Something Wild di Kano_chan (/viewuser.php?uid=4134)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** 1. Strade incrociate ***
Capitolo 3: *** 2. Lucciole e Deamons ***
Capitolo 4: *** 3. Senso di colpa ***
Capitolo 5: *** 4. Madeleine e preghiere ***
Capitolo 6: *** 5. Risveglio ***
Capitolo 7: *** 6. Tragedia annunciata ***
Capitolo 8: *** 7. Nuovo inizio ***
Capitolo 9: *** 8. Lezioni e Sparizioni ***
Capitolo 10: *** 9. Non siete soli ***
Capitolo 11: *** 10. Confessioni ***
Capitolo 12: *** 11. Compleanno ***
Capitolo 13: *** E' quasi il momento ***
Capitolo 14: *** 13. Partenza! (forse) ***
Capitolo 15: *** 14. Tragiche visioni ***
Capitolo 16: *** 15. Speranze infrante ***
Capitolo 17: *** 16. Novità inaspettate ***
Capitolo 18: *** 17. Vecchi nemici ***
Capitolo 19: *** 18. Incidenti di percorso ***
Capitolo 20: *** 19. L'Immane ***
Capitolo 21: *** 20. Confronto ***
Capitolo 22: *** 21. Tuoni oscuri ***
Capitolo 23: *** 22. Recupero notturno ***
Capitolo 24: *** 23. A Jared! ***
Capitolo 25: *** 24. Deamon al chiaro di luna ***
Capitolo 26: *** 25. Calma apparente ***
Capitolo 27: *** 26. Vortice di pensieri ***
Capitolo 28: *** 27. Sott'acqua ***
Capitolo 29: *** 28. Proposte inattese ***
Capitolo 30: *** 29. Viaggio oltre oceano ***
Capitolo 31: *** 30. Altissia ***
Capitolo 32: *** 31. Sacrificio ***
Capitolo 33: *** 32. Un mondo diverso ***
Capitolo 34: *** 33. Tensione crescente ***
Capitolo 35: *** 34. Sgradevoli incontri ***
Capitolo 36: *** 35. Le fiamme dell'inganno ***
Capitolo 37: *** 36. Addio fedele amica ***
Capitolo 38: *** 37. Divisi ***
Capitolo 39: *** 38. Riuniti ***
Capitolo 40: *** 39. Arcani svelati ***
Capitolo 41: *** 40. Speranza ***
Capitolo 42: *** 41. L'ultima sosta ***
Capitolo 43: *** 42. Ritorno a casa ***
Capitolo 44: *** 43. L'ultima battaglia ***
Capitolo 45: *** 44. Epilogo ***
Capitolo 1 *** Prologo ***
Prologo
Un improvviso
rimbombare di passi lungo il corridoio, allarmò il soldato
posto davanti alla porta in legno bianco. In realtà si stava
quasi per addormentare in quel tardo pomeriggio di luglio; il compito
assegnatoli era incredibilmente noioso.
Stare di
guardia per tutto il giorno poteva essere davvero logorante... fu
quindi con un certo sollievo che accolse quel cambiamento.
Voltò la testa per controllare chi stesse arrivando,
rimanendo un poco deluso nel vedere avvicinarsi una ragazzina con un
candido vestito dai colori pastello.
-
Sua Grazia – la salutò con un leggero inchino il
militare, apprestandosi poi a bussare alla porta che stava sorvegliando.
-
No! Non c’è bisogno di annunciarmi, grazie
– lo bloccò la giovane con un sorriso cordiale.
-
Come desiderate – replicò lui lasciandole libero
il passaggio.
La ragazza,
con un cenno di ringraziamento, aprì con delicatezza la
porta e vi scivolò oltre.
La sontuosa
biblioteca del palazzo reale di Insomnia la accolse in tutto il suo
splendore. Alte scaffalature in legno di cedro, decorate con
bassorilievi di creature mitologiche, riempivano l’ambiente.
La luce del sole filtrava dalle finestre aperte per far entrare un
po’ di fresco e il pavimento, coperto di tappeti damascati,
attutiva i passi della ragazza facilitandole il compito di non essere
sentita. Non voleva interrompere la lezione che una giovane donna sulla
trentina, stava impartendo ad un bambino dai folti capelli neri.
Quest’ultimo aveva lo sguardo rivolto fuori da una delle
finestre, e la sua noia era quasi palpabile.
-
Principe Noctis, lei non mi sta per nulla ascoltando, vero? –
sbuffò l’insegnante, accorgendosi anch'essa dello
scarso interesse del suo alunno.
-
Come? –
Il bambino
si voltò verso di lei cadendo completamente dalle nuvole.
-
Se continui così, finirai per farti di nuovo rimproverare
dal Re –
La ragazza,
rimasta fino a quel momento in disparte, si fece avanti sorridendo
divertita al bambino.
-
Selis! – esclamò lui, ritornando improvvisamente
vivace.
-
Principessa – la salutò invece
l’insegnante inchinandosi.
-
Spero di non avervi interrotto troppo presto, Rose – si
scusò la ragazza dopo aver abbracciato Noctis.
-
Per nulla, ormai avevamo finito – replicò la donna
– ma temo che il signorino abbia ancora un impegno per oggi
– aggiunse, guardando con apprensione il viso del bambino
rabbuiarsi.
-
Dammi solo un minuto – la pregò allora Selis.
L’insegnante
le fece un cenno di assenso e si diresse verso la porta.
-
Non ne posso più! –
Selis
guardò sconsolata Noctis; erano strane parole per un bambino
di otto anni.
-
Ci sono passata anch’io, credimi – lo
consolò – ma con il tempo ci si fa
l’abitudine – aggiunse.
-
Non è giusto, io vorrei andare a giocare!! –
replicò il principe con tono accorato guardandola.
-
Noct, devi ave..-
-
Signorino, mi dispiace ma è ora.. –
Noctis si
voltò verso la sua insegnante, sembrava quasi sul punto di
risponderle non proprio in modo appropriato e invece si
limitò a fare un lungo sospiro.
-
Sì, arrivo – disse, incamminandosi con le spalle
curve verso di lei – Grazie di essere passata a salutarmi
Selis – aggiunse con un sorriso triste prima di oltrepassare
la soglia.
Selis rimase
da sola nella grande biblioteca e, dispiaciuta per quella situazione,
aprì la porta finestra ed uscì. Si
ritrovò in uno dei tanti cortili interni del palazzo, pieni
di piante e fiori dai colori accesi. L'aria pulita e il calore del sole
sulla pelle la fecero subito sentire meglio. Quello che non era
riuscita a dire a Noctis era di avere pazienza, ma onestamente lo
capiva perfettamente.. Non erano passati molti anni da quando anche lei
prendeva lezioni private a casa, e conosceva bene quella sensazione di
voler fuggire via, oltrepassare i confini della città e
vedere qualcosa di diverso per una volta soltanto.
La ragazzina
sospirò, decidendo di sedersi su una delle panchine che
adornavano il giardino.
-
Selenis –
Il richiamo
improvviso la fece voltare. Sotto una delle arcate che delimitavano il
cortile, due uomini stavano percorrendo il corridoio con un drappello
di soldati al seguito. Uno dei due aveva lunghi e folti capelli neri
pettinati all’indietro, e una corta barba del medesimo
colore; l’altro, aveva arruffati capelli castani e una
leggera peluria a segnargli la mascella. Si assomigliavano molto, Re
Regis e suo fratello minore Revis, ma se uno aveva profondi occhi
scuri, l’altro li aveva di un verde brillante.
-
Cosa ci fai qui? – le domandò Revis quando si fu
avvicinata.
-
Sono tornata da scuola e ho pensato di passare a trovare Noct
– rispose la ragazza sostando in una delle chiazze di luce
che illuminavano a tratti il pavimento.
-
Sono felice che tu lo abbia fatto, ultimamente sembra essere sempre tra
le nuvole – commentò il Re adombrandosi
leggermente.
-
Beh è normale, visto e considerato che.. – Selis
si interruppe all’occhiataccia che Revis le rivolse. Occhiata
che però non passò inosservata al fratello.
-
Selis, parla pure liberamente in mia presenza, anche di quello che tuo
padre ti ha raccomandato di tacermi – le disse il Re con un
sorriso.
-
Con tutto rispetto zio, ma a casa con questo qui ci devo poi tornare
io, non tu – replicò lei arricciando il naso.
-
Ehi! Un po’ di rispetto signorina! –
ribatté l’interessato inarcando un sopracciglio.
-
E che Noct si annoia – disse la ragazzina dopo aver alzato le
mani in segno di resa verso il padre – ha otto anni e la sua
vita risente già del titolo che porta –
spiegò sotto lo sguardo vigile di Regis – se mi
lasciassi organizzare una gita po…-
-
Selis! Ne abbiamo già parlato – la
rimproverò suo padre, venendo però fermato dalla
mano del fratello che andò a posarsi sul suo braccio.
-
Dove vorresti andare? – domandò il Re.
-
Anni fa siamo stati vicino ad un lago meraviglioso, in questo periodo
si riempie di lucciole – spiegò la ragazza
– sono sicura che a Noct farebbe bene cambiare un
po’ aria –
-
Ci siamo stati quando ancora l’impero non si era fatto
così audace, è rischioso Selis –
replicò suo padre con il tono di chi ha ripetuto quella
solfa almeno un milione di volte.
-
Quanto dista da Insomnia? – chiese Regis.
-
Qualche decina di chilometri, sulle montagne ad est – rispose
Revis.
-
Se ci affidaste una scorta sono sicura che non succederebbe nulla di
male a stare via qualche ora – s'intromise Selis facendo
sospirare suo padre.
-
Potrebbe essere un’idea Revis, o è davvero
così pericoloso? – domandò il Re sotto
lo sguardo speranzoso della ragazzina.
-
Se la cosa venisse ben pianificata, forse…- ammise
l’uomo.
-
Evvai! – esclamò la principessa battendo le mani
felice.
-
Allora faremo in modo che lo sia – sentenziò Regis
sorridendo alla nipote – a volte ho più paura
dell’infelicità di Noctis, piuttosto che
dell’impero – commentò con una punta di
amarezza.
-
Aspetta prima di andarlo a dire a tuo cugino –
s’intromise Revis – so già che stavi
pensando di correre da lui non appena avessimo voltato
l’angolo – aggiunse per mettere fine alle, non
ancora nate, proteste della figlia.
-
Come desiderate – replicò lei scimmiottando un
inchino sotto le risate dello zio.
-
E ora fila a casa, sta per fare buio – la ammonì
il padre.
Selis gli
fece un saluto marziale e sorrise al Re, prima di girare sui tacchi e
sparire da dove era arrivata.
-
Quando guardo Selis ho come la sensazione di non riuscire ad essere un
buon padre per Noctis quanto tu lo sei per lei – ammise Regis
riprendendo il cammino.
-
Solo perché tu non la ricordi alla sua età
– replicò Revis scuotendo la testa – era
ingestibile, soprattutto dopo che Magnolia è morta
– aggiunse, con la solita fitta al cuore che lo coglieva al
ricordo della moglie defunta.
-
Le assomiglia ogni giorno di più –
constatò il Re.
-
Anche caratterialmente, ed è questo a spaventarmi
più di ogni altra cosa – rise l’uomo.
-
È stato un paio di anni fa che è scappata fuori
Insomia, vero? –
-
Ti prego, non farmelo ricordare – gemette Revis mentre le
pesanti porte della sala del trono si aprivano.
Il campeggio
dell'autrice:
Buongiorno a tutti e benvenuti in "Something Wild"! *mamma che emozione
ogni volta*
Mi chiamo Marta e nonostante segua la saga di FF dall'uscita
dell'ottavo capitolo, ho trovato solo ora l'ispirazione per lanciarmi
in questo fandom.
In questo breve prologo vi è stata presentata la
protagonista di questa fic: Selenis Lucis Caelum, cugina di Noctis.
La mia intenzione è quella di ripercorrere le vicende che
vedono protagonisti il principe e i suoi compagni con l'aggiunta di
questa nuova figura femminile. Per i primi 14 capitoli circa, la storia
sarà ambientata nel passato rispetto agli eventi principali
raccontanti nel gioco, un pò come per gli episodi di
Brotherhood; per cui alternerò momenti di pura invenzione
con i fatti relativi alla trama vera e propria. Vi rassicuro solo su
una cosa, la storia è già stata tutta scritta,
devo solo man mano revisionare i capitoli prima di pubblicarli, per cui
non correrete il rischio che io sparisca per dei mesi o che resti
incompiuta. Detto questo, spero con tutto il cuore di farvi
appassionare a questa storia e di farvi affezionare alla sua
protagonista quanto ormai lo sono io.
Il prossimo capitolo sarà pubblicato venerdì e
vedrà l'incontro di Selenis con un personaggio chiave della
saga...
Grazie a chi si è preso la briga di cominciare questa storia
dandole una chance, per me vuol dire molto.
Un abbraccio,
Marta
p.s. Il titolo di questa fic trae spunto dalla canzone "Something Wild"
per l'appunto; chi non la conoscesse può sentirla a questo
link:Something
Wild - Lindsey Stirling
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Capitolo 2 *** 1. Strade incrociate ***
1
Insomnia, Capitale regia
del regno Lucis, due anni prima.
Palazzo reale.
-
Selis, devi capire che è per il tuo bene!
È troppo
pericoloso uscire dai confini della barriera senza scorta –
-
Sarebbe solo per qualche ora papà, la prateria
è appena fuori Insomnia –
-
Non
importa quanto vicina sia! Senti, tra un paio di giorni potrei prendere
un pomeriggio per accompagnarti se…-
-
Non posso rimandare, devo andarci oggi! E poi anche se dici
così, tu sei sempre occupato... –
-
Il mio compito è quello di proteggere il Re e la
sua
famiglia, te compresa, per cui..-
-
Papà, tu non capisci, io devo andarci!
–
-
Selenis, la questione per me è chiusa. -
-
Allora avresti dovuto proteggere anche la mamma! Ti odio!
–
La porta
dello studio
delle Camelie venne aperta di schianto e da essa ne uscì
correndo una figura minuta.
-
Selenis! – tuonò una voce
dall’interno.
Revis si
portò una
mano tra i capelli, frustrato da quella situazione. Tornò
verso
la sua scrivania dove, dopo essersi versato due dita di liquore
scuro, si sedette. Lo sguardo gli cadde sul porta ritratto posto tra
due file disordinate di scartoffie. Una giovane donna dai
capelli bianchi come la neve e dal viso a cuore, lo guardava mentre
abbracciava una bambina che non doveva avere più di sei
anni.
-
Magnolia, cosa devo fare? – mormorò
sconsolato
l’uomo guardandola negli occhi accesi dalla gioia di quel
momento.
Nel
frattempo Selenis,
dopo aver fatto di corsa almeno tre piani del palazzo, sostava ansante
all'interno di una nicchia che ospitava una statua di marmo. In
quel momento provava sentimenti contrastanti: si vergognava per
l’accusa rivolta al padre; era stata cattiva a dirgli quella
frase, eppure… eppure per ora la rabbia prevaleva.
Per quale motivo non capiva quanto per lei fosse importante
quell’uscita? Proprio lui e proprio alla vigilia
di… La
ragazzina ricacciò indietro le lacrime,
abbandonandosi contro la parete di pietra levigata.
A chi poteva chiedere aiuto? Ignis? No... doveva badare a Noctis e
sicuramente l’avrebbe dissuasa come suo padre.
C'erano volte in cui pensava di avere solo l'età in comune
con
quel ragazzino: non aveva mai visto persona più seria di lui!
Mentre rimuginava su un piano che le consentisse la fuga, alcune voci
la raggiunsero nel suo nascondiglio.
-
Avete caricato tutto ciò che era necessario da
mandare al campo? –
Selenis tese
le orecchie, riconoscendo la voce del vice comandante Drautos, diretto
secondo di suo padre.
-
Sì, vice comandante – rispose chi lo
accompagnava
– il camion è pronto a partire dal gate cinque non
appena
il conducente avrà finito il checkout – aggiunse.
-
Ottimo, avvisate la frontiera ovest allora –
replicò Drautos allontanandosi.
Quel rapido
scambio di
battute, bastò a Selenis per prendere una
decisione, per quanto avventata potesse essere.
Tirandosi
sulla testa il
cappuccio della felpa a forma di Moguri, sgusciò fuori dal
suo
nascondiglio e, facendo ben attenzione di non essere vista da nessuno,
si diresse verso il gate menzionato poco prima.
Come preannunciato dal cadetto, un camion di rifornimento aspettava con
i motori accessi in uno dei tanti garage che conducevano dentro e fuori
il palazzo reale. I convogli venivano
mandati periodicamente ai campi base dell’esercito di
Insomnia
impegnato a tener fronte agli assalti di Nifelheim, e fortuna aveva
voluto che proprio quel mezzo dovesse dirigersi esattamente dove lei
doveva andare.
Selenis
osservò la
situazione al riparo di una delle tante vetture parcheggiate nel
sotterraneo. Un paio di soldati sostavano vicino al muso del camion,
mentre un terzo era fermo davanti al cassone posteriore. Se
la ragazzina voleva avere una chance di nascondersi al suo interno,
doveva obbligatoriamente distrarla. Per sua fortuna, con i suoi undici
anni, Selenis era molto sveglia, fin troppo a detta di Revis.
Ostentando
quindi tutta la tranquillità di cui era capace, la giovane
si
avvicinò alla guardia che presidiava il cassone.
-
Principessa Selenis, non dovrebbe stare qui! –
esclamò l’uomo sulla quarantina non appena la
vide.
-
Mi
spiace disturbarvi, ma c’è una cosa che mi
preoccupa… - esordì lei con aria innocente
– passando nel corridoio
che conduceva ai garage ho visto qualcuno accedervi che non era del
personale del castello, così l’ho seguito fin qui
e..-
-
Ha visto dove può essersi diretto? – le
diede corda il soldato.
-
No,
purtroppo l’ho perso di vista, qui non è molto ben
illuminato. Potrei anche essermi sbagliata, ma ho preferito avvisarvi
– disse la ragazzina, voltandosi a cercare qualcuno che
sapeva
benissimo non esistere.
-
Avete
fatto bene, ma ora vi prego di tornare agli alloggi. Al resto ci
penserò io con i miei colleghi – le rispose
l’uomo
dirigendosi verso l’altro capo del camion.
-
Vi ringrazio – rispose Selenis facendo finta di
andarsene.
Non appena
fu sicura che
la guardia non l’avrebbe vista, mise un piede
sull’appoggio
del cassone e, leggera come una piuma, saltò al suo interno.
Dopo
qualche istante di completa oscurità, la ragazzina mise a
fuoco
le diverse casse che formavano il carico del camion e vi si nascose.
-
Ha detto di aver visto qualcuno scendere qui? –
-
Sì, ma non ne era certa –
-
Potrebbe aver visto Zack. È passato prima in abiti
civili per recuperare il telefono che aveva lasciato sul furgone,
adesso che sta con quella ragazza della periferia ha sempre la testa
tra le nuvole –
-
Tipico! Avanti allora, è ora di andare!
–
Lo scambio
di battute fu
accompagnato da un sonoro colpo sulla fiancata del camion che, dopo un
leggero borbottio del motore, partì.
Selenis nel
guardare
il palazzo allontanarsi ebbe solo un attimo di ripensamento, che
però venne subito accantonato.
Mentre la
vettura s’inoltrava nel traffico della capitale di Lucis, la
ragazzina pensò al da farsi. Fino a lì
era
stato semplice, ma prima o poi sarebbe dovuta scendere.. e
possibilmente fuori dai confini della città. Di lanciarsi
dal
mezzo in corsa proprio non se ne parlava, quindi non le rimaneva che
farlo non appena il furgone si fosse fermato.
Probabilmente
la sua
unica occasione sarebbe stata alla frontiera,visto che il camion
avrebbe dovuto
obbligatoriamente rallentare per oltrepassarla. Con un mezzo sorriso di
compiacimento, Selenis strinse ciò che aveva in tasca: le
sarebbe tornato molto utile.
La vettura
militare ci
impiegò complessivamente tre quarti d’ora ad
arrivare al
confine di Insomnia, tempo che la ragazzina impiegò
sonnecchiando. Da qualche tempo non dormiva molto bene, complici gli
strani sogni che ogni tanto arrivavano a tormentarla. Una serie
d’immagini confuse, che sparivano al suo risveglio e non le
lasciavano altro che un vago senso di ansia.
Quando il
camion
cominciò a rallentare, Selenis si accostò al
bordo del
cassone sbirciando oltre la tela cerata che chiudeva il vano. Un
gruppo di guardie di confine osservava svogliatamente il convoglio
passare, mentre i loro colleghi controllavano i documenti di chi
cercava di entrare.
Erano molte
le persone
che raggiungevano Insomnia in cerca di riparo dalla guerra sempre
più incombente, ma in pochi riuscivano ad ottenere il
permesso
di risiedere in città.
Quando la
vettura
lentamente si rimise in moto, la ragazzina aspettò che si
allontanasse dalla postazione delle guardie; dopo di che, prese
ciò che aveva in tasca e lo lanciò fuori dal
cassone,
verso il lato della strada.
L’oggetto, dopo aver descritto un arco in aria, ricadde in
mezzo agli arbusti ed esplose. La deflagrazione fu
contenuta, ma abbastanza potente da far fermare il convoglio. Quando
Selis udì le portiere della cabina del conducente aprirsi,
si
calò di nuovo il cappuccio sulla testa e facendo attenzione
a
non essere vista, scese in strada.
Buttò
uno sguardo
oltre l’angolo del mezzo, vedendo i soldati di scorta
avvicinarsi
circospetti al luogo dell’esplosione. Non appena fu sicura
che nessuno si accorgesse di lei, abbandonò il riparo.
-
Ehi tu! –
Quelle due
parole la congelarono sul posto.
-
Dannazione.. – mormorò tra i denti.
Una guardia,
un cadetto a
dirla tutta vista la divisa, aveva lasciato la sua postazione alla
frontiera per venire a vedere cosa fosse successo e ovviamente
l’aveva beccata in flagrante.
-
Che ci fai lì? - proseguì quello
avvicinandosi.
Selenis non
si fermò certo a rispondere, mettendosi invece a correre
nella direzione opposta.
-
Ehi, ferma! – le gridò dietro il cadetto
rincorrendola.
La ragazzina
non aveva un
fisico possente, anzi, era sempre stata piuttosto magrolina per la sua
età, ma in fatto di velocità non la batteva
nessuno. Senza
voltarsi indietro, puntò alla piccola stazione di servizio
che
costeggiava la carreggiata, andò dritta al recinto dei
Chocobo e
saltò sopra uno di essi, ignorando le proteste del
proprietario.
Puntellandosi
sulle
staffe, diede un colpo al fianco dell’animale, che con un
verso
stridulo si lanciò a tutta velocità.
Un’altra cosa
in cui eccelleva, era montare sui Chocobo. Gli stallieri di palazzo
dicevano sempre che aveva una dote innata con quei pennuti.
Sentendosi
finalmente sicura, Selenis si azzardò a buttare un occhio
alle spalle.
-
Dai,
mi stai prendendo in giro? – mormorò infastidita
osservando il suo inseguitore montare in sella ad un altro Chocobo e
partire di gran carriera al suo inseguimento.
Forse la sua
idea di
scappare iniziava a non essere più tanto brillante... ma
confidava
ancora di riuscire in qualche modo a seminarlo.
In effetti quel cadetto
non sembrava molto a suo agio a cavalcare, e lo si vedeva da come stava
perdendo sempre più terreno nei suoi confronti.
Selenis
tornò a
guardare davanti, spronando ancora di più il Chocobo che
aumentò ulteriormente l’andatura.
“Ormai
non ha più speranze” pensò la ragazzina
trionfante, voltandosi di nuovo indietro.
-
Ma che diamine?! - esclamò confusa.
Aveva
sì, distanziato la cavalcatura avversaria, peccato che sopra
di essa non ci fosse più nessuno.
-
Ferma! –
Le parole
furono
accompagnate da un lampo di luce, che costrinse Selenis a porre la sua
attenzione su dove stesse andando. Si stupì non poco di
vedere
davanti a sé, a qualche metro di distanza, il suo
inseguitore.
Sembrava semplicemente apparso dal nulla.
Presa dal
panico di
travolgerlo, la principessa diede uno strattone alle redini. Il Chocobo
emise un grido, virando verso destra con uno scatto; Selenis, presa in
contropiede, non riuscì a seguirne il movimento e
perse la
presa scivolando dalla sella.
Con un
sonoro splash,
cadde dentro al piccolo torrente che aveva raggiunto. Stordita si
rimise poi a sedere, scrollando la testa un po’ per
riprendersi,
un po’ per eliminare l’acqua in eccesso.
-
Ti sei fatta male? –
Il cadetto
si
avvicinò di corsa, trovando quella scena piuttosto buffa. La
fuggitiva che stava inseguendo, aveva addosso una felpa con il
cappuccio
a forma di Moguri e sembrava essere piuttosto giovane.
-
Tutto bene? – le chiese nuovamente, allungando una
mano per aiutarla.
La ragazzina
però la scostò malamente, rimettendosi in piedi
da sola grondante dalla testa ai piedi.
-
Maledizione! C’ero quasi! –
esclamò arrabbiata
togliendosi il cappuccio con un gesto di stizza.
Sotto di
esso apparve
quella che aveva immaginato essere una ragazzina di non più
di
12 anni, con un caschetto di capelli bianchi e un paio di occhi verdi a
dominare il viso abbronzato.
-
Forza! Riportami da mio padre e facciamola finita!
–
berciò all’indirizzo del ragazzo che la
guardò
piuttosto perplesso.
-
Ehi! Frena Chocobo
girl – disse lui mostrando i palmi –
non ti seguo – aggiunse.
Selenis lo
guardò stupita. Quello lì non aveva la minima
idea di chi lei fosse...
-
Piuttosto – continuò il cadetto
– mi dici cosa
ci facevi dentro quel furgone e perché sei scappata a gambe
levate? – le domandò togliendosi l’elmo
leggero.
Sotto di
esso, c'era un
ragazzo dai capelli castani rasati ai lati, con gli occhi scuri e un
leggero accenno di barba. Il suo sguardo era limpido e serio, e non
dimostrava più di diciassette anni.
-
Dovevo lasciare la città… - rispose
laconica Selenis.
-
E per andare dove, se posso chiedere? – disse il
giovane.
-
Io… - mormorò la ragazzina schivando i
suoi occhi.
-
Senti, credo di aver capito – asserì il
cadetto
– hai litigato con tuo padre e sei scappata –
affermò sicuro.
Selenis lo
guardò.
Diciamo che più o meno, a grandi linee, per somme massime,
si
poteva dire che fosse andata così.
-
Fidati, è meglio se torni – le
consigliò il ragazzo
aprendosi in un sorriso – tuo padre ti vuole sicuramente bene
e
sei fortunata ad averne uno – aggiunse sistemandosi meglio
l’elmo sul fianco.
-
Tu non ce l’hai? – domandò
Selenis.
-
No, mi sono rimaste solo mia madre e mia sorella –
rispose lui.
-
Mi dispiace – sussurrò la ragazzina.
-
È passato molto tempo, non preoccuparti
– la
rassicurò il cadetto – dai, ti riaccompagno in
città –
-
No! Aspetta ti prego! – lo bloccò lei
– ho davvero
bisogno di raggiungere un posto… - confessò
finalmente.
Il ragazzo
si fermò a guardarla, inclinando leggermente la testa.
-
Non
è lontano, è giusto un po’
più a nord di
qui. Ci vorranno al massimo dieci minuti a Chocobo. – lo
pregò.
Il cadetto
rimase a
squadrarla. Non sembrava una richiesta dettata solo da un desiderio
infantile, ma da come lei lo guardava, sembrava essere qualcosa di
serio.
-
E
sia, ti ci accompagno – desistette lui – ma dopo
sono
obbligato a riportati indietro – aggiunse.
-
Grazie, davvero – gli disse la ragazzina e il
cadetto si
stupì di vederle inumidirsi gli occhi. Ci teneva davvero
così tanto?
-
Io mi chiamo Selis – aggiunse lei, porgendogli una
mano dalla manica gocciolante.
-
È un piacere Chocobo girl, io sono Nyx, Nyx Ulrich
– si presentò afferrandogliela.
Nel preciso
istante in
cui la loro pelle venne a contatto, il viso sorridente del ragazzo
sfumò davanti agli occhi di Selenis. La ragazzina si
ritrovò improvvisamente in mezzo a macerie fumanti; davanti
a
lei, una figura inginocchiata fissava il cielo che albeggiava.
"Regna bene, giovane re" la sentì mormorare al vento.
Subito dopo,
il volto di Nyx tornò a fissarla, questa volta leggermente
preoccupato.
-
Stai
bene? – domandò un po’ incerto, e
Selenis si accorse che la
stava tenendo saldamente per un braccio.
-
Sì…- balbettò lei un
po’ spaesata
– sarà meglio andare – aggiunse,
lasciando
l’appoggio offertole e recuperando le redini del Chocobo.
Con una
certa reticenza,
la principessa lasciò il comando dell’animale a
Nyx, che
non volle saperne di fare da passeggero.
-
Sei originaria di Insomnia? –
La domanda
arrivò
alle orecchie della ragazzina leggermente attutita dall’ampia
schiena del ragazzo. Selenis si teneva ben stretta a lui, non tanto per
la forte velocità, quanto più per la scarsa
dimestichezza
che il giovane sembrava avere con la cavalcatura.
-
Sì, e tu? – gli chiese di rimando lei.
-
No, vengo da fuori, da Galad – replicò
il ragazzo.
-
Perché mai sei venuto ad arruolarti qui? Non
c’era un comando nella tua città? –
-
Sì, ma sono qui per altre ragioni –
-
E sarebbero? –
Nyx
voltò appena la testa per guardare con la coda
dell’occhio la sua passeggera.
-
Sicura di avere solo undici anni? –
domandò il giovane con un ghigno.
-
Sicuro di saper cavalcare un Chocobo? –
ribattè
lei, voltandogli la testa a forza perché tornasse a fissare
la strada e facendolo scoppiare in una sonora risata.
-
Touchè – replicò lui
– se riesco ad entrare nei
Kingsglave potrei finalmente chiedere il trasferimento per la mia
famiglia – spiegò tornando serio.
-
Butta così male fuori dai confini? –
chiese Selenis preoccupata.
-
La
situazione di sicuro non sta migliorando – replicò
Nyx
stringendo involontariamente le redini di cuoio.
-
Capisco… - mormorò la ragazzina
– aspetta,
hai detto nei Kingsglave? – esclamò d’un
tratto.
-
Sì, perché? –
-
No, niente! – si affrettò a dire Selenis
Ottimo…
doveva essere beccata proprio da un cadetto dei Kingsglave! Il karma
aveva uno strano senso dell’umorismo.
-
Te
l’hanno insegnato all’addestramento a sparire?
–
domandò la principessa per cambiare discorso.
-
Sparire? – Nyx era confuso.
-
Ma sì, prima sul Chocobo. Sei scomparso e poi sei
riapparso davanti a me – spiegò lei.
-
Ahhh
quello! – rise il ragazzo afferrando cosa volesse dire
– si
chiama proiezione, è un tipo di magia che ci viene concessa
dal
Re – spiegò sopra l’ululato del vento
– basta
che io lanci uno dei Kukri che ho con me e posso teletrasportarmi
assieme a lui, ovunque arrivi –
-
Voglio farlo anch’io! –
esclamò Selenis entusiasta.
Ora che ci
pensava, ne
aveva sentito parlare, di quel potere che solo chi faceva parte della
famiglia reale poteva usare. Chissà se anche lei un giorno
ci
sarebbe riuscita.
-
Magari quando sei più grande –
replicò Nyx.
-
Antipatico.. – sbuffò Selenis
– fermo, ci siamo! –
Il cadetto
fermò il Chocobo, restando a fissare perplesso una comune
prateria punteggiata di giallo.
-
Ma… non c’è niente qui
– osservò mentre la ragazzina scendeva.
-
C’è quello di cui ho bisogno –
rispose lei correndo verso una delle chiazze colorate.
Il ragazzo
la
guardò chinarsi su di essa e trafficarci per un attimo,
prima di
tornare da lui con un grande mazzo di fiori.
-
Vuoi
dirmi che hai fatto tutto questo casino per venire a raccogliere dei
fiori? – domandò incredulo.
-
Si
trovano solo in questo punto e per me non sono dei semplici fiori
– ribattè lei lasciandosi aiutare per risalire sul
pennuto – erano i preferiti di mia madre –
aggiunse.
-
Ho capito – rispose semplicemente Nyx prima di
spronare di nuovo il Chocobo.
Selenis
appoggiò
la fronte sulla schiena del ragazzo, reggendo i fiori e proteggendoli
dal vento. Forse il fatto di aver incontrato Nyx non era stato un male,
anzi, era davvero felice di averlo conosciuto. Sembrava un ragazzo per
bene, forse un pò ingenuo visto come si era lasciato
raggirare,
ma nonostante non sapesse spiegarsi il perche, Selenis era
più
che sicura che sarebbe riuscito ad entrare nei Kingsglave.
Quando
raggiunsero
nuovamente il confine, dopo il breve tragitto di ritorno, ad attenderli
c'era una "leggera" confusione.
-
Che sta succedendo? – si interrogò il
ragazzo guardando il concitato via vai di soldati.
-
Nyx! –
Il giovane
si voltò verso un altro cadetto che gli si stava facendo
incontro di gran carriera.
-
Dove
diavolo sei stato!? – gli gridò contro quello
– Oh cazzo!
– aggiunse un secondo dopo vedendo chi c'era seduto dietro
l'amico.
-
Libertus, modera il linguaggio – lo
rimproverò Nyx scendendo dal Chocobo.
-
Mi
spieghi come diamine hai fatto a trovarla?! –
esclamò l'altro
guardando Selenis smontare – sono ore che la stiamo cercando
e tu
arrivi così, bel bello, portandotela dietro! –
aggiunse
scuotendo la testa.
-
Mi spieghi di cosa stai parlando? – chiese Nyx
senza capire.
-
Della
figlia del comandante Revis! - rispose Libertus, alzando gli occhi al
cielo sotto la visiera dell'elmo.
-
Cosa!? – esclamò il cadetto, voltandosi
a
fissare Selenis che lo guardò con un sorriso di scuse.
Il ragazzo
stava per riaprire bocca, quando una voce alle loro spalle si
levò sopra l’agitazione dei soldati.
-
Selenis! –
L’interpellata
buttò un’occhiata oltre la figura di Nyx, vedendo
suo padre
farsi loro incontro a passo sostenuto.
-
Oggi mi uccide… - mormorò la ragazzina.
Non appena
il comandante
si fu avvicinato, sia Nyx che Libertus scattarono
sull’attenti.
Revis li guardò a malapena, concentrato com’era a
fulminare la figlia con lo sguardo.
-
Sei totalmente impazzita!? – l'aggredì
piantandolesi davanti.
Selenis non
rispose, né retrocedette, limitandosi a nascondere dietro la
schiena il suo bottino.
-
Ti
vieto di fare una singola cosa e tu cosa fai? T’imbarchi
clandestinamente su di un camion per passare la frontiera e in aggiunta
rubi un Chocobo!! – proseguì l’uomo
furente.
La ragazzina
continuò a restare zitta. Si sentiva in colpa e si sentiva
in
colpa anche per Nyx, che la guardava con le sopracciglia contratte.
-
Ho
già mille preoccupazioni su come tenere al sicuro questa
città, ma speravo che mia figlia mi evitasse tutto questo!
– continuò Revis abbassando appena il tono.
-
Signore, se posso…-
L’uomo
si voltò a fissare Nyx, realizzando solo in quel momento
l’esistenza dei due cadetti.
-
Ulrich, sei stato tu a trovare mia figlia? – gli
domandò.
Revis
conosceva bene quel
soldato, era un ragazzo volenteroso e ligio al dovere, anche se ogni
tanto si rivelava una testa calda.
-
Non
sapevo che lo fosse, ma sì, sono stato io –
rispose il
giovane – però sono convinto che ci sia una
ragione se sua
figlia ha fatto quello che ha fatto – disse – anche
se
è stata un’azione totalmente sconsiderata
– si
affrettò ad aggiungere vedendo lo sguardo tagliente con cui
il
comandante lo aveva guardato.
-
E sarebbe? – chiese Revis, voltandosi verso la
figlia che proseguiva nel suo mutismo.
Selenis
guardò Nyx alzare le sopracciglia come a dirle:
“Su! Non farmi fare la figura del fesso!”
Quindi con
una certa
riluttanza, la ragazzina portò avanti le mani che
stringevano un
mazzo di piccoli fiori gialli a grappolo aggrappati ad uno stelo
sottile. Non
appena lo sguardo di
Revis vi si posò sopra, capì tutto. Con
stanchezza si
portò una mano al viso, pinzandosi la radice del naso tra il
pollice e l’indice.
-
È domani vero? – chiese.
-
Sì – si limitò a rispondere
Selenis abbassando lo sguardo.
Erano ormai
cinque anni che Magnolia se n’era andata, e proprio domani
ricorreva la data della sua scomparsa.
Revis
sospirò, chinandosi a guardare la figlia negli occhi umidi e
mettendole le mani sulle spalle.
-
Selis, io capisco il tuo gesto, dico davvero – le
disse con
tono pacato – ma hai fatto preoccupare tutti: me, tuo zio e
perfino Noctis. Era disperato perché non ti trovavamo
– le
spiegò – la mamma manca anche a me e sono certo
che sarebbe
impazzita dall’ansia come noi. Per cui, ti prego di non
uscire
mai più da Insomnia, a meno che tu non venga accompagnata
– la redarguì.
Selis
annuì, stringendo un po’ di più il
mazzo che teneva tra le mani.
-
Sai?
Penso di conoscere una magia che li manterrà belli per un
bel
po’ di tempo. Se vuoi te la insegno – le propose
l'uomo
con un sorriso.
-
Mi
piacerebbe papà – replicò la ragazzina
asciugandosi
gli occhi con il dorso della mano.
-
Bene
– assentì lui alzandosi – ti ringrazio
per averla
riportata a casa sana e salva – disse poi rivolto a Nyx.
-
Dovere signore – rispose il ragazzo.
-
Forza, torniamo a palazzo – disse Revis
incamminandosi.
La ragazzina
lo seguì, fermandosi solo un breve istante a salutare il
cadetto.
-
Mi
dispiace di averti coinvolto – esordì –
non volevo
farlo, ti ringrazio davvero – aggiunse.
-
È stato un pomeriggio movimentato, ma piacevole
–
rispose Nyx divertito – mi raccomando di non farlo
più
– la ammonì.
-
Certo
– asserì Selenis – pensi che potremo
rivederci?
Vorrei che m’insegnassi a proiettarmi prima o poi –
disse.
-
Sarò in giro per un po’, quindi
l’occasione
magari la troveremo – affermò Nyx con una
strizzatina
d’occhio.
Selenis si
mise a ridere e dopo aver salutato i due cadetti, corse dietro al
padre.
Quella non
fu certamente l’ultima volta che le strade di Nyx Ulrich e di
Selenis Lucis Caelum s’incrociarono.
Campeggio dell'autrice:
Salve a tutti e ben tornati ^^
Questo flashback, citato da Regis nel prologo, voleva dare una prima
spolverata del carattere di Selenis, perchè seppur con
qualche
cambiamento che verrà portato dalla sua crescita nel corso
della
storia, alcune cose resteranno le stesse (testardaggine inclusa). Il
rapporto con suo padre è difficile, ma non allo stesso modo
di
Noctis e sarà possibile vederlo più avanti. Non
so se la
scelta di introdurre per primo Nyx vi sia piaciuta, ma per me lui
è stato l'anticipo di quella che sarebbe stata tutta la saga
e
ci sono particolarmente legata. Come personaggio mi è
piaciuto
fin da subito e niente, volevo inserirlo xD
Faccio solo una precisazione, ogni tanto mi prenderò qualche
licenza poetica, come quella di aver alzato l'età di Ignis,
ma
mi serve per portare avanti la trama quindi perdonatemi.
Magari qualcuno di voi ha notato il piccolo cameo, tratto da un altro
episodio della saga, che ho inserito... Non escludo di farne altri in
futuro ;)
Non mi resta che rinnovarvi il prossimo appuntamento per
venerdì prossimo!
Grazie di cuore a tutti
i lettori.
Un abbraccio,
Marta
|
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Capitolo 3 *** 2. Lucciole e Deamons ***
3
Insomnia,
capitale regia del regno di Lucis, presente.
Palazzo
reale.
Ignis Stupeo
Scientia,
nel suo impeccabile completo nonostante la giovane età,
percorreva uno dei tanti immensi corridoi del palazzo reale tenendo
sotto braccio un plico di documenti che doveva consegnare al concilio.
Ormai
conosceva quel
luogo come le sue tasche, erano anni che ci lavorava, ovvero da quando
era stato designato come supporto e sostegno del giovane principe
Noctis. Il suo compito poteva, in apparenza, sembrare quello di un
semplice tutto
fare, ma ricopriva un ruolo ben più importante. In un futuro
non
troppo lontano, sarebbe infatti diventato il consigliere e lo stratega
dell'erede al trono. Era con quello scopo che si alzava ogni mattina e
si impegnava con tutte le sue forze per essere di aiuto a Noctis, che
ormai considerava come un fratello. Ignis era sicuramente avvantaggiato
nel suo compito dalla compostezza che riusciva a mantenere in ogni
situazione e da un acume sbalorditivo per i suoi tredici anni.
Ma per
quanto
potesse essere accorto, nulla gli avrebbe potuto impedire di venire
travolto. Nel senso letterale del termine.
Si
apprestava a girare
l'angolo, quando qualcosa gli arrivò addosso facendogli
volare
di mano i documenti, che si alzarono nell’aria per ricadere
in
una cascata di fogli assieme ai suoi occhiali.
-
Per Ramuh!!! – esclamò chi gli era
venuto addosso – Scusami Iggy! -
-
Selis, non credo di dover essere io a dirti di non correre
per i
corridoi – sospirò il ragazzo afferrando gli
occhiali che
gli venivano porsi.
-
Hai ragione, perdonami – disse la ragazza
aiutandolo a recuperare i fogli sparsi sul pavimento.
-
Dov’è che stavi andando con tutta questa
urgenza?
– domandò sollevando gli occhi su di lei.
Rispetto a
due anni prima,
Selenis si era fatta crescere i capelli, che ora teneva lunghi fino
alle scapole con una corta frangia a sfiorarle le sopracciglia. Ignis,
che la conosceva bene quando Noctis, ormai non si stupiva
più di
nulla.
-
Cercavo Noct – rispose lei incamminandosi al fianco
del
ragazzo – Tra l'altro sai dove può essere?
–
-
È nella sala ricreativa – rispose pronto
Ignis
tirando fuori una piccola agenda fittamente scritta – sta
seguendo la lezione di storia – aggiunse.
-
Tu sei fin troppo preciso – replicò la
ragazza con un sorriso divertito.
-
È il mio lavoro – replicò lui
–
dovrebbe finire tra non molto, ma ha un altro impegno subito dopo
– la avvisò.
-
Qualsiasi cosa sia la puoi cancellare dalla tua agenda mio
caro – ribattè Selis.
-
In che senso? –
Ignis si
fermò in mezzo al corridoio fissandola confuso.
-
Io e Noct andiamo in gita – rispose lei facendogli
l’occhiolino.
-
In
gita? Non ne sapevo nulla – replicò il ragazzo
spaesato
– Aspetta, sei riuscita a farti dare il permesso dal Re?
–
Il gran
sorriso che la giovane gli rivolse era più esplicativo di
qualsiasi parola.
Erano secoli
che Selenis
si lamentava del fatto che voleva portare il principe fuori da Insomnia
almeno per una volta.
-
Stavo giusto andando a dargli la notizia. –
spiegò la ragazzina.
-
Non sono stato avvisato.. – mormorò
Ignis con disappunto.
Nella sua
mente stava già spostando tutti gli impegni di Noctis che si
ricordava a memoria.
-
Eddai
Iggy! Sii almeno contento, no? – lo rimproverò
Selenis
dandogli una piccola spinta sulla spalla.
-
Lo
sono Selis, anche io ho notato che Noct ultimamente è un
po’ giù di corda. Sicuramente gli farà
molto
piacere – rispose il ragazzo sorridendo.
-
Non vedo l’ora! – replicò la
giovane.
-
Davvero? –
Questa volta
fu Selenis a fermarsi per guardarlo. Ignis fece ancora un paio di passi
e poi si voltò verso di lei.
-
Capisco quando c’è qualcosa che non va..
ci
conosciamo da troppo – disse semplicemente il ragazzo
rispondendo
alla domanda inespressa della principessa.
-
Non..
non è niente in realtà –
ribattè lei
tirandosi una ciocca dei capelli serici.
-
Non
sarà niente, ma basta a turbarti –
replicò il
giovane avvicinandosi – hai fatto altri sogni? -
Ignis
all’apparenza
poteva sembrare piuttosto rigido, ma Selenis
sapeva essere l’esatto opposto; era sempre il primo ad
accorgersi
se qualcosa non andava in lei ed era l’unico a sapere dei
suoi
sogni.
-
Sì – ammise finalmente la ragazza
– ma non
ricordo cosa ho visto.. mi resta solo questa sensazione di disagio
addosso – aggiunse frustrata.
-
Forse ne dovresti parlare con tuo padre – propose
lui.
-
Iggy
ti prego, ne abbiamo già discusso –
replicò Selenis
alzando gli occhi al cielo – non lo farò
preoccupare solo
per questi.. questi sogni! – disse, virgolettando
l’aria
davanti a sè.
-
Come preferisce Sua Grazia – la canzonò
il giovane.
-
Sarà meglio che raggiunga Noct – si
congedò
allora Selenis prendendo il corridoio opposto a quello di Ignis
–
potresti venire con noi, che ne dici? – propose.
-
Mi
dispiace, ma devo aspettare che il concilio finisca – il
ragazzo
declinò l’invito – mi racconterete una
volta tornati
a palazzo – aggiunse salutandola con un breve cenno della
mano.
-
Come lei desidera consigliere – ribattè
lei.
Selenis
raggiunse Noctis
appena un attimo prima che la sua lezione finisse. Come al solito,
quando la ragazza fece capolino nella sala, il bambino si
animò.
-
Ho
una bella notizia per te Noct! – esordì Selenis
salutando
con la mano l’insegnante di turno.
-
Che notizia? – domandò il principe.
-
Andiamo in gita! – annunciò lei battendo
le mani una volta.
Noctis la
guardò per un lungo momento cercando di metabolizzare quelle
parole.
-
Dici sul serio? – disse incredulo alla fine
– e mio padre cosa dice? –
-
È d’accordo; c’è
una scorta pronta che
ci aspetta nei garage e Camelia verrà con noi –
spiegò la ragazza, citando una delle cameriere che si
prendevano
cura di Noctis.
-
Non ci posso credere! – esclamò il
bambino saltando su dalla sedia sulla quale era seduto.
-
Lo zio voleva farti una sorpresa, ti ha visto un
po’ giù di corda ultimamente –
Selenis,
tenne nascosto il
fatto che fosse stata lei ad organizzare il tutto, per
un’unica
ragione. Sapeva che il rapporto tra Noctis e suo zio non era sempre un
idillio, ma sapeva anche quanto Regis amasse il figlio e quanto si
preoccupasse della sua felicità. Se poteva fare in modo che
le
cose andassero meglio tra loro due, ne sarebbe stata molto felice.
-
Verrà con noi? – domandò
speranzoso il bambino.
-
Purtroppo è impegnato con il concilio –
rispose
Selenis – Ehi! Non sei contento di andarci con me?
– chiese
subito dopo vedendo Noctis intristirsi.
-
Certo! – assentì il principe.
- Allora corri a prepararti che si va - gli
strizzò l'occhio la cugina.
Nel giro di
un’ora,
il convoglio composto da tre auto di scorta, partì da
Insomnia
diretto verso il vicino lago di Larin. Nonostante più volte
il giovane principe avesse chiesto la loro destinazione, Selenis era
stata più che ligia nel nascondergliela, e comunque, come
suo
solito, il bambino si addormentò nel giro di qualche
istante. Si
risvegliò solo quando il motore dell’auto venne
nuovamente spento.
-
Ehi dormiglione, è ora di scendere! – lo
canzonò la cugina tirandolo per una manica.
-
Eh? Siamo già arrivati? –
sbadigliò lui.
-
Prendo il cestino dal bagagliaio – si
offrì la loro accompagnatrice.
-
Grazie Camelia – rispose la ragazza scendendo
dall'auto.
Il grande
lago di Larin
splendeva sotto il sole di metà pomeriggio. Le sue acque
riflettevano la luce creando giochi in trasparenza, mentre le praterie
che lo circondavano, erano di un bel verde brillante puntinato qua
è là dai colori dei fiori
di campo. L’unica cosa che stonava con quel tranquillo
paesaggio, erano
gli
sporadici crateri di terra bruciata, là, dove le bombe
imperiali
erano cadute in passato.
-
Mi hai portato a vedere un lago? –
brontolò Noctis ancora intontito.
-
Non è un semplice lago –
replicò Selenis mettendosi le mani sui fianchi.
-
A me sembra proprio solo un lago –
ribattè il bambino.
-
Devi
solo aspettare che sia buio e poi vedrai. – rispose la cugina
con un sorriso enigmatico
– Nel frattempo, che ne dici se mangiamo qualcosa?
– propose
aiutando Camelia a portare le vivande.
Mentre le
guardie si
disponevano loro intorno per avere la situazione sottocontrollo, il
terzetto si accampò vicino alla sponda dello specchio
d’acqua, tirando fuori dal cestino la tovaglia e un discreto
quantitativo di cibarie.
-
È un peccato che Ignis non ci sia –
commentò Noctis addentando un panino farcito.
-
Purtroppo aveva da fare anche lui – rispose Selenis
seduta vicino a lui.
- Il signorino Ignis ha un ruolo molto
importate,
è naturale che sia occupato – osservò
Camelia
versando del tè caldo nei bicchieri.
Per un pò, il gruppetto si godette l'ottimo spuntino e
l'aria
fresca del lago. Se non fosse stato per lo spiegamento di forze che era
con loro, sarebbero potuti tranquillamente passare per una semplice
famiglia in gita.
-
Mi
piacerebbe pescare – disse d’un tratto Noctis
guardando con
interesse un gruppo di persone intente a lanciare gli ami in acqua non
distante da loro –
una volta ci ho provato con mio padre, ma è stato diverso
tempo
fa – aggiunse.
-
Temo che non siamo attrezzati per questo – rispose
dispiaciuta Camelia.
-
Forse
non noi... Aspettate qui! – esclamò Selenis,
alzandosi e
dirigendosi verso il gruppo di pescatori.
Tornò
qualche istante dopo con aria trionfante, assieme ad un uomo di mezza
età.
-
Questo signore ha detto che sarebbe felice di farci pescare
un
po’ – disse la ragazza – anche
perché io non
ho la minima idea di come si faccia – rise.
-
Non
è per nulla difficile, ci vuole solo pazienza –
rispose l’uomo mentre posava a terra la sua attrezzatura
–
Porto spesso il mio nipotino a far pratica, sarò
più che
felice di insegnare anche a voi. – aggiunse sorridendo al
principe
che ormai non stava più nulla pelle.
Pescare fu
divertente e
Noctis sembrò avere uno spiccato talento per
quell'attività. Nonostante
fosse passato del tempo dall'ultima volta, riusciva a lanciare l'amo in
acqua con una scioltezza che gli valse parecchi complimenti da parte
del suo improvvisato maestro. Sfortunatamente i pesci furono
più
furbi dei due Lucis e neppure uno di loro abboccò al loro
amo.
-
Temo
che la pesca non faccia per me – commentò la
ragazza
stiracchiandosi dopo che ebbero salutato il pescatore.
-
Solo perché fai troppo baccano – la
rimbeccò Noctis.
-
È noioso stare in silenzio –
ribattè lei
storcendo il naso – ma almeno è quasi sera, la tua
sorpresa non tarderà ad arrivare
– aggiunse con un sorriso sornione.
Il sole era
ormai calato
all’orizzonte e nel cielo sopravviveva solo una striscia
dorata
verso ovest. Lo scintillio del lago si era attenuato e ora la sua
superficie risultava solcata da un intrico di ombre in movimento. Il
frinire delle
cicale riempiva l’aria, mentre una brezza leggera calava dai
monti a
nord facendo frusciare l'erba nelle praterie.
-
E dov’è questa sorpresa? Io non vedo
niente –
domandò curioso il principe guardandosi attorno.
-
Osserva bene le sponde del lago e aspetta – gli
consigliò sua cugina.
Il bambino
fece come gli
era stato detto, restando impalato a guardare con attenzione il
bagnasciuga. Passarono diversi minuti, senza che però niente
accadesse... Noctis
stava quasi per lamentarsi di nuovo con Selenis, quando un luccichio
intermittente illuminò all’improvviso
l’oscurità.
Ben presto a
quel primo bagliore, ne seguirono decine e decine di altri,
finchè l’intero lago non ne fu pieno.
-
Sono lucciole! - esclamò Noctis con gli occhi
sgranati.
-
Esatto! Sono sicura che dal vivo non le avevi mai viste
– replicò la ragazza.
-
No... Grazie Selis! –
Il principe
la
guardò con gli occhi luccicanti di felicità e
alla
giovane si scaldò il cuore: finalmente rivedeva il vecchio
Noct.
Il bambino
si
divertì un mondo ad osservare da vicino quegli strani
insetti,
chiudendoli all’interno delle proprie mani per poi lasciarli
liberi di riunirsi ai propri simili. Purtroppo però, il
tempo a loro
disposizione finì in fretta e fu ora di tornare a Palazzo.
-
Allora? Ti sono piaciute? – domandò
Selenis seduta di
fianco a Noctis sul comodo sedile di pelle della berlina.
-
Molto
– rispose il cugino – avrei dovuto portare una
bottiglia
– aggiunse prima di sbadigliare sonoramente.
-
Sono
sicura che suo padre sarà contento di sapere
cos’ha fatto
oggi principe Noctis – commentò Camelia
– è
un peccato che non sia potuto venire –
-
Non fa nulla – replicò il bambino molto
caustico.
Selenis,
fiutato il
pericolo, stava per cambiare
discorso quando la macchina che li precedeva esplose. Il boato
fu
assordante e la vettura sulla quale viaggiavano inchiodò
all'istante. Le fiamme che si
levavano alte dalla carcassa
dell’automobile, illuminarono i volti atterriti dei
passeggeri.
- Cosa succede? - esclamò la
principessa guardando fuori.
-
Restate qui, vado a dare un’occhiata –
disse una delle due guardie.
-
Aspetta... – la bloccò l’altra
osservando meglio l’incendio.
Anche
Selenis stava
fissando le fiamme; le era sembrato di vederci qualcosa all'interno, ma
era semplicemente impossibile... non ci poteva essere niente
lì
fuori... vero?
Se n'era quasi convinta, quando una figura
possente si levò nel cielo. I guizzi intermittenti del fuoco
illuminarono il responsabile di quel disastro.
Il profilo
di un Lamia
si stagliò in mezzo al fumo nero. Selenis non li
aveva
mai visti dal vivo, ma c’erano delle illustrazioni su un
bestiario contenuto nella biblioteca a palazzo; il suo libro preferito.
La Lamia
era un mostro dal corpo di serpente e dal torso di donna,
aveva otto braccia e ognuna di esse
impugnava una spada. Era semplicemente
terrificante e, cosa ancora peggiore, era fuori dalla portata delle
guardie che li accompagnavano.
-
Dobbiamo uscire da qui!! – esclamò
all'improvviso la
principessa, rivolgendosi a Camelia e afferrando Noctis per un
braccio.
Proprio
mentre apriva la
portiera, con uno schianto i vetri anteriori della vettura andarono in
frantumi fra
le urla delle due guardie. Selenis non si fermò a guardare;
non ne
aveva il tempo e non voleva nemmeno farlo. Tenendo Noctis per mano si
lanciò fuori dall’auto, mentre Camelia teneva il
principe
per l’altro braccio.
-
Ci ucciderà! – gridò il
bambino in preda al panico.
La
ragazzina non
ebbe la forza di rispondergli, perché onestamente non poteva
contraddirlo. Con loro non avevano armi e anche se le avessero avute,
dubitava avrebbero potuto fare qualcosa. L’unica cosa che
poteva fare, era correre il più
velocemente possibile lontano da lì.
Cosa che fece... finchè un sibilò non si
levò sopra di loro.
L'unica cosa
che la
ragazzina
avvertì, fu il rumore della sua giacca che si lacerava.
Selenis
perse la presa sulla mano di Noctis, mentre Camelia lanciò
un
grido che presto si trasformò in un gorgoglio
indistinto. La principessa si sentì sbalzare in avanti e di
riflesso portò le mani in avanti per proteggersi
dalla
caduta. Nonostante questo, battè il viso sul terreno
duro e il sangue iniziò a colarle tra le labbra. Un dolore
sordo le martellò in testa, ma la sua
mente rimase lucida quel che bastava perché riuscisse a
rimettersi carponi.
Si
voltò indietro
e vide Camelia e Noctis a terra; la donna non si muoveva mentre sotto
di lei una pozza rossa si allargava velocemente. A sovrastarli
c’era la Lamia,
che con la testa reclinata da una parte, li studiava.
Facendo leva
sui palmi scorticati, la principessa si rimise in piedi raggiungendo i
due feriti. Una sola occhiata
bastò a farle capire che per Camelia non c’era
più
nulla da fare; Noctis invece sembrava vigile, ma guardava come
ipnotizzato il mostro.
-
Noct dobbiamo andare! – gridò Selenis
cercando di far alzare il bambino – Forza! –
Il giovane
principe
non sembrava neppure sentirla; continuava a fissare davanti a
sé, con la bocca leggermente schiusa e gli occhi grandi
dallo shock. Selis
si girò a
fissare la Lamia;
la bocca del mostro era aperta in un ghigno feroce e sembrava
pregustare la nuova carneficina. L'essere levò in alto una
delle
proprie spade, e in quel momento Selenis capì che per loro
era
finita. Smise
di tentare di portare via Noctis e si chinò su di lui. Per la prima volta,
Selenis si sentì impotente oltre che spaventata... ed era un
sentimento
così forte da farle mancare il respiro.
" Se solo fossi più forte!" pensò mentre
stringeva fra le braccia il cugino "Se solo avessi ascoltato mio
padre!"
La ragazzina chiuse gli occhi sentendo il rumore inconfondibile
dell'aria che veniva fenduta da una lama, ma il colpo non
arrivò mai...
-
Selenis! –
Spaesata la
ragazza riaprì gli occhi. Suo padre stava correndo verso di
lei assieme ad un gruppo di guardie. Revis pareva invecchiato
di dieci anni per la paura, mentre si chinava sulla figlia per
controllare le sue condizioni.
-
Come stai? – le domandò.
Selenis si
limitò a fissarlo instupidita.
- Selenis, ci siamo noi adesso non preoccuparti..
- aggiunse l'uomo mentre con gentilezza la faceva
scostare dal cugino che venne subito preso sotto le cure dei medici.
Visto il continuo mutismo della figlia, Revis le prese il volto tra le
mani. La polvere le striava la pelle e le velava i capelli bianchi,
mentre il labbro superiore, tagliato di netto, perdeva ancora sangue
imbrattandole la maglietta che aveva indosso.
L’uomo la fece voltare per assicurarsi che non avesse altre
ferite. Sotto la giacca lacerata la pelle era appena incisa, per
fortuna nulla di
preoccupante.
-
Se
sono non lo avessi portato qui... – mormorò
finalmente la ragazzina spersa.
Revis stava per dirle qualcosa, quando l'attenzione di entrambi fu
attirata dall'esclamazione angosciata di Regis. Il Re, dopo essere
riuscito ad allontanare la Lamia,
si era precipitato dal figlio e ora
sostava in ginocchio vicino a lui.
- Noct!! - lo chiamò nuovamente l'uomo.
Quel nome,
implorato
dalle labbra dello zio, risuonò dolorosamente nella testa di
Selenis. Senza ascoltare il
consiglio del paramedico che le consigliava di farsi visitare, la
ragazzina guardò con apprensione il cugino sdraiato a terra,
fissare il cielo senza
rispondere ai richiami disperati del padre. Sopraffatta
da tutto
quello, Selenis si mise le mani sulle orecchie, e piegandosi su
sé stessa si chiuse in un mondo fatto di ombre e ricordi.
**
Insomnia,
capitale regia del regno di Lucis, qualche mese prima.
Vie della città.
Selenis
aprì
l’ombrello che si era portata dietro per pura precauzione,
sistemandosi meglio la custodia sulla spalla. La giornata
era gradatamente peggiorata, partendo da un cielo coperto di nubi che
non facevano presagire nulla di male, ad un vero e proprio acquazzone.
La ragazza aveva appena terminato il corso di musica pomeridiano e si
apprestava a
tornare a
casa. Lei e suo padre, a discapito di quello che pensavano tutti, non
abitavano a Palazzo, ma in una casa nel pieno centro della
capitale. Era stata volontà di sua madre quella di restare
ad
abitare
lì; lei non era di nobili origini e la vita di "corte" le
era
sempre
stata un po’ stretta. A Selenis la scelta non dispiaceva per
niente; il Palazzo reale era sì un edificio meraviglioso, ma
la
faceva sentire come un uccello in gabbia.
La giovane
prese quindi per la
solita strada, che tagliava fuori il traffico intenso delle vie
principali ed arrivava a costeggiare uno dei fiumi che attraversavano
la città. Era una via frequentata per lo più da
pensionati a passeggio, mamme con bambini o ragazzini che portavano a
spasso il cane.
Quel giorno però c’era molta meno gente in giro,
complice il clima che di sicuro
non invogliava ad andare a fare due passi.
Per questo fu non poco stupita
di vedere una figura procedere di corsa nella sua direzione. Quando fu
più vicino, Selenis vide che era un ragazzino
coperto da una mantella trasparente. A dirla tutta le sembrava anche di
conoscerlo...
Era intenta
a fissarlo con maggiore attenzione, quando il ragazzino mise un piede
in fallo, cadendo a
terra e ruzzolando giù dal breve pendio erboso che portava
alle
sponde del fiume.
La
principessa, con un esclamazione
poco elegante (che le sarebbe valsa un bel rimprovero da parte di
Ignis), si
lanciò a soccorrere il malcapitato.
-
Ehi! Tutto bene? – chiese quando gli si
fu avvicinata.
-
Penso... di sì – farfugliò
lui mettendosi seduto.
-
Ma sei tu! – esclamò allora Selenis
riconoscendolo.
Il ragazzino
alzò
lo sguardo sulla sua soccorritrice. Gli occhi azzurri, appena velati
dagli occhiali che indossava, si aprirono dallo stupore.
Anche lui
aveva già visto
quella ragazza, più volte a dirla tutta; la incontrava
sempre
quando tornava a casa. Lei gli sorrideva e gli augurava una buona
giornata e il loro rito si fermava lì, ma al ragazzino aveva
sempre fatto piacere che una bella ragazza (più grande di
lui per giunta)
gli si rivolgesse con tanta cortesia.
-
Guarda, ti sanguina il gomito! – disse lei,
afferrandogli il polso per vedere meglio.
-
Oh,
non è niente – minimizzò lui
guardandosi la pelle
scorticata – sono inciampato – aggiunse con un
sorriso
imbarazzato.
-
Ho
cambiato borsa e non ho nemmeno dietro il disinfettante –
replicò la ragazza arricciando il naso con disappunto.
-
Non
si deve preoccupare signorina, quando arrivo a casa faccio da solo
– si affrettò a dire il ragazzino.
-
Signorina? – esclamò Selenis spalancando
gli occhi
– Per carità! Chiamami Selis! – rise
lei.
-
Va.. va bene – acconsentì lui.
-
E tu sei? – gli chiese mentre lo aiutava ad
alzarsi.
-
Oh sì, scusami! Prompto, Prompto Argentum
– si presentò, tendendole
la mano con un sorriso che si trasformò ben presto in una
smorfia di dolore.
-
Insisto per poterti medicare – disse Selenis con un
tono che non ammetteva repliche
– Abiti lontano? – gli domandò.
-
No, ad appena un paio di isolati da qui – rispose
Prompto.
-
Allora andiamo, ti accompagno – affermò
incamminandosi con lui.
Nel
frattempo
l’acquazzone si era fortunatamente calmato, permettendo alla
ragazza di ritirare
l’ombrello e di godersi qualche timido raggio di sole
primaverile.
-
Sei appassionato di fotografia? –
Prompto
alzò lo sguardo sulla sua accompagnatrice, ancora un
po’ stordito per quello strano incontro.
-
Ah? Sì – rispose, seguendo lo sguardo di
Selenis che era puntato
sulla macchina fotografica appesa alla cintura – Soprattutto
di animali – aggiunse illuminandosi.
-
Io
adoro i gatti – gli confessò la ragazza
– ma mio
padre è allergico – sospirò alzando gli
occhi al cielo.
-
Anche
a me piacciono, però non saprei dire se i gatti sono i miei
preferiti
– replicò il ragazzino meditabondo –
Siamo arrivati –
Prompto si
fermò
davanti ad un’anonima villetta di periferia, aprì
la porta
e la tenne spalancata per fare entrare la sua ospite.
-
I
tuoi non sono in casa? – domandò Selenis mentre si
toglieva
le scarpe e appoggiava l’ombrello nell’apposito
vaso.
-
No
– rispose Prompto mentre accendeva le luci –
rientrano
sempre la sera tardi – spiegò facendola accomodare
–
un attimo che vado a prendere la cassetta del pronto soccorso.
–
aggiunse sparendo in una stanza e lasciando la principessa in salotto.
La ragazza
si
guardò attorno; la casa era accogliente, ma vuota. Si vedeva
che
i suoi proprietari erano spesso fuori. Sulla libreria della sala,
alcune foto ritraevano i
genitori di Prompto con il figlio in diverse situazioni. Nonostante la
loro assenza, dovuta molto probabilmente ad impegni di lavoro, si
capiva che comunque erano una famiglia felice e che Prompto era
amato.
Selenis sorrise nel vedere
quella quotidianità che un po’ aveva sempre
invidiato
nelle altre persone. In
tutta sincerità, doveva però ammettere che la sua
situazione era molto più semplice rispetto a quella di
Noctis;
il suo viso e la carica di suo padre
erano meno importanti e quindi godeva di un po’
più di
libertà rispetto al cugino.
-
Eccomi –
Prompto
ricomparve nella
stanza con la cassetta del pronto soccorso in mano. La ragazza lo fece
quindi sedere e iniziò a medicargli la sbucciatura.
-
Posso
chiedere come mai correvi con questo tempo? – gli
domandò
Selenis mentre lo disinfettava.
-
Sto cercando di perdere peso – rispose il ragazzino
leggermente imbarazzato.
-
Stai cercando di fare colpo su qualcuno? –
scherzò la giovane.
-
Sì, cioè, non proprio –
esclamò
Prompto agitato
– vedi, c’è un bambino nella mia
scuola.. –
raccontò mentre Selenis gli applicava del cicatrizzante
–
che a dirla tutta è il principe Noctis –
Selenis
alzò lo sguardo dal suo lavoro, decisamente stupita di
sentire nominare il cugino.
-
Qualche tempo fa ho trovato per strada un cagnolino ferito
–
continuò Prompto senza fare caso al cambiamento
d’espressione della giovane – l’ho curato
e me ne
sono preso cura per un pò, ma poi è sparito
–
spiegò – qualche giorno dopo mi
è arrivata
una lettera da una ragazza, Lunafreya –
La
principessa fu ancora
più stupita nel sentire il nome di Luna, anche se... ora che
ci
pensava in una delle sue lettere le aveva raccontato di aver smarrito
Pryna...
-
Nella
lettera mi ringraziava per aver ritrovato il suo cucciolo e mi pregava
di essere un buon amico per il principe. Credo abbia pensato che lo
conoscessi o che fossimo compagni di classe –
proseguì il
ragazzino – ma in realtà non ci ho mai parlato...
- ammise
- dopo aver ricevuto la lettera ci ho provato, solo
che… -
Prompto si
interruppe abbassando gli occhi.
-
Solo che? – lo incoraggiò Selenis
finendo di mettergli un bel cerotto sul gomito.
-
Solo
che non posso essere suo amico... così! –
confessò
allargando le braccia per indicare sé stesso e il suo fisico
– voglio poter essere all’altezza dell'amicizia del
principe di Lucis – aggiunse con decisione.
-
E così hai deciso di allenarti –
La ragazzina
sorrise. Quel bambino paffutello era tutto tranne che demotivato, e la
giovane
sperò con tutto il cuore che diventasse davvero un buon
amico
per Noctis; ne aveva un gran bisogno…
-
Esatto! – rispose Prompto – ma sono
ancora ben lontano
dal mio obbiettivo. – mormorò un po’
abbattuto sistemandosi meglio la maglietta sulla pancia prominente.
-
Se avrai costanza vedrai che niente sarà
impossibile – lo incoraggiò la ragazza.
-
Hai
ragione! – concordò lui annuendo – A
proposito, non
è mi sai dare qualche consiglio per correre meglio?
– le
chiese
speranzoso.
-
Umh –
La
principessa lo guardò da capo a piedi.
-
A
parte allenarti tutti i giorni, ti posso solo dire una cosa...
–
affermò – che hai bisogno di un paio di scarpe
nuove e che
siano
adatte alla corsa. Non mi stupisce che tu sia inciampato –
commentò alzando un sopracciglio.
-
Dici? –
Prompto
abbassò lo
sguardo sulle sue scarpe da ginnastica. Effettivamente erano piuttosto
vecchiotte e la suola ormai era quasi completamente consumata.
-
Ho
deciso, vieni con me! – esclamò Selenis
dirigendosi verso
l’ingresso dell’abitazione – Ti porto a
comprarne un
paio nuovo – affermò con una strizzatina
d’occhio.
Il bambino
la guardò dapprima stupito, poi felice come non mai.
-
Va bene! - esclamò seguendola.
Un paio di
ore dopo, Selenis
e Prompto uscivano da un negozio di sport del centro città.
Il bambino
teneva in mano il suo nuovo acquisto e sembrava la persona
più
contenta di questo mondo.
-
Grazie di avermi consigliato quali prendere, non vedo
l’ora
di provarle! – esclamò gongolando.
-
È stato un piacere – replicò
Selenis –
ora però temo di dover tornare a casa – aggiunse
con
rammarico.
-
Grazie ancora del tempo che hai perso per me –
disse di
nuovo il bambino inchinandosi quanto più gli era possibile.
-
Davvero, non è nulla! Mi ha fatto piacere aiutarti
– rise Selenis – tu
però devi promettermi che diventerai amico del
principe a tutti i costi e che
ti impegnerai a questo proposito – gli disse un po’
più seriamente.
-
Certo! – affermò lui senza la minima
incertezza.
-
Allora ciao Prompto, arrivederci – lo
salutò la ragazzina.
-
Ciao Selis! A presto! – rispose lui salutandola con
la mano mentre si allontanava.
In cuor suo,
Selenis, si
augurava di rivederlo presto in compagnia di Noct. C’era
qualcosa
in quel ragazzino che la faceva ben sperare per il futuro.
Campeggio
dell'autrice:
Buon
salve e ben arrivati ^^
Visto
che il primo capitolo è stato fin troppo tranquillo..
perchè non movimentare già la storia? xD
E'
abbastanza ovvio che mi sono riallacciata agli episodi di
Brotherhood, inserendo sia la mia personale versione dell'attacco a
Noctis, che un casuale incontro con il giovane Prompto. Forse le due
vicende nello stesso capitolo possono stonare, ma ho dovuto accorparle
assieme altrimenti il capitolo relativo a Prompto sarebbe stato
decisamente troppo corto da postare singolarmente. Per ora il caro
Ignis ha fatto solo una breve comparsa, ma non preoccupatevi che
darò ampio spazio anche a lui ;)
Il
lago di Larin, citato nel capitolo, non esiste, me lo sono inventato
di sana pianta ^^" Questo perchè la qui presente storia
è
stata cominciata a settembre 2016 quando il gioco era ancora ben
lontano dal vedere la luce. Avevo comunque bisogno di un luogo nelle
immediate vicinanze di Insomnia e il primo lago disponibile sarebbe
stato a Duscae.. quindi un pò troppo lontano ^^". Il nome
del
mostro dalle sembianze di serpente l'ho preso in prestito dai primi
capitoli della saga, difatti la Lamia era un mostro comune fin da FFII.
Date
queste piccole informazioni non mi resta che salutarvi e augurarvi
buona Pasqua ^^
Grazie
mille a tutti coloro che leggono questa fic, mi fa un piacere immenso
<3
A
venerdì prossimo!
Un
abbraccio,
Marta
|
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Capitolo 4 *** 3. Senso di colpa ***
3
Selenis osservava l'oscurità premere contro il finestrino;
sembrava che il mondo lì fuori fosse finito, e un
pò era davvero così.
La principessa era stata caricata sopra un’auto differente da
quella dove
viaggiava Noctis. Il taglio sul viso le era stato curato e
aveva smesso di sanguinare, così come i palmi scorticati
delle
mani. Seppure non fosse in gravi condizioni e il dolore fosse
tollerabile, la ragazzina non riusciva lo stesso a respirare. Stretta
contro il fianco di suo padre seguiva la corsa delle vetture verso la
capitale. Nonostante si fosse lasciata il pericolo dei Deamons alle
spalle, il terrore non l’aveva ancora abbandonata, e non
bastavano le parole rassicuranti di Revis a calmarla.
Noct era
gravemente ferito, aveva perso conoscenza e non si era più
risvegliato. Non
voleva perdere suo cugino... la sola idea le risultava intollerabile e
il pensiero di essere stata lei ad averli portati
a quella situazione, la faceva quasi impazzire.
-
Selis mi stai ascoltando? –
La ragazzina
alzò lo sguardo verso il padre, che con la fronte corrugata
la osservava.
-
Quando arriveremo ad Insomnia dovrò occuparmi di
quello che è
successo. – le disse molto seriamente – Pensi di
potertela
cavare per un pò? Io tornerò appena mi
sarà possibile –
aggiunse.
-
Sì, ma certo. – rispose meccanicamente
Selenis – Fai quel che devi. –
-
Brava la mia bambina. – rispose Revis baciandole la
testa.
Qualcuno
potrebbe pensare
che fosse da egoisti lasciare la figlia da sola dopo quello che era
appena successo, ma Revis aveva delle grosse, grosse
responsabilità. Scoprire il motivo che aveva permesso ad un
Deamon di arrivare così vicino alla città, era
una
necessità impellente.
L'uomo si sentiva responsabile; dopotutto era lui a capo della prima
linea di difesa di Insomnia e quella creatura gliel’aveva
fatta
sotto il naso, con il risultato che a pagarne le conseguenze erano
stati Noctis e la sua Selis.
Il convoglio di auto, lanciato a tutta velocità,
impiegò
la metà del tempo normale per fare ritorno a Palazzo, tempo
che
sembrò lo stesso infinito. Quando le vetture si fermarono
davanti l'ingresso principale, ad attenderle c'era una squadra
di
medici. Selenis li vide circondare immediatamente la figura minuta di
Noctis, che sparì ben presto dalla sua vista assieme al Re,
inghiottito dall'entrata dell'edificio illuminato a giorno.
-
So che vorresti andare con lui - esordì Revis
osservando
lo sguardo preoccupato della figlia - ma ho bisogno che tu vada dritta
nel mio studio a riposarti; non appena avrò notizia di Noct
verrò a comunicartele – le disse.
-
Va
bene – rispose la ragazzina rivolgendogli uno sguardo
distratto -
ma adesso vai, hanno bisogno di te - aggiunse.
Il
comandante si
chinò ancora una volta a darle un bacio e poi, con uno
svolazzo
del mantello, imboccò il corridoio che portava agli
ascensori.
Selenis
rimasta sola, si
guardò intorno. Nel palazzo regnava la più totale
confusione. Nonostante fosse ormai tardi, tutti erano affaccendati e
nessuno dormiva.
In una sorta
di
stordimento, Selenis s'incamminò per i famigliari corridoi
dell'edificio; ma invece di dirigersi verso lo studio del padre,
involontariamente si diresse verso la stanza di Noctis. Una volta
raggiuntala, si fermò fuori dalla soglia con la mano posata
sul pomello della porta.
Era inutile
entrare...
suo cugino non l’avrebbe accolta come suo solito con un gran
sorriso stampato in faccia e con la richiesta di giocare pronta sulle
labbra. La principessa rimase immobile a fissare la maniglia con
sguardo assente per diverso tempo, finchè una voce non la
riscosse.
-
Selis! –
La
ragazzina
alzò lo sguardo e si voltò. Ignis era comparso
nel
corridoio, il viso segnato di preoccupazione e il fiato grosso. Era
senza cravatta e con i capelli scompigliati; probabilmente la notizia
di ciò che era successo lo aveva sorpreso quando era
già
rincasato.
-
Ti ho cercata dappertutto! – esordì
avvicinandosi.
All’improvviso,
nella mente di Selenis, tutto fu incredibilmente chiaro.
Era a palazzo,
era a casa, al sicuro, e anche se tutto quello che si ricordava era
successo per davvero e non era solo frutto di un brutto incubo,
apparteneva ormai al passato... Come se qualcuno le
avesse dato uno schiaffo in pieno volto, la giovane si riscosse dallo
stato di torpore che l’aveva colta.
-
Ignis... – mormorò guardando l'amico,
prima di
corrergli incontro e buttarsi fra le sue braccia.
Il ragazzo,
ancora
frastornato dalla situazione, si stupì di sentirla tremare
contro di lui. Selenis non era il tipo da farsi consolare.
-
Va
tutto bene, stai tranquilla – la rassicurò,
stringendola
delicatamente in un abbraccio e cercando di frenare i singhiozzi che la
scuotevano.
-
Tu
non dovresti essere qui! – esclamò invece la
ragazza
scostandosi per guardarlo in viso – Devi andare da Noct! Lui
ha… -
-
E'
stato tuo padre a mandarmi, mi ha chiesto di non lasciarti sola e non
intendo farlo – replicò il ragazzo
interrompendola.
-
Ignis…-
Selenis
tornò a
nascondere il viso nell’incavo del suo collo. Era contenta
che
lui fosse lì, era contenta che suo padre lo avesse mandato
da
lei. Si rendeva conto di essere incredibilmente egoista, ma ne era
felice.
-
Vieni, ti faccio una tazza di tè –
propose il giovane dopo un
momento, quando il pianto dell'amica si attenuò.
-
Volentieri – assentì lei con
voce roca.
Ignis la
accompagnò fino allo studio del padre, lasciandola sola il
tempo
necessario per tornare con una teiera fumante e un paio di
tazze.
-
Grazie –
Selenis
afferrò
tra le mani il bicchiere che sprigionava un intenso profumo di
bergamotto, il suo tè preferito, e si accorse solo in quel
momento di avere le dita congelate nonostante facesse tutto
fuorchè freddo. Mentre prendeva un sorso, osservò
Ignis
versarsi a sua volta una tazza, prima di prendere posto di fronte a lei
sul piccolo tavolino rotondo dalla superficie di marmo bianco.
-
Mi hanno detto che avete incontrato un Lamia, è
vero? – le domandò il ragazzo dopo qualche minuto
di silenzio.
-
È corretto – affermò Selenis.
-
Com’è possibile...? –
mormorò Ignis incredulo.
-
Non
lo so – la ragazzina scosse la testa – Eravamo
sulla strada
del ritorno, quando all’improvviso l’auto davanti a
noi
è semplicemente esplosa – raccontò
– Quel
mostro è apparso dal nulla.. – disse, osservando
come
ipnotizzata la bevanda scura vorticare nella sua tazza.
Avvertiva
ancora addosso il calore delle fiamme che l'avevano aggredita appena
fuori dall'auto.
-
Abbiamo tentato di scappare, ma ci ha raggiunto
subito..
– proseguì ancora con gli occhi bassi –
Camelia
è…- al pensiero della donna le si
formò un nodo in
gola che le mozzò il respiro – Ignis
c’era
così tanto sangue! Io… -
Le mani
presero a
tremarle così violentemente che rischiò di
scottarsi con
il tè, ma Ignis, prontamente, le tolse il bicchiere per poi
afferrarle saldamente entrambe le mani.
-
Non è colpa tua – affermò il
ragazzo con decisione.
Selenis non
ebbe il
coraggio di alzare lo sguardo, ostinandosi a fissare i polsini
immacolati della camicia dell’amico. Come al solito aveva
centrato subito il punto.
-
Guardami – la esortò allora lui
scuotendola
leggermente – non prenderti colpe che non hai – le
ripetè fissandola con i suoi occhi chiari.
-
Non avrei dovuto portarlo fuori da Insomnia, avevate
ragione.. – replicò la principessa.
-
No,
avevi ragione tu a voler tirare su di morale Noct! Quello che
è
successo è stata una tragica fatalità –
ribattè Ignis.
La ragazzina voleva convincersene, ma per ora non riusciva proprio a
sentirsi in pace con sè stessa.
– Adesso devo uscire per un istante –
proseguì Ignis, lasciandola e tirandosi in piedi.
Per un riflesso involontario, Selenis allungò una mano e gli
afferrò il braccio; poi, rendendosi conto del gesto, la
ritrasse
imbarazzata. Per una che affermava di voler diventare più
forte
quello era un pessimo inizio.
– Non ci metterò molto, tu nel frattempo
cerca di
riposare un pò – le suggerì il ragazzo
prima di
uscire.
Quando
Selenis rimase
sola, andò a sedersi sul grande divano in broccato davanti
ad
una piccola libreria stracolma di volumi. Nonostante si sentisse
spossata non voleva dormire. Ogni qual volta chiudeva gli occhi,
rivedeva quel ghigno ferino e il luccichio dell'acciaio.
Sentiva il
gorgoglio
della gola di Camelia mentre le si riempiva di sangue, soffocandola, e
il bagliore dell’incendio salire nel cielo.
Non poteva dormire anche perché voleva sapere come stesse
Noct;
il pensiero che potesse non farcela era un chiodo fisso che la riempiva
di angoscia.
-
Tu non ascolti mai i consigli –
Ignis
riapparve nella
stanza, come promesso era stato via poco più di
mezz’ora.
Si era assentato per andare a parlare prima con il comandante Revis per
aggiornarlo sulle condizioni della figlia, e poi dal Re per avere
notizie
di Noctis.
-
Come sta? –
Selis
scattò a sedere più dritta sul divano: aveva
quasi ceduto alla stanchezza.
-
E'
ancora sotto cura dei medici di corte – rispose Ignis celando
la
sua agitazione dietro un tono calmo e tranquillo –
Verrà
qualcuno ad avvisarci non appena avranno finito – aggiunse
andando a sedersi di fianco alla ragazzina.
-
Ho
pregato tutti gli Dei di cui conosco il nome, non so più che
fare... – disse Selenis passandosi una mano sul viso e
facendo
una smorfia di dolore.
Lo zigomo si
era gonfiato leggermente e il taglio al labbro e quello alla schiena,
bruciavano al minimo movimento.
-
Hai bisogno di riposo – asserì di nuovo
Ignis con tono perentorio.
-
Voglio aspettare di avere notizie –
replicò Selenis testarda.
La vicinanza
di Ignis
però, stava sciogliendo la sua tensione, e la ragazzina
finì per lasciar scivolare il capo sulla sua spalla.
-
Iggy, se Noct dovesse non farcela… - la
principessa non ebbe la forza di concludere la frase.
-
Si riprenderà – ribattè il
giovane senza quasi lasciarle finire la frase.
-
Ho avuto paura – ammise Selenis.
-
Lo so – commentò semplicemente Ignis
afferrandole la mano scorticata.
- Sono così debole...-
mormorò lei mentre
cullata dal tepore dell'amico veniva vinta dalla stanchezza,
addormentandosi.
Contrariamente
a quanto
previsto, nessuna scena terrorizzante si presentò ai suoi
occhi,
forse merito del fatto che non fosse sola. Nonostante però
il
sonno profondo, quando qualcuno la prese in braccio la sua coscienza si
riscosse quel tanto da mantenerla nel dormiveglia.
-
Grazie per averle tenuto compagnia –
La voce di
Revis arrivò alle orecchie della ragazzina piuttosto
ovattata.
-
È stato un piacere – rispose Ignis
– è
molto scossa da quello che è successo e se ne da la colpa
– aggiunse guardando la figura abbandonata tra le braccia
dell'uomo.
-
Lo
immaginavo... – sospirò il comandante –
Quest'incidente è capitato nel peggiore dei momenti
–
disse tra i denti.
-
Avete idea di come possa essere successo? –
-
No, ancora nessuna.. la Lamia
è sparita; ma abbiamo trovato un container vuoto non troppo
lontano, il che ci fa presupporre che sia stato portato lì
volutamente. – rispose Revis sistemando meglio la figlia tra
le
braccia.
-
Che
sia opera degli imperiali? – domandò Ignis
prendendosi
meditabondo il mento tra le dita.
-
Non ne ho idea, ma non mi stupirebbe – ammise
l’uomo avviandosi verso la porta dello studio.
- Questo vuol dire che sapevano che Noctis sarebbe
uscito
dalla città..- ragionò il ragazzo preoccupato
dalla sua
stessa affermazione.
- Troverò il responsabile, questo
è certo
– asserì Revis guardando il viso tumefatto della
figlia.
La
conversazione divenne improvvisamente troppo indistinta per Selenis, e
la ragazzina ripiombò nel sonno
finchè non si sentì adagiare sopra una superficie
morbida e fresca.
-
Papà? –
Revis, che
si stava
ritraendo dopo averla posata sul soffice materasso della stanza degli
ospiti, si chinò di nuovo sulla figlia che lo guardava
attraverso la fessura delle ciglia.
-
Sono qui tesoro – le rispose l’uomo.
-
Noct? –
-
Sta bene, non si è ancora svegliato ma non
è più in pericolo di vita –
-
Voglio vederlo! –
Selenis
lottò invano con la spossatezza che sembrava non volerla
lasciare.
-
Domani, ora devi riposare – la bloccò il
padre mettendole una mano sui capelli.
-
Papà? –
-
Sì? –
-
Puoi
restare qui? – mormorò la ragazzina –
sempre se non
hai da fare… - aggiunse con una punta di vergogna.
-
Certo bambina mia, resto –
In
realtà
c’erano centomila cose che avrebbe dovuto fare, ma adesso non
gli
importavano. Sua figlia aveva bisogno di lui e il regno poteva passare
in secondo piano per qualche ora.
Campeggio dell'autrice:
Salve a tutti lettori!
Scusate il ritardo nel postare il capitolo, ma l'ufficio mi ha
reclamato più del necessario oggi ^^"
Si è notato che Ignis è nella rosa dei miei
personaggi
preferiti? xD Mi piace tantissimo scrivere di lui e sono ansiosa di
farvi scoprire come il rapporto con Selenis si evolve con il passare
del tempo.
Sto cercando, piano piano, di farvi conoscere la principessa,
aggiungendo sfaccettature del suo carattere man mano che si trova ad
affrontare certe situazioni. Spero di riuscire, con il passare dei
capitoli, a farvi capire quanto lei sia legata ai suoi amici e alla sua
famiglia.
Selenis si porterà dietro il peso di questo incidente per
molto
tempo... e in qualche modo influenzerà determinate scelte
che
dovrà prendere.
Un ringraziamento particolare ai Lettori che continuano a seguirmi!
Al prossimo
venerdì!
Marta
|
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Capitolo 5 *** 4. Madeleine e preghiere ***
4
Mentre
lentamente usciva dal torpore del sonno, i ricordi
cominciarono a farsi strada nella mente di Selenis.
Quel meraviglioso momento appena prima del risveglio, quando i pensieri
sono ancora confusi e qualsiasi cosa spiacevole non è altro
che
un eco lontano, passò. Il
suono delle spire che si contraggono e l’odore del metallo
bruciato e del sangue, inondarono la coscienza sopita di Selenis come
un'onda di piena, costringendola ad aprire le palpebre di colpo.
Fissando con
occhi
sbarrati il soffitto immerso nella penombra, la ragazzina
allentò la presa delle dita sul lenzuolo fresco cercando di
calmare il respiro. Accanto a lei suo padre non c'era più,
ma sapeva che era rimasto per molto tempo dopo che si era
addormentata.
Leggermente
stordita,
Selenis si mise a sedere facendo scivolare le gambe nude oltre il bordo
del letto. Aveva addosso solo una camicia da notte leggera; suo padre
doveva avergliela fatta indossare, ma lei non se lo ricordava.
Quando si fu alzata, la prima cosa che fece fu di aprire le pesanti
tende che oscuravano le finestre. Fuori il sole era
già a metà dell’orizzonte e il giardino
del palazzo iniziava a oscurarsi. Confusa, Selenis
abbassò lo sguardo sulla sveglia appoggiata sul comodino la
quale segnava le 18.00.
Aveva
decisamente dormito
più del previsto, ma ancora non si sentiva riposata del
tutto,
anzi, il dolore alle ferite era tornato a farsi sentire; evidentemente
l'effetto degli analgesici era terminato.
La principessa si avvicinò al grande specchio che dominava
una parte della parete e si osservò.
Lo zigomo
stava
diventando di un colore bluastro, a tratti nero, mentre il taglio sul
labbro, arrossato e un po’ gonfio, era stato graffettato con
un
paio di cerotti sottili. Senza alcun dubbio le sarebbe rimasta la
cicatrice.
-
Poteva andarmi peggio – commentò con un
sorriso amaro.
Per
tentare di togliersi di dosso almeno in parte quell’aria
derelitta, cominciò a pettinarsi i capelli con la spazzola
trovata dentro
uno dei cassetti. Quel semplice movimento le
procurò una stilettata di dolore alla schiena.
Con riluttanza, Selenis alzò la camicia da notte sopra le
spalle e, voltatasi di tre quarti, si guardò.
Una striscia di cerotto imbottito le occupava una porzione di pelle che
andava da una scapola all'altra, là dove la spada della Lamia
l’aveva incisa.
Mentre si
osservava, la
figura esanime di Camelia all'improvviso le tornò alla
mente,
costringendola a strizzare le palpebre e a scuotere la testa.
Aveva
decisamente bisogno
di prendere aria e sapeva già dove andare.
Afferrò una
felpa trovata nell’armadio e si infilò i sandali
che aveva
la sera precedente. Non appena fu pronta, varcò la soglia
della
camera per ritrovarsi come al solito in uno dei labirintici corridoi
del palazzo.
Si
incamminò senza
fretta, salutando e rispondendo gentilmente alle domande su come si
sentisse da
parte del personale di corte.
Alla fine fu costretta a passare dai corridoi meno frequentati; non che
fosse contrariata dalle
attenzioni che le rivolgevano, erano tutti sinceramente preoccupati per
lei e questo le faceva piacere, ma ripetere sempre la stessa bugia di
stare bene non le piaceva.
-
Principessa Selenis –
La ragazza
si
stampò in faccia l'ennesimo sorriso di circostanza
rallentando l’andatura,
mentre incontro le si faceva il consigliere Clarus Amicitia, vecchio
compagno d'arme di Revis e Regis.
-
Buongiorno Clarus – lo salutò la
giovane,
notando alle sue spalle la presenza di un ragazzo che lo accompagnava.
-
Come stai? – le domandò il consigliere.
-
Bene… - rispose Selis – nonostante tutto
poteva andare peggio –
aggiunse la ragazzina con un mezzo sorriso, sicura che lo
stato della sua faccia
parlasse per lei.
-
Sarebbe meglio che restassi ancora a riposo – le
consigliò l’uomo.
-
In realtà volevo andare a trovare Noct –
ammise la principessa.
-
Invece dovresti ascoltare i consigli che ti vengono dati
–
Selenis
chiuse brevemente gli occhi e poi si voltò verso Ignis,
comparso in quel momento nel corridoio.
-
Consigliere – salutò
educatamente il ragazzo inchinandosi.
-
Ah Ignis, buongiorno – lo accolse Clarus.
-
Gli
altri membri la stanno aspettando nella sala del trono – lo
informò il giovane aggiustandosi gli occhiali
com’era
solito fare.
-
Meglio sbrigarsi allora – asserì
l'Amicitia – Sono comunque felice
di sapere che stai meglio. Con il tuo permesso... – la
salutò l’uomo.
-
Buon lavoro – gli augurò lei, facendosi
da parte perché potesse passare.
-
Principessa –
Selenis
incrociò
lo
sguardo del ragazzo al seguito di Clarus, sembrava più
vecchio
di lei ed era decisamente alto, con un fisico massiccio e i capelli
rasati al modello militare. A discapito però della
sua
figura minacciosa, gli occhi erano
ambrati e caldi, e il sorriso gentile. Lei rispose al saluto con un
cenno del capo mentre le passava davanti.
-
Dovevo seguire il consiglio di tuo padre e chiuderti a chiave
– sospirò Ignis non appena il Consigliere fu
sparito dalla
loro vista.
-
Lo
sai che avrei trovato il modo di scappare dalla finestra -
replicò la ragazzina - Iggy, devo andare da Noct –
aggiunse vedendo l'espressione per nulla divertita dell'amico.
-
Non si è ancora svegliato – disse il
giovane –
e il Re non lascia il suo capezzale da ieri – aggiunse.
-
Hai detto che non era in pericolo di vita! –
esclamò la principessa colta dal panico.
-
E non
lo è – confermò lui – Ha solo
bisogno di
riposo e tu invece hai bisogno di mangiare qualcosa.
Vieni, ti avevo portato la cena in camera – le disse
facendole un cenno con il capo.
La ragazzina
dondolò sui talloni, indecisa se correre via o dargli retta,
ma
in realtà non aveva nessuna voglia di discutere con Ignis e
così optò per seguirlo. Il pasto che
l'aspettava, era composto da un paio di uova fritte con la pancetta,
alcune madeleine salate e una fetta di torta al cioccolato. Quindi,
nonostante le proteste sul fatto che non avesse fame, quando vide
tutto quel ben di Dio il suo stomaco ebbe un parere decisamente
contrario.
-
È tutto ottimo, complimenti Ignis –
disse Selenis
addentando la terza madeleine dopo aver spazzolato le uova.
-
Come hai capito che ho cucinato io? – le chiese il
ragazzo alzando le sopracciglia.
-
Riconoscerei i tuoi manicaretti fra mille altri –
rispose la principessa con un sorriso mentre attaccava la torta
–
dolci come i tuoi non ne esistono da altre parti – aggiunse,
chiudendo gli occhi appagata dal gusto del cioccolato.
-
Esageri, ma ti ringrazio – replicò
Ignis,
nascondendo una punta di soddisfazione a quelle parole.
-
Da
chi hai preso questa passione? – gli domandò
Selenis.
-
Da
nessuno in realtà – rispose il ragazzo
sistemandosi gli
occhiali – è semplicemente una cosa che mi rilassa
–
aggiunse alzando appena le spalle.
-
Capisco – disse la principessa appoggiando le
posate ormai inutili sul piatto vuoto.
-
Meno male che dicevi di non avere fame –
commentò Ignis con un sorriso.
-
Prima, quando ho incontrato il consigliere Clarus –
disse
Selenis per sviare il discorso e non dar ragione all’amico
–
c’era un ragazzo con lui, tu sai di chi si tratta?
– chiese
mentre Ignis posava il vassoio sul piccolo carrello delle vivande.
-
Parli di Gladiolus? –
-
Immagino di sì – rispose Selenis.
-
È suo figlio maggiore – le
spiegò Ignis.
-
Non sapevo ne avesse, non l’ho mai visto a palazzo
– ribattè la ragazzina.
-
Probabilmente nei prossimi tempi avrai occasione di vederlo
più spesso, gli era stato chiesto di dare lezioni di scherma
a
Noct - spiegò il giovane - Inoltre, in futuro,
sarà lui
ad ereditare il nome di "scudo del Re" - aggiunse.
-
Piacerebbe anche a me prendere lezioni di spada –
mormorò meditabonda la principessa.
-
Non
credo che tuo padre sarebbe d’accordo –
replicò
Ignis dirigendosi verso la porta – Ora devo andare. Tu resta
qui
per favore, o il comandante Revis avrà qualcosa da ridire
–
le consigliò mettendo mano alla maniglia.
-
Ignis
aspetta! – lo fermò Selenis alzandosi in piedi
– Ho davvero bisogno di vedere Noctis – gli disse
–
mi bastano due minuti, c'è una cosa che devo dargli
–
Ignis
osservò
l’aria preoccupata che la principessa aveva assunto e
capì che gli
avrebbe dato il tormento finchè non avesse acconsentito a
darle
una mano.
-
Vedo cosa riesco a fare, ma tu devi restare qui, intesi?
–
-
Sì... e Ignis? Grazie di cuore –
Selenis
rimase come aveva
promesso nella stanza, godendosi gli ultimi raggi del sole al tramonto
dal balcone che si affacciava sul giardino.
Il cielo
stava assumendo
quel tono lavanda tipico del crepuscolo durante le giornate
estive, solcato qua e là da nuvole incendiate di rosso e
oro.
Se pensava
che solo
ventiquattro ore prima lo stava osservando con Noctis davanti ad un
bellissimo lago, si sentiva stringere lo stomaco in una morsa dolorosa
che non
centrava nulla con il suo stato di salute. Toccò la
tasca della felpa,
dove aveva riposto l'oggetto che voleva consegnare al bambino, e il suo
contorno famigliare la calmò un po’.
Mentre
pensava appoggiata
sul parapetto, lasciò vagare lo sguardo sul cortile fiorito
sotto di lei. I giardini del Palazzo erano di una bellezza folgorante,
soprattutto in questo periodo dell'anno; Selenis sapeva che era stata
la madre di Noctis ad occuparsene, e dalla sua morte il Re aveva
fatto in modo che il suo lavoro fosse preservato al meglio. Stava
osservando le fronde della grande quercia che stava nel mezzo, quando
un movimento catturò la sua attenzione. Il figlio di Clarus,
Gladiolus, la stava salutando. La principessa lo imitò,
alzando una mano per rispondergli proprio
mentre un sonoro bussare le arrivò alle orecchie.
Con un
ultima occhiata al
ragazzo, Selenis rientrò per andare ad aprire. Una delle
cameriere personali di Noctis si inchinò davanti a lei.
-
Sua Grazia, il signorino Ignis mi ha mandato a dirle che
può andare a trovare il principe Noctis, però si
raccomanda che
sia una visita breve – le comunicò.
-
Arrivo subito! – esclamò lei, chiudendo
la porta e affrettandosi a seguire la donna.
Mentre
procedeva dietro
alla cameriera, Selenis sperò che ad accoglierla ci fosse
anche lo
zio. Non aveva ancora avuto modo di incontrarlo e doveva dirgli una
cosa
importante. Le speranze della
ragazza
però, furono deluse. Quando infatti entrò nella
camera del
principe, di Regis non c’era traccia, ma ebbe poco tempo di
rammaricarsene, perché la figura stesa sul letto ottenne
tutte
le sue attenzioni.
Noctis, con
gli occhi
serrati e la testa affondata nel cuscino, pareva essersi rimpicciolito.
Non sembrava più lui... era come guardare un’altra
persona; Selenis non lo aveva mai visto così
immobile.
La ragazzina
si avvicinò al letto, sedendosi delicatamente sul
bordo e prendendo la mano del principe tra le sue.
-
Noct… mi dispiace così tanto
–
sussurrò, asciugandosi con rabbia un paio di lacrime
scappate al
suo controllo – se potessi prendere il tuo posto giuro che lo
farei... è tutta colpa mia..
però ti prego, torna da noi – lo
supplicò
chinandosi ad appoggiare la fronte sulla sua mano.
Resto
così qualche
momento, pregando i Sei che aiutassero suo cugino e che lo
riportassero all’affetto dei suoi cari. Poi, mise una mano in
tasca e tirò fuori quello che voleva dargli. Sul palmo della
principessa brillò una piccola statuina,
raffigurante un curioso animale color cobalto con un rubino incastonato
sulla
fronte.
-
Sono
sicura che ti ricordi di questo – disse al bambino
– mi hai
pregata tante volte di regalartelo e io mi sono sempre rifiutata
– raccontò con un sorriso – un
po’
perché è il mio portafortuna, un po’
perché
è stato l’ultimo regalo di mia madre –
spiegò,
scostando un ciuffo ebano dalla fronte di Noctis – ma adesso
voglio che lo abbia tu. Spero che possa aiutarti a ritrovare la
strada – aggiunse appoggiando la statuina sul cuscino.
“
Ti prego,
aiutalo” pensò la ragazzina.
Se si stesse rivolgendo alla statuina o alla madre, questo non lo si
poteva sapere.
Campeggio dell'autrice:
Buongiorno gente!! Passato un buon 25 aprile? Spero di sì!
Capitolo cortino rispetto al solito, lo so.. ma abbiate pazienza! Io
cerco sempre di farli più lunghi possibili, ma non sempre la
ciambella viene con il buco. Per altro è prettamente
introspettivo, ma io amo questo genere di capitoli, quindi spero di
aver trasmesso qualcosa anche a voi!
Primo "incrocio" tra Selenis e Gladio, giusto giusto appena accennato,
ma che troverà ampio spazio più avanti. Chissa
come si
evolverà il rapporto tra loro due...
La prima volta che ho letto i nomi dei protagonisti ammetto di aver
storto un pò il naso, non tanto per Noctis o Ignis, quanto
più per Gladiolus e Prompto. Per fortuna alla fine mi ci
sono
abituata, però per me resta Gladio e basta eh xD
Che mi scusi Regis se gli ho sottratto Carbuncle per farlo diventare di
proprietà di Selenis, ma ci stava tanto bene ^^"
Datemi ancora un paio di capitoli e ci sarà la prima grande
svolta di questa fic, che innescherà dei cambiamenti
significativi nella vita dei protagonisti!
Prima di salutarvi come mio solito, ci tengo a fare una premessa.
Indipendentemente dal fatto che questa storia riceva o meno recensioni,
non
verrà interrotta per nessuna ragione
(salvo attacchi meteor
sulla casa). Ho lavorato sodo per scriverla, e questo sarebbe
già un valido motivo per continuarla nonostante i risultati,
ma
soprattutto c'è gente che la sta leggendo, gente che mi
segue e
che anche senza commentare mi sta dando il suo sostegno.. quindi per
rispetto a voi non sparirò in una nuvoletta di fumo,
promesso!
Grazie mille a tutti i Lettori e a chi mi segue, in particolare a Radamantia_chan per
aver aggiunto la storia nella relativa categoria!
Detto questo vi abbraccio tutti e vi rinnovo l'appuntamento a
venerdì prossimo ^^
A presto,
Marta
|
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Capitolo 6 *** 5. Risveglio ***
7
-
Durante la grande battaglia, che si consumò secoli
orsono
sul suolo di Eos, l’avanzata delle truppe di.. -
Il resto
della frase dell’insegnante in turno alla sesta ora, divenne
un brusio confuso e distante.
Selenis, con
il mento
appoggiato al palmo della mano, fissava il cielo fuori dalla finestra
dell’aula del secondo piano, rimuginando.
Erano
passati quindici giorni
dall’incidente che l’aveva vista coinvolta, ed era
ritornata
a frequentare le lezioni da quattro. Per fortuna, il clamore di quello
che le era successo e le incessanti domande da parte dei compagni,
erano pian piano scemate, e ora quasi nessuno si fermava più
a
fissarla per i corridoi.
Questa perdita di interesse era anche dovuta al fatto che le sue ferite
erano finalmente guarite e avevano smesso di farla notare ancora di
più.
Il livido
sullo zigomo si
era riassorbito, mentre la ferita al la-
Durante la grande battaglia, che si consumò secoli
orsono
sul suolo di Eos, l’avanzata delle truppe di.. -
Il resto
della frase dell’insegnante in turno alla sesta ora, divenne
un brusio confuso e distante.
Selenis, con
il mento
appoggiato al palmo della mano, fissava il cielo fuori dalla finestra
dell’aula del secondo piano, rimuginando.
Erano
passati quindici giorni
dall’incidente che l’aveva vista coinvolta, ed era
ritornata
a frequentare le lezioni da quattro. Per fortuna, il clamore di quello
che le era successo e le incessanti domande da parte dei compagni,
erano pian piano scemate, e ora quasi nessuno si fermava più
a
fissarla per i corridoi.
Questa perdita di interesse era anche dovuta al fatto che le sue ferite
erano finalmente guarite e avevano smesso di farla notare ancora di
più.
Il livido
sullo zigomo si
era riassorbito, mentre la ferita al labbro.. beh, quella le aveva
lasciato una bella cicatrice che glielo tagliava di netto. Selenis per
fortuna non era mai stata una
grande esteta e, a differenza delle sue compagne, non ne aveva di certo
fatto una tragedia. C’erano
cose ben più gravi... come il fatto che Noctis non si fosse
ancora
svegliato. Da quando gli aveva portato il suo portafortuna era andata a
fargli
visita ogni qual volta poteva, ma la situazione non era minimamente
mutata. Un’altra
cosa che non la lasciava riposare tranquilla, era di non essere ancora
riuscita ad incrociare suo zio e questo iniziava a farle temere che
quella
distanza fosse voluta. Onestamente, se Regis l’avesse odiata
non
gliene avrebbe fatto di certo una colpa.. dopotutto era stata lei a
convincerlo ad organizzare quella gita.
La
campanella che
annunciava la fine delle lezioni suonò e Selenis, raccolta
in
fretta la sua roba, si diresse a palazzo. Non appena mise piede
nell’androne principale, Ignis le si fece incontro.
-
Che cosa ho fatto di sbagliato questa volta? – lo
accolse lei, preoccupata dal suo incedere.
-
Per
ora niente, ma Noct si è svegliato e ha chiesto di te
–
rispose il ragazzo, allungando prontamente una mano per afferrare la
borsa di libri che Selenis stava già mollando a terra.
-
Quando si è svegliato? – chiese
mettendosi praticamente a correre.
-
Qualche ora fa, ma è ancora debole! Non stancarlo
troppo!
– le gridò dietro Ignis prima che non fosse
più a
portata d'orecchio.
Selenis fece
i piani che
la separavano dalla camera del principe di volata, rischiando in un
paio di occasioni di travolgere il personale di corte.
Arrivò in
vista della porta, proprio quando un’infermiera ne stava
uscendo.
-
Sua Grazia Selenis, il principe la sta aspettando, ma mi
raccomando…-
-
Non lo farò stancare, promesso –
l'anticipò la ragazza agitata.
La donna le
sorrise divertita lasciandola entrare.
L’aria
della camera
era fresca e le finestre spalancate. La luce prorompeva
dall’esterno, rendendo il clima molto più
accogliente
rispetto alle volte precedenti.
Noctis era
semi sdraiato
sul letto, con un discreto quantitativo di cuscini a sostenerlo. Non
appena il bambino la vide, si illuminò.
-
Selis! – esclamò.
La ragazzina
si
precipitò ad abbracciare il cugino. Il sollievo che provava
nel
vederlo sveglio non avrebbe saputo quantificarlo; le sembrava che un
enorme macigno le fosse stato tolto dalle spalle.
-
Selis, non respiro! – gemette Noctis con la faccia
affondata nella spalla della giovane.
-
Oh, scusami! –
Selenis si
tirò
indietro, affrettandosi a cancellare le lacrime che minacciavano di
sfuggire al suo controllo. L'ultima cosa che voleva era che lui la
vedesse piangere.
-
Come stai? – gli chiese sedendosi vicino a lui.
-
Bene… credo – rispose Noctis
osservandosi le mani.
-
Ti.. ti ricordi qualcosa? – domandò la
ragazzina.
-
Quasi tutto, tranne gli ultimi istanti –
replicò il bambino con un sussurro - mi ricordo il mostro
sopra
di noi pronto a colpire e poi più niente... -
raccontò.
-
Noct, io.. –
-
Ti devo ringraziare Selis – la interruppe il
principe prima che lei potesse chiedergli scusa.
-
Cosa? – disse lei confusa.
-
Hai
cercato di proteggermi anche se saresti dovuta scappare. Hai rischiato
di morire per restare con me – le disse Noctis alzando gli
occhi blu verso di lei.
Selenis
rimase interdetta
da quello sguardo così serio...
"Noctis è cambiato" questo fu il
primo pensiero della ragazza guardandolo, ma non sapeva dire se fosse
un bene o un male.
-
Non avrei potuto abbandonarti – replicò
lei –
non lo farei mai – aggiunse con convinzione.
-
Lo so
– asserì il principe con un sorriso gioviale
– Sai?
Ti ho sentita – le disse.
-
Mi hai sentita? – ripetè lei senza
capire.
-
Quando mi hai portato questa – spiegò,
tirando fuori
da sotto il cuscino la statuina azzurra – ho sentito che gli
chiedevi di indicarmi la strada – disse.
-
Davvero? –
-
Sì, e lo ha fatto –
La ragazza
corrugò la fronte in una muta domanda.
-
È venuto a trovarmi in sogno, mentre ero perso in
mezzo ad
una foresta – raccontò Noctis rigirandosi tra le
dita
l’animaletto – però il resto non me lo
ricordo
bene… so solo che alla fine ho sentito la voce di mio padre
che mi
chiamava e quando mi sono svegliato erano entrambi al mio fianco
–
spiegò.
-
Sono contenta che ti sia stato d'aiuto – rispose
Selenis leggermente commossa.
-
Tieni –
Noctis le
porse il Carbuncle, ma la ragazza scosse la testa.
-
Voglio che lo tenga tu – replicò.
-
Ma.. è un ricordo di tua madre! –
protestò il bambino stupito.
-
Sento
che lo devi tenere. Non chiedermi perché, ma sarei felice se
lo
avessi tu – ribattè Selenis, chiudendo
delicatamente la
mano del bambino intorno alla sagoma dell’animale.
Il principe
sembrò pensarci un attimo, poi la rimise al sicuro sotto lo
strato di cuscini.
-
La custodirò come un tesoro allora –
affermò.
-
Bravo Noct – disse Selenis scompigliandogli i
capelli leggeri.
In quel
momento un sommesso bussare interruppe la loro conversazione.
-
Avanti – disse il principe.
Gli occhiali
di Ignis fecero capolino oltre la soglia.
-
Non lo sto facendo agitare! – protestò
Selenis gonfiando le guance.
-
La
smetti di pensare che io ti debba rimproverare?! –
sospirò
il ragazzo – il medico deve visitare Noct –
aggiunse.
-
Ah,
ma certo – balbettò la ragazzina imbarazzata
– Beh,
allora sarà meglio che vada – aggiunse alzandosi
dal letto.
-
Torna
a trovarmi presto, d’accordo? – la pregò
il bambino
mentre lei si chinava a baciargli la fronte.
-
Sicuro – gli rispose lei facengoli l'occhiolino.
Non appena
Selenis uscì dalla stanza incappò nel medico di
corte, accompagnato dal Re in persona.
-
Zio!
– la ragazza fu presa in contro piede nell'incontrarlo
così all’improvviso – Avrei bisogno di
parlarti
–
disse rapidamente, prima di perdere l’occasione e soprattutto
il
coraggio.
-
A
tempo debito Selenis – rispose il monarca fermo sulla soglia
– mi fa molto piacere vedere che stai bene –
aggiunse
sparendo oltre di essa.
Quando la
porta si fu richiusa, alla ragazzina sembrò
che un nuovo peso le fosse calato sulle spalle. Il comportamento dello
zio non fece che aumentare il suo timore.
-
Tutto bene? –
Selenis non
si era resa conto di essere rimasta ferma a fissare il legno scuro
della porta.
-
Se ti dicessi di sì mi crederesti? –
rispose voltandosi a guardare Ignis.
-
Non
esattamente – replicò infatti il giovane
–
Cos’è che ti preoccupa? –
domandò.
-
Temo che lo zio mi odi... – confessò la
principessa.
-
È un’idiozia – si
lasciò sfuggire Ignis
– con tutto il rispetto – aggiunse.
-
Mi
tratta in modo diverso da quando c’è
stato l’incidente.. - replicò la
ragazzina ignorando il
commento del giovane.
-
Sei sicura di non essere tu ad essere diversa? –
ribattè Ignis.
Selenis
stava aprendo la bocca per replicare, quando uno dei consiglieri
apparve nel corridoio.
-
Ignis, avremmo bisogno della tua presenza –
esordì,
facendo un breve inchino in direzione della ragazzina.
-
Arrivo subito – rispose il giovane – mi
spiace ma ora
devo andare – disse poi rivolto a Selenis, congedandosi.
La ragazza
rimase ferma nel corridoio ormai vuoto. Rifletteva sulle parole di
Ignis.
In un primo momento avrebbe voluto negare l'affermazione che le aveva
rivolto, ma a ben pensarci non ne era tanto sicura…
I sogni che
la tormentavano si erano
intensificati, ripercuotendosi inevitabilmente sul suo stato mentale,
con il risultato di renderla
spesso inquieta e distratta. Da quella notte aveva una strana
sensazione addosso che, nonostante ora Noctis si fosse ripreso, non
riusciva a scacciare.
Il presagio che qualcosa di ancora peggiore dovesse accadere, aleggiava
sulla sua testa come uno stormo di corvi. Forse
ne doveva scrivere a Luna... Era da tanto che non vedeva la sua amica.
“Sì”
decise “parlarne con lei sicuramente mi
aiuterà”.
Selenis non
poteva sapere
che parte dei suoi sogni coinvolgevano proprio la sua vecchia amica e
che l'evento che avrebbe cambiato per sempre la sua vita era appena
dietro l'angolo.
Campeggio dell'autrice:
Buongiorno
a tutti!
Lo
so, vi ho lasciati un pò sulle spine con questo finale...
dovete avere pazienza ancora un settimana ;)
Vi
dirò,
nonostante non sia accaduto nulla di speciale in questo capitolo, amo
scrivere di questi piccoli spaccati di vita quotidiana, dove posso
inserire i personaggi in un contesto che non è stato
approfondito nel gioco. Anche perchè mi permettono di
esplorare
sempre di più il carattere di Selenis che, a proposito,
spero
vivamente vi stia piacendo! Come al solito mi auguro di essere riuscita
ad evitare lo spauracchio della famosa "Mary Sue", ma forse
è
ancora presto per poterla dire scampata.
Il
sogno a cui
si riferisce Noctis ovviamente è tratto dalla Platinum Demo,
dove per l'appunto Carbuncle andava in soccorso del principe "perso"
nel suo sogno a seguito dell'incidente.
Ho
sempre
adorato Carbuncle come invocazione, anche se era del tutto inutile,
tranne nei rari boss per i quali serviva avere Reflex su tutta la
squadra xD Sia benedetto FFVIII!!
Ora
la smetto
di cianciare a vanvera e vi rinnovo l'appuntamento per il prossimo
venerdì con (finalmente) un capitolo un pò
più
ricco di eventi!
Un
grazie
doveroso a tutti i Lettori
che aumentano ogni settimana che passa,
grazie anche a chi ha aggiunto la fic tra le seguite e infine grazie a Dana96
per averla aggiunta tra le preferite!
See
you Chocobo riders!
Marta
|
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Capitolo 7 *** 6. Tragedia annunciata ***
6
Le
grida si levarono
all'improvviso, alte e terribili, mentre il fuoco divampò,
lambendo gli alberi con le sue lingue scarlatte. Una figura possente si
stagliò in netto contrasto contro la luce
dell’incendio.
In mano teneva uno spadone dai profili rossi, grande e pesante. La
figura abbassò lo sguardo, lentamente, del tutto
indifferente alle
urla che risuonavano nell’aria. Infine alzò l'arma
sopra la testa e colpì.
Nello stesso
momento
Selenis si svegliò di soprassalto, ritrovandosi prigioniera
nell’intreccio delle lenzuola. Con una certa fatica si
districò da esse, riuscendo alla fine a mettersi seduta.
Puntò lo sguardo verso lo spiraglio tra le persiane di
camera
sua mentre un rivoletto di sudore le scendeva lungo la schiena.
Fuori, il cielo azzurro terso era cosparso di pigre nuvole bianche.
Il canto degli uccellini appollaiati su qualche ramo giù in
giardino, si mescolava con il sottofondo distante delle auto perse nel
traffico cittadino.
La
principessa rimase
ferma, cercando di dare un senso a ciò che aveva
appena
visto; ma anche se questa volta ricordava perfettamente il sogno fatto,
non riusciva a dargli la benché minima spiegazione. Non aveva mai visto
quel cavaliere ed era decisamente meglio così...
Vista
l’inutilità di restare a rimuginarci sopra, la
ragazzina decise di
alzarsi dirigendosi verso il bagno; considerando che era marcia di
sudore, si sarebbe concessa una lunga doccia, approfittando del fatto
che fosse domenica e di non dover quindi correre a scuola.
Una volta
uscita dal
bagno si diresse in cucina per fare colazione. La domestica che si
occupava della loro casa, il giorno prima le aveva lasciato alcune
frittelle da accompagnare con una crema dolce a base di
formaggio. Selenis si riempì quindi una mug di
caffè
fumante e si sedette a tavola a mangiare.
Proprio
mentre si
chiedeva se suo padre fosse uscito e se dovesse avanzargli qualche
dolcetto, la porta dell’ingresso si aprì e la sua
voce
risuonò per la casa.
- Selis?
– la chiamò.
- Sono in
cucina pa'
– rispose lei, versandosi un’altra generosa tazza
di
caffè mentre Revis compariva in cucina con indosso
l'uniforme
ufficiale dei Kingsglave.
- Pensavo
dormissi ancora
– disse lui - tutto quel caffè non fa bene alla
tua
età - aggiunse con una nota rassegnata.
Selenis lo guardò inarcando le sopracciglia. Da che pulpito!
Ma se aveva preso quel vizio proprio grazie a lui!
- Qualcuno
ha fatto
casino fuori e mi ha svegliato – mentì lei
– vuoi
delle frittelle? - gli chiese indicandogli le ultime rimaste.
- No, ti
ringrazio tesoro – replicò l’uomo senza
accennare a sedersi o a fare qualsiasi altra cosa.
-
Più tardi
verrò a palazzo, ho promesso a Noct che lo avrei aiutato a
portarsi avanti con i compiti – spiegò al padre
mentre si
riempiva di nuovo il piatto approfittando del diniego del comandante.
- A questo
proposito temo che dovrai rimandare –
La ragazzina
bloccò
il coltello a metà dell’opera di spalmatura della
crema e
alzò lo sguardo verso suo padre.
-
Cos’è successo? – domandò
preoccupata.
- Nulla!
– rispose
rapido Revis – ma Noctis e mio fratello hanno lasciato
Insomnia nella tarda serata di ieri – disse.
- Come
sarebbe a dire!? – esclamò Selenis confusa.
- Il
Re ha ritenuto opportuno portare Noctis a Tenebrae, in modo che
possa riprendersi dall’incidente e finire lì la
sua
convalescenza – spiegò l’uomo
– saranno ospiti
della famiglia reale – aggiunse.
- Ma…-
Selenis non riuscì neppure ad articolare ciò che
avrebbe voluto dire.
- E' stato deciso in
fretta, lo so – ammise Revis – ma Noct aveva
bisogno di
allontanarsi un po’ da qui, Selenis, e i medici lo hanno
vivamente consigliato – disse, mettendo una
mano sulla spalla della figlia.
- Sono
certa che se hanno preso questa decisione è stato solo per
il
bene di Noct – riuscì finalmente a dire la
ragazzina
– Solo che è stata un po’ inaspettata
come notizia,
ecco tutto – si giustificò con un'alzata di spalle.
- Temo
di dovertene dare un’altra – riprese Revis
– Sono in
partenza anche io per Tenebrae – sentenziò.
Per qualche
strana ragione, a Selenis tornò in mente
l’immagine del misterioso cavaliere sognato quella mattina.
- Devi proprio andare?
– gli domandò con una nota di panico nella voce.
- Sì
Selis – replicò il Comandante –
Dopotutto sono il
capo delle guardie ed è mio dovere seguire il Re ovunque
vada
– aggiunse, stringendo appena la presa sulla spalla della
figlia.
- Non potrebbe andare
Dautros? – suggerì la ragazzina.
- È
fuori per una missione – rispose l’uomo –
Come mai
tutta questa apprensione? – domandò poi,
incuriosito dallo
strano comportamento di Selenis.
- Niente
di che.. solo che dovrai uscire dalla barriera e il viaggio
è
lungo – improvvisò la principessa, senza trovare
un modo
per dire al padre che questa volta temeva potesse accadere qualcosa di
ben peggiore
dell'imboscata di un Deamon. Anche perchè neppure lei sapeva
spiegarsene la ragione.
- Verrà
con noi una piccola scorta e una volta arrivati a Tenebrae non dovremo
più preoccuparci di nulla – replicò il
comandante
rassicurandola – dopo tutto sei stata anche tu tante volte da
Lunafreya – le fece notare.
- Sì, hai
ragione – Selenis si sforzò di sorridere.
- Ho
chiesto a Ignis di tenerti d’occhio comunque –
asserì Revis, provocando uno sbuffo infastidito della figlia
che
lo fece scoppiare a ridere.
- Guarda che sono
più grande io di lui – replicò la
ragazza.
- A volte non si
direbbe proprio – la rimbeccò l’uomo.
Revis
fissò il volto pallido della figlia, che in quel momento
stava arricciando il naso piccata.
Dopo l’incidente, un po’ della naturale allegria
che la
contraddistingueva era andata persa, e non erano rare le occasioni in
cui la sorprendeva immersa in chissà quali pensieri.
Per un secondo, il comandante valutò l'idea di restare.
Lasciarla da sola non lo faceva sentire tranquillo, ma aveva anche
degli obblighi...
- Selis, vorrei che
tenessi questo –
L’uomo
si sfilò dal dito un anello, sul quale era incastonata una
pietra ovale di medie dimensioni.
- Perché
vuoi lasciarmelo? – gli domandò lei confusa
prendendolo.
Quell'anello
era appartenuto a sua madre, e suo padre non se ne separava mai. La
pietra bianca che splendeva al centro era una selenite e non era un
caso che la principessa avesse proprio quel nome.
- Spero
che ti faccia sentire meno sola – replicò suo
padre
– So che hai lasciato il Carbuncle della mamma a Noctis,
quindi
voglio che tu tenga questo fino al mio ritorno, in modo che possa
proteggerti – spiegò.
- D’accordo
– assentì Selenis dopo qualche istante indossando
l’anello al dito indice.
- Ora temo di dover
scappare – proseguì il comandante.
- Fate attenzione mi
raccomando – lo pregò la ragazzina stringendolo in
un abbraccio.
- E
tu fai la brava – replicò l’uomo dandole
un bacio
sulla fronte – Ti farò avere notizie! –
aggiunse con
un sorriso dirigendosi verso l’ingresso.
Un secondo
più tardi la porta si aprì e si richiuse.
La
principessa si risedette a tavola, scostando però il piatto
che aveva davanti. Le era passato l’appetito.
**
Cinque giorni dopo.
Selenis chiuse le imposte della finestra e dopo aver spento la luce
della camera si distese al buio.
Era decisamente stanca, a scuola li stavano tartassando per gli esami
di metà trimestre tanto che ormai le sembrava di passare la
sua
vita china sui libri. Doveva però ammettere che tutto quel
lavoro perlomeno riusciva a distrarla. L'assenza di suo padre e di
Noctis iniziava a farsi sentire, nonostante Ignis facesse il possibile
per tenerle compagnia quando aveva del tempo libero. Per fortuna Revis
le aveva mandato un messaggio quello stesso pomeriggio,
rassicurandola che sarebbero tornati a breve e che Noctis stava
già molto meglio; notizia che la confortò
parecchio. Alla
fine, il suo brutto presentimento era rimasto tale e ormai le veniva
perfino da ridere al pensiero di quanto si fosse preoccupata
inutilmente.
" Speriamo mi portino qualche souvenir.." pensò la
ragazzina,
affondando meglio la testa nel soffice cuscino e addormentandosi quasi
subito.
Solo qualche
ora dopo, però, Selenis riaprì gli occhi. Questa
volta non era stato un sogno a
svegliarla, quanto più il caldo opprimente.
La
principessa scostò il
lenzuolo e si alzò,
afferrando il telecomando del condizionatore che però non
diede
segni di vita. Infastidita e borbottando tra sé, si
avviò
verso la finestra, spalancandola. Il vento fresco della sera le invase
il volto che si corrugò in un'espressione perplessa.
C'era
qualcosa che non
andava... l'eco acuto delle sirene si mescolava al rumore di
diversi mezzi pesanti, che a quell'ora di notte era decisamente strano
sentire.
Senza degnare di uno
sguardo il letto che aspettava il suo ritorno, Selenis corse
giù
per le scale ad accendere la televisione della sala. Appena lo schermo
si accese, ad accoglierla comparì il mezzo busto di una
giornalista.
- Fonti
certe confermano
la caduta del regno di Tenebrae, da sempre alleato con Lucis. Dalle
poche notizie che ci sono giunte, sembrerebbe che l’impero di
Nifelheim abbia teso un imboscata durante… -
La
televisione
proseguì a parlare senza che nessuno l’ascoltasse.
Selenis
si era precipitata a mettersi un paio di scarpe e, vestita con i
pantaloncini e la maglietta che indossava per dormire,
uscì di casa correndo in direzione del palazzo.
Le immagini del sogno che aveva fatto quel giorno, scorrevano
incessanti nella sua mente come un pessimo trailer cinematografico.
" Va tutto bene, non è successo niente..." si
ripetè la ragazzina.
Le strade secondarie
erano
praticamente deserte, se non si contava qualche avventore dei locali
notturni ancora aperti. La città dormiva; pacifica e ignara
di
ciò che stava succedendo. La
ragazza impiegò quindici minuti ad arrivare a palazzo, dando
fondo a tutte le sue energie.
Non appena
varcò
la soglia del primo cancello, una guardia le si fece incontro
bloccandola con un gesto imperioso della mano.
- Altolà!
– le intimò reggendo il fucile bene in vista.
- Sono... la
principessa Selenis! – replicò lei senza fiato.
- Sua Grazia! –
esclamò il soldato colto alla sprovvista – sarebbe
meglio se tornasse…-
Selenis non
si prese la
briga di ascoltare la fine della frase, superando l'uomo per accedere
alle arcate che la
condussero nella piccola piazza antecedente l’ingresso.
Lì,
l’ambiente brulicava di militari. La ragazza non aveva mai
visto
uno spiegamento di forze tanto grande. Spaesata si aggirò
tra i
soldati, guadagnandosi ben più di un’occhiata
curiosa.
- Selis! –
Al
richiamò di una
voce famigliare, la ragazzina si fermò. Incontro le si stava
facendo Libertus, lo storico amico di Nyx e ora suo commilitone a tutti
gli
effetti. Entrambi erano infatti entrati di diritto, giusto un anno
prima, nel reggimento dei
Kingsglave. Selenis non li vedeva da quasi nove
mesi, ovvero da
quando erano stati assegnati al fronte orientale nella regione di
Duscae.
- Libertus!
– esclamò la giovane – Cosa sta
succedendo?
Dov’è Nyx? – domandò con tono
concitato.
- Nyx
non è ancora rientrato, lo farà solo nei prossimi
giorni
– rispose il ragazzo corpulento togliendosi l’elmo
–
In quanto a cosa stia succedendo ne so quanto te…
me ne stavo dormendo tranquillo a casa quando ho ricevuto la
chiamata – spiegò grattandosi la testa.
- Ho sentito al
telegiornale che Tenebrae è stata attaccata –
- Sì, pare
che Nifelheim l’abbia conquistata, o almeno così
ha detto il Re – replicò Libertus.
- Il Re? È
qui?! – esclamò la ragazzina, afferrando il
soldato per un braccio.
- S..
sì – assentì lui sorpreso –
E' arrivato
mezz’ora fa – aggiunse – Ehi! Dove vai?!-
La
principessa era corsa via in direzione dell’ingresso che
varcò qualche istante dopo.
- Sua Grazia Selenis –
Lo storico
maggiordomo di palazzo la accolse con una velatura di preoccupazione ad
increspargli lo sguardo.
- Mi dica, il Re
è veramente tornato? – domandò lei con
il fiatone.
- Sì,
adesso è nella sala del trono con i consiglieri, ma..-
- Sa se mio padre
è con lui? – lo interruppe.
- Non lo so
principessa – replicò l’uomo incerto.
Alla
ragazzina non serviva
sapere altro; riprese a correre dirigendosi verso gli ascensori con
tutta l'intenzione di raggiungere la Sala del trono.
Sapeva di non avere il
permesso di irrompere in quel modo durante una riunione, ma
sapeva anche di non poter semplicemente aspettare che qualcuno venisse
a spiegarle cosa fosse successo. Che suo padre la
mettesse pure in punizione, non le importava.
Una volta raggiunto l'ultimo piano, la porta dell'ascensore si
aprì a poca distanza da quella della sala del trono, che al
momento era piantonata da un paio di guardie. Non appena lei si
avvicinò, scattarono entrambe sull'attenti e prima ancora che una
delle due potesse proferire parola, Selenis le superò
spalancando la pesante porta a doppi battenti.
L’eco
di una frase
indistinta risuonava ancora nell’aria mentre tutte le teste
presenti si giravano verso di lei. La stanza era decisamente
più fredda
rispetto al clima esterno e alla ragazza venne subito la pelle
d’oca sulle braccia scoperte.
- Selis! –
Ignis le si
avvicinò. Oltre a lui, la ragazzina potè notare
che erano presenti tutti i consiglieri,
compreso Clarus con il figlio Gladiolus e le
massime cariche dell’esercito.
- Che cosa fai qui?
– le domandò il ragazzo con apprensione.
Gladio,
accanto al padre,
osservò la principessa ignorare l'amico per guardarsi
intorno, per poi rivolgersi direttamente al Re.
Sicuramente stava cercando il comandante Revis...
- Cos’è
accaduto? Dov’è mio padre? – le parole
della ragazzina
rimbombarono nell'immenso salone.
Il giovane
Amicitia
volse lo sguardo al Re. Nonostante la sala fosse
illuminata a giorno dalle grandi lampade di cristallo appese al
soffitto, il volto del sovrano restava in ombra, ma da come curvava le
spalle verso l’interno si poteva capire quanto fosse in
difficoltà nel rispondere a quella domanda.
- Selis, non dovresti
essere qui.. – mormorò Ignis cauto.
- Non me ne
andrò in una stanza ad aspettare che
abbiate finito la vostra riunione per essere informata! –
gridò la ragazzina ignorandolo.
Regis Lucis
Caelum
alzò il viso, osservando quello accesso dalla paura e dalla
collera della nipote. Aveva affrontato molte difficili prove nel corso
dei
suoi anni, ma non erano mai state così dure.
Alla fine il sovrano si alzò in piedi, rivolgendosi alla
principessa dall’alto dello scranno.
- Nifelheim
ci ha teso un’imboscata a Tenebrae. –
spiegò il Re gravemente – E'
stato un
attentato alla vita mia e di Noctis, durante il quale la regina Sylvia
ha perso la vita – raccontò l'uomo con crescente
difficoltà –
sono riuscito a portare via Noctis, ma Lunafreya e suo fratello Ravus
sono tutt’ora in mano all’impero, che ha reclamato
come sua
Tenebrae – disse, fermandosi un instante per raccogliere il
coraggio
di proseguire – a comandare le truppe nemiche c’era
il
generale Glauca..
tuo padre.. Revis ha ingaggiato un combattimento con lui per darci la
possibilità di fuggire.. –
Selenis ascoltava attentamente le parole dello zio mentre un crescente
senso di nausea si impossessava di lei. Non c'era bisogno che andasse
avanti, era già tutto fin troppo chiaro nel suo tono di voce
e
nell'espressione che aveva in viso...
- Ti prego, non dirlo
–
Gladio
concentrò
di nuovo la sua attenzione sulla principessa. Quella frase, che
probabilmente voleva solo essere un sussurro, le era sfuggita dalle
labbra perfettamente chiara.
- È
morto in combattimento per proteggerci – concluse il Re con
voce
tombale – mi dispiace Selenis – aggiunse,
appigliandosi a
tutte le sue forze per non cedere al dolore di fronte alla figura della
nipote che pareva essersi rimpicciolita sotto il peso di quelle parole.
Anche il
figlio di Clarus
la stava guardando. Osservò il viso della ragazza farsi
cereo
mentre negli occhi andava spegnendosi quella luce che fino ad un attimo
prima
li aveva resi vivi e brillanti.
Il ragazzo provò l’impulso di correre da lei per
sostenerla,
sembrava sul punto di crollare da un momento all’altro.
Inaspettatamente
invece, quando il ragazzo
che si occupava del principe provò ad avvicinarsi, lei lo
fermò con un gesto della mano.
- Spero solo che il
suo sacrificio sia valso a qualcosa per porre fine a questa
guerra – la principessa
guardò ancora per un secondo il Re, per poi voltarsi e
lasciare
a passo spedito la sala.
Regis
a quel punto si accasciò sul trono, con il vago sentore di
non
meritarselo e con la certezza di aver deluso sua nipote.
Selenis,nel
frattempo,
stava percorrendo il
più velocemente possibile la strada che la separava dalla
camera
che usava quando si fermava a dormire a palazzo. Cercava in ogni modo
di evitare di incrociare lo sguardo di chiunque
incontrasse, tanto l’espressione che leggeva sui loro volti
era
sempre la stessa: di pietà.
Era
improvvisamente diventata la ragazzina senza una madre e senza un
padre. Orfana a tredici anni.
Fu quindi un
sollievo
varcare la
porta della sua stanza dove, senza prendersi la briga di accendere la
luce,
Selenis si diresse verso il letto lasciandovisi cadere. Rimase
così, con
la testa voltata verso le finestre che davano sulla notte scura.
Il suo
cervello era come
bloccato, non riusciva a pensare, non riusciva nemmeno a realizzare
ciò che era accaduto. Sentiva il corpo pesante,
teso... era certa che se si fosse azzardata a fare ancora il
minimo movimento, si sarebbe spezzato.
Era
annullata. Sì, quella poteva essere una definizione adatta a
lei.
Per un tempo
che
sembrò infinito rimase distesa sul letto, gli occhi
spalancati a
vagare sul nulla. Ignis venne una volta, bussando alla porta e
chiedendo di poter entrare, ma Selenis gli gridò di andare
via,
che non voleva vedere nessuno. Si comportò male con
l’amico, ma in quel momento non poteva importargliene di
meno;
tutto le era estraneo. Poi qualcuno, senza
neppure chiedere il permesso, aprì la porta e si
infilò nella sua camera.
La ragazzina
scattò
a sedere, furibonda e con tutta l’intenzione di mandare al
diavolo l’intruso; ma non fece nulla di tutto ciò.
Sulla
soglia, con le braccia abbandonate lungo i fianchi e
l’espressione desolata, c’era Noctis.
Il bambino
tentennò; era entrato nella stanza della cugina senza
essersi
preparato nulla da dire, anzi, non sarebbe nemmeno dovuto essere
lì. Gli era stato infatti caldamente consigliato, visti i
recenti avvenimenti, di riposarsi; ma le immagini
dell’attacco
dei magitek,
di Luna che si lasciava catturare e dello zio che si lanciava contro il
nemico che aveva cercato di ucciderli, erano tutte ben presenti nella
sua mente. Sarebbe stato impossibile riposare.
Selenis vide attraverso gli occhi del cugino tutto quello che
doveva aver passato e sentì che era l’unico a
poterla
capire veramente.
I due Lucis rimasero a fissarsi per qualche istante, poi Noctis
finalmente parlò.
- Mi dispiace tanto
Selis –
Nell’udire
quella
frase, detta quasi in un sussurro, qualcosa dentro la principessa si
ruppe.
Un’ondata la travolse, rompendo gli argini che avevano
contenuto
il suo dolore. Grosse lacrime calde presero a scorrerle sul viso e un
lamento le salì alla gola prorompendo infine dalla bocca.
La
ragazza si afflosciò su sé stessa scossa dai
singhiozzi e
dopo poco, un paio di braccia esili le si allacciarono al collo. Noctis si
unì al
pianto della cugina che continuò, finchè fuori,
l’alba non tinse il mondo del colore rosso del sangue.
Campeggio
dell'autrice:
Salve a tutti!!
Ed eccoci arrivati al primo punto di svolta. Revis ha perso la vita a
Tenebrae, lasciando così da sola Selenis.. da qui in poi la
vita
della principessa cambierà drasticamente, ma avremo modo di
vederlo nei prossimi capitoli!
Ho fatto molta fatica a mantenere la linea temporale degli eventi, in
quanto alla prima stesura del capitolo (quindi prima che uscisse il
gioco) avevo capito che l'attaco a Tenebrae ci fosse stato all'arrivo
dei due Lucis. In realtà ho scoperto (solo grazie alla guida
del
gioco e dopo aver visto i flashback di Noctis) che è
successo a
distanza di tempo... ero stata fuorviata dalla scena iniziale di
Kingsglave, dove si vede la famiglia Feluret accogliere Regis e Noctis
prima che si scateni il finimondo.
Fatto sta che ho dovuto apportare qualche modifica sui tempi ^^" ma
penso che così sia più corretto. L'unico evento
che ho
anticipato è la nascita del corpo dei Kingsglave (abbiate
pazienza ma Angoni non riesco a dirlo) che in realtà
è
avvenuta due anni dopo l'attacco a Tenebrae.
Fatto tutto questo spiegone, mi auguro di avervi almeno un
pò
coinvolti emotivamente in questo capitolo! Ho dato tutta me stessa nel
dialogo che si svolge nella sala del trono e mi auguro di avervi
lasciati soddisfatti.
Per i fan del buon Nyx sappiate che nel prossimo capitolo
tornerà a fare capolino ;)
Grazie mille a tutti i Lettori che
continuano a seguirmi e a coloro che mi hanno inserita tra le fic seguite e preferite!
Un
grande abbraccio,
Marta
p.s. Ma sti porco deamons di Trent Nefasti quanto sono noiosi?!!
|
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Capitolo 8 *** 7. Nuovo inizio ***
7
Insomnia,
capitale regia del regno di Lucis, tre giorni dopo.
Stanza degli
ospiti.
La
primogenita del
comandante Revis Lucis Caelum si osservava riflessa nello specchio
della toeletta. Indossava un vestito nero lungo fino alle ginocchia,
aveva i capelli bianchi raccolti in una treccia che le scendeva dalla
spalla sinistra e, fatta eccezione per all’anello del padre,
non
portava gioielli.
A discapito
dei suoi
tredici anni, quella mattina sembrava una donna adulta, ma per le
ragioni sbagliate e di sicuro al momento sbagliato. Selenis,
in realtà, non si stava minimamente guardando allo specchio;
sì, il suo sguardo era fermo sulla sua immagine, ma la sua
mente
era distante anni luce da quel presente.
Ripensava al
padre mentre distrattamente accarezzava la pietra liscia
dell’anello che gli era appartenuto.
Il giorno prima, il corpo era rimpatriato da Tenebrae. Era stato
possibile solo grazie a Lunafreya che, pur
restando una prigioniera di Nifelheim, godeva ancora di alcuni
privilegi. La
salma era accompagnata da tre lettere scritte dalla stessa Luna: una
indirizzata al Re, una a Noctis e l’ultima a Selenis.
Lo scritto
dell'amica
aveva in parte confortato la ragazzina; anche Luna era nella sua stessa
situazione, con l'unica differenza di aver assistito in
prima persona alla morte della madre. D’altra parte
però,
il pensiero di non poter più rivedere la sua amica, la
rattristava non poco.
La
principessa stava per riprendere la lettera riposta nel cassetto della
toeletta, quando qualcuno bussò alla porta. Senza
indugiare oltre, Selenis si alzò, lisciandosi
l’abito e
dirigendosi verso l’uscio. Fuori ad aspettarla
c’era
Ignis.
- Andiamo?
– le domandò il ragazzo vestito con un completo
scuro.
La giovane
si limitò ad annuire, seguendo l’amico verso il
luogo del funerale.
La
famiglia reale veniva
tumulata all’interno del mausoleo di corte, uno spiazzo
esterno al palazzo, circondato da alte mura di marmo bianco con alberi
e aiuole
fiorite. Mentre camminava, Selenis osservò la schiena del
ragazzo che la precedeva. Lei e Ignis non si
erano visti
molto ultimamente, anzi, per l’esattezza Selenis non aveva
voluto
vedere praticamente nessuno, eccezione fatta per Noctis. Era
stata sgarbata con l'amico e lo sapeva, ma come al solito il ragazzo
non aveva dato segni di essersela presa, limitandosi a rispettare i
suoi spazi e a tenersi a distanza.
In silenzio
continuarono
a percorrere i lunghi corridoi, addentrandosi sempre di più
nel
cuore del palazzo. Solo quando furono ad un passo dal mettere piede nel
mausoleo, Selenis afferrò la manica del ragazzo.
Ignis si
voltò a guardarla incuriosito.
- Ti chiedo
scusa Iggy – gli disse, e senza aspettare che il suo amico
replicasse, lo superò uscendo alla luce esterna.
Il cielo quel giorno, nonostante le nuvole grigie compatte ed
uniformi che gettavano ombre scure su cose e persone, non sembrava
minacciare pioggia.
Selenis si
diresse verso il
capannello di persone che attendevano. C’erano il Re e
Noctis,
l’intero consiglio, l'ormai neo capitano Drautos con una
squadra di
militari in alta uniforme e un quartetto di maghi di corte che avrebbe
officiato la cerimonia.
La
principessa andò a
posizionarsi vicino al cugino, mentre Ignis prese posto a fianco del
figlio
di Clarus, anch'esso presente. In mezzo a loro, su un piedistallo di
marmo, c’era il corpo vestito e ripulito di Revis. Se non fosse stato
per il
colorito cereo, si sarebbe potuto pensare che l’uomo stesse
solo
dormendo. Accanto a lui, su un’altra lastra, la sagoma di sua
moglie Magnolia riposava ormai da diversi anni.
Selenis
mantenne stoicamente lo
sguardo fisso sul volto del padre. Il groppo che aveva in gola quasi le
impediva di respirare, ma non avrebbe ceduto al pianto. Non voleva
farlo sia per rispetto a suo padre, sia per non destabilizzare Noctis;
vederla
in lacrime quella notte lo aveva lasciato profondamente turbato, e lei
lo capiva dalle occhiate preoccupate che ogni tanto le riservava.
- Il
comandante Revis
Lucis Caelum da oggi riposerà nella terra dei padri assieme
alla
sua sposa. Che i Luciis possano accoglierlo e che la luce del cristallo
lo guidi
sempre. – recitò l’officiante nel
silenzio generale.
Dopo questo
breve rito si fece avanti il comandante Drautos, che
ordinò alle sue truppe di fare fuoco.
L’aria si riempì dei colpi di fucile e dell'odore
della
polvere da sparo. Noctis si strinse un
po’ di più al fianco del padre, che gli mise una
mano sulla spalla. Il
volto di Re Regis sembrava scolpito nel marmo tanto era grave, e lo
rimase anche quando si avvicinò per appoggiare la spada del
fratello sul suo corpo.
Concluso il
saluto militare, i maghi di corte si fecero avanti, circondando il
tumulo e iniziando a salmodiare ad alta voce. Una luce, dapprima
flebile, poi sempre più intensa prese ad avvolgere il corpo
del comandante. Partendo dai piedi,
la magia iniziò a tramutarlo in pietra.
Selenis
continuò a
fissare il volto del padre, e proseguì a farlo anche quando
la sua pelle non fu altro che solido granito.
Di fronte
alla ragazzina,
dalla parte opposta della tomba, Gladiolus senza che lei se ne fosse
accorta l'aveva osservata per tutto il tempo. Come era accaduto tre
notti prima, l’espressione della principessa era rimasta
impassibile; non aveva fatto scenate, né aveva versato una
lacrima. Lui l'ammirava
per quello, ma allo stesso tempo ne era preoccupato. La
ragazzina infatti, nonostante la cerimonia fosse terminata e alcuni dei
presenti si stessero già allontanando, non dava segni di
volersi
muovere, nè aveva spostato lo sguardo dal volto pietrificato
del
padre. Sembrava essersi tramutata anche lei in una statua...
Poi
all’improvviso, la giovane iniziò a cantare ad
alta voce.
Infinity, where does
it start? Where do we go when
we depart? The ice is thin;
you're standing still, when you advance,
it falls apart.
Open
your eyes, look straight ahead, a morning sky hangs
by a thread. You hear your voice
as it echoes, the heart of a man
as he grows will glow. Sing a hymn.
Sing
a hymn for your brothers, everybody needs to
know. Sing a hymn for your
father, and finally, the
sun will grow.
Sing
a hymn for your father
Era una
canzone popolare,
vecchia come Eos stesso, eppure a Gladio sembrò di udirla
per la
prima volta. Gli astanti si erano fermarono tutti ad ascoltarla e il
ragazzo giurò di vedere gli occhi del sovrano farsi lucidi.
Infine, così
come la
canzone era iniziata finì, e la principessa senza dire una
parola, lasciò i presenti per tornare ad immergersi
nell'ombra dei
corridoi del palazzo.
Selenis, non
appena fu
sicura di non essere più vista, si mise a correre
ripercorrendo
la strada fatta poco prima. Varcò la porta della
sua camera e si fermò di nuovo davanti alla specchiera.
Aveva il viso acceso e gli occhi cerchiati. La crocchia,
risentendo di
quei movimenti bruschi, si era disfatta quasi del tutto e la ragazza
con
un gesto rabbioso la sciolse definitivamente. Selenis battè
entrambi i pugni sul piano del mobile, chinandosi poi ad appoggiarvi la
fronte.
Il cervello
sembrava sul
punto di esploderle: provava rabbia, tristezza, solitudine, ma a
prevalere era di sicuro la rabbia.
Con mani tremanti si slacciò il vestito nero,
per poi appallottolarlo e lanciarlo dall’altra parte della
stanza. Dopo di che, si infilò un paio di jeans e una felpa
e
cercando di non essere vista, uscì dal palazzo.
Iniziò a sentirsi meglio solo quando si gettò
nel caos del centro di Insomnia e fu salita sulla prima corsa della
metropolitana. In un primo momento poteva sembrare che la ragazzina non
avesse una meta, ma ce
l’aveva eccome.
Scese alla
periferia
della città, dove tutto era meno verde e un po’
più
metallico, dirigendosi verso un gruppo di appartamenti non tanto
distante dalla fermata della metro. Lì,
salita al
secondo piano, bussò con energia ad una porta incastrata in
una fila che ne
contava altre cinque. Da dentro però nessuno risposte.
“
Forse non è ancora rientrato ” pensò,
mettendo mano alla maniglia e abbassandola.
Docilmente,
la porta si aprì con un sommesso cigolio.
-
È permesso? – chiese la ragazzina affacciandosi
all'interno.
Nessuna risposta.
Selenis fu tentata di tornare sui propri passi, ma alla fine decise di
entrare, sicura che al padrone di casa non sarebbe dispiaciuto.
La stanza,
che fungeva sia da ingresso che da sala da pranzo e camera da letto,
era in perfetto ordine.
La
principessa si avvicinò alla scrivania e si sedette sulla
sedia, facendo vagare lo
sguardo sui ritagli di giornale e sulle foto attaccate alla
parete. Erano per lo più notizie riguardanti campagne
militari e
di guerra. In uno di essi si parlava della scampata morte del
principe Noctis e di sua cugina.
Selenis si
ritrovò
a leggere
l’articolo con uno strano distacco; sembrava successo un
secolo
prima e non solo da poche settimane. Quell’episodio era stato
l’inizio della fine, fine che portava la chiara firma di
Nifelheim.
Subito alla sua sinistra, una foto in bianco e nero ritraeva il Re nel
giorno della
fondazione dei Kingsglave; al suo fianco,
sorrideva soddisfatto un giovane Revis. Selenis si ricordava di quel
giorno, di come il padre
fosse entusiasta del suo nuovo ruolo...
- Avresti mai detto che sarebbe finita così? -
mormorò la
ragazzina accarezzando l'immagine dell'uomo con la punta delle dita.
Proprio in
quel momento, la porta cigolò di nuovo e la giovane si
voltò. Sulla soglia, uno
stupefatto Nyx Ulric fece il suo ingresso.
- Selis?
– disse confuso, lasciando la presa sulla giacca di pelle che
aveva in
spalla per abbracciare la ragazza che gli si era fatta incontro.
La
principessa si lasciò avvolgere dalle braccia forti del
militare affondando il viso nel suo petto.
