Pokemon XYZ: l'inizio della storia

di black dalia
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** -Prologo ***
Capitolo 2: *** Cap.1) Luminopoli: dove iniziano i sogni e le avventure ***
Capitolo 3: *** Cap.2) Preparatevi a passare dei guai ***
Capitolo 4: *** Cap.3)La prima cattura ***



Capitolo 1
*** -Prologo ***


Pokemon XYZ: l'inizio della storia

 


ATTENZIONE! Per favore, leggete le note di fine capitolo: contengono informazioni importanti!

 

-discorso-
“pensiero”
-discorso pokemon-
pensiero pokemon”

 

 

-Prologo

 

 

In una stanza di una casa a due piani, nella piccola cittadina di Borgo Bozzetto, una giovane ragazza di 13 anni si stava preparando per intraprendere il viaggio che le avrebbe permesso di realizzare il suo grande sogno.
Era di statura media, aveva la carnagione abbronzata, un fisico asciutto e sottile con delle curve appena accennate, il viso ovale con due segni simili ad una Z su entrambe le gote, occhi grandi color caramello, labbra sottili e capelli tagliati corti, di un color nero corvino, che la facevano assomigliare ad un ragazzo.
Indossava una giacca azzurra a maniche corte e sotto di essa portava una semplice t-shirt nera, dei pantaloni grigio chiaro, calzava delle scarpe sportive bianche e azzurre ed al collo portava un curioso ciondolo formato da otto cristalli, dei colori dell’arcobaleno, a forma di X.
-Allora… credo di aver preso tutto!- disse chiudendo con cura lo zaino azzurro con rifiniture bianche -sei sicura?- chiese una voce accanto a lei -sì! E’ ora di iniziare il nostro viaggio!- rispose la ragazza con un sorriso eccitato raccogliendo un cappello rosso e bianco con il logo della Lega Pokemon sul davanti, un po’ logoro come se fosse già stato usato, dal suo letto e calandoselo in testa prima che un Pikachu gli saltasse sulla spalla -allora, andiamo!- esclamò il piccolo pokemon pompando in alto la zampina chiusa a pugno.
In quel momento, una voce femminile riverberò per la casa chiamando la ragazza -Ashley! La colazione è pronta!-
-arrivo mamma!- esclamò la ragazza, ora nota come Ashley, prendendo il suo zaino e uscendo dalla camera per avviarsi al piano di sotto dove la madre, Delia, ed il suo pokemon, un Mr. Mime, avevano appena finito di mettere in tavola la colazione.
-Buongiorno a tutti e due!- esclamò la madre vedendoli entrare in cucina -buongiorno mamma e Mimey!- rispose la ragazza sedendosi a tavola per servirsi la colazione mentre Pikachu scese dalla sua spalla, sedendosi sul tavolo affianco a lei, mentre Delia gli mise una ciotola di cibo per pokemon di fronte.
-Allora, immagino che sarai molto eccitata! Tu e Serena state per iniziare il vostro viaggio- disse la donna con un sorriso, sedendosi a tavola per iniziare il suo pasto -sì! Non vedo l’ora di ricevere il mio pokemon iniziale!- rispose Ashley, ingoiando le uova col bacon che stava masticando prima di rispondere alla madre.
-Hai già deciso quale vuoi?- chiese Delia guardando la figlia con curiosità -sì, lo stesso che ha scelto papà quando ha iniziato il suo viaggio!- rispose Ashley con entusiasmo.
A quella frase, Delia guardò la figlia con un sorriso dolce ed un espressione triste; sapeva che le mancava il padre, scomparso cinque anni prima, ed aveva avuto il presentimento che avrebbe fatto quella scelta.
-E, invece, Serena?- chiese la donna per riscuotersi dai suoi pensieri tristi: Ashley alzò le spalle -non me lo ha detto; vuole che sia una sorpresa- le rispose, prima di guardare l’orologio appeso al muro che segnava le 08.30.
-Accidenti! Guarda che ora è!- esclamò la ragazza, bevendo l’ultimo sorso di latte prima di alzarsi per caricarsi lo zaino sulle spalle -vieni Pikachu, dobbiamo andare, altrimenti arriveremo in ritardo all’appuntamento con Serena!-
-ci sono!- esclamò il piccolo topo giallo mangiando l’ultimo boccone, prima di saltare sulla spalla della sua amica che, a passo svelto, arrivò alla porta, aprendola -va bene, mamma, noi andiamo! Ti chiamo quando arriviamo a Luminopoli dopo aver preso il nostro nuovo amico, ok? Ciao!- esclamò uscendo in strada -aspetta un attimo, Ashley!- la chiamò la madre sulla porta di casa, fermando la ragazza sulle sue tracce -cosa c’è?- gli chiese voltandosi: la donna non disse nulla, dirigendosi verso di lei con Mr. Mime al suo fianco, ma arrivatale di fronte la soffocò in un abbraccio.
-Non posso credere che la mia bambina è diventata già così grande da poter partire!- gridò la donna con voce rotta dall’emozione mentre continuava ad abbracciare la figlia che faceva del suo meglio per contraccambiare nonostante non riuscisse a muovere le braccia che erano attaccate al corpo per via della presa della madre.
-Mi raccomando, stai attenta! Non dare confidenza agli sconosciuti, prenditi cura di te e dei tuoi pokemon e cambia la biancheria ogni giorno!- Delia si tirò indietro, rilasciando la ragazza che emise un silenzioso sospiro di sollievo, ed asciugandosi gli occhi dalle lacrime che minacciavano di cadere -rimani forte, qualsiasi cosa succeda! E, magari, aiuta Serena a trovare la sua strada- finì la donna, sorridendole dolcemente e facendole l’occhiolino -d’accordo mamma, non ti preoccupare per noi, staremo bene- disse Ashley con un sorriso -pika!- annuì Pikachu.
Vedendo che i due erano davvero pronti per andare, Delia gli diede un ultimo bacio sulla fronte ad ognuno -ciao, fate un buon viaggio e saluta Serena da parte mia!-
-certo! Ti chiameremo appena usciremo dal laboratorio del professore, te lo prometto!- disse la ragazza camminando all’indietro per salutare la madre -ciao!- la salutò anche Pikachu sventolando la zampina dalla spalla della sua amica -va bene, ci conto!- esclamò Delia continuando a sventolare la mano, imitata dal suo pokemon, fino a quando non poté più vedere la figlia.
Sospirò leggermente e disse -non posso credere che se ne sia davvero andata… le cose saranno molto più tranquille senza di lei-
-gree!- la donna sorrise nel sentire quel verso di approvazione -se vuoi davvero seguirla dovresti affrettarti, non vorrei che la perdessi di vista- disse Delia girandosi verso il pokemon che era apparso al suo fianco subito dopo che Ashley se n’era andata: il pokemon annuì leggermente ma rimase fermo dov’era.
Delia, con un ultimo sospiro, si voltò con l’intenzione di tornare in casa, anticipata dal suo Mr. Mime.
-Per favore… tienila d’occhio anche per me- disse la donna sull’uscio della porta, voltandosi verso il pokemon, solo per scoprire che non c’era più alcuna traccia di lui.
Dopo aver sbattuto un paio di volte le palpebre, sorpresa dall’azione fulminea, Delia sorrise e scosse la testa, mormorando -è proprio come un ninja- ed entrò in casa, chiudendosi la porta alle spalle.

 

 

 

 

 

 

 

 

-Nel frattempo, a Luminopoli, nel laboratorio del professor Platan

 

-Mi dispiace, ma non riesco a gestire un pokemon che non segue i miei ordini- disse un giovane allenatore, restituendo una pokeball ad un uomo sulla trentina, allampanato, con la carnagione chiara, gli occhi grigi ed i capelli blu scuro.
Era vestito con una camicia blu e dei pantaloni neri, sopra di essi portava un camice da laboratorio e calzava delle scarpe marroni.
L’uomo, conosciuto come il professor Augustine Platan, sospirò guardando per un attimo la pokeball, prima di ridare attenzione all’allenatore -capisco… beh, mi dispiace per questo inconveniente… spero che tu possa avere un buon viaggio- gli disse, cercando di essere cordiale -senza quel pokemon lo sarà di sicuro- rispose l’allenatore prima di girare sui tacchi ed uscire dalla porta del laboratorio.
Il professore fece una smorfia alle parole del ragazzo ma rivolse subito la sua attenzione alla pokeball che teneva in mano: premette il pulsante ed un pokemon, somigliante ad una raganella di colore azzurro con gli occhi gialli e della schiuma sulle spalle, si materializzò davanti a lui.
-Così non ti è piaciuto nemmeno questo allenatore, Froakie?- chiese Platan, con un cipiglio, al piccolo pokemon che lo stava guardando con un’espressione un po’ scontrosa; almeno, questa volta, non glielo avevano riportato ferito.
-Fro!- ribatté il pokemon con un tono indignato, fissandolo negli occhi, come se lo sfidasse a ribattere la sua scelta, prima di saltellare verso il retro dell’edificio dove sapeva si trovava la serra che conteneva i pokemon del laboratorio.
Il professore sospirò di nuovo, grattandosi la testa, cercando di capire il motivo del comportamento di Froakie; era la prima volta in tutta la sua carriera che un pokemon rifiutava così tanti allenatori senza un motivo apparente.
Alla fine, alzò le spalle e decise di lasciar stare: domani, Ashley e la sua amica sarebbero venute per scegliere il loro pokemon iniziale e doveva preparare gli altri al loro arrivo, sperando anche che il malumore di Froakie sarebbe migliorato per allora.

 

 

 

 

 

 

 

Ciao a tutti!
Mi presento, sono black dalia e questa è la prima storia che pubblico in questa sezione! ^^
Amo i pokemon da quando avevo 10 anni e la mia passione per queste strane e fantastiche creature non si è mai sopita da allora!
Ma, parliamo della storia: primo punto, come avete letto, Ash è una ragazza.
Io adoro le storie gender bender ma ho trovato poche storie decenti dove Ash è una ragazza (e sono tutte in inglese) quindi ho pensato di scriverne una io (sperando di non fare una
schifezza XD).
Secondo e terzo punto: Ashley vive a Kalos quindi inizierà il suo viaggio da lì e Pikachu è già al suo fianco quindi non sarà il suo pokemon iniziale (anche se ho il fondato sospetto che tutti voi abbiate capito quale sarà il suo primo pokemon XD).
Quarto punto: Ashley ha la capacità di capire il linguaggio dei pokemon.
Il motivo di questa sua abilità verrà svelato con l’avanzare della storia quindi non chiedetemi nulla perché non faccio spoiler.
Quinto punto: Ashley e Serena avranno la possibilità di catturare altri pokemon oltre a quelli canonici.
Ho sempre pensato che la squadra di Ash mancasse di un paio di pokemon che avrebbero potuto fare la differenza nelle sue lotte e, per quanto riguarda Serena… beh, lei cattura solo tre pokemon nell’anime quindi ho deciso di aggiungerne altri alla sua squadra; spero che vi piaceranno le mie scelte ;)
Ed ora, lancio una sfida a voi lettori: i primi tre di voi che indovineranno il pokemon che segue Ashley nel suo viaggio (intendo quello a cui Delia chiede di tenere d’occhio la figlia dopo che questa è partita) vinceranno un premio!
Al primo classificato darò la possibilità di scegliere due dei nuovi pokemon che Ashley otterrà nel suo viaggio!
Al secondo classificato permetterò di scegliere uno dei nuovi pokemon di Serena mentre il terzo classificato potrà scegliere le abilità di tre dei pokemon di Ashley.
Potete mandarmi la risposta sia per recensione (dopo avermi detto cosa pensate della storia) sia per messaggio privato: spero che parteciperete in tanti! XD
Pubblicherò il prossimo capitolo tra un paio di settimane!
Ora vi lascio e vi auguro una buona giornata!
Saluti e baci da black dalia

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Capitolo 2
*** Cap.1) Luminopoli: dove iniziano i sogni e le avventure ***


POKEMON XYZ: l'inizio della storia

 

 

-discorso-
“pensiero”
-discorso Pokèmon-
pensiero Pokèmon”
voci pokedex

 

Cap.1) Luminopoli: dove iniziano i sogni e le avventure

 

Erano circa le 10.00 del mattino e un Pokèmon simile ad una raganella stava seduto in riva al laghetto artificiale, che occupava appena una piccola porzione del territorio della serra che si trovava dietro al laboratorio del professor Platan, perso nei suoi pensieri.
-Così non ti è piaciuto neanche questo allenatore?- gli chiese una voce femminile dietro di lui, interrompendo il momento meditativo: Froakie si voltò verso il suono solo per trovarsi di fronte la sua amica Fennekin che lo guardava con un velo di preoccupazione nei suoi grandi occhioni rossi.
Il Pokèmon schiumorana sbuffò prima di risponderle -no, era proprio come tutti gli altri prima di lui: se perdeva dava la colpa a me perché non era in grado di accettare il fatto di aver sbagliato qualcosa! Era un idiota! Sono contento che mi abbia riportato, stavo per mollarlo e tornare al laboratorio da solo!-.
Fennekin sospirò, dopo aver ascoltato il suo sfogo, e guardò l’amico; non era mai riuscita a capire cosa cercasse Froakie in un allenatore.
Fin’ora ne aveva rifiutati quasi una decina, scappando da loro o facendosi riportare, e nessuno, neanche Garchomp che di solito sapeva tutto quello che succedeva dentro quelle mura, aveva la minima idea del perché.
Ma, adesso, basta! Voglio una spiegazione su questo suo comportamento, dovessi estorcergliela con la forza!” pensò la piccola volpina con uno sguardo determinato, pronta a passare all’attacco, ma i suoi propositi vennero interrotti da una voce.
-Fennekin! Froakie! Chespin! Venite! Ci sono due allenatrici venute a scegliere il loro primo Pokèmon!- Sofie, una delle assistenti del professore, li chiamò dall’ingresso della serra.
A quelle parole, gli occhi della piccola volpina iniziarono a brillare di felicità; finalmente avrebbe avuto la possibilità di venire scelta!
Saltò in piedi sulle quattro zampe ed iniziò a correre verso Sofie, prima di accorgersi che il suo amico era rimasto fermo di fronte al laghetto e non sembrava intenzionato a seguirla.
-Froakie! Che cosa stai facendo? Sono arrivate due allenatrici! Dobbiamo andare!- disse Fennekin, ferma a metà strada, aspettandolo.
Il Pokèmon rana sospirò scontento, prima di saltellare verso la sua amica per andare dall’assistente; tanto era sicuro che, se lui non si fosse mosso di sua spontanea volontà, la giovane donna lo sarebbe venuta a prendere e lo avrebbe portato dal professore in braccio se avesse dovuto.
Così, seguì Sofie, con Fennekin alla sua destra e Chespin alla sua sinistra, dirigendosi verso l’atrio dove avrebbe incontrato le due nuove allenatrici.

 

 

 

 

 

 

-Eccoci arrivate!- esclamò Ashley fermandosi di fronte ad un edificio di mattoni, con due statue di pokeball hai lati del cancello che circondava l’abitazione.
-Così, questo è il laboratorio del professor Platan?- chiese Serena, fermatasi accanto all’amica, osservando con interesse l’edificio.
-Sì! So che, dall’esterno, non sembra molto grande ma dentro è davvero bello! La serra sul retro, poi, è immensa: ci sono diversi habitat per tutti i tipi di Pokèmon!- esclamò la mora, rimbalzando sul posto in preda all’eccitazione.
-Forza, entriamo! Non sto più nella pelle!- disse prendendo la mano di Serena, trascinandola verso il portone.
-Aspetta un attimo, Ash! Dovremmo, almeno, bussare!- protestò la bionda ma l’altra ragazza non l’ascoltò, aprendo la porta ed entrando con lei a rimorchio.
-Ehi, professore! Sono Ashley! Sono venuta con la mia amica per i nostri Pokèmon iniziali!- gridò la mora, poco dopo essere entrata.
-Ash, cosa fai!? E’ maleducato urlare in casa di qualcuno così!- la rimproverò Serena, dopo essere riuscita a tirare la sua mano fuori dalla forte presa della mora.
-Oh, non ti preoccupare… sapevo che sareste arrivate oggi, così mi sono preparato- disse una voce giovanile e le due ragazze alzarono lo sguardo per vedere Platan scendere dalle scale che stavano a pochi metri da loro.
-Buongiorno professore!- lo salutò Ashley appena l’uomo arrivò al piano terra -è stata mia madre a dirle che arrivavo?-
-sì, ieri mi ha chiamato ricordandomi che saresti venuta per ottenere il tuo primo Pokèmon… pardon, il secondo- rispose Platan, correggendo l’ultima parte guardando Pikachu che gli sorrise.
-Professore, le presento la mia amica Serena: siamo vicine di casa- disse Ashley, indicando con la mano la ragazza accanto a lei.
-Piacere di conoscerti, Serena… Ash mi ha parlato molto di te! Sei la figlia di Grace, la famosa pilota di Formula Rhyhorn, giusto?- chiese Platan stringendo la mano alla bionda -sì, è un piacere anche per me conoscerla, professore- rispose Serena con un sorriso un po’ imbarazzato.
-Bene… ora che abbiamo fatto le presentazioni, immagino vogliate scegliere il vostro Pokèmon, giusto?- chiese l’uomo con un sorriso divertito -sì, non vediamo l’ora di conoscere il nostro nuovo amico, giusto Pikachu?-
-certo!- esclamò il piccolo topo giallo, annuendo con entusiasmo -bene, perché ho già mandato Sofie a prenderli quando vi ho visto arrivare dalla finestra, saranno qui a breve- disse Platan mettendo le mani nelle tasche del camice.

