Death City- Anno di battaglia

di Pfefferminz
(/viewuser.php?uid=176638)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Maka Albarn e cricca. Piacere. ***
Capitolo 2: *** Chi trova un amico trova una preoccupazione ***



Capitolo 1
*** Maka Albarn e cricca. Piacere. ***


Parto con un avvertimento: la mia storia non è per i deboli di cuore, o le persone facilmente impressionabili.

Non vi parlo di una favola, ma della realtà in cui vivo, cruda e spietata.

Avete pensato bene prima di proseguire? Allora posso cominciare.

Mi chiamo Maka Albarn, sono una ragazza di diciassette anni; vivo in una cittadina solitaria in mezzo al deserto, Death City, dove la criminalità è davvero molto alta. Notizie di rapine, borseggi,violenza, omicidi e molestie di ogni genere sono praticamente all'ordine del giorno.

L'unico ambiente considerato sicuro è la scuola che frequento, la DWMA. Anzi, più che scuola, ormai è diventato un corso di sopravvivenza, dal momento che ti insegnano qualsiasi tecnica di difesa e simulano molto spesso casi come rapimenti o sequestri, oltre ai normali corsi.

Quando succede qualcosa, vengono svolte delle indagini poliziesche, ma anche quella è debole e corrotta.

Io sono cresciuta in questo bel clima e, come se non bastasse, la mia famiglia è disastrata: i miei si sono separati per una (o anche di più) scappatelle di mio padre, e mia madre si è allontanata dalla città.

Lei è un'agente della polizia, mio padre insegna alla scuola, dove cerca di guadagnarsi la mia benevolenza riservandomi molte premure. Quanto a me, ho sviluppato una mentalità davvero guardinga, come del resto chiunque viva qui e ci si davvero difficilmente del prossimo.

Sono le sette e mezza di mattina, e devo andare a scuola. Chiudo le serrande delle finestre e le blocco con le solite spranghe, per poi chiudere a doppia mandata la porta e mettere un ulteriore catena, come si raccomanda mio padre. Assicuro la mia borsa sul davanti, aggiusto la gonna in modo da non attirare molestie e assumo l'espressione più truce che posso.

Questo è il minimo per uscire di casa la mattina e sperare di rientrarci. Raggiungo anche oggi la scuola senza intoppi, grazie a Dio, ma vedo subito che la mia fortuna non è toccata ad altri. Infatti vedo la mia amica Tsubaki che sta riprendendo fiato; noto che ha gli abiti sgualciti e le manca una paperina.

Tsubaki è esattamente il tipo di ragazza che o molesti o ti ci affezioni subito, come è successo nel mio caso; ha il viso angelico ed ingenuo, e qualsiasi movimento compia, lo fa con una grazia tale da ammaliarti, e dopo un po' ti accorgi che la stai fissando a bocca aperta come una scema. Purtroppo, questo non gioca a suo favore, a Death City: la molestano praticamente tutti i giorni, e più volte è scampata per un pelo allo stupro. Alzo gli occhi al cielo: perchè diavolo esce con le paperine e la minigonna, anche lei?

-Stai bene, Tsubaki?- le chiedo saltando il saluto.

Lei alza lo sguardo -Ciao Maka! È tutto a posto, mi manca solo una scarpa...-

-Te l'ho detto mille volte di vestirti in modo più maschile!- la rimprovero sempre, ma so che, anche se si mettesse una tuta da lavoro sudicia ed i sandali con le calze, sarebbe lo stesso uno schianto.

-Hai ragione, Maka, solo che...vedi...-

-Piacciono a Black Star, vero?- indovino io.

-Già!- conferma lei sorridendo.

Black Star,detto “Il Casinista” per la sua capacità di romperti i timpani e non solo quelli,è un altro rimasto colpito dalla bellezza ammaliatrice di Tsubaki, e fa praticamente di tutto perchè non le venga fatto nulla di brutto e lei, da brava persona impressionabile, si è già innamorata di lui.

La parte peggiore? Non se ne accorgono nemmeno. Tutta la scuola lo sa manca solo che gli gridino “Ehi! Volete mettervi insieme o no?! Voi due vi piacete, sveglia!”. Ecco, una cosa così.