-
Nyx…- mormorò, stringendo tra le dita la stoffa
della sua maglietta.
- Come
sapevi che ero tornato? – le domandò il ragazzo.
- Libertus
–
rispose la giovane, scostandosi di un poco per guardarlo in faccia
– era tra i soldati che hanno partecipato alla cerimonia
–
spiegò.
- Ti ha
preso a cuore
quel ragazzo – osservò lui con un sorriso
– mi dispiace di non
esserci stato, sono tornato solo poche ore fa – si
scusò.
- Non fa
niente – replicò Selenis mentre si separavano.
- Tu come
stai? –
Nonostante non si
vedessero da nove mesi, il soldato aveva
notato subito che la ragazza doveva aver perso peso.
- Uno schifo
– ammise Selenis con una smorfia – ma temo che sia
normale – aggiunse stancamente.
-
Sì, è normale – asserì il
ragazzo avvicinandosi alla scrivania.
- Lo so
– disse la principessa.
Nyx aveva
perso la sua
famiglia un anno prima a seguito di un attacco Imperiale su Galahad. I
suoi sogni di riuscire a portarla al sicuro all'interno della barriera
erano sfumati in un'unica giornata.
- Ed
è per questo che ho una richiesta da farti –
proseguì la ragazzina.
- Dimmi
tutto – la assecondò Nyx, posando la giacca che
aveva recuperato da terra sullo schienale della sedia.
- Vorrei che
mi addestrassi – Selenis andò dritta al punto.
- Che?
–
Il ragazzo
si voltò di scatto, palesando il suo stupore inarcando le
sopracciglia.
- Devo saper
maneggiare un'arma, devo sapermi difendere – disse la
principessa.
- Non credo
sia una buona idea.. – replicò il militare
incrociando le braccia sul petto.
- Ascoltami
–
riprese Selenis – appena qualche settimana fa sono scampata
per
un soffio alla morte, e solo grazie all’intervento di mio zio
e di
mio
padre – disse – adesso lui è morto per
mano
delle stesse persone che probabilmente ci hanno aizzato contro quel
mostro! Non lascerò che ci riprovino ancora e mi trovino
inerme
come un agnellino! – esclamò con lo sguardo
acceso.
- Tu cerchi
vendetta… -
Quella di
Nyx non era una domanda, ma una basilare affermazione.
- Io cerco
giustizia Nyx, tu chiamala come preferisci –
ribattè Selenis.
Il ragazzo
tornò a
girarsi verso la scrivania, combattuto sul da farsi. Una ragazza
giovane come Selenis non avrebbe dovuto nemmeno sapere cosa fossero le
armi, però era pur vero che era stata la vita a metterla
davanti a quella scelta. Non le biasimava quindi quel
desiderio.. ma la vendetta era un terribile fardello da
portarsi appresso, qualcosa che poteva schiacciarti se non eri
abbastanza forte da sopravviverle.
Mentre pensava a queste cose, a Nyx cadde involontariamente
lo sguardo sulla foto sorridente della sua sorellina. Non
aveva potuto proteggerla, così come Selenis non aveva potuto
proteggere chi amava...
- Va bene
–
assentì d'un tratto, prendendo di nuovo in mano la giacca e
indossandola
– Cominciamo subito, il tempo dovrebbe reggere –
aggiunse,
buttando un’occhiata veloce fuori dalla finestra.
- Cosa?
Adesso? – esclamò Selenis incredula.
- Certo
–
affermò lui – non so per quanto resterò
ad
Insomnia,
né quante volte ci tornerò in futuro –
spiegò, dirigendosi verso la porta dopo aver afferrato un
borsone
dall’armadio.
Selenis,
ancora stupefatta da quel cambio di decisione, si affrettò a
seguirlo.
**
Due ore e
mezza dopo, la
ragazzina grondante di sudore si lasciò cadere
sull’erba.
Non sentiva quasi più le dita che reggevano la spada da
addestramento, il polso le faceva un male cane per i movimenti che non
era abituato a fare e sicuramente i fianchi le si stavano coprendo di
lividi laddove Nyx l’aveva colpita più volte.
Il ragazzo
l’aveva
portata in un parco non molto distante da casa sua; grande e
con pochissima gente, così che ebbero tutto il tempo di
allenarsi
indisturbati. Nyx aveva tirato fuori dal borsone la sua vecchia
attrezzatura per gli allenamenti, che consisteva di un paio di spade
senza
lama e una pettorina imbottita. Si dimostrò fin da subito un
insegnante severo, ma che
sapeva valutare bene i limiti a cui sottoporre la sua neo allieva.
- Sei
veloce, ma
scoordinata, e pensi solo alle mosse che devi fare tu senza tener conto
di quelle dell’avversario – commentò il
militare che
sembrava fresco come una rosa.
- Non
è incoraggiante – replicò Selenis
tirando il fiato.
- Imparerai
– la rassicurò lui sedendosi al suo fianco.
- Allora
proseguiamo! – ribattè la ragazzina facendo per
alzarsi, ma Nyx le
posò una mano sul braccio per trattenerla.
- E devi
imparare anche quando smettere – aggiunse con un sorriso
canzonatorio.
- Uff...
– borbottò Selenis aprendo e chiudendo le dita
della mano intorpidita.
- Sei tosta
Chocobo girl, ma per oggi basta – la prese in giro Nyx.
- Ti piace
essere tu a
dare gli ordini una volta tanto, eh? – replicò lei
dandogli una spallata e facendo ridere il ragazzo.
Selenis si
accorse con
stupore che in quelle due ore e mezza non aveva pensato neppure per una
volta alla morte del padre e al recente funerale. Ne fu sorpresa ma non
si vergognò di sentirsi anche un po’ sollevata.
- Come mai
hai deciso di
allenarmi? – domandò la principessa ad un certo
punto,
spezzando il silenzio che si era venuto a creare.
- Mhh
–
mormorò Nyx guardando di fronte a sé –
Prima di
venire qui per arruolarmi anche mia sorella minore mi aveva fatto la
stessa tua richiesta – disse – e io le avevo
risposto che
non ne aveva bisogno, che c’ero io a proteggere lei e la
mamma..-
spiegò con un sorriso sarcastico e carico di tristezza
–
forse, se avesse saputo impugnare una spada avrebbe avuto qualche
chance in più di sopravvivere – concluse molto
francamente.
- Non devi
fartene una colpa – rispose Selenis appoggiando il mento
sulle ginocchia che aveva raccolto al petto.
- Nemmeno tu
– replicò lui.
-
Già – concordò la giovane sorridendo
amareggiata.
Perdonarsi
era la cosa più difficile da fare e lei lo sapeva bene.
- Dai,
vieni, ti offro qualcosa da mangiare – riprese il soldato,
alzandosi da terra e offrendole una mano.
- Non
è il caso
Nyx – ribattè la ragazzina; ma proprio mentre si
rimetteva
in piedi, il suo stomaco le diede prova dell’esatto contrario
–
o forse sì – replicò imbarazzata
facendo di nuovo scoppiare
a ridere l'amico.
**
- Ed ecco
qui –
Nyx
raggiunse il tavolo dov’era seduta Selenis e ci
appoggiò un cestino pieno di Nachos al formaggio.
- Per Rhamu,
se mi vedesse Ignis! – replicò lei fiondandosi
famelica sul cibo.
-
È fissato con la dieta? –
s’informò il ragazzo addentando un triangolino.
- Diciamo
che preferisce il "cibo sano", come ama definirlo – disse la
ragazza alzando gli occhi al
cielo – e pensa che Noct non vuole mai mangiare la verdura,
è una cosa che lo fa impazzire – aggiunse
sghignazzando.
- Ehi! Avete
iniziato senza di me? –
In quel
momento, la figura massiccia di Libertus si materializzò
dietro di loro.
- Sei tu che
sei lento – replicò Nyx mentre l’amico
si sedeva con loro.
- Certo,
certo –
disse annoiato il ragazzo afferrando un Nachos – E tu? Come
stai? Stamattina sei fuggita, erano tutti preoccupati! –
aggiunse
guardando Selenis.
- Non sono
fuggita!
– balbettò la ragazzina osservando Nyx alzare le
sopracciglia in un gesto eloquente – Non, sono, fuggita
–
ribadì lei all'occhiata scettica del militare
– volevo solo starmene un po’ per conto
mio – aggiunse con noncuranza.
- Adesso
cosa farai? Resterai a palazzo? – le chiese Nyx.
-
Non… onestamente non lo so – rispose Selenis.
Dalla notte
della morte
del padre non era più tornata a casa sua, ma era rimasta ad
occupare la stanza degli ospiti a palazzo. Per un attimo, la paura di
non avere più un posto dove stare si
impadronì di lei. L’idea di tornare a casa da sola
la
riempiva di angoscia, ma allo stesso tempo non era sicura che restare a
palazzo fosse la scelta giusta...
- Certo che
resterà lì! Perché non dovrebbe?
–
ribattè Libertus asciugandosi le dita unte sul tovagliolo di
carta.
- Non so se
mio zio lo desidera – mormorò Selenis
guadagnandosi due paia di occhi increduli su di lei.
- Che storia
è questa? – replicò Libertus stupito.
- Temo che
lui mi odi.. Dopotutto è colpa mia se…- la
ragazzina non finì la
frase che fu comunque abbastanza chiara.
- Non mi
sembra che il Re sia quel genere di persona - rispose Nyx
appoggiandosi allo schienale.
-
Sì, beh non si può mai sapere.. – disse
caustica Selenis.
Nyx stava
per ribattere, quando una voce si levò alle loro spalle.
- Selis!
–
La ragazzina
si voltò, stupita nel vedere farsi loro incontro Ignis.
- Iggy che
ci fai qui? – domandò la principessa alzandosi.
- Ti cercavo
–
replicò lui salutando con un cenno del capo gli altri
commensali
– il Re ha indetto una riunione e chiede che ci sia anche tu
– aggiunse.
- Il Re?
– replicò incerta Selenis voltandosi a guardare i
suoi amici.
-
È meglio se vai – replicò Nyx con uno
sguardo d’intesa.
La
principessa assentì incerta e, dopo aver salutato i due
militari, seguì Ignis alla macchina che li stava aspettando.
- Sai di
cosa si tratta? – domandò al ragazzo quando furono
partiti.
- No, mi
spiace – rispose lui – Ma cosa sei venuta a fare
fin qui? – le chiese curioso.
- Sono
andata a trovare
Nyx, è il ragazzo che mi ha ritrovata due anni fa quando
sono
scappata – spiegò la ragazzina – da
allora siamo
diventati amici – aggiunse.
- Capisco
– replicò Ignis guardando fuori dal finestrino.
-
Iggy…-
proseguì la principessa – avevo solo bisogno di
allontanarmi un
po’ dall’ambiente di palazzo.. mi dispiace di
essere sparita così –
mormorò affranta.
- Non devi.
Ti capisco, davvero. – rispose il ragazzo voltandosi a
guardarla –
però ci fai preoccupare, siine consapevole –
aggiunse.
-
Sì, lo so – rispose Selenis abbassando lo sguardo.
Quando
arrivarono a
palazzo, la ragazzina fece una breve sosta nella sua camera per una
rapida doccia e per indossare un abito un po’ più
consono ad
una riunione. Non appena fu pronta, sempre accompagnata da Ignis, si
presentò nella sala del trono.
Una volta
entrata, uno
strano senso di dejavù la colse; le sembrava di essere
tornata a
due notti prima. C'erano le stesse persona ad accoglierla, con la sola
differenza che era presente anche Noctis.
- Scusate il
ritardo
– disse la ragazzina, inchinandosi brevemente per poi
guardare verso lo scranno dove il Re era seduto.
- Grazie a
tutti voi di
essere qui – esordì a quel punto Regis alzandosi
in piedi
– Sarò breve. L'annuncio è semplice, ma
richiedeva la presenza del consiglio e di chi ne
sarà interessato – disse guardando le persone
riunite
– Da oggi, la principessa Selenis Lucis Caelum
verrà ad
abitare in questo palazzo e ne diventerò il tutore
–
Selenis
guardò lo zio scendere le scale con gli occhi sgranati.
- Nonostante
non possa salire al trono, godrà degli
stessi diritti di mio figlio e prego tutto il personale di corte di
trattarla con il dovuto riguardo – aggiunse – Non
ho saputo
proteggere tuo padre - proseguì rivolgendosi direttamente a
lei
- ma non accadrà la stessa cosa con te. La
famiglia dovrebbe essere una delle priorità di un Re, ma
temo di
non aver adempiuto al meglio a questo mio dovere, e me ne scuso
– disse, fermandosi a
qualche metro dalla nipote e guardandola negli occhi.
Gli astanti
osservarono
la ragazzina che, immobile, continuava a guardare il Re con
espressione scioccata. Tutti si aspettavano di rivedere lo stesso
comportamento composto che aveva mantenuto nei giorni precedenti;
invece la sua
espressione si contorse, e in barba ad ogni etichetta di corte,
separò lo spazio che la separava dallo zio abbracciandolo.
Selenis si
sentì una
sciocca mentre scoppiava a piangere, non tanto per la reazione in
sè,
quanto più perché aveva giudicato erroneamente il
comportamento del Re. Regis non era affatto arrabbiato con lei, anzi,
era arrabbiato con sé stesso per non aver saputo evitarle
quel
dolore.
Il sovrano
strinse la ragazzina in un abbraccio delicato.
- Mi
dispiace! Mi dispiace così tanto!! –
singhiozzò Selenis.
- Shhh, va
tutto bene Selis – la rassicurò Regis mentre con
un gesto del capo congedava i presenti.
Noctis
invece si fece
avanti, mettendo una mano sulla spalla della cugina e venendo incluso
nell’abbraccio.
Chiunque avesse guardato quella scena,
avrebbe finalmente visto una famiglia di nuovo unita.
Campeggio dell'autrice:
Buon giorno e buon venerdì a tutti!
In questo capitolo la mia fantasia ha galoppato e mi auguro di essere
riuscita ad incastrare i pezzi con la trama originale.
Ovviamente la presenza del mausoleo all'interno del palazzo di Insomnia
è inventato, così come il rito funebre. Mi
piaceva l'idea
di questa trasformazione in statua e visto che con la magia si
può quasi tutto, l'ho preferita rispetto ad una classica
tomba.
Come avrete notato ho inserito una canzone, lo so, è un mio
pallino.. in tutte le storie che scrivo devo inserirci un pò
di
musica altrimenti non sono contenta XD
Non so cosa ne pensate voi, ma a me il testo sembrava perfetto per
questo momento.. se qualcuno fosse interessato ad ascoltarla
può
farlo cliccando su questo link: Céline
Dion - Hymn
Bentornato Nyx oserei dire! Il nostro Kingsglave ha fatto ritorno dopo
molti mesi di assenza nella vita di Selenis e ora si ritrova ad essere
il suo istruttore non ufficiale xD Il rapporto tra loro, come avete
potuto intuire, è come quello tra sorella e fratello
maggiore.
Nyx è un amico e una persona su cui poter contare; questo
è quello che ho pensato quando ho deciso di renderlo parte
integrante della storia con un ruolo importante seppur marginale.
Onestamente non so cosa sia accaduto per davvero alla sua famiglia, ma
da quel poco che si vede nel film ho supposto che sia morta a seguito
dell'invasione di Nifelheim. Anche se mi domando ancora dove
caspiterina sia Galahad... non c'è in tutta la mappa di
gioco!
Selenis è ora sotto la custodia del Re, che siamo certi le
vorrà bene quanto ne vuole a Noctis. Da adesso in avanti
comincia una nuova vita per la principessa di Lucis, il che, nel
prossimo capitolo, ci porterà ad un salto di ben quattro
anni e
si ricollegherà ad uno degli episodi di Brotherhood ;)
Se siete curiosi restate sintonizzati!
Un sentito ringraziamento a tutti i Lettori
giunti fin qui e a chi mi ha inserita tra le storie seguite, in
particolare FantasyAnimeManga96,
e ricordate.
May the Luciis bless you
all.
Con affetto,
Marta
|
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Capitolo 9 *** 8. Lezioni e Sparizioni ***
8
Insomnia.
Capitale regia del regno di Lucis. 4 anni dopo.
Palazzo reale.
- Come
diamine fai a stare in quella posizione, per me resta un mistero
–
Selenis,
alzò gli
occhi dal volume che stava leggendo per puntarli sulla figura
sottosopra di
Ignis. La ragazza
aveva le gambe appoggiate allo schienale del divano della camera di
Noctis e la testa dalla parte opposta, reclinata verso il pavimento. I
lunghissimi capelli bianchi si
adagiavano sul tappeto come un manto nevoso.
- Tengo
allenati i muscoli delle
braccia così – replicò lei chiudendo il
libro – e poi
sono comoda – aggiunse facendo spallucce.
- Noct
è passato di qui? – chiese il ragazzo guardandosi
intorno.
- Ignis
Stupeo Scientia che
perde il suo protetto? – esclamò Selenis sgranando
gli occhi
– Questo sì che è da segnare negli
annali! – rise.
- Non
l’ho perso..
– replicò calmo il ragazzo –
Sarà già
andato in palestra per l’allenamento –
commentò tra
sé.
- Da quello
che ho capito
odia le lezioni di scherma, dice che il suo insegnante è
antipatico – soggiunse la principessa.
- Il figlio
di Clarus
è un ottimo maestro di spada, nonostante la giovane
età – replicò Ignis aggiustandosi gli
occhiali.
- Ma se
è più vecchio di noi! –
esclamò ridendo Selenis.
-
Più vecchio? - rispose il giovane confuso - Ha quindici anni
– disse.
- Cosa!? Ma
è... enorme! – sbottò la ragazza
decisamente stupita.
-
Piuttosto... – la
interruppe Ignis – ultimamente mi sembri un po’
apatica,
anche Noct se n’è accorto... Sicura che
non ci sia qualcosa che non va? – domandò
fissandola serio da dietro le lenti.
- Niente di
che, sono solo un po’ annoiata – rispose Selenis,
ed era vero.
Due
settimane prima, Nyx
era dovuto partire di nuovo per il fronte. Ciò voleva dire
che i
loro discontinui allenamenti si sarebbero ridotti ulteriormente. Questa
improvvisa partenza l’aveva lasciata senza qualcosa con cui
sfogarsi, cosa che di sicuro non le faceva bene all'umore.
-
Sarà come dici
– replicò Ignis – Ora ti prego, tirati
in piedi, mi
fai andare il sangue alla testa – aggiunse con una smorfia.
- Agli
ordini! – lo prese in giro Selenis cercando di raddrizzarsi.
Proprio in
quel momento, la porta si aprì e il Re fece il suo ingresso.
- Zio!
–
esclamò la ragazza e per la fretta di riacquistare una
posizione
eretta, scivolò dal divano finendo a terra.
- Stai bene?
– le chiese il sovrano con una punta di divertimento nel tono
di voce.
- Ahi...
Sì
– rispose la principessa, alzandosi e guardando torva Ignis
che
la osservava con un’espressione da “te lo avevo
detto” – Noct non c’è
–
aggiunse raccogliendo il libro da terra.
- In
realtà cercavo te – rispose Regis.
- Io allora
vado – disse Ignis, inchinandosi e guadagnando
l’uscita.
- Dimmi pure
– esordì Selenis guardando l’uomo.
I rapporti
con lo zio,
durante quei quattro anni, si
erano stabilizzati. Come aveva giurato, si
era preso cura di lei e non le aveva fatto mancare nulla: rimproveri
compresi. Le incomprensioni non mancavano di esistere, ma si superavano
senza troppe difficoltà. Nonostante questo però,
Selenis non riusciva
ancora a confidarsi completamente con il sovrano. Ciò era
anche
dovuto al fatto che Regis fosse sempre molto impegnato con il suo
ruolo, il quale assorbiva quasi completamente la sua attenzione.
Selenis ammirava lo sforzo che suo
zio stava compiendo, anche ora che si era trasferita a vivere in un
appartamento per conto suo.
- Ho pensato
che potresti incominciare a prendere lezioni di scherma come Noctis
– disse l’uomo.
- Davvero?
– la ragazza fissò lo zio senza poter credere alle
proprie orecchie.
-
Sì, non ci vedo
niente di male – replicò il sovrano –
soprattutto
adesso che il tuo insegnante improvvisato starà via per
lunghi
periodi – aggiunse sorridendo sotto i baffi.
Se la
mascella della principessa avesse potuto fisicamente farlo, sarebbe
sicuramente caduta a terra.
- E...
così lo sapevi – mormorò imbarazzata.
- Governo un
regno, ma
riesco ancora a sapere dove sparisce mia nipote tutti i pomeriggi
– replicò il Re divertito.
- Mi
dispiace, ma non
credevo che mi avresti dato il permesso.. – soggiunse
Selenis,
accarezzando distrattamente la pietra dell’anello
com’era
solita fare quando era nervosa.
- Infatti
non ti avrei
lasciato – confermò Regis – ma ormai sei
grande
abbastanza, e il pericolo non è di certo diminuito in questi
anni –
aggiunse stancamente.
- Nifelheim
si sta rafforzando, non è vero? – chiese la
ragazza con apprensione.
-
È sempre stata
forte, ma lo dava meno a vedere – rispose il sovrano
– ma queste
non sono cose di cui tu ti debba occupare – aggiunse con un
gesto
della mano – puoi iniziare le lezioni anche oggi,
Gladiolus è già stato avvisato –
concluse Regis
avviandosi di nuovo verso la porta.
- Grazie zio
– disse Selenis.
L’uomo
le riservò un ultimo sorriso prima di chiudere la porta. La principessa, non
appena fu uscito, lanciò un pugno in aria.
Non stava
più nella pelle! Finalmente aveva il permesso di imparare a
combattere! Chissà che faccia avrebbe fatto Nyx al suo
ritorno
nel vedere i progressi fatti.
Senza
aspettare oltre,
Selenis indossò una tuta comoda, si legò i
capelli in una
coda di cavallo e si diresse verso la palestra. La raggiunse
proprio mentre Noctis ne usciva con un’espressione tutto
fuorchè divertita.
- Buona
fortuna – brontolò mentre la superava.
- Ahi,
ahi... - mormorò tra sé la ragazza prima di
entrare.
Il suo
futuro maestro
sostava in mezzo alla sala degli allenamenti con gli occhi chiusi,
mentre si pinzava la radice del naso in un chiaro segno di stanchezza
più mentale che fisica. Noctis gli stava dando del filo da
torcere, poco ma sicuro.
- Perdonalo,
alle volta
può essere esasperante – esordì lei
facendo
sussultare il ragazzo che si voltò a guardarla.
-
Principessa! – esclamò preso in contro piede e
affrettandosi ad inchinarsi.
- Niente
inchini e dammi
del tu te ne prego – replicò lei allungandogli una
mano
– Selis, piacere – aggiunse.
- Gladio
– rispose il giovane, stringendogliela e sorridendole.
- Strano non
aver mai trovato l'occasione di presentarci –
osservò la ragazza.
-
È vero – concordò Gladio.
Dal giorno
del funerale
di quattro anni prima, c’erano state solo delle rare
occasioni di
incontrare la principessa, soprattutto ora che non abitava
più a palazzo.
Quando il Re gli aveva chiesto di darle qualche lezione di scherma,
Gladio ne era stato più che felice.
- Se per te
va bene inizierei con un duello veloce, giusto per capire come
impostare
le tue lezioni – propose il ragazzo dirigendosi verso la
rastrelliera, dove afferrò alcune protezioni e una spada da
allenamento.
- Perfetto!
– approvò Selenis.
Quando
iniziò ad
allacciarsi le imbottiture, la ragazza sorrise tra sé.
Sarebbe stato strano
tornare a casa e non doversi spalmare la crema per gli ematomi su
metà corpo; purtroppo il set di Nyx non era provvisto di
alcuna
protezione per gambe e braccia.
Una volta che ebbe terminato, afferrò la spada che
Gladio le stava porgendo e assunse un’espressione dubbiosa.
- Troppo
pesante? – domandò il ragazzo mal interpretando il
suo disappunto.
- No, semmai
il contrario
– replicò Selenis – posso? –
aggiunse
indicando la vasta scelta di armi in bella mostra.
- C..certo!
– rispose Gladio leggermente stupito.
Selenis le
passò in
mostra quasi tutte, saggiandone diverse finchè non
trovò
quella che più si avvicinava al suo ideale.
- Ok, sono pronta – affermò alla fine,
posizionandosi sul tappeto per gli allenamenti a fronteggiare il
ragazzo.
- Cominciamo
allora –
Gladio la
guardò
assumere la posizione di base e il suo proposito di correggerle le
imperfezioni venne meno. Non c’era nulla fuori posto,
né i
piedi, né l’impugnatura o la posa del busto. Sorpreso,
provò con un affondo laterale che però venne
intercettato dalla giovane.
"Ok... questa ragazza non è nuova al combattimento all'arma
bianca" pensò il ragazzo.
Anche la
sequenza di
colpi
successiva venne abilmente schivata e anzi, la principessa non si
limitò a quello. Cominciò ad incalzare il ragazzo
con
stilettate veloci e precise, nei punti deboli tipici di qualsiasi
avversario.
Gladio forse non avrebbe dovuto, ma iniziava a divertirsi non poco.
Alla fine,
con una mossa un po’ di argomentata, riuscì a
colpirle il polso facendole perdere la presa sulla spada.
- Ahhh!
–
esclamò frustrata lei – ci casco sempre
maledizione!
– sbottò, riprendendo l’arma e
ruotandola in mano per sgranchirsi il polso.
- Allora non
è la prima volta che usi la spada –
osservò Gladio.
- Non
esattamente –
rispose Selenis arricciando il naso – Un amico che fa parte
dei
Kingsglave mi ha addestrata saltuariamente –
spiegò.
-
Sono… ammirato direi – replicò il
ragazzo con un ghigno – ma manchi di.. –
- Fantasia,
lo so –
concluse per lui la ragazza – Nyx me lo dice sempre, ma sono
qui
per migliorare no? – aggiunse la giovane con un sorriso.
- Questo
è poco ma sicuro principessa – ribattè
Gladio riprendendo la posizione.
L’allenamento
proseguì. Il figlio di Clarus era un insegnante capace e
molto
alla mano, ma non per questo meno severo. Riprendeva Selenis quando
sbagliava qualcosa e le faceva ripetere i movimenti finchè
non le
riuscivano alla perfezione.
L'unica cosa diversa, rispetto alle lezioni che aveva preso con Nyx,
era il tempo. Lei e il
Kingsglave ne avevano sempre avuto poco, finendo a volte per
ritagliarlo in orari assurdi della giornata, come alle prime luci
dell'alba o a notte inoltrata.
Gladio, dal canto suo, non si sarebbe
potuto divertire di più. La ragazza, seppur ancora acerba,
era
una buona avversaria, che compensava con l’intuito
ciò che
non aveva ancora appreso.
- Brava! Ci
sei riuscita –
Selenis fece
un sorriso stanco a Gladio e si piegò sulle ginocchia,
appoggiandovi le mani per riprendere fiato.
-
Sì, al decimo
tentativo, ma ce l’ho fatta – replicò
lei, raddrizzandosi e schiacciando un cinque al ragazzo.
- Beh,
è per questo che si chiama allenamento – disse lui.
- Merito
dell’insegnante anche – si complimentò
Selenis con un
sorriso che si trasformò in una smorfia.
- Tutto
bene? – domandò Gladio preoccupato.
-
È la cicatrice
– rispose Selenis massaggiandosi una scapola –
doveva essere una ferita
superficiale, ma è quella che mi dà
più fastidio
quando cambia il tempo – aggiunse, guardando fuori dalle
grandi
vetrate oltre le quali il cielo si stava scurendo minaccioso.
- Eri
assieme al principe
quando c’è stato l'incidente con la Lamia
–
affermò Gladio che se n’era scordato.
-
Già…-
replicò Selenis – piuttosto, come va con Noct?
–
s’informò per cambiare discorso mentre iniziava a
fare stretching.
- Bene
- rispose un po’ troppo precipitosamente il ragazzo.
- A mentire
sei peggio di
me, il che è tutto detto! – osservò
Selenis divertita
– Sul serio, come va? – disse fermandosi a guardare
Gladio.
Il ragazzo
si guardò intorno indeciso sul da farsi, ma poi non
riuscì a trattenersi.
-
È…
assolutamente disinteressato a qualsiasi cosa io cerchi di insegnargli!
– sbottò alzando le braccia al cielo –
non si
impegna e ha sempre quell’espressione annoiata stampata in
faccia
che… - interruppe la frase sbuffando sonoramente e facendo
scoppiare a ridere Selenis.
-
Può essere incredibilmente indisponente a volte –
concordò lei.
- Esatto,
indisponente! – concordò Gladio, felice che
qualcuno lo capisse.
- Noct
è
particolare, è.... Noct ecco – soggiunse la
ragazza con
una scrollata di spalle – e
quello che gli è successo di sicuro non lo ha aiutato ad
essere
più estroverso – aggiunse con un sospiro
– ma ti
prego di
continuare a stargli dietro, ha bisogno di personalità forti
accanto a lui – disse.
- Certo,
puoi stare tranquilla, non mi arrendo così facilmente
– la rassicurò Gladio.
- Mi fa
piacere
sentirtelo dire – replicò lei – Ora temo
di dover
scappare. Ci rivediamo domani Gladio – lo salutò
guadagnando l’uscita.
- Con
piacere Selis – rispose lui.
La principessa
uscì soddisfatta
dalla sua prima lezione con Gladio; malgrado i muscoli doloranti si
sentiva piena
di energie, e la prospettiva di ripetere l’incontro il giorno
seguente la eccitava, anzi, non stava letteralmente più
nella pelle!
Selenis
si diresse
verso la camera dove aveva trascorso i precedenti tre anni prima
di ottenere il
permesso di trasferirsi a vivere da sola. Nonostante se ne fosse
andata ormai da un anno, quella stanza non era stata toccata, e
capitava
sovente che la usasse quando voleva trascorrere del tempo
all’interno
del palazzo.
Mentre
faceva la doccia e si cambiava, cercò di darsi
una spiegazione del fatto che a Noctis quelle lezioni non piacessero;
concludendo che avrebbe fatto prima a chiederlo al
cugino stesso.
Una volta
datasi una
ripulita, uscì per andare alle lezioni pomeridiane; quando
però raggiunse all’atrio del palazzo, le si
presentò una
scena particolare.
Due
cameriere e un
maggiordomo stavano accogliendo una bambina che non doveva avere
più di nove o dieci anni.
Incuriosita quindi, la ragazza si
avvicinò.
-
Principessa Selenis – la salutò sorpresa una delle
due domestiche.
- Buongiorno
–
rispose la giovane – posso darti una mano? –
domandò
poi, rivolgendosi alla bambina che la guardava con la bocca aperta.
- Sei
bellissima!! – esclamò quella cogliendola
completamente di sorpresa.
- G.. grazie
– replicò imbarazzata Selenis.
- Ah,
fratellone! – esclamò d’un tratto la
bambina superando con lo sguardo la principessa.
Selenis, si
voltò in tempo per vedere entrare nell’ingresso
niente meno che Gladio.
- Cosa ci
fai qui stupida!? – disse concitato il ragazzo avvicinandosi.
- Non sono
stupida, lo
sarai tu stupido!! – ribattè la bambina,
dimostrando subito ai presenti di avere
una lingua niente male, cosa che la rese subito simpatica a Selenis.
- Spero che
non ti abbia
importunato - Gladio si rivolse alla principessa, che sorridendo gli
fece segno di no con la testa.
- Sei venuta
qui da sola? – s’informò l'Amicitia
tornando a guardare la sorella.
- Certo!
Sono venuta per vedere Noctis – replicò serafica
lei.
- Lo sai che
non puoi.. - incominciò a dire Gladio.
- E
perché?! Tu lo
puoi fare! E adesso puoi vedere anche la principessa –
s'indispettì la bambina stringendo il coniglio di pezza tra
le
braccia.
- Posso
perché è il mio lavoro –
ribattè il ragazzo spazientito.
- Non
è giusto! Non è giusto!! –
esclamò sua sorella battendo i piedi a terra.
- Potrei
chiedere a Noct se può riceverti –
L’intromissione
di Selenis fece smettere immediatamente il capriccio.
- Davvero?
– disse la piccola con gli occhioni spalancati.
- Non
è il caso di disturbarlo – replicò
Gladio facendola di nuovo imbronciare.
- Non penso
che gli
dispiacerà – lo rassicurò la
principessa – Io sono Selenis, ma puoi
chiamarmi Selis – aggiunse, abbassandosi davanti alla bambina
e tendendole una mano.
- Io mi
chiamo Iris
– rispose allegra la sorella di Gladio – tanto
piacere sorellona – disse ricambiando la stretta.
- Noct
dovrebbe aver appena finito di prendere ripetizioni, gli vado incontro
– soggiunse Selenis rivolgendosi a Gladio.
- Davvero,
non è il caso di scomodarti – provò di
nuovo a farla desistere il giovane.
- Stai
tranquillo; nel
frattempo accompagna tua sorella nel salottino privato, vi
raggiungeremo lì – replicò,
allontanandosi e sorridendo sotto i baffi allo sguardo esasperato di
Gladio.
In
realtà aveva
proposto quell’incontro anche a favore del principe. Noctis
era
da sempre un ragazzino piuttosto introverso, ma adesso le sembrava
che quella sua caratteristica stesse pendendo il sopravvento,
tendendolo a farlo isolare. La stessa Luna, in una delle sue missive,
aveva dimostrato la medesima preoccupazione. Ogni tanto il pensiero di
Selenis tornava all’incontro con quel buffo ragazzino di nome
Prompto; sperava ancora ardentemente che stesse cercando di mantenere
la parola data alla principessa di Tenebrae. Conoscere quindi la
sorellina di Gladio, sicuramente non avrebbe fatto male a Noctis.
Mentre
camminava lungo il corridoio, al fondo comparve la figura della
cameriera di Noctis da sola...
- Noctis?
– domandò dopo che quella si fu avvicinata.
- Non saprei
dirle
signorina, è scappato via nel giardino dicendo che andava a
fare
un giro – rispose la donna costernata.
-
Ottimo…- sospirò Selenis - grazie lo stesso - la
congedò.
Il
“giro” di Noctis poteva voler dire di star via dai
trenta minuti alle tre ore.
“
Temo che l’incontro sia da rimandare”
pensò amareggiata.
La ragazza
tornò quindi indietro, dirigendosi verso il salottino dove
Gladio aveva
accompagnato Iris.
- Purtroppo
Noct è
andato a fare un giro – esordì, avvicinandosi al
ragazzo che la aspettava
– Iris dovrà venire un altro giorno a salutarlo
–
aggiunse.
- Non
è un
problema, anzi, siete stati tutti fin troppo cortesi con quella peste
– replicò Gladio scuotendo la testa.
- Ma dai,
è così dolce – rispose la ragazza.
- Solo
perché non vivi con lei – ribattè il
giovane alzando le sopracciglia.
- Vorrei
ricordarti che io ho vissuto con Noct – disse la principessa.
-
Touchè – rise Gladio – vado ad avvisare
Iris allora, ti ringrazio ancora – aggiunse.
-
È stato un piacere, salutamela – si
accomiatò Selenis.
Era circa a
metà
del corridoio, quando sentì Gladio gridare.
- Iris!!
–
Selenis,
preoccupata, tornò indietro correndo.
- Cosa
succede? – esclamò raggiungendo il ragazzo.
- Iris
è scomparsa – rispose lui agitato.
- Cosa?!
–
La
principessa lo
superò per entrare nel salottino. Lì,
l’unica
presenza rimasta della bambina, era il suo coniglio di peluche
abbandonato sulla poltrona cremisi. Selenis notò
immediatamente
che la porta che conduceva al giardino era aperta.
- Dev'essere
andata fuori – disse la ragazza uscendo – Iris! -
urlò.
- Iris!
– le fece eco Gladio che l’aveva seguita.
Nonostante i
loro richiami tutto taceva, e la cosa peggiore era che il giardino e i
suoi dintorni erano decisamente estesi.
- Gladio, io
vado verso le scuderie, tu vai verso i garage. Ci rincontriamo davanti
l’ingresso – propose Selenis.
-
D’accordo – concordò il ragazzo.
La ragazza
proseguì
nella sua ricerca, gridando il nome della bambina più forte
che
poteva e chiedendo notizie a chi incontrava. Il risultato fu che
nessuno aveva visto Iris
da nessuna parte, il che era strano, perché per quanto la
proprietà potesse essere
vasta, era impensabile che non sentisse le loro urla.
L'improvviso
e potente rombo di un
tuono, fece alzare lo sguardo di Selenis al cielo. Le nuvole che
qualche ora
prima stavano solo minacciando un temporale, adesso stavano mettendo in
pratica il loro proposito. Un secondo
più
tardi infatti, la prima goccia cadde sul viso della ragazza.
Nel giro di
cinque minuti si scatenò un vero e proprio acquazzone che
aumentò la preoccupazione di Selenis; se Iris si era persa,
di sicuro quel tempo non li avrebbe aiutati a trovarla più
in
fretta.
Controllate
anche le
scuderie, alla ragazza non rimase altro che dirigersi verso le scale
d’ingresso. Lì, ad aspettarla c’era
già Gladio, che non
appena la vide arrivare le si fece incontro.
- Niente?
– le chiese angosciato.
- No, mi
dispiace – rispose Selenis contrita.
-
Maledizione! Dove diamine si è cacciata?! –
esclamò il ragazzo fuori di sé.
- Ehi
Gladio, ascoltami
– la ragazza afferrò la mano del giovane contratta
a pugno
– La troveremo ok? – disse convinta – il
palazzo
è grande, ma siamo in tanti; è solo
questione di
tempo – lo rassicurò.
Gladio
guardò la
principessa completamente zuppa dalla testa ai piedi, avvertendo il
calore delle sue mani strette sulla sua.
- Hai
ragione –
concordò lui, facendo un respiro profondo che si
condensò
in vapore nell'aria frizzante del temporale.
- Bene,
allora…-
- Signorina
Selenis, signor Gladio! –
Entrambi i
ragazzi si voltarono verso la cameriera che correva loro incontro con
un ombrello scuro.
- Abbiamo
trovato sua sorella – annunciò –
è nell’atrio assieme al principe –
aggiunse.
Quando
entrarono
nell’ingresso, una cameriera si stava occupando di Iris
mentre
Noctis si stava asciugando i capelli fradici con un asciugamano.
- Iris!
– esclamò Gladio correndo verso la sorella.
-
Fratellone! – lo accolse lei.
Selenis si
avvicinò al gruppetto, guardando interrogativa Noctis che
fece spallucce.
-
Dov’eri? –
urlò l'Amicitia incollerito – Eravamo
preoccupatissimi! Io e Selis ti abbiamo cercato ovunque!!
– proseguì fuori di sé –
Allora? Di qualcosa! –
aggiunse.
Iris
continuò a
guardare suo fratello, evidentemente scossa da quel rimprovero.
- Glad..- l'intervento della principessa venne interrotto sul nascere
dall'arrivo del Re.
- Gladiolus,
cos’è tutto questo trambusto? –
Regis si
fece avanti, seguito dal maggiordomo di famiglia.
- Mia
sorella era sparita
mettendo in allarme tutto il palazzo. – rispose il ragazzo
inchinandosi - La principessa mi ha dato una mano a cercarla
–
aggiunse vedendo il Re guardare i capelli gocciolanti della nipote.
-
Non è stata colpa di Iris – s’intromise
Noctis.
Selenis
scoccò al principe un'occhiata sorpresa mentre Gladio gli
chiese “gentilmente” delucidazioni.
- Spiegami
com’è andata – disse il Re.
- Prima sono
uscito per
andare a giocare e le ho chiesto di venire con me – rispose
Noctis
con lo sguardo rivolto al pavimento.
Regis,
rimase a guardare il figlio in silenzio per qualche istante prima di
riprendere la parola.
- Noctis, tu
sei il
principe – esordì – non ti è
venuto in mente
che con il tuo comportamento sconsiderato avresti potuto mettere Iris
in pericolo? – domandò l’uomo con voce
calma.
Selenis
realizzò solo in
quel momento di non aver mai sentito lo zio gridare, se si escludeva la
volta in cui
aveva trovato il figlio esanime qualche anno fa.
- Sei in
punizione
– comunicò alla fine, in risposta al lungo
silenzio di Noctis –
ora vai a darti una ripulita – aggiunse congedandolo.
-
Sì – Noctis si voltò senza mai alzare
lo sguardo e si incamminò verso le sue stanze.
- Vi prego
di accettare le mie scuse, Gladiolus, Iris – il sovrano si
rivolse poi ai due interessati.
- No! La
colpa è mia, non avrei dovuto lasciarla da sola –
replicò Gladio inchinandosi di nuovo.
- Selenis,
la tua prima lezione com’è andata? –
domandò Regis girandosi verso la nipote.
- Bene zio,
ti ringrazio dell’interessamento – rispose la
ragazza con un sorriso.
- Ottimo,
sono contento
di saperlo – disse l’uomo – è
meglio che
però tu vada a metterti qualcosa di asciutto, o rischi di
ammalarti –
C’erano
alcuni
momenti, come in quel caso, in cui il Regis assomigliava
incredibilmente a suo fratello e a Selenis, ogni volta, veniva un
groppo in gola.
- Hai
ragione – concordò la principessa mentre il
sovrano si congedava da loro.
Una volta
che se ne fu andato, Gladio si avvicinò alla ragazza.
- Perdonami,
ti ho fatto
perdere tutto il pomeriggio e ti sei anche bagnata completamente
– si scusò, guardando con la coda
dell’occhio la
sorella che sembrava improvvisamente aver perso tutto il buon umore.
- Nessun
problema – rispose Selenis cordiale – sei una brava
persona
Gladio – aggiunse con un sorriso mesto.
- Eh?
– domandò il ragazzo non capendo la ragione di
quel complimento.
- Ho visto
quanto tieni a
tua sorella, faresti qualsiasi cosa per tenerla al sicuro –
disse
Selenis osservando la bambina – spero che tu possa maturare
lo
stesso sentimento anche per Noct – aggiunse tornando a
guardare
il ragazzo – ha bisogno di qualcuno come te al suo fianco
–
concluse prima di salutarli entrambi.
Le parole
della
principessa rimasero ad aleggiare della mente di Gladio, in
contrapposizione con la rabbia che provava in quel momento per il
futuro Re di Insomnia.
**
Noctis, con
addosso
dei vestiti nuovamente asciutti, guardava pigramente fuori dalla
finestra della
propria camera mentre il cielo tornava sereno e le stelle iniziavano a
fare capolino da dietro le nubi.
Ripensava a
ciò che era successo nel pomeriggio.
Quello che
aveva fatto,
il gesto che aveva compiuto nei confronti della sorella di Gladio, non
se lo sapeva spiegare neppure lui. Era stato guidato dall'istinto...
Conosceva bene il sentimento di
disagio e vergogna che si provava nell'essere rimproverati; gli era
successo spesso. Vedere Iris così inerme di fronte alla
sfuriata, seppure giustificata, del fratello, lo aveva fatto agire
d'impulso. Farsi sgridare una volta in più, non era un
grosso
problema; non nella vastità di cosa
sbagliate che poteva fare un principe.
-
È permesso? –
La testa di
Selenis sbucò dalla porta socchiusa, sorprendendo Noctis nei
suoi ragionamenti.
La ragazza
entrò,
reggendo in una mano un piattino con dei tramezzini e portando in testa
un asciugamano che le nascondeva i capelli ancora umidi.
- Ho pensato
che avessi
fame – esordì sedendosi di fianco al cugino
– so che
hai detto di non averne solo per non cenare con tuo padre –
aggiunse.
Noctis,
gettato uno
sguardo languido al piatto e scoperto ormai il suo bluff,
afferrò i panini iniziando a mangiarli con
voracità.
- Noct, un
principe non
mangia in questa maniera barbara! - lo rimproverò Selenis
– Eddai, scherzo! – corse ai ripari nel vedere la
faccia
del
ragazzino.
- Non sei
divertente – borbottò lui – grazie
– aggiunse attaccando il secondo tramezzino.
- Senti,
–
proseguì la giovane finendo di frizionarsi i capelli
– mi
spieghi perché hai mentito a tutti? –
domandò.
Noctis, che
si stava
portando un boccone alle labbra, rimase con la mano sospesa sul piatto.
Sua cugina era una continua sorpresa, soprattutto per come riusciva
sempre a leggergli dentro.
- E come sai
che ho mentito? – la stuzzicò.
- Dalla
reazione troppo
stupefatta di Iris e da come ti gratti il collo quando dici una bugia
– rispose la ragazza con un sorriso sornione.
- Sei il
demonio.. – replicò il principe scuotendo la testa
divertito.
- Allora?
– lo incalzò lei.
-
È brutto quando
qualcuno ti sgrida.. se è per qualcosa che non hai fatto
con cattiveria – rispose Noctis ingollando l’ultimo
boccone
– e poi, essere messo in punizione una volta in
più non mi
cambiava nulla – aggiunse con un’alzata di spalle.
Selenis
osservò il
ragazzino. Quei sentimenti, forse ancora infantili, che avevano spinto
Noctis
a prendere le parti di Iris, sarebbero diventati di vitale importanza
nel prossimo futuro: compassione e
spirito di sacrificio non erano cose da poco.
- Diventerai
un ottimo Re Noct – sentenziò la ragazza facendo
arrossire il principe.
Forse era la
prima volta che se lo sentiva dire.
- E tu un
ottimo comandante dei Kingsglave – replicò il
ragazzino con un sorriso.
- Vuoi che
lo diventi
solo perché così potrai comandare tu per una
volta
– ribattè la giovane ridendo.
- Temo che
tu mi abbia scoperto – ammise Noctis mettendosi a ridere a
sua volta.
Selenis gli
cinse le spalle con un braccio, stringendolo in un mezzo abbraccio.
- Ti voglio
bene Noct –
- Anche io
Selis –
Campeggio dell'autrice:
Ciao!
Bentrovati al capitolo 8 ^^
Come avevo preannunciato la scorsa volta abbiamo fatto un piccolo salto
temporale, ritrovando Selenis ormai diciasettenne, invischiata negli
eventi tratti da una delle puntate di Brotherhood.
Cosa ne pensate del primo ufficiale incontro con Gladio? Al ragazzo
è sicuramente rimasta impressa la figura della principessa
già dal funerale di Revis, ma non c'era mai stata occasione
di
approfondire il rapporto.. ora che invece ci sono tutte le premesse
come si evolverà?
Per ora la ragazza ha dato il suo sostegno al nostro Gladio dopo la
sparizione della sorellina (mannaggia al gatto!!), dando prova di
affezionarsi subito ai suoi futuri amici ^^ La parte che mi
è
piaciuta di più scrivere però, è
quella relativa
al dialogo con Noctis. E' stata rilassante e spontanea (avere una
sorella maggiore aiuta xD), amo scrivere di loro due in questi momenti
dove tutto è ancora "normale" nelle loro vite.
Che altro dirvi? Cosa voterete nel sondaggio lanciato con
l'aggiornamento di mercoledì? Io ammetto di essere parecchio
indecisa!!
Un grazie a tutti i Lettori
che continuano a seguirmi, a White
per aver recensito facendomi esultare alla "Prompto", e a chi ha
aggiunto la storia tra le seguite
e preferite.
Prossimo venerdì si salta avanti nel tempo di altri 3 anni
;) Cosa mai succederà?
Un abbraccio a tutti,
Marta
|
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Capitolo 10 *** 9. Non siete soli ***
9
Insomnia.
Capitale regia del regno di Lucis, tre anni dopo.
Centro
città. Casa di Selenis.
Din don
Il
campanello risuonò nel silenzio dell’appartamento
di Selenis risvegliandola di soprassalto.
- Per
Ramuh.. - brontolò lei, raccogliendo il libro che le era
caduto a terra e alzandosi dal divano.
Nel
frattempo, il citofono suonò un’altra volta un
po’ più a
lungo.
- Arrivo! Arrivo!
– esclamò ormai davanti alla porta.
Quando
l’aprì, vide che il suo disturbatore non era altri
che Ignis.
- Per i Sei! Ma che
ore sono?! – squittì a mò di
buongiorno.
- Le
due passate – replicò il ragazzo senza scomporsi,
chiudendo
la porta d’ingresso e seguendola dentro
l’appartamento.
- Merda! –
imprecò Selenis fiondandosi in camera.
- Pensavo
fosse solo Noct quello che si addormenta nei momenti meno opportuni;
evidentemente è una caratteristica di famiglia
– la prese in giro Ignis fermandosi nella sala da pranzo che
fungeva anche da salotto.
- Stavo studiando e
sono crollata – replicò la ragazza dalla sua
stanza mentre frugava nell’armadio.
- Meccanismi
difensivi? – s’informò il giovane dando
un’occhiata ai libri sparsi sul divano.
- No, livello avanzato
di guarigione – rispose Selenis, riapparendo in sala pronta
per uscire.
- Hai deciso di
specializzarti in quello? –
- Anche –
disse la ragazza afferrando la borsa nel corridoio.
Una volta
finiti gli
studi superiori, Selenis aveva deciso di proseguirli. In
realtà
puntava a diventare capo dei Kingsglave come lo era stato suo
padre, ma per farlo bisognava studiare ancora un bel po’. La
carriera militare era lunga, e per ora lei aveva deciso di concentrare
i
suoi sforzi sulle abilità difensive e taumaturgiche. Non
sarebbe diventata
un capo che se ne stava nelle retrovie a mandare avanti i suoi uomini,
ma avrebbe lottato in prima linea e, soprattutto, li avrebbe difesi.
- Sei sicura di
dormire abbastanza? –
Ignis la
bloccò con la mano posata sulla maniglia della porta
d'ingresso.
- Sì, stai
tranquillo, non ho più visto nulla – rispose lei
voltandosi a guardare l’amico.
Ed era vero.
Dopo
l’episodio di sette anni prima, la principessa non aveva
più sognato, anche se... doveva ammettere che negli
ultimi tempi era tornata a tormentarla una sensazione di paura che per
il momento, però, si limitava a lambirle la
mente come le onde di un lago. Sembrava quasi che
ci fosse qualcosa in agguato, ma che si tenesse ancora
parecchio lontano.
- Te
lo giuro Iggy, ok? – rincarò la dose Selenis
vedendo
l’aria poco convinta del ragazzo – La cucina
è tutta
tua! – aggiunse, salutandolo e chiudendo la porta.
***
Prompto
Argentum si stava
godendo il suo giorno di gloria. Non solo era ufficialmente uno
studente delle superiori, ma dopo il suo duro allenamento, era
finalmente riuscito a parlare al principe Noctis. Lo aveva fermato
quella stessa mattina, appena lo aveva visto varcare i cancelli della
scuola, presentandosi.
Erano da subito andati d'accordo e ora, alla fine della mattinata,
sembrava la cosa
più naturale del mondo fermarsi a
programmare il pomeriggio come se si fossero conosciuti da sempre.
- Allora
cosa ne dici? – esclamò tutto allegro Prompto
–
Facciamo un salto in sala giochi prima di tornare a casa? –
propose.
- Sì,
volentieri – concordò Noctis – dovrebbe
essere
arrivato un nuovo sparatutto! – aggiunse, già
pregustando
l’idea di provarlo.
- Cool! –
approvò il suo nuovo amico.
- Direi che possiamo..
–
Prompto
aspettò la
fine della frase che però non arrivò. Noctis si
era infatti
interrotto, superandolo con lo sguardo.
- Selis! –
esclamò il principe un secondo dopo.
Il ragazzo
biondo
pensò di non aver capito bene mentre si voltava nella
direzione
dello sguardo del suo amico. In mezzo alla calca di studenti, si stava
facendo largo una ragazza che Prompto riconobbe subito. Erano anni che
non si vedevano, ma quel volto cesellato e quei lunghissimi capelli
bianchi erano inconfondibili.
La giovane
si fece loro incontro aprendosi in un gran sorriso.
- Che ci fai qui?
– l’apostrofò Noctis.
- Sono venuta a
prenderti – replicò la ragazza.
Prompto
fissava la nuova
arrivata a bocca aperta, finchè questa non lo
guardò e lui
si ricordò di richiuderla.
- Ci sei riuscito alla
fine – gli disse contenta.
- Vi conoscete?
– s’intromise Noctis curioso.
- Diciamo di
sì – replicò Selenis.
- Lei
è…? -
Il ragazzo
biondo passò lo sguardo da uno all’altra con fare
confuso.
- Mia cugina Selenis
– rispose il principe.
- Tua
cugina… - ripetè stordito Prompto.
La ragazza
che lo aveva
accompagnato a comprarsi un paio di scarpe dopo averlo soccorso per
strada, altri non era se non la cugina dell'erede al trono di Lucis.
- Sono felice di
rivederti Prompto – disse lei.
- Anche
io! Anche io sono felice di rivederti! – esclamò
il giovane,
riscuotendosi all’improvviso e facendola scoppiare a
ridere.
- Prima o poi dovrete
spiegarmi – soggiunse Noctis corrugando la fronte.
- Certo, ma prima
siete tutti e due invitati a casa mia – replicò la
ragazza facendo l’occhiolino.
- Cosa ti sei
inventata questa volta, Selis? – le domandò
sospettoso il principe.
- Nulla..
– rispose con innocenza lei – però si da
il caso che
sia entrata in possesso di quel nuovo Rpg uscito qualche giorno fa
–
aggiunse.
- Una ragazza gamer?
Sposami! – disse Prompto ammirato.
- Avanti andiamo
– rise Selenis.
- Sì,sì,
andiamo, ma tu non me la racconti giusta – replicò
Noctis
Se il
principe sentiva
puzza di bruciato, vedere Gladio aspettarli fuori
dall’ingresso
del palazzo dove abitava la cugina, non potè che confermare
i suoi
sospetti.
- È
un’ora che vi aspetto – li accolse il giovane
scostandosi dal cancello al quale era appoggiato.
- Potevi salire
– ribattè Selenis dirigendosi verso di lui.
- L’ho
fatto, ma poi ho preferito tornare qui – replicò
l'Amicitia.
- Santi Eoni!!
– esclamò lei alzando gli occhi al cielo.
- Noct,
ti sei già fatto degli amici il primo giorno? Mi stupisci!
– lo prese in giro Gladio notando la presenza di Prompto.
- Ma piantala..
– replicò il principe sbuffando.
- Sono
Prompto, piacere – si presentò il ragazzo biondo,
tendendo
una mano a Gladio che inglobò letteralmente nella sua.
- Gladio, piacere mio
– rispose lui con un sorriso.
- Avanti,
vi sbrigate? – esclamò Selenis già
sulla porta
d’ingresso – Iggy? – chiamò
poi mettendo la testa dentro
casa.
La prima
cosa che la
colpì, fu l’odore di dolci che si era sparso per
l’appartamento e un secondo più tardi,
l’artefice di quel buon profumo si
palesò in ingresso.
- Ben arrivati,
è quasi pronto – li salutò pulendosi le
mani nel grembiule.
- Perché
quando sono entrato io non sei stato così carino?
– lo canzonò Gladio.
- Perché
sei venuto a saccheggiare in cucina – replicò
Ignis squadrandolo da dietro le lenti.
- Gladio ma non ti
danno da mangiare a casa? – disse Selis preoccupata per il
suo frigo.
- Questo qui mangerebbe anche i sassi - commentò Noctis.
- Se dentro un Cup Noodles certo! - rise l'Amicitia.
Con il
passare degli
anni, il rapporto
tra i tre ragazzi era cresciuto e si era consolidato. Noctis aveva
imparato ad apprezzare Gladio e i suoi insegnamenti, e il figlio
di Clarus ormai considerava il principe come un fratello minore. Tra
l'Amicitia e Ignis, invece, c’era qualche attrito dovuto ai
caratteri profondamente diversi, ma ogni tanto sapevano anche
andare d’accordo. Selenis li considerava degli amici
insostituibili
e stare in loro compagnia la metteva sempre di buon umore.
- Questo
è Prompto - proseguì la ragazza presentando il
giovane ad Ignis.
- Piacere, sono un compagno di classe di Noct - disse il biondo
allungando una mano.
- Ignis, piacere mio - rispose l'altro stringendogliela.
- Ora, fatte le dovute presentazioni, benvenuti
ufficialmente alla vostra festa per il primo giorno di liceo!!
– esclamò
la principessa rivolta ai due interessati.
- Non era la mia festa?
– domandò Noctis sollevando un sopracciglio.
- Sì,
ma visto che
c’è anche Prompto, direi che la si può
fare per
entrambi – rispose Selenis mentre il ragazzo biondo tirava un
pugno alla spalla dell’amico che si mise a sghignazzare.
- Forza, andate a
giocare
che quando è pronto ve lo dico –
replicò Selenis
spingendoli verso il divano davanti alla tv.
- Sì, mamma
– dissero in coro.
- Guardate che fino a
qualche anno fa ero più alta di tutti e due –
ribattè Selenis con un sorriso.
I due
ragazzi e Gladio,
ben felice di non dover entrare in cucina, si sedettero davanti alla
tv,
mentre la principessa raggiunse Ignis ai fornelli.
Nel forno
stavano
cuocendo delle belle tortine e il ragazzo stava finendo di
sciacquare gli utensili che aveva usato.
- Di nuovo queste?
–
chiese Selenis abbassandosi a guardare dentro
l’elettrodomestico
– Come le hai fatte stavolta? –
- Ho aggiunto della
semola alla farina e usato della panna aromatizzata – rispose
Ignis.
- Sono quasi felice
che tu
non abbia ancora saputo replicare quelle che ha mangiato Noctis a
Tenebrae –
commentò la ragazza – queste tue
“prove” sono
buonissime! – aggiunse.
- Ti ringrazio
– sorrise lui, chiudendo l’acqua e riponendo
l’attrezzatura dove l’aveva presa – Sai?
Quel ragazzo
mi pare di averlo già visto.. –soggiunse
riferendosi a Prompto.
- È quel
bambino di cui ti avevo parlato anni fa, quello che ha ricevuto la
lettera da parte
di Luna – spiegò la giovane, buttando un occhio in
sala
dove i tre stavano discutendo animatamente sulla strategia per
abbattere il boss.
- Davvero? –
esclamò Ignis stupito.
- Davvero –
confermò Selenis – ha mantenuto la promessa
– aggiunse con un sorriso soddisfatto.
Quando era
arrivata a
scuola e lo aveva visto parlare con Noctis, non era quasi riuscita a
contenere la gioia. Il desiderio che Prompto riuscisse davvero a
diventare amico del cugino si era realizzato: non vedeva
l’ora di scriverlo a Lunafreya.
- Il destino a volte
è strano – commentò Ignis, aprendo il
forno e
aumentando così l’aroma della cucina.
- Già..-
concordò Selenis – ti aiuto a portare le cose di
là
– si offrì poi, afferrando i piatti.
Nella sala
la discussione sul metodo migliore per vincere la battaglia virtuale
era ancora accesa.
- Se riuscissimo a
guadagnare un bonus sorpresa potremmo mandarlo rapidamente in crisi –
stava dicendo Noctis.
- Secondo me dobbiamo
solo potenziare i personaggi attivando altre Licenze e andare
giù di mazzate – replicò Gladio tutto
concentrato.
- Ma non sei tu quello
che
si lamenta sempre che la strategia è importante?! -
ribattè il principe guardandolo storto.
- Sì, ma
quando combatti con me, questo non fa tes…-
- Fatto!
–
esclamò Prompto mentre il suo personaggio faceva sfoggio
della
sua arma con il sottofonfo della Victory Fanfare – bastava
colpire un paio di volte la
gru a lato
dello scenario e quella faceva il resto –
spiegò.
La frase
venne accolta da un profondo silenzio.
- Basta, non ho
più
voglia – sentenziò Noctis alzandosi –
è un
gioco per bambini – aggiunse.
- Concordo –
disse Gladio seguendolo.
- Ehi! –
replicò Prompto piccato.
- E' pronto
in tavola! – disse Selenis.
- Attenzione che sono
ancora calde – li avvisò Ignis posando la teglia
sulla tavola.
Noctis si
avvicinò alle tortine valutandole attentamente, poi ne
afferrò una e le diede un morso.
- Ancora
non ci siamo – asserì rivolto a Ignis, dopo averla
masticata a lungo – però
sono davvero ottime! – aggiunse complimentandosi.
- Mh... –
commentò il cuoco, già valutando cosa modificare
per la prossima volta.
- Sono squisite!
– saltò sù Prompto entusiasta.
- Devo darti ragione
– disse Gladio.
- A questo punto
proporrei un brindisi!
– soggiunse Selenis prendendo il proprio bicchiere in mano
– All’ingresso al liceo! –
- Ai nuovi amici!
– le fece eco Prompto.
- Che speriamo
riescano a tenere sulla retta via il nostro caro Principe –
disse Gladio con un ghigno.
- A noi! –
concluse Ignis.
La ragazza
guardò
quel quartetto con un sorriso e si ritrovò a pensare di
essere
davvero felice. Con la coda dell’occhio osservò la
foto
incorniciata dei suoi genitori, ritratti da giovani durante una
scampagnata. Non era più sola, o forse non lo era mai stata.
**
Selenis,
mentre con una mano
si chiudeva meglio i lembi del maglione, con l’altra si
portò la bottiglia alle labbra bevendo un po’ di
birra ambrata, per poi riappoggiarsi alla ringhiera del balcone.
Il
pomeriggio era
trascorso nel migliore dei modi: avevano chiacchierato, mangiato e
giocato a
carte. Verso sera poi, Prompto li aveva ringraziati ed era
tornato a casa. Ignis invece aveva detto di avere alcune commissioni da
sbrigare e che sarebbe tornato a prendere Noctis, il quale non pareva
avere
la minima intenzione di alzarsi dal divano. Così, Selenis
aveva
deciso di metter su un film, e assieme a Noct e a Gladio, si erano
messi a guardarlo. Nel giro di soli cinque minuti i due ragazzi erano
crollati a dormire, lasciando alla ragazza il compito di concluderne la
visione.
Quando erano
arrivati i
titoli di coda, la principessa si era alzata, aveva recuperato una
birra
dal frigo ed era uscita sul balcone.
Ogni tanto
le piaceva
concedersi quei momenti di assoluta tranquillità, con
l’unico compito di osservare pigramente le luci dei palazzi
del
centro e i passanti del giardino pubblico che c’era davanti a
casa sua. Il rumore del traffico che andava scemando, era un suono per
lei
famigliare e per niente sgradito, assieme a quello della famiglia di
uccellini che passava l’intera giornata a
cinguettare.
Ad un certo
punto la
porta finestra del balcone si aprì e un istante dopo, la
figura
massiccia di Gladio comparve al suo fianco. Senza dire niente, la
ragazza allungò la bottiglia all’amico.
- A volte mi dimentico
che
sei una persona normale e non solo una principessa – disse il
ragazzo divertito dopo aver preso una lunga sorsata di birra.
- Ti informo che stai
rovinando il mio momento di pace – lo rimproverò
Selenis
dandogli un'amichevole spallata che ovviamente non lo smosse di un
millimetro.
- Oh, chiedo perdono
allora
– sghignazzò Gladio – Ahi! Va bene, va
bene! –
esclamò quando la ragazza gli tirò una ciocca di
capelli
che ormai gli arrivavano alle spalle.
Per qualche
minuto i due ragazzi rimasero in silenzio a godersi quella serata di
inizio primavera.
- Oggi mi sei sembrata
decisamente felice – commentò il giovane mentre
guardava
una donna portare a spasso il cane per il giardino pubblico.
- Sono felice per
Noctis – rispose Selenis appoggiando a terra la bottiglia
ormai vuota.
- In che senso?
– Gladio sollevò le sopracciglia.
- Si è
fatto degli amici – spiegò lei.
- Avevi paura che
rimanesse da solo? –
- Noct è
stato
sempre un bambino particolare – disse la ragazza –
dopo
quello che gli è successo poi, avevo paura che non riuscisse
a
legare, a instaurare un rapporto che andasse oltre la semplice
conoscenza... – raccontò – invece sei
arrivato tu e ora c’è anche Prompto –
La signora
con il cane ormai si era allontanata, lasciando dietro di sé
solo una scia di abbai.
- Eri davvero
preoccupata eh? – commentò Gladio guardandola di
sbieco.
- Da morire
– sospirò Selenis.
- Siamo anche qui per
te, non solo per lui, lo sai vero? – aggiunse il ragazzo
circondandole le spalle con un braccio.
- Lo so e sono molto
fortunata ad avervi – replicò la principessa
godendosi la
sensazione di calore che la pelle del ragazzo irradiava a contatto con
il suo corpo.
- Di qualsiasi cosa tu
e Noct abbiate bisogno non esitate a chiedere – soggiunse
serio Gladio.
- Allora portami
via... –
Le parole
uscirono dalla
bocca di Selenis prima che riuscisse a trattenerle, mentre la sua mano
corse ad afferrare quella del giovane Amicitia.
- In che senso?
– Gladio, piuttosto stupito, abbassò lo sguardo
sul il viso di Selenis rivolto verso di lui.
- Portami da qualche
parte,
dove possa dimenticarmi obblighi e doveri –
proseguì con tono
concitato la giovane – dove Nifelheim non esista e non
minacci costantemente le
persone che amo – aggiunse.
Gladio la
fissò
senza sapere cosa rispondere. Per un attimo aveva pensato che stesse
scherzando, ma l’espressione agitata che le vedeva in viso
diceva
tutt’altro.
Stava per
risponderle, quando per la seconda volta la porta finestra si
aprì.
Selenis
abbandonò il
rifugio del calore di Gladio per voltarsi a salutare Noctis, ma
sulla soglia c’era Ignis.
- Scusate, sono appena
arrivato e non vi ho trovati in casa – disse titubante.
- Tranquillo,
eravamo
usciti a prendere una boccata d’aria –
replicò
Selenis,
battendo gli occhi per ricacciare indietro le lacrime che aveva sentito
pungere – Noct? – domandò seguendo il
ragazzo
all’interno.
- Dorme –
rispose
Ignis facendo un cenno con il capo verso il divano dove il principe
dormiva ancora beatamente – Ero passato a prenderlo
–
aggiunse mentre Gladio chiudeva la porta del balcone.
- Lascialo riposare
ancora, ci penso io a riportarlo a palazzo – disse Selenis.
- Se per te non
è un disturbo va bene – assentì Ignis.
- Io allora tolgo il
disturbo – intervenne Gladio, afferrando il berretto e la
giacca dall’appendi abiti.
- Sì, anche
io vado – gli fece eco Ignis.
Selenis li
accompagnò entrambi all’ingresso.
- Grazie per essere
venuti
oggi – disse – sono stata contenta di avervi
tutti qui – la ragazza sorrise.
- È stato
un piacere – replicò Ignis chiudendosi i bottoni
della giacca a doppio petto.
- Riposati –
le consigliò Gladio.
La giovane
lo
guardò. L’espressione del ragazzo era piuttosto
chiara.
Con quella sua stupida richiesta lo aveva fatto preoccupare.
Però non aveva
saputo proprio resistere... in quel momento, vicino a lui, le era
sembrato che
tutto fosse davvero possibile, anche una cosa come quella.
- Lo farò
–
promise Selenis cercando di rassicurarlo – Ciao ragazzi
– li salutò chiudendo di nuovo la porta.
La
principessa
tornò nella sala dove ormai regnava il silenzio
più
totale, tolto il lieve respiro che proveniva dal divano.
La ragazza
si avvicinò alla figura addormentata guardandola con affetto.
Noctis era davvero
cresciuto, la poltrona non era neppure più
sufficiente a contenere la sua altezza. Ovviamente non era diventato
grande solo fisicamente, ma era maturato per certi versi, nonostante
rimanesse un gran scansa fatiche la maggior parte delle volte.
Chinandosi,
gli
scostò un ciuffo corvino dalla fronte facendolo grugnire nel
sonno. Gli occhi blu del principe si aprirono appena.
- Sono andati via
tutti? – mormorò con voce impastata.
- Sì, ho
detto a Ignis che ti avrei riaccompagnato io a palazzo –
rispose Selenis.
- Bene..-
replicò lui richiudendo gli occhi.
- Fammi posto va
– disse la ragazza.
Noctis
scivolò un
po’ più giù lungo il divano, lasciando
che la cugina
si sedesse per poi appoggiarle la testa su una gamba.
La
principessa si concesse di reclinare la testa all’indietro e
di chiudere anche lei le palpebre.
- Selis? –
la chiamò il ragazzo.
- Mh?-
- Grazie per oggi
–
- Prego Noct, quando
vuoi –
Campeggio dell'autrice:
Ben ritrovati e buon 2 giugno!
Il capitolo di oggi voleva darvi uno scorcio di vita quotidiana dei
nostri eroi e introdurre definitivamente il personaggio di Prompto ^^
Ora anche il nostro pistolero è entrato a far parte della
squadra, scoprendo finalmente la "vera" identità di Selenis
xD
Mi auguro, in tutti i miei deliri, di riuscire a mantenere i personaggi
nel loro carattere senza sfociare nell'OC; è un obiettivo
che mi
sono prefissata e che ci tengo particolarmente a mantenere.
Nel frattempo Selenis è cresciuta ancora, e con lei i suoi
sentimenti e le sue paure, che sono rispuntate fuori durante il dialogo
con Gladio. La principessa ha ben chiaro il fatto che, nonostante la
pace regni ad Insomnia, il pericolo è sempre in agguato
fuori
dai suoi confini. Nifelheim è una minaccia costante che ben
presto diventerà ancora più reale...
Fortunatamente la ragazza non è sola, ma può
contare sull'aiuto dei suoi amici, come le ha detto lo stesso Gladio!
Qualcuno di voi (se non tutti, visto che è abbastanza palese
^^") avranno capito che l'Rpg a cui hanno giocato Noctis e Co. altri
non è che lo stesso FF ^^ In particolare mi sono divertita a
mischiare il sistema di battaglia del capitolo XIII con il sistema di
potenziamento del XII xD E avete anche capito da quale capitolo
è tratta la gru usata da Prompto per vincere? ;) Scusatemi,
ma
mi diverto troppo a inserire questi cameo!
Per il prossimo venerdì salteremo ancora avanti nel tempo,
avvicinandoci ancora di più alla partenza del gioco e vi
avviso
già che sarà un capitolo romantico ;)
Se vi ho incuriositi abbastanza non resta che ritrovarci di nuovo tutti
qui tra una settimana! Nel frattempo cercherò un modo per
riuscire a stare al passo con tutte le serie tv che seguo e per non
impazzire nell'attesa della nuova stagione di Got, se qualcuno ha
consigli sono ben accetti xD
Per ora ringrazio tutti gli affezionati e i nuovi Lettori, chi mi
recensisce e chi mi ha inserita tra le storie seguite e preferite
<3
Un grande abbraccio,
Marta
|
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Capitolo 11 *** 10. Confessioni ***
10
Insomnia,
capitale regia del regno di Lucis. 3 anni dopo.
Palazzo
reale.
“Ciao Luna,
perdona il mio ennesimo ritardo nel risponderti.
Come
stai? I fiori di Sylle sono già fioriti? Vorrei tanto che
potessi mandarmi una foto!
Io
sto bene e i miei studi proseguono; è mia intenzione fare
domanda per entrare nei Kingsglave quanto prima. Sono certa che lo zio
avrà da ridire di questa scelta, ma lo farà solo
perché si preoccupa per me. Il desiderio di combattere sul
campo
di battaglia e di ricoprire il ruolo che fu di mio padre
però,
non fa che crescere, e credo che anche lui dovrà
riconoscerlo ed accettarlo.
Avrei
voluto che fossi assieme a me ieri...
Zio
Regis ha fatto trovare un mazzo dei fiori preferiti da mamma come tutti
gli anni, ed è anche riuscito a passare dal mausoleo per
qualche
istante. Ovviamente c’erano anche Noct, Gladio, Ignis e
perfino
Prompto (ha ottenuto un permesso speciale dal Re)! Anche se ho dovuto
chiedergli io se voleva venire con noi; lui non si osava
perché
aveva paura di essere di troppo... è il solito!
Per
quanto sia sempre difficile tornare con la mente a quel giorno, con
loro presenti lo è stato di meno. Chiunque li abbia messi al
mio
fianco, gli sarò debitrice per il resto della vita...
Passando
a parlare di cose più allegre: immagino che Noct ti abbia
già scritto che ha sostenuto gli esami di metà
anno.
Nonostante sia il solito pigrone incallito è riuscito a
passarli
senza particolari problemi. Ancora mi chiedo come sia possibile!
Più che altro, ultimamente, a preoccuparmi è
stato il suo
rapporto con Iggy. C’è stato qualche screzio tra
loro due,
ma pare che si sia risolto nel migliore dei modi e che siano tornati
in sintonia come prima.
Credo
che Noct stia iniziando a sentire seriamente il peso della sua
carica… ma soprattutto, penso abbia paura per suo padre,
anche se
non lo ammetterebbe mai.
La barriera lo sta debilitando ogni giorno che passa e non è
un
fatto che Noct può ignorare. Che i Lucis ci proteggano...
Adesso
devo scappare, ho gli allenamenti. Smettila di sorridere! Lo so che lo
stai facendo! Tra me e Gladio non c’è niente!
È
vero che siamo usciti assieme qualche volta, ma tutto in amicizia. Oh,
va beh, tanto lo so che non mi credi, antipatica!
Mi
manchi da morire… Continua a sopravviere la speranza di
vederti nuovamente varcare la soglia della mia camera con quel tuo
sorriso furbo di chi ha qualche pettegolezzo da raccontarti.
Ti
voglio bene amica mia.
A
presto,
Selis.”
Selenis,
finita di vergare la propria firma, infilò con cura la
lettera nella busta e si chinò ad
accarezzare la testa del cane bianco che sostava ai suoi piedi.
- Fai attenzione sulla strada del ritorno Pryna, mi raccomando - disse
la giovane assicurando la missiva sul dorso dell'animale.
Il cane abbaiò una volta per far capire che aveva inteso e
poi
trotterellò tranquillamente fuori dalla camera. Pryna era
uno
dei due cani messaggeri di Luna, ed erano l'unico modo che avevano per
tenersi in contatto. Apparivano magicamente quando avevano qualcosa da
consegnarle e altrettanto magicamente tornavano da lei.
Da dove fossero arrivati nessuno lo sapeva ma, da che Selenis
ricordava, erano sempre stati assieme a Lunafreya.
Soddisfatta quindi di essere riuscita finalmente ad aggiornare la sua
amica
d'infanzia, la principessa afferrò il borsone della palestra
ed
uscì dallo studio di suo padre.
Quando
quest'ultimo era morto, Regis le aveva chiesto se volesse conservalo o
se preferisse portare via le cose di Revis, ma lei aveva deciso di
lasciarle dov’erano. Nonostante i primi tempi non osasse
nemmeno
avvicinarsi a quella stanza, con il tempo aveva iniziato ad usarla per
studiare o per concedersi un istante per sé
stessa. In quei momenti si sentiva sia in pace, che profondamente
scossa. Capitava, alle volte, che si assopisse sul divano rosso dello
studio e che nel dormiveglia vedesse la figura del padre entrare e
salutarla; solo per poi scoprire che era tutto frutto della sua
immaginazione.
La ragazza,
nel
frattempo aveva raggiunto la sala per gli allenamenti, varcandone la
soglia a spasso spedito perché già in ritardo di
un
abbondante quarto d’ora.
- Eccomi!
– esclamò quando fu dentro, solo per scoprire che
non c’era nessuno – Gladio?-
Selenis fece
un rapido giro della stanza per essere sicura che il ragazzo non ci
fosse.
- Strano... - commentò, fermandosi al centro del tappeto per
gli scontri.
Mentre la
giovane si
lambiccava il cervello chiedendosi se non fosse solo in ritardo, la
porta della sala si aprì. Al posto del suo amico
però,
entrò una delle guardie reali.
-
Principessa – la
salutò quello – sono venuto a comunicarvi che non
ci
sarà il consueto allenamento, il signor Gladio non
è a
palazzo oggi – spiegò.
-
È successo qualcosa? – domandò la
ragazza.
Il soldato
si guardò intorno a disagio.
- Avanti,
parla. – lo spronò lei con voce autoritaria.
Suo zio le
diceva sempre che quell’imperiosità improvvisa
l’aveva presa tutta da suo padre.
-
C’è stato
un attacco da parte dell’Impero, ai danni cittadina costiera
di
Luka – rispose l’uomo.
-
Così vicino? – esclamò Selenis
sconvolta.
-
Sì –
assentì la guardia – Tutti i Kingsglave non
impegnati
altrove sono stati mandati là assieme ad alcuni soldati del
corpo di guardia, il signor Gladio ha insistito per partecipare
all’operazione – raccontò.
La ragazza
rimase in silenzio qualche istante, cercando di assorbire quello che le
era stato detto.
- Grazie
– rispose alla fine, mentre il soldato si inchinava e
guadagnava l’uscita.
Selenis
restò ferma dov'era, con una sensazione addosso che
preferiva non identificare.
Si
guardò intorno
senza sapere bene cosa fare, poi si diresse meccanicamente verso la
rastrelliera delle
armi e afferrò un’alabarda. Era inutile restare
lì a
pensare, se Gladio non c’era non voleva dire che lei non
potesse
allenarsi da sola! Con questa convinzione, si piazzò davanti
al
manichino per le esercitazioni e cominciò a colpirlo.
“Non
vuol dire
niente Selis…” pensò la ragazza menando
un fendente
che intaccò il pupazzo al fianco “Gladio
è un
militare” si disse ruotando sul posto e mirando
all’altra
parte “ è normale che partecipi a questo tipo di
missioni” il colpo si abbattè sul collo del
manichino
facendolo vibrare con forza.
Per quanto
fosse brava a
raccontarsela però, dopo un’ora non era ancora
riuscita a
scacciare il
pensiero del ragazzo. Anzi, man mano che il tempo passava la sua
angoscia aumentava, impedendole di concentrarsi su qualsiasi altra
cosa. Era una sensazione che aveva già sperimentato tanti
anni fa…
-
Maledizione! – gridò all'improvviso Selenis nella
sala vuota, lanciando a terra la propria arma.
Si premette
le mani sugli
occhi, respirando più volte pesantemente: doveva darsi una
calmata o sarebbe impazzita.
Valutò l’idea di andare a
trovare Noctis, ma a quell’ora doveva essere ancora a scuola
con
Prompto e disturbare Ignis perché le facesse compagnia non
le
pareva proprio il caso.
Mentre si
lavava sotto la
doccia degli spogliatoi, pensò con tristezza che una volta
avrebbe potuto parlarne con Lunafreya, a voce.. mai come in quelle
occasioni la sua amica le mancava. Se pensava che erano
ormai
dieci anni che non la vedeva, un profondo sconforto la
assaliva,
seguito dal desiderio ardente di scendere in battaglia. Aveva giurato a
sé stessa di impegnarsi per dare il suo contributo alla
disfatta
di Nifelheim e lo avrebbe fatto, si sarebbe vendicata dell'Impero e di
Glauca!
Una volta
finita la
doccia, Selenis decise di andare alle scuderie. L’allenamento
in
solitaria non era riuscita a distrarla, magari i suoi amici pennuti lo
avrebbero fatto.
Le scuderie
erano a
ridosso del giardino principale, e si collegavano direttamente con il
cancello principale come i garage. I Chocobo sostavano in
comodi box, caldi e accoglienti, e aveva a loro disposizione
un’ampia porzione di prato dove poter scorrazzare a loro
piacimento.
- Ehi Boko,
posso farti compagnia? –
La
principessa si
avvicinò ad un grosso pennuto dalle piume viranti
sull'arancio. Il Chocobo la salutò
con un verso gutturale, lasciandosi grattare soddisfatto sotto al
collo. Boko era il suo
animale preferito, quello con cui era entrata in sintonia fin da subito
e che aveva scelto come sua cavalcatura personale.
Selenis salì a
cavalcioni del cancello del box con un libro alla mano. Non era strano
trovarla lì a leggere, mentre il Chocobo si guardava
pigramente
intorno e ogni tanto chiedeva qualche carezza.
- Mi spiace
ma per ora niente cavalcata – gli disse la ragazza quando lui
si avvicinò inclinando la testa.
La
verità era, che
le scuderie erano un ottimo luogo per carpire qualsiasi notizia. I
cadetti e i primini venivano spesso mandati a
prendersi cura dei Chocobo, e ascoltare i loro discorsi era sempre
frutto di informazioni utili.
Era inutile
cercare di far finta di niente, se non avesse avuto
novità sull’attacco a Luka, non si sarebbe data
pace.
Il suo appostamento ottenne i risultati sperati solo quando il sole
di fine agosto stava ormai declinando verso l’orizzonte.
- Hai
sentito? –
Un cadetto
che stava
spazzando il pavimento dalla paglia alzò gli occhi verso un
suo
collega arrivato in quel momento.
- No, cosa?
– s’informò.
- Sta
tornando la squadra
di Luka – disse l’altro – è
quasi
al confine meridionale e si dice che stiano portato con loro i profughi
della cittadina.. ci sono anche state delle perdite, non deve essere
stata esattamente una vittoria, ma.. –
Il ragazzo
si fermò sentendosi osservato e alzò lo sguardo
verso Selenis. La principessa lo
guardava con espressione allarmata e la bocca dischiusa.
-
Principessa!- esclamò quello che stava spazzando.
- Hai detto
che abbiamo subito delle perdite? Quante? –
domandò Selenis saltando giù dal box.
- Non lo so
vostra Grazia, le informazioni sono poche e incerte – rispose
titubante il ragazzo.
- Ho capito,
grazie –
replicò la giovane, superandolo e mollandogli in mano il
volume
che stava leggendo – Va riportato nello studio
dell’ex
comandante delle guardie – aggiunse allontanandosi e
lasciando i due attoniti.
Selenis, si
mise a
correre
verso i garage con il cuore che minacciava si scoppiarle nel petto. Le
pareva di essere precipitata in un incubo; la paura che si stesse
ripetendo
esattamente la stessa situazione di dieci anni prima, stava prendendo
il
sopravvento.
Non appena
raggiunta
l’auto rimessa, la ragazza si diresse verso una moto nera,
vecchio modello. Era stata la preferita di suo padre ed era stato uno
dei
lasciti più graditi che Selenis avesse: pratica e veloce.
Lei non
era mai stata da auto, preferiva sentirlo in faccia il vento.
Si mise a
cavalcioni e partì rombando su per la rampa che la condusse
direttamente in strada.
Un quarto
d’ora
più tardi, avvistava già il cancello del confine
meridionale. La frontiera era in fermento, segno che il contingente era
già arrivato.
Selenis
parcheggiò prima di tutta quella confusione e,
abbandonato il casco vicino alla moto, corse in quella direzione.
La
mobilitazione di
personale era impressionante: c’erano medici, militari,
Kingsglave, feriti e persone che vagavano spaesate chiedendo dei propri
famigliare e amici.
La
principessa si
tuffò in quel marasma, guardandosi in giro nella speranza di
vedere facce conosciute. Per fortuna, in aiuto le venne una voce.
- Selis!
–
La giovane
si girò
verso Ignis che sostava qualche metro più in là
con le maniche della camicia rimboccate, intento a
dare istruzioni per la sistemazione delle persone sfollate.
- Cosa ci
fai qui? – le domandò quando si fu avvicinata.
- Lo hai
visto? – replicò lei con tono concitato
– Iggy, lo hai visto?! –
ripetè continuando a guardarsi intorno in modo febbrile.
Il ragazzo
la afferrò per gli avambracci nel tentativo di farsi
guardare in faccia.
- Selis,
devi calmarti! – le disse quando lei si girò
– Spiegati meglio, chi stai cercan..-
- Gladio...
– mormorò la ragazza senza lasciarlo finire e
superandolo con lo sguardo.
Ignis,
confuso, si
voltò per seguire i suoi occhi e là, in mezzo
alla
folla, la figura massiccia dell’Amicitia si
stagliò in
mezzo agli altri.
Selenis abbandonò la presa dell'amico, per correre in
direzione del nuovo arrivato.
- Gladio!
– lo chiamò.
Il soldato
la guardò stupito, allargando le braccia per stringerla
quando lei gli si gettò addosso.
- Sei vivo
–
mormorò la principessa con la faccia premuta contro il suo
petto e le mani
che artigliavano la giacca impolverata dell’uniforme.
- Selis,
perché sei qui? – chiese lui senza celare lo
stupore.
-
Perché mi hanno riferito che eri partito in missione ed ero
in pensiero -
La
principessa si
tirò indietro per guardarlo in viso, notando che il lato
sinistro era stato incerottato alla belle e meglio. Una striscia
di sangue scuro si delineava sul bianco della garza.
- Cosa ti
è
successo?! – esclamò, allungando una mano verso il
suo
volto che però venne intercettata e stretta nel pugno del
giovane.
- Nulla di
grave, uno screzio con un soldato di Nifelheim –
replicò Gladio tranquillo.
- Fammi dare
un’occhiata – disse Selenis con un tono che non
ammetteva repliche.
Il ragazzo,
ben consapevole che sarebbe stato del tutto inutile protestare, si
sedette per
terra esattamente dov’era. Selenis si inginocchiò
davanti a
lui e con delicatezza, cominciò a togliere il bendaggio
improvvisato tra le smorfie di dolore di Gladio.
- Ehi amico!
–
L’Amicitia
salutò Ignis che li aveva appena raggiunti.
- Ti han
conciato per le feste vedo – commentò con un
sorriso l'amico.
- Che vuoi
farci? Sono
uno che piace.. ahi! – si lamentò Gladio
– lo hai fatto
apposta! – abbaiò contro Selenis.
- Stai
fermo! – lo rimbeccò lei, ben consapevole di
averlo fatto volutamente.
Con occhio
clinico
la principessa valutò la ferita. La pelle incisa partiva
dalla fronte, sopra
l’occhio sinistro, e terminava in prossimità del
mento. Il
sangue gli incrostava la palpebra impedendogli di aprirla.
- Ho bisogno
di una cassetta del primo soccorso – disse Selenis.
- Te ne
cerco una – si offrì Ignis, sparendo in un batter
d'occhio tra la folla.
- Ehi tu, mi
presteresti quella bottiglietta? – esclamò poi la
ragazza ad un soldato di passaggio.
- Certo,
sua Grazia! – rispose quello.
- Ti
ringrazio –
Selenis
verso l’acqua
sul fazzoletto che aveva tirato fuori dalla tasca. Aveva bisogno di
pulirgli l’occhio se voleva accertarsi che la lesione non
fosse arrivata alla pupilla.
- Selis, sto
bene, davvero – disse Gladio mentre lei lo tergeva del sangue.
- Questo
lascia che sia io a valutarlo – replicò la giovane
bruscamente.
Dentro di
lei c’era ancora un caos di emozioni alle quali non riusciva
a dare un nome preciso.
- Prova ad
aprire l’occhio adesso – disse la ragazza quando
ebbe finito, e Gladio obbedì.
- Ecco la
cassetta – Ignis di ritorno, appoggiò la valigetta
vicino alla ragazza.
- Grazie
Iggy –
rispose lei – la pupilla sembra a posto, ci vedi bene?
–
gli chiese facendogli seguire l'indice per valutarne la
reattività.
-
Sì, Selis – disse un po’ annoiato
Gladio, cosa che fece irritare non poco la principessa.
Cercando di
non badarci,
la giovane afferrò un unguento cicatrizzante dalla cassetta
e un
set di micro fascette adesive, da applicare per tenere assieme i lembi
di pelle della
lacerazione. Dopo aver
disinfettato la ferita, applicò la pomata e i cerotti.
- Per ora
può
andare, ma devi farti dare dei punti come si deve –
sentenziò lei, passandosi il dorso della mano sulla fronte
imperlata di sudore.
- Ti
ringrazio – rispose Gladio, notando con una certa
curiosità che Selenis parlava senza guardarlo in faccia.
- Adesso
cosa fai? – intervenne Ignis osservando la ragazza
rimboccarsi le maniche del camiciotto a righe che indossava.
-
C’è ancora parecchio lavoro da fare –
replicò lei legandosi i capelli in uno chignon.
- Allora ti
do una mano – si offrì il giovane.
- Vi aiuto
anche io – soggiunse Gladio alzandosi.
- No
– lo
bloccò la principessa facendolo restare di stucco
– tu vai
a casa, hai bisogno di riposare – disse caustica e senza
aspettare la replica, si allontanò.
L’Amicitia
guardò l’amico con le sopracciglia sollevate in
una muta
domanda, ma Ignis, che ne sapeva quanto lui, si limitò ad
un’alzata di spalle.
Selenis non
sapeva per quale ragione il sollievo di aver visto Gladio ferito ma
vivo,
si fosse trasformato in quella rabbia sorda che l’aveva
invasa.
Era arrabbiata e non ne capiva il motivo... se lo era con lui o con
sé stessa.
Ben presto
però,
il suo cervello dovette mettere da parte quei dilemmi per
concentrarsi sul lavoro da fare. Ovunque c’erano persone
che attendevano di essere portate negli ospedali della capitale, molte
delle quali
stese su barelle di fortuna. L’orrore e la disperazione erano
ovunque, sui visi di chi si era visto portare via la propria casa.
Selenis posò lo sguardo su di
un bambino fermo accanto alla madre; era interamente ricoperto di
polvere
tranne due scie lucide di lacrime che gli solcavano il viso.
Nifelheim aveva letteralmente raso al suolo Luka, di cui non
rimanevano che macerie e desolazione.
Il fuoco
dell’odio
verso l’Impero crebbe ancora di più in Selenis man
mano che si occupava di
chi aveva maggiore necessità. Quella gente non aveva fatto
niente di male per meritarselo, per essere coinvolta in quella
insensata guerra; eppure all’Impero non interessava quanta
morte
e distruzione arrecava.
Gli attacchi, perpetrati ai danni di villaggi e
città limitrofe ad Insomnia, erano un chiaro avviso della
loro
avanzata, un modo per dire: “vi porteremo via un pezzo per
volta e non potrete impedircelo”. Era nauseante,
eppure
ineluttabile.
Se lì nella capitale, la vita poteva continuare
serena e tranquilla, lo si doveva solo all’impegno del Re che
ne
stava pagando il prezzo con la propria salute.
La situazione
tornò pressoché alla normalità, solo a
serata
inoltrata, quando la luce del sole era già stata sostituita
da
quella dei lampioni.
- Tieni
–
Selenis,
seduta sul bordo del marciapiede, alzò la testa verso la
bottiglietta d’acqua che Ignis le porgeva.
- Oh, grazie
– disse riconoscente ingollando avida il liquido fresco.
- Ti sei
data un gran da fare oggi – commentò il ragazzo
sedendosi al suo fianco.
- Era il
minimo che
potessi fare – rispose la principessa, tenendo il collo della
bottiglia tra due dita – Iggy, voglio entrare nei Kingsglave
al
più presto – asserì dopo un momento di
silenzio.
- Ci
riuscirai –
replicò l’amico, guadagnandosi
un’occhiata
perplessa da parte di Selenis – Lo so che
all’inizio non ero
concorde alla tua scelta – continuò lui
– ma ti ho
osservata oggi, ed è quello il tuo posto –
affermò.
La
principessa
tornò a guardare davanti a sé con un sorriso;
avere
l’appoggio di Ignis, per lei voleva dire molto.
- Ti devo
ringraziare – riprese la ragazza.
- Mh?
–
- Non hai
dovuto badare solo a Noct in tutti questi anni –
precisò.
- Per
fortuna tu e lui
siete molto diversi – rise il giovane, alzandosi e porgendole
una
mano per aiutarla a fare altrettanto.
-
Sì è vero, io non mi addormento ovunque
– rise Selenis, lasciandosi aiutare a mettersi
in piedi e approfittandone per abbracciarlo.
- Non
saremmo qui se non fosse stato per te che ti prendevi cura di
noi – disse la giovane.
Ignis
ricambiò la
stretta – Così mi metti in imbarazzo –
rispose con un
sorriso – Adesso vai a riposarti, ne hai bisogno –
aggiunse
quando si lasciarono.
- Agli
ordini! – replicò la ragazza.
Una volta
salutato
l’amico, Selenis si diresse verso la propria moto, ma quando
la
raggiunse vide che non c’era solo quella ad aspettarla: appoggiato contro il
tronco di un albero lì vicino, a braccia conserte,
c’era Gladio.
- Cosa ci
fai ancora qui? - esclamò la giovane.
- Ti
aspettavo – replicò lui avvicinandosi.
Selenis notò che la ferita al viso era stata chiusa con
diversi punti. Perlomeno l'aveva ascoltata.
- Questo lo
avevo capito, ma perché? – ribattè
piccata.
-
Perché tu sei
arrabbiata con me e voglio saperne il motivo – rispose
l'Amicitia,
fermandosi davanti alla ragazza e frapponendosi tra lei e la moto.
- Non sono
arrabbiata con te – borbottò Selenis distogliendo
lo sguardo.
-
Sì che lo sei! –
- Senti,
non… -
- Non
iniziare a dirmi
che non è come credo! Perché penso di essere
abbastanza
sveglio – la bloccò il ragazzo – Ora
fammi il
piacere e dimmi… -
- Ho avuto
paura, va bene?! – sbottò Selenis alzando la voce
– Anzi, a
dirla
tutta ero terrorizzata! - proseguì sotto lo sguardo stupito
di
Gladio – Quando mi hanno detto che eri andato in missione, mi
sono sentita gelare il sangue nelle vene e non sono
più riuscita a concentrarmi su niente
– spiegò con una punta di imbarazzo.
- Selis...
non posso non combattere, devo
farlo – disse Gladio con tono più calmo.
- Lo so!
–
esclamò la principessa frustrata – Ma
l’ultima volta che
qualcuno di importante per me, è partito lasciandomi qui, ha
fatto ritorno in
una bara. Io non posso impedirti di combattere, ma tu non puoi
impedirmi di avere paura! – aggiunse leggermente trafelata.
- E allora
cosa si fa? –
Selenis alzò lo sguardo sugli occhi ambrati dell'amico.
Già.. cosa si poteva fare?
- Promettimi
che tornerai! – disse la ragazza di slancio –
Promettimi che..-
Il resto
della frase le rimase intrappolato tra le labbra, premute su quelle di
Gladio.
Selenis ci
impiegò un paio di secondi a realizzare che la stava
baciando e
che lei non aspettava altro da un bel pò di tempo.
La mano
calda del ragazzo, appoggiata delicatamente
sul suo collo, era come un balsamo mentre la invitava ad inclinare un
po’ di più la
testa per lasciargli approfondire il bacio. Dopo qualche istante,
Gladio
si staccò da lei, appoggiando la fronte su quella della
principessa.
- Non posso
prometterti
qualcosa di cui non sono più che certo – le
soffiò ad un centimetro dal viso – ma posso
prometterti
che quando tornerò, tornerò sempre da te
– aggiunse
sfiorandole le labbra.
-
Perché diamine dovevo andare ad innamorarmi di un militare,
eh? – replicò lei
sbuffando – Non potevo innamorarmi di un giardiniere?!
–
aggiunse un secondo prima che Gladio la baciasse di nuovo con un gran
sorriso.
- Mi
aspettavo una confessione un pò più romantica a
dirla tutta – rise lui qualche
istante dopo intrappolandola in un abbraccio.
- Ma
piantala... – borbottò lei sorridendo.
Campeggio dell'autrice:
Giorno ragazzi!
In questo capitolo si va di romanticismo! xD Qualcuno di voi se lo
aspettava? O pensava ad una storia d'amore con Iggy o Prompto?
E envece il fortunato è stato Gladio =P
Per una volta ho voluto formare una coppia fin da subito, visto che
solitamente aspetto quasi sempre la fine per far innamorare i miei
personaggi ^^" Voglio provare a scrivere lo sviluppo della loro storia
fin da subito (incrociamo le dita).
Giuro, non diventerò mai zuccherosa. Selis e Gladio saranno
fidanzati a tutti gli effetti, ma non trasformerò la trama
in
una soap opera, tranquilli!
Ma partiamo dall'inizio:
La lettera di Luna è un modo per rendere presente anche la
povera principessa di Tenebrae visto che non si vede mai :/ Io non ho
mai capito come mai, visto che tutti possiedono un cellulare in questo
gioco, non lo abbia anche lei... ma ho ipotizzato che Nifelheim glielo
abbia proibito, altrimenti non so darmene una spiegazione.
Nel capitolo ci sono due riferimenti a vecchi capitoli di FF, il
più lampante è dato dalla cittadina costiera di
Luka
presa ovviamente da FFX. L'altro è il nome del Chocobo di
Selis,
Boko, che è tratto dall'omonima cavalcatura di Bartz in FFV.
Chi si è mai domandato in che modo Gladio si fosse fatto la
cicatrice che ha sul viso? Io di sicuro! E qui ho voluto darle un senso
tutto mio xD Non ho idea se il corpo di guardia partecipasse alle
missioni fuori da Insomnia, ma visto che non c'è prova del
contrario ne ho approfittato!
Riprendendo ciò che ho detto all'inizio (ovvero niente cose
troppo melense), non vedevo nè Gladio, nè
tantomeno Selis
a confessarsi il loro amore con lo sfondo del mare al tramonto, quindi
ho dato un taglio alla vicenda più leggera che spero vi sia
piaciuto ^^
Ormai mancano solo un paio di capitoli alla partenza dei nostri amici
da Insomnia e già nel prossimo si inizierà a
sentire un
pò il cambiamento di clima...
Detto (tutto) questo spero di rivedervi il prossimo venerdì
per il consueto aggiornamento!
Un grazie infinito a tutti i Lettori
che continuano a seguirmi, grazie a AssassinLuinil
per essersi aggiunta alle recensioni; me felice!
Un abbraccio a todos,
Marta
|
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Capitolo 12 *** 11. Compleanno ***
11
Insomnia,
capitale regia del regno di Lucis. Un anno dopo.
Selenis
imburrava
svogliatamente una fetta di pane tostato, seduta con una gamba
ripiegata sotto al sedere e l’altra a dondolare dallo
sgabello
accostato alla penisola della cucina. Era mattina presto;
fuori il cielo era limpido e l’afa estiva non aveva ancora
invaso le strade.
La televisione, accesa sul telegiornale mattutino, sciorinava
informazioni sulla situazione al fronte e su altre notizie di minore
importanza. La ragazza sapeva bene che venivano trasmesse solo la
metà delle reali informazioni su ciò che stava
accadendo
fuori dalla barriera. Era stata una scelta necessaria, volta ad
impedire il dilagare del panico. Le cose peggioravano ogni giorno un
pò di più e il fatto che ormai la principessa non
vedesse
Nyx da due anni la diceva lunga...
Da quando
era stato
assegnato alla zona ovest del regno di Lucis, non era mai tornato a
casa.
Mentre
distrattamente osservava le immagini di uno spot commerciale in tv, il
suono stridulo del citofono fece sobbalzare la giovane dallo sgabello.
-
Chi
diavolo è a qvuestova? – borbottò,
alzandosi con un
triangolo di pane stretto tra i denti – Avvivo! –
cercò di gridare quando il campanello suonò di
nuovo.
-
Buon compleanno! –
Fuori dalla
porta, Gladio riempiva tutto lo spazio dell’uscio con un gran
sorriso stampato in faccia.
-
Grazie! – esclamò Selenis ingollando il
boccone.
-
Te ne eri scordata vero? – replicò il
ragazzo con disappunto.
-
Diciamo che non ho mai ritenuto fondamentale tenerlo a mente
– rispose imbarazzata la principessa facendo entrare in casa
il
giovane.
-
Sei incredibile... – commentò Gladio
dirigendosi in cucina e sedendosi al posto di Selenis.
-
Ehi!
Quella è la mia colazione! – protestò
la ragazza
vedendolo spalmarsi una generosa quantità di confettura
sulla
fetta di pane.
-
Tieni –
-
Come
sei umano.. – disse ironica afferrando il biscotto che le
porgeva
– Piuttosto, come mai sei qui a quest’ora? Non
dovresti
essere a palazzo? – domandò iniziando a riordinare
la
tavola.
-
Oggi
ho preso un giorno libero – replicò il giovane
versandosi
un po’ di succo d’arancia.
-
Tu
che ti prendi un giorno libero?! – esclamò Selenis
fingendosi scioccata e portandogli via da sotto il naso il piatto
sporco.
-
Ehi, ferma un attimo –
Gladio,
ruotando sullo sgabello, afferrò la ragazza per i fianchi
costringendola a fermarsi.
-
Allora? – inarcò un sopracciglio la
principessa in attesa di spiegazioni.
-
Allora ho preso un giorno libero per farti una sorpresa
–
disse lui – Vai a vestirti che andiamo in gita –
aggiunse
sorridendole.
-
In gita? – chiese lei confusa – E dove?
–
-
Sorpresa! – replicò Gladio mettendosi a
ridere quando Selenis mise il broncio.
-
Uffa! – borbottò lei cercando di
liberarsi dalla presa del giovane.
-
Niente bacio al tuo ragazzo stamattina? –
domandò il militare.
-
Se non te lo meriti no! – replicò
Selenis chinandosi però verso di lui.
Il loro
status di
“fidanzati” andava avanti dal giorno
dell’attacco a
Luka. In realtà non era cambiato quasi nulla: erano amici
prima e lo erano rimasti dopo. Il fatto quindi di passare
ancora
più tempo assieme, era assolutamente normale.
Anche i loro
amici
avevano accolto la notizia tranquillamente, anzi, quasi con un
implicito "finalmente!";
solo Prompto era letteralmente caduto dal pero quando avevano iniziato
ad uscire come coppia, ma dopo tutto stiamo parlando di Prompto.
-
Sei
illegale – mormorò dopo qualche minuto Selenis,
abbandonando
le labbra di Gladio e ritirando la mano che aveva lasciato correre
lungo i suoi addominali.
Ultimamente
pareva che
l’abbigliamento preferito dal giovane consistesse in un paio
di
pantaloni di pelle, in una giacca del medesimo materiale e…
basta.
-
Potremmo posticipare di un po’ l’uscita
–
propose con tono roco e carico di promesse Gladio.
-
Ah
no! – esclamò Selenis tirandosi indietro
– Voglio
sapere dove vuoi portarmi! Anzi, vado a vestirmi mentre tu finisci di
sistemare la cucina – aggiunse dirigendosi verso la sua
camera.
-
Selenis, usciremo dalla barriera –
La ragazza
si bloccò sulla porta, voltandosi verso l'Amicitia.
-
Ma…- esordì lei senza trovare le parole.
-
Il Re
non ne sa nulla – spiegò il ragazzo facendo
aumentare lo
stupore di Selenis – Non è lontano in
realtà.. ma se per te è
un problema non esitare a dirmelo – aggiunse molto
seriamente.
Inevitabilmente
la
memoria di Selenis tornò all’ultima
volta che aveva lasciato Insomnia. Il sibilo della Lamia
strisciò nei suoi pensieri e incredibilmente,
scoprì che
quella proposta non la spaventava quando credeva.
Non sapeva
dire se fosse
merito del ragazzo grande e grosso di cui era innamorata e del senso di
sicurezza che le trasmetteva, o se fosse dipeso dal fatto che lei in
tutti quegli anni era cambiata, che non era più la bambina
indifesa di undici anni prima. Fatto stava che sorrise a Gladio.
-
Non è assolutamente un problema –
asserì.
**
-
Sei certo che vuoi farmi una sorpresa e non uccidermi in
qualche anfratto dimenticato dagli Dei? – Selenis
accarezzò le piume di Boko guardandosi intorno.
La prima sorpresa che
Gladio le aveva fatto, era stato il loro mezzo di trasporto. Ad
aspettarli alla frontiera non c’era un’auto come la
ragazza
si aspettava, bensì due splendidi esemplari di Chocobo. La
giovane sapeva che Gladio aveva optato per quella scelta sia
perchè sapeva che le avrebbe fatto piacere cavalcare, sia
perchè con i Chocobo si poteva passare per strade
più
riparate rispetto a quelle normalmente usate.
Si erano
quindi
diretti verso le vicine montagne, seguendo il percorso che portava
all'ormai ex
villaggio di Midgar, ormai pressoché deserto dopo
le incursioni da parte dell’Impero. Invece però di
proseguire verso la cittadina, Gladio aveva preso un sentiero montuoso
che si inerpicava su per la cresta.
Ben presto l’aria si era
fatta più fresca e permeata dall’aroma intenso di
pini e
sottobosco.
-
Come
sei tragica, forza! Siamo quasi arrivati! – rise lui
spronando la
sua cavalcatura – Guarda là – aggiunse
dopo aver superato una stretta curva.
Davanti a
loro si stagliò quella che aveva tutta l’aria di
essere una chiesa
diroccata, o un santuario di qualche genere. Il portone divelto giaceva
sui cardini arrugginiti, mentre la parte frontale ormai crollata, si
era fusa con la vegetazione circostante.
Selenis iniziava
seriamente a valutare la prospettiva che Gladio volesse davvero
ucciderla. Il ragazzo
invece, senza mostrare alcuna esitazione, smontò dalla sua
cavalcatura e con
le redini in mano entrò nell’edificio.
La
principessa lanciò prima uno sguardo dubbioso a Boko, che
però pareva la tranquillità fatta
a Chocobo, e poi si convinse a proseguire.
L’interno
della
chiesa non era messo meglio dell’esterno. L’alto
soffitto
aveva in parte ceduto, lasciando intravedere sprazzi di cielo azzurro.
Il pavimento in liste di legno, era divelto in più punti e
scavato in altri, finendo per formare qua e là basse pozze
di acqua piovana. Le panche
rimaste apparivano in buono stato, ma probabilmente dovevano essere
marce fino al
midollo. Selenis
era talmente
intenta a guardarsi attorno, che andò quasi a sbattere
contro
Gladio che si era fermato per porgerle una mano. La principessa lo
guardò aggrottando le sopracciglia confusa.
-
Dammi
le briglie di Boko – le disse – la tua sorpresa
è
oltre quella breccia – aggiunse indicandole con la testa la
direzione.
La ragazza
si sporse
oltre la sua spalla, notando alla fine della navata una porzione di
muro crollato che dava, a giudicare dalla luce, direttamente fuori.
-
Se
muoio sappi che qualcuno verrà a cercarmi –
replicò
lei, lasciandogli il Chocobo e dirigendosi verso il passaggio.
-
Taci e cammina – rise Gladio guardandola proseguire
con circospezione.
Selenis
ancora non del
tutto convinta, si accostò all’apertura
schermandosi gli
occhi con una mano per la troppa luce. Quando riuscì a
rimettere
a fuoco l’ambiente rimase paralizzata.
Davanti a
lei si
estendeva un’ampia prateria di un bel verde caldo,
punteggiata da
chiazze di fiori dai colori accesi. All’incirca a
metà del
pascolo, un laghetto faceva bella mostra di sé, mentre la
brezza
leggera ne increspava lievemente la superficie sulla quale si
riflettevano i picchi innevati delle montagne che circondavano la
vallata.
Nel complesso, era semplicemente qualcosa da togliere il fiato.
-
Allora? –
Gladio, che
nel frattempo
l’aveva raggiunta, sostava in piedi dietro di lei. Quando
Selenis
si girò, il ragazzo vide con soddisfazione che aveva gli
occhi
lucidi e spalancati dalla meraviglia.
-
È… stupendo! –
asserì la principessa trovando a fatica
le parole – Sembra quasi di essere…-
-
In un altro mondo? – concluse per lei Gladio con un
sorriso.
-
Sì, esatto, proprio come in un altro mo..-
Selenis si bloccò mentre le tornava alla mente una richiesta
fatta di getto diverso tempo prima, durante la notte di una calda
estate.
- Te ne sei ricordato... –
mormorò la giovane incredula.
-
Non l’ho mai dimenticato, c’è
differenza – replicò Gladio.
Selenis a
quel punto, separò lo spazio che c’era tra loro
buttando le braccia al collo del ragazzo.
-
Grazie! – esclamò al colmo della
felicità.
-
Prego
– rise Gladio stringendola – abbiamo tutta la
giornata per
goderci questo posto – aggiunse.
Quando la
principessa si
staccò da lui, gli rivolse un gran sorriso e poi
partì di
gran carriera verso lo specchio d'acqua. Gladio la osservò
correre fino
al laghetto con le scarpe già in mano e sollevare una
miriade di
spruzzi una volta raggiunta l'acqua. La vide voltarsi verso di lui per
salutarlo e fargli cenno di raggiungerla.
Sembrava una
bambina; forse quella bambina che non era mai riuscita ad essere fino
in fondo.
Il ragazzo
si
avvicinò portando con sé i Chocobo, che
liberò
delle briglie in modo che potessero scorrazzare a loro piacimento nei
dintorni.
-
Com’è l’acqua? –
domandò il
giovane all’indirizzo di Selenis che stava passeggiando con i
piedi
a mollo.
-
Gelata e bellissima – rise lei, calciando la
superficie in
direzione di Gladio che venne investito in pieno.
-
Ehi!
– protestò il ragazzo dirigendosi con ampie
falcate verso
la principessa che ridendo corse via.
Una sera di
quattro anni
prima aveva scongiurato quello che allora era il suo insegnante di
scherma, di portarla in un posto dove potesse dimenticarsi chi fosse e
dove la minaccia di Nifelheim non esistesse... ed era esattamente
quello
che lui aveva fatto.
In quel
preciso momento
non era più Selenis Lucis Caelum, orfana di entrambi i
genitori, ma una
qualsiasi ragazza che si godeva una gita con il suo fidanzato.
Poteva
sembrare
una cosa smielata, ma non c’era momento in cui non si
stupisse
della fortuna di avere al suo fianco sia Gladio che i suoi amici.
Erano
la sua famiglia, niente di più, niente di meno. Erano coloro
che
l’avevano sottratta agli orrori che le erano
capitati.
-
Questo è il miglior regalo di compleanno che
potevi farmi –
Selenis
rotolò a
pancia in sotto sull’erba morbida. Aveva ancora i capelli
umidi
per il mezzo bagno che si erano fatti a forza di schizzarsi, ma i caldi
raggi estivi stavano facendo il loro dovere. Gladio, sdraiato di
schiena con le mani dietro alla testa, si godeva il venticello sul
viso.
-
Sono
contento di sentirtelo dire – rispose – anche se
per la
prossima gita farò meglio ad avvisarti almeno un giorno
prima;
il
nostro pranzo era un po’ scarsino –
commentò.
-
Infatti non ero preparata per una scampagnata! –
replicò Selenis.
Gladio non
aveva
tutti i torti; erano riusciti a mettere insieme giusto un paio di
tramezzini a
testa con quello che la principessa aveva in casa, e se avvertiva
ancora un certo
languorino lei, figurarsi quell’ammasso di muscoli che le
stava a
fianco!
-
Come
hai trovato questo posto? – gli chiese Selenis strappando a
pezzettini un filo d’erba mentre guardava i due Chocobo
vagare
per la prateria.
-
Durante una missione di ricognizione ci sono capitato per
caso
– rispose il ragazzo tornando indietro con la memoria
– Ho
subito pensato che ti sarebbe potuto piacere, ma ho impiegato un
pò di tempo per organizzare tutto – aggiunse
osservando le
nuvole che
correvano sopra di loro.
-
Aspettare ne è valsa la pena –
commentò la
principessa
– Chi si immaginava che saremmo stati qui oggi,
assieme… -
aggiunse poi, appoggiando il mento sul palmo della mano – Ti
ricordi quando ci siamo visti per la prima volta? –
domandò voltandosi verso il ragazzo disteso.
-
Certo
– asserì Gladio - Ero assieme a mio padre quando
sei
sbucata dal corridoio – ricordò lui – I
segni di
quello che ti era successo erano ancora ben visibili –
aggiunse
adombrandosi.
-
Dovevo sembrare patetica e debole –
sospirò Selenis.
-
Il
contrario semmai – ribattè il giovane puntando gli
occhi ambrati
sul viso della ragazza – La prima impressione che ho avuto
quel
giorno si è confermata esatta con il passare del tempo
– proseguì mentre Selenis lo ascoltava attenta
– Ho
visto una ragazzina forte e determinata ad andare avanti, questo ho
visto – concluse.
Selenis
sentì le
lacrime pungerle gli angoli degli occhi e affondò il viso
contro
l’erba soffice.
-
Dai,
vieni qui – disse Gladio dolcemente.
La ragazza accettò di
buon grado il suo invito, rannicchiandosi contro il fianco del giovane
che la strinse a sé.
Il resto del
pomeriggio
passò in tutta tranquillità. Parlarono del
più e
del meno e dormicchiarono, e quando il sole iniziò a
declinare
verso ovest, fu tempo di tornare.
-
Boko, qui! – Selenis emise un lungo fischio modulato e
immediatamente il Chocobo si avvicinò, lasciandosi
imbrigliare
docilmente.
-
Ci
torneremo – Gladio si rivolse alla ragazza che, ferma
immobile in sella, guardava con espressione assorta il paesaggio.
-
Eh? – domandò lei voltandosi verso di
lui.
-
Ti
stavi chiedendo se avresti mai rivisto questo posto, no? –
disse,
e
Selenis abbassò lo sguardo: ci aveva preso in pieno
– Ci
torneremo e verranno anche quegli altri tre – aggiunse
l'Amicitia
con un
ghigno.
-
Prompto impazzirebbe per fotografarlo! – rise la
giovane
– Gladio, grazie per oggi – disse un attimo dopo
commossa.
-
Prego, ma la giornata non è ancora finita
– replicò il ragazzo enigmatico.
La principessa lo guardò, piegando appena la testa di lato
in una muta domanda.
**
-
Sorpresaaaaa!!! –
-
Ma cos...? –
Selenis
rimase sulla soglia
a guardare stupita il terzetto che l'aspettava nel suo salotto. Prompto
l’aveva colta di sorpresa scattandole una foto a tradimento
nell’esatto momento in cui faceva il suo ingresso.
-
Auguri Selis! –
Noctis si
avvicinò
stringendola in un breve abbraccio, imitato da Ignis e infine da
Prompto, che
invece la stritolò letteralmente con tutto il suo
entusiasmo.
-
Che
bella sorpresa! - esclamò lei felice di vederli –
Ma
perché siete vestiti così? –
domandò
osservandoli.
Tutti e tre
i ragazzi indossavano degli yukata* in stoffa
leggera, ognuno di un colore diverso e con un differente motivo.
-
Sono
vestiti così perché andiamo a divertirci al
festival
estivo – rispose Gladio, sopraggiungendo in quel momento e
mettendo in mano alla ragazza un kimono.
-
Mi
ero scordata che fosse stasera! – esclamò Selenis
–
Per Ramuh, non sto più nella pelle! Datemi un attimo per
sistemarmi! – aggiunse in tono concitato, sparendo in camera
sua
seguita dalle risate dei quattro ragazzi.
Ne emerse
mezz'ora dopo, con un bel kimono estivo color verde petrolio e ricamato
a motivi floreali.
-
Woah! Selis ma sei una meraviglia! –
esclamò Prompto allargando le braccia.
-
Non esagerare – replicò la ragazza
leggermente imbarazzata sotto tutti quegli sguardi.
-
Ti
manca ancora una cosa – soggiunse Noctis affiancandola
–
questo è da parte di tutti noi – disse porgendo
alla
giovane una scatolina di legno opaco.
-
State esagerando anche con i regali – li
rimproverò bonariamente Selenis aprendo il pacchetto.
Al suo
interno
c’era un ornamento per i capelli. Era impreziosito da una
serie
di lunghe piume bianche e da tra cristalli azzurri lavorati a goccia.
Selenis lo
sollevò dalla sua custodia, mentre le pietre cozzando tra
loro producevano un leggero tintinnio.
-
È stupendo – mormorò
incantata – grazie! –
aggiunse raggiante, alzando lo sguardo verso i suoi amici.
-
Le
pietre non sono solo belle – spiegò Noctis
– ma anche utili –
-
Possono immagazzinare un certo quantitativo di energia magica
-
raccontò Ignis sistemandosi gli occhiali sul naso
– Non
molta, ma potrebbe tornare utile in caso di necessità
–
-
Siamo i re dei regali! – affermò Prompto
orgoglioso.
-
Ma se tu non sapevi che pesci pigliare! – lo
rimbeccò Gladio mettendosi a ridere.
-
Direi che adesso ci vuole una foto! – lo interruppe
il ragazzo biondo per chiudere la questione.
-
Ottima idea! – esclamò Selenis.
Prompto
tirò fuori
la sua onnipresente macchina fotografica, la impostò e la
posizionò sul mobiletto del salotto. I cinque ragazzi si
misero
in posa davanti all’obbiettivo, stringendosi per entrarci
tutti.
Selenis in
mezzo a Gladio
e Noctis, Ignis di fianco a quest’ultimo e Prompto
accovacciato
davanti a loro. Mentre la luce rossa della macchina lampeggiava in
attesa del flash, la principessa ripensò a tutto quello che
i
suoi amici avevano fatto per lei e il viso le si aprì in un
sorriso spontaneo, che la fotografia
impresse per sempre.
**
Le strade di
Insomnia,
già normalmente ricche di vita a qualsiasi ora del giorno,
brulicavano di persone schiamazzanti. C’erano famiglie
con bambini al seguito, coppie fresche, coppie un po’
più
datate e gruppi di amici che si erano ritrovati per passare la serata
assieme. In sostanza sembrava che l’intera città
si fosse
riversata per le strade.
Il vero
fulcro della
festa era nel cuore della metropoli, dove venivano
allestiti gli spettacoli e le bancarelle che vendevano ogni cosa
possibile, dal cibo, all’artigianato. Alcune di esse
venivano addirittura da fuori città apposta per il festival,
anche se negli ultimi anni si erano ridotte
drasticamente a causa delle incursioni Imperiali. Il culmine della
serata poi,
era lo spettacolo di fuochi d’artificio, che venivano sparati
lungo
il fiume che attraversava la città.
Mentre
passeggiava assieme ai suoi amici, Selenis alzò lo sguardo
verso il cielo notturno.
Là, visibile solo per un leggero sfarfallio, c’era
la
barriera. L’unica cosa che permetteva loro, quella sera, di
potersi godere la festa senza il terrore di venire invasi. Se non
fosse stato per gli sforzi di Re Regis, nulla di tutto ciò
sarebbe stato possibile..
Aveva ancora
gli occhi
puntati sulla barriera, quando all’improvviso la scena
davanti ai
suoi occhi mutò. Il cielo si coprì di nubi
temporalesche,
rosse di fuoco, e all’orizzonte, in mezzo al fumo nero degli
incendi, si delineò un’enorme flotta da battaglia
di
Nifelheim.
Quella
spaventosa visione
durò un battito di ciglia, e un secondo dopo il cielo
tornò tranquillo e trapunto di stelle.
-
Ohi Selis! –
La ragazza
si riscosse, voltandosi a guardare Noctis che l’aveva
affiancata mentre camminavano.
-
Tutto bene? Sei pallida – disse corrugando la
fronte.
-
Certo, certo sto bene – replicò lei
– pensavo a tuo padre – mentì.
-
Credo
sia impegnato in qualche riunione di guerra anche questa sera
–
replicò il ragazzo guardando involontariamente verso il
palazzo
reale.
-
Sei andato a trovarlo ultimamente? –
s’informò la giovane.
-
Sì – rispose Noctis – ma
è stato un incontro breve – aggiunse.
-
Non sta bene, vero? –
L’espressione
che assunse il principe fu abbastanza chiara da rispondere per lui.
-
Noct,
lo zio è una persona forte, è un tratto di
famiglia
– disse la ragazza prendendolo sotto braccio –
andrà
tutto bene – affermò.
-
Lo
spero – replicò il giovane mesto –
Com’è
andato il pomeriggio? – domandò dopo un attimo.
-
È stato bellissimo! – esclamò
Selenis sentendosi scaldare dal ricordo della giornata.
-
Immagino che lo sia stato – sogghignò il
principe.
-
Noct! – disse scandalizzata la principessa
– Da quando sei così malizioso? –
Il ragazzo
proruppe in
una sonora risata che disturbò Prompto intento come al
solito a
fotografare praticamente qualsiasi cosa gli piacesse. La cugina
sorrise,
facendo spallucce in direzione di Ignis e Gladio che li guardavano con
espressione interrogativa.
-
Wow! Mi dimentico sempre quanta roba ci sia! –
Prompto si
fermò all’inizio della fila di bancarelle che si
snodavano in diversi percorsi.
La prima
parte era dedicata al cibo, e l’odorino di pietanze che si
propagava
nell’aria fece brontolare più di uno stomaco.
-
Io voglio le frittelle! – esclamò il
ragazzo biondo.
-
Takoyaki**
– disse Noctis adocchiando il banchetto.
-
Pizza! – asserì Selenis alzando la mano.
-
Hamburger – concluse Gladio.
Tutti e
quattro guardarono Ignis come se fosse l’adulto di turno che
aveva portato in giro i propri figli.
-
Da quando devo farvi da papà? –
replicò quello scuotendo la testa.
-
Iggy ho fameeee – mugugnò Prompto.
-
Sarà una lunga serata temo –
sospirò Ignis
che però non vedeva l’ora di passare alla
bancarella delle
spezie.
Mangiarono
fino a scoppiare, passando di bancarella in
bancarella e assaggiando tutto quello che gli veniva offerto. Prompto e
Noctis si sfidarono al classico Kingyosukui***, senza che
però nessuno dei
due riuscisse a tirare su nemmeno un pesce. Gladio e Ignis intrapresero
una
lunga discussione sul modo migliore di grigliare i gamberi di fiume, e
Selenis li trascinò in giro per i banchetti che vendevano
gioielli
e profumi artigianali.
Videro uno spettacolo di maschere danzanti nella
piazza principale e uno di acqua e musica alla fontana magna.
In ogni
angolo
c’era gente che rideva e che si divertiva come loro,
contribuendo
a creare
un’atmosfera da fiaba quasi surreale. La principessa si
dimenticò per la seconda volta di tutte le preoccupazioni
che la affliggevano e del futuro incerto che si prospettava
loro.
Si godette
la compagnia dei suoi più cari amici e del ragazzo che
amava,
scordandosi perfino della visione avuta qualche ora prima...
finchè essa non si ripresentò.
Stavano
dirigendosi tutti assieme verso uno dei tanti ponti che solcavano il
fiume che
attraversava la città, in modo da poter godere meglio dei
fuochi
artificiali che ci sarebbero stati di lì a poco. Selenis camminava
per ultima, guardando le schiene dei quattro ragazzi e
pensando che quel compleanno era il più bello di sempre,
finchè il mondo non ondeggiò davanti a lei.
La luce
delle lanterne
sparse per le vie venne sostituita da quella degli incendi velata dal
fumo. Le risate si mutarono in grida. L’asfalto della strada
si
frantumò, riempiendosi di crateri e di persone sanguinanti
stese
a terra. Davanti a lei, una ragazza dai capelli chiari, barcollava con
indosso
un vestito da sera a brandelli. Aveva lo sguardo perso, come
se non capisse cosa fosse successo. Ad un certo punto, Selenis la vide
alzare gli
occhi al cielo e ne seguì la traiettoria. Sopra di loro,
miriadi di aereonavi di Nifelheim solcavano il cielo, vomitando soldati
meccanici e illuminando il paesaggio distrutto.
-
Attenta! –
Selenis
venne strattonata con forza, la visione venne
interrotta bruscamente mentre le risate tornarono a riempire l'aria.
La ragazza
battè
un paio di volte le palpebre, mettendo a fuoco il motivo ad onde di uno
Yukata paglierino. Quando alzò gli occhi,
incrociò lo
sguardo preoccupato di Ignis.
-
Cos’è successo? –
mormorò lei.
-
Non
lo so, dimmelo tu – replicò il ragazzo –
Eri ferma
in mezzo alla strada e a momenti un motorino non ti investiva
–
aggiunse.
Selenis si
scostò
quel tanto che le permettesse di guardarsi intorno. Il passeggio
proseguiva normalmente e in lontananza si vedeva ancora il fanalino di
coda
del ciclomotore.
-
Hai avuto una visione? –
La
principessa tornò a concentrarsi sul viso
dell’amico che la sosteneva ancora per gli avambracci.
-
Sì.. era tutto distrutto –
balbettò Selenis
mentre le immagini cominciavano a sbiadire nella sua mente.
-
Da quanto non ti capitava? – le chiese il giovane.
-
Da almeno undici anni... – rispose la principessa
scossa.
-
Ehi! Ma vi muovete o no? – Prompto sbucò
dalla folla.
-
Arriviamo! – disse Selenis sorridendogli
– Non parlarne
con gli altri, ti prego – aggiunse rivolta a Ignis prima di
seguire il ragazzo biondo.
Raggiunsero
il ponte dove
Noctis e Gladio li aspettavano, giusto un secondo prima che le luci si
spegnessero e che il primo fuoco d’artificio venisse sparato
nel
cielo.
Selenis si
affiancò
a Gladio, appoggiandosi contro la ringhiera di ferro con gli occhi
rivolti verso l’alto.
Non sapeva cosa volesse dire ciò che
aveva visto, ma l’angoscia che provava era di certo un
campanello di
allarme. Per cosa esattamente però, non lo sapeva…
* Lo
Yukata è il tipico Kimono estivo giapponese.
** I
Takoyaki sono delle polpettine solitamente di polipo, con una salsina
aromatizzata di accompagnamento.
*** Il Kingyosukui
è un tipico gioco che si può trovare durante i
festival
giapponesi. Consiste nello riuscire a pescare più pesci
possibili da una bassa vasca con l'utilizzo di un retino di carta.
L'abilità sta nel non rompere il sottile strato di carta di
riso.
Campeggio dell'autrice:
Ciao Ragazzi!
Ancora per questo capitolo ho voluto mantenere dei toni romantici,
salvo poi cambiarli alla fine xD
Eh sì... la partenza dei nostri amici è ormai
dietro l'angolo e la tranquillità svanirà ben
presto.. ma per ora non ce ne dobbiamo curare!
La descrizione del santuario diroccato è deliberatamente
ispirata dalla famosa chiesa di Aerith di FFVII che si poteva vedere
bene nell'omonimo film AC ^^
Come dicevo la situazione è ancora tranquilla, Selenis si
è goduta il regalo fattole da Gladio e per un pò
è riuscita a smettere i panni della principessa per essere
solo Selis. Poi, io da buona autrice quale sono, ho voluto
però romperle un pò le uova nel paniere xD
Le misteriose visioni sono tornate a farle visita... ma
chissà da cosa sono portate?
Per ora Ignis è l'unico ad esserne informato. So che
qualcuno shippava la SelisxIgnis, però può stare
tranquillo che avrà un ruolo di tutto rispetto al fianco
della ragazza!
Non so se qualcuno di voi l'ha riconosciuta, ma l'immagine della
ragazza con il vestito da sera che ha visto Selenis, è
tratta dall'artwork del finale di Episode Duscae, dove, appunto, si
vedeva questa giovane camminare per le strade distrutte di Insomnia.
Inutile dirvi che amo letteralmente il giappone, forse si vede dai
termini che ho inserito qua e là xD
Ora ho un annuncio che temo non vi piacerà
granchè... Something Wild andrà in pausa per un
paio di settimane a causa... delle mie ferie!!
Venerdì prossimo parto e torno il weekend del primo di
luglio, per questo motivo non sarò in grado di pubblicare =/
Se
riesco anticipo il capitolo 12 a giovedì.. ma devo vedere
come sono messa con il lavoro e il resto della mia vita ^^"
Altrimenti ci risentiamo per venerdì 7 luglio!
Fatte le dovute notifiche, ringrazio di cuore tutti i miei fantastici Lettori, chi mi
continua a recensire
e chi mi ha inserita tra le storie seguite
e preferite.
A presto!!
Marta
|
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Capitolo 13 *** E' quasi il momento ***
12
Insomnia.
Capitale regia del regno di Lucis, un anno dopo.
Selenis
aprì piano
le palpebre. La sua mente si riconnettè al mondo e il sogno
che stava facendo si ritirò al pari di una marea,
lasciandole solo una vaga
impronta di paura. Negli
ultimi mesi aveva
imparato a convivere con quella, ben poco piacevole, sensazione che
dovesse capitare qualcosa di brutto da un momento all'altro. Quella mattina
però, il pensiero fu presto ricacciato indietro dalla
sensazione di un dolce peso sulla schiena e la ragazza si
voltò dall’altra parte.
Il viso placido di Gladio era a
qualche centimetro dal suo e il braccio del giovane la circondava
protettivo.
Selenis
rimase con la
testa
affondata nel cuscino ad osservarlo per qualche minuto. L'ormai vecchia
cicatrice, spiccava nitida sulla pelle ambrata dell'Amicitia, mentre
una
leggera barba gli coronava la mascella volitiva. Era bello da togliere
il fiato, per usare una di quelle frasi fatte che tanto piacevano alle
scrittrici di romanzi rosa; però in quel momento le venne
spontaneo pensarlo.
Con
delicatezza si
sottrasse dal suo abbraccio e poi si chinò a lasciargli, da
una spalla all'altra, una scia di baci sopra le
righe scure del tatuaggio. Quando si tirò sù,
Gladio la
guardava con la coda dell’occhio e un sorriso sonnolento.
-
Buongiorno – lo salutò lei.
-
Lo
è davvero! – replicò il ragazzo con
voce roca
– Che ore sono? – chiese subito dopo.
-
Non sei ancora in ritardo se è questo che vuoi
sapere – rispose Selenis.
-
Bene – disse Gladio sbadigliando e alzandosi sui
gomiti.
-
Però non devi poltrire più di tanto o
finirai per esserlo – lo ammonì la ragazza.
L’Amicitia,
per
tutta risposta,
ruotò appena la testa per guardarla e con una mossa fulminea
l'afferrò per un braccio tirandola sotto di sé.
-
Cosa
ti ho appena detto Gladio? – borbottò Selenis
senza
riuscire però a nascondere un sorriso.
-
Io
non ho nessuna intenzione di poltrire, infatti -
replicò il ragazzo
chinandosi ad un soffio dalla sua bocca.
-
È escluso – ribattè
categorica la principessa
un secondo prima di finire coinvolta in un bacio molto poco casto.
Per qualche istante fu in completa balia del ragazzo, finchè
durante un secondo di pausa, riuscì a mettere una
mano a
coppa sopra la sua bocca.
- Ero seria, alzati! –
comandò prima di sgusciare
via.
-
Quindi nemmeno una doccia assieme? – ci
provò l'Amicitia.
Gladio si
fermò a
guardare la figura nuda di Selenis alla luce del mattino, e per
l’ennesima volta rimase incantato.
-
No!
– rise lei mentre si ri-infilava gli slip e la felpa del
ragazzo
– Sbrigati, io preparo la colazione – aggiunse
dirigendosi
fuori
dalla camera.
L’Amicitia
sospirò per l’occasione mancata e finalmente si
decise ad
alzarsi e ad andare in bagno. Ne uscì dieci minuti dopo
indossando la divisa delle guardie di palazzo e si diresse in cucina,
dove Selenis aveva già
apparecchiato
due posti sulla penisola e stava riempiendo i piatti con uova e
pancetta.
-
Siano
lodati i Sei per averti creata capace di cucinare! –
esclamò il ragazzo sedendosi al suo posto.
-
Peccato che mi abbiano dato giusto quel tanto che mi permette
di
non morire di fame – replicò Selenis prendendo
posto
davanti a lui.
-
Di Ignis ce n’è uno solo dopotutto
– sentenziò Gladio spezzando del pane caldo.
-
Credo che se
fosse nato donna, avrei avuto un'acerrima nemica –
sghignazzò la principessa afferrando la tazza di
caffè.
-
Potresti non farmi pensare ad Ignis in versione gonnella?
Mette i
brividi – replicò il ragazzo con una smorfia
– E
comunque non ci sarebbe stata storia in tutti i casi –
aggiunse
mettendosi in bocca una forchettata di uova e beacon.
-
Ma che tenero! – rispose Selenis sorridendogli.
-
Parlavo di lui, avrei scelto lui... o in quel caso lei
– ribattè
Gladio, ritraendo di scatto la mano prima che questa venisse infilzata
dalla
forchetta che la principessa brandiva.
-
Ti voglio fuori da casa mia Amicitia!! –
intimò lei guardandolo truce.
-
Eddai
scherzavo! – corse ai ripari Gladio mettendosi a ridere
– Cavolo! Sono
in ritardo! – esclamò subito dopo quando
l’occhio gli
cadde sull’orologio.
-
Chiamami pure profeta – replicò
tranquilla Selenis proseguendo la sua colazione.
-
Devo
scappare! – disse il ragazzo alzandosi e dirigendosi verso
l'ingresso.
-
Vorrei che venissi ad abitare qui –
Gladio si
fermò, voltandosi verso la ragazza che, rossa in viso,
cercava di nascondersi dietro la mug fumante.
-
Qui? – ripetè il ragazzo interdetto.
-
O in un appartamento più grande, possiamo cam..-
-
Qui
va benissimo! – la interruppe il giovane con gli occhi che
brillavano – Anche se avrei dovuto chiedertelo io.. questo mi
fa
molto poco uomo – aggiunse aggrottando le sopracciglia.
-
Giuro
di non dirlo a nessuno – sogghignò Selenis - e poi
sono io
quella che ha una casa sua al momento -
-
Perché questa proposta tutto d’un
tratto? – chiese Gladio.
-
Se te
lo stai chiedendo non era premeditata... – rispose la
principessa
– Ho solo pensato che sarebbe bello che le nostre mattine
fossero
sempre così – aggiunse con una punta di imbarazzo.
L’Amicitia
sorrise, si avvicinò a Selenis e dopo averle fatto
appoggiare la tazza sul tavolo, la baciò.
-
Sarebbe meraviglioso, non solo bello –
asserì quando la lasciò andare.
-
Sei in ritardo – gli ricordò la ragazza
con un sorriso a trentadue denti.
-
Merda! – imprecò il giovane dirigendosi
di gran
carriera verso l’ingresso – Più tardi ne
riparliamo! Non vedo l'ora! –
giubilò, facendo scoppiare a ridere Selenis prima che la
porta si chiudesse.
Dei se lo
amava! Era
contenta di non aver tenuto a freno la lingua come suo solito; questa
volta il risultato era stato stupefacente e non riusciva a smettere di
sorridere come una scema. La prospettiva di vivere con Gladio la
riempiva di eccitazione e timore messi assieme.
Come coppia
erano
più che collaudati ormai, e di sicuro non rischiava di avere
brutte sorprese, ma la sua vita sarebbe cambiata e questo la spaventava
un pochino.
Improvvisamente il campanello suonò, strappandola dai suoi
pensieri.
-
Che
si sarà dimenticato? – sospirò la
ragazza
avviandosi verso la porta – Scommetto che sono le chiavi
vero?
– disse aprendola.
-
Ehilà Chocobo girl!! –
Selenis
sgranò gli occhi quando vide che fuori dall’uscio
non c’era Gladio, bensì Nyx.
-
Per tutti i Siderei! Nyx! – esclamò lei
abbracciandolo di slancio.
Non lo
vedeva da
più di due anni, e solo in quel momento capì
quanto gli
era mancato nonostante le frequenti chiamate.
-
Emh… Selis... Non indossi niente sotto, vero?
–
La frase del
militare congelò all'istante la principessa, che si
ricordò del suo abbigliamento.
-
Maledizione! – esclamò, lasciandolo
andare e correndo
verso camera sua – Mettiti comodo! - gli gridò
facendolo
scoppiare a ridere.
Il militare
non se lo
fece ripetere due volte, e una volta varcata la soglia della sala da
pranzo, approfittò del resto della colazione lasciata sul
bancone.
Aveva appena
finito l’ultimo sorso di aranciata, quando la ragazza si
ripresentò vestita di tutto punto.
-
Il
tuo nuovo taglio di capelli è un omaggio al sottoscritto per
caso? – sorrise divertito Nyx osservando la capigliatura
della
ragazza.
Selenis
aveva un lato della
testa rasato, mentre i capelli restanti erano acconciati in una corposa
e morbida treccia che le ricadeva sulla spalla opposta, chiusa dal
fermaglio che i suoi amici le avevano regalato per il compleanno
l’anno precedente.
-
Per
niente caro il mio egocentrico! – rispose lei facendogli la
linguaccia – Quando sono
entrata nei Kingsglave ho capito di sembrare troppo una principessa e
ho dovuto fare qualcosa – spiegò.
-
Anche
l’anellino al sopracciglio fa parte di questa tua
illuminazione?
– domandò sarcastico il ragazzo.
-
No,
mi piaceva – replicò Selenis con un ghigno
toccando il
piercing con l'indice – Tu piuttosto, cosa ci fai qui?
–
-
Sono stato riassegnato – disse il miliare con
un’alzatina di spalle.
-
Cosa, cosa, cosa? – esclamò la ragazza
– E quando? –
-
L’altro ieri – rispose Nyx – Ho
contravvenuto
agli ordini mentre ero in missione e per punizione sono stato
trasferito – raccontò.
-
Non
ci posso credere! – commentò Selenis ridendo e
sedendosi al bancone
davanti l’amico – Sputa il rospo – lo
incalzò.
-
Stavamo combattendo vicino a Rydielle ley e pensavamo di essere in
vantaggio, ma l’Impero ha
sfoderato un’arma che nessuno si aspettava di veder scendere
in campo... – spiegò
facendosi serio.
-
Che tipo di arma? –
-
Un deamon –
-
Che?! – Selenis era troppo stupefatta anche solo
per articolare una frase.
-
Di
quelli titanici per intenderci – annuì Nyx
– ti giuro
Selis di non aver mai visto una cosa simile –
asserì
– Fatto sta che il capitano ha ordinato la ritirata, ma
Libertus
è rimasto coinvolto in un crollo restando bloccato con una
gamba sotto un masso – spiegò.
-
E tu sei andato in suo soccorso –
proseguì per lui la principessa.
-
Esatto... – asserì Nyx puntandole
l’indice contro.
-
Avrei fatto lo stesso al tuo posto –
commentò Selenis.
-
Sì, beh, Drautos la pensa diversamente –
replicò il militare con un sospiro.
-
E dove ti avrebbero riassegnato? –
domandò la ragazza.
-
Qui –
-
Qui? –
-
Sì, qui alla capitale, a fare la guardia alla
cittadella – disse Nyx con una smorfia.
-
Ma
è magnifico! – esclamò Selenis
– Cioè
no, ma un po’ sì! – aggiunse facendo
scoppiare a
ridere il ragazzo – Quest’evento merita una
celebrazione!
–
-
Del tipo? – Nyx corrugò la fronte, non
era mai stato tipo da feste.
-
Una bella sfida! – rispose Selenis guardando il
ragazzo negli occhi.
-
Pensi
di potermi tenere testa solo perché adesso sei nei
Kingsglave?
– ribattè divertito il militare – Sei
solo una
cadetta, ricordatelo –
-
Mettimi alla prova, eroe – replicò lei
con un sorriso feroce.
-
Bene, accetto! – assentì Nyx –
Ma come in ogni sfida ci vuole
un premio – aggiunse mentre si alzava.
-
Giusto! – concordò Selenis –
Se vinco io mi regali uno dei tuoi Kukri –
-
Ancora con questa storia? Sono dodici anni che li vuoi!
–
ghignò il militare – E se vinco io? –
-
Puoi
chiedermi qualsiasi cosa – replicò la ragazza
chiudendo la
porta dell’appartamento – basta che non siano
favori
sessuali – aggiunse.
-
Non
ho proprio voglia di mettermi contro il tuo ragazzo, stanne certa
– rise Nyx ricordando la figura massiccia che gli era passata
accanto quella mattina mentre arrivava al portone del condominio.
-
Dovresti avere più paura di me –
commentò la ragazza con un sorriso enigmatico.
L’arena
per gli
allenamenti dei Kingsglave era stranamente deserta quella mattina.
L'edificio sorgeva un
po’ scostato rispetto al resto del palazzo e quindi era raro
che
qualcuno
ci capitasse per caso. Le grande arcate di pietra della
struttura,
si affacciavano su di uno
spiazzo circolare ricoperto di sabbia e ghiaia; al centro di esso,
sorgevano
diverse torrette di altezze differenti usate per l'allenamento della
proiezione. Quella pratica non era nuova a Selenis che, quando aveva
iniziato il suo apprendistato, era stata una delle prime a
padroneggiarla. Questo non tanto perché fosse più
brava
degli
altri, ma semplicemente perché la magia risiedeva in lei
come in
qualsiasi altro membro della famiglia reale. Non aveva quindi alcuna
necessità di attingere dalla forza del Re.
-
Non
ti trattenere – disse la ragazza rivolta a Nyx.
-
Non mi era nemmeno venuto in mente di farlo –
replicò lui, controllando che i
suoi pugnali non incontrassero resistenza dentro le loro fodere.
-
Sì invece – ribattè Selenis,
piegando appena la
testa di lato e facendo schioccare il collo – Sono parecchio
cambiata in questi anni – aggiunse.
-
Ah davvero, Chocobo girl? – sorrise Nyx.
-
Puoi
giurarci – disse lei con un sorriso ferino facendo apparire
una
spada dal nulla e lanciandosi verso il militare.
Nyx attese
fino
all’ultimo; la mano dietro la schiena stretta attorno al
manico del pugnale, per poi estrarlo e deviare il colpo della
giovane.
Selenis si
adattò al movimento, ruotando subito l’arma verso
il fianco dell'avversario, ma di
nuovo la lama venne intercettata. Nyx sfoderò anche
l’altro coltello, avventandosi di punta alla spalla della
principessa.
La ragazza,
con uno
sfarfallio blu, scomparve per un istante per riapparire qualche
centimetro
più a destra, fuori dalla portata del colpo. Nyx
scattò allora all’indietro, distanziandosi dalla
giovane e valutandone le mosse.
Selenis non
aveva
mentito quando gli aveva detto di essere cambiata, sicuramente lo era
dal lato fisico. I suoi colpi si erano fatti precisi e decisamente
potenti, aveva imparato ad usare la sua rapidità per
incrementare la forza e il militare dovette complimentarsi mentalmente
con il suo ragazzo per gli insegnamenti che le aveva impartito.
Selenis, nel
frattempo,
si era
nuovamente lanciata verso Nyx, ma fu il turno del ragazzo di
scomparire. La
principessa fece giusto in tempo a frenare con un piede, facendo al
contempo
ruotare la lancia per fermare il pugnale che le era stato lanciato
dall’alto.
-
Merda... – mormorò tra i denti quando il
secondo
Kukri la colse di sorpresa arrivando da sinistra.
Impegnata
a concentrarsi sul primo, non aveva fatto caso agli spostamenti di Nyx,
ma l’invocazione
di uno scudo di cristallo impedì all’arma di
colpirla.
-
La
magia non vale! – esclamò Nyx, riapparendo a
qualche metro
di distanza e recuperando entrambi i pugnali.
-
Nemmeno usare i Deamon in battaglia, ma non credo che quelli
di
Nifelheim usino questi riguardi nei tuoi confronti –
replicò Selenis cambiando di nuovo arma e afferrando uno
spadone a
due mani.
-
Avanti allora, saputella, fammi un po’ vedere!
– la
provocò Nyx, piegando appena le ginocchia e tenendo
saldamente
entrambi i pugnali davanti a sé.
-
Preparati a confezionarmeli in un bel pacco regalo!
– riabattè lei con un cenno del capo verso le armi.
Nyx sorrise
divertito al suo indirizzo e nello stesso istante entrambi scattarono
in avanti.
Selenis
passò
rapidamente in rassegna le possibili mosse che il ragazzo avrebbe
compiuto,
preparando una contromisura per ciascuna di esse.
Questa volta era certa di batterlo... se nonchè, proprio in
quel momento, il mondo
oscillò e scomparve.
Fu, come al
solito, la questione di un
battito di ciglia. Una visione sbiadita e fugace, di una figura
inginocchiata in mezzo alle macerie che pian piano scompariva in flutti
di cenere sospinta dal vento mentre il sole le sorgeva alle spalle. L’istante
successivo, Selenis si ritrovò con la punta del Kukri di Nyx
a
solleticarle la gola. Il ragazzo sorrideva, seppur incerto.
-
Temo
che dovrai aspettare di avere qualche anno in più per avere
questi pugnali
– la canzonò, facendo un passo indietro e
abbassando
l’arma.
-
Non
ti batterò mai! – sbuffò Selenis,
cercando di
dissimulare il suo stato d’animo e il tremore alle mani.
-
Se ti
può consolare sei migliorata moltissimo, non hai nulla da
invidiarmi – riprese Nyx seguendola sugli spalti dove si
misero a
sedere.
-
Non abbastanza mi sa... Che ne dici se tornassimo ad
allenarci assieme? – propose Selenis
dopo aver preso una lunga sorsata di acqua dalla bottiglietta che si
era portata dietro, ed essersene rovesciata un po’ sulla
testa
accaldata.
-
Non penso di aver più nulla da insegnarti
– replicò il militare.
-
Invece credo di poter ancora imparare qualcosa da te
–
ribattè la ragazza – e poi mi mancano i nostri
pomeriggi
– aggiunse con un sorriso nostalgico.
-
Sarò ben lieto di farlo allora, impegni
permettendo – acconsentì Nyx.
-
Non
ti terranno per molto fermo qui, fidati – commentò
Selenis facendo
dondolare le gambe oltre il bordo degli spalti –
C’è
bisogno di persone come te sul campo di battaglia –
-
Può darsi... – replicò Nyx
– In effetti sì – aggiunse ridendo.
-
Che
stupido! – sentenziò Selenis dandogli una manata
sulla spalla
– Forza, è il momento di riscuotere il tuo premio!
Cosa
vuoi chiedermi? – domandò sorridendogli.
La ragazza
si aspettava
che l’amico se ne uscisse con qualche battuta o qualche
richiesta
completamente assurda, invece la sua faccia divenne improvvisamente
seria mentre si voltava a guardarla.
-
Promettimi di non farti consumare dall’odio
– disse.
-
Cosa..? – mormorò Selenis confusa.
-
Speravo che in questi anni la scintilla della vendetta fosse
scomparsa dal tuo sguardo, ma non è così
–
spiegò Nyx – Vedo l’incendio che sta
divampando in
te e mi preoccupa – disse – Mi preoccupa che ti
possa
consumare, quindi promettimi che non ti farai inghiottire dal tuo odio
per l’Impero – concluse.
Selenis
lo
guardò per qualche istante stralunata. Le parole di
Nyx corrispondevano alla verità, dalla prima sillaba fino
all’ultima. L’astio che era maturato in lei a
seguito di
ciò che l’Impero aveva fatto alle persone a cui
voleva bene,
a volte sembrava soffocarla.. Nonostante questo però, non
riusciva a lasciarlo andare.
-
Nyx,
io devo fare giustizia. – rispose la principessa –
Nifelheim deve
pagare, il generale Glauca deve
pagare – proseguì con
forza – ma ti prometto che non perderò di vista le
cose
per me importanti solo per soddisfare il mio desiderio di vendetta
– concluse
addolcendo lo sguardo.
-
Bene.. può bastare – assentì
Nyx con un
sospiro, ben sapendo che chiederle di abbandonare i suoi propositi
sarebbe stato impossibile da parte sua e soprattutto ipocrita
–
Ah! Quasi dimenticavo, ho una cosa per te –
Il ragazzo
si alzò in piedi, frugando nella tasca posteriore dei
pantaloni.
-
Il
tuo compleanno è passato ormai, ma ci tenevo che lo avessi
– riprese facendo dondolare davanti alla ragazza un ciondolo.
-
Per me? –
Selenis
allungò la
mano e Nyx le lasciò cadere la collana nel palmo. La
principessa se
la rigirò tra le dita. Attaccato ad un cordino di pelle,
c’era un ciondolo dall’inconfondibile forma di
Chocobo. La
pietra di cui era fatto era nera come il carbone.
-
Ho
trovato un pezzo di onice durante una perlustrazione, e vicino a
Lestallum c’era un orafo che mi ha detto come lavorarlo
–
spiegò il ragazzo.
-
Lo hai fatto tu? – esclamò stupita lei.
Nonostante
la sagoma
fosse stata intagliata piuttosto grossolanamente, la pietra era lucida
e il risultato davvero bellissimo.
-
Sul fronte capita di avere dei momenti morti –
rispose Nyx facendo spallucce.
-
Non
so cosa dire.. – disse la principessa commossa – E'
splendida – aggiunse, afferrando la mano che il ragazzo le
porgeva
e tirandosi in piedi.
-
Sono felice che ti piaccia – replicò il
giovane mentre lei se la metteva al collo.
