Something Wild

di Kano_chan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** 1. Strade incrociate ***
Capitolo 3: *** 2. Lucciole e Deamons ***
Capitolo 4: *** 3. Senso di colpa ***
Capitolo 5: *** 4. Madeleine e preghiere ***
Capitolo 6: *** 5. Risveglio ***
Capitolo 7: *** 6. Tragedia annunciata ***
Capitolo 8: *** 7. Nuovo inizio ***
Capitolo 9: *** 8. Lezioni e Sparizioni ***
Capitolo 10: *** 9. Non siete soli ***
Capitolo 11: *** 10. Confessioni ***
Capitolo 12: *** 11. Compleanno ***
Capitolo 13: *** E' quasi il momento ***
Capitolo 14: *** 13. Partenza! (forse) ***
Capitolo 15: *** 14. Tragiche visioni ***
Capitolo 16: *** 15. Speranze infrante ***
Capitolo 17: *** 16. Novità inaspettate ***
Capitolo 18: *** 17. Vecchi nemici ***
Capitolo 19: *** 18. Incidenti di percorso ***
Capitolo 20: *** 19. L'Immane ***
Capitolo 21: *** 20. Confronto ***
Capitolo 22: *** 21. Tuoni oscuri ***
Capitolo 23: *** 22. Recupero notturno ***
Capitolo 24: *** 23. A Jared! ***
Capitolo 25: *** 24. Deamon al chiaro di luna ***
Capitolo 26: *** 25. Calma apparente ***
Capitolo 27: *** 26. Vortice di pensieri ***
Capitolo 28: *** 27. Sott'acqua ***
Capitolo 29: *** 28. Proposte inattese ***
Capitolo 30: *** 29. Viaggio oltre oceano ***
Capitolo 31: *** 30. Altissia ***
Capitolo 32: *** 31. Sacrificio ***
Capitolo 33: *** 32. Un mondo diverso ***
Capitolo 34: *** 33. Tensione crescente ***
Capitolo 35: *** 34. Sgradevoli incontri ***
Capitolo 36: *** 35. Le fiamme dell'inganno ***
Capitolo 37: *** 36. Addio fedele amica ***
Capitolo 38: *** 37. Divisi ***
Capitolo 39: *** 38. Riuniti ***
Capitolo 40: *** 39. Arcani svelati ***
Capitolo 41: *** 40. Speranza ***
Capitolo 42: *** 41. L'ultima sosta ***
Capitolo 43: *** 42. Ritorno a casa ***
Capitolo 44: *** 43. L'ultima battaglia ***
Capitolo 45: *** 44. Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***



Prologo


Un improvviso rimbombare di passi lungo il corridoio, allarmò il soldato posto davanti alla porta in legno bianco. In realtà si stava quasi per addormentare in quel tardo pomeriggio di luglio; il compito assegnatoli era incredibilmente noioso.
Stare di guardia per tutto il giorno poteva essere davvero logorante... fu quindi con un certo sollievo che accolse quel cambiamento. Voltò la testa per controllare chi stesse arrivando, rimanendo un poco deluso nel vedere avvicinarsi una ragazzina con un candido vestito dai colori pastello.

-    Sua Grazia – la salutò con un leggero inchino il militare, apprestandosi poi a bussare alla porta che stava sorvegliando.
-    No! Non c’è bisogno di annunciarmi, grazie – lo bloccò la giovane con un sorriso cordiale.
-    Come desiderate – replicò lui lasciandole libero il passaggio.

La ragazza, con un cenno di ringraziamento, aprì con delicatezza la porta e vi scivolò oltre.
La sontuosa biblioteca del palazzo reale di Insomnia la accolse in tutto il suo splendore. Alte scaffalature in legno di cedro, decorate con bassorilievi di creature mitologiche, riempivano l’ambiente. La luce del sole filtrava dalle finestre aperte per far entrare un po’ di fresco e il pavimento, coperto di tappeti damascati, attutiva i passi della ragazza facilitandole il compito di non essere sentita. Non voleva interrompere la lezione che una giovane donna sulla trentina, stava impartendo ad un bambino dai folti capelli neri. Quest’ultimo aveva lo sguardo rivolto fuori da una delle finestre, e la sua noia era quasi palpabile.

-    Principe Noctis, lei non mi sta per nulla ascoltando, vero? – sbuffò l’insegnante, accorgendosi anch'essa dello scarso interesse del suo alunno.
-    Come? –

Il bambino si voltò verso di lei cadendo completamente dalle nuvole.

-    Se continui così, finirai per farti di nuovo rimproverare dal Re –

La ragazza, rimasta fino a quel momento in disparte, si fece avanti sorridendo divertita al bambino.

-    Selis! – esclamò lui, ritornando improvvisamente vivace.
-    Principessa – la salutò invece l’insegnante inchinandosi.
-    Spero di non avervi interrotto troppo presto, Rose – si scusò la ragazza dopo aver abbracciato Noctis.
-    Per nulla, ormai avevamo finito – replicò la donna – ma temo che il signorino abbia ancora un impegno per oggi – aggiunse, guardando con apprensione il viso del bambino rabbuiarsi.
-    Dammi solo un minuto – la pregò allora Selis.

L’insegnante le fece un cenno di assenso e si diresse verso la porta.

-    Non ne posso più! –

Selis guardò sconsolata Noctis; erano strane parole per un bambino di otto anni.

-    Ci sono passata anch’io, credimi – lo consolò – ma con il tempo ci si fa l’abitudine – aggiunse.
-    Non è giusto, io vorrei andare a giocare!! – replicò il principe con tono accorato guardandola.
-    Noct, devi ave..-
-    Signorino, mi dispiace ma è ora.. –

Noctis si voltò verso la sua insegnante, sembrava quasi sul punto di risponderle non proprio in modo appropriato e invece si limitò a fare un lungo sospiro.

-    Sì, arrivo – disse, incamminandosi con le spalle curve verso di lei – Grazie di essere passata a salutarmi Selis – aggiunse con un sorriso triste prima di oltrepassare la soglia.

Selis rimase da sola nella grande biblioteca e, dispiaciuta per quella situazione, aprì la porta finestra ed uscì. Si ritrovò in uno dei tanti cortili interni del palazzo, pieni di piante e fiori dai colori accesi. L'aria pulita e il calore del sole sulla pelle la fecero subito sentire meglio. Quello che non era riuscita a dire a Noctis era di avere pazienza, ma onestamente lo capiva perfettamente.. Non erano passati molti anni da quando anche lei prendeva lezioni private a casa, e conosceva bene quella sensazione di voler fuggire via, oltrepassare i confini della città e vedere qualcosa di diverso per una volta soltanto.
La ragazzina sospirò, decidendo di sedersi su una delle panchine che adornavano il giardino.

-    Selenis –

Il richiamo improvviso la fece voltare. Sotto una delle arcate che delimitavano il cortile, due uomini stavano percorrendo il corridoio con un drappello di soldati al seguito. Uno dei due aveva lunghi e folti capelli neri pettinati all’indietro, e una corta barba del medesimo colore; l’altro, aveva arruffati capelli castani e una leggera peluria a segnargli la mascella. Si assomigliavano molto, Re Regis e suo fratello minore Revis, ma se uno aveva profondi occhi scuri, l’altro li aveva di un verde brillante.

-    Cosa ci fai qui? – le domandò Revis quando si fu avvicinata.
-    Sono tornata da scuola e ho pensato di passare a trovare Noct – rispose la ragazza sostando in una delle chiazze di luce che illuminavano a tratti il pavimento.
-    Sono felice che tu lo abbia fatto, ultimamente sembra essere sempre tra le nuvole – commentò il Re adombrandosi leggermente.
-    Beh è normale, visto e considerato che.. – Selis si interruppe all’occhiataccia che Revis le rivolse. Occhiata che però non passò inosservata al fratello.
-    Selis, parla pure liberamente in mia presenza, anche di quello che tuo padre ti ha raccomandato di tacermi – le disse il Re con un sorriso.
-    Con tutto rispetto zio, ma a casa con questo qui ci devo poi tornare io, non tu – replicò lei arricciando il naso.
-    Ehi! Un po’ di rispetto signorina! – ribatté l’interessato inarcando un sopracciglio.
-    E che Noct si annoia – disse la ragazzina dopo aver alzato le mani in segno di resa verso il padre – ha otto anni e la sua vita risente già del titolo che porta – spiegò sotto lo sguardo vigile di Regis – se mi lasciassi organizzare una gita po…-
-    Selis! Ne abbiamo già parlato – la rimproverò suo padre, venendo però fermato dalla mano del fratello che andò a posarsi sul suo braccio.
-    Dove vorresti andare? – domandò il Re.
-    Anni fa siamo stati vicino ad un lago meraviglioso, in questo periodo si riempie di lucciole – spiegò la ragazza – sono sicura che a Noct farebbe bene cambiare un po’ aria –
-    Ci siamo stati quando ancora l’impero non si era fatto così audace, è rischioso Selis – replicò suo padre con il tono di chi ha ripetuto quella solfa almeno un milione di volte.
-    Quanto dista da Insomnia? – chiese Regis.
-    Qualche decina di chilometri, sulle montagne ad est – rispose Revis.
-    Se ci affidaste una scorta sono sicura che non succederebbe nulla di male a stare via qualche ora – s'intromise Selis facendo sospirare suo padre.
-    Potrebbe essere un’idea Revis, o è davvero così pericoloso? – domandò il Re sotto lo sguardo speranzoso della ragazzina.
-    Se la cosa venisse ben pianificata, forse…- ammise l’uomo.
-    Evvai! – esclamò la principessa battendo le mani felice.
-    Allora faremo in modo che lo sia – sentenziò Regis sorridendo alla nipote – a volte ho più paura dell’infelicità di Noctis, piuttosto che dell’impero – commentò con una punta di amarezza.
-    Aspetta prima di andarlo a dire a tuo cugino – s’intromise Revis – so già che stavi pensando di correre da lui non appena avessimo voltato l’angolo – aggiunse per mettere fine alle, non ancora nate, proteste della figlia.
-    Come desiderate – replicò lei scimmiottando un inchino sotto le risate dello zio.
-    E ora fila a casa, sta per fare buio – la ammonì il padre.

Selis gli fece un saluto marziale e sorrise al Re, prima di girare sui tacchi e sparire da dove era arrivata.

-    Quando guardo Selis ho come la sensazione di non riuscire ad essere un buon padre per Noctis quanto tu lo sei per lei – ammise Regis riprendendo il cammino.
-    Solo perché tu non la ricordi alla sua età – replicò Revis scuotendo la testa – era ingestibile, soprattutto dopo che Magnolia è morta – aggiunse, con la solita fitta al cuore che lo coglieva al ricordo della moglie defunta.
-    Le assomiglia ogni giorno di più – constatò il Re.
-    Anche caratterialmente, ed è questo a spaventarmi più di ogni altra cosa – rise l’uomo.
-    È stato un paio di anni fa che è scappata fuori Insomia, vero? –
-    Ti prego, non farmelo ricordare – gemette Revis mentre le pesanti porte della sala del trono si aprivano.



Il campeggio dell'autrice:

Buongiorno a tutti e benvenuti in "Something Wild"! *mamma che emozione ogni volta*
Mi chiamo Marta e nonostante segua la saga di FF dall'uscita dell'ottavo capitolo, ho trovato solo ora l'ispirazione per lanciarmi in questo fandom.
In questo breve prologo vi è stata presentata la protagonista di questa fic: Selenis Lucis Caelum, cugina di Noctis.
La mia intenzione è quella di ripercorrere le vicende che vedono protagonisti il principe e i suoi compagni con l'aggiunta di questa nuova figura femminile. Per i primi 14 capitoli circa, la storia sarà ambientata nel passato rispetto agli eventi principali raccontanti nel gioco, un pò come per gli episodi di Brotherhood; per cui alternerò momenti di pura invenzione con i fatti relativi alla trama vera e propria. Vi rassicuro solo su una cosa, la storia è già stata tutta scritta, devo solo man mano revisionare i capitoli prima di pubblicarli, per cui non correrete il rischio che io sparisca per dei mesi o che resti incompiuta. Detto questo, spero con tutto il cuore di farvi appassionare a questa storia e di farvi affezionare alla sua protagonista quanto ormai lo sono io.
Il prossimo capitolo sarà pubblicato venerdì e vedrà l'incontro di Selenis con un personaggio chiave della saga...

Grazie a chi si è preso la briga di cominciare questa storia dandole una chance, per me vuol dire molto.

Un abbraccio,
Marta

p.s. Il titolo di questa fic trae spunto dalla canzone "Something Wild" per l'appunto; chi non la conoscesse può sentirla a questo link:Something Wild - Lindsey Stirling 

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Capitolo 2
*** 1. Strade incrociate ***


1
                                           

Insomnia, Capitale regia del regno Lucis, due anni prima.

Palazzo reale.

-    Selis, devi capire che è per il tuo bene! È troppo pericoloso uscire dai confini della barriera senza scorta –
-    Sarebbe solo per qualche ora papà, la prateria è appena fuori Insomnia –
-    Non importa quanto vicina sia! Senti, tra un paio di giorni potrei prendere un pomeriggio per accompagnarti se…-
-    Non posso rimandare, devo andarci oggi! E poi anche se dici così, tu sei sempre occupato... –
-    Il mio compito è quello di proteggere il Re e la sua famiglia, te compresa, per cui..-
-    Papà, tu non capisci, io devo andarci! –
-    Selenis, la questione per me è chiusa. -
-    Allora avresti dovuto proteggere anche la mamma! Ti odio! –

La porta dello studio delle Camelie venne aperta di schianto e da essa ne uscì correndo una figura minuta.

-    Selenis! – tuonò una voce dall’interno.

Revis si portò una mano tra i capelli, frustrato da quella situazione. Tornò verso la sua scrivania dove, dopo essersi versato due dita di liquore scuro, si sedette. Lo sguardo gli cadde sul porta ritratto posto tra due file disordinate di scartoffie. Una giovane donna dai capelli bianchi come la neve e dal viso a cuore, lo guardava mentre abbracciava una bambina che non doveva avere più di sei anni.

-    Magnolia, cosa devo fare? – mormorò sconsolato l’uomo guardandola negli occhi accesi dalla gioia di quel momento.

Nel frattempo Selenis, dopo aver fatto di corsa almeno tre piani del palazzo, sostava ansante all'interno di una nicchia che ospitava una statua di marmo. In quel momento provava sentimenti contrastanti: si vergognava per l’accusa rivolta al padre; era stata cattiva a dirgli quella frase, eppure… eppure per ora la rabbia prevaleva.
Per quale motivo non capiva quanto per lei fosse importante quell’uscita? Proprio lui e proprio alla vigilia di… La ragazzina ricacciò indietro le lacrime, abbandonandosi contro la parete di pietra levigata.
A chi poteva chiedere aiuto? Ignis? No... doveva badare a Noctis e sicuramente l’avrebbe dissuasa come suo padre.
C'erano volte in cui pensava di avere solo l'età in comune con quel ragazzino: non aveva mai visto persona più seria di lui!

Mentre rimuginava su un piano che le consentisse la fuga, alcune voci la raggiunsero nel suo nascondiglio.


-    Avete caricato tutto ciò che era necessario da mandare al campo? – 

Selenis tese le orecchie, riconoscendo la voce del vice comandante Drautos, diretto secondo di suo padre.

-    Sì, vice comandante – rispose chi lo accompagnava – il camion è pronto a partire dal gate cinque non appena il conducente avrà finito il checkout – aggiunse.
-    Ottimo, avvisate la frontiera ovest allora – replicò Drautos allontanandosi.

Quel rapido scambio di battute, bastò a Selenis per prendere una decisione, per quanto avventata potesse essere. 
Tirandosi sulla testa il cappuccio della felpa a forma di Moguri, sgusciò fuori dal suo nascondiglio e, facendo ben attenzione di non essere vista da nessuno, si diresse verso il gate menzionato poco prima.
Come preannunciato dal cadetto, un camion di rifornimento aspettava con i motori accessi in uno dei tanti garage che conducevano dentro e fuori il palazzo reale. I convogli venivano
mandati periodicamente ai campi base dell’esercito di Insomnia impegnato a tener fronte agli assalti di Nifelheim, e fortuna aveva voluto che proprio quel mezzo dovesse dirigersi esattamente dove lei doveva andare.
Selenis osservò la situazione al riparo di una delle tante vetture parcheggiate nel sotterraneo. Un paio di soldati sostavano vicino al muso del camion, mentre un terzo era fermo davanti al cassone posteriore. Se la ragazzina voleva avere una chance di nascondersi al suo interno, doveva obbligatoriamente distrarla. Per sua fortuna, con i suoi undici anni, Selenis era molto sveglia, fin troppo a detta di Revis.
Ostentando quindi tutta la tranquillità di cui era capace, la giovane si avvicinò alla guardia che presidiava il cassone.


-    Principessa Selenis, non dovrebbe stare qui! – esclamò l’uomo sulla quarantina non appena la vide.
-    Mi spiace disturbarvi, ma c’è una cosa che mi preoccupa… - esordì lei con aria innocente – passando nel corridoio che conduceva ai garage ho visto qualcuno accedervi che non era del personale del castello, così l’ho seguito fin qui e..-
-    Ha visto dove può essersi diretto? – le diede corda il soldato.
-    No, purtroppo l’ho perso di vista, qui non è molto ben illuminato. Potrei anche essermi sbagliata, ma ho preferito avvisarvi – disse la ragazzina, voltandosi a cercare qualcuno che sapeva benissimo non esistere.
-    Avete fatto bene, ma ora vi prego di tornare agli alloggi. Al resto ci penserò io con i miei colleghi – le rispose l’uomo dirigendosi verso l’altro capo del camion.
-    Vi ringrazio – rispose Selenis facendo finta di andarsene.

Non appena fu sicura che la guardia non l’avrebbe vista, mise un piede sull’appoggio del cassone e, leggera come una piuma, saltò al suo interno. Dopo qualche istante di completa oscurità, la ragazzina mise a fuoco le diverse casse che formavano il carico del camion e vi si nascose.

-    Ha detto di aver visto qualcuno scendere qui? –
-    Sì, ma non ne era certa –
-    Potrebbe aver visto Zack. È passato prima in abiti civili per recuperare il telefono che aveva lasciato sul furgone, adesso che sta con quella ragazza della periferia ha sempre la testa tra le nuvole –
-    Tipico! Avanti allora, è ora di andare! –

Lo scambio di battute fu accompagnato da un sonoro colpo sulla fiancata del camion che, dopo un leggero borbottio del motore, partì.  
Selenis nel guardare il palazzo allontanarsi ebbe solo un attimo di ripensamento, che però venne subito accantonato.
Mentre la vettura s’inoltrava nel traffico della capitale di Lucis, la ragazzina pensò al da farsi. Fino a lì era stato semplice, ma prima o poi sarebbe dovuta scendere.. e possibilmente fuori dai confini della città. Di lanciarsi dal mezzo in corsa proprio non se ne parlava, quindi non le rimaneva che farlo non appena il furgone si fosse fermato.
Probabilmente la sua unica occasione sarebbe stata alla frontiera,visto che il camion avrebbe dovuto obbligatoriamente rallentare per oltrepassarla. Con un mezzo sorriso di compiacimento, Selenis strinse ciò che aveva in tasca: le sarebbe tornato molto utile.
La vettura militare ci impiegò complessivamente tre quarti d’ora ad arrivare al confine di Insomnia, tempo che la ragazzina impiegò sonnecchiando. Da qualche tempo non dormiva molto bene, complici gli strani sogni che ogni tanto arrivavano a tormentarla. Una serie d’immagini confuse, che sparivano al suo risveglio e non le lasciavano altro che un vago senso di ansia.
Quando il camion cominciò a rallentare, Selenis si accostò al bordo del cassone sbirciando oltre la tela cerata che chiudeva il vano. Un gruppo di guardie di confine osservava svogliatamente il convoglio passare, mentre i loro colleghi controllavano i documenti di chi cercava di entrare.
Erano molte le persone che raggiungevano Insomnia in cerca di riparo dalla guerra sempre più incombente, ma in pochi riuscivano ad ottenere il permesso di risiedere in città.
Quando la vettura lentamente si rimise in moto, la ragazzina aspettò che si allontanasse dalla postazione delle guardie; dopo di che, prese ciò che aveva in tasca e lo lanciò fuori dal cassone, verso il lato della strada.
L’oggetto, dopo aver descritto un arco in aria, ricadde in mezzo agli arbusti ed esplose.
La deflagrazione fu contenuta, ma abbastanza potente da far fermare il convoglio. Quando Selis udì le portiere della cabina del conducente aprirsi, si calò di nuovo il cappuccio sulla testa e facendo attenzione a non essere vista, scese in strada.
Buttò uno sguardo oltre l’angolo del mezzo, vedendo i soldati di scorta avvicinarsi circospetti al luogo dell’esplosione. Non appena fu sicura che nessuno si accorgesse di lei, abbandonò il riparo.

-    Ehi tu! –

Quelle due parole la congelarono sul posto.

-    Dannazione.. – mormorò tra i denti.

Una guardia, un cadetto a dirla tutta vista la divisa, aveva lasciato la sua postazione alla frontiera per venire a vedere cosa fosse successo e ovviamente l’aveva beccata in flagrante.

-    Che ci fai lì? - proseguì quello avvicinandosi.

Selenis non si fermò certo a rispondere, mettendosi invece a correre nella direzione opposta.

-    Ehi, ferma! – le gridò dietro il cadetto rincorrendola.

La ragazzina non aveva un fisico possente, anzi, era sempre stata piuttosto magrolina per la sua età, ma in fatto di velocità non la batteva nessuno. Senza voltarsi indietro, puntò alla piccola stazione di servizio che costeggiava la carreggiata, andò dritta al recinto dei Chocobo e saltò sopra uno di essi, ignorando le proteste del proprietario.
Puntellandosi sulle staffe, diede un colpo al fianco dell’animale, che con un verso stridulo si lanciò a tutta velocità. Un’altra cosa in cui eccelleva, era montare sui Chocobo. Gli stallieri di palazzo dicevano sempre che aveva una dote innata con quei pennuti.
Sentendosi finalmente sicura, Selenis si azzardò a buttare un occhio alle spalle.

-    Dai, mi stai prendendo in giro? – mormorò infastidita osservando il suo inseguitore montare in sella ad un altro Chocobo e partire di gran carriera al suo inseguimento.

Forse la sua idea di scappare iniziava a non essere più tanto brillante... ma confidava ancora di riuscire in qualche modo a seminarlo.
In effetti quel cadetto non sembrava molto a suo agio a cavalcare, e lo si vedeva da come stava perdendo sempre più terreno nei suoi confronti.

Selenis tornò a guardare davanti, spronando ancora di più il Chocobo che aumentò ulteriormente l’andatura.

“Ormai non ha più speranze” pensò la ragazzina trionfante, voltandosi di nuovo indietro.

-    Ma che diamine?! - esclamò confusa.

Aveva sì, distanziato la cavalcatura avversaria, peccato che sopra di essa non ci fosse più nessuno.

-    Ferma! –

Le parole furono accompagnate da un lampo di luce, che costrinse Selenis a porre la sua attenzione su dove stesse andando. Si stupì non poco di vedere davanti a sé, a qualche metro di distanza, il suo inseguitore. Sembrava semplicemente apparso dal nulla.
Presa dal panico di travolgerlo, la principessa diede uno strattone alle redini. Il Chocobo emise un grido, virando verso destra con uno scatto; Selenis, presa in contropiede,  non riuscì a seguirne il movimento e perse la presa scivolando dalla sella.
Con un sonoro splash, cadde dentro al piccolo torrente che aveva raggiunto. Stordita si rimise poi a sedere, scrollando la testa un po’ per riprendersi, un po’ per eliminare l’acqua in eccesso.

-    Ti sei fatta male? –

Il cadetto si avvicinò di corsa, trovando quella scena piuttosto buffa. La fuggitiva che stava inseguendo, aveva addosso una felpa con il cappuccio a forma di Moguri e sembrava essere piuttosto giovane.

-    Tutto bene? – le chiese nuovamente, allungando una mano per aiutarla.

La ragazzina però la scostò malamente, rimettendosi in piedi da sola grondante dalla testa ai piedi.

-    Maledizione! C’ero quasi! – esclamò arrabbiata togliendosi il cappuccio con un gesto di stizza.

Sotto di esso apparve quella che aveva immaginato essere una ragazzina di non più di 12 anni, con un caschetto di capelli bianchi e un paio di occhi verdi a dominare il viso abbronzato.

-    Forza! Riportami da mio padre e facciamola finita! – berciò all’indirizzo del ragazzo che la guardò piuttosto perplesso.
-    Ehi! Frena Chocobo girl – disse lui mostrando i palmi – non ti seguo – aggiunse.

Selenis lo guardò stupita. Quello lì non aveva la minima idea di chi lei fosse...

-    Piuttosto – continuò il cadetto – mi dici cosa ci facevi dentro quel furgone e perché sei scappata a gambe levate? – le domandò togliendosi l’elmo leggero.

Sotto di esso, c'era un ragazzo dai capelli castani rasati ai lati, con gli occhi scuri e un leggero accenno di barba. Il suo sguardo era limpido e serio, e non dimostrava più di diciassette anni.

-    Dovevo lasciare la città… - rispose laconica Selenis.
-    E per andare dove, se posso chiedere? – disse il giovane.
-    Io… - mormorò la ragazzina schivando i suoi occhi.
-    Senti, credo di aver capito – asserì il cadetto – hai litigato con tuo padre e sei scappata – affermò sicuro.

Selenis lo guardò. Diciamo che più o meno, a grandi linee, per somme massime, si poteva dire che fosse andata così.

-    Fidati, è meglio se torni – le consigliò il ragazzo aprendosi in un sorriso – tuo padre ti vuole sicuramente bene e sei fortunata ad averne uno – aggiunse sistemandosi meglio l’elmo sul fianco.
-    Tu non ce l’hai? – domandò Selenis.
-    No, mi sono rimaste solo mia madre e mia sorella – rispose lui.
-    Mi dispiace – sussurrò la ragazzina.
-    È passato molto tempo, non preoccuparti – la rassicurò il cadetto – dai, ti riaccompagno in città – 
-    No! Aspetta ti prego! – lo bloccò lei – ho davvero bisogno di raggiungere un posto… - confessò finalmente.

Il ragazzo si fermò a guardarla, inclinando leggermente la testa.

-    Non è lontano, è giusto un po’ più a nord di qui. Ci vorranno al massimo dieci minuti a Chocobo. – lo pregò.

Il cadetto rimase a squadrarla. Non sembrava una richiesta dettata solo da un desiderio infantile, ma da come lei lo guardava, sembrava essere qualcosa di serio.

-    E sia, ti ci accompagno – desistette lui – ma dopo sono obbligato a riportati indietro – aggiunse.
-    Grazie, davvero – gli disse la ragazzina e il cadetto si stupì di vederle inumidirsi gli occhi. Ci teneva davvero così tanto?
-    Io mi chiamo Selis – aggiunse lei, porgendogli una mano dalla manica gocciolante.
-    È un piacere Chocobo girl, io sono Nyx, Nyx Ulrich – si presentò afferrandogliela.

Nel preciso istante in cui la loro pelle venne a contatto, il viso sorridente del ragazzo sfumò davanti agli occhi di Selenis. La ragazzina si ritrovò improvvisamente in mezzo a macerie fumanti; davanti a lei, una figura inginocchiata fissava il cielo che albeggiava.

"Regna bene, giovane re" la sentì mormorare al vento.


Subito dopo, il volto di Nyx tornò a fissarla, questa volta leggermente preoccupato.

-    Stai bene? – domandò un po’ incerto, e Selenis si accorse che la stava tenendo saldamente per un braccio.
-    Sì…- balbettò lei un po’ spaesata – sarà meglio andare – aggiunse, lasciando l’appoggio offertole e recuperando le redini del Chocobo.

Con una certa reticenza, la principessa lasciò il comando dell’animale a Nyx, che non volle saperne di fare da passeggero.

-    Sei originaria di Insomnia? –

La domanda arrivò alle orecchie della ragazzina leggermente attutita dall’ampia schiena del ragazzo. Selenis si teneva ben stretta a lui, non tanto per la forte velocità, quanto più per la scarsa dimestichezza che il giovane sembrava avere con la cavalcatura.

-    Sì, e tu? – gli chiese di rimando lei.
-    No, vengo da fuori, da Galad – replicò il ragazzo.
-    Perché mai sei venuto ad arruolarti qui? Non c’era un comando nella tua città? –
-    Sì, ma sono qui per altre ragioni –
-    E sarebbero? –

Nyx voltò appena la testa per guardare con la coda dell’occhio la sua passeggera.

-    Sicura di avere solo undici anni? – domandò il giovane con un ghigno.
-    Sicuro di saper cavalcare un Chocobo? – ribattè lei, voltandogli la testa a forza perché tornasse a fissare la strada e facendolo scoppiare in una sonora risata.
-    Touchè – replicò lui – se riesco ad entrare nei Kingsglave potrei finalmente chiedere il trasferimento per la mia famiglia – spiegò tornando serio.
-    Butta così male fuori dai confini? – chiese Selenis preoccupata.
-    La situazione di sicuro non sta migliorando – replicò Nyx stringendo involontariamente le redini di cuoio.
-    Capisco… - mormorò la ragazzina – aspetta, hai detto nei Kingsglave? – esclamò d’un tratto.
-    Sì, perché? –
-    No, niente! – si affrettò a dire Selenis

Ottimo… doveva essere beccata proprio da un cadetto dei Kingsglave! Il karma aveva uno strano senso dell’umorismo.

-    Te l’hanno insegnato all’addestramento a sparire? – domandò la principessa per cambiare discorso.
-    Sparire? – Nyx era confuso.
-    Ma sì, prima sul Chocobo. Sei scomparso e poi sei riapparso davanti a me – spiegò lei.
-    Ahhh quello! – rise il ragazzo afferrando cosa volesse dire – si chiama proiezione, è un tipo di magia che ci viene concessa dal Re – spiegò sopra l’ululato del vento – basta che io lanci uno dei Kukri che ho con me e posso teletrasportarmi assieme a lui, ovunque arrivi –
-    Voglio farlo anch’io! – esclamò Selenis entusiasta.

Ora che ci pensava, ne aveva sentito parlare, di quel potere che solo chi faceva parte della famiglia reale poteva usare. Chissà se anche lei un giorno ci sarebbe riuscita.

-    Magari quando sei più grande – replicò Nyx.
-    Antipatico.. – sbuffò Selenis – fermo, ci siamo! –

Il cadetto fermò il Chocobo, restando a fissare perplesso una comune prateria punteggiata di giallo.

-    Ma… non c’è niente qui – osservò mentre la ragazzina scendeva.
-    C’è quello di cui ho bisogno – rispose lei correndo verso una delle chiazze colorate.

Il ragazzo la guardò chinarsi su di essa e trafficarci per un attimo, prima di tornare da lui con un grande mazzo di fiori.

-    Vuoi dirmi che hai fatto tutto questo casino per venire a raccogliere dei fiori? – domandò incredulo.
-    Si trovano solo in questo punto e per me non sono dei semplici fiori – ribattè lei lasciandosi aiutare per risalire sul pennuto – erano i preferiti di mia madre – aggiunse.
-    Ho capito – rispose semplicemente Nyx prima di spronare di nuovo il Chocobo.

Selenis appoggiò la fronte sulla schiena del ragazzo, reggendo i fiori e proteggendoli dal vento. Forse il fatto di aver incontrato Nyx non era stato un male, anzi, era davvero felice di averlo conosciuto. Sembrava un ragazzo per bene, forse un pò ingenuo visto come si era lasciato raggirare, ma nonostante non sapesse spiegarsi il perche, Selenis era più che sicura che sarebbe riuscito ad entrare nei Kingsglave.
Quando raggiunsero nuovamente il confine, dopo il breve tragitto di ritorno, ad attenderli c'era una "leggera" confusione. 

-    Che sta succedendo? – si interrogò il ragazzo guardando il concitato via vai di soldati.
-    Nyx! –

Il giovane si voltò verso un altro cadetto che gli si stava facendo incontro di gran carriera.

-    Dove diavolo sei stato!? – gli gridò contro quello – Oh cazzo! – aggiunse un secondo dopo vedendo chi c'era seduto dietro l'amico.
-    Libertus, modera il linguaggio – lo rimproverò Nyx scendendo dal Chocobo.
-    Mi spieghi come diamine hai fatto a trovarla?! – esclamò l'altro guardando Selenis smontare – sono ore che la stiamo cercando e tu arrivi così, bel bello, portandotela dietro! – aggiunse scuotendo la testa.
-    Mi spieghi di cosa stai parlando? – chiese Nyx senza capire.
-    Della figlia del comandante Revis! - rispose Libertus, alzando gli occhi al cielo sotto la visiera dell'elmo.
-    Cosa!? – esclamò il cadetto, voltandosi a fissare Selenis che lo guardò con un sorriso di scuse.

Il ragazzo stava per riaprire bocca, quando una voce alle loro spalle si levò sopra l’agitazione dei soldati.

-    Selenis! –

L’interpellata buttò un’occhiata oltre la figura di Nyx, vedendo suo padre farsi loro incontro a passo sostenuto.

-    Oggi mi uccide… - mormorò la ragazzina.

Non appena il comandante si fu avvicinato, sia Nyx che Libertus scattarono sull’attenti. Revis li guardò a malapena, concentrato com’era a fulminare la figlia con lo sguardo.

-    Sei totalmente impazzita!? – l'aggredì piantandolesi davanti.

Selenis non rispose, né retrocedette, limitandosi a nascondere dietro la schiena il suo bottino.

-    Ti vieto di fare una singola cosa e tu cosa fai? T’imbarchi clandestinamente su di un camion per passare la frontiera e in aggiunta rubi un Chocobo!! – proseguì l’uomo furente.

La ragazzina continuò a restare zitta. Si sentiva in colpa e si sentiva in colpa anche per Nyx, che la guardava con le sopracciglia contratte.

-    Ho già mille preoccupazioni su come tenere al sicuro questa città, ma speravo che mia figlia mi evitasse tutto questo! – continuò Revis abbassando appena il tono.
-    Signore, se posso…-

L’uomo si voltò a fissare Nyx, realizzando solo in quel momento l’esistenza dei due cadetti.

-    Ulrich, sei stato tu a trovare mia figlia? – gli domandò.

Revis conosceva bene quel soldato, era un ragazzo volenteroso e ligio al dovere, anche se ogni tanto si rivelava una testa calda.

-    Non sapevo che lo fosse, ma sì, sono stato io – rispose il giovane – però sono convinto che ci sia una ragione se sua figlia ha fatto quello che ha fatto – disse – anche se è stata un’azione totalmente sconsiderata – si affrettò ad aggiungere vedendo lo sguardo tagliente con cui il comandante lo aveva guardato.
-    E sarebbe? – chiese Revis, voltandosi verso la figlia che proseguiva nel suo mutismo.

Selenis guardò Nyx alzare le sopracciglia come a dirle: “Su! Non farmi fare la figura del fesso!”
Quindi con una certa riluttanza, la ragazzina portò avanti le mani che stringevano un mazzo di piccoli fiori gialli a grappolo aggrappati ad uno stelo sottile. Non appena lo sguardo di Revis vi si posò sopra, capì tutto. Con stanchezza si portò una mano al viso, pinzandosi la radice del naso tra il pollice e l’indice.

-    È domani vero? – chiese.
-    Sì – si limitò a rispondere Selenis abbassando lo sguardo.

Erano ormai cinque anni che Magnolia se n’era andata, e proprio domani ricorreva la data della sua scomparsa.
Revis sospirò, chinandosi a guardare la figlia negli occhi umidi e mettendole le mani sulle spalle.

-    Selis, io capisco il tuo gesto, dico davvero – le disse con tono pacato – ma hai fatto preoccupare tutti: me, tuo zio e perfino Noctis. Era disperato perché non ti trovavamo – le spiegò – la mamma manca anche a me e sono certo che sarebbe impazzita dall’ansia come noi. Per cui, ti prego di non uscire mai più da Insomnia, a meno che tu non venga accompagnata – la redarguì.

Selis annuì, stringendo un po’ di più il mazzo che teneva tra le mani.

-    Sai? Penso di conoscere una magia che li manterrà belli per un bel po’ di tempo. Se vuoi te la insegno – le propose l'uomo con un sorriso.
-    Mi piacerebbe papà – replicò la ragazzina asciugandosi gli occhi con il dorso della mano.
-    Bene – assentì lui alzandosi – ti ringrazio per averla riportata a casa sana e salva – disse poi rivolto a Nyx.
-    Dovere signore – rispose il ragazzo.
-    Forza, torniamo a palazzo – disse Revis incamminandosi.

La ragazzina lo seguì, fermandosi solo un breve istante a salutare il cadetto.

-    Mi dispiace di averti coinvolto – esordì – non volevo farlo, ti ringrazio davvero – aggiunse.
-    È stato un pomeriggio movimentato, ma piacevole – rispose Nyx divertito – mi raccomando di non farlo più – la ammonì.
-    Certo – asserì Selenis – pensi che potremo rivederci? Vorrei che m’insegnassi a proiettarmi prima o poi – disse.
-    Sarò in giro per un po’, quindi l’occasione magari la troveremo – affermò Nyx con una strizzatina d’occhio.

Selenis si mise a ridere e dopo aver salutato i due cadetti, corse dietro al padre.
Quella non fu certamente l’ultima volta che le strade di Nyx Ulrich e di Selenis Lucis Caelum s’incrociarono.


Campeggio dell'autrice:

Salve a tutti e ben tornati ^^

Questo flashback, citato da Regis nel prologo, voleva dare una prima spolverata del carattere di Selenis, perchè seppur con qualche cambiamento che verrà portato dalla sua crescita nel corso della storia, alcune cose resteranno le stesse (testardaggine inclusa). Il rapporto con suo padre è difficile, ma non allo stesso modo di Noctis e sarà possibile vederlo più avanti. Non so se la scelta di introdurre per primo Nyx vi sia piaciuta, ma per me lui è stato l'anticipo di quella che sarebbe stata tutta la saga e ci sono particolarmente legata. Come personaggio mi è piaciuto fin da subito e niente, volevo inserirlo xD
Faccio solo una precisazione, ogni tanto mi prenderò qualche licenza poetica, come quella di aver alzato l'età di Ignis, ma mi serve per portare avanti la trama quindi perdonatemi.
Magari qualcuno di voi ha notato il piccolo cameo, tratto da un altro episodio della saga, che ho inserito... Non escludo di farne altri in futuro ;)
Non mi resta che rinnovarvi il prossimo appuntamento per venerdì prossimo!

Grazie di cuore a tutti i lettori.
Un abbraccio,
Marta


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Capitolo 3
*** 2. Lucciole e Deamons ***


3



Insomnia, capitale regia del regno di Lucis, presente.
Palazzo reale.

Ignis Stupeo Scientia, nel suo impeccabile completo nonostante la giovane età, percorreva uno dei tanti immensi corridoi del palazzo reale tenendo sotto braccio un plico di documenti che doveva consegnare al concilio.
Ormai conosceva quel luogo come le sue tasche, erano anni che ci lavorava, ovvero da quando era stato designato come supporto e sostegno del giovane principe Noctis. Il suo compito poteva, in apparenza, sembrare quello di un semplice tutto fare, ma ricopriva un ruolo ben più importante. In un futuro non troppo lontano, sarebbe infatti diventato il consigliere e lo stratega dell'erede al trono. Era con quello scopo che si alzava ogni mattina e si impegnava con tutte le sue forze per essere di aiuto a Noctis, che ormai considerava come un fratello. Ignis era sicuramente avvantaggiato nel suo compito dalla compostezza che riusciva a mantenere in ogni situazione e da un acume sbalorditivo per i suoi tredici anni.
Ma per quanto potesse essere accorto, nulla gli avrebbe potuto impedire di venire travolto. Nel senso letterale del termine.
Si apprestava a girare l'angolo, quando qualcosa gli arrivò addosso facendogli volare di mano i documenti, che si alzarono nell’aria per ricadere in una cascata di fogli assieme ai suoi occhiali.

-    Per Ramuh!!! – esclamò chi gli era venuto addosso – Scusami Iggy! -
-    Selis, non credo di dover essere io a dirti di non correre per i corridoi – sospirò il ragazzo afferrando gli occhiali che gli venivano porsi.
-    Hai ragione, perdonami – disse la ragazza aiutandolo a recuperare i fogli sparsi sul pavimento.
-    Dov’è che stavi andando con tutta questa urgenza? – domandò sollevando gli occhi su di lei.

Rispetto a due anni prima, Selenis si era fatta crescere i capelli, che ora teneva lunghi fino alle scapole con una corta frangia a sfiorarle le sopracciglia. Ignis, che la conosceva bene quando Noctis, ormai non si stupiva più di nulla.

-    Cercavo Noct – rispose lei incamminandosi al fianco del ragazzo – Tra l'altro sai dove può essere? –
-    È nella sala ricreativa – rispose pronto Ignis tirando fuori una piccola agenda fittamente scritta – sta seguendo la lezione di storia – aggiunse.
-    Tu sei fin troppo preciso – replicò la ragazza con un sorriso divertito.
-    È il mio lavoro – replicò lui – dovrebbe finire tra non molto, ma ha un altro impegno subito dopo – la avvisò.
-    Qualsiasi cosa sia la puoi cancellare dalla tua agenda mio caro – ribattè Selis.
-    In che senso? –

Ignis si fermò in mezzo al corridoio fissandola confuso.

-    Io e Noct andiamo in gita – rispose lei facendogli l’occhiolino.
-    In gita? Non ne sapevo nulla – replicò il ragazzo spaesato – Aspetta, sei riuscita a farti dare il permesso dal Re? –

Il gran sorriso che la giovane gli rivolse era più esplicativo di qualsiasi parola.
Erano secoli che Selenis si lamentava del fatto che voleva portare il principe fuori da Insomnia almeno per una volta.

-    Stavo giusto andando a dargli la notizia. – spiegò la ragazzina.
-    Non sono stato avvisato.. – mormorò Ignis con disappunto.

Nella sua mente stava già spostando tutti gli impegni di Noctis che si ricordava a memoria.

-    Eddai Iggy! Sii almeno contento, no? – lo rimproverò Selenis dandogli una piccola spinta sulla spalla.
-    Lo sono Selis, anche io ho notato che Noct ultimamente è un po’ giù di corda. Sicuramente gli farà molto piacere – rispose il ragazzo sorridendo.
-    Non vedo l’ora! – replicò la giovane.
-   Davvero? –

Questa volta fu Selenis a fermarsi per guardarlo. Ignis fece ancora un paio di passi e poi si voltò verso di lei.

-    Capisco quando c’è qualcosa che non va.. ci conosciamo da troppo – disse semplicemente il ragazzo rispondendo alla domanda inespressa della principessa.
-    Non.. non è niente in realtà – ribattè lei tirandosi una ciocca dei capelli serici.
-    Non sarà niente, ma basta a turbarti – replicò il giovane avvicinandosi – hai fatto altri sogni? -

Ignis all’apparenza poteva sembrare piuttosto rigido, ma Selenis sapeva essere l’esatto opposto; era sempre il primo ad accorgersi se qualcosa non andava in lei ed era l’unico a sapere dei suoi sogni.

