Tantum est Principium et Finis

di Shiro_Kuro Production
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1: Piume Nere ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2: L'Avvenire ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1: Piume Nere ***


   Si sa…ogni storia ha un inizio ed una fine, ma tutto viene narrato?
   Molte cose restano nascoste, cose talmente importanti che a saperle chiunque impallidirebbe; la verità non viene mai del tutto raccontata, nulla viene mai perfettamente descritto come ci si aspetterebbe.
 
   Da qui la nostra nuova storia ha inizio, da qualcosa di nascosto eppure sotto gli occhi di tutti…chiamarla nuova forse è uno sbaglio tremendo, dopotutto è il retro di una delle storie più conosciute dell’umanità…
 
   A questo punto si dovrebbe cominciare con un: “C’era una volta…”, ma non è questo il caso…forse è meglio cominciare da quando tutto ebbe inizio…allora, cari lettori che qui vi siete soffermati, mettetevi comodi…qui comincia la nostra narrazione.
 
 
 
   Tutto era caos, la fine era ormai vicina ma nessuno di loro voleva demordere in alcun modo.
   Fendenti, affondi, parate e preghiere cantilenanti in ogni dove; paura e rabbia non mancavano su quel campo di battaglia che segnava la guerra più cruenta di tutte: l’Apocalisse.
   Tutti gli angeli combattevano in modo feroce, i serafini ed i cherubini cantavano e pregavano per rallentare quella bestia immonda; quello altri non era che il Male condensato, il dolore degli umani e la loro frustrazione in un corpo materiale.
 
   Allora apparvero loro, i figli prediletti del Padre: gli Arcangeli.
   Volarono veloci come il vento, colpendo e ferendo, trafiggendo e tagliando; la loro potenza non aveva eguali, insieme erano invincibili, ma quella volta anche loro erano in estrema difficoltà. Michael, l’Arcangelo dalla spada fiammeggiate, insieme ad Uriel, Arcangelo dall’ascia furente, non si risparmiavano contro quella belva d’oscena malvagità, qualcosa però non andò secondo i piani; quell’immonda creatura era furba e sapeva bene come metterli in difficoltà. Fu allora che Lucifero, Arcangelo dall’alabarda lucente,arrivò e  con le sue ali, le più luminose dell’intero Creato, si mise davanti alla bestia per accecarla almeno per un poco.
   Allora le nubi maleodoranti si squarciarono, una luce purissima e calda avvolse tutte le truppe celesti e solo allora lui si rivelò, il Signore del Creato che, con le sue dieci immense ali, discese dal suo regno di purezza per proteggere i suoi figli amati. Alla vista di quell’essere per poco egli non pianse, percependo la volgarità e la tristezza del mondo intero; allora raccolse a se gli Arcangeli amatissimi, i suoi figlioli prediletti, e disse loro poche parole. Chiese loro di continuare nonostante tutto, di amare gli esseri tutti e di perseguire la giustizia sempre; carezzò i visi dei gemelli prediletti, Michael e Lucifero, li abbracciò pure poi si allontanò pronto al più grande dei sacrifici.
   Le dieci ali si mossero portandolo dal mostro ed un sorriso si dipinse sul suo volto.
   “Non farai del male ai miei figli…”
   La sua luce aumentò fino ad avvolgerlo in una sfera, chiuse le ali attorno a se e poi le riaprì di colpo.
 
   Tutto era luce e silenzio; gli Arcangeli tutti riaprirono gli occhi e cercarono il Padre con lo sguardo, ma lui non c’era. Il Padre Celeste non era più tra loro, si era sacrificato per il bene di tutti.
   Michael, che per tutto il tempo era stato trattenuto dal forte Uriel, ormai non si muoveva più, il pianto e la disperazione lo avevano colto così come al suo gemello che, bloccato da Raphael e Binael, ancora tentava di liberarsi, urlando e dibattendosi come un pazzo, in preda al dolore più grande, talmente grande che le sue ali e le piume che gli adornavano l’attaccatura dei capelli divennero nere, sotto lo stupore e la paura generale. Fu allora che Michael lo abbracciò, riportandolo alla calma, dissipando, con la sua luce, le tenebre nel cuore dell’amato fratello; il colore delle piume non cambiò, ma divenne lucido come il raso, un nero profondo ma lucente anch’esso come la luce.





 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2: L'Avvenire ***


   Una volta tornati al Palazzo Celeste, tutti gli angeli vennero riuniti nella sala del trono dove, seppur colmi di dolore, gli Arcangeli erano pronti a tenere un piccolo discorso.
   Michael tentò in tutti i modi di non far tremare la voce, ma era ancora molto scosso e non ci riusciva; si ripigliò un poco solo quando l’amato gemello gli mise una mano sulla spalla, pronto a dargli manforte. Allora tutti seppero la verità, il Padre non era più tra loro e al suo posto era stato nominato proprio Michael; lo stupore generale non si fece aspettare, così come le domande riguardo allo strano colore di ali di Lord Lucifero. Egli allora parlò, fu chiarissimo e conciso: d’ora in poi il suo colore distintivo sarebbe stato il nero, un nero lucente tanto quanto la luce e profondo come la notte; detto ciò batté a terra un tacco lasciando che i suoi vestiti cambiassero anch’essi colore, un colore che avrebbe suscitato non più paura ma fiducia e senso di conforto.
   Gabriel offrì gentilmente ristoro a tutti, mentre Uriel si ritirò a parlare coi gemelli, voleva sapere cosa avrebbero fatto d’ora in poi, ma Michael, ancora scosso, preferì ritirarsi nei suoi appartamenti; una volta solo si distese e si disperò.
  
   Un piccolo ticchettio si avvertì, poi delle nocche contro la porta, una maniglia abbassata poi una voce dolce e confortante. Allora Michael si girò ritrovandosi davanti il gemello. Parlarono e si consolarono, pensarono all’avvenire e si decisero, il loro compito era proteggere i Cieli.
   Si stesero insieme, come quand’erano bambini e si chiusero nelle enormi ali di Lucifero, al sicuro. Solo allora l’Arcangelo dalla spada fiammeggiante volle sfiorare appena il nero così lucido di quelle piume, ancora incredulo ma affascinato; insieme sarebbero andati avanti sempre, come avevano fatto in tutti quei millenni.
 
   Per poco, qualche attimo o poco più, furono un tutt’uno; le parole erano diventate azioni e le azioni erano diventate amore.
   Non sapevano cosa li aspettava, ma non si sarebbero mai tirati indietro.
 
   Lucifero gli carezzava piano i capelli e le piumette della testa, non più pensieroso; pian piano si mise a sedere stiracchiandosi, da quel momento in poi tutto sarebbe stato diverso. Allora si voltò un attimo a guardare il bellissimo gemello addormentato, ammirando il suo viso rilassato, i capelli scompigliati e le piume delle ali arruffate. Rise appena, lo coprì e si distese nuovamente lasciandosi poi andare al sonno ormai incombente.

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