Samezuka Photography and Swim Club

di kioccolat
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'arrivo ***
Capitolo 2: *** Iscrizione a Scuola ***
Capitolo 3: *** Iscrizione al club! ***
Capitolo 4: *** Allenamento! ***
Capitolo 5: *** Un aiuto da Mikoshiba ***
Capitolo 6: *** L'amore è nell'aria...? ***
Capitolo 7: *** Festival all'Iwatobi ***
Capitolo 8: *** Tensione ***



Capitolo 1
*** L'arrivo ***


Angolo Kiocco: Bene ragazze. Che dire...Per prima cosa è che sono stupita, io per prima, che stò pubblicando una storia het in una sezione dove regna lo yaoi...per questo ho molta paura. Lo ammetto ç_ç.
Free è un anime che avevo iniziato molto tempo fa, lo avevo abbandonato ma poi ripreso xD...Mi è piaciuto molto ed avevo proposto ad una mia amica di farci una storia a quattro mani. All'inizio aveva accettato.
Ma poi per suoi problemi ha dovuto rifiutare l'offerta, ma io ho continuato e sono andata avanti(?). Nella fiction ho messo anche il suo OC ma ve lo presenterò molto più in la u.u.
Parlando di Oc...beh...oltre alla mia che è la protagonista direi che ce ne sono. Spero tuttavia che saranno graditi perchè io, scrivendo la storia, mi sono affezionata a loro ed alle loro caratteristiche.
Spero che con questi capitoli riesca a farvi fare qualche risata e magari incuriosirvi u.U...lasciatemi una recensioncina <3
Buona lettura a tutti.

Quel giorno pioveva, il tempo faceva schifo ed avrebbe messo malumore a chiunque. Tuttavia c’èra una persona che se la rideva come se avesse appena vinto alla lotteria il montepremi più alto di sempre.
Appoggiata al finestrino di un aereo, tutta sorridente, c’èra una ragazza dagli occhi celesti che osservava fuori.  Probabilmente invece che vedere la pioggia ed i lampi, stava vedendo immagini e scene che avrebbe voluto si realizzassero da li a poco, ossia al suo arrivo in Giappone. Iniziò a giocare con una ciocca dei lunghi capelli, anch’essi celesti, continuando a sorridere appoggiò poi la testa al sedile chiudendo le palpebre rilassata.
“Aspettami....”
Disse fra se e se,  il passeggero accanto a lei la sentì e, dopo aver pensato che stesse un po’ fuori, infilò le proprie cuffie alzando la musica al massimo.
Appena arrivati all’aeroporto la ragazza, trascinandosi dietro il suo enorme trolley blu ricamato in bianco, si diresse dove qualcuno la stava aspettando. O almeno come così doveva essere. Si guardò intorno scocciata poichè non vide nessuno nè sentì pronunciare il suo nome.
“Miss Smith!”
“Claudio!”
Corse incontro all’uomo che l’aveva chiamata. Un signore alto con gli occhiali, sulla settantina con i capelli bianchi ben pettinati e vestito da maggiordomo...perchè ERA un maggiordomo.
“Come state? E’ andato tutto bene a Londra? Come siete cresciuta, vi si sono allungati molto i capelli! Siete diventata proprio una signorina!”
“Claudio...per prima cosa chiamami per nome e non per cognome e per seconda cosa, sono stata via solo due settimane... non credo di essere cresciuta così tanto in questo tempo.”
“Miss Fortune. Per me rimarrete sempre una bambina e quando non vi vedo per un lasso di tempo così lungo, noto molti cambiamenti in voi.”
Fortune rimase abbastanza perplessa ma allo stesso tempo intenerita dall’affermazione del suo maggiordomo, tanto che non seppe cosa rispondere. Successivamente senza dire nulla quest’ultimo prese il bagaglio della ragazza e si avviò verso la macchina aprendole gentilmente lo sportello dal lato del passeggero, dopo aver posato il bagaglio si mise alla guida.
“Miss Fortune, sarete stanca dopo il lungo viaggio e suppongo che vorrete andare a casa a ripos-“
“Oh Claudio. Sai benissimo anche tu che non è così. Non provare a dissuadermi perché tanto non ci riuscirai.”
 ”Capisco... lo sapete signorina io sarò sempre dalla vostra parte. Ma se dopo tanto tempo ancora non avete chiarito, mi sembra un po’ impossibile che lei riesca a...come dire...a riconquistarlo.”
Fortune si mise a ridere con la mano davanti alla bocca poi dopo qualche istante si ricompose aggiustandosi anche una ciocca di capelli che le era scivolata davanti al viso. Guardò il suo maggiordomo con aria comprensiva, pronta a spiegare.
“Oh Claudio. Lui è solo timido. Io gli farò superare quest’emozione. Non temere.”
Caudio fece una smorfia strana con la bocca alzando in contemporanea un sopracciglio. Voleva solo il meglio per Fortune e desiderava soltanto vederla felice però i suoi desideri certe volte si rivelavano sin troppo difficili da accontentare. Fin quando si trattava di cose materiali ok. Ma stavolta era diverso.
“Se lo dice lei Miss Fortune...”
“Ovvio che lo dico io caro Claudio! Quindi forza, direzione Samezuka!”
Ordinò felice la ragazza indicando la strada davanti a lei. E senza alternative il buon Claudio prese la direzione per l’accademia Samezuka. Ma aveva un brutto presentimento ed i suoi brutti presentimenti si avveravano sempre. Cercò di non pensarci.
Durante il viaggio verso la Samezuka i due parlarono solo della permanenza di Fortune a Londra e di come le fosse andato il lavoro.
“Siamo arrivati signorina...non è il caso che si copra un po’ di più? Magari dei pantaloni lunghi invece di quella gonna corta. La Samezuka è un’accademia maschile.  Rischierebbe di attirare l’attenzione...”
“Ah...Beh...e allora?”
Chiese con gentilezza scendendo dalla macchina, lasciando Claudio a sospirare rassegnato a chiedersi perchè avesse aperto bocca.
“Cerco di fare subito. Tu aspettami qui.”
E detto ciò, il maggiordomo la guardò correre all’interno della scuola chiedendosi come riuscisse a fare tale azione indossando quei tacchi.
Arrivata nel cortile la ragazza girò un po’, passando tre volte nello stesso posto poiché si era persa iniziando a girare in tondo, fin quando vide un ragazzino correre. Gli andò dietro chiamandolo e quello finalmente si fermò a guardarla. Era più basso di lei ed aveva l’aria, a suo dire, coccolosa, gli occhi celesti ed i capelli a caschetto grigi. Un po’ di fiatone per la corsa ma sorrise ugualmente. Era uffiiciale voleva coccolarlo e assomigliava ad un peluches....no. Non un peluches.
“A....Aiko-chi?”
Disse Fortune piano fra se e se sorridendo.
“Come?”
“Quando ero piccol avevo un gattino. Lo avevo chiamato Aiko-chi...ma ora non c’è più. Comunque ragazzino, piacere mi chiamo Fortune. Tu sei?”
“Piacere mio. Io sono Nitori Aiichiro.”
Appena finÌ la presentazione, Fortune, con gli occhi che brillavano, prese le mani di Nitori. Sentiva feeling con quel ragazzo. Si sarebbe creato sicuramente un legame.
“Posso chiamarti Ai-chi?”
Nitori la guardò sorpreso. Si stava facendo molte domande in quel secondo ad esempio: ma dove ho già visto questa tipa? Oppure, perché è qui? E ancora, che vuole da me?
“Siamo già così in confidenza?”
“Non...posso...?”
Vedendo che la riposta aveva fatto deprimere la ragazza cambiò idea. Tanto sicuramente non l’avrebbe più rivista.
“Aaaaaah! T-tranquilla! Puoi, puoi!”
“Evvai! Tu chiamami pure Fortune piccolo Ai-chi! Ora dimmi. Conosci un certo Matsuoka Rin?”
“Oh! si è un mio sen-“
“È dolce, gentile, timido e ha un bel sorriso.”
“....non conosco nessuno che corrisponda a questa descrizione di nome Matsuoka Rin. Ma nel club di nuoto ce n’è uno. Vuoi incontroarlo ugualmente?”
Fortune annuì convinta, non capiva perché la sua descrizione non combaciava mai con quella degli altri. Che la gente distorcesse la realtà per vederla come gli facesse comodo? Era plausibile. Nitori si fece seguire fino al club di nuoto dove, tralaltro, si stava dirigendo prima dell’incontro con la ragazza. Chissà cosa voleva dal senpai una ragazza così stravagante ed appariscente. Forse era un’amica d’infanzia oppure come tante altre una fan. Tuttavia una cosa la distingueva dalle altre.
“Tu nuoti Ai-chi? Che stile ti piace di più?”
Sembrava, per qualche motivo, molto interessata a lui perchè continuava a fargli molte domande. Non lo riteneva un male, era bello farsi nuovi amici e conoscere persone ma...anche strano.
Arrivarono in piscina dopo pochi minuti ed in quei minuti Nitori aveva già raccontato a Fortune la sua vita.
“Hem...Fortune qui ci sono gli spogliatoi, la piscina è da quella par-“
Prima che il ragazzo potesse finire la frase la nuova amica era già partita. Il rumore dei tacchi risuonava per il corridoio che portava all’ingresso della piscina e si confondeva ai suoi pensieri. Si c’èra stata una lite ma ormai era passata dai, la lontananza faceva bene. Era stata via, sicuramente era mancata a Rin e ora tutta la rabbia che provava era sparita e la stava aspettando a braccia aperte. Si, dal suo punto di vista era così.
Finalmente c’èra. Stavolta il fiatone lo aveva lei si guardò intorno. Tanti ragazzi. Qualcuno si accorse subito di lei iniziando a dirlo all’amico che gli stava vicino e così via. Cercò con lo sguardo l’oggetto del desiderio. Trovato! a bordo piscina a parlare con un tizio!
“Riiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiin!!!!!!”
L’interessato si girò, spaventato dall’urlo improvviso poi con una rincorsa Fortune saltò al collo del povero nuotatore che non aspettandosi il gesto si trovò a cadere all’indietrò provocando soltanto un sonoro SPLASH, attirando l’attenzione di tutti. Quando finalmente riemersero dall’acqua, le espressioni sul volto dei due erano totalmente differenti. Fortune sorrideva felice mentre l’altro aveva i capelli davanti la faccia e non aveva intenzione di toglierli altrimenti all’altra sarebbe bastato uno sguardo per morire di paura.
“Oh Rin! Ma quanto mi sei mancato! Sono stata a Londra in questo periodo, ti è arrivato il messaggio? Non mi hai risposto...”
“No...”
“Ti è passata l’arrabbiatura per quella cosa vero? Com’è andata qui? Vedo che continui col nuoto. Sei sempre bravissimo!”
Il ragazzo uscì dalla piscina senza dire una parola sotto lo sguardo muto di tutto il club che stava ancora osservando interessato.
“Fortune. Stai zitta ed esci dall’acqua. Ma non dire una parola di più.”
Tese una mano alla ragazza aiutandola ad uscire, ed in quel momento arrivò Nitori correndo.
“Senpaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaai! Ho provato a ferma....oh. Vedo che è tardi. Fortune se vuoi iscriverti a nuoto la Samezuka non è il luogo adatto, poi comprati un costume.”
”Non voglio iscrivermi a nuoto ero solo venuta a salutare il mio fidanzato Ai-chi.”
“Fidanzato?! Senpai non mi avevi detto che...”
Iniziarono i borbotii intorno, era di nuovo al centro dell’attenzione, mille sguardi puntati su di lui e voci e che lo assalivano.
“Non te l’ho detto perchè non è vero. E’ la mia EX ragazza. Ed ora cortesemente vattene Fortune.”
“Rin dai non fare così ho anche chiesto di partire da Londra prima per poterti rivedere il più presto possibile!”
“Potevi restarci a Londra! Odio quel posto e quando mi ci hai portato! Te ne eri finalmente scomparsa! Tu e la tua Londra ed avevo dimenticando tutto! L’umiliazione, la vergogna, perfino la rabbia del tradimento pensa! Perchè ti sei ripresentata?!”
Fortune lo guardò perplessa poi con un dito sotto al mento sorrise maliziosamente.
“Scommetto però che non hai dimenticato quella notte vero?”
Ed in quel momento, Rin, desiderò tanto, ma tanto scordare come si nuotava per poter tuffarsi in piscina ed affogare. Come poteva dire quelle cose davanti ai suoi compagni? Infatti ci fu chi trattenne le risate, chi spalancò la bocca, chi lo guardò con ammirazione, chi si mise a piangere per invidia e una persona che si chiedeva dove avesse già visto l’appariscente ragazza
 “Basta! ora te ne vai e non torni più chiaro? Ragazzina quel che è stato è stato, ti auguro felicità nella vita e tanti auguri in carriera ma non scocciarmi più. Fra noi è finita. Non assillarmi più Fortune!”
Le urlò contro il rosso, ripresosi dallo sconforto morale
“Hey! Sono un anno più grande di te! Non darmi della ragazzina!”
Una vena d’irritazione comparve sulla tempia di Rin. Afferrò la ragazza per il polso e la trascinò via, non voleva più dare spettacolo davanti ai suoi compagni.
“Vai così! Mi piaci quando hai spirito dìiniziativa!”
Camminarono arrivando nello spogliatoio. Rin le tirò addosso una felpa ed un paio di pantaloni.
“Cosa ci faccio?”
“Sei fradicia, te li metti e non torni più. Questa è la MIA scuola e non capisco come ti sei permessa di dire quelle cose davanti a quelle persone...tu neanche le conosci!”
La ragazza iniziò a cambiarsi tranquillamente mentre l’altro si girava.
“Non capisco cosa ti dia tanto fastidio, sono cose accadute no? Poi sei il mio fidanzato e-“
“Fortune basta! Sono serio! Non ne posso più! Non voglio più vederti nè avere più niente a che fare con te!”
Le urlò. La ragazza finì di tirar su la cerniera della felpa poi lo guardò con aria dolce mettendogli una mano sulla guancia. Per alcuni secondi entrambi stettero in silenzio poi il ragazzo girò leggermente il volto in modo da interrompere il contatto visivo.
“Rin. Mi dispiace tanto per quello che è successo, so che sei arrabbiato ma prometto che saprò farmi perdonare. Ci vediamo!”
E detto questo se ne andò via correndo come era arrivata, lasciando Rin a imprecare e tirar giù santi.
Arrivata in macchina Claudio la guardò. Aveva i capelli bagnati ed abiti maschili.
“Signorina...suppongo avete fatto pace!”
“Eh purtroppo no Claudio. Sembra anche che la sua arrabbiatura durerà per parecchio ma la sottoscritta ha già un metodo che funzionerà sicuramente per fargli passare tutto. Certo potrebbe volerci più del previsto ma andrà tutto bene!”
“Se lo dite voi Miss Fortune...”
 Aveva i capelli bagnati, abiti maschili e non ci aveva fatto pace...strani i giovani. Decise di non farsi altre domande e mise in moto con, finalmente, direzione casa.
 




Quella sera alla Samezuka, in camera di Rin e Nitori; il più piccolo stava cercando a destra e sinistra non si sa cosa mentre l’altro era sdraiato sul letto a leggere un giornale.
“Senpai...hai visto la mia felpa ed i miei pantaloni? Oggi li avevo portati per cambiarmi ma non li trovo più. Son dovuto tornare in camera in costume ed asciugamano. Ho avuto un freddo...”
Rin esitò un attimo prima di rispondere, poi si girò di lato a guardare Nitori che cercava.
“Cosa dovrei farci io con i tuoi vestiti secondo te Nitori?”
“Giusto Senpai. Non puoi averli tu, scusa la domanda...”

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Capitolo 2
*** Iscrizione a Scuola ***


Iscrizione a Scuola.

Angolo Kiocco: Salve gente! Ecco il capitolo 2 ^^....vorrei ringraziare chi ha recensito Yuphie_96 e Fire Emblem, ed anche RinMatsuoka che ha inserito la storia fra le preferite. Grazie a tutte <3.
Appena leggerete questo capitolo direte:Maddai, Impossibile...ma hey! questi vivono in un mondo dove c'è un tipo dai capelli blu e un tipo dagli occhi rosa xD....detto ciò buona lettura e grazie in anticipo. Ciao!


