Ciak si gira!!!

di Sophie Robin Kendrick
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Le audizioni ***
Capitolo 2: *** Le audizioni continuano ***
Capitolo 3: *** Parte speciale ***
Capitolo 4: *** Altri personaggi ***
Capitolo 5: *** Iniziano le riprese (capitolo 1) ***
Capitolo 6: *** Luna Park (Capitolo 2) ***
Capitolo 7: *** Pensieri di un cane! ***
Capitolo 8: *** Chiederò a Chloe ***
Capitolo 9: *** Di nuovo lui! ***
Capitolo 10: *** lo schiaffo ***
Capitolo 11: *** Cellulari che passione ***
Capitolo 12: *** Mamma! ***
Capitolo 13: *** Due giorni al natale ***
Capitolo 14: *** Shopping!! ***
Capitolo 15: *** Regali ***
Capitolo 16: *** Colazione ***
Capitolo 17: *** Sono Coerente! ***
Capitolo 18: *** In Viaggio ***
Capitolo 19: *** La leggenda ***
Capitolo 20: *** Giornata sulla neve ***
Capitolo 21: *** Finale - Il mistero svelato ***



Capitolo 1
*** Le audizioni ***


-Bene signori, dobbiamo discutere di chi prenderà la parte dei draconiani, abbiamo già il professore, Gillian, Nida, Ratatoskr e Ofnir, ci mancano solo i ragazzi e ci sono un mucchio  di ragazzi da vedere. Iniziamo?-
Il signor Mauro prese il megafono in mano e annunciò.
-Avanti il primo.- Un ragazzo con il numero uno di carta sulla maglietta, fece la sua comparsa, i neri capelli e gli occhi marroni, posizionati su un viso magro e con un corpo scheletrico. Recitò la parte balbettante, ma purtroppo fu rifiutato.
-Avevamo chiesto espressamente che i ragazzi assomigliassero ai draconiani descritti nei libri di Licia Troisi. Voglio che mi troviate dei ragazzi con capelli  rossi, neri e un ragazzo biondo. Avanti il prossimo.- Non sapeva ancora dove avrebbe preso quei ragazzi, ma un accordo è pur sempre un accordo.  Non poteva deludere i fan della ragazza drago visto che ormai aveva dichiarato che entro un anno avrebbe creato il 1° film della ragazza drago.

"Ci sono un mucchio di ragazzi, Ewan, Chloe come farete ad avere la parte? Anche se loro non hanno lo stesso talento che avete voi." Sofia strizzò gli occhi ai suoi cugini preferiti, la strana coincidenza dei loro nomi è molto assurda. Insomma capitava che leggevi un libro e ti capitava il tuo stesso identico nome sul libro, ma anche il gemello no.
Fatto stà che ora Sofia si trovava a fare compagnia a loro, come la definiva Ewan era il loro portafortuna. 
Sofia si sedette in sala con loro, e si guardò attorno, mandrie di ragazzi e ragazze pronte a fare di tutto un misero ruolo nel film, per diventare famosi ecc....
Mondo che a Sofia non interessava, a lei bastava solo la sua famiglia e qualche libro pronto per essere consumato pagina dopo pagina, chi si aspettava che quella giornata sarebbe stata l'inizio di un anno lungo e travagliato??

Ciao  a tutti mi chiamo Sophie, ma mi potete chiamare anche Sop, ho scoperto la ragazza drago all'inizio dei miei 13 anni e fino alla fine dei miei 17 anni mi sono fatta accopagnare da essa. Che dire questa era solo una piccola parte, ma spero che piaccia, perchè ci metto il cuore a scrivere, lo so lo so. Mi sembra strano per i personaggi, ma che ci possiamo fare? non potevo cambiare nome, e poi non mi andava
Cmq spero che vi sia piaciuta baci baci SOphie

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Capitolo 2
*** Le audizioni continuano ***


Quando i suoi cugini furono chiamati, Sofia diede un'occhiata intorno e vide che rimanevano solo 2 ragazzi, Uno biondo e con gli occhi azzurri, (il numero 20 attaccato nella maglietta) in carne e con gli occhiali alla Harry Potter. Oh una bella saga quella della J.K.Rowling, non c'è che dire. La prima volta che aveva letto un libro era partita da quello, regalatole dai nonni. I nonni, non le avevano mai fatto mancare niente, da quando i suoi genitori erano morti in un incidente stradali l'avevano accudita come se fosse loro figlia. Lei non chiedeva niente di particolare, solo amore dalle persone che a suo tempo amava. E poi aveva dei cugini adorabili.
L'altra ragazza invece aveva capelli nero pece e lunghi, occhi neri.(il suo numero 19) Continuava a guardarla e questa cosa le metteva inquietudine. 
Odiava essere guardata, già odiava le persone che quando parlavano con lei le chiedevamo se il suo colore dei capelli fosse vero.
I suoi cugini erano scozzesi, come lei del resto anche se era nata e cresciuta in Italia. Andava spesso a trovarli e le piaceva un mondo stare li.
Inventarsi qualche nuova avventura con cui passare il tempo, oppure ballare con gli abitanti del paese in una sorta di ballo scozzese o popolare.
Quando Sofia uscì dalle sue memorie si rese conto che i due ragazzi avevano cominciato a parlare tra di loro ripetendo o delle battute o le scene più piaciute dei libri. 
Sofia prestò molto attenzione alla loro conversazione mentre usciva il libro Caching Fire   e consumava le pagine una dopo l'altra...
Ma quando senti qualcuno armeggiare accanto a lei, scostò gli occhi dal libro, che stava leggendo e fissò un ragazzo con gli occhi verdi chiaro, e i capelli scuri e ricci. (numero 21)
"Caching fire, bel libro." SI sedette accanto a lei e le porse la mano che Sofia dubitante accettò.
"Mi chiamo Fabio Torre  e sono qui per la parte del draconiano che custodisce Eltanin. E tu sei per la parte della draconiana che custodisce Thuban vero?."
"Oh no, io non sono qui per la parte di Sofia Schlafen, ho solo accompagnato i miei cugini per il provino per i gemelli McAllister.
Comunque sono Sofia anche se il mio nome è Sophie. Ma i miei nonni non riuscivano a prendere la pronuncia quindi sono Sofia Salomone."
La mano di Fabio era grande e calda in confronto alla sua piccola, e fredda. 
La lasciò andare vedendo che i gemelli stavano uscendo. "Come è andata?"
"Penso bene, abbiamo fatto proprio una bella impressione. Chloe mi è caduta addosso mentre stavamo entrando, direi che abbiamo fatto colpo." Sofia si coprì la bocca con la mano ridacchiando leggermente, per non mettere in imbarazzo Chloe.
"Andiamo dai." Ma non fece più di due passi che Ewan la blocco.
"Aspetta, ci hanno detto di aspettare la fine, noi rimaniamo qui ma se vuoi tu puoi andare a casa."
Sofia sospirò e prese la borsa e le chiavi della macchina. "Ok Ok, vado un attimo il libreria perché è arrivato il libro che stavo cercando e poi torno. Volete qualcosa da mangiare nel frattempo?" 
La ragazza con i capelli neri le volse uno sguardo e le chiese se poteva andare a comprarle qualcosa da mangiare, preferibilmente un pezzo di tavola calda.
Sofia annuisce ed esce dalla stanza mentre veniva chiamata la ragazza dai capelli neri.

La ragazza entrò e si sedette su una sedia nera. Solo tre persone poste davanti a lei con dei fogli tutti scritti e colorati. Provò per la prima volta paura di non riuscire nell'intento e di tornare a casa senza una parte, ma non era il momento di tirarsi indietro e respirando profondamente si fece coraggio.
"Il mio nome è Lidia Di Maria, ho letto la ragazza drago un mese fa e ora mi presento a voi per ottenere il ruolo di Lidja custode di Rastaban."
Come inizio non c'è male e riuscì a cavarsela con poco, solo qualche battuta del copione e un botta e risposta.
Quando uscì la ragazza con i capelli rossi e di nome Sophie era appena rientrata e le posò nelle mani una sfogliatella, e sorridendole. Si allontanò dai suoi cugini gettando nelle gambe del gemello, il sacchetto con il resto delle tavole calde.
Dopo di lei si susseguirono anche il ragazzo con gli occhiali alla Harry Potter e il ragazzo di nome Fabio.

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Capitolo 3
*** Parte speciale ***


Fabio, si sedette nella sedia e si presentò. Forse per il fatto che assomigliasse molto al personaggio, o per il fatto che in piccola parte rispecchiava il carattere di esso, fece subito una buona impressione ai conduttori. Tra di loro c'era anche Licia Troisi che abbassava il capo, ogni volta che gli poneva una domanda e lui rispondeva come lei voleva sentirsi dire.
Fino a quella domanda strana.
"Dimmi il perchè dovresti interpretare Fabio."
"Perchè altrimenti non mi sarei presentato qui di mattina. Sarei stato a letto e avrei visto il film, quando sarebbe uscito, su streaming prendendo in giro gli attori e il regista."
Licia accennò a un sorriso e lo mandò via.

Sofia stava discutendo con Chloe.
Lidia parlottava con Ewan e il ragazzo che scoprì che si chiamava Karl.
Fabio si sedette accanto a Sofia e le prese dalle mani il libro che aveva da poco comprato.
Percy Jackson -Gli Eroi dell'Olimpo- L'eroe Perduto
Lo restituì a Sofia che gli sorrise e ritornò a dare attenzione a Chloe, fino a quando uscì una conduttrice a parlare con loro.
"Ragazzi entrate tutti. Vi stiamo dando i risultati delle vostre audizioni."
I ragazzi tranne Sofia si alzarono e ritornarono in sala.
"Vediamo un po', come ben sapete sono il regista e siete stati sottoposti a un'audizione per decidere chi siano i personaggi del film. So cosa vi state chiedendo, ovvero dove siano le altre persone che hanno fatto i provini prima di voi. Abbiamo detto loro che potevano andarsene perché tramite le telecamere messe nella saletta di attesa, vi abbiamo inquadrato subito." Con una piccola pausa ad effetto Licia prese la parola.
"Lidia Di Maria, hai la parte di Lidja. Karl Beck avrai la parte di Karl Lhemann, Fabio Torre la parte di Fabio Szilard, Ewan e Chloe Steward la parte dei gemelli Macalister. E Sophie Salomone farà la parte di Sof.... Ehi aspettate un momento dov'è Sophie?!"

Sofia si abbandonò sulla sedia. Forse chiudendo gli occhi per poco la stanchezza avrebbe allentato sul suo povero corpo. Almeno il maglione rosa pallido  che aveva la teneva al caldo e le scarpe con una piccola punta di tacco erano comode. 
Una mano si appoggio sulla sua testa e le scompigliò i capelli. Aprì i suoi occhi e Ewan l'afferrò per il braccio e la fece entrare. La luce troppo forte per un momento l'acceccò e sentì che Ewan lasciava la presa e si allontanava.
"No, aspetta." 
Abituata alla luce individuò le persone sedute nelle poltrone e i ragazzi dietro di loro.
"Ok, a cosa devo quest'invito speciale?" 
Una donna vestita sportiva, si alzò e salì sul palco. Si avvicinò a lei e cominciò a squadrarla.
"Dopo un'attenta analisi, vogliamo affidare a te il posto di Sofia, anche perché sei l'unica somigliante a lei."
"Non penso di carattere, e poi voglio vedere questa attenta analisi..." La donna cominciò a  girare attorno a Sophie, come a capirne le intenzioni. Le afferrò un ricciolo, e dopo averlo passato tra le mani, lo tirò.
Sop scattò subito sull'attenti sottraendosi con un mezzo giro all'analisi della donna facendo girare la gonna bianco latte che portava.
"E' questo il vostro modo di scegliere gli attori?" La donna con un sorrisetto scese dal palco e si sedette con gli altri. Sophie si voltò verso Ewan e aggrottò le sopracciglia, lui per tutta risposta le fece il gesto di sorridere e una piccola alzata di spalle. 
"Diciamo che sei stata scelta in via del tutto speciale." 
"Allora mi devo sentire fortunata."
La donna sorrise.
"Allora accetti o no."
Sophie alzò gli occhi all'enorme finestra davanti a se. In quel momento stava passando un stormo e prendendo un respiro profondo, Sophie pronunciò una sola parola.
"Si." Dopo di quel suono lieve la sala scoppiò di applausi. 

Scusatemi del troppo tempo, ma è natale, capodanno ecc... SOno vacanze :P

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Capitolo 4
*** Altri personaggi ***


 La prima cosa che fecero subito dopo che ebbero le parti fu di tornare a casa. I 3 cugini ritornarono a casa e accesero le luci. Avevano preso casa insieme, i nonni non avevano fatto obiezioni perchè sapevano che erano responsabili, o almeno questo riguardava per Chloe e Sophie...
"Sono molto felice che tu abbia accettato. Almeno ho qualcuno serio con cui ripassare." Le ragazze risero mentre un Ewan si imbronciava. 
"Ridete ridete, tanto sarò io che ho la parte del bello  e impossibile e voi siete delle comuni ragazze." 
"Ok come vuoi fratello impossibile. Vuol dire che queste comuni ragazze andranno a prepararsi la cena e tu dovrei cucinare la tua cena impossibile." 
Tra scherzi e giochi la sera finì li.

Il mattino dopo alle 9 si riunirono tutti al teatro ad incontrare gli altri attori.
C'erano molte persone tra cui  comparse, antagonisti principali e secondari.
Il gruppetto di ragazzi si sedette sulle poltrone e videro i personaggi entrare e presentarsi.
- Una ragazza di nome Amanda fece la sua comparsa, aveva i capelli color castano, lunghi e gli occhi castani. Aveva la parte di Nida.
- Un uomo di nome Alan avea la parte del professor George e i pochi capeli che aveva erano corti e neri, portava degli occhiali a mezzaluna e gli occhi azzurri.
- Un ragazzo bellissimo,di nome Adam, fece la sua comparsa (p.S. mia sorella sta descrivendo) dai capelli castani chiaro e gli occhi verdi, alto, e muscoloso. La parte di, nientemeno,  Ratatorsk
-Un uomo magrolino, alto e di nome Richard, aveva la parte di Thomas il maggiordomo.
- Un ragazzino poco più piccolo di loro, con i capelli biondi e gli occhi neri, per poco non cadde dal palco, il suo nome era Craig.
- Una Signora grassoccia, bassa, dai capelli bianchi raccolti in uno Chignon alto, si chiamava Clarabell  aveva la parte di Giovanna.
- Una donna alta, magra con i capelli neri e il viso severo e spigoloso. Si chiamava Matilda e aveva la parte di Suor Prudenzia.
Il regista, Mauro d'amico, si alzò in piedi.
"Per ora con i personaggi ci possiamo fermare qui. Vorrei ricordarvi che nel primo libro dei draconiani compaiono solo Sofia e Lidja, ma questo signori non vuol dire che gli altri sono liberi." Lanciò uno sguardo al gruppo di ragazzi. "No Signore, gli altri devono essere puntuali, aiutare gli sceneggiatori e seguire gli altri. Credo di essere stato chiaro." 
Dopo un piccolo applauso, diedero appuntamento per il giorno dopo.

I ragazzi al posto di andare a casa, presero la strada di una pasticceria. 
Dopo che presero ognuno qualcosa da gustare, cominciarono a farsi domande a turno. All'inizio erano caute, non volevano invadere gli spazi altrui, ma nel giro di pochi presero sempre più confidenza. 
SCherzare sul copione era divertente fino a quando Ewan non buttò la sua cioccolata calda sul copione di Lidia.
"Oh no." Afferrò il copione e alzandolo per sbaglio fece arrivare gli schizzo sulla gonna di Lidia. Chloe scosse la testa e Sophie si massaggio la fronte in segno esasperato.
"Scusami non volevo."
"Non fa niente, tranquillo. Forse è meglio che vada a casa, a cambiarmi."
"Dove abiti?"
"Molto lontano, in periferia."
"CI abitiamo anche noi, in periferia. Se vuoi ti accompagno io. Voi potete prendere  il treno."
Sophie si alzò e una volta salutati tutti, uscirono e entrando in macchina.

Finito anche questo capitolo!!! CHe ve ne pare????
:P a me così così sono tutte presentazioni, ma è questa che il pandono mi ha suggerito. Esatto Pandoro, abbiamo una relazione intima. :P Molto intima, anche sotto pelle. 
Cmq a prestooooooooooooooooooo 

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Capitolo 5
*** Iniziano le riprese (capitolo 1) ***


Sophie e Lidia, colsero l'occasione per conoscersi meglio, d'altronde il primo film era esclusivamente solo con loro 2 come dragoniane. 
"Mi dispiace tanto per il copione... A volte mio cugino è molto maldestro e non ne dice mai una giusta, ma è molto premuroso quando gli capita ed è per questo che gli si vuole bene." Disse Sophie frenando lentamente. Gli ingorghi a Roma erano la prima cosa a cui pensi quando devi andare a lavoro o almeno a fare un giro. Speri di non incontrarli, puoi anche partire alle 4 di mattina ma ci sarà sempre quel deficente in prima fila che la blocca completamente e allora inizia l'armonia dei clackson.
Per questo la maggior parte della gente preferisce andare con i treni.
"Allora gli farà difficile fare la sua parte." Risero di gusto tutte e due. "Ti immagini? Cade verso di te mentre ha la chitarra in mano??" 
"Oddio non mi ci fare pensare. Bleah, dovrà flirtare con me e io ci dovrò stare." 
Fece cadere la testa sullo sterzo, ancora il traffico non si era sbloccato, anche se era piacevole avere qualcuno con cui parlare, il freddo tipico dell'avvicinamento di Natale si stava facendo sentire. Magari davanti al camino con una cioccolata calda, si potevano divertire.
"Dai pensa, ti è andata bene. Pensa se non era tuo cugino. Non saresti morta di imbarazzo??" 
"Direi di si, e tu???"
"Dipende se è carino e se è disponibile." Il sorriso si accese di nuovo nelle loro facce, il traffico cominciò un pochino a circolare.
Lidia cambiò argomento guardando il copino che aveva messo tra le ginocchia.
"Almeno alcune parti riesco a leggere, ma per altre sembra di fare la traduzione di latino."
"Se vuoi puoi venire a casa mia per provare, tanto ci siamo solo noi che dobbiamo provare e poi possiamo cominciare a provare ora."
"SI certo, il tempo di arrivare a casa e cambiarmi."
"Ok." Lidia armeggiò con la radio e mettendo su radio Kiss Kiss

"Non è possibile ci ha scaricato e adesso dobbiamo fare tutto il percorso a piedi." Ewan lanciò un'occhiata a Sophie mentre stava salendo in macchina.
"E' stata tutta colpa tua, e poi credo che Sop ne approffiterà per fare amicizia. Daltr'onde solo loro compaiono nel primo e a poco a poco ci arriveremo anche noi.
"Si ma a noi 3 tocca dopo un'eternità. Fabio tranquillamente entrerà l'anno prossimo, noi fra 2 anni e karl fra 1."
"Prenditela con la Troisi non con me, e poi smettila di agitare le mani o finisce che farai cadere qualcos'altro." Chloe bloccò le mani di Ewan nel tavolo.
Gli altri due rimasero sorpresi, erano bizzarre persone, ma d'altra parte era meglio così. Neanche loro si potevano ritenere normali, Karl aveva una forte passione per i giochi di ruolo e passava maggior parte del suo tempo in fumetteria oppure davanti al pc, mentre Fabio aveva dei precedenti, un piccolo teppista che era stato spedito al campo militare dal padre stanco dei continui richiami da parte della polizia o della scuola.
Non che fosse colpa sua, diciamo che si trovava nel posto sbagliato nel momento sbagliato.
Va bene era stato lui a fare quel graffito, ed era stato lui a correre con la moto senza casco, ma aveva imparato la lezione, e soprattutto dolorasa.
Perchè ciò che si celava dietro gli occhi di Fabio era solo e profonda tristezza, di un segreto e dolore che si sarebbe portato sulla tomba. Portò lo sguardo all'orologio e sobbalzò. Era tardi molto tardi.
"Ragazzi io scappo. Ciao" Correndo verso la moto si mise il casco è partì a tutta birra, verso casa sua.
Una volta arrivato, entrò in casa. Abitava da solo da un bel pò, e infatti l'accolse il buoi, ma per lui non era un dispiacere. 
Accese il computer e mentre si preparava da mangiare si collegò a Oovoo.
Eccola li, la sua unica fuga dal mondo esterno, cliccò sulla scritta Maria Greco, e con il mouse puntò la freccetta al simbolo di videochiamata. Aspettò pochi secondi prima che un viso, con gli occhi azzurri e i capelli castani comparisse. Il viso era stanco e segnato dalle poche ore di sonno, ma a lui parve bellissimo.
"Ciao mamma."