Infatti sbuca anche lui sul piazzale della scuola, e presenta già un paio di graffi nuovi nuovi.

-'Giorno ragazze! Vi sono mancato?-

-Ciao, Black Star. No, non mi sei mancato, ma la storia di quei due bei segnetti la vorrei davvero ascoltare.-

Il mio amico si mette seduto comodo sul muretto per enfatizzare la sua probabile zuffa, mente Tsubaki si sta incasinando per trovare un fazzoletto da ripulire la faccia del beneamato.

Dopo averlo trovato, si dedica passarlo delicatamente sugli zigomi di Black Star spostando le ciocche azzurre, mentre lui si cimenta a raccontare una scazzottata con dei borseggiatori facendolo passare per una cosa epica; si interrompe quando Tsubaki si avvicina di più al suo viso e si mette a fissarla da babbeo, creando così una di quelle situazioni in cui ti senti il terzo incomodo.

-Ahem!- fa una voce alle mie spalle: Kid (figlio del preside), Liz e sua sorella Patty sono comparsi alle mie spalle, spezzando così l'aura rosa.

-Non vogliamo interrompervi, ma....- inizia Liz

-Trovatevi una camera!- esclama Patty, guadagnandosi una gomitata di Kid, che prende la parola.

-Sta per suonare la campanella, dobbiamo....aaaaaaahhhhhh!!!!!- il suo tono melodico viene spezzato dalla vista della faccia di Black Star.

Parentesi: Kid è affetto da manie ossessivo compulsive per la simmetria, perciò, se vede qualcosa che non gli pare simmetrico, comincia a sbroccare seriamente, tipo adesso.

Liz sbuffa -Che hai visto, adesso?-

-I...i graffi, Liz! Hai visto quei graffi?! Sono....sono....-

-Fichi, vero? Ed è ancora più fica la storia di come me li sono fatti!- interrompe l'altro, peggiorando così la situazione.

Infatti comincia a strillare -NON SONO SIMMETRICI!!! CAPISCI, NON C'è ORDINE!!-

Esplode gesticolando, per poi afferrare la faccia del poveraccio in un modo che non ha nulla a che vedere con i modi gentili di Tsubaki.

-Che cosa fai, pazzo?!-

-Fermo, devo rimediare! Ti farò dei graffi anche dall'altro lato del viso, così sarà perfetto!- esclama, tutto preso.

-Ma tu sei fuori! Aiuto!- Adesso comincia a cadere nel panico.

-Tenetelo fermo!!-

Ovviamente non facemmo assolutamente nulla, se non ridere senza ritegno davanti alle pose ridicole e compromettenti che i due stavano assumendo.

La situazione venne interrotta di nuovo.

-Ma cos'è questo casino? Oh? Black Star, hai ritrovato te stesso?-

Chi ha parlato è Soul, il mio vicino di banco.

-Zitto, Soul, e dammi una mano!- Si lamenta l'altro.

-Va bene, va bene, basta bambini, dobbiamo andare in classe- replica lui mellifluo. La situazione stranamente si risolve, e Kid si dà una calmata, grazie anche a Liz che lo distrae con la simmetria della facciata della scuola.

Soul è un discorso un po' a parte; cominciamo col dire che il suo aspetto è un po'...inquietante: avete presente i tratti tipici delle cavie albine? Sapete, pelo bianco, occhi rossi....bene, mettete questi caratteri su un umano. Poi, avete presente la bocca di uno squalo bianco? Larga, denti aguzzi....stessa storia.

Se poi aggiungete un'espressione che ricorda molto un foglio di carta stropicciato, quello è Soul.

All'inizio della scuola tentò di fare il cretino con me, ma la situazione si era risolta con un bernoccolo e la copertina del mio 'Anna Karenina' un po'sporca di sangue, ma nulla di pesante; insomma, lo odiavo.

So cosa state pensando adesso, razza di pervertiti: “Maka, a te piace Soul!!”.

Bene, vi sbagliate di grosso.