Alle ore 10.00 della mattina seguente, Fortune se ne stava dormendo nel suo letto. Fra le sue lenzuola rigorosamente blu.
Amava quel colore ed ogni sua sfumatura, celeste, indaco, azzurro etcetera. Infatti la camera era per la maggiorparte arredata in bianco e celeste ma ciò non la rendeva per nulla maschile, dava soltanto un’aria di calma a chi vi entrava. Ma se era la prima volta,  naturalmente, ci si chiedeva perchè il celeste il colore dominante...
La porta della stanza si aprì silenziosamente e Claudio entrò con un grande vassoio, sopra il quale vi erano poggiati numerosi fogli insieme a quella che sarebbe stata la colazione della ragazza, lo appoggiò sul comodino poi piano iniziò a chiamare quest’ultima per svegliarla.
“Miss Fortune...Miss Fortune è tardi si svegli..”
 Quella per tutta risposta si girò lasciando cadere il telefono che aveva in mano. Claudio sospirò andando ad aprire le tende. La luce del sole sicuramente l’avrebbe svegliata, o almeno sperava.
“Claudio chiudi quelle cazzo di tende o ti licenzio...Mi merito una dormita, sono stanca...”
“Signorina non usi termini volgari, non è da lei. Non ha tempo per pensare a questo ora. C’è una cosa che devo chiederle e...Non si gioca col cellulare la notte!”
Fortune sbadigliò mettendosi seduta ed appoggiando la schiena al muro in modo da avere la situazione un po’ sotto controllo. Notò il vassoio sul comodino e lo prese senza complimenti, cappuccino e cornetto alla marmellata. Che bravo Claudio! Guardò anche i fogli ma appena lesse il titolo pensò bene di buttarli tutti a terra. Facendoli sparpagliare per bene, ignorando così tutto il resto che vi era scritto.
“Miss Fortune...Capisco che la scuola è per voi come per tutti quelli della vostra età una cosa complicata e impegnativa...ma dovete sceglierne una...”
Il buon maggiordomo si abbassò ed iniziò a raccogliere i fogli.
Su ognuno era segnato il nome di una scuola e relativa descrizione, aveva fatto quell’elenco in modo da rendere più semplice la scelta alla ragazza che, a quanto pareva, era ‘molto indecisa’ su quale scegliere. Ma questo secondo lui...
“Sono in piedi da questa mattina alle sei,  ho cercato molte cose. Insegnanti privati, scuole femminili, gli istituti privati e anche istituti pubblici. Il più vicino a noi e che vi consiglio io è l’Iwatobi, non è molto grande ma così non corre il rischio di sbagliare il pullman al ritorno. Ricordo quando son dovuto venirla a recuperare e l’ho trovata a piang...mi sta ascoltando?”
Fortune aveva finito la colazione ed appoggiato il vassoio dov’èra prima. Adesso era davanti al suo gigantesco armadio -celeste pastello-  e stava scegliendo con cura il vestito da indossare.  Appena non sentì più la voce di Claudio si voltò a guardarlo.
“Scusa, dicevi?”
Claudio sospirò scuotendo la testa.
Capiva abbastanza bene come si sentisse la sua signorina, doveva ancora andare a scuola per forza. Un’educazione ci voleva! Anche se le aveva fatto tutto quell’elenco ricordava benissimo che Fortune, prima di partire per Londra, aveva fatto esaurire tre insegnanti privati essendo di proposito maleducata con loro, nelle altre scuole frequentate, invece, o aveva saltato le lezioni per andarsene nei centri commerciali o direttamente non studiava. E quando veniva il momento delle verifiche finiva col fare cuoricini sul foglio ed essere cacciata dalla classe.
Sperava davvero non accadesse di nuovo, e per questo aveva scritto una lunga lista di scuole e maestri privati scegliendole ognuna per un diverso aspetto, dalla popolarità alla vicinanza a casa, dalla gente che ci andava (se c’èrano compagni di classe delle medie che alla sua signorina risultavano antipatici) all’aspetto esteriore, aveva pensato a tutto...ma ora voleva un po’ di collaborazione.
“Dell’Iwatobi.”
“Mai e poi mai andrò in quella scuola Claudio. Me l’hai proposta anche l’anno scorso ed ho rifiutato anche l’anno scorso...perchè devo ripetermi...”
“Non mi avete detto il motivo...ce ne sarà uno, no? Perchè è brutta, piccola, la mensa fa pasti scadenti, non ha i club che desiderate? Cosa signorina Fortune?”
“Li. C’è. Nanase. Haruka.”
Fortune prese dall’armadio un vestito corto senza maniche, celeste, decorato in giallo chiaro. Davanti aveva una catenina color oro e lo tirò sul letto, iniziando a togliersi il pigiama. Non si vergognava del suo maggiordomo, per lei era come un padre....no, Fortune si vergognava di cambiarsi davanti a suo padre, ma di Claudio no. Con Claudio aveva un rapporto speciale. Questo diceva lei...
“Scusi se mi permetto ma...chi è questa Nanase Haruka? Una sua rivale in amore?”
“Oh guarda caro Claudio. Per quanto ci era fissato Rin per un attimo l’ho creduto sai? Dal primo momento che ho sentito il suo nome ho provato odio. Odio profondo. Poi quando ho saputo quello che ha fatto al mio povero amore gli ho giurato guerra eterna.”
“Oh buon Dio, cosa gli ha fatto?”
Fortune finì di mettersi il vestito allacciandolo di lato e con rabbia si girò verso Claudio e gli rispose alzando un po’ la voce.
“Mi ha raccontato tutta la storia, ora sono di nuovo amici ma... Rin è stato troppo buono, quell’Haruka lo aveva deluso! Tradito!”
“Oh...capisco...povero ragazzo. Una storia che si ripete...tradimenti, delusioni...eh...”
“CLAUDIO!”
“Oh scusate, non intendevo, io......dicevamo per la scuola?”
La ragazza prese un paio di collant color giallo chiaro e mise delle scarpe col tacco marroni. Pettinò i lunghi capelli per poi legarli in una coda.
“Ma perchè vi siete vestita così? Oggi non volete restare in casa?”
“Claudio...andiamo a fare shopping. Ho bisogno di vestiti!”
Strinse il pugno in segno di vittoria poi guardò il suo maggiordomo convinta e vittoriosa.
“Direzione negozi da uomo, ci si iscrive alla Samezuka!”
 
Alla sopracitata scuola Samezuka, nel cortile della scuola, due ragazzi stavano passeggiando tranquillamente. No, non erano al club di nuoto fanno anche altre azioni, strano eh?
“Etciù...”
“Eh? Senpai? hai il raffreddore?”
“Speriamo sia quello Nitori....spero davvero sia quello.”
Il più piccolo non capì molto il senso di quella frase ma fece finta di nulla per non fare brutta figura davanti al suo senpai preferito. I loro discorsi volgevano sempre al club di nuoto oppure sul nuoto e per oggi la conversazione si era spenta. Doveva in qualche modo riportarla in vita! insomma voleva parlare ancora con Rin, la ragazza di ieri gli aveva detto che era timido quindi forse non iniziava una conversazione per quello. Giusto, la ragazza di ieri! Poteva iniziare da lei.
“Senpai! Sappi che io....Ti trovo molto maturo!”
“Hmn?”
Rin si girò verso Nitori alzando un sopracciglio chiedendosi cosa frullasse ora nella  testa del suo amichetto.
“La ragazza di ieri! E’ molto simpatica! Non sapevo che tu..si insomma...è simpatica e sono contento tu abbia trovato l’amore! Poi mi ha dato un soprannome, Ai-chi, se è la tua ragazza sarò felice di farmi chiamare così! All’inizio non volevo ma ora che so ciò mi va bene!”
Dopo tutta la frase Rin si trattenne da far diventare Nitori parte integrante del muro. Ora anche il suo kohai era contro di lui. Quella maledetta lo aveva trascinato dalla sua parte in qualche modo e costretto a tifare per lei.
 Ora nella mente del ragazzo dai capelli rossi si era formata l’immagine di Fortune che rideva sadica con Nitori sorridente al fianco che veniva accarezzato. Aveva appena perso un alleato.
“Nitori, non è la mia fidanzata e non la amo p....com’è che ti chiama?”
“Ai-chi.  Trovo sia molto tenero!”
Rin si fermò un attimo a riflettere. poi guardò Nitori per bene assottigliando lo sguardo.
“Senpai?”
“Mi aveva fatto vedere delle foto di quando era piccola...aveva un gatto dal pelo grigio e gli occhi celesti...si chiamava Aiko...”
 
Dopo una settimana tutto era stato ultimato e la cara Fortune, trionfante, era con due persone davanti alla Samezuka. Di tutte le scartoffie, ossia il lavoro sporco, se ne era occupato Claudio e quando il preside aveva chiesto spiegazioni sui lineamenti femminili del ragazzo, il maggiordomo con aria molto teatrale e convincente aveva risposto che Fortune (si perchè mica si  era degnata di pensare a trovare un nome maschile...no, aveva voluto tenere il suo) era sempre stato bullizzato psicologicamente per questo suo somigliare ad una ragazza, ed il nome era così perchè i genitori desideravano tanto una femmina.
A queste parole il preside passò oltre ed approvò l’iscrizione, con grande sollievo di Claudio.
Dal canto suo Fortune si occupò del campo “estetico” insieme al suo fidato parrucchiere Teo che le aveva fatto trucco & parrucco. Il vero nome di Teo era Leonard ma la prima volta che Fortune sentì chiamare “Leo” capì “Teo” e da lì, anche se le venne ripetuto più volte, per lei rimase Teo. Lo aveva incontrato durante un viaggio in Francia e, per via del suo lavoro, aveva avuto modo di farsi truccare e acconciare da lui. Dopo quel giorno si innamorò delle sue mani (no, non in senso cattivo ma estetico!) e lo assunse, anzi, lo pregò di diventare il suo truccatore personale fino allo sfinimento.
Teo aveva circa trent’anni, alto con i capelli lunghi e rossi sempre legati in una coda alta, aveva imparato più o meno il giapponese e masticava pochissimo l’ inglese nonostante il lavoro di Fortune fosse proprio a Londra e molte volte aveva dovuto interagire con gente inglese del suo settore...tutti si chiedevano in che modo comunicasse.
Per  i capelli scelsero di legarli dietro con una treccia in modo che davanti l’attenzione andasse sulla frangia. E soprattutto nessun trucco.
“Signorina Fortune...fa ancora in tempo a tornarsene a casa, è proprio sicura di quello che fa? Se la scoprono saranno guai..”
Disse Claudio con aria di autocommiserazione, quasi a scuola dovesse andarci lui e non Fortune.
S'il vous plaît, cher Claudio ! La signorina Fortune sembra proprio un petit garçon! Non preoccupiamoci! saprà  lei come comportarsi!!”
Disse felice Teo guardando Fortune, quasi a contemplare il lavoro ben riuscito nel renderla un ragazzo.
“....signorina, cos’è che ha detto questo?”
“Nulla lascia stare Claudio. Comunque non preoccupatevi andrà tutto bene.  Studierò, mi impegnerò e riconquisterò il mio Rin. Tranquilli, non mi stuprerà nessuno...ma se me lo chiede Rin sarò consens-”
“SIGNORINA!!”
Le urlò Claudio. Fortune rise insieme a Teo. Poi la ragazza diede un bacio sulla guancia ai due e, dopo aver preso il trolley blu, si avviò verso quella che sarebbe stata casa sua per il prossimo periodo. 
Claudio sospirò preoccupato mentre Teo tirò fuori un fazzoletto per asciugarsi una lacrima.
“Maintenant, je suis triste… »
 “....Eh?”

 

 

 
Arrivata dentro, il preside diede le chiavi della stanza a Fortune. Che subito andò a mettere  la sua valigia in camera. Naturalmente non vi era nessuno visto che era orario di lezione. Purtroppo il letto sopra era occupato, si sarebbe accontentata del sotto e con molta eleganza tirò la valigia nella stanza facendola sbattere al muro ed aprire e ci mancò poco che tutti i vestiti si sparpagliassero per la stanza.
In teoria avrebbe dovuto usare quel tempo per metterli nella sua parte dell’armadio ma lo usò per andare a curiosare quà e là. L’ora successiva si presentò in quella che sarebbe stata la sua classe e quando il professore l’annunciò si fece avanti.
“Buongiorno a tutti! Sono Fortune Smith! Ho un nome da ragazza ma sono un ragazzo!”
Disse con aria seria. Ricordava che il suo grande amore si presentava così quindi...poteva funzionare....credeva. Ci fu un attimo di silenzio poi l’intera classe scoppiò in una gran risata e lei arrossì.
“Smettetela! Silenzio ragazzi! E’ nuovo mostrate un po’ di rispetto almeno! Vatti a sedere vicino a Mikoshiba in seconda fila.”
“Eh? ma non c’è posto in ultima fila vicino alla finestra? di solito i nuovi arrivati vanno...”
La ragazza incontrò lo sguardo del professore che la stava guardando fin troppo male, e a quel punto capì che no. Non c’èrano posti vicino alla finestra e che anche se in tv ci si andava a sedere vicino alla finestra li si andava dove c’èra posto... Almeno quel tipo lo aveva già visto. E soprattutto era della squadra di nuoto. Poteva scoprire qualcosa forse...Andò a sedersi accanto al capitano e cercò subito di fare amicizia.
“Yo fratello!”
“....mi ricordi qualcuno, che mica ci siamo già visti?”
“Nà, me lo dicono tutti. Ho una faccia molto comune.”
“Oh...dev’èssere una brutta cosa...mi dispiace...”
La lezione andò avanti quasi normalmente, quasi perchè Fortune si beccò un gessetto in fronte per il troppo chiacchierare.
 Finirono le lezioni e come primo giorno passò in un lampo, con grande sfortuna di Fortune senza incontrare Rin, di sera arrivò il momento di conoscere il coinquilino di stanza che per tutto il pomeriggio non si era fatto ancora vivo. Probabilmente aveva avuto allenamenti o incontri del club  poi si era fatto un giro con gli amici.
Intanto Fortune era nella stanza e, convinta che non sarebbe tornato in quel secondo, iniziò a cambiarsi con l’intenzione di fare subito. Si levò la giacca della divisa, e mentre si toglieva la maglia, proprio nell’istante in cui si toglieva la maglia...la porta della camera si aprì. Capelli arancioni  ed occhi color oro. Il capitano. Si era finita in camera col capitano, proprio il suo vicino di banco, era rimasto sulla porta a guardarla. Abbastanza scandalizzato dopo aver capito la situazione.
La ragazza si riprese dallo sconforto morale, lo agganciò per la maglia, lo tirò dentro per poi chiudere la porta e...si mise a piangere a fontana.
“H...hoy! N...Non piangere dai!”
 A quelle parole il pianto si fece più forte.
“Tranquilla, non è successo niente! Non...non lo dirò a Matsuoka...scommetto che si può risolvere tutto senza ricorrere a cose legali e avvocati e...ma perchè soprattutto?”
Passò un quarto d’ora buono dove tra i singhiozzi Fortune cercò di spiegare qualcosa, ma naturalmente Mikoshiba non capì un tubo. Finalmente si calmò e si sedette sul letto.
“Allora Smith...perchè ti sei travestita da ragazzo e sei venuta quì?”
“Perchè...io voglio che tutto torni come prima...”
“Questo lo avevo capito dalla prima volta che ti ho visto in piscina ma, Matsuoka dice che sei una brutta, insensibile, lurida traditrice...”
Fortune lo gujardò male.
“Scu-scusa! Parole sue!”
“C’è stato un malinteso...e crede che io abbia fatto una cosa che ho fatto ma che in realtà non ho fatto...”
A quella frase il capitano battè piano gli occhi senza dire una parola attendendo più spiegazioni. 
Non chiese nulla, temeva che ogni frase detta potesse complicare ulteriolmente la spiegazione della ragazza.
Quest’ultima sospirò e con voce tremante e occhi lucidi si mise a spiegare al capitano la motivazione dell’arrabbiatura ed odio di Rin verso di lei.
“E questo è tutto...”
Sospirò, Fortune per poi guardare Mikoshiba. Il capitano si stava mordendo un labbro trattenendo a stento le lacrime, poi con un braccio si asciugò gli occhi ed infine prese le mani alla ragazza.
“Sono con te, farò tutto quello che posso per aiutarti! Mi dispiace per quello che ti è successo!”

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Capitolo 3
*** Iscrizione al club! ***


Angolo Kiocco: Cielo ragazze dopo quanto tempo aggiorno! Il pc ha tantissimi problemi. Internet mi è crashato e mi sto connettendo da chiavetta. Anche se ho la stotria già scritta vi avviso che non so quando pubblicherò la prossima volta ç_ç....spero presto!!!!! Comunque Un grazie speciale a tutti! A chi inserisce la storia fra le seguite/preferite/ricordate, a chi commenta o a chi legge silenziosamente e basta (Ho notato che deforma la pagina ma non capisco proprio perchè. L'html l'ho usato e riprovato più volte...) <3


Iscrizione al Club!