-
Grazie Nyx –
Selenis
abbracciò
l’amico e in quel momento sentì gli occhi
riempirsi di
lacrime. La cosa la lasciò interdetta, perchè non
riusciva a dire
se fossero lacrime di gioia o di dolore. Una strana sensazione
l’aveva
pervasa, lasciandola piuttosto scossa.
-
Non
pensavo di farti emozionare così –
scherzò Nyx
quando la ragazza si scostò asciugandosi le lacrime.
-
Sei sempre il solito! – lo rimbeccò lei
con un sorriso.
-
Ora
temo di doverti salutare – continuò il giovane
infilandosi
la giacca dell'uniforme – Devo presentarmi alla cittadella
per
cominciare il mio incarico – disse storcendo appena il naso.
-
Sono sicura che sarai più che
all’altezza del compito – sghignazzò la
principessa.
-
Spiritosa... – replicò lui –
Se ti va possiamo
vederci domani sera al 7th
Heaven – le propose – Sono sicuro
che anche Libertus sarà felice di rivederti –
aggiunse.
-
Sì, mi farebbe molto piacere –
assentì la ragazza.
-
Allora a domani, Chocobo girl –
-
Ciao Nyx –
La
principessa
sollevò una mano in segno di saluto, per poi si portarsela
al
petto dove il suo nuovo ciondolo faceva bella mostra di sé.
Provava l’impulso di avvertire Nyx, di metterlo in guardia...
ma su
cosa nemmeno lei sapeva dirlo.
**
-
Ci voleva proprio! –
Selenis
alzò le
braccia al cielo stiracchiando la schiena e poi si chiuse la porta alle
spalle.
Aveva approfittato della sua vecchia stanza a palazzo per darsi una
rinfrescata. La lunga doccia che si era concessa le era servita, sia a
lavare via il sudore dello scontro con Nyx, sia per cercare di
ritrovare una certa lucidità dopo quell’ennesima
visione.
Purtroppo però non era granchè servita all'ultimo
scopo, e la ragazza
continuava a sentirsi tutto meno che tranquilla.
Decisa
quindi a tornare
verso casa per mettersi a leggere qualcosa che potesse distrarla,
mentre percorreva uno dei corridoi che davano sul cortile interno,
notò i suoi quattro amici di ventura fermi a parlottare tra
loro
all’ombra di un grande pioppo.
Prompto
gesticolava eccitato come suo solito mentre gli altri annuivano e
ridevano.
-
Ma non avete niente da fare voi quattro? –
esordì Selenis quando si fu avvicinata.
La sua
apparizione produsse un certo cambiamento inaspettato
nell’umore generale. Il
ragazzo biondo smise di ridere, Noct sfuggì lo sguardo di
Selenis,
Gladio assunse un’aria tesa mentre Ignis si
aggiustò gli
occhiali diventando imperturbabile.
-
Oh oh..- mormorò la giovane –
Cos’è successo? – domandò
preoccupata.
Ne
seguì un lungo
silenzio e un rapido scambio di sguardi tra i ragazzi. Selenis
sbuffò irritata e Noct, Prompto e Gladio sospirarono
sollevati
quando la principessa si rivolse direttamente a Ignis.
-
Iggy? – lo interpellò semplicemente.
Il ragazzo
si gratto la fronte prima di prendere la parola.
-
Abbiamo avuto un'udienza con il Re – disse.
-
Cosa?
Tutti e quattro? – esclamò Selenis stupita
guardando il
ragazzo biondo, il quale annuì.
Prompto era
l’unico
senza alcun legame con la famiglia reale, tranne che per
l’amicizia con Noctis, ed era quindi abbastanza strano che il
Re lo
avesse convocato ufficialmente.
-
Cosa vi ha detto? – proseguì la ragazza
oscurandosi.
-
Stamattina presto si è presentato a Palazzo il
cancelliere di
Nifelheim – raccontò Ignis, facendo sgranare gli
occhi di
Selenis dallo stupore – è venuto a portare al Re
le
condizioni per la resa di Insomnia – continuò.
-
Condizioni? – ripetè la giovane confusa.
-
Sì. – confermò Gladio
-
Dovranno essere consegnate tutte le terre ancora sotto il
dominio
di Lucis, eccezione fatta per la capitale che potrà
mantenere la sua
autonomia – spiegò Ignis incrociando le braccia al
petto
– Inoltre, il nostro Noct dovrà convolare a nozze
con sua
Grazia Lunafreya – aggiunse.
-
Che senso ha? – disse Selenis riuscendo finalmente
a ritrovare parola.
-
Non ne abbiamo la minima idea – ammise Noctis
corrugando la fronte.
-
Cos’ha deciso il Re? – chiese ancora.
-
Di accettare, a quanto sembra – mormorò
Prompto.
Selenis fu
sorpresa ma
neanche tanto. Suo zio era una persona lungimirante, che doveva aver
valutato bene cos’era meglio fare, soprattutto alla luce
delle
notizie sui fronti di guerra.
-
Cos’altro? –
Selenis li
guardò
tutti uno per uno: di sicuro non era per quello che i suoi amici
sembravano così restii a parlare.
-
Mio
padre pensa che sia meglio che io incontri Luna fuori da Insomnia, ad
Altissia per la precisione… - prese la parola Noctis -
Dovremmo... partire domani…
– disse.
-
Non ci voglio credere! –
La
principessa ricollegò in un secondo tutti i pezzi.
-
Non ci sto! – esclamò partendo di gran
carriera alla volta del palazzo.
-
Selis! – le gridò dietro Gladio
inutilmente.
Le cose
erano chiare:
Noctis sarebbe partito per Altissia e gli altri lo avrebbero
accompagnato, ma lei non era stata convocata, ergo, sarebbe dovuta
rimanere
alla capitale.
“
Non può
farmi questo!” pensò con rabbia mentre procedeva
alla
volta della sala del trono “ Non può pretendere
che io
resti qui, non…”
La ragazza
interruppe il pensiero quando il Re in persona si
materializzò in lontananza.
-
Zio! – lo chiamò la giovane dirigendosi
verso di lui.
-
Selis, stavo giusto venendo da te –
esordì Regis
– e ti prego calma il tuo livore – aggiunse.
-
Come? – balbettò la principessa presa in
contro piede.
-
Tuo
padre aveva lo stesso incedere quando era in collera con me –
spiegò l’uomo con un sorriso – Avanti,
accompagnami
–
Selenis
affiancò lo
zio che procedeva lentamente sul pavimento scintillante della reggia.
Il tutore alla gamba destra produceva un rumore metallico ad ogni
passo, e sembrava costargli un’immensa fatica.
-
La barriera ti sta richiedendo troppi sforzi –
mormorò la ragazza prendendolo sotto braccio.
-
È il mio compito, che sia gravoso o meno lo devo
assolvere
– replicò Regis accogliendo con sollievo
quell’aiuto
– Grazie – aggiunse stringendo appena la presa.
-
Di cosa mi volevi parlare? – proseguì la
principessa.
-
Immagino che Noctis e i suoi amici ti abbiano già
informata
di cosa sia successo – cominciò Regis.
-
Sì –
-
E
della mia decisione di mandare Noct ad Altissia per incontrare
Lunafreya – proseguì l’uomo.
-
Infatti, ed io ti cercavo proprio per questo motivo
– disse
la ragazza – Non puoi chiedermi di restare ad
Insomnia! –
sbottò.
-
Ed io non ti voglio chiedere di farlo –
replicò il Re.
Selenis
voltò appena
la testa, guardandolo confusa e fermandosi improvvisamente costringendo
così l’uomo a fare altrettanto.
-
Io ho
bisogno che tu vada con Noct, Selis – disse il sovrano
guardando la nipote negli occhi
– avrà bisogno del tuo aiuto e quel momento non
tarderà ad arrivare – aggiunse Regis.
-
Cosa stai dicendo zio? – chiese interdetta la
ragazza.
Regis aveva
appena aperto la bocca per risponderle, quando una voce lo
chiamò.
-
Sua maestà, è ora –
Clarus si
fece loro incontro con sguardo teso.
-
Arrivo – rispose il Re, che abbandonò
il sostegno della nipote per fronteggiarla.
-
Vai
con loro Selis, proteggi Noct – le disse – So che
la tua
carriera nei Kingsglave è appena cominciata, ma ora ho
bisogno che tu stia al suo fianco – proseguì
– e ancora
una cosa – aggiunse afferrando la mano sinistra della ragazza
– non perdere questo anello per nulla al mondo, difendilo ad
ogni
costo! –
-
Zio, non capisco… - mormorò la
principessa.
-
Ci sarebbe voluto più tempo..- sussurrò
Regis – ora devo andare Selis –
L’uomo
sorrise un’ultima volta alla nipote per poi voltarsi e
seguire Clarus.
La ragazza
rimase
immobile in mezzo al corridoio ora deserto. Le parole di suo zio
l’avevano lasciata scossa, sembrava quasi che stesse temendo
il peggio.
Ma non era possibile, giusto? Per quale motivo sarebbe dovuto andare
storto qualcosa?
Selenis
tornò sui
propri passi accarezzando con il pollice la liscia superficie della
pietra incastonata nell’anello. Un'altra cosa che non capiva..
Che cosa mai poteva avere di speciale?
Suo padre non gliene aveva mai parlato, anche perché era un
ricordo di sua madre.. non aveva nulla a che fare con
l’anello dei Lucis. Era tutto così confuso...
La ragazza,
raggiunto nuovamente il cortile, sollevò
la testa guardando verso i suoi amici ancora fermi dove li aveva
lasciati. Proprio
in quel momento Pompto si accorse di lei e alzò un braccio
intimandole di sbrigarsi.
-
Allora? Sei riuscita a fare irruzione nella sala del trono?
– la prese in giro Gladio con un fondo di rimprovero nella
voce.
-
Non ne ho avuto bisogno – rispose Selenis
fermandosi vicino a Ignis
– l’ho incrociato per strada e..-
-
E?!!! – esclamò Prompto interrompendola.
-
E domani parto con voi – replicò lei con
un sorriso.
-
Evvai! –
Il ragazzo
biondo
saltò sul posto gettando un pugno in aria, mentre Noct le
mise
una mano sulla spalla sorridendole. La notizia che sua cugina li
avrebbe accompagnati, lo aveva rasserenato ulteriormente. Gladio e
Ignis
accolsero la notizia con più pacatezza e da parte
dell’Amicitia con una certa preoccupazione.
-
Come mai ha deciso di parlartene in privato? –
domandò Ignis con sguardo indagatore.
-
Per
via del mio impegno nei Kingsglave credo.. devo interromperlo e
quindi… - Selenis lasciò la frase in
sospeso sperando vivamente che il ragazzo non proseguisse con le
domande.
-
Peccato però.. – soggiunse Noctis
– proprio adesso che
stavate per andare a convivere – disse con un sorriso
sornione dandole di gomito.
-
Gliel'hai già detto!! –
esclamò Selenis arrossendo e squadrando Gladio piccata.
-
È la prima cosa con cui ci ha salutati stamattina
–
rise Prompto – Voi due fate proprio sul serio! –
commentò guadagnandosi una manata sulla schiena da parte di
Gladio.
-
Credo che i festeggiamenti dovranno essere rimandati allora
– disse Ignis divertito.
-
Iggy ti prego, non ti ci mettere anche tu! –
mormorò sconsolata la principessa.
-
Uh!
Selis! Prima ho avuto un’idea geniale, ma questi tre me
l’hanno bocciata subito! – intervenne Prompto
parandosi davanti alla ragazza.
-
E a buona ragione! – replicò Noct
scuotendo la testa.
-
Ti prego non ricominciare... – borbottò
Gladio.
-
È così terribile? – chiese la
principessa guardando di
sbieco Ignis che si limitò ad alzare le spalle.
-
Assolutamente no! – disse il ragazzo biondo
mettendo il broncio.
-
Certo… - commentò sarcastico
l’Amicitia
– perchè indossare tutti quanti la stessa
maglietta per il viaggio è
proprio un'ottima idea! – disse sarcastico.
-
Io
avevo pensato ad un foulard – replicò Prompto -
Avere
qualcosa che ci unisce! Tipo un tatuaggio, ma meno drastico! -
-
Molto virile – sentenziò Noctis
inarcando le sopracciglia.
-
Come
idea può essere carina – rispose invece Selenis,
guadagnandosi
un’occhiata allibita da tre dei quattro ragazzi.
-
Visto?! - esclamò trionfante Prompto.
-
Però avrei un’idea un po’
più discreta
– aggiunse la principessa con un sorriso furbo.
-
Di bene in meglio…- mormorò Gladio.
***
Un paio d'ore più tardi.
- Ammetto che è stata una
trovata piuttosto geniale – esordì Ignis.
I cinque
ragazzi si fermarono davanti al negozio di calzature da cui erano
appena usciti.
-
Sei la migliore Selis! – proruppe Prompto
sollevando la suola delle sue nuove scarpe.
-
Allora? Vi siete ricreduti? – disse la ragazza
rivolgendosi in particolare a Gladio e Noctis.
-
Sì, decisamente – commentò il
cugino prendendola per le spalle.
-
Niente male – si limitò a dire
l’Amicitia divertito.
I ragazzi
indossavano
ciascuno un paio di scarpe dalla suola rossa scarlatta. Selenis aveva
adocchiato quel negozietto di periferia qualche tempo prima,
che produceva artigianalmente quelle particolari calzature. Prompto se
n’era uscito con un paio di camperos, Gladio aveva optato per
un
paio di stivali da motociclista, Ignis indossava un paio di scarpe
più classiche in vernice, e la scelta di Noctis era ricaduta
su
dei pratici
anfibi al polpaccio. Selenis invece, guardava soddisfatta i suoi
stivali, stretti
sotto al ginocchio con le stringhe rosse come la suola.
-
Ora
abbiamo tutti qualcosa di uguale che però non ci fa sembrare
una
boy band – disse la ragazza soddisfatta.
-
Meno
male che ci sei tu! – sospirò sollevato Noctis
guadagnandosi un'occhiata indispettita da Prompto - Che ne dite se
adesso andiamo a mangiare qualcosa, vista l'ora? - propose.
-
Qui
vicino c’è un locale carinissimo che fa degli
hamburger
favolosi! - disse Prompto incamminandosi.
-
Avevo giusto un certo languorino –
assentì Gladio battendosi una mano sullo stomaco.
-
E cena sia – concordò Ignis.
Selenis
si mise a
seguire i suoi amici che chiacchieravano dell’imminente
partenza.
Ad essere sincera era eccitata quanto loro alla prospettiva di un
viaggio fuori dalla capitale. Certo, c’erano molti
pericoli là fuori, ma il porto di Galdin era vicino e il
traghetto li avrebbe portati direttamente ad Altissia.
L’autonomia, seppur controllata, che la città di
Accordo
aveva
ottenuto dei confronti dell’Impero, avrebbe garantito loro un
soggiorno
relativamente tranquillo e poi, la prospettiva di rivedere di
nuovo la sua amica d’infanzia riempiva il cuore di Selenis di
gioia. Gioia che veniva però appena adombrata dalle parole
che
il Re
le aveva rivolto qualche ora prima.
-
Allora? Cosa ti ha detto "veramente" il Re? –
Selenis
sollevò lo
sguardo, accorgendosi solo in quel momento di essere stata affiancata
dai due membri più anziani del gruppo.
-
Mi ha
pregata di stare accanto a Noct – rispose la
principessa,
guardando le spalle del ragazzo mentre discuteva con
Prompto.
-
Credevo volesse impedirti di partire –
commentò Gladio.
-
Anche
io.. – concordò la principessa – ha
detto che avrà
bisogno del mio aiuto, molto presto – aggiunse pensierosa.
-
Cosa voleva dire? – chiese Ignis corrugando la
fronte.
-
Non
ne ho la minima idea – replicò la ragazza con un
sospiro
– mi ha anche messa in guardia dal perdere l’anello
di
mio padre – disse mostrando la pietra ai due
ragazzi.
-
È strano… - asserì Gladio
grattandosi una
guancia – Ha mai manifestato qualche potere?
– domandò.
-
No,
mai – rispose Selenis – Era di mia madre, non fa
nemmeno
parte dei gioielli della corona – raccontò.
-
Credo che ci sia molto di più dietro alle
decisioni del Re – sentenziò Ignis serio.
-
Lo
penso anche io – concordò la principessa
– vorrei
solo sapere cosa ci aspetta – aggiunse preoccupata.
-
Siamo insieme, affronteremo qualsiasi cosa – fu il
semplice commento di Gladio.
Selenis
annuì, ma sperava che non dovesse accadere nulla di male.
Campeggio dell'autrice:
Buongiorno ragazzi!!
I'm back! Ora mi devo solo riprendere dalla fine prematura delle ferie
xD
So di essermi fatta attendere, ma mi auguro di avervi ripagati con
questo capitolo ^^
Era l'ultimo per quanto riguarda il "prequel" della trama vera e
propria, questo vuol dire che il prossimo venerdì i nostri
amici
partiranno per la loro avventura.
Spero che il quadretto famigliare Selis/Gladio vi sia piaciuto ^^ Cerco
sempre di renderli molto easy quando interagiscono, che mi pare molto
più nel loro carattere.
Selenis ha avuto in tempismo perfetto nel chiedere a Gladio di
convivere... temo che dovranno aspettare un bel pò...
Chi desiderava il ritorno di Nyx invece, credo sia stato accontentato e
chi desiderava un pò più di carne al fuoco anche
xD Le
visioni di Selenis sono tornate, ed è abbastanza palese che
riguardino lo scontro finale tra Nyx e Glauca/Drautos. Ovviamente
però la ragazza non ne ha la minima idea... Se ve lo state
chiedendo, sì, questo è stato l'ultimo incontro
tra i
due... mi auguro vivamente di aver reso l'importanza di questo
personaggio nella mia fic.
Chissà se sono riuscita a stuzzicare la vostra
curiosità
con la storia dell'anello... per quale ragione è
così
importante? Sarà collegato a quello del Re, o no?
Prima o poi queste domande troveranno una risposta, ma dovreste
aspettare ancora un pò ;) E no, non centra niente Sauron
tanquilli! xD
Ho fatto anche qualche accenno in più sul look di Selis e
mesi
fa ho cercato di fare uno schizzo veloce >///< Sono abbastanza felice
del
risultato, ma giudicate voi xD
Non è la classica "principessa", diciamo che è in
netta contrapposizione con Luna!
Se preferite mantenere la vostra idea mentale di come sia fatta Selenis
vi capisco benissimo, e quindi non mi offendo se preferite non cliccare
su questo link: Selenis
Spendo ancora due paroline su Episode Prompto e per farlo senza
spoilerare, userò il carattere in bianco.Se volete leggere
le
mie considerazioni vi basta quindi evidenziare il testo ^^
Ep. Prompto:
Oh mamma mia....
questo era un
Dlc con i contro cazzi, passatemi il termine! Mi è piaciuto
tantissimo, anche come gameplay, molto più di quello di
Gladio
se devo essere sincera! Poi la storia di Prompto mi ha letteralmente
conquistata! Sapevo già che Vestrael fosse il suo padre
biologico (grazie alla genealogia presente nella guida cartacea)
però pensavo fosse nato da una donna.. un pò allo
stile
Sephiroth per intenderci. Invece scoprire che è nato in
laboratorio è stato.. wow!
Senza contare il
breve trailer
di presentazione di Episode Ignis... Dio che ansia! Il rumore degli
occhiali in frantumi poi mi ha spezzato il cuore! Riassumendo: bello,
bellissimo!
Grazie tantissime a tutti i Lettori
che si fanno sempre più
numerosi! A chi recensisce, in particolare a Yui_505 per essersi
unita al club
xD Grazie anche a chi mi ha aggiunta tra le storie seguite: Yui_505 e Haven!
Per venerdì prossimo tenete i bagagli pronti, che si parte
per Hammerhead ;)
Un abbraccio,
Marta
p.s. Il bar 7th Heaven è una chiara citazione a... ma cosa
ve lo dico a fare?! xD
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Capitolo 14 *** 13. Partenza! (forse) ***
13
Insomnia.
Capitale regia del regno di Lucis, il giorno seguente.
Sala del
trono.
-
È giunta l’ora stabilita, la tua partenza ha il
nostro benestare principe Noctis –
Re Regis,
seduto sullo scranno di marmo nero, guardava sotto di sé suo
figlio e i suoi amici.
Noctis
teneva lo sguardo
basso mentre ascoltava le parole del padre; un passo dietro di lui,
Selenis guardava il sovrano cercando di leggergli negli occhi
quello che non stava dicendo a parole. Infine un po’
più
scostati, Gladio, Ignis e Prompto stavano rispettosamente in
silenzio.
Quella
mattina era come
qualsiasi altra, il sole si era levato alto, la città aveva
iniziato a svegliarsi e le persone a compiere la propria
quotidianità. Eppure loro erano lì, in partenza.
-
Grazie, vostra Maestà – rispose il principe
inchinandosi.
- Và, e che
gli Dei ti siano benevoli – disse Regis.
- Già…-
commentò Noctis, voltandosi e iniziando a scendere i
gradini.
- Noct! –
sussurrò al suo indirizzo Selenis con un moto di stizza.
Era davvero
tutto lì quello che aveva da dire a suo padre?!
Il ragazzo
non
l’ascoltò minimamente e la principessa,
inchinatasi velocemente
all’indirizzo del Re, si affrettò a seguirlo
assieme
ai suoi amici.
- Wow, sei sempre lo
stesso – commentò Prompto non appena furono alla
luce del sole.
-
E tanti saluti al
cerimoniale di corte – sospirò Ignis.
- Neanche ti avessero
chiesto un discorso ufficiale... – lo rimproverò
Gladio.
- Selis? –
incitò ironicamente Noctis la cugina.
- Davvero era
l’unica cosa che potevi dirgli?! –
sbottò.
Il richiamo
da parte del comandante Drautos, evitò al principe di dover
rispondere ai suoi amici.
Il gruppo si
fermò, voltandosi per vedere il Re farsi loro incontro.
L’uomo procedeva con lentezza, aiutandosi con il bastone per
superare lo scoglio che i gradini dell’ampia scalinata
rappresentavano.
- Che
c’è adesso? – chiese Noctis,
guadagnandosi una
gomitata da Selenis che lo convinse ad andargli almeno
incontro.
- Temo
di non aver detto tutto.. – esordì Regis
– Cerca di
non gravare troppo su chi ti sta accanto – lo
ammonì.
- Senti chi parla
– commentò il principe inarcando le
sopracciglia.
- Non
vi chiedo di guidare questo mio figlio indisciplinato –
proseguì Regis, ignorando il ragazzo e rivolgendosi ai suoi
amici
– ma vi prego di rimanere al suo fianco – aggiunse
guardando ciascuno di loro e soffermandosi sulla figura di
Selenis.
- Sarà
fatto, sua maestà – rispose Ignis inchinandosi.
- Accompagneremo il
principe ad Altissia, a qualsiasi costo – disse Gladio.
- Sì!
– assecondò Prompto un po’ impacciato.
- Scusate
se interrompo, ma Cor ha già messo in moto – si
intromise
Noctis seccato – Drautos, te lo affido! – si
rivolse poi al
capo dei Kingsglave.
- Un’ultima
cosa – disse di getto Regis – ricordati le buona
maniere di
fronte alla tua incantevole sposa – gli consigliò.
- Lo
stesso vale per voi maestà – replicò
divertito
Noctis inchinandosi teatralmente – comportatevi bene con i
nostri
illustri ospiti di Nifelheim –
- Non hai motivo di
temere – ribattè il Re.
- Neanche tu
–
- Ricorda, una volta
partito non potrai più voltarti indietro –
aggiunse a sorpresa il Re.
- Pensi che lo
farò? – replicò Noctis scettico.
- Voglio solo essere
sicuro che tu sia pronto a non tornare – si
giustificò l’uomo.
- Non so tu, ma io
sono prontissimo – lo tranquillizzò il principe.
- Fa
attenzione la strada è lunga – continuò
Regis senza
badare alla fretta del ragazzo - Ovunque essa ti conduca, la stirpe di
Lucis sarà con te. Cammina a testa alta, figlio mio
–
concluse, posandogli una mano sulla spalla.
Noctis gli
sorrise
brevemente, poi si voltò e riprese a scendere le scale.
Selenis,
che aveva ascoltato le loro parole, si avvicinò preoccupata
all’uomo. Vedeva nel suo sguardo un dolore a cui non riusciva
a
dare un significato.
- Zio
– lo chiamò – forse sarebbe meglio se
restassimo..
non.. non ho un buon presentimento – affermò
incerta.
- Selis… -
disse con affetto il Re guardando sua nipote.
- Temo
per la tua incolumità – continuò la
ragazza –
Potrà sembrare sciocco, ma non sono tranquilla e non lo sono
da
un po’ di tempo – raccontò.
- A
maggior ragione, proprio per tale motivo dovete partire –
replicò Regis afferrandola saldamente per un braccio
– Stai al suo
fianco, fai questo per me... – disse
guardandola fisso negli occhi, occhi che la stavano pregando di non
chiedere ulteriori spiegazioni.
- Io.. –
mormorò la principessa.
- Selis!! Sbrigati!
–
La ragazza
si
voltò a guardare la testa di Noctis sporgere fuori dal
finestrino della berlina scura che li avrebbe accompagnati fuori
Insomnia.
- Farò
tutto ciò che è in mio potere per aiutarlo
– disse
alla fine – te lo giuro zio – concluse seria.
- Ti
ringrazio Selis, ora vai mia cara, che gli Dei ti siano benevoli
– disse l'uomo lasciando un leggero bacio sulla
guancia
della principessa.
Il viso del
monarca di
distese in un sorriso guardando la nipote scendere le scale. In
cuor suo sperava che il loro futuro non fosse così arduo
come
lui aveva previsto.
**
6 ore
più tardi, regione di Leide. Statale per
Hammerhead.
Un sonoro
sbadiglio
risuonò nell’aria, accompagnato
dall’inconfondibile
rumore di un auto che superava a tutta velocità.
Selenis
aprì gli
occhi sul cielo terso del tardo pomeriggio. Era sdraiata sui sedili
posteriori della Regalia, con i piedi incrociati sul bordo della
carrozzeria.
- Possiamo anche
scordarci l’idea di un passaggio –
La
situazione era semplice: l'auto era in panne nel bel mezzo del nulla...
Cor, il capitano
delle guardie di palazzo, li aveva accompagnati fino al confine della
barriera; lì, avevano trovato la vettura personale di Re
Regis
ad attenderli. Inutile dire che, nonostante ci fosse al volante Ignis,
di strada ne avevano fatta ben poca, quindi era stata solamente una
profonda questione di sfiga.
All’inizio
tutti avevano partecipato ai tentativi di chiedere un passaggio ai
pochi mezzi
che passavano di lì, ma ben presto si erano
arresi.
- Pensavo che la gente
fosse più educata fuori città -
continuò Gladio.
- Non
fare troppo affidamento sulla gentilezza degli estranei –
sentenziò Ignis appoggiando la fronte sulle braccia
incrociate
sopra al volante.
- Soprattutto se a
chiedere i passaggi è un omone tutto tatuato –
disse Selenis stiracchiandosi sui sedili di pelle.
- Potevi
continuare tu a fare l’autostop allora –
ribattè
Gladio dandole un colpetto sui piedi che sporgevano oltre la
portiera.
- Qualcuno
si sarebbe anche fermato, ma non ci avrebbe mai caricati tutti assieme
– replicò la ragazza – magari se fossimo
state tutte
ragazze… - aggiunse pensierosa.
- Vuoi smetterla di
farmi pensare ad Ignis con la gonna? – sbottò
Gladio infastidito.
- Cos’è
questa storia? – domandò l’interessato
voltandosi
verso la principessa che gli fece un sorriso di scuse.
- Ho paura che dovremo
spingerla fino a destinazione – continuò
l’Amicitia.
- Io
mi sono già spinto al limite delle forze – fu la
straziante risposta di Prompto letteralmente sdraiato
sull’asfalto dietro la Regalia.
- Su, alzati!
– lo rimproverò Gladio – Forza!
L’auto non si spinge da sola – ripetè.
- Credevo
che fosse l’auto a dover trasportare noi –
replicò
il ragazzo biondo posizionandosi a lato della vettura.
- Sì, ma
noi siamo incredibilmente sfigati a quanto pare – disse
Selenis tirandosi su.
- Piantatela di
frignare – ribadì Gladio.
- Ehi, tu non scendi a
darci una mano? – domandò Noctis guardando la
cugina.
- No,
io faccio il tifo – rispose la ragazza con aria innocente
–
Forza ragazzi!! Yuhu!! – esclamò a gran voce
subito dopo
agitando un pugno in aria.
- Grande scusa...
– borbottò Prompto cominciando a
spingere.
- Al
garage
non hanno ancora risposto? –
Selenis si sporse verso Ignis, che con la mano non impegnata a tenere
il volante, cercava di contattare l'officina.
- Da sempre occupato
– rispose lui mettendo giù.
- Di questo passo ci
toccherà davvero spingerla fino ad Hammerhead –
sospirò la giovane.
- Ci? –
domandò sarcastico Gladio.
- Siamo
sicuri di essere così lontani? Iggy, sei certo che non ci
siamo
sbagliati? – domandò Prompto con un lamento.
- La cartina non mente
– replicò tranquillo Ignis.
- Sembrava
così vicina sulla mappa – mormorò
Noctis.
- Beh certo,
è una cartina del mondo – gli fece notare
Gladio.
- Grande
e grosso come sei sono
sicura che riusciresti a muoverla anche da solo – disse
divertita Selenis, mettendosi in ginocchio sul sedile e dando un
leggero colpetto alla fronte del
ragazzo che spingeva l’auto da dietro.
- Non vi azzardate!
– abbaiò quello digrignando i denti per lo
sforzo.
- Non te ne
accorgeresti nemmeno – mormorò Prompto.
- Delle mie mani
attorno al tuo collo certamente te ne accorgeresti –
- Ehi, calma
ragazzone! – si difese il pistolero biondo.
Com’era
stato largamente preannunciato, i ragazzi dovettero spingere la Regalia
fino ad Hammerhaed.
Quando,
un’ora e
mezza dopo, l’insegna dell’omonima stazione di
servizio si
profilò all’orizzonte, ci fu un coro di giubilo
che
spezzò l’aria immobile della torrida
statale. Hammerhead, la prima
officina disponibile una volta lasciata la capitale, faceva bella
mostra
di sé con la sua aria vissuta e logora, ma non per questo
meno
dinamica. Con un punto ristoro
e un
negozietto per ogni evenienza, la gente non mancava e Selenis
potè
riconoscere diverse facce già viste, tutte di gente che
aveva
tirato dritto invece di fermarsi ad aiutarli.
- Ehhhh
ci siamo! – esclamò la principessa, scendendo dal
mezzo
appena Ignis ebbe tirato il freno a mano – Ottimo lavoro
ragazzi!
– si complimentò mentre Noctis si sedeva per
terra,
Prompto si lasciava cadere oltre il bordo della macchina e Gladio
cercava di sciogliere i muscoli tesi delle spalle.
- Tu
e quattrocchi fate proprio una bella squadra di scansafatiche
– replicò l’Amicitia guardando scendere
dal posto di
guida l’amico fresco come una rosa.
- Qualcuno doveva
guidare – ribattè il ragazzo aggiustandosi gli
occhiali.
- E qualcuno doveva
incoraggiarvi – soggiunse Selenis alzandosi sulle punte a
lasciare un bacio a fior di labbra a Gladio.
- Ha tutte le fortune
– borbottò Prompto rivolto a Noctis che
sghignazzava.
- Ehilà!
Fate aspettare le signore ah? –
Una voce
squillante reclamò l'attenzione del gruppo. Apparteneva ad
una ragazza dai capelli
biondi e mossi, che calcava un capellino da baseball e che aveva un
abbigliamento
degno dei migliori calendari di ciclomotori.
- Allora? Chi di voi
è il principe? – chiese guardandosi intorno.
Noctis
leggermente spaesato, fece capolino da dietro la carrozzeria della
Regalia.
- Salve Altezza.
Congratulazioni per il matrimonio! – si
complimentò la ragazza rivolgendosi direttamente a lui.
- Emh.. per ora
è solo un fidanzamento – replicò
Noctis
- Il
futuro sposo di Sua Grazia Lunafreya qui ad Hammerhead –
proseguì la giovane senza dargli peso – e tu devi
essere
la principessa – disse poi rivolta a Selenis.
- Selis basta e avanza
– rispose la ragazza.
- Non
sembri esattamente una "principessa" – commentò la
nuova
arrivata guardando il look di Selenis – mi sembri una tosta!
–
aggiunse con un cenno d’intesa che fece sorridere la giovane.
- Con quattro uomini..
– si giustificò Selenis alzando le spalle.
- Ti prego di scusarci
per il ritardo – s’intromise Ignis.
- Risparmiatevi le
scuse per il nonno – rise lei osservando con occhio critico
l’auto.
- Quindi tu
saresti… - disse Gladio
- Cindy – lo
anticipò lei – meccanico provetto e nipote di Cid
– aggiunse presentandosi.
- Portatela
dentro prima che crepi di vecchiaia! – esordì una
seconda nuova voce
– Tuo padre non te l’ha detto? Questo è
un vero
gioiello, mica un macinino qualunque –
Un vecchio,
solo per i tratti del viso e non di certo per la prestanza, si
avvicinò a Noctis.
Selenis al suo fianco, guardò la ragnatela di rughe che
scavava
il volto dell’uomo dai capelli e barba grigi, che calzava lo
stesso identico cappello di Cindy.
- Principe Noctis,
principessa Selenis – li salutò.
- Salve –
rispose la ragazza mentre Noctis farfugliava qualcosa.
- Bel
principe – commentò Cid squadrando il giovane
–
è come se avessero preso il tuo vecchio e gli avessero
strizzato
via tutta la nobiltà – sentenziò.
Di sicuro
sia l’uomo che sua nipote, avevano in comune la
particolarità di fare complimenti di dubbia natura.
- E
tu sei l'esatto ritratto di tua madre, che gli Dei l’abbiano
in gloria
– proseguì guardando Selenis – ma hai lo
stesso
sguardo di quello scapestrato di tuo padre – aggiunse.
- Come? –
domandò Noctis confuso.
- Ne hai di strada da
fare, ragazzo. E con quella faccia sveglia che ti
ritrovi non andrai lontano – sentenziò,
superandoli per guardare la
macchina.
- Siamo
a posto… - mormorò Selenis – Non che
abbia torto
– aggiunse guadagnandosi una gomitata dal cugino.
- Ci
vorrà un pezzo per metterla a posto. Portatela dentro e
fatevi
un giro – ordinò seccamente Cid
allontanandosi.
I cinque
ragazzi si
guardarono con tanto d’occhi, il primo incontro con il famoso
meccanico era stato… particolare.
- Lo
avete sentito, muoviamoci! – esclamò Cindy facendo
un gesto
verso il garage con il pollice – Per di qua
–
L’auto
venne spinta lentamente fino all’officina, che chiuse le
serrande con Cid dentro.
- Oook –
disse Selenis quando la saracinesca si fu abbassata davanti alle loro
facce.
- Comincia il gioco
della pazienza – ironizzò Ignis.
- Non mi piace quel
gioco – replicò Prompto sbuffando.
- E non sei neppure
tanto bravo – commentò Noctis.
- Cosa facciamo vostra
maestà? – domandò Gladio incrociando le
braccia muscolose al petto.
- Qualsiasi cosa
abbiate intenzione fare, meglio se usate questa –
Cindy si
fece loro incontro porgendogli una cartina ripiegata che
consegnò a Selenis.
- Quando pensi che
potremo ripartire? – domandò la principessa.
- Mhh..
conoscendo il nonno anche stasera – rispose la meccanica con
un
sorriso gioviale – anzi, meglio se vado a dargli una mano
–
aggiunse salutandoli con la mano.
- Il
che vuol dire che resteremo qui fino a domattina – disse
Noctis
inarcando le sopracciglia in direzione del loro autista.
- Sei
libero di metterti tu al volante dopo il calar del sole –
ribattè Ignis con una scrollata di spalle –
Attento solo a non
schiantarti contro un Gargantua – aggiunse.
- Non dobbiamo per
forza arrivare ad Altissia domattina – fece notare Selenis
dando una pacca sulla spalla al cugino.
- Infatti…
io non ho nulla da obiettare a restare qui per un po’
– soggiunse trasognato Prompto.
- Ahi
ahi! – esclamò Gladio – Temo che Cindy
abbia ben
altro per la testa – sentenziò alzando un
sopracciglio.
- Va
bene – s’intromise Selenis – io vado a
dare un
occhiata
al negozio, un po’ di ampolle per distillare
l’energia
elementale ci farebbero comodo – disse incamminandosi verso
il
bazar.
- Ti accompagno
– si offrì Ignis.
- Voi cercate di
scoprire se c’è un posto per dormire –
si raccomandò la ragazza.
- Signorsì
signora – replicò Gladio scattando
sull’attenti e
afferrando per il colletto della giacca un trasognato
Prompto.
Il negozio,
facente parte del complesso della stazione, era rifornito di tutto
punto. I
ragazzi
erano partiti da Insomnia solo con lo stretto necessario, e prendere
qualche oggetto in
più sicuramente non avrebbe fatto male.
- Proprio
quello che ci voleva! – disse Selenis soddisfatta mettendo
nel
cestino una decina di sfere di vetro grosse quanto un
pompelmo.
Di solito
venivano usate
come recipienti per le pozioni o per gli altri medicamenti pronti
all’uso, ma lei e Noctis ne facevano un uso diverso. La
stirpe di
Lucis era l’unica a poter manipolare l’energia
magica
presente in natura, trasformandola in un’arma elementare per
le
battaglie. La soluzione più pratica perché anche
gli
altri ne potessero usufruire, era quella di incanalarla nelle ampolle
che, una
volta lanciate contro il nemico, avevano la stessa identica funzione di
una bomba vera e propria, in grado di sprigionare
all'occorrenza fiamme, fulmini o ghiaccio.
- Iggy, hai trovato
qualcosa di interessante? –
La
principessa si
avvicinò all’amico, appoggiandogli il mento sulla
spalla e
guardando lo scaffale che stava visionando.
- Credo
che prenderò dei funghi – rispose il ragazzo
indicandoglieli – Questa varietà è
comune solo qui,
nel nord di Leide e ci si può fare un’ottima zuppa
– spiegò.
- Che
meraviglia! – esclamò Selenis contenta –
E' da
un sacco di tempo che non mangiamo una cena cucinata da te –
aggiunse
seguendolo alla cassa.
- Hai
ragione – concordò il giovane – Tu come
stai?
– domandò poi, guardando di sbieco la ragazza che
imbustava
la spesa.
- Bene, nessun incubo
per ora – rispose lei capendo perfettamente a cosa Ignis
alludesse.
- Dovesse succedere
non esitare a dirlo – la ammonì lui.
- Certo
– replicò lei, arricciando il naso mentre uscivano
dal negozio
– chissà se smetterai mai di preoccuparti per noi
–
aggiunse con un sorriso.
- È
l’unico lavoro che ho, se me lo togli cosa mi resta?
–
replicò il giovane sollevando un angolo della
bocca.
- Ohiii!!!
–
Prompto
corse loro
incontro, inciampando sulla gomma della pompa di benzina e rovinando a
terra con un sottofondo di risate di Noctis e Gladio.
- Tutto bene?
–
Selenis si
avvicinò porgendogli una mano per aiutarlo ad
alzarsi.
- Oh,
sìsì – rispose il ragazzo imbarazzato.
- Inizio a credere che
non sia stata colpa della pioggia quel giorno –
replicò la principessa sghignazzando.
- Dai Selis, almeno tu
dammi tregua! – la pregò Prompto.
- Voleva solo dirvi
che ci siamo guadagnati un posto per questa notte –
intervenne Gladio.
- Il camper
è tutto nostro – aggiunse Noctis indicando con il
pollice alle sue spalle.
- Stasera hai la tua
cucina allora – commentò Selenis dando un buffetto
alla spalla del loro cuoco.
- Sembrerebbe
– replicò il ragazzo, pregustando già
il momento in cui si sarebbe messo ai fornelli.
- Dobbiamo solo dare
la caccia ad un branco di Smilodonti che sta infestando la zona
– aggiunse Prompto.
- Direi che
è il caso di metterci al lavoro allora, prima che faccia
notte – affermò Ignis.
- Selis? Sei dei
nostri? – domandò Gladio, ma la ragazza scosse la
testa.
- Veramente
volevo parlare un attimo con Cid – replicò la
principessa
– se per voi non è un problema avere un
“uomo”
in meno – aggiunse.
- Credo
che ce la caveremo – rispose Noctis con un sorriso
– tanto
con Prompto è sempre come avere un uomo in meno
–
- Ehi!! –
esclamò l’interessato.
Così,
battibeccando come un gruppo di scolari, i
ragazzi si allontanarono diretti alla loro caccia.
Selenis si
voltò
invece verso la serranda chiusa dell’officina e
cercò di
capire da che parte poter entrare.
- Sull’altro
lato c’è una porta –
La
principessa trasalì e Cindy, appena sopraggiunta alle sue
spalle, si mise a ridere.
- Scusa non volevo
spaventarti – disse, aggiustandosi il cappellino sulla testa
bionda.
- No, colpa mia, ero
sovrappensiero – la tranquillizzò Selenis.
- Non
ti preoccupare, non disturberai il nonno –
continuò la meccanica
– o meglio, qualsiasi cosa lo disturba ultimamente, quindi
non
farci caso – aggiunse salutandola.
Inutile
dire che quell’uscita mise una certa ansia a Selenis che, una
volta
davanti alla porta, rimase ferma a fissarla cercando il coraggio di
varcarla.
Cid era
l’esempio vivente che l’età è
solo un numero
sulla carta. Quel vecchietto all’apparenza fragile, era tutto
fuorchè sprovveduto, e sicuramente metteva in soggezione.
Era
anche vero che, mal che andasse, l’unica cosa che poteva
farle
era sbatterla fuori dalla sua officina.
Quindi preso un bel respiro
la ragazza entrò.
A discapito
di quel che pensava, la porta non emise il minimo rumore; dentro,
l’aria era
impregnata dell’odore di olio per motori e solvente.
L’illuminazione a soffitto gettava una luce azzurrina sulle
attrezzature che
riempivano il garage, mentre la Regalia era al sicuro sopra un montante
alzato di qualche metro da terra. Al di sotto di essa, gli occhi scuri
di Cid la guardavano.
- Spero di non
disturbare – disse la ragazza facendo un paio di passi
all’interno.
- Sto aspettando Cindy
che è andata a prendermi un pezzo di ricambio –
rispose l’uomo.
Il che
probabilmente significava che no, non disturbava.
- Mi dispiace per tuo
padre – proseguì Cid dopo un momento di
silenzio.
- Grazie, ormai
è passato molto tempo – rispose la ragazza.
- Ma il dolore
è sempre lo stesso – commentò
l’uomo.
Selenis lo
fissò per qualche secondo, poi fece un sorriso amaro.
- Sì, lo
è – ammise – Lei ha conosciuto anche mia
madre, giusto? – domandò subito dopo.
- Tua
madre… - ripetè il meccanico con sguardo
improvvisamente
distante – era una donna di straordinaria bellezza.. e
gentile,
fin
troppo – raccontò – Non ho mai smesso
interrogarmi
di cosa l'abbia spinta a sposare tuo padre – scosse la
testa.
- Andavano
d’accordo? – chiese Selenis.
- Stranamente
sì. Tuo padre fin da ragazzino è stato uno
scavezzacollo,
incurante dei casini nel quale metteva suo fratello – rispose
Cid
pulendosi le mani in una pezzuola altrettanto sporca –
Incredibilmente tua madre riuscì a dargli una raddrizzata
– aggiunse con un ghigno mentre si rimetteva ad armeggiare
sotto
la Regalia.
- Non
riesco ad immaginarmelo in questi termini – ammise la ragazza
– ho un’immagine di mio padre molto diversa
–
- La
morte di Magnolia lo ha cambiato – replicò
l’uomo
– C’ero al suo funerale, non lo avevo mai visto
così
– aggiunse tornando a guardare Selenis in viso.
- Avevo
sei anni quando è successo, i miei ricordi ormai sono
confusi
– disse la giovane abbassando lo sguardo.
- Mi
è spiaciuto non aver avuto l'occasione di rivederlo
– proseguì Cid tornando
all’auto – Non ti dirò cos'è
successo in passato tra di noi,
quindi non chiedermelo – aggiunse secco prima che Selenis
potesse
aprire bocca.
In
realtà, da
quando era entrata dentro l’officina, la ragazza non aveva
dovuto
chiedere proprio niente. Come se Cid avesse intuito il motivo della sua
presenza, le aveva già raccontato ciò che voleva
sapere: qualche nozione in più sulla vita dei suoi
genitori.
- Eccomi nonno
–
Cindy
entrò proprio in quel momento, tenendo in mano un pezzo che
per Selenis poteva essere di qualsiasi cosa.
- Alla
buon’ora! – sbottò lui afferrandolo.
- Io tolgo il disturbo
– soggiunse la giovane guadagnando la porta.
- Non so ancora dire
se assomigli di più a tuo padre o a tua madre
–
La ragazza si
fermò, interdetta da quelle parole.
- Il che è
un bene – disse Cid – puoi ancora diventare come
lei – aggiunse.
Selenis
sorrise e
uscì ad aspettare il ritorno dei ragazzi. Forse Cid era meno
burbero di quello che voleva far credere...
Non
passò molto
perché i suoi amici tornassero dalla battuta di caccia,
grondanti di sudore, ma soddisfatti.
- Allora?
Questi Smilodonti? – s'informò, chiudendo con uno
scatto
il libro che stava leggendo seduta fuori dal camper.
- Morti! –
esclamò Prompto.
- Dal primo
all’ultimo – aggiunse Noct schiacciandogli un
cinque.
- Metà
fatti fuori dal sottoscritto – si fece bello Gladio.
- Direi che
è stato un buon gioco di squadra –
obiettò Ignis.
- Siete
sempre i soliti – commentò Selenis con un sorriso
– e
puzzate da far schifo, lasciatevelo dire – aggiunse
arricciando il naso.
- Non
siamo mica andati a raccogliere fiori di campo –
puntualizzò il principe, facendosi apposta più
vicino alla
ragazza che cercò di tenerlo alla larga con un
piede.
- Chi va prima a farsi
la doccia? – intervenne Prompto.
- Ignis
–
Tutti e
quattro guardarono Selenis che aveva pronunciato quella
sentenza.
- Perché
diamine dovrebbe essere lui il primo? – esclamò
Gladio.
- Secondo te chi
prepara la cena? – replicò la principessa dando
uno sguardo complice ad Ignis.
- Sta bene –
assentì subito Noctis.
- Vi
ringrazio per essere stati così spontanei nel cedermi il
posto
– ironizzò il ragazzo sparendo
all’interno del
camper.
- E noi? –
borbottò Prompto già annoiato.
- Voi mi aiutate ad
apparecchiare – rispose Selenis entrando anche lei nel mezzo.
- E tu vorresti
andarci a convivere? –
- Noct, ti sento!
–
Com'era
facile
immaginare, la zuppa ai funghi di Ignis fu impareggiabile. La cena
trascorse in tranquillità e Cindy si unì a loro
per il caffè,
annunciando che l’indomani la Regalia sarebbe stata pronta e
scintillante come non l’avevano mai vista. Il loro viaggio
poteva
proseguire.
Galdin era a metà giornata di auto da
Hammerhead e da lì, il traghetto li avrebbe portati ad
Altissia
per il giorno successivo.
Niente di
più facile…
Selenis, con
la sua tazza
di caffè fumante in mano, si era allontanata dal gruppo
attirata
dalla tranquilla oscurità della brulla prateria che
circondava
la stazione di servizio.
Fu accorta
nel non
allontanarsi troppo; i deamon erano sempre nascosti
nell’ombra, ma
raramente osavano avvicinarsi ad un posto così ben
illuminato e
pieno di vita. Erano creature molto più subdole, che amavano
comparire all’improvviso nei grandi spazi aperti, anche se
non
disdegnavano le strade meno trafficate.
La ragazza si accomodò
sulla cima di un masso, guadagnando una posizione sopraelevata rispetto
al livello
della statale.
Nel vederla, qualcuno si sarebbe aspettato che fosse
andata lì per godersi il panorama del cielo stellato, ma la
principessa aveva lo sguardo rivolto verso un punto ben preciso e non
era di certo la volta celeste.
- Nostalgia di casa?
–
Selenis
ruotò appena la testa per guardare Noctis prendere posto
accanto a lei.
- Non siamo mica tutti
come te – replicò prendendolo in giro.
Entrambi i
ragazzi
rimasero qualche istante in silenzio, osservando il cielo che
all’orizzonte di faceva più chiaro, là
dove le luci
della capitale illuminavano l'oscurità.
Insomnia
sembrava terribilmente lontana e vicina al tempo stesso.
- Ormai
dovrebbe essere già iniziato – commentò
Selenis
riferendosi alla festa programmata per l’arrivo
dell’imperatore di Nifelheim.
- Già..
– asserì Noctis.
- Davvero non ti manca
casa? – gli chiese la principessa ruotando la tazza tra le
mani.
- Selis, siamo partiti
questa mattina! – rise il ragazzo.
La giovane
tacque. Aveva ragione, era una domanda stupida, ma non riusciva a stare
tranquilla.
Dalla tasca
tirò
fuori il cellulare, che le illuminò brevemente il viso per
dirle
che non aveva ricevuto nessun messaggio. Aveva scritto a Nyx per
avvisarlo che
per un po’ non si sarebbero visti, ma che al suo ritorno una
cena
tutti assieme non sarebbe potuta mancare. Il militare non le aveva
risposto, cosa normale in realtà, vista la sua scarsa
propensione
nell’usare qualsivoglia telefono mobile, eppure quella
stupidaggine la gettava nell’ansia.
- Ehi
–
Noctis le
passò un
braccio attorno alle spalle con fare premuroso, forse allarmato dal
prolungato silenzio della cugina.
- Insomnia
non se ne va da nessuna parte – le disse – Potrai
tornare
ad annoiarti con la tua vita da futura mogliettina molto presto
–
la prese in giro.
- Ricordami il
perché ti voglio bene, per cortesia –
replicò lei sbuffando divertita.
- Perché
sono il tuo unico cugino preferito – rispose il principe
–
Dai, torniamo dagli altri – disse subito dopo alzandosi in
piedi – guardare i tentativi di Prompto di far colpo su Cindy
è troppo divertente – aggiunse con un
ghigno.
- Sei
davvero cattivo – lo ammonì lei seguendolo
giù
dalla roccia che aveva ospitato la loro conversazione.
Selenis si
fermò ancora per un istante, voltandosi a guardare le luci
distanti della capitale.
“Che
gli Dei veglino per davvero su di noi” si augurò.
Campeggio dell'autrice:
Buongiorno ragazzi ^^
Il viaggio è finalmente cominciato! Noctis e Co. hanno
lasciato Insomnia e la sicurezza che offriva.
Per me è iniziata una parte complicata, perchè
adesso
devo riuscire a mescolare gli eventi del gioco con le parti nuove
introdotte da me. Spero di riuscire a fare un lavoro il più
possibile coerente!
Forse noterete qualche discostamento per quanto riguarda i dialoghi
rispetto al gioco, ma in certe occasioni ho preferito tradurli
dall'inglese in modo un pò più letterale, visto
che ho
notato spesso e volentieri un'interpretazione un pò troppo
libertina della traduzione ufficiale ^^"
Il mio tentativo di dare una spiegazione logica alle magie mi auguro
che vi abbia soddisfatto xD Quando tutti erano in grado di lanciarle da
soli era molto più semplice! XD
Solo io mi interrogo ancora oggi di cosa sia accaduto tra Cid e Regis?
No perchè speravo che giocando a "A King's tale" avrei
trovato
delle risposte e invece nisba...
Chissà che il Dlc di Ignis non ci regali qualche news a tal
proposito ^^"
Infine il grande mistero dei telefoni... non so mai quando farglieli
usare xD Mi chiedo sempre come mai a Galdin quando hanno saputo
dell'attacco ad Insomnia nessuno abbia provato a telefonare... boh!
Comunque dovevo avvisare Nyx in qualche modo e quindi è
andata
così!
Nel prossimo capitolo raggiungeremo Galdin, con qualche sorpresa extra
;)
Un sentito ringraziamento a tutti i Lettori,
alle mie recensiste,
a chi mi ha inserita tra le fic seguite
e preferite!
Un grande abbraccio,
Marta
|
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Capitolo 15 *** 14. Tragiche visioni ***
14
Selenis si
rigirò
nel letto
e aprì gli occhi. Le ci volle qualche istante
perchè
realizzasse dove fosse, cioè non nel suo luminoso
appartamento,
ma dentro
il camper che li stava temporaneamente ospitando ad Hammerhead.
Quando si
abituò alla semioscurità della stanzetta che
occupava con
gli altri, visualizzò il profilo arruffato delle teste di
Prompto
e Noctis che dormivano a poca distanza da lei; di Ignis e Gladio
invece nessuna traccia.
Ancora
intontita la
principessa scivolò in fondo al letto e, recuperate le
proprie scarpe
abbandonate lì la sera prima, si alzò,
afferrò la corta
giacchetta di pelle e guadagnò la porta.
Nel locale
adiacente trovò i due ragazzi mancanti.
-
Buongiorno – la salutò Ignis davanti ai fornelli.
- Giorno –
rispose Selenis trattenendo uno sbadiglio.
- Ehi, dormigliona
– la accolse Gladio stringendola brevemente per le spalle e
dandole un bacio sui capelli.
Nonostante
la mole, la gentilezza e la premura con la quale la trattava erano
sempre incredibili.
- È tanto
tardi? – chiese Selenis, lasciandosi cadere sul divanetto
davanti al tavolo del cucinino.
- No,
sono solo le sette e mezzo – rispose Ignis, mettendole
davanti una
tazza di caffè e un piatto di uova accompagnato da riso
bollito.
- Gli altri due?
– domandò Gladio.
- Nessun cenno di vita
– replicò la ragazza soffocando l'ennesimo
sbadiglio dietro la mano.
- È
arrivato il mio momento allora – asserì
l’Amicitia dirigendosi con passo pesante verso la stanza.
Selenis
iniziò a fare colazione mentre di là si scatenava
la Gladio-sveglia.
- Come sono?
– le domandò Ignis appoggiato al bordo del
lavandino con le gambe accavallate.
- Ottime!
– rispose la ragazza – Ci hai aggiunto qualcosa di
particolare?
– s’informò prendendo un’altra
cucchiaiata di
uovo e riso.
- Ho cotto il riso nel
brodo della zuppa di ieri sera – le spiegò il
giovane.
- Sei incredibile
– si complimentò la principessa.
- Ti ringrazio
– replicò Ignis con un sorriso – Sei
riuscita a riposare stanotte? –
- Sì,
nonostante la sorpresa di sapere che Prompto russa – rispose
la
giovane perplessa – per essere la prima volta che dormo fuori
Insomnia è andata bene – aggiunse
guardando il ragazzo per rassicurarlo.
- Mi fa piacere
sentirlo – asserì lui, annuendo con il capo.
- Tu sei un pazzo
squilibrato –
Prompto
irruppe nel
cucinino seguito a ruota da Gladio e da Noctis, che come al solito
sembrava più addormentato che sveglio nonostante camminasse.
Il ragazzo
biondo si sedette davanti a Selenis imbronciato, mentre
l’Amicitia se la rideva sotto i baffi.
- Selis!
Non potevi fermarlo?! – esclamò da sotto il suo
immancabile ciuffo – Una cosa è doversi alzare,
un’altra è rimanere traumatizzato a vita!
– si
lamentò gettando un’occhiataccia a Gladio.
- Che
vuoi che ti dica? – replicò Selenis con un sorriso
divertito
mentre Noctis prendeva posto accanto a lei e crollava con la testa
sulla sua spalla.
- Siete
una coppia perfetta voi due – borbottò Prompto
rigirando
la forchetta nelle uova che Ignis gli aveva appena messo davanti.
- Lo
prendo come un complimento – rispose la principessa
strizzando
l’occhio a Gladio – Ohi, Noct! – aggiunse
subito dopo
alzando leggermente la spalla che faceva da cuscino al ragazzo.
- Mhhh
– biascicò lui senza accennare a
muoversi.
- Se il buongiorno si
vede dal mattino.. – commentò Ignis scuotendo la
testa.
- Di
sicuro, a quest’ora del suddetto mattino, non può
essere
“buono” – disse con voce impastata il
principe
accettando di buon grado la tazza di caffè che gli veniva
offerta.
Proprio in
quel momento
si sentì bussare alla porta del camper e un istante dopo la
testa bionda di Cindy spuntò all’interno.
- Buongiorno
ragazzi! – cinguettò allegra come sempre
– La vostra
piccolina è pronta e il nonno vi sta aspettando –
annunciò con una strizzatina d’occhio prima di
ritirarsi.
- Addio alla colazione
– mormorò affranto Prompto.
- Meglio non far
aspettare il vecchio – disse Gladio.
- Dai Noct, andiamo
–
Selenis
spinse il cugino giù dal divanetto e tutti assieme
raggiunsero il garage.
La mattina
era splendida
e il sole implacabile già a quell’ora. La Regalia,
scintillante come non mai, li aspettava appena fuori
dall’officina. Cid era seduto sotto un grande ombrellone a
godersi quella che sembrava essere una meritata siesta.
- Visto
che splendore? – esordì Cindy girando attorno alla
macchina – Ed è prontissima a partire –
aggiunse.
- Vedete di trattarla
con cura – li ammonì il vecchio meccanico
alzandosi dalla sua postazione.
- Vi ringraziamo per
il vostro lavoro, ci spiace avervi arrecato disturbo – disse
Ignis.
- Ah
lascia stare – replicò Cid con un gesto della mano
–
Tu principessa, vieni un attimo – aggiunse rivolgendosi a
Selenis
che stava ammirando il suo riflesso nei cerchioni dell’auto.
- Arrivo –
rispose affrettandosi a seguire l’uomo.
Cid la
accompagnò
qualche metro più in là, verso un grande telo che
copriva...
qualsiasi cosa ci fosse sotto. Gli altri ragazzi li seguirono, curiosi
di sapere cosa il vecchio avesse da dire alla loro amica.
- Questa
ce l’ho da diverso tempo – affermò il
meccanico,
afferrando un lembo del telo a tirandolo via – tuo padre me
la
lasciò ai tempi – spiegò.
Quando la
stoffa venne
tolta con un morbido fruscio, al di sotto apparve una moto dalle forme
solide e dalle curve sinuose. La carrozzeria brillava sotto al sole,
rivelando un colore indefinito tra il nero antracite e il blu
oltremare. La marmitta cromata faceva bella mostra di sé,
così come il sedile in pelle di una tonalità
più
chiara rispetto al resto.
- È…
- mormorò la ragazza senza parole.
- Incredibile!
– esclamò Prompto per tutti.
- Per
questa vale lo stesso discorso dell’auto, deve essere
trattata
con i guanti, non è una moto come le altre – disse
Cid con
tono di rimprovero.
- Cioè
posso prenderla? – domandò allibita Selenis.
- Certo! Se no per
quale diamine di motivo te l’avrei mostrata!? –
sbottò Cid.
- Grazie...
è stupenda! – disse la principessa con un sorriso
a trentadue denti.
- Questo è
un piccolo extra –
Cindy si
fece avanti, reggendo un casco integrale in tinta con il resto del
mezzo.
- C’è
un microfono all’interno, in modo che si possa comunicare
direttamente con l’auto – spiegò
mettendo in mano il
casco a Selenis.
- Questo sì
che è utile – commentò Gladio facendo
un fischio.
- Potresti guidarla
fino a Galdin – propose Noctis.
- Sì, ma..
– tentennò la principessa.
- Facciamo
servizio anche su strada – la interruppe Cindy – Se
avete necessità di riportare
entrambe ad Hammerhead basta fare un fischio – disse.
- Allora non me lo
faccio ripetere due volte! – assentì Selenis
eccitata, facendo per calarsi il casco sulla testa.
- Ohi,
ohi! Ferma! – la bloccò Prompto – Voglio
prima fare
una foto! – aggiunse, tirando fuori la sua immancabile
macchinetta
che consegnò a Cindy.
Selenis
spinse la moto di
fianco alla Regalia. Quando ognuno trovò la posa che
preferiva,
la meccanica premette il bottone per lo scatto e la loro immagine venne
impressa per sempre.
- Noi
allora andiamo! – si congedò Noctis mentre i suoi
amici prendevano
posto sull'auto – Grazie di tutto – aggiunse
rivolgendosi ai due
meccanici.
- Prima che vi
mettiate in strada, potreste farmi un favore? –
domandò la ragazza bionda.
- Certo! –
esclamò subito Prompto dal lato passeggero.
- Dovreste
consegnare della merce al proprietario del motel che troverete
sulla strada per Galdin. Ho già caricato tutto nel
bagagliaio
– spiegò molto tranquillamente –
è
l’unico che c’è, quindi non
potete sbagliarvi – disse.
- Va bene –
assentì Noctis aprendo la portiera e sedendosi di fianco a
Gladio.
- Si va? –
chiese Selenis con la voce attutita dall’imbottitura del
casco.
- Prego – la
invitò Ignis facendole cenno di partire.
La
principessa rivolse un
sorriso smagliante al gruppo, come quello di una bambina al mattino di
Natale, e premuto il pulsante sul casco che le chiuse la visiera, diede
gas.
Con un rombo, entrambi i motori delle due vetture si scaldarono e un
istante più tardi furono in strada.
- Qual è il
bottone per comunicare? – domandò Prompto
guardando il quadro sul cruscotto.
- Credo sia questo
– rispose Ignis premendone uno vicino alla radio.
- Selis? Ci senti?
– chiese Noctis sporgendosi avanti.
- Forte e chiaro
–
La voce
della ragazza, che viaggiava poco più avanti di loro,
scaturì dalle casse audio della Regalia.
- Com’è
la moto? – s’informò Gladio.
- Per
usare un’espressione alla Prompto, una figata! –
esclamò Selenis accompagnando le parole con
un’impennata.
- Ti pregherei di fare
attenzione – replicò Ignis infastidito.
- Eddai Iggy!
– rise la giovane scalando di marcia e affiancandosi
all’auto.
- Quando dista il
motel della consegna? – chiese Prompto voltandosi di tre
quarti per guardare i due passeggeri posteriori.
- Fammi
dare un’occhiata - rispose Noctis aprendo la cartina che
Cindy gli aveva dato – Non molto –
asserì una volta
trovata la loro posizione – un paio d’ore e
dovremmo
esserci – aggiunse ripiegandola.
- Ottimo! Giusto in
tempo per pranzo! – commentò Selenis tornando a
precederli per lasciare la carreggiata libera.
La
principessa si stava
davvero divertendo un mondo. Suo padre era sempre stato appassionato di
moto e in qualche modo le aveva trasmesso lo stesso amore per le due
ruote. Dover abbandonare il suo mezzo preferito a Insomnia le era
costato un certo sacrificio, e quindi il regalo che Cid le aveva
"involontariamente" fatto, l’aveva messa su di giri. In sella alla moto,
così come le succedeva a cavallo di Boko, si sentiva libera.
Il
rumore del vento, la sensazione dell’asfalto sotto le ruote,
il
rombo del motore quando cambiava marcia erano cose capaci di
emozionarla e di farle dimenticare i suoi guai. Quella sensazione di
pericolo imminente era rimasta ad Hammerhead non appena la
strada aveva iniziato a scorrere sotto di lei.
Poco dopo
l’una del pomeriggio, il gruppo di viaggiatori
arrivò al motel citato di Cindy. Ignis
parcheggiò la Regalia davanti all’insegna della
località e Selenis smontò dalla moto.
- Ti invidio un
po’ – confessò Noctis alla cugina mentre
si dirigevano verso la reception dell’albergo.
- Se
rimediamo un casco in più posso caricarti dietro –
rise
lei, liberandosi la testa dalla protezione e scuotendo i capelli per
ravvivarli.
Il
proprietario del Motel
ringraziò i ragazzi per l’incombenza che si erano
presi e
gli disse di prendersela pure comoda perché avrebbe
scaricato
lui il pacco dal bagagliaio.
- Allora che ne dite
di andare a mangiare qualcosa al Crow’s Nest? –
propose Prompto.
- Se vuoi mettere su
peso, certo – disse Ignis.
- Lo so, lo so
– borbottò il ragazzo.
- Beh,
ma io ho fame! – replicò Selenis – Ed
è
l’unico ristorante prima di Galdin – aggiunse
mettendo il
broncio come Prompto.
- Ma dimmi te
– sorrise divertito Ignis.
- Oh Umbra!
–
I tre
ragazzi si
voltarono verso Noctis, al quale si stava facendo incontro un
grosso cane con un bel pelo nero e fulvo. Umbra e la gemella Pryna,
erano stati
una presenza costante nelle loro vite da quando Tenebrae era stata
assoggettata al controllo imperiale. I due cani, che appartenevano a
Lunafreya, erano incaricati di portare le missive della giovane
ragazza,
ed era quindi grazie a loro se Selenis e Noctis avevano ancora potuto
mantenere i contatti con la loro amica.
- Guardate,
ci ha portato qualcosa! Bravo cucciolone! – lo accolse
Prompto
quando il cane si fermò davanti a loro e si sedette composto.
- Certo che ha proprio
fiuto – commentò Gladio.
- Ciao bello
– lo salutò Selenis grattandolo dietro un orecchio.
- Si direbbe che ha
naso per le ricerche – soggiunse Ignis
- Ma come fai a
trovarci sempre? – domandò retoricamente Prompto.
Era vero;
dovunque loro
fossero, Umbra non sbagliava mai una consegna. Quando Selenis si era
trasferita a vivere da sola, la prima lettera di Luna era arrivata
dritta al suo nuovo indirizzo. Più che avere un fiuto
eccezionale sembrava essere dotato di un sesto senso fuori dai normali
canoni.
Nel
frattempo Noctis aveva recuperato dal dorso dell’animale il
quaderno che stava trasportando.
La
principessa sapeva
già di cosa si trattava e sorrise, felice per il cugino. Non
gli
aveva mai chiesto cosa la ragazza gli raccontasse e non aveva mai
voluto saperlo, le bastava vedere il viso rilassato di Noct per
sentirsi appagata.
- Ehi
Umbra? – la principessa attirò
l’attenzione del cane che
restò a guardarla in attesa – Niente per me?
–
chiese.
Umbra
abbaiò una volta in un chiaro segno di diniego.
- Non
è che la tua padrona si è dimenticata di me?
–
disse sorridendo ironica mentre Noctis legava di nuovo il diario al suo
posto.
- Ecco qui, stai
attento – si raccomandò il principe.
I ragazzi
salutarono il cane, che trotterellando si allontanò nella
stessa direzione da cui era venuto.
- So che tanto non me
lo dirai… - cominciò Prompto.
- Allora non chiedere
– lo anticipò Noctis.
- Ma
cos’era? – proseguì imperterrito il
giovane.
- Su, andiamo a
mangiare! – si intromise Selenis prendendo a braccetto
Prompto.
- Ehi! –
protestò lui.
- Ahhh
l’amore – rise Gladio scompigliando i capelli di un
evidentemente infastidito Noctis.
Il gestore
del
Crow’s Nest di turno li accolse con un sorriso cordiale,
lasciandogli cinque menù sul tavolino che avevano occupato.
Dopo un’attenta scelta l’ordinazione fu fatta, e
ben presto i
ragazzi si ritrovarono davanti i loro hamburger fumanti con contorno di
patatine e salse varie.
- Come dife che
farà il pofto di Galdin? – domandò
Prompto con la bocca piena.
- Dicono che sia un
paradiso e che il ristorante sia molto famoso – rispose
Gladio intingendo una patatina nel ketchup.
- Allora
deve essere una meta molto ambita – commentò
Selenis
cercando di addentare il panino senza perdere tutto il contenuto dal
retro.
- Sì,
eppure dicono che non regga il confronto con Altissia –
replicò Ignis con l’hamburger in mano.
- Sul serio?!
– esclamò la giovane stupita.
- Già
e… - il ragazzo si interruppe guardando con accondiscendenza
mista ad esasperazione, l’andirivieni della mano di Noctis
che
stava letteralmente scorporando la verdura dal suo panino
–
Noct – lo rimproverò.
Il principe
facendo
orecchie da mercante e con espressione neutra, proseguì nel
suo
intento guadagnandosi un lungo sospiro da parte dell’amico.
- Non
cambierà mai – commentò la principessa,
ormai ben
abituata all’avversione del cugino per qualsivoglia verdura.
- Ignis, smettila di
viziarlo, o continuerà a fare lo schizzinoso con il cibo
–
asserì invece Gladio.
- Grazie per il
consiglio, perché non lo dici direttamente a lui?
– replicò il ragazzo seccato.
- E perché
dovrei? – ribattè l’amicitia scuotendo
la testa.
- Perché io
glielo dico già ogni giorno – fu la risposta del
cuoco.
Selenis
proseguiva a
mangiare le sue patatine godendosi lo spettacolo. Gladio e Ignis
avevano due caratteri molto diversi, che non era raro veder entrare in
conflitto, e ogni volta era uno spasso, anche perché erano
soliti battibeccare sulle questioni più futili.
- Sei proprio un
tenerone – commentò Gladio scambiandosi uno
sguardo di fuoco con l’amico.
- Ignis, Gladio,
smettetela di litigare – li rabbonì Prompto.
- Non stiamo
litigando! – risposero i due interessati in coro.
- Mph –
Selenis trattenne a stento una risata guadagnandosi un paio di
espressioni corrucciate.
- Su, state buoni
- disse Noctis
- Senti chi parla
– ribattè Gladio.
Mentre i
suoi amici
continuavano la costruttiva chiacchierata sulle abitudini alimentari
del loro principe, Selenis tirò fuori dalla tasca degli ampi
pantaloni il suo cellulare. Lo accese brevemente
per vedere se avesse ricevuto notifiche, ma tutto era esattamente
uguale a prima. Con un sospiro mise il blocco e lo fece
sparire nuovamente nelle pieghe della stoffa.
-
Aspetti un
messaggio? –
Selenis
alzò la testa verso Noctis che le aveva appena posto la
domanda.
- Avevo scritto a Nyx
per dirgli che sarei partita, ma non mi ha ancora risposto –
disse la ragazza.
- Nyx?
– s’intromise Prompto – Il Kingsglave che
ti ha fatto
da istruttore prima di Gladio? – chiese curioso.
- Sì, lui
–
- Ho sentito che
è stato richiamato dal fronte – soggiunse
l’Amicitia allacciandosi al discorso.
- È stato
assegnato alla guardia della cittadella – assentì
la ragazza.
- Hanno
subito un duro colpo con quel deamon – commentò
Ignis che
ovviamente era informato su qualsiasi bollettino di guerra esistesse.
- Sei preoccupata?
– domandò Noctis sbocconcellando una patatina.
- Non so se la mia
è preoccupazione o paranoia – si
schermì la ragazza con un sorriso.
- Allora sbrighiamoci
a tornare da Altissia – disse Prompto facendole
l’occhiolino.
- A
tal ragione sarebbe meglio metterci di nuovo in marcia, il traghetto
non ci aspetterà se ritardiamo – asserì
Ignis
pulendosi la bocca nel tovagliolo.
- Siete diretti a
Galdin? –
Il gruppo si
voltò verso uno degli avventori seduto al bancone che si era
girato verso di loro.
- Sì
– rispose Gladio.
- Allora
fate attenzione – proseguì l’uomo sulla
cinquantina
– ho sentito dire che è stata avvistata
un’aeronave
Imperiale sulla strada che porta alla baia –
spiegò.
I cinque
ragazzi si scambiarono uno sguardo preoccupati.
- Grazie per
l’informazione – disse Ignis mentre si alzavano.
- Dovere –
replicò il cliente – di questi tempi è
meglio essere accorti – aggiunse.
**
La statale
che conduceva a
Galdin era immersa nel verde. I pini marittimi avevano preso il
sopravvento,
così come i bassi arbusti caratteristici del clima costiero
che
si alternavano a pareti scoscese di rocce brunite. C’erano
parecchie curve che di sicuro non disturbavano Selenis alla guida della
moto. Più si facevano strette e più la ragazza di
divertiva, con evidente disappunto di Ignis che spesso e volentieri si
lamentava del suo fare imprudente.
- Sarebbe saggio
arrivare interi ad Altissia – borbottò.
- Ci arrivo, ci arrivo
– replicò la ragazza dalle casse
dell’auto.
- Un
po’ di brio non guasterebbe nemmeno a noi –
sbadigliò Noct appena riemerso da un sonnellino sul sedile
posteriore.
- Allora basta
lasciare alla guida Prompto – commentò Gladio con
un ghigno.
- Ehi? Che vorresti
dire?! – saltò su l’interessato
voltandosi a guardare l’amico.
- Diciamo che non sei
la persona più indicata da mettere al volante –
disse il principe con un sorriso di scuse.
- Davvero?! No, dici
davvero? – domandò offeso il ragazzo biondo.
- Con voi
l’unico a non potersi annoiare è Iggy –
rise la ragazza.
- Con mia somma gioia
– commentò il cuoco.
La loro
allegra chiacchierata venne improvvisamente interrotta
dall’inconfondibile rumore di un motore Magitek.
- È vicino
– disse Gladio scrutando il cielo chiaro.
- Vado a dare
un'occhiata più avanti – asserì Selenis
aumentando la velocità.
- Fai attenzione
– la avvertì Noctis.
- Certo – la ragazza
distanziò così la Regalia.
Il rumore era sempre più vicino e
ben presto la giovane scorse sopra di lei l’aeronave in
questione. Era il modello base di Nifelheim, quello che solitamente
veniva usato per portare le truppe di fanteria sul campo di battaglia.
Selenis
aumentò
ulteriormente la velocità, lasciandosi finalmente alle
spalle le strette
pareti rocciose del Canyon che stavano percorrendo, per ritrovarsi tra
ampi pascoli verdeggianti.
A circa un chilometro dalla
strada, il mezzo del nemico si stava fermato proprio sopra quella che
sembrava una coppia intenta a scattarsi una foto.
La
principessa li vide
alzare gli occhi al cielo, mentre la giovane metteva mano al capello di
paglia per non farlo volare via. In un attimo il portello posteriore
del velivolo si aprì e da esso piovve letteralmente uno
squadrone di Magitek.
La prima ad
urlare fu la ragazza che, trascinata dal proprio compagno, si diede
alla fuga.
Selenis non
ci pensò un secondo di più e, abbandonata la
strada asfaltata, si
diresse a tutta velocità verso i soldati.
- Ragazzi! Un plotone
è appena atterrato – esclamò nel
microfono integrato nel casco.
- Aspettaci, siamo
quasi lì! – fu la risposta di Ignis.
- Non posso
– replicò la ragazza – stanno attaccando
una coppia di civili – spiegò.
- Merda! –
sbottò Gladio.
- Cerco di rallentarli
intanto che voi arrivate – disse Selenis facendo apparire una
lancia nella mano sinistra.
La coppia
era riuscita a
guadagnare un discreto terreno, ma così facendo avevano
inevitabilmente attirato l’attenzione
degli Imperiali..
Dalla formazione a freccia che questi ultimi avevano
assunto, un singolo componente si staccò
correndo nella loro direzione.
Selenis si
diresse verso di lui, e
proprio quando mancano pochi metri all’inevitabile scontro
con i
due giovani, la ragazza gli piombò addosso, trafiggendolo
con la
lancia.
La coppia si arrestò, guardando spaventata la nuova venuta.
La
principessa, messo un piede a terra, aveva fatto virare rapidamente la
moto e si era arrestata a poca distanza da loro.
- Fuggite!
– urlò all’indirizzo dei ragazzi una
volta che si fu
tolta il casco – Andate verso la strada! – aggiunse.
I due
giovani ripresero la loro corsa verso la statale dove sicuramente
avrebbero trovato aiuto.
Selenis
invece scese dal
suo mezzo, abbandonando il casco a terra e scrollando dalla lancia i
resti dell’imperiale che erano rimasti attaccati.
Il plotone
stava già dirigendosi verso di lei con un intento ben
chiaro... La
principessa sorrise, cambiò la propria arma in uno spadone e
poi scattò verso di loro.
Con una
spazzata
circolare ne mandò più della metà a
gambe
all’aria, proprio mentre sopraggiungevano i suoi amici.
- Maledizione
Selenis! – esordì Gladio abbattendo un nemico con
lo spadone
– Non spegnere mai più il contatto radio a quel
modo!
– ruggì.
- Scusami
sai, ma era un po’ occupata a non far uccidere una giovane
coppietta di fidanzati da questi qui – replicò
caustica la
ragazza scambiandosi l’arma con Noctis per attaccare assieme
a lui un Imperiale.
- Selis, Gladio,
niente bisticci – li ammonì Prompto prendendo la
mira con le sue pistole.
- Non stiamo
litigando! – sbottarono all’unisono i due
interessati.
- Questo
discorso mi pare di averlo già sentito –
commentò
Ignis, colpendo di spalle uno degli androidi con una coppia
di
daghe.
C’era
una tale
alchimia nel loro gruppo durante i combattimenti, che ormai non
facevano
più caso a come si dovevano muovere, lo facevano e basta.
Erano
come un moto ondoso che si adatta perfettamente alla costa contro la
quale si sta infrangendo. Non che potessero sempre prendersi il lusso
di chiacchierare amabilmente durante gli scontri, ma per quel gruppo di
Magitek non era un problema.
- Quello
è mio! – esclamò Selenis puntando
l’unico
soldato rimasto che imbracciava lo stendardo Imperiale.
La giovane
si proiettò in avanti, riapparendo esattamente di fronte al
nemico.
Stava per
calare il colpo decisivo, quando il mondo si capovolse. Come le era
già
successo più di una volta, ciò che la circondava
scomparve
e venne catapultata da un’altra parte e in un’altra
situazione.
Si
trovò a fissare
un’enorme parete di cristallo dove, oltre ad essa, un paio di
figure
completamente sfocate sembravano esitare. Selenis si
concentrò
sulla sagoma più magra, che sembrava avere i capelli biondi
ed
assomigliare incredibilmente a Lunafreya..
“Luna”
penso con certezza la ragazza, senza capire se il pensiero fosse suo o
di qualcun altro.
Poi
l'attenzione di
Selenis venne catturata da un movimento dal basso. Chinato quindi lo
sguardo, la principessa focalizzò la cima di una lama che le
spuntava dal ventre. La punta,
scintillante di sangue, sporgeva di diversi centimetri, trapassandola
da
parte a parte.
Con un rumore di carne lacerata, questa venne
improvvisamene estratta e solo in quel momento, un
dolore sordo, accecante, si propagò per il suo
corpo.
Selenis si
mise a gridare come non aveva mai fatto in vita sua.
- Selis! –
Quel
richiamo la
riportò di botto alla realtà. La luce del sole
tornò, così come le facce al limite della
preoccupazione
dei suoi amici.
La ragazza
era sdraiata
sulla schiena, con le mani di Gladio ben salde sulle spalle, come se
poco prima si fosse dibattuta talmente tanto da averne avuto bisogno.
Non appena
il ragazzo la
liberò, Selenis si tirò a sedere di scatto,
abbassando lo
sguardo sul ventre lasciato scoperto dalla canotta aderente che
terminava qualche centimetro sotto al seno. La pelle era liscia e
pulita, non c’era traccia della
profonda ferita che avrebbe dovuto avere, né del sangue che
le
avrebbe dovuto imbrattare i vestiti. Anche il dolore che aveva provato
si stava ormai trasformando in un eco lontano. Eppure era parso tutto
così reale.. doveva esserlo!
Un rivolo di
sudore le colò lungo una tempia mentre alzava lo sguardo
sugli astanti.
- Cos’è
successo? – mormorò.
- Ci hai fatto
prendere un colpo! – replicò Noctis
inginocchiatosi vicino a lei.
- Stavi
per colpire quel Magitek quando sei crollata a terra e ti sei messa a
gridare come se stessi bruciando viva – raccontò
Prompto pallido, indicando con il pollice alle sue spalle.
Poco
distante da loro, i
rottami del soldato Imperiale erano sparsi un po’ ovunque. La
testa, staccata dal tronco, fissava nella loro direzione con le sue
orbite vuote.
Selenis sentì
montare la nausea e distolse lo sguardo per focalizzare una mano tesa
davanti a lei.
La
principessa accettò di buon grado l’aiuto di
Ignis, tirandosi in piedi.
- Sarebbe il caso di
informarli arrivati a questo punto – le consigliò
guardandola serio.
- Informarci di cosa?
– chiese Gladio inarcando un sopracciglio.
Selenis
guardò i suoi amici in attesa di spiegazioni e prese un
profondo respiro.
- A
volte mi succede di.. – cominciò sentendosi tesa
come la
corda di un violino – avere delle visioni –
confessò.
- Visioni? –
ripetè Noctis confuso – Che genere di visioni?
–
- Non
saprei dire… sono flash talmente veloci da lasciarmi solo
una
gran confusione in testa – spiegò la ragazza
amareggiata
– sono sempre indistinte e non riesco mai a darci una
spiegazione
logica, sempre se me le ricordo… - aggiunse.
- Cioè
hai una specie di esperienza extracorporea? –
domandò
Prompto a metà tra l’eccitato e il preoccupato.
- Potremmo
dire di sì – ci pensò su Selenis
– Semplicemente il mondo scompare e io mi ritrovo a fissare
una scena
diversa – raccontò.
- Cosa hai visto
questa volta? – le chiese Gladio.
- Ho..
ho visto una barriera di cristallo e due persone dietro di essa, le
loro figure erano completamente sfocate – disse cercando di
rievocare le immagini che aveva visto – Una però
era
Lunafreya – spiegò, guardando Noctis che si
irrigidì
immediatamente – Non chiedetemi come faccio a
saperlo, ma ho
sentito che era lei – aggiunse anticipando possibili domande
– Poi ho abbassato lo sguardo e ho visto la punta di una lama
spuntarmi dalla pancia – proseguì appoggiandosi
una mano
sugli addominali in un riflesso incondizionato – Qualcuno
alle
mie spalle mi aveva trafitto... poi il dolore è esploso e
tutto
è scomparso – concluse reprimendo un brivido.
- Non sai chi sia
l’aggressore? – domandò Noctis.
- No,
non ho visto niente, non so nemmeno se ho visto il futuro o il
passato.. – replicò agitata Selenis –
Non
ci capisco niente di questo visioni! – sbottò
frustrata.
- Quando sono
cominciate? – chiese Gladio.
La
principessa si morse il labbro inferiore.
- Le ha da quando era
una ragazzina – rispose per lei Ignis.
- Perché
non ce ne hai mai parlato? – proseguì
l’Amicitia.
- Non
volevo che qualcuno si preoccupasse.. – spiegò
Selenis -
sono sempre stata diversa dalle altre ragazze e questo non faceva che
accentuarlo ulteriormente..-
- Credo di capire
ciò che dici – sospirò Noctis.
- Ora
come ora c’è poco che possiamo fare –
commentò Ignis – Sarà meglio
proseguire, potrebbero
arrivare altre truppe Magitek – aggiunse.
- Ci mancherebbe solo
questa! – esclamò Prompto mettendosi le mani nei
capelli.
- Allora
ripartiamo – assentì Gladio – ma sarebbe
meglio che lasciassi perdere la moto – disse poi rivolgendosi
a
Selenis – chiameremo Cindy per farcela lasciare a Galdin per quando
torneremo – propose.
La ragazza
annuì,
abbattuta per tutto quello che era successo e per dover rinunciare
così presto alla moto di suo padre. Così, una
volta
tornati alla Regalia parcheggiata a bordo strada, Selenis prese posto
nei
sedili posteriori tra suo cugino e Gladio.
L'Amicitia
si era chiuso
in un cupo silenzio e Selenis poteva ben immaginare a cosa stesse
pensando.
In tutti quegli anni non si era mai confidata con lui a proposito delle
sue visioni, e il fatto che l’unico a conoscenza fosse Ignis,
non
migliorava di certo le cose.
Tra di loro
c’era
sempre stata una leggera rivalità ed era passato un
po’ di
tempo perché l’Amicitia capisse che tra lei e il
ragazzo
c’era solo una profonda e salda amicizia. Di sicuro non
dubitava
di lei, ma la cosa non doveva avergli fatto piacere.
Stava
rimuginando proprio
su questo fatto, quando una mano si posò sulla sua, chiusa
in un
pugno contratto contro il ginocchio. Il palmo di Gladio la copriva per
intero, trasmettendole un calore intenso e rassicurante. Selenis
aprì la propria, intrecciando le dita con le sue e
stringendole
appena in un muto ringraziamento. Non c’era bisogno di tante
parole tra loro, così funzionava tutto perfettamente.
**
Il molo di
Galdin era davvero meritevole del soprannome di Paradiso di Leide.
Una volta percorsa
la ripida strada che scendeva dal promontorio, una baia con una
meravigliosa spiaggia di sabbia bianca, li aveva accolti.
Nella
piazzetta centrale
che fungeva anche da parcheggio, c'erano diverse vetture ferme in
sosta,
mentre sulla destra, una banchina di legno invitava i
pescatori esperti e gli aspiranti tali a cimentarsi con l'ittica. Un chioschetto che
vendeva un po’ di tutto era situato all’inizio del
pungo
pontile che arrivava fino al famoso ristorante di pesce a palafitta
sull’acqua. Il sole che stava ormai tramontando, ricopriva
tutto di
ombre rosse e dorate, dando al luogo un aspetto ancor più
paradisiaco.
- Foto!
Foto! – esclamò Prompto non appena ebbero
parcheggiato la
Regalia, dirigendosi verso la ringhiera che dava sul
belvedere.
- Possiamo dirgli di
no? – domandò Noctis – giusto per vedere
che faccia fa – aggiunse con un ghigno.
- Sei proprio un
pessimo principe – lo canzonò Gladio.
- Certo che con quella
macchina fotografica è proprio felice –
constatò Selenis con un sorriso.
- Come un bambino
– assentì Ignis.
- Questa non me la
perdo! – commentò il ragazzo biondo dopo aver
sistemato la fotocamera sul treppiede.
Qualche
secondo dopo, il
famigliare rumore dell’obbiettivo li avvisò che la
foto
era stata scattata. I ragazzi si avvicinarono tutti a Prompto per
vedere il risultato.
Selenis invece, rimase vicino alla ringhiera; la
vista del mare la ipnotizzava. Come avrebbe voluto che anche quello che
le succedeva fosse chiaro e trasparente come
quell’acqua…
invece era tutto un gran casino. Quell’ultima visione
l’aveva lasciata particolarmente scossa, sia per quanto era
stata
vivida, sia perché non era ancora riuscita a liberarsi dal
sentore che qualcosa di terribile fosse accaduto. Il fatto poi che Nyx
non le avesse ancora
mai risposto, non la aiutava di certo a scacciare via i brutti pensieri.
- Ohi Selis!
–
La ragazza
si voltò verso i suoi amici, che ora la stavano fissando in
attesa.
- Sì?
– chiese lei interdetta.
- Non hai sentito..
immaginavo – sospirò Noctis.
- Manca
ancora una mezz’oretta alla partenza del traghetto e
pensavamo di
andare a mangiare qualcosa al ristorante – disse
Ignis.
- Ottima idea!
– assentì lei – Iniziate ad andare
avanti, io arrivo subito – aggiunse.
- Va
bene – disse dopo un attimo Noctis, incamminandosi e
trascinando
con lui Prompto che non aveva afferrato il desiderio di stare un
momento da sola della principessa.
Selenis
scambiò un’occhiata con Gladio, facendogli un
leggero cenno del capo per dirgli di stare tranquillo.
Quando fu da
sola si
appoggiò con gli avambracci alla ringhiera, tornando a
fissare il
moto ondoso e i raggi morenti del sole battere su di esso; poi lo
sguardo le cadde sul suo anello.
Con
delicatezza lo
sfilò, rigirandoselo tra le dita. La pietra bianca, alla
luce,
si accendeva di riflessi dei toni del blu. Era da quando il Re le aveva
detto di tenerlo al sicuro che qualcosa nel suo modo di vederlo era
cambiato. A volte le sembrava che ci fosse una forza misteriosa al suo
interno, qualcosa che cercava di emergere. Possibile che non ci avesse
mai fatto caso prima?
Quanto
avrebbe voluto che
suo zio o suo padre le avessero dato qualche informazione in
più, un piccolo indizio che la aiutasse a capire…
Proprio in quel momento, la pietra diede un bagliore improvviso e
Selenis,
presa alla sprovvista, perse la presa su di essa che cadde di
sotto.
- No! –
esclamò sporgendosi dalla balaustra.
Si
ritrovò a
fissare la cima di un cappello nero a falda larga. Il proprietario
teneva sul palmo il suo anello, che a quanto pareva era riuscito ad
afferrare al volo. La ragazza si affrettò a scavalcare la
ringhiera saltando giù.
- Devi
fare più attenzione – esordì lo
sconosciuto –
una così bella pietra, sarebbe un peccato se andasse perduta
– disse.
L’uomo
che la
fronteggiava aveva un abbigliamento strano, se non addirittura
bizzarro. I capelli
lunghi fino alle spalle erano di un caldo castano rosso. Gli occhi
color nocciola risultavano freddi nonostante la tonalità, e
il
sorriso sardonico che aveva dipinto in volto era punteggiato da
un'ispida barbetta.
- Chi sei? –
lo apostrofò Selenis.
Forse
sarebbe stato
più educato ringraziarlo per aver recuperato il suo
gioiello, ma
la principessa non riusciva a scacciare quella sensazione di pericolo e
di nostalgia che la figura dello sconosciuto le trasmetteva.
- Puoi
chiamarmi Ardyn – rispose quello, allargando ancora di
più
il sorriso e tendendole l’anello stretto tra due dita.
- Beh,
grazie allora – replicò la giovane mentre lui
glielo
lasciava cadere sul palmo che affrettò a chiudere.
- Mi
piacerebbe fermarmi a fare conoscenza, ma ahimè, ho
incombenze
piuttosto urgenti – proseguì l’uomo
dirigendosi verso la scala
che riportava alla terrazza.
Selenis lo
osservò
sentendo crescere la sensazione di disagio, perfino l’anello
sembrava in qualche modo “teso” tra le sue dita.
- Ah,
un’ultima cosa – si bloccò Ardyn
voltandosi di nuovo verso di lei – un omaggio –
Le parole
furono accompagnate dal lancio di un piccolo oggetto luccicante che la
principessa afferrò al volo.
Era una
spilla, una spilla in commemorazione dell’investitura di
Lunafreya come sciamana.
La
principessa
alzò la testa di scatto, ma dell’uomo non
c’era
più traccia; corse sulla terrazza ma sembrava essere sparito
nel
nulla.
Ancora
leggermente
stranita da quell’incontro, la ragazza si diresse verso
l’hotel. A metà del lungo pontile che lo collegava
alla
terra ferma i suoi amici le si fecero incontro.
- Cos’è
successo? – domandò loro vedendo le espressioni
tese.
- Niente traghetto
– rispose Noctis sospirando.
- Come sarebbe a dire?
– esclamò lei.
- A
quanto pare per colpa dell’armistizio Imperiale nessuna barca
può lasciare Altissia – spiegò Ignis
con due dita
poggiate sul mento.
- Ehhh siamo punto a
capo – disse frustrato Prompto.
- Ehi, quella
cos’è? –
Selenis
abbassò lo sguardo sulla propria mano seguendo quello di
Gladio.
- Una spilla
– asserì lei.
- Te l’ha
data uno strano tizio con il cappello? – chiese
l’Amicitia.
- S.. sì,
lo avete incontrato anche voi? –
- Giusto qualche
minuto fa – soggiunse Ignis.
- Cosa voleva?
– li interrogò la ragazza.
- Avvisarci della
chiusura del porto e darci quella spilla – rispose Noctis.
- Mh..-
mugugnò Selenis pensierosa.
- Che impressione ti
ha fatto? – le domandò Ignis.
- Pessima…
- replicò funerea lei – E ora cosa facciamo?
–
- Oggi
è troppo tardi per cercare una soluzione – disse
Gladio incrociando le braccia al
petto – meglio mettere qualcosa sotto i denti e riposarci;
domattina penseremo al da farsi – propose.
- Che dice il
principe? – chiese Prompto.
- Va bene –
rispose quello facendo spallucce – non abbiamo molte
alternative – aggiunse.
E
così i cinque ragazzi decisero di pernottare a Galdin fino
al giorno successivo.
Il
ristorante e
l’hotel della baia meritavano tutti i complimenti ricevuti, e
la
cucina di pesce era semplicemente superba, cosa che mandò
quasi
in
tilt il buon Ignis già tutto preso nell'annotarsi gli
ingredienti
per poter riproporre i piatti ai suoi amici.
La camera
che gli fu
assegnata dava direttamente sul mare, ed era arredata con un paio
di sontuosi letti matrimoniali e con un comodissimo divano letto;
valeva di sicuro i soldi spesi per fermarsi a dormire. Non appena si
furono sistemati, Prompto tirò fuori il mazzo di carte che
faceva
parte del loro corredo da viaggio e diede così il via ad un
torneo di Triple Triad che vide la dominanza incontrastata di Gladio.
- Tu hai fatto un
patto con il demonio – esclamò Prompto lasciandosi
cadere sul letto di schiena.
- Si chiama
abilità – replicò Gladio con un ghigno.
- Va ben oltre quello
– soggiunse Ignis mescolando le carte.
- Voglio la rivincita
– disse Noctis squadrando l’amico.
- Uh? Anche io, anche
io! – saltò su Prompto.
- Selis? Sei dei
nostri? –
Ignis si
voltò a
guardare la ragazza seduta sul bracciolo della poltrona con una lattina
di aranciata in mano: aveva di nuovo lo sguardo perso nel vuoto.
- Selis? –
la chiamò di nuovo lui.
- Cosa?
– si riscosse la principessa – No grazie! Sei
sconfitte mi
bastano – rise alzandosi – Credo che
prenderò una
boccata d’aria – aggiunse dirigendosi verso la
porta a
vetri che dava sul balconcino della camera.
Una volta
fuori la
ragazza si fermò a rimirare il mare a quell’ora
tarda. Sulla superficie di un nero cupo, i raggi della luna vi si
infrangevano, trasformando quella che poteva essere una voragine di
oscurità in qualcosa di ipnotico e bellissimo.
Selenis
sapeva di essere
stata distratta per quasi tutta la sera, ed era anche sicura che i suoi
amici lo avessero notato, ma non riusciva a tenere la mente incollata
al
presente.
L’ultimo
incontro
con il Re e le sue parole continuavano a ronzarle in testa, e quel
tale,
Ardyn, aveva aumentato la sua agitazione.
La
principessa accarezzò la
pietra liscia del suo anello. Era sicura di quello che era successo
quel pomeriggio: il gioiello l’aveva messa in guardia da quel
tipo; sembrava pazzesco eppure era così. C’era
qualcosa in gioco di molto grosso, ma non riusciva a capire cosa e
questo la faceva sentire non poco frustrata.
La
principessa
sospirò pesantemente, stropicciandosi entrambi gli occhi,
poi
avvertì una presenza alle sue spalle. Abbassò le
mani e
con un sorriso si lasciò andare all’indietro, fino
a
poggiare la schiena sull’ampio petto di Gladio. Il suo calore
la
avvolse immediatamente come una mantella. Il ragazzo protese in avanti
le mani ad afferrare la ringhiera del balcone e Selenis
appoggiò
le proprie sulle sue, incastrando le dita tra quelle di lui.
- Come stai?
– le chiese l’Amicitia.
- Meglio –
rispose lei.
E non era
affatto una
bugia. Gladio aveva su di lei un effetto placebo, cosa che aveva
contribuito a farla innamorare di lui. Tra loro non c'era stato il
classico colpo di
fulmine, ma era stata una scoperta continua. Più lo
conosceva e più ne
apprezzava le sfaccettature. Che fosse a volte impaziente e incline a
buttarsi a testa bassa nelle questioni era un dato di fatto, ma chi non
aveva difetti? Difetti che erano in tutti i casi egregiamente
compensati con
l’attenzione e la cura che usava nei suoi riguardi.
- Selis? –
- Mh? –
- Perché
non me ne hai mai parlato? –
La
principessa sospirò. Era una domanda che si aspettava.
- Non volevo tenerti
all’oscuro di proposito – rispose lei girandosi per
vederlo in viso.
Negli occhi
di Gladio non c’era alcuna traccia di rabbia, solo una
leggera delusione.
- È
complicato… - mormorò lei con un sorriso mesto
–
Quando sono iniziate queste visioni Noct era troppo piccolo per
comprenderle e tu e Prompto non c’eravate.
L’unico su
cui potevo fare affidamento era Ignis – spiegò.
- Non ne hai mai
parlato con tuo padre? – domandò il ragazzo.
- No,
il dolore per la perdita di mia madre era ancora ben presente e
gravarlo di qualcosa di cui nemmeno io sapevo dare una spiegazione, mi
sembrava solo una crudeltà inutile – si
giustificò
Selenis – Con gli anni in qualche modo mi sono abituata,
anche
perché c’erano periodi in cui sparivano
–
proseguì – E' solo da un paio di anni che
sono tornate.. come se si stesse preparando qualcosa
all’orizzonte, qualcosa di brutto –
- Penso di aver capito
– disse Gladio superandola con lo sguardo per osservare il
mare.
- Non
ne ho più discusso nemmeno con Iggy – riprese la
principessa mentre
lui riabbassava gli occhi su di lei – Avevo… avevo
paura
che a parlarne ad alta voce queste “cose” si
sarebbero
avverate – mormorò imbarazzata – sembra
stupido, ma
ho visto cose terribili –
- Shhh
– la bloccò Gladio con gentilezza – non
ho pensato
che per te fosse stato così doloroso, ti chiedo scusa
– le
disse posandole un bacio sulla sommità della testa.
- Adesso che lo sapete
anche voi mi sento più tranquilla –
replicò Selenis abbandonandosi al suo abbraccio.
- Scopriremo cosa
vogliono dire queste visioni, ti aiuteremo noi – la
rassicurò Gladio.
Ma non ci fu
bisogno di aspettare tanto...
Campeggio dell'Autrice:
(Ho scritto questo
spazio ieri nel pomeriggio, prima di avere la notizia della morte di
Chester Bennington, che per chi non lo sapesse è il cantante
dei Linkin
Park. Se lo avessi fatto oggi avrebbe toni decisamente diversi, quindi
meglio così. Questa
band ha caratterizzato la mia adolescenza e ancora adesso erano la mia
ancora di salvezza nei momenti difficili o quando avevo semplicemente
voglia di immergermi nella musica e di cantare a squarciagola. Ho
voluto spendere due righe anche
qui per omaggiare Chester e l'importanza che ha avuto per me. Scusatemi
per il piccolo sfogo.)
The winter is here! Ah no... scusate è solo un temporale!
Dopo il piccolo omaggio al ritorno di Got passiamo alle cose serie u.u
Finalmente siamo on the road! Grazie all'impegno di Cid e Cindy ^^ e
anzi, abbiamo persino una moto!
Personalmente non sono amante delle due ruote (me la faccio sotto al
solo pensiero), ma volevo dare anche a Selis un mezzo di locomozione
come per Noctis e poi mi pareva una scelta azzeccata per lei!
Però non ho ancora trovato un nome da darle... suggerimenti?
La scena al Crow's Nest si allaccia brevemente ad uno degli episodi di
Brotherhood, ma ve ne sarete già accorti.
La strada per Gladin invece è stata piuttosto movimentata e
povera Selenis ha dovuto far i conti con l'ennesima visione.. (ma porca
miseria sempre quando combatte?! XD) Penso sia abbastanza chiaro a
tutti cos'abbia visto, ovvero gli ultimi istanti di Re Regis. La nuda e
cruda verità non tarderà ad arrivare e nel
prossimo
capitolo avremo modo di vedere come verrà affrontata la
terribile notizia.
Cantatevi da soli la Victory Fanfare perchè Ardyn
è tra
di noi! Il suo piccolo incontro (del tutto casuale eh) con la nostra
protagonista getta altre ombre sulla vicenda... cosa sa il cancelliere
a proposito della ragazza e del suo anello? Vivete e lo scoprirete!
*Angolo delle notizie random*
Se qualcuno di voi non lo sa, i doppiatori di Ignis (Adam Croasdell),
Noctis (Ray Chase), Ardyn (Daryn De paul) e Lunafreya (Amy Shiels),
assieme ad Amanda Leighton (Reynn di World of FF) sono stati nominati
ai BTVA Voice Acting Awards 2016 come "Best Vocal Ensemble in a Video
Game".
Per quanto mi riguarda, se dovessi basarmi solo su vocalità
e
accento, voterei per Adam (l'accento inglese è troppo sexy,
senza contare il doppiatore *ç*), ma se dovessi valutare la
recitazione, De Paul
tutta la vita! E' stato eccezionale con Ardyn! Un peccato che non sia
stato scelto anche Robbie Daymond (Prompto) perchè adoro
quel ragazzo!
Voi cosa ne pensate?
Se poi non avete mai giocato a World of FF vi invito caldamente a
spendere i soldi e a comprarvene una copia. E' un gioco davvero bello,
fidatevi!
Meglio se concludo adesso vah ^^"
Grazie mille a tutti i Lettori
silenziosi (lo so che ci siete u.u),
alle mie Recensiste
e a chi mi ha inserita tra le fic seguite
e
preferite in
special modo a Namieee!
Un grande abbraccio a tutti voi!
Marta
|
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Capitolo 16 *** 15. Speranze infrante ***
15
Molo di
Galdin, regione di Leide.
Il giorno
dopo.
-
È incredibile quanto questo qui riesca a dormire –
esclamò incredulo Gladio scuotendo la testa.
- È
sempre stato così? – domandò Prompto
premendo leggermente
la guancia di Noctis con la punta dell’indice.
- Sempre
– affermò Selenis mentre il principe apriva gli
occhi
mugugnando infastidito – ovunque e in qualsiasi occasione
–
aggiunse sorridendo all’interessato che la guardava
corrucciato
dal letto sul quale si era tirato a sedere.
- Ehi, buongiorno
– lo apostrofò Prompto.
- Giorno...
– borbottò l’altro alzandosi –
Dov’è quattrocchi? – chiese notando
l’assenza
di Ignis.
- Sarà qui
a momenti – rispose Gladio.
- È andato
ad informarsi per il traghetto – spiegò Selenis.
- Speriamo abbia
fortuna allora – replicò il principe.
- Già
–
La ragazza
tornò ad
appoggiarsi con la spalla alla porta finestra, sorseggiando il
caffè mentre guardava fuori. Quella mattina il cielo era
plumbeo
e il mare grigio come il ferro. Sembrava che al largo stesse per
scatenarsi una tempesta e sicuramente sarebbe venuto a piovere di
lì a qualche ora.
Se anche
Ignis fosse
stato così fortunato da trovare un’imbarcazione in
partenza contro l’ordine Imperiale, con un tempo simile non
avrebbe preso di certo
il largo; il
che portava sol altri problemi.
La
principessa stava
portandosi di nuovo la tazza alle labbra, quando un movimento riflesso
nel vetro catturò la sua attenzione. Sulla soglia della
porta dietro di lei, la
figura minacciosa del generale Glauca sostava immobile, fissandola con
occhi ridotti a due fessure prive di vita dall’usbergo.
La tazza di
caffè si infranse sul pavimento.
- Selis! –
La giovane
si girò a guardare i volti interdetti dei suoi amici.
Ovviamente del cavaliere non c'era neppure l'ombra.
- Scusatemi
– disse lei, affrettandosi ad aiutare Prompto a pulire.
Proprio in quel
momento la porta si aprì, lasciando entrare Ignis.
Un brivido
gelido
percorse la schiena di Selenis non appena posò gli occhi
sull’espressione contratta dell’amico.
- Cos’è
quella faccia? – lo apostrofò Noctis notando lo
sguardo che gli rivolgeva.
La
principessa si tirò in piedi senza badare allo scricchiolio
del vetro sotto alle sue scarpe.
- Ignis,
cos’è successo? – gli
domandò mentre Gladio si faceva dare il quotidiano che il
ragazzo aveva
in mano.
- È
su tutti i giornali – si limitò a rispondere
l'amico.
- Cosa? –
chiese Noctis con una punta di apprensione nella voce.
- La
caduta… di Insomnia? – lesse Prompto ad alta voce
sbirciando la prima pagina.
- Eh?! Che scherzo
è questo?! – esclamò Noctis.
- Stai calmo e lascia
che ti spieghi – lo anticipò Ignis.
- Sono già
fin troppo calmo! – sbottò il principe.
- Noct, ti prego...
– Selenis gli mise una
mano
sulla spalla.
Il ragazzo guardò la cugina e ci lesse il suo
identico stato d’animo: paura e incertezza.
- Ignis – si
rivolse poi lei al giovane invitandolo a proseguire.
- C’è
stato un assalto. L’esercito Imperiale ha conquistato la
capitale – spiegò.
La presa
della principessa sulla spalla di Noctis ebbe un cedimento mentre il
suo cuore sprofondava.
- Subbuglio
nella sala delle cerimonie e improvvise esplosioni nel cielo. Quando il
fumo si è diradato, il Re è stato
trovato… morto
– lesse ad alta voce Gladio.
Tre teste si
girarono
verso Selenis che chiuse gli occhi affranta. I suoi
sogni… le
visioni che aveva avuto! Solo adesso quelle maledette avevano un senso!
- No... Aspetta un
attimo! – balbettò Noctis incredulo.
- Non potevamo saperlo
– replicò Ignis abbassando lo sguardo.
- Cosa? Sapere cosa?!
– abbaiò il principe.
- Che la firma sarebbe
avvenuta ieri, che Insomnia… -
- Ma il matrimonio,
Altissia! –
- Lo
so che non ha senso! - lo interruppe Ignis caustico
–
Eppure le notizie sull’invasione coincidono. Credi davvero
che
tutti i quotidiani del regno si sbaglino? – gli
domandò.
- Mentono…
- mormorò allibito Noctis – Selis, le tue visioni?
– il principe si rivolse alla cugina.
- Io….
– sussurrò lei senza sapere cosa dire –
potrebbero
anche sbagliarsi – rispose con poca convinzione.
- Che
altro sappiamo? – domandò Gladio a Ignis, che
però
scosse la testa – Allora andremo a vedere di persona per
essere
sicuri – propose.
- Cioè?
Tornare ad Insomnia? –
- Potrebbe essere
rischioso.. – valutò Ignis.
- Potrebbe esserlo
anche qui – replicò Prompto.
- Abbiamo bisogno di
sapere – affermò Selenis tenendo in mano il
giornale lasciato da Gladio.
- Torniamo indietro?
–
Tutti
si voltarono
verso Noctis seduto sulla poltrona. Il ragazzo stette per qualche
istante
con lo sguardo perso in un punto imprecisato davanti a sé
prima
di rispondere.
- Andiamo –
**
Il viaggio
di ritorno alla Capitale fu
senza soste e parecchio silenzioso. Ognuno dei cinque ragazzi
avvertiva il peso della notizia di quella mattina e della speranza che
non fosse davvero successo
l’inevitabile.
Quando
passarono davanti
ad Hammerhead, nessuno di loro si voltò a vedere se alla
stazione
di servizio ci fosse qualcuno. Man mano che procedevano il
cielo si faceva sempre
più scuro e umido.
- Speriamo stiano
tutti bene.. – disse ad un certo punto Prompto.
- Sperare serve a poco
– ribattè Noctis dal sedile posteriore.
- Non possiamo
smettere di crederlo – replicò Ignis guardandolo
brevemente dallo specchietto.
- E perchè?
Basta "credere" per fermare una flotta Imperiale? – disse
sarcastico il ragazzo.
- Smettila...
– lo ammonì Gladio.
- Mio padre
sì che ci ha creduto! –
- Noctis Lucis Caelum!
– esplose Selenis al suo fianco – Non una parola di
più! –
- L’Impero
ha mentito, siamo stati traditi – intervenne Prompto,
bloccando sul nascere la
risposta del principe rivolta alla cugina.
- È inutile
fare congetture, dobbiamo scoprire la verità –
asserì Ignis.
Un rombo
improvviso ruppe
la loro conversazione, mentre alcune corazzate Imperiali
sorvolavano il confine dirette verso la capitale. Quei bestioni,
solitamente trasportavano truppe militari scelte ed era più
che evidente
il loro ruolo in quel momento.
- Ehi, guardate!
–
Ignis
rallentò il
procedere della Regalia. La porta di Insomnia era ormai prossima, ma
davanti ad essa c’era uno schieramento serrato di soldati
imperiali supportati da un paio di blindati Magitek. A distanza di
sicurezza,
un capannello di persone guardava la scena intimorito; con tutta
probabilità erano cittadini rimasti fuori come loro. Una
signora
teneva in braccio una bambina che piangeva disperata.
- Dobbiamo trovare
un’altra strada – disse Gladio.
- Per
di qua allora – rispose Ignis svoltando e percorrendo la
strada
sterrata che costeggiava quella principale.
Dopo qualche
decina di
metri, il ragazzo parcheggiò l’auto
all’imbocco di un
sentiero che si faceva strada tra alcune palazzine distrutte.
Quattro
portiere si
aprirono e i ragazzi scesero, producendo un rumore umido a contatto con
il terriccio bagnato. La minaccia di pioggia era diventata
realtà ed ora gocce fini, ma persistenti, cadevano dal
cielo.
- Andiamo? –
domandò Selenis con i capelli già fradici.
Noctis la
guardò facendole cenno di sì con la testa, e il
gruppo si mosse.
Le zone di
confine erano
disabitate da tempo, memorie di un passato ridotto a macerie. Da quando
la barriera era stata eretta, chi abitava a ridosso di essa si era
spostato altrove, temendo incursioni da parte degli Imperiali. Per
questo motivo la fatiscenza si era impossessata della zona,
trasformandola in una terra di nessuno.
I quattro amici presero a
salire per un vecchio accesso, che pareva portare a quello che in
origine doveva essere il cortile interno di un complesso di
palazzine costruite chissà quanti anni prima.
- Aspettate!
– li bloccò all’improvviso Gladio con un
sussurro.
L'Amicitia
si mosse in
avanti, rasentando il muro e sbirciando per qualche secondo oltre di
esso, poi tornò verso i suoi compagni.
- Truppe
Magitek – li avvisò – Sei assaltatori e
altrettanti
cecchini nelle retrovie – disse passandosi una mano sulla
testa
per togliere l’acqua in eccesso.
- Cosa ci fanno qui?!
– saltò su Prompto.
- L’Impero
non lascia niente al caso, soprattutto ora che hanno in mano la
capitale –
commentò Ignis asciugandosi gli occhiali.
- Come ci muoviamo?
– domandò Selenis inginocchiata di fianco al
cugino.
- Prompto,
fai da fuoco di copertura mentre io e Ignis ci occupiamo degli
assaltatori – rispose pronto Gladio – Noct, Selis,
siete in
grado di proiettarvi alle spalle dei cecchini e di metterli fuori
gioco? – chiese rivolto ai due Lucis.
- Lascia fare a noi
– affermò con sicurezza il principe guardando
brevemente la ragazza che annuì.
- Ottimo –
asserì l’Amicitia – Allora al mio
tre… - aggiunse avvicinandosi al bordo.
In mano a
Prompto comparvero un paio di pistole che ricaricò con un
gesto fulmineo.
- Uno, due…
tre! – esclamò.
Il ragazzo
biondo si lanciò rotolando oltre la copertura, sparando una
sequela di pallottole.
Dietro di
lui uscirono
Noctis e Selis, che lanciate le proprie armi al di là della
prima
barriera di nemici, si proiettarono dietro la linea dei fucilieri.
La ragazza
afferrò
saldamente l’elsa dello spadone e in perfetta sincronia con
il
cugino, mulinò una spazzata che destabilizzò la
fila di
soldati. Con un rondò, tagliò la parte iniziale
del fucile
di uno di essi per, successivamente, passarlo a fil di spada.
Avvertendo poi un movimento
alle sue spalle, impugnata una lancia trapassò il nemico che
cercava di coglierla di sorpresa.
Nel
frattempo i suoi
amici facevano incetta della cavalleria Magitek, che per quanto
addestrata fosse non poteva competere con anni di allentamento e con il
perfetto gioco di squadra che li contraddistingueva.
- Selis! In alto!
–
La ragazza
si
voltò appena in tempo per evocare una sottile barriera di
cristallo che
la protesse da una raffica di colpi sparati da una zona sopraelevata.
Oltre il
cortile si
snodava un sentiero tra due strette pareti di roccia, sopra di esse un
paio di cecchini ben occultati aspettavano prede incaute.
Selenis
puntò
quello più vicino, proiettandosi al suo fianco. Con
rapidità gli affondò la lancia nel petto, e poi
con una rotazione completa, ne scagliò il corpo
contro il suo alleato a qualche metro di distanza. Quello
barcollò, crollando a terra per essere distrutto da Noctis.
Improvvisamente il silenziò riprese il sopravvento, segno
che la
battaglia era terminata. Restava solo il rumore della pioggia e lo
sfrigolio elettrico dei cadaveri imperiali.
- Tutto bene?
–
Prompto,
Ignis e Gladio raggiunsero i due reali scesi a terra.
- Sì
– rispose Selenis – Voi tutti bene? –
domandò squadrandoli ad uno ad uno in cerca di ferite.
- Stai tranquilla
– la rassicurò Prompto con un sorriso.
- Si va? –
li incalzò Noctis precedendoli.
Il momento
della
verità era appena dietro l’angolo e una volta
raggiunta
la sommità del sentiero, le speranze furono infrante
dall’ineluttabilità di ciò che videro.
La barriera
che
proteggeva i confini di Insomnia era scomparsa. Aeronavi Imperiali
solcavano il cielo sopra la città, dalla quale diversi
pinnacoli
di fumo si levavano verso il cielo confondendosi con il suo colore
plumbeo. Era il perfetto ritratto della devastazione e non
c’era
bisogno di ulteriori conferme.
“I
termini
provvisori stabiliti per garantire i negoziati
dell’armistizio
sono stati sospesi alla luce dei recenti sviluppi”
Selenis si
girò verso Prompto, dal cui cellulare scaturiva la voce del
notiziario.
“
Inoltre, a breve
distanza dalla notizia dell’uccisione di Re Regis, anche il
principe ereditario Noctis, la principessa Selenis figlia del compianto
comandante Revis e Sua Grazia Lunafreya la Sciamana, sono stati
dichiarati morti”
La ragazza
spalancò gli occhi, incredula per quello che aveva appena
sentito, mentre Prompto preso alla sprovvista interrompeva
l’audio.
- Lasciala accesa!
– lo bloccò Gladio.
- Ma.. va bene
– balbettò il ragazzo, che per la concitazione
perse la presa sul cellulare che cadde a terra.
- Lascia perdere!
– scattò Noctis.
Selenis
afferrò il
proprio telefono mentre suo cugino faceva partire una chiamata sul suo.
Compose in fretta il numero di Nyx e se lo accostò
all’orecchio.
Sopra di
loro passò l'ennesima flotta di areonavi, sollevando una
nube di polvere che avvolse i cinque ragazzi.
“Siamo
spiacenti, ma il numero selezionato è spento o non
ra…”
La
principessa interruppe bruscamente la chiamata sentendo
un’ondata di panico travolgerla.
Doveva stare
calma. Non
era detto che Nyx fosse… poteva semplicemente aver perso il
telefono o che questo si fosse rotto durante l’attacco. Non
doveva arrivare a conclusioni affrettate.
Inghiottendo
la paura, Selenis si concentrò sulla telefonata che Noctis
stava avendo con il generale Cor Leonis.
- Ovviamente?!
Mi prendi in giro?! Qui non c’è niente di ovvio!
–
lo sentì gridare all’apparecchio mentre camminava
nervosamente – Alla radio hanno appena detto che sono morto!
Stessa cosa per Selis, Luna e mio padre – proseguì
furente.
Selenis lo
osservò
ascoltare la risposta di Cor, poi Noctis alzò la testa di
scattò e la guardò. I suoi occhi esprimevano una
quantità di emozioni difficili da scindere, ma
più di
tutte vi si leggeva un’incredulità quasi
tangibile. La
sensazione di panico che aveva avvolto la principessa quasi la
sopraffece e la visione dolorosa del pomeriggio precedente le si
ripresentò alla mente.
Noctis
tornò a voltarsi verso la capitale, come ad aver bisogno di
imprimersi bene nella mente quella realtà.
- D’accordo
– disse solamente chiudendo la chiamata.
- Cosa dice il
generale? – gli chiese Ignis.
- Che va ad
Hammerhead.. – rispose Noctis con voce incerta.
Il rumore
della pioggia
riprese il sopravvento; nessuno osava fare l’unica domanda
veramente importante. Il principe aveva abbassato la testa e
guardava il terreno fangoso ai suoi piedi. A Selenis
tornò in
mente lo sguardo che aveva il giorno che si era ripreso
dall’attacco
della Lamia: vuoto e distante.
Alla fine fu Gladio a porre il gravoso
quesito.
- Il Re? –
Noctis non
rispose,
limitandosi ad alzare di nuovo gli occhi verso Insomnia.
Selenis sentì
una fitta dolorosa salirle nel petto e arretrò fino ad
appoggiarsi alla parete di roccia lì vicina. Non era
possibile… non era giusto che fossero di nuovo a quel punto,
che dovessero di nuovo perdere qualcuno.
- Maledizione!
– gridò battendo il pugno chiuso contro pietra.
Sentì
la pelle graffiarsi e il dolore propagarsi lungo il braccio, ma non ci
fece caso.
- Cosa…
cosa si fa adesso? – chiese Prompto.
- Mi
sembra chiaro che dobbiamo dirigerci ad Hammerhead – rispose
Ignis
– Il Generale è l’unico ad
avere le risposte che
cerchiamo – affermò.
Senza
aggiungere una
parola, Noctis si mise in marcia, voltando le spalle alla vista di
Insomnia e riprendendo il sentiero che li aveva condotti fin
là.
- Gladio? –
Selenis
chiamò il
ragazzo prima che andasse dietro agli altri e questi si girò
con
le punte dei capelli che stillavano acqua.
- Dimmi – la
invitò a proseguire.
- Tuo
padre…- la giovane non seppe come continuare.
- Ha compiuto il suo
dovere – rispose il ragazzo.
Ciò
voleva dire
che era morto proteggendo il suo Re. Esattamente quello che ogni Scudo
avrebbe sempre fatto per i Lucis. Gladio lo affermò con
stoicità, ma il suo sguardo rivelava il dolore per aver
perso il
padre.
- Mi dispiace
– mormorò Selenis.
- Spero solo che Iris
stia bene… - replicò l’Amicitia facendo
trapelare la sua ansia dalla voce.
La
pirncipessa gli si avvicinò, passandogli le braccia attorno
al collo e stringendolo in un abbraccio delicato.
- Sono sicura che sia
così – lo rassicurò.
**
Il viaggio
verso la
stazione di servizio fu fatto nel più assoluto silenzio,
molto
diverso da quello che c’era stato qualche ora prima verso
Insomnia. Quella residua speranza che erano riusciti a conservare, era
stata spazzata
via assieme al ricordo della capitale nel suo fulgore. Ora non restava
che l’immagine sbiadita di una città in fumo... Una volta ad
Hammerhead fu Cindy ad accoglierli; la sua solita allegria era appena
velata di preoccupazione.
- Per fortuna state
bene – esordì quando il gruppo scese dalla
Regalia.
- Dov’è
Cor? – domandò Noctis guardando la meccanica.
- Se
n’è andato poco fa – rispose la ragazza
fronteggiando
lo sguardo interdetto del principe – Aveva del lavoro da
fare, ma
ha lasciato un messaggio al nonno da darvi –
proseguì lei,
indicando con il pollice verso il garage – Non l’ho
mai
visto così abbattuto... – aggiunse corrugando la
fronte sotto la visiera.
- Grazie, andiamo
subito da lui – rispose Selenis.
Trovarono
Cid all'interno
dell’officina, seduto su un paio di copertoni; teneva il capo
chino e
le mani intrecciate. Quando i ragazzi fecero il loro ingresso,
alzò la testa verso di loro.
- Siete arrivati...
– constatò – La città?
–
- Presa
– rispose Gladio – Gli Imperiali la sorvegliano,
sperare di
tornarci per ora è impossibile – aggiunse.
- Capisco –
assentì l’uomo.
- Sappiamo che Cor ti
ha lasciato un messaggio per noi – soggiunse Noctis andando
dritto al punto.
Cid
guardò il principe fisso negli occhi e poi
sospirò.
- L’Impero
mirava al Cristallo e all’anello dei Lucis –
esordì cogliendo tutti di sorpresa.
- Quindi le trattative
di pace erano solo una farsa – commentò Ignis
nello sconforto generale.
- Mio padre si
è fatto fregare come uno stupido – disse tra i
denti Noctis.
Selenis
stava per insorgere di nuovo, ma Cid la precedette.
- Non
dirlo neanche per scherzo! – lo ammonì –
Regis non
era nato ieri – disse afferrando la chiave inglese appoggiata
lì vicino, proprio accanto alla foto che li ritraeva nel
viaggio
di tanti anni fa – Per Lucis era una partita persa in
partenza e
tuo padre l’ha giocata al meglio che ha potuto. Sapeva
benissimo
come sarebbe andata e puoi
star sicuro che non ha ceduto alla prima – affermò
con
convinzione – Alla fine però non è
servito…
- concluse
amareggiato.
Il silenzio
calò di nuovo per qualche istante prima che l’uomo
prendesse di nuovo la parola.
- Se
volete sapere altro, chiedete a Cor – disse, riappoggiando la
chiave dove l’aveva presa e alzandosi – Non
ricordò
nemmeno più l’ultima volta che ho visto Regis,
saranno
passati anni... – commentò, superandoli e
dirigendosi fuori
dal garage.
I ragazzi lo
seguirono nella luce morente del tramonto.
- Cor
ha detto che vi aspetta al mausoleo – riferì Cid
fermandosi vicino alla sua sdraio sotto l’ombrellone
– si
trova a nord-ovest, oltre un bivacco. Trovate prima quello –
aggiunse congedandoli con un gesto della mano.
- Che facciamo adesso?
Andiamo direttamente verso il mausoleo? – chiese Prompto.
- Si sta facendo buio,
non è saggio muoversi a quest’ora –
intervenne Ignis.
- Non voglio perdere
altro tempo – ribattè invece Noctis appoggiato
alla fiancata della Regalia.
- Ignis non ha tutti i
torti, tra
poco la strada pullulerà di deamon – soggiunse
Selenis
– certo è che possiamo anche provarci –
commentò con un’alzata di spalle.
- Se volete mettervi
in viaggio c’è un rifugio a metà
strada, potrebbe farvi comodo –
Il gruppo si
voltò verso Cindy che li aveva raggiunti.
- Un rifugio?
– domandò Prompto confuso.
- C’è
ne sono un po’ ovunque, vengono usati dai viaggiatori per
passare
la notte quando sono troppo lontani dalle città o dalle
stazioni
di servizio – spiegò la ragazza
aggiustandosi il berretto sulla testa.
- Non vengono
attaccati dai deamon? – chiese Gladio scettico.
- No, sono cosparsi di
una pozione benedetta dalla Sciamana che li tiene lontani –
raccontò Cindy.
- Che ne dite?
Potrebbe essere un buon compromesso – disse Selenis guardando
sia Noctis che Ignis.
- Per me va bene
– assentì il principe.
- Ottimo!
Allora prestatemi un attimo la vostra mappa, vi segno quelli che mi
ricordo a memoria – esclamò la meccanica.
Mentre la
ragazza
appoggiava la cartina sul cofano dell’auto,
la principessa si scostò un attimo dal gruppo.
Tirò
fuori per
l’ennesima volta il proprio cellulare componendo il numero di
Nyx. La solita voce incolore della segreteria la informò che
non
era raggiungibile.
Con un
sospiro, Selenis
infilò l’apparecchio di nuovo in tasca. Non
riusciva a non
pensare che il militare potesse essere rimasto coinvolto negli scontri,
sia
perché si trovava in città al momento
dell’attacco,
sia perché la visione che aveva avuto il giorno prima si
riproponeva insistentemente nella sua mente.
Ricordava distintamente due figure
oltre quella barriera di cristallo... Una era Luna, l’altra
più ci pensava e più qualcosa le suggeriva che
appartenesse
proprio a Nyx.
-
Come ti senti?
–
Ignis
comparve al fianco della principessa mentre questa si massaggiava una
tempia.
- Tutto
sommato per essere defunta mi sento piuttosto viva –
scherzò lei – Iggy, cosa vuoi che ti dica?
–
aggiunse subito dopo vedendo l’espressione seria
dell’amico
– Mio zio è morto, ho appena sentito annunciare la
mia
morte e gli Imperiali si sono portati via il cristallo –
snocciolò – Non so dirti come sto… -
concluse con
un sospiro.
- Ammetterlo
è già qualcosa – replicò
l’amico voltandosi per tornare dagli altri.
- È merito
vostro –
Il ragazzo
si bloccò, tornando a girarsi verso la giovane che lo
guardava.
- È solo
grazie a voi se non sono ancora andata in pezzi; fossi stata da sola
non ce
l’avrei fatta – disse sentendo gli angoli degli
occhi
pizzicare.
- Siamo sempre qui per
te – rispose Ignis sorridendole.
Una volta
che Cindy ebbe
dato le indicazioni sul rifugio, i cinque ragazzi si misero in marcia.
Lasciata la guida a Noctis, Selenis si accomodò sul sedile
posteriore tra Gladio e Ignis cadendo ben presto addormentata, cullata
dal tepore e stremata per i recenti avvenimenti.
Si
svegliò solo un paio di ore più
tardi, quando ormai il tramonto aveva lasciato spazio alla luna. La
ragazza sollevò la testa dalla spalla di Gladio per
guardarsi
intorno. Erano
fermi in un
parcheggio a bordo strada, intorno a loro si estendeva la stessa
distesa brulla che faceva da contorno ad Hammerhead.
- L’accampamento?
– domandò con voce arrochita mentre scendeva
dall’auto.
- Là
– rispose Ignis indicandole un punto verso l’entro
terra.
Ad una
trentina di metri
dalla tangenziale, una roccia circolare leggermente rialzata da terra,
interrompeva il buio della notte. Anche da lì si potevano
vedere, incisi sulla
pietra, le centinaia di simboli geometrici che brillavano di un blu
opalescente.
- Speriamo
tenga davvero lontano i deamon – commentò Prompto
accingendosi a scaricare l’attrezzatura dal baule.
- Non
penso che Cindy ci avrebbe mandati qui se rischiassimo la vita
–
replicò Gladio caricandosi in spalla la struttura della
tenda.
- Da qualche parte
devo aver letto di queste pozioni repellenti – disse Selenis
aiutando Noctis a prendere altra roba.
- E per quale motivo
allora non ce la spruzziamo addosso? – chiese il ragazzo
biondo.
- Perché
è la combinazione dell’elisir e delle rune che
fanno funzionare il tutto – rispose Noctis.
- Allora non facevi
solo finta di studiare – soggiunse Ignis.
- Simpatico
– borbottò il principe mentre si dirigevano al
rifugio.
All’improvviso
una
scossa fece tremare violentemente la terra, costringendo i ragazzi a
fermarsi per riuscire a mantenere l’equilibrio.
- Cosa
diamine sta succedendo? – esclamò Selenis aiutando
Prompto a rimettersi in piedi.
- Dietro di voi!
– L’urlo
di Ignis fece voltare entrambi i ragazzi.
Dall’asfalto, letteralmente, stava uscendo un braccio.
L’enorme
mano di un
colore scuro non ben definito, arpionò il terreno, facendo
leva
per consentire al resto di emergere. Con uno stridore metallico, pian
piano, la mole di quello che inequivocabilmente si trattava di un
deamon, si erse sopra di loro. Il gigante
di almeno una trentina di metri, brandiva un’enorme spadone
che venne presto rivolto al loro indirizzo.
- Un Gargantua!!
– gridò Gladio – Scappate! –
Selenis non
se lo fece
ripetere due volte e afferrato il braccio di Prompto che fissava il
bestione con occhi sgranati, prese a correre trascinandoselo dietro.
Il deamon
non reagì bene alla loro fuga e, ruggendo furioso, si
lanciò al loro inseguimento.
- Forza sbrigatevi!
– urlò Noctis.
Il gruppo
corse a rotta di collo verso l’accampamento, ma il nemico era
ormai ad un passo da loro.
- Giù!
– esclamò la principessa, tirando verso terra
Prompto giusto in
tempo per schivare il fendente che il gigante aveva inferto.
- Attenta! –
le gridò il ragazzo biondo alzando lo sguardo.
Selenis si
voltò
proprio mentre il Gargantua calava un altro colpo. Con un sonoro
clangore,
l’enorme arma venne intercettata dallo spadone appartenente a
Gladio, che sbuffando riuscì a pararlo. Il deamon colto in
contro piede, perse leggermente l’equilibrio, dando il tempo
ai ragazzi di rimettersi a correre.
- Ci sta raggiungendo
di nuovo! – urlò Noctis voltandosi di tre quarti
per guardare oltre la propria spalla.
- Un ultimo sforzo!
– li incoraggiò Ignis.
Il gruppo
finalmente
caracollò sulla roccia incisa. Il Gargantua, appena dietro
di
loro, si bloccò improvvisamente. I ragazzi lo fissarono
inebetiti mentre
riabbassava la spada e voltatosi, tornava esattamente da dove era
venuto, come se loro fossero spariti nel nulla.
- Ora sai per certo
che questi rifugi funzionano – commentò Gladio con
il fiato corto.
- Ci credevo sulla
parola – replicò Prompto sdraiato sulla schiena.
- Sarà
meglio montare la tenda – consigliò Ignis
– Noct mi dai una mano con i fornelli? –
- Certo –
rispose il principe accostandosi all’amico.
- Io mi occupo del
fuoco – propose Selenis.
Il lavoro di
squadra
portò, non molto tempo dopo, all’allestimento di
un
pratico e confortevole accampamento. Le cinque sedie furono posizionate
attorno ad un falò scoppiettante e i piatti riempiti di
ottimo stufato. Nonostante la serenità del momento e la
bellezza
del cielo trapunto di stelle, la cena si svolse con toni pacati e con
un
senso generale di inquietudine. Le macerie di
Insomnia alle loro spalle, bruciavano nei loro ricordi oscurando
qualsiasi altra cosa.
Quando il pasto fu
terminato, i ragazzi rimasero seduti davanti al fuoco, ognuno immerso
nei propri pensieri; perfino Prompto restò in silenzio e non
propose neppure una partita a carte o a King’s knight.
Selenis,
sentendo invece la necessità di fare qualcosa di pratico, si
alzò a prendere
i piatti vuoti.
- Potevi restare
seduta, ci avrei pensato io – le disse Ignis mentre le
tendeva il suo.
- Tu
cucini già per tutti, finirai per viziarci –
replicò la ragazza con un sorriso avvicinandosi al ripiano
che
usavano per preparare le pietanze.
Fu in quel
momento che l’inconfondibile custodia di una chitarra
attirò la sua attenzione. Si era dimenticata
di
averla portata con sé.
Selenis non si considerava una musicista;
tutto quello che aveva imparato lo aveva fatto perché
l’etichetta di corte di una principessa imponeva di saper
suonare
almeno uno strumento.
- Potresti suonarci
qualcosa –
La voce di
Gladio la sorprese mentre il suo sguardo era ancora fisso sulla
chitarra.
- Non so se
è la serata giusta – replicò lei
restia.
- Penso che invece lo
sia – ribattè il ragazzo dando una rapida occhiata
a Noctis.
Era quello
che aveva parlato di meno in tutta la serata e onestamente non
c’era da stupirsene. In Selenis era
ancora
vivido il ricordo della sofferenza di quando suo padre era morto.
Così, una volta estratto dalla custodia lo strumento,
tornò a sedersi assieme agli altri. Posizionò la
chitarra sul
ginocchio accavallato e rimase con le dita premute sulle corde. Pian
piano trovò gli accordi che cercava e ben presto una melodia
ben
definita si levò nell’aria.
La principessa prese a cantare
quella vecchia canzone con voce sommessa. Il ritornello diceva questo:
Cause
they say home is
where your heart is set in stone, is where you go when your alone, is
where you go to rest your bones. Is not just way you lay your head, is
not just were you make your bed, as long as we’re together
doesn’t matter where we go. Home.
Casa non doveva essere solo un “luogo”, ma molte
cose. Nonostante
ora non ne avessero più una a cui poter fare ritorno, se
fossero rimasti insieme, ovunque
sarebbero andati, lì ci sarebbe sempre stato un posto da
poter chiamare
in quel modo.
Quando il
brano
terminò, tornò il silenzio rotto solo dal
crepitio del
fuoco. I ragazzi stavano chi con la testa china, chi con lo sguardo
perso in lontananza. Selenis invece si sentiva il cuore stretto in una
morsa
dolorosa.
- Perdonatemi.. -
esordì dopo un momento – Non avrei dovuto
cantarla..- si
scusò, alzandosi in fretta per riporre la chitarra dove
l’aveva presa.
Una mano
però l'afferrò per un polso, bloccandola. La
ragazza abbassò lo
sguardo sul viso parzialmente in ombra di Noctis. Il giovane aveva gli
occhi evidentemente lucidi, ma sembrava aver riacquistato un
po’
di serenità.
- Grazie –
disse semplicemente.
Campeggio dell'autrice:
Giorno a tutti ^^
Ed ecco qui che il danno è fatto. La capitale è
stata
presa ed è solo la punta dell'iceberg di tutto
ciò che
dovrà accadare.
Non ti rendi conto della difficoltà di adattare un
videogioco in
una storia, finchè non ci sono dei combattimenti ^^"
Perchè un minimo di senso glielo devi dare, non è
che
puoi far comparire i nemici dal nulla o lanciarti addosso a loro
così come viene fatto nel gioco! Mi auguro di esserci
riuscita
quindi!
Nella trama di questa prima parte di gameplay mi hanno sempre lasciata
perplessa tre cose:
1) L'uso a spot del cellulare... ma diamine, non potevate
già
chiamare da Galdin?! Dovevate proprio aspettare di essere davanti alle
macerie di Insomnia?? Boh!
2) Ma sto povero Clarus? Vogliamo spendere due paroline sul fatto che
sia morto e che sia (tra l'altro) il padre di uno dei protagonisti??
No? E va bene...
3) Ma le barriere? Usarle anche nei combattimenti mai! Abbiamo la magia
ma la usiamo solo per lanciare palline di cristallo infuocate...
perfetto!
OK, ai punti 2 e 3 ho cercato io di dargli un senso almeno qui, per i
cellulari non ho parole xD
Per finire ho voluto mettere una nota musicale al capitolo. E' un vizio
che mantengo in tutte le mie storie, perdonatemi ^^" Se volete
ascoltare la canzone suonata da Selenis la potete ascoltare a questo
link: Home
- Gabrielle Aplin
Siete emozionati per la beta a numerso chiuso per FFXV Comrades? Io
sì! O almeno fino a quanto non ho scoperto che ci vuole
anche il
PS Plus e che io non ho la benchè minima intenzione di
pagare
^^" Per il resto sono riuscita a prendere la Afro sword.. che per la
cronaca è più inutile di Kimahri in FFX...
Detto questo vi saluto, rinnovandovi l'appuntamento per il prossimo
venerdì, nel quale scopriremo una particolarità
in
più dell'anello di Selis, una lettera verrà
recapitata e
Cor farà la sua comparsa!
Un grande ringraziamento ai miei Lettori,
le mie Recensiste
e a chi mi ha aggiunta tra le storie seguite e preferite.
Un abbraccio!
Marta
|
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Capitolo 17 *** 16. Novità inaspettate ***
16
L’indomani
i cinque ragazzi si alzarono non appena sorse il sole, e trascorso il
tempo
necessario per la colazione e per caricare di nuovo tutto sulla
Regalia, ripartirono.
La pioggia
del giorno
prima era sparita, lasciando un cielo limpido spruzzato di nuvole
bianche, e un sole piacevole sulla pelle.
Il panorama restava
lo stesso; una distesa brulla cosparsa di rottami qua e là,
ravvivata solo qualche sparuto branco di smilodonti.
Con gran
sollievo
collettivo, un sms di Iris confermò che la ragazza stava
bene e
che si stava dirigendo a Lestallum con altri profughi di Insomnia.
Dalla radio appresero inoltre che la capitale era blindata e che si
stavano
cercando i componenti per un governo provvisorio. A Tenebrae invece,
era stata fatta una veglia in onore della prematura dipartita della
Sciamata, mentre ad Altissia in molti si erano radunati a lasciare
fiori
davanti alla vetrina che ospitava il suo futuro abito da sposa. Noctis accolse la
notizia
con una faccia stoica, ma il pugno serrato sul suo ginocchio la diceva
lunga sul suo reale stato d’animo.
-
Dite che
è quello l’avamposto che diceva Cid? –
domandò Prompto, indicando ad un certo punto un gruppo di
edifici che si stagliavano
all’orizzonte.
- La cartina lo
conferma – rispose Selenis ripiegando la mappa.
- Cosa sia andato a fare
in un tumulo proprio non riesco a capirlo
– commentò Noctis con il mento appoggiato al palmo
aperto.
- Ci
sarà sicuramente una spiegazione plausibile –
replicò Ignis svoltando per raggiungere il caseggiato
– deve essere importante per spingerlo a recarsi fino a qui
– aggiunse.
- Sarà
– ribattè atono il principe.
Ignis
parcheggiò tra i confini di quello che sembrava essere
nient'altro che un semplice bivacco.
C’erano
giusto un pugno di edifici, una roulotte, e un banchetto che vendeva lo
stretto
necessario per chi vi si recava. Per il resto il posto rimaneva del
tutto anonimo. Nonostante questo, era parecchia la gente che vi si era
riunita, tutti affiliati alla
corporazione di cacciatori Meldacio, come suggerivano i loro abiti.
La Medalcio era stata fondata con
lo scopo di dare la caccia ai deamon, dai più comuni a
quelli
più ostici, che imperversavano un po’ per tutta
Eos al
calare del sole.
- Cor non si vede
– disse Gladio scendendo dall’auto e guardandosi
intorno.
- Sicuramente ci
sarà qualcuno che saprà dirci dove.. –
Selenis si interruppe a metà della frase.
Non appena i
suoi piedi aveva toccato il suolo, l’anello che portava al
dito le aveva dato una piccola scossa.
- Che succede?
–
Prompto si
avvicinò alla ragazza seguito dagli altri.
- L’anello..-
mormorò lei osservando la pietra liscia che però
non presentava alcuna alterazione.
- L’anello?
– ripetè Noctis confuso.
- È
come se mi stesse indicando qualcosa.. – rispose alzando lo
sguardo verso i suoi amici – non so spiegarvelo bene, ma
è
come se un filo invisibile lo stesse tirando –
spiegò.
- Da quando fa
così? – chiese Ignis.
- Non
ho mai avvertito nulla da quando me lo ha dato mio padre –
raccontò la giovane – Ha dato segni di "vita" solo
dopo che
abbiamo lasciato la capitale – proseguì
– Ah! E ha reagito
anche con quello strano tipo incontrato a Galdin –
- In che senso?
– domandò Gladio studiando la pietra.
- Ha
dato un lampo di luce e quando l’ho rimesso al dito
sembrava… teso, non saprei dirlo in altro modo –
rispose
corrugando la fronte.
- Era di tua madre
vero? –
- Sì, non
ha alcuna parentela con l’anello dei Lucis.. non capisco
– replicò Selenis a Noctis.
- È
probabile che il generale abbia una spiegazione anche per questo
– asserì Prompto inclinando appena la testa con
fare
interrogativo.
- Sì,
può essere – concordò la ragazza.
- Allora
sbrighiamoci a cercarlo – soggiunse Gladio dirigendosi verso
l’edificio più grande che si scoprì
essere una
specie di punto di ritrovo.
L’interno
era
tappezzato di apparecchi radiofonici per le trasmissioni, e il resto
dello spazio era ingombro di tavolini attorno ai quali i cacciatori si
sedevano per pianificare le prossime imprese, o più
semplicemente per
chiacchierare con un birra in mano.
Discosta da
tutti, una donna con i capelli castani sembrava aspettarli.
Monica Elshett, che faceva parte del corpo di guardia di Insomnia, si
fece loro incontro non appena li vide.
- Sue
maestà, sono lieta di vedere che stiate bene – si
inchinò rivolgendosi a Noctis e Selenis.
- Monica dove sono gli
altri? – le domandò Gladio.
- La
maggior parte delle guardie reali non ce l’ha fatta
– rispose la donna
in tono contrito – Siamo riusciti soltanto a portare la
signorina
Iris in salvo fuori città – spiegò
– Dustin
è con lei in questo momento, la sta scortando fino a
Lestallum
–
- Sono davvero in
debito con voi – rispose il ragazzo.
- Cor? –
s'informò Noctis.
- Il
generale vi sta aspettando nel mausoleo reale – disse Monica
– Basta che seguiate questa strada e al bivio giriate a
sinistra
– aggiunse indicando la via sterrata che aggirava il bivacco
dei
cacciatori.
- Grazie, ci andiamo
subito – rispose Ignis.
I ragazzi,
seguendo le indicazione di Monica, si diressero verso la loro meta.
- Mi chiedo come abbia
fatto a scappare dalla capitale – disse Prompto riferendosi
al generale.
-
Beh, non per niente
viene chiamato Cor L’immortale – replicò
Gladio.
- La fortuna aiuta gli
audaci – commentò Noctis con praticità.
- Vorresti
dire che è sopravvissuto a tutte queste battaglia solo per
caso?
– ribattè l’Amicitia scettico
– Come va
l’anello? – aggiunse subito dopo osservando Selenis.
La ragazza
che teneva una mano sopra il gioiello, guardò il compagno.
- La sensazione si fa
più insistente, qualsiasi cosa mi stia indicando ci siamo
vicini – rispose.
- Magari sta puntando
al generale – disse Prompto.
- Mi pare improbabile
– replicò Ignis.
- Beh, adesso lo
scopriremo – commentò Noctis.
Il gruppo
era arrivato al
fondo del sentiero. Due colonne poste ai lati dell'ingresso,
introducevano ad uno
spiazzo, al fondo del quale una struttura a cupola faceva
capolino. Lì,
davanti ad una porta di pietra intarsiata, sostava il generale Cor
Leonis.
- Finalmente, Altezza
– li accolse lui con la solita espressione seria.
- Si può
sapere perché siamo qui? – domandò il
principe squadrando l’uomo.
Selenis si
portò la mano con l’anello al petto, stringendo la
pietra che sembrava ormai vibrare.
- Prima entriamo nel
mausoleo – replicò l’uomo –
Principessa –
Cor si
scostò da davanti la porta, invitandola a procedere.
- Non... capisco
– disse la giovane guardando interdetta l’entrata.
- Speravo che il Re
avesse avuto il tempo di avvisarvi – sospirò
contrito l’uomo.
- Avvisarmi di cosa?
– domandò la ragazza spaesata.
- L’anello
che portate al dito, è l’unico oggetto che
può
aprire le porte dei mausolei reali – spiegò.
Selenis
rimase a fissare scioccata l’uomo.
- Com’è
possibile? – s’intromise Gladio –
Apparteneva alla
madre di Selis, che correlazione può mai esserci?
– aggiunse.
- Questo
non lo so nemmeno io – rispose il generale – Temo
che il Re
fosse l’unico ad avere delle risposte –
asserì.
La
principessa
provò una forte delusione nel sentire quelle parole. Il
mistero
che ruotava attorno a lei si infittiva, e sapere che probabilmente non
avrebbe mai avuto delle risposte non la consolava di certo. Nonostante questo,
si
avvicinò alla porta.
La superficie di pietra non
presentava giunture, solo un foro ovale: perfetto per incastonarci la
sua gemma.
Con
titubanza, Selenis
avvicinò il gioiello all’incavatura. Quando fu a
pochi
centimetri dalla superficie, come se fosse attirato da una calamita
invisibile,
l’anello si incastrò. La porta fu percorsa da una
serpentina di arabeschi iridescenti e alla fine si
aprì. Uno sbuffo di
polvere
uscì dalla cripta assieme all’odore di
umidità e di
polvere. Disorientata, Selenis si ritrasse.
- Stai bene?
– le chiese Ignis.
- Sì
– rispose lei abbassando lo sguardo sulla pietra che sembrava
essersi acquietata di colpo – penso che mi indicasse proprio
il mausoleo – commentò.
- Entriamo –
li esortò Cor, precedendoli all’interno.
La cripta
era rischiarata
solo dalla luce che entrava dalla porta. I muri erano ornati da
statuine appartenenti a dee ormai dimenticate, mentre al centro
dell'impolverato pavimento di marmo,
c’era una tomba del tutto uguale a quelle che ospitavano i
genitori di Selenis.
Tra le mani,
la figura di pietra teneva una spada.
- Per
rispondere alla domanda di prima, Altezza – esordì
il
generale
– siamo qui per il potere dei Re, che trasmigra dagli antichi
sovrani fino a te, in un connubio di anime –
spiegò
passando la mano nell’aria sopra la tomba – Qui
giace
l’anima di un tuo antenato. – sentenziò
–
Reclamarne il potere è tuo diritto e dovere in
quanto re
– concluse l’uomo.
- Re di cosa?
– ribattè a denti stretti Noctis, suscitando lo
stupore dei suoi amici.
- Non
è il momento di mettere in dubbio la tua missione
–
replicò Cor inflessibile – un Re deve proteggere
la sua
gente –
- Ma
c’è chi ha scelto di salvare solo il suo erede
–
sbottò il principe – Era questa la sua missione?
Sacrificare milioni di vite per risparmiare quella del proprio figlio?
– domandò amareggiato.
- Noctis… -
mormorò Selenis affranta.
Capiva bene
i suoi sentimenti, ma vedeva la scelta compiuta dallo zio in una
maniera completamente diversa.
- Per
quanto hai intenzione di farti proteggere? –
ribattè Cor
– Il Re ha affidato a te il ruolo di protettore, non il
contrario
– asserì.
- Affidato
a me? – ripetè Noctis scettico – E non
poteva
dirmelo lui? Invece di salutarmi sorridendo quando l’ho
lasciato!
– alzò la voce aggrappandosi al bordo della tomba
–
Perché.. perché mi ha mentito? – si
chiese.
Selenis gli
appoggiò delicatamente una mano sul braccio, non sapendo con
quali parole consolarlo.
- Quel
giorno non voleva che tu lo ricordassi nel suo ruolo di sovrano
–
riprese Cor – Quando è stato il momento di
separarvi, ha
voluto essere tuo padre – asserì, e quelle parole
calarono
come un macigno sui presenti, sgretolando gli ultimi dubbi del figlio
- Ha sempre creduto in te – continuò il generale
– Sapeva che al momento opportuno saresti stato
all’altezza
del tuo popolo –
- Non mi ha lasciato
scelta... – commentò Noctis alzando la testa e
distendendo una mano sopra la tomba.
La spada,
stretta tra le
dita di pietra dell’antico re, reagì all'istante,
illuminandosi così
tanto da ferire gli occhi. Una proiezione immateriale dell'arma, si
alzò
nell’aria sovrastando i presenti. Rimase immobile per alcuni
secondi, per poi dirigersi
contro Noctis, attraversandolo e sparendo nel suo petto.
Un istante
più tardi riapparve davanti a lui, prendendo a girargli
attorno e rischiarando i
volti dei presenti. A Selenis tornò in mente
l’unica volta
che aveva visto suo zio combattere, la notte che la Lamia li aveva
aggrediti. Si ricordava di quelle armi fulgide che si avventavano
contro il nemico.
- Il
potere dei Re è con voi, Maestà –
sentenziò
Cor mentre la spada spariva senza lasciare traccia – ma
quello
non è l’unico potere che ti è stato
lasciato
– proseguì il generale – Ci sono altri
mausolei che
custodiscono altrettante armi. Di alcuni di essi ci è nota
la
locazione, ma di altri dovrete affidarvi all’anello della
principessa – spiegò.
- Immagino che
farà così ogni volta che ci avvicineremo ad uno
di essi – disse Selenis
accarezzando la pietra.
- Infatti e vi
consiglio di farci molta attenzione – assentì
l’uomo.
- Non ci resta che
metterci in marcia – asserì Gladio.