"Allora riprendiamo la discussione del tetto." 
"Ok inizio io... -Non fare la piagnona. Non puoi cadere. Sei bloccata dal mio corpo-*
"-Perchè mi fai questo perchè mi tratti sempre male?- Non fai altro che umiliarmi da quando ci siamo conosciute-"
"- E tu perchè ti stai facendo questo? perchè ti stai trascinando nella tua commiserazione anche il professore-" urlò Lidia.
Accidenti se non si era immedesimata sulla parte, e per poco lo schiaffo le aveva fatto male, se non le avesse ricordato per la  trentesima volta che era solo finzione. 
"-Tu non sai proprio nien...-"
"Sop non farle del male." Qualcuno si buttò su di lei, facendola cadere a terra. SI mise di fianco, quel deficente di sua cugina ne aveva fatta un'altra delle sue, e adesso aveva mal di testa.
"Idiota, stavamo provando. Non ci stavamo litigando." 
Ewan diventò rosso e si scusò con lei aiutandola ad alzarsi.
Chloe si avvicinò e le accarezzo la guancia.
"Come mai è rossa?"
"Colpa mia"- Lidia alzò la mano con il rossore che le copriva la faccia  " Stavamo provando la scena del tetto, ma ho caricato troppo la mano." 
"Ah ok, ma non avete visto che ore sono?? E' ora di cena, Lidia ti fermi a mangiare?"
"Si non disturbo."

Il giorno dopo alle 9 i ragazzi con i vari attrici si riunirono allo studio di registrazione. 
Oltre a loro, c'era anche una persona con i capelli e occhi castani. SI chiamava Chris e aveva la parte di lung. Appena entrati preserono Lidia, Sophie e Chris da parte, e cominciarono ad acconciargli i capelli.
La parrucchiera di Lidia, aggiunse molte extetion con la clip per allungarle i capelli, e lo stesso fece quella di Chris.
Mentre la parrucchiera di Sophie, cercava di farle i capelli scompigliati il più possibile, visto che la prima scena era che si alzava dal letto.
"Grazie mille, ah ti adoro." Disse in forma ironica alzando il pollice della mano destra.
Il primo capitolo della storia era dedicato al campo di battaglia e a Lung e Thuban.
Quando vide Chris andare a nascondersi dietro un masso, e una cosa meccanica fatta solo di fili e sbarre di metallo, per poco non urlava. Quella macchina, aveva su quella che doveva essere una bocca, delle protuberanze a forma di denti affilati.
Un tecnico muoveva una specie di Joistick e il drago apriva le fauci oppure si girava e si alzava. Era formato solo dalla testa impiantata a terra. 
Le riprese iniziarono e Chris era straordinario, ha fatto uscire una lacrima anche a Lidia che si era appoggiata a Sophie.
Sentire che Thuban stava morendo era terribile, ma era ancora più terribile sentire la voce di quel macchinario. Era calda e rassicurante, ti veniva voglia di abbondarti ad essa. E questo fece scendere ancora più lacrime a lidia e Sophie.
Finito la scena, Chris si asciugò le lacrime non si era servito di nessun farmaco che aiutasse a lacrimare ci aveva solo messo passione.
Mentre i tecnici e gli aiutanti in scena, allestivano la stanza di orfanotrofio, Sophie si mise in pigiama, e si fece aggiustare i capelli.
Aspettò altri 10 minuti sotto le battute di Ewan che non gli piaceva il pigiama messo, ma doveva interpretare la ragazza orfana quindi piacere o no lo avrebbe tenuto.
Una volta finita la scena, prese un letto a caso e si mise li. Chiuse gli occhi e il regista diede il via. Allora spero che vi piaccio, alla prossima con i prossimi capitolo ;)

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Capitolo 6
*** Luna Park (Capitolo 2) ***


Si sentiva gli occhi di tutti puntati su di lei, non poteva fallire alla fine era solo qualche piccola battuta innocente. Era come lo stesso dialogo che faceva con Ewan ogni santo giorno, tralasciando l'orfanotrofio e il fatto che sarebbe lei quella nel letto che non si voleva alzare.
Si accoccolò meglio nel letto. Fino a quando non si sentì tirare via le coperte e la voce di Clarabell dire la sua battuta.
Oh si tutto questo sarebbe stato divertente.

La scena era stata rifatta diverse volte, e per questo quando finiì Sophie si buttò nel letto dove prima aveva fatto finta di dormire. 
Per certi versi è stata colpa sua, ma doveva ringraziare quel disgraziato che aveva per cugino. Quando avveniva la scena che si doveva cambiare. Il regista aveva adottato un separè scuro e lei doveva buttare il pigiama oltre questo. Lei normalmente era già vestita e doveva solo far finta di svestirsi e buttare le cose oltre il separè. Già aveva il riso dietro la maschera che doveva indossare. Poi si ci è messo anche Ewan che aveva fischiato, quando stava facendo finta di levarsi i pantaloni, che era caduta in avanti ridendo mentre il separè oscillava per poi cadere anch'esso.
Non solo lei si copriva la faccia ridendo ma aveva contagianto di risate tutti anche il regista. 
Oppure un'altra volta quando si stava lavando e si guardava il neo verde, e lentiggini. Guardava attentamente il vero capolavoro che aveva fatto Annabeth, la sua make-up artist personale. Ogni attore ne aveva uno. E quello di Adam (ratatosh) era un vero artista, lo faceva sembrare ancora più bello e Amanda (nida) la sua fidanzata non faceva altro che cercare di convincere il truccatore di Adam di farlo più brutto. -Altrimenti poi le fan si fanno sogni erotici su di lui, e io non lo voglio dividere con loro- Si era giustificata così Amanda. 
Il regista con il megafono l'aveva richiamata  perchè si era incantata a guardarsi. Lei non si era accorta di niente, fino a quando non si era sentita gridare nell'orecchio di doversi svegliare. Si era girata e aveva visto Ewan con il megafono in mano e che le sorrideva.
Per un secondo l'aveva guardato, ma dopo che si fu ripresa dalla bastota, cominciò a rincorrerlo con lo spazzolino da denti che aveva e a tirargli le saponette posate accanto ai lavandini. Anche questa volta aveva scatenato risa e Fabio stava filmando la scena.
In somma una giornata interessante....

Fabio le si avvicinò con il telefono in mano, e mentre glielo metteva accanto attaccava il video che le aveva fatto.
Lei lanciò una sguardo al telefono e accennò a un sorriso.
"Sono davvero così buffa?"
"Si diciamo di si, soprattutto quando una persona dice -ehi guarda quella ragazza, è molto seria- e poi ecco che si trasforma nella persona sempre con il riso in faccia." Lei si mise seduta accanto a lei.
"Ed è una cosa positiva?" 
"Si non mi piacciono le ragazze serie, sono così noiose." 
"Bhè io penso che ogni tanto la serietà non fa male a nessuno."
"Questo è vero, ma divertirsi un pò va anche bene. E penso che bisogna anche trovare l'occasione giusta per farlo."
"Ad esempio?" Fabio le porse un volantino del Luna Park. Si trovava fuori Roma, in periferia più che altro. 
"Ad esempio questo. Gli altri ci vanno anche Adam e Amanda." 
"Io, non...." Fabio si mise in ginocchio davanti a lei e le prese le mani nelle proprie. La fissò dritto negli occhi e le fece la classica espressione da cucciolo.
"Sai che fai schifo a farla? Uff... E va bene."
Fabio si rialzò e le diede un biglietto. Lei lo alzò tra le mani.
"Come sapevi che..."
"So essere molto persuasivo." Fabio fece passare il pollice nella fronte si Sofia e le strofinò il trucco che doveva formare il neo. Ormai le registrazioni erano finite e potevano andare dove volevano. 
"Almeno posso farmi uno shampoo?" 
"Certooooo, vieni Sophie." Annabeth era anche la sua parrucchiera.
"Ok, ma posa l'arricchia capelli per favore." 

Erano arrivati. Gli altri avevano aspettata Sophie. Erano andati con 2 macchine, una quella di Sophie e l'altra quella di Adam. In confronto a lei, Adam non si era levato il trucco e quando aveva cercato di comprare il biglietto la commessa glielo voleva regalare a patto che gli lasciasse una foto ricordo. Amanda si mise in mezzo e fulminò la cassiera che diventò rossa e piccola.
Entrarono e videro un grande ciliegio nella piazza centrale. Sophie si fermò a guardarlo e in attimo gli occhi le si fecero lucidi. In fondo al portafoglio nascosto bene c'era l'immagine di quell'albero.
I ragazzi andarono subito a divertirsi, chi cercava di vincere alle bancarelle e invece chi si faceva un giro. Normalmente Ewan per quel giorno doveva stare lontana da Sophie, l'orecchio le faceva male e la musichetta che c'era non migliorava la situazione. 
Così Fabio la allontanò dagli altri, si divertirono a modo loro. Oltre a raccontarsi le cose imbarazzanti o belle della loro vita. Andarono anche alla ruota panoramica, dove quando furono in alto, la macchina si fermò.
"Cosa è successo." Fabio si alzò e si affacciò. 
"Deve essersi fermata, c'è stato un black out. Sophie stai bene?"
"No non ti preoccupare, sono un pochino claustrofica. Ma ne soffro in modo piccolo." 
Fabio si mise in ginocchio davanti a lei seduta (si diverte il ragazzo)
"Tranquilla e fai respiri profondi. Presto metteranno la luce." Fabio aprì la piccola finestra. Rimasero un'altra manciata di minuti così, e finalmente la luce tornò.
Misero altri 5 minuti per scendere, e quando si misero sotto all'albero pirncipale Sophie tirò un respiro di sollievo.
"Mi dispiace, ma quando sono in un piccolo spazio soprattutto senza aria e vado nel panico. Davvero io mi dispiace." Abbassò la testa, ma Fabio le mise una mano sotto la testa. 
"Ehi, su con il morale. Senti, volevo chiederti perchè quando hai visto l'albero ti sono diventati gli occhi bhè, lucidi." 
"Qui i miei genitori si sono dati il primo appuntamento, e proprio qui sotto che mio padre ha chiesto di sposarlo a mia madre."  Sophie uscì la foto dal portafoglio e gliela porse.
"Nonna mi ha raccontato la loro storia. Ogni volta che qualcuno aveva qualcosa bellissima da dire all'altro, venivano qui. Mia madre ha detto di essere incinta di me proprio qui sotto. Non li ho mai conosciuti, sono morti in un incidente  d'auto perchè stavano andando a fare una visita."
"E' una storia bella e triste, mi dispiace per i tuoi genitori, ma ormai tu sei qui e sarebbero orgoglisi di sapere che la loro figlia stà  facendo un film e non solo." La foto ritraeva una donna con i capelli rossi che si teneva la pancia e l'uomo accanto a lei che la baciava e anch'esso accarezzava la pancia della donna, dove avrebbe ospitato la loro bambina.
Dopo quello sfogo si ricongiunsero agli altri. Amanda si stava litigando con una ragazza che aveva fatto l'occhiolino a Adam. Dopo aver evitato la rissa, sentendo il chiasso alcuni dirigenti erano intervenuti chiedendo di andare.
I ragazzi stanchi e delusi uscirono e si salutarono. Lidia essendo vicina di casa dei cugini andò con loro, mentre agli altri li avrebbe accompagnati Adam.
Quando i cugini rientrarono a casa, corsero a cambiarsi e a mettersi a letto, era tardi e avevano sonno. molto sonno.

Ciao a tutti, spero i piaccia. Ho finito di scriverlo alle 00:50 quindi anche se sembra affrettato oppure buono, fatemelo sapere. ;)
Ora aspetto i miei genitori e leggo la fanfiction per aspera ad astra. La doveva leggere questo pomeriggio alle 18:30 ma ho voluto aggiornare altrimenti non l'avrei mai fatto.
Baci baci Sophie

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Capitolo 7
*** Pensieri di un cane! ***


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Una mano uscì fuori dalle coperte e afferrò il telefono. La mano di Sophie appoggiò l'apparecchio all'orecchio rispondendo.
"Pronto?"
"Sophie, stai ancora dormendo? Sveglia pigrona, e aprimi la porta" La voce era famigliare ma intontita com'era non riuscì a collegare il tono al volto.
Si alzò e andò in cucina. Posò il telefono e afferrò le chiavi. Non si preoccupava se era un ladro o un poco di  buono, si era già scontrati con questi tipi ed era riuscita sempre a metterli a gambe in aria.
Fece scattare la serratura e cautamente inserì il chiavistello. Aprì piano la porta e rimase interdetta. Fabio stava giocando con Argo, il suo pastore tedesco che gli avevano regalato i suoi nonni.
Argo era il suo unico amico con cui poteva confidarsi. C'era anche Chloe e Ewan, anche se quest'ultimo raramente riusciva a dargli dei consigli, ma lei voleva solo qualcuno che l'ascoltasse.
Parlava ad Argo quando lo portava a passeggio. E ora vederlo giocare con Fabio gli diede un senso di sollievo. Almeno il cane aveva compagnia.
Uscì il chiavistello e aprì completamente la porta, rilevando la sua presenza.
Argo abbandonò il suo nuovo amico di gioco per farsi accarezzare dalla sua padrona e entrare in casa a  mettersi seduto nel divano aspettando che Sophie e Fabio facessero lo stesso.
"Cosa ci fai qui?" 
"Ewan mi ha chiesto di venirti a prendere considerando che non saresti arrivata in tempo, visto che lui ti ha preso la macchina e che sono le 11 e tra poco tocca a te, eccomi qui." Allargò le braccia ed entrò in casa, chiudendo la porta.
"Cosa vuol dire che sono le 11?" Lanciò uno sguardo all'orologio, trasalì e parti spedita nella sua camera chiedendo a Fabio di non seguirla.
"Si Ewan oggi è entrato ridendo. Dice che ti ha staccato la sveglia per scherzo, ma quando ha visto che non lo chiamavi si è preoccupato e mi ha chiesto di venire qui." 
"Quel cretino, me la pagherà bene bene."
Entrò in cucina con un Plaid verde, dei pantaloni di tuta neri e scarpe da ginnastica rialzate.
"Stai molto bene."
"Grazie, quando mi secco di avere le cose appicciacate addosso metto sempre le cose comode e large."
Sophie preparò il caffè mentre Argo si faceva fare le coccole da Fabio.
"Se vuoi possiamo portare anche lui." 
"Non penso che me lo consentono. Argo è un cane educato e che ubbidisce, ma se a qualcuno da fastidio? E poi come lo vorresti portare?"
"Con la macchina. Dai andiamo." Fabio infilò la pettorina ad Argo e tirò il guinzaglio.
Sophie si indossò gli occhiali da sole e la bora e chiuse a chiave la porta di casa.
Si portò verso la macchina di Fabio.
"Un Pick Up?"
"Si" Aveva 2 posti d'avanti e 3 di dietro. Fece salire Argo nella parte del Pick up di dietro calando lo sportello di dietro.
 Entrarono nei posti davanti e Fabio mise in moto diretto verso il set di registrazione.

Sophie lisciò il maglione, era di qualche taglia in più. Dopo aver picchiato Ewan, e sul serio averlo picchiato, era corsa a cambiarsi e adesso stavano eseguendo il capitolo 3 della storia visto che quello 2 era già stato fatto quando lei dormiva.
Si contemplò allo specchio, e vide clarabell avvicinarsi dopo lo scambio di battute lasciarono il posto agli addetti alla scena. Si sedette accanto a Alan e cominciarono a ripassare insieme.
Quando toccò a loro, mentre Alan si sedette con Matilda (Suor Prudenza) Clarabell con alle costole Sophie bussò alla porta.
Quando entrò Argo si avvicinò a lei odorandola.
Appena era entrata con Argo e Fabio nel set, il cane a cominciato a fare le feste a tutti e al regista è piaciuto tanto che aveva deciso di includerlo nel film.
Una normale anomalia che distingue un libro dal proprio film.
Aveva cercato di protestare, ma l'avevano zittita e mandata a cambiarsi.
Fece un passo indietro come copione e mentre Alan richiamava Argo, che su mise accanto a lui seduto e composto, lei si sedette accanto ad Alan e guardò la signorina Matilda uscì dalla stanza.
"Un pastore Tedesco, si chiama Argo, non ti farà niente è un gran giocherellone e ama le coccole.Con lui non c'è niente da temere."
-Ma non mi dica.-

Dire che Argo era felice, era dir poco. Si era divertito un mondo e vedere la sua padroncina con quel ragazzo simpatico è stato di più.
Ora correva nel parco dedicato agli animali. Certe volte lanciava un'occhiata ai ragazzi che stavano conversando amorevolmente.
Avevano deciso di andare al parco per poter mangiare a far stare tranquillo Argo.
Il cane dopo aver giocato con alcuni cuccioli e aver fatto i bisogni. Corre verso la padrona e appoggiandosi con la testa alla sua coscia, si fece fare le coccole.
Aveva già mangiato con quello che aveva scroccato ai cameramen e al regista, ormai pazzo di lui.
E adesso volevo tranquillità e relax, e se lo stava godendo in pieno visto che oltre a Sophie, una mano gli accarezzava il petto.
Fabio era rimasto affascinato da Argo e anche entusista e la cosa era reciproca.
Quando l'aveva visto arrivare e aprire il cancello, aveva subito ringhiato e lui si era fermato e aveva alzato le mani in segno di resa.
Gli aveva detto solo di stare calmo e che era venuto a prendere Sophie. 
Si era subito seduto e Fabio l'aveva chiamato invitandolo a conoscersi. 
Gettò uno sguardo a Sophie che parlava tranquilla con lui. Chissà forse avrebbe rivisto il ragazzo molto presto, e sperava che uscisserò di nuovo insieme portandolo con lui. O anche che si fossero fidanzati. Cosa c'è? Un cane non può fantasticare sul futuro della propria padroncina? Se avete qualche problema ne parlarete con i miei denti, ma per ora non ne voglio sapere. Continuò a gettare un sguardò a Fabio.
Bhè a lui piaceva

Ciaoooooooo, vorrei raccontarvi la storia di Argo.
Argo era il pastore tedesco di mio nonno, con lui sono cresciuta e non avevo paura di lui. Visto che anche quando avevo 1 anno a proteggermi c'era lui oppure a farmi compagnia. Scendevo sempre da lui a giocare. 
Avevo 10 anni quandi è morto e mi ha lasciato un vuoto che nemmeno Snoopy il mio cane è riuscito a riempire.
Snoopy ce l'hanno comprato quando avevo 7 anni e mia sorella 5, la nonna era morta e per non farmi soffrire ci hanno comprato un cucciolo.
Snoopy e Argo giocavano molto insieme. Bhè di più snoopy giocava e Argo subiva in silanzio. Mi ricordo che Snoopy si appendeva al labbro di Argo, oppure cercava di mordergli i piedi e argo non diceva nnt.
Spero di non avervi annoiato o intristito questa storia, ma volevo farmi capire quando ha simboleggiato Argo per me.
Baci baci Sophie
P.S: la canzone deriva da daniele doesn't matter california Style su youtube, passate da lui. Molto divertente e dice cose vere :)

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Capitolo 8
*** Chiederò a Chloe ***


"Ma davvero te ne vai?"
"E lui com'è?"
"Zucca, ma dove sta la casa di questo tizio?" 
Molti bambini erano attorno a Sophie, la guardavano come se fosse Katy perry in versione Calafornia Girl.
L'intervento di Clarabell li fece allontanare così che lei prese la valigia e cominciò a mettere dentro le sue cose. 
Il copione era ancora una volta cambiato. Ma ragazzi che ci possiamo fare? E' un film...
Sophie quando era scesa la notte cominciò a camminare per i corridoio, fino a quando un finto capogiro la prese. Si accasciò a terra e una voce si diffuse nella sua testa.
-Ricorda- 
La voce era di una persona che dietro alla parete in cui era messa. Iniziò a respirare forte, e dopo poco si calmò.

