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Quando
Harry spalanca la porta dell’unico vagone rimasto libero, sta ancora masticando
una serie di colorite imprecazioni ai danni di Malfoy e compagni. Più passa il
tempo, più il loro senso dello humor cala, e se in passato, visti da fuori, i
loro scherzi potevano sembrare anche divertenti, ora sono solo infantili e
stupidi.
Alle spalle di Harry, Hermione mormora parole di conforto al protagonista all’ultima
sparata da maschio alpha di Draco, il povero Grattastinchi, passato dall’avere
una pelliccia rosso fuoco, ad una meno virile rosa confetto.
L’unico che sembra divertirsi è Ron.
Da che Draco ha deciso di far diventare femmina il gatto di Hermione non smette
di ridacchiare sotto i baffi. Non sono servite occhiatacce e una gomitata ben
assestata a un fianco per farlo smettere. Da una parte, Harry può comprenderlo,
visto che, in quelle condizioni, Grattastinchi è ar dir poco ridicolo, dall’altra
si chiede come diavolo potrebbe fare a sedare una rissa, se Hermione dovesse
decidere di lavare l’onore del suo famiglio con il sangue.
-Ron, basta. Per favore.- prova a blandirlo Harry mentre entra nel vagone. Si
volta verso l’amico, poi di nuovo verso i sedili, ed è solo in quel momento
che si accorge dell’ombra accucciata accanto al finestrino. È chiaramente un
uomo molto alto, avvolto in un logoro mantello verde con il cappuccio alzato.
Sembra …
-Professor Lupin?- sussurra Harry preso in contropiede.
Si copre la bocca con una mano, e scrolla la testa. No, che non è Remus. Che
idiota!
Si siede, e ricambia l’occhiata perplessa di Ron con un alzata di spalla. È Hermione,
come al solito, a fugare ogni loro domanda.
Intanto che sfila la bacchetta dalla manica del maglione, accenna alla valigia
dell’uomo posata sulla retina per bagagli sopra ai sedili. Harry, che gli è
seduto accanto, ad un posto di distanza, deve piegarsi in avanti per leggere
le iniziali incise in oro sulla pelle rossa.
-Professor J. E. Colley.- legge muovendo solo le labbra.
-Il nuovo insegnante di Difesa contro le Arti Oscure.- Ron spacchetta una cioccorana
e l’afferra al primo salto. Se la porta alla bocca e la spezza in due con un
solo morso.
Harry annuisce, non sarebbe una novità.
L’uomo bofonchia nel sonno, per poi stiracchiarsi gonfiando il petto, gira la
testa verso Harry e questo, per reazione, si addossa alla parete alle sue
spalle. Il lato destro del volto dell’uomo sembra il frutto di un incubo.
-Che diavolo?- sussurra Ron voltando la testa per non dover guardare.
-Sembrano…Ustioni.- gli fa eco Hermione socchiudendo gli occhi.
Il lato destro del viso di Colley è un ammasso di materiale cicatriziale che ha
completamente stravolto i lineamenti dell’uomo rendendoli simili ad un quadro
cubista. L’occhio sembra leggermente spostato verso il basso, così come l’angolo
della bocca, piegato in maniera innaturale, e leggermente aperto. La guancia
fin su l’orecchio è percorsa da un unica cicatrice che prende anche il collo.
Stessa cosa per la fronte fin su fra i capelli.
Harry non ha la minima idea perché diavolo stia fissando quello scempio di
carne ed ossa deformate con tanta attenzione. Sa solo che non riesce a
staccargli gli occhi di dosso.
L’uomo si gira di nuovo, probabilmente perché infastidito dalla posizione
oggettivamente scomoda, e accavallando le gambe, torna ad accucciarsi contro il
finestrino, il volto sparisce dietro una falda del cappuccio, e Harry batte le
palpebre mentre si riscuote.
-Che gli sarà successo?- commentano fra loro Ron e Hermione. Che mi è successo? È invece il pensiero di Harry.
Silente
sembra piuttosto stanco quando annuncia i nuovi docenti alla scolaresca. Si
alza poggiando le mani al tavolo, e Harry, che lo osserva con attenzione quasi
maniacale, ha la sensazione che, passando per andare al leggio, non si sia
appoggiato casualmente alla spalla della McGranith.
- Prima di tutto, diamo il benvenuto ad Hogwarts alla Professoressa Dolores
Umbridge.-
Dolores Umbridge è una donna piccola di statura, in sovrappeso, e vestita di
rosa. Harry non può fare a meno di identificarla con una di quelle vecchie
zitelle dei film in bianco e nero, quelle che la mattina escono con il
capellino con la veletta e il manicotto di pelliccia e la sera rientrano in una
casa piena di gatti.
-Insegnante di Difesa delle Arti Oscure.-
Stiamo scherzando? Quella dovrebbe essere l’insegnante di Difesa contro le arti
oscure? Perché non aspettare piegati a novanta che Voldemort conquisti
Hogwarts e li cavalchi tutti uno dopo l’altro. Harry passa nervosamente una
mano sulla cicatrice coperta dai capelli, non può crederci maledizione!
La presentazione di Colley come insegnante di Cura delle Creature Magiche non è
meno imbarazzante, il suo aspetto grottesco suscita più di una battutaccia,
tanto che Harry ha la sensazione di essere l’unico ad aver prestato attenzione
alla serena bellezza della parte sinistra del volto del mago.
-Doveva essere un bell’uomo prima.-
Harry sussulta e si volta a guardare Ginny seduta qualche seggiola più giù
lungo la tavolata. La ragazzina ha un gomito appoggiato accanto al
piatto, ed è completamente voltata verso la tavolata dei Professori. Harry
sorride alla sua capigliatura fulva mentre Colley si siede con una smorfia di
dolore stampata sul viso.
-Sì, doveva essere un bell’uomo prima.- mormora Harry specchiandosi nel fondo
del piatto cupo che ha davanti.
Le lezioni di Cura delle Creature Magiche sono, da sempre, quelle prese più
sottogamba da tutta la scolaresca di Hogwarts, ma dopo un interminabile
lezione di Difesa contro le Arti Oscure, così noiosa da dare la sonnolenza
anche ad Hermione, Harry è disposto anche a prendere appunti pur di non
tornare subito in classe e dal tema che la Umbridge ha affidato alla classe per
rompere il ghiaccio in grande stile.
Colley cammina lentamente, appoggiandosi ad un semplice bastone di passeggio di
legno chiaro. Non è solo sfigurato, ma anche sciancato, e Harry sospetta che
abbia problemi anche al braccio e alla mano, visto che, ogni dieci passi, si
ferma per far sgranchire le dita.
-Si può sapere dove stiamo andando?- sbotta Malfoy fermandosi di botto lungo la
strada e costringendo Harry a deviare per non finirgli addosso. Stanno
scendendo lungo il sentiero che conduce alla capanna di Hagrid, ma Harry ha la
sensazione che non sia la casa del Custode la meta di Colley. Questo guarda
Draco da sopra una spalla, e dopo un momento di silenzio, mormora: -Lucius?-
Draco sgrana gli occhio sorpreso - Draco.- mormora - Mio padre è Lucius Malfoy.-
Sembra diventare più alto mentre alza il mento e punta gli slavati occhi grigi
su Colley. Harry sbuffa, ora non smetterà più di vantarsi del suo caro papà e
di quanto sia famoso anche fra i disgraziati e i derelitti come Colley.
Questo sospira, e accenna un sorriso: -Sei suo figlio.-
Nessuno ha idea di come reagire, persino Draco sembra troppo perplesso. Colley
riprende a camminare lungo la stradina che conduce alla capanna di Hagrid e
come previsto da Harry, devia all’ultimo verso il secondo verso la Foresta
Proibita. Si ferma al limitare della prima fila di alberi, e con la mano libera
fa cenno di sbrigarsi.
Nessuno ha il coraggio di fiatare mentre Colley spiega le caratteristiche dei
pipistrelli diurni che popolano la Foresta Proibita. Sono creature enormi,
terrificanti, ma buone come cuccioli di labrador. Se attirati con della frutta,
si appendono a testa in giù al braccio della persona che li ha nutriti, in
attesa di un ordine da eseguire.
Nonostante il primo momento di sconcerto, quando Colley ha chiesto se qualcuno
voleva provare a chiamare uno dei pipistrelli, Hermione ha alzato subito la
mano. Colley le ha dato una bella mela rossa, e le ha detto di alzarla sopra la
testa. Dal folto dello stormo che, per tutto il tempo, non ha fatto altro che
volare in circolo su di loro, si è staccato un esemplare albino, che subito si
è lanciato sulla mela di Hermione, Se n’è cibato, e quando Hermione ha steso il
braccio, si è appeso ad esso , pronto ad eseguire ogni sua richiesta.
