Shun di Hades

di Sapphir Dream
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Tra tre giorni...sarò un dio ***
Capitolo 2: *** Libertà...una parola sconosciuta ***
Capitolo 3: *** Presagio di guerra (parte 1) ***
Capitolo 4: *** Presagio di guerra (parte 2) ***
Capitolo 5: *** Dubbi ***
Capitolo 6: *** Incubo comune (parte 1) ***
Capitolo 7: *** Incubo comune (parte 2) ***
Capitolo 8: *** Incubo comune (parte 3) ***



Capitolo 1
*** Tra tre giorni...sarò un dio ***


Fra tre giorni…sarò un dio
Nulla…
Il silenzio regnava sovrano nella sua stanza, il che risultava strano nella sua mente, nonostante abitasse nell’Elisio da ormai quindici anni.
Si alzò lentamente: non riusciva a dormire, la mente era colma di pensieri.
“Fra tre giorni sarò un dio…” pensò “sono predestinato a ciò, è un onore immenso per un essere umano come me.
Hades… fra le divinità più potenti e antiche” pose la sua mano sul vetro della finestra.
La sua gelida e fragile mano.
La osservò per un po’.
“Mia sorella dice che sono un essere puro, il più puro…ma merito tutto ciò?”
Scosse la testa.
“Cosa sto pensando!? Da quando mi pongo certe domande!?”
Osservò fuori dalla finestra, il panorama era meraviglioso: candidi fiori spuntavano da una distesa smeraldina, si lasciavano cullare dal vento leggero che soffiava libero nell’ambiente.
Possenti alberi spuntavano dal terreno, le loro fronde riflettevano la luce della luna alta nel cielo che splendeva di una luce argentea.
“Tutto ciò mi appartiene…” disse chiudendo gli occhi ”questo posto così tranquillo… questa quiete, mi rilassa, facendomi naufragare nel dolce mare dei miei più positivi pensieri”.
Aprì gli occhi e prese tra le mani il ciondolo d’argento a forma di stella che fin dalla nascita portava al collo, nessuno voleva se ne separasse.
“Ho tutto…mia sorella maggiore, degli Specter a me fedelissimi, ogni mia richiesta viene esaudita” guardò il ciondolo “…allora ditemi, Sommo Hades, perché questa sensazione di vuoto? Perché mi sento mancare qualcosa…o forse qualcuno?”.
Erano ormai quindici anni che si poneva questa domanda, ma nessuno gli aveva mai dato una risposta.
Una lacrima solitaria scese dai suoi occhi verde smeraldo, rigandogli il volto.
“Una lacrima?” pensò avvicinando una mano alla guancia “Non sono mai stato un ragazzo troppo forte e deciso, le lacrime hanno sempre accompagnato la mia fanciullezza… Ma perché ne sto versando in questo momento? Non ne ho motivo”.
Tornò a sdraiarsi sull’enorme letto a baldacchino dal legno nero, con tende scarlatte legate da un filo dorato, le coperte e le lenzuola di seta pregiata color carbone e i cuscini (l’unica parte del letto bianca) soffici e ripieni di piume.
Si avvolse nel dolce calore delle lenzuola e prima di chiudere gli occhi guardò la gabbia vicino al suo letto, dove all’interno riposava un pappagallo dal manto azzurro e dal becco rosso.
“Buona notte Ikki” disse prima di addormentarsi cullato dal dolce eco dei suoi sogni.


Note dell'Autrice:

Ciao a tutti! :D
Io sono Sapphir, e questa è la mia primissima fanfiction, dedicata al mio personaggio preferito in assoluto di Saint Seiya( TI AMO SHUN!!!)
La domanda che ha dato origine a tutto ciò me la pongo da sempre( o almeno da quando guardo l'anime) e cercherò di darvi una risposta, ovviamente secondo il mio parere.
Detto ciò ... GRAZIE DI AVER LETTO QUESTA ROBA! E al prossimo capitolo!



 

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Capitolo 2
*** Libertà...una parola sconosciuta ***


