what it takes to survive.

di hawkingbirdx
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** il campo della speranza. ***
Capitolo 2: *** incidenti di percorso. ***
Capitolo 3: *** i salvatori. ***



Capitolo 1
*** il campo della speranza. ***


chapter one ; ;


Chloe Greene era nota per essere un leader coraggioso, che sapeva sempre prendere la decisione migliore per tutti. Tuttavia, ella era anche conosciuta per la sua pazienza facilmente esauribile e il carattere alquanto scorbutico. Portare una brutta notizia a Chloe significava dover assistere ad uno dei suoi famosi accessi d’ira, conditi con forse un po’ troppe imprecazioni.
Proprio per questo motivo Sierra, quando bussò timidamente alla porta del quartier generale, sentì il cuore che le stava martellando in petto.
 
« Sì? » la dura voce di Chloe fece trasalire la giovane quindicenne che, prima di farsi coraggio e presentarsi, si schiarì la voce.
« Sono… Sierra. Siamo tornati da Keynes Hill. »
« Vieni avanti. »
 
Un altro respiro profondo e Sierra fece pressione sulla porta sgangherata che, con un gemito lamentoso, si aprì. Lo spettacolo che le si presentò dinanzi non la sorprese.
Un bicchiere di gin un po’ troppo pieno, un fucile smontato sopra alla cartina del territorio circostante, Chloe stava pulendo una delle sue due armi predilette, le lunghe gambe affusolate poggiate scompostamente sullo spazio libero restante sopra al tavolo.
Immediatamente, l’attenzione della leader verse sull’adolescente, che si irrigidì sul posto. Chloe, prima dell’Apocalisse, prima che il virus colpisse tutta la popolazione mondiale, faceva parte dell’Esercito Americano assieme a suo padre. Maggiore Greene, una delle donne più brillanti che l’Esercito Americano aveva avuto il piacere di avere fra le sue fila, Chloe teneva fieramente esposto le sue medaglie al valore nella sala comune del quartier generale, per ricordare a tutti che alla guida dei sessantaquattro sopravvissuti trovati negli ultimi mesi non v’era una sciocca.
Chloe osservò per qualche istante Sierra. Sierra Mills, quindicenne trovata in una cittadina invasa dagli zombie: la povera piccola si era sbarrata in casa finché non era stata trovata da Paul in una missione volta a raccogliere quante più provviste possibili.
Sin dal primo istante, Sierra era rimasta folgorata dalla grande forza di Chloe e si era messa d’impegno per riuscire ad entrare nelle sue grazie ed imparare da lei quanto più possibile. Da quel giorno, Chloe la mandava in ricognizione assieme alla Squadra 1, così da permetterle di imparare quella sorta di mestiere che tanto bramava.
 
« Allora? Che notizie hai per me? »
« Ecco… » Sierra spostò il peso del proprio corpo da una gamba all’altra, a disagio, e Chloe capì immediatamente che c’era qualcosa che non andava. Si alzò in piedi, raggiungendo la ragazza. Sguardo affilato, la donna inclinò il capo di lato.
« Cosa? Parla. »
« Abbiamo visto un’orda di zombie spostarsi dalla città verso le campagne, è questione di pochi giorni e saranno davanti ai nostri cancelli a sbavare. »
« Cazzo. » inizialmente il tono di voce di Chloe era basso, gutturale, ma in pochi istanti mutò. « Cazzo! Cos’è? La quinta volta in meno di un mese? Cazzo! Non è possibile che questi fottuti morti vengano verso i boschi. Non abbiamo munizioni a sufficienza e la rete è stata danneggiata, ci vorranno settimane prima che venga completamente ripristinata. »
« Forse potremmo chiedere a… »
« Non provarci nemmeno, mocciosa. Quella non è una fottuta opzione. »
 
Chloe superò Sierra e, con un pugno, aprì la porta del quartier generale. Immediatamente, la fresca aria di bosco la investì. Il loro accampamento, chiamato infantilmente Campo della Speranza dai bambini più piccoli, si trovava ai piedi di un bosco, a pochi chilometri da una cittadina, Keynes Hill, a propria volta distante circa venti miglia da Atlanta. Dopo mesi e mesi di ricerche, che si erano lasciati alle spalle una scia di tragiche morti e perdite, Chloe era finalmente riuscita a trovare una locazione ideale per un accampamento che, col passare delle settimane, si era trasformato in una vera e propria casa per tutti i suoi sopravvissuti. Le reti metalliche tenevano lontani gli zombie e le spedizioni settimanali a Keynes Hill rifornivano il campo di cibo, armi e medicamenti.
Ormai, in quello che soleva essere un campo d’addestramento militare ormai in rovina, il gruppo di Chloe aveva piantato radici. Le donne e i bambini potevano finalmente gustarsi un po’ di pace e dimenticare, anche solo per qualche istante, il crudele mondo da cui le reti metalliche li celava.
All’improvvisa uscita di Chloe da uno dei due edifici in mattoni presenti nel campo, numerosi sopravvissuti smisero di svolgere le proprie mansioni quotidiane per guardarla.
Chi con timore reverenziale, chi con ammirazione, chi palesemente scocciato dall’ennesimo accesso d’ira della leader, in pochi istanti una piccola folla si riunì ai piedi dell’edificio.
 
« Ascoltate! » la tonante voce di Chloe servì ad attirare definitivamente l’attenzione di tutti, ora in attesa di udire i nuovi ordini da parte della donna. « Un’orda di zombie è a pochi giorni da qui. Dobbiamo rimanere tutti calmi e pronti ad attuare il protocollo di emergenza. Abbiamo superato momenti peggiori, non fatevi prendere dal panico. »
Facile dirlo per una militare addestrata a vivere nelle peggiori condizioni possibili, tuttavia, prima che il brusio della folla potesse trasformarsi in urla di disperazione o pianti isterici, la voce della Greene tornò a tuonare.
« In qualsiasi caso, le attività continueranno. Paul, Charles e Neela continueranno l’addestramento al poligono di tiro, il turno per il bucato al ruscello è ridotto a due ore e con maggiori guardie. Il turno di guardia è duplicato. Siamo al sicuro. Siete al sicuro. E’ tutto. »
 
Una volta congedati i sopravvissuti, questi ci misero qualche minuto più del solito a dissiparsi completamente. Mormorii colmi di panico e preoccupazione si poterono udire fra le madri e i piccoli, prima che tutti tornassero ai propri lavori e un gran vociare tornò a regnare sovrano sul campo. Nessuno osò avvicinarsi a Chloe, la quale si stava recando in infermeria, il secondo edificio il mattoni del campo, nessuno tranne tre individui.
Due uomini e una donna. Il primo aveva corti capelli biondi, muscoli asciutti ed un paio di occhi azzurri che fissavano determinati Chloe, al fianco una pistola. Il secondo era un po’ più basso e robusto, il che gli conferiva l’erronea impressione di un incapace, occhi grigio sporco e capelli neri, arruffati. L’ultima era una donna alta e slanciata, pelle ambrata ed un viso talmente dolce da tradire la sua reale forza e determinazione. Quando Chloe si accorse dei tre, si fermò, roteando gli occhi.
 