“Mikoshiba-senpai! Ho sentito che è arrivato un nuovo studente nella tua classe è vero?”
“Si Nitori, è un ragazzo molto particolare. Anche lui, come Rin, ha un nome da ragazza ma è un ragazzo, lo conoscerai presto perchè  oggi l’ho invitato a vedere gli allenamenti.”
Il capitano si mise a ridere compiaciuto a braccia incrociate sotto lo sguardo di un Nitori perplesso, che si chiedeva cos’avesse da sghignazzare tanto.
 Arrivò poi, accanto a Nitori, Rin che stava ancora facendo qualche esercizio di riscaldamento con le braccia.
“Che ha da ridere?”
“Stavamo parlando del nuovo studente, pare anche lui abbia un nome da femmina! Stai felice Rin-senpai! Ora non ti sentirai più solo!”
Le parole del più piccolo volevano essere incoraggianti, davvero, lui ci provava...ma l’effetto che ebbero fu soltanto quello di far arrabbiare il povero Rin che,  non potendo prendere Nitori a schiaffi davanti a tutti i membri del club di nuoto, si limitò a buttarlo in piscina.
“Oh scusa, mi è scivolata la mano...”
“bluop! Ahhh!!!!”
“Matsuoka!”
Urlò d’un tratto il capitano, puntando il dito verso Rin.
“Quel ragazzo è in camera con me e ieri sera ci siamo conosciuti. E’ molto sensibile quindi vedi di essere gentile...chiaro?!”
Il rosso fece di si con la testa chiedendosi perchè lo dicesse proprio a lui. Non ci pensò troppo, si mise gli occhialetti e dopo aver fatto un tuffo perfetto iniziò il suo allenamento in acqua.
“Oh, eccoti Smith! Alla fine sei venuto, pensavo avessi paura!”
Disse il capitano guardando verso l’entrata della piscina, dove in piedi vi era Fortune a guardare i ragazzi nuotare...no scherzavo. A guardare Rin nuotare, ma appena il capitano la chiamò spostò subito lo sguardo.
“Yes capitano! Grazie per avermi invitato! Ti sono molto grato per questo!”
Sorrise entrando e piano si avvicinò al capitano, giocando con la lunga treccia che aveva. Osservava la piscina e tutto ciò che aveva intorno. L’altra volta si era concentrata soltanto sul litigar...discutere con Rin, stavolta stava guardando per bene tutto. C’èra anche Ai-chi che usciva dalla piscina con un costume giallo...non molto virile a parer suo.
“Nitori, non fare il maleducacto. Presentati!”
“Oh, si giusto! Molto piacere, io sono Aiichiro Nitori, tu come ti chiami?”
“Che presentazione spoglia...”
Fece il capitano sorridendo un po’ sconsolato squotendo la testa, con una mano sulla nuca.
“Non preoccuparti signor capitano! L’ho visto pochi secondi ma ho già una gran simpatia per questo ragazzo. Io mi chiamo Fortune Smith! Ho un nome da ragazza ma sono un ragazzo. Vengo da una famiglia ricca e spero di trovarmi bene in questa scuola!”
Nitori arricciò le sopracciglia a sentir il nome. Non aveva buona memoria, ma ricordava chiaramente che la ragazza dell’altro giorno si chiamava in quel modo. E quel ragazzo ci somigliava pure.
“Ti chiami come l’ex fidanzata del mio senpai....”
“Beh è perchè sono un suo parente. Nelle famiglie ricche è normale avere lo stesso nome. Il mio è solo Fortune Smith, tu probabilmente hai incontrato Fortune Catherine Smith, ma lei ha abbreviato...è così che funziona...capisci?”
Sorrise con tutta la naturalezza del mondo. Il più piccolo si mise una mano sotto al mento annuendo concentrato, mentre il capitano che aveva assistito alla scena trattenne le risate.
Era pur sempre un complice ormai! Girandosi, Mikoshiba,  vide che Rin stava uscendo dalla piscina.
“Vieni Smith, ti presento il nostro asso.”
Il capitano chiamò, anzi, urlò il nome di Rin e quest’ultimo si avvicinò.
Perché lo aveva chiamato? Si stava chiedendo se avesse sbagliato qualcosa nei suoi allenamenti così da ricevere un rimprovero, oppure voleva semplicemente di nuovo provare a chiedere il numero di Gou? Arrivò accanto al capitano prendendo l’asciugamano che, era convinto, gli stava porgendo Nitori.
“Rin, oggi voglio presentarti una persona, è un mio nuovo amico, compagno di classe e stanza. Non litigarci come tuo solito! Ora scusami vado a controllare quegli sfaticati laggiù.”
Il capitano se ne andò sotto lo sguardo interrogativo di Rin. Non gli aveva presentato nessuno. Forse aveva battuto la testa mentre nuotava ed era un po’ fuori?
Effettivamente lo aveva visto strano dalla mattina presto... ci fece poco caso e si portò l’asciugamano al volto per asciugarsi.
“Buongiorno!”
Disse Fortune tutta felice. Al saluto della ragazza, tutto il corpo del nuotatore si irrigidì. 
Quella voce.
 No. 
Non poteva essere vero...allontanò il panno che aveva sul viso e vide che non era il solito che gli dava sempre Nitori, cioè il suo, ma un bellissimo asciugamano celeste con in basso ricamata una F. Guardò poi davanti a lui e aprì di poco la bocca allo spettacolo che si trovò davanti. Colei che non voleva più vedere era di nuovo andata a perseguitarlo, vestita per di più come un ragazzo. E la cosa più strabiliante, ma al tempo stesso spaventosa, era che assomigliava ad uno di quei maschi effeminati. Ma poi...I suoi compagni come avevano fatto a non accorgersene?
 Lasciò cadere l’asciugamano preso dalla demoralizzazione più totale.
“Felice di vedermi? Per un po’ studierò quì.”
“Capisco. Ti sei data al crossdressing...”
“Beh se vuoi puoi vederla sotto questo punto di vista. E’ carino quì lo sai? Stò molto bene, ci sono bei ragazzi, è spazioso e-“
“Ragazzina ti conviene andartene, quì dovrai rifarti il letto da sola. Non ci sarà Claudio ogni mattina che viene per te, in più dovrai svegliarti presto per andare a lezione, non avrai gli insegnanti privati alle ore che vuoi ed alla mensa ci sono i menù stabiliti non li decidi tu. Poi dovrai entrare nei club quindi non avrai tempo per bighellonare quì e di là.”
Incrociò le braccia soddisfatto sperando di aver messo paura alla fanciulla davanti a lui ed....effettivamente c’èra riuscito. 
Infatti Fortune si stava trattenendo dallo scoppiare in lacrime, soprattutto al pensiero di doversi rifare il letto da sola. Ma fortunatamente si trattenne pensando positivo e ricordando il suo obbiettivo.
“Giusto i club! Senti mio caro kohai, tu hai finito gli allenamenti giusto?”
“Eh? In realtà ho appena iniz-“
“Benissimo!  Allora aspetterò che tu finisca così mi illustrerai tutti i club che ci sono in questa magnifica scuola.”
“Cosa?! Perchè io?!”
“Sei l’unico che conosco. Che male c’è a farmi fare un giro turistico?”
“Chiedi al capitano o a Nitori!“
“Il capitano mi sembra una persona molto impegnata, Ai-chi invece...”
Sia Rin che Fortune si girarono verso Nitori che stava correndo a bordo piscina chiamando il capitano. All’improvviso scivolò cadendo in acqua....a galla tornò solo il costume.
Rin sospirò.
“Va bene ti accompagno...ma ti scegli un club oggi e non torni più in piscina a rompermi le scatole chiaro?!”
“Nemmeno se ho un buon motivo? Tipo se qualcuno affoga o...”
A Fortune arrivò in faccia l’asciugamano  e Rin tornò agli allenamenti.
Finito l’orario di allenamento, come promesso, Rin e Fortune si incontrarono per la gita ai club. Avevano deciso di incontrarsi davanti le macchinette delle bibite, la ragazza dai capelli celesti stava aspettando. Qualche minuto dopo arrivò il rosso. 
“Rin eccoti! Dai chiedimelo!”
“....Cosa?”
“E’ da tanto che aspetti?”
“No, sono arrivato adesso, mi stavi aspettando tu...”
“Devi chiedermelo tu!”
“...Fatti meno seghe mentali, muoviti.”
E con questa frase, di scoraggiamento per Fortune, Rin cominciò a camminare facendo segno alla ragazza di seguirlo.
“Questo è il club dei mangaka...disegnano. Prima era unito al club d’arte ma poi credo ci sia stata una lite e si sono separati diventando un club a se. Non mi sono mai interessato alle loro storie ma tutti dicono che hanno trame particolari e sono prese da fatti veri....”
“Oooooh... magari posso mandargli la mia! Bellissima ragazza incontra un nuotatore e-”
“Passiamo al prossimo.”
Camminò, diciamo che quasi scappò via, svelto fermandosi davanti un’altra aula guardandola con sufficienza.
“Questo è il club di fotografia credo fra poco chiuda. E’ a corto di membri e l’attuale è una specie di emo depresso...”
“Senti ma qualcosa di bello non c’è? Tipo moda(?), giardinaggio...”
A Rin venne un grande istinto omicida. Tanto che sulla tempia destra del ragazzo, a Fortune, parve di vedere una vena pulsare...
“Senti tu...ricordi che la Samezuka è una scuola maschile si?”
“Giusto! Allora ci vuole fan-service!”
“Che?!”
Con gli occhi che brillavano indicò un punto lontano del corridoio.
“Mi iscriverò al club di fotografia e vedrai quanti membri verranno con le fotografie che appenderò in bacheca!”
“Tsk! E come hai intenzione di fare? Qualche paesaggio o un bel cagnolino non attirerà certo l’attenzione degli studenti sai?”
Fortune guardò Rin soddisfatta e con l’aria di chi ha già vinto una sfida non lanciata(?).
“Caro, cani e paesaggi no. Ma le modelle attirano sempre...”
“Aspetta...Non vorrai mica...”
Ma prima che il nuotatore dai rossi capelli potesse finire la frase, la ragazza stava già correndo verso il club di fotografia.
 Arrivata davanti la porta aprì con entusiasmo la porta trovando un tipo seduto vicino ad un tavolinetto che lucidava una macchina fotografica. 
Alzò gli occhi che si rivelarono essere neri e “contornati” da un paio di occhiali dalla montatura color petrolio. I lunghi capelli neri, lisci e lucenti, che arrivavano a metà schiena, coprivano la metà sinistra del volto. 
La pelle era chiarissima e sembrava quasi che si sarebbe ustionato per un minimo raggio solare. Fortune a quel punto si chiese se invece del club di fotografia non avesse aperto la porta di casa della famiglia Adams...ad interrompere i suoi pensieri ci fu la voce gentile del ragazzo.
“...Si?”
“Hem....Salve. Mi chiamo Fortune Smith e vorrei iscrivermi al club di fotografia!”
Il ragazzo appoggiò la macchina fotografica, che tralaltro sembrava abbastanza vecchia, sul tavolino, e si alzò avvicinandosi alla finestra.
“Mi presento io sono Sashin Satsuei. E’ da tanto tempo che non ricevo visite. Credo oramai tre mesi...”
“Scusa...e gli altri membri?”
“Oh no, quì ci sono solo io, anche le attività del club. Solo io. E anche di pomeriggio puoi trovare solo me Fortune.”
Si girò verso la ragazza sorridendo dolcemente.
“Ah...e gli altri membri che fine hanno fatto?”
“Loro....beh in realtà sono stati i miei amici ad aiutarmi ad aprire questo club. Sanno che il mio sogno è quello di diventare un fotografo professionista e quindi hanno dato i loro nomi ma...non gli interessa per nulla la fotografia. Avevo pensato infatti di chiudere quest’-“
“No ti prego Sa-chan! Non farlo! Voglio iscrivermi! E’ questione di amore o di morte!”
Fortune corse verso Sashin prendendogli le mani, quest’ultimo la guardò perplesso.
“Sa-....chan? Di amore?....Non so di cosa tu stia parlando Smith-“
“Chiamami Fortune”
“Non so di cosa tu stia parlando Fortune, comunque l’attrezzatura scarzeggia...la scuola non mi ha fornito granchè. Fornisce materiale solo ai club sportivi. Manca il bank, il cavalletto, una macchina fotografica decente e quindi...”
“Sa-chan! Fammi una lista di tutte le cose che servono! Al resto ci penserà il sottoscritto! Non ti deluderò capo!”
Sashin fece una smorfia con la bocca ma poi vide il sorriso sincero che si formò sul volto di Fortune e, anche se lo conosceva da 5 minuti neanche, pensò che peggio che in quel modo non poteva andare. Prese carta e penna e si misi a scrivere tutte le cose che aveva sempre desiderato avere nel suo club di fotografia.
Appena finì di scrivere e posò la penna sul tavolo, Fortune prese il foglio e, senza nemmeno salutare il suo nuovo amico, scappò via dritta dritta per andare in città. E indovinate un po’ durante il tragitto a chi aveva telefonato?
“Claudio!”
“Signorina Fortune!”
I due si abbracciarono come se fosse passata un’eternità. Claudio era quasi commosso di rivederla, Fortune molto probabilmente lo aveva chiamato soltanto per fargli portare le attrezzature...ma era comunque felicissima di rivederlo.
“Signorina, perchè siamo davanti ad un negozio come questo?”

“Devi sapere che sono entrata in un club! Il club di fotografia! Ora devo comprare queste cose!”
A sentir il nome fotografia, a Claudio tornarono in mente le foto delle gite di quando era bambina Fortune. Su 10, soltanto alla 9 si era ricordata di togliere il tappo all’obbiettivo. Ci volle un’oretta buona per scegliere e comprare il tutto, anche perchè la ragazza continuava ad innamorarsi di varie cornici che definiva adorabili dove dentro, a suo dire, avrebbe potuto mettere la foto del suo matrimonio con Rin, e li il commesso a chiedersi come fosse questA Rin. Appena uscirono, dopo aver messo per bene tutto in macchina ad entrambi venne un po’ fame.
“Mi porti in pasticceria?”
“Pasticceria? Ma signorina...un bar non va bene?”
“Claudio, alla Samezuka cucinano da schifo non come cucinavi tu. Fammi rifare le papille gustative.”
A questa frase il buon maggiordomo, oltre a sentirsi onorato, non potè rifiutare, e partì per la pasticceria più vicina, che era anche la sua preferita poichè italiana Pasticceria Ponziani. La pasticceria era  di gestione italiana e, come si sarà capito dal nome, Claudio era di origine italiana ma fortunatamente aveva imparato bene sia il giapponese che l’inglese. Il francese per nulla. proprio per questo non comunicava con Teo.
“Signorina vado a parcheggiare mi aspetti dentro, intanto scelga pure.”
Fortune annuì e scese poi corse subito in pasticceria. Subito venne investita da un buonissimo profumo di cioccolato. Quello schifo di mensa della Samezuka le aveva fatto dimenticare quant’èra buono e inebriante. Prima non lo apprezzava per niente poichè ci andava tutti i giorni, adesso che non ci andava da poco le sembrava di esser mancata da un secolo. Si avvicinò al bancone trasparente non notando la presenza di una ragazza. Infatti ci andò a sbattere. Quest’ultima cadde a terra.
“Ouch....che male....scusi io non volevo...”
Guardò in alto incontrando gli occhi celesti di Fortune che subito le tese la mano. Dalla porta entrò una ventata che fece svolazzare la treccia di Fortune verso destra.
“Stai bene ragazzina?”
“U...u...una scena da film...”
“Eh?”
“Eh? Io, niente, scusi, le sono venuta addosso, mi dispiace, non l’ho fatto apposta, mi perdoni, ah! La divisa del Samezuka!”
“Della Samezuka...”
Fortune prese la mano della ragazza e l’aiutò a rialzarzi. Poi educatamente si presentò.
“Piacere. Mi chiamo Fortune Smith, 17 anni. Chiamami Fortune, niente suffissi. Ah si, ho un nome da ragazza ma sono un ragazzo! Tu biondina?”
“B...biondina? Mi chiamo Mimi Yoshida...15 anni”
I capelli di Mimi erano biondi a caschetto con un codino sul lato sinistro della nuca. Gli occhi dorati erano grandi ed esprimevano dolcezza...ma ora guardavano in basso per la vergogna.
“Vedo che hai la divisa dell’Iwatobi eh....La scuola di quel...quel...”
“Si! Vado all’Iwatobi, è una scuola bellissima! Grazie al club d’arte ho conosciuto e sono potuta entrare in contatto anche con quello di nuoto dove ci sono persone che ammiro molto. Una in particolare di loro ed è...hem...”
Attorno a Fortune si era formata un’aura abbastanza, anzi molto, negativa che andava allargandosi.
“Continua. Chi è questo tizio?”
“Beh...non sò se lo conosce Fortune-senpai ...anche lui ha un nome da ragazza...”
“Dimmi chi è!”
“Si chiama...Nanase Haruka...è alto, moro, occhi azzurri come il mare...ma credo abbia un brutto passato d’amicizia con un certo Rin. Ora dovrebbero aver fatto pace però al club ne parlano spesso e....”
“Non è vero! E’ il contrario! Il mio Rin è adorabile, dolce e sensibile chiaro?! E’ stata tutta colpa loro!”
Fortune iniziò a squotere Mimi.
“E non è giusto che i primi tempi in cui stava con me parlava del loro litigio chiaro?!”
“Senpaiiiiiiiiiiiiii non capisco se mi squooooooootiiii!”
“Vai al diavolo!”
E detto questo corse via afferrando e portandosi via Claudio, che stava entrando il quel minuto.
“....Chissà se ci sarà...”
Disse Mimi spostandosi una ciocca di capelli biondi dietro l’orecchio, con aria sognante e sorridendo.

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Capitolo 4
*** Allenamento! ***


Allenamento

Angolo Kiocco: Ecco a voi, sempre con ampio ritardo ^_^"""""", anche il capitolo 4. Buona lettura!