Perchè,vedete, crescere in una città come questa ed avere un padre che ha tradito tua madre con mezzo paese non ti fa venire proprio voglia di cercarti un ragazzo, almeno per quanto mi riguarda.

Tempo fa avevo un odio viscerale per il genere maschile, ma poi Tsubaki ha fatto amicizia con Black Star, che è amico di Soul, il quale bazzicava un locale dove Liz e Patty lavorano come cameriere,le quali sono amiche di Kid, che le ha prese sotto la sua ala per il semplice fatto che sono gemelle, quindi simmetriche (anche se quelle di uguale hanno ben poco)....e insomma, ho avuto modo di scoprire un lato buono dei maschi,nonchè di trovare l'unica cosa bella in questa città, ovvero questo gruppo. Grazie a loro, sono diventata meno diffidente e scontrosa, ho imparato ad aprirmi alle persone giuste.

Alla fine, Black star è un tipo a posto, tolta la sua mania di protagonismo, lo stesso si può dire di Kid se togli la sue manie ossessivo-compulsive, di Liz se togli la sua linguaccia, di Patty se lasci il fatto che sembri una psicopatica e perfino Soul, nonostante sia pigro e acido, è un pezzo di pane.

È ora di andare a lezione, a più tardi.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Chi trova un amico trova una preoccupazione ***


Dopo le lezioni non manca la raccomandazione di Stein, il nostro professore con la mania della vivisezione, di fare bene attenzione a tornare a casa, ma noi decidiamo lo stesso di andare a prendere un gelato per dire addio all'estate e divertirci prima che cominci un altro giro di interrogazioni eccetera eccetera.

La prospettiva è fantastica, il tempo è ottimo, ma... quando hai gli amici psicopatici c'è poco da fare

-No! Lei non mi ha capito bene, quando ho parlato di gelato simmetrico, intendevo davvero simmetrico! Quelle palle non sono messe bene!-

Credo che sia da mezz'ora che Kid litiga col gelataio sulla simmetricità delle palline di gelato, mentre Black Star non fa che sghignazzare sull'ambiguità delle “palle simmetriche” di Kid.

Io cerco di non farmi venire il prurito alle mani, Tsubaki aspetta con la sua innaturale pazienza, Liz cerca di dissuadere Kid, Patty si sganascia dalle risate, mentre Soul sbuffa e ad un certo punto bofonchia -Meno male che non siamo andati a prendere il bubble tea,altrimenti sai che casino...-

Ad un certo punto Liz si stufa e sbotta

-Ehi Kid! Ho nascosto una matita sbeccata nel tuo armadietto della scuola, e se non ti muovi con quel cono resterà lì per sempre!-

Vedo la figura di Kid che si irrigidisce, per poi girare le testa e mostrare un'espressione di puro terrore

-Tu...hai...- balbetta

-...nascosto una matita sbeccata ed orrendamente asimmetrica nel tuo armadietto- conclude lei.

-Non...non oseresti mai-

-Ah, io oso eccome. Ma il tuo incubo finirà se ti sbrighi con quel gelato-replica l'altra, con un tono mellifluo.

Kid fa un verso che ricorda molto uno squittio e si fa andare bene il cono. Liz guarda tutti facendo l'occhiolino, mentre io non posso far altro che ammirare le sue capacità persuasive acquisite.

Kid torna col suo cono gelato, pallido -va...va bene, Liz?- chiede servizievole.

-Bravo, bambino- ribatte lei.

Riusciamo a prendere questo benedetto gelato, e a chiacchierare. Non passa molto tempo che Tsubaki e Black star riprendono a mangiarsi con gli occhi, Kid non la smette di rimuginare sulla matita, Liz lo ignora e Patty, come suo solito, ride.

Così io mi ritrovo a finire il mio cono in silenzio, quando scorgo in lontananza mio padre che sta uscendo da un localaccio a braccetto con una donna molto, ma molto discinta.

Purtroppo per me, i nostri sguardi si incrociano. Vedo che l'espressione imbecille da cascamorto di mio padre si trasforma in orrore; si sta congedando dalla donna, ma io ho già sloggiato dal muretto di corsa, senza dire nulla a nessuno. Riesco a rifugiarmi in un vicoletto a riprendere fiato.