« Cos’avete? Sbrigatevi, ho poco tempo da perdere. » esordì palesemente scocciata la donna, incrociando le braccia al petto. L’espressione del biondo, ora, era vagamente divertita, la ragazza infilò le mani in tasca, inarcando un sopracciglio.
« Wow, non l’avrei mai detto. Che ne dici di prenderci un caffè? Dopotutto anche noi non abbiamo niente da fare. »
« Neela… » la ammonì il moro, il che servì a zittire la giovane donna, seppur fosse evidente che scalpitasse per rimbeccarlo.
« Dobbiamo parlare dell’ultima spedizione. »
« Sierra me ne ha già parlato, Jake. »
« Ouch, quella ragazzina deve rovinare tutto il divertimento ogni santa volta? Sta iniziando a darmi sui nervi. »
« Divertimento? » il tono di Chloe, se possibile, si inasprì ulteriormente, il che fece deglutire il moro. Jake, invece, sospirò, mettendo le mani avanti prima che Chloe potesse scattare. Ancora. A quanto pare Jake era l’unico uomo nel campo in grado di scherzare e ridere con la leader senza che questa si scagliasse violentemente contro di lui o si vendicasse facendogli sturare i gabinetti. Erano in molti a pensare che fra i due vi fosse una sorta di relazione, ma Chloe non aveva mai dato a nessuno delle prove concrete che confermassero uno dei tanti pettegolezzi che giravano nel campo.
« Lo sai quello che intendo. Andiamo, Chloe, rilassati. Il campo è al sicuro, ci sono trenta uomini operativi e molte donne stanno diventando alquanto brave a sparare. Charles e Neela ci stanno lavorando sopra. Comunque, non è per questo che sono qui. »
« E per cosa, allora? »
« Abbiamo incontrato Simon e Dwight in città, assieme a qualche altro suo scagnozzo. »
 
A questo punto, Chloe si irrigidì sul posto, stringendo i pugni. Terry, l’uomo dai capelli scuri, era evidentemente a disagio dinanzi alla reazione della leader. Lo era sempre, al cospetto di Chloe, motivo per cui molte delle persone nel campo si chiedevano come facesse a riporre in lui così tanta fiducia se non era in grado di mostrarsi coraggioso neppure dinanzi al suo capo.
Neela, che aveva seguito in silenzio la conversazione, decise che era il momento migliore per intervenire.
 
« Non hanno fatto niente, quando hanno provato ad approcciarci Oscar ha quasi infilato il suo fucile in bocca a Simon, minacciandolo di fargli saltare il cervello. La cosa che mi preoccupa è che sembravano soddisfatti. Stanno architettando qualcosa. »
« Comunque, fossi in te, non mi preoccuperei. Dopo quello che è successo due settimane fa ha tenuto i suoi cagnetti a cuccia. »
« D’accordo. Ne riparliamo dopo. » con un sospiro frustrato, Chloe si passò una mano sul viso stanco, segnato da profonde occhiaie. « Jake, aiuta Oscar e Karen a scaricare la roba presa a Keynes Hill. Neela, vai al poligono di tiro e inizia il primo turno dell’Addestramento Avanzato assieme a Charles. Terry, tu sai cosa devi fare. »
 
Il tono autorevole di Chloe Greene non ammetteva repliche, questo lo comprendeva anche un novellino arrivato al campo da pochi istanti. Persino i più arroganti, dinanzi a lei, sembravano agnellini innocui. I tre annuirono, e gli occhi d’un azzurro tempesta della donna si fermarono per qualche istante in più su Terry.
Terrance Kane poteva essere considerato un fifone, un buono a nulla, ma Chloe, la prima volta che l’aveva visto, aveva immediatamente compreso quale fosse il suo potenziale. Aveva un figlio di nove anni, Harry, ed era in grado di fare qualsiasi cosa pur di tenerlo al sicuro.
Certo, si spaventava facilmente e si era dimostrato essere un completo disastro nell’addestramento con Neela, ma la sua grande forza fisica e le capacità persuasive infallibili lo rendevano un’arma letale e perfetta per Chloe, nonché un fidato alleato su cui riporre la propria fiducia.
I tre si dileguarono in pochi secondi e Chloe, dopo averli guardati sparpagliarsi sul campo, riprese il proprio cammino in direzione dell’infermeria. L’infermeria era uno dei due edifici in mattoni ancora in piedi. Sebbene vi fossero alcune stanze completamente inagibili a causa dei crolli, era operativa ed un grande punto di forza del campo. Vi erano tre medici a disposizione, due infermieri e tre ragazzini che bazzicavano lì attorno, i quali talvolta fungevano da assistenti, talvolta riordinavano i farmaci e stilavano l’inventario. Uno di questi, Sebastian, si trovava proprio sugli scalini dell’entrata principale dell’edificio con un broncio impresso sulle labbra sottili.
Chloe lo guardò, imprecando mentalmente.
 
