Il palazzo della Morte

di teeni
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Primo Piano - Madre ***
Capitolo 2: *** Secondo Piano - Anne ***
Capitolo 3: *** Terzo Piano - Eric ***
Capitolo 4: *** Quarto Piano - Darren ***



Capitolo 1
*** Primo Piano - Madre ***


La stanza è completamente buia.
Fa caldo.
Nell’aria, suoni raccapriccianti, suoni della morte.
“In questo palazzo ci sono quattro piani”, aveva detto l’uomo all’entrata, “ogni piano ha due stanze. La stanza a destra è la stanza della Luce. E’ sicura, ma una volta entrato non puoi più andare avanti. La stanza a sinistra, è la stanza del Buio. E’ terrificante, raccapricciante, stressante.  Se sarai abbastanza coraggioso, potrai uscirne, e salire.”
Tentenno, sulla porta. Dietro di me c’è la confortevole e sicura stanza della Luce, ma non voglio fallire.
Mi addentro nell’oscurità.
Dietro di me, la porta si chiude.
Buio. Silenzio.
 
Tesoro?
Mi giro verso quel suono. Chi parlava?
Tesoro, dove vai?
Cerco di capire da dove possa provenire, e chi possa essere. Nella completa oscurità, è impossibile vedere.
Cammino in avanti.
Stai scappando?
Inchiodo.
Non mi vuoi?
Voglio parlare, ma non escono parole. Cammino.
Non mi riconosci?
Parlava in tono triste e nostalgico. Cammino.
Sono mamma.
Bastano quelle parole a farmi bloccare immediatamente.
Vieni da questa parte, tesoro.
Mi volto in direzione di quella voce. “Se sarai abbastanza coraggioso, potrai uscirne, e salire”. Questa stanza è pericolosa. Devo andare fino in fondo. Cammino.
Dove vai?
Vedo una luce fiacca, in lontananza. Mi avvicino. E’ debole, ma riesco a vederla.
Quindi… è così?
Rallento, ma non smetto di camminare.
Non vuoi proprio più rivedermi, allora…
Non mi giro. Cammino.
Pensavo ti mancassi… non piangevi ogni volta che ti passavo per la mente?
Sento le lacrime pizzicarmi gli occhi, ma cammino.
Non ti piacerebbe stare con me? Per sempre?
Rallento.
Potremmo stare sempre insieme. Spendere tutto il tempo che non abbiamo speso anni fa.
Rallento…
Devi solo venire verso di me…
Mi fermo…
… “E’ terrificante, raccapricciante, stressante
Mia madre non direbbe mai niente del genere. Non è la mia vera madre.
Devo andarmene da qui. Ora.
Silenzio. La luce è sempre più vicina.
Bastardo.
Calore alla nuca. Sempre più forte. Sento l’ira. Sento il mostro.
Corro. Corro fino a sentire i miei polmoni esplodere.
Raggiungo la luce. Una maniglia.
La giro con furia. Un urlo sovraumano alle mie spalle. Esco, accecato dalla luce della nuova stanza.
Abituato alla luce, mi guardo intorno. Niente, se non una rampa di scale.



[angolo dell'autrice]
Beh, salve! Questa sarà una piccola storia a capitoli, nata da un sogno raccontatomi dalla mia cara amica Chiara (Blody Clarice?).
Che dire, spero vi piaccia!

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Capitolo 2
*** Secondo Piano - Anne ***


Salgo quelle scale bianche, quasi accecanti.
Davanti a me, la stessa situazione del piano precedente: due stanze. Stanza della Luce, stanza del Buio.
Ricordo le parole dell’uomo all’entrata.
Ricordo gli orrori della prima stanza.
Mi avvicino alla stanza della Luce, tentato.
Eppure mi giro a sinistra, torno verso la stanza del Buio.
Non voglio mollare. Non così presto.
Entro nell’oscurità. La porta si chiude.
Brancolo nel buio, sentendo solo il rumore dei miei passi.