-Non è pesante!- esclama la ragazza stupita.
Il pipistrello nasconde il muso sotto un ala e Hermione se la ride mentre con l’altra
mano lo accarezza. Visti da vicino, hanno un musetto da topino piuttosto
simpatico. Non fanno così paura. Un po’ come Colley che, dopo un primo momento
di disgusto dovuto dal suo aspetto, è una persona piacevole e divertente.
-Spero che la lezione vi sia piaciuta ragazzi, ora potete andare.-
Harry risale il sentiero con Ron e Hermione che scrive tutta eccitata le sue
impressioni sul rotolo di pergamena che , per lunedì, dovranno consegnare a
Colley. Harry si volta a guardare l’uomo che li osserva dal limitare della
foresta e quando lo vede deviare verso l’abitazione di Hagrid non può fare a
meno di stranirsi.
-Harry dove vai?- gli chiede Ron.
Harry non ha mai visto Thor tanto felice.
Il vecchio cane scodinzola, abbaia come un forsennato e saltella, saltella! mentre
Colley lo osserva sorridendo. Non appena ha messo piede nella capanna di
Hagrid, il cagnone ha alzato la testa, ma gli è bastato solo un secondo per
iniziare a fargli le feste.
Colley sorride mentre si asciuga furtivamente le lacrime dal viso.
-Thor…- mormora - …Se invecchiato, ma anche io del resto sono molto cambiato.-
Si siede poggiando una mano al tavolo, e il cane subito gli piazza la testa su
una gamba - Sono molto felice di vederti.-
La voce di Colley. All’esterno della capanna, con l’orecchio appoggiato sul
legno, Harry non può fare a meno di sentire il cuore sprofondare nelle scarpe.
La voce di John Colley, professore di Cura delle Creature Magiche non è naturalmente
roca come credeva. Anzi, è leggermente nasale. Quasi buffa.
Sembra quella di di…
-Non è possibile.- scatta all’indietro coprendosi la bocca con una mano.
È ufficiale, sta impazzendo.
In tre giorni, Harry avrà dormito si e no tre ore. Una per notte, praticamente.
Non ha mangiato molto, ha studiato ancora meno. Si sente l’incarnazione stessa
della Morte quando si siede di fronte ad Hermione in sala comune dei
Grifondoro.
La ragazza impiega qualche secondo dalla serie di Rune che sta ricopiando, alza
gli occhi, e quasi grida alla sua vista. Allora sembra davvero la Morte in vacanza.
-Si può sapere che ti succede?- sbotta allungando le braccia attraverso il
tavolo e prendendogli il viso fra le mani - Stai male? Che c’è?-
Harry non può trattenersi ancora e dopo un bel respiro, inizia a raccontare
quanto è successo. Hermione mordicchia distrattamente la piuma mentre lo
ascolta, spostandosi di lato per fare spazio a Ron e alla sedia che ha preso
dal tavolo vicino.
-Come fai a ricordare la voce di tuo padre?- gli chiede questo - Eri molto
piccolo quando…-
Harry si morde le labbra - Io l’ho ascoltata.-
Ron e Hermione si scambiano un occhiata sorpresa.
- Durante una lezioni anti-Dissennatore con Remus, io ho sentito la voce di mio
padre. Stava gridando a mia madre di prendere me e scappare.- Harry sospira
mentre infila le dita sotto le lenti degli occhiali e massaggia le palpebre
indolenzite - La sua voce è identica a quella di Colley. Bassa, leggermente
nasale.-
-Tipo la tua.- gli fa notare Hermione.
-Tipo la mia, sì.-
Hermione
e Ron sono stati chiari, rodersi e scervellarsi non porta a nulla. Harry così
prende il coraggio a due mani e si avvia verso l’ufficio di Colley. Non sa bene
cosa dirgli, magari potrebbe chiedergli aiuto per il compito da consegnare per
lunedì, e che lui non ha neanche iniziato o…
-Harry Potter.-
-Pro-Professore!-
Colley sorride e Harry sente il cuore sciogliersi. Se lo è trovato davanti di
colpo, girando l’angolo e quasi non si sono scontrati.
-Mi stavi cercando?- Harry balbetta la sua risposta in confusione, ma Colley
già non gli presta più attenzione, afferrandogli una manica del maglione lo
tira leggermente verso di sé, per poi farlo voltare. Harry lo asseconda, e
voltandosi, riesce a godersi per intero la Umbridge inseguita da una seggiola
demonizzata che vuole addentarle il posteriore.
Harry spalanca occhi e bocca mentre Colley butta fuori una risata divertita.
-È stato lei?- Harry non sa se questa domanda gli frutterà un anno di
sospensione, ma a giudicare dall’espressione furbetta che Colley gli rivolge
no, non c’è pericolo. Questo si indica il petto con un sorrisino, prima di
scoppiare a ridere in maniera sonora e sgraziata. Harry non può fare a meno di
ridere a sua volta.
-Perché?- chiede timidamente.
-Mi ha fatto troppe domande e troppo personali. Sono un tipo timido.-
Harry non gli crede neanche un po’, alza un sopracciglio.
-Ok, mi da’ fastidio che qualcuno mi chieda come mi sono fatto tutto questo.-
si indica il viso con la mano sana -Non penso che ci voglia un genio per capire
che qualcuno si è divertito con me, no?-
La voce di Colley alterna toni rauchi e toni nasali, come se l’uomo si stesso
sforzando di parlare con un tono di voce non suo. Harry si umetta le labbra
mentre lo guarda voltarsi verso una furibonda Umrbidge e il Professor Piton
che le ha appena salvato il fondoschiena.
-Chi è stato a farle questo?-
Colley aggrotta la fronte prima di voltarsi verso Harry che non crede di essere
stato così sfrontato - Secondo te?- ribatte.
- Vo-Voldemort?-
-Conosci qualcun altro capace di ridurre così qualcuno senza dargli la gioia di
crepare?- Harry abbassa lo sguardo, da quanto gli è stato detto, il cadavere
di suo padre era irriconoscibile, possibile che invece fosse ancora vivo. Che
Silente lo abbia aiutato a fingersi morto. A giudicare dagli sguardi che ogni
tanto i due si lanciano, Harry è quasi sicuro che si conoscano fin troppo bene.
-Colley vieni con me.-
Colley alza le spalle mentre si accinge a seguire il Professor Piton. Harry
allunga la mano per bloccarlo, e quando gli sfiora le dita strette attorno al
pomolo del bastone, una fitta di dolore gli riverbera in testa. Si copre la
cicatrice con la mano mentre Colley lo guarda fisso.
-Noi ci conosciamo, vero?- geme mentre massaggia furiosamente la parte che
sente pulsare per il dolore.
Colley accenna ad un espressione triste mentre lo guarda - Secondo te Harry, mi
conosci?-
Dopo
anni di attesa e decina di richieste da parte dei suoi lettori, finalmente Came
back to the hell è tornata. Questa storia seguirà l’andamento della storia
madre, ma a suo modo, inserendo scene eliminate dall’altra, scene che,nel
corso del tempo, mi furono suggerite per approfondire i personaggi, secondo il
mio stile di scrittura che, nel corso degli anni, è parecchio cambiato.
Spero che mi vorrete far sapere che ve ne pare di questo primo capitolo, se
vorrete insultarmi, mandarmi maledizioni cinesi, o altro, sappiate che me le
piglierò tutte senza lamentarmi.
Qui, la serie madre (clicca
qui con garbo e rispetto) che rimarrà comunque online, anche a
conclusione di questa storia, perché è come se fosse la mia primogenita, e le
voglio bene con tutti i suoi pregi e i suoi difetti.
John Colley non è chi dice di essere, Harry ne è sicuro.
Il problema è che non ha la minima idea di come provarlo. Non può semplicemente
piombare nel suo studio, scrollarlo fino a fargli sputare la verità. È pur
sempre un professore! Però non vede altre vie di uscita se non quella della
forza. Non c’è alcun modo, per lui, per provare che quell’uomo, è …
Oh, cielo!
Sospira chiudendo gli occhi e incrocia le braccia sulla testa. Se tutto questo
dovesse rivelarsi una cazzata, richiederà di venire ricoverato al St.Mungo. Passare la vita come vicino di stanza di Allock sarebbe meno imbarazzante che mettere di nuovo piede
ad Hogwarts.