« Ragazzino. » il tono duro della donna servì ad attirare l’attenzione di Sebastian, che scattò in piedi.
« S-sì, signora! Mi scusi, signora. Lizbeth ha detto che per oggi ho finito, signora. »
« E cosa fai qui fuori ad intralciare il passaggio? »
Il tremore di Sebastian era evidente, tanto che Chloe dovette forzare un sorriso per evitare che il ragazzino se la facesse addosso per la terza volta in tre settimane. Tuttavia, ciò servì soltanto a renderlo ancor più inquieto.
« Stavo aspettando Jane e Jean, signora. »
« Vai da Sierra, ti insegnerà come pulire una pistola. Jane e Jean sono con Charles al poligono di tiro. Scattare! »
 
Sebastian annuì rapidamente, chinando il capo in segno di rispetto prima di filare via. Chloe ridacchiò, scuotendo il capo. Dannati ragazzini, pensò, mi faranno diventare pazza.
Quando Chloe entrò nell’infermeria era vuota se non per due persone. Una fanciulla dai lineamenti dolci ricuciva lentamente un profondo taglio sul braccio di un uomo che, di tanto in tanto, si lasciava sfuggire un gemito di dolore. Chloe rimase ferma sullo stipite della porta ad osservare la scena, lo spettro di un sorriso che aleggiava sulle labbra.
Ci vollero alcuni minuti prima che la fanciulla congedasse l’uomo, che le rivolse un’occhiata maliziosa, troncata qualche istante dopo dallo sguardo pericolosamente mortale di Chloe.
 
« Uhm… Chloe, stavo giusto tornando al lavoro. Lizbeth mi ha ricucito, eheh… sono caduto… »
« Dileguati, e se le rivolgi ancora uno sguardo del genere ti caverò gli occhi con un cucchiaio e li darò in pasto agli walkers. »
 
Che la sua minaccia fosse reale? Sicuramente, infatti l’uomo, che aveva cominciato a sudare freddo, se ne andò di fretta in pochi istanti. Non appena si udì la porta dell’infermeria sbattere, una leggera risata si librò dalle labbra di Lizbeth, che scosse il capo e si voltò, puntando lo sguardo vacuo su un punto indeterminato della stanza.
 
« Non c’era bisogno che lo riprendessi in questo modo. Può guardare quel che vuole, tanto non avrà mai nulla. E dovresti lavorare sul tuo passo. E’ svelto è pesante, per andare a caccia è necessario essere leggiadri e silenziosi. »
« Non dire sciocchezze. Ed è Derek con i suoi due fratelli che si occupa di andare a caccia, io ho cose ben più importanti d fare. »
 
Chloe si avvicinò alla figura della fanciulla, prendendo posto sul letto sgangherato su cui poco prima v’era il paziente. Lizbeth voltò nuovamente il capo e sorrise, sbattendo le palpebre un paio di volte.
 
« Quante volte devo dirti che devi smetterla di prenderti cura di me? Sono cieca, non stupida. »
« E io sono pur sempre tua madre. »

 

author corner ; ; 

well, hello there!
non pubblico storie da un bel po' ma ultimamente sono stata colta da un raptus ispirativo ed eccomi qui! come potete ben capire i personaggi sono OC, alcuni molto simili a quelli originali della serie tv, altri completamente stravolti. comunque, qui di seguito, vi elenco i volti dei  vari personaggi incontrati fino ad ora così che possiate collegarli!

chloe greene ( lauren cohan ) - 
http://celebhealthy.com/wp-content/uploads/2014/04/Lauren-Cohan-CelebHealthy_com.jpg
sierra mills ( kathelyn nacon ) - http://images.movieplayer.it/images/2016/02/16/walkingdead0001.jpg
jake ( ryan gosling ) - https://static.independent.co.uk/s3fs-public/thumbnails/image/2013/01/10/18/Ryan-Gosling-getty.jpg
neela ( tina desai ) - https://s-media-cache-ak0.pinimg.com/originals/52/e5/d1/52e5d1621c7e8d7828cc2aaa7d73db64.jpg
terry ( drew powell ) - http://vignette2.wikia.nocookie.net/gotham-inc/images/8/84/Butch_Gilzean.png/revision/latest?cb=20151020045727
lizbeth ( alicia vikander ) - http://letteradonna.it/wp-content/blogs.dir/3037/files/2015/05/alicia-vikander-ft1.jpg

come potete vedere non tutti i prestavolti dei personaggi appartengono alla serie tv di TWD, comunque spero vi possa piacere. Datemi qualche feedback così da sapere se continuare o meno la storia!

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Capitolo 2
*** incidenti di percorso. ***


chapter two ; ;


Se vi era qualcuno capace di calmare l’irritabile e scorbutica Chloe Greene, anche solo per qualche minuto, questa era proprio sua figlia Lizbeth. Medico dalle doti considerevoli, era una delle migliori nel suo campo nonostante la cecità e la giovane età. Ella sembrava aver ormai preso così tanta dimestichezza con il corpo umano e con i propri sensi rimanenti che ricucire una ferita o fermare un emorragia era facile come bere un bicchier d’acqua. Ormai erano trascorsi due anni dall’incidente e sia madre che figlia sembravano aver fatto pace con sé stesse ed essersi lasciate alle spalle i sensi di colpa. Lizbeth non si crucciava più di tanto, preferendo pensare al presente e ai suoi pazienti piuttosto che al passato mentre Chloe aveva imparato a trattare sua figlia come faceva prima, come se la sua cecità non la indisponesse in nessun modo.
Seppur la parentela fra le due fosse diretta, Lizbeth era esattamente l’opposto della madre. Dolce, gentile, amorevole, paziente, erano in molti a domandarsi da chi avesse preso la giovane fanciulla, vista anche la natura alquanto discutibile del padre.
Chloe amava stare con sua figlia, poteva mettere in mostra la parte più bella di sé senza temere d’essere giudicata. Si lasciava alle spalle per qualche istante le pressanti responsabilità dell’essere leader e la devastazione che aveva portato con sé il virus per spendere del tempo prezioso con la persona più importante che le era rimasta. Dal canto suo, Lizbeth apprezzava l’impegno della madre e la passione che metteva per far sopravvivere la propria gente, e, quelle poche volte che si concedeva una pausa, la faceva rilassare quanto più possibile.
 