 

 

 

 

 

 

-Pov. Froakie

 

Siamo quasi arrivati nell’atrio del laboratorio: è lì che il professore fa scegliere ai nuovi allenatori il loro Pokèmon iniziale.
Ho perso il conto delle volte che sono stato scelto… dovrei essere arrivato a nove.
Mentre Sofie apre la porta sento una forte malinconia pervadermi; ricordo ancora la prima volta che fui scelto: ero così pieno di speranze e aspettative sul mio allenatore.
Il desiderio di diventare forte, di lottare e vincere per lui: diventare i migliori insieme.
Sento la malinconia aumentare come ricordo il sentimento di delusione che provai quando capì che per lui non ero altro che uno strumento; un mero oggetto che gli avrebbe permesso di diventare famoso.
Scuoto la testa; non mi piace pensare al passato… ormai ho abbandonato lui e tutti gli altri idioti che hanno cercato di usarmi!
-Eccoli, professore-.
La voce di Sofie mi riscuote dai miei pensieri facendomi guardare le tre persone che si sono voltate nella nostra direzione: il primo, che riconosco subito, è il professor Platan, la seconda è una ragazzina con la carnagione rosea, ha gli occhi azzurri e i capelli lunghi fino a metà schiena color biondo miele, indossa un pull nero senza maniche, una minigonna rossa, delle parigine nere, calza delle ballerine nere e, sulla testa, porta un cappello di colore rosa con un nastro nero.
La terza persona è anch’egli una ragazza, anche se sembra quasi un ragazzo, con la carnagione rosea ma più abbronzata della prima, ha gli occhi di un bel color miele e capelli corti di un color nero corvino, indossa una felpa a maniche corte azzurra, dei pantaloni grigi, delle scarpe bianche e azzurre e, sulla testa, porta un cappellino, un po’ logoro, bianco e rosso con un logo che non conosco ma la cosa più strana è che sulla sua spalla sinistra, completamente a proprio agio, è seduto un Pikachu.
Ora, ammetto di non conoscere molte persone, ma è la prima volta che una nuova allenatrice si presenta al laboratorio con un Pokèmon in spalla; è piuttosto curioso.
-Bene…-.
La voce del professore attira la mia attenzione; ora farà la sua solita presentazione e poi le due decideranno chi, tra di noi, vogliono: la conosco a memoria questa parte.
-Ash, Serena, vi presento i tre Pokèmon iniziali di Kalos: Fennekin, di tipo fuoco…-.
Lo guardo avvicinarsi alla sua assistente ed indicare la mia amica che fa di tutto per presentarsi al meglio di se; so che vorrebbe poter uscire dal laboratorio e vedere il mondo e spero solo che trovi un buon allenatore che la tratti bene.
Chissà, magari una di queste due la sceglierà; una volta mi ha detto che quelli della sua specie sono molto popolari tra le ragazze.
-Chespin, di tipo erba…-.
L’osservo, attentamente, perché so che sotto quell’espressione allegra nasconde una grande golosità; scommetto che se una delle due lo scegliesse si spazzolerebbe le sue razioni di cibo nel momento esatto in cui le tirasse fuori dalla borsa per il pranzo.
-Infine, Froakie, di tipo acqua-.
Alla menzione del mio nome scelgo di metter su una faccia indifferente; ho scoperto che le persone sono meno propense a sceglierti se non vedono molto entusiasmo da parte tua.
-Va prima tu, hai già scelto da tempo che Pokèmon volevi- dice la ragazza bionda dando all’altra un sorriso gentile.
-Sei sicura?- le chiede la mora e lei annuisce -ok, grazie!- esclama entusiasta e, subito dopo, la vedo avvicinarsi ed inginocchiarsi di fronte a me.
-Ciao Froakie, il mio nome è Ashley, ma puoi chiamarmi Ash, e questo è il mio migliore amico, Pikachu-
-ciao!- esclama il topo salutandomi dalla sua spalla.
-Il mio sogno è quello di diventare un Maestro Pokèmon…- poi la guardo tendermi la mano, sorridendo allegramente -mi piacerebbe molto se tu volessi diventare mio amico e venire con me nel mio viaggio!-.
A quelle parole la guardo, incredibilmente sorpreso: questa ragazza si è inginocchiata di fronte a me, chiedendomi se volevo diventare un suo amico e viaggiare con lei.
-Ash, che stai facendo?- le chiede l’altra ragazza, con un tono incuriosito e sorpreso; questa è la stessa domanda che mi sto facendo io.
E’ la prima volta, in assoluto, che vedo un allenatore comportarsi così: di solito arrivano al laboratorio, scelgono il Pokèmon che vogliono e se ne vanno con lui.
Nessuno dei ragazzi che mi ha scelto in passato ha mai chiesto se volevo venire con lui o no.
-Vedi, è una tradizione della regione di Alola…-.
Ascolto la spiegazione della ragazza, cioè Ash, perché sono piuttosto curioso di sapere il motivo del suo comportamento così diverso.
-Lì non basta che l’allenatore scelga il Pokèmon, deve essere anche il Pokèmon ha voler scegliere l’allenatore-.
La osservo girarsi verso la sua amica -non è una scelta importante solo per me ma anche per lui- poi torna a guardarmi -io non costringerei mai un Pokèmon a venire con me se non volesse, per questo lascio la decisione a Froakie: se lui accetta sarò davvero felice e farò del mio meglio per meritare la sua fiducia e amicizia ma se non vuole…- per un attimo vedo il suo sguardo rattristarsi prima di sorridermi dolcemente -come ho già detto, non lo costringerei mai-.
La guardo, per un attimo, sconvolto prima di scrutarla attentamente: il suo sguardo è limpido ed il sorriso genuino; sembra che intenda tutto quello che ha detto.
-Ti posso assicurare che è onesta al 100%- dice, ad un tratto, il Pikachu che siede sulla sua spalla -Ash non saprebbe mentire neanche se ne andasse della sua stessa vita-.
Lo guardo con attenzione -come so che non stai mentendo? E come ha fatto a catturarti se lei è una nuova allenatrice?- gli chiedo incuriosito -Ash non mi ha catturato, io sono ancora selvatico- mi risponde il Pikachu, come se fosse la cosa più naturale del mondo che un Pokèmon selvatico stia seduto sulla spalla di una ragazza.
-Noi due siamo amici da diversi anni ormai ed è stata una mia decisione di stare con lei- dice strofinando la guancia contro quella della ragazza, guadagnandosi una risatina da quest’ultima.
-Ti posso assicurare che se accetti di venire con noi ti tratterà sempre come un amico, uno di famiglia, perché è il suo modo di essere- dice il Pikachu scendendo dalla sua spalla, mettendo la zampa sopra la mano della mora, che è ancora in attesa della mia decisione.
Osservo Ash e noto lo sguardo amorevole che sta dando all’altro Pokèmon: la guardo accarezzargli la testa e sussurrare -grazie per quello che hai detto, Pikachu- poi i nostri occhi si incrociano ed, in quell’attimo, prendo la mia decisione: mi avvicino e pongo la mia zampa sopra il palmo della sua mano, accanto a quella di Pikachu.
-Voglio provare ad essere tuo amico- gli dico e guardo, sul suo viso, aprirsi uno splendido sorriso prima di essere tirato in un abbraccio.
-Grazie per darmi fiducia, Froakie! Prometto che farò del mio meglio per non deluderti!- dice Ash strofinando la sua guancia contro la mia, facendomi arrossire; è la prima volta che vengo abbracciato ed è sia una sensazione piacevole che imbarazzante.
-Scusa, potresti lasciarmi?- le chiedo, ben sapendo che lei non può capirmi ma, a quanto pare, devo essermi sbagliato perché mi rimette subito per terra.
-Scusami, mi sono lasciata un po’ trasportare! Non volevo darti fastidio- dice, massaggiandosi dietro la testa, imbarazzata: la guardo sorpreso, prima che un dubbio mi assale.
-Tu puoi capirmi?- le chiedo e lei annuisce -sì, sono in grado di capire i Pokèmon da quando avevo 8 anni, anche se non so perché o come… appena… mi viene naturale, come parlare ad un’altra persona!- dice ridacchiando nervosamente mentre io continuo a fissarla, sconcertato, prima di prendere un respiro profondo per poi sorridere leggermente; forse, lei è davvero l’allenatrice giusta per me!

 

 

 

 

 

-Bene! Vedo che avete entrambi fatto la vostra scelta!- esclamò il professor Platan, guardandoli; era veramente contento che Froakie avesse scelto di andare con Ashley.
“Sono sicuro che sia l’allenatrice giusta per lui… Ash può capire i Pokèmon come nessun altro” pensò l’uomo sorridendo.
-Allora, adesso, direi che è il turno di Serena di scegliere- disse voltandosi verso la biondina che era stata a guadare, affascinata, il modo in cui la sua amica aveva avuto l’approvazione del suo nuovo Pokèmon.
Nel sentire il suo nome, si riscosse -oh! Sì, ha ragione!-.
Si avvicinò a Fennekin, si inginocchiò di fronte a lei e le sorrise.
-Ciao Fennekin, mi chiamo Serena e mi piacerebbe se diventassimo amici! Vuoi venire con me?- chiese alla piccola volpina che iniziò a scodinzolare felicemente.
-Fenn!- esclamò prima di saltargli in braccio.
-Ah ah ah! Sono davvero contenta che tu sia così entusiasta!- esclamò Serena, ridendo quando le leccò il viso.
-Molto bene…- disse il professore -allora, da oggi siete ufficialmente due allenatrici… ecco qui 6 pokeball, tra cui quella del Pokèmon che avete scelto, ed un pokedex per ciascuna di voi-
-un pokedex?- chiese Serena osservando il dispositivo che gli era appena stato dato.
-È come un’enciclopedia dei Pokèmon!- le disse Ashley -ti da un sacco di informazioni: le loro abitudini, dove trovare determinate specie e per quelli che catturi ti da anche la possibilità di sapere il loro genere, le mosse e l’abilità: è un dispositivo davvero utile!-
-mi hai rubato le parole di bocca, Ash- disse il professore sorridendole -bene, direi che avete tutto quello che vi serve per iniziare la vostra avventura-
-no, non tutto- disse Ashley, ricevendo un paio di occhiate confuse, prima di prendere una delle pokeball vuote che le aveva dato il professore: la ingrandì e la porse a Pikachu.
-È il momento di ufficializzare la nostra partnership, che ne dici amico?-
-sono pronto!- esclamò il Pokèmon prima di premere il pulsante al centro della ball e venire assorbito dal fascio di luce rossa, un attimo dopo si udì un chiaro DING! E Ashley rilasciò Pikachu dalla sua pokeball.
-Ora sei ufficialmente un mio Pokèmon! Nessuno potrà più catturarti- disse la ragazza mentre gli risaliva sulla spalla.
-Sono contento di questo ma, per favore, non farmi entrare mai più la dentro- gli chiese Pikachu con uno sguardo scontento e lei annuì.
-Non ti preoccupare, non lo farò! In più, sono troppo abituata ad averti sulla spalla- poi si rivolse al suo nuovo amico -e tu, Froakie, vuoi rientrare nella pokeball o preferisci stare fuori?-
-vorrei restare fuori ancora un po’, se non ti dispiace- gli rispose e Ashley scosse la testa -no, va bene ma sarebbe meglio se mi salissi sulla spalla: Luminopoli è grande e ci sono un sacco di persone in giro, non vorrei che ci perdessimo di vista tra la folla-.
Il pokemon annuì al suo ragionamento e, con un salto, salì sulla spalla non occupata da Pikachu.
-Bene, ora possiamo andare!- esclamò la ragazza, girandosi verso Platan mentre la sua assistente si era allontanata per riportare Chespin alla serra.
-Grazie per tutto l’aiuto che mi ha dato in questi anni, professore- disse Ashley -e anche per averci dato i nostri nuovi amici- finì Serena, affiancandosi ad alla mora, con Fennekin in braccio.
-Ho solo fatto il mio dovere, non dovete ringraziarmi- disse l’uomo sventolando una mano davanti al viso per dare enfasi alle sue parole -spero che abbiate un bel viaggio-
-grazie, professore! Arrivederci!- esclamarono, insieme, le due ragazze aprendo il portone per uscire.
-Arrivederci! Ash, ricordati di chiamare tua madre! Scommetto che sarà contenta di sapere che è andato tutto bene!-
-certo, professore! Lo farò subito!- esclamò la mora prima che il gruppetto girò l’angolo, scomparendo dalla vista.
-Eh, scommetto che quelle ragazze arriveranno lontano- disse l’uomo con un sorriso prima di voltarsi per rientrare nel suo laboratorio, chiudendosi la porta alle spalle.

 

 

 

 

 

 

-Ciao, tesoro! Sei già andata al laboratorio del professore?- chiese Delia dalla schermo del videotelefono.
-Sì, mamma ti presento il nostro nuovo amico, Froakie- disse Ashley spostandosi leggermente a sinistra per permettere alla madre di vedere il Pokèmon seduto sulla sua spalla.
-Oh! Che bello! Scommetto che lo farai diventare un grande campione!- disse Delia sorridendo -questa è l’intenzione- annuì Ashley -ora ti lascio, mamma… ti chiamo appena arriviamo alla prossima città, ciao!-
-ciao tesoro e ricordati di cambiare la biancheria ogni giorno!-
-MAMMA!- gridò la ragazza con le guance che le bruciavano d’imbarazzo; possibile che glielo doveva sempre ricordare.
La donna ridacchiò divertita e chiuse la comunicazione mentre Ashley brontolò sotto il respiro, riattaccando la cornetta.
-Tua madre sembra una donna simpatica- disse Froakie, cercando di contenere un attacco di ridarella mentre Pikachu si stava spanciando dalle risate col rischio di cadere dalla spalla della sua allenatrice.
Ashley li fulminò entrambi con lo sguardo prima di borbottare, con il viso ancora più rosso -oh, state zitti!-.
Si avvicinò ad un tavolo, nella caffetteria del Centro Pokèmon in cui si trovavano, dove Serena stava bevendo una tazza di the con Fennekin al suo fianco.
-Hai già chiamato tua madre?- le chiese Serena appena la vide sedersi.
-Sì e, tanto per cambiare, è riuscita a mettermi in imbarazzo davanti hai miei Pokèmon- rispose la mora guardando i due in questione che sembravano essersi calmati.
Serena ridacchiò, guardando la sua amica in simpatia -anch’io ho già chiamato la mia e mi ha detto di salutarti-.
Ashley annuì con un sorriso; le piaceva molto la madre di Serena, Grace: era una donna attiva e dinamica ed era veramente brava con i Rhyhorn; le aveva insegnato un paio di cose su di loro e su come trattarli.
-Bene… ora che cosa facciamo? Vuoi partire subito per la prossima città?- chiese Serena ma la mora scosse la testa.
-No, prima vorrei andare in un posto ma, innanzitutto, voglio scannerizzare i miei Pokèmon- detto questo tirò fuori, dalla tasca dei pantaloni, il suo pokedex.
-Conosco le mosse di Pikachu a memoria ma non so niente di Froakie ed è molto importante per un allenatore conoscere le mosse e le abilità dei suoi Pokèmon altrimenti non potrebbe combattere- poi aprì il dispositivo e lo puntò verso il suo amico -allora, prima Pikachu…-

Pikachu, il Pokèmon topo, è la forma evoluta di Pichu.

La voce del pokedex risuonò nella caffetteria quasi vuota.

Solleva la coda per esaminare l’ambiente circostante e delle volte la coda è colpita da un fulmine quando è in questa posizione.
Questo Pikachu è maschio e possiede l’abilità Statico che può causare paralisi se si viene a contatto con il Pokèmon.
Conosce le mosse: Attacco Rapido, Fulmine, Codacciaio, Fossa ed Energisfera.

Ashley annuì alle informazioni visualizzate -proprio come mi aspettavo-.
-Wow! E’ davvero incredibile che si possano sapere tutte queste cose solo eseguendo una scansione con questo dispositivo!- esclamò Serena, sorpresa dalla precisione del pokedex.
-Voglio provare anch’io!- disse tirando fuori il suo e puntandolo verso la piccola volpe seduta accanto a lei che la guardò, piegando la testa, incuriosita.

Fennekin, il Pokèmon volpe.
Fa il pieno di energia mangiando ramoscelli ed emette aria calda dalle grandi orecchie ad una temperatura di oltre 200°C.

Questo Fennekin è femmina e possiede l’abilità Aiutofuoco che aumenta la potenza delle mosse di Tipo Fuoco quando è in difficoltà.
Conosce le mosse: Graffio, Colpocoda e Braciere.

-ed ora vediamo Froakie- disse Ashley, girando il dispositivo verso l’altro suo Pokèmon.

Froakie, il Pokèmon schiumorana.
Dal petto e dalla schiena secerne una schiuma che gli permette di attutire i danni causati dagli attacchi nemici.
Questo Froakie è maschio e possiede l’abilità Acquaiuto che aumenta la potenza delle mosse di Tipo Acqua quando è in dificoltà.
Conosce le mosse: Botta, Bolla, Leccata, Ruggito e Idropulsar.