Libertà…una parola sconosciuta
“Svegliatevi venerabile Shun” disse una voce.
Il ragazzo aprì leggermente gli occhi: il sole faceva filtrare un suo luminoso raggio attraverso il vetro sottile della finestra, ora libera dalle pesanti tende.
Girò lo sguardo verso il proprietario di quella voce roca e truffaldina.
Sobbalzò, trovandosi davanti il viso deforme di Zelos, cavaliere della rana.
“Scusatemi, vi ho spaventato? Hi hi hi” ridacchiò il cavaliere “N-no…sono solo sorpreso: solitamente vengono Pandora o le ninfe a svegliarmi…” rispose il giovane con la voce un po’ tremolante.
Il volto di quell’uomo metteva inquietudine ed orrore a chiunque lo guardasse per la prima volta: i suoi enormi occhi (dalla piccola iride viola) sembravano fuoriuscirgli dalle orbite, aveva la bocca leggermente spostata a sinistra, con una fila di enormi denti che sporgeva dalle labbra storte e carnose contornate da brufoli di varie dimensioni.
A molti era nota la sua indole subdola e meschina .
“Mi dispiace deludervi, vostra sorella Lady Pandora è molto indaffarata, in fondo…mancano solo tre giorni” ribatté Zelos.
“Capisco…ti ringrazio per avermi svegliato, dopo colazione andrò ad aiutarla”
“Mi rincresce signorino, ma vostra sorella mi ha esplicitamente ordinato di non farvi avvicinare, vuole che siate libero dai pensieri e disidera che vi rilassiate”
“Ma…”
“Non avete sentito? Niente pensieri! Considerate questi ultimi giorni come una vacanza” lo interruppe” Forza, ora vestitevi: vi attenderò per la colazione”
“Attendermi?” sussurrò Shun improvvisamente preoccupato.
“Esatto, fino alla cerimonia mi è stato affidato il compito di sorvegliarvi; non preoccupatevi, non vi accorgerete di me…” la rana si girò e aprì ai limite il suo occhio sinistro ”Sarò la vostra ombra hi hi hi”.
Shun rabbrividì… perché tutto ciò? Cosa temevano? Cosa nascondevano?
Aspettò che il cavaliere uscisse dalla stanza e dopo essersi lavato tirò fuori dall’armadio la sua veste: un abito lungo e nero dai ricami d’oro, legato all’altezza dei fianchi con un lungo nastro rosso, ed una spaccatura che lasciava intravedere i pantaloni lunghi e corvini.
“Ora che ci penso… non mi hanno mai lasciato entrare nel mausoleo dove riposa il corpo mitologico del sommo Hades” si turbò ”Come non mi hanno mai permesso di andare al difuori dei campi Elisi e giungere alla Giudecca col solo spirito… cosa c’è oltre quel bosco? Oltre quel muro di maestose querce?”
Si avvicinò lentamente alla gabbia, l’uccellino al suo interno se era appena ridestato “Buon giorno” disse dolcemente mentre apriva il piccolo cancellino di ferro e facendo posare il suo piccolo amico sull’indice destro.
“Buon giorno! Buon giorno!” ripeté il volatile.
Il ragazzo fece un piccolo sorriso.
Adorava la voce del suo piccolo compagno di giochi…l’unico che aveva.
Glielo aveva donato una piccola ninfa dai capelli viola il giorno della sua nascita … il volto di quella giovanissima fanciulla risuonava ancora vivo nella sua memoria, nonostante la tenerissima età.
“Non ho più rivisto quella ninfa…quei suoi occhi azzurri sfumati di verde…limpidi come una sorgente…chissà che fine ha fatto”
“Buon giorno! Buon giorno!” la voce del pappagallo spezzò il suo silenzio
“Scusami piccolo, hai ragione! Vado subito a prenderti i semi” sorrise Shun, accarezzandoli la cresta azzurra. Dopo quel gesto affettuoso Ikki volò sul comodino di ebano pregiato posto di fronte al letto.
“Oggi sei particolarmente affamato vedo” scherzò il giovane avvicinandosi al mobile e, aprendo un piccolo cassetto ne estrasse un po’ di semi.
“Tutto tuo” face il ragazzo porgendo la sua bianca mano col palmo pieno di cibo al suo animaletto, che prese a beccarlo voracemente “Fai piano cucciolo, non ti corre dietro nessuno”.
Da quando aveva memoria era così che Shun aveva nutrito il suo animale da compagnia, quei piccoli momenti lo facevano sentire davvero bene “Noi due siamo simili sai?” disse ”Siamo entrambi prigionieri, ma non siamo tristi… Siamo sorvegliati e forse bramiamo la libertà… “
“Libertà! Libertà!” ripeté il volatile alzando per un attimo la testolina dal pasto.
“ Ma…! Se ce ne andassimo causeremo solo dolore alle persone che ci vogliono bene…!” proseguì, come se volesse rimangiarsi ciò che aveva proferito e consolare contemporaneamente entrambi.
Sul suo aggraziato viso si posò un velo di tristezza.
“Quando sarò Hades…potrò rivivere questi momenti?”
Il velo si fece sempre più spesso aiutato anche dal dubbio appena fiorito nella mente.
“Cosa vuol dire realmente … Libertà”.

 
 

Note dell’autrice:
Scusate il ritardo, ma ci sono stati dei problemi di pubblicazione( oltre alla mancanza di voglia della sottoscritta …ok…forse questo non dovevo dirlo …. VOI NON AVETE LETTO NULLA!).  Se vi state chiedendo come Zelos sia finito nell’Elisio lo scoprirete nei prossimi capitoli, detto ciò GRAZIE DI AVER LETTO E CONTINUATE A SEGUIRMI!
P.s. La fan art è mia ( so che non è un granché però … XD)

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Capitolo 3
*** Presagio di guerra (parte 1) ***