-    Sì – ammise finalmente la ragazza – ma non ricordo cosa ho visto.. mi resta solo questa sensazione di disagio addosso – aggiunse frustrata.
-    Forse ne dovresti parlare con tuo padre – propose lui.
-    Iggy ti prego, ne abbiamo già discusso – replicò Selenis alzando gli occhi al cielo – non lo farò preoccupare solo per questi.. questi sogni! – disse, virgolettando l’aria davanti a sè.
-    Come preferisce Sua Grazia – la canzonò il giovane.
-    Sarà meglio che raggiunga Noct – si congedò allora Selenis prendendo il corridoio opposto a quello di Ignis – potresti venire con noi, che ne dici? – propose.
-    Mi dispiace, ma devo aspettare che il concilio finisca – il ragazzo declinò l’invito – mi racconterete una volta tornati a palazzo – aggiunse salutandola con un breve cenno della mano.
-    Come lei desidera consigliere – ribattè lei.

Selenis raggiunse Noctis appena un attimo prima che la sua lezione finisse. Come al solito, quando la ragazza fece capolino nella sala, il bambino si animò.

-    Ho una bella notizia per te Noct! – esordì Selenis salutando con la mano l’insegnante di turno.
-    Che notizia? – domandò il principe.
-    Andiamo in gita! – annunciò lei battendo le mani una volta.

Noctis la guardò per un lungo momento cercando di metabolizzare quelle parole.

-    Dici sul serio? – disse incredulo alla fine – e mio padre cosa dice? –
-    È d’accordo; c’è una scorta pronta che ci aspetta nei garage e Camelia verrà con noi – spiegò la ragazza, citando una delle cameriere che si prendevano cura di Noctis.
-    Non ci posso credere! – esclamò il bambino saltando su dalla sedia sulla quale era seduto.
-    Lo zio voleva farti una sorpresa, ti ha visto un po’ giù di corda ultimamente –

Selenis, tenne nascosto il fatto che fosse stata lei ad organizzare il tutto, per un’unica ragione. Sapeva che il rapporto tra Noctis e suo zio non era sempre un idillio, ma sapeva anche quanto Regis amasse il figlio e quanto si preoccupasse della sua felicità. Se poteva fare in modo che le cose andassero meglio tra loro due, ne sarebbe stata molto felice.

-    Verrà con noi? – domandò speranzoso il bambino.
-    Purtroppo è impegnato con il concilio – rispose Selenis – Ehi! Non sei contento di andarci con me? – chiese subito dopo vedendo Noctis intristirsi.
-    Certo! – assentì il principe.
-    Allora corri a prepararti che si va - gli strizzò l'occhio la cugina.

Nel giro di un’ora, il convoglio composto da tre auto di scorta, partì da Insomnia diretto verso il vicino lago di Larin. Nonostante più volte il giovane principe avesse chiesto la loro destinazione, Selenis era stata più che ligia nel nascondergliela, e comunque, come suo solito, il bambino si addormentò nel giro di qualche istante. Si risvegliò solo quando il motore dell’auto venne nuovamente spento.

-    Ehi dormiglione, è ora di scendere! – lo canzonò la cugina tirandolo per una manica.
-    Eh? Siamo già arrivati? – sbadigliò lui.
-    Prendo il cestino dal bagagliaio  – si offrì la loro accompagnatrice.
-    Grazie Camelia – rispose la ragazza scendendo dall'auto.

Il grande lago di Larin splendeva sotto il sole di metà pomeriggio. Le sue acque riflettevano la luce creando giochi in trasparenza, mentre le praterie che lo circondavano, erano di un bel verde brillante puntinato qua è là dai colori dei fiori di campo. L’unica cosa che stonava con quel tranquillo paesaggio, erano gli sporadici crateri di terra bruciata, là, dove le bombe imperiali erano cadute in passato.

-    Mi hai portato a vedere un lago? – brontolò Noctis ancora intontito.
-    Non è un semplice lago – replicò Selenis mettendosi le mani sui fianchi.
-    A me sembra proprio solo un lago – ribattè il bambino.
-    Devi solo aspettare che sia buio e poi vedrai. – rispose la cugina con un sorriso enigmatico – Nel frattempo, che ne dici se mangiamo qualcosa? – propose aiutando Camelia a portare le vivande.

Mentre le guardie si disponevano loro intorno per avere la situazione sottocontrollo, il terzetto si accampò vicino alla sponda dello specchio d’acqua, tirando fuori dal cestino la tovaglia e un discreto quantitativo di cibarie.

-    È un peccato che Ignis non ci sia – commentò Noctis addentando un panino farcito.
-    Purtroppo aveva da fare anche lui – rispose Selenis seduta vicino a lui.
-    Il signorino Ignis ha un ruolo molto importate, è naturale che sia occupato – osservò Camelia versando del tè caldo nei bicchieri.

Per un pò, il gruppetto si godette l'ottimo spuntino e l'aria fresca del lago. Se non fosse stato per lo spiegamento di forze che era con loro, sarebbero potuti tranquillamente passare per una semplice famiglia in gita.
 

-    Mi piacerebbe pescare – disse d’un tratto Noctis guardando con interesse un gruppo di persone intente a lanciare gli ami in acqua non distante da loro – una volta ci ho provato con mio padre, ma è stato diverso tempo fa – aggiunse.
-    Temo che non siamo attrezzati per questo – rispose dispiaciuta Camelia.
-    Forse non noi... Aspettate qui! – esclamò Selenis, alzandosi e dirigendosi verso il gruppo di pescatori.

Tornò qualche istante dopo con aria trionfante, assieme ad un uomo di mezza età.

-    Questo signore ha detto che sarebbe felice di farci pescare un po’ – disse la ragazza – anche perché io non ho la minima idea di come si faccia – rise.
-    Non è per nulla difficile, ci vuole solo pazienza – rispose l’uomo mentre posava a terra la sua attrezzatura – Porto spesso il mio nipotino a far pratica, sarò più che felice di insegnare anche a voi. – aggiunse sorridendo al principe che ormai non stava più nulla pelle.

Pescare fu divertente e Noctis sembrò avere uno spiccato talento per quell'attività. Nonostante fosse passato del tempo dall'ultima volta, riusciva a lanciare l'amo in acqua con una scioltezza che gli valse parecchi complimenti da parte del suo improvvisato maestro. Sfortunatamente i pesci furono più furbi dei due Lucis e neppure uno di loro abboccò al loro amo.

-    Temo che la pesca non faccia per me – commentò la ragazza stiracchiandosi dopo che ebbero salutato il pescatore.
-    Solo perché fai troppo baccano – la rimbeccò Noctis.
-    È noioso stare in silenzio – ribattè lei storcendo il naso – ma almeno è quasi sera, la tua sorpresa non tarderà ad arrivare – aggiunse con un sorriso sornione.

Il sole era ormai calato all’orizzonte e nel cielo sopravviveva solo una striscia dorata verso ovest. Lo scintillio del lago si era attenuato e ora la sua superficie risultava solcata da un intrico di ombre in movimento. Il frinire delle cicale riempiva l’aria, mentre una brezza leggera calava dai monti a nord facendo frusciare l'erba nelle praterie.

-    E dov’è questa sorpresa? Io non vedo niente – domandò curioso il principe guardandosi attorno.
-    Osserva bene le sponde del lago e aspetta – gli consigliò sua cugina.

Il bambino fece come gli era stato detto, restando impalato a guardare con attenzione il bagnasciuga. Passarono diversi minuti, senza che però niente accadesse... Noctis stava quasi per lamentarsi di nuovo con Selenis, quando un luccichio intermittente illuminò all’improvviso l’oscurità.
Ben presto a quel primo bagliore, ne seguirono decine e decine di altri, finchè l’intero lago non ne fu pieno.

-    Sono lucciole! - esclamò Noctis con gli occhi sgranati.
-    Esatto! Sono sicura che dal vivo non le avevi mai viste – replicò la ragazza.
-    No... Grazie Selis! –

Il principe la guardò con gli occhi luccicanti di felicità e alla giovane si scaldò il cuore: finalmente rivedeva il vecchio Noct.
Il bambino si divertì un mondo ad osservare da vicino quegli strani insetti, chiudendoli all’interno delle proprie mani per poi lasciarli liberi di riunirsi ai propri simili. Purtroppo però, il tempo a loro disposizione finì in fretta e fu ora di tornare a Palazzo.

-    Allora? Ti sono piaciute? – domandò Selenis seduta di fianco a Noctis sul comodo sedile di pelle della berlina.
-    Molto – rispose il cugino – avrei dovuto portare una bottiglia – aggiunse prima di sbadigliare sonoramente.
-    Sono sicura che suo padre sarà contento di sapere cos’ha fatto oggi principe Noctis – commentò Camelia – è un peccato che non sia potuto venire –
-    Non fa nulla – replicò il bambino molto caustico.

Selenis, fiutato il pericolo, stava per cambiare discorso quando la macchina che li precedeva esplose. Il boato fu assordante e la vettura sulla quale viaggiavano inchiodò all'istante.
Le fiamme che si levavano alte dalla carcassa dell’automobile, illuminarono i volti atterriti dei passeggeri.

-    Cosa succede? - esclamò la principessa guardando fuori.
-    Restate qui, vado a dare un’occhiata – disse una delle due guardie.
-    Aspetta... – la bloccò l’altra osservando meglio l’incendio.

Anche Selenis stava fissando le fiamme; le era sembrato di vederci qualcosa all'interno, ma era semplicemente impossibile... non ci poteva essere niente lì fuori... vero?
Se n'era quasi convinta, quando una figura possente si levò nel cielo. I guizzi intermittenti del fuoco illuminarono il responsabile di quel disastro.

Il profilo di un Lamia si stagliò in mezzo al fumo nero. Selenis non li aveva mai visti dal vivo, ma c’erano delle illustrazioni su un bestiario contenuto nella biblioteca a palazzo; il suo libro preferito. La Lamia era un mostro dal corpo di serpente e dal torso di donna, aveva otto braccia e ognuna di esse impugnava una spada. Era semplicemente terrificante e, cosa ancora peggiore, era fuori dalla portata delle guardie che li accompagnavano.

-    Dobbiamo uscire da qui!! – esclamò all'improvviso la principessa, rivolgendosi a Camelia e afferrando Noctis per un braccio.

Proprio mentre apriva la portiera, con uno schianto i vetri anteriori della vettura andarono in frantumi fra le urla delle due guardie. Selenis non si fermò a guardare; non ne aveva il tempo e non voleva nemmeno farlo. Tenendo Noctis per mano si lanciò fuori dall’auto, mentre Camelia teneva il principe per l’altro braccio.

-    Ci ucciderà! – gridò il bambino in preda al panico.

La ragazzina non ebbe la forza di rispondergli, perché onestamente non poteva contraddirlo. Con loro non avevano armi e anche se le avessero avute, dubitava avrebbero potuto fare qualcosa. L’unica cosa che poteva fare, era correre il più velocemente possibile lontano da lì.
Cosa che fece... finchè un sibilò non si levò sopra di loro.

L'unica cosa che la ragazzina avvertì, fu il rumore della sua giacca che si lacerava. Selenis perse la presa sulla mano di Noctis, mentre Camelia lanciò un grido che presto si trasformò in un gorgoglio indistinto. La principessa si sentì sbalzare in avanti e di riflesso portò le mani  in avanti per proteggersi dalla caduta. Nonostante questo, battè il viso sul terreno duro e il sangue iniziò a colarle tra le labbra. Un dolore sordo le martellò in testa, ma la sua mente rimase lucida quel che bastava perché riuscisse a rimettersi carponi.
Si voltò indietro e vide Camelia e Noctis a terra; la donna non si muoveva mentre sotto di lei una pozza rossa si allargava velocemente. A sovrastarli c’era la Lamia, che con la testa reclinata da una parte, li studiava.
Facendo leva sui palmi scorticati, la principessa si rimise in piedi raggiungendo i due feriti. Una sola occhiata bastò a farle capire che per Camelia non c’era più nulla da fare; Noctis invece sembrava vigile, ma guardava come ipnotizzato il mostro.

-    Noct dobbiamo andare! – gridò Selenis cercando di far alzare il bambino – Forza! –

Il giovane principe non sembrava neppure sentirla; continuava a fissare davanti a sé, con la bocca leggermente schiusa e gli occhi grandi dallo shock. Selis si girò a fissare la Lamia; la bocca del mostro era aperta in un ghigno feroce e sembrava pregustare la nuova carneficina. L'essere levò in alto una delle proprie spade, e in quel momento Selenis capì che per loro era finita. Smise di tentare di portare via Noctis e si chinò su di lui. Per la prima volta, Selenis si sentì impotente oltre che spaventata... ed era un sentimento così forte da farle mancare il respiro.

" Se solo fossi più forte!" pensò mentre stringeva fra le braccia il cugino "Se solo avessi ascoltato mio padre!"

La ragazzina chiuse gli occhi sentendo il rumore inconfondibile dell'aria che veniva fenduta da una lama, ma il colpo non arrivò mai... 


-    Selenis! –

Spaesata la ragazza riaprì gli occhi. Suo padre stava correndo verso di lei assieme ad un gruppo di guardie. Revis pareva invecchiato di dieci anni per la paura, mentre si chinava sulla figlia per controllare le sue condizioni.

-    Come stai? – le domandò.

Selenis si limitò a fissarlo instupidita.

-    Selenis, ci siamo noi adesso non preoccuparti.. - aggiunse l'uomo mentre con gentilezza la faceva scostare dal cugino che venne subito preso sotto le cure dei medici.

Visto il continuo mutismo della figlia, Revis le prese il volto tra le mani. La polvere le striava la pelle e le velava i capelli bianchi, mentre il labbro superiore, tagliato di netto, perdeva ancora sangue imbrattandole la maglietta che aveva indosso.
L’uomo la fece voltare per assicurarsi che non avesse altre ferite. Sotto la giacca lacerata la pelle era appena incisa, per fortuna nulla di preoccupante.


-    Se sono non lo avessi portato qui... – mormorò finalmente la ragazzina spersa.

Revis stava per dirle qualcosa, quando l'attenzione di entrambi fu attirata dall'esclamazione angosciata di Regis. Il Re, dopo essere riuscito ad allontanare la Lamia, si era precipitato dal figlio e ora sostava in ginocchio vicino a lui.

-    Noct!! - lo chiamò nuovamente l'uomo.

Quel nome, implorato dalle labbra dello zio, risuonò dolorosamente nella testa di Selenis. Senza ascoltare il consiglio del paramedico che le consigliava di farsi visitare, la ragazzina guardò con apprensione il cugino sdraiato a terra, fissare il cielo senza rispondere ai richiami disperati del padre. Sopraffatta da tutto quello, Selenis si mise le mani sulle orecchie, e piegandosi su sé stessa si chiuse in un mondo fatto di ombre e ricordi.

**

Insomnia, capitale regia del regno di Lucis, qualche mese prima.
Vie della città.

Selenis aprì l’ombrello che si era portata dietro per pura precauzione, sistemandosi meglio la custodia sulla spalla. La giornata era gradatamente peggiorata, partendo da un cielo coperto di nubi che non facevano presagire nulla di male, ad un vero e proprio acquazzone. La ragazza aveva appena terminato il corso di musica pomeridiano e si apprestava a tornare a casa. Lei e suo padre, a discapito di quello che pensavano tutti, non abitavano a Palazzo, ma in una casa nel pieno centro della capitale. Era stata volontà di sua madre quella di restare ad abitare lì; lei non era di nobili origini e la vita di "corte" le era sempre stata un po’ stretta. A Selenis la scelta non dispiaceva per niente; il Palazzo reale era sì un edificio meraviglioso, ma la faceva sentire come un uccello in gabbia.
La giovane prese quindi per la solita strada, che tagliava fuori il traffico intenso delle vie principali ed arrivava a costeggiare uno dei fiumi che attraversavano la città. Era una via frequentata per lo più da pensionati a passeggio, mamme con bambini o ragazzini che portavano a spasso il cane. Quel giorno però c’era molta meno gente in giro, complice il clima che di sicuro non invogliava ad andare a fare due passi.
Per questo fu non poco stupita di vedere una figura procedere di corsa nella sua direzione. Quando fu più vicino, Selenis vide che
era un ragazzino coperto da una mantella trasparente. A dirla tutta le sembrava anche di conoscerlo...
Era intenta a fissarlo con maggiore attenzione, quando il ragazzino mise un piede in fallo, cadendo a terra e ruzzolando giù dal breve pendio erboso che portava alle sponde del fiume.
La principessa, con un esclamazione poco elegante (che le sarebbe valsa un bel rimprovero da parte di Ignis), si lanciò a soccorrere il malcapitato.

-    Ehi! Tutto bene? –  chiese quando gli si fu avvicinata.
-    Penso... di sì – farfugliò lui mettendosi seduto.
-    Ma sei tu! – esclamò allora Selenis riconoscendolo.

Il ragazzino alzò lo sguardo sulla sua soccorritrice. Gli occhi azzurri, appena velati dagli occhiali che indossava, si aprirono dallo stupore.
Anche lui aveva già visto quella ragazza, più volte a dirla tutta; la incontrava sempre quando tornava a casa. Lei gli sorrideva e gli augurava una buona giornata e il loro rito si fermava lì, ma al ragazzino aveva sempre fatto piacere che una bella ragazza (più grande di lui per giunta) gli si rivolgesse con tanta cortesia.

-    Guarda, ti sanguina il gomito! – disse lei, afferrandogli il polso per vedere meglio.
-    Oh, non è niente – minimizzò lui guardandosi la pelle scorticata – sono inciampato – aggiunse con un sorriso imbarazzato.
-    Ho cambiato borsa e non ho nemmeno dietro il disinfettante – replicò la ragazza arricciando il naso con disappunto.
-    Non si deve preoccupare signorina, quando arrivo a casa faccio da solo – si affrettò a dire il ragazzino.
-    Signorina? – esclamò Selenis spalancando gli occhi – Per carità! Chiamami Selis! – rise lei.
-    Va.. va bene – acconsentì lui.
-    E tu sei? – gli chiese mentre lo aiutava ad alzarsi.
-    Oh sì, scusami! Prompto, Prompto Argentum – si presentò, tendendole la mano con un sorriso che si trasformò ben presto in una smorfia di dolore.
-    Insisto per poterti medicare – disse Selenis con un tono che non ammetteva repliche – Abiti lontano? – gli domandò.
-    No, ad appena un paio di isolati da qui – rispose Prompto.
-    Allora andiamo, ti accompagno – affermò incamminandosi con lui.

Nel frattempo l’acquazzone si era fortunatamente calmato, permettendo alla ragazza di ritirare l’ombrello e di godersi qualche timido raggio di sole primaverile.

-    Sei appassionato di fotografia? –

Prompto alzò lo sguardo sulla sua accompagnatrice, ancora un po’ stordito per quello strano incontro.

-    Ah? Sì – rispose, seguendo lo sguardo di Selenis che era puntato sulla macchina fotografica appesa alla cintura – Soprattutto di animali – aggiunse illuminandosi.
-    Io adoro i gatti – gli confessò la ragazza – ma mio padre è allergico – sospirò alzando gli occhi al cielo.
-    Anche a me piacciono, però non saprei dire se i gatti sono i miei preferiti – replicò il ragazzino meditabondo – Siamo arrivati –

Prompto si fermò davanti ad un’anonima villetta di periferia, aprì la porta e la tenne spalancata per fare entrare la sua ospite.

-    I tuoi non sono in casa? – domandò Selenis mentre si toglieva le scarpe e appoggiava l’ombrello nell’apposito vaso.
-    No – rispose Prompto mentre accendeva le luci – rientrano sempre la sera tardi – spiegò facendola accomodare – un attimo che vado a prendere la cassetta del pronto soccorso. – aggiunse sparendo in una stanza e lasciando la principessa in salotto.

La ragazza si guardò attorno; la casa era accogliente, ma vuota. Si vedeva che i suoi proprietari erano spesso fuori. Sulla libreria della sala, alcune foto ritraevano i genitori di Prompto con il figlio in diverse situazioni. Nonostante la loro assenza, dovuta molto probabilmente ad impegni di lavoro, si capiva che comunque erano una famiglia felice e che Prompto era amato. 
Selenis sorrise nel vedere quella quotidianità che un po’ aveva sempre invidiato nelle altre persone.
In tutta sincerità, doveva però ammettere che la sua situazione era molto più semplice rispetto a quella di Noctis; il suo viso e la carica di suo padre erano meno importanti e quindi godeva di un po’ più di libertà rispetto al cugino.

-    Eccomi –

Prompto ricomparve nella stanza con la cassetta del pronto soccorso in mano. La ragazza lo fece quindi sedere e iniziò a medicargli la sbucciatura.

-    Posso chiedere come mai correvi con questo tempo? – gli domandò Selenis mentre lo disinfettava.
-    Sto cercando di perdere peso – rispose il ragazzino leggermente imbarazzato.
-    Stai cercando di fare colpo su qualcuno? – scherzò la giovane.
-    Sì, cioè, non proprio – esclamò Prompto agitato – vedi, c’è un bambino nella mia scuola.. – raccontò mentre Selenis gli applicava del cicatrizzante – che a dirla tutta è il principe Noctis –

Selenis alzò lo sguardo dal suo lavoro, decisamente stupita di sentire nominare il cugino.

-    Qualche tempo fa ho trovato per strada un cagnolino ferito – continuò Prompto senza fare caso al cambiamento d’espressione della giovane – l’ho curato e me ne sono preso cura per un pò, ma poi è sparito – spiegò –  qualche giorno dopo mi è arrivata una lettera da una ragazza, Lunafreya –

La principessa fu ancora più stupita nel sentire il nome di Luna, anche se... ora che ci pensava in una delle sue lettere le aveva raccontato di aver smarrito Pryna...

-    Nella lettera mi ringraziava per aver ritrovato il suo cucciolo e mi pregava di essere un buon amico per il principe. Credo abbia pensato che lo conoscessi o che fossimo compagni di classe – proseguì il ragazzino – ma in realtà non ci ho mai parlato... - ammise -  dopo aver ricevuto la lettera ci ho provato, solo che… - Prompto si interruppe abbassando gli occhi.
-    Solo che? – lo incoraggiò Selenis finendo di mettergli un bel cerotto sul gomito.
-    Solo che non posso essere suo amico... così! – confessò allargando le braccia per indicare sé stesso e il suo fisico – voglio poter essere all’altezza dell'amicizia del principe di Lucis – aggiunse con decisione.
-    E così hai deciso di allenarti –

La ragazzina sorrise. Quel bambino paffutello era tutto tranne che demotivato, e la giovane sperò con tutto il cuore che diventasse davvero un buon amico per Noctis; ne aveva un gran bisogno…

-    Esatto! – rispose Prompto – ma sono ancora ben lontano dal mio obbiettivo. – mormorò un po’ abbattuto sistemandosi meglio la maglietta sulla pancia prominente.
-    Se avrai costanza vedrai che niente sarà impossibile – lo incoraggiò la ragazza.
-    Hai ragione! – concordò lui annuendo – A proposito, non è mi sai dare qualche consiglio per correre meglio? – le chiese speranzoso.
-    Umh –

La principessa lo guardò da capo a piedi.

-    A parte allenarti tutti i giorni, ti posso solo dire una cosa... – affermò – che hai bisogno di un paio di scarpe nuove e che siano adatte alla corsa. Non mi stupisce che tu sia inciampato – commentò alzando un sopracciglio.
-    Dici? –

Prompto abbassò lo sguardo sulle sue scarpe da ginnastica. Effettivamente erano piuttosto vecchiotte e la suola ormai era quasi completamente consumata.

-    Ho deciso, vieni con me! – esclamò Selenis dirigendosi verso l’ingresso dell’abitazione – Ti porto a comprarne un paio nuovo – affermò con una strizzatina d’occhio.

Il bambino la guardò dapprima stupito, poi felice come non mai.

-    Va bene! - esclamò seguendola.

Un paio di ore dopo, Selenis e Prompto uscivano da un negozio di sport del centro città. Il bambino teneva in mano il suo nuovo acquisto e sembrava la persona più contenta di questo mondo.

-    Grazie di avermi consigliato quali prendere, non vedo l’ora di provarle! – esclamò gongolando.
-    È stato un piacere – replicò Selenis – ora però temo di dover tornare a casa – aggiunse con rammarico.
-    Grazie ancora del tempo che hai perso per me – disse di nuovo il bambino inchinandosi quanto più gli era possibile.
-    Davvero, non è nulla! Mi ha fatto piacere aiutarti – rise Selenis – tu però devi promettermi che diventerai amico del principe a tutti i costi e che ti impegnerai a questo proposito – gli disse un po’ più seriamente.
-    Certo! – affermò lui senza la minima incertezza.
-    Allora ciao Prompto, arrivederci – lo salutò la ragazzina.
-    Ciao Selis! A presto! – rispose lui salutandola con la mano mentre si allontanava.

In cuor suo, Selenis, si augurava di rivederlo presto in compagnia di Noct. C’era qualcosa in quel ragazzino che la faceva ben sperare per il futuro.



Campeggio dell'autrice:

Buon salve e ben arrivati ^^

Visto che il primo capitolo è stato fin troppo tranquillo.. perchè non movimentare già la storia? xD
E' abbastanza ovvio che mi sono riallacciata agli episodi di Brotherhood, inserendo sia la mia personale versione dell'attacco a Noctis, che un casuale incontro con il giovane Prompto. Forse le due vicende nello stesso capitolo possono stonare, ma ho dovuto accorparle assieme altrimenti il capitolo relativo a Prompto sarebbe stato decisamente troppo corto da postare singolarmente. Per ora il caro Ignis ha fatto solo una breve comparsa, ma non preoccupatevi che darò ampio spazio anche a lui ;)
Il lago di Larin, citato nel capitolo, non esiste, me lo sono inventato di sana pianta ^^" Questo perchè la qui presente storia è stata cominciata a settembre 2016 quando il gioco era ancora ben lontano dal vedere la luce. Avevo comunque bisogno di un luogo nelle immediate vicinanze di Insomnia e il primo lago disponibile sarebbe stato a Duscae.. quindi un pò troppo lontano ^^". Il nome del mostro dalle sembianze di serpente l'ho preso in prestito dai primi capitoli della saga, difatti la Lamia era un mostro comune fin da FFII.
Date queste piccole informazioni non mi resta che salutarvi e augurarvi buona Pasqua ^^
Grazie mille a tutti coloro che leggono questa fic, mi fa un piacere immenso <3
A venerdì prossimo!

Un abbraccio,
Marta

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Capitolo 4
*** 3. Senso di colpa ***


3


Selenis osservava l'oscurità premere contro il finestrino; sembrava che il mondo lì fuori fosse finito, e un pò era davvero così.
La principessa era stata caricata sopra un’auto differente da quella dove viaggiava Noctis. Il taglio sul viso le era stato curato e aveva smesso di sanguinare, così come i palmi scorticati delle mani. Seppure non fosse in gravi condizioni e il dolore fosse tollerabile, la ragazzina non riusciva lo stesso a respirare. Stretta contro il fianco di suo padre seguiva la corsa delle vetture verso la capitale. Nonostante si fosse lasciata il pericolo dei Deamons alle spalle, il terrore non l’aveva ancora abbandonata, e non bastavano le parole rassicuranti di Revis a calmarla.

Noct era gravemente ferito, aveva perso conoscenza e non si era più risvegliato. Non voleva perdere suo cugino... la sola idea le risultava intollerabile e il pensiero di essere stata lei ad averli portati a quella situazione, la faceva quasi impazzire.

-    Selis mi stai ascoltando? –

La ragazzina alzò lo sguardo verso il padre, che con la fronte corrugata la osservava.

-    Quando arriveremo ad Insomnia dovrò occuparmi di quello che è successo. – le disse molto seriamente – Pensi di potertela cavare per un pò? Io tornerò appena mi sarà possibile – aggiunse.
-    Sì, ma certo. – rispose meccanicamente Selenis – Fai quel che devi. –
-    Brava la mia bambina. – rispose Revis baciandole la testa.

Qualcuno potrebbe pensare che fosse da egoisti lasciare la figlia da sola dopo quello che era appena successo, ma Revis aveva delle grosse, grosse responsabilità. Scoprire il motivo che aveva permesso ad un Deamon di arrivare così vicino alla città, era una necessità impellente.
L'uomo si sentiva responsabile; dopotutto era lui a capo della prima linea di difesa di Insomnia e quella creatura gliel’aveva fatta sotto il naso, con il risultato che a pagarne le conseguenze erano stati Noctis e la sua Selis.
Il convoglio di auto, lanciato a tutta velocità, impiegò la metà del tempo normale per fare ritorno a Palazzo, tempo che sembrò lo stesso infinito. Quando le vetture si fermarono davanti l'ingresso principale, ad attenderle c'era una squadra di medici. Selenis li vide circondare immediatamente la figura minuta di Noctis, che sparì ben presto dalla sua vista assieme al Re, inghiottito dall'entrata dell'edificio illuminato a giorno.

-    So che vorresti andare con lui - esordì Revis osservando lo sguardo preoccupato della figlia - ma ho bisogno che tu vada dritta nel mio studio a riposarti; non appena avrò notizia di Noct verrò a comunicartele – le disse.
-    Va bene – rispose la ragazzina rivolgendogli uno sguardo distratto - ma adesso vai, hanno bisogno di te - aggiunse.

Il comandante si chinò ancora una volta a darle un bacio e poi, con uno svolazzo del mantello, imboccò il corridoio che portava agli ascensori.
Selenis rimasta sola, si guardò intorno. Nel palazzo regnava la più totale confusione. Nonostante fosse ormai tardi, tutti erano affaccendati e nessuno dormiva.
In una sorta di stordimento, Selenis s'incamminò per i famigliari corridoi dell'edificio; ma invece di dirigersi verso lo studio del padre, involontariamente si diresse verso la stanza di Noctis. Una volta raggiuntala, si fermò fuori dalla soglia con la mano posata sul pomello della porta.
Era inutile entrare... suo cugino non l’avrebbe accolta come suo solito con un gran sorriso stampato in faccia e con la richiesta di giocare pronta sulle labbra. La principessa rimase immobile a fissare la maniglia con sguardo assente per diverso tempo, finchè una voce non la riscosse.

-    Selis! –

La ragazzina alzò lo sguardo e si voltò. Ignis era comparso nel corridoio, il viso segnato di preoccupazione e il fiato grosso. Era senza cravatta e con i capelli scompigliati; probabilmente la notizia di ciò che era successo lo aveva sorpreso quando era già rincasato.

-    Ti ho cercata dappertutto! – esordì avvicinandosi.

All’improvviso, nella mente di Selenis, tutto fu incredibilmente chiaro.
Era a palazzo, era a casa, al sicuro, e anche se tutto quello che si ricordava era successo per davvero e non era solo frutto di un brutto incubo, apparteneva ormai al passato...
Come se qualcuno le avesse dato uno schiaffo in pieno volto, la giovane si riscosse dallo stato di torpore che l’aveva colta.

-    Ignis... – mormorò guardando l'amico, prima di corrergli incontro e buttarsi fra le sue braccia.

Il ragazzo, ancora frastornato dalla situazione, si stupì di sentirla tremare contro di lui. Selenis non era il tipo da farsi consolare.

-    Va tutto bene, stai tranquilla – la rassicurò, stringendola delicatamente in un abbraccio e cercando di frenare i singhiozzi che la scuotevano.
-    Tu non dovresti essere qui! – esclamò invece la ragazza scostandosi per guardarlo in viso – Devi andare da Noct! Lui ha… -
-    E' stato tuo padre a mandarmi, mi ha chiesto di non lasciarti sola e non intendo farlo – replicò il ragazzo interrompendola.
-    Ignis…-

Selenis tornò a nascondere il viso nell’incavo del suo collo. Era contenta che lui fosse lì, era contenta che suo padre lo avesse mandato da lei. Si rendeva conto di essere incredibilmente egoista, ma ne era felice.

-    Vieni, ti faccio una tazza di tè – propose il giovane dopo un momento, quando il pianto dell'amica si attenuò.
-    Volentieri  – assentì lei con voce roca.

Ignis la accompagnò fino allo studio del padre, lasciandola sola il tempo necessario per tornare con una teiera fumante e un paio di tazze.    

-    Grazie –

Selenis afferrò tra le mani il bicchiere che sprigionava un intenso profumo di bergamotto, il suo tè preferito, e si accorse solo in quel momento di avere le dita congelate nonostante facesse tutto fuorchè freddo. Mentre prendeva un sorso, osservò Ignis versarsi a sua volta una tazza, prima di prendere posto di fronte a lei sul piccolo tavolino rotondo dalla superficie di marmo bianco.

-    Mi hanno detto che avete incontrato un Lamia, è vero? – le domandò il ragazzo dopo qualche minuto di silenzio.
-    È corretto – affermò Selenis.
-    Com’è possibile...? – mormorò Ignis incredulo.
-    Non lo so – la ragazzina scosse la testa – Eravamo sulla strada del ritorno, quando all’improvviso l’auto davanti a noi è semplicemente esplosa – raccontò – Quel mostro è apparso dal nulla.. – disse, osservando come ipnotizzata la bevanda scura vorticare nella sua tazza.

Avvertiva ancora addosso il calore delle fiamme che l'avevano aggredita appena fuori dall'auto.

-    Abbiamo tentato di scappare, ma ci ha raggiunto subito..  – proseguì ancora con gli occhi bassi – Camelia è…- al pensiero della donna le si formò un nodo in gola che le mozzò il respiro – Ignis c’era così tanto sangue! Io… -

Le mani presero a tremarle così violentemente che rischiò di scottarsi con il tè, ma Ignis, prontamente, le tolse il bicchiere per poi afferrarle saldamente entrambe le mani.

-    Non è colpa tua – affermò il ragazzo con decisione.

Selenis non ebbe il coraggio di alzare lo sguardo, ostinandosi a fissare i polsini immacolati della camicia dell’amico. Come al solito aveva centrato subito il punto.

-    Guardami – la esortò allora lui scuotendola leggermente – non prenderti colpe che non hai – le ripetè fissandola con i suoi occhi chiari.
-    Non avrei dovuto portarlo fuori da Insomnia, avevate ragione.. – replicò la principessa.
-    No, avevi ragione tu a voler tirare su di morale Noct! Quello che è successo è stata una tragica fatalità – ribattè Ignis.

La ragazzina voleva convincersene, ma per ora non riusciva proprio a sentirsi in pace con sè stessa.

–   Adesso devo uscire per un istante – proseguì Ignis, lasciandola e tirandosi in piedi.

Per un riflesso involontario, Selenis allungò una mano e gli afferrò il braccio; poi, rendendosi conto del gesto, la ritrasse imbarazzata. Per una che affermava di voler diventare più forte quello era un pessimo inizio.

–  Non ci metterò molto, tu nel frattempo cerca di riposare un pò – le suggerì il ragazzo prima di uscire.


Quando Selenis rimase sola, andò a sedersi sul grande divano in broccato davanti ad una piccola libreria stracolma di volumi. Nonostante si sentisse spossata non voleva dormire. Ogni qual volta chiudeva gli occhi, rivedeva quel ghigno ferino e il luccichio dell'acciaio.
Sentiva il gorgoglio della gola di Camelia mentre le si riempiva di sangue, soffocandola, e il bagliore dell’incendio salire nel cielo.
Non poteva dormire anche perché voleva sapere come stesse Noct; il pensiero che potesse non farcela era un chiodo fisso che la riempiva di angoscia.


-    Tu non ascolti mai i consigli –

Ignis riapparve nella stanza, come promesso era stato via poco più di mezz’ora. Si era assentato per andare a parlare prima con il comandante Revis per aggiornarlo sulle condizioni della figlia, e poi dal Re per avere notizie di Noctis.

-    Come sta? –

Selis scattò a sedere più dritta sul divano: aveva quasi ceduto alla stanchezza.

-    E' ancora sotto cura dei medici di corte – rispose Ignis celando la sua agitazione dietro un tono calmo e tranquillo – Verrà qualcuno ad avvisarci non appena avranno finito – aggiunse andando a sedersi di fianco alla ragazzina.
-    Ho pregato tutti gli Dei di cui conosco il nome, non so più che fare... – disse Selenis passandosi una mano sul viso e facendo una smorfia di dolore.

Lo zigomo si era gonfiato leggermente e il taglio al labbro e quello alla schiena, bruciavano al minimo movimento.

-    Hai bisogno di riposo – asserì di nuovo Ignis con tono perentorio.
-    Voglio aspettare di avere notizie  – replicò Selenis testarda.

La vicinanza di Ignis però, stava sciogliendo la sua tensione, e la ragazzina finì per lasciar scivolare il capo sulla sua spalla.

-    Iggy, se Noct dovesse non farcela… - la principessa non ebbe la forza di concludere la frase.
-    Si riprenderà – ribattè il giovane senza quasi lasciarle finire la frase.
-    Ho avuto paura – ammise Selenis.
-    Lo so – commentò semplicemente Ignis afferrandole la mano scorticata.
-    Sono così debole...- mormorò lei mentre cullata dal tepore dell'amico veniva vinta dalla stanchezza, addormentandosi.

Contrariamente a quanto previsto, nessuna scena terrorizzante si presentò ai suoi occhi, forse merito del fatto che non fosse sola. Nonostante però il sonno profondo, quando qualcuno la prese in braccio la sua coscienza si riscosse quel tanto da mantenerla nel dormiveglia.

-    Grazie per averle tenuto compagnia –

La voce di Revis arrivò alle orecchie della ragazzina piuttosto ovattata.

-    È stato un piacere – rispose Ignis – è molto scossa da quello che è successo e se ne da la colpa – aggiunse guardando la figura abbandonata tra le braccia dell'uomo.
-    Lo immaginavo... – sospirò il comandante – Quest'incidente è capitato nel peggiore dei momenti – disse tra i denti.
-    Avete idea di come possa essere successo? –
-    No, ancora nessuna.. la Lamia è sparita; ma abbiamo trovato un container vuoto non troppo lontano, il che ci fa presupporre che sia stato portato lì volutamente. – rispose Revis sistemando meglio la figlia tra le braccia.
-    Che sia opera degli imperiali? – domandò Ignis prendendosi meditabondo il mento tra le dita.  
-    Non ne ho idea, ma non mi stupirebbe – ammise l’uomo avviandosi verso la porta dello studio.
-    Questo vuol dire che sapevano che Noctis sarebbe uscito dalla città..- ragionò il ragazzo preoccupato dalla sua stessa affermazione.
-    Troverò il responsabile, questo è certo – asserì Revis guardando il viso tumefatto della figlia.


La conversazione divenne improvvisamente troppo indistinta per Selenis, e la ragazzina ripiombò nel sonno finchè non si sentì adagiare sopra una superficie morbida e fresca.

-    Papà? –

Revis, che si stava ritraendo dopo averla posata sul soffice materasso della stanza degli ospiti, si chinò di nuovo sulla figlia che lo guardava attraverso la fessura delle ciglia.

-    Sono qui tesoro – le rispose l’uomo.
-    Noct? –
-    Sta bene, non si è ancora svegliato ma non è più in pericolo di vita –
-    Voglio vederlo! –

Selenis lottò invano con la spossatezza che sembrava non volerla lasciare.

-    Domani, ora devi riposare – la bloccò il padre mettendole una mano sui capelli.
-    Papà? –
-    Sì? –
-    Puoi restare qui? – mormorò la ragazzina – sempre se non hai da fare… - aggiunse con una punta di vergogna.
-    Certo bambina mia, resto –

In realtà c’erano centomila cose che avrebbe dovuto fare, ma adesso non gli importavano. Sua figlia aveva bisogno di lui e il regno poteva passare in secondo piano per qualche ora.



Campeggio dell'autrice:

Salve a tutti lettori!

Scusate il ritardo nel postare il capitolo, ma l'ufficio mi ha reclamato più del necessario oggi ^^"
Si è notato che Ignis è nella rosa dei miei personaggi preferiti? xD Mi piace tantissimo scrivere di lui e sono ansiosa di farvi scoprire come il rapporto con Selenis si evolve con il passare del tempo.
Sto cercando, piano piano, di farvi conoscere la principessa, aggiungendo sfaccettature del suo carattere man mano che si trova ad affrontare certe situazioni. Spero di riuscire, con il passare dei capitoli, a farvi capire quanto lei sia legata ai suoi amici e alla sua famiglia.
Selenis si porterà dietro il peso di questo incidente per molto tempo... e in qualche modo influenzerà determinate scelte che dovrà prendere.
Un ringraziamento particolare ai Lettori che continuano a seguirmi!

Al prossimo venerdì!
Marta

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Capitolo 5
*** 4. Madeleine e preghiere ***


4


Mentre lentamente usciva dal torpore del sonno,
i ricordi cominciarono a farsi strada nella mente di Selenis.
Quel meraviglioso momento appena prima del risveglio, quando i pensieri sono ancora confusi e qualsiasi cosa spiacevole non è altro che un eco lontano, passò.
Il suono delle spire che si contraggono e l’odore del metallo bruciato e del sangue, inondarono la coscienza sopita di Selenis come un'onda di piena, costringendola ad aprire le palpebre di colpo.
Fissando con occhi sbarrati il soffitto immerso nella penombra, la ragazzina allentò la presa delle dita sul lenzuolo fresco cercando di calmare il respiro. Accanto a lei suo padre non c'era più, ma sapeva che era rimasto per molto tempo dopo che si era addormentata.
Leggermente stordita, Selenis si mise a sedere facendo scivolare le gambe nude oltre il bordo del letto. Aveva addosso solo una camicia da notte leggera; suo padre doveva avergliela fatta indossare, ma lei non se lo ricordava.
Quando si fu alzata, la prima cosa che fece fu di aprire le pesanti tende che oscuravano le finestre.
Fuori il sole era già a metà dell’orizzonte e il giardino del palazzo iniziava a oscurarsi. Confusa, Selenis abbassò lo sguardo sulla sveglia appoggiata sul comodino la quale segnava le 18.00.
Aveva decisamente dormito più del previsto, ma ancora non si sentiva riposata del tutto, anzi, il dolore alle ferite era tornato a farsi sentire; evidentemente l'effetto degli analgesici era terminato.
La principessa si avvicinò al grande specchio che dominava una parte della parete e si osservò.

Lo zigomo stava diventando di un colore bluastro, a tratti nero, mentre il taglio sul labbro, arrossato e un po’ gonfio, era stato graffettato con un paio di cerotti sottili. Senza alcun dubbio le sarebbe rimasta la cicatrice.

-    Poteva andarmi peggio – commentò con un sorriso amaro.

Per tentare di togliersi di dosso almeno in parte quell’aria derelitta, cominciò a pettinarsi i capelli con la spazzola trovata dentro uno dei cassetti. Quel semplice movimento le procurò una stilettata di dolore alla schiena.
Con riluttanza, Selenis alzò la camicia da notte sopra le spalle e, voltatasi di tre quarti, si guardò.
Una striscia di cerotto imbottito le occupava una porzione di pelle che andava da una scapola all'altra, là dove la spada della Lamia l’aveva incisa.
Mentre si osservava, la figura esanime di Camelia all'improvviso le tornò alla mente, costringendola a strizzare le palpebre e a scuotere la testa.
Aveva decisamente bisogno di prendere aria e sapeva già dove andare. Afferrò una felpa trovata nell’armadio e si infilò i sandali che aveva la sera precedente. Non appena fu pronta, varcò la soglia della camera per ritrovarsi come al solito in uno dei labirintici corridoi del palazzo.
Si incamminò senza fretta, salutando e rispondendo gentilmente alle domande su come si sentisse da parte del personale di corte.
Alla fine fu costretta a passare dai corridoi meno frequentati; non che fosse contrariata dalle attenzioni che le rivolgevano, erano tutti sinceramente preoccupati per lei e questo le faceva piacere, ma ripetere sempre la stessa bugia di stare bene non le piaceva.


