La luce della notte

di Angel2211
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'armonia distrutta ***
Capitolo 2: *** Il tempo passa ***
Capitolo 3: *** La fortuna del pericolo ***
Capitolo 4: *** Inganni e verità ***
Capitolo 5: *** Quando la notte ci accompagna ***
Capitolo 6: *** Nuovi arrivi ***
Capitolo 7: *** Imprevisti ***
Capitolo 8: *** Un nuovo mondo ***
Capitolo 9: *** La figlia del fuoco ***
Capitolo 10: *** Odio e morte ***



Capitolo 1
*** L'armonia distrutta ***


C'era una volta una stella, Electra. Su questa stella vivevano angeli bianchi e neri in perfetta armonia. Gli angeli erano creature bellissime e potenti, alcuni potevano richiamare il potere delle costellazioni. Questi si dividevano in angeli bianchi e neri.
Gli angeli bianchi erano creature con grandi ali bianche con sfaccettature di altri colori, amavano fare del bene e ubbidivano alle regole, avevano grandi poteri e forza d'animo. 
Gli angelo neri, invece, avevano grandi ali nere con sfumature colorate e amavano divertirsi e bighellonare, erano molto ostinati e coraggiosi.
Il re Guglielmo, la regina Lilia, il re Zairo e la regina Ginevra (i primi due angeli bianchi gli altri neri) regnavano incontrastati il regno sorvegliando e proteggendo la Lacrima del Crepuscolo, un pugnale con incastonata una grande ambra che controllava l'equilibrio di Electra.
I sovrani bianchi ebbero tre figli maschi: Corail, Gabriel ed Endy. Al contrario dell'altra coppia che ne ebbe solo uno: Feuer.
Quando i quattro sovrani morirono affidarono il potere ai quattro principi, ma Feuer voleva tutto il potere solo per se, allora tentò di rubare la Lacrima del Crepuscolo, uccidendo persino il principe Corail e il principe Endy. Gabriel, scoperto ciò, decise di esiliarlo nella Terra Proibita, ma lui istigó una forte rivoluzione tra il popolo degli angeli neri e quello degli angeli bianchi, allora il regno si divise e la vasta Terra Proibita venne occupata dal popolo nero governato da Feuer. 
Tutto tornó alla normalità e ben presto i due principi si sposarono: la giovane Celeste diventò la regina del regno bianco e la bella Fiamma divenne la regina del regno nero. 
Entrambe le regine diedero alla luce i loro figli nello stesso anno: il principe nero Zaffiro e la principessa bianca Diana. Già da neonati si sapeva che i loro stupefacenti poteri derivano dalla protezione delle costellazioni del Sagittario (lui) che gli permise il controllo del fuoco e dei Pesci (lei) che le permise il controllo dell'acqua. Ma entrambi potevano evocare i grandi Titani d'acqua e fuoco e parlare con i messaggeri di ogni elemento che essi siano venti, masse d'acqua, di polvere o fiamme.
Nel regno bianco nello stesso periodo nacquero altre cinque bellissime bambine: Lia, Viola, Nadia, Ida e Clara. Queste mostravano rispettivamente i poteri delle restanti costellazioni di terra e acqua: Lia Toro, Viola Capricorno, Nadia Vergine, Ida Cancro e Clara Scorpione. Esse vennero nominate Driadi e già da neonate si trasferirono al Palazzo di Cristallo (residenza della famiglia del re Gabriel). 
Allo stesso modo nel regno nero nacquero cinque stupendi bambini: Michael, Rayan, Hendrick, Kristian e Raphael. Essi possedevano i poteri delle rimanenti costellazioni di fuoco e aria: Michael Leone, Rayan Ariete, Hendrick Gemelli, Kristian Bilancia e Raphael Acquario. Questi vennero nominati Nereidi e si trasferirono al Palazzo Fulmineo (residenza del re Feuer).
Gli eredi passarono un'infanzia pressoché felice insieme ai Nereidi e alle Driadi nei rispettivi regni, a parte il fatto che ogni giorno erano vittime di allenamenti magici.
Un giorno quando la principessa aveva circa sette anni e le Driadi altrettanti, durante un allenamento di tiro con l'arco, la freccia di Diana entró nella foresta, a limite dei due regni, non colpendo il bersaglio. La principessa corse, non potendo volare perché troppi alberi le impedivano il passaggio, verso la foresta per riprendere la freccia dicendo alle compagne, diventate ormai le sue migliori amiche, di aspettarla. Dopo diversi metri di corsa iniziò a camminare cercando accuratamente la freccia, ma si perse. Allora spaventata iniziò a correre verso una metà sconosciuta.
Si fermò perché vide un ragazzino più o meno della sua età creare fiammelle sulle dita, restó stupita dalla bellezza delle sue ali nere con sfumature rosse e si avvicinó. Lui la vide e non potè fare a meno di notare le sue regali ali candide a sfumature blu e dedusse che ella era un angelo bianco allora le domandó con coraggio: "Cosa ci fai qui straniera?" 
Lei si ricordó della descrizione fattale dal padre degli angeli neri e rispose spaventata: "Mi sono persa nella foresta mentre cercavo una freccia che ho scagliato per errore da queste parti"
Il ragazzo la guardó negli occhi e notó che stava dicendo il vero allora estrasse dalla tasca un cristallo nero e glielo porse: "Prendi questo. Darà vita a delle fiamme magiche che ti mostreranno la strada"
Diana ringrazió con un cenno del capo e iniziò a seguire le fiamme ritrovando la strada.
Quel giorno rimase impresso nella memoria della principessa, che non mostró a nessuno il cristallo regalatole dal ragazzo.
Lo stesso giorno la regina Fiamma, ormai da tempo malata, morì. Il giorno dopo, però, arrivó a palazzo una donna, Zirconia, che dopo una settimana sposó il re, ma in realtà tutti sapevano che la donna era una potente strega malefica in grado di ipnotizzare la gente e compiere azioni crudeli e sanguinarie solo per rimanere giovane e bella per sempre.

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Capitolo 2
*** Il tempo passa ***


Passarono gli anni e la principessa, ormai di 17 anni, era divenuta meravigliosa: aveva lunghi capelli colore dell'oro, gli occhi riflettevano il blu del mare. Inoltre adesso grazie alle sue ali riusciva a creare tsunami, far emergere terre, curare i fondali marini, dare vita a masse d'acqua e a cambiare il polo magnetico di qualsiasi cosa. Capiva tutti i messaggeri e amava leggere e tuffarsi nelle trasparenti acque dei laghi. Decise di fare una passeggiata a cavallo insieme alle Driadi, anche loro divenute bellissime e potentissime. Lia, dai capelli cioccolato, occhi verdi e grandi ali bianche sfumate di arancione, aveva imparato a padroneggiare il potere di desertificare vaste zone; inoltre comprendeva i messaggeri di sabbia e si dilettava a danzare nelle distese sabbiose del Deserto Polveroso. Viola, dai capelli castano chiaro e occhi lilla, riusciva a creare, grazie alle piume delle sue ali sfumate di rosa, grossi macigni dal nulla. Poteva parlare ai messaggeri di roccia e si divertiva a creare grandi monti e a scalarli, nella Collina Altezzosa. Nadia aveva i capelli neri, ma occhi dorati e ali spruzzate di giallo con le quali poteva risvegliare la natura e ridarle vita, riusciva a capire le foglie e spesso creava delle bellissime composizioni con i fiori più bizzarri della Foresta dell'Est. Ida, della quale capelli e occhi erano blu, usava la luce delle sue ali con sfumature petrolio per far cambiare la temperatura dell'ambiente che la circondava, riusciva a capire i messaggeri d'acqua e le piaceva volare fra le bolle dell'Isola Bollicina. Clara, invece, aveva i capelli verdi e gli occhi cioccolato, ali con sfaccettature verde acqua che le permettevano di creare vortici d'acqua nei quali si immergeva. Nel frattempo, a Palazzo Fulmineo, Zaffiro e i Nereidi si preparavano per avere udienza da parte del re. Zaffiro era diventato bellissimo: aveva enormi ali nere con sfaccettature rosse, capelli corvini e gli occhi erano come due pozzi di tenebre. Ormai aveva imparato a cambiare il colore del fuoco, a farlo levitare e a dargli vita, parlava con tutti i messaggeri, era coraggioso e gli piaceva tirare di spada e andare a cavallo. Rayan, dai capelli rossi e occhi castani , era bravissimo con le sue ali nere e viola scuro a creare vulcani terrestri e subacquei. Furbo e audace amava percorrere le grandi Valli di Fuoco a cavallo. Parlava ai lapilli. Michael possedeva ali nere con sfaccettature d'argento, aveva capelli argentei e occhi grigi. Era in grado di creare turbini di fuoco, ma gli piaceva la musica e spesso i suoi amici lo trovavano seduto su un grande masso, recintato da una barriera di fuoco, a suonare il suo flauto. Capiva le fiamme. Hendrick era dotato di ali nere sfumate d'oro, possedeva capelli ricci e biondi e occhi dorati. I suoi poteri gli permettevano di creare tornado di potenza spettacolare, infatti preferiva stare seduto al centro della Pianura dei Venti a disegnare. Riusciva a capire cosa dicevano i venti. Kristian aveva i capelli color nocciola, occhi verdi e ali nere con spruzzi di salmone con le quali riusciva a originare tempeste tremende. Si divertiva a cavalcare nella Radura Fulminea insieme a Zaffiro. Raphael portava capelli turchesi, occhi celesti e ali nere con sfaccettature malva. Adorava volare tra le forti correnti che lui stesso creava. Come Hendrick capiva i venti. I ragazzi entrarono nella sala del trono quando videro i due sovrani nei troni e ancora una volta lo sguardo di Zaffiro si riempì di rabbia vedendo Zirconia seduta nel posto di sua madre.