Erano passate ormai due settimane da quando Fortune si era iscritta al club di fotografia. 
Il piano di Rin di farla iscrivere ad un club per farla stare lontano da quello di nuoto aveva funzionato, infatti, il club di fotografia le prendeva tempo quattro giorni a settimana ed i rimanenti doveva sgobbare con lo studio, soprattutto su matematica. Nella quale non riusciva a prendere un benedetto sei. Il massimo a cui arrivava era cinque e mezzo.
Le rare volte che incontrava il rosso era per il corridoio ma purtroppo sempre in compagnia, oppure –naturalmente- in mensa durante i pasti ed anche li si limitava a guardarlo da lontano poichè era sempre in compagnia o non trovava mai situazioni in cui....rapirlo per lei. Sospirò regolando la luce del bank.
“Cosa c’è Fortune? Vuoi fare una pausa?”
“Eh? oh scusa Shashin...sono un po’ giù oggi. Stavo pensando agli avvenimenti delle ultime settimane...”
Shashin, che stava montando il cavalletto per la macchina fotografica, si sedette su una sedia levandosi gli occhiali, per poggiarli sopra al tavolinetto,  chiudendo gli occhi per poi massaggiarseli. La ragazza spense il bank, ossia il faro per fare luce, e si sedette anche lei dall’altra parte del tavolino.
“In queste settimane abbiamo parlato solo di fotografia effettivamente...Ti ho insegnato gli strumenti base, come funziona una macchinetta, che devi levare il tappo all’obbiettivo...”
“Già, non avrei mai immaginato fosse così difficile Shashin, sei un bravo maestro. Come mai sei così affascinato dalla fotografia?”
“Beh...fin da piccolo ho avuto questa passione ma diciamo che l’amore è scattato quando ho visto una mostra fotografica. Mio padre viaggia molto ed io quella volta ero andato con lui, c’èra una foto in particolare che ha attirato la mia attenzione. La foto di una bambina, credo avrà avuto la mia età, che guardava un albero di ciliegio. Era di profilo e sorrideva...ma sembrava un sorriso finto, malinconico. Ricordo anche il vestito bianco. Era una foto semplice e a guardarla c’èro solo io. Il titolo era ‘Ricordi Silenziosi’...Mi sono documentato ed ho scoperto che quel fotografo lavora per conto di una modella inglese, viaggia con lei quindi è fotografo di moda...ne deduco che le sue foto andranno sui giornali di Londra e...”
Shashin, rimettendosi gli occhiali, guardò Fortune. Sorrideva guardandolo.
“Ho....detto  qualcosa di ridicolo?”
“No scusami, mi hai solo portato alla mente un ricordo. Continua. Mi stai incuriosendo parecchio Shashin.”
La ragazza a sorridere mettendo i gomiti sul tavolo ed appoggiando il volto sulla mani, che facevano da sostegno.
Shashin la guardò un attimo. Si fidò e andò avanti.
“...e comunque il mio sogno è realizzare un set fotografico insieme al fotografo che mi ha trasmesso questa magnifica passione. Cioè quello di quella foto . Non è molto conosciuto ma quella foto mi ha veramente emozionato...”
“Cos’hai provato nel guiardarla Shashin?”
Il ragazzo dai capelli neri guardò dritto negli occhi Fortune.
“Tristezza.”
Fortune sussulto. Come poteva una foto provocare tristezza? Poi da come gliel’aveva elogiata poco prima non sembrava così male, che il fotografo fosse davvero così eccezionale?....Magari le conveniva riguardarsi la foto.
“Comunque Fortune, ora parlami un po’ di te....tipo, perchè hai deciso di entrare proprio nella Samezuka? Scusa se te lo dico ma non mi sembri un tipo troppo atletico e la Samezuka è per lo più una scuola di sport. Io sono quì perchè tutta la mia famiglia praticamente l’ha frequentata. Tu invece?”
“Io sono entrato quì...”
Arrossì lievemente guardando altrove, unì gli indici per la vergogna e sorrise.
“Per amore.”
Poi guardò Shashin. Il suo kohai del club di fotografia. Vide la faccia che restò sconvolta per qualche attimo, ma che poi tornò normale. In quel momento, Fortune, capì di aver detto una cazzata.
“Cioè, ecco, io...scusa, dimentica ciò che ho...”
“Tranquilla, non ho pregiudizi. Quindi? Chi è il fortunato a cui dai le tue attenzioni?”
Sorrise la ragazza dai lunghi capelli al pensiero di non esser stata scoperta.
“Beh...è il bellissimo e palestrato nuotatore Matsuoka Rin, lo conosci vero? Eh? Eh? eh eh eh?”
“Certo che lo conosco. Si è lasciato pure da poco con la ragazza. Sei fortunato...ora che ci penso c’èrano stati parecchi pettegolezzi sul suo conto tempo fa.”
“Cosa? E di che genere? Ma poi non è possibile dai, è ammirato, lodato, bello, dolce e gentile” 
“Fortune...le persone si dividono in due categorie. Quelle che ti vogliono bene e quelle che non te ne vogliono. Tu che dici chi è che sparlava? Tornando al discorso....andavano dicendo che la ragazza....gli metteva le corna durante i viaggi.”
“Com-...e lui?”
“E lui niente. Chissà se è vero...effettivamente un periodo Nitori mi ha detto che non si è fatta viva per parecchio...”
Fortune si alzò battendo le mani sul tavolo, abbastanza arrabbiata.
“Cosa centra Ai-chi? Che ne sa lui ora? Nemmeno la conosceva prima di...hem...un mese forse? Fa”
“Nitori viene in classe con me. Quelche volta gli accennava qualcosa Matsuoka...ma tranquillo...comunque...avrei un compito per te!
Fortune si risedette. un po’ demoralizzata. Non aveva idea che il suo lavoro avesse penalizzato la reputazione di Rin a scuola. Sospirò quando il flash della macchinetta la riportò alla realtà.
“Hey! Non farmi foto a tradimento!”
“Vorrei fare delle foto di sport. Ma sono troppo impegnato. Come vedi devo sistemare tutta l’aula per bene. Sei stato utilissimo ma la tua conoscenza è ancora a livelli base...”
Shashin passò la macchinetta a Fortune sorridendo.
“Potresti andare gentilmente al club di nuoto e farmi qualche foto? Se si lamentano di a Nitori che ti mando io. Se la prenderanno con lui al massimo.”
Il ragazzo fece l’occhiolino a Fortune che sorrise afferrando la macchinetta annuendo. E subito uscì dal club. Ma subito si girò a guardare la porta.
“Prima mi ha detto... TranquillA, non ho pregiudizi....si sarà sbagliato....”
Scrollò le spalle e corse via verso la piscina.

 
Nitori si girò verso il vetro che dava sulla piscina dove la gente poteva fare da spettatore. Cercò un po’ con lo sguardo poi, non trovando chi cercava sospirò.
“Che ti prende Nitori?...Hai invitato la fidanzata ma ti ha dato buca?”
“E-Eh...? N-No! Ma che dici Rin-Senpai! E’ che stavo guardando se Fortune-senpai era venuto a vederci ma...non c’è nemmeno oggi, da quando è entrato nel club di fotografia non viene più a trovarci.”
Anche Rin guardò il vetro. Aldilà soltanto qualche studente della Samezuka che probabilmente voleva iscriversi.
“Già. E non è magnifico?”
“Come sei crudele Rin-senpai...tanto lo so che ti sta sinpatico anche se fai finta di no.”
“A me?! No! Io lo odio! Tu piuttosto, perchè e come ci sei così amico?”
Nitori sorrise.
“Beh in inglese non vado molto bene, quindi ha deciso di aiutarmi....ma lo sai che parla l’inglese come un madrelingua? E’ bravissimo. Capisce anche quando sono stanco e facciamo una pausa. L’altro giorno ci siamo pure fatti un selfie sul suo cellulare e me l’ha inviato. Ah abbiamo studiato in camera nostra, spero non ti dispiaccia Rin-senpai!”
“Ni...Nitori ma, ma hai me in camera che sono stato in Australia e vai a chiedere a lui? Passi dalla parte del nemico?”
Chiese sconsolato mettendosi una mano sulla faccia. All’improvviso dal corridoio sentirono un rumore di passi avvicinarsi, anzi correre ed avvicinarsi. Quando finalmente arrivò sulla porta che dava sulla piscina mostrò la figura di Fortune felice con la macchina fotografica al collo.
“Riiiiiiiiiiiiiiiiin, Ai-chiiiiii!
Salutò entrambi con la mano. I diretti interessati sorrisero, sorriso che un secondo dopo si spense sul volto di Rin. Doveva ricordarsi che la odiava. mentre il più piccolo iniziò a ricambiare il saluto con la mano. poi si avvicinò felice.
“Fortune-senpai! Che bello sei riuscito a venire oggi! Anche Rin-senpai è felicissimo di vederti vero?”
Chiese convinto il ragazzino al nuotatore dai capelli rossi, che si stava avvicinando con aria truce. Inutile dire il perchè.
“Ti avevo detto di non venire più.”
“Devo fare delle foto per conto del club. Son stato incaricato da Shashin, l’amico di Ai-chi!”
Rin si girò verso Nitori con la faccia infuriata. Il più piccolo in quel momento desiderò tanto possedere una pala per cominciare a scavare per poi sotterrarsi, così da non vedere il volto del suo senpai arrabbiato.
“Con te facciamo i conti dopo....fila ad allenarti!”
“S...si Rin-senpai!”
E come detto dal suo senpai preferito, il piccolo Aiichiro prese occhialetti e cuffia e si tuffò in piscina per allenarsi.
“E dì la verità che l’hai mandato via per restare solo con me, come sei romantico Rin.”
“Scemenze. Vado anche io.“
Cominciò ad andarsene ma Fortune lo afferrò per un polso. Il rosso si girò fin troppo irritato verso la ragazza.
“Io...ti chiedo scusa Rin...”
Si liberò dalla presa della ragazza ed incrociò le braccia. Alzò un sopracciglio e la guardò con aria di sufficienza.
“Sentiamo. Di quale delle tante cose che mi hai fatto mi chiedi scusa Fortune? Di esserti iscritta alla Samezuka? Di rompermi le palle ogni giorno? Di aver fatto passare Nitori dalla tua parte? Oh scusa queste sono le piccole cose...vuoi che vado su quelle più grandi? Di avermi ferito nell’orgoglio? Di avermi tra-“
“Io...ho saputo di ciò che dicevano a scuola mentre ero via per lavoro. Mi dispiace.”
Piombò il silenzio fra i due. 
“Come ne sei venuta a conoscenza?”
“Me lo ha detto Shashin, è l’altro membro del club di fotografia...”
Rin guardò verso la piscina sospirando. Non aveva mai detto a Fortune delle voci a scuola e, sinceramente, non aveva alcuna intenzione di dirglielo per non fargli pesare nulla altrimenti avrebbe sicuramente creduto che la loro rottura sarebbe dipesa dal suo lavoro e si sarebbe fatta mille film.
“Il lavoro è lavoro. Non è stata colpa tua. Tranquilla, io non ci davo peso.
Con la coda dell’occhio guardò Fortune che, nonostante la spiegazione, parve non crederci. Sorrideva debolmente guardando in basso.
“Uff...Senti oggi viene l’Iwatobi per un allenamento combinato. Se ti va puoi restare a fare le foto.”
“Davvero? Posso davvero?”
“Ti sei portata dalla tua parte anche il capitano quindi se glielo chiedi dice sicuramente di si. Sei diabolica. Ma non disturbare! Mettiti li e stai buona chiaro?!”
Fortune annuì felice e andò a sedersi sulla panchina in attesa che arrivassero gli studenti della Iwatobi per poter così iniziare a scattare le foto.
Dopo poco arrivò il quartetto di nuotatori rivali accompagnato da Gou e dalla ragazzina che Fortune aveva incontrato settimane prima.
“Eh? E quella?”
“Si chiama Mimi Yoshida.”
Fortune si girò verso destra. Vide un ragazzo dagli occhi verde smeraldo e sotto di loro due grandi occhiaie. I capelli marroni, spettinati, che gli arrivavano fino al collo. In mano aveva una matita e sulle gambe era poggiato un blocco da disegno chiuso.
Dopo aver sentito le parole dell’individuo, Fortune lanciò un urlo che rimbombò per tutta la piscina. Da quanto quella persona era accanto a lei? Non si era accorta di nulla. Ok che era concentrata su altro ma non accorgersi di qualcuno in quel modo era preoccupante.
E intanto che Fortune si preoccupava di riprendere fiato e riprendersi dallo spavento, i membri dell’Iwatobi erano stati incuriositi dall’urlo proveniente da bordopiscina.
“Un nuovo arrivato al club di nuoto Rin?”
Disse Makoto guardando la direzione da cui era provenuta la voce.
“Proprio no. Lascia perdere, quel tizio è qui solo per fare foto. Ignoratelo per favore, vi prego. Non dategli nessun tipo di attenzione.”
A Nagisa iniziarono a brillare gli occhi alla parola foto, e mettendo le mani in segno di preghiera guardò Rin dritto negli occhi.
“Per favore, posso farmi fare un set fotografico?”
Rin quasi schifato dalla domanda non rispose, poi Nitori si mise fra il suo senpai preferito ed il biondino con aria abbastanza imbronciata.
“Ora basta. Fortune-senpai è molto impegnato e prende le attività del proprio club molto seriamente, non verrà a fare di certo foto per te Nagisa-chan!”
“Oh Ai-chan come sei cattivo!”
Mimi, che per tutto il tempo era rimasta incuriosita e perplessa a guardare Fortune, venne interrotta da Haru.
“Mimi.”
Disse freddo. Forse...anzi...normale...come al solito. La ragazza si girò subito sussultando. Era raro che Haru iniziasse una conversazione con lei di sua spontanea volontà. Sorrise debolmente guardando in basso immaginando un’atmosfera rosa pastello con cuoricini intorno a loro. 
“Si?”
“Come mai sei quì anche tu?”
A Mimi caddero le braccia e il rosa pastello divenne viola, i cuoricini si trasformarono in nuvolette portatrici d’acqua e....beh per consolarsi si disse che era pur sempre un inizio. Il suo senpai aveva iniziato la conversazione.
“Mi....ha invitato Gou-san...”
“Oh....Capisco.”
E detto questo il moro andò dagli altri. A Mimi non restò altro che dirigersi, demoralizzata, verso la panchina per sedersi e guardare la gara.
“Rin, Nitori, Kaoru, Tatsumi! Voi rappresenterete il nostro club di nuoto. vedete di non farmi fare figuracce e di dare il massimo chiaro?!”
Urlò Mikoshiba ai suoi allievi, che risposero con un assenso del capo. Chi più convinto come Rin, chi meno come Nitori.
“Ragazzi, ci siamo allenati tanto! Potete farcela! vincerete di sicuro! Rei mi raccomando. Resta calmo ok? Non farti prendere dal panico e andrà tutto bene.”
Disse convinta alla squadra dell’Iwatobi Gou.
“Yeeeh....potete farcela.....”
Provò a rassicurarli Mimi, ancora demoralizzata per la conversazione con Haruka avuta poco prima. Sentì poi una mano sulla spalla e guardò in alto. Beh lei era bassina quindi molto in alto. Vide due occhi verdi che la guardavano fra il comprensivo ed il compassionevole.
“non ti arrendere. Ce la farai. Chissà....forse...un giorno.”
Tutti i nuotatori finalmente andarono al trampolino di lancio. Makoto e Kaoru si prepararono per la prima vasca a dorso.

 
“Tu chi diavolo sei e da quanto sei seduto su questa panchina accanto a me?”
Disse Fortune, ormai calma, al tipo accanto a lei. Quest’ultimo aveva aperto il blocco che aveva appoggiato sulle gambe prima e aveva preso a disegnare.
“hm hm hm(risata), il mio nome è Itsuki Casoji e sono l’orgoglioso e fiero presidente del club dei mangaka!”
“Ah...ok...E questa è la piscina, non credi di essere nel posto sbagliato Itsuki?”
“No, no, no, Fortune, sono quì per prendere ispirazione per la mia prossima doujin. Ah chiamami Casoji-kun. Si addice di più al tuo personaggio, anche se devo ancora decidere con chi metterti sei un uke perfetto Fortune.”
Fortune sgranò gli occhi e spalancò la bocca. Come sapeva quel ragazzo il suo nome? e soprattutto...uke?! Che andava dicendo? Era matto?
“Prego? Come sai il mio nome e....cosa....uke?”
“Uke. Sai cos’è no? Nei manga yaoi le coppie sono formate da uke e seme. Il seme è la persona diciamo, per fartela semplice, che comanda, l’uke...che subisce. Tu hai tratti femminili e comportamenti effemminati. Ti tengo d’occhio da quando sei arrivato. Sei un buon elemento e non devo sprecarti. Devo solo decidere con chi accoppiarti. Ora mi è venuta l’ispirazione su una coppia che già avevo, ti saluto.”
E detto questo se ne andò sotto gli occhi di una Fortune molto perplessa e abbastanza schifata.
Intanto Makoto aveva toccato il bordo e Nagisa si era tuffato. Kaoru arrivò un po’ dopo e si tuffò anche Nitori. 
Con difficoltà quest’ultimo riuscì, stranamente, a rimontare, tuttavia e purtroppo per lui successe un imprevisto quando venne il momento della virata.
“Vai Ai-Chi! Puoi farcela! Vinci per noi!”
Nitori, felice del tifo di Fortune, non calcolò bene il tempo per virare e finì per dare una testata sulla parete della piscina dando così a Nagisa tempo per recuperare, e arrivare a dare il cambio a Rei. Ripresosi dallo shock, Nitori, continuò nella sua impresa arrivando dopo il biondo e facendo cambio con Tatsumi che cercò di recuperare in tutti i modi. Ma poverino il distacco non accennava a diminuire. Sul volto di Gou, Mimi, Rei, Nagisa e Makoto ormai c’èra il sorriso della vittoria e su quello di Haru c’èra l’indifferenza. Sul volto degli studenti della Samezuka c’èra lo sconforto. Su quello di Rin C’èra Aria di sufficenza. Rei toccò la parete ed Haru si tuffò. Non era un tuffo perfetto come di solito faceva il moro, non gli era riuscito nemmeno male, però qualcosa non andava. Era anche partito leggermente in ritardo Finalmente Tatsumi partì e Rin si tuffò in acqua, in quel momento partirono non si sa quante foto.
La nuotata di Rin era perfetta e veloce come sempre e tentava di recuperare Haru che aveva un enorme vantaggio su di lui. Quella di Haru, per un attimo, sembrò strana, come se qualcosa gli impedisse di nuotare liberamente, sembrava respirasse a fatica e sembrò anche rallentare drasticamente a metà vasca di ritorno. In questo modo Rin lo raggiunse. Dopo poco Haru tornò in se e ripartì a nuotare come sempre.
Toccarono la parete nello stesso istante. C’èra stata una parità.
Tutta la Iwatubi guardò incuriosita e perplessa Haruka mentre Makoto lo aiutava ad uscire dalla piscina.
“Sentivo...Come se qualcuno mi stesse lanciando maledizioni. E’ stata una cosa orribile...”
Disse il moro guardandosi le mani aprendole e chiudendole piano, come per riacquistare sensibilità.
“Suvvia Haru-chan! Sarà stata un’impressione!”
Disse Nagisa, pizzicando la guancia ad Haru. Che non si girò nemmeno a guardarlo.
“Rin-senpai! Rin-senpai! Sei stato fenomenale, hai fatto una rimonta eccezionale, complimenti, mi dispiace tantissimo per la mia testata al muro. Ma sei stato davvero bravo!”
Squillò Nitori felice e arzillo davanti a Rin.
“Effettivamente si, mi sembrava di sentire un flusso positivo...ma sarà stata un’impressione.” 

