hai frainteso tutto.. poi sei
fuggita
senza nemmeno ascoltare, senza credermi.” Le strinse le
braccia con le mani,
avvicinandosi sempre di più
“ma
tu devi credermi, le cose non sono andate come hai pensato
tu”
Rin
sentiva gli occhi diventare lucidi. Non era ancora pronta,
non poteva..
“cosa
diavolo avrei dovuto fare? Ti ho trovato lì con quella
maledetta
donna, in casa tua..”
“non
stavamo facendo nulla Rin!” la stretta si consolidò
“avevi
detto che non avevi tempo nemmeno per me..” le lacrime
iniziarono a scendere copiose
“c’era
soltanto il tuo stupido lavoro per te, avevi solo
quello in testa! Trovandoti con quella, cosa cazzo credi che avrei
dovuto fare?”
“ma
lei era soltanto lavoro! Nient’ altro!”
cercò di
asciugarle le guance ma lei si divincolò
“lasciami
andare!”
“no,
guardami Rin” lei cercò nuovamente di
allontanarsi, ma
lui prontamente le bloccò di nuovo i polsi, attirandola a
sé.
“ti
prego.. tu devi credermi. Se ti ho ritrovata, finalmente,
è solo perché non avremmo dovuto mai separarci.
Sono stato uno stupido, ho
fatto le scelte sbagliate, sono un coglione, pensa quello che vuoi! Ma
non
andartene ancora..”
“se
davvero fosse così, allora non avresti mai dovuto
lasciarmi andare! Avresti dovuto fare di tutto quando potevi, un anno
fa! Hai capito?!”
urlò la ragazza piangendo.
“adesso
è troppo tardi!”
“e
allora perché stai piangendo?”
“perché
mi hai fatto del male, e me ne stai facendo di nuovo! Per
me è finita, chiaro? Io ti odio!” e con un ultimo
strattone si liberò del tutto
dalla sua presa.
Approfittando
dello stupore e del dolore nel volto del demone,
corse in casa e vi si rifugiò, versando tutte le sue lacrime.
(*)
HanShin = spirito ribelle
Ciao
a tutti!
Ecco,
con un mostruoso ritardo, il seguito della storia! :D
Chiedo
scusa, ma tra ferie e lavoro (più lavoro che ferie) ho
dovuto accantonare per un po’ le mie storie, ma sono
più che decisa a
riprendere a tempo pieno!
Perciò
attendo con ansia i vostri commenti!
Grazie
mille!
Aruko
|
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Capitolo 4 *** Conoscendoti meglio.. ***
Alcuni
giorni passarono.
Tutto
procedeva secondo i piani: Rin stava intensamente
lavorando alla pubblicità per l’azienda dei
ragazzi. Aveva rifinito il logo e
iniziato a metterlo come sponsor in siti correlati al suo giornale.
Essendone
capo, aveva potuto farlo a cifre modiche, anche se per lei i soldi non
erano
certo un problema.
Kagome
cercava di buttare giù qualche riga introduttiva al suo
articolo.
Fu
in quel momento che una chiamata interruppe il suo flusso
di pensieri
“Miroku,
ciao”
“Sango
è
ancora arrabbiata con me?”
Kagome sbuffò
“Scusa
perché non lo chiedi a lei?”
“Perché
non mi risponde! Le ho scritto e l’ho anche chiamata in
questi giorni ma
niente”
“Senti,
forse dovevi evitare di chiederle di procreare dopo
aver palpato il culo a un’altra, non trovi?”
“Nessuna
comprende l’ arte della seduzione..”
-E
questa la chiama seduzione?!-
“Ad
ogni
modo, ti ho chiamata anche per un altro motivo. Questa sera ho un
impegno. Hai
voglia di badare tu al mio amico?”
Kagome
sentì Inuyasha imprecare dall’ altra parte della
cornetta
“Ma
che domande.. certo che non ne ho voglia! Non puoi
accompagnarlo dalla sua ragazza?”
“Kikyo
stasera esce con le sue amiche”
“Quasi
quasi ci esco anche io..”
“Cosa
scusa?”
“Nulla..
e io che volevo andare al cinema”
“Cinema?
Mi sembra ottimo! Inuyasha ti va un cinema?”
Ancora
altre imprecazioni
“Ok
ne è
entusiasta! Lo porto al giornale, a che ora stacchi?”
“Alle
18”
“Affare
fatto!”
Come
succedeva spesso Sango e Kagome si diressero insieme
fuori dalla redazione.
E
quando si trovarono davanti i due..
“Tu!”
esplose Sango
“Che
diavolo ci fai qui?” Miroku si scostò dalla
macchina alla
quale era appoggiato insieme a un più che imbronciato
Inuyasha
“Felice
di rivederti dolcezza”
“Dolcezza
un corno, sparisci!”
“E’
già pazza di me” disse guardando Kagome
“Ti
piacerebbe!”
“Moltissimo.
A tal proposito, hai da fare stasera?”
“Si,
ma non con te”
“Ne
sei sicura? Perché io avrei un programmino davvero
divertente”
“Io
non mi diverto a toccare i culi alle ragazze..”
“Touché..”
“Ora
se non vi spiace, me ne vado a casa! Kagome, a domani” e
iniziò a incamminarsi.
“Miei
cari, colgo l’ occasione per togliere anche io il
disturbo. Divertitevi! Ci sentiamo più tardi così
scorto il vip a casa.
Sangucciaaa! Aspettamiii!”
E
si mise a rincorrere la ragazza.
“Beh..
che ti va di fare?”
“In
tutta sincerità.. una doccia e un bicchiere di vino non
guasterebbero”
“Per
il vino posso anche farti compagnia, la doccia..”
“Scemo
non era mica un invito il mio!”
“Guarda
che lo so, e poi chi ci finirebbe mai in doccia con
te?!”
“Scusa
Mr. Infedele!” rispose incamminandosi
“Ancora
con questa storia.. sembra che ormai io sia solo
questo, un infedele!”
“Beh
e che altro dovresti essere?! Se fossi il mio ragazzo ti
avrei già cancellato dalla faccia della terra!”
“Guarda
che a fare tanto la preziosa si finisce per rimanere
zitelle! Oh, ma tu ne dovresti sapere già qualcosa o
sbaglio?”
Kagome
fece per rispondere quando una pioggia incessante
iniziò a scorrere
“Oh
merda!”
“Che
cavolo!”
I
due corsero sotto una balconata per cercare di ripararsi.
Aspettarono in silenzio qualche minuto, ma la pioggia sembrava solo
aumentare
“Senti..
non abito molto lontano da qui, e una doccia che ti
piaccia o no adesso me la devo fare!!” esclamò lei.
“Va
bene, va bene! Fammi strada!”
Kagome
iniziò a correre fermandosi di tanto in tanto per
evitare tutta l’ acqua. Dopo una decina di minuti si
fermò davanti a un portone
e tirò fuori le chiavi.
Presero
l’ ascensore e al terzo piano aprì la porta di
casa.
“Accomodati”
Inuyasha entrò e si guardò intorno. La casa era
davvero spaziosa e accogliente. Sembrava anche in ordine, a parte la
mole di
riviste appoggiate ovunque. Sul tavolo, sul divano, perfino sul
pavimento e
sulla cucina. Era a tutti gli effetti la casa di una giornalista!
“Scusa
il disordine.. fai come se fossi a casa tua ok?”
“Mi
spiace bagnarti il pavimento” disse lui guardando i
vestiti gocciolare
“Non
fa niente, poi pulisco. Tieni, asciugamani e.. beh, ho
qualche vestito del mio ex, dovrebbe andarti bene..” Inuyasha
la vide arrossire.
Era imbarazzante anche per lui ma accettò.
“Bene,
faccio il prima possibile” Kagome si chiuse nel bagno.
Inuyasha
iniziò a togliersi la giacca fradicia e le scarpe.
Che cacchio di situazione. Se solo non ci fosse stato quello stupido
articolo
di mezzo ora sarebbe a casa sua, a farsi un bagno caldo in santa pace.
Magari
con Kikyo.
Già
Kikyo. Ultimamente il rapporto fra loro si era un po’
raffreddato. Da quando lo aveva visto così pensieroso si
erano visti poco. La
conosceva bene.
Aveva
bisogno di molte attenzioni, e lui non era stato in
grado di dargliele. Così si faceva desiderare un
po’, rispondendo poco ai
messaggi e facendosi vedere quando le andava.
Sospirò
pesantemente. Ultimamente aveva la sensazione che
tutto stesse prendendo una piega sbagliata.. a parte il lavoro che
finalmente
sembrava avere dei risvolti, era come se tutto il resto fosse deciso da
altri e
lui non avesse più voce in capitolo. E questo lo faceva
sentire in gabbia.
Si
mosse nell’ appartamento spinto dalla voglia di mettere a
tacere quei brutti pensieri. Fu attratto da qualcosa di sberluccicante
appoggiato a una mensola del soggiorno. Avvicinandosi si accorse che
era
soltanto una fotografia incorniciata, il cui vetro si era illuminato
col
riflesso della luce.
Inuyasha
la prese in mano. Rappresentava una ragazza con in
testa il Tocco del suo giorno di laurea. Aveva un sorriso smagliante e
gli
occhi chiusi dal troppo ridere.
Gli
scappò un sorriso.
Riponendola
sulla mensola ne vide molte altre.
Kagome
da piccola che piangeva disperatamente con in mano un
secchio per la sabbia. Rotto.
Kagome
al ballo della scuola con un taglio davvero anonimo e
un vestito altrettanto disastrato.
Kagome
e i suoi genitori? E poi Kagome e un ragazzo dagli
occhi azzurri. Lei lo guardava sorridendo, mentre lui fissava la
fotocamera. Un
sorriso quasi forzato.
Forse
era l’ex i cui vestiti teneva in mano? Improvvisamente
l’ idea gli fece veramente schifo. Chissà come
mai, ma quello sguardo non gli
piaceva proprio.
Poi
un rumore attirò la sua attenzione. Kagome lo raggiunse in
sala, con indosso una maglia attillata e dei pantaloni comodi. Con una
mano si
strofinava i capelli bagnati
“Prego,
fai come se fossi a casa tua” gli sorrise appena
indicandogli il bagno.
Inuyasha
vi si diresse senza dire nulla
Quando
tornò in sala Kagome per poco non sputò la
sorsata
d’acqua che stava per mandare giù. I pantaloni
erano morbidi ed elastici e gli
calzavano bene. Ma la maglietta.. era completamente attaccata ai suoi
muscoli.
Lo fasciava come una seconda pelle! E lei non aveva mai visto un corpo
così
tonico e così da vicino.
Kouga
non era affatto così aitante.. si riscosse cercando di
non dare a vedere la reazione che aveva appena avuto.
“Posso
offrirti qualcosa?”
“Del
vino, se ne hai”
“Certo”
“Da
quanto abiti da sola?” chiese sedendosi al tavolo
“Da
quando ho finito l’università. Ho sempre lavorato
durante
gli studi, ma soprattutto grazie all’ aiuto dei miei son
riuscita a prendere
questa casetta. E tu? Vivi da solo?”
“Io
e mio fratello dividiamo una villetta. Un piano è mio,
l’altro è suo. Essendo architetto e geometra
l’abbiamo costruita e pensata
secondo i nostri gusti.”
“Wow,
chissà che bello” gli mise un calice davanti e uno
lo
prese lei. Brindarono in silenzio.
“Stavo
giusto guardando.. il tuo soggiorno è molto spazioso,
ma quella colonna li in mezzo e il muro che copre a metà..
insomma se li
togliessi avresti ancora più spazio”
Kagome
lo guardò con attenzione
“Dici
che si può fare? Sinceramente nemmeno a me fa impazzire,
è proprio un po’ coprente quel muro.. la colonna,
beh ormai mi ci sono
abituata”
“Non
mi costa nulla darci un occhio se vuoi. Magari con più
calma e con un paio di cose a dietro”
“Beh,
ti ringrazio”
“Figurati”
e il silenzio tornò sovrano.
“Senti,
che film volevi vedere poi?” riprese lui
“Oh,
beh, nulla di che.. posso anche farne a meno”
“Dai
dimmi, magari mi piace”
“In
realtà si tratta di un cartone animato. Conosci Hayao
Miyazaki?” Inuyasha la guardò meglio
“E’
il mio sceneggiatore preferito.. adoro le sue opere”
Kagome arrossì.
“Dove
le trasmettono?”
“E’
un cinemino piccolo e poco frequentato. Danno sempre film
o cartoni che non si trovano più nelle altre sale. Questa
settimana danno La
Città Incantata”
“Incredibile..
a che ora?” disse guardando l’orologio
“Alle
21. Ti va di andarci?”
“Assolutamente
si!”
“Bene”
sorrise lei
“Prima..
ti va un boccone? Io avrei voglia di pizza”
continuò
la ragazza
“Ci
sto, chiamo io, ne conosco una dove fanno la quattro
formaggi più buona del mondo”
Kagome
deglutì
“Ma
è la mia pizza preferita!” Inuyasha sorrise
“Allora
prendiamo il formato famiglia”
Quando
la pizza arrivò ci si fiondarono come se non avessero
mangiato per giorni interi! Erano entrambi un po’ stupidi di
trovarsi così a
loro agio, e non ci fu nemmeno bisogno di parlare
“Aaaah
che mangiata”
“Davvero!
Non avevo mai finito prima un formato famiglia in
due!” sorrise lei
“Quando
si tratta di pizza ai quattro formaggi posso farmene
anche uno tutto da solo!” disse lui fiero. Poi
sembrò adombrarsi.
“A
Kikyo da fastidio l’odore.. e non me la prendo mai se son
da lei a mangiare”
Kagome
lo guardò esterrefatta. Anche lui si rese conto della
confessione che si sarebbe risparmiato volentieri. Chissà
che cosa diavolo gli
era preso per far si che dicesse una cosa del genere! Soprattutto a
colei che
stava per pubblicare un’ articolo sulla sua
infedeltà
“Beh..
in effetti penso che stanotte sentirò puzza di
formaggio ovunque” disse lei
“E
forse la sentiranno anche al cinema!” concluse sorridendo.
Anche a Inuyasha scappò una risata. Era incredibile come
tutt’ a un tratto si
trovasse così a suo agio.
“Già..”
disse
“Che
dici ci incamminiamo? Il cinema non è vicinissimo”
I
due uscirono muniti di ombrello, anche se la pioggia aveva
concesso una tregua.
Il
cinema era veramente piccolo e c’era pochissima gente,
così
i due si sedettero al centro della sala con vista perfetta.
Il
film lo avevano visto già tante volte.. eppure ogni volta
era come se fosse la prima.
Quando
terminò e i due uscirono l’ aria era fresca, ma
l’atmosfera magica che avevano assaporato aleggiava ancora
intorno a loro
“E’
incredibile come non mi stanco mai di vedere quel cartone!
Mi sento un bambino ma non me ne vergogno affatto!”
“E
perché dovresti? Nella vita capita così raramente
di
sentirsi felici e spensierati come poco fa, se possiamo permettercelo,
anche a
costo di uscire un po’ dai nostri panni, perché
non farlo?”
Inuyasha
la guardò negli occhi. Era da tutta la sera che gli
leggeva nel pensiero!
Fu
distratto dalla vibrazione del telefono
“Ehi
Miroku!”
“Sei
ancora vivo? Credevo che ti fossi fatto dal male per evitare il film
d’amore
che Kagome ti ha costretto a guardare!”
“Nient’
affatto”
“Che
ti è
piaciuto..?”
“Non
era un film d’amore idiota!” a Kagome
scappò una risatina
“Beh,
se
lo dici tu.. allora
dove vengo a
prenderti Cenerentola?”
“Siamo
fuori dal cinema, direi che accompagno Kagome a casa..
ci troviamo li?”
“Wow,
come sei galante.. ebbene, affare fatto. So dove abita. A fra
poco!”
“Grazie
per la bella serata” disse lei quando arrivarono sotto
al portone
“Grazie
a te.. sono stato davvero bene.” Fece per dire
qualcos’ altro, ma decise di richiudere la bocca e non essere
impulsivo
“Allora
buonanotte. Saluta Miroku”
“Certo,
buonanotte”
La
vide entrare e si girò, e proprio in quel momento Miroku si
fermò con le quattro frecce.
“Ehi
Inuyasha! Allora? Ti sei divertito?”
“Ciao
Miroku.. si beh, serata normale”
“Normale?
Ehi fino a poche ore fa non la sopportavi nemmeno
quella povera ragazza!”
“Non
ho mica detto che non sia più cosi infatti”
“Giusto.
Bene non mi chiedi com’è andata la mia di
serata?”
“Già,
per quanto hai pedinato Sango?”
“L’ho
corrotta dopo due isolati con una cena in un ristorante
di soli camerieri maschi. Complice la pioggia, si è fatta
una risata e grazie
al cielo è andato tutto bene”
“Sono
contento.. tu non ti impunti mai su una ragazza. Questa
deve averti proprio colpito” Miroku sospirò
“Colpito
e affondato..”
*
* *
Quella
mattina Sesshomaru si era alzato con un solo obiettivo
in testa.
Ci
rimuginava sopra da qualche giorno, ed era giunto alla
conclusione che fosse l’ unica soluzione possibile.
Così
si era vestito e dopo aver bevuto al volo un caffè, si
era diretto al piano di sotto
Inuyasha
gli aprì con gli occhi ancora assonnati
“Buongiorno..
che ci fai già in piedi?”
“Sono
di fretta. A che ora stacchi stasera?”
“Beh..
non molto tardi.. nel pomeriggio ho in programma di
risolvere alcune cose con Rin..”
“Viene
in studio?”
“No,
ci sentiamo per telefono.. ma come mai tutte queste
domande? Non ho ancora preso il caffè..”
“Dille
di venire da voi”
“Che
cosa? Ma non ce n’è bisogno”
“Inventati
una scusa. Qualcosa è andato storto, vi hanno derubato,
per telefono è impossibile comunicare..
quello che vuoi. Ma dille di farsi trovare da voi dopo le
17”
Inuyasha
lo guardò con circospezione
“Senti,
vuoi dirmi cosa c’è fra voi? Sapevo che siete
stati
insieme ma.. sinceramente ci tengo al suo aiuto e se proprio devo
combinare dei
guai.. allora ti prego dimmelo subito”
“Ti
ho mai chiesto un favore prima d’ora?”
Inuyasha
ci pensò su
“No..”
“Ecco,
ora lo sto facendo. Per favore.. dammi una mano” il suo
sguardo era indecifrabile. Inuyasha non si sarebbe mai aspettato di
vedere lo
sguardo impenetrabile e severo del fratello, così addolcito
e insicuro.
“Ma
certo.. certo, lo farò”
“Grazie.
Sarò da voi dopo una riunione. A più
tardi”
In
realtà non c’era nessuna riunione. Di mattina si
era messo
a sbrigare alcune cose che aveva lasciato in sospeso, in merito al
nuovo lavoro
commissionatogli da un artista. Come tutti i geni voleva una casa che
riflettesse il suo spirito ribelle e artistico.. e anche un
po’ da checca.
Ad
ogni modo, aveva pensato a tutto, e il suo lavoro era stato
interamente commissionato ad alcuni dei suoi colleghi più
esperti e fidati.
Poi,
nel pomeriggio, si era diretto verso la società a cui
rendeva conto da qualche anno.
Si
diresse direttamente verso l’ ufficio di Kagura.
Bussò
ed entrò senza aspettare una conferma. Lei era alla sua
scrivania intenta a guardare alcuni disegni. Appena lo sguardo di lei
si alzò,
Sesshomaru vi lesse tante cose.
Sorpresa,
imbarazzo, speranza.
Rimase
un attimo in attesa, cercando le parole giuste
“Ciao”
salutò lei sorridendo caldamente
“Ciao
Kagura”
“Che
bella sorpresa.. perché non mi hai avvisata prima? Hai
voglia di un caffè o..”
“Sono
di passaggio. Ho urgente bisogno di parlarti”
“Oh..
va bene certo, accomodati”
“Non
c’è bisogno”
Improvvisamente
lo sguardo di lei mutò. Non sembrava più
così
positivo.
“Ho
bisogno di una pausa. Non so dirti bene per quanto tempo..
ma ho davvero bisogno di staccare per un po’”
Dosò
bene le parole e il tono, cercando di farle capire con
tutta calma le sue intenzioni.
“E’
successo qualcosa? Posso aiutarti?”
“No,
grazie. Si tratta di mio fratello. Si sta imbarcando in
una nuova avventura e voglio aiutarlo.. ha bisogno di me.”
“Capisco..”
“Ho
affidato tutto al mio team, saranno a disposizione sempre,
potrai contattarli quando vorrai”
“E
tu.. tu sarai a disposizione?” disse avvicinandosi di
qualche passo.
Lentamente
allungò una mano e accarezzò la cravatta per poi
risalire lungo il collo e sulla guancia.
Sesshomaru
la bloccò subito
“Kagura,
no. Questo non deve succedere..”
“Ma
è già successo.. forse c’è
un motivo, non ti sembra?
Forse, se solo ci provassimo per davvero..”
“No,
non succederà più. E’ stato uno sbaglio
e non ha
significato niente”
A
quelle parole la giovane si ritrasse, piccata.
“Ora
devo andare.”
Lei
lo guardò
“E’
per quella ragazza? Quella con cui stavi all’
epoca?”
Sesshomaru si bloccò sulla soglia
“Quanto
tempo è passato..? Senza contare che lei non si è
fidata di te, e non è passato molto tempo prima che tu
corressi fra le mie
braccia”
“Adesso
basta! Smettila con questa storia! Ti
ho
detto che mio fratello ha bisogno del mio aiuto, non sono venuto qui
per
rivangare il passato, tantomeno quel che c’è stato
fra noi!”
“Certo.
Ti chiedo scusa” disse lei a testa bassa.
Sesshomaru
le rivolse un’ ultima occhiata colma d’ira, per poi
voltarsi e uscire dall’ ufficio.
Haaaloa!
Eccomi
qui con un nuovo capitolo!
Che
ve ne pare? Inuyasha e Kagome finalmente si conoscono un po’,
e si accorgono che sotto sotto (ma proprio infondo) non sono poi
così male!
Miroku forse è riuscito a farsi perdonare, mentre
Sesshomaru.. eh insomma,
qualcosa bolle in pentola.
Voglio
spendere due paroline in merito al grande Hayao
Miyazaki che ha riempito la mia infanzia con la sua magia e le sue
fiabe
meravigliose, spero che anche voi lo conosciate e se così
non fosse allora
guardatevi tutti i suoi cartoni! Sono davvero magici e non stancano
mai,
nemmeno da grandi J
Infine,
che dire, aggiornerò presto le altre due storie di cui
ho già quasi ultimato i
nuovi capitoli. Dopo
di ché prevedo un po’ di attesa.. ho un braccio
ingessato e faccio fatica a
scrivere e al mio rientro a lavoro mi aspetterà il periodo
natalizio (ovvero
suicidio).
Ma
vi giuro che di notte scriverò come una forsennata!
Ora
basta con le scemenze, grazie a tutti per tutto!
A
presto
Aruko!
|
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Capitolo 5 *** Piccole prove ***
Quando
Rin bussò alla porta dello studio cercò di
mettere da
parte il nervosismo e di calmarsi.
Aveva
troppo lavoro in ballo: gli ordinari articoli per la
rivista del mese successivo, una montagna di conti da controllare visto
il
doppio lavoro con i ragazzi, senza dimenticare l’ articolo
per il matrimonio
del mese, che aveva affidato a Sango ma che avrebbe richiesto una
considerevole
mole di lavoro in più. Gli sposi, per essere più
precisi la sposa (lui forse
non era nemmeno a conoscenza della cosa), beh ecco, era così
contenta della
cosa che aveva deciso di organizzare un evento a favore.
In
realtà era una sorta di banchetto. Lei era davvero
benestante e la famiglia non perdeva occasione per mettersi in rilievo.
E così
oltre a sponsorizzare il loro matrimonio in mezzo a un’orda
di ricchi
altolocati, avrebbero anche pubblicizzato la famosa rivista di Rin che
tanto li
avrebbe decantati.
E
ovviamente, tutte queste cose avevano una dannata scadenza.
Come
se non bastasse, Inuyasha aveva avuto la brillante idea
di mandarle un messaggio del cavolo, dove le scriveva che Miroku lo
aveva
abbandonato e che aveva bisogno di una mano. Era rimasto solo?
Cioè, Miroku se
n’era proprio andato dalla società?
Oppure
era solo una questione provvisoria? Un litigio, un
impegno..
Ma
se così fosse, perché l’aveva pregata
di andare lì di
persona?
Fu
con questo spirito agitato e confuso che bussò sonoramente
alla porta dello studio, aspettando di poter sbraitare addosso al mezzo
demone.
Quando
la porta si aprì aveva già una battuta pronta, ma
davanti
a sé non vide nessuno. Si sporse ed entrò
guardandosi intorno
“Inuyasha,
non è il caso di giocare a nascondino.. sono
incasinata come poche volte mi è successo nella
vita!” parlò al nulla.
Poi
il rumore di un tonfo. Si voltò di scatto e rimase di
stucco nel vedere la sagoma appoggiarsi alla porta
“Allora
lascia che pensi a tutto io”
Sesshomaru
era lì, in tutta la sua altezza e imponenza, con
uno sguardo che la stava spogliando fin dentro.
Ci
mise qualche secondo, poi riprese coscienza. Allora era
tutta una trappola?
E
certo, lui non l’avrebbe fatta andare via così
facilmente,
no.
Sospirò
appoggiando su una scrivania la sua borsa e il
soprabito.
“Ora
immagino di dover stare qui ad ascoltarti, dico bene?”
“Dici
bene”
“Allora
forza, datti una mossa”
Sesshomaru
rimase indeciso. Di parole ormai ne aveva spese a
sufficienza, e Rin non ne ascoltava nemmeno mezza. Non gli rimaneva che
provare
il tutto e per tutto..
Giocò
di velocità, non poteva permettersi di lasciare a lungo
la porta scoperta, sapeva quanto era furba la sua bellissima Rin.
Così
si avvicinò e in due passi le fu davanti. Si sarebbe
soffermato sui suoi occhi, che gli mancavano terribilmente, e nei quali
era
sicuro che si sarebbe perso per un tempo interminabile senza
stancarsene mai..
Ma
di tempo non ne
aveva, doveva e voleva farlo da troppo ormai.
Le
prese il volto fra le mani e la baciò con tutto
l’ardore
che aveva in corpo. La ragazza mugugnò qualcosa, cercando di
spingerlo via con
le braccia, ma fu tutto vano.
Lui
l’ avvolse nel suo abbraccio approfondendo quel contatto.
Prima il corpo di lei vi si abbandonò, e dopo poco anche le
sue labbra
cedettero e reclamarono tutto ciò che a lungo aveva sognato.
Il
sapore di lui era lo stesso, l ‘audacia con cui le sue
labbra la divoravano, oddio, meglio di come ricordasse.
Spostò
le mani sulle sue spalle e ci si aggrappò mentre lui la
spingeva delicatamente facendola sedere su una scrivania. Quel contatto
duro e
reale la fece trasalire, e realizzò in pochi secondi quanto
le era mancata la
passione che le faceva scaturire, quanto le effusioni scambiate con
altri
uomini non fossero che un pallido ricordo di quello cui aveva agognato.
Lentamente
aprì gli occhi e lo guardò mentre le loro labbra
rimanevano unite. Le gote le si imporporarono.. Dio, se le era mancato.
Sesshomaru
dal canto suo non intendeva lasciarla andare.
Dovette separarsi solo per permetterle di riprendere fiato, ma anche
quando
accadde, il suo corpo rimase fermo a bearsi del contatto di quello di
lei,
fremente di desiderio.