Quando cambiarono scena, lei si prese un sorso d'acqua. Si rilassò mentre Argo le leccava la mano e cercava un posto per mettersi accanto a lei. 
Lei gli si sedette affianco e  gli abbracciò il collo affondando il viso nel suo pelo.
Lo faceva quando aveva bisogno di pensare o di conforto e Argo, per consolarla, cominciò a fregare la sua zampa nel suo fianco. 
Chloe gli si avvicinò, conosceva come le sue tasche sua cugina, e sapeva quando qualcosa la turbava o stava male. 
Gli si sedette accanto poggiandole le mani sulle spalle e tirandola a se.
Chloe era dolcissima e la coccolava sempre quando non si sentiva più di sembrare forte.
Quello era uno di questi momenti, ma neanche lei si spiegava cosa aveva.  
Il capogiro non era finto, lei si era sentita male per davvero, ma non l'aveva fatto capire a nessuno.
Si lasciò cullare dalle sue braccia e per poco non si addormentò.
Quando la chiamarono di nuovo, si staccò da lei e Chloe amorevolmente, le sistemò i capelli e le diede un colpetto alle spalle.
Si alzò e si preparò a fare la scena respirando  tranquillamente.

Quando uscirono i ragazzi, erano provati. Lidia non aveva fatto altro che provare i vestiti e i vari trucchi, e con un istruttore a fare le varie coreografie di ginnastica artistica.
Non si sarebbe esibita nel numero che c'era scritto nel libro, era troppo pericoloso e strutturato e il Budget non lo permetteva. E gli altri ad aiutare le varie persone.
Finito il pezzo di Sophie, la scena fu lasciata al ragazzino che interpretava Mattina così furono congedati.
Andarono al caffè, e li prenotarono qualcosa da mangiare.
Avevano finito per l'ora di pranzo considerando che Sophie era li dalle 7.
Aveva avuto il capogiro perchè non aveva fatto colazione.
Dopo una tavola calda e una cioccolata calda, si sentiva meglio e pronta per continuare le riprese.
Verso le 2:30 si alzarono e corsero al set.
Stavolta non si basavano su un set, ma dovevano andare in giro per Roma.
Tagliarono la scena del Pincio, e la piazza del Popolo. Andarono direttamente alla balaustra.
Lei doveva fingere di avere le vertigini anche se andare in posti del genere le faceva salire l'adrenalina e le veniva voglia di cercare da qualche parte lezioni di paracadutismo.
Strinse la mano del professore e si scambiarono la battuta. Quando il regista annunziò una pausa, lei fece un paio di saltelli.
"Scusate, ma ho dovuto tenere a freno l'adrenalina."
Dopo uno scambio di risate la ragazza accettò un pò d'acqua da Chloe.
Ricominciavano la scena e lei cominciò a tremare lievemente e a balbettare per simulare lo spavento. Quando si allontanarono agli altri ragazzi fu chiesto di rimanere.
Ewan si avvicinò a Fabio che stava guardando le riprese, o meglio Sophie, e gli appoggiò una mano sulla spalla.
"carina vero?"
"Si, no cioe volevo dire bella la scena..."
"Si certo, molto carina. Comunque tu le piaci, non sono in tanti che riescono ad avvicinarsi. Io ti consiglio di buttarti, tanto non perdi niente."
"E' strano sentire da te questi discorsi, comunque visto che tu la conosci meglio, chiederò consiglio a Chloe." Fabio si allontanò ed ewan rimase a bocca aperta, cioè gli aveva appena suggerito come comportarsi e lui andava da Chloe? Sinceramente si sentiva ferito da lui.

Quando finalmente li videro scendere Fabio si avvicinò a lei.
Per questa volta il capitolo si sarebbe finito e lei si sarebbe svegliata nel suo letto a Castel Gandolfo. 
Le diede un pochino di acqua e si sedettero in una panchina a parlare.
Anche se si conoscevano da poco, erano molto uniti. (stranamente, mi chiedo come mai) ma entrambi volevano andarci piano, vedere se aveva continuo oppure sarebbe finito tutto, causando un grande distacco in loro, ma anche nel film.
Avrebbero risentito tutti, e bisogna anche dire che ognuno ha i suoi scheletri nell'armadio. Segreti che sarebbero sorti con il tempo, causando chiarimenti e forse anche distaccamenti.

Finish per ora....
Lo so forse non è molto, ma non avevo idee XD
Baci baci SOphie

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Capitolo 9
*** Di nuovo lui! ***


Sophie si butto nel letto, aveva corso da una parte all'altra del lago Albano.
Con la sera avevano approfittato di fare la scena dove lei veniva attaccata dal ragazzino di nome Mattia.
Al posto di spuntare volando, compariva dalla strada e Sofia scappava mentre gli alberi formavano una rete fitta di rami, dove il ragazzino non riusciva a passare.
Si corico ancora con i vestiti. Non aveva fretta, il giorno dopo non avrebbero fatto le riprese, anche perchè si sentiva male e non ne voleva sapere niente almeno per ora.
Chiuse gli occhi e si lasciò andare al silenzio e alla calma di casa sua.
Ma non durò molto, visto che la luce si accesse e un ragazzo con i capelli ricci e marroni entrò in camera.
"Sophie, alzati."
Volse lo sguardo verso di lui, non appena si fu abituata alla luce si alzò di scatto dal letto  e per poco non cadde.
"Che ci fai qui."
"Non ricordi è la serata dei giochi, Ewan ci ha invitato qui per passare la notte insieme."
"EWan non me l'ha detto, cmq un attimo che mi cambio." Fabio con un sorriso uscì dalla stanza e lei si mise il pigiama.
La serata dei giochi era stata ideata da Karl in modo da conoscersi meglio e prevedeva giochi ogni volta che avevano la giornata libera.
Afferrò carte e penna e andò di la.
Nel salotto stesi nel tappeto c'erano gli altri attorno al Monopoli, Argo era messo nel divano.
Aspettavano solo lei per giocare, quando Argo si accorse di lei, si mise anche lui sul tappeto.
Si sedette accanto a lui, appoggiando la testa nel suo pelo.
"Sei stanca?"
Sophie annuì con  la testa.
"Cosa hai fatto?"
La rossa si stese nel tappeto con il suo cucciolo al fianco, e cominciò a raccontare le avventure vissute.
"Wow, non vediamo l'ora di vederlo."
"Iniziamo a giocare?" 
Giocarono fino a quando non sentirono la fame chiamare e aprirono i dolci e gli stuzzichini portati.

Ewan aprì gli occhi, sentiva un peso alla spalla. Lidia era appoggiato  a lei ed era profondamente addormentata. Era più bella, con un viso di porcellana senza impurità.
Le spostò una ciocca di capelli dagli occhi e lei si mosse stiracchiandosi.
Aprì gli occhi, erano le 10 di mattina e i raggi del sole di dicembre entravano attraverso il tessuto delle tende.
 La stufa a legna ormai si stava spegnendo e lanciando  un'occhiata agli altri, si accorse che Sofia e Fabio erano usciti.
Andando in cucina con Ewan alle calcagne, trovò un post-it attaccato al frigo.
-Siamo andati a passeggiare Argo, torniamo con la colazione- La calligrafia era ordinata.
Presero un bicchiere di acqua a testa parlando degli eventi accaduti di divertente nel corso della serata. Ewan aveva fatto esplodere addosso a karl una lattina di coca cola e lui si era rintanato in bagno a cambiarsi i vestiti e a mettersi il pigiama. Adesso i vestiti di Karl erano piegati ordinatamente nel tavolo da pranzo.
Ewan mise un braccio intorno alle spalle di Lidia e la strinse a se.

Sophie staccò il guinzaglio ad Argo, il cane cominciò a correre  per il campo lasciando la sua padrona e Fabio soli.
"Tra poco è natale." 
"Si."
"Farai qualcosa in questi giorni? Ad esempio riunioni con i genitori ecc."
"I miei nonni vanno in vacanza in egitto, e io con i miei cugini restiamo qui. Troveremo un  modo per passarlo."
Passeggiarono tranquilla tra la steppa e l'erba che cresceva nel campetto.
"Da quando è abbandonato?" 
"Non lo so, quando mi sono trasferita qui non sapevo dove portare Argo a fare una passeggiata. Un giorno non l'ho più trovato, Ewan aveva lasciato il cancello aperto e pensavo che se l'erano portato via ma quando mi sono affacciata dalla mia camera era li che giocava con un altro cane, così l'ho ripreso e da allora lo porto qui da circa 1 anno." Sophie incastrò gli occhi suoi con quelli del ragazzo. "E tu che cosa farai a Natale?"
"Forever Alone. Mio padre è morto e mia madre è fuori in questo momento, quindi penso solo."
La ragazza vide nel suo sguardo tristezza ma non voleva indagare, non erano affari suoi e si conoscevano da poco per poterne parlare, sempre se a lui andava. 
"Potresti venire da noi, e forse anche gli altri se non hanno niente da fare."
"Si mi piacerebbe, lo chiederò a mia madre stasera."
La ragazza annui e quando Argo ritornò da lei, propose di andare al panificio.

Ritornarono dagli altri con la colazione, e trovarono Ewan e Lidia abbracciati sul divano che stavano parlando amorevolmente, mentre Chloe e Karl giocavano a scacchi.
Karl aveva vinto qualche campionato, ma anche Chloe non era da meno, aveva stracciato Sophie e Ewan tante di quelle volte, che per lei la partita era così facile come bere un bicchiere d'acqua. 
Sophie e Fabio si scambiarono uno sguardo e mentre il moro scuoteva la testa, la rossa andò in cucina per prendere le posate e altro per fare colazione.

Fabio rientrò a casa, e afferrò subito il Pc.
Voleva fare la videochiamata con la madre e infatti clicco nel tasto verde.
Aspetto un pochino e nel frattempo si prese un bicchiere d'acqua.
Si sedette nella sedia quando vide lo schermo dividersi in 2.
La sua figura comparve nello schermoa  destra e quella della madre andava a delinearsi a poco a poco, ma non era sola con lei c'era un uomo con i capelli e occhi neri.
Suo padre.
Si tenevano per mano e sua madre gli rivolse un sorriso.
"Ciao tesoro, come stà andando li?"
"Bene, ma mamma cosa ci fai con lui." La madre gli rivolse uno sguardo triste e chiese al marito di uscire a prendersi qualcosa alla macchinetta.
"Ascoltami tesoro, so che ci ha fatto soffrire ma adesso è cambiato."
"Mamma le persone non cambiano, e se lo fanno ci voglio mesi per non dire anni."
"Fabio ascoltami, bisogna dare sempre una possibilità alle persone."
"E guarda dove sei andata a finire per dargli una possibilità. Mamma hai rischiato la vita per colpa sua e adesso ti rivedo di nuovo con lui? Almeno qualcuno sa che sei con lui? I nonni lo sanno? E lo zio? Gli infermieri?"
Maria gli fece un sorriso, e gli rivolse un sorriso dolce.
"Anche noi dobbiamo cambiare, per ora non ho detto niente a nessuno, ma presto quando ritornerò faremo una festa. Ti prego fai uno sforzo per me." 
Fabio sospirò.
"Mamma se ti tocca ancora una volta non i tratterò questa volta."
Chiuse le chiamata e si buttò nel divano, se quel bastardo avrebbe di nuovo toccato sua madre, gliel'avrebbe fatta pagare.
Si addormentò con questi pensieri in un sonno senza sogni.

Dopo un paio di giorni, finalmente Lidia fece la sua comparsa davanti alla telecamera (capitolo 8), andò tutto bene.
Tranne per Sophie che si era lamentata per la parte dell'elefante e delle mutande....
Di certo non era divertente mostrare le mutande a tutto il resto della trup per non dire mezzo mondo, avvero coloro che avrebbero visto il film e si sarebbero fatto 2 risate a vedere il suo sedere mezzo scoperto.

Ciaooooooooo, vi ho scioccato?????
No?? Neanch'io sinceramente, cmq vorrei rispondere alle persone che mi hanno scritto, scrivo a scuola quando so per certa che ci sono ore buche o quando c'è educazione fisica e ogni venerdì....

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Capitolo 10
*** lo schiaffo ***


Lidia camminò a braccetto con Richard (Thomas) per la via che portava a Castel Gandolfo.
SI perse tra la contemplazione degli alberi e delle telecamere che avevano istallato e nascosto. Vide Una telecamera e distolse lo sguardo.
Regola numero uno, mai guardare la telecamera. 
Quando entrò in casa, iniziò la conversazione con il professore per poi rimanere sola con Sophie. 
"...E la sera sognavo sempre uan bianca città volante."
Vide lo sguardo di Sophie vagare tra i libri di quella biblioteca. Erano tutti falsi, tranne alcuni. 
Lo aveva sperimentato con Sophie il giorno prima, quando incuriosite aveva cercato di prendere un libro ma era fatto di cartone ed era collegato agli altri.
Salirono in stanza di quest'ultima, e lei si sedette nel letto. Per il dispiacere di tutti, la scena del tetto era stata cancellata per paura che qualcuno cadesse.

Le ragazze entrarono in casa di Sophie  e si fiondarono in cucina per bere.
Dopo aver bevuto, si girarono e videro il resto degli altri davanti alla Tv.
Lidia posò il cibo che avevano comprato.
"Ma vi siete trasferiti qui?" Sophie si mise le mano nei fianchi ma fu ignorata totalmente.
I ragazzi erano ipnotizzati per un film d'orrore.
Lidia strizzo l'occhi a Sophie e accese la luce.
I ragazzi saltarono in aria e Chloe urlo. 
"Buongiorno, ma allora! Siamo entrate abbiamo salutato e non ci avete rivolte nemmeno uno sguardo. Comunque andiamo a mangiare che ho fame." 
"Cosa c'è da mangiare?"
"Cibo cinese."

Fabio si sedette accanto alla ragazza, non era mai stato bravo con le bacchette e stava cercando il modo di dirlo alla ragazza quando la vide Prendere le bacchette e prendere un pò di riso.
Anche Chloe e Ewan li stavano usando e anche Lidia se la cavava. Chloe stava aiutando Karl a prenderle in mano, così diede un leggero  colpetto  al gomito e le indicò le bacchette. La ragazza gli sorrise e gli fece vedere come prenderle, nascondendo un riso ogni volta che sbagliava e prendendogli la mano gli fece vedere la posizione corretta.
Non ci furono altri incidenti di percorso quella sera, anche perchè Sophie gli aveva rifilato tra le mani una forchetta.
Si, alla fine si era arreso, ma vorrei vedere voi...

Karl tornò a casa, se vide la sua gatta accoglierlo, aveva la pancia gonfia.
Aveva già preparato il giaciglio per quando i cuccioli sarebbero nati, sperava solo che riuscisse a trovargli un'abitazione per i nuovi nasciturni, altrimenti li avrebbe tenuti lui.
La gattina si mise a letto con lui, portava il nome di Kity, gliel'aveva assegnato lui quando aveva 5 anni e suo padre gli aveva fatto il regalo di compleanno.
Era lontano da casa di molte miglia, ma si sentiva con i genitori e la famiglia ogni giorno. 
Quando aveva annunciato che era stato preso per interpretare il ragazzo paffuto e biondo della ragazza drago, sua madre aveva quasi pianto e riso contemporaneamente, perchè il proprio figlio stava diventando una star.
E l'aveva anche sgridato, se avrebbe cominciato a fumare o bere molto, oppure ad assumere stupefacenti gliel'avrebbe fatta pentire.
Le madri sono sempre molto apprenzive e preoccupate per la sorte dei propri figli, ma gli sembrava esagerato. Lui neanche ci pensava minimamente, non voleva essere un giovane che le droge si sono portate via, ed essere solo un ricordo. Lui avrebbe voluto una famiglia, una moglie, dei figli e un'ottima carriera. 
Anche se non faceva l'attore andava benissimo, ma avrebbe ottenuto quello che cercava a tutti i costi.
Con quei pensieri si addormentò.

Lidia mise i piedi a terra, era gelata. Così si infilò le calzette e le ciabatte. Doveva recarsi li alle 10, Sophie già c'era andata per il capitolo 10, quando si sa la verita e la decisione di lasciare la casa del professore.
Quando arrivò allo studio, ne aveva messo di tempo, aveva cominciato le riprese del capitolo 11.
Si sedette accanto a Sophie, che le diede il buongiorno, e si concentrarono sulla scena.
 Amanda dietro la telecamera sembrava una bambina, la sua parlata e i suoi gesti fecero accapponare la pelle di molte persone e anche del regista, mentre metteva il nuovo inesto nel collo di Craig.
E dopo alcune battute tra Adam e Amanda la scena passò a Sophie che era già vestita con il pigiama.
Lidia si andò a cambiare e a farsi acconciare. Li lasciò andare alle mani della ragazza che le faceva i capelli, mentre le passava lo shampoo massaggiava la cute, e quando tocco al trucco anche li si rilassò. Aprì gli occhi, era leggermente truccata. Aveva 18 anni, ma non ne mostrava minimamente, e come lei le altre.
Quando toccò a lei, si mise davanti alla porta d'ingresso,vide spuntare Sophie e scusandosi con Thomas portò la ragazza nella stanza da letto.
Quando arrivò, la fece sedere nel letto e lei si mise davanti a lei.
Cominciarono la discussione, fino a quando lei non le diede uno schiaffo.
Sophie rimase con la bocca aperta stupita da quel gesto. Quando si accorse di averle impresso lo stampò della sua mano sulla guancia, sbarrò gli occhi e si scuso. Non l'avrevo fatta apposta, ma si era fatta prendere.
Con gli occhi si scusò, e continuarono a parlare. Quando il regista proclamò lo stop, e lei abbracciò Sophie che si stava tenendo la guancia ancora arrossata.
Mortificata prese del ghiaccio e l'appoggiò sulla sua gancia.
"Se diventa un livido lo spiegherai tu ai miei cugini."
"Senza dubbio."