Presagio di guerra
parte 1
 
Era pieno pomeriggio, poco dopo pranzo, la gente che non era ancora rientrata si affrettava a prendere il treno per tornare a casa e i ritardatari correvano affannati sotto il sole cocente tentando di trattenere il fiatone.
Gli alunni uscivano durante l’intervallo per giocare o spettegolare del più e del meno, mentre in lontananza, quasi vicino alla campagna, sorgeva una villa maestosa dalle bianche mura circondata da un giardino particolarmente curato, con stupende aiuole sparse qua e là dai fiori di ogni specie.
Leggiadre farfalle danzavano da una corolla all’altra dando a quel luogo un aspetto fiabesco.
Al suo interno un esercito di servitori accingeva ai propri doveri con una coordinazione impeccabile, come se qualcuno li guidasse da lontano.
Un ragazzo dai capelli castani e gli occhi nocciola sedeva sul divano del salotto, intento a guardare un incontro di pugilato.
“Questi qui non sanno lottare!” sospirò il giovane “Io combattevo in questo modo quando avevo dieci anni!”
“Beh, quei due non hanno trascorso sei anno in Grecia per poi diventare cavalieri di Pegasus” disse una voce alle sue spalle.
Il ragazzo si voltò, trovando l’amico russo che lo osservava divertito.
“Hyoga! Quando sei tornato?” gioì il castano mettendogli una mano sulla spalla.
“In questo momento. In Siberia si stava troppo tranquilli senza di te, inoltre Lady Saori mi ha chiesto di venire” rispose il biondo.
“Ah, giusto!” esclamò il compagno battendosi una mano sulla fronte “Me ne aveva parlato qualche giorno fa, tra poco dovrebbe tornare anche Shiryu ” continuò con entusiasmo.
“Chissà perché non mi sorprende che tu l’abbia dimenticato, Seiya” scherzò Hyoga, che ricevette come risposta una linguaccia amichevole.
Un microcosmo aggressivo si rese percettibile alle loro spalle.
Conoscevano bene l'individuo a cui apparteneva. 
"Sei stato convocato anche tu a quanto pare" disse con tono rassegnato il russo "Ikki di Phoenix".
"Vedo che da voi non sono ben accetto" rispose "ma in fondo come biasimarvi" ridacchiò, stendendo ulteriormente la schiena sulla colonna dove era appoggiato. 
Il santo della fenice era il più anziano fra i giovani bronze al servizio di Athena, come il più scontroso e solitario tra loro.
Non poneva troppa fiducia e fedeltà a nessuno, nemmeno alla stessa dea (anche se non lo dava a vedere).
Ma nonostante tutto nessuno gli mancava di rispetto.
Aveva la fama di essere il più forte tra loro (ed era innegabilmente vero), nonché unico superstite dell'isola della Regina Nera, luogo di addestramento considerato da tutti un Inferno a cielo aperto.
Nonostante tutto però i suoi compagni nutrivano una forte compassione nei suoi confronti, non solo perché aveva dovuto affrontare quel posto così crudele.
Non solo come tutti loro era orfano (aveva perduto i genitori a soli quattro anni) ed era stato costretto a diventare cavaliere, ma sempre in tenera età aveva dovuto assistere impotente al rapimento del fratello minore ancora in fasce.
Non ricordava chi o cosa lo avesse portato via da lui...o forse non osava farlo, perché il senso di colpa ed il dolore lo avrebbero assalito bramosi...fino a consumarlo. 
Malgrado i numerosi anni passati da allora, però, Ikki non si era mai arreso, e tutt'ora la speranza di riabbracciarlo non moriva.
Era sempre in viaggio, cercando ogni sorta di indizio che potesse condurlo dal suo otouto, e tornava alla villa solo in casi di emergenza. 
Davvero ammirevole. 
"Ah, eccoti Ikki! " esclamò una voce profonda e seria.
Tatsumi, il maggiordomo (soprannominato da Seiya "Testa pelata"), fedele servitore della famiglia Kido, li osservava dalle scale.
"Lady Saori desidera parlarti, forza muoviti!" ordinò l'uomo.
"Arrivo" rispose l'interpellato "Non sia mai che faccia attendere la nostra principessa!" sghignazzò.
"Come osi!" sbraitò il servitore, che subito si precipitò furioso in direzione della fenice, pronto a dargli una lezione. 
Il cavaliere si scostò leggermente dalla traiettoria del pugno che lo avrebbe colpito sul volto, schivandolo.
Approfittò poi degli attimi di sgomento dell'aggressore per fargli lo sgambetto e farlo precipitare rovinosamente a terra.
"Non ho più sette anni energumeno!" proferì il ragazzo con tono beffardo, e senza attendere oltre si incamminò in direzione dell'ufficio di Saori, accompagnato dalle risate di Hyoga e Seiya, sbeffeggianti Tatsumi che nel frattempo si era coperto il viso per la vergogna. 

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Capitolo 4
*** Presagio di guerra (parte 2) ***


Presagio di guerra
parte 2

Lo studio della ragazza era perfettamente in ordine.
Nulla era fuori posto.
Perfino le penne sulla scrivania sembravano incollate all'interno del contenitore.
Ikki si guardò intorno, incredibile quanto non mostrasse alcuna differenza dall'ultima volta che vi aveva messo piede.
In effetti una variante c'era: il proprietario.
“Oh, Ikki ben arrivato” disse Lady Saori vedendolo entrare “ti stavo aspettando, ho delle cose molto importanti da dirti” proseguì.
Il ragazzo andò a sedersi sul divano al centro della stanza.
“Desideri qualcosa? Hai dovuto affrontare un lungo viaggio e...”
“Tagli corto, Milady” rispose sgarbatamente lui “Come mai tutta questa urgenza? Si sta preparando una nuova guerra?”.
Gli occhi blu del giovane erano puntati, impassibili e severi, su quelli della fanciulla che girò lo sguardo, avvicinandosi alla finestra.
A quel ragazzo non si poteva nascondere nulla.
“E' solo un sospetto” sussurrò lei dopo un po' “Ne ha già parlato con gli altri?” domandò Ikki senza cambiare espressione.
“Come ho già detto è solo una sensazione, non vorrei allarmarvi per nulla” rispose Saori 
“Allora perché ci ha convocati se non ne era certa?....E perché ne sta parlando solo con me?” chiese sospettoso Ikki, avvicinandosi a lei.
“Volevo essere sicura che foste tutti nello stesso luogo, in modo da potervi rintracciare facilmente...e per quanto riguarda te..."
La dea si voltò, in modo da vedere chiaramente il volto del suo interlocutore.
“Sta notte ho avuto una visione” proferì con la voce leggermente tremolante
“Una visione?” le fece co la fenice
“Sì, il nostro nemico è una divinità che, al contrario di Poseidon, non si reincarna sin dall'origine in un corpo”
“Intendete forse che ne impossessa uno?"
"Esatto, colui che sulla Terra possiede il cuore più puro".
La fanciulla tornò a guardare il vuoto aldilà del vetro.
Il sole era stato oscurato da nubi minacciose.
Si stava preparando un acquazzone.
Anche il cielo piange quest'imminente catastrofe” pensò.
Una nuova battaglia sarebbe scoppiata molto presto, ne era certa.
Una Guerra Sacra.
Quel dissapore che procede impetuoso dai tempi del mito e che ogni Athena aveva dovuto affrontare, fino a giungere alla sua generazione...
Hades, dio dell'oltretomba e padrone della morte, colui che brama lo sterminio della razza umana.
Molto sangue sarà nuovamente versato, nuovi scontri saranno combattuti...e una nuova anima innocente conoscerà il terrore dell'oblio.
Ikki voltò a sua volta lo sguardo, sghignazzano tra se “Ribadisco: io cosa c'entro? Temete che questa misteriosa divinità possa impossessarsi di me?”
Tzh. Io di illibato ho solo la verginità" pensò poi.
Saori fece una lunga pausa.
Lei sapeva chi sarebbe stato il nuovo involucro del signore degli inferi, la dea dentro di lei glielo suggeriva...lo aveva già incontrato quando egli era ancora in fasce...sapeva che doveva occuparsene in qualche modo, anche se l'idea non le piaceva affatto...ma come poteva chiedere a Phoenix...
“Niente...tu sei il più adulto tra i miei Saints, e sicuramente il più adatto a mantenere celata questa situazione fino a minaccia confermata” provò ad azzardare una risposta la giovane (voltatasi nuovamente verso Ikki)
“Sì...d'accordo Milady...” rispose il ragazzo “quando vorrete dirmi la verità sapete dove trovarmi” disse dirigendosi verso la porta “Ora se vuole scusarmi” concluse uscendo dallo studio.