 
“Dannazione la bambola woodoo non ha avuto effetto su Nanase...”
Incrociò le braccia imbronciata, Fortune. Purtroppo odiava Haruka e credeva lo avrebbe odiato per sempre. Si avvicinò un po’ al gruppetto e vide la biondina andarle incontro.
“Ah, senpai!”
“Mimi. Come stai? Ti vedo bene eh? Come mai sei venuta anche tu?”
E dopo questa domanda, Mimi dovette trattenersi dal non mettersi a piangere. In nemmeno due ore era la seconda persona che glielo chiedeva.
“Ho accompagnato il club di nuoto...mi ha invitato Gou-san, è stata molto gentile...”
“Si, si, brava...ora scusami devo andare a fare i complimenti al mio Rin. Ciao.”
Fortune corse via passando accanto alla bionda e dirigendosi verso Rin. Saltò al collo di quest’ultimo e lo riempì di complimenti, sotto gli occhi di tutta la Iwatobi che lo guardava spaesato, e Nitori, voleva anche lui i complimenti...anche se sapeva di non meritarli.
“Oh...quindi è così che si comporta un bravo senpai. Devo annotarmelo. La prossima volta che Mimi vince o riesce in qualcosa l’abbraccerò... ”
Disse Haru, facendo di si piano con la testa. Poi lentamente Fortune si girò verso di lui. Uno sguardo ricolmo d’odio, pieno d’astio, che avrebbe ucciso se solo avesse potuto...ma di cui il moro non si accorse. Per niente. Soltanto il resto dei presenti notò la cosa e pensò bene di portare via Haruka da dov’èra.
Nel frattempo Rin si scrollò Fortune di dosso.
“Ti avevo detto di restartene buono.”
“Oh tranquillo. Per oggi il mio lavoro è finito...ho il materiale sufficiente. Shashin sarà fiero di me!”
“Di già te ne vai? Pensavo saresti rimasto a rompere fino alla fine.”
“Avrai la prossima volta il tuo personale set fotografico.”
La ragazza gli fece una foto dritta in faccia, che lo costrinse a chiudere gli occhi per la luce del flash, salutò tutti e se ne corse via così come era arrivata. 
Tornò dritta alla stanza del club di fotografia, aprì la porta trionfante alzando la macchina fotografica in aria.
“Shashin, ho le foto!”
Shashin, che in quel momento si stava bevendo un succo di frutta mentre sfogliava una rivista di fotografia, alzò lo sguardo e sorrise. Posò il succo e allungò la mano. Fortune gli diede la macchinetta, il ragazzo premette le frecce direzionali per vedere le foto scattate sullo schermo.
“Fortune...”
“Si?”
“Sono nere, ti sei dimenticato di togliere il tappo all’obbiettivo...”

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Capitolo 5
*** Un aiuto da Mikoshiba ***


Un aiuto da Mikoshiba

Era sola in stanza. Mikoshiba era agli allenamenti di nuoto, ma sarebbe arrivato da un momento all’altro. Fortune sospirò buttandosi a peso morto sul letto abbracciando il cuscino. Poi iniziò a rotolare sconsolata e depressa.
“Riiiiiiiiiiiiiiiiin, Rin, Rin, Rin, Riiiiiiiiiiiin!!!!”
La porta si aprì ed entrò il capitano sorridente, ma cambiò subito espressione appena vide cosa stava facendo Fortune. E si domandò se quella ragazza avesse davvero la sua età e non quattro anni.
“Riiiiin...”
“Hoy, Fortune, smettila. Se qualcuno ti sente penserà che sei omosessuale...E’ questo che vuoi?”
La ragazza fermò il suo lamento mettendosi seduta a guardare Mikoshiba. Si mise un dito sulle labbra pensosa. Qualche attimo di silenzio, poi l’illuminazione...
“Capitano, c’è il mio amico Shashin che già crede io sia gay...ed il tipo a Caso del club Mangaka mi sta cercando un seme quindi, anche se mi sentono, non preoccuparti. Va bene.”
“Vorrai dire Casoji...comunque, non hai fatto nessun progresso con Matsuoka?”
Fortune scosse il capo sconsolata stringendo il cuscino. Mikoshiba fece una smorfia strana con la bocca. Non poteva sopportare che uno dei suoi ragazzi facesse soffrire così una fanciulla, nossignore! Ci avrebbe pensato lui. Anche perchè, da una parte, Fortune gli ricordava il suo fratellino. Di fatto, la prima volta che si era cimentata nel rifare il letto, la ragazza quasi non si era incastrata tra le lenzuola ed al capitano, scattò l’istinto del bravo fratello maggiore qual’èra. Infatti, se ora Fortune sapeva rifare il letto, era proprio merito di Mikoshiba. Quest’ultimo si sedette accanto a lei e sorridendole le mise le mani sulle spalle.
“Ragazzina, ho un piano! Domani ti vestirai per bene!”
 
Intanto in giardino, sdraiato a pancia in sotto, vi era Shashin che stava cercando il momento giusto per fare una fotografia alla splendida farfalla che si trovava a circa 10 cm dalla sua macchinetta.
“Andiamo, andiamo...apri di più le ali....quei bellissimi colori...”
Sarebbe stato tutto ancora più splendido se un certo nuotatore dai capelli rossi non fosse inciampato sul corpo del fotografo, facendo così volar via la farfalla e causare un bel po’ di male ad entrambi.
“Ma cha cavolo....scusa ti pare il modo?! Ti metti a prendere il sole a quest’ora? E’ quasi buio! I bambini piccoli vanno a dormire!”
“Mi scusi, ma veramente è lei che mi è venuto addosso èh...”
Si rialzarono entrambi spolverandosi gli abiti. Shashin tolse anche gli occhiali per pulirli, poi controllò se l’amata macchina fotografica  avesse qualche graffio. Per fortuna era illesa.
“Quella macchinetta...Sei del club di fotografia?”
“E lei è Rin Matsuoka?”
Entrambi fecero di si con la testa. Ci fu un istante di silenzio dove ognuno scrutò per bene l’altro come per analizzarsi.
“Il mio nome è Shashin Satsuei. Ieri ho incaricato Fortune di fare delle foto al club di nuoto. Sono venute davvero bene, direi che fra i ragazzi del club è il più bravo...”
Disse girando la testa di lato. Tanto Rin non sapeva che le foto erano nere, e che al momento i membri erano solo lui e Fortune.
“Si. Lo sò. Beh...Andate d’accordo?”
“Si. Molto d’accordo. Trovo sia un ragazzo molto in gamba, sorride sempre, vivace ah ha anche la pelle molto morbida. Chissà che crema usa.”
“Ci si vede Satsuei.”
Rin si girò pronto per riprendere la corsa da dove era venuto. Molto incavolato, cioè...più del solito.
“Matsuoka-senpai...avete perso qualcosa?”
Rin si girò alterato e si avvicinò al moro, che continuava a guardarlo con tutta tranquillità.
“Ora smettila! Smettila! Ti ho incontrato per caso e non ho bisogno di sentirmi la paternale da uno che nemmeno conosco chiaro? Non tornerò indietro nemmeno se mi pagano perchè ormai ho deciso così ed è storia vecchia va bene? Può fare quello che le pare ma non riuscirà mai più a stare con me! Tanto lo so che ha portato anche te dalla sua parte! Prima Nitori, poi il capitano! Ma no...No! Non ci riuscirà quella maledetta!”
Shashin alzò leggermente un sopracciglio. Mise la mano destra davanti la bocca per coprire una piccola risata che non riuscì a trattenere. Si abbassò raccogliendo un cellulare.
“Matsuoka-senpai, non ho idea di cosa stai parlando...ma avevi perso il cellulare...”
“....Oh, si...certo. Ti riferivi al cellulare.”
Proprio in quel momento arrivò un messaggiò da parte del capitano Mikoshiba che fece illuminare il display. L’attenzione di entrambi i ragazzi si spostò sul display.
“Beh...bello sfondo Matsuoka-senpai.”
Davvero irritato, Rin, strappò il telefono dalle mani di Shashin e corse via riprendendo il suo allenamento. L’indomani il rosso si ritrovò ad aspettare il capitano e Nitori, infatti sul messaggio vi era scritto che gli allenamenti erano stati sospesi e che, per il duro lavoro svolto durante la settimana, lui e Nitori si erano guadagnati un bel gelato offerto proprio dal capitano stesso. Il luogo di ritrovo era davanti una fontana, in un parco, che aveva la forma di una sirena. Più Rin la guardava, più gli sembrava pacchiana.
“Bah, sempre più strane le fanno...”
“Riiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiin!!!”
Si girò al sentirsi chiamare da quella voce che non era nè del capitano nè di Nitori. Verso di lui stava correndo una Fortune più sorridente che mai e con un abbigliamento che gli fece fare qualche domanda. Indossava una maglia lunga fino alla vita di un blu scuro che ricordava il colore del cielo notturno, jeans che risaltavano le gambe atletiche inseriti negli stivali con tacco, e frange dello stesso colore della maglia. Aveva la coda di cavallo e dei lunghi orecchini blu scuro. Rin la guardò un attimo. Si, stava bene vestita in quel modo ma era indeciso su quale delle tante domande farle per prima: cosa ci fai qui? Dove sono Mikoshiba e Nitori? Perchè sei vestita da donna? Per favore te ne vai? E tante, ma tante altre...ma purtroppo per lui, lei lo anticipò...
“Guarda che mi sciupi eh...”
“Eh? Come?”
“Se continui a guardarmi in quel modo, mi sciupi. Rin.”
“Cos-?!Io non ti guardo! Stavo solo pensando!”
Sentenziò arrabbiato e convinto, non capendo la presa in giro.
“Ooooohh...si certo, li conosco io i tuoi pensieri...Sconci, lussuriosi, perver-“
“Ti prego, siamo in un luogo pubblico...Poi quelli saranno i tuoi.”
Disse sconbsolato con una mano sulla faccia, ridendo leggermente.
“Hum...si, hai ragione. Passando ad altro. Andiamo a prenderci un gelato? Avrei una certa fame.”
“Cosa?! NO! Io sto aspettanndo il capitano e Nit...aspetta, non mi dire che tu...cavolo, quanto sono stupido. Avete macchinato tutto questo alle mie spalle? Ma io me ne torno a scuola!”
Si girò facendo per andarsene, ma la dolce (manco tanto) fanciulla lo afferrò per un braccio.
“Aspetta! Gli allenamenti di nuoto non ci sono, torni a scuola e cosa farai? ti metterai a letto a dormire o sopporterai Nitori. E’ questo quello che vuoi Matsuoka Rin?”
L’altro non rispose. Si immaginò soltanto Mikoshiba con il forcone da diavolo, la coda da diavolo e le corna da diavolo. Sospirò liberandosi dalla presa di Fortune.
“Andiamo a mangiarci stò gelato. Ma poi ce ne torniamo a scuola chiaro?”
Fortune annuì, poi si mise a seguire Rin che era già partito con camminata veloce.Seguì un lungo attimo di silenzio interrotto poi dalla ragazza.
“Alloraraccontia...che hai fatto questo periodo in cui non ci siamo visti? Prima che venissi alla Samezuka intendo.”
“Mi sono allenato intensamente.  Ho un obbiettivo da raggiungere. E non mi servono distr-“
“Oooooooohhallenamentoato eh? Beh si in effettilin piscina ho notato un aumento di muscolatura. La prossima volta mi fai toccare?”
Rin si girò di scatto fra l’arrabbiato, imbarazzato e sorpreso della domanda. Poi cominciò ad esporgli i suoi argomenti e, a voce manco ta
“Ma  senti tu! Mi stai prendendo in giro?! Cosa credi penseranno gli altri?”
Fortune  alzò un sopracciglio sorridendo.
“Oh beh...se ti preoccupa quello che pensano gli altri possiamo farlo in privato, così possiamo anche approfondire la cosa...”
Disse socchiudendo gli occhi ea rricciandosi una ciocca di capelli, mentre l’altro si arrabbiava sempre di più...rimanendo tuttavia spiazzato dalle risposte.
“Ecco una gelateria!”
“No, quella non va bene Fortune. Andiamo in un’altra.”
“Eh? Ma perché?
“Perché si e ora muoviti.”
Ripresero a camminare. Fortune era del parere che voleva farla stancare in modo tale che appena finito di mangiare il gelato, come detto da Rin, sarebbero tornati subito alla Samezuka. Ma non lo avrebbe permesso. Aveva un piano lei. Non era ancora il momento di attuarlo ma era sicura che avrebbe funzionato.
Finalmente arrivarono alla gelateria. Grandissima con una grande scelta di gusti
“Scegli.”
“...Ma che gentile, prima io? Dunque...buon uomo,io vorrei un cono al puffo, mennta e panna montata!”
Il gelataio guardò strano Fortune al sentirsi dite “buon uomo”, ma lasciò correre e le fece il gelato. Poi passò a Rin
“una coppetta con Fragola, lampone e panna montata.”
Il gelataio annuì e fece anche quello di Rin. poi si diresse verso la cassa per battere lo scontrino. Solo quando alzò gli occhi verso i due notò una cosa... puffo e menta alla ragazza dai capelli azzurri e fragola e lampone al ragazzo dai capelli rossi. ..forse lo stavano prendendo in giro... Venne riportato coi piedi a terra da Rin, che pagò per entrambi. Poi i due uscirono. La ragazza era felicissima per il gelato che le era stato offerto, probabilmente involontariamente e più per abitudine, e il rosso la guardava interrogativo chiedendosi che avesse da  sorridere tanto.
“Beh? Che ti ridi?”
“Niente, niente! Stavo pensando...ti ricordi il nostro primo appuntamento?”
“No. Ho dimenticato tutto quello che è successo fra di noi mi dispiace.”
“Ma come, siamo stati così bene in quel museo!”
Rin si girò a guardarla con aria di commiserazione. Rideva felice.
“Era un luna Park defic-“
Il sorrido di Fortune divenne un ghigno, era caduto nella sua trappola, aveva abboccato ad un trucchetto simile. Sospirò anche perchè era stufo di arrabbiarsi.
“Non vuol dire nulla chiaro?”
La ragazza annuì soddisfatta sotto lo sguardo poco convinto, chissà perchè, dell’altro. Parlando del più e del meno finirono di mangiare il gelato e Rin, subito, si sbrigò a ripetere ciò che aveva detto prima.
“Andiamocene a scuola.”
“Ti andrebbe di passare da una parte prima?”
Aprì la borsa tirando fuori due biglietti celesti, dove sopra vi erano disegnate delle onde e molti pesci stilizzati. Subito l’attenzione di Rin cadde sulla gigantesca scritta in bianco che compariva su ciascun biglietto: ACQUARIO.
“Sono due biglietti per l’acquario. Ti va di andarci? E’ stato aperto da poco.”
“L’acq-...no! No, ce ne torniamo alla Samezuka!”
“Vabbè chiederò a Shashin. Farà delle foto per il club...”
“Con il tizio quattr’occhi?”
Il rosso guardò ancora una volta i biglietti che Fortune aveva in mano, poi guardò la ragazza che a sua volta lo guardò perplessa. Uno dei due bigglietti venne preso in malomodo da Rin.
“Al diavolo Satsuei! Lo odio!”
“....Sei mica geloso?”
“No!”
“Rin, sii onesto con te stesso. Sono le donne che se dicono no è si, e se dicono si è no...tu sei un uomo quindi se vuoi dire si devi dire si chiaro?”
“Si.”
“Oh, quindi è un si?”
“No! Si, Smettila! mi fai confondere!”
Arrivarono all’acquario, finalmente, dentro vi era un’atmosfera calma e tranquilla, molte specie di pesci nuotavano negli acquari che facevano anche da pareti. I due si avvicinarono ad un’acquario e videro un pesce proprio davanti a loro.
“Ah! Guarda questo! Che pesce è?”
“Credo sia il pesce palla.“
Quel pesce, stato magro fino ad allora, si gonfiò tutto insieme diventando simile ad un pallone. Ed appena vista l’azione del pesce, Fortune gonfiò le guance.
“Mhh..sei ridicola...”
“Hey! Sono una modella! Non parlarmi in quel modo!”
“Ti parlo come voglio cara mia!”
Entrambi scoppiarono a ridere.
“Hey Rin, dimmi un po’. Qual’è il pesce che ti piace di più?”
“Mmmmh....direi lo squalo. E a te?”
“Il cavalluccio marino! se si può catalogare come pesce...Oh guarda vendono dei gadget!”
“Tsk! Sei ancora così infantile da voler comprare dei stupidi gadget quando vai a far visita a-“
Prima che Rin potesse finire la frase, il suo sguardo cadde su uno dei ciondoli per appendere al cellulare. Era fatto dal nastrino rosso e con attaccato uno squaletto che ghignava, di colore viola scuro, sulla pancia aveva il nome dell’acquario (ACQUA-KEMA). Rimase a guardarlo in silenzio per un po’, quando Fortune si accorse su cosa si era puntato il ragazzo si rivolse a lui gentilmente, come fosse un bambino.
“Ti piace?”
“Cosa? No, ovviuamente no, non mi interessano più  queste cose e...”
“Se vuoi te lo compro, Rin.”
“....non sono mica un bambino.”
“Eddai, se tu prendi quello io prendo l’altro. Altrimenti non prendo nulla nemmeno per me!”
Disse in tono piagnucoloso, indicando un altro ciondolo per cellulare ma con un cavalluccio marino, azzurro. Rin la guardò serio cercando di spaventarla e farle capire di no. Fortune ricambiò con uno sguardo da cucciolo, sbattendo gli occhi piano. La battaglia durò qualche secondo. Chi vinse? Ricordate. Le donne vincono sempre.
Quindi uscirono dall’acquario entrambi soddisfatti, chi lo dimostrava e chi no, con un nuovo ciondolo da appendere al cellulare.
“Senti Fortune, grazie del ciondolo ma adesso è davvero ora di rientrare. Passiamo da qualche parte così ti cambi e torniamocene a scuola va bene?”
Fortune annuì, un po’ triste. Si era divertita quel pomeriggio ma era volato purtroppo...e l’appuntamento l’aveva conquistato con l’inganno. Entrarono in un bar e mentre Rin distraeva il barista prendendo un succo di frutta, Fortune entrò in bagno vestita da donna ed uscì vesta da uomo. Pronta così per rientrare alla Samezuka insieme al rosso.
Appena entrati a scuola, la ragazza insistette per accompagnarlo davanti la stanza e, nonostanze l’altro si oppose con tutte le sue forze...alla fine cedette alle richieste ed acconsentì di farsi accompagnare.
“Bene, ci vediamo. Ciao.”
“Rin, senti...Contrariamente a quanto tu pensi...io sono sempre stata innamorata di te...e scommetto che lo sai quindi, vorrei sapere perchè non riesci a perdonarmi. In fondo lo sai anche tu che-”
Venne intorratta dal ragazzo, che le rispose a bassa voce, ma arrabbiato.
“Tu. Hai sempre sorriso...”
“Che vuoi dire?”
In quel momento si aprì la porta della camera, che presentava un Nitori tutto allegro. Sia Rin che Fortune si girarono verso di lui.
“Oh! Rin-senpai, Fortune-senpai! Mi sembravano le vostre voci! Che fate quì? Ho interrotto un discorso importante?”
Fortune sospirò sconsolata. Non poteva starsene a dormire Ai-chi in quel momento?
“Comunque, Rin. Tornerà tutto come prima. E se pensi sia una minaccia...hai ragione. Buonanotte, e buonanotte Ai-chi!”
Corse via sotto lo sguardo malinconico e arrabbiato di Rin e perplesso di Nitori. Quando il rosso si accorse di come l’aveva guardata correre via Nitori, alzò un sopracciglio.
“ Beh? Cos’è quell’espressione.”
“Trovo...Che Fortune-senpai abbia un fascino particolare...”
“Andiamo a dormire Nitori. Hai sonno.”