- Prima
avrei bisogno che mi aiutaste – intervenne Cor –
Gli
Imperiali stanno costruendo una base lungo la strada occidentale di
Duscae - spiegò – se dovessero riuscirci
perderemmo
l’accesso a quei territori e ai relativi mausolei
–
- Allora
sarà meglio andare – commentò Noctis
– Non aspetteranno di certo i nostri comodi –
aggiunse.
- No, per l'appunto
– assentì il militare.
- Generale
Cor aspettate! – lo bloccò Selenis –
Devo sapere una
cosa.. - proseguì quando ebbe l’attenzione
dell’uomo
– In città.. c’era un Kingsglave, un
ragazzo di nome
Nyx Ulrich. Penso che sia stato coinvolto negli scontri… -
disse.
Cor stava
aprendo la bocca per risponderle quando un latrato li interruppe.
La ragazza
si
voltò verso l’entrata. Seduta sulla soglia, la
gemella dal pelo candido di Umbra, reclamava
la loro attenzione.
- Pryna! –
esclamò Selenis avvicinandosi.
L’animale
abbaiò ancora una volta, abbassando la testa. Selenis
potè così notare che trasportava qualcosa; un
involto
saldamente legato alla schiena. La ragazza lo slacciò e
aprì il drappo scuro. Il
cuore le balzò subito in gola. Avrebbe riconosciuto
quell'arma
ovunque...
Uno dei Kukri di Nyx brillava alla fioca luce della cripta,
assieme ad esso c'era una busta con il suo nome vergato sul
frontespizio.
Selenis cercò di aprirla, ma la mano le tremava talmente
tanto da non
permetterle di riuscirci.
- Posso? –
La
principessa alzò lo sguardo spaesato su Ignis.
- Sì
– mormorò, lasciando che prendesse la lettera.
Il ragazzo
la
aprì, ritrovandosi in mano un volantino stropicciato. La
parte
bianca era fittamente scritta con una grafia dettata da una grande
fretta. Ignis fece per restituirlo all'amica, ma lei scosse la testa.
- Non credo... di
riuscirci – gli disse con voce spezzata – leggila
tu, ti prego –
Ignis
annuì e poi lesse ad alta voce.
“Ho
poco tempo, ma basterà. Non pensare più alla tua
vendetta, me ne sto per occupare io, e smetti di inseguire la prossima.
Sei forte Selis, molto più di quanto tu
possa immaginare. Usa questa forza per proteggere le persone che ami!
Non seguire il mio esempio!
Ti affido il mio Kukri, penso che tu te lo
sia meritato. Mi hai dato parecchio filo da torcere l'altra mattina
anche se non volevo ammetterlo! L’altro
purtroppo è andato perso, ma sono sicuro che anche di uno
solo
ne saprai fare buon uso.
Arriveranno tempi duri, ma tu sei una guerriera, lo so fin dal primo
giorno che ti ho conosciuta.
Mi sarebbe piaciuto
allenarmi ancora con
te.
Vai avanti Chocobo girl!
Nyx.”
Le ultime
parole della lettera rimbombarono tra le pareti di roccia
della cripta.
-
Vendetta? - domandò confuso Prompto.
- Da
quello che so, il comandante Drautos in realtà faceva il
doppio
gioco in favore di Nifelheim – spiegò Cor.
- Cosa?! –
esclamò Noctis allibito.
- Non sono riuscito ad
avere i dettagli, ma pare che fosse lui a celarsi dietro il generale
Glauca – disse l’uomo.
Ora aveva
tutto terribilmente senso...
L’uomo, oggetto
per tanti anni dell’ira di Selenis, altri non era che il
comandante che aveva preso
il posto dello stesso Revis trucidato anni prima.
I
ragazzi guardarono la giovane che, con il capo chino sul petto,
stringeva tra le mani l’elsa del suo nuovo pugnale.
Le
spalle le tremavano vistosamente
e sembrava sul punto di scoppiare a piangere, ma quando alzò
la
testa il suo sguardo era di ghiaccio. La giovane si voltò
verso
Noctis, avvicinandosi a lui.
Quando gli fu davanti si inchinò,
appoggiando un ginocchio a terra e stendendo la mano che teneva il
Kukri davanti a sé.
- Io,
Selenis Lucis Caelum, qui,
davanti alla tomba di uno degli Antichi, giuro fedeltà al
nuovo
Re di Insomnia – esordì con voce autorevole
–
Dichiaro quindi guerra all’Impero di Nifelheim, suo nemico, e
mi impegno ad
aiutare il legittimo sovrano a riavere il trono che
gli spetta di diritto – asserì, per poi alzare lo
sguardo
su Noctis – Dovesse anche costarmi la vita ti
proteggerò,
proteggerò tutti voi! – aggiunse con gli occhi che
scintillavano di determinazione.
Gladio
osservava la
ragazza, stupito e orgoglioso. Pensava che la notizia della morte del
suo amico l’avesse messa in ginocchio e invece lei si era
rialzata più forte di prima, nonostante la sofferenza fosse
benl
leggibile nei suoi occhi verdi.
- Ci riprenderemo
ciò che è nostro – rispose Noctis con
voce ferma.
- Tuo padre faceva
bene ad essere orgoglioso di te – disse Cor alla giovane
mentre si alzava.
- Ho anche io un
compito da assolvere – replicò lei
accarezzando col pollice l’incisione sul manico del Kukri.
C’era
scritto
Galad, la
città di
origine di Nyx. Erano ormai passati diversi anni da quando il ragazzo
le aveva raccontato che i suoi due pugnali erano stati fabbricati in
due
diversi luoghi: Insomnia e Galad.
- A tal proposito
sarà meglio sbrigarsi – concordò Cor
uscendo fuori alla luce del sole.
- Come procediamo?
– domandò Ignis.
- Abbiamo
scoperto un accesso secondario alla base – spiegò
il
generale dirigendosi verso il bivacco dei cacciatori – Datemi
la
mappa – disse arrestandosi per un momento –
L’ingresso è qui – asserì
puntando
l’indice vicino alla linea di confine – La base
copre tutta
quest’area – continuò facendo un segno
circolare
sulla zona – Iniziate a recarvi lì, io vi
raggiungo non
appena avrò parlato con Monica – concluse
restituendo la
cartina ai ragazzi.
- D’accordo
– confermò Noctis - a dopo –
Il gruppo
recuperò così la Regalia per dirigersi al
confine.
L’ingresso
indicatogli da Cor risultò essere uno stretto passaggio tra
due
pareti di roccia, che facevano da accesso naturale alla struttura di
quella che sarebbe stata la futura base Imperiale.
- Ora
non ci resta che aspettare il generale – commentò
Prompto –
A dirla tutta sono un po’ emozionato a trovarmi di fronte a
lui, è
praticamente una leggenda! – aggiunse eccitato.
- È il caso
di dire che la sua fama lo precede – commentò
Ignis appoggiato alla parete della conca.
- Ehi –
Selenis
voltò la testa smettendo di seguire la conversazione, per
trovare gli occhi blu di Noctis a scrutarla.
- Ehi –
rispose mentre lui si sedeva sulla roccia che la ragazza aveva
occupato.
- Mi
dispiace per il tuo amico – esordì il principe
– mi
sarebbe piaciuto conoscerlo – aggiunse alzando gli occhi
verso il
cielo limpido.
- Penso
che ti sarebbe stato simpatico – replicò Selenis
con un sorriso
mesto – Ti raccomanda di regnare bene –
- Mh? –
Noctis la guardò senza capire.
- Lo
avevo visto sai? Il primo giorno che l’ho incontrato..
– disse
lei con gli occhi velati dal passato – Avevo visto la sua
morte..
ma ero piccola, non lo avevo capito e ho finito per dimenticarmene
–
confessò incrociando le dita delle mani e afferrandosi un
ginocchio - Le sue ultime parole, nella mia visione, erano
state
“Regna bene, giovane Re” –
- Non
so come tu faccia a sopportare così bene questo peso
– disse dopo un attimo Noctis, puntando lo sguardo
sull’erba
ai suoi piedi.
- L’ho
detto anche a Ignis, è solo merito vostro –
rispose Selenis
– Da sola sarei crollata già da un pezzo e penso
che sia
lo stesso per te, no? – aggiunse con un sorriso.
- Già
– confermò il principe restituendoglielo.
- Non riesco ancora a
realizzare che Dautros fosse Glauca – mormorò la
ragazza tornando seria.
- Un solo uomo
è riuscito a disfarsi di entrambi i fratelli.. –
commentò il giovane.
- Ho
desiderato di ucciderlo per tutto questo tempo ed è stato
sempre
sotto il mio naso a darmi ordini dal posto di mio padre
– ringhiò Selenis tra i denti.
- Adesso non devi
più pensarci – replicò Noctis.
- No..
– concordò la principessa –
Sai? Ho sempre voluto le armi di
Nyx, ma non avrei mai pensato che veder esaudito questo mio desiderio
mi rendesse così triste –
- Dovresti essere
orgogliosa del fatto che te lo abbia affidato –
ribattè il ragazzo.
- E
tu dovresti essere orgoglioso del fatto che tuo padre ti abbia affidato
il compito di salvare tutti noi – commentò la
principessa.
- Touchè
– sospirò con un sorriso Noctis.
- Comunque io non
penso di passarci –
I due
ragazzi si concentrarono su Gladio che stava studiando la stretta
apertura decisamente scettico.
- Colpa dei tuoi
muscoli, dovevi allenarti di meno – replicò
Prompto.
- Per essere pelle e
ossa come te? No grazie – ghignò
l’Amicitia.
- Tranquilli, nessuno
dei due ci dovrà passare –
Il gruppo si
voltò verso Cor appena sopraggiunto.
- Generale –
lo salutò Ignis.
- Cosa intendi?
– chiese Noctis avvicinandosi a lui assieme alla cugina.
- Che
io e te ci infiltreremo passando di qui – rispose Cor
–
mentre gli altri dovranno creare un diversivo passando
dall’ingresso principale, così facendo li
prenderemo tra
due fuochi - spiegò.
- Mi sembra un buon
piano – concordò Selenis.
Noctis la
guardò per un istante, poi sospirò.
- D’accordo
allora, fate attenzione – si raccomandò seguendo
Cor.
- Sì, e tu
fagli vedere i sorci verdi! – replicò Gladio.
- Ci vediamo
dall’altra parte! – lo salutò Prompto.
Il principe
ben presto sparì nella sottile apertura e i quattro ragazzi
rimasero soli.
- È il caso
anche per noi di muoverci – disse Ignis.
- Andiamo –
assentì Gladio.
Il gruppo
aggirò la neo base, che per ora non era
nient’altro che un gruppo di edifici fatiscenti.
- Non riesco a vedere
quanti nemici ci sono –
Gladio
tornò ad
inginocchiarsi in mezzo ai suoi amici dopo aver dato
un’occhiata
oltre il riparo dietro al quale si erano rifugiati.
- Potrei
usare quel palo – rimuginò Selenis indicando un
traliccio
dell’alta tensione poco distante da lì –
Se mi
proietto posso avere una visione più chiara dei nemici senza
che loro vedano me –
- Sei sicura?
– domandò Ignis valutando – E' una
distanza considerevole – aggiunse.
- Sicurissima, ora non
ho più problemi – rispose lei afferrando
saldamente il Kukri.
- Allora ci affidiamo
a te – assentì Gladio.
- Buona fortuna!
– le augurò Prompto.
La
principessa sorrise ai suoi amici, poi cambiò riparo per
avvicinarsi ulteriormente al suo bersaglio.
Quando fu
nel punto
giusto si alzò in piedi, prese la mira e tirato indietro il
braccio, lanciò l’arma. Il pugnale fendette
l’aria
con un sibilo, diretto alla parte più alta del traliccio. Un secondo dopo,
Selenis si
ritrovò sospesa ad un ventina di metri da terra, aggrappata
saldamente al Kukri.
Una volta posizionatasi sulla struttura di metallo
guardò in basso. La strada si
interrompeva
bruscamente contro la spessa porta di metallo che chiudeva i confini
delle due regioni. Davanti ad essa, una decina di Imperiali
passeggiavano
avanti e indietro. Quando fu sicura che non ce ne fossero altri,
Selenis
si proiettò nuovamente a terra e raggiunse i suoi amici.
- Wow Selis!
– esordì Prompto quando si unì a loro
– Sei stata grande! – esultò.
- Com’è
la situazione? – le chiese Gladio.
- Ci
sono una decina di soldati Magitek della fanteria leggera a fare la
guardia – rispose – per fortuna niente cecchini
–
aggiunse.
- Bene questo cambia
tutto – commentò Ignis da dietro il riflesso dei
suoi occhiali.
- Come pensi di
procedere allora? – domandò Prompto.
- Attacchiamo
– rispose semplicemente il ragazzo.
- Tutto qui?
–
- Mi piace!
– replicò invece Gladio.
- Il
nostro unico compito è fare da diversivo –
spiegò
Ignis – non serve andarci cauti, e comunque non con un numero
così esiguo di nemici –
- Le classiche botte
da orbi – sorrise Selenis alzandosi.
- Ehi! Non cercare di
farli fuori tutti tu! – la ammonì Gladio andandole
dietro.
- No
ma fate pure voi due... – disse Prompto mentre la prima
sventagliata
di colpi di arma da fuoco veniva indirizzata loro contro.
- Non è
colpa mia se tu non puoi proiettarti – replicò
Selenis alzando sollevando una mano.
La barriera
che ne scaturì e che avvolse il gruppo, rintoccò
dei proiettili che le rimbalzarono contro.
- Voi
Lucis e la vostra magia... – borbottò Gladio
lanciandosi
assieme ad Ignis contro il nemico che si faceva loro incontro.
- Tutta invidia!
– rise la principessa, inserendosi nello scontro assieme a
Prompto.
Nel giro di
un quarto
d’ora la zona antistante la porta era stata ripulita. I
cadaveri
fumanti dei nemici formavano un tappeto chiazzato
sull’asfalto
rovente della tangenziale.
- Parapapa
papparà! – canticchiò Prompto.
- Sembra che tu ti
stia divertendo – commentò Gladio facendosi
scrocchiare il collo.
- Sei
migliorato molto, vero Iggy? – si complimentò
Selenis,
aprendo e chiudendo una mano per sciogliere i muscoli contratti.
- Sì, una
volta tanto devo ammettere che è così –
assentì il ragazzo.
- Cosa intendi per una
volta tanto!? – saltò su Prompto.
Le sue
proteste vennero
interrotte dall’aprirsi della porta sul confine. Dietro di
essa
apparvero Noctis e Cor.
- Avete avuto
problemi? – domandò loro il principe.
- No,
tutto liscio come l’olio! – rispose Gladio
– Gli
Imperiali non riuscivano a toglierci gli occhi di dosso –
aggiunse con un ghigno.
- Grazie per
l’azione diversiva – disse Cor.
- Fermi dove siete!
–
Il gruppo di
amici si voltò per vedere in arrivo una delle solite
aereonavi che trasportavano la fanteria magitek.
- Cosa
c’è adesso? – piagnucolò
Prompto.
- Guarda
guarda – proseguì la voce all’alto
parlante –
Cor l’immortale! A quanto pare sei uscito tutto intero da
palazzo
– commentò con scherno – ma non
sopravvivrai a
quello che ho in serbo per te. È ora che la tua leggenda
volga
al termine! – sentenziò.
- Ma
questo chi diamine è? – sospirò Selenis
mentre
davanti a loro la nave apriva il portellone per far apparire un
blindato.
- Chiunque sia
è ben attrezzato – commentò Gladio
facendo riapparire la sua spada.
- Loqi
– replicò Cor, katana alla mano – Uno
dei generali
sotto il comando Imperiale – spiegò mentre la
macchina
atterrava davanti a loro scuotendo il suolo.
- Noct
– reclamò l’attenzione del principe
l’Amicitia
– mentre noi lo distraiamo tu lancia una magia di tuono,
dovrebbe
bastare per metterlo fuori gioco il tempo necessario per farlo crollare
– disse.
- Non penso che
sarà così semplice – ribattè
Cor osservando il blindato avanzare a passi pesanti.
- Tentar
non nuoce.. - commentò Selenis – Ma
perché si è fermato?
– domandò guardando confusa il mezzo.
La macchina
si era
arrestata ad una decina di metri da loro, apparentemente senza motivo,
finchè alle sue spalle non comparve uno scompartimento
metallico che aprendosi, mostrò una fila
ordinata di razzi.
- Oh dai, dimmi che
stai scherzando!!! – gridò Prompto proprio mentre
i missili venivano lanciati.
- Restate uniti!
– urlò Selenis portando entrambe le mani in avanti
ed evocando una barriera.
L’impatto
e la
deflagrazione furono pesantissimi. La principessa si ritrovò
in
ginocchio nel tentativo di reggere l’esplosione.
- State bene?
– domandò madida di sudore quando l'attacco
terminò.
- Sì,
tu? - replicò Ignis.
- Un po’ a
corto di energie, ho bisogno di qualche istante per riprendermi
– rispose lei.
- Vostra altezza,
restate con Sua grazia e tenetevi pronto – disse Cor
rivolgendosi a Noctis.
- Cosa intendi fare?
– chiese il principe.
- Lo
capirete – rispose sibillino il generale – Voi
altri con
me, ho bisogno che distraiate Loqi – disse poi rivolgendosi a
Gladio, Ignis e Prompto.
- Conti su di noi
signore – replicò il ragazzo biondo con orgoglio.
- Che
diavolo avrà in mente? – mormorò
Selenis cercando di
riprendere fiato mentre il gruppo partiva all’assalto.
- Non ne ho la minima
idea – rispose Noctis.
C’era
da dire che
per quanto pericoloso e potente potesse essere il blindato, i suoi
movimenti erano limitati e decisamente lenti. Faticava chiaramente a
stare dietro ai colpi precisi di
Ignis, a quelli potenti di Gladio e alle raffiche di proiettili di
Prompto.
Cor, nel
frattempo, si era
portato alle spalle della macchina. Sembrò studiare per un
momento la situazione e poi, estratta la sua katana, diede un unico
fendente apparentemente nel vuoto. Dopo qualche istante
però, un
liquido nero iniziò a colare abbondantemente per terra,
allargandosi a macchia d’olio sulla strada.
Un pungente odore di
carburante colpì le narici dei due principi rimasti
indietro.
- Ho capito!
– esclamò Noctis armandosi di un’ampolla
magica.
Imprigionate
dentro di essa, una miriade di fiamme si scatenavano.
- Via di
lì! – urlò Selenis.
I ragazzi
intuirono subito il pericolo e retrocedettero.
- È inutile
che fuggiate! – rise Loqi all’interno del mezzo.
- Sua Altezza, ora!-
gridò Cor.
Noctis prese
per bene la
mira e lanciò il contenitore di cristallo. Quello descrisse
un
ampio cerchio in aria per poi spaccarsi al suolo, esattamente nel punto
in cui
iniziava la macchia di benzina.
L’esplosione
fu
immensa e il calore che ne scaturì costrinse gli amici a
ripararsi come meglio potevano. Qualche istante dopo, quando il fumo si
fu leggermente diradato, la carcassa divelta del blindato faceva bella
mostra di sé ormai inerme in mezzo al cherosene in
fiamme. L’abitacolo era aperto, ma del suo occupante non
c’erano tracce.
- Siamo stati grandi!
– esclamò Prompto su di giri come al solito.
- Notevole
– concordò Cor – Ora che vi ho visti
combattere non
ho più motivo di preoccuparmi – disse –
tornerò a tenere d’occhio gli Imperiali. Fino al
nostro
prossimo incontro abbiate cura di voi – aggiunse voltandosi
verso
la macchina che era appena sopraggiunta guidata da Monica.
- Anche tu –
rispose Noctis guardandolo salite sul mezzo.
- Ok, ora che si fa?
– chiese Selenis stiracchiandosi.
- Sarebbe meglio
accamparci, tra poco farà buio – disse Ignis
– Vado a recuperare la Regalia – aggiunse.
- Ok –
concordò Noctis sbadigliando.
Cinque
minuti dopo, il
ragazzo ritornò con la loro auto. Gli ultimi raggi della
sera
filtravano tra i muri cadenti dell’ex nuova base Imperiale,
illuminando
i resti carbonizzati del blindato e specchiandosi sulla carrozzeria
lucente della Regalia.
- Non
è poi così male se ci si abitua –
commentò
Gladio mentre procedevano a passo d’uomo a fianco
dell’auto.
- Però
abbiamo un sacco di cosa da scoprire ancora –
replicò Prompto.
- E un sacco di cose
da fare – aggiunse Ignis al posto di guida.
- Però
direi che si siamo meritati un po’ di riposo per oggi
–
disse Selenis seduta sulla fiancata all’esterno
dell’auto.
- Pensavo
ad una cosa.. – proseguì Prompto – se
Pryna è
ancora in circolazione potrebbe voler dire che anche Lunafreya..
– osservò lasciando la frase in sospeso.
- Può
essere – rispose Noctis – ma dobbiamo avere
informazioni più certe – aggiunse.
- Pryna
e Umbra si sono sempre divisi il compito di portarci le lettere di Luna
– raccontò Selenis osservando l’asfalto
procedere
lento sotto di lei – Pryna per me e Umbra per Noct
–
- Sembra un vita fa
– sospirò il principe.
- Già
– concordò lei – Domani direzione
Lestallum quindi? – s’informò.
-
Direi proprio di
sì – rispose Ignis.
Il loro
viaggio era appena all’inizio.
Campeggio dell'autrice:
Buon torrido venerdì a tutti!
Nonostante il caldo da "sono entrati in camera mia due Hobbit e ci
hanno buttato l'anello" sono riuscita a finire il capitolo!
Ma guarda un pò chi è arrivato! Cor, il nostro
soldato
tutto d'un pezzo, che sparisce nel giro di due missioni per non
riapparire praticamente mai più! Va bene che c'è
stato
Episode Gladio, però mi sembra proprio poco sfruttato...
Il nostro generale comunque porta ben due novità: le armi
ancestrali di Noctis e l'anello chiave di Selenis. Quest'ultima
informazione apre altri quesiti sulle origini del gioiello... che
però ancora non hanno trovato risposte (siate fiduciosi
arriveranno). Per la ragazza questa scoperta è stata fonte
di
turbamento, e lo è stata ancora di più la lettera
di Nyx.
Forse ho un pò forzato gli eventi inserendo questa parte, ma
volevo riservargli ancora un piccolo spazio. Senza contare che mi
sembrava giusto far sapere di Drautos, visto che secondo me
è
una di quelle cose che fanno parte dei buchi di trama ^^" Della serie
Nyx si è immolato e nessuno lo sa ^^"
Nonostante questo, Selenis è ancora più
agguerrita di
prima, anche se, prima o poi, avrà anche lei il suo momento
di
cedimento... ma ne riparleremo più avanti!
I ragazzi sono adesso diretti a Lestallum, ma quali peripezie
troveranno prima di raggiungerla?
Un ringraziamento sentito ai Lettori,
alle mie recensiste
e a coloro che mi hanno messa tra le fic seguite e preferite!
Baci,
Marta
|
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Capitolo 18 *** 17. Vecchi nemici ***
17
“Che
splendore… il mio cristallo”
Selenis
aprì gli occhi di scatto drizzando la testa.
-
Dove siamo? – chiese leggermente intontita.
Il gruppo
era ripartito
quella mattina all’alba in direzione Lestallum. Entrando nel
territorio di Duscae il paesaggio era radicalmente cambiato rispetto a
quello di
Leide. Le immense distese quasi desertiche, avevano lasciato lo
spazio a lussureggianti praterie e boschi di conifere. La regione era
famosa anche per le paludi di Alstor, che ne occupavano la parte
centrale.
- In
vista della faglia di Cauthless – rispose Prompto girandosi
sul
sedile per guardarla – Stai bene? –
domandò poi, notando il pallore della giovane.
- Ho sognato qualcosa
– rispose stancamente Selenis.
- Di che tipo?
– chiese Gladio seduto al suo fianco.
- Qualcuno si vantava
del Cristallo.. e penso proprio si riferisse al nostro
– replicò.
- L’importante
è che non sia qualche catastrofe imminente –
ribattè Noctis.
- Per
ora non direi - rispose la ragazza - Certo che è davvero
magnifica – aggiunse puntando lo sguardo sulla faglia che
sembrava una lama infuocata protesa a fendere il cielo.
- Fermiamoci a fare
una foto! – propose il ragazzo biondo tirando fuori in un
nano secondo la sua macchina.
- Che ne dici Noct?
– domandò Ignis.
- Ma sì,
perche no? – replicò il principe con una scrollata
di spalle e un sorriso.
Il loro
autista mise la
freccia a si accostò al bordo della strada, parcheggiando
l’auto in modo che non desse fastidio alle altre vetture.
Il panorama
era davvero
mozzafiato. La faglia di Cauthless era tutto ciò che restava
di un enorme
meteorite iridescente che spuntava dal fondo di un cratere.
Lì
sotto, l’Immane, uno dei Siderei, lo reggeva da quando ne
aveva
arrestato la caduta impedendogli così di distruggere Eos. O
almeno quelli erano i racconti con cui tutti i bambini erano
cresciuti. Qualunque fosse la verità,
l’impatto aveva creato delle vere e proprie creste di roccia
che
facevano da contorno al cratere in un quadro che risultava armonioso.
Il meteorite si accendeva di blu e di rosso quando era particolarmente
attivo, rendendolo un’ottima fonte di energia. Energia che
veniva
usata dalla famosa l’azienda con sede a Lestallum e che si
occupava
di fornire elettricità a tutte le regioni.
- Forza,
tutti in posa! – ordinò Prompto dopo aver
assicurato la
fotocamera al suo piedistallo ed impostato la modalità
autoscatto.
I ragazzi si
strinsero davanti all’obbiettivo sorridendo per immortalare
il momento.
- Perfetto!
– disse il pistolero quando la foto fu scattata.
In quel
momento, il cellulare di Noctis si mise a squillare.
- Iris? –
rispose.
La sorella
di Gladio, a
quanto pareva, aveva deciso di farsi sentire. Anche Selenis
tirò
fuori il suo telefono, più per abitudine che per altro, e
nel
farlo aprì il menù dei messaggi. L’ultima
conversazione avuta con Nyx era ancora lì, a dolorosa
testimonianza che tutto ciò che era accaduto non faceva
parte di un altro mondo.
- Iris è a
Lestallum, ha detto che ci aspetta lì e di avvisarla quando
arriveremo –
- Ma pensa te! Invece
di chiamare il suo fratellone! –
- E di me ti ha
chiesto? Eh? -
Selenis
quasi non sentì quello che Noctis rispose; la conversazione
dei suoi compagni di viaggio si era fatta distante.
Improvvisamente,
l’idea di non poter più rivedere il suo amico
divenne
quasi intollerabile. La ragazza si voltò verso il panorama
alle
sue spalle e alzò il braccio che reggeva il telefono, ma
qualcuno glielo afferrò.
- Te ne pentiresti
–
La
principessa alzò gli
occhi lucidi su Gladio. Si rese conto di avere il
fiato corto e il cuore che le scoppiava nel petto. L’immagine
sorridente di Nyx sembrava stampata a fuoco nella sua mente.
- Io…
- mormorò abbassando la mano – scusatemi
– disse ai
suoi amici, che avevano smesso di parlare tra di loro e la fissavano
preoccupati.
- Non devi scusarti
– intervenne Noctis.
La cugina lo
guardò.
- Invece dovrei... a
partire da te Noct – rispose facendo alzare il sopracciglio
del ragazzo.
- E di cosa?
– chiese lui.
- Per..-
Il rombo
famigliare di un motore Magitek interruppe la sua replica.
- Là!
– esclamò Prompto puntando l'indice verso
l’alto.
Dalla
collina adiacente
spuntò un’areonave che, superatili,
cominciò la sua
discesa qualche chilometro più ad ovest.
- Sembra che stia
atterrando proprio sulla strada – commentò Ignis
oscurandosi.
- Meglio andare a dare
un’occhiata – disse Gladio.
Ripresa la
strada, i
ragazzi si avvicinarono al punto in cui il mezzo Imperiale doveva
essersi fermato. Una volta parcheggiata la Regalia in sicurezza, il
gruppo si arrampicò sul costone di roccia che fiancheggiava
il
largo assetto del fiume. Da quella posizione elevata poterono
constatare che i loro timori erano del tutto fondati. Il velivolo si
era fermato
proprio in mezzo alla strada, ostruendone il passaggio. Un folto
schieramento di fanteria Magitek era già pronto ad
accoglierli.
- Sono
decisamente di più rispetto alle altre volte –
commentò Prompto osservando il piccolo esercito immobile.
- Fare breccia non
sarà una passeggiata – disse Ignis.
- Merda –
sbottò Noctis – proprio qui si dovevano mettere
–
- Pare che siano
allerta – osservò Gladio.
- Non abbiamo altra
scelta che passare di qui eh? – sospirò Prompto.
- Temo
di sì – rispose Selenis ritirando la cartina che
aveva
usato per cercare un percorso alternativo – Se cambiassimo
strada ci impiegheremmo giorni ad arrivare a Lestallum –
sentenziò.
- Che dite allora? Si
balla? – propose Noctis.
- Per me sì
– rispose Gladio.
- Allora diamoci
dentro! – esclamò il ragazzo biondo.
- Diamoci
dentro un corno – lo frenò Ignis – Ci
serve una
strategia – asserì – Noct, tu e Selis
scatenatevi fin da
subito e fatene fuori la metà. Potete farci da diversivo?
– domandò ai due cugini.
- Ricevuto –
assentì il principe.
- Agli ordini!
– soggiunse la principessa.
I due
ragazzi si alzarono, e un secondo dopo si proiettarono nel bel mezzo
dello schieramento.
Prima che i
soldati potessero attivarsi, quattro unità erano
già state distrutte. Noctis e Selenis, in
perfetta sincronia, si alternavano parando e colpendo a turno.
Le
truppe vennero ulteriormente decimate quando dalle retrovie
arrivò il resto del loro gruppo.
- Iggy! –
chiamò Selenis.
- Ci sono –
rispose l’amico.
Assieme, i
due amici si
diressero
verso uno dei Magitek.
La principessa si abbassò, dirottando il colpo indirizzato
ad
Ignis che potè così affondare il proprio pugnale
nel
cranio metallico del
nemico facendolo crollare a terra.
In un flusso
di
continuità, Selenis si avventò sul secondo
lanciandogli il
Kukri alla gola. La principessa, alzò poi la mano per
afferrare al volo uno dei pugnali
scagliati da Ignis e con quello in mano, si proiettò alle
spalle
di un terzo soldato trapassandolo da parte a parte.
- Vai così!
– gongolò posizionandosi schiena contro schiena
con l’amico.
- Impeccabili
– commentò Ignis.
Ovviamente
anche gli altri si
stavano dando parecchio da fare. Noctis aveva appena sferrato un
rondò
che aveva atterrato diversi nemici, mentre Gladio e Prompto si
dividevano tra colpi di spada e proiettili.
Ad un certo
punto, un rumore improvviso mise
in allarme Selenis che innalzò una barriera a
cupola da una parte all’altra della strada. Su di essa si
abbattè una raffica di mitragliatrice che di sicuro non
poteva essere opera dei soldati di fanteria.
- Chi diavolo?!
– abuffò infastidito Gladio.
Una seconda
areonave aveva fatto la sua apparizione in campo; fermandosi dietro di
loro.
- Cosa? Una trappola?
– disse preoccupato Prompto.
Dal mezzo
piombò a
terra l’ennesima squadra di Magitek, seguita a ruota da un
grosso
container di metallo. La struttura cadde sulla strada facendo tremare
la terra e alzando una densa nube di polvere.
- Ahh! –
Selenis serrò i denti e strinse la mano con l'anello, che le
aveva appena trasmesso una fitta dolorosa.
- Che succede?
– le domandò Ignis ancora di fianco a lei.
- Non lo so...
– rispose la ragazza.
Proprio in
quell’istante il box si aprì, e
dall’apertura si riversò in strada una strana
massa.
- No, non è
possibile,,, – mormorò attonita la principessa.
Purtroppo il
suo timore
era legittimo. Da quelle che si rivelarono spire di serpente, si erse
il
torso di una donna dai capelli verdi e dalle innumerevoli braccia. Una
cicatrice le sfregiava il volto, laddove la spada
di Re Regis l’aveva colpita dodici anni prima.
- Quella
è… - mormorò Ignis.
- Già…
- ringhiò Noctis – La riconoscerei
ovunque… -
- Che
cos’è? – domandò Prompto
confuso.
- Quella
è una Lamia... - rispose Selenis, il pugno stretto in uno
spasmo
doloroso attorno all’impugnatura del coltello.
- Una Lamia?
– ripetè il ragazzo senza capire.
- È il
mostro che ha quasi ucciso Noct e Selis molti anni fa –
spiegò Ignis.
Il viso di
Gladio si indurì istantaneamente. Selenis gliene aveva
parlato quando si erano conosciuti, e
già allora aveva visto con quanta paura ricordasse
quell’evento. Il pensiero che potesse accadere di nuovo lo
fece
infuriare.
La
principessa,
d’altro canto, guardava Noctis fermo a qualche metro da lei,
perfettamente immobile. Sapeva quali sentimenti si stessero agitando in
lui in
quel momento, e fu con un secondo di ritardo che capì le sue
intenzioni.
- Noct! –
esclamò, allungando una mano per afferrarlo.
Il suo pugno
però si chiuse sull’aria. Il principe, con un
grido, si lanciò a capofitto contro il mostro.
Il primo
attaccò fu però facilmente parato dalla Lamia,
che rispose con violenza mancando di poco il ragazzo caduto a terra.
Nel
frattempo, i rinforzi Magitek avevano ripreso l’assalto
concentrandosi sui quattro amici rimasti indietro.
- Gladio!
– gridò Selenis mentre respingeva uno dei soldati
–
Riesci ad aprirmi un varco? Devo raggiungere Noct! – disse
mentre
quello veniva perforato da un proiettile di
Prompto.
- Certo! –
ruggì l'Amicitia in risposta.
Il ragazzo
le si parò davanti, e con lo spadone fece un mezzo giro su
sé stesso. La spazzata sortì l’effetto
desiderato:
i nemici caddero a terra liberando loro il campo.
Selenis,
afferrato il Kukri per la lama, lo lanciò in avanti
proiettandosi così di fianco a Noctis.
La Lamia
reagì alla nuova arrivata con un ringhio feroce.
- Non pensavo che
avrei rivisto questo stupido serpente – disse il cugino.
- Siamo in due...
– concordò la giovane – Però
dobbiamo elaborare una strategia.. Noct! –
Non aveva
avuto il tempo
di finire la frase, che il principe si era già lanciato
contro il
mostro. Quest’ultimo parò nuovamente
l’attacco rivoltogli, per poi mettersi a girare
vorticosamente su sé
stesso. La coda finì per urtare contro il container che lo
aveva ospitato,
disintegrando al contempo un gruppo di Magitek che erano lì
vicini.
- È fuori
controllo! – gridò Prompto spaventato.
- Noct, ritiriamoci
per ora! – consigliò Gladio.
- Nemmeno
il Re è riuscito a sconfiggerlo! - gli fece eco
Ignis
– Ora non hai la minima possibilità di…
-
- Sta
zitto! – urlò Noctis in preda alla collera
– Le cose
ora sono diverse – aggiunse caricando il prossimo fendente.
-
Così ti farai ammazzare! –
esclamò Selenis affiancandolo.
Entrambi i
loro colpi
vennero
fermati e respinti. Noctis cadde di schiena, mentre la principessa
venne sbalzata di diversi metri sull'asflato. L'unica cosa che gli
evitò dall’essere letteralmente
fatti a pezzi dalle lame che il mostro brandiva, fu il tempestivo
intervento dei loro amici che, con un’azione combinata,
riuscirono ad arrestarlo. Purtroppo, quella
mossa contribuì solamente a far infuriare ancora di
più il Deamon.
- State bene?
– domandò Ignis parandosi davanti a loro.
- Dobbiamo ritirarci
– disse Prompto aiutando Noctis ad alzarsi.
- Levatevi!
– ribattè però il principe scostandosi
– Lo
ammazzo! – esclamò buttandosi di nuovo nella
mischia.
- Noctis! –
gridò Selenis.
Con una
mossa fulminea si
proiettò davanti a lui,
riuscendo a deviare il colpo successivo che la Lamia gli aveva
indirizzato.
In un
turbinio di spade
che cozzavano tra di loro, i due cugini cercarono di tenere testa al
mostro, che però risultò essere ancora troppo
potente.
Con un
fendente ben
assestato, il Deamon spezzò la guardia del principe
facendolo
precipitare nel letto del fiume che costeggiava la strada, mentre con
la coda urtò violentemente Selenis, che cadde rovinosamente
sull'asfalto.
Il mondo si
colorò
di un’esplosione di puntini neri. La
ragazza tossì violentemente avvertendo un forte bruciore al
braccio sinistro.
- Selis! –
L’urlo
di Gladio le
fece riaprire gli occhi. La giovane sbattè le palpebre
cacciando
le lacrime dovute al dolore e alla polvere, poi guardò in
su.
La Lamia,
poco più in là festeggiava il suo trionfo, e
quella vista la fece imbestialire.
Richiamando
a sé
un’alabarda, si puntellò sul terreno per
rimettersi in piedi in piedi.
Osservò i suoi amici cercare di fermare il mostro ormai del
tutto fuori controllo, ma finire inesorabilmente al tappeto.
Il Deamon
tornò allora ad
affacciarsi sul burrone da cui aveva scaraventato Noctis, e fu a quel
punto che Selenis impugnò la sua arma, scagliandola con
tutta la
forza che aveva. Nello stesso
preciso
momento, una spada sbucò dal nulla andando a conficcarsi nel
petto della
Lamia, mentre l’alabarda della principessa centrava il punto
morbido tra le scapole. Il
nemico urlò finalmente di dolore retrocedendo.
Noctis
atterrò con grazia a terra e Selenis sorrise.
- Scusate –
disse grondando acqua – mi sono dato una rinfrescata
–
Pareva
essere rinsavito e il suo sguardo era decisamente più
consapevole, quasi calmo.
Detto questo, nel palmo gli apparve la spada degli antichi Re
recuperata nel mausoleo di Leide.
La Lamia
ruggì,
puntando le proprie armi contro il principe, ma una serie di pugnali le
si conficcò nella schiena.
- Ehi
stronza! - la apostrofò Selenis – Vieni
un po’ a
prendermi! – la provocò con un sorriso ferino.
Il mostro
non se lo fece
ripetere una seconda volta, partendo alla carica. La principessa sapeva
di non
poterla abbattere da sola, ma non era quello il suo intento.
Parò e schivò tutti gli attacchi che le erano
indirizzati,
facendo imbestialire ancora di più la Lamia che
alzò le
spade tutte insieme per un ultimo fendente decisivo. In quel
momento, Selenis scomparve dalla sua vista e Noctis la
sostituì.
Un
secondo più tardi, quattro delle otto braccia del Deamon
furono
staccate di netto.
La Lamia
lanciò un urlo disumano mentre fiotti di sangue imbrattavano
l’asfalto.
Noctis e
Selenis si portarono a distanza di sicurezza con il fiato corto.
- Ehi voi due! Vi
ricordate che ci siamo anche noi? – sbottò Gladio
respingendo la coda impazzita del Deamon.
- Già! Non
dovete fare tutto da soli! – rincarò Prompto.
- Ce la fate?
– domandò Ignis affiancandosi ai due ragazzi.
- Sì
– rispose Selenis.
- Allora andiamo?
– propose il cuoco del gruppo.
- Andiamo –
concordò Noctis.
I due
giovani si
diressero verso la Lamia e, saltando nello stesso momento, colpirono
con precisione recidendo altre due braccia al mostro.
- Selis! –
chiamò Gladio.
- Ci sono! –
rispose lei.
Imitando i loro due amici tagliarono via gli ultimi due arti rimasti.
- Ecco,
adesso sì che assomigli ad un serpente! –
commentò
Noctis conficcando la punta dell’alabarda nel grosso nodo
formato dalla
coda.
Il Deamon
ormai si
limitava a dibattersi furiosamente sotto i colpi ricevuti, iniziando a
perdere la poca lucidità che gli era rimasta.
- Prompto! –
esclamò il principe facendo da gradino perché
l’amico potesse prendere meglio la mira.
- Eccomi! –
Una
sventagliata di
proiettili colpì senza fallire il bersaglio, che con un
lamento
abbassò il mento contro lo sterno.
- Non è
ancora il momento di dormire – asserì Selenis
comparendo sotto di essa.
Con un
fendente circolare
aprì una lunga ferita sul ventre della bestia che per il
dolore
gettò la testa indietro.
- Gladio! –
urlò a quel punto Noctis.
Aiutato
dall’amico, il principe
spiccò un balzo verso l’alto e girandosi su
sé
stesso per caricare il colpo, tagliò di netto il collo della
Lamia, staccandole la testa. Quest’ultima cadde a terra con
un
tonfo, rotolando un paio di volte prima di fermare la sua corsa.
Il resto del corpo serpentesco si contrasse per poi ricadere
pesantemente e il silenzio tornò nella strada, mentre la
polvere residua si depositava a terra.
- Ce
l’abbiamo fatta? – domandò Prompto
leggermente intontito.
- Direi di
sì – rispose Ignis sospirando.
- Noct!
– chiamò allora il ragazzo biondo, pronto a
festeggiare
assieme all’amico la loro vittoria, ma la mano di Ignis lo
bloccò.
Il principe
aveva voltato
le spalle al nemico appena sconfitto, dirigendosi invece sul ciglio del
burrone
dal quale era caduto durante lo scontro. Rimase fermo per qualche
istante, con i capelli mossi dal vento leggero e la mente incatenata al
ricordo del padre. Finalmente, dal giorno in cui avevano appreso la
notizia della morte del Regis, suo figlio si lasciò andare,
cadendo
in ginocchio e piangendo il dolore per la perdita del genitore.
Selenis per
tutto il tempo
che suo cugino pianse, rimase ad osservare la testa della Lamia che con
occhi sbarrati guardava il cielo senza realmente vederlo.
L’aveva
perseguitata nei suoi incubi per anni, ma ucciderla aveva risollevato
il suo spirito
solo in parte. C’era ancora una questione che le
impediva di accantonare per sempre quella brutta esperienza.
- Scusatemi –
Noctis
raggiunse i suoi amici fregandosi l’avambraccio sugli occhi
per asciugare le ultime lacrime.
- Tranquillo
– lo rassicurò Gladio.
- Possiamo andare?
– chiese Ignis.
- Certo,
abbiamo perso fin troppo tempo. Iris ci sta aspettando –
rispose
il principe – Selis, vieni? – chiamò poi
la cugina
ancora ferma nello stesso punto.
- Ti devo chiedere
perdono Noct – replicò lei.
- Me lo hai
già detto, ma non capisco per cosa –
ribattè il cugino confuso.
- Quella
gita in riva al lago di dodici anni fa sono stata io ad organizzarla
– confessò voltandosi a fronteggiare il ragazzo
–
Ero preoccupata perché sembravi sempre infelice a quel tempo
e
ho convinto tuo padre a lasciarci andare –
raccontò
– Se non mi fossi impuntata tanto, a
quest’ora… -
Selenis
abbassò lo sguardo sulle dita che aveva intrecciato senza
riuscire a finire la frase.
- Ho
voluto che credessi che fosse stata di tuo padre l’idea
perché sapevo che i vostri rapporti erano un po’
incrinati. Poi è successo tutto questo e io… -
Un paio di
mani si
avvolsero attorno a quelle contratte della ragazza. Selenis
alzò lo
sguardo per incrociare quello di Noctis che la guardava sorridente.
- Non hai motivo di
scusartene, non è stata colpa tua se le cose sono andate
così – le disse – Eri preoccupata per me
e quel
giorno mi hai reso immensamente felice – aggiunse appoggiando
la
fronte contro quella della cugina – Grazie Selis –
La
principessa finalmente
si rilassò, avvertendo quell’ultimo scoglio legato
al
passato scomparire come neve al sole.
- Andiamo –
disse alla fine con un sorriso tirandosi indietro.
- Sì
– assentì felice lei.
**
- Però,
mica male come città –
Il commento
di Gladio non
poteva essere più azzeccato di così. Lestallum
faceva bella mostra di
sé anche solo dalla strada.
Aveva accolto i cinque ragazzi in un
tripudio di voci, profumi e colori.
La
città si
affacciava su un alto strapiombo, che lasciava spaziare lo sguardo per
tutta la regione di Duscae fino alla faglia di Cauthless che brillava
al centro.
Già solo nel piazzale dove parcheggiarono la Regalia
c’era parecchia movida. Gente del posto e turisti si
mescolavano
tra di loro riempiendo l’aria con il loro vociare. La strada
provinciale, che passava esattamente davanti le prime palazzine di
Lestallum, era ingombra di auto ferme in sosta, che
però non sembravano disturbare per niente la popolazione. La
piazzetta che introduceva al corso principale della città,
era
piena di bancarelle di cibo da strada e di comode sedie su cui fermarsi
a consumare i pasti o anche solo per fare quattro
chiacchiere. Ovunque c’erano bambini che giocavano e
aiutavano
gli adulti nella gestione degli innumerevoli negozi.
- Più
all’interno dovrebbe esserci un mercato – disse
Ignis
mentre salivano la scalinata che li avrebbe portati alla via
dell’hotel Leville.
- Non vedi
l’ora di andarci vero? – commentò
Selenis dando di gomito all’amico.
- Non posso dire che
non sia così – rispose lui con un sorriso.
- Per di qua!
–
Prompto li
superò,
dirigendosi verso la via che tagliava in due la città. Al
fondo di essa, si
ergeva un’altra piccola piazza con una bella fontana. A
dominare il tutto, la
struttura del Leville: il più vecchio (nonché
unico) albergo
di Lestallum.
Non appena raggiunsero l’edificio, una forte scossa
di terremoto li costrinse a fermarsi cogliendogli di sorpresa.
- L’avete
sentito? – domandò Prompto spaventato.
- Intendi il
terremoto? – chiese sarcasticamente Gladio mentre la terra
smetteva di tremare.
Il lamento
di Noctis fece
voltare tutti quanti verso di lui. Il ragazzo si teneva una mano sulla
fronte con espressione corrucciata.
- Qualcosa non va?
– gli chiese Ignis.
- Ho delle fitte alla
testa... – rispose l’amico
- Stai bene?
–
- Sì, non
è niente – minimizzò il principe
rivolto al pistolero.
Selenis
guardò di sottecchi il cugino, non del tutto convinta da
quella risposta che
assomigliava molto alle sue quando voleva tenere qualcosa nascosto.
Nonostante
questo, i cinque ragazzi varcarono finalmente la soglia
dell’hotel.
- Benvenuti signori,
al Leville – li accolse il corsierge alla reception
– Posso aiutarvi? –
- La signorina Iris
Amicitia ci sta aspettando – disse Ignis avvicinandosi al
bancone – potete dirle che siamo arrivati per cortesia?
– aggiunse.
- Oh certo, datemi un
secondo per poterla avvisare – rispose il
ragazzo componendo il numero della camera.
- Selis? –
La ragazza
che si stava guardando intorno, concentrò la sua attenzione
su Noctis.
- Sì?
–
- Hai visto qualcosa?
–
Selenis
inclinò appena la testa in una muta richiesta di
spiegazioni.
- Prima, quando la
terra ha tremato, hai avuto qualche visione? – chiese il
ragazzo.
- No..
perché tu sì? –
- Gladio! –
Una voce
squillante
interruppe la loro conversazione. Iris, la sorella minore di Gladio,
scese di corsa le scale che portavano alle stanze poste al piano di
sopra.
- Che piacere
rivedervi ragazzi! – li accolse dopo aver abbracciato
brevemente il fratello.
- Che dire? Ti trovo
bene – si complimentò Prompto.
- Tutto considerato
è vero – rispose la ragazzina – Selis!
–
Le due
amiche si scambiarono un altro abbraccio.
- Mi sei mancata!
– le disse la principessa.
- Mio fratello non si
è comportato bene? – domandò Iris
corrucciandosi.
- Nella norma
– replicò Selenis mettendosi a ridere.
- Vi fermate qui,
vero? – domandò poi la giovane Amicitia.
- L’idea
è quella – assentì Ignis.
- Cosa ne dici allora
di aggiornarci? – propose Gladio mettendo una mano sulla
spalla della sorella.
- Certo, venite di
sopra – assentì la ragazza.
Una volta
arrivati alla camera di Iris, ad aspettarli c’erano altre due
vecchie conoscenze.
- Jared, Talcott! Che
piacere vedervi! – esclamò Gladio alla vista del
suo
vecchio maggiordomo e del nipote di quest’ultimo.
- Principe Noctis,
principessa Selenis – esordì il bambino
salutandoli - Iris con me
è al sicuro – affermò con la fierezza
tipica
dell’infanzia.
- Vogliate perdonare
mio nipote – intervenne Jared – non impara mai le
buone maniere –
- Nah, mi piace
– replicò con un sorriso il principe.
- Ci servono persone
coraggiose come lui – soggiunse Selenis arricciando il naso
divertita.
- Siete molto
comprensivi, ma ora togliamo il disturbo – disse
l’anziano inchinandosi leggermente.
- Vi auguro una buona
notte vostre maestà – si congedò
Talcott imitando il nonno.
- Buona notte a voi
– rispose la ragazza.
Quando la
porta si fu
richiusa, ognuno prese posto attorno al basso tavolino in onice che
faceva parte dell’arredamento della stanza.
- Quindi...
– prese la parola Noctis – Iris,
com’è la situazione alla capitale? –
domandò.
- Non bella
– rispose
la ragazzina adombrandosi – Il palazzo reale e la zona
circostante hanno subito pesanti danni, ma le altre zone della
città sono illese – spiegò.
- L’Impero
si è concentrato sugli obiettivi strategici –
commentò Ignis.
- Incurante della
morte che poteva disseminare... ovviamente – soggiunse
Selenis con rabbia repressa.
- Se posso fare
qualcosa Noctis non esitare a chiedere – disse Iris con
trasporto.
- Gra.. grazie
– rispose il principe.
- C’è
ancora
una cosa, a proposito di sua Grazia Lunafreya –
continuò la
ragazzina – Qualcuno ha detto di averla vista qui in
città
– disse – Sembra che sia ripartita subito, ma
almeno
significa che sta bene –
Il sollievo
nel sentire quelle parole fu quasi tangibile.
- Buono a sapersi,
grazie – sorrise Noctis.
- Ora... che ne dite
se andassimo a cenare tutti assieme? – propose Iris.
- Forse sarebbe meglio
se..-
- La trovo
un’ottima idea! –
Selenis
interruppe la risposta di Gladio, accettando con entusiasmo
l’offerta.
- Bene! –
esclamò Iris alzandosi – C’è
un ristorante
buonissimo in piazza, sono sicura che vi piacerà!
–
raccontò dirigendosi verso la porta.
- Ha bisogno di un
attimo di spensieratezza – disse la principessa a mezza voce
rivolta a Gladio.
- Hai ragione...
– concordò il fratello osservando come Iris
sorrideva.
- Ne abbiamo bisogno
tutti – aggiunse mesta.
La cena si
svolse senza mai tornare sull’argomento
della capitale. Il ristorante citato da Iris si trovava nella piazza in
centro città. I tavolini allestiti all’esterno,
invitavano
la clientela a sedersi per godere della brezza serale che si portava
finalmente via un po’ della calura dovuta al periodo estivo e
alla vicinanza con il vulcano Ravatogh. A loro si unirono
anche
Jared e Talcott, con evidente eccitazione di quest’ultimo; il
bambino infatti adorava letteralmente Noctis, e pendeva dalle sue
labbra
qualsiasi cosa dicesse. Per Gladio e Iris fu un po’ come
tornare
a casa, nel ritrovarsi a chiacchierare così con loro come
solevano fare ad
Insomnia.
Man mano che
la serata
proseguiva, le strade si riempirono di gente e la movida notturna ebbe
il suo via. Lestallum era una città di passaggio e questo
contribuiva a riempirla di persone provenienti da tutte le regioni.
- Sbaglio o prima
tutte queste ragazze non c’erano? –
Prompto,
satollo sulla sua sedia mentre aspettava che venisse loro servito il
caffè, si guardava intorno curioso.
- Per forza, erano
tutte al lavoro – rispose Iris.
- Non mi pare di aver
visto
nessuna donna nei negozi, anzi, mi pareva l’esatto contrario
– replicò il ragazzo corrugando la fronte.
- L’Exineris
– disse Selenis guadagnandosi un’occhiata perplessa
dall’amico – La compagnia che gestisce la centrale
elettrica – proseguì – Ci lavorano solo
donne
–
- Cosa?! –
esclamò il ragazzo stupito.
- Per questo di giorno
non
le vedi – raccontò Iris – gli uomini si
occupano
solo di mandare avanti le attività commerciali –
aggiunse.
- Però!
– commentò Prompto.
- Ti ci vedrei bene
qui Iris – commentò Noctis.
- Vero? Anche io!
–
rispose la ragazza illuminandosi – All’inizio non
ci ero
abituata essendo cresciuta alla Capitale, ma adesso mi sembra normale
– disse.
- È tutto
molto
diverso rispetto ad Insomnia – concordò Ignis
appoggiando
la tazzina di caffè ormai vuota.
Una volta
conclusasi la
cena, il gruppo di amici tornò verso l’albergo.
Jared era
rientrato un po’ prima, permettendo però al nipote
di
restare ancora con loro.
Anche a quell’ora piuttosto tarda, la
gente continuava a popolare le stradine di Lestallum senza accennare la
minima stanchezza. I bar erano pieni di gruppi di donne di ogni
età, che finito il lavoro si ritrovavano per bere qualcosa e
fare
quattro chiacchiere.
Davanti al
Leville, la
fontana illuminata per la notte era diventata il palcoscenico
improvvisato di alcuni artisti di strada. La gente che si era riunita
ad ascoltarli aveva finito per lanciarsi anche nella danza.
- Che ne dici?
–
- Di cosa? –
Gladio
guardò verso Selenis interdetto.
- Balliamo?
– domandò la ragazza.
- Ma neanche morto!
– rise l’Amicitia.
- Allora
andrò con
Talcott! – replicò la principessa facendo la
linguaccia al
suo ragazzo – Che ne dici? Mi faresti da cavaliere?
–
chiese poi al bambino che camminava al suo fianco.
- Sarebbe un onore per
me, Sua Grazia – rispose il bambino felice.
- Dovresti imparare da
lui
sai? – lo prese in giro Noctis mentre la cugina e il suo
piccolo
accompagnatore si univano alla ballata che veniva suonata in quel
momento. - Ha parlato il ruba
cuori... – replicò Gladio con aria di sufficienza.
- Noct! Andiamo anche
noi! –
Iris
comparve al loro fianco prendendo il principe sotto braccio.
- Non penso sia una
buona idea – balbettò il ragazzo preso in contro
piede.
- Dovresti imparare da
Talcott!! – gli fece il verso l’Amicitia.
- Questa me la paghi!
– gli gridò dietro il suo amico mentre veniva
letteralmente trascinato via da Iris.
- Voglio venire anche
io! – esclamò Prompto accodandosi.
- Tu non partecipi?
–
Gladio si
rivolse ad Ignis che sostava in disparte con le braccia incrociate.
- Il ballo non fa per
me – rispose con un sorriso l’amico.
- Mi chiedo
perché
alle donne piaccia tanto invece – sospirò lo scudo
del Re
salutando con una mano Selenis che sembrava divertirsi un mondo.
- Forse vedono il
mondo con occhi diversi – replicò Ignis.
- Credo
che tu abbia
ragione – concordò Gladio – Stai
già pensando
a come dovremo muoverci, vero? – osservò poi, dopo
un
attimo di
silenzio.
- Già..-
assentì il ragazzo cambiando posizione.
- Cosa pensi che
dovremmo fare? –
- Per ora raccogliere
informazioni – rispose Ignis osservando i goffi tentativi di
Prompto di imparare i passi della quadriglia – Ma possiamo
pensarci domani – disse.
Il brano
suonato dai
musicisti terminò in quel momento sotto uno scroscio di
applausi
che inghiottirono il seguito della possibile conversazione tra i due
ragazzi.
- Selis,
perché non ci canti qualcosa? –
La voce di
Prompto si levò abbastanza alta perché uno dei
suonatori s'interessasse alla questione.
- Vieni, unisciti a
noi!
– esclamò all’indirizzo della ragazza,
che in quel
preciso istante era occupata nel fulminare il pistolero con
un’occhiataccia.
- No davvero, non
è il caso – declinò Selenis imbarazzata.
- Eddai Selis!
– fece eco Gladio prendendosi la sua piccola rivincita per
poco prima.
- Oh per favore,
è da così tanto che non ti ascolto! –
soggiunse Iris sostenuta da Talcott.
- Sai suonare
qualcosa? – le domandò il musicista.
- La chitarra...
– sospirò lei, arrendendosi e accettando lo
strumento che le veniva prontamente offerto.
La
principessa si sedette sul
bordo della grande fontana e imbracciò la chitarra. Dopo
qualche
secondo iniziò a cantare.
Come sempre, la scelta del brano le
venne spontanea; aveva un talento nel trovare canzoni che
riuscissero ad esprimere le emozioni che provava.
La parte
centrale diceva così:
Sometimes
the past can
Make
the ground beneath you feel like a quicksand
You
don't have to worry
You
reach for my hand
Yeah
I know you're gonna be okay
You're
gonna be okay
And
even if you're scared
You're
stronger than you know
If
you're lost out where the lights are blinding
Caught
in all, the stars are hiding
That's
when something wild calls you home, home
If
you face the fear that keeps you frozen
Chase
the sky into the ocean
That's
when something wild calls you home, home
Era di
speranza che avevano bisogno e di speranza lei cantava.
Gli
spettatori
ascoltavano in religioso silenzio la sua esecuzione, e sul volto degli
amici di Selenis si potevano leggere diverse emozioni. Ognuno veniva
colpito da quelle parole in modo differente, ma tutti si sentirono
rinfrancati quando le ultime note risuonarono, seguite
dall’applauso del pubblico.
Per quante
difficoltà ci sarebbero state ancora sul loro cammino,
nessuna di
esse sarebbe stata insuperabile, non se fossero rimasti uniti.
Selenis si
tirò in
piedi ancor più imbarazzata di prima, restituendo la
chitarra al legittimo proprietario che le fece i complimenti per la
splendida voce. La ragazza si diresse poi verso i suoi amici che la
aspettavano. Nel vederli tutti lì così, la
principessa avvertì un nodo salirle alla gola.
- Torniamo in albergo?
–
Gladio le
passò un
braccio attorno alle spalle e lei annuì solamente. Nessuno
le
chiese niente, avevano già capito.
**
- Allora? Va meglio -
Selenis si
voltò
verso Prompto che prese posto nella sedia vuota di fianco a lei.
Una
volta tornati all’hotel, la ragazza si era seduta
sul balcone ad osservare la movida notturna e a cercare di
riordinare i pensieri. I suoi amici l’avevano lasciata fare,
decidendo di farsi ancora una partita a carte tra di loro.
- Sì,
grazie – rispose lei con un sorriso.
- Mi fa piacere
– asserì sollevato il ragazzo tornando ad
osservare la piazza sotto di loro.
- Sei cambiato Prompto
– riprese dopo un momento la principessa.
- Eh? Trovi che sia
davvero così? – chiese lui imbarazzato girandosi
verso di lei.
- Certo! –
confermò Selenis – Ho sempre invidiato la tua
determinazione nel cercare di renderti migliore,
sai? – confessò arricciando il naso.
- Non
è niente di speciale dai... – minimizzò
lui,
accompagnando le parole con un gesto di noncuranza della mano.
- È
fondamentale
invece! Guarda dove sei arrivato con le tue sole forze! –
replicò la ragazza seriamente – Dovresti esserne
orgoglioso
– affermò con convinzione.
- Invece non sono
ancora
sicuro che il Re abbia fatto bene a scegliermi –
ribattè
lui con una risata – In combattimento sono ancora
estremamente
goffo, avrebbe fatto meglio a scegliere qualcuno più
addestrato di me –
proseguì – Per non parlare poi..-
Prompto si
interruppe improvvisamente e Selenis fu allarmata da quello sguardo
spento che gli era comparso sul volto.
- Ehi...
– la ragazza
gli mise una mano sul braccio riscuotendolo – Non voglio mai
più sentirti dire che sarebbe stato meglio se ci fosse stato
qualcun altro al tuo posto! – lo ammonì
severamente
– Se non ci fossi stato tu con noi, non saremmo
così
spensierati nonostante tutto. Prompto..- anche Selenis si interruppe
senza sapere come fargli capire ciò che intendeva.
Il ragazzo
la guardava con la bocca semichiusa, stupito da quelle parole accorate.
- La tua allegria e la
tua
bontà d’animo Prompto, non possono essere
sostituite
– riprese la principessa con più calma –
Quando sono
infelice mi basta guardarti per ritrovare il buon umore e questo non
è un dono da poco! E credo che anche il Re lo avesse capito
– proseguì – Quindi non
voglio sentirti dire certe cose – concluse con un sorriso.
- Oh beh se dici
così…- balbettò il ragazzo –
Grazie Selis – disse sorridendole.
- Ehi tu! Non starai
mica
facendo gli occhi dolci alla mia ragazza? – Gladio apparve
sul
balcone squadrando con finta gelosia il pistolero.
- Cosa? No!
– esclamò Prompto.
- Tu non me la
racconti
giusta... – replicò l’Amicitia
intrappolando il collo
dell’amico nell’incavo del braccio.
- Gladio! –
piagnucolò l’altro mentre veniva trascinato via.
- Che ne dite di una
partita a King's Knight? – propose Selenis rientrando con
loro, del tutto
ignara dello sguardo, sotto la falda del cappello, di una figura
avvolta dall’oscurità.
Campeggio dell'autrice:
Perdonatemi, sono in ritardo!
Ho avuto una settimana impegnativa lavorativamente parlando e quando
arrivavo a casa non riuscivo a concentrarmi abbastanza per sistemare il
capitolo :(
E' piuttosto lunghetto e movimentato, quindi spero di essermi fatta
perdonare ^^
I nostri amici sono arrivati a Lestallum e si sono riuniti ad
Iris! Anche se la strada per raggiungerla non è stata
proprio
una scampagnata.
Ne ho approfittato infatti, per allacciarmi all'ultimo episodio di
Brotherhood e finire così il cerchio riguardante l'attacco
del
Deamon. Mi auguro che le scene di combattimento non siano confuse ^^"
Sono un pò il mio scoglio da sempre.
E' tornato il momento Sanremo xD Scusatemi è più
forte
di me! La canzone però è quella che dà
il titolo
all'intera storia, quindi dovevo per forza inserircela! Per chi
l'avesse
mancata al prologo lascio qui il link per ascoltarla: Something
Wild cover
Mi era stata messa la pulce nell'orecchio, che il povero Prompto era
stato un pò messo da parte e credo di avervi accontentato
così xD In realtà gli sarà dato ampio
spazio anche
più avanti, non temete!
Non sono certa di riuscire a postare la prossima settimana
perchè sono in ferie xD Nel senso che probabilmente
sarò
fuori porta un giorno sì e uno no, per cui non ho idea di
quanto
riuscirò a stare dietro al capitolo =/ Portate pazienza,
preferisco fare le cose bene e con calma, piuttosto che di fretta pur
di
riuscire a postare puntuale.
Grazie tantissime a tutti i fantastici Lettori, a chi recensisce e a chi
mi ha inserita tra le storia seguite
e preferite!
Buone vacanze a chi le
ha iniziate!
Un abbraccio a tutti,
Marta
|
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Capitolo 19 *** 18. Incidenti di percorso ***
18
-
Buongiorno! –
Selenis
staccò lo
sguardo dal panorama fuori dalla finestra, per rivolgerlo su Iris,
appena
entrata nella camera. La sera precedente avevano deciso di condividere
la stanza, e la principessa doveva ammettere che la
compagnia femminile un pò le era mancata.
- Giorno –
rispose con un mezzo sorriso.
- Tutto bene?
– Iris sollevò un sopracciglio dubbiosa.
- Sì non ti
preoccupare –
In
realtà la
ragazza non riusciva a scacciare l’idea di aver sognato
qualcosa
di molto importante quella notte, ma per quanto si fosse sforzata di
riportarlo alla mente non c’era stato verso.
- Piuttosto,
sei alzata da molto? – domandò alla ragazzina, che
quando
lei si era svegliata non c'era già più.
- In
realtà no, ma non riuscivo a
dormire e ho preferito fare due passi – rispose Iris
sedendosi sul bordo del letto.
- La vicinanza di Noct
ti gioca brutti scherzi, eh? – rise la giovane Lucis.
- Selenis! –
esclamò imbarazzata l’altra guardandola.
- Dai scherzavo!
– la rabbonì la giovane – Anche se
è vero... – aggiunse con un ghigno.
- La vicinanza di mio
fratello ti fa davvero male – sbuffò
l’Amicitia.
- Può
essere.. – replicò Selenis – E'
andato tutto nel verso sbagliato – mormorò poi
cupamente
tra sè e sè, non riuscendo ad evitare
però che
Iris la sentisse.
- A cosa ti riferisci?
– chiese preoccupata.
- Ah, è
una sciocchezza in realtà – minimizzò
la
principessa – soprattutto se si pensa a tutto il resto..
–
- E tu dimmela lo
stesso! – insistette Iris.
- Anche tu hai molti
tratti in comune con tuo fratello, sai? – sorrise Selenis
notando la stessa veemenza nei loro modi.
- Coraggio, non
cambiare discorso – la ammonì la ragazzina.
- Il giorno prima
della partenza avevo chiesto a Gladio di venire a vivere con me
– spiegò.
Era davvero
una
stupidaggine rispetto alla caduta di Insomnia, alla morte di Regis, di
Clarus, di tutti gli innocenti finiti in mezzo agli scontri e alla
morte di Nyx... L'immagine del giovane Kingsglave le tornò
chiara e nitida alla mente, procurandole una morsa dolorosa al petto.
- Davvero?!
–
Il tono
sorpreso di Iris riscosse la principessa facendola tornare al presente.
- Già, ma
non dirgli che te l’ho detto, la sua virilità ne
risentirebbe – rise Selenis.
- È una
bella notizia –
La giovane
osservò l’espressione serena che l'Amicitia aveva
assunto nel
sapere la notizia. Una cosa così da poco era già
stata in
grado di renderla più felice, il che la diceva lunga sul suo
stato d’animo.
- Quando torneremo ad
Insomnia organizzeremo una festa per celebrare l’evento
– affermò Selenis.
- Allora
porterò le mie focaccine farcite –
replicò la ragazzina con un largo sorriso.
- Ci
conto – asserì la principessa – Ora; che
ne dici se
scendiamo a vedere se anche gli altri sono svegli? – propose
mettendo mano alla maniglia.
- Volentieri!
– acconsentì Iris seguendola.
Le due
ragazze scesero nella hall del Leville, trovando Ignis, Gladio e
Talcott intenti a chiacchierare tra di loro.
- Buongiorno Iris,
buongiorno Vostra Grazia – le salutò il bambino.
- Buongiorno a te
Talcott – rispose Selenis – e i due assenti?
– chiese rivolta al suoi amici.
- Noct non si
è ancora svegliato, ci sta tentanto Prompto –
rispose Ignis.
- Temo che non
avrà fortuna – sentenziò Gladio con un
sospiro.
- Chiediamoglielo
direttamente -
Ignis
superò con
lo sguardo i suoi compagni, per puntarlo su Prompto che proprio in quel
momento stava scendendo le scale.
- Allora? –
gli domandò l’Amicitia.
- È
riuscito a mettersi seduto, ma non credo che si farà vedere
a breve – rispose l'amico con aria sconfitta.
- Potremmo cominciare
senza di lui – propose Ignis.
- Cosa? –
domandò Iris curiosa.
- Talcott
si è offerto di farci da guida per il mercato di Lestallum
– spiegò Gladio mettendo una mano sulla spalla del
bambino
che non sembrava stare più nella pelle
dall’eccitazione.
- Che splendida idea!
– esclamò Selenis – Potremmo fare
colazione direttamente lì! – propose.
- Grande Selis!
– concordò Prompto schiacciando il cinque alla
ragazza.
- E Noct? Lo lasciamo
qui da solo? – s’interrogò la ragazzina.
- Cavoli suoi se non
si sveglia – replicò Gladio, già
dirigendosi verso l’uscita.
- Potresti aspettarlo
tu Iris e fargli fare un giro dopo – propose Ignis.
- Hai ragione!
– concordò felice lei.
- Oppure potremmo
aspettarlo, tanto non credo che…-
- Allora noi andiamo
Iris! –
Selenis
agguantò Prompto per un braccio impedendogli di finire la
frase.
- A dopo! –
li salutò la giovane.
- Ehi Selis! Ma che
diamine…? – protestò il pistolero.
- Sei proprio tardo
– sospirò la principessa.
- Perché?
– domandò stupito Prompto.
- Perché la
sorellina di Gladio prova un certo interesse per un principe di nostra
conoscenza... – rispose Ignis.
- Davvero?!
–
- Sei senza
speranze…- mormorò la ragazza.
- Di
che ti stupisci? – soggiunse Gladio – Ti ricordi
com’è caduto dal pero quando gli abbiamo detto che
uscivamo assieme? – le fece presente.
- Già, hai
ragione – concordò sconsolata lei.
- Begli amici che ho!
– replicò Prompto, fintamente offeso, tra le
risate generali.
Il mercato
di Lestallum
era un trionfo di odori e colori. Le bancarelle, che occupavano la
grande piazza situata all’interno della cittadina, vendevano
di
tutto. Molte si occupavano di soddisfare le esigenze culinarie dei loro
avventori, proponendo carni, pesci, spezie e verdure. Altre offrivano
diversi tipi di merce, dalle antichità, ai prodotti per la
pulizia, ai giocattoli.
Già
dal mattino
era affollatissimo di turisti, semplici curiosi e gente del posto
intenta a fare acquisti per i pasti principali della giornata. Il
vociare della gente si mescolava agli schiamazzi dei proprietari dei
banchi, che in ogni modo cercavano di attirare la clientela verso il
proprio esercizio.
Era strano
vedere gli
uomini di Lestallum preoccuparsi degli acquisti per la casa, ma dopo
tutto, a quell’ora ogni donna della città era
impegnata nel
mandare avanti la centrale elettrica.
- Trovato qualcosa?
–
Selenis
appoggiò
il mento sulla spalla di Ignis, intento a valutare un casco di banane
appese nella bancarella di un fruttivendolo.
- Questo
mercato è un paradiso! – rispose l’amico
– Quasi meglio di quello della capitale – aggiunse.
- Guarda
che lo so il vero motivo che ti ha spinto tanto a voler precedere Noct
nel
venire qui – replicò la ragazza divertita.
- Beccato!
– ammise Ignis con un sorriso – Pensavo di provare
a rifare
di nuovo quel dolce per Noct – aggiunse porgendo al
commerciante
la frutta che aveva scelto.
- Intendi quello che
ha mangiato a Tenebrae? – chiese la principessa aiutandolo a
prendere i sacchi della spesa.
- Sì
– rispose il ragazzo.
- Quando andava ancora
a scuola glieli facevi spessissimo – ricordò la
ragazza.
- È vero,
ma non sono ancora riuscito ad avvicinarmi al sapore che lui ricorda
– disse Ignis.
- Tranquillo, se
c’è qualcuno che ci può riuscire quello
sei tu – lo rassicurò la giovane.
- Ehi! Avete finito di
fare compere? – domandò Gladio quando raggiunsero
il resto della comitiva.
- Sì,
scusate l’attesa – rispose Ignis.
- Abbiamo
scovato un piccolo bar al fondo della piazza – intervenne
Prompto
– Potremmo andare a fare colazione lì in attesa
che Iris e
Noct ci raggiungano – propose.
- La trovo
un’ottima idea! – assentì Selenis.
E
così, il gruppo
si spostò verso il locale citato da Prompto. Non era un vero
e
proprio bar in realtà, era composto da qualche tavolino
all’aperto e di un banchetto usato come cucina itinerante. Il
proprietario, un signore anziano magro come un chiodo, era estremamente
cortese e si mise personalmente a preparare la colazione per i cinque
ragazzi.
- Quasi
mi dimenticavo di dirvi una cosa! – esclamò
Talcott
nel bel mezzo di una conversazione –
C’è una leggenda che circola da queste parti
– disse appoggiando il suo
succo di frutta sul tavolino.
- Una leggenda?
– domandò la principessa addentando la brioche
ancora calda.
- Sì,
parla di una spada nascosta dentro una grotta dietro una cascata che
c’è qui vicino – spiegò il
bambino.
I quattro
ragazzi si scambiarono un’occhiata eloquente.
- Pensiamo tutti la
stessa cosa? – chiese Gladio.
- Spada dei Re in on
the way! – commentò Prompto.
- Credo che valga la
pena andare a darci un’occhiata – asserì
Ignis bevendo un sorso di caffè.
- Allora
sarà il caso di recuperare Noctis, ci conviene muoverci in
fretta – disse Selenis – Grazie
dell’informazione
Talcott –
- Prego principessa
– rispose il bambino evidentemente orgoglioso di essersi reso
utile.
***
- Dobbiamo proprio
entrare lì dentro, vero? – domandò
Prompto sconsolato.
Il gruppo di
amici era
fermo davanti all’ingresso di quella che aveva tutta
l’aria
di essere una profonda e buia grotta. La cascata dietro di loro, che ne
celava l’ingresso, ruggiva, e gli spruzzi gelati che si
infrangevano
sulla roccia sottostante arrivavano fino a loro.
- Se vuoi puoi
aspettarci qui – replicò Gladio.
- Chissà
fin dove scende – s'interrogò Selenis facendo
qualche passo all’interno.
Una folata
di aria gelida
la investì, facendole venire la pelle d’oca sulle
braccia
nude mentre l’eco dei suoi passi si perdeva in un gorgoglio
lontano.
- Penso
parecchio in profondità – rispose Ignis accendendo
la
torcia che portava appesa al taschino della camicia a righe che
indossava – Cosa dice l’anello? –
domandò poi
rivolto alla ragazza.
- Non
c’è alcun dubbio, una delle spade è qui
– rispose sicura Selenis.
- Non
ci resta che andarla a prendere allora – commentò
Noctis
cominciando a percorrere il sentiero che si inoltrava nella roccia.
In un attimo
furono
avvolti dal buio e dall’umidità. Le pareti
trasudavano
l’acqua che filtrava dal fiume che scorreva sopra di loro,
trasformandola in alcuni punti in rivoli veri e propri. Man mano che la loro
discesa proseguiva, il freddo si faceva sempre
più intenso, e ben presto
il fiato iniziò a condensarsi in nuvolette di fumo. Ad un
certo
punto, le pareti iniziarono ad essere percorse da un sottile strato di
ghiaccio che sul soffitto aveva formato stalattiti di ogni dimensione.
- Beh,
guardiamo il lato positivo, – esordì Prompto dopo
un
po’ – magari il freddo tiene lontani i deamon?
–
- Sì,
perché i mostri adorano il caldo! – gli rispose
Gladio.
- Questo
è sarcasmo – replicò il ragazzo biondo
interpretando il tono di voce dell’amico – E se
invece si
fossero congelati? – azzardò guardando le pareti
ghiacciate della grotta.
- Intrappolati
nel ghiaccio… - gli diede corda l’Amicitia
– In
attesa di qualcosa di caldo da acchiappare…-
- E poi ti saltano
addosso! – concluse teatralmente Prompto.
- Certo che ne avete
di fantasia... – commentò Selenis soffiando sui
pugni chiusi per scaldarsi.
- Fine della strada
–
Noctis si
fermò
poco più avanti di loro, guardando dubbioso il sentiero che
si
trasformava in una specie di scivolo ghiacciato del quale non si vedeva
l’arrivo.
- Che si fa?
– domandò Gladio.
- Si prosegue
– affermò Ignis con tutta calma.
- Cosa?!
– esclamò Prompto guardando dubbioso il lastrone
di
ghiaccio – Selis, sei sicura che la strada sia giusta?
– si
appellò il giovane alla principessa.
- Temo di
sì – rispose lei - Non è lontano, anzi,
credo proprio sia là in fondo - aggiunse.
L’anello
vibrava
talmente forte che quasi non riusciva a tenere ferma la mano; un chiaro
segno
che la loro meta era ad un passo da dove si trovavano.
- Vado avanti io
– affermò Noctis.
- Sicuro? –
gli chiese Gladio.
- Se
arrivato in fondo non dovesse esserci niente, sono l’unico
oltre a Selis a potersi proiettare – rispose il principe
studiando l’oscurità nella quale lo scivolo si
inoltrava.
- Beh, in bocca al
lupo allora – gli disse Prompto con una sonora pacca sulla
spalla.
- Grazie –
rispose sospirando il giovane.
Noctis
valutò
ancora per un istante quello che stava per fare e poi saltò
di
sotto. Gli altri ragazzi lo videro scivolare giù, per poi
sparire
inghiottito dal buio.
Il rumore
della sua discesa rimbombò tra le pareti brinate
finchè l’eco non si spense.
- Dite che
è morto? – azzardò Prompto con le
sopracciglia aggrottate.
- Noct! –
gridò Selis.
- Sto
bene! – gli rispose la voce lontana del cugino – La
grotta
prosegue, però c’è un bel salto da
fare, vi
conviene frenare la discesa – consigliò.
- Oh
bene.. la cosa mi conforta – replicò il
pistolero – Non
sono sicuro di potercela fare – disse, guardando sotto di
sé il lastrone di ghiaccio.
- Certo che ce la puoi
fare! – sentenziò allegramente Gladio prima di
dargli una gran manata sulla schiena.
Il ragazzo
biondo ondeggiò sul posto e poi cadde in avanti. Il suo urlo
proseguì mentre scivolava via.
- Sei terribile...
– commentò Ignis con un sorriso.
- Ma necessario
– rispose l’Amicitia facendo l’occhiolino
alla sua compagna prima di saltare giù.
- Ma pensa te!
– rise Selenis.
- Andiamo? –
le domandò Ignis.
- Dopo di te
– si offrì la ragazza, e quando il suo amico scese
lo imitò.
La
principessa
iniziò subito a scivolare, prendendo man mano
velocità.
Nella fattispecie si stava divertendo un mondo: era come essere su uno
scivolo gigante!
Quando vide
i suoi amici, poco più avanti di lei, richiamare le proprie
armi
per frenare la discesa in previsione della fine del percorso, Selenis
si
apprestò a fare altrettanto. Evocò il
Kukri di Nyx, ma questo non apparve. Riprovò con
un’arma diversa, stesso risultato.
Quando
superò a tutta velocità Ignis senza avere la
possibilità di chiedergli aiuto, il panico la invase.
- Selis! –
gridò lui capendo che qualcosa non andava.
L’urlo fece voltare Gladio poco più avanti.
- Non riesco ad
evocare le armi! – urlò Selenis mentre cercava in
tutti i modi di rallentare.
- Afferra la mia mano!
–
Lo scudo del
Re piantò la lama ancora più a fondo nel ghiaccio
arrestandosi completamente.
La ragazza
si protese verso di
lui, ma un dosso sulla lastra la portò completamente fuori
dalla
portata dell’amico, che impotente la vide sfrecciare oltre.
La
principessa provò ancora una volta a richiamare a
sé una qualsiasi arma senza successo.
- Selenis! –
La ragazza
alzò lo
sguardo. Sul fondo dello scivolo c’era Prompto. Il ragazzo
aveva
piantato in verticale un largo spadone a due mani, restando appoggiato
contro di esso.
- Cerca di venire
verso di me! - esclamò.
Era
più facile a
dirsi che a farsi. Il ghiaccio rendeva i suoi movimenti del tutto
casuali, sballottandola dove più gli piaceva.
La ragazza aveva solo una
possibilità... si accostò quanto più
possibile al
bordo del cunicolo e poi si diede una spinta.
Per una
frazione di
secondo pensò che non ce l’avrebbe fatta e che
sarebbe
precipitata, poi prese la direzione giusta, finendo contro l'amico
pronto ad afferrarla.
Le braccia
di Prompto
si strinsero attorno alla sua vita, bloccandola. Selenis
sentì lo scricchiolio
della spada incastrata nel ghiaccio mentre si piegava
all’esterno
sotto il loro peso, e pregò i Sei che resistesse.
Per fortuna
lo fece.
- Stai bene?
–
La voce di
Prompto era appena un sussurro spezzato dal fiatone mentre ancora la
teneva stretta.
- Sì..
– rispose Selenis col medesimo tono e la fronte premuta
contro il
collo dell’amico – Pensi ancora che sia stato un
errore
farti venire con noi? – aggiunse un attimo dopo alzando lo
sguardo sull’amico.
Si sentiva
il cuore in gola e tremava, ma non dal freddo.
- Che succede?
–
La voce di
Noctis arrivò dal basso proprio mentre anche Ignis e Gladio
si fermavano sul ciglio della discesa.
- Sia ringraziato
Ramuh, state bene! – sospirò Ignis.
- Grazie a Prompto
– rispose la principessa lasciandolo libero.
- Di niente
– balbettò lui arrossendo.
- Sono in debito con
te amico – gli disse serio Gladio.
Sul viso gli
si leggeva tutta la preoccupazione che lo aveva investito poco prima.
- Che diamine
è successo? –
Noctis li
accolse al fondo della grotta guardandoli confuso.
- Le
mie armi non appaiono – disse Selenis prima di trovarsi a
stringere il Kukri di Nyx – O almeno non l’hanno
fatto
prima..- mormorò dubbiosa.
- Sei sicura?
– le domandò Gladio.
- Sicura
– rispose lei con tono che non ammetteva repliche –
non
è una cosa che si dimentica, semplicemente non rispondevano
più al mio volere, come se i miei poteri fossero spariti
–
spiegò la giovane.
- È molto
strano – disse Prompto.
- E
molto pericoloso... – aggiunse Ignis – Se ti fosse
successo in
combattimento sarebbe stato probabilmente fatale –
- Adesso
sembra passato comunque – replicò la ragazza
–
Inutile stare fermi qui, proseguiamo – disse imboccando il
cunicolo che si snodava dalla sala di ghiaccio nella quale erano
capitati.
Non voleva
che gli altri
capissero quanto quell’accaduto l’avesse scossa.
L’impotenza derivata da quel breve lasso di tempo in cui non
era
stata capace di provvedere a sé stessa, le aveva lasciato
una
sgradevole sensazione di paura. Ma non era quello il momento per
pensarci. L’anello aveva infatti preso a vibrare con maggior
vigore.
- Siamo arrivati
– sentenziò la ragazza affacciandosi
all’ultima stanza.
“Salvatemi!!”
Selenis si
bloccò guardandosi intorno.
- Che
c’è? – le domandò Gladio.
- Non
l’avete sentita? – replicò lei.
- Cosa? –
chiese Noctis.
- Quella voce...
– rispose la principessa – quella che chiedeva
aiuto –
- No, non abbiamo
sentito nulla – rispose Ignis.
- Questa
grotta inizia davvero a farmi paura – balbettò
Prompto
– sbrighiamoci a recuperare questa spada –
- Temo che dovremo
superare ancora un ostacolo –
L’attenzione
generale si
rivolse allo scudo del Re che aveva appena pronunciato quella frase. Lo
sguardo del giovane era puntato al fondo della sala dove, proprio
davanti all’ingresso del mausoleo reale, un’ombra
si stava
addensando.
Quella che
sembrava della
semplice nebbia, crebbe fino a prendere una forma precisa. Davanti a
loro si erse un Mindflayer ; assomigliava ad un essere marino, con i
tentacoli che
spuntavano fuori dalla tunica ricamata.
Il deamon
portò in avanti le mani.
- Disperdetevi!
– gridò Ignis.
Il gruppo si
divise istantaneamente e la nebbia ghiacciata evocata dal deamon,
sfuggì il bersaglio.
Il mostro
però,
una volta presa la rincorsa, si avventò con i suoi tentacoli
verso Noctis. Il colpo fu parato dallo scudo invocato da Gladio, che
permise al principe di recidere alcune delle appiccicose protuberanze.
- Prompto, accecalo!!
– gridò Selenis.
- Ok! –
Il pistolero
si
portò davanti alla creatura che ancora non si era ripresa
dall’attacco precedente, e sparò un paio di colpi
che
illuminarono la grotta a giorno.
Il Deamon,
non abituato a quella luce abbagliante, alzò le mani
artigliate per proteggere gli occhi delicati.
- Ora! –
urlò Ignis sfoderando i suoi pugnali.
Insieme a
Noctis si avventò sulla creatura, che venne inesorabilmente
trafitta dalle loro lame.
Con un
gorgoglio, il mostro si accasciò a terra in uno svolazzo di
vesti e rimase immobile.
La
principessa giurò che stesse guardando proprio lei, mentre
con uno sbuffo svaniva in una miriade di frammenti opachi.
- Vi prego, ditemi che
abbiamo finito! – esclamò Prompto sedendosi a
terra.
***
Il ritorno
fu
mestamente più semplice dell’andata, se non si
considerava
l’arrampicata al contrario sù per lo scivolo di
ghiaccio. Prompto
rischiò di tornare al punto di partenza almeno un paio di
volte,
cosa che gli fece apprezzare ancora di più raggiungere
l’uscita della caverna.
Il sole era ormai prossimo a calare
quando fecero capolino all’esterno. I suoi raggi
s’infrangevano contro la cascata spezzandosi in una miriade
di
fasci luminosi e tremolanti.
-
Non ti pare di
esagerare? –
Gladio
guardò con le braccia incrociate il ragazzo biondo mantre in
ginocchio baciava il terreno.
- No –
rispose quello molto tranquillamente.
- Onestamente
mi sento solidale con lui – lo appoggiò Selenis
che ancora
non era riuscita a togliersi dalla testa l’esperienza appena
vissuta.
- Pensate a quante
ancora di queste belle gite dovrem..-
Noctis
lasciò la
frase in sospeso, sostituendola con un gemito di dolore. Il ragazzo si
piegò su sé stesso portandosi una mano alla
fronte.
- Noct! –
esclamò Ignis.
- Ehi –
Selenis si
chinò davanti a lui afferrandolo per un polso, avrebbe
riconosciuto quei sintomi ovunque.
- Concentrati
su quello che vedi – gli disse mentre il cugino strizzava gli
occhi nel tentativo di far passare qualsiasi cosa gli stesse spaccando
il cervello.
Fortunatamente
l’attacco durò poco e il principe
riuscì a
rimettersi in piedi.
- Noct, stai bene?
– gli chiese Prompto preoccupato.
- Cosa…?
Dov’era? – mormorò il ragazzo.
- Che cosa?
– domandò Gladio.
- C’era una
grande fossa.. qualcosa che bruciava, forse il meteorite –
cercò di ricordare il giovane.
- Hai visto la faglia
di Cauthless? – intervenne Ignis.
- Credo di
sì…- rispose Noctis.
- Che ne pensi?
–
I quattro
ragazzi si
concentrarono su Selenis, che fregava l’anello del padre con
il
pollice dell’altra mano e lo sguardo perso nei propri
ragionamenti.
- Che
è meglio non ignorare questi segni – disse alzando
lo
sguardo su di loro – io l’ho fatto e.. –
si
interruppe, ma era chiaro cosa volesse dire – E' meglio se
prima torniamo a Lestallum però; penseremo per strada al da
farsi – aggiunse pinzandosi la radice del naso con fare
stanco.
- Sì,
è meglio – l'assecondò Ignis.
- E poi dobbiamo fare
rapporto a Talcott – aggiunse Prompto.
Quando il
gruppo
arrivò in città, la notte era ormai calata su
Cleige. La
movida animava nuovamente le strade di
Lestallum, ma questa volta non si fermarono ad approfittarne. La
“gita” fatta quel giorno aveva prosciugato loro
ogni
energia, e fu con sollievo che finalmente misero piede in Hotel, pronti
per una sana mangiata e un lungo riposo. Nonostante
l’ora
tarda, ad attenderli trovarono Jared, Talcott e Iris. Li avevano
avvisati per telefono del loro rientro e così avevano deciso
di
aspettarli.
- Com’è
andata? – li accolse la ragazzina.
- È
stato un po’ movimentato, ma ne siamo usciti vittoriosi
–
rispose Ignis, riassumendo in poche parole la loro avventura.
- L’avete
trovata? – esclamò Talcott.
- Sì,
ed è stato tutto merito tuo – rispose Noctis
sorridendogli
– siamo in debito con te Talcott –
- È stato
un piacere! – replicò il bambino felice.
Noctis si
voltò
per parlare con Iris, quando una nuova fitta gli offuscò la
vista. Com’era successo solo qualche ora prima, il giovane si
piegò sotto quel dolore acuto mentre immagini confuse si
affollavano
nella sua mente.
- Che ti prende?
Cos’hai? – domandò Iris preoccupata.
- Se la
caverà tranquilla... – anticipò Gladio
rassicurando la sorella.
- Di nuovo la stessa?
– chiese invece Selenis e il principe annuì.
- Forse è
il caso di andare a vedere questa famosa faglia –
commentò l’Amicitia.
- Allora
potremmo andare sulla terrazza panoramica – propose Prompto
– Dovremmo riuscire a vederla bene se usiamo quei binocoli
–
- Sarebbe
meglio recarsi sul posto, ma può essere un inizio
–
commentò Ignis – Domattina andremo subito
lì; per
ora riposiamoci – aggiunse.
Nessuno si
oppose a quella decisione. Per una sola giornata ne avevano decisamente
avuto abbastanza.
Campeggio dell'autrice:
Buongiorno a tutti!
Questo capitolo inizia con toni decisamente tranquilli. I nostri amici
si prendono una mattina di svago approfittando della guida di Talcott
per esplorare un pò il mercato di Lestallum, mentre Iris
aspetta che il bello
addormentato, altresì detto Noct, si svegli xD Non ho voluto
inficiare la passeggiata tra i due perchè almeno una gioia a
sta
povera ragazzina gliela volevo lasciare!
Ma anche la tranquillità ha il suo termine per lasciare
spazio
ad un pò di azione! E quindi tutti alla ricerca
dell'ennesima
spada dei Re, nascosta in un luogo meraviglioso pieno di arcobaleni e
unicorni... ti piacerebbe eh Prompto? E invece ti becchi una caverna
umida e ghiacciata!!
Devo ammettere che mi sono divertita ad adattare la missione del
dungeon
alle mie esigenze e chissà che non vi abbia messo un
pò
di curiosità con l'improvviso inceppamento delle armi di
Selenis
;) Per fortuna che c'è il sopracitato Prompto che l'ha
salvata!
Scherzi a parte, non mentivo quando ho detto che gli avrei ritagliato
il suo spazio! Sarà stato il Mindflayer ad aver parlato? Se
sì, perchè? Perdonatemi ma non mi ricordo la
traduzione
di questo deamon in italiano ^^"
Nel prossimo episodio ritroveremo nostro malgrado una vecchia
conoscenza. Ardyn is near the corner ahimè! Cosa
combinerà?
Un grande ringraziamento ai Lettori,
alla mia recensista
di fiducia e a coloro che mi seguono,
preferiscono
e ricordano,
con menzione particolare a Tosello!
See you space cowboy!
*momento nostalgia canaria*
Marta
|
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Capitolo 20 *** 19. L'Immane ***
19
La tazzina
di caffè ormai vuota tintinnò mentre Selenis la
riappoggiava sul piattino.
La ragazza
alzò gli occhi
verso il cielo schiaritosi da poco sopra di lei. Si era svegliata
ancora prima
dell’alba e senza dire niente a nessuno, si era inoltrata
nelle
strade della città per fare due passi.
Lestallum a
quell’ora sembrava un’altra. Le strade erano
deserte e il silenzio, seppur risultando strano, era piacevole. Quella
passeggiata al crepuscolo le era servita per concentrarsi sugli eventi
recenti. Non che fosse riuscita a darsi una spiegazione riguardo
la momentanea scomparsa delle sue armi, ma pensandoci a mente lucida,
gran parte della paura che le era rimasta addosso se n’era
andata. In realtà, era un’altra la sensazione che
al momento le
destava delle preoccupazioni…
Selenis
abbandonò il
tavolino all’aperto, dove si era concessa un caffè
non
appena i bar erano stati aperti, e rientrò in albergo. Non
c’era ancora nessuno nella hall, il che, vista l'ora, era del
tutto
normale. Solo quando salì al piano superiore
trovò qualcuno ad attenderla; Ignis, con le spalle
appoggiate al muro, sostava in mezzo al corridoio che portava alle
camere.
-
Sei stata più mattiniera del solito oggi –
esordì salutandola.
- Lestallum ha il suo
fascino prima dell’alba – replicò
Selenis affiancandolo.
- Sei riuscita a
schiarirti le idee? –
La
principessa sorrise.
Ignis la conosceva davvero come le sue tasche e sapeva che quando aveva
bisogno di ragionare, lo faceva girovagando senza meta. Non era
cambiato
niente da quando era solita farlo a palazzo, eppure era cambiato tutto.
- Non
su tutto purtroppo – rispose lei con un sospiro –
Noct ha
ancora avuto mal di testa? – s’informò.
- No,
la notte è passata tranquilla – disse
l’amico
aggiustandosi gli occhiali sul naso – Tu cosa ne pensi?
–
- Penso
che qualcuno o qualcosa ci stia mandando un messaggio –
asserì la ragazza torturandosi una ciocca di capelli che
eludeva la stretta del suo fermaglio.
- Secondo te
è saggio ascoltarlo? – proseguì Ignis.
- Penso
di sì, – affermò Selenis – ma
non posso esserne
sicura.. – aggiunse – Le visioni di Noct sono
completamente
diverse da quelle che ho avuto io. Lui resta cosciente, io perdo
completamente contatto con la realtà –
spiegò
– Le mie assomigliavano di più…-
- Ad un avvertimento
– concluse per lei il ragazzo.
- Sì..
– assentì la principessa – Se solo
fossero state
più chiare, più specifiche.. se fossi stata in
grado di
capirle.. -
- Non sarebbe cambiato
nulla –
Selenis si
girò a guardare l'amico, che invece osservava un punto
imprecisato del muro di fronte a lui.
- L’Impero
ci avrebbe invasi lo stesso – proseguì.
- Sì, ma
forse il Re sarebbe ancora vivo. Così come il padre di
Gladio e Nyx…- ribattè la ragazza.
- Oppure
sarebbero morti ugualmente e Noctis assieme a loro –
replicò Ignis voltandosi a guardarla – E magari la
guerra
avrebbe coinvolto molte più persone innocenti –
- Forse… -
mormorò la principessa.
- Ascoltami
Selis, probabilmente hai bisogno di dare la colpa a qualcuno per quello
che è successo – riprese il ragazzo osservandola
da dietro
le lenti dei suoi occhiali – e darla a te stessa rende tutto
più semplice, ma non è colpa tua. Nel modo
più
assoluto – aggiunse con tono deciso.
- Lo so, perdonami
– capitolò Selenis con un sorriso mesto.
Forse
era proprio vero che cercava di darsi la colpa per riuscire a
sopportare meglio quello che era accaduto.. Perché dare la
colpa
all’Impero, così irraggiungibile in quel momento,
così distante dalla sua ira, non la faceva sentire in pace.
- Va meglio?
– Ignis la guardò sorridendo.
- Sì,
però c’è ancora una cosa che mi
preoccupa.. –
rispose la ragazza – E' da quando siamo arrivati a
Lestallum che ho la sensazione che qualcuno ci stia osservando..
– ammise.
- Chi potrebbe essere?
– s’interrogò Ignis prendendosi il mento
tra due dita con fare riflessivo.
- Piacerebbe
scoprirlo anche a me – rispose la principessa – ma
per ora
concentriamoci sulla Faglia. Andiamo a dare un’occhiata a
questa
terrazza panoramica -
**
Dopo aver
aspettato che
anche Noctis fosse in grado di camminare senza rischiare di inciampare
mezzo addormentato in giro, i cinque amici uscirono dal Leville
salutando Iris, Jared e Talcott.
Nel
frattempo la
città si era completamente svegliata, iniziando la sua
routine
quotidiana fatta di gente che andava e veniva dai bar e dal mercato
centrale.
Nell’aria
c’era un forte sentore di umidità, segno che
presto o tardi il tempo sarebbe
volto al brutto, ma per adesso il caldo afoso e il sole cocente
continuavano a tenere banco e ad arrostire l’asfalto.
I ragazzi si
diressero verso l’ampio parcheggio di Lestallum che
anticipava la famosa terrazza. Stavano giusto
scendendo
le scale dopo aver dovuto comprare alcuni Cup Noodles su pressante
richiesta di Gladio, quando l’anello di Selenis diede un
bagliore.
- Woah!
Cos’è stato? – Prompto la
guardò perplessa.
- È stata
la pietra – disse lei rimirandola alla ricerca di qualche
altro segnale.
- Era successo anche a
Galdin vero? – soggiunse Ignis.
- Già…
esattamente quando ho incontrato quel..-
La
principessa si
interruppe alzando lo sguardo di scatto. Non le ci volle molto per
identificare un cappello famigliare svettare tra le teste dei turisti
che scattavano foto sulla terrazza.
- Guarda chi
c’è…- mormorò Gladio per
niente felice della cosa.
- Che coincidenza!
– esordì l’uomo con un ampio sorriso,
quando li vide.
- A me non sembra
proprio – replicò l’Amicitia.
- Neppure a
me…- concordò Selenis squadrandolo.
- Ditemi
un po’, vi interessano le filastrocche? –
domandò
quello senza prestare attenzione ai loro commenti – Come
questa: “Dal profondo, dell’Immane sale
il richiamo. Ma a orecchie sorde giunge invano. Ridotto in ginocchio
il re sovrano, tra dolore e lamenti si trascina meschino –
decantò ai presenti.
- E come facciamo a
rimetterlo in piedi? – chiese Prompto trasudando
curiosità da ogni poro.
L’uomo
sorrise prima di rispondergli.
- Basta
seguire il suo richiamo. Recatevi dall’Immane e ascoltato la
sua
supplica – rispose semplicemente.
Lo strano tizio li superò per poi voltarsi verso di loro
- Vi ci accompagno io – si offrì.
- Per quale motivo
dovresti volerci accompagnare? – replicò Selenis
inarcando entrambe le sopracciglia.
- Oh
per me non è affatto un problema! – rispose
l’interessato con un sorriso mellifluo – Sono
abbastanza
libero e curioso di sapere se la leggenda sia vera – aggiunse
con
un’alzata di spalle.
La
principessa lo squadrò ancora per un attimo e poi si
voltò a parlare con i suoi amici.
- Ci stiamo?
– chiese Gladio.
- Boh –
rispose Noctis
- Andiamo! –
esclamò Prompto.
- Però
dobbiamo guardarci le spalle – replicò
l’Amicitia.
- Facciamo questo
trenta sperando di non dover fare trentuno –
sospirò Selenis.
- Siamo tutti
d'accordo – assentì Ignis.
- Allora facciamolo..
– concordò il principe rivolgendosi direttamente
all’interessato.
- Perfetto, se volete
seguirmi –
L’uomo
passò in mezzo a loro dirigendosi verso il parcheggio.
- Non
sono uno che da mai importanza alle formalità, ma
è
meglio che mi presenti: chiamatemi pure Ardyn – disse.
Fu un lampo.
Selenis vide
davanti a sé una figura ammantata di luce sostare ai piedi
di un
trono, mentre veniva letteralmente divorata dalle tenebre.
Al battito di ciglia successivo era
di nuovo nell’assolata Lestallum. Si fermò
cercando di calmarsi. Perché aveva avuto quella visione?
- Selis? –
La ragazza
alzò gli occhi su Noctis che la guardava perplesso con gli
altri a qualche metro di distanza.
- Tutto
bene – rispose lei affrettandosi a raggiungerli, non senza
notare
lo sguardo curioso del loro nuovo accompagnatore.
- La
mia auto è parcheggiata qui – esordì
Ardyn
avvicinandosi ad una corvette rossa fiammante – E'
piuttosto vecchia e di sicuro non regge il confronto con la vostra
Regalia, ma non mi ha mai lasciato a piedi –
spiegò
– Allora andiamo con due macchine, una specie di convoglio.
Cosa
ne dite? – propose.
- Forse
facevamo meglio a pensarci un attimo di più... –
mormorò Gladio rallentando l’andatura per
distanziare
Ardyn.
- Ma come? –
ribattè Prompto.
- La cosa mi puzza.
Deve esserci qualcosa dietro – replicò Ignis.
- Certo che
c’è qualcosa dietro – assentì
Selenis.
- Beh,
vorrà dire che lo scopriremo presto –
commentò
Noctis mentre raggiungevano l’uomo di fianco alla sua
macchina.
- Siete pronti?
– domandò gentilmente Ardyn.
- Certo –
rispose il principe.
- Meraviglioso!
Allora seguitemi e mi raccomando, niente sorpassi, questa non
è
una gara – scherzò lui sedendosi al posto di
guida.
I cinque
ragazzi salirono a bordo della loro vettura, lasciando che fosse Noctis
a prendere il volante.
Ardyn li stava aspettando già in strada, e quando furono
dietro
di lui, li salutò con una mano prima di mettersi in marcia.
Ben
presto si lasciarono Lestallum alle spalle, diretti verso la faglia di
Cauthless.
- Allora?
Cos’hai visto? – domandò Ignis seduto di
fianco a Selenis.
- Una
figura ai piedi di un trono che veniva divorata dalle
tenebre – rispose la principessa lasciandosi andare contro il
sedile.
- Nessuna idea su chi
possa essere? – chiese Gladio.
- Neppure una
– sospirò la principessa – era come se
la stessi guardando in contro luce – spiegò.
- Magari
può centrare il nostro nuovo amico. –
azzardò Prompto.
- Spero
che il termine "amico" sia sarcastico – commentò
Noctis
osservando il viso rilassato di Ardyn che si rifletteva sullo
specchietto.
- Quell’uomo
mi irrita profondamente – asserì
l’Amicitia muovendosi nervosamente sul posto.
- Non solo a te
– concordò Ignis.
- Senza contare che
non sappiamo da dove arrivi – soggiunse Selenis.
- Mhh.. non ce lo vedo
con l’Impero – asserì Prompto.
- Ma è
ancora più difficile immaginare che sia un Lucis –
replicò Gladio.
- C’è
sicuramente puzza di bruciato – affermò la ragazza
mordicchiandosi
l’unghia del pollice – anche senza avvertimenti da
parte
dell’anello –
- Certo che quella
pietra si sta rivelando una sorpresa continua! –
osservò Prompto voltandosi all’indietro.
- Chissà
se mio padre avrebbe potuto dirmi di più.. –
ragionò la giovane – Inizio a pensare che non sia
stato un caso
che me lo abbia lasciato prima di partire per Tenebrae. –
- Si vede che era il
fratello di mio padre – commentò Noctis stringendo
un po’ di più il volante.
- E'
inutile piangere sul latte versato ormai. –
commentò Selenis – Non
dovremo aspettare molto per sapere la verità –
La strada
proseguiva per
gli altopiani di Cleige?, avvicinandosi sempre di più alla
zona
dell’impatto con il meteorite. Il panorama di quella regione
era
piuttosto particolare; in alcuni punti, grossi pilastri di roccia si
innalzavano nel cielo, descrivendo archi che gettavano ombre irregolari
sul terreno. Faceva parte delle stranezze di Eos che rendevano
però così affascinante quella terra.
Il
viaggiò
continuò senza intoppi; l’auto di Ardyn
proseguiva davanti alla loro a velocità costante e il suo
occupante non diede segni di strane deviazioni.
Solo quando
furono nei
pressi della stazione di servizio Coernix, la sua macchina
rallentò
per poi fermarsi nel parcheggio. La Regalia la imitò con
evidente curiosità dei suoi occupanti.
- Ho
pensato che fosse meglio fare una piccola sosta prima di raggiungere la
nostra meta – esordì Ardyn quando scese dalla
corvette.
- E perché
non continuare fino alla faglia? – replicò Gladio
sull’attenti.
- L’Immane
non va da nessuna parte. – rispose l’uomo
– Possiamo
concederci il lusso di mangiare qualcosa. – aggiunse con un
sorriso.
- Non ha tutti i torti
– disse Prompto.
- Cosa devi
fotografare? – gli domandò subito Noctis alzando
un sopracciglio.
- Beh..
da qui c’è uno scorcio bellissimo e la luce
è
perfetta! Per cui… - si giustificò il ragazzo
grattandosi
la nuca.
- E
sia… - sospirò il principe – Massimo
mezz’ora
e poi ripartiamo – ordinò, guardando direttamente
Ardyn che
alzò le mani in segno di resa.
Prompto si
allontanò con Noctis verso il fondo della stazione di
servizio
per scattare alcune foto, mentre Gladio e Ignis entrarono al bar per
prendere qualcosa da mangiare e da bere. Selenis rimase
invece appoggiata
contro la fiancata della Regalia, ad osservare il cielo infuocato sopra
la faglia.
Aveva ascoltato alcune conversazioni in giro per Lestallum,
tutte sulla medesima preoccupazione per le sempre più
frequenti
scosse di terremoto. A quanto pareva era da un bel po’ di
tempo
che la faglia non risultava così attiva.
Alla ragazza venne spontaneo chiedersi se
questo improvviso risveglio non fosse legato alla presenza di Noctis in
quelle terre. Qualcosa le diceva che non aveva bisogno di visioni o
strani avvertimenti per capire che era proprio così. Ma se
l’Immane si stava scatenando per lui.. cosa diavolo poteva
voler dire?
- I tuoi amici
sembrano piuttosto diffidenti nei miei confronti. –
La
voce improvvisa fece scattare Selenis che quasi inciampò sul
posto.
- Oh, perdonami, non
volevo spaventarti. –
Ardyn le
sorrideva
cordiale. Sembrava letteralmente comparso dal nulla, ma probabilmente
la principessa era solo troppo sovrappensiero per accorgersi di
lui…
- È una
cosa piuttosto normale viste le tue continue apparizioni
“casuali” – rispose lei.
- Sono solo un
viaggiatore come voi. – replicò quello mettendosi
una mano sul cuore.
C’era
da dire che i suoi modi di fare erano piuttosto... teatrali.
- Mi pare abbastanza
improbabile. – rispose la ragazza.
- Un
vero peccato... – sospirò Ardyn – Temo
che quindi non
accetterai il mio invito di proseguire il restante viaggio a bordo
della mia auto. – proseguì con rammarico
– Ho notato che
state piuttosto stretti, in tre lì dietro –
aggiunse
indicando con un cenno del capo i sedili posteriori della Regalia.
- Temi il giusto
– replicò Selenis proprio mentre Gladio e Ignis
uscivano dal bar.
Lo scudo del
Re le
lanciò un’occhiata, oscurandosi nel vedere Ardyn,
ma la
principessa gli fece cenno che stava andando tutto
bene.
- Ahh
l’amicizia e.. l’amore –
esclamò l’uomo
intercettando lo sguardo della giovane – Nobili sentimenti
che
è giusto rispettare – declamò.
- Non
è solo questione di amicizia o di amore –
ribattè
Selenis – I miei compagni di viaggio sono la mia
famiglia, è
un sentimento molto diverso – spiegò, guardando
Prompto e
Noctis tornare dalla loro missione fotografica.
- Certo, capisco.
– assentì Ardyn con un piccolo inchino della testa.
- Temo di no invece.
– replicò la ragazza senza distogliere lo sguardo
dai suoi amici.
- E su cosa basi
questa tua affermazione? – le domandò l'uomo
sinceramente incuriosito.
- Hai
l’aria di uno che è solo da molto tempo.
–
asserì la giovane – Non penso che tu possa capire
cosa
voglia dire avere una famiglia – aggiunse guardandolo dritto
negli occhi.
L’uomo
sorrise.
- Una sentenza audace
per avermi incontrato solo due volte – commentò
incurvando di più le labbra.
- Beh,
se tu avessi amici o famiglia, dubito che avresti il tempo di pedinare
un gruppo di
ragazzi per tutta Eos – replicò
Selenis.
Ardyn
divenne serio per
una frazione di secondo, per poi accostarsi alla ragazza che si
irrigidì all’istante. L’anello le
fremette al dito.
- Ho
le mie buone ragioni – le sussurrò
all’orecchio
– Molto bene, proseguiamo? – esclamò
subito dopo,
superandola diretto verso i ragazzi.
La
principessa reprimette un
brivido, e per un istante si chiese se non avessero fatto un errore
madornale nel seguire quello strano tipo.
**
- Ehilà!
Sono io! Siate gentili, aprite! –
I cinque
ragazzi ancora a
bordo della Regalia, guardarono con sincero stupore la pesante porta
che
precludeva l’accesso alla parte più interna della
zona del
meteorite, aprirsi davanti alla variopinta richiesta di
Ardyn.
Avevano
raggiunto la
faglia nel giro di un paio d’ore, avendo così
tutto il tempo di osservare come
l’ambiente circostante cambiasse man mano che le si
avvicinavano.
La zona
dell’impatto era caratterizzata da una serie ripetuta di
creste
rocciose concentriche, che si allargavano man mano che ci si
allontanava
dal cuore del meteorite. Assomigliavano a gigantesche onde, pronte ad
abbattersi su chi passava sotto di esse. Era un paesaggio che, nella
sua geometria, risultava sia affascinante che desolante.
- Ha funzionato!
– esclamò Prompto con stupore.
- Forse
ho l’aria di non contare nulla, ma sono influente. Non siete
contenti di essere venuti con me? – domandò Ardyn
gioviale,
voltandosi sul sedile della propria auto –
L’udienza divina vi
aspetta più avanti! – li esortò.
Noctis
ingranò la
prima e si accostò alla sua macchina, ma l'uomo sembrava non
avere nessuna intenzione di procedere oltre.
- Te ne vai?
– chiese il pistolero.
- Vi ho portato al
cospetto dell’Immane. È giunta l’ora di
separarsi – rispose.
- Non
so perché ma ho la pessima sensazione che non
sarà
l’ultima volta – mormorò Selenis mentre
lo superavano.
All’interno
dell’area ristretta, un paio di aereonavi
dell’Impero
facevano bella mostra di sé seppur completamente deserte.
Oltre
ad esse, la strada si trasformava in un ampio sentiero che
girava
attorno alla figura del
meteorite.
Al loro passaggio la via sterrata venne inondata di polvere, mentre qua
e là, resti di alberi ormai rinsecchiti
le facevano da cornice. Le pareti di roccia
si
strinsero sempre di più, finchè non fu chiaro che
proseguire in auto fosse pressochè impossibile. Noctis
parcheggiò quindi la Regalia all’imbocco dello
stretto canyon e i cinque ragazzi scesero dalla vettura.
- Mi sa che dobbiamo
proseguire per di qua – disse Prompto osservando il sentiero.
- E finalmente
scopriremo cosa sta tramando l’Impero – aggiunse
Gladio.
- Credo che ci sia
anche qualcos’altro qui... – intervenne Selenis.
- Cioè?
– domandò Noctis.
La ragazza
si limitò ad alzare la mano con l’anello.
- Una cripta?
– disse Ignis stupito.
- A quanto
pare…- rispose la ragazza abbassando la mano.
- Potrebbe essere..
guardate qua! –
I ragazzi
raggiunsero
Gladio andato in avanscoperta.
Oltre ai numerosi scheletri d'albero dal tronco ormai bianco, ad
interrompere le pareti rocciose
c’erano diverse colonne, un chiaro segno che un tempo doveva
esserci una qualche struttura eretta dall'uomo.
- Dite che quel tipo
lo sapeva? – s’interrogò Noctis.
- Non mi stupirebbe.
– commentò Ignis.
- Il posto non
è lontano. – affermò Selenis avanzando.
La ragazza
aveva ragione,
non passarono nemmeno dieci minuti da quando avevano lasciato la
Regalia, che la strada sfociò in una terrazza naturale che
si
apriva sul centro esatto del cratere.
- È quello
che penso che sia, vero? – esordì
Prompto.
- Se
non fosse per l’indicazione dell’anello di Selis,
non avrei
mai creduto che un sarcofago potesse trovarsi qui – disse
Ignis.
Proprio al
limite del
lembo di terra che si gettava nel cratere, c’erano i resti di
quello che una volta doveva essere stato un mausoleo reale. Esposta al
cielo aperto e circondata dalle macerie della cupola che
l’aveva
protetta, la tomba di uno dei Re di Lucis sembrava aspettare solo loro.
Dietro di
essa, il meteorite avvolto da croste di terra carbonizzata occupava il
panorama.
Noctis si
avvicinò
alla figura di pietra e reclamò il potere
dell’arma che
teneva tra le mani. Come sempre, la spada di luce si levò in
alto
per poi trapassare il ragazzo e scomparire, andando ad aggiungersi alle
altre in suo possesso. Nello stesso istante l’anello di
Selenis
smise di vibrare, ma iniziò a farlo il terreno intorno a
loro.
- Ecco che ci risiamo!
– esclamò Prompto andando a gambe
all’aria.
- È
fortissimo questa volta! – disse Gladio, afferrando per un
braccio la principessa e aiutandola a mantenere l’equilibrio.
- Indietro! Presto!
– gridò Ignis.
Lo sperone
di roccia
sopra il quale si trovava la tomba, dava segni di cedimento ed era
l’ultimo posto dove stare durante un terremoto.
- Togliamoci
di qui! – gli fece eco la ragazza – Noct!
–
urlò poi all’indirizzo del giovane che era caduto
in
ginocchio tenendosi la testa tra le mani.
Fu la
questione di pochi
attimi. Il pavimento si sgretolò sotto di loro. Noctis non
fu
abbastanza veloce e cadde assieme alle macerie.
- Gladio! –
Selenis
guardò
spaventata l’amico lanciarsi dietro il principe. Stava per
seguirlo, ma una mano la afferrò saldamente per un polso
trascinandola via.
La
principessa
incespicò dietro Prompto, con le orecchie assordate dal
crollo e
gli occhi accecati dalla polvere che si era sollevata.
- State bene?
–
Ignis si
affrettò ad aiutare i due compagni a rimettersi in piedi.
- Noi sì,
ma Gladio e Noct.. – rispose il pistolero con ansia.
I tre amici
si
affrettarono verso il bordo della frana in cerca dei loro compagni, ma
c’era ancora una sorpresa ad attenderli. La terra riprese a
tremare e davanti ai loro occhi increduli, il meteorite prese a
muoversi
ruotando lentamente.
- Ditemi
che è uno scherzo – momorò Prompto
attonito, ma con la
mano già sulla custodia della sua fotocamera.
- L’Immane…
la sua leggenda era vera - sussurrò Selenis.
Alla base
del meteorite
si erse una figura di proporzioni gigantesche. La pelle grigio ferro
dell'essere,
era striata da tatuaggi bianchi che arrivavano fino al cranio privo di
capelli. Dalla bocca spuntavano i canini inferiori, che gli conferivano
un aspetto ferino assieme all’iride dorata dalla sclera nera.
Con le
braccia possenti,
teneva saldamente sulla propria schiena il meteorite che lo aveva
trapassato in più punti, portandosi via perfino
l’occhio
destro. Era una visione spaventosa e triste al tempo stesso. Il gigante
aprì la bocca e parlò brevemente con voce
distorta che
rimbombò nell’aria.
- Cosa sta dicendo?
– domandò Prompto.
- Non ne ho la minima
idea – rispose la principessa.
L’anello
al suo
indice taceva.
Dopo aver parlato, l’Immane rimase immobile a
fissare sotto di sé. Qualcosa stava attirando la sua
attenzione. I tre ragazzi si
sporsero
per guardare giù verso il fondo della frana, e
lì,
apparentemente illesi c’erano Gladio e Noctis.
- Noct! State bene?
– gridò Prompto al loro indirizzo.
- Grazie al cielo
siete vivi! Riuscite a tornare su? – si rivolse loro Ignis.
- No, ma
c’è un sentiero! Vediamo dove porta –
rispose il principe d’abbasso.
- Voi tre provate a
scendere – gli fece eco l’Amicitia al suo fianco.
Selenis in
un primo momento,
avrebbe voluto urlargli di averla spaventata a morte nel
buttarsi a quel modo, ma poi pensò che aveva solamente fatto
il suo
dovere nel cercare di proteggere Noctis, e a dirla tutta, anche lei
stava per lanciarsi dietro di lui.
- D’accordo,
cercheremo una via per raggiungervi – replicò
Ignis.
- Fate attenzione!
– si raccomandò la principessa.
- Anche voi!
– rispose Noctis.
- Cosa?! –
esclamò invece Prompto –
Dov’è che andiamo!? –
La
principessa rimase a
guardare la figura di Gladio discutere di qualcosa con Noctis. Quando
il principe si mosse, lui si fermò ancora un attimo alzando
la
testa verso di lei. Da quella distanza
non
poteva vedere la sua espressione, ma sicuramente le stava comunicando
che si sarebbero rivisti presto. Selenis sorrise e alzò
brevemente
la mano in un cenno di saluto, al quale l’Amicitia risposte
per
poi seguire il principe e scomparire così alla sua vista.
La ragazza
alzò lo
sguardo verso l’Immane che, del tutto immobile, osservava
sotto
di sé. Un istante dopo, il grande occhio dorato si
sollevò fino a
mettere a fuoco la figura della giovane. Selenis rimase
congelata
sul posto; non c’erano dubbi su chi il gigante stesse
fissando.
Il Sidereo però non fece null'altro, non aprì
bocca né sembrò volersi muovere in qualsiasi
maniera.
- Proseguiamo anche
noi? –
Ignis si
rivolse a lei dopo aver sedato le lamentele di Prompto.
- Certo... –
assentì la ragazza, distogliendo gli occhi
dall’Immane e seguendolo.
Il sentiero
che
proseguiva verso il basso, era frastagliato e irregolare. Il terreno,
color del carbone, sembrava essere stato spaccato e rimesso assieme
più volte. Le pareti di roccia calcarea invece, ospitavano
nicchie e resti di arbusti secchi. L’aria, man mano che si
scendeva, diventava sempre più calda e sulfurea, appannando
in
certi punti perfino il cielo sopra di loro.
- A cosa pensi?
–
Selenis si
affiancò ad Ignis, che pur procedendo spedito era chiaro
avere la testa altrove.
- Ai blindati Magitek
che abbiamo trovato all’ingresso. – rispose il
giovane.
- Strani
vero? – intervenne Prompto asciugandosi la fronte dal sudore
– Non sapevo che la faglia fosse presidio Imperiale.
–
aggiunse.
- Neppure
io.. – disse Selenis.
- Qualcuno invece lo
sapeva. – commentò Ignis.
- Parli di
quell’Ardyn, vero? –
- Già..
– assentì il ragazzo – Il suo volerci
accompagnare
ci è risultato provvidenziale. –
- Questo conferma che
deve essere di Nifelheim. – proseguì la ragazza.
- Ha detto di essere
piuttosto influente. – ricordò Prompto scavalcando
la carcassa di un tronco annerito.
- E la cosa mi mette
ancora più in allarme. – replicò Ignis
oscurandosi.
- Magari
invece è davvero dalla nostra parte, –
ribattè il
pistolero – magari abbiamo trovato un Imperiale buono
–
- Fatico a crederci
– storse il naso la principessa.
- Beh,
non è detto che tutti quelli che provengono da Nifelheim
debbano
essere per forza cattivi. – mormorò il ragazzo.
- Purtroppo
non ne ho mai conosciuto uno che lo smentisca. –
replicò lei – Ma
avrai ragione tu, ci sarà gente che, come noi, odia questa
stupida guerra – aggiunse.
- Più
che altro mi chiedo cosa l’Immane voglia da Noctis, visto che
lo
ha condotto qui – continuò Prompto.
- Le leggende che
parlano dei Siderei, dicono che saranno fondamentali per il prescelto
dal cristallo. – rispose Ignis.
- Fondamentali per
cosa? –
- Questo
non lo so, come tutte le leggende le parti misteriose prevalgono su
quelle esplicative. – sospirò il ragazzo.
- Luna
mi aveva raccontato che è compito della Sciamana intercedere
presso di loro a favore del sovrano. – spiegò la
principessa ricordando una vecchia conversazione avuta con
l’amica.
- Quindi dici che Luna
è scesa fin qui per parlarci? – domandò
allibito Prompto.
- Può
essere... – rispose Selenis con un’alzata di
spalle.
In quel
preciso momento
la terra riprese a tremare violentemente. Erano arrivati nel punto in
cui il sentiero era sormontato da archi di roccia creatisi naturalmente
il giorno dell’impatto del meteorite.
- Non
può muoversi con più delicatezza?! –
esclamò Prompto cercando
di mantenere l’equilibrio – Attenti! –
gridò
un secondo più tardi.
Selenis
alzò lo sguardo giusto in tempo per vedere uno degli archi
rompersi in più punti e crollare sopra di lei, prima di sentirsi
tirare a terra.
Le macerie
si abbatterono con un fracasso assordante a terra,
sollevando una nube di calcinacci e detriti. La principessa cadde su un
fianco,
con il viso premuto contro la stoffa morbida della camicia del suo
salvatore.
Quando smise
di tossire
per la polvere che aveva involontariamente respirato e
riaprì
gli occhi, davanti a lei brillò un piccolo ciondolo
d’argento.
- Stai bene?
–
La ragazza
si scostò, osservando con occhi atterriti Ignis.
- Grazie
a te sì... – mormorò con voce rauca
Selenis, mettendosi a
sedere e abbandonando il riparo che le braccia dell’amico le
avevano offerto.
- Ragazzi! Tutto ok?!
–
La voce di
Prompto da oltre il cumulo di macerie, si levò alta e
preoccupata.
- Stiamo bene!
– gli urlò in risposta Ignis.
- Cerco un modo per
raggiungervi! – replicò il pistolero.
Il crollo
aveva creato un cumulo di detriti che ostruivano il passaggio, ma che
fortunatamente era possibile scalare.
- Sei ferito!
– esclamò d’un tratto la principessa,
notando la manica macchiata di sangue di Ignis.
- Credo sia solo un
taglio superficiale. – rispose lui perfettamente calmo.
- Fammi dare
un’occhiata, poi ne riparliamo. –
borbottò la principessa.
Gli
sollevò la stoffa
dall’avambraccio e valutò attentamente la
ferita, poi fece apparire una boccetta di pozione che usò
per
bagnare una striscia di stoffa.
- Necessiterebbe
di un paio di punti giusto per essere sicuri, ma penso che per
ora possa andare bene così. –
sentenziò
fasciandogli il
taglio.
- Grazie. –
rispose Ignis.
Quando ebbe
terminato,
Selenis guardò brevemente l’amico e, allungata una
mano,
prese tra due dita il ciondolo che faceva capolino dalla scollatura
della camicia a righe.
- Ce l’hai
ancora... – disse, osservando la fiammella
d’argento brillare alla luce.
- Certo. –
replicò semplicemente lui.
Gliel’aveva
regalata per un compleanno tanti anni prima, quando ancora suo padre
era in vita. L’aveva vista su una bancarella di un artigiano
che
arrivava da Cleige e aveva pensato che per lui fosse perfetta. Non
immaginava che l’avesse conservata per tutto quel tempo.
La ragazza
ritirò la mano, alzando gli occhi sul ragazzo.
- Credo di doverti
delle scuse Ignis.. – mormorò.
Il giovane
stava per
chiederle a cosa si riferisse, quando con un gridò di paura,
Prompto caracollò oltre il cumulo di macerie finendo a gambe
all’aria di fianco a loro.
- Oh,
ragazzi che sollievo! – esordì rimettendosi in
piedi
– Mi sono preso proprio un bello spavento quando quel masso
è venuto giù! –
- Per fortuna ne siamo
usciti illesi. – rispose Ignis.
- Grazie
a Ignis. – precisò Selenis – Spero di
non dovervi
scomodare di nuovo per salvarmi. – aggiunse con una mezza
risata.
- Beh, ma siamo qui
per questo, – replicò il pistolero un
po’ confuso – no? –
La
principessa lo guardò per un istante e poi sorrise.
- Sì, hai
ragione tu. – assentì.
- Ammetto che sentirmi
dare ragione mi mette un po’ i brividi – rise
Prompto.
- Effettivamente non
capita sovente. – concordò Ignis.
- Ehi cosa vuoi dire?!
– saltò su il ragazzo biondo.
- Shhh –
I due
giovani si
voltarono verso la principessa che fece loro segno di smettere di
parlare. La
videro corrugare la fronte mentre si concentrava.
- Lo sentite?
– domandò dopo qualche secondo.
Ignis e
Prompto
drizzarono entrambi le orecchie. Sopra il rumore della terra e del
vento c’era qualcos’altro.. un suono, anzi no, un
ronzio
che non aveva nulla di naturale.
- Motori Magitek
– sentenziò Ignis.
- Cosa?! –
esclamò Prompto scioccato – Che diamine
ci…-
Le sue
parole vennero
inghiottite da un rombo molto più vicino. Sopra di loro
sfrecciarono ben tre aereonavi Imperiali seguite da una corazzata;
stavano davvero facendo le cose in grande.
- Dobbiamo
avvisare Noct! – disse Selenis appena il frastuono
calò
– Merda, non ho campo! – sbottò quando
la chiamata
del suo cellulare venne respinta.
- Ho
preso la linea – disse Ignis – Noct? Sei in salvo,
meno
male – proseguì quando il principe gli ebbe
risposto
– Ascolta. Truppe Imperiali in arrivo, dovet.. maledizione!
–
Il ragazzo
abbassò il telefono con stizza riponendolo nella tasca dei
pantaloni.
- È caduta
la linea. – disse.
- Beh, almeno sanno
che devono fare attenzione... – commentò Prompto.
- Già ed
è meglio se ci sbrighiamo a raggiungerli –
aggiunse Selenis.
Campeggio dell'autrice:
Buon venerdì gente!
"Mhh.. non ce lo vedo
con l’Impero" cit Prompto. * applauso di sottofondo*
Come fa a non vedercelo con l'Impero proprio non lo so! xD
Fatto sta che Ardyn è tornato e inizia già a
produrre i
suoi effetti... Farlo interagire con Selenis mi è piaciuto
molto! Anche perchè ha una parlata molto particolare, quindi
ho
dovuto riflettere un pò di più su cosa scrivere.
Se tra di voi c'è qualcuno che shippa la coppia
IgnisxSelenis (e
so che qualcuno c'è) con questo capitolo gli sarà
venuto
un mezzo infarto >=) Ma chissà di cosa la principessa
vuole
chiedergli scusa....? Mah! Lo scopriremo!
C'è qualcuno di voi che ha il pass per la beta di Dissidia
Nt? Io sì! Magari ci incrociamo online ;)
Ieri, tra l'altro, è stato rilasciato il trailer del nuovo e
gratuito Dlc di FFXV. Dopo il carnevale kupò kuè,
diamo
il benvenuto all'Assassin's Festival!!!
Ebbene sì, è una collaborazione con il futuro
nuovo
capitolo della serie videoludica Assassin's Creed; il che non
può farmi che piacere! Si svolgerà dal 31 agosto
al 18
gennaio e si terrà nella città di Lestallum.
Sembra una
vera propria avventura, della quale faranno parte tutti e quattro i
nostri boys.
Anche se... vederli vestiti da assassini mi ha fatto abbastanza ridere
xD
Quindi direi che la prossima settimana c'è parecchia carne
al
fuoco in casa Square! Questo non mi impedirà però
di
postare l'aggiornamento venerdì ;)
Ringrazio i Lettori, chi recensisce e chi mi ha inserita tra le fic
seguite, ricordate e preferite!
Un abbraccio e a presto!
Marta
|
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Capitolo 21 *** 20. Confronto ***
20
I tre amici
si misero a
correre giù per il sentiero, mentre altre areonavi passavano
sopra la loro testa dirette verso una direzione ben precisa.
Le forze spiegate dall'Impero erano troppe per mirare solo a
Noctis, il che voleva dire che c'era dietro qualcos'altro...
Quando
riuscirono
di nuovo a scorgere il centro del cratere, videro che
l’Immane si
stava muovendo, anzi, per essere precisi sembrava voler afferrare
qualcosa con
l’unica mano non impegnata a sostenere il meteorite.
-
Per di qui! – gridò Selenis tagliando
giù per un costone di roccia.
L’attenzione
del
titano si scoprì essere rivolta verso una figura ben nota...
Noctis cercava di respingere gli attacchi del gigante non senza una
certa fatica.
- Ehi Noct, ti siamo
mancati? – scherzò Prompto quando lo raggiunsero.
- Scusa il ritardo
– disse Ignis.
- Meglio tardi che mai
– rispose il principe.
- Cosa sta succedendo?
Dov’è Gladio? – domandò
Selenis posando gli occhi sull’Immane.
- Pare che questo
colosso qui davanti abbia tutte le intenzioni di farmi a fette.
–
rispose il ragazzo – Io e Gladio ci siamo separati, ma sono
sicuro che ci raggiungerà presto… Attenti!
–
Noctis
impugnò
più saldamente la propria arma, mentre l’enorme
mano
dell’Immane si abbatteva verso di loro. Con uno scatto,
i ragazzi si portarono fuori dalla sua portata.
- Come
diavolo facciamo a fermarlo!? – esclamò Prompto,
sparando
un paio di colpi che però fecero solo il solletico
al loro
avversario.
- Ci sto pensando
– replicò Ignis concentrato.
- Fallo in fretta
allora! – ribattè Noctis vedendo il titano
caricare l’ennesimo colpo.
- Ehi, ancora qui quel
coso? –
Selenis
accolse con un sorriso l’arrivo di Gladio, che sembrava
essere in gran forma nonostante la situazione.
- Parli tu che te ne
sei andato a zonzo fino ad adesso? – gli disse.
- Purtroppo non sono
fortunato come voi Lucis e non posso proiettarmi –
replicò il ragazzo – Occhio! –
La mano
dell’Immane
calò per l’ennesima volta su di loro, solo che
questa
volta la spostò di lato in una gigantesca spazzata.
- Merda! –
esclamò Noctis preparandosi a respingere l’attacco
con i suoi amici.
Prima
però che la
sferzata potesse raggiungerli, una serie di colpi ripetuti
risuonò nell’aria.
Sopra di loro saettarono diversi
arpioni collegati a funi, che andarono a conficcarsi lungo tutto il
braccio del titano.
- Cosa
stanno facendo? – chiese Gladio, osservando le truppe Magitek
che
si erano radunate attorno a loro e che avevano appena attaccato
l’Immane.
- Penso che vogliano
abbatterlo, o fermarlo... non lo so! – rispose Selenis.
- Beh, non penso che
avranno più fortuna di noi – commentò
Noctis.
- Penso
di avere un piano! – asserì in quel momento Ignis,
radunandoli attorno a
sé mentre il gigante era impegnato a buttare giù,
come se
fossero birilli, gli Imperiali – Tutto chiaro? –
domandò alla fine rivolto ai suoi amici.
- Certo! –
disse Prompto – Andiamo a dare una lezione a quel titano!
–
Come Noctis
aveva
previsto, gli Imperiali non avevano avuto più fortuna di
loro
nel cercare di fermare l’Immane, rimettendoci piuttosto
diverse
squadre
Magitek.
- Ehi
tu! – urlò il principe all’indirizzo del
Sidereo
reclamandone l’attenzione – Forza, sono qui!
– lo
provocò.
L’occhio
dorato dell’Immane si posò su di lui e la sua mano
si alzò, pronta a colpire.
- In posizione!
– comandò Ignis.
Tutti e
cinque i ragazzi
si tennero pronti, aspettarono che il palmo del gigante fosse
esattamente sopra di loro, dopodiché si scansarono
all’ultimo secondo.
L’enorme
mano si schiantò al suolo, producendo un’altra
scossa sotto i loro piedi.
- Ora! –
- Prendi questo!
– esclamò Prompto scagliando la sua ampolla magica.
Appena il
cristallo si
ruppe a contatto con la pelle del Sidereo, uno spesso strato di
ghiaccio ancorò il palmo al suolo.
- Tocca
a noi! – disse Selenis, facendo saltare un paio di volte la
sfera in
mano prima di lanciarla contro il braccio del titano.
I restanti
membri del gruppo la seguirono a ruota e con il caratteristico
crepitio, il
ghiaccio si propagò lungo l’arto del gigante fin
sopra il gomito.
- Noctis,
vai! – gridò Gladio all’indirizzo
dell’amico
che, dopo aver spiccato un salto, colpì con tutta la propria
forza il braccio congelato.
Con un boato
e uno
schianto, l’arto si ruppe, crollando inerte al suolo.
L’Immane cadde in avanti, sostenendosi con il
moncherino. Per un istante sembrò essere sopraffatto,
ma poi la sua voce cavernosa rimbombò nuovamente,
più
potente di prima.
- Cosa
c’è di nuovo? – gridò Noctis
con la testa che gli scoppiava.
- Cosa sta facendo?
– gli fece eco Ignis.
- Credo si stia
preparando... – rispose Selenis.
- Preparando per
cosa?! – esclamò Prompto terrorizzato.
- E che ne so io!?
– replicò la ragazza.
- Attenti al botto!
– li mise in guardia Gladio.
Con un
possente grido, il
titano si tirò indietro mentre una luce accecante lo
avvolgeva
costringendo i ragazzi a chiudere gli occhi. Ci fu un’altra
esplosione potentissima, dopo la quale tornò la calma.
Quando la
forte luce scomparve, del Sidereo non c’era più
alcuna traccia.
- È
sparito? – domandò incredulo Prompto.
- Credo che abbia
assolto alla sua chiamata... – rispose Noctis alzandosi da
terra e spolverandosi gli abiti.
- È stata
Luna? – chiese Selenis avvicinandosi al cugino.
- Già..
– assentì lui – L’ho vista...
è venuta a
parlare con l’Immane – spiegò.
- Ora ha tutto
più senso – commentò Ignis pulendosi
gli occhiali sulla camicia.
- Quindi
tornerà ad aiutarci? – s'informò Gladio
sgranchendosi il collo.
- Quando
sarà ora, probabilmente sì – rispose
Selenis.
- E adesso cosa
succede?! – piagnucolò Prompto.
La terra si
era infatti rimessa a tremare violentemente sotto ai loro piedi.
Tutt'intorno, il suolo
si spaccò, crepandosi in più punti e lasciando
fuoriuscire
spruzzi di lava incandescente che si levarono alti e letali.
- Ci
mancava solo questa! – commentò
l’Amicitia mentre con
gli altri, si rifugiava sotto la cupola protettiva evocata da Selenis.
- Dobbiamo andarcene
da qui! – esclamò la ragazza.
- E come?! –
replicò Noctis.
- Con quella?
–
Prompto indicò verso l’alto, dove
un’areonave Imperiale stava scendendo proprio verso di loro.
- È
più probabile che ci spari contro –
replicò Gladio a denti stretti.
Disse questo
prima che il portellone si aprisse e che una figura ben conosciuta vi
facesse capolino.
- Ma
guarda che sorpresa! – esordì Ardyn con un sorriso
–
Stavo pensando che non mi sono ancora presentato! –
esclamò
sopra il rumore della lava e del motore Magitek –
Izunia, Ardyn Izunia – disse facendo un breve inchino.
Selenis lo
guardò
scioccata. Non poteva crederci… D'accordo che fosse
eccentrico, va
bene che avesse qualcosa di poco chiaro, ma che fosse il..
- Il cancelliere
Imperiale Izunia? – disse Ignis allibito.
- Per
servirvi, o meglio, per aiutarvi. – rispose quello
– Posso
garantirvi un passaggio sicuro, a meno che non vogliate fare da soli!
– asserì sarcastico proprio mentre
un’altra
esplosione di lava si abbatteva sulla barriera di Selenis.
I cinque
ragazzi si
guardarono tra di loro. Accettare l’aiuto di
quell’uomo era
avventato e rischioso, ma che altra scelta avevano?
- Non
possiamo restare qui – disse finalmente Ignis – Non
ci sono
alternative Noct... – aggiunse guardando direttamente il
principe.
Noctis era
combattuto, la sola idea di chi fosse quell’individuo lo
mandava in bestia, ma Ignis aveva ragione.
- Lo so... –
rispose – Accettiamo! – gridò poi
all’indirizzo di Ardyn.
- Bene, ottimo!
– esclamò quello gioviale – Salite!
–
Il velivolo
si abbassò ulteriormente, permettendo così ai
ragazzi di raggiungerlo.
Non appena
furono a
bordo, il portellone si chiuse con un clangore metallico e
l’areonave prese di nuovo quota. All’interno
regnava il
silenzio più totale, rotto solamente dal ronzio del motore.
Una
serie di fari alogeni illuminava l’ambiente asettico e
dotato di una serie di panche in acciaio lucido volte ad ospitare
l’eventuale equipaggio. Selenis si
guardò intorno, oltre a loro e ad Ardyn sembrava non esserci
nessun altro… anche se...
La ragazza si avvicinò ad una delle pareti, osservando
attentamente quella che sembrava essere una nicchia.
- Ma cosa…?
–
La
principessa fece un
balzo all’indietro quando un paio di occhi rossi si accesero.
In
quelle rientranze era ospitata una fila di soldati Magitek, tutti
perfettamente allineati.
- Non
c’è nulla da temere. – la voce di Ardyn
si alzò a
tranquillizzarla – Sono disattivati. Vi ho offerto un
passaggio
sicuro e così sarà! Sono un
uomo di parola io – aggiunse con un sorriso – Ora
se volete
scusarmi, devo assentarmi per un momento –
Detto
questo, si
toccò lievemente la falda del cappello scomparendo nella
stanza
adiacente che doveva ospitare il pilota.
- Più
ci abbiamo a che fare e più quel tipo mi inquieta
–
commentò Gladio lasciandosi cadere pesantemente su una delle
panche.
- Però ci
ha aiutati – osservò Prompto.
- Sì,
ma a quale scopo mi viene da chiedermi… - mormorò
Noctis
appoggiato contro una delle pareti, lo sguardo perso nel vuoto.
- Temo che lo
scopriremo solo più avanti – disse Ignis andando a
sedersi anche lui.
- Per
ora non c’è niente che possiamo fare. –
sospirò Selis – Cerchiamo piuttosto di riposarci
– aggiunse
prima di avvicinarsi ad Ignis – Ho scovato questa,
così
posso sistemarti meglio la ferita. – disse sollevando una
valigetta di primo soccorso.
- Prego – la
invitò lui.
La ragazza
si sedette al suo fianco, lasciando gli altri tre ragazzi a fare
congetture sul cancelliere.
Con
delicatezza rimosse il bendaggio improvvisato, scoprendo la pelle lesa.
- Meno male, non si
è infiammata. – asserì sollevata
prendendo del disinfettante.
- Mi ritengo una
persona piuttosto fortunata in effetti – scherzò
il ragazzo.
- Sono io quella che
è stata fortunata – replicò Selenis.
Ignis
osservò il
viso della principessa, c’era qualcos’altro, oltre
alla
concentrazione, che le increspava il volto.
- Ehi,
Selis – ne reclamò l’attenzione
– Non è
colpa tua quello che è successo. –
proseguì quando
lei ebbe alzato il viso dal lavoro – Siamo qui per
proteggerci a
vicenda, lo sai vero? – le chiese.
- Certo. –
affermò la ragazza con convinzione.
- Per cui non hai
niente di cui scusarti con me. – disse Ignis.
Selenis
capì quello che il suo amico doveva aver inteso e sorrise
mestamente.
- Non
è di questo che volevo chiederti scusa oggi in
realtà..
– replicò – E' più..
difficile –
- In che senso?
– domandò il ragazzo confuso.
La
principessa fece un respiro profondo mentre ricominciava a medicarlo.
- Penso
di.. averti ferito in passato – riprese cercando di trovare
le
parole adatte – Siamo assieme fin da quando hai iniziato ad
occuparti di Noct e sei sempre stato al mio fianco, sempre. –
disse, dando l’ultimo punto di sutura alla ferita –
C’è stato.. c’è stato un
momento in cui ero
sicura di ricambiare i tuoi sentimenti ma poi.. –
- Poi è
arrivato Gladio –
Selenis
alzò la
testa di scatto. Ignis sembrava perfettamente tranquillo, il viso era
disteso in un sorriso. Non era arrabbiato con lei, né pareva
biasimarla in qualsiasi modo.
- Poi
è arrivato Gladio, sì –
assentì, rivolgendo
un fugace sguardo all’interessato ancora intento a
discutere con Prompto e Noctis – Sei il mio migliore amico Iggy, non volevo
ferirti in alcun modo devi credermi… - disse tornando a
guardarlo.
- Non
mi devi alcuna spiegazione Selis – la rassicurò
lui
– ma sono felice che tu me ne abbia parlato –
aggiunse
sorridendole.
- Quanto vorrei
però che Gladio avesse la tua abilità in cucina
– sospirò lei.
- Lo credo bene
–
Entrambi
scoppiarono a ridere, la tensione allentata.
- Ehi, ma ci stiamo
fermando? –
All’esclamazione
di
Prompto tutti quanti si zittirono. Effettivamente il velivolo sembrava
aver rallentato e difatti, poco tempo dopo, si arrestò del
tutto.
Il
portellone si aprì e il vano venne investito
da una folata di aria fresca e umida, e dall’odore di pini.
Il
sole, ormai prossimo a calare, illuminava la zona di prato sopra la
quale l’areonave si era fermata. Poco più
in
là, una strada asfaltata si immergeva nel bosco che
interrompeva
bruscamente la prateria. Un cartello sgargiante e luminoso, avvisava i
viaggiatori che a meno di duecento metri il “Ranch dei
Chocobo di
Wiz” li avrebbe accolti ad ali aperte.
- Perché
diamine ci ha portati fin qui? – esclamò Noctis
- E la Regalia?
– gli fece eco Prompto.
- Ehi
tu! – apostrofò Gladio mentre batteva il palmo
aperto
sulla porta che conduceva alla sala di pilotaggio – Cosa ci
facciamo
qui?! – gridò.
- Possibile che non ci
siamo accorti di starci allontanando così tanto? –
si domandò Selenis.
- Siamo stanchi.. e
non abbiamo calcolato la velocità a cui viaggiavamo
– rispose Ignis.
- Come
vi avevo promesso vi ho garantito un passaggio sicuro per uscire dalla
faglia, ma non ho mai fatto menzione di dove fossimo diretti!
–
La voce
serena di Ardyn uscì dagli altoparlanti e
rimbombò contro le pareti metalliche del mezzo.
- Molto
comodo... – replicò Noctis – Peccato che
la
nostra auto sia ancora là! – gli fece notare.
- Mi
rincresce, ma sono certo che sarete in grado di recuperarla.
–
disse il cancelliere – Nel frattempo verrà
trattata con la
massima cura.. a presto! –
Con un
fischio la comunicazione si interruppe e ovviamente, la porta rimase
sigillata.
- Ora che facciamo?
– s'interrogò Gladio.
- Dubito fortemente
che avremo altre risposte... – disse Ignis con un sospiro.
- Sta anche per fare
buio – notò Selenis.
- Beh, potremo andare
da Wiz – propose Prompto.
- Tu ci vuoi andare
solo per vedere i Chocobo – replicò Noctis.
- Sì,
beh, anche – capitolò il pistolero – ma
tanto che
alternative abbiamo? – aggiunse alzando le spalle.
I ragazzi si
guardarono tra di loro.
- E allora andiamo
– assentì Noctis.
Al gruppo
non resto
quindi altro da fare che scendere dall’areonave e dirigersi
verso
il ranch, mentre quest’ultima riprendeva il volo.
Arrivarono
in vista della
scuderia, appena prima che il sole scomparisse del tutto
all’orizzonte lasciando libero spazio ai deamon.
La prima
cosa a colpire
i visitatori, era sicuramente l’odore inconfondibile di
Chocobo.
Come tutti gli animali da stalla non profumavano di certo, ma faceva
parte della vita all’aperto.
Selenis provò subito
una grande nostalgia. Quando era a palazzo aveva speso molto del suo
tempo dentro le scuderie regali. Quei maestosi pennuti gialli erano
legati a molti dei ricordi della ragazza, perfino al primo incontro con
Nyx…
- Andiamo
a trovare i Chocobo! – esclamò tutto allegro
Prompto
dirigendosi al recinto, dentro al quale si trovavano diversi
esemplari.
- Guardatelo, sembra
un bambino felice – sogghignò Gladio.
- Sono un bambino
felice! – replicò lui per niente toccato dalla
cosa.
- Volete affittarne
qualcuno? –
I
ragazzi si
voltarono verso il nuovo venuto. Un signora di mezza età si
stava facendo loro incontro, con una folta barba grigio ferro e un
basco
calato sulla testa canuta.
- Wiz! – lo
salutò felice Selenis.
L’uomo
si
fermò per un attimo aggrottando le sopracciglia, per poi
sollevarle stupito quando riconobbe chi gli stava di fronte.
- Principessa!
– esclamò mentre la ragazza lo avvolgeva
in un breve abbraccio.
Conosceva
Wiz da quando
era bambina; era stato lui per tanti anni a rifornire la scuderia
reale, ed era sempre stato lui a farle scegliere il suo primo Chocobo:
Boko. L’uomo veniva un paio
di volte all’anno alla capitale per dare
un’occhiata
generale ai volatili e proporre qualche nuovo acquisto per le truppe.
- È un
piacere rivederti – disse sincera Selenis.
- Anche
per me. – rispose l’uomo – Sua Altezza
– si
rivolse poi a Noctis chinando il capo in segno di rispetto –
vi
davano per morto – commentò.
- A quanto pare la
cosa è un po’ prematura – rispose il
ragazzo con un sorriso.
- Per fortuna!
– asserì Wiz – Cosa vi porta qui?
– domandò.
- Abbiamo avuto
qualche inconveniente... – rispose Gladio.
All'uomo
bastò dare un'occhiata alle loro condizioni per capire in
che tipo di inconveniente erano incappati.
- Allora immagino che
desideriate riposarvi – affermò.
- Sarebbe magnifico,
grazie – disse Ignis.
- Ho
una roulotte che fa al caso vostro – raccontò Wiz
–
di solito viene usata da quelli della Meldacio quando passano di qui,
ma al momento è libera – spiegò
– è
tutta vostra –
- Grazie mille
– rispose Prompto già sognando un letto e una
doccia calda.
- Prima
di farvi accomodare però ho una cosa da mostrarvi,
soprattutto a
te – disse l’allevatore interpellando Selenis
–
seguitemi –
La ragazza,
seppur un
po’ sorpresa, seguì l’uomo che li
condusse nel retro
del suo ranch. Lì, protetti da una serie di box chiusi,
c’erano degli altri Chocobo.
Uno di
questi, non appena li vide, prese a dimenarsi. Selenis si
fermò di botto, incredula.
- Boko!! –
esclamò correndo verso il pennuto che la accolse festoso.
- È qui da
qualche giorno – spiegò Wiz – Credo sia
arrivato direttamente dalla capitale dopo che è stata
occupata
–
Selenis
affondò il
viso nelle piume morbide del collo dell’animale, che si
piegò verso di lei appoggiandole il muso sulla schiena. Per
la
prima volta dopo la caduta di Insomnia, la principessa sentì
che
un piccolo pezzo del suo passato si era sistemato. Se restava
così, con gli occhi chiusi contro Boko, le sembrava di
essere
ancora a palazzo. Quando
aprì le
palpebre e si scostò dal Chocobo, nonostante la stanchezza
degli
eventi appena successi, si sentì rinfrancata.
- Sei stato fantastico
ad arrivare fin qui – mormorò al pennuto
grattandolo sotto il mento.
- Sono
contento che vi siate ritrovati – disse gioviale Wiz
– Che
ne dite adesso se mentre voi andate a sistemarvi io vi preparassi
qualcosa da mettere sotto i denti? – propose subito dopo.
- Solo se posso
aiutarti in cucina – replicò Ignis.
- Sarà un
piacere – commentò l’uomo.
- Non ci posso
credere, un letto, una doccia e perfino un pasto caldo! –
giubilò Prompto.
- Sembra che tu sia
via da anni – osservò Gladio – sei
proprio un ragazzo di città –
- Selis, il tuo
ragazzo è una persona poco simpatica lo sai? –
replicò il pistolero.
- Ne sono al corrente
– rispose la ragazza con un sorriso.
- Da quando fate
comunella voi due? – alzò il sopracciglio
l’Amicitia facendo scoppiare a ridere il gruppo.
Dopo la
lauta cena e una
lunga doccia, Selenis si sentiva decisamente meglio, e lo fu ancora di
più quando si coricò sul letto del camper.
Aveva scelto
quello rialzato, un po’ più grande e fuori dalla
portata
delle braccia e gambe vaganti che avrebbe dovuto sorbirsi in caso
contrario.
