Throught the Dark

di Rcbs
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ma cosa nascondi? ***
Capitolo 2: *** Piccoli misteri ***
Capitolo 3: *** A tre passi di distanza ***
Capitolo 4: *** Tra noi scorre cattivo sangue ***
Capitolo 5: *** I dubbi fanno così paura? ***
Capitolo 6: *** Non dire gatto se non ce l'hai nel sacco ***
Capitolo 7: *** Sogno o son desto? ***
Capitolo 8: *** Nice Shot ***



Capitolo 1
*** Ma cosa nascondi? ***


Cap. 2: Ma cosa Nascondi? 




Daichi, appena sentì scalpitare diversi ragazzi fuori dalla palestra, che si facevano sentire nonostante il pesante temporale che oscurava il cielo, si avvicinò alla porta, perché voleva accoglierli in quanto capitano. 

La Nekoma fece il suo ingresso in modo involontariamente teatrale: tutti coperti in pesanti impermeabili scuri con i cappucci tirati fin sotto al naso. Lo sfondo scuro illuminato a scatti da enormi fulmini e un parziale silenzio rotto a tratti dai tuoni. 

Si spogliarno di quelle vesti inquietanti appena varcata la porta, arricciandole in mano per bagnare il meno possibile. In loro aiuto arrivarono Yachi e Kiyoko con dei sacchi di plastica in cui ammucchiare i cappotti fradici. 

Il capitano della Karasuno si dirette sorridente e con la mano già alzata pronta per essere stretta verso Kuroo. Ma il corvino camminò dritto ignorandolo completamente, quasi come non lo avesse nemmeno visto. Sawamura si irritò non poco e nonostante aveva mantenuto il sorriso accondiscendente di prima l'aura intorno a lui era nera. Tutti, sia i suoi compagni, che i Nekoma, di allontanarmi di un passo intimoriti.

Koshi, probabilmente l'unico che non temeva il proprio capitano (forse perché nonostante l'aria innocente sapeva essere anche peggio) si avvicinò al ragazzo e tentò di calmarlo, ponendosi davanti a lui. Ma prima che potesse anche solo iniziare si ritrovò ad osservare una scena oltre alle spalle di Daichi che lo lasciò a bocca aperta.

Anche Sawamura si voltò per capire e ebbe la stessa reazione... Che poi fu quella di tutti i ragazzi presenti, delle manager e degli allenatori e il professore.

Kuroo, appena entrato, si era diretto sul fondo della palestra, dove Hinata si stava ancora scaldando. Questo era di per sé piuttosto strano, ma a rendere la scena ancora più assurda era il fatto che i due sembrava stessero litigando, seppur a bassa voce. 
Non era nemmeno quest'ultima cosa che però aveva lasciato completamente basiti tutti i presenti, ma il fatto che sembrava che il piccoletto stesse avendo la meglio e che l'altro fosse in soggezione, come spaventato e sulla difensiva.

Nessuno sentiva che si stavano dicendo nonostante il silenzio creatosi.

Fu Kenma il primo che si riprese dalla trance in cui tutti erano caduti e si avvicinò a passo svelto ai due.

"Ragazzi perché state..."

"Sho-chan mi spiace okay?"

Kozume aveva allungato una mano per afferrare la spalla del suo compagno di squadra, ma la ritirò come scottato... Sho-chan?? Da quando quei due erano in confidenza? 
Una fitta al petto colpì il giovane. Perché se i due erano diventati amici non gli avevano detto nulla? A lui che parlava a entrambi tutti i giorni, Kuroo di persona, Shouyou al telefono... Si sentì un po' tradito... Proprio dalle uniche persone in cui era riuscito a entrare in confidenza.

Scosse la testa, come un gatto infastidito per un soffio dritto sul naso.
Si accorse solo allora che Hinata lo osservava serio, un po' troppo per quel faccino paffuto. 

Tetsuro invece continuava imperterrito a chiedere scusa al rossino per chissà cosa, pregandolo di perdonarlo... Ci mise un po' troppo ad accorgersi che Shouyou non lo stava più ascoltando.

Si voltò di scatto e appena notò l'amico d'infanzia una smorfia nervosa gli comparve sul viso, presto sostituita da un falso sorriso con un tentativo di atteggiarsi da duro.

"Kenma! Pronto a giocare?"

Sbattè un paio di volte le palpebre perplesso, per poi tornare alla solita espressione apatica e scollare le spalle.

"Avanti Kenma un po' di eccitazione non c'è? Forse è la volta buona che vi batteremo!" Disse esagitato e saltellando Hinata.

Era diverso, completamente diverso da quello di prima... E Kozume non era l'unico a pensarlo.

Anche se da lontano, Kageyama aveva seguito ogni singola espressione facciale che si era presentata sul viso del rossino. In quei pochi minuti a contatto con Kuroo non era stato lui, non c'era la minima traccia della solita luce nei suoi occhi, sembrava completamente un'altra persona.
Ma chi era il capitano della Nekoma per creare quel cambiamento nel suo compagno di squadra?
Strinse istintivamente i pugni e assottigliò lo sguardo.
Il vero motivo per cui lo fece, non gli era ancora del tutto chiaro. 









"A me, a me!"
Un nuovo urlo si leva dal campo, il solito, il suo.

Tobio, nonostante la presenza di Lev sottorete, che ha già abbastanza abituato l'occhio, vuole tentare la loro veloce stramba.  
Hinata sarebbe uscito al prossimo cambio, tanto valeva tentare e sperare in un punto facile... Anche perché quando sarebbe rientrato in battuta sarebbe stato il solito disastro... Anche se quel giorno era particolarmente in forma.

Erano al secondo set, in vantaggio di tre punti sugli avversari, il che aveva il potere di motivarli almeno quanto la vittoria incredibile del primo set. Avevano vinto di due punti grazie a due incredibili salvataggi del rossino...
Lui, che in ricezione fa schifo, era riuscito a salvare due palle impossibili.
Kageyama non aveva potuto far a meno di notare che entrambe erano state schiacciate di Kuroo. Sembrava che Hinata si fosse mosso e le avesse prese quasi per sfida o ripicca.

Anche Tetsuro ero stato veloce, assurdamente veloce... Al punto che anche i suoi compagni erano rimasti sconcertati.

I due si continuavano a guardare, poco importava dove fossero in posizione, non si staccavano gli occhi di dosso.

Tobio si convinse ancora di più a quel punto, pensando a quella veloce assurda come la soluzione a quel fastidio alla bocca dello stomaco al pensiero di quei due che non distoglievano lo sguardo l'uno dall'altro. Finalmente Shouyou avrebbe chiuso gli occhi e avrebbe pensato ad altro, pensato alla sua schiacciata, a lui.

Quel pensiero, quel l'ultima piccola aggiunta a quell'assurda discussione mentale, lo disturbò al punto che mise troppa forza nell'alzata mandandola più in alto del solito.

Si morse un labbro, non gli sarebbere arrivata dritta in mano e avendo gli occhi chiusi probabilmente se la sarebbe ritrovata in testa. 

Non andò come però il corvino aveva previsto... Hinata fece punto. 
Fece punto schiacciando lateralmente e non dritto. 
Fece punto, facendo passare la palla propio in mezzo alle braccia del capitano della Nekoma.

E non lo fece per fortuna, come apparve al resto della squadra.
Lo fece perché aveva gli occhi aperti e perché aveva saltato ben 20cm più alto del solito...

Come diavolo era possibile?

Tobio era immobile mentre osservava i compagni acclamare il ragazzo.

La veloce stramba non era mai venuta quando teneva gli occhi aperti, mai una sola volta, neanche per pura fortuna. 
Quella volta non solo c'è l'aveva fatta, ma l'aveva pure direzionata, come se avesse avuto il tempo di decidere la mossa migliore in quei pochi secondi... E sopratutto aveva saltato più in alto del solito, come se si fosse accorto subito che non era la solita alzata...

Era impossibile. Non era umanamente concepibile.

Tsukishima osservava il re del campo. Leggeva in quel profondo blu scuro ogni dubbio che gli stava attraversando il cervello... Ogni dubbio che era anche il suo.

Tre persone soltanto si erano accorte che Shouyou non aveva schiacciato per pura fortuna... Lui, Tobio e Kenma.... Tutti e tre consapevoli e tutti e tre consumati dal medesimo ennesimo dubbio: Kuroo non l'ha presa ma perché ha l'aria di essersene accorto anche lui?

Kozume si voltò a osservare l'amico. Amico... Che parola buffa... Non si guarda così un amico, non si ha una fitta al cuore perché un amico non ti degna nemmeno di uno sguardo. 
Si chiese se l'attenzione totale che aveva Tetsuro per Shouyou in quella partita era della stessa natura della sua per lui. Che era successo ai suoi amici? Che cosa avevamo condiviso? Cosa nascondevano?
Più ci pensava, più era come se una lama seghettata si facesse strada nella carne del suo petto e si arrotolasse intorno al cuore. 
Tra loro due non c'era niente... Vero?