Note dell'autrice:
Rieccomi qui con un nuovo aggiornamento :)
Scusate il capitolo mega corto, vi prometto che il prossimo sarà più lungo (anche perché qui dialogano e basta)
Per i fan di Ikki: non mi uccidete per la battuta sulla verginità XD
Annunci: a breve arriverà il capitolo nel quale i fratellini si incontrano (il luogo è un po' di M, ma vabbè. OK BASTA SPOILER)
A PRESTO E BACI!
p.s. vi chiedo enormemente scusa per gli errori grammaticali, ma ho scritto questo capitolo di fretta e non ho avuto il tempo di riguardarlo

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Capitolo 5
*** Dubbi ***


Dubbi


"Shun! Cosa fai ancora alzato?" chiese Pandora, vedendolo entrare nella propria stanza.
"Perdonami sorella... non riuscivo ad addormentarmi" rispose il giovane.
"Poi...ti ho sentita suonare l'arpa...e ho capito che anche tu eri sveglia" continuò, arrossendo leggermente e chiudendosi la porta alle spalle.
"Sai bene che non voglio vederti gironzolare a quest'ora" lo rimproverò dolcemente lei.
"Lo so...ma è così raro vederti qui, specialmente adesso" pigolò il fratello, a capo chino.
La fanciulla sfoggiò un leggero sorriso, rassegnato ed intenerito, ma che comunque non mancò di rendere felice il ragazzo, illuminando così i suoi occhi puri.
Un dubbio, però, tornò ad oscurarli.
"Cosa c'è?" chiese Pandora, avvicinandosi.
Shun si morse il labbro inferiore: aveva paura di offenderla con ciò che gli passava per la testa, ma voleva sapere cosa realmente stava accadendo.
"Oggi...è venuto a svegliarmi Zelos" pigolò titubante "...aveva...aveva il rosario che permette l'attraversamento per l'Elisio...".
La ragazza si bloccò al centro della stanza.
"Shun..."
"Perché?!"
"Shun!"
"Cosa sta succedendo?!"
Neanche lui immaginava di possedere tanta foga.
Si sentiva sicuro nonostante gli occhi pizzicanti, annuncio di imminenti lacrime.
"Smettila!" disse la sorella con una voce che non ammetteva obbiezioni
"Ho concesso a Zelos uno di quei rarissimi oggetti in modo che potesse sorvegliarti. Il giorno tanto atteso è imminente, e non possiamo permetterci intoppo alcuno"
"Perché dovrebbe farlo? Io non possiedo nemici! La venuta di Hades donerà la pace eterna...non è così?"
Pandora esitò.
"Queste sono faccende che non puoi comprendere" ripose ferma "Adesso basta, va a dormire" ordinò, dandogli le spalle.
Shun strinse i pugni.
"E sempre così..." bisbigliò, con un tono che non era da lui
"Come?" lo canzonò la donna, rimanendo voltata
" ‘Queste faccende non le puoi capire’, non fate che ripetermelo dalla nascita! Eppure sono io il protagonista di tali argomenti!
SONO STUFO DI ESSERE SEMPRE ALL'OSCURO DI TUTTO!" esclamò il giovane, in preda alle lacrime.
Il volto stupito della sorella (ora fisso su di lui), lo fece come redimere dalla propria furia.
"Mi dispiace...non volevo..." disse, asciugandosi gli occhi.
Pandora sospirò, e con fare dispiaciuto si avvicinò al ragazzo che, vedendola arrivare abbassò lo sguardo, aspettandosi un giusto rimprovero per aver messo in dubbio la fiducia della persona a lui più cara.
Inaspettatamente, però, la fanciulla lo abbracciò.
"So...sorella" sussurrò
"Non hai nulla di cui scusarti, ma devi comprendere che ciò che faccio lo faccio solo per il tuo bene" gli disse lei soave, staccandosi e accarezzandoli la guancia fredda.
Non si sarebbe mai aspettata però ciò che vide.
Il volto di Shun era scuro, la pelle rosea era ora di un bianco pallido...i suoi occhi erano vitrei, come assenti da qualsiasi emozione.
Le labbra del fanciullo si piegarono, pronte a parlare.
"Pandora...affermi ci sia un motivo per tutto ciò...ma io non lo comprendo".
Quella voce non gli era propria...no, quello non era Shun.
"Voi tutti mi state nascondendo qualcosa, qualcosa di tremendo, che custodite e celate alla mia regale persona" concluse quel non-lui.
Il cosmo del ragazzo iniziò ad innalzarsi, nobile e minaccioso: non era la prima volta che avveniva, quando si arrabbiava il suo potere impazziva e non era più consapevole delle proprie azioni.
Pandora non perse tempo e, premendo la propria mano sul ciondolo d'argento del fratello, riuscì a calmarlo lentamente.
"E' successo di nuovo...non è vero?" pigolò malinconico Shun, tornato in sé.
"Non preoccuparti, non è successo nulla" rispose la ragazza, facendo appoggiare la testa del fratellino sul proprio petto, cullandolo dolcemente e accarezzandogli i capelli
"So che non lo fai apposta..."
"In quei momenti non sono cosciente...potrei fare del male a qualcuno o peggio...a te..." squittì il più piccolo, piangendo e posizionandosi meglio fra e braccia della sorella.
"No, Shun, la tua indole è generosa e pura, non faresti mai del male a qualcuno per tua volontà".
Il fanciullo rimase avvolto in quel caldo abbraccio....addormentandocisi, come quando era bambino.