“Così
giochi sporco..” riuscì a sussurrare lei tra
l’
imbarazzo e l’eccitazione
“Chiedimi
quello che vuoi.. posso inginocchiarmi, chiederti
perdono fino alla fine dei miei giorni.. tutto tranne separarmi ancora
da te”
Lo
guardò e sentì il suo cuore fermarsi per un
secondo. Quel
dolore.. lo conosceva bene. Lo aveva provato ogni giorno da quando si
erano
lasciati, e non aveva mai smesso di tormentarla.
“Ti
prego.. dimmi che posso fidarmi di te.. dimmi che non
c’è
stato niente fra voi”
Una
lacrima le scese sulla guancia, e lei si sentì come in
bilico su un filo sotto il quale non c’era nulla, solo il
vuoto più totale.
Lui
le baciò la guancia leccando la goccia d’acqua
salata. La
guardò negli occhi e deglutì
“Puoi
fidarti, devi. Fra me e Kagura non c’è nulla.. io
ho
sempre e solo amato te..”
Rin
iniziò a piangere stringendosi a lui
“Mi
sono preso una pausa.. voglio che tu sappia che la cosa
più importante che ho sei tu. Non mi importa più
di nulla.. “
L’
abbracciò nascondendo il viso nei suoi capelli, e dopo
molto tempo, sorrise sentendo che tutto poteva sistemarsi.
*
* *
Altri
giorni passarono e una nuova settimana ebbe inizio.
Kagome
si recò in redazione per cercare di concentrarsi un
po’. Non aveva ancora cominciato il suo articolo e
francamente, non sapeva
davvero da dove iniziare.
Quando
entrò andò subito da Sango
“Ehi
Kagome!” le rivolse un sorriso raggiante
“Ciao
Sango, come stai?”
“Bene
grazie! E tu? Cosa ti porta qui?”
“Beh,
il lavoro no? Devo scrivere un articolo e sono senza
ispirazione..”
“A
proposito come va con Inuyasha?”
“Bene
grazie!” sorrise continuando a guardarla
Sango
rimase dapprima impassibile, poi la sua espressione mutò
da sbalordita a preoccupata
“Bene
hai detto?”
“Si
perché?”
“Francamente
quando te l’ho chiesto mi aspettavo un ‘e
chi lo sopporta più’?”
Kagome
rise
“Davvero,
sembrava senza speranze”
“Beh
lo è tutt’ ora.. rimane sempre un adultero
arrogante, ma
abbiamo trovato un modo per andare d’accordo.”
“Meglio
così, sarà più facile
lavorarci”
“Già,
notizie di Rin? Ancora chiusa in casa?”
“Mi
ha scritto ieri sera. Non le è bastato sparire da
giovedì
a domenica.. anche oggi si è presa il lunedì per
stare in compagnia di
Sesshomaru”
“Wow,
dici che escono ogni tanto?”
“Di
casa o dal letto?”
“Nessuno
dei due eh?”
“Nah!
Devono recuperare un sacco di tempo perduto, e lei non
si è mai concessa periodi di vacanza se non
d’estate. Penso possa andare bene”
“Certo,
sono contenta per loro. Dimmi come procede l’articolo
degli sposi?”
“Mmmh..
bene direi, sono a buon punto”
“Hai
bisogno di una mano?”
“No
davvero, ho quasi finito”
“Bene!
E io che cercavo qualche distrazione per non mettermi
sul serio a scrivere!”
Sango
rise
“Puoi
sempre chiedermi come va con Miroku..”
“..perché
c’è qualcosa che va? State già
insieme?!”
“No,
no.. non ancora ecco” disse arrossendo
“Però nel week-end
siamo usciti e.. ed è stato incredibilmente bravo”
“Eheheh,
niente tocco di chiappa intendi?”
“Alcuno.
Inizio a pensare che la sua malattia sia curabile”
“Fossi
in te non mi ci illuderei! Goditi il momento amica” le
due risero
“Ora
vado a scrivere un po’. Pranziamo insieme?”
“Negativo,
Miroku viene qui”
“Oh,
allora è una cosa seria?”
Si
diresse nel suo piccolo ufficio e si sedette. Non sapeva
davvero che cosa cacchio scrivere. Era passata più di una
settimana e ne
mancavano solo tre, doveva sbrigarsi.
Ma
non era quella la sensazione strana che la pervadeva.. era
un po’ da tutto il week-end che si sentiva confusa..
Lo
aveva passato a fare qualche giro, nella speranza di
trovare ispirazione nei vestiti e soprattutto nei saldi. Ma nemmeno
quello le
aveva dato soddisfazione.
Le
tornò in mente l’ immagine di Inuyasha che usciva
da un bar
con affianco una ragazza. Non era riuscita a vederla in viso,
perché gli si era
letteralmente avvinghiata al braccio camminandogli affianco. Le era
rimasta
impressa solo la figura longilinea su dei tacchi altissimi, i capelli
lisci e perfetti.
Poco
ci mancava che entrando se li trovasse davanti! Per
fortuna era andato tutto bene..
Cercò
di togliersi il ricordo dalla testa e di mettersi a
lavoro.
Anche
se.. Miroku che pranzava con Sango senza chiederle di
badare a lui..
-sarà
dalla fidanzata no?-
Che
scema, ovvio!
Ok,
ora più che mai era arrivato il momento di rimboccarsi le
maniche!
E
qualcosa le uscì per davvero, finché non venne
interrotta da
un sonoro bussare alla porta, che era aperta.
Quando
guardò in quella direzione per poco non le venne un
colpo.
Sentì
la gola seccarsi e la cosa la mise in agitazione, perché
non era una reazione prevista. Eppure quel sorriso non la
tranquillizzò affatto
“Sorpresa”
Inuyasha le sorrideva sull’ uscio, infilando anche
la mano con cui aveva bussato in tasca.
Kagome
non riusciva a spiccicare parola. Così lui entrò
nel
suo ufficio
“E
così lavori qui?” si guardò intorno.
Non era molto grande
come stanza, oltre alla scrivania c’era un divanetto, un
mobile pieno di libri
e una pianta che più volte aveva visto la morte da vicino.
Ma la cosa più
caratteristica erano le pareti, completamente ricoperte di foto e
articoli.
“Oh,
ciao Inuyasha! Già, accomodati”
Lui
si sedette su una sedie davanti alla scrivania
“Ma
che ci fai qui?” chiese lei
“Sango
non ti ha detto nulla? Pranza con Miroku. Mi ha detto
che eri qui, o sarei stato costretto a chiederti dove fossi e a farmici
portare..” disse lui con fare rassegnato
“Capisco..
beh ad ogni modo non c’è problema, ho quasi
finito”
“A
che lavori?” lei lo guardò un attimo dubbiosa.
“Oh,
certo, l’ articolo” concluse lui
“E
dimmi come sta andando? Mi hai già crocifisso?”
“Non
ti dirò un bel niente! Scoprirai tutto quando lo
pubblicheremo”
“Guarda
che non è detto che ce ne sarà
bisogno!” Kagome si
fermò a pensare.
In
effetti, c’era la remota possibilità che Inuyasha
si
comportasse bene. E in quel caso lei che avrebbe fatto?
“Questo
è tutto da vedere!” gli sorrise alzandosi dalla
scrivania. Lui fece altrettanto
“Beh,
mangiamo un boccone?” chiese
“Certo.
Ah, senti.. mi chiedevo se una di queste sere ti
andasse di venire da me”
Inuyasha
la guardò stupito. Che proposta era?
“Per
la questione del muro e della colonna, ecco”
chiarì
subito lei arrossendo
“Oh.
Già, vero. Beh certo, te lo avevo promesso. Domani sera
può andare?”
“Si,
andrebbe benissimo”
“Ottimo”
La
sera seguente Inuyasha arrivò puntuale a casa di Kagome.
Avevano
entrambi staccato presto da lavoro, e lui si mise
subito all’ opera coi suoi strumenti, cercando di capire
quanto fossero
portanti le pareti e guardando la planimetria dell’
appartamento.
Kagome
non ci capiva granché, ma quel che ne risultò fu
che
volendo avrebbe davvero potuto abbattere tutto.
“Magnifico!
Conosci per caso qualcuno che possa aiutarmi?”
“Beh,
non ci vorrà molto a tirare giù questo
cartongesso..
posso farlo benissimo io se vuoi. Poi basterà stuccare e
ricoprire bene la
parete”
“Sei
sicuro?”
“Certo.
E poi, dato che dobbiamo vederci per forza..”
sospirò,
e per un attimo Kagome sentì qualcosa punzecchiarle lo
stomaco. Una minuscola
fitta.
Non
era certo per piacere che i due si vedevano, era pur
sempre uno stupido sforzo.
“Sai,
l’ altro giorno ti ho visto con la tua ragazza” lui
la
guardò colpito
“Davvero?
E dove?”
“Uscivate
da un bar, vicino al centro. Sembra molto bella” Kagome
si pentì subito. Che diavolo andava dicendo? Non solo non
era rilevante che li
avesse visti, e poi non era nemmeno riuscita a vederla in faccia!
“Oh,
beh, grazie. “ fece lui rimettendosi a sistemare i suoi
attrezzi
Kagome
decise di cambiare argomento, quando una domanda la
spiazzò.
“Quello
nella foto è il tuo ex?” si girò
guardandolo, ma lui
teneva lo sguardo in basso sui suoi arnesi
“Si,
Kouga”
“E..
come mai non state più insieme?” lo sguardo sempre
impegnato.
Kagome
arrossì. Essere sincera era anche doloroso.
“Beh
lui.. non mi amava più” disse timidamente.
Inuyasha annuì
silenzioso.
“Allora
non dovresti tenere una sua foto in casa, non pensi?”
la guardò in faccia.
Kagome
sembrò pensarci su. In effetti non è che la
guardasse
con amore.. anzi, si faceva certi pianti a volte. Ma toglierla era come
accettare una volta per tutte che fosse tutto finito, e per
chissà quale
motivo, ancora non riusciva a sopportarlo.
“Già,
hai ragione” disse tagliando corto.
Ci
fu qualche attimo di silenzio, in cui entrambi erano un po’
in imbarazzo.
Poi
il telefono di Inuyasha iniziò a suonare
“Kikyo”
immediatamente si allontanò
Kagome
iniziò a tirare fuori alcune verdure per preparare la
cena.
Quando
Inuyasha tornò in sala aveva un’ espressione quasi
colpevole
“Scusa,
era Kikyo”
“Figurati,
ci mancherebbe”
“Se
è tutto.. io dovrei andare.”
“Oh,
certo, non volevo trattenerti”
“Sarei
rimasto volentieri ma.. Kikyo ha invitato alcuni amici
a cena e..”
“Non
devi spiegarmi niente” disse lei frettolosa.
“Già..
beh chiamo Miroku”
Quando
Miroku arrivò e Inuyasha andò via, Kagome non si
sentiva più di cucinare. Chiamò Sango e
andò dritta a casa sua
“Kagome,
va tutto bene?” chiese l’amica facendola entrare
“Certo
perché?”
“Non
so mi sembravi strana al telefono..”
“Sono
solo un po’ pensierosa.. non riesco a scrivere questo
dannato articolo. Non mi era mai successo prima”
“Capisco.
Se vuoi posso darti una mano..”
“Figurati,
hai già il tuo bel da fare. Anzi scusami se son
piombata qui con così poco preavviso. Avevi impegni
forse?”
“No,
tranquilla. Anzi sono contenta, avevo giusto bisogno di
parlare con qualcuno..”
“In
merito a cosa?”
“Miroku.
Ecco lui.. mi ha proposto di passare il week-end
insieme”
“Insieme?
Dove?”
“Una
gitarella fuori porta. Sinceramente non so come
interpretarlo”
“A
me sembra molto semplice”
“Anche
io ho paura che voglia solo quello.. eppure l’ idea mi
piace, di passare del tempo con lui dico.”
“Allora
vacci. Se inizia a importunarti puoi sempre mollargli
uno dei tuoi efficaci ceffoni”
“Già.
E.. ovviamente rimane il problema Inuyasha”
“Oh
no..”
“Si
tratta di questo fine settimana. Di solito lui lo passa
con la sua ragazza ma pare che anche lei sia via per chissà
quale motivo.
Quindi..”
“Due
giorni interi?” Kagome deglutì. Sentiva il cuore
emozionarsi all’ idea. Ma era un’ emozione dovuta
al fastidio no?
“Dai
vedrai che ce la farai a sopravvivere! Infondo andate
d’accordo adesso no?”
Kagome
sospirò sonoramente.
Quando
Inuyasha entrò a casa della sua ragazza venne accolto
da tante cose spiacevoli.
Prima
fra tutte, le urla schiamazzanti delle sue amiche del
cuore. Tutte ragazze bellissime e ricche da fare schifo, che urlavano
come
galline. La seconda cosa che lo trucidava lentamente erano i loro
orrendi
profumi.
Pensò
che la serata sarebbe stata dannatamente lunga.
“Tesoruccio,
ben arrivato” Kikyo lo baciò a lungo, scatenando
i gridolini delle amiche
Lui
cercò di staccarsi imbarazzato. Non era il tipo che dava
spettacolo per certe cose.
“Ciao
Kikyo” disse appena gli fu possibile respirare di nuovo.
“Ma
come sei vestito?” Inuyasha si guardò senza capire
“Beh
come sono vestito scusa?”
“Tesoro
ti avevo detto che avrei invitato alcuni amici ma i
miei ovviamente saranno presenti, potevi almeno metterti una cravatta,
e i
gemelli che ti ho regalato” disse cercando di chiudergli bene
i bottoni della
camicia. Inuyasha si era già rotto le palle.
“Eddai
Kikyo, che vuoi che sia, dobbiamo mangiare mica sfilare
su una passerella!”
“Certo,
tanto hai sempre ragione tu” disse allontanandosi.
Inuyasha
la seguì, scoprendo un’ altra cosa davvero
spiacevole
e sperando anche che fosse l’ ultima.
Oltre
a loro due, i genitori di lei, e le sue quattro stupide
amiche, non c’era nessun altro.
D’
un tratto si sentì chiuso in gabbia, e si pentì
di aver
preso quella chiamata quando sarebbe potuto rimanere ancora un
po’ in compagnia
di Kagome.
D’un
tratto si allarmò soffermandosi sul pensiero appena
formulato. Perché mai avrebbe dovuto preferire la compagnia
di Kagome a quella
della sua fidanzata? Decisamente qualcosa non andava.
Sospirando
si sedette al tavolo, sperando solo che quella
serata terminasse il prima possibile.
Il
giorno dopo arrivò, carico di lavoro e di un ritmo serrato
per le tre giovani giornaliste.
Rin
era finalmente tornata in redazione, anche se con la testa
fra le nuvole, e le si era accatastata una mole di lavoro considerevole.
Sango
aveva quasi terminato l’articolo sugli sposi, ma aveva
saputo dell’ imminente festa in loro onore e Rin le aveva
chiesto di occuparsi
anche di alcuni accorgimenti in merito. La sposa voleva leggere
l’ articolo e
riportare alcune delle scritte sulle pareti del salone, per richiamare
le
parole d’ amore che la giornalista le aveva dedicato.
Al
solo pensiero a Sango venne il latte alle ginocchia, ma non
poteva assolutamente rifiutarsi. Quello era un piccolo affare che
sarebbe
fruttato un sacco di pubblicità e di soldi.
E
Kagome passava le ore a rigirarsi i capelli fra le dita,
guardando il monitor e cercando di scrivere.
Fino
ad ora le era uscita una misera introduzione:
“Nella
società in cui viviamo, siamo talmente occupate a pensare al
lavoro, alla
carriera, alle nostre case e ai nostri figli, che spesso ci
dimentichiamo di un
aspetto fondamentale delle nostre relazioni: la fedeltà.
Ma
che
cos’è adesso la fedeltà? Un
atteggiamento che rispecchia il nostro modo di
essere? Una maschera per avere la coscienza pulita?
Quanti
dei nostri partner ci salutano al mattino con un bacio per poi tornare
la sera
stanchi, adducendo la loro non voglia di fare l’ amore alla
giornata pesante,
quando in realtà hanno un’ amante che li ha
pienamente soddisfatti?
Noi
del
WomenTime, abbiamo avuto modo di conoscere uno di questi esemplari.
Fidanzato
da due anni e molto innamorato della sua compagna. Eppure, le
è stato infedele.
Ovviamente
la spiegazione è stata che in numerosi momenti di debolezza,
il suo pene sia
ripetutamente entrato e uscito dal corpo di un’ altra donna,
ovviamente per
errore, e senza intenzione alcuna di ferire la sua partner.
E
allora
noi lo abbiamo sottoposto a una prova, ovvero l’ esserle
fedele per più di un
mese.”
Lo
aveva letto decine di centinaia di volte.. lo avrebbe
cancellato e rifatto da capo, se non fosse che non le usciva nulla di
meglio.
Fortunatamente
il telefono le squillò, dandole tregua
“Ehi
Kagome”
“Inuyasha!
Ciao!”
“Senti
Miroku mi ha invitato in un localino a bere qualcosa
tutti insieme. Ti va di venire?”
“Certo,
volentieri, grazie”
“Ovviamente
ci sarà anche Sango. E.. mi chiedevo se prima ti
andasse di mangiare qualcosa insieme, io e te”
Kagome
si sentì arrossire. Che diavolo le prendeva?!
“Mi
farebbe molto piacere.”
“Ottimo,
conosco un posto che ti piacerà di sicuro. Allora passo
alle otto da te?”
“Andata”
Quando
Kagome riattaccò le era decisamente passata qualsiasi
piccola ispirazione. Non aveva un briciolo di concentrazione, senza
considerare
il suo stato d’ animo. Che cosa le prendeva?
Certo
stava scoprendo che stare in compagnia di Inuyasha era
gradevole ma.. quello era solo lavoro. Lo era soprattutto per lui. E
questo non
doveva dimenticarlo.
La
sera arrivò in fretta, e Inuyasha la raggiunse (sempre
accompagnato da Miroku) puntuale. Era vestito in modo semplice, con un
jeans e
una camicia, eppure a Kagome sembrava più attraente che mai.
La
portò in una trattoria italiana dove la
specialità era la
pasta ai quattro formaggi. Quando Kagome lo scoprì rise come
una matta.
“Senti
c’è una cosa che voglio farti vedere”
disse Inuyasha a
un certo punto della cena.
Prese
un foglio dalla tasca dei jeans e lo aprì porgendolo a
Kagome, che lesse attentamente
“Oh..
Inuyasha!” lo guardò poi sorridendo “Il
vostro primo
cliente!”
“Già..
è magnifico” sorrise lui felice.
“Sono
senza parole, congratulazioni” gli restituì il
pezzo di
carta e prese il calice di vino imitando il gesto di lui, che voleva
brindare.
“Al
vostro successo” disse Kagome
“Al
vostro aiuto” rispose lui
La
cena continuò serena, parlarono di lavoro, e di un sacco di
altre cose. Quando finirono di mangiare si recarono al locale indicato
da
Miroku.
I
due rimasero un attimo sconcertati quando si resero conto
che si trattava di uno strip club.
“Ehi
Kagome!” Sango le si avvicinò con un drink in mano
“Ben
arrivati”
“Sango
ma che posto è questo?”
“Una
piccola prova per Inuyasha” disse sorridendo
Inuyasha
guardò torvo prima la ragazza e poi il suo amico
“Suvvia,
credevi che sarebbe stato così facile questo mese di
fedeltà forzata?”
“Dannato..
“ e in quel momento una ragazza mezza nuda gli si
avvicinò prendendogli la mano e portandolo al centro della
pista, vicino a un
palo sul quale iniziò a strusciarsi.
Kagome
rimase allibita, intanto dalle forme seducenti della
ragazza, e poi dal modo in cui le
muoveva sensuale. Era una vera macchina del sesso, ed
erano parecchi gli
uomini che la guardavano attratti.
Sango
e Miroku ridevano come due matti, divertendosi a
guardare la faccia inorridita di Inuyasha. Lui era rimasto un attimo
sorpreso
dalla faccenda, ma dopo qualche secondo di danza provocante fece per
tornare
dagli amici.
E
in un attimo la ragazza lo attirò di nuovo a sé,
ricominciando a ballare addosso a lui.
Lo
teneva saldamente strofinandosi addosso a lui, prendendogli
la mano e mettendosela addosso.
Inuyasha
era rosso come un peperone e iniziava a sudare
freddo. Così era troppo, nemmeno un santo avrebbe resistito!
E
fu con estrema difficoltà che la prese di peso e
l’
allontanò, muovendosi veloce verso i suoi amici
“Brutto
idiota!” urlò al suo amico che ancora rideva
“Eddai
Inuyasha, era uno scherzetto”
“Uno
scherzo pessimo! Bell’ amico che sei”
“Beh
però hai resistito, non sei contento?” disse Sango
ridendo
“Avevi
dubbi?” le rispose lui piccato. Poi guardò Kagome
e
qualcosa lo fece trasalire.
Aveva
un’ espressione strana, quasi triste. E si guardava
intorno evitando accuratamente di guardarlo.
Le
si avvicinò
“Ehi,
va tutto bene?” lei lo guardò sorridendo
“Certo,
complimenti per la performance”
lui sospirò
“Ce
ne andiamo? Questo posto non mi piace per niente”
Kagome
sgranò gli occhi
“Ma
Miroku e Sango?”
“Si
divertiranno anche da soli”
E
s’ incamminò verso l’uscita
“Ehi
amico, ma dove vai?” cercò di trattenerlo Miroku,
ma
invano.
“Vado
anche io” disse Kagome all’ amica
“Pensi
che se la sia presa?” chiese Sango
“Beh
penso che potevate risparmiarvelo”
“Suvvia,
era solo uno scherzo”
“Pensa
se lo avessimo fatto a Miroku, tu come avresti
reagito?” Sango la guardò stranita
“Di
certo mi sarei ingelosita ma.. io e Miroku ci
frequentiamo” si fermò un attimo aspettando di
vedere la reazioni sul volto
dell’ amica
“Non
mi dirai che tu..”
“Non
dire sciocchezze! Rimane comunque uno scherzo del cavolo!
Ci vediamo a lavoro”
Si
voltò senza dare a Sango il tempo di dire qualcosa, e
seguì
Inuyasha fuori dal locale.
Camminarono
per un po’
“Che
stupidi” esordì lui dopo poco. Kagome si accorse
di come
fosse nervoso
“Sono
sicura che volevano solo stuzzicarti un po’..”
“Lo
so, Miroku non lo farebbe mai apposta. Le volte in cui ho
tradito Kikyo non mi ha di certo costretto lui” disse
rabbuiandosi.
“Ci
soffri molto..?” chiese lei titubante. Lui la
guardò
“Beh
non ne vado fiero, ovvio. Insomma, lei è la mia ragazza e
se penso che potrebbe fare la stessa cosa.. ci rimarrei male.
Avrà tutti i
difetti del mondo ma è pur sempre una persona
buona..” Kagome abbassò lo
sguardo, fissando i suoi piedi che si muovevano.
“Capisco”
cercò di tagliare corto
“Beh,
dì alla tua amica Sango che potranno provarci quanto
vorranno, ma non sarò più infedele a
Kikyo” disse guardandola. Aveva un mezzo
sorriso sulle labbra.
Kagome
lo ricambiò, realizzando dentro di se che non avrebbe
mai voluto sentire quelle parole.
Ciao
a tuttiiii!
Si, sono in ritardo mostruoso, lo so. Purtroppo ammetto di aver avuto
un
piccolo blocco, ma ora ho le idee ben chiare ed eccomi tornata alla
ribalta :D
Bene,
la convivenza ‘forzata’ tra i nostri protagonisti
procede, e inizia a farsi un pochino interessante. Ma ovviamente
succederanno
tante altre cosucce, muahaha!
Ok
la smetto. Grazie a tutti per la pazienza e la costanza :D
A
presto
Aruko!
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Capitolo 6 *** Demolire o costruire? ***
Il
week end tanto temuto arrivò.
L’
unico a esserne felice era Miroku, che avrebbe passato un
po’ di tempo in compagnia della sua cara Sango. Lei dal canto
suo era un po’
agitata e i giorni precedenti alla partenza non li aveva passati
parecchio turbata.
E
lo stesso si poteva dire per Kagome, che aveva appena fatto
entrare in casa Inuyasha.
Era
venerdì sera.
“Beh,
la casa la conosci già. Accomodati” disse
chiudendo la
porta alle sue spalle.
Inuyasha
appoggiò un borsone da palestra vicino al divano che
era già stato adibito a letto e cercò di sembrare
a suo agio in quella
situazione. In realtà non sapeva bene nemmeno lui come
comportarsi.
La
sua ragazza era via per il week end con le amiche, una
festa fra donne aveva detto.
E
lui era sottoposto a un test sulla fedeltà, e stava per
passare le successive due notti a casa di un’ altra donna.
“Grazie”
disse soltanto.
Perché
diavolo si sentiva così a disagio? Infondo non era la
prima volta che si trovava da solo con Kagome.
Notò
che sul letto lei aveva lasciato alcuni asciugamani
apposta. Ma niente vestiti del suo ex. Subito cercò con gli
occhi la foto che
aveva visto solo qualche giorno prima.
Chissà
perché ma quel tipo non gli piaceva proprio.
“Il
bagno sai dov’è, e se hai bisogno di qualcosa.. io
sono in
camera mia”
Inuyasha
aveva sperato in uno scambio di parole più
consistente, più che altro per cercare di eliminare un
po’ del palpabile
imbarazzo che aleggiava nell’ aria.
“Certo”
disse solo
“Ah,
e se hai bisogno.. nel
mobiletto all’ ingresso c’è una copia
delle chiavi dell’ appartamento. Prendile
pure per qualsiasi evenienza”
Lui
annuì guardandola, e la ragazza andò in bagno. Vi
rimase
qualche minuto mentre Inuyasha tirava fuori alcune cose dalla borsa.
Quando
lei uscì lo sguardo andò subito al ragazzo, e
Kagome
rimase visibilmente di stucco.
Inuyasha
era in piedi, intento a togliersi la maglia. Sulle
gambe indossava già un paio di pantaloni, morbidi
più in basso e dannatamente
attillati sul suo sedere scolpito.
E
i suoi pettorali.. erano qualcosa di perfetto. Duro. Sodo.
Si
sentì avvampare. Non avrebbe dovuto vedere una cosa simile!
Ma non riusciva a staccargli gli occhi di dosso.
Fu
solo quando lui si fu rivestito che qualcosa schioccò nella
sua testa e riuscì a riprendersi.
Si
diresse veloce nella sua stanza e chiuse la porta.
Inuyasha
si girò al rumore, e non vedendo nessuno prese i suoi
asciugamani e andò in bagno.
Quel
divano letto era davvero comodo, e la settimana era stata
psicologicamente pesante, eppure non riusciva a prendere sonno. Si
alzò e si
diresse nel cucinino.
Aprì
il frigo e diede un’ occhiata in giro.
Prese
una bottiglia con un liquido verde e un cartone di
latte.
Versò
i fluidi in un bicchiere e si sedette al tavolo
sorseggiando.
I
suoi occhi vagarono curiosi per la sala, e si soffermarono
in particolare sulla colonna e sul muretto. Forse non sarebbe riuscito
a finire
tutto nel week-end, ma almeno avrebbe potuto buttare giù le
parti in questione,
poi in settimana una bella stuccata e via.
Bevve
un’ altra sorsata quando il rumore di una porta
attirò i
suoi sensi.
Si
voltò e vide Kagome venirgli incontro. Indossava un pigiama
che lasciava davvero poco spazio all’ immaginazione, e per
poco a Inuyasha non
andò tutto di traverso.
“Inuyasha”
disse lei, e subito richiuse la vestaglia sul
pigiama estivo, che non era altro che una maglia di seta molto corta e
con le
spalline sottili.
Arrossì
cercando di coprire le sue forme, non aspettandosi di
trovarlo sveglio
“Scusami”
disse lui imbarazzato “ti ho svegliata?”