Okkk per ora mi fermo qui, scusate se sono in ritardo, ma  se non mi rilassavo un pò mi presentavo a scuola con il lanciafiamme e la mannaia.
Va beneeee, ciaoooo a tuttiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii

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Capitolo 11
*** Cellulari che passione ***


Ewan si sedette accanto a Chloe, davanti a lui Fabio e Karl.
Karl conversava con Chloe, i piccoli scienziati si divertivano a parlare di chimica quantistica (:P io l'ho finita al secondo anno di ragioneria)
ignorando le sue occhiate.
Fabio era con il telefono in mano che messaggiava.
Da un poco lui e sua cugina si erano scambiati il numero di telefono, e da allora, Sophie usava il cellulare sempre. A momenti anche quando era sotto la doccia... No non poteva farlo, sicuramente le dispiaceva. 
Prese il suo di telefono e inviò un messaggio al moro, con un solo parola.
"Cotto"
Fabio lo guardò interrogativo e lui alzò gli occhi al cielo. Gli dedicò un sorriso e gli indicò il cellulare nel quale era arrivato un messaggio di Sophie.
Il ragazzo diventò biondo e lo ignorò totalmente.
Quando era bello prendere in giro le persone  ingenue, pensò Ewan mettendo le mani dietro al testa.

Chloe si divertiva un mondo con Karl, era l'unico che ne capiva qualcosa di astronomia o di biologia.
Si sentiva bene con lui, potevano andare avanti per anni volendo, ma si fermarono quando il ragazzo chiese a lei di accompagnarla.
Chloe era molto su di giri che diede subito risposta affermativa e liquidando il fratello e Fabio con qualche parola, lo seguì il ragazzo al planetario.
Era a pochi passi da li, quindi con una buona conversazione e il divertimento assicurato.
La ragazza neanche si accorse che erano già arrivati, quando vide il ragazzo prenderla per mano, dopo aver pagato, e guidarla in giro per il planetario.
Il planetario, vantava di diverse sale. Alcune con un sistema solare gigante, altre in miniatura contenente anche le varie galassie.
Oppure potevi stare tranquillamente seduta in una poltrona di velluto rosso a guardare i video fatti sulla luna, per i vari studi. O meglio ancora entrare in una sala, a forma di luna, dove vengono attivate delle ventole sui finti crateri per simulare la gravità della luna.
I ragazzi ebbero l'imbarazzo della scelta ma dopo un pò decisero di provare tutto.

Chloe si sedette stanca in una poltroncina, avevano girato tutto il planetario per tutto il giorno e rivolse la testa verso l'alto. Un grande modellino stava girando lentamente, sopra le loro teste.
Vide Karl sprofondare accanto a lei.
"Giornata stancante, vero?"
"Si, è stata molto divertente. Grazie per avermi invitato."
"Grazie a te per essere venuta." Appoggiò la testa alla poltrona e guardò la struttura girare piano piano. Era molto rilassante, ed essere con lei lo era di più.
"Da quando mi sono trasferito a Roma, vengo ogni mese qui. Anche nella mia città c'è ne uno uguale. Mi rilassa molto."
"Posso capirti." SI presero per mano e continuarono a guardare restando affiscinati.

Lidia aprì la porta di casa, acchiappò il libro della ragazza drago e si perse tra le sue righe. Ancora tagli, come minimo avranno tagliato 50 pagine per accorciare il tutto.
La ragazza chiuse il libro di scatto, e lo posò sullo scaffale.
Quando erano uscite dal set, le ragazze si erano trovate davanti solo Fabio e Ewan che stavano discutendo.
Di Karl e Chloe nemmeno traccia. Quando Sophie aveva chiesto che fine avesse fatto Chloe, gli avevano risposto che era in giro con Karl.
La rossa aveva alzato le spalle, dirigendosi verso al macchina, dopo aver salutato Fabio.
Lidia e Ewan erano saliti con lei. In macchina la voce di Max Pezzali risuonava tranquilla e limpida. Vedeva Sophie picchiettare le mani nello sterzo, e Ewan le confidò che lei ne aveva una bella passione.
Avevano passato tutto il tempo a intonare le sue canzoni.

Fabio, il giorno dopo, rimase tutto il tempo seduto su una sedia del set a guardare il telefono.
Non stava aspettando che Sophie gli telefonasse, anche perchè era davanti ai suoi occhi che stava recitando.
No! Stava aspettando la chiamata di sua madre. Sua madre aveva preso un aereo per venire da lui. Ormai aveva finito la sua cura e i dottori avevano deciso di dimetterla per l'ottima ripresa.
Il suo telefono tremò, tra le sue mani.
Salutò gli altri e  corse verso la macchina, accendendo il motore.
In una decina di minuti era già nella strada che lo avrebbe portato all'aeroporto.

Ciao, mi dispiace anna ma non sono riuscita a farlo più lungo... :/ e non potevo non posticipare dopo tanti giorno. Mi scuso con tutti voi per il ritardo ma con 360 pagine di diritto e le altre materie non sono riuscta a toccare il computer in questi giorni...
Scusatemi ancora :) 
Buona cena a tutti e buona notte

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Capitolo 12
*** Mamma! ***


Fabio lasciò la macchina nel parcheggio vicino all'entrata e si avventurò all'interno dell'aero porto.
Era immenso e quando riuscì a trovare l'uscita dove ad attenderlo c'era sua madre, corse da lei. Scansò persone, evitò valigie e superò agenti di polizia per finire dritto tra le braccia di sua madre, che nel vederlo le aveva spalancate piangendo.
Anche a lui si erano formate le lacrime agli angoli degli occhi, ma stava resistendo per non far stare più in pena la madre, per non essere stata con lui per molto tempo.
"Amore mio, quanto mi sei mancato." La presa della madre si fece più forte e la voce scossa dai singhiozzi, gli fece sfuggire una lacrima trattenuta inutilmente, che scivolò dalla sua guancia per cadere nel golfino della madre, all'altezza della spalla.
"Mamma..." Fu l'unica cosa che riusci a dire. Da quando aveva saputo che lei sarebbe tornata, aveva passato notti insonni a immaginarsi cosa raccontarle, cosa dirle per farla di nuovo integrare nella sua vita, per fargli capire che anche se erano stati lontani c'era sempre un posto nel suo cuore e nella sua vita.
Ma in quel momento, tanto era la contentezza e il fatto di non voler sprecare tempo a raccontare cose non importanti che rimase zitto a trovare le parole giuste.
La madre sciolse l'abbraccio e gli accarezzo il viso.
"Come sei diventato bello, figlio mio. E si, anche alto e forte."
Le sorrise e solo ad allora si accorse che con loro c'era qualcun'altro, la stessa persona che aveva visto accanto a sua madre un giorno con la webcam, la stessa persona che aveva visto andare via di casa quando aveva solo 5 anni e la stessa che adesso si ritrovava davanti e che gli avrebbe gentilmento offerto un pugno.
Riportò gli occhi alla madre e vide che con lo sguardo lo stava supplicando di non fare niente di stupido.
Sospirando porse la mano all'uomo che con un sorriso l'accettò.
Dopo 5 minuti erano già in macchina che stavano cercando di uscire dall'aeroporto.
Maria accanto a lui, e Leo dietro.
La madre lo spronava a raccontargli delle persone con cui stava per girare il film, fino a quando il suo telefono non cominciò a squillare, Il dispay del suo cellulare mostrava il nome di Sophie.
Non poteva rispondere essendo al volante, ma non vece nemmeno in tempo a staccare la chiamata che sua madre aveva già il cellulare all'orecchio.

La voce femminile che rispose a Sophie, le fece capire che o Fabio aveva perso il telefono oppure una sua amica aveva risposto al posto suo perchè forse lui era al volante. Almeno sperava lei...
"Pronto, chi sei?"
"Ciao, io sono un'amica di Fabio. Posso passare con lui."
"Attualmente non è disponibile, sta guidando ma se vuoi posso lasciargli un messaggio."
"Oh non ti preoccupare, grazie. Ciao"
"Ciao."
Ok la voce era di una ragazza, ma aveva sentito il ragazzo protestare, quindi vuol dire che lui era li davanti.
Sospirando lasciò scivolare il telefono dentro la borsa e si cambiò i vestiti.
La scena del sottomarino era stata entusiasmante, ed avevano anche registrato tutta la parte della bolla.
Si rimise il golfino e i jeans, e salutando tutti entrò nella macchina e parti per andare a casa.
Argo, messo davanti seduto sul sedile con una cintura per proteggerlo, le grattava leggermente la gamba, lei gli rivolse un sorriso e gli diede una carezza sul collo.
Quando arrivo a casa, parcheggiò ed entrò in casa.
Chloe stava leggendo e Ewan giocava alla playstation.
Salutandoli, si mise la tuta e le scarpe da ginnastica, levò tutto quel trucco e usci per passeggiare il cane. Arrivata nel campetto vicino casa,  levò il guinzaglio ad Argo e lui sfrecciò correndo allegramente.
La ragazza cominciò a fare i giri intorno al campo, evitando il cane che ogni tanto per giocare cercava di saltarle addosso.
Continuò per molto fino a quando Argo non le si sedette davanti con un bastone tra i denti, glielo depositò davanti ai piedi e guardando il bastone abbaiò.
Era un invito a giocare con lui, la ragazza si abbassò al livello di Argo e prendendo il bastone gli accarezzò la testa.
"Vuoi giocare piccolo?" Si alzò e portò il braccio indietro, con il bastone nella mano, per poi tirarlo lontano. "E allora giochiamo." Il cane cominciò a correre, seguendo la traiettoria del bastone, che nel frattempo formava un arco nel cielo per poi essere preso, con un salto, in bocca al cane.
Il cane ritornò tutto scodinzolante e felice verso di lei. La ragazza ridendo riafferrò il bastone e lo tirò una seconda volta.
Continuarono così per molto fino a quando una voce non chiamò Sophie.

Fabio dopo aver accompagnato i genitori a casa e aver pranzato e trascorso un pochino di tempo con lui, era intenzionato a chiamare Sophie, ma lei non rispondeva al telefono.
Così era andato a casa sua, ma Ewan gli aveva detto che era a passeggiare il cane.
E infatti eccola li, che lanciava il bastone ad Argo.
Si avvicinò chiamandola e quando lei si giro le sorrise.

Ormai seduti al bar, all'aria aperta con Argo steso accanto al posto di Sophie, i ragazzi chiaccheravano tranquillamente.
"Quindi è per questa che ti ha risposto mia madre." Disse Fabio appoggiando la sua tazza di cioccolata, nel piattino.
La ragazza, lo fissò continuando a tenere le labbra appoggiate alla tazza.
Ora si spiegava il perchè di quella voce, era sua madre... 
E lei aveva subito pensato a una probabile ragazza, che imbarazzo...
"Ti senti bene?" Sophie riscossa dai suoi pensieri, scosse la testa nella sua direzione.
"Come prego?"
"Sei diventata tutta rossa, ti senti bene. Forse hai un pò di febbre." Il ragazzo si sporse e le mise la  mano destra sulla fronte e la mano sinistra sulla propria fronte, per vedere la differenza.
Lo lasciò fare, troppo sconcertata per emettere un singolo pensiero o rumore.
"Forse è meglio che torniamo a casa, ti va?"
La ragazza annui e protestando contro Fabio, che aveva pagato al posto suo, si avviò con il cane e il ragazzo al suo fianco verso casa


Scusate il ritardo, anche se sembra poco, ci sto lavorando da 2 giorni e adesso alle 1:36 di domenica :3 completo
Spero di avervi fatto scendere qualche lacrima.... Naaaaaaaaaaaaaa scherzo :3
notte, io aspetto i miei baci baci Sophie

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Capitolo 13
*** Due giorni al natale ***


"Dove sei stato tesoro."
Fu questa la domanda che porse Maria a suo figlio, prima di rendersi conto che dietro di lui c'era una ragazza con i capelli rossi e gli occhi verdi che guardava imbarazzata le sue scarpe da ginnastica.
L'aveva fatta entrare e fatta sedere nel divano prima di riempirla di domande che furono frenate da Fabio.
"Mamma, lei è Sophie. Recita con me nel film ed è una mia amica."
La donna servì ai ragazzi una cioccolata calda, mentre si faceva raccontare la storia di Sophie. O almeno quello che la ragazza le diceva, perchè alcune cose erano messe all'oscuro.
Accarezzando il cane continuarono a parlare, escludendo compretamente Fabio, il quale stava guardando la televisione ascoltandole attentamente.
Quando si fece tardi, riaccompagnò la ragazza a casa e si promisero di vedersi il giorno successivo per le riprese.

Amanda rientrò a casa buttandosi nel divano. Era la prima volta in quella giornata che rientrava a casa.
Prima a fare le riprese, poi in farmacia, poi alle poste. Risultato, era stanca morta e non si sarebbe alzata da quel divano neanche tra mille anni.
L'unica cosa che fece, fu quella di sfilarsi le scarpe e coprirsi con una coperta mentre accendeva la televisione. Si fermo a guardare l'albero di natale quasi vicino al divano.
Per lei l'arrivo del natale era molto di più di quella festa. O almeno così credeva da bambina.
Quando era piccola voleva che arrivasse il natale per poter stare con i suoi genitori per un pò. Ma loro erano sempre impegnati, chi faceva il dottore e quindi operazioni ed emergenze anche in quella notte, chi invece faceva l'avvocato e non voleva essere disturbata mentre analizzava le varie cose.
Alla fine rimaneva sola, neanche la badante le faceva compagnia perchè almeno lei trascorreva il natale e le altre festività con i figli e nipoti.
Un anno, mentre per l'ennesima volta era sola durante la serata importante, aveva buttato nella stufa i suoi regali. Non li aveva neanche aperti, voleva solo cancellare il natale.
Da quel giorno in poi, non aveva più festeggiato il natale, e quando aveva compiuto la maggiore età era andata via di casa decidendo di andare al college.
Fu li che incontrò Adam, un ragazzo molto carino e che con tante schiere di ragazze alle spalle le aveva tormentato la vita.
All'inizio l'odiava, poi provò indifferenza e successivamente amicizia e amore.
Aveva capito di essersi innamorata quando lui, l'aveva sorpresa fuori sotto la neve a fissare la dolce danza dei fiocchi.
E le aveva dato il suo regalo, facendola arrossire.
Da quel giorno in poi, avevano celebrato il natale insieme, e Adam le aveva fatto riscoprire la gioia del natale.
Certo, certo, assomigliva a una storia stucchevole, e non si addiceva completamente al suo carattere, ma ad Adam piaceva ricordarle di come fosse riuscito, secondo lui, a fargli riscoprire il natale.
Sospirando si alzò pigramente dal divano e afferrando la borsa, estrasse un piccolo pacchetto mettendolo sotto l'albero.
Si stese nel tappeto a guardare l'albero, ignorando completamente la televisione e rimettendosi addosso il Plaid chiuse gli occhi.
Fu così che Adam la trovò, stesa nel tappeto, con la televisione accesa e una mano sotto l'albero.
Sorridendo la prese in braccio e la porto nel loro letto addormentandosi accanto a lei, tenendola stretta fra le braccia.

Quando Sophie, il giorno dopo entrò nell'edificio per le riprese, lo trovò tutto addobbato.
E si chiese il perchè. Non passarono più di due secondi che si diede una manata in fronte, tra due giorni sarebbe stato natale e lei non aveva neanche preso i regali per la famiglia ne per gli amici. Si diede mentalmente della stupida, mentre si dirigeva davanti allo specchio per farsi sistemare.
Fu li che vide un pacchetto con una rosa blu sopra. Un piccolo bigliettino, attaccato con un pezzo di nastro adesivo alla carte regalo verde, le confermò che era per lei.
Il mittente... Fabio.
Diventò rossa in viso guardandosi attorno e trovandolo che aiutava un'aiutante. Aveva un maglione azzurro addosso e  avvicinandosi a lui con il regalo in mano, lo abbracciò.
Il ragazzo, rimase di stucco e quindi non si oppose ne ricambiò l'abbraccio. Poi vide il regalo, nella mano destra della ragazza e le accarezzò la testa.
"Grazie mille, ma non dovevi"
"Naaa, dovere mia cara. Se ora vuoi scusarmi, ma devo portare questo scatolone in uno stanzino. Buon lavoro."
"Grazie anche a te." La ragazza vide Fabio scomparire dietro una porta e si annotò mentalmente di aggiungere anche lui tra le persone per il regalo. Fissò il pacchettino blu tra le sue mani e si chiede cosa fosse.
Lo avrebbe scartato di nascosto e silenziosamente, ma si sarebbe trattenuta.
Al settimo cielo, ritorno davanti allo specchio.

Nel frattempo Fabio, dopo aver chiuso la porta alle spalle e aver appoggiato lo scatolone a terra si era seduto sopra di esso.
Cercava di ritrovare il respiro, mettendosi le mani nei capelli. L'aveva compiuto la missione meravigliosamente, ma stava quasi per fallire quando lei lo aveva abbracciato.
Il suo odore, le sue mani, i suoi capelli... Le stava per saltare addosso.
Ma si doveva calmare, come minimo l'avrebbe spaventata e poi lui non era un pervertito.
Si diede una schiaffio mentalmente e uscì dallo stanzino andando a prendere un bicchiere d'acqua per calmarsi un pò.

Salve a tutte, scusate se metto solo ora, ma la scuola, il canto e la tesina se mettono di mezzo. Ma non vi preoccupate, tutto questo passerà, e spero di passare anch'io gli esami, così potrò scrivere anche il mio libro :D
Speriamoooooooooo, pregate con me i draghi della guardia XD
Baci baci Sophie 
P.S: scusate in anticipo gli errori

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Capitolo 14
*** Shopping!! ***


Lidia, si svegliò di soprassalto spegnendo la sveglia.
Si alzò e si andò a vestire.
Oggi niente prove ma  non sarebbe stata neanche a casa. Doveva andare con Sophie e Chloe al centro commerciale e sarebbero passate tra una mezz'oretta.
Aveva il tempo di truccarsi visto che avrebbero fatto colazione li.
Tranquillamente si mise davanti allo specchio per applicarsi una matita color acquamarina e un pò di mascara.
Al contrario del suo personaggio aveva gli occhi azzurri e si doveva applicare per ogni scena le lenti a contatto non graduate che le davano fastidio.
Si doveva comprare le altre perchè ormai quelle si dovevano cambiare.
Finì di applicarsi il trucco e si mise le scarpe.
Le rimaneva ancora un po di tempo, così prese il libro di Eragon e cominciò a leggere ad alta voce scandendo bene le parole  ogni qualvolta che trovava difficoltà nel leggere.
Sentì il telefono squillare e posando il libro nello scaffale afferrò la borsa e la giacca affrettandosi ad uscire.
Entrando in macchina venne accolta dalle ragazze e partirono alla volta del centro commerciale.