« Sarai pur sempre mia madre » riprese qualche istante dopo Lizbeth, aggrottando le sopracciglia ed indicando l’entrata dell’infermeria. « Ma sai bene che nessuno verrà ad aggredirmi nel bel mezzo del campo, per cui puoi smetterla di mandare Dean a controllarmi due volte al giorno. »
« Come fai a sapere che si tratta di Dean? »
« Riconosco il suo passo pesante e la tosse dovuta al troppo fumo. »
« Mh-mh. Dovrei fare a meno quando quel Carter trova sempre un motivo per rimanere qui da solo con te? Vedo come ti guarda, e non mi piace affatto. » Chloe scosse il capo contrariata prima che Sierra fece letteralmente irruzione nell’infermeria.
Aveva il fiatone e delle grosse chiazze rosse sulle guance dalla fatica. Entrambe le Greene si voltarono di scatto, ed il sorriso sulle labbra di Chloe scomparve in pochi istanti alla vista del volto disperato della ragazza. La leader scattò sull’attenti, raggiungendo a grandi passi la ragazzina.
 
« Sierra, che cosa c’è? »
« Kane— Kane è tornato. Ha… Queenie è ferita. E’ stato— è stato lui. »
« Mamma, no! »
 
La voce implorante di Lizbeth venne soffocata poco dopo dalle urla di Queenie, che si contorceva fra le braccia di Kane come un verme appena infilzato. Le mani dell’altro erano lorde di sangue, la fronte imperlata di sudore e sporcizia.  Stavano venendo verso l’infermeria.
 
« Lizbeth, prenditi cura di loro. Sierra, vai a chiamare Harriet, Jane e Jean. Il suo giro alle giostre finisce ora. »
 
Il passo imperioso di Chloe, il volto sfigurato da un’espressione iraconda servirono ad attirare l’attenzione di Neela e Jake, i quali, udendo le urla di Queenie, erano accorsi.
In pochi istanti, i più fidati di Chloe si raggrupparono attorno a lei.
Neela, Jake, Terry, Charles, Oscar e Kara. I suoi sei soldati migliori, non v’erano uomini (e donne) più affidabili all’interno del campo.
 
« Al quartier generale. » abbaiò Chloe, e nessuno dei sei osò ribattere. Allontanandosi dall’infermeria, il piccolo gruppo raggiunse il secondo edificio, decisamente più grande, che torreggiava nel campo.
La Sala delle Conferenze era abbastanza spaziosa da ospitare quaranta persone. Al centro v’era un tavolo ovale, su cui si trovava ancora il fucile di Chloe smontato ed il bicchiere di gin. In fondo ad un piccolo corridoio c’erano due porte.
Una, costantemente sorvegliata e chiusa da una catena, era l’armeria, mentre l’altra, abilmente chiusa da un lucchetto, era la stanza di Chloe. Non appena i sette arrivarono come un tornado nella Sala delle Conferenze, raggiunsero i propri posti, Chloe a capo del tavolo.
Nella stanza regnava il caos: Neela era fuori di sé e gesticolava ampiamente a Terry, che guardava l’indiana con sguardo insicuro. Jake si passava continuamente la mano fra i capelli, imprecando volgarmente assieme a Oscar, che scuoteva il capo. Per attirare l’attenzione di tutti, Chloe dovette mollare un pugno sul tavolo talmente forte da farne vibrare la superficie. Immediatamente, la stanza divenne silenziosa come un cimitero. Sei paia di occhi fissavano la propria leader, in attesa di elaborare un piano d’azione abbastanza soddisfacente da placare la propria sete di vendetta. La prima a parlare fu Kara, una trentenne dalla pelle color ebano, l’espressione truce e i lunghi rasta tenuti in ordine da una fascia colorata.
 
 
« Penso che tutti siamo d’accordo sul fatto che non si possa permettere a quel pagliaccio di fare tutto ciò che vuole. Dobbiamo agire. »
« Con cosa vuoi agire, esattamente? Coi soldati che non abbiamo? Il suo campo è tre volte grande il nostro ed ha il triplo delle nostre munizioni ed armi.» ribatté Oscar immediatamente, Terry e Jake che annuivano con convinzione.
« E allora? » a questo punto intervenne Neela, poggiando entrambi i palmi sul tavolo e sporgendosi verso Oscar, fulminandolo con lo sguardo. « Dobbiamo rimanere a subire le insolenze di quel cafone pompato solo perché ha più armi di noi? Io non ci sto. Solo nelle ultime settimane abbiamo perso quattro uomini per colpa dei suoi galoppini e dei loro scherzi, se Queenie dovesse morire sarebbero cinque. »
« Dovremmo essere cauti. Stiamo pur sempre parlando di Gabriel, uno psicopatico che parla ad una mazza da baseball come se fosse vera. » azzardò Terry, e Neela fu rapida ad intervenire.
« Oh, andiamo Terry! Proprio tu dici così? Ti ricordo che Simon ha aperto la gola a tua moglie davanti a tuo figlio piccolo, tu più di tutti noi dovresti desiderarlo! »
Prima che Terry potesse ribattere aspramente alla provocazione di Neela, Chloe batté un secondo pugno sulla superficie vitrea del tavolo, riportando nuovamente ordine fra i sei.
 
« Adesso basta, bisticciare come dei stupidi ragazzini è insensato e controproducente. Non vi ho portati qui per discutere ma per eseguire i miei ordini. Sono stanca di dovermi sentir dire che siamo in pochi e che non possiamo fare un cazzo, non permetterò a quel fottuto bastardo di toccare un altro dei miei uomini. » rabbiosa, Chloe, con il suo tono rude e diretto, tenne in sospeso i sei.
« Quindi voi ascolterete i miei ordini senza fiatare. » la Greene rivolse ai suoi uomini un ultimo sguardo, come per vedere chi osasse dissentire, prima di cominciare ad esporre il proprio piano.
« Terry, tu rimarrai a capo dei sopravvissuti con la consulenza di Lizbeth e Charles. Kara, Neela, Oscar e Jake, voi verrete con me al campo di Gabriel. Qualsiasi sia il mio ordine, voi lo ascolterete, non voglio obiezioni. Se sarà necessario, dovrete improvvisare. »
 
Cenni di assenso, persino sorrisi di sfida, il piano di Chloe sembrava accontentare tutti. Con mani rapide, finché gli altri cominciarono a discutere fra loro, la donna ricominciò a montare il proprio fucile, pezzo per pezzo. Vuotò il bicchiere di gin, prima di attirare l’attenzione dei suoi compari con un suono metallico.
 