“No,
nient’ affatto. Non riuscivo a prendere sonno e ho
pensato a qualcosa di fresco da bere..” si
avvicinò al tavolo, guardando
curiosa il bicchiere di lui
“Oh,
scusa mi sono permesso.. ti spiace?”
“Figurati!
Che cos’è?”
“Avevi
del latte e della menta..”
Kagome
gli sorrise
“Mi
sembra un’ ottima idea” aprì il frigo e
miscelò anche lei
i due ingredienti, sedendosi vicino a lui.
“Da
piccolo lo bevevo spesso con mia mamma” disse lui
“E
ora non lo fai più?”
Inuyasha
guardò nel bicchiere. Crescere a volte faceva si che
tante cose cambiassero involontariamente. Senza pensarci, si perdono
molte
abitudini.
Soprattutto
se si cambia per qualcuno.
“Raramente”
bevve una lunga sorsata “Domani inizio a buttare
giù il muretto, che ne dici?”
Kagome
guardò subito la parete bianca, d’ un tratto quasi
dispiaciuta
“Oh,
certo, va bene”
“E
poi penseremo alla colonna. Sembra poco ma lo spazio
cambierà notevolmente”
“Ne
sono sicura”
Ancora
silenzio.
“Senti,
ti va di fare un gioco?” Kagome gli sorrise
“Che
tipo di gioco?” chiese lui
La
ragazza andò a prendere un mazzo di carte, un foglio e un
pennarello per i punti.
Senza
che nemmeno se ne rendessero conto era passata più di
un’ ora, dove non avevano fatto altro che divertirsi e ridere
come dei bambini.
Fu
quasi a malincuore che i due decisero di andare a letto per
dormire un po’.
Quando
Kagome si svegliò il giorno dopo pensò subito
alla sera
precedente.
Le
venne da sorridere pensando a quanto si era divertita con
Inuyasha. Guardò l’ ora e si alzò,
pensando già alla colazione che gli avrebbe
preparato.
Ma
quando arrivò in sala vide il divano perfettamente
ricomposto, e di Inuyasha non c’era alcuna traccia.
Il
bagno era vuoto, come il resto della casa.
Per
un attimo credette che se ne fosse andato, e la cosa la
fece rimanere male. Che cosa era successo?
Stava
per tornare in camera quando una macchia scura attirò la
sua attenzione.
La
colonna bianca in mezzo alla sala era sporca.
Si
avvicinò e guardò meglio, accorgendosi che si
trattava solo
di una scritta.
“Non
sono
scappato, arrivo con le brioches, tu prepara il latte e menta”
Kagome
sorrise.
Corse
a vestirsi e a rendersi presentabile e a preparare ciò
che lui aveva scritto.
Quando
Inuyasha mise le chiavi nella porta lei aveva già
preparato il tavolo, e lo guardò entrare sorridendo
“Pensavo
davvero che te la fossi filata”
“Non
posso lo sai, Miroku mi verrebbe a prendere in capo al
mondo!” disse ridendo
“Mi
spiace aver scritto sulla colonna, ma tanto la buttiamo
giù no?” disse lui posando un sacchetto sul tavolo
Kagome
lo guardò, aprendo la busta. Doveva ammettere che quel buttiamo suonava davvero bene.
“Invece
mi piace, che idea divertente”
“Attenta,
sono ancora calde” disse lui indicando il sacchetto
I
due si sedettero a mangiare.
Finita
la colazione Inuyasha si mise subito al lavoro. Prese
alcuni strumenti e chiese a Kagome di mantenere una certa distanza,
sebbene non
fosse poi così pericoloso.
E
con estrema calma iniziò a buttare giù il muretto.
Kagome
lo guardava con troppa curiosità, doveva ammetterlo. Ma
non riusciva a distogliere gli occhi dai muscoli messi a dura prova, e
dallo
sguardo attento di lui.
Mentre
lui lavorava prese il pennarello e iniziò a scrivere
sulla colonna.
“Che
cosa scrivi?” chiese lui sorridendo
“Le
opzioni per il pranzo, a te la scelta”
Inuyasha
si avvicinò e lesse velocemente le tre opzioni.
-
Okonomiyaki di fiducia
-
Ramen
-
Qualsiasi pietanza ai quattro formaggi
L’
ultima opzione aveva accanto un sorriso.
Inuyasha
la guardò, pulendosi la fronte sudata col dorso della
mano.
“Sai
che ti dico? Che tra oggi e domani avremo almeno tre
pasti da fare insieme, quindi perché non provarli
tutti?”
Kagome
lo guardò, sentendo che a ogni sorriso del giovane
qualcosa in lei sbocciava sempre più.
Non
si domandò cosa fosse, ne se fosse giusto o sbagliato.
Il
ramen era davvero il più buono di tutta la città!
Inuyasha
non aveva mentito.
E
non contenti si concessero anche un gelato camminando per le
vie del centro.
Inuyasha
le raccontò del nuovo cliente che li aveva contattati
e del lavoro che Rin aveva svolto per loro. Le disse che se avessero
firmato
quella richiesta avrebbero guadagnato un sacco di soldi, e che in tal
caso
avrebbero organizzato una festa.
Era
doveroso verso Rin, ma soprattutto sarebbe stato
divertente e gratificante.
Nel
pomeriggio Inuyasha continuò la sua missione di
abbattimento, mentre Kagome provava a continuare il suo articolo.
Ma
come faceva a scrivere di un ragazzo che tradiva la
fidanzata, che era arrogante scorretto e un dongiovanni, quando davanti
a sé
aveva solo un magnifico esemplare di affascinante tuttofare atletico e
anche di
buona forchetta?
Mordicchiò
la matita che aveva in mano, guardando le spalle
del giovane dal tavolo in cucina, sapendo già che non
avrebbe scritto un
accidente.
Inuyasha
si sollevò guardando i cumuli di macerie ai suoi
piedi
“Wow,
ho bisogno di una doccia” disse girandosi e andando
verso il tavolo, dove lo aspettava un bicchiere colmo d’acqua
fresca.
Kagome
lo guardò, la maglia attillata per il sudore, gli
addominali perfetti.
No
no no, non andava affatto bene così.
“Ti
spiace?”
“Certo
che no, fa pure”
Lui
andò verso il bagno. Quando tornò, già
vestito per fortuna
di Kagome, andò dritto alla colonna, e preso il pennarello
si mise a scriverci
sopra.
Kagome
lo raggiunse sorridendo
“E
adesso cosa scarabocchi?”
“Cancello
l’ opzione ramen. Ora cos’ abbiamo? Tipica cucina
giapponese o un sacco di quattro formaggi?” i due si
guardarono e non ci fu
bisogno di parlare.
Andarono
dritti al supermercato a comprare tutto l’ occorrente
per un bel piatto fatto in casa.
Kagome
non poteva credere ai suoi occhi, lui era anche capace
di cucinare!
“Ma
dove hai imparato?”
“Beh,
vivo pure sempre da solo.”
“Non
ti ha insegnato nessuno?”
“Mia
mamma. È una donna in gamba, e sa fare un sacco di
cose”
“Quindi
cucini spesso per la tua ragazza?” Kagome si maledisse
mille volte
Lui
la guardò
“Per
Kikyo dici? No lei.. ha chi lo fa di professione, in casa
sua. E da me non ci viene quasi mai. Il mio appartamento è
troppo piccolo per i
suoi gusti”
Certo
che doveva essere una relazione alquanto particolare,
pensò Kagome. Quei due erano così diversi..
“Inuyasha,
posso chiederti.. che cosa realmente ti attira in
lei?” deglutì attendendo una risposta
“Ovviamente
te lo chiedo solo ai fini del mio articolo,
sappilo.. ma.. perché ci stai insieme?”
Lui
la guardò. I secondi passavano veloci e nessuno dei due
disse niente.
Inuyasha
fece per aprire bocca, quando il campanello della
cucina suonò.
“Oh,
è pronto” disse andando verso i fornelli
Kagome
lo aiutò e dopo poco si sedettero a tavola.
“Mmmh
ma è delizioso! Complimenti Kagome”
“Guarda
che lo hai fatto anche tu!”
“Ma
io ti ho solo aiutato. Caspita, ne farei indigestione! E
in effetti con tutti i quattro formaggi che sto mangiando poco ci
manca”
sorrise
Kagome
lo guardava. La sua casa non era mai stata vissuta in
modo così sereno prima d’ ora. Anche quando stava
con Kouga doveva ammettere
che non si divertiva come con Inuyasha. Certo, ovviamente dovendo stare
per
forza insieme per via dell’ articolo era palese che
cercassero di andare
d’accordo. Anche se tutto sembrava così naturale..
Più
tardi si misero a guardare un film alla tv.
Fu
con enorme sorpresa che a un tratto Inuyasha sentì il corpo
di Kagome abbandonarglisi addosso. Si girò guardando la
testa di lei sulla sua
spalla.
Deglutì,
senza sapere cosa fare. Doveva svegliarla? Il film
stava per finire, e di certo non avrebbero dormito in due sul divano.
Sentiva
il suo respiro lento e regolare. Sentiva il suo
profumo, così diverso rispetto a quello di Kikyo.
Massì,
chiudere gli occhi un pochino non avrebbe fatto male a
nessuno.
Quando
Kagome si svegliò, la prima cosa che vide fu la sala di
casa sua. Sentì un immenso calore sulla schiena e vide un
braccio intorno a
lei.
Il
cuore iniziò a scalpitarle. Che cosa diavolo era successo?
Iniziò
a scivolare giù dal divano, prendendo la mano di
Inuyasha e lasciandola sul materasso. Lo guardò e
arrossì.
Dormiva
profondamente, beato nei suoi sogni. E quella notte
aveva dormito con lei, abbracciandola e scaldandola. Oddio..
Si
diresse subito in bagno, e si mise sotto la doccia.
Decisamente la situazione le era sfuggita di mano. Doveva essersi
addormentata,
e lui per non svegliarla l’aveva lasciata riposare insieme a
lui.
E
poi l’ aveva abbracciata..
Il
pensiero la fece surriscaldare. Tutta una notte passata
insieme senza rendersene conto..
-Razza
di cretina!!- si maledisse
Poi
si riscosse. Lei non avrebbe dovuto dormire con lui e
basta! Non prendersela perché non se n’era accorta!
Qualcosa
nella sua testa stava fermamente andando a puttane.
Si
avvolse un asciugamano intorno al corpo e uscì dal bagno,
quando si trovò davanti il fulcro dei suoi pensieri contorti.
Ok,
ora era davvero in imbarazzo.
Inuyasha,
gli occhi ancora chiusi e assonnati, li sgranò di
colpo, senza risparmiarsi la curiosità e squadrandola in
tutta la sua mezza
nudità.
“Oddio”
disse soltanto mettendosi una mano sugli occhi.
“Scusa,
non mi ero accorto..” lei lo sorpassò e si chiuse
in
camera, girando la chiave più volte di quanto potesse.
Quando
si decise a uscire dalla sua stanza fu solo perché
lì
non aveva nulla da mangiare.
Inuyasha
era chinato sul pavimento, intento a ripulire gli
ultimi detriti del muro buttato giù. Appena la vide si
alzò
“Ciao”
disse lui, arrossendo un pochino
Lei
alzò la mano a mò di saluto, cercando di
sorridere, ma le
uscì più una smorfia.
“Scusami
per prima”
“Figurati,
ormai è andata” si diresse verso la cucina.
L’
occhio le cadde sulla colonna, e notò in quel momento una
nuova macchia.
Un
omino stilizzato, coi capelli lunghi e le orecchie da cane,
era impiccato. Sotto la scritta “scusami”
Kagome
guardò Inuyasha e non riuscendo a trattenersi
scoppiò a
ridere.
Si
piegò in due e continuò, arrivando a lacrimare e
contagiando irrimediabilmente il demone, che rise come non faceva ormai
da
lungo tempo.
Quella
domenica la colonna rimase ben salda al suo posto.
Inuyasha
aveva preferito finire il muretto e stuccarlo per non
lasciare i segni del lavoro sul pavimento e sulla parete. Sembrava
quasi che
non ci fosse mai stato nulla prima.
E
poi avevano scoperto un certo piacere nel pasticciare senza
ritegno quel pilastro, era liberatorio e divertente. E a Kagome di
certo non
sarebbe cambiato tenerla per qualche altro giorno.
“Miroku
è qui sotto” disse Inuyasha sollevando la borsa
“Bene”
“Grazie
per l’ ospitalità” sorrise Inuyasha.
Sentiva che
avrebbe voluto dirle di più, e farle sapere che non era mai
stato così bene
prima di allora.. mai in quel modo spontaneo. Ma Kagome lo
bloccò
“Figurati,
è stato un piacere” Kagome pensò che
avrebbe voluto
dirgli qualcos’ altro, e fargli sapere che la sua casa non
aveva mai visto così
tanta serenità in così pochi giorni. Ma le
mancò il coraggio
“Allora,
vado..” disse Inuyasha, e senza nemmeno rendersene
conto si sporse e le baciò la guancia.
Kagome
avvampò, del tutto impreparata a quel contatto
così
delicato quanto significativo.
“Buona
serata” disse soltanto vedendolo uscire.
Quando
la porta si chiuse Kagome rimase avvolta nel silenzio.
Si girò e si avvicinò alla colonna, piena di
pasticci e frasi stupide. Pensò
che era incredibile come neanche un minuto dopo sentisse già
la mancanza di
Inuyasha.
La
settimana iniziò più impegnativa che mai, e Sango
e Kagome
furono subito convocate nell’ ufficio di Rin per fare il
punto della
situazione.
“Allora?
Com’è andata?” chiese Kagome mentre si
dirigevano dal
capo
“Non
ci sono parole per descriverlo” Sango arrossì
“Era
tutto così perfetto.. il posto dove siamo andati era
così
romantico. E lui.. non ha toccato il sedere a nessuna!”
esordì ridendo
“Sono
contenta! Devo dedurne che adesso siete una coppia?”
“Lo
inseguirei in capo al mondo se negasse dopo quello che
c’è
stato!”
“Sango..”
Kagome la guardò arrossendo
“E’
successo, e non sono mai stata più convinta”
sentenziò la
giovane.
“Spero
che si comporti bene, o sarò io a inseguirlo in capo al
mondo!” disse sorridendo Kagome
“E
Inuyasha? Com’è andata con lui?”
“Tutto
bene, grazie” le due presero l’ ascensore
“Senti
Kagome, mi sei sembrata un po’ strana l’altro
giorno al
locale.. non so perché ma qualcosa mi fa pensare che
Inuyasha non ti sia del
tutto indifferente”
Kagome
arrossì. Era così evidente? Anche negando non
avrebbe
mai potuto nasconderlo a Sango, lei aveva un dannato fiuto per certe
cose.
Sospirò.
“Forse
sono sola da troppo tempo e ne passo così tanto con lui..
ma mi conosco, è solo attrazione, nulla di
più.” ammise avvampando
Sango
le prese le spalle saldamente e la guardò negli occhi
“Kagome,
non devi innamorarti di lui” la giovane la guardò
sconcertata. Da dove veniva tutta quella risolutezza? E
perché mai era così
sbagliato provare qualcosa per lui?
“Inuyasha..
non è la persona giusta.” Concluse sbrigativamente
Le
porte dell’ ascensore si aprirono e Sango uscì,
lasciandola
più confusa che mai.
“Eccovi,
sedetevi ragazze” una Rin più concentrata che mai
prese posto dietro alla scrivania, prendendo dei fogli e preparandosi
alla
breve riunione.
“Vi
ho chiamate per fare il punto della situazione.”
Sollevò
gli occhi dalle scartoffie e le guardò in faccia
“Oggi
i nostri amici firmeranno un lavoro che frutterà un
sacco di soldi, è il loro primo cliente e con ogni
probabilità questo darà
inizio alla loro carriera. Con questo io considero concluso il mio
dovere nei
loro confronti. Ovviamente rimane la questione dell’
articolo, Kagome. Abbiamo
ancora un paio di settimane prima che il nuovo numero esca, quindi
direi che in
massimo dieci giorni mi farai avere il tuo articolo. Questo nel caso in
cui Inuyasha
faccia di nuovo il dongiovanni”
“E
se non dovesse accadere?” chiese Sango
“Sarebbe
una spiacevole circostanza dopo tutto quello che
abbiamo fatto per loro.. ma di certo in quel caso l’ articolo
non ci sarà, o
per lo meno, non su di lui”
Kagome
annuì in silenzio.
“Per
sicurezza Kagome, inizia a pensare a un’
alternativa.” La
giovane annuì nuovamente, sentendo che nessuna di quelle
alternative la soddisfaceva.
“E
ora Sango, l’ articolo per gli sposi?”
“L’
ho finito e inviato alla sposa, sto aspettando che ci dica
quali frasi vorrebbe stampare ed esporre alla sua festa”
“E
quando sarebbe?”
“Questo
venerdì”
“Ottimo,
vorrei che ci veniste entrambe, ci faranno una
grandissima pubblicità e voglio voi due per
rappresentarci”
“No!”
esclamò Sango attirando su di sé gli sguardi
curiosi
delle due donne
“Io..
non è necessario che Kagome sia presente” disse
arrossendo
“Ma
Sango, è il tuo ex.. posso starti vicino invece”
disse
Kagome solidale
“In
verità.. pensavo di andarci con Miroku”
avvampò “So che
non è del giornale, ma è davvero bravo a
intrattenere i clienti, certo quando non
tocca il sedere alle donne.. ma sono sicura che ci aiuterà
molto a dare un’
immagine elegante e professionale”
“Sango,
dimentichi che la nostra è una rivista di sole
donne” disse
Rin
“Lo
so, è vero.. ma ecco.. lo sposo è un mio ex
e..” sussurrò
in difficoltà la giovane
“Ho
capito. Vada per Miroku allora” continuò Rin
prendendo
appunti.
Sango
sospirò
rassicurata, e ringraziò Rin promettendo che
avrebbero fatto un ottimo
lavoro.
Qualche
giorno dopo Kagome si trovava di nuovo nel suo
ufficio, cercando di scrivere il suo dannato articolo. Non solo non
aveva più
un briciolo di ispirazione, ma avrebbe anche dovuto cercare un
argomento
alternativo.
Nella
sua testa si formulò l’ idea perfetta: il modulo
delle
sue dimissioni.
Sospirò,
tenendosi la testa fra le mani. In che cavolo di
situazione si era cacciata? E soprattutto cosa le stava succedendo?
Doveva
essere professionale e pensare alla sua carriera,
doveva scrivere quell’ articolo e demolire per sempre
l’ orgoglio e l’
arroganza di un uomo che aveva ripetutamente cornificato la sua donna!
Già..
ma come poteva se il mostro in questione occupava ogni
suo pensiero facendole provare quelle sensazioni così
contrastanti?
Dormire
con lui, vederlo ridere, sentire le sue labbra sulla
guancia e vederlo così vicino.
Si
disse che chiunque avrebbe avuto pensieri simili stando
così a stretto contatto con qualcuno. Quindi bastava che
finisse questa dannata
storia e di certo avrebbe smesso di pensare a lui.
“Permesso”
Kagome si voltò
-E
che cazzo, com’è che ogni volta che penso a lui me
lo
ritrovo in ufficio?!-
“Inuyasha!”
esclamò la giovane alzandosi dalla sedia, rossa in
volto
“Disturbo?”
chiese lui entrando, il sorriso stampato in faccia
“Miroku è da Sango, ormai chi li separa
più” disse divertito
“Già”
sorrise Kagome “Sango è più presa che
mai”
“Anche
Miroku. Non l’ho mai visto così” disse
avvicinandosi
“Come
stai?” chiese poi
“Bene,
e tu? Ho saputo che avete firmato il contratto”
“Si,
e siamo elettrizzati. Fra poco non avremo più
così tanto
tempo libero, ci toccherà metterci a lavorare sul
serio” disse facendola ridere
“E
poi per rimanere in tema.. volevo darti questo” disse
prendendo una brochure dalla tasca della giacca
Kagome
la prese e la guardò. Era una pubblicità
dell’ azienda
che aveva richiesto i lavori a Inuyasha, che si spiegava in tre
facciate, e in
fondo alle quali annunciava che quel sabato ci sarebbe stato un
banchetto per
festeggiare l’ avvio dei lavori.
“Ovviamente
siete le benvenute” Kagome lo guardò e sorrise. Si
perse nei suoi occhi per un attimo che le parve interminabile..
sentendo il
desiderio di non distogliere mai lo sguardo.
“Grazie”
disse solo
Inuyasha
si sentì un po’ in soggezione sotto
quell’
espressione così avvolgente. Gli occhi di Kagome erano
così innocenti e buoni,
che in quel momento provò una gran tenerezza.
“Di
niente. Mi spiace solo che tra il lavoro e la festa, non
penso riuscirò
a venire da te per la
colonna” disse sinceramente dispiaciuto
“Non
ha importanza. Ormai sembra un’ opera
d’arte” disse lei
“Un
pezzo davvero unico e di valore” la prese in giro Inuyasha
“Puoi
dirlo forte” rise lei
Ci
fu un attimo di silenzio
“Però
se dovessi liberarmi ti avviso, ok? Mi piacerebbe fare
quattro chiacchiere prima di sabato”
Kagome
si chiese perché ci tenesse tanto a vederla. Nonostante
avesse da fare, avrebbe cercato un po’ di spazio per lei, se
possibile.
Le
parole di Sango le tornarono alla mente, facendola
sussultare.
“Ok”
disse soltanto, cercando di non lasciar trasparire la
miriade di sensazioni che provava. Desiderio, confusione, tristezza.. amore.
Eccomi!
Chiedo
venia per i lunghi tempi, come al solito.
Approfitto
per dire a chiunque legga la storia che non sarà
particolarmente lunga, e che prevedo ancora non molti capitoli prima
della
fine. Ringrazio chiunque abbia commentato sostenendomi, e anche per la
pazienza
visti i miei tempi :D spero che il capitolo sia di vostro gradimento!
Grazie
a tutti e a presto!
Aruko
|
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Capitolo 7 *** Baci, boutique.. e altre sorprese! ***
Quanto
potevano passare in fretta dieci dannatissimi giorni?
Kagome
guardava le caselle del calendario, crocettate una dopo
l’ altra scandendo il tempo che la separava da eventi
l’uno più grande dell’
altro.
Sabato
la festa per Inuyasha e Miroku, e la settimana successiva
la consegna del famigerato articolo. E di conseguenza anche la data in
cui Rin
l’avrebbe cacciata a pedate nel sedere.
Sospirò,
pensando a quanto fosse incasinata. Bevve un altro
sorso di the voltandosi verso la colonna.
Era
tutta colorata e scritta, e la sola vista le strappò un
sorriso, facendole ricordare del modo spontaneo e divertente in cui lei
e
Inuyasha si erano prodigati nel renderla tale.
Pensò
al fatto che in quei giorni avrebbero dovuto vedersi per
abbatterla. Un po’ le dispiaceva, ma in realtà le
andava bene tutto pur di
passare un po’ di tempo con lui.
Arrossì,
ma non poté fare a meno di sentire il suo cuore
battere più forte. Non aveva senso nasconderlo a se stessa..
si era presa una
cotta per Inuyasha. Per un ragazzo fidanzato, su cui stava scrivendo un
articolo in cui lo additava come il peggior traditore dongiovanni e chi
più ne
ha più ne metta!
Eppure
quando era in sua compagnia quelle cose non esistevano.
Lui era semplicemente Inuyasha, un ragazzo bellissimo con un sorriso
meraviglioso, e che aveva tantissime cose in comune a lei.
-Rimane
fidanzato, cocca-
Già,
piccolo particolare.
Ad
ogni modo, non si erano nemmeno sentiti. Kagome lo sapeva
bene che lui era impegnato fra i preparativi della festa di sabato e il
nuovo lavoro.
Si
vestì in tutta fretta e uscì di casa con
un’ unica
intenzione: shopping sfrenato.
Non
solo non aveva un abito adatto alla serata di sabato, e
doveva essere impeccabile e perfetta! Ma soprattutto, passare le ore
davanti al
pc senza concludere niente la faceva solo innervosire. Era meglio
impiegare il
suo tempo in qualcosa di più interessante, stimolante,
dannatamente dispendioso
ma pur sempre appagante.
Stava
per prendere l’ autobus quando il telefono iniziò
a
suonare.
“Pronto?”
“Ehi, dove ti sei
nascosta?” la voce di Inuyasha la
investì bloccandola sui suoi passi
“I-inuyasha!”
“In persona. Ma dove
sei? Noi siamo tutti qui in redazione”
“Tutti?”
“Io, Miroku e mio
fratello. Con la scusa di dover aggiustare due cose per
venerdì e sabato quei
due furbastri mi hanno trascinato qui, anche se non fanno che tubare
come
piccioni”
Le
scappò una risata
“Beh, ma non vieni a
salvarmi da questo nido d’amore?” Dio, se
solo avesse potuto leggerle nel
pensiero e vedere che lei più di tutti aveva mire da
marpiona!
“Mi
piacerebbe molto, ma stamattina ho un impegno
improrogabile”
“E sarebbe?”
“Cercarmi
un vestito per sabato sera” attese aspettando la
reazione di Inuyasha, che non si fece attendere. Lo sentì
ridere di buon gusto
“Senti,
guarda che noi donne ci teniamo a certe cose, e non è
che abbiamo abiti pronti per tutte le occasioni”
“Allora dovresti vedere
l’ armadio della mia ragazza!” Kagome si
zittì un attimo
“Immagino
la varietà” sussurrò cercando di
assumere un tono
divertito. Per fortuna che lui non poteva vedere la sua faccia.
“Comunque qui possono
anche fare a meno di me. Hai bisogno di un autista?”
Kagome
si riscosse, vedendo solo in quel momento l’ autobus
che avrebbe dovuto prendere sfrecciare via. Non si era nemmeno fermato!
Che
razza di maleducato!
“Non
fa niente, prendo i mezzi” sospirò un
po’ abbattuta,
quando una leggera pioggerellina iniziò a cadere dal cielo
-Porcaccia
di quella miseriaccia!!-
Inuyasha
arrivò esattamente un quarto d’ ora dopo,
trovandola
incredibilmente fradicia e tremante
“Meno
male che non ti servivo” disse aprendole la portiera
“Dannata
pioggia!”
“Hai
già fatto colazione?”
“Si,
e tu?”
“Anche
io” sorrise mettendo in moto
“Bene,
dove ti porto?”
“Ma..
sei sicuro di avere del tempo libero?”
“Non
sarei qui, no?”
Kagome
arrossì. Inuyasha aveva trovato del tempo per lei, per
accompagnarla a fare shopping. Quello non era proprio l’
Inuyasha che aveva
conosciuto solo poche settimane prima. E tutto questo era solo un
mucchio di
complicazioni!
“Beh,
allora vai sempre dritto. Conosco una boutique qui
vicino”
Quando
entrarono nel negozio Kagome era davvero in imbarazzo.
Vi erano poche clienti, ma tutte puntavano gli occhi sul suo
accompagnatore. E
come dargli torto..
“Benvenuti!
Posso aiutarvi?” una ragazza si avvicinò, salvo
poi allontanarsi subito per andare a rispondere al telefono
“Ma..”
Inuyasha rimase di stucco
“Sarà
indaffarata. Posso fare da me” e così
iniziò a guardarsi
intorno.
Inuyasha
si sentiva un po’ a disagio in mezzo a tutti quegli
abiti e a quella lingerie così provocante. Forse non era
stata proprio una
buona idea.
Si
era detto che gli avrebbe fatto piacere vedere Kagome e
scappare un po’ dal clima che si era creato in redazione, ma
in quel momento si
era reso conto che accompagnare una donna a fare compere poteva
rivelarsi
estremamente difficoltoso.
“Che
te ne pare?” Kagome gli fece vedere un vestito in simil
latex, lungo e decisamente troppo fuori luogo. Ok, ora iniziava a
sudare.