Si susseguirono diversi punti, da parte di entrambe le squadre, portando ad avere la rotazione con Hinata che rientrava in battuta, mentre Kuroo si trovava in seconda linea in difesa.


5 punti servivano alla Karasuno per vincere quel set, per vincere la partita. La Nekoma non aveva recuperato il vantaggio, quindi nessuno dei corvi era preoccupato che il rossino fosse in battuta. 

Kageyama aveva una strana sensazione, stranissima. 
Di solito era non poco preoccupato se il ragazzo batteva, memore della volta che era stato colpito in testa e di tutte le volte che aveva sbagliato. Quella volta però non era così.

Sapeva che Hinata non avrebbe sbagliato, se lo sentiva dentro. 
Non avrebbe sbagliato perché avrebbe battuto su Kuroo e il moro non l'avrebbe presa.

Se lo sentiva si, ma la ragione rideva. Com'era anche solo possibile immaginarlo? Shouyou non era in grado di direzionare la battuta a destra o sinistra, figurarsi puntare ad una persona! E sopratutto, anche se la palla fosse andata proprio verso il bersaglio, si parlava del capitano della Nekoma! La ricezione non era certo un punto debole. 

Ma quello che successe era propio ciò che il suo istinto aveva predetto, anche se il suo sesto senso non aveva avuto l'accortezza di avvertirlo che quello che sentiva non sarebbere avvenuto una volta sola, un po' come un piccolo miracolo. Ma forse era solo colpa della ragione, che urlava che non sarebbe successo neanche una volta... Figurarsi 5!

5 ace diretti, 5 punti secchi. Tutti sulla stessa persona, tutti a mala pena sfiorati.

Hinata saltò esagitato, esultò urlando al miracolo e dicendo di essere finalmente diventato bravo a battere. Aveva finto sorpresa ai punti andati a segno, aveva finto confusione mentre colpiva la palla con la mano, come se, come al solito, non sapesse bene quel che faceva. Ma aveva finto.

Non era sfuggito a Kozume in nessuna delle cinque volte...
No era sfuggito a Kageyama in nessuna delle ultime tre (le prime due era rimasto completamente concentrato sul campo avversario, pronto a ricevere il rimando).

Il coach Ukai esultava. Così come tutta la Karasuno.
La Nekoma, innervosita, scrutava la felicità degli avversarsi promettendomi che non sarebbe durata a lungo.

Ma per nessuna delle due squadre si poteva veramente generalizzare.
Visto che, da una parte Kenma, dall'altra Tobio, non riuscivano veramente a partecipare all'emotività espressa dalle loro squadre a causa di tutti i dubbi che li stavano consumando. 



















******************************************************************************** 

Ciao a tutti! Ed eccomi di ritorno, dopo una vita (Sorry!) ad aggiornare! Nello scorso capitolo ho detto di aver messo l'OOC per sicurezza dimenticandomi che alcuni personaggi per forza di cose non sarebbero mai potuti essere completamente IC... Beh per quanto mi sarà possibile cercherò di non allontanarmi troppo dai loro caratteri originali! 
Mi spiace che questa storia non avrà mai un aggiornamento molto preciso, ma non preoccupatevi perché esiste una scaletta a cui mi attengo per scrivere quindi potete stare tranquilli che non lascerò niente a metà ^.^

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Capitolo 2
*** Piccoli misteri ***


Cap. 1: Piccoli misteri



La palestra illuminata in pieno pomeriggio aveva un'aria davvero strana, ma il temporale all'esterno aveva reso il cielo talmente scuro da rendere impossibile stare nella struttura senza illuminazione. 

Come prevedibile Tanaka e Nishinoya aveva approfittato del buio per attendere un agguato e fare uno scherzo... Per loro sfortuna ad entrare dopo di loro non era stato un compagno di squadra, ma la povera Kiyoko. Si stavano, infatti, tuttora scusando tra un piegamento e l'altro.

Kageyama non faceva che guardarsi intorno. Era strano non avere il solito scalmanato che corre urlando da una parte all'altra della palestra ad irritarlo... Ma non quanto era stato strano arrivare all'entrata dell'edificio senza fare una gara.

Che Shouyou non fosse venuto a scuola quel giorno?
Quella mattina però era bello e il meteo aveva detto lo sarebbe stato fino a domani... Forse era rincasato prima per paura che peggiorasse appena aveva visto le prime gocce.

"Non preoccuparti vedrai che Hinata sta bene. Sarà già a casa sotto le coperte"

Tobio si voltò stupito verso Koshi.

"Non ci vuole chissà che genio a capire che sei preoccupato! Continui a guardati intorno e manca solo lui"

Kageyama sospirò, Suga aveva ragione! Si stava preoccupando per nulla! O almeno così sperava...



Le porte si spalancarono e tutti si voltarono curiosi.
Tobio mascherò davvero male la punta di delusione che lo invase quando notò che ad entrare non era stato il rossino, ma il loro allenatore.

 
"Ragazzi ho una notizia fantastica!" 

Tutti drizzarono le orecchie.

"Preparatevi a giocare seriamente che i Nekoma stanno venendo qui per un'amichevole!"

Un borbottio si alzò velocemente inondando la palestra prima silenziosa.

Emozione, eccitazione e... Dubbio.

"Ma con questo tempo?"
"Beh mica vengono a piedi"



Mentre tutto i membri della squadra esprimevano la propria opinione, Tobio restava in silenzio.

Era distratto, pensava a dov'era Hinata, quando all'improvviso l'oggetto dei suoi pensieri si materializzò davanti a lui. Letteralmente.

"Hey ciao a..."

Non poté finire la frase perché tutti, allenatore compreso, saltarono sul posto e si spostarono un poco indietro terrorizzati.

"Mi hai fatto prendere un infarto!" Sbottò Yu ansimante.

Shouyou piegò la testa di lato confuso, causando la caduta di diverse goccioline d'acqua che gli impregnavano i capelli.

Solo in quel momento la squadra si accorse che il ragazzo era completamente fradicio a parte per la divisa, che probabilmente aveva appena indossato. Anche quegli indumenti però si stavano lentamente impregnando d'acqua a causa del fatto che non si era per nulla asciugato prima di cambiarsi. 

Shimizu si avvicinò a lui tendendogli timidamente un asciugamano, che il rossino prontamente afferò e iniziò a strofinarsi la testa. 

"Muoviti a riscaldati Hinata, ci aspetta un amichevole tra poco!" Lo informò Daichi.

Il ragazzo sollevò l'aciugamano, senza toglierselo dalla testa, ma solo quel tanto che bastava per scoprire i grandi occhi marroni.

"MA È FANTASTICO!" Scattò subito saltando. 

Corse a fare un po' di stretching in fondo alla palestra, mentre tutti tornavano a fare qualcosa: chi a preparare la rete e il segnapunti, chi a scaldarsi ancora un po', chi solo a chiacchierare. Tutti, tranne Tobio che rimase ad osservare perplesso il pavimento.


Tsukishima non avrebbe certo perso l'occasione per prenderlo in giro.

"Il re ha bisogno di essere sollevato da qualche suddito devoto?"

Kageyama si riprese un poco dalla trance in cui era e voltandosi con gli occhi spalancati verso il biondo, ignorò la provocazione e disse semplicemente: "Il pavimento..."

Kei non si aspettava certo una simile risposta e si ritrovò ad abbassare lo sguardo cercando di dare un senso a quella frase.

"Cosa? Che ha di strano?"

Il corvino indicò la chiazza d'acqua lasciata da Hinata dove si era fermato prima a salutare tutti.

Tsuki inarcò un sopracciglio, finché non si ritrovò a spalancare gli occhi appena comprese cosa c'era di strano.

Dalla chiazza d'acqua partivano delle impronte che raggiungevano il fondo della palestra dove appunto stava ora il ragazzo, ma non c'erano altre scie... Dalla porta a quel punto non si vedeva una sola goccia!  

"Ma che...?"

I due ragazzi furono richiamati dal capitano, dovevano discutere una strategia e quindi entrambi lasciarono da parte quel piccolo mistero. 




*********************************************************************************** 

Ciao a tutti! Questa è un'idea che mi balenava in testa da un po' e mi distraeva dalle mie altre fic in corso sul fandom di Naruto, così ho capito che tanto valeva buttarla giù, visto che tanto ci pensavo lo stesso.  
Non darò la precedenza a questa storia, ma dato che le altre due vengono aggiornate regolarmente una volta a settima questa non penso di lasciarla comunque troppo indietro. 

L'OOC l'ho messo per sicurezza visto che è davvero una vita che non guardo o leggo Haikyuu, fatemi sapere se trovate i personaggi IC o no!! ^.^ (Anche se da questo capitolo si evince davvero poco .-.).

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Capitolo 3
*** A tre passi di distanza ***


Cap. 3: A tre passi di distanza.