« Si parte domattina all’alba. Nessuna garanzia di ritorno. »
 
 
Negli ultimi tempi Sierra era diventata particolarmente brava ad arrampicarsi sugli alberi. Quando nessuno controllava la recinzione, o c’era Dale di guardia, usciva dal campo  e raggiungeva il bosco. Assieme a Sebastian, Jane e Jean aveva costruito una casetta di legno dove i quattro si rifugiavano quando la situazione nel campo si faceva più tesa del solito, il che, ultimamente, accadeva sin troppo spesso. Dopo aver convinto Dale a lasciarla uscire per un’oretta assieme agli altri ragazzini del campo, Sierra si arrampicò agilmente sul ciliegio su cui era posta la casetta. Aiutò le due gemelle, che cercavano in tutti i modi di non rovinare la gonnellina a fiori, e poi Sebastian, che era tanto goffo da rischiare di farla cadere ogni volta. Quando tutti e quattro furono su, Jean chiuse la porta della casetta e si sedette accanto alla sorella, di fronte a Sierra e Sebastian.
 
« Non mi piace la situazione che si sta creando, quello psicopatico sta mietendo sempre più vittime. Ultimamente anche Lizbeth fa fatica a stare dietro all’infermeria. » Sebastian fu il primo a parlare, seguito a ruota da Sierra.
« Concordo. Chloe è più aspra del solito, e questo è tutto dire. »
« Chloe è sempre aspra! » cominciò Jane con un tono infantile, la gemella che annuiva concitatamente.
« Sì, è vero! Quella donna mi mette paura. Sono sicura che potrebbe demolire Gabriel con un solo sguardo. » riprese Jean, sospirando teatralmente. Sierra riprese la parola.
« Non che i suoi Magnifici Sei siano tanto meglio, eh. Charles stamattina era così nervoso che gli usciva quasi il fumo dalle orecchie. »
« Per non parlare di Neela. Sembra piccola e gracile, ma in realtà vale più di tutti gli uomini del campo messi assieme. Oggi stava per mandare in infermeria per la seconda volta in due giorni Carter. » riprese poi Jean, ricevendo un’occhiataccia da Sebastian.
« La volete sentire una cosa davvero interessante, comunque? » domandò Jane con un sorriso furbo, attirando l’attenzione di tutti e tre. Li tenne col fiato sospeso per qualche istante prima di cominciare il proprio racconto.
« E’ la storia di Neela, del suo passato. Essendo lesbica e la ribelle che conosciamo, è scappata dall’India proprio davanti all’altare. Avendo una famiglia facoltosa suo padre voleva costringerla a sposare un uomo ricco, ma lei non voleva farlo e quindi, appena è iniziata la cerimonia, è scappata via. E’ venuta qui assieme a suo fratello maggiore e alla sua ragazza,da allora non ha più avuto contatti con la sua famiglia. Però poi la sua ragazza è morta. » Sebastian, durante tutto il racconto di Jane, aveva guardato la gemella più bassa con le sopracciglia corrucciate.
« Be’, perché la storia di Charles? Suo padre era uno psicopatico che ha passato più tempo chiuso in una clinica psichiatrica che fuori. Quando è riuscito a scappare l’ha quasi ucciso assieme a sua madre. E Charles aveva undici anni. »
« Non è vero! Ne aveva diciassette. »
« Come fate a sapere sempre tutto? »
« Ce l’ha detto nostra madre… » cominciò Jean, come se di questo ci fosse da esserne fieri.
« … o meglio, abbiamo sentito nostra madre che ne parlava con Queenie e Harley qualche settimana fa. »
« E il fratello di Neela? Che fine ha fatto? » domandò Sebastian.
« Boh, e che ne so? » rispose Jane con una scrollata di spalle.
« Forse è stato infettato, forse si trova dall’altra parte del Paese, forse è tornato in India. E’ un vero e proprio mistero. »
« Non vorreste essere come loro? » all’improvviso Sierra, che era rimasta in silenzio fino a questo momento, interruppe le chiacchiere dei tre amici.
« Come chi? » chiese Jean, la fronte corrucciata.
« Come Chloe, come Kara, come Neela. Sono donne così forti ed indipendenti, sono meravigliose. E anche Jake, Oscar… un giorno vorrei essere come loro. Vorrei essere come Chloe. » lo sguardo di Sierra era quasi sognante, tanto che i tre scoppiarono a ridere.
« Vuoi essere una schizzata temuta da tutti? E’ per questo che bazzichi sempre dov’è lei? » chiese Sebastian ridacchiando e guadagnandosi un pugno sulla spalla da parte di Sierra.
« Non è vero! Chloe è una grande leader. Ci ha tenuti tutti uniti per mesi, è riuscita ad affrontare delle minacce che nessuno sarebbe stato capace di affrontare e ha sempre cercato di garantirci una vita migliore e sicura! Solo perché tu ti caghi sotto quando ti rivolge la parola non vuol dire che sia una persona schifosa. » Sierra, mano a mano che parlava, era divenuta rossa in volto. I tre ragazzi la fissarono sbigottiti, prima che Sierra si alzasse di scatto ed aprisse la porta del rifugio.
« Voi non capite proprio niente. » mugugnò rabbiosa, e si calò dalla scaletta rudimentale costruita da lei stessa. Nonostante i richiami da parte degli amici, Sierra cominciò a camminare rapidamente in direzione opposta al campo. Sentiva il cuore pulsarle nelle tempie, i pugni erano stretti tanto che le corte unghie spezzate si conficcarono nella carne. Sierra sapeva di non potersi fidare di quegli stupidi ragazzini, nessuno di loro riusciva a capire quanto valesse realmente la loro leader. Tutti vedevano il lato freddo e rude di Chloe, ma Sierra era certa che sotto alla corazza dura che si era costruita nel corso degli anni c’era di più, molto di più.
Sierra stava correndo, correva talmente veloce e non se ne era neppure accorta. Il bosco sfrecciava rapido nella sua visuale; alberi, arbusti, radici, qualche raggio solare che, occasionalmente, sbucava nel sottobosco. Sierra fu costretta ad arrestarsi quando vide due walkers incastrati nel fango di un acquitrino. I loro versi disgustosi la fecero rabbrividire. La ragazza estrasse il proprio coltellino svizzero, unica arma che sua madre le permetteva di tenere, e lo brandì. Respirava a fatica.
 