“Ehi
guarda che era uno scherzo!” Kagome lo rimise via
arrossendo. Dannazione che imbarazzo. Se fosse stata con Sango
l’ amica avrebbe
non solo riso, ma addirittura era sicura che l’ avrebbe
provato!
Vide
di soppiatto l’ espressione di disagio del demone.
Così
iniziò a tirare fuori alcuni abiti, senza particolari
criteri di ricerca.
“Beh
vado in camerino” disse per poi dileguarsi.
-Stupida
idiota, che vergogna! Meno male che potevo fare da me!-
Si
sentiva un po’ nervosa mentre entrava svelta nel primo
abito.
Bello
eh, ma troppo sberluccicante.
Il
secondo era corto davanti e più lungo dietro.
Bello
eh, ma forse il color pesca non faceva al caso suo.
Il
terzo era proprio elegante, di un blu notte setoso.
Davvero
bello. Peccato per la scritta in brillanti ‘Fuck
me’
sul sedere.
Kagome
emise un verso simile a un ululato nel vedere quell’
invito palese e per niente condiviso sulle sue chiappe.
“Va
tutto bene?” la voce di Inuyasha la riscosse
“S-si,
certo”
“Trovato
niente che ti piaccia?”
“Penso
che questo posto non faccia al caso mio”
“Prova
questo”
Kagome
si girò verso la tenda e vide la mano di Inuyasha
sporgere con in mano in vestito color verde petrolio.
“Grazie”
farfugliò prendendolo.
Ci
mise un po’ a capire come fosse fatto, ma dopo qualche
secondo riuscì a infilarlo.
Era
lungo, anch’ esso di seta. Il corpetto era aderente e due
fasce partivano in alto fino a legarsi dietro il collo. Scendeva poi
attillato
in una gonna lunga con un breve strascico.
Era
davvero meraviglioso.
La
schiena era quasi tutta scoperta, eccetto per la fascia
appena sopra le natiche, su cui il vestito terminava in uno scollo
chiuso da
alcuni piccoli bottoncini.
Kagome
cercò di chiuderli, ma le risultò difficoltoso.
“Come
ti sta?” chiese Inuyasha
“Non
riesco a chiuderlo”
“Ti
serve una taglia più grande?”
“No
scemo! La taglia va benissimo, sono i bottoni che non si
capisce come siano fatti!”
Kagome
lo sentì ridere e la cosa lo fece arrossire ancora di
più.
“Vado
a chiamarti la commessa”
La
ragazza attese, continuando a rimirarsi nello specchio. Era
davvero splendido, perfetto su di lei, e il colore era una meraviglia.
Certo che
Inuyasha aveva occhio.
Chissà
quanti vestiti aveva fatto indossare alla sua ragazza.
“Quella
è ancora al telefono mentre fa cassa e cuce un
vestito”
“Cosa?!”
“Senti,
ti aiuto io se vuoi”
-Ma
quando mai..!-
“Va
bene ma non guardare!”
“Come
faccio a chiuderti un vestito se
non vedo dove mettere le mani?!”
“Uffa..”
Kagome aprì appena la tenda, lasciando che lui entrasse
nel camerino.
Inuyasha
vide subito una cascata di capelli corvini scendere
selvaggia su una schiena minuta e completamente nuda. La giovane
spostò la
chioma su una spalla, carezzandola come se fosse degna di tutte le sue
attenzioni.
Inuyasha
ebbe così una visuale completa della sua schiena, e
più in basso dei famigerati bottoni, e anche di un sedere
sodo e perfettamente
fasciato da quel vestito.
Deglutì.
Come aveva potuto scegliere un abito così spinto?!
Eppure non sembrava così appeso alla rinfusa sugli scaffali!
Guardò
un attimo davanti a sé lo specchio che ritraeva il
corpo di una Kagome imbarazzata e con lo sguardo basso.
Lentamente
allungò le mani
“Ora
allaccio i bottoni” disse piano, e con dita incerte prese
in mano i piccoli rilievi.
Si
trattava di tirare i fili dal lembo opposto, e di
agganciarli ai bottoncini.
Il
risultato era molto elegante e delicato, e non fu nemmeno
faticoso per lui che ci capiva ben poco di certe cose.
“Ecco
fatto” disse in un sussurro
Kagome
rimase immobile, sentendo il calore delle mani di
Inuyasha allontanarsi. Il suo cuore batteva così forte che
aveva paura che
potesse sentirlo anche lui.
Percepiva
il suo corpo così vicino, e il suo fiato all’
altezza dei capelli. Che cosa doveva fare? Perché lui non si
allontanava?
Alzò
lo sguardo e cercò gli occhi del demone nello specchio,
ma non fece in tempo perché lui le prese i fianchi e la
girò, riflettendo le
sue pozze dorate direttamente nelle sue, curiose, bramose.
“Inuyasha”
ebbe il coraggio di dire. E avrebbe voluto
aggiungere tante altre parole
Chiedergli
cosa stesse facendo ancora lì, ricordargli che il
vestito era pronto e che lui poteva allontanarsi.. che il modo in cui
la stava guardando
non era lecito.
Lo
vide avvicinarsi, e sentì la presa sui suoi fianchi
solidificarsi. Una sensazione di calore la pervase, e insieme vennero i
brividi
provocati dai capelli di lui, lisci e lunghi, tesi ad accarezzare con
le punte
le sue spalle.
Fu
come un richiamo viscerale, quello che la spinse ad
allungarsi e ad andare incontro alle sue labbra. Non aspettava altro,
non
desiderava altro che essere cercata da lui.
E
finalmente ciò accadde. Inuyasha la baciò
dolcemente, con
una naturalezza inspiegabile. Le toccò appena le labbra,
quel tanto che bastò
per fargli perdere del tutto la testa, e reclamare con tutta
l’ impazienza che
sentiva un contatto più intimo.
Con
le mani andò ad accarezzarle il volto, cercando se
possibile di assaggiarla ancora di più, più in
profondità, e allora intromise
piano la lingua nella sua bocca, cercando di sondare con cautela la
reazione
della giovane.
Kagome
rispose senza indugi, lasciandolo entrare e cercandolo
con curiosità crescente.
Il
suo tocco era così delicato e intenso insieme, e il suo
sapore così dolce, che non avrebbe potuto trovare una sola
motivazione per
respingerlo. E andò ulteriormente in tilt quando
avvertì le mani del demone
spostarsi, e inoltrarsi in territori ancora più proibiti.
Percepì
con sgomento le sue dita calde e affusolate scendere
lungo il collo, per posarsi nella valle in mezzo al seno. La cosa la
fece
eccitare terribilmente, spingendola a desiderare ancora di
più.
Voleva
che Inuyasha la toccasse, che la desiderasse come lei cercava
lui.
La
mano del demone si spostò sul seno, saggiandone la forma e
la consistenza. E Kagome avvertì un gemito nella sua bocca,
un suono strozzato
che la rese vittoriosa e più orgogliosa che mai.
Allungò
le mani immergendole nei capelli del demone,
spingendolo ancora di più verso di sé, verso la
sua bocca e il suo corpo. E
quando si ritrovò a contatto con quel fisico scolpito
realizzò arrossendo che
non era la fibbia della cintura a spingere contro il suo ventre,
bensì un’
erezione prorompente e tutta per lei.
Aprì
gli occhi di scatto, pervasa da quella verità agognata e
ora finalmente reale. Guardò negli occhi Inuyasha,
rendendosi conto di cosa
realmente stesse succedendo.
“Signorina,
va tutto bene?” in quel momento la commessa la
raggiunse
“Il
suo ragazzo mi ha detto che mi cercavate! Dovete scusarmi
ma da sola a gestire questo posto, insomma ho un bel da fare
io!” Kagome
approfittò del suo sproloquio per staccarsi da Inuyasha,
cercando di mantenere
un barlume di lucidità. Lui rimase tuttavia davanti a lei,
allungando una mano
fino allo specchio e rimanendovi così appoggiato.
“V-va
tutto bene, grazie, ho risolto”
“Ok.
Comunque il suo ragazzo è proprio un gran figo!”
Kagome
sentì i tacchi della ragazza allontanarsi, e solo allora si
concesse di
guardare di nuovo il demone in faccia.
Era
ancora dannatamente vicino, e se voleva in un attimo
avrebbe potuto riprendersi quelle labbra e reimmergersi in quella
dimensione
nuova ma che sentiva già così sua.
Poi
qualcosa si fece largo nei suoi pensieri. Una sensazione
triste e di sconfitta.
Era
tutto sbagliato.
Quel
ragazzo non era libero, ma aveva una fidanzata. Era lei
che baciava in quel modo, era con lei che faceva l’ amore da
anni. E poi,
nonostante questo, era a conoscenza dell’ impedimento forse
più grande: non era
capace di essere fedele, e quello che era appena accaduto ne era la
prova.
Non
poteva e non voleva innamorarsi di un ragazzo che non
poteva avere. Che avrebbe irrimediabilmente scelto qualcun'altra come
ora
faceva con lei.
Le
veniva da piangere.
“Forse
è meglio che tu esca da qui” sussurrò
abbassando lo
sguardo
Lui
rimase in silenzio un altro po’, decisamente confuso e
spaesato
“Si,
è la cosa migliore. Ti aspetto fuori”
Kagome
si rigirò, guardandosi allo specchio, e sentendosi una
vera stupida.
Quando
uscì dal negozio lo trovò in piedi ad aspettarla.
“E
il vestito..?” notò lui non vedendola con alcuna
borsa in
mano
“Non
fa per me” disse senza guardarlo in faccia. Non avrebbe
mai potuto indossare di nuovo quell’ abito, perché
non avrebbe fatto altro che
pensare a quel momento.
“Ma
ti stava bene”
“Ne
troverò un altro”
Rimasero
ancora in silenzio
“Ora
devo andare” disse poi lei
“Ti
accompagno a casa?”
“Non
serve, grazie” ancora silenzio, ancora lo sguardo in
basso
“Senti
Kagome, mi devi scusare, non so cosa mi sia preso” si
avvicinò, prendendole le braccia e cercando i suoi occhi
“Certo,
è stato solo un errore, giusto?” disse lei
guardandolo
finalmente.
Inuyasha
rimase colpito. Perché sembrava che lei ne soffrisse?
Cosa stava succedendo?
Lei
lo guardò, leggendo nel suo sguardo proprio quel che
temeva. Certo, che era stato un errore. E cosa altro poteva essere?
Lentamente
sciolse la presa e si allontanò più in fretta che
poté.
***
Era
venerdì mattina, ed erano passati due giorni da quel
fantastico indimenticabile sbagliatissimo bacio. Ovviamente non si
erano più
rivisti né sentiti, e Kagome passava tutto il suo tempo in
redazione, cercando
veramente di scrivere l’ articolo. Ora più che mai
avrebbe dovuto riuscirci,
perché aveva ottenuto la sua conferma: Inuyasha aveva
tradito ancora la sua
ragazza, non era stato capace di rimanerle fedele.
Ma
come poteva scrivere che era accaduto con lei?
Come poteva confessare a Sango, Rin e Miroku che era stata lei a cadere
nella
sua trappola?
Senza
contare gli avvertimenti di Sango. La sua amica l’ aveva
avvisata, non doveva innamorarsi di lui. E invece come una scema aveva
ceduto
alle sue tentazioni.
Si
sentiva talmente stupida che la sua mente iniziava a
farneticare scempiaggini di ogni genere! Come ad esempio che Inuyasha
l’ avesse
sedotta apposta, perché infondo lui aveva già
avuto tutto ciò che gli serviva,
ovvero l’ aiuto di Rin e un nuovo contratto, e quindi che
cosa poteva mai
interessargli di uno stupido articolo di una rivista che non avrebbe
mai visto
nessuno?
“Kagome?”
la giovane guardò verso la porta, da cui proveniva
la voce di Sango
“E’
la terza volta che ti chiamo, che ti succede?”
“Nulla,
sono concentrata sul mio articolo”
“Lo
vedo. Va tutto bene?”
“Certo,
e tu? Sei pronta per stasera?”
“Si,
io e Miroku abbiamo preparato tutto. Anzi, volevo un tuo
parere su un paio di dettagli” disse tirando fuori una
chiavetta
“Che
cos’è?”
“La
presentazione dell’ azienda. Gli sposi hanno insistito per
pubblicizzarci e hanno pensato di fare davvero le cose in grande con un
super video
e delle foto.”
“Pieno
di risorse il tuo ex, vero?”
“Già..”
disse Sango porgendole l’ oggetto
“Bene
se vuoi ci do un’ occhiata nel pomeriggio”
“Certo,
tanto Miroku verrà per le 18. Mi raccomando non fare
in modo che io esca di qui senza quell’ aggeggio!”
“Agli
ordini capo”
“A
proposito, Miroku lascia qui il cagnolino”
Kagome
deglutì. Certo, ovviamente lui non aveva di meglio da
fare. Non poteva stare con la sua ragazza? Non poteva cercare
un’ altra povera
vittima da colpire con le sue doti seduttive invece che continuare a
importunare lei con la sua sola presenza?!
“Kagome,
mi hai sentita?”
“Certo,
il cagnolino, certo”
“Sicura
di stare bene?”
Kagome
rimase un attimo in silenzio, dubbiosa se dire tutto
alla sua amica oppure no, quando in quel mentre il telefono di Sango
suonò.
“Pronto?
Oh, buongiorno!”
Kagome
lesse il labiale dell’ amica, che le sussurrò che
si
trattava della sposa, e si allontanò.
A
pomeriggio inoltrato finalmente aveva buttato giù qualcosa
in più rispetto al solito preambolo.
E
aveva anche scelto un argomento alternativo. Il colore da
evitare quell’ anno, il verde petrolio.
Non
si riscosse finché Miroku non richiamò la sua
attenzione
“Ehi
Kagome!” entrò di corsa andando alla scrivania
“Come
stai? Scusa, sono un po’ di fretta, hai visto
Sango?”
“Ciao
Miroku, mi dispiace, sono qui da tutto il giorno, anzi
doveva ripassare per..” le parole le morirono in bocca quando
vide Inuyasha
entrare a sua volta
“Ciao”
le disse lui intercettando la sua espressione sgomenta
“Ciao”
rispose lei in modo freddo
“Eccola!”
disse Miroku prendendo il telefono vibrante in mano
“Si
può
sapere dove ti sei cacciato?! Ti sto aspettando direttamente al
ricevimento,
qui è tutto un casino!”
Miroku
allontanò il telefono con espressione dolorante. Dato
che avevano sentito tutti le grida di Sango a metri di distanza, ora
lui era
come minimo sordo.
“Tesoro,
stavo giusto correndo da te”
“Tesoro un corno, siamo
in ritardo e..” Miroku riattaccò
“Se
non si è capito devo andare. Ci sentiamo più
tardi ragazzi!”
E
così si volatilizzò, lasciando i due da soli.
Inuyasha
entrò e prese posto sulla sedia davanti alla
scrivania.
Era
abbastanza scocciato. Dopo quello che era successo con
Kagome il suo umore era rimasto terribilmente turbato.
Ancora
non si spiegava come avesse potuto combinare un
pasticcio del genere. Aveva baciato un’ altra ragazza, di
nuovo, tradendo
ancora Kikyo. Eppure in quel momento era sembrato tutto così
giusto, lei era
così bella, e così sensuale in quel vestito
elegante e peccaminoso.
Si,
forse la situazione aveva un attimino assecondato gli
eventi, eppure era certo che se ci fosse stata un’ altra
ragazza non sarebbe
successo. Infondo Kagome era.. era Kagome! Una ragazza un po’
permalosa a cui
piacevano i quattro formaggi e con cui si sentiva un po’
più se stesso.
Già,
peccato che lui avesse già una compagna.
“Ne
hai ancora per molto?” chiese lui
“Beh,
potrei anche averne per tutta la sera”
“Perché
sei arrabbiata?”
“Io
non sono arrabbiata, sono solo concentrata sul mio lavoro”
“Allora
smetti di concentrarti sul tuo lavoro e concentrati su
di me!” quel tono la fece stupire e incavolare al tempo
stesso. Eccolo lì, il
vecchio arrogante borioso Inuyasha!
“E
perché mai dovrei concentrarmi su di te?”
“Forse
perché sono qui, tanto per iniziare. E poi perché
abbiamo in discorso in sospeso” Kagome avvampò.
Voleva.. voleva davvero
riprendere quel discorso?
D’ un
tratto il suo stomaco si contrasse, ricordandole le piacevoli
sensazioni che
aveva provato solo qualche mattina prima.
“Perciò
adesso dimmi perché sei arrabbiata” ah, non era
proprio quel discorso allora?
“Senti,
si può sapere chi ti credi di essere?! Non ti basta di
avermi incasinato facendo il marpione in quel camerino?”
“Il
marpione? Pensi che io sia un marpione?!”
“Già
perché che cosa saresti? Lo sappiamo tutti che sei un
infedele nato, e ora più che mai ne ho avuto la
conferma!” gli inveì addosso,
rossa e tremendamente in imbarazzo.
Inuyasha
si bloccò. Quindi lei pensava solo quello, come
dall’
inizio.
Kagome
lo squadrò, capendo di aver esagerato
“E
in che modo ti avrei incasinato allora?” continuò
lui con
tono calmo
Lei
non seppe cosa dire, e abbassò lo sguardo.
“Dopo
tutto ti ho soltanto aiutato, no? Adesso hai la conferma
che io non sono nient’ altro che un traditore! Dovresti
esserne contenta!” era
davvero arrabbiato, e non capiva perché. Aveva agito
d’ impulso, ma alla fine
chi ci aveva rimesso era solo lui, eppure lei era arrabbiata.
E
allora si arrabbiava anche lui, perché dopotutto, credeva
che Kagome in quel lasso di tempo lo avesse visto sotto un’
altra luce, e
invece era sempre della solita pessima idea.
“E
poi, non mi sembra che tu ti sia sottratta al mio bacio.
Quindi, non sono io quello che ti ho incasinato!” Kagome
alzò lo sguardo e
rivelò due occhi tremendamente lucidi.
“Sono
soltanto cascata nella tua trappola, a quanto pare!”
“Nella
mia.. che cosa?!” Inuyasha si alzò in piedi,
davvero
più incazzato che mai
“Già
nella tua trappola!” anche lei si alzò, decidendo
in quel
momento di giocarsi davvero tutto
“Tanto
a te che te ne frega di un misero articolo quando hai
già ottenuto tutto quel che ti serviva?”
Inuyasha
spalancò gli occhi e la bocca, più stupito che mai
“Hai
ottenuto la pubblicità, un nuovo contratto e una garanzia
di lavoro e introiti per un bel po’ di tempo! Però
non basta, vuoi anche farmi
sentire un verme dandomi il contentino per farmi scrivere il mio
articolo!”
“Ma
cosa stai blaterando?!”
“La
verità, o almeno quello che penso!”
“Allora
non hai capito un bel niente!” Inuyasha sbatté le
mani
sul tavolo, facendo sobbalzare e cadere alcuni oggetti.
Kagome
trasalì per la veemenza di quel gesto, e di quel tono
così furioso.
Non
lo aveva mai visto così arrabbiato, e per un attimo la sua
ira scemò, volendo solo che lui si calmasse e che non si
urlassero più in
faccia.
Poi
qualcosa attirò la sua attenzione. Un piccolo oggetto
stava rotolando sul tavolo e cadde per terra, esattamente fra i suoi
piedi.
Si
chinò a raccoglierlo e l’ ansia la pervase
“Oh
no..”
“Che
cosa c’è?” domandò lui
“Questa..
è di Sango, e le serve per il ricevimento”
“E
come mai è qui allora?”
“Mi
sono dimenticata di restituirgliela va bene?!”
“Chiamo
un taxi, sbrigati” e prontamente Inuyasha uscì
dall’
ufficio mentre Kagome raccoglieva le sue cose.
Quando
salirono sulla macchina entrambi guardavano nei
rispettivi finestrini, senza proferire parola.
Era
una situazione davvero assurda e ingestibile.
“Comunque
non hai capito un’ accidente” le disse lui a bassa
voce
“Invece
ti sbagli, ho capito tutto”
“Sai?
Anche io ho capito qualcosa di te, ovvero che sei una
testarda permalosa ed egoista!”
“Io
non sono egoista” Kagome si voltò per lanciargli
un’
occhiataccia “e nemmeno testarda e permalosa!”
“Eccome
se lo sei! Non fai altro che pensare al tuo articolo,
e a sputtanarmi, e al fatto che ora più che mai hai la
conferma di quanto io
sia stronzo!”
“Esatto!”
confermò lei animata
“E
non riesci proprio a capire per quale razza di motivo io mi
sia esposto così pur sapendo a cosa sarei andato
incontro?”
La
voce del tassista li interruppe.
“Siamo
arrivati”
Entrambi
tirarono fuori alcune banconote e poi uscirono dalla
macchina camminando a passo felpato
“Perché
sei stupido! E anche un dannato dongiovanni”
continuò
lei
“Allora
tu sei più stupida di me per esserci cascata!” le
urlò
dietro
“Ti
odio!”
“Sai
che me ne frega!”
Si
guardavano negli occhi urlandosi addosso. Poi Kagome si
riscosse, ed entrò nell‘ imponente palazzo dove
Sango e Miroku si stavano
occupando del ricevimento degli sposi.
Seguì
un lungo corridoio guidata dal rumore della
musica e dal vocio di parecchie persone, e
giunse fino a un salone a dir poco enorme, pieno di invitati in abiti
eleganti
e dall’ aria assai ricca.
In
quel momento qualcuno fece tintinnare un calice,
richiamando l’ attenzione di tutti gli invitati e facendo
fermare la musica.
Vide
da lontano una ragazza salire su un palco e prendere in
mano un microfono.
“Scusate
l’ interruzione” disse sorridendo
Kagome
si fermò un attimo a guardarla, era davvero bellissima,
in un vestito attillato che lasciava poco spazio all’
immaginazione. Aveva dei
capelli rosso fuoco legati in alto, e una cascata di boccoli le
contornava un
volto pallido e delicato da cui risaltavano due grandi occhi verde
smeraldo.
Davvero
bellissima, tanto che per un attimo si voltò a
guardare Inuyasha, certa di trovarlo a sbavare per quella visione.
“Che
c’è?” chiese lui che invece si era
fermato a guardare lei
“Nulla,
tu vedi Sango o Miroku?”
“Li
sto cercando!”
“Volevo
rubarvi solo un attimo ancora, per spendere alcune
parole sulle persone che hanno reso tutto questo possibile. Si tratta
di una
rivista che ha dedicato uno spazio alle nostre nozze, impegnandosi
anche ad
abbellire e a decorare questo salone secondo i nostri gusti e le nostre
esigenze” la presunta sposa continuò il suo
discorso
“Ok,
li vedo” disse Inuyasha.
“Dove?”
Kagome si sporse, ma in mezzo a tutta quella gente non
vedeva nessuno
“Vieni”
lui la prese per mano e iniziò a farsi spazio fra la
gente
“Ma
prima, vorrei ringraziare colui che ha davvero reso tutto
questo sogno, la mia realtà. Grazie a te, la mia vita ora
è completa”
“Non
tirarmi, rischio di inciampare!” Kagome veniva
letteralmente trascinata
“Muoviti!”
le intimò ancora Inuyasha
E
in quel momento un ragazzo salì sul palco, e gli ospiti
iniziarono ad applaudire
“Grazie
per questi meravigliosi tre anni insieme, Kouga”
Kagome
stava maledicendo il cappello enorme di una signora,
che per poco non l’ aveva accecata, quando aveva sentito quel
nome.
Inuyasha
le aveva dato un ultimo strattone, dicendole “Siamo
arrivati!”
Ed
erano li, proprio sotto quel palco, quando lei alzò gli
occhi e realizzò quel che non avrebbe mai voluto realizzare.
Mentre lui raggiungeva quella donna
e la
baciava.
“Ehi,
ma quello..” Inuyasha aveva seguito lo sguardo di
Kagome, notando in quell’ istante la somiglianza del ragazzo
con quello della
foto che lei teneva nel salotto.
Quello
era il suo ex.
E
ora si stava sposando. E Kagome, a giudicare dalla sua
faccia, ovviamente non ne sapeva niente.
“Kagome”
la voce di Sango richiamò entrambi
“Io..
ma cosa ci fate qui?” chiese guardando Inuyasha
Lui
prese la chiavetta dalla mano di Kagome, che con lo
sguardo era tornata al palco.
“Hai
dimenticato questa.”
“Già,
me ne sono accorta poco fa, ma non potevo chiedervi di
venire qua..”
Cercò
di nuovo con lo sguardo Kagome.
“E
ora voglio invitare sul palco i componenti del WomenTime”
la sposa richiamò la loro attenzione, guardando Sango e la
combriccola. Anche
Kouga posò lo sguardo su di loro, rimanendo di sasso davanti
allo sguardo confuso
di Kagome.
Lei
era li e aveva visto tutto, aveva capito tutto, e il modo
in cui lo guardava ne era la conferma. La vide voltarsi e farsi largo
tra la
folla, andando via.
E
mentre Sango e Miroku salivano sul palco ne approfittò per
allontanarsi e seguirla a sua volta.
Inuyasha
non si era
perso un solo scambio di sguardi. Mentre i suoi amici erano sul palco a
presentare la rivista non ci pensò due volte, e decise di
seguire Kagome e il
suo ex fidanzato fuori da quel salone.
Haloa!
Ce
l’ho fatta, ero rimasta indietrissimo anche con questa mia
storia e me ne dispiaceva troppo! Così ho messo il turbo e
ho finalmente
aggiornato, ora mi sento meglio :D
Un
pochino meno meglio
mi sa che si sentono Kagome e Inuyasha :D finalmente qualcosa si
sblocca, e
complice la situazione o l’ atmosfera che si creano fra i
due, ecco che si
baciano. Ma le incomprensioni sono tante, le paure anche di
più, soprattutto da
parte di Kagome che fra i due è quella spinta da un
sentimento a cui ha già dato
un nome.
E
come se non bastasse, ecco la ciliegina sulla torta. Kouga,
il suo ex, è in realtà lo sposo di cui Sango
doveva occuparsi, e per Kagome è
una bella sorpresa.
Cosa
succederà adesso? Lo scopriremo nel prossimo capitolo!
Spero
che questo vi sia piaciuto J
Attendo
con ansia commenti, pomodori, offese, cioccolato, quel
che vi pare
Grazie
mille a tutti!
Aruko
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Capitolo 8 *** Fuochi d'artificio ***
Scomparire.
Dissolversi.
Teletrasportarsi.
Eclissarsi.
Dileguarsi.
Sotterrarsi.
Sparire
dalla faccia della terra.
Kagome
pensò che avrebbe potuto trovare tanti altri modi per
descrivere il desiderio impellente di fuggire da quel posto.
Non
si era nemmeno accorta di aver iniziato a correre, per
quanto le fosse possibile sui tacchi alti che indossava. Era quasi
all’ uscita
del palazzo, così bello e dannato, quando una voce la
chiamò.
“Kagome,
aspetta ti prego!”
Lei
nemmeno si girò, e anzi accelerò il passo,
finché una
presa decisa non la costrinse a fermarsi.
“Aspetta!”
con uno strattone Kouga la fece voltare, tenendola
saldamente per il braccio, ma inaspettatamente Kagome reagì.
Con
la mano libera lo schiaffeggiò, usando tutta la forza che
aveva.
Lui
mollò subito la presa, andando a massaggiarsi la guancia
bruciante.
Strizzò
gli occhi, e solo quando ebbe il coraggio li aprì per
guardarla, trovandosi raggelato da uno sguardo furente, e insieme
sconvolto.
“Tre
anni insieme?” sibilò lei
Stava
singhiozzando, senza ritegno, e per un attimo si detestò
per questo. Non voleva mostrarsi così debole davanti a uno
stronzo del genere,
eppure quella situazione era così assurda e inaspettata da
averla scombussolata
nel profondo.