-Come conosce queste mosse?- a quella domanda, Serena guardò la sua amica che stava controllando il pokedex con un cipiglio sul volto.
-Perché? Vuoi dire che Froakie non dovrebbe conoscerle?- le chiese incuriosita ed Ashley scosse la testa.
-Normalmente, quando un allenatore riceve un Froakie dal professore dovrebbe conoscere solo: Ruggito, Botta e Bolla… queste altre mosse le apprende solo se allenato- le rispose, poi si girò verso il Pokèmon in questione.
-Hai avuto un altro allenatore prima di me?- gli chiese incuriosita e Froakie distolse lo sguardo, un po’ nervoso.
-Beh… sì, ho avuto un allenatore prima di te- rispose continuando a tenere lo sguardo basso -io direi più di uno- a quelle parole, Ashley guardò Fennekin che stava dando alla ranocchia uno sguardo duro.
-Più di uno?- chiese la mora alla piccola volpina e questa annuì, guardandola -sì, tu sei la sua decima allenatrice! Tutti gli altri o lo hanno riportato indietro perché non li ascoltava oppure è scappato ed è tornato al laboratorio per conto suo-.
Ashley guardò scioccata il Pokèmon rana; era rimasta sorpresa quando gli aveva detto che aveva avuto un allenatore prima di lei ma, addirittura, nove!
Froakie continuava a tenere la testa bassa per non incontrare gli occhi della mora; per una volta che gli piaceva un’allenatrice, Fennekin doveva aprire la bocca e parlarle di tutti quelli che aveva abbandonato.
Sicuramente, ora non lo avrebbe più voluto; dopotutto, chi vorrebbe un Pokèmon che non segue gli ordini?
Ma una risatina e la mano di Ashley posata sulla sua testa, lo costrinsero ad alzare lo sguardo, sorpreso.
-Wow! Devo davvero averti fatto una buona impressione per darmi fiducia nonostante hai già avuto tutti questi allenatori che ti hanno deluso!- gli disse la ragazza con un sorriso, poi si inginocchiò in modo da essere alla sua altezza.
-Senti, Froakie… io non so come andrà il nostro viaggio ma so che ci capiteranno degli alti e dei bassi, quindi se dovessi dire o fare qualcosa che non ti piace, per favore, parlane con me… in questo modo, insieme, supereremo qualunque ostacolo, ci stai?- gli chiese, guardandolo negli occhi: in un attimo, tutta l’ansia del Pokèmon rana scomparve, sostituita da un piacevole tepore; quelle erano le parole che aveva desiderato sentire da quando era stato scelto dal suo primo allenatore.
-D’accordo Ash! Ti dirò se qualcosa mi disturberà in futuro- rispose Froakie con un piccolo sorriso.
-Bene! E ora, che ne dite di mettere qualcosa sotto ai denti? Sto morendo di fame!- disse allegramente la mora, permettendo hai suoi due Pokèmon di saltargli sulle spalle prima di alzarsi per andare al bancone della caffetteria.
-Ricordati il ketchup per me! E prendi anche qualche bustina extra per il viaggio!- esclamò Pikachu leccandosi i baffi al solo pensiero della sua salsa preferita.
-Che cos’è il ketchup?- chiese Froakie guardandolo incuriosito; non aveva mai sentito il nome di questo cibo.
-E’ la salsa più buona del mondo! La puoi mangiare così o la puoi mettere sul cibo! Te la farò assaggiare! Vedrai che ti piacerà!- rispose Pikachu con aria da intenditore mentre Ashley ridacchiava tra se.
Serena e Fennekin guardavano il trio dal tavolo dove erano sedute.
-Credo che diventeranno presto grandi amici, non lo pensi anche tu?- chiese la bionda al suo Pokèmon che esclamò un -fenn!- annuendo.
Credo di aver capito quello che stavi cercando, Froakie… e sono davvero contenta che tu lo abbia finalmente trovato” pensò la piccola volpina sorridendo felice per lui.

 

 

 

 

 

 

-Finalmente! Questa è la Palestra di Luminopoli!- esclamò eccitata Ashley osservando la Torre Prisma che svettava nella piazza al centro della città.
Dopo che la mora si fu registrata per competere nella Lega di Kalos al Centro Pokemon, le due ragazze avevano richiamato i proprio Pokèmon prima di uscire per dirigersi verso la prima Palestra che la mora avrebbe affrontato.
-Questa torre è veramente alta- disse Serena alzando la testa per osservarne la cima.
-Pika!- annuì Pikachu guardando l’imponente costruzione, che si stagliava davanti a loro, dalla spalla della sua allenatrice.
-Questa sarà la nostra prima sfida in Palestra! Dobbiamo fare del nostro meglio, Pikachu!- esclamò Ashley, stringendo il pugno davanti a se, guardando il suo amico.
-Diamoci dentro!- disse il topo, entusiasta.
-Coraggio, entriamo!- esclamò la mora, avvicinandosi alle porte scorrevoli, con Serena dietro di lei; nessuna delle due si accorse di aver attirato l’attenzione di un ragazzo con gli occhiali e di una bambina, entrambi con i capelli biondi, che le osservarono entrare.
Una volta dentro, i tre si trovarono in un corridoio scuro dove si ergevano colonne di vetro nelle quali scorreva una forte corrente elettrica, illuminando parzialmente i dintorni, che conduceva ad una porta chiusa sopra la quale era posizionato uno schermo.
-Questo posto ha un’atmosfera un po’ spettrale, non trovi?- chiese Serena appiccicata alla schiena di Ashley, tremando leggermente, mentre camminavano; non le piacevano, per niente, luoghi del genere.
-Scommetto che serve solo per innervosire gli allenatori: in questo modo è più probabile che sbaglino qualcosa durante la battaglia se si sentono spaventati- le spiegò Ashley per nulla impressionata.
Si fermarono di fronte alla porta chiusa.
-Ehi! C’è nessuno?- chiese la mora ad alta voce, facendo saltare Serena dalla sorpresa, e lo schermo sopra la porta si attivò.
-Benvenuti alla Palestra di Luminopoli- disse una voce robotica.
-Buongiorno, io sono Ashley Ketchum e sono venuta da Borgo Bozzetto, vorrei combattere contro il Capopalestra, per favore!-
-quante medaglie possiedi?- gli chiese lo schermo e la ragazza alzò un sopracciglio alla domanda. “Da quando un Capopalestra chiede quante medaglie possiede uno sfidante? Dovrebbe accettare la sfida a prescindere da esse, no?” pensò, prima di rispondere cautamente -non ho medaglie, questa è la prima Palestra che sfido, quindi non ne ho vinta ancora nessuna-
-come nessuna?! Non hai nemmeno una medaglia?- gli chiese lo schermo con voce sorpresa e, subito dopo, Serena si accorse che due antenne erano spuntate sopra di loro ed iniziò a preoccuparsi; aveva il brutto presentimento che stesse per succedere qualcosa di spiacevole.
-Mi dispiace, ma per sfidare la Palestra di Luminopoli bisogna aver conquistato almeno quattro medaglie- disse la voce robotica, facendole aprire la bocca dalla sorpresa, mentre dalle antenne sopra il trio cominciò a crepitare elettricità, cosa che mise in allarme entrambe le ragazze.
-Ehi! Aspetta!- gridò Serena che stava per farsi prendere dal panico; lo sapeva che sarebbe finita male.
-Mi dispiace, ma dovete lasciare l’edificio immediatamente- dopo aver pronunciato quelle parole, dalle antenne partì un fulmine che si scaricò sulle povere malcapitate, annerendole come carboncini, ed una botola si aprì sotto i loro piedi facendole precipitare lungo uno scivolo buio.
-Ahhhhhh!- urlarono i tre in preda al panico mentre acquistavano velocità: Pikachu cercò di tenersi saldamente alla spalla di Ashley mentre quest’ultima riuscì a prendere la mano di Serena per non perdere l’amica.
All’improvviso, una luce accecò i tre e, appena riuscirono a riaprire gli occhi, si accorsero di essere fuori dalla Palestra; l’unico problema? Erano a diversi metri da terra e, sotto di loro, non c’è nient’altro che il pavimento della piazza.
-Ahhhh! Pikachu!- gridò Ashely mentre cadeva, quando si accorse che il suo Pokèmon non era più aggrappato alla sua spalla: allungò la mano per cercare di prendere l’amico, senza lasciare andare Serena, ma era troppo lontano da lei.
Fu in quel momento di disperazione, quando ormai pensava che si sarebbero spiaccicate a terra, che sentì una voce gridare.
-Mi occupo io delle ragazze, tu pensa a prendere quel Pikachu!-.
-Ci siamo! Ora!- esclamò la stessa voce e, un attimo dopo, le due ragazze colpirono un enorme airbag.
Non appena riuscirono a districarsi dal cuscino gonfiabile, si avvicino a loro un ragazzo biondo, con gli occhi azzurri ed un paio di occhiali tondi sul naso, vestito con quella che sembrava una tuta da lavoro.
-State bene?- gli chiese, tendendo a ciascuna una mano per aiutarle ad alzarsi.
-Sì, per fortuna niente di rotto, grazie mille- risponde Serena sorridendo, un po’ imbarazzata dalla situazione, afferrando la mano e tirandosi su.
-Pikachu! Dove sei?! Stai bene?!- esclamò Ashley, in preda alla preoccupazione, appena fu in piedi: cercò il suo migliore amico con lo sguardo e lo trovò tra le braccia di una bambina, con i capelli biondi e gli occhi azzurri, che somigliava al ragazzo che le aveva appena aiutate.
-Guarda un po’ quanto è tenero questo Pikachu, fratellone! E’ bellissimo! E’ un amore!- disse la bambina con occhi brillanti di felicità, stringendolo tra le braccia.
“E’ una pessima idea” pensò Ashley sapendo quanto il suo Pokèmon odiava essere trattato come un peluche.
Difatti, un attimo dopo, non gradendo l’abbraccio troppo stretto, Pikachu rilasciò una scarica elettrica che stese la bambina, dopo di che, si liberò dalle sue braccia e tornò sulla spalla della sua allenatrice.
-Oh no, Clem! Va tutto bene?- gli chiese il ragazzo preoccupato ma questa si rialzò in un attimo, come se niente fosse, facendo saltare dalla sorpresa le due ragazze.
-Ah ah ah, certo, sto benissimo!- disse la bambina con un gran sorriso ed il ragazzo sospirò, esasperato.
-Ti chiedo scusa per il comportamento di mia sorella- disse inchinandosi alla mora.
“Ora, capisco la somiglianza” pensò Ashley, guardandoli -figurati, non è successo nulla- disse scuotendo il capo ma il biondo non la ascoltò, rivolgendosi alla sorella con un tono di rimprovero. -Clem, chiedi subito scusa per quello che hai fatto!-
-ma io volevo soltanto abbracciarlo! Non vedi quanto è carino, uffa!- ribatté la bambina, gonfiando le guance con stizza mentre il fratello sospirò di nuovo.
-Ti sembra che Pikachu abbia apprezzato- disse indicando con la mano il Pokèmon che aveva un’espressione contrita.
Clem, vedendo questo, si accorse del suo sbaglio, abbassando lo sguardo.
-Scusami Pikachu, non lo farò più- disse -su, non essere così triste- le disse Ashley piegandosi verso di lei, cercando di tirarle su il morale.
-Pikachu è stato solo colto alla sprovvista- ed il Pokèmon annuì, strofinandosi la zampina dietro la testa -piuttosto siamo noi che ti dobbiamo ringraziare, se Pikachu è sano e salvo è stato solo grazie al tuo intervento-
-già! Grazie mille per avermi preso!- esclamò lui, annuendo -eh eh eh, di nulla è stato un piacere- disse Clem con un sorriso.
-Certo che quella Palestra è decisamente strana- disse, in quel momento, Serena con un cipiglio sul volto e Ashley annuì, d’accordo.
-Già! Non dovevano trattarci così- disse, guardando la struttura.
-Vi hanno buttato fuori, vero?- gli chiese il ragazzo -già! Prima ci ha fulminato e poi ha fatto aprire una botola sotto i nostri piedi! Questo Capopalestra dev’essere un tipo veramente bizzarro!- rispose Ashley incrociando le braccia al petto con uno sguardo indispettito; non gli andava giù di essere stata sbattuta fuori solo perché non aveva medaglie.
-Già, hai indovinato, è un tipo insolito- annuì il biondo con un tono sconsolato.
-Se parlate del Capopalestra della Palestra di Luminopoli, lui è davvero fortissimo! Scommetto che quando siete entrate ti ha chiesto quante medaglie hai- s’intromise Clem -esatto e quando ho detto di non averne neanche una ci ha cacciato senza tanti complimenti- confermò la mora con un cenno del capo.
-Che cosa?! Non hai nemmeno una medaglia?- disse Clem sorpresa -per forza, io e Serena siamo appena diventate allenatrici! Questa è la prima Palestra che visito- risponde lei, mentre la bionda annuì sorridente.
-Scusate la curiosità, ma voi da dove venite?- gli chiese il ragazzo, aggiustandosi le lenti tonde -proveniamo da Borgo Bozzetto, il mio nome è Ashley Ketchum e lei è la mia amica Serena! Il mio sogno è diventare un Maestro Pokèmon!-.

 

 

 

 

 

-Adesso tocca a noi presentarci- disse il biondo -io mi chiamo Lem mentre lei è la mia sorellina, Clem-
-molto piacere!- disse la bambina con un sorriso.
-È un piacere conoscervi, Lem e Clem- disse Ashley guardando rispettivamente i due -pika!-
-fro!-
-fenn!- dissero Pikachu, Froakie e Fennekin, all’unisono: i quattro si erano fermati a parlare in un piccolo parco che si trovava vicino alla Palestra e le due ragazze avevano fatto uscire i loro Pokèmon.
-Tu e Pikachu dovete essere molto amici altrimenti non se ne starebbe seduto sulla tua spalla così tranquillamente- disse Clem.
-Eh eh eh, ci conosciamo da un bel po’ di tempo, vero amico?- chiese Ashley al suo Pokèmon e lui annuì, concorde.
-E voi, invece? Siete in viaggio per affrontare nuove Palestre?- chiese Serena, guardando come i due fratelli che si agitarono alla domanda.
-In viaggio? Beh… ecco noi…- iniziò Lem balbettando -in effetti è un nostro desiderio ma ci penseremo in futuro- finì Clem con diplomazia.
-Iniziare un viaggio insieme a qualcuno di famiglia dev’essere fantastico! Purtroppo, io, sono figlia unica ma scommetto che viaggiare con Serena sarà altrettanto bello!- disse Ashley guardando la sua amica che arrossì leggermente alla dichiarazione -grazie, Ash! Anch’io penso che sarà bello viaggiare insieme ma non dimentichiamoci che abbiamo anche i nostri Pokèmon con noi!-
-sì, è vero!- annuì l’altra ragazza.
-Oh! Dev’essere bellissimo viaggiare con un Pokèmon al tuo fianco!- disse Clem guardando le tre creature con gli occhi che brillavano di desiderio.
-Dice così perché è ancora troppo piccola per avere un Pokèmon tutto suo e quando incontra qualcuno che ne ha uno resta sempre molto colpita- disse Lem guardando la sorellina con un sorriso.
Ash annuì a Clem -ti capisco sai, quando ero piccola non vedevo l’ora di crescere per diventare un allenatrice-
-è esattamente così che mi sento!- esclamò la bambina con un grande sorriso.
-Parlami un po’ di te, Lem… sentiamo, che Pokèmon hai?- chiese la mora al ragazzo che si grattò la guancia, imbarazzato.
-Io? Beh… d’accordo, ve ne farò vedere uno che ho appena catturato- disse tirando fuori dal suo zaino una pokeball.
-Sì, così lottiamo insieme!- esclamò Ashley mentre Pikachu scese dalla sua spalla, correndo verso il centro del campo di battaglia situato lì accanto.
-Intendi una lotta vera?- chiese Lem sorpreso -certo!- confermò la mora seguendo il suo Pokèmon -se non posso fare una lotta in Palestra, la mia prima lotta come allenatrice la voglio fare contro di te! Accetti la sfida, Lem?- gli chiese stringendo il pugno.
-Che bello! Ti prego, lotta con lei, ci metterà alla prova!- esclamò Clem guardando suo fratello.
-Ti prego, accetta… è da quando siamo uscite del laboratorio del professore che scalpita per una lotta- gli disse Serena con le mani giunte in una finta preghiera.
-D’accordo, accetto! Sono pronto Ashley!- disse Lem annuendo determinato -bene!- esclamò la mora, per poi chiamare il pokemon rana -ascolta Froakie, voglio che tu osservi attentamente la battaglia così ti farai un’idea del mio stile di combattimento… voglio che tu sia pronto per i nostri primi allenamenti insieme, d’accordo?-
-contaci!- rispose lui con un cenno del capo risoluto, facendo sorridere la ragazza alla sua determinazione.
I due sfidanti presero posto hai lati opposti del campo mentre Clem, Serena, Fennekin e Froakie rimasero sul lato per guardarli combattere.
Lem lanciò la pokeball e chiamò il suo Pokèmon.
-Vai Bunnelby, c’è una lotta che ci attende!-
-bunnelby!- esclamò, saltando fuori, un piccolo coniglio di colore grigio con la punta delle orecchie e delle zampe inferiori, marrone.
-Bello! Vediamo cosa dice il pokedex- disse Ashley tirando fuori il dispositivo.

Bunnelby, il Pokèmon scavabuche.
Scava tane nel terreno grazie alle enormi orecchie e può andare avanti senza fermarsi per tutta la notte.