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Capitolo 3
*** La fortuna del pericolo ***


"Zaffiro" disse il re Feuer "e voi Nereidi, oggi dovrete andare alla ricerca di Rose Blu per la vostra regina". I ragazzi capirono subito che era stato di nuovo ipnotizzato dato che la Rosa Blu era un fiore che poteva crescere in qualsiasi ambiente, ma dove ce n'era uno non ce n'erano altri nel raggio di chilometri, tuttavia loro, non avendo prove certe, non potevano reclamare. Pur sapendolo, però, il principe esplose di rabbia e disse: "Mi dispiace padre ma non vi ubbidirò! Non prenderò ordini da una donna che non è mia madre!" guardó Zirconia "Ma solo una cosa voglio dirle... Io, fosse l'ultima cosa che faccio, vi distruggeró!" A queste parole l'uomo sospiró: "Figlio mio, sai bene qual è la punizione che ti spetta se non ubbidisci" "Se vi riferite alle frustate sappiate che non me ne importa più nulla" Zaffiro voltò le spalle e uscì, prese il cavallo e inizió a cavalcare per la foresta senza meta. La principessa cavalcava felice fino a quando... "Diana sono stanca" si lamentò Lia e a seguito Ida: "Come fai a cavalcare ancora?!" Poi Nadia: "Per favore torniamo a palazzo" E Clara: "Si, dai, abbiamo cavalcato a sufficienza" E Viola: "Si, non ce la faccio più" Alle lamentele Diana rispose: "Voi tornare al castello, io sto ancora un po' e vi raggiungo" "Va bene" dissero le ragazze in coro. La principessa ricominciò a cavalcare, dopo aver visto le amiche allontanarsi, ma qualcosa la bloccò. Sentii dei rumori sinistri e da un cespuglio saltò fuori un enorme lupo di lava che spaventò il cavallo, che la disarcionò. Zaffiro che stava, in quel momento, camminando, sentì le urla e, dicendo al cavallo di restare lì, corse in direzione del suono fino a quando non vide una bellissima fanciulla bionda, con occhi blu mare e con un lungo e svolazzante abito indaco, lanciare masse d'acqua alla feroce bestia che aveva di fronte. Lui, rendendosi conto di essere fuori dal suo regno e del pericolo, si mise tra loro e, con sguardo severo rivolto al grande lupo, disse: "Basta! Lupo sperduto, non sei nel tuo territorio e lei non ne ha colpa! Ritira i tuoi ringhi e corri da quella parte!" indicò la strada dalla quale era venuto. L'animale, calmatosi, chinò il capo verso il ragazzo e si diresse verso dove gli era stato indicato. "Grazie, ma tu non dovresti essere qui!" disse lei notando le ali nere del ragazzo. "Lo so" si allargó un sorriso sul volto di lui "ma non avevo notato di aver passato il confine" "Si ma adesso forse è meglio che tu vada o, se qualcuno ti vede, potresti finire nei guai" "Si" Lui si diresse al cavallo e lo stesso fece lei ma, mentre quest'ultima compiva il primo passo, cadde e si lasciò sfuggire un debole urlo. Zaffiro la sentii, corse da lei e osservando la caviglia disse: "A quanto pare ti sei slogata la caviglia e in più sei piena di graffi e sangue" "Può essere" Il bel principe la prese in braccio e lei imbarazzatissima chiese: "C-Che stai facendo?!" "Semplice: ti aiuto" "Ma il mio cavallo è dall'altra parte!" "Ma il mio è di qua, dopo torneremo a riprenderlo" "Torneremo da dove?!" "Quante domande! Lo vedrai. E adesso andiamo!" così dicendo montò con Diana sul cavallo e partì.

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Capitolo 4
*** Inganni e verità ***


Quando l'animale si fermò erano di fronte alla grande quercia che separava i due regni. Si sentì una voce: "Figluolo, credevo fossi tornato a casa" "Si, lo so Lisi, ma ho sentito urlare questa ragazza, perché era stata aggredita da una creatura delle Valli di Fuoco, e adesso credo che abbia una caviglia slogata ed è piena di profondi graffi, allora ho pensato..." "Non c'è bisogno che continui. Falla avvicinare" Il ragazzo annuì e andò dalla ragazza che lo guardava stranita, allora lui la rassicurò dicendole: "Stai tranquilla è la quercia che parla. Lei non fa distinzioni tra angeli bianchi e neri. E adesso avvicinati" Lui la aiutò a camminare, poi Lisi disse: "Ha un cuore purissimo" A queste parole davanti a loro apparve una grande porta in legno di quercia con un pomello d'oro. Ciò che si mostrò a loro, attraversata quella porta, era uno spettacolo mozzafiato: un lago quasi trasparente circondato da un prato pieno di alberi e di fiori color pastello. Lui allora la condusse verso il lago, la invitò a sedersi e a porgergli la caviglia. Diana accettò, ma fu lui a rompere il ghiaccio iniziando la conversazione: "Allora... Come ti chiami?" Lei ci pensò su: non voleva dirgli il suo nome o molto probabilmente l'avrebbe riconosciuta, attaccata e sicuramente non avrebbe più voluto vederla e lei questo non lo voleva. Ma perché le importava così tanto? Non seppe darsi una risposta, ma mentii comunque. "Ehm... Dayani e tu?" Lui a quel punto si ritrovò a pensare alle stesse cose di lei e per lo stesso motivo decise di mentirle. "Il mio nome è Zyprian" Mentre lui le bagnava la caviglia il dolore svaniva e quando passò l'acqua anche nei graffi più evidenti, lei poteva vedere le ferite rimarginarsi, allora stupita chiese: "Ma come hai fatto?!" "Non sono stato io, ma l'acqua del lago... Hai mai sentito parlare della Landa delle Emozioni?" "Si, certo. Ma è una leggenda. Se non sbaglio diceva che un giorno luce e buio, acqua e fuoco, bianco e nero..." "Si fusero dando vita a questa pianura misteriosa e segreta alla quale possono accedere solo le persone dal cuore puro..." "In questa pianura c'è un lago con attorno un prato che si trasformano in base alle emozioni di chi vi c'è dentro: se colui o colei che è lì..." "Prova rabbia e dolore la pianura si trasforma in un luogo arido e grigio pieno di disperazione e l'acqua del lago diventa puro veleno; se invece prova felicità, allora tutto è come noi lo vediamo e l'acqua è un antidoto per qualsiasi ferita" "Wow! Non ci posso credere che esista davvero!" "Esiste e tu ci sei dentro" Gli occhi della principessa si fecero grandi e un sorriso splendeva sul suo volto. Il principe non poté non notarlo e rimase letteralmente abbagliato da tanta bellezza, i suoi capelli sembravano un fiume di stelle e il suo sguardo era profondo come l'oceano, ma un oceano a lui familiare anche se non diede peso a questa sua impressione. Dopo chiacchiere, sguardi e risate uscirono da quel paradiso terrestre. Diana giurò di non dire nulla della Landa delle Emozioni e salutarono Lisi. Poi... "Diana!" "Zaffiro!" Erano le voci dei Nereidi e delle Driadi. "Tu! Sta lontano dalla principessa!" minacciò Nadia rivolgendosi a lui, dopo aver capito chi era a causa dell'arrivo dei Nereidi. "Ah! Ma guarda un po' e dire che tutti a palazzo si chiedevano dove fosse finito il principe. E ora cosa scopriamo? Che il principe si sta divertendo contro Driadi e, a quanto ho capito, principessa, senza di noi" scherzò Rayan. I due soggetti interessati si guardavano ancora con gli occhi pieni di sorpresa e dispiacere. "Beh... Però adesso ci divertiamo anche noi!" disse Kristian, prima di richiamare delle nuvole nere nel cielo. Allora i due si allontanarono, andando nelle rispettive parti. Dei sorrisi maligni si dipinsero sui volti dei Nereidi. "Bene adesso tocca a me!" detto ciò Michael creò un turbine di fuoco. Ma prontamente Clara gli portò contro un vortice d'acqua che lo bloccò. A ciò gli avversari risposero creando delle correnti d'aria tipiche di Raphael. Allora intervennero Viola, Nadia e Lia costruendo un muro interno di arbusti, uno intermedio di pietra e uno più esterno di sabbia, ma non servirono a molto poiché intervenì anche Rayan che attaccò facendo spaccare il terreno dal quale iniziò a uscire lava bollente. Il muro interno bruciò e si polverizzò e, anche quando Ida cercò di raffreddare il cratere non ci fu niente da fare perché Hendrick la colpì dall'alto con un tornado, allora le Driadi furono costrette a spiccare il volo durante il quale vennero colpite e persero i sensi. Allora Diana, che era rimasta in disparte, fu percorsa dalla rabbia alla vista delle sue amiche in quello stato, perciò spiccò il volo e le sue ali presero a illuminarsi. Zaffiro la guardava sbalordito e affascinato: non aveva mai visto creatura più bella. Attorno a lei delle masse d'acqua presero la forma di leoni, che iniziarono a ruggire e che si scagliarono contro i Nereidi e il principe. E, mentre loro combattevano, lei andò a soccorrere le amiche che si ripresero quasi subito. Loro vedendo gli avversari in difficoltà si fecero avanti. "Uccidiamoli" dissero in coro.