-In realtà ci sarebbe un modo.-
Harry alza il capo dal libro di Aritmanzia e
lancia uno sguardo a Hermione seduta di fronte a lui.
La ragazza lo sta guardando pensosa mentre gira e rigira fra le dita un
ricciolo della lunga, e incasinata, chioma castana - Sono disposto a tutto,
anche a stringere un patto con il demonio.- Hermione sorride divertita: -Non servirà arrivare a
tanto.-
-Sei tu.-
Quella di SeverusPiton non
è una domanda, e Colley non può fare a meno di
accennare un sorriso mentre si volta a guardarlo. Sono giorno che lo
pedina,che lo spia, proprio come quando
erano ragazzi. Colley sorride e Piton
stringe i pugni per impedirsi di afferrare la bacchetta e puntargliela alla
gola.
-Sei tu.- ripete guardandogli la parte sana del
volto, soffermandosi su ogni tratto, come se stesse cercando di convincersi che
non è così. Che non è vero. Colley sposta lo sguardo alla bacheca dei trofei
davanti ai quali si era fermato per qualche attimo a riprendere fiato, e il vetro
gli rimanda il rifletto distorto del suo volto devastato dalle ferite. Mentire?
Potrebbe. Però non sarebbe divertente.
-Sono io.- risponde così, senza guardare l’uomo a tre
passi da lui -Quando mi hai camminato sopra per arrivare da lei, ero ancora vivo.- Piton rilascia tutto il fiato che aveva trattenuto
fino a quel momento, e abbassa lo sguardo. Una parte di lui vorrebbe dirgli che
vederlo ridotto in quello stato gli fa piacere, che se fosse per lui,
completerebbe il lavoro staccandogli il pene e costringendolo apisciare in un sacchetto, ma c’è qualcosa che
glie lo impedisce.
Lei lo amava. Lei soffrirebbe fino alla morte a vederlo in quello stato.
-Mi dispiace.- butta fuori a fatica, quasi ogni lettera gli costasse fatica e
disgusto. Colley corruga la fronte mentre alza il viso su di
lui.
-Se mi fossi reso conto che eri vivo, sarei tornato indietro ad aiutarti.- Colley annuisce guardando la schiena di Piton che si allontana. Non gli sta mentendo, lo sa, lo
avrebbe fatto per lei, solo per lei.
Stretto a
Hermione, sotto al Mantello dell’Invisibilità, Harry
non può fare a meno di notare che è stranamente tranquilla per essere sul punto
di violare, per l’ennesima volta, il regolamento scolastico. Le rivolge un
occhiata perplessa, e lei gli sorride, arricciando leggermente un angolo della
bocca.
-Anche io voglio controllare qualcosa.- sussurra.
Harry inarca le sopracciglia incuriosito: -Che cosa vuoi controllare?-
-Lavanda Brown sostiene di discendere dalla strega
Morgana, ma ti pare?-
Sorpreso, Harry strabuzza gli occhi. È una sua impressione o la rivalità fra
Lavanda e Hermione si sta facendo sempre più accesa
? -Ehi non…- si zittisce a causa della comparsa
di Madama Pince che lo costringe a spostare tutta la sua attenzione su di
lei. La biblioteca chiude alle ventitre precise, non un minuto prima. La
Pince ha già cacciato tutti gli studenti, e con calma serafica, attende
di udire la pendola battere le undici per chiudere la porta.
Harry si morde le labbra nervoso, hanno una finestra di pochi secondi per poter
entrare in libreria, e non possono fallire. Hermione si sposta ed Harry l’è subito dietro, la
prima volta non ha dovuto faticare così tanto per entrare in biblioteca,
ricorda confusamente, mentre piegandosi, si infila sotto il braccio teso della
Pince, e imbocca la porta prima che si chiuda. Si gira assieme ad Hermione, e quando sente i passi della bibliotecaria
allontanarsi, tira un sospiro di sollievo.
-Ecco qui.
- Hermione poggia sul tavolo un grosso tomo rilegato in
pelle rossa e Harry la guarda perplesso. Non hanno tempo di leggere tutto
quello, devono farsi trovare nei loro letti quando suonerà la sveglia.
Socchiude le labbra, ma Hermione preme l’indice
contro di esse, zittendolo -Sssh, non c’è tempo
per spiegarti. Guarda e basta.-
Gira il libro, in modo che il dorso poggi sul tavolo, si schiarisce la voce, e -John Edward Colley.- esclama. Il
libro si spalanca fra le mani della ragazza, le pagine iniziano a vorticare,
Harry si avvicina affascinato mentre Hermione segue
la scena con la bocca tese in un sorrisetto saputello.
-In questo libro sono raccolti i nomi di tutti i maghi mai esistiti, e se sono
parte di una famiglia purosangue, anche i loro alberi genealogici.-
spiega mentre il libro continua la sua ricerca -Basta pronunciare il nome del
mago che si cerca, e il libro andrà alla pagina dove è riportato.-
Harry annuisce compito.
Le pagine smettono di vorticare, e Hermione inizia a
scorrere la lista di nomi con un dito -Vediamo... John Edward Colley, eccolo qui.- prima di rendersi conto qual è
l’albero genealogico che sta consultando e sbiancare -Non può essere.-
Alza il viso su Harry che le strappa di mano il libro.
-Non può essere…- lo sente sussurrare prima di
scoppiare in un pianto dirotto.
-Harry?-
Ron si chiude nelle spalle. Quando si è svegliato l’ha trovato a letto, come
sempre, ma quando ha provato a dirgli di alzarsi, si è tirato su le coperte
fino alla testa ed ha mugugnato di non stare per niente bene. Ha provato a
scrollarlo, a ricordargli del compito di pozioni, ma non c’è stato nulla da
fare.
-Si può sapere che è successo ieri notte? Che avete scoperto?- Hermione stringe al petto i libri che le serviranno
nel corso della mattina: -Abbiamo scoperto chi è veramente il Professor Colley.-
Non
appena John Colley apre la porta del suo alloggio,
Harry lo spinge di nuovo al suo interno, e dopo aver chiuso la porta, la
spranga con un colpo di bacchetta. -Harry Potter!- esclama sorpreso, ma Harry alza una
mano come per intimargli il silenzio. Dalla borsa che ha tracolla, tira fuori
un grosso libro rilegato in pelle rossa, e dopo un ultimo sguardo nella sua
direzione, pronuncia con voce forte e decisa -John
Edward Colley.- Colley chiude gli occhi, ben consapevole dove si
fermeranno le pagine. Harry volta il libro verso di lui, la pagina è quella
dedicata alla famiglia Potter.
- L’unico mago mai esistito a chiamarsi John Edward Colley
era mio nonno, John Potter[*]- ringhia Harry avvicinandosi al mago -È morto nel
1979 per vaiolo di drago.- Colley volta il capo, mostrando la parte sfregiata
del suo volto al ragazzo.
-Dimmi il tuo nome!- Harry lo spinge ancora indietrocon una manata sul petto- Voglio sentirtelo
dire.-
La voce dell’uomo trema, lo sguardo si fa triste: -Mi chiamo James Potter.-
-Devo andare! Hai sentito che ha detto
Harry, no? -
-Ho detto che tu non ti muovi da qui!-
Quando Remus Lupin spalanca la porta della cucina
diGrimmauldPlace, lo scontro sembra ormai inevitabile. Da una parte, SiriusBlack ha già messo mano
alla bacchetta, nonostante il signor Weasley e KingsleyShacklebolt cerchino di fargliela mettere giù,
dall’altra, Andrea Moody, figlia di Malocchio, è a
mezzo metro da terra, bloccata dal padre come se fosse un cane da combattimento
pronto a saltare al collo dell’avversario.
In mezzo ai due, la signora Weasley sta cercando di
riportare la pace, agitando mentre parla la teglia di biscotti appena sfornati.