-    Principessa Selenis –

La ragazza si stampò in faccia l'ennesimo sorriso di circostanza rallentando l’andatura, mentre incontro le si faceva il consigliere Clarus Amicitia, vecchio compagno d'arme di Revis e Regis.

-    Buongiorno Clarus – lo salutò la giovane, notando alle sue spalle la presenza di un ragazzo che lo accompagnava.
-    Come stai? – le domandò il consigliere.
-    Bene… - rispose Selis – nonostante tutto poteva andare peggio – aggiunse  la ragazzina con un mezzo sorriso, sicura che lo stato della sua faccia parlasse per lei.
-    Sarebbe meglio che restassi ancora a riposo – le consigliò l’uomo.
-    In realtà volevo andare a trovare Noct – ammise la principessa.
-    Invece dovresti ascoltare i consigli che ti vengono dati –

Selenis chiuse brevemente gli occhi e poi si voltò verso Ignis, comparso in quel momento nel corridoio. 

-    Consigliere – salutò educatamente il ragazzo inchinandosi.
-    Ah Ignis, buongiorno – lo accolse Clarus.
-    Gli altri membri la stanno aspettando nella sala del trono – lo informò il giovane aggiustandosi gli occhiali com’era solito fare.
-    Meglio sbrigarsi allora – asserì l'Amicitia – Sono comunque felice di sapere che stai meglio. Con il tuo permesso... – la salutò l’uomo.
-    Buon lavoro – gli augurò lei, facendosi da parte perché potesse passare.
-    Principessa  –

Selenis incrociò lo sguardo del ragazzo al seguito di Clarus, sembrava più vecchio di lei ed era decisamente alto, con un fisico massiccio e i capelli rasati al modello militare. A discapito però della sua figura minacciosa, gli occhi erano ambrati e caldi, e il sorriso gentile. Lei rispose al saluto con un cenno del capo mentre le passava davanti.

-    Dovevo seguire il consiglio di tuo padre e chiuderti a chiave – sospirò Ignis non appena il Consigliere fu sparito dalla loro vista.
-    Lo sai che avrei trovato il modo di scappare dalla finestra - replicò la ragazzina - Iggy, devo andare da Noct – aggiunse vedendo l'espressione per nulla divertita dell'amico.
-    Non si è ancora svegliato – disse il giovane – e il Re non lascia il suo capezzale da ieri – aggiunse.
-    Hai detto che non era in pericolo di vita! – esclamò la principessa colta dal panico.
-    E non lo è – confermò lui – Ha solo bisogno di riposo e tu invece hai bisogno di mangiare qualcosa. Vieni, ti avevo portato la cena in camera – le disse facendole un cenno con il capo.

La ragazzina dondolò sui talloni, indecisa se correre via o dargli retta, ma in realtà non aveva nessuna voglia di discutere con Ignis e così optò per seguirlo. Il pasto che l'aspettava, era composto da un paio di uova fritte con la pancetta, alcune madeleine salate e una fetta di torta al cioccolato. Quindi, nonostante le proteste sul fatto che non avesse fame, quando vide tutto quel ben di Dio il suo stomaco ebbe un parere decisamente contrario.

-    È tutto ottimo, complimenti Ignis – disse Selenis addentando la terza madeleine dopo aver spazzolato le uova.
-    Come hai capito che ho cucinato io? – le chiese il ragazzo alzando le sopracciglia.
-    Riconoscerei i tuoi manicaretti fra mille altri – rispose la principessa con un sorriso mentre attaccava la torta – dolci come i tuoi non ne esistono da altre parti – aggiunse, chiudendo gli occhi appagata dal gusto del cioccolato.
-    Esageri, ma ti ringrazio – replicò Ignis, nascondendo una punta di soddisfazione a quelle parole.
-    Da chi hai preso questa passione? – gli domandò Selenis.
-    Da nessuno in realtà – rispose il ragazzo sistemandosi gli occhiali – è semplicemente una cosa che mi rilassa – aggiunse alzando appena le spalle.
-    Capisco – disse la principessa appoggiando le posate ormai inutili sul piatto vuoto.
-    Meno male che dicevi di non avere fame – commentò Ignis con un sorriso.
-    Prima, quando ho incontrato il consigliere Clarus – disse Selenis per sviare il discorso e non dar ragione all’amico – c’era un ragazzo con lui, tu sai di chi si tratta? – chiese mentre Ignis posava il vassoio sul piccolo carrello delle vivande.
-    Parli di Gladiolus? –
-    Immagino di sì – rispose Selenis.
-    È suo figlio maggiore – le spiegò Ignis.
-    Non sapevo ne avesse, non l’ho mai visto a palazzo – ribattè la ragazzina.
-    Probabilmente nei prossimi tempi avrai occasione di vederlo più spesso, gli era stato chiesto di dare lezioni di scherma a Noct - spiegò il giovane - Inoltre, in futuro, sarà lui ad ereditare il nome di "scudo del Re" - aggiunse.
-    Piacerebbe anche a me prendere lezioni di spada – mormorò meditabonda la principessa.
-    Non credo che tuo padre sarebbe d’accordo – replicò Ignis dirigendosi verso la porta – Ora devo andare. Tu resta qui per favore, o il comandante Revis avrà qualcosa da ridire – le consigliò mettendo mano alla maniglia.
-    Ignis aspetta! – lo fermò Selenis alzandosi in piedi – Ho davvero bisogno di vedere Noctis – gli disse – mi bastano due minuti, c'è una cosa che devo dargli –

Ignis osservò l’aria preoccupata che la principessa aveva assunto e capì che gli avrebbe dato il tormento finchè non avesse acconsentito a darle una mano.

-    Vedo cosa riesco a fare, ma tu devi restare qui, intesi? –
-    Sì... e Ignis? Grazie di cuore –

Selenis rimase come aveva promesso nella stanza, godendosi gli ultimi raggi del sole al tramonto dal balcone che si affacciava sul giardino.
Il cielo stava assumendo quel tono lavanda tipico del crepuscolo durante le giornate estive, solcato qua e là da nuvole incendiate di rosso e oro.
Se pensava che solo ventiquattro ore prima lo stava osservando con Noctis davanti ad un bellissimo lago, si sentiva stringere lo stomaco in una morsa dolorosa che non centrava nulla con il suo stato di salute. Toccò la tasca della felpa, dove aveva riposto l'oggetto che voleva consegnare al bambino, e il suo contorno famigliare la calmò un po’.
Mentre pensava appoggiata sul parapetto, lasciò vagare lo sguardo sul cortile fiorito sotto di lei. I giardini del Palazzo erano di una bellezza folgorante, soprattutto in questo periodo dell'anno; Selenis sapeva che era stata la madre di Noctis ad occuparsene, e dalla sua morte il Re aveva fatto in modo che il suo lavoro fosse preservato al meglio. Stava osservando le fronde della grande quercia che stava nel mezzo, quando un movimento catturò la sua attenzione. Il figlio di Clarus, Gladiolus, la stava salutando. La principessa lo imitò, alzando una mano per rispondergli proprio mentre un sonoro bussare le arrivò alle orecchie.
Con un ultima occhiata al ragazzo, Selenis rientrò per andare ad aprire. Una delle cameriere personali di Noctis si inchinò davanti a lei.

-   Sua Grazia, il signorino Ignis mi ha mandato a dirle che può andare a trovare il principe Noctis, però si raccomanda che sia una visita breve – le comunicò.
-    Arrivo subito! – esclamò lei, chiudendo la porta e affrettandosi a seguire la donna.

Mentre procedeva dietro alla cameriera, Selenis sperò che ad accoglierla ci fosse anche lo zio. Non aveva ancora avuto modo di incontrarlo e doveva dirgli una cosa importante. Le speranze della ragazza però, furono deluse. Quando infatti entrò nella camera del principe, di Regis non c’era traccia, ma ebbe poco tempo di rammaricarsene, perché la figura stesa sul letto ottenne tutte le sue attenzioni.
Noctis, con gli occhi serrati e la testa affondata nel cuscino, pareva essersi rimpicciolito. Non sembrava più lui... era come guardare un’altra persona; Selenis non lo aveva mai visto così immobile.
La ragazzina si avvicinò al letto, sedendosi delicatamente sul bordo e prendendo la mano del principe tra le sue.

-    Noct… mi dispiace così tanto – sussurrò, asciugandosi con rabbia un paio di lacrime scappate al suo controllo – se potessi prendere il tuo posto giuro che lo farei... è tutta colpa mia.. però ti prego, torna da noi – lo supplicò chinandosi ad appoggiare la fronte sulla sua mano.

Resto così qualche momento, pregando i Sei che aiutassero suo cugino e che lo riportassero all’affetto dei suoi cari. Poi, mise una mano in tasca e tirò fuori quello che voleva dargli. Sul palmo della principessa brillò una piccola statuina, raffigurante un curioso animale color cobalto con un rubino incastonato sulla fronte.

-    Sono sicura che ti ricordi di questo – disse al bambino – mi hai pregata tante volte di regalartelo e io mi sono sempre rifiutata – raccontò con un sorriso – un po’ perché è il mio portafortuna, un po’ perché è stato l’ultimo regalo di mia madre – spiegò, scostando un ciuffo ebano dalla fronte di Noctis – ma adesso voglio che lo abbia tu. Spero che possa aiutarti a ritrovare la strada – aggiunse appoggiando la statuina sul cuscino.

“ Ti prego, aiutalo”  pensò la ragazzina.

Se si stesse rivolgendo alla statuina o alla madre, questo non lo si poteva sapere.



Campeggio dell'autrice:

Buongiorno gente!! Passato un buon 25 aprile? Spero di sì!

Capitolo cortino rispetto al solito, lo so.. ma abbiate pazienza! Io cerco sempre di farli più lunghi possibili, ma non sempre la ciambella viene con il buco. Per altro è prettamente introspettivo, ma io amo questo genere di capitoli, quindi spero di aver trasmesso qualcosa anche a voi!
Primo "incrocio" tra Selenis e Gladio, giusto giusto appena accennato, ma che troverà ampio spazio più avanti. Chissa come si evolverà il rapporto tra loro due...
La prima volta che ho letto i nomi dei protagonisti ammetto di aver storto un pò il naso, non tanto per Noctis o Ignis, quanto più per Gladiolus e Prompto. Per fortuna alla fine mi ci sono abituata, però per me resta Gladio e basta eh xD
Che mi scusi Regis se gli ho sottratto Carbuncle per farlo diventare di proprietà di Selenis, ma ci stava tanto bene ^^"
Datemi ancora un paio di capitoli e ci sarà la prima grande svolta di questa fic, che innescherà dei cambiamenti significativi nella vita dei protagonisti!
Prima di salutarvi come mio solito, ci tengo a fare una premessa. Indipendentemente dal fatto che questa storia riceva o meno recensioni, non verrà interrotta per nessuna ragione (salvo attacchi meteor sulla casa). Ho lavorato sodo per scriverla, e questo sarebbe già un valido motivo per continuarla nonostante i risultati, ma soprattutto c'è gente che la sta leggendo, gente che mi segue e che anche senza commentare mi sta dando il suo sostegno.. quindi per rispetto a voi non sparirò in una nuvoletta di fumo, promesso!
Grazie mille a tutti i Lettori e a chi mi segue, in particolare a Radamantia_chan per aver aggiunto la storia nella relativa categoria!
Detto questo vi abbraccio tutti e vi rinnovo l'appuntamento a venerdì prossimo ^^

A presto,
Marta

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Capitolo 6
*** 5. Risveglio ***


7


-    Durante la grande battaglia, che si consumò secoli orsono sul suolo di Eos, l’avanzata delle truppe di.. -

Il resto della frase dell’insegnante in turno alla sesta ora, divenne un brusio confuso e distante.
Selenis, con il mento appoggiato al palmo della mano, fissava il cielo fuori dalla finestra dell’aula del secondo piano, rimuginando.
Erano passati quindici giorni dall’incidente che l’aveva vista coinvolta, ed era ritornata a frequentare le lezioni da quattro. Per fortuna, il clamore di quello che le era successo e le incessanti domande da parte dei compagni, erano pian piano scemate, e ora quasi nessuno si fermava più a fissarla per i corridoi.
Questa perdita di interesse era anche dovuta al fatto che le sue ferite erano finalmente guarite e avevano smesso di farla notare ancora di più.

Il livido sullo zigomo si era riassorbito, mentre la ferita al la
-    Durante la grande battaglia, che si consumò secoli orsono sul suolo di Eos, l’avanzata delle truppe di.. -

Il resto della frase dell’insegnante in turno alla sesta ora, divenne un brusio confuso e distante.
Selenis, con il mento appoggiato al palmo della mano, fissava il cielo fuori dalla finestra dell’aula del secondo piano, rimuginando.
Erano passati quindici giorni dall’incidente che l’aveva vista coinvolta, ed era ritornata a frequentare le lezioni da quattro. Per fortuna, il clamore di quello che le era successo e le incessanti domande da parte dei compagni, erano pian piano scemate, e ora quasi nessuno si fermava più a fissarla per i corridoi.
Questa perdita di interesse era anche dovuta al fatto che le sue ferite erano finalmente guarite e avevano smesso di farla notare ancora di più.

Il livido sullo zigomo si era riassorbito, mentre la ferita al labbro.. beh, quella le aveva lasciato una bella cicatrice che glielo tagliava di netto. Selenis per fortuna non era mai stata una grande esteta e, a differenza delle sue compagne, non ne aveva di certo fatto una tragedia. C’erano cose ben più gravi... come il fatto che Noctis non si fosse ancora svegliato. Da quando gli aveva portato il suo portafortuna era andata a fargli visita ogni qual volta poteva, ma la situazione non era minimamente mutata. Un’altra cosa che non la lasciava riposare tranquilla, era di non essere ancora riuscita ad incrociare suo zio e questo iniziava a farle temere che quella distanza fosse voluta. Onestamente, se Regis l’avesse odiata non gliene avrebbe fatto di certo una colpa.. dopotutto era stata lei a convincerlo ad organizzare quella gita.
La campanella che annunciava la fine delle lezioni suonò e Selenis, raccolta in fretta la sua roba, si diresse a palazzo. Non appena mise piede nell’androne principale, Ignis le si fece incontro.

-    Che cosa ho fatto di sbagliato questa volta? – lo accolse lei, preoccupata dal suo incedere.
-    Per ora niente, ma Noct si è svegliato e ha chiesto di te – rispose il ragazzo, allungando prontamente una mano per afferrare la borsa di libri che Selenis stava già mollando a terra.
-    Quando si è svegliato? – chiese mettendosi praticamente a correre.
-    Qualche ora fa, ma è ancora debole! Non stancarlo troppo! – le gridò dietro Ignis prima che non fosse più a portata d'orecchio.

Selenis fece i piani che la separavano dalla camera del principe di volata, rischiando in un paio di occasioni di travolgere il personale di corte. Arrivò in vista della porta, proprio quando un’infermiera ne stava uscendo.

-    Sua Grazia Selenis, il principe la sta aspettando, ma mi raccomando…-
-    Non lo farò stancare, promesso – l'anticipò la ragazza agitata.

La donna le sorrise divertita lasciandola entrare.
L’aria della camera era fresca e le finestre spalancate. La luce prorompeva dall’esterno, rendendo il clima molto più accogliente rispetto alle volte precedenti.
Noctis era semi sdraiato sul letto, con un discreto quantitativo di cuscini a sostenerlo. Non appena il bambino la vide, si illuminò.

-    Selis! – esclamò.

La ragazzina si precipitò ad abbracciare il cugino. Il sollievo che provava nel vederlo sveglio non avrebbe saputo quantificarlo; le sembrava che un enorme macigno le fosse stato tolto dalle spalle.

-    Selis, non respiro! – gemette Noctis con la faccia affondata nella spalla della giovane.
-    Oh, scusami! –

Selenis si tirò indietro, affrettandosi a cancellare le lacrime che minacciavano di sfuggire al suo controllo. L'ultima cosa che voleva era che lui la vedesse piangere.

-    Come stai? – gli chiese sedendosi vicino a lui.
-    Bene… credo – rispose Noctis osservandosi le mani.
-    Ti.. ti ricordi qualcosa? – domandò la ragazzina.
-    Quasi tutto, tranne gli ultimi istanti – replicò il bambino con un sussurro - mi ricordo il mostro sopra di noi pronto a colpire e poi più niente... - raccontò.
-    Noct, io.. –
-    Ti devo ringraziare Selis – la interruppe il principe prima che lei potesse chiedergli scusa.
-    Cosa? – disse lei confusa.
-    Hai cercato di proteggermi anche se saresti dovuta scappare. Hai rischiato di morire per restare con me – le disse Noctis alzando gli occhi blu verso di lei.

Selenis rimase interdetta da quello sguardo così serio...

"Noctis è cambiato" questo fu il primo pensiero della ragazza guardandolo, ma non sapeva dire se fosse un bene o un male.

-    Non avrei potuto abbandonarti – replicò lei – non lo farei mai – aggiunse con convinzione.
-    Lo so – asserì il principe con un sorriso gioviale – Sai? Ti ho sentita – le disse.
-    Mi hai sentita? – ripetè lei senza capire.
-    Quando mi hai portato questa – spiegò, tirando fuori da sotto il cuscino la statuina azzurra – ho sentito che gli chiedevi di indicarmi la strada – disse.
-    Davvero? –
-    Sì, e lo ha fatto –

La ragazza corrugò la fronte in una muta domanda.

-    È venuto a trovarmi in sogno, mentre ero perso in mezzo ad una foresta – raccontò Noctis rigirandosi tra le dita l’animaletto – però il resto non me lo ricordo bene… so solo che alla fine ho sentito la voce di mio padre che mi chiamava e quando mi sono svegliato erano entrambi al mio fianco – spiegò.
-    Sono contenta che ti sia stato d'aiuto – rispose Selenis leggermente commossa.
-    Tieni –

Noctis le porse il Carbuncle, ma la ragazza scosse la testa.

-    Voglio che lo tenga tu – replicò.
-    Ma.. è un ricordo di tua madre! – protestò il bambino stupito.
-    Sento che lo devi tenere. Non chiedermi perché, ma sarei felice se lo avessi tu – ribattè Selenis, chiudendo delicatamente la mano del bambino intorno alla sagoma dell’animale.

Il principe sembrò pensarci un attimo, poi la rimise al sicuro sotto lo strato di cuscini.

-    La custodirò come un tesoro allora – affermò.
-    Bravo Noct – disse Selenis scompigliandogli i capelli leggeri.

In quel momento un sommesso bussare interruppe la loro conversazione.

-    Avanti – disse il principe.

Gli occhiali di Ignis fecero capolino oltre la soglia.

-    Non lo sto facendo agitare! – protestò Selenis gonfiando le guance.
-    La smetti di pensare che io ti debba rimproverare?! – sospirò il ragazzo – il medico deve visitare Noct – aggiunse.
-    Ah, ma certo – balbettò la ragazzina imbarazzata – Beh, allora sarà meglio che vada – aggiunse alzandosi dal letto.
-    Torna a trovarmi presto, d’accordo? – la pregò il bambino mentre lei si chinava a baciargli la fronte.
-    Sicuro – gli rispose lei facengoli l'occhiolino.

Non appena Selenis uscì dalla stanza incappò nel medico di corte, accompagnato dal Re in persona.

-    Zio! – la ragazza fu presa in contro piede nell'incontrarlo così all’improvviso – Avrei bisogno di parlarti – disse rapidamente, prima di perdere l’occasione e soprattutto il coraggio.
-    A tempo debito Selenis – rispose il monarca fermo sulla soglia – mi fa molto piacere vedere che stai bene – aggiunse sparendo oltre di essa.

Quando la porta si fu richiusa, alla ragazzina
sembrò che un nuovo peso le fosse calato sulle spalle. Il comportamento dello zio non fece che aumentare il suo timore.
-    Tutto bene? –

Selenis non si era resa conto di essere rimasta ferma a fissare il legno scuro della porta.

-    Se ti dicessi di sì mi crederesti? – rispose voltandosi a guardare Ignis.
-    Non esattamente – replicò infatti il giovane – Cos’è che ti preoccupa? – domandò.
-    Temo che lo zio mi odi... – confessò la principessa.
-    È un’idiozia – si lasciò sfuggire Ignis – con tutto il rispetto – aggiunse.
-    Mi tratta in modo diverso da quando c’è stato l’incidente.. - replicò la ragazzina ignorando il commento del giovane.
-    Sei sicura di non essere tu ad essere diversa? – ribattè Ignis.

Selenis stava aprendo la bocca per replicare, quando uno dei consiglieri apparve nel corridoio.

-    Ignis, avremmo bisogno della tua presenza – esordì, facendo un breve inchino in direzione della ragazzina.
-    Arrivo subito – rispose il giovane – mi spiace ma ora devo andare – disse poi rivolto a Selenis, congedandosi.

La ragazza rimase ferma nel corridoio ormai vuoto. Rifletteva sulle parole di Ignis.
In un primo momento avrebbe voluto negare l'affermazione che le aveva rivolto, ma a ben pensarci non ne era tanto sicura…

I sogni che la tormentavano si erano intensificati, ripercuotendosi inevitabilmente sul suo stato mentale, con il risultato di renderla spesso inquieta e distratta. Da quella notte aveva una strana sensazione addosso che, nonostante ora Noctis si fosse ripreso, non riusciva a scacciare.
Il presagio che qualcosa di ancora peggiore dovesse accadere, aleggiava sulla sua testa come uno stormo di corvi.
Forse ne doveva scrivere a Luna... Era da tanto che non vedeva la sua amica.

“Sì” decise “parlarne con lei sicuramente mi aiuterà”.


Selenis non poteva sapere che parte dei suoi sogni coinvolgevano proprio la sua vecchia amica e che l'evento che avrebbe cambiato per sempre la sua vita era appena dietro l'angolo.



Campeggio dell'autrice:

Buongiorno a tutti!

Lo so, vi ho lasciati un pò sulle spine con questo finale... dovete avere pazienza ancora un settimana ;)
Vi dirò, nonostante non sia accaduto nulla di speciale in questo capitolo, amo scrivere di questi piccoli spaccati di vita quotidiana, dove posso inserire i personaggi in un contesto che non è stato approfondito nel gioco. Anche perchè mi permettono di esplorare sempre di più il carattere di Selenis che, a proposito, spero vivamente vi stia piacendo! Come al solito mi auguro di essere riuscita ad evitare lo spauracchio della famosa "Mary Sue", ma forse è ancora presto per poterla dire scampata.
Il sogno a cui si riferisce Noctis ovviamente è tratto dalla Platinum Demo, dove per l'appunto Carbuncle andava in soccorso del principe "perso" nel suo sogno a seguito dell'incidente.
Ho sempre adorato Carbuncle come invocazione, anche se era del tutto inutile, tranne nei rari boss per i quali serviva avere Reflex su tutta la squadra xD Sia benedetto FFVIII!!
Ora la smetto di cianciare a vanvera e vi rinnovo l'appuntamento per il prossimo venerdì con (finalmente) un capitolo un pò più ricco di eventi!
Un grazie doveroso a tutti i Lettori che aumentano ogni settimana che passa, grazie anche a chi ha aggiunto la fic tra le seguite e infine grazie a Dana96 per averla aggiunta tra le preferite!

See you Chocobo riders!
Marta

 

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Capitolo 7
*** 6. Tragedia annunciata ***


6


Le grida si levarono all'improvviso, alte e terribili, mentre il fuoco divampò, lambendo gli alberi con le sue lingue scarlatte. Una figura possente si stagliò in netto contrasto contro la luce dell’incendio. In mano teneva uno spadone dai profili rossi, grande e pesante. La figura abbassò lo sguardo, lentamente, del tutto indifferente alle urla che risuonavano nell’aria. Infine alzò l'arma sopra la testa e colpì.
Nello stesso momento Selenis si svegliò di soprassalto, ritrovandosi prigioniera nell’intreccio delle lenzuola. Con una certa fatica si districò da esse, riuscendo alla fine a mettersi seduta. Puntò lo sguardo verso lo spiraglio tra le persiane di camera sua mentre un rivoletto di sudore le scendeva lungo la schiena.
Fuori, il cielo azzurro terso era cosparso di pigre nuvole bianche. Il canto degli uccellini appollaiati su qualche ramo giù in giardino, si mescolava con il sottofondo distante delle auto perse nel traffico cittadino.

La principessa rimase ferma, cercando di dare un senso a ciò che aveva appena visto; ma anche se questa volta ricordava perfettamente il sogno fatto, non riusciva a dargli la benché minima spiegazione. Non aveva mai visto quel cavaliere ed era decisamente meglio così...
Vista l’inutilità di restare a rimuginarci sopra, la ragazzina decise di alzarsi dirigendosi verso il bagno; considerando che era marcia di sudore, si sarebbe concessa una lunga doccia, approfittando del fatto che fosse domenica e di non dover quindi correre a scuola.
Una volta uscita dal bagno si diresse in cucina per fare colazione. La domestica che si occupava della loro casa, il giorno prima le aveva lasciato alcune frittelle da accompagnare con una crema dolce a base di formaggio. Selenis si riempì quindi una mug di caffè fumante e si sedette a tavola a mangiare.
Proprio mentre si chiedeva se suo padre fosse uscito e se dovesse avanzargli qualche dolcetto, la porta dell’ingresso si aprì e la sua voce risuonò per la casa.

- Selis? – la chiamò.
- Sono in cucina pa' – rispose lei, versandosi un’altra generosa tazza di caffè mentre Revis compariva in cucina con indosso l'uniforme ufficiale dei Kingsglave.
- Pensavo dormissi ancora – disse lui - tutto quel caffè non fa bene alla tua età - aggiunse con una nota rassegnata.

Selenis lo guardò inarcando le sopracciglia. Da che pulpito! Ma se aveva preso quel vizio proprio grazie a lui! 
 

- Qualcuno ha fatto casino fuori e mi ha svegliato – mentì lei – vuoi delle frittelle?  - gli chiese indicandogli le ultime rimaste.
- No, ti ringrazio tesoro – replicò l’uomo senza accennare a sedersi o a fare qualsiasi altra cosa.
- Più tardi verrò a palazzo, ho promesso a Noct che lo avrei aiutato a portarsi avanti con i compiti – spiegò al padre mentre si riempiva di nuovo il piatto approfittando del diniego del comandante.
- A questo proposito temo che dovrai rimandare –

La ragazzina bloccò il coltello a metà dell’opera di spalmatura della crema e alzò lo sguardo verso suo padre.

- Cos’è successo? – domandò preoccupata.
- Nulla! – rispose rapido Revis – ma Noctis e mio fratello hanno lasciato Insomnia nella tarda serata di ieri – disse.
- Come sarebbe a dire!? – esclamò Selenis confusa.
- Il Re ha ritenuto opportuno portare Noctis a Tenebrae, in modo che possa riprendersi dall’incidente e finire lì la sua convalescenza – spiegò l’uomo – saranno ospiti della famiglia reale – aggiunse.
- Ma…- Selenis non riuscì neppure ad articolare ciò che avrebbe voluto dire.
- E' stato deciso in fretta, lo so – ammise Revis – ma Noct aveva bisogno di allontanarsi un po’ da qui, Selenis, e i medici lo hanno vivamente consigliato – disse, mettendo una mano sulla spalla della figlia.
- Sono certa che se hanno preso questa decisione è stato solo per il bene di Noct – riuscì finalmente a dire la ragazzina – Solo che è stata un po’ inaspettata come notizia, ecco tutto – si giustificò con un'alzata di spalle.
- Temo di dovertene dare un’altra – riprese Revis – Sono in partenza anche io per Tenebrae – sentenziò.

Per qualche strana ragione, a Selenis tornò in mente l’immagine del misterioso cavaliere sognato quella mattina.

- Devi proprio andare? – gli domandò con una nota di panico nella voce.
- Sì Selis – replicò il Comandante – Dopotutto sono il capo delle guardie ed è mio dovere seguire il Re ovunque vada – aggiunse, stringendo appena la presa sulla spalla della figlia.
- Non potrebbe andare Dautros? – suggerì la ragazzina.
- È fuori per una missione – rispose l’uomo – Come mai tutta questa apprensione? – domandò poi, incuriosito dallo strano comportamento di Selenis.
- Niente di che.. solo che dovrai uscire dalla barriera e il viaggio è lungo – improvvisò la principessa, senza trovare un modo per dire al padre che questa volta temeva potesse accadere qualcosa di ben peggiore dell'imboscata di un Deamon. Anche perchè neppure lei sapeva spiegarsene la ragione.
- Verrà con noi una piccola scorta e una volta arrivati a Tenebrae non dovremo più preoccuparci di nulla – replicò il comandante rassicurandola – dopo tutto sei stata anche tu tante volte da Lunafreya – le fece notare.
- Sì, hai ragione – Selenis si sforzò di sorridere.
- Ho chiesto a Ignis di tenerti d’occhio comunque – asserì Revis, provocando uno sbuffo infastidito della figlia che lo fece scoppiare a ridere.
- Guarda che sono più grande io di lui – replicò la ragazza.
- A volte non si direbbe proprio – la rimbeccò l’uomo.

Revis fissò il volto pallido della figlia, che in quel momento stava arricciando il naso piccata.
Dopo l’incidente, un po’ della naturale allegria che la contraddistingueva era andata persa, e non erano rare le occasioni in cui la sorprendeva immersa in chissà quali pensieri. Per un secondo, il comandante valutò l'idea di restare. Lasciarla da sola non lo faceva sentire tranquillo, ma aveva anche degli obblighi...

- Selis, vorrei che tenessi questo –

L’uomo si sfilò dal dito un anello, sul quale era incastonata una pietra ovale di medie dimensioni.

- Perché vuoi lasciarmelo? – gli domandò lei confusa prendendolo.

Quell'anello era appartenuto a sua madre, e suo padre non se ne separava mai. La pietra bianca che splendeva al centro era una selenite e non era un caso che la principessa avesse proprio quel nome.

- Spero che ti faccia sentire meno sola – replicò suo padre – So che hai lasciato il Carbuncle della mamma a Noctis, quindi voglio che tu tenga questo fino al mio ritorno, in modo che possa proteggerti – spiegò.
- D’accordo – assentì Selenis dopo qualche istante indossando l’anello al dito indice.
- Ora temo di dover scappare – proseguì il comandante.
- Fate attenzione mi raccomando – lo pregò la ragazzina stringendolo in un abbraccio.
- E tu fai la brava – replicò l’uomo dandole un bacio sulla fronte – Ti farò avere notizie! – aggiunse con un sorriso dirigendosi verso l’ingresso.

Un secondo più tardi la porta si aprì e si richiuse.
La principessa si risedette a tavola, scostando però il piatto che aveva davanti. Le era passato l’appetito.

**

Cinque giorni dopo.

Selenis chiuse le imposte della finestra e dopo aver spento la luce della camera si distese al buio.
Era decisamente stanca, a scuola li stavano tartassando per gli esami di metà trimestre tanto che ormai le sembrava di passare la sua vita china sui libri. Doveva però ammettere che tutto quel lavoro perlomeno riusciva a distrarla. L'assenza di suo padre e di Noctis iniziava a farsi sentire, nonostante Ignis facesse il possibile per tenerle compagnia quando aveva del tempo libero. Per fortuna Revis le aveva mandato un messaggio quello stesso pomeriggio, rassicurandola che sarebbero tornati a breve e che Noctis stava già molto meglio; notizia che la confortò parecchio. Alla fine, il suo brutto presentimento era rimasto tale e ormai le veniva perfino da ridere al pensiero di quanto si fosse preoccupata inutilmente.

" Speriamo mi portino qualche souvenir.." pensò la ragazzina, affondando meglio la testa nel soffice cuscino e addormentandosi quasi subito.

Solo qualche ora dopo, però, Selenis riaprì gli occhi. Questa volta non era stato un sogno a svegliarla, quanto più il caldo opprimente.
La principessa scostò il lenzuolo e si alzò, afferrando il telecomando del condizionatore che però non diede segni di vita. Infastidita e borbottando tra sé, si avviò verso la finestra, spalancandola. Il vento fresco della sera le invase il volto che si corrugò in un'espressione perplessa.
C'era qualcosa che non andava... l'eco acuto delle sirene si mescolava al rumore di diversi mezzi pesanti, che a quell'ora di notte era decisamente strano sentire. Senza degnare di uno sguardo il letto che aspettava il suo ritorno, Selenis corse giù per le scale ad accendere la televisione della sala. Appena lo schermo si accese, ad accoglierla comparì il mezzo busto di una giornalista.

- Fonti certe confermano la caduta del regno di Tenebrae, da sempre alleato con Lucis. Dalle poche notizie che ci sono giunte, sembrerebbe che l’impero di Nifelheim abbia teso un imboscata durante… -

La televisione proseguì a parlare senza che nessuno l’ascoltasse. Selenis si era precipitata a mettersi un paio di scarpe e, vestita con i pantaloncini e la maglietta che indossava per dormire, uscì di casa correndo in direzione del palazzo.
Le immagini del sogno che aveva fatto quel giorno, scorrevano incessanti nella sua mente come un pessimo trailer cinematografico.

" Va tutto bene, non è successo niente..." si ripetè la ragazzina.

Le strade secondarie erano praticamente deserte, se non si contava qualche avventore dei locali notturni ancora aperti. La città dormiva; pacifica e ignara di ciò che stava succedendo. La ragazza impiegò quindici minuti ad arrivare a palazzo, dando fondo a tutte le sue energie.
Non appena varcò la soglia del primo cancello, una guardia le si fece incontro bloccandola con un gesto imperioso della mano.

- Altolà! – le intimò reggendo il fucile bene in vista.
- Sono... la principessa Selenis! – replicò lei senza fiato.
- Sua Grazia! – esclamò il soldato colto alla sprovvista – sarebbe meglio se tornasse…-

Selenis non si prese la briga di ascoltare la fine della frase, superando l'uomo per accedere alle arcate che la condussero nella piccola piazza antecedente l’ingresso.
Lì, l’ambiente brulicava di militari. La ragazza non aveva mai visto uno spiegamento di forze tanto grande. Spaesata si aggirò tra i soldati, guadagnandosi ben più di un’occhiata curiosa.

- Selis! –

Al richiamò di una voce famigliare, la ragazzina si fermò. Incontro le si stava facendo Libertus, lo storico amico di Nyx e ora suo commilitone a tutti gli effetti. Entrambi erano infatti entrati di diritto, giusto un anno prima, nel reggimento dei Kingsglave. Selenis non li vedeva da quasi nove mesi, ovvero da quando erano stati assegnati al fronte orientale nella regione di Duscae.

- Libertus! – esclamò la giovane – Cosa sta succedendo? Dov’è Nyx? – domandò con tono concitato.
- Nyx non è ancora rientrato, lo farà solo nei prossimi giorni – rispose il ragazzo corpulento togliendosi l’elmo – In quanto a cosa stia succedendo ne so quanto te…       me ne stavo dormendo tranquillo a casa quando ho ricevuto la chiamata – spiegò grattandosi la testa.
- Ho sentito al telegiornale che Tenebrae è stata attaccata –
- Sì, pare che Nifelheim l’abbia conquistata, o almeno così ha detto il Re – replicò Libertus.
- Il Re? È qui?! – esclamò la ragazzina, afferrando il soldato per un braccio.
- S.. sì – assentì lui sorpreso – E' arrivato mezz’ora fa – aggiunse – Ehi! Dove vai?!-

La principessa era corsa via in direzione dell’ingresso che varcò qualche istante dopo.

- Sua Grazia Selenis –

Lo storico maggiordomo di palazzo la accolse con una velatura di preoccupazione ad increspargli lo sguardo.

- Mi dica, il Re è veramente tornato? – domandò lei con il fiatone.
- Sì, adesso è nella sala del trono con i consiglieri, ma..-
- Sa se mio padre è con lui? – lo interruppe.
- Non lo so principessa – replicò l’uomo incerto.

Alla ragazzina non serviva sapere altro; riprese a correre dirigendosi verso gli ascensori con tutta l'intenzione di raggiungere la Sala del trono.
Sapeva di non avere il permesso di irrompere in quel modo durante una riunione, ma sapeva anche di non poter semplicemente aspettare che qualcuno venisse a spiegarle cosa fosse successo. Che suo padre la mettesse pure in punizione, non le importava.
Una volta raggiunto l'ultimo piano, la porta dell'ascensore si aprì a poca distanza da quella della sala del trono, che al momento era piantonata da un paio di guardie. Non appena lei si avvicinò, scattarono entrambe sull'attenti e p
rima ancora che una delle due potesse proferire parola, Selenis le superò spalancando la pesante porta a doppi battenti.
L’eco di una frase indistinta risuonava ancora nell’aria mentre tutte le teste presenti si giravano verso di lei. La stanza era decisamente più fredda rispetto al clima esterno e alla ragazza venne subito la pelle d’oca sulle braccia scoperte.

- Selis! –

Ignis le si avvicinò. Oltre a lui, la ragazzina potè notare che erano presenti tutti i consiglieri, compreso Clarus con il figlio Gladiolus e le massime cariche dell’esercito.

- Che cosa fai qui? – le domandò il ragazzo con apprensione.

Gladio, accanto al padre, osservò la principessa ignorare l'amico per guardarsi intorno, per poi rivolgersi direttamente al Re. Sicuramente stava cercando il comandante Revis...

- Cos’è accaduto? Dov’è mio padre? – le parole della ragazzina rimbombarono nell'immenso salone.

Il giovane Amicitia volse lo sguardo al Re. Nonostante la sala fosse illuminata a giorno dalle grandi lampade di cristallo appese al soffitto, il volto del sovrano restava in ombra, ma da come curvava le spalle verso l’interno si poteva capire quanto fosse in difficoltà nel rispondere a quella domanda.

- Selis, non dovresti essere qui.. – mormorò Ignis cauto.
- Non me ne andrò in una stanza ad aspettare che abbiate finito la vostra riunione per essere informata! – gridò la ragazzina ignorandolo.

Regis Lucis Caelum alzò il viso, osservando quello accesso dalla paura e dalla collera della nipote. Aveva affrontato molte difficili prove nel corso dei suoi anni, ma non erano mai state così dure.
Alla fine il sovrano si alzò in piedi, rivolgendosi alla principessa dall’alto dello scranno.


- Nifelheim ci ha teso un’imboscata a Tenebrae. – spiegò il Re gravemente – E' stato un attentato alla vita mia e di Noctis, durante il quale la regina Sylvia ha perso la vita – raccontò l'uomo con crescente difficoltà – sono riuscito a portare via Noctis, ma Lunafreya e suo fratello Ravus sono tutt’ora in mano all’impero, che ha reclamato come sua Tenebrae – disse, fermandosi un instante per raccogliere il coraggio di proseguire – a comandare le truppe nemiche c’era il generale Glauca.. tuo padre.. Revis ha ingaggiato un combattimento con lui per darci la possibilità di fuggire.. –

Selenis ascoltava attentamente le parole dello zio mentre un crescente senso di nausea si impossessava di lei. Non c'era bisogno che andasse avanti, era già tutto fin troppo chiaro nel suo tono di voce e nell'espressione che aveva in viso...

- Ti prego, non dirlo –

Gladio concentrò di nuovo la sua attenzione sulla principessa. Quella frase, che probabilmente voleva solo essere un sussurro, le era sfuggita dalle labbra perfettamente chiara.

- È morto in combattimento per proteggerci – concluse il Re con voce tombale – mi dispiace Selenis – aggiunse, appigliandosi a tutte le sue forze per non cedere al dolore di fronte alla figura della nipote che pareva essersi rimpicciolita sotto il peso di quelle parole.

Anche il figlio di Clarus la stava guardando. Osservò il viso della ragazza farsi cereo mentre negli occhi andava spegnendosi quella luce che fino ad un attimo prima li aveva resi vivi e brillanti. Il ragazzo provò l’impulso di correre da lei per sostenerla, sembrava sul punto di crollare da un momento all’altro.
Inaspettatamente invece, quando il ragazzo che si occupava del principe provò ad avvicinarsi, lei lo fermò con un gesto della mano.

 
- Spero solo che il suo sacrificio sia valso a qualcosa per porre fine a questa guerra  – la principessa guardò ancora per un secondo il Re, per poi voltarsi e lasciare a passo spedito la sala.

Regis a quel punto si accasciò sul trono, con il vago sentore di non meritarselo e con la certezza di aver deluso sua nipote.

Selenis,nel frattempo, stava percorrendo il più velocemente possibile la strada che la separava dalla camera che usava quando si fermava a dormire a palazzo. Cercava in ogni modo di evitare di incrociare lo sguardo di chiunque incontrasse, tanto l’espressione che leggeva sui loro volti era sempre la stessa: di pietà.
Era improvvisamente diventata la ragazzina senza una madre e senza un padre. Orfana a tredici anni.
Fu quindi un sollievo varcare la porta della sua stanza dove, senza prendersi la briga di accendere la luce, Selenis si diresse verso il letto lasciandovisi cadere. Rimase così, con la testa voltata verso le finestre che davano sulla notte scura.
Il suo cervello era come bloccato, non riusciva a pensare, non riusciva nemmeno a realizzare ciò che era accaduto. Sentiva il corpo pesante, teso... era certa che se si fosse azzardata a fare ancora il minimo movimento, si sarebbe spezzato.
Era annullata. Sì, quella poteva essere una definizione adatta a lei.
 

Per un tempo che sembrò infinito rimase distesa sul letto, gli occhi spalancati a vagare sul nulla. Ignis venne una volta, bussando alla porta e chiedendo di poter entrare, ma Selenis gli gridò di andare via, che non voleva vedere nessuno. Si comportò male con l’amico, ma in quel momento non poteva importargliene di meno; tutto le era estraneo. Poi qualcuno, senza neppure chiedere il permesso, aprì la porta e si infilò nella sua camera.
La ragazzina scattò a sedere, furibonda e con tutta l’intenzione di mandare al diavolo l’intruso; ma non fece nulla di tutto ciò.
Sulla soglia, con le braccia abbandonate lungo i fianchi e l’espressione desolata, c’era Noctis.
Il bambino tentennò; era entrato nella stanza della cugina senza essersi preparato nulla da dire, anzi, non sarebbe nemmeno dovuto essere lì. Gli era stato infatti caldamente consigliato, visti i recenti avvenimenti, di riposarsi; ma le immagini dell’attacco dei magitek, di Luna che si lasciava catturare e dello zio che si lanciava contro il nemico che aveva cercato di ucciderli, erano tutte ben presenti nella sua mente. Sarebbe stato impossibile riposare.
Selenis vide attraverso gli occhi del cugino tutto quello che doveva aver passato e sentì che era l’unico a poterla capire veramente.
I due Lucis rimasero a fissarsi per qualche istante, poi Noctis finalmente parlò.


- Mi dispiace tanto Selis –

Nell’udire quella frase, detta quasi in un sussurro, qualcosa dentro la principessa si ruppe. Un’ondata la travolse, rompendo gli argini che avevano contenuto il suo dolore. Grosse lacrime calde presero a scorrerle sul viso e un lamento le salì alla gola prorompendo infine dalla bocca.
La ragazza si afflosciò su sé stessa scossa dai singhiozzi e dopo poco, un paio di braccia esili le si allacciarono al collo.
Noctis si unì al pianto della cugina che continuò, finchè fuori, l’alba non tinse il mondo del colore rosso del sangue.




Campeggio dell'autrice:

Salve a tutti!!