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Capitolo 5
*** Quando la notte ci accompagna ***


Ma Diana si mise tra loro e i ragazzi, perché, non sapeva come, quel ragazzo dai capelli corvini la incantava e non riusciva a permettere che lo uccidessero. "No! Non possiamo ucciderli!" "Perché?" chiese Lia. "Primo perché gli angeli bianchi non sono vendicativi e..." sembrò rifletterci perché non poteva permettere che Zaffiro morisse, allora le venne una straordinaria idea "e secondo perché ho un piano" "Dicci tutto!" disse sorridendo Ida. Diana di schiarì la voce e tentando di essere un po' più sicura e convincente disse: "Bene! Allora se noi li lasciassimo vivi e ce ne andassimo i leoni perderebbero energia, non avendomi vicina, e loro riuscirebbero a tornare nel loro regno... A quel punto tutti vedranno, attraverso le ferite che i nostri leoni gli stanno impartendo, la nostra forza" "Ottima idea! Il re sarebbe felice di far sentire la potenza del suo regno!" esultò Viola. "Bene allora andiamo!" disse la principessa andando via insieme alle compagne. Poco dopo i leoni tornarono pozzanghere d'acqua. "Diamine! Se non fosse stato per quella sciocca principessa..." disse Rayan. Come risvegliato dal sonno, a causa dell'insulto che l'amico aveva rivolto a Diana, Zaffiro rispose con aria arrabbiata: "A quanto pare non è così sciocca se è riuscita a batterci da sola in così poco tempo!" "Questo è vero" intervenne saggiamente Michael "dobbiamo stare attenti... Ora torniamo a palazzo! Ah, abbiamo trovato tre fiori così non sarai punito" "Grazie, ma sapete bene a cosa servono quelle rose" "Si! Sappiamo che servono per il suo Elisir di Giovinezza e bla bla bla, ma sappiamo anche cosa ti avrebbe fatto se non avessimo ubbidito!" disse con tristezza Hendrick prima di avviarsi insieme agli altri verso il loro regno pieni di ferite. "Figlia mia, che ti è successo?!" chiese allarmato il re Gabriel appena la figlia tornò a palazzo. Diana non rispose, ma ci pensò Ida: "Maestà, abbiamo solo avuto uno spiacevole incontro con il principe Zaffiro e i Nereidi" Il re evidentemente arrabbiato disse: "Me lo immaginavo, ma prima o poi me la pagheranno!" "No! Padre state tranquillo, voi non farete nulla! Non è da noi essere vendicativi e poi io sto benissimo" lo richiamò Diana con timore. Ma non timore per lei... Timore per Zaffiro! "Hai ragione Diana. Sei molto saggia ed io sono molto orgoglioso di te" e così dicendo la baciò in fronte "Dopo la cena le ragazze si avviarono nelle rispettive camere. Nel frattempo, dopo aver consegnato i fiori e aver cenato, Zaffiro si diresse nella sua camera, si distese sul letto e iniziò a pensare: "Ma perché mi fa così male il fatto che mi abbia mentito? Io non capisco... Chissà però cosa starà pensando di me, adesso che sa che anche io le ho detto una bugia... E poi i suoi occhi... Io li ho già visti... Ma dove?! Basta! Io devo rivederla!" "Borea! Borea!" urlò il principe affacciandosi dalla finestra. Una figura femminile quasi trasparente si rivelò di fronte a lui. "Principe, mi avete chiamata?" disse quella. "Si! Ho bisogno di un favore e so che posso fidarmi di te in quanto quello che ti chiedo dovrà rimanere tra noi" "Vi do la mia parola, mio principe" lo rassicurò lei. "Va bene... Ascoltami... Ho bisogno che tu vada nel regno bianco e che riferisca un messaggio alla principessa da parte mia" "Alla principessa????? Ma se vi scoprono ve la faranno pagare cara!" "Lo so, ma ne ho assoluto bisogno" "Va bene, mio principe" Nel mentre al Palazzo di Cristallo la principessa stava sdraiata nel suo letto a ripensare agli ultimi avvenimenti: "Ma perché? Perché? Perché? Perché mi ha mentito? Perché adesso occupa i miei pensieri? Non so cosa mi prende, ma... Vorrei rivederlo" In quel momento un rumore proveniente dalla finestra la risvegliò dai suoi pensieri. Diana aprì la finestra e Borea si mostrò a lei dicendole: "Principessa, il principe Zaffiro mi manda qui per riferirvi un messaggio" Al solo sentire il nome del principe nero lei ebbe un sussulto, ma poi invitò il vento a continuare. "Lui vi chiede di avviarvi domani sera nel posto magico di cui siete a conoscenza per parlarvi e chiarire lo spiacevole equivoco che è venuto oggi a crearsi" La principessa ci pensò su e rispose: "Dì a Zaffiro c'è accetto il suo invito, ma se è una trappola non sarò magnanima come oggi. Borea annuì e se ne andò. L'indomani mattina la principessa si svegliò dicendo di sentirsi poco bene, allora restò nella sua stanza tutto il giorno, leggendo libri su libri, per distrarsi ma non ci riuscì pensando a cosa sarebbe accaduto quella sera. Quando calò il buio Diana indossò il suo mantello, prese il cavallo e si diresse alla quercia. Arrivata lì ebbe un tuffo al cuore vedendo la bellissima figura di Zaffiro appoggiato al tronco. "Finalmente sei arrivata" disse lui. "Mi aspettavi da molto?" "No" esitò un attimo "ti prego dimmi perché mi hai mentito" "Io... Io avevo paura che non mi volessi più vedere" Lui rise, ma poi disse: "Buffo sai, abbiamo mentito entrambi per lo stesso motivo... Io non volevo perderti... Sei l'unica ragazza che mi ha visto per quello che sono" "Ah si? E come sei?" disse lei avvicinandosi anche troppo al viso del ragazzo. Zaffiro sorpreso disse: "Io sono quel ragazzo che ti ha salvato la vita" Solo allora si accorsero di quanto erano vicini e si allontanarono. "Allora... Vogliamo entrare?" propose lui. "S-si" Parlarono del più e del meno tutta la notte in quel luogo magico dove il lago, il cielo e i fiori erano gli unici a vederli fino a quando... "Chi ti ha parlato di questo posto?" chiese lui curioso di conoscere tutte le sfaccettature della vita di quella meraviglia che aveva di fronte. "Nessuno... L'ho letta in uno dei libri della biblioteca reale... Sai, ci sono tanti libri che raccontano vicende riguardanti questo posto e ora mi chiedo se siano vere" "Aspetta... Hai detto libri?" "Si, non ne hai mai sentito parlare?" lei scoppiò in una sonora risata. "Certo però... Zirconia ha ordinato che tutti i miei libri fossero bruciati perché non avevo obbedito e quindi..." "Ma questa donna... Zirconia... È tua madre?" "No... Mia madre si chiamava Fiamma ed è morta quando io avevo circa sette anni... Zirconia è la nuova moglie di mio padre" "Ah... Scusa" "Non fa nulla, tranquilla" "Ci eri molto affezionato, vero?" "Moltissimo... Lei era bellissima e dolcissima, faceva di tutto per rendermi felice ed era davvero una donna come poche... Si manteneva piena di felicità in tutte le situazioni, anche le più critiche... E trovava sempre delle soluzioni perfette... E il regno l'adorava" "E tuo padre l'amava?" "Più di qualsiasi altra persona... Lui diceva che era la luce di quelle terre così oscure" "E allora come ha fatto a sposare una donna così perfida?"