"Oh, Shun, presto ti sarà tutto chiaro, perché diverrai il signore degli Inferi...e del mondo intero"



Note dell'autrice:
Sento già i forconi e le fiaccole sotto casa mia *sob*
Abbiate pietà di me, SO' di essere in MOSTRUOSO ritardo, ma vi giuro che non è colpa mia!
PRENDETEVELA CON LA WI-FI CHE ANDAVA E VENIVA A SUO PIACIMENTO! -_-"
Detto ciò vi chiedo ancora scusa e spero (vivamente) che questo capitolo vi sia piaciuto e sia degno dei precedenti.
P.s Tra (molto) breve ci sarà il momento tanto atteso, non mancate!

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Capitolo 6
*** Incubo comune (parte 1) ***


Incubo comune
parte 1


Il tepore delle coperte e l'abbraccio quasi immediato del sonno: questa era l'ultima cosa che Shun ricordava.
Poi il silenzio....
Come normalmente avviene quando ci si addormenta.
Ma quello non era un silenzio comune.
Forse non poteva più neanche essere ritenuto un silenzio dato che, se si metteva in ascolto, poteva percepire il rumore del vento misto ad uno strano odore.
Zolfo.
Come faceva a saperlo?
Non sapeva neanche cosa fosse lo "zolfo", eppure lo aveva subito identificato così.
Disturbato da quelle improvvise sensazioni il ragazzo creò uno spiraglio fra le palpebre.
Si scoprì disteso a pancia in su, con lo sguardo rivolto al cielo.
Mise meglio a fuoco, e lo vide nero, colmo di polveri che gli conferivano una sfumatura rossastra.
Un altro odore raggiunse le sue narici, ma Shun (non avendolo mai inalato) non lo riconobbe.
Si sedette, strofinandosi gli occhi con il dorso delle mani, mentre una domanda fatale si faceva strada nella sua mente: "come ci sono finto qui?"
"Dove mi trovo?" si chiese, riportando le mani a terra.
Nel farlo però, l'arto sinistro urtò qualcosa...qualcosa di freddo e allo stesso tempo morbido.
"Ma cos...AHAHAAHAHAAH!!!"
Scostò velocemente le dita, assieme a tutto il suo corpo.
Un cadavere....un cadavere giaceva accanto a lui!
E non era il solo!
Altre salme erano sparse su quel terreno, come fiori su un prato.
"....no...no no no no no no NO NO!!!"
Si ripeteva isterico, con le mani strette sulle proprie tempie e le palpebre serrate, pronte alle lacrime.
"Questo non è vero!.... è un incubo...sì! E' un incubo! Non può essere altrimenti!"
Prese a sbattere le nocchie contro i lati della propria testa.
"SVEGLATI SHUN! SVEGLIA! SVEGLIA! SVELIATI!!!!"
Sentì sopraggiungere una forte sensazione di nausea, unita ad un improvvisa emicrania (non dovuta al suo vano tentativo di svegliarsi)
Il giovane si curò di loro solo quando si rese conto che la sua lucidità stava assottigliandosi pian piano.
"Sta succedendo di nuovo... no! Non lo permetterò!"
Si portò entrambe le mani al petto, tentando di calmare i battiti del cuore e se stesso.
Inspirò ed espirò finché non fu sicuro che il pericolo fosse passato.
"C'è mancato poco... " sospirò sollevato "devo tenere a bada le mie emozioni altrimenti..."
Mentre formulava ciò il suo sguardo tornò inevitabilmente a posarsi sul corpo senza vita vicino a lui, notando solo in quel momento che egli portava un'armatura, seppur tumefatta.
"Non è una surplice..." realizzò, avvicinandosi, spinto da un'improvvisa curiosità "è....bianca!"
Rigirò con cautela la testa del morto, in modo da poterlo vedere in faccia.
"E'...è un ragazzo!"
Si guardò nuovamente attorno...ciò che sospettava si rivelò realtà.
Erano tutti giovani uomini, i più anziani non saranno stati maggiori di trentacinque anni
Tutti portavano i resti di un'armatura.
Le sue attenzioni, poi, vennero catturate da due corpi accatastati l'uno sopra l'altro, non molto distanti da lui.
Uno era biondo, con ancora qualche pezzo di corazza, l'altro dai lunghi capelli mori, completamente privo di protezioni.
"Ha sulla schiena delle chiazze nere" notò Shun "si stanno schiarendo da sole...chi sa che vuol dire".
Stava per alzarsi ed andare a controllare, quando si ricordò della testa appoggiata sul suo grembo.
Capelli e occhi color nocciola.
"Mi dispiace così tanto..." pigolò "...forse potrei..."
"NON MUOVERTI!"
Shun sobbalzò, percependo solo adesso il cosmo ardente che, da qualche minuto ormai si trovava alle sue spalle, osservandolo con diffidenza.