Charles?
Sento una voce familiare, ma non riesco a collegarla a nessuno.
Charles, sei tu?
Penso a chi potrebbe essere. E’ fin troppo familiare…
Charles, sono Anne.
Anne… Anne… Anne. Rallento.
Charles, ascoltami.
Mi fermo. C’è sempre più calore in questa stanza.
Mi manchi.
Io vorrei andare avanti, ma non posso. Non posso fare altro che appendermi al ricordo di colei che una volta era la mia migliore amica. Anche a me mancava.
Rimani qui con me. Ti prego.
Chiudo gli occhi. “E’ terrificante, raccapricciante, stressante”.
Li riapro, cercando la luce fioca che avevo visto nella prima stanza. Non posso farmi sopraffare dai ricordi.
Riprendo a camminare.
Sono passati cinque anni…
Mi fa male lo stomaco, i ricordi mi tolgono il fiato. Quel giorno l’avevo persa… quel giorno… avrei potuto evitarlo…
Ti penso sempre.
Continuo a camminare. Prima esco da questa stanza, prima tutto finirà.
Io ti ho sempre amato. Ogni giorno, da quando ci siamo conosciuti.
Non posso fare a meno di rallentare.
Se solo fossi sopravvissuta… avremmo potuto stare insieme.
La luce è sempre più vicina, ma è offuscata dalle mie lacrime.
Se mi seguirai, potremmo stare insieme. Per sempre.
Mi ricordo cosa era successo nella prima stanza. Devo scappare da lì.
Inizio a correre, nonostante le gambe doloranti e il caldo asfissiante.
Charles, no! Aspetta!
Non posso fermarmi, non ora che la luce è vicina.
E’ per colpa tua che sono morta.
Quel ringhio così potente mi fa raggelare il sangue. Sento la rabbia.
Calore alla nuca. Corro verso la luce, ma è troppo veloce.
La sento sfiorarmi la maglietta.
ASSASSINO” sento mentre apro la porta con violenza, e me la sbatto alle spalle.
Con gli occhi chiusi, respiro profondamente e mi asciugo la fronte.
Apro gli occhi, ed ecco un’altra rampa di scale.


Angolo dell'autrice: Hey! Dopo quasi un anno, finalmente il secondo capitolo! Spero di non metterci troppo a scrivere anche gli ultimi due XD
Ma comunque, spero vi sia piaciuto!

~teeni

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Capitolo 3
*** Terzo Piano - Eric ***


Mi ritrovo di nuovo difronte ad una scelta: stanza della Luce o stanza del Buio?
Ripenso alla stanza da cui ero appena uscito, rabbrividisco al ricordo delle parole che Anne mi aveva detto.
Che cosa mi aspetta, in quella stanza del Buio?
La stanza della Luce è lì, vicino a me, rassicurante e luminosa, ma per qualche motivo non posso andarci. Non voglio mollare adesso, così vicino alla fine.
Faccio un respiro profondo ed entro nell’oscura stanza del Buio, un’altra volta.

Questa stanza non è calda come le altre, ma l’umidità mi soffoca. Riesco a malapena a respirare.
Cammino, aspettando una voce, un rumore, qualcosa.
Silenzio, se non per il rumore dei miei passi.
Tutta questa calma mi insospettisce. Mi spaventa.
Vado avanti, avvicinandomi sempre di più alla luce in fondo alla stanza.
Sono abbastanza vicino, quando sento una voce che mi gela il sangue, mi fa spalancare gli occhi e mi blocca di colpo.
Ciao, Charlie.
Mi giro, sperando, invano, di poter tornare indietro, uscire da questa stanza maledetta ed entrare nella stanza della Luce.
Perché quella voce poco meno di due anni fa aveva urlato il mio nome più volte, prima di precipitare dal tetto. Per colpa mia.
“E muori, allora”, giusto?
Non riesco a trattenermi, inizio a singhiozzare.
Non riuscivi proprio a sopportarmi, tanto che mi hai fatto morire, eh?
No, non è vero. Non sono del tutto morto. Ma poco manca, ad ogni modo.

Mi asciugo le lacrime, nonostante so che ne arriveranno altre a breve, tiro su col naso, e cerco di parlare.
“E’ stato… è stato un incidente…”
Ha! Certo, come no.
Non mi hai preso sul serio quando ho detto che precipitando avrei potuto morire, e guarda dove sono arrivato.
Devo uscire di qui, l’uscita è vicina.
La luce è offuscata dalle mie lacrime, ma sono determinato a raggiungerla.
“Bada a Eric mentre sono via, Charles”.
Perché non hai ascoltato zia Theresa?

Lo sta facendo apposta, penso. Non posso fermarmi, è quello che vuole lui.
Avevo 16 anni, ero già abbastanza grande per badare a me stesso, no?
Non hai mai preso sul serio la mia depressione. Il mio richiamo del vuoto.

Devo correre. La stanza si sta facendo più calda.
E quando, sul tetto, ti ho detto che sporgendomi sarei potuto morire, tu non mi hai nemmeno prestato attenzione.
Non riesco a respirare, non vedo chiaro. Mi sta per prendere.
E’ stata colpa sua, penso. Se non avesse fatto il ragazzino capriccioso, non sarebbe in coma.
Se solo tu non fossi stato così insofferente, così disinteressato, io non sarei in questo stato!
Senza fiato, sudante, uso tutte le mie forze per raggiungere la porta.

Riesco ad uscire dalla stanza, tremo per il cambio notevole di temperatura.
Mi siedo, spalle al muro.
Voglio davvero andare avanti?

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Capitolo 4
*** Quarto Piano - Darren ***


Rimango seduto per molto tempo. Forse ore. Lo scorrere del tempo non mi è chiaro in questo luogo bizzarro.
Penso a tutto ciò che mi era successo: prima mamma, poi Anne, infine Eric. Che ci facevano in quelle stanze? Perché mi chiamavano? Perché erano così arrabbiati con me?
Mi do la risposta da solo: non ho mai smesso di sentirmi colpevole per le loro morti.
Ed è giusto che mi senta colpevole, penso. Mamma non è forse morta perché non pregavo, la notte, affinché guarisse? Anne non è forse morta perché non l’ho accompagnata a casa, quella sera? Eric non è forse in coma perché non gli ho mostrato mai affetto?
Tutti questi pensieri mi offuscano la vista: piango rannicchiato. Sono un assassino, e merito di morire.