Chloe posò la sua tazzina di caffè vuota nel piattino. Spostò lo sguardo al di fuori della vetrina, dove le persone si fermavano davanti ai negozi o passeggiavano per il corridoio.
I bambini che tiravano i genitori, le coppie che camminavano a braccetto o per mano e molta altra gente carica di buste di vari negozi.
Lasciarono il bar parlando dei posti dove andare. Dovevano comprare i regali di natale per i ragazzi.
Visto che avevano deciso di passare il capodanno insieme, si sarebbero scambiati i  regali proprio all'ultimo giorno dell'anno.
Mancava un giorno al natale e le vetrine dei negozio erano tappezzati di manifesti con gli sconti sulla merce.
Entrarono in un negozio di abbigliamento maschile, lei voleva comprare al gemello un paio di pantaloni mentre Sophie avrebbe preso una camicia.
Non sapeva cosa Lidia avrebbe preso per lui, ma non lo voleva sapere. Per lo più penso a Karl, non sapeva che cosa prendergli ma era sicura che qualcosa avrebbe trovato nel negozio di elettronica. 
Da tempo aveva scoperto la passione per la tecnologia dell'amico, ed era più che certa che così sarebbe andata sul sicuro.
Dopo aver preso i regali per Ewan andarono nel reparto elettronica. 
Era molto grande, come tutti gli altri negozi, ma la cosa che l'attirò era il gioco che a lei piaceva tanto. Assassin's Creed, l'edizione dei caraibi.
Ne aveva tanto sentito parlare, e a lei interessava molto. Pensava che era un ottimo regalo per Karl, e anche per lei. Così tirò la manica di Sophie e le indicò il gioco facendo gli occhioni da cucciolo. 
"Ho capito, vuoi quel gioco per natale, ma consideralo anche  come regalo di Ewan."
Presero i giochi e continuarono a farsi un giro.
Anche Lidia aveva un paio di cose in mano, ma era troppo impegnata a leggere la trama del gioco per poter domandare.
Una volta uscite, le ragazze si fecero guidare da Sophie. 
Lei voleva andare in libreria, ed essendo lettrici anche loro acconsentirono subito.
Trascorsero la giornata anche in altri negozi, per svagarsi un po.

Fabio era impegnato a incartare accuratamente i regali degli amici. 
Le rimaneva quello di Karl da finire, anche se con la mente era altrove. Forse aveva fatto male a dare il regalo così presto a Sophie, ma schiarendosi la mente sapeva cosa fare per ogni evenienza.
Delle piccole mani si poggiarono sopra i suoi occhi oscurandoli un attimo. Era sua madre.
Quando era piccolo, lui lo faceva in continuazione e lei faceva finta di non  riconoscerlo per dargliela vinta.
"Quella ragazza, Sophie, secondo me le interessi. Forse per capodanno, sotto il vischio..." Lasciò la frase incompleta sentendo le guance del figlio diventare roventi.
"Mamma, ma cosa pensi. Voglio andarci piano con lei, voglio vedere se è quella giusta."
"Amore, so che sei tormentato per Virginia, ma adesso basta." Gli afferrò il mento e lo fece girare verso di lei. "Quello che è accaduto, non è stata colpa tua. Quella macchina vi è arrivata addosso, come potevi sapere che sarebbe andata così?"
"Mamma, ho iniziato io la discussione con lei e non viceversa. Avrei dovuto lasciarla stare, a quest'ora non sarei neanche qui."
Maria sospirò. "E' proprio questo il punto, non saresti qui." Abbracciò Fabio per infondergli calore e rassicurarlo.
Il suo tenero cucciolo, stava per perderlo...
Quando gli avevano comunicato che era in ospedale, le si era spezzato il cuore, ed era corsa da lui lasciando lavoro e tutto per poi vederlo attaccato alle macchine.
Ma lei era sicura, questa volta non sarebbe andata a finire così, glielo diceva il suo cuore. E il tempo avrebbe convinto anche Fabio...

Ciao a tutti, oggi mi sono svegliata con il raffreddore e se non mi passa non potrò gustarmi le uova di cioccolato D: stupido raffreddore.
Spero vi sia piaciuta, e scusatemi se ci sono errori.
Baci baci Sophie 

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Capitolo 15
*** Regali ***


Regali
Finalmente il natale era arrivato. Le scuole erano chiuse, i genitori rimangono a casa con i figli e tutti si scambiano i regali.
Chloe aveva ricevuto dal fratello e da Sophie i giochi che si era fatta comprare quando erano uscite con Lidia.
Inutile dire che era già con il computer in mano e con lo sportellino del lettore cd pronto all'uso.
Suo fratello aveva ricevuto gli indumenti dalle ragazze e un orologio dai nonni, visto che il suo non sapeva neanche lui dove l'avesse buttato, e se ne usciva con la battuta che il cane lo sapeva.
Quel povero orologio era finito un giorno in una coppa di gelato, si era sganciato mentre lui litigava con la sorella per il dolce e quando Chloe si era accorta del danno, aveva beffeggiato ancora di più il fratello. E anche se era stato pulito accuratamente, il cane andava sempre a prenderlo in bocca oppure entrava nella camera di Ewan il pomeriggio, mentre lui dormiva, e gli leccava il polso facendolo svegliare di soprassalto.
Naturalmente le ragazze accorrevano sempre in difesa del cane, e lui si offendeva e non le parlava per tutta la serata.
Invece Sophie aveva ricevuto un libro e ne stava ammirando la copertina, fino a quando non si ricordò del regalo di Fabio, nascosto accuratamente sotto la biancheria intima, nella sua camera. Con Ewan che frugava tra le sue cose quando lei non cera non si sapeva mai.
Con la scusa di posare il libro, uscì dal salone per entrare in camera sua.
Poggiò il libro di Luna Naytinghel nella mensola e lentamente aprì il cassetto della biancheria scostando l'intimo. Quando prese il regalo il cuore iniziò a batterle forte, il rossore si impossessò delle sue guance e i suoi occhi non facevano altro che scrutare il pacchetto.
Piano piano levò lo scotch e delicatamente anche la carta regalo. Si trovò in mano una scatolina, l'aprì e al suo interno trovò un bracciale con la catenella e dei fiori risaltati dagli strass colorati. Il colore rosso dominava, e caratterizzava molto il bracciale.
Un sorriso a trentadue denti le spuntò in viso mentre si appoggiava il bracciale al polso cercando di metterlo, ma con scarsi risultati.
Si alzò e tornò nel salone mentre Chloe era impegnata a istallare il gioco ed Ewan a regolare l'orologio.
Si sedette accanto alla cugina e le mise sotto il naso il bracciale. Chloe distolse l'attenzione dello schermo del computer e si dedicò a lei, quando vide il bracciale le brillarono gli occhi collegando il pacchetto che Sophie le aveva mostrato al bracciale che non aveva mai visto.
Le agganciò il bracciale e tornò a fissare il gioco canticchiando allegra di poter iniziare. Sophie le si sedette accanto osservando il regalo mentre Argo venne per pretendere le coccole.

Camminava da un po per raggiungere Ewan, si era molto affezionata a lui, anche se era... come dire... sempre un po troppo euforico. All'inizio pensava che il ragazzo prendesse qualche farmaco antidepressivo oppure altro, ma conoscendolo meglio stabilì che era il suo carattere.
Si divertiva molto con lui, dimenticava le sue preoccupazioni e stava ai giochi e agli scherzi che le proponeva.
Il ragazzo era entrato nel suo cuore e ogni volta che pensava a lui sorrideva e arrossiva.
Si trovò davanti al cancello e suonò il campanello.
Quando entrò in casa venne avvolta dall'abbraccio del ragazzo, che una volta sciolto le mise in mano un pacchetto regalo. Lei sorrise e lo ringraziò stampandogli un bacio sulla guancia.
Lanciò un'occhiata a Sophie e Chloe sedute a terra che, da dietro il divano, sbirciavano la scenetta con sguardo malizioso. Quando si accorsero del suo sguardo riportarono l'attenzione sul computer.
Alzò lo sguardo al cielo e salutò allegramente il cagnolone che era andato a salutarla.
Fece la linguaccia alle ragazze che innocentemente le sorrisero e diede a loro il regalo che le aveva comprato.
Qualcosa si mise davanti alla sua visuale, un ciondolo a forma di farfalla.
La ragazza istintivamente spostò i capelli di lato e chino la testa.
Ewan le allacciò la collana, nel farlo le sue dita vennero a contatto con il collo morbido della ragazza. “Buon natale.”
La ragazza gli sorrise e porse al ragazzo il pacchettino azzurro.
Quando aprì il pacco trovò un set di plettri. Era da un po che parlava con lei della chitarra e di come misteriosamente i plettri sparivano. Parlando con la gemella, Lidia aveva scoperto che Ewan li teneva sempre in tasca e quando faceva la lavatrice si scordava di levarli e successivamente si lamentava di non trovarli più. Così la ragazza aveva trovato in un negozio di musica una custodia per plettri e il set di 5 pezzi.
“Almeno così avrai un posto dove metterli.” La ragazza gli sorrise.
“Allora che facciamo?”
“Si gioca ovvio.” Ewan uscì una scatola di monopoli e si sedettero nel pavimento per dare inizio alla partita.

Karl si alzò tardi quella mattina, ieri era andato a prendere i suoi genitori che erano arrivati per natale.
Quindi non vedeva il caso di alzarsi per preparare la colazione, visto che c'era sua madre tanto vale approfittare.
Sentì un peso all'altezza del torace e aprì pigramente un occhio. Kity sedeva sopra il suo petto e artigliava leggermente il pigiama. Quando faceva così voleva dire solo una cosa: aveva fame.
“Kity, vai in cucina che mamma ti da mangiare.” Richiuse l'occhio e voltò la testa di lato. Ma la zampa morbida di Kity si strofinò nel suo naso e gli procurò uno starnuto. Si sedette e prese la gatta tra le braccia.
“Cosa succede?” La mise nel letto e la gatta andò vicino al comodino sedendosi davanti ad esso. Sembrava voler attirare l'attenzione di Karl e quando lui girò il viso verso di esso, scorse l'ora e imprecando si alzò dal letto.
Si vestì e andò in cucina. I genitori erano già seduti a fare colazione.
“Buongiorno figliolo. Ti preparo la colazione?”
“No mamma, devo andare a casa di amici. Mangio li.” Salutò i genitori e corse a prendere la navetta.
Nello zainetto che aveva preso c'erano i regali per i suoi amici. Rimase seduto per un po mentre vedeva la campagna scorrere dal finestrino.
Aveva mandato un messaggio a Chloe dicendole che era nella navetta.

Fabio si svegliò coccolato dalla madre. Lei era entrata silenziosa nella camera del figlio, e aveva cominciato a parlargli dolcemente e a lasciargli baci nel viso.
Il ragazzo all'inizio si era girato dall'altro lato, ma si era lasciato coccolare ancora un po.
“Sveglia dormiglione, devi andare dalla tua ragazza.” A quell'affermazione Fabio si mise a sedere e guardò la madre negli occhi.
“Mamma, ti ho già detto che Sophie non è la mia ragazza.” La donna si sedette nel letto e gli diede un bacio nella fronte.
“Come dici tu amore, ma io scommetto che prima o poi...” Lasciò la frase in sospeso e uscì dalla camera.
Fabio scosse la testa e si alzò andando in bagno.
Sua madre era sempre stata così, inutile dire che provava per Sophie molta simpatia, e che considerava la ragazza la donna giusta per suo figlio.
Aveva aiutato il figlio a scegliere il regalo per lei e...
Di colpo Fabio arrossì, si era scordato che aveva dato il regalo a Sophie, si chiedeva se l'aveva aperto e se le fosse piaciuto. E se non le era piaciuto, cosa avrebbe fatto?
Scosse la testa, avrebbe chiesto direttamente a lei.

Salve, è da un mese esatto che non aggiorno ed infatti sorpresa.
Mi scuso con tutti.
Da luglio in poi le cose cambieranno, lo giuro.
Buona serata a tutti.

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Capitolo 16
*** Colazione ***


Karl arrivò davanti al cancello di casa Steward.
Aveva saputo da Chloe che i genitori di Sophie erano morti in un incidente, e lei era stata cresciuta dai nonni. Come darle torto se anche lei voleva essere una Steward.
Quando suonò, Ewan rispose al citofono.
Attraversò il giardino salutando calorosamente Argo e con lui entrò in casa.
All'interno c'era un'atmosfera accogliente. E non era per il camino acceso, ma per il sentirsi parte di un gruppo.
Non era stato un ragazzo popolare, al tempo del liceo. Aveva solo un paio di amici con cui trascorrere il fine settimana con la schiena piegata su oggetti da costruzione di legno o di metallo che siano.

Si levò il cappotto e lo mise sull'appendiabiti.
Si sedette accanto a Chloe, che era ancora fissata con il pc e cominciò a conversare con Lidia. Sophie era già ai fornelli con Ewan che gli girava attorno porgendole le cose o assillandola con le sue mille domande.
Vedeva la ragazza buttare gli occhi al cielo e rispondere in tono dolce assecondando il cugino. Un po' come si fa con in bambini.
Il citofono suonò. Sicuramente era Fabio, infatti dopo che Ewan ebbe risposto, si sentì il rumore della moto.
Il moro fece la sua comparsa nel soggiorno e dopo aver salutato tutti e aver posato le sue cose si era diretto in cucina, salutando Sophie con un bacio sulla guancia.
Karl riportò la sua attenzione a Chloe e si mise a giocare con lei.

Fabio si appoggiò al piano della cucina, osservava Sophie che stava cucinando le frittelle per la colazione.
Mentre parlava con lei, la ragazza gli allungò il polso e gli chiese di levargli in bracciale. All'inizio lui rimase un po' sorpreso dal vedere il bracciale al polso di Sophie, poi deluso presumendo che il regalo non le era piaciuto o le desse fastidio.
Come a leggere i suoi pensieri, la ragazza, gentilmente, spiegò il motivo.
Si era dimenticato a toglierlo prima, e adesso aveva paura di sporcarlo o di servirlo per colazione agli ospiti. Ridacchiando il ragazzo glielo sfilò e se lo mise in tasca.
Oltre a loro sei, sarebbero venuti anche Adam e Amanda, ma a quanto pare erano in ritardo.
Non c'era da stupirsi.

Amanda sbuffò salendo in macchina, dire che erano in ritardo era dire poco. Come minimo ci avrebbero messo mezzo secolo per arrivare a casa Steward. Mentre lei si innervosiva, Adam accanto a lei, ridacchiava osservandola.
Messi a confronto lei era la più attiva. Si alzava sempre presto quando aveva un appuntamento, per prendersi la calma di prepararsi e non fare le cose all'ultimo minuto. E il risultato era impeccabile. Invece lui... faticava ad alzarsi. E la sua scusa principale era che il letto non lo lasciava andare e Amanda per risposta si buttava addosso a lui, costringendolo ad alzarsi.

Ma lui continuava ad alzarsi quando lei lo obbligava perchè prendeva al volo l'opportunità di averla per se e non condividerla con nessuno.
Voleva stare con lei ogni attimo, per questo si era presentato alle audizioni con lei.
Lui stesso aveva spinto i produttori a prendere Amanda per il ruolo di Nida perchè senza di lei non avrebbe partecipato.
E cosa fondamentale, le piaceva vederla litigare con la truccatrice per non renderlo ancora più bello. Era gelosa. Ma cosa doveva dire lui quando la vedeva parlare con vecchi compagni di corso, oppure quando gli altri uomini se la mangiavano con gli occhi?
Lei lo prendeva in giro per questo e quando metteva il broncio gli dava sempre un bacio come segno del suo amore. Invece quando la gelosa era lei...
Meglio lasciar stare l'argomento.
Ad ogni modo, Adam le prese il viso tra le mani e le diede un bacio per farla stare zitta.
Quando si staccarono, lei gli diede un colpo al braccio ordinandogli di partire, altrimenti non lo avrebbe coccolato più per una settimana.

Fabio andò ad aprire la porta. “Era ora.”
“Oh, ma stai zitto.” Amanda entrando gli mise in mano un vassoio e si andò a sedere nel divano.
Adam invece lo salutò cordialmente ammirando la casa e andando a dare una mano a Sophie per apparecchiare.

Tutti si sedettero al tavolo parlando. L'argomento era il film.
Non si parlava di quello che attualmente stavano girando ma dei prossimi.
“Fabio comincia a metabolizzare il fatto che diventerai un assassino.”
“Già fatto. Penso che chiederò di farmi fare il costume di Assassin's Screed almeno sarò cool.”
“Oh. Anch'io, anch'io.” Chloe alzò la mano emozionata. Amava quel gioco ma avere anche il costume...
“Spero non completo di armi, altrimenti chiudo la porta a doppia mandata la sera.”
“Ma saranno finti Sop.” Fabio le pizzicò la mano e lei scosse la testa.
“Se c'è una cosa che ho imparato a guardare mille modi per morire e il semplice fatto che qualsiasi cosa può ucciderti.”
Ewan mimò la voce del conduttore. “Germi, tossine, ferite, malattie e catastrof...”
Chloe diede una manata a Ewan che scatenò le risa degli altri.

Fabio si sedette accanto a Sophie nel tappeto. Si può passare il giorno di natale davanti alla televisione a guardare un film d'orrore e per giunta di mattina? Secondo i canoni di Ewan si, ma lui aveva ancora qualche dubbio. Sfiorò con la mano la tasca dove teneva il cellulare e incontrò una sporgenza. Infilò la mano ed estrasse il bracciale che aveva regalato alla sua rossa preferita.
Sorridendo prese la mano della ragazza, che si voltò verso di lui. Prese le estremità del bracciale e lo agganciò al suo polso.
La ragazza gli sorrise e si avvicinò al suo orecchio.
“Grazie mille per il bracciale. Il mio regalo te lo darò in un altro giorno. Ma per ora, ti puoi accontentare di questo.” Detto questo, Sophie bacio Fabio nelle labbra.
Fabio sentì il proprio cuore cominciare a battere forte. Anche se il loro bacio era semplice, a lui piaceva lo stesso. Rispose al bacio e quando si staccarono con un braccio circondò le spalle di Sophie, lasciando che la ragazza appoggiasse la testa sulla sua spalla, e tornando a guardare il film felice.