Ebbe
la voglia di schiaffeggiarlo ancora, e lo fece.
“Tre
anni insieme?” domandò più forte
“Come
hai potuto.. mentre stavi con me pensavi a sposarti con
un’ altra?”
“Kagome,
mi dispiace..”
“Me
ne frego di quanto ti dispiaccia!”
“Non
credevo che tra di noi sarebbe durata così
tanto..”
Kagome s’ impietrì
“Che
cosa vuoi dire?”
“Quando
ti ho conosciuta ero già fidanzato con Ayame, e
cercavo qualcosa.. qualcuno per uscire un po’ dalla
monotonia. Ma non avrei mai
pensato di conoscere una donna stupenda come te”
Kagome
era senza parole. E se ne avesse trovate era certa che
sarebbero state solo offese.
Era
talmente imbambolata da quelle confessioni che non si
accorse di lui, che avvicinatosi le aveva preso il volto fra le mani,
inchiodandola con quello sguardo che per mesi aveva amato e cercato.
“Lo
so che sembra assurdo, ma io mi sono innamorato veramente
di te. Ti ho amata davvero Kagome! E anche ora che ti ho qui
davanti..” a
quelle parole Kagome si ribellò, spingendolo via
“Stai
festeggiando il tuo fidanzamento con un’ altra!”
gli
urlò in faccia “Con che coraggio osi dirmi certe
cose?”
“Io..
sono stato uno sciocco. Sposare Ayame mi avrebbe
concesso una posizione di rilievo” si mise una mano nei
capelli, lo sguardo
sinceramente afflitto “E sono stato debole, ho scelto la fama
e i soldi.
Buttando via l’ amore” a Kagome sfuggì
un altro singhiozzo
“Amore?
La freddezza con cui ti sei dileguato, per poi
mollarmi con un misero messaggio, questo lo chiami amore?”
“E’
vero, non ho avuto il coraggio di dirtelo guardandoti in
faccia. Sono stato un vigliacco.. scusami Kagome” lei lo
guardò, incapace di
reagire di fronte a quello sguardo.
Si,
era un vero vigliacco, un ignobile bastardo che si era
preso gioco della sua compagna, e di lei. Senza saperlo era stata
l’ amante, l’
altra, mentre lei sognava un amore duraturo e sincero.
Avrebbe
preferito non sapere mai tutta la verità. Ora l’
umiliazione era ancora più forte, più intensa
degli schiaffi che gli aveva
mollato.
I
soldi e la fama, erano più grandi di lei e del suo
sentimento.
“Perché
mi hai detto tutte queste cose? Non ti accorgi che
così mi stai solo facendo più male? Non ti
è bastato il modo in cui hai chiuso
la nostra storia? Non ti è bastato che io sapessi che stai
per sposarti?”
Lo
guardò piangendo, cercando di vedere nei suoi occhi almeno
un po’ del dolore che provava lei.
“Volevo
solo che sapessi.. che dopotutto io ti amo
ancora” eccolo,
il colpo di grazia. La
beffa dopo il danno di cui ancora lei si portava dietro gli strascichi.
Per
un attimo, sembrò vedere davvero la tristezza negli occhi
di Kouga. E un tempo si sarebbe fatta impietosire, avrebbe ceduto, e
avrebbe
fatto di tutto pur di riaverlo.
“E’
difficile conviverci, quando non è più
corrisposto, vero?”
gli sussurrò rivolgendogli un ultimo sguardo.
“Addio” gli diede le
spalle e uscì dal palazzo.
Inuyasha
rimase immobile ancora qualche minuto.
Nascosto
dov’ era aveva potuto sentire tutta la conversazione.
Avrebbe voluto interromperla e farsi avanti nel momento in cui aveva
visto
Kouga avvicinarsi a lei, e dichiararle il suo amore.
Che
razza di uomo era uno che alla festa di fidanzamento
dichiarava il suo amore a un’ altra?! Quello era proprio
fuori di testa, e non
poteva permettere anche solo che uno così svitato toccasse
la sua.. la sua..
amica?
Sospirò
appoggiato al muro.
Che
faccia tosta, proprio lui che aveva baciato Kagome quando
aveva una fidanzata si metteva a decidere cosa fosse meglio per lei.
Lei, che
non sapeva nemmeno cosa fosse.
Perché
qualcosa doveva pur essere per averlo spinto a
baciarla.
Non
era come tutte le altre volte, quando aveva tradito Kikyo.
In quei momenti non c’era nulla se non una forte attrazione,
e una voglia
esclusiva di sesso.
Certo,
doveva ammettere che in quel camerino gli erano venuti
strani pensieri, e probabilmente se non fosse arrivata quella stupida
commessa
si sarebbe spinto anche oltre. Ma era diverso..
Semplicemente
era diversa lei, da tutte le altre ragazze.
Gli
piaceva il modo in cui si arrabbiava, assumendo quella
tonalità simile a un pomodoro e scaraventando senza remore
insulti e improperi
al malcapitato, che spesse volte era proprio lui. Aveva un carattere
apparentemente indomabile che lo stuzzicava terribilmente, facendolo
ridere e
incuriosire, ma dietro al quale si nascondeva una creatura timorosa e
in cerca
di qualcosa di grande.
Ed
era dannatamente genuina e combattiva.
Anche
di fronte all’ umiliazione e alla sconfitta ne era
uscita con classe, mettendo a tacere quell’ idiota.
Ripensò
alle ultime parole che aveva rivolto a Kouga.
-
E’
difficile conviverci, quando non è più
corrisposto, vero?-
Per
un attimo pensò alla sua situazione con Kikyo. Da quanto
tempo non era più felice accanto a lei?
Da
quanto, nel profondo, sentiva che il sentimento di lei non
era più pienamente corrisposto?
Certo,
questo non era una giustificazione all’ averla tradita,
eppure.. forse, se l’ avesse amata ancora, magari non avrebbe
avuto altre
avventure. Non avrebbe baciato Kagome.
In
quell’ istante realizzò quanto volesse correre da
lei più
di ogni altra cosa e sincerarsi che stesse bene, farla sorridere e
portarla a
mangiare qualcosa ai quattro formaggi.
Ma
in strada di lei non c’era più alcuna traccia.
Kagome
aveva preso un taxi per tornare a casa sua.
Non
riusciva a credere a tutto il casino che aveva intorno.
Quel maledetto articolo, Inuyasha, e adesso Kouga e la sua fidanzata,
Kouga e
il matrimonio, Kouga e il suo amore per lei..
Prima
di imbarcarsi in tutta questa storia dell’ articolo, non
aspettava altro che un suo segnale, un messaggio, una chiamata. Non
aveva mai
chiuso del tutto quella porta.
Ma
adesso era solo un rivangare inutile e doloroso, e
tremendamente mortificante. Non si soffermò più
di tanto sul motivo che potesse
aver portato a un simile cambiamento.
Le
ci volevano una doccia e una gran dormita, questo era
certo.
Iniziò
togliendosi le scarpe, quando qualcuno bussò alla
porta.
Kagome
si voltò di scatto verso l’ uscio, col cuore in
gola e
una strana sensazione addosso.
Lentamente
si avvicinò alla porta e l’ aprì,
trovandosi di
fronte un Inuyasha col fiatone e un po’ bagnato.
“Sta
arrivando un bel temporale” disse sorridendo
Kagome
sentì indistintamente le guance infiammarsi. Non si
aspettava che venisse da lei, così bello e rassicurante,
come sempre, con la
sua sola presenza.
“Cosa
ci fai qui?” chiese facendolo entrare
“Beh,
sei corsa via in quel modo.. volevo accertarmi che
stessi bene” le mani in tasca, il sorriso sornione, e quei
fili argentati
intorno al volto. Kagome pensò di essere al cospetto di un
angelo.
“Non
dovresti essere dalla tua ragazza?” lo vide irrigidirsi.
“Sono
dove voglio essere” le si avvicinò di un passo
Kagome
deglutì, un po’ insicura su come dovesse
interpretare
quelle parole. Il fatto che lui volesse stare con lei la riempiva di
gioia,
provocandole le stesse sensazioni di un’ adolescente alle
prime armi.
Ma
oltre a quello, tutte le sensazioni e le aspettative che ne
derivavano, erano una ragnatela così spinosa da spaventarla.
“So
che c’è un milione di ragioni per cui non avrei
dovuto
farlo, ma c’è un motivo se ti ho baciata in quel
camerino” la frase rimase
nell’ aria per qualche secondo, lasciando a entrambi il tempo
di assorbirne il
significato.
“Inuyasha,
non credo di essere in grado di continuare questo
discorso adesso.. è stata una serata davvero
difficile”
“Allora
lascia che la renda più serena” un altro passo, le
mani a sfiorarle le braccia
“Ho
sentito tutto, poco fa” lei lo guardò, arrossendo
ancora
di più
“So
che non avrei dovuto, ma ero preoccupato per te. E quello
che ho sentito mi ha fatto pensare tanto.. alla mia relazione con
Kikyo” a quel
nome Kagome sentì un nodo stringersi nel petto. Che cosa
voleva dirle, adesso?
Non
era pronta, non voleva sentire quanto potesse essersi
convinto che lei era la donna giusta per lui, o qualsiasi altra cosa
che
significasse la sua felicità senza contemplarla, almeno un
pochino.
“Ti
prego Inuyasha, non credo di voler sentire..”
“Ma
tu devi ascoltarmi” la presa sulle braccia si
solidificò,
e in un secondo anche il corpo di lui s’ impose maggiormente
avvicinandosi.
“Da
quando ti conosco, qualcosa è cambiato in me..”
Kagome lo
guardò finalmente negli occhi, notando solo in quel momento
quanto anche lui
fosse imbarazzato e gli risultasse difficile parlarle così
apertamente
“Il
mio rapporto con Kikyo è già compromesso da
tempo, oserei
dire da sempre. E ora più che mai, mi sono accorto di quanto
siamo diversi. Me
lo hai fatto capire tu”
Kagome
avvampò. Che cosa stava succedendo? Forse era già
nel
mondo dei sogni e stava immaginando l’ ennesimo finale
lontano e impossibile?
Per
un attimo pensò addirittura che fosse soltanto un
tentativo di cambiare le carte in tavola, e far si che lei non
scrivesse l’
articolo.
“Sto
riscoprendo.. quanto si può stare bene accanto a una
persona” fu un sussurro, e Kagome si ritrovò a
pendere letteralmente dalle sue
labbra, rubando ogni suo minimo movimento con sguardo avido.
“Accanto
a te” un altro sussurro.
Poi
Inuyasha decise che non ne poteva proprio più di quel
silenzio, che non avrebbe aspettato di veder fiorire un rifiuto sul
volto di
Kagome, e che anzi non lo avrebbe accettato.
Si
chinò quasi di corsa e s’ impossessò di
nuovo di quelle
labbra carnose, la cui visione gli faceva crescere un desiderio
incontrollabile.
Le sfiorò, le assaggiò, vi si introdusse alla
ricerca di un bacio più intimo e
passionale, al quale con sollievo sentì abbandonarsi anche
Kagome.
Quando
incontrò la lingua di lei in risposta alla sua,
così
incalzante e bisognosa, si lasciò sfuggire un gemito,
più simile a un mezzo
ringhio, e in poco tempo la incatenò sotto le sue mani.
Kagome
non si aspettava tanta foga, ma accolse con entusiasmo
il tocco caldo del giovane. Le sue mani si muovevano in modo lento e
doloroso,
contornando in modo estenuante prima il suo volto, che con la bocca non
accennava a voler abbandonare, e poi lentamente il suo corpo.
Partendo
dal collo pallido e liscio, fece scivolare le dita
provocandole alcuni brividi che lui stesso sentì quando
passò a toccarle le
braccia nude.
Gli
venne istintivo avvolgerla ancora di più, per scaldarla, e
spostò le mani sui fianchi.
Kagome
reagì allungando le braccia dietro al collo di lui, che
non si fece attendere oltre e interpretò il gesto come un
palese invito a
continuare imperterrito.
Delicatamente
avanzò fino a spingerla contro la colonna, le
mani salde sui fianchi, e appena raggiunse la parete
continuò la sua
esplorazione, scendendo a tastare le gambe, che quel giorno erano
fasciate da
dei lunghi pantaloni neri.
Come
se l’ impiccio lo infastidisse decise di risalire in
alto, diretto alla pancia piatta, e poi poco più in alto,
fino a saggiare le
forme del seno tondo e pieno, ansante e fremente sotto il suo tocco.
Quella
donna si stava schiudendo per lui, e ogni secondo
sentiva il suo desiderio aumentare, incoraggiato dall’
accoglienza dolce di
lei.
Dopo
quel tempo che parve interminabile si accorse di non aver
mai smesso di baciarla, e non lo avrebbe fatto, se non avesse avuto
bisogno di
prendere respiro. Ma solo per ricominciare con più foga, si
promise.
Aprì
gli occhi e la guardò, accorgendosi solo in quell’
istante degli occhi pieni di lacrime di lei. La cosa lo
investì come una doccia
fredda, e in un secondo ebbe paura.
Che
cosa stava succedendo? Perché piangeva se evidentemente lo
voleva anche lei?
Forse
stava correndo troppo?
Oppure..
oppure stava male per quell’ idiota?
Si
lasciò sfuggire un sospiro.
“Stai
pensando a lui?” le chiese dolcemente, avendo un
po’
paura della risposta.
Lei
alzò gli occhi di scatto, arrossendo.
Era
così vicino, così bello e così perso
nei suoi occhi che
per un attimo pensò che avrebbe potuto tacere e continuare a
baciarlo, e
prendersi ciò che voleva.
E
lei voleva lui. Voleva Inuyasha con tutta se stessa.
“No,
stupido” il tono offeso lo fece sorridere
“Allora
perché piangi?”
Kagome
pensò a tutti i motivi per cui avrebbe dovuto dirgli la
verità. A tutte le cose che rendevano impossibile e
sbagliato quello che stava
succedendo fra loro.
A
tutto quel che ne sarebbe derivato, poiché lei rimaneva
un’
altra scappatella al di fuori della sua vita da compagno. Lei sarebbe
rimasta
l’ altra, una delle tante, ancora una volta.
Una
lacrima sfuggì alle ciglia, solcando la guancia e
scendendo fin sotto al mento.
Inuyasha
la prese col dito e le asciugò la pelle, in un gesto
molto tenero e delicato.
“Non
è.. non sarà come tutte le altre volte. Voglio
sistemare
tutto, se anche tu lo vorrai.” Kagome lo guardò
vedendolo arrossire. Anche lui
era titubante e insicuro. Le sfuggì un mezzo sorriso
“Fidati
di me, Kagome”
Le
mani di lui tornarono a contornare il suo volto,
spingendola a guardarlo.
Lei
lo fece, incapace tuttavia di resistere a lungo al contatto
con quegli occhi cangianti, così dolci e insieme famelici.
Pensò che l’ unico
modo per interrompere quel contatto così intenso fosse di
trovarne un altro, e
in uno slancio di coraggio si alzò sulle punte dei piedi,
allungandosi fino a
baciarlo.
Inuyasha
non si fece certo pregare, e ci mise poco ad
abbandonarsi a quel bacio coinvolgente. Avvolse il corpo esile di lei
con le
braccia e senza alcuno sforzo la sollevò.
Kagome
emise un gemito di sorpresa, che lo fece sorridere e
interrompere il loro bacio solo per un secondo, mentre con passo deciso
camminava dirigendosi verso la camera da letto.
La
mise giù ma senza fermarsi, e facendola arretrare la spinse
piano verso il letto, dove l’ adagiò senza
incontrare proteste.
Si
fermò solo un secondo a contemplarla, deglutendo al
pensiero di quello che stava per succedere. Non lo aveva previsto, non
lo aveva
calcolato.
Eppure
il pensiero di lei si era fatto così intenso da quel
giorno nel camerino, che ora non riusciva a pensare ad altro.
E
in un moto di egoismo ammise a se stesso che non gli
bastavano più la sua compagnia e il suo sorriso. Lui la
voleva tutta.
Spinto
da quel pensiero si abbassò fino a coprirla col suo
corpo, facendo attenzione a non gravarle addosso. Sentì
Kagome muoversi sotto
di lui, spostandosi e aprendosi per incastrarsi meglio sotto di lui, e
la cosa
lo fece letteralmente andare in estasi.
Sentiva
il seno di lei sotto il petto, e più in basso, la sua
erezione trovava ristoro in quell’ incavo caldo e
accogliente, purtroppo ancora
ostruito dai vestiti.
Senza
pensarci troppo iniziò a spogliarla, iniziando dalla
camicetta. Kagome trovò estenuante il modo lento e cadenzato
in cui slacciava
ogni singolo bottone, ma l’ attesa fu ripagata dallo sguardo
di lui, che una
volta sfilato l’ indumento rimase incantato a rimirare il suo
petto, scosso dal
respiro affannato.
Si
chinò a baciarle il collo, aspettando quel lasso di tempo
che rendesse lecito il poter realizzare tutti i pensieri che aveva per
la
testa, perché era certo che Kagome non avrebbe sopportato tutto quel che avrebbe voluto
farle.
Ma
tutti i suoi buoni propositi andarono a farsi benedire
quando sentì le mani di lei sfilargli la camicia dai
pantaloni e introdursi
furtivamente fino a sentire il tocco caldo sugli addominali.
Gli
sfuggì un ringhio, provocato a metà dal solletico
per il
tocco delicato e un po’ per l’ eccitazione. Era da
troppo, per i suoi gusti,
che nessuna lo toccava.
Beandosi
di quel contatto scese con le labbra a baciarle l’
incavo fra le clavicole, togliendole un attimo il respiro, e poi
giù fluido
come un fiume, lasciandosi avvolgere dal calore e dalla morbidezza del
seno,
coperto da un reggiseno in leggero cotone.
Poteva
vedere i capezzoli spingere attraverso la stoffa, e il
solo realizzarlo lo spinse a muoversi con entrambe le mani sotto la
schiena di
lei. Sganciò in un secondo l’ ultimo strato che lo
separava dalla sua pelle candida,
e dopo averlo rimosso del tutto si fiondò sulle
rotondità, gustandole in ogni
centimetro.
Kagome
ansimava sonoramente, mentre lui pizzicava e leccava
quel punto così erogeno in cima al seno, grande e
dannatamente invitante.
Continuò
per un po’, finché non iniziò a sentire
qualcosa
spingere troppo dolorosamente fra le sue gambe. Il desiderio cresceva
spudoratamente, e lui non riusciva a contenerlo. Non era da lui essere
così
frettoloso, dannazione.
Aprendo
gli occhi si accorse di quanto fosse incantevole
Kagome, così abbandonata e seminuda per lui. E
capì che era solo colpa sua se
ora si ritrovava questo bisogno impellente di farla sua, colpa della
sua
bellezza che gli toglieva il fiato.
Come
a punirla, slacciò in tutta fretta la cerniera dei
pantaloni, e in un’ unica mossa glieli sfilò,
facendola sussultare. La guardò,
rossa e vogliosa.
La
cosa lo fece eccitare un sacco, e anche lui si denudò
rapidamente, sfilandosi del tutto la camicia e i pantaloni.
Rimanevano
solo i due indumenti più intimi, gli ultimi
ostacoli a quell’ unione che desiderava con sofferta
impazienza.
Tornò
a coprirla col suo corpo, sentendo i capezzoli spingere
sul petto e le braccia di lei avvolgerlo ancora, cercandolo in una muta
richiesta.
I
loro baci ora si erano fatti impazienti, come impellente era
il desiderio di entrambi.
Senza
nemmeno pensarci Inuyasha giunse con le mani fino agli
slip di Kagome, giocherellando con il bordo e carezzandolo fino a
giungere ai
fianchi, dove tirò l’ elastico e lo ruppe senza il
minimo sforzo, facendola
nuovamente sobbalzare per la sorpresa.
La
guardò negli occhi, eliminando del tutto la stoffa ormai
rotta e abbassandosi in modo fulmineo i boxer.
Il
contatto fra le pelli calde lo fece emozionare, e ancora di
più lo fecero gli occhi di lei. Il modo in cui lo guardava
lo fece sentire
desiderato, e addirittura.. amato.
E
gli piaceva un sacco che lei lo guardasse cosi.
Si
chinò a baciarla, per poi tornare a guardarla negli occhi
“Sei
stupenda” lei non disse niente, ma arrossì ancora
di più,
sentendosi in soggezione per quel complimento in un momento
così delicato.
Senza accorgersene un’ altra lacrima sfuggì ai
suoi occhi, e prontamente lui l’
asciugò con le mani.
“Anche
quando piangi” disse piano, e la fece sorridere “Ma
io
voglio vederti sempre sorridente”
Piano,
combattendo con il desiderio ardente che gli intimava
di prenderla con tutta la foga di cui era capace, si unì a
lei, godendo di ogni
singolo centimetro che il corpo di lei gli offriva, donandogli rifugio,
calore.
Amore.
“Voglio
renderti felice”
Quando
Kagome si svegliò aveva il viso affondato nel cuscino.
Cercò
di voltarsi, ma la luce del sole la investì, e ci mise
parecchio a decidersi ad aprire gli occhi. Quando lo fece si accorse
delle
lenzuola sfatte intorno a sé, e di qualcosa di scuro vicino
a lei.
Stropicciò
bene gli occhi, rendendosi conto che si trattava di
una freccia, ritagliata da carta di giornale.
La
freccia indicava come direzione la porta della sua camera,
e non appena si alzò, nuda e curiosa come una bambina la
mattina di Natale, si
accorse che sul pavimento altre frecce segnavano tutto il percorso.
Le
seguì sorridendo, trovandosi coi piedi di fronte alla
colonna.
Davanti
a lei, appoggiato per terra, un pacco chiuso da un
enorme fiocco blu torreggiava invitandola ad aprilo. Lei non si fece
attendere,
e lo scartò in qualche mossa, scoprendosi a rimirare il
vestito verde che aveva
indossato solo qualche mattina prima.
Era
senza parole, e solo in quell’ istante si accorse che era
sola in casa.
Talmente
abituata a svegliarsi senza nessuno accanto, e
totalmente rapita dal gioco delle frecce, non si era nemmeno domandata
dove
potesse essere finito Inuyasha. Il solo pensiero di lui la fece
avvampare,
riportandole alla mente la notte di passione che avevano condiviso.
Tornò
poi a guardare il pacco, chiedendosi se fosse lui l’
artefice di tutto ciò.
Un’
altra freccia rapì la sua attenzione.
Sotto
al pacco, e poi sulla colonna, ecco un altro percorso
che saliva in alto, fra un disegno e una scritta, su in cima,
costringendola ad
alzarsi.
Dovette
sollevarsi in punta di piedi per poter leggere il
messaggio:
Ti
dona davvero troppo per rimanere su uno scaffale.
Indossalo
questa sera, per favore.
E
scusa se ti ho lasciata sola, ma sarò tutto il giorno nel
salone a organizzare
l’ evento.
Ps.
I bottoncini li ho chiusi tutti io.
Inuyasha
Kagome
rise di gusto, notando solo in quel momento che li
avesse davvero chiusi lui. Affondò il viso nel vestito,
sperando che quel sogno
non finisse mai.
Inuyasha
era nervoso come non mai.
Mentre
seguiva tutti i lavori per allestire il salone, e le
tavolate per la cena alla quale avrebbero partecipato anche i nuovi
collaboratori del suo studio, pensava e ripensava alla notte trascorsa
con
Kagome.
Il
pensiero non lo faceva stare fermo, tanto si emozionava, e
si ritrovava a camminare in giro come uno scemo, cercando di non farsi
distrarre dal ricordo di quel corpo meraviglioso che ansimava per lui.
Doveva
aver preso un brutto colpo in testa, per essere ridotto così.
Ma
ormai era fatta.
Aveva
chiamato Kikyo, quella mattina, pregandola di
raggiungerlo al salone prima che iniziasse l’ evento. Doveva
parlarle, doveva
dirle che non poteva continuare così.
Che
non l’ amava più.
Il
pensiero lo mise in agitazione, ma insieme gli diede una
sensazione di libertà. Libertà di stare con
Kagome e averla ancora accanto.
Attese
con impazienza che arrivassero le uniche persone che
per lui rappresentavano una svolta nella sua vita. Il suo passato, e il
suo
futuro.
Quel
pomeriggio Rin si era dedicata insieme a Inuyasha e a
Miroku al ricevimento. Anche Sesshomaru li aveva raggiunti, ma per lei
costituiva più una distrazione che altro. Non perdeva
occasione di avvicinarsi
di soppiatto, abbracciandola da dietro o sussurrandole parole
sdolcinate o
addirittura sconce.
Pensava
di aver sopperito a tutto quel periodo lontani, quando
appena riconciliati si erano dedicati giorni di amore e passione nel
suo
appartamento. Ma a quanto pare ricordava male i bisogni del suo
Sesshomaru.
Era
davvero sorprendente che avesse resistito tutto quel tempo
in cui si erano lasciati senza una donna. Comunque, era meglio per lei.
Verso
le otto gli ospiti iniziarono a entrare numerosi, e lei
si occupò di accoglierli insieme a Sango.
“Hai
visto Kagome?”
“No,
ma ho visto Sesshomaru” Rin la guardò di
soppiatto,
salutando e consegnando una brochure a un altro gruppo di invitati
“Che
vuoi dire scusa?”
“Rin,
è come un avvoltoio! Non ti molla un secondo!”
disse
guardando il demone dall’ altra parte del corridoio,
apparentemente preso da
una conversazione.
“Dannazione,
quello ha voglia di sesso” Sango la guardò
arrossendo
“M-ma
cosa dici?”
“E’
tremendamente insaziabile..” sospirò. Sango era
senza
parole
“Comunque
non ho visto Kagome, ma l’ ho sentita ieri. Sai, per
la storia di Kouga”
“Sei
stata una brava amica, e per poco eravamo riuscite a
nasconderle tutto. Peccato per quell’ imprevisto”
“Già,
ma ieri era.. non oserei dire serena, ma posso
assicurarti che non era affatto triste come mi aspettavo”
Rin
la guardò
“Beh,
meglio così”
“Si.
Anche se.. ho una strana sensazione, Rin”
“Di
cosa parli?”
Sango
soppesò mentalmente la questione. Forse un parere in
più
poteva rassicurarla.
“Sai,
ho come il presentimento che Kagome e Inuyasha.. si
insomma, che ci sia qualcosa fra loro. O per lo meno, da parte di
Kagome”
Rin
la fulminò con gli occhi
“Impossibile”
“Come
fai a esserne così sicura?”
“Non
lo sono, in effetti. Ma se quel ragazzo ha un po’ di sale
in zucca non si complicherà la vita.
C’è in ballo la sua reputazione, a ridosso
di un’ attività appena iniziata. E nemmeno Kagome
mi sembra così ingenua da
assecondare i fini di un marpione come Inuyasha”
“Accidenti,
lo vuoi proprio mettere in croce”
“Credimi,
non ho nulla contro di lui. Ma purtroppo Inuyasha
non riesce a essere fedele a nessuna. E questo, per i miei gusti, lo fa
finire
direttamente su una lista nera”
“Io
credo che Kagome sia davvero presa da lui..”
sussurrò
ancora Sango, cercando lo sguardo di Rin.
La
ragazza la guardò, stavolta un po’ più
incerta.
“Allora,
in quel caso, saremmo nella merda fino al collo”
Quando
Kagome scese dal taxi fu tentata di tornare indietro
per la millesima volta quel giorno. Si sentiva un pesce fuor
d’acqua, in un
vestito troppo bello per lei, a un evento al quale non era nemmeno
sicura di
voler partecipare, perché sapeva che avrebbe rivisto lui, e lei.
Maledicendosi
pensò che avevano un nome.
Inuyasha
e Kikyo.