-Possibile che non siate capaci di parlare civilmente?-sta sbraitando la donna – Eppure siete belli
grandi e vaccinati!- Immagino che sarebbe una scena divertente,
riflette Remus lontanamente, Se ieri notte non fosse stata Luna Piena. -Remus, fa qualcosa!-Arthur è disperato e Remus
sente l’impulso di mettersi a ridere - O a questo giro, finiranno con
l’ammazzarsi sul serio!-
- Ma no che non si ammazzeranno.- Non si
sono ammazzati durante l’anno passato assieme ad Hogwarts,
di certo, non lo faranno ora. Si porta alle spalle di Molly,la sposta dal centro dei due fuochi, e dopo
essersipinzato la radice del naso,
sbuffa -Chi mi spiega che sta succedendo?-
Le risposte dei due si accavallano, Remus alza le
mani e, a differenzadi tutti i presenti,
ottiene subito silenzio - Andrea, prima tu.- Sirius ringhia un imprecazione mentre Andrea, fra le
braccia del padre, sbuffa soffiando indietro un ciuffo della lunga chioma
bionda. È una donna molto carina, con lunghi capelli biondi e occhi celesti. Non
somiglia quasi per nulla al padre, fisicamente parlando. Per quanto riguarda il
carattere, beh…
- Il signorino vuole andare ad Hogwarts, non si
ricorda di essere uno dei maghi più ricercati della comunità magica e che IO…- calca bene la voce -… Sono
quella che dovrebbe catturarlo.-
- Moody, al mondo non esisti solo tu e il tuo dannato
culo secco!- ribatte immediatamente Sirius.
- Si può sapere perché vuoi andare ad Hogwarts?- è la
domanda di Remus - Andrea, qui, non ha tutti i torti.-
Intanto che osserva il castello di Hogwarts da lontano, Remus non
può fare a meno di sentirsi in colpa. Nonostantenon abbia esitato nemmeno un secondo a
seguire Sirius fuori di casa, non può fare a meno di
pensare che le rimostranze di Andrea fossero del tutto sensate e giuste.
-Oh andiamo, non ti dispiacerà per culo secco.- lo prende in giro Sirius - Avrebbe dovuto ammazzarmi per tenermi lontano da
qui.- Remus chiude gli occhi - Un giorno smetterete di
litigare?- gli chiede sospirando – È da quasi
vent’anni che non fate altro.- Sirius fa spallucce mentre ricambia l’occhiata
di Remus -Io non litigo con lei, è lei che litiga con
me.-
FINE SECONDO CAPITOLO:
Un grazie a chi vorrà lasciarmi le sue impressioni sulla storia.
Qui, la serie madre (clicca
qui foga e passione)
James non sa perché,
di tutti i posti, ha deciso di andare a nascondersi proprio nella Stamberga
Strillante. Negli anni, il vecchio ricovero dei Malandrini non è certo
migliorato, ci sono ragnatele ovunque e una puzza di muffa allucinante, ma
invece di andarsene non appena ci ha messo piede, ha deciso di sedersi di
fronte alla finestra sbarrata
Ricorda bene gli anni passati a provare a mutare, le volte in cui Sirius
dovette stare per tre giorni ficcato lì dentro perché aveva muso e orecchie da
cane, ricorda la risatina di Peter quando, invece di bere, lappò l’acqua che
Remus gli aveva offerto.
Ride e piange assieme, piegato in avanti sulla seggiola e con il viso deforme
coperto dalle mani. All’epoca non avrebbe mai immaginato di finire così,
storpio e dolorante, odiato dal proprio figlio e responsabile di tanto dolore.
-James.- James alza la testa di scatto, ma non si volta. Non è certo di poter
affrontare il dolore di Sirius dopo quello di Harry. Stringe i pugni sulle
ginocchia e si limita ad annuire. Sì, è lui. È tornato dall’inferno per
seminare dolore e disperazione.
-Perché non mi guardi?- mormora e James digrigna i denti.
Non pensa di aver mai provato tanta vergogna tutta assieme. Tira su con il
naso, afferra il bastone e lo punta a terra per tirarsi su. Gli occhi di
Sirius si sgranano mentre James si alza e lentamente si volta verso di lui e
Remus.
-James.- sussurra costernato, assieme a Remus che subito dopo si copre la bocca
con una mano. Il viso di James, la sua bella faccia da schiaffi, sempre così
simpatica, sembra il frutto di un incubo. La mano di Remus viene rigata dalle
lacrime del mannaro mentre Sirius sente tutta la rabbia scemare un respiro
dopo l’altro.
James abbassa gli occhi, contrito -Mi dispiace.- butta fuori - Negli ultimi
quindici anni sono stato al St.Mungo sotto falso nome. Non mi dicevano nulla,
non sapevo che tu …- alza le mano verso l’amico le cui labbra, di colpo hanno
preso a tremare -… È stato Caramell. Aveva bisogno di una storia sensazionale,
il Bambino che sopravvisse,il magico orfanello salvatore della comunità magica,
io ero un personaggio scomodo, dovevo sparire. Sono stato al St.Mungo fino a
quando Silente non mi hai trovato e…- James prova ad avvicinarsi, ma le gambe
cedono. Cade in avanti, ma Sirius gli impedisce di crollare sul pavimento,
afferrandolo da sotto le braccia e stringendolo a sé - … Mi dispiace così tanto
per quello che ti è successo. Se potessi fare a cambio lo farei anche ora.-
Sirius Black non è di certo una persona emotiva, ma quando le lacrime di James
gli bagnano il collo, sente qualcosa sciogliersi all’altezza del petto e salire
verso gli occhi e la gola. Singhiozza con la bocca premuta contro la spalla
dell’amico mentre lo abbraccia come se volesse rimetterlo insieme con quell’unico
gesto.
Strizza gli occhi, e le lacrime scendono impietose, riportandogli alla mente
frammenti di memoria e di orrore. Il freddo dei Dissennatori, la solitudine, la
paura.
-Mi dispiace.- continua a ripetere James e Sirius scrolla la testa, ormai
dimentico della rabbia e del risentimento che si ero scoperto a provare mentre
seguiva la sua traccia olfattiva fino alla Stamberga Strillante -Mi dispiace.-
-Ssssh! Smettila, va tutto bene.- biascica fra le lacrime - Siamo di nuovo
assieme, va tutto bene.-
-Perché piangi?-
Ad Harry occorre qualche secondo per capire che , questa volta, non è Mirtilla
Malcontenta a cercare di capire che gli succede, ma qualcun altro. Alza il viso
dalle ginocchia, e la mano timidamente sollevata verso di lui si ritira di
scatto. Ginny gli sorride e Harry, senza sapere perché, si ritrova a fare
altrettanto nonostante le lacrime che gli imperlano le guancie.
Tira su con il naso, e ride forte quando la ragazza, prontamente, gli allunga
il suo fazzoletto. Non sa nemmeno il perché, visto che non è per niente un
momento da ridere. -Come mai sei qui?- le chiede e Ginny , dopo essersi alzata,
si siede accanto a lui, con le spalle appoggiate sulla porta del cubicolo dove
la povera Mirtilla morì.
-Io vengo sempre qui quando ho bisogno di andare in bagno.- alza un dito verso
l’alto, per indicare la testa di Mirtilla che spunta fino al naso dalla porta -Così
le faccio compagnia e poi non c’è nessuno che mi dia fastidio.-
Sistema il cravattino e poi il mantello, quasi le fosse venuto in mente qualche
pensiero spiacevole da scacciare via. Harry annuisce mentre si tampona gli
occhi con il fazzoletto arrotolato. Ora che ci pensa, questa è la prima volta
che parla con Ginny per più di qualche battuta di sfuggita.
-Il professor Colley è mio padre.- sospira e Ginny si volta di scatto verso di
lui -Non sono impazzito, te lo giuro.-
Ginny lo ascolta in silenzio, fissandosi le scarpe e mordendosi il labbro
inferiore pensosa. Harry non ha idea del perché lo stia raccontando a lei, e
non ad Hermione e Ron, ma quando finisce di parlare, e la ragazzina gli sorride
incoraggiante, si sente davvero meglio.
-Non dovresti piangere, è un bellissimo giorno. Il tuo papà è ancora vivo,
dovresti essere felice.- Harry ribatte prontamente che, se negli ultimi
quindici anni, ha preferito starsene per i fatti suoi, lontano da lui, non vede
perché dovrebbe essere felice.
-Magari mi incolpa di essere vivo al posto della mamma.- si lamenta coprendosi
la testa con le mani, prima che Ginny lo spinga di lato con una gomitata al
fianco. Si volta a guardarla sorpreso, e la ragazza, ricambia con un espressione
altrettanto stupefatta. Per lei è già un record personale stare parlando con
Harry senza impappinarsi, arrossire e ridacchiare come un alienata, non si
aspettava di riuscire ad essere ancora amichevole e scherzosa.