Ed eccoci arrivati al primo punto di svolta. Revis ha perso la vita a Tenebrae, lasciando così da sola Selenis.. da qui in poi la vita della principessa cambierà drasticamente, ma avremo modo di vederlo nei prossimi capitoli!
Ho fatto molta fatica a mantenere la linea temporale degli eventi, in quanto alla prima stesura del capitolo (quindi prima che uscisse il gioco) avevo capito che l'attaco a Tenebrae ci fosse stato all'arrivo dei due Lucis. In realtà ho scoperto (solo grazie alla guida del gioco e dopo aver visto i flashback di Noctis) che è successo a distanza di tempo... ero stata fuorviata dalla scena iniziale di Kingsglave, dove si vede la famiglia Feluret accogliere Regis e Noctis prima che si scateni il finimondo.
Fatto sta che ho dovuto apportare qualche modifica sui tempi ^^" ma penso che così sia più corretto. L'unico evento che ho anticipato è la nascita del corpo dei Kingsglave (abbiate pazienza ma Angoni non riesco a dirlo) che in realtà è avvenuta due anni dopo l'attacco a Tenebrae.
Fatto tutto questo spiegone, mi auguro di avervi almeno un pò coinvolti emotivamente in questo capitolo! Ho dato tutta me stessa nel dialogo che si svolge nella sala del trono e mi auguro di avervi lasciati soddisfatti. 
Per i fan del buon Nyx sappiate che nel prossimo capitolo tornerà a fare capolino ;)
Grazie mille a tutti i Lettori che continuano a seguirmi e a coloro che mi hanno inserita tra le fic seguite e preferite!

Un grande abbraccio,
Marta


p.s. Ma sti porco deamons di Trent Nefasti quanto sono noiosi?!!

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Capitolo 8
*** 7. Nuovo inizio ***


7


Insomnia, capitale regia del regno di Lucis, tre giorni dopo.
Stanza degli ospiti.

La primogenita del comandante Revis Lucis Caelum si osservava riflessa nello specchio della toeletta. Indossava un vestito nero lungo fino alle ginocchia, aveva i capelli bianchi raccolti in una treccia che le scendeva dalla spalla sinistra e, fatta eccezione per all’anello del padre, non portava gioielli.
A discapito dei suoi tredici anni, quella mattina sembrava una donna adulta, ma per le ragioni sbagliate e di sicuro al momento sbagliato. Selenis, in realtà, non si stava minimamente guardando allo specchio; sì, il suo sguardo era fermo sulla sua immagine, ma la sua mente era distante anni luce da quel presente.
Ripensava al padre mentre distrattamente accarezzava la pietra liscia dell’anello che gli era appartenuto.
Il giorno prima, il corpo era rimpatriato da Tenebrae. Era stato possibile solo grazie
a Lunafreya che, pur restando una prigioniera di Nifelheim, godeva ancora di alcuni privilegi. La salma era accompagnata da tre lettere scritte dalla stessa Luna: una indirizzata al Re, una a Noctis e l’ultima a Selenis.
Lo scritto dell'amica aveva in parte confortato la ragazzina; anche Luna era nella sua stessa situazione, con l'unica differenza di aver assistito in prima persona alla morte della madre. D’altra parte però, il pensiero di non poter più rivedere la sua amica, la rattristava non poco.
La principessa stava per riprendere la lettera riposta nel cassetto della toeletta, quando qualcuno bussò alla porta. Senza indugiare oltre, Selenis si alzò, lisciandosi l’abito e dirigendosi verso l’uscio. Fuori ad aspettarla c’era Ignis.

- Andiamo? – le domandò il ragazzo vestito con un completo scuro.

La giovane si limitò ad annuire, seguendo l’amico verso il luogo del funerale.
La famiglia reale veniva tumulata all’interno del mausoleo di corte, uno spiazzo esterno al palazzo, circondato da alte mura di marmo bianco con alberi e aiuole fiorite. Mentre camminava, Selenis osservò la schiena del ragazzo che la precedeva. Lei e Ignis non si erano visti molto ultimamente, anzi, per l’esattezza Selenis non aveva voluto vedere praticamente nessuno, eccezione fatta per Noctis. Era stata sgarbata con l'amico e lo sapeva, ma come al solito il ragazzo non aveva dato segni di essersela presa, limitandosi a rispettare i suoi spazi e a tenersi a distanza.
In silenzio continuarono a percorrere i lunghi corridoi, addentrandosi sempre di più nel cuore del palazzo. Solo quando furono ad un passo dal mettere piede nel mausoleo, Selenis afferrò la manica del ragazzo.
Ignis si voltò a guardarla incuriosito.

- Ti chiedo scusa Iggy – gli disse, e senza aspettare che il suo amico replicasse, lo superò uscendo alla luce esterna.

Il cielo quel giorno, nonostante le nuvole grigie compatte ed uniformi che gettavano ombre scure su cose e persone, non sembrava minacciare pioggia.

Selenis si diresse verso il capannello di persone che attendevano. C’erano il Re e Noctis, l’intero consiglio, l'ormai neo capitano Drautos con una squadra di militari in alta uniforme e un quartetto di maghi di corte che avrebbe officiato la cerimonia.
La principessa andò a posizionarsi vicino al cugino, mentre Ignis prese posto a fianco del figlio di Clarus, anch'esso presente. In mezzo a loro, su un piedistallo di marmo, c’era il corpo vestito e ripulito di Revis. Se non fosse stato per il colorito cereo, si sarebbe potuto pensare che l’uomo stesse solo dormendo. Accanto a lui, su un’altra lastra, la sagoma di sua moglie Magnolia riposava ormai da diversi anni.
Selenis mantenne stoicamente lo sguardo fisso sul volto del padre. Il groppo che aveva in gola quasi le impediva di respirare, ma non avrebbe ceduto al pianto. Non voleva farlo sia per rispetto a suo padre, sia per non destabilizzare Noctis; vederla in lacrime quella notte lo aveva lasciato profondamente turbato, e lei lo capiva dalle occhiate preoccupate che ogni tanto le riservava.  

- Il comandante Revis Lucis Caelum da oggi riposerà nella terra dei padri assieme alla sua sposa. Che i Luciis possano accoglierlo e che la luce del cristallo lo guidi sempre. – recitò l’officiante nel silenzio generale.

Dopo questo breve rito si fece avanti il comandante Drautos, che ordinò alle sue truppe di fare fuoco. L’aria si riempì dei colpi di fucile e dell'odore della polvere da sparo. Noctis si strinse un po’ di più al fianco del padre, che gli mise una mano sulla spalla. Il volto di Re Regis sembrava scolpito nel marmo tanto era grave, e lo rimase anche quando si avvicinò per appoggiare la spada del fratello sul suo corpo.
Concluso il saluto militare, i maghi di corte si fecero avanti, circondando il tumulo e iniziando a salmodiare ad alta voce. Una luce, dapprima flebile, poi sempre più intensa prese ad avvolgere il corpo del comandante. Partendo dai piedi, la magia iniziò a tramutarlo in pietra.
Selenis continuò a fissare il volto del padre, e proseguì a farlo anche quando la sua pelle non fu altro che solido granito.
Di fronte alla ragazzina, dalla parte opposta della tomba, Gladiolus senza che lei se ne fosse accorta l'aveva osservata per tutto il tempo. Come era accaduto tre notti prima, l’espressione della principessa era rimasta impassibile; non aveva fatto scenate, né aveva versato una lacrima. Lui l'ammirava per quello, ma allo stesso tempo ne era preoccupato. La ragazzina infatti, nonostante la cerimonia fosse terminata e alcuni dei presenti si stessero già allontanando, non dava segni di volersi muovere, nè aveva spostato lo sguardo dal volto pietrificato del padre. Sembrava essersi tramutata anche lei in una statua...
Poi all’improvviso, la giovane iniziò a cantare ad alta voce.


Infinity, where does it start? Where do we go when we depart? The ice is thin; you're standing still, when you advance, it falls apart.
Open your eyes, look straight ahead, a morning sky hangs by a thread. You hear your voice as it echoes, the heart of a man as he grows will glow. Sing a hymn.
Sing a hymn for your brothers, everybody needs to know. Sing a hymn for your father, and finally, the sun will grow.
Sing a hymn for your father

Era una canzone popolare, vecchia come Eos stesso, eppure a Gladio sembrò di udirla per la prima volta. Gli astanti si erano fermarono tutti ad ascoltarla e il ragazzo giurò di vedere gli occhi del sovrano farsi lucidi. Infine, così come la canzone era iniziata finì, e la principessa senza dire una parola, lasciò i presenti per tornare ad immergersi nell'ombra dei corridoi del palazzo.

Selenis, non appena fu sicura di non essere più vista, si mise a correre ripercorrendo la strada fatta poco prima. Varcò la porta della sua camera e si fermò di nuovo davanti alla specchiera. Aveva il viso acceso e gli occhi cerchiati. La crocchia, risentendo di quei movimenti bruschi, si era disfatta quasi del tutto e la ragazza con un gesto rabbioso la sciolse definitivamente. Selenis battè entrambi i pugni sul piano del mobile, chinandosi poi ad appoggiarvi la fronte.
Il cervello sembrava sul punto di esploderle: provava rabbia, tristezza, solitudine, ma a prevalere era di sicuro la rabbia.
Con mani tremanti si slacciò il vestito nero, per poi appallottolarlo e lanciarlo dall’altra parte della stanza. Dopo di che, si infilò un paio di jeans e una felpa e cercando di non essere vista, uscì dal palazzo. Iniziò a sentirsi meglio solo quando si gettò nel caos del centro di Insomnia e fu salita sulla prima corsa della metropolitana. In un primo momento poteva sembrare che la ragazzina non avesse una meta, ma ce l’aveva eccome.

Scese alla periferia della città, dove tutto era meno verde e un po’ più metallico, dirigendosi verso un gruppo di appartamenti non tanto distante dalla fermata della metro. Lì, salita al secondo piano, bussò con energia ad una porta incastrata in una fila che ne contava altre cinque. Da dentro però nessuno risposte.

“ Forse non è ancora rientrato ” pensò, mettendo mano alla maniglia e abbassandola.

Docilmente, la porta si aprì con un sommesso cigolio.

- È permesso? – chiese la ragazzina affacciandosi all'interno.

Nessuna risposta.
Selenis fu tentata di tornare sui propri passi, ma alla fine decise di entrare, sicura che al padrone di casa non sarebbe dispiaciuto.

La stanza, che fungeva sia da ingresso che da sala da pranzo e camera da letto, era in perfetto ordine.
La principessa si avvicinò alla scrivania e si sedette sulla sedia, facendo vagare lo sguardo sui ritagli di giornale e sulle foto attaccate alla parete. Erano per lo più notizie riguardanti campagne militari e di guerra. In uno di essi si parlava della scampata morte del principe Noctis e di sua cugina.
Selenis si ritrovò a leggere l’articolo con uno strano distacco; sembrava successo un secolo prima e non solo da poche settimane. Quell’episodio era stato l’inizio della fine, fine che portava la chiara firma di Nifelheim. Subito alla sua sinistra, una foto in bianco e nero ritraeva il Re nel giorno della fondazione dei Kingsglave; al suo fianco, sorrideva soddisfatto un giovane Revis. Selenis si ricordava di quel giorno, di come il padre fosse entusiasta del suo nuovo ruolo...

- Avresti mai detto che sarebbe finita così? - mormorò la ragazzina accarezzando l'immagine dell'uomo con la punta delle dita.

Proprio in quel momento, la porta cigolò di nuovo e la giovane si voltò. Sulla soglia, uno stupefatto Nyx Ulric fece il suo ingresso.

- Selis? – disse confuso, lasciando la presa sulla giacca di pelle che aveva in spalla per abbracciare la ragazza che gli si era fatta incontro.

La principessa si lasciò avvolgere dalle braccia forti del militare affondando il viso nel suo petto.

- Nyx…- mormorò, stringendo tra le dita la stoffa della sua maglietta.
- Come sapevi che ero tornato? – le domandò il ragazzo.
- Libertus – rispose la giovane, scostandosi di un poco per guardarlo in faccia – era tra i soldati che hanno partecipato alla cerimonia – spiegò.
- Ti ha preso a cuore quel ragazzo – osservò lui con un sorriso – mi dispiace di non esserci stato, sono tornato solo poche ore fa – si scusò.
- Non fa niente – replicò Selenis mentre si separavano.
- Tu come stai? –

Nonostante non si vedessero da nove mesi, il soldato aveva notato subito che la ragazza doveva aver perso peso.

- Uno schifo – ammise Selenis con una smorfia – ma temo che sia normale – aggiunse stancamente.
- Sì, è normale – asserì il ragazzo avvicinandosi alla scrivania.
- Lo so – disse la principessa.

Nyx aveva perso la sua famiglia un anno prima a seguito di un attacco Imperiale su Galahad. I suoi sogni di riuscire a portarla al sicuro all'interno della barriera erano sfumati in un'unica giornata.

- Ed è per questo che ho una richiesta da farti – proseguì la ragazzina.
- Dimmi tutto – la assecondò Nyx, posando la giacca che aveva recuperato da terra sullo schienale della sedia.
- Vorrei che mi addestrassi – Selenis andò dritta al punto.
- Che? –

Il ragazzo si voltò di scatto, palesando il suo stupore inarcando le sopracciglia.

- Devo saper maneggiare un'arma, devo sapermi difendere – disse la principessa.
- Non credo sia una buona idea.. – replicò il militare incrociando le braccia sul petto.
- Ascoltami – riprese Selenis – appena qualche settimana fa sono scampata per un soffio alla morte, e solo grazie all’intervento di mio zio e di mio padre – disse – adesso lui è morto per mano delle stesse persone che probabilmente ci hanno aizzato contro quel mostro! Non lascerò che ci riprovino ancora e mi trovino inerme come un agnellino! – esclamò con lo sguardo acceso.
- Tu cerchi vendetta… -

Quella di Nyx non era una domanda, ma una basilare affermazione.

- Io cerco giustizia Nyx, tu chiamala come preferisci – ribattè Selenis.

Il ragazzo tornò a girarsi verso la scrivania, combattuto sul da farsi. Una ragazza giovane come Selenis non avrebbe dovuto nemmeno sapere cosa fossero le armi, però era pur vero che era stata la vita a metterla davanti a quella scelta. Non le biasimava quindi quel desiderio.. ma la vendetta era un terribile fardello da portarsi appresso, qualcosa che poteva schiacciarti se non eri abbastanza forte da sopravviverle.
Mentre pensava a queste cose, a Nyx cadde involontariamente lo sguardo sulla foto sorridente della sua sorellina. Non aveva potuto proteggerla, così come Selenis non aveva potuto proteggere chi amava..
.

- Va bene – assentì d'un tratto, prendendo di nuovo in mano la giacca e indossandola – Cominciamo subito, il tempo dovrebbe reggere – aggiunse, buttando un’occhiata veloce fuori dalla finestra.
- Cosa? Adesso? – esclamò Selenis incredula.
- Certo – affermò lui – non so per quanto resterò ad Insomnia, né quante volte ci tornerò in futuro – spiegò, dirigendosi verso la porta dopo aver afferrato un borsone dall’armadio.

Selenis, ancora stupefatta da quel cambio di decisione, si affrettò a seguirlo.

**
 

Due ore e mezza dopo, la ragazzina grondante di sudore si lasciò cadere sull’erba. Non sentiva quasi più le dita che reggevano la spada da addestramento, il polso le faceva un male cane per i movimenti che non era abituato a fare e sicuramente i fianchi le si stavano coprendo di lividi laddove Nyx l’aveva colpita più volte.
Il ragazzo l’aveva portata in un parco non molto distante da casa sua; grande e con pochissima gente, così che ebbero tutto il tempo di allenarsi indisturbati. Nyx aveva tirato fuori dal borsone la sua vecchia attrezzatura per gli allenamenti, che consisteva di un paio di spade senza lama e una pettorina imbottita. Si dimostrò fin da subito un insegnante severo, ma che sapeva valutare bene i limiti a cui sottoporre la sua neo allieva.

- Sei veloce, ma scoordinata, e pensi solo alle mosse che devi fare tu senza tener conto di quelle dell’avversario – commentò il militare che sembrava fresco come una rosa.
- Non è incoraggiante – replicò Selenis tirando il fiato.
- Imparerai – la rassicurò lui sedendosi al suo fianco.
- Allora proseguiamo! – ribattè la ragazzina facendo per alzarsi, ma Nyx le posò una mano sul braccio per trattenerla.
- E devi imparare anche quando smettere – aggiunse con un sorriso canzonatorio.
- Uff... – borbottò Selenis aprendo e chiudendo le dita della mano intorpidita.
- Sei tosta Chocobo girl, ma per oggi basta – la prese in giro Nyx.
- Ti piace essere tu a dare gli ordini una volta tanto, eh? – replicò lei dandogli una spallata e facendo ridere il ragazzo.

Selenis si accorse con stupore che in quelle due ore e mezza non aveva pensato neppure per una volta alla morte del padre e al recente funerale. Ne fu sorpresa ma non si vergognò di sentirsi anche un po’ sollevata.

- Come mai hai deciso di allenarmi? – domandò la principessa ad un certo punto, spezzando il silenzio che si era venuto a creare.
- Mhh – mormorò Nyx guardando di fronte a sé – Prima di venire qui per arruolarmi anche mia sorella minore mi aveva fatto la stessa tua richiesta – disse – e io le avevo risposto che non ne aveva bisogno, che c’ero io a proteggere lei e la mamma..- spiegò con un sorriso sarcastico e carico di tristezza – forse, se avesse saputo impugnare una spada avrebbe avuto qualche chance in più di sopravvivere – concluse molto francamente.
- Non devi fartene una colpa – rispose Selenis appoggiando il mento sulle ginocchia che aveva raccolto al petto.
- Nemmeno tu – replicò lui.
- Già – concordò la giovane sorridendo amareggiata.

Perdonarsi era la cosa più difficile da fare e lei lo sapeva bene.

- Dai, vieni, ti offro qualcosa da mangiare – riprese il soldato, alzandosi da terra e offrendole una mano.
- Non è il caso Nyx – ribattè la ragazzina; ma proprio mentre si rimetteva in piedi, il suo stomaco le diede prova dell’esatto contrario – o forse sì – replicò imbarazzata facendo di nuovo scoppiare a ridere l'amico.

**

- Ed ecco qui –

Nyx raggiunse il tavolo dov’era seduta Selenis e ci appoggiò un cestino pieno di Nachos al formaggio.

- Per Rhamu, se mi vedesse Ignis! – replicò lei fiondandosi famelica sul cibo.
- È fissato con la dieta? – s’informò il ragazzo addentando un triangolino.
- Diciamo che preferisce il "cibo sano", come ama definirlo – disse la ragazza alzando gli occhi al cielo – e pensa che Noct non vuole mai mangiare la verdura, è una cosa che lo fa impazzire – aggiunse sghignazzando.
- Ehi! Avete iniziato senza di me? –

In quel momento, la figura massiccia di Libertus si materializzò dietro di loro.

- Sei tu che sei lento – replicò Nyx mentre l’amico si sedeva con loro.
- Certo, certo – disse annoiato il ragazzo afferrando un Nachos – E tu? Come stai? Stamattina sei fuggita, erano tutti preoccupati! – aggiunse guardando Selenis.
- Non sono fuggita! – balbettò la ragazzina osservando Nyx alzare le sopracciglia in un gesto eloquente – Non, sono, fuggita – ribadì lei all'occhiata scettica del militare  – volevo solo starmene un po’ per conto mio – aggiunse con noncuranza.
- Adesso cosa farai? Resterai a palazzo? – le chiese Nyx.
- Non… onestamente non lo so – rispose Selenis.

Dalla notte della morte del padre non era più tornata a casa sua, ma era rimasta ad occupare la stanza degli ospiti a palazzo. Per un attimo, la paura di non avere più un posto dove stare si impadronì di lei. L’idea di tornare a casa da sola la riempiva di angoscia, ma allo stesso tempo non era sicura che restare a palazzo fosse la scelta giusta...

- Certo che resterà lì! Perché non dovrebbe? – ribattè Libertus asciugandosi le dita unte sul tovagliolo di carta.
- Non so se mio zio lo desidera – mormorò Selenis guadagnandosi due paia di occhi increduli su di lei.
- Che storia è questa? – replicò Libertus stupito.
- Temo che lui mi odi.. Dopotutto è colpa mia se…- la ragazzina non finì la frase che fu comunque abbastanza chiara.
- Non mi sembra che il Re sia quel genere di persona -  rispose Nyx appoggiandosi allo schienale.
- Sì, beh non si può mai sapere.. – disse caustica Selenis.

Nyx stava per ribattere, quando una voce si levò alle loro spalle.

- Selis! –

La ragazzina si voltò, stupita nel vedere farsi loro incontro Ignis.

- Iggy che ci fai qui? – domandò la principessa alzandosi.
- Ti cercavo – replicò lui salutando con un cenno del capo gli altri commensali – il Re ha indetto una riunione e chiede che ci sia anche tu – aggiunse.
- Il Re? – replicò incerta Selenis voltandosi a guardare i suoi amici.
- È meglio se vai – replicò Nyx con uno sguardo d’intesa.

La principessa assentì incerta e, dopo aver salutato i due militari, seguì Ignis alla macchina che li stava aspettando.

- Sai di cosa si tratta? – domandò al ragazzo quando furono partiti.
- No, mi spiace – rispose lui – Ma cosa sei venuta a fare fin qui? – le chiese curioso.
- Sono andata a trovare Nyx, è il ragazzo che mi ha ritrovata due anni fa quando sono scappata – spiegò la ragazzina – da allora siamo diventati amici – aggiunse.
- Capisco – replicò Ignis guardando fuori dal finestrino.
- Iggy…- proseguì la principessa – avevo solo bisogno di allontanarmi un po’ dall’ambiente di palazzo.. mi dispiace di essere sparita così – mormorò affranta.
- Non devi. Ti capisco, davvero. – rispose il ragazzo voltandosi a guardarla – però ci fai preoccupare, siine consapevole – aggiunse.
- Sì, lo so – rispose Selenis abbassando lo sguardo.

Quando arrivarono a palazzo, la ragazzina fece una breve sosta nella sua camera per una rapida doccia e per indossare un abito un po’ più consono ad una riunione. Non appena fu pronta, sempre accompagnata da Ignis, si presentò nella sala del trono.
Una volta entrata, uno strano senso di dejavù la colse; le sembrava di essere tornata a due notti prima. C'erano le stesse persona ad accoglierla, con la sola differenza che era presente anche Noctis.

- Scusate il ritardo – disse la ragazzina, inchinandosi brevemente per poi guardare verso lo scranno dove il Re era seduto.
- Grazie a tutti voi di essere qui – esordì a quel punto Regis alzandosi in piedi – Sarò breve. L'annuncio è semplice, ma richiedeva la presenza del consiglio e di chi ne sarà interessato – disse guardando le persone riunite – Da oggi, la principessa Selenis Lucis Caelum verrà ad abitare in questo palazzo e ne diventerò il tutore –

Selenis guardò lo zio scendere le scale con gli occhi sgranati.

- Nonostante non possa salire al trono, godrà degli stessi diritti di mio figlio e prego tutto il personale di corte di trattarla con il dovuto riguardo – aggiunse – Non ho saputo proteggere tuo padre - proseguì rivolgendosi direttamente a lei - ma non accadrà la stessa cosa con te. La famiglia dovrebbe essere una delle priorità di un Re, ma temo di non aver adempiuto al meglio a questo mio dovere, e me ne scuso – disse, fermandosi a qualche metro dalla nipote e guardandola negli occhi.

Gli astanti osservarono la ragazzina che, immobile, continuava a guardare il Re con espressione scioccata. Tutti si aspettavano di rivedere lo stesso comportamento composto che aveva mantenuto nei giorni precedenti; invece la sua espressione si contorse, e in barba ad ogni etichetta di corte, separò lo spazio che la separava dallo zio abbracciandolo.
Selenis si sentì una sciocca mentre scoppiava a piangere, non tanto per la reazione in sè, quanto più perché aveva giudicato erroneamente il comportamento del Re. Regis non era affatto arrabbiato con lei, anzi, era arrabbiato con sé stesso per non aver saputo evitarle quel dolore.
Il sovrano strinse la ragazzina in un abbraccio delicato.

- Mi dispiace! Mi dispiace così tanto!! – singhiozzò Selenis.
- Shhh, va tutto bene Selis – la rassicurò Regis mentre con un gesto del capo congedava i presenti.

Noctis invece si fece avanti, mettendo una mano sulla spalla della cugina e venendo incluso nell’abbraccio.
Chiunque avesse guardato quella scena, avrebbe finalmente visto una famiglia di nuovo unita.



Campeggio dell'autrice:

Buon giorno e buon venerdì a tutti!

In questo capitolo la mia fantasia ha galoppato e mi auguro di essere riuscita ad incastrare i pezzi con la trama originale.
Ovviamente la presenza del mausoleo all'interno del palazzo di Insomnia è inventato, così come il rito funebre. Mi piaceva l'idea di questa trasformazione in statua e visto che con la magia si può quasi tutto, l'ho preferita rispetto ad una classica tomba.
Come avrete notato ho inserito una canzone, lo so, è un mio pallino.. in tutte le storie che scrivo devo inserirci un pò di musica altrimenti non sono contenta XD
Non so cosa ne pensate voi, ma a me il testo sembrava perfetto per questo momento.. se qualcuno fosse interessato ad ascoltarla può farlo cliccando su questo link: Céline Dion - Hymn
Bentornato Nyx oserei dire! Il nostro Kingsglave ha fatto ritorno dopo molti mesi di assenza nella vita di Selenis e ora si ritrova ad essere il suo istruttore non ufficiale xD Il rapporto tra loro, come avete potuto intuire, è come quello tra sorella e fratello maggiore. Nyx è un amico e una persona su cui poter contare; questo è quello che ho pensato quando ho deciso di renderlo parte integrante della storia con un ruolo importante seppur marginale. Onestamente non so cosa sia accaduto per davvero alla sua famiglia, ma da quel poco che si vede nel film ho supposto che sia morta a seguito dell'invasione di Nifelheim. Anche se mi domando ancora dove caspiterina sia Galahad... non c'è in tutta la mappa di gioco!
Selenis è ora sotto la custodia del Re, che siamo certi le vorrà bene quanto ne vuole a Noctis. Da adesso in avanti comincia una nuova vita per la principessa di Lucis, il che, nel prossimo capitolo, ci porterà ad un salto di ben quattro anni e si ricollegherà ad uno degli episodi di Brotherhood ;)
Se siete curiosi restate sintonizzati!
Un sentito ringraziamento a tutti i Lettori giunti fin qui e a chi mi ha inserita tra le storie seguite, in particolare FantasyAnimeManga96, e ricordate.

May the Luciis bless you all.
Con affetto,
Marta



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Capitolo 9
*** 8. Lezioni e Sparizioni ***


8

 
Insomnia. Capitale regia del regno di Lucis. 4 anni dopo.
Palazzo reale.

- Come diamine fai a stare in quella posizione, per me resta un mistero –

Selenis, alzò gli occhi dal volume che stava leggendo per puntarli sulla figura sottosopra di Ignis. La ragazza aveva le gambe appoggiate allo schienale del divano della camera di Noctis e la testa dalla parte opposta, reclinata verso il pavimento. I lunghissimi capelli bianchi si adagiavano sul tappeto come un manto nevoso.

- Tengo allenati i muscoli delle braccia così – replicò lei chiudendo il libro – e poi sono comoda – aggiunse facendo spallucce.
- Noct è passato di qui? – chiese il ragazzo guardandosi intorno.
- Ignis Stupeo Scientia che perde il suo protetto? – esclamò Selenis sgranando gli occhi – Questo sì che è da segnare negli annali! – rise.
- Non l’ho perso.. – replicò calmo il ragazzo – Sarà già andato in palestra per l’allenamento – commentò tra sé.
- Da quello che ho capito odia le lezioni di scherma, dice che il suo insegnante è antipatico – soggiunse la principessa.
- Il figlio di Clarus è un ottimo maestro di spada, nonostante la giovane età – replicò Ignis aggiustandosi gli occhiali.
- Ma se è più vecchio di noi! – esclamò ridendo Selenis.
- Più vecchio? - rispose il giovane confuso - Ha quindici anni – disse.
- Cosa!? Ma è... enorme! – sbottò la ragazza decisamente stupita.
- Piuttosto... – la interruppe Ignis – ultimamente mi sembri un po’ apatica, anche Noct se n’è accorto... Sicura che non ci sia qualcosa che non va? – domandò fissandola serio da dietro le lenti.
- Niente di che, sono solo un po’ annoiata – rispose Selenis, ed era vero.

Due settimane prima, Nyx era dovuto partire di nuovo per il fronte. Ciò voleva dire che i loro discontinui allenamenti si sarebbero ridotti ulteriormente. Questa improvvisa partenza l’aveva lasciata senza qualcosa con cui sfogarsi, cosa che di sicuro non le faceva bene all'umore.

- Sarà come dici – replicò Ignis – Ora ti prego, tirati in piedi, mi fai andare il sangue alla testa – aggiunse con una smorfia.
- Agli ordini! – lo prese in giro Selenis cercando di raddrizzarsi.

Proprio in quel momento, la porta si aprì e il Re fece il suo ingresso.

- Zio! – esclamò la ragazza e per la fretta di riacquistare una posizione eretta, scivolò dal divano finendo a terra.
- Stai bene? – le chiese il sovrano con una punta di divertimento nel tono di voce.
- Ahi... Sì – rispose la principessa, alzandosi e guardando torva Ignis che la osservava con un’espressione da “te lo avevo detto” – Noct non c’è – aggiunse raccogliendo il libro da terra.
- In realtà cercavo te – rispose Regis.
- Io allora vado – disse Ignis, inchinandosi e guadagnando l’uscita.
- Dimmi pure – esordì Selenis guardando l’uomo.

I rapporti con lo zio, durante quei quattro anni, si erano stabilizzati. Come aveva giurato, si era preso cura di lei e non le aveva fatto mancare nulla: rimproveri compresi. Le incomprensioni non mancavano di esistere, ma si superavano senza troppe difficoltà. Nonostante questo però, Selenis non riusciva ancora a confidarsi completamente con il sovrano. Ciò era anche dovuto al fatto che Regis fosse sempre molto impegnato con il suo ruolo, il quale assorbiva quasi completamente la sua attenzione. Selenis ammirava lo sforzo che suo zio stava compiendo, anche ora che si era trasferita a vivere in un appartamento per conto suo.

- Ho pensato che potresti incominciare a prendere lezioni di scherma come Noctis – disse l’uomo.
- Davvero? – la ragazza fissò lo zio senza poter credere alle proprie orecchie.
- Sì, non ci vedo niente di male – replicò il sovrano – soprattutto adesso che il tuo insegnante improvvisato starà via per lunghi periodi – aggiunse sorridendo sotto i baffi.

Se la mascella della principessa avesse potuto fisicamente farlo, sarebbe sicuramente caduta a terra.

- E... così lo sapevi – mormorò imbarazzata.
- Governo un regno, ma riesco ancora a sapere dove sparisce mia nipote tutti i pomeriggi – replicò il Re divertito.
- Mi dispiace, ma non credevo che mi avresti dato il permesso.. – soggiunse Selenis, accarezzando distrattamente la pietra dell’anello com’era solita fare quando era nervosa.
- Infatti non ti avrei lasciato – confermò Regis – ma ormai sei grande abbastanza, e il pericolo non è di certo diminuito in questi anni – aggiunse stancamente.
- Nifelheim si sta rafforzando, non è vero? – chiese la ragazza con apprensione.
- È sempre stata forte, ma lo dava meno a vedere – rispose il sovrano – ma queste non sono cose di cui tu ti debba occupare – aggiunse con un gesto della mano –  puoi iniziare le lezioni anche oggi, Gladiolus è già stato avvisato – concluse Regis avviandosi di nuovo verso la porta.
- Grazie zio – disse Selenis.

L’uomo le riservò un ultimo sorriso prima di chiudere la porta. La principessa, non appena fu uscito, lanciò un pugno in aria.
Non stava più nella pelle! Finalmente aveva il permesso di imparare a combattere! Chissà che faccia avrebbe fatto Nyx al suo ritorno nel vedere i progressi fatti.

Senza aspettare oltre, Selenis indossò una tuta comoda, si legò i capelli in una coda di cavallo e si diresse verso la palestra. La raggiunse proprio mentre Noctis ne usciva con un’espressione tutto fuorchè divertita.

- Buona fortuna – brontolò mentre la superava.
- Ahi, ahi... - mormorò tra sé la ragazza prima di entrare.

Il suo futuro maestro sostava in mezzo alla sala degli allenamenti con gli occhi chiusi, mentre si pinzava la radice del naso in un chiaro segno di stanchezza più mentale che fisica. Noctis gli stava dando del filo da torcere, poco ma sicuro.

- Perdonalo, alle volta può essere esasperante – esordì lei facendo sussultare il ragazzo che si voltò a guardarla.
- Principessa! – esclamò preso in contro piede e affrettandosi ad inchinarsi.
- Niente inchini e dammi del tu te ne prego – replicò lei allungandogli una mano – Selis, piacere – aggiunse.
- Gladio – rispose il giovane, stringendogliela e sorridendole.
- Strano non aver mai trovato l'occasione di presentarci – osservò la ragazza.
- È vero – concordò Gladio.

Dal giorno del funerale di quattro anni prima, c’erano state solo delle rare occasioni di incontrare la principessa, soprattutto ora che non abitava più a palazzo. Quando il Re gli aveva chiesto di darle qualche lezione di scherma, Gladio ne era stato più che felice.

- Se per te va bene inizierei con un duello veloce, giusto per capire come impostare le tue lezioni – propose il ragazzo dirigendosi verso la rastrelliera, dove afferrò alcune protezioni e una spada da allenamento.
- Perfetto! – approvò Selenis.

Quando iniziò ad allacciarsi le imbottiture, la ragazza sorrise tra sé. Sarebbe stato strano tornare a casa e non doversi spalmare la crema per gli ematomi su metà corpo; purtroppo il set di Nyx non era provvisto di alcuna protezione per gambe e braccia.
Una volta che ebbe terminato, afferrò la spada che Gladio le stava porgendo e assunse un’espressione dubbiosa.


- Troppo pesante? – domandò il ragazzo mal interpretando il suo disappunto.
- No, semmai il contrario – replicò Selenis – posso? – aggiunse indicando la vasta scelta di armi in bella mostra.
- C..certo! – rispose Gladio leggermente stupito.

Selenis le passò in mostra quasi tutte, saggiandone diverse finchè non trovò quella che più si avvicinava al suo ideale.

- Ok, sono pronta – affermò alla fine, posizionandosi sul tappeto per gli allenamenti a fronteggiare il ragazzo.

- Cominciamo allora –

Gladio la guardò assumere la posizione di base e il suo proposito di correggerle le imperfezioni venne meno. Non c’era nulla fuori posto, né i piedi, né l’impugnatura o la posa del busto. Sorpreso, provò con un affondo laterale che però venne intercettato dalla giovane.

"Ok... questa ragazza non è nuova al combattimento all'arma bianca" pensò il ragazzo.

Anche la sequenza di colpi successiva venne abilmente schivata e anzi, la principessa non si limitò a quello. Cominciò ad incalzare il ragazzo con stilettate veloci e precise, nei punti deboli tipici di qualsiasi avversario. Gladio forse non avrebbe dovuto, ma iniziava a divertirsi non poco.
Alla fine, con una mossa un po’ di argomentata, riuscì a colpirle il polso facendole perdere la presa sulla spada.

- Ahhh! – esclamò frustrata lei – ci casco sempre maledizione! – sbottò, riprendendo l’arma e ruotandola in mano per sgranchirsi il polso.
- Allora non è la prima volta che usi la spada – osservò Gladio.
- Non esattamente – rispose Selenis arricciando il naso – Un amico che fa parte dei Kingsglave mi ha addestrata saltuariamente – spiegò.
- Sono… ammirato direi – replicò il ragazzo con un ghigno – ma manchi di.. –
- Fantasia, lo so – concluse per lui la ragazza – Nyx me lo dice sempre, ma sono qui per migliorare no? – aggiunse la giovane con un sorriso.
- Questo è poco ma sicuro principessa – ribattè Gladio riprendendo la posizione.

L’allenamento proseguì. Il figlio di Clarus era un insegnante capace e molto alla mano, ma non per questo meno severo. Riprendeva Selenis quando sbagliava qualcosa e le faceva ripetere i movimenti finchè non le riuscivano alla perfezione.
L'unica cosa diversa, rispetto alle lezioni che aveva preso con Nyx, era il tempo. Lei e il Kingsglave ne avevano sempre avuto poco, finendo a volte per ritagliarlo in orari assurdi della giornata, come alle prime luci dell'alba o a notte inoltrata.
Gladio, dal canto suo, non si sarebbe potuto divertire di più. La ragazza, seppur ancora acerba, era una buona avversaria, che compensava con l’intuito ciò che non aveva ancora appreso.


- Brava! Ci sei riuscita –

Selenis fece un sorriso stanco a Gladio e si piegò sulle ginocchia, appoggiandovi le mani per riprendere fiato.

- Sì, al decimo tentativo, ma ce l’ho fatta – replicò lei, raddrizzandosi e schiacciando un cinque al ragazzo.
- Beh, è per questo che si chiama allenamento – disse lui.
- Merito dell’insegnante anche – si complimentò Selenis con un sorriso che si trasformò in una smorfia.
- Tutto bene? – domandò Gladio preoccupato.
- È la cicatrice – rispose Selenis massaggiandosi una scapola – doveva essere una ferita superficiale, ma è quella che mi dà più fastidio quando cambia il tempo – aggiunse, guardando fuori dalle grandi vetrate oltre le quali il cielo si stava scurendo minaccioso.
- Eri assieme al principe quando c’è stato l'incidente con la Lamia – affermò Gladio che se n’era scordato.
- Già…- replicò Selenis – piuttosto, come va con Noct? – s’informò per cambiare discorso mentre iniziava a fare stretching.
- Bene - rispose un po’ troppo precipitosamente il ragazzo.
- A mentire sei peggio di me, il che è tutto detto! – osservò Selenis divertita – Sul serio, come va? – disse fermandosi a guardare Gladio.

Il ragazzo si guardò intorno indeciso sul da farsi, ma poi non riuscì a trattenersi.

- È… assolutamente disinteressato a qualsiasi cosa io cerchi di insegnargli! – sbottò alzando le braccia al cielo – non si impegna e ha sempre quell’espressione annoiata stampata in faccia che… - interruppe la frase sbuffando sonoramente e facendo scoppiare a ridere Selenis.
- Può essere incredibilmente indisponente a volte – concordò lei.
- Esatto, indisponente! – concordò Gladio, felice che qualcuno lo capisse.
- Noct è particolare, è.... Noct ecco – soggiunse la ragazza con una scrollata di spalle – e quello che gli è successo di sicuro non lo ha aiutato ad essere più estroverso – aggiunse con un sospiro – ma ti prego di continuare a stargli dietro, ha bisogno di personalità forti accanto a lui – disse.
- Certo, puoi stare tranquilla, non mi arrendo così facilmente – la rassicurò Gladio.
- Mi fa piacere sentirtelo dire – replicò lei – Ora temo di dover scappare. Ci rivediamo domani Gladio – lo salutò guadagnando l’uscita.
- Con piacere Selis – rispose lui.

La principessa uscì soddisfatta dalla sua prima lezione con Gladio; malgrado i muscoli doloranti si sentiva piena di energie, e la prospettiva di ripetere l’incontro il giorno seguente la eccitava, anzi, non stava letteralmente più nella pelle!
Selenis si diresse verso la camera dove aveva trascorso i precedenti tre anni prima di ottenere il permesso di trasferirsi a vivere da sola. Nonostante se ne fosse andata ormai da un anno, quella stanza non era stata toccata, e capitava sovente che la usasse quando voleva trascorrere del tempo all’interno del palazzo.
Mentre faceva la doccia e si cambiava, cercò di darsi una spiegazione del fatto che a Noctis quelle lezioni non piacessero; concludendo che avrebbe fatto prima a chiederlo al cugino stesso.
Una volta datasi una ripulita, uscì per andare alle lezioni pomeridiane; quando però raggiunse all’atrio del palazzo, le si presentò una scena particolare.
Due cameriere e un maggiordomo stavano accogliendo una bambina che non doveva avere più di nove o dieci anni.
Incuriosita quindi, la ragazza si avvicinò.


- Principessa Selenis – la salutò sorpresa una delle due domestiche.
- Buongiorno – rispose la giovane – posso darti una mano? – domandò poi, rivolgendosi alla bambina che la guardava con la bocca aperta.
- Sei bellissima!! – esclamò quella cogliendola completamente di sorpresa.
- G.. grazie – replicò imbarazzata Selenis.
- Ah, fratellone! – esclamò d’un tratto la bambina superando con lo sguardo la principessa.

Selenis, si voltò in tempo per vedere entrare nell’ingresso niente meno che Gladio.

- Cosa ci fai qui stupida!? – disse concitato il ragazzo avvicinandosi.
- Non sono stupida, lo sarai tu stupido!! – ribattè la bambina, dimostrando subito ai presenti di avere una lingua niente male, cosa che la rese subito simpatica a Selenis.
- Spero che non ti abbia importunato - Gladio si rivolse alla principessa, che sorridendo gli fece segno di no con la testa.
- Sei venuta qui da sola? – s’informò l'Amicitia tornando a guardare la sorella.
- Certo! Sono venuta per vedere Noctis – replicò serafica lei.
- Lo sai che non puoi.. - incominciò a dire Gladio.
- E perché?! Tu lo puoi fare! E adesso puoi vedere anche la principessa – s'indispettì la bambina stringendo il coniglio di pezza tra le braccia.
- Posso perché è il mio lavoro – ribattè il ragazzo spazientito.
- Non è giusto! Non è giusto!! – esclamò sua sorella battendo i piedi a terra.
- Potrei chiedere a Noct se può riceverti –

L’intromissione di Selenis fece smettere immediatamente il capriccio.

- Davvero? – disse la piccola con gli occhioni spalancati.
- Non è il caso di disturbarlo – replicò Gladio facendola di nuovo imbronciare.
- Non penso che gli dispiacerà – lo rassicurò la principessa  – Io sono Selenis, ma puoi chiamarmi Selis – aggiunse, abbassandosi davanti alla bambina e tendendole una mano.
- Io mi chiamo Iris – rispose allegra la sorella di Gladio – tanto piacere sorellona – disse ricambiando la stretta.
- Noct dovrebbe aver appena finito di prendere ripetizioni, gli vado incontro – soggiunse Selenis rivolgendosi a Gladio.
- Davvero, non è il caso di scomodarti – provò di nuovo a farla desistere il giovane.
- Stai tranquillo; nel frattempo accompagna tua sorella nel salottino privato, vi raggiungeremo lì – replicò, allontanandosi e sorridendo sotto i baffi allo sguardo esasperato di Gladio.

In realtà aveva proposto quell’incontro anche a favore del principe. Noctis era da sempre un ragazzino piuttosto introverso, ma adesso le sembrava che quella sua caratteristica stesse pendendo il sopravvento, tendendolo a farlo isolare. La stessa Luna, in una delle sue missive, aveva dimostrato la medesima preoccupazione. Ogni tanto il pensiero di Selenis tornava all’incontro con quel buffo ragazzino di nome Prompto; sperava ancora ardentemente che stesse cercando di mantenere la parola data alla principessa di Tenebrae. Conoscere quindi la sorellina di Gladio, sicuramente non avrebbe fatto male a Noctis.
Mentre camminava lungo il corridoio, al fondo comparve la figura della cameriera di Noctis da sola...

- Noctis? – domandò dopo che quella si fu avvicinata.
- Non saprei dirle signorina, è scappato via nel giardino dicendo che andava a fare un giro – rispose la donna costernata.
- Ottimo…- sospirò Selenis - grazie lo stesso - la congedò.