“Se le sue orecchie sono così forti da permettergli di scavare senza sosta allora devono essere le sue armi principali...” pensò la ragazza scrutando il Pokèmon “farò meglio ad iniziare con un attacco a distanza per vedere la sua reazione” poi guardò il suo amico -coraggio Pikachu, facciamogli vedere di cosa siamo capaci!-
-andiamo!- esclamò lui mettendosi in posizione e facendo scoppiettare dell’elettricità dalle guance.
-Buona fortuna a tutti e due! Si comincia!- esclamò Serena con Fennekin, Froakie e Clem accanto a se, facendo da arbitro.
-Ci siamo Bunnelby, questa è la prima lotta che facciamo insieme! Resta concentrato e vinceremo noi!- disse Lem al suo Pokèmon che annuì, determinato.
-Iniziamo! Usa Fulmine!- esclamò Ashley e Pikachu saltò in alto, rilasciando l’attacco,
-Bunnelby, solleva della sabbia con le orecchie!- ordinò, in fretta, Lem ed il coniglio eseguì il comando: la sabbia sollevata intercettò il fulmine, dissipandolo, sorprendendo sia la mora che Pikachu.
-Lo so, sei perplessa…- iniziò Lem sistemandosi gli occhiali -Bunnelby è un pokemon di Tipo Normale ma è ben preparato per far fronte agli attacchi elettrici-
-non pensavo fosse così forte- ammise Ashley guardandolo interessata.
“È stata una mossa geniale quella di usare la sabbia per bloccare il fulmine… nonostante abbia detto di averlo catturato da poco, Lem sa sfruttarne tutte le potenzialità” pensò la ragazza con un sorriso “sarà davvero un bell’incontro!”.
-Ora tocca a noi attaccare! Bunnelby, usa Fossa!- ordinò Lem al suo Pokèmon e questo saltò per poi mettersi a girare su se stesso, bucando il terreno come un trapano e scomparendo sotto terra.
-Pikachu, corri a zig zag per non fargli capire dove vai!- esclamò Ashley ed il topo obbedì, correndo per il campo, mutando spesso direzione.
“Cerca di usare la sua velocità per confonderci… mi dispiace ma non funzionerà” pensò Lem con un sorriso, prima di chiamare -adesso, colpisci!- ed il terreno si aprì sotto Pikachu e Bunnelby lo lanciò in aria prima di colpirlo con un poderoso colpo di orecchie.
Il Pokèmon fece una capriola in aria ed atterrò sulle quattro zampe mentre Ashley gli chiese, preoccupata -tutto a posto, amico?-
-sto bene!- rispose deciso, facendo crepitare le guance per dimostrare il suo desiderio di combattere -sì, così si fa! E’ questo lo spirito! Ora andiamo, Attacco Rapido!- e Pikachu partì velocissimo, colpendo Bunnelby di sorpresa e facendolo arretrare di diversi metri.
-Vai con Doppia Sberla, forza!- ordinò Lem, appena il suo Pokèmon si fu ripreso, ripartendo all’attacco, iniziando a colpire l’avversario.
-Come pensavo quelle orecchie sono micidiali, le usa come se fossero armi- mormorò Ashley stringendo i denti come il suo Pokèmon riuscì ad allontanarsi dall’assalto.
-Niente male, non ti pare? Bunnelby può fare grandi cose con le sue orecchie- disse Lem sistemandosi gli occhiali.
-Ma noi abbiamo ancora energia da vendere!- esclamò Ash con un sorriso, prima di ordinare -Codacciaio!-.
Pikachu saltò, mentre la coda si ricoprì di un colore argentato, e si preparò a colpire.
-Incredibile! Sa usare una mossa di Tipo Acciaio!- esclamò Clem dal lato del campo -ed è anche una delle sue mosse più forti- le spiegò Serena che aveva osservato molte delle loro sessioni di allenamento.
-Bloccalo con le orecchie, veloce!- ordinò Lem al suo Pokèmon e quando Pikachu colpì, Bunnelby gli intrappolò la coda, fermando l’attacco.
-Come prevedevo, ha funzionato- disse Lem soddisfatto -bravo fratellone!- lo incitò Clem alzando il pugno.
-Devo ammettere che siete stati abili a bloccare la mossa ma ora Bunnelby non può più usare le orecchie!- disse Ashley con un sorriso, sorprendendo i due fratelli.
-Sei forte, lo hai dimostrato, ma ora non puoi più muoverti! Usa Energisfera!- e Pikachu creò una sfera di fulmini sulla coda che colpì Bunnelby in pieno, facendolo volare di diversi metri ma l’avversario atterrò sulle sue zampe, pronto a combattere ancora.
-Fantastico…- disse Clem senza fiato -Lem! Hai visto come sono in gamba Ashley e Pikachu?- ed il fratello annuì, sorridendo.
-Vai con Attacco Rapido!- ordinò la mora e Pikachu corse per attaccare.
-Tieni gli occhi aperti, Bunnelby!- gli disse Lem ed il Pokèmon alzò la guardia pronto a riceverlo ma, all’improvviso, una forte esplosione scosse tutti i ragazzi, fermando l’incontro.
-Che cos’è stato?!- chiese Serena sconcertata, guardando nella direzione da cui proveniva il boato. -Non lo so ma c’è del fumo che arriva da li!- esclamò Lem osservando con preoccupazione la nuvola grigia che si stava alzando dal luogo dell’esplosione.
In quel momento, Ashley sgranò gli occhi prima di richiamare in fretta i suoi Pokèmon -Pikachu, Froakie, venite! Dobbiamo andare a vedere!-.
-Ash, che cosa fai?!- chiese Serena scioccata, guardando la sua amica decollare in una corsa veloce. -Serena! In quella direzione c’è il laboratorio del professore! Penso che l’esplosione provenga da li! Devo andare a vedere quello che è successo!- disse la mora, allontanandosi.
La biondina sgranò gli occhi alla risposta.
-Aspettami, Ash!- gridò e richiamò subito la sua Fennekin, fiondandosi all’inseguimento della compagna.
-Veniamo anche noi! Andiamo, fratellone!- esclamò Clem, tirando la manica della tuta di Lem per poi correre dietro le due.
-Arrivo!- gridò il ragazzo, richiamando Bunnelby, iniziando a correre più velocemente che poteva anche se sapeva che non sarebbe riuscito a raggiungerle; la corsa non era mai stata il suo forte.
“Mi chiedo cosa sia successo? Speriamo solo che il professore e gli altri stiano bene” pensò Ashley, stringendo i denti, mentre correva verso il laboratorio.
“Non so perché ma ho un brutto presentimento”.

 

 

 

 

 

 

 

 

Ciao!
Eccomi con il secondo capitolo di questa storia!
Devo dire che mi è piaciuto molto scriverlo, specialmente la parte di Froakie: spero che piaccia anche a voi! ^^
Ora, parlando di cose serie, volevo informarvi sul fatto che, in questa storia, non ci sarà il limite delle quattro mosse a Pokèmon.
Immagino l’avete già notato, visto che ho dato a Pikachu una mossa in più, ma le mie regole per le mosse saranno diverse da quelle dei giochi e dell’anime; ora ve le elenco:

1) i Pokèmon Base che non si evolvono (es. Chatot) potranno utilizzare 10 mosse.
2) i Pokèmon Base che hanno una sola evoluzione (es. Bunnelby) potranno utilizzare 7 mosse e la loro evoluzione (es. Diggersby) potrà usare 10 mosse.
3) i Pokèmon Base che hanno due evoluzioni (es. Pichu) potranno usare 5 mosse, la loro prima evoluzione (es. Pikachu) 7 mosse e la seconda (es. Raichu) 10 mosse.
4) i Pokèmon Leggendari e Misteriosi potranno usare fino a 13 mosse.

Spero di essermi spiegata bene e se avete ancora delle perplessità chiedete pure a me; sarò felice di dissipare ogni vostro dubbio.
Ci sentiamo al prossimo capitolo che pubblicherò tra due settimane.
Saluti e baci da black dalia

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Capitolo 3
*** Cap.2) Preparatevi a passare dei guai ***


POKÈMON XYZ: l'inizio della storia

 

-discorso-
“pensiero”
-discorso Pokèmon-
pensiero Pokèmon”
voci pokedex

 

ATTENZIONE! Per favore leggete le note di fine capitolo, contengono informazioni importanti!

 

 

Cap.2) Preparatevi a passare dei guai

 

 

Appena Ashley arrivò al laboratorio constatò che la situazione era veramente seria: quasi metà del tetto era sparito lasciando, al suo posto, un grande buco da cui usciva del fumo.
Senza perdere un secondo, la ragazza si fiondò nell’edificio per assicurarsi che non ci fossero feriti ma appena entrò si rese conto che c’era qualcosa che non andava: una Garchomp era in ginocchio, al centro dell’atrio tra le macerie del tetto, urlava e si contorceva dal dolore mentre il professor Platan e Sofie, affianco a lei, cercavano di levarle qualcosa che era bloccato attorno al collo.
-Si rassegni, professore… ormai il suo Pokèmon è sotto il nostro controllo- disse una voce di donna, attirando l’attenzione di Ashley che si voltò verso la fonte solo per vedere due persone ed un Meowth: la donna aveva i capelli lunghi color magenta mentre l’uomo aveva i capelli, che gli arrivavano alle spalle, di un color violetto ed entrambi portavano delle uniformi bianche con una R rossa sul davanti.
Fortunatamente, nessuno si accorse della sua entrata.
-Allora… che ne dice di fare il bravo e di darci i risultati delle sue ricerche?- parlò di nuovo la donna mettendo le mani hai fianchi -non ci costringa ad usare le maniere forti-
-ve lo potete scordare!- gli rispose il professore guardandoli con rabbia -non consegnerò mai quei dati ha dei criminali come voi del Team Rocket!-.
A quelle parole, Ashley sgranò gli occhi per poi assottigliarli e stringere i denti; conosceva la reputazione di quell’organizzazione criminale e non avrebbe mai permesso a nessuno dei suoi membri di farla franca.
-Pikachu, Froakie, preparatevi ad attaccare! Dobbiamo salvare il professore e Sofie!- mormorò la ragazza ai suoi due Pokèmon che annuirono, scendendo dalle sue spalle per attendere il suo comando.
-Bene, se non vuole darcele con le buone vuol dire che le prenderemo con le cattive… James!- ordinò la donna ed il suo complice puntò una specie di telecomando a Garchomp.
-Va bene, bestiaccia, è il momento di eseguire gli ordini: attacca il professore!- ed il dispositivo attorno al collo del drago iniziò a lampeggiare, rilasciando delle scariche, facendola urlare dal dolore.
-No! Garchomp, resisti!- esclamò Platan cercando di aiutarla ma il Pokèmon lo scagliò contro il pavimento per poi alzarsi e dirigersi verso di lui: gli occhi erano colorati di un rosso inquietante e sembrava pronta a sbranare l’uomo.
-Professore!- gridò Sofie, che era stata spinta contro il muro dal drago, preoccupata e spaventata.
-Ah ah ah! Mi dispiace per lei ma ora obbedirà solo a noi!- rise la donna ma, proprio in quel momento, Ashley attaccò.
-Froakie, colpiscili con Idropulsar mentre tu, Pikachu, usa Codacciaio per metter KO quel Meowth!- ed i due balzarono in azione: Froakie creò una sfera d’acqua che lanciò su i malviventi colpendoli, facendoli cadere e bagnandoli fino al midollo.
-Ehi! Che sta succedendo?!- esclamò il Meowth preso di sorpresa, guardando i suoi compari sbigottito, prima che Pikachu lo inchiodasse con la sua mossa lanciandolo addosso ai due, in un groviglio di braccia e gambe.
-Chi diamine osa interrompere la nostra missione?!- gridò la donna infuriata, dopo essere riuscita a districarsi dai suoi complici.
-Sono stata io!- esclamò la mora guardandola con rabbia -lasciate stare il professore e andatevene, criminali!-
-ah ah ah! Oh! La mocciosa vuole giocare a fare l’eroina, eh?- disse la donna, con tono canzonatorio, appena vide Ashley.
-Forse non sa chi siamo- disse l’uomo, che era appena riuscito ad alzarsi, con un sorriso malizioso -allora dobbiamo spiegarglielo- disse il Meowth con un ghigno compiaciuto.

 

Preparati a passare dei guai non avrai scampo
Guai molto grossi, faremo in un lampo
Proteggeremo il mondo dalla devastazione
Uniremo i popoli nella nostra nazione
Denunceremo i mali della verità e dell'amore
E stenderemo il nostro potere oltre le stelle ed anche più in la
Io sono Jessie
Io sono James
Io sono Meowth, ovviamente
Team Rocket pronto a partire alla velocità della luce
Arrenditi subito oppure preparati a combattere con noi
Miao, proprio così!

-Capito, mocciosa, noi siamo il Team Rocket!- esclamò Jessie.
-Ti conviene dartela a gambe finché sei in tempo- finì James.
-Non scapperei mai davanti a dei criminali come voi che rubano e maltrattano i Pokèmon solo per il loro tornaconto personale!- esclamò Ashley infuriata -vi farò arrestare perché il posto della gente come voi è dietro le sbarre! Pikachu usa Fulmine!-.
Il Pokèmon topo ubbidì scatenando il suo potere contro il trio di malviventi ma, in quel momento, Garchomp si mise in mezzo prendendo il colpo senza subire neanche un graffio.
-Che cosa?!- esclamò Ashley, guardandola scioccata -li ha protetti?!- esclamò Pikachu, sbigottito.
-Ah ah ah! Povera mocciosa… i tuoi attacchi sono inutili contro questo Garchomp!- esclamò, ridendo, Jessie.
-Mi dispiace per te, ma ti avevamo avvisato… ora, Garchomp, colpisci la ragazzina ed i suoi due Pokèmon!- ordinò James premendo un pulsante sul dispositivo che aveva in mano causando al collare a lampeggiare, scatenando un ruggito dal drago.
I tre indietreggiarono mentre il Pokèmon si avvicinava sempre di più.
-Garchomp, che cosa stai facendo? Sono io, Ashley! Non mi riconosci?- esclamò la ragazza, guardando sempre più preoccupata.
-Ah ah ah! Ormai questo bestione è sotto il nostro controllo! Non darà retta a nessun altro che ha noi!- esclamò Jessie ridendo sguaiatamente.
-Ora, usa Iper Raggio e falla saltare in aria- disse James mentre premeva il comando di attacco ed il Pokèmon aprì la bocca iniziando a raccogliere l’energia ma, poco prima che completasse l’attacco, il professore saltò su di lei chiudendole il muso.
-Ashley, va via! Scappa! Avvisa l’agente Jenny!- gridò Platan, tentando di rimanere aggrappato con tutta la forza che aveva mentre Garchomp cercava di scuoterlo via.
-Professore, no! Non la lascio!- esclamò la mora cocciutamente, guardandosi attorno per cercare qualcosa che potesse fermare il Pokèmon controllato: i suoi occhi caddero su James e sul telecomando che aveva in mano.
“Dev’essere con quel dispositivo che controlla Garchomp” pensò la ragazza “perciò se riuscissi a distruggerlo lei sarebbe libera” e, in quell’attimo, le venne un’idea.
-Pikachu, usa Attacco Rapido per avvicinarti a quei tre, poi usa Codacciaio per togliergli quell’aggeggio!-.
Ubbidendo all’ordine della sua amica, il Pokèmon topo corse rapidamente verso il trio, saltando e girando su se stesso, mentre la coda luccicò d’argento, colpendo in pieno la mano di James, che guaì dal dolore, e facendo volare via il telecomando.
-Presto Froakie, usa Idropulsar per distruggerlo!- esclamò Ashley e lui ubbidì saltando e lanciando una sfera d’acqua che colpì l’apparecchio facendolo a pezzi.
-NO! Che cos’hai fatto?!- gridò Jessie scandalizzata.
-Ora non potremmo più controllare Garchomp!- esclamò James tenendosi la mano, ferita dal colpo di Pikachu.
-Come osi interferire nei nostri piani!?- gridò Meowth infuriato.
-Ora ti facciamo vedere che fine fa chi si mette contro il Team Rocket!- esclamò Jessie prendendo una pokeball dalla cintura, copiata subito da James ma, prima che potessero fare un’altra mossa un potentissimo Iper Raggio li colpì in pieno, facendoli saltare in aria.
-Questo è un tiro mancino! Non è giusto! Il Team Rocket parte alla velocità della luce!- gridarono i tre mentre volavano via.
Ashley sospirò di sollievo nel vedere che quei criminali erano stati sistemati ma la sua felicità durò poco.
-Sta giù!- esclamò una voce alle sue spalle, prima di essere spinta a terra e coperta da un altro corpo mentre, nel punto esatto in cui era la sua testa un attimo prima, veniva sparato un Iper Raggio.
-Gaaarr!- la ragazza alzò la testa e vide Garchomp agitarsi, urlando di dolore mentre Pikachu e Froakie cercavano di calmarla.
-Che cosa sta succedendo?! Credevo che, distruggendo il comando, Garchomp sarebbe stata libera!- disse Ashley al professore, che l’aveva salvata dal colpo del drago.
-Deve essere quella specie di collare: dobbiamo toglierglielo!- rispose Platan osservando preoccupato come il suo Pokèmon continuava a divincolarsi, per tentare di levarsi l’oggetto attorno al collo, colpendo i mobili e le pareti, senza alcun risultato.
Proprio in quel momento, una voce giunse alle orecchie dei due -Ashley! Professor Platan! State bene?!- e Serena entrò nel laboratorio mezzo distrutto.
-Santo cielo!- esclamò, a bocca aperta, appena vide Garchomp che, purtroppo, la notò incominciando a correre verso di lei.
-Serena!- esclamò Ashley, tirandosi in piedi e correndo verso l’amica, che era pietrificata dalla paura, appena in tempo per spingerla fuori strada prima che il drago le si schiantasse contro: il Pokèmon continuò la sua corsa, uscendo dal laboratorio e finendo contro una macchina parcheggiata dall’altra parte della strada, prima di rialzarsi e continuare a correre a capofitto per la via, allontanandosi sempre più dal laboratorio.
-Serena, stai bene?- chiese Ashley aiutando la sua amica a rialzarsi -sì, ma cos’è successo al laboratorio? E perché quel Garchomp mi voleva colpire?- chiese la ragazza piuttosto scossa dalla vicenda.
-Garchomp non ti voleva colpire… per lo meno non apposta- le spiegò la mora -è colpa di quei farabutti del Team Rocket! Volevano controllarla attraverso uno strano collare… ho distrutto il comando che lo faceva funzionare ma temo che questo ha causato un malfunzionamento che ha portato Garchomp in quello stato d’ira incontrollata-.
-Il Team Rocket?!- esclamò Serena scioccata -vuoi dire quel gruppo di criminali di cui hanno parlato i notiziari?!-
-Sì ma, adesso, dobbiamo pensare a salvare Garchomp- disse Ashley girandosi verso la porta divelta -sta soffrendo a causa di quel collare… dobbiamo trovarla e toglierglielo!- esclamò la ragazza decisa per poi girarsi verso la sua amica -Serena, rimani qui con il professore e Sofie… non so se ci sono altri sgherri del Team Rocket in giro ma è meglio non lasciarli da soli… chiama anche l’agente Jenny e raccontale quello che è successo!-
-e tu, cosa vuoi fare?- le chiese la biondina, preoccupata -andrò a cercare Garchomp- le rispose la mora, determinata, prima di chiamare i suoi due Pokèmon e falli salire sulle spalle: scattò in uno sprint, uscendo fuori, solo per essere fermata da Clem e Lem che erano appena arrivati.
-Ashley… cos’è… successo?- chiese il ragazzo, tra un respiro e l’altro, vedendo lo stato del laboratorio; era abbastanza evidente che non era abituato a correre.
-Per farla breve: dei ladri hanno cercato di rubare le ricerche del professor Platan e tenevano sotto controllo la sua Garchomp, li ho affrontati e sono riuscita a distruggere il dispositivo di comando ma questo a causato un malfunzionamento nel collare che ha reso Garchomp fuori controllo.
Ha fatto saltare in aria i tre agenti del Team Rocket e, poco fa, è corsa fuori dal laboratorio e ora è diretta chi sa dove! Devo trovarla per toglierle il collare: è l’unico modo per calmarla!- spiegò velocemente la ragazza, facendo ampliare gli occhi hai due fratelli.
-Allora ti aiuteremo a cercarla!- disse Lem dopo aver ritrovato abbastanza fiato per formulare una risposta, Ashley annuì riconoscente.
-Grazie, ora andiamo!- disse ed i tre si misero a correre, seguendo la scia di macchine ammaccate, sperando di poter trovare il Pokèmon drago prima che facesse del male a se stessa o a qualcun altro.
Nel frattempo, di nascosto, una figura osservava attentamente Ashley.
Il primo giorno come allenatrice e già si trova ad affrontare il Team Rocket… uh uh uh, mi ricorda i nostri giorni insieme, maestro… saresti davvero fiero di lei” pensò la figura, prima di scomparire nell’ombra per guardare lo svolgersi degli eventi, preparandosi ad entrare in azione nel caso in cui le cose diventassero troppo pericolose per la giovane allenatrice.