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Capitolo 6
*** L'amore è nell'aria...? ***


L'amore è nell'aria...?

“Rin-Senpaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaai!Rin-Senpai!”
Il piccolo(?) Nitori stava correndo, con un sorriso a 32 denti, dietro al suo senpai con un volantino in mano. Quando finalmente lo raggiunse, poiché l’altro si era fermato dalla sua corsa mattutina, cercò di iniziare a parlare. Ma la mano del rosso lo prese in faccia.
“Nitori, quante volte ti ho detto di non urlare a squarciagola? Non sono sordo! Poi cos’è così importante da non poter aspettare 10 minuti che finisco di correre?”
“Fshscfusa fRfin-fSenfai! fAdefsso flasfciafmi pfer ffafvofre!”
Rin lasciò Nitori che tossì un po’, ma si riprese subito e con entusiasmo mise il volantino che aveva in mano davanti la faccia del suo senpai.
“Nitori, è troppo vicino non riesco a leggere niente...”
“La settimana prossima all’Iwatobi organizzano un evento. Si chiama “la settimana organizzata”, è una settimana dove gli studenti di altre scuole e anche altre persone possono visitare la scuola e giocare ai giochi organizzati dagli studenti!“
“....dove sarebbe l’utilità di questo evento per l’Iwatobi scusa?”
Nitori sorrise angelico chiudendo gli occhi.
“Senpai, l’Iwatobi è in crisi ed ogni gioco è a pagamento. poco ma a pagamento. tuttavia sono bellissimi! Shashin e Fortune-senpai ci andranno e credo resteranno li per tutto l’evento ma se vuoi noi possiamo andare via pr...Senpai?
“Satsuei...ma quanto lo odio quel tipo. Perchè deve venirci pure quell’Emo depresso? Sembra uno che sta per morire da un momento all’altro. Ha una carnagione chiarissima e dovrebbe fare un po’ di sport e....”
Rin notò lo sguardo interrogativo  che aveva Nitori. Il ragazzo più piccolo aprì la bocca, il rosso era sicuro che stava per iniziare una delle serie di domande a raffica che solo il suo amichetto sapeva fare. era meglio stroncarlo sul nascere.
“Va bene, ci andiamo. Ora forza Nitori. Scegli se allenarti con me o andartene a fare colazione in mensa.”
La scelta per Nitori fu ovvia. Andarsene in mensa a fare colazione. Sorrise al suo senpai, piegò il suo volantino e lo mise in tasca.
“Ah senpai! Oggi pomeriggio vorrei un consiglio! ci vediamo!”
E tutto trotterellante se ne andò verso la mensa. Arrivato li, si fece servire dalla cuoca sul vassoio, guardò i tavoli poi, felice, vide che c’èra l’altro suo senpai a cui si era legato molto in pochissimo tempo.
“Fortune-senpai!!!!”
La proprietaria di tale nome si girò e sorrise al ragazzo dai capelli argentati facendo cenno di sedersi accanto a lei. A Nitori uscì un sorriso a 32 denti e corse immediatamente a sedersi.
“Buongiorno Fortune-Senpai!”
“Buongiorno a te Ai-chi, come va?”
“Benissimo grazie! Oggi ti vedo pensieroso senpai...tutto bene?”
“Beh...più o meno, diciamo che ieri ho avuto una specie di discussione con Rin. Ma non l’abbiamo finita.”
“Ah! Allora è sicuramente colpa di Rin senpai! Tranquillo. Rin-senpai ultimamente è sempre stressato...”
“Già hai ragione...dovrebbe sciogliersi.”
Disse Fortune con un sorriso malizioso, guardando in un punto lontano....pensando probabilmente a possibili modi per aiutare Rin a “sciogliersi”.
“...Senpai. Stai sbavando, va tutto bene?”
Disse Nitori bevendo un sorso di succo di frutta, mentre Fortune si asciugava elegantemente la bava col tovagliolo.
“Scusa. Era per la bontà della colazione.”
“Ma l’hai finita...”
“Ma il retrogusto del toast è arrivato adesso. Ed è buonissimo.”
Il più piccolo, che stava per addentare il toast che aveva in mano, lo guardò un attimo serio. poi gli diede un morso e lo masticò piano.
“Hai ragione senpai! E’ davvero buono!”
Le lezioni passarono lente. Lente e noiose. Fortune venne interrogata e riuscì a prendere un 6 a matematica! Era pur sempre un traguardo per lei che non raggiungeva mai la sufficienza. Un lungo cammino che iniziava con un piccolo passo, quasi le scese una lacrima a vedere l’insegnante scrivere sul registro quel voto. Quando tornò al posto Mikoshiba le fece anche i complimenti!
Arrivarono finalmente le attività dei club pomeridiane. Al club di nuoto, per uno dei nuotatori, la tensione era visibile. Avete presente le corde di violino? Ecco. Si poteva paragonare benissimo ad una di quelle. Se appena sveglio era stato tranquillo e con le idee chiare sul da farsi, adesso era molto agitato poichè durante la mattinata aveva avuto modo di pensare. Ma doveva, anzi voleva, chiedere aiuto al suo senpai. Si. lui avrebbe sicuramente saputo cosa fare.
Si avvicinò con movimenti robotici a Rin, uscito in quel momento dall’acqua
“R-r-r-r-r-rin-Senpai. Approsito della cosa di stamattina...”
Rin alzò un sopracciglio notando che Nitori sembrava più imbranato del solito. se era messo così male doveva essere davvero un argomento delicato. Sospirò fra il disperato e il comprensivo.
“Vieni, andiamo alla panchina così non ci sentono. E poi stai calmo. Non ti mangio mica.”
Si sedettero entrambi, Rin si stava asciugando i capelli con il proprio asciugamano mentre Nitori era ancora  impegnato a farfugliare cose senza senso.
“Muoviti! Non ho tutto il giorno!”
“Ecco, io volevo sapere cosa ne pensi tu delle relazioni fra due uomini!”
Quella frase rimbombò nella testa di Rin per tre volte, sempre più piano diventando un eco. Poi tutto il corpo del rosso si pietrificò. Ci mise qualche istante ad elaborare che il suo amico gli aveva DAVVERO fatto quella domanda. Si girò piano verso Nitori con faccia interrogativa.
“E’ una domanda seria Rin-senpai!”
“C-Credo che ognuno abbia i suoi gusti...”
“E...che...cosa mi risponderesti se, ecco ti dicessi che io mi sono innamorato di...”
“Stooooooooop, Nitori. Calma. Alla tua età è normale essere confusi e innamorarsi di gente più grande di te e che ritieni un esempio. Molte studentesse si innamorano dei professori, oppure altre del proprio insegnante di fitness o altro ancora ma fidati Nitori, anche se mi vedi come un modello da seguire...io non posso accettare i tuoi sentimenti. Anche perchè sono attaccato al pas-“
“....Senpai....stai dicendo tutto tu...io sono innamorato di Fortune-Senpai.”
“Oh.....EEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEH?!”
Urlò alzandosi in piedi e guardando Nitori, manco fosse un alieno con cento occhi e venti orecchie.
“Ma-ma-ma...ma tu non puoi, cioè lui è...”
“....E’ fidanzato?”
“Si, cioè no....però...”
“Sei dalla mia parte...”
Nitori si alzò prendendo le mani di Rin e guardandolo con occhi da cucciolo. Il rosso fece una faccia preoccupata e terrorizzata al tempo stesso.
“...vero Rin-Senpai?”
“D-dalla t-tua parte?”
“Oggi volevo, ecco...dirgli ciò che provavo. “
Rin sgranò gli occhi. Il suo kohai era maturato parecchio e, senza che lui se ne fosse accorto, Nitori era diventato grande(?). No, ma quando mai. Tuttavia Non gli passarono in mente bei pensieri.
“Credi...accetterà?”
“Beh, non sò...è molto legato a me ed ho anche un soprannome...sono l’unico in tutta la Samezuka ad averlo, ma è anche vero che passa più tempo con Shashin...insomma. Sembra che siano amici intimi quei due. Quando Shashin mi parla del club di fotografia e di Fortune-senpai sembra davvero divert- AAAAAAAAAAH! Rin-Senpai! Tutto bene?!”
Al nome di Shashin, Rin aveva dato un pugno al muro, sul quale era apparsa una piccola crepa, e lo sguardo si era tramutato in un miscuglio di odio e...non si sa bene cosa.
“Benissimo...”
“Quindi ho la tua benedizione?”
“Eh?”
“Grazie Rin-Senpai! Sapevo non mi avresti deluso! Ti stimo tantissimo!”
E dopo aver abbracciato il suo senpai, Nitori Si tuffò in piscina felice. Convinto che Rin avesse dato la sua approvazione e fosse stato dalla sua parte, quando in realtà il poverino era stato colto di sorpresa restando senza parole.
Al bel capitano cadde lo sguardo su Rin, che era rimasto imbambolato a guardare Nitori mentre cominciava l’allenamento.
“Hoy! Matsuoka! Muoversi! Anzi, Nuotare! Non fare lo sfaticato oppure non piaci più a nessuno! Segui l’esempio di Nitori, lui si allena sempre sempre vedi? Guardalo com’è felice!”
“Non piac-....Nitori si allena e piace?”
Si rimise la cuffia assieme agli occhialetti e, con un tuffo perfetto, riprese l’allenamento interrotto prima della chiacchierata con Nitori. Rin durante l’allenamento non diede proprio il massimo perchè...fece alcuni dei suoi peggiori tempi, ciò portò tutti a pensare ad un possibile malessere, comunque finiti gli allenamenti si avviò con Nitori.
“Ti va di andare a mangiarci qualcosa fuori stasera, Nitori? Offro io.”
“Mi dispiace Senpai...come ti ho detto prima voglio dire a Fortune-senpai ciò che provo...gli ho già mandato un messaggio prima. Ci incontreremo fra poco dietro la scuola. Quindi ti saluto Rin-senpai!”
“Oh...capisco...romantico...”
E Rin rimase, di nuovo, a guardarlo andar via. con faccia abbastanza apatica. Poi cambiò in seria, prese il cellulare e digitò velocemente un messaggio per poi inviarlo. Ghignò...
Dopo una mezz’oretta, per iil piccolo Aiichiro, era venuto il momento tanto atteso ma allo stesso tempo tanto temuto. L’ora di confessarsi al suo amato Senpai dai capelli celesti. Tuttavia era preoccupato. Per lui Fortune stava tardando. Avevano stabilito l’incontro verso le 18.00 ma erano già le 18.03. Gli stava venendo voglia di mettersi a piangere, guardò un’ultima volta l’angolo e...finalmente eccolo là. Il suo senpai. Quello per cui aveva tenuto dentro i suoi sentimenti per tutto quel tempo.
“Senpai!”
“Ai-chi!
Nitori sorrise e si avvicinò di corsa. Aveva preparato tutto un discorso ma ora le parole erano sparite tutte.
“S-senp-...ec- io...veramente...”
“Nitori, calmati. Guardami negli occhi e dimmi tutto ciò che vuoi. Tanto credo sia per R-“
“Fortune-Senpai! Io...ecco, amo i tuoi capelli celesti! Sono così profumati e belli...inoltre hai una pelle morbidissima! Adoro i tuoi occhi che hanno il colore del cielo sereno e il tuo volto dai lineamenti perfetti sempre sorridente, mi piace come ti comporti con gli studenti più piccoli e come riesci a prendere in gitro Rin-Senpai! Nessuno ci riesce bene come te! Soprattutto quando gli fai battute un po’ spinte.”
“Oh quelle...si, battute. Eheh. Certo Nitori comunque-“
“Inoltre devi sapere che provo una grande ammirazione per te dal primo giorno che sei arrivato!”
Mentre Nitori, rosso in viso, stava confessando tutto ciò che provava...più in là dietro a dei cespugli vi erano due figure losche a spiarli.
“Capitano, ma cosa cavolo gli sta dicendo Nitori? Sai per caso leggere le labbra?”
“Si Matsuoka, ovvio. Fammi vedere un attimo... Oh!”
“Cosa? Che gli ha detto? E’ una frase lunghissima!”
“Sono sicurissimo che stanno parlando del menù della mensa!”
“...Certo. Capisco...”
Gli occhi di Nitori diventarono lucidi, ma continuò a tenere lo sguardo in quelli celesti di Fortune.
“Quindi dopo averti detto tutto questo Senpai...io...io...io anche se so che è immorale, io voglio dirti che ti amo!!”
Nitori chiuse gli occhi e cominciò a piangere mettendosi le mani sul volto, Fortune aprì bocca per parlare, ma Nitori continuò il discorso.
“Ma visto che siamo due uomini e sarebbe una brutta cosa, mi dispiace Fortune-Senpai....è meglio se restiamo amici!”
E corse via singhiozzando forte, lasciando Fortune e gli altri due a bocca aperta.
“Matsuoka, va da Fortune. Io vado a recuperare Nitori. Sarà stata dura per lui visto che Smith ama te. A dopo!”
“Va be- Eh? Un attimo capitano! Ma tu...”
E niente. Mikoshiba era già corso via per andare a consolare Nitori. Rin uscì dal nascondiglio un po’ imbronciato e si avvicinò alla ragazza.
“Hey...com’è andata?”
“Rin...”
Fortune si girò con la lacrimuccia, tirando su col naso.
“H-Hoy, che hai?”
“S...sono stata Friendzonata...da Ai-chi! Ed è stato lui a confessarsi!...Di solito sono sempre stata io a rifiutare i ragazzi che mi si confessavano quando stavo con te ed ora...sono...”
Si vedeva che era visibilmente triste e sconvolta. Non tanto per la Friendzone, come voleva invece dimostrare, ma per Nitori che era corso via piangendo...e sapeva anche che non poteva fare nulla per lui. Rin sospirò, si avvicinò alla ragazza e l’abbracciò.
“Non farti strane idee...non sono bravo a parole...”
Fortune, sorpresa dal gesto dell’altro, arrossì leggermente. Ma non rispose. Annuì soltanto, godendosi quel contatto che le era mancato tanto.