Certo che mio padre no cambia proprio mai. Me lo vedo già, appena ritorno a casa, che mi supplica di volergli bene almeno quanto me ne vuole lui (così dice). Il problema? Non so nemmeno cosa penso, di mio padre. Mi riuscisse di odiarlo, almeno la questione sarebbe molto più semplice, ma non ci riesco completamente. Provo solo fastidio, delusione, rabbia...ed una gran voglia che tutto ritornasse come quando ero piccola, quando tutto era normale, almeno in famiglia.

Mi sento strappare bruscamente dalla realtà da una mano che mi afferra la spalla e da una voce gracchiante che mi sembra proprio quella di un fumatore ubriaco

-Guarda guarda cosa abbiamo qui...-

Il tipo è un individuo sporco, puzzolente, con gli occhi arrossati (il che mi fa pensare che non fumi solo sigarette) e con delle intenzioni non molto rispettabili.

Perlustro il retro del vicoletto con lo sguardo. Bene, è solo.

-Hai qualche problema, per caso?- biascica il tipo a pochi centimetri dal mio naso, rendendomi purtroppo possibile sentire ancora di più il suo odoraccio.

Non rispondo, non mi va di fare il suo gioco, ma devo anche pensare ad un modo per scrollarmelo di dosso; lui sembra infastidito dal mio silenzio

-Allooooraa? Ragazzina, per caso hai qualche problema alle orecchie?-

Io storco il naso. E va bene, facciamo il suo gioco

-No, le mie orecchie funzionano bene. Anche il mio naso, purtroppo...-

Lui scatta, inviperito -Eh?! Cosa vorresti dir...-

-Ehilààà?- interrompe una terza voce dall'entrata del vicoletto.

Impreco mentalmente. Uno contro uno ce le posso fare, ma se il numero degli avversari aumenta comincio a trovarmi nei casini. Mi giro a guardare il nuovo arrivato, e mi sorprendo nel vedere che si tratta di Soul, ancora col cono gelato in mano.

Guarda la scena con la sua solita aria da sciattone, per poi commentare

-Oh, eccoti qui, Maka! Ti ho cercata dappertutto, tesoro!-

Soul sta usando la strategia del 'mi fingo il ragazzo figo della povera sventurata'.

Una tattica che detesto, ma al momento sembra un buon piano. Il malintenzionato fa andare lo sgurado da me a lui e viceversa.

-è la tua ragazza?- biascica a Soul.

Lui allarga le braccia con fare esasperato, come a dire “che ci vuoi fare...”. Non posso fare a meno di sentirmi indispettita.

Il tipaccio continua -Beh, adesso è la mia ragazza. Tra una mezz'oretta te la ridò, ma prima... -

-Non provare nemmeno a mettermi le mani addosso, razza di pervertito!- esclamo io. -Ehi ehi ehi, calma!- interrompe di nuovo Soul, sempre restando calmissimo e avvicinandosi a noi due. -Amico mio, sembra che tu abbia malinterpretato il concetto di 'mia ragazza'. Eppure sembri uno a posto, col cervello.-

Il tipo resta zitto, confuso. Soul continua

–Oh, capisco, magari oggi non è la tua giornata, eh, amico?-

-Smettila di chiamarmi 'amico'!- sbraita il tipo.

-Ah, ci sono!- continua Soul, ignorando bellamente il fastidio del delinquente -Magari oggi non ti senti molto bene, vero? Fatti un po' vedere...ah, sì, hai la faccia di uno che non è in gran forma-

Il tizio resta sempre in silenzio; probabilmente sta riflettendo se sta venendo insultato o se Soul gli stia parlando sul serio.

-Scommetto che hai un po' di febbre. Hai gli occhi arrossati...- continua a parlare Soul, mantenendo il contatto visivo con lui.

Nel frattempo che parla, Soul fa un gesto impercettibile con le dita, mimando un “ avvicinati” nella mia direzione.