Erano
anche una coppia. Lui, stupendo e dannato dongiovanni,
lei quella che nonostante tutto, ufficialmente figurava al suo fianco.
Non
seppe se invidiarla o meno. Dopotutto, lui era appena
stato con lei.
E
cosa sarebbe successo ora?
Inuyasha
avrebbe davvero sistemato tutto? E che cosa intendeva
con.. sistemare tutto?
Entrò
titubante nell’ edificio e poi seguì le
indicazioni per
il cortile, fermandosi nel portico spazioso.
I
tavoli erano stati disposti all’ aperto, ma coperti da un
enorme telone che riparava dalla calura del sole, ormai alto, e dalle
eventuali
intemperie.
Il
vasto giardino era delizioso, illuminato dai raggi del sole
e ricco di alberi fiorenti e panchine sparse qua e la. Vicino al grande
telone,
e a un palchetto con un microfono e un proiettore, Kagome vide un
tavolino con
un plastico.
Probabilmente
il lavoro commissionato dall’ azienda partner di
Inuyasha.
Facendosi
largo tra la folla, fra cui incredula non riconobbe
nessuno dei suoi amici, vi si diresse per darci un’ occhiata.
Si
fermò a osservare il ripiano, scoperto sopra e da cui
poteva vedere gli interni di uno studio. Sotto, sulla targhetta che
riportava i
nomi degli ideatori, scorse anche quelli di Miroku, Inuyasha e del
fratello.
“Ti
piace?” la voce di Inuyasha la fece trasalire.
Sollevò lo
sguardo, ed ebbe la sensazione che il tempo si fosse fermato.
Lui
era li, in tutta la sua bellezza, intento a sorridere e a
porgerle un calice pieno di una bevanda.
“Ti
ho vista arrivare” disse quando lei, cocciutamente
silenziosa,
prese in mano il bicchiere e lo fece tintinnare sul suo. “Sei
bellissima”
sussurrò, bevendo poi un sorso dal bicchiere.
“G-grazie.
Per il vestito, non dovevi”
“Si
invece”
Lui
continuò a guardarla, constatando con divertimento quanto
fosse in imbarazzo. Avrebbe voluto prenderla e baciarla davanti a
tutti, e
farla rilassare nel modo che sapeva, avrebbe avuto un grand’
effetto su di lei.
“Come
stai?” le domandò, cercando di scavare un
po’ in quel
turbinio di sensazioni che le vedeva dipinte sul volto
“Bene”
disse lei abbassando lo sguardo
“E
tu?” lo rialzò, e Inuyasha si sciolse un
po’. Sembrava una
bambina.
“Sono
contento. Sta andando tutto più o meno come
previsto” le
sorrise
Lei
si guardò intorno
“Beh,
si prospetta una grande serata, in effetti” lui bevve un
altro sorso
“Non
mi riferivo a questo”
Kagome
avvampò, incapace di reggere quello sguardo.
Sentì una
felicità inaspettata salirle dentro.
“Inuyasha!”
entrambi si voltarono, e Kagome la vide per la
prima volta.
Kikyo.
Decisamente più alta di lei, ma con la stessa
intensità
di nero nei capelli, e due occhi più sottili e scuri.
Per
un attimo le sembrò di vedere una se stessa più
matura. Ma
quando la vide sorridere guardando Inuyasha si accorse di quanto fosse
diversa.
La
vide avvicinarsi sui tacchi alti, le gambe snelle e lunghe.
Si
rigirò in fretta, guardando Inuyasha.
In
quel momento si sentì male. Ora era tutto reale. Kikyo era
reale, quello che avevano fatto era reale. La realtà, era
che lui era
impegnato.
“Kagome”
la richiamò “resta fino alla fine della serata. Ti
prometto che ne varrà la pena” le sorrise
rassicurante. Lei annuì appena col
capo, vedendolo poi incamminarsi e superarla, per raggiungere la sua
ragazza.
Ebbe
la tentazione di voltarsi e guardare coi suoi occhi, ma
in quel momento qualcuno venne a salvarla
“Kagome!
Sei arrivata finalmente!” l’ allegria di Sango la
investì,
alleggerendo almeno un po’ il peso che sentiva nel petto.
“Ciao
Sango, mi spiace per il ritardo. Non sapevo cosa
indossare” buttò li
“Beh,
vedo che hai risolto il problema egregiamente! Sei a dir
poco meravigliosa!”
“Grazie.
Come sta andando?”
“Per
ora tutto bene, eccetto un piccolissimo particolare”
“E
sarebbe?”
“Rin
ha un problema con una”
“Con
una? E chi è?”
“Non
l’ ho ben capito. Pare una ex fiamma di Sesshomaru. Ma
non capisco quale sia il problema, dato che lui muore dalla voglia di
fare
sesso con Rin”
“Ma..
ti sembrano cose da dire?!” chiese Kagome imbarazzata
“Me
lo ha detto Rin”
“Ok,
credo di essere confusa”
“Siamo
in due. Forza, andiamo a sederci, fra poco inizia la
cena!”
Vi
erano almeno sette tavolate, e Kagome notò con piacere che
nella sua non era prevista la presenza di Inuyasha, e conseguentemente
della
sua ragazza.
Erano
in un altro tavolo, insieme ad altre persone che non
conosceva.
Fu
con un certo disappunto che notò di essere l’
unica single,
ma in fondo era coi
suoi amici, e andava
bene così. E poi, fra sé e sé, penso
che forse, presto non sarebbe più stato
così.
“Sicuro
di non voler sedere con i dirigenti?”
“Certo,
ci passerò tanto di quel tempo” Miroku sorrise a
Sango, dandole un bacio.
Dall’
altro lato, Rin aveva uno sguardo assatanato, mentre
Sesshomaru rimaneva impassibile come sempre.
“Potevi
dirmi che avevi richiesto la sua presenza almeno”
“Non
l’ho richiesta io”
“E
allora chi?”
“Dimentichi
che lei rimane una collaboratrice importante.
Tutto il team che ho lasciato in questo periodo è in mano
sua, ma per aiutare
Inuyasha ho dovuto rivolgermi a loro. Kagura lo avrà saputo
e starà dando una
mano”
Rin
sembrò non apprezzare quella risposta, e Kagome ebbe la
sensazione di sentirla bofonchiare qualcosa come “Nessuno
gliel’ ha chiesto”
Decisamente
forse c’era chi era messo peggio di lei.
Si
voltò verso il tavolo di Inuyasha, vedendo Kikyo sporgersi
e baciarlo sulla guancia.
Ok,
forse quella messa peggio era lei.
“Kagome”
Sango la richiamò
“Come procede il tuo articolo?”
“Già,
a quanto ne so il mio amico stavolta sta facendo le cose
per bene” s’ intromise Miroku.
Eh,
già, proprio.
Gli
sguardi tornarono su di lei
“Beh,
ecco.. lo sto terminando”
“Kagome,
guarda che la consegna è settimana prossima” disse
Rin
“Lo
so, lo so, manca davvero poco” disse lei arrossendo
“E
puoi anticiparci qualcosa?” continuò sorridendo
Miroku
“Alla fine che cosa scriverai?”
Kagome
era in seria difficoltà
“Voglio
dire, pare che Inuyasha sia rimasto fedele a Kikyo”
disse facendo un cenno alla coppia qualche tavolo più in la
“In
questo caso che cosa pensi di scrivere?”
“Ho
già calcolato tutto. Ma.. non posso dirvi niente”
“Fai
bene, e poi manca ancora un giorno e qualcosa” s’
impose
Rin “tutto può succedere!”
“Parlando
di Inuyasha non posso che darti ragione” rise
Miroku.
In
quel momento sentirono un fischio e un signore iniziò a
parlare al microfono, introducendo alcuni altri ospiti, fra cui
Inuyasha e
Miroku e dando inizio alla cena, alla fine della quale avrebbero
spiegato nei
dettagli in cosa consisteva il progetto.
A
Kagome sembrò che le ore non finissero mai, e l’
ansia
cresceva a ogni minuto, mentre lo stomaco le si chiudeva e non riusciva
a
smettere di domandarsi che cosa sarebbe accaduto alla fine di quella
serata.
Perché
Inuyasha le aveva detto di restare? Sperò che si
trattasse di qualcosa di veramente importante, perché
iniziava a non tollerare
più il fatto che a pochi passi da lei, il ragazzo con cui
aveva appena fatto l’
amore fosse circondato dalle attenzioni di un’ altra donna.
Inuyasha
era disperato.
L’
agitazione per l’ affare era solo lo sfondo di una
preoccupazione ben più grande. Da quando Kikyo era arrivata
non aveva fatto
altro che discutere di particolari futili e insignificanti, commentando
gli
addobbi scialbi e poco interessanti che Rin aveva scelto per
l’ occasione. Poi
era passata ai vestiti di alcune collaboratrici.
E
quando Inuyasha aveva insistito per parlare con lei, si era
imposta dicendo che doveva assolutamente assaggiare il buffet, che
all’
apparenza era anche peggio delle decorazioni.
Insomma,
non era riuscito a procedere secondo i suoi piani,
che poi tanto certi a quanto pare non erano. Sperava davvero di
riuscire a
liquidarla così?
Due
anni di storia racchiusi in cinque minuti prima dell’
inaugurazione del lavoro che avrebbe dato una svolta alla sua vita
“Non
ti
amo più, siamo troppo diversi. Ora però ho da
fare”
Si
sentiva un idiota, e per giunta non aveva concluso un
accidente. Quella sera, dopo la festa, aveva organizzato una sorpresa
per lei,
per Kagome.
E
sperava con tutto il cuore di riuscire a mostrargliela.
Doveva trovare quei dannatissimi cinque minuti.
Il
dessert arrivò come una ventata d’aria fresca, sia
perché
si trattava di gelato che perché rappresentava, forse, la
fine di quella serata
infinita e ansiogena.
Rin
si guardava intorno irrequieta, attirando l’ attenzione
degli amici
“Rin,
che ti prende?” chiese Kagome
“Non
capisco che fine abbia fatto Sesshomaru”
“Sarà
andato in bagno” disse Miroku per poi guardare verso il
palchetto “in effetti temo che a breve avremo bisogno anche
di lui. Vado a vedere”
e il ragazzo si alzò prontamente
“Non
è necessario. Vado io” il tono di Rin sembrava
irremovibile.
Si
alzò e si diresse verso l’ edificio, salendo i
pochi
gradini per accedere al porticato, e poi dentro. Le venne automatico
dirigersi
verso i bagni, e per farlo passò di fronte a una serie di
corridoi. Fu proprio
da uno di quelli che sentì provenire la voce di Sesshomaru
“Non
ho tempo per queste cose adesso”
“E
quando ne avrai? Quando troverai cinque minuti per parlare
di quello che c’è stato fra di noi?”
Rin
sentì una stilettata al cuore. Si sporse lentamente oltre
il muro e osservò i due, l’ uno davanti
all’ altra.
“Credevo
di essermi già spiegato in merito. Evidentemente
abbiamo vissuto la cosa in maniera completamente diversa”
“Di
cosa stai parlando?” Rin decise di non poter davvero
più
rimanere nascosta
Sesshomaru
si voltò, guardandola quasi infastidito.
“Nulla
che ti interessi, andiamo via” si diresse verso di lei
e cercò di prenderle un braccio
“Non
toccarmi!” gli urlò in faccia, per poi guardare la
donna
a qualche passo di distanza
“Che
cosa c’è stato fra voi?” chiese poi con
tono mesto
“Rin,
non c’è stato nulla”
“Non
ti credo!” gli occhi erano pieni di lacrime, che a fatica
represse
Guardò
ancora la donna, aspettando che qualcuno le desse le spiegazioni
che meritava
“Avanti,
diglielo Sesshomaru. Tanto anche se lo tenessi
nascosto, non ti crederebbe comunque” a quelle parole
Sesshomaru ringhiò
sonoramente
“Sta
zitta Kagura!”
Rin
era allibita, passando lo sguardo prima da uno e poi sull’
altro
“No,
io non voglio più stare zitta. Non ho fatto altro che
aspettare il momento in cui mi avresti degnata di uno sguardo, accorgendoti di
me, ma
tu avevi occhi solo per lei. Esisteva soltanto Rin”
Sesshomaru
sospirò, resistendo alla tentazione di fare del
male a qualcuno. Aveva la sensazione che nulla però avrebbe
ricolmato il vuoto
che stava spargendosi intorno a lui.
“Poi
quella sera ero riuscita ad averti tutto per me. Sapevo
che con la scusa del lavoro non ti saresti mai sottratto a una
qualsiasi
riunione extra. E quando lei ci vide insieme dubitò subito
delle tue
intenzioni” lo sguardo rivolto verso Rin
“Pensasti
subito che ti aveva tradita. Ma non era vero.
Peccato che per la frustrazione e la rabbia, fu proprio quel che
accadde poco
dopo.” Tornò a guardare Sesshomaru
“Non
ci hai messo molto a consolarti con me tutta la notte”
“Basta,
taci” le intimò il demone
“Quello
che non riesco a tollerare è il modo in cui tu mi
abbia usata e scaricata, per poi tornare da una sciocca ragazzina che
nemmeno
si fida di te!”
“Bada
a come parli!” il demone si avvicinò di un passo
alla
donna, ringhiando sonoramente e pronto a uno scontro verbale senza
pietà
“Avevi
detto che non c’era stato niente fra di voi..” la
voce
di Rin gli giunse sottile e rotta dal pianto.
Lui
sembrò perdere tutto l’ interesse per Kagura e il
loro
bisticcio, e in pochi passi fu di nuovo davanti a Rin, che prontamente
si
allontanò.
“Mi
hai mentito..” le guance ricoperte di lacrime e l’
espressione tormentata.
“Rin,
cerca di capire, se ti avessi detto quello che è
successo tu non ti saresti mai convinta di quanto io e te potessimo
ancora
stare bene insieme”
“E
avrei fatto bene” sussurrò “mi hai
spezzato il cuore. Di
nuovo. Non meriti neanche la metà dell’ amore che
provo per te” si voltò e
tornò indietro
“Rin,
aspetta!”
Sesshomaru
la seguì, cercando di fermarla, ma quando la
raggiunse si accorse di essere già nel portico, dove
Inuyasha stava tenendo un
discorso.
Si
fermò, guardando la ragazza tornare al tavolo, e attese di
capire la sua prossima mossa. Non l’ avrebbe lasciata andare
via da li senza
averla prima convinta che si era trattato di uno stupido, immondo
errore e che
lui era sempre lo stesso.
Che
loro due, potevano essere ancora gli stessi.
Rin
prese la borsa dalla sedia e fece per andarsene, quando
Kagome la fermò
“Rin”
sussurrò per non farsi udire ”Che cosa ti
è successo?”
Anche
Sango e Miroku si voltarono, allarmandosi subito nel
vederla in quello stato.
“E’
tutto sotto controllo. Vi chiedo scusa, ma un
contrattempo..”
“Rin”
Kagome si alzò in piedi “Ma quale contrattempo, di
che
parli? Che ti è successo?” andò con lo
sguardo oltre di lei, vedendo un
Sesshomaru parecchio nervoso e irrequieto osservarle da lontano
“Kagome,
scusa ma devo proprio andare..”
Un
sonoro colpo di tosse le fece voltare verso il palco
“Scusate,
scusate l’ interruzione” Kagome per poco non
sbiancò
vedendo Kikyo prendere il posto di Inuyasha, che di certo non aveva
finito il
suo discorso, e iniziare a parlare al microfono.
“So
che questa sera è da dedicare al lavoro che il mio
amoruccio e il suo amico stanno realizzando”
“Kikyo
per cortesia..” Inuyasha cercò di riprendere
possesso
del microfono
“Tesorino
lasciami finire. Stavo dicendo, questa sera abbiamo
un grandissimo evento da festeggiare, e così ho pensato,
perché non
festeggiarne due?” si voltò sorridendo a Inuyasha,
che invece appariva più
spaventato e sorpreso che mai.
“Kikyo,
che cosa stai facendo?”
Lei
ignorò la sua domanda, e si rivolse nuovamente a tutti gli
ospiti
“Siamo
lieti di annunciarvi, che il mese prossimo ci
sposeremo!”
Per
parecchi secondi rimasero tutti in silenzio, Inuyasha
compreso.
Poi
qualcuno iniziò titubante ad applaudire, trascinando anche
gli altri ospiti. Kikyo sorrise soddisfatta, battendo da sola le mani e
guardando felice Inuyasha.
Ma
lo sguardo di lui era rivolto unicamente a Kagome.
La
ragazza lo fissava attonita, incapace di formulare
qualsiasi pensiero che non fosse
-Inuyasha
sta per sposarsi-
Ciao
a tutti!
Chiedo immensamente venia per il ritardo mostruoso ;_;
Scusate davvero, ma è stato un periodo pieno e difficile e
non ho avuto molto
tempo da dedicare alle mie storie!
Mi auguro almeno che il capitolo possa essere di vostro gradimento,
così per
perdonarmi un pochino :D
Come
forse avevo annunciato già un po’ di tempo fa,
questa
storia non sarà particolarmente lunga, ma anzi, posso dire
senza problemi che
(sempre che riesca a scriverla ^_^”) non manca molto alla
fine.
Ho
voluto scompaginare un po’ le cose, e così ci
ritroviamo
davanti a qualche situazione sgradevole. Rin ha scoperto il
“tradimento” di
Sesshomaru, Kagome, che è una gran credulona devo dire, ha
ceduto al suo
sentimento, per poi scoprire che lnuyasha sta per sposarsi. E beh, non
era il
modo che si aspettava da parte sua di sistemare le cose :D soprattutto
dopo
aver visto come il suo caro Kouga
l’
avesse presa per i fondelli.
Rimangono
Sango e Miroku, il quale è un marpione risaputo, ma
alla fine Sango è quella messa meglio XD
Cosa
succederà adesso? E questo benedetto articolo?
Spero
di aggiornare presto! Intanto grazie a tutti per i
commenti, le letture, i messaggi e il supporto, come sempre
graditissimi!
Per
chi non le avesse ancora fatte, buone vacanze e a presto!
Aruko
|
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Capitolo 9 *** Ne vale la pena? ***
Inuyasha
sta per sposarsi.
Inuyasha
sta per sposarsi.
Quella
notte avevano fatto l’amore, e ora la sua fidanzata
aveva appena annunciato che Inuyasha stava per sposarsi.
Kagome
non riuscì a decifrare per quanto tempo rimase
imbambolata a fissarlo, a guardare il volto impietrito dell’
uomo di cui si era
innamorata.
Fu
la sua amica a risvegliarla da quel torpore
“Kagome”
Sango le era accanto, insieme a Rin “Va tutto bene?”
Lei
la guardò, senza lasciar trapelare nessuna emozione.
“Credo
di si” disse solo
Poi
prese la borsa e lentamente si diresse verso l’ uscita.
“Sango,
vai con lei” Miroku le baciò la guancia per poi
dirigersi verso il palco e prendere in mano la situazione.
La
ragazza seguì subito Kagome, e dietro di lei anche Rin, che
aveva tutta l’intenzione di andare via da quel posto.
Passò
davanti a Sesshomaru, che provò a dire qualcosa, ma non
riuscì a emettere nessun suono dalle labbra.
Rimase
congelato dallo sguardo di lei ancora colmo di lacrime,
e per niente rassicurante.
“Adesso
sei libero di divertirti quanto ti pare con la tua
amichetta. E hai anche la mia totale approvazione” Rin
cercò di suonare
ironica, ma si accorse di riuscire a malapena a tenere la voce ferma.
“Rin,
ti prego..”
“Non
cercarmi mai più. Hai rovinato tutto..”
Sesshomaru
la vide allontanarsi, e stavolta non cercò di
fermarla.
Appena
Miroku salì sul palchetto, Inuyasha prese subito Kikyo
in disparte, portandola lontano dai tavoli
“Ma
cosa ti è saltato in mente?”
“Scusa
tesorino, ma ero così ansiosa di comunicare a tutti che
ci sposiamo!”
“Beh,
questo non è sicuramente il contesto migliore! Questa
serata era da dedicare anche a Miroku e a Sesshomaru, e alle ragazze
del
giornale che ci hanno dato una mano per avviare la nostra
attività! Che figura
ci faccio davanti all’ azienda che ci ha fatto firmare il
nostro primo
contratto?”
“Suvvia,
tesorino.. ma perché te la prendi tanto? Pensavo di
farti una bella sorpresa” il tono leggermente abbattuto
“E
invece no! E poi quand’è che avremmo deciso di
sposarci il
mese prossimo?”
“Beh,
ecco, in questi giorni eri così preso che insieme a
papino ho deciso che fosse la scelta migliore”
“La
scelta migliore per chi? Ti rendi conto che da quando
stiamo insieme non fai altro che decidere ogni cosa? Ogni singolo
aspetto della
mia vita!” Inuyasha non si curò più del
tono della voce.
“Hai
mai pensato di consultare me prima
di prendere una decisione così grande? Anche a cena dai
tuoi, hai annunciato un fidanzamento di cui non ero nemmeno a
conoscenza!”
“Ma
tesorino, pensavo che lo volessi anche tu..”
“Allora
forse hai pensato male” Inuyasha la guardò negli
occhi, sentendosi un po’ un vigliacco, perché
voleva lasciare la sua ragazza
senza dirle che in verità l’ aveva tradita.
Voleva
lasciarla mentre lei pensava a sposarsi.
“Che
cosa vuoi dire?”
“Kikyo,
noi siamo troppo diversi.. non siamo più i ragazzi che
eravamo quando ci siamo conosciuti. Non bastano più
l’ affinità sessuale e le
serate folli. Adesso siamo adulti, e siamo cambiati, io sono
cambiato..”
“Ma
io ti amo ancora..” Inuyasha sentì un colpo al
cuore. Non
avrebbe mai creduto che sarebbe stato così difficile.
Le
prese il volto fra le mani, asciugandole le lacrime
“Tu
devi ancora trovare l’ uomo che riesca ad amarti come
meriti. Un uomo che condivida tutti i tuoi gusti eccentrici, e che come
te
abbia un guardaroba grande quanto una stanza” le
sfuggì un sorriso
“Non
posso essere più io.. mi dispiace Kikyo”
Lei
tirò su col naso.
“Non
sono stata del tutto sincera con te..” disse staccandosi
Inuyasha
prese un lungo sospiro, aspettandosi davvero di
tutto.
“E’
che ultimamente eri così distante.. e io mi sentivo tanto
sola.” Fece una pausa “Ti ho tradito”
Il
ragazzo rimase di sasso, e per un secondo avrebbe voluto
scoppiare a ridere di gioia! Non gli sembrava vero, Kikyo lo aveva
tradito!
In
quell’ attimo si sentì leggero come una piuma,
cancellando
in un secondo tutte le sensazioni opprimenti che l’ aver
tradito la sua
compagna gli avevano provocato.
Si
era sentito in colpa tante volte, pensando a quanto lei,
nonostante tutti i difetti, fosse migliore di lui.
“Si
è trattato solo di un capriccio.. ma mi sembrava giusto
confessartelo”
Inuyasha
la guardò meglio. Alla fine lei era stata davvero
migliore di lui. Aveva sbagliato, ma aveva avuto il coraggio di
ammetterlo.
“Kikyo..”
“Ti
sei innamorato di un’ altra, vero?”
Lui
non seppe cosa dire. Perché non aveva mai realmente
formulato quel pensiero. Lui, innamorato di Kagome? Era quello che lo
aveva
spinto a farci l’ amore, quella notte?
Quel
desiderio di cercarla, e sincerarsi che stesse sempre
bene.
Mentire,
ormai non aveva più senso
“Sì”
Le
sfuggì una lacrima, ma la scacciò subito,
sorridendo
“Bene
allora. Che ci fai ancora qui?”
*
* *
“Non
ci posso credere” esclamò una Sango sgomenta
“Invece
è tutto vero” Rin bevve un altro lungo sorso della
sua
bevanda “Lo ha detto quella Kagura, e lui non ha negato
niente”
Le
due amiche la guardarono.
Avevano
deciso di bere qualcosa per affogare i dispiaceri. Rin
aveva iniziato subito con del Sake, costringendo anche Kagome (che fra
le tre
sembrava essere la più sconvolta) ad imitarla. Di
conseguenza, per solidarietà
femminile, Sango non aveva potuto fare da meno.
Il
risultato era abbastanza allarmante.
Tre
donne, di cui due semi piangenti, dalle movenze rallentate
e quasi assopite, ma il cui tono di voce era quasi arrabbiato.
“Quindi
tu sei andata via, pensando che ti avesse tradita.. ma
in realtà lo ha fatto appena li hai lasciati
soli?” Sango sembrava non poterci
credere
“Si”
Rin soffiò la risposta, ripensando ancora e ancora a
quella frase. A quanto di incredibile ci fosse. A quanto fosse stata
stupida e
impulsiva, come al solito.
Se
non si fosse arrabbiata così tanto, forse Sesshomaru non
avrebbe mai agito in quel modo. Forse non si sarebbe lasciato
abbindolare dalle
intenzioni di Kagura, che certamente quella sera aveva già
programmato tutto.
“Cazzo…”
Sango bevve un altro sorso di Sake.
Kagome
guardava nella sua tazza, avvolta nell’ alcool e nel
suo silenzio personale. Non poteva credere a quanto fosse stata
stupida. Ancora
una volta si era fidata subito, della persona sbagliata. E ancora
più
assurdamente, questa volta avrebbe potuto evitarlo.
Non
era come in passato, come con Kouga. Non sapeva che lui
stesse con un’ altra, all’ epoca. Mentre adesso,
sapeva bene che Inuyasha non
era libero. Non sapeva che stava per sposarsi, questo no.
Il
solo pensiero la fece scattare, e in un secondo svuotò
tutto il bicchiere, strizzando gli occhi nello sforzo di ingoiare.
Le
due amiche la osservarono incuriosite.
“Tu
ci nascondi qualcosa” disse Sango
“Si,
ora lo penso anche io” continuò Rin
“Insomma,
sei strana ultimamente. Come se qualcosa ti
frullasse per la testa.. e stasera eri persa nei tuoi
pensieri”
“Si,
e sei troppo silenziosa.”
Kagome
sospirò. Gli occhi stanchi e gonfi.
Come
poteva confessare una cosa del genere?
E come poteva non farlo, dopotutto? Cosa cacchio avrebbe scritto in
quel
dannatissimo articolo?
“Inuyasha
è un traditore, e ne ho la certezza perché la sua
ultima vittima sono proprio
io!”
Deglutì,
sentendo le lacrime salire ancora.
“Kagome..”
Sango la richiamò dolcemente.
Lei
la guardò, triste e sconsolata, per poi riabbassare lo
sguardo.
Aprì
la bocca ma per qualche secondo non riuscì a dire niente.
“Stanotte
ho fatto l’amore con Inuyasha”
Lo
confessò quasi come un reato gravissimo. Una colpa di cui
si era macchiata in modo irremovibile, imperdonabile.
Le
due emisero un verso di stupore che probabilmente sentì
tutto il pub.
“Kagome..”
disse nuovamente Sango, con aria sconfitta.
“Non
ci posso credere..” disse Rin
Kagome
annuì silenziosa
“E’
tutto vero. Peccato che non abbia alcuna importanza, dato
che lui sta per sposarsi”
Per
un po’ le due non seppero cosa dire.
“Temevo
che ci fosse qualcosa fra voi due.. ma speravo che
fosse solo una mia impressione” sussurrò Sango.
“La
cosa buffa è che pensavo di volerlo solo io. Quando ho
realizzato che mi stavo affezionando a lui.. ho capito subito che non
doveva
succedere, che dovevo rimanere distaccata” la voce
iniziò a tremarle “Ma lui mi
ha baciata..”
Prese
fiato, cercando di non piangere
“Mi
ha baciata, e io ho capito quanto fossi compromessa.. e
poi quell’ idiota di Kouga”
Si
asciugò le lacrime, ormai prossime a sgorgare.