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Capitolo 6
*** Nuovi arrivi ***


Lui si rabbuiò, non sapeva perché le stesse raccontando quelle cose e perché si stesse confidando così tanto con lei, ma aveva bisogno di sfogarsi e di sentirsi ascoltato. "È arrivata a palazzo il giorno dopo la morte di mia madre, era una donna molto bella, ma aveva qualcosa che faceva paura... Dopo qualche giorno mio padre iniziò a comportarsi in maniera ridicola come se fosse il suo cagnolino e passato qualche altro giorno mio padre la sposò... Iniziava a prendere confidenza con mio padre e col tempo divenne la padrona del castello, mi ha sempre trattato come uno della servitù che però non poteva chiamare servo solo perché è principe... Ben presto capimmo che c'era qualcosa che non andava: mio padre non poteva essersi innamorato di una donna così profondamente diversa da mia madre... Ne abbiamo inoltre avuto conferma tempo dopo, quando iniziò a praticare magia nera proprio davanti ai nostri occhi per uccidere e sedurre" "Dicono che questa regina non abbia ali... È vero?" "Si, lei non è un angelo, è una demone, è l'unica sopravvissuta a uno sterminio avvenuto quando regnavano ancora Guglielmo e Zairo, perché i demoni non erano altro che creature senza anima provenienti da un'altra zona dell'universo, da un pianeta soprannominato Pianeta Azzurro... Loro si cibavano del sangue di angeli e avevano come scopo l'immortalità... Zirconia col tempo ha ucciso parecchi angeli neri, prima seducendoli e poi bevendo il loro sangue... Il regno è sull'orlo della rovina ed io non so come fermarla, usa mio padre come scudo e ed io non posso di certo ucciderlo" una lacrima scende sul volto del bel principe. La principessa se ne accorse, si avvicinó, con il dito gli asciugò la lacrima e disse: "Zaffiro, perdonami io non volevo..." "No tranquilla non è niente, non scusarti" Fu allora che i loro sguardi si incrociarono e alla fine un bellissimo bacio azzerò la distanza fra i due. Quando si staccarono nel viso di Diana si allargò un bellissimo sorriso e andò dal suo cavallo. "Diana!" la chiamò lui, voleva dirle qualcosa qualcosa di davvero importante, ma preso dall'orgoglio e dalla paura di non essere accettato disse:"Domani porti qualche libro?" "Certo" stava per andare. Poi preso di coraggio la richiamò:"Diana!"e le disse:"Ti amo" Il sorriso di lei diede al bel principe la conferma che ricambiava i sentimenti che quel bacio volevano esprimere. I due passarono molte notti insieme leggendo romantici libri e parlando dei loro mondi, scambiandosi qualche coccola da innamorati. Inoltre scoprirono anche qualcosa di particolare riguardo la loro infanzia. "Diana cos'è questa?" chiese Zaffiro indicando la copertina di un libro di animali. "È una farfalla di fuoco... Qua dice che una volta, quando i nostri regni erano ancora uniti, le creavano gli angeli neri e che non sono considerate animali veri e propri" "Allora vediamo forse così" disse il principe facendo comparire sulle sue dita cinque fiammelle che presero la forma di farfalle e che iniziarono a volare. Finalmente Zaffiro, quando vide la faccia stupita della ragazza, capì dove l'aveva vista e scoppiò in una sonora risata. "Perché stai ridendo?" chiese lei ingenuamente. "Perché l'ho capito solo ora" "Cosa?" "Ma dai, non ti ricordo proprio nessuno?" e si mise a ricreare fiammelle sulle dita. Lei i pensò un attimo e poi rispose: "Ma certo! Eri tu quel bambino che mi ha donato il cristallo nero!" "Esatto e a tal proposito, se ce l'hai ancora, portamelo domani... Voglio fare una cosa" "Cosa?" "È una sorpresa" "Va bene" L'indomani fece come le era stato chiesto. "Hai portato il cristallo?" "Eccolo" "Aspetta, chiudi gli occhi" Diana chiuse gli occhi e dopo pochi secondi sentì un solletico al collo e quando aprì gli occhi puntò lo sguardo dove aveva provato quella sensazione e vide pendere il cristallo attaccato ad una bellissima catenina d'oro. "È bellissima!" disse lei piena di gioia. "No, tu sei bellissima... Adesso in qualche modo sarò sempre con te" Lei gli rispose abbracciandolo e baciandolo con tutto l'amore che aveva in corpo. La mattina si svegliarono l'uno accanto all'altra, dopo aver passato la notte più bella della loro vita, più felici che mai, tornando con il sorriso nei loro regni. Così passarono circa due mesi e anche le Driadi e i Nereidi vennero a conoscenza degli incontri dei due regnanti. Tuttavia un giorno il re Gabriel le convocò tutte nella sala del trono dicendo di avere una grande notizia da dare. "Figlia mia e voi Driadi sorridete, perché oggi è un grande giorno!" "Perché padre?" "Diana, il conte Zein ha chiesto la tua mano ed io ho accettato" "Cosa?! Ma padre, io neanche lo conosco, non voglio sposare un uomo che non amo!" "Ti piacerà vedrai, lo abbiamo invitato stasera a cena per festeggiare" "Mi dispiace padre, ma non sposerò un uomo che non amo e che sicuramente non amerò mai!" "Diana finiscila di fare i capricci! È un bravo ragazzo e lo sposerai!" disse il re molto innervosito alzando la voce. "Mai padre!" "Oh, e invece si!" alzò ancora di più la voce "Balie! Portatela in camera sua e che non esca dal castello fino al giorno del suo matrimonio!" "No! Non potete farmi questo! No!" urlava Diana dimenandosi fra la stretta delle donne che tentavano di portarla in camera con la forza. Le Driadi rimasero atterrite. Le balie non lasciavano un attimo sola la principessa, che non poteva neppure richiamare qualche messaggero della natura per avvertire Zaffiro che non sarebbe potuta andare da lui quella sera. Arrivata l'ora di cena la costrinsero a presentarsi nella grande sala per mangiare e conoscere il conte Zein. Durante la cena fu molto silenziosa, ma vide che le voci che correvano riguardanti il buon cuore del conte non erano infondate. E che non erano infondate neanche quelle che elogiavano la sua bellezza, infatti egli era molto alto e muscoloso con i capelli rame, come le sfumature delle sue ali bianche, e gli occhi verdi. Una volta finito di mangiare Diana torno in camera senza dire una parola. Nel frattempo, nella foresta, qualcuno aspettava. "Lisi, ma che fine ha fatto?!" "Non lo so Zaffiro, però avverto tensione al Palazzo di Cristallo" Zaffiro, come se avesse avuto un'idea saltò a cavallo e si diresse a Palazzo Fulmineo. Arrivato lì si diresse nella camera di Rayan dove sapeva che c'erano anche gli altri. Entrando bruscamente disse: "Ragazzi!" "Zaffiro! Che ci fai qui?" chiese Raphael. "No! Aspetta, non ci posso credere! La biondina ti ha dato buca, vero?" intervenne Rayan divertito. "Ah-ah-ah, quanto sei spiritoso Rayan... Comunque si, ma credo che ci sia un motivo ed è per questo che sono qui" "Missione?" chiese Kristian sorridente. "Esatto... Allora ho bisogno del vostro aiuto per entrare nel Palazzo di Cristallo, per vederla" "Cosa?!" stavolta fu Michael a parlare. "Oh dai, aiutatemi vi prego" I Nereidi si guardarono e Rayan disse: "È molto rischioso ed eccitante... Certo che ti aiutiamo!" e diede una pacca sulla spalla all'amico. "Perfetto allora vi illustro il piano" Accompagnati dal buio della notte, sei ragazzi, con le ali coperte da un mantello, arrivarono di fronte al Palazzo di Cristallo. "Chi va là?" chiese una sentinella. "Portiamo provviste per la cucina" rispose Hendrick. La guardia iniziò a controllare le sacche che portavano e notò che avevano davvero cibo e gli permise di entrare. "E adesso?" domandò Raphael. "Io andrò a cercare Diana e voi state attenti che non ci scoprano" rispose il principe iniziando la sua ricerca. Nel frattempo la principessa, dopo aver mandato via le balie utilizzando i suoi poteri, se ne stava tutta sola nella sua camera fino a quando qualcuno bussò alla porta. "Andate via se non volete che stavolta vi faccia davvero male!" disse lei in preda alla rabbia. La porta si aprì comunque. "Principessa, mi dispiace di essere venuto nelle vostre stanze, ma il vostro comportamento alla cena mi ha fatto pensare di avervi, in qualche modo, contrariata... Se è così ditemelo vi prego" "Conte Zein, siete voi..." "Vi prego, per voi sono solo Zein" "Va bene... Zein e comunque no... Voi non avete fatto niente" "Allora perché quello sguardo triste sul vostro bel volto?" Si avvicinó pericolosamente al volto della principessa. Lei non rispose colpita da tanta vicinanza. In un secondo lui la baciò, ma si staccò quasi subito supplicandole di perdonarlo. "Perdonatemi, non volevo, cioè si però... Mi dispiace" "State tranquillo, ma vi prego adesso andate" "Va bene... Buonanotte principessa" Ma nessuno avrebbe potuto immaginare che un principe, pieno di rabbia, aveva visto tutto e che adesso, dopo aver richiamato i compagni, stesse scappando via.