Colgo il messaggio, e mi tengo pronta a correre. Allora lui si concentra di nuovo sul discorso -Ma sì, hai decisamente la febbre-

-Io non ho...-

-Perchè non ti rinfreschi un po' con questo?- interrompe Soul.

Con un gesto fulmineo, il gelato viene spiaccicato in faccia al delinquente, impedendogli di vedere. Lui perde l'equilibrio e, mentre cerca di togliersi il gelato dalla faccia, Soul mi prende per un braccio ed iniziamo a correre a gambe levate. Usciamo dal vicolo, ma continuiamo a correre per parecchio.

Quando ci fermiamo per riprendere fiato Soul sospira

-Che palle, era il mio gusto preferito... mi devi un gelato, Maka.-

-Non ti devo proprio nulla- cerco di rispondere a tono ma, essendo mezza ansimante, non sortisco un gran effetto.

-Ah sì? Allora la prossima volta te la vedi tu con Faccia di Gelato- ribatte, seccato.

Sbuffo -Ce l'avrei fatta anche da sola, lo sai questo?-

-Un semplice 'Grazie' può bastare, Albarn- non rispondo.

Lui sospira scocciato. Odio sentirmi in debito con un uomo

-Seriamente, da dove l'hai tirato fuori quel discorso? E poi, mollerai mai la tattica del 'quella è la mia ragazza'?-

Lui scuota la testa con un certo orgoglio -La cosa che mi sorprende è che tu non hai ancora trovato una tua tattica personale pur vivendo in una città come questa. E comunque no, non la cambio. Funziona, e poi tutte le volte che la uso rimedio sempre la gratitudine di qualche bella ragazza...non in questo caso, purtroppo-

Sbuffo scocciata -Voi uomini pensate solo a quello...--

Lui alza le spalle -Beh, intanto sei qui e non a gambe all'aria senza mutande in un vicoletto puzzolente sotto un tizio ancora più puzzolente.-

-...molto poetica, come immagine- taglio corto. -Vado a casa-

-Ehi, aspetta un po'! Che mi dici degli altri?-

Scuoto la testa, non sono proprio dell'umore per ritornare a fare baldoria -Dì loro che ci vediamo domani. Ciao.-

-Allora ti accompagno a casa-

-Non ci pensare nemmeno-

-Lo penso e lo faccio-

-No-

-Guarda che ti seguo-

-E gli altri?- ormai sono all'esasperazione.

Soul alza le spalle -Kid era alle prese con la simmetria delle palline di gelato e non la smetteva più di pensare a quella matita, perciò non mi stupirei se fosse in stato catatonico, mentre Black Star e Tsubaki continuavano a flirtare. Non credo nemmeno che si siano accorti della nostra assenza.

E comunque, posso mandare un messaggio a Black Star. Ti accompagno-

-E va bene!- cedo, non mi va più di discutere.

Ci incamminiamo verso casa mia, in un silenzio che trovo sempre più imbarazzante e fastidioso. Certo, non è la prima volta che esco con gli amici, ma non solo in due. E comunque non sono una tipa eloquente.

Per distrarmi,decido di ripassare a mente la lezione di oggi.

Oggi abbiamo fatto fisica, la gravità. Bene, allora....

-Non provare nemmeno a ripassarti le lezioni a mente, Albarn- mi tronca Soul, lasciandomi basita.

-Ehi,come sai che io...-

-Facile. Una come te ha tre genere di pensieri, ovvero: quanto odi tuo padre, quanto odi questa città e quanto ami studiare. Ora che ci penso...accidenti, hai davvero un sacco di rabbia repressa, guarda che che non fa bene...-

-E come fai a dire che stavo ripassando, nello specifico?- Adesso sono davvero curiosa.

-Basta guardarti in faccia.- spiega lui -Quando ripassi hai lo sguardo fisso verso il pavimento, mentre quando odi tuo padre hai lo sguardo arrabbiato verso il basso; invece, quando pensi alla città hai la tipica espressione da Batman in cima ad un grattacielo a scrutare Gotham City.-

Rimango ammutolita –E da quand'è che hai questo grande spirito di osservazione?- -Bella, tu guardi, ma non osservi. La differenza è evidente. E poi, sono il tuo vicino di banco da un sacco, certe cose le noto, dopo un po'.- ridacchia lui, sfoggiando la sua dentatura a zig zag.