Il “giro” di Noctis poteva voler dire di star via dai trenta minuti alle tre ore.

“ Temo che l’incontro sia da rimandare” pensò amareggiata.

La ragazza tornò quindi indietro, dirigendosi verso il salottino dove Gladio aveva accompagnato Iris.

- Purtroppo Noct è andato a fare un giro – esordì, avvicinandosi al ragazzo che la aspettava – Iris dovrà venire un altro giorno a salutarlo – aggiunse.
- Non è un problema, anzi, siete stati tutti fin troppo cortesi con quella peste – replicò Gladio scuotendo la testa.
- Ma dai, è così dolce – rispose la ragazza.
- Solo perché non vivi con lei – ribattè il giovane alzando le sopracciglia.
- Vorrei ricordarti che io ho vissuto con Noct – disse la principessa.
- Touchè – rise Gladio – vado ad avvisare Iris allora, ti ringrazio ancora – aggiunse.
- È stato un piacere, salutamela – si accomiatò Selenis.

Era circa a metà del corridoio, quando sentì Gladio gridare.

- Iris!! –

Selenis, preoccupata, tornò indietro correndo.

- Cosa succede? – esclamò raggiungendo il ragazzo.
- Iris è scomparsa – rispose lui agitato.
- Cosa?! –

La principessa lo superò per entrare nel salottino. Lì, l’unica presenza rimasta della bambina, era il suo coniglio di peluche abbandonato sulla poltrona cremisi. Selenis notò immediatamente che la porta che conduceva al giardino era aperta.

- Dev'essere andata fuori – disse la ragazza uscendo – Iris! - urlò.
- Iris! – le fece eco Gladio che l’aveva seguita.

Nonostante i loro richiami tutto taceva, e la cosa peggiore era che il giardino e i suoi dintorni erano decisamente estesi.

- Gladio, io vado verso le scuderie, tu vai verso i garage. Ci rincontriamo davanti l’ingresso – propose Selenis.
- D’accordo – concordò il ragazzo.

La ragazza proseguì nella sua ricerca, gridando il nome della bambina più forte che poteva e chiedendo notizie a chi incontrava. Il risultato fu che nessuno aveva visto Iris da nessuna parte, il che era strano, perché per quanto la proprietà potesse essere vasta, era impensabile che non sentisse le loro urla.
L'improvviso e potente rombo di un tuono, fece alzare lo sguardo di Selenis al cielo. Le nuvole che qualche ora prima stavano solo minacciando un temporale, adesso stavano mettendo in pratica il loro proposito. Un secondo più tardi infatti, la prima goccia cadde sul viso della ragazza.
Nel giro di cinque minuti si scatenò un vero e proprio acquazzone che aumentò la preoccupazione di Selenis; se Iris si era persa, di sicuro quel tempo non li avrebbe aiutati a trovarla più in fretta.

Controllate anche le scuderie, alla ragazza non rimase altro che dirigersi verso le scale d’ingresso. Lì, ad aspettarla c’era già Gladio, che non appena la vide arrivare le si fece incontro.

- Niente? – le chiese angosciato.
- No, mi dispiace – rispose Selenis contrita.
- Maledizione! Dove diamine si è cacciata?! – esclamò il ragazzo fuori di sé.
- Ehi Gladio, ascoltami – la ragazza afferrò la mano del giovane contratta a pugno – La troveremo ok? – disse convinta – il palazzo è grande, ma siamo in tanti; è solo  questione di tempo – lo rassicurò.

Gladio guardò la principessa completamente zuppa dalla testa ai piedi, avvertendo il calore delle sue mani strette sulla sua.

- Hai ragione – concordò lui, facendo un respiro profondo che si condensò in vapore nell'aria frizzante del temporale.
- Bene, allora…-
- Signorina Selenis, signor Gladio! –

Entrambi i ragazzi si voltarono verso la cameriera che correva loro incontro con un ombrello scuro.

- Abbiamo trovato sua sorella – annunciò – è nell’atrio assieme al principe – aggiunse.

Quando entrarono nell’ingresso, una cameriera si stava occupando di Iris mentre Noctis si stava asciugando i capelli fradici con un asciugamano.

- Iris! – esclamò Gladio correndo verso la sorella.
- Fratellone! – lo accolse lei.

Selenis si avvicinò al gruppetto, guardando interrogativa Noctis che fece spallucce.

- Dov’eri? – urlò l'Amicitia incollerito – Eravamo preoccupatissimi! Io e Selis ti abbiamo cercato ovunque!! – proseguì fuori di sé – Allora? Di qualcosa! – aggiunse.

Iris continuò a guardare suo fratello, evidentemente scossa da quel rimprovero.

- Glad..- l'intervento della principessa venne interrotto sul nascere dall'arrivo del Re.

- Gladiolus, cos’è tutto questo trambusto? –

Regis si fece avanti, seguito dal maggiordomo di famiglia.

- Mia sorella era sparita mettendo in allarme tutto il palazzo. – rispose il ragazzo inchinandosi - La principessa mi ha dato una mano a cercarla – aggiunse vedendo il Re guardare i capelli gocciolanti della nipote.
 - Non è stata colpa di Iris – s’intromise Noctis.

Selenis scoccò al principe un'occhiata sorpresa mentre Gladio gli chiese “gentilmente” delucidazioni.

- Spiegami com’è andata – disse il Re.
- Prima sono uscito per andare a giocare e le ho chiesto di venire con me – rispose Noctis con lo sguardo rivolto al pavimento.

Regis, rimase a guardare il figlio in silenzio per qualche istante prima di riprendere la parola.

- Noctis, tu sei il principe – esordì – non ti è venuto in mente che con il tuo comportamento sconsiderato avresti potuto mettere Iris in pericolo? – domandò l’uomo con voce calma.

Selenis realizzò solo in quel momento di non aver mai sentito lo zio gridare, se si escludeva la volta in cui aveva trovato il figlio esanime qualche anno fa.

- Sei in punizione – comunicò alla fine, in risposta al lungo silenzio di Noctis – ora vai a darti una ripulita – aggiunse congedandolo.
- Sì – Noctis si voltò senza mai alzare lo sguardo e si incamminò verso le sue stanze.
- Vi prego di accettare le mie scuse, Gladiolus, Iris – il sovrano si rivolse poi ai due interessati.
- No! La colpa è mia, non avrei dovuto lasciarla da sola – replicò Gladio inchinandosi di nuovo.
- Selenis, la tua prima lezione com’è andata? – domandò Regis girandosi verso la nipote.
- Bene zio, ti ringrazio dell’interessamento – rispose la ragazza con un sorriso.
- Ottimo, sono contento di saperlo – disse l’uomo – è meglio che però tu vada a metterti qualcosa di asciutto, o rischi di ammalarti –

C’erano alcuni momenti, come in quel caso, in cui il Regis assomigliava incredibilmente a suo fratello e a Selenis, ogni volta, veniva un groppo in gola.

- Hai ragione – concordò la principessa mentre il sovrano si congedava da loro.

Una volta che se ne fu andato, Gladio si avvicinò alla ragazza.

- Perdonami, ti ho fatto perdere tutto il pomeriggio e ti sei anche bagnata completamente – si scusò, guardando con la coda dell’occhio la sorella che sembrava improvvisamente aver perso tutto il buon umore.
- Nessun problema – rispose Selenis cordiale – sei una brava persona Gladio – aggiunse con un sorriso mesto.
- Eh? – domandò il ragazzo non capendo la ragione di quel complimento.
- Ho visto quanto tieni a tua sorella, faresti qualsiasi cosa per tenerla al sicuro – disse Selenis osservando la bambina – spero che tu possa maturare lo stesso sentimento anche per Noct – aggiunse tornando a guardare il ragazzo – ha bisogno di qualcuno come te al suo fianco – concluse prima di salutarli entrambi.

Le parole della principessa rimasero ad aleggiare della mente di Gladio, in contrapposizione con la rabbia che provava in quel momento per il futuro Re di Insomnia.

**

Noctis, con addosso dei vestiti nuovamente asciutti, guardava pigramente fuori dalla finestra della propria camera mentre il cielo tornava sereno e le stelle iniziavano a fare capolino da dietro le nubi.
Ripensava a ciò che era successo nel pomeriggio.
Quello che aveva fatto, il gesto che aveva compiuto nei confronti della sorella di Gladio, non se lo sapeva spiegare neppure lui. Era stato guidato dall'istinto...
Conosceva bene il sentimento di disagio e vergogna che si provava nell'essere rimproverati; gli era successo spesso. Vedere Iris così inerme di fronte alla sfuriata, seppure giustificata, del fratello, lo aveva fatto agire d'impulso. Farsi sgridare una volta in più, non era un grosso problema; non nella vastità di cosa sbagliate che poteva fare un principe.


- È permesso? –

La testa di Selenis sbucò dalla porta socchiusa, sorprendendo Noctis nei suoi ragionamenti.
La ragazza entrò, reggendo in una mano un piattino con dei tramezzini e portando in testa un asciugamano che le nascondeva i capelli ancora umidi.

- Ho pensato che avessi fame – esordì sedendosi di fianco al cugino – so che hai detto di non averne solo per non cenare con tuo padre – aggiunse.

Noctis, gettato uno sguardo languido al piatto e scoperto ormai il suo bluff, afferrò i panini iniziando a mangiarli con voracità.

- Noct, un principe non mangia in questa maniera barbara! - lo rimproverò Selenis – Eddai, scherzo! – corse ai ripari nel vedere la faccia del ragazzino.
- Non sei divertente – borbottò lui – grazie – aggiunse attaccando il secondo tramezzino.
- Senti, – proseguì la giovane finendo di frizionarsi i capelli – mi spieghi perché hai mentito a tutti? – domandò.

Noctis, che si stava portando un boccone alle labbra, rimase con la mano sospesa sul piatto. Sua cugina era una continua sorpresa, soprattutto per come riusciva sempre a leggergli dentro.

- E come sai che ho mentito? – la stuzzicò.
- Dalla reazione troppo stupefatta di Iris e da come ti gratti il collo quando dici una bugia – rispose la ragazza con un sorriso sornione.
- Sei il demonio.. – replicò il principe scuotendo la testa divertito.
- Allora? – lo incalzò lei.
- È brutto quando qualcuno ti sgrida.. se è per qualcosa che non hai fatto con cattiveria – rispose Noctis ingollando l’ultimo boccone – e poi, essere messo in punizione una volta in più non mi cambiava nulla – aggiunse con un’alzata di spalle.

Selenis osservò il ragazzino. Quei sentimenti, forse ancora infantili, che avevano spinto Noctis a prendere le parti di Iris, sarebbero diventati di vitale importanza nel prossimo futuro: compassione e spirito di sacrificio non erano cose da poco.

- Diventerai un ottimo Re Noct – sentenziò la ragazza facendo arrossire il principe.

Forse era la prima volta che se lo sentiva dire.

- E tu un ottimo comandante dei Kingsglave – replicò il ragazzino con un sorriso.
- Vuoi che lo diventi solo perché così potrai comandare tu per una volta – ribattè la giovane ridendo.
- Temo che tu mi abbia scoperto – ammise Noctis mettendosi a ridere a sua volta.

Selenis gli cinse le spalle con un braccio, stringendolo in un mezzo abbraccio.

- Ti voglio bene Noct –
- Anche io Selis –




Campeggio dell'autrice:

Ciao!
Bentrovati al capitolo 8 ^^
Come avevo preannunciato la scorsa volta abbiamo fatto un piccolo salto temporale, ritrovando Selenis ormai diciasettenne, invischiata negli eventi tratti da una delle puntate di Brotherhood.
Cosa ne pensate del primo ufficiale incontro con Gladio? Al ragazzo è sicuramente rimasta impressa la figura della principessa già dal funerale di Revis, ma non c'era mai stata occasione di approfondire il rapporto.. ora che invece ci sono tutte le premesse come si evolverà?
Per ora la ragazza ha dato il suo sostegno al nostro Gladio dopo la sparizione della sorellina (mannaggia al gatto!!), dando prova di affezionarsi subito ai suoi futuri amici ^^ La parte che mi è piaciuta di più scrivere però, è quella relativa al dialogo con Noctis. E' stata rilassante e spontanea (avere una sorella maggiore aiuta xD), amo scrivere di loro due in questi momenti dove tutto è ancora "normale" nelle loro vite.
Che altro dirvi? Cosa voterete nel sondaggio lanciato con l'aggiornamento di mercoledì? Io ammetto di essere parecchio indecisa!!

Un grazie a tutti i Lettori che continuano a seguirmi, a White per aver recensito facendomi esultare alla "Prompto", e a chi ha aggiunto la storia tra le seguite e preferite.

Prossimo venerdì si salta avanti nel tempo di altri 3 anni ;) Cosa mai succederà?

Un abbraccio a tutti,
Marta

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Capitolo 10
*** 9. Non siete soli ***


9


Insomnia. Capitale regia del regno di Lucis, tre anni dopo.
Centro città. Casa di Selenis.

Din don

Il campanello risuonò nel silenzio dell’appartamento di Selenis risvegliandola di soprassalto.

- Per Ramuh.. - brontolò lei, raccogliendo il libro che le era caduto a terra e alzandosi dal divano.

Nel frattempo, il citofono suonò un’altra volta un po’ più a lungo.

- Arrivo! Arrivo! – esclamò ormai davanti alla porta.

Quando l’aprì, vide che il suo disturbatore non era altri che Ignis.

- Per i Sei! Ma che ore sono?! – squittì a mò di buongiorno.
- Le due passate – replicò il ragazzo senza scomporsi, chiudendo la porta d’ingresso e seguendola dentro l’appartamento.
- Merda! – imprecò Selenis fiondandosi in camera.
- Pensavo fosse solo Noct quello che si addormenta nei momenti meno opportuni; evidentemente è una caratteristica di famiglia – la prese in giro Ignis fermandosi nella sala da pranzo che fungeva anche da salotto.
- Stavo studiando e sono crollata – replicò la ragazza dalla sua stanza mentre frugava nell’armadio.
- Meccanismi difensivi? – s’informò il giovane dando un’occhiata ai libri sparsi sul divano.
- No, livello avanzato di guarigione – rispose Selenis, riapparendo in sala pronta per uscire.
- Hai deciso di specializzarti in quello? –
- Anche – disse la ragazza afferrando la borsa nel corridoio.

Una volta finiti gli studi superiori, Selenis aveva deciso di proseguirli. In realtà puntava a diventare capo dei Kingsglave come lo era stato suo padre, ma per farlo bisognava studiare ancora un bel po’. La carriera militare era lunga, e per ora lei aveva deciso di concentrare i suoi sforzi sulle abilità difensive e taumaturgiche. Non sarebbe diventata un capo che se ne stava nelle retrovie a mandare avanti i suoi uomini, ma avrebbe lottato in prima linea e, soprattutto, li avrebbe difesi.

- Sei sicura di dormire abbastanza? –

Ignis la bloccò con la mano posata sulla maniglia della porta d'ingresso.

- Sì, stai tranquillo, non ho più visto nulla – rispose lei voltandosi a guardare l’amico.

Ed era vero. Dopo l’episodio di sette anni prima, la principessa non aveva più sognato, anche se... doveva ammettere che negli ultimi tempi era tornata a tormentarla una sensazione di paura che per il momento, però, si limitava a lambirle la mente come le onde di un lago. Sembrava quasi che ci fosse qualcosa in agguato, ma che si tenesse ancora parecchio lontano.

- Te lo giuro Iggy, ok? – rincarò la dose Selenis vedendo l’aria poco convinta del ragazzo – La cucina è tutta tua! – aggiunse, salutandolo e chiudendo la porta.

***

Prompto Argentum si stava godendo il suo giorno di gloria. Non solo era ufficialmente uno studente delle superiori, ma dopo il suo duro allenamento, era finalmente riuscito a parlare al principe Noctis. Lo aveva fermato quella stessa mattina, appena lo aveva visto varcare i cancelli della scuola, presentandosi.
Erano da subito andati d'accordo e ora, alla fine della mattinata, sembrava la cosa più naturale del mondo fermarsi a programmare il pomeriggio come se si fossero conosciuti da sempre.


- Allora cosa ne dici? – esclamò tutto allegro Prompto – Facciamo un salto in sala giochi prima di tornare a casa? – propose.
- Sì, volentieri – concordò Noctis – dovrebbe essere arrivato un nuovo sparatutto! – aggiunse, già pregustando l’idea di provarlo.
- Cool! – approvò il suo nuovo amico.
- Direi che possiamo.. –

Prompto aspettò la fine della frase che però non arrivò. Noctis si era infatti interrotto, superandolo con lo sguardo.

- Selis! – esclamò il principe un secondo dopo.

Il ragazzo biondo pensò di non aver capito bene mentre si voltava nella direzione dello sguardo del suo amico. In mezzo alla calca di studenti, si stava facendo largo una ragazza che Prompto riconobbe subito. Erano anni che non si vedevano, ma quel volto cesellato e quei lunghissimi capelli bianchi erano inconfondibili.
La giovane si fece loro incontro aprendosi in un gran sorriso.

- Che ci fai qui? – l’apostrofò Noctis.
- Sono venuta a prenderti – replicò la ragazza.

Prompto fissava la nuova arrivata a bocca aperta, finchè questa non lo guardò e lui si ricordò di richiuderla.

- Ci sei riuscito alla fine – gli disse contenta.
- Vi conoscete? – s’intromise Noctis curioso.
- Diciamo di sì – replicò Selenis.
- Lei è…? -

Il ragazzo biondo passò lo sguardo da uno all’altra con fare confuso.

- Mia cugina Selenis – rispose il principe.
- Tua cugina… - ripetè stordito Prompto.

La ragazza che lo aveva accompagnato a comprarsi un paio di scarpe dopo averlo soccorso per strada, altri non era se non la cugina dell'erede al trono di Lucis.

- Sono felice di rivederti Prompto – disse lei.
- Anche io! Anche io sono felice di rivederti! – esclamò il giovane, riscuotendosi all’improvviso e facendola scoppiare a ridere.
- Prima o poi dovrete spiegarmi – soggiunse Noctis corrugando la fronte.
- Certo, ma prima siete tutti e due invitati a casa mia – replicò la ragazza facendo l’occhiolino.
- Cosa ti sei inventata questa volta, Selis? – le domandò sospettoso il principe.
- Nulla.. – rispose con innocenza lei – però si da il caso che sia entrata in possesso di quel nuovo Rpg uscito qualche giorno fa – aggiunse.
- Una ragazza gamer? Sposami! – disse Prompto ammirato.
- Avanti andiamo – rise Selenis.
- Sì,sì, andiamo, ma tu non me la racconti giusta – replicò Noctis

Se il principe sentiva puzza di bruciato, vedere Gladio aspettarli fuori dall’ingresso del palazzo dove abitava la cugina, non potè che confermare i suoi sospetti.

- È un’ora che vi aspetto – li accolse il giovane scostandosi dal cancello al quale era appoggiato.
- Potevi salire – ribattè Selenis dirigendosi verso di lui.
- L’ho fatto, ma poi ho preferito tornare qui – replicò l'Amicitia.
- Santi Eoni!! – esclamò lei alzando gli occhi al cielo.
- Noct, ti sei già fatto degli amici il primo giorno? Mi stupisci! – lo prese in giro Gladio notando la presenza di Prompto.
- Ma piantala.. – replicò il principe sbuffando.
- Sono Prompto, piacere – si presentò il ragazzo biondo, tendendo una mano a Gladio che inglobò letteralmente nella sua.
- Gladio, piacere mio – rispose lui con un sorriso.
- Avanti, vi sbrigate? – esclamò Selenis già sulla porta d’ingresso – Iggy? – chiamò poi mettendo la testa dentro casa.

La prima cosa che la colpì, fu l’odore di dolci che si era sparso per l’appartamento e un secondo più tardi, l’artefice di quel buon profumo si palesò in ingresso.

- Ben arrivati, è quasi pronto – li salutò pulendosi le mani nel grembiule.
- Perché quando sono entrato io non sei stato così carino? – lo canzonò Gladio.
- Perché sei venuto a saccheggiare in cucina – replicò Ignis squadrandolo da dietro le lenti.
- Gladio ma non ti danno da mangiare a casa? – disse Selis preoccupata per il suo frigo.
- Questo qui mangerebbe anche i sassi - commentò Noctis.
- Se dentro un Cup Noodles certo! - rise l'Amicitia.

Con il passare degli anni, il rapporto tra i tre ragazzi era cresciuto e si era consolidato. Noctis aveva imparato ad apprezzare Gladio e i suoi insegnamenti, e il figlio di Clarus ormai considerava il principe come un fratello minore. Tra l'Amicitia e Ignis, invece, c’era qualche attrito dovuto ai caratteri profondamente diversi, ma ogni tanto sapevano anche andare d’accordo. Selenis li considerava degli amici insostituibili e stare in loro compagnia la metteva sempre di buon umore.

- Questo è Prompto - proseguì la ragazza presentando il giovane ad Ignis.
- Piacere, sono un compagno di classe di Noct - disse il biondo allungando una mano.
- Ignis, piacere mio - rispose l'altro stringendogliela.
- Ora, fatte le dovute presentazioni
, benvenuti ufficialmente alla vostra festa per il primo giorno di liceo!! – esclamò la principessa rivolta ai due interessati.
- Non era la mia festa? – domandò Noctis sollevando un sopracciglio.
- Sì, ma visto che c’è anche Prompto, direi che la si può fare per entrambi – rispose Selenis mentre il ragazzo biondo tirava un pugno alla spalla dell’amico che si mise a sghignazzare.
- Forza, andate a giocare che quando è pronto ve lo dico – replicò Selenis spingendoli verso il divano davanti alla tv.
- Sì, mamma – dissero in coro.
- Guardate che fino a qualche anno fa ero più alta di tutti e due – ribattè Selenis con un sorriso.

I due ragazzi e Gladio, ben felice di non dover entrare in cucina, si sedettero davanti alla tv, mentre la principessa raggiunse Ignis ai fornelli.
Nel forno stavano cuocendo delle belle tortine e il ragazzo stava finendo di sciacquare gli utensili che aveva usato.

- Di nuovo queste? – chiese Selenis abbassandosi a guardare dentro l’elettrodomestico – Come le hai fatte stavolta? –
- Ho aggiunto della semola alla farina e usato della panna aromatizzata – rispose Ignis.
- Sono quasi felice che tu non abbia ancora saputo replicare quelle che ha mangiato Noctis a Tenebrae – commentò la ragazza – queste tue “prove” sono buonissime! – aggiunse.
- Ti ringrazio – sorrise lui, chiudendo l’acqua e riponendo l’attrezzatura dove l’aveva presa – Sai? Quel ragazzo mi pare di averlo già visto.. –soggiunse riferendosi a Prompto.
- È quel bambino di cui ti avevo parlato anni fa, quello che ha ricevuto la lettera da parte di Luna – spiegò la giovane, buttando un occhio in sala dove i tre stavano discutendo animatamente sulla strategia per abbattere il boss.
- Davvero? – esclamò Ignis stupito.
- Davvero – confermò Selenis – ha mantenuto la promessa – aggiunse con un sorriso soddisfatto.

Quando era arrivata a scuola e lo aveva visto parlare con Noctis, non era quasi riuscita a contenere la gioia. Il desiderio che Prompto riuscisse davvero a diventare amico del cugino si era realizzato: non vedeva l’ora di scriverlo a Lunafreya.

- Il destino a volte è strano – commentò Ignis, aprendo il forno e aumentando così l’aroma della cucina.
- Già..- concordò Selenis – ti aiuto a portare le cose di là – si offrì poi, afferrando i piatti.

Nella sala la discussione sul metodo migliore per vincere la battaglia virtuale era ancora accesa.

- Se riuscissimo a guadagnare un bonus sorpresa potremmo mandarlo rapidamente in crisi – stava dicendo Noctis.
- Secondo me dobbiamo solo potenziare i personaggi attivando altre Licenze e andare giù di mazzate – replicò Gladio tutto concentrato.
- Ma non sei tu quello che si lamenta sempre che la strategia è importante?! - ribattè il principe guardandolo storto.
- Sì, ma quando combatti con me, questo non fa tes…-
- Fatto! – esclamò Prompto mentre il suo personaggio faceva sfoggio della sua arma con il sottofonfo della Victory Fanfare – bastava colpire un paio di volte la gru a lato dello scenario e quella faceva il resto – spiegò.

La frase venne accolta da un profondo silenzio.

- Basta, non ho più voglia – sentenziò Noctis alzandosi – è un gioco per bambini – aggiunse.
- Concordo – disse Gladio seguendolo.
- Ehi! – replicò Prompto piccato.
- E'  pronto in tavola! – disse Selenis.
- Attenzione che sono ancora calde – li avvisò Ignis posando la teglia sulla tavola.

Noctis si avvicinò alle tortine valutandole attentamente, poi ne afferrò una e le diede un morso.

- Ancora non ci siamo – asserì rivolto a Ignis, dopo averla masticata a lungo – però sono davvero ottime! – aggiunse complimentandosi.
- Mh... – commentò il cuoco, già valutando cosa modificare per la prossima volta.
- Sono squisite! – saltò sù Prompto entusiasta.
- Devo darti ragione – disse Gladio.
- A questo punto proporrei un brindisi! – soggiunse Selenis prendendo il proprio bicchiere in mano – All’ingresso al liceo! –
- Ai nuovi amici! – le fece eco Prompto.
- Che speriamo riescano a tenere sulla retta via il nostro caro Principe – disse Gladio con un ghigno.
- A noi! – concluse Ignis.

La ragazza guardò quel quartetto con un sorriso e si ritrovò a pensare di essere davvero felice. Con la coda dell’occhio osservò la foto incorniciata dei suoi genitori, ritratti da giovani durante una scampagnata. Non era più sola, o forse non lo era mai stata.

**

Selenis, mentre con una mano si chiudeva meglio i lembi del maglione, con l’altra si portò la bottiglia alle labbra bevendo un po’ di birra ambrata, per poi riappoggiarsi alla ringhiera del balcone.
Il pomeriggio era trascorso nel migliore dei modi: avevano chiacchierato, mangiato e giocato a carte. Verso sera poi, Prompto li aveva ringraziati ed era tornato a casa. Ignis invece aveva detto di avere alcune commissioni da sbrigare e che sarebbe tornato a prendere Noctis, il quale non pareva avere la minima intenzione di alzarsi dal divano. Così, Selenis aveva deciso di metter su un film, e assieme a Noct e a Gladio, si erano messi a guardarlo. Nel giro di soli cinque minuti i due ragazzi erano crollati a dormire, lasciando alla ragazza il compito di concluderne la visione.
Quando erano arrivati i titoli di coda, la principessa si era alzata, aveva recuperato una birra dal frigo ed era uscita sul balcone.
Ogni tanto le piaceva concedersi quei momenti di assoluta tranquillità, con l’unico compito di osservare pigramente le luci dei palazzi del centro e i passanti del giardino pubblico che c’era davanti a casa sua. Il rumore del traffico che andava scemando, era un suono per lei famigliare e per niente sgradito, assieme a quello della famiglia di uccellini che passava l’intera giornata a cinguettare.
Ad un certo punto la porta finestra del balcone si aprì e un istante dopo, la figura massiccia di Gladio comparve al suo fianco. Senza dire niente, la ragazza allungò la bottiglia all’amico.

- A volte mi dimentico che sei una persona normale e non solo una principessa – disse il ragazzo divertito dopo aver preso una lunga sorsata di birra.
- Ti informo che stai rovinando il mio momento di pace – lo rimproverò Selenis dandogli un'amichevole spallata che ovviamente non lo smosse di un millimetro.
- Oh, chiedo perdono allora – sghignazzò Gladio – Ahi! Va bene, va bene! – esclamò quando la ragazza gli tirò una ciocca di capelli che ormai gli arrivavano alle spalle.

Per qualche minuto i due ragazzi rimasero in silenzio a godersi quella serata di inizio primavera.

- Oggi mi sei sembrata decisamente felice – commentò il giovane mentre guardava una donna portare a spasso il cane per il giardino pubblico.
- Sono felice per Noctis – rispose Selenis appoggiando a terra la bottiglia ormai vuota.
- In che senso? – Gladio sollevò le sopracciglia.
- Si è fatto degli amici – spiegò lei.
- Avevi paura che rimanesse da solo? –
- Noct è stato sempre un bambino particolare – disse la ragazza – dopo quello che gli è successo poi, avevo paura che non riuscisse a legare, a instaurare un rapporto che andasse oltre la semplice conoscenza... – raccontò – invece sei arrivato tu e ora c’è anche Prompto –

La signora con il cane ormai si era allontanata, lasciando dietro di sé solo una scia di abbai.

- Eri davvero preoccupata eh? – commentò Gladio guardandola di sbieco.
- Da morire – sospirò Selenis.
- Siamo anche qui per te, non solo per lui, lo sai vero? – aggiunse il ragazzo circondandole le spalle con un braccio.
- Lo so e sono molto fortunata ad avervi – replicò la principessa godendosi la sensazione di calore che la pelle del ragazzo irradiava a contatto con il suo corpo.
- Di qualsiasi cosa tu e Noct abbiate bisogno non esitate a chiedere – soggiunse serio Gladio.
- Allora portami via... –

Le parole uscirono dalla bocca di Selenis prima che riuscisse a trattenerle, mentre la sua mano corse ad afferrare quella del giovane Amicitia.

- In che senso? – Gladio, piuttosto stupito, abbassò lo sguardo sul il viso di Selenis rivolto verso di lui.
- Portami da qualche parte, dove possa dimenticarmi obblighi e doveri – proseguì con tono concitato la giovane – dove Nifelheim non esista e non minacci costantemente le persone che amo – aggiunse.

Gladio la fissò senza sapere cosa rispondere. Per un attimo aveva pensato che stesse scherzando, ma l’espressione agitata che le vedeva in viso diceva tutt’altro.
Stava per risponderle, quando per la seconda volta la porta finestra si aprì.
Selenis abbandonò il rifugio del calore di Gladio per voltarsi a salutare Noctis, ma sulla soglia c’era Ignis.

- Scusate, sono appena arrivato e non vi ho trovati in casa – disse titubante.
- Tranquillo, eravamo usciti a prendere una boccata d’aria – replicò Selenis, battendo gli occhi per ricacciare indietro le lacrime che aveva sentito pungere – Noct? – domandò seguendo il ragazzo all’interno.
- Dorme – rispose Ignis facendo un cenno con il capo verso il divano dove il principe dormiva ancora beatamente – Ero passato a prenderlo – aggiunse mentre Gladio chiudeva la porta del balcone.
- Lascialo riposare ancora, ci penso io a riportarlo a palazzo – disse Selenis.
- Se per te non è un disturbo va bene – assentì Ignis.
- Io allora tolgo il disturbo – intervenne Gladio, afferrando il berretto e la giacca dall’appendi abiti.
- Sì, anche io vado – gli fece eco Ignis.

Selenis li accompagnò entrambi all’ingresso.

- Grazie per essere venuti oggi – disse – sono stata contenta di avervi tutti qui – la ragazza sorrise.
- È stato un piacere – replicò Ignis chiudendosi i bottoni della giacca a doppio petto.
- Riposati – le consigliò Gladio.

La giovane lo guardò. L’espressione del ragazzo era piuttosto chiara. Con quella sua stupida richiesta lo aveva fatto preoccupare.
Però non aveva saputo proprio resistere... in quel momento, vicino a lui, le era sembrato che tutto fosse davvero possibile, anche una cosa come quella.


- Lo farò – promise Selenis cercando di rassicurarlo – Ciao ragazzi – li salutò chiudendo di nuovo la porta.

La principessa tornò nella sala dove ormai regnava il silenzio più totale, tolto il lieve respiro che proveniva dal divano.
La ragazza si avvicinò alla figura addormentata guardandola con affetto.
Noctis era davvero cresciuto, la poltrona non era neppure più sufficiente a contenere la sua altezza. Ovviamente non era diventato grande solo fisicamente, ma era maturato per certi versi, nonostante rimanesse un gran scansa fatiche la maggior parte delle volte.

Chinandosi, gli scostò un ciuffo corvino dalla fronte facendolo grugnire nel sonno. Gli occhi blu del principe si aprirono appena.

- Sono andati via tutti? – mormorò con voce impastata.
- Sì, ho detto a Ignis che ti avrei riaccompagnato io a palazzo – rispose Selenis.
- Bene..- replicò lui richiudendo gli occhi.
- Fammi posto va – disse la ragazza.

Noctis scivolò un po’ più giù lungo il divano, lasciando che la cugina si sedesse per poi appoggiarle la testa su una gamba.
La principessa si concesse di reclinare la testa all’indietro e di chiudere anche lei le palpebre.

- Selis? – la chiamò il ragazzo.
- Mh?-
- Grazie per oggi –
- Prego Noct, quando vuoi –



Campeggio dell'autrice:

Ben ritrovati e buon 2 giugno!

Il capitolo di oggi voleva darvi uno scorcio di vita quotidiana dei nostri eroi e introdurre definitivamente il personaggio di Prompto ^^
Ora anche il nostro pistolero è entrato a far parte della squadra, scoprendo finalmente la "vera" identità di Selenis xD Mi auguro, in tutti i miei deliri, di riuscire a mantenere i personaggi nel loro carattere senza sfociare nell'OC; è un obiettivo che mi sono prefissata e che ci tengo particolarmente a mantenere.
Nel frattempo Selenis è cresciuta ancora, e con lei i suoi sentimenti e le sue paure, che sono rispuntate fuori durante il dialogo con Gladio. La principessa ha ben chiaro il fatto che, nonostante la pace regni ad Insomnia, il pericolo è sempre in agguato fuori dai suoi confini. Nifelheim è una minaccia costante che ben presto diventerà ancora più reale...
Fortunatamente la ragazza non è sola, ma può contare sull'aiuto dei suoi amici, come le ha detto lo stesso Gladio!
Qualcuno di voi (se non tutti, visto che è abbastanza palese ^^") avranno capito che l'Rpg a cui hanno giocato Noctis e Co. altri non è che lo stesso FF ^^ In particolare mi sono divertita a mischiare il sistema di battaglia del capitolo XIII con il sistema di potenziamento del XII xD E avete anche capito da quale capitolo è tratta la gru usata da Prompto per vincere? ;) Scusatemi, ma mi diverto troppo a inserire questi cameo!
Per il prossimo venerdì salteremo ancora avanti nel tempo, avvicinandoci ancora di più alla partenza del gioco e vi avviso già che sarà un capitolo romantico ;)
Se vi ho incuriositi abbastanza non resta che ritrovarci di nuovo tutti qui tra una settimana! Nel frattempo cercherò un modo per riuscire a stare al passo con tutte le serie tv che seguo e per non impazzire nell'attesa della nuova stagione di Got, se qualcuno ha consigli sono ben accetti xD
Per ora ringrazio tutti gli affezionati e i nuovi Lettori, chi mi recensisce e chi mi ha inserita tra le storie seguite e preferite <3

Un grande abbraccio,
Marta

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Capitolo 11
*** 10. Confessioni ***


10


Insomnia, capitale regia del regno di Lucis. 3 anni dopo.
Palazzo reale.
 
Ciao Luna, perdona il mio ennesimo ritardo nel risponderti.
Come stai? I fiori di Sylle sono già fioriti? Vorrei tanto che potessi mandarmi una foto!
Io sto bene e i miei studi proseguono; è mia intenzione fare domanda per entrare nei Kingsglave quanto prima. Sono certa che lo zio avrà da ridire di questa scelta, ma lo farà solo perché si preoccupa per me. Il desiderio di combattere sul campo di battaglia e di ricoprire il ruolo che fu di mio padre però, non fa che crescere, e credo che anche lui dovrà riconoscerlo ed accettarlo.
Avrei voluto che fossi assieme a me ieri...
Zio Regis ha fatto trovare un mazzo dei fiori preferiti da mamma come tutti gli anni, ed è anche riuscito a passare dal mausoleo per qualche istante. Ovviamente c’erano anche Noct, Gladio, Ignis e perfino Prompto (ha ottenuto un permesso speciale dal Re)! Anche se ho dovuto chiedergli io se voleva venire con noi; lui non si osava perché aveva paura di essere di troppo... è il solito!
Per quanto sia sempre difficile tornare con la mente a quel giorno, con loro presenti lo è stato di meno. Chiunque li abbia messi al mio fianco, gli sarò debitrice per il resto della vita...
Passando a parlare di cose più allegre: immagino che Noct ti abbia già scritto che ha sostenuto gli esami di metà anno. Nonostante sia il solito pigrone incallito è riuscito a passarli senza particolari problemi. Ancora mi chiedo come sia possibile!
Più che altro, ultimamente, a preoccuparmi è stato il suo rapporto con Iggy. C’è stato qualche screzio tra loro due, ma pare che si sia risolto nel migliore dei modi e che siano tornati in sintonia come prima.

Credo che Noct stia iniziando a sentire seriamente il peso della sua carica… ma soprattutto, penso abbia paura per suo padre, anche se non lo ammetterebbe mai.
La barriera lo sta debilitando ogni giorno che passa e non è un fatto che Noct può ignorare. Che i Lucis ci proteggano...

Adesso devo scappare, ho gli allenamenti. Smettila di sorridere! Lo so che lo stai facendo! Tra me e Gladio non c’è niente! È vero che siamo usciti assieme qualche volta, ma tutto in amicizia. Oh, va beh, tanto lo so che non mi credi, antipatica!
Mi manchi da morire… Continua a sopravviere la speranza di vederti nuovamente varcare la soglia della mia camera con quel tuo sorriso furbo di chi ha qualche pettegolezzo da raccontarti.
Ti voglio bene amica mia.
A presto,
Selis.

Selenis, finita di vergare la propria firma, infilò con cura la lettera nella busta e si chinò ad accarezzare la testa del cane bianco che sostava ai suoi piedi.

- Fai attenzione sulla strada del ritorno Pryna, mi raccomando - disse la giovane assicurando la missiva sul dorso dell'animale.

Il cane abbaiò una volta per far capire che aveva inteso e poi trotterellò tranquillamente fuori dalla camera. Pryna era uno dei due cani messaggeri di Luna, ed erano l'unico modo che avevano per tenersi in contatto. Apparivano magicamente quando avevano qualcosa da consegnarle e altrettanto magicamente tornavano da lei.
Da dove fossero arrivati nessuno lo sapeva ma, da che Selenis ricordava, erano sempre stati assieme a Lunafreya.  
Soddisfatta quindi di essere riuscita finalmente ad aggiornare la sua amica d'infanzia, la principessa afferrò il borsone della palestra ed uscì dallo studio di suo padre.
Quando quest'ultimo era morto, Regis le aveva chiesto se volesse conservalo o se preferisse portare via le cose di Revis, ma lei aveva deciso di lasciarle dov’erano. Nonostante i primi tempi non osasse nemmeno avvicinarsi a quella stanza, con il tempo aveva iniziato ad usarla per studiare o per concedersi un istante per sé stessa. In quei momenti si sentiva sia in pace, che profondamente scossa. Capitava, alle volte, che si assopisse sul divano rosso dello studio e che nel dormiveglia vedesse la figura del padre entrare e salutarla; solo per poi scoprire che era tutto frutto della sua immaginazione.

La ragazza, nel frattempo aveva raggiunto la sala per gli allenamenti, varcandone la soglia a spasso spedito perché già in ritardo di un abbondante quarto d’ora.

- Eccomi! – esclamò quando fu dentro, solo per scoprire che non c’era nessuno – Gladio?-

Selenis fece un rapido giro della stanza per essere sicura che il ragazzo non ci fosse.

- Strano... - commentò, fermandosi al centro del tappeto per gli scontri. 

Mentre la giovane si lambiccava il cervello chiedendosi se non fosse solo in ritardo, la porta della sala si aprì. Al posto del suo amico però, entrò una delle guardie reali.

- Principessa – la salutò quello – sono venuto a comunicarvi che non ci sarà il consueto allenamento, il signor Gladio non è a palazzo oggi – spiegò.
- È successo qualcosa? – domandò la ragazza.

Il soldato si guardò intorno a disagio.

- Avanti, parla. – lo spronò lei con voce autoritaria.

Suo zio le diceva sempre che quell’imperiosità improvvisa l’aveva presa tutta da suo padre.

- C’è stato un attacco da parte dell’Impero, ai danni cittadina costiera di Luka – rispose l’uomo.
- Così vicino? – esclamò Selenis sconvolta.
- Sì – assentì la guardia – Tutti i Kingsglave non impegnati altrove sono stati mandati là assieme ad alcuni soldati del corpo di guardia, il signor Gladio ha insistito per partecipare all’operazione – raccontò.

La ragazza rimase in silenzio qualche istante, cercando di assorbire quello che le era stato detto.

- Grazie – rispose alla fine, mentre il soldato si inchinava e guadagnava l’uscita.

Selenis restò ferma dov'era, con una sensazione addosso che preferiva non identificare.
Si guardò intorno senza sapere bene cosa fare, poi si diresse meccanicamente verso la rastrelliera delle armi e afferrò un’alabarda. Era inutile restare lì a pensare, se Gladio non c’era non voleva dire che lei non potesse allenarsi da sola! Con questa convinzione, si piazzò davanti al manichino per le esercitazioni e cominciò a colpirlo.

“Non vuol dire niente Selis…” pensò la ragazza menando un fendente che intaccò il pupazzo al fianco “Gladio è un militare” si disse ruotando sul posto e mirando all’altra parte “ è normale che partecipi a questo tipo di missioni” il colpo si abbattè sul collo del manichino facendolo vibrare con forza.

Per quanto fosse brava a raccontarsela però, dopo un’ora non era ancora riuscita a scacciare il pensiero del ragazzo. Anzi, man mano che il tempo passava la sua angoscia aumentava, impedendole di concentrarsi su qualsiasi altra cosa. Era una sensazione che aveva già sperimentato tanti anni fa…

- Maledizione! – gridò all'improvviso Selenis nella sala vuota, lanciando a terra la propria arma.

Si premette le mani sugli occhi, respirando più volte pesantemente: doveva darsi una calmata o sarebbe impazzita.
Valutò l’idea di andare a trovare Noctis, ma a quell’ora doveva essere ancora a scuola con Prompto e disturbare Ignis perché le facesse compagnia non le pareva proprio il caso.

Mentre si lavava sotto la doccia degli spogliatoi, pensò con tristezza che una volta avrebbe potuto parlarne con Lunafreya, a voce.. mai come in quelle occasioni la sua amica le mancava. Se pensava che erano ormai dieci anni che non la vedeva, un profondo sconforto la assaliva, seguito dal desiderio ardente di scendere in battaglia. Aveva giurato a sé stessa di impegnarsi per dare il suo contributo alla disfatta di Nifelheim e lo avrebbe fatto, si sarebbe vendicata dell'Impero e di Glauca!
 

Una volta finita la doccia, Selenis decise di andare alle scuderie. L’allenamento in solitaria non era riuscita a distrarla, magari i suoi amici pennuti lo avrebbero fatto.
Le scuderie erano a ridosso del giardino principale, e si collegavano direttamente con il cancello principale come i garage. I Chocobo sostavano in comodi box, caldi e accoglienti, e aveva a loro disposizione un’ampia porzione di prato dove poter scorrazzare a loro piacimento.

- Ehi Boko, posso farti compagnia? –

La principessa si avvicinò ad un grosso pennuto dalle piume viranti sull'arancio. Il Chocobo la salutò con un verso gutturale, lasciandosi grattare soddisfatto sotto al collo. Boko era il suo animale preferito, quello con cui era entrata in sintonia fin da subito e che aveva scelto come sua cavalcatura personale.
Selenis salì a cavalcioni del cancello del box con un libro alla mano. Non era strano trovarla lì a leggere, mentre il Chocobo si guardava pigramente intorno e ogni tanto chiedeva qualche carezza.