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Capitolo 7
*** Imprevisti ***


L'indomani sera Diana, dopo aver minacciato le balie, sotto copertura delle amiche andò alla quercia e trovò un biglietto: "Sei una bugiarda! E poi voi sareste i candidi angeli bianchi?! Io ti dico che sei più falsa tu di qualunque angelo nero! Ti è piaciuto il gioco vero?! Di giorno il conte Zein e di notte il principe Zaffiro... Sai però non te lo sei scelta male ed eri persino riuscita a... Lascia perdere! Chissà quante risate ti sarai fatta con le tue amichette... Sei solo un emerita bugiarda! Non cercarmi mai più o non esiterò a ucciderti com'è di mio dovere!" sul retro era firmato con il nome di Zaffiro. Lei rimase sbalordita alla vista del biglietto e, non capendo a cosa Zaffiro si stesse riferendo, pensò che fosse una scusa per mollarla, allora pensando che il principe non l'amasse, l'indomani mattina accettò la proposta di matrimonio offertale dal buon conte Zein. Ma questo in fondo al cuore sapeva bene che non sarebbe mai riuscito ad averla davvero e che pertanto lei non si sarebbe mai concessa a lui. Il conte si trasferì al Palazzo di Cristallo e il matrimonio venne fissato alla distanza di due settimane, periodo durante il quale Diana ebbe diversi capogiri e nausee. Solo dopo una settimana dopo la cerimonia, quando la principessa svenne, vennero a capo di questo "problema". "Si sta svegliando!" disse la regina Celeste seduta sul letto dove era sdraiata la figlia. "Diana, va tutto bene?" chiese Viola. "Più o meno... Mi sento solo molto stanca" rispose la principessa. "Amore mio, sono corso non appena mi hanno informato del tuo risveglio" le parlò il conte Zein, ormai suo marito. "State tranquilli... Va tutto bene... La principessa è solo in stato interessante... Auguri Altezza!" annunciò, con gioia, la voce di un uomo sulla sessantina rivolgendosi ai presenti. "Dottore, ma ne è sicuro?" chiese la regina. "Ma certo Maestà" rispose l'uomo. "Ma è una notizia meravigliosa! Figlia mia sono molto felice per te! E adesso... Tutti fuori! Lasciamo ai due futuri genitori un attimo di pace e tranquillità" ordinò la sovrana al settimo cielo. Una volta che tutti se ne furono andati, Diana si rivolse al marito: "Sai bene che questo bambino non è tuo" "Certo che lo so" un velo di tristezza si distese sul conte. "E allora che intendi fare?" "Cosa volete che faccia moglie mia? Sapevo bene, quando vi ho sposata, che non sareste mai riuscita ad amarmi quanto vi amo io" "E allora?" "Noi educheremo questo bambino o bambina con tutto l'amore possibile... Io lo amerò come farebbe il suo padre naturale e gli donerò tutto il mio affetto... Non gli impedirò mai di mettersi in contatto con il suo vero padre, come non lo impedirò a voi ed io mi impegno a mantenere questa promessa e di non rivelare la verità... Ho bisogno solo del vostro consenso" "Zein, non avreste potuto farmi più felice... Siete un uomo meraviglioso ed io mi rendo conto di non meritarvi" disse Diana con le lacrime agli occhi. "Bene, adesso riposate, verrò a farvi visita fra breve" e le diede un casto bacio sulla fronte prima di andarsene e lasciare la moglie in quella voragine di pensieri che la portavano sempre dal suo vero amato. "L'avete trovato?" gridò in preda alla rabbia Zirconia. "Si, mia regina... Eccolo!" disse il capitano dei crudeli soldati dell'esercito nero, porgendole un calice dall'aspetto più che magico. "Bene e adesso fuori!" ordinò lei. L'uomo se ne andò. "Finalmente" iniziò a dire la strega "Ora è nelle mie mani" Quello che l'uomo le aveva consegnato altro non era che il Calice della Luna: un calice che rispondeva a qualsiasi domanda riguardo il presente. "Ora dimmi, Calice della Luna, sono io la donna più bella e potente dell'universo?" Il calice si illuminò e una voce disse: "Tu, mia regina, sei molto bella e altrettanto forte, ma un'altra è la donna più bella e potente dell'universo" "Cosa?! Chi è? Chi è?!" disse con voce piena di ira la regina. " La donna di cui parlo, della quale i capelli sono una cascata d'oro e gli occhi un oceano, si chiama Diana, figlia della regina Celeste" "Quindi è quella piccola mocciosa la mia rivale? Bene! Odisio! Vieni subito qui!" L'uomo che era, poco prima, uscito dalla sala rientrò, fece un inchino e disse: "Mi avete chiamato, Maestà?" "Certo che ti ho chiamato, stolto!" "Sono ai vostri ordini" "Vai nel regno bianco e uccidi la principessa Diana" "Ma... Maestà la principessa..." "Odisio! Ti stai, per caso, rifiutando di obbedirmi?" "No Maestà, sarà come voi ordinate" "Bene! Ah, prendi questa... In caso qualcuno dovesse impedirti di compiere il tuo dovere, rompila, ma sta attento, quando si romperà tu dovrai stare lontano" e così dicendo la regina gli porse una sfera nera. "Ai vostri ordini, ora e per sempre, Maestà" "Cosa?!" urlò in preda allo stupore Zaffiro a Michael. "Stavo tornando in camera fino a quando non ho sentito urla provenienti dalla sala del trono e ho sentito che Zirconia ha ordinato a Odisio di uccidere Diana stanotte, ma non ho sentito tutto perché sono venuto a dirtelo immediatamente" rispose l'amico. "Beh, non me ne importa nulla! Che ci pensi il suo caro marito a proteggere lei e il suo bambino!" "Zaffiro, ci ho pensato molto in questi ultimi giorni e sono arrivato alla conclusione che forse l'hai giudicata troppo velocemente e..." "Michael si stavano baciando!" "E se fosse stato un errore? E poi permetteresti che un bambino muoia solo per il tuo orgoglio?!" "Non morirà!" "Si che morirà! Dicono che Diana sia allo stremo delle forze e Zein sarà colto alla sprovvista!" "Non voglio che quel bambino muoia..." disse il principe in un sussurro. "E allora?" "E va bene, se posso salvare quel bambino lo salverò, ma Zirconia non avrà di certo lasciato Odisio disarmato... Avrei bisogno di aiuto" "Ti aiutiamo noi!" disse improvvisamente Rayan comparendo vicino la porta insieme al resto dei compagni. Calò la notte e Odisio si avviò verso la foresta e una volta entratovi una voce a lui familiare urlò: "Fermo!" La figura si mostrò agli occhi del capitano insieme ad altre cinque. "Vostra Altezza e voi Nereidi, levatevi di mezzo! Ordini della regina!" "Mi dispiace, ma se vorrai portare a termine il tuo compito dovrai ucciderci Odisio!" disse Raphael. "Con immenso piacere!" così dicendo Odisio si allontanò e lanciò con forza la sfera, donatagli dalla regina, che si ruppe ai piedi di ragazzi. Avvolti da un fascio di luce, il principe e i Nereidi scomparvero sotto gli occhi soddisfatti del capitano che continuò il suo cammino.