Non lo so, forse crede di essere figo. Aspetta un attimo...

-Soul...prima hai citato Sherlock Holmes, per caso?-

Lui gonfia il petto con un certo orgoglio -Ce ne hai messo di tempo per capirlo...-

A questo punto scatto come una molla. Soul che ha letto uno dei miei autori preferiti, non ci posso credere! Inizio a parlare a macchinetta sul genere giallo, cosa ne penso di ogni singolo caso risolto da Holmes, quanto trovi eccellente la su 'Scienza della deduzione', senza lasciare fuori qualche accenno sulla biografia di Doyle, naturalmente. Solo quando mi fermo per riprendere fiato mi accorgo che il il ghigno di Soul si è trasformato in un'espressione che non so se sia di stupore, sgomento oppure orrore.

Mi accorgo subito dell'errore che ho fatto. Parlare delle mie passioni da topo di biblioteca ad altri, ad un maschio, per giunta. Che stupida che sono stata. Pensare che non ne parlo neanche con Tsubaki. Beh, non che parli molto con nessuno in particolare...

-Questa è una nuova- commenta Soul, che sembra aver ritrovato l'uso della parola. -Cosa?- chiedo, guardinga.

-Questa nuova espressione non l'avevo mai vista sulla tua faccia. La lista si allunga.-

-Ma di che stai parlando?- chiedo esasperata

-Ti brillavano letteralmente gli occhi, Maka! È come se ti si fosse illuminato il viso!- esclama Soul, come se avesse appena visto una stella cadente e avesse fatto in tempo ad esprimere un desiderio.

Il suo viso e questo commento mi mettono un po' in imbarazzo. Fortuna per me che si sta facendo buio, non mi va che alla lista “Facce di Maka” si aggiunga anche la “Maka arrossisce”.

-Tu...per me non sei molto normale- borbotto da sotto la frangia. Soul ridacchia divertito. So che non dovrei tirare il discorso “libri” per le lunghe, ma è più forte di me

-Quindi tu...leggi spesso?- chiedo incuriosita.

Soul alza le spalle -Non direi, leggo solo i libri che mi ispirano, e non sono poi tantissimi. Ho iniziato a leggere Sherlock Holmes perché avevo visto i film e mia avevano incuriosito-

Ah. Ma certo, i film. Sì, ero stata proprio stupida.

-Però mi piace molto la musica!- Continua Soul, notando il mio disappunto.

Mi coglie impreparata sull'argomento. Io la musica semplicemente non la capisco. -Aha...- non riesco nemmeno a fingermi interessata, e lui lo capisce

-Non ti va a genio la musica?-

-Non molto- ammetto -Non riesco a capirla. Eppure ci ho provato, sai...-

-Ma non è così che si fa!- esclama Soul, mettendo su una faccia molto simile a quella che avevo io poco prima (a detta sua)

-La musica la devi provare, sentire nella tua anima! Farla entrare nelle tue orecchie e lasciarla scorrere per il tuo corpo!-

Io arriccio il labbro -tecnicamente quella che senti è adrenalina...-

-Esatto! L'adrenalina che ti provoca!- afferma lui, sempre più preso.

-Soul, mi stai spaventando- dico, cercando di sopprimere un sorrisetto divertito che mi sta affiorando.

Lui guarda dietro le mie spalle -E tu, invece, sei a casa.-

Mi giro anche io, constatando che sono a casa mia.

Realizzo che il tragitto è stato molto più breve del solito...troppo breve, mi ritrovo a pensare con sorpresa. Vorrei chiacchierare ancora un po'.

Soul ghigna -Il tempo vola quando ci si diverte, eh, nerdona?-

-Non mi chiamare così- ribatto acidamente

-Però mi ha fatto piacere fare due chiacchiere con Maka L'inavvicinabile-

-'Maka' che?!-

-L'inavvicinabile. È un simpatico soprannome che hai in classe. Hai sempre una faccia così truce e dei modi così freddi che sembri proprio inavvicinabile.-spiega lui con tono pratico.