 

 

 

 

 

 

 

 

-A TUTTI I CITTADINI! ATTENZIONE! UN GARCHOMP STA CAUSANDO DEI DISORDINI! VI PREGHIAMO DI EVACUARE L’AREA!- gridò l’agente Jenny attraverso il microfono del megafono, posto sul tetto della volante che guidava, mentre le macchine ed i pedoni attorno a lei correvano nella direzione opposta a quella del Pokèmon infuriato.
Un paio di elicotteri volavano sopra la città: in uno di essi una giornalista ed il suo cameraman aprirono lo sportello per filmare la furia del drago.
-In questo momento, Garchomp sta volando verso la Torre Prisma!- disse la donna al microfono osservando come il Pokèmon atterrò sul cornicione del primo piano prima di lanciare un Iper Raggio verso l’elicottero, che lo mancò per un soffio, andando a colpire case e palazzi.
-Woah! Garchomp ha lanciato un potente Iper Raggio che, per poco, non ha colpito il nostro elicottero! Sembra fuori controllo!- esclamò la giornalista spaventata ed impressionata dal potere del drago.
Nel frattempo, Ashley, Lem e Clem erano arrivati alla base della torre.
-Guardate! Eccola li!- esclamò la mora, indicando Garchomp che si agitava sul cornicione.
-Devo arrivare da lei, non c’è altro modo!- disse la ragazza, stringendo i denti quando sentì un altro urlo di dolore.
-Cosa?! Non puoi! E’ troppo pericoloso!- esclamò Lem guardandola scioccato.
-No, l’unica in pericolo è Garchomp… devo trovare il modo di levargli quel collare!- disse Ashley decisa, prima di guardarsi attorno -non c’è un’entrata di servizio o qualcosa di simile per salire all’esterno della torre?-
-sì, c’è! Vieni, è da questa parte!- rispose Lem portando la mora sul retro dell’edificio dove si poteva notare una porta.
-Dietro quella c’è la rampa di scale che portano al primo piano esterno- disse Lem, per poi inginocchiarsi davanti al pannello elettronico che permetteva l’apertura della porta.
-Per fortuna che porto sempre con me il mio zaino- disse alle due ragazze, ottenendo un’occhiata confusa dalla mora, prima di sistemarsi gli occhiali e schiacciare un bottone posto sulla tracolla. -Oggi trionfa la scienza, il futuro è qui! Dispositivo Lemmico Attivato! Braccio Aipom!- ed un’appendice meccanica uscì dal suo zaino, inserendo le tre dita nel dispositivo di apertura della porta, iniziando a girare.
-Whoa! Che cos’è?- chiese Ashley impressionata -incredibile!- esclamò Pikachu guardando meravigliato insieme ad un Froakie senza parole.
In pochi secondi la porta si aprì e Lem ritirò il suo dispositivo.
-Fatto! Ora possiamo entrare!- disse il biondino -fantastico! Che prodigio della scienza!- esclamò la mora entusiasta -puoi dirlo forte! E’ un’invenzione del mio fratellone!- le spiegò Clem piena di orgoglio per avere un fratello così intelligente.
-Ammetto che me la cavo piuttosto bene con le tecnologia- disse Lem strofinandosi la testa, leggermente imbarazzato dalle lodi.
Ashley si diresse verso la porta, la aprì ed entrò nella torre -grazie Lem!- gli disse con un sorriso -di niente- rispose il biondo ma nel momento in cui lui e la sorella stavano per entrare un Iper Raggio, venuto dall’alto, distrusse la porta e l’onda d’urto li sbalzò indietro.
-Lem! Clem! State bene!- gridò Ashley da dentro, dopo essersi rialzata dal volo che aveva fatto a causa dell’urto.
-Sì, non preoccuparti per noi! Vai avanti e salva Garchomp!- rispose Lem attraverso le macerie -ok! Pikachu, Froakie, andiamo!- disse la mora iniziando a correre, seguita dai suoi due Pokèmon.

 

 

 

Nel frattempo, Serena e il professor Platan arrivarono alla base della Torre Prisma, dove si era radunata un’ingente folla e, facendosi largo, si avvicinarono all’agente Jenny che li notò.
-Professor Platan!- esclamò la donna in uniforme -sono mortificato per quello che è successo- disse l’uomo ma l’agente scosse la testa -non è colpa sua… da quello che mi ha raccontato, gli unici da punire sarebbero quei criminali del Team Rocket-.
L’uomo guardò a terra, pieno di vergogna; sapeva che la donna aveva ragione, ma il senso di colpa per aver messo il suo amato Pokèmon e la città in pericolo era straziante.
-Dov’è, adesso, Garchomp?- chiese Serena, accanto al professore, ed ebbe la sua risposta quando un uomo li vicino si mise ad urlare -guardate lassù! C’è una ragazza!-.
Serena ampliò gli occhi e alzò la testa per vedere la sua amica camminare sul cornicione della torre, cercando di avvicinarsi al drago.
-Quella è Ashley!- gridò il professore sconvolto mentre attorno a sé il vociare delle persone aumentò.
“O mio dio, Ash! Che cosa vuoi fare?” si chiese la biondina stringendosi le mani al petto, pregando che la mora ne uscisse indenne.
Intanto, Ashley, Pikachu e Froakie si avvicinavano lentamente al Pokèmon sempre più sofferente.
-Ascoltami, Garchomp…- la mora iniziò a parlare nella speranza di poterla calmare ma il drago, appena la vide, le scagliò contro un Iper Raggio: i tre riuscirono a schivare il colpo ma questo distrusse un lato della Torre causando un’esplosione.
Alla base, intanto, le persone trattennero il respiro, pregando che la ragazza non fosse stata colpita dall’attacco.
-Speriamo non sia successo nulla ad Ashley- disse Clem preoccupata per la sua nuova amica.

 

 

-Garchomp, ti prego… cerca di stare calma- la mora tentò di parlarle mentre si avvicinava lentamente a lei.
-Gaaarrr!- gridò il drago prima di saltare, sbattendo le ali, salendo sempre più di quota.
-Aspetta! Torna indietro!- esclamò Ashley, frustrata, quando vide che si stava dirigendo verso il vertice della torre: si guardò attorno notando che, sul lato della parete, si trovava una scala che conduceva direttamente alla cima.
-Va bene, andiamo!- mormorò la ragazza sistemandosi il berretto sulla testa, facendo salire i suoi due Pokèmon sulle spalle, per poi iniziare la scalata.

 

 

-Vuole salire fino in cima!- esclamò Clem incredula che, dalla base della torre accanto al fratello, stava osservando ogni mossa della mora.
-Certo che Ashley è davvero molto coraggiosa!- esclamò la bambina con ammirazione mentre sul viso di suo fratello si formò un’espressione di determinazione: si diresse verso le macerie che chiudevano l’entrata secondaria ed iniziò a spostare delle rocce, anche con l’aiuto del suo braccio robotico.
-Fratellone, cosa stai facendo?- gli chiese Clem, guardandolo confusa -non posso lasciarla da sola, devo aiutarla!- rispose il ragazzo ansimando per lo sforzo -sono il Capopalestra di Luminopoli… dovrei esserci io, lassù, a calmare Garchomp ed a proteggere la città! Il minimo che possa fare è salire e darle una mano!-.
A quelle parole Clem guardò esterrefatta il fratello: era la prima volta che lo sentiva parlare del suo lavoro in un modo così responsabile, di solito si lamentava solo di come gli togliesse tempo per le sue invenzioni.
-Aspettami! Vengo con te!- esclamò la bambina, sorridendo, quando vide che il ragazzo era riuscito a liberare la porta.
-Va bene, andiamo!- disse Lem entrando nella struttura seguito da sua sorella.
“Resisti, Ashley! Tra poco verremo a darti una mano!” pensò il biondo, deciso.

 

 

Nel frattempo, la mora era riuscita ad arrivare in cima alla Torre appena in tempo per vedere Garchomp lanciare un altro Iper Raggio verso le case vicine.
Puntò i piedi saldamente, per resistere al forte vento, ed iniziò ad avvicinarsi cercando di non farsi notare.
Improvvisamente, il drago si girò verso di lei, lanciando un altro attacco che i tre riuscirono ad evitare buttandosi di lato.
-Ash, dobbiamo fare qualcosa! Non possiamo continuare ad evitare i suoi colpi!- esclamò Pikachu facendo crepitare le sue guance.
-No, non la attaccheremo! Non voglio farle altro male! Sta già soffrendo abbastanza a causa di quel collare!- gridò la mora, sorprendendo sia Pikachu, che smise di produrre elettricità, sia Froakie che guardò colpito la ragazza.
Nello stesso momento, sotto di loro, Lem e Clem arrivarono al primo piano della torre.
-Anf, anf… finalmente, siamo arrivati- disse il biondino, prendendo profonde boccate d’aria, stanco per via di tutte le scale che avevano dovuto percorrere.
-No, non ancora- disse Clem, arrivata dietro di lui, puntando il dito in alto -dobbiamo salire in cima-.

 

 

-Ora, calmati Garchomp!- esclamò Ashley, rialzandosi dopo aver evitato l’ennesimo colpo.
-Non voglio farti del male… so che stai soffrendo molto ma permettimi di aiutarti- disse la ragazza con un cipiglio triste, avanzando lentamente verso di lei -voglio solo toglierti il collare, poi me ne andrò, promesso-.
-Ti prego, ascoltala!- esclamò Froakie, devastato dal dolore che stava provando la sua amica e dalla sua incapacità d’aiutarla.
-Che ne dici? Vedrai che dopo starai meglio- disse la mora con un leggero sorriso, mentre prendeva un altro passo verso il Pokèmon ma, purtroppo, in quel momento il collare rilasciò un’altra scarica che fece guaire di dolore il drago che portò le zampe al collo, indietreggiando e finendo pericolosamente vicino al bordo.
-No! Ferma Garchomp, non ti muovere!- esclamò Ashley, in preda al panico quando vide che le bastava solo un altro passo per cadere di sotto.
In quel momento, Froakie entrò in azione lanciando delle palle di frobolle ai piedi del Pokèmon che finirono per appiccicaglieli al pavimento, bloccando i suoi movimenti.
-Sì, grande idea, Froakie!- esclamò la mora prima di rivolgersi al suo amico -Pikachu, vieni! Dobbiamo toglierle quell’affare!-
-ti seguo!- esclamò il topo correndo al suo fianco.
Ashley saltò e si aggrappò al collo di Garchomp, per tentare di tenerla ferma.
-Stai tranquilla, adesso ti liberiamo!- disse riuscendo a immobilizzarla per un attimo.
-Pikachu usa Codacciaio sul collare, presto!- esclamò la ragazza, approfittando del momento, e lui obbedì al comando, colpendo il dispositivo al centro e tagliandolo a metà.
Appena fu libera, Garchomp cadde in ginocchio, prendendo respiri profondi; ora non provava più quel dolore straziante e riusciva a pensare di nuovo con lucidità.
-Va meglio adesso, vero?- le chiese gentilmente la mora, che la sosteneva: il Pokèmon la guardò riconoscente.
-Ashley…- la chiamò Garchomp, resasi conto che era la giovane ragazza che aveva frequentato per molto tempo il laboratorio ad averla salvata da quel supplizio.
-Non ti preoccupare, ora arriveranno i soccorsi… scenderemo dalla torre e potrai riabbracciare il professore- disse la mora sorridente, ricevendo in cambio uno stanco cenno del capo.
-Ce l’abbiamo fatta!- esclamò Froakie correndo verso la sua allenatrice con Pikachu affianco ma, proprio mentre si avvicinavano alla coppia, la parte di cornicione sopra la quale si trovava il Pokèmon topo si disgregò, a causa di tutti i colpi che aveva subito la torre, facendolo precipitare.
-Ahhhh! Aiuto!- gridò Pikachu in preda al panico mentre la forza di gravità lo tirava sempre più velocemente verso terra.
-Pikachu!- gridò Ashley scioccata mentre vedeva, come al rallentatore, il suo migliore amico cadere di sotto e, senza pensarci due volte, guidata dall’istinto, saltò dalla torre per seguirlo.
-Santo cielo, Ash!- gridò Serena angosciata, portandosi le mani alla bocca, quando vide l’altra ragazza buttarsi.
-Non posso guardare!- esclamò Clem, voltandosi e poggiando la testa contro il petto del fratello per non vedere la scena che si stava svolgendo mentre Lem osservava senza fiato.
Alla base della torre, le persone guardavano con orrore come la ragazza riuscì a prendere il suo Pokèmon per poi stringerlo al petto, mettendosi sotto di lui, come per proteggerlo dallo schianto che, tutti pensavano, avrebbero assistito a breve.
Improvvisamente, però, un’ombra si staccò da un palazzo vicino e, con un unico salto, atterrò alla base della Torre Prisma prima di scalare, ad una velocità incredibile, l’edificio in verticale.
Passò i due fratelli che alzarono gli occhi, scioccati a quello che stava accadendo, ed arrivò da Ashley, che stava continuando a precipitare: la prese, in stile sposa, e continuò la sua corsa fino ad arrivare in cima.