Procedeva lentamente lungo la strada sterrata, disseminata di pozze scure.
Solo il cigolare della bici che portava a mano si faceva sentire, talvolta più piano, nelle parti più lisce, talvolta più forte, laddove il terreno era più irregolare.

Non pioveva più, anche se il cielo non si era completamente rischiarato. 

Camminava lentamente, sguardo perso nel vuoto. Era tranquillo.

Ci avrebbe messo più di mezz'ora procedendo a quella velocità, ma non gli importava. Non gli interessava nemmeno il fatto che ormai fosse tardi.

Sulla sua testa udì un leggero sfrigolio. Si arrestò e alzò lo sguardo osservando il lampione accedersi.

Era tardi. Sorrise.

Non si mosse.

Non era solo.


Voltò un poco il capo, osservando la figura alta e scura in avvicinamento.
Puzzava, ma non di alcol come si sarebbe aspettato invece il ragazzo.

"Hey ragazzino ti sei perso?" La voce melliflua, non conduceva per nulla con quel l'espressione sporca, inquietante... Quasi lussuriosa.
"No" sorrise Shouyou "non si preoccupi"
"Posso accompagnarti a casa" 

Sbattè le palpebre e incrociando quegli occhi marroni scuri, quasi neri. Si specchio in quelle pupille ingiallite, irradiate da troppi capillari, nauseanti.

"Ma lei non ha una famiglia da cui tornare?" Chiese ingenuamente il giovane con tono piuttosto preoccupato.
"No tranquillo non ho nessuno"

Shouyou sorrise, ma non come prima.
"Bene"

L'uomo perse all'improvviso tutta la sua sicurezza. 
E poi, pochi istanti dopo, non solo quella. 












Si rigirò per l'ennesima volta nel letto. 

Ma perché non riusciva a togliersi Hinata dalla testa? Quell'idiota doveva stressarlo per forza anche a casa?

Afferò il cuscino e se lo spiaccicò in faccia premendolo forte per soffocare un verso a metà tranquillo un grido e uno sbuffo. 

Voleva solo dormire! Chiedeva troppo?

Il cellulare vibrò sul comodino ed ebbe la sua risposta: evidentemente si, chiedeva troppo.

Si girò lentamente, allungando la mano a tastare il mobile con sgraziati movimenti. Fece cadere un pacchetto di fazzoletti e un libro impolverato che sostava li da anni, più per fare scena con sua madre che per farne un utilizzo concreto.

Sbuffò innervosito.

Per fortuna il tomo era precipitato su una ciabatta e il rumore era stato attutito.

Trovò il telefono e si preparò, stringendo gli occhi, alla luce accecante che da lì a poco gli si sarebbe presentata sullo schermo.

Un messaggio.


Da: Gatto-budino spelacchiato  

Aveva salvato così Kozume non certo perché era entrato tanto, troppo, in confidenza con Hinata... No di certo! Lui non aveva nessunissimo problema con questo. Perché avrebbe dovuto? Interruppe il suo flusso di pensieri e si concentrò sul testo ricevuto. 


*Sono preoccupato par Shouyou*


Molto esaustivo quel ragazzo.


A: Gatto-budino spelacchiato

*Quindi?*


Si, okay, lui non era stato da meno, ma non aveva niente da dirgli.


Da: Gatto-budino spelacchiato

*Kuroo è strano*


Tobio inarcò un sopracciglio, che c'entrava?


A: Gatto-budino spelacchiato
*Sono confuso*


Da: Gatto-budino spelacchiato

*Non mi sorprende*


Il corvino strinse convulsamente il cellulare, trattenendosi dall'inviargli un audio pieno di improperi che lo avrebbero fatto sbattere in punizione dalla madre per i prossimi 6 anni.
Prima che potesse anche solo pensare ad una risposta migliore di un audio zeppo di insulti gli arrivò un nuovo messaggio.

*Credo di frequentino*

Kageyama rilesse l'ultima parola una decina di volte, per assimilarne il suo concreto significato. Sì perché ad una prima lettura, aveva interpretato quella parola in senso di 'appuntamenti amorosi' e non semplicemente due amici che escono a divertirsi. Faticò stavolta a ignorare quel fastidio sopraggiunto alla prima interpretazione di quel termine.


A: Gatto-budino spelacchiato

*E quindi?*


Da: Gatto-budino spelacchiato

*Non ti disturba che la persona che ti piace esca con un altro?*


La persona che ti piace... 
La persona che ti piace. 
La Persona Che Ti Piace.
LA PERSONA CHE TI PIACE.

Il corvino dovette chiudere un attimo il cellulare mentre assimilava quelle parole, perché più gli entravano in testa, più diventavano concrete, diventavano chiare e più lui arrossiva. Si nascose tra le coperte come se qualcuno potesse mai avvicinarsi alla finestra e spiarlo nel suo letto. 

Dopo diversi respiri profondi riprese il telefono e si arrischiò a rispondere.


A: Gatto-budino spelacchiato

*Chi sarebbe la persona che mi piace?*


Si perfetto, la nonchalance lo avrebbe fatto ricredere e lo avrebbe sviato da quella convinzione.


Da: Gatto-budino spelacchiato

*Shouyou*


Accidenti!! Non aveva funzionato! Aspetta... Perché no? Non era forse quella la verità? 
Sorrise di scherno a se stesso.
Non riusciva più a prendersi in giro nemmeno da solo, figuriamoci riuscire a convincere gli altri! 
Si arrese ad un'evidenza che, per quanto gli fosse stata sotto gli occhi per tanto, aveva visto davvero solo di recente. 


A: Gatto-budino spelacchiato

*Perché ti preoccupi per me? Vuoi tu Hinata?*


Scriverlo aveva concesso a quel flebile pensiero di farsi prepotentemente strada nel suo cervello.
Se dice di sì lo investo! 
Anzi prima faccio la patente, poi mi trovo un lavoro, mi compro una macchina e poi investo prima lui e poi Kuroo!
E già che ci sono anche Oikawa per sicurezza... 
Non gli era piaciuto per nulla come il suo ex sempai aveva guardato il rossino la prima volta che avevano giocato una partita insieme. 

Il flusso di pensieri fu interrotto (per fortuna) da una nuova vibrazione.
Ci aveva messo davvero tanto stavolta a rispondere.


Da: Gatto-budino spelacchiato

*Kuroo*

A: Gatto-budino spelacchiato

*Come?*

Da: Gatto-budino spelacchiato

*Io mi preoccupo per Kuroo...*


Tobio sgranò gli occhi. 
Quella risposta non se l'aspettavo proprio... Eppure a pensarci un attimo era così scontata... Come faceva a non essersi accorto che l'alzatore avversario guardava il suo capitano come lui guardava il suo idiota? Ma che domande si stava facendo! Lui non nota mai niente perché tutta la sua attenzione al di fuori della pallavolo era canalizzata dal rossino! 
Doveva fare qualcosa! Rischiava di peggiorare! E se poi l'idiota avesse canalizzato anche l'attenzione che aveva per il gioco?
No era molto improbabile... Anche perché il rosso stesso lo avrebbe ripreso se si fosse distratto in campo.
Gli vennero i brividi. Ripreso da quell'idiota in campo? Neanche tra un milione di anni!

In quel momento, la sua mente ripercorse uno dei primi messaggi ricevuti e non poté fare a meno di associarlo agli avvenimenti di quel giorno. 

A: Gatto-budino spelacchiato

*In che senso Kuroo é strano?*

Da: Gatto-budino spelacchiato
*Non so spiegarlo*

A: Gatto-budino spelacchiato

*Intendi strano gwaa o strano bwaaa?*

Da: Gatto-budino spelacchiato

*Qual è la differenza scusa?*

A: Gatto-budino spelacchiato

*Strano strano perché sembra distratto o strano strano per... Altro?*

Da: Gatto-budino spelacchiato

*Allora è strano bwaaa*

A: Gatto-budino spelacchiato

*Anche Hinata... Non so spiegarlo*

Da: Gatto-budino spelacchiato

*Non sembra lui in certi momenti?*

A: Gatto-budino spelacchiato

*Esatto! Come lo sai?*

Da: Gatto-budino spelacchiato

*Stesso con Kuroo... Ma non è diverso come se fosse innamorato, incazzato o altro... È diverso e basta...*


Kageyama si immaginò Shouyou innamorato... Avrebbe pianto di gioia arcobaleni e vomitato cuoricini rosa probabilmente... E immaginarsi Shouyou incazzato è come immaginarsi una gallina che attraversa la strada: il contesto può essere serio e concreto quanto vuoi, ma sembrerà sempre una barzelletta. 