-Ah. eh...ok-

-No, non lo è.- ribatte seccato -Dovresti essere di più come stasera, sei molto più....come dire...gradita-

-Gradita?-

-Gradita.-

-Attenzione all'avventurarsi fuori dagli schemi del tuo vocabolario,signor Evans, potresti perderti.- Lo prendo in giro.

Lui mi fa la linguaccia -Spiritosa. Ci vediamo domani.-

-Aspetta, ora che ci penso, ma tu non abiti dall'altra parte della città?- chiedo, improvvisamente dubbiosa.

-Sì, perché?-

-Perchè è tardi, sei sicuro di voler andare a piedi da solo?-

Soul mi smiccia -Ci...stai provando con me?- chiede con una certa incredulità, come se non fossi capace.

-No, cretino. Sto solo dicendo, non è più sicuro prendere un taxi?-

Lui scrolla le spalle -preferisco camminare. E poi, non preoccuparti: un figo come me intimorisce anche la mafia.-

Io scuoto la testa, non mi sento tranquilla. -Senti, non mi sento tranquilla a saperti in giro da solo. Ancora ti succede qualcosa, poi ti ho sulla coscienza-

Lui mi guarda sorpreso -Ma pensa...adesso ti preoccupi anche delle persone? Sei molto più tenera di quanto non dimostri..-

-Evans!- Sbotto, stufa.

-Scherzo. Davvero, non ti preoccupare. Il trucco è imbacuccarsi e continuare a camminare diritto, senza incrociare sguardi. L'avrò fatto mille volte.-

sospiro -Se lo dici tu...-

-Ci vediamo domani- detto questo, s'incammina, ma lo richiamo un'altra volta. -Evans!- lui si gira, guardandomi interrogativo.

-Grazie. Sai,per prima. E per avermi riaccompagnata-

-Non c'è di che.- mi sorride -Ciao.-

-Ciao-

Lo guardo allontanarsi finchè non diventa un puntolino in fondo alla strada. Entro in casa e chiudo il cancelletto a chiave.

Mettendomi a letto, la prima cosa che mi viene in mente è un “spero che arrivi a casa tutto intero”.

La seconda cosa che penso è che non ho messo a posto gli appunti di oggi. Merda. Domani è meglio che mi chiuda in biblioteca a studiare, o arriverò al weekend sommersa di appunti da riordinare, il che mi dispiacerebbe non poco, visto che i fine settimana li dedico alla lettura.

Mi ritrovo poi a pensare di nuovo alla chiacchierata con Soul, e a quello che mi ha detto. Non avevo idea del fatto che fossi così truce, in classe.

Il fatto è che non mi riesce di fidarmi, ma credo che abbia ragione; in fondo sono una ragazza, dovrei pensare di più agli amici, invece di continuare a rimuginare su quanto faccia schifo la mia vita. Tanto, la situazione non cambierebbe.

Ma sì, proviamoci: domani proverò ad aprirmi con Tsubaki, magari la incoraggerò un po' a farsi avanti con Black Star.

Potrei anche sorridere di più a Kid,Liz e Patty, e chiedere loro consigli sui capelli (Liz ha dei capelli lucidissimi); potrei anche chiedere a Black Star di farmi vedere qualche sua mossa da combattimento, chissà che non mi torni utile, un giorno.

Potrei perfino chiacchierare di nuovo con Soul sulla musica, magari è la volta buona che ci capisco qualcosa. Mi riprometto tutto questo, per poi chiudere gli occhi e dormire.

Ad un certo punto, vengo svegliata da un boato. Poi un secondo.

Scatto a sedere sul letto, andando da zero a cento nel panico. Accendo la luce sul comodino, e aspetto cosa succede dopo. Nulla. Oddio. Soul.

Ave, popolo EFPiano! Si ritorna alla carica con una nuova long, stavolta di soul eater. Eh...niente, non so mai che accidenti dire nella postfazione, si accettano consigli (e anche recensioni) Byye!

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3623575