 
Note dell'autrice:
Un capitolo piccolo piccolo che spero vivamente di aver scritto decentemente (ogni volta ho una fifa bestiale, perchè temo di pubblicare delle cavolate che rovinino la storia)
Ok......... lo ammetto è da stronze finirlo così, ma so che comprenderete *sguardo fiducioso*
*sente bussare una folla inferocita alla porta*
Cacchio -__-"
Alloooooora
Questo capitolo lo avrei pubblicato già due settimane fa, ma uno sfortunato incidente ( ho cliccato "cancella" invece che "codice sorgente") mi ha impedito (per l'arrabbiatura ,che fra poco lanciavo il computer) di dedicarmi alla scrittura ( contando anche il fatto che ho preferito dare la precedenza a "Daughter of Hell" che era da secoli che non aggiornavo)
Suvvia! Meglio tardi che mai no? *ennesimo sguardo fiducioso*
Ringrazio in anticipo Hades_sama (che sono certa (spero) recensirà), e tutti coloro che leggeranno il capitolo ( a tal proposito spero recensirete anche voi)
Un altro ringraziamento (e un bacione enorme) a chi a messo la storia fra le seguite e a presto!

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Capitolo 7
*** Incubo comune (parte 2) ***


Incubo comune
(parte 2)

 
(Ikki)
"Cosa fa qui?"
Phoenix scrutava il proprio bersaglio attentamente.
Lo faceva ormai da lunghi ed interminabili secondi.
Senza dire niente, se non nella propria mente.
Shun, dal canto suo, non era nelle facoltà psicologiche di farlo.
Lo fissava come se avesse avuto a che fare con un fantasma, immobile e terrorizzato.
"Non è la prima volta che mi ritrovo a camminare in un campo di morte prematura..."”continuò Ikki, mentre un velo di amarezza si faceva strada in lui, ripensando al fatto che non era impossibile che accadesse anche nella sua normalità.
"Ma...lui che c'entra?! Chi è? " 
Il suo sguardo si incupì in modo impercettibile"... Possibile che più lo guardi più mi ricordi..."
Chiuse le palpebre e scosse la testa rapidamente per poi tornare a puntare i propri occhi determinati sul più giovane.
"Cosa vado a pensare!? E' impossibile! Come potrebbe LUI essere qui?! ... ma... i suoi occhi... occhi così puri, occhi di un angelo perduto!... sono così simili a..."
"Tu chi sei!?" tuonò infine deciso.
 
 
 
 
(Shun)

"Tu chi sei!?"
Il cavaliere misterioso gli aveva rivolto queste parole con la severità che un padre può riservare al figlio beccato in fragrante.
Eppure.... c'era qualcosa... una sfumatura che tradiva un velo di.... disperazione?
"In fondo..." si disse "come biasimarlo?"
Si mosse un poco, con l'intento di alzarsi per fronteggiare al meglio quell'uomo in cui al confronto si sentiva un indifeso pulcino difronte alla volpe, ma qualcosa lo ostacolò nuovamente.
La testa del guerriero dall'armatura bianca.
Era ancora lì, abbandonata sul suo grembo, con lo sguardo fisso nell'abisso freddo della morte.
Shun non se lo sapeva spiegare, ma sentiva una strana sintonia con quel giovane.
Si erano già incontrati da qualche parte? No, impossibile.
"E' un suo compagno?" chiese alla fenice, senza però voltarsi a guardarlo.
Non c'era bisogno di vederlo per capire che era confuso... o forse arrabbiato per non aver risposto al suo quesito, chi lo sa?
Non poté però accertarsene, perché all'improvviso una strana brezza iniziò a soffiare, sempre più forte, fino a diventare una bufera.
"Che sta succedendo?!" urlò il fanciullo, tentando di farsi sentire dall'altro, che però sembrò ignoralo.
A causa del polverone levatosi non poteva accertarsene.
Riadagiò più dolcemente che poté il cadavere al suolo, per poi alzarsi e seguire con lo sguardo la direzione dove sembrava sorgere l'origine della tempesta.
Qualcun altro, però, ci aveva già pensato.
Shun fece solo in tempo a vedere una grande luce, accompagnata da una voce, nella quale riuscì a percepire solo la parola "ali", per poi venire avvolto da un'aria calda e soffocante...vulcanica.
 
(Ikki)

"Che diavolo è quello!?"
Era ancora nella posizione d'attacco, quando scorse qualcosa di sconcertante.
Aveva avuto l'idea di usare le 'ali della fenice' per colpire il cosmo origine della tempesta. Una volta riuscitovi, però, si era ritrovato a pochi metri di distanza da una strana voragine verticale.
L'universo vi vide all'interno.
Con la coda dell'occhio intravide il suo misterioso compagno di sventura vittima dello stesso sgomento.
La quiete durò pochi istanti.
Dal misterioso portale scaturì un urlo assordante, simile al ruggito di una belva feroce, e la tempesta infuriò nuovamente sui due più accanita e feroce he mai.
"A quanto pare non ti è bastato!" lo sfidò sogghignando "Ne vuoi ancora?! TI ACCONTENTO SUBITO! ALI DE-"
"ASPETTI!"
"Eh?!"
Si voltò di scatto, in direzione del più giovane.
Lo trovò abbracciato ai tre cadaveri a lui più vicini, cadaveri che lui conosceva bene...
"NON LO ATTACCHI!"
"COSA?!" ribatté, sconcertato da quelle parole
"SE LO FARA' AUMENTERA' LA SUA POTENZA E RISUCCHIERA' QUESTI CORPI!"
"MA SEI SCEMO!?" avrebbe voluto urlargli di rimando, aveva altro a cui pensare, ma non resistette dal chiedere "E allora cosa suggerisci di fare?"
Era una domanda retorica, cosa poteva fare quel fragile ragazzino?
"Lasci fare a me!"
"COSA?!"
"Lei trattenga loro!" continuò, riferendosi ai giovani defunti in cui metteva la sua forza per non lasciarli spazzare via.
"Come?"
"So che siamo estranei, e comprendo a pieno la sua riluttanza, ma la scongiuro..." le lacrime sgorgavano dai suoi occhi, per poi venire strappate via dalla corrente "La scongiuro! Si fidi di me!"
Non c'era traccia di insicurezza in quello sguardo: certo, a causa del pianto non si sarebbe detto, ma Ikki ne era certo, non stava mentendo.
Era quasi autoritario.
Si morse il labbro e serrò le palpebre.
"ACCIDENTI A ME!"  si disse, correndo nella sua direzione.
 