Da quando
erano partiti aveva sempre dormito da
sola; lei e Gladio avevano messo da parte il
fatto di essere fidanzati per concentrarsi sul viaggio che stavano
facendo. Nessuno dei due amava particolarmente le smancerie e men che
meno l’ostentazione di affetto in pubblico.
Ma quella
sera, quando sentì il materasso abbassarsi sotto il peso
della mole di Gladio, non protestò.
Era stata
una giornata
difficile, che si era sommata a quelle dei giorni precedenti e Gladio
queste cose le avvertiva, sapeva quando lei aveva bisogno di sostegno.
Selenis non aveva ancora capito come facesse, ma era una delle
qualità che l’avevano fatta perdutamente
innamorare di
lui.
Così,
si
rigirò tra le braccia dell’Amicitia,
rannicchiandosi
contro il suo petto e lasciandosi cullare dal calore e dal respiro del
suo corpo.
Quando lui
le diede un bacio sulla sommità del capo era già
nel mondo dei sogni.
Campeggio dell'autrice:
Buon pomeriggio ragazzi ^^
Il primo Sidereo ha concesso il suo potere a Noctis, con una certa
fatica a dire il vero XD Onestamente questo capitolo è un
pò transitorio e forse anche un pò noioso a ben
pensarci
^^" Finalmente Selenis ha messo le cose in chiaro con Ignis! Alla fine,
anche se non era di certo un mistero, la giovane principessa prova dei
sentimenti verso di lui, o meglio, li ha provati. La
complicità
che c'è tra di loro è innegabile, ma è
anche
innegabile che lei abbia fatto una scelta.
L'arrivo dei cinque ragazzi al ranch di Wiz mi ha permesso di far
ricongiungere Selenis assieme al suo fidato Boko. Onestamente di
uccidere anche il suo Chocobo non me la sono sentita ^^"
Nella prossima puntata sarà la volta di Ramuh di fare la sua
comparsa e a sorpresa tornerà anche Ardyn ad appensarti
l'animo
di Selenis...
Ieri ho provato il Dlc dell'Assassin's Festival e devo dire che mi
piace, nel senso, ovviamente è del tutto inutile,
però vi giuro che vale la pena giocarci solo per i dialoghi
che ci hanno inserito xD Non mi sono mai fatta tante risate!! Anche
se... Noctis che dice Requiescat in pace non se pò
sentì!
Qualcuno di voi lo ha provato?
Un grande ringraziamento a tutti i Lettori e alla mia recensista di
fiducia!
A venerdì!
Marta
|
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Capitolo 22 *** 21. Tuoni oscuri ***
21
-
Eh, no, niente sole nemmeno oggi! –
Prompto
sospirò, uscendo dalla roulotte con gli occhi puntati verso
cielo sopra di lui.
-
E sta diventando
sempre peggio... – commentò Selenis seguendo
l’amico all’esterno.
Erano
passati diversi
giorni da quando Ardyn li aveva abbandonati nei pressi del ranch
di Wiz, e da allora il cielo aveva progressivamente assunto un colore
plumbeo, che era
peggiorato con il passare del tempo. Quella mattina
volgeva ormai al
nero, e minacciava seriamente di scaricare tutta l’acqua che
aveva
trattenuto fino a quel momento.
- Se non credessi
nella sfortuna, oserei dire che ci sta perseguitando... –
Gladio si
unì ai due con le braccia incrociate sull’ampio
petto.
- Non dobbiamo perdere
le speranze – disse Ignis scendendo la scaletta della
roulotte.
- Senza la Regalia
faccio fatica anche io ad essere ottimista –
ribattè Noctis subito dietro di lui.
Ebbene
sì, della loro amata macchina non c’era ancora
nessuna traccia.
Il giorno
dopo essere
stati scaricati, avevano affittato alcuni Chocobo e si erano
diretti nuovamente verso Cauthess, dove ovviamente avevano trovato il
cancello d’ingresso sbarrato e nessuna traccia del
loro mezzo.
- È
assurdo, ormai dovrebbe essere saltata fuori, no? –
sbottò Prompto.
- Prima
di disperarci aspettiamo che Cindy finisca di controllare le officine
della zona – replicò Ignis sistemandosi gli
occhiali sul
naso.
Come ultima
spiaggia, non
potendo fare altro, avevano contattato la loro meccanica di fiducia per
sapere se l’auto fosse stata portata in qualche deposito.
Cindy
aveva subito accettato l’incarico, asserendo che avrebbe
chiamato
non appena le fossero giunte notizie.
- Non facciamoci
illusioni l’ha presa l’Impero – disse
Gladio.
- Ammiro da sempre il
tuo ottimismo, ma in questo caso temo che tu abbia ragione –
concordò Selenis con rammarico.
- Magari potremmo
chiedere ad Ardyn di darci ancora una mano, no? – propose il
pistolero.
- Al cancelliere di
Nifelheim? – replicò Gladio scettico.
- Quell’uomo
è un problema, non una soluzione –
sospirò Ignis.
- Che altra scelta
abbiamo? – ribattè Prompto.
- Aspettare
novità da Hammerhead –
- E sperare che gli
dei siano benevoli – aggiunse Selenis con una smorfia.
- Nel
frattempo, dovremo cavarcela a piedi – sentenziò
l’Amicitia – cosa che ho notato disturbarvi
particolarmente
– commentò sarcastico, indicando la principessa e
Prompto.
I due
ragazzi si
guardarono sorridendo senza il minimo senso di colpa. Il fatto di
doversi spostare a dorso di chocobo non era un grande
sacrificio per loro.
- Dobbiamo anche fare
attenzione all’Impero – soggiunse Ignis –
tutti gli occhi sono puntati su di noi –
- E
per questo dobbiamo ringraziare il caro fratello della tua bellissima
e futura sposa – disse Gladio rivolto a Noctis che gli fece
una smorfia in
risposta.
Ravus,
dall'alto della sua carica
di comandante dell’esercito di Nifelheim, aveva istituito
posti di
blocco in tutti i confini del paese; cosa che aveva impedito ai cinque
amici di fare ritorno a Lestallum o di raggiungere qualsiasi altra meta
che fosse fuori Duscae.
- Guardate!
C’è Umbra! – esclamò Prompto
d’un tratto, indicando alle loro spalle.
Il grosso
cane nero, comparso come suo solito dal nulla, sostava a qualche metro
da loro.
Non appena
Noctis si
avvicinò, l’animale abbaiò al suo
indirizzo, per
poi allontanarsi in un chiaro segno di voler essere seguito.
- Qualcuno ha un
messaggio per noi – commentò Ignis.
I cinque
amici seguirono
Umbra, che si diresse trotterellando oltre il rach verso la zona
riparata
dalla pineta. Quando lo raggiunsero, il cane non
era più da solo.
- Gentiana!
– disse Noctis stupito.
Vicino al
tronco di un
grande abete c’era una donna. Aveva la pelle diafana coperta
da
abiti di foggia orientale dai toni scuri. Gli occhi, sormontati da
lunghe ciglia, erano chiusi e i capelli lisci di un nero lucente le
scendevano oltre le spalle
- Ascoltami
o Re della sacra pietra – esordì con le mani
conserte sul
grembo – la benevolenza del Tonante aprirà il
cammino fino
alla sacra pietra. Così agirà la Sciamana in nome
del Re
– disse con tono pacato.
- Luna…
dov’è? – domandò il principe.
- Nel
cuore della tempesta. – fu la sibillina risposta della donna
– Stabilita l’alleanza, la sciamana e
l’anello
attenderanno il loro Re nella città sull’acqua.
Non
indugiare – lo esortò.
Dopo di che,
Gentiana si
voltò leggermente, rivolgendo il viso affilato verso Selenis.
- L’oscurità
ti ha notata... sii cauta, il tuo tempo è prossimo
– le disse evasiva.
Poi, come un
refolo di vento estivo, Gentiana sparì.
- Sbaglio o
è appena scomparsa? – balbettò Prompto
con voce incerta.
- Gentiana
è un messaggero, uno spirito fedele alla sciamana
– spiegò Ignis.
- D..davvero?
–
- È ben
oltre il vero – commentò Gladio.
- Ma cosa stava
cercando di dirti?-
Gli occhi
dei quattro ragazzi si spostarono su Selenis.
- Non
ne ho la minima idea... – rispose la giovane –
L’oscurità mi ha notata? –
ripetè confusa.
- Gentiana
non ha mai parlato molto chiaramente – commentò
Noctis
dopo aver scritto qualcosa sul diario che Umbra gli aveva portato e
averlo rimesso al sicuro nella sua custodia.
- E
chi lo ha mai fatto? – sospirò Selenis –
Una cosa
è certa, Luna si è presentata al cospetto di
Ramuh e adesso sta a noi trovarlo –
- Ed esattamente come
pensiamo di fare? – domandò il pistolero.
- Mah! Magari il cielo
ci darà un segno! – rispose Gladio con tono
sarcastico.
Aveva appena
terminato la
frase, che un tuono esplose nel cielo. Le nuvole vennero illuminate a
giorno e un fulmine scese fin quasi a
toccare terra.
Nel giro di un minuto la scena si ripetè sempre nello
stesso punto.
- Basta chiedere!
– commentò Ignis mentre cominciava a piovere.
- Avrei preferito
restare asciutto però... – borbottò
l’Amicitia.
- Che ne dite di
prendere i Chocobo e dirigerci verso quell’invitante lampo?
– propose Selenis.
- Mi pare proprio un
programma allettante! – commentò Noctis con un
sospiro.
- Quanto ci
scommettete che dovremo infilarci di nuovo in qualche posto buio e
angusto? – gli fece eco Prompto.
**
Un paio di ore dopo, qualche chilometro a nord del Ranch di Wiz.
- Come odio avere
ragione… -
Il gruppo
osservava sconsolato l’ingresso di
quella che aveva tutta l’aria di essere proprio una caverna
buia e
angusta, e purtroppo non c’era alcun dubbio
che il lampo indicasse proprio quel luogo.
- Una bella radura
fiorita una volta tanto no eh? – proseguì a
lamentarsi il pistolero.
- Se le cose fossero
così facili dove starebbe il divertimento? – lo
rimbeccò Gladio.
- Nell’essere
facili – replicò l’amico.
- Beh, volenti o
nolenti dobbiamo entrare qui dentro – soggiunse Ignis.
- E via che si va
– disse Noctis avanzando.
- Verso
shadow’s land! Yuhu! – esclamò con tono
lugubre Selenis seguendolo.
- Detto
così sembra uno di quei mondi nei videogiochi –
osservò Prompto – tipo “The world that
never
was” o cose così – aggiunse.
- Ti manca proprio
tanto la mia consolle, eh? – gli fece notare la ragazza.
- Da
morire! – rispose con un sospiro il pistolero – E
noi
andiamo giù, sempre più giù...
–
Effettivamente,
non
appena entrati nella grotta, la strada aveva preso a scendere
rapidamente. La luce proveniente dall’entrata si
allontanò
sempre di più, costringendo i cinque amici ad accendere le
proprie torce. Le pareti si strinsero, fino a
formare un unico e tortuoso cunicolo che si interrompeva contro una
parete di solida roccia.
- Già
finito? – domandò Prompto dal fondo della fila.
- No,
c’è un passaggio – rispose Noctis
– stretto ma c’è –
Una
fenditura nella
parete si estendeva per tutta la sua altezza, abbastanza grande da
permettere il loro passaggio non senza qualche difficoltà.
- È un
po’ più di stretta – borbottò
Gladio avanzando a fatica.
- Magari per te! Io ce
la faccio benissimo – replicò tronfio il ragazzo
biondo.
- Per
fortuna abbiamo tutti una certa linea – soggiunse Selenis,
trattenendo il fiato per passare un punto particolarmente angusto e
voltandosi nel sentire Prompto lamentarsi.
- Ripensandoci, forse
no..- disse il ragazzo.
- Aspetta
ti si è incastrata la catena – lo fermò
la principessa,
allungando una mano verso di lui e sganciandola dallo sperone di roccia
nella quale si era bloccata.
- Oh grazie
– rispose lui riprendendo ad avanzare.
Una volta
passati, i ragazzi si ritrovarono nuovamente nel corridoio di roccia.
L’ambiente,
a
differenza della grotta che avevano visitato in precedenza, era
fresco e asciutto. L’unica cosa difficile da sopportare era
il
silenzio, così profondo da rendere udibile il più
lieve
dei sussurri.
- Credete che si
nasconda qualcosa in questo posto? – chiese la principessa
proseguendo dietro Noctis.
- Mi stupirei se
così non fosse, vista la nostra fortuna –
commentò il cugino.
- Quanto ottimismo!
– replicò Gladio.
- Parli tu?
– esclamò Prompto guardandosi nervosamente
attorno.
- In
tutti i casi vi inviterei a fare silenzio – intervenne Ignis
– qualsiasi cosa ci sia o meno qui dentro, è
meglio non
attirarla su di noi – osservò.
- Ehi, avete sentito?
–
Selenis si
arrestò,
voltandosi verso Prompto che aveva appena parlato. Se lui non avesse
detto nulla avrebbe pensato di esserselo immaginata.
- Cos’è
stato quel rumore? – balbettò il pistolero
avvicinandosi
ad una diramazione che dava su un piccolo precipizio.
- Il mio
bambino…- sbiascicò una voce.
- Di nuovo?
– mormorò Selenis.
- Di nuovo cosa?
– le domandò Gladio.
La ragazza
non fece in tempo a rispondergli che Prompto cacciò un urlo,
sparendo dalla vista dei suoi amici.
- Prompto! –
gridò Noctis.
- Per di qua!
– li guidò Ignis lungo il sentiero che scendeva.
I quattro
compagni
corsero giù, ritrovandosi in una zona più ampia.
Il basso
corridoio di roccia aveva lasciato lo spazio ad una sezione della
caverna
molto più grande e illuminata. Il soffitto e il
pavimento erano cosparsi di stalattiti e stalagmiti di ogni dimensione,
sulla cui superficie lucida di umidità si rifletteva la
fioca
luce che penetrava dall’alto. L’odore di
pietra bagnata impregnava l’aria e il terreno risultava
decisamente scivoloso.
- Prompto! Stai bene?
Dove sei? – lo chiamò Gladio a voce alta.
- No! Non sto bene!
– gridò in risposta il loro amico –
Questo posto è letteralmente il peggiore! –
proseguì
guidandoli con la sua voce – E perché ci doveva
proprio
essere un serpente?! Quel coso mi ha trascinato fin qua! –
Quando i
ragazzi lo
raggiunsero, il pistolero era seduto per terra con la pistola puntata
contro un deamon. Il mostro in questione aveva le fattezze di un enorme
serpente, con la sola differenza di avere la testa di donna. Il capo,
sproporzionato rispetto alle dimensioni del corpo, era adornato di
capelli simili a tentacoli viscidi; gli occhi erano bianchi e la
bocca irta di denti aguzzi.
- È una
Naga – sibilò Selenis.
- Sai che a volte
sembra che tu abbia ingoiato l'intero bestiario di Eos? – le
disse Noctis.
- Beh, scusa tanto,
era il mio libro preferito! – replicò lei.
- Piuttosto,
perché se ne sta lì immobile? – fece
notare Gladio.
- Ti ha attaccato?
– chiese Ignis a Prompto che era riuscito a rimettersi in
piedi.
- No..
mi ha solo portato qui – rispose il ragazzo –
Secondo te
cosa dobbiamo fare? – disse rivolgendosi al principe.
- E cosa vuoi che ne
sappia io?! – ribattè quello.
Fu la stessa
Naga a sbloccare la situazione quando li guardò e
aprì la bocca.
- Il mio bambino..
– disse con voce gutturale –
dov’è? –
I cinque
ragazzi si guardarono allibiti. Davvero un deamon aveva appena chiesto
loro qualcosa?
- Noi..-
balbettò Noctis – non lo sappiamo, mi.. mi
dispiace non poterti aiutare – rispose incerto.
Il mostro
continuò a fissarli, poi schiuse di nuovo le fauci.
- Sì che
puoi! Prendendo il suo posto! – ruggì questa
volta, lanciandosi a testa bassa verso di loro.
Fortunatamente,
la sua bocca tagliente non riuscì a chiudersi sulla preda
designata e così, la Naga
tornò a torreggiare sul gruppo
ruggendo infastidita mentre indietreggiava sotto la scarica di colpi
sparata dalla pistola di Prompto.
- E con questa come ce
la caviamo? – esclamò quando vide che non era
stata nemmeno scalfita dal suo attacco.
- Emh…
Ignis idee? – lo interpellò Noctis, evitando per
un pelo la coda
del mostro e spostandosi lateralmente per lasciare campo libero
all’amico.
- Temo
che ci voglia qualcosa di più incisivo – rispose
il ragazzo quando i suoi pugnali ribalzarono sulla pelle della Naga.
- Proviamo
così.. –
Gladio si fece avanti, caricando con entrambe le mani il colpo del
proprio spadone.
Il deamon,
accortosi di lui, alzò
nuovamente la coda proprio
mentre la stava attaccando. Dal contatto tra la lama e le scaglie della
creatura si sprigionarono una marea di scintille. La Naga ricadde
pesantemente al suolo per poi rialzarsi sibilando minacciosa.
- Se la vogliamo
abbattere dobbiamo colpire alla testa! – esclamò
Selenis.
- Come cavolo ci
riusciamo?! – replicò Prompto gettandosi di lato
per evitare l’ennesimo colpo.
- Ci verrà
in mente un modo – disse Ignis.
- Spero
che ci venga in fretta, qui rischia di crollarci tutto in testa
–
ribattè Noctis rifugiandosi sotto la barriera evocata da
Selenis.
Il deamon
infatti,
più passavano i minuti e più diventava violento.
Agitando
senza un motivo preciso la lunga coda, faceva crollare tutto quello
che passava sotto la sua scia.
- Forse ho
un’idea – asserì allora Gladio
– Guardate là – aggiunse indicando il
soffitto.
Un massiccio
gruppo di stalagmiti pendeva proprio sopra il loro nemico.
- Vale
la pena tentare – assentì Ignis – Io,
Prompto e
Selis ci occuperemo di farglielo crollare addosso, tu e Noct finitela
– aggiunse.
- Lascia fare a noi
– lo rassicurò l’Amicitia.
La Naga li
osservava con i capelli che le si agitavano attorno alla testa come un
nido di serpenti.
- Ehi! –
Il deamon
abbassò
lo sguardo, concentrandosi su chi le stava di fronte. Prompto le
ballava davanti, cercando di distrarla e di non farla muovere dalla sua
posizione.
Ignis e
Selenis intanto, si
erano portati alle spalle del mostro puntando le
proprie armi al soffitto. Quando l’alabarda e il pugnale si
schiantarono sull’ammasso di roccia, quello si
staccò
precipitando addosso alla creatura che con un urlo ricadde al
suolo.
- Gladio, Noct! Tocca
a voi! – gli diede il via la ragazza.
I due amici,
in perfetta
sincronia, si lanciarono contro la Naga colpendola nella zona
delicata alla base del cranio. Il deamon cacciò un altro
urlo
spaventoso mentre le sue spire si contraevano per poi giacere immobili.
- Siamo sicuri che
è finita? – domandò Prompto.
- Mhh, direi di
sì – rispose Selenis avvicinandosi al mostro.
Proprio in
quell’istante, la testa del deamon scattò in
avanti e i suoi occhi bianchi si posarono sulla ragazza. La principessa perse
il contatto con la realtà, e il suo campo visivo venne
riempito di luce. In lontananza, la
figura
minuta di un bambino le correva incontro a braccia spalancate, e
seppure
completamente sfocato, la principessa era sicura che sul suo viso ci
fosse un gran sorriso.
- Ridatemi.. il mio
bambino –
Selenis
tornò di
botto alla realtà, in tempo per vedere il grosso corpo della
Naga svanire in una miriade di frammenti di cristallo nero.
- Stai bene?
–
Prompto le
fu accanto.
- Sì
– rispose incerta la ragazza.
- Di cosa stava
parlando? – chiese Ignis.
- Non ne ho idea...
– rispose Noctis prendendo fiato.
- Qualcosa a proposito
del suo “piccolo” – disse Gladio.
- Penso di averlo
appena visto…- asserì Selenis guadagnandosi
un’occhiata stupita da parte dei suoi amici.
- In che senso?
– s’informò Ignis.
- Una delle mie solite
visioni, c’era un bambino che mi correva incontro –
spiegò la ragazza.
- Un bambino bambino?
– domandò scettico Prompto.
- Sì..
–
- Prima, quando hai
sentito la voce del deamon hai detto che non era la prima volta,
giusto? – la interrogò Gladio.
- Avevo
già sentito qualcosa di simile, poco prima di scontrarci
contro
il Mindflayer nella grotta dove Noct ha recuperato una delle spade
–
raccontò – una voce ha chiesto aiuto –
- Cioè i
deamon ci stanno chiedendo aiuto? – disse Noctis piuttosto
perplesso.
- Non saprei..- ammise
Selenis – è piuttosto complicato –
- E assurdo oserei
aggiungere – commentò Gladio.
- Avremo
modo di appurare la questione, immagino – soggiunse Ignis
–
ma per ora consiglierei di proseguire, non credo manchi molto
–
- Hai ragione
– assentì la principessa.
Come
affermato da Ignis, non
ci volle molto per raggiungere la loro destinazione.
Il cunicolo
imboccato dopo lo scontro, li condusse in una parte di caverna molto
più piccola e ricca di vegetazione. Il terreno e i muri
erano
coperti di muschio e lo spazio era occupato da diverse piante,
cresciute
grazie all’acqua filtrata e alla luce che proveniva da
un’apertura su soffitto.
In fondo
alla piccola
grotta c’era una pietra che si protendeva verso
l’alto,
ramificandosi in più punti in un modo che ricordava molto il
profilo di un fulmine.
- Ok, ci siamo
– disse Noctis, avvicinandosi alla pietra e allungando una
mano verso di essa.
Quando la
sua mano si
posò sulla superficie, questa si illuminò, e un
secondo
dopo un fulmine ne colpì la cima.
- Noct! –
gridò Prompto spaventato.
- Aspetta! –
lo fermò Selenis alzando un braccio.
Lampi
violetti
percorrevano tutta la stanza senza però arrecare alcun
danno. Noctis
appariva illeso, con i capelli scompigliati dal vento e
dall’elettricità.
Quando
tornò la
calma, il principe si girò verso di loro, osservandosi il
palmo
della mano mentre i suoi occhi brillavano di una luce vermiglia.
- Hai visto qualcosa?
– gli domandò la cugina.
- Sì, Luna
– rispose lui – L’ho vista mentre
intercedeva presso Ramuh –
- Mi aspettavo
più tuoni e fulmini onestamente –
commentò sollevato Prompto.
- A quanto pare alcuni
dei sono più amichevoli di altri –
replicò Gladio.
- Ma non tutti...
– disse Noctis – Povera Luna..-
- Il meglio che puoi
fare è consolarla di persona – lo
esortò Ignis.
- Manca solo un
viaggetto in barca! – esclamò allegro il
pistolero.
- Ora, per
carità, usciamo di qui vi prego! – disse Selenis.
Finalmente,
ad attenderli
all’esterno c’era un cielo sgombro da nubi e
illuminato dal sole; ma non era l'unica cosa ad aspettarli... Sopra le
loro teste infatti, passò un’areonave di
proporzioni
immani. Si trattava di una delle areo fortezze che facevano parte
della flotta di Nifelheim: delle vere e proprie basi volanti.
Il
velivolo li superò diretto verso il cuore della regione e
nello
stesso momento, il cellulare di Noctis prese a squillare.
- Pronto?
– rispose il ragazzo – Sì…
ahi.. non te ne
devi preoccupare, no, ci pensiamo noi – disse –
Grazie, ci
sentiamo –
- Chi era? –
chiese Gladio quando Noctis chiuse la chiamata.
- Cindy –
- Come?! Non puoi
parlarle così freddamente! – esclamò
indignato Prompto.
- Sì che
posso, l’ho appena fatto – replicò il
ragazzo.
- Aveva qualche
novità degna di nota? – intervenne Ignis.
- Tipo qualcosa sulla
nostra auto – aggiunse Selenis.
- Sì.. la
Regalia è in una base nemica –
- Oh damine... -
imprecò il pistolero.
- Ora la domanda
è una sola.. – soggiunse Gladio.
- Quando la
recuperiamo? – concluse per lui Ignis.
- Direi subito
– fu la pronta risposta di Noctis.
- Per ora è
solo una congettura ma… – proseguì
Ignis.
- Quella nave doveva
arrivare molto prima, vero? – disse la pirncipessa osservando
l’amico.
- Esatto...
– assentì lui puntandola con l’indice
– Credo
che tutti questi lampi e fulmini l’abbiano rallentata,
è
molto probabile che sia arrivata per portare la Regalia a Nifelheim
– sentenziò.
- Meglio darci da fare
– replicò Noctis adombrandosi e salendo sul suo
Chocobo.
Cindy aveva
lasciato loro
le coordinate della base Imperiale, che fortunatamente era ad una
distanza tale da poter essere coperta a dorso di pennuto.
Arrivarono
al punto
indicato sul fare della sera. La base si trovava sulla strada che
portava a
Lestallum, in mezzo a basse colline e praterie coperte di arbusti. Si
estendeva per diversi chilometri di lunghezza ed era ovviamente
recintata su tutti i lati da alti muri in cemento. Al centro,
dov’era atterrata la fortezza mobile, una lunga antenna
brillava
di una luce rossiccia ed intermittente.
- Qualche brillante
idea Ignis?-
Dopo aver
dato un’occhiata ai dintorni della base, il gruppo si era
fermato nel vicino
accampamento, che come al solito era situato su di una grande roccia
coperta da iscrizione e rune benedette. Dal piccolo
sopralluogo
fatto, avevano capito che di sicuro non potevano gettarsi alla ricerca
della loro auto senza un piano preciso. Così si erano
fermati
provvisoriamente lì, approfittandone anche per mangiare
qualcosa.
- Al
contrario ne ho una piuttosto oscura.. – rispose il ragazzo
camminando su e giù davanti ai suoi compagni – In
un
assalto frontale saremmo vulnerabili – proseguì
– ma
se agiamo con il favore della notte, potremmo riuscire a infiltrarci
senza dare nell’occhio – spiegò.
- E per entrare come
facciamo? – domandò Noctis.
- Ho individuato un
punto da cui potremo accedere, sulla fiancata ovest della fortezza
– rispose il ragazzo.
- Sì,
ma non sappiamo ancora dov’è la Regalia
– intervenne
Gladio finendo di bere il resto della zuppa che Ignis aveva preparato.
- È
nella sezione più interna della base – intervenne
Selenis
– Beh? Che c’è? – chiese
quando vide le facce
dei suoi
amici – C’era una torretta sguarnita e ho
pensato di proiettarmici per dare un’occhiata
dall’alto
– spiegò facendo spallucce.
- Spero che il rischio
sia almeno valso a qualcosa – la rimbeccò
l’Amicitia con un’occhiataccia.
- Certo..-
replicò lei con sguardo tagliente.
Poi, presi i
piatti vuoti dei suoi compagni, li dispose uno vicino
all’altro.
- Queste
sono le sezioni che sono riuscita a vedere – disse
indicandoli
– Questa è la porta principale che dà
sulla strada
e qui ci sono le reti che delimitano le aree, probabilmente chiuse da
qualche chiave elettronica… - spiegò facendo un
segno
rettangolare attorno ad una ciotola – La Regalia si trova
esattamente al centro di questa zona – aggiunse appoggiando
nel
mezzo un bicchiere.
- La
nostra entrata è questa – asserì Ignis,
puntando
l’indice verso il bordo di uno dei piatti – Se
è
come penso, dovremmo poter fare questo giro e arrivare
all’auto
– ragionò.
- Allora, il principe
cosa ne pensa? – interrogò Gladio
l’interessato.
- Che mi sembra un
buon piano – commentò annuendo.
- Perfetto! Andiamo a
riprenderci la nostra auto! – esclamò con
entusiasmo Prompto.
- Per ora consiglierei
a tutti di riposare, non appena farà buio ci muoveremo
– concluse Ignis recuperando le stoviglie da lavare.
Montata la
tenda che Wiz gli
aveva imprestato, avendo perso la loro assieme alla Regalia, i
ragazzi si rilassarono. Ignis andò a coricarsi, Noctis,
Prompto e
Selenis intavolarono una partita a King’s knight sui loro
telefonini, mentre Gladio si sedette fuori dalla tenda a leggere.
Il ragazzo
stava girando
pagina, quando un paio di braccia si avvolsero attorno al suo collo. Il
viso della principessa comparve oltre la sua spalla.
- Già
finito di giocare? – le chiese guardandola con la coda
dell’occhio.
- Da
quando ho trovato il personaggio speciale da cinque stelle credo che se
la siano presa un pochino – sogghignò la ragazza
socchiudendo gli occhi per guardare le fiamme del falò
– Tu cosa leggi? –
- Un
libro sull’origine di Duscae, lo vendevano
all’emporio di
Wiz – rispose il ragazzo, poi sentendo Selenis reprimere una
risata
si scostò un poco per guardarla in viso –
Perché
ridi? – le chiese.
- Mi
ricordo quando ci hai detto che uno dei tuoi hobby era la lettura
– disse la principessa – Prompto non la smetteva
più
di ridere e non ti ha creduto fin quando non ha visto la libreria a
casa tua – raccontò.
- Credo non se ne
capaciti ancora adesso – scosse la testa Gladio.
- Già
– assentì Selenis.
La ragazza
sospirò profondamente nascondendo il viso nel collo del
ragazzo.
- Ohi, tutto bene?
– domandò Gladio.
La ragazza
si tirò
sù. Il fuoco le incendiò i capelli bianchi come
la neve,
mentre si chinava nuovamente per baciarlo. Gladio chiuse gli occhi,
afferrando il braccio di lei e tirandola più avanti
in modo da poter approfondire il bacio.
- Mi mancavi
– mormorò lei quando si staccarono.
- Troveremo
un momento anche per noi – replicò Gladio con gli
occhi
accessi non dalle fiamme – Spero... - aggiunse
aggrottando la
fronte e facendo scoppiare a ridere Selenis per
quell’espressione
da bambino imbronciato.
La ragazza
stava ancora
ridendo quando, oltre le lingue di fuoco che si sprigionavano dal
falò, vide una figura; una figura che lei conosceva bene, ma
che
non poteva essere lì. Selenis si
raddrizzò,
osservando concentrata quel punto a margine del boschetto di alberi.
Qualsiasi cosa fosse stata non era più
lì…
La
principessa lasciò Gladio al suo libro, incamminandosi fino
ad inoltrarsi tra i tronchi degli alberi.
- Nyx? –
Non appena
lo disse ad
alta voce si sentì incredibilmente stupida; eppure
quella figura le era sembrata appartenere proprio al suo amico..
Un rumore
improvviso la
fece voltare e questa volta fu quasi certa che l’ombra appena
scomparsa fosse di Nyx. Con il cuore in gola si
avvicinò…
ma lo spazio tra gli alberi risultò vuoto..
- Anche tu a passeggio
al chiaro di luna? –
Selenis si
voltò di
scattò, evocando il kukri pronta a colpire. Dietro di lei,
Ardyn
Izunia aveva alzato le mani in segno di resa, con il suo solito sorriso
stampato in faccia.
- Che diavolo ci fai
tu qui? – domandò la ragazza squadrandolo.
- Mi godevo
semplicemente la serata – rispose quello.
- Perché
continui a seguirci? – replicò Selenis.
- Temevo
che aveste bisogno di aiuto per trovare la Regalia, ma vedo che siete
già riusciti a rintracciarla da soli – disse
l’uomo
cordiale.
- Se
ce l’avessi fatta portare dove ci hai scaricati
l’ultima
volta, quello sì che sarebbe stato d’aiuto
– ribattè la
principessa ancora con il pugnale stretto in mano.
- Anche
i cancellieri hanno i loro limiti purtroppo –
commentò
serafico Ardyn – Sai? Quel kukri.. penso proprio di averlo
già visto in giro
– aggiunse subito dopo picchiettandosi l'indice sul mento con
fare pensoso.
- Che vuoi dire?
–
La ragazza
lo
osservò glaciale, sentendo le nocche sbiancare attorno
all’impugnatura e il cuore balzarle nel petto.
- Non era
di
quel giovane Kingsglave? – proseguì Ardyn
agrottando le
sopracciglia – Ma certo! Quello che era stato assegnato a
protezione di Sua grazia Lunafreya durante la cerimonia per le firme!
Nyx Ulrich mi pare – raccontò.
- Che cosa sai?
– lo aggredì Selenis.
Dal sorriso
che si
allargò sul viso del cancelliere, la principessa capiva
benissimo che stava solo
cercando di provocarla, ma ciò non toglieva il fatto che lui
sapesse qualcosa sul suo amico.
- Vista
la tua reazione, immagino
che tu lo conoscessi bene. – commentò
l’uomo.
- Cosa gli hai fatto?! - ruggì Selenis con gli
occhi che ardevano.
- Io? Proprio niente! - si difese Ardyn con aria innocente -
E'
stato l'anello dei Lucis ad ucciderlo se proprio ti interessa -
- L’anello?!
Stai mentendo! So per certo che è morto combattendo contro
il
generale Glauca! – esclamò Selenis.
- Certo,
ma per sconfiggerlo ha dovuto attingere al potere dell'anello che Sua
Grazia Lunafreya aveva con sè - replicò il
cancelliere.
-
Ma.. lui non
è di stirpe reale.. – mormorò confusa
la ragazza.
- No
hai ragione... ed è per questo che gli antichi Re hanno
preteso in
cambio la sua vita – rispose Ardyn con finto cordoglio.
- Perché
sei venuto a dirmi questo? – domandò Selenis.
- Selis! –
La voce di
Gladio irruppe
nel boschetto. La principessa si voltò verso l'accampamento,
poi tornò a girarsi verso Ardyn.
- Ti
stanno aspettando, sarebbe meglio non farli preoccupare Vostra Grazia
– disse l'uomo, ammiccando da sotto la falda del cappello.
- Selis! Dove sei?!
–
La ragazza
rimase ad osservare il volto del cancelliere, indecisa sul da farsi.
- Non
so cosa tu voglia da noi, ma non azzardarti a toccare i miei amici...
– lo minacciò, prima di voltarsi e tornare di
corsa da
dov’era arrivata.
Incontrò
Gladio al
margine del bosco. Il ragazzo si stava guardando intorno con fare
nervoso
alla sua ricerca.
- Che fine avevi
fatto? – esclamò quando la vide.
- Scusa pensavo di
aver visto.. – la ragazza si interruppe senza sapere come
spiegarsi.
- Non importa,
dobbiamo muoverci – chiuse il discorso Gladio indicando i
loro compagni in attesa.
- Sì,
andiamo! –
L’incontro
con Ardyn avrebbe potuto aspettare..
Campeggio dell'autrice:
Buongiorno gente!
Scusatemi, sono parecchio in ritardo con il capitolo e di fretta in
questo preciso istante ^^" Devo scappare tra circa mezz'ora ma volevo
assolutamente aggiornare!
Finalmente Ramuh ha concesso il suo potere a Noctis, un pò
più docilmente di quanto fatto dall'Immane! Gentiana ha
fatto la sua prima comparsa, mettendo in allarme la povera Selenis... a
chi o cosa mai si sarà riferita la messaggera?
Come se non bastasse ci si mettono pure i Deamon parlanti e
l'apparizione di Ardyn, che come al solito si diverte a giocare con il
prossimo e a installare milioni di dubbi! Per quale motivo
avrà provocato così la principessa?
Spero che il breve momento Selenis/Gladio sia stato apprezzato! Non
vedo l'ora di poter approfondire anche la loro relazione ^^
Sparso nel capitolo c'è un piccolo cameo di Kingdom Hearts,
sicuramente lo avrete scoperto ;)
Ora perdonatemi ancora ma devo proprio scappare!!!
Grazie mille a tutti i miei Lettori e la mia puntuale recensista (altro
che me!) <3
A venerdì
prossimo!
Marta
|
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Capitolo 23 *** 22. Recupero notturno ***
22
-
Dobbiamo davvero entrare qui dentro?! Siamo seri?!
–
L'esclamazione
a mezza voce di Prompto aveva un suo fondamento, ed era del tutto
lecito nutrire qualche perplessità.
Il gruppo di
amici aveva
infatti raggiunto l’ingresso secondario della fortezza, che
veniva utilizzato per far passare i camion di rifornimento.
La notte
era ormai alta, e con il favore dell’oscurità i
cinque
ragazzi si erano appostati appena fuori dal cancello. A
presidiare il passaggio c'erano solo un paio di guardie,
ma molte altre erano
passate di lì, facendo ben intendere che la base fosse tutto
tranne che sguarnita.
-
Ricordate
che il nostro obiettivo è la Regalia – disse Ignis
–
non possiamo affrontare un’intera guarnigione. Dobbiamo
evitare
ad ogni costo di essere scoperti – si raccomandò.
-
In sostanza,
entriamo ed usciamo prima che faccia giorno –
sintetizzò Gladio per il bene comune.
-
Esatto.
– assentì l'amico – Anche se questo
dovesse voler dire
non completare la missione, dobbiamo ritirarci prima di diventare
ospiti indesiderati –
-
Non
succederà – replicò Selenis.
Guidato da
Ignis, il
gruppo si spostò tra i container metallici per arrivare il
più possibile vicino alla porta. I due soldati di
guardia facevano la ronda, spostandosi avanti e indietro con i fucili
imbracciati.
-
È
il vostro turno. – disse il ragazzo rivolgendosi a Noctis e
Selenis
– Al mio segnale.... Per ora mantenete le posizioni
–
La
principessa si preparò, aspettando che il loro amico desse
il
via libera. Le guardie passarono lentamente davanti al loro
nascondiglio; una
diede loro le spalle e l’altra proseguì lungo la
strada.
-
Adesso! –
Noctis
scomparve,
riapparendo dietro il primo soldato ed eliminandolo all'istante. La
ragazza, che era subito dietro di lui,
svoltò invece l’angolo e si proiettò
verso
l’altra guardia. Il suo pugnale si conficcò,
preciso e
letale, alla base del cranio, facendo crollare
l’avversario senza il minimo rumore.
Una volta
liberata la strada, i ragazzi guadagnarono l’ingresso alla
fortezza.
La base era
illuminata a
giorno ed ingombra di silos, scatole e altri container che con tutta
probabilità contenevano armi e provviste per la guarnigione.
Verso il
centro, dove
doveva trovarsi la loro macchina, un’altissima antenna
sprigionava una luce rossa ben visibile contro il cielo scuro.
-
Evitiamo i fari, per
di qua. – li guidò Ignis attraverso il dedalo di
container.
Avanzando si
resero conto che le forze spiegate dal nemico non si limitavano solo
alla fanteria Magitek, ma comprendevano anche un buon numero di
blindati e qualche soldato d'èlite.
-
Sbaglio o mi
sembrano tutti più potenti del solito? –
commentò Prompto.
-
È per via
del generatore Magitek – spiegò Ignis accennando
all’antenna.
-
Allora dovremmo
distruggerla, ci eviteremmo un sacco di fatica –
suggerì Gladio.
-
Il rischio
è troppo alto, la nostra priorità è la
Regalia – replicò Ignis.
-
Guardate, deve
essere il nostro cancello –
Noctis,
inginocchiato dietro alcuni bidoni di latta, indicò un
passaggio chiuso da un’inferriata elettrica; davanti ad esso
passeggiavano altre guardie.
-
Eh tocca di nuovo a
noi –
Selenis
offrì il
pugno chiuso al cugino che battè le nocche contro le sue.
Qualche minuto dopo, i nemici erano a terra e il gruppo aveva
guadagnato
l’accesso al blocco seguente. Una volta superato
un grosso magazzino pieno di blindati senza
pilota, i cinque ragazzi raggiunsero lo spiazzo dove la loro macchina
faceva
bella mostra di sé.
-
Eccola
lì, la nostra piccolina – disse Noctis sollevato
avvicinandosi.
-
Sembra che il
soggiorno nelle mani dell’Impero non l’abbia
danneggiata – constatò Ignis.
-
Non
vi sembra che sia andato tutto troppo liscio? –
osservò Selenis, reprimendo un brivido al ricordo del suo
incontro con il cancelliere.
-
Non hai detto che
ero io quello pessimista? – la rimbeccò Gladio.
-
Emh.. ragazzi?
–
L'intonazione
usata da Prompto già non prometteva nulla di buono, e
quando i suoi amici si
girarono per vedere chi stesse arrivando, quel pensiero si
trasformò in certezza.
-
Da quanto tempo
Noctis. –
Il
ragazzo appena
sopraggiunto vestiva abiti militari bianchi della foggia di Tenebrae.
Gli
occhi color ghiaccio, si sposavano bene con i capelli chiari e la
carnagione pallida. Nella mano destra reggeva un lungo stocco appuntito
mentre il
braccio sinistro, completamente meccanizzato, terminava con dita
artigliate.
-
Ravus! –
esclamò il principe sorpreso.
-
Ravus... –
gli fece eco Selenis indurendo lo sguardo.
Al pari
della sorella erano anni che non
lo vedeva…
-
Selenis,
è un piacere anche per me – replicò il
ragazzo con un sorriso di scherno
avvicinandosi ulteriormente – Hai ottenuto la benedizione del
tonante – asserì subito dopo tornando a rivolgersi
a
Noctis – ma non hai idea di cosa comporti… -
aggiunse, sollevando la spada e puntandola alla gola del giovane.
Questa mossa
fece immediatamente scattare
Gladio, che si fece avanti per proteggere l'amico. Ravus
però,
con un movimento del polso, voltò la lama di piatto,
indirizzandola al collo dell’Amicitia. Selenis, che si
trovava al loro fianco, alzò di scatto la mano afferrando la
spada.
-
Selis! –
esclamò Prompto.
-
Fermi tutti.
–
Ravus
alzò la mano bionica, bloccando così Ignis sul
punto di intervenire.
-
Quale
spirito di sacrificio.. – sogghignò il giovane
premendo la lama affilata contro il palmo della ragazza.
-
Anche
tu devi aver sacrificato molto per ridurti così –
replicò lei per niente intimorita, mentre un rivolo di
sangue le
colava sul polso.
-
Sicuramente più
di voi che seguite l’erede di una corona senza regno
– ribattè il ragazzo – Ammirate
lo splendore e la gloria. Salutiamo il re prescelto. – li
derise.
-
Ti
dai parecchie arie per essere un sorcio dell’Impero, un servo
del
nemico che da la caccia a Luna! – lo aggredì
Noctis.
La reazione
di Ravus non
si fece attendere e, abbassata la spada, il giovane
afferrò con la mano sinistra il collo del principe.
-
Non sono il servo di
nessuno, sono il comandante! – esclamò incollerito
spingendolo via.
-
Perché
sei cambiato così tanto Ravus?! Dov’è
finito il
bambino gentile e premuroso che conoscevo?! –
domandò
Selenis tenendosi la mano ferita.
-
Poni
alla persona sbagliata le tue domande – rispose tra i denti
il
ragazzo facendosi di nuovo avanti.
Gladio però si intromise nuovamente parandoglisi davanti.
- Il fedele scudo
del re.. - rise Ravus.
-
Puoi scommetterci!
– replicò l’Amicitia con tono di sfida.
-
Gli scudi deboli non
proteggono... – il comandante
Imperiale
alzò la propria spada.
Quando calò il colpo, Gladio
era già pronto a riceverlo con il proprio spadone. Successe
però una
cosa che nessuno di loro si sarebbe mai aspettato... nonostante
l'Amicitia facesse
leva con entrambe le braccia sul piatto della sua spada e il suo nemico
stesse impugnando la propria con una sola mano, stava inesorabilmente
perdendo terreno. Il
ragazzo riuscì a deviare
il colpo solo all’ultimo e con molta fatica. Ravus allora lo
colpì alla stomaco, facendolo andare a sbattere
violentemente contro la
Regalia.
-
Gladio! –
esclamarono all’unisono Noctis e Selenis.
La
principessa si
precipitò ad aiutare il ragazzo assieme a Prompto.
L’Amicitia scivolò in ginocchio, sbuffando per lo
sforzo e
per il dolore. Era
impossibile che qualcuno lo avesse sconfitto così
facilmente,
era impossibile e soprattutto innaturale.
-
Vuoi lo scontro? Ci
sto! – asserì intanto Noctis evocando le proprie
armi ancestrali.
-
Se il prescelto
muore, era destino... – replicò Ravus.
La battaglia
sembrava inevitabile, ma la comparsa di un altro personaggio la
interruppe al suo inizio.
-
Direi
che può bastare – disse Ardyn sopraggiungendo
– Serve una mano altezza? – domandò
cordiale.
-
Non da te.
– sbottò il principe.
-
Oh,
è un vero peccato! Perché come ho detto poche ore
fa anche
alla principessa, io sono qui per aiutarti –
replicò
amabile.
Gladio
guardò
Selenis confuso mentre lei lo aiutava a rimettersi in piedi. La giovane
scosse lievemente la testa: non era il momento delle spiegazioni.
-
E come vorresti
farlo? – domandò Ignis.
-
Ritirando
l’esercito – rispose il cancelliere facendo un
ampio gesto con il braccio.
A causa
del momento concitato, il gruppo non si era accorto che intorno a loro
si
era radunata più o meno tutta la base. I soldati Magitek,
con i
fucili puntati su di loro, erano pronti
a fare fuoco al minimo cenno.
-
Ti aspetti che ti
crediamo? – ribattè Gladio con il respiro ancora
spezzato.
-
La
prossima volta che ci vedremo sarà oltre mare –
rispose
Ardyn ignorandolo – Guarda caso anche noi abbiamo alcune
faccende in sospeso
con la divinità del luogo… non è
così?
– chiese rivolto a Ravus che sostava immobile dandogli le
spalle
– Addio maestà e buon viaggio – si
accomiatò
facendo un gesto della mano rivolto al comandante.
Poi,
entrambi si
voltarono lasciandoli con la Regalia. L’esercito e i blindati
si
ritirarono e la strada fu sgombrata per il loro passaggio.
-
Voi ragazzi lo
conoscete? – domandò Prompto riferendosi a Ravus.
-
Ravus Nox Fleuret,
primogenito della casata di Tenebrae e..-
-
Fratello
di Luna – concluse Selenis per Ignis – Forza
usciamo di
qui, devo dare un’occhiata a Gladio –
asserì stancamente aprendo
la portiera dell’auto.
-
E darci qualche
spiegazione – aggiunse l’Amicitia.
-
Certo –
asserì la principessa.
**
Mezz'ora dopo.
-
Mi sembra tutto a
posto, probabilmente l'ematoma peggiorerà ma non
è niente di che –
Selenis
girò attorno
a Gladio, mentre l'Amicitia si rimetteva la maglietta, coprendo il
torace che si stava rapidamente facendo livido.
I cinque
ragazzi erano
usciti dalla fortezza tranquillamente, così come Ardyn gli
aveva
promesso. Era stato strano, e a tratti inquietanti, procedere
con la Regalia in mezzo a quel brulicare di Imperiali che non avevano
mosso un muscolo al loro passaggio. Avevano tirato un sospiro di
sollievo, solo una volta raggiunto l’accampamento lasciato
intatto per il ritorno.
-
Dove
hai incontrato il cancelliere? – le chiese alla fine Ignis
quando
tornò a sedersi dopo aver distribuito caffè a
tutti
quanti.
-
Là, in
quel boschetto – rispose lei con un cenno del capo.
-
Per quello non
rispondevi quanto ti ho chiamato? – domandò Gladio.
La rabbia
trattenuta era quasi palpabile nel suo tono.
-
Io..
mi era sembrato di vedere.. – Selenis non sapeva come
giustificarsi senza risultare una perfetta imbecille agli occhi di
tutti – Mi
era sembrato di vedere Nyx fra gli alberi –
confessò alla
fine con un sospiro – Lo so che sono stata una stupida
–
aggiunse
anticipando le parole di Gladio – ma.. se fosse capitato a
voi,
con qualcuno che avete perso, non avreste provato l’impulso
di
controllare? – disse abbassando gli occhi sul fuoco.
-
Cos’è
successo dopo? – intervenne Noctis, il profilo illuminato
dalle fiamme.
-
Ovviamente Nyx non
c’era – rispose Selenis con una smorfia –
però ho incontrato Ardyn –
-
Cosa diavolo ci
faceva lì a quell’ora? –
saltò su Prompto.
-
Sembra quasi che ti
aspettasse – commentò Ignis con gli occhi nascosti
dal riverbero degli occhiali.
-
Penso
fosse così – concordò la principessa
– Ha
iniziato a parlarmi di Nyx... mi ha detto che era stato assegnato alla
guardia personale di Luna durante i festeggiamenti per la firma del
trattato – raccontò alzando lo
sguardo su Noctis che lo ricambiò stupito – e
che è stato lui a sconfiggere Drautos con il potere
dell’anello dei Lucis –
A quel punto
tutti e quattro i suoi compagni la guardarono stupefatti.
-
Non
è possibile... non appartiene alla casata... –
replicò
Ignis perplesso – L’anello avrebbe dovuto ucciderlo
–
-
E
così è stato. – asserì
Selenis – Da
quanto mi ha detto, in cambio del loro potere hanno reclamato la sua
vita – spiegò con un nodo alla gola al solo
pensiero.
Un silenzio
pesante calò sulla compagnia. Quella storia era
incredibile…
-
Ha portato a termine
il suo compito –
Selenis si
voltò verso Gladio che la stava fissando oltre il
falò.
-
Ha protetto
Lunafreya e sconfitto il nemico, dovresti essere orgogliosa di lui.
– disse.
-
Lo sono –
mormorò Selenis sollevando appena gli angoli della bocca.
-
Ciò non
spiega come mai Ardyn sia venuto a dirtelo –
commentò Ignis.
-
Magari per farle una
cortesia? – buttò lì Prompto.
-
Credo
che ci sia piuttosto un secondo fine... anche se è noto solo
a lui –
ribattè Noctis con la bocca appoggiata sulle mani
intrecciate.
-
Quale che sia non.. -
La
principessa si interruppe a metà della frase. Una delle sue
visioni
l’aggredì all'improvviso; vide la piazza di
Lestallum, quella
di fronte al Leville. Sembrava tutto tranquillo, ma c’era
qualcosa
di strano…
Selenis abbassò lo sguardo ai suoi piedi e vide un rigagnolo
di sangue lambirle le scarpe. Poco più avanti, la pozza dal
quale
proveniva si stava allargando sempre di più attorno ad un
corpo
accasciato al suolo. Prima che potesse identificare la figura, qualcuno
iniziò
ad urlare strappandola da quella realtà.
-
Nooo!! –
-
Selis! Ohi!
–
La
principessa si
sentì scuotere violentemente, accorgendosi di essere lei
stessa
a gridare. Gladio la teneva per le spalle.
-
Dobbiamo
tornare a Lestallum! – esclamò la ragazza con il
fiato
corto e il cuore a mille – Subito! –
Campeggio dell'autrice:
Ben ritrovati ragazzi!
Come forse avete potuto intuire non riesco più a postare di
venerdì, per cui l'aggiornamento slitterà il
sabato o la domenica. Mi scuso per questa dilazione, ma ho cambiato
orario lavorativo e ho decisamente meno tempo rispetto a prima!
Passando al capitolo so che è puramente transitorio e che
non si è discostato molto dalla trama pincipale, ma mi
farò perdonare, promesso!
Credo sia abbastanza chiaro a chi la visione avuta da Selis faccia
riferimento... ma ne sapremo di più nel prossimo capitolo!
Perdonatemi ancora per la brevità di questo spazio; avevo
dimenticato quanto la vita può essere frenetica ^^"
Grazie a tutti i Lettori e a chi recensisce!!
Un grande abbraccio,
Marta
|
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Capitolo 24 *** 23. A Jared! ***
23
Lestallum li
accolse esattamente come l’avevano lasciata giorni prima. Il
sole
battente accendeva i colori della case e il profumo di spezie invadeva
l’aria dei vicoli.
I turisti continuavano ad essere numerosi, allegri e curiosi; solo nei
visi dei residenti si poteva notare un sottile cambiamento... qualcosa
di impercettibile, ma che riusciva ad oscurare la routine quotidiana.
Durante il
viaggio di
ritorno, Gladio aveva cercato di
contattare sua sorella per avere notizie, senza però
riuscirci.
Questo non aveva fatto altro che aumentare il clima teso del gruppo.
L'Amicitia non aveva praticamente aperto bocca per tutto il tragitto,
restando seduto in una posa rigida e nervosa. Quindi, non appena
ebbero parcheggiato la Regalia alla stazione di servizio, corsero
letteralmente alla volta del Leville.
Non appena raggiunsero la piazza
antistante l'hotel, a Selenis vennero i brividi. La
visione che aveva avuto era stata così vivida che quasi si
aspettava di trovare del sangue vicino alla fontana. Fortunatamente
però, quando varcarono le porte
dell’albergo, trovarono Iris seduta sui divanetti della hall.
La
ragazza non appena li vide scattò in piedi, il viso segnato
dagli eventi recenti.
-
Gladio! – esclamò con voce rotta
andandogli incontro.
-
Cos’è
successo? – domandò preoccupato il ragazzo dopo
averla abbracciata.
-
Mi
dispiace, non sono mai riuscita ad arrivare a Caem! – rispose
– Sono venuti gli Imperiali mentre voi eravate
via… -
spiegò agitata.
-
Saliamo di sopra a
parlarne, è meglio – suggerì Ignis.
Il gruppo si spostò quindi nella camera della ragazzina, dalle cui imposte
aperte
entrava il trambusto di una normale giornata fatta di lavoro e compere;
solo che non per tutti era così…
-
Raccontaci
– esordì Noctis guardando Iris seduta davanti a
lui.
-
Non
abbiamo detto niente Noct! Ma sono arrivati all’improvviso e
poi
Jared… una tragedia! – raccontò senza
riuscire a
sollevare lo sguardo da terra.
Un senso di
orrore percorse l’intera stanza all’udire quelle
parole.
-
Cosa intendi?
Cos’è successo a Jared? – chiese Gladio.
-
Non abbiamo potuto
fare niente! – esclamò Iris con le lacrime agli
occhi.
Selenis le
si avvicinò, inginocchiandolesi davanti e appoggiando le
proprie mani su quelle contratte di lei. In quel momento, con
un scatto e un cigolio, la porta della camera si aprì
leggermente. Fuori da essa
comparve Talcott, la testa china e le spalle scosse da singhiozzi.
-
Non è
giusto, avremmo dovuto essere qui – gli disse Noctis
chinandosi verso di lui.
-
Non.. non ho potuto
fermarli... – pianse il bambino.
-
Non
lascerò che l’Impero la passi liscia, pagheranno
per
quello che hanno fatto. Te lo prometto! – asserì
il
ragazzo.
-
Io credo in te
principe Noctis – replicò Talcott prima di
voltarsi e andare via.
Se la
notizia della morte di Jared
aveva sconvolto i loro animi, vedere suo nipote in quelle condizioni
fece
ancora più male. Per colpa di Nifelheim non aveva
più
nessuno e una parte della sua infanzia era stata spazzata via
inesorabilmente…
-
Prendo
Talcott e andrò a Caem – disse dopo un attimo di
silenzio
Iris – Non possiamo stare qui senza fare nulla! –
aggiunse
alzando lo
sguardo sul fratello.
Poi le
emozioni presero
il sopravvento e Iris scoppiò a piangere,
appoggiandosi alla spalla di Selenis che l’avvolse in un
abbraccio.
Sentirla
tremare a quel
modo, lei, sempre solare e allegra, era terribile. Tutto in quel
momento appariva distante, perfino il vociare allegro
della gente in strada.
-
Capisco –
assentì Noctis.
Non c'era
altra scelta ormai.. non era più possibile restare immobili
senza provare a cambiare qualcosa.
L’Impero si era preso la loro casa, il trono e la loro vita,
e continuava a
mietere vittime tra coloro che non centravano niente in tutta quella
follia.
Iris pianse
a lungo, il
sole calò all’orizzonte e un altro giorno
finì.
Selenis alla fine lasciò la ragazzina in camera,
addormentata, e
tornò dai suoi amici.
Quando fece
il suo ingresso, quattro teste si voltarono verso di lei.
-
Come sta?
– chiese Prompto.
-
Adesso dorme, ma non
sarà facile da dimenticare... - rispose addolorata la
ragazza.
-
Gli Imperiali non
hanno alcun riguardo, per nessuno. – commentò
Gladio a denti stretti.
-
Iris ha ragione,
dobbiamo muoverci – asserì Ignis porgendo a
Selenis un bicchiere di acqua fresca.
-
Dobbiamo
raggiungere l’attracco di Caem –
concordò Noctis seduto sulla poltrona con
gli avambracci appoggiati alle ginocchia – Dobbiamo partire
al
più presto per Altissia –
-
Siamo sicuri che lo
yacht funzioni ancora? – chiese la principessa facendo
ruotare in mano il bicchiere ormai vuoto.
-
Cid
e Cindy si stanno già dirigendo a Caem per dargli
un'occhiata e occuparsi di eventuali riparazioni –
rispose Gladio – Ci ha pensato Jared a chiamarli
–
aggiunse interpretando lo sguardo interrogativo della ragazza.
-
Monica
e Dustin sono arrivati un paio di ore fa – disse Ignis
– Porteranno con loro Talcott al faro –
spiegò.
-
Non ci resta che
metterci in moto allora – affermò Selenis
sedendosi davanti al basso tavolino di mogano.
-
Sarebbe meglio aspettare
ancora qualche giorno, giusto per riordinare le idee e valutare come
muoverci – replicò Ignis accavallando le gambe
– Ho
chiamato il generale Cor per farci dare le posizioni di alcuni santuari
dei
dintorni – spiegò – Noctis deve
acquisire tutto il
potere che gli è possibile –
-
Grande
Iggy! - esultò Prompto - Stai tranquilla Selis, con i tuoi
“poteri” sono sicuro che ce la caveremo in un
batter
d'occhio! – aggiunse fiducioso Prompto.
-
I miei poteri sono
inutili! Avrei preferito non averli... – ribattè
la ragazza oscurandosi.
-
Non dire
così... – ribattè il pistolero
– Senza di loro non avremmo mai... -
-
Che
senso hanno?! – sbottò improvvisamente la
principessa
appoggiando il bicchiere con rabbia sul tavolo – Che senso
hanno
se non sono nemmeno in grado di evitare tragedie come questa?!
–
esclamò.
Selenis si
alzò,
uscendo dalla camera nel silenzio attonito dei suoi amici. Una volta
fuori dall’hotel e tagliando per i vicoli secondari in modo
da
evitare la movida appena iniziata, la ragazza raggiunse la terrazza
panoramica. Un po’ discosta dalla piazzetta frequentata dai
turisti, si sedette gambe a penzoloni sul muretto. Il cielo ancora
striato di rosso, si specchiava sulla faglia di
Cauthess, che pareva protendersi verso le stelle come a voler
creare
un ponte per raggiungerle.
La ragazza
non rimase
sola a lungo. Una presenza le si sedette vicino, senza dire una parola
e rispettando così il
suo silenzio.
-
Per
quale motivo ho queste visioni? – chiese
all’improvviso la
ragazza dopo diversi minuti – Perché mi sono stati
affidati questi poteri che non so usare? Perché non potevano
essere come i tuoi? – domandò tristemente
guardando Noctis.
-
Vorrei
poterti dare una risposta – rispose il ragazzo – ma
lo sai
che non c’è mai stato niente di chiaro.. -
sospirò.
-
Mi sento
così.. incapace – mormorò la giovane.
-
Sbagli
a pensarlo – replicò il principe – tutti
abbiamo i
nostri limiti, non per questo vuol dire che siamo incapaci –
-
Sono talmente
arrabbiata! –
-
Lo sono anche io, lo
siamo tutti –
Selenis
alzò lo
sguardo verso il cugino, i cui occhi erano rivolti al panorama. Dietro
di essi si poteva ben vedere l'amarezza per quella situazione...
-
Distruggeremo
l’Impero – affermò la giovane
appoggiando la mano su quella del principe.
-
Sì
– rispose semplicemente lui intrecciando le proprie dita a
quelle della cugina.
***
Lestallum, alcuni giorni dopo.
-
Ho già
fatto il pieno! – Iris accolse
sorridente i
ragazzi appena sopraggiunti alla stazione di servizio.
Seguendo il consiglio di Ignis, durante i giorni successivi al loro
rientro a Lestallum, il gruppo
si era dedicato a scovare altre armi ancestrali, recuperandone un paio
dislocate nei dintorni. Nel
frattempo, Talcott li
aveva preceduti a Caem, così come Cid e Cindy.
Quest’ultima aveva prima fatto una piccola deviazione per
raggiungerli in città e dare un’occhiata alla
Regalia dopo
il suo
soggiorno nella base nemica. Una volta appurato che fosse in perfette
condizioni, la meccanica aveva raggiunto il nonno al faro.
La fervente
attività che era seguita in quei giorni, non aveva di certo
fatto
dimenticare loro l’omicidio di Jared, ma aveva tenuto i
cinque
compagni impegnati sia mentalmente che fisicamente.
-
Grazie –
rispose Gladio alla sorella che sostava davanti alla loro macchina.
-
Avanti, si parte!
– esortò Prompto occupando il posto di fianco al
guidatore.
-
Verso Caem
– soggiunse Selenis chiudendo la visiera del casco e dando
gas alla moto.
Cindy era
stata
così gentile da portargliela quando li aveva raggiunti, in
modo che
Iris potesse viaggiare comodamente assieme ai ragazzi sulla Regalia.
Partirono
così
alla volta di Caem. L’attracco si trovava più a
sud e con tutta probabilità l’avrebbero raggiunto
il
giorno seguente sul far della sera. Iris in quei giorni sembrava
essersi
ripresa e la prospettiva di viaggiare assieme ai suoi amici
l’aveva entusiasmata.
Ben presto,
il gruppo si
lasciò Lestallum alle spalle non senza un certo rimpianto.
La
gente del posto e la naturale allegria che permeava la
città, non
sarebbero state dimenticate tanto presto.
La strada
per Caem
costeggiava il
profondo burrone che spaccava in due la regione. Verso ovest il cielo
terso veniva oscurato da una costante nube di fumo grigio. Il vulcano
Ravatogh svettava cupo e maestoso, riscaldando l'aria e invitando i
più intrepidi ad avvicinarsi alle sue pendici.
-
Viaggiare sulla
Regalia mi fa ricordare Insomnia – esordì Iris
seduta tra Gladio e Noctis.
-
Di sicuro non
è come le macchine che si vedono da questi parti –
concordò Prompto.
-
È
anche più spaziosa! – commentò la
ragazzina –
Pensate se dovessimo viaggiare in cinque, Gladio incluso, su un
macinino di quelli! Ci siete mai saliti? – rise Iris.
-
Non posso dire di
averlo fatto – rispose Noctis.
-
Ci starebbero a
malapena i bagagli! –
-
Probabilmente
avrei rinunciato al viaggio! – rise la voce di Selenis
proveniente
dalle casse dell’auto – O avrei girato a cavallo di
Boko
–
-
Deve essere
meraviglioso cavalcare! – asserì Iris.
-
Io non direi..
– borbottò Gladio.
-
Andare a dorso di
Chocobo ha sicuramente i suoi vantaggi, come i suoi svantaggi
– rispose molto diplomaticamente Ignis.
-
Grazie di farci da
autista – gli rispose la ragazzina.
-
È un
piacere – replicò il giovane.
-
Sei solo tu a saper
guidare? –
-
Anche io posso
guidare! – esclamò subito Prompto difendendosi.
-
E anche io
– intervenne Noctis.
-
Se è per
questo anche io potrei, solo che odio mettermi al volante –
fece eco Selenis.
-
Non
è che Iggy sia l’unico che possa farlo.
Però
è l’unico affidabile –
commentò Gladio.
-
Siete
così male voi altri? – rise Iris.
-
Nemmeno per sogno!
Dico bene? – replicò Noctis interpellando in suo
aiuto Prompto.
-
Giusto!
Ma il ragazzone
non vuole certo rischiare quando c’è la sua
sorellina a bordo – si giustificò il pistolero.
-
Oddio..
io ricordo un paio di episodi che mi farebbero riflettere a lungo
prima di lasciarvi liberi alla guida – fece notare la
principessa
procedendo davanti a loro – Credo che Iggy se li ricordi bene
– sogghignò.
-
Temo di
sì... – replicò funereo il ragazzo.
-
Di quali episodi
parlate? – domandò curiosa la piccola Amicitia.
-
Ehi! Possiamo
glissare su questo? – corse ai ripari Noctis.
-
Eh no! Adesso voglio
saperlo! – protestò Iris.
-
Quando Noct e
Prompto avevano appena preso la pat..-
-
Brutte
notizie ragazzi! – esclamò
all’improvviso il
pistolero, interrompendo la ragazza e puntando l’indice verso
il
cielo.
La sua frase
fu
accompagnata dal rombo di un motore Magitek.
Sopra di loro un'enorme areonave li superò dirigendosi verso
sud est.
-
Oh
perfetto… un’altra fortezza aerea –
borbottò Gladio infastidito.
-
Sarà
meglio fermarci – propose Ignis.
-
Dovremo essere quasi
alla vecchia Lestallum – affermò Selenis
piegandosi per affrontare una curva.
-
Noct.. –
mormorò Iris con tono apprensivo.
-
Stai tranquilla,
è tutto sotto controllo – la rassicurò
il ragazzo.
La cittadina
era estremamente piccola,
c’erano giusto un paio di negozi, un Crow’s Nest e
un
motel.
Una volta
parcheggiata la Regalia davanti alla pompa di benzina, il gruppo scese
e si riunì.
-
Hai intenzione di
intervenire? – chiese Ignis rivolgendosi al principe.
-
Voglio rendere
giustizia a Jared – rispose il ragazzo con sguardo deciso.
-
E anche a Talcott
– affermò Prompto.
-
Iris, tu aspetta qui
– disse allora Gladio alla sorella.
-
Va bene..
– rispose la ragazzina.
Selenis la
osservò. Da come si tormentava le mani era chiaro che non
fosse affatto
tranquilla nonostante le rassicurazioni date. Era logico
d’altronde.. l’assalto Imperiale a Lestallum era
successo
solo pochi giorni prima.
-
Ragazzi, pensate di
cavarvela in quattro? – domandò passandosi il
casco sotto braccio.
-
Sì, certo
– rispose Ignis, alternando lo sguardo da lei alla ragazzina.
-
Allora io resto qui
con Iris – asserì la principessa.
-
Mi sembra una buona
idea – concordò Noctis.
-
Ma... siete sicuri?
Io me la posso cavare tranquillamente! – protestò
l'Amicitia.
-
Assolutamente!
– esclamò Prompto con un gran sorriso.
-
Allora te
l’affido – disse Gladio.
-
Certo! E voi
prendete a calci gli Imperiali anche da parte mia – gli
strizzò l’occhio Selenis.
-
Contaci! –
affermò il principe.
Le due
ragazze li
guardarono risalire sulla Regalia, che si diresse verso la fortezza
atterrata a qualche chilometro di distanza.
***
Vecchia Lestallum, diverse ore
dopo.
-
Sei sicura che
possiamo stare qui? –
Iris
raggiunse titubante l'amica, seduta a cavalcioni
dell’impalcatura che sosteneva la
grande scritta al neon che sormontava il motel.
-
Certo! Dai siediti
– la rassicurò battendo la mano vicino a
sè.
-
Ti facevo
più simile a Ignis e meno ribelle –
commentò con un sorriso Iris prendendo posto.
-
Alla
tua età ne ho fatte di cotte e di crude assieme a Noct!
–
rise Selenis – Patatine? – chiese porgendole il
cestino fumante.
-
Oh grazie!
– accettò la ragazzina prendendone un paio tra le
dita.
Avevano
passato il resto
della mattinata girando nei negozietti della cittadina, per poi
concedersi un lauto pranzo al Crow’s Nest. Nel pomeriggio
erano
andate
ad affittare una stanza al motel e avevano impiegato il loro tempo
parlando
e giocando un po’ a carte.
Selenis
aveva fatto di
tutto per farle pensare il meno possibile a come stessero i loro amici,
ma ormai il tramonto colorava di rosso il cielo e la preoccupazione
iniziava a
farsi più insistente.
-
Saresti dovuta
andare con loro... – disse infatti Iris dopo un momento di
silenzio.
-
Quei
quattro se la sanno cavare anche da soli, credimi –
replicò Selenis leccandosi via il sale dalle dita
– Se non
fossi stata più che sicura di ciò non li avrei
lasciati
andare – le assicurò.
-
Vorrei essere forte
come te.. – replicò la ragazzina appoggiando il
mento sul palmo della mano.
-
Ma io non sono forte
per niente! – rise Selenis.
-
Come sarebbe a
dire?! Sai combattere benissimo! Sei perfino entrata nei Kingsglave!
– ribattè l’Amicitia.
-
E
sono anche piena di insicurezze e di timori – le fece notare
la
principessa – così come lo sono anche gli altri,
tuo
fratello compreso
– aggiunse.
-
Mh..-
brontolò Iris per nulla convinta.
-
Sai
perché sono arrivata fin qui? – le
domandò allora la giovane.
-
Perché?
–
-
Perché
ci sono i miei amici assieme a me – rispose la ragazza
guardando seriamente Iris – Da sola sono debole, sono loro a
darmi la forza necessaria – asserì – Non
è forse lo stesso anche per te? –
Iris
abbandonò lo
sguardo di Selenis per mettersi ad osservare l’orizzonte
infuocato. La sua amica
aveva ragione… quando era assieme a loro le sembrava di
poter
fare qualsiasi cosa e che nulla potesse nuocerle.
-
Sì, credo
che tu abbia ragione! – ammise alla fine con un sorriso.
-
Vedrai che
torneranno presto – disse Selenis sicura di sé.
-
Sì
– concordò Iris.
-
Ti
ho mai detto che tuo fratello mi ha confessato i suoi sentimenti
durante una sessione di allenamento? – buttò
lì la
principessa dopo un attimo.
-
Che cosa?!!!
– saltò su l’Amicitia –
Durante un allenamento?? –
-
Già,
ero finalmente riuscita a metterlo in difficoltà e credo ne
abbia approfittato per distrarmi – rispose la ragazza
pensandoci
su.
Iris stava
per dare voce alle sue proteste, quando il suono di un ben noto clacson
la interruppe. La Regalia svoltò in direzione del Motel,
parcheggiandosi nuovamente davanti alla pompa di benzina. I quattro
ragazzi fortunatamente sembravano tutti interi e in perfetta
salute.
-
Ehi! Che ci fate
lassù? – le salutò Gladio.
-
Come diavolo hai potuto dichiararti durante un allenamento?! – lo
aggredì la
sorella.
Il ragazzo
rimase congelato sul posto, con la mano ancora sollevata in segno di
saluto.
-
Ahi,
ahi… - commentò Noctis, mollandogli una pacca
sulla spalla
mentre si dirigeva verso l’ingresso del motel.
-
Povero Gladio...
– disse sconsolato Prompto.
-
Mai lasciare sole
due donne – gli fece eco Ignis.
-
Lasciatevi dire che
siete tutti molto simpatici… - borbottò
l’Amicitia seguendoli.
-
Allora?
Com’è andata? –
Il gruppo,
riunito
nella stanza affittata dalle ragazze, si rifocillava con una bella
caraffa di succo
d’arancia ghiacciato e qualcosa da mettere sotto i denti.
-
Bene ma non
benissimo – rispose Noctis.
-
Eravamo
riusciti a mettere le mani sul comandante Caligo, ma quando
l’ho
consegnato ai cacciatori è riuscito a scappare –
spiegò Ignis.
-
È stato
lui che ha…- domandò Iris lasciando la frase in
sospeso.
-
Da quello che
abbiamo scoperto sì.. – disse Gladio.
-
Avremo modo di
rifarci – commentò Selenis.
-
Intanto
siamo riusciti a distruggere il dispositivo che alimentava la fortezza;
ora è del tutto inutile – raccontò
Noctis.
-
Questa è
un’ottima cosa – esultò Iris.
-
Lo è
stato un pò meno incontrare quella tizia... –
disse Prompto.
-
Quale tizia?
–
-
Aranea.. sembra che
sia a capo di qualche reparto Imperiale – rispose Gladio.
-
Aranea Highwind?
Quella Aranea? – chiese stupita Selenis.
-
Tu la conosci?
– domandò Ignis.
-
Certo! Era piuttosto
famosa tra i Kingsglave… - rispose la
principessa – E' una mercenaria; ha fatto la sua comparsa
un paio di anni fa tra le fila di Nifelheim, dando non pochi
grattacapi – raccontò – E' una
tosta –
-
Di quello ce
n’eravamo accorti – replicò Prompto
grattandosi la nuca.
-
L’importante
è che siate tornati sani e salvi –
asserì Iris.
-
A
tal proposito proporrei un brindisi – propose Selenis
alzando il proprio bicchiere di aranciata – A Jared!
–
disse.
L’intera
compagnia sorrise, imitando il gesto della ragazza.
-
A Jared –
risposero in coro.
Campeggio dell'autrice:
Buonsalve!
La frittata è stata fatta e gli Imperiali hanno raggiunto
Lestallum in cerca di Noctis, rivalendosi invece sul povero Jared. Mi
sono sempre chiesta se ci fosse stato un motivo specifico per la sua
uccisione, ma alla fine ho capito che è stato un semplice
atto di crudeltà, aggravato dal fatto che Talcott fosse
presente.
Selenis giustamente mette in dubbio l'utilità dei suoi
poteri, che fino ad adesso non sono riusciti a salvare nessuno... ma
ancora non sa quale forza stia celando dentro di sè...
Ho preferito staccarmi dalla trama principale, lasciando la principessa
assieme ad Iris mentre gli altri ragazzi andavano ad occuparsi della
fortezza Imperiale. Avevo voglia di cambiare un pò e di
approfittarne per concentrarmi sul rapporto tra le due ragazze, visto
che al tempo di Insomnia non l'ho descritto.
La prossima settimana sarò alla Milan Games Week, per cui
sarà molto probabile che l'aggiornamento avvenga di
domenica! Spero di riuscire a mettere le mani sulla postazione gaming
di Dissidia NT e di ricredermi su quanto giocato durante la beta.
Perchè onestamente questo titolo per ora mi sta un
pò deludendo e le notizie arrivate dal TGS non mi confortano
di certo ^^"
Un sentito ringraziamento a tutti i Lettori
e a chi commenta ;)
Alla prossima!
Marta
|
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Capitolo 25 *** 24. Deamon al chiaro di luna ***
Il giorno
seguente, il
gruppo di amici si rimise in marcia; Caem era ormai prossima, ma lungo
la strada
la foresta di Malmalam costrinse loro a fare una piccola deviazione. Giravano
infatti alcune voci su
quel posto, molte delle quali parlavano di un santuario nascosto nelle
profondità del bosco. A riprova di ciò, non
appena furono
nei suoi pressi, l’anello di Selenis iniziò a
vibrare con
forza.
La visita
alla foresta fu
piuttosto impegnativa; la fittissima vegetazione che vi era cresciuta
veniva interrotta
solamente dallo scorrere di torrenti impetuosi, che più di
una
volta misero in difficoltà i ragazzi. Infine, come se non bastasse
già la naturale indisposizione del luogo, ad attenderli
appena fuori dal santuario trovarono un esemplare di
Bandersnatch. La creatura, del tutto simile ad un grosso dinosauro, si
reggeva sulle possenti zampe posteriori mentre il corpo era interamente
ricoperto da
scaglie appuntite, nere e rosse. La bocca, irta di denti aguzzi, era
preceduta da un apparato di zanne ossee utilizzate per caricare e
infilzare le prede. In sostanza non era di sicuro l’animale
più mansueto
da incontrare…
Fortunatamente lo scontro
andò a svantaggio del mostro, che con la sua morte
lasciò
libero l’ingresso del mausoleo.
-
Io lo
avevo detto appena arrivati! Odio le foreste, troppi mostri!
–
esclamò Prompto una volta che guadagnarono
l’uscita dal bosco.
-
Ancora!?
– lo rimbeccò Noctis – Prendi esempio da
Iris, non
si è mai lamentata – gli fece notare.
-
Mi sono divertita un
sacco assieme a voi! – affermò la ragazzina tutta
pimpante.
-
Essere
quasi mangiati da una specie di dinosauro mal cresciuto non lo
definirei esattamente divertente – sospirò il
pistolero
reprimendo un brivido – Sento ancora il suo alito asfissiante
sul
collo.... –
-
Che esagerato!
– alzò gli occhi al cielo Selenis.
-
E
ti darò un’altra bella notizia –
intervenne Gladio
circondandogli le spalle con un braccio – stanotte dormiremo
sotto
le stelle! –
-
Cosa?! Qui?!
– balbettò Prompto.
-
C’è
un accampamento vicino al parcheggio dove abbiamo lasciato la Regalia
– disse Ignis
– Ormai si è fatto troppo buio per proseguire,
raggiungeremo Caem domattina – spiegò.
-
Oh dei.. -
esalò il pistolero.
-
Cercherò
di rendere la permanenza meno “selvaggia” cucinando
qualcosa di buono per cena – lo consolò Ignis.
-
Noct!
– disse allora Selenis poco prima di procedere lungo il
piccolo ponte che li avrebbe portati dal lato
dell’accampamento.
-
Sì?
–
-
Perché
non provi a pescare qualcosa al fiume? – gli propose la
cugina.
-
Ehi, grande idea!
– approvò Gladio.
-
Mh.. si potrebbe
fare – rispose Noctis meditabondo.
-
Ma ormai
è buio, come farai? – chiese Iris.
-
Tranquilla non
è un problema, i pesci non dormono mai –
replicò il principe.
-
Allora è
deciso! – sentenziò allegra Selenis.
-
Noi nel frattempo
iniziamo a preparare l’accampamento – disse Ignis.
-
D’accordo
– assentì Noctis avviandosi verso il fiume.
-
Aspettami
vengo con te! Meglio non separarsi quando fa notte –
asserì Selenis, poi sembrò ripensarci per
un attimo – Iris, vuoi restare tu? –
domandò alla
ragazzina.
L’Amicitia
la guardò leggermente sconvolta sentendosi arrossire.
-
No, io…
penso di essere più utile al campo –
balbettò sotto lo sguardo divertito di Gladio.
-
Come preferisci, a
tra poco! – salutò allora la ragazza.
-
Cos’è?
Ti annoia così tanto vedermi pescare? – le chiese
sarcastico Noctis mentre si sistemava lungo la riva del fiume.
-
No,
ma ho pensato che le facesse piacere stare un po’ in tua
compagnia – replicò Selenis sedendosi
lì vicino.
-
Siamo già
sempre assieme – rispose il ragazzo facendo apparire la canna
da pesca.
-
Da soli –
sottolineò allora Selenis.
Noctis si
girò verso la cugina inarcando le sopracciglia confuso. Selenis
alzò gli occhi al cielo incredula.
-
Vuoi dirmi che non
te ne sei accorto? Mai?! – esclamò esasperata.
-
Di cosa? –
replicò il ragazzo.
-
Oh
santi siderei... – sospirò la giovane scuotendo la
testa
– Sei peggio di Prompto su certe cose… Iris ha una
cotta
per te! – gli fece presente.
-
Ma figurati!
– rise nervosamente in risposta il principe.
-
Più
o meno da quando l’hai salvata quel pomeriggio a palazzo, non
so
se hai presente. – proseguì imperterrita Selenis.
-
Davvero?
– la sicurezza di Noctis iniziava a vacillare – Se
lo
scopre Gladio mi prende a calci... – aggiunse in apprensione.
-
Credo
proprio che suo fratello lo sappia da un bel po’ –
replicò la ragazza osservando l’esca galleggiare a
pelo
d’acqua.
-
Mi sento uno
stupido... –
-
Lo sei –
-
Ehi! –
-
Guarda che qualcosa
sta tirando! Forza con quella canna! –
Nella
mezz’ora che
seguì, Noctis fece bella mostra di sé e
delle sue doti di pescatore. Sei trote d'acqua dolce ben
panciute furono tirate a riva, restando a dibattersi inutilmente sul
terreno sabbioso.
-
Wow!
Sei bravissimo Noct! – lo elogiò Iris appena
sopraggiunta per vedere come stesse proseguendo la pesca.
-
Grazie –
rispose il ragazzo.
-
Al campo
è tutto sistemato, siamo pronti per preparare la cena
– affermò la ragazzina.
-
Allora arriviamo,
direi che può bastare – disse Selenis alzandosi.
-
Perfetto –
approvò Noctis, ritirando la canna e chinandosi a recuperare
il pescato.
-
Ehi, ma quello
cos’è? –
Alla domanda
di Iris
entrambi i ragazzi si voltarono verso il fiume. Un paio di puntini
rossi facevano capolino nell'oscurità che sovrastava le
acque
del torrente. All'improvviso, uno strano rumore a metà tra
un
risucchio e una specie di gorgoglio, si aggiunse al rumore
della
corrente.
-
Attenti! –
gridò Selenis, intuendo il pericolo e lanciandosi verso Iris
per tirarla a terra con lei.
In quel
momento, uno
spruzzo d’acqua pressurizzata passò a pochi
centimetri dalle
loro teste, andando a frantumare la roccia che c'era alle loro spalle.
-
Deamon! –
urlò Noctis richiamando a sé una spada.
-
Ma cosa diavolo
è?! – gridò in risposta Selenis.
La
principessa aveva eretto una barriera
frontale, sulla quale si schiantavano delle vere e proprie scariche di
proiettili d’acqua. Erano talmente forti e ravvicinati da
impedirle qualsiasi contrattacco.
-
Che succede?!
–
Tre luci
comparvero sul
ponte che collegava le due rive. Ignis, Prompto e Gladio erano accorsi,
richiamati dalle grida improvvise.
-
È
comparso un deamon! – rispose Noctis – Ma non
riusciamo a vederlo! –
-
È
sott’acqua! – disse Gladio puntando la
propria torcia verso il torrente.
Una sagoma
scura si
intravedeva a pelo dell'acqua. Sembrava un granchio cresciuto troppo,
dalla cui bocca sparava getti
d’acqua pressurizzata della stessa forza di un proiettile di
grosso calibro.
-
Prompto prova a
colpirlo! – esclamò Ignis.
-
Ok! –
Il ragazzo
biondo fece
apparire la sua immancabile pistola facendo fuoco contro la creatura.
Questa si inabissò battendo in ritirata, salvo riemergere
qualche metro più in là per rivolgersi verso di
loro.
-
Scappate!
– gridò Gladio correndo via.
Il getto
d’acqua
colpì il ponticello di legno che andò
letteralmente in
pezzi, dividendo così i due gruppi da una parte all'altra
della riva.
-
State bene?
– urlò Selenis.
-
Sì!
– rispose la voce di Prompto – E adesso che
facciamo!? –
-
Dobbiamo farci venire in mente
un’idea, magari migliore di quella di prima –
rispose Gladio.
-
L'unico modo per
vincere è di tirarlo fuori dall’acqua –
replicò Ignis ignorando l’allusione.
-
Se usassimo
un’ampolla di thunder? – propose Prompto.
-
Sì,
così finiscono tutti arrosto.... –
replicò Gladio
– Sono fradici, è troppo pericoloso –
-
E allora proponi
qualcosa tu! – lo rimbeccò il pistolero.
-
No ma fate pure con
comodo – esclamò Selenis sotto un'altro attacco
serrato del mostro.
-
E se provassimo a
congelare il fiume? – propose Noctis.
-
Vale
la pena tentarci – rispose Ignis dopo qualche istante di
valutazione – C’è un momento in cui
è costretto ad emergere
per poter prendere aria, sfrutteremo quell’occasione
-
I tre
ragazzi sulla riva
opposta si disposero a ventaglio lungo il letto del fiume, con le torce
puntate
verso il deamon. Quest'ultimo, ignorandoli completamente, sembrava aver
preso particolarmente a
cuore l’idea di dover distruggere
quello strano scudo trasparente.
-
Al mio segnale!
– esclamò Ignis senza staccare gli occhi di dosso
al mostro – Ora! – Tutti e tre
lanciarono le
proprie ampolle.
L’ambiente gelò all’istante,
condensando l’aria in uno spesso strato di nebbia e con il
tipico
scricchiolio, l’acqua ghiacciò fino alla riva
sabbiosa.
-
Si è
fermato? – mormorò Selenis affaticata osservando
l'oscurità.
-
Parrebbe di
sì.. – disse Iris.
Solo a quel
punto la principessa
si arrischiò ad annullare la barriera.
-
Ci siete?
– domandò la voce di Gladio al di là
del fiume.
-
Sì! Il
deamon? – replicò Noctis.
-
In trappola
–
Le torce
vennero tutte puntate verso il centro del torrente. Il mostro, come da
programma, era rimasto
incastrato nel ghiaccio, ma nonostante questo non tutto era
andato secondo i piani… una delle possenti chele del deamon
infatti, era
rimasta libera.
La creatura stava colpendo il ghiaccio
con tutta la forza che possedeva per cercare di scappare da quella
gelida trappola.
-
Dobbiamo eliminarlo
prima che si liberi! – asserì Selenis.
Bastò
una singola
occhiata della ragazza verso Noctis, perchè entrambi
facessero apparire le proprie armi. Nello stesso istante,
entrambi le scagliarono all'indirizzo del deamon. Mentre i due cugini
si proiettavano, Ignis, dalla riva
opposta, notò una crepa allargarsi nel punto in
cui la chela stava battendo incessante.
-
Fermatevi!
– gridò all’indirizzo dei due ragazzi,
ma l’avvertimento arrivò troppo tardi.
Nel preciso
momento in
cui Noctis e Selenis comparivano vicino al mostro, pronti per finirlo,
il
ghiaccio cedette con uno schianto.
La
principessa si ritrovò a vacillare su di un blocco
staccatosi dal resto, e una voragine si aprì sotto i suoi
piedi.
Selenis
cadde in acqua, venendo trascinata via dalla forte corrente che
alimentava il fiume. Al buio e senza riferimenti, si ritrovò
ad
urtare più volte contro le rocce del fondale.
Finalmente, dopo un tempo che sembrò infinito, la sua corsa
si
arrestò in una piccola sacca creatasi grazie
all’accumularsi di tronchi e massi.
La principessa puntò
i piedi sul fondo dandosi la spinta per riemergere. Purtroppo fece una
scoperta che le gelò letteralmente il sangue nelle vene: sopra di lei il
ghiaccio
non si era rotto. Imprigionata e senza la possibilità di
risalire
il fiume per via della forte corrente, Selenis si sentì
invadere dal panico. Aveva bisogno
d’aria immediatamente. Evocò il suo kukri e
iniziò
a battere contro il ghiaccio, che però non
diede cenni di cedimento.
L’acqua gelida ben presto iniziò a toglierle le
energie, rendendo sempre più fiacchi i
suoi tentativi di liberarsi. Bastò un istante... i suoi polmoni non
ressero più, la bocca si
spalancò alla ricerca di ossigeno e l’acqua le si
riversò in gola. La sensazione fu terribile. Stava
inesorabilmente annegando, e
con quel buio i suoi amici di certo non potevano vederla.
Il suo campo
visivo iniziò a restringersi, oscurandosi man mano che
perdeva contatto con la realtà… Fu in quel frangente
che una
nuova visione le si propose alla mente. Si ritrovò ai bordi
di
una grande laguna circolare fatta di cascate. Intorno ad essa facevano
da contorno edifici in mattoni rossi, con alte cupole e torri. Al
centro dello specchio d’acqua si ergeva un serpente marino,
alto
almeno quanto il palazzo reale di Insomnia.
Ai suoi piedi
c’era un altare sormontato dai resti di un
arco in pietra e sotto di essi, due figure cercavano riparo. Luna, con i capelli
al
vento e un abito bianco ormai a brandelli e Noctis, gli occhi chiusi,
inerme fra
le sue braccia. Il serpente parlò con una voce gracchiante e
colma
di collera, prima di lanciarsi verso di loro con le fauci spalancate.
Ci fu un boato. Il ghiaccio che la sovrastava andò in
pezzi all'improvviso. Qualcuno la tirò fuori
dall’acqua, trascinandola
sulla riva sabbiosa del torrente.
Selenis si
lasciò
cadere carponi, tossendo e rigettando tutto quello che aveva bevuto.
Partendo dal naso e giù fin nella gola, le
sembrava di essere divorata dalle fiamme.
-
Prendi questo
–
La ragazza
afferrò
il boccettino che le veniva offerto, mandando giù il
contenuto tra un colpo di tosse e l’altro.
La
pozione fece effetto immediatamente, il dolore si affievolì
e la
principessa riuscì a mettersi a sedere. Iris, che le aveva
passato
la pozione, la guardava preoccupata, così come il fratello
che la
sosteneva con un braccio attorno alle spalle.
-
Come ti senti?
– le domandò un visibilmente agitato Prompto,
fermo tra Ignis e Noctis.
-
Adesso molto meglio
– gracchiò lei in risposta – Il deamon?
–
-
Abbattuto
– rispose Ignis.
-
Ma non riuscivamo a
trovarti – aggiunse il principe.
-
Poi
c’è stato un bagliore accecante! –
intervenne
concitato il pistolero – Il tuo anello si è messo
a
brillare talmente forte che ha illuminato tutto il fiume –
raccontò.
-
Il mio anello?
– mormorò Selenis osservando la pietra, ora
perfettamente normale.
-
Se non fosse stato
per quello a quest’ora… - disse Gladio a denti
stretti.
-
Sto
bene – lo rassicurò la principessa con un sorriso
– Grazie
per avermi salvata, davvero – aggiunse guardando i suoi
amici.
-
È
meglio se torniamo all’accampamento –
suggerì Ignis
– devi metterti degli abiti asciutti, e penso che abbiamo
tutti
bisogno di mangiare qualcosa di caldo – asserì.
Del pesce
pescato se
n’era salvato circa la metà e così,
l’idea di farlo
alla griglia venne riconvertita in una zuppa con pane tostato di
accompagnamento.
Selenis
mangiava lentamente il piatto osservando la cenere sollevarsi dal
falò scoppiettante. Si era
cambiata tirando fuori l’unico cambio che si era portata
dietro:
una maglia dal collo alto senza maniche e un paio di jeans sbiaditi che
avevano più buchi che stoffa (a detta di Ignis).
Il brodo la
scaldò
immediatamente, ma non bastò a strapparla dai suoi pensieri.
Mentre gli altri chiacchieravano tra di loro del più e del
meno,
lei cercava di concentrarsi. Le sembrava di essersi dimenticata di
qualcosa di molto importante…
-
Quindi sei tu il
cuoco del gruppo? - stava chiedendo Iris rivolta ad Ignis.
-
Più o
meno.. – rispose il ragazzo.
-
Gladio, tu non lo
aiuti? – domandò con tono accusatorio la ragazzina.
-
Emh.. –
borbottò il fratello in risposta.
-
Noct? –
-
Occasional..mente..
-
-
Occasionalmente
quando? – alzò le sopracciglia Ignis perplesso.
-
Io la mia parte la
faccio! Apparecchio sempre! – si difese Prompto.
-
Selis, nemmeno tu?
–
-
Cosa? –
La ragazza
abbassò lo sguardo sui suoi amici che glielo restituirono un
po’ preoccupati.
-
Sicura di stare
bene? – domandò Prompto.
-
Certo, è
solo... - rispose la ragazza meditabonda – che
credo di aver visto
qualcosa quando ero là sotto, solo che non ricordo niente
–
-
Sono certo che al
momento giusto ti tornerà in mente – la
tranquillizzò Ignis.
-
Già, hai
ragione…
comunque no, non cucino. Mi piace, ma non è esattamente la
mia
passione – aggiunse con un sorriso di scuse.
-
Non
c’è che dire, bel lavoro di squadra ragazzi!
– si
complimentò Iris – Piuttosto, siete eccitati di
raggiungere
Altissia? –
-
Diciamo di
sì – rispose Noctis con una scrollata di spalle
molto tipica da parte sua.
-
Sono così
invidiosa! – gonfiò le guance la ragazzina.
-
Non andiamo mica in
vacanza – replicò suo fratello puntandola con il
cucchiaio.
L’eccitazione
di
Iris si spense d’un tratto. L’Amicitia
abbassò lo
sguardo a terra, abbandonando il piatto di zuppa sulle ginocchia.
-
È vero,
hai ragione – disse.
-
Iris? –
-
Cosa
c’è che non va? – le chiese Prompto.
-
Cosa?
– la ragazzina si rese improvvisamente conto di aver attirato
involontariamente l’attenzione su di sè e
guardò smarrita i suoi amici.
-
Forza, sputa il
rospo! – la incoraggiò Selenis con un sorriso.
-
Sto bene, in
realtà non è l’invidia.. –
ammise – E' che mi trovo così bene con voi
ragazzi, ma quando arriveremo a Caem sarà tutto finito
–
spiegò.
-
Di che stai
parlando? – replicò suo fratello come se avesse
detto una sciocchezza.
-
Avremo molte altre
occasioni di stare assieme! Giusto? – esclamò
Prompto.
-
Sì
– affermò Noctis.
Iris
piegò le labbra in un sorriso che però non si
estese agli occhi.
Selenis
capiva
perfettamente lo stato d’animo della sua amica. Per quanto
fosse
piacevole il viaggio che stavano affrontando, il loro futuro restava
incerto.. e ad Iris questo non era sfuggito. L'opportunità
di poter stare di nuovo tutti assieme non era da
escludere, ma non era neppure una certezza. E come qualsiasi
cosa che giunge al termine, lasciava sempre un velo di tristezza.
-
Ok! –
affermò all’improvviso Selenis, alzandosi e
dirigendosi verso la tenda.
Tornò
indietro con in mano la sua chitarra.
-
Bella idea!
– approvò Gladio mentre lei si sedeva.
-
Cosa ci canti di
bello? – chiese Prompto tenendo pronta la macchina
fotografica.
La
principessa si limitò a sorridere e prese a suonare.
-
When
the night has come, and the land is dark, and the moon is the only
light we'll see. No I won't be afraid, Oh, I won't be afraid, Just as
long as you stand, stand by me – cantò muovendo le
dita
sulle corde - If the sky that we look upon should tumble and fall, or
the mountain should crumble to the sea. I won't cry, I won't cry, No, I
won't shed a tear. Just as long as you stand, stand by me. –
Stand by me.
Campeggio dell'autrice:
Buongiorno ragazzi!
Questa settimana è stata infinita... ma... l'aggiornamento
è d'obbligo è così eccomi qui u.u Sono
anche riuscita a postare di venerdì! Me incredula o.O
Finalmente è tornata un pò di azione! Quei sani
combattimenti che mi incasinano la vita xD Davvero, voi non avete idea
della fatica che faccio... ^^" By the way il granchione è
stato sconfitto e Selenis ha rischiato grosso. La visione che le si
è presentata riguarda ovviamente gli eventi che si
svolgeranno ad Altissia, ma la ragazza non ne conserva il ricordo...
che questi suoi poteri siano davvero così inutili? Ho
preferito scostarmi dal dungeon di Malmalam per seguire un
pò la mia fantasia e non sfruttare fino allo sfinimento la
trama principale. Hope u enjoyed!
Penso che tutti quanti abbiano presente la canzone cantata da Selenis,
per cui non mi è parso necessario mettere il link ^^ Io la
conosco da tempo, o meglio, sapevo bene la versione italiana di
Celentano perchè mia mamma me la cantava spesso da bambina.
Con un sentito ringraziamento ai Lettori
e alla mia Recensista
vi rinnovo l'appuntamento per la prossima settimana!
Un abbraccio,
Marta
|
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Capitolo 26 *** 25. Calma apparente ***
25
Capo Caem
comparve
all'orizzonte solo nel primo pomeriggio del giorno successivo; era
arroccato su di un promontorio che spezzava la
linearità della costa protendendosi verso il mare. Il faro,
che
occupava gran parte della visuale, si trovava sulla cima e dominava i
dintorni dalla sua altezza. Era ormai da lungo tempo in disuso, sin da
quando i Deamon avevano iniziato ad aumentare costringendo le navi ad
evitare di salpare dopo il tramonto.
-
Siamo
arrivati – comunicò Ignis, parcheggiando la
Regalia vicino a Selenis che
stava già smontando dalla sua moto.
-
Grazie per il
passaggio – disse Iris scendendo dopo Gladio dall'auto.
-
È stato
un piacere –
-
Che buon profumo di
mare –
La
principessa, una volta tolto il casco, si stiracchiò
respirando a pieni polmoni l’aria salmastra.
-
Penso
che farò delle bellissime foto qui! –
affermò
Prompto guardandosi intorno – Chissà se si
può
salire in cima al faro – aggiunse, schermandosi gli occhi e
tirando indietro la testa.
-
Iniziamo a capire in
che stato è la barca – replicò Noctis
avviandosi.
Il sentiero
in terra battuta che si
arrampicava su per il promontorio, era delimitato dai resti di quello
che doveva essere un muretto in pietra.
La
vegetazione era tipica
delle zone balneari, con alberi arrotondati dal vento e un vago profumo
di agrumi che si librava nell’aria mescolandosi al sale del
mare.
-
Lo sapevo che
eravate voi. Riconoscerei quel motore tra mille! – Cindy
venne loro incontro a metà strada.
-
Te ne intendi
davvero! – constatò Prompto con un sorriso a
trentadue denti.
-
Allora, come va con
la barca? – s’informò Noctis.
-
Il nonno la sta
riparando, ma mi sa che ne avrà per un po’
– rispose la ragazza incamminandosi.
-
Siamo ancora in alto
mare? – chiese Ignis.
-
A
giudicare da come è ridotta deve averne passare parecchie
– spiegò Cindy – alcuni pezzi si possono
aggiustare,
ma altri vanno sostituiti –
-
Dovevamo
aspettarcelo – commentò Selenis.
-
Non
preoccupatevi, il nonno resterà qui finchè non
sarà pronta – asserì la ragazza
– I pezzi
però non si trovano da soli, non è che potreste
aiutarci
a trovarli? –
-
Siamo a vostra
disposizione – rispose prontamente Ignis.
-
A
dire il vero una mano ce l’hanno già data Monica e
Dustin
– proseguì Cindy – Sono stati
bravissimi! Ci hanno
fatto avere quasi tutto quello che serviva –
-
È
l’affidabilità delle guardie reali –
commentò il cuoco.
-
Il
problema, è che non sono riusciti a trovare un materiale
chiamato
Mithril – replicò la ragazza – a quanto
pare
è difficile da reperire da queste parti, o almeno
così mi
ha detto quel ragazzino di Insomnia –
-
Talcott? –
-
Esattamente!
È sveglio il marmocchio! Chiedete a lui, ne sa molto
più di me – affermò la meccanica.
-
Lo faremo
– assicurò Noctis.
-
Bene,
lo trovate su al faro con il nonno probabilmente –
commentò – E ora se volete scusarmi, prendo i miei
attrezzi e me la squaglio. Ho un’officina da mandare avanti
– disse.
-
Grazie ancora Cindy,
a buon rendere – la salutò Selenis.
Il gruppo
proseguì quindi verso la base del faro dove, difatti, ad
attenderli c’erano sia Cid che Talcott.
-
Principe Noctis! Di
qua! – si sbracciò il bambino quando li vide
arrivare.
-
Ehi Talcott, come
stai? – lo salutò Noctis.
-
Bene grazie!
– rispose allegro.
-
Cid –
-
Era ora che
arrivaste – brontolò come al solito il meccanico.
-
Abbiamo avuto
qualche contrattempo – replicò Selenis arricciando
il naso.
-
Bah,
l’importante è che siate qui – disse Cid
–
Immagino che Cindy vi abbia già spiegato la situazione
–
aggiunse sistemandosi meglio il cappellino sulla testa canuta.
-
Sì,
ci ha parlato di questo Mithril – rispose Ignis –
ma ha
detto di rivolgerci a Talcott per maggiori informazioni –
disse sorridendo al bambino che diventò raggiante.
-
Allora? Cosa sai
dirci di questo metallo? – domandò Gladio.
-
È
estremamente raro da trovare – disse Talcott – ma
vi
ricordate la cascata? Sul quaderno del nonno ho
letto che più a nord, vicino al lago, ci sono delle rovine
– raccontò – E' lì che si
trova il
Mithril! – affermò con sicurezza.
-
Mh..-
commentò Noctis pensoso.
-
Penso che si
riferisca al Vesper – intervenne Cid.
-
Si trova a nord di
Lestallum se non vado errata – disse Selenis.
-
Il nonno aveva
sempre ragione. Sono sicuro che lì dentro
c’è il Mithril! – esclamò
Talcott.
-
Ne sono certo anche
io – rispose Noctis con un sorriso.
-
Quando
lo avrete trovato saremo già a buon punto con le riparazioni
– disse Cid – nel frattempo continuerò
con il resto
–
-
Grazie –
-
Seguitemi!
Vi porto dagli altri – asserì Talcott
incamminandosi di
nuovo verso il sentiero - Stiamo nella vecchia casa del guardiano,
vedrete che vi piacerà! -
L’abitazione
in
questione era di certo particolare, non tanto per le forma, quanto
più
perché le assi che componevano le facciate erano di
dimensioni e
colori diversi contribuendo a darle un’aria piuttosto
variopinta. Trovarono Monica e Dustin ad attenderli fuori dalla casa.
-
Ben arrivati
– li salutò la donna.
-
È bello
rivedervi – le fece eco il suo compagno.
-
Grazie per aver dato
una mano a Cid e per esservi presi cura di Talcott - disse Noctis
chinando leggermente la testa.
-
Per
noi è stato un piacere – replicò Monica
– Ci
spiace solo di non aver ancora recuperato il Mithril –
-
A quello ci pensiamo
noi – asserì Prompto.
-
Partirete presto?
– chiese Iris.
-
Non abbiamo ancora
deciso, ma penso che prima ci muoviamo e meglio è
– rispose Ignis.
-
Infatti –
concordò Noctis.
-
Beh, per ora potete
riposarvi qui – intervenne Talcott – Vi faccio
vedere la casa! –
L’interno
era decisamente spartano, ma non per questo meno confortevole. Il piano
inferiore
era occupato dalla sala da pranzo con annessa cucina, e da un paio di
camere dove alloggiavano Monica e Dustin. Al piano superiore si trovava
invece il bagno, la stanza di Talcott, una stanza per Iris e una
destinata ai ragazzi.
-
Purtroppo
non è granchè, ma potete restare quanto volete
–
affermò Monica ferma sulla soglia della loro camera assieme
a Talcott.
-
È
perfetta! Grazie mille a tutti – replicò Selenis
prima di tornare a girarsi verso la finestra aperta.
Dava sul
lato del faro, e
da quell’altezza si vedeva benissimo il mare
oltre l’orto che c'era nel cortile sul retro.
La ragazza appoggiò i gomiti sul davanzale e si godette
la brezza che annunciava l’arrivo della sera. Selenis si
scoprì per la prima volta dopo molto tempo a tirare sul
serio il fiato.
-
Un. Vero. Letto.
–
Prompto si
lasciò
cadere letteralmente di schiena su uno dei letti disponibili, facendo
cigolare malamente le molle del materasso.
-
Mi
fa piacere vedere che gradite – rise Monica – vi
lasciamo
un po’ tranquilli allora – aggiunse mettendo un
braccio
attorno alle spalle di Talcott.
-
Ah, per la cena di
stasera non dovete preoccuparvene. Cuciniamo noi! –
asserì Selenis guardando Ignis.
-
Assolutamente!
– confermò il ragazzo, la cui prospettiva di poter
usare una vera cucina non dispiaceva affatto.
-
Non dovete
disturbarvi – replicò Monica.
-
Non
è affatto un disturbo, non ti preoccupare –
affermò
Selenis – Vero? – domandò voltandosi a
guardare
Prompto e Noctis.
I due, che
si stavano
contendendo le freccette del tiro al bersaglio presente in camera, la
guardarono smarriti per un secondo.
-
Vero? –
ribadì minacciosamente la principessa.
-
Certo!-
-
Ovviamente!
– rispose i due nello stesso istante facendo scoppiare a
ridere tutti quanti.
***
-
Prompto? Noctis? Ma
dove diavolo sono finiti?! –
Selenis
alzò gli
occhi dal bancone della cucina per trovare la sala da pranzo vuota.
Monica e Dustin erano usciti per fare un paio di commissioni prima di
cena, approfittando del fatto che i ragazzi avrebbero preparato la
cena, mentre Talcott e Iris stavano scendendo di sotto proprio in quel
momento.
-
Possiamo andarli a
cercare noi – disse la ragazzina.
-
Volevo
che ci dessero una mano a preparare il tavolo – rispose
Selenis
scuotendo la testa – Tra l’altro anche tuo fratello
è sparito – aggiunse.
-
Lo
faceva anche a casa – replicò Iris scuotendo la
testa – Stai
tranquilla te li riporteremo tutti e tre, giusto? –
domandò rivolta a Talcott.
-
Ma certo!
– asserì il bambino.
-
Conto su di voi
allora! - disse guardando i due uscire - Ecco qui –
La ragazza
si
voltò con il tagliere in mano verso Ignis, che si stava
occupando della preparazione del risotto.
-
Oh
grazie! Ti spiace metterla tu nella pentola? Volevo controllare la
cottura delle
verdure – rispose il ragazzo infilandosi i guanti da forno.
-
Sicuro
– disse la principessa – Era da un sacco di tempo
che non
cucinavamo assieme – osservò mentre faceva
scivolare la
cipolla tritata dentro l’olio caldo.
-
Hai
ragione – confermò Ignis –
Però vedo che la
sintonia non l’abbiamo persa – aggiunse sorridendo
all'amica che gli stava passando il sale ancor prima che lui lo
avesse chiesto.
-
Scherzi?
Con tutte le volte che ci siamo ritrovati a dover preparare la cena a
Noct nel suo appartamento? – replicò la ragazza
– Avremmo potuto mettere su ristorante tutto nostro!
–
-
Ti
prego, non farmi ricordare lo stato in cui versava quella
cucina…- mormorò il giovane rabbrividendo al solo
ricordo.
-
Però ad
un certo punto si è messo in riga –
osservò Selenis buttando il riso nel soffritto.
-
Già, dopo
averlo minacciato di farlo tornare a palazzo –
ribattè Ignis.
-
Era un periodo un
po’ turbolento.. c’era stato qualche attrito tra di
voi se non ricordo male –
-
E' vero,
ma alla fine si è risolto tutto – rispose il
ragazzo,
abbassando la temperatura del forno per lasciar dorare le verdure.
-
Iggy.. pensi che
potremo mai tornare a fare quella vita? –
Il giovane
si fermò, con la frusta sollevata sull’impasto
della torta.
-
Questo non posso
saperlo, ma se anche torneremo non saremo più gli stessi
– rispose alla fine.
-
Hai
ragione… - concordò Selenis versando il brodo di
carne nel
riso – Mi è sempre piaciuta questa tua schiettezza
di dire le cose come stanno –
-
Già, ma
ricordo che tuo padre non fosse esattamente della stessa idea
– replicò il ragazzo.
-
Cosa? E
perché? – chiese stupita Selenis interrompendo il
suo mescolare.
-
Ti ricordi quando
è morto quel pappagallino a cui eri tanto affezionata?
–
-
Uh uh –
-
Tuo padre ne aveva
subito comprato uno identico, pensando che non ti saresti accorta del
cambio.. - spiegò Ignis.
-
Ma io me
n’ero accorta! – ricordò Selenis.
-
E
difatti quando me lo hai fatto notare io ti ho raccontato la
verità. –
proseguì il giovane – Tuo padre mi fece una
ramanzina perché secondo lui avrei dovuto continuare a
sostenere
la sua
versione – disse con un sorriso divertito.
-
Ma
pensa te! – rise la principessa – Mio padre era
fatto così. Pur di proteggermi avrebbe fatto qualsiasi cosa
– disse nostalgica.
-
È stato
un grande uomo – affermò Ignis.
Selenis
osservò il
suo amico sorridendo mentre riempiva la tortiera con il composto che
aveva appena fatto. Lasciato per un istante il risotto al suo destino,
la ragazza si sporse e gli lasciò un bacio sulla guancia.
-
E questo per che
cos’era? – le domandò il giovane
sollevando le sopracciglia.
-
Per aver in parte
colmato il vuoto che ha lasciato – rispose la ragazza.
-
Sua
maestà, ve li abbiamo riportati! –
Talcott
entrò
tutto allegro assieme a Iris, portandosi dietro i tre fuggiaschi che
erano molto meno felici di essere tornati lì. Noctis,
Prompto e Gladio si misero in riga
nella sala da pranzo, come degli scolari indisciplinati.
-
Oh bene! Iggy ti
dispiace? – disse la ragazza lasciandogli il comando del
risotto.
-
Affatto –
rispose il giovane.
-
Ecco qua per voi
–
Selenis
mollò in mano a ciascuno di loro, tovaglia, piatti,
bicchieri e posate.
-
Al
lavoro forza! – ordinò poi cacciandoli via
– Bravissimi – aggiunse strizzando
l’occhio a
Talcott.
Nonostante
la latitanza
di alcuni membri del gruppo, la cena fu pronta per tempo, e quando
Monica e Dustin furono tornati si sedettero tutti a tavola.
A
detta dei commensali era tutto ottimo e perfino il burbero meccanico si
lasciò andare ad un paio di complimenti sui cuochi.
Le
conversazioni furono
allegre e leggere; nessuno volle soffermarsi sui recenti accadimenti,
preferendo lasciarsi trasportare dai ricordi di quando tutto era ancora
al proprio posto e il mondo pareva ancora un posto pacifico.
Una volta finito
di mangiare, i più
“giovani” si ritirarono nella camera dei ragazzi
per dare inizio ad un vero e proprio torneo di freccette.
Con buona
pace dei
partecipanti, il titolo lo vinse immancabilmente Prompto. Nulla di cui
stupirsi vista la
mira da cecchino del ragazzo, ma Noctis pretese una personale
rivincita....
che si concluse esattamente allo stesso modo della prima. Decisero di
andare a
dormire solo quando Talcott rimase addormentato sul divano,
stremato dalle novità e dalla compagnia dei nuovi arrivati.
Monica
ringraziò
di cuore i ragazzi per aver distratto il bambino. Nonostante la
situazione fosse
migliorata da quando avevano lasciato Lestallum, Talcott continuava a
portarsi dentro una grande
tristezza per la sorte toccata al nonno. Il fatto, quindi, di potersi
rendere utile al nuovo Re di Lucis, gli
aveva dato la spinta per cominciare a superare il trauma, portando con
sé gli insegnamenti di Jared.
Anche
Selenis era felice di
quella giornata appena trascorsa. Per una volta non avevano dovuto
guardarsi le spalle dall’Impero e dal suo cancelliere, ma si
erano goduti una giornata di tranquillità in previsione
della partenza che era stata fissata per l’indomani mattina.
Però,
nonostante
l’animo
sereno con cui era andata a dormire, la ragazza si svegliò
di
soprassalto poche ore dopo, quando fuori era ancora buio.
Vista l'impossibilità di riprendere sonno, la principessa
decise di uscire a prendere una boccata d'aria. In punta di piedi
scese al piano di sotto e poi uscì al chiarore della luna.
Il profumo
del mare, sospinto dai venti notturni, l'aggredì facendole
venire una
leggera pelle d’oca sulle braccia scoperte. La luna era
così grande da illuminare chiaramente i profili degli
alberi. L’unico rumore presente, oltre a quello delle fronde
mosse dalla brezza, era l’eco della risacca che arrivava
dalla
scogliera. Era una notte incredibilmente tranquilla, che riusciva a
celare dietro quell'apparenza tutte le turbolenze che stavano in
realtà scuotendo Eos.
Sistemandosi
dietro
le orecchie i capelli sciolti, Selenis osservò il paesaggio,
soffermandosi in
particolare sul grande faro.
La sua
massiccia presenza s'innalzava verso il cielo come una muta sentinella,
mentre sotto di esso
nascosto da occhi indiscreti, c’era l’attracco
segreto.
Senza quasi
farci caso, la
ragazza si mise in marcia verso la base della torre e una volta
raggiuntala, con l’ausilio del grosso ascensore che si
trovava al
suo interno, scese al piano inferiore.
Un
interruttore posto appena fuori dalle porte dell’elevatore
diede luce e vita al locale. Dopo un paio di corte
scale, Selenis si ritrovò nella parte interna del molo.
L’ambiente era ingombro di casse, lamine e altri pezzi
sconosciuti, ma era stato anche arredato con un confortevole divano in
pelle rossa e un basso tavolino che ospitava una radio e una lanterna.
La
principessa
uscì infine sul porticciolo. Lì, lo spazio era
occupato dallo
yacht di Re Regis. Era un’imbarcazione che contava almeno
dieci
metri; lo scafo era coperto da diversi teloni di plastica, a
testimonianza del lavoro ancora da finire. La poppa presentava
invece i segni recenti di pittura e dava già
un’idea di
quanto maestoso sarebbe stato il risultato una volta concluso.
Selenis
stava osservando la
barca quando dal ponte, si levò una figura. Istantaneamente
la
ragazza scattò indietro evocando il suo kukri.
-
Ohi, piano!
– venne ammonita.
-
Gladio?
– esclamò la principessa – Per i
Siderei! Mi hai fatto
venire un colpo! – sbottò, lasciando svanire
l’arma mentre
il ragazzo scendeva sul pontile.
-
Che diamine ci fai
qui a quest’ora? – replicò il ragazzo.
-
E tu allora?
–
-
Ero curioso
–
-
Beh, anche io
–
I due si
guardarono e poi scoppiarono a ridere.
-
Non riuscivi a
dormire? – domandò Gladio andandosi a sedere sul
divano.
-
Mi
sono svegliata e non riuscivo più ad addormentarmi
–
rispose Selenis sostando in piedi – Così
sono uscita e poi mi sono incamminata fin qui. E tu?-
-
Non prendevo sonno
– disse il ragazzo stiracchiandosi.
-
Non è da
te – sogghignò la principessa.
-
Capita anche ai
migliori – replicò l’Amicitia con un
sorriso scaltro.
-
Oh certo...
– annuì lei sarcastica.
Mentre la
principessa osservava il suo ragazzo spaparanzato sul divano,
qualcosa cambiò nel suo sguardo.
Selenis si avvicinò a Gladio, fermandoglisi davanti.
L'Amicitia la guardò
incuriosito e decisamente stupito quando lei gli si sedette cavalcioni
con le ginocchia a lato
delle cosce. Il ragazzo non fece domande, le mise una mano
alla base del collo e la baciò. Per Ramuh se le era
mancata!
Quando il bacino della ragazza si
scontrò contro il suo, lei sollevò la testa, le
labbra
già gonfie e nello sguardo un'esplicita richiesta.
-
È notte,
l’ascensore fa un casino infernale se si muove… -
ragionò Gladio.
Selenis a
quel punto
sorrise in modo
molto ferino, togliendosi la maglietta in tutta fretta ed allacciandosi
nuovamente alla bocca del ragazzo. Gladio non fece alcuna rimostranza
per quell'improvviso desiderio e assecondando i movimenti di lei, si
liberò degli
indumenti.
La principessa si aggrappò forte alla schiena del giovane,
quando
con un’unica mossa la fece ribaltare sul divano. Era
incredibile
che riuscissero a starci, ma non c’era motivo di lamentarsi.
Selenis si morse il labbro inferiore quando lo sentì entrare
in lei, e lo
strinse a sé quando le affondò il viso tra i
capelli
mentre i loro respiri si facevano sempre più veloci e le
frasi si tramutavano in sussurri rochi.
Un
po’ di tempo dopo, la ragazza si ritrovò ansimante
a riposare sul petto tatuato dell'Amicitia. Teneva gli occhi
chiusi e
l’orecchio appoggiato sul cuore di lui.
Oltre al respiro
spezzato di Gladio, si sentiva solo lo sciabordio delle
onde contro le fiancate della barca.
-
Se
non ci fosse il rumore del mare, restando così con
gli occhi
chiusi, mi sembrerebbe di essere a casa – disse dopo un
momento.
-
Hai ragione
– convenne il ragazzo facendo vagare le dita sulla schiena di
lei.
-
Sai che una volta
mio padre ha rubato lo yacht? – raccontò Selenis
sollevandosi un po’ sui gomiti.
-
Davvero? –
esclamò ridendo Gladio.
Per qualche
secondo, la principessa si perse nel guardare quanto fosse attraente
con i capelli scarmigliati.
-
Affatto!
– rispose alla fine – Era invidioso
perché
era stato il regalo per il compleanno di Regis e così una
sera l’ha rubata
– raccontò, giocando con la collana che il giovane
portava
addosso.
-
Ma sapeva guidarla?
–
-
No
ovviamente! Sono dovuti andare a ripescarlo verso Galdin
all’alba
del giorno dopo – rispose Selenis mentre Gladio si metteva a
ridere
di gusto.
-
Ti amo, lo sai vero?
– disse l'Amicitia una volta che riuscì a tornare
serio.
-
È
una domanda idiota, lo sai vero? – replicò lei con
un ghigno
– Posso sopportare di aver perso la mia casa e la mia patria,
ma non potrei
sopportare di perdere te. Ricordalo. – aggiunse poi
più
seriamente.
-
Lo farò
– affermò Gladio dopo averla guardata per un lungo
istante.
-
E comunque ti amo
anche io bestione! – disse lei sporgendosi a baciarlo.
Poi Selenis
si tirò a
sedere, buttando indietro i capelli con un rapido movimento
del capo. Gladio la osservò sorridente.
-
Secondo round?
–
-
Puoi giurarci
–
**
Quando la
principessa riaprì gli occhi, la luce glieli
ferì. Intontita si stropicciò il viso,
rassettandosi i capelli e mettendosi seduta sul divano. Quando
riuscì a riconnettersi al mondo capì che doveva
essere
mattina e, a giudicare dalla luce, l’alba doveva essere
passata
almeno da un paio d’ore.
-
Merda! –
esclamò, recuperando i vestiti da terra e indossandoli alla
svelta.
Di Gladio
non c’era
alcuna traccia e la principessa lo maledisse mentalmente per non averla
svegliata. La sua urgenza era dettata dal probabile e imminente arrivo
di Cid. Quell’uomo non era uno che perdeva di certo tempo...
sicuramente fedele
al motto “il mattino ha l’oro in bocca”. Farsi trovare
così da lui non era proprio una mossa saggia…
Una volta
che si fu
sistemata ed ebbe controllato che fosse tutto in ordine, Selenis prese
l’ascensore e tornò di sopra. Sbirciando fuori dal
faro, vide con sollievo che del meccanico non c’era ancora
alcuna traccia, quindi un po’ più tranquilla
tornò
verso la casa.
Quando
quest'ultima fu in vista, la ragazza si accorse che fuori nel cortile
c’erano i suoi amici ad aspettarla.
Preparandosi
quindi a tutte le
domande che sarebbero seguite si avvicinò, ma quando vide le
espressioni assunte dai suoi compagni nel vederla, non potè
fare
altro che allarmarsi.
-
Cosa succede?
– domandò agitata.
Noctis e
Prompto si scambiarono un’occhiata.
-
Gladio se
n’è andato questa mattina – rispose il
principe.
-
Cosa significa!?
– esclamò Selenis non sicura di aver capito bene.
-
Ha
detto che avremmo dovuto fare a meno di lui per questa volta, che aveva
delle cose urgenti da sbrigare – spiegò Ignis.
-
E ci ha piantati in
asso così?! –
-
Pensavamo…
pensavamo che te lo avesse detto –
mormorò Prompto a disagio
-
No
che non me l’ha detto!! – esclamò
furiosa Selenis
– Iris tu ne sai niente? – domandò poi
alla sorella.
-
No purtroppo...
– rispose lei abbassando lo sguardo.
Selenis
non poteva crederci… Si voltò verso il sentiero
che
piegava dolcemente verso la strada principale, là dove la
Regalia era
parcheggiata.
-
Se vuoi andare a
cercarlo sei libera di farlo –
La ragazza
tornò a voltarsi verso Noctis.
-
No,
ho fatto un giuramento e intendo rispettarlo. Non sono qui per
rincorrerlo, sa badare a sè stesso. –
replicò
lapidaria la principessa prima di avviarsi verso la casa.
-
Tornerà
– affermò Ignis.
-
Lo spero per lui...
– rispose Selenis senza voltarsi.
Campeggio dell'autrice:
Buongiorno ragazzi e perdonatemi ma sono di fretta!
I nostri amici si sono presi una piccola pausa in questo capitolo,
godendosi un giorno di "libertà" dai loro doveri e
ritrovando un pò di calma e di consuetudine.
Spero che il momento tra Gladio e Selenis vi sia piaciuto ^^ Era da
tanto che volevo ritagliare uno spazio alla loro coppia e mi pareva il
momento giusto!
La prossima settimana partiremo alla ricerca del Mithril!
Chissà come andrà la vicenda ;)
Scusandomi ancora per queste poche righe ringrazio di cuore i Lettori e le mie recensiste!
Un abbraccio
tutti,
Marta
|
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Capitolo 27 *** 26. Vortice di pensieri ***
26
Tre giorni dopo, tangenziale
nord di Lestallum.
Il sole
cocente picchiava
implacabile sopra le teste degli occupanti della Regalia. Il gruppo era
ripartito subito da Capo Caem alla volta del lago Vesper, ma
ciò
aveva significato dover tornare fino a Lestallum, oltrepassarla e
puntare verso nord ovest.
Selenis
osservava il
paesaggio scivolarle davanti agli occhi mentre, con il mento
appoggiato sul braccio piegato, cercava di placare la sua agitazione.
Erano ormai tre giorni che non aveva notizie di Gladio. La
mattina della sua sparizione aveva tentanto di contattarlo al
cellulare, trovandolo però spento. Nulla di cui stupirsi in
realtà, se lo era aspettato, e dopo
quel primo tentativo non
ci aveva più provato, accettando il fatto che se ne fosse
andato
per un buon motivo e seppellendo la rabbia provata. Inevitabilmente
però, durante le lunghe soste forzate sulla
Regalia, il suo cervello non trovava requie,
permettendo alla fantasia di vagare a briglia sciolta.
Stava
combattendo? Stava cercando qualcosa? Doveva incontrare qualcuno?
Quando sarebbe tornato? Sarebbe tornato?
Tutte
domande a cui non poteva dare una risposta.
La ragazza sospirò pesantemente contro la
propria pelle, accorgendosi solo in quel momento che qualcuno la stava
interpellando.
-
Selis? –
La
principessa
sollevò la testa, voltandosi verso Noctis che occupava
assieme a
lei il sedile posteriore. Dal tono di voce non doveva essere la
prima volta che la chiamava.
-
Scusatemi, dicevate?
–
-
Si
sta facendo buio, pensavamo di fermarci al prossimo motel –
spiegò Ignis guardandola dallo specchietto retrovisore.
-
Sì,
certo, va benissimo – assentì lei.
Tre quarti
d’ora
più tardi parcheggiarono la Regalia alla stazione di
servizio.
I quattro amici
approfittarono della presenza dell’immancabile
Crow’s
Nest per cenare e poi si ritirarono nella camera presa in affitto
per quella notte. Seppure la mancanza di Gladio non avesse modificato
la loro tabella di marcia e i loro obiettivi, la sua assenza era
comunque tangibile. Nessuno
propose la consueta partita a carte del dopo cena, ma anzi, ognuno di
loro stette per proprio conto. Noctis prese ad armeggiare con il
cellulare mentre Prompto si occupava della pulizia della sua amata
fotocamera. Ignis si sedette a leggere il quotidiano trovato in camera
e Selenis invece occupò il letto, tuffandosi nella lettura
di un
libro riguardante Altissia.
Lo aveva
acquistato nel
negozio della stazione di servizio. Era una
guida approfondita sulla città, che oltre ad elencare i
punti di
interesse con meravigliose immagini, ne raccontava la storia, dalla
fondazione fino alla
stipula del protettorato di Accordo con gli Imperiali. A seguito della
sua stipula,
la città
aveva potuto mantenere la propria indipendenza, ma in cambio sarebbe
per sempre vissuta con l'occhio di Nifelheim puntato addosso.
Probabilmente era stato il risultato di una
scelta attentamente ponderata, ma Selenis non riusciva a vederla allo
stesso modo, a differenza dell’attuale Cancelliera, che
invece
difendeva il
protettorato con le unghie e con i denti.
La
principessa si stava
perdendo nelle foto della zona commerciale, quando il materasso sul
quale era sdraiata a pancia in giù si curvò sotto
il peso
di un’altra persona.
-
Iggy,
so di cosa vuoi parlare, ma non penso proprio che sia il caso di aprire
l'argomento – esordì la ragazza senza alzare gli
occhi dal
libro.
Erano
rimasti solo loro in camera, dopo che Prompto aveva deciso di seguire
Noctis per prendere una boccata d’aria.
-
Invece secondo il
mio intuito, faresti molto bene a parlarne –
replicò tranquillamente il giovane.
Selenis non
rispose,
proseguendo ostinatamente nella sua lettura. Quando però
vide
che l’amico non voleva saperne di lasciar perdere,
esalò un
lungo sospiro, chiudendo il libro e affondando la faccia nel cuscino.
-
Perché
vuoi perseguitarmi? – gli chiese esasperata, voltando la
testa e
osservandolo con la coda dell’occhio.
-
Perché
il fatto che Gladio se ne sia andato, che tu lo voglia o no, sta
influenzando in modo decisamente negativo il tuo umore –
rispose
Ignis seduto sul bordo del letto.
-
E
me ne puoi dare torto? – ribattè lei tirandosi a
sedere
– Iggy, se n'è andato senza dirmi niente!
–
esclamò – Mi sta bene che avesse qualcosa di
segreto da fare altrove, ma non posso lasciar correre che non
me
ne abbia parlato prima! –
-
Tu lo sai
perché lo ha fatto – asserì il giovane
guardandola negli occhi.
-
E perché?
Sentiamo. –
-
Perché se
lui ti avesse detto cosa aveva intenzione di fare, tu lo avresti
seguito immediatamente – rispose Ignis.
Selenis
cercò di ribattere, ma alla fine dovette abbassare lo
sguardo.
-
Avrai anche ragione,
ma… -
-
Ma
lo ami e il fatto che non ti abbia parlato apertamente ti lascia lo
stesso l’amaro in bocca – concluse lui
sorridendole.
-
Sei troppo
intelligente, mi irriti – sbuffò la ragazza
arricciando il naso indispettita.
-
Ciò
non cambia il fatto che abbiamo bisogno di te e delle tue
capacità
– la ammonì lui – Tutti abbiamo le
nostre
preoccupazioni, non sei sola – aggiunse con tono
più
morbido.
-
Lo so, ti chiedo
scusa... – disse Selenis amareggiata.
Era stata
una stupida....
Stava perdendo di vista il loro obiettivo per un banale screzio che
aveva la soluzione a portata di mano.
Non appena Gladio si sarebbe ripresentato loro, è ovvio.
-
Anzi,
sai cosa? – esclamò tutto d’un tratto la
ragazza
– Vado a scusarmi anche con Noctis e Prompto. Si sono fatti
in
quattro per aiutarmi, ma ero così presa da me stessa da non
accorgermene neppure.. – disse alzandosi dal letto.
-
Mi sembra una delle
cose più sensate che tu abbia detto ultimamente –
commentò il giovane.
-
Grazie Iggy
– aggiunse grata Selenis, stringendogli una spalla per poi
avviarsi verso la porta.
Una volta
fuori dalla
camera, la ragazza non dovette andare lontano per trovare i
suoi due amici. La voce di Prompto la sorprese arrivandole dall'alto.
-
Da
quant’è che siamo amici? Vediamo…
dall’inizio
delle superiori, quindi sono.. cinque anni? – stava dicendo
il
ragazzo che doveva trovarsi sul tetto del motel.
-
Sì, ma
noi ci conosciamo da molto prima. Sin dalle elementari, no? –
replicò la voce di Noctis.
-
Eh? Te lo ricordi
ancora?! –
-
È
difficile dimenticare quando tutti ti fissano.. –
-
Beh, sai, non
è esattamente semplice stare in presenza di un principe
–
-
E quando ci siamo
rivisti alle superiori, ti comportavi come se quella fosse la prima
volta! –
-
È
stata la prima volta che ho avuto il coraggio di dirti qualcosa..
sembra ieri! – esclamò il pistolero con nostalgia.
-
Potevi dire qualcosa
anche prima – ribattè l’amico.
-
Oh Noct.. proprio
non vuoi capire – sospirò Prompto - prima di
allora ero… no, niente… -
Selenis
sorrise. Si
ricordava bene di Prompto all'epoca delle elementari e di
come si fossero casualmente conosciuti.
Così come per Noctis, anche lei lo aveva rivisto solo anni
dopo,
completamente
cambiato. Era riuscito a raggiungere lo scopo che si era prefissato e
finalmente aveva trovato il coraggio di avvicinarsi a Noct.
-
Ehi, non puoi
fermarti così a metà! –
protestò il principe.
-
Sì,
lo so – rise Prompto prima di proseguire – Allora
ero
incredibilmente timido. Non riuscivo a parlare con le persone, quindi
non c’era da sorprendersi se non avessi amici, o almeno
nessun
vero amico - confessò - Ero sempre da solo e
c’erano dei
momenti in cui mi sentivo… inutile – ammise con
tristezza.
-
Era questo a
preoccuparti? – domandò Noctis.
-
Voglio
dire… quando mi guardi ti viene da pensare che io non sia
altro
che un allegro e divertente giullare – rispose il ragazzo -
Ma non
è il mio vero io. Dietro le mie risate e la mia parlantina,
c’è un groviglio di ansia –
Selenis non
voleva origliare questa sua confessione, ma quando si voltò
per rientrare in stanza, si
trovò faccia a faccia con Ignis.
Il ragazzo
le fece segno con l’indice posato sulle labbra di fare
silenzio.
-
Mi
sono sempre sentito inferiore rispetto a voi ragazzi –
proseguì intanto Prompto - Non sono di sangue reale, non
sono
forte.. non sono niente in realtà – disse - A
differenza
di Gladio non sono bravo con gli altri. Il modo con cui lui riesce a
legare con loro è di un altro livello –
spiegò - e
a differenza di Ignis non sono così intelligente e non
saprei
cucinare neppure se ne andasse della mia sopravvivenza…
senza
contare che non ho neppure la perseveranza o il coraggio di
Selis
–
In un ambito
diverso quelle affermazioni avrebbero fatto sorridere i due
ragazzi al piano di sotto, ma le parole di Prompto facevano capire
quanto il giovane soffrisse per quella situazione.
-
Ma
quando siamo tutti assieme, è così divertente che
me ne
scordo – riprese il pistolero - Poi però la
realtà
mi colpisce come un getto di acqua ghiacciata e mi ricordo come stanno
realmente le cose – asserì calando di nuovo il
tono - In
ogni momento cerco disperatamente di guadagnarmi questo posto, di
provare quanto valgo! – concluse con una punta di
frustrazione.
-
Pensa
pure quello che vuoi, ma per me, così come sei, è
abbastanza – replicò Noctis del tutto tranquillo.
-
Quindi, pensi
davvero che io vada bene? – esclamò sorpreso
Prompto.
-
Certo!
Qualcos’altro? –
-
Eh? No! Mi dispiace
di essere diventato così serio tutto d’un tratto
–
-
Lo
dovesti sapere ormai. Pensi davvero che avrei perso tempo per uno
sfigato qualsiasi? – lo prese in giro il principe.
-
Ehi,
cos’è? Sei arrabbiato fratello? - rise il ragazzo
biondo -
Sul serio.. grazie per aver perso tempo con questo sfigato…
ahhhh! mi sento molto meglio dopo essermi tolto questo peso dal petto!
– esclamò alla fine sollevato.
-
Felice di sentirtelo
dire -
Selenis
alzò gli
occhi verso Ignis che la guardava con un'espressione che diceva:
“vedi che non sei la sola?”.
Aveva ragione…. Tutti
loro nascondevano le proprie ansie e le proprie paure per non
appesantire il viaggio. Questo però non voleva
dire che dovessero tenersi tutto dentro senza parlarne
mai; erano e sarebbero rimasti per sempre una grande famiglia.
La ragazza,
senza fare rumore, rientrò nella camera.
-
Ho
paura che non ritorni Iggy… lo so che se la sa cavare da
solo,
ma l’idea di non sapere dove sia e cosa stia facendo mi fa
impazzire – esclamò con foga all'amico che l'aveva
seguita.
Le mani del giovane
andarono a posarsi sulle sue spalle, stringendogliele con delicatezza.
-
Tornerà
– affermò con sicurezza – Gladio
può essere avventato a
volte, ma non quando si tratta di te – le disse –
sa che lo
stai aspettando e non ti lascerà indietro –
La
principessa
chinò la testa, appoggiando la fronte contro lo sterno del
ragazzo. Non si era resa conto che fino a quel momento, il fatto che
Gladio non fosse lì l’avesse fatta sentire
irragionevolmente sola.
-
Raggiungiamo quei
due, cosa dici? – propose la principessa dopo un momento
sollevando la testa.
Ignis le
sorrise. La vecchia Selenis era finalmente tornata.
-
Mi sembra
un’ottima idea – affermò lui.
Trovarono i
due ragazzi
seduti sotto l’insegna del motel. Prompto stava raccontando
qualcosa a
Noctis, gesticolando come suo solito e facendo letteralmente piegare in
due dal ridere l’amico.
-
Possiamo unirci a
voi? – chiese Selenis mostrando le bottiglie di cola che
avevano portato.
-
Certo! –
esclamò il pistolero.
-
Ci voleva proprio!
– commentò Noctis accettando di buon grado la
bibita che Ignis gli stava porgendo.
-
Ragazzi,
vi devo delle scuse – esordì la principessa dopo
un
momento – So che negli ultimi giorni non sono stata la stessa
e
il motivo credo
sia chiaro a tutti – spiegò facendo ruotare tra le
mani la
bottiglia fredda.
-
È
comprensibile – rispose Noctis.
-
Però se
hai un problema puoi sempre parlarcene – aggiunse Prompto.
-
Sì, hai
ragione – sorrise Selenis.
-
A tal proposito
vorrei fare un brindisi! – annunciò a quel punto
il principe - Agli amici!
– esclamò alzando la sua bibita.
-
Agli amici!
– concordarono Ignis e Prompto.
-
Anche a quelli
assenti – aggiunse Selenis.
-
Sì, anche
a quelli assenti – le fece eco Noctis.
-
Giuro che quando si
ripresenta gli faccio il culo… - sbottò la
ragazza dopo aver preso una lunga sorsata di cola.
-
Penso che tu ne
abbia tutto il diritto – convenne Ignis.
I quattro
ragazzi si misero a ridere, con il cuore un po’
più leggero rispetto a prima.
***
Il giorno
seguente il
gruppo di amici venne accolto da un cielo grigio cenere. Un muro di
nuvole uniformi nascondevano il sole e il suo tepore. Il clima
peggiorò ulteriormente quando, a metà pomeriggio,
imboccarono la strada che portava al lago Vesper e alle paludi che lo
circondavano.
Una fitta
nebbia carica
di umidità li costrinse ad alzare il tettuccio della Regalia
e a
proseguire il viaggio ben chiusi al suo interno.
Nonostante
il tempo non
fosse dei migliori, a destare una certa preoccupazione tra i quattro
ragazzi, fu piuttosto la scomparsa del blocco Imperiale che era stato
annunciato solo il giorno prima.
-
Ehi,
aspetta… che fine ha fatto il blocco? –
domandò Prompto una volta che le porte che chiudevano il
tunnel
per il lago si aprirono davanti a loro.
-
Hanno
aperto apposta per noi… non vedevano l’ora che
arrivassimo
– commentò Ignis seduto sul sedile del passeggero.
-
Scommetto che
c’è il nostro amico ad aspettarci. –
asserì il pistolero.
-
Credo che vincerai
la scommessa – disse cupa Selenis.
-
Avverti qualcosa?
– le chiese Ignis vedendola coprire il suo anello
con una mano.
-
Sì
– rispose lei.
-
Beh,
finchè ci apre le porte a me sta bene –
osservò Noctis alla guida.
-
Sempre
che non voglia chiuderci dentro – replicò Ignis
–
Senza contare che siamo uno in meno.. se almeno il generale fosse qui
– disse riferendosi a Cor.
-
Oh è
vero! Che fine ha fatto? – si interrogò Prompto.
-
Da
quanto ho capito, ha sospeso la ricerca dei mausolei per aiutare i
cacciatori ad eliminare alcune belve particolarmente moleste
–
spiegò il ragazzo.
-
Non
c’è tregua per l’immortale –
asserì Noctis.
La lunga
galleria nel
frattempo era finita. La strada proseguiva, degradando dolcemente in
mezzo ad un paesaggio roccioso frammentato dalla vegetazione e
parzialmente nascosto dagli spessi banchi di
nebbia.
-
Noct, rallenta!
–
Selenis si
sporse verso di lui dal sedile posteriore.
-
Cosa succede?
– esclamò allarmato Prompto.
-
Guardate
là – disse la ragazza indicando verso il ponte che
stavano per raggiungere.
-
Quello..-
-
È un
blindato magitek – concluse Ignis per il principe.
Nella
foschia si
delineava una figura spigolosa, ritta su di un paio di gambe meccaniche
esattamente al centro del ponte. Altre due ombre più piccole
facevano intendere che ci fossero anche dei soldati.
-
Che si fa?
Attacchiamo? – domandò Noctis.
-
Non
sarebbe la scelta più saggia vista l’assenza di
Gladio..
– rispose Ignis aggiustandosi gli occhiali sul naso.
-
Aspettate..-
Selenis
armeggiò con la tasca del sedile e ne estrasse una cartina.
-
Se
non ho visto male… eccola! – esclamò
d’un
tratto indicando un punto – Dovrebbe esserci una strada
secondaria che costeggia il lago e che si ricongiunge al ponte da sud
– disse facendo scorrere il dito sul tratto – Non
è battuta ma credo che la Regalia non abbia problemi a
percorrerla, in questo modo eviteremmo il blocco.. Che
c’è? – domandò poi, notando
come Prompto la
guardava.
-
Ogni tanto penso che
tu sia un misto tra Iggy e Gladio – rispose il ragazzo.
-
Non so se devo
prenderlo come un complimento.. - replicò incerta la
principessa.
-
E sia, passiamo di
qui – concordò Noctis riaccendendo il motore.
La Regalia
scivolò via silenziosa per la strada alternativa protetta
dalla nebbia.
Nel giro di
pochi minuti, come previsto,
si affiancarono al lago. Nonostante la scarsa visibilità, si
poteva facilmente intuire che il lago Vesper fosse piuttosto ampio,
circondato da una fitta vegetazione paludosa fatta di cipressi calvi,
palme e canne acquatiche.
-
Deve essere un buon
posto per la pesca – commentò Noctis quando
scesero
dall’auto esattamente davanti al sentiero che, secondo gli
appunti di Jared, doveva condurre alle rovine.
-
Purtroppo questo non
è il momento migliore per pensarci –
replicò Ignis.
-
Potremmo tornarci in
un secondo momento, con Gladio magari! – propose Prompto.
-
Onestamente io spero
di non tornarci mai più... – storse il naso
Selenis.
L’aria
era umida e
stagnante, e la terra era scivolosa per colpa del fango. Probabilmente
con il
bel tempo il panorama sarebbe stato sicuramente diverso, ma onestamente
la ragazza non riusciva a trovare un singolo motivo per voler capitare
una seconda volta in quel posto.
-
Proseguiamo?
– li invitò Ignis.
-
Sicuro –
La strada si
inoltrava
all’interno della palude e ad ogni
metro fatto sembrava che la luce venisse risucchiata sempre di
più, nonostante mancassero almeno un paio d’ore al
tramonto. Per lo meno, il fatto di iniziare a trovare colonne ed archi
in rovina, fugò ogni dubbio sulla correttezza della loro
meta.
-
Non riesco a capire
come mai il Mithril si trovi in un posto simile..- disse Prompto mentre
avanzavano lungo il sentiero.
-
Potrebbero essere i
resti di una città – azzardò Noctis.
-
Mi
sembra improbabile che qualcuno abbia potuto stanziarsi in questa zona
– replicò Ignis abbassandosi per schivare un ramo
sbucato
dalla nebbia.
-
Era
una base militare secoli addietro – intervenne Selenis
– Il
Mithril veniva impiegato per la costruzione di macchina
belliche e ciò che n’è rimasto
è stato poi usato
per creare alcune auto e, a quanto pare, anche un pezzo della barca del
Re
– spiegò.
-
Wow Selis! Sai un
sacco di cose! – esclamò Prompto ammirato.
-
G.. già
– rispose la ragazza confusa.
-
Selis? –
soggiunse Ignis alla strana reazione della principessa.
-
Oh guardate! Ci
avevo azzeccato per davvero – li interruppe il pistolero.
A qualche
metro di
distanza, comodamente appoggiato al fianco di una colonna, il
cancelliere Imperiale Izunia sembrava attendere proprio loro.
-
Signori, ma che
bella sorpresa! – esordì sorridendo.
-
Ve l’ho
detto che ci aspettava – disse Prompto.
-
Insieme ai miei
amici dell’Impero per di più – aggiunse
l’uomo.
-
Splendido... -
replicò con sarcasmo Ignis.
-
Ma non temete.
Metterò una buona parola per voi – li
rassicurò Ardyn.
-
Già
che ti sei scomodato potevi anche dirgli di togliere quel blindato dal
ponte – ribattè Selenis guardandolo storto.
-
Non
sono onnipotente mia cara – sorrise lui – Forza,
venite.
Non allontanatevi troppo. Se restate indietro, la prossima volta potrei
non revocare il posto di blocco – aggiunse proseguendo per la
strada.
-
Grazie per
l’avvertimento – sospirò Noctis.
-
Meglio
evitare i guai visto che siete rimasti solo in quattro –
proseguì l’uomo rallentando l’andatura
– Che
n’è stato del vostro amico con la giacca di pelle?
– domandò rivolgendosi a Selenis.
La ragazza
non riuscì a reprimere un brivido di paura a quelle parole,
ma rimase zitta.
-
Non
è stato carino a lasciarvi da soli –
continuò Ardyn
fingendosi dispiaciuto – Oh cielo! Ho messo il dito nella
piaga?
– domandò innocentemente nel vedere la principessa
irrigidirsi.
-
Non
è cosa che ti riguardi – replicò Ignis,
affiancando
la ragazza e celandola parzialmente alla vista del cancelliere.
-
Vedo
che c’è comunque un degno rimpiazzo –
commentò con un ghigno l’uomo – Allora
parliamo del
perché siete qui! – asserì troncando il
discorso
precedente – Non siete archeologi… E' per il
Mithril
forse? – azzardò.
-
Ci legge nel
pensiero! – esclamò Prompto.
-
Sapete, il Mithril
è una risorsa preziosa, non possiamo permettere che cada
nelle mani sbagliate – spiegò.
-
Ma lascerai che cada
nelle nostre, vero? – replicò Noctis.
-
Ah! Non
l’ho mai detto – si meravigliò Ardyn.
-
Ovviamente non lo
hai fatto… - commentò Prompto.
-
Che divertimento ci
sarebbe? – ribattè l’uomo –
Pensavo voleste scovarlo da soli-
La
"chiacchierata" li aveva finalmente condotti davanti
all’ingresso delle famose rovine.
A
presidiarlo
c’erano diversi soldati fermi sotto le potenti luci dei
riflettori, accese per tenere lontano i deamon che sarebbe arrivati a
breve con il calar del sole. Nel mezzo esatto delle colonne che
delimitavano l'ingresso, c’era una donna.
Indossava
un’armatura da toni scuri del nero e del rosso. I capelli
chiari,
tenuti morbidamente dietro la testa da un fermaglio, erano in contrasto
con gli spallacci appuntiti che richiamavano le scaglie di un drago.
Una fascia bianca le
ricadeva sul davanti dei pantaloni di pelle e recava un simbolo che
Selenis aveva visto solo di sfuggita.
-
Non temete, ci
vorrà solo un attimo – affermò Ardyn
prima di avvicinarsi alla donna.
Mentre il
cancelliere conversava con lei, i ragazzi ne approfittarono per
osservare incuriositi il sito.
La
vegetazione della
palude s'infrangeva all'improvviso contro l'alto muro reso
lucido dall’umidità. I lastroni di pietra da cui
era
composto, erano coperti da un sottile strato di muschio, che gli
conferiva un aspetto decisamente antico. La superficie
dell'arco d'ingresso era stata invece invasa dall’edera
mentre le
due colonne che lo fiancheggiavano erano intarsiate di simboli ignoti.
-
Tutto a posto,
potete venire! – li chiamò Ardyn dopo qualche
istante di attesa.
-
Quindi? –
gli chiese Noctis quando lo raggiunsero.
-
Però
che diffidenti questi soldati, non permettono che si entri senza
sorveglianza! – rispose il cancelliere – Date retta
a me, accettate la
scorta. State tranquilli, ho pensato a tutto –
affermò.
-
È sempre
più difficile fidarsi di te – osservò
Selenis incrociando le braccia al petto.
-
Nonostante
io sia il cancelliere non ho alcun potere sull’esercito, ma
ho
molti amici – replicò l’uomo affabile
– Capitano Higwind, li
affido a te – aggiunse rivolgendosi alla donna, per poi
accomiatarsi da loro.
-
E
così voi sareste le nuove reclute inviate per
l’addestramento speciale – esordì
quella, dando adito
alla bugia messa in piedi dal cancelliere – Bella trovata per
un principe
in fuga con il suo seguito – commentò divertita.
I quattro amici, nel sentire quelle parole, si misero in guardia.
- Tranquilli, una mercenaria come me non ci
guadagnerebbe niente
consegnandovi – li rassicurò però
Aranea – Ehi, ma una volta non
eravate quattro ragazzi? – aggiunse guardando confusa
Selenis.
-
L’altra
volta non ero con loro – rispose semplicemente la
principessa.
-
Allora sono Aranea,
piacere – si presentò la donna con un cenno del
capo.
-
Il tuo nome non mi
è di certo nuovo – replicò la giovane
– Io sono Selenis –
-
Neppure il tuo se
è per questo. La nipote del Re? Inizio a sentirmi in
soggezione! – scherzò la donna.
-
Sarebbe il caso di
proseguire, non credete? – intervenne Noctis spazientito.
-
Frena principino
– lo bloccò lei – L’ingresso
è chiuso – disse.
-
Come chiuso?!
– esclamò Prompto – E come facciamo ad
aprirlo? –
-
Dobbiamo solo
aspettare che cali il sole e si aprirà da solo –
rispose Selenis sorprendendo tutti.
-
Esatto
– affermò Aranea – Quindi mettetevi
comodi –
aggiunse, accomiatandosi per raggiungere i suoi uomini.
Selenis la
seguì
con
lo sguardo e poi, sentendosi osservata si voltò, trovando
Ardyn
a fissarla. Quando lui vide che lo guardava, le sorrise. La ragazza si
affrettò ad abbassare gli occhi e a varcare l’arco
d’ingresso.
Un viale
costeggiato da
alte colonne avvolte da rampicanti, proseguiva all’interno.
Il
pavimento era interamente allagato dall'acqua della palude, ma al di
sotto della superficie brillavano le piastrelle in perfette condizioni.
Diversi cipressi avevano invaso il cortiletto che adornava il viale,
rendendolo lugubre e ombroso. Un tempo doveva essere stato bellissimo;
lo si poteva
capire dagli intarsi e dalla cura del taglio usato per le pietre che lo
componevano. Ma ormai non era altro che un rudere...
La
principessa si sedette
su quello che restava del muretto di cinta, illuminato dalla luce del
sole morente che filtrava
dall’arco d'ingresso. Prompto invece, si
avvicinò alla solida parete coperta di incisioni che
costituita
la porta delle rovine sotterranee. La percorse in lungo e in largo,
setacciandola con le dita alla ricerca di una fessura o di una
qualsiasi scanalatura.
-
Giuro
che se non ci avessi detto tu che qui c’è un
accesso, non
ci crederei – affermò quando la sua ispezione non
diede
alcun frutto – Come fai a sapere tutte queste cose? Dove le
hai lette? – domandò curioso.
-
Da nessuna parte
– rispose stolidamente Selenis, mordicchiandosi
l’unghia del pollice.
-
Come sarebbe a dire
da nessuna parte? – replicò Noctis corrugando la
fronte.