A: Gatto-budino spelacchiato

*Che proponi di fare?*

Da: Gatto-budino spelacchiato

*Io ho già provato a parlare sia con Kuroo che con Shouyou, ma non ho cavato un ragno da buco*

A: Gatto-budino spelacchiato

*Posso provare a parlare con Hinata...*

Da: Gatto-budino spelacchiato

*Si, fa un tentativo... Altrimenti passeremo al piano b*
A: Gatto-budino spelacchiato

*Sarebbe?*

Da: Gatto-budino spelacchiato

*Li seguiamo*

A: Gatto-budino spelacchiato

*E... Se fosse vero che stanno insieme?*

Da: Gatto-budino spelacchiato

*Io ho bisogno di saperlo... Tu no?*



Kageyama osservò quel messaggio per un tempo che parve infinito. Non sapeva la risposta, perché voleva sapere e non sapere allo stesso tempo. Era curioso e spaventato. 
Era sicuro di voler sapere che quello che aveva da poco realizzato essere la sua prima cotta, lo aveva respinto ancora prima di avergli dato anche solo un briciolo di chance? 


A: Gatto-budino spelacchiato

*Si, anche io.*





Si rigirò nel letto ancora un paio di volte prima di riuscire a sprofondare in un sonno profondo.

Ad un certo punto gli sembrò quasi si avvertire la presenta del piccoletto contro la sua schiena, le sue mani avviluppate al suo petto e il suo odore nelle narici. 

Stava sognando.

Come poteva non essere così? 
Non vivevano certo a tre passi di distanza. 







**********************************************************************************
Ciao a tutte! Ho iniziato a scrivere questo "bel" capitolo alle 3.42 del mattino e l'ho finito alle 5.30 circa (ero un po' addormentata per essere precisa con l'ora) penso che tra le assurdità che ho scritto comunque si fosse capito .-. 
Beh spero che a parte ciò un po' vi piaccia! Alla prossima! Un bacio :*

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Capitolo 4
*** Tra noi scorre cattivo sangue ***



Cap. 4: Tra noi scorre cattivo sangue 


" 'Cause baby now we got bad blood, you know it used to be mad love, so take a look at what you've done, 'cause baby now we got bad blood..."

"Hinata..."

Il rossino smise di saltellare e canticchiare. Raggiante si voltò verso la voce che lo aveva chiamato e sorrise apertamente per la gioia.

"Kageyama! Pranziamo insieme? Sai, ho una porzione in più di cibo oggi e non volevo buttarla! Anche perché io non ho proprio fame!! Ti va?"

Tutta la vitalità del più piccolo si spense appena incrociò lo sguardo blu scuro dell'altro e vide un'espressione crucciata e scocciata. 

"Beh se non vuoi..." Iniziò, buttando le mani avanti e indietreggiando intimorito, spaventato che l'alzatore se la prendesse con lui.

"No, va bene... Andiamo sul tetto"

Il moro si mosse per primo senza aspettare.
L'altro, rimasto interdetto, ci mise un attimo a reagire. Appena realizzato di non essere stato rifiutato recuperò il sorriso e corse per raggiungere l'amico.




Tobio era confuso. Dalla sera prima certo, ma anche dai giorni precedenti. 
A impensierirlo particolarmente in quel momento era stata la canzone che il ragazzo stava canticchiando quando lo aveva incrociato per i corridoi... Certo, Tailor Swift gli si addiceva sicuramente, ma sentirlo proprio cantare Bad Blood... Quel "cattivo sangue" per qualche motivo, che non sapeva nemmeno spiegarsi, gli suonava come un brutto presagio.



Kageyama anticipò Hinata, aprendo la porta e socchiudendo gli occhi per abituarli al sole di mezzogiorno, che seppur invernale, era ancora in grado di scaldare abbastanza in quelle ore in cui era così alto in cielo.
Si sedette poggiando le spalle al muro adiacente alla porta, ma tenendo quest'ultima ad una adeguata distanza per non ritrovarsi l'uscio in faccia. Shouyou saltellò fino a lui, ma gli si sedette di fronte. Appena si fu sistemato a terra, tirò fuori dallo zaino il bento e lo passò al ragazzo.

Tobio non afferò nulla del fiume di parole che fuoriuscivano da quelle piccole e rosse labbra e non prestò nemmeno attenzione al cibo che iniziò a portarsi con calma alla bocca, boccone dopo boccone.

Tutta la sua concentrazione era assorbita dalla figura che aveva di fronte.
A come, nonostante desse le spalle al sole e quindi il suo volto era rimasto un poco oscurato, i suoi occhi brillassero di luce propria.
A come quelle piccole mani, che stavano gesticolando furiosamente per giustificare chissà quale insulso concetto, sembrassero così delicate a prima vista, mentre in realtà erano ruvide e forti come quelle di qualunque schiacciatore che si rispetti.
A come i suoi capelli rossi gli ricadevano sulla fronte, un po' schiacciati dal cappuccio della felpa che spuntava da sotto la sua divisa. 

Ma quando si era coperto?

Probabilmente prima di uscire, perché Kageyama non ricordava di averlo visto sollevarle la stoffa sulla testa... 

Solo in quel momento notò che non era la solita felpa gialla che portava, era azzurra.

"Dov'è la tua felpa?"

Shouyou sbatté un paio di volte le ciglia confuso per poi portarsi le mani in testa e constatare che effettivamente era lì e non aveva perso l'indumento chissà dove.

Prima che il rosso aprisse bocca per prenderlo in giro per l'idiozia, l'altro lo anticipò.

"Quella gialla"

Rimase piuttosto spiazzato che il corvino fosse stato attento ad un simile dettaglio.

"Era sporca, l'ho buttata"

Tobio inarcò un sopracciglio.

"Da quando un indumento sporco si butta invece di lavarlo?"
"Da quando si sporca di qualcosa difficile da togliere"
"Di cosa l'hai sporcata scusa?"
"Sangue"

La naturalezza con cui lo disse causò al più grande un brivido che gli percorse tutta la spina dorsale. Poteva fare una dichiarazione più inquietante? Con quel sorriso poi...

"C-come?"
"Oh non ti preoccupare! Non il mio"

Si, poteva eccome...

"Cos-"
"Non pensar male! Mentre tornavo a casa ho incontrato per strada.... un ragazzo... che... che consegnava volantini e mentre me ne passava uno si é tagliato... Il sangue si é seccato subito sulla manica destra e aveva un odore così cattivo. Non potevo non disfarmene"

Tutto quel discorso sembra una scusa campata in aria... Tranne l'ultima parte... Quella era sembrata spaventosamente sincera... Doveva cambiare discorso e doveva farlo subito... Ma dire cosa? Cosa?

Il budino...

"Ti piace il capitano della Nekomata?"

Hinata spalancò gli occhi e un poco la bocca, scioccato da quella domanda così diretta.
Per poi mettersi a ridere.

"Ahahah non direi proprio!"

Kageyama non poté non sentirsi sollevato da quella risposta, ma sospirò di sollievo troppo presto...

"Andiamo solo a letto insieme! Insomma siamo troppo distanti per far funzionare una relazione"

Il corvino si sentì venir meno, fortuna che era seduto.

"C-cosa?"
"Sì, insomma, lo facciamo, scopiamo, trombiamo, fo..."
"HO CAPITO PER L'AMOR DEL CIELO!"
"Beh sei tu che mi hai chiesto 'cosa' confuso!"
"Io... Io..."

Sgomento, dolore, frustrazione, rabbia, rabbia, rabbia.

Hinata vide il compagno di squadra guardarlo peggio di quando, per sbaglio, lo aveva colpito durante la battuta nella loro prima partita.
Tremò e gattonò indietro spaventato.

"M-ma che ho f-fatto!"

Le spalle del piccolo si scontrarono con l'inferiata che delimitava il confine del tetto e lì, chiuse gli occhi, stringendoli forte, mentre attendeva la sua fine.

Sentì una mano afferrargli i capelli e strattonarlo in avanti.

Aprì gli occhi mentre l'altro si premeva contro le sue labbra con forza.

Anche il corvino teneva lo sguardo vigile su di lui.

Si guardarono per un poco immobili mentre quella situazione diventava poco a poco più imbarazzante. 

Kageyama lo strattonò indietro facendogli un poco male, staccandoselo di dosso violentemente come se fosse stato l'altro a cercare il contatto per primo.

Prima che potesse allontanarsi del tutto però si ritrovò un paio di braccia strette al suo collo, che lo tiravano verso il basso. Strinse gli occhi attendendo l'impatto a terra, che non arrivò, anche se i suoi denti si scontrarono con qualcosa di duro, facendogli abbastanza male. 
Spalancò la bocca per  mugugnare dal dolore, ma non fuoriuscì nessun suono a causa del fatto che era premuta contro quella dell'altro. 

Hinata colse l'apertura della labbra come un invito e fece scontrare la propria lingua contro quella del corvino. 
Ci mise un attimo Tobio a reagire, ma appena tornò cosciente della situazione, portò le mani sui fianchi del più piccolo con incertezza e cercò di rispondere al bacio come meglio poté.