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Capitolo 8
*** Un nuovo mondo ***


Un rumore proveniente dalla finestra risvegliò la principessa che si avvicinó ad essa, quando una voce, che le riportò alla mente antichi ricordi, disse: "Principessa! Sono Borea! Vi ricordate di me?" "Certo che mi ricordo, ma cosa ti porta qui?" rispose sorpresa Diana. "Il principe Zaffiro era molto preoccupato... Dice che Zirconia ha intenzione di uccidervi! Manderà Odisio! Il principe mi ha ordinato di dirvi che lui tenterà di fermarlo, ma se non ci riuscirà dovrete stare in guardia!" "Come faccio a sapere che è a verità e non una stupida trappola del tuo principe?" "Io stessa, Altezza, ho visto Odisio aggirarsi per la foresta" "Capisco... Ti ringrazio Borea, starò in guardia" "Lo spero principessa, perché stavolta il principe era davvero preoccupato... Ora vado, Altezza... Spero di rivedervi!" "Anche io... A presto amica mia!" Borea scomparve come era apparsa: in una folata di vento. Diana rimase sconvolta dalle parole dell'amica. Zaffiro la stava salvando? Lui stava per incontrare in combattimento Odisio solo per lei? Quello stesso principe che le spezzo il cuore con un biglietto? Si stava prendendo gioco di lei? No! Borea non avrebbe mai acconsentito dopo tutte le chiacchierate e i segreti che le raccontavo, quando Zaffiro mi mandava messaggi d'amore. Doveva stare in guardia! Diana, dopo qualche ora, uscì dalla camera per avvertire il marito. Ci aveva pensato molto prima di uscire: in qualche modo doveva giustificare la venuta di Borea. Alla fine aveva avuto un'idea. Dopo che abbe bussato alla porta dell'ufficio del marito, questo le si presentò assonnato e sorpreso e disse: "Moglie mia, cosa vi porta qui?" E lei rispose: "Ho bisogno che tu ascolti attentamente quello che sto per dirti... Siamo in pericolo!" "Che significa?" "Un messaggero mi ha riferito che Odisio sta venendo qui per uccidere me è contemporaneamente il bambino!" "Tutto ciò è esatto, ma è sbagliato un particolare: sono già qui!" disse la voce di Odisio sorprendendo entrambi i futuri sovrani. "Non può essere..." disse ad un tratto Diana "Cosa hai fatto a Zaffiro?!" "Non so come voi lo conosciate ma è morto!" Lo sguardo della principessa si spense e calde lacrime le bagnarono il volto, fino a quanto non tornò a fissare Odisio, con sguardo pieno di rabbia. In un secondo si formò un muro d'acqua e dall'interno di esso si innalzò una colonna di fuoco. Zein rimase sbalordito, come del resto le Driadi, il re e la regina ne erano accorsi dopo aver sentito le urla strazianti di Odisio. Diana rimase in silenzio con gli occhi vuoti non curandosi di quello che aveva fatto, nonostante tutti le chiedessero cosa fosse successo e come avesse fatto a determinare quel fuoco. L'unica cosa che disse fu: "Zein, portami nella mia stanza, ti prego" Zein fece quello che gli era stato chiesto senza fiatare e, una volta uscito dalla camera della moglie, la sentì piangere e urlare. Quella notte fu tremenda per tutti: gli inspiegabili poteri di Diana erano completamente fuori controllo, la sua stanza fu divorata dalle fiamma come molte altre aree del castello, quei poteri erano immensi. Il re ordinò che il suo esercito fosse interamente disposto lungo il perimetro del castello e impose alle Driadi di non lasciare mai sola Diana. La venuta di Odisio fu una dichiarazione di guerra e adesso entrambi i regni erano in tensione. "Sei stato molto utile Feuer" iniziò a dire Zirconia rivolgendosi al marito, nella sala del trono "ma adesso non mi servi più" "Mia regina..." azzardò il re. "E come tutte le cose inutili, anche per te è arrivato il momento di essere gettato via" "No! Vi supplico mia regina..." "Pereo!" Dagli occhi del te iniziò a uscire del fumo verde che scomparve non appena il corpo, ormai senza vita, di Feuer cadde sul pavimento ai piedi di Zirconia. Un urlo, che non era del re, si dilatò nella stanza e la regina andò a sedersi sul suo trono. "Bentornato, Odisio" disse la regina davanti alla figura ferita dell'uomo. "Mia regina, mi avete salvato voi?" "E chi altro ti avrebbe salvato, stolto?!" "La mia vita vi appartiene, Maestà" "La tua vita mi appartiene da sempre, incosciente! Ti ho salvato solo perché in fondo hai messo per sempre fuori gioco i Nereidi e il principe, quindi il tuo non è stato un totale fallimento" "Oh Maestà, mi stavate osservando?" "Ma certo idiota! Io osservo tutto!" Odisio non si era ancora accorto della presenza del corpo del re, fino a quel momento e disse: "Mia regina, cosa è accaduto al re?!" "L'ho ucciso, era inutile, e a tal proposito voglio che tu dica al popolo che il loro re è morto per una caduta da cavallo, vai!" "Come desiderate, mia regina" Nel frattempo, in un luogo sconosciuto e assai lontano, sei ragazzi, accasciati al suolo, si stavano risvegliando. Hendrick, che si era appena svegliato, strattonò gli altri affinché si svegliassero: "Ragazzi! Forza svegliatevi!" "Ma dove siamo finiti?!" chiese Rayan confuso. "Io ricordo solo che Odisio voleva uccidere Diana, noi siamo andati a fermarlo, ma ci ha lanciato una sfera e poi credo di essere svenuto" disse Michael. "Mi dispiace, ragazzi... È colpa mia se ora siete nel bel mezzo del nulla... Non so davvero come scusarmi per avervi trascinato qui" disse affranto Zaffiro. "Non dirlo neppure per scherzo! Noi siamo fratelli e i fratelli si aiutano fra loro!" rispose di rimando Raphael. Tutti gli altri annuirono, allora Zaffiro propose di fare un giro di perlustrazione per capire dove erano finiti. Faceva freddo per loro che erano abituati al caldo afoso delle Terre Proibite, ma per fortuna possedevano ancora i mantelli che indossarono per andare alla ricerca di Odisio. "Hey! Cosa ci fare all'interno del cantiere?!" chiese un ragazzo minuto che non poteva avere più di vent'anni e che indossava una canotta nera, pantaloncini verdi e un caschetto color limone. "Zaffiro, ma solo io noto che quel ragazzo, oltre ad essere vestito in modo strano, non ha le ali?" chiese ingenuamente Kristian. "No, lo vedo pure io" "Allora?!" insistette il ragazzo. "Ci siamo persi" rispose Zaffiro. "Ah, va bene... Ma adesso uscite prima che vi veda il capo-cantiere e mi licenzi" "Certamente, ma potrebbe darci un'informazione, buon uomo?" "Va bene, ma potreste parlare in modo normale e non come se proveniste dal medioevo?" I ragazzi si guardarono straniti. "Cos'è il medioevo? È un insulto per caso?" intervenì Rayan estraendo la propria spada dal fodero. Lo sconosciuto cadde a terra spaventato. "Rayan! Fermo!" ordinò Zaffiro poggiando una mano sulla spalla dell'amico. Scuotendo il capo avanzò verso il ragazzo dicendo: "Afferra la mia mano, amico, e ti prego di perdonare Rayan, ma come avrai ben notato, noi non siamo di queste parti" "Lo avevo notato... Non sembrate neanche abitanti della Terra" "Cosa?! Terra???" "Mi vorreste fare credere che non siete di questo pianeta?! Che non siete della Terra?! In tanti mi hanno preso in giro... Sono sempre stato la vittima dei bulli ma nessuno mi aveva creduto tanto stupido..." disse il ragazzo con malinconia. Dopo ciò una forte folata di vento sganciò i mantelli dei Nereidi e del principe, rivelando le loro ali. L'umano fu così spaventato che svenne. I ragazzi ripresero i mantelli e lo portarono via. Entrarono in mezzo alle campagne e, quando furono certi che nessuno li potesse vedere, posarono il ragazzo a terra e gli diedero degli strattoni per farlo svegliare. "Che mi e successo?" si risvegliò il ragazzo. "Stai tranquillo sei solo svenuto" rispose Michael con una calma impressionante. L'altro sentendo la sua voce si ricordò ogni cosa e spaventato disse: "Cosa siete voi?!" I sei angeli si guardarono complici e con uno sguardo capirono che ormai tanto valeva raccontargli tutto e così fecero.