-Harry lo hai guardato bene in faccia?- gli chiede corrugando la fronte - Non
hai pensato che, magari, negli ultimi quindici anni non ha potuto starti
vicino?-
-Grazie.-
Severus Piton annuisce legnosamente mentre aiuta James ad alzarsi, facendosi
passare un braccio attorno al collo. Non sa perché si stia abbassando ad
aiutarlo, visto che, una parte di lui, nonostante siano passati molti anni da
quel giorno, desidera ancora ucciderlo, ma sta di fatto che, dopo essere uscito
dal buco del Platano Picchiatore, invece di mollarlo lì, e andarsene, mantiene
la promessa fatta a Sirius e a Remus, e trascina James verso il suo alloggio.
Il mago è silenzioso, lo sguardo perso dietro gli occhiali storti sul viso deforme.
Non sei più così bello, vero Potter? Sussurra malevola la parte più
meschina di Severus mentre l’altra si chiede quanto dolore deve causargli la
carne accartocciata e rattrappita a quel modo.
-Lei parlava spesso di te...- Severus trattiene il respiro, il dolore che gira
e scava all’interno del suo petto -… Diceva che gli mancavi. Che ti avrebbe
rivoluto nella sua vita e che ti avrebbe voluto nella vita di Harry. Era
convinta che saresti stato uno zio fantastico per lui.-
Severus riprende a respirare, la gola gli fa male per le lacrime che sta
trattenendo. -Perché me lo stai dicendo?- sussurra assottigliando lo sguardo -Vuoi
divertirti a vedermi soffrire? Non ti basta avermela portata via?-
James scrolla la testa -No, voglio darti un po’ di pace, Severus. Lei ti voleva
bene, più di quanto immagini. Non sono stato io a portartela via, sei stato tu.
Sei stato un idiota a non accettare quello che voleva darti.-
Severus lo lascia andare di colpo e James cade a terra con un sacco. Ora come
ora, sarebbe capace di ucciderlo, ma allo stesso tempo, c’è una parte di lui
che sa che è così. Lily lo amava, non lo amava come lui aveva sempre desiderato,
ma lo amava sinceramente e incondizionatamente.
-Come può darmi pace ? Lei è morta, non potrò mai fare ammenda per quanto è
successo.- Non potrà mai dirgli che gli dispiace di averla svergognata solo per
orgoglio, sarebbe stato felice di vederla sposa e mamma, perché consapevole di
quanto lei desiderasse avere una famiglia. Avrebbe accettato tutto, pur di
ricevere ancora un suo sorriso spensierato.
James scrolla la testa tristemente -C’è suo figlio, però… Severus, Harry mi
assomiglia molto, è vero, ma guardalo negli occhi. È Lily. È il suo regalo.-
Severus ha ancora in
testa le parole di James quando blocca Harry davanti all’aula di
Trasfigurazione e gli fa segno di seguirlo. È figlio di Lily, è figlio di sua
madre. Lo guarda negli occhi, forse per la prima volta, e ci ritrova quel verde
sconcertante, simile ai prati d’Irlanda.
-Dove stiamo andando, Professore?- gli chiede Harry.
Severus non gli risponde mentre un idea inizia a girargli nella testa fino a
essere quasi ossessiva: C’è qualcosa che può fare? C’è qualcosa che possa
riportare tutto allo status quo? Sì.
Spalanca la porta dell’infermeria e spinge al suo interno Harry - Parla con tuo
padre, Potter.- gli intima prima di chiudere la porta, e anche se non può
vederlo, lo sa che è proprio dove l’ha lasciato con un espressione sbalordita
stampata in faccia.
Fine capitolo.
Se vi va, fatemi sapere che ve ne pare.
Harry Potter non sa cosa aspettarsi mentre
Silente prepara l’occorrente per mostrargli i ricordi di James del 31 ottobre
del 1981. Harry ha provato a farsi raccontare la verità durante le due ore e
mezzo in cui è rimasto seduto accanto al suo letto, ma non c’è stato verso di
fargli aprire bocca. Così, ha deciso di rivolgersi a Silente, che non ha
esitato a farsi dare un ampolla con i ricordi di quella notte.
-Non poteva semplicemente parlarmene?- ringhia infastidito.
Silente non risponde, anche se Harry ha la sensazione che gli abbia scoccato un
occhiata di biasimo. Lo guarda rovesciare il ricordo di quella notte nel
Pensatoio, che non è altro che una sorta di bacinella in cui è possibile rivivere
i ricordi di qualcuno , e poi voltarsi verso di lui.
-Sei sicuro di volerlo vedere, Harry?- gli chiede dolcemente.
Una parte di Harry vorrebbe dire di no, un’altra, invece, sa che quella è
l’unica cosa da fare. Afferra i bordi del Pensatoio, e osserva l’acqua
che ristagna sul fondo. Sembra acqua, ma chissà che diavolo è in realtà.
Sospira e dopo un momento passato con gli occhi chiusi, si tuffa nel passato.
-Lily prendi Harry e scappa!-
James Potter sa che queste saranno le sue ultime parole, e nonostante
tutto riesce a sorridere a Lily che lo guarda dalle scale. Deve sembrare sicuro
di sé. Tranquillo. O lei non gli volterà mai le spalle. Morirà lì, con
lui, e per Harry sarà la fine.
Lily tentenna con una mano sul corrimano, non vuole lasciarlo, e James
sente il cuore traboccare di gratitudine verso il Cielo per avergli concesso di
avere una moglie così devota. Le sorride nella maniera più spavalda che
conosce, nonostante le labbra che tremano e gli occhi lucidi, e Lily gli
sorride a sua volta, nonostante le lacrime che le rigano le guancie.
Sale le scale a due a due mentre la porta si apre lentamente, James si volta e Voldemort appare. Indossa un lungo mantello nero, una
falda del cappuccio gli copre il viso, tanto che James riesce solo a
scorgerne le labbra pallide tirate in un sorriso.
-Sei disarmato James Potter.- mormora l’Oscuro Signore e James sa che è
l’inizio della fine.
Il primo incantesimo lo sorprende, e lo abbatte al suolo. Non è un Avadakedavra, ma un incanto tagliente così potente da
avergli fatto quasi esplodere la gamba destra. Quasi urla per il dolore, ma
qualcosa gli impedisce di farlo. L’orgoglio forse.
Stringe le mani a pugno, e si tira su lentamente, appoggiandosi al muro
per avere un sostegno. -Non…- ansima -…Mi
hai fatto…- sorride -…Nulla.-
Un espressione sorpresa passa sul volto dell’Oscuro Signore mentre lo guarda
fronteggiarlo con la sola forza della disperazione a reggerlo in piedi.
Alza di nuovo la bacchetta e James non può fare nulla per ripararsi. Cade di
nuovo a terra, il viso per metà scarnificato, l’occhio esploso come un
acino d’uva. Il sangue è ovunque, nelle narici, nella bocca, ma ancora si
alza, e per quel poco che riesce a vedere, l’Oscuro Signore, è
davvero sorpreso. Non è una sua impressione.
Di nuovo lo colpisce, senza dargli il tempo di respirare, il braccio si spezza,
la carne si apre in decine di punti, James non ha la forza di alzarsi stavolta,
ma cerca di farlo. Rotola sulla pancia, cerca di aggrapparsi al corrimano, i
passi di Voldemort si fanno più vicini, sta per
dargli il colpo di grazia.
E invece no. Gli ricostruisce l’occhio, e con la punta della bacchetta, lo
costringe ad alzarsi il viso su di lui. Lo guarda a lungo, prima di allargarsi
in un sorriso.
-Ti auguro di vivere a lungo, James Potter. -
Il resto è confuso.
James sente Lily cadere, e le lacrime lo accecano mentre cerca di
strisciare su per le scale. La chiama, chiama Harry, spera che anche con lei, Voldemort si sia divertito e basta, ma sa che non è così.
Il pianto di Harry si spegne in un gorgoglio, così come la forza di James, che
perde conoscenza a metà della rampa di scale. Severus che gli cammina letteralmente sopra pur di
andare da Lily, James lo ricorda come una figura confusa a cui cerca di
chiedere aiuto, ma non riesce a parlare. Alza solo una mano verso di lui, prima
che tutto si spenga di nuovo, fino al nuovo sprazzo di lucidità. Accade quando
si ritrova a guardare da vicino il volto di Malocchio Moody,
che lo sta medicando. -…Lily…- geme appendendosi alle braccia del
mago. Alastor scrolla la testa, e James sa, non ha
bisogno di chiedere . Le lacrime scendono copiose, il loro sale corrode la
carne ferita, ma non gli importa. Lily è morta. Harry piange fra le braccia diKingsleyShacklebolt, così
giovane da sembrare fuori posto. James tira su con il naso mentre guarda suo
figlio gemere e lamentarsi.