 

 

 

 

-Pov. Froakie

 

Non ci credo!
Si è buttata per salvare Pikachu senza neanche badare alla sua sicurezza!
Preferisce morire cercando di salvarlo piuttosto che vederlo sfracellarsi a terra!
Sono tanti i sentimenti che provo in questo momento: c’è incredulità e disperazione, perché ho appena conosciuto una persona meravigliosa e non posso fare nulla per salvarla da morte certa, ma anche orgoglio e rispetto.
Sì, perché Ash mi ha dimostrato di essere l’allenatrice che aspettavo da tempo: qualcuno a cui interessa la salute e la felicità dei propri Pokèmon più che alla sua, che non scappa davanti al pericolo ed ha il coraggio di affrontare qualunque avversario o sfida a testa alta.
Ed, ora, sto per perderla…
La vita è ironica e crudele, a volte: ho sempre rifiutato gli altri allenatori perché non li ritenevo degni ed ora che ne ho accettato uno mi viene strappato da un fato avverso; forse non è nel mio destino essere il Pokèmon di un allenatore.
Saltello verso il bordo, facendo attenzione a non cadere, per guardare di sotto; non so che altro fare se non assistere impotente ai suoi ultimi attimi di vita.
Ma, all’improvviso, noto un movimento alla base della torre: è una sagoma molto veloce, di colore nero e di forma umanoide; potrebbe quasi essere scambiata per un’ombra.
La guardo, sbigottito, mentre corre in verticale incontro ad Ash e Pikachu e, per un attimo, spero con tutto me stesso che, chiunque sia, li aiuti.
Le mie preghiere sono esaudite come prende al volo la mia allenatrice, che ha Pikachu stretto tra le braccia, continuando a correre verso l’alto.
Balzo indietro quando la figura mi arriva davanti, salta sul bordo del cornicione integro e atterra tra me e Garchomp.
Trattengo il respiro mentre osservo la sua figura colorata di nero, la lunga lingua rossa avvolta attorno al collo a mo’ di sciarpa viene leggermente mossa dal vento e, in un attimo, riconosco il salvatore della mia allenatrice: un Greninja shiny.

 

 

 

 

 

 

 

 

-ASHLEY KETCHUM! COME HAI POTUTO FARE QUALCOSA DI COSÌ SCONSIDERATO!- la voce di Delia, messa in vivavoce al videotelefono, riecheggiava nel laboratorio mezzo distrutto del professor Platan.
La ragazza teneva la testa bassa, dispiaciuta, mentre si sorbiva la ramanzina della madre, con Pikachu e Froakie, seduti sulle sue spalle, a farle da supporto morale.
Il gruppo, composto da lei, il professore, Serena, Lem, Clem e i loro Pokèmon, era appena tornato dalla Centrale di Polizia dove avevano fatto le loro deposizioni in merito all’incidente che coinvolgeva il Team Rocket: l’agente Jenny li aveva rassicurati che avrebbero condotto le indagini in maniera approfondita per assicurare i tre colpevoli alla giustizia.
-BUTTARTI DALLA CIMA DELLA TORRE PRISMA! CHE DIAMINE TI È SALTATO IN MENTE?!- continuò a gridare la madre -ma… Pikachu stava cadendo ed io…- cercò di ribattere, debolmente, la ragazza alzando la testa.
-ALLORA, PERCHÉ NON L’HAI RICHIAMATO NELLA POKEBALL?! L’AVEVI CATTURATO, NO?!- la interrogò la donna ancora infuriata.
Ashley ritrasse la testa tra le spalle, riabbassando lo sguardo; sapeva di avere torto, non aveva minimamente pensato alle conseguenze quando era saltata dopo Pikachu per cercare di salvarlo.
-Se Greninja non avesse deciso di seguirti… non oso pensare a cosa poteva succederti…- quelle parole, singhiozzate, costrinsero la ragazza ad alzare lo sguardo per vedere, sullo schermo del videotelefono, il viso della donna rigarsi di lacrime -mentre la videocamera di quei giornalisti riprendevano la tua caduta… non hai idea di come mi sia sentita impotente… pensavo che ti avrei perso…-.
-Mamma…- mormorò la ragazza tristemente; detestava darle delle preoccupazioni e, sopratutto, vederla piangere.
-Mi dispiace… non ho riflettuto… ho agito d’istinto e sono saltata dietro Pikachu perché volevo salvarlo… è vero che l’ho catturato ma non gli piace stare nella pokeball per questo non ci ho pensato… mi dispiace tanto, non volevo spaventarti… ti prometto che, d’ora in poi, starò più attenta e penserò prima di agire- disse Ashley, guardando colpevole insieme hai due Pokèmon.
La donna si asciugò le lacrime e li osservò con un sorriso mesto.
-So che non vuoi farmi preoccupare ma, purtroppo, hai ereditato la stessa spericolatezza che contraddistingueva tuo padre- disse Delia mentre sul viso della figlia si disegnò un’espressione triste.
-Sono sicura che manterrai la tua promessa o, almeno, cercherai di farlo ma sarò molto più tranquilla sapendo che hai degli amici che ti possono aiutare…- disse la donna guardando, dietro la ragazza, Serena, Lem e Clem con un sorriso -...e Greninja- l’ultima parola sorprese Ashley.
-Vuoi dire che Grenny verrà con noi? Perché? Credevo che sarebbe rimasta a casa con te- chiese la mora confusa e Delia scosse la testa -no, aveva deciso di seguirti di nascosto, nel caso ti fosse successo qualcosa durante il viaggio, in modo da poterti aiutare… lo sai com’è diventata protettiva con te da quando tuo padre non c’è più-.
La ragazza annuì a quelle parole; Grenny era molto legata a suo padre, essendo stata il suo primo Pokèmon e la sua scomparsa l’aveva colpita profondamente, cambiando il suo atteggiamento e rendendola molto più cauta e protettiva nei suoi confronti.
Figurarsi, aveva addirittura addestrato lei e Pikachu in modo che non fosse indifesa nel caso qualche Pokèmon selvatico provasse ad attaccarla anche se fosse stata da sola.
-Allora… immagino che partirete domani per raggiungere la prima Palestra che dovrai affrontare- disse Delia, decidendo di cambiare discorso; dopotutto, non le era successo nulla ed era sicura che il Pokèmon ninja non avrebbe mai permesso a niente e a nessuno di farle del male.
Ashley sorrise alla domanda -esatto! Abbiamo deciso di andare a Novartopoli! Se non sbaglio, il Capopalestra utilizza Pokèmon di Tipo Coleottero e poi non è molto lontana da qui ci vorranno un paio di giorni al massimo per arrivarci! In più, spero di riuscire a catturare qualche Pokèmon di Tipo Volante o Fuoco lungo il cammino… so che ci sono molti Pidgey e Fletchling lungo il percorso 4 e vicino alla città dovrebbero trovarsi anche dei Litleo, sarebbero entrambi una buona scelta contro la Palestra-.
La donna annuì -bene, sono contenta di sentirti così entusiasta ma ricordati quello che mi hai promesso- le disse, rabbonendola -sì, me lo ricorderò e starò più attenta- disse Ashley con un cenno del capo.
Delia le sorrise dolcemente -va bene… allora, vi auguro buona notte e un buon viaggio! Telefonami quando sarete arrivati, ok?-
-certo! Contaci!- esclamò la figlia con un sorriso luminoso.
-Buona notte, tesoro e anche a voi!- disse la donna salutando Pikachu e Froakie, che contraccambiarono.
-Salutami anche Greninja appena la vedi- disse Delia -certo, mamma! Buona notte!- la salutò la mora, riattaccando la cornetta mentre lo schermo si spegneva, prima di prendere un respiro profondo; non era andata poi
così male.
Certo, le aveva fatto una lavata di capo ma neanche lontanamente come se l’era immaginato lei: all’inizio aveva avuto paura che corresse a Luminopoli solo per assicurarsi che stesse bene per poi riportarla a casa con la forza; Grenny non era l’unica che era diventata più protettiva nei suoi confronti dopo la scomparsa di suo padre.
-Va tutto bene?- la voce di Serena la riscosse dai suoi pensieri, facendola voltare verso il trio che la stava guardando.
-Sì, è andata meglio di quanto pensassi- rispose Ashley con un sorriso a cui l’amica rispose con uno dei propri.
-Sarebbe meglio andare a letto… è davvero tardi e, se domani vogliamo partire, dovremmo alzarci presto- disse Lem aggiustandosi gli occhiali.
Entrambe le ragazze sbatterono le palpebre a quelle parole.
-Vuol dire che volete unirvi a noi nel nostro viaggio?- chiese Serena -certo! Non vorrete che vi lasciamo andare da sole! Ora siamo amici: verremo anche noi con voi!- rispose Clem con un allegro sorriso.
-Veramente?- chiese Ashley sorpresa; dopotutto si erano conosciuti poche ore prima.
-Non siamo mai stati più seri- rispose Lem -Ash… quello che hai fatto sulla torre, aiutando Garchomp, mi hai dimostrato cosa significa essere coraggiosi! So che posso diventare più forte ed imparare molto se vengo con voi, possiamo diventarlo entrambi!- disse guardando la sorella -sempre se a voi sta bene, naturalmente- finì il biondo, un po’ imbarazzato per la richiesta.
Le due ragazze si guardarono prima di annuire.
-Certo! Ci si diverte di più insieme agli amici, giusto?- chiese la mora -già! Allora, benvenuti al nostro viaggio!- rispose Serena con un sorriso allegro.
-Grazie!- dissero in coro i due fratelli, con espressioni estatiche sui loro volti.

 

 

 

Nel frattempo, seduta sul tetto, la Greninja nera guardava, attraverso il buco, il gruppetto di ragazzi che si stava avviando verso le camere da letto che il professore aveva offerto loro.
Oggi è stata una giornata intensa…” pensò prima di distogliere lo sguardo per osservare i dintorni: la sera era calata sulla città coprendo le strade con la sua coltre scura mitigata dalle brillanti luci dei negozi e dei lampioni.
Si alzò in piedi e si diresse verso la finestra della camera che Ashley occupava con Serena.
Saltò giù dal tetto ed atterrò sul cornicione del primo piano, allungando la testa per guardare attraverso il vetro: la ragazza si era coricata e stava parlando con i suoi due Pokèmon che si erano sistemati, uno a destra e l’altro a sinistra, sul suo cuscino.
-Domani, finalmente, inizieremo il nostro viaggio!- disse Ashley entusiasta -sono certa che faremo faville insieme!-
-sì!- esclamarono Pikachu e Froakie con dei sorrisi allegri.
-Ash, ti dispiacerebbe spegnere la luce ed andare a dormire: ormai è tardi!- la redarguì Serena che stava cercando di prendere sonno.
-Sì, scusami- rispose la mora, lievemente imbarazzata, spegnando la luce sul suo comodino.
-Buona notte, Serena, Pikachu, Froakie… e, anche a te, Grenny- disse la ragazza chiudendo gli occhi per prendere sonno.
Quelle parole portarono un lieve sorriso sul viso della Greninja nera.
Buona notte, Ashley… prometto che non ti accadrà mai nulla… non fallirò come ho fatto con il maestro: ti proteggerò anche a costo della mia vita!” pensò con uno sguardo di determinazione, poi si voltò verso l’esterno e, con un salto, sparì nella foschia della notte.

 

 

 

 

 

Ciao a tutti!
Eccomi con questo nuovo e succoso capitolo!
Come avete potuto leggere, il trio del Team Rocket entra in scena anche se, come al solito, finisce per essere spazzato via XD
Vi dirò solamente che, in questa storia, il Team Rocket avrà il ruolo principale di cattivi; quindi aspettatevi capitoli dove ci saranno delle vere battaglie contro questi malviventi (intendo contro l’organizzazione non contro Jessie, James e Meowth).
In più, è apparso anche il Pokèmon misterioso che seguiva Ashley e, come hanno azzeccato ItalianBro94, Roxy 95 e _ happy _04, era il Greninja di suo padre (in questo caso la Greninja, visto che è femmina).
Ora, siccome che il primo classificato al mio piccolo gioco non ha più risposto hai miei messaggi (e gliene ho dato di tempo per rispondere) ho deciso che i primi due lettori che mi lasceranno una recensione a questo capitolo (una VERA recensione, non solo quattro parole) avranno la possibilità di scegliere uno dei nuovi Pokèmon che Ashley catturerà nel suo viaggio.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto! ^^
Purtroppo, non so quando potrò pubblicare il prossimo siccome in questo periodo sono molto occupata e non sono nemmeno riuscita ad iniziare a scriverlo; cercherò di metterci il meno tempo possibile.
Saluti e baci da black dalia

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Capitolo 4
*** Cap.3)La prima cattura ***


POKÈMON XYZ: L'inizio della storia

 

-discorso-
“pensiero”
-discorso Pokèmon-
pensiero Pokèmon”
voci pokedex

 

 

Cap.3) La prima cattura

 

-Così non siete riusciti a portare a termine la missione che vi era stata assegnata… mi avete deluso-.
Jessie, James e Meowth deglutirono fittamente a quelle parole mentre osservavano, stando sull’attenti, l’uomo seduto alla scrivania dinanzi a loro: era di altezza media, aveva un fisico asciutto, sottile ed atletico con una carnagione alabastrina, i tratti del viso affilati, le labbra sottili, gli occhi color verde acqua, che brillavano sinistramente, e capelli corti anch’essi verde acqua.
Indossava un completo bianco con, sotto, una maglia nera e sul lato destro della giacca era ricamata la R rossa che era il simbolo del Team Rocket.
-Le chiediamo perdono Generale Archer… non pensavamo che qualcuno avrebbe interferito- disse Jessie con voce tremante mentre s’inchinava, insieme agli altri, in segno di scuse.
-Sì, ho visto al notiziario l’intervista della ragazzina che ha salvato la Garchomp del professore- le parole del Generale grondavano di così tanto veleno che i tre rabbrividirono.
-Una mocciosa, appena diventata allenatrice, che riesce a sconfiggere tre agenti del Team Rocket…-
-veramente, è stata la Garchomp a farci saltare in aria, non lei- lo interruppe James, cercando delle scusanti: a quelle parole gli occhi di Archer s’infiammarono.
-E come, di grazia, avrebbe fatto un Pokèmon che avevate sotto controllo a rivoltarsi contro di voi?- sibilò, a denti stretti, il Generale con rabbia.
-Beh…- iniziò Meowth titubante -la ragazzina ha rotto il telecomando che ci permetteva di controllarla- disse il gatto affievolendo sempre più la voce come vide la furia del loro capo aumentare.
-Quindi, volete dirmi che una misera neo allenatrice ha mandato in fumo una delle nostre operazioni!?- gridò l’uomo sbattendo il pungo sulla scrivania, facendo saltare i suoi tre sottoposti -volete che la nostra organizzazione diventi una barzelletta?! Noi siamo il Team Rocket! Non una misera banda di ladri! Siamo la più grande organizzazione criminale del mondo e non possiamo permetterci di venire derisi da una tredicenne!-.
-Sì, ha ragione, signore! Non accadrà mai più!- esclamarono i tre, scattando sull’attenti, in preda al panico per la paura di essere puniti.
Archer gli lanciò un’occhiata gelida mentre la sua rabbia si sedava: prese un respiro profondo, incrociò le mani sotto il mento, appoggiandocelo sopra, e disse -lo spero per voi… ho controllato i rapporti delle vostre missioni precedenti ed ho notato che avete sempre portato a termine i vostri compiti egregiamente… è solo per questo motivo che ho deciso di non punirvi, per questa volta-.
Jessie, James e Meowth fecero un mentale sospiro di sollievo.
-Tuttavia…- continuò il Generale, facendoli tornare a sudare freddo -visto il vostro fallimento nell’ottenere le informazioni che ci servivano, ho deciso di spostarvi ad un’altra operazione: dovete portare alla base quanti più Pokèmon potete… più sono forti, meglio è-.
-Sì, signore!- esclamarono i tre.
-Bene… e ricordate che io non offro seconde possibilità molto spesso: quindi vedete di non sprecarla- disse Archer con un tono gelido, guardandoli come se potesse vedere le loro anime.
-Certo, signore! La ringraziamo per la sua generosità- disse Jessie tremante, cercando di rimanere ferma fino a quando il Generale non li avrebbe congedati, anche se tutto quello che voleva era scappare il più lontano possibile dallo sguardo di morte che stava dando loro.
Con un ultimo cenno del capo, l’uomo li congedò ed i tre corsero fuori dal suo ufficio come se avessero il diavolo alle calcagna.
Appena rimase solo, Archen aprì il primo cassetto della sua scrivania, tirando fuori un fascicolo: lo aprì e la foto di una giovane ragazza ne scivolò fuori, cadendo sulla superficie di legno della scrivania: il Generale la prese studiandola attentamente.
“Ashley Ketchum… così giovane e con così tanto potenziale… potrebbe diventare un problema in futuro ma, per adesso, la lascerò andare” pensò l’uomo rimettendo la foto nel fascicolo prima di riporlo nel cassetto, tornando ad occuparsi dei suoi doveri.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

-Wow! Sai cucinare davvero bene, Lem!- esclamò Ashley dopo aver ingoiato una forchettata di spaghetti al sugo che il giovane inventore aveva appena preparato.
-Sono veramente gustosi!- aggiunse Serena, concorde con la valutazione dell’amica.
-Grazie, sono contento che vi piacciano- disse il biondino con un sorriso ed un leggero rossore si sparse sulle guance per il complimento.
Era mezzogiorno ed i quattro ragazzi, che erano partiti quella mattina da Luminopoli per arrivare a Novartopoli, si erano fermati in una piccola radura a lato della strada per pranzare.
-Il mio fratellone è veramente bravo in cucina! Dovreste assaggiare le sue polpette: sono la fine del mondo!- esclamò Clem gonfiando il petto con orgoglio alle doti culinarie del fratello.
-Non esagerare, sono solo delle semplici polpette- disse Lem, strofinandosi la testa e arrossendo ancora di più.
-Io riesco a malapena a non bruciare il cibo quando tento di cucinare…- disse Ashley sorridendogli -tu e Serena dovreste scambiarvi le ricette… sai, anche lei è una brava cuoca: i suoi dolci sono fantastici!-.
La biondina arrossì leggermente alle parole dell’amica.
-Beh, ma tu sei bravissima a preparare il cibo per Pokèmon- disse Serena guardando di lato, verso Pikachu e gli altri che stavano mangiando con gusto le pietanze nelle loro ciotole.
Ashley ridacchiò e si strofinò la testa.
-Non è così difficile: mi è bastato chiedergli qual’è il loro gusto preferito ed ho solo aggiunto le bacche giuste- disse la mora.
-Sì ma molti allenatori, specie quelli alle prime armi, non prendono nemmeno in considerazione i gusti dei loro Pokèmon e gli danno da mangiare quello che vogliono- disse Lem, mentre prendeva una forchettata di pasta.
-Mi sembra ingiusto che io possa mangiare quello che mi piace mentre i miei Pokèmon no- disse Ash guardando verso di loro con un sorriso -e poi, il modo migliore per diventare amici è anche conoscere i loro gusti-.
Tutti annuirono alle parole della mora per poi ricominciare a mangiare.
-Ehi, ma dov’è Greninja?- chiese Clem guardandosi attorno -era qui quando abbiamo iniziato a preparare il pranzo-.
-Non ti preoccupare…- le disse Ashley -Grenny preferisce procurarsi il cibo da sola… una volta le ho chiesto perché non mangiasse mai a casa come Mr. Mime e lei mi ha risposto che, dalla scomparsa di mio padre, non avendo più un allenatore, era diventata un Pokèmon selvatico e quindi doveva procurarsi il cibo da sola come tutti gli altri- poi fece una pausa, alzando gli occhi come se pensasse a qualcosa -anche se, riflettendoci adesso, credo che lo facesse solo per aiutarci a risparmiare soldi… sapete in quel periodo non ce la cavavamo molto bene-.
-Oh…- disse Lem a corto di parole, sorpreso dalla dedizione del Pokèmon ninja.
-Certo che Greninja ci tiene proprio tanto a te, vero Ash?- chiese Clem con un sorriso dopo aver ascoltato le parole della mora.
-Sì, allo stesso modo, io tengo a lei- rispose la mora girando la testa in direzione del bosco in cui era scomparsa la sua amica -ma so che può prendersi cura di se stessa per questo non mi preoccupo-.