Si staccarono appena Kageyama si scoprì senza fiato.
Si trovò ad osservare, con respiro veloce e pesante, le labbra arrossate e bagnate dell'altro e gli occhi marroni ora lucidi. Sembravano quasi d'oro in quel momento.

Sorrise.
Ma presto tornò serio, notando che l'altro non aveva il fiato corto come lui.

Che strano...










************************************************ 
Ciao a tutti! Eccomi di ritorno! Mi spiace per l'attesa, ma spero che mi perdoniate grazie a questo iniziale accenno di KageHina! O dovrei dire HinaKage? Shouyou è chiaramente più sveglio del compagno in questa fic e diventerà chiaro anche più aventi! 
Da adesso per i due le cose non saranno subito rose e fiori ovviamente, ma la loro relazione cambiata radicalmente ^.^ 

Beh alla prossima! Un bacio :*

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Capitolo 5
*** I dubbi fanno così paura? ***


Cap. 5: I dubbi fanno così paura?



Il pullman dondolava pendendo pericolosamente a destra ad ogni curva di quella maledetta salita che precedeva la sua fermata. Le persone chiacchieravano forte, coprendo la radio accesa nell'abitacolo e causando solo rumore alle orecchie di chi è distratto dalla attuale situazione, come lui.
Con la mano salda al palo centrale di quel vecchio catorcio che ha sicuramente visto tempi migliori, era come se Tobio cercasse di tenersi a terra più che in piedi.

Nella sua testa riviveva a ripetizione quel bacio. 
Gli sembrava di sentire ancora quel sapore sulle labbra. 

Si sentiva come se stesse per prendere il volo. 

Maledì per l'ennesima volta la campanella suonata subito dopo, quella che li ha costretti a correre in classe senza più potersi rivolgere la parola. Senza potersi chiarite.

C'erano stati gli allenamenti dopo, certo. 
Ma li, non c'era tempo di parlare. Sopratutto c'era troppa gente.

Aveva provato ad affrontarlo dopo, quando si erano trovati al negozio del coach a mangiare qualcosa, come sempre. 

Sfortunatamente, mentre stava cercando di raggiungerlo lo aveva visto arrestarsi davanti ad un vecchio bidone dei rifiuti arrugginito e aveva sentito strani versi, come se stesse rimettendo.

Era rimasto incantato, o meglio perplesso.
Non sembrava stare male... 

Prima che potesse riprendersi, Shouyou era già ripartito.

Troppo veloce e presto troppo lontano per poterlo richiamare.


Si impose di intercettarlo al mattino, per parlarci prima della lezione. 

Con questa convinzione aveva poi corso alla propria fermata, resosi finalmente conto che aveva quasi perso il bus. 


E ora, durante il viaggio, per fortuna i suoi unici pensieri erano stati più che piacevoli.







"Hey Sho-Chan"
Hinata allargò gli occhi sorpreso, poi irritato. 
Il piccolo schiacciatore si limitò ad arrestarsi, senza voltarsi verso la voce che lo aveva chiamato. Si era fermato poco dopo la luce di lampione, in un piccolo stralcio buio della strada. I suoi capelli rossi risplendevano comunque nell'oscurità e i suoi occhi, fissati verso il nulla, erano affilati e inquietanti, al contrario di come erano di giorno. 
"Che ci fai tu qui?"
"Non posso venire a trovarti?"
"No"
"Nervosetto?"

Kuroo non lo avrebbe mai e poi mai ammesso di essere intimorito dal nanetto. Ma quando si ritrovò all'improvviso premuto a terra con il ragazzo a cavalcioni su di lui che lo guardava come se lo volesse sgozzare non potè fare a meno di ingoiare la poca saliva che aveva ancora in bocca.

Stesi a terra, nella terra fredda e umida, ruvida e sconnessa a causa dei sassi, continuarono a fissarsi negli occhi per diversi minuti.

Il capitano della Nekomata decise che preferiva vivere che litigare e senza tante cerimonie si sollevò con un colpo di reni e fece scontrare le proprie labbra con quelle del più piccolo.

Morsi così forti da farli sanguinare, gemiti bassi e soffocati dalle lingue che prepotenti a turno si infilavano in una e poi nell'altra bocca.

Fu Hinata a porvi fine.

"Devo andare." Disse in tono fermo e deciso, poco prima di alzarsi e riprendere la bici che aveva abbandonato nell'angolo buio in cui si era arrestato poco prima.

"Come sarebbe? Vuoi lasciarmi così?" L'irritazione non era neanche lontanamente nascosta nella voce.

Il rosso si voltò piano, piantò gli occhi marroni, che con la mancanza di luce sembravano quasi neri, e rispose ghignando: "Si."

Montò in sella senza voltarsi indietro e procedette velocemente per la sua strada.

Tetsuro, seduto ancora a terra basito, guardò l'altro andarsene senza provare a richiamarlo.

Appena lo vide sparire dietro la prima curva tirò un pugno al terreno.

"Dannazione!" Si ritrovò a urlare sottovoce, stringendo i denti per non lasciare trasparire troppo rumore. Non era la prima volta che Hinata si comportava così, ma era raro che lo facesse mentre si davano da fare. Era una cosa che capitava solo quando succedevano situazioni particolari e Kuroo sperava che i problemi di Shouyou non finissero, come al solito, per coinvolgerlo. 

Si alzò da terra con calma e si diede una ripulita. 
Non gli andava di tornare a casa... Doveva trovare un altro posto per passare la notte.








"Tobio sei sicuro di non volere niente?"
"Sì certo, non ho fame mamma!"
"Guarda che non ti fa bene! Sopratutto dopo che ti sei allenato!"
"Non ti preoccupare, ho mangiato qualcosa con loro, davvero"

Finalmente Kageyama riuscì a chiudersi in camera. Non aveva per niente fame, sentiva lo stomaco sotto sopra... Farfalle? Ora capiva il modo di dire di quando si è innamorati certo, ma sinceramente ne avrebbe fatto volentieri a meno.

Si stese nel letto osservando il soffitto. 

Avrebbe tanto voluto chiarire subito con Hinata, ma si rifiutava a farlo per messaggio.

Sentì una forte stretta allo stomaco ricordandosi le parole del compagno riguardo al capitano della Nekomata... La loro futura vittoria contro di loro sarà ancora più dolce per Tobio. Era diventata una cosa personale!
E quello era il motivo principale per cui dovevano chiarire... Shouyou era suo. Doveva essere solo suo! 

Il fastidio gli peggiorò al pensiero che Hinata non avrebbe voluto niente da lui. Che non avrebbe voluto lui. 
Era una possibilità da tenere in conto anche se il ragazzo aveva risposto al bacio... Ma come l'avrebbe presa lui se davvero fosse stato così?
Il moro non aveva davvero una risposta.


"Accidenti, mi sembrava che la tua finestra fosse più vicina all'albero, se saltavo qualche centimetro in meno mi rompevo l'osso del collo"


Il salto che fece Tobio per lo spavento fu tale da farlo sbattere violentemente contro la parete a lato del letto, facendogli raggiungere la mensola che, dopo essersi scontrata con la sua testa, cedette e rovesciò tutti i libri posti sopra di essa sulla sua testa già dolorante per la botta.

Mentre malediva tutti i Kami* esistenti e non, una risata sguaiata ricopriva qualunque bestemmia stesse lasciando le sue labbra. 

"Smettila di ridere Baka!" 
Kageyama cercava di riprendersi dall'intomtimento causato dalla botta massaggiandomi la testa e cercando di fare mente locale.
Gli ci vollero diversi minuti per rendersi finalmente conto della situazione.

"CHE DIAVOLO CI FAI TU QUI?"

Hinata, che ancora non era riuscito a smettere di ridere ed era arrivato al punto di avere gli occhi pieni di lacrime, cercò (inutilmente) di darsi una calmata. 

L'alzatore si incantò un attimo ad osservarlo.
Il ragazzo era appollaiato sul davanzale, una gamba a penzoloni, mentre l'altra piegata sotto di lui. Teneva una mano davanti alla bocca cercando di far silenzio, mentre l'altra era abbandonata sul ginocchio della gamba distesa. Il corpo tremava a ritmo delle risate che ancora lo scuotevano e i suoi occhi erano liquidi, mentre qualche lacrima gli rigava le guance. Vendendo la stessa scena senza suono si sarebbe potuto pensare che il ragazza si stesse disperando (anche perché la sua bocca era coperta).
Le scarpe e il bordo dei suoi pantaloni erano sporchi di terra, tra i capelli, scompigliati anche più del solito, spuntava una foglia, sicuramente dell'albero del suo giardino.
I vestiti erano parecchio stropicciati, come se glieli avessero affrettarti e strattonati, ma probabilmente erano così per una caduta. Anche perché si intravedevano delle macchie scure, sicuramente di fango. 