Si sta toccando la bocca, ha fame, pensa, prima di vedere Kingsley voltarsi perplesso, e una luce bianca
avvolgerlo completamente. James alza la testa sconvolto, la stessa sorte tocca
a Malocchio, il resto dei presenti rimane immobile, sconvolto, mentre il
prossimo Ministro della Magia, CorneliusCaramell, si fa avanti. James lo guarda prendere Harry
dalle mani di un immobile Kingsley e
cullarlo. -Non ti preoccupare, James.-
sorride al bambino - Verrà trattato come un Salvatore, da tutta la
comunità magica.-
Harry
cade a sedere all’indietro e subito alza gli occhi su Silente che lo osserva
serio in viso. Non può credere a quanto a visto. Caramell,
quel maledetto bastardo, ha deciso di renderlo un orfano per dare alla comunità
magica un salvatore a cui aggrapparsi! Ha giocato con la sua vita, l’ha riscritta
come se fosse un personaggio di un libro. Siporta la testa fra le mani, accecato dall’odio. Vuole ucciderlo,
maledizione!
Silente annuisce mestamente, e ad Harry basta per capire che le sue deduzioni sono
esatte. Si alza senza dire una parola,
elascia l’ufficio del preside sbattendo
la porta dietro di sé.Silente raccoglie
di nuovo il ricordo di James nell’ampolla e si volta verso la persona che ha
assistito nell’ombra la scena. -James non lo ricorda.- lo informa.
-Capisco...- il volto di Severus è scuro mentre
fronteggia Silente - Ho bisogno del suo aiuto Preside.-
Quando Harry entra in infermeria, James è girato su un fianco verso la
finestra. Harry non si da’ tempo di pensare, e dopo aver fatto il giro del
letto, sale su di esso, e si stende accanto a lui rubandogli un pezzo di cuscino.
-Perché volevi che vedessi?- gli chiede.
James non apre gli occhi, ma Harry sa che è sveglio. -Papà.- sussurra poggiando la fronte contro la
sua.Se ne stanno lì, così, per un tempo
indefinito, nonostante le lacrime di Harry che bagnano il cucino, e il suo
respiro affaticato , James non fa nulla per consolarlo. Lo lascia sfogare,toccargli il viso e il collo, prendere
familiarità con quello che è successo.
-Mi avresti creduto sulla parola?-
Harry scrolla la testa. No, Non lo avrebbe creduto. Nonostante tutto, avrebbe
pensato a una balla.Avrebbe cercato di
odiarlo, piuttosto che scoprire il fianco e lasciarsi andare. Anche con Sirius è stato la stessa cosa, nonostante le sue
spiegazioni, ha desiderato di ucciderlofino a quando Peter Minusnon è apparso fra loro.
James lo spinge contro di sé, e poggia la guancia sana contro la sua e Harry
chiude gli occhi mentre inspira ed espira il suo odore. Ora comprende
l’espressione beata di Dudders quando, da bambino, si
addormentava sul pancione di zio Vermont.
-Mi dispiace di essere vivo al posto di Lily.- Harry
scrolla la testa mentre lo abbraccia da sopra le coperte. Non deve scusarsi di
nulla -Mi dispiace così tanto.-
-Sei un testaturbante[*]? Davvero?- Remus Lupin annuisce distrattamente mentre aiuta
Molly a preparare la tavola.Durante la
cerimonia di smistamento,ha litigato
per più di cinque minuti con il Capello,perchélui voleva a tutti i costi
venire smistato a Corvonero, mentre il cappello era
più che deciso a mandarlo fra i Grifondoro. Sorride
al ricordo di come ilCappello tentava
di tirare la ragione dalla sua parte, facendogli girare la testa a destra e a
sinistra, quasi lo stesse scrollando.
-Perché volevi essere smistato a Corvonero?- gli
chiede Tonks interessata. Siriuspizzica il fianco di Andrea, e quando questa
si gira verso di lui,le fa cenno di guardare.
La ragazza ridacchia. Tonks è così palese nei suoi
sentimenti, che pure i sassi, ormai, si sono resi conto che si è presa una
bella cotta per Remus. Remus si chiude nelle spalle: - Fra i Grifondoro c’era qualcuno che avevo paura di incontrare.-
-Tu invece sei stato smistato subito a Grifondoro?- -Sì.-Sirius non riesce a trattenere una risata al ricordo - Non
potrò mai dimenticare la faccia di tua madre e di Narcissa
mentre mi guardavano.-
Un Blacksmistato a Grifondoro non si era mai visto
prima. Le due sorelle lo fissavano come se fosse stato un alieno, mentre lui,
lui se la rideva ed era così felice che si sarebbe strappato il Cappello dalla
testa per riempirlo di baci. Entrare a Serpeverde,
avrebbe significato compiere il primo passo verso il luminoso avvenire da Mangiamorte che Walburga e Orion avevano preparato per lui.
-Tu invece?-
Andrea alza gli occhi dal suo piatto, e bofonchia la sua risposta. Quasi testaturbante. Tonks si sistema
sulla seggiola , pronta ad ascoltare, ma la ragazza non sembra volerne parlare.-Qual’era l’altra casa?- la punzecchia allora. -Tassorosso.-bofonchia.
-TASSOSPORCO?-Sirius
scoppia a ridere, incurante dello sguardo assassino di Tonks,
Tassorosso non solo nella casata, ma anche nel cuore.
Batte le mani sul tavolino, ridendo , mentre le guancie di Andrea cambiano
svariate tonalità di rosso.
Non si direbbe, ma ha un carattere migliore di quanto la sua fama di
attaccabrighe lasci passare, non avrebbe poi stonato così tanto fra i Tassorosso.Sbuffa
dalle narici mentre Sirius continua a ridere a
crepapelle, e gli scocca un occhiata da sotto in su.
-Perché ridi? Infondo non ti ricordi di me ai tempi della scuola.- Sirius si zittisce di botto, lo stesso vale per Tonks che gli stava urlando contro - Se sono diventata
così, è anche per colpa tua.- Sirius guarda Andrea alzarsi da tavola e uscire dalla
stanza senza dire una parola, e con un verso infastidito, si lascia caderecontro la spalliera della seggiola. Azkaban, i Dissennatori, gli hanno
tolto un sacco di ricordi felici, non ricorda più la faccia di Remus e James da ragazzi, né quella di Lily, e purtroppo
non ricorda Andrea.
E’ stato Remus a dirgli che, durante il suo ultimo
anno, aveva preso in simpatia una primina di Grifondoro, è che quella era proprio l’auror da
cui era scappato per mesi, Andrea Moody, l’unica
figlia di Malocchio.Sirius,non l’aveva assolutamente riconosciuta, anche
se, il suo odore, gli era sembrato familiare.
-L’hai offesa.- Remus scrolla la testa e Tonks fa altrettanto. Sono inquietanti. Sirius
aggrotta la fronte mentre li guarda.
-Stavo scherzando!- prova a difendersi.
Stava scherzando, maledizione! Sirius sbuffa davanti al divano dove Andrea sta
schiacciando un pisolino e alza gli occhi al soffitto. Scusarsi non è mai stato
il suo forte, se poi non capisce perché dovrebbe farlo, peggio ancora.Perché diavolo dovrebbe essere colpa sua se è
diventata una stronza, scorbutica e manesca? Si gratta la testa mentrela guarda e alla fine, opta per l’unica
soluzione che gli viene in mente. Far tornare la pace con Pagnottella, come la chiama Alastor,
facendola arrabbiare per qualcosa di futile.
-Così mi insulterà, scaricherà i nervi, e io potrò evitare di scusarmi.-
Mutain cane, e sale sul divano con lei.
L’urlo di Andrea desta Walburga, che a sua volta,
inizia ad urlare così forte da far tremare i vetri. Remus
piomba in salotto assieme a Molly e gli altri,ecome gli altri si ferma a
guardare la scena scioccato. Andrea ha sollevato il tavolinetto da tea sopra la
testa, e sta per abbatterlo su un Sirius seduto ai
suoi piedi . -Andrea che diavolo?- Remus
si risveglia dalla sorpresa, e va ad afferrare la ragazza per le braccia per
farle mettere giù il tavolo. Questa sta ringhiando insulti e imprecazioni a
bassa voce quando Remus l’acchiappa: -Bastardo!