Buona sera a tutti.
Come vedete vi ho voluto fare un regalo.
Vorrei ringraziarvi tutte (anche Paola) per il vostro supporto e le vostre recensioni.
Vi ringrazio di aver speso tempo a leggere questa fanfiction.
Buona notte a tutti e sogni d'oro

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Capitolo 17
*** Sono Coerente! ***


Ciao e si lo so. Mi dispiace, non essermi fatta sentire per due anni mi ha pesato molto.
Ma mi sono successe molte cose alla fine del 2014 e all'inizio del 2015.
Con il fatto che ho iniziato a lavorare è diventato più difficile scrivere. E anche l'ispirazione che non voleva arrivare.
Sono riuscita a diplomarmi e il 29 luglio sono stata investita mentre ero con la bicicletta nel villaggio dove trascorro le vacanze.
Poteva andare peggio. Ho rimediato due incisivi rotti (ora ricostruiti) un livido grande come una melanzana sull'interno coscia destro, labbro superiore spaccato e anche dolore alla spalla destra e al mignolo sinistro.
Ho fatto le radiografie il giorno dopo e non è risultato niente. Il labbro stava già cominciando a sanarmi quindi non mi hanno messo punti:
Ora sto bene e ho un pochino di ispirazione che ho dedicato per voi, e per l'altra fanfiction che sto scrivendo in un fandom diverso.
Spero che vi piaccia. Buona lettura

Le vacanze di natale passarono velocemente per tutti, ormai era tempo di rientrare a lavoro, a scuola e chi, come Fabio, infagottato come se stesse andando a un raduno di peluche in un baita di montagna senza riscaldamento, si dirigeva agli studios.
Era molto seccato del suo abbigliamento, sua madre l'aveva costretto a coprire anche il più piccolo strato di pelle visibile ad occhio umano, per non parlare di come lo guardavano le persone.
Si domandavano se sotto quei vestiti ci fosse un umano o un orso, copertosi per il troppo freddo.
Quando entrò negli studios cominciò a levarsi la sciarpa e a metterla dentro il borsone, accompagnandola con i guanti e il giaccone.
Salutò i tecnici e si avviò verso i camerini dove trovò Lidia che si stava per addormentare.
“Vedo che qualcuno ha fatto le ore piccole.” Fabio posò il borsone a terra e salutò Lidia.
“Ieri sera ho fatto tardi, ho parlato con Ewan fino alle 3.”
“Certo, capisco.” Il ragazzo si buttò nel divano accanto a lei.
“E tu con Sophi?” Il ragazzo si raddrizzò.
“Non sono affari che ti riguardano.” “Forse, o forse sono solo curiosa dopo il bacio che vi siete dati a natale, e non azzardarti a dire che c'era il vischio, perché io non l'ho visto.”
“Non ti dirò niente.” “Dai Eltanin, sputa il rospo.”
“Io le ho regalato un bracciale e lei una collana, ecco tutto.” Lidia sprofondò nel divano. “Impicciona.” pronunciò Fabio.
“Ti ho sentito.” Lidia incrociò le braccia offesa.
“Che succede qui?”
Chloe fece la sua comparsa nella stanza.
“Ciao Chloe, tua cugina?”
“E' con Ewan, ci stanno raggiungendo. Sono andati a comprare dei dolci, lei ne aveva voglia.”
“Ok, allora ripasso le mie battute, se mi volete scusare.”

Ewan guardava esterrefatto sua cugina, leggere il copione zigzagando tra la folla con un biscotto tenuto tra le labbra. Rimase dietro di lei per ridere e ogni volta che lei si voltava lui faceva finta di guardare il telefono.
Entrarono agli studios e la cugina si dileguò verso i camerini.
Ewan si sedette e si mise a giocare con il telefono, fino a quando non gli passò davanti Lidia. La prese per la mano e la fece sedere sulle sue gambe. La adorava e il suo amore per lei cresceva ogni giorno di più, tra i costumi di scena e gli addetti alla figura estetica di lei.
“Lo so che sei geloso per il fatto che io ho gli assistenti dell'estetica, ma forse un giorno li avrai anche tu.” Ridendo Ewan le diede un bacio e la lasciò andare.

Le riprese andarono alla grande, tranne per qualche battuta scordata o cambiata.
Ma a Chloe non interessava, cercava solo di chiamare Karl, non l'aveva più visto per tutta la giornata.

Più lei chiamava e lui non rispondeva al telefono, più si preoccupava. Guardò suo fratello facendogli segno che sarebbe andata via. Il ragazzo annuì e la salutò.
Chloe prese la borsa e corse fuori verso la metropolitana.
Voleva andare da lui, era preoccupata a casa non rispondeva e neanche al telefono, i genitori di Karl erano andati via da una settimana e lei aveva chiesto a tutti se qualcuno avesse sue notizie.
Scese alla fermata e correndo su per le scale, prese la direzione verso la casa del ragazzo.
Entrò nella palazzina con l'aiuto del portinaio e si fece dare la chiave, era stato molto facile anche per il fatto che il portinaio conosceva da un po' la ragazza e voleva molto bene a Karl.
Chloe lo ringraziò e prese l'ascensore che l'avrebbe portata al quarto piano.
Bussò delicatamente alla porta e quando essa si aprì si buttò tra le braccia di Karl.
“Ma che...” Karl rimase sorpreso ma non l'allontanò. Quando sciolsero l'abbraccio, il ragazzo si fece da parte per lasciarla entrare.
“Come mai non sei venuto? Mi sono preoccupata.”
“Seguimi.” Il ragazzo andò verso il salottino e si sedette davanti il divano.
La ragazza lo raggiunse guardandosi attorno, non era molto grande come casa ma era ben arredata, e si avvicinò al ragazzo.
In una cuccetta c'erano una gatta e 3 micetti. Meravigliata e felice si sedette accanto al ragazzo e accarezzò la micia.
“Sono nati questa notte e non potevo lasciarla sola, non sono venuto per questo motivo.”
La mano di Chloe si posò sulla sua spalla. “Gli hai già dato i nomi?”
“No, ho aspettato te per darglieli.” Chloe sorrise e gli posò un bacio sulla guancia cominciando a pensare ai nomi da dare ai tre piccoli da poco venuti al mondo.

Dopo che il registra annunciò il tanto atteso -CUT- nella sala scoppiarono molti applausi. Finalmente quel primo film era finito, ora mancava solo il montaggio.
Lidia si sedette stancamente nella sedia, almeno per un po' non avrebbe dovuto fare niente.
Sarebbero finite tutte le giornate a mangiare fuori casa, in qualche bar o al “Pincio” vicino agli studios.
Si dispiaceva ma non era ancora finita, c'erano altri libri da fare. Molto più difficili soprattutto quando si sarebbero aggiunti anche Chloe e Ewan, così sarebbero stati tutti e sei.
Ma Chloe... Si guardò intorno ma non la vide, fece segno a Ewan di dove fosse ma lui alzò solo le spalle rispondendo che era uscita a inizio prove. Ora che ci pensava non c'era neanche Karl.
Che i due fossero insieme in qualche posto. Con ogni probabilità a un museo o seduti da qualche parte a godersi i pochi raggi di sole che l'inverno concedeva raramente.
In ogni caso non sarebbe andati a cercarli. Se erano insieme non voleva rovinare il loro momento qualunque esso sia.

 

Chloè prese il micio color marroncino, coccolandolo tra le braccia, era morbidissimo e si godeva le sue carezze miagolando piano e continuamente.
La madre allattava gli ultimi due. Non era mai stata granché con i nomi e quindi non era di nessun aiuto a Karl, ma nella sua mente si sforzava di trovare quello che cercava.
Si guardava intorno e sillabava il nome dell'oggetto su cui aveva posato gli occhi, cercando un nome carino con una delle lettere con cui era composto quel nome.
Il gattino cominciò a mordicchiare il suo pollice mentre con le unghie si teneva per non cadere.
In quel momento un nome le comparve in mente. Non se l'era inventato, la sua immaginazione era molto ridotta.
“Sai se è un maschietto o una femminuccia?”
Karl prese il micetto e lo controllò sotto la coda.
“E' una femminuccia.” Restituì la cucciola a Chloe che lo guardò con aria interrogativa. “Non chiedere, è molto imbarazzante da spiegare.”
La ragazza accennò a un sorriso continuando a coccolare il piccolo esserino che stringeva contro il petto.
“Ho trovato un nome per lei, ma mi devi dire se ti piace o meno.”
“Spara”
“Nancy.”
“Mi suona famigliare, dove l'hai preso?”
“Hai presente 2 broke girl? Hanno chiamato il loro gatto così, è l'unico che mi è venuto in mente e smettila di ridere.” Chloé tirò un cuscino a Karl prendendolo in pieno viso.

"Ciobar, amo il ciobar. Ciobar, ciobar, ciobar."
Chloe spazientita tirò un cuscino ad Ewan che venne preso in pieno.
"Smettila con questa canzone, non ti sopporto più. Sei peggio di Sophie quando canta Let it go di Demi lovato ed sono passati quasi 2 anni da quando Frozen è uscito."
Sophie cominciò a canticchiare Let it go urtando ancora di più Chloe che si infastidì e corse in camera sua.
"Ma che le prende? Non l'ho vista così da quando l'ho buttata fuori dal letto alle 6 del mattino per correre."
"Ma che ne so, è strana. Fase ciclo?"
"Devo vedere se c'è il Buscofen così si calma." Ewan corse verso l'armadietto dei medicinali nello sgabuzzino ma venne interrotto da l'urlo di Chloe.
"Smettetela di parlare del mio ciclo, non è affar vostro e poi ho già preso il Buscofen."
Sophie ed Ewan si guardarono in faccia, e ritornarono a fare i propri affari.

Una volta finite le riprese i ragazzi erano liberi. Fabio portava Sofia in ogni dove con il Pick-Up. Mentre quella mattina stavano portando Argo a fare una passeggiata, Fabio propose.
“Un week-end in montagna?”
“Perché no? Sarà divertente. Potremmo affittare uno Chalet e stare lì dal venerdì sera fino al lunedì mattina. Ne conosco uno economico.”
“Uno economico di cosa?”
“Uno Chalet. Di solito sono lussuosi e molto costosi, ma se cerchi attentamente ne trovi uno che vada bene. E poi siamo sei persone, quindi il costo sarebbe molto più basso per ognuno di noi.”
“Ok. Mi piacerebbe.” Sophie sorrise e lasciò un bacio a stampo al suo ragazzo.
“E potrà venire anche il mio tesoro?” Chiese.
“Ma Sophie sono io il tuo tesoro! Ah ma tu intendevi il cane.”
“Ah-Ah. Molto spiritoso. Adesso mi accompagni oppure resti qui a inventartene una nuova?”
“Che permalosa. Andiamo dai!” Lui le mise un braccio intorno alle spalle.
“Aspetta ma si parte dopo Once Upon A Time, vero?”
“Sei sempre la solita Sophie.”

Il week-end previsto era stato stabilito quello stesso venerdì.
Il giovedì pomeriggio si ritrovarono tutti quanti a fare la spesa. E anche a comprare qualcosa per divertirsi.
Girare al centro commerciale con due carrelli pieni di spesa e robe varie non era molto semplice ma non si lamentarono.
Si fermarono a prendere qualcosa di caldo in un bar e a fare il programma del giorno seguente.
Sarebbero partiti presto. Il posto non era vicino e dovevano fare molta strada.
Avrebbero preso solo una macchina, sperando che ci sarebbero entrate anche le valigie.

- Sophie ti vuoi svegliare? - qualcosa o qualcuno la scuoteva. Ma perché non se ne andava? Se non voleva svegliarsi erano affari suoi.
La ragazza aprì solo un occhio e vide che Fabio era seduto sul suo letto intento a guardarsi in giro, con la mano poggiata alla sua spalla continuando a scuoterla.
Sbuffando si alzò e lo guardò. - Cosa ci fai nella mia stanza? - si mise le mani sui fianchi spazientita. E poi che ore erano? Non lo sapeva.
Spostò lo sguardo alla sveglia. Le 4 del mattino. Ma era pazzo?.
Prese un cuscino e glielo tirò. - Pazzo. E' presto ancora. -
Stendendosi e girandosi di lato, cercò di riprendere sonno.
Fabio si avvicinò al suo letto. Posò un bacio sulla sua guancia.
- Dai, dobbiamo partire. Stiamo aspettando tutti te. -
La ragazza ci mise un po' per registrare le sue parole, e quando lo fece schizzò fuori dal letto.
- Ma perché non mi hai svegliato prima. Sei uno scemo. - la ragazza cominciò a correre verso l'armadio. Fortuna che ieri si era messa i pantaloni della tuta. Sospettava che avrebbe ritardato, ragion per cui si era preparata i vestiti il giorno prima. Doveva solo cambiarsi la maglietta e poi poteva tranquillamente pettinarsi i capelli e mettere il telefono in borsa, e...
Un momento... L'orario di partenza era alle sei meno un quarto. Ma allora perché l'aveva svegliata prima?
Si girò e lo vide disteso sul suo letto. Si era tolto le scarpe e si era infilato al suo posto.
La guardava sorridendo. Maledetto riccio. L'aveva fatto apposta.
Si chiese come era entrato ma non aveva importanza in quel momento.
Sophie si avvicinò al letto e alzando le coperte dal lato opposto a quello di Fabio si coricò. Non era caldo come il suo lato, che adesso era occupato dal suo ragazzo, ma rimediò subito.
Si avvicinò al ragazzo e mettendosi di fianco lo abbracciò. Chiuse gli occhi e si lasciò andare alle braccia di Fabio che la strinsero più vicina.
Poteva anche abituarsi. Era molto bello stare insieme.
Prima di riaddormentarsi gli pizzicò il braccio e gli fece la linguaccia. Una vendetta per lei.

Si svegliarono al suono della sveglia. Nel sonno Fabio si era spostato sopra di lei.
Sophie allungò la mano alla sveglia e la staccò. Erano le cinque. Aveva dormito un'ora in più. Cercò di alzarsi ma il corpo del suo ragazzo glielo impediva.
Come c'erano arrivati in questa posizione non lo sapeva. Sapeva che lui era sveglio perché sentiva che sorrideva sul suo collo.
- Alzati, sei pesante e mi schiacci. - Cercò di spostarlo ma non ci riuscì. Appena lei faceva pressione, lui trovava dei modi per evitare di spostarsi. Certe volte le faceva il solletico o la stringeva più a sé.
- Dai. Non sei un peso piuma. Sei un finto magro e pesi come un armadio, a doppia anta, di legno massiccio, che ti tanto in tanto gli viene laccato per dargli lucentezza e... -
- Che descrizione accurata. E va bene hai vinto.-
Fabio si spostò e crollò di lato. Continuarono ad osservarsi.
- Tu non ti volevi alzare? - le chiese di punto in bianco Fabio.
- Oh! Giusto!
La ragazza scostò le coperte, ma al posto di alzarsi si sedette... per poi ributtarsi addosso a lui.

- Ehi, e poi sono io vero?-
- Tu che cosa? - Sophie si alzò sulle braccia e si sedette. Lo guardo mentre lui cercava di non ridere.
- Tu in cosa? - chiese con ancora più vigore di prima.
Il ragazzo rise e sedendosi la abbracciò.
- Pesi. Io sono un armadio, un finto magro ma tu. Tu sei una bal... - Fabio non poté finire la frase perché Sophie lo colpi al petto e alzandosi dal letto si avvicinò alla porta aprendola. Si appoggiò allo stipite della porta e lo fissò.
- Scusa tesoro, ma questa balenottera a fame e ha tanta fame da mangiarsi un armadio laccato. Ci si vede a colazione. -
Il ragazzo vide la porta chiudersi e sentì i suoi passi allontanarsi, ma non ebbe il tempo di massaggiarsi la zona colpita che la sentì tornare indietro e la vide affacciarsi nella stanza.
- Preferisci pane e nutella o latte e biscotti?-
- Tu sei pazza. -
Le lanciò un cuscino che centrò la porta che lei aveva chiuso con uno scatto.
- Almeno sono coerente. -

Spero che vi sia piaciuto. Era mezzo pronto da un bel po', ho scritto gli ultimi tratti solo quando l'ispirazione bussava.
Non è gran ché lo ammetto, ma spero che vi sia piaciuto.
Ci si vede.
Alla prossima
Sophie Robin Kendrick

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Capitolo 18
*** In Viaggio ***


                                                                                                 Capitolo 18

Fabio era disteso sul letto con le gambe incrociate. Aspettava Sophie tornasse in stanza o almeno ci sperava.
Guardandosi attorno nella stanza notò che la sua presenza spiccava da tutte le direzioni. Ogni oggetto presente in quella stanza gridava il nome della sua ragazza. La sua ragazza. Non l'avrebbe mai detto.
Sophie per lui era come una benedizione o almeno così diceva sua madre.
Quando si erano conosciuti si era sentito molto attratto da lei. Dai suoi capelli, dalla sua personalità dolce e anche leggermente pazza. Girando lo sguardo verso il comodino, posto di fianco al letto, notò una piccola cornice.
Era fatta con il legno e dipinta di bianco con delle conchiglie attaccate, con ogni probabilità, da della colla vinilica. Era le classiche conchiglie che si possono raccogliere a mare.
Mettendosi a sedere, la prese tra le mani. La foto raffigurava delle persone che camminavano sulla sabbia bagnata in un giorno di mare. Era un giorno soleggiato, con il classico cielo blu senza una nuvola, due persone adulte tenevano la mano a una bambina piccola e sorridevano.
La bambina rivolgeva la sua espressione felice a l'uomo.
“Quella è stata scattata in Sicilia.”
Fabio preso alla provvista sobbalzò e si voltò verso la porta. Sophie era appoggiata alla porta chiusa della sua stanza. Lui si era talmente incantato, che non si era accorto che era entrata e aveva chiuso la porta.
“ Quelli sono i miei nonni. E' successo dopo la morte dei miei genitori. Mi ci hanno portato in estate, per ammirare le bellezze della Sicilia.”
Il ragazzo allargò il braccio destro e la invitò a raggiungerlo.
“E' stata una bella vacanza, eravamo solo noi 3. Una donna ci aveva scattato la foto dopo che glielo avevamo chiesto. Mi ricordo ogni particolare. Il rumore delle onde, l'odore del mare e anche la sabbia nei piedi.” disse la ragazza, che si era appoggiata alla sua spalla e teneva una mano nella cornice.
“Hai un'ottima memoria.”
“Diciamo. Mio nonno non è felice di questa cosa. Non vuole che io mi ricordi troppo questi momenti, preferisce iniziare lui la frase – Ti ricordi...- e si secca se lo faccio io per prima. Mia nonna certe volte mi chiede se ho ancora presenti dei momenti che vorremmo tutti che io cancellassi dalla mente, ma non ci riesco.” Sophie posò la cornice sul comodino e si avvolse le braccia del ragazzo attorno a sé.
“Bravo, ci sei riuscito. Mi hai fatto ritornare al letto, ma adesso dobbiamo per davvero alzarci, altrimenti di là si spazzolano tutto.” Si sciolse da lui e afferrandolo per la mano lo tirò fuori dal letto.
Il ragazzo preso alla sprovvista cadde sul pavimento e per qualche metro si lasciò trascinare dalla ragazza.
“Ahi. Ahi. Mi stai facendo male.”
“ Yep, ma tu alzati e non ti sentirai male.” mollò la presa e continuò a camminare verso la cucina.
“Yep? E adesso da dove spunta Yep?”

Dopo colazione i ragazzi cominciarono a caricare i propri bagagli nel Pick-up di Fabio. Gli unici ancora non arrivati erano Lidia e Karl.
Mentre Chloe e Sophie discutevano su chi usare l'altro pick-up, Ewan ne approfittò per prendere le chiavi e a posizionarsi al posto del guidatore e a regolare il sedile.
– Cerca di non sballarmelo troppo, ogni volta devo fare le capriole per poter stare comoda. – disse Sophie avvicinandosi per vedere.
– Io sto davanti. – dichiarò Chloe fiondandosi dentro la macchina.

Dopo circa cinque minuti finalmente spuntarono Karl e Lidia.
– Finalmente stavo congelando. – Fabio per dare più enfasi alla frase si strofinò le mani sulle braccia.
– Tesoro, non siamo sul set. Quindi non fare l'attore. – Lidia gli fece la linguaccia e andò a salutare gli altri.