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Capitolo 9
*** La figlia del fuoco ***


Il terrestre ascoltò il racconto come affascinato e per niente spaventato fino alla fine, e fu in quel momento che si accorse di quanto fosse tardi. Allora i ragazzi presero i loro mantelli e si diressero tutti al cantiere dove il capo licenziò il ragazzo con una scenata.
"Ci dispiace sul serio" disse Zaffiro.
"Tranquillo, tanto probabilmente mi sarei licenziato da solo... Vedete, io sono diplomato in un liceo classico, ma come potete immaginare non sono potuto andare all'università... Il vostro racconto somiglia molto ai quelli epici e mitici che tanto mi piacciono, per questo mi farebbe piacere darvi una mano in quel che posso"
"Ti ringrazio e in effetti ci servirebbe un posto dove stare dato che, avrai notato, non abbiamo nè casa nè un lavoro e a quanto pare dovremmo restare sulla Terra fino a quando non capiremo come tornare si Electra"
"Vi ospito io! Tanto sono orfano, non ho parenti o amici e tantomeno una fidanzata, quindi potete stare da me... Ho una villetta isolata di famiglia! Ah, io sono Alex"
"Grazie molte Alex, accettiamo volentieri"
Si stabilirono in una villetta nella periferia del paese. Michael, che aveva l'abitudine di portare con se il suo libro di pozioni, che era riuscito casualmente a salvare dalla biblioteca prima che venisse incendiata, era riuscito a creare una pozione per rendere invisibili le ali. Da quel giorno tutti iniziarono a darsi da fare per trovare un lavoro che potesse permettergli di vivere mentre cercavano un modo per tornare nel loro mondo.
Passò qualche mese e i ragazzi iniziarono ad ambientarsi nel nuovo mondo. Michael trovò lavoro come insegnante di musica nella scuola media del paese e il suo sguardo super attraente riuscì a fare assumere anche Alex come supplente. Hendrick invece diventò il più amato ed efficiente professore di arte del liceo.
Alex, inoltre mise a disposizione dei suoi nuovi amici la villa in campagna, che i suoi genitori comprarono prima di morire. Di questa Kristian, Rayan e Zaffiro fecero la loro base lavorativa in quanto i primi due utilizzavano parte della casa e le stalle per dare lezioni private di equitazione, mentre Zaffiro usò l'altra parte per dare dei corsi privati di scherma. Fu Raphael a riarredare la casa a secondo delle varie esigenze e così, scopertosi incredibilmente bravo, diventò in poco tempo un richiestissimo arredatore d'interni. Ma mentre il giorno erano dei normali esseri umani, la sera tornavano il principe degli angeli neri e i Nereidi e si concentravano a trovare una soluzione per tornare a casa.

"Oh no! Re Gabriel ci attaccano!"
"Presto! Radunate l'esercito e chiamare le Driadi e mia figlia al mio cospetto!" ringhiò il re.
Dopo pochi minuti la principessa e le Driadi arrivarono di fronte a lui che disse: "Figlia mia, rifugiati in camera tua e non ti allontanare, e voi Driadi, andate con lei e proteggetela!"
"Ma padre..." stava per parlare Diana.
"No! Ubbidisci! Pensa alla vita del tuo bambino prima di tutto!" disse il padre intuendo le intenzioni della figlia.
Alle parole del padre la principessa e le sue protettrici fecero come gli era stato detto senza fiatare.
Dalla stanza di Diana si vedeva tutto benissimo: un esercito nero, avvolto dalla nebbia e dal nero della notte, decimava le guardie che venivano trafitte e bruciate, questo attacco non era come gli altri, erano più forti e stavolta li avrebbero sopraffatti. 
Nei loro cuori le ragazze volevano solo scatenare i loro poteri e provare a salvare ciò che era rimasto, ma non avrebbero osato disobbedire agli ordini del re, e oltretutto Diana era agli ultimi mesi della gravidanza e non avrebbe retto. 
Tuttavia la principessa non riusciva a sopportare quel mostruoso spettacolo e l'idea che suo padre e sua madre fossero in pericolo le impediva di restare li ferma a guardare.
Lame di ghiaccio e fuoco iniziavano a penetrare i petti di quelle creature fantasma che stavano distruggendo il suo palazzo. 
Un muro di fuoco circondò il castello per impedire ai superstiti, di quelle ondate di ghiaccio e fuoco, di fuggire. Le Driadi guardavano con stupore gli effetti dei poteri che la gravidanza aveva conferito alla loro amica. Ci volle tempo, infatti, ma Diana finalmente riusciva a tenere sotto controllo tutti i poteri suoi e del suo bambino.
Il re entrò con foga nella stanza, e vide sua figlia come era sicuro di trovarla: con lo sguardo perso e sfinita.
"Bambina mia, ti avevo detto di non intervenire!" la rimproverò tenendo comunque un tono di pietà e di gratitudine. In fondo anche se era difficile da ammettere, erano i poteri di Diana che stavano proteggendo il castello e le città superstiti dagli ultimi, più violenti, attacchi della regina Zirconia. 
"Padre..." Diana stava per rispondere, ma una fitta di dolore al ventre le fece morire le parole in gola.
Iniziò a contrarsi su se stessa, mentre il pavimento sotto di lei era bagnato e sporco del suo sangue.
Tutti nella stanza erano spaventati, il re aveva chiamato Zein e tutti i medici del palazzo.
Sollevarono Diana per metterla sul letto, ma la sua pelle iniziava a farsi incandescente.
"Salvatela!" era la parola che usciva dalle bocche di tutti i presenti.
Diana si sentiva come sul rogo: tutti i tessuti del suo corpo sembravano andare a fuoco, la sua creatura stava spingendo per vedere la luce del sole, e sentendosi limitata iniziava a lottare contro la sua stessa madre. Era travolta da spasmi di dolore.
La schiena inarcata e la pelle ustionata erano testimoni del dolore che la principessa stava provando nel dare alla luce una creatura visibilmente più forte di lei. Ma nonostante tutto continuava ad amarla e mentre il re ordinava di uccidere la sua creatura lei la proteggeva con degli scudi di energia: nessuno doveva far del male al suo bambino. 

Zaffiro mentre parlava con gli altri e leggeva dei antichi libri di stregoneria terrestre, si sentì mancare il fiato. 
"Ragazzi zitti!" urlò in preda al panico. Aveva una bruttissima sensazione, come se qualcuno lo stesse chiamando. Il cuore batteva in maniera irregolare e la paura si impadronì di lui.
"Zaffiro, che hai?" gli chiese Alex posando una mano sulla sua spalla.
Tutti si avvicinarono preoccupati. 
"Mi sento mancare l'aria, c'è qualcosa che non va, ho una bruttissima sensazione.
"Ahh!" un urlo straziato risuonò nella stanza. 
"Ma cos'è?" chiese allarmato Raphael.
Zaffiro riconobbe subito quella voce, nonostante fosse percossa dal dolore.
"Diana!" disse allarmato il principe, se prima aveva l'impressione che qualcosa stesse andando storto, ora ne aveva la certezza.
All'improvviso una luce si accese dal petto del principe ed inghiottì tutta la stanza. Appena quella luce si affievolì, la stanza era vuota.