Maledetto!Vergogna della nazione!- -Sirius, si può sapere che diavolo le hai fatto?- Sirius sposta lentamente le mani che si era portato alla
testa e guarda Remus irritato. Non le ha fatto
niente, per Merlino! Le ha solo leccato la facciada cane, e ha reagito come se avesse cercato
di infilarle le mani nelle mutande. Remus rimane
serio per qualche istante, prima di iniziare a ridere.
-E’ cinofoba, ha paura dei cani!-
-Sai Moony,
l’odore di Andrea...- Remus alza un sopracciglio senza scostare lo sguardo
dal libro che sta leggendo. C’è voluta la mano del Cielo per calmare Andrea, e
ancor di più, per calmare Alastor, deciso a vendicare
la figlia facendosi un manicotto di pelliccia di cane. -…Somiglia a quello del miele.- inspira profondamente
- E’ un odore che mi piace.-
Le labbra di Remus si piegano in un sorriso, memore
di aver già sentito dire una cosa del genere al SiriusBlack di diciotto anni, mentre costringeva una
minuscola bimba bionda ad accompagnarlo agli allenamenti di Quidditch.
-Perché non…- le parole di Remus
vengono coperte dal crepitare delle fiamme nel camino, i due Malandrini si
voltano assieme, giusto in tempo per vedere SeverusPiton uscire spazzolandosi la palandrana nera. -Piton.- come al solito, Sirius
non può fare a meno di mostrare la sua ostilità. Remus
invece, è molto più educato. Si alza, mettendo di lato il libro che stava
leggendo. È a lui che Severus si rivolge. -Lily è viva, dovete aiutarmi a riportarla a casa.-
Fine
capitolo:
Un grazie a chiunque avrà la bontà di lasciarmi le sue impressioni, belle o brutte che siano.
Ino chan.
[*]Testurbante è un termine arcaico di Hogwarts
che definisce uno studente il cui Smistamento sia durato più di cinque minuti. [fonte: Harry Potter Wiki]
Quando un membro della famiglia Black viene ripudiato, gli viene inviata una rosa nera
dalla propria madre. Come il Bacio della Morte, la Rosa dei Black,
è una condanna senza appello. Una volta ricevuta, il magosa perfettamente di essere sulla lista nera
di tutti i suoi familiari, e che questi si faranno in quattro per ucciderlo. Sirius ricorda bene quando, a soli diciotto
anni, sua madre gli inviò la Rosa Nera, e lo condannò a morte. A quel
tempo pensava che niente di peggio sarebbe potuto capitargli, e invece…
Quando Andrea Moody entra nel salotto di GrimmauldPlace, Sirius è solo. È seduto con le gambe incrociate fra il
divano e il tavolinetto, con la testa voltata verso il camino, e lo sguardo
perso. Molly non ha saputo spiegarle cosa diavolo è successo fra luie il Professor Piton,
perché si sono presi a pugni, le ha solo detto di andare a parlargli, visto che
è l’unica in grado di trattarlo a parte Remus. Sirius sta osservando le fiamme che crepitano
nel camino, ha le nocche che sanguinano, e a giudicare da come le sfrega con le
dita, devono fargli male. Andrea sbuffa mentre va ad accucciarsi di fronte a
lui, e per farlo voltare a forza verso di lei, gli infila una mano fra i
capelli, e lo costringe a girare la testa. Sirius ha uno scossone prima di guardarla in viso.
Andrea aveva undici anni quel giorno, quando lo ha trovato sulle rive del Lago
Nero, e proprio come adesso, gli aveva fatto alzare la testa, afferrandolo per
i capelli. Sirius ricorda bene la sua faccetta
preoccupata, e le sue belle trecce bionde. Era una bambina piccola per la sua
età, l’unica figlia di Malocchio Moody. “Se proprio ti dispiace quello che è successo, scegliti un’altra famiglia,
no?” Sirius ricorda di aver riso alla sua uscita
mentre le prendeva la mano, e la misurava contro la sua. La punta delle dita di
Andrea arrivavano a malapena sfiorare la prima falange delle sue “Non è così
facile, Andy.”
“Sei seccante, vorrà dire che da oggi, sarò io la tua famiglia, contento?” Sirius strizza gli occhi mentre quel ricordo lo
assale, e prima che possa ricordare che quella che ha di fronte, non è più la
undicenne che lo accompagnava agli allenamenti di Quidditch,
sbuffando e millantando rapimenti, poggia la mano sulla sua, quando la
allontana dal suo capo. Andrea spalanca gli occhi presa in contropiede, mentre Sirius nota che le mani non le sono cresciute poi molto.
Sorride divertito, e anche se ha voglia di prenderlo a sberle, Andrea lo lascia
fare.
-Ti sei ricordato di quella volta al lago?- gli chiede. Sirius annuisce lentamente.
-Vuoi dirmi che è successo, Sirius?- Sirius scosta lo sguardo, Andrea fa per alzarsi,
visto che non ha voglia di fare il medimago della
situazione, ma questo le butta le braccia al collo e la trascina di nuovo
con le ginocchia a terra. Andrea si lamenta per la vicinanza, afferrandogli le
braccia poco sopra i gomiti, e cercando di fargli mollare la presa, ma Sirius non la molla. -Black che
diavolo fai?- geme infastidita.
-Per favore, solo un po’.- Andrea si blocca - Dodici anni della mia vita.
Dodici anni, Andrea.-
Se si potesse morire per l’imbarazzo,
Andrea Moody sarebbe già morta.
Non solo Sirius l’ha abbracciata, cosa che da sola,
basterebbe già a provare i suoi poveri nervi, ma ha anche poggiato una guancia
contro la sua. Chiude gli occhi e conta da cento all’indietro, per impedirsi di
alzare le braccia, e stringerlo a sua volta.
-Che è successo fra te e Piton?-ripete. Sirius chiude gli occhi mentre affonda le dita nella
felpa della ragazza. È successo che, a quanto pare, è una persona migliore di
quanto credeva, visto che MocciosusPiton respira ancora.
Stringe fra i denti il labbro inferiore.
-Se non mi dici nulla, non posso aiutarti.- Sirius deglutisce a vuoto e con un filo di voce,
mette a corrente Andrea della situazione: Lily è viva, e bisogna salvarla.
Quando SeverusPiton mette piede a Godric’sHollow,il suo unico pensiero è trovare Lily. Non si
cura di James Potter bocconi sul pavimento, è talmente mal messo che da’ per
scontato che sia morto.Cammina sul suo
sangue e su di lui, senza guardarlo, e stringendo i pugni,sale le scale.La porta della camera di Harry è stata
sfondata, e c’è un silenzio agghiacciante. Quando Severus
però si affaccia nella stanza, sia madre che figlio sono vivi.
Lily è seduta di fronte alla culla , le ginocchia sollevate, e le mani premute
sulla parte bassa del ventre e il pube. È talmente sottoshock da non capire che
non puòfermare così il sangue che sta
perdendo. Il figlio che stava aspettando è morto al posto suo, dentro di lei,è
quello che ora imbratta il pavimento, è lui che la lascia. Lily alza gli occhi
verso Severus mentre le lacrime le rigano il viso,
non riesce a dirgli mezza parola, solo gli tende le mani supplichevole. -Lily.-Severus ricorda
bene quando, da bambina, dopo ogni lite con Petunia, Lily reagiva allo stesso
modo. Tendeva le mani verso di lui come se fosse stato l’unica persona
importante nell’universo e lo abbracciava forte. Severus
reagisce senza pensare, in due passi è di fronte a lei, e l’abbraccia con tutta
la forza di cui è capace.
-Ho perso il mio bambino.- Lily è totalmente fuori di sé per il dolore, non
sembra rendersi conto di altro che del sangue che le cola fra le cosce -Voldemort ha ucciso il mio bambino.- Severus annuisce mentre le asciuga il viso paffuto
con le dita. Non può fare nulla per aiutarla,l’Avadakedavra è un incanto crudele, ha scelto
la creatura più indifesa nella stanza e l’ha uccisa.
Secondo quanto Voldemort gli ha raccontato, Lily
aveva in braccio Harry quando l’ha colpita, il sacrificio c’è stato, che non
sia stata lei a morire, ma il piccolo che aveva in grembo, è relativo. Lily
sarebbe morta per salvarlo, ed è per questo che, quando ha provato a ucciderlo,
l’Avada è tornata indietro. -Lily.-Severusle passa un
braccio sotto le gambe e l’altro attorno ai fianchi - Devo portarti via da
qui.-
Lily batte le palpebresenza capire -
Devi sparire, se loro sapessero che sei ancora viva, continuerebbero a darti la
caccia, al pari di tuo figlio. Devi sparire dal mondo magico.-
Andrea non può credere a quanto Sirius
le ha appena detto. Lily è sopravvissuta al tocco dell’Anatema che Uccide, e Severus l’ha fatta sparire senza pensarci su due volte. La
domanda è, dove può averla nascosta? Di certo non a casa sua a Spinner’s End.