 

 

 

 

Dopo aver finito di mangiare, aver lavato i piatti e sistemato gli utensili, Ashley e i suoi due Pokèmon iniziarono l’allenamento.
-Forza Pikachu, usa Attacco Rapido per evitare quelle frobolle mentre tu, Froakie, devi cercare di colpirlo, va bene?- esclamò la mora ed i due annuirono per confermare di aver sentito gli ordini.
-Certo che Ash è molto determinata a vincere la sua prima battaglia in Palestra- disse Lem, seduto sotto un albero insieme alle due ragazze ed ai loro Pokèmon, guardando la mora allenarsi.
-Lei è determinata in tutto quello che fa, specialmente se ha a che fare con i Pokèmon- disse Serena ridacchiando mentre finiva di spazzolare Fennekin.
-Ehi, Serena…- la chiamò Clem facendo girare l’altra ragazza verso di lei.
-Per quale motivo ti sei messa in viaggio? Ash a detto che il suo sogno è quello di diventare un Maestro Pokemon ma tu cosa vuoi fare?- gli chiese la bambina.
-In realtà… non lo so- rispose la biondina, portando uno sguardo di sorpresa sul volto di entrambi i fratelli.
-Vedete, fino a poco tempo fa, mia madre mi allenava per partecipare alla Formula Rhyhorn… io non ho mai desiderato diventare un pilota e detestavo questi allenamenti ma non avevo il coraggio di dirglielo… un giorno ho raccontato tutto ad Ash e lei mi ha detto che il miglior modo di capire quello che volevo fare nella vita era viaggiando: in questo modo avrei potuto conoscere altre persone ed altri luoghi e, magari, trovare la mia strada- spiegò Serena con un dolce sorriso mentre guardava la sua migliore amica che stava dando delle istruzioni a Pikachu e Froakie per il prossimo esercizio.
-Pensate, mi è stata accanto anche quando sono andata da mia madre per dirle che non volevo diventare un pilota ma che desideravo iniziare il mio viaggio insieme a lei… mi ha dato il coraggio per dirgli quello che non ero mai riuscita a spiegargli: cioè, che non mi piace la Formula Rhyhorn- disse la biondina, ridacchiando tranquillamente.
-E come l’ha presa tua madre?- chiese Lem incuriosito.
-Beh… all’inizio era un po’ delusa dal fatto che non volessi seguire le sue orme ma mi disse che quando avrei trovato il mio sogno mi avrebbe sostenuta, qualsiasi cosa scegliessi di fare!- rispose Serena con un sorriso allegro.
-Allora ti aiuteremo anche noi a trovare il tuo sogno!- esclamò Clem pompando il pungo in alto e la biondina rise alla sua dichiarazione.
-Grazie, Clem!- disse Serena accarezzando la bambina sulla testa.

 

 

 

 

Nel frattempo, proprio sopra le loro teste, un Dedenne correva lungo i rami dell’albero intento a raggiungere una delle ultime bacche rimanenti: l’afferrò ed iniziò a tirarla per staccarla dal picciolo.
Tirò il piccolo frutto con sempre più forza fino a quando, improvvisamente, la bacca si staccò facendolo inciampare e perdere la presa: Dedenne poté solo osservare la bacca cadere di sotto, atterrando sulla testa di Clem per poi finire a terra proprio accanto a Fennekin.
-Ehi! Qualcosa mi è appena caduto sulla testa!- esclamò Clem toccandosi il capo prima di abbassare lo sguardo verso il piccolo frutto che il Pokèmon volpe stava annusando.
In quel momento, un Tuonoshock partì dall’albero e colpì Fennekin che guaì mentre avvertiva una sensazione di paralisi attraversarle il corpo.
-Fennekin!- gridò Serena, inginocchiandosi accanto al suo Pokèmon che giaceva a terra, incapace di muoversi.
-Che cosa è stato?!- esclamò Lem scattando in piedi, mentre lui e Bunnelby si guardavano attorno per identificare l’aggressore.
Nel frattempo, Dedenne era corso giù dall’albero e, nascosto in un cespuglio, si stava avvicinando alla bacca di soppiatto: quando arrivò a meno di un metro dal frutto, uscì con l’intenzione di accaparrarla e scappare ma venne fermato dall’arrivo di un altro Pokèmon che gli si piazzò davanti.
-Cosa credi di fare?!- esclamò Pikachu guardandolo minaccioso, bloccandolo sul posto.
-Ragazzi!- esclamò Ashley, avvicinando gli altri con Froakie al suo fianco -ho sentito Serena urlare! Cosa sta succedendo?!-.
-Eravamo qui seduti quando una bacca è caduta dall’albero vicino a Fennekin…- iniziò a spiegare Lem -credo che la stesse annusando quando un Tuonoshock l’ha colpita, paralizzandola; è per quello che Serena ha urlato-.
Ash girò lo sguardo verso la sua amica che stava spruzzando un antiparalisi sulla volpina, guarendola istantaneamente.
-Deve esserci un Pokèmon di Tipo Elettro nelle vicinanze- concluse Lem sistemandosi gli occhiali. -Sì ed io so anche qual’è- disse Ashley avvicinandosi a Pikachu che stava ancora bloccando Dedenne.
Gli altri tre guardarono la scena da dietro di lei.
-Che Pokèmon è?- chiese Serena guardando la scena interessata.
-È un Dedenne! Un Pokèmon di Tipo Elettro-Folletto- rispose Lem.
-Com’è carino!- esclamò Clem guardando come i due Pokemon iniziarono a comunicare con l’elettricità.
-Vediamo cosa dice il pokedex- disse Serena tirandolo fuori e puntandolo verso il Pokèmon.

Dedenne, il Pokèmon antenna
Riesce a comunicare a distanza con i suoi simili tramite le onde radio che emette dai suoi baffi che fungono da antenne.

-Ma come mai ha attaccato Fennekin?- chiese Serena dopo aver riposto il pokedex.
-Credo sia per via della bacca- rispose Ash indicando la bacca a terra, che Clem andò a recuperare -molto probabilmente la stava raccogliendo ma gli è caduta e quando ha notato che Fennekin la stava annusando deve aver pensato che volesse mangiarla-.
-Ora capisco- disse Serena osservando il piccolo Pokèmon.
-Lo voglio, lo voglio!- esclamò Clem con entusiasmo iniziando a tirare la manica della tuta di Lem -ti prego, catturalo e tienilo in squadra per me!-.
-Tenerlo?- chiese Ashley, piegando leggermente la testa di lato, incuriosita.
-Già! Finché non sarò grande abbastanza da diventare un allenatrice!- rispose Clem per poi guardare il fratello con un espressione implorante -ti prego, ti supplico! Prometto che me ne occuperò io!-.
Il ragazzo si grattò la guancia con un’espressione dubbiosa -mmh… devo pensarci bene-.
-Dai, accetta… ti aiuto a catturarlo, se vuoi- disse la mora sorridendo ai due fratelli.
-Davvero?! Sei molto gentile, Ash!- la ringraziò Clem.
-Va bene, d’accordo, mi avete convinto… prendiamo questo Dedenne- acconsentì Lem e la sorella fece un saltò dalla felicità; finalmente avrebbe avuto un Pokèmon tutto suo!
-Ma prima…- Serena interruppe il momento festoso -perché non ridai quella bacca a Dedenne; scommetto che sarà molto più amichevole con te, dopo- disse la ragazza, puntando al piccolo frutto che la bambina teneva in mano.
-Oh, sì! Hai ragione!- esclamò Clem e si avvicinò ai due Pokèmon che avevano finito di comunicare: s’inginocchiò e porse la bacca a Dedenne.
-È questa che volevi, non è vero? Puoi prenderla! È tutta tua!- disse la bambina ed il piccolo topo la guardò per poi iniziare ad avvicinarsi lentamente alla sua mano, facendola sorridere.
Dedenne stava per afferrare la bacca quando, veloce come un lampo, un Pokèmon uccello sfrecciò tra di loro ed afferrò il frutto.
I quattro ragazzi osservarono, sorpresi, l’uccellino posarsi su di un ramo di un albero vicino con la bacca ben stretta tra gli artigli.
-Ehi! Quello è un Fletchling!- esclamò Serena, riconoscendo subito il Pokèmon ed Ash tirò fuori il pokedex.

Fletchling, il Pokèmon pettirosso
Noto per i suoi meravigliosi cinguettii ma può diventare molto aggressivo se s’invade il suo territorio.

-Non è giusto! Quella bacca è di Dedenne! Gliela devi restituire!- gridò Clem arrabbiata, agitando i pugni, avvicinandosi all’albero dove si era posato il pettirosso.
Per tutta risposta, il Fletchling gettò la bacca in alto e la ingoiò.
-Era veramente buona!- cinguettò come per prendersi gioco di loro.
-Accidenti! L’ha mangiata in un sol boccone!- esclamò Lem con sgomento.
-L-la mia bacca…- sentendo quelle parole i quattro Pokèmon, ai piedi dei loro allenatori, si girarono verso Dedenne, sgranando gli occhi quando videro grosse lacrime aggrapparsi agli angoli degli occhi.
-No, piccolo, non piangere- disse Fennekin con voce dolce, cercando di calmarlo ma servì a poco perché il topolino scoppiò in lacrime, gridando -si è mangiato la mia bacca!- prima di correre via, scomparendo nei cespugli.
-No, Dedenne! Non scappare!- esclamò Clem vedendolo imboscarsi.
-Ho paura che non lo rivedremo più- disse Lem deluso e, a quelle parole, calde lacrime iniziarono a scivolare lungo il viso della bambina che non passarono inosservate da Froakie.
Gli insegno io a non rubare e a non far piangere i bambini!” pensò il Pokèmon rana guardando verso il pettirosso con rabbia prima di saltare più in alto che poteva, lanciando delle palle di frobolle al Fletchling che, però, le evitò tutte mettendo in mostra la sua agilità nelle manovre aeree.
-Ha schivato tutti i colpi!- disse Serena, sorpresa dalla facilità con cui l’uccellino aveva evitato le sfere appiccicose.
-È davvero veloce…- disse Ashley, guardando intensamente il Pokèmon prima di annuire a se stessa, sistemandosi il cappello in testa.
-L’hai voluto tu: Fletchling, ti comunico che voglio catturarti!- esclamò la ragazza, con uno sguardo deciso, al pettirosso che si posò sul ramo dell’albero di fronte a lei.
-Provaci!- ribatté il Pokèmon con sfida, facendo sorridere la ragazza.
-Ci puoi scommettere! Pikachu, preparati!- esclamò Ash ed il Pokèmon topo stava per mettersi in posizione quando una zampa lo fermò.
-No! Voglio affrontarlo io!- dichiarò Froakie guardando l’uccellino determinato, sorprendendo la sua allenatrice.
-Vuoi affrontarlo tu?- gli chiese Ash e la ranocchia annuì decisa non distogliendo lo sguardo dal suo, molto presto, avversario.
“Chissà per quale motivo è così determinato a combattere quel Fletchling… dopo tutto non gli ha fatto alcun male, quindi perché…” Ashley interruppe i suoi pensieri quando vide Froakie lanciare uno sguardo verso Clem, che guardava lo svolgersi degli eventi con ancora le lacrime agli occhi.
“Ma certo! Deve essere per questo!” pensò la ragazza, sgranando gli occhi, avendo capito le intenzioni del suo Pokèmon.
-Va bene, Froakie, preparati a combattere! Insegniamo a questo piccolo ladro a non far piangere i nostri amici!- disse Ash determinata, guadagnandosi uno sguardo sorpreso a cui rispose con un sorriso ed un occhiolino.
-Iniziamo impedendogli di muoversi: usa le tue frobolle per imprigionarlo!- ordinò Ashley e Froakie saltò in alto per poi lanciare diverse palle di schiuma contro Fletchling che, però, riuscì a schivarle tutte.
“Maledizione, le ha evitate!” pensò la ragazza, stringendo i denti -va bene, allora proviamo un attacco diretto! Usa Idropulsar!- esclamò l’allenatrice e Froakie saltò di nuovo e formò una sfera d’acqua da scagliare contro l’avversario ma il Pokèmon uccello non rimase fermo ed utilizzò Doppio Team per creare copie di se stesso: Froakie scagliò il suo attacco ma colpì una delle copie permettendo così al vero Fletchling di colpirlo con una Beccata così forte che lo mandò a sbattere contro il tronco di un albero.
-Froakie!- esclamò Ash correndo verso di lui, riuscendolo a prendere prima che cadesse a terra.
-Stai bene?- gli chiese, preoccupata che si fosse fatto veramente male.
-Sì…- gli rispose scendendo dalle sue braccia -voglio continuare a combattere! Devo dargli una lezione per aver fatto piangere Clem!-.
Ash sorrise a quelle parole -bene… allora proviamo in un altro modo: salta più in alto che puoi ed usa Bolla!-.
Froakie annuì e fece come ordinato, saltando in alto e scatenando il suo attacco: Fletchling usò ancora Doppio Team ma, a differenza di prima, le bolle colpirono tutte le copie ed anche l’originale che si ritrovò a precipitare verso terra, sorpreso dall’attacco.
-Ora! Non dargli il tempo di riprendersi! Usa Idropulsar!- ordinò Ashley e Froakie creò una sfera d’acqua che lanciò contro l’avversario ma il Pokèmon pettirosso la vide arrivare e, con grande abilità, la schivò prima di precipitarsi verso Froakie e colpirlo con un altra Beccata che mandò la ranocchia a schiantarsi al suolo.
-Wow! Certo che quel Fletchling è un osso duro!- esclamò Serena sorpresa dalla capacità di ripresa del piccolo uccello.
-Già, in più, essendo in grado di volare, ha un enorme vantaggio su Froakie in quanto può schivare facilmente i suoi attacchi- disse Lem sistemandosi gli occhiali.
-Vai, Ash e Froakie! Dimostrategli quanto valete!- tifò per loro, Clem.
-Ce la fai a continuare, Froakie?- gli chiese Ashley -uff… sì, non ti preoccupare- rispose lui, alzandosi a fatica a causa dell’ultimo colpo ma, proprio in quel momento, Fletchling decise di passare all’attacco scatenando contro l’avversario un Ventagliente.
-Sta attento, Froakie!- gridò Ash prima di correre verso il suo Pokèmon, riuscendolo ad afferrare poco prima di essere colpiti dall’attacco e scaraventati contro un albero: la mora si girò verso il tronco per proteggere il suo Pokèmon dal colpo.
-Stai bene, Froakie?- gli chiese e lui annuì prima di guardare il braccio della sua allenatrice notando un escoriazione sul gomito.
È rimasta ferita solo per proteggere me” pensò il Pokèmon abbassando lo sguardo a terra sentendo la vergogna per non essere riuscito a difendere se stesso dall’attacco.
-Ash! Stai bene?- chiese Serena, inginocchiandosi accanto a lei con Pikachu affianco.
-Sì, è tutto a posto, solo un graffio sul gomito ma non è niente di grave- rispose la mora massaggiandosi il retro della testa con la mano mentre Froakie scendeva dalle sue braccia e Serena iniziava a medicarle la ferita.
-Accidenti! Finché riuscirà a volare liberamente sarà davvero difficile prendere quel Fletchling!- disse Ashley guardando il pettirosso volare in circolo sopra di loro -se solo riuscissimo a portarlo a terra…-.
Nel sentire quelle parole, un’idea illuminò la mente di Lem; lui aveva l’apparecchio perfetto per questa occasione.
-Beh, ho quello che fa al caso nostro, allora!- disse il biondo sistemandosi gli occhiali -oggi trionfa la scienza! Il futuro è qui! Dispositivo lemmico attivato!- e tirò fuori dal suo zaino quello che sembrava un grammofono a manovella.
-Vi presento la Macchina Richiama Pokèmon di Tipo Volante!- esclamò il giovane inventore mostrandola alle ragazze.
-Il nome andrebbe un po’ migliorato- mormorò Clem mentre una goccia di sudore le scendeva dalla fronte al nome ridicolo di questa invenzione.
“Sul serio...” pensò la bambina “come gli verranno in mente?”.
Per essere un genio, suo fratello mancava d’immaginazione con i nomi delle sue invenzioni.
-Sembra interessante, come funziona?- chiese Serena guardando curiosamente la macchina.
-I Pokèmon uccello hanno un istinto che li guida verso casa…- iniziò Lem girandosi verso il Fletchling che si era posato sul ramo di un albero vicino.
-Attraverso le onde radio di una certa frequenza la mia invenzione può attirare o allontanare i Pokèmon uccello interferendo sulla loro bussola interna… guardate, ora la aziono- ed iniziò a girare la manovella.
Che cosa stanno facendo?” si chiese Fletchling, piegando la testa di lato, come continuò a guardare i quattro ragazzi.
-Sei sicuro che stia funzionando?- Chiese Serena osservando come il pettirosso non sembrava minimamente influenzato dalle onde emesse dall’apparecchio di Lem.
-Ehi! Chi sta parlando?- chiese, all’improvviso, Ash guardandosi attorno; sentiva dei sussurri provenire dagli alberi attorno a loro e non le piaceva quello che stavano dicendo.
-Rumore! Rumore! Cos’è questo rumore?!-
-Rumore fastidioso! Dobbiamo farlo smettere!-
All’improvviso, decine di paia di occhi rossi apparvero dall’oscurità della foresta.
-C’è qualcuno che ci sta fissando!- esclamò Clem spaventata, avvicinandosi istintivamente a Serena e Fennekin in cerca di protezione.
-Lem… forse è meglio che spegni quell’affare- disse cautamente Ash facendo un passo indietro, allertando Pikachu e Froakie, quando capì che i sussurri che aveva sentito prima appartenevano a dei Pokèmon.
In un attimo, decine di Beedrill uscirono dalla foresta circondando il gruppo.
-Beedrill!- esclamò Serena guardando, nervosa e spaventata, i Pokèmon insetto; tutti sapevano come potevano essere pericolosi i Beedrill se molestati.
-Sono stati attirati loro dalla mia invenzione!- esclamò Lem sorpreso dalla piega inaspettata degli eventi.
-Spegni quell’affare!- esclamò Clem ma quel grido fu l’ultima goccia che fece traboccare il vaso ed i Beedrill si fiondarono contro il gruppo con l’intento di attaccarli.
-AAAHHHHHHH!- gridarono i ragazzi mentre correvano il più velocemente possibile per scappare dai Pokèmon arrabbiati.
-Forse la frequenza è troppo bassa! Per i Pokèmon uccello ce ne vuole una più alta! Fatemi provare!- esclamò Lem mentre continuavano a correre.
Iniziò a girare la manovella più velocemente ma l’effetto che ottenne fu l’inverso di quello previsto: i Beedrill li inseguirono ancora più ferocemente di prima.
-Lem, piantala! Ti supplico! Li stai facendo innervosire ancora di più!- gridò Ash mentre correva più veloce che poteva; non credeva di aver mai corso così velocemente in vita sua.
Ma Lem, imperterrito, continuò.
-Sono sicuro che portandolo alla frequenza massima sarò in grado di richiamare tutti i Pokèmon uccello nelle vicinanze in un colpo solo!- esclamò il ragazzo girando la manopola ancora più velocemente ma il risultato che ottenne non fu quello sperato: l’apparecchio iniziò a surriscaldarsi e, un minuto dopo, esplose travolgendo il gruppo.