 
 
(Shun)


La voragine, notando gli spostamenti del cavaliere, aumentò la forza del vento, rialzando nuovamente la polvere.
Cosa che, però, non sembrò turbare il cavaliere, che continuò la sua corsa.
"E' strano" notò Shun" La tempesta sembra coinvolgere solo noi cinque... il paesaggio circostante sembra non risentirne, fatta eccezione per la polvere..."
"Dammi qua!"
Il giovane sentì il peso sotto le proprie braccia venir strappato via, accorgendosi poi dell'arrivo del guerriero.
"Cosa vuoi fare adesso?!" gli chiese Phoenix, impaziente ed irritato
"Affievolirò il suo cosmo!" dichiarò, non curandosi dello sguardo stupito della fenice.
Quel moccioso conosceva il cosmo?!
Shun si alzò.
L'aria gli muoveva i capelli smeraldo, in una danza scatenata e innaturale.
"La polvere è scomparsa"  valutò, mentre a passo lento e solenne si avvicinava al nemico.
Era a un paio di metri da lui quando si fermò.
L'energia sprigionata da quel gorgo lo avrebbe inghiottito, se solo non avesse espanso il suo cosmo ,che sembrava separarlo da ciò che lo circondava.
Piegò i gomiti per raggiungere l'altezza della vita , con i pugni stretti in una morsa.
I suoi capelli smeraldo, adesso, si muovevano assecondando i movimenti della sua aura nera e scarlatta.
 
 
(Ikki)
 

 "Ha un cosmo immenso..." sussurrò stupito, mentre assisteva a quello spettacolo così strano e magnifico.
Sentiva la tempesta placarsi pian piano, finché non si dissolse, assorbita interamente dal suo salvatore.
"Non sembra più lui" constatò, con i nervi tesi, che si rilassarono solo quando la stessa energia del giovane, richiamata dal suo proprietario, svanì lasciandolo col fiatone.
"Deve essere stata un'impresa ardua...Incredibile....Si può sapere...chi è quel giovane?"  si chiese, mentre Shun si voltava, sorridendoli con un sorriso sincero e puro.
Ikki era sul punto di rispondere, in fondo gli aveva salvato la vita no?
Ma ogni allegria scomparve dal suo volto, quando notò qualcosa alle spalle del compagno che allarmarono lo stesso.
Due tentacoli neri erano sbucati dal portale e si diressero in picchiata verso il giovane smeraldo.
"Non può evitarli!"
Si tolse malamente i corpi di dosso e scattò in avanti, deciso a salvarlo.
"LEVATI!" urlò, infatti
"NO, SI FERMI NON LO FACCIA!"

.....ah...agh.........ah........ugh.....




Note dell'autrice:
Ok, mi sono sicuramente giocata i lettori con questo straccio di capitolo, ma ok.
SALVE A TUTTI! Per vostra somma felicità sono tornata con un nuovo capitolo
YEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE!!!!
*cerca di riassumere un espressione seria*
Vi chiedo umilmente perdono per il ritardo, ma vuoi l'influenza, vuoi i compiti in classe, vuoi l'ispirazione ho dovuto rimandare la pubblicazione
I'M SORRY ç_ç
Vi annuncio da subito che ci sarà una terza parte di questo capitolo (che ho fatto finire con la suspense da brava sadomasochista quale sono )
*sente la folla inferocita*
QUALCUNO MI SPIEGA CHI GLI HA DATO IL MIO INDIRIZZO!?
Ikki: Io
Io: Cosa?! Perché?!
Ikki: Perché stai facendo vivere a Shun un Inferno! LETTERALMENTE!
Io: Ma...ma...ma ç_ç
*scappa inseguita dalla folla*
Ikki: La piccole soddisfazioni della vita
Shun: Nii-san sei un infame!
Ikki: Ok ok vado a salvarla!
(Dopo 'sta cavolata volevo solo chiedere a chi non ha ancora recensito di farlo, solo per sapere cosa ne pensa della storia e se ci sono critiche costruttive ben vengano anche quelle!)
P.s Se vi state cruciando sulla parte dove Shun pensa di aver già incontrato Seiya sappiate che ci arriveremo col tempo.
CIAO :) 

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Capitolo 8
*** Incubo comune (parte 3) ***


Incubo comune
(parte 3)

 
(Shun)

"Perché?.."

tum...tum

"...PERCHE' LO HAI FATTO?!"

tum...tum

"Perché voi... avete sofferto troppo..."


Shun aveva sussurrato quella frase guardando i corpi che con tanta ostinazione si era deciso a voler proteggere.
Sorrideva loro, malgrado i tentacoli oscuri lo avessero trapassato da parte a parte.
Non era pentito della sua azione, lo avrebbe rifatto sicuramente: più e più volte.
Sentiva il sapore ferroso del sangue salirgli alla bocca, finché non riuscì più a trattenerlo.
Vomitò fuori la propria linfa vitale, creando rivoli scarlatti che ,dalle proprie labbra diafane, scendevano copiosi fino a schiantarsi sul quel suolo malsano: una pozza di sangue e tenera carne si creava sotto di lui.
"Sto morendo..." pensò, cercando di non curare il dolore lancinante ed insopportabile che spandeva le proprie radici assassine in ogni frammento del suo corpo straziato.
"Mi dispiace Pandora... il sogno di tutta la tua vita...io non sono riuscito a realizzarlo...".
Chiuse gli occhi, gonfi di lacrime di rimpianto, mentre frammenti di memoria iniziavano a danzarli nell'oscurità delle palpebre.
Rivedeva se stesso che, con fare rapito e colmo di ammirazione, ascoltava le splendide note che le mani (seppur molto giovani) della sorella suonavano solo per lui, in quei rari momenti in cui gli faceva visita.
Oppure ancora, più caro (e si vergognava un po' nell'ammetterlo) quando dava da magiare al suo amato pappagallino: compagnia che non l'ha mai abbandonato.
Quanto li mancava... e non lo avrebbe più rivisto.
Sentiva di averlo deluso, anche se non si sapeva spiegare il motivo.
"Mi dispiace solo... di non aver potuto fare di più..."
"Ikki..." sussurrò, schiudendo leggermente le palpebre.
 