-
Sarebbe a dire che
non ho idea di come io faccia a
saperlo – rispose la ragazza – Lo so e
basta… -
-
È
strano.. parecchio – commentò Prompto sedendosi di
fianco a lei.
-
In che senso?
– intervenne Ignis posizionandosi davanti alla ragazza.
-
È
quello che non so dirti – replicò la principessa
battendo i talloni
nervosamente contro il muretto – Quando Prompto ha fatto la
domanda mi è venuto spontaneo rispondere –
spiegò
– E se te lo stai chiedendo no, non è il frutto di
una visione –
-
Potrebbe
essere l’anello? – azzardò Noctis,
fissando la pietra
al dito della ragazza come se dovesse mettersi a parlare da un momento
all’altro.
-
Non ho notato nulla
di strano... Sembra quasi che io abbia acquisito dei ricordi non miei
– rispose la giovane.
-
Beh, anche se inizi
a inquietarmi continuo a volerti bene, non preoccuparti – le
disse Noctis con un ghigno.
-
Grazie tante eh!
– sorrise Selenis dandogli un colpetto con la punta della
scarpa.
-
Oh oh! Ragazzi
guardate! –
Prompto
diede di gomito
alla principessa indicando la parete di fianco a loro.
Quest’ultima infatti si era accesa; nel vero senso della
parola. Tutte le
iscrizioni che la percorrevano da cima a fondo si erano illuminate di
una luce rossa pulsante. Dopo pochi secondi, con un rumore di pietra e
ferro che sfregano tra loro, il muro si alzò, rivelando un
accesso che dava su un corridoio completamente buio.
-
A quanto pare
è ora –
I quattro
ragazzi si
voltarono verso Aranea appena sopraggiunta. La donna ora indossava,
calato sul volto, un elmo che andava a completare la sua armatura dalle
fattezze di drago.
-
Che
vi avevo detto? – disse il pistolero – Lo sapevo
che questo
posto era sospetto, a volte bisogna seguire l’istinto!
– si
vantò mentre seguiva gli altri all’interno.
-
Sì,
saremmo persi senza di te... – commentò sarcastica
la Higwind.
Torce alla
mano per fendere l'oscurità,
il gruppo cominciò la discesa verso la serie di rampe di
scale
che si inoltravano nelle misteriose rovine.
Campeggio dell'Autrice:
Buon sabato a tutti ^^
Eccomi tornata con un nuovo capitolo!
Il viaggio dei quattro ragazzi prosegue anche con l'assenza di Gladio.
Ciò ha delle ovvie ripercussioni sull'umore di Selenis che,
rosa dall'ansia, si scorda di non essere l'unica "sulla barca".
Per fortuna c'è Ignis a ricordarglielo! E via di ship tra
loro due ancora una volta xD
Ho pensato fosse l'occasione buona per inserire all'interno della fic
una parte del gioco che, pur restando secondaria, a me è
piaciuta molto; ovvero il dialogo tra Noctis e Prompto. Mi aveva
già commossa parecchio ancora prima di sapere le origini del
nostro pistolero preferito e qui, ho voluto che fosse d'ispirazione a
Selenis per rammentarsi di non essere la sola a sentirsi sconfortata o
inadeguata in certe situazioni, ma che in realtà
è perfettamente normale. Infine, Aranea ha fatto la sua
ufficiale comparsa e con il prossimo capitolo vedremo le due ragazze
interagire tra di loro ^^
Detto questo ringrazio tantissimo tutti i miei Lettori e le mie Recensiste di
fiducia u.u
Buon week a todos!
Marta
|
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Capitolo 28 *** 27. Sott'acqua ***
27
-
Ma quando si arriva?! –
Prompto, aveva ormai perso il conto dei gradini scesi da
quando erano entrati all'interno delle rovine: sembravano non avere
fine.
-
Eri
così impaziente di entrare! Non lamentarti adesso
– lo
rimbeccò Selenis subito dietro di lui – Ecco,
guarda. Siamo arrivati –
Sul fondo
della scala si
delineò un fioco cono di luce, che li introdusse ad una
stanza
circolare fatta della stessa pietra verdognola dell'esterno della
struttura.
La
pavimentazione
aveva risentito del trascorrere del tempo, crepandosi in più
punti e lasciando che una rada vegetazione spuntasse dal terreno. Le
pareti invece avevano ancora un aspetto solido, con le loro misteriose
decorazioni.
-
Chi
ha lasciato la luce accesa? – domandò a voce alta
Prompto
– Forse i proprietari sono ancora in casa? –
Effettivamente,
nonostante lo stato di abbandono,
l’ambiente era illuminato da una serie di torce cristallo
appese
alle colonne che adornavano il percorso. La stanza dove si trovavano
dava su
quattro diversi ingressi, senza che ovviamente riportassero la minima
indicazione di quale
fosse quello giusto da imboccare.
-
E ora? Da che parte
andiamo? – domandò Noctis guardandosi intorno.
Ignis si
voltò verso Selenis, che gli restituì lo sguardo.
-
Dove? – le
chiese semplicemente.
-
Per di qua,
seguitemi – rispose la ragazza mettendosi alla testa del
gruppo.
-
Sicura? –
replicò Aranea.
-
Fidati, ha delle
specie di sensazioni la nostra principessa – rispose Prompto.
-
Utile –
commentò ammirata la donna sollevando le sopracciglia.
La strada
scelta da Selenis proseguiva lungo un corridoio che faceva da
congiunzione
con un’altra sala… nella quale li aspettava una
piccola
sorpresa.
Non appena
misero piede
al suo interno, una serie di deamon dalle fattezze di scheletro venne
ad accoglierli. Non sembravano rappresentare una minaccia per loro, ma
il fatto che saltellassero di qua e di là dava decisamente
sui
nervi.
-
Mi sembrava giusto
che in un posto del genere ci fossero degli scheletri –
commentò Selenis affranta.
-
Cosa ti aspettavi?
Unicorni? – replicò Noctis.
-
Una volta tanto mi
sarebbero piaciuti – sospirò lei prima di
lanciarsi all’attacco.
La presenza
di Aranea si
rivelò un grandissimo vantaggio. La mercenaria aveva potenza
e
agilità in abbondanza, che valsero la netta sconfitta del
gruppo
di deamon.
Il loro
percorso
proseguì quindi oltre una spessa porta di metallo decorata
da raggi dorati,
che li condusse ad una area interna a dir poco surreale.
-
Che bellezza
indescrivibile… - fu il commento attonito di Ignis quando ne
varcarono la soglia.
-
Guardate
in alto! – esclamò Prompto –
Aspettate… ma
siamo sommersi? Ci sono addirittura i pesci! –
Selenis,
letteralmente senza parole, si avvicinò alla balaustra senza
mai abbassare lo sguardo.
Il gruppo si
trovava sulla balconata più alta di un’immensa
sala rettangolare,
i cui muri erano solcati da enormi radici che avevano trovato spazio
nella nuda roccia per emergere; ma non era questo ad essere
spettacolare…
Il
soffitto infatti, a differenza di tutto il resto, non era fatto di
pietra,
bensì di acqua cristallina, che gettava i tipici riflessi
ondeggiati del fondale sulle loro teste.
Era
surreale, eppure non c’era dubbio che loro fossero al di
sotto della superficie.
-
È
pazzesco.. – mormorò incredula.
-
In che diavolo di
posto siamo finiti? – si domandò Noctis.
-
Possibile che siamo
davvero sott’acqua? – rise incredulo Ignis.
-
Effettivamente
potremmo essere sotto al lago con tutti i gradini che abbiamo
sceso… però cavolo! – rispose Selenis
ammirata.
-
In effetti fatico un
po’ a respirare... – bisbigliò Prompto
con tono melodrammatico.
-
È come se
fossimo in un sogno.. – replicò Noctis assorto.
-
Gladio non sa cosa
si perde –
-
Probabilmente non
gli interessa – ribattè il principe.
-
Dai, non si
può mai dire – lo difese Ignis.
-
In tutti i casi
peggio per lui... – asserì Selenis con tono
gelido.
-
Avverto
un po’ di astio – commentò Aranea mentre
proseguivano
lungo la balconata – Per caso il tizio tatuato è
il tuo ragazzo? –
-
Bingo! –
esclamò Prompto.
-
Questo è
ancora da valutare – replicò secca la principessa.
Il loggione
proseguiva verso l’interno tramite una rampa di scale che
portava al livello inferiore.
-
Dite
che dovremo arrivare laggiù? – chiese Prompto
sporgendosi
oltre il parapetto per guardare il fondo della sala che stavano
percorrendo.
-
Quasi certamente
sì – rispose Ignis.
-
E nel frattempo
dovremo passare in mezzo ad altre entusiasmanti orde di deamon
– aggiunse Noctis.
-
Non saranno un
problema – asserì Aranea procedendo.
-
Il
tuo aiuto si sta rivelando veramente prezioso –
concordò
Selenis – La fama che ti precede è ben meritata
–
-
Grazie,
ma neppure voi siete male – replicò la donna con
un ghigno
– Da chi hai sentito parlare di me? –
-
Prima
di tutto questo casino militavo nei Kingsglave, un mio commilitone
disse di aver avuto a che fare con il tuo gruppo –
spiegò
la ragazza.
-
Ma
pensa te! – si compiacque Aranea – Eravate ossi
duri voi!
Sono sicura che il tuo amico ci ha dato del filo da torcere!
Ringrazialo per il complimento quando ti capita. Oh,
accidenti… - aggiunse subito dopo aver visto la faccia di
Selenis.
-
Purtroppo non
è sopravvissuto all’attacco della capitale..
–
-
Merda.. mi spiace
– si scusò la donna.
-
Tranquilla.
– la rassicurò la principessa –
Più che altro mi
stupisce che una tosta come te stia con quelli lì
– osservò.
-
Bah.. -
replicò Aranea con una scrollata di spalle – Che
dire? Pagano bene –
-
Cosa cerca qui
l’Impero? – domandò Ignis mentre
scendevano l’ennesima rampa di scale.
-
Esemplari, e a noi
tocca raccoglierli – rispose la mercenaria.
-
Che genere di
esemplari? – chiese Prompto confuso.
-
Deamons –
-
In che senso?
– la invitò a proseguire Selenis.
-
Che ci crediate o
no, l’Impero ci ricava delle armi –
raccontò Aranea.
-
Armi!? –
esclamò attonito Prompto.
-
Esatto.
Ne avrete viste parecchie immagino… l’Impero
ultimamente
sta prendendo una brutta piega – commentò.
-
Non solo ultimamente
– replicò Noctis.
-
È vero..
forse è arrivato il momento di chiedere il congedo
– sospirò Aranea.
-
La trovo
un’ottima idea – assentì la principessa.
-
Ma se lasci
l’esercito cosa farai? – domandò il
pistolero.
-
Quello
che mi pare, sono una mercenaria – rispose la donna
–
Magari raduno una squadra e faccio soldi cacciando i deamons
–
-
Mica male!
– approvò Prompto.
-
E qual'è
la brutta piega che secondo te sta prendendo l’Impero?
– s’informò Ignis.
-
L’Imperatore
e il comandante supremo tanto per cominciare –
spiegò Aranea
– e poi quel buffone del cancelliere.. non lo sopporto
–
aggiunse con una smorfia.
-
Emh, ragazzi, adesso
dove andiamo? – li interruppe Prompto.
Presi dal
loro discorso
non si erano minimamente accorti di dove fossero arrivati. Passata
un’altra balconata e aperta l’ennesima porta in
ferro, il
gruppo si era ritrovato in una sala interna, più piccola
rispetto a quella principale e divisa su due
piani. In quel momento, si trovavano al livello superiore,
che era collegato ad altre quattro porte tramite ponteggi in pietra
dall’aria leggermente instabile.
-
Sarà
sicuro? – domandò il pistolero guardando dubbioso
il pavimento incrinato.
-
Non può
mica croll…-
In quel
preciso istante, uno dei quattro passaggi crollò sotto i
loro occhi.
-
Ti inviterei
vivamente a non parlare Noct – consigliò Ignis ad
un attonito principe.
-
Beh, una strada in
meno da scegliere – commentò Aranea –
Speriamo solo che non fosse quella che ci serviva –
-
No, dobbiamo passare
per di qua – asserì Selenis avvicinandosi al
passaggio più vicino.
-
Reggerà?
– si chiese Prompto con giusta cognizione di causa.
-
Vado
avanti io – si offrì la principessa – se
dovesse cedere mi
basterà proiettarmi – aggiunse facendo il primo
passo
sulla pavimentazione sospesa.
Procedendo
con cautela la percorse tutta, arrivando sana e salva dall'altra parte.
-
Tutto bene, potete
venire! – li rassicurò la ragazza.
-
Vedi? Lo avevo detto
io! – esclamò il pistolero con sicurezza,
trotterellando verso di lei.
Anche
Prompto riuscì a passare senza problemi… e fu
l'ultimo a poterlo fare. Non appena gli altri tre ragazzi si
incamminarono, la crepa sulle lastre di pietra si allargò e
il
ponte prese a tremare. Nel giro di qualche istante di esso non rimase
altro che polvere.
-
State bene?
– gridò Selenis.
-
Sì!
– le rispose Ignis.
Quando il
fumo
sollevato dal crollo si fu diradato, la principessa vide che i suoi
amici erano al sicuro dall’altro lato.
-
C’è
un’altra via? – le domandò Noctis.
-
Sì,
anche se un po’ più lunga – rispose la
ragazza
– Prendete quell’uscita – disse
indicandola – dovete percorrere tutto il corridoio fino alla
sala successiva, da lì,
andate dritto e alla seconda girate a destra –
spiegò
– dovreste trovarvi in un passaggio chiuso da un paio di
porte,
dopo quelle ci troveremo all’imbocco delle scale che ci
porteranno nella stanza che cerchiamo –
-
D’accordo
– assentì Ignis – ci vediamo
là – aggiunse.
-
Fate attenzione a
non morire! – disse Aranea.
-
Ci
proveremo – replicò Selenis con un sorriso ironico
–
Andiamo? – domandò poi rivolta al suo compagno di
avventure.
-
Certo! –
le rispose Prompto.
Non
restò loro altro da fare che prendere il lungo corridoio che
avevano di fronte e proseguire in quella direzione.
-
Per fortuna che ti
sai orientare in questo posto – disse il pistolero mentre
avanzavano.
-
Già,
anche se mi piacerebbe sapere come diavolo faccio a saperlo –
replicò la ragazza.
-
Magari
ti sono rimasti i ricordi di un’altra vita –
azzardò
il giovane – forse eri una guerriera di questo santuario
– proseguì con enfasi.
-
La
tua fantasia non smetterà mai di sorprendermi –
rise Selenis
– ma non è un’idea da scartare
–
-
Senti Selis... ma
quando hai
detto che il fatto che Gladio sia il tuo ragazzo è ancora da
vedere, scherzavi vero? – le domandò poi
apprensivo.
-
In
realtà no, ma non ho ancora preso una decisione. Vedremo
quando
si ripresenterà... – rispose la principessa.
-
Fiuuu!
Meno male! – sospirò Prompto sollevato –
Se voi due doveste
lasciarvi non credo che reggerei il colpo – aggiunse.
-
Non pensavo tenessi
così tanto alla nostra relazione! – rise la
giovane.
-
Ma certo! In futuro
spero tanto anche io di poterne avere una così...
– replicò sognante.
-
Con Cindy magari?
– disse maliziosa Selenis.
-
Cosa?!
Ma… sì non mi dispiacerebbe… Oh,
Selis! Aspetta! -
La ragazza
si bloccò, voltandosi verso il suo compagno. Prompto era
fermo
davanti all’ingresso di una delle stanze più
piccole che
si affacciavano sul corridoio. L’unica a non avere la porta
chiusa.
-
Cosa
c’è? – gli chiese avvicinandosi.
-
Vedi anche tu
laggiù qualcosa che brilla? –
La sala era
di dimensioni
medie con un altissimo soffitto, sul fondo c’era un cumulo di
detriti; in mezzo ad
esso qualcosa brillava tenue alla luce delle lampade presenti.
-
Sì
– rispose la ragazza stringendo gli occhi per identificare
l'oggetto.
-
Se fosse il Mithril?
– suggerì Prompto.
-
Mh… non
ne sarei sicura –
-
Ma vale la pena
darci un’occhiata, no? –
-
Immagino di
sì – replicò Selenis seguendo il
ragazzo all’interno.
I due amici
percorsero la stanza, fino ad arrivare alle macerie.
-
Nah, niente
– mugugnò il pistolero prendendo in mano quella
che si scoprì essere una targhetta di metallo in parte
ossidata.
-
Beh,
abbiamo fatto bene a controllare – alzò le spalle
Selenis
mentre il ragazzo la rigettava in mezzo ai calcinacci.
Aveva appena
concluso la frase quando, alle loro spalle, si levò
uno stridore metallico accompagnato da un verso gutturale.
-
Oh no…-
mormorò Selenis voltandosi lentamente.
Quel rumore
se lo
ricordava bene.. lo aveva già sentito sulla statale che
portava
all’accampamento dei cacciatori a nord di Duscae: era quello
di
un Gargantua.
-
Che.. che facciamo?
– balbettò Prompto inorridito osservando il
gigante sollevarsi dal pavimento.
Quel nemico
era già difficilmente affrontabile tutti assieme, in due era
impossibile.
-
Dobbiamo andarcene..
- disse Selenis, sentendo una goccia di sudore freddo colarle lungo la
tempia.
-
E come?! –
-
Fammi
riflettere… -
Nel
frattempo, il Gargantua
si era alzato completamente. I deamon di quella categoria erano dei
veri e propri titani; la sua mole bastava a riempire quasi
completamente la stanza. Il corpo era ricoperto da una pelle
spessa della stessa consistenza del ferro. Sulla testa calzava un
elmo dalle corna appuntite che lasciava intravedere solo gli occhi
rossi, mentre in mano, teneva saldamente uno spadone proporzionato alle
sue mastodontiche dimensioni.
-
Dobbiamo
riuscire a distrarlo... – disse la ragazza
– Io attirerò la sua attenzione, tu approfittane
per raggiungere la porta –
-
No! È
troppo pericoloso! – protestò Prompto.
-
Mi
proietterò sul soffitto, in modo che non possa prendermi
–
replicò lei – Quando avrai guadagnato
l’uscita spara qualche proiettile, così che si
distragga ed io
possa raggiungerti – spiegò – Siamo
d’accordo?
–
-
Sì
– rispose serio il ragazzo.
-
Allora si va!
– decretò Selenis.
La
principessa si mise a correre verso il nemico che nel frattempo si era
accorto della loro presenza.
Selenis lo
vide alzare la
spada e colpire in modo insospettatamente rapido. Per
schivarla dovette fare una capriola verso sinistra, mentre quella si
abbatteva contro il pavimento, crepando i lastroni di pietra e
producendo una cascata di schegge taglienti. Una volta rimessasi in
piedi, la principessa si portò sul fianco, costringendolo a
voltarsi verso di lei mentre dava a Prompto il
segnale perché procedesse.
Per la
seconda volta il
deamon sferrò un potente fendente, che per fortuna si
schiantò di
nuovo sul terreno mentre lei si proiettava verso il soffitto,
conficcandoci il kukri per restarvi appesa. Dall’alto
vide
Prompto correre verso la porta e con orrore si accorse che la
pavimentazione dietro di lui stava cedendo. Il Gargantua, notata la
figura del ragazzo, si voltò verso di lui.
-
Prompto! Corri!!
– gli gridò, mentre il deamon calava la sua spada
un'ennesima volta.
Il terreno
cedette di schianto. Il mostro barcollò,
ritrovandosi improvvisamente senza appoggio. Prompto
inciampò e
cadde a terra per
l’onda d’urto, mentre le lastre di pietra venivano
inghiottite all'interno della voragine che rapidamente si andava
allargando.
A Selenis
non rimase
altro
che proiettarsi sulla zona ancora intatta e correre verso l'amico
che stava cercando di rimettersi in piedi. C'era quasi riuscito, quando
il suolo sotto le sue scarpe si sgretolò, facendolo cadere
all'indietro.
La
principessa si
lanciò sul pavimento, afferrandogli al volo il polso prima
che precipitasse com’era accaduto al Deamon di cui non
restava più alcuna traccia.
-
Resisti! –
urlò a Prompto che spenzolava inerme sopra al baratro.
Selenis
digrignò i denti
nello sforzo di mantenere la presa. Non aveva appigli e Prompto non
aveva nulla su cui appoggiare i piedi per tirarsi sù.
-
Selis
mollami! – gridò il giovane – Finirai
per cadere anche tu! – aggiunse, vedendo la sua amica
slittare
ogni volta che cercava di issarlo.
-
Ce la faremo!
– replicò lei senza darsi per vinta.
-
Selis! Lasciami
andare! – ripetè il ragazzo.
-
Non ci penso
nemmeno! –
-
Ascoltami! Io sono
sacrificabile, tu no! Senza il tuo aiuto Noct non riuscirà
a…-
-
Chiudi quella
bocca!!! – urlò la ragazza.
La
principessa decise di
fare un ultimo disperato tentativo. Lasciò la presa sul
pavimento per evocare il kukri e lo piantò nel lastrone di
pietra. Con quell’appiglio fece leva per tirare su
l’amico.
I muscoli delle braccia le andavano a fuoco per lo sforzo, ma lei
proseguì
imperterrita finchè Prompto non riuscì ad
aggrapparsi.
Con le restanti forze lo aiutò a risalire completamente e
poi si lasciò cadere sfinita sulla schiena.
In
quell’improvviso silenzio c’era solo il rumore dei
loro respiri spezzati.
-
Per i
Sei… pensavo di non farcela questa volta –
mormorò Prompto quando riuscì a riprendere fiato.
Selenis si
girò su di un fianco, cercando di sollevarsi sulle braccia
esauste.
-
Aspetta, ti do una
mano! – esclamò Prompto rimettendosi in piedi e
offrendo una mano alla all'amica.
La
principessa
l’accettò, ma quando si fu alzata
afferrò rudemente
il giovane per il bavero della giacca e lo inchiodò alla
parete.
-
Selis! –
esclamò lui spaventato dagli occhi furenti della ragazza.
-
Non
dire mai più una cosa del genere! – lo
aggredì lei
– Nessuno di voi è sacrificabile! Nessuno!!!
–
gridò – Non potrei immaginare di proseguire se
tu…
-
Al solo
pensiero la voce
le mancò, riducendosi ad un mormorio, e la rabbia
svanì
per lasciare il posto alla paura.
-
Non
farlo mai più davanti a me Prompto! Non sminuirti
così..
– mormorò passando le braccia attorno al collo
dell’amico attonito – Questo viaggio senza di te
sarebbe
uno schifo – aggiunse stringendolo.
Il ragazzo
le restituì l’abbraccio con
un’intensità quasi dolorosa.
-
Mi spiace,
scusami… - sussurrò con voce spezzata.
-
Sei
uno stupido Prompto Argentum – rise la principessa,
slacciando la
presa e tenendogli il viso tra le mani – Proprio uno stupido
– ripetè dandogli un bacio sulla fronte.
-
Credo che tu abbia
ragione – sghignazzò il ragazzo spazzandosi via un
paio di lacrime con le dita.
-
Le
donne hanno sempre ragione – affermò Selenis
–
Ricordatelo quando avrai una fidanzata – gli
strizzò
l’occhio.
-
Ehi ragazzi! Dove
siete?! –
L’eco
della voce di
Noctis arrivò loro dal corridoio principale, e qualche
secondo
più tardi il principe apparve assieme ad Aranea e Ignis.
-
Cos’è
successo? – chiese quest’ultimo guardando la sala
distrutta alle loro spalle.
-
Ci
ha attraversato la strada un Gargantua – rispose Selenis con
un mezzo
sorriso – Ma è tutto a posto – li
rassicurò.
-
Incredibile
– disse Aranea ammirata.
-
Come sarebbe a dire
incredibile? – sbottò Prompto offeso.
-
Credo che ci
convenga proseguire – suggerì la principessa.
Non ci
impiegarono molto a raggiungere il fondo della sala principale. Il
soffitto d’acqua brillava sopra di loro e la stanza era
illuminata dalla luce soffusa dei suoi riflessi.
-
Oh,
quanto spazio – commentò Prompto guardandosi
intorno
– Sicuro che qui dentro ci troveremo un bestione! –
profetizzò.
-
Evviva..
– replicò Noctis con falsa enfasi –
Intanto,
là non c’è quello che stavamo cercando?
– aggiunse
indicando davanti a loro.
In mezzo
alla sala
c’era un piedistallo di roccia verde; sopra di esso luccicava
un
blocco argentato alto una ventina di centimetri.
-
Non vi pare strano
che sia stato lasciato lì in bella vista? –
domandò scettica Aranea.
-
Sembra quasi che sia
stato preparato per il nostro arrivo… - osservò
Ignis.
-
Credo che sia
così – asserì Selenis muovendo qualche
passo verso il Mithril.
-
Ma non sai
spiegarcelo, vero? – le disse Noctis.
-
Già, ma
inizio ad abituarmici – alzò le spalle la
principessa.
-
Selis,
scusa… - la chiamò Prompto.
La ragazza
si fermò, voltandosi verso di lui e notando che era
decisamente bianco in volto.
-
Ma quello te lo
ricordavi? – domandò alzando tremante un indice
verso l’alto.
Tutti
seguirono il suo dito, notando solo allora la presenza di una sagoma
appollaiata
sopra una passerella di pietra dall’altra parte della sala.
Quel
qualcosa dispiegò un paio di ali chilometriche e si
lanciò verso di loro.
I cinque
ragazzi si
ripararono la testa mentre il mostro atterrava alle loro spalle con un
ruggito che scosse le antiche pareti.
-
Cosa diavolo ci fa
un Quetzacoalt qui?! – esclamò esasperata la
principessa.
-
E che cavolo
è? – domandò Noctis.
-
Un’antica
bestia che in realtà dovrebbe essersi estinta... -
-
Ma che fortuna!
Abbiamo trovato noi l’ultimo esemplare! – disse
Aranea sfoderando la sua lancia.
Il
Quetzacoalt era una
bestia molto simile ad un grifone, con testa d’aquila,
artigli
affilati e creste ossee che lo facevano assomigliare ad una specie di
drago
piumato.
-
Sai anche per caso
come poterlo far fuori? – chiese Prompto speranzoso.
-
Nel
bestiario si sono dimenticati di scriverlo, però so una
cosa… - rispose Selenis osservando il mostro preparare il
suo
primo assalto – Usa attacchi elettrici! Tutti qui!
–
urlò evocando all’istante una barriera.
Il mostro si
illuminò come un albero di natale, e una possente scarica
elettrica si abbattè contro lo scudo cristallino richiamato
dalla principessa. Subito dopo, il Quetzacoalt si alzò in
volo.
-
Credo
che il fatto che sappia volare gli dia un netto vantaggio su di noi
– commentò Prompto mentre lo allontanava con una
scarica
di proiettili.
-
Pensi
di riuscire a trovare un punto di forza anche per noi? –
ribattè con sarcasmo Selenis.
-
Che siamo in
vantaggio numerico? –
-
È davvero
un’analisi dettagliata della nostra situazione –
sospirò Noctis.
-
Tu hai
l’aria di essere quello intelligente, qualche idea?
– domandò Aranea rivolgendosi a Ignis.
-
Dobbiamo
farlo scendere a terra – rispose il ragazzo, lanciando
all'indirizzo del mostro i pugnali che furono sbaragliati da una
sferzata di coda.
-
Ottimo, come?
– chiese Noctis.
-
Arriva! –
li avvertì Selenis.
Il gruppo si
disperse,
riparandosi dietro le colonne quando il Quetzacoalt scese in picchiata
scatenando una tempesta di fulmini.
-
Ascoltatemi!
– esclamò Ignis quando la creatura
tornò a levarsi
fuori dalla loro portata – Non appena passerà raso
terra, Aranea e Selis dovrete occuparvi delle ali,
fate in modo che non possa più utilizzarle –
ordinò
alle due ragazze che annuirono – Prompto. Tu e io ci
occuperemo
di immobilizzarlo colpendo i tendini delle zampe posteriori, in questo
modo
dovrebbe perdere l'equilibrio – spiegò
– Noct, a quel punto gli
darai il colpo di grazia con le armi ancestrali. Siamo intesi?
–
domandò a tutti quanti – Bene –
asserì quando
ricevette il consenso unanime.
-
Eccolo che arriva!
– gridò Prompto.
Il deamon
planò di nuovo verso di loro, accostandosi al terreno per
poterli attaccare.
-
Andiamo? –
-
Certo! –
Selenis e
Aranea si
scambiarono uno sguardo d’intesa, dopo di che, la donna
spiccò un salto aiutandosi con la sua lancia e la
principessa si
proiettò sopra al mostro. Evocando
una coppia di
daghe dalle lame seghettate, Selenis si lanciò verso una
delle
ali, affondando entrambe le armi nella sottile membrana squamata e
spingendo verso il basso. La pelle delicata si lacerò in uno
squarcio irregolare.
Il mostro
iniziò inutilmente a dimenarsi, perdendo quota per poi
rovinare malamente a terra. Quando
cercò di rialzarsi
sulle quattro zampe, fu il turno di Ignis e Prompto, come da programma,
di attaccare. Ignis usò una magia di fuoco per accecare
momentaneamente la creatura, mentre lui e il ragazzo biondo si
infilavano tra le zampe colpendone la base di taglio.
Il
Quetzacoalt
crollò in ginocchio, ormai allo stremo delle forze.
Noctis a quel punto, richiamate le proprie armi antiche, si
lanciò in un attacco multiplo che ebbe il risultato di
abbattere
definitivamente la minaccia.
Il corpo del
deamon
giacque immobile, illuminato dai riflessi subacquei del soffitto, prima
di scomparire in una nuvola di fumo nero e schegge cristalline.
-
E anche questo
è andato – affermò Noctis schiacciando
un cinque a Prompto.
-
Niente male
– si complimentò Ignis mentre Selis e Aranea
scontravano le nocche.
Finalmente
il blocco del prezioso materiale fu al sicuro nelle mani dei ragazzi,
pronti quindi a tornare indietro.
-
Senti capitano
– esordì Prompto mentre si rimettevano in marcia.
-
È Aranea
–
-
Aranea. Hai detto
che l’Impero usa i Deamons per fabbricare armi –
proseguì il ragazzo.
-
Avrete visto i
soldati Magitek, no? –
-
I Magitek?
– ripetè Noctis confuso.
-
Li creano in
laboratorio dai Deamons – spiegò la donna.
-
Stai scherzando?
– esclamò allibita Selenis.
-
Ci
attendono tempi duri – si limitò a sentenziare
Aranea – Se fossi
in voi farei attenzione alla vostra regale pellaccia –
aggiunse rivolgendosi
ai due principi.
-
Lo faremo
– asserì Noctis.
Le parole
della mercenaria però, suonarono stranamente profetiche alle
orecchie di tutti.
Campeggio dell'autrice:
Buongiorno bella gente! ^^
Questo dungeon, posso dirlo senza remore, è stato
una delle ambientazioni che mi è piaciuta di più
^^ Mi ha veramente affascinato molto, facendomi perdere un
pò di tempo ad osservarlo per bene.
I nostri amici però, non hanno avuto tutto il tempo che ho
avuto io per rimirarlo; il tempo stringe e il Mithril li sta
aspettando!
Ho deciso che in questo capitolo ci sarebbe stata bene una piccola
parte tra Selis e Prompto, che era da un pò fuori dai
riflettori. Per cui spero che l'incontro con il Gargantua sia stato
gradito ;)
Nel prossimo capitolo, ora che il prezioso minerale è stato
recuperato, potremo tornare ad occuparci di Gladio che farà
la sua ricomparsa. Come andrà a finire con Selis? Guardate
che le sento le due fazioni che gridano "mollalo" o "perdonalo" eh! xD
Ho iniziato ieri, per ammazzare il tempo di attesa che mi arrivi
Assassin's Creed Origins, Rise of the tomb raider. Altro piccolo
capolavoro in collaborazione con mamma Square che mi sta dando grandi
soddisfazioni e un enorme delusione.....
Ma porco di quel giuda... oltre che inserire l'inversione dell'asse
y.... non potevate mettere anche quello dell'asse x?!!!
Purtroppo, oltre ad essere mancina devo avere anche qualche problema
cognitivo, perchè non riescoa giocare senza avere gli assi
invertiti ^^" Quindi potete immaginare il mio disagio quando devo
spostare la telecamera in un gioco come questo...
Anyway vi rinnovo l'appuntamento per la prossima settimana!
Un grandissimo grazie a tutti i Lettori
e alle mie Comrades
come chiamerò da adesso in avanti le mie recensiste u.u
Un abbraccio a todos!
Marta
|
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Capitolo 29 *** 28. Proposte inattese ***
28
Città
di Lestallum, regione di Cleigne, alcune ore dopo.
Una
volta usciti
(finalmente) dalle rovine di Vesper, Ignis aveva ricevuto una
chiamata da
Cindy. La meccanica lo aveva avvisato di portare il Mithril a
Lestallum, dove una
sua amica, ingegnere presso la Exineris, lo avrebbe reso utilizzabile
per le riparazione
dello yacht. Aranea si era resa allora disponibile a dal loro uno
strappo con la propria aereonave, dietro l’ovvio
suggerimento del cancelliere Izunia...
Così,
il viaggio di
ritorno aveva dato loro giusto il tempo di schiacciare un pisolino,
prima di
essere scaricati nell’immediati pressi della
città.
-
Voi
iniziate ad andare alla centrale, io vado a prenotarci una stanza da
qualche parte e poi vi raggiungo – disse Selenis.
-
Va bene, ci vediamo
dopo – assentì Noctis.
Il gruppo si
divise, e mentre i tre ragazzi presero un vicolo laterale in
direzione della centrale elettrica, la principessa proseguì
su per
la scalinata della piazza principale. Il mattino aveva appena fatto
capolino e in giro non
c’era praticamente
nessuno. Selenis
si sentiva ancora
piuttosto stanca; non vedeva l’ora di mangiare qualcosa e di
dormire qualche ora come si conveniva, prima di dover ripartire alla
volta di Caem.
La giovane si diresse quindi verso un piccolo motel del centro; avevano
deciso di comune accordo di non fermarsi al Leville per
praticità, in quanto la loro permanenza sarebbe stata
decisamente breve.
-
Buongiorno
signorina! Se deve affittare una camera è proprio nel posto
giusto
– la accolse il proprietario da dietro la reception.
-
Buongiorno
a lei! – rispose la ragazza – Si da il caso che
avrei
necessità di una quadrupla per questa notte –
-
È
fortunata, ne ho una libera che dà proprio sulla piazza
– disse
l’uomo, allungandole il registro per farle firmare la
prenotazione.
-
Ottimo –
sorrise cordiale Selenis, afferrando le chiavi che le vennero messe sul
bancone.
-
Buona permanenza
–
La ragazza
salì al
piano di sopra, accedendo alla stanza. Si diresse subito verso le
finestre, alzando le imposte e aprendole per far cambiare aria
all’ambiente. Dopo una rapida occhiata decise che come
sistemazione per quel giorno poteva bastare: i letti erano spaziosi e
il cucinino sarebbe venuto incontro ai desideri di Ignis. Soddisfatta,
la principessa
uscì di nuovo per dirigersi verso la centrale.
-
L’allarme
alla Exineris è rientrato alla fine? –
Selenis si
fermò, girandosi verso i due ragazzi seduti fuori da un
esercizio commerciale ancora chiuso.
-
Pare di
sì – rispose uno dei due.
-
Scusatemi?
–
Entrambi si
voltarono a guardare la nuova arrivata.
-
C’è
stato qualche problema alla centrale elettrica? –
s’informò la principessa.
-
Qualche ora fa
è comparso un gruppo di deamons e lo stabile
è stato evacuato – le risposero – ma
sembra che
alcuni cacciatori arrivati da poco in città abbiano risolto
il
problema – aggiunse.
-
Ho capito, grazie
– li salutò la ragazza.
“Che
diamine
è successo?!” si chiese rimettendosi in marcia
“Spero sia andato tutto bene…”
Preoccupata,
la giovane si mise a correre verso la centrale che sorgeva alle spalle
della cittadina.
Era strano
che i deamons
fossero riusciti ad entrarci... solitamente la struttura,
così come tutta
Lestallum, era ben illuminata e i deamons se ne tenevano ben alla
larga. In tutti i casi, gli unici che potevano essersi occupati del
problema erano Noctis e gli altri. Il tempismo del loro arrivo era
stato più che provvidenziale.
Sempre
correndo, Selenis sbucò dal vicolo che stava percorrendo,
arrivando in vista dei
cancelli d’ingresso alla centrale. Scorse subito i suoi
amici, fortunatamente illesi, ma quello
che le bloccò il fiato in gola, fu di vedere che assieme a
loro ci fosse anche Gladio.
Il ragazzo
stava
chiacchierando con Noctis e Prompto a una decina di metri da lei.
Selenis
lo osservò, sentendosi euforica e fuori di sé
dalla rabbia
allo stesso tempo.
Gladio
sembrava in ottima
forma, tolta la nuova ed enorme cicatrice che gli
solcava il petto, assieme a quella che gli segnava la fronte, andando a
congiungersi con la vecchia ferita verticale. Mentre la ragazza lo
guardava, lui finalmente si accorse della sua presenza.
Ci fu un
momento di stallo in cui
nessuno si mosse o osò parlare. Noctis e Ignis mantenevano
un’espressione
piuttosto neutra, mentre Prompto era evidentemente divorato
dall’ansia. In quanto a Gladio, il suo viso alla fine si
aprì in un largo sorriso.
-
Ehi! – la
salutò alzando una mano.
Quell’unica
parola
riscosse finalmente Selenis che, con passo deciso, gli si
avvicinò. Superò tutti gli altri senza neppure
guardarli e gli mollò uno
schiaffo in pieno viso.
-
Come
hai osato?! – ansimò la principessa al colmo della
collera.
Era sicura
che lui non
avesse sentito niente e che l’unica ad essersi fatta male
fosse
lei, ma almeno si era tolta la soddisfazione.
Gladio, per
tutta risposta e senza battere ciglio, tirò fuori qualcosa
dalla tasca dei pantaloni e la fronteggiò.
-
Vuoi
sposarmi? – le disse mantenendo la più assoluta
calma
– Quando ovviamente tutto questo casino sarà
finito –
aggiunse, mostrandole l’anello che teneva nel pugno.
Selenis guardò il gioiello. Aprì e
chiuse la bocca un paio di volte senza articolare alcun suono e
poi afferrò l'anello quasi con stizza,
mettendoselo al dito.
-
Certo! –
rispose – Ma resti comunque un cretino!!! –
Il volto di
Gladio si
trasfigurò in una maschera di pura felicità
mentre la afferrava per la vita facendola girare su sé
stessa.
-
Mettimi
giù! – protestò lei, sorridendo
però.
-
Ehi fermi un attimo! –
Prompto si
fece avanti confuso.
-
Cos'è
appena successo? – domandò gesticolando nella loro
direzione.
-
Congratulazioni
grand’uomo! – si complimentò invece
Noctis, dando una
sonora pacca sulla schiena dell’Amicitia.
-
Oserei dire che era
anche ora – soggiunse Ignis tendendogli una mano.
-
Oddio!
Vi sposate! – esclamò allora il pistolero al colmo
della
felicità – Oh per i Siderei! Avremo due matrimoni!
–
saltò su dopo aver abbracciato Selenis – Oh vi
prego, posso
farvi da testimone?! –
-
Vacci piano biondino
– lo frenò Gladio.
-
Dobbiamo prima
risolvere il piccolo problema dell’Impero – disse
Selenis.
-
Quindi volete
sposarvi a Insomnia? – chiese Ignis con un sorriso.
-
Certo! –
risposero in coro i due ragazzi.
-
Festeggeremo
tutti assieme a casa – affermò Selenis, guardando
Noctis che
annuì serio – Ma adesso ditemi del Mithril
– aggiunse
ricordandosi del minerale.
-
Lo abbiamo affidato
all’amica di Cindy, per questa sera dovrebbe essere pronto
– rispose Ignis.
-
Bene..
– sospirò Selenis – Ora che ne dite di
tornare
indietro? Ho affittato una stanza al motel in piazza
–
Mentre gli
altri
assentivano alla sua proposta, la ragazza gettò
un’occhiata all’anello che adesso le brillava
all’anulare della mano destra.
Era una fascia d'argento, larga sul davanti e che si stringeva
sul
retro; finemente lavorata con un disegno che ricordava una corda
sottile ed intersecata da un motivo di piccoli fiorellini. Era di una
semplicità disarmante, eppure aveva avuto il potere di
destabilizzarla completamente.
Era
veramente arrabbiata nera quando aveva schiaffeggiato Gladio, ma quando
lui
le aveva fatto vedere cosa teneva nascosto, per un istante, un battito
d’ali, si era rivista a casa sua, con una vita che proseguiva
senza la minaccio dell’Impero. Quel semplice oggetto le
aveva dato la speranza di poter tornare a quei giorni, ed era il regalo
più grande che Gladio potesse farle.
Il gruppo,
fatta eccezione per Ignis che si diresse a fare provviste al mercato,
si ritrovò nella camera del motel.
-
Forza, togliti la
giacca che do un’occhiata a quelle ferite –
ordinò Selenis non appena vi misero piede.
-
Non
è il caso, davvero…- Gladio non
proseguì oltre sotto lo sguardo che la ragazza gli stava
rivolgendo.
Docilmente
si
svestì, sedendosi su uno dei letti disponibili. La
principessa si
chinò su di lui, osservando da vicino e tastando
delicatamente
con i polpastrelli la pelle sul petto del ragazzo. La ferita si era
quasi
del tutto rimarginata, anche se la carne rimaneva di un rosso acceso. I
bordi della
cicatrice erano frastagliati e nel complesso era piuttosto spessa.
-
Che
razza di orribile lavoro – commentò sprezzante
Selenis
passando a controllare quella più fine della fronte.
-
Temo di averlo fatto
io – ammise Gladio mentre Prompto e Noctis sghignazzavano
alle spalle della ragazza.
-
Non
hai imparato niente da me in tutti questi anni? –
sospirò
Selenis tirandosi su – Tutto sommato stanno guarendo bene
comunque
– sentenziò.
-
Selis, Gladio, noi
andiamo a fare un giro venite con noi? – domandò
Prompto vedendo che la discussione era finita.
-
Io credo che
resterò qui – sbadigliò
l’Amicitia rivestendosi.
-
Io invece vengo con
voi – rispose la ragazza.
La
stanchezza che si era
sentita addosso appena arrivata a Lestallum sembrava scomparsa del
tutto grazie alle ultime novità.
-
Ti aspettiamo di
sotto allora – asserì Noctis scendendo con
l’amico.
La ragazza
si stiracchiò e poi si voltò verso Gladio.
-
Non
azzardarti a farlo mai più Gladio. –
esordì lei catturando
il suo sguardo – Non sparire mai più a questo modo
lasciandomi
indietro. – lo avvertì.
-
Ti
ho fatta spaventare, mi dispiace – si scusò lui,
allungando
una mano e sfiorandole la guancia – Giuro che non
accadrà una seconda volta –
-
Lo spero –
replicò lei alzandosi in punta di piedi per lasciargli un
bacio a fior di labbra.
-
A dopo –
la salutò l’Amicitia quando fu sulla porta.
Un secondo
dopo che Selenis se la fu richiusa alle spalle, questa venne di nuovo
aperta da Ignis.
-
Ohi! – lo
salutò Gladio che si era appena messo a sedere –
Gli altri sono andati a fare un giro –
-
Sì,
li ho incrociati di sotto – rispose il ragazzo – e
dire che
dicevano di non reggersi in piedi – commentò
appoggiando
il sacchetto con la spesa nel cucinino.
-
Mi dispiace, deve
essere stata dura anche con l’aiuto di Aranea –
replicò l’Amicitia.
-
Ce la siamo cavata,
non pensare di essere così indispensabile –
rispose Ignis prendendolo in giro.
-
Mi fa piacere
saperlo! - ribattè con un ghigno il giovane - E
il cancelliere? Oltre la sua gentilezza nel permettervi di
recuperare il Mithril si è ancora dimostrato interessato a
Selis? –
-
In realtà
mi sono fatto l’idea che non
sia lei l’oggetto della sua attenzione –
osservò il
ragazzo radunando gli utensili per cucinare.
-
In che senso?
–
-
Nel
senso che sembra mirare a qualcos’altro, ma non saprei dire a
cosa nello specifico – disse Ignis iniziando a mescolare gli
ingredienti nella ciotola con una spatola.
-
Bel
casino – sospirò Gladio appoggiandosi allo stipite
della
porta – Lei come se l'è cavata?
–
-
I
primi giorni sembrava dovesse incenerire qualsiasi cosa con il solo
sguardo, ma poi è andata meglio – rispose il cuoco
sollevando gli occhi sul viso preoccupato dell'amico – Per il
resto niente visioni.... solo degli strani ricordi che ci hanno guidato
dentro le rovine – aggiunse.
-
Ricordi? –
-
Sì,
sembra che sapesse esattamente la strada da percorrere..
però
senza sapersi spiegare il perchè –
raccontò Ignis
– Potrebbe
essere un qualche residuo di un sogno fatto in passato ma che lei ha
cancellato
– ipotizzò.
-
Capisco...
- mormorò Gladio dopo un momento di riflessione - Grazie di
averle guardato le spalle al posto mio – aggiunse.
-
Lo farò
sempre quando ce ne sarà bisogno – rispose Ignis.
-
Sai?
Non mi ha chiesto nulla di dove sia andato; neppure una parola.
–
asserì Gladio grattandosi la barba – mi dispiace
di averla
lasciata senza una spiegazione, ma era una cosa che dovevo affrontare
da solo ed era troppo
pericoloso –
-
Lo
so, e lo sa anche lei – replicò il suo amico
– ma
non sfidare la sorte una seconda volta – aggiunse sollevando
lo
sguardo
dall’impasto per osservare il ragazzo.
-
Non lo
farò – sorrise Gladio – ma che cosa stai
preparando? Oh! Ancora quello.. – aggiunse vedendo gli
ingredienti.
-
Sì, ma
stavolta ho usato le banane – rispose Ignis.
-
Come mai ti piace
così tanto cucinare? –
-
Beh.. –
***
Il giorno
seguente i
cinque ragazzi si rimisero in marcia. Holly, la capo ingegnere a cui
avevano affidato il Mithril, come promesso glielo aveva consegnato la
sera prima,
pronto per essere utilizzato per le riparazioni dello yathc.
Il viaggio
di ritorno
sembrò più rapido rispetto a quello di andata,
probabilmente perché con Gladio di nuovo a bordo,
l’equilibrio del gruppo si era ristabilito.
Arrivarono a
destinazione all’imbrunire del terzo giorno, trovando ad
aspettarli il vecchio Cid.
-
Cindy mi ha avvisato
che ci siete riusciti – li accolse l'uomo sul ciglio del
sentiero.
-
Infatti –
asserì Noctis – Ecco qui il Mithril –
aggiunse porgendogli il sacchettino.
Il
trattamento che Holly aveva riservato al minerale, lo aveva ridotto ad
una sottilissima polvere argentata.
-
Non
pensavo mai più di poterne vedere ancora –
commentò
Cid osservando l’interno del sacchetto – Mi metto
subito al
lavoro; per domani potremo salpare verso Altissia
– li informò, e senza aspettare una replica,
s'incamminò verso il faro.
-
Già
domani? Ma è prestissimo! – esclamò
Prompto.
-
Io direi che abbiamo
perso tempo a sufficienza invece – replicò Gladio.
-
Parli proprio tu?
– lo rimbeccò Selenis.
-
Le cose sono andate
come dovevano andare, inutile discuterne – disse Ignis.
-
Prevedo che nel
vostro matrimonio non vi annoierete – profetizzò
Noctis ridendo.
-
Di
sicuro Selis è più fortunata di Sua grazia
Lunafreya
nella scelta del marito – replicò Gladio con un
sorriso
sornione.
-
Chi si loda
s’imbroda mio caro – soggiunse la ragazza
– e poi… Ma che diamine?! –
La
principessa troncò sul nascere il resto della frase, presa
alla sprovvista da ciò che vide.
Davanti alla
casa che
ospitava i fuggiaschi di Insomnia, c’era apparecchiata una
grande
tavola, al di sopra della quale danzavano mossi dal vento una serie di
coloratissimi festoni. Tutt’intorno
erano state posizionate delle lanterne che iniziavano a rischiarare le
ombre sempre più lunghe.
-
Congratulazioni!!
–
Iris si
precipitò verso di loro, correndo ad abbracciare un'alquanto
basita Selenis.
-
Ma come? –
mormorò la ragazza senza capire.
-
Può
essere che mi sia scappato un piccolo ed insignificante messaggino sul
tuo fidanzamento – rispose Prompto.
-
Guarda un
po’ – sorrise la principessa.
-
Principe Noctis,
principessa Selenis –
Talcott
sopraggiunse accompagnato da Monica e Dustin.
-
Principessa,
congratulazioni per il suo fidanzamento – disse il bambino in
modo molto cerimonioso.
-
Ti ringrazio
Talcott, avete organizzato tutto voi? – domandò
guardando meravigliata il piccolo rinfresco.
-
Sì!
Abbiamo pensato che vi avrebbe fatto piacere festeggiare prima della
partenza – rispose il bambino.
-
Avete pensato bene
– asserì Gladio scompigliandogli i capelli.
-
Abbiamo
ricevuto un messaggio dal generale – soggiunse Monica
– ha
detto che arriverà per la vostra partenza –
-
Bene –
rispose Noctis.
-
Cosa ne dite se
allora iniziamo la festa? – propose Iris trascinando verso la
tavola la sua amica.
-
Non ci lasci molta
scelta – scherzò suo fratello.
La serata fu
una delle
più piacevoli passate sotto il cielo di Lucis.
L’idea di
cenare all’aperto era stata geniale! Il cielo era limpido e
il
clima mite faceva apprezzare il venticello che arrivava dal mare.
L’aria fu presto riempita di chiacchiere e del tintinnio
delle
posate. I ragazzi raccontarono delle loro avventure, ridendo agli
aneddoti un po’ ingigantiti di Prompto .
Talcott
rimase molto
impressionato di ciò che gli riferirono sulle rovine
menzionate da Jared.
Osservare il suo viso spalancarsi dallo stupore quando gli descrissero
la sala sott'acqua, fu una piccola gioia: nonostante tutto
c’era ancora spazio per meravigliarsi.
Iris
rimproverò
non poco il fratello per la proposta così poco elegante che
aveva fatto a Selenis, spiegandogli in lungo e in largo come
l’avrebbe
dovuta fare secondo lei. La
principessa
osservò divertita il suo fidanzato ascoltare la sorella a
metà tra l’imbarazzato e il colpevole; quando
però
vide che la ragazza gli sorrideva rassicurante, si
tranquillizzò.
C’era
qualcun altro però, ad essere inquieto quella sera....
La principessa vide Noctis abbandonare la tavola per defilarsi verso
l’altra parte del promontorio, e dopo aver scambiato
un’occhiata con Ignis, si
alzò per seguirlo.
Lo
trovò vicino alla lapide che era stata eretta in memoria di
Jared; alla
base c’erano i
fiori che Iris non mancava di cambiare ogni giorno.
Noctis sostava
immobile davanti ad essa, apparentemente perso nei suoi pensieri.
-
So che cosa ti stai
chiedendo – esordì Selenis.
Il ragazzo
si girò, sorpreso nello scoprirsi non più solo.
-
E cosa? –
domandò lui con il viso appena illuminato dalla luna.
-
Quanti ancora
dovranno morire in questa stupida guerra di potere – rispose
la ragazza.
Noctis
tornò a voltarsi verso la lapide, conscio del fatto che la
principessa avesse come al solito colto nel segno.
-
Lo
so perché è la stessa domanda che continuo a
pormi io
– proseguì lei andando a sedersi sulla staccionata
che
dava sullo strapiombo.
-
E ti sei data una
risposta? - le chiese Noctis prendendo posto al suo fianco.
-
No
– sospirò lei – e non voglio darmela...
ho paura di
quale potrebbe essere. – aggiunse con un sorriso mesto.
-
Dici che mio padre
se l'è mai chiesto? – mormorò il
ragazzo.
-
Sono
sicura che lo abbia fatto ogni giorno – rispose Selenis
– Le
decisioni che ha preso.. non oso nemmeno immaginare quanti sforzi gli
siano costate –
-
Prima di tutto
questo non mi ero mai soffermato a pensarci – ammise Noctis
guardando il mare sotto di sé.
-
Quando
papà è morto ho passato i
primi tempi ad accusarlo per la decisione di seguirvi a Tenebrae
– raccontò la
giovane – La trovavo egoista.. lasciarmi a casa da sola per
poi
non tornarci mai più. Poi con il tempo ho
realizzato con quanta pena l’aveva presa..-
-
Già,
credo di capirti – replicò il ragazzo.
-
Quello
che lui ha fatto per te, per Insomnia, ti aiuterà nelle
scelte
che dovrai affrontare in futuro – proseguì Selenis
– Nulla di
quello che ha compiuto è stato invano. Ma adesso basta
parlare di cose così serie! E' la festa
per il mio fidanzamento e voglio sapere da uno a dieci quanto sei
ansioso di rivedere Luna! – esclamò la ragazza.
-
Eh? No! –
protestò Noctis animandosi.
-
Noctis Lucis Caelum
che finalmente sposa la sua amata! Potrebbero farci
una serie di racconti, o perfino un videogioco! –
proseguì
lei imperterrita con la certezza di averlo fatto arrossire.
-
Tu stai troppo con
Prompto – scosse la testa il principe, scendendo dalla
staccionata a allontanandosi.
-
Eddai Noct, non fare
il timido! –
-
Troppo tempo!
Troppo! – esclamò lui senza fermarsi.
Selenis si
mise a ridere e fece per seguirlo, quando nel suo campo visivo qualcosa
si mosse.
A pochi
metri da lei,
Gentiana sostava come se fosse sempre stata in quel punto. La sua
presenza si armonizzava così bene con l’ambiente
che era
quasi del tutto invisibile.
-
Gentiana!
– disse la ragazza sorpresa.
-
Oh
prima della notte, il momento decisivo è quasi giunto
–
disse la donna – Presto il Re scelto dal cristallo
avrà
bisogno della tua forza –
La
principessa ascoltava la messaggera con il cuore che batteva
all’impazzata.
-
Ma
questo comporterà un sacrificio. Per il bene di questo mondo
che
sta sprofondando sempre di più nei flutti
dell’oscurità, sarai disposta a pagarlo?
– le
domandò la donna avvicinandosi.
Selenis la
osservò per qualche istante.
-
Farò
qualsiasi cosa per proteggere Noctis e i miei amici – rispose
la ragazza risoluta.
A quel punto
la donna
sorrise e aprì gli occhi, rivelando un paio di iridi scure
come
la notte seppur incredibilmente calde.
-
Le assomigli
così tanto... – disse sfiorandole una ciocca di
capelli bianchi con la punta delle dita.
-
Assomiglio a chi?
– domandò confusa la principessa.
-
Selis!-
La ragazza
distolse gli occhi dalla messaggera per una frazione di secondo, ma
quando
tornò a voltarsi, di lei non c’era più
traccia. Selenis
s’incamminò verso Prompto che l’aveva
chiamata,
restando però ancorata con la mente alla conversazione
appena
avuta.
Qualcosa le
diceva che ad Altissia molte cose sarebbero cambiate.. solo che non
sapeva dire se in meglio o in peggio.
Campeggio dell'autrice:
Taratataaaan!! *musichetta del mistero*
Buongiorno ragazzi!
Il ventottesimo capitolo è ricco di novita! A partire dalla
proposta di fidanzamento di Gladio! Come al solito ho prediletto
un'atmosfera più divertente che romantica, per non dire che
il nostro Amicitia ha giocato un'ottima carta per togliersi
dall'impiccio di dover affrontare Selenis xD La quale alla fine ha
deciso di perdonarlo. Non potevo essere così cattiva da
farli lasciare suvvia u.u Qualcuno di voi si sarà accorto
che ho mescolato il capitolo con una delle puntate di Brother Hood, ma
penso sarà l'ultima volta, anche perchè sono
finite xD
E poi arriva Gentiana, misteriosa come suo solito, che avvisa la
principessa che presto dovrà compiere un sacrificio per
poter aiutare Noctis... cosa succederà mai? E soprattutto, a
chi assomiglia la ragazza?? Qualche idea? ;)
Come al solito ringrazio tutti i Lettori
che continuano a seguirmi e le mie Comrades
per continuare a recensire <3
Ora scappo... devo finire Stanger Things entro sera xD
Bacioni,
Marta
|
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Capitolo 30 *** 29. Viaggio oltre oceano ***
29
Capo
Caem, regione di Leide. La mattina successiva.
-
Guardate che roba! – Prompto
fischiò
ammirato davanti al lavoro compiuto di Cid.
Lo yathc di Regis splendeva
sotto la prima luce del mattino. Non c’era più
alcun telo a coprirlo e il colore fresco di vernice brillava colpito
dai
riflessi delle onde che entravano nell'attracco nascosto. I preparativi alla
partenza erano stati ultimati da poco e ormai non restava altro che
salutarsi.
-
Immagino che questo
sia un addio, per ora – disse Iris abbracciando stretta la
principessa.
-
Torneremo
presto, non vi accorgerete neppure della nostra assenza –
replicò Selenis abbassandosi a stringere Talcott.
-
Prenditi cura della
tua futura sposa – si raccomandò la ragazzina al
fratello.
-
Certo –
rispose lui con decisione.
-
Grazie per badare
loro in nostra assenza – disse Ignis rivolgendosi a Monica e
Dustin.
-
Per noi è
un piacere – affermò la donna appoggiando le mani
sulle spalle di Talcott – fate attenzione –
aggiunse.
-
Non preoccupatevi
– la rassicurò Noctis.
-
E così
è arrivato il momento –
La nuova
voce appena sopraggiunta fece voltare il gruppo verso le scale che
conducevano all'ascensore. Cor li osservava con le braccia incrociate
sul petto.
-
Generale –
lo salutarono rispettosamente i ragazzi.
-
Prima
che ve ne andiate c’è una cosa che devo dire
–
proseguì l’uomo fermandosi davanti a loro.
-
Cosa? –
domandò Noctis.
-
Mi
dispiace. – rispose Cor – Mi dispiace che non fossi
lì per tuo padre… avevo giurato di proteggere il
Re, ma
non sono stato all’altezza – ammise abbassando lo
sguardo a
terra.
I ragazzi
rimasero in
silenzio, senza sapere cosa dire. Tutti, chi più e chi meno,
si
erano sentiti responsabili per i fatti accaduti ad Insomnia e tutti si
erano posti la medesima domanda: "Avrei potuto fare qualcosa per
impedirlo?"
Fu però l’intervento di Cid a darvi finalmente una
risposta.
-
Quello che
è successo non si poteva evitare –
affermò facendosi avanti.
-
Sì, me ne
rendo conto – rispose Noctis.
-
Devi anche renderti
conto di cosa tu significhi per chi ti sta accanto –
proseguì il meccanico.
-
Lo faccio
– replicò il principe un po’ interdetto
dalle sue parole.
-
Anche
se non possono risolvere i tuoi problemi, non devi nasconderli ai tuoi
amici – continuò Cid – Fa un male cane..
– mormorò.
Era chiaro
che si
riferisse a ciò che era successo tra lui e Regis. Si erano
allontanati per motivi che il meccanico preferiva non rivangare, ma era
anche vero che erano stati amici, ottimi amici, e l’idea di
non
averlo più rivisto un'ultima volta, era un errore che Cid
non si sarebbe perdonato tanto presto.
-
Ricorda
che non sono solo le tue guardie del corpo, sono dei
fratelli…
fidati di loro, sempre. – affermò con decisione il
vecchio
meccanico con un sorriso.
-
Lo farò
– replicò Noctis.
-
E
ora cosa state aspettando? Un invito scritto? –
esclamò Cid subito dopo avviandosi verso lo yathc
– Muovete le chiappe e salite! – ordinò.
I ragazzi si
scambiarono uno sguardo divertiti e poi lo seguirono
sull’imbarcazione.
-
È davvero
arrivato il momento – sospirò Selenis.
-
È
solo un’altra avventura – le disse Prompto con un
sorriso,
mentre il motore si avviava e la barca iniziava a muoversi lentamente
in avanti.
La ragazza
si
affiancò a Noctis che, in piedi sulla prua, guardava la
banchina
dove Iris e Talcott si erano fermati per salutarli.
-
Ehi, principe
Noctis! – lo chiamò il bambino.
-
Che
c’è? – rispose il ragazzo.
-
Per
favore, torna presto! – esclamò sporgendosi sul
limitare
dell’attracco – abbiamo bisogno del nostro Re!
–
disse.
-
Certo! Puoi
contarci! – affermò Noctis.
-
Abbiate cura di voi!
– li salutò Selenis.
-
State attenti!
– replicò Iris
La barca
ormai stava
prendendo velocità, inondata dalla luce del sole. Le figure
dei
due ragazzini che si sbracciavano dal molo divennero sempre
più
piccole, finchè non fu più possibile
distinguerle.
Selenis si
spostò da prua a poppa, restando ad osservare il faro
allontanarsi all'orizzonte.
-
Tutto bene?
–
Gladio
comparve al suo fianco, appoggiandosi con le mani al corrimano della
barca.
-
Sì
– rispose la ragazza, mettendosi una mano in testa per
tenere fermi i capelli mossi dal forte vento – Stavo pensando
che
erano anni che non mi allontanavo così da casa –
raccontò – l’ultima volta avevo otto
anni ed ero
andata a trovare Luna a Tenebrae –
-
Sei preoccupata?
–
-
Ho
la stupida sensazione che potrei non rivedere mai più queste
terre – disse Selenis continuando ad osservare la costa di
Lucis.
-
Ci torneremo
– replicò Gladio passandole un braccio attorno
alle spalle – te lo prometto-
-
Grazie –
rispose Selenis lasciandosi consolare dalla presenza del ragazzo.
-
Sapete?
Ho sempre desiderato navigare! – affermò d'un
tratto Prompto,
comodamente seduto su uno dei lussuosi divani in pelle grigia che
facevano parte
dell’arredamento dello yathc.
-
Sicuramente
non era un’opportunità che Insomnia poteva offrire
–
commentò l’Amicitia raggiungendo gli altri con la
principessa.
-
Qui siamo solo noi e
l’orizzonte! È fantastico, ti cambia la vita!
– sospirò estasiato il pistolero.
-
Manca
ancora molto prima di raggiungere Altissia, perciò
entusiasmatevi pure a volontà - disse Ignis seduto di fianco
a
Noctis.
La
città si trovava molto
più a sud rispetto al continente di Lucis, nel mezzo di
un’isola che occupava gran parte del mare meridionale e di
cui si poteva vedere la costa anche da lì
-
Appena scesi dallo
yathc, saremo in un paese straniero – affermò
Prompto.
-
Anche solo il
pensiero ha un che di esotico – concordò Ignis.
-
Nessuno di voi
è mai stato al di fuori di Lucis? – chiese
Selenis.
-
No –
rispose il pistolero un po’ troppo velocemente, cosa di cui
però nessuno si accorse.
-
Sfortunatamente,
dopo l’invasione di Tenebrae, i viaggi si sono drasticamente
ridotti – disse Ignis.
-
Pensate che Altissia
doveva essere la nostra meta iniziale – osservò
Gladio.
-
Già, ne
abbiamo passate parecchie – convenne Noctis.
-
A ne vedremo altre
ancora – asserì Ignis.
-
La prossima sulla
lista è Leviatano! – esclamò Prompto.
-
Di che
divinità stiamo parlando? – domandò
l’Amicitia.
-
Un drago che si dice
incarni la rabbia e la furia del mare – rispose Ignis.
-
Ovvero un mare di
guai – soggiunse Noctis.
-
È una
lei.. questo dovrebbe dirvela lunga – commentò
Selenis con un ghigno.
-
Ragion
per cui non possiamo lasciar fare tutto a sua grazia Lunafreya
–
affermò Prompto – Scommetto che non vedi
l’ora di
incontrarla – aggiunse malizioso.
-
Luna? –
-
Sì, chi
altro?! –
-
Beh, prima di tutto
dobbiamo scoprire se sta bene – replicò il
principe.
-
Sono sicura che sia
così – affermò Selenis –
altrimenti credo che lo saprei..-
-
Anche
tu devi essere emozionata di incontrarla – disse il
pistolero,
voltandosi sul divanetto a guardare la ragazza dietro di lui.
-
Ovviamente!
– assentì lei – E' anche da
più
tempo di Noct che non la vedo, ma ho paura delle future mosse
dell’Impero –
-
Credete che
Lunafreya sia in pericolo ad Altissia? – domandò
Prompto.
-
Nifelheim
si è spinto ad invadere Lucis per l’anello, vista
la loro
cupidigia non credo si farebbero scrupoli a nuocere alla sciamana
– commentò Ignis, dando voce alle preoccupazioni
di Selenis.
-
Senza
l’anello il cristallo non è che un pezzo di vetro
– aggiunse Gladio.
-
Immagino sia
così… ma sapete come Lunafreya ne sia entrata in
possesso? –
-
È
probabile che sua maestà glielo abbia affidato mentre era
alla capitale – rispose Ignis.
-
E lei l’ha
conservato tutto questo tempo per portarlo ad Altissia –
osservò l’Amicitia.
La
principessa, nell'ascoltare i loro discorsi, fece involontariamente
cadere lo sguardo sul proprio di anello.
Quella
pietra era ancora
avvolta dal mistero… e ora, a ben pensarci, sembrava che
quel
giorno di tanti anni fa, suo padre glielo volesse affidare per ben
altre ragioni di quelle che le aveva detto allora.
-
Chissà
che non l’abbia protetta – azzardò,
sollevando nuovamente gli occhi.
-
Sarebbe bello
pensarlo – replicò Noctis stiracchiandosi.
-
Stavo ripensando al
nostro incontro con Ravus – intervenne Ignis sistemandosi gli
occhiali.
-
Difficile scordarlo
– replicò la ragazza –
Cos’è che ha stuzzicato il tuo interesse?
–
-
Ricordate che aveva
una protesi al posto del braccio? – proseguì il
ragazzo.
-
Me la ricordo bene
– rispose con una smorfia Gladio.
-
Sembra
che sia rimasto mutilato durante l’invasione, ma che in
compenso
abbia acquisito nuovi poteri – raccontò.
-
Poteri? –
chiese confuso Noctis.
-
Questo
spiegherebbe come sia riuscito a diventare capo dell’esercito
Imperiale nonostante sia di Tenebrae – commentò
Gladio.
-
Ora
che mi ci fai pensare la sua forza sembrava quasi soprannaturale
– disse Prompto rimuginando – Pensavo dipendesse
dal sangue
sciamanico –
-
Forse
centra anche la sua stirpe, ma non basta a spiegare quella forza
assurda – replicò l’Amicitia che ne
aveva avuto
prova tangibile.
-
Cosa potrebbe
essergli successo? – disse Noctis.
-
Circolano
voci allarmanti a tal proposito.. – prese di nuovo parola
Ignis
– Ravus porterebbe al fianco la spada di Sua
maestà
–
-
La spada di mio
padre? – esclamò il principe sorpreso.
-
Cosa può
farsene? – fu invece la domanda di Selenis.
-
Volete dire che il
suo potere è come quello dei Re? – aggiunse
Prompto.
-
Non posso esserne
certo, ma ne dubito. Ravus pur avendo la spada non la brandisce
– rispose Ignis.
-
Avrà
anche dei nuovi poteri, ma resta sempre il leccapiedi del Cancelliere
– commentò Gladio.
-
Forse
avrei dovuto chiedergli notizie su di lui già che
c’ero – disse sarcastica Selenis accennando al suo
incontro
con Izunia vicino alla fortezza.
-
Se riuscissimo
almeno a capire cosa abbia in mente… - mormorò
Prompto.
-
Onestamente ho paura
di scoprirlo – replicò la principessa.
-
Dire che
l’Impero si imbucherà alla festa in piscina con
Leviatano? –
-
Possiamo
considerarla una certezza – affermò Ignis
– hanno
abbattuto un Dio per impedire a Noct di riceverne la benedizione e sono
pronti a rifarlo –
-
Ma
all’Immane siamo arrivati prima noi grazie alla nostra guida
– constatò Prompto riferendosi al cancelliere.
-
Non sai mai cosa
aspettarti con quello – commentò Gladio
infastidito al solo pensiero.
-
I piani del
cancelliere sono imperscrutabili – affermò Ignis.
-
Però
a noi fanno comodo, come quando ha fermato l’esercito per
aiutarci a scappare – fece notare il pistolero.
-
Avrei
preferito non avere nessun aiuto da parte sua –
replicò
Selenis – quel tizio mi da i brividi –
-
Quell’uomo,
anche quando ci aiuta, agisce solo per il proprio tornaconto
– disse Ignis.
-
Speriamo di non
doverlo rivedere..- commentò la principessa per nulla
convinta delle sue stesse parole. Aveva infatti la
netta sensazione che il suo desiderio non sarebbe stato ascoltato.
Nel
frattempo la
navigazione era proseguita; la costa era ormai prossima e lo yathc
virò
leggermente per dirigersi verso di essa.
Durante
l’ultimo
tratto di strada, Cid raccontò loro di come alla
fine del viaggio che lo aveva visto protagonista assieme a Regis, i
loro rapporti si fossero incrinati e di come avessero fatto pace solo
anni dopo senza però mai più rivedersi. Dopo quelle
spiegazioni,
le parole che Cid aveva rivolto a Noctis poche ore prima assumevano un
significato decisamente più profondo. L’uomo
proseguì, consigliando loro di andare a trovare un suo
vecchio
commilitone che aveva aperto un bar ad Altissia: Weskham.
Alla fine la
barca virò
all’interno di una piccola insenatura, al cui termine si
trovava un
passaggio delimitato da due enormi statue dalle fattezze
angeliche. Da lì, un viale sull’acqua costeggiato
da una serie di colonne intarsiate, conduceva all'ingresso di Altissia.
La prima impressione con la capitale di Accordo fu di un certo impatto.
Davanti a loro, per
ora
si ergeva solo la porta di accesso. Un grande arco lavorato e
costellato di statue di diverse dimensioni, sotto al quale sostava una
delle guardie di Altissia, addetta al controllo delle navi che vi
transitavano.
-
Quest’imbarcazione
ha un permesso di accesso? – si rivolse loro quando si
accostarono alla dogana.
-
Permesso?
– disse Prompto preoccupato.
-
Tranquilli, ne ho
uno – rispose Cid allungandolo in direzione del militare.
-
È
uno dei più vecchi in circolazione –
commentò
l’uomo – ma è in ordine; potete passare
–
aggiunse dandogli libero accesso.
-
Te l’eri
preparato? – domandò Ignis mentre lo yathc
riprendeva la navigazione sotto l’arco.
-
Più o
meno. Ha trent’anni e rotti – rispose il meccanico
con un sorriso.
-
Ecco
perché diceva che era vecchio –
commentò Gladio.
-
Wow… - li
interruppe Prompto spalancando gli occhi.
Ed era
facile capire il
suo stupore. La città di Altissia si era appena mostrata ai
loro
occhi in tutto il suo splendore.
Chiusa nella
baia di
roccia, in mezzo alle cascate che ne arricchivano il paesaggio,
Altissia era un piccolo gioiello. A differenza di Insomnia, ben
più grande e con uno stile prettamente moderno, la
città
del protettorato di Accordo aveva uno stile più classico,
con le
sue palazzine e case dai colori pastello.
I campanili
abbondavano, così come le torri. Alle spalle del centro si
ergeva maestosa la cattedrale, un edificio di rara bellezza che
sembrava abbracciare tutta la cittadella. Diverse
barche a vela si muovevano pigramente nella baia assieme ad altrettante
gondole, l’attrazione per eccellenza dei turisti.
Altissia si
ergeva completamente sull’acqua e le sue strade erano
composte da
soli canali e passaggi pedonali. Era un intrico di vicoli e
ponti, che davano accesso alle varie zone nelle quali era divisa. Su
ogni finestra o
balcone, magnifici fiori facevano sfoggio dei propri colori, attirando
la
vista di chi alzava lo sguardo sulle architetture delle case. Altissia era
nient’altro che un sogno ad occhi aperti. Sgargiante e
delicata al tempo stesso.
Selenis osservava la scena a bocca aperta, estasiata; anche se in fondo
al suo cuore, qualcosa le diceva che sarebbe stato meglio non averci
mai messo piede.
Campeggio dell'autrice:
Buongiorno a tutti ragazzi ^^
Innanzitutto mi scuso per il capitolo più corto rispetto ai
precedenti.. questa settimana sono riuscita a dedicargli molto meno
tempo rispetto al solito e quindi ho dovuto dividerlo per potervi far
leggere qualcosa di almeno decente. ^^"
Diciamo che questo capitolo e il prossimo a venire saranno di
preparazione a quello che succederà; l'evento che penso
abbia scosso la maggior parte dei giocatori, me compresa. Recentemente
è uscito il trailer di Episode Ignis e ho avuto modo di
farmi un'idea di cosa il buon Tabata ha fatto accadere.
Vi dico fin da ora che nella mia storia sarà diverso, per il
semplice fatto che l'ho scritta quasi un anno fa e voglio mantenere
ciò che la mia fantasia aveva partorito all'epoca.
Può essere che, una volta concluso il racconto principale,
faccia uscire un capitolino extra su Episode Ignis.. ma vedremo ;)
Vi chiedo quindi di avere pazienza se questi due capitoli saranno un
pò più tranquilli, vedrò di ripagarvi!
Un colossale ringraziamente a tutti i Lettori che
silenzionsamente continuano a seguirmi e alle mie Comrades per
sostenermi con le loro recensioni ^^
Alla prossima settimana!
Marta
|
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Capitolo 31 *** 30. Altissia ***
30
Cid
guidò abilmente lo yacht
fino al porto, dove, con una manovra perfetta si accostò
all’attracco permettendo così ai ragazzi di
scendere.
-
È… -
-
Magnifica
– disse Selenis, completando la frase per Noctis che
continuava a guardarsi intorno rapito.
-
Umh,
mi sa che c’è ancora un problema..
–
mormorò Prompto, osservando preoccupato un paio di gendarmi
che
presidiavano l’uscita delle banchine – Ci
vorrà il
visto anche qui?
–
-
Signore, qual
è il motivo della vostra visita? – chiese uno dei
funzionari al principe quando si furono avvicinati.
-
Il motivo eh?
– ripetè Noctis senza sapere che pesci pigliare.
Il ragazzo,
in cerca di aiuto, si
voltò a guardare la cugina subito dietro di lui, ma Selenis
si limitò ad alzare le spalle come a dire
“è un problema tuo”. Fu Ignis alla fine,
a farsi
avanti con un sospiro.
-
Sei
senza speranze – commentò passandogli davanti
–
Siamo esperti gastronomici, in visita per studiare la celebre cucina
del vostro incantevole paese – spiegò con
professionalità rivolto
all’uomo.
-
Ma
pensa! – esclamò quello impressionato –
Vi auguro un
soggiorno fruttuoso – aggiunse facendo cenno al soldato di
lasciarli passare.
-
Esperti
gastronomici? – ghignò Selenis.
-
Sempre
meglio di “siamo venuti qui per risvegliare
Leviatano” –
replicò il ragazzo.
-
Te ne do atto
– concordò la ragazza.
La
via che si
affacciava sul porto era piena di gente che passeggiava tra i
vari caffè che offrivano un piacevole ristoro nei loro
tavolini
all’aperto, e tra le bancarelle colorate che vendevano
artigianato
locale e souvenir per i turisti.
-
Allora, andiamo a
trovare questo Wesk? – propose Gladio.
-
Sì,
mi sembra una buona idea – assentì Noctis mentre
Prompto
si perdeva nel "panorama" delle ragazze locali.
-
Cid,
tu per caso sai dirci dov’è questo Maagho?
–
domandò Selenis rivolgendosi al meccanico rimasto fermo
all’ombra della pensilina del porto.
-
No, non sono mai
più tornato ad Altissia dopo che ha deciso di aprirlo
– rispose.
-
Penso di avere la
soluzione –
Ignis si
affiancò loro reggendo in mano la cartina della
città che aveva
recuperato da un chiosco informativo poco distante.
-
Per forza sei quello
più intelligente – commentò Prompto.
-
Rispetto a te non ci
vuole poi molto – replicò Gladio con un ghigno.
-
Ehi!-
-
Allora,
vediamo… - momorò Selenis passando in rassegna la
mappa che
mostrava i luoghi di interesse – Maagho.. Maagho…
eccolo qui! – disse d’un tratto puntando
l’indice.
-
È vicino
al mercato coperto – notò Ignis con una certa
soddisfazione.
-
Sì,
ma per arrivarci dobbiamo prendere per forza una gondola.. –
osservò la principessa guardando l’intrico di
canali.
-
Oh! Evviva!
– esclamò il pistolero.
-
Siamo
fortunati allora – intervenne Noctis – la partenza
delle gondole
è proprio qui – aggiunse indicando il fondo della
via dove, su una tenda rossa, capeggiava la scritta
“attracco”.
-
Bene, allora in
marcia – asserì Ignis ripiegando la cartina.
-
Cid, vieni con noi?
–
Selenis si
girò a guardare il vecchio meccanico.
-
No,
andate pure voi - rispose guardandosi intorno – io
rimarrò sullo yacht e ne approfitterò per dare
un’occhiata alla Regalia – aggiunse, ma alla
principessa
non sfuggì il suo sguardo perso, probabilmente nei ricordi
che
aveva di quella città.
-
Allora ci vediamo
più tardi - affermò Noctis.
Il gruppo si
diresse
così verso il piccolo attracco; lì, trovarono un
ragazzo
ritto sul fondo di una gondola in legno laccato. Era vestito con una
maglia a righe e con un cappello di paglia dalla corona tipicamente
piatta.
-
Dove vi porto
signori? – esordì allegramente.
-
Vorremo raggiungere il mercato coperto
per favore – rispose Selenis.
-
Per
lei Mademoiselle, questo e altro – replicò
ossequioso il
ragazzo, porgendo una mano alla principessa per farla salire a bordo.
-
Per
lei questo e altro – lo scimmiottò a bassa voce
Gladio
accomodandosi su una delle poltroncine in broccato.
-
Geloso eh?
– lo provocò Noctis sedendoglisi di fronte.
-
Ma sta zitto
– replicò l’Amicitia imbronciato.
-
Su, su! Via quelle
facce e facciamoci una foto! – propose Prompto.
-
Speriamo solo di non
finire in acqua – disse Noctis mentre si stringevano per
stare nell’inquadratura.
- Sì, effettivamente dovresti stare
attento - lo mise in guardia Gladio con un sorriso poco raccomandabile.
La gondola scivolava lentamente tra i canali, passando vicino a grandi
ruote che raccoglievano acqua da portare ai navigli superiori,
piccole cascatelle e innumerevoli ponti di ogni dimensione.
Ogni
tanto qualcuno li salutava dalle terrazze e dalle piazze ingombre di
tavolini dei caffè che si affacciavano sui navigli. Non
c’era niente a
rammentare che fuori da Altissia il mondo fosse in tumulto. Sembrava
una città ferma nel tempo, parte di un universo parallelo
che
non conosceva il terrore creato da Nifelheim.
Ovviamente, per ironia della sorte, tutto questo era però
stato reso possibile proprio dal patto
del protettorato di Accordo fatto con l’Impero.
La loro
destinazione risultò piuttosto distante e situata sotto al
quartiere commerciale. Nell’acqua
era
stata costruita una pedana galleggiante rivestita in legno, che fungeva
da isolotto.
Tutt’intorno erano ancorate diverse imbarcazioni ingombre di
merce: frutta, carne, pesce e cereali.
Al centro
invece era stato sistemato un inequivocabile bancone da bar sormontato
da immacolate tende bianche.
-
Signori,
è stato un piacere – li salutò il
giovane che li
aveva portati, riservando un sorriso particolarmente caloroso a
Selenis.
-
Iggy,
questo è il paradiso per te! – commentò
la ragazza
dopo aver afferrato per un braccio Gladio nel tentativo di farlo
desistere
dall'ammarare il gondoliere.
-
Ammetto
che per certi versi mi affascina persino più del mercato di
Lestallum – ammise il ragazzo rimirando la merce.
-
Benvenuti ad Accordo
ragazzi, Cid mi ha detto che sareste passati –
Dietro al
bancone di quello che fu chiaro essere il famoso Maagho,
c’era un uomo di colore che se non fosse stato per
i capelli grigi acconciati in una serie di treccine rasenti il capo,
non
gli avresti mai attribuito la stessa età di Re Regis.
Portava un
monocolo sull’occhio sinistro e i suoi abiti da barista erano
ricercati e perfettamente lindi.
-
Weskhan
Armaugh, come avrete intuito – si presentò, mentre
i
ragazzi lo raggiungevano davanti al bancone – Ma guarda il
principe com’è cresciuto, come la principessa
d’altronde! – commentò sorridendo ai due
– Dopo
tutto l’ultima volta che vi ho visti eravate solo dei bambini
–
-
Temo di non
ricordarmi di lei – rispose dispiaciuta Selenis frugando
nella sua memoria.
-
Oh,
sono passati troppi anni e voi eravate troppo piccoli –
replicò l’uomo tranquillizzandola – ma
datemi del tu vi prego!
Dev’essere la vostra prima visita ad Altissia, vi piace?
–
domandò.
-
È
incredibile! – esclamò Prompto.
-
Sono
contento che vi abbia colpiti favorevolmente, ma immagino che avrete un
sacco di domande da farmi, avanti! – li invitò,
facendo loro
cenno di sedersi sugli sgabelli.
-
Questa regione fa
parte dell’Impero, giusto? – chiese Noctis.
-
Non
vi fidate, lo capisco – rise Wesk centrando il punto
– ma
non c’è bisogno di stare sempre sulla difensiva,
ricordatevi solo che le condizioni della nostra indipendenza
garantiscono libero accesso all’Impero. –
spiegò.
-
Lo terremo a mente
– asserì Ignis.
-
È
un accordo unilaterale a tutti gli effetti –
proseguì
l’uomo – dobbiamo chiedere
l’autorizzazione di
Nifelheim per qualsiasi cosa e non avrebbero mai accettato
deliberatamente di far apparire in pubblico la Sciamana. Non so come il
governo abbia fatto a spuntarla –
-
Cosa? Luna
apparirà in pubblico? – domandò Selenis
esterrefatta.
-
Non
avete sentito? – replicò Wesk interdetto, poi si
voltò per accendere la piccola radio che si trovava sul
pianale.
“
Il governo ha
rilasciato una dichiarazione in cui assicura che le ragioni del
risveglio dell’Abissale saranno chiarite nel discorso di
apertura. A pronunciarlo sarà sua grazia Lunafreya, di cui
in
precedenza era stata dichiarata la morte. Questa sarà la sua
prima apparizione in pubblico dopo la tragica cerimonia
dell’armistizio.” enunciò la giornalista.
-
Non ne sapevamo
nulla – disse la principessa.
-
Pensi che Luna
parlerà davvero in pubblico? – chiese Noctis
rivolto a Wesk.
-
Assolutamente, a
meno che il notiziario non menta – rispose l’uomo.
-
Dov’è
Sua Grazia Lunafreya? – intervenne Ignis.
-
Da
qualche parte in città, ma nessuno l’ha vista
nemmeno di
sfuggita – disse il proprietario del Maagho – La
stampa si
otina a non farne parola, il che non lascia dubbi sul coinvolgimento
del governo e spiega le voci che parlano di ufficiali Imperiali che
lasciano la città infuriati – spiegò.
-
Qualcuno la sta
tenendo nascosta – riflettè Selenis.
-
E di Leviatano
qualche novità? – s’informò
Noctis.
-
Per ora niente, ma
si dice che il governo aprirà presto l’Altare
delle Mareggiate –
Il suddetto
Altare si
trovava vicino alla cattedrale di Altissia, ed era ciò che
restava di un antico ponte che si interrompeva esattamente al centro
del bacino situato nel cuore della città.
-
Esattamente dove avverrà
il rito – constatò Gladio.
-
D’altro
canto, si stanno affannando a racimolare le scorte
d’emergenza...
– continuò Wesk – Il che fa sorgere una
domanda: se
si aspettano che l’Abissale scateni il finimondo,
perché
permettono la cerimonia? - disse accarezzandosi la corta barba grigia
– Senza contare l’arrivo del Comandante supremo
qualche
giorno fa –
-
Ravus… -
mormorò tetro Noctis.
- Si
è fatto vivo subito dopo l’uccisione
dell’Immane a
Lucis, e questo fa pensare che il prossimo obiettivo sia Altissia
– spiegò l’uomo – ma questo
è tutto
ciò che so –
-
Grazie, le tue
informazioni sono davvero preziose – disse Ignis.
-
Ora,
che ne dite se vi preparo qualcosa da mangiare? Dopo tutto
l’ora
del pranzo è passata da un pezzo – propose Wesk,
voltandosi
e iniziando ad armeggiare nella zona adibita a cucina.
-
Cosa ne pensate?
– domandò a quel punto Gladio.
-
Qualcosa bolla in
pentola..- rispose Noctis.
-
Già, ma
c’è da chiedersi cosa – soggiunse Ignis.
-
E se..-
cominciò Selenis per poi fermarsi.
-
E se cosa?
– la incalzò Prompto.
-
Sono solo
supposizioni, ma se l’Impero volesse
che l’Abissale venga invocato? –
azzardò.
-
Che senso avrebbe?
– replicò Noctis.
-
Già!
– concordò Prompto – L’Impero
sta cercando di
impedire con ogni mezzo a Noct di allearsi con i Siderei. Sarebbe molto
più comodo per loro.. – il pistolero
lasciò la
frase in sospeso ma era molto chiara.
Sarebbe
stato molto
più comodo per loro uccidere Lunafreya, portandole via
l’anello dei Lucis e interrompendo così i suoi
tentativi
di risvegliare gli Dei.
-
E
sarebbe un ragionamento più che logico, ma correrebbero il
rischio che prima o poi l’alleanza venga stretta in qualche
altro modo… - ribattè la giovane.
-
Così,
lasciando che Sua Grazia compia il rito d’invocazione,
avrebbero
la possibilità di distruggere la fonte del potere alla sua
origine uccidendo Leviatano – ragionò Ignis.
-
Esatto!
– assentì Selenis – Ma temo che sotto ci
sia ben
altro… e che a muovere le fila di tutto sia il cancelliere
Izunia – aggiunse tetra.
-
Ecco qui ragazzi,
scusate per l’attesa –
Wesk
ritornò da loro, appoggiandogli davanti un piatto per
ciascuno di lasagne fumanti.
-
Questo
lo offre la casa per darvi il benvenuto ad Altissia –
aggiunse
pulendosi le mani nel grembiule che aveva indossato.
-
Troppo gentile
– rispose Ignis.
-
Mia cara Camelia,
quanto tempo! – esclamò d’un tratto
l’uomo.
-
Ho sentito che hai
degli ospiti illustri –
La voce che
rispose a
Wesk apparteneva ad una signora dai morbidi capelli bianchi e vestita
con un taieur color acqua marina. Era accompagnata da un gendarme
che sostava serio al suo fianco.
-
Signori,
mi spiace interrompervi durante il pasto; non è mia
intenzione
approfittare del vostro tempo – esordì la donna
con modi
veloci ed affettati – Sono Camelia Claustra – si
presentò.
-
Primo ministro del
protettorato di Accordo – disse Ignis.
-
Vi
informo che abbiamo sotto custodia sua grazia Lunafreya –
rivelò lei – e che l’Impero vuole che la
consegniamo
–
-
Cosa? –
esclamò Noctis.
-
Ma
io non sono incline ad accettare senza un tornaconto. E proprio di
questo vorrei discutere con il Re di Lucis –
proseguì
Camelia – Vi aspetto domattina nella mia residenza
–
sentenziò, e senza aspettare una risposta si
allontanò
assieme al gendarme.
-
Sa essere enigmatica
nei momenti peggiori, ma vi assicuro che ha buone intenzioni
– disse Wesk.
-
Ah beh, bene
– balbettò Prompto.
-
In
ogni caso sarete stanchi dopo il viaggio. Vi consiglio di andare a
riposarvi! Vicino al porto dove siete attraccati
c’è
l’hotel Leville, avranno di sicuro una camera per voi
–
suggerì l’uomo.
I ragazzi
accolsero con
favore il consiglio di Wesk, e dopo aver finito di mangiare tornarono
verso il centro di Altissia, dove trascorsero le ore restanti che li
separavano dalla sera.
Ne
approfittarono per visitare la città, godendosi il clima
pieno di vita e le bellezze architettoniche. Decisero di muoversi
a
piedi (soprattutto dietro l’insistenza di Gladio)
divertendosi a
scoprire dove gli stretti vicoli e i ponti li avrebbero portati.
Più di una volta rischiarono di perdersi, ma grazie alla
cartina
recuperata da Ignis il pericolo venne sempre scampato.
-
Sapete? Ho letto che
una volta l’anno, qui ad Altissia, fanno un grandissimo
carnevale – raccontò Prompto.
-
Sì,
avevo letto qualcosa sulla guida che avevo acquistato –
rispose Selenis dando una leccata al gelato che si erano appena fermati
a
comprare.
-
Tutta
la città viene addobbata, la gente gira mascherata tutto il
giorno, i caffè propongono nuovi piatti e ci sono un sacco
di
attività divertenti da provare –
proseguì il
ragazzo.
-
Tipo? –
domandò Noctis recuperando all’ultimo una pallina
di gelato che stava per scivolare a terra.
-
Gare con i Chocobo,
cacce al tesoro e.. concorsi di fotografia! –
esclamò estasiato il pistolero.
-
Peccato allora
essere venuti nel periodo sbagliato – commentò
Ignis.
-
Possiamo sempre
tornarci, magari con Iris e Talcott – disse Gladio.
-
Oh sarebbe
fantastico! – assentì la principessa.
-
L’abito di
Sua Grazie Lunafreya è bellissimo! –
L’esclamazione
di
una ragazza seduta poco distante da loro, attirò
l’attenzione del gruppo di amici.
-
È vero!
Vivienne Westwood ha fatto un lavoro meraviglioso! –
replicò la sua amica.
-
Sarà il
vestito di cui parlavano i giornali?! – disse Prompto
eccitato.
-
Senza dubbio, la
stilista è la stessa – rispose Ignis.
-
Diamo
un’occhiata? – propose il ragazzo biondo.
-
Dipende
dallo sposo – replicò Gladio con un sorriso
– E' come mettere il dito nella piaga ora che il matrimonio
è stato disdetto –
-
E allora
dis-disdiciamolo! Possono ancora sposarsi! –
asserì Prompto.
-
Giusto, andiamo a
cercarlo – concordò Ignis.
-
Scusatemi
–
Selenis si
fece avanti, interrompendo la conversazione tra le due amiche che
intanto era proseguita.
-
Sapete dirmi
dov’è esposto l’abito di cui parlavate?
– domandò alle due ragazze.
-
Certo! Scesa quella
piccola scalinata lo trovi subito sulla sinistra – le
risposero.
-
Grazie -
La
principessa
tornò verso i suoi amici e tutti
assieme si diressero verso il luogo indicato. La piccola folla che si
era radunata poteva già fare da indizio su dove
recarsi. Nella
prima vetrina di una galleria che ospitava una serie di negozi,
l’abito immacolato di Luna faceva bella mostra di
sé.
Era
semplice, ma talmente curato nei particolari da essere quasi
un’opera d’arte.
-
È
magnifico – disse Selenis guardandolo emozionata.
-
È vero
– confermò Ignis.
-
Sarebbe bello se
riuscite a sposarvi tutti e quattro assieme, no? – disse
Prompto.
-
Potremmo
pensarci – replicò la principessa, cercando la
mano di
Gladio che gliela strinse prontamente in un tacito assenso - Luna era
così felice quando le è stato recapitato a
Tenebrae
– proseguì – me lo aveva scritto in una
delle sue
ultime lettere. Non vedeva l’ora di indossarlo.. –
aggiunse
voltandosi verso Noctis al suo fianco.
-
Già
– rispose il ragazzo.
Era una
risposta breve,
ma i suoi occhi parlavano per lui, scintillando mentre osservavano il
vestito. Era quasi certa che si stesse immaginando Luna che lo
indossava. Selenis sorrise;
l’idea di quel matrimonio a quattro le riempiva il cuore di
gioia. Se tutto andava come doveva andare, era una
prospettiva che non si poteva del tutto escludere.
La
principessa
guardò la foto dell’amica posta vicino
all’abito. Un
primo piano in cui Luna sorrideva senza però guardare dritta
in camera.
Mentre la
osservava, un altro viso si sovrappose a quello della Sciamana,
finchè Selenis non riuscì a mettere a fuoco
l’immagine del cancelliere Izunia.
La ragazza si sentì ghiacciare
il sangue nelle vene mentre lui le faceva un cenno toccandosi la falda
del cappello. Quando però la principessa si girò
di scatto, vide che
dietro di loro non c’era proprio nessuno.
-
Hai visto qualcuno?
– le domandò Gladio tirandola leggermente per la
mano.
-
Mi
pareva di sì.. ma devo essermi sbagliata – rispose
lei con
un sorriso tirato tornando a girarsi verso la vetrina.
Si era
sicuramente sbagliata.. o almeno lo sperava con tutto il cuore.
Campeggio dell'autrice:
Hi guys!
Pronti per la battaglia di Leviatano? Io sì! Lo so che
sarà una faticaccia preparare il prossimo capitolo, ma non
vedo
l'ora!
Per ora ci siamo gustati ancora un pò di
tranquillità e
ci siamo goduti Altissia. Giuro che a distanza di un anno, ancora mi
perdo in quelle cavolo di strade ^^"
Ardyn ci ha introdotti un pò al clima che si
respirerà la
prossima volta... quell'uomo è ovunque! E, per me,
è il
miglior cattivo che potessero creare in questa saga. Perchè
alla
fine lui non è nato cattivo, lo è diventato, e in
un modo
così sottilmente perfido che fa venire i brividi!
Non so se qualcuno ha seguito le novità della Paris Games
Week, ma ho già capito che per il 2018 il mio portafoglio
piangerà ^^"
Passo a ringraziare tutti i Lettori
e le mie Comrades
che mi spalleggiano con le loro recensioni ^^ Un grazie particolare a Sarah Bailee Cornwell
per essersi aggiunta e avermi messa anche tra le sue storie preferite
<3
Al prossimo
venerdì!
Marta
|
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Capitolo 32 *** 31. Sacrificio ***
31
-
Selis! –
-
SELENIS!!!-
La
principessa
aprì gli occhi di colpo, scattando a sedere nel contempo.
Aveva
il fiatone, goccioline di sudore le solcavano l’incavo del
collo
e aveva le orecchie tappate, tanto il battito del suo cuore era
potente. Si
guardò intorno spaesata, riconoscendo la suite che il
Leville
aveva messo loro a disposizione dietro richiesta del primo ministro.
Gladio era vicino a lei, così come Ignis ancora senza
occhiali,
Prompto e Noctis erano al fondo del letto e la guardavano assonnati e
spaventati assieme.
-
Cos’ho
fatto? – domandò con voce sorprendentemente roca,
realizzando che doveva aver avuto uno dei suoi soliti incubi.
-
Hai iniziato a
urlare – rispose Gladio.
-
Sembrava che ti
stessero torturando, o qualcosa di simile – aggiunse Prompto
ancora scosso.
-
Come ti senti?
– le chiese Noctis.
-
Frastornata
– replicò con sincerità la ragazza,
togliendosi
dalla fronte i capelli che erano rimasti appiccicati.
-
Ti ricordi cosa
stavi sognando? – le domandò Ignis.
-
No, buio completo.
– sospirò la principessa – Scusatemi, vi
ho svegliati tutti – aggiunse costernata.
-
Ah
tranquilla, sempre meglio del tuo fidanzato quando russa –
sdrammatizzò Prompto che si ricevette un cuscino in faccia
dall’interessato.
Visto che
ormai iniziava
ad albeggiare e che l’appuntamento con il Primo ministro era
fissato per quella mattina alle 8.00, i ragazzi si alzarono per
prepararsi e scendere a fare colazione nel bar del Leville. Selenis,
dopo essersi fatta una doccia e vestita, uscì sul balcone
che
dava sulla baia.
Il
venticello fresco e i
pallidi raggi del primo mattino, furono un vero e proprio toccasana. Un
po’ della stanchezza che il sogno le aveva lasciato se ne
andò.
Rimase ferma ad occhi chiusi, appoggiandosi alla ringhiera per godersi
il calore del sole sulla pelle.
-
È un
paesaggio a cui potrei abituarmi –
Selenis
riaprì le palpebre, voltandosi leggermente a guardare Noctis
fermo di fianco a lei.
-
Di certo
è molto diverso da quello di casa – rispose la
ragazza.
-
Però casa
è sempre casa – replicò lui
stiracchiandosi.
-
Non avresti mai
detto che ti sarebbe mancata eh? – sogghignò lei.
-
Ammetto di no...
– disse Noctis con un sorriso mesto.
-
Sei nervoso per
l’incontro con il Primo ministro? –
Il principe
si appoggiò con gli avambracci alla ringhiera prima di
rispondere alla cugina.
-
Mentirei
se ti dicessi che non è così – disse
– ma
sono pronto a fare quello che devo – aggiunse.
-
Parole
degne di un Re. – replicò Selenis con un sorriso
–
Noi siamo con te, in tutti i casi – lo rassicurò.
-
Lo
so, ed è proprio per questo che sono pronto –
affermò il ragazzo – E tu? Sei pronta a diventare
moglie?
–
-
Selenis
Lucis Caelum Amicitia – declamò la giovane
divertita
– Sì, penso di potermici abituare…
Vorrà
dire che dividerò le mie pene con Luna – aggiunse
dando di
gomito al cugino.
-
È una
bella prospettiva – disse Noctis sereno.
-
Già,
proprio bella – concordò la ragazza guardando la
superficie scintillante del mare.
**
Alle otto in
punto i
cinque ragazzi si trovarono davanti alla residenza del Primo Ministro.
Era una villa indipendente, incastonata in mezzo alla zona residenziale
della città. Il cancello d’ingresso era presieduto
da un
terzetto di gendarmi; uno dei tre si prese l’incarico di
scortarli fino allo studio del ministro.
La stanza, situata al primo piano, era grande a sufficienza da
accogliere una piccola delegazione attorno al tavolo rettangolare posto
nel mezzo. All'altra estremità, c’era una
scrivania
dietro la quale era seduta Camelia. Alle sue spalle, un grande
camino di marmo bianco riempiva la parete, mentre il lucido parquet di
cedro che ricopriva
il pavimento, era impreziosito da un ampio tappeto damascato. Dalle alte finestre
sormontate da tende di broccato rosso, entrava forte la luce del sole.
-
Grazie per essere
venuti – li accolse la donna con il solito tono formale.
-
Grazie a lei per
essere venuta ad accoglierci personalmente –
replicò Noctis.
-
È
il minimo che potessi fare per un Re – ribattè
Camelia
– Weskham non mi ha fatto pervenire l’invito,
così
ho fatto da sola… Anche se le circostanze sono cambiate, il
Re e
la Sciamana sono finalmente entrambi ad Altissia -
-
Ha detto di avere
Luna in custodia, non è un rischio per il paese? –
domandò Noctis.
-
Il
Re si preoccupa dei nostri rapporti con l’Impero? –
sorrise
la donna – E' vero, la Sciamana è un rischio, per
questo
siamo pronti a consegnarla. Sta a te impedirlo –
Selenis,
rimasta indietro
assieme a Gladio, Ignis e Prompto, storse il naso infastidita. Wesk
poteva anche affermare che quella donna avesse tutte le migliori
intenzioni del mondo, ma il suo modo di fare, così saccente,
alla principessa proprio non andava giù. Il fatto che si
reputasse superiore a Noctis solo per la sua giovinezza, era davvero
sgradevole…
Un buffetto
sulla mano da
parte di Ignis la riportò coi piedi per terra. Il ragazzo si
era
infatti accorto dello sguardo tagliente che la principessa stava
rivolgendo al Primo ministro e gli sembrò il caso di
ricordarle
in quale delicata posizione fossero.
-
Sarò
franca – stava dicendo intanto Camelia, dopo essere venuta a
conoscenza del reale motivo dietro il desiderio di Luna di evocare
Leviatano – la possibilità che si scateni il caos
mi
preoccupa – asserì incrociando le mani sopra il
legno
lucido della scrivania – Sai meglio di chiunque altro
cos’è successo a Lucis con l’Immane.
Dimmi,
com’è andata? –
-
Ho incontrato Titano
e mi ha concesso il suo potere – rispose semplicemente
Noctis.
-
Come
nelle leggende... All’Impero però non piace il
finale
della storia – disse la donna – Si sta mobilitando
proprio
in questo momento; lo scontro sembra inevitabile –
Nell’udire
quelle
parole i ragazzi fremettero. Anche loro erano consapevoli
dell’arrivo delle armate di Nifelheim, ma averne la certezza
era tutta un’altra storia..
-
Probabilmente
si prepara una guerra – proseguì Camelia
– tuttavia
non accetto battaglie sul mio territorio, e non ci sono Dei o Imperi
che tengano – affermò molto seriamente.
-
Una battaglia in
città sarebbe una vera catastrofe –
concordò Noctis.
-
Esatto. Dobbiamo
essere pronti a far evacuare la popolazione –
asserì il Primo ministro.
-
Ecco su cosa voleva
trovare un’intesa. – replicò il principe.
-
Acuto
e diretto – si complimentò la donna alzandosi
– E'
molto più facile parlare liberamente senza stare a girare
intorno al problema.. quindi non tergiversiamo oltre e parliamo delle
condizioni – disse avvicinandosi alla finestra – Se
volete
procedere con il rito, dovrete garantire la salvezza dei cittadini
collaborando all’evacuazione –
-
Va bene,
farò come dice – si accordò Noctis.
-
Lieta
di sentirtelo dire – approvò la donna –
Se la
salvaguardia del mio popolo è garantita, non ho obiezioni al
rito, ma c’è dell’altro... –
lo avvertì
guardandolo dritto negli occhi – Una volta iniziato, non mi
farò carico delle conseguenze. Sarete da soli.
– affermò.
-
Non è un
problema, sappiamo difenderci – asserì Noctis
senza battere ciglio.
-
Grazie.
Mi dispiace di non poter fare di più – disse
Camelia
mostrando per la prima volta un accenno di cordialità
–
Queste sono le mie condizioni; in poche parole dovrete salvaguardare la
popolazione e affrontare l’Impero… accetti?
–
domandò.
-
D’accordo,
considerateci vostri alleati – assentì il giovane
immediatamente.
-
Alleati?
Quanta fiducia! – replicò il Primo ministro con
ironia
– E sia... noi faremo la nostra parte e proteggeremo la
Sciamana
– disse fermandosi davanti a Noctis -
Un
ultimo monito, anche se dubito che arriveremo a tanto… il
mio
dovere è di difendere i miei cittadini. Se rimanessero
coinvolti
a pagare saranno il Re e la Sciamana –
concluse.
-
Non ci saranno
vittime – replicò con decisione Noctis.
-
Continui
a incuriosirmi – commentò allora Camelia
sollevando appena
gli angoli della bocca – Non somigli affatto a tuo padre, mi
chiedo che tipo di sovrano diventerai – disse enigmatica
–
In quanto e a te... – proseguì poi rivolgendosi
questa volta
a Selenis – la cugina del Re non ha niente da dire sul nostro
accordo? – le chiese.
Selenis fece
qualche passo avanti, sostenendo senza timore lo sguardo indagatore
della donna.
-
Non
ho alcuna obiezione in merito alle scelte del mio Re –
rispose la
ragazza – La mia fiducia è totalmente riposta in
lui
– aggiunse.
-
Ma pensa... -
sorrise divertita Camelia.
-
Signora,
è ora – li interruppe il Gendarme che li aveva
scortati fino a lì.
-
Servono
quattro persone che si occupino dell’evacuazione, scegli tu
chi
– riprese il Primo ministro tornando a parlare con Noctis
–
Secondo le nostre informazioni, la flotta Imperiale
includerà
quattro corazzate. Preparatevi ad una battaglia campale – li
avvertì – I quattro che penseranno
all’evacuazione
verranno affiancati da un reggimento di Gendarmi di Altissia, che
collaboreranno per portare la popolazione al sicuro –
spiegò – Avete tempo fino alle tre e mezza di oggi
pomeriggio per completare i preparativi, ora per la quale
l’Impero sarà arrivato qui… - aggiunse.
-
Intesi. –
disse Noctis.
-
Sono
lieta di questa conversazione, impegniamoci ognuno per il bene comune
– affermò la donna stringendo la mano del ragazzo
–
Sua Altezza – aggiunse allungandola anche a Selenis
– Signori –
Con un
ultimo cenno del capo in direzione dei tre ragazzi, la donna
uscì dallo studio.
-
Noi
quattro allora ci occuperemo dell’evacuazione –
disse Ignis
dopo un momento di silenzio – Tu raggiungi l’altare
delle
mareggiate e trova Luna – asserì rivolto a Noctis.
-
Mi spiace avervi
messo in questa situazione – replicò il principe.
-
Hai portato a
termine brillantemente l’incontro, non hai niente di cui
scusarti, giusto? – ribattè Selenis.
-
Già, ha
ragione – assentì Gladio appoggiando una mano
sulla spalla dell’amico.
-
Quindi è
ora? – disse Prompto.
-
Sì
- rispose Noctis – fate attenzione –
aggiunse.
-
Non devi
preoccuparti – lo rassicurò Ignis.
I cinque
ragazzi quindi si
divisero, e mentre Noctis si dirigeva verso la Cattedrale dove Luna
avrebbe tenuto il suo discorso, gli altri supportati da un nutrito
gruppo della gendarmeria, si diressero ognuno in una diversa zona della
città.
Gli abitanti
erano
già stati invitati a ritrovarsi nei punti di raccolta
indicati
dalle autorità, e il vero lavoro fu in realtà
quello di farli
affluire senza intoppi verso il grande anfiteatro che, oltre a poterli
ospitare tutti in attesa della fine dello scontro, era anche il punto
più lontano dall’altare delle mareggiate e quindi
dalla
furia di Leviatano.
Il problema
maggiore fu
di non far diffondere il panico causato dalla notizia
dell’arrivo
dell’Impero. Nessuno era ovviamente contento di dover
lasciare la
propria casa senza avere la certezza di potervi fare ritorno, e
l’astio nei confronti di
Lunafreya, non nacque solo perché a tutti era noto con
quanto zelo si fosse dedicata a
compiere i riti di purificazione di chi aveva contratto malattie a
causa dai Deamons.
Selenis,
inviata nella
zona
nord di Altissia, cercava di rassicurare come poteva la gente e
soprattutto i numerosi bambini presenti. Vedeva i loro volti spauriti e
li capiva..
perchè dovevano essere gli stessi di coloro che avevano
dovuto
lasciare
Insomnia dopo l’invasione Imperiale. Nessuno di loro aveva
scelto
di farlo, ma erano stati costretti da una guerra di cui non capivano
neppure il significato.
-
Noct, sei in
posizione? –
La voce di
Prompto
scaturì dal telefono di Selenis. Era ormai arrivato il
momento del
discorso di Luna e i cinque ragazzi, come d’accordo, si erano
messi in contatto per essere sicuri che tutto fosse pronto.
-
Sì
– rispose il principe.
-
Non dimenticare il
piano – disse la voce di Gladio.
-
Neanche voi
– replicò il ragazzo.
-
Ehi, per chi ci hai
presi? – replicò la principessa.
-
Naturalmente
– assentì più diplomaticamente Ignis.
Dopo di che,
la conversazione venne interrotta.
La ragazza
si
guardò intorno; gli ultimi residenti stavano salendo sulla
barca
che li avrebbe portati al sicuro. Ormai era tutto pronto e non le
restava altro che raggiungere i suoi amici all’anfiteatro,
dove avrebbero
mantenuto una linea di difesa nell’eventualità che
l’Impero avesse deciso di attaccarlo.
-
Signora,
noi saremmo pronti ad andare – disse il comandante del gruppo
di gendarmi che era stato assegnato alla zona.
-
Sì,
andiamo pure – rispose Selenis.
La
principessa si voltò per
salire sull’imbarcazione che li stava aspettando, ma proprio
in
quel momento da uno degli altoparlanti presenti, la voce di Luna
proruppe forte e chiara.
“Miei
cari amici,
sono qui con voi oggi nella speranza che le mie parole superino ogni
confine. Lentamente, ma inesorabilmente, la luce abbandona questo
mondo. In sua assenza, le ombre si allungano sempre più,
finchè tutto soccomberà
all’oscurità.
Un’oscurità che instilla terrore, odio e
disperazione nel
cuore degli uomini. Meditate sulle ceneri di Lucis… un sogno
di
speranza ridotto ad un incubo di morte e distruzione, tomba di
innumerevoli vite e calvario di altrettante anime. Eppure vi supplico
di non cedere allo sconforto. Abbiate fede negli Dei che vegliano su di
noi. Con la benedizione delle stelle che illuminano i cieli, il nostro
mondo sarà liberato dalla minaccia
dell’oscurità.
Oggi sono qui ad Altissia per invocare Leviatano, Dea dei mari e
spirito degli abissi. Per mezzo di questo sacro rito,
entrerò in
comunione con l’Abissale. Ma prima, lasciatemi professare un
voto
solenne. Vi prometto, sul mio onore di Sciamana, che non mi
darò
pace finchè l’oscurità non
sarà bandita dal
mondo e la luce tornerà su di noi. Siate
benedetti.”
Selenis,
sbattè le
palpebre più volte, ricacciando così indietro la
voglia
di
piangere. Aveva ascoltato il discorso di Luna nel perfetto silenzio
creatosi dopo l'evacuazione. Sapeva quanto le era costato dire quelle
parole, quanto avesse sofferto anche lei per la caduta di Insomnia e
quanti sforzi avesse dovuto fare per stringere i patti con i Siderei.
Eppure, ancora una volta, aveva dimostrato al mondo quanto fosse forte,
inflessibile e totalmente devota al bene comune.
Selenis era
orgogliosa della sua amica e non vedeva l’ora di poterglielo
finalmente dire di persona.
Un rombo
improvviso strappò la principessa dai suoi pensieri. La
ragazza alzò lo
sguardo schermandosi gli occhi dalla luce, per vedere passare sopra di
sè una parte della flotta di areonavi di Nifelheim. Nello
stesso
istante il
cellulare le squillò di nuovo.
-
Noct,
sono arrivati gli Imperiali – annunciò la voce di
Ignis
– Le areonavi da incursione si avvicinano al porto. Cerca una
posizione elevata per raggiungerle –
-
Bene. Pensate ai
cittadini – replicò il principe.
-
Lascia fare a noi
– rispose Gladio.
-
Si comincia..- disse
Prompto serio.
-
A più
tardi ragazzi – chiuse la chiamata Selenis.
Non appena
la principessa ripose il telefono nella tasca, una fitta alla testa la
fece gemere. Come un
lampo a ciel sereno, l’immagine di Noctis e Luna alla
mercè di Leviatano balenò
nella sua mente.
-
Signora? Dobbiamo
andare – la incalzò il gendarme.
Selenis
riaprì gli
occhi stordita. L’anello le vibrava al dito, fremendo
e spingendola nell’esatta direzione della cattedrale.
Quello che aveva
visto… era un frammento di un sogno che aveva fatto... Ora si ricordava! Quello
era il momento che Gentiana le aveva profetizzato a Caem...
Un fremito
di paura la scosse, rammentava bene cosa le avesse detto la messaggera
e a cosa andava incontro..
-
Mi stai dicendo che
hanno bisogno di me? – momorò al gioiello, e come se quello
avesse capito le sue parole, iniziò a vibrare con maggiore
vigore.
La ragazza
sollevò lo sguardo verso il militare che la guardava con
espressione interrogativa.
-
Andate senza di me
– disse mettendo un piede già nella direzione
opposta.
-
Cosa? –
esclamò l’uomo confuso.
-
C’è
ancora qualcosa che devo fare, dite ai miei amici che li
raggiungerò più tardi – rispose e ignorando le
successive domande del Gendarme, Selenis si inoltrò nelle
vie deserte di
Altissia, dirigendosi laddove l’anello le stava indicando.
Come
aveva potuto dimenticarsi di quel sogno? E come si
concludeva?
La
ragazza proprio non se lo ricordava, ma tutto dentro di lei la spingeva
ad affrettarsi verso l’altare. Come a darle ragione di
ciò, la terra tremò improvvisamente e un ruggito
solcò l’aria. Selenis si fermò, e con
occhi sgranati
osservò innalzarsi nel cielo un gigantesco serpente marino:
Leviatano.
Era spaventosa.. la sua mole riempiva il cielo e pur
restando ancora lontana dal punto in cui si trovava la ragazza, era
già capace di incutere timore.
Lo sguardo della Dea era puntato
più in basso; con tutta probabilità su Luna.
“Devo
sbrigarmi!” pensò Selenis fremendo di paura.
I suoi
pensieri lambirono il viso di Gladio, ma li ricacciò
indietro. Chissà se l'avrebbe mai perdonata...
Riprese a correre
attraverso i canali, che risultavano strani senza tutta la
vita che fino al giorno prima li aveva animati. Ormai tutta la
popolazione era al sicuro all’anfiteatro, ben protetta dai
militari e ben presto anche dai suoi amici... O forse non proprio
tutta...
Con la coda
dell’occhio, la ragazza colse un movimento da una delle vie
laterali che stava percorrendo. Incuriosita vi svoltò,
percorrendo un tratto di strada che la fece sbucare in una
piazzetta a ridosso di uno stretto canale. Là, scorse un
ragazzino dirigersi a rotta di collo verso una delle case presenti.
-
Ehi, tu! –
lo apostrofò.
Il ragazzo
si
fermò, voltandosi verso di lei con gli occhi sgranati.
Doveva
avere all’incirca tredici anni e sul viso pieno di lentiggini
si
poteva leggere una paura quasi tangibile.
-
Cosa fai qui? Devi
tornare indietro! Non è sicuro questo posto! – gli
disse avvicinandosi.
-
Mio nonno..
– ansimò lui buttando uno sguardo alla casa alle
sue spalle.
-
Cos’è
successo? –
-
È
rimasto intrappolato in cantina, prima… prima quando
c’è stato quel terremoto gli sono caduti addosso
degli
scaffali, non potevo lasciarlo qui! – esclamò
concitato.
-
Adesso
calmati – gli disse Selenis ammorbidendo il tono –
Portami
da lui, lo faremo uscire da lì – asserì.
Il ragazzino
annuì
un po’ meno spaventato e la condusse all’interno di
quella
che si scoprì essere la bottega di un fabbro. Una rampa di
scale
portava al piano interrato dove c’era il laboratorio.
-
Marcus! Ti avevo
detto di andartene da qui! –
-
Ho portato aiuto
nonno – replicò il ragazzino.
A
Selenis fu subito chiaro che la situazione era più
complicata del
previsto. Il nonno di Marcus, un uomo dalla stazza robusta e dalla
folta
barba, era intrappolato da una pesante trave di legno che gli bloccava
il bacino
-
Riesce a muovere le
gambe? – gli domandò la ragazza inginocchiandosi
vicino a lui.
-
Sì
– rispose lui.
Selenis
valutò
velocemente la situazione e poi provò ad alzare la trave,
che
però non si smosse di un millimetro.
-
È
inutile, peserebbe troppo anche per un uomo come me –
replicò affannato l'anziano.
-
Marcus,
per favore, vai di sopra e cerca qualcosa che si possa usare da leva.
Va bene qualsiasi cosa, ma che sia abbastanza robusta da non spezzarsi
– disse la principessa al ragazzino,
che annuendo serio tornò sù.
-
Le fa male da
qualche altra parte? – domandò poi rivolta al
nonno.
-
No..
– rispose lui – Mi dispiace –
proseguì mentre
Selenis studiava le sue condizioni – sono tornato indietro
per
recuperare la foto di mia figlia… è morta
tanto tempo fa ed è l’unico ricordo rimasto di
lei.. –
spiegò, e solo in quel momento la giovane si accorse che
l’uomo
stringeva tra le mani la foto di una ragazza con le stesse lentiggini
di
Marcus – Non potevo perdere anche questo.. sono un povero
stupido
vecchio – mormorò trattenendo le lacrime.
-
No,
non lo è – rispose la ragazza – Avrei
fatto
esattamente come lei anche io – aggiunse con un sorriso
mesto.
Ed era
vero…
sapeva bene quanto fossero importanti i ricordi legati alle persone
scomparse. Forse era stupido aggrapparsi ad un oggetto, ma poteva
esserci
racchiuso un mondo intero. Avere qualcosa di tangibile tra le dita che
provasse che quella persona era esistita, non era stupido da desiderare
o da
difendere.
Pensando a
queste cose, le dita di Selenis sfiorarono la forma famigliare del
ciondolo
regalatole da Nyx l’ultimo giorno che si erano visti. Non
l’aveva mai tolto da allora e mai l’avrebbe fatto.
- Per di qua! -
La frase
arrivata dal piano di sopra, fece drizzare le orecchie a Selenis.
Marcus era tornato, ma non da solo...
La ragazza
si tirò
immediatamente in piedi, facendo cenno all'uomo che era con lei di fare
in silenzio.
Evocò il kukri e rimase in attesa mentre i passi iniziavano
a scendere le
scale…
-
Iggy!
– esclamò sollevata la ragazza quando il suo amico
comparve al fianco di Marcus – Come mai non sei
all’anfiteatro?
– gli domandò stupita.
-
Sono
arrivato per primo e la squadra che era con te mi ha avvisato che ti
eri diretta alla cattedrale, così sono venuto a cercarti
–
rispose il giovane.
-
Per
fortuna mi ha sentito ed è entrato nel negozio –
disse il
ragazzino, che aveva ritrovato in loro la speranza di salvare il nonno.
-
Appena
fuori di qui ti spiegherò tutto, ma adesso dobbiamo aiutarli
– replicò Selenis facendo cenno alla situazione.
-
Ho trovato queste di
sopra – disse Marcus porgendole un paio di robuste sbarre di
acciaio.
-
Iggy dammi una mano
per favore –
-
Certo –
I due
ragazzi si
inginocchiarono, ciascuno ad una estremità, posizionando le
sbarre sotto alla trave e cominciando a fare leva. Il pesante oggetto
si sollevò solo di qualche centimetro, insufficiente
all’uomo per
scivolare via.
-
È
inutile – asserì Ignis - Selis dobbiamo sbrigarci,
i
Magitek saranno qui a momenti – aggiunse a mezza voce per non
farsi sentire.
La
principessa si guardò
intorno in cerca di un’idea; non era possibile che non ci
fosse
nessun modo di liberarlo da lì…
-
Il
laboratorio si trova al di sotto del livello del canale che
c’è qui di fianco, vero? –
domandò improvvisamente ai due
Altissiani.
-
Sì, non
di molto però – rispose l’uomo a terra.
-
Penso che possa
bastare – affermò Selenis alzandosi e facendo
apparire un’ampolla di fuoco.
-
Cosa vuoi fare?
– le chiese Ignis.
-
Voglio
aprire una breccia in questo muro – rispose la ragazza
indicando
la solida parete sul fondo della stanza – Se facciamo entrare
l’acqua..-
-
Allagherà
la stanza e alleggerirà
il peso della trave permettendoci di fare leva più
facilmente
– completò per lei Ignis – Potrebbe
funzionare
– asserì.
-
Bene, allora state
pronti – replicò la ragazza.
Selenis
mirò alla
base del muro e lanciò la sfera infuocata. I mattoni
saltarono
via e una nuvola di polvere si mischiò al forte getto
d’acqua che scaturi dall’apertura appena creatasi. Velocemente la
ragazza tornò dall’uomo, iniziando a fare leva con
la sbarra di ferro assieme a Ignis.
Non appena
il livello
dell’acqua fu sufficientemente alto, la trave si
sollevò e
il nonno di Marcus riuscì a svincolarsi. I due amici,
aiutati
dal ragazzino, sorressero l’uomo e tornarono al piano
superiore.
-
Vi sono debitore
– disse l’anziano dopo aver bevuto una pozione che
lo aiutò a rimettersi in piedi.
-
Ora dovete andarvene
e di corsa anche – replicò la ragazza.
-
La barca con cui
sono arrivato è ancora all’attracco, usate quella
– aggiunse Ignis.
-
Grazie! –
esclamò Marcus affrettandosi ad allontanarsi con il nonno.
-
Ora mi spieghi
perché sei qui? –
Ignis
puntò lo sguardo su Selenis che osservava Leviatano agitarsi
nel cielo.
-
Mi
sono ricordata del sogno che avevo fatto – rispose la ragazza
– Luna e Noctis hanno bisogno di aiuto e devo essere io a
doverglielo portare – asserì – Anche
l’anello
mi sta spingendo in quella direzione –
-
Allora
sarà meglio sbrigarsi – replicò Ignis
senza battere ciglio.
Selenis gli
sorrise, per poi rimettersi a correre in direzione
dell’Abissale che si faceva sempre più vicino.
-
Hai già
provato a contattare gli altri? – domandò la
ragazza.
-
Sì, ma le
comunicazioni sono interrotte – rispose Ignis dietro di lei.
-
Spero che non ci
siano stati problemi –
-
Stai
tranquilla, i cittadini erano tutti al sicuro e sono certo che Gladio e
Prompto sappiano difenderli anche da soli – disse il giovane.
-
Ci siamo!
– esclamò finalmente la principessa.
Poco
più avanti di
loro c’era la scalinata che li avrebbe portati su uno dei
tanti belvedere che si affacciavano sulla
baia dell'altare.
-
Speriamo di essere
ancora in… -
Selenis si
interruppe, incespicando nella corsa,
mentre un altro frammento di sogno si andava a sommare a quello
già visto in precedenza.
Vide una persona,
riversa a terra e con tutta probabilità.. senza vita. Le
parole
che
Gentiana le aveva rivolto quella sera a Caem, acquistarono
improvvisamente un significato tutto nuovo e molto diverso da quello
che lei aveva inteso.
-
Aspetta! –
gridò la ragazza fermandosi di botto.
-
Cosa succede?
– le chiese Ignis allarmato.
-
Non… non
posso farlo... – mormorò.
-
Selis non capisco
– replicò il ragazzo aggrottando le sopracciglia.
-
L'ultima
notte che abbiamo passato a Caem... ho incontrato Gentiana –
disse la
principessa – Mi ha predetto che il giorno in cui Noctis
avrebbe
avuto bisogno del mio aiuto era molto vicino e… - Selenis si
interruppe, cercando di mandare giù il nodo che le si era
formato in gola - ...e che questo avrebbe richiesto un sacrificio. Le
ho detto che
avrei fatto qualsiasi cosa, ma.. non posso fare questo! –
esclamò
disperata guardando il ragazzo.
-
Prima,
hai visto qualcos'altro vero? – le domandò allora
Ignis facendo
due più due – Cosa? – chiese
quando la giovane
annuì.
Selenis lo
fissò devastata, senza riuscire a formulare la frase di
risposta.
-
Selenis –
Ignis la prese per mano. Aveva già capito. –
Forza, dobbiamo andare – le disse.
-
No!
– la ragazza scosse la testa, stringendo la presa ma
spingendolo
nella direzione opposta – Vado da sola – disse.
-
Io vengo con te
– replicò Ignis, calmo ma deciso.
-
No. –
ribadì lei.
-
Non puoi decidere
per me – le fece notare il ragazzo.
-
E tu non puoi
pretendere che io ti veda morire!! – urlò a quel
punto Selenis.
L’immagine
dell’amico, rannicchiato a terra immobile, era intollerabile.
-
Hai detto che eri
disposta a fare qualsiasi cosa perchè questo scempio avesse
fine – le fece notare il ragazzo.
-
Ma non sono disposta
a sacrificare te! Ero pronta ad esserlo io!
–
-
Hai
fatto un giuramento davanti alla tomba dei Re, devo forse essere io a
ricordartelo? – replicò Ignis con tono
inaspettatamente duro.
Selenis
trasalì mentre un nuovo ruggito di Leviatano scuoteva
l’aria.
-
Non
puoi tirarti indietro – riprese il giovane con calma
– Vuoi
davvero lasciare Noct e Luna senza protezione? – le
chiese.
-
Io… - la
ragazza strinse nuovamente la mano dell’amico – Mi
dispiace – mormorò affranta.
-
Non devi –
replicò Ignis dolcemente – Andiamo, forza
–
La
principessa si
lasciò trascinare via, ricominciando a salire la
scalinata e cercando di non pensare a niente, di cacciare via il dolore
che minacciava di stritolarle il cuore.
Una volta
saliti, i due
ragazzi si trovarono al margine del grande bacino circolare alle spalle
della cattedrale. Davanti a loro, Leviatano torreggiava nel centro
esatto.
Aveva già distrutto diversi edifici che ora galleggiavano
nell’aria, sospinti dalla forza del vortice d’acqua
che la Dea aveva creato e che circondava tutta la zona.
Selenis si
spinse fino alla
ringhiera che si gettava a strapiombo sullo specchio d’acqua.
Con
gli occhi frugò in lungo e in largo alla ricerca dei suoi
amici, finchè non vide una figura a
terra, vestita di bianco, su ciò che restava
dell’altare delle mareggiate.
-
Luna!!! –
gridò Selenis sopra il frastuono del vento e
dell’acqua.
Un rumore
improvviso di
lame che si
incrociavano la fece però voltare indietro. Un gruppo di
Magitek
li aveva raggiunti e Ignis stava cercando di respingerli.
-
Ci
penso io qui! Tu occupati di loro! – esclamò il
ragazzo,
guardandola di sfuggita prima di ingaggiare un nuovo scontro con un
soldato.
La
principessa si costrinse di tornare a guardare verso Luna.
-
Luna!!! –
urlò nuovamente.
La Sciamana
stava
cominciando a pensare che fosse tutto inutile, che i suoi sforzi per
guidare Noctis non fossero valsi a nulla... poi
udì l’eco distante di una voce che non sentiva da
molto
tempo, ma che non avrebbe mai potuto scordare.
Luna si voltò, reggendosi con fatica al tridente che aveva
usato per l’invocazione, e finalmente la vide. Selenis era
là, era davvero arrivata.
Anche se la
sua amica di certo non poteva vederla da quella distanza, Luna le
sorrise, felice di averla
potuta rivedere. Saperla al suo fianco in quel momento le ridiede la
forza che minacciava di abbandonarla.
Selenis vide Luna alzare il
tridente più in alto che poteva, come per chiederle aiuto, e
la punta
dell’arma prese ben presto a brillare fiocamente.
Allo stesso tempo,
anche l’anello al dito della principessa emise un bagliore, e
la
ragazza seppe cosa doveva fare. Protese la mano
verso Luna e non appena lo fece, un fascio di luce abbagliante
scaturì dalla gemma andando ad unirsi con quella del
tridente.
Alla principessa iniziò a girare la testa.
L’anello
sembrava alimentarsi direttamente con la sua energia e non accennava a
diminuire l'intensità. La luce crebbe ancora, piovendo dal
cielo in colonne
accecanti, e si indirizzò verso un punto ben preciso.
Selenis
vide la figura inequivocabile di Noctis sollevarsi, protetta da quel
chiarore. Il principe era pronto per fronteggiare la Dea del mare per
reclamarne il potere.
Con un
ultimo lampo, il flusso si interruppe e Selenis, completamente
stordita, cadde a terra. I suoni le
arrivavano
ovattati alle orecchie e la vista andava e veniva, ma il gemito che
provenne dalle sue spalle la riscosse quel
tanto da farle trovare la forza di girarsi su un fianco per mettere a
fuoco la scena che si
stava consumando dietro di lei.
Della
squadra di Magitek che li aveva attaccati, ne erano rimasti attivi solo
due.
Uno,
trascinandosi a terra, aveva afferrato la caviglia di Ignis, che
stremato aveva perso
l’equilibrio cadendo all’indietro.
L’altro, cogliendo l'occasione si
avventò su di lui, ma venne fermato dalla punta della lancia
che
il ragazzo gli piantò nel petto.
Con orrore,
Selenis vide
il punto in cui avrebbe dovuto esserci il cuore del Magitek,
iniziare a lampeggiare di un rosso cupo. I soldati di Nifelheim avevano
un'ultima
terribile risorsa: l’autodistruzione.
Ignis cercò di
respingerlo senza successo. L’esito dello scontro era
chiaro…
Selenis si
sollevò
sui gomiti, protendendo una mano verso l’amico come aveva
fatto
poco prima con Luna. Con uno sforzo
immane cominciò ad evocare una barriera, attingendo dalle
poche
forze rimaste e a quelle delle pietre incastonate nel fermaglio della
sua treccia. Un sottile strato
opalescente cominciò ad espandersi e a ricoprire Ignis; ma
era lento, troppo lento.
Il ragazzo si voltò, urlando
all’amica di smettere, ma lei non si diede per vinta. Con un
gridò diede
fondo alle ultime energie. La barriera crebbe ancora, aveva superato il
petto, il collo, risaliva sul viso…. Poi, come se qualcuno
avesse
improvvisamente spento la luce, divenne tutto buio.
Selenis non vide
più niente, né udì la potente
deflagrazione che
seguì.
Campeggio dell'autrice:
Ben arrivati a venerdì!
Lo so che volete andare subito al succo della questione, ma andiamo per
gradi!
Innanzitutto ribadisco una cosa che vi aveva già anticipato,
ovvero che questa è stata la mia libera interpretazione di
come
sono andate le cose ad Ignis durante la battaglia di Altissia. Come
avete potuto notare,
non si avvicina proprio per niente a quello che il trailer di Episode
Ignis ci ha brevemente mostrato.
L'anello di Selenis sembra essere molto di più che un
semplice
talismano, racchiude un qualche tipo di energia.. ma di cosa si
tratterà? Sono aperte le scomesse!
L'idea di allagare il laboratorio del nonno di Marcus per poter
sollevare la trave, ammetto che non è farina del mio sacco,
ma
devo ringraziare Uncharted 4 Fine di un Ladro per avermi dato questa
chicca. (Quando i meriti vanno attributi, vanno attribuiti insomma!).
Infine si svela l'arcano... Selis era convinta di dover essere lei a
sacrificarsi per proteggere Noctis e Luna, invece con suo
sommo orrore è il suo migliore amico. Qui lascio spazio alle
supporter della ship Selignis (Grazie a White per averle dato un nome
xD) di pensare quello che vogliono xD
Il resto va da sè e si può ben intuire come Ignis
abbia
perso la vista (sempre secondo la mia fervida immaginazione di un anno
fa).
La cosa più straziante da scrivere in realtà
è stato il breve incontro con Luna, perchè le due
amiche alla fine non si sono potute riabbracciare per davvero...
E ora che succederà? Come reagirà Selenis quando
riprenderà conoscenza? Anche qui sbizzarritevi ;)
Infine posso dire che il multiplayer Comrades mi sta piacendo da matti!
Soprattutto perchè finalmente ho potuto "creare" Selenis per
davvero <3 Quindi se ci state giocando anche voi e una sera
doveste
vedere un campo "Selenis",
sappiate che sono io xD Una piccola info per
chi magari non lo sa, ma fino a lunedì 20 è
possibile
giocare online senza bisogno dell'abbonamento Plus! Approfittatene ;)
Come sempre è arrivato il momento di ringraziare i miei
magnifici Lettori
e le mie fantastiche Comrades,
le recensiste!
Un abbraccio a tutti!
Marta
|
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Capitolo 33 *** 32. Un mondo diverso ***
32
Selenis
riaprì gli
occhi in luogo molto differente rispetto a quando il buio aveva preso
il sopravvento su di lei. Invece di avere la guancia premuta contro il
selciato di Altissia spazzato dalla furia di Leviatano, sotto di lei
c’era un soffice manto erboso.
La ragazza, avvolta da una sorta di caldo tepore, dapprima si mise
seduta e poi si alzò. Quel luogo lo
conosceva bene…
Era nel mezzo di un'infinita prateria che si estendeva tutt'attorno a
lei. Macchie di un giallo acceso interrompevano la sequenza di verde,
là dove piccoli fiori gialli a grappolo si reggevano su di
uno
stelo sottile. I fiori di sua madre.
-
Quanta nostalgia, vero? –
La ragazza
si
voltò di scatto. Di fianco a lei era comparso qualcuno che
non
avrebbe mai più pensato di poter rivedere.
-
Nyx –
mormorò la principessa.
-
Ciao Chocobo girl
– la salutò lui.
Selenis si
buttò tra le sue braccia, stringendolo quanto più
poteva e affondandogli il viso nel collo.
Quel calore,
il profumo di cuoio della sua divisa.. se n’era quasi
scordata..
-
È da un
po’ che non ci vediamo – disse il Kingsglave
accarezzandole i capelli.
-
Sono morta?
– domandò la ragazza lasciandolo andare anche se a
malincuore.
-
No
– rispose il giovane con un sorriso mesto – Stai
solo
dormendo molto profondamente, sei sulla linea di confine…
chiamiamola così – le spiegò sedendosi
a terra.
-
Nyx, sta andando
tutto nel modo sbagliato – si sfogò la principessa
prendendo posto vicino a lui.
-
Lo so, ma devi
andare avanti – replicò il militare.
-
È
vero quello che Ardyn mi ha detto? Che hai sconfitto l’uomo
che
ha ucciso mio padre usando il potere dell'anello? – chiese la
ragazza.
-
Lo
è... i grandi Re del passato mi hanno prestato il loro
potere – assentì Nyx
guardando davanti a sé.
-
Mi dispiace.. per
tutto – mormorò la ragazza affranta.
-
Non
devi, non saprei sopravvissuto in tutti i casi e così
facendo ho potuto aiutare Lunafreya a
portare l’anello al giovane Re – replicò
lui con
tranquillità - e ho aiutato anche te, questo mi basta -
aggiunse con un sorriso.
-
Mi manchi da morire
Nyx – disse Selenis appoggiando la testa sulla sua spalla e
stringendosi contro il suo fianco.
-
Anche tu mi manchi
– rispose il ragazzo appoggiandole una mano sulla testa.
Selenis sentì la sensazione di torpore diradarsi e i
contorni di
quel paesaggio iniziarono a diventare sfavillanti e meno nitidi.
-
Non
voglio tornare.. ho paura di quello che mi aspetta –
sussurrò la giovane chiudendo gli occhi, sentendosi
incredibilmente piccola rispetto a quello che le stava accadendo.
-
Lo so… ma
non sei sola.. ricordati che non sei mai sola –
La voce di
Nyx sfumò e Selenis riaprì gli occhi, per la
seconda volta in un luogo diverso.
Per prima
cosa mise a
fuoco la sua mano, stretta a pugno davanti al viso. Quando
l’aprì, il ciondolo a forma di Chocobo
scivolò sulla
federa del cuscino.
La
principessa rimase per
un attimo a fissarlo, sentendosi ancora addosso il calore
di Nyx. Sapeva bene che quello non era stato un semplice sogno...
Con
lentezza si tirò a sedere e poi, spingendosi sul bordo del
letto, mise i piedi a terra e si
guardò attorno.
La fioca
luce
che passava tra le fessure delle imposte, illuminava una camera
dall’arredamento inequivocabile e che la collocò
subito
nella residenza
privata del Primo ministro. E così
era tutto finito… lei era viva, se l'era cavata anche quella
volta.
"Ignis!"
Il pensiero del suo amico di battaglia le balenò alla mente.
L'immagine del Magitek in procinto di farsi esplodere e della sua
barriera che si espandeva a fatica, le scatenarono un'ondata di paura
tale da farle rimbombare il cuore nelle orecchie.
Dopo aver
verificato che
le sue gambe reggessero, si alzò in piedi. La lunga camicia
da notte bianca, stretta in vita e svasata al di sotto sotto, le
ricadde
morbidamente sulla pelle coperta di lividi. Selenis
notò anche
diverse escoriazioni sulle braccia nude, che però sembravano
già essere state
curate talmente bene da non procurarle il minimo dolore.
Si diresse
subito verso
la porta della stanza, senza badare al lieve capogiro che minacciava di
destabilizzarla. Quando la spalancò la luce la
investì,
accecandola per un breve istante.
- Selis! -
Quel coro di voci le fece riaprire le palpebre serrate. Non appena mise
a fuoco la camera, la prima persona che vide fu Gladio.
Il ragazzo
si staccò dalla parete alla quale era appoggiato e le
andò incontro.
-
Selis!
– esclamò con voce tremante, avvolgendola
completamente
con le sue braccia mentre lei gli affondava il viso nel petto.
- Sei qui... - mormorò la giovane,
stringendo le dita attorno alla pelle della sua giacca.
Gladio era scosso da un lieve tremore, che faceva ben intendere il suo
stato d'animo.
-
Sei sveglia! Come ti
senti? –
Prompto si avvicinò loro, scendendo dallo schienale del
divano sul quale era seduto.
- Sto
bene – disse Selenis commossa - Iggy... -
mormorò
subito dopo scostandosi a guardare il suo fidanzato - Dov'è
Ignis!? -
- Sono qui Selis, non ti agitare, sei ancora
convalescente -
La principessa superò con lo sguardo Gladio e Prompto, senza
far caso alle loro facce tese.
-
Siano
ringraziati gli Dei! – esclamò mentre il
ragazzo si
alzava e, un pò tentennante, aggirava il sofà sul
quale
era seduto - Avevo paura che.. - cominciò a dire, ma il
resto
della frase le morì in gola.
La luce che
entrava dalla
finestra illuminò il viso del suo amico, dandole modo di
vedere
le spesse cicatrici rosse che gli solcavano le palpebre serrate,
riparate da un paio di
lenti fumè.
-
Sto
bene Selis – la rassicurò subito lui,
interpretando
perfettamente il suo improvviso silenzio – Stiamo bene
–
-
Ignis…
- sussurrò lei incredula accostandosi a lui.
-
Ho
ricevuto le migliori cure, non devi preoccuparti –
replicò il ragazzo.
-
Ma i
tuoi occhi.. – proseguì la ragazza con voce
spezzata sfiorandogli il viso con la punta delle dita.
-
I dottori hanno detto
che la mia vista potrebbe migliorare con il tempo –
cercò di tranquillizzarla afferrandole
delicatamente le mani
-
Cos’è
successo? – domandò senza riuscire a togliergli
gli occhi
di dosso – Dov’è Noct?! –
esclamò
subito dopo spaventata.
-
Tranquilla,
è qui – rispose Gladio indicandole
un’altra stanza adiacente.
Selenis
guardò oltre
la soglia e vide il cugino dormire profondamente tra le candide
lenzuola di un sontuoso letto. Sembrava stare bene per fortuna.
-
Quanto tempo
è passato? – chiese la ragazza sentendo la bocca
farsi improvvisamente asciutta.
-
Cinque giorni
– disse titubante Prompto.
-
Cinque?! –
Selenis si voltò a guardarlo incredula.
-
Noct
è riuscito a sconfiggere Leviatano, assicurandosi
così il
suo appoggio – spiegò Ignis –
L’Impero si
è ritirato subito dopo –
-
Siamo
venuti a cercarvi non appena l’allarme è rientrato
–
intervenne Prompto – e vi abbiamo trovato privi di sensi
nella
zona vicina all’altare delle mareggiate –
La
principessa ascoltò in silenzio il racconto dei suoi amici e
poi fece la domanda che più la spaventava.
-
E Luna?
Dov’è?-
Selenis
aveva sperato di non dover mai vedere quell’espressione sul
loro volto...
-
No... –
balbettò disperata – Non ditemi questo, vi prego!
– esclamò.
-
Purtroppo ci ha
lasciati –
A Selenis
mancò
l’aria all'improvviso, come se qualcuno le avesse stretto un
sacchetto di
plastica attorno alla testa. La luce divenne improvvisamente troppo
forte e la stanza troppo angusta. Un dolore sordo le pulsò
nel
petto, ritirandosi e infrangendosi sempre più forte,
costringendola ad
inspirare più volte per cercare di non soffocare. Prima che
i
tre ragazzi potessero dirle qualcosa, la ragazza di diresse alla porta
finestra della camera, aprendola e uscendo sul
terrazzo.
Camminò
a piedi nudi, incurante del vento incredibilmente freddo per quella
stagione, fino a raggiungere la ringhiera che lo delimitava. La
afferrò
con entrambe le mani, cercando di trovare un appiglio solido alla
voragine che minacciava di risucchiarla.
Davanti
a lei Altissia sembrava addormentata; non c’era anima viva,
il silenzio era assoluto. L’immagine
della
città tremolò davanti ai suoi occhi,
frantumandosi, mentre le lacrime
prendevano a scenderle lungo le guance. Era davvero
tutto finito…
Scivolò
a terra, continuando a reggersi alle sbarre di ferro mentre il primo
singulto le scuoteva le spalle. Gemendo straziata,
Selenis,
dal giorno della morte di suo padre, si concesse di piangere. Pianse
per suo zio, pianse per la sua patria. Pianse per Nyx e per Jared.
Pianse
per Luna... per l'amica che non era riuscita a riabbracciare.
Gladio, che l'aveva seguita fuori, le si avvicinò,
chinandosi
per prenderla in braccio. Selenis si lasciò sollevare come
una
bambola di pezza, affondando il viso nel collo dell'Amicitia scossa da
singhiozzi irrefrenabili.
Prompto,
rimasto indietro
con Ignis, distolse lo sguardo mentre gli passavano davanti. Non aveva
mai visto la sua amica in
quello stato e ad ogni singulto che le usciva dalla gola gli si
stringeva dolorosamente il cuore. Lo stesso doveva pensare Ignis, vista
con quanta forza stringeva il pugno attorno al bastone guida.
Gladio la
riportò in camera, coricandosi delicatamente sul letto
assieme a
lei. Non aveva parole per confortarla in quel momento; ogni
rassicurazione
sarebbe stata vana. Per troppo tempo Selenis aveva represso il dolore,
e
adesso era giusto che questo emergesse, che se ne liberasse nel modo
più naturale del mondo.
Ci volle un
po’ di
tempo perché il pianto della principessa si calmasse. Alla
fine,
stremata, si assopì nuovamente in un sonno senza sogni di
alcun
tipo.
Si risvegliò un paio di ore più tardi, anche se
le sembrava di aver dormito per altri cinque giorni.
Il dolore si era placato, ma non era scomparso. Non che se lo
aspettasse onestamente...
Sfregandosi gli occhi sicuramente rossi, si alzò, notando
che
qualcuno le aveva lasciato degli abiti puliti. Una volta che li ebbe
indossati, uscì dalla camera da letto.
Il salottino che faceva parte di quel piccolo appartamento era vuoto,
ma Selenis si diresse verso la stanza occupata da Noctis.
Il cugino era ancora sdraiato nella stessa posizione di quella mattina
e il suo viso sereno non recava segni dei recenti avvenimenti.
La ragazza si accomodò sulla sedia posta lì
vicino,
osservando il principe. Sul letto era stato lasciato il quaderno con il
quale lui e Luna si erano scambiati i messaggi durante quella lunga
separazione. Selenis dovette inghiottire il nodo che le si era di nuovo
formato in gola.
- Che cosa ci è successo? -
mormorò con voce
flebile, spostando un ciuffo corvino dalla fronte di Noctis.
- Ah sei qui! Meno male! -
La principessa voltò lo sguardo verso Prompto fermo sulla
soglia. In mano aveva un vassoio d'argento con alcuni tramezzini e un
bicchiere d'acqua.
- Ti stavo portando qualcosa da mangiare per
quando ti fossi svegliata - asserì
entrando nella camera - Anche se di certo non avrai fame...- aggiunse
impacciato.
- No, hai fatto bene! Ti ringrazio Prompto -
sorrise lei.
In realtà Selenis non sentiva il minimo accenno di appetito,
ma
lo sguardo affranto del suo amico la indusse ad accettare l'offerta.
Sapeva di averlo turbato e che quello era un tentativo per
farla stare meglio.
- Dove sono Ignis e Gladio? - domandò
mentre addentava l'angolo del primo sandwich.
- Credo siano dal Primo Ministro - rispose il
ragazzo
biondo - Se non ci avesse dato una mano non so...- Prompto si
interruppe.
- Lo so - rispose semplicemente Selenis.
In quel momento si sentirono alcune voci provenire dal salotto e un
secondo dopo i due assenti entrarono nella camera accompagnati da un
Gendarme.
- Vostra grazia è attesa dal Primo
Ministro - disse l'uomo in uniforme senza tante cerimonie.
- E io vi ho detto che non era il momento -
ringhiò Gladio scoccandogli un'occhiata poco amichevole.
- Sto bene, portatemi pure da lei - rispose invece
Selenis alzandosi dalla sedia.
- Sicura? - le domandò l'Amicitia.
- Non posso permettermi di fermarmi adesso -
replicò la ragazza dandogli un veloce bacio sulla guancia -
Non
dopo tutto questo - aggiunse sparendo oltre la soglia con il
Gendarme.
Ritrovarsi di nuovo
in quello studio fu strano, da quando Noctis
aveva stretto il suo accordo sembravano passati anni.
-
Vostra
Altezza. Mi fa piacere vedervi in piedi. Come vi sentite? –
domandò Camelia non appena entrò, alzandosi per
stringerle la mano.
-
Meglio, anche grazie
alle cure dei vostri medici – rispose la ragazza.
-
Mi
dispiace per la sua perdita, ho saputo che lei e Sua Grazia Lunafreya
eravate buone amiche – proseguì la donna tornando
a sedersi
dietro la scrivania.
-
E' così.
– si limitò a dire Selenis – I suoi
cittadini stanno bene? –
-
Sì,
fortunatamente non ci sono state altre vittime – rispose il
ministro
– La zona attorno alla cattedrale è quasi del
tutto
distrutta, ma nulla che non si possa ricostruire nei tempi futuri -
-
Sono lieta di
sentirlo.. Ora mi perdoni se vado dritto al sodo. Di cosa voleva
parlarmi? – domandò la principessa.
-
Nessuna obiezione.
Vorrei
sapere quali sono le vostre intenzioni da questo momento in poi
– rispose
Camelia senza battere ciglio – Ovviamente potrete
restare nella residenza
finchè il Re di Lucis non si sarà completamente
ripreso, ma vorrei
conoscere i vostri piani –
-
Lasceremo Altissia
non appena ne saremmo in grado e ci dirigeremo a Gralea –
affermò Selenis calma come il gesso.
-
A Gralea?
– ripetè la donna stupita – Volete forse
attaccare direttamente la capitale Imperiale? –
-
Non
possiamo tornare indietro ne tanto meno restare dove siamo
– replicò la ragazza – Non ci resta
altro che andare
avanti –
-
Ho
capito... – assentì il primo ministro –
Bene, non
penso di avere ulteriori domande da porre. Buona fortuna allora.
– disse.
-
Altrettanta
a lei – rispose Selenis avviandosi verso l'uscita, salvo
fermarsi
un attimo prima di varcarne la soglia - Ah Primo ministro? -
- Sì? - Camelia la guardò
leggermente stupita mentre la principessa si inchinava.
- Grazie di aver salvato il mio amico - disse
Selenis per poi chiudersi la porta alle spalle.
La giovane
ripercorse la strada del ritorno in automatico, senza nemmeno pensare a
che corridoi dovesse
prendere. La sua testa era imprigionata in un miscuglio di pensieri che
la accompagnarono fino alla camera dove i suoi amici la stavano
aspettando.
-
Cosa voleva il Primo
ministro? – le domandò Ignis quando si fu
avvicinata al divano dov’erano seduti.
-
Sapere che cosa
pensiamo di fare da adesso in poi – rispose Selenis
pinzandosi la radice del naso.
-
Lo
immaginavo – replicò il ragazzo – Adesso
che il rito
si è compiuto e gli accordi sono conclusi, la nostra
presenza
qui inizia ad essere un rischio gravoso per lei.. Anche se l'Impero si
è ritirato non è detto che non faccia ritorno
– ragionò appoggiando il mento sulle
dita intrecciate.
-
Il nostro scopo qui
è finito e ora siamo solo ospiti indesiderati –
commentò Gladio.
-
E tu cosa le hai
risposto? – le chiese Prompto.
-
Che non appena Noct
si fosse ripreso saremmo partiti per Gralea – disse la
ragazza.
La notizia
venne accolta con un meditabondo silenzio. Non era stata
l’unica ad aver formulato quell’ipotesi.