- Mi spiace ma per ora niente cavalcata – gli disse la ragazza quando lui si avvicinò inclinando la testa.

La verità era, che le scuderie erano un ottimo luogo per carpire qualsiasi notizia. I cadetti e i primini venivano spesso mandati a prendersi cura dei Chocobo, e ascoltare i loro discorsi era sempre frutto di informazioni utili.
Era inutile cercare di far finta di niente, se non avesse avuto novità sull’attacco a Luka, non si sarebbe data pace.
Il suo appostamento ottenne i risultati sperati solo
quando il sole di fine agosto stava ormai declinando verso l’orizzonte.

- Hai sentito? –

Un cadetto che stava spazzando il pavimento dalla paglia alzò gli occhi verso un suo collega arrivato in quel momento.

- No, cosa? – s’informò.
- Sta tornando la squadra di Luka – disse l’altro – è quasi al confine meridionale e si dice che stiano portato con loro i profughi della cittadina.. ci sono anche state delle perdite, non deve essere stata esattamente una vittoria, ma.. –

Il ragazzo si fermò sentendosi osservato e alzò lo sguardo verso Selenis. La principessa lo guardava con espressione allarmata e la bocca dischiusa.

- Principessa!- esclamò quello che stava spazzando.
- Hai detto che abbiamo subito delle perdite? Quante? – domandò Selenis saltando giù dal box.
- Non lo so vostra Grazia, le informazioni sono poche e incerte – rispose titubante il ragazzo.
- Ho capito, grazie – replicò la giovane, superandolo e mollandogli in mano il volume che stava leggendo – Va riportato nello studio dell’ex comandante delle guardie – aggiunse allontanandosi e lasciando i due attoniti.

Selenis, si mise a correre verso i garage con il cuore che minacciava si scoppiarle nel petto. Le pareva di essere precipitata in un incubo; la paura che si stesse ripetendo esattamente la stessa situazione di dieci anni prima, stava prendendo il sopravvento.
Non appena raggiunta l’auto rimessa, la ragazza si diresse verso una moto nera, vecchio modello. Era stata la preferita di suo padre ed era stato uno dei lasciti più graditi che Selenis avesse: pratica e veloce. Lei non era mai stata da auto, preferiva sentirlo in faccia il vento.
Si mise a cavalcioni e partì rombando su per la rampa che la condusse direttamente in strada.
Un quarto d’ora più tardi, avvistava già il cancello del confine meridionale. La frontiera era in fermento, segno che il contingente era già arrivato.
Selenis parcheggiò prima di tutta quella confusione e, abbandonato il casco vicino alla moto, corse in quella direzione.
La mobilitazione di personale era impressionante: c’erano medici, militari, Kingsglave, feriti e persone che vagavano spaesate chiedendo dei propri famigliare e amici.
La principessa si tuffò in quel marasma, guardandosi in giro nella speranza di vedere facce conosciute. Per fortuna, in aiuto le venne una voce.

- Selis! –

La giovane si girò verso Ignis che sostava qualche metro più in là con le maniche della camicia rimboccate, intento a dare istruzioni per la sistemazione delle persone sfollate.

- Cosa ci fai qui? – le domandò quando si fu avvicinata.
- Lo hai visto? – replicò lei con tono concitato – Iggy, lo hai visto?! – ripetè continuando a guardarsi intorno in modo febbrile.

Il ragazzo la afferrò per gli avambracci nel tentativo di farsi guardare in faccia.

- Selis, devi calmarti! – le disse quando lei si girò – Spiegati meglio, chi stai cercan..-
- Gladio... – mormorò la ragazza senza lasciarlo finire e superandolo con lo sguardo.

Ignis, confuso, si voltò per seguire i suoi occhi e là, in mezzo alla folla, la figura massiccia dell’Amicitia si stagliò in mezzo agli altri.
Selenis abbandonò la presa dell'amico, per correre in direzione del nuovo arrivato.


- Gladio! – lo chiamò.

Il soldato la guardò stupito, allargando le braccia per stringerla quando lei gli si gettò addosso.

- Sei vivo – mormorò la principessa con la faccia premuta contro il suo petto e le mani che artigliavano la giacca impolverata dell’uniforme.
- Selis, perché sei qui? – chiese lui senza celare lo stupore.
- Perché mi hanno riferito che eri partito in missione ed ero in pensiero -  

La principessa si tirò indietro per guardarlo in viso, notando che il lato sinistro era stato incerottato alla belle e meglio. Una striscia di sangue scuro si delineava sul bianco della garza.

- Cosa ti è successo?! – esclamò, allungando una mano verso il suo volto che però venne intercettata e stretta nel pugno del giovane.
- Nulla di grave, uno screzio con un soldato di Nifelheim – replicò Gladio tranquillo.
- Fammi dare un’occhiata – disse Selenis con un tono che non ammetteva repliche.

Il ragazzo, ben consapevole che sarebbe stato del tutto inutile protestare, si sedette per terra esattamente dov’era. Selenis si inginocchiò davanti a lui e con delicatezza, cominciò a togliere il bendaggio improvvisato tra le smorfie di dolore di Gladio.

- Ehi amico! –

L’Amicitia salutò Ignis che li aveva appena raggiunti.

- Ti han conciato per le feste vedo – commentò con un sorriso l'amico.
- Che vuoi farci? Sono uno che piace.. ahi! – si lamentò Gladio – lo hai fatto apposta! – abbaiò contro Selenis.
- Stai fermo! – lo rimbeccò lei, ben consapevole di averlo fatto volutamente.

Con occhio clinico la principessa valutò la ferita. La pelle incisa partiva dalla fronte, sopra l’occhio sinistro, e terminava in prossimità del mento. Il sangue gli incrostava la palpebra impedendogli di aprirla.

- Ho bisogno di una cassetta del primo soccorso – disse Selenis.
- Te ne cerco una – si offrì Ignis, sparendo in un batter d'occhio tra la folla.
- Ehi tu, mi presteresti quella bottiglietta? – esclamò poi la ragazza ad un soldato di passaggio.
- Certo, sua Grazia! – rispose quello.
- Ti ringrazio –

Selenis verso l’acqua sul fazzoletto che aveva tirato fuori dalla tasca. Aveva bisogno di pulirgli l’occhio se voleva accertarsi che la lesione non fosse arrivata alla pupilla.

- Selis, sto bene, davvero – disse Gladio mentre lei lo tergeva del sangue.
- Questo lascia che sia io a valutarlo – replicò la giovane bruscamente.

Dentro di lei c’era ancora un caos di emozioni alle quali non riusciva a dare un nome preciso.

- Prova ad aprire l’occhio adesso – disse la ragazza quando ebbe finito, e Gladio obbedì.
- Ecco la cassetta – Ignis di ritorno, appoggiò la valigetta vicino alla ragazza.
- Grazie Iggy – rispose lei – la pupilla sembra a posto, ci vedi bene? – gli chiese facendogli seguire l'indice per valutarne la reattività.
- Sì, Selis – disse un po’ annoiato Gladio, cosa che fece irritare non poco la principessa.

Cercando di non badarci, la giovane afferrò un unguento cicatrizzante dalla cassetta e un set di micro fascette adesive, da applicare per tenere assieme i lembi di pelle della lacerazione. Dopo aver disinfettato la ferita, applicò la pomata e i cerotti.

- Per ora può andare, ma devi farti dare dei punti come si deve – sentenziò lei, passandosi il dorso della mano sulla fronte imperlata di sudore.
- Ti ringrazio – rispose Gladio, notando con una certa curiosità che Selenis parlava senza guardarlo in faccia.
- Adesso cosa fai? – intervenne Ignis osservando la ragazza rimboccarsi le maniche del camiciotto a righe che indossava.
- C’è ancora parecchio lavoro da fare – replicò lei legandosi i capelli in uno chignon.
- Allora ti do una mano – si offrì il giovane.
- Vi aiuto anche io – soggiunse Gladio alzandosi.
- No – lo bloccò la principessa facendolo restare di stucco – tu vai a casa, hai bisogno di riposare – disse caustica e senza aspettare la replica, si allontanò.

L’Amicitia guardò l’amico con le sopracciglia sollevate in una muta domanda, ma Ignis, che ne sapeva quanto lui, si limitò ad un’alzata di spalle.
 

Selenis non sapeva per quale ragione il sollievo di aver visto Gladio ferito ma vivo, si fosse trasformato in quella rabbia sorda che l’aveva invasa.
Era arrabbiata e non ne capiva il motivo... se lo era con lui o con sé stessa.

Ben presto però, il suo cervello dovette mettere da parte quei dilemmi per concentrarsi sul lavoro da fare. Ovunque c’erano persone che attendevano di essere portate negli ospedali della capitale, molte delle quali stese su barelle di fortuna. L’orrore e la disperazione erano ovunque, sui visi di chi si era visto portare via la propria casa. Selenis posò lo sguardo su di un bambino fermo accanto alla madre; era interamente ricoperto di polvere tranne due scie lucide di lacrime che gli solcavano il viso. Nifelheim aveva letteralmente raso al suolo Luka, di cui non rimanevano che macerie e desolazione.
Il fuoco dell’odio verso l’Impero crebbe ancora di più in Selenis man mano che si occupava di chi aveva maggiore necessità. Quella gente non aveva fatto niente di male per meritarselo, per essere coinvolta in quella insensata guerra; eppure all’Impero non interessava quanta morte e distruzione arrecava.
Gli attacchi, perpetrati ai danni di villaggi e città limitrofe ad Insomnia, erano un chiaro avviso della loro avanzata, un modo per dire: “vi porteremo via un pezzo per volta e non potrete impedircelo”.
Era nauseante, eppure ineluttabile.
Se lì nella capitale, la vita poteva continuare serena e tranquilla, lo si doveva solo all’impegno del Re che ne stava pagando il prezzo con la propria salute.


La situazione tornò pressoché alla normalità, solo a serata inoltrata, quando la luce del sole era già stata sostituita da quella dei lampioni.


- Tieni –

Selenis, seduta sul bordo del marciapiede, alzò la testa verso la bottiglietta d’acqua che Ignis le porgeva.

- Oh, grazie – disse riconoscente ingollando avida il liquido fresco.
- Ti sei data un gran da fare oggi – commentò il ragazzo sedendosi al suo fianco.
- Era il minimo che potessi fare – rispose la principessa, tenendo il collo della bottiglia tra due dita – Iggy, voglio entrare nei Kingsglave al più presto – asserì dopo un momento di silenzio.
- Ci riuscirai – replicò l’amico, guadagnandosi un’occhiata perplessa da parte di Selenis – Lo so che all’inizio non ero concorde alla tua scelta – continuò lui – ma ti ho osservata oggi, ed è quello il tuo posto – affermò.

La principessa tornò a guardare davanti a sé con un sorriso; avere l’appoggio di Ignis, per lei voleva dire molto.

- Ti devo ringraziare – riprese la ragazza.
- Mh? –
- Non hai dovuto badare solo a Noct in tutti questi anni – precisò.
- Per fortuna tu e lui siete molto diversi – rise il giovane, alzandosi e porgendole una mano per aiutarla a fare altrettanto.
- Sì è vero, io non mi addormento ovunque – rise Selenis, lasciandosi aiutare a mettersi in piedi e approfittandone per abbracciarlo.

- Non saremmo qui se non fosse stato per te che ti prendevi cura di  noi – disse la giovane.

Ignis ricambiò la stretta – Così mi metti in imbarazzo – rispose con un sorriso – Adesso vai a riposarti, ne hai bisogno – aggiunse quando si lasciarono.

- Agli ordini! – replicò la ragazza.

Una volta salutato l’amico, Selenis si diresse verso la propria moto, ma quando la raggiunse vide che non c’era solo quella ad aspettarla: appoggiato contro il tronco di un albero lì vicino, a braccia conserte, c’era Gladio.

- Cosa ci fai ancora qui? - esclamò la giovane.
- Ti aspettavo – replicò lui avvicinandosi.

Selenis notò che la ferita al viso era stata chiusa con diversi punti. Perlomeno l'aveva ascoltata.

- Questo lo avevo capito, ma perché? – ribattè piccata.
- Perché tu sei arrabbiata con me e voglio saperne il motivo
– rispose l'Amicitia, fermandosi davanti alla ragazza e frapponendosi tra lei e la moto.
- Non sono arrabbiata con te – borbottò Selenis distogliendo lo sguardo.
- Sì che lo sei! –
- Senti, non… -
- Non iniziare a dirmi che non è come credo! Perché penso di essere abbastanza sveglio – la bloccò il ragazzo – Ora fammi il piacere e dimmi… -
- Ho avuto paura, va bene?! – sbottò Selenis alzando la voce – Anzi, a dirla tutta ero terrorizzata! - proseguì sotto lo sguardo stupito di Gladio – Quando mi hanno detto che eri andato in missione, mi sono sentita gelare il sangue nelle vene e non sono più riuscita a concentrarmi su niente – spiegò con una punta di imbarazzo.
- Selis... non posso non combattere, devo farlo – disse Gladio con tono più calmo.
- Lo so! – esclamò la principessa frustrata – Ma l’ultima volta che qualcuno di importante per me, è partito lasciandomi qui, ha fatto ritorno in una bara. Io non posso impedirti di combattere, ma tu non puoi impedirmi di avere paura! – aggiunse leggermente trafelata.
- E allora cosa si fa? –

Selenis alzò lo sguardo sugli occhi ambrati dell'amico. Già.. cosa si poteva fare?

- Promettimi che tornerai! – disse la ragazza di slancio – Promettimi che..-

Il resto della frase le rimase intrappolato tra le labbra, premute su quelle di Gladio. Selenis ci impiegò un paio di secondi a realizzare che la stava baciando e che lei non aspettava altro da un bel pò di tempo.
La mano calda del ragazzo, appoggiata delicatamente sul suo collo, era come un balsamo mentre la invitava ad inclinare un po’ di più la testa per lasciargli approfondire il bacio. Dopo qualche istante, Gladio si staccò da lei, appoggiando la fronte su quella della principessa.

- Non posso prometterti qualcosa di cui non sono più che certo – le soffiò ad un centimetro dal viso – ma posso prometterti che quando tornerò, tornerò sempre da te – aggiunse sfiorandole le labbra.
- Perché diamine dovevo andare ad innamorarmi di un militare, eh? – replicò lei sbuffando – Non potevo innamorarmi di un giardiniere?! – aggiunse un secondo prima che Gladio la baciasse di nuovo con un gran sorriso.
- Mi aspettavo una confessione un pò più romantica a dirla tutta – rise lui qualche istante dopo intrappolandola in un abbraccio.
- Ma piantala... – borbottò lei sorridendo.



Campeggio dell'autrice:

Giorno ragazzi!

In questo capitolo si va di romanticismo! xD Qualcuno di voi se lo aspettava? O pensava ad una storia d'amore con Iggy o Prompto?
E envece il fortunato è stato Gladio =P
Per una volta ho voluto formare una coppia fin da subito, visto che solitamente aspetto quasi sempre la fine per far innamorare i miei personaggi ^^" Voglio provare a scrivere lo sviluppo della loro storia fin da subito (incrociamo le dita).
Giuro, non diventerò mai zuccherosa. Selis e Gladio saranno fidanzati a tutti gli effetti, ma non trasformerò la trama in una soap opera, tranquilli!
Ma partiamo dall'inizio:
La lettera di Luna è un modo per rendere presente anche la povera principessa di Tenebrae visto che non si vede mai :/ Io non ho mai capito come mai, visto che tutti possiedono un cellulare in questo gioco, non lo abbia anche lei... ma ho ipotizzato che Nifelheim glielo abbia proibito, altrimenti non so darmene una spiegazione.
Nel capitolo ci sono due riferimenti a vecchi capitoli di FF, il più lampante è dato dalla cittadina costiera di Luka presa ovviamente da FFX. L'altro è il nome del Chocobo di Selis, Boko, che è tratto dall'omonima cavalcatura di Bartz in FFV.
Chi si è mai domandato in che modo Gladio si fosse fatto la cicatrice che ha sul viso? Io di sicuro! E qui ho voluto darle un senso tutto mio xD Non ho idea se il corpo di guardia partecipasse alle missioni fuori da Insomnia, ma visto che non c'è prova del contrario ne ho approfittato!
Riprendendo ciò che ho detto all'inizio (ovvero niente cose troppo melense), non vedevo nè Gladio, nè tantomeno Selis a confessarsi il loro amore con lo sfondo del mare al tramonto, quindi ho dato un taglio alla vicenda più leggera che spero vi sia piaciuto ^^
Ormai mancano solo un paio di capitoli alla partenza dei nostri amici da Insomnia e già nel prossimo si inizierà a sentire un pò il cambiamento di clima...
Detto (tutto) questo spero di rivedervi il prossimo venerdì per il consueto aggiornamento!
Un grazie infinito a tutti i Lettori che continuano a seguirmi, grazie a AssassinLuinil per essersi aggiunta alle recensioni; me felice!

Un abbraccio a todos,
Marta

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Capitolo 12
*** 11. Compleanno ***


11
   

Insomnia, capitale regia del regno di Lucis. Un anno dopo.

Selenis imburrava svogliatamente una fetta di pane tostato, seduta con una gamba ripiegata sotto al sedere e l’altra a dondolare dallo sgabello accostato alla penisola della cucina. Era mattina presto; fuori il cielo era limpido e l’afa estiva non aveva ancora invaso le strade.
La televisione, accesa sul telegiornale mattutino, sciorinava informazioni sulla situazione al fronte e su altre notizie di minore importanza. La ragazza sapeva bene che venivano trasmesse solo la metà delle reali informazioni su ciò che stava accadendo fuori dalla barriera. Era stata una scelta necessaria, volta ad impedire il dilagare del panico. Le cose peggioravano ogni giorno un pò di più e il fatto che ormai la principessa non vedesse Nyx da due anni la diceva lunga...

Da quando era stato assegnato alla zona ovest del regno di Lucis, non era mai tornato a casa.
Mentre distrattamente osservava le immagini di uno spot commerciale in tv, il suono stridulo del citofono fece sobbalzare la giovane dallo sgabello.

-    Chi diavolo è a qvuestova? – borbottò, alzandosi con un triangolo di pane stretto tra i denti – Avvivo! – cercò di gridare quando il campanello suonò di nuovo.
-    Buon compleanno! –

Fuori dalla porta, Gladio riempiva tutto lo spazio dell’uscio con un gran sorriso stampato in faccia.

-    Grazie! – esclamò Selenis ingollando il boccone.
-    Te ne eri scordata vero? – replicò il ragazzo con disappunto.
-    Diciamo che non ho mai ritenuto fondamentale tenerlo a mente – rispose imbarazzata la principessa facendo entrare in casa il giovane.
-    Sei incredibile... – commentò Gladio dirigendosi in cucina e sedendosi al posto di Selenis.
-    Ehi! Quella è la mia colazione! – protestò la ragazza vedendolo spalmarsi una generosa quantità di confettura sulla fetta di pane.
-    Tieni –
-    Come sei umano.. – disse ironica afferrando il biscotto che le porgeva – Piuttosto, come mai sei qui a quest’ora? Non dovresti essere a palazzo? – domandò iniziando a riordinare la tavola.
-    Oggi ho preso un giorno libero – replicò il giovane versandosi un po’ di succo d’arancia.
-    Tu che ti prendi un giorno libero?! – esclamò Selenis fingendosi scioccata e portandogli via da sotto il naso il piatto sporco.
-    Ehi, ferma un attimo –

Gladio, ruotando sullo sgabello, afferrò la ragazza per i fianchi costringendola a fermarsi.

-    Allora? – inarcò un sopracciglio la principessa in attesa di spiegazioni.
-    Allora ho preso un giorno libero per farti una sorpresa – disse lui – Vai a vestirti che andiamo in gita – aggiunse sorridendole.
-    In gita? – chiese lei confusa – E dove? –
-    Sorpresa! – replicò Gladio mettendosi a ridere quando Selenis mise il broncio.
-    Uffa! – borbottò lei cercando di liberarsi dalla presa del giovane.
-    Niente bacio al tuo ragazzo stamattina? – domandò il militare.
-    Se non te lo meriti no! – replicò Selenis chinandosi però verso di lui.

Il loro status di “fidanzati” andava avanti dal giorno dell’attacco a Luka. In realtà non era cambiato quasi nulla: erano amici prima e lo erano rimasti dopo. Il fatto quindi di passare ancora più tempo assieme, era assolutamente normale.
Anche i loro amici avevano accolto la notizia tranquillamente, anzi, quasi con un implicito "finalmente!"; solo Prompto era letteralmente caduto dal pero quando avevano iniziato ad uscire come coppia, ma dopo tutto stiamo parlando di Prompto.

-    Sei illegale – mormorò dopo qualche minuto Selenis, abbandonando le labbra di Gladio e ritirando la mano che aveva lasciato correre lungo i suoi addominali.

Ultimamente pareva che l’abbigliamento preferito dal giovane consistesse in un paio di pantaloni di pelle, in una giacca del medesimo materiale e… basta.

-    Potremmo posticipare di un po’ l’uscita – propose con tono roco e carico di promesse Gladio.
-    Ah no! – esclamò Selenis tirandosi indietro – Voglio sapere dove vuoi portarmi! Anzi, vado a vestirmi mentre tu finisci di sistemare la cucina – aggiunse dirigendosi verso la sua camera.
-    Selenis, usciremo dalla barriera –

La ragazza si bloccò sulla porta, voltandosi verso l'Amicitia.

-    Ma…- esordì lei senza trovare le parole.
-    Il Re non ne sa nulla – spiegò il ragazzo facendo aumentare lo stupore di Selenis – Non è lontano in realtà.. ma se per te è un problema non esitare a dirmelo – aggiunse molto seriamente.

Inevitabilmente la memoria di Selenis tornò all’ultima volta che aveva lasciato Insomnia. Il sibilo della Lamia strisciò nei suoi pensieri e incredibilmente, scoprì che quella proposta non la spaventava quando credeva.
Non sapeva dire se fosse merito del ragazzo grande e grosso di cui era innamorata e del senso di sicurezza che le trasmetteva, o se fosse dipeso dal fatto che lei in tutti quegli anni era cambiata, che non era più la bambina indifesa di undici anni prima. Fatto stava che sorrise a Gladio.

-    Non è assolutamente un problema – asserì.

**

-    Sei certo che vuoi farmi una sorpresa e non uccidermi in qualche anfratto dimenticato dagli Dei? –  Selenis accarezzò le piume di Boko guardandosi intorno.

La prima sorpresa che Gladio le aveva fatto, era stato il loro mezzo di trasporto. Ad aspettarli alla frontiera non c’era un’auto come la ragazza si aspettava, bensì due splendidi esemplari di Chocobo. La giovane sapeva che Gladio aveva optato per quella scelta sia perchè sapeva che le avrebbe fatto piacere cavalcare, sia perchè con i Chocobo si poteva passare per strade più riparate rispetto a quelle normalmente usate.

Si erano quindi diretti verso le vicine montagne, seguendo il percorso che portava all'ormai ex villaggio di Midgar, ormai pressoché deserto dopo le incursioni da parte dell’Impero. Invece però di proseguire verso la cittadina, Gladio aveva preso un sentiero montuoso che si inerpicava su per la cresta.
Ben presto l’aria si era fatta più fresca e permeata dall’aroma intenso di pini e sottobosco.


-    Come sei tragica, forza! Siamo quasi arrivati! – rise lui spronando la sua cavalcatura – Guarda là – aggiunse dopo aver superato una stretta curva.

Davanti a loro si stagliò quella che aveva tutta l’aria di essere una chiesa diroccata, o un santuario di qualche genere. Il portone divelto giaceva sui cardini arrugginiti, mentre la parte frontale ormai crollata, si era fusa con la vegetazione circostante.
Selenis iniziava seriamente a valutare la prospettiva che Gladio volesse davvero ucciderla. Il ragazzo invece, senza mostrare alcuna esitazione, smontò dalla sua cavalcatura e con le redini in mano entrò nell’edificio.

La principessa lanciò prima uno sguardo dubbioso a Boko, che però pareva la tranquillità fatta a Chocobo, e poi si convinse a proseguire.
L’interno della chiesa non era messo meglio dell’esterno. L’alto soffitto aveva in parte ceduto, lasciando intravedere sprazzi di cielo azzurro. Il pavimento in liste di legno, era divelto in più punti e scavato in altri, finendo per formare qua e là basse pozze di acqua piovana. Le panche rimaste apparivano in buono stato, ma probabilmente dovevano essere marce fino al midollo. Selenis era talmente intenta a guardarsi attorno, che andò quasi a sbattere contro Gladio che si era fermato per porgerle una mano. La principessa lo guardò aggrottando le sopracciglia confusa.

-    Dammi le briglie di Boko – le disse – la tua sorpresa è oltre quella breccia – aggiunse indicandole con la testa la direzione.

La ragazza si sporse oltre la sua spalla, notando alla fine della navata una porzione di muro crollato che dava, a giudicare dalla luce, direttamente fuori.

-    Se muoio sappi che qualcuno verrà a cercarmi – replicò lei, lasciandogli il Chocobo e dirigendosi verso il passaggio.
-    Taci e cammina – rise Gladio guardandola proseguire con circospezione.

Selenis ancora non del tutto convinta, si accostò all’apertura schermandosi gli occhi con una mano per la troppa luce. Quando riuscì a rimettere a fuoco l’ambiente rimase paralizzata.
Davanti a lei si estendeva un’ampia prateria di un bel verde caldo, punteggiata da chiazze di fiori dai colori accesi. All’incirca a metà del pascolo, un laghetto faceva bella mostra di sé, mentre la brezza leggera ne increspava lievemente la superficie sulla quale si riflettevano i picchi innevati delle montagne che circondavano la vallata. Nel complesso, era semplicemente qualcosa da togliere il fiato.

-    Allora? –

Gladio, che nel frattempo l’aveva raggiunta, sostava in piedi dietro di lei. Quando Selenis si girò, il ragazzo vide con soddisfazione che aveva gli occhi lucidi e spalancati dalla meraviglia.

-    È… stupendo! – asserì la principessa trovando a fatica le parole – Sembra quasi di essere…-
-    In un altro mondo? – concluse per lei Gladio con un sorriso.
-    Sì, esatto, proprio come in un altro mo..-

Selenis si bloccò mentre le tornava alla mente una richiesta fatta di getto diverso tempo prima, durante la notte di una calda estate.

-    Te ne sei ricordato... – mormorò la giovane incredula.

-    Non l’ho mai dimenticato, c’è differenza – replicò Gladio.

Selenis a quel punto, separò lo spazio che c’era tra loro buttando le braccia al collo del ragazzo.

-    Grazie! – esclamò al colmo della felicità.
-    Prego – rise Gladio stringendola – abbiamo tutta la giornata per goderci questo posto – aggiunse.

Quando la principessa si staccò da lui, gli rivolse un gran sorriso e poi partì di gran carriera verso lo specchio d'acqua. Gladio la osservò correre fino al laghetto con le scarpe già in mano e sollevare una miriade di spruzzi una volta raggiunta l'acqua. La vide voltarsi verso di lui per salutarlo e fargli cenno di raggiungerla. 
Sembrava una bambina; forse quella bambina che non era mai riuscita ad essere fino in fondo.
Il ragazzo si avvicinò portando con sé i Chocobo, che liberò delle briglie in modo che potessero scorrazzare a loro piacimento nei dintorni.

-    Com’è l’acqua? – domandò il giovane all’indirizzo di Selenis che stava passeggiando con i piedi a mollo.
-    Gelata e bellissima – rise lei, calciando la superficie in direzione di Gladio che venne investito in pieno.
-    Ehi! – protestò il ragazzo dirigendosi con ampie falcate verso la principessa che ridendo corse via.

Una sera di quattro anni prima aveva scongiurato quello che allora era il suo insegnante di scherma, di portarla in un posto dove potesse dimenticarsi chi fosse e dove la minaccia di Nifelheim non esistesse... ed era esattamente quello che lui aveva fatto.
In quel preciso momento non era più Selenis Lucis Caelum, orfana di entrambi i genitori, ma una qualsiasi ragazza che si godeva una gita con il suo fidanzato.
Poteva sembrare una cosa smielata, ma non c’era momento in cui non si stupisse della fortuna di avere al suo fianco sia Gladio che i suoi amici.
Erano la sua famiglia, niente di più, niente di meno. Erano coloro che l’avevano sottratta agli orrori che le erano capitati.


-    Questo è il miglior regalo di compleanno che potevi farmi –

Selenis rotolò a pancia in sotto sull’erba morbida. Aveva ancora i capelli umidi per il mezzo bagno che si erano fatti a forza di schizzarsi, ma i caldi raggi estivi stavano facendo il loro dovere. Gladio, sdraiato di schiena con le mani dietro alla testa, si godeva il venticello sul viso.

-    Sono contento di sentirtelo dire – rispose – anche se per la prossima gita farò meglio ad avvisarti almeno un giorno prima; il nostro pranzo era un po’ scarsino – commentò.
-    Infatti non ero preparata per una scampagnata! – replicò Selenis.

Gladio non aveva tutti i torti; erano riusciti a mettere insieme giusto un paio di tramezzini a testa con quello che la principessa aveva in casa, e se avvertiva ancora un certo languorino lei, figurarsi quell’ammasso di muscoli che le stava a fianco!

-    Come hai trovato questo posto? – gli chiese Selenis strappando a pezzettini un filo d’erba mentre guardava i due Chocobo vagare per la prateria.
-    Durante una missione di ricognizione ci sono capitato per caso – rispose il ragazzo tornando indietro con la memoria – Ho subito pensato che ti sarebbe potuto piacere, ma ho impiegato un pò di tempo per organizzare tutto – aggiunse osservando le nuvole che correvano sopra di loro.
-    Aspettare ne è valsa la pena – commentò la principessa – Chi si immaginava che saremmo stati qui oggi, assieme… - aggiunse poi, appoggiando il mento sul palmo della mano – Ti ricordi quando ci siamo visti per la prima volta? – domandò voltandosi verso il ragazzo disteso.
-    Certo – asserì Gladio - Ero assieme a mio padre quando sei sbucata dal corridoio – ricordò lui – I segni di quello che ti era successo erano ancora ben visibili – aggiunse adombrandosi.
-    Dovevo sembrare patetica e debole – sospirò Selenis.
-    Il contrario semmai – ribattè il giovane puntando gli occhi ambrati sul viso della ragazza – La prima impressione che ho avuto quel giorno si è confermata esatta con il passare del tempo – proseguì mentre Selenis lo ascoltava attenta – Ho visto una ragazzina forte e determinata ad andare avanti, questo ho visto – concluse.

Selenis sentì le lacrime pungerle gli angoli degli occhi e affondò il viso contro l’erba soffice.

-    Dai, vieni qui – disse Gladio dolcemente.

La ragazza accettò di buon grado il suo invito, rannicchiandosi contro il fianco del giovane che la strinse a sé.

Il resto del pomeriggio passò in tutta tranquillità. Parlarono del più e del meno e dormicchiarono, e quando il sole iniziò a declinare verso ovest, fu tempo di tornare.

-   Boko, qui! – Selenis emise un lungo fischio modulato e immediatamente il Chocobo si avvicinò, lasciandosi imbrigliare docilmente.
-    Ci torneremo – Gladio si rivolse alla ragazza che, ferma immobile in sella, guardava con espressione assorta il paesaggio.
-    Eh? – domandò lei voltandosi verso di lui.
-    Ti stavi chiedendo se avresti mai rivisto questo posto, no? – disse, e Selenis abbassò lo sguardo: ci aveva preso in pieno – Ci torneremo e verranno anche quegli altri tre – aggiunse l'Amicitia con un ghigno.
-    Prompto impazzirebbe per fotografarlo! – rise la giovane – Gladio, grazie per oggi – disse un attimo dopo commossa.
-    Prego, ma la giornata non è ancora finita – replicò il ragazzo enigmatico.

La principessa lo guardò, piegando appena la testa di lato in una muta domanda.

**

-    Sorpresaaaaa!!! –
-    Ma cos...? –

Selenis rimase sulla soglia a guardare stupita il terzetto che l'aspettava nel suo salotto. Prompto l’aveva colta di sorpresa scattandole una foto a tradimento nell’esatto momento in cui faceva il suo ingresso.

-    Auguri Selis! –

Noctis si avvicinò stringendola in un breve abbraccio, imitato da Ignis e infine da Prompto, che invece la stritolò letteralmente con tutto il suo entusiasmo.

-    Che bella sorpresa! - esclamò lei felice di vederli – Ma perché siete vestiti così? – domandò osservandoli.

Tutti e tre i ragazzi indossavano degli yukata* in stoffa leggera, ognuno di un colore diverso e con un differente motivo.

-    Sono vestiti così perché andiamo a divertirci al festival estivo – rispose Gladio, sopraggiungendo in quel momento e mettendo in mano alla ragazza un kimono.
-    Mi ero scordata che fosse stasera! – esclamò Selenis – Per Ramuh, non sto più nella pelle! Datemi un attimo per sistemarmi! – aggiunse in tono concitato, sparendo in camera sua seguita dalle risate dei quattro ragazzi.

Ne emerse mezz'ora dopo, con un bel kimono estivo color verde petrolio e ricamato a motivi floreali.

-    Woah! Selis ma sei una meraviglia! – esclamò Prompto allargando le braccia.
-    Non esagerare – replicò la ragazza leggermente imbarazzata sotto tutti quegli sguardi.
-    Ti manca ancora una cosa – soggiunse Noctis affiancandola – questo è da parte di tutti noi – disse porgendo alla giovane una scatolina di legno opaco.
-    State esagerando anche con i regali – li rimproverò bonariamente Selenis aprendo il pacchetto.

Al suo interno c’era un ornamento per i capelli. Era impreziosito da una serie di lunghe piume bianche e da tra cristalli azzurri lavorati a goccia.
Selenis lo sollevò dalla sua custodia, mentre le pietre cozzando tra loro producevano un leggero tintinnio.

-    È stupendo – mormorò incantata – grazie! – aggiunse raggiante, alzando lo sguardo verso i suoi amici.
-    Le pietre non sono solo belle – spiegò Noctis – ma anche utili –
-    Possono immagazzinare un certo quantitativo di energia magica - raccontò Ignis sistemandosi gli occhiali sul naso – Non molta, ma potrebbe tornare utile in caso di necessità –
-    Siamo i re dei regali! – affermò Prompto orgoglioso.
-    Ma se tu non sapevi che pesci pigliare! – lo rimbeccò Gladio mettendosi a ridere.
-    Direi che adesso ci vuole una foto! – lo interruppe il ragazzo biondo per chiudere la questione.
-    Ottima idea! – esclamò Selenis.

Prompto tirò fuori la sua onnipresente macchina fotografica, la impostò e la posizionò sul mobiletto del salotto. I cinque ragazzi si misero in posa davanti all’obbiettivo, stringendosi per entrarci tutti.
Selenis in mezzo a Gladio e Noctis, Ignis di fianco a quest’ultimo e Prompto accovacciato davanti a loro. Mentre la luce rossa della macchina lampeggiava in attesa del flash, la principessa ripensò a tutto quello che i suoi amici avevano fatto per lei e il viso le si aprì in un sorriso spontaneo, che la fotografia impresse per sempre.

**

Le strade di Insomnia, già normalmente ricche di vita a qualsiasi ora del giorno, brulicavano di persone schiamazzanti. C’erano famiglie con bambini al seguito, coppie fresche, coppie un po’ più datate e gruppi di amici che si erano ritrovati per passare la serata assieme. In sostanza sembrava che l’intera città si fosse riversata per le strade.
Il vero fulcro della festa era nel cuore della metropoli, dove venivano allestiti gli spettacoli e le bancarelle che vendevano ogni cosa possibile, dal cibo, all’artigianato. Alcune di esse venivano addirittura da fuori città apposta per il festival, anche se negli ultimi anni si erano ridotte drasticamente a causa delle incursioni Imperiali. Il culmine della serata poi, era lo spettacolo di fuochi d’artificio, che venivano sparati lungo il fiume che attraversava la città.
Mentre passeggiava assieme ai suoi amici, Selenis alzò lo sguardo verso il cielo notturno. Là, visibile solo per un leggero sfarfallio, c’era la barriera. L’unica cosa che permetteva loro, quella sera, di potersi godere la festa senza il terrore di venire invasi. Se non fosse stato per gli sforzi di Re Regis, nulla di tutto ciò sarebbe stato possibile..
Aveva ancora gli occhi puntati sulla barriera, quando all’improvviso la scena davanti ai suoi occhi mutò. Il cielo si coprì di nubi temporalesche, rosse di fuoco, e all’orizzonte, in mezzo al fumo nero degli incendi, si delineò un’enorme flotta da battaglia di Nifelheim.
Quella spaventosa visione durò un battito di ciglia, e un secondo dopo il cielo tornò tranquillo e trapunto di stelle.

-    Ohi Selis! –

La ragazza si riscosse, voltandosi a guardare Noctis che l’aveva affiancata mentre camminavano.

-    Tutto bene? Sei pallida – disse corrugando la fronte.
-    Certo, certo sto bene – replicò lei – pensavo a tuo padre – mentì.
-    Credo sia impegnato in qualche riunione di guerra anche questa sera – replicò il ragazzo guardando involontariamente verso il palazzo reale.
-    Sei andato a trovarlo ultimamente? – s’informò la giovane.
-    Sì – rispose Noctis – ma è stato un incontro breve – aggiunse.
-    Non sta bene, vero? –

L’espressione che assunse il principe fu abbastanza chiara da rispondere per lui.

-    Noct, lo zio è una persona forte, è un tratto di famiglia – disse la ragazza prendendolo sotto braccio – andrà tutto bene – affermò.
-    Lo spero – replicò il giovane mesto – Com’è andato il pomeriggio? – domandò dopo un attimo.
-    È stato bellissimo! – esclamò Selenis sentendosi scaldare dal ricordo della giornata.
-    Immagino che lo sia stato – sogghignò il principe.
-    Noct! – disse scandalizzata la principessa – Da quando sei così malizioso? –

Il ragazzo proruppe in una sonora risata che disturbò Prompto intento come al solito a fotografare praticamente qualsiasi cosa gli piacesse. La cugina sorrise, facendo spallucce in direzione di Ignis e Gladio che li guardavano con espressione interrogativa.

-    Wow! Mi dimentico sempre quanta roba ci sia! –

Prompto si fermò all’inizio della fila di bancarelle che si snodavano in diversi percorsi.
La prima parte era dedicata al cibo, e l’odorino di pietanze che si propagava nell’aria fece brontolare più di uno stomaco.

-    Io voglio le frittelle! – esclamò il ragazzo biondo.
-    Takoyaki** – disse Noctis adocchiando il banchetto.
-   Pizza! – asserì Selenis alzando la mano.
-    Hamburger – concluse Gladio.

Tutti e quattro guardarono Ignis come se fosse l’adulto di turno che aveva portato in giro i propri figli.

-    Da quando devo farvi da papà? – replicò quello scuotendo la testa.
-   Iggy ho fameeee – mugugnò Prompto.
-    Sarà una lunga serata temo – sospirò Ignis che però non vedeva l’ora di passare alla bancarella delle spezie.

Mangiarono fino a scoppiare, passando di bancarella in bancarella e assaggiando tutto quello che gli veniva offerto. Prompto e Noctis si sfidarono al classico Kingyosukui***, senza che però nessuno dei due riuscisse a tirare su nemmeno un pesce. Gladio e Ignis intrapresero una lunga discussione sul modo migliore di grigliare i gamberi di fiume, e Selenis li trascinò in giro per i banchetti che vendevano gioielli e profumi artigianali.
Videro uno spettacolo di maschere danzanti nella piazza principale e uno di acqua e musica alla fontana magna.

In ogni angolo c’era gente che rideva e che si divertiva come loro, contribuendo a creare un’atmosfera da fiaba quasi surreale. La principessa si dimenticò per la seconda volta di tutte le preoccupazioni che la affliggevano e del futuro incerto che si prospettava loro. Si godette la compagnia dei suoi più cari amici e del ragazzo che amava, scordandosi perfino della visione avuta qualche ora prima... finchè essa non si ripresentò.
Stavano dirigendosi tutti assieme verso uno dei tanti ponti che solcavano il fiume che attraversava la città, in modo da poter godere meglio dei fuochi artificiali che ci sarebbero stati di lì a poco. Selenis camminava per ultima, guardando le schiene dei quattro ragazzi e pensando che quel compleanno era il più bello di sempre, finchè il mondo non ondeggiò davanti a lei.
La luce delle lanterne sparse per le vie venne sostituita da quella degli incendi velata dal fumo. Le risate si mutarono in grida. L’asfalto della strada si frantumò, riempiendosi di crateri e di persone sanguinanti stese a terra. Davanti a lei, una ragazza dai capelli chiari, barcollava con indosso un vestito da sera a brandelli. Aveva lo sguardo perso, come se non capisse cosa fosse successo. Ad un certo punto, Selenis la vide alzare gli occhi al cielo e ne seguì la traiettoria. Sopra di loro, miriadi di aereonavi di Nifelheim solcavano il cielo, vomitando soldati meccanici e illuminando il paesaggio distrutto.

-    Attenta! –
    
Selenis venne strattonata con forza, la visione venne interrotta bruscamente mentre le risate tornarono a riempire l'aria.
La ragazza battè un paio di volte le palpebre, mettendo a fuoco il motivo ad onde di uno Yukata paglierino. Quando alzò gli occhi, incrociò lo sguardo preoccupato di Ignis.

-    Cos’è successo? – mormorò lei.
-    Non lo so, dimmelo tu – replicò il ragazzo – Eri ferma in mezzo alla strada e a momenti un motorino non ti investiva – aggiunse.

Selenis si scostò quel tanto che le permettesse di guardarsi intorno. Il passeggio proseguiva normalmente e in lontananza si vedeva ancora il fanalino di coda del ciclomotore.

-    Hai avuto una visione? –

La principessa tornò a concentrarsi sul viso dell’amico che la sosteneva ancora per gli avambracci.

-    Sì.. era tutto distrutto – balbettò Selenis mentre le immagini cominciavano a sbiadire nella sua mente.
-    Da quanto non ti capitava? – le chiese il giovane.
-    Da almeno undici anni... – rispose la principessa scossa.
-    Ehi! Ma vi muovete o no? – Prompto sbucò dalla folla.
-    Arriviamo! – disse Selenis sorridendogli – Non parlarne con gli altri, ti prego – aggiunse rivolta a Ignis prima di seguire il ragazzo biondo.

Raggiunsero il ponte dove Noctis e Gladio li aspettavano, giusto un secondo prima che le luci si spegnessero e che il primo fuoco d’artificio venisse sparato nel cielo.
Selenis si affiancò a Gladio, appoggiandosi contro la ringhiera di ferro con gli occhi rivolti verso l’alto.
Non sapeva cosa volesse dire ciò che aveva visto, ma l’angoscia che provava era di certo un campanello di allarme. Per cosa esattamente però, non lo sapeva…

* Lo Yukata è il tipico Kimono estivo giapponese.
** I Takoyaki sono delle polpettine solitamente di polipo, con una salsina aromatizzata di accompagnamento.
*** Il
Kingyosukui è un tipico gioco che si può trovare durante i festival giapponesi. Consiste nello riuscire a pescare più pesci possibili da una bassa vasca con l'utilizzo di un retino di carta. L'abilità sta nel non rompere il sottile strato di carta di riso.

 

Campeggio dell'autrice:

Ciao Ragazzi!