**************************************************************************

*Riemerge dal letargo*

Eh em... *Si schiarisce la gola* Come dire... MI DISPIACEEEEE! So che ho detto che avrei aggiornato un po' prima e invece ci ho messo tipo il triplo del tempo massimo che ci metto di solito! Mi perdonate??

*Grilli cantano in sottofondo*

Okay, okay, evitiamo promesse che non si possono mantenere, ma a discapito del tempo che ci vorrà amo questa storia e giuro che non l'abbandono!!
Alla prossima! Un bacio :*

Ps: Grazie a tutte! A chi segue, chi ha messo tra le preferite, chi tra le ricordate e chi legge e basta. Ma sopratutto a chi recensisce!!









*Kami = Dei
**Baka = Idiota

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Capitolo 6
*** Non dire gatto se non ce l'hai nel sacco ***


Cap. 6: Non dire gatto se non ce l'hai nel sacco




/\ (tenuto premuto) - ricarica chakra 

/\ (2 volte) + X - Scatto veloce verso il nemico

/\ (1 volta) + O - arte ninja: Rasengan



/\ (1 volta) + X + levetta sinistra in giu - scatto veloce allontanandosi dal nemico

/\ + [] - attrezzo da lancio avanzato: shuriken


Barra vita -20%, Raggiunto livello zero.


GAME OVER. [*]



Le palpebre scattano nervosamente verso l'odiosa scritta bianca intermittente sullo schermo nero. Riparte l'odiosa musichetta che dovrebbe vagamente ricordare l'antico Giappone di Ninja e Samurai, ma a causa dei vari strumenti di cui è composta causa solo un effetto di straniamento che Kenma trova quasi comico.
Tiene premuto il tasto centrale del joystick attendendo con impazienza che appaia la schermata Opzioni della playstation, per poter spegnere la console. Naruto ninja storm ormai lo ha stancato, meglio passare a Tomb Rider sulla Psp.

Si gira per cercare l'amato oggetto, ma i suoi occhi invece di fermasi sul letto, dove la console giaceva ancora dalla sessione gaming del pomeriggio, per proseguire oltre, verso la finestra.

Un leggero spalancamento degli occhi tradisce la sua espressione annoiata, ma solo per pochi secondi.

Kuroo se ne accorge comunque.

Il più piccolo non dice niente, semplicemente si arrampica sul letto afferra la Psp e l'accede, sedendosi a gambe incrociate e dando le spalle all'amico di infanzia.

È nervoso, il moro lo può percepire, ma non capisce perché.


Kenma sente il materasso abbassarsi sotto il peso dell'altro, poi sente il fiato caldo sul collo.

Un brivido.

Il cuore gli batte molto forte.

Stringe di più la console.

Lara scivola e muore.
GAME OVER.



"Come hai fatto a mancare la sporgenza? C'è l'avrei potuta fare anche io"
Sussurra Tetsuro al suo orecchio.


Nessuna reazione.

Solo il battito cardiaco in aumento.


Kuroo si sporge un poco in avanti e appoggia l'orecchio alla sua schiena dell'altro.

"Perché il tuo cuore batte così forte?"


Preso il sussurro come un invito, l'organo accelerò ulteriormente, causando anche l'aumento della respirazione.


Kozume stringe gli occhi, troppo concentrato a riprendere il controllo delle sue normali funzioni corporee, quasi non si accorge delle braccia che gli avvolgono il petto e costringono la sua schiena a collidere al corpo dell'altro. 


"Posso tenerti con me?"


Le labbra del mezzo biondino si piegano in un lieve sorriso sentendo quella citazione del film di Casper. Quante volte hanno ripetuto quella scena da piccoli? Così, senza motivo, in situazioni fuori luogo, completamente a caso, o durante un gioco, o, ancora, durante un momento così, come dire, quasi intimo... Sicuramente il numero supera le volte in cui hanno rivisto quella pellicola, che era sempre stata la loro preferita. 

Il battito cardiaco si è calmato immediatamente, insieme al respiro.
Kenma è ancora apatico mentre si rigira in quell'abbraccio.


"Fallo davvero" sussurrò apatico il più piccolo, guardando a sguardo spento, apparentemente annoiato, gli occhi dell'altro.

Kuroo non riuscì a non trattenere il respiro.

La stanza semi-buia, in cui aveva passato innumerevoli notti, fin da bambino, di cui conosceva ogni angolo, ogni soprammobile, ogni singolo centimetro, ora appariva quasi estranea, ma non per questo meno accogliente o confortevole.

Le labbra di entrambi si incontrarono piano, a metà strada. 



Un bacio lento, dolce, ma non per questo meno appassionato.


Giusto, giusto, assolutamente giusto.

Sicuro di niente, insicuro di tutto. 
Le situazioni sociali, i rapporti con gli altri, sempre tutto così complicato, così strano soffocante.
Questo però no.

*Shouyou provi qualcosa per Kuroo? Me lo avresti detto se fosse stato così no?*



Si staccano piano, le labbra leggermente livide e le guance completamente arrossate.


Kenma non riesce a sostenere lo sguardo, istintivamente finisce per ricercare conforto nella stessa persona che gli stava causando tutta quell'ansia. Appoggiando la testa nell'incavo del collo dell'altro, non dovette aspettare molto l'abbraccio che bramava.


"Sono stato con Hinata"
"Lo so"
"Siamo andati fino in fondo"
"Lo so"
"Più di una volta..."
"Lo so"
"Lui non è te"
"Davvero?"
"Non sarebbe davvero possibile"


Kozume chiude gli occhi e inala forte l'odore dell'altro.  
Aghi di pino, terra, cocco e... Ferro*.
Aggrotta le sopracciglia, ma non accenna a muovere un muscolo, completamente rilassato grazie al calore dell'amico.


"Rimani?" Chiede in un sussurro, apatico, che nel silenzio della notte risuona comunque chiaro. 

Ma la speranza, ben nascosta da anni e anni di abitudine a reprimere le proprie emozioni, viene comunque totalmente colta dall'altro.

Crescere insieme ha sicuramente i suoi vantaggi.

"Si"

Come se quella semplice sillaba fosse stata una dolce ninna nanna, il più piccolo si lasciò andare ad un sonno profondo.


Il moro non resistette e finì per posare le labbra sulla fronte dell'altro.

Con cautela si stese nel letto così famigliare, dove aveva passato metà delle notti fin dall'infanzia.


Semplice, era tutto così semplice.
Così dolce e sentito...

Non come con Shouyou, dove era sempre tutto in bilico, confuso e complicato.

Dove c'era solo sesso, libido e...

Distacco.
Doveva staccarsi dal rosso.

Sessualmente parlando...

Beh facile a dirsi, ma resistergli non era così scontato, così semplice.

Poco importava chi aveva il suo cuore, dov'era il cuore di entrambi.


Lui e Hinata erano legati da qualcosa di molto più forte del semplice desiderio carnale.
Era davvero possibile rinunciarvi?
Quali sarebbero state le conseguenze?

Ne valeva la pena?

Un mugugno e uno scatto.
Le mani di Kenma si stringono più forte alla maglia del migliore amico.

Stare qui davvero o temporaneamente?

Voleva tenerlo con se davvero.

Avrebbe potuto?


Un respiro profondo.

Il cuore dell'altro batteva forte, dritto nei suoi timpani, accentuato dal silenzio e dai suoi sensi ancora attenti.


Questo non era semplice.
Questo non era normale, non lo sarebbe mai stato, non come con Shouyou.


Questione di mesi e non sarebbe stato così.
Questione di coraggio e sarebbe stato tutto assolutamente semplice.

Nessun dubbio, nessun problema, nessun...

Mostro...

Un mostro? Si, un mostro... Ecco come si sentiva ora.

Lo poteva davvero ferire? Poteva ferire la persona che aveva protetto per anni? La persona che aveva sempre amato in un certo senso?
Che ora probabilmente amava nel senso più concreto e completo del termine?

Si poteva davvero uscire da quella situazione senza che nessuno si facesse male?
No, questo era sicuro... L'importante era però che non venisse ferito lui.

Un'altro bacio sulla tempia.


Si sentiva così confuso, combattuto. 

Parlare con Shouyou avrebbe peggiorato o migliorato la situazione?


Se ci aveva visto giusto, nell'incontro avuto prima con il rossino, le cose finiranno solo per diventare più incasinate di quanto già non siano.


Sospirò pesantemente. 

Come se mai avesse avuto libera scelta.


Parlare con Hinata non sarebbe stato né piacevole, né facile.










Un brivido attraversò il corpo di Kenma trascinandolo dal sonno al dormi-veglia. Si sentiva ancora avvolto da Kuroo. 
Era davvero piacevole essere coccolati da incoscienti. Anche se una sensazione stima lo rendeva emotivamente inquieto.

C'erano solo due persone a cui Kenma si era mai confidato... E dato che il suo problema era Kuroo, gli rimaneva solo Shouyou... Ma l'amico lo avrebbe capito? 