 
(Ikki)

In quegli interminabili secondi di agonia, Phoenix non sapeva come agire.
Si era preparato a ricevere in pieno il colpo del mostro.....invece delle braccia gentili ,seppur decise, lo avevano scaraventato lontano.
Stupito, in quegli attimi di sospensione a mezz'aria, si era voltato per comprendere chi lo avesse salvato...trovandosi infelice spettatore di uno spettacolo raccapricciante.
Quello strano ragazzino con lo stomaco squartato da quelle appendici maligne.
Non aveva potuto fare niente per salvarlo ... e questo non riusciva a sopportarlo.
"PICCOLO MOCCIOSO INCOSCENTE!" .
Non comprendeva se in quel momento era stata la rabbia o la disperazione a parlare, ma una cosa era certa, costi quel che costi, NON LO AVREBBE LASCIATO MORIRE!
Mentre prendeva la sua decisione, sentì uno strano formicolio all'altezza degli occhi.
"Lacrime?" si stupì, sfiorando con un dito una perla salata sfuggita al suo controllo.

"Ikki..."

Sollevò di scatto la testa.
Era stato quel giovane a sussurrare quel nome.
"Come sai-"
La frase gli morì in gola, quando vide le punte dei tentacoli, fuoriuscite dal corpo di Shun, aggrovigliarsi attorno al suo stomaco e trascinarlo (a seguito di uno strattone che lo fece gemere ulteriormente) verso il portale.
"FERMATI!" urlò, partendo all'inseguimento "NON TE LO LASCERO' FARE!".
 
 
(Shun)
 
"NO,NON VENGA!" .
Avrebbe voluto gridarlo con tutto se stesso, ma non ci riuscì.
Troppo era il dolore che sentiva e poco il fiato che gli rimaneva.
Sentì la testa farsi improvvisamente pesante, fino al punto da non poterla più sorreggere; quindi l'abbassò.
Se fosse stato trascinato anche quel guerriero nel portale nessuno dei due si sarebbe salvato.
Salvato.
Perché quella parola aveva fatto eco?
....
Forse, in fondo, lo sapeva
"Nessuno di noi due si salverà...comunque vada..."
Era... forse rassegnazione ciò che provava? Perché? A lui andava bene ciò che lo aspettava! Molti sarebbero voluti essere al suo posto!

"Cosa succederà a Shun, una volta diventato Hades?"
Non ci aveva mai pensato... perché proprio ora?

Forse... perché era vicino alla morte?

"Nessuno di noi due si salverà..."

.... AL DIAVOLO!
Non voleva morire in quel posto! Questo al momento era l'importante!
Tornò a guardare il proprio compagno di sventura... era ancora lì, pronto a salvarlo.
Raccolse tutte le forse che gli restavano ed ignorando (con non poca fatica )il dolore insopportabile che lo assaliva ad ogni movimento, allungò la mano.
La stese più che poteva, o almeno quanto più vi riusciva, e vide il guerriero fare lo stesso, pronto a spiccare un balzo.
Non doveva mancare molto alla meta allora.
Erano ad un paio di passi ormai... coraggio!
Il cavaliere saltò, uno slancio disperato e mal calcolato.
I loro occhi si incrociarono, entrambi con il fiato sospeso.
Erano a pochi centimetri l'uno dall'altro ormai.
I loro polpastrelli si sfiorarono per qualche istante, perché il portale, raggiunto il suo obbiettivo, si richiuse.

Una maschera di stupore e terrore si dipinse sul volto di entrambi e mentre l'oscurità lo inghiottiva, Shun sentì il cavaliere urlare il suo nome.




Note dell'autrice:
Sfuggita MIRACOLOSAMENTE alla folla inferocita grazie a Shun...
Ikki: GRAZIE A CHI?!
Io: TACI!
Dicevo:
Riuscita a salvarmi la vita grazie a un cavaliere...
Io: Contento?!
Ikki: *sguardo assassino*
Sono riuscita a riprendere in mano il pc e ad aggiornare questa storia! YEEEEEEEEE!
Scherzi a parte, so che l'ultima volta che ho aggiornato c'era Garibaldi in sud Italia, ma abbiate pietà vi prego! Non ne posso più di scappare!
Saori: Pietà un corno misera mortale! Come hai osato scatenare una nuova Guerra Sacra senza il mio consenso!?
Io: Hades approva!
Saori: Certo! E lui che la scatena!
Io: Zitta dea dalla memoria corta!
Saori: Come prego?
Io: Seriamente! Come accidenti fai a non ricordarti (dopo migliaia di anni) che il corpo mortale di Hades porta quel cavolo di ciondolo!?Posso capire Alone, ma Shun ce lo ha sin dalla nascita!
Saori: ....

Athena:         Sapphir:
   0                     1
  
(Dopo questa cavolata ci tenevo a ringraziare Cloe87, Freja, giadajoestar, hiwatari_k, valeassion95 , Kyuube ed OVVIAMENTE Hades_sama per aver messo la storia fra le seguite [e se i primi vorranno recensire mi faranno un gran piacere, anche solo per sapere che ne pensano ;-)] )

CIAO!

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