« D’accordo… non dev’essere difficile, Neela ce l’ha mostrato decine di volte… Punta alla testa, una pugnalata rapida e sono morti del tutto. Il rumore li attira, quindi niente urla… forza, Sierra, puoi farcela… »
 
In realtà, Sierra era spaventata a morte. Riuscì a malapena a compiere qualche passo verso gli walkers, che allungavano le braccia putrefatte per afferrarla. Fu con un impeto di coraggio, la cui provenienza era ignota, che permise alla fanciulla di trafiggere l’occhio del primo zombie. Questo si accasciò a terra, ma Sierra non fece in tempo a tirare un sospiro di sollievo che l’altro riuscì a liberarsi dal fango. Questa volta, Sierra non riuscì a trattenere un urlo spaventato. Il campo era lontano e nessuno poteva sentirla lì. Stupida, stupida! Attirerai altri zombie e poi sarai spacciata, si disse, indietreggiando fino ad inciampare su una radice sporgente. Per riuscire ad attutire la caduta, Sierra perse il coltellino e, a questo punto, si riteneva spacciata. Lo zombie la sopraffece, e stava per staccarle la carne dal braccio quando si udì uno sparo. Sierra non osò aprire gli occhi, sentì solamente il sangue freddo dello walker spruzzato sul viso.
 
« Chi diavolo è? » una voce rude, maschile, e in pochi secondi lo zombie venne sollevato dal corpo dell’adolescente. Sierra non osò aprire gli occhi, non ancora.
« Una fottuta ragazzina. Ehi, ragazzina, ti ho salvato la pellaccia. Un grazie sarebbe più che gradito. » stava parlando con lei? Lentamente, le iridi color nocciola di Sierra vennero scoperte e si puntarono sull’uomo che torreggiava su di lei. Aveva folti baffi scuri e i capelli disordinati, brizzolati.
« Chi… chi siete? Che cosa volete? » mormorò spaventata Sierra, alzandosi rapidamente in piedi ed allontanandosi dal suo salvatore. L’uomo rise, guardando un tizio dai capelli biondi poco più in là. Aveva metà volto sfigurato, ed era serio.
« Chi sei tu, piuttosto? La Frigida lascia scorrazzare i suoi ragazzini così? Da soli e senza armi? »
«  La… cosa? »
«  Oh, andiamo. Come diavolo è che si chiama? Chloe, sì. Il capo del vostro gruppetto di sopravvissuti. Sappiamo che vieni da lì, e temo che tu debba venire con noi. Il capo vorrà vederti. »
« Il… il capo? »
« Ma certo! Gabriel, e chi sennò? »
 

author corner ; ; 

ed eccomi nuovamente qui! avevo pronto da un po' il secondo capitolo, che aveva bisogno solamente di qualche piccolo ritocco, ed ho deciso di pubblicarlo poco dopo il primo. 
ebbene, diciamo che questo è un po' un capitolo di passaggio, che introdurrà le scene principali che vedremo nel prossimo capitolo. intanto, ecco qui i nuovi personaggi che abbiamo incontrato stavolta:

sebastian ( gaten matarazzo ) - 
http://cosmouk.cdnds.net/16/30/768x393/gallery-1469463179-dustin-strahnger-things.jpg
jane & jean ( freya mavor ) - http://www.channel4.com/media/images/CorporatePortal/Benji/2014/Drama/New%20Worlds%20Press%20Pack/NW1EP1%20Beth%20(FREYA%20MAVOR).jpg 
kara ( danai guirira ) - http://www.etonline.com/media/photo/2016/02/24217135/1280_Walking_Dead_Michonne_Danai_Gurira.jpg
oscar ( steven yeun ) - http://cdn1.thr.com/sites/default/files/2015/10/the_walking_dead_s06e03_steven_yeun_still.jpg
simon ( steven ogg ) - http://vignette1.wikia.nocookie.net/villains/images/c/c1/Lead_Savior.png/revision/latest?cb=20160607152421
dwight ( austin amelio ) - http://static2.businessinsider.com/image/56f891c7dd089527748b4596-1190-625/this-the-walking-dead-actor-is-ready-to-be-the-most-hated-man-on-the-show.jpg

spero vi sia piaciuto questo capitolo, recensioni e commenti sono sempre i benvenuti!
 

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Capitolo 3
*** i salvatori. ***


chapter three ; ;


Mancavano ancora alcune ore all’alba, la pallida luce lunare filtrava attraverso l’unica finestra squadrata presente nella stanza. Chloe era sveglia, la fronte ricoperta da una sottile patina di sudore, le labbra sottili e secche tremavano. Aveva avuto un altro incubo, il secondo quella notte. Aveva rivissuto l’incidente che aveva portato Lizbeth alla cecità, soltanto che, questa volta, non era riuscita a salvarla in tempo. Quasi ogni notte Chloe doveva fare i conti con il proprio inconscio, con tutto ciò che, davanti a tutti, si premurava di nascondere dietro ad una maschera di durezza ed incrollabile sicurezza. Di notte, in quella piccola stanzetta dove nessuno poteva vederla e sentirla, Chloe poteva sfogarsi e permettersi di piangere, di avere un incubo, di essere una persona normale, spaventata da tutti gli avvenimenti degli ultimi tempi.
Non ci volle molto, per la Greene, comprendere che non sarebbe tornata a dormire. Nonostante fosse ancora intontita dalla stanchezza, si alzò imprecando sottovoce, poggiando i piedi nudi sul pavimento gelido. Un brivido corse lungo la spina dorsale della donna, che scrollò le spalle e si avvicinò al cassettone che, assieme al letto e ad uno specchio, erano gli unici arredamenti della spoglia ed umida stanza. Dal primo cassetto, Chloe ne estrasse una bottiglia di gin ed un bicchiere di plastica. Non era il massimo bere alle quattro del mattino (o erano le tre? Chloe non sapeva distinguere bene le ore da quando il tutto era iniziato) ma cos’aveva di meglio da fare? Tornare fra le braccia degli incubi che l’avrebbero sopraffatta ancora una volta?
 