Ancora per questo capitolo ho voluto mantenere dei toni romantici, salvo poi cambiarli alla fine xD
Eh sì... la partenza dei nostri amici è ormai dietro l'angolo e la tranquillità svanirà ben presto.. ma per ora non ce ne dobbiamo curare!
La descrizione del santuario diroccato è deliberatamente ispirata dalla famosa chiesa di Aerith di FFVII che si poteva vedere bene nell'omonimo film AC ^^
Come dicevo la situazione è ancora tranquilla, Selenis si è goduta il regalo fattole da Gladio e per un pò è riuscita a smettere i panni della principessa per essere solo Selis. Poi, io da buona autrice quale sono, ho voluto però romperle un pò le uova nel paniere xD
Le misteriose visioni sono tornate a farle visita... ma chissà da cosa sono portate?
Per ora Ignis è l'unico ad esserne informato. So che qualcuno shippava la SelisxIgnis, però può stare tranquillo che avrà un ruolo di tutto rispetto al fianco della ragazza!
Non so se qualcuno di voi l'ha riconosciuta, ma l'immagine della ragazza con il vestito da sera che ha visto Selenis, è tratta dall'artwork del finale di Episode Duscae, dove, appunto, si vedeva questa giovane camminare per le strade distrutte di Insomnia.
Inutile dirvi che amo letteralmente il giappone, forse si vede dai termini che ho inserito qua e là xD
Ora ho un annuncio che temo non vi piacerà granchè... Something Wild andrà in pausa per un paio di settimane a causa... delle mie ferie!!
Venerdì prossimo parto e torno il weekend del primo di luglio, per questo motivo non sarò in grado di pubblicare =/ Se riesco anticipo il capitolo 12 a giovedì.. ma devo vedere come sono messa con il lavoro e il resto della mia vita ^^"  Altrimenti ci risentiamo per venerdì 7 luglio!
Fatte le dovute notifiche, ringrazio di cuore tutti i miei fantastici Lettori, chi mi continua a recensire e chi mi ha inserita tra le storie seguite e preferite.

A presto!!
Marta

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Capitolo 13
*** E' quasi il momento ***


12


Insomnia. Capitale regia del regno di Lucis, un anno dopo.

Selenis aprì piano le palpebre. La sua mente si riconnettè al mondo e il sogno che stava facendo si ritirò al pari di una marea, lasciandole solo una vaga impronta di paura. Negli ultimi mesi aveva imparato a convivere con quella, ben poco piacevole, sensazione che dovesse capitare qualcosa di brutto da un momento all'altro. Quella mattina però, il pensiero fu presto ricacciato indietro dalla sensazione di un dolce peso sulla schiena e la ragazza si voltò dall’altra parte.
Il viso placido di Gladio era a qualche centimetro dal suo e il braccio del giovane la circondava protettivo.

Selenis rimase con la testa affondata nel cuscino ad osservarlo per qualche minuto. L'ormai vecchia cicatrice, spiccava nitida sulla pelle ambrata dell'Amicitia, mentre una leggera barba gli coronava la mascella volitiva. Era bello da togliere il fiato, per usare una di quelle frasi fatte che tanto piacevano alle scrittrici di romanzi rosa; però in quel momento le venne spontaneo pensarlo.
Con delicatezza si sottrasse dal suo abbraccio e poi si chinò a lasciargli, da una spalla all'altra, una scia di baci sopra le righe scure del tatuaggio. Quando si tirò sù, Gladio la guardava con la coda dell’occhio e un sorriso sonnolento.

-    Buongiorno – lo salutò lei.
-    Lo è davvero! – replicò il ragazzo con voce roca – Che ore sono? – chiese subito dopo.
-    Non sei ancora in ritardo se è questo che vuoi sapere – rispose Selenis.
-    Bene – disse Gladio sbadigliando e alzandosi sui gomiti.
-    Però non devi poltrire più di tanto o finirai per esserlo – lo ammonì la ragazza.

L’Amicitia, per tutta risposta, ruotò appena la testa per guardarla e con una mossa fulminea l'afferrò per un braccio tirandola sotto di sé.

-    Cosa ti ho appena detto Gladio? – borbottò Selenis senza riuscire però a nascondere un sorriso.
-    Io non ho nessuna intenzione di poltrire, infatti  - replicò il ragazzo chinandosi ad un soffio dalla sua bocca.
-    È escluso – ribattè categorica la principessa un secondo prima di finire coinvolta in un bacio molto poco casto.

Per qualche istante fu in completa balia del ragazzo, finchè durante un secondo di pausa, riuscì a mettere una mano a coppa sopra la sua bocca.

-    Ero seria, alzati! – comandò prima di sgusciare via.

-    Quindi nemmeno una doccia assieme? – ci provò l'Amicitia.

Gladio si fermò a guardare la figura nuda di Selenis alla luce del mattino, e per l’ennesima volta rimase incantato.

-    No! – rise lei mentre si ri-infilava gli slip e la felpa del ragazzo – Sbrigati, io preparo la colazione – aggiunse dirigendosi fuori dalla camera.

L’Amicitia sospirò per l’occasione mancata e finalmente si decise ad alzarsi e ad andare in bagno. Ne uscì dieci minuti dopo indossando la divisa delle guardie di palazzo e si diresse in cucina, dove Selenis aveva già apparecchiato due posti sulla penisola e stava riempiendo i piatti con uova e pancetta.

-    Siano lodati i Sei per averti creata capace di cucinare! – esclamò il ragazzo sedendosi al suo posto.
-    Peccato che mi abbiano dato giusto quel tanto che mi permette di non morire di fame – replicò Selenis prendendo posto davanti a lui.
-    Di Ignis ce n’è uno solo dopotutto – sentenziò Gladio spezzando del pane caldo.
-    Credo che se fosse nato donna, avrei avuto un'acerrima nemica – sghignazzò la principessa afferrando la tazza di caffè.
-    Potresti non farmi pensare ad Ignis in versione gonnella? Mette i brividi – replicò il ragazzo con una smorfia – E comunque non ci sarebbe stata storia in tutti i casi – aggiunse mettendosi in bocca una forchettata di uova e beacon.
-    Ma che tenero! – rispose Selenis sorridendogli.
-    Parlavo di lui, avrei scelto lui... o in quel caso lei – ribattè Gladio, ritraendo di scatto la mano prima che questa venisse infilzata dalla forchetta che la principessa brandiva.
-    Ti voglio fuori da casa mia Amicitia!! – intimò lei guardandolo truce.
-    Eddai scherzavo! – corse ai ripari Gladio mettendosi a ridere – Cavolo! Sono in ritardo! – esclamò subito dopo quando l’occhio gli cadde sull’orologio.
-    Chiamami pure profeta – replicò tranquilla Selenis proseguendo la sua colazione.
-    Devo scappare! – disse il ragazzo alzandosi e dirigendosi verso l'ingresso.
-    Vorrei che venissi ad abitare qui –

Gladio si fermò, voltandosi verso la ragazza che, rossa in viso, cercava di nascondersi dietro la mug fumante.

-    Qui? – ripetè il ragazzo interdetto.
-    O in un appartamento più grande, possiamo cam..-
-    Qui va benissimo! – la interruppe il giovane con gli occhi che brillavano – Anche se avrei dovuto chiedertelo io.. questo mi fa molto poco uomo – aggiunse aggrottando le sopracciglia.
-    Giuro di non dirlo a nessuno – sogghignò Selenis - e poi sono io quella che ha una casa sua al momento -
-    Perché questa proposta tutto d’un tratto? – chiese Gladio.
-    Se te lo stai chiedendo non era premeditata... – rispose la principessa – Ho solo pensato che sarebbe bello che le nostre mattine fossero sempre così – aggiunse con una punta di imbarazzo.

L’Amicitia sorrise, si avvicinò a Selenis e dopo averle fatto appoggiare la tazza sul tavolo, la baciò.

-    Sarebbe meraviglioso, non solo bello – asserì quando la lasciò andare.
-    Sei in ritardo – gli ricordò la ragazza con un sorriso a trentadue denti.
-    Merda! – imprecò il giovane dirigendosi di gran carriera verso l’ingresso – Più tardi ne riparliamo! Non vedo l'ora! – giubilò, facendo scoppiare a ridere Selenis prima che la porta si chiudesse.

Dei se lo amava! Era contenta di non aver tenuto a freno la lingua come suo solito; questa volta il risultato era stato stupefacente e non riusciva a smettere di sorridere come una scema. La prospettiva di vivere con Gladio la riempiva di eccitazione e timore messi assieme.
Come coppia erano più che collaudati ormai, e di sicuro non rischiava di avere brutte sorprese, ma la sua vita sarebbe cambiata e questo la spaventava un pochino.

Improvvisamente il campanello suonò, strappandola dai suoi pensieri.


-    Che si sarà dimenticato? – sospirò la ragazza avviandosi verso la porta – Scommetto che sono le chiavi vero? – disse aprendola.
-    Ehilà Chocobo girl!! –

Selenis sgranò gli occhi quando vide che fuori dall’uscio non c’era Gladio, bensì Nyx.

-    Per tutti i Siderei! Nyx! – esclamò lei abbracciandolo di slancio.

Non lo vedeva da più di due anni, e solo in quel momento capì quanto gli era mancato nonostante le frequenti chiamate.

-    Emh… Selis... Non indossi niente sotto, vero? –

La frase del militare congelò all'istante la principessa, che si ricordò del suo abbigliamento.

-    Maledizione! – esclamò, lasciandolo andare e correndo verso camera sua – Mettiti comodo! - gli gridò facendolo scoppiare a ridere.

Il militare non se lo fece ripetere due volte, e una volta varcata la soglia della sala da pranzo, approfittò del resto della colazione lasciata sul bancone.
Aveva appena finito l’ultimo sorso di aranciata, quando la ragazza si ripresentò vestita di tutto punto.

-    Il tuo nuovo taglio di capelli è un omaggio al sottoscritto per caso? – sorrise divertito Nyx osservando la capigliatura della ragazza.

Selenis aveva un lato della testa rasato, mentre i capelli restanti erano acconciati in una corposa e morbida treccia che le ricadeva sulla spalla opposta, chiusa dal fermaglio che i suoi amici le avevano regalato per il compleanno l’anno precedente.

-    Per niente caro il mio egocentrico! – rispose lei facendogli la linguaccia – Quando sono entrata nei Kingsglave ho capito di sembrare troppo una principessa e ho dovuto fare qualcosa – spiegò.
-    Anche l’anellino al sopracciglio fa parte di questa tua illuminazione? – domandò sarcastico il ragazzo.
-    No, mi piaceva – replicò Selenis con un ghigno toccando il piercing con l'indice – Tu piuttosto, cosa ci fai qui? –
-    Sono stato riassegnato – disse il miliare con un’alzatina di spalle.
-    Cosa, cosa, cosa? – esclamò la ragazza – E quando? –
-    L’altro ieri – rispose Nyx – Ho contravvenuto agli ordini mentre ero in missione e per punizione sono stato trasferito – raccontò.
-    Non ci posso credere! – commentò Selenis ridendo e sedendosi al bancone davanti l’amico – Sputa il rospo – lo incalzò.
-   Stavamo combattendo vicino a Rydielle ley e pensavamo di essere in vantaggio, ma l’Impero ha sfoderato un’arma che nessuno si aspettava di veder scendere in campo... – spiegò facendosi serio.
-    Che tipo di arma? –
-    Un deamon –
-    Che?! – Selenis era troppo stupefatta anche solo per articolare una frase.
-    Di quelli titanici per intenderci – annuì Nyx – ti giuro Selis di non aver mai visto una cosa simile – asserì – Fatto sta che il capitano ha ordinato la ritirata, ma Libertus è rimasto coinvolto in un crollo restando bloccato con una gamba sotto un masso – spiegò.
-    E tu sei andato in suo soccorso – proseguì per lui la principessa.
-    Esatto... – asserì Nyx puntandole l’indice contro.
-    Avrei fatto lo stesso al tuo posto – commentò Selenis.
-    Sì, beh, Drautos la pensa diversamente – replicò il militare con un sospiro.
-    E dove ti avrebbero riassegnato? – domandò la ragazza.
-    Qui –
-    Qui? –
-    Sì, qui alla capitale, a fare la guardia alla cittadella – disse Nyx con una smorfia.
-    Ma è magnifico! – esclamò Selenis – Cioè no, ma un po’ sì! – aggiunse facendo scoppiare a ridere il ragazzo – Quest’evento merita una celebrazione! – 
-    Del tipo? – Nyx corrugò la fronte, non era mai stato tipo da feste.
-    Una bella sfida! – rispose Selenis guardando il ragazzo negli occhi.
-    Pensi di potermi tenere testa solo perché adesso sei nei Kingsglave? – ribattè divertito il militare – Sei solo una cadetta, ricordatelo –
-    Mettimi alla prova, eroe – replicò lei con un sorriso feroce.
-    Bene, accetto! – assentì Nyx – Ma come in ogni sfida ci vuole un premio – aggiunse mentre si alzava.
-    Giusto! – concordò Selenis – Se vinco io mi regali uno dei tuoi Kukri –
-    Ancora con questa storia? Sono dodici anni che li vuoi! – ghignò il militare – E se vinco io? –
-    Puoi chiedermi qualsiasi cosa – replicò la ragazza chiudendo la porta dell’appartamento – basta che non siano favori sessuali – aggiunse.
-    Non ho proprio voglia di mettermi contro il tuo ragazzo, stanne certa – rise Nyx ricordando la figura massiccia che gli era passata accanto quella mattina mentre arrivava al portone del condominio.
-    Dovresti avere più paura di me – commentò la ragazza con un sorriso enigmatico.

L’arena per gli allenamenti dei Kingsglave era stranamente deserta quella mattina. L'edificio sorgeva un po’ scostato rispetto al resto del palazzo e quindi era raro che qualcuno ci capitasse per caso. Le grande arcate di pietra della struttura, si affacciavano su di uno spiazzo circolare ricoperto di sabbia e ghiaia; al centro di esso, sorgevano diverse torrette di altezze differenti usate per l'allenamento della proiezione. Quella pratica non era nuova a Selenis che, quando aveva iniziato il suo apprendistato, era stata una delle prime a padroneggiarla. Questo non tanto perché fosse più brava degli altri, ma semplicemente perché la magia risiedeva in lei come in qualsiasi altro membro della famiglia reale. Non aveva quindi alcuna necessità di attingere dalla forza del Re.

-    Non ti trattenere – disse la ragazza rivolta a Nyx.
-    Non mi era nemmeno venuto in mente di farlo – replicò lui, controllando che i suoi pugnali non incontrassero resistenza dentro le loro fodere.
-    Sì invece – ribattè Selenis, piegando appena la testa di lato e facendo schioccare il collo – Sono parecchio cambiata in questi anni – aggiunse.
-    Ah davvero, Chocobo girl? – sorrise Nyx.
-    Puoi giurarci – disse lei con un sorriso ferino facendo apparire una spada dal nulla e lanciandosi verso il militare.

Nyx attese fino all’ultimo; la mano dietro la schiena stretta attorno al manico del pugnale, per poi estrarlo e deviare il colpo della giovane.
Selenis si adattò al movimento, ruotando subito l’arma verso il fianco dell'avversario, ma di nuovo la lama venne intercettata. Nyx sfoderò anche l’altro coltello, avventandosi di punta alla spalla della principessa.
La ragazza, con uno sfarfallio blu, scomparve per un istante per riapparire qualche centimetro più a destra, fuori dalla portata del colpo. Nyx scattò allora all’indietro, distanziandosi dalla giovane e valutandone le mosse.
Selenis non aveva mentito quando gli aveva detto di essere cambiata, sicuramente lo era dal lato fisico. I suoi colpi si erano fatti precisi e decisamente potenti, aveva imparato ad usare la sua rapidità per incrementare la forza e il militare dovette complimentarsi mentalmente con il suo ragazzo per gli insegnamenti che le aveva impartito.
Selenis, nel frattempo, si era nuovamente lanciata verso Nyx, ma fu il turno del ragazzo di scomparire. La principessa fece giusto in tempo a frenare con un piede, facendo al contempo ruotare la lancia per fermare il pugnale che le era stato lanciato dall’alto.

-    Merda... – mormorò tra i denti quando il secondo Kukri la colse di sorpresa arrivando da sinistra.

Impegnata a concentrarsi sul primo, non aveva fatto caso agli spostamenti di Nyx, ma l’invocazione di uno scudo di cristallo impedì all’arma di colpirla.

-    La magia non vale! – esclamò Nyx, riapparendo a qualche metro di distanza e recuperando entrambi i pugnali.
-    Nemmeno usare i Deamon in battaglia, ma non credo che quelli di Nifelheim usino questi riguardi nei tuoi confronti – replicò Selenis cambiando di nuovo arma e afferrando uno spadone a due mani.
-    Avanti allora, saputella, fammi un po’ vedere! – la provocò Nyx, piegando appena le ginocchia e tenendo saldamente entrambi i pugnali davanti a sé.
-    Preparati a confezionarmeli in un bel pacco regalo! – riabattè lei con un cenno del capo verso le armi.

Nyx sorrise divertito al suo indirizzo e nello stesso istante entrambi scattarono in avanti.
Selenis passò rapidamente in rassegna le possibili mosse che il ragazzo avrebbe compiuto, preparando una contromisura per ciascuna di esse.
Questa volta era certa di batterlo... se nonchè, proprio in quel momento, il mondo oscillò e scomparve.

Fu, come al solito, la questione di un battito di ciglia. Una visione sbiadita e fugace, di una figura inginocchiata in mezzo alle macerie che pian piano scompariva in flutti di cenere sospinta dal vento mentre il sole le sorgeva alle spalle. L’istante successivo, Selenis si ritrovò con la punta del Kukri di Nyx a solleticarle la gola. Il ragazzo sorrideva, seppur incerto.

-    Temo che dovrai aspettare di avere qualche anno in più per avere questi pugnali – la canzonò, facendo un passo indietro e abbassando l’arma.
-    Non ti batterò mai! – sbuffò Selenis, cercando di dissimulare il suo stato d’animo e il tremore alle mani.
-    Se ti può consolare sei migliorata moltissimo, non hai nulla da invidiarmi – riprese Nyx seguendola sugli spalti dove si misero a sedere.
-    Non abbastanza mi sa... Che ne dici se tornassimo ad allenarci assieme? – propose Selenis dopo aver preso una lunga sorsata di acqua dalla bottiglietta che si era portata dietro, ed essersene rovesciata un po’ sulla testa accaldata.
-    Non penso di aver più nulla da insegnarti – replicò il militare.
-    Invece credo di poter ancora imparare qualcosa da te – ribattè la ragazza – e poi mi mancano i nostri pomeriggi – aggiunse con un sorriso nostalgico.
-    Sarò ben lieto di farlo allora, impegni permettendo – acconsentì Nyx.
-    Non ti terranno per molto fermo qui, fidati – commentò Selenis facendo dondolare le gambe oltre il bordo degli spalti – C’è bisogno di persone come te sul campo di battaglia –
-    Può darsi... – replicò Nyx – In effetti sì – aggiunse ridendo.
-    Che stupido! – sentenziò Selenis dandogli una manata sulla spalla – Forza, è il momento di riscuotere il tuo premio! Cosa vuoi chiedermi? – domandò sorridendogli.

La ragazza si aspettava che l’amico se ne uscisse con qualche battuta o qualche richiesta completamente assurda, invece la sua faccia divenne improvvisamente seria mentre si voltava a guardarla.

-    Promettimi di non farti consumare dall’odio – disse.
-    Cosa..? – mormorò Selenis confusa.
-    Speravo che in questi anni la scintilla della vendetta fosse scomparsa dal tuo sguardo, ma non è così – spiegò Nyx – Vedo l’incendio che sta divampando in te e mi preoccupa – disse – Mi preoccupa che ti possa consumare, quindi promettimi che non ti farai inghiottire dal tuo odio per l’Impero – concluse.

Selenis lo guardò per qualche istante stralunata. Le parole di Nyx corrispondevano alla verità, dalla prima sillaba fino all’ultima. L’astio che era maturato in lei a seguito di ciò che l’Impero aveva fatto alle persone a cui voleva bene, a volte sembrava soffocarla.. Nonostante questo però, non riusciva a lasciarlo andare.

-    Nyx, io devo fare giustizia. – rispose la principessa – Nifelheim deve pagare, il generale Glauca deve pagare – proseguì con forza – ma ti prometto che non perderò di vista le cose per me importanti solo per soddisfare il mio desiderio di vendetta – concluse addolcendo lo sguardo.
-    Bene.. può bastare – assentì Nyx con un sospiro, ben sapendo che chiederle di abbandonare i suoi propositi sarebbe stato impossibile da parte sua e soprattutto ipocrita – Ah! Quasi dimenticavo, ho una cosa per te –

Il ragazzo si alzò in piedi, frugando nella tasca posteriore dei pantaloni.

-    Il tuo compleanno è passato ormai, ma ci tenevo che lo avessi – riprese facendo dondolare davanti alla ragazza un ciondolo.
-    Per me? –

Selenis allungò la mano e Nyx le lasciò cadere la collana nel palmo. La principessa se la rigirò tra le dita. Attaccato ad un cordino di pelle, c’era un ciondolo dall’inconfondibile forma di Chocobo. La pietra di cui era fatto era nera come il carbone.

-    Ho trovato un pezzo di onice durante una perlustrazione, e vicino a Lestallum c’era un orafo che mi ha detto come lavorarlo – spiegò il ragazzo.
-    Lo hai fatto tu? – esclamò stupita lei.

Nonostante la sagoma fosse stata intagliata piuttosto grossolanamente, la pietra era lucida e il risultato davvero bellissimo.

-    Sul fronte capita di avere dei momenti morti – rispose Nyx facendo spallucce.
-    Non so cosa dire.. – disse la principessa commossa – E' splendida – aggiunse, afferrando la mano che il ragazzo le porgeva e tirandosi in piedi.
-    Sono felice che ti piaccia – replicò il giovane mentre lei se la metteva al collo.
-    Grazie Nyx –

Selenis abbracciò l’amico e in quel momento sentì gli occhi riempirsi di lacrime. La cosa la lasciò interdetta, perchè non riusciva a dire se fossero lacrime di gioia o di dolore. Una strana sensazione l’aveva pervasa, lasciandola piuttosto scossa.

-    Non pensavo di farti emozionare così – scherzò Nyx quando la ragazza si scostò asciugandosi le lacrime.
-    Sei sempre il solito! – lo rimbeccò lei con un sorriso.
-    Ora temo di doverti salutare – continuò il giovane infilandosi la giacca dell'uniforme – Devo presentarmi alla cittadella per cominciare il mio incarico – disse storcendo appena il naso.
-    Sono sicura che sarai più che all’altezza del compito – sghignazzò la principessa.
-    Spiritosa... – replicò lui – Se ti va possiamo vederci domani sera al 7th Heaven – le propose – Sono sicuro che anche Libertus sarà felice di rivederti – aggiunse.
-    Sì, mi farebbe molto piacere – assentì la ragazza.
-    Allora a domani, Chocobo girl –
-    Ciao Nyx –

La principessa sollevò una mano in segno di saluto, per poi si portarsela al petto dove il suo nuovo ciondolo faceva bella mostra di sé. Provava l’impulso di avvertire Nyx, di metterlo in guardia... ma su cosa nemmeno lei sapeva dirlo.

**

-    Ci voleva proprio! –

Selenis alzò le braccia al cielo stiracchiando la schiena e poi si chiuse la porta alle spalle. Aveva approfittato della sua vecchia stanza a palazzo per darsi una rinfrescata. La lunga doccia che si era concessa le era servita, sia a lavare via il sudore dello scontro con Nyx, sia per cercare di ritrovare una certa lucidità dopo quell’ennesima visione. Purtroppo però non era granchè servita all'ultimo scopo, e la ragazza continuava a sentirsi tutto meno che tranquilla.
Decisa quindi a tornare verso casa per mettersi a leggere qualcosa che potesse distrarla, mentre percorreva uno dei corridoi che davano sul cortile interno, notò i suoi quattro amici di ventura fermi a parlottare tra loro all’ombra di un grande pioppo.
Prompto gesticolava eccitato come suo solito mentre gli altri annuivano e ridevano.

-    Ma non avete niente da fare voi quattro? – esordì Selenis quando si fu avvicinata.

La sua apparizione produsse un certo cambiamento inaspettato nell’umore generale. Il ragazzo biondo smise di ridere, Noct sfuggì lo sguardo di Selenis, Gladio assunse un’aria tesa mentre Ignis si aggiustò gli occhiali diventando imperturbabile.

-    Oh oh..- mormorò la giovane – Cos’è successo? – domandò preoccupata.

Ne seguì un lungo silenzio e un rapido scambio di sguardi tra i ragazzi. Selenis sbuffò irritata e Noct, Prompto e Gladio sospirarono sollevati quando la principessa si rivolse direttamente a Ignis.

-    Iggy? – lo interpellò semplicemente.

Il ragazzo si gratto la fronte prima di prendere la parola.

-    Abbiamo avuto un'udienza con il Re – disse.
-    Cosa? Tutti e quattro? – esclamò Selenis stupita guardando il ragazzo biondo, il quale annuì.

Prompto era l’unico senza alcun legame con la famiglia reale, tranne che per l’amicizia con Noctis, ed era quindi abbastanza strano che il Re lo avesse convocato ufficialmente.

-    Cosa vi ha detto? – proseguì la ragazza oscurandosi.
-    Stamattina presto si è presentato a Palazzo il cancelliere di Nifelheim – raccontò Ignis, facendo sgranare gli occhi di Selenis dallo stupore – è venuto a portare al Re le condizioni per la resa di Insomnia – continuò.
-    Condizioni? – ripetè la giovane confusa.
-    Sì. – confermò Gladio
-    Dovranno essere consegnate tutte le terre ancora sotto il dominio di Lucis, eccezione fatta per la capitale che potrà mantenere la sua autonomia – spiegò Ignis incrociando le braccia al petto – Inoltre, il nostro Noct dovrà convolare a nozze con sua Grazia Lunafreya – aggiunse.
-    Che senso ha? – disse Selenis riuscendo finalmente a ritrovare parola.
-    Non ne abbiamo la minima idea – ammise Noctis corrugando la fronte.
-    Cos’ha deciso il Re? – chiese ancora.
-    Di accettare, a quanto sembra – mormorò Prompto.

Selenis fu sorpresa ma neanche tanto. Suo zio era una persona lungimirante, che doveva aver valutato bene cos’era meglio fare, soprattutto alla luce delle notizie sui fronti di guerra.

-    Cos’altro? –

Selenis li guardò tutti uno per uno: di sicuro non era per quello che i suoi amici sembravano così restii a parlare.

-    Mio padre pensa che sia meglio che io incontri Luna fuori da Insomnia, ad Altissia per la precisione… - prese la parola Noctis - Dovremmo... partire domani… – disse.
-    Non ci voglio credere! –

La principessa ricollegò in un secondo tutti i pezzi.

-    Non ci sto! – esclamò partendo di gran carriera alla volta del palazzo.
-    Selis! – le gridò dietro Gladio inutilmente.

Le cose erano chiare: Noctis sarebbe partito per Altissia e gli altri lo avrebbero accompagnato, ma lei non era stata convocata, ergo, sarebbe dovuta rimanere alla capitale.

“ Non può farmi questo!” pensò con rabbia mentre procedeva alla volta della sala del trono “ Non può pretendere che io resti qui, non…”

La ragazza interruppe il pensiero quando il Re in persona si materializzò in lontananza.

-    Zio! – lo chiamò la giovane dirigendosi verso di lui.
-    Selis, stavo giusto venendo da te – esordì Regis – e ti prego calma il tuo livore – aggiunse.
-    Come? – balbettò la principessa presa in contro piede.
-    Tuo padre aveva lo stesso incedere quando era in collera con me – spiegò l’uomo con un sorriso – Avanti, accompagnami –

Selenis affiancò lo zio che procedeva lentamente sul pavimento scintillante della reggia. Il tutore alla gamba destra produceva un rumore metallico ad ogni passo, e sembrava costargli un’immensa fatica.

-    La barriera ti sta richiedendo troppi sforzi – mormorò la ragazza prendendolo sotto braccio.
-    È il mio compito, che sia gravoso o meno lo devo assolvere – replicò Regis accogliendo con sollievo quell’aiuto – Grazie – aggiunse stringendo appena la presa.
-    Di cosa mi volevi parlare? – proseguì la principessa.
-    Immagino che Noctis e i suoi amici ti abbiano già informata di cosa sia successo – cominciò Regis.
-    Sì –
-    E della mia decisione di mandare Noct ad Altissia per incontrare Lunafreya – proseguì l’uomo.
-    Infatti, ed io ti cercavo proprio per questo motivo – disse la ragazza –  Non puoi chiedermi di restare ad Insomnia! – sbottò.
-    Ed io non ti voglio chiedere di farlo – replicò il Re.

Selenis voltò appena la testa, guardandolo confusa e fermandosi improvvisamente costringendo così l’uomo a fare altrettanto.

-    Io ho bisogno che tu vada con Noct, Selis – disse il sovrano guardando la nipote negli occhi – avrà bisogno del tuo aiuto e quel momento non tarderà ad arrivare – aggiunse Regis.
-    Cosa stai dicendo zio? – chiese interdetta la ragazza.

Regis aveva appena aperto la bocca per risponderle, quando una voce lo chiamò.

-    Sua maestà, è ora –

Clarus si fece loro incontro con sguardo teso.

-    Arrivo – rispose il Re, che abbandonò il sostegno della nipote per fronteggiarla.

-    Vai con loro Selis, proteggi Noct – le disse – So che la tua carriera nei Kingsglave è appena cominciata, ma ora ho bisogno che tu stia al suo fianco – proseguì – e ancora una cosa – aggiunse afferrando la mano sinistra della ragazza – non perdere questo anello per nulla al mondo, difendilo ad ogni costo! – 
-    Zio, non capisco… - mormorò la principessa.
-    Ci sarebbe voluto più tempo..- sussurrò Regis – ora devo andare Selis –

L’uomo sorrise un’ultima volta alla nipote per poi voltarsi e seguire Clarus.
La ragazza rimase immobile in mezzo al corridoio ora deserto. Le parole di suo zio l’avevano lasciata scossa, sembrava quasi che stesse temendo il peggio.
Ma non era possibile, giusto? Per quale motivo sarebbe dovuto andare storto qualcosa? 

Selenis tornò sui propri passi accarezzando con il pollice la liscia superficie della pietra incastonata nell’anello. Un'altra cosa che non capiva..
Che cosa mai poteva avere di speciale? Suo padre non gliene aveva mai parlato, anche perché era un ricordo di sua madre.. non aveva nulla a che fare con l’anello dei Lucis. Era tutto così confuso...

La ragazza, raggiunto nuovamente il cortile, sollevò la testa guardando verso i suoi amici ancora fermi dove li aveva lasciati. Proprio in quel momento Pompto si accorse di lei e alzò un braccio intimandole di sbrigarsi.

-    Allora? Sei riuscita a fare irruzione nella sala del trono? – la prese in giro Gladio con un fondo di rimprovero nella voce.
-    Non ne ho avuto bisogno – rispose Selenis fermandosi vicino a Ignis – l’ho incrociato per strada e..-
-    E?!!! – esclamò Prompto interrompendola.
-    E domani parto con voi – replicò lei con un sorriso.
-    Evvai! –

Il ragazzo biondo saltò sul posto gettando un pugno in aria, mentre Noct le mise una mano sulla spalla sorridendole. La notizia che sua cugina li avrebbe accompagnati, lo aveva rasserenato ulteriormente. Gladio e Ignis accolsero la notizia con più pacatezza e da parte dell’Amicitia con una certa preoccupazione.

-    Come mai ha deciso di parlartene in privato? – domandò Ignis con sguardo indagatore.
-    Per via del mio impegno nei Kingsglave credo.. devo interromperlo e quindi… - Selenis lasciò la frase in sospeso sperando vivamente che il ragazzo non proseguisse con le domande.
-    Peccato però.. – soggiunse Noctis – proprio adesso che stavate per andare a convivere – disse con un sorriso sornione dandole di gomito.
-    Gliel'hai già detto!! – esclamò Selenis arrossendo e squadrando Gladio piccata.
-    È la prima cosa con cui ci ha salutati stamattina – rise Prompto – Voi due fate proprio sul serio! – commentò guadagnandosi una manata sulla schiena da parte di Gladio.
-    Credo che i festeggiamenti dovranno essere rimandati allora – disse Ignis divertito.
-    Iggy ti prego, non ti ci mettere anche tu! – mormorò sconsolata la principessa.
-    Uh! Selis! Prima ho avuto un’idea geniale, ma questi tre me l’hanno bocciata subito! – intervenne Prompto parandosi davanti alla ragazza.
-    E a buona ragione! – replicò Noct scuotendo la testa.
-    Ti prego non ricominciare... – borbottò Gladio.
-    È così terribile? – chiese la principessa guardando di sbieco Ignis che si limitò ad alzare le spalle.
-    Assolutamente no! – disse il ragazzo biondo mettendo il broncio.
-    Certo… - commentò sarcastico l’Amicitia – perchè indossare tutti quanti la stessa maglietta per il viaggio è proprio un'ottima idea! – disse sarcastico.
-    Io avevo pensato ad un foulard – replicò Prompto - Avere qualcosa che ci unisce! Tipo un tatuaggio, ma meno drastico! -
-    Molto virile – sentenziò Noctis inarcando le sopracciglia.
-    Come idea può essere carina – rispose invece Selenis, guadagnandosi un’occhiata allibita da tre dei quattro ragazzi.
-    Visto?! - esclamò trionfante Prompto.
-    Però avrei un’idea un po’ più discreta – aggiunse la principessa con un sorriso furbo.
-    Di bene in meglio…- mormorò Gladio.

***
Un paio d'ore più tardi.


-    Ammetto che è stata una trovata piuttosto geniale – esordì Ignis.


I cinque ragazzi si fermarono davanti al negozio di calzature da cui erano appena usciti.

-    Sei la migliore Selis! – proruppe Prompto sollevando la suola delle sue nuove scarpe.
-    Allora? Vi siete ricreduti? – disse la ragazza rivolgendosi in particolare a Gladio e Noctis.
-    Sì, decisamente – commentò il cugino prendendola per le spalle.
-    Niente male – si limitò a dire l’Amicitia divertito.

I ragazzi indossavano ciascuno un paio di scarpe dalla suola rossa scarlatta. Selenis aveva adocchiato quel negozietto di periferia qualche tempo prima, che produceva artigianalmente quelle particolari calzature. Prompto se n’era uscito con un paio di camperos, Gladio aveva optato per un paio di stivali da motociclista, Ignis indossava un paio di scarpe più classiche in vernice, e la scelta di Noctis era ricaduta su dei pratici anfibi al polpaccio. Selenis invece, guardava soddisfatta i suoi stivali, stretti sotto al ginocchio con le stringhe rosse come la suola.

-    Ora abbiamo tutti qualcosa di uguale che però non ci fa sembrare una boy band – disse la ragazza soddisfatta.
-    Meno male che ci sei tu! – sospirò sollevato Noctis guadagnandosi un'occhiata indispettita da Prompto - Che ne dite se adesso andiamo a mangiare qualcosa, vista l'ora? - propose.
-    Qui vicino c’è un locale carinissimo che fa degli hamburger favolosi!  - disse Prompto incamminandosi.
-    Avevo giusto un certo languorino – assentì Gladio battendosi una mano sullo stomaco.
-    E cena sia – concordò Ignis.

Selenis si mise a seguire i suoi amici che chiacchieravano dell’imminente partenza. Ad essere sincera era eccitata quanto loro alla prospettiva di un viaggio fuori dalla capitale. Certo, c’erano molti pericoli là fuori, ma il porto di Galdin era vicino e il traghetto li avrebbe portati direttamente ad Altissia.
L’autonomia, seppur controllata, che la città di Accordo aveva ottenuto dei confronti dell’Impero, avrebbe garantito loro un soggiorno relativamente tranquillo e poi, la prospettiva di rivedere di nuovo la sua amica d’infanzia riempiva il cuore di Selenis di gioia. Gioia che veniva però appena adombrata dalle parole che il Re le aveva rivolto qualche ora prima.


-    Allora? Cosa ti ha detto "veramente" il Re? –

Selenis sollevò lo sguardo, accorgendosi solo in quel momento di essere stata affiancata dai due membri più anziani del gruppo.

-    Mi ha pregata di stare accanto a Noct – rispose la  principessa, guardando le spalle del ragazzo mentre discuteva con Prompto.
-    Credevo volesse impedirti di partire – commentò Gladio.
-    Anche io.. – concordò la principessa – ha detto che avrà bisogno del mio aiuto, molto presto – aggiunse pensierosa.
-    Cosa voleva dire? – chiese Ignis corrugando la fronte.
-    Non ne ho la minima idea – replicò la ragazza con un sospiro – mi ha anche messa in guardia dal perdere l’anello di mio padre – disse mostrando la pietra ai due ragazzi.
-    È strano… - asserì Gladio grattandosi una guancia – Ha mai manifestato qualche potere? – domandò.
-    No, mai – rispose Selenis – Era di mia madre, non fa nemmeno parte dei gioielli della corona – raccontò.
-    Credo che ci sia molto di più dietro alle decisioni del Re – sentenziò Ignis serio.
-    Lo penso anche io – concordò la principessa – vorrei solo sapere cosa ci aspetta – aggiunse preoccupata.
-    Siamo insieme, affronteremo qualsiasi cosa – fu il semplice commento di Gladio.

Selenis annuì, ma sperava che non dovesse accadere nulla di male.



Campeggio dell'autrice:

Buongiorno ragazzi!!

I'm back! Ora mi devo solo riprendere dalla fine prematura delle ferie xD
So di essermi fatta attendere, ma mi auguro di avervi ripagati con questo capitolo ^^
Era l'ultimo per quanto riguarda il "prequel" della trama vera e propria, questo vuol dire che il prossimo venerdì i nostri amici partiranno per la loro avventura.
Spero che il quadretto famigliare Selis/Gladio vi sia piaciuto ^^ Cerco sempre di renderli molto easy quando interagiscono, che mi pare molto più nel loro carattere.
Selenis ha avuto in tempismo perfetto nel chiedere a Gladio di convivere... temo che dovranno aspettare un bel pò...
Chi desiderava il ritorno di Nyx invece, credo sia stato accontentato e chi desiderava un pò più di carne al fuoco anche xD Le visioni di Selenis sono tornate, ed è abbastanza palese che riguardino lo scontro finale tra Nyx e Glauca/Drautos. Ovviamente però la ragazza non ne ha la minima idea... Se ve lo state chiedendo, sì, questo è stato l'ultimo incontro tra i due... mi auguro vivamente di aver reso l'importanza di questo personaggio nella mia fic.
Chissà se sono riuscita a stuzzicare la vostra curiosità con la storia dell'anello... per quale ragione è così importante? Sarà collegato a quello del Re, o no?
Prima o poi queste domande troveranno una risposta, ma dovreste aspettare ancora un pò ;) E no, non centra niente Sauron tanquilli! xD
Ho fatto anche qualche accenno in più sul look di Selis e mesi fa ho cercato di fare uno schizzo veloce >///< Sono abbastanza felice del risultato, ma giudicate voi xD
Non è la classica "principessa", diciamo che è in netta contrapposizione con Luna!
Se preferite mantenere la vostra idea mentale di come sia fatta Selenis vi capisco benissimo, e quindi non mi offendo se preferite non cliccare su questo link: Selenis
Spendo ancora due paroline su Episode Prompto e per farlo senza spoilerare, userò il carattere in bianco.Se volete leggere le mie considerazioni vi basta quindi evidenziare il testo ^^
Ep. Prompto:
Oh mamma mia.... questo era un Dlc con i contro cazzi, passatemi il termine! Mi è piaciuto tantissimo, anche come gameplay, molto più di quello di Gladio se devo essere sincera! Poi la storia di Prompto mi ha letteralmente conquistata! Sapevo già che Vestrael fosse il suo padre biologico (grazie alla genealogia presente nella guida cartacea) però pensavo fosse nato da una donna.. un pò allo stile Sephiroth per intenderci. Invece scoprire che è nato in laboratorio è stato.. wow!
Senza contare il breve trailer di presentazione di Episode Ignis... Dio che ansia! Il rumore degli occhiali in frantumi poi mi ha spezzato il cuore! Riassumendo: bello, bellissimo!
Grazie tantissime a tutti i Lettori che si fanno sempre più numerosi! A chi recensisce, in particolare a Yui_505 per essersi unita al club xD Grazie anche a chi mi ha aggiunta tra le storie seguite: Yui_505 e Haven!

Per venerdì prossimo tenete i bagagli pronti, che si parte per Hammerhead ;)

Un abbraccio,
Marta

p.s. Il bar 7th Heaven è una chiara citazione a... ma cosa ve lo dico a fare?! xD

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Capitolo 14
*** 13. Partenza! (forse) ***


13

 
Insomnia. Capitale regia del regno di Lucis,
il giorno seguente.
Sala del trono. 
 
- È giunta l’ora stabilita, la tua partenza ha il nostro benestare principe Noctis – 
 
Re Regis, seduto sullo scranno di marmo nero, guardava sotto di sé suo figlio e i suoi amici. 
Noctis teneva lo sguardo basso mentre ascoltava le parole del padre; un passo dietro di lui, Selenis guardava il sovrano cercando di leggergli negli occhi quello che non stava dicendo a parole. Infine un po’ più scostati, Gladio, Ignis e Prompto stavano rispettosamente in silenzio. 
Quella mattina era come qualsiasi altra, il sole si era levato alto, la città aveva iniziato a svegliarsi e le persone a compiere la propria quotidianità. Eppure loro erano lì, in partenza.
 
-   Grazie, vostra Maestà – rispose il principe inchinandosi.
-   Và, e che gli Dei ti siano benevoli – disse Regis.
-   Già…- commentò Noctis, voltandosi e iniziando a scendere i gradini.
-   Noct! – sussurrò al suo indirizzo Selenis con un moto di stizza.
 
Era davvero tutto lì quello che aveva da dire a suo padre?! 
Il ragazzo non l’ascoltò minimamente e la principessa, inchinatasi velocemente all’indirizzo del Re, si affrettò a seguirlo assieme ai suoi amici. 
 
-   Wow, sei sempre lo stesso – commentò Prompto non appena furono alla luce del sole.
-   E tanti saluti al cerimoniale di corte – sospirò Ignis.
-   Neanche ti avessero chiesto un discorso ufficiale... – lo rimproverò Gladio.
-   Selis? – incitò ironicamente Noctis la cugina.
-   Davvero era l’unica cosa che potevi dirgli?! – sbottò.
 
Il richiamo da parte del comandante Drautos, evitò al principe di dover rispondere ai suoi amici.
Il gruppo si fermò, voltandosi per vedere il Re farsi loro incontro. L’uomo procedeva con lentezza, aiutandosi con il bastone per superare lo scoglio che i gradini dell’ampia scalinata rappresentavano.
 