 

 

 

 

Nel frattempo, non molto lontano da dove si trovavano i ragazzi, Grennie stava mangiando, sul ramo di un albero, delle baccarance che aveva raccolto da una pianta trovata vicino ad un ruscello, quando un forte scoppio scosse il ramo su cui si trovava, facendola quasi cadere.
-Ma che diavolo…?- si chiese, guardando la cortina di fumo che saliva in cielo non molto lontano da lei.
Com’è che ho il presentimento che questo scoppio centri qualcosa con Ashley?” pensò la Greninja, scuotendo la testa per l’esasperazione.
Non posso lasciarla sola neanche per pranzare… ed io che pensavo che essendoci qualcun altro a tenerla d’occhio potessi prendermi una pausa ma sembra che anche i suoi amici non siano immuni al suo magnetismo per i guai… un’altra cosa che ha preso da te, maestro” pensò Grennie, mentre saltava da un ramo di un albero all’altro per dirigersi verso la fonte di questo caos, con un piccolo sorriso sul volto.

 

 

 

 

-Uff! Accidenti che botta- disse Serena, sedendosi dopo il volo che aveva fatto a causa dell’esplosione dell’invenzione di Lem.
-State tutti bene?- chiese Ash, che era atterrata poco distante dalla sua amica, mentre si alzava in piedi e controllava i dintorni.
-Sì, stiamo bene!- rispose Clem spazzolandosi la polvere dai vestiti.
-Io no, invece- rispose Lem, arrabbiato che la sua invenzione avesse fatto cilecca, guadagnandosi un paio di riverberi da Fennekin, che si stava ripulendo la pelliccia ormai sporca, e da Froakie per averli messi tutti in pericolo con quella sua trovata del richiamo per Pokèmon.
Avvertendo il malumore del ragazzo, Ashley disse -Lem, sei stato grandioso! Ti rendi conto che hai richiamato tutti quei Beedrill!-.
Sentendo la sincerità di quelle parole, il biondo si voltò verso di lei.
-Beh… in effetti, hai ragione… non è stato un totale fallimento- disse sorridendo leggermente nel pensare che aveva richiamato tutti quei Pokèmon, anche se nessuno di loro era un uccello.
-Ah ah ah! Che babbei che siete! Ah ah ah ah! Avete attirato tutti quei Beedrill e poi vi siete fatti inseguire! Ah ah ah ah!-.
Sentendo dei cinguettii, il gruppo guardò in alto dove scorsero il Fletchling volare in cerchio sopra le loro teste.
-Che cosa sta dicendo?- chiese Serena ad Ash, guardando come la ragazza aggrottò le sopracciglia. -Ci sta prendendo in giro- le rispose la mora, incrociando le braccia infastidita; ora non aveva proprio idea di come avrebbe potuto prendere quel Fletchling.
“Se Froakie non può volare come posso farlo avvicinare a lui?” si chiese la giovane allenatrice, lasciando il suo sguardo vagare fino a quando non si rese conto di dove si trovavano: una valle rocciosa piena di dislivelli.
Osservò il Fletchling posarsi su di una sporgenza e le venne in mente un piano.
-Ma sì, certo! Questo è un posto perfetto per lottare!- esclamò attirando l’attenzione degli altri.
-Vuol dire che hai un piano per prendere quel Fletchling?- le chiese Serena ed Ash annuì prima di rivolgersi a Froakie.
-Tutta questa area sarà il nostro campo di battaglia! Ci sono zone pianeggianti ma anche parti rialzate: con la tua agilità sarà come volare!- esclamò la ragazza spiegando la sua idea.
-Ho capito!- annuì il Pokèmon rana preparandosi per la sfida.
-Io non ci ho capito niente- disse Clem guardando curiosamente i due.
-Bene Froakie, salta e supera Fletchling! Iniziamo!- esclamò Ash ed il Pokèmon obbedì, saltando velocemente da una roccia all’altra fino ad arrivare accanto al pettirosso che prese il volo per evitare l’avversario.
-Perfetto! Salta più in alto ancora! Non lasciartelo sfuggire!- disse la mora pompando il pugno.
-Ma certo! Froakie è un abile saltatore ed Ash sta sfruttando i dislivelli nella roccia per valorizzare al massimo le sue caratteristiche!- disse Lem stupito dall’ingegno dell’allenatrice in erba.
-Forza, Ash e Froakie! Potete farcela!- esclamò Serena, tifando per la sua migliore amica.
Froakie saltò da una roccia all’altra, continuando a seguire Fletchling, fino a quando non riuscì ad affiancarlo.
-Bene! Usa Idropulsar!- ordinò la mora ed il Pokèmon rana creò una sfera d’acqua che scagliò contro l’avversario ma il pettirosso riuscì ad evitarlo.
-Usa le tue frobolle per disturbare il suo volo!- ordinò Ash e Froakie, tenendo sempre d’occhio Fletchling, saltò su di una parete per poi lanciare le sfere appiccicose.
Il pettirosso usò la sua velocità per allontanarsi dall’avversario e schivare i suoi colpi.
Ma quando tornò indietro, pronto per contrattaccare con una Beccata, non riuscì ad individuare Froakie facendo cadere l’attacco.
Girò in cerchio un paio di volte prima di avvicinarsi ad uno spuntone di roccia.
-Vai! Usa, di nuovo, Idropulsar!- esclamò Ash e, all’improvviso, il Pokèmon rana uscì allo scoperto, da dietro lo spuntone di roccia dove si era nascosto, per prendere di sorpresa l’avversario.
Fletchling non ebbe la possibilità per evitarlo e venne colpito in pieno ma non si arrese e, dopo essere riuscito a raddrizzarsi, sparò un Ventagliente contro Froakie.
-Continua a saltare per schivarli e poi usa bolle per finirlo!- esclamò l’allenatrice, decidendo di mettere fine alla partita.
Facendo come ordinato, Froakie, evitò l’attacco e, saltando davanti al Pokèmon uccello, gli sparò contro una raffica di bolle che lo colpirono, facendolo precipitare.
-Grandioso! E, adesso, pokeball!- esclamò Ashley, girando la visiera del cappello dietro la testa, prima di lanciare la sfera che colpì Fletchling assorbendolo.
I quattro ragazzi ed i loro Pokèmon rimasero con il fiato sospeso mentre guardavano la pokeball muoversi avanti ed indietro fino a quando un chiaro -DING- segnalò che il Pokemon era stato catturato.
La mora corse verso la pokeball e la raccolse, sorridendo felicemente.
-Abbiamo appena completato la nostra prima cattura!- esclamò sollevando in alto la sfera con Pikachu e Froakie hai suoi lati a fare il tifo.
-Complimenti, Ash!- disse Serena sorridendo.
-Hai fatto un ottimo lavoro!- si congratulò Lem.
-È stata una lotta appassionante!- annuì Clem al suo fianco.
-Grazie ragazzi, ma il merito è sopratutto di Froakie- disse la ragazza prendendo in braccio l’esausto Pokèmon rana, che non aveva più fiato dopo tutti i salti che aveva fatto.
-Ti ringrazio per lo sforzo che hai messo in questa lotta- gli disse con un dolce sorriso.
-Sei stato grande, amico!- disse Pikachu che era salito sulla spalla della sua allenatrice per dare il cinque al suo compagno di squadra.
-Grazie- rispose Froakie che, anche se esausto, era contento di essere riuscito ad aiutare la sua allenatrice.
-Una cattura ben eseguita, giovane-.
Nel sentire quella voce, Ash e i suoi Pokemon si voltarono per vedere la Greninja nera, seduta su di uno spuntone di roccia, che osservava il gruppo con uno sguardo calcolatore.
-Grenny! Hai visto? Io e Froakie abbiamo catturato un nuovo compagno di squadra!- esclamò la ragazza mostrando la pokeball alla ninja.
Froakie notò come lo sguardo della Greninja si addolcì nel vedere la felicità della sua allenatrice.
-Sì, ho visto lo scontro e, devo ammettere, che sono rimasta piacevolmente colpita dal fatto che le mie lezioni sull’utilizzo del campo di battaglia non siano state sprecate-.
A quelle parole, Ashley gonfiò le guance e sbuffò arrabbiata -non prendermi in giro! Guarda che sono sempre stata attenta alle tue lezioni!-.
La Greninja ridacchiò leggermente all’espressione della ragazza.
-Sì, lo so… comunque, avete fatto davvero un bel lavoro di squadra- disse Grenny, spostando lo sguardo da Ash a Froakie -proprio un bel lavoro, giovane- annuendo in riconoscimento a quest’ultimo.
Froakie sentì qualcosa di caldo accendersi nel petto; non sapeva esattamente perché si sentiva così ma il riconoscimento da parte della Greninja lo riempiva d’orgoglio.
-Bene… è ora di presentarci al nostro nuovo amico!- disse Ashley prima di lanciare la pokeball in aria -vieni fuori, Fletchling!-.
Il pettirosso uscì dalla sfera e atterrò al centro del gruppo.
-Ciao, il mio nome è Ashley Ketchum, ma puoi chiamarmi Ash, e loro sono i miei amici, Serena, Lem e Clem ed i nostri Pokèmon, Pikachu, Froakie, Fennekin e Bunnelby- disse la mora, indicando gli altri componenti del gruppo.
-D’ora in poi farai parte della nostra squadra e staremo insieme come buoni amici- finì Ash con un sorriso.
-Piacere di fare la vostra conoscenza- rispose il pettirosso, chinando il capo in segno di saluto.
-Fletchling, la prossima volta che hai fame devi dirmelo, non è carino rubare il cibo agli altri- disse Clem, inginocchiatasi accanto al pettirosso.
-Mi dispiace, non lo farò più- disse la Fletchling con uno sguardo di scusa.
-Ha detto che gli dispiace e che non lo farà più- tradusse Ash per la bambina.
-Va bene, Fletchling, sei perdonato- disse Clem con un sorriso che placò l’ansia del piccolo uccello che si rivolse alla mora, confuso.
-Tu puoi capirmi?- gli chiese piegando la testa di lato.
-Sì, non so come ma posso capire i Pokèmon da quando aveva 8 anni- rispose Ash e la Fletchling aprì il becco, sorpresa, non riuscendo a pronunciare un’altra parola.
-Che cosa ne dite di una baccarancia per festeggiare la nuova aggiunta!- disse Lem porgendo una bacca a ciascuno dei Pokèmon presenti che la accettarono con piacere.
-Al nostro nuovo amico!- disse Pikachu alzando la bacca in alto.
-A Fletchling!- dissero gli altri mangiando il delizioso frutto mentre i loro allenatori li guardavano orgogliosi.
Nessuno di loro notò il piccolo Pokèmon topo che li stava osservando intensamente da dietro una roccia.

 

 

 

 

-Non vedo l’ora, domani, di arrivare a Novartopoli!- esclamò Ash guardando fuori dalla finestra della camera che avevano affittato al Centro Pokèmon.
Il gruppo era ripartito dopo la cattura di Fletchling ed erano arrivati al Centro Pokèmon del Percorso 4 poco prima dell’orario di cena.
-Ti consiglio di allenarti un po’ con Fletchling prima di provare a sfidare la Palestra… i Pokèmon di Tipo Volante hanno un vantaggio sui Pokèmon Coleottero ma un Capopalestra sa come aggirare le debolezze dei propri Pokèmon- disse Grenny, seduta sul cornicione della finestra, mentre osservava i dintorni.
-Non ti preoccupare, ci avevo già pensato! Sarà la prima cosa che faremo domani mattina… dopo la prima colazione- disse Ash prima di sbadigliare, segnalando al Pokèmon che era ora che anche lei andasse a dormire.
-Buona notte, Ashley- disse la Greninja, guardando la ragazza prendere le persiane per chiuderle.
-Buona notte, Grenny- rispose la mora, chiudendo la finestra, prima di dirigersi al suo letto dove Pikachu stava già dormendo sul suo cuscino.
La ragazza si sistemò sotto le coperte e chiuse gli occhi con un sorriso sul volto, felice della giornata appena trascorsa ed impaziente per la prossima.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ciao a tutti!
Mi dispiace di essere mancata per così tanto tempo ma ho avuto molti impegni ed, in più, sono stata anche male ma mi sono ripresa ed, alla fine, sono riuscita a terminare questo capitolo! ^^
Come avete potuto leggere all’inizio, abbiamo fatto la conoscenza di uno dei Generali del Team Rocket ovvero Archer: chissà quali saranno le sue intenzioni con Ashley e quali piani avrà in mente per il futuro? Naturalmente, lo scoprirete solo continuando a leggere questa storia! ;D
Come avete visto, Ash ha catturato Fletchling e, sinceramente, mi è piaciuto molto scrivere la parte dove il gruppo veniva inseguito dai Beedrill; nell’anime è esilarante e spero di aver impresso la stessa emozione XD
Comunque, lasciatemi una recensione per farmi sapere se questo capitolo vi è piaciuto e cosa ne pensate dell’idea di questa storia.
Ci sentiamo al prossimo capitolo dove ci sarà qualche cambiamento dall’originale; infatti vedrete l’entrata in scena di un personaggio che, nell’anime, i nostri eroi incontrano più tardi (non vi voglio dire chi, cercate d’indovinare ;D).
Saluti e baci da black dalia

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