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Capitolo 7
*** Festival all'Iwatobi ***


Festival all'Iwatobi

Quest’oggi iniziamo dall’Iwatobi. Dal giardino dell’Iwatobi. Ossia il luogo che era stato scelto per tutti gli stand, ma in precisamente uno, cioè quello allestito dal l club di arte, la situazione era bizzarra.
Infatti all’interno vi erano cinque persone. Ma del sopracitato club ve ne era soltanto una. Mimi. Le altre quattro erano: Haru, Makoto, Nagisa e Rei.
“Vi...vi ringrazio per avermi aiutato ad allestire il tiro al bersaglio...ed anche per avermi aiutato con i premi...”
“Ma figurati Mimi, è stato un piacere. Noi alla fine non siamo riusciti a decidere nulla quindi tanto valeva dare una mano a chi ne aveva bisogno. Ma dove sono tutti i tuoi compagni?”
“Makoto-senpai sei sempre così buono con me...credo siano in giro a divertirsi. Mi hanno abbandonata qua...”
Disse Mimi sconsolata. Nagisa, che era a gambe incrociate sopra la sedia, gonfiò le guancie aggrottando le sopracciglia.
“Uffaaaaaaaaaaaaa, non viene nessuno! mi stò annoiando! voglio andare anche io a divertirmi! Rei-chan, Rei-chan, andiamo dai!!”
“Nagisa-kun! Non tirarmi! Abbiamo dato la nostra parola e-“
“Ma noi siamo giovani dobbiamo divertirci!”
Mimi guardò il biondo e il suo amichetto. Aveva ragione. Anche se l’età di Nagisa e Rei era uguale alla sua non poteva costringerli a restare li, anzi avrebbe preferito se ne fosse andato pure Makoto così da restare sola con Haruka.  Anche se questo voleva dire correre il rischio di restare in silenzio fino a sera...
“Nagisa, Rei...se volete andare, andate pure. Qui con me ho Haru e Makoto-senpai. Non preoccupatevi.”
A queste parole il volto del biondino si illuminò e corse via trascinandosi dietro Rei che urlava cose incomprensibili.
“Povero Rei...”
“Mimi.”
“S-Si! Haru Senpai?!”
 “Le altre scuole. Quando arrivano?”
“Eh? Perchè?”
Makoto sorrise guardando Haru. poi si girò verso Mimi.
“Probabilmente vuole rivedere Rin.
A Mimi caddero le braccia. Lei era così entusiasmata e il suo Senpai pensava al suo amico dell’altra scuola? Che cosa deprimente. Stava per scenderle una lacrima quando vide una mano porgerle un fazzoletto.
“Ci riuscirai. Forse, un giorno...chissà. Non ti arrendere Mimi. Io tifo per te.”
“G-Grazie Makoto-senpai.”
Prese il fazzoletto che Makoto le stava porgendo, tirò su col naso e se lo soffiò. Sarebbe davvero riuscita a conquistare quel ragazzo? Sarebbe riuscita a non arrendersi psicologicamente?
“Dai Haru. Verrà. Ma spera che non nsi porti Fortune. Oppure andrà a finire come sempre...”
“Fortune...?”
Haru storse il naso poi guardò la bionda, serio.
“E’ una ragazza antipatica. Megalomane, esibizionista, eccentrica, irascibile che non mi può vedere non so per quale motivo. E’ la fidanzata di Rin. Una persona spregevole, l’elevamento a potenza della cattiveria e la persecuzione fatta persona. Una megera.”
“Oh che brutta persona Haru-senpai!”
Makoto si grattò la nuca con un dito. Alquanto perplesso dalla descrizione di Haru.
“Per riassumertela in due parole...Era un po’ troppo ossessionata dal nostro amico e quando è riuscita a conquistarlo, per un breve periodo lui si è allontanato un po’. Ma non so perchè fra lei ed Haru c’è sempre stato questo odio smisurato...eppure Rin parlava bene reciprocamente ad entrambi. Dovresti conoscerla Mimi. scommetto ti motiverebbe, pensa che prima di riuscire a stare con Rin gli è andata dietro due mesi.”
“Oh...magari ci penserò.”
 
Intanto all’ingresso dell’Iwatobi, felici, stavano facendo la loro entrata quattro figure. Tre molto felici. Parlavano fra di loro e scherzavano, nemmeno fossero ad un party, una invece aveva l’aria da funerale.
“Oh e così tu sei Fortune-Chaterine Smith, la fidanzata di Rin e cugina di Fortune eh? E’ un vero piacere conoscerti. Io sono Shashin Satsuei. Somigli davvero molto a tuo cugino!”
Disse Shashin spostandosi la ciocca di capelli che gli copriva la parte destra del viso. Ma che puntualmente gli ricadde davanti.
“EX fidanzata!”
Strillò il povero Rin cercando, invano, di farsi sentire dagli altri tre...che lo ignorarono.
“Grazie Shashin, anche per me è un piacere conoscerti! Però per favore chiamatemi Fortune e basta. Le mie amiche fanno così.”
Sorrise Fortune angelica, rispondendo al ragazzo dai capelli neri.
“Si Shashin, pensa che una volta è venuta in piscina d è saltata addosso a Rin-Senpai! tutto il club di nuoto ne è stato geloso. Sono sicuro.”
Fece Nitori a Shashin orgoglioso, nemmeno fosse lui ad esser stato “aggredito”.
“Ai-chi, Shashin. Perchè non andate a prendere da bere? Avrei un po’ sete.”
“Eeeeeeee? Ma non sappiamo nemmeno dove sono le macch-“
“Ci andiamo subito, muoviti Nitori.”
Il nerd con gli occhiali prese Nitori per un braccio ed iniziò a trascinarlo via, in una direzione a caso, contro la sua volontà.
“Quel ragazzo...è davvero intelligente. Non trovi Rin?”
“Fammi capire...Perchè ti saresti  vestita da donna?”
“Per te! Scusa è aperto a tutte le scuole e anche alle persone estranee no? Che ne sanno di che scuola sono? Poi...non dirmi che ti dispiace.”
Fortune aveva indossato dei pantaloncini corti di jeans, converse alte blu dai lacci bianchi ed una canotta larga, blu con cerchietti bianchi. I capelli erano legati in due code basse e gli orecchini due grandi cerchi blu.
Rin sospirò guardandola.
“Non ho detto questo. Ho detto solo che-“
“Ah! allora ti piaccio! Lo sapevo! Vedi che sei ancora innamorato di me Rin? ammettilo!”
“Smettila di interpretare tutto come ti pare! Andiamo a cercare Haru, muoviti.”
E con queste parole, tutto l’entusiasmo appena acceso, diminuì drasticamente. Ma no. Fortune non avrebbe permesso a quel Nanase di rovinarle una giornata con Rin.
“Mai e poi mai!”
“Cosa?”
“Eh? Niente, niente...”
Girarono un po’ per gli stand che si trovavano nel  giardino della scuola, che stava diventando sempre più affollato. Quando finalmente arrivarono in quello del club di arte, Haru e Fortune iniziarono subito a guardarsi in cagnesco, Rin e Makoto sospirarono mentre Mimi li guardò perplessa.
“Haru, Makoto, avete allestito un bello stand. Fatemi fare qualche tiro.”
“Grazie Rin, ma in realtà lo stand è del club d’arte, noi stiamo solamente dando una mano. Ecco prendi il fucile. Buona fortuna.”
Dalla tasca Rin prese qualche moneta e la appoggiò sul tavolo, dopodiché prese il fucile e mirò ai premi che erano disposti su delle mensole.
“....Quello!”
E detto questo premette il grilletto, facendo partire il tappo che andò a finire dritto su una scatolina. Questa cadde a terra. Mimi la raccolse poi guardò Rin con orrore.
“R...Rin-Senpai....non pensavo avessi questi gusti...cioè per carità, non ti giudico èh...però vedi...colpire un peluches fra tutte le cose che c’èrano è un po’...”
A Rin venne un tik all’occhio. e puntò il fucile verso Mimi.
“Ho sbagliato mira, peccato che aveva un colpo solo. Sono sicuro che stavolta non avrei sbagliato.”
“IIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIH! Scusa, scusa,scusa,scusa! E’ pur sempre un bel premio! se hai paura la notte puoi abbracciarlo!”
“Stai insinuando che io ho paura di notte?! Bionda ma vuoi inghiottirlo questo fucile?!”
“N-no! scusa! io non...ecco! Tieni il tuo premio! Anzi, vuoi cambiarlo? Ti concedo la possibilità di cambiarlo!”
“Ormai me lo tengo. Muoviti Fortune. Andiamo.”
Prese in malomodo dalle mani di Mimi il peluches a forma di cavalluccio marino e, dopo aver salutato Haru e Makoto si avviò. Fortune si avvicinò un po’ a Mimi.
“Mimi-chan. Se Rin di notte ha paura...basta che lo chiede a me. Ci penso io a fargli compagnia.”
“...E-eh?”
“Muoviti Fortune che non ti aspetto!”
La ragazza dai capelli celesti salutò Mimi e Makoto e, a modo suo, anche Haru ( ossia con uno sguardo omicida) e corse accanto a Rin.
“Mah. Poveretto.”
Disse haru scocciato chiudendo gli occhi. Mimi lo guardò.
“Perchè dici così Haru-senpai?”
“Ha veramente sbagliato mira? Sicuramente voleva regalare il povero cavalluccio a quella megera.”
Makoto guardò Haru alzando un sopracciglio. Poi guardò Mimi.
“Sintetizzando il nostro Haru è geloso. Perchè si sente messo da parte o forse perchè qualcuno ha trovato la fidanzata prima di te?”
Mimi si fece seria, si alzò in piedi, andò verso Haru mettendogli le mani sulle spalle avvicinandoglisi di molto e iniziò a parlare convintissima.
“Haru-senpai! Non avvilirti! troverai l’amore anche tu! sei un bellissimo ragazzo e non hai nulla da invidiare a quell’antipatico di Rin-senpai! Se ti guardi intorno scommetto che c’è la persona adatta a te. E potrebbe esserti più vicina di quanto credi!”
Haru aveva gli occhi spalancati mentre Makoto si era messo una mano sulla bocca per trattenere le risate.
Il moro si fece serio.
“Mimi...”
“S-...si! Haru-senpai?”
“Non sapevo ti preoccupassi così tanto per me...”
E a quella frase Mimi si allontanò andando nel solito angolo a deprimersi. Se Mimi aveva tirato su di morale Haru, Haru aveva tirato giù di morale Mimi.
 
Intanto più in là, Rin e Fortune avevano visitato due stand. Quello di teatro, che aveva cucinato delle crepes, e quello di informatica, che vendeva libri usati. Inutile dire che dei libri se ne erano altamente fregati.
“E’ buonissima la mia! Tu a cosa l’hai presa?”
“Alla nutella. Tu?”
Fortune guardò la propria crepes quasi nascondendola, poi guardò Rin, che la osservava spaesato. Insomma le aveva fatto una semplice domanda, perchè non gli rispondeva?
“Alla marmellata di fragole...vuoi assaggiarla Rin? E’ squisita.”
“Oddio, le fragole! Certam- No.”
“Sicuro? Guarda che lo so che sono le tue preferite. Un morsino piccolo...dai...fai aaaaah.”
Rin degludì. Perchè quella ragazza lo metteva sempre davanti a scelte così difficili? Questo era un peccato di gola. Aveva deciso di staccarsi da lei. Ma ormai che c’èra insieme all’evento tanto valeva assaggiare anche le fragole. Che mai poteva accadere. Sospirò. Fortune sorrise maliziosa.
“Fai aaaaaahn...”
“La assaggiò da solo cretina...”
Prese la crepes della ragazza. Masticò. Inghiottì. Poi, dopo averla ridata a Fortune, la guardò con sguardo omicida.
“F-o-r-t-u-n-eeeeeeeeeeeeee”
“Siiiiiii?”
“Perchè la tua presunta marmellata di fragole era al sapor di nutella?”
“Beh se ti dicevo che era nutella non ci sarebbe stato il bacio indiretto no? Non l’hai trovato emozionante Rin?”
“Se fossi stato un bambino di tredici anni probabilmente si. E poi...smettila di fare queste cose. Non stiamo più insieme.”
Ma la frase del rosso fu completamente ignorata, poiche Fortune era andata avanti per i fatti suoi lasciandolo a parlare da solo...poverino.
“Non lasciarmi a parlare da solo Fortune! Aspettami!”
Le corse dietro raggiungendola.
 “Ah guarda, ci sono Ai-chi e Shashin! Sembra si stiano divertendo!”
In lontananza, Nitori aveva la faccia di chi si stava per mettere a piangere. In mano teneva una moltitudine di fazzoletti bianchi e al suo fianco Shashin sembrava lo stesse consolando. Probabilmente i due avevano giocato alla lotteria...con scarso successo. Rin alzò un sopracciglio guardando Shashin. Quel maledetto familiarizzava anche con Nitori adesso. Poi si rivolse a Fortune.
“Andiamo da loro. Muoviti. Voglio andarmene da quì, troppo rumore, troppa gente...”
“Eh certo, salutiamo Haru e poi dritti alla Samezuka vero? Che ci frega del resto del mondo.“
“Che vuoi dire Fortune!?”
Rise irritato a quelle parole. Stava uscendo la parte che, lui, considerava viziata della ragazza. Una parte che non aveva mai sopportato. Fortune incrociò le braccia
“Voglio dire che sembra pensi solo a due cose! Al nuoto e ad Haru. Insomma. I ragazza alla tua età dovrebbero pensare alle donne Rin, svegliati!”
“Hai avuto la tua occasione fortune, l’hai sprecata...”
“.....Se mi rispondi così sembra che ora l’occasione la sta avendo Nanase.”
Il pupazzo che Rin aveva in mano arrivò in faccia a Fortune. Poi le scivolò fra le mani.
“Non dire idiozie cretina! Sei tu che ti comporti in modo  strano, e se non fosse stato per te e per quella sera-”
“Oh, Rin-senpai! Fortune! Vi abbiamo visti da lontano. Sembravate così presi nel discutere! Di cosa state parlando?”
“Ai-chi...sempre al momento giusto tu eh?”
Rin sospirò guardando Fortune, arrabbiato.
“Lo finiremo questo discorso. Stanne certa. Muoviti Nitori, lasciali perdere questi due.”
Rin si avviò verso l’uscita dell’Iwatobi, sotto lo sguardo perplesso di Nitori e Shashin e rattristato di Fortune.
“Fortune tieni. Te lo regalo!”
“Un...fazzoletto?”
“Si, ne ho vinti tanti. Ci vediamo, vado dal senpai!”
E detto questo se ne andò lasciando Fortune, con in mano il fazzoletto bianco, insieme a Shashin. Quest’ultimo la guardò. Aveva un’aria triste.
“Puoi asciugartici le lacrime stasera no?”
 “Shashin. Devi sapere una cosa.”
“Sarebbe a dire?
 La ragazza strinse il pezzo di stoffa, poi sorrise girandosi verso il “nuovo” amico.
“Io non voglio più piangere.”

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Capitolo 8
*** Tensione ***


Erano ormai due settimane che Fortune e Rin non si parlavano. La cosa si era ripercossa anche su Mikoshiba, Nitori e Shashin che dovevano sopportarli ogni santo giorno a parlare male dell’altro. C’èra poi chi si era schierato spudoratamente dalla parte di Fortune, anche senza motivo (Shashin), chi era nel mezzo indeciso a chi dar ragione a chiedersi perchè avessero litigato (Nitor), e chi immaginava, più o meno, il motivo della lite e aspettava che passasse da solo (Mikoshiba).
 Ma alla fine dei conti nessuno era schierato dalla parte di Rin. E questo faceva arrabbiare ancora di più il rosso. Infatti quel pomeriggio, in piscina, stava facendo, per l’ennesima volta, l’asociale e l’imbronciato mentre da lontano c’èra chi lo guardava con compassione.
“Mikoshiba-senpai...Rin-senpai mi fa quasi pena. Ma secondo te perchè si è arrabbiato con Fortune-senpai?”
“Sei troppo piccolo Nitori. Un giorno capirai. Comunque spero faranno presto pace, non ne posso davvero più di vedergli quell’espressione arrabbiata. Non che di solito sia felice e contento, ma così è troppo...mi spaventa le matricole!”
 