Mi alzo in piedi, debole, e salgo le scale.
Mi trovo all’ultimo piano, e mi viene posta la stessa domanda: stanza della Luce o stanza del Buio?
Mi giro verso destra. Voglio andare nella stanza della Luce, voglio porre fine a questo cammino infernale.
Tocco la maniglia di quella porta candida, e sento freddo: un freddo che mi paralizza, che si estende dentro le mie vene.
Mollo la presa. Il gelo di quella stanza mi spaventa ancora più della stanza del Buio: la stanza della Luce simboleggia la fine, il nulla, l’assenza di tutto. Rappresenta il gelido niente, la fredda mancanza di un elemento chiave, l’assenza di speranza, l’assenza di vita. Guardo la stanza del Buio, determinato a superarla, per l’ultima volta.

Entro nella stanza.
Non è calda, non è fredda.
Non ci sono suoni. Non c’è nessuna luce, nemmeno lontana.
I miei passi echeggiano.
Cammino molto. Non so quanto, non vedo nulla in questa stanza. Inizio a sentirmi stanco, rallento, fino a fermarmi.
Mi guardo intorno: nulla.
E’ forse una trappola? Sono rinchiuso qui per sempre, perché non sono altro che un assassino?
L’entrare nella stanza del Buio è stata forse una scelta arrogante?
Mi sento stanco, debole, sporco. Merito solo questo, penso.
Sono contento di vederti qui.
Alzo la testa, vigile. Di chi era questa voce?
Mi dispiace di averti fatto soffrire.
E’ lontana, ma riesco a sentirla. Non capisco ancora chi sia.
E’ per colpa mia se ti trovi qui.
La voce si avvicina, si fa più chiara.
Mi dispiace, Charles. Non potevo fare altro.
Ora la voce è chiara. Rifletto un attimo. “E’ per colpa mia se ti trovi qui”?
Non mi riconoscevo più, Charlie. Alcol, droga, gioco… niente era più lo stesso per me.
Cado in ginocchio.
Nessuno di quei gruppi di supporto sembrava funzionare. Quindi…
Piango. Singhiozzo.
Era mio fratello, morto due settimane fa. Suicida.
Non fare così… non è colpa tua. Solo mia.
Non posso andare avanti. Non posso.
“Vengo da te” dico tra mille singhiozzi.
Cosa stai dicendo?
Mi alzo e corro in direzione della sua voce.
Charlie, no!
“Voglio porre fine a tutto questo, Darren. Sono un assassino! Perché dovrei continuare a vivere?”
Darren si ammutolisce.
“Non è per questo che sono qui? Per porre fine alla mia esistenza?”
Ovvio che no!
“Come no? E allora mamma? Anne? Che mi pregavano di seguirle? Sono qui per morire.”
Charles, non è per questo che sei qui!
Sei qui per salvarti. Sei qui per dimostrare al mondo che puoi farcela. Che sei forte abbastanza.
Mi fermo un attimo.
Non è colpa tua se mamma morta. Non è colpa tua se Anne è morta. Non è colpa tua se io sono morto.
E’ facile rinunciare a tutto. Troppo facile. Io l’ho già fatto.
Ma tu sei più forte. Tu sei più coraggioso. Tu puoi superare tutto.

Alzo la testa, vedo una leggera luce in lontananza.
Vai verso quella porta e continua a vivere. Continua ad essere forte. Corro, la luce si fa sempre più vicina.
“Grazie, Darren” dico prima di aprire la porta.

Luce, luce e solo luce. E’ tutto luminoso, ma gli occhi non mi fanno male. Sento un suono in lontananza, un lontano bip.
Inizio a vedere qualche colore: verde, marrone, grigio.
“Charles, è tutto ok, Charles” sento una voce tranquilla dire. La mia vista si schiarisce.
Mi trovo in una camera d’ospedale, come un’infermiera accanto.
“Finalmente sei di nuovo tra noi” dice con voce pacata.
La testa mi fa leggermente male. Mi guardo i polsi: grandi bende avvolgono tutti i tagli che mi sono procurato. Respirare mi fa leggermente male. Il collo mi brucia dove il cappio ha stretto.
Io sono forte, penso.


Nota della scansafatiche: ehy, bella gente!
Dopo, quanto, un anno? Ho finalmente concluso questa storia!
C'è da dire che il mio stile è cambiato un po' dall'ultimo capitolo. Sono molto soddisfatta di questa chiusura: ho optato per un tema forte, e una chiusura altrettanto forte.
Spero che il mio racconto vi sia piaciuto, e che non vi siate mangiati troppo le mani per la mia pigrizia!

~teeni

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