Sophie era seduta nel sedile del passeggero ascoltando Touch the sky tratto dal film di The Brave.
Avevano davanti a loro due ore per arrivare a Terminillo e cercavano di passare il tempo. Lei ripassò mentalmente tutti i giochi che facevano da bambini in auto e ne scelse uno.
– Allora... – si sporse tra i sedili anteriori. – vedo, vedo qualcosa di blu. –
Chloe le rivolse uno sguardo complice e cominciò ad analizzare le cose blu attorno a sé.
– E' una macchina? –
– No. Ewan? –
– Sto guidando Sop. –
La ragazza ridacchiò, anche se stava guidando vedeva benissimo la cosa blu.
– Uh-uh ci sono. E' l'autogrill? – Chloe indicò l'autogrill che stavano appena superando.
– L'abbiamo già sorpassato. E' una cosa che vediamo spesso. –
– E' il cartello dell'autostrada? – Sophie annuì verso di Ewan e passò il timoniere a Chloe.
– Questa ve la faccio difficile. Vedo, vedo qualcosa di... di... piccolo. –
– E' il cartellino delle miglia? –
– No. – Chloe ridacchiò, aveva scorto poco prima un piccolo passero che volava verso un albero lì vicino.
Dopo un paio di tentativi scelse di dire di cosa si trattava, anche perché Sophie aveva cominciato a sparare l'impossibile e le sue risposte variavano da una spilla a un'unghia di piede.
Che poi dove l'aveva vista un'unghia di piede si chiedeva lei.
Toccò a Ewan che continuava a sbuffare, questo gioco non gli piaceva per niente. Non era bravo e basta.
– Vedo vedo tre deficienti. –
Chloe e Sophie si guardarono.
– Siamo noi? – Chloe rise alla battuta e decisero di chiudere lì la faccenda.

Dopo meno di un'ora si fermarono in uno degli autogrill dell'autostrada A1/E36
Erano a metà percorso. Anche mancava un'ora precisa per arrivare a monte Terminillo e loro si sgranchirono le gambe. Decisero anche di darsi il cambio per la guida.
Entrarono all'autogrill e presero qualcosa da sgranocchiare.
Anche se avevano fatto colazione da poco, la fame si faceva sentire.
Dopo aver pagato si sedettero in uno dei tavolini all'esterno. Fu una pessima scelta per il freddo ma per loro non era un problema, avevano anche preso qualcosa da bere e se la gustavano ridendo tra di loro.
– Ma siamo gli unici scemi che stanno fuori? – Lidia si guardò intorno. – Immagino di sì. –
– Hai chiesto e ti sei risposta. –

Stavolta quella a guidare fu Chloe. Sophie avrebbe guidato al ritorno, anche se ne era contraria. Dal ritorno delle vacanze si è tutti più flaccidi e la voglia di fare qualsiasi cosa svanisce. Immaginatevi di guidare per più di un'ora, ma Chloe aveva fatto gli occhi dolci e lei non ci sapeva resistere
Sophie si trovò accanto a lei. Stava smanettando con la radio da un bel po' per cercare una stazione che non metteva solo canzoni House oppure che trasmetteva la messa. La cosa fu molto difficile ma finalmente riuscirono a sintonizzarsi su qualcosa di decente. Miracolo.
Stavano trasmettendo Raimbow di Elisa. La cantante era molto ascoltata in casa loro.
Cominciarono a cantare insieme. Non importava se stonavano, alla fine ci ridevano sempre sopra.
Non sono importanti le ore di un viaggio né la destinazione, quando si è in buona compagnia la noia passa e il tempo passa veloce e senza che ci accorgiamo di niente siamo già arrivati. Come in un libro o in una scena di un film, quando il protagonista sale sull'autobus o su un altro mezzo di trasporto, poche righe è già arrivato a destinazione. Oppure direttamente veniva magicamente teletrasportato alla destinazione. E poi ogni tanto si riscoprivano i flashback che lo avevano trasportato dentro di loro durante un pensiero o una frase.


Fu proprio questo che accadde a loro. Un attimo prima stavano ricordando vari episodi della loro infanzia e l'attimo dopo, scrutavano il cartello di benvenuto nella casetta di legno dove avrebbero preso le chiavi di dove alloggiare.
– Wow, peggio di Goku. – Ewan si grattò la testa e cominciò ad avvicinarsi all'entrata.

Ciaoooo, Scusate il ritardo ma ho potuto finire solo ora, ed è anche cortino. Spero di allungare più avanti. Se vi è piaciuto lasciare pure una recensione altrimenti fa niente. XD
Ho inserito un mio pensiero personale.
Spero di non aver sbagliato niente durante la stesura.
In ogni caso...
Ci si vede. Vado a farmi sommergere dai libri da leggere.
Baci baci Sophie Robin Kendrick

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Capitolo 19
*** La leggenda ***


                                              Capitolo 19

Entrarono nell'edificio. La parte inferiore era fatta con la pietra mentre la parte superiore era in legno. Come una casa di un villaggio antico, del medioevo. Molto rustico.
Dentro era confortevole. Un piccolo bancone divideva la stanza a metà. Il legno di parquet scricchiolava sotto le loro scarpe e la temperatura era calda grazie al camino che scoppiettava allegramente in un angolo della casa.
Si levarono i giubbotti e li appesero all'appendiabiti che c'era vicino all'ingresso.
Dietro il bancone non c'era nessuno.
– Casa fantasma? Dopo “la casa nel bosco” non mi sorprenderebbe. – Ewan cominciò a fare un giro “d'ispezione” e prese a fissare un quadro.
– Non si preoccupi. Nessuno è morto in una delle nostre baie. – Un uomo anziano comparve dietro dietro il bancone facendo spostare l'attenzione di Ewan a lui. – Però alcuni clienti dicono di sentire strani rumori proveniente nello Chalet n° 18. E... – L'uomo controllo il computer – ...guarda caso è il vostro. Siete quel gruppo di ragazzi che ha prenotato sotto il nome di Steward. – La faccia dell'uomo era serio quanto erano esterrefatte quelle dei ragazzi.
Lo guardavano attoniti, indecisi se quell'uomo era da considerare un attore oppure a girare le spalle e scappare.
I lineamenti dell'uomo si distesero e cominciò a ridere di gusto. Era un risata forte la sua e non smetteva mai.
– Vi sto solo prendendo in giro. Non c'è niente che non va nella cabina n°18, anche se ha una sua storia questo lo devo ammettere. Sarebbe una bella caccia al tesoro. Possiamo giocare insieme se volete. Certe volte mi diverto con i clienti che alloggiano in questi chalet. Indovinate la storia e io vi darò un premio. Non è uno sconto né l'alloggiamento gratuito. Ma sarebbe divertente ascoltare la storia che secondo voi è giusta. –
Si girò e cominciò a scorrere con il dito nel mobile che conteneva le chiavi fino a fermarsi nello scompartimento della numero 18.
Porse a Ewan oltre le chiavi anche un foglio da compilare e un altro con il Wi-fi
– Potete usare il Wi-fi. Ma non troverete notizie molto precise su cosa è successo nello Chalet n° 18. A voi la scelta. –
Lì salutò dopo che gli ebbe spiegato come raggiungere lo Chalet e oltrepassata la porta.
Chissà se ci sarebbero riusciti...

– E' stato inquietante. Mi ha spaventato a morte. Quel vecchio è pazzo. E se la storia che ci ha raccontato fosse vero e gli spiriti vaghino ancora per quella casa? Cosa facciamo? Chiamo l'esorcista stasera. –
– Ma smettila, gira a destra a questo bivio. Accidenti è proprio una zona attiva. Ci sono le zone picnic e anche la zona carico per il legname. –
– Si si ho capito, Chloe. Ma scordati che io vada sotto la neve a fare un picnic. –
– Non te l'avrei mai chiesto fratello. Cerca di calmarti e a stare attento. Anche se abbiamo montato le catene non vuol dire che puoi guidare con i piedi. – Chloe gli diede uno scappellotto.
– Ti denuncio per tentato sbandamento del guidatore. –
– Sbandamento del guidatore? Cos'è signor giudice, un nuovo termine e una nuova legge che ha inventato? –
– Può essere. Se ha reclami li presenti alla mia segretaria, dietro di noi. E' la ragazza con i capelli ricci e rossi con un'espressione da ebete. Penso che tra poco uscirà dall'auto in movimento. Sophie non si va monella. Rialza il finestrino altrimenti lo faccio io. –
Sophie sbuffando rialzò il finestrino e rivolse la sua attenzione al duetto.
– La segretaria rifiuta la richiesta di reclamo in quanto essendo una lunga pratica verrà ignorata. Quindi la ringraziamo e le auguriamo una buona giornata e di non ritornare qui. –
La ragazza le fece la linguaccia e ricominciò a guardare fuori mentre i gemelli parlavano tra di loro sul processo al tribunale.
Le parole che giravano in testa alla ragazza invece erano quelle del vecchietto.
Il mistero o la storia che alloggiava attorno alla casa l'aveva incuriosita al punto da spingerla per fare delle ricerche.
Era già su internet a cercare notizie, anche se forse erano sbagliate era sempre un punto di partenza e forse anche di inizio. Se giocava bene le sue carte, poteva far scappare qualche parola all'uomo.
La curiosità la stava mangiando viva tanto che non si accorse che erano arrivati e che l'auto era ferma. A risvegliarla fu un colpo allo sportello del passeggero sul Pick-Up, lei sobbalzò e lanciò un'occhiataccia a suo cugino.
– Hai l'espressione di quando pensi. Non ci starai pensando vero? Ti prego. Rilassati oggi e anche per i giorni a seguire, fai la brava dai. –
La ragazza scese dalla macchina e cominciò a raccogliere le sue cose. A fianco alla loro auto c'era anche quella di Fabio.

La casa era molto accogliente anche se un po' fredda. Era a due piani e c'erano un salottino, la cucina, un bagno di sotto e uno al primo piano, e due camere da letto.
– Come ci sistemiamo per la notte? Sophie? – Chloe chiamò sua cugina che stava perlustrando la zona. Voleva trovare delle prove, non tanto per il regalo segreto ma perché quando riusciva in qualcosa si sentiva orgogliosa di se stessa.
– Secondo voi che cosa troveremo, quali misteri ci saranno nascosti in questo Chalet? Non siete curiosi? – Una mano si posò sulla sua spalla interrompendo il suo monologo.
Fabio le diede un bacio sulla fronte. – Rilassati, posso aiutarti io a rivolvere il mistero ma... – alzò il dito indice e le picchiettò amorevolmente il naso – prima ci riposiamo del lungo viaggio e domani iniziamo le ricerche, va bene? –
La rossa lo guardò con gli occhioni sgranati, innamorati e sorridendo a trentadue denti.  

Spero che vi sia piaciuto. Mi dispiace il ritardo ma mi sono trasferita a mare e aggiornerò quando posso. Ditemi se vi è piaciuto. Buona serata. Baci baci.

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Capitolo 20
*** Giornata sulla neve ***


 Capitolo 20
Un nuovo giorno stava per sorgere quando Sophie si svegliò.
Sarebbero andati a sciare quel giorno, ma lei prima voleva fare un'abbondante colazione e cercare qualche indizio sul mistero che le era stato raccontato il giorno prima.
Scese le scale ed entrò in cucina. La casa era in silenzio, quindi per non disturbare nessuno fece tutto il più silenzioso possibile.
Dal frigorifero, riempito la sera prima con i viveri che aveva portato loro, prese delle uova e le ruppe in una ciotola per poi sbatterle.
Riscaldò una padella rotonda nel fuoco e una volta sciolto un pezzo di burro, si apprestò a mettere le uova sbattute nella padella per farne delle omelette.
Non era la prima volta che le cucinava, quindi riusciva a capire quando doveva levarle dal forno e quando girarle.
I primi tempi era stata un disastro. Voleva imitare la nonna, così un bel giorno senza farsi vedere da nessuno aveva provato a cucinare all'età di sette anni, con il risultato di una bella bruciatura sul braccio e una punizione di un mese per quanto riguardava la televisione e i giochi con gli altri bambini.
Era stato proprio in quel periodo di punizione che aveva cominciato a leggere, trovando nei libri storie in cui avventurarsi e vite da vivere.
Quando le mancavano i suoi nonni, ogni giorno li sentiva ma non era la stessa cosa. Loro l'avevano cresciuta quando i suoi genitori erano morti, ovvero per quasi diciott'anni della sua vita.
Il che era un'eternità. Loro avevano bisogno di tempo per loro stessi e non di assorbire anche i suoi, per questo aveva cercato casa e si era stabilità lì con i gemelli, sia per la compagnia sia per poter pagare di meno l'affitto.
Finì di fare le omelette e passò a spremere le arance. A Chloe piaceva sempre un bicchiere di succo d'arancia e da quello che aveva capito anche a Lidia piaceva. Sinceramente a lei non tanto ma se era per loro lo faceva con impegno.
Riuscì a non sporcare la cucina una volta finito di preparare tutto. Per oggi se la sarebbe scampata con il preparare i pasti e anche se sicuramente avrebbe dovuto fare le pulizie, poteva impegnarsi nella ricerca pulendo ogni angolo sporco della casa. Ogni.
Sentì il rumore di passi nelle vicinanze e riuscì a riconoscerli, infatti non si voltò né si scompose nemmeno quando sentì qualcuno poggiare il viso assonnato sulla sua spalla.
Chloe si sfregò su di lei e sbadigliò contro il tessuto del suo pigiama.
– Giorno Chloe, oggi è una bella giornata e tu sei pregata di non sbavare sulla mia maglietta, grazie.
Sì girò e le diede un bacio sulla fronte e la invitò a sedersi mentre le metteva davanti il bicchiere con il suo succo.
Lei con un piccolo suono di gola, che assomigliava a un miagolio la ringrazio e cominciò, sempre ad occhi chiusi, a bere la sua aranciata.
Sophie si sedette accanto a lei e cominciò a mangiare pane e nutella. Gli altri li raggiunsero dopo.
Qualcuno prese l'omelette o la nutella. Ewan fece un mix di entrambi sotto lo sguardo allibito degli altri e quello divertito delle parenti.
Erano già le nove quando finirono di sparecchiare e di andare a prepararsi. Riuscirono a uscire di case prima delle dieci, anche se qualcuno non riusciva a trovare la propria salopette.
Arrivarono alla meta solo mezz'ora dopo. Era un po' lontano e pieno di curve arrivare in cima, infatti aveva guidato Ewan la loro macchina, considerando che Chloe si innervosiva quando doveva guidare con la pioggia quindi immaginiamoci con la neve e Sophie si stava rilassando.
Chloe cercava una radio decente e non trovandola mise un cd che aveva preparato con Sophie prima di partire. La scusa era di voler sentire le canzoni che le piacevano quindi tramite il gruppo di WhatsApp si erano fatti consigliare delle belle canzoni dagli altri.
Era stato divertente perché ognuno sparava un titolo e un genere diverso e alla fine alcuni sono passati a canzoni della Disney.
Infatti c'era solo un cd per quel genere, ma non lo aveva detto a nessuno e quello era il momento adatto. La prima canzone era di The Brave – il cielo toccherò -
Sophie fece partire la registrazione audio sul gruppo e insieme a Chloe cantavano dietro alla canzone.
Per risposta Lidia le inviò un audio con loro che cantavano la canzone iniziale del - Re Leone -

Arrivarono a destinazione e affiancate le macchine, cominciarono a infilarsi le salopette e gli scarponcini. C'erano molte persone lì e altre stavano per arrivare. Una volta preparati e aver messo le cose al sicuro nelle auto, scelsero un posto lontano e bello.
Dove la neve ancora non era stata pestata, infatti la trovarono non troppo lontano dal posto.
Era una collinetta con una distesa di bianco immacolato.
Mentre camminava Sophie vide una discesa apposta per gli slittini e non perse tempo per sfidare Ewan per chi arrivava più lontano.
Quando si misero in posizione Lidia si mise davanti a loro, in modo da dare il via ufficiale e senza scorrettezze.
Alzò la mano sinistra per prima per chiedere attenzione, nell'istante successivo alzò quella destra.
Quando poi abbassò entrambe con un colpo di reni i gareggianti si spinsero per iniziare la discesa. Normalmente la più veloce fu Sophie perché essendo più piccola e più magra di Ewan riuscì a superarlo, ma si fermò in una cunetta di neve. Lui riuscì a superarla facilmente in quanto più pesante di lei ma con le mani Sophie riuscì a recuperare terreno e ad arrivare in fondo, fermandosi in mezzo agli alberi. Ewan la superò e riuscì a fermarsi in tempo per non andare a sbattere contro un albero.
– Temo di aver vinto io. Premio, paghi tu il ristoro più tardi. – Ewan sbuffò e stizzito gettò un pugno di neve a Sophie. Riuscì a centrarla nei capelli, sebbene lei urlasse di non prenderla lì. Fortunatamente indossava un capello e agitando la testa a destra e sinistra si scrollò di dosso la neve. Per tutta risposta una palla partì da Fabio e centrò Ewan in pancia.
– Nessuno compisce la mia ragazza senza subirne le conseguenze. Preparati maledetto. –
Così iniziò una vera e propria battagli. Ovviamente le coppie formatesi nel tempo crearono le squadre tra di loro. In primis c'erano Ewan e Lidia, erano molto coordinati e non amavano perdere.
Sebbene neanche a Fabio piacesse perdere, lui era più determinato a stare con Sophie, anche se una punta di vittoria non avrebbe guastato l'atmosfera, anzi.
Karl per quanto non fosse un tipo molto atletico, era abile a creare palle di neve. Infatti Chloe aveva sempre una scelta illimitata per abbattere gli altri. Fabio e Ewan si facevano battagli tra di loro e lei ne approfittò per centrarli in un momento di distrazione di entrambi. Essendo quelli più calmi non venivano molto considerati dagli altri, infatti vinsero quando le altre due squadre buttarono la spugna. Anche se avevano vestiti pesanti, in alcuni punti erano bagnati e decisero di andare al bar che c'era doveva avevano lasciato le macchine.
Lidia decise di cambiarsi perché era quasi fradicia e gli altri si accodarono a lei.

Entrarono chiacchierando tra di loro e ordinarono una cioccolata a testa. Ovviamente pagò Ewan, per aver perso la sfida contro Sophie, e si sedette accanto a Lidia.
Sophie si sedette sopra le gambe di Fabio e si lasciò coccolare. Era comoda tra le sue braccia, mise la testa sulla sua spalla e le gambe nel bracciolo della poltrona su cui erano seduti. Lui le avvolse le spalle con il braccio sinistro e con la mano destra teneva la tazza di cioccolato.
All'improvviso il telefono di Fabio emise un trillo. Gli era arrivato un messaggio, lui lo prese e lo aprì, incurante dello sguardo curioso della sua ragazza. Ovviamente non aveva problemi se lei voleva leggere i messaggi che gli arrivavano. Tanto non aveva niente da nascondere.
Lo mise in modo che entrambi potessero leggerlo, sapeva perfettamente chi gli aveva mandato il messaggio e sperava in qualcosa di positivo.
Una volta finito di legger Sophie gli stampò diversi baci sulle labbra e su tutto il viso.
– Oh, grazie, grazie, grazie. Ti adoro sei il migliore. –

Continued...
Lo so, sono stronza per aver troncato così la discussione. Siete curiosi? Bene. Fatemi sapere cosa ne pensate. Dovete aspettare per il prossimo capitolo. Sono le regole :P
Baci baci Sophie.