« No grazie. » il suo fu poco più di un sussurro, seguito dallo scrosciare dell’alcolico all’interno del bicchiere. Chloe lo ingerì tutto d’un sorso, gustandosi il bruciante gusto del gin che scendeva lungo la gola, dritta nello stomaco vuoto.
La mano libera andò ad appoggiarsi al muro , la testa s’abbassò sino a che il mento fu quasi appoggiato al petto. Ai lati, Chloe poteva vedere i capelli incrostati di sangue e sporcizia. Aveva proprio bisogno di una doccia. Ma cosa sarebbe importato? Di lì a poche ore sarebbe andata dritto incontro alla morte e avrebbe portato con sé i suoi uomini.
Non sarebbe sopravvissuta a Gabriel, non questa volta, non dopo tutto quello che era successo.
Aveva sperato tanto che quella testa di cazzo semplicemente la smettesse di stuzzicarla, di aizzarle contro i suoi stessi uomini per la politica di tolleranza che stava esercitando verso di lui, ma lui era conosciuto per essere un uomo amante del pericolo, che non per nulla si perdeva uno spettacolo del genere. Chloe era arrivata allo stremo. Una volta arrivata al suo campo, probabilmente gli avrebbe ficcato su per il culo la sua stramaledetta mazza da baseball prima di beccarsi una pallottola in fronte. Ma ne sarebbe valsa la pena, no?
La Greene alzò il capo, adagiando il bicchiere di plastica vuoto accanto alla bottiglia di gin ancora aperta. Quella a venire, sarebbe stata una lunga giornata.
 
 
 
« Oh, andiamo bellezza. Vuoi dirmi che quando torno non mi offri nemmeno… non so, un bicchiere d’acqua pulita? »
« Finiscila, Jake. So bene dove vuoi arrivare, puoi scordartelo. Ho di meglio da fare che farmi abbindolare da un idiota. »
 
La giovane donna dai capelli color fuoco fulminò con lo sguardo il povero Jake, che sospirò teatralmente, prima di andarsene impettita. Oscar, che aveva assistito a tutta la scena, si avvicinò all’amico, cercando di consolarlo con una pacca sulla spalla. Comunque, si vedeva lontano un miglio che stava per scoppiare a ridere.
 
« Dai, amico, non prendertela. La prossima volta andrà meglio. »
« Ci credi se ti dico che non scopo da due settimane? Sto dando di matto, non capisco perché diavolo le donne non cadono ai miei piedi. Le mie tecniche di seduzione sono perfette, prima dell’Apocalisse avevo — »
« D’accordo, d’accordo, non cominciare. Sappiamo tutti che avevi più ragazze nel tuo letto in un giorno che paia di calzini nel cassetto. Questa storia l’avrò sentita diecimila volte. » Charles, presente soltanto per seguire le direttive di Chloe per il campo durante la loro assenza, si inserì nella conversazione poco dopo.
« Non sei affatto divertente, Charlie! »
« … non chiamarmi così. »
« Così come? Charlie? »
« Non ti ci mettere anche tu, Oscar. Ho delle informazioni compromettenti su di te, non ti conviene farmi arrabbiare. »
« Informazioni? Uh, di che genere di informazioni parliamo? »
« Quando avete finito di fare le vecchie pettegole venite alla jeep. E nessuna di queste puttanate durante il viaggio o vi getto in pasto agli walkers. »
 
Chloe ci mise pochi istanti a smorzare l’entusiasmo. Perfettamente sveglia e vestita per l’occasione, passò accanto ai tre uomini, urtando non troppo accidentalmente la spalla di Jake. Neela e Kara, pochi metri più in là, risero. Jake le fulminò con lo sguardo.
 
« Che avete da ridere? »
« Accidenti, il buongiorno si vede proprio dal mattino. » ribatté sarcastica Neela, cominciando ad incamminarsi assieme agli altri verso la jeep che il gruppo avrebbe utilizzato per il viaggio.
Chloe stava caricando le ultime armi e provviste. Era visibilmente di cattivo umore. Più del solito, s’intende.
 
« Nottataccia, eh? » azzardò Kara dopo poco, guadagnandosi un’occhiata velenosa da parte della leader che, tuttavia, tacque.
« Uhm… hai notizie su Queenie e Kane? » il tentativo di Oscar di rendere l’atmosfera meno imbarazzante riuscì. L’attenzione verse su Charles, che si schiarì leggermente la voce.
« Queenie sembra essere stabile ma è ancora in pericolo di vita, Kane ha detto che sono stati colpiti gli organi vitali. Lizbeth e Dimitrij hanno lavorato senza sosta e la tengono costantemente monitorata. » un sospiro pesante da parte di Chloe, che si mise davanti al volante. Jake imprecò, Kara scosse la testa e seguì Chloe all’interno della jeep.
« Speriamo in bene. » disse solamente, prima di fare cenno a Charles di avvicinarsi. Gli altri stavano entrando all’interno dell’auto quando Charles la raggiunse. Chloe abbassò la voce.
 
« Terry è bravo ad occuparsi di queste cose ma ha un figlio piccolo che ha appena perso la madre a cui pensare. Lizbeth deve prendersi cura dei nostri, confido in te e nella tua capacità di non mandare tutto a puttane in tre giorni. Se all’alba del quarto giorno non saremo tornati, prenderai tu il comando e verrai affiancato da Terry e Lizbeth. Queste persone hanno bisogno di stabilità, di un leader forte e che sappia guidarli attraverso l’oscurità. Sai bene che ripongo in te massima fiducia, non farmene pentire. » Chloe lanciò uno sguardo penetrante a Charles, che annuì solennemente.
« Sissignora. Stai attenta là fuori, Chloe. Quell’uomo non ha pietà. »
« Non ce l’ho neanch’io. » la Greene ghignò prima di salutare un ultima volta Charles e chiudere lo sportello dell’auto. Il cancello venne aperto e la jeep lo attraversò rapidamente, immettendosi nel sentiero che serpeggiava nella foresta prima di raggiungere la strada.
Charles li guardò partire, guardò i suoi amici andare dritti nelle braccia della morte, e sospirò. Scosse il capo e dando ordine di chiudere il cancello con un colpo secco della mano.
 