“Ha
avuto il coraggio di dirmi che si era innamorato di me, ma
che era troppo tardi, perché quando stava con me stava
già organizzando le
nozze con la sua compagna. Quindi non poteva di certo mollare
lei”
“Che
stronzo..” emise Rin
“E
Inuyasha.. lui ha sentito tutto, e si è presentato a casa
mia per consolarmi dicendo che avrebbe sistemato tutto” una
pausa “Che voleva
stare con me e che mi avrebbe resa felice” ora era davvero
troppo per
resistere, e lasciò che qualche lacrima solcasse le guance
arrossate.
“Proprio
come il fratello” la voce aspra di Rin spezzò
l’
atmosfera, rendendola più rancorosa
“Si
è inventato un sacco di frottole per portarti a letto, e
chissà,
magari anche per la questione dell’ articolo”
“Rin,
non credo che Inuyasha possa arrivare a tanto”
provò a
inserirsi Sango
“Dopo
il modo meschino ed egoista in cui si è comportato non
posso che dubitarne”
“Lo
so che sarebbe solo da mettere alla gogna.. ma non posso
fare a meno di pensare che ci sia qualcosa di diverso nelle sue
intenzioni” Kagome
guardò Sango speranzosa, pentendosene subito.
Era
così dannatamente innamorata da appigliarsi a qualsiasi
scusa per perdonarlo e gettarsi ancora fra le sue braccia. Che stupida.
“Quale
uomo si porterebbe a letto una ragazza sapendo che sta
per sposarsi?” la voce si Rin scese ancora più
forte
“Non
voglio suonare cattiva, ma stavolta Inuyasha ha superato
ogni limite, anzi è stato un vero stronzo!”
“Rin..”
Sango sospirò, cercando di calmarla
“E
Kagome, sappi che dell’ articolo non m’ importa un
bel
nulla, e che mi dispiace che tu stia così. Ma davvero non
riesco a spiegarmi
come tu possa aver creduto alle sue parole sapendo che è
fidanzato, soprattutto
dato che stavi scrivendo proprio di questo..” lo disse con un
tono più morbido,
ma a Kagome suonò comunque come un rimprovero.
Rin
la guardò, aspettando una risposta, un confronto.
Kagome
si alzò piano, lo sguardo basso.
“Sai
Rin, forse hai ragione. Inuyasha si è comportato da
stronzo, e io da ingenua. Ma almeno io so fidarmi di una persona.
Mentre tu non
sei stata capace di farlo con Sesshomaru, e guarda
cos’è successo.. si è
avverato il tuo peggiore incubo, ti ha tradita”
Ora
Rin appariva sorpresa e in difficoltà
“Perché
è più facile scappare e non fidarsi, vero?
È più
facile puntare il dito sull’ altro e poi lamentarsi. Io
invece ho scelto l’
amore. E preferisco mille volte sentirmi così ma aver
assaporato un sentimento
vero, anche se per poche ore”
Ora
Kagome la guardava negli occhi, senza più trattenere le
lacrime
“Mi
spiace per l’ articolo. Mi farò venire in mente
qualcosa”
nel mentre tirò fuori alcune banconote dalla borsa, e le
lasciò sul banco
“Ora
scusate, ma è meglio che vada”
“Kagome,
aspetta dai, resta ancora un po’” Sango la
richiamò,
ma invano, la ragazza era già vicina alla soglia dal locale.
Sango
sospirò, bevendo l’ ultimo sorso dal bicchiere.
Rin era
abbattuta, e si vedeva che le parole di Kagome l’ avevano
colpita abbastanza.
“Non
te la prendere..” le disse Sango allungando una mano e
accarezzandole il braccio
“Ma
ha ragione” disse piano l’altra
“Alla
fine è solo colpa mia..” sospirò
Sango
si spostò sullo sgabello lasciato libero da Kagome e
avvolse le spalle dell’ amica con un braccio, lasciando che
si sfogasse.
Kagome
non prese nessun taxi.
Aveva
voglia di camminare, nonostante i tacchi alti
iniziassero a farle male ai piedi.
Casa
sua non era molto distante, e si stava bene nonostante
fosse ormai buio.
Tra
un marciapiede e l’ altro tolse tutte le forcine dai
capelli, lasciandoli ricadere sciolti nei loro boccoli naturali, e
cacciando
tutto nella borsetta. Avrebbe voluto togliersi anche quel meraviglioso
vestito,
ma avrebbe dovuto aspettare ancora un po’.
Immaginò
di arrivare a casa e lacerarlo, strapparlo in mille
pezzi e dargli fuoco.
O
anche solo buttarlo nella spazzatura, piangendo, perché in
realtà le piaceva un casino, ma non avrebbe fatto altro che
farle tornare alla
mente Inuyasha, la notte passata insieme e il modo in cui lo aveva
trovato ai
piedi della colonna quel mattino.
Sembrava
tutto così bello, come in una fiaba.. ecco dov’era
l’
inghippo.
Nella
vita non è mai così. Nulla è
così bello da suonare
perfetto. E lei aveva fatto l’errore di credere che invece
potesse essere così,
si era illusa che tutto avesse un senso.
Affrettò
il passo, desiderando solo di togliersi quell’ abito
e di affogare tutti i suoi pensieri in un bagno caldo e ristoratore.
E
magari in altro alcool. Quello che aveva in circolo stava
già
scemando e lei non doveva permetterlo, o avrebbe perito sotto alla
miriade di
ricordi e pensieri tristi che sapeva erano in agguato.
Sospirò,
svoltando l’ ultimo angolo e avvicinandosi al
palazzo.
Guardando
basso non si accorse subito del ragazzo seduto sui
gradini, davanti all’ ingresso.
Ma
per poco non ci andò a sbattere, quando lui si
alzò in
piedi.
Kagome
non si aspettava di trovarlo li.
E
assurdamente, per prima cosa aveva pensato che forse aveva
lasciato la serata e i manager per andare da lei.
Poi
pensò a Kikyo. E non le dispiacque più di nulla.
Pensò
proprio che non doveva provare niente per lui e per
tutto quel che lo riguardava.
“Kagome..”
le mani in tasca, il tono dolce e quasi
preoccupato.
Lei
non lo guardò nemmeno in faccia.
“Io..
devo parlarti, ho bisogno di spiegarti subito cosa è
accaduto stasera” nel dirlo allungò una mano
cercando un contatto, ma lei
arretrò di un passo, impedendoglielo.
“Non
toccarmi” una mano tesa come a mettere una distanza
“Lasciami
passare, per favore” sollevando il vestito fece
alcuni gradini, superandolo
“Ti
prego, aspetta solo un istante” le prese un braccio e la
trattenne piano, facendola voltare.
Ma
quello che vide gli fece desiderare di sparire dalla faccia
della terra.
Il
volto di Kagome era una maschera di tristezza, velata di
lacrime e nello stesso tempo con un’ espressione rabbiosa
“Hai
detto che ne sarebbe valsa la pena!” urlò
“Mi
hai detto di fidarmi di te, che avresti sistemato tutto! E
che stasera, avrei dovuto rimanere nonostante tu fossi seduto a un
tavolo con
la tua ragazza, perché ne sarebbe valsa la pena!”
“Kagome,
lo so, ma lascia che..”
“E
si, ne è valsa la pena. Almeno ho capito subito di che
pasta sei fatto”
“Non
è così, te lo giuro”
“E’
per l’articolo? Ti sei preso gioco di me fino a questo
punto solo per uno stupido articolo?” finalmente lo
guardò negli occhi,
singhiozzando
“Cos..
no! Certo che no Kagome!” Inuyasha allungò le
mani,
stringendole le spalle
“Santo
cielo, non me ne frega un’ accidente di quel dannato
articolo! Non ti avrei mai fatto una cosa del genere per..”
le parole gli
morirono in bocca
“Ma
lo hai fatto.” Sospirò lei, asciugandosi le lacrime
“Mi
hai presa in giro, mi hai illusa che tu fossi davvero..
davvero affezionato a me”
“Ed
è così, io lo sono!”
solidificò la presa, cercando lo
sguardo di lei, ora più sfuggevole
“Ma
tu stai per sposarti, esattamente come Kouga..”
“No,
Kagome, non è come sembra” lei si
staccò, indietreggiando
e quindi salendo di un gradino
“Ma
la vera stupida sono stata io. Almeno questa volta lo
sapevo che c’era un’altra, e invece ho pensato bene
di fidarmi di te”
“Kagome,
ti prego, le cose non stanno così. Io non sono Kouga!
Non voglio sposarmi, e non amo più Kikyo, devi
credermi!”
Lei
lo guardò fra le lacrime, sorridendo leggermente
“Anche
se lo volessi, non penso proprio di poterti più
credere. Speravo così tanto che fosse tutto vero, che adesso
la realtà mi sta
torturando”
“Ma
è tutto vero!”
anche Inuyasha salì di un gradino, trovandosi davanti a lei
e prendendole il
viso fra le mani
“Io
e te abbiamo fatto l’amore, e non è stato un
gioco, non è
stato uno scherzo, io ti..” lei sfuggì ancora alla
presa, scuotendo la testa
“Smettila,
smettila!” gridò piangendo
“Smetti
di farmi male.. di illudermi. Lasciami in pace, ti
prego” si voltò e andò verso la porta
cercando di aprirla più in fretta
possibile
D’
un tratto di ritrovò due braccia ad avvolgerla, calde, e un
profumo meraviglioso a invaderle le narici.
Si
bloccò, inerme, in quella presa ferrea ma piena di
dolcezza.
Strinse
gli occhi, cercando di resistere alla tentazione di
guardarlo negli occhi e ricambiare l’ abbraccio. Era a un
passo dal cedere,
dall‘ abbandonarsi del tutto a lui, e di cercarlo ancora con
tutta se stessa,
come aveva fatto erroneamente nemmeno ventiquattr’ ore prima.
Sentì
il mento del giovane appoggiarsi su una spalla, tra i
capelli sciolti e ondulati di lei.
E
piano il suo fiato la raggiunse, facendola rabbrividire.
“Io
ti amo”
Fu
poco più che un sussurro, dolce quanto letale.
Kagome
sgranò gli occhi, sicura di aver capito male.
Perché
questa era la frase che aspettava da giorni, il sentimento che sapeva
di
provare anche lei e che mai avrebbe sperato di sentir pronunciare dalle
labbra
di lui.
Lui
l’amava. Amava lei.
E
stava per sposarsi.
Lentamente
si girò, cercando di staccarsi da lui, e facendolo
arretrare gentilmente.
Lui
la fissava, pendendo dalle sue labbra, aspettando solo di
poterla baciare e dimostrarle quanto fosse vero ciò che le
aveva appena
confessato
Kagome
prese un lungo respiro, sapendo che era la sola cosa
che poteva fare.
Se
ne stava già pentendo, ma non poteva rischiare di soffrire
ancora, non così presto.
“Sappiamo
entrambi che tanto non durerebbe” sussurrò
Poi
lo guardò negli occhi, specchiandosi in quello sguardo
confuso e certo del contrario
“Perché
tu mi tradiresti”
Lo
vide irrigidirsi, e chiudersi in un’ espressione furente e
colpevole
“Tu
non sei in grado di rimanere fedele.. e questo è
ciò che
ci ha fatti conoscere e che ci ha portati fino a questo
punto.” Prese un altro
respiro
“Non
ne vale la pena”
Si
voltò ancora, cercando di aprire la porta.
Questa volta ci riuscì subito, e
ringraziò gli dei per quella concessione enorme. Ora poteva
scappare, fuggire
nella sua casa, protetta da lui e da tutto quel che rappresentava, e
piangere
finalmente in pace ogni sua lacrima.
Non
voleva più vedere il volto ferito di Inuyasha,
perché lo
aveva irrimediabilmente fatto, colpendolo nell’ orgoglio e
cancellando
brutalmente tutta la magia che la confessione di lui aveva scatenato.
Ora
quella crudele era stata lei.
“Kagome”
sentì il suo nome pronunciato da quella voce tanto
bella e ammaliatrice.
Ci
mise qualche secondo a decidersi, e nel silenzio più totale
si voltò, guardandolo un’ ultima volta.
Aveva
gli occhi lucidi, e la cosa la turbò tantissimo.
Lui
allungò una mano
“Queste
sono tue.” Lei mise la mano sotto la sua, sfiorando
appena le dita calde, e rimirò la copia delle chiavi del suo
appartamento.
“Le
ho prese quando ho dormito da te, quel week-end, e sono
andato a prendere la colazione. Me n’ero
dimenticato” aggiunse poco dopo
Lei
lo guardò, ancora, d’ un tratto desiderando di non
vedere
più nient’ altro che lui, i suoi occhi e le sue
labbra.
Inuyasha
si voltò e scese i gradini, per poi sparire dalla sua
vista.
Come
aveva potuto pensare che sarebbe stata al sicuro?
Come,
dal momento che lui era dappertutto? Ogni angolo di
quella casa, le faceva venire in mente lui.
Il
divano su cui si erano addormentati insieme.
Poco
più in là, la cucina in cui si erano divertiti a
cucinare
insieme.
Il
muretto abbattuto.
La
camera da letto dove avevano fatto l’amore.
E
la colonna, la colonna su cui si poteva leggere forse la
loro intera storia.
A
cominciare dagli scarabocchi e dall’ elenco di pietanze da
condividere, per finire con le frecce che portavano a quel messaggio
letto quel
mattino, ai piedi del quale stava l’abito che indossava.
Senza
pensarci due volte Kagome buttò a terra la borsa, e si
tolse frettolosamente il vestito. Ma senza romperlo.
Lo
lanciò sul divano e superò la colonna senza
degnarla di uno
sguardo.
Si
diresse in bagno, unico posto in cui fortunatamente non
aveva ancora nulla da condividere con lui. E mai ci sarebbe stato
qualcosa.
Entrò
e riempì la vasca di acqua calda, mentre le lacrime
copiose avevano appena iniziato a sgorgare.
Inuyasha
salì le scale che portavano all’ appartamento di
suo
fratello. Vicino alla porta d’ingresso c’erano dei
mattoncini che spesso si
divertiva a salire.
Era
il suo modo per raggiungere la terrazza a cui Sesshomaru
accedeva direttamente dall’ appartamento, e che ovviamente
aveva lasciato a
disposizione di Inuyasha.
Salì
sul tetto e lo percorse piano, per poi ricadere nel
grande spiazzo adibito a terrazza. Di fermò immobile,
ascoltando il rumore
della notte e guardando il cielo stellato.
Quello
e poche piccole luci illuminavano la terrazza ricoperta
di petali di rose.
Al
centro vi era un tavolo con una bottiglia di Champagne, ben
refrigerata da una montagna di ghiaccio.
Inuyasha
la stappò e versò un po’ del liquido in
uno dei due
calici posti lì vicino.
Ne
bevve un sorso, e poi un altro. E poi ne versò ancora nel
calice.
Quando
lo ebbe svuotato di nuovo lanciò il calice per terra,
rompendolo in mille pezzi.
Aveva
rovinato tutto.
Aveva
spezzato il cuore a Kagome, perché non aveva avuto la
pazienza e la lungimiranza di fare le cose con calma. Avrebbe dovuto
prima
lasciare Kikyo, e soprattutto non chiedere mai a Kagome di partecipare
a una
serata del genere.
Avrebbe
dovuto lasciare Kikyo, e poi prendersi Kagome, e dirle
che lei era la cosa più bella che gli fosse capitata in
tutta la vita. Perché
lo aveva conosciuto per uno dei suoi difetti più grandi, e
nonostante questo
era stata in grado di innamorarsene.
Avrebbe
dovuto spiegarle che non avrebbe mai potuto tradire
una come lei, che non gli sarebbe mai e poi mai passato per la testa,
perché
era pazzo di quelle labbra e di quel corpo, e che lo desiderava per
sempre.
Avrebbe
voluto portarla lì sopra, per festeggiare quel giorno
in cui finalmente avevano capito di amarsi e di voler stare insieme.
Avrebbero
scherzato su quell’ articolo, e i progetti di lui per lo
studio sarebbero
diventati anche quelli di lei.
Avrebbe
voluto dirle che quella terrazza era solo l’ inizio,
la prima di tutte le cose che avrebbe desiderato donarle, mostrarle,
condividere.
Deglutì,
rimandando giù un singhiozzo.
Prese
l’intera bottiglia e si diresse verso il muro. Con un
balzo salì sul tetto e piano scese giù, fino
all’ ingresso di casa sua.
Le
luci di Sesshomaru erano tutte spente. Per una volta
avrebbe anche potuto pensare di cercare un po’ di conforto in
lui.
Aprendo
la porta di casa guardò la bottiglia che aveva fra le
mani e si disse che per quella sera poteva anche bastare.
Ciao
a tuttiii!
Come
vaaa? Finalmente sono riuscita ad aggiornare!
Questi
capitoli si stanno rivelando parecchio complicati perché
stanno succedendo molte cose, e i personaggi entrano in uno stato
emotivo mica
male!
Rin
ha mandato tutto all’ aria impazzendo di gelosia, e ancora
una volta Sesshomaru si ritrova mollato e trattato di cacca.
Kikyo
invece, che in questa storia me la immagino un po’
svampitella
ed eccentrica, se ne esce con la storia del matrimonio, ovviamente non
sapendo
che Inuyasha voleva lasciarla e ha appena fatto l’amore con
un’altra.
E
Kagome.. beh lei ci resta di m***a, e ovviamente tutto quel
che aveva faticosamente creduto che potesse avverarsi è
stato sbrindellato in
pochi secondi.
Insomma,
caos totale! Ora devo solo cercare di sistemare tutto
^_^”
Spero
di riuscirci e anche presto.
Vorrei
dire che, per chi la stesse seguendo, “Una modella per
caso” e questa storia, stanno per volgere al termine!
Ebbene
si manca poco anche a questa FanFic; vorrei quindi
mettere il turbo a queste due storie per poi dedicarmi con
più impegno a Human
Sin e ad altre cosucce che ho in mente :D
Ma
non dico più nulla perché quando uso le parole
“turbo” e “a
presto” poi posto dopo mesi!
Beh
scemenze a parte, spero che il capitolo vi piaccia!
Se
così non fosse, critiche e pomodori sono (ben) accetti :D
Grazie
a chiunque legge e commenta!
A
pre.. no!
Aruko
:D
|
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Capitolo 10 *** It's all about trust ***
Kagome
sentì il campanello dalla camera.
Stava
sfogliando una rivista, per niente intenzionata a vivere
come un normale essere umano dovrebbe fare.
Il
letto era fatto, l’ appartamento abbastanza in ordine
(questo perché nei momenti tristi Kagome amava
inspiegabilmente sistemare tutto
ciò che era fuori posto), ma a parte dormire e mangiucchiare
qualcosa, la
ragazza non abbandonava mai le mura di casa.
Si
alzò svogliatamente, pensando che era il terzo giorno di
reclusione
autoimposta.
Aveva
mandato una mail a Rin, chiedendo alcuni giorni di
ferie. La ragazza aveva prontamente acconsentito, ribadendo le sue
scuse per la
discussione al pub.
Scuse
che già erano state inviate per sms e che Rin avrebbe
anche espletato a voce, se Kagome avesse risposto a una sola delle sue
chiamate.
Si
era chiusa in una solitudine forzata, dove niente avrebbe
potuto smuoverla.
Sapeva
che ne aveva bisogno, e che con un po’ di tempo tutto
sarebbe andato meglio.
Il
campanello suonò ancora
“Arrivo!”
disse lei aumentando il passo.
Quando
aprì la porta rimase sorpresa
“Sango!”
“Sei
viva!” ribatté l’amica entrando
“In
stato pietoso ma viva” si guardò un po’
intorno, notando
subito la colonna e rimanendone esterrefatta. Non aveva mai visto nulla
di
simile, e l’impatto, in quella casa sempre così
ordinata e dai colori pacati,
la lasciò un attimo interdetta.
“Che
ci fai qui, non dovresti essere a lavoro?” la ragazza si
voltò
“Hai
forse una vaga idea di che ore siano?” Kagome si
guardò
intorno costernata
“Cielo,
sai almeno da quanti giorni sei chiusa qui dentro?”
Kagome alzò tre dita della mano destra
“Ok,
sei ancora sana”
“Fiuuu”
sospirò ironicamente l’altra
“Sono
le sei passate, ho staccato da più di mezz’ora e
ho
deciso che ne avevo abbastanza di questo tuo barricarti in
casa” disse sedendosi
sul divano
“Mi
dispiace, non me la sento di venire in redazione” Sango
sospirò
“Lo
capisco, e non voglio certo spingerti a fare il contrario.
Però stare qui tutta sola non ti farà
bene”
“Ma
io sto bene. Ho
un sacco di compagnia qui” disse indicando una pila di riviste
“Prima
o poi dovrai uscire. E sono qui apposta per rendere il
tutto più facile” Kagome la guardò,
aspettando una spiegazione che non arrivò
“In
che modo, scusa?”
“Ma
parlando ovviamente! Hai bisogno di confidarti, non di
chiuderti nel mutismo e nella solitudine!” Kagome si sedette
vicino a lei
“Sango,
davvero non c’è bisogno che ti preoccupi, va tutto
bene”
“Vorrai
scherzare spero? No dico ti sei vista allo specchio
ultimamente? Hai un’ aspetto spaventoso!”
“Sango..”
“Dovresti
farti un massaggio al viso”
“..Sango”
“Andiamo
a fare shopping?”
“No!”
Kagome si accorse di aver alzato un po’ troppo la voce,
e si fermò subito, calmandosi
“Io..
non c’è bisogno che ti preoccupi per me. Sto
bene” la
voce iniziò a tremarle.
“Non
ci crederei nemmeno sotto tortura. Io ti conosco troppo
bene e non posso lasciare che ti distrugga così rimanendo
sola coi tuoi
pensieri. So fin troppo bene quanto male possa farti”
Kagome
tirò su col naso.
“Dannazione,
nel pomeriggio non avevo ancora pianto..” si
lasciò sfuggire
“Vieni
qui” Sango l’abbracciò, lasciando che si
sfogasse.
“Immagino
non vi siate più visti né sentiti..”
La
ragazza si scostò, asciugando le lacrime e guardando
l’amica
“Dopo
la serata è stato qui”
“Cosa
vi siete detti?”
“Lui
che è innamorato di me. Io che non ci credo” Sango
la
guardò, incerta sul da farsi
“Non
posso credere che sia vero, capisci? È andata come con
Kouga, nello stesso identico modo”
“No,
Kagome, Inuyasha non è come lui. Si è davvero
innamorato
di te”
Lei
la guardò incredula
“E
come fai a esserne così sicura?”
“Basta
guardare te, e questa casa per capirlo..” Sango
fissò
lo sguardo sulla colonna
“Pensi
che se fosse realmente innamorato di Kikyo avrebbe
speso tutto il suo tempo libero per stare con te? Per scrivere su un
muro?”
Sango
guardò le frecce, i disegni colorati, e le scritte di
alcuni cibi.
“Ma
lui era costretto a farlo, per via dell’ articolo”
“Poniamo
che fosse vero. Se realmente fosse stata una forzatura
come pensi che avrebbe passato il suo tempo insieme a te?”
Kagome sembrò
pensarci su
Forse
non avrebbe cucinato per lei. Non sarebbero andati al
cinema, o a fare la spesa insieme. E quella stupida colonna sarebbe
ancora
bianca.
“E
soprattutto.. non posso credere che si sarebbe spinto fino
a fare l’amore con te, Kagome”
“Io..
nemmeno io lo credo per davvero. Ma tanto che importanza
ha Sango? Perché pensare a tutto questo?”
“Perché
forse.. forse le cose si possono ancora sistemare”
Kagome si alzò dal divano.
“No
che non possono sistemarsi.. Inuyasha si sposa con la sua
ragazza, ricordi?”
“Inuyasha
e Kikyo si sono lasciati” Kagome si girò di
scatto,
guardando l’amica pietrificata.
“Ah”
disse solo
“Si
sono lasciati nel momento in cui noi siamo andate via
dall’ evento. Quindi quando è venuto da te, lei
non era più la sua ragazza.
Adesso Inuyasha non ha alcuna ragazza”
Quelle
parole le fecero palpitare il cuore furiosamente.
Non
si aspettava una cosa del genere. Nella sua mente era andata
diversamente.
Più
o meno così: la
sua
ragazza aveva annunciato le nozze col mezzo-demone, al ché
lui era corso da lei
e aveva cercato di convincerla a cambiare idea, perché ci
era appena andato a
letto, ovvio, mica per altro. Ma avendolo lei rifiutato allora aveva
sicuramente deciso di sposarsi tornando dalla bellissima Kikyo.
Per
un secondo le sembrò tutto un’ immensa stupidata.
Come
aveva potuto essere stata così ottusa?
“La
cosa non ha alcuna importanza per te?” chiese Sango
“No”
“Ma..
ti ho appena detto che Inuyasha è libero, e che a quanto
pare non aspetta altro che un tuo segnale!”
“Non
mi interessa!” Sango la guardò stupita, per poi
corrucciarsi.
“Bene,
allora non vedo perché tu debba startene qui tutta sola
a compiangerti! Se non te ne fregava nulla non c’era bisogno
di prendersela
tanto”
“Possibile
che non capisci?” Kagome le andò incontro, il
volto
arrossato
“Possibile
che non ti renda conto.. di quanto io abbia paura?”
“Di
cosa?”
“Paura
di soffrire ancora. Che sia come tutte le altre
volte..” Sango attese
“Ho
dovuto monitorare Inuyasha perché non tradisse la sua
ragazza, quando l’amante sono stata io”
“Kagome,
non sei più l’amante di nessuno ora”
“Quanto
tempo credi che passerà prima che succeda di nuovo?
Prima che sia io la stupida fessa che verrà
tradita?” Sango guardò l’amica
mentre si abbandonava a un gran pianto liberatorio
“Per
tutto questo tempo non ho fatto altro che recriminarmi
qualcosa che non sapevo di aver commesso. Per poi scoprire che in
quattro mesi
di relazione con Kouga non ero stata in grado di accorgermi che il mio
ragazzo
stava per sposare un’altra. E adesso.. adesso mi sono
innamorata di un ragazzo
che non è in grado di essere fedele.. che ha tradito la sua
ragazza con me.
Come potrei fidarmi e vivere una storia come se niente fosse?”
“Kouga
è uno stronzo patentato, ok? E parlare di lui ti
farà
solo stare peggio, perciò buttalo nel dimenticatoio!
E’ vero anche Inuyasha non
è stato corretto, ma sono sicura che sia diverso dal
solito.. e io sono sempre
stata critica, lo sai. Guarda me e Miroku, mi rifiutavo di uscire con
lui
perché palpava il sedere alle altre. Adesso sono
così felice che.. che quasi mi
pento di aver aspettato così a lungo per lasciarmi andare.
Quello che voglio
dirti è che fidarsi non è facile. Ma sei stata tu
a dirlo l’altra sera.. che è
molto più bello fidarsi e correre il rischio, no?”
Kagome
asciugò alcune lacrime dagli occhi, sentendo che tutto
era così dannatamente insormontabile.
“Forse
fidarmi è stato solo uno sbaglio”
“O
forse stai sbagliando adesso, a buttare via qualcosa che si
può ancora recuperare” nel dirlo guardò
nuovamente la colonna.
E
nel dipinto totale qualcosa le saltò agli occhi, qualcosa
che prima non aveva avuto modo di vedere.
“Che
ne dici di berci qualcosa di caldo?” propose poi
guardando Kagome
L’amica
annuì, andando verso la cucina
“Vado
un attimo in bagno, torno subito”
“Ok”
Quando
Sango entrò aprì l’acqua del rubinetto
e tirò fuori il
telefono dalla tasca.
“Pronto?”
“Miroku!”
“Perché parli così
piano?”