Parlare con Hinata non sarebbe stato né piacevole, né facile.









*****************************************************************************


*Riemerge dall'oscurità*
Eh-em... Ciao a tutti! 
Ormai mi sono rassegnata a passare la maggior parte del tempo sui libri da studiare e il mio tempo per scrivere è piuttosto esiguo... Sono abbastanza soddisfatta di come è venuto il capitolo anche se non l'ho riletto con attenzione... Spero piacerà anche a voi! E che non rimaniate troppo delusi da questo finale piuttosto aperto.

Alla prossima! Un bacio :*


[*] Chi legge anche le mie storie del fandom di Naruto forse lo ha trovato famigliare, è perché l'ho ripreso da uno dei capitoli di una mia storia, perché sono pigra e così facevo più in fretta lo ammetto! :D

* L'odore del ferro e quello del sangue sono uguali

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Capitolo 7
*** Sogno o son desto? ***


Cap. 7: Sogno o son desto?



"CHE DIAVOLO CI FAI TU QUI?".

L'Urlo era quasi riuscito a far sbilanciare indietro l'altro dal davanzale.

Hinata si ritrovò a sbattere un paio di volte le palpebre e a controllarsi le orecchie. Quell'urlo era stato peggio di una sirena della polizia.

"Sei impazzito? Ci terrei a non diventare sordo prima del dovuto!" Sussurò con veemenza il rosso, che nel frattempo accorciò le distanze tra loro sedendosi con poca grazia sul bordo del letto, accanto all'altro. 

Kageyama piuttosto stizzito per quella risposta si ritrovò a storcere il naso e a distogliere lo sguardo. Finì così per dimenticarsi anche di indagare sul trasandato aspetto dell'altro.

"Che ci fa... Ah! mmm"
Giratosi appena, il corvino voleva sapere il motivo di quella visita inaspettata, ma fu colto alla sprovvista da un paio di labbra che si posarono delicatamente sulle sue.

Il contatto fu breve e appena il rosso si staccò gli regalò un caldo sorriso.

Tobio era completamente stralunato, era sicuro, stava sognando per forza.

"Tesoro è tutto a posto? Ti ho sentito urlare"

La voce di sua madre tuonò nella stanza, poco prima che l'uscio della porta venisse spalancato e la luce penetrasse prepotente irritandogli un poco gli occhi.

"Niente é che..."

Scomparso.

Shouyou era scomparso nel nulla.

A nulla servirono gli scatti della testa, per cercare un segno della presenza dell'altro nella stanza, se non a preoccupare ulteriormente la madre di lui.

Ma lo aveva davvero sognato?

Appena sua madre lo lascio solo, lui si ricacciò sotto le coperte.
Inutile spremere le meningi nella speranza di capirci qualcosa ora. Domani avrebbe chiesto al diretto interessato e, con un po' di fortuna, avrebbe finalmente levato quello strano velo di mistero che era comparso. 

____________________________________


Era mattina inoltrata e il rosso saltellava tranquillo per il corridoio completamente vuoto dell'istituto, diretto agli allenamenti della sua squadra.
L'alzatore trovò piuttosto strano non sentirlo intonare una canzoncina stupida. 

"Shouyou"

Hinata si girò, con uno scatto, le guance gonfie di cibo come uno scoiattolo. Ecco spiegato la mancanza dell'imbarazzante teatrino musicale. 

"Cmmsa" cercò di bofonchiare sputacchiando un po' di briciole dei biscotti che ancora teneva in bocca. 

Tobio, invece di parlare, iniziò a fulminarlo con lo sguardo, ancora più alterato di quanto già non fosse.
Voleva delle spiegazioni, quindi era meglio che ora si trattenesse dal mettergli le mani al collo per soffocarlo, a causa di quegli sputi che gli erano arrivati addosso, nel goffo tentativo dell'altro di parlare. 
Non che servisse davvero l'aiuto del corvino per strozzarlo, visto che il cibo, andatogli ora probabilmente di traverso, ci stava riuscendo benissimo.
Per niente turbato dalla violenta tosse dell'altro, Kageyama diete una violenta pacca (che assomigliava tanto più ad una sberla) tra le scapole dell'altro, che lo fece riprendere, anche se lo scaraventò a terra. 

"Ah! Ma un po' più delicatezza per il tuo schiacciatore preferito protraesti anche trovarla!" Urlò alzandosi di scatto.
"Chi ha detto che sei il mio preferito?" Chiese stizzito il più alto.
"Vai in giro a baciare anche altri schiacciatori?"

Shouyou si convinse che il rosso vivo che colorò le guance di Tobio, valesse la pena nonostante il forte pugno che gli arrivò in testa. 

Il piccolo ridacchiò mentre osservava l'altro andarsene parlottando tra sè e sè un monologo sconclusionato. 

Stava per raggiungerlo quando una presenza alle sue spalle, fece diventare improvvisamente l'atmosfera di quel corridoio tesa. 

"Che vuoi Gatto?"
"Da quando tutta questa confidenza piccoletto?"
"Da quando vieni per attaccarmi"

Shouyou si girò per confrontare l'altro. Uno sguardo serio sul viso che si vedeva solo quando raggiungevano azioni decisive in una partita. 

Kuroo era visibilmente teso e preoccupato. Non aveva chiaramente pianificato un confronto serio. 

"Chi ti dice che io voglia farti del male?"
"Il coltello che pensi di aver nascosto tanto bene nella tasca interna di quell'orribile giacca verde è un indizio"
Tetsuro inarcò un sopracciglio.
"Non mi sembri il più adatto a dare consigli di moda"
"Ehi!!"

Vedere il piccoletto passare dall'assoluta serietà a quello stato semi-alterato, che spesso aveva visto nelle litigare con Tobio, era tutt'ora stranissimo.
Ma Kuroo sapeva di avere a che fare con un idiota, quindi non si sorprese poi così tanto. Non che lui alla fine fosse tanto da meno. 

"Voglio la boccetta"

Shouyou tornò subito serio.

"Perché dovrei dartela?" 
"Perché dovresti tenertela? Anzi, perché prenderla con dall'inizio!"
"Sai benissimo perché"
"Non so perché tu debba tenerla anco..."
"Cosa vuoi davvero?"
"Come?"
"Non te ne frega davvero della boccetta lo sento... tu vuoi staccarti"
"Si"

Shouyou lo guardò con fare di superiorità.
Il corvino tremò pensando al peggio.

"Perché mentire? Bastava chiedere!" Affermò l'altro con un immenso sorriso e una solarità che per niente si addiceva alla situazione.

O alla loro specie.


Kuroo alzò un dito e apri la bocca più volte per cercare di formulare una frase sensata. Ma non era facile elaborare quella situazione paradossale in cui lui si era fatto tutta quella strada, armato e pronto ad uno scontro serio e che invece si era ritrovato a fare una chiccheratina nei corridoi scolastici ottenendo, senza problemi, quello che voleva. 
Ma finalmente gli si accese una lampadina.

"Tobio..." esclamò nello stupore più assoluto.
"Beh e Kemna no?"

Hinata decise che il suo nuovo hobbie preferito era fare andare a fuoco i visi delle persone per l'imbarazzo. 

"Kageyama sembra essersi svegliato..." riprese trasognante il rosso "... e, anche se Kenma non me lo ha rivelato direttamente, si è lasciato sfuggire qualche commento su di te. Lui è mio amico, che razza di persona sarei se non aiutassi un amico ad essere felice?"
"Tu non sei una persona"
"Dettagli! E comunque tu credi di essere pronto piuttosto?"

Tetsuro ci pensò attentamente prima di rispondere.

"Si"
"Perdi il controllo e ti taglio la gola" Nonostante l'allegria con la quale era stata pronunciata quella frase il maggiore tremò. Sapeva che l'altro non stava affatto scherzando, nonostante il suo tono.

"Ci vediamo sul campo Nanerottolo"
"Come ti permetti!!!" Iniziò a sbraitare alzando i pugni al cielo "Vinceremo noi!"

Kuroo sparí dietro l'angolo della parete infondo al corridoio e Shouyou si voltò intenzionato a raggiungere finalmente il suo alzatore in palestra. 
Ma a quel punto, si accorse con orrore che Kageyama era lì e a giudicare dalla sua espressione, aveva sentito un po' troppo. 







____________________________________________

Ciao a tutti i lettori! Ho avuto uno sprazzo di vita e sono di nuovo tra voi! In realtà mi ero già messa a scrivere, ma qualunque cosa buttavo giù mi faceva un po' schifo... Non ritengo questo capitolo chissà quale perla, ma almeno ne sono mediamente soddisfatta. 
So che non è molto carino concludere con un finale del genere dati i miei orribili tempi di aggiornamento, ma adesso che ho ritrovato un po' di ispirazione magari passerà non più di un mese? Ahahhah lo so, lo so che vi ho fatto storcere il naso lo sento da qui. 
Grazie a chi ancora mi segue nonostante tutto! Un grosso bacio :*

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Capitolo 8
*** Nice Shot ***



Cap. 8: Nice Shot


"Io..." provò a incominciare Shouyou, ma prima che potesse dire qualcosa Tobio si girò e fece per andarsene.
Senza pensare il rosso scattò e gli comparì di fronte. 