Nel club di fotografia la situazione era diversa. C’èra Fortune che si dondolava sulla sedia e Shashin che la guardava.
“Ancora non ci hai fatto pace eh?”
“No. Mi sono stufato...è sempre così arrogante”
“Concordo. E’ davvero un tipo insopportabile e sicuramente, qualsiasi sia il motivo per cui voi due abbiate litigato, è colpa sua.”   
Disse Shashin sorridendo. Fortune lo guardò. Le uscì una risata a quella, forse l’intento del suo amico era farla ridere, o forse insultare Rin...qualunque esso sia stato era riuscito a strapparle una risata.
“Finalmente hai abbandonato quel muso lungo! Ti meriti un bello scatto!”
“Ok, tanto abbiamo quasi finito...Voglio andarmene a fare un giro fuori da scuola...Devo cambiare aria.”
Shashin le fece qualche foto, riuscendo anche a farla sorridere un po’ con qualche battuta detta sul momento, poi la ragazza se ne andò dal club lasciandolo solo.
Andò verso il cortile pronta per uscire dalla Samezuka ed andarsi a fare un giro in città. Probabilmente sarebbe passata in qualche negozio e si sarebbe data alle spese folli, quando era di cattivo umore tendeva ad usare nei modi peggiori le sue povere carte di credito....che in quei giorni ne avevano risentito un po’. 
Ma una voce, fin troppo conosciuta, la chiamò quasi rimproverandola.
“Dove diavolo pensi di andare a quest’ora?”
Finiti anche lui gli allenamenti, Rin stava tornando in camera e si era imbattuto in Fortune che se ne stava andando via.
“Non sono affari tuoi. Non sei mia madre.”
“Sono affari miei, è tardi. Te lo avrei chiesto anche se fossi stato Nitori!”
Arrabbiata, Fortune, si girò verso Rin e lo fulminò con lo sguardo.
“Mi stai mettendo al livello di Nitori? Io e lui contiamo ugualmente per te?”
“Non ho detto questo! Siete entrambi importanti per me!”
Dopo questa frase calò il silenzio. Sicuramente Fortune si sarebbe aspettata una risposta diversa.
“Imbecille!”
Senza dirgli nient’altro corse via, fuori dalla Samezuka, sotto gli occhi del nuotatore.  
“Mi sono ripromesso di non rincorrerti più...”
 
Fortune corse per un po’, senza meta, pensando soltanto a quanto fosse idiota Rin. Di tanto in tanto pronunciava qualche insulto e soltanto quando iniziarono a farle male i piedi, andò a sedersi su una panchina. Sciolse i capelli ancora legati in una treccia e si levò la giacca della Samezuka buttandola a terra. Si stiracchiò un po’. Guardò attorno a lei, era sera. Le luci dei lampioni si erano accese, le coppiette passavano felici, i bambini con i genitori erano davanti ai negozi di giocattoli e gli animali venivano portati a spasso da strani signori dall’aria snob. I ristoranti sembravano tutti aperti, quel quartiere era bellissimo. Sorrise. Poi le sorse una domanda.
“Dove caspita sono finita?”
 
Un venticello, che rendeva il tutto più piacevole, scompigliava leggermente i capelli biondi di Mimi. Per l’occasione aveva indossato un abbigliamento semplice, cioè un vestito rosa chiaro, calze bianche e delle scarpe con un po’ di tacco. Poco, non voleva ammazzarsi giocane lei, no. La borsa a tracolla era bianca contornata da un nastro rosa pastello ed i capelli erano sciolti. Perchè era vestita in quel modo? Beh finalmente era riuscita a dire ad Haru di incontrarsi da soli in città e lo stava attendendo tutta felice. Lo vide arrivare da lontano, finalmente. Ed era bellissimo, era  fantastico, era...in divisa scolastica.
“Buon...buonasera Haru-senpai.”
“Buonasera Mimi-chan.”
Haru la guardò un attimo da capo a piedi. Osservò le scarpe, il vestito, la borsa.
“Perchè sei vestita così elegante? Vai da qualche parte?”
A quella domanda Mimi non seppe se prendere la borsa e sbatterla in faccia al ragazzo o andare nel solito angolo buio a disegnare cuori spezzati.
“Comunque mi stavo chiedendo, perchè mi hai invitato Mimi-chan?”
E dopo ciò Mimi aveva deciso. Era decisamente meglio la seconda, ossia i cuori spezzati nell’angolo buio. “Haru-senpai. Volevo parlarti di una cosa questa sera. Per me è molto importante...”
“Ok. Dimmi.”
“Hem...camminiamo! Si, camminiamo prima! Te lo dirò mentre passeggiamo!”
Haru la guardò con espressione interrogativa chiedendosi cos’avesse da nascondere la sua amica. Tuttavia accontentò la richiesta della bionda ed iniziarono a passeggiare.
Il cuore di Mimi batteva all’impazzata, finalmente era riuscita a strappare un appuntamento ad Haruka, anche se quest’ultimo non lo aveva nemmeno capito, poco male. l’importante per lei, quella sera, era di confessare i suoi sentimenti al suo senpai. Ricambiata o no doveva farlo. Fin da troppo tempo teneva dentro quelle emozioni e ogni giorno si sentiva scoppiare.
“E’ una bella serata vero Haru-senpai?”
“Normale.”
“Haru-senpai....ti ho invitato per dirti una cosa importante...sai, è da un paio di mesi che...”
Mimi iniziò a giocherellare con le proprie dita guardando in basso. Poi si parò davanti al ragazzo guardandolo negli occhi blu.
“Ecco io, come dire...Da quando ci siamo conosciuti noi...cioè, ho sempre sentito una grande intesa e poi...”
Haru alzò un attimo lo sguardo guardando l’orizzonte, ed abbastanza lontano vide, seduta su una panchina, Fortune. Attorniata da una nube di energia oscura e con la faccia imbronciata. Era da sola. Cosa molto improbabile per una come lei. Da come Aveva imparato a conoscere la ragazza, Haruka aveva capito che doveva per forza trascinarsi dietro qualcuno per torturarlo. Che sia il maggiordomo o Rin.
“...e questo è quanto.”
“La disgraziata! Scusa Mimi, torno subito. Aspettami qui!”
E dette queste parole Haruka corse via, lasciando Mimi da sola. E la poveretta si chiese se la sua dichiarazione non avesse scandalizzato il ragazzo. Tuttavia, come detto dal ragazzo, si mise ad aspettarlo seduta su un muretto. Ancora non aveva risposto. Quindi non era si. Ma nemmeno no...La speranza c’èra.
Haru arrivò davanti la panchina dove Fortune era seduta, imbronciata ed arrabbiata. La ragazza lo squadrò dai piedi fino alla testa. Poi ridusse gli occhi a due fessure. Haruka fece lo stesso.
“Cosa stai facendo?”
“Una bella ragazza non può starsene seduta su una panchina?”
“Dov’è Ri-“
Ad Haru arrivò la scarpa destra di Fortune in faccia.
“Non nominare quel nome! Anzi. Vattene! Vattelo a cercare, vattene via tu e lui, fottetevi entrambi, andate al diavolo insieme! Morite insieme! Prima tu poi lui! Ecco! Siete amici no? gli vuoi tanto bene no?”
“Il mio naso...Se ha sofferto è colpa tua strega! Lo hai tradito! Me lo ha raccontato lui!”
“Tu non sai niente! E....”
Fortune guardò in basso stringendo i pugni. Poi guardò nuovamente Haru, stavolta con odio.
“...E nemmeno lui.”
A quella risposta il moro si zittì poichè non seppe cosa rispondere. Si sedette accanto alla ragazza guardandola con la coda dell’occhio. Aveva lo sguardo arrabbiato.
“Che vuoi dire? Che significa nemmeno lui?”
“Quel deficente non mi ha mai lasciato spiegare...lui si fida di quello che ha visto, ma dovrebbe anche ascoltarmi per capire tutto...”
“Quindi....non lo hai tradito?”
“Sono innamorata alla follia di lui, ti pare che vado a tradirlo?!”
Haru si zittì di nuovo. Effettivamente non aveva mai pensato a questo punto, si girò completamente verso di lei, ora che aveva iniziato questa conversazione voleva portarla a termine.
“Racconta...tutto...piano...”
“Come sai, e puoi vedere dalla mia bellezza, dalla mia morbida e candida pelle, dai miei lucenti e profumati capelli, dalla mia altezza, dalle mie misure perfette, sono una modella, e la mia sede di lavoro principale è a Londra dove sono nata e cresciuta...decisi di trasferirmi in Giappone per un breve periodo...ma poi incontrai Rin...”
“Come vi siete incontrati?”
“Alla fermata dell’autobus. Dovevo arrivare alla mia villa e siccome ancora non capivo il giapponese ho chiesto informazioni. Era l’unico che parlava l’inglese..Mi innamorai di lui fin da subito. Mentre mi parlava ricordo che aveva un sorriso così bello...”
Ad Haru scese una lacrima e tirò su col naso. Poi si asciugò col palmo della mano.
“E’ così commovente...va avanti.”
“Si vero? Poi il suo inglese era così perfetto, fluido e impeccabile! Aaaaah! Era così eccitante sentirlo parlare! con quella bellissima voce!....Hem....Comunque...mi diede informazioni aiutandomi a trovare casa mia. Riuscii a farmi dare la sua mail e con la scusa che non conoscevo il posto e che non sapevo la lingua nè conoscevo nessuno riuscii anche a rincontrarlo anche qualche giorno dopo...”
“Mi sorprendo di come abbia abboccato così facilmente.”
“Beh, ricordati che è un uomo. Davanti ad una fanciulla indifesa, appena arrivata in una grande città e soprattutto bella...credo che nessuno avrebbe rifiutato. Nemmeno tu.”
Guardò Haru negli occhi. Quegli occhi azzurri che l’avevano fatta arrabbiare così tante volte, che ricordavano l’acqua, che trasmettevano...che non le trasmettevano niente.
“Ok, forse tu si...insomma con una scusa o l’altra comincia a vederlo sempre più spesso e, con corsi vari e a forza di stare con lui, imparai anche il giapponese. Poi arrivò un giorno in cui non ce la feci veramente più e gli dissi tutto. Probabilmente avrei dovuto chiudere gli occhi in quel momento...però mentre facevo la confessione continuai a guardarlo dritto in faccia...”
“E lui?”
“Si mise a ridere rispondendo con –lo hai pronunciato male-. Tuttavia dopo mi baciò. E quello fu l’inizio della nostra relazione.... Ma anche dei suoi guai.”
Fortune sospirò, il sorriso che aveva avuto sulle labbra fino a quel momento si spense. Allungò le gambe per farle rilassare e si stiracchiò le braccia.
“Restai qualche settimana in Giappone e fu in quel periodo che feci la vostra conoscenza. Poi da Londra mi chiamarono e dovetti partire subito lasciando Rin da solo. Da quanto mi è stato detto da varie persone, iniziarono a girare voci sul fatto che me ne fossi andata per tradirlo...Ma non era assolutamente così. Fortunatamente le voci non uscirono al di fuori della Samezuka...anche se Rin non ci dava ascolto...scommetto che gli facevano comunque male. Non ricordo quanto tempo stetti a Londra...però quando tornai in Giappone feci a Rin la proposta di venire con me la volta successiva che sarei ripartita. Lui accettò...”
Fece una pausa. La gente che passava aumentava sempre più ma nessun volto era conosciuto. Cominciava anche a fare freschetto e Fortune si scaldò le braccia con le mani poichè aveva tirato lontano la giacca.”
“E dopo quanto siete ripartiti?”
“Poco dopo...circa due settimane. Feci conoscere Rin a molte mie amiche e amici, sembrava anche star loro simpatico...una sera uno di loro organizzò una festa. E ci invitò. Naturalmente accettammo. Rin si fermò a parlare con alcuni ragazzi e io venni avvicinata da Max, un mio ex amico che mi offrì da bere. E forse me ne offrì anche un po’ troppo perchè mi ubriacai in poco tempo.”
“Dici che aveva messo qualcosa nel bicchiere?”
“Non lo so...ho ricordi sfocati di quella sera Haruka, fatto sta che le foto sui giornali mi ritraggono a baciarlo. Anche se quà non sono conosciuta, a Londra sono una modella famosa. Quindi si gridò allo scandalo...avendo presentato Rin come fidanzato ufficiale fu messo in mezzo alla faccenda anche lui e pure il suo nome andò a finire su vari articoli. Naturalmente puoi immaginare...”
Stavolta fu Haru a stiracchiarsi leggermente. Il racconto di Fortune era stato stravagante e alcune parti sembravano uscite da un film, ma da come l’aveva raccontato  sembrava essere vero. E poi perchè avrebbe dovuto mentirgli su una cosa simile, e che senso avrebbe avuto inventarsi tutte quelle scuse.
“Poi, che è successo dopo i giornali?”
“Oh beh...niente di speciale guarda...Rin se n’è andato da Londra senza dirmi niente. Non ha risposto alle chiamate, mail, messaggi, lettere e neanche tramite Gou sono riuscita a parlare con lui...Son dovuta trattenermi a Londra per un periodo ma poi sono tornata qui in Giappone. Solo per lui, mi sono iscritta alla Samezuka e stavo per riconquistarlo ma poi, abbiamo litigato...”
“Ma la Samezuka è una scuola maschile, c’èra tuo cugi-...”
Haru guardò Fortune, poi i pantaloni. I pantaloni erano della divisa della Samezuka. Solo in quel momento Haru realizzò quanto tutto il genere maschile fosse stupido. Come faceva un intero istituto a non riconoscere una ragazza? Lui compreso quando erano andati a fare l’allenamento combinato.
“Ma, come hai fatto a nascondere...la parte superiore e...i tuoi genitori hanno acconsentito? Non ti ha davvero scoperto nessuno?”
“Ho preso la divisa più grande, i miei non lo sanno e lo ha scoperto soltanto una persona...e mezza.”
“Tutto questo solo per Rin?”
Fortune abbassò lo sguardo, malinconico, guardandosi le mani.
“Già...”
 
Mimi stava ancora aspettando Haru e intanto aveva deciso di prendersi da bere alla macchinetta accanto a lei. Mise dentro la moneta e selezionò la lattina, aspettò e...niente. La lattina si bloccò prima si cadere.
“Eeeeeeeeeeeeeh???? No! No ti prego! scendi che ho una gran seteeeee!!!”
Incominciò a sbattere le mani al distributore col risultato che un cane le abbaiò contro ed un gatto, spaventato, rizzò il pelo scappando.
“Scansati, non cadrà mai così.”
“Eh?”
Fece appena in tempo ad abbassarsi, vedendo un calcio passarle sopra la testa ed andare dritto alla macchinetta. Finalmente la lattina scese. Ritrovandosela vicina, Mimi la prese e ringraziò il suo aiutante.
“La ringrazio...Rin-senpai?”
“Oh, la fidanzata di Haru. Che ci fai quì?”
“Eh? Io? no, noi non siamo fidanzati, non siamo ancora andati a un appuntamento insieme!”
Rin alzò un sopracciglio guardandola di sbiego.
“Haru dov’è?”
“Beh stasera dovrebbe essere con me. Si è allontanato un attimo.”
“......Pf.”
Il rosso fece una piccola risata, coperta dalla mano, girandosi. Trovava buffa la ragazzina.
“Cos’ho fatto? Non ridere!”
“Ti sei tirata a lucido, avrai passato un’ora davanti allo specchio e mi dici che non è un appuntamento?”
“Beh no...un’ora no...cioè...hem, che ci fai da queste parti Rin-senpai? Il coprifuoco della Samezuka non è già passato?”
Rin alzò il proprio telfono indicandolo. Mimi guardò il cellulare. Era senz’altro bello. Ma non capiva cosa stesse a significare quel gesto. Forse voleva un complimento? Makoto e gli altri in effetti le avevano sempre detto che era un tipo che amava essere acclamato.
“Oooooooooooooh, Rin-senpai, è daaaaaaaaaaaaaavveeeero, splendido. E’ nuovo? Dove lo hai comprato? Sicuramente è l’ultimo modello vero? Come ci si aspetta da te!”
“...E’ di Fortune. Comunque no, vado a caccia di scemi.”
“Co-come?”
“Devo rintracciare Fortune...”
Mimi annuì. Ovvio, perchè non ci aveva pensato prima.
“Ho chiesto in giro se qualcuno aveva visto passare una fluente chioma azzurra correre. Sono stato portato quà. Mi aiuti a cercarla?”
“Veramente dovrei...”
“Grazie sei un’amica”
 
Da Haru e Fortune era sceso il silenzio da qualche minuto. Non avevano mai parlato per così tanto senza litigare e per entrambi era una situazione nuova, si sentivano quasi a disagio.
“Beh, Fortune. Che dire...la versione spiegata da Rin era un po’ diversa. Aveva semplicemente detto che ti aveva trovata avvinghiata al collo di un tizio mentre lo baciavi, per questo lui è stato...’sputtanato’ sui giornali e quindi è tornato quì per non ucciderti.”
Fortune guardò Haru con aria perplessa e sorpresa per le parole appena dette. Davvero un tipo come Haru aveva usato un linguaggio del genere?
“Sue testuali parole, non mie.”
“Ah, mi sembrava...”
“Oh guarda...”
Fortune si voltò e sorrise leggermente vedendo che si stavano avvicinando Rin e...Mimi? Non sapeva perchè era con lui ma sinceramente non gliene importava nemmeno in quel momento..
“Ha-Haru-senpai...mi hai lasciato sola per..per andare con un’altra ragazza?”
Haru si alzò dalla panchina avvicinandosi a Mimi, poi le mise una mano sulla spalla .
“Mimi, andiamo. Credo siamo di troppo...”
“Ma io sono appena arrivata...”
Haru e Mimi se ne andarono, Lasciando Rin e Fortune da soli. Chissà quante domande si stava facendo la povera Mimi, e chissà quanto avevano da dirsi Rin e Fortune.
“Fortune, credo che dobbiamo chiarire, una volta per tutte.”
“Si. Lo credo anch’io.”

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