Diana respirava affannosamente, mentre i medici tentavano di tirar fuori quel bambino, e urlava che non gli avrebbe mai permesso di fargli del male e che faceva così solo perché tutti lo spaventavano. Dopo ore e ore di travaglio, la squillante voce di quella creatura risuonava in tutti gli angoli della stanza. Era vero: quel pargoletto era solo spaventato, poiché quando nessuno aveva più osato provare a fargli del male, aveva smesso di ustionare Diana. 
La principessa tese le esili braccia verso quella creatura che adesso era fra le braccia dell'ostetrica, la quale annunciava che quella era una bambina, una splendida e tenera bambina dalle ali bianche e rosse.
Quando finalmente la ebbe fra la braccia, si rese conto di quanto, nel suo piccolo visino dolce, somigliasse al suo amato Zaffiro. 
Dopo qualche minuto la portarono via per lavarla, mentre le Driadi aiutarono la loro principessa a cambiarsi e lavarsi. 
La bambina era sanissima e, a parte qualche ustione, anche Diana stava bene anche se sembrava a tutti molto strano che non avesse riportato lesioni interne, ma in fondo è molto meglio così.
"Diana" la chiamò Ida, portandole accanto la culla con dentro una piccola fagottina avvolta nelle sue piccole alette. 
"Sai è il momento di darle un nome, tutto il regno lo aspetta" le disse Lia con dolcezza, spostando la bambina su una nuvoletta di sabbia che Ida prontamente aveva riscaldato, per non svegliarla e poggiarla sul letto insieme alla madre.
"Quel poco che è rimasto del regno, lo aspetta" puntualizzò Diana in una nota di amara tristezza. 
Tutte le Driadi abbassarono il capo piene di tristezza e malinconia: quella notte era una notte felice perché era nata la figlia di Diana, ma anche una notte di sangue, il sangue di altri suoi sudditi.
Diana rivolse lo sguardo alla creaturina che dormiva beata avvolta in un piccolo pigiamino rosso accanto a lei, e, accarezzandole il viso e le ali, disse: "Serena... Il suo nome è Serena"
Appena sentì quel nome la bambina si svegliò felice e strinse fra le sue manine le dita della principessa. Aveva gli occhi talmente belli, azzurri come il cielo degli occhi della madre, e un ciuffetto di capelli neri come quelli di un particolare principe.

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Capitolo 10
*** Odio e morte ***


"Ma dove siamo?" Alex si rivolse agli amici con terrore. 
Si trovavano in una foresta piena di fronde e bellissimi fiori, ma Zaffiro e gli altri capirono subito dove si trovarono e, con il fiato mozzato, Michael si decise a rispondere ad Alex: "È Electra..."
"Siamo tornati a casa..." Rayan non riusciva a crederci, quante notti lo aveva sognato.
"Volete dire che siamo nel vostro mondo?" Alex era parecchio sorpreso.
Zaffiro, come preso dalla foga, iniziò a correre urlando il nome di Diana, conosceva benissimo quel bosco, anche se era passato molto tempo, e sapeva come raggiungere la sua principessa, lo aveva fatto così tante volte di nascosto dai suoi compagni per stare vicino alla sua amata.
Corse più veloce che poteva e, una volta uscito dal bosco, spiccò il volo più veloce del vento stesso, godendosi nel frattempo anche la meravigliosa brezza del suo mondo, quanto gli era mancato.
Ma adesso il suo pensiero principale era raggiungere Diana. Impiegò qualche ora per arrivare, e nel frattempo riuscì a vedere ciò che era successo in sua assenza: il regno bianco era stato totalmente distrutto, i villaggi sono rovine e nell'aria si può annusare la paura, solo i villaggi vicino al palazzo erano più o meno in piedi, ma diverse aree del palazzo erano andate perse.
C'erano delle guardie, ma invece del solito c'è n'erano molte di meno. Bastò creare un diversivo con un piccolo incendio per distrarli. Il principe superò le mura e volò parallelo ad ogni finestra per cercare Diana, e quando la trovò restò sbalordito.
Entrò dalla finestra, la sua amata era sul letto con il respiro più o meno regolare e gli occhi chiusi, dormiva.
Era bellissima, immaginava di poter vedere quei meravigliosi pozzi d'acqua cristallina che erano gli occhi della sua amata. I capelli erano fogli d'oro e il viso era meraviglioso con delle linee dettate dalla stanchezza. Ma cosa era successo?
Accanto al letto c'era una piccola culla, all'interno della quale un piccolo fagottino dormiva beato.
Zaffiro si avvicinò lentamente per non svegliarla e appena la vide restò a bocca aperta: era una bambina bellissima, Diana l'aveva partorita.
Aveva un piccolo ciuffo di capelli corvini e si copriva con delle piccole dolci ali bianche e rosse. Il suo viso era così bello, quanto avrebbe voluto che quella bambina fosse sua.
D'un tratto la piccola si svegliò e iniziò a ridere e tese le mani verso di lui. Aveva gli occhi come quelli di Diana ed era bellissima, aveva uno sguardo e delle piccole labbra dolcissime. 
Con una nostalgia immensa si costrinse ad abbandonare quella stanza ripromettendo alla sua principessa che qualsiasi cosa fosse accaduta al suo regno sarebbe riuscito a sistemare le cose. 
Con una lacrima uscì dalla finestra per tornare dagli amici che aveva lasciato nel bosco sicuro che lo stavano aspettando.

"Ancora quell'ostinata principessa, riesce a proteggere il suo palazzo dalla mia armata!" Zirconia era furiosa, erano mesi che provava a distruggere quel regno e la sua principessa.
Anche quella sera, i suoi soldati tornarono senza il cuore di quel castello: la sua principessa.
La regina alzò in alto il calice e disse: "Oh, Calice della Luna, chi è la donna più bella e potente dell'universo?" 
Il calice si illuminò.
"Mia regina, siete voi la donna più bella e potente dell'universo"
La regina sbalordita chiamò a se Osidio, che le assicurò che la principessa era ancora viva.
Convinta che fosse successo qualcosa al volto o al corpo della giovane Diana, tirò un sospiro di sollievo e sorrise maligna.
"E se io, ad esempio, dessi un'ultima opportunità a quel regno?" chiese sarcasticamente Zirconia, più a se stessa che ad Osidio.
"In che senso vostra Maestà?" Osidio era particolarmente sorpreso, la sua padrona non conosceva la pietà.
"Sai, il marito di quella principessa è davvero un bellissimo uomo, non mi dispiacerebbe entrare a patti con loro" 
"Maestà, il conte Zein è un uomo fedele alla sua signora, come farete ad ammaliarlo?"
"Con la magia, ovviamente, mio ingenuo Osidio"
"Ma a quale scopo, mia regina?"
"Il regno bianco possiede moltissima magia ed energia, sarebbe un peccato sprecarla... Senza versare sangue potrei proporre a quella ragazzina uno scambio: la sopravvivenza del suo regno in cambio della corona di quest'ultimo e il suo uomo"
"Maestà, siete davvero astuta"
La regina era davvero compiaciuta, avrebbe messo ai suoi piedi anche quel regno e la sua principessa. Suo marito era davvero un bel giovane, magari l'avrebbe stufata più lentamente rispetto a Feuer.
"Idiota come il figlio e tutti gli uomini" pensava Zirconia mentre si affacciava da una finestra e ammirava ciò che aveva creato.
Il regno nero era ridotto alla fame, le piante seccavano, la terra inaridiva, il calore bruciava qualsiasi cosa.
Nei piccoli villaggi regnava la miseria e iniziavano a formarsi dei gruppi di rivolta, quella non era la loro sovrana, ma solo un'usurpatrice. Nessuno riusciva più a credere che un tempo regnasse davvero la pace, e che nelle strade risuonassero risate. 
Il loro re, li aveva lasciati, e allo stesso modo il loro principe ed i loro protettori, tutti li avevano abbandonati nelle mani di quella maligna demone. 
Quante persone innocenti erano morte a causa dei suoi capricci? Quante guerre hanno combattuto? Quanti uomini venivano torturati al semplice scopo di divertirla?
Quanta energia aveva succhiato alle donne del popolo, non riuscendo più a produrre l'elisir di giovinezza?
Aveva prosciugato ogni cosa, anche la terra si rifiutava di produrre qualcosa. In fondo Electra era come un corpo a se stante con un anima abbastanza complessa che piano piano si stava indebolendo: non c'era più nulla, solo odio e morte.

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