 

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Capitolo 21
*** Finale - Il mistero svelato ***


                                                               Capitolo 21 – Finale

Una volta tornati al cottage, i ragazzi decisero di riposarsi. Avevano mangiato lì e si sentivano molto stanchi. Ognuno si ritirò nelle stanze per dormire, le ragazze e i ragazzi si diedero un'approssimata buona notte.
Una volta toccati i letti si lasciarono cullare dal dolce dormiveglia che li porto a un sonno ristoratore.
Si svegliarono solo un paio di ore dopo, riposati e tranquilli.
Nessuno di loro però voleva ritornare sopra la montagna, così decisero di rimanere allo Chalet.
Ognuno si fece i fatti propri e così Sophie decise di andare in giro a cercare quello che doveva. Per prima cosa prese tutte le chiavi che erano appese nel gancio, vicino al camino. Magari una di quelle l'avrebbe portata vicino alla soluzione.
Si infilò il giaccone e uscì di casa, si gelava anche se non erano abbastanza in alto. Ma doveva stare attenta a non scivolare con il ghiaccio che si era formato nelle mattonelle che circondavano la casa.
In estate doveva essere proprio un bel posto, con tanto di giardino dietro casa, momentaneamente imbiancato.
Facendo attenzione, si portò davanti allo sgabuzzino della legna, infilò la chiave nella toppa ed entrò.
La prima cosa che la colpì, fu l'odore di legno marcio. Forse non doveva essere sorpresa del fatto che c'era quell'odore, ma... non doveva essere di legna tagliata da poco?
Tenendo la porta aperta per riuscire a vedere qualcosa in più, cercò l'interruttore di quel ripostiglio.
Finalmente lo trovò e lo fece scattare. Alla faccia del piccolo, era molto spaziosa e benché lei provasse molto timore, decise di entrare chiudendo la porta.
Fece un giro esplorando la zona, la sua supposizione era esatta. C'era legna tagliata da poco, ma era un odore ridotto in confronto a quel tanfo.
Dopo un paio di giri, decise di uscire. Non aveva trovato niente che la potesse interessare, meglio esplorare la casa prima che la sera scendesse del tutto. Mentre stava camminando il suo piede colpì qualcosa che scivolò sotto un mobile.
– Oh-oh. – Si avvicinò al mobile e si inginocchiò. Prima per stare più tranquilla diede un'occhiata intorno per assicurarsi che qualche animale, forse un topo, si sarebbe accanito contro di lei una volta abbassata.
Abbassò il busto e cercò di vedere cosa era scivolato sotto il mobile ma non vedendo niente ricorse alla luce del suo telefono. Forse era stata una mossa sbagliata perché una volta accesa salto di scatto in aria, spaventata.
C'era un viso piccolo sotto quel mobile, era una bambola con gli occhi azzurri e i capelli ricci e biondi. Era una classica bambolina di porcellana.
Cercando di calmare i battiti del suo cuore, allungo la mano per prendere quella bambola, le sembrava stano che non si fosse rotte, ma ancora più strano era trovarla lì dentro.
Quando la ebbe tra le mani, si corresse. Il viso della bambola si era rotto ma era stato riparato, tempo addietro da mani esperte.
La domanda che le importava adesso era a chi apparteneva o a chi era appartenuta.
La studiò attentamente, ma benché cercasse non trovò niente che le potesse dare un indizio. Mentre la sua mente galoppava, la ragazza non si accorse che la porta di era aperta silenziosamente alle sue spalle e una persona si stava avvicinando a lei.
Se ne accorse solo quando una mano le toccò la spalla e lei scattò in piedi, stringendo la bambola al petto, girandosi.
Il viso sorridente di Lidia la rassicurò.
– Mi hai spaventata, non lo fare mai più ti prego. –
– Ti ho visto entrare qui qualche minuto fa e ho deciso di seguirti solo poco fa, quando ho visto che non tornavi mi sono preoccupata. Che stavi facendo e cosa tieni in mano. –
Facendo attenzione e non far cadere quell'oggetto prezioso, lo mise in mano all'amica che lo studiò attentamente.
– Avevo una bambola simile sai? Era di mia nonna, me la donò quando io compì cinque anni, era molto bella e mi assomigliava. Come mai era qui? –
– Non so che dirti – la rossa alzò le spalle sconsolata. – Sono entrata qui per cercare qualche indizio per l'indovinello ma ho trovato solo quella. –

Uscirono dal ripostiglio e ritornarono dentro la casa con il loro “tesoro.”
Karl si offrì di cercare fonti su quella bambola e la affidarono a lui, mentre cercavano in giro.
Per prima cosa le due ragazze, seguite da Fabio controllarono la soffitta, mentre i gemelli si occuparono del resto della casa.
Purtroppo per loro, nessuno trovò niente e si ritrovarono in cucina a cominciare a cucinare.

La serata piuttosto velocemente e si ritrovarono stanchi morti nei propri letti a dormire.
Nessuno pensò più a niente una volta toccato il cuscino, anche Sophie dimenticò tutto quello che aveva scoperto e avrebbe scoperto in quei giorni.
Peccato per lei che il sabato passò molto velocemente di quanto si sarebbe aspettata e la sera, dopo cena si ritrovarono tutti in salotto a chiacchierare.
– Come ben sapete. Domani mattina non si esce perché una cosa tira l'altra quindi non ci conviene. Stasera ci divertiamo. Andiamo con un giochino che si fa al college, mi sono scordato il nome.
Ognuno di voi prenda un bicchiere e ogni volta che qualcuno dice “non ho mai” e un'azione che non ha fatto, chi l'ha fatto la deve dire. Avanti che la conoscete tutti. – Ewan si prese un momento per raddrizzarsi sulla sedia su cui era sprofondato fino a qualche minuto fa. – E siccome siamo responsabili, al posto dell'alcool avremo il succo di frutta. Ci sono vari gusti, quindi non siate timidi. –
Riempì il bicchiere di Lidia ma si fece pagare con un bacio a stampo. – Stavolta non buttarmi niente addosso. – Le chiese gentilmente la mora, lasciandogli un bacio sul naso.
– Ok inizio io – la mano si Karl si alzò in aria. – Io non ho mai, baciato un uomo. –
E sotto i sospiri di tutti le ragazze presero un sorso del loro bicchiere.
– Non è giusto. Allora io dico, io non ho mai baciato una donna. – Chloe lo fissò divertita mente mandava un sorso, ma l'attenzione dei ragazzi venne proiettata tutta a Sophie.
– Cosa? Era una delle cose da fare prima di morire e tra l'altro era anche carina. – Nascose la faccia dietro il bicchiere.
– Dovrai lottare anche con questo mio caro Fabio. – Ewan scoppiò a ridere e il gioco riprese.

Non durò molto, considerando che adesso nessuno di loro poteva più vedere un succo di frutta.
Rimasero vicino al camino a bearsi del calore, quando Chloe decise di mettere un pochino di musica. Cercò una presa disponibile per il suo computer e quando la trovò, le si avvicinò.
Purtroppo per lei, inciampò del pavimento e cadde. Fortunatamente riuscì a non farsi niente, ma fece prendere un bello spavento ai suoi amici. Karl corse ad aiutarla a rialzarsi e la cosa fece scappare un sorrisetto a Ewan.
– Cosa ridi? – Lidia gli strinse la mano per riportare la sua attenzione a lei.
– Assolutamente niente principessa. –

Quando Chloe fu di nuovo in piedi, il ragazzo al suo fianco, la fece spostare e si concentrò su qualcosa che aveva attirato la sua attenzione e dei piedi di Chloe.
Spostò il tappeto e rivelò una botola.
– Un classico, mi chiedo come mai non l'abbiamo notato prima. –
La aprì.
– Notato cosa? – Fabio mentre stava coccolando Sophie fu attirato da quelle parole. Si girò verso di loro e si alzò per andare ad aiutarlo ad alzare la botola.
Sophie scattò in piedi e prese da una mensola, una torcia elettrica.
– Scendo per prima. – Si propose alzando di poco la mano.
Mano che Fabio afferrò e ne baciò il palmo.
– Vado avanti io. – Le prese dalle mani la torcia e cominciò a scendere.
– Ora si chi siamo “nella casa del bosco.” –

A uno a uno scesero tutti nello scantinato, tranne Chloe che obbligò Karl a rimanere nel salotto, per una paura insensata creata da Ewan.
Il fratello invece, al suo contrario, fu obbligato dalla sua ragazza a scendere con lei. Se c'era un'avventura Lidia era la prima che partiva, anche se faceva paura.
Il suo carattere era una cosa che Chloe ammirava ed invidiava allo stesso tempo e non aveva problemi ad ammetterlo. Lei era sempre stata la più schietta di tutti e anche in quell'occasione non era da meno.
– Grazie per essere rimasto con me. Ewan a volte è uno studio a dire certe cose, ma io sono ancora più stupida di lui a cascarci sempre. – Chinò la testa per la vergogna, ma la mano di Karl gliela fece rialzare. Incontrò i suoi occhi azzurri e si perse dentro.
– Non sei stupida, a dirti la verità, sto resistendo all'impulso di entrare in macchina e andarmene. Forse detto da un maschio è una cosa molto strana, ma ho paura anch'io certe volte, e quando qualcuno ha paura può solo sentirsi sicuro in un posto o con altre persone. Ti va di sostenerci a vicenda? –
A quelle parole Chloe rise e gli buttò le braccia al collo, dandogli un bacio sulle labbra.

Una volta che tutti ebbero messo piede nello scantinato, si separarono per esplorare la nuova stanza.
– Ricordate, non toccate niente. Potrebbe decidere la vostra morte. Ecco perché nessuno viene mai qui. Se esco vivo da qui minaccerò il vecchio di fargli chiudere questo posto, e spero di riuscire a strappare il premio, almeno così non paghiamo. – Ewan indirizzò la torcia a un muro che conteneva diversi barattoli vuoti.
– Il premio è solo per chi scopre il mistero. Adesso, se non vuoi pagare niente esci da qui e facci esplorare. Tornati a casa, regalo tutti i tuoi cd Horror. E a dirla tutta non credo che saresti il primo a lamentarti di questo posto. Secondo te è un caso che non era messo in evidenza? – Sophie gli puntò la torcia contro di lui e riprese il discorso. – Anche se molte persone tendono a nascondere alcune cose, in realtà vogliono che quelle cose siano rivelate. Potevamo cadere in quel tappeto anche il giorno stesso del nostro arrivo, ma siccome non abbiamo dato molta importanza a quella stanza per tutto il soggiorno, non l'abbiamo scoperto prima. Siamo andati a cercare indizi nei posti sbagliati e non messi in evidenza, per renderci conto che avevamo la soluzione sotto i nostri piedi. –
– Io appoggiò Sophie. – Lidia puntò la sua luce a un album su un tavolo. – Quest'album è vuoto, tranne per una cosa. Riporta un nome, Clara. –
Fabio le si avvicinò, ma non Sophie. La sua attenzione era concentrata su un oggetto.
– Completamente vuoto, non riporta niente con sé. Sembra anche un album da disegno. Qui ci sono delle pagine bianche. –
– Che ne dite di uscire? Sto avendo i brividi qui sotto. – Sophie si avvicinò al riccio e si accucciò tra le sue braccia.
– Hai scoperto qualcosa di interessante? –
– Si ma ne vorrei parlare davanti al fuoco e un bicchiere d'acqua. –

Quando la botola fu chiusa e il tappeto steso sopra di essa, tutti emisero un sospiro di sollievo.
– L'altro giorno Fabio mi ha fatto leggere un messaggio, questo cottage prima di essere numerata si chiamava Clara. Penso che l'album e il nome siano collegati in questo punto, ma continua a sfuggirmi qualcosa.
Perché la bambola di pregiata fattura stava dentro il ripostiglio della legna? –
– Forse l'ha dimenticata una bambina quando è stata lì con i genitori. –
– Al 95% può essere giusto. – Sophie prese un altro bicchiere di acqua.
– Ma l'altro 5%? – Fabio le accarezzò la testa, levandole i residui di ragnatele tra i capelli.
– Continuo a dire che qualcosa ci sfugge. Quando siamo andati a prendere le chiavi non avete notato niente? –
Lidia scosse la testa. – Io sono stata l'ultima ad uscire e sono dovuta ritornare lì perché avevo dimenticato gli occhiali da sole. Oltre a le fotografie non c'era altro. –
– Che ne dite di andare a letto? Domani dobbiamo lasciare la stanza presto, se vogliamo tornare a casa a un orario decente. – Tutti accettarono il consiglio di Ewan

– Allora, come è stato il soggiorno qui da noi? – Una signora cortese era al bancone, nello stesso punto esatto dove all'arrivo c'era l'uomo “inquietante” a detta di Ewan.
– Ci siamo divertiti molto, grazie per questa opportunità. – Chloe le diede le chiavi.
Erano tutti pimpanti e chiacchieravano tra di loro. Lidia e Sophie parlottavano, ma in realtà si guardavano attorno con fare cospiratorio.
La notte scorsa le ragazze avevano creato un piano. Chloe avrebbe distratto il signore, in questo caso la signora e loro avrebbero potuto dare una sbirciatina.
Sophie portò la sua attenzione agli opuscoli, ma una gomitata da parte di Lidia la costrinse a seguire la direzione indicata dalla mora, con un cenno del capo.
Una foto a colori attirò la sua attenzione.
Era appesa vicino a molte altre, ritraeva una bambina con i capelli dorati e con i boccoli, gli occhi nocciola. Era bellissima, aveva un vestito azzurro e tendeva un mazzolino di fiori verso l'obiettivo, mentre l'altra mano stringeva una bambola di porcellana al petto. Era in un prato circondato dal verde, a giudicare dal vestito corto doveva essere estate.
D'un tratto tutti i tasselli andarono a suo posto e nello stesso momento l'uomo fece la sua comparsa dentro la stanza.
– Ah, guarda che c'è. I ragazzi della 18°. Avete scoperto qualcosa di interessante? –
– Scoperto non direi proprio, ho fatto alcune supposizioni. Signore, lei aveva detto che tutti gli indizi erano dentro lo Chalet, ma ne ha dimenticato uno. Anche se credo che dimenticato non è la parola esatta. Lei l'ha fatto apposta. – Sophie si avvicinò al bancone e poggiò un oggetto. – Di certo vedere la foto della figlia dei proprietari dentro uno Chalet per turisti sarebbe stato abbastanza strano. Ma non quanto gli oggetti trovati in cantina. La Chalet numero 18, chiamato anche Clara, nome non casuale, non era per turisti una volta vero? Era la casa sua e della sua famiglia. –
La ragazza prese fiato mentre dentro la stanza calava il silenzio e gli occhi degli sposi erano puntati su di lei.
– E' esatto. Ma non è tutto. –
La rossa alzò il dito. – Ci sto arrivando. – Prese dalla borsa un oggetto e lo poggiò delicatamente nel bancone. – Questo appartiene o per meglio dire apparteneva a una bambina. Di nome Clara precisamente, vostra figlia. Infatti l'album e la culla erano per lei, e quella foto la conferma i miei sospetti. –
L'uomo seguì il dito della ragazza verso la foto estiva. I suoi occhi diventarono più brillanti, segno di orgoglio.
– Vostra figlia non c'è più vero? Una bambina che ha trascorso l'infanzia con un oggetto prezioso e in buono stato, apparentemente, non abbandona la propria bambola, neanche da adulta. Cosa le è successo? –
L'uomo prese la bambola tra le mani, mentre la moglie ormai singhiozzava.
– Riparai questa bambola tempo fa, e benché feci un buon lavoro, non potei fare lo stesso con la mia bambina. Non se ne separava mai, ed è stata con lei anche la prima volta che accadde. –
I ragazzi si ammutolirono ancora di più, passarono l'attenzione dalla rossa all'uomo e a sua moglie.
Sophie si avvicinò a Fabio che le circondò le spalle con un braccio.
– Stava giocando sul prato con la bambola, ma un attimo dopo era distesa a terra. La bambola cadde sopra un sasso e si ruppe. Clara venne portata all'ospedale, non riuscivamo a svegliarla. Le fecero le analisi e ci presero da parte per dircelo. Aveva il cancro ai polmoni maligno e non c'era cura che potesse aiutarla. Non so se avete mai provato quel senso di impotenza, io spero di no, ma in questo mondo chi può dirlo. – Si asciugò le lacrime che stavano scendendo dai suoi occhi. Non gli importava se piangeva, si trattava della sua bambina.
– Cominciò a fare la Chemio, ma ogni mese stava sempre peggio. Giocava sempre e solo con la sua bambola. Non le importava se era rovinata, e sarebbe rimasta così per sempre. Ma un giorno mi disse che oltre a noi era l'unica cosa che non le faceva provare paura. Dopo qualche mese mi disse che una volta morta io avrei avuto il compito di portarla a un'altra bambina che era nella stessa situazione. Mi costrinse a prometterglielo e lo feci, così si faceva a dire di no a una bambina tanto cara e generosa? –
Chloe affondò il viso nel maglioncino di Karl che la strinse a se, anche lui aveva gli occhi lucidi.
– Qualche settimana dopo lei morì all'alba. Non riuscì a mantenere la mia promessa. Portai tutte le sue cose nello scantinato e trasformai la casa in uno chalet e noi andammo in un'altra casa. Ancora oggi mi vergogno di non aver mantenuto la promessa fatta a mia figlia. Ma questa bambola è una delle poche cose che mi ricorda di lei. –
Nessuno aveva il coraggio di parlare e neanche se la sentiva, ma Fabio prese la parola.
– Non è mai troppo tardi, sua figlia capisce ma deve adempiere al suo dovere. Anche se bambina sua figlia ha mostrato molta generosità. Lei aveva voi e quella bambola a darle conforto, ma pensi a quei bambini che non riescono a trovarlo solo dai loro genitori. Genitori che probabilmente non hanno neanche il coraggio di guardarli in faccia per quello che il loro corpo sta facendo. Oppure genitori impegnati nel lavoro per dargli una change in più di vivere, da non avere abbastanza tempo da passare con loro. –

Fabio e Sophie si sedettero accanto durante il tragitto di ritorno.
– E' stato molto bello quello che hai detto. –
– E' la verità purtroppo. Pensi che se ne sia pentito? –
– Secondo me? No, non credo che l'abbia fatto. – Si scambiarono diversi baci, anche quando Karl mise in moto, lamentandosi di questi suoni che disturbavano la quiete del veicolo, mente Chloe rideva al suo fianco.
Un giorno una ragazza con i capelli rossi aveva accompagnato i suoi parenti, per le audizioni di un film e li aveva incontrato la persona che stava amando da qualche tempo.
Ci sarebbero stati alti e bassi tra di loro, ma insieme potevano riuscire a raggiungere le vette più alte del mondo.
Si sistemò tra le sue braccia e fece attenzione alla borsa, dove al suo interno riposava una bambola dai capelli biondi in attesa di una nuova bambina da accudire.

– Io sono orgogliosa di te papà. –

N.D.A.
Sinceramente? Non mi sarei mai aspettata di scrivere questo finale, ma invece eccomi qui.
Dopo quasi 3 anni se non di più, si conclude Ciak si gira.
Grazie mille a tutte le persone che mi hanno seguito e a quello che hanno continuato a leggere la mia Fanfiction, nonostante le lunghe distanze tra un capitolo e l'altro e vari errori.
Grazie mille.
Un bacione Sophie Robin Kendrick.
P.S: donate anche voi ai bambini bisognosi.

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