- Da NarcissaBlack in Malfoy.- sussurra Sirius.
Severus ha ancora in testa le grida di Lily alla
vista del corpo scempiato di James, quando entra a casa Malfoy.
Narcissa è sola , come sempre del resto.Visto che il tanto agognato eredeè finalmente nato, Lucius
ha perso completamente interesse in sua moglie, relegandola al ruolo di trofeo
da esibire. La donna si sta pettinando i lunghi capelli biondi seduta allo
specchio della toletta quando Severussbuca dal camino alle sue spalle con Lily
svenuta fra le braccia. -SeverusPiton.- esclama Narcissa alzandosi . NarcissaBlack è una donna
molto attraente, dallapalle chiarissima
e dai capelli biondo oro. È senza dubbio la più bella fra le tre sorelle Black, e nonostante Severus non
sia interessato alle donne in generale,non può fare a meno di guardarla per qualche secondo in silenzio.
-Hai detto di aver bisogno del mio aiuto per salvare tuo figlio, non è così?-
Andrea non sembra capiree Sirius si prende qualche secondo per spiegarle a cosa si
sta riferendo. Nelle famiglie purosangue è prassifar predire il futuro dei neonati.-A Draco è stato
predetto che morirà prima dei diciotto anni se gli verrà impostoo
il Marchio dei Mangiamorte.-Sirius sospira
-Praticamente quello che predissero a me.-
-Davvero?- Andrea è sorpresa, e Sirius annuisce -Però
i miei genitori, a differenza di Cissy, non sisono fatti alcuno scrupolo di coscienza. -
Sarebbe stato marchiato a sedici anni, e niente avrebbe potuto salvarlo, se
fosse rimasto in seno alla famiglia.
NarcissaBlack in Malfoy osserva la donna fra le braccia di Piton,la
conosce,l’ha vista ad Hogwarts.Aggrotta
la fronte, e le sopracciglia chiarissime si avvicinano.
-Cosa dovrei farci con la moglie di un Auror?-
chiede.
-Nasconderla in piena vista, perché nessuno la trovi fino a quando, Tu sai chi,
non verrà eliminato.- Severus sa perfettamente che il
suo piano è al limite della follia, per questa ragione, dopo aver poggiato Lily
sul letto di Narcissa, tende la mano verso di lei - E
in cambio, io proteggerò tuo figlio dal destino che lo attende.-
Gli occhi chiari di Narcissa vanno alla cullaaccanto al suo letto e al neonato, roseo e
grassottello che dorme al suo interno. Non può permettere che lui muoia, non
può farlo. Alza gli occhi sulla mano tesa di Severus
, e poi sul suo viso, e accetta il patto.
-Il Voto Infrangibile è stato fatto alla presenza di Dobby, uno degli elfi domestici di casa Malfoy,Lily così è stata cambiata con una pozione in
una donna dai capelli neri, e dall’aspetto orribile, i suoi ricordi sono stati
azzerati, ed è stata convinta di essere sempre stata una serva. Narcissa la tiene con sé da allora, Lily è stata la nutrice
di Draco, e ora è la sua cameriera persona.-
Andrea non sa che diavolo dire,a parte
una cosa.Se Lily è viva, James è vivo,
allora Sirius…Sirius
poteva essere salvato.Per dodici anni,
sia Caramell che Piton,
hanno deciso di sacrificarlo per i loro comodi.
Andrea lo allontana da sé prendendolo per le spalle e lui le sorride mestamente
- Piton ha detto che Lily non gli ha raccontato nulla
sullo scambio dei Custodi, ma mentiva. Lo conosco, anche se lui pensa di no.
Quando parla così velocemente, è perché sa di stare dicendo una cazzata.-
Andrea prende fiato dal naso, e lo rilascia dalla bocca.
-Era un ragazzo, alla fine lo capisco. Se mi avesse scagionato, il piccolo
Peter avrebbe capito che, quella trovata a Godric’sHollow non era Lily, ma un cadavere cambiato per
l’occasione e sarebbe stata la fine. Però…-
-Un ragazzo, un cazzo… - Sirius
spalanca gli occhi - …Ti ha volutamente sacrificato
per salvare Lily e tu non sei neanche un po’ incazzato?- Sirius sospira, e a che serve incazzarsi? Ormai è
andata così.
-Io volevo ucciderti.-
Andrea si porta le mani alle tempie mentre si alza -Avevo già deciso che lo
avrei fatto passare per legittima difesa. Io ero pronta ad ucciderti, Sirius.- -Andrea.- prova a calmarla Sirius.
-Non posso crederci. Ti avrei ammazzato, io lo avrei fatto, e lui … - la ragazza
urla per i nervi mentre Sirius si alzapoggiando una mano a terra. Non può credere
che il Professor Piton abbia fatto una cosa del
genere, ma d’altra parte, tutto fila.Il
silenzio su tutta questa faccendaha
permesso a Lily di passare per una serva a casa Malfoy,
nascosta in piena vista a tutti i Mangiamorte.
Perfino a Voldemort stesso. Se la notizia dello
scambio, invece, fosse uscita,si
sarebbe indagato, la verità sarebbe stata scoperta, e Lily. -Andrea … Calmati…-
La ragazza fa per ribattere che non c’è nulla per cui stare calmi, che Sirius le prende il viso fra le mani e la fa voltare a
forza verso di sé.Andrea non ha tempo
di capire che sta per succedere, che la bocca di Sirius
è già sulla sua. Si marmorizza, presa completamente in contropiede, e quando Sirius si allontana da lei, lo guarda come se fosse un
mostro a tre teste.
-Visto che ti sei calmata?- [*]
Andrea lo fissa .
-Una volta ho calmato così anche Remus.-
La ragazza socchiude gli occhi, ha ancora le mani di Sirius
sulle guance e questo glie le sta pizzicando come farebbe con una bambina -Mi
stai dicendo che hai baciato in bocca Remus?-
-Sì, era anche il mio primo bacio.-
Andrea si volta, Remus è appoggiato alla portacon una spalla.Dora, accanto a lui,ha i capelli di un rosso così forte, da
sembrare brillare. Evidentemente anche lei sta pensando, come Andrea, a Sirius che prende Remus a
tradimento e lo bacia.
-Ti sembra una cosa normale da fare?- Sirius si chiude nelle spalle-Sì, perché?-
Andrea alza le mani, e poi le lascia cadere.Ci rinuncia. Si sfila dalla presa di Sirius, e
senza dire una parola, si infila nel camino. Sirius
si gratta la testa perplesso, ma non appena realizza che sta per succedere, è
troppo tardi. Il camino si illumina di nuovo, e Malocchio compare armato di
bacchetta.
-Dimmi un po’, com’è che vai in giro a baciare giovani e indifese fanciulle?- Sirius alza le mani -Prima di tutto , tua figlia non
è indifesa.-
La mascella di Malocchio ha un tremito -Quindi non neghi che l’hai molestata.-
-Era un bacino, Alastor. Dai! Ha quasi trent’anni, ti
pare che sono stato il primo?-
-Stai dicendo che mia figlia, è una poco di buono?- Sirius sente la morte, non solo alitargli sul collo,
ma anche lucidarlo per la bara. Scrolla la testa mentre inizia a camminare
all’indietro. Certo che no, non oserebbe mai dire che Andrea è una poco di
buono. Remus, che si sta godendo la scena dalla porta,
ridacchia - Sirius,credo che ti convenga iniziare a correre.- Sirius non se lo fa ripetere due volte, e sottoforma
di cane,passa fra Remus
e Tonks ululando all’impazzata, la ragazzina ride
forte coprendosi la bocca con una mano, mentre Alastor
lo insegue sparando incantesimi a destra e a sinistra.
-Senti.- Remus la guarda -È vero che…-
-Sì, è vero. Quanto avevamo quindici anni, quello scemo mi ha seriamente
baciato.- Tonks si tocca il labbro inferiore con la punta
dell’indice mentre guarda Remus - Ma con la…-
-Vuoi sapere se con la lingua o meno?- le chiede Remus
sorpreso -Dora, non ti facevo così sporcacciona!-
Se
volete, posso pubblicare
il mini missing moment sul perché Sirius
ha baciato Remus. E se vi va, fatemi sapere che ne pensate di questo capitolo!