“Sono
nel bagno di Kagome!”
“Interessante.. e c’è
anche lei?”
“No
idiota!”
“Scusa, come stai
tesoro?”
“Bando
alle ciance! Qui la situazione è critica” Sango
sentì
alcuni rumori. Ipotizzò che Miroku fosse vicino a Inuyasha e
che per parlare si
fosse allontanato
“Capisco..”
“E
da te come va? Inuyasha ti ha detto qualcosa?”
“Pare abbia cercato di
convincerla, ma non c’è stato verso”
“Lei
credeva che stesse per sposarsi”
“Le hai detto vero che
si son lasciati?”
“Certo”
“E quindi?”
“Quindi
dice che lui rimane un infedele, e che finirà col
tradire anche lei”
“Ecco cosa è stato..”
“Cosa?”
“Inuyasha è parecchio
giù. Certo avevo capito che si trattasse di Kagome, e che
lei lo avesse
rifiutato dopo l’ uscita di Kikyo. Ma mettendola
così, lo ha punto nell’
orgoglio lasciandolo con le spalle al muro. Probabilmente lo sapeva e
ha scelto
di farlo apposta, per porre fine a tutto quanto”
“Astuta
la mia amica..”
“Già.”
“E
ora che facciamo?” sentì il ragazzo sospirare
dall’ altra
parte del telefono
“Ora cerchiamo di sistemare
le cose”
“Va
bene, tienimi aggiornata ok?”
“Certo, a più tardi”
Miroku
riattaccò, tornando nello studio
“Ehi, che ne dici di una birretta dopo il lavoro?”
Inuyasha non distolse
nemmeno lo sguardo dal foglio che aveva davanti. Con una squadra e una
matita
continuava a tracciare linee che poi osservava per minuti interi, e
quasi
sempre cancellava.
“No,
grazie”
“Allora
una cenetta? Sango ha da fare..”
“Ti
ringrazio, ma credo che mi fermerò fino a tardi”
“A
lavorare? Eddai Inuyasha, così mi fai sentire un lavativo!
E poi non fa mica bene alla salute! Dovremmo uscire e divertirci un
po’”
finalmente Inuyasha si distrasse dal lavoro per guardare Miroku negli
occhi
“Non
sono dello spirito per divertirmi”
“Proprio
per questo devi provarci! Deprimendoti ti vien voglia
solo di deprimerti, mi spiego?”
“Si,
ti spieghi, ma non c’è nulla di cui preoccuparsi.
E’ solo
un periodo, passerà.” Si voltò a
guardare di nuovo il grande disegno che aveva
davanti
“E
poi abbiamo appena firmato il nostro primo contratto, ci
tengo affinché tutto funzioni da subito”
Miroku
lo guardò bene. E poi decise di lanciarsi
“Senti
Inuyasha.. so che non ne vuoi parlare, però non posso
proprio vederti così” il ragazzo si
fermò di nuovo, appoggiando la squadra e la
matita
“Siamo
amici da un sacco e anche se non mi hai detto niente di
quello che è successo credo di aver capito più o
meno cosa è accaduto”
“Ho
tradito Kikyo, di nuovo”
“Ti
sei innamorato” Inuyasha tacque per un pò
“Rimane
comunque il fatto che ho tradito Kikyo”
“Non
state più insieme, no? Perché ti tormenti tanto
se poi
dall’ altra parte hai scoperto qualcuno di più
affine a te?”
“Se
fosse così starei con lei” riprese in mano il
righello e
la matita
“Magari..
magari ha solo bisogno di tempo per digerire la
faccenda di Kikyo. Insomma, dopotutto lei ha parlato di
matrimonio” Inuyasha rimise
nuovamente giù tutto quanto, in malo modo
“Già,
e forse a questo punto avrei fatto meglio a sposarmi con
lei!” Miroku rimase in silenzio
Inuyasha
lo guardò con rabbia, lo sguardo tormentato
“Ho
fatto una cazzata.. l’ho tradita, di nuovo. Perché
si,
pensavo di aver trovato la persona giusta. E non sono riuscito ad
aspettare di
sistemare le cose.. di fare tutto alla luce del sole. E questo
è il risultato.
Non si fida di me, perché è convinta che la
tradirò come ho tradito chiunque”
abbassò lo sguardo, schiacciato dal peso delle sue stesse
parole
“Quindi
no, non ho voglia di uscire a bere qualcosa, o di
divertirmi. E in realtà nemmeno di lavorare fino a
tardi”
Con
un movimento elegante si alzò dalla sedia e
sgusciò
lontano dall’ amico, andando a prendere la giacca
“Inuyasha,
dai amico, lascia almeno che ti faccia compagnia”
Inuyasha si vestì e andò a raccogliere alcuni
fogli e una cartelletta
“Ci
vediamo domani mattina” disse solo, per poi uscire
dall’
ufficio.
*
* *
Rin
fissava lo schermo da ormai venti minuti buoni, senza
leggervi nulla che potesse risvegliarla da quella sensazione di
torpore.
Non
era concentrata e non riusciva a esserlo.
Non
faceva altro che pensare alle parole di Kagome, e a Sesshomaru.
Più
passavano i giorni più la solitudine che sentiva la
portava a credere che se la fosse cercata da sola. Perché
alla prima difficoltà
non aveva esitato a mollare tutto e a non voler ascoltare nessuno. Per
lei
contavano sempre e solo le sue ragioni, per la sua integrità.
Ma
che senso aveva se poi era infelice?
Che
senso aveva se l’ unica persona da cui si era separata era
anche la più importante della sua vita?
Davanti
a un amore così grande tutte le sue stupide
macchinazioni l’ avevano portata solo a rovinare tutto, e
adesso aveva fatto lo
stesso errore.
Senza
contare che l’ unica cosa che aveva appreso, era che lui
l’ avesse realmente tradita, anni addietro. Cosa che
comunque, lei aveva già
pensato all’ epoca.
Perciò
non aveva senso prendersela così ora, e più ci
pensava
più sentiva il desiderio di tornare da lui e chiedergli
scusa, dirgli che non
contava davvero più niente che non fossero loro due.
Guardò
il cellulare e lo prese in mano.
Sospirando,
compose il numero che in quei giorni aveva fatto
decine di volte.
Suonava
libero, e dopo qualche squillo Rin ebbe la sensazione
che non avrebbe risposto, come non aveva fatto fino a quel momento.
Poi,
finalmente, un’ esile voce le rispose.
“Pronto, Rin” la
giovane rimase in silenzio qualche secondo
“Mi
dispiace tanto..” disse piano. Dall’ altra parte
sentì un
sospiro
“Non fa niente. Sono io
che devo scusarmi”
“No,
non dirlo neanche per scherzo.. hai fatto bene a dirmi
quelle cose. Sono stata una stupida” sentì la
propria voce iniziare a tremare
“Se la sarebbe presa
chiunque..”
“Forse
è vero.. ma così facendo ho rovinato tutto, di
nuovo”
“Puoi provare a
sistemare le cose se vuoi. Penso che lui non aspetti altro, Rin”
Rin tacque
“Non
so se ho il coraggio..”
“Certo che ce l’hai! Non
ho mai visto una donna con più palle di te!”
a Rin scappò una risata
“Devi andare da lui e
chiarire ogni cosa. Sarebbe da stupidi rimanere separati.. vi amate
così tanto”
Rin sorrise, asciugando una lacrima che era sfuggita alle ciglia
“Grazie,
Kagome”
“Di nulla. Ah, domani
torno in redazione”
“Non
aspettavo altro”
“Buona fortuna” e
riattaccò
Rin
guardò il telefono ancora qualche secondo, e poi si
alzò
come una furia.
Prese
le sue cose e uscì dall’ edificio. Fuori era ormai
buio,
e l’ aria anche più fresca del solito.
Prese
un taxi al volo e si accomodò, cercando di rilassarsi e
di pensare a qualcosa di sensato da dire.
Iniziò
a torturarsi le unghie, guardando le luci della città e
le vie che passavano veloci.
Doveva
farsi perdonare, e dire a Sesshomaru che lo amava, e
che non le importava davvero più di niente se non di loro
due.
Già,
come poteva fargli capire tutto questo con qualche frase?
Doveva
riuscirci, si disse.
Il
taxi si fermò davanti alla casa dei fratelli, e lei
sentì
il cuore balzarle in gola.
Pagò
l’ uomo e uscì, accorgendosi solo in quel momento
che
stava piovendo.
Guardò
il taxi andare via e poi tornò a guardare la casa.
Al
piano di sotto era tutto spento. Mentre al piano di sopra
alcune luci erano accese. Quindi era in casa.
Bene.
Piano si diresse verso la villetta, e dritta verso le
scale che portavano agli appartamenti del primogenito.
Salì
i gradini con la tentazione di scappare a ogni passo,
sentendo il cuore scoppiare per l’ agitazione e la pioggia
bagnarla ogni
secondo di più.
Quando
giunse davanti alla porta allungò la mano per bussare.
Lo
fece, aspettando
agitata che venisse ad aprirle. Ma non venne nessuno alla
porta.
Provò
allora col campanello, e il suono era così forte che la
fece trasalire.
Indietreggiò
di un passo, certa che adesso lui sarebbe andato
ad aprirle.
Sentì
alcune voci nella casa. Ma non riuscì a capire di chi si
trattasse.
Attese
paziente, finché la porta non si aprì, e Rin
rimase
imbambolata davanti al sorriso felice di una ragazza mai vista prima.
“Buonasera!”
le disse la giovane
Rin
la guardò, cercando di capire chi fosse, cosa facesse
lì,
e soprattutto cosa diavolo dovesse fare.
Non
la conosceva, e non sapeva nemmeno cosa dirle,
aspettandosi di vedere Sesshomaru. E dannazione, una strana e
incontrollabile gelosia
iniziò a pervaderla
“B-Buonasera”
disse solo
La
ragazza le sorrise, continuando a guardarla per qualche
secondo. Poi d’ un tratto si fece seria
“Oh
che sbadata, ma tu starai cercando Sesshomaru non è
vero?”
Rin la vide ridere e posarsi una mano sul petto
“Devi
scusarmi, mi sono appena trasferita qui ma non sono
ancora abituata al fatto di essere in casa sua!” Rin
sentì il sangue nelle vene
raggelarsi. Non seppe se per il freddo provocato dalla pioggia, ma era
certa
che qualcosa in lei si stesse sgretolando.
“Ma
ora te lo chiamo, che svampita” si girò e
cacciò un urlo
“Sesshyyy!”
Rin sentì le ginocchia cedere
Ci
aveva provato, ok? Avrebbe messo tutto in discussione per
tornare con lui, ma questo era veramente troppo.
Non
poteva sopportare di mettersi in ridicolo quando lui aveva
già evidentemente voltato pagina.
“N-no,
ti prego, lascia stare..” la ragazza si rigirò
“Hai
sbagliato appartamento? Forse cerchi Inuyasha allora!
Devi andare giù di sotto!”
“Già,
ho sbagliato, chiedo scusa..” disse piano
“Chi
è?” Rin sentì la voce di Sesshomaru
dalla casa, e
istintivamente arretrò di qualche passo
Approfittando
del fatto che la ragazza si fosse girata verso
di lui, Rin iniziò a scendere le scale come una forsennata.
I
tacchi alti erano un vero impedimento, e lo era anche la
pioggia, che era aumentata notevolmente. Il terreno era bagnato e fu
costretta
a limitare un po’ la velocità o sarebbe scivolata.
“Chi
era?” Sesshomaru andò incontro alla ragazza, che
aveva
chiuso la porta
“Una
ragazza”
“E
cosa voleva?”
“Non
l’ ho capito sai? In realtà non ha detto nulla, ma
sembrava un po’ spaesata” Sesshomaru
sentì il sopracciglio scattare. Qualcosa
non andava
Corse
fino alla porta e l’ aprì, sentendo l’
inconfondibile
profumo di Rin misto a quello della pioggia. Uscì fuori e
guardò oltre il
balcone, vedendo la ragazza ferma sul marciapiede, in attesa di poter
attraversare la strada.
Senza
pensarci due volte urlò con tutto il fiato che aveva in
corpo
“Rin!”
La
giovane si voltò e lo guardò, e sentì
le lacrime sgorgare
copiose, senza alcun argine.
Vedendolo
scendere le scale si girò e continuò a correre,
attraversando la strada.
“Rin,
fermati!” urlò ancora lui, che le stava correndo
dietro
La
ragazza corse ancora più forte, chiedendosi cosa stesse
facendo e dove diavolo stesse andando.
Entrò
in una via illuminata e la percorse facendosi largo tra
la gente, e poi girò a sinistra, andando verso un parco.
Entrò nel cancello e
corse lungo il sentiero, sentendo i tacchi affondare ogni passo di
più nel
terriccio e avvertendo una spossatezza crescente alle gambe.
“Diavolo,
vuoi fermarti?” la voce di Sesshomaru la raggiunse
forte e chiara, segno che si stava avvicinando, e infatti non ci mise
molto ad
agganciarla.
Allungò
una mano e le prese un braccio, tirandola quel tanto
che serviva per
fermarla e non farla
cadere.
La
sentì singhiozzare, e respirare concitatamente.
Vedeva
le spalle scosse e sentiva l’odore delle sue lacrime.
Si
avvicinò piano e le andò davanti
Sembrava
un cucciolo impaurito, perduto. Senza più nulla al
mondo.
“Calmati,
Rin. Va tutto bene” le disse avvicinandosi. Le prese
il volto e la guardò, specchiandosi in quegli occhi grandi e
che mai in tutta
la sua vita aveva visto così colmi di paura.
“Cos’è
successo?” le domandò, ed era così
vicino che Rin fu
tentata di non dire niente, e avvicinare le labbra alle sue e baciarlo,
ancora
e ancora, per sempre.
“I-io..
niente” abbassò lo sguardo, trovandosi a guardare
il
petto di lui.
Indossava
una camicia semi sbottonata, da cui si intravedeva
il petto liscio e ormai bagnato dalla pioggia.
Avrebbe
voluto toccarlo e appoggiarci la fronte. Sentire quel
calore inconfondibile che aveva il potere di farla stare subito meglio.
“E
allora perché stai piangendo?” lui
allungò le mani e iniziò
ad accarezzarle le guance, trattenendo poi il viso in una presa gentile
e
costringendola a guardarlo negli occhi.
Ma
Rin non seppe cosa dire.
Non
riusciva a dirgli che era venuta da lui perché voleva
chiarire ogni cosa.
E
che alla sola vista di una donna in casa sua, come sempre
aveva pensato male.
Si
era sentita una stupida, ed era corsa via.
“Perché
sei venuta da me?”
“Non
lo so più nemmeno io..” sussurrò
appena, tirando su col
naso
Lui
appoggiò la fronte alla sua
“Perché
non mi dici che ti sono mancato?” disse piano
“E
che non potevi.. non puoi stare senza di me” la vide mutare
l’ espressione in una maschera di sofferenza, le lacrime
implacabili.
“Che
siamo fatti per stare insieme” lentamente avvicinò
le
labbra alle sue, cercando di suggellare il tutto con un bacio lento e
casto.
Ma
lei si scostò, senza riuscire ad allontanarsi più
di tanto
però.
Lui
non glielo permise
“Perché
ho paura che succeda di nuovo..” lui la guardò
meglio
“Che
cosa?”
“Ho
paura di non riuscire a fidarmi più di te” lo
guardò,
aspettando di vedere il suo sguardo irrigidirsi, di vedere il distacco
e la
freddezza.
“So
che ho sbagliato, perché in questo modo ho solo fatto
sì
che tu ti allontanassi..”
“Rin,
non è così. Non avevo davvero mai tempo per noi,
e
quella sera.. ero così stanco e arrabbiato.. ne soffrivo
anche io, devi
credermi. E poi sei arrivata tu e hai frainteso tutto, e
io..” lei ricominciò a
piangere, e lui a carezzarle il viso gentilmente
“Ho
perso la testa, ho fatto una cavolata immensa!”
La
pioggia scendeva incessante, e Sesshomaru prese Rin e la
trascinò sotto un albero.
Alcune
gocce d’acqua arrivavano comunque a bagnarli, ma almeno
così erano un po’ più riparati. La fece
appoggiare al tronco e si riavvicinò,
cercando di riprendere a fatica il discorso.
“Sei
sparita, e non hai davvero più voluto vedermi.. ma quando
ci siamo rincontrarti per via di Inuyasha, ho capito quanto fosse
indispensabile per me averti accanto. Eppure ho avuto paura di
confessarti
tutto.. perché temevo non mi avresti mai
perdonato..”
“Sono
stata una stupida..”
“No,
ho sbagliato io.. ma ti prego, oltre a questo non ti ho
mai nascosto nient’ altro, devi credermi!”
Lei
lo guardò sotto le ciglia bagnate, cercando di decifrare
quegli occhi così pieni di emozioni.
“Io
ti amo con tutta me stessa..” confessò
timidamente,
sentendosi arrossire e vedendo anche lo sguardo di lui sciogliersi.
“Ti
amo così tanto che sarei disposta a tutto pur di starti
vicino..” lo sentì avvicinarsi, con tutto il
corpo, con tutto il suo calore.
“Ma
ho così paura da non poter fare a meno di dubitare subito
di te..”
Lui
si allarmò, staccandosi di poco.
“Sono
così gelosa che.. non ho potuto fare a meno di pensare
che quella ragazza di poco fa fosse la tua
ragazza.. che vivessi insieme a lei e che.. non mi amassi
più” si coprì il
volto con le mani, nascondendo le lacrime copiose.
Sentì
il corpo di lui allontanarsi del tutto, lasciandola
appoggiata al tronco e con la sconcertante sensazione che fosse tutto
finito.
Riaprì
gli occhi e lo guardò, leggendo un’ amarezza che
avrebbe preferito non conoscere mai.
“Non
ti fidi più di me..” le disse piano
I
secondi passavano, e nessuno dei due seppe più cosa dire.
Rin sentiva solo che il suo cuore si era spezzato irrimediabilmente,
che
finalmente era stata sincera, ma che ne avrebbe pagato caro il prezzo.
Guardò
negli occhi Sesshomaru, quegli occhi che adesso erano
imperturbabili e vuoti. Si disse che quella era l’ ultima
volta che li avrebbe
visti, si disse che non li avrebbe mai dimenticati. Che non avrebbe mai
dimenticato nulla dell’ unico uomo che avesse mai amato.
“E
va bene..” disse
lui
dopo un silenzio che parve senza fine.
Lei
lo guardò, cercando di decifrare quella frase, di capire
cosa realmente ci stesse dietro.
Sentiva
freddo. La pioggia, e il suo cuore triste stavano
lentamente congelando tutto il suo corpo.
“Va
bene, Rin..” disse ancora, la voce pacata ma decisa.
Ecco,
pensò lei. Ha capito che non c’è
speranza. Che sarebbe
tutto vano e che è meglio finirla qua..
“Sono
disposto a tutto, anche se so che sarà dannatamente
difficile..”
Rin sentì qualcosa sciogliersi dentro di lei
“Farò
di tutto per permetterti di fidarti ancora di me.. “
allungò una mano e le accarezzò una guancia. Rin
si accostò maggiormente al suo
tocco, piangendo
“Perché
non c’è niente di più importante, per
me” si avvicinò
e le prese il volto fra le mani
“Niente”
e poi non poté proprio più aspettare
Finalmente
la baciò, mettendo a tacere ogni possibile
risposta, o accusa, o qualsiasi cosa avrebbe potuto ribattere. Passando
sopra
tutto quel che era accaduto.
Adesso
importava solo quello, importava che lui la sentisse
ancora sua, ancora lì per lui, perché quei giorni
senza di lei erano stati un
inferno al quale non voleva più sottomettersi.
La
baciò con delicatezza, impedendosi di affondare nella sua
bocca con la foga che lo aveva sempre contraddistinto, ma cercando di
sentire
la risposta e il desiderio di lei.
E
fortunatamente non si fece attendere. Sentì la lingua di lei
rispondere timida, cercandolo con un bisogno che lo
intenerì. La baciò, levando
il sapore delle lacrime dalle sue labbra e spargendovi il suo,
rimarcando
ancora una volta il suo passaggio e la sua proprietà.
E
poi l’ abbracciò, forte, nascondendo il viso fra i
suoi
capelli e beandosi del suo corpo avvinghiato al suo, delle sue mani
piccole ma
sapienti immerse nei suoi capelli.
La
sentì tremare, realizzando quando fosse bagnata e
infreddolita.
Si
staccò e la guardò negli occhi, in quegli occhi
che lo
avevano stregato dal primo momento in cui li aveva incrociati.
“Penso
che per prima cosa dovrei riportarti a casa mia.. e
trovare un’altra sistemazione a mia cugina
Tsukiyomi” Rin sgranò gli occhi,
arrossendo
“Tua..
tua cugina?” chiese flebilmente
“Già”
la fissò, studiando la sua reazione
“Oh”
disse lei, iniziando a sentire tutta la frustrazione e la
gelosia scemare, lasciando spazio a un benessere e a una
serenità che negli
ultimi giorni aveva dimenticato di poter sentire.
“E’
architetto anche lei, e ogni tanto collabora col mio
studio, ma non vive in città ed è costretta a
trasferirsi da noi per qualche
giorno ogni volta”
Rin
non seppe cosa dire, vergognandosi all’ istante della
reazione folle che aveva avuto solo pochi minuti prima, scappando come
una
pazza.
“E
adesso le devo trovare un altro posto dove passare la
serata, immediatamente, perché se non faccio subito
l’amore con te rischio di
impazzire”
Rin
lo seguì, lasciando che lui la tenesse per mano e che la
portasse indietro, sotto la pioggia, fino a casa sua.
Quando
rientrò nell’ appartamento Sesshomaru
sentì un silenzio
allarmante. Dov’era finito quel terremoto della cugina?
Avanzò
piano, andando verso la cucina, dove trovò un grande
biglietto appeso al frigorifero.
“Mi
è
venuta voglia di pizza! Ho incontrato Inuyasha e sto uscendo con lui.
Ah, dormo
a casa sua! ;) Tsuki“
Gli
venne quasi da sorridere. Quella furbastra aveva capito
tutto.
Tornò
con passo lento verso Rin, guardandola indifesa e
spaesata, come se non fosse mai stata lì. Pensò
che tutte quelle emozioni, la
paura di perdersi e di non potersi amare più, dovevano
averla scossa davvero
tanto.
L’
abbracciò forte
“Mia
cugina si è volatilizzata. Abbiamo la casa tutta per
noi..”
Le
prese i fianchi e studiò la sua espressione, leggendo ora
un po’ di quell’ abbandono che aveva sempre
accompagnato i loro momenti
insieme. Ma era ancora così impaurita..
La
baciò piano accarezzandole i capelli bagnati
“Rin..”
le disse a fior di labbra “lasciati amare”
Tornò
a occuparsi delle labbra, conscio di averla rincuorata e
ammorbidita con le sue parole. Sentì infatti la lingua di
lei rispondere piano
ai suoi assalti, ricercandolo con la stessa voglia di esplorarsi, di
infiammarsi.
“Sei
tutta bagnata” le sussurrò poi a un orecchio,
andando con
le mai a sfilarle la giacchetta. La lanciò sul pavimento, e
andò subito a
dedicarsi alla maglia.
Era
letteralmente incollata al suo corpo, e piano la sollevò,
godendosi quei centimetri di pelle rivelata, messa a nudo,
così perfetta.
Quando
le sfilò l’indumento rimase fermo a contemplarla
per
qualche secondo, beandosi del suo sguardo arrossato, delle coppe di
pizzo piene
e bisognose di attenzioni.
Poteva
esistere creatura più bella?
E
lui come aveva potuto perderla per ben due volte, quando era
già stato così dannatamente fortunato solo per
averla incontrata?
Non
avrebbe mai e poi mai permesso a se stesso, né a lei, di
separarsi di nuovo.
“Dio,
Rin..” tornò a baciarla, avvolgendola con le
braccia e
cercandola stavolta con più energia. Non ce la faceva
davvero più, aveva
aspettato troppo a lungo di riaverla sotto il suo tocco.
Scese
con le labbra a baciarle il collo, e poi l’ incavo fra i
seni, sentendo le braccia di lei circondagli la testa e bearsi del
contatto
della sua lingua calda con il suo petto freddo e bagnato.
Quasi
s’inginocchiò, scendendo a baciarle la pelle e
arrivando
fino alla gonnellina. Con mani sapienti abbassò la cerniera
e la fece cadere in
basso. Quel profumo che si sprigionò, quell’ odore
a lui così noto, ma sempre
così inebriante lo avvolse come una droga.
Si
rialzò piano, prendendola e mettendosela a cavalcioni.
La
sentì gemere, quando la fece letteralmente sbattere contro
la sua erezione.
La
vide sospirare, e arrossire terribilmente.
Piano
andò verso la sala, che era semplicemente la stanza
più
vicina.
Non
avrebbe resistito fino alla camera, ne era certo.
Si
sedette sul divano, con lei sopra.
Le
slacciò il reggiseno e riaffondò in quella valle
tondeggiante e profumata, mentre lei cercava di sbottonare la camicia
di lui.
Al
sentire le sue mani fresche a contatto col suo petto caldo
qualcosa scattò in lui, e decise che non poteva davvero
attendere oltre.
Si
tolse brutalmente la camicia, rompendo i bottoni ancora
attaccati. Alzò Rin quel tanto che bastava per potersi
calare giù i pantaloni,
e rimanendo finalmente nudo sotto di lei.
Rin
avvampò sentendo l’asta calda premere su di lei.
Sentì il
corpo rispondere e accendersi sotto quella promettente erezione, e
scoprì di
essere in trepidazione.
Lo
voleva, voleva unirsi all’ uomo che amava e sentirsi
finalmente al sicuro fra le sue braccia, incastrata al suo corpo in
quel modo conosciuto
e indissolubile.
Lui
la guardò negli occhi, bloccandole il viso a pochi
centimetri dal suo e giocherellando contemporaneamente con le sue
mutandine.
“Mi
sei mancata da morire..” toccò spudoratamente il
suo sesso
attraverso l’ indumento fradicio.
“E
ti desidero follemente” senza lasciarle tregua
spostò il
tessuto di lato, esponendola in tutta la sua bellezza.
Le
baciò le labbra, posizionandosi sotto la sua apertura
“Ti
amo..” le sussurrò, beandosi di quello sguardo che
ricambiava ogni sua emozione, ma che ancora aveva bisogno di tempo e di
lui per
potersi abbandonare come sempre.
La
baciò ancora, facendola scendere piano sulla sua erezione,
riempendola con tutto il suo ardore e dando inizio a una danza
passionale e
infinita di cui mai si sarebbero stancati.
Ciao
a tutti!
Mmmh, che ve ne pare? Ammetto di non essere pienamente soddisfatta, non
so
qualcosa non mi convince.
In
questo capitolo comunque, abbiamo la situazione della
coppia principale in stand-by, Kagome relegata in casa e nei suoi
pensieri,
Inuyasha chiuso nella sconfitta che ha dovuto incassare.
Sango
e Miroku nelle vesti di cupido cercano di aiutare i due,
e nel prossimo capitolo vedremo finalmente qualcosa smuoversi.
Infine,
Rin e Sesshomaru.. non potevo certamente lasciarli
divisi! Forse il Sesshomaru delle mie storie è un
po’ troppo melenso e
sdolcinato, me ne scuso con le fan del demone arrogante e taciturno, ma
proprio
non posso dire di no al mio lato romantico :D
Per
chi non la conoscesse, Tsukiyomi è una sacerdotessa che
appare nell’ episodio 139 dell’ anime. Nella mia
storia è inserita puramente
per far ingelosire Rin :D
Ringrazio
chiunque continui a seguirmi, ve ne sono assai
grata!
Spero che il capitolo nonostante i miei dubbi possa essere di vostro
gradimento!
Aruko
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