 
 
« Qual è il piano? »
 
I primi dieci minuti di viaggio erano trascorsi in un tranquillo silenzio, spezzato soltanto dal rombo del motore della jeep e dall’occasionale sibilo della katana di Kara che tagliava la testa a qualche walker di passaggio. Chloe era immersa nei suoi pensieri, le labbra ridotte ad una linea dura e sottile. Quando Jake parlò, non staccò lo sguardo dalla strada, si limitò a stringere il volante.
 
« Ce ne preoccuperemo quando saremo là. » Oscar tentò di riportare il clima di poco prima, notando il nervosismo di Chloe. Tuttavia, poco dopo, la Greene si voltò per qualche istante in direzione di Jake.
« Entriamo dalla porta principale, attiriamo il bastardo e gli pianto una pallottola sulla fronte. Voi scappate prima che i suoi cagnetti vi prendano e tornate al campo. » il suo tono era spaventosamente tranquillo, tanto che persino Neela, solitamente disinteressata quando Jake tentava di irritare Chloe, alzò lo sguardo.
« Cosa? » Kara era attonita, tanto che per poco non le scivolò di mano la katana. Chloe rimase impassibile, guidando.
« Stai scherzando. »
« Ho la faccia di una a cui piace scherzare? »
« Non puoi morire, dannazione. Ci sono delle persone che contano su di te. Loro… »
« Come pensi possa finire? Non esiste conversazione con quel figlio di puttana. » Chloe strinse i denti, prendendo una svolta a destra. Oscar si sporse verso la leader a denti stretti.
« Ferma questa cazzo di macchina. » e Chloe frenò. I quattro vennero sbalzati in avanti. Chloe, irritata, uscì dall’auto, seguita a ruota dai suoi fidati poco dopo. Sui loro volti v’era pura indignazione, rabbia, delusione perfino.
 
« Chloe non dire puttanate. Non puoi semplicemente ucciderlo, ti faranno a pezzi. Non abbiamo bisogno di una martire ma di un leader. » Neela non aveva peli sulla lingua.
« Non voglio diventare una cazzo di martire, maledizione. Voglio far fuori quello psicopatico una volta per tutte. Ne abbiamo già discusso. »
« No, in realtà. » obiettò Jake, incrociando le braccia al petto. Chloe sospirò pesantemente.
« Non siete qui per discutere i miei ordini ma per eseguirli. Cosa vi ho detto quando avete accettato di affiancarmi? »
« Non me ne frega un cazzo! » Oscar era fuori di sé, il che era inusuale per lui, sempre pronto a metter pace e a tenere sotto controllo la situazione. Chloe lo afferrò per la collottola, sbattendolo contro la portella della jeep. Oscar mantenne il contatto visivo, mascella contratta.
« Stai attento a come parli, non ho chiesto la tua cazzo di opinione ma di eseguire i miei ordini. Sono stata chiara? »
« Non puoi farlo, non sarebbe vantaggioso. Morto Gabriel prenderebbero il potere Simon o Dwight. E, in quel caso, raderanno al suolo il nostro campo e uccideranno tutti noi. Non ci hai pensato? » Kara afferrò Chloe per le spalle, allontanandola da Oscar che si tastò il collo.
« Da quando provate tutto questo affetto per me? » Chloe sputò a terra, guardando i suoi fidati indignarsi ed arrabbiarsi. C’era qualcuno veramente capace di amarla, oltre a sua figlia?
« Chloe, sei una gran testa di cazzo, questo lo sanno tutti, ma ti vogliamo bene. Se siamo tutti vivi è grazie a te. Non ha senso morire in questo modo. » la voce di Jake era quasi dolce.
 
Chloe decise di sorvolare sull’offesa, grugnendo. Avevano ragione. Come diavolo le era venuta in mente questa idea? Lei, la fredda e calcolatrice leader, voleva suicidarsi per… ancora una volta aveva permesso ai sentimenti di prendere il sopravvento. Sbuffando, la Greene si passò una mano fra i capelli, guardando in cagnesco i quattro.
 
« Avete ragione. » disse semplicemente, e le parve quasi di sentire dei sospiri di sollievo.
« Grazie a Dio, ora vogliamo elaborare un piano o dobbiamo farti da babysitter ancora una volta? » Neela sogghignò, guadagnandosi un’occhiataccia da parte di Chloe.
« Ho già delle idee. »
 
Il viaggio per raggiungere il campo dei Saviors — così gli piaceva farsi chiamare — , non fu troppo lungo. Chloe seppe di essere arrivata quando vide dei mastodontici cancelli alla fine della strada. A pochi metri da esso, venne fermata da due sentinelle con dei fucili puntati sulla jeep. Con le mani alzate, Chloe uscì dall’auto, fissando quella sulla torretta di sinistra.
 
« Voglio parlare col figlio di puttana che gestisce questo posto. » abbaiò lei, lasciando attoniti i due per qualche momento.
« Prima di domani, possibilmente. »
 
I due si consultarono silenziosamente, finché quello di destra non scese dalla torretta e corse all’interno di un edificio. Dietro al cancello si era raggruppato un gruppo di curiosi. Nel frattempo, Neela, Kara, Oscar e Jake erano usciti dall’auto e si erano posizionati dietro a Chloe, le armi a portata di mano.
L’attesa fu snervante, Chloe aveva la mascella serrata e batteva rapidamente l’indice sull’impugnatura del machete.
 
« Chi abbiamo qui? » lo udì ancor prima di vederlo, una voce tonante e raschiante.
Il cancello si aprì rapidamente e da dietro di esso ne uscì Gabriel, mazza da baseball avvolta da filo spinato nella spalla destra, giacca di pelle e barba brizzolata. Chloe si irrigidì, trattenendosi a malapena dal saltargli addosso e spaccargli la faccia.
 
« Ah! » pronunciò Gabriel, facendosi avanti e ridendo di gusto. Chloe non fece lo stesso. Rimase ferma a tenere a bada la propria rabbia.
« Chi l’avrebbe mai detto che la mia cara mogliettina sarebbe venuta a trovarmi? »
 

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finalmente sono riuscita a trovare il tempo per postare un nuovo capitolo, spero vi sia piaciuto! ecco i nuovi personaggi comparsi:

charles ( chris hemsworth ) - 
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gabriel ( jeffrey dean morgan ) - https://blog.screenweek.it/wp-content/uploads/2016/10/twd-negan-copertina.jpg

come sempre un feedback sarebbe molto gradito!
 

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