-
Dobbiamo
riprenderci il cristallo – aggiunse con decisione –
E' l’unica cosa che ci resta per poter
ribaltare questa situazione –
-
Non
sarà un compito semplice.. – asserì
Ignis –
Dovremo raggiungere con lo yacht la costa di Nifelheim e poi prendere
la ferrovia che
attraversa la regione fino a Gralea –
-
Cid? –
s’informò la ragazza.
-
È rimasto
sulla barca – rispose Gladio – ha detto di essere
pronto a salpare non appena vorremo –
-
Finchè
Noct non si sveglia comunque c’è ben poco che
possiamo fare.. – concluse Ignis.
Selenis, a quel punto si discostò dai suoi amici, fermandosi
davanti alla
finestra per pensare.
La decisione di
andare a Gralea faceva parte di un piano che non era stato nemmeno
abbozzato.
Dopotutto
le cose sarebbero dovute andare in modo diverso… il loro
obiettivo era di ricevere la benedizione dell’Abissale e di
recuperare l’anello dei Lucis. Dopo di che avrebbero pensato
al
da farsi con tutta calma.... assieme a Luna. La loro alla fine non
era stata né una vittoria, né una sconfitta.
La ragazza
lasciò
vagare lo sguardo sulla strada deserta sotto di lei. Era assurdo
pensare che fino ad
una settimana prima fosse piena di gente quasi da non potersi muovere.
Quante cose erano cambiate a causa degli avvenimenti di un singolo
giorno?
“Se
penso a quanto ho fantasticato sull’ipotesi di celebrare il
mio matrimonio assieme a quello di Luna..”
La
principessa chiuse gli
occhi scacciando il pensiero. Non riusciva ancora a realizzare che lei
non ci fosse più… l’idea le risultava
intollerabile.
Sospirando,
Selenis
tornò a voltarsi verso l’interno della camera e
lì, un’altra realtà la colpì
con la forza di un maglio.
La ragazza vide Ignis mentre tentava di appoggiare il bicchiere
ormai vuoto che teneva in mano, sul tavolino che c’era
davanti al
divano. Lo mancò di diversi centimetri finchè
Prompto non
lo aiutò a indirizzarsi nel modo giusto. Selenis si
stropicciò gli occhi, ricacciando di prepotenza le lacrime
che minacciavano di ricomparire.
-
È molto
migliorato da quando vi abbiamo trovati quel giorno – disse
Gladio affiancandola.
-
Non riesco a farmene
una ragione – replicò Selenis con voce stanca.
-
Quando siamo
arrivati pensavamo foste morti..-
La
principessa si voltò verso il ragazzo. Gladio guardava
davanti a sé, ma il suo viso era contratto.
-
Vi sarete spaventati
– asserì la giovane.
-
Spaventati non
è un aggettivo lontanamente sufficiente
– ribattè l’Amicitia.
-
Mi
dispiace infinitamente – si scusò la ragazza
appoggiandogli una mano sul braccio – Credo che Ignis vi
abbia
già spiegato cosa sia successo –
-
Sì
e mi chiedo perché non ci hai detto prima
dell’avvertimento di Gentiana – rispose Gladio con
disappunto.
-
Non
l’ho fatto perché non potevo permettermi di
distogliervi
da quello che dovevamo fare – spiegò Selenis
– Non in
quel momento –
-
Avresti potuto dirlo
almeno a me – ribattè il ragazzo duramente.
-
Come
tu avresti potuto dirmi che te ne saresti andato – gli fece
notare la giovane – Senti…- aggiunse addolcendo il
tono
– Lo so, avrei dovuto, ma non sapevo neppure io quando
sarebbe
accaduto, non… non pensavo che sarebbe stato così
presto.. non pensavo in questo modo.. – disse tornando a
guardare
Ignis.
- Eri convinta di doverti sacrificare tu, vero? -
disse l'Amicitia.
- Sì -
-
Non deve essere
stata una decisione facile allora, quando hai scoperto che non era
così – asserì Gladio.
-
La peggiore che
abbia mai dovuto prendere – mormorò la ragazza
– Gladio? –
Il giovane
abbassò lo sguardo su Selenis che continuava ad osservare
Ignis.
-
Come siamo giunti a
questo? – gli domandò con voce spezzata.
-
Non
lo so… - rispose lui passandole un braccio attorno alle
spalle
– Ma ti giuro che ne usciremo. Ti giuro che ti
riporterò a
casa – aggiunse.
***
Un
paio di giorni dopo.
Selenis
terminò di
farsi la treccia e una volta recuperato il quotidiano abbandonato sul
letto, uscì dalla sua camera. Mentre camminava
buttò un
occhio al titolo in prima pagina:
“Stabili le
condizioni del Principe di Lucis.
Il Principe ereditario
Noctis Lucis Caelum è ancora convalescente presso la
residenza
del Primo Ministro Camelia …., dando però
incoraggianti
segni di miglioramento. Ricordiamo che l’erede al trono
è
rimasto coinvolto nell’incidente che ha visto protagoniste le
forze imperiali, radunatesi ad Altissia per il rito di invocazione di
Leviatano, nel quale ha tragicamente perso la vita Sua Grazia Lunafreya
di Tenebrae. Nella provincia sono state diverse le veglie funebri in
onore della Sciamana, molto amata dal…”
Così
concentrata
nella lettura, la principessa andò a scontrarsi con qualcuno
che
arrivava nella direzione opposta.
-
Scusi! –
esclamò, alzando la testa e restando a fissare il volto
sfigurato di Ignis.
-
Penso
di poterti scusare – rispose il ragazzo con un sorriso
– Io
non ci vedo, ma tu dovresti fare un po’ più
d’attenzione Selis – le disse offrendole il
braccio.
-
Stavo leggendo e non
guardavo dove camminavo, mi spiace – spiegò la
ragazza accettandolo.
-
Cosa dicono i
giornali? – s’informò lui.
-
Cercano di
rassicurare la popolazione sulle condizioni di Noctis – gli
disse la principessa.
-
Beh non sono mai
state così ottime, è sveglio –
replicò il ragazzo.
-
Cosa?! Quando
è successo? – esclamò lei.
-
Un paio di ore fa
–
-
E non mi avete
svegliata?! – ribattè contrariata Selenis.
-
Gladio ha detto che
ultimamente fatichi a dormire, e ne hai bisogno, più di
tutti noi – rispose Ignis.
Ed era vero.
Da quando si
era risvegliata dal suo sonno, Selenis passava notti agitate,
costellate
di immagini sconnesse, frammenti del passato e avvertimenti senza
senso. Neppure la presenza al suo fianco di Gladio riusciva a calmare
questa sua inquietudine, ma l’averlo accanto quando di
svegliava
di soprassalto dopo essere stata assalita da un incubo, era
forse l’unica cosa a mantenerla ancora integra.
-
Devo vederlo
– asserì la principessa.
-
Difatti era per
questo che ti stavo cercando – disse Ignis – E'
giù al porto – aggiunse.
-
Al porto?
– domandò Selenis confusa.
-
Ha
detto di voler partire subito – rispose il ragazzo - Puoi
precedermi, io con calma arriverò – aggiunse
vedendo che
la ragazza non accennava a lasciargli il braccio.
-
No,
non ti lascio. – replicò la principessa.
Era un affermazione che
conteneva ben altro tra le righe e Ignis lo sapeva bene.
La ragazza
avrebbe
voluto dirgli un sacco di cose, ma non trovava nè le parole,
nè il
coraggio per farlo. Non era la compassione o la troppa premura che
glielo impediva, bensì qualcos'altro che si era bloccato in
lei.
-
L’hai
trovata! –
Fu Prompto a
distoglierla dai suoi pensieri, arrivando di gran carriera.
-
È
stata lei a trovare me in realtà –
replicò il
ragazzo - Vai da Noct Selis, adesso sono in buone mani – le
disse.
Selenis
guardò per
un attimo il pistolero che le fece un cenno d’assenso. Erano
rare
le volte in cui la ragazza gli aveva visto uno sguardo così
deciso, ma da quando Ignis aveva perso la vista, Prompto si era
autonomamente fatto carico di aiutare il suo compagno e lo faceva con
una devozione commovente.
-
Va bene –
assentì alla fine.
La
principessa
trovò il cugino esattamente dove Ignis le aveva detto. Il
ragazzo era appoggiato con gli avambracci alla staccionata che
delimitava l’attracco di arrivo, là dove lo yacht
era
stato ancorato. Quando lei gli si affiancò, non ebbe nessun
tipo
di reazione. Non si voltò nemmeno.
Appoggiato vicino a lui
c’era il diario che Luna aveva usato per comunicare con lui.
-
Nell’ultima
pagina c’era uno dei fiori di Tenebrae –
mormorò
Noctis interrompendo il silenzio prolungato.
-
Non riesco a
pensarci...
– replicò la principessa fissando le piccole onde
che si
infrangevano sotto di lei.
-
È stato
Ardyn… -
-
Cosa? –
sussurrò Selenis inorridita.
-
L’ha
pugnalata mentre era senza forze.. poi è risalito sulla sua
aereonave ed è semplicemente andato via –
raccontò
il ragazzo.
Per la
principessa fu come
ricevere uno schiaffo in pieno viso e in lei si riaccese un sentimento
che non provava da quando le avevano comunicato la morte di suo padre:
l’odio. Quella sensazione di furia
cieca divampò in lei come un incendio, minacciando di
spazzare via la promessa fatta a Nyx tanto tempo prima.
-
C’è
sempre stato lui dietro a tutto... – disse fra i denti
– E
l’anello? – domandò ricordandosene
d’un tratto.
Per tutta
risposta, Noctis
mise una mano nella tasca della sua giacca e mostrò a
Selenis il
gioiello sul suo palmo. L’anello dei Lucis era esattamente
come
la principessa se lo ricordava quando era Regis a portarlo; bellissimo
e sinistro al
tempo stesso.
Mentre lo
fissava
notò che la mano del ragazzo tremava. Alzò lo
sguardo sul
cugino e vide che anche lui osservava l’anello con un misto
di
paura e repulsione.
Con
delicatezza la giovane gli richiuse la mano e solo allora Noctis la
guardò.
-
Ne farai uso quando
ti sentirai pronto – gli disse semplicemente.
Un lampo di
sollievo
passò dietro agli occhi del ragazzo, proprio mentre Gladio,
Prompto e Ignis li raggiungevano sul pontile.
-
Siamo pronti
– disse l’Amicitia in tono incolore.
Noctis,
senza degnarlo di
uno sguardo, lo sorpassò diretto alla barca. A Selenis non
sfuggì lo sguardo di disprezzo che Gladio riservò
al suo
amico e ne fu preoccupata. Sentiva che qualcosa
si era spezzato nella compagnia e sperò con tutto il cuore
che si potesse ancora risaldare.
Campeggio dell'autrice:
Ben ritrovati ^^
Avrei tante cose da dire su questo capitolo, ma parto dicendovi che
è uno di quelli che mi è piaciuto di
più scrivere.
E' molto drammatico è vero, ma mi ha permesso di scavare
dentro
il personaggio di Selenis. Ormai la ragazza è arrivata al
suo
limite e finalmente si lascia andare, come ogni altra persona avrebbe
fatto di fronte al dolore che la perdita di un'amica porta con
sè. Oltre alla morte di Luna ha dovuto anche affrontare le
terribili condizioni di Ignis. Non sarà così
facile per
lei passare oltre questa cosa, ma avremo modo di vederlo tra non
molto.
Spero vi abbia fatto piacere "rivedere" Nyx,che con un colpo
di coda è tornato, questa volta per sostenere la
principessa.
Ora che Noctis si è svegliato non resta altro che fare
marcia su
Gralea, con tutte le conseguenze che questo ultimo viaggio
porterà...
Vi chiedo scusa ma oggi sono piuttosto di fretta e devo chiudere qui!
Grazie mille a tutti i Lettori
e alle Comrades!
Un abbraccio,
Marta
|
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Capitolo 34 *** 33. Tensione crescente ***
33
Succarpe,
Treno Imperiale Magna Fortia, vagone passeggeri.
Selenis
guardava fuori
dal finestrino della carrozza senza dare il minimo peso al paesaggio
che vi passava oltre. Era il medesimo da diversi giorni ormai e se
aveva avuto una qualche attrattiva all’inizio, ora era del
tutto
scomparsa.
La traversata che li aveva condotti da Altissia in terra Imperiale
durava da sette giorni, e non aveva fatto altro che confermare le
preoccupazioni della ragazza riguardo i rapporti tra i suoi amici.
Noctis si era chiuso in sé stesso, parlando solo quando
veniva
interpellato e in tutti i casi il meno possibile. Passava gran parte
del tempo per conto suo e spesso con lo sguardo perso nel vuoto. Il suo
comportamento non aveva fatto altro che accrescere il disappunto di
Gladio,
rafforzato anche dal fatto che l’anello dei Lucis continuasse
a
riposare nella tasca della giacca del principe. Sembrava quasi che
Noctis lo temesse ed era facile intuirne il motivo…
Per quell’unico oggetto, Nifelheim aveva distrutto tutto
ciò che amava.
Ignis invece
cercava di fare da
mediatore tra i due amici, mentre Prompto tentava di stemperare il
clima piuttosto gelido comportandosi in modo allegro come aveva sempre
fatto. Nonostante questo, anche in lui era avvenuto un impercettibile
cambiamento; lo si poteva notare dal suo sguardo preoccupato e da come
a volte si perdesse nei propri pensieri. Selenis,
dal canto suo, cercava di comportarsi normalmente, ricacciando il
più a fondo possibile le insicurezze e le paure che la
assalivano. Le sue notti proseguivano nell’agitazione
più
assoluta, lasciandola ogni giorno sempre più stanca.
I cinque
ragazzi, una volta
raggiunto l’attracco di Succarpe, avevano salutato Cid che
sarebbe
tornato a Lucis, e non appena la Regalia era stata caricata sul treno,
erano ripartiti.
La linea ferroviaria
Imperiale avrebbe attraversato diverse regioni, per poi
terminare
la propria corsa a Gralea, capitale del regno.
Il treno
stava in quel
momento passando per una zona costiera dall’aspetto brullo
molto
simile a quello di Duscae a Lucis. Il caldo si faceva sentire
nonostante l’aria condizionata del vagone, rendendo
l’aria
oziosa.
Gli altri passeggeri, pochi in quel momento, stavano quasi tutti in
silenzio, assopiti o intenti in qualche lettura.
Selenis
distolse lo
sguardo dal finestrino solo quando sentì Prompto sospirare
seduto sul sedile dall’altra parte del corridoio della
carrozza.
-
Allora passeremo da Tenebrae? – disse per
interrompere quel silenzio che durava anche da troppo tempo.
La ragazza
guardò
Noctis seduto di fronte a lei, che però non diede segno
di aver udito le parole dell’amico.
-
Non prima di aver
fatto visita al mausoleo reale di Cartanica –
replicò Ignis seduto accanto al pistolero.
La sua vista
in tutti
quei giorni non era minimamente migliorata e probabilmente, anche se
nessuno voleva dirlo ad alta voce, non lo avrebbe mai fatto.
-
Sei sicuro di
farcela? – domandò preoccupato Prompto.
Prima che
partissero da
Caem, il generale Cor aveva comunicato loro di aver scoperto un
ulteriore mausoleo situato nella zona estrattiva di Cartanica, prossima
meta del loro convoglio. Il sito era in disuso da diversi anni e di
sicuro non era il terreno adatto ad una persona non vedente.
-
Le
ferite sono guarite – rispose Ignis dopo un istante
– la
vista tornerà con il tempo – aggiunse senza che
nessuno
osasse ribattere.
Selenis
osservò
l’amico. Stava dimostrando una forza d’animo fuori
dal
comune, e questo faceva stare ancora peggio la ragazza, che invece non
riusciva a darsene pace..
Il
profilo di Ignis venne improvvisamente oscurato dalla mole di Gladio,
che alzatosi dal
suo sedile, si era affiancato a quello di Selenis.
La principessa
alzò gli occhi su di lui, che però aveva lo
sguardo rivolto
verso Noctis, con un’espressione che faceva già
presagire
cosa sarebbe successo di lì a poco.
-
Che diavolo hai che
non va? – sbottò difatti al re.
-
Cosa? –
domandò Noctis guardandolo confuso.
-
Non ci fermeremo a
Tenebrae – replicò Gladio secco – Vedi
di crescere e di andare avanti! –
-
Sono
già andato avanti – ribattè il giovane
alzandosi a
fronteggiare l’amico – Sono qui o no?!
–
-
Magari
quando non sarai troppo impegnato a piangerti addosso potrai darti
un’occhiata intorno e pensare a chi sta peggio di te
– rispose Gladio afferrandolo per il bavero della giacca.
Selenis
seduta al suo posto fremette.
-
Lasciami andare...
– sibilò Noctis.
-
Come
ti sta l’anello? – lo provocò
l’Amicitia
– Ah scusa, non puoi saperlo visto che lo tieni in tasca
tutto il
tempo! – disse – Quella ragazza ha dato la sua vita
per
farti compiere il tuo dovere e non perché tu te ne stessi
qui a
commiserarti!!! –
-
Pensi che non lo
sappia!? – gridò a quel punto il principe.
-
No,
non lo sai! Anche Ignis si è sacrificato per te e ci
è
mancato poco che anche Selis non finisse all’altro mondo! E
per
cosa?! – urlò in risposta il ragazzo.
-
Basta, Gladio!
– intervenne caustico Ignis.
-
Tu pensi di essere
un re – riprese il giovane ignorandolo.
-
Gladio! –
lo avvertì Selenis.
-
Ma sei solo un
codardo. – concluse lui.
-
Stai zitto!
– esclamò Noctis, reagendo e spintonando
l’amico.
Sia Selenis
che Prompto, a quel punto, si alzarono in piedi.
-
Smettetela!
– ordinò il ragazzo biondo, mettendosi in mezzo ma
venendo ricacciato a sedere da una manata di Gladio.
-
Lo so
anch’io, va bene?! Lo so! – ammise Noctis con voce
spezzata separandosi da lui.
-
E allora datti una
regolata e reagisci! – replicò
l’Amicitia.
-
Gladio, adesso
basta! –
La ragazza
si frappose
fra i due, appoggiando il palmo aperto sul torace del ragazzo e
fulminandolo con lo sguardo. Noctis invece si voltò,
dirigendosi verso l’altro vagone del treno.
-
Noct! – lo
chiamò Prompto.
-
Lascialo andare
– replicò Gladio infastidito.
-
Che diamine ti
è preso?! – lo aggredì Selenis.
-
Cosa diamine
è preso a te! – replicò lui –
Come fai a difenderlo?! –
-
Non lo sto
difendendo! – ribattè la ragazza.
-
Invece a me sembra
che tu stia facendo esattamente quello –
-
Non appoggio il suo
comportamento, ma posso capirlo – rispose la principessa.
-
Capirlo? –
ripetè incredulo il ragazzo con un sorriso.
-
Sì,
perché anch’io ho perso un padre, ho perso la mia
casa, ho
perso Nyx e ho perso Luna! –
esclamò lei infiammandosi – Quindi sì,
capisco il
dolore che prova – aggiunse.
-
Il
mondo non si può fermare per questo, e tu lo sai –
si
limitò a replicare l’Amicitia, prima di voltarle
le spalle
e andarsene esattamente dalla parte opposta di Noctis.
Selenis
guardò la
porta della carrozza richiudersi dietro di lui, poi chiuse gli occhi
afflitta, passandosi una mano sulla fronte.
-
Stai bene?
– le chiese Prompto.
-
No, ma credo valga
per tutti ormai – rispose lei sedendosi di fianco a Ignis.
-
Questa situazione
non mi piace – mormorò il ragazzo biondo.
-
Non piace a
nessuno.. – replicò Ignis.
-
Noct
ha paura di quell’anello.. – disse Selenis
stancamente
– ma è vero che non può continuare ad
ignorarlo..
– ammise stropicciandosi gli occhi.
-
Non
possiamo combattere i suoi demoni – affermò il
ragazzo di fianco a lei –
è una cosa che deve riuscire a superare da solo –
-
Dite che
è il caso di andarli a cercare? –
domandò Prompto.
-
No, sono grandi e
vaccinati, se la caveranno – rispose la principessa.
-
Io avrei un certo
languorino – soggiunse Ignis.
-
Allora
andiamo alla carrozza ristorante a mangiare qualcosa! –
esclamò il pistolero rianimandosi – Selis vieni
con
noi? –
-
Credo
che resterò ancora un po’ qui e poi
andrò a
riposare – replicò la ragazza con un sorriso che
voleva
rassicurarlo.
-
Allora a dopo!
–
Ignis e
Prompto così si
allontanarono, e Selenis slittò di posto occupando quello
vicino al finestrino.
La
situazione tra Gladio
e Noctis, per tutta una serie di ragioni, la preoccupava più
di
quello che dava a vedere. Prima fra tutte, il fatto che stesse
influenzando in modo negativo l’umore dell’intero
gruppo. Gladio ormai aveva
dato fondo alla sua dose di pazienza e alla fine non era più
riuscito a stare zitto.
La sua reazione era comprensibile, ma Selenis non pensava che a Noctis
non importasse più di loro… anzi,
probabilmente parte del problema era proprio quello.
Si sentiva
bloccato in un limbo. Da una parte soffriva per la sua
incapacità di prendere in mano la situazione, ma
dall’altra,
la paura di doverlo fare gli impediva di reagire. Aveva
realizzato cosa
significasse essere responsabile della vita degli altri e a cosa le sue
decisioni avrebbero potuto condurre. Chi gli assicurava quindi che la
prossima
volta non sarebbe morto qualcun altro di loro?
Selenis si
massaggiò la radice del naso e decise di abbandonare il
proprio
posto. Si sentiva spossata come dopo una giornata di battaglia, eppure
sapeva già cosa sarebbe successo.. si sarebbe coricata nella
cuccetta ma il sonno sarebbe scomparso, e difatti andò
esattamente così.
Quando un
paio di ore
dopo la porta della carrozza si aprì per lasciare entrare
Ignis,
Selenis fissava ancora il soffitto.
-
Ehi Iggy –
lo salutò mettendosi a sedere.
-
Scusami, ti ho
svegliata – disse lui.
-
In realtà
non dormivo –
-
Ancora incubi?
– domandò il ragazzo accomodandosi vicino a lei.
-
Quando mi addormento
diventa tutto ancora più confuso di quando sono sveglia
– sospirò la principessa.
-
Per
me è l’esatto contrario –
replicò a sorpresa Ignis
– Quando mi sveglio a volte mi succede ancora di non capire
perché sia così buio –
Selenis lo
guardò.
Il ragazzo sorrideva sardonico. Era la prima volta che lo sentiva
parlare apertamente della sua condizione.. non la nascondeva, ma
cercava di non darle troppo
rilievo. E la principessa non capiva se fosse coraggio il suo, o
incoscienza.
-
Posso? –
gli domandò dopo un istante, sfiorandogli l’asta
degli occhiali.
-
Certo –
rispose lui voltandosi e lasciandoseli sfilare.
La
principessa non aveva
mai guardato da vicino le sue ferite, perché sapeva che non
avrebbe potuto fare nulla per migliorarle, e soprattutto,
perché
faticava a farlo.
- Puoi aprirli? Vero? - asserì.
Ignis rimase immobile per qualche secondo, valutando se fosse il caso
di giocare a carte scoperte, ma alla fine lo fece.
Quando gli occhi
dell'amico di aprirono, Selenis trattenne involontariamente il respiro;
uno schiaffo le avrebbe fatto meno male...
La
pupilla si stava
atrofizzando velocemente e ormai il verde brillante dell'iride stava
perdendo il suo colore, virando sul bianco.
Con delicatezza la ragazza
passò i polpastrelli sui contorni delle cicatrici che
spiccavano nitide sulla pelle chiara di Ignis.
L’occhio sinistro era messo peggio di quello destro, le
ferite
arrivavano fino agli zigomi, estendendosi poi sulle tempie e sulla
fronte.
Selenis non riusciva a capacitarsi del fatto che non l'avrebbe
più guardata con
quell’espressione a metà tra il rimprovero e il
divertimento quando faceva qualche stupidaggine.
-
Selis –
La ragazza
realizzò di essersi messa a piangere solo quando Ignis le
spazzò via dalle guance un paio
di lacrime.
-
Mi
dispiace.. – mormorò, chinando il capo fino ad
appoggiare
la fronte sulla sua spalla – Mi dispiace
che l’unica
volta in cui tu abbia avuto bisogno di me, io non sia
riuscita a proteggerti – disse mentre le lacrime le si
radunavano
sulla punta del naso per poi cadere sul tessuto a righe della
camicia di Ignis – Se solo fossi stata più forte!
–
-
Selenis –
Ignis la
prese per le spalle facendole alzare la testa.
-
Ho
scelto io di seguirti, ben sapendo cosa poteva attendermi –
replicò con calma – Se tu non fossi stata
lì con
me, non
sarei qui a quest’ora – affermò
– Avrò
anche perso la vista, ma posso ancora andare avanti, e
lo devo a te. Per cui non voglio sentirti dire di essere responsabile
della mia situazione, hai capito? –
-
Sì
– replicò lei asciugandosi gli occhi.
-
Anche
se non ci vedo, non vuol dire che non soffra nel sentirti piangere,
quindi basta con le lacrime per favore – le disse con tono
più dolce.
-
Sono
pessima! – esclamò con una mezza risata Selenis
–
Invece di essere io a consolare te, è l’esatto
opposto!
–
-
Non
ho intenzione di lasciarti il mio ruolo di baby sitter –
replicò il ragazzo con un sorriso scherzoso rimettendosi gli
occhiali
– Ora ti lascio, hai bisogno di riposare per davvero
–
aggiunse facendo per alzarsi.
-
Iggy? –
Selenis gli
afferrò il braccio, bloccandolo.
-
Resteresti?
– gli domandò.
Ignis rimase
per un momento in silenzio, poi le fece un cenno d’assenso.
Facendosi
aiutare, il ragazzo si sdraiò
di fianco alla principessa e Selenis si
accomodò appoggiandogli la testa sulla spalla.
-
Questo mi ricorda
quando eravamo piccoli – osservò lui.
-
Già,
capitava spesso che dormissimo tutti assieme, anche con Noct
–
commentò Selenis con un sospiro nostalgico.
-
Vedrai che si
aggiusterà tutto – la rassicurò Ignis.
-
Spero che tu abbia
ragione – sussurrò la ragazza chiudendo gli occhi.
***
Il gruppo
raggiunse
Cartanica la mattina seguente. La stazione ferroviaria era stata
costruita al di sopra di un ponte in ferro che collegava due vallate.
Al di
sotto, si estendeva la miniera in disuso, dove doveva trovarsi
l’ultimo mausoleo reale.
Il treno
sarebbe rimasto
fermo fino al pomeriggio, in attesa della coincidenza
proveniente da un’altra regione. Con la guerra, anche i
trasporti
si erano ridotti, e ormai i convogli rimasti erano pochi, provocando di
conseguenza un deciso aumento dei tempi di percorrenza.
Ai ragazzi
però
questa sosta
forzata capitava a proposito, in quanto avrebbero avuto diverse ore
disponibili per inoltrarsi nelle miniere e trovare ciò che
cercavano.
-
Questa parrebbe
essere l’unica via di accesso –
-
Ne sei certa?
–
Il gruppo
era
fermo davanti alle porte di un ascensore che, come quasi tutto
ciò che era presente
in quel luogo, sembrava aver visto giorni migliori.
-
Temo
di sì – rispose Selenis a Gladio – ho
chiesto un
po’ in giro e tutti mi hanno risposto la stessa cosa,
aggiungendo
che mi sconsigliavano vivamente di scendere là sotto
–
spiegò – Dicono che da quando le miniere sono
state
abbandonate la natura ha preso il sopravvento e che chi ci si
è
avventurato non ha fatto più ritorno –
raccontò.
-
Grandioso...
– mormorò Prompto – mai una volta che ci
dicano
“prego, andate pure, è un luogo adatto per le gite
di
famiglia!” –
-
Ultimamente
fatico a capire chi tra di noi faccia parte della categoria "adulti"...
–
replicò Selenis sarcastica, pigiando il bottone per chiamare
l’ascensore.
-
Pensi di farcela?
– intervenne Noctis rivolgendosi ad Ignis.
-
Me la
caverò – rispose il ragazzo.
L'arrivo
dell'elevatore
fu accompagnato da un inquietante sferragliare metallico e dallo
stridio dei freni contro le corde di acciaio. Una volta che
furono tutti saliti, Gladio premette il pulsante che indicava il
livello delle miniere e le porte si
richiusero.
-
Non mi sento a mio
agio qui..- disse Prompto guardandosi intorno una volta che furono
arrivati.
Le miniere
di Cartanica sorgevano all'interno di un enorme cratere a cielo aperto
di terra argillosa. A
causa delle fitta nebbia non si poteva quantificare quanto fosse ampia
la zona, ma sicuramente lo era parecchio. Al centro di tutto si ergeva
una mastodontica trivellatrice, ormai quasi del tutto fagocitata da un
maestoso albero, le cui radici affondavano nel terreno creando archi e
stretti passaggi, in perfetta simbiosi con le strutture metalliche
ancora
presenti.
Dall’ascensore
si
dipanava una strada in terra battuta, delimitata da una ringhiera di
ferro che aveva visto giorni migliori e che ormai cadeva letteralmente
a pezzi.
-
Beh la via
è abbastanza chiara – commentò Gladio.
-
Com’è
il posto? – chiese Ignis.
-
Non
ti stai perdendo nulla, credimi – replicò Selenis
e
appoggiatagli una mano sulla schiena, prese a guidarlo lungo il
sentiero.
Il terreno
era sconnesso
e la pioggerellina che aveva preso a cadere non aiutava di certo a
mantenere la stabilità.
-
Doveva
essere un cantiere bello movimentato una volta –
osservò
Prompto, notando le ruspe e le escavatrici abbandonate lungo il
tragitto.
-
Lo
era – assentì Ignis – Una volta questa
miniera era
la fonte principale delle risorse minerarie dell’Impero
–
spiegò.
-
Fai attenzione
qui – lo avvisò Selenis proseguendo di fianco a
lui con
Prompto, facendogli chinare la testa per passare sotto ad una radice
particolarmente bassa.
-
E perché
l’hanno abbandonata? –
-
Per
colpa dell’aggravarsi della guerra –
replicò il
ragazzo – Cartanica è una zona troppo periferica,
e trasportare i materiali fino alla capitale diventò
troppo rischioso, quindi fu dismessa – raccontò.
-
Questo
mi fa rimanere ancora più perplesso su questo conflitto...
–
commentò Prompto pensieroso – E' chiaro che ha
arrecato
più danni che benefici da entrambe le parti; che senso ha
avuto
portarla avanti fino a questo punto? –
-
Non
c’è un senso.. è questo il punto
–
ribattè Selenis truce – Non l’ha mai
avuto –
-
È
troppo chiedere che la parata regale proceda unita? –
esclamò Gladio d’un tratto rivolto a Noctis che si
era
portato più avanti rispetto a loro.
-
È troppo
se ti dico di tapparti la bocca? – replicò il
principe.
Selenis
sospirò
pesantemente, cercando di mantenere la calma. Quella situazione
iniziava non solo a preoccuparla, ma anche a darle parecchio fastidio.
-
L’anello
cosa dice? – le chiese Ignis distraendola.
-
Che
siamo sulla strada giusta, credo – rispose lei prestando
attenzione alla sensazione che la pietra le trasmetteva –
Dobbiamo scendere ancora più in basso però
–
aggiunse guardandosi intorno.
Ormai si
erano lasciati il punto di partenza diversi metri più su e
la strada proseguiva sempre più in basso.
-
Anche
quell’anello è un bel mistero – disse
Prompto meditabondo.
-
Mi chiedo se mio
padre sapesse realmente del suo potenziale, o se lo avesse solo intuito
– replicò la principessa.
-
Non credo sia stato
un caso che te lo abbia affidato – affermò Ignis.
-
Se
era così importante avrebbe potuto darmi qualche indicazione
in
più allora.. – ribattè la ragazza
– Pensa se avessi
deciso di non indossarlo! – osservò –
No, hai
ragione, non lo avrei mai fatto – aggiunse vedendo le
sopracciglia dell’amico inarcarsi.
Finalmente
il gruppo
raggiunse un pianoro completamente invaso dall’acqua piovana.
Lì, si trovava la base della trivella che occupava quasi
tutto
lo spazio disponibile e che ormai era racchiusa dentro un intrico di
radici. Il sentiero da seguire era abbastanza facile da intuire, ma
nonostante questo i loro problemi erano appena incominciati...
Campeggio dell'autrice:
Buon pomeriggio ragazzi!
Siamo giunti in terra Imperiale e sicuramente i problemi non sono
rimasti ad Altissia.
Il gruppo sta passando un momento difficile, forse il peggiore,
perchè si è creata una sorta di barriera
invisibile che in qualche modo li separa. Gladio in particolare
è stufo del comportamento passivo di Noctis e ha deciso di
esternare i suoi pensieri.
Selenis cerca di porre fine al litigio, ma non è
così semplice...
Sìsì, vi sento! Diamine voi fan della Selignis
come siete rumorosi! xD Beccatevi questo momento di tenerezza e di
confronto tra i due e state buoni per un pò =P
La prossima settimana arriveremo al cuore di Cartanica e probabilmente
le cose si sistemeranno almeno un pò.. in attesa ovviamente
della ricomparsa di Ardyn!
Grazie di cuore a tutti i Lettori
e alle Comrades
che recensiscono!
See ya!!
Marta
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Capitolo 35 *** 34. Sgradevoli incontri ***
34
-
Proprio qui dovevano lasciarla? –
-
Vorrei tanto fargli una multa... –
I cinque
ragazzi
guardavano sconsolati la grossa punta della trivella che bloccava
l'unica via disponibile per poter proseguire verso il mausoleo.
La vegetazione in
quel punto era così fitta, che risultava impossibile anche
solo cercare di crearsi un passaggio
alternativo.
-
Idee? –
esordì Selenis con le mani sui fianchi.
-
Forse se riusciamo a
rimetterla il moto potremmo provare a spostarla – rispose
Ignis.
-
Credo
di aver visto un pannello di controllo di sopra –
replicò Prompto,
indicando con il pollice la via da cui erano appena arrivati.
-
Vale la pena darci
un’occhiata allora – assentì Gladio.
Così
il gruppo fece dietro front, tornando al livello superiore.
-
Com’è
messa? – chiese Ignis.
-
Ha visto di certo
giorni migliori – replicò Selenis scettica
osservando la consolle della trivella.
-
Proviamo..
– disse Noctis avvicinandosi e premendo il bottone di
accensione.
Il
meccanismo si mise in moto, uno sbuffo di fumo nero uscì da
uno
degli sfiatatoi presenti sulla macchina, che però si
arrestò nel giro di pochi secondi.
-
Ehi,
perché la stai spegnendo? – domandò
Gladio contrariato.
-
Non lo sto facendo.
– replicò Noctis caustico.
-
Allora,
vediamo un po’.. – Prompto si avvicinò
ad un
cartellone arrugginito – Qui c’è
scritto: “In
caso di malfunzionamento usare i generatori di emergenza, la chiave si
trova nel magazzino” – lesse ad alta
voce.
-
Dove può
essere? – si chiese Gladio.
-
Penso di
lì – rispose Selenis indicando una rampa di scale
che portava ad un ulteriore zona superiore.
-
Sì,
confermo – asserì Prompto con la testa tutta
piegata da un
lato, intento a guardare la piantina della miniera attaccata alla
trivella.
-
E i generatori?
– s’informò Ignis.
-
Un piano sotto i
magazzini – rispose il ragazzo.
-
Andiamo a prendere
questa maledetta chiave – disse Gladio facendo per
incamminarsi ma bloccandosi immediatamente.
-
Che
c’è? –
-
Non muovetevi..
– mormorò il giovane – abbiamo compagnia
– aggiunse.
Selenis
aguzzò la vista, notando solo in quel momento alcune ombre
scivolare nella nebbia.
-
Gurangatch
– sussurrò la ragazza attinggendo dalle sue
conoscenze.
-
Cioè?
– domandò Prompto preoccupato.
-
Quello –
replicò lei facendo un cenno con il capo.
La bestia
che emerse dalla foschia era un grande alligatore, con squame rossicce
e diverse
creste ossee sulla testa unite da una spessa membrana scura. Non era un
avversario impossibile da battere, ma purtroppo viveva in branchi
numerosi.. Difatti non fu
l’unico a comparire.
-
C’è
modo di aggirarli? – chiese Ignis.
-
No..
sono esattamente davanti a noi, abbastanza distanti da non attaccarci..
se non ci muoviamo ovviamente – replicò Gladio.
-
Non possiamo
scontrarci con loro mentre sono tutti assieme –
osservò Selenis guardando di sbieco Ignis.
La
realtà dei
fatti è che erano in quattro contro un intero branco, su di
un terreno
nettamente favorevole agli avversari.
-
Dobbiamo abbatterli
tutti assieme – aggiunse la ragazza.
-
E come suggerisci di
fare? – le domandò l’Amicitia.
-
Tu,
Prompto e Noct radunateli in un punto preciso in modo che restino
vicini – rispose lei – io li
imprigionerò con una
barriera, dopo di che, Noct – si rivolse direttamente al
principe
– tu li colpirai con una magia di tuono tutti in una volta
–
-
Finirà
per friggerci tutti… - borbottò Gladio.
-
Voi vedete di non
trovarvi con i piedi in acqua allora – replicò
Selenis – Iggy, consigli? –
-
Mi sembra un buon
piano – assentì lui.
-
Forza allora
–
I tre
ragazzi si
portarono attorno ai nemici, circondandoli e cominciando ad ingaggiare
uno scontro a distanza. I Gurangatch, sibilando e schioccando le fauci,
iniziarono ad indietreggiare verso l’unico punto rimasto
libero,
ovvero verso Selenis ed Ignis che sostavano sulla piattaforma
rialzata della trivellatrice. La ragazza controllava la situazione,
aspettando il momento propizio per imprigionarli.
Quando si furono ulteriormente avvicinati, alzò le mani
per tenersi pronta e solo allora si accorse che le tremavano.
Non dovette
riflettere
molto per capirne il motivo. L’ultima volta che aveva evocato
una
barriera era stato ad Altissia… e non era andata a finire
bene.
Nello stesso istante, Selenis sentì una mano posarsi al
centro della sua schiena.
-
Ce la farai, non
dubitarne – disse Ignis alle sue spalle.
La ragazza
respirò a fondo, concentrandosi sul calore che il palmo del
giovane irradiava e tornando ad
osservare il gruppo di nemici che ormai si era compattato.
-
Allontanatevi!
– gridò allora la principessa.
Non appena i
suoi amici seguirono il suo ordine, la barriera di cristallo
spuntò dal terreno,
rinchiudendo i Gurangatch al proprio interno. I mostri sibilavano e si
dibattevano, cercando di distruggere la gabbia con gli artigli e con i
colpi delle loro possenti code.
-
Noct! –
esclamò ancora la ragazza dando il segnale al cugino.
Il giovane
fece apparire l’ampolla magica nella propria mano,
lanciandola
all’interno della barriera e proiettandosi al contempo fuori
dall’acqua. Una vera e propria tempesta di fulmini si
abbattè sui nemici e quando la forte luce scomparve,
calò il silenzio.
I Gurangatch
giacevano immobili e fumanti ammassati gli uni sugli altri.
-
Coccodrillo
flambè! – esclamò Prompto.
-
Potrebbe essere un
piatto interessante – commentò con un sorriso
divertito Ignis.
-
Io
continuo a preferire la pizza – rispose Selenis storcendo il
naso
– Comunque ottimo lavoro ragazzi! – aggiunse.
-
Già..
– replicò Noctis senza scomporsi.
Fortunatamente,
a parte quel piccolo episodio, il
recupero della chiave non fu ulteriormente ostacolato. Il gruppo
raggiunse il magazzino trovandola esattamente dove era stato detto, e
nel giro di cinque minuti i generatori d’emergenza giravano a
pieno regime.
-
Ok, riproviamo
–
Noctis
premette di nuovo il bottone dell’accensione e questa volta
la trivella rimase accesa. Un rumore sordo
arrivò alle loro orecchie dalla strada che conduceva alla
trivella, e quando i ragazzi la raggiunsero, questa aveva lasciato loro
libero il passaggio alla zona sottostante.
-
Vado avanti a vedere
cosa c’è – disse Noctis.
-
Vengo anche io
– gli fece eco Gladio seguendolo.
-
Forse è
meglio se vado con loro.. cosa dite? – domandò
Prompto preoccupato guardandoli allontanarsi.
-
Stai tranquillo, non
penso che litigheranno ancora – lo rassicurò
Ignis.
-
Non ho mai visto
Gladio così arrabbiato – commentò il
pistolero.
-
Se
la prende perché non riesce ad
aiutare Noctis, anche se non lo ammetterà mai –
disse
Selenis.
-
Tu dici? –
-
Mi
ricordo quando Noct era in rotta di collisione con te Iggy –
raccontò la ragazza – In qualche modo Gladio era
riuscito
a rimetterlo in carreggiata e penso che fosse certo di riuscire a fare
la stessa cosa anche adesso –
-
È
vero, era stato un periodo particolarmente pesante per lui –
replicò il giovane riferendosi al principe –
sentiva su di
sé la pressione del titolo che portava e le condizioni del
Re
iniziavano ad essere evidenti –
-
Credo
che stia succedendo la stessa cosa, anche se la situazione di adesso
è molto diversa – proseguì Selenis
– ma prima o
poi si risolverà – concluse la
principessa mentre
raggiungevano i due ragazzi.
Da come si
squadravano
sembrava tutto tranne che avessero fatto pace, ma erano entrambi in
silenzio, quindi qualsiasi cosa si fossero detti era chiusa
lì.
-
O forse
no… - sospirò la principessa stancamente.
-
Cos’è
questo tanfo? – domandò Prompto mettendosi una
mano a coppa sulla bocca.
-
Che schifo
– commentò Gladio.
In effetti
l’aria
lì sotto era stantia ed acre; come se si fosse formata una
cappa
di una qualche sostanza putrescente.
-
Il
sarcofago è più avanti? – chiese Ignis,
che
procedeva sorretto da Prompto vista la ripidità della
discesa.
-
Vuoi aspettare qui?
– propose Noctis.
-
Da solo? Qui?
– replicò Gladio.
-
Non è
quello che ho detto – ribattè il principe.
-
Non ne posso
più…- borbottò Selenis infastidita.
Il sentiero
che stavano
percorrendo finì improvvisamente ai margini di una vasta
zona
circolare, che aveva creato una sorta di palude d'acqua stagnante.
In prossimità di un
gruppo di radici intrecciatesi a formare un arco naturale, sorgeva
una modesta costruzione in pietra dall’aria inequivocabile.
-
Bleah
e queste cosa ci fanno qui? – esclamò d'un tratto
Selenis
disgustata quando ebbero raggiunto l’ingresso al mausoleo.
-
Cosa
c’è? – chiese Ignis.
-
Uova, ci sono delle
uova sulla porta – rispose Gladio.
-
Uova? –
ripetè Ignis sorpreso.
-
Sì e
spero di non incontrare mai la mamm..-
Prompto non
riuscì a terminare la frase che uno strano gorgoglio
attirò la loro attenzione.
Qualche
metro più in là rispetto a dove si trovavano,
l’acqua fino a quel momento calma, prese a sobbollire. Dalla sua superficie
cominciò ad emergere qualcosa di brutto, molto molto brutto.
-
Ditemi che non
è vero! –
-
Cosa sta succedendo?
– domandò Ignis.
-
Un Molboro
– rispose Selenis incredula.
Il deamon in
questione
aveva le fattezza di una brutta pianta. L'enorme testa e il corpo
erano ricoperti da una miriade di spessi tentacoli verdi, alcuni di
essi dotati perfino di piccoli bulbi oculari. La bocca, che occupava lo
spazio maggiore, era irta di denti che colavano una sostanza vischiosa
e
dall’apparenza tossica. In sostanza sembrava un grosso cavolo
pieno di
tentacoli viscidi e pronto a divorarti in un solo boccone.
Il mostro, per essere così grande,
andò loro incontro con sorprendente velocità.
-
Sta arrivando!
– gridò Gladio mentre si mettevano in guardia.
Al contrario
di quanto
potessero pensare, il Molboro non gli si scagliò addosso, ma
si
fermò a qualche metro da loro, aprendo la bocca e
cominciando a
risucchiare l’aria circostante.
-
Riparatevi!
– urlò Selenis.
Un istante
dopo il deamon
sfiatò, lanciando contro di loro una nuba verdognola e
talmente
densa da sembrare quasi tangibile. Questa si
schiantò
contro la barriera eretta dalla principessa, avvolgendola completamente
e celando il Molboro alla loro vista.
I
ragazzi, nonostante la copertura, presero a tossire soffocati dalle
esalazioni.
-
Se inaliamo a pieni
polmoni quel gas siamo spacciati! – esclamò la
ragazza.
-
E
allora cosa facciamo? – chiese Prompto con gli occhi che
lacrimavano, mentre il mostro riprendeva fiato una seconda volta.
-
Potremmo usare di
nuovo l’ampolla di tuono – propose Noctis.
-
Certo,
così finiamo tutti arrosto.. siamo con l’acqua
fino alle ginocchia – sbottò Gladio.
-
Attenzione!
–
Una seconda
ondata di
fumo si riversò contro di loro, ma intrappolati
com’erano
sotto la cupola non avevano altra via di fuga. Il gas si
abbattè ancora una volta sulla barriera di Selenis
che cominciava a non riuscire più a mantenerla integra a
sufficienza.
-
Dobbiamo trovare una
soluzione – disse la ragazza con la gola serrata.
-
Attacchiamolo adesso
– esclamò Gladio.
-
No! –
Questa volta
fu Ignis a fermarlo.
-
Penso
di avere un’idea – affermò facendosi
avanti –
Selis, quando te lo dico togli la protezione –
-
Ne sei certo?
– replicò la ragazza.
-
Fidati –
-
Va bene –
assentì tenendosi pronta.
Il Molboro,
nel frattempo, riaprì la bocca per prendere di nuovo aria, e
non appena lo fece Ignis le diede il segnale.
-
Ora! –
La barriera
venne rimossa
e il ragazzo, fatta apparire un’ampolla magica, la
scagliò
con precisione verso il deamon ancora con le fauci spalancate. La sfera
di un
rosso smagliante, cadde al loro interno e quando il mostro le richiuse,
era ormai troppo tardi.
Alte fiamme
scaturirono
dai denti serrati, mentre con un suono orribile il Molboro si
contorceva
su sé stesso per poi ricadere inerme e fumante.
-
È
morto? – domandò Prompto titubante – E'
morto!
– esclamò quando capì che
effettivamente non
accennava a muoversi.
-
Questo è
stato davvero un colpo da maestro – si complimentò
Gladio.
-
Io non ci sarei
riuscita nemmeno vedendoci – concordò Selenis con
un sorriso.
-
Bravo Ignis
– disse Noctis.
-
Troppi
complimenti – replicò modestamente il ragazzo
– ora
prendiamo la spada e torniamo al treno – aggiunse.
Una volta
date alle
fiamme anche le uova depositate davanti all'ingresso, questo venne
aperto
dall’anello di Selenis e Noctis recuperò
finalmente
l’ultima arma ancestrale dei suoi antenati.
-
Yuhu! Ce
l’abbiamo fatta! Tutti assieme! –
trionfò Prompto.
-
Hmpf –
borbottò Gladio.
-
Torniamo indietro
– disse Noctis, superando il pistolero che assunse
un’espressione profondamente delusa.
Selenis era
incredula.. nemmeno dopo quello che avevano appena affrontato
riuscivano a mettere da parte le proprie divergenze?!
Stava per
aprire la bocca quando Ignis la anticipò.
-
Un momento per
favore – disse.
-
Va tutto bene?
– chiese Gladio.
-
No,
per niente – rispose caustico il ragazzo – Non ho
intenzione di
restare ulteriormente in silenzio e continuare a sorbirmi i vostri
battibecchi – disse.
Perlomeno
gli interessati ebbero la buona decenza di mostrarsi imbarazzati a
questa affermazione.
-
Parliamoci
chiaro: la mia vista non migliora e probabilmente non lo
farà
mai – affermò il giovane – ma nonostante
tutto,
voglio rimanere con voi fino alla fine –
Anche se il
ragazzo non
poteva vederla, Selenis abbassò gli occhi. A dispetto della
calma del
tono con cui aveva detto quella frase, era chiaro quanto soffrisse per
la sua condizione e per il peso che poteva rappresentare per i suoi
amici.
-
Scusa, ma non sono
d’accordo – intervenne Gladio – in guerra
si rischia la vita – fece notare.
-
Ma ci saremo noi!
– esclamò Prompto.
-
Non sto dicendo che
non sapremo proteggerlo – lo interruppe l’Amicitia.
-
Ah, ah.. allora
dovrebbe essere libero di scegliere – replicò il
pistolero.
-
Non ci sono solo i
suoi desideri in ballo! –
-
Lo
so perfettamente! – esclamò Ignis mettendo fine al
battibecco – Non vi chiederò di rallentare per me,
se non
riuscirò a stare al passo, mi farò da parte
–
affermò con decisione.
-
E sua
maestà cosa dice? – domandò Gladio a
Noctis, che però rimase in silenzio.
-
Noct,
tu sei Re – gli disse Ignis – Chi si ferma non
può
guidare nessuno. Un Re deve sempre andare avanti, accettando le
conseguenze senza mai voltarsi indietro –
sentenziò
– Gladio – aggiunse poi rivolgendosi
all’amico
– Noct reclamerà ciò che gli spetta, ma
solo quando
sarà pronto –
-
Pensala
come vuoi – sospirò l'Amicitia – ma
restiamo
comunque in pericolo, non abbassiamo la guardia –
affermò
guardando verso Noctis, ma per la prima volta dopo settimane senza
alcuna ostilità.
Il Re gli
fece un
cenno di assenso che sembrò bastare al ragazzo, il quale
riprese il cammino seguito da Prompto e poi anche da Noctis.
-
Grazie –
sussurrò Selenis ad Ignis – ma non ti
lascerò indietro – aggiunse.
-
Ti rammento che hai
fatto un giuramento solenne qualche mese fa –
replicò il ragazzo.
-
Sei terribile..
– borbottò lei.
-
Può
essere – assentì Ignis con un sorriso.
Il gruppo
ritornò
così alla stazione, lasciandosi dietro quelle orribili
miniere.
Il treno era ormai prossimo alla partenza, e il capo stazione stava
facendo salire gli ultimi passeggeri.
-
Che schifo.. ho
bisogno di una doccia – esclamò Prompto
annusandosi gli abiti.
-
Vero tanfo di
Molboro – disse Gladio – le ragazze lo adorano,
sai? – scherzò.
-
Selis? –
la interpellò Noctis.
-
Potrei disdire il
matrimonio – commentò, facendo scoppiare a ridere
il pistolero.
La
principessa stava per
salire sul convoglio quando avvertì una sensazione
sgradevole di gelo salirle lungo la schiena.
Confusa si voltò a guardarsi intorno, ma la stazione
risultava
deserta.
-
Tutto bene?
– le domandò Ignis appena dietro di lei.
-
Sì.. -
rispose la ragazza titubante.
Non aveva
idea del perché, ma aveva la certezza che qualcuno li stesse
seguendo..
Campeggio dell'autrice:
Salve salvino a tutti!!
Ohhh come mi mancavano i Molboro! Mi ricordo ancora le ore passate
sull'isola più vicina all'inferno in FFVIII per cercare di
ottenere quelle cavolo di antenne! In confronto questi qui sembrano
degli agnellini a dirla tutta ^^"
Anyway! E anche le miniere di Cartanica sono andate, i rapporti si
stanno mediamente ricucendo, ma ormai ci stiano inevitabilmente
avvicinando alla resa dei conti... anticipata dalla prossima
apparizione del nostro caro Ardyn!
Scusatemi anche questa volta se sono avara di parole, ma il Natale si
avvicina, gli impegni anche nel weekend si moltiplicano e non mi rimane
molto tempo ^^"
Un ringraziamento a tutti i Lettori
e alle Comrades
per il supporto che mi danno con le loro recensioni ^^
Alla prossima settimana!
Marta
|
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Capitolo 36 *** 35. Le fiamme dell'inganno ***
35
Selenis fece
scorrere
distrattamente le dita sulle corde della chitarra, lasciando che un
paio
di note slegate aleggiassero nell'aria.
La
principessa e i suoi
amici avevano lasciato Cartanica per proseguire il viaggio alla volta
di Gralea, e da un paio di giorni stavano attraversando la regione di
Eusciello; una zona desertica famosa per le numerose fabbriche e basi
imperiali.
Stava riflettendo su quello che Ignis, poche ore prima, le aveva detto
a proposito dell’allungarsi delle notti. Il ragazzo aveva
infatti
sentito alcune voci parlare di questa stranezza e aveva quindi
incaricato Gladio di trovare i passeggeri in questione in modo da
poterci parlare.
Le ore di luce si stavano accorciando per davvero, non era solo
un'impressione... man mano che i giorni passavano, il tramonto arrivava
con un po’ più di anticipo; un fenomeno all'inizio
troppo breve per
essere notato, ma che ormai cominciava ad essere evidente.
Questa
evoluzione dava
l'avvio ad un sacco di problemi, primo fra tutti il proliferare dei
deamons, che nella notte trovavano terreno fertile per vivere.
Nonostante le brutte notizie però, c’era anche una
nota
positiva, ovvero che il gruppo sembrava di nuovo unito.
Noctis, nonostante non avesse ancora usato l’anello, era
tornato
a parlare con i suoi amici, mentre Gladio sembrava aver accettato di
dover rispettare il volere e i tempi del suo Re.
Selenis fece di nuovo vibrare le corde con delicatezza.
L'impulso di
riprendere
in mano la chitarra l'aveva colta tutto d'un tratto, lasciandosi
trascinare dalla
necessità di liberare un po’ la mente. Per questo
motivo aveva
raggiunto la Regalia parcheggiata nel vagone merci e l'aveva
recuperata, per poi sedersi nell’ultima carrozza
completamente
deserta.
Era stato
suo padre ad
insistere perché imparasse a suonarla, dicendole che un
hobby le
avrebbe sicuramente giovato nei momenti di crisi, ed effettivamente era
stato così.
La
principessa
iniziò a suonare, cercando di riordinare i pensieri e di
scacciare l’insistente idea che qualcosa di
terribile fosse
in agguato su quel treno.
-
Run away-ay with
me, lost souls and reverie. Running wild and running free. Two kids,
you and me – iniziò a cantare - And I say
hey,hey,hey,
living like we’re renegades. Hey,hey,hey,hey,hey,hey, living
like
we’re renegades, renegades. –
Era una
canzone che aveva
spopolato nelle radio di Lucis diversi anni prima, e a Selenis era
sempre piaciuta per il ritmo e anche un po’ per quello che
diceva. Quando la ragazza, impegnata a ricordarsi gli accordi,
sollevò la testa dalle corde, vide che sulla porta del
vagone
c’era Prompto.
Il ragazzo
le fece un gran sorriso e un cenno con la testa di proseguire.
- Long live
the pioneers,
rebels and mutineers. Go forth and have no fear, come close and lend a
ear. And I say hey,hey,hey, living like we’re renegades.
Hey,hey,hey,hey,hey,hey, living like we’re renegades,
renegades.-
la ragazza terminò il brano stoppando l’ultimo
accordo con il palmo della mano.
Prompto si avvicinò, dedicandole un lungo fischio da groupie
e un sonoro applauso.
-
Adoro
quella canzone! – esclamò sedendosi vicino a lei
–
La suonavi sempre qualche anno fa – ricordò.
-
Hai
ragione, – assentì Selenis – in quel
periodo avevo
anche io il desiderio di andarmene da Insomnia per vivere la mia vita
lontano da Palazzo. – raccontò.
-
E
adesso manca a tutti quanti – commentò il ragazzo
–
Il giorno in cui ti ho incontrata stavi tornando dalle lezioni di
musica vero? –
-
Già.
– rispose lei – Quando ti ho visto ruzzolare
giù da
quella ripa mi è venuto un colpo! – disse ridendo.
-
Che vergogna!
– replicò Prompto nascondendo la faccia nelle
mani.
-
Non
c’è niente di cui vergognarsi – lo
rimproverò
Selenis – Ti stavi allenando anche se veniva giù
il
diluvio universale! Il tuo impegno era incredibile, lo
è sempre stato –
-
In qualche modo
dovrò pur guadagnarmi il mio posto nella compagnia
– rispose il ragazzo con un sorriso scanzonato.
-
Lo
hai fatto e già da un bel po’, credimi.
–
ribattè la giovane, rammentando la conversazione che lui e
Noctis avevano avuto sul tetto del Motel a Lucis.
-
Quando
ho ricevuto la lettera di Luna non potevo crederci! –
ricordò il pistolero – Lei pensava che fossi amico
di
Noctis e mi chiese di stargli vicino – spiegò
– Si
era immaginata una persona in grado di sostenerlo, e volevo diventare
quella persona a tutti i costi. Ecco perché mi sono
impegnato
tanto, non volevo deluderla – raccontò con
nostalgia.
-
Mi sarebbe piaciuto
tanto presentartela – disse la principessa con un sorriso
amaro.
-
Sono sicuro che
fosse come me la sono sempre immaginata – replicò
il ragazzo – bella e fiera –
-
Direi che come
descrizione le calza a pennello – assentì Selenis.
-
Wow! Selis, guarda!! - esclamò d'un
tratto il pistolero.
Il ragazzo
indicò tutto eccitato fuori dal finestrino, ed
effettivamente aveva tutte le ragioni di essere entusiasta.
Verso est, appena qualche chilometro più in là
rispetto
alla ferrovia, una tormenta di neve aveva creato una vera e propria
barriera.
Era come se le nubi si stessero scontrando contro una parete invisibile
e che i fiocchi non potessero cadere oltre quel punto. Il taglio era
talmente netto, fra il suolo innevato e quello arido del deserto, da
sembrare impossibile.
-
Quello deve essere
il territorio di Shiva, la Siderea dei ghiacci –
osservò Selenis.
-
È
incredibile! – esclamò Prompto scattando un paio
di foto
– Devo correre a farlo vedere a Noct! – aggiunse
alzandosi
– Vieni con me? –
-
Sì,
rimetto solo la chitarra sulla Regalia e vi raggiungo –
rispose la giovane.
-
Sai una cosa Selis?
–
-
Cosa? –
-
Sentirti
cantare mi ha fatto stare molto meglio. – affermò
Prompto
– Dovresti farlo sempre, penso che ora come ora ci siano
molte
persone che ne avrebbero bisogno. – disse.
-
Ti ringrazio
– sorrise la principessa.
-
Ok, ora vado! A tra
poco! -
Una volta
riposto lo
strumento al sicuro nel bagagliaio della loro
“ragazza”,
Selenis tornò indietro, ma quando rimise piede nel vagone
dove
lei e Prompto avevano parlato qualche istante prima, per un singolo
istante, il tempo sembrò fermarsi.
Fu solo la questione di un battito di ciglia, troppo poco per capirci
qualcosa, ma abbastanza da farci caso. Il paesaggio fuori dal treno si
fermò improvvisamente, per poi riprendere a scorrere come se
nulla fosse stato.
-
Che
diamine..? – mormorò confusa la ragazza.
Sentendo che
qualcosa non
andava, Selenis affrettò il passo. Entrò nel
vagone
successivo, ma quando fece per proseguire in quello dopo, la porta
risultò bloccata.
La
principessa strattonò la maniglia più volte,
senza che
questa si muovesse di un millimetro, e poi si alzò in punta
di
piedi per guardare oltre il piccolo finestrino.
All’interno
del vagone vide Noctis e Prompto, ma c’era qualcosa che non
andava in quella scena...
Il pistolero
sembrava
spaventato e il motivo fu presto chiaro anche alla ragazza. Noctis si
avventò infatti su di lui, brandendo la propria spada;
sembrava
inveire all’indirizzo dell’amico, il quale pareva
decisamente scioccato della cosa.
-
Ehi! Noct!! Prompto!
– gridò Selenis battendo il pugno sulla porta.
I due
parvero non sentirla.
-
Avrei dovuto
immaginare che su di te non avrebbe avuto effetto –
La
principessa si voltò, trovandosi di fronte il cancelliere
Imperiale Ardyn Izunia in tutta la sua consueta flemma.
-
Tu! –
sibilò lei – Cosa stai facendo?! –
-
Colpevole,
l'ho ammetto – rispose l’uomo, alzando le mani in
un segno
pacifico – Sto solo sottoponendo il piccolo Re ad un test
–
disse.
-
Un test!?
–
-
Il
caro Noct sta affrontando il suo peggior nemico, o almeno è
quello che crede di fare – spiegò curvando gli
angoli
della bocca.
-
Il
suo peggior nemico? Prompto? – replicò lei
sarcastica
– No aspetta… - aggiunse confusa – Sta
combattendo
Prompto... pensando di farlo con te! –
-
Bingo!
– affermò Ardyn battendo le mani –
Un'innocua
illusione che mi sono divertito a creare – disse affabile
–
Ma c'è da chiedersi... capirà di avere davanti il
proprio
amico? O lo ucciderà prima di rendersene conto? –
-
Tu sei un mostro!
– esclamò incollerita Selenis richiamando le
proprie armi.
-
Mi avete fatto
diventare voi
così. – replicò il cancelliere fattosi
serio
– Non lamentatevi adesso per quello che vi è stato
portato
via –
-
Non osare..
– mormorò la ragazza pensando a Luna.
-
Tranquilla,
non ho intenzione di uccidere nessun altro di voi per ora… -
la
tranquillizzò l’uomo – Se non ti
dispiace adesso
dovrei andare a movimentare ancora un po’ questo viaggio
–
aggiunse facendo per voltarsi.
-
Non andrai da
nessuna parte! –
Selenis
allungò una mano per afferrarlo, ma non appena il suo palmo
si
strinse attorno al braccio dell’uomo, una fitta lancinante
alla
testa la fece gemere di dolore. Cercò di togliere la mano,
ma
questa non voleva saperne di obbedire alla sua volontà.
L'arto
prese a bruciarle come se lo avesse infilato in mezzo alle fiamme.
Cadde in ginocchio mentre l’oscurità si fece
sempre
più pressante. Poi, all’improvviso,
l’anello della
principessa diede un bagliore accecante, facendole finalmente perdere
la presa. Selenis cadde su di un fianco, inerme.
-
Non potrai
proteggerla per sempre –
Quella
frase, uscita dalle labbra dal cancelliere, fu l’ultima cosa
che la ragazza udì prima di perdere i sensi.
La
principessa si
trovò avvolta dal buio, un buio così fitto da non
riuscire a vedere nulla, così profondo da congelare
qualsiasi
cosa. Ma dal centro di quell’oscurità, si
levò una
voce.
-
Selenis non puoi
restare qui, devi tornare.. –
La frase sembrava fluttuare nell’aria e arrivare da tutte le
parti e da nessuna al contempo.
-
La storia non
è ancora finita.. -
La ragazza
era ad un
passo dal riconoscerla, quando ci fu un altro lampo di luce e il mondo
tornò a riempire il suo campo visivo.
Selenis aprì gli occhi, mettendo a fuoco il pavimento in
laminato del treno. Poi, non senza una certa fatica si mise a sedere e,
ancora intontita, si guardò il palmo della mano. Non presentava alcun
segno di ferite, nonostante avesse la certezza di trovarla
completamente ustionata.
Chi, o cosa
diavolo era quell’uomo?
La
principessa non sapeva
darsi una risposta e non ne aveva nemmeno il tempo, quindi si
rialzò da terra.
- E' inutile... - mormorò con rabbia
quando
provò di nuovo ad aprire la porta che conduceva alla testata
del
treno.
Con uno sbuffo alzò gli occhi al soffitto: l'unica
possibilità che le restava era quella di farsi strada
passando
dal tetto delle carrozze.
Fece quindi
dietro front per tornare verso il vagone merci, ma qualcosa fuori dal
finestrino attirò la sua attenzione. Una
corazzata Imperiale seguiva il treno accompagnata da una flotta di
aeronavi d’assalto.
-
Merda! –
sbottò.
Selenis fece
per aprire il finestrino, senonchè, con uno
scoppio improvviso, i vetri andarono in frantumi. Una scheggia la
colpì di striscio e la principessa sentì un
rivolo di sangue caldo colarle lungo
la guancia, ma non se ne preoccupò, perchè non
era più sola..
Tre soldati
Magitek avevano appena fatto irruzione nel vagone e puntavano a lei.
Senza
possibilità di retrocedere la ragazza afferrò il
porta bagagli, si tirò su, e scalciando in avanti fece
perdere
l’equilibrio al soldato più vicino che cadde di
schiena. A quel punto
si girò per occuparsi degli altri.
Il secondo Magitek partì alla carica, ma Selenis
intercettò il colpo, schivando e bloccando sotto il braccio
l'ascia del nemico. Al contempo, armatasi di lancia, centrò
al
petto quello che si trovava appena dopo, che si accasciò a
terra
sprizzando scintille. La principessa fece poi un balzo all'indietro
per distanziarsi dal nemico.
Una volta evocata la spada, senza nemmeno
voltarsi, la affondò nella corazza del soldato di prima che
nel frattempo si era rialzato e per finire, lanciò il
kukri verso l’unico rimasto vivo, centrandolo in fronte.
Ansante,
Selenis si
fermò per riprendere fiato, mentre il vento che entrava
prepotente dai finestrini divelti le scompigliava i capelli
raffreddandole la pelle sudata. Controllò che nessuno dei
Magitek desse segni di autodistruzione e fece per uscire sul
tetto, ma qualcosa
le afferrò una gamba..
La
principessa
guardò in basso spaventata. Uno dei soldati le aveva stretto
la mano
metallica attorno ad una caviglia.
-
Sal..v..mi.. -
gracchiò.
La
principessa si
sentì gelare il sangue nelle vene. Non aveva mai sentito
parlare
un Magitek, non credeva neppure che ne fossero in grado! Certo, era
capitato con alcuni deamons in un paio di occasioni però...
Improvvisamente la ragazza rammentò le parole di Aranea, sul
fatto che i Magitek venissero creati partendo proprio da una base
deamons. Forse si sbagliava, ma la voce che aveva appena sentito le era
parsa
quella di un bambino.... e quella Naga che avevano incontrato non gli
aveva
forse chiesto di suo figlio?
Selenis
reprimette un brivido e liberatasi dalla presa, finalmente
uscì fuori.
La ragazza
notò
che le aereonavi erano diminuite e che l’ultima stava
perdendo quota
rapidamente mentre veniva avvolta dalle fiamme. Doveva essere opera di
Noctis, sicuramente. Poi lo sguardo le
scivolò qualche vagone più in là. Due
figure si
confrontavano: Prompto e Ardyn. Quest’ultimo stava puntando
una
pistola verso il ragazzo biondo, ma c’era qualcosa di
strano....
Selenis
strizzò
gli
occhi e quando gli riaprì scoprì che i
ruoli erano invertiti: era Prompto a tenere sotto tiro in cancelliere e
non il contrario.
Qualsiasi trucco, o magia che quell'uomo si era inventato, era ancora
attivo.
A completare il quadro già drammatico di per sè,
si
aggiunse la figura di Noctis che, dopo essersi proiettato dall'ultima
aereonave in fiamme, aveva raggiunto il treno.
La ragazza
lo vide mentre notava la presenza delle due persone sul tetto e fu
presa dal
panico. Se davvero l'illusione di Ardyn era ancora attiva....
-
Noct!!! Fermo!!!
– urlò con quanto fiato avesse lanciandosi verso
di loro, ma troppo tardi.
Il Re si era
ormai
lanciato all’attacco di
Prompto, che stupefatto, non potè fare altro che cercare di
schivare il colpo. Nel farlo però, il piede gli
scivolò
oltre il bordo del vagone facendogli perdere l'equilibrio.
Selenis lo vide sbilanciarsi all’indietro e cadere.
-
Prompto! –
gridò protendendo inutilmente una mano.
Alla
velocità a cui andavano, in un battito di ciglia, del
ragazzo non c’era più alcuna traccia.
La
principessa rimase
senza fiato per l’orrore. Il primo pensiero fu quello di
proiettarsi giù e di cercarlo, ma un tonfo alle sue spalle
le
fece cambiare idea.
-
Noct! –
esclamò, accorrendo verso il cugino riverso a terra; di
Ardyn non c’era più alcuna traccia.
La giovane
sollevò la testa del ragazzo.
-
Noct,
sveglia! Noct!! – lo esortò scrollandolo
delicatamente
– Perché ce l’hai tanto con noi!?
–
urlò poi al
vento frustrata.
Finalmente
il giovane aprì gli occhi, contraendo i muscoli del viso in
una smorfia e tastandosi la base del cranio.
-
Selis! Prompto
è.. - esclamò non appena riprese un pò
di lucidità.
-
Lo so, ho visto
– lo interruppe la ragazza aiutandolo a mettersi seduto.
-
Io non volevo,
pensavo fosse Ardyn! – disse il principe nel panico.
-
So anche questo
– replicò la giovane appoggiandogli una mano sul
braccio.
-
Dobbiamo avvertire
gli altri! –
Noctis
estrasse dalla tasca il proprio telefonino facendo partire la chiamata.
“
Che succede? Selis è con te?” gli
rispose subito la voce di Ignis.
-
Sono qui, sto bene!
– rispose la ragazza accostandosi al telefono.
-
Ignis,
dobbiamo fermare questo coso! Prompto è caduto
giù dal
treno! L’ho spinto io.. cioè per colpa di Ardyn
–
spiegò concitato – Non so dove sia, ma non
possiamo
lasciarlo qui! -
“Calmati
Noct, sono
preoccupato per Prompto quanto te” replicò il
ragazzo
“Ma fermando il treno metteremmo in pericolo i passeggeri,
finiremmo in pasto ai deamons” spiegò
-
E cosa facciamo?!
–
Selenis non
aveva mai visto suo cugino in un tale stato di agitazione.
“Intanto
facciamo scendere tutti a Tenebrae, ormai siamo arrivati”
-
E Prompto?!
–
“Considerando
che
c’è di mezzo il Cancelliere, è
probabile che non
sia più dov’è caduto” rispose
Ignis.
-
Noct, ha ragione..
– intervenne Selenis, bloccando la replica del re sul nascere.
“In
ogni caso
proverà a contattarci, spero. Per ora aspettiamo”
proseguì Ignis “ Non appena il treno si ferma
raggiungeteci,
c’è anche Gladio qui”
-
Voi almeno state
bene? – chiese il principe.
“Sì”
-
Meno male.. ci
vediamo dopo allora – chiuse la chiamata il ragazzo.
I due cugini
restarono
seduti sul tetto della carrozza in silenzio, mentre il treno rallentava
per immettersi alla stazione di Tenebrae illuminata dalla luce morente
del sole.
-
Come ho potuto?
– momorò d’un tratto Noctis.
-
Non
potevi saperlo… - replicò Selenis –
Dai, scendiamo a
cercare gli altri – aggiunse quando il convoglio
diminuì
ulteriormente l’andatura per poi fermarsi del tutto.
Il regno di
Tenebrae era
arroccato su alture rocciose disposte su diversi livelli. Il castello
dei Nox Fleuret era posto al centro esatto del paese e si affacciava
direttamente sulla vallata che ospitava la stazione.
Il paesaggio che
Selis si ricordava però, era molto diverso... Il sole faceva
risaltare i colori dominanti del luogo: il verde della lussureggiante
flora, l’azzurro delle miriadi di cascate che si gettavano a
picco dai promontori, e il rosso della terra di cui erano composti.
Ora,
nelle fioca luce del tramonto, ciò che colpiva lo sguardo
erano
i roghi appiccati agli edifici, primo fra tutti il palazzo reale.
Increduli,
Noctis e
Selenis, guardavano quella devastazione mentre i passeggeri spaventati
del treno si mescolavano ai superstiti di Tenebrae scappati verso la
stazione. Un gruppo di soldati dagli abiti Imperiali, ma che non
parevano di Nifelheim, assistevano tutti coloro che avevano bisogno di
aiuto.
-
Selis, Noct!
–
I due
ragazzi si voltarono, vedendo sopraggiungere i loro amici.
-
State bene per
fortuna! – disse Gladio quando si furono ricongiunti,
abbracciando brevemente Selenis.
-
Sì, ma
Prompto.. - mormorò Noctis.
-
Cos’è
successo? – domandò Ignis.
-
Io, non lo so!
Credevo di combattere contro Ardyn ma non era lui.. – rispose
confuso il principe.
-
Era un illusione
–
I tre
ragazzi si voltarono verso la principessa.
-
E tu come lo sai?
– chiese Gladio.
-
L’ho
incontrato sul treno – rispose la ragazza – mi ha
bloccata
dentro una delle ultime carrozze impedendomi di raggiungere Prompto e
Noctis – spiegò.
-
Cosa ti ha detto?
–
-
Ha
detto che stava sottoponendo Noct ad un test, poi ha aggiunto qualcosa
sul fatto che fossimo noi i responsabili delle nostre disgrazie
–
raccontò la giovane – Quando
ha fatto per andarsene io ho cercato di fermarlo, ma non appena l'ho
toccato ho provato un dolore lancinante! Non riuscivo a togliere la mia
mano dal suo braccio. - proseguì reprimendo un brivido al
ricordo - Poi il mio anello ha dato un
bagliore, com’era successo a Galdin, e sono riuscita a
liberarmi
perdendo però conoscenza –
-
Non avresti dovuto
attaccarlo da sola – replicò Gladio serio.
-
Tu cosa avresti
fatto? – ribattè la principessa.
-
Hai ragione, non
sarei riuscito a trattenermi probabilmente –
sospirò l’Amicitia dandole ragione.
-
Ero
talmente furioso che, nonostante cercasse di spiegarsi, non l'ho voluto
ascoltare...
– soggiunse Noctis – Che cosa avrà
pensato? –
-
Che il Cancelliere
stava di nuovo giocando sporco – rispose Ignis –
Chiunque si sarebbe lasciato ingannare –
-
Non Selis
– replicò il principe guardando la cugina.
-
Deve
essere stato l’anello – disse lei – Ardyn
ha detto
qualcosa in proposito.. che non mi avrebbe potuto proteggere per
sempre.. –
-
Guarda un
po’ chi si vede –
La
conversazione fu interrotta dall’apparizione di Aranea.
La donna, indossando la sua solita armatura, sostava con una mano sul
fianco.
-
Aranea.. dobbiamo
ringraziare te per questo inferno? – domandò
Noctis facendo un cenno agli sfollati.
-
Le
apparenze ingannano – replicò la donna –
Ehi, cosa
ti è successo agli occhi? – esclamò
subito dopo
accorgendosi di Ignis.
-
È solo
una ferita superficiale – mentì il ragazzo.
-
Ci vedi? –
-
Purtroppo no
–
-
Wow..
che schifo, il mondo è crudele –
commentò Aranea
– Ma una volta non eravate di più? –
proseguì
confusa.
-
Sì, lo
eravamo – rispose Noctis.
-
Di uno abbiamo perso
le tracce – aggiunse Gladio.
-
È morto?
–
-
Non… non
lo sappiamo –
-
No.
– affermò Selenis – Non è
morto, lo
ritroveremo – disse con tono che non ammetteva repliche.
-
Giusto, nel dubbio
meglio sperare – convenne la donna.
-
Piuttosto, se non
dobbiamo ringraziare te per questo casino allora chi? –
intervenne Gladio.
-
I deamons al
servizio dell’esercito Imperiale – rispose Aranea.
-
Di cui fai parte
anche tu – le fece notare il ragazzo.
-
"Facevo"
– sottolineò la donna – Ora io e i miei
uomini ci
occupiamo delle operazioni di soccorso – spiegò.
-
Parlando di soccorsi
avremmo un favore da chiederti – soggiunse Ignis.
-
Dimmi tutto
–
-
Per come stanno le
cose i passeggeri non possono restare a bordo del treno –
disse il giovane
-
Certo, lasciateli a
me. Ma chi guiderà il treno? – domandò
Aranea.
-
Adesso che lo dici..
tu per caso conosci qualcuno? – le chiese Gladio.
-
Effettivamente
non ne conosco solo uno, ma due. – confermò la
mercenaria
– Venite con me, tra l’altro
c’è una persona
che vuole vedere il principe, una vecchia domestica della casa Fleuret
– disse.
-
Me? Bene, facci
strada – assentì Noctis.
-
Selis, tu non vieni?
– domandò Gladio alla ragazza che non si era mossa.
-
No..
se non vi spiace, preferirei mantenere il ricordo di Tenebrae
così com’è –
replicò la giovane
– Vi aspetterò qui –
Una volta
che i suoi
amici si furono allontanati, la ragazza si diresse verso le balaustre
di
marmo che delimitavano la stazione. L’architettura
dell’edificio era in puro stile di Tenebrae, con colori
chiari e
colonne scolpite con motivi complessi e armoniosi al tempo stesso.
Le
ricordavano il palazzo
reale, la stanza di Luna inondata dal sole che accendeva le pareti
candide di riflessi dorati. La sua camera guardava proprio sulla valle,
e dalla terrazza si poteva vedere bene la stazione e i treni che vi
transitavano.
Non
riuscendo a resistere,
la principessa sollevò lo sguardo cercando con gli occhi la
finestra di Luna, per trovarla avvolta dalle fiamme.
Selenis
espirò sonoramente, tornando a voltarsi verso
l’interno
della stazione. Non si sarebbe dovuta stupire di quella visione, ma fu
ugualmente dolorosa.
-
Mamma, la nostra
casa… -
L’attenzione
della
principessa fu attirata da un bambino in lacrime, che la madre
teneva in grembo cercando di consolare. La donna però aveva
la
stessa espressione di chi aveva perso ogni speranza, assieme alla
propria abitazione.
Selenis si
guardò
intorno sentendosi improvvisamente impotente. Ovunque c’erano
facce disperate e spaventate, che non sapevano più a chi
rivolgersi per trovare conforto. La ragazza avrebbe
tanto
voluto poter fare qualcosa, ma lei non era come Luna… non
riusciva a trasformare i soprusi subiti in misericordia, e non aveva
idea di come risollevare il morale di quelle
persone afflitte. Non avrebbe saputo che parole usare…
“Sentirti
cantare mi ha fatto stare molto meglio. Dovresti farlo sempre, penso
che ora come ora ci siano molte
persone che ne avrebbero bisogno”
La frase che
Prompto le aveva rivolto qualche ora prima, le tornò
improvvisamente alla mente.
Selenis a
quel punto si raddrizzò, fece un paio di passi in avanti e
prese fiato.
-
Deus
dormit, Et liberi ignem faciunt numquam extingunt. Ne expergisci
possit. Omnia dividit, tragedia coram amandum quae. Et nocte perpetua
in desperatione. Auroram videre potest, mane tempus expergiscendi.
–
Quello che
intonò
era un canto tipico di Tenebrae, un inno della casa Fleuret che parlava
del Re che avrebbe sconfitto le tenebre per
sempre.
Quando smise
di cantare
attorno a lei si era creato il silenzio, ma non un silenzio greve,
pesante, semplicemente attento, quasi rispettoso.
La ragazza
intercettò lo sguardo della madre di prima, che
chinò la testa in segno di
ringraziamento e non fu la sola a farlo; molte altre persone la
imitarono.
La
principessa sorrise, spazzandosi via le lacrime rimaste prigioniere
delle folte ciglia.
“Non
sarò
mai come te Luna… ma il tuo popolo non verrà
lasciato da
solo finchè io e Noctis saremo in vita, puoi stare
tranquilla”
Campeggio dell'autrice:
Eccoci qui alla fine del capitolo 35!
Mamma mia l'ansia di questo pezzo! Quando giocandoci ho visto Prompto
cadere giù dal treno non potevo crederci! Tutta la parte
ambientata in terra Imperiale mi ha creato una certa angoscia a dirla
tutta, però mi è piaciuta veramente tanto.
Qui Selenis cerca di trovare un pò di solitudine e di
chiarezza assieme alla sua chitarra. Il pezzo cantato da lei
è quello della canzone "Renegades" degli X Ambassadors, che
se non avete mai sentito vi invito a fare ^^
Ho scelto di non modificare nulla di ciò che avevo scritto
all'epoca e quindi di non allacciarmi con il Dlc di Prompto, ma di
lasciare Selenis sul treno assieme agli altri. Ci tenevo
particolarmente poi a farla arrivare a Tenebrae, visto che anche per
lei ha un significato particolare.
Infine credo che l'ultima canzone sia chiara a tutti quale sia ;)
Ormai è certo che l'anello della principessa la stia
proteggendo e da come ne parla Ardyn sembra che si rivolga ad una
qualche entità... ma chissà chi potrà
mai essere!
Ho giocato ad Episode Ignis e devo dire che come
giocabilità, per quanto mi riguarda, è il
migliore dei tre!
Non sono rimasta particolarmente sorpresa nel sapere di come Iggy
avesse perso la vista, per cui non capivo l'affermazione degli
sviluppatori quando hanno detto che sarebbe stato un capitolo
sconvolgente. Poi ho giocato al finale alternativo del capitolo extra e
allora ho capito xD Mi ha fatto venire le lacrime agli occhi, ma
nonostante questo fatico a renderlo il finale "ufficiale" di FFXV,
soprattutto per Luna... già che c'eravate non potevate fare
qualcosa anche per lei??! XD
Un ringraziamento sentito a tutti quanti i miei Lettori e alle Comrades che
recensiscono!!!
Un abbraccio,
Marta
p.s. certo che Iggy con i capelli giù è
veramente, ma veramente gnocco!
|
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Capitolo 37 *** 36. Addio fedele amica ***
36
Selenis si
rigirò
sul fianco, ancora parzialmente nel mondo dei sogni; sentiva gli
uccellini cinguettare dal ramo che si protendeva verso la
sua finestra.
Quando la primavera arrivava diventavano parecchio
insistenti, Gladio se ne lamentava sempre quando dormiva da lei.
La ragazza
allungò
una mano alla ricerca della schiena calda del ragazzo; le bastava
sfiorarlo perché lui si voltasse ad avvolgerla con le sue
braccia, ed era una cosa che Selenis adorava. Le dita della
ragazza però
si protesero sul vuoto. In un baleno gli uccellini spariro assieme al
tepore
primaverile, e il rumore ritmico del treno in movimento si
fece largo nei suoi pensieri.
La
principessa aprì gli occhi, stropicciandoseli e appoggiando
i piedi giù dalla cuccetta. Sospirando
guardò
fuori dal finestrino, ma non vide nulla di nuovo.
Da un paio di giorni infatti,
stavano attraversando la valle di Ghorovas, ultima regione che li
separava da Gralea. Fuori infuriavano il gelo e la neve, che
inghiottivano qualsiasi cosa, luce compresa. Quel clima era da
attribuirsi alle spoglie della Glaciale,
Shiva, che giacevano proprio in quella zona; ma anche se la Siderea era
morta, il suo potere era tutto fuorchè scomparso.
Lentamente
la ragazza si alzò e si diresse verso il vagone adiacente.
Lì, ad
attenderla c’erano Noctis e Ignis. Tutti gli altri passeggeri
erano rimasti a Tenebrae sotto la custodia di Aranea; due dei suoi
sottoposti invece, tali Bigs e Wedge, si erano presi
l’incarico
di guidare il treno fino alla capitale e c’era da dire che
stavano facendo un lavoro davvero eccellente.
Di Prompto,
invece, nessuna
traccia... Il ragazzo non li aveva ancora contattati con somma
preoccupazione di tutti quanti.
-
Ehi – la salutò Noctis non appena la
vide entrare nella carrozza.
-
Ehi –
rispose lei.
-
Sei riuscita a
dormire un pò? – domandò Ignis.
-
Sì,
grazie – disse la giovane – Gladio? –
-
Lo trovi
più avanti –
Selenis li
ringraziò
e proseguì. Trovò l'Amicitia nel corridoio tra le
due
carrozze,
appoggiato con una spalla alla parete del treno mentre guardava assorto
fuori dal piccolo finestrino della porta che dava sull'esterno.
-
Ben svegliata
– l’accolse quando si avvicinò
– Come stai? –
-
Bene, –
rispose Selenis – ti cercavo – aggiunse
affiancandolo.
-
È
successo qualcosa? – alzò un sopracciglio il
ragazzo.
-
Quando mi sono
svegliata credevo di essere nel mio appartamento..
– replicò la giovane – Ho allungato una
mano per
cercarti, ma poi mi sono resa conto di dove fossi –
spiegò
sospirando.
-
Fortunatamente non
ero lontano – commentò Gladio passandole un
braccio attorno alle spalle.
-
No,
ringraziando gli dei no – assentì Selenis
stringendosi al
suo fianco – Gladio, pensi davvero che torneremo ad Insomnia?
–
domandò la principessa.
Era una
domanda che negli
ultimi tempi aveva preso a tormentarla sempre più spesso.
Forse
perché si era resa conto che la loro battaglia contro
l’Impero stava chiedendo sacrifici molto maggiore rispetto a
quello che aveva immaginato.
-
Certo che ci
torneremo –
Selenis, nel
sentire quel tono così deciso, si scostò per
guardarlo in viso.
-
Torneremo
a casa, magari non subito, magari ci vorrà un po’
di
tempo, ma torneremo – affermò l'Amicitia.
Lo sguardo
del ragazzo era così deciso che Selenis non potè
fare altro che credergli. Gladio aveva quel
potere, di far credere le persone anche alle cose più
impossibili.
-
O in segreto speravi
di non tornarci in modo da scappare dal matrimonio – aggiunse
con un ghigno.
-
Per chi mi hai
presa!? – replicò la principessa gonfiando le
guance.
-
Beh..
ultimamente non mi sono comportato benissimo con te,
soprattutto quando ho discusso con Noct - disse l’Amicitia,
tornando a guardare fuori la bufera infuriare - Non avresti tutti i
torti... -
-
Non sei perfetto, ma
non lo sono neppure io – sorrise la giovane.
Selenis si
fermò a guardare i lineamenti pronunciati del ragazzo e le
cicatrici che gli solcavano il viso. Se c’era qualcosa che la
faceva andare avanti in quei momenti, era la consapevolezza di poter
avere un futuro con lui. Da quel giorno del suo compleanno, quando lui
l’aveva portata a vedere quel laghetto di montagna, la loro
strada era stata decisa.
L’avrebbero percorsa assieme fino alla fine.
-
Ehi, che
c’è? – le chiese lui notando il suo
sguardo.
-
Ti amo –
affermò Selenis accarezzandogli gli zigomi.
-
Anche io –
replicò lui sorridendo.
La
principessa si alzò in punta di piedi, passandogli le
braccia attorno al collo tornito e si lasciò baciare. Gladio fece qualche
passo
in avanti, finchè Selenis non si ritrovò bloccata
tra il suo petto e
la parete del vagone. La giovane gli
passò le mani tra i capelli folti, tirando leggermente
mentre approfondiva il bacio.
Poi il treno
iniziò a frenare e i due si dovettero aggrappare alla belle
e meglio per non cadere a terra.
-
Stavolta
cos’è? – domandò esasperato
Gladio rientrando nel vagone ristorante.
-
Attenzione
–
L’interfono
della carrozza diffuse la voce di Bigs nell’aria.
-
Sì
– rispose Gladio,
-
Che succede?
– chiese Noctis.
-
Come
avrete capito siamo fermi, il motivo è… qualcosa
fuori
dici? – rispose il militare che evidentemente stava parlando
con
il suo collega.
-
Andiamo noi a vedere
– disse il principe.
-
Oh, bene –
-
Speriamo sia solo un
po’ di neve da spalare – commentò Gladio.
-
Davvero –
assentì Ignis seguendolo giù dal treno.
Selenis si
accodò a
loro, ma prima di poter scendere, con la coda dell’occhio
registrò un movimento
nel vagone che sarebbe dovuto essere vuoto.
Si fermò, tornando indietro e osservando bene
l’ambiente. C’era qualcosa di strano.. da sotto la
porta
della carrozza adiacente saliva della condensa ghiacciata; cosa strana
visto che erano tutte riscaldate. Vinta dalla
curiosità, procedette in quella direzione.
La
nebbiolina fu ben
spiegata dalla temperatura gelida del vagone, i cui finestrini
però, erano tutti chiusi.
La ragazza proseguì, entrando in quello
successivo; lì, la
superficie
dei sedili e del pavimento era cosparsa da una leggera brina, e il
clima
era ancora più freddo. Quel fenomeno era inspiegabile...
Massaggiandosi le braccia intirizzite, la principessa provò
a
contattare i due macchinisti per sapere se c’erano problemi
con
il riscaldamento, ma l’interfono sembrava non funzionare.
-
La
curiosità uccide –
Nell'udire
quella voce,
Selenis si sentì ancora di più gelare le vene.
Ardyn sostava
tranquillamente a pochi passi da lei.
-
Dovevo immaginarlo!
– esclamò la ragazza – E' di nuovo colpa
tua! –
-
In
realtà è a causa mia, ma non parlerei di colpa..
devo
averla fatta parecchio arrabbiare questa volta –
replicò
l’uomo con fare meditabondo.
-
Dov’è
Prompto?! – domandò la principessa senza
prestargli attenzione.
-
Stai tranquilla,
è in perfetta salute – rispose Ardyn.
-
Ti ho chiesto di
dirmi dov’è il mio amico... –
minacciò Selenis impugnando il kukri.
-
Vorresti provare ad
attaccarmi di nuovo? – sogghignò il Cancelliere
facendo un passo verso di lei.
Involontariamente,
Selenis retrocedette. Il ricordo del dolore che aveva provato nel
toccarlo, le tornò in mente minando la sua determinazione.
-
Sei spaventata?
– domandò dolcemente l’uomo.
-
Cosa vuoi da me?
– replicò Selenis urtando con le gambe il
bracciolo esterno del sedile dietro di lei.
-
Nulla,
non ti farei mai del male – rispose Ardyn – Non me
lo
perdonerebbe mai – aggiunse sfiorandole la guancia con
la punta delle dita.
Selenis
rimase interdetta,
sia per la frase, che per il fatto di non aver avuto nessuna reazione
al suo tocco.
-
Stai lontano da lei!
–
L’urlo
di Gladio fu
accompagnato da un fendente che il Cancelliere schivò quasi
con
pigrizia, separandosi dalla ragazza.
-
Selis, stai bene?
– domandò Ignis mentre Gladio le si parava
davanti.
-
Sì, non
preoccupatevi – rispose la giovane.
-
È
arrivato l’eroe a salvare la sua promessa sposa –
sorrise
Ardyn – Un copione già visto in
realtà.. e
l’ultimo devo dire che non è finito bene
– asserì alzando una mano.
Non
appena lo fece, una potente onda d’urto s'infranse
contro di loro.
-
Attenta!!
–
Gladio si
voltò di
schiena, proteggendo Selenis e assorbendo l’impatto. Entrambi
caddero a terra nell’intercapedine tra i due sedili, mentre
all’interno del vagone scoppiava una violenta bufera,
così potente e gelida, che nel giro di qualche secondo tutto
si
coprì di ghiaccio.
Selenis,
intontita, si liberò dall’abbraccio dell'Amicitia
che giaceva privo di sensi.
-
Gladio! Ignis!
– esclamò la ragazza spaventata.
Cercando di
ripararsi il
viso dal forte vento, la ragazza alzò la testa. La figura di
Ardyn si stagliava perfettamente immobile, senza che risentisse
minimamente
della tempesta.
-
Ba.. sta... detto
–
In mezzo
all’ululato della tormenta, a Selenis sembrò di
sentire la voce di Noctis.
-
Noct! –
gridò nella speranza che la sentisse.
-
..ovè
Prompto? –
-
Oh
chi si vede! – sentì rispondere Ardyn, la cui voce
sembrava
oltrepassare il rumore – I tuoi amici mi preoccupano
– disse
con tono sconsolato.
Selenis
cercò di alzarsi, mentre il Cancelliere muoveva qualche
passo verso Noctis che,
arrancando, tentava di avvicinarsi.
-
Sono a terra e non
si riprendono – proseguì l’uomo.
-
Noct! –
urlò di nuovo la principessa.
La
principessa
cercò ancora una volta di sollevarsi, e mentre si aggrappava
al
sedile, vide una figura che mai si sarebbe immaginata di trovare
lì.
Selenis
incontrò lo sguardo di Gentiana, che sostava tranquillamente
davanti a lei. La donna le sorrise e le fece
un cenno impercettibile con la testa, come a dirle di stare tranquilla.
-
Ahhh! –
esclamò Ardyn vedendola – Bella come il giorno in
cui ti ho ucc…-
Il
Cancelliere non
riuscì a finire la frase. Nel momento stesso in cui il dito
della
messaggera si era posato sulle sue labbra, l’uomo si era
trasformato in una statua di ghiaccio.
-
Così si
compie il patto stretto con la Sciamana – esordì
Gentiana fermandosi davanti a Noctis.
La donna
allargò
le braccia e una forte luce la avvolse. Quando questa sparì,
della messaggera non c’era più traccia; al suo
posto
c’era invece una donna dalla pelle e dai capelli bianchi come
il
latte, così abbacinante da risultare difficile tenere gli
occhi aperti.
-
Gentiana…
- mormorò allibito il re – sei tu la glaciale..-
-
Oh Re dei Re,
riporta la luce in questo mondo – disse la Siderea facendo
apparire il tridente usato da Luna ad Altissia.
Selenis
osservò incredula Noctis afferrare l'arma, facendo
così terminare all'istante la tormenta. Alla ragazza
sembrò di riemergere da un lago ghiacciato, mentre tornava a
respirare normalmente e a sentire il calore sulla pelle.
-
Gladio,
Iggy! – la principessa si chinò sui suoi
amici
mentre Noctis, con un colpo rabbioso di spada, mandava in frantumi la
figura ghiacciata di Ardyn.
-
Cos’è
successo? – domandò Gladio, alzandosi mentre
Selenis aiutava Ignis a fare altrettanto.
-
Ho
visto la Glaciale.. – rispose il principe – ma non
peoccupatevi è andata via, date un’occhiata a
macchinisti
– aggiunse.
-
Voi state bene?
– chiese la ragazza.
-
Sì, stai
tranquilla – replicò Ignis.
-
Tu? –
Gladio la fissò intensamente.
-
Anche
io, non preoccuparti – disse convinta la giovane –
Resto io
con Noct, voi andate pure – li rassicurò.
Quando i due ragazzi furono usciti dalla carrozza, Selenis si rivolse
al cugino che sedeva in mezzo al corridoio cercando di riprendersi
dagli ultimi avvenimenti.
- Come stai? - gli domandò.
-
Non lo so..
– mormorò il ragazzo – Non..- Noctis si
interruppe attonito, quando davanti al viso gli passò una
piuma fatta di luce.
Selenis invece si portò le mani alla bocca, senza poter
credere a quello che vedeva.
Davanti a
loro, contornata
da un leggero alone iridescente, c’era Luna. La Sciamana
sostava
immobile, mentre attorno a lei le piume continuavano a cadere senza
posa. La
ragazza guardò
brevemente in direzione di Selenis, sorridendole impercettibilmente
prima di
posare gli occhi sul suo promesso sposo.
Noctis,
incredulo, mormorò il nome della giovane e protese
una mano per toccarla, ma in quel preciso istante lei scomparve,
lasciando dietro di sé solo un vago aroma di Syllie, i fiori
di
Tenebrae.
Selenis a quel punto si inginocchiò, passando le braccia
attorno al
collo del cugino scosso dai singhiozzi e abbracciandolo da dietro.
-
È
così difficile.. – mormorò il giovane
– Deve
esserlo stato anche per te… perdonami, avrei voluto esserti
accanto –
La ragazza
strinse ancora
di più la presa, senza avere parole adatte per consolare
Noctis. Il
giovane però le appoggiò una mano sul braccio,
per dirle
tacitamente che apprezzava il suo supporto.
-
Sei pronto?
– gli domandò lei quando si fu ripreso.
-
Sì,
raggiungiamo gli altri – assentì Noctis.
Il Re si
rimise in piedi, ma non fecero in tempo a muovere un passo che una voce
alle loro spalle li fece voltare di scatto.
-
Penso di essermi
guadagnato il diritto di chiamarti Noct – disse Ardyn
sollevando gli angoli della bocca con fare ironico.
Il cancelliere non aveva minimamente risentito dell'attacco di Shiva e
sembrava pronto a continuare la sua opera.
-
Come fai ad essere
vivo? – sussurrò attonita la principessa.
-
Per
un istante devo dire che ho sentito il freddo respiro della morte..
questo è il potere degli dei – rispose
avvicinandosi a
loro.
Noctis
afferrò il polso della cugina facendole parzialmente scudo
con il proprio corpo.
-
Poi mi sono
ricordato di essere immortale.. tale è il mio dono e la mia
croce – proseguì l’uomo.
-
Come…?
–
I due
ragazzi erano ancora più inorriditi di prima.
-
Ma
il tuo attacco mi ha ferito ugualmente – sospirò
il
cancelliere – perlomeno nei sentimenti.. e con tutti i
momenti
che abbiamo condiviso! Ricordi questo? – domandò
alzando la
pistola di Prompto davanti ai loro occhi – Ahhh, ma la
domanda
giusta è se ti ricordi di lui! Un ritorno esplosivo non vi
pare?
– disse teatralmente, allungando l’arma verso
Noctis che
cercò di afferrarla – Ah,ah,ah! Non si prendono le
cose
altrui! – lo ammonì l’uomo ritirandola.
-
Dov’è?
– esclamò Noctis spazientito da quei giochetti.
-
Il piccolo pistolero
è a un tiro di schioppo – rispose con un sorriso
divertito Ardyn.
-
Dove? –
replicò il principe.
-
Dove?
Ma a Gralea, il trono Imperiale! Sono certo che sarebbe felice di
vedervi – disse l’uomo – e potresti
addirittura
ritrovare il tuo cristallo, con tutti questi deamons ti farebbe comodo
– aggiunse.
-
Se gli hai torto un
solo capello..- minacciò Selenis.
-
Bada alle tue
minacce principessa, senza la sua protezione non potresti fare nulla
– la fermò Ardyn.
-
Di chi stai
parlando? Smettila con gli enigmi! – gridò furiosa
la giovane.
-
Vi
conviene mettervi in marcia – replicò il
Cancelliere
– non voglio trattenervi quando avete un amico che vi aspetta
– affermò.
Detto questo
si voltò e incamminatosi verso il vagone successivo,
scomparve.
***
-
Quell’uomo
sta cercando solo di confonderci – sbuffò Gladio.
Erano tutti
seduti nel vagone ristorante e Noctis aveva appena finito di raccontare
loro cosa fosse successo.
-
Quali
siano le sue intenzioni è ancora un mistero, però
sta di
certo che ha il coltello dalla parte del manico –
replicò
Ignis seduto dietro uno dei tavolini.
-
Ed
è ben consapevole di averlo, per questo può
concedersi il
lusso di continuare a giocare con noi – commentò
Noctis
tetro.
-
A cosa stai
pensando? –
La domanda
di Gladio era
rivolta a Selenis, che stava fissando un punto
imprecisato davanti a lei senza dare segni di starli ad ascoltare.
-
Penso che vorrei delle
risposte.. - disse la ragazza voltandosi verso il fidanzato.
-
Dal Cancelliere?
– soggiunse Ignis.
-
Sembra
che sia a conoscenza di qualcosa che mi riguardi e di cui non so nulla
– affermò la giovane mordicchiandosi
l’unghia del
pollice.
-
Parli dell'accenno
alla presunta presenza che ti starebbe proteggendo? –
-
Sì
– annuì lei – E' chiaro che voglia
qualcosa da Noctis, ma per quanto mi riguarda… è
come se conoscendo quel segreto
possedesse un pezzo di me, e la cosa mi spaventa più di
tutte le orde di deamons che potrebbe scagliarci contro
–
ammise.
-
Ricordati che non
sei sola –
La mano di
Ignis si posò perfettamente sulla sua, ferma sul tavolino.
-
Nessuno
di noi lo è – aggiunse Gladio – usciremo
da questo
casino tutti assieme come abbiamo sempre fatto –
affermò
con decisione.
-
Già,
avete ragione – sorrise la principessa.
-
Ormai dovremmo
essere quasi a Gralea – osservò Ignis.
-
Non oso immaginare
cosa ci aspetti – commentò l’Amicitia.
-
Orde di deamons.
Esattamente come ha detto Selis, ma lo sapevamo già
– rispose Noctis.
-
Una volta arrivati
ci dirigeremo alla fortezza – spiegò Ignis.
-
La fortezza?
–
-
La
Zegnautus – disse il ragazzo – un colossale
bestione
Imperiale che dicono sia inespugnabile – raccontò.
-
Suona bene
– mormorò Selenis tetra.
-
E con dentro Prompto
e il cristallo – aggiunse Noctis.
-
Se
sono dentro, li faremo uscire. – replicò Gladio
–
Comunque, sarà vera la storia che il cristallo possa epurare
i
deamons? – s’interrogò.
-
Per
saperlo dovremo provarci, ma è plausibile –
rispose Ignis
– Che i deamons siano più feroci da quando le
notti si
sono allungate è un dato di fatto –
affermò –
se davvero fuggono alla luce, questo vuol dire che il cristallo
potrebbe non solo salvare Lucis, ma il mondo intero –
-
Beh,
lo scopriremo quando lo avremo ripreso – commentò
Noctis
un secondo prima che il treno si fermasse all’interno di una
galleria.
-
Che diavolo...!?
– esclamò Gladio.
-
Che
c’è? – domandò Ignis.
-
Tiro a indovinare:
un altro guaio – replicò l’Amicitia.
-
Il
treno si è fermato e le luci della galleria si sono spente
tutte
– lo informò Selenis guardando fuori dal
finestrino.
-
Andiamo a
controllare la sala macchine – disse Noctis.
I ragazzi si
diressero quindi
verso la testa del treno. Con il convoglio fermo, il silenzio era
assoluto e decisamente inquietante. Il fatto che all’esterno
regnasse la semioscurità di sicuro non faceva ben
presagire..
Stavano
attraversando la
carrozza panoramica con ampie vetrate, quando ci fu un potente urto che
ne crepò
tutta la superficie.
-
Adesso mi sembra che
stiamo esagerando – commentò Selenis aiutando
Ignis a rimettersi in piedi dopo la scossa.
“La
città cerca di chiuderci fuori con i deamons!”
La voce di
Bigs
uscì prepotente dagli altoparlanti del vagone e, nello
stesso
momento, sui vetri comparvero una serie di Goblin,
che con il muso schiacciato contro di essi, mostravano un ghigno per
nulla rassicurante.
“Scusate,
devo chiudere. Non preoccupatevi per noi!” esclamò
il mercenario interrompendo le comunicazioni.
-
Devono essere sotto
attacco –
-
Anche noi
– replicò Gladio quando con un crepitio la parete
cedette facendo entrare i deamons.
-
Diamoci da fare!
– affermò Noctis facendo per richiamare la propria
arma.
-
Cos’hai?
– chiese Gladio.
-
Le armi…
sono inceppate! – esclamò il principe ritrovandosi
con il pugno vuoto.
-
Maledizione!
– imprecò Selenis con lo stesso identico problema.
-
State indietro!
–
Gladio si
fece avanti, centrando con un calcio il Goblin che si era fatto avanti.
-
Correte! –
Nessuno di
loro se lo
fece ripetere due volte.
Selenis afferrò la mano di Ignis guidandolo attraverso i
vagoni.
Una rapida
occhiata fuori
dai finestrini faceva intuire quando fosse tragica la loro situazione.
I deamons si moltiplicavano a vista d’occhio, scontrandosi
contro
il treno e irrompendo dai finestrini.
-
Se
continuiamo così rimarremo intrappolati! –
gridò la
principessa, lanciando un bicchiere pescato per caso nel vagone
ristorante contro un Goblin che stava per aggredirli.
Il mostro
venne colpito in fronte e ricadde all’indietro addosso ai
suoi simili.
-
Bel colpo!
– si complimentò Gladio.
-
Presto non dovremo
più scappare – affermò Ignis.
-
Hai
un’idea migliore? – domandò Noctis
buttando un
occhio dietro di sé per controllare gli inseguitori.
-
Lasciamo il treno e
prendiamo la Regalia – rispose il ragazzo come se fosse la
cosa più ovvia di questo mondo.
-
Muoviamoci!
– li incitò allora Gladio.
-
Dobbiamo arrivare al
vagone merci – aggiunse Ignis.
-
Giù la
testa! –
Selenis fece
abbassare la
testa all'amico, appena in tempo per schivare un deamon che cadde
invece all’interno di una delle cuccette.
-
Li odio! –
esclamò la principessa chiudendogli la porta in faccia.
-
Grazie –
disse Ignis mentre riprendevano a correre.
Una volta
raggiunto il
vagone che ospitava la Regalia, Noctis si fiondò al posto di
guida. Ignis e Gladio occuparono i sedili posteriori e Selenis si mise
di
fianco al guidatore. Un istante dopo, il motore rombante della macchina
rimbombava tra le pareti della galleria.
“Stato
di allerta aumentato. Attivazione difese di livello 4. Chiusura degli
accessi in corso”
Una voce
metallica li avvisò dell’imminente chiusura delle
porte che conducevano alla capitale.
-
Schiaccia a manetta!
– esclamò Gladio.
-
L’idea era
quella – replicò Noctis ingranando la marcia.
-
Vedi di non
schiantarti – aggiunse l’Amicitia.
-
Grazie del consiglio
- rispose sarcastico il principe.
-
Non posso credere
che riusciate a battibeccare anche adesso! – disse esasperata
Selenis.
-
Dove siamo adesso?
– domandò Ignis preoccupato.
-
Dentro una galleria,
sui binari del treno – lo informò Noctis.
-
Non rallentare o ci
raggiungeranno! – lo incitò Gladio.
-
Sto andando
più veloce che posso, reggetevi! –
La Regalia
filava alla
massima potenza lungo il tunnel, e ormai si era lasciata dietro
il convoglio che fino a quel momento li aveva ospitati. I deamons
passavano fuori dai finestrini così veloci, da risultare
poco più che macchie indistinte in mezzo al buio.
Poi, la
galleria finì
all’improvviso, catapultandoli nella periferia di Gralea. I
binari proseguivano, illuminati da una serie di lampioni che gettavano
ombre di luce morente sul selciato.
-
Cos’è
stato? – chiese Ignis quando un vagone merci abbandonato
lungo la ferrovia esplose.
-
Cercano di farci
saltare per aria – rispose Noctis mettendo tutta la sua
concentrazione sulla guida.
-
Non riesco a vedere
niente con questo buio – replicò Selenis cercando
di aguzzare la vista.
-
Se ci colpiscono
è finita –
-
Ci vuole ben altro
per fermare il fedele destriero di sua maestà –
replicò Ignis a Gladio.
I colpi
proseguivano
incessanti, facendo esplodere tutto quello che raggiungevano. Alcuni
calcinacci e detriti colpirono più volte la Regalia, che
nonostante questo, proseguì nella sua corsa sotto
la guida esperta del suo padrone.
-
Dai piccola che ce
la fai.. resisti! – la pregò Noctis a denti
stretti.
-
Dov’è
quella dannata porta?! – sbottò Selenis
– Eccola!
– gridò un secondo dopo vedendola comparire
davanti a loro in
mezzo alle fiamme.
-
Si sta chiudendo!
Sbrigati! –
La macchina
si
infilò tra le porte che si stringevano, un attimo prima che
un eplosione si abbattesse contro di loro. Noctis a quel punto
iniziò a frenare, arrestando la vettura poco prima di un
vagone
posto di traverso sui binari.
Quando si
fermò
del tutto, i suoi occupanti rimasero in silenzio. Fuori scrosciava una
pioggia fitta e una densa nuvola di fumo, si sollevava dal cofano
dell'auto, oltre il parabrezza
crepato. Noctis
provò a riavviarla, ma la macchina non diede alcun cenno di
vita.
-
Non cammina
più – affermò Gladio.
-
Ha corso fin troppo
– rispose Noctis aprendo la portiera.
I suoi amici
lo imitarono.
La Regalia
era in
condizioni disastrose: i vetri in frantumi e la carrozzeria ridotta ad
un colabrodo. Era chiaro a tutti che quello era stato il loro ultimo
viaggio assieme. L’auto di Re Regis li aveva accompagnati per
tutto quel tempo, facendo il suo lavoro in modo egregio fino alla fine.
Noctis la
fissò,
era un altro pezzo della sua vita che si spegneva..
L’immagine
del padre mentre scendeva dalla Regalia di ritorno da uno dei suoi
tanti impegni, tornò prepotente nei suoi ricordi.
-
Papà…
grazie di tutto – mormorò prima di voltarsi.
Campeggio dell'autrice:
Buongiorno ragazzi!!
Ok, forse come capitolo sotto Natale non è proprio il
massimo ^^"
Devo ammettere che l'abbandono della Regalia mi ha fatto una tristezza
immensa, come il cane di Io sono leggenda per intenderci. Pensavo di
non potermi traumatizzare oltre, dopo l'incidente di Ignis, ma mi
sbagliavo di grosso!
Il capitolo segue più o meno fedelmente la trama del gioco
quindi non ho molto da dirvi in realtà... però la
verità sulle origini dell'anello di Selenis non è
lontana e magari qualcuno di voi si è già fatto
una mezza idea ;) Sarà qualcosa legata allo stesso Ardyn, da
come avete potuto intendere..
Grazie mille ai Lettori
che continuano a seguirmi e alle Comrades
che proseguono con le loro recensioni ^^
Spero
che tutti voi possiate passare delle belle feste e un sereno Natale con
i vostri cari <3
Merry
Christmas people!
Baci,
Marta
|
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Capitolo 38 *** 37. Divisi ***
37
-
Siamo sicuri di voler marciare sulla capitale a mani
nude? -
Selenis
rimase ancora per
un attimo con il viso rivolto verso il cielo scuro, osservando le
grosse gocce di pioggia cadere verso di lei e rigarle la pelle, poi si
voltò in direzione di Gladio che aveva posto la domanda.
-
E senza garanzie che
il cristallo respinga i deamons – aggiunse Ignis.
-
Ormai dobbiamo
percorrere la strada più difficile. Non si torna indietro
no? –
-
Il Cancelliere
sembra onnipotente – sospirò Selenis, guardando
verso la fortezza Imperiale che sovrastava l’intera
città.
-
Dici che
è colpa sua se le nostre armi sono sparite? –
domandò Noctis.
-
Ci metterei la mano
sul fuoco.. – rispose tetra la ragazza.
-
Ciò
significa che è stata sempre opera sua quando quel giorno
è successo
a te – ragionò Ignis.
-
Deve averci seguiti
e osservati costantemente… - affermò la
principessa con un brivido.
-
Allora
c’è solo un modo per scoprire cosa ha in mente.. -
replicò Noctis mettendosi in marcia.
I ragazzi si
avvicinarono
al convoglio deragliato che bloccava la strada. Per oltrepassarlo
l'unica cosa che potevano fare, era di sfruttare il passaggio creatosi
sotto uno dei vagoni... anche se sembrava che dovesse crollare da un
momento all'altro.
-
Mi pare decisamente
instabile – osservò infatti Gladio.
-
Sbrighiamoci allora
– esortò Ignis.
-
Di qui –
fece strada Selenis passando sotto la carrozza.
Noctis la
imitò, ma non appena fu passato lui, la struttura cedette,
schiantandosi al suolo e separandoli così dai loro amici.
-
Ignis! Gladio!
– urlò il principe.
-
No! –
esclamò la ragazza.
Nessuno dei
due potè però fermarsi a pensare all'accaduto,
perchè un folto numero di Goblin si materializzò
attorno a loro.
- I due eredi di Lucis soli soletti – li
canzonò la voce di Ardyn diffondendosi nell'aria umida.
-
Ancora
tu – sibilò Noctis – Lo sai? Per essere
un Cancelliere sei un malato figlio di puttana! – lo
aggredì
il ragazzo.
-
Noct, dobbiamo
andarcene di qui! – lo esortò Selenis –
Se riescono ad accerchiarci siamo finiti-
-
Lo so... –
replicò a denti stretti il principe – Per di qua!
–
Il giovane
prese per il
polso la cugina, correndo verso uno dei tanti vagoni che ostruivano la
strada mentre i deamons si
mettevano al loro inseguimento, sghignazzando e sibilando divertiti da
quel gioco.
I due
ragazzi salirono sulla carrozza e corsero a
perdifiato lungo il corridoio, per sbucare
dalla parte opposta della strada. Lì, una scalinata in ferro
sembrava condurli
dritti dritti ad uno dei complessi adiacenti la ferrovia. Incalzati dai
Goblin sempre più vicini, non rimase loro altro da fare che
dirigersi verso l'edificio.
-
Là!
– esclamò Selenis infilando la porta che portava
al suo interno.
-
Lasciateci in pace!
– gridò il giovane sbarrandola.
-
Noct! –
Il richiamo
angosciato della ragazza fece voltare di scatto il principe. Il
locale nel quale erano entrati pullulava di deamons... erano finiti
dalla padella nella brace.
-
Attento! –
Selenis
portò una
mano in avanti e uno scudo, seppur tremolante, apparve davanti a lei,
respingendo l’assalto del nemico.
Quell'operazione che di solito non le costava alcuna fatica, era
diventata un'impresa. Sembrava che qualcosa lottasse contro la sua
barriera, risucchiandone l'energia.
-
Non vi
lascerò passare – ansimò.
L’anello
al suo
dito brillò all’improvviso e la barriera divenne
più solida.
-
Noct, non so quanto
resisterò! Devi andare avanti! – gridò
al ragazzo alle sue spalle - Noct! –
La
principessa si
voltò di scatto quando sentì il cugino gridare di
dolore. Vicino a lui
però non c’era nessun deamon ad attaccarlo, ma una
luce intensa gli brillava al dito della mano destra, là dove
l'anello dei Lucis era stato indossato.
Messo con le spalle al muro e vedendo Selenis in pericolo, a Noctis non
era rimasto altro. Aveva affrontato le sue paure e trovato il coraggio
di usarlo.
In quel
momento, con un
ultimo bagliore, la pietra della principessa si spense e lo scudo
scomparve. La
ragazza si sentì afferrare per una spalla e Noctis le si
parò davanti. L’aria, attorno all’anello
al dito del giovane, prese a tremolare, mentre
questo si illuminava di una luce rossa. I deamons si ritrassero
istintivamente, ma inutilmente. Le loro sagome sembravano essere state
catturate da un campo di forza che ne distorceva la forma,
assottigliandola come sotto la potenza di una pressa invisibile. Il
globo scarlatto scaturito dal gioiello, si espanse
fino a catturare tutti i Goblin e quando sparì, di
loro non c’era più alcuna traccia.
Il potere
dell’anello dei Lucis era davvero spaventoso.
-
Noct –
Selenis si
avvicinò
al ragazzo, osservando come sulla sua mano corressero sottili venature
di un rosso
brillante, come crepe vulcaniche, che risalivano anche il
braccio e il collo.
-
Sto bene, credo
– replicò il principe rigirando il palmo.
-
Sono scomparsi
tutti..- mormorò Selenis ancora attonita.
-
Temo
che questa sia la nostra unica arma per ora –
osservò
Noctis – Riesci ancora ad evocare la barriera? –
-
No.. –
rispose la ragazza dopo averci provato – E' come se il potere
si fosse dissolto.. – aggiunse.
La pietra
bianca incastonata sull’anello, emetteva dei radi e fiochi
bagliori intermittenti.
-
Allora vado avanti
io – asserì il giovane.
-
Dobbiamo trovare il
modo di arrivare lassù –
La
principessa indicò al cugino la Zegnautus.
-
Ci
deve essere un ascensore lì dentro –
replicò Noctis,
osservando la colonna che da terra andava ad incastrarsi esattamente
nel mezzo della fortezza.
-
Passiamo di qui?
– domandò Selenis indicandogli la porta di
servizio.
-
Proviamoci
– assentì il ragazzo.
L’entrata
si
aprì cigolando sui cardini mal oliati, introducendoli ad un
corridoio
illuminato da una serie di neon pallidi.
-
Via libera, andiamo
– disse il principe iniziando a percorrerlo.
Il passaggio
portava ad
una serie di stanze che, tolto il loro stato dismesso e la
sporcizia accumulata, davano l’idea di essere state usate
sovente dai
sorveglianti e dai soldati Imperiali. Se non fosse bastato
l’ambiente ad inquietare i due ragazzi, l’assoluto
silenzio
che permeava l’aria di sicuro non aiutava.
-
Dove
diamine sono finiti tutti? – si domandò Noctis,
osservando
una fila di armadietti metallici con ancora gli indumenti appesi
all’interno.
-
Sembra che siano
fuggiti.. o spariti nel nulla – replicò Selenis.
-
Mi piacerebbe
saperne il motivo – borbottò il principe.
-
Sono
sicura che se lo chiedessimo al nostro "amico" Cancelliere, saprebbe
darci tutte le
spiegazioni a tal proposito – commentò tetra la
ragazza.
-
Comincio
a sospettare che non sia l’Impero in sé il
nostro nemico.. – disse Noctis sovrappensiero.
-
Ardyn
ci ha accusati di essere stati noi a farlo diventare così..
e in
più se n’è saltato fuori dicendo di
essere
immortale… mi chiedo chi sia in realtà..
– meditò la ragazza.
-
Non
penso che ci vorrà ancora molto per scoprirlo.. –
replicò Noctis con una smorfia – Nemici in vista
– aggiunse subito dopo arrestandosi.
Un gruppo di
Goblin
scorrazzavano per il cortile sul quale sbucava il corridoio che avevano
imboccato. Noctis si fece avanti attivando il proprio potere, e nel
giro
di qualche istante, dei deamons non c’era più
traccia. Ai
due ragazzi non rimase altro da fare che proseguire, entrando
nell’edificio che ospitava l’ascensore.
La Zegnautus li accolse in un
ambiente non molto differente da quello che si erano lasciati di sotto.
Un dedalo di corridoi completamenti deserti,
ingombri di casse per i rifornimenti, taniche di metallo arrugginite e
intervallati da stanze di controllo, si dipanavano dividendo la
fortezza
in diversi livelli.
-
C’è
troppo silenzio qui.. – mormorò Noctis procedendo
con cautela.
-
Non so se
rallegrarmene o esserne terrorizzata – commentò
Selenis dietro di lui.
-
Come ci si sente ad
essere inermi? –
La voce
amplificata di Ardyn risuonò nuovamente, minacciosa e
scherzosa al tempo stesso.
-
Non potete salvare i
vostri amici se non potete salvare voi stessi –
cinguettò il Cancelliere.
-
Grandissimo figlio
di puttana.. – sibilò la principessa.
-
Dobbiamo sbrigarci a
trovarli – soggiunse Noctis.
-
Non sentite la
catastrofe imminente? – proseguì Ardyn
accompagnando la frase con una sonora risata.
-
Non so neppure se
questa è la strada giusta – commentò il
ragazzo infastidito.
-
Sono sicura che lo
sia – replicò la giovane.
-
Il tuo anello
funziona di nuovo? – domandò Noctis sorpreso.
-
No…
lo so perché Ardyn vuole che lo
raggiungiamo. Non è nel suo
interesse lasciarci vagare senza meta qui dentro –
spiegò.
-
Sicuramente Ignis
avrebbe una spiegazione logica – sospirò il
principe.
-
E Gladio direbbe che
l'importante è restare uniti –
-
Già,
mentre Prompto si lamenterebbe solo – rise Noctis per poi
tornare subito serio al pensiero dell’amico.
-
Lo troveremo, ne
sono sicura – lo rassicurò la ragazza –
Un momento.. –
Selenis
afferrò il cugino per una manica, arrestando così
il suo avanzare.
-
Cosa
c’è? – domandò lui confuso.
-
Ho visto qualcosa
muoversi.. - rispose la ragazza aguzzando la vista lungo il corridoio.
Il rumore di
qualcosa che veniva trascinato
per terra interruppe all'improvviso il silenzio.. Era un suono
metallico che faceva accapponare la pelle.
-
Vieni! –
disse Noctis trascinando la principessa all’interno di una
stretta intercapedine del muro.
Lo stridio
si fece sempre
più vicino. I due ragazzi, con il cuore in gola, guardavano
fuori dal loro nascondiglio…
Lentamente, il profilo di un soldato
Magitek passò loro davanti. Questo soldato però
sembrava
diverso da quelli incontrati fin’ora. Camminava con le
ginocchia
leggermente piegate, trascinando l’ascia in dotazione al
suolo.
Il nucleo luminoso brillava al centro del petto, dal quale si potevano
scorgere i cavi che componevano il suo interno. Era privo della
consueta
maschera metallica dai tratti umani e al suo
posto c’erano solo un paio di globi rossi, accesi in
corrispondenza degli occhi, mentre la mascella era composta un reticolo
unico di fili
e lastre di metallo. Nel complesso era
una visione terribile.
Il soldato
proseguì la sua marcia senza accorgersi della loro presenza.
I due ragazzi osarono uscire dal loro nascondiglio, solo quando quel
rumore angosciante sparì.
-
Che
cos’era? – mormorò la principessa
spaventata.
-
Sembrava un Magitek,
ma era diverso dai soliti – rispose Noctis
-
Meglio se ci diamo
una mossa… - suggerì la ragazza.
-
Dev’essere
sfiancante correre senza posa – li canzonò la voce
di
Ardyn cogliendoli alla sprovvista – La vostra magia
è una “reale”
delusione –
-
Aspetta
Noct! – la principessa fermò il cugino, ignorando
la fastidiosa voce del Cancelliere
e soffermandosi davanti alla porta aperta di quella che sembrava una
sala monitor.
-
Cosa
c’è? –
La ragazza
entrò nella stanza, chinandosi su di un uniforme abbandonata
per terra. La cosa strana e raccapricciante stava nel fatto che
chiunque li avesse indossati, sembrava essere sparito in una nuvola di
fumo lasciandoli lì. Selenis frugò per un attimo
all'interno delle tasche estraendone poi una tessera magnetica.
-
Credo
sia una tessera di accesso – spiegò la ragazza
rigirandosela tra le dita – potrebbe venirci comodo
–
-
Hai ragione, brava
– assentì il re.
Dopo aver
prelevato la carta, i due ragazzi proseguirono.
I corridoi
continuavano
a susseguirsi tutti uguali tra loro, ma era chiaro che dovessero salire
ai
livelli superiori se volevano avere la speranza di ritrovare Prompto e
di recuperare il cristallo. Alla fine, dopo
diverse
rampe di scale, si ritrovarono in un spazio piuttosto ampio, al cui
centro si
trovava quello che aveva tutta l’aria di essere un ascensore.
La
piattaforma che lo ospitava
era sospesa nel vuoto e collegata da diverse passerelle ad altrettante
uscite.
Sotto di esse, ad occhio nudo non si riusciva a scorgere il fondo.
-
Ciò
che desiderate è vicino ormai.. presto sarà a
portata di
mano – sussurrò il Cancelliere riferendosi a
Prompto
– Vi consiglio l’ascensore centrale, vi
porterà dove
dovete andare – aggiunse.
-
Stiamo davvero
facendo il suo gioco – commentò la ragazza
irritata.
-
Non abbiamo altra
scelta.. – replicò Noctis.
Una volta
raggiunto
l’ascensore sul display di
accensione lampeggiava la scritta “Livello di accesso non
consentito”.
-
Temo che la tessera
che abbiamo non sia adeguata – disse seccata Selenis quando
provò ad avviarlo.
-
Da
qualche parte deve esserci un terminale per l’aggiornamento
dei
badge – ragionò Noctis – ma non saprei
dove
cerc…-
Il suo
pensiero fu
interrotto dall’aprirsi di una delle porte blindate che
conducevano ad un altro settore del piano in cui si trovavano.
-
Chiedi
e ti sarà aperto.. - mormorò sarcastica la
ragazza, ben
consapevole che dietro questo piccolo miracolo ci fosse il Cancelliere.
-
Che diamine.. -
borbottò il principe.
Pur mal
volentieri, e con la certezza che la via che si era aperta poteva anche
essere una
potenziale trappola mortale, i due giovani si diressero verso di essa.
-
Inizio ad essere
stufa di tutti questi corridoi e queste scale –
sbuffò Selenis svoltando l’ennesimo angolo.
-
Non
riesco ad immaginare quanti Imperiali potessero stare qui dentro,
questo posto è enorme – commentò il re.
-
E
questo non fa che aumentare la mia preoccupazione sul fatto che non si
veda in giro nessuno.. com’è possibile che questo
posto
sia completamente vuoto? –
Proprio in
quel momento, un movimento fugace attirò la loro attenzione.
-
Lo hai visto anche
tu? – sussurrò Noctis –
sembrava…-
-
Prompto! –
completò per lui Selenis mettendosi a correre.
Una volta
che i due Lucis
ebbero raggiunto la sommità delle scale, videro una stanza
chiusa
da inferriate, dietro la quali c’era proprio il loro amico.
-
Prompto! –
gridò il principe, cercando invano di aprire la porta che
però risultò inamovibile.
-
Rispondi Prompto!
– gli fece eco la ragazza.
Il pistolero
era riverso su di una sedia, sembrava svenuto o…
-
Non è
morto – affermò con decisione Noctis –
Troviamo un modo per raggiungere quella stanza –
I ragazzi
entrarono nella
camera adiacente e, strisciando lungo uno stretto passaggio tra la
parete e
alcuni server, riuscirono a sbucare nella sala dove si trovava
l’amico. Ad aspettarli però c'era un piccolo
problema. Un grosso deamon dalle sembianze di un ragno, con il corpo
grosso e tozzo a
cui erano attaccate le zampe uncinate. Il torso era di donna, dai
lunghi capelli scarmigliati stretti alla belle e meglio in una
treccia. Il mostro si lanciò subito su di loro con ferocia.
Selenis
scartò di
lato, ruzzolando sul pavimento impolverato e finendo contro alcune
casse in legno buttate alla rinfusa in un angolo.
-
Che
male… - borbottò la ragazza massaggiandosi la
testa – Noct!
– esclamò poi all’indirizzo del cugino.
Il giovane
era riuscito a
mettersi in salvo incastrandosi tra due grossi container in plastica.
Il deamon però non gli lasciava
tregua, cercando con le sue zampe di raggiungerlo. Noctis aveva
attivato il potere dell’anello, ma il procedimento questa
volta sembrava più lungo, forse per colpa delle dimensioni
del
mostro.
Selenis
appoggiò una mano a terra per alzarsi e il suo palmo
incontrò la ruvidezza di una pompa di gomma, arrotolata in
mezzo ad altro ciarpame.
Un'idea le
balenò allora alla mente. La annodò creandone un
cappio, dopo di che, lo lanciò verso la testa del
deamon centrando al primo colpo l’obiettivo. Tutte quelle ore
spese nel ranch dei Chocobo aveva dato i suoi frutti dopo tutto.
Puntando i piedi, la ragazza iniziò a tirare il mostro verso
di
lei, nel tentativo di far guadagnare del tempo prezioso a Noctis che
ormai era agli
sgoccioli.
Con il
solito lampo di
luce violetta, il deamon scomparve nel nulla con un risucchio. La
principessa cadde a sedere stremata, mentre il lazo improvvisato si
afflosciava al suolo.
-
Grazie –
ansimò suo cugino aiutandola a rialzarsi.
-
Figurati –
replicò lei – ma ora pensiamo a Prompto
–
Il loro
amico si trovava
dietro una catasta di scatole in legno, in quello che poteva essere un
piccolo magazzino. Infilandosi tra le casse e non senza una
certa difficoltà, i due ragazzi riuscirono ad aggirare
l’ostacolo. Prompto era ancora seduto sulla sedia dove lo
avevano
visto poco prima e continuava a non dare segni di ripresa.
-
Prompto! –
lo chiamò il re appoggiandogli la mano sulla spalla.
In quel
preciso istante,
la figura del pistolero tremolò e al suo posto comparve un
Magitek che con un sinistro cigolio cadde dalla sedia.
-
Questa
è un delle mie trappole preferite –
gongolò il Cancelliere – dovevate vedere le vostre
espressioni! Vi conviene
sbrigarvi… la prossima volta potrebbe essere davvero lui..-
-
Fregati di nuovo
– disse Noctis tra i denti.
-
Maledizione
– imprecò Selenis dando un pugno ad uno scatolone
lì vicino.
-
Beh.. almeno guarda
cosa c’è qui –
Noctis
indicò alla
ragazza uno dei terminale per le autorizzazioni dei badge. La ragazza
lo tirò fuori dalla tasca inserendolo
nell’apposita
fessura.
“
Livello di autorizzazione quattro” gracchiò la
voce metallica della macchina risputandogli la tessera.
-
Torniamo
all’ascensore – asserì la principessa,
aprendo la
porta che prima non avevano potuto attraversare dall’esterno.
I due
ragazzi tornarono
quindi indietro all’ascensore centrale. Ardyn sembrava essere
scomparso, o più probabilmente si stava divertendo nel
guardare i
loro tentativi di proseguire senza farsi uccidere. Il che era ancora
più subdolo…
-
Ci
siamo quasi, ne sono sicuro – affermò
all’improvviso
Noctis mentre si avvicinavano al pannello di controllo
dell’ascensore, posto su di una delle passerelle che si
gettavano nel vuoto.
-
Parli proprio come
un Re – disse Selenis con un sorriso.
-
Sei seria?
– domandò il ragazzo stupito.
-
Tu
forse non te ne sei reso conto, ma sei cambiato molto durante questo
viaggio – asserì la giovane – Tuo padre
sarebbe
fiero di te –
-
Può
essere.. – assentì il principe – Io
invece ho
sempre pensato che tu saresti stata molto più adatta di me
alla
successione al trono; ho sempre provato un po’ di invidia, in
realtà, per la tua vita.. - confessò il giovane.
-
Posso
capire la tua invidia, essere l’erede non è
semplice,
essere il prescelto lo è ancora meno, –
replicò
Selenis – ma io non sarei stata migliore di te, sarei
già
affondata sotto quel peso.. Tu invece no, –
proseguì la
ragazza sotto lo sguardo attento di Noctis – sei sempre
andato
avanti, hai superato le tue paure e non hai mai messo da parte il tuo
compito, non hai mai pensato una singola volta di abbandonare
–
disse – Dalla morte di mio padre non aveva più
versato una
singola lacrima, mentre tu hai saputo dare sfogo alle tue emozioni e
questa non è una debolezza, semmai il contrario! Non
sottovalutare il tuo potere, è ben più saldo e
potente del
mio – concluse con un sorriso.
Noctis
sbattè un paio di volte le palpebre e con la manica si
sfregò gli occhi diventati lucidi.
-
Grazie Selis
– mormorò – sono felice che tu sia qui
con me – aggiunse.
-
Ogni volta che ne
avrai bisogno – rispose la ragazza.
-
Ora
mettiamo in funzione quel dannato ascensore –
asserì il re, voltandosi ad armeggiare con la consolle dei
comandi.
Una vola
inserita la
tessera con l’autorizzazione adeguata, la luce di accensione
da
rossa passò a verde e sul display comparve la scritta
“
attivazione parziale”.
Ci fu un
rumore di motori che iniziavano a girare e l’interno
dell’elevatore si accese.
-
Credo che ci siamo
– affermò il ragazzo prima di venire interrotto
ancora una volta da Ardyn.
-
Più si
sale in alto.. più si precipita in basso.. –
Quando
l'ultima sillaba pronunciata dal Cancelliere si chiuse, davanti a loro
comparve un Gangantua. Il deamon alzò il suo
spadone, calandola sulla passerella che i due ragazzi avevano
iniziato a percorrere. Con uno stridio, la
struttura metallica cedette sotto al colpo del mostro. Sia Selenis che
Noctis si sentirono mancare l’appoggiò sotto i
piedi.
-
Selis! –
gridò il principe cercando di afferrare la mano della
cugina.
Tutto fu
inutile, entrambi caddero nel vuoto.
Campeggio dell'autrice:
Buongiorno a tutti!
Scusatemi se questo capitolo è un pò sottotono,
ma è dalla vigilia che con mia grande fortuna sono ammalata
^^" Per cui è più o meno da ieri che riesco a
mantenere una posizione eretta per poter usare il computer. Sigh..
I quattro amici sono stati separati. Gladio e Ignis da una parte e
Noctis e Selenis dall'altra. Ho voluto mettere assieme i due cugini
perchè mi pareva giusto dividerli equamente xD No, in
realtà mi è piaciuta molto questa parte di gioco
in cui Noctis se la doveva cavare solo con l'ausilio dell'anello e
sapevo che un discorsetto di incoraggiamento da parte di Selenis gli
sarebbe servito u.u Ma ora i due Lucis sono precipitati... quindi che
ne sarà di loro? Prompto is coming!!!
Ne approfitto per ringraziare chi in questo 2017 mi ha costantemente
supportata, leggendomi e facendomi sapere le proprie opinioni tramite
le recensioni ^^ Un grazie anche a chi non ha mancato di inserirmi tra
le fic seguite o ricordate, con particolare menzione a Kira91 e Alepcc2003!
Auguro a tutti un Felice
Anno Nuovo e ci si ribecca nel 2018 quindi ;)
A presto!
Marta
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Capitolo 39 *** 38. Riuniti ***
38
Il Gargantua
che colpiva,
la
passerella che cedeva sotto i suoi piedi, il grido di Noctis prima di
precipitare nel vuoto.. Queste erano le ultime cose che
Selenis si ricordò una volta ripreso conoscenza.
Quando
aprì gli
occhi
per un attimo non vide nulla, il suo campo visivo era sfasato, la mente
faceva ancora fatica a raccogliere i pezzi. Sbattè ancora un
paio di volte le palpebre, mettendo finalmente a fuoco una bocca irta
di denti aguzzi sormontata da un paio di occhi
lattiginosi
La ragazza
gridò, tirandosi indietro così
velocemente da andare a sbattere contro la parete alle sue spalle.
Sdraiato a
terra
c’era un Goblin, ma solo dopo qualche secondo Selenis
capì
che doveva essere morto. Non accennava a muoversi e il suo sguardo era
vacuo.
-
Dove diavolo sono?
–
La
principessa era in una cella dalle pareti di cemento grigio,
con l’unica compagnia di quel deamon e l’uscita
bloccata da
spesse inferiate di metallo. La ragazza si
avvicinò alla porta della cella che risultò
impossibile da aprire: era chiaramente in trappola.
-
Maledizione!
– esclamò furiosa, percuotendola con
più foga – Fammi
uscire di qui! – sbraitò, dando un sonoro calcio
alle
sbarre.
L’eco
del suo colpo si spense nel più totale silenzio.
Inascoltato... o quasi.
-
S.. Selis? Sei tu?
–
La
principessa credette di sognare e poco ci mancò che il suo
cuore smettesse di battere.
-
Prompto?!
– disse sorpresa, schiacciandosi contro le inferriate per
cercare
di vedere l’amico – Prompto dove sei?! –
-
Qui –
rispose la voce un po’ stanca del ragazzo – vedo la
tua mano - aggiunse.
-
Stai bene?! Ti hanno
fatto del male?! – chiese la giovane.
-
Diciamo che me la
cavo – replicò lui.
-
Siano
ringraziati gli Dei!! – esclamò con voce spezzata
la principessa
– Ti abbiamo cercato dappertutto! –
-
Anche gli altri sono
qui? Davvero siete venuti per me? – disse Prompto.
-
Sì!
Ovvio che siamo venuti per te! Che discordi sono?! – lo
rimproverò lei – Eravamo tutti assieme
all’inizio,
ma poi Ardyn ci ha separati – spiegò –
è
stato lui a portarti qui? –
-
Quasi.. –
replicò Prompto.
Il tono
della sua risposta allarmò Selenis, ma prima che potesse
aprire bocca per
chiedergli spiegazioni, la voce dello stesso Cancelliere li interruppe
riverberando nell'aria.
-
L’Impero
ha compiuto passi notevoli nello sviluppo dei deamons, sotto la mia
direzione certo – disse, rivolgendosi con tutta
probabilità
a Noctis ancora impegnato a cercarli - Li
producevamo proprio qui… - affermò.
-
Cosa diamine sta
farneticando..? Cosa vuol dire che li producevano?! -
mormorò la principessa confusa.
-
La
testa non serve solo a portare la corona, usala – rise
l’uomo, e per un attimo Selenis pensò che l'avesse
sentita – Ti sei mai chiesto da dove vengono i deamons?
– domandò con voce melliflua – Beh, un
tempo erano
bambini, uomini e bestie… ohhh e tu ne hai uccisi
così
tanti –
Selenis
ascoltava quelle
parole sentendosi soffocare. Com’era possibile che la vera
natura
di quelle creature fosse in realtà così vicina a
loro?
Com’era possibile che nessuno lo avesse mai scoperto?
-
I
soldati di fanteria, che voi con leggerezza dite essere dei fantocci
vuoti, in origine erano bambini.. - continuò
l’uomo.
-
Smettila!
– gridò a quel punto Selenis mettendosi le mani
sulle orecchie.
-
Marchiati
con un numero seriale, venivano incubati qui finchè non
erano
pronti a combattere.. povere anime innocenti, destinate a soffrire per
colpa di un re straniero.. Non sono così vuoti alla fine,
no? –
-
Bugiardo! –
La
principessa si
scagliò ancora una volta contro le sbarre, afferrandole e
scuotendole, più per placare il tumulto che sentiva dentro
che
per scappare di lì.
-
Purtroppo non sta
mentendo.. -
-
Cosa? –
domandò scioccata nell'udire la voce di Prompto.
-
Questa
parte della Zegnautus era adibita ad area di ricerca – disse
il
ragazzo – E' stato scoperto un agente patogeno chiamato
Plasmodium mutante che è all’origine della
trasformazione
in deamon.. gli Imperiali hanno iniziato a studiarlo per impiegarlo
come risorsa bellica, e dopo diverse sperimentazioni sono riusciti a
creare i
Magitek – spiegò Prompto con voce spenta
– Negli
ultimi mesi però, la situazione gli è sfuggita di
mano e
i
deamons sono andati fuori controllo.. contagiando tutti quanti
–
Selenis
ascoltava
attonita le parole dell’amico. Il fatto che la struttura
risultasse deserta ora aveva trovato un fondamento.
-
Quello che ha detto
è tutto vero purtroppo… - concluse il giovane.
-
Prompto…
tu come fai a sapere tutte queste cose? – domandò
con voce tremante la ragazza.
-
Già
Prompto, come fai a saperle? –
Selenis si
voltò di scatto, per ritrovarsi faccia a faccia con lo
stesso Ardyn.
-
Oh! Le mie scuse,
non era mia intenzione spaventarti – sorrise
l’uomo.
-
Cos’hai
fatto? – mormorò la principessa guardandolo
sconvolta.
Se ne
rendeva conto per la prima volta solo ora, che quello che aveva di
fronte era la causa di tutti i loro mali.. Non era mai stato
l’Impero il vero nemico, ma lui.. C’era lui dietro
a tutto
quello e per colpa sua erano morte così tante persone...
-
Cos’hai
fatto ai miei amici?! Alla mia casa?! A questo mondo?! –
gridò con rabbia lanciandosi contro di lui.
Ardyn, quasi
divertito,
schivò i suoi pugni, afferrandola poi saldamente per i polsi
e
sbattendola contro il muro in cemento della cella.
-
Selis! –
esclamò Prompto udendo il gemito dell’amica.
-
La domanda corretta
è cos’avete fatto voi.. –
replicò Ardyn ad un soffio dal volto della giovane.
-
Sono
stanca dei tuoi giochetti mentali – esclamò con
rabbia la
ragazza – Prima o poi ti ucciderò, che tu sia
immortale o
meno –
-
Così
forte.. – mormorò l’uomo, avvicinandosi
ulteriormente e sfiorandole con la punta del naso la
pelle delicata dietro l’orecchio.
Selenis si
irrigidì e provò a divincolarsi, ma Ardyn, con il
peso
del proprio corpo la teneva inchiodata al muro senza lasciarle
possibilità di fuga.
-
Smettila!
– urlò spaventata.
-
Lasciala stare!
– le fece eco Prompto.
-
Così
fiera, esattamente
come l’immagine che ho nei miei ricordi.. –
continuò Ardyn posandole le labbra contro il collo.
A quel punto, l’anello
al dito di
Selenis diede un potente bagliore, facendo
retrocedere l’uomo e salvando così la ragazza da
qualcosa che la terrorizzava più di qualsiasi deamons.
Per un
singolo istante,
alla principessa sembrò che il volto di Ardyn fosse
cambiato, che
crepe grigiastre gli solcassero il viso e che i suoi occhi fossero neri
come la pece. Il Cancelliere si
limitò a ridere,
sistemandosi il cappello scivolato all’indietro per il
movimento improvviso. Nello stesso momento si udì il rumore
di una porta che veniva aperta,
seguito dall’eco di alcune voci.
-
Il
nostro tempo temo che sia finito.. – disse l’uomo
–
Peccato non averne avuto di più! – aggiunse,
inchinandosi
con ironia per poi scomparire nella semioscurità della cella.
Selenis,
ancora con le
spalle al muro e scossa dai brividi che nulla avevano a che fare con la
temperatura della stanza, si lasciò scivolare lungo la
parete, sedendosi a terra. Sentiva ancora la pressione di
quell’uomo contro di sè e la cosa la nauseava
oltre
l’immaginabile.
-
Selis! Stai bene?!
Ti ha…? -
-
Sto
bene Prompto.. – ansimò la ragazza – e
credo che tra
poco saremo liberi tutti e due – aggiunse sentendo
avvicinarsi le voci di prima
– Noct! Ignis! Gladio! – gridò.
Un secondo
dopo, le figure famigliari dei loro amici comparvero davanti alle
celle.
-
Selis! –
esclamò l’Amicitia.
-
Aiutate Prompto
– disse la ragazza tirandosi in piedi.
-
Ci penso io
– disse Noctis.
Mentre il
principe si occupava dell’amico, Gladio aprì la
porta della cella di Selenis.
-
Sei qui..
– disse lei lasciandosi avvolgere dalla sue braccia.
-
Cos’è
successo? – le domandò.
-
Quando mi sono
separata da Noct, Ardyn mi ha rinchiusa qui dentro.. –
spiegò la giovane.
-
Cosa?! –
esclamò l’Amicitia, scostandosi e prendendola per
le spalle.
Selenis
voleva mantenere un tono neutro, ma la voce le tremò
visibilmente.
-
Ti ha fatto
qualcosa? – chiese Gladio con gli occhi che mandavano
bagliori.
-
Non..-
-
Ti ha toccata?
–
-
Ci ha
provato… - ammise alla fine la ragazza con le lacrime agli
occhi.
-
Figlio di
puttana… se mi capita sotto tiro... –
sibilò il ragazzo incollerito.
-
Non
farlo! – lo fermò la principessa – Temo
che non sia
un avversario che possiamo battere così facilmente
–
La ragazza
non diede altre spiegazioni, ma superato
Gladio, uscì dalla cella per raggiungere Prompto.
Il pistolero
era seduto per terra, sotto una struttura a croce che era servita a
tenerlo imprigionato. Quando Selenis
comparve, Prompto, che aveva
appena finito di parlare con Noctis e che sembrava piuttosto scosso,
alzò gli occhi chiari su di lei e sorrise.
Selenis si
lasciò cadere in ginocchio e lo abbracciò di
slancio,
affondandogli il viso nella massa di capelli biondi. Quel sorriso le
era
mancato da morire.
-
Siano
ringraziati gli Dei.. – mormorò con tono umido
mentre il
ragazzo rispondeva all’abbraccio
– Fammi vedere in che condizioni sei – aggiunse
dopo un
momento liberandolo.
-
Sto bene Selis,
davvero – cercò di minimizzare lui.
-
Questo lo devo dire
io – puntualizzò la ragazza.
Prompto era
tutto sommato
in buone condizioni. Un profondo taglio gli solcava una tempia, sulle
braccia aveva delle vistose ecchimosi, mentre
vicino al polso c'era un segno circolare là dove era stato
immobilizzato.
-
Come
ti hanno ridotto – borbottò la giovane a denti
stretti
– per fortuna non sembra niente di grave… anche
perchè non
c'è niente con cui medicarti in questo schifo di posto
– aggiunse con una smorfia di
disappunto.
-
Mi sei mancata
veramente tanto – sorrise divertito Prompto.
-
Anche tu..
– replicò lei.
Stava per
chiedergli
altro, ma il ragazzo scosse impercettibilmente la testa. Qualsiasi cosa
fosse successa non voleva parlarne, o almeno non in quel momento. La
principessa quindi rispettò il suo desiderio, limitandosi ad
alzarsi in
piedi.
-
Quindi che si fa?
– domandò Gladio.
-
Torniamo indietro
– rispose Noctis – non possiamo fare altro
–
-
Lo sentite anche
voi? –
I quattro
ragazzi si
voltarono verso Ignis.
-
Cosa? –
chiese Selenis senza capire a cosa l'amico di riferisse.
-
L’ho
notato anche sul treno.. subito prima che le nostre armi diventassero
inservibili – spiegò il ragazzo – Viene
da qui
vicino, forse è la chiave per recuperare i vostri poteri
–
azzardò.
-
Penso di sapere da
dove può venire – replicò Noctis
– venite –
Il principe
guidò
i suoi amici a ritroso, portandoli in una strana sala circolare. Le
pareti erano piene zeppe di nicchie ospitanti rettangoli metallici alti
quanto un uomo, alcune aperte altre chiuse.
Al centro
della stanza
c’era un’altra camera circolare, chiusa da una
spessa porta ermetica con una
complicata serratura elettronica. Sopra di essa c’era una
macchina
conica che emetteva una forte luce rossa.
-
State attenti alle
nicchie.. dentro sono piene di Magitek – li avvisò
Noctis.
-
Per Ramuh..-
mormorò Gladio.
-
Il rumore viene
dall’interno – disse Ignis fermandosi davanti alla
porta blindata.
-
È chiusa
– affermò il principe guardandola da sotto in su
senza trovare la minima apertura.
-
Non
c’è modo di entrare? – chiese il
ragazzo.
-
Non
credo che tu possa buttarla giù a calci – disse
Selenis ben interpretando l'espressione del suo ragazzo.
-
Un modo
c’è –
A sorpresa
fu Prompto a
parlare. Il ragazzo era fermo di fronte alla serratura
elettronica… con il viso contratto in una smorfia
alzò il braccio,
passando davanti al lettore il dorso della propria mano. Con un
bip, la chiusura scattò e le porte si aprirono.
-
I Magitek hanno un
codice, lo stesso che ho io… - mormorò.
-
Davvero? Non ci ho
mai fatto caso – replicò Noctis.
-
Già..
in pratica.. sono uno di loro – confessò il
pistolero,
facendo saettare lo sguardo sul pavimento – Non è
esattamente una cosa che potevo dire
crescendo a Lucis.. però..-
La voce gli
si incrinò, e il ragazzo dovette sbattere più
volte le palpebre per ricacciare indietro le lacrime.
-
Voi ragazzi siete
gli unici amici che abbia mai avuto.. spero solo che le cose tra noi
restino come prima – disse.
-
Va bè,
cosa importa dove sei nato? – fece spallucce Noctis.
-
Non riesco a
immaginare che tu possa tradirci, ne ora, ne mai – soggiunse
Ignis sorridendo
-
Grazie ragazzi..
però non posso cambiare le mie origini.. –
replicò il pistolero affranto.
-
Da quando hai
iniziato a dare peso a chi siano le persone? –
ribattè il principe alzando le sopracciglia.
-
Eh? –
domandò perplesso Prompto.
-
Quando mai mi hai
considerato un principe? –
-
Ti ha fregato
– commentò ridendo Gladio.
-
O me una principessa
– gli fece eco Selenis con un ghigno divertito.
-
Non ti ho mai
sentito dire "vostra Altezza" nemmeno una volta – disse Ignis.
Prompto li
guardava esterrefatto, con gli occhi spalancati e senza poter credere
alle proprie orecchie.
-
Sai?
Credo che Noct abbia ragione.. sei proprio uno stupido –
sorrise
Selenis, avvicinandosi al giovane e dandogli un leggero bacio sulla
guancia.
-
Qui abbiamo finito.
Andiamo, suddito? – domandò sarcastico Noctis.
-
Sei ancora uno di
noi no? – disse Gladio dandogli una pazza sulla spalla.