"ASPETTA POSSO SPIEGARE!"

Ma il moro sbiancò e svenì, cadendo ingloriosamente a terra.

"Okay, forse usare i miei poteri non è un buon modo per iniziare..."

Hinata iniziò a mordicchiarsi l'unghia del pollice.
Serviva una soluzione e in fretta.

Sbuffò. L'avrebbe portato in un luogo in cui l'altro avrebbe potuto sbraitare, incazzarsi, urlare e correre senza che nessuno avrebbe potuto sentirlo.

Dove nessuno lo avrebbe trovato se le cose fossero andate male. 







La prima cosa che Kageyama percepì mentre si stava riprendendo fu la luce. Una luce fortissima, diretta sulle sue palpebre. Mosse un poco la testa per il fastidio e tanto bastò a cambiare completamente la sua percezione. Ora sembrava di essere immersi in un buio pesto.
Spalancò gli occhi. Ma erano ancora troppo lucidi per mettere l'ambiente bene a fuoco. 

"Stai bene?"

A quella voce Tobio scattò seduto e si trascinò indietro fino a sbattere le spalle contro una superficie dura e irregolare.
Il moro capì anche senza girarsi che aveva sbattuto contro un albero. Era in un bosco.
O meglio erano.

Puntò gli occhi azzurri verso la penombra davanti a sè, dove sostava impaziente il compagno di squadra. 

Gli occhi castani nella penombra brillavano come quelli di un gatto.

Un brivido attraversò la schiena al ragazzo.

"Dove.." dovette mandare giù un po' di saliva a causa della gola completamente secca prima di continuare "dove siamo?"

"Non è importante, come stai? Cosa..."
"Cosa ho sentito?"

Shouyou iniziò a spostare il peso da una gamba all'altra.

"S-si..."
"Tu... tu non sei umano... vero?"
"I-io..."

"Io so cosa sei"
"Dillo, dillo! Ad alta voce..."
"Un vampiro!"
"Hai pau... aspetta cosa?"
"No! Aspetta... come cosa?" 

Hinata scoppiò in una risata talmente sguaiata che per poco non perse l'equilibrio e cadde a terra.

"Come sarebbe a dire un vampiro?? Ma in che film l'hai visto?"

"Sei un alieno?"

Il rosso si bloccò e osservò attentamente l'altro in faccia. Quando appurò che era serio si mise a ridere ancora più forte.

"Hai passato troppo tempo con il grande re!!" Riuscì a sputare fuori appena le risate si calmarono un poco.

"Smettila di ridere idiota!" Urlò Tobio scattando in piedi stizzito.
"Dimmi la verità!"

Hinata fu preso in contropiede da quello scattò. Scattò indietro semi terrorizzato e tremante con le mani avanti.

"Okay, okay, ma non mi uccidere! Ti servo per prendere le tue alzate ricordi?" Cercò di rabbonirlo. 
"Tsz, parla!"

"Allora... non credo esista un nome preciso... Se c'è è in qualche lingua strana che non conosco!"
"Idiota"
"Fammi finire! So solo che sono molto veloce, forte e facilmente posso perdere il controllo..."
"Controllo... di cosa?"
"Fame"

Kageyama non sapeva come reagire a quell'ultima parola. Era immobilizzato, ma doveva chiedere, doveva sapere.
"Fame... di cosa..."
"Sangue... sangue e carne fresca..."

Il moro inarcò un sopracciglio.

"Come un vampiro?"
"Seriamente, ma che razza di film horror ti guardi? Ora mi chiederai di spogliarmi per vedere se al sole brillo come una fatina?"
"Twilight non è un film horror"
"Come no? Ma ci sono vampiri e lupi mannari!"

Tobio si schiaffò una mano sul viso. 

"Ti fanno paura i vampiri?"
"Scherzi? Con quella pelle bianca e i denti affilati chi non ne avrebbe?"
"Ma tu non sei umano... e sbaglio o prima mi hai detto che anche tu hai fame di sangue?"
"Si ma io non vado in giro a uccidere la gente a caso! Cioè solo se se lo merita... per il resto vedimi più come... una zanzara!"
"L'altezza in fondo è quella"
"EHI!!"

Il moro era allibito... ma Hinata gli aveva appena detto di aver ammazzato qualcuno? Prima che potesse indagare il rosso continuò il suo discorso indignato.

"Io con i vampiri non c'entro niente! Loro non possono stare al sole, non vengono riflessi in uno specchio, non possono mangiare cibo umano, possono leggerti il pensiero e controllarti! Insomma i per controllare devo fare un patto di sangue! Mica basta guardare una persona negli occh..."
"Un che?"
"Cosa?"
"Cosa devi fare per controllare qualcuno?"
"Chi io? No, non posso guardare qualcuno negli occhi e ordinagli qualcosa eheheh"
"No. Hai detto che in un modo tu potresti..."
"Sbagli." Tagliò secco. 

La tensione nell'aria convinse Kageyama a cambiare discorso.

"Quanti anni hai?"

Hinata si mise a guardarlo come se fosse scemo.

"Ho 14 anni come te!"
"Da quanto tempo hai 14?"
"Da un po'... insomma... il mio compleanno è passato da qualche mese! Pensavo lo sapessi, perché queste domande idiote?"
"Hai veramente 14 anni?" Richiese poco convinto il moro.

L'altro sfuffò "Non sono un vampiro! Sono immortale? Si! Ma non ci sono nato così"

"Da quando.." 
"Qualche tempo... non so dirlo con esattezza, non ricordo, ma è più o meno da qualche anno..."

Kageyama si avvicinò all'altro. Era difficile avere paura di una persona con cui aveva passato così tanto tempo, un compagno di squadra... Soprattutto se quest'ultimo è tanto piccolo.

"Lo dirai a qualcuno?" Indagò Shouyou preoccupato.
"No... ad una condizione"
"Quale?"
"Non vedrai più Tetsuro da solo!"
"Cos... ma come faccio!"

Dire che Kageyama era infastidito da quella reazione era un eufemismo. Perché non poteva troncare con il capitano della Nekomata e basta? Dio, il pensiero di quei due assieme era... Era...

"TU SEI GELOSO!" Urlò euforico il rossino.

"No!"
"Si! Si che lo sei! Ahahaha"
"Non c'è niente da ridere"
"E tu non hai niente di cui preoccuparti"

Tobio incrociò le braccia e si voltò poco convinto.

"Tsz"

"Quello che c'è tra me e Kuroo, anzi, quello che c'è stato, non è mai stata una questione di sentimenti..."

Il moro si girò a osservare il più piccolo con in espressione assolutamente perplessa.

"Che vuoi..."
"È sempre stata una questione pratica okay? Non... non posso proprio entrare nei dettagli, ma posso dirti che, ora come ora, tale questione è... diciamo risolta"
"Diciamo?"
"Fosse per me avrei sinceramente aspettato ancora qualche mese" 

Kageyama digrignò i denti talmente forte che a Shouyou fischiò il fastidioso suono nelle orecchie. Colpa anche dell'udito sviluppato... da cacciatore.


"Voglio stare con te"

Tobio lo guardò serio. 

"Davvero?"

"Si, hai sentito che ho troncato con Kuroo no? Oltre al resto del discorso su cosa sono o non sono"

Il corvino arrosì all'inverosimile. Decise di dagli pan per focaccia.

"Giusto e hai chiuso con lui perché vuoi stare solo con me"

E stavolta toccò al piccoletto arrossì.

"S-si, esatto" disse ora improvvisamente timido.

E Tobio decise di infierire un po'.

"E esattamente da quanto tempo?"
"C-come?"
"Da quanto tempo provi qualcosa per me?" Riuscire a dirlo senza balbettare o imbarazzarsi era stata un'impresa, ma ci teneva particolarmente ad andare a segno con il suo obiettivo.

Il viso di Shouyou imitò quasi perfettamente i suoi capelli.
"D-da... da.. ecco..." tremava "Daunbelpo' " gli uscì poi tutto d'un fiato.

Punto segnato. 






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Ciao a tutte! Inneggiamo al miracolo perché sono riuscita effettivamente a mantenere la mia parola e aggiornare prima della fine di questo secolo. Yeahhh.
A parte gli scherzi spero il capitolo vi sia piaciuto e abbiate colto le due, non decisamente velate, citazione ahahha. Ci tenevo particolarmente a quelle due sciocchezze perché era da lì che era partita l'idea per tutta questa Fic. E pensare che a me Twilight non piace neanche... Coerenza dovrebbe essere il mio secondo nome! Un Bacio :*  Alla Prossima ^.^

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