-
A meno che tu non
preferisca altrimenti – affermò Ignis.
Prompto
chiuse gli occhi
per un momento, mordendosi il labbro inferiore che aveva preso a
tremare, poi annuendo raggiunse i suoi compagni all’interno
della
stanza. Quest’ultima
era
piuttosto spoglia in realtà. Le due pareti laterali erano
occupate da alti server pieni di cavi e luci, che sembravano collegati
direttamente con il macchinario che adesso avevano sopra la testa,
mentre sul fondo, alla fine un un tappeto rosso, c’era il
trono
di quello che era stato l’Imperatore.
-
Temo
che abbia fatto la stessa fine dei suoi sottoposti –
commentò Selenis osservando gli abiti che giacevano sulla
seduta.
-
Non mi sento molto
dispiaciuto per lui – replicò Gladio.
-
Penso
che se fermiamo questi cosi, anche l’affare lassù
dovrebbe
spegnersi – disse Prompto guardando con interesse i server.
-
C’è
solo un modo per scoprirlo – affermò Noctis,
facendo
apparire la spada e conficcandola senza tante cerimonie in mezzo
all'apparato di macchine.
Dapprima ci
fu uno scoppio seguito da una cascata di scintille, poi con un
borbottio tutto si spense, compreso l’apparecchio sopra le
loro
teste.
-
Ma quella non
è…? – domandò Selenis
indicando l’arma del ragazzo.
-
La
spada di mio padre, sì… L’ho recuperata
quando
siamo precipitati – rispose il principe – Ho
trovato il
cadavere di Ravus alla base dell’ascensore, penso.. penso che
me
la volesse restituire – spiegò.
-
Che riposi in pace
– mormorò Selenis.
La stirpe dei Fleuret si era definitivamente estinta.
-
Quindi.. dite che ha
funzionato? – chiese Prompto guardando per aria.
-
Ora che il
dispositivo è fuori uso, Noct e Selis dovrebbero aver
recuperato i loro poteri – disse Ignis.
-
Forza, provateci
– li esortò Gladio.
-
Va bene. Il momento
della verità, sei pronta? – domandò
Noctis alla cugina.
-
Ah, ah –
assentì lei.
Entrambi
stesero una mano in avanti e un secondo più tardi questa si
chiudeva attorno ad un'arma.
-
Siamo tornati baby!
– esclamò Gladio osservando Selenis evocare un
perfetto scudo.
In quel
momento, un allarme iniziò a suonare per tutta la fortezza.
-
Ah non di nuovo!
– sbottò Noctis.
-
Di nuovo cosa?
– domandò preoccupato Prompto.
-
Dobbiamo
andarcene, quelle nicchie si apriranno tra poco e avremo un intero
esercito di Magitek alle calcagna – disse il principe
precipitandosi fuori.
-
Dove andiamo?
–
-
Possiamo dirigerci
solo verso l’hangar – replicò Ignis.
-
Forza allora!-
I ragazzi
imboccarono nuovamente il corridoio che portava alle prigioni,
prendendo però una strada diversa.
-
Ecco il comitato di
accoglienza! – disse sarcastico Noctis.
Davanti a
loro la strada era bloccata da una squadra di soldati che andava
infoltendosi.
-
E noi ringraziamoli
a dovere! – replicò Selenis.
-
Questa è
la mia ragazza – commentò Gladio.
La
principessa evocò
il kukri, che lanciò colpendo il primo nemico dritto nel
nucleo
rosso e facendolo rovinare a terra. Poi si spostò di lato,
per
permettere a Gladio di abbattere il secondo. Nello stesso
momento,
Noctis infilzò con una lancia la schiena di uno dei Magitek,
inchiodandolo al muro dove Ignis gli diede il colpo di
grazia.
-
Attenzione!
– esclamò all'improvviso Prompto.
I suoi amici
gli lasciarono campo libero e il pistolero, evocata una mitragliatrice,
ridusse ad un colabrodo altri due soldati.
-
Ne arrivano altri
– brontolò l’Amicitia con la spada
appoggiata alla spalla.
-
Me
ne occupo io – affermò Noctis, facendosi avanti e
puntando
l’anello dei Lucis verso il nuovo gruppo di nemici.
Con il
solito bagliore rosso, questi furono risucchiati per poi svanire nel
nulla.
-
Vedo che ti sei
deciso a mettere l’anello – osservò
Prompto mentre proseguivano per il corridoio.
-
Ho
dovuto – replicò il giovane – senza armi
non avevo
scelta e poi sai? C’è qualcuno qui che deve
combattere per
salvare il cristallo… per non parlare del vostro culo
–
aggiunse con un ghigno.
-
Parole degne di un
vero Re. Era ora! – commentò Gladio.
-
Magari un
po’ più scurrili del dovuto, ma va bene
– soggiunse Selenis ridendo.
-
L’anello
rappresenta un grave fardello, ma non devi sostenerlo da solo
– intervenne Ignis.
-
Vero.. soprattutto
ora che avete recuperato le vostre armi – concordò
il principe.
-
Aspettate
– li fermò la principessa, attardandosi in una
delle sale di controllo.
-
Cosa
c’è? –
La ragazza
stava osservando una piantina che illustrava il piano sul quale si
trovavano.
-
Noi
siamo… qui – disse la giovane, facendo scorrere il
dito sul
percorso che avevano fatto fino a quel momento –
quindi…
si può avere un po’ di quiete? –
sbottò
rivolta ai Magitek che avevano appena fatto irruzione.
-
Facciamo noi
– affermò Gladio trascinandosi dietro Prompto.
-
Perché
io!? – esclamò il pistolero.
-
Allora
dicevo.. – riprese la principessa – se siamo qui,
la strada
più breve per arrivare al cristallo, che dovrebbe trovarsi
in
questa sala, è prendere quel corridoio, –
spiegò – attraversare ancora un paio di stanze
della sorveglianza e dovremmo arrivare all’ascensore che ci
porterà dritti all’hangar, poi fuori alla zona di
scarico
e da lì al cristallo – affermò
soddisfatta.
-
Ottimo –
assentì Ignis.
-
Ehi dobbiamo andare,
avete finito? – esclamò Noctis rivolto ai due
amici.
-
Solo un.. secondo!
– rispose Gladio abbattendo l’ultimo soldato
– Ok, ci siamo! –
Il gruppo
riprese la propria marcia seguendo le indicazioni della principessa.
-
Speriamo che Biggs e
Wedge siano riusciti a mettersi in salvo – disse Ignis.
-
Chi e chi?
– domandò Prompto confuso.
-
I nostri macchinisti
del treno – spiegò Gladio – un gentile
prestito di Aranea –
-
Sono
soldati, se la sanno cavare – replicò Noctis
– sono
più preoccupato per il recupero del cristallo –
-
Tiro a indovinare ma
sarà sicuramente messo sotto chiave –
commentò Gladio.
-
Mi è
mancato il tuo sano ottimismo – sospirò Selenis.
-
Beh,
oserei dire che siete fortunati ad avere qualcuno che può
aprire
tutte le porte della fortezza – si vantò Prompto.
-
Sentitelo! Come un
ladruncolo qualunque – sghignazzò il principe.
-
Qualunque
dici? – disse il pistolero affranto – Allora..
dov’è che voi ragazzi avete parcheggiato la
Regalia?
– domandò per cambiare discorso.
-
È qui
fuori, ma non direi che “parcheggiata” sia il
termine esatto – rispose Gladio.
-
Purtroppo
è a pezzi – spiegò Ignis.
-
Si è
sacrificata per salvarci la vita – aggiunse Noctis.
-
Cavolo.. mi dispiace
amico –
-
È stato
un sacrificio necessario – replicò il principe.
-
Guardate
– li interruppe Selenis – ci siamo! Oltre quella
porta
dovrebbe esserci l’ascensore che ci porterà
all’hangar – affermò, varcando la soglia
dell’ultima stanza.
Quando i
cinque amici furono saliti, le porte si chiusero automaticamente e dal
nulla comparve un deamon.
-
L’anello…
è mio – gracchiò quello.
-
Non è
possibile… l’Imperatore? –
esclamò Ignis allibito.
I ragazzi lo
osservarono
bene. Il mostro che avevano davanti non aveva più nulla di
umano. La testa era piccola, senza occhi e con una larga bocca di denti
appuntiti, sulla sommità partivano un paio di corna ricurve
in
avanti. Era ricoperto da fasce muscolari dai colori vermigli, tese come
corde di violino. Le mani erano artigliate, così come i
piedi
al fondo delle gambe strette e molto più lunghe dell'intero
corpo.
-
Ben vestito, vuole
l’anello… ci sta – assentì
Gladio sarcastico.
-
Lo affrontiamo?
– domandò Prompto.
-
Non
abbiamo molte alternative – replicò Selenis
– ma non
possiamo perdere tempo – aggiunse armandosi di
un’ampolla
di ghiaccio.
-
Saremo clementi
– commentò Noctis seguendo assieme agli altri il
suggerimento dell’amica.
L’ex
Imperatore si
mosse verso di loro digrignando i denti, ma prima che potesse scattare,
i cinque ragazzi lanciarono contemporaneamente le loro ampolle
mandandole ad infrangersi contro di lui.
All'esplosione
seguì una vera e propria
tempesta di neve e ghiaccio, ma sotto la cupola protettiva evocata
dalla principessa, il gruppo rimase al sicuro e al caldo
finchè
l’effetto della magia non si diradò. Quando la
brina scomparve videro il nemico giacere a
terra coperto di ghiaccio.
-
L’Impero…
ingloberà tutta la terra…- mormorò
mentre iniziava
a scomparire – Alla luce del cristallo…
prospereremo..
sorgerò a dominare il mondo – furono le sue ultime
parole.
-
Molto originale come
epitaffio – disse Gladio scuotendo la testa.
-
Forza,
di qua! – li guidò Selenis, salendo sull'elevatore
che, dopo una breve salita, si fermò a destinazione.
-
È un
hangar bello grosso – commentò Prompto alzando la
testa verso il soffitto.
-
Dobbiamo passare di
qui vero? – domandò Noctis alla cugina.
-
Sì,
la infondo c’è l’ascensore centrale
– rispose
lei indicando dall’altra parte della rimessa.
Fu in quel
momento che la solita e sgradita voce si fece risentire.
-
Maestà,
il vostro prezioso cristallo vi attente – disse Ardyn
– e
per movimentare un po’ la cosa, ho pensato a un viaggio tra i
ricordi..- aggiunse.
Campeggio dell'autrice:
Buongiorno e buon anno a tutti!!!
Primo capitolo del 2018!
Ok, è chiaro che questo anello nasconda qualcosa, o meglio,
qualcuno... qualcuno per cui Ardyn sembra avere un certo
attaccamento...
La povera Selis è decisamente spaventata da questa
situazione, sia per il comportamento del Cancelliere sia
perchè ancora non riesce a capire cosa stia succedendo. Una
certezza c'è però, ovvero che è stato
Ardyn stesso ad architettare tutto, a plagiare l'Imperatore piegandolo
ai suoi scopi, e che va fermato a tutti i costi.
Ora il gruppo si è riunito, Prompto è tornato nel
party mettendo in tavola il segreto che custodiva da anni.
Nel prossimo capitolo verrà finalmente svelato l'arcano
dell'anello di Selenis, quindi stay tuned!! ;)
Grazie mille a tutti
i Lettori,
alle Comrades
che recensiscono e a chi mi ha inserita tra le storie preferite (_Another_) e
ricordate (Tosello).
Alla prossima settimana!
Marta
|
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Capitolo 40 *** 39. Arcani svelati ***
39
Le porte
dell'hangar si aprirono improvvisamente...
Sull’uscio,
con
andatura malferma, comparve una figura che per quanto
deformata, non poteva non essere riconosciuta: Ravus, il fratello di
Luna arrancava lentamente verso di loro. Il lato sinistro del
corpo era ricoperto da una strana sostanza simile a pece, ma che
pulsava e si muoveva come se fosse stata un organismo
vivente.
-
Quello è
Ravus?! – esclamò Gladio esterrefatto.
L’ex
comandante Imperiale gorgogliò qualcosa per poi cacciare un
urlo disumano.
-
Uccidetemi.. datemi
la pace.. – biascicò infine.
-
Quello che ne resta
oserei dire – rispose Prompto.
-
Dannazione!
– sbottò Noctis.
-
Ignis, rimani con me
– disse Selenis preparandosi allo scontro.
-
Sì
–
Non ebbero
nemmeno il
tempo di mettersi in formazione, che Ravus partì
all’attacco.
Scattando
con una
rapidità sorprendente, il nemico si portò davanti
alla principessa
calando al contempo la propria spada. Ci fu uno scoppio di
scintille quando lo spadone di Gladio la intercettò,
bloccandola.
-
Non
succederà una seconda volta – ringhiò
l’Amicitia tenendo testa al comandante – non sono
più quello di prima – aggiunse respingendolo.
Selenis si
ricordava
perfettamente l’ultimo incontro tra i due, di come Ravus
avesse
messo in ginocchio Gladio, e sapeva come quella sconfitta avesse minato
profondamente la fiducia del ragazzo nelle proprie
capacità.
-
Ehi! Di qua!
– gridò Prompto, attirando l’attenzione
del nemico e sparando nella sua direzione.
-
Dobbiamo farlo fuori
in fretta, è molto potente... –
commentò Gladio.
-
Penso di avere
un’idea, ma dovete tenervi pronti –
replicò Selenis osservando Noctis scontrarsi con Ravus.
-
Cos’hai in
mente? – domandò Ignis.
-
Gioco di squadra
– rispose semplicemente lei.
La
ragazza si proiettò vicino al cugino, che nel frattempo era
indietreggiato
per allontanarsi dal raggio d’azione
dell’avversario.
-
È il mio
turno, tu raggiungi Gladio, ti spiegherà tutto –
gli disse.
Noctis le
fece un cenno di assenso con la testa e la lasciò ad
ingaggiare il nemico.
-
Mi
dispiace Ravus – asserì la ragazza, schivando il
primo
fendente – lo so che in qualche modo il tuo
desiderio era quello di salvare Luna – proseguì
deviando
il colpo successivo con il piatto della lama – e so quanto
hai
sofferto per
la morte di tua madre, Luna me lo ha raccontato in una delle sue tante
lettere..- la ragazza saltò all’indietro
portandosi fuori
gittata.
-
Selis! -
-
Se
solo potessi salvarti… se solo avessi potuto salvare lei...
mi
dispiace così tanto – concluse la giovane.
Per un
attimo, Ravus
fermò la sua avanzata e la guardò;
l’ultima
scintilla della sua umanità gli accese lo sguardo di
gratitudine
e poi la bestia si lanciò verso di lei con la spada
alzata. Selenis
aspettò fino all'ultimo momento e poi evocò una
barriera, così
potente, che il contraccolpo fece incespicare il comandante
all’indietro.
La ragazza a quel punto la dissolse, mentre Gladio e
Ignis la superavano diretti verso il ragazzo.
-
Iggy, ora!
– gridò l’Amicitia in modo da coordinare
il suo amico.
Entrambe le
armi dei due
giovani colpirono durante l’avversario all’addome,
sbalzandolo via. Ravus, riuscì a ritrovare il controllo solo
artigliando il pavimento con la mano sinistra, ma la testa gli
scattò all'indietro improvvisamente, mentre una
ferita circolare gli si apriva sulla fronte.
-
Grande!
– gongolò Prompto, rialzandosi da terra dove si
era
coricato per prendere meglio la mira con il suo
fucile di precisione.
Ravus cadde
di schiena e Noctis riempì il suo campo visivo.
-
Riposa in pace
– disse il principe calando la propria spada.
L’ex
comandante
emise un ruggito e poi un gemito, che si affievolì fino a
sparire. Il corpo sfigurato giacque immobile. Finalmente le sue pene
erano finite.
-
Che triste fine per il comandante
supremo, per chiunque... – disse
Gladio guardandolo – Era un uomo pieno di sogni e speranze
–
-
È
orribile.. – commentò Prompto adombrandosi.
-
Che razza di mostro
può trasformare gli uomini in deamons? – si
domandò Ignis sconcertato.
-
Qualcosa che non
possiamo nemmeno immaginare – mormorò Selenis
mentre il corpo di Ravus scompariva.
-
Attenzione! Abbiamo
compagnia! – gridò improvvisamente Gladio.
Il gruppo si
voltò. L’hangar si stava riempiendo di deamons.
Diversi
goblin superiori e alcuni mietitori, sbucarono dal
terreno con una velocità allarmante.
-
Ma quanti sono?!
– esclamò Prompto, sparando ad un paio che gli si
erano avventati contro.
-
Troppi! –
rispose Selenis abbattendone altri due.
I
ragazzi iniziarono così una battaglia incrociata, che fu
presto chiaro
essere impossibile da portare a termine. Per ogni deamon abbattuto
altri due ne prendevano il posto, rendendo inutile gli sforzi fatti
fino
a quel momento.
-
Continuano ad
arrivare! – ansimò Prompto.
-
E la situazione sta
per peggiorare.. – fece notare Noctis.
Due
Gargantua stavano materializzandosi, andando così a
infoltire ulteriormente le schiere nemiche.
-
Non ce la faremo!
– disse Gladio sbaragliando alcuni nemici con un
rondò.
-
Noct, devi procedere
da solo! – asserì Ignis.
-
Cosa!? –
esclamò il principe contrariato.
-
Se
otterrai il potere del cristallo, potremmo ancora capovolgere la
situazione – spiegò l'amico – altrimenti
moriremo
tutti – sentenziò.
-
Ignis ha ragione,
è la nostra unica speranza – gli fece eco
l’Amicitia.
-
E voi? –
domandò Noctis preoccupato.
-
Ci arrangeremo,
sbrigati! – lo esortò Prompto.
-
Gli
parerò io il culo, vai! – aggiunse Selenis
frapponendosi fra lui e il nemico che lo aveva preso di mira.
-
Potresti
riuscire a raggiungere il Cristallo… procedendo da solo.. i
tuoi
amici temo che dovranno restare indietro – disse a quel punto
la voce di Ardyn.
-
Non ascoltarlo!
Vattene! – gridò di nuovo Selenis.
Noctis si
guardò
intorno e poi si costrinse a dar loro le spalle, correndo verso il
montacarichi che lo avrebbe portato nella zona di scarico e poi
all’ascensore centrale.
“
Attenzione, allontanarsi. Chiusura delle porte in corso”
Una voce
computerizzata avvisò che l’hangar stava per
essere isolato dal resto dell’edificio.
-
Speriamo
che ce la faccia..- mormorò Selenis ingaggiando uno scontro
con
uno dei mietitori presenti – Attenti! – la ragazza,
dopo aver decapitato il nemico,
si voltò, protendendo la mano ed evocando una
barriera sopra Ignis e Gladio che combattevano assieme.
L’enorme
spada del Gargantua cozzò contro il suo scudo, salvandoli.
-
Selis! –
L’urlo
di Prompto
arrivò con un secondo di ritardo e non impedì
alla principessa si venire colpita allo stomaco da un Foras.
Perdendo l’equilibrio, Selenis rotolò fino a
fermarsi contro uno dei container che ingombravano lo spazio
circostante.
-
Ehi, tutto bene?
–
Il pistolero
accorse al suo fianco dopo aver messo ko il deamon e la
aiutò ad alzarsi.
-
S..sì
– ansimò lei tenendosi la pancia.
-
Ci penso io a
coprirti, tu riprendi fiato – le disse il giovane tornando in
mezzo alla mischia.
La
principessa si
appoggiò con la schiena al container e osservò i
suoi amici
lottare. Un sorriso amaro le incurvò le labbra. Non ce
l’avrebbero mai fatta…
Era inutile
raccontarsela, i deamons erano troppi e loro erano sfiancati dalle
prove che la Zegnautus gli aveva riservato. Ardyn questo lo sapeva
bene…
La ragazza
battè
il pugno contro il container furiosa.
Che senso aveva avuto arrivare
fin lì?!
-
Che
senso ha questo anello? – mormorò osservando la
pietra
lucida – Parlo con te, presenza misteriosa! –
proseguì irata – Perché esisti se non
sei
nemmeno in grado di darmi ciò che mi serve per aiutare i
miei
amici!? Chi se ne importa di me! Non sono io quella che deve essere
protetta! Non voglio essere protetta! Voglio
proteggere loro! Loro
soltanto! – si ritrovò ad urlare.
-
Ne sei certa?
–
Selenis si
bloccò,
così come fece il tempo. I suoi amici e i deamons
erano immobili, avvolti da una luce azzurrina.
Era lo stesso fenomeno
avvenuto sulla Magna Fortia per pochi secondi, solo che la voce che le
aveva parlato non era quella di Ardyn, ma proveniva dalla gemma.
-
Io.. -
balbettò presa alla sprovvista – Certo che lo
sono! Che
razza di domande! – sbottò subito dopo –
Chi è che non
vorrebbe proteggere la propria famiglia? –
-
Il
mio potere ha un prezzo – replicò la voce, che
suonava
sempre più famigliare alla ragazza – non
preoccuparti,
sarai l'unica a doverlo pagare – aggiunse, intuendo il motivo
di
tentennamento della principessa.
-
Allora prenditi
quello che vuoi, ma aiutali! – affermò con
sicurezza Selenis.
-
Bene –
assentì la voce che dall’intonazione sembrava
sorridere – andiamo a combattere allora – e
il tempo
riprese a
scorrere normalmente.
I tre ragazzi impegnati a combattere, non si erano assolutamente
accorti
di nulla, e proseguirono a farlo finchè una fortissima luce
non li costrinse a ripararsi gli occhi.
-
Che diavolo sta
succedendo?! – esclamò Gladio.
Il bagliore
diminuì progressivamente finchè non fu di nuovo
possibile aprire gli occhi.
- Sua grazia.... -
Prompto e
Gladio
seguirono lo sguardo di Ignis, che osservava a bocca aperta la figura
che si stagliava a qualche metro da loro. Il ragazzo vedeva solo quella
in mezzo
all'oscurità che era calata su di lui, come se non
potesse essere oscurata.
Dove prima
c’era
Selenis, ora si trovava una donna. Statuaria, con lunghi capelli
bianchi fino alla vita. Indossava un’armatura fatta
interamente
di cristalli opalescenti, dagli schinieri ai pettorali era un continuo
cambio di colori ad ogni suo movimento. I lineamenti del viso erano
delicati e gli occhi di un bel color pervinca. Sulla schiena portava
una faretra e in mano stringeva un grande arco.
-
Hai detto Sua
grazia? – balbettò Prompto confuso.
-
Magnolia
Lucis Caelum – disse Ignis ancora esterrefatto –
Moglie del
comandante Revis e madre di Selenis – spiegò.
-
Non è
possibile…- mormorò Gladio.
La donna
sorrise
brevemente ai tre per poi concentrarsi sui deamons che, accecati dalla
luce di prima, si erano momentaneamente arrestati.
-
È ora che
troviate il posto che vi spetta – disse la donna estraendo
una freccia.
Il Gargantua
più vicino, ripresosi, emise un ruggito scagliandosi verso
di lei.
-
Attenta! –
gridò Gladio.
Magnolia
incoccò la freccia, tese
l’arco e poi lo rilasciò. La freccia
trapassò il mostro e proseguì la sua corsa in
mezzo agli altri deamons .
Quando
scomparve in una scia di schegge cristalline, dei loro nemici non
c’era più alcuna traccia.
La quiete
tornò all’interno dell’hangar,
così all’improvviso da sembrare impossibile.
-
È..
è finita? – domandò Prompto guardandosi
sconcertato intorno.
-
Sì, non
avete più nulla da temere, ma non possiamo fermarci
–
La donna si
fece loro incontro mentre riponeva l’arco dietro la schiena.
-
Sua Grazia..
com’è possibile? – mormorò
Ignis.
-
È
un piacere rivederti Ignis, Gladiolus – disse Magnolia con un
sorriso – ed è un piacere conoscerti, Prompto
–
aggiunse rivolgendosi al pistolero che avvampò.
-
Pia.. piacere mio
Vostra altezza! – esclamò agitato, inchinandosi
con gli altri due.
-
È una
storia lunga, meglio se ve la racconto mentre raggiungiamo Noctis
– replicò la donna incamminandosi.
-
E Selenis?
– chiese Gladio.
-
Ho
temporaneamente preso in prestito il suo corpo – rispose
Magnolia
– Non è scomparsa, stai tranquillo... –
lo
rassicurò – Ma ora devo spiegarvi quello che so al
meglio del
tempo concessomi – aggiunse.
-
È sempre
stata dentro l’anello di Selis? – disse Ignis.
-
Perspicace
come al solito – assentì lei con un sorriso
– ma
partiamo dall’inizio… non sempre sono stata la
madre di
Selis e non sempre ho portato questo nome… una volta ero
nota
come Frigga, ero una dei Siderei –
-
Cosa?! –
esclamò Prompto tappandosi la bocca subito dopo.
-
Può
sembrare assurdo in effetti, ma anche a noi Dei è concesso
di
avere una famiglia – replicò la donna divertita
–
Prima della
grande guerra il mio compito era quello di sorvegliante del
Cristallo. Quando esso è stato poi consegnato ai Lucis, sono
rimasta al suo interno in attesa di essere risvegliata
– spiegò – Quando accadde, erano ormai
passati molti
decenni e il mio obiettivo nel frattempo era cambiato: avrei dovuto
fare da guida
al prescelto. Nell'attesa del suo avvento, presi sembianze umane e mi
mescolai tra la gente di Lucis
– raccontò – Fu quindi per puro caso che
conobbi
Revis, innamorandomene, e il resto lo sapete anche voi –
concluse
con
nostalgia.
-
Se doveva fare da
guida a Noctis allora, per quale motivo non è rimasta?
Perchè darsi per morta? – domandò
Gladio.
-
Quando
l’Impero attaccò Insomnia e per Regis fu il
momento di
alzare la barriera, dovetti tornare ad essere un tutt'uno con il
Cristallo.. senza la
mia energia la barriera non sarebbe apparsa.. – rispose la
donna con
voce grave.
-
E immagino che non
sia più stato possibile tornare indietro –
constatò Ignis.
-
No
infatti.. – assentì Magnolia – Io e il
Cristallo
siamo in costante connessione, erigere la barriera prosciugò
ogni mia energia e per recuperarla sono stata costretta a restare
all'interno della pietra.. mi sono raccomandata a Ravus di non far mai
cadere
l’anello nelle mani dell’Impero ed è per
tal motivo
che
lo ha lasciato a Selenis –
-
È per
questo che Selis ha iniziato ad avere quelle visioni? –
chiese Prompto.
-
Temo
che quello sia per colpa del sangue di sidereo che scorre nelle sue
vene, ma sì, il mio risveglio può centrare
– assentì la donna – Ardyn… -
borbottò
improvvisamente infastidita Magnolia – Non
c’è
più tempo! – aggiunse, e con un gesto della mano
il
portellone che sigillava l’hangar dall’ascensore
centrale
venne divelto.
-
Cosa succede?
–
-
Il
Cristallo si è attivato.. E' a questo che miravi
quindi…
- rispose quasi tra sè aggrottando le sopracciglia.
-
Cosa significa? Chi
è veramente il Cancelliere? – domandò
Gladio.
-
Ardyn
Lucis Caelum.. è questo il suo vero nome –
replicò
tetra la donna mentre l’ascensore si azionava.
-
Non.. non
è possibile! – esclamò Prompto.
-
La
sua esistenza avrebbe dovuto consumarsi molti secoli fa.. –
proseguì lei – all’epoca era un
uomo buono; un
male molto
simile a quello che sta flagellando il vostro popolo stava trasformando
gli esseri
umani in deamons; lui aveva il potere di guarirli, assorbendo tale
malvagità dentro di sè.. ma questo lo ha
consumato
– spiegò con sguardo triste – ne ha
accolti talmente
tanti da finire per cedere lui stesso all’oscurità
e il
Cristallo stesso lo bandì, negandogli il trono –
disse
– Da allora giurò
vendetta alla sua stessa stirpe.. Ha aspettato che il prescelto venisse
designato con il solo scopo di distruggerlo –
affermò.
-
Ma..
perché lasciarci arrivare fino a qui? Perché
insegnare
all’Impero a creare i deamons? Perché non ci ha
uccisi
prima e ha lasciato che Noct compiesse le alleanze?! – chiese
Prompto allibito.
-
Ha
voluto portare via all’erede al trono tutto ciò
che di
più caro aveva per spingerlo alla ricerca del Cristallo..
lui vuole
che ottenga il potere, in modo da poterlo sconfiggere quando
sarà
nel pieno delle sue forze – spiegò.
-
È
folle…- mormorò Gladio.
-
Lo
è.. - asserì la donna mentre le porte
dell’ascensore si aprivano davanti a loro – La
profezia
è quasi compiuta.. – aggiunse poi con sguardo
triste,
fermandosi all’inizio di una lunga passerella.
Al fondo di
essa si
trovava il Cristallo in tutto il suo splendore. Davanti ad esso,
Ardyn guardava Noctis mentre veniva inglobato dalla
luce che scaturiva dalla pietra.
-
Noct!!! –
gridò Prompto, lanciandosi assieme ai suoi amici in aiuto
del Re.
Con un
ultimo lampo accecante la figura del ragazzo scomparve e il Cristallo
si spense.
Il
Cancelliere a questo punto si
voltò verso di loro, alzando le spalle con fare indolente,
ma il
suo sorriso durò poco, perché la spada di Gladio
lo
colpì con forza sul viso. Ardyn
portò una mano a
reggersi il cappello e Prompto gli sparò
dritto in mezzo alle scapole mandandolo al tappeto.
-
Questo ha fatto
male..- mormorò l’uomo, recuperando il proprio
copricapo da terra e rialzandosi illeso.
Il suo viso,
ora era
sfigurato come quello di Ravus; strisce di liquido nero colavano da
occhi e bocca, solcando la pelle di una tinta esangue e violacea al
tempo stesso.
-
Frigga, mia adorata,
quale onore! – esordì quando la donna
sopraggiunse.
-
Ardyn..
non è così che otterrai
nuovamente la pace,
non sei stanco di tutto questo astio? – replicò
lei.
-
E
tu? Ti sei fatta vedere solo ora che ormai è tutto finito e
per
cosa? Per salvare la loro vita? – sorrise l’uomo
divertito.
-
È stato
un desiderio di Selis e non posso andare contro la profezia –
rispose pacatamente la donna.
-
Sei
sempre stata così bella…- disse Ardyn allungando
una mano
verso il suo viso – e fredda… - aggiunse
ritraendola appena
prima di sfiorarle la guancia.
Senza
aggiungere altro l’uomo proseguì nel suo cammino,
sparendo nell’oscurità del passaggio.
-
Cosa facciamo?! Noct
è…-
-
Stai
tranquillo, il Re sta bene – li rassicurò Magnolia
–
dorme dentro il cristallo, sotto la guida del mio successore, Bahamuth
– disse
appoggiando una mano sopra la superficie iridescente della grande
pietra.
-
Cosa possiamo fare?
– domandò Ignis.
-
Nulla..
– rispose la donna voltandosi verso di loro – Il
prescelto
tornerà, perché questo è il suo
destino, fino ad
allora sopravvivete e aspettatelo, perché avrà
ancora
bisogno dei suoi amici – disse – Purtroppo il mio
tempo
è
scaduto... Usare il mio potere ha richiesto a
Selis un grosso sacrificio.. - li avvertì oscurandosi - Se
solo
avessi potuto sollevarla da questo peso... Vi prego, statele accanto.
–
I tre
ragazzi non fecero
in tempo a chiederle cosa intendesse, che Frigga sparì in un
lampo di luce. Quando questa diminuì della donna non
c’era
più alcuna
traccia, mentre per terra giaceva il corpo di Selenis.
-
Selis! –
esclamò Gladio chinandosi a terra e sollevandola.
Nel giro di
qualche istante, la maglietta del ragazzo fu intrisa di sangue.
-
Cos’è
successo? – domandò allarmato Ignis.
-
Dobbiamo…
dobbiamo fermare l’emorragia! – disse Prompto nel
panico.
-
Ohi Selis, mi senti?
– la chiamò l’Amicitia – Resta
con me! Mi senti? –
Selenis
cercò di
aprire gli occhi senza alcun successo. Sentiva ancora le voci dei suoi
amici chiamarla, ma era troppo stanca. Aveva solo bisogno di dormire.
Campeggio dell'autrice:
Potete finalmente stappare lo champagne xD
Buongiorno!!
Beh, cosa dire? Il mistero è stato finalmente svelato!
Vi eravate immaginati una cosa del genere? O vi ho sorpresi?
Lasciatemi fare due precisazioni che non sono sicura si siano capite
dal testo. Magnolia è parte del cristallo, la pietra
dell'anello è stata ricavata dal Cristallo stesso ed
è per questo che lei era in grado di "comunicare" con
Selenis. Per quanto riguarda Ardyn, ha sempre avuto un'infatuazione per
la Siderea, mai corrisposta, ci terrei a chiarirlo. Quindi in
realtà il Cancelliere non ha mai avuto interesse per
Selenis, ma bensì per sua madre.
Per qualsiasi cosa che non vi fosse chiara, sono più che
disponibile a ricevere eventuali domande ^^ Mi auguro di essere
riuscita a sorprendervi e di aver dato un senso più o meno
logico alla vicenda. Rimane solo un grande dubbio.... cos'è
successo a Selenis?
Dovrete aspettare solo una settimana per scoprirlo ;)
Grazie mille a tutti i Lettori
e alle Comrades
che recensiscono!
See u soon!
Marta
|
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Capitolo 41 *** 40. Speranza ***
40
Selenis
Lucis Caelum
sorrise, voltandosi verso la madre. Suo padre si mise a
ridere, cingendole le spalle con un braccio e stringendola al suo
fianco.
Aveva appena finito di raccontare un aneddoto divertente alle sue due
donne e il momento non poteva essere più perfetto.
Però
la
principessa sapeva di doversene andare, i suoi genitori le avevano
tenuto compagnia fino a quel momento, ma c’erano altre
persone
che attendevano il suo ritorno. Magnolia
guardò la
figlia e annuì comprensiva, Revis le diede un bacio sulla
sommità del capo, lasciandola andare. Selenis li
osservò,
esprimendo tutta la sua riconoscenza con lo sguardo; poi, i contorni
dei
mobili della loro vecchia casa iniziarono a sbiadire, finchè
non sparirono del tutto.
La ragazza
rimase
con gli occhi chiusi mentre riprendeva consapevolezza di sé.
Avvertiva il cotone delle lenzuola che la coprivano e la morbidezza del
cuscino sotto la sua testa, ma non voleva ancora tornare alla
realtà. Si beò ancora per qualche istante del
calore del
braccio di suo padre attorno alle spalle e del profumo fresco di sua
madre, e poi aprì gli occhi.
Riconobbe quasi subito l’arredamento della stanza
nella quale si trovava. Era sicuramente il Leville di Lestallum, non
c’erano dubbi. L’abatjour sul comodino era accesa e
una
poltroncina era stata spostata di fianco al letto. Sulla seduta
c’era un libro sull’antica guerra di Eos; Gladio
doveva
essersi allontanato da poco...
Selenis
tornò a
fissare il soffitto sopra di lei. In qualche modo erano
riusciti a tornare a Lucis, ma questo voleva dire che doveva essere
rimasta incosciente per diverso tempo. Sicuramente dovevano essere
tutti
molto preoccupati per lei…
-
Meglio muoversi – mormorò la ragazza.
Facendo per alzarsi però,
successe una
cosa strana. Quando la principessa cercò di puntellarsi sui
gomiti per tirarsi a sedere, ricadde di peso sul fianco sinistro.
Selenis rimase per un attimo ferma, istupidita da quel movimento
involontario del suo corpo.
-
Perché
dia.. -
La frase le
morì sulle labbra quando lo sguardo le cadde sul motivo di
quell’impedimento.
Il braccio
sinistro
le terminava poco sopra il gomito, dove la pelle stava già
assumendo una colorazione più delicata. Selenis
fissò il moncherino per qualche secondo, poi
appoggiò la
fronte sul palmo della mano rimasta e sogghignò.
“
Ma certo ” pensò.
Barcamenandosi
con
l’altro braccio, riuscì a mettersi seduta e poi ad
alzarsi
in piedi. Con cautela si diresse verso lo specchio che faceva parte
dell’arredamento e si specchiò. Sembrava in perfetta
forma, forse solo un po’ dimagrita, ma in generale il
colorito
era ottimo. Non le pareva nemmeno che stonasse quell'improvvisa
asimmetria.
-
Per citare qualcuno
“Un piccolo sacrificio in battaglia” – si
disse.
Lasciò
l’immagine di sé stessa allo specchio e
aprì la porta
della camera. Nel corridoio non c’era anima viva e tutte le
porte
erano chiuse, tranne una, quella adiacente alla sua. Prompto e Gladio
stavano parlando in piedi
vicino al tavolino della camera quando lei entrò.
-
Selis! –
esclamò il ragazzo biondo.
-
Ehi ragazzi
– ebbe il tempo di salutare prima che Gladio la intrappolasse
fra le sue braccia.
-
Sei sveglia.. siano
ringraziati gli Dei – le sussurrò tra i capelli.
Selenis non
aveva mai
sentito la voce del ragazzo così incrinata e carica di
apprensione.
-
Sono qui –
rispose lei prendendogli il viso tra le mani e sorridendo.
-
Avevamo paura che
non ti saresti ripresa –
Prompto le
si accostò, abbracciandola felice come non mai.
-
Mi conosci, sono una
tosta! – replicò la ragazza.
-
Sì, hai
ragione – assentì il giovane asciugandosi gli
occhi lucidi.
-
Eccomi, scusate se
ci ho impiegato così tanto ma…-
Ignis si
fermò sull’uscio della camera e
aggrottò le sopracciglia castane.
-
Selis?
–
-
Ciao Iggy
– lo salutò lei andandogli incontro.
L’amico
la strinse con trasporto, commosso anche lui nel saperla sveglia.
-
Come ti senti?
– le chiese quando si lasciarono.
-
Bene, le cure che ho
ricevuto sono state eccellenti – rispose la ragazza.
-
Per il braccio...
ecco.. non abbiamo potuto fare nulla.. – disse Prompto
dispiaciuto.
-
Quello non
è importante – replicò serenamente
Selenis andando
a sedersi su una delle poltrone – ma ho bisogno di essere
aggiornata su quello che è successo.– aggiunse.
-
Cosa ti ricordi?
– domandò Ignis sedendosi sul divano assieme a
Gladio.
-
Tutto, o almeno fino
a quando non sono svenuta.. Quanto tempo è passato da
allora? – disse lei.
-
Fanno dieci giorni
con oggi… - rispose l’Amicitia.
-
Dieci giorni..
– sussurrò la ragazza massaggiandosi la fronte.
-
Quando
sei tornata ad essere, insomma, te stessa –
continuò il
ragazzo – il tuo braccio non c’era più..
per fortuna
siamo riusciti a cauterizzare la ferita
e a fermare l’emorragia in tempo –
spiegò con voce
ferma a
differenza degli occhi, agitati al solo ricordo.
-
Spero di non doverti
mai più vedere in quello stato –
mormorò Prompto oscurandosi.
-
Mi dispiace, vi ho
fatti spaventare davvero moltissimo – si scusò la
ragazza – ti prego, vai avanti –
-
Siamo tornati
all’hangar e da lì ci siamo diretti verso
l’eliporto della
Zagnautus – proseguì Gladio – Aranea era
riuscita a
contattarci – spiegò.
-
Biggs e Wedge?
– s’informò Selenis.
-
Sono riusciti a
tornare a Tenebrae, sono stati loro ad avvisare Aranea –
rispose Ignis.
-
È
venuta a prenderci con un’areonave appena in tempo, prima che
il
cielo di riempisse di deamons – aggiunse Prompto.
-
A bordo
c’era il medico che ti ha prestato i primi soccorsi
– raccontò Gladio.
-
Credo di doverle la
vita allora... – replicò Selenis pensierosa.
-
Aveva intuito che la
situazione stava diventando pericolosa e ha
caricato tutti i profughi di Tenebrae sulle areonavi.. per cui siamo
tornati verso Lucis – disse Ignis.
-
Perché
siete venuti a Lestallum? – chiese la ragazza.
-
Per questo..
–
Prompto si
avvicinò alle imposte della stanza aprendone una.
-
È notte?
– domandò confusa Selenis osservando il cielo
scuro fuori dall’hotel.
-
È
mezzogiorno – rispose Gladio.
La ragazza
si voltò a guardarlo scioccata.
-
È
così da quando Noct è sparito..-
disse Ignis – Non ha più fatto giorno –
-
Ma.. i deamons?
– mormorò la ragazza.
-
Si
stanno moltiplicando in modo vertiginoso e ormai sono liberi di
scorrazzare dove gli pare e piace – rispose Gladio
–
Lestallum si sta riempiendo di profughi provenienti da ogni regione,
è rimasta l’unica fonte di luce di tutta Eos che
io ne
sappia – aggiunse appoggiando gli avambracci sulle ginocchia.
-
Dobbiamo davvero
solo aspettare? –
Selenis
alzò gli occhi che aveva abbassato sulla trama damascata del
tappeto, su Prompto.
-
Temo
di sì.. Noct deve ottenere il potere del Cristallo per poter
epurare questa oscurità.. ma non so dirvi quanto tempo
questo
gli richiederà – rispose la ragazza
– E Ardyn? –
-
Pare
che sia tornato ad Insomnia, a palazzo.. ma da allora non si
è
più fatto vedere – la informò Ignis.
-
E non penso che lo
farà.. non siamo noi ad interessargli - soggiunse la
giovane.
-
Credo che allora non
ci rimanga altro da fare che attendere –
sentenziò Gladio – Te la senti di scendere di
sotto? Sono
certo che anche gli altri saranno felici di vederti – propose
il
ragazzo offrendole una mano per alzarsi.
-
Sì,
mi farebbe piacere – assentì la principessa
accettando
l’aiuto offertole – Sono tutti qui? –
domandò
mentre Gladio le appoggiava sulle spalle la sua giacca di pelle.
-
Cid
e Cindy non sono ancora arrivati, quel vecchio testardo non vuole
lasciare l’officina e sua nipote di sicuro non lo aiuta a
farlo
– borbottò Gladio mentre uscivano nel corridoio.
-
Sono convinto che
voglia anche lei che si metta al sicuro – intervenne Ignis.
-
La dea di Hammerhead
non può lasciare così alla leggera il suo regno
– disse Prompto molto seriamente.
-
Il tuo inizia a
diventare fanatismo, lo sai? – replicò
l’Amicitia.
-
Selis! –
La ragazza
distolse
l’attenzione dal battibecco dei suoi amici per rivolgerla ad
Iris,
ferma nell’atrio del Leville assieme a Talcott.
-
Come sono felice di
rivedervi – esclamò la principessa mentre la
ragazzina l’abbracciava.
-
Eravamo
così preoccupati! – disse lei asciugandosi gli
occhi.
-
Per fortuna vi siete
ripresa Vostra grazia! – soggiunse Talcott.
-
Grazie
per esservi presi cura di me – sorrise la ragazza,
abbassandosi
per guardare negli occhi il bambino, nei quali era evidente la domanda
che voleva porle – Tornerà – disse
allora Selenis
appoggiando la mano sulla testa di Talcott – dobbiamo solo
avere
fede in lui e aspettarlo, ma ha fatto una promessa e sono certa che la
manterrà – affermò.
-
Sì
– annuì il bambino con convinzione.
-
È un
piacere vederti in piedi –
Selenis si
sollevò
per salutare la nuova arrivata. Aranea sostava sull’uscio
dell’hotel, accompagnata da Biggs e Wedge.
-
E
io sono contenta di vedervi sani e salvi –
replicò la ragazza andandogli incontro – Eravamo
molto
preoccupati ad avervi lasciati sul treno – aggiunse
rivolgendosi
ai due soldati.
-
Abbiamo avuto il
nostro bel daffare signorina, ma fortunatamente siamo riusciti a
tornare a Tenebrae – rispose Biggs.
-
Dopo tutto siamo gli
uomini migliori di Lady Aranea – soggiunse Wedge.
-
Avete
perfettamente ragione – assentì la principessa
– A tal proposito, vi
ringrazio dal più profondo del cuore per quello che avete
fatto,
vi devo la vita – disse.
I capelli
candidi di Selenis scivolarono oltre la sua spalla quando
accompagnò le parole con un inchino.
-
Lo
abbiamo fatto volentieri – rispose Aranea leggermente
imbarazzata
– anche se per il tuo braccio non è
stato possibile
fare nulla –
-
Va bene
così – replicò Selenis – Non
sarà di certo un braccio in meno ad impedirmi di fare quello
che
devo, c’è chi ha perso molto di più
–
aggiunse con una breve occhiata verso Ignis.
-
È
un bene sentirtelo dire, perché la storia è
tutt’altro che conclusa – ribattè la
donna –
E' appena tornata una delle mie navi con a bordo altri profughi;
stiamo sorvolando le zone abitate finchè è ancora
possibile farlo, alla ricerca di dispersi –
raccontò.
-
La situazione sta
peggiorando così rapidamente? – domandò
la ragazza.
-
Sì,
oltre a crescere in numero, i deamons stanno diventando anche
più potenti
– rispose Aranea – Ma è meglio se vieni
a vedere con
i tuoi occhi, te la senti? – le chiese.
-
Certo –
affermò con sicurezza, guardando i suoi amici che si
accodarono a lei e alla militare.
Fuori dal
Leville era
già più che evidente l’emergenza in cui
si
trovavano. C’era gente ovunque, che andava avanti e indietro
a
prestare aiuto, o accampata in attesa di sapere dove potersi sistemare.
Tutti quanti
avevano lo
stesso sguardo spaesato e confuso, ma allo stesso tempo si poteva
respirare
quel cameratismo che è solito nascere nelle situazioni di
crisi. Non era quindi
strano vedere anziani che davano una mano ai più giovani, o
ragazzini che si prendevano cura che più
piccoli cercando di distrarli.
Un'altra cosa che Selenis notò al suo
passaggio, erano le teste che si giravano a guardarla, molte
delle quali con uno sguardo di deferenza nei suoi riguardi.
-
Per molti di loro
sei l’unica sopravvissuta della famiglia reale –
La
principessa si girò a guardare Ignis che procedeva al suo
fianco.
-
Giuro che secondo me
ci vedi eccome Iggy – rispose
la ragazza con un
sorriso, prendendolo sotto braccio mentre si dirigevano verso la
statale
che passava fuori città.
-
Il mio senso di
osservazione è rimasto quello di prima, anche se
può non sembrare – replicò lui.
-
Credono che Noct sia
morto? Non gli avete detto che tornerà? –
domandò la giovane.
-
Sì,
le voci sono corse rapide, soprattutto quando la gente tende a
concentrarsi in un unico posto – rispose il ragazzo
– ma
non per questo tutti sono convinti che sarà così,
lo
scetticismo non è una cosa che si può sconfiggere
così facilmente – aggiunse.
-
Io non posso
prendere il suo posto, lo sai – ribattè la
principessa.
-
Non
penso che nessuno ti chiederà di farlo, ma non possono
smettere
di guardarti per quello che sei – replicò Ignis.
Il gruppo,
nel frattempo, aveva raggiunto la statale, chiusa con alcune barricate
per impedire l’accesso dei
deamons troppo audaci.
Aranea li
accompagnò
fino alla terrazza panoramica e fu lì che Selenis
ebbe chiara la situazione.
Nella
perenne
oscurità che avvolgeva il paesaggio, si potevano vedere le
sagome
dei deamons che lo affollavano. Sembrava non esserci un singolo lembo
di
terra che non ne fosse infestato...
La faglia di Cauthless era
accerchiata da mostri volanti non bene identificati, mentre interi
branchi
di piros, con la loro caratteristica luminescenza, scorrazzavano nella
valle in mezzo a molti altri deamons.
Alla ragazza
tornò in mente la prima volta che era arrivata con i suoi
amici a
Lestallum: il calore del sole, il vociare allegro della gente, i forti
aromi del mercato.. tutto svanito.
-
Come siamo giunti a
questo? – mormorò, più a sé
stessa che agli altri.
-
Il generale Cor
sta radunando tutti i cacciatori della Meldacio, recluta ogni uomo o
donna che voglia aiutare – spiegò Gladio
– In qualche modo
resisteremo – asserì.
-
Dobbiamo resistere
– confermò Selenis guardando quel mondo devastato.
***
-
Venite con noi,
abbiamo liberato dello spazio nel magazzino del fabbro; potete stare
lì per ora –
Selenis
osservò
Prompto dare indicazioni ad una famiglia con ben quattro bambini. La
più piccola stringeva al petto un moguri di pezza, come se
questo
potesse farle da scudo a tutto quello che stava accadendo. La ragazza
afferrò con forza la ringhiera del balcone che dava sulla
piazza antistante il Leville.
La follia di Ardyn aveva
messo a ferro e fuoco l’intero continente, e anche se ora
conosceva la sua
storia, ancora non riusciva a capire come la vendetta potesse
spingere le persone a tali miserevoli azioni.
-
Ma chi prendo in
giro? – si disse sorridendo amara.
Era entrata
nei
Kingsglave con il solo scopo di vendicarsi della morte del padre;
avrebbe ucciso ogni singolo Imperiale che le si fosse parato davanti.
Avrebbe messo a ferro e fuoco Gralea come era stato fatto con Insomnia.
Avrebbe consumato sé stessa, per potersi sentire appagata.
Però non
era andata così... per Selenis esisteva un "ma", che Ardyn
non aveva mai avuto: i suoi amici.
Se non fosse
stato per
loro, se non fosse stato per la richiesta accorata di Nyx quella
mattina di tanti mesi prima, si sarebbe lasciata travolgere, e forse
avrebbe fatto la stessa fine del Cancelliere.. Grazie ai suoi
compagni,
quei sogni di vendetta si erano dissolti sotto il desiderio
di proteggerli.
Persa
com'era nei suoi pensieri, Selenis trasalì, sentendosi
improvvisamente sfiorare.
-
Scusami, non pensavo
di spaventarti –
Gladio le
sorrise, affiancandola.
-
No..
è che per un attimo mi è sembrato che mi avessi
toccato il braccio
– rispose lei – devo solo farci
l’abitudine –
sospirò.
-
Sei
stata fortunata ad avere un maestro d’armi che ti allenato a
padroneggiare la scherma con entrambe le mani – disse lui.
-
Lo sono stata molto
– assentì lei – per davvero –
aggiunse seria.
-
Credevo
di impazzire.. - Gladio abbassò lo sguardo per
puntarlo sulla
piazza sotto di loro - Quando ho visto in che stato eri ridotta,
il sangue che perdevi.. per un attimo ho pensato che non mi importava
niente del Cristallo, del destino del nostro mondo.. –
raccontò stringendosi le mani accavallate sulla ringhiera.
-
Era
l’unico modo per salvarvi, lo capisci vero? –
mormorò lei.
-
Certo
che lo capisco, avrei preso la tua stessa identica decisione.. ma non
credo di aver mai avuto così tanta paura in vita mia
–
replicò grattandosi la barba.
-
Non
lascerò mai più il tuo fianco, è una
promessa – disse Selenis voltandosi verso di lui.
-
Lo
spero proprio... – Gladio le passò un braccio
attorno alle
spalle e se la strinse la petto – Hai reso piuttosto arduo il
compito di proteggere la mia futura sposa – disse dandole una
bacio sulla sommità della testa – anche se
continuo a
pensare che tu lo stia facendo apposta per evitare le nozze –
aggiunse con un ghigno.
-
Al
contrario, non ho mai voluto così tanto una cosa in vita
mia. Piuttosto vedi di non farti uccidere tu prima! –
replicò lei tirandosi indietro e arricciando il naso.
-
Vieni qua
– sorrise lui scuotendo la testa e chinandosi a baciarla.
-
Non
mi hai mai detto dove hai trovato l’anello che mi hai
regalato
– osservò la ragazza quando la lasciò
libera.
-
Ah, a proposito!
– esclamò lui tirando fuori dalla tasca qualcosa
– Questo è tuo –
Selenis
fissò stupita il proprio anello, quello di sua madre.
-
Pensavo di averlo
perso con il braccio! – disse commossa.
-
Era
a terra vicino a te, Prompto lo ha raccolto. Volevo dartelo prima ma me
ne sono dimenticato.. ho pensato che metterlo al collo sarà
più semplice adesso – spiegò,
porgendole il gioiello
agganciato ad una catenina d’argento.
-
È
perfetto, grazie – rispose la principessa indossandolo.
-
Senti qualcosa?
–
-
No..
– replicò lei girandoselo tra le dita –
E'
come quando siamo arrivati a Gralea, sembra che si sia scaricato..
Chissà se mia madre è ancora qui –
mormorò
assorta, poi si voltò a guardare di verso la
piazza.
Una donna
era scoppiata a piangere,
stretta nell’abbraccio di un ragazzo che poteva essere il
fratello. Lui cercava di consolarla, ma si vedeva chiaramente che non
trovava le parole adatte, limitandosi a stringerla.
Cosa
poteva dirle? Probabilmente avevano perso la casa, la propria terra, e
non era escluso che avessero visto morire anche qualche loro caro.
L’unica speranza che gli era rimasta, erano delle voci sul
presunto ritorno del
prescelto, ma nulla di più..
-
Gladio
devi farmi un favore – disse d’un tratto la ragazza
voltandosi verso di lui – chiama gli altri e chiedi loro di
radunare quanta più gente possibile in piazza –
-
Pensavo non volessi
prendere il posto di Noct – replicò il ragazzo
perplesso.
-
Difatti
non ho intenzione di proclamarmi reggente.. ma credo sia mio dovere
spendere qualche parola per loro – rispose la principessa
tornando ad osservare la piazza.
-
Va bene –
assentì allora Gladio, dandole un bacio sulla testa prima di
tornare dentro.
Mezz’ora
dopo il
piazzale principale di Lestallum era letteralmente invaso dalla gente.
Le persone si accalcavano all’inizio delle vie laterali e
occupavano finestre e i balconi delle case che si affacciavano sullo
slargo. Selenis, con il supporto dei suoi amici, si fece largo in mezzo
alla ressa.
-
Posso prenderne una in
prestito? – domandò, rivolgendosi al gestore del
locale e
indicando una delle sedie del suo dehor.
-
Ma certo –
rispose quello prontamente.
-
Grazie –
La ragazza
la spostò e facendosi aiutare ci salì sopra, in
modo da riuscire a vedere la gente lì riunita.
-
Scusatemi se ho
avuto l’ardire di chiamarvi tutti qui.. –
esordì la ragazza.
Qualcuno dal
fondo delle fila richiamò al silenzio e questo
calò subito sulla piazza.
-
Molti
di voi mi conoscono
già, per tutti gli altri mi chiamo Selenis e sono la nipote
del
compianto Re Regis, nonché cugina del nuovo Re di Lucis.
–
proseguì – Ho voluto essere qui a parlarvi,
perché
ho visto i sacrifici e l’incertezza che vi stanno affliggendo
in
questo momento e non potevo restare in silenzio… - disse,
cercando di
abbracciare quanta più gente possibile con lo sguardo
–
Anche io, come voi, ho perso la mia casa e delle persone a me
care… So che avete bisogno di una guida, di qualcuno che
metta
ordine in questo caos, ma non posso essere io quella persona –
Queste
ultime parole vennero accolte con un brusio di fondo.
-
Questo per un
semplice
motivo – continuò la ragazza – Non posso
sostituire
sua Grazia Lunafreya, non sono una sciamana e non sono in grado di
epurare, mio malgrado, il male che ci affligge. Non posso neppure
sostituire Re Noctis, perché non sono la vostra regina
né
la prescelta del Cristallo.. – disse – Ma sono una
guerriera, una Kingsglave, e in quanto tale vi giuro che
proteggerò voi e le vostre famiglie, in modo che non
dobbiate
soffrire ulteriormente.. Resisteremo, tutti assieme, fino a quanto il
Re non sarà tornato, perché lo farà..
e
sconfiggerà questa oscurità per sempre. Vi do la
mia
parola. Quindi, per favore, non abbandonate la speranza…
Grazie
a tutti voi – concluse chinando il capo.
L’applauso
partì dapprima esitante, per poi esplodere. Selenis
alzò la testa e sorrise.
Leggeva di
nuovo la
speranza in quei volti ed era l’unica cosa per lei
importante.
Certo, ci sarebbero stati altri momenti difficili, ma se la sarebbero
cavata come sempre.
“Torna
presto Noct” pensò la principessa “ Ti
stiamo tutti aspettando…”
Campeggio dell'autrice:
Buonasera ragazzi ^^
So che alcuni di voi erano curiosi di sapere se avrei dato una minima
spiegazione di quello che era successo dopo Gralea o se sarei passata
direttamente a "10 anni dopo". Spero quindi che sareste soddisfatti
della mia scelta! Nonostante io mi sia innamorata di FFXV, il fatto che
avessero lasciato questi dieci anni di buio mi ha fatto storcere il
naso.. nel senso che Noctis viene assorbito dal Cristallo e bam! Ci si
trova direttamente proiettati nel futuro! Mi ha lasciata un
pò confusa ^^"
Nel capitolo ho mantenuto la linea originale che avevo adottato,
quindi, non essendo ancora uscito Comrades, mi ero immaginata che fosse
stata Aranea a salvare i tre ragazzi e che il sole non fosse
più sorto dopo che Noctis era stato assorbito.
Selenis ha perso un braccio, beh è poca cosa se si pensa a
Ignis, però volevo lasciare qualcosa di evidente della
battaglia che ha combattuto. La ragazza ha reso ben chiare le sue
intenzioni, non ha il minimo desiderio di prendere il posto di Noctis,
ma piuttosto ha deciso di restaurare i Kingsglave e di difendere quello
che resta dell'umanità assieme ai suoi amici.
Sperando che abbiate gradito questo capitolo passo a ringraziare
tantittimo i Lettori
che mi seguono, le Comrades
che commentano con particolare menzione a Akiko_2 per essersi
aggiunta e per averla inserita sia nelle preferite che nelle seguite ^^
Nel prossimo capitolo faremo il fatidico salto di dieci anni in
avanti... cosa sarà successo nel frattempo?
Un abbraccio a tutti voi,
Marta
|
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Capitolo 42 *** 41. L'ultima sosta ***
41
Colline
antistanti il molo di Galdin, Regione di Leide, 10 anni dopo.
Un lampo di
luce
squarciò per un secondo il cielo, illuminando la figura
ferma in mezzo ai bassi cespugli di erica. Il deamon che aveva di
fronte stramazzò al suolo, dissolvendosi e andando ad
aumentare
quello strano pulviscolo nero che impregnava l’aria.
L’arma
sparì dalla mano del suo proprietario, il quale si
asciugò il
sudore dalla fronte con la manica sdrucida della giacca, per poi
abbassare lo sguardo verso il grosso cane nero che abbaiava
ai suoi piedi, incitandolo a proseguire.
-
Cosa sta succedendo? Eh Umbra? –
Noctis Lucis
Caelum si
guardò attorno per l’ennesima volta.
Ovunque posasse lo
sguardo non vedeva altro che deamons. Si
era risvegliato improvvisamente
due ore prima in una cella scavata nella pietra, completamente da solo.
Una volta passato
lo spaesamento
iniziale, era uscito all’esterno, scoprendosi
sull’isola di Angelgard a sud ovest del molo di Galdin. Ad
aspettarlo aveva trovato Umbra, che gli aveva consegnato un messaggio
molto semplice: "Vieni ad Hammerhead”.
Così,
era salito sullo yacht di suo padre ormeggiato sull’isola, e
aveva fatto rotta verso la baia.
Gli era
stato chiaro fin
da subito che durante la sua assenza doveva essere successo qualcosa.
Il cielo aveva un colorito strano, era cupo, con
riflessi verdognoli e l’aria era intrisa di quelle strane
particelle nere. Senza contare che, quando attraccò a
Galdin, il
ristorante era completamente in rovina ed invaso dai deamons.
Da
lì in avanti era stato un continuo di combattimenti,
sembrava
che i mostri avessero preso il controllo del mondo intero, e forse non
era tanto lontano dalla verità. Doveva essere stato via a
lungo… ma quanto a lungo?
I suoi
ragionamenti
vennero interrotti dal rinnovato abbaiare di Umbra, che cercava di
attirare la sua attenzione verso quelli che inequivocabilmente
sembravano i fari di una macchina. Il camioncino
cominciò a rallentare non appena li vide, accostandosi al
bordo della strada.
Noctis, un
po’
esitante, si avvicinò al conducente, che risultò
essere un
ragazzo dai capelli castani sotto un berretto da baseball con il logo
dell’officina di Hammerhaed.
-
Sì?
– esordì il Re, guardando confuso il giovane che
sembrava aver appena visto un fantasma.
-
Sono io, Talcott!
– rispose quello – Mio nonno era al servizio della
famiglia Amicitia – aggiunse.
-
Talcott?!
– esclamò dopo un secondo Noct senza credere alle
proprie orecchie.
-
Già
– sorrise contento il ragazzo.
-
Non ci
credo…- mormorò il Re allibito.
-
Credici!
– replicò lui divertito – Ben tornato
Vostra
Maestà! Sali sù, avanti – lo
invitò.
Noctis non
se lo fece
ripetere due volte, affrettandosi a far il giro dal lato del
passeggero. Una volta
fatto salire Umbra, lo seguì chiudendo la portiera. Talcott
nel
frattempo aveva preso il cellulare per telefonare.
-
Sir?
È arrivato, esattamente come ci era stato detto –
disse al
suo interlocutore – Sì, proprio così..
Come? Un
attimo – mise in attesa per voltarsi verso Noct –
dice che
vuole parlarti – aggiunse porgendogli il telefono.
-
Lo faremo di persona
– replicò Noct con un sorriso, intuendo
già chi ci fosse dall’altro capo.
-
Dice
che lo farete di persona – riferì il giovane
– Bene,
saremo lì tra poco. Capo. – concluse chiudendo la
chiamata
– Wow… non sai che piacere mi faccia rivederti!!
–
esclamò dopo aver messo in moto il furgoncino.
-
Anche a me.. certo
che sei cambiato parecchio – rispose ancora un po’
scosso il Re.
-
Dici? Beh.. in dieci
anni uno cresce – ridacchiò Talcott
-
Dieci anni?!
– balbettò scioccato Noctis.
-
Scommetto che quei
quattro non crederanno ai loro occhi –
-
Dove sono tutti
quanti? –
-
Per la maggior parte
del tempo a Lestallum, ma vanno spesso anche ad Hammerhead –
rispose Talcott.
-
Perché?
–
-
Per
Cindy, sai, nell’officina – spiegò il
giovane
– E' una tosta, ma quando ha bisogno di un po’ di
olio di
gomito in più gli fa un fischio –
-
Ah –
assentì Noctis.
-
Sai?
Da quando sei scomparso, Maestà, la notte non è
più
finita – disse Talcott – A Lestallum
c’è
ancora luce grazie alla centrale elettrica, così ci siamo
rifugiati tutti lì – raccontò.
-
Solo lì?
– domandò confuso il Re.
-
Il
resto del regno è stato abbandonato. Quando sono arrivati i
deamons la gente se n’è dovuta andare –
rispose
Talcott con voce grave – C’è ancora chi
va ad Hammerhead
ogni tanto, ma non per le riparazioni – proseguì
–
ormai non è più una stazione di servizio, ma un
centro di
caccia contro i deamons. L’officina però
è ancora
aperta, una delle poche.. – spiegò.
-
E Cid? È
ancora bello arzillo? – s’informò Noctis.
-
Sì,
ma non come un tempo. Ultimamente non è più lui
–
disse Talcott – E' stato il trasferimento a Lestallum, gli
avevano consigliato di riaprire l’officina lì, ma
non ne
ha voluto sapere – raccontò – ha detto
che
l’idea valeva “quanto un mucchio di sterco di
chocobo
fumante” e che in un altro posto non sarebbe mai stata la
stessa
cosa – rise il giovane.
-
È proprio
da Cid – assentì il Re con un sorriso.
-
Cindy dice che a lei
non pesa, quindi l’officina andrà avanti ancora
per un po’. E
ora che Cid ha appeso gli arnesi al chiodo, la sua unica distrazione
sono i frutti di mare cucinati da Ignis – aggiunse Talcott
svoltando il furgoncino in direzione di Hammerhead.
Durante
tutto il tragitto
l’abbandono citato da Talcott era evidente, così
come il
gran numero di deamons che si erano sostituiti alla popolazione.
-
Con
l’aumento dei deamons Iris ha convinto il generale a
continuare a
dargli la caccia – proseguì il ragazzo indovinando
quello
che Noctis stava pensando – Anche lei è diventata
una
cacciatrice e adesso la chiamano “Iris
l’ammazzademoni”. Gladio e gli altri danno una mano
quando
possono – spiegò – Prompto va a caccia
più
che altro nei pressi di Hammerhead, vuole far colpo su Cindy, ma lei
è troppo presa dal lavoro – rise.
-
E Ignis? –
chiese il Re.
-
Anche
lui va a caccia. Gli abbiamo detto di smetterla, ma non ci ha dato
retta. Non sai quante volte Selenis lo ha sgridato! Ma lui afferma di
essere abituato più di noi a stare al buio –
rispose
Talcott.
-
Non ha ancora
recuperato la vista… - mormorò Noctis.
-
Purtroppo
no. Va detto però che è molto indipendente. Anche
Gladio,
Selenis e Prompto vanno a caccia da soli. Ormai è raro
vederli
tutti assieme – affermò il ragazzo.
-
Davvero? –
Il mondo era
cambiato
davvero tanto in quei dieci anni… Tutte le informazioni che
Talcott gli aveva dato rimbombavano nella sua mente, accavallandosi una
sull’altra. Non sapeva dire quale lo avesse lasciato
più di stucco, non che avesse importanza ormai..
-
Siamo
arrivati Maestà! – lo avvisò
all’improvviso
Talcott – Sono certo che saranno tutti felicissimi di vederti
– aggiunse girando dentro Hammerhead.
La stazione
di servizio
era cambiata come tutto il resto. Un'alta rete metallica la cintava sui
lati e un paio di fari alogeni ne illuminavano i dintorni,
scoraggiando i deamons dall’avvicinarsi. Erano state
costruite
anche alcune impalcature che fungevano da torrette di vedetta, mentre
tutto il
perimetro era pattugliato da uomini armati. La bottega e il ristorante
erano ancora aperti, e c’erano diverse roulotte e
container per il rifornimento delle armi. Come aveva detto Talcott,
ormai non era più una stazione di servizio..
Il ragazzo
parcheggiò il furgoncino, permettendo così a
Noctis di scendere assieme ad Umbra. Non appena il Re
alzò lo sguardo, sorrise.
Gladio, Prompto e Ignis gli si stavano già facendo incontro.
-
Ehi – li
salutò il giovane.
-
Dopo
tutti questi anni l’unica cosa che sai dire è
"ehi"? –
lo rimbeccò Gladio dandogli una sonora pacca sulla schiena.
L’Amicitia
era
pressoché immutato, tranne per il taglio
di barba e capelli che ora teneva stretti
in un codino sulla nuca.
-
Noct! Sei tu! Sei
proprio tu! – esclamò Prompto.
Se Gladio
non era
cambiato, Prompto lo era ancora meno. Magro e biondo come al solito, si
era solamente lasciato crescere uno sparuto pizzetto, probabilmente per
far colpo su Cindy e dimostrare un aspetto un po’
più
maturo.
-
Bene
bene, ci hai fatto aspettare – commentò Ignis, i
cui
occhiali dalle lenti a specchio nascondevano le vecchie cicatrici.
-
Non
per scelta – replicò il Re appoggiando una mano
sulla
spalla del ragazzo – Abbiamo molto da raccontarci –
aggiunse.
-
Puoi
dirlo! – affermò Gladio – Ehi! Selis!
È
arrivato! – esclamò poi, voltandosi verso una
delle
roulotte.
Noctis,
seguì lo sguardo dell'amico, in tempo per vedere comparire
sulla soglia la principessa.
Selenis,
ora aveva i capelli lisci che le sfioravano le spalle e sul viso lo
stesso identico sorriso che Noctis ricordava bene; sorriso che
però il ragazzo non
riuscì subito a ricambiare, perchè il braccio
sinistro di
sua cugina terminava poco sopra il gomito.
-
Noct! –
esclamò commossa lei, andandogli incontro e abbracciandolo
di slancio.
-
Selis..
– la salutò il ragazzo – Per i Sei, cosa
ti è successo!?
– domandò quando lo lasciò andare.
-
Oh
questo? – replicò la ragazza muovendo appena il
moncherino
– Usare l’anello di mia madre è costato
qualcosa,
– disse con serenità – ma non stiamo qui
a parlare,
venite dentro – aggiunse facendo cenno di seguirla dentro la
roulotte.
L’interno
era ben illuminato, pulito e
confortevole. A Noctis rievocò le serate passate con i suoi
amici in giro per Lucis, quando, troppo stanchi per raggiungere la
città più vicina, si accontentavano dei camper
messi a
disposizione un po’ ovunque.
Il ragazzo
prese posto
dietro al tavolino in finto legno accanto a Ignis, e per qualche
istante
fissò Selenis che, con sorprendente agilità
nonostante il braccio mancante, preparava
il caffè per tutti.
-
Allora amico, cosa
ti è successo dentro quel Cristallo? –
esordì Prompto.
-
In
realtà ho poco da raccontare – rispose Noctis
– Ho
incontrato uno dei Siderei, Bahamuth, mi ha spiegato che ero
lì
per ottenere il potere del Cristallo, il solo a poter sconfiggere
Ardyn.. – spiegò il Re – Sono rimasto
sospeso in una
specie di limbo fino a quando non mi sono svegliato.. non sapevo
neppure quanto tempo fosse passato, ma non mi sarei mai immaginato che
fossero ben dieci anni – aggiunse.
-
Sei riuscito nel tuo
intento quindi – asserì Selenis.
-
Sì
– affermò il ragazzo – Per voi questi
anni saranno
stati ben più ricchi di eventi rispetto ai miei, o sbaglio?
–
-
Puoi dirlo..
– assentì Gladio.
-
Forza, raccontatemi
tutto –
E
così, un
po’ per ciascuno, i suoi amici gli spiegarono. Spiegarono di
come quel giorno a Gralea,
Selenis avesse ottenuto temporaneamente i poteri della madre che in
realtà era una dei Siderei, di come fossero arrivati troppo
tardi
per aiutarlo e di come fossero dovuti fuggire per riuscire a salvare la
vita
della principessa. Gli dissero di come erano tornati a Lestallum con
l’aiuto di
Aranea e dei suoi uomini, di come in tutti quegli anni fossero riusciti
a
organizzarsi per mantenere i deamons lontani dalla città,
istituendo un consiglio di cui oltre a loro facevano
parte anche Iris, Cor, Cid e
Aranea. Infine, di come Ardyn non si fosse più fatto vedere,
restando
ad aspettarli ad Insomnia, seduto su un trono non suo.
-
Deve
essere stata dura per voi.. – commentò Noctis,
rimirando il
caffè scuro agitarsi pigramente dentro la sua tazza.
-
Non ti mentiremo,
è stata dura – rispose Ignis – ma ce la
siamo cavata piuttosto bene – aggiunse.
-
E poi sapevamo che
prima o poi saresti tornato! – asserì Prompto con
un sorriso.
-
Già..
credo sia ora di concludere questa faccenda –
affermò il Re.
Selenis
osservò il
cugino. C’era qualcosa di mutato in lui e non si trattava
solo
dei capelli più lunghi o della corta barba che gli solcava
il
volto, il suo sguardo era cambiato… sereno, ma al contempo
determinato.
-
Di
cosa hai bisogno? – domandò Gladio spostandosi dal
viso il
solito ciuffo di capelli che non voleva saperne di restare al suo
posto.
-
Ho già
tutto quello che mi serve – rispose il Re accarezzando
distrattamente l’anello dei Lucis.
-
Allora
non ci resta altro da fare che dirigerci ad Insomnia e buttare
giù quel figlio di puttana dal tuo trono –
replicò
l’Amicitia.
-
Quando vuoi partire?
– gli chiese Prompto.
-
Quando siete pronti
–
-
Sono
dieci anni che aspettiamo, ormai siamo più che
pronti!
– ribattè Selenis – Ho fatto bene a
portarmi dietro
queste allora – aggiunse, aprendo l’anta
dell’armadio
e tirandone fuori un abito appeso su una gruccia.
Noctis lo
riconobbe
subito. Era il completo ufficiale della stirpe reale, creato a modello
di quello di suo padre e che avrebbe dovuto indossare per le nozze con
Luna.
-
Come avete..? Era
assieme a tutta la nostra roba sulla Regalia! –
esclamò il Re stupito.
-
Abbiamo fatto ancora
una scampagnata a Gralea qualche anno fa e abbiamo recuperato tutto
– affermò Ignis.
-
Allora, si va?
– disse Prompto.
-
Sì
– assentì Noctis.
Alzandosi,
il ragazzo vide una cosa che prima non aveva notato. Nella parete di
fondo,
dietro la porta d’ingresso della roulotte, c’era un
pannello
di sughero, o almeno, doveva esserlo visto che era talmente tanto pieno
di foto da risultare impossibile riuscire a vedere su cosa fossero
affisse.
-
Quelle sono..?
–
-
I miei scatti,
sì – rispose subito Prompto contento.
-
Gli
ho chiesto se poteva svilupparmeli – spiegò
Selenis
– era un bel modo per ricordare – aggiunse con un
sorriso.
Noctis
osservò
quelle foto e gli occhi gli si inumidirono subito. Riconobbe il primo
scatto di loro cinque davanti alla Regalia quando l’avevano
fatta
riparare da Cid ad Hammerhead, quando Insomnia era ancora a portata di
mano. Dopo quello ne seguivano decine e decine di altri, fatti a
Lestallum, Cauthless, Caem, Altissia…
-
Iris
è davvero cresciuta – commentò il Re
guardando una
delle ultime foto che ritraeva la ragazza assieme ad Aranea in quella
che sembrava una battuta di caccia.
-
È
diventata una tosta, come suo fratello – disse ridendo Gladio.
Mentre
scorreva gli occhi
sulle immagini, l’attenzione di Noctis venne catturata da una
in
particolare. Ritraeva Gladio e Selenis; il ragazzo teneva sospeso un
bambino aggrappato al suo braccio, mentre la principessa stringeva una
bambina che rideva di gusto, il Re riusciva quasi a vederle le
lacrime. Noctis si voltò verso la cugina con una muta
domanda
negli occhi. Selenis gli sorrise,
mettendo mano alla tasca posteriore dei pantaloni.
-
Mi
sarebbe piaciuto farteli conoscere di persona, ma credo che questo non
sia possibile – disse allungandogli un’altra foto.
Noctis la
prese, gli
stessi bambini dello scatto precedente, solo un po’
più
grandi, sorridevano all’obiettivo.
-
Questo
è Nyx – disse la principessa indicandogli il
maschio dai
corti capelli castani e dagli occhi chiari – e questa
è Luna – aggiunse posando il dito sulla figura
della
bambina dai capelli bianchi e gli occhi ambrati – sono i tuoi
nipoti –
Il Re rimase
per qualche
istante a guardarli e poi sollevò gli occhi sui due
genitori.
Gladio aveva passato un braccio attorno alle spalle di Selenis.
-
Quando? –
mormorò il ragazzo incredulo.
-
Compiono
dieci anni quest’anno, sono gemelli – rispose
Gladio
– non sai la fatica che abbiamo fatto per convincerli a
restare a
Lestallum, volevano vederti a tutti i costi –
-
Ho scoperto di
essere incinta poco dopo il nostro ritorno da Gralea –
raccontò Selenis.
-
Deve essere stata
una bella sorpresa – commentò Noctis con un ghigno
rivolto all’amico.
-
Puoi dirlo
– rise lui.
-
Io sono il preferito
di Luna! – intervenne Prompto.
-
Già,
quella bambina stravede per il suo padrino –
assentì
Selenis – tanto quando Nyx pende dalle labbra di Iggy
–
aggiunse.
-
Un aiuto in cucina
mi fa sempre piacere – disse Ignis con un sorriso.
-
È
incredibile…- sussurrò Noctis aprendosi in un
sorriso – Vi siete sposati? – domandò.
-
No, abbiamo deciso
di attenerci al piano originale – rispose Gladio.
-
Lo faremo solo
quando saremo tornati a casa – soggiunse Selenis.
-
Capisco..
– assentì il Re riabbassando gli occhi sulla foto
dei
nipoti – Allora andiamo a riprendercela –
asserì.
Meno di
un’ora
più tardi, i cinque amici erano pronti alla partenza. Il
Pick up
preso in prestito era stato caricato e ora il Re indossava il suo
completo, mentre Selenis e gli altri, l’uniforme ufficiale
dei
Kingsglave.
-
Quindi è
arrivato il momento di salutarci di nuovo – disse Talcott
avvicinandosi al gruppo.
-
Credo
di sì – rispose Noctis – Sono contento
di averti
rivisto e di aver potuto tener fede alla mia promessa –
aggiunse.
-
Te ne ricordi
ancora? – domandò il ragazzo stupito.
-
Certo –
affermò il Re.
-
Beh, allora
arrivederci vostra maestà – replicò
Talcott un po’ commosso, porgendo la mano a Noctis.
-
Arrivederci
Talcott, stammi bene – disse il giovane stringendogliela
–
Ok, sono pronto – aggiunse poi rivolto ai suoi amici.
Quando
furono tutti a bordo, Prompto accese il motore e si misero in strada.
I fari della
macchina
fendevano il buio e i deamons che incautamente restavano troppo vicini.
Quel viaggio verso Insomnia sembrava strano, sia per il tempo passato,
sia perché essere a bordo di un’altra vettura che
non
fosse la Regalia non era la stessa cosa.
-
C’è
una cosa che non vi ho chiesto – esordì Noctis
dopo un
po’ – Quando mi sono svegliato ad Angelgard ad
aspettarmi
c’era Umbra con il messaggio di dirigermi a Hammerhead e lo
yacht
di mio padre ormeggiato.. Come facevate a sapere dov’ero?
–
domandò.
-
È stata
Luna a dirci dove trovarti – rispose Selenis seduta tra lui e
Gladio.
Noctis la
guardò
stupito per un secondo, prima di realizzare che stava parlando della
figlia. Se si fermava a pensare che la sua Luna era morta ormai da
dieci
anni…
-
Ha anche lei le tue
stesse visioni? – chiese il Re, scacciando il pensiero che
gli aveva offuscato la mente.
-
Non
esattamente… ha più delle sensazioni –
disse Gladio.
-
Per
sua fortuna.. non augurerei a nessuno quello che succedeva a me
–
aggiunse Selenis con una smorfia – Comunque sia,
qualche
giorno fa è venuta da noi a dirci che saresti tornato ad
Angelgard – spiegò.
-
Capisco…
e tu? Hai più fatto sogni? –
s’informò il ragazzo.
-
No… E'
strano, ma dopo l’episodio di Gralea i miei
“poteri” sono come spariti –
replicò la
ragazza – non ho più visto niente, né
il mio anello
ha dato alcun segno –
-
Dici che tua madre
se n’è andata? –
-
Non penso.. credo
più che altro che sia in attesa – sorrise lei in
risposta.
-
Ragazzi,
ci siamo quasi – disse Prompto indicando il cartello che
avvisava
i viaggiatori di essere alla barriera di Insomnia.
-
Sbaglio o quello
strano pulviscolo è aumentato? – fece notare
Noctis.
-
Già..-
assentì Ignis – a quanto pare più ci si
avvicina
alla capitale più questa nebbia aumenta –
spiegò.
-
È
tossica? –
-
Sembrerebbe
essere responsabile solo di questa continua oscurità
–
rispose Ignis – pare che assorba la luce –
Noctis
annuì,
tornando a guardare fuori dal finestrino. Riconobbe la strada lungo la
quale la Regalia li aveva lasciati a piedi, sotto il sole cocente e
senza neppure un aiuto da chi passava di lì in auto. Alla
fine
avevano dovuto spingerla fino all’officina, con Gladio che
continuava a inveire contro di lui e Prompto perché non
fingessero di dargli una mano.
Il riflesso
del Re
sorrise, per poi venire assalito dalla nostalgia. Quel
sentimento crebbe in lui fino a comprimergli dolorosamente il petto.
-
Noct? Tutto bene?
–
La mano di
Selenis si posò sulla sua gamba, richiamando
l’attenzione del giovane.
-
Sì
– rispose lui – Solo… vi
sembrerà sciocco..
ma credete che possiamo ancora fermarci a campeggiare, prima di varcare
le porte della città? Avrei voglia.. avrei voglia di
mangiare
assieme a voi davanti al fuoco – disse.
-
Sicuro,
perché no? – rispose Ignis.
-
Gladio ha
già caricato tutto il necessario, vero grand’uomo?
– disse Prompto.
-
Certo –
asserì l’Amicitia.
-
Ragazzi…
- mormorò Noctis commosso.
-
Credo anche di
sapere dove possiamo fermarci – asserì Selenis
facendo l’occhiolino.
***
-
Come ti è
venuto in mente questo posto? – domandò Gladio.
I cinque
amici erano
seduti davanti ad un bel falò scoppiettante, con in mano un
piatto di zuppa calda cucinata da Ignis. Si trovavano
sull’altura
vicino all’ingresso della città, quella che
avevano
raggiunto subito dopo la notizia della caduta di Insomnia, quando erano
tornati per sincerarsi della veridicità di quanto gli era
stato
detto.
-
Il quadro vero?
– la anticipò Noctis e la ragazza sorrise
– Quello nello studio di mio padre –
-
Quale quadro?
– chiese Prompto.
-
C’era
un dipinto che ritraeva Re Regis, Cid, Weskam e Clarus con i loro
chocobo accampati proprio in questo punto, me ne ero quasi scordato
– disse Ignis.
-
Già.. di
fianco a quello di Noctis da bambino assieme a suo padre –
confermò Selenis.
-
Ah
sì, adesso che mi ci fate pensare è vero
–
esclamò Gladio battendosi il palmo aperto sul ginocchio.
-
Come? Non
è giusto! Io non l’ho mai visto! –
mugugnò contrariato Prompto.
-
Ti dovrò
far fare una visita guidata prima o poi – replicò
allora Selenis.
-
Privilegi di voi
altolocati – borbottò il ragazzo facendo scoppiare
a ridere tutti quanti.
Una folata
di vento
spazzò l’accampamento, ravvivando le braci e
facendo
guizzare le lingue di fuoco verso il cielo. Gli ultimi residui di zuppa
furono mangiati e i ragazzi rimasero ognuno immerso nei propri
pensieri.
-
Selenis? -
-
Sì?
– la ragazza guardò il cugino.
-
So
che non puoi più suonare la chitarra, ma mi piacerebbe
sentirti
cantare qualcosa come ai vecchi tempi – rispose il Re.
-
Speravo
che me lo avresti chiesto – replicò la principessa
con un
sorriso.
Era stato duro dover accettare di non poter più suonare, ma
aveva potuto insegnare ai suoi figli a farlo, quindi alla fine non le
era mancato più del dovuto.
-
Like a small boat on
the ocean, sending big waves into motion. Like how a single word can make a heart
open. I
might only have one match, but I can make an explosion –
cominciò a cantare mentre la voce si fondeva con il crepitio
del fuoco - This is my fight song, take back my life song, prove I'm
alright song. My power's turned on, starting right now I'll be strong.
I'll play my fight song and I don't really care if nobody else
believes, 'cause I've still got a lot of fight left in me –
la
sua vita era sempre stata una lotta continua
ed era certa che lo fosse stata anche per Noctis - Losing friends and
I'm chasing sleep, everybody's worried about me… In too
deep,
say I'm in too deep. And it's been ten
years I miss my home, but there's a fire burning in my bones. Still
believe, Yeah,
I still believe – cantò alzando lo sguardo su
Noctis.
Voleva
fargli capire che,
nonostante tutti quegli anni di difficoltà, nessuno di loro
aveva
mai abbandonato la speranza. Se erano arrivati dov’erano
arrivati era grazie a lui, alla consapevolezza che sarebbe tornado a
porre fine a tutto.
Il ragazzo le sorrise in risposta, con gli occhi
leggermente umidi: il messaggio era stato recepito.
-
Non
l’avevamo mai sentita neppure noi –
commentò Gladio quando Selenis terminò di cantare
– ma credo di capire il perché –
aggiunse.
-
È
bellissima.. – disse Noctis – grazie –
-
Dovresti insegnare
anche a me a suonare, così potrei accompagnarti –
asserì Prompto.
-
E ti viene in mente
solo adesso dopo tutti questi anni? – replicò
Selenis con una risata.
-
Perché
non aveva ancora pensato di poterla usare come attrattiva per fare
colpo su Cindy – affermò Ignis.
-
Cosa?! Non.. non
è vero! – protesto il pistolero rosso in volto.
-
Noi
cinque intorno al fuoco… Quand’è stata
l’ultima volta? – domandò Noctis con un
sorriso.
-
Un’eternità
fa – rispose Ignis.
-
Sentite…
- riprese il Re dopo qualche istante, ma fermandosi quasi subito.
L’aria
si fece improvvisamente più tesa.
-
Io…-
disse, interrompendosi nuovamente.
La gamba gli
si mosse
nervosamente e lo sguardo guizzò sul terreno argilloso ai
suoi piedi mentre cercava le parole adatte. Era chiaro quanto stesse
facendo fatica a mettere insieme quello che doveva dire, e i suoi amici
avevano già un vago sospetto.
-
Sputa il rospo
– lo esortò alla fine Gladio.
-
È
che.. – disse Noctis alzando lo sguardo –
Maledizione… perché è così
difficile?
– mormorò a denti stretti –
Io… io so qual
è il mio destino – riuscì finalmente a
dire –
Però… ora che è arrivato il
momento… ora
che sono qui con voi.. – proseguì con voce
incrinata
– è più di quello che posso
sopportare.. –
concluse mentre le prime lacrime gli rigavano il volto.
Nessuno dei
suoi amici
osò fiatare. Cosa avrebbero potuto dire per alleviare un
dolore che stavano provando anche loro? Niente.
Selenis
reclinò la
testa all’indietro, lasciando che le lacrime le scorressero
sul
viso mentre osservava il cielo scuro.
-
Sì..
è dannatamente così – asserì
Prompto.
-
Ce l’hai
fatta a dirlo – disse Gladio asciugandosi gli occhi.
-
Sono contento che tu
ce ne abbia parlato.. – mormorò Ignis.
-
C’è
una cosa che Luna mi ha chiesto di riferirti..- intervenne Selenis
schiarendosi la voce.
-
Cosa? –
domandò Noctis.
-
Prima
di partire per Hammerhaed mi si è avvicinata e mi ha detto:
“Mamma, so che non avrò occasione di vedere lo
zio, ma
digli questo da parte mia.. digli di non avere paura, che non
è
mai da solo, mai” –
Selenis si
morse il
labbro inferiore chinando il capo. Lo sapeva, ancora prima che Luna
glielo confermasse.
Ciò non toglieva il fatto che non fosse giusto…
Dopo
dieci anni.. dieci anni di lontananza, non potevano neppure restare
tutti assieme! Le loro strade erano destinate a dividersi ancora una
volta e definitivamente per giunta.
La mano di
Gladio si
appoggiò sulla spalla della ragazza, che finalmente
alzò
la testa per vedere che Noctis si era tirato in piedi.
Il Re li
guardò uno a uno, profondamente commosso.
-
Bè..
che altro aggiungere? – disse con un mezzo sorriso
– Voi
ragazzi… siete i migliori – asserì.
Campeggio dell'autrice:
Buon sabato a tutti!
Questo capitolo è stato un parto, ma mi è davvero
piaciuto scriverlo. Quando devo metterci del mio son sempre contenta,
perchè posso esprimermi liberamente e spiegare come io vedo
le cose. In questo modo ho avuto occasione di dare un senso a cose che
nel gioco mi erano poco chiare, come per esempio il fatto che Noctis si
fosse svegliato su Angelgard già con le indicazione di dove
andare. Oppure di come diamine fosse possibile che si fossero portati
dietro la roba da campeggio mentre si dirigevano verso Insomnia ^^"
Senza contare che ho potuto introdurre la novità dei figli
di Selenis e Gladio! Li avevo chiari in testa fin dall'inizio della
fic, così come avevo già chiara la fine.
Mi auguro di non essere sembrata troppo melensa inserendo anche una
canzone... Solo che quando l'ho sentita su Spotify non ho potuto non
metterla, le parole mi piacevano troppo!
Credo che questo sia il momento più drammatico di tutto
l'arco narrativo... riscrivere le parole di Noctis nel momento in cui
ha confessato ai suoi amici il suo destino è stato
straziante. Questa scena durante i titoli di coda del videogioco mi ha
dato la mazzata finale ^^"
Io capisco che sia un gioco pieno di lacune nella trama, è
vero. Però diamine! Come fa a non piacere una storia del
genere proprio non lo capisco!
Ormai mancano solo tre capitoli alla fine di questa storia... due dei
quali sono ancora da scrivere perchè ho solo gli abbozzi.
Per cui potrebbe volerci un pò più di tempo
perchè vengano pubblicati. Nel caso vi chiedo di avere
pazienza.
Detto questo passo a ringraziare tutti i Lettori e le Comrades che
recensiscono!
A presto!
Marta
|
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Capitolo 43 *** 42. Ritorno a casa ***
42
-
Se me lo
avessero raccontato non gli avrei creduto, ma vederla con i miei occhi
è ancora più strano – il commento di
Prompto si disperse nell’aria immobile.
I cinque
amici avevano
varcato il confine della città, percorrendo con il pick up
la
periferia fino ad arrivare in centro. Lì, avevano dovuto
abbandonare il mezzo a qualche chilometro di distanza dal palazzo
reale; la battaglia in quella zona era stata piuttosto violenta e le
strade piene di aereonavi precipitate e palazzi crollati le
avevano rese impraticabili.
Ora, erano
fermi in mezzo
alla via principale, quella che conduceva direttamente a palazzo e che
solitamente era il cuore pulsante della città, piena di
macchina in transito e di gente. Adesso invece era deserta, illuminata
dalla luce malata dei lampioni e ingombra di macerie e polvere.
-
Casa dolce casa
– disse Gladio.
-
Finalmente siamo
tornati – assentì il pistolero.
-
Ce ne abbiamo messo
di tempo – sospirò Ignis.
-
È
così pazzesco e normale al tempo stesso –
commentò Selenis camminando a fianco dei suoi compagni.
-
Già…
e tra
l’altro la strada è interrotta – disse
Noctis,
guardando quello che restava di un condominio crollato che invadeva la
via per tutta la sua larghezza.
-
Che si fa? Lo
scaliamo? – domandò Prompto.
-
Forse
c’è
una via più semplice.. – replicò Ignis
– Se
non sbaglio c’è una fermata della metro
più avanti,
se non è andata distrutta possiamo usare il tunnel per
passare
dall’altra parte – spiegò.
-
Sì, hai
ragione
– confermò il Re ricordandosi anche lui della
stazione
– dovrebbe essere in fondo alla strada –
-
Oh, aspettate!
–
Selenis si
bloccò all’imbocco di una delle tante traverse che
intersecavano il corso principale.
-
Cosa succede?
– chiese Gladio.
-
Venite! –
rispose semplicemente lei, svoltandovi.
-
Ma dove vai?
–
I ragazzi la
seguirono
fin quando non si fermò in quella che, vista la presenza di
innumerevoli insegne, sembrava una zona commerciale.
-
Ma qui..?
– mormorò Prompto osservando bene la via.
-
Poco più
giù c’è il locale dove lavoravo
– disse Noctis riconoscendo il luogo.
-
Già.. e
la sala
giochi dove venivo sempre a pescarti quando bighellonavi con Prompto
invece di fare allenamento – aggiunse Gladio.
-
Questo era il
caffè dove ci trovavamo – affermò
Selenis.
-
Facevano dei dolci
incredibili – confermò Ignis.
La ragazza
si vedeva con
chiarezza, quasi fosse stata una delle sue visioni, mentre si
avvicinava al bar e sbirciava dalle grandi finestre per vedere i suoi
amici già seduti al tavolo ad aspettarla. Riusciva anche a
sentire ancora il profumo
di caffè che si mescolava all’aria tiepida della
sera
quando le porte automatiche si aprivano, lasciando uscire il
chiacchiericcio della gente
e gli schiamazzi dei ragazzini dalla sala giochi. Ora non
c’era più nulla di tutto quello…
un’areonave
imperiale si era schiantata sulle case, mandando in frantumi vetri e
vecchi ricordi. L’insegna del locale pendeva inerme annerita
dal
fuoco.
-
Proseguiamo
– disse Noctis a quel punto tornando indietro.
Selenis
accolse con gioia
quell’ordine, perché se si fermava a pensare che
non
sarebbe mai più stato così, che non si sarebbero
mai
più ritrovati tutti assieme in quel caffè, non
avrebbe
retto.
Trovarono il
tunnel della
metropolitana incredibilmente ancora integro, il che permise loro di
aggirare l’ostacolo della strada interrotta e di ritrovarsi a
qualche decina di metri dal palazzo reale. Il gruppo si
avvicinò ai cancelli d’ingresso, che si aprirono
docilmente
e senza il minimo rumore sotto la spinta di Noctis. Le postazioni delle
guardie erano vuote e il viale lastricato che conduceva alla piazzetta
antistante l’entrata dell’edificio, era illuminato
dai
lampioni.
sembrava che
fosse tutto
rimasto congelato nel tempo. L’acqua delle vasche che
decoravano
i quattro angoli del piazzale, era fresca e immobile e le finestre del
palazzo risultavano tutte accese, dalla prima all’ultima.
-
Dite che ci
sta…?
– esordì Prompto – Ma perché
me lo domando?
– sospirò un secondo dopo, guardando verso la
scalinata che
potava all’ingresso.
Ardyn era
lì, in attesa. Il suo viso non era ovviamente stato
intaccato
dal tempo trascorso, e prima di iniziare a parlare, rivolse loro un
sorriso, come se fossero dei vecchi amici che non vedeva da tempo.
-
Ifrit, l’ardente
– esordì – A differenza della Glaciale
non è
molto benevolo con l’umanità, ma vi
riserverà
comunque un benvenuto caloroso – disse – Io vi
aspetto, di
sopra – concluse voltandosi.
La sua
figura venne ben presto nascosta dal fumo. Alte fiamme,
infatti,
scaturirono dal nulla, portando assieme a loro un gigantesco trono
fatto di pietra intrecciata. Sopra lo scranno sedeva, con espressione
annoiata, Ifrit. Il Sidereo come Ramuh e Shiva aveva fattezze umanoidi;
la sua figura imponente veniva percorsa da lingue di fuoco, che
creavano
giochi di luce sul volto senza barba e piuttosto giovane. Dalla
fronte partiva poi un palco di corna ramificate, che sembravano formare
una
sorta di corona sul suo capo.
-
Al riparo, subito! - gridò Selenis quando la prima
vampata si diresse verso di loro.
Si
lanciarono tutti verso
un basamento in pietra lì vicino, alto abbastanza da offrire
loro un
riparo dal fuoco. Rannicchiati gli uni vicini agli altri, i cinque
ragazzi tennero testa all’assalto come poterono. Il caldo era
opprimenti, schiacciante, il rumore delle fiamme era spaventoso,
tanto da riuscire a soverchiare qualsiasi cosa.
-
E adesso cosa facciamo?
- domandò Prompto, dando una rapida occhiata oltre il loro
riparo
una volta che la vampata scemò – Quello
lì sembra
aver capito che non ha neppure bisogno di scomodarsi dal suo trono per
annientarci… Occhio ne arriva un’altra!! - li
avvisò.
-
Dobbiamo comunque proseguire – rispose Noctis alla
fine del secondo assalto.
-
Hai un piano? - gli chiese Gladio.
-
Al momento no, improvviseremo – replicò
il Re.
-
Per una volta sono
d’accordo con questa linea d’azione –
rispose Ignis
al passaggio di un’altra ondata di fiamme.
-
Selis, sei con noi? -
Noctis si
voltò
verso la cugina, ma la ragazza, con un vacuo sorriso sulle labbra,
stava guardando un punto appena sopra di sé.
- Credo sia
di nuovo il nostro turno – disse la principessa.
-
Sì -
Con sommo
stupore del Re,
la risposta era arrivata da una donna, la cui sagoma evanescente
sembrava non risentire minimamente del calore attorno a lei.
Aveva un
viso delicato e
lunghi capelli lisci bianchi come la neve ad adornarle le spalle. Era
qualcuno che Noctis aveva già visto, o almeno in foto.
- Zia
– disse incredulo.
La donna
posò gli occhi su di lui e sorrise.
- Come sei
cresciuto
Noctis, assomigli in modo impressionante a Regis – rispose
Magnolia – Purtroppo il tempo è tiranno e non mi
dà
l’opportunità di discorrere con te come vorrei
–
aggiunse – Selis, dobbiamo andare -
- Ehi,
aspetta! Andare dove?! - esclamò Gladio, afferrando il polso
della fidanzata.
- Stai
tranquillo, non mi sto immolando per la causa – rispose lei
con delicatezza.
- Non le
accadrà
nulla – intervenne Magnolia – Nessun sacrificio le
verrà richiesto questa volta, abbiamo avuto dieci anni per
prepararci, ma Ifrit va fermato – spiegò la
Siderea.
Gladio, a
quel punto, seppur ancora leggermente reticente, annuì
lasciando il polso della ragazza.
- Coraggio
– disse la donna porgendo una mano alla figlia.
La giovane
guardò brevemente la madre, ben consapevole che non si
sarebbero più riviste, e la
afferrò.
Un lampo di luce blu costrinse per qualche istanti i
quattro amici a chiudere gli occhi. Quando riuscirono ad aprirli
nuovamente, davanti a loro Selenis sostava immobile nello stesso punto
in cui fino a pochi istanti prima c’era Magnolia. La ragazza
aveva i capelli più lunghi, contornati da un alone luminoso
al
pari della pelle. Il braccio mancante era stato rimpiazzato da un arto
fatto di luce solida, percorsa da iscrizione sconosciute.
- Vado
avanti io, fra poco dovreste essere in grado di poter uscire anche voi
– disse rivolgendosi ai suoi amici.
La ragazza a
quel punto
aggirò il riparo, dirigendosi tranquillamente in direzione
del
trono. Ifrit, finalmente si degnò di alzare il capo che
teneva
pigramente reclinato sul pugno chiuso a sostenerlo. Un sorriso ferino
gli dipinse il volto e un muro di fuoco si levò alto nel
cielo,
così rovente da poter fondere il ferro e chiunque ci si
avvicinasse incautamente.
- Come ti ha
ridotto? - disse Selenis portando una mano dietro la spalla.
Tra le sue
dita comparve
l'asta di una freccia, mentre nella mano sinistra un arco. Sempre
mantenendo il passo, la ragazza la incoccò, tirando al
massimo
la corda per poi lasciarla andare. La freccia
partì sibilando per andare ad infrangersi contro il muro di
fiamme, che sparì all’istante.
L’espressione
sul
viso di Ifrit cambiò di nuovo, il ghigno sardonico
sparì,
mentre si alzava dal trono impugnando una gigantesca sciabola.
- Hai deciso
di fare sul serio a quanto pare – si limitò a
commentare Selenis.
Il Sidereo,
con un paio di passi la raggiunse e calò il primo colpo.
La
principessa
alzò la spada che ora teneva in mano, bloccandolo senza
sforzo.
In successione, roteò sul posto mirando al fianco
dell’avversario, che però si scansò con
sorprendente agilità per le sue dimensioni.
Le due spade
si
incrociarono di nuovo. Questa volta però, l’arma
di Ifrit
venne avvolta dalle fiamme che, correndo lungo la lama, avvolsero
Selenis. Una barriera di cristallo si erse a protezione della ragazza, che
impugnato nuovamente il suo arco, scoccò una freccia
all’indirizzo del capo di Ifrit. Il Sidereo però,
con un
balzo all’indietro evitò il colpo, portandosi a
distanza di
sicurezza.
Il Dio del
fuoco si
piegò sulle gambe, spiccando un saldo in alto e lanciandosi
verso la principessa, ma prima che potesse raggiungerla, una raffica di
proiettili lo costrinse a ripararsi il capo, infastidito.
- Che fate?!
- esclamò la ragazza vedendo i suoi amici raggiungerla.
- Non ho
intenzione di
lasciare che la madre dei miei figli combatta da sola –
rispose
Gladio con lo spadone di traverso sulle spalle.
- Non avremo
il potere di un Sidereo, ma siamo ancora in grado di sostenerti
– aggiunse Ignis.
- Non lo
mettevo in dubbio – replicò Selenis con un sorriso.
- Allora?
Come lo sconfiggerai? - domandò Prompto al fianco di Noctis.
- Non posso
sconfiggerlo,
Ifrit era, ed è fra i più forti tra i Siderei.
Non ho il
potere di abbatterlo – replicò la principessa.
- Ah -
- Ma hai un
piano almeno? - chiese il Re osservando il nemico puntare nuovamente su
di loro.
- Certo! -
rispose la ragazza – Noi lo terremo occupato
finché non sarai pronto ad invocarla -
- Invocare
chi? - esclamò Prompto confuso.
- Pensi di
farcela? - proseguì Selenis rivolta al cugino.
- Certo
– replicò con sicurezza Noctis.
- Allora
sbrighiamoci
– asserì la ragazza estraendo una nuova freccia
dalla
faretra – diamogli il tempo necessario – aggiunse.
I quattro
amici si fecero incontro ad Ifrit, mentre il loro Re restò
da parte come pianificato.
Noctis
passò
distrattamente le dita sulle superficie elaborata del suo anello. Da
quando si era svegliato ad Angelgard sembrava pulsare di energia
trattenuta, pareva quasi chiedergli di essere liberata. La sentiva
premere contro la pietra lucente incastonata al centro ed irradiarsi
lungo il suo braccio.
Fu quindi semplice trovare la via per
l’invocazione. Il suo corpo e la sua mente sapevano
già
come comportarsi, non era più difficile di richiamare le sue
armi.
Mentre
l’aria
iniziava già a farsi più fredda, Noctis
osservò i
suoi amici combattere.
Sembrava impossibile, ma erano migliori ancora
di più. Prompto in particolare, aveva perso quella
goffaggine
dovuta al suo breve addestramento prima di lasciare la capitale, e
nonostante Talcott gli avesse detto che ormai era raro vederli tutti
assieme, questo non aveva pregiudicato la loro sintonia.
Accerchiavano
il nemico, lo attaccavano, si proteggevano a vicenda come se fossero
passati dieci giorni, e non dieci anni.
Il Re chiuse
brevemente
gli occhi e quando gli riaprì, le iridi brillavano del color
pervinca. Al suo fianco, Gentiana procedeva con calma.
- Ragazzi,
è ora! Via di qui! - gridò Gladio agli altri.
Il gruppo
arretrò, mettendosi al riparo mentre il pavimento si
ricopriva di ghiaccio.
Ifrit perse
immediatamente l’attenzione che aveva per loro, richiamato da
una
ben nota presenza. Shiva, nella sua reale forma al fianco di Noctis,
richiamò le sue doppelgänger che si misero a
danzare in cerchio
sopra di loro. Il Dio del fuoco
avanzò verso di loro, accecato dall’ira che Ardyn
gli
aveva installato nel cuore; ma più avanzava e più
le sue
membra venivano intaccate dal ghiaccio, finchè la tormenta
creata da Shiva, non lo
mutò in una gigantesca ed immobile statua.
La Siderea a
quel punto
lasciò il fianco di Noctis, avvicinandosi all'Ardente e
con delicatezza gli posò un bacio sulle labbra. Un secondo
più tardi, del Dio del fuoco non c’era
più alcuna
traccia.
- Strano
modo per disfarsi del nemico – commentò Gladio
mentre il ghiaccio si ritirava nella notte assieme a Shiva.
- Se dovessi
uccidermi come lo faresti allora? - replicò Selenis con
un’ombra di tristezza nello sguardo.
L’Amicitia
rimase
interdetto per le parole della ragazza, ma non potè
esternare la
sua confusione perché la voce della Glaciale
risuonò
nell’aria.
- O
otlecserp alled arcas arteip. Anodir al ecul la odnom -
-
Cos’è che ha detto? - domandò Prompto
aggrottando le sopracciglia.
- Di
riportare la luce nel mondo – tradusse per lui Noctis.
-
E’ il prossimo passo – commentò Gladio.
- Andiamo
allora – disse Ignis mentre si indirizzavano alla volta
dell'ingresso.
- Selis, per
quanto puoi tenere quella forma? - chiese Prompto mentre si
avvicinavano.
- Per un po'
di tempo, ho ancora energie per poter supportare Noctis –
replicò la ragazza.
- Iggy,
riesci a vederla
anche questa volta? - domandò Gladio, ricordandosi di come
l'amico fosse riuscito a vedere Magnolia dieci anni prima.
- Solo un
vago alone luminoso, ma è comunque rassicurante –
rispose il giovane.
Se il
ritorno ad Insomnia era stato ricco di emozioni, varcare la porta di
palazzo lo fu ancora di più.
-
E’ tutto acceso – commentò Prompto
guardandosi intorno.
- Si vede
che aspetta compagnia – replicò Gladio.
- Aspetta
questo momento quanto noi – disse Noctis riferendosi ad Ardyn.
Selenis,
rimasta indietro
rispetto ai suoi amici, procedeva con calma. I suoi occhi non sapevano
dove soffermarsi tanta era l’emozione di rivedere quel luogo.
Si
avvicinò alla
reception, osservando come fosse rimasto tutto immutato. Sulla
superficie del bancone non c’era traccia di polvere,
così
come non ce n’era sugli altri mobili presenti. Le carte erano
ordinatamente sistemate e sopra la copertina scura del registro degli
ingressi, c’era ancora una biro, appoggiata lì
senza
cappuccio. Selenis era sicura che se l’avesse presa in mano
per
scrivere, quella avrebbe funzionato senza problemi.
Il marmo,
che rifletteva
la luce delle molteplici lampade, era tirato a lucido e non una
lampadina sembrava essersi bruciata. Quel luogo sembrava sospeso nel
tempo, come se un incantesimo lo avesse preservato da tutti quegli anni
di abbandono. L’unica nota stonata era la totale assenza di
qualsivoglia rumore. Il palazzo era da sempre un luogo affollato e
pieno di vita; vederlo in quello stato creava una sorta di angoscia,
che
solo chi lo aveva vissuto dieci anni prima poteva sentire.
Selenis
chiuse gli occhi sopraffatta dai ricordi.
-
E’ davvero tutto come allora? -
La
principessa riaprì le palpebre, voltandosi verso Ignis
comparso al suo fianco.
-
Sì… ma è molto meglio
l’immagine di cui conservi il ricordo – rispose lei.
- Capisco -
- Iggy? -
- Mh? -
-
E’ dura.. più di quanto avessi immaginato
– disse la ragazza.
- Lo
so… è lo stesso per me –
replicò il ragazzo in un sussurro.
- Allora?
Proseguiamo? L’ascensore funziona a quanto pare! -
Entrambi i
ragazzi si voltarono verso i loro amici, fermi all’imbocco
del corridoio che portava all’elevatore.
- Certo
– rispose Selenis.
La salita
fino
all’ultimo piano del palazzo fu incredibilmente rapida, molto
più di come si ricordassero. Percorsi infine un paio di
corridoi, il gruppo arrivò nella stanza antecedente la sala
del
trono, dove solitamente gli ospiti erano invitati ad aspettare in
attesa di avere udienza dal Re.
- Vi
ricordare com’eravamo nervosi davanti a Re Regis il giorno
della partenza? - domandò Gladio con nostalgia.
-
Già.. è stata l’ultima volta che
entrammo qui – assentì Ignis.
- Permisero
perfino a me di entrare – disse Prompto.
- Sembra una
vita fa – commentò Noctis.
- Questa
stanza ti fa lo stesso effetto di quanto eri bambino? -
domandò Selenis al cugino.
- Da bambino
la odiavo – rispose il Re.
- Davvero? E
perché? - chiese curioso Prompto.
- Quando
venivamo qui, mio padre si faceva sempre serio -
-
Probabilmente si ricordava del destino che attendeva suo figlio
– disse Ignis.
- E ora
eccoci qui, come annunciato dalla profezia -
Selenis
allungò
una mano verso la porta della sala del trono. Le dita affusolate e rese
opalescenti dal potere di Magnolia, sfiorarono il legno scuro.
- Andiamo? -
chiese infine, facendosi da parte.
-
Sì – affermò Noctis, afferrando i
battenti della porta ed aprendola.
La scena che
li accolse
all’interno era raccapricciante. Il lato sinistro della sala
del
trono era crollato, lasciando intravedere
l’oscurità della
notte, ma non era quello ad attirare l’attenzione...
bensì
i grotteschi manichini appesi al soffitto da spesse catene di ferro.
- Ma quelli
sono… - mormorò Prompto scioccato.
In fila
c’erano le figure appartenute inequivocabilmente
all’Imperatore Adolas, Re
Regis, Luna e.. Nyx. I loro corpi penzolavano inerti gli uni vicini
agli altri.
Selenis si portò una mano alla bocca, mentre lacrime
di rabbia e sdegno le facevano bruciare gli occhi.
Alle spalle
del pessimo teatrino, Ardyn sedeva comodamente sul trono,
all’ombra del Cristallo che lo sovrastava.
- Temo che
la fortuna non
vi arrida – esordì l’uomo –
Sei qui per il
trono? Ma è uno solo... – ridacchiò
rivolgendosi a
Noctis.
-
Giù dal mio trono buffone, il Re si siede lì
– replicò.
Ardyn a quel
punto si alzò, appoggiando la suola della scarpa sulla
seduta in broccato del trono.
- Oh Noct..
quando ho
atteso questo momento.. più a lungo di quanto tu possa
immaginare – asserì – Finalmente questa
notte
segnerà la fine della tua stirpe – sorrise.
- Quanto
odio.. - commentò Prompto a denti stretti
- Ardyn
è sul trono? - domandò Ignis.
- Non per
molto – replicò Noctis – presto
sarà mio -
Alla frase
del Re, Ardyn
fece la sua prima mossa. Protese una mano verso di loro, dalla quale
scaturirono tre fiammelle nere. Queste si diressero a tutta
velocità verso il gruppo, che non ebbe il tempo di reagire.
Prompto, Gladio ed Ignis crollarono a terra con un lamento soffocato.
- Ragazzi! -
gridò Selenis, inginocchiandosi vicino a loro.
- Cosa gli
hai fatto? - esclamò furente Noctis.
- Loro non
c’entrano nella battaglia dei Re – si
limitò a replicare Ardyn prima di scomparire.
- Stanno
bene..-
sospirò sollevata la principessa dopo aver controllato che
respirassero ancora – Li ha solo messi Ko -
- Ora
basta.. -
mormorò Noctis – è ora di finirla per
davvero.
Prenditi cura di loro Selis – aggiunse, dirigendosi verso la
scalinata che portava al trono.
- Appena
saranno al sicuro ti raggiungerò – rispose la
ragazza osservando sparire i corpi appesi.
- A dopo
allora – il Re le rivolse un breve sorriso per poi sparire in
una scia di cristalli iridescenti.
Selenis
tornò ad
occuparsi dei suoi amici. Dovevano aspettarselo che Ardyn non gli
avrebbe permesso di combattere assieme a Noctis. Per lui era una
questione privata e da risolvere fra Lucis, ma non appena si fosse
sincerata che i tre ragazzi svenuti non corressero pericoli, lo avrebbe
raggiunto.. che ad Ardyn piacesse o meno. Mentre era china su
Gladio, un’ombra catturò però la sua
attenzione. La
principessa sollevò la testa di scatto e lo vide, appena in
tempo prima che sparisse nella sala d’attesa.
Le erano
bastati quei pochi secondi per riconoscerlo, mai avrebbe potuto
dimenticarlo…
La ragazza
abbassò di nuovo lo sguardo sul suo compagno e gli
accarezzò delicatamente la fronte.
-
Tornerò – mormorò prima di alzarsi ed
uscire dalla stanza.
Noctis se la
sarebbe dovuto cavare da solo.
Campeggio dell'autrice:
Buon sabato bella gente!
E' davvero giunta la resa dei conti e ormai mancano solo un paio di
capitoli alla conclusione di questa storia (sigh).
Il ritorno ad Insomnia è stato sicuramente scioccante per i
ragazzi; avevano lasciato una città piena di vita per
ritrovarla distrutta e spoglia. I ricordi dei momenti passati in
allegria alla capitale fanno i conti con la dura realtà e
per ognuno di loro è dura da accettare.
Selenis si avvale per l'ultima volta del potere di sua madre per dare
battaglia ad Ifrit; non me ne voglia Bahamuth se non l'ho fatto
scendere in campo, ma sarebbe stata troppa carne al fuoco ^^" La frase
che la principessa rivolge a Gladio quando gli dice "se dovvessi
uccidermi, come lo faresti allora?", si riferisce ovviamente al legame
sentimentale che unisce Ifrit a Shiva e di cui lei a conoscenza
perchè condivide i ricordi della madre.
Ora tocca a Noctis fronteggiare il nemico mentre Selenis.... chi
avrà visto? Sono aperte le scommesse!!
Il prossimo capitolo (come vi avevo già detto la volta
scorsa) potrebbe non uscire con la consueta regolarità, in
quanto devo scriverlo dall'inizio visto che ho solo pronta la traccia e
basta; vi chiedo di portare pazienza!
Grazie a tutti i Lettori
giunti a questo rush finale e alle mie Comrades con le loro
recensioni!
A presto,
Marta
|
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Capitolo 44 *** 43. L'ultima battaglia ***
43
Selenis
gettò un’ultima occhiata ai suoi amici distesi a
terra e poi si voltò.
La sala
d’attesa
era esattamente come prima, ma l’aria che vi si respirava era
diventata stranamente pesante. I tacchi degli stivali da Kingslave
risuonarono sul marmo,
mentre si indirizzava verso il lungo corridoio di destra dove
l’ombra l’attendeva. Non appena lo
imboccò
quella si mosse, procedendo e scomparendo alla sua vista. La
principessa non si allarmò, mantenendo lo stesso passo;
d’altronde non aveva alcuna fretta, aveva perfettamente
capito
dove si stesse dirigendo.
Per un
riflesso
incondizionato, accarezzò con le dita luminescenti
l’anello di fidanzamento di Gladio. Sicuramente il ragazzo
avrebbe disapprovato quella sua iniziativa, ma non era una cosa che
poteva lasciar correre, e sicuramente
Ardyn non glielo avrebbe comunque permesso. Quella era una sua
trappola, il suo modo per tenerla occupata mentre si confrontava con
Noctis. Dopotutto lo aveva detto chiaro e tondo: "nessuna intromissione
nello scontro fra Re".
Selenis
superò la gran placca d’argento che introduceva
alla stanza successiva, e ne varcò la soglia.
La sala da
ricevimento del palazzo reale di Insomnia la accolse, sfavillante
com’era sempre stata.
Era un
grande salone ad
anello, che occupava tutto il piano. Le pareti esterne, completamente
di vetro, davano sul belvedere della metropoli.
Selenis ricordava perfettamente quanto fosse magnifico il tramonto
visto da lì, quando le nuvole si incendiavano
d’oro,
facendo quasi a pugni con il cielo amaranto.
Il centro della stanza era occupato da un sontuoso acquario che
conteneva pesci provenienti da ogni mare conosciuto a Lucis. Noctis lo
adorava, e forse era uno dei motivi che lo aveva spinto a fare della
pesca il suo sport preferito. Le creature all’interno, alcune
di
dimensioni mastodontiche, nuotavano pigramente, intoccate come il resto
del palazzo dallo scorrere del tempo.
Infine, la
sala sfociava
tramite due grandi porte finestre, in un ampio terrazzo che si
estendeva in lunghezza verso una delle torrette che facevano parte
dell’architettura dell’edificio. Doveva essersi
svolta lì la festa per la firma del trattato di pace, ed era
lì davanti alle porte chiuse, che lui la aspettava.
Vestito
della sua armatura scintillante, il generale Glauca sostava immobile
con entrambe le mani posate
sull’elsa dell’enorme spada dai profili rossi che
si
portava dietro, la stessa che aveva ucciso suo padre.
Dalle
fessure
dell’usbergo colava lentamente un liquido nero, che ben
faceva
capire cosa ne fosse stato del vecchio Drautos. Ardyn lo aveva tenuto
in serbo
per lei.. su questo c’erano pochi dubbi.
- Sei
tornato a tormentarmi? – esordì la ragazza al suo
indirizzo
– Bene, facciamola finita! - esclamò poi,
scoccando la prima
freccia che diede il via allo scontro.
Il suo
nemico si mosse,
quel che bastava per sollevare la spada e deviare il colpo. La
freccia luminosa sparì in una miriade di frammenti blu.
Selenis non
si fece
intimidire dal fatto che, nonostante i poteri da siderea, avesse
annullato così facilmente il suo attacco, ma armatasi di
spada
gli si fece incontro correndo. Il primo impatto tra le due lame
creò uno scoppio di scintille che accesero l'armatura
del Generale di riflessi dorati.
- Sei
soddisfatto? -
ringhiò Selenis, ruotando su sé stessa per un
secondo affondo
– Era questo che desideravi quando hai tradito la tua patria?
Hai
visto com’è ridotta? -
Il nemico
parò
il suo assalto, rispondendovi con precisione e incredibile potenza.
Quando
calò un fendente dall’alto, Selenis dovette usare
entrambe le
mani sul piatto della spada per riuscire a bloccarlo.
-
Perchè tutto questo...? - mormorò.
Era ovvio che
ciò
che rimaneva
di Drautos non potesse neppure capirla, ma la principessa
aveva bisogno di chiederglielo, perchè era una domanda che
l'aveva
tormentata per molti anni dopo la morte di suo padre e quella di Nyx.
Selenis si
scansò di lato, facendo così perdere leggermente
l’equilibrio
all’avversario; poi, ruotando su sé stessa lo
superò, tendendo con rapidità una freccia e
scoccandola
mentre Drautos
si voltava.
La punta
centrò il bersaglio, trapassandolo all’altezza del
collo. Con stupore di Selenis però,
l’uomo la afferrò per l’asta,
estraendola dalla
carne con una spruzzata di sangue color pece e spezzandola in una
miriade di frammenti. Nello stesso istante,
un montante la sorprese dal basso.
La
principessa fece un
salto indietro per evitarlo, ma non riuscì a fare
altrettanto
con il calcio che la centrò al fianco.
Il dolore si
irradiò fino al viso, mentre riusciva a mantenere a
malapena una
posizione eretta e a scansarsi per evitare uno sgualembro indirizzato
alla spalla.
Selenis si
portò a distanza di sicurezza e rivolse un mezzo sorriso al
suo riflesso sui grandi vetri.
Il potere di
sua madre si
stava affievolendo… il combattimento con Ifrit aveva
consumato
gran parte della sua energia, e questo scontro non era sicuramente da
meno in quanto a difficoltà. Il suo avversario non era
più umano, e
il vantaggio che ne derivava era evidente.
Con un
ruggito, Selenis
gli si fece di nuovo addosso. Tra i due oppositori iniziò
una serrata danza di spade, ma
per quante ferite la giovane riuscisse ad aprire sulla corazza
dell’avversario, questo non dava segni di cedimento o di
stanchezza. A differenza di lei.
Il piatto
della lama di
Drautos, alla fine la centrò alla gamba sinistra, che
scricchiolò in
modo preoccupante mentre il ginocchio le cedeva. Selenis fu costretta a
rotolare a
terra per evitare l’affondo di punta che altrimenti avrebbe
messo
immediatamente fine allo scontro. Più rapida che
potè, si
tirò poi in piedi, ma
il colpo successivo le fece volare via l’arma dalla mano,
visto
che ormai gliene era rimasta una sola. Il tempo a disposizione era
finito…
L’anello di sua madre rotolò per terra e la
pietra incastonatavi si ruppe in mille schegge opalescenti.
Drautos
torreggiava
ormai su di lei quando, impugnato il Kukri, gli si lanciò
ancora
una volta contro in un disperato tentativo di contrattacco.
L'assalto fu
però parato
con estrema facilità dall'uomo, il quale rispose con un
fendente del suo
spadone. Selenis riuscì ad invocare all'ultimo secondo una
barriera tremolante, che si ruppe in
mille pezzi come se fosse stata di vetro.
La
principessa fu
sbalzata via dall’incredibile potenza del colpo,finendo
contro l’acquario alle sue spalle. Dal punto dell'impatto si
diramò una ragnatela di crepe sul vetro,
mentre lei scivolava inerte lungo di esso per accasciarsi a terra sul
fianco.
Selenis sbattè le palpebre per cercare di
disappannare la vista, mentre le orecchie le fischiavano e il dolore la
sommergeva ad ondate.
Drautos
sostava a qualche
metro da lei senza accennare ad avvicinarsi, non aveva alcun bisogno di
precipitarsi a finirla, sapeva che era solo questione di tempo, che lo
scontro era ormai deciso.
La
principessa cercò di
alzarsi, afferrando il bordo della vasca dietro di lei, ma
scivolò, rovinando di nuovo a terra ansimante di dolore.
Senza darsi per vinta ci
riprovò; questa
volta riuscì quasi a mettersi in piedi, ma le gambe presero
a
tremarle incontrollabilmente minacciando di cedere. Sarebbe caduta
nuovamente, se qualcuno
non l’avesse
sostenuta per il braccio.
Con la coda
dell’occhio, Selenis vide una testa castana e una lunga
treccina decorata da un paio di elastici colorati. Il profumo di cuoio
e
acciaio le riempì le narici.
- Ti arrendi
di già? Forza Chocobo girl, pensavo fossi più
forte di così! -
Selenis
sorrise e con
fatica si rimise in piedi. Non si voltò a guardare dietro di
sé; avvertiva la presenza di Nyx ma era sicura che se si
fosse
girata, lui sarebbe scomparso. Non faceva più parte di quel
mondo
ormai.
Drautos non
si era scomposto, era sempre fermo nello stesso punto, davanti alle
ampie vetrate ad attenderla.
-
Giochiamocela – ansimò la ragazza.
Selenis
tirò un lungo sospiro chiudendo gli occhi, e quando gli
riaprì partì alla carica.
Lanciò
il kukri
all’indirizzo del nemico, che ovviamente lo parò
senza
problemi, ma Drautos non aveva preso in considerazione che la sua
avversaria potesse
ancora proiettarsi... Selenis si
lanciò
contro di lui con tutta la forza che ancora aveva.
L’impatto fece
perdere l’equilibrio all’uomo, che cadde indietro
di peso. Il
vetro alle sue spalle
esplose in mille pezzi quando ci finirono contro.
Mentre ruzzolavano,
la principessa allungò una mano, appena in tempo per
afferrare
l’intarsio a forma di aquila che decorava il cornicione con
cui
il tratto di terrazza terminava. Selenis rimase appesa nel vuoto con
l’unica mano che aveva, mentre il suo avversario le afferrava
una
caviglia.
La ragazza
cercò
di prenderlo a calci per fargli lasciare la presa, ma Drautos restava
saldamente ancorato a lei. L’uomo non si dibatteva; come
prima
sapeva che bastava avere pazienza, che prima o poi la ragazza avrebbe
ceduto.
Selenis
strinse i denti,
mentre lacrime di frustrazione le pungevano gli angoli degli occhi. I
muscoli del
braccio erano tirati fino allo spasimo e le dita intorpidite
cominciavano a cedere. Il peso del generale
era
troppo da poter sopportare... ma all’ultimo secondo, proprio
quando
la presa della ragazza venne a mancare, altre mani arrivarono in suo
soccorso.
- Selis! -
- Resisti! -
Ignis e
Gladio, sporgendosi dal cornicione, afferrarono il braccio della
principessa, impedendole così di cadere.
- Prompto!
Ora! - gridò Ignis.
Nell’aria
risuonò un potente sparo, mentre il colpo partito dal fucile
di
precisione del pistolero centrava Drautos alla fronte.
La presa
sulla caviglia
della principessa venne a mancare all'improvviso, e l’uomo
precipitò senza
un lamento nell’oscurità della notte.
- Adesso ti
tiriamo su – disse Gladio, issando la ragazza con
l’aiuto di Ignis.
Selenis
finalmente fu di nuovo al sicuro.
Ora che
l’adrenalina iniziava a calare, il dolore e lo spavento
cominciavano a farsi sentire, e la ragazza si lasciò andare
contro
il petto di Gladio. Il cuore sembrava
minacciarla di scoppiarle nel petto e nelle orecchie sentiva un
fastidioso ronzio.
-
Non… non riesc.. o a respira.. re –
rantolò colta da un attacco di panico.
- Selis -
La voce
pacata di Ignis
fece sollevare il viso alla ragazza che, sempre sostenendosi alle
braccia del fidanzato, si voltò a guardare
l’amico.
- Bevi
questa, starai subito meglio. E' finita. – le disse il
giovane con tono calmo porgendole una pozione.
La
principessa
allungò una mano per afferrare la boccetta, ma le tremava
talmente tanto, da rischiare di rovesciarla tutta per terra. Fu Gladio
a
prenderla e ad aiutarla a portarsela alle labbra.
Il liquido
fresco della
pozione le scese in gola, e quasi istantaneamente il dolore
iniziò a scemare, per restare l’ombra di quello
che era.
- Grazie..-
mormorò, riuscendo finalmente a stare in piedi e a parlare.
- Meno male
che non dovevi immolarti questa volta -
Il tono di
Gladio voleva
essere scherzoso, ma non riuscì completamente a nascondere
la
rabbia e l’apprensione provata.
- Vi chiedo
scusa…
Quando Noctis ha seguito Ardyn, il Generale Glauca è
comparso
improvvisamente; era chiaro che stesse cercando me –
spiegò la principessa – se non lo avessi seguito
vi avrei
messi in pericolo -
- Per
fortuna siamo arrivati in tempo – sospirò
sollevato Prompto.
- Ma il
generale..? -
- Non era
più umano.. come Ravus – rispose la ragazza.
- Il tuo
anello? - chiese Gladio.
- Distrutto,
ha esaurito
il suo compito – replicò Selenis – ora
ci dobbiamo
solo preoccupare di Noct – aggiunse.
-
Raggiungiamolo allora -
Il gruppo
fece la strada
inversa, ritornando al corridoio dove si trovava l’ascensore.
Una
volta che lo ebbero preso, scesero fino all’ingresso e una
volta lì, uscirono nel piazzale. Fuori aveva iniziato
a
piovere; le gocce increspavano l’acqua delle vasche che
ornavano
la piazza e rendevano lucida la pietra della grande scalinata.
In
fondo ad essa, Noctis li aspettava portando addosso i segni della
recente battaglia.
- Noct!! -
esclamò Prompto mentre gli si avvicinavano.
- Per
fortuna state bene – replicò il Re accogliendoli.
- Ardyn? -
domandò Ignis.
- Mi sono
battuto con lui e per ora sembra che io sia in vantaggio –
rispose Noctis.
- Ma? -
anticipò per lui Gladio.
- Ma devo
finirlo una
volta per tutte.. e per farlo avrò bisogno del potere dei
Re, di
tutti loro – disse il ragazzo.
- Quindi
questo è un addio -
Selenis
trasalì
alle parole pronunciate da Ignis, scoprendosi improvvisamente
impreparata a sentirle. Le sembrò che il dolore patito nello
scontro con Drautos fosse nulla in confronto a quello che stava
provando in quel momento, a quella morsa che le stava stritolando il
cuore.
-
Già, ci siamo – assentì semplicemente
Noctis.
- Contiamo
su di te – gli disse Gladio.
Il loro Re
annuì, voltandosi a salire l’ampia scalinata di
ingresso.
- Non si
torna indietro adesso...- mormorò Prompto con cordoglio.
Selenis
restò ad
osservare la schiena di Noctis resa umida dalla pioggia, con un tumulto
nell’animo che non avrebbe saputo descrivere. Stava per
rincorrere il ragazzo quando questo si voltò.
- Prompto,
Gladio,
Ignis… Selis. Lascio il resto a voi. Camminate a testa alta,
amici miei – disse guardandoli ad uno ad uno.
- Buona
fortuna.. e fai attenzione – rispose Ignis – Vostra
Altezza -
Il ragazzo
si portò il pugno al cuore, inchinandosi imitato dai suoi
amici.
Selenis
guardò
negli occhi il cugino. Avrebbe voluto corrergli incontro per
abbracciarlo, ma sapeva che così avrebbe reso il compito che
lo attendeva
ancora più difficile. Noctis sembrò capire,
perché
le sorrise annuendo. Selenis quindi si limitò a portare il
pugno
al petto.
- Per il
cuore e per la patria – disse, inchinandosi a sua volta.
-
E’ giunto il momento – asserì Noctis
prima di riprendere a salire la scalinata.
A quel punto
un rumore sinistro iniziò a levarsi alle spalle dei quattro
giovani rimasti.
- Iniziamo
con
l’artiglieria pesante eh? - commentò Gladio,
osservando i
Gargantua cominciare a comparire al fondo della piazza.
- Ti
aspettavi un gruppo di docili Smilodonti arrivati a questo punto? -
disse sarcastica Selenis affiancandolo.
- Mi sarei
offeso in quel caso – replicò l’Amicitia.
- Sono certo
che ce la faremo – disse Ignis.
- Siamo le
guardie del corpo di Noct, questo è ovvio –
asserì Prompto.
In
realtà nessuno
di loro si aspettava di uscirne indenne, ma le prove che avevano
superato erano
state innumerevoli; assieme avevano patito gioie e dolori, e anche
adesso, nel momento della resa dei conti, anche se non ce
l’avrebbero fatta, sarebbero stati assieme.
Erano una
famiglia
dopotutto, e poco importava se non avessero dei legami di sangue, la
loro amicizia era più che sufficiente. Il sostenersi, il
guardarsi le spalle a vicenda, non era mai stato un dovere per loro,
neppure all’inizio. Non appena le loro vite si erano
intrecciate,
era stato chiaro che sarebbero arrivati fin lì tutti
assieme, uniti,
come lo erano sempre stati anche nei momenti più bui e
più difficili.
- Si va? -
ruppe il silenzio Ignis.
-
Sì -
I quattro
ragazzi
impugnarono ognuno le proprie armi e mossero il primo passo verso la
schiera di deamons che si era formata. La moltitudine di Gargantua era
impressionante, la loro mole riempiva l’orizzonte,
così
come le loro grida l’aria; ma questo non gli
impedì di
svanire all'improvviso come neve al sole.
Il silenzio
tornò nella piazza deserta, appena
spazzata da un leggero e caldo venticello.
- Cosa sta
succedendo? - mormorò Gladio attonito.
- Ragazzi!!!
Guardate!!! - esclamò Prompto puntando l’indice
verso il cielo ad est, esattamente di fronte a loro.
La linea
dell’orizzonte venne interrotta da una sottile linea
luminosa. Il
cielo venne squarciato e con esso l’oscurità che
durava da
dieci lunghi anni.
- Sta
facendo giorno! Sta
davvero facendo giorno! - disse il ragazzo biondo strattonando Gladio
per un braccio – Selen.. - Prompto interruppe la
frase quando si voltò.
La sua amica
non stava
affatto guardando l’alba che finalmente rifaceva capolino nel
mondo, ma era voltata di spalle, verso il palazzo reale. Il capo
reclinato a guardarne la sommità e i corti capelli nivei,
accessi
dei riflessi d’oro del sole.
Selenis
osservava la luce far scintillare i vetri dell’edificio,
ridonandogli lo splendore di un tempo.
- Noct ce
l’ha
fatta...- mormorò – Noct… - il resto
delle parole
le morì sulle labbra mentre le prime lacrime le scorrevano
sulla
pelle.
Noct non
c’era
più. La profezia si era avverata,
il prescelto aveva riportato la luce nel mondo; gliel’aveva
lasciata in eredità.
La
principessa allungò una mano dietro di sè e se la
sentì stringere.
- Ignis..
lui.. - singhiozzò.
- Lo so
– mormorò il giovane.
La luce era
tornata su Eos, ma qualcosa di altrettanto prezioso era sparito per
sempre.
- Addio Noct - sussurrò la ragazza - e grazie... -
Campeggio dell'autrice:
Ormai siamo al penultimo capitol e il confronto finale è
arrivato!
Non volevo stravolgere la trama e quindi ho preferito che fosse solo
Noctis a vedersela con Ardyn, per Selenis mi sono inventata qualcosa di
nuovo. E perchè non utilizzare Glauca a tal scopo? Dopotutto
è stata una figura che ha tormentato la principessa per
anni, e mi sembrava giusto darle il confronto che meritava. Purtroppo
il mio scoglio più grande sono le scene di combattimento =/
Ho cercato di rendere lo scontro più chiaro possibile e mi
scuso fin da ora se invece è risultato confuso ^^" Sono
felice di aver potuto usare ancora Nyx; è un personaggio che
mi piace tantissimo e non mi stancherò mai di dirlo! Tra
l'altro la frase che lui pronuncia è presa dal primo
capitolo della saga di Kingdom Hearts ^^ Forse qualcuno di voi l'ha
riconosciuta. Proprio oggi, tra l'altro, è stato rilasciato
il trailer del terzo capitolo che dovrebbe uscire quest'anno. Spero con
tutto il cuore che al D23 lo confermino perchè sono dieci
anni che lo aspetto ç_ç.
Questo capitolo è stato complicato, sopratutto a livello
emozionale. E' un passaggio molto delicato, essendo l'ultimo saluto dei
cinque amici e spero di avergli reso giustizia. Alcuni sostengono che
in realtà anche Ignis, Gladio e Prompto sono morti nello
scontro finale, ma io non ero di questo parere e ho preferito mantenere
questa linea. Detto ciò non rimane che darvi l'appuntamento
all'epilogo, ma per ora posso ancora ringraziare una volta tutti i Lettori, le mie
recensiste le Comrades
e FFDisk
per averla aggiunta sia alle preferite che alle seguite! Un grazie
particolare poi a Sarah
Bailee Cornwell che ha segnalato Something Wild per le
storie scelte del fandom <3
Arrivederci a presto
ragazzi!
Baci,
Marta
|
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Capitolo 45 *** 44. Epilogo ***
44
Insomnia,
Palazzo reale, un anno e mezzo dopo.
- Nyx, Luna!
Non correte così! Finirete per farvi male! -
-
Sì mamma! -
- Per
l’amor del cielo… - sospirò Selenis.
- Mi
ricordano incredibilmente qualcuno – asserì Ignis
trattenendo un sorriso.
- Io
l’ho sempre detto che hanno preso dalla mamma –
soggiunse Gladio.
- Non mi
pare che tu fossi più tranquillo –
replicò Iris.
- Comunque
non c’è da aver paura, ormai quest’ala
è sicura – disse Prompto.
Il gruppo
procedeva lungo
il corridoio principale della sezione est del palazzo reale, quella
più colpita dall’attacco alla capitale di
quasi dodici anni prima. Il corridoio che stavano percorrendo ne era
una prova tangibile; le pareti crollate facevano a gara con le macerie,
che ora erano state diligentemente sistemate in mucchi.
- Non
è la
struttura a farmi paura – ribattè Selenis
costringendosi a
non serrare gli occhi mentre i due bambini superavano a rotta di collo
le radici di un albero che aveva trovato la sua nuova casa
nell’edificio.
- Mi sembra
che i lavori
procedano in fretta – constatò Iris, gettandosi
dietro la
spalla la lunga treccia di capelli corvini.
-
E’ grazie alla
gente di Lucis se stiamo facendo così in fretta –
disse
Ignis – Siamo rimasti stupiti anche noi da quanta gente si
sia
offerta di darci una mano -
- Vuol dire
che hanno un bel ricordo della famiglia reale –
commentò Gladio.
-
Già – sorrise Selenis.
Quando
l’alba era
tornata a fare capolino su Eos, i deamons erano scomparsi,
così
come il Plasmodium mutante che faceva ammalare le persone.
I numerosi profughi rifugiatisi a Lestallum, avevano quindi pian piano
iniziato a fare ritorno alla propria terra. I lavori di ricostruzione
delle varie città, tra le quali anche Insomnia, erano
iniziati
quasi subito con grande partecipazione di tutti i cittadini.
La capitale
era ancora ben lontana dallo splendore che l’aveva
contraddistinta, ma con pazienza l'avrebbe riacquistato.
-
Com’è andata la visita ad Altissia? -
domandò la ragazza.
- Bene
–
affermò Ignis – La città si sta
riprendendo e i
nuovi accordi commerciali iniziano a dare i primi frutti –
disse
il giovane.
Lui ed
Aranea erano
tornati il giorno prima dal Protettorato dopo una visita di qualche
giorno. Come ambasciatori erano una coppia decisamente insolita, eppure
riuscivano nel loro lavoro meglio di chiunque altro.
- Non fatico
a crederci, Camelia è irriducibile! –
replicò Selenis con un ghigno.
- Ha detto
che ci invierà altri costruttori nelle prossime settimane
– la informò Ignis.
-
E’ davvero un
pensiero gentile – commentò la ragazza –
dovrò ringraziarla come si deve alla prossima riunione -
Nessuna
monarchia e
nessun Impero erano stati restaurati alla fine del conflitto, ma al
loro posto era sorto un consiglio che riuniva tutti gli stati di Eos.
Lucis veniva rappresentata da Selenis e Ignis, Accordo da Camelia e
Weskham mentre Tenebrae aveva eletto i proprio rappresentanti in
mancanza di figure di spicco dopo la prematura morte degli ultimi due
eredi della casata.
Per Nifelheim invece era stato chiesto a Prompto e
ad Aranea di occuparsene. Il giovane pistolero era rimasto un po'
basito all’inizio, ma aveva accettato di buon grado il suo
nuovo
ruolo, cercando di riconciliarsi con la sua patria natia.
Nel
consiglio
presidiavano anche Cor e Iris, come rappresentanti della nuova
associazione Meldacio e Gladio come capitano delle guardie di palazzo,
che ormai erano un semplice corpo militare che operava
all’interno della città. I Kingsglave invece,
erano stati
convertiti in un corpo speciale elitario, che portava aiuto ovunque ci
fosse bisogno del loro appoggio. Nonostante la perdita dei poteri
derivati dal Cristallo (rimasto completamente senza energia) nessuno di
loro si era fermato, continuando a far affidamento sulle proprie
capacità individuali e di squadra.
- Mamma!! Ci
siamo! -
Selenis
sollevò lo
sguardo per puntarlo sulle sagome in controluce dei propri figli, fermi
al di sotto dell’arco in pietra che dava
all’esterno.
La ragazza,
quando li raggiunse, sostò per un istante su quella linea
immaginaria di confine.
- Sei
pronta? - le domandò quello che ormai era suo marito da nove
mesi, appoggiandole la mano sulla spalla.
-
Sì – rispose Selenis, e detto questo
varcò la soglia.
Il mausoleo
risplendeva
sotto il sole di quella mattina di inizio estate. La vegetazione, in
quegli anni di abbandono, era cresciuta rigogliosa, senza
però
risultare disordinata, anzi, in quel momento era un tripudio di colori
per la fioritura. Le vecchie tombe erano state impreziosite da piccole
piante rampicanti bordate da corolle bianche, che le donavano un'aria
quasi sbarazzina.
Il gruppo si
diresse
deciso verso la grande quercia che svettava al centro del mausoleo. Era
un maestoso albero, con fronde che creavano un tetto naturale di un
verde brillante. Sotto di esse, c’erano due lapidi molto
semplici
in cristallo intarsiato, sulla cui superficie recavano scritto:
Noctis Lucis Caelum
114esimo Re di Lucis
Lunafreya
Nox Fleuret
Sciamana e
Principessa di Tenebrae
Uniti dal destino che li aveva separati
Era stato
Talcott a
crearle; la sua abilità come artigiano cresceva di giorno in
giorno, in parallelo con il suo lavoro all'officina di Cindy.
Sia il corpo
di Noctis
che quello di Luna non erano mai stati trovati, ma questo non aveva
impedito ai loro amici di commemorarli. Quello era il primo anno che
riuscivano a varcare le soglie del mausoleo, reso inagibile dagli
scontri. Avevano scelto quel punto specifico perché era
l’unico in cui, per qualche strana ragione, vi crescevano i
fiori di
Sylle.
Il gruppo di
amici si
fermò davanti ad esse, con l’unico suono del vento
tra le
fronde ad interrompere il silenzio.
Selenis
avanzò,
fino a depositare una magnifica corona di fiori ai piedi delle lastre
di cristallo. La ragazza si attardò un attimo a
sfiorare
con le dita la superficie liscia e fredda delle lapidi.
Noctis
le mancava da
morire... in quell’anno e mezzo era quasi sempre riuscita a
tenere a bada quel sentimento, buttandosi a capofitto nelle opere di
ricostruzione di Insomnia; ma quando si fermava a pensarci, come in
quel momento, quel senso struggente di perdita tornava a farsi largo in
lei, minacciando di sommergerla.
- Spero che
adesso siano felici – spezzò il silenzio Prompto
tirando appena su con il naso.
- Certo che
lo sono zio -
L’esclamazione
così sicura di Luna li fece voltare tutti verso di lei.
-
Perchè dici questo? - le domandò sua madre.
- Quelli
là non sono loro? - replicò a sorpresa Nyx
indicando un punto alla loro sinistra.
Di nuovo
tutti gli
sguardi si spostarono nella direzione indicata. Per un attimo
l’incredulità fu globale, ma di certo non poteva
essere
un’allucinazione collettiva..
Nell’esatto
punto
opposto a dove si trovavano, sotto l’ombra di un boschetto di
ciliegi in fiori, un gruppo di persone li stava salutando.
Davanti a
tutti Noctis e
Luna. Erano entrambi vestiti a festa ed erano semplicemente raggianti.
Dietro di loro, Regis e Revis sorridevano con aria serena. Infine,
appoggiato al tronco di un albero e con le braccia conserte,
c’era Nyx, anche lui con gli angoli della bocca incurvati in
un’espressione sicura.
Selenis non
credeva ai
propri occhi.. le gambe si mossero automaticamente nella loro
direzione, fermandosi solo quando raggiunsero il cerchio
d’ombra
creato dalla chioma della quercia.
- Iggy...-
- Li vedo
anche io Gladio – rispose il ragazzo con la voce rotta
dall’emozione.
- Non stiamo
sognando quindi – mormorò Prompto.
- No.. -
rispose Iris.
Selenis non
trovava
ancora le parole, si limitava a stare immobile guardando nella loro
direzione. Poi lo sguardo di Noctis catturò il suo, e il
ragazzo
le fece un cenno d’assenso, come per rassicurarla.
A quel punto
la ragazza
alzò la mano, d’apprima agitandola piano, poi
sempre
con più foga, imitata dal resto dei suoi amici.
- Stiamo
bene! - gridò all’indirizzo del gruppo
dall’altra parte – Stiamo tutti bene!! -
Noctis
sorrise, continuando a salutare e mettendo un braccio attorno alle
spalle di Luna.
- Grazie!!
Grazie di tutto! - continuò ad urlare, interrompendo i
saluti solo per asciugarsi gli occhi dalle lacrime.
A quel punto
i due sposi
abbassarono le mani, guardandoli ancora per un breve istante prima di
voltarsi ed incamminarsi verso gli alberi alle loro spalle.
Regis e
Revis li imitarono dopo poco. Selenis
guardò suo padre commossa, felice di averlo rivisto assieme
al fratello.
Per ultimo si mosse Nyx. Il ragazzo si staccò dal tronco e,
appoggiati l’indice e il medio sulla fronte, li
salutò. Poi, in uno
sfarfallio di luce le loro sagome scomparvero all'improvviso, senza
lasciare traccia.
Selenis
abbassò finalmente la mano con i figli stretti al suo
fianco.
- Sono
contenta di essere riuscita a vederli – asserì
Luna.
- Erano
proprio come li descrivi tu mamma – le fece eco Nyx.
- Sono
contenta anche io
– rispose Selenis con un sorriso umido – Cosa ne
dite? Andiamo a
pranzare tutti assieme adesso? - domandò poi rivolta ai suoi
amici.
- Mi sembra
una buona idea – assentì Ignis con gli occhi
lucidi dal pianto.
- Offre
Prompto! – esclamò Gladio grattandosi il naso
arrossato.
- Cosa?! Lo
offro solo ai minori – protestò il diretto
interessato asciugandosi una lacrima tardiva.
- Almeno
offrilo alle ragazze! – intervenne Iris cercando di non dare
a vedere quando fosse ancora scossa.
- Potrebbero
cucinarlo zio Iggy con Nyx – propose Luna.
- Sei la
solita scansafatiche – la rimbeccò il fratello.
Selenis
scoppiò a ridere stringendo la mano di Gladio, calda e
confortante, nella sua.
Era
l’inizio di
un’era di pace. L’avevano ereditata con dolore e
sangue e
l’avrebbero protetta per sempre.
***
- Pronti? Partenza
e... -
-
Sul serio?-
-
Spingete!! -
-
E' pesante! -
-
Non ci posso cre...dere -
-
Non siamo esattamente nel mondo delle favole, eh principe Noctis? -
-
Ci siamo fatti prendere dall'entusiasmo -
-
Sentite, sono cose che succedono! -
-
A sole sei ore dalla partenza? -
-
Spero solo che non sia un cattivo presagio! -
-
Gladio, fammi un favore -
-
Cosa? -
-
Spingi sta cosa da solo! -
-
Tutto da solo?! -
-
Se la lasciamo andare non te ne accorgerai nemmeno... -
-
Prompto, non pensarci neppure! -
-
Risparmiate il fiato per spingere -
-
Ignis forza, è il momento del cambio -
-
Ma se abbiamo appena iniziato?! -
-
Già, e poi tocca a me Noct -
-
Che branco di scansafatiche... -
-
Parli tu che sei sdraiata lì dietro bella comoda? -
-
Io faccio il tifo.. Yuhu! -
-
Ma sentiteli... -
Fine
Angolo dei ringraziamenti:
E anche quest'avventura è giunta al
termine... e lo è stata davvero per me; primo
perchè sono sbarcata su di un fandom giovane e secondo
perchè cercare di entrare all'interno di una storia
appassionante come lo è quella di FFXV è sempre
una sfida. Sono molto felice di averlo fatto e di essermi messa in
gioco, perchè mi sono divertita tantissimo!
Spero che questo epilogo vi sia piaciuto ^^ Ho cercato di dare una fine
chiara e semplice, che non lasci nessun dubbio su come le vite dei
protagonisti siano andate avanti. Nella mia personale visione del
finale di FF Gladio, Prompto e Ignis non sono morti; c'è chi
afferma il contrario e chi addirittura, facendo riferimento al finale
dopo i titoli di coda, sostenga che Noctis e Luna siano stati in
qualche modo riportati in vita. Io invece penso che vivano in una loro
dimensione, in un Lifestream come per FFVII. A tal proposito se
c'è qualcuno che ha visto il film Advent Children forse
avrà riconosciuto nel saluto di Nyx la figura famigliare di
Zack Fair, beh, è deliberatamente ispirata a lui.
Il pezzo più faticoso da scrivere è stato
l'ultimo dialogo, preso dalla scena prima dei titoli di coda e della
bellissima "Stand by me"; ho ancora la gola serrata se lo rileggo.
Mi auguro vivamente che tramite Something Wild sia riuscita a farvi
emozionare e a farvi (ri)appassionare a FFXV; e che vi siate divertiti
nel leggerla come io mi sono divertita a scriverla.
Ringrazio per primi il piccolo esercito di Lettori che
silenziosamente è arrivato fin qui, dandomi prova di grande
affetto verso di me e verso Selenis. Un grazie sincero a tutti coloro
che hanno inserito la storia tra le preferite:
Dana96, FantasyAnimeManga96, grace18, Namieee, Sarah Bailee Cornwell,
Kira91, _Another_, Akiko_2 e FFDisk.
A chi l'ha inserita tra le seguite:
Radamantia_chan, FantasyAnimeManga96, _White_, Yui_505, haven,
AlexiaKH, Alepcc2003, Akiko_2 e FFDisk.
E a chi l'ha inserita tra le ricordate:
Tosello.
Infine ma non per ultimo le meravigliose persone che mi hanno recensita: _White_,
AssassinLuinil, Yui_505, Sarah Bailee Cornwell e Akiko_2. Siete state
meravigliose e il vostro supporto, vitale per darmi la spinta a
proseguire con la storia <3
Grazie davvero a tutti quanti di cuore per essere giunti qui con me.
Un abbraccio,
Marta
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