-   Che c’è adesso? – chiese Noctis, guadagnandosi una gomitata da Selenis che lo convinse ad andargli almeno incontro. 
-   Temo di non aver detto tutto.. – esordì Regis – Cerca di non gravare troppo su chi ti sta accanto – lo ammonì.
-   Senti chi parla – commentò il principe inarcando le sopracciglia. 
-   Non vi chiedo di guidare questo mio figlio indisciplinato – proseguì Regis, ignorando il ragazzo e rivolgendosi ai suoi amici – ma vi prego di rimanere al suo fianco – aggiunse guardando ciascuno di loro e soffermandosi sulla figura di Selenis. 
-   Sarà fatto, sua maestà – rispose Ignis inchinandosi.
-   Accompagneremo il principe ad Altissia, a qualsiasi costo – disse Gladio.
-   Sì! – assecondò Prompto un po’ impacciato.
-   Scusate se interrompo, ma Cor ha già messo in moto – si intromise Noctis seccato – Drautos, te lo affido! – si rivolse poi al capo dei Kingsglave.
-   Un’ultima cosa – disse di getto Regis – ricordati le buona maniere di fronte alla tua incantevole sposa – gli consigliò.
-   Lo stesso vale per voi maestà – replicò divertito Noctis inchinandosi teatralmente – comportatevi bene con i nostri illustri ospiti di Nifelheim – 
-   Non hai motivo di temere – ribattè il Re.
-   Neanche tu –
-   Ricorda, una volta partito non potrai più voltarti indietro – aggiunse a sorpresa il Re.
-   Pensi che lo farò? – replicò Noctis scettico.
-   Voglio solo essere sicuro che tu sia pronto a non tornare – si giustificò l’uomo.
-   Non so tu, ma io sono prontissimo – lo tranquillizzò il principe.
-   Fa attenzione la strada è lunga – continuò Regis senza badare alla fretta del ragazzo - Ovunque essa ti conduca, la stirpe di Lucis sarà con te. Cammina a testa alta, figlio mio – concluse, posandogli una mano sulla spalla. 
 
Noctis gli sorrise brevemente, poi si voltò e riprese a scendere le scale. Selenis, che aveva ascoltato le loro parole, si avvicinò preoccupata all’uomo. Vedeva nel suo sguardo un dolore a cui non riusciva a dare un significato. 
 
-   Zio – lo chiamò – forse sarebbe meglio se restassimo.. non.. non ho un buon presentimento – affermò incerta. 
-   Selis… - disse con affetto il Re guardando sua nipote. 
-   Temo per la tua incolumità – continuò la ragazza – Potrà sembrare sciocco, ma non sono tranquilla e non lo sono da un po’ di tempo – raccontò.
-   A maggior ragione, proprio per tale motivo dovete partire – replicò Regis afferrandola saldamente per un braccio – Stai al suo fianco, fai questo per me... – disse guardandola fisso negli occhi, occhi che la stavano pregando di non chiedere ulteriori spiegazioni. 
-   Io.. – mormorò la principessa. 
-   Selis!! Sbrigati! – 
 
La ragazza si voltò a guardare la testa di Noctis sporgere fuori dal finestrino della berlina scura che li avrebbe accompagnati fuori Insomnia.
 
-   Farò tutto ciò che è in mio potere per aiutarlo – disse alla fine – te lo giuro zio – concluse seria.
-   Ti ringrazio Selis, ora vai mia cara, che gli Dei ti siano benevoli –  disse l'uomo lasciando un leggero bacio sulla guancia della principessa.
 
Il viso del monarca di distese in un sorriso guardando la nipote scendere le scale. In cuor suo sperava che il loro futuro non fosse così arduo come lui aveva previsto.  
 
**
 
6 ore più tardi, regione di Leide. Statale per Hammerhead. 
 
Un sonoro sbadiglio risuonò nell’aria, accompagnato dall’inconfondibile rumore di un auto che superava a tutta velocità. 
Selenis aprì gli occhi sul cielo terso del tardo pomeriggio. Era sdraiata sui sedili posteriori della Regalia, con i piedi incrociati sul bordo della carrozzeria. 
 
-   Possiamo anche scordarci l’idea di un passaggio – 
 
La situazione era semplice: l'auto era in panne nel bel mezzo del nulla...
Cor, il capitano delle guardie di palazzo, li aveva accompagnati fino al confine della barriera; lì, avevano trovato la vettura personale di Re Regis ad attenderli. Inutile dire che, nonostante ci fosse al volante Ignis, di strada ne avevano fatta ben poca, quindi era stata solamente una profonda questione di sfiga. 

All’inizio tutti avevano partecipato ai tentativi di chiedere un passaggio ai pochi mezzi che passavano di lì, ma ben presto si erano arresi. 
 
-   Pensavo che la gente fosse più educata fuori città - continuò Gladio.
-   Non fare troppo affidamento sulla gentilezza degli estranei – sentenziò Ignis appoggiando la fronte sulle braccia incrociate sopra al volante. 
-   Soprattutto se a chiedere i passaggi è un omone tutto tatuato – disse Selenis stiracchiandosi sui sedili di pelle. 
-   Potevi continuare tu a fare l’autostop allora – ribattè Gladio dandole un colpetto sui piedi che sporgevano oltre la portiera. 
-   Qualcuno si sarebbe anche fermato, ma non ci avrebbe mai caricati tutti assieme – replicò la ragazza – magari se fossimo state tutte ragazze… - aggiunse pensierosa.
-   Vuoi smetterla di farmi pensare ad Ignis con la gonna? – sbottò Gladio infastidito. 
-   Cos’è questa storia? – domandò l’interessato voltandosi verso la principessa che gli fece un sorriso di scuse. 
-   Ho paura che dovremo spingerla fino a destinazione – continuò l’Amicitia.
-   Io mi sono già spinto al limite delle forze – fu la straziante risposta di Prompto letteralmente sdraiato sull’asfalto dietro la Regalia.
-   Su, alzati! – lo rimproverò Gladio – Forza! L’auto non si spinge da sola – ripetè.
-   Credevo che fosse l’auto a dover trasportare noi – replicò il ragazzo biondo posizionandosi a lato della vettura.
-   Sì, ma noi siamo incredibilmente sfigati a quanto pare – disse Selenis tirandosi su.
-   Piantatela di frignare – ribadì Gladio.
-   Ehi, tu non scendi a darci una mano? – domandò Noctis guardando la cugina.
-   No, io faccio il tifo – rispose la ragazza con aria innocente – Forza ragazzi!! Yuhu!! – esclamò a gran voce subito dopo agitando un pugno in aria. 
-   Grande scusa... – borbottò Prompto cominciando a spingere. 
-   Al garage non hanno ancora risposto? –

Selenis si sporse verso Ignis, che con la mano non impegnata a tenere il volante, cercava di contattare l'officina.


-  
Da sempre occupato – rispose lui mettendo giù.
-   Di questo passo ci toccherà davvero spingerla fino ad Hammerhead – sospirò la giovane.
-   Ci? – domandò sarcastico Gladio.
-   Siamo sicuri di essere così lontani? Iggy, sei certo che non ci siamo sbagliati? – domandò Prompto con un lamento.
-   La cartina non mente – replicò tranquillo Ignis.
-   Sembrava così vicina sulla mappa – mormorò Noctis. 
-   Beh certo, è una cartina del mondo – gli fece notare Gladio. 
-   Grande e grosso come sei sono sicura che riusciresti a muoverla anche da solo – disse divertita Selenis, mettendosi in ginocchio sul sedile e dando un leggero colpetto alla fronte del ragazzo che spingeva l’auto da dietro. 
-   Non vi azzardate! – abbaiò quello digrignando i denti per lo sforzo. 
-   Non te ne accorgeresti nemmeno – mormorò Prompto.
-   Delle mie mani attorno al tuo collo certamente te ne accorgeresti –
-   Ehi, calma ragazzone! – si difese il pistolero biondo.
 
Com’era stato largamente preannunciato, i ragazzi dovettero spingere la Regalia fino ad Hammerhaed. 
Quando, un’ora e mezza dopo, l’insegna dell’omonima stazione di servizio si profilò all’orizzonte, ci fu un coro di giubilo che spezzò l’aria immobile della torrida statale.  Hammerhead, la prima officina disponibile una volta lasciata la capitale, faceva bella mostra di sé con la sua aria vissuta e logora, ma non per questo meno dinamica. Con un punto ristoro e un negozietto per ogni evenienza, la gente non mancava e Selenis potè riconoscere diverse facce già viste, tutte di gente che aveva tirato dritto invece di fermarsi ad aiutarli.
 
-   Ehhhh ci siamo! – esclamò la principessa, scendendo dal mezzo appena Ignis ebbe tirato il freno a mano – Ottimo lavoro ragazzi! – si complimentò mentre Noctis si sedeva per terra, Prompto si lasciava cadere oltre il bordo della macchina e Gladio cercava di sciogliere i muscoli tesi delle spalle. 
-   Tu e quattrocchi fate proprio una bella squadra di scansafatiche – replicò l’Amicitia guardando scendere dal posto di guida l’amico fresco come una rosa.
-   Qualcuno doveva guidare – ribattè il ragazzo aggiustandosi gli occhiali. 
-   E qualcuno doveva incoraggiarvi – soggiunse Selenis alzandosi sulle punte a lasciare un bacio a fior di labbra a Gladio.
-   Ha tutte le fortune – borbottò Prompto rivolto a Noctis che sghignazzava. 
-   Ehilà! Fate aspettare le signore ah? –
 
Una voce squillante reclamò l'attenzione del gruppo. Apparteneva ad una ragazza dai capelli biondi e mossi, che calcava un capellino da baseball e che aveva un abbigliamento degno dei migliori calendari di ciclomotori. 
 
-   Allora? Chi di voi è il principe? – chiese guardandosi intorno.
 
Noctis leggermente spaesato, fece capolino da dietro la carrozzeria della Regalia.
 
-   Salve Altezza. Congratulazioni per il matrimonio! – si complimentò la ragazza rivolgendosi direttamente a lui.
-   Emh.. per ora è solo un fidanzamento – replicò Noctis 
-   Il futuro sposo di Sua Grazia Lunafreya qui ad Hammerhead – proseguì la giovane senza dargli peso – e tu devi essere la principessa – disse poi rivolta a Selenis.
-   Selis basta e avanza – rispose la ragazza. 
-   Non sembri esattamente una "principessa" – commentò la nuova arrivata guardando il look di Selenis – mi sembri una tosta! – aggiunse con un cenno d’intesa che fece sorridere la giovane.
-   Con quattro uomini.. – si giustificò Selenis alzando le spalle.
-   Ti prego di scusarci per il ritardo – s’intromise Ignis.
-   Risparmiatevi le scuse per il nonno – rise lei osservando con occhio critico l’auto.
-   Quindi tu saresti… - disse Gladio
-   Cindy – lo anticipò lei – meccanico provetto e nipote di Cid – aggiunse presentandosi.
-   Portatela dentro prima che crepi di vecchiaia! – esordì una seconda nuova voce – Tuo padre non te l’ha detto? Questo è un vero gioiello, mica un macinino qualunque – 
 
Un vecchio, solo per i tratti del viso e non di certo per la prestanza, si avvicinò a Noctis. Selenis al suo fianco, guardò la ragnatela di rughe che scavava il volto dell’uomo dai capelli e barba grigi, che calzava lo stesso identico cappello di Cindy.
 
-   Principe Noctis, principessa Selenis – li salutò.
-   Salve – rispose la ragazza mentre Noctis farfugliava qualcosa.
-   Bel principe – commentò Cid squadrando il giovane – è come se avessero preso il tuo vecchio e gli avessero strizzato via tutta la nobiltà – sentenziò.
 
Di sicuro sia l’uomo che sua nipote, avevano in comune la particolarità di fare complimenti di dubbia natura.
 
-   E tu sei l'esatto ritratto di tua madre, che gli Dei l’abbiano in gloria – proseguì guardando Selenis – ma hai lo stesso sguardo di quello scapestrato di tuo padre – aggiunse.
-   Come? – domandò Noctis confuso.
-   Ne hai di strada da fare, ragazzo. E con quella faccia sveglia che ti ritrovi non andrai lontano – sentenziò, superandoli per guardare la macchina.
-   Siamo a posto… - mormorò Selenis – Non che abbia torto – aggiunse guadagnandosi una gomitata dal cugino.
-   Ci vorrà un pezzo per metterla a posto. Portatela dentro e fatevi un giro – ordinò seccamente Cid allontanandosi. 
 
I cinque ragazzi si guardarono con tanto d’occhi, il primo incontro con il famoso meccanico era stato… particolare.
 
-   Lo avete sentito, muoviamoci! – esclamò Cindy facendo un gesto verso il garage con il pollice – Per di qua – 
 
L’auto venne spinta lentamente fino all’officina, che chiuse le serrande con Cid dentro. 

-  
Oook – disse Selenis quando la saracinesca si fu abbassata davanti alle loro facce. 
-   Comincia il gioco della pazienza – ironizzò Ignis.
-   Non mi piace quel gioco – replicò Prompto sbuffando.
-   E non sei neppure tanto bravo – commentò Noctis. 
-   Cosa facciamo vostra maestà? – domandò Gladio incrociando le braccia muscolose al petto. 
-   Qualsiasi cosa abbiate intenzione fare, meglio se usate questa – 
 
Cindy si fece loro incontro porgendogli una cartina ripiegata che consegnò a Selenis. 
 
-   Quando pensi che potremo ripartire? – domandò la principessa.
-   Mhh.. conoscendo il nonno anche stasera – rispose la meccanica con un sorriso gioviale – anzi, meglio se vado a dargli una mano – aggiunse salutandoli con la mano. 
-   Il che vuol dire che resteremo qui fino a domattina – disse Noctis inarcando le sopracciglia in direzione del loro autista. 
-   Sei libero di metterti tu al volante dopo il calar del sole – ribattè Ignis con una scrollata di spalle – Attento solo a non schiantarti contro un Gargantua – aggiunse.
-   Non dobbiamo per forza arrivare ad Altissia domattina – fece notare Selenis dando una pacca sulla spalla al cugino.
-   Infatti… io non ho nulla da obiettare a restare qui per un po’ – soggiunse trasognato Prompto.
-   Ahi ahi! – esclamò Gladio – Temo che Cindy abbia ben altro per la testa – sentenziò alzando un sopracciglio. 
-   Va bene – s’intromise Selenis – io vado a dare un occhiata al negozio, un po’ di ampolle per distillare l’energia elementale ci farebbero comodo – disse incamminandosi verso il bazar.
-   Ti accompagno – si offrì Ignis.
-   Voi cercate di scoprire se c’è un posto per dormire – si raccomandò la ragazza.
-   Signorsì signora – replicò Gladio scattando sull’attenti e afferrando per il colletto della giacca un trasognato Prompto. 
 
Il negozio, facente parte del complesso della stazione, era rifornito di tutto punto. I ragazzi erano partiti da Insomnia solo con lo stretto necessario, e prendere qualche oggetto in più sicuramente non avrebbe fatto male. 
 
-   Proprio quello che ci voleva! – disse Selenis soddisfatta mettendo nel cestino una decina di sfere di vetro grosse quanto un pompelmo. 
 
Di solito venivano usate come recipienti per le pozioni o per gli altri medicamenti pronti all’uso, ma lei e Noctis ne facevano un uso diverso. La stirpe di Lucis era l’unica a poter manipolare l’energia magica presente in natura, trasformandola in un’arma elementare per le battaglie. La soluzione più pratica perché anche gli altri ne potessero usufruire, era quella di incanalarla nelle ampolle che, una volta lanciate contro il nemico, avevano la stessa identica funzione di una bomba vera e propria, in grado di sprigionare all'occorrenza fiamme, fulmini o ghiaccio. 
 
-   Iggy, hai trovato qualcosa di interessante? – 
 
La principessa si avvicinò all’amico, appoggiandogli il mento sulla spalla e guardando lo scaffale che stava visionando. 
 
-   Credo che prenderò dei funghi – rispose il ragazzo indicandoglieli – Questa varietà è comune solo qui, nel nord di Leide e ci si può fare un’ottima zuppa – spiegò. 
-   Che meraviglia! – esclamò Selenis contenta – E' da un sacco di tempo che non mangiamo una cena cucinata da te – aggiunse seguendolo alla cassa. 
-   Hai ragione – concordò il giovane – Tu come stai? – domandò poi, guardando di sbieco la ragazza che imbustava la spesa. 
-   Bene, nessun incubo per ora – rispose lei capendo perfettamente a cosa Ignis alludesse. 
-   Dovesse succedere non esitare a dirlo – la ammonì lui. 
-   Certo – replicò lei, arricciando il naso mentre uscivano dal negozio – chissà se smetterai mai di preoccuparti per noi – aggiunse con un sorriso.
-   È l’unico lavoro che ho, se me lo togli cosa mi resta? – replicò il giovane sollevando un angolo della bocca. 
-   Ohiii!!! – 
 
Prompto corse loro incontro, inciampando sulla gomma della pompa di benzina e rovinando a terra con un sottofondo di risate di Noctis e Gladio. 
 
-   Tutto bene? – 
 
Selenis si avvicinò porgendogli una mano per aiutarlo ad alzarsi. 
 
-   Oh, sìsì – rispose il ragazzo imbarazzato.
-   Inizio a credere che non sia stata colpa della pioggia quel giorno – replicò la principessa sghignazzando.
-   Dai Selis, almeno tu dammi tregua! – la pregò Prompto. 
-   Voleva solo dirvi che ci siamo guadagnati un posto per questa notte – intervenne Gladio.
-   Il camper è tutto nostro – aggiunse Noctis indicando con il pollice alle sue spalle.
-   Stasera hai la tua cucina allora – commentò Selenis dando un buffetto alla spalla del loro cuoco. 
-   Sembrerebbe – replicò il ragazzo, pregustando già il momento in cui si sarebbe messo ai fornelli. 
-   Dobbiamo solo dare la caccia ad un branco di Smilodonti che sta infestando la zona – aggiunse Prompto. 
-   Direi che è il caso di metterci al lavoro allora, prima che faccia notte – affermò Ignis.
-   Selis? Sei dei nostri? – domandò Gladio, ma la ragazza scosse la testa. 
-   Veramente volevo parlare un attimo con Cid – replicò la principessa – se per voi non è un problema avere un “uomo” in meno – aggiunse. 
-   Credo che ce la caveremo – rispose Noctis con un sorriso – tanto con Prompto è sempre come avere un uomo in meno – 
-   Ehi!! – esclamò l’interessato.
 
Così, battibeccando come un gruppo di scolari, i ragazzi si allontanarono diretti alla loro caccia. 
Selenis si voltò invece verso la serranda chiusa dell’officina e cercò di capire da che parte poter entrare.
 
-   Sull’altro lato c’è una porta – 
 
La principessa trasalì e Cindy, appena sopraggiunta alle sue spalle, si mise a ridere.
 
-   Scusa non volevo spaventarti – disse, aggiustandosi il cappellino sulla testa bionda.
-   No, colpa mia, ero sovrappensiero – la tranquillizzò Selenis.
-   Non ti preoccupare, non disturberai il nonno – continuò la meccanica – o meglio, qualsiasi cosa lo disturba ultimamente, quindi non farci caso – aggiunse salutandola.

Inutile dire che quell’uscita mise una certa ansia a Selenis che, una volta davanti alla porta, rimase ferma a fissarla cercando il coraggio di varcarla.
Cid era l’esempio vivente che l’età è solo un numero sulla carta. Quel vecchietto all’apparenza fragile, era tutto fuorchè sprovveduto, e sicuramente metteva in soggezione. Era anche vero che, mal che andasse, l’unica cosa che poteva farle era sbatterla fuori dalla sua officina.
Quindi preso un bel respiro la ragazza entrò.

A discapito di quel che pensava, la porta non emise il minimo rumore; dentro, l’aria era impregnata dell’odore di olio per motori e solvente. L’illuminazione a soffitto gettava una luce azzurrina sulle attrezzature che riempivano il garage, mentre la Regalia era al sicuro sopra un montante alzato di qualche metro da terra. Al di sotto di essa, gli occhi scuri di Cid la guardavano. 
 
-   Spero di non disturbare – disse la ragazza facendo un paio di passi all’interno.
-   Sto aspettando Cindy che è andata a prendermi un pezzo di ricambio – rispose l’uomo.
 
Il che probabilmente significava che no, non disturbava.
 
-   Mi dispiace per tuo padre – proseguì Cid dopo un momento di silenzio. 
-   Grazie, ormai è passato molto tempo – rispose la ragazza.
-   Ma il dolore è sempre lo stesso – commentò l’uomo.
 
Selenis lo fissò per qualche secondo, poi fece un sorriso amaro.
 
-   Sì, lo è – ammise – Lei ha conosciuto anche mia madre, giusto? – domandò subito dopo.
-   Tua madre… - ripetè il meccanico con sguardo improvvisamente distante – era una donna di straordinaria bellezza.. e gentile, fin troppo – raccontò – Non ho mai smesso interrogarmi di cosa l'abbia spinta a sposare tuo padre – scosse la testa.
-   Andavano d’accordo? – chiese Selenis.
-   Stranamente sì. Tuo padre fin da ragazzino è stato uno scavezzacollo, incurante dei casini nel quale metteva suo fratello – rispose Cid pulendosi le mani in una pezzuola altrettanto sporca – Incredibilmente tua madre riuscì a dargli una raddrizzata – aggiunse con un ghigno mentre si rimetteva ad armeggiare sotto la Regalia.
-   Non riesco ad immaginarmelo in questi termini – ammise la ragazza – ho un’immagine di mio padre molto diversa – 
-   La morte di Magnolia lo ha cambiato – replicò l’uomo – C’ero al suo funerale, non lo avevo mai visto così – aggiunse tornando a guardare Selenis in viso. 
-   Avevo sei anni quando è successo, i miei ricordi ormai sono confusi – disse la giovane abbassando lo sguardo. 
-   Mi è spiaciuto non aver avuto l'occasione di rivederlo – proseguì Cid tornando all’auto – Non ti dirò cos'è successo in passato tra di noi, quindi non chiedermelo – aggiunse secco prima che Selenis potesse aprire bocca. 
 
In realtà, da quando era entrata dentro l’officina, la ragazza non aveva dovuto chiedere proprio niente. Come se Cid avesse intuito il motivo della sua presenza, le aveva già raccontato ciò che voleva sapere: qualche nozione in più sulla vita dei suoi genitori. 
 
-   Eccomi nonno – 
 
Cindy entrò proprio in quel momento, tenendo in mano un pezzo che per Selenis poteva essere di qualsiasi cosa. 
 
-   Alla buon’ora! – sbottò lui afferrandolo.
-   Io tolgo il disturbo – soggiunse la giovane guadagnando la porta. 
-   Non so ancora dire se assomigli di più a tuo padre o a tua madre – 

La ragazza si fermò, interdetta da quelle parole.
 
-   Il che è un bene – disse Cid – puoi ancora diventare come lei – aggiunse.
 
Selenis sorrise e uscì ad aspettare il ritorno dei ragazzi. Forse Cid era meno burbero di quello che voleva far credere...
 

Non passò molto perché i suoi amici tornassero dalla battuta di caccia, grondanti di sudore, ma soddisfatti. 
 
-   Allora? Questi Smilodonti? – s'informò, chiudendo con uno scatto il libro che stava leggendo seduta fuori dal camper.
-   Morti! – esclamò Prompto.
-   Dal primo all’ultimo – aggiunse Noct schiacciandogli un cinque.
-   Metà fatti fuori dal sottoscritto – si fece bello Gladio.
-   Direi che è stato un buon gioco di squadra – obiettò Ignis.
-   Siete sempre i soliti – commentò Selenis con un sorriso – e puzzate da far schifo, lasciatevelo dire – aggiunse arricciando il naso.
-   Non siamo mica andati a raccogliere fiori di campo – puntualizzò il principe, facendosi apposta più vicino alla ragazza che cercò di tenerlo alla larga con un piede. 
-   Chi va prima a farsi la doccia? – intervenne Prompto.
-   Ignis – 
 
Tutti e quattro guardarono Selenis che aveva pronunciato quella sentenza. 
 
-   Perché diamine dovrebbe essere lui il primo? – esclamò Gladio.
-   Secondo te chi prepara la cena? – replicò la principessa dando uno sguardo complice ad Ignis.
-   Sta bene – assentì subito Noctis.
-   Vi ringrazio per essere stati così spontanei nel cedermi il posto – ironizzò il ragazzo sparendo all’interno del camper.
-   E noi? – borbottò Prompto già annoiato.
-   Voi mi aiutate ad apparecchiare – rispose Selenis entrando anche lei nel mezzo.
-   E tu vorresti andarci a convivere? – 
-   Noct, ti sento! – 
 
Com'era facile immaginare, la zuppa ai funghi di Ignis fu impareggiabile. La cena trascorse in tranquillità e Cindy si unì a loro per il caffè, annunciando che l’indomani la Regalia sarebbe stata pronta e scintillante come non l’avevano mai vista. Il loro viaggio poteva proseguire.
Galdin era a metà giornata di auto da Hammerhead e da lì, il traghetto li avrebbe portati ad Altissia per il giorno successivo. 

Niente di più facile…
Selenis, con la sua tazza di caffè fumante in mano, si era allontanata dal gruppo attirata dalla tranquilla oscurità della brulla prateria che circondava la stazione di servizio. 
Fu accorta nel non allontanarsi troppo; i deamon erano sempre nascosti nell’ombra, ma raramente osavano avvicinarsi ad un posto così ben illuminato e pieno di vita. Erano creature molto più subdole, che amavano comparire all’improvviso nei grandi spazi aperti, anche se non disdegnavano le strade meno trafficate.
La ragazza si accomodò sulla cima di un masso, guadagnando una posizione sopraelevata rispetto al livello della statale.
Nel vederla, qualcuno si sarebbe aspettato che fosse andata lì per godersi il panorama del cielo stellato, ma la principessa aveva lo sguardo rivolto verso un punto ben preciso e non era di certo la volta celeste. 

 
-   Nostalgia di casa? – 

Selenis ruotò appena la testa per guardare Noctis prendere posto accanto a lei. 
 
-   Non siamo mica tutti come te – replicò prendendolo in giro. 
 
Entrambi i ragazzi rimasero qualche istante in silenzio, osservando il cielo che all’orizzonte di faceva più chiaro, là dove le luci della capitale illuminavano l'oscurità. 
Insomnia sembrava terribilmente lontana e vicina al tempo stesso. 
 
-   Ormai dovrebbe essere già iniziato – commentò Selenis riferendosi alla festa programmata per l’arrivo dell’imperatore di Nifelheim. 
-   Già.. – asserì Noctis. 
-   Davvero non ti manca casa? – gli chiese la principessa ruotando la tazza tra le mani. 
-   Selis, siamo partiti questa mattina! – rise il ragazzo. 
 
La giovane tacque. Aveva ragione, era una domanda stupida, ma non riusciva a stare tranquilla.
Dalla tasca tirò fuori il cellulare, che le illuminò brevemente il viso per dirle che non aveva ricevuto nessun messaggio. Aveva scritto a Nyx per avvisarlo che per un po’ non si sarebbero visti, ma che al suo ritorno una cena tutti assieme non sarebbe potuta mancare. Il militare non le aveva risposto, cosa normale in realtà, vista la sua scarsa propensione nell’usare qualsivoglia telefono mobile, eppure quella stupidaggine la gettava nell’ansia. 
 
-   Ehi – 
 
Noctis le passò un braccio attorno alle spalle con fare premuroso, forse allarmato dal prolungato silenzio della cugina. 
 
-   Insomnia non se ne va da nessuna parte – le disse – Potrai tornare ad annoiarti con la tua vita da futura mogliettina molto presto – la prese in giro.
-   Ricordami il perché ti voglio bene, per cortesia – replicò lei sbuffando divertita.
-   Perché sono il tuo unico cugino preferito – rispose il principe – Dai, torniamo dagli altri – disse subito dopo alzandosi in piedi – guardare i tentativi di Prompto di far colpo su Cindy è troppo divertente – aggiunse con un ghigno. 
-   Sei davvero cattivo – lo ammonì lei seguendolo giù dalla roccia che aveva ospitato la loro conversazione. 
 
Selenis si fermò ancora per un istante, voltandosi a guardare le luci distanti della capitale. 
 
“Che gli Dei veglino per davvero su di noi” si augurò.



Campeggio dell'autrice:

Buongiorno ragazzi ^^

Il viaggio è finalmente cominciato! Noctis e Co. hanno lasciato Insomnia e la sicurezza che offriva.
Per me è iniziata una parte complicata, perchè adesso devo riuscire a mescolare gli eventi del gioco con le parti nuove introdotte da me. Spero di riuscire a fare un lavoro il più possibile coerente!
Forse noterete qualche discostamento per quanto riguarda i dialoghi rispetto al gioco, ma in certe occasioni ho preferito tradurli dall'inglese in modo un pò più letterale, visto che ho notato spesso e volentieri un'interpretazione un pò troppo libertina della traduzione ufficiale ^^"
Il mio tentativo di dare una spiegazione logica alle magie mi auguro che vi abbia soddisfatto xD Quando tutti erano in grado di lanciarle da soli era molto più semplice! XD
Solo io mi interrogo ancora oggi di cosa sia accaduto tra Cid e Regis? No perchè speravo che giocando a "A King's tale" avrei trovato delle risposte e invece nisba...
Chissà che il Dlc di Ignis non ci regali qualche news a tal proposito ^^"
Infine il grande mistero dei telefoni... non so mai quando farglieli usare xD Mi chiedo sempre come mai a Galdin quando hanno saputo dell'attacco ad Insomnia nessuno abbia provato a telefonare... boh! Comunque dovevo avvisare Nyx in qualche modo e quindi è andata così!
Nel prossimo capitolo raggiungeremo Galdin, con qualche sorpresa extra ;)
Un sentito ringraziamento a tutti i Lettori, alle mie recensiste, a chi mi ha inserita tra le fic seguite e preferite!

Un grande abbraccio,
Marta

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Capitolo 15
*** 14. Tragiche visioni ***


14

 
Selenis si rigirò nel letto e aprì gli occhi. Le ci volle qualche istante perchè realizzasse dove fosse, cioè non nel suo luminoso appartamento, ma dentro il camper che li stava temporaneamente ospitando ad Hammerhead.
Quando si abituò alla semioscurità della stanzetta che occupava con gli altri, visualizzò il profilo arruffato delle teste di Prompto e Noctis che dormivano a poca distanza da lei; di Ignis e Gladio invece nessuna traccia.
Ancora intontita la principessa scivolò in fondo al letto e, recuperate le proprie scarpe abbandonate lì la sera prima, si alzò, afferrò la corta giacchetta di pelle e guadagnò la porta.
Nel locale adiacente trovò i due ragazzi mancanti.

-   Buongiorno – la salutò Ignis davanti ai fornelli.
-   Giorno – rispose Selenis trattenendo uno sbadiglio.
-   Ehi, dormigliona – la accolse Gladio stringendola brevemente per le spalle e dandole un bacio sui capelli.

Nonostante la mole, la gentilezza e la premura con la quale la trattava erano sempre incredibili.

-   È tanto tardi? – chiese Selenis, lasciandosi cadere sul divanetto davanti al tavolo del cucinino.
-   No, sono solo le sette e mezzo – rispose Ignis, mettendole davanti una tazza di caffè e un piatto di uova accompagnato da riso bollito.
-   Gli altri due? – domandò Gladio.
-   Nessun cenno di vita – replicò la ragazza soffocando l'ennesimo sbadiglio dietro la mano.
-   È arrivato il mio momento allora – asserì l’Amicitia dirigendosi con passo pesante verso la stanza.

Selenis iniziò a fare colazione mentre di là si scatenava la Gladio-sveglia.

-   Come sono? – le domandò Ignis appoggiato al bordo del lavandino con le gambe accavallate.
-   Ottime! – rispose la ragazza – Ci hai aggiunto qualcosa di particolare? – s’informò prendendo un’altra cucchiaiata di uovo e riso.
-   Ho cotto il riso nel brodo della zuppa di ieri sera – le spiegò il giovane.
-   Sei incredibile – si complimentò la principessa.
-   Ti ringrazio – replicò Ignis con un sorriso – Sei riuscita a riposare stanotte? –
-   Sì, nonostante la sorpresa di sapere che Prompto russa – rispose la giovane perplessa – per essere la prima volta che dormo fuori Insomnia è andata bene – aggiunse guardando il ragazzo per rassicurarlo.
-   Mi fa piacere sentirlo – asserì lui, annuendo con il capo.
-   Tu sei un pazzo squilibrato –

Prompto irruppe nel cucinino seguito a ruota da Gladio e da Noctis, che come al solito sembrava più addormentato che sveglio nonostante camminasse.
Il ragazzo biondo si sedette davanti a Selenis imbronciato, mentre l’Amicitia se la rideva sotto i baffi.

-   Selis! Non potevi fermarlo?! – esclamò da sotto il suo immancabile ciuffo – Una cosa è doversi alzare, un’altra è rimanere traumatizzato a vita! – si lamentò gettando un’occhiataccia a Gladio.
-   Che vuoi che ti dica? – replicò Selenis con un sorriso divertito mentre Noctis prendeva posto accanto a lei e crollava con la testa sulla sua spalla.
-   Siete una coppia perfetta voi due – borbottò Prompto rigirando la forchetta nelle uova che Ignis gli aveva appena messo davanti.
-   Lo prendo come un complimento – rispose la principessa strizzando l’occhio a Gladio – Ohi, Noct! – aggiunse subito dopo alzando leggermente la spalla che faceva da cuscino al ragazzo.
-   Mhhh – biascicò lui senza accennare a muoversi.
-   Se il buongiorno si vede dal mattino.. – commentò Ignis scuotendo la testa.
-   Di sicuro, a quest’ora del suddetto mattino, non può essere “buono” – disse con voce impastata il principe accettando di buon grado la tazza di caffè che gli veniva offerta.

Proprio in quel momento si sentì bussare alla porta del camper e un istante dopo la testa bionda di Cindy spuntò all’interno.

-   Buongiorno ragazzi! – cinguettò allegra come sempre – La vostra piccolina è pronta e il nonno vi sta aspettando – annunciò con una strizzatina d’occhio prima di ritirarsi.
-   Addio alla colazione – mormorò affranto Prompto.
-   Meglio non far aspettare il vecchio – disse Gladio.
-   Dai Noct, andiamo –

Selenis spinse il cugino giù dal divanetto e tutti assieme raggiunsero il garage.
La mattina era splendida e il sole implacabile già a quell’ora. La Regalia, scintillante come non mai, li aspettava appena fuori dall’officina. Cid era seduto sotto un grande ombrellone a godersi quella che sembrava essere una meritata siesta.

-   Visto che splendore? – esordì Cindy girando attorno alla macchina – Ed è prontissima a partire – aggiunse.
-   Vedete di trattarla con cura – li ammonì il vecchio meccanico alzandosi dalla sua postazione.
-   Vi ringraziamo per il vostro lavoro, ci spiace avervi arrecato disturbo – disse Ignis.
-   Ah lascia stare – replicò Cid con un gesto della mano – Tu principessa, vieni un attimo – aggiunse rivolgendosi a Selenis che stava ammirando il suo riflesso nei cerchioni dell’auto.
-   Arrivo – rispose affrettandosi a seguire l’uomo.

Cid la accompagnò qualche metro più in là, verso un grande telo che copriva... qualsiasi cosa ci fosse sotto. Gli altri ragazzi li seguirono, curiosi di sapere cosa il vecchio avesse da dire alla loro amica.

-   Questa ce l’ho da diverso tempo – affermò il meccanico, afferrando un lembo del telo a tirandolo via – tuo padre me la lasciò ai tempi – spiegò.

Quando la stoffa venne tolta con un morbido fruscio, al di sotto apparve una moto dalle forme solide e dalle curve sinuose. La carrozzeria brillava sotto al sole, rivelando un colore indefinito tra il nero antracite e il blu oltremare. La marmitta cromata faceva bella mostra di sé, così come il sedile in pelle di una tonalità più chiara rispetto al resto.

-   È… - mormorò la ragazza senza parole.
-   Incredibile! – esclamò Prompto per tutti.
-   Per questa vale lo stesso discorso dell’auto, deve essere trattata con i guanti, non è una moto come le altre – disse Cid con tono di rimprovero.
-   Cioè posso prenderla? – domandò allibita Selenis.
-   Certo! Se no per quale diamine di motivo te l’avrei mostrata!? – sbottò Cid.
-   Grazie... è stupenda! – disse la principessa con un sorriso a trentadue denti.
-   Questo è un piccolo extra –

Cindy si fece avanti, reggendo un casco integrale in tinta con il resto del mezzo.

-   C’è un microfono all’interno, in modo che si possa comunicare direttamente con l’auto – spiegò mettendo in mano il casco a Selenis.
-   Questo sì che è utile – commentò Gladio facendo un fischio.
-   Potresti guidarla fino a Galdin – propose Noctis.
-   Sì, ma.. – tentennò la principessa.
-   Facciamo servizio anche su strada – la interruppe Cindy – Se avete necessità di riportare entrambe ad Hammerhead basta fare un fischio – disse.
-   Allora non me lo faccio ripetere due volte! – assentì Selenis eccitata, facendo per calarsi il casco sulla testa.
-   Ohi, ohi! Ferma! – la bloccò Prompto – Voglio prima fare una foto! – aggiunse, tirando fuori la sua immancabile macchinetta che consegnò a Cindy.

Selenis spinse la moto di fianco alla Regalia. Quando ognuno trovò la posa che preferiva, la meccanica premette il bottone per lo scatto e la loro immagine venne impressa per sempre.

-   Noi allora andiamo! – si congedò Noctis mentre i suoi amici prendevano posto sull'auto – Grazie di tutto – aggiunse rivolgendosi ai due meccanici.
-   Prima che vi mettiate in strada, potreste farmi un favore? – domandò la ragazza bionda.
-   Certo! – esclamò subito Prompto dal lato passeggero.
-   Dovreste consegnare della merce al proprietario del motel che troverete sulla strada per Galdin. Ho già caricato tutto nel bagagliaio – spiegò molto tranquillamente – è l’unico che c’è, quindi non potete sbagliarvi – disse.
-   Va bene – assentì Noctis aprendo la portiera e sedendosi di fianco a Gladio.
-   Si va? – chiese Selenis con la voce attutita dall’imbottitura del casco.
-   Prego – la invitò Ignis facendole cenno di partire.

La principessa rivolse un sorriso smagliante al gruppo, come quello di una bambina al mattino di Natale, e premuto il pulsante sul casco che le chiuse la visiera, diede gas. Con un rombo, entrambi i motori delle due vetture si scaldarono e un istante più tardi furono in strada.

-   Qual è il bottone per comunicare? – domandò Prompto guardando il quadro sul cruscotto.
-   Credo sia questo – rispose Ignis premendone uno vicino alla radio.
-   Selis? Ci senti? – chiese Noctis sporgendosi avanti.
-   Forte e chiaro –

La voce della ragazza, che viaggiava poco più avanti di loro, scaturì dalle casse audio della Regalia.

-   Com’è la moto? – s’informò Gladio.
-   Per usare un’espressione alla Prompto, una figata! – esclamò Selenis accompagnando le parole con un’impennata.
-   Ti pregherei di fare attenzione – replicò Ignis infastidito.
-   Eddai Iggy! – rise la giovane scalando di marcia e affiancandosi all’auto.
-   Quando dista il motel della consegna? – chiese Prompto voltandosi di tre quarti per guardare i due passeggeri posteriori.
-   Fammi dare un’occhiata - rispose Noctis aprendo la cartina che Cindy gli aveva dato – Non molto – asserì una volta trovata la loro posizione – un paio d’ore e dovremmo esserci – aggiunse ripiegandola.
-   Ottimo! Giusto in tempo per pranzo! – commentò Selenis tornando a precederli per lasciare la carreggiata libera.

La principessa si stava davvero divertendo un mondo. Suo padre era sempre stato appassionato di moto e in qualche modo le aveva trasmesso lo stesso amore per le due ruote. Dover abbandonare il suo mezzo preferito a Insomnia le era costato un certo sacrificio, e quindi il regalo che Cid le aveva "involontariamente" fatto, l’aveva messa su di giri. In sella alla moto, così come le succedeva a cavallo di Boko, si sentiva libera. Il rumore del vento, la sensazione dell’asfalto sotto le ruote, il rombo del motore quando cambiava marcia erano cose capaci di emozionarla e di farle dimenticare i suoi guai. Quella sensazione di pericolo imminente era rimasta ad Hammerhead non appena la strada aveva iniziato a scorrere sotto di lei.
Poco dopo l’una del pomeriggio, il gruppo di viaggiatori arrivò al motel citato di Cindy. Ignis parcheggiò la Regalia davanti all’insegna della località e Selenis smontò dalla moto.

-   Ti invidio un po’ – confessò Noctis alla cugina mentre si dirigevano verso la reception dell’albergo.
-   Se rimediamo un casco in più posso caricarti dietro – rise lei, liberandosi la testa dalla protezione e scuotendo i capelli per ravvivarli.

Il proprietario del Motel ringraziò i ragazzi per l’incombenza che si erano presi e gli disse di prendersela pure comoda perché avrebbe scaricato lui il pacco dal bagagliaio.

-   Allora che ne dite di andare a mangiare qualcosa al Crow’s Nest? – propose Prompto.
-   Se vuoi mettere su peso, certo – disse Ignis.
-   Lo so, lo so – borbottò il ragazzo.
-   Beh, ma io ho fame! – replicò Selenis – Ed è l’unico ristorante prima di Galdin – aggiunse mettendo il broncio come Prompto.
-   Ma dimmi te – sorrise divertito Ignis.
-   Oh Umbra! –

I tre ragazzi si voltarono verso Noctis, al quale si stava facendo incontro un grosso cane con un bel pelo nero e fulvo. Umbra e la gemella Pryna, erano stati una presenza costante nelle loro vite da quando Tenebrae era stata assoggettata al controllo imperiale. I due cani, che appartenevano a Lunafreya, erano incaricati di portare le missive della giovane ragazza, ed era quindi grazie a loro se Selenis e Noctis avevano ancora potuto mantenere i contatti con la loro amica.  

-   Guardate, ci ha portato qualcosa! Bravo cucciolone! – lo accolse Prompto quando il cane si fermò davanti a loro e si sedette composto.
-   Certo che ha proprio fiuto – commentò Gladio.
-   Ciao bello – lo salutò Selenis grattandolo dietro un orecchio.
-   Si direbbe che ha naso per le ricerche – soggiunse Ignis
-   Ma come fai a trovarci sempre? – domandò retoricamente Prompto.

Era vero; dovunque loro fossero, Umbra non sbagliava mai una consegna. Quando Selenis si era trasferita a vivere da sola, la prima lettera di Luna era arrivata dritta al suo nuovo indirizzo. Più che avere un fiuto eccezionale sembrava essere dotato di un sesto senso fuori dai normali canoni.
Nel frattempo Noctis aveva recuperato dal dorso dell’animale il quaderno che stava trasportando.
La principessa sapeva già di cosa si trattava e sorrise, felice per il cugino. Non gli aveva mai chiesto cosa la ragazza gli raccontasse e non aveva mai voluto saperlo, le bastava vedere il viso rilassato di Noct per sentirsi appagata.

-   Ehi Umbra? – la principessa attirò l’attenzione del cane che restò a guardarla in attesa – Niente per me? – chiese.

Umbra abbaiò una volta in un chiaro segno di diniego.

-   Non è che la tua padrona si è dimenticata di me? – disse sorridendo ironica mentre Noctis legava di nuovo il diario al suo posto.
-   Ecco qui, stai attento – si raccomandò il principe.

I ragazzi salutarono il cane, che trotterellando si allontanò nella stessa direzione da cui era venuto.

-   So che tanto non me lo dirai… - cominciò Prompto.
-   Allora non chiedere – lo anticipò Noctis.
-   Ma cos’era? – proseguì imperterrito il giovane.
-   Su, andiamo a mangiare! – si intromise Selenis prendendo a braccetto Prompto.
-   Ehi! – protestò lui.
-   Ahhh l’amore – rise Gladio scompigliando i capelli di un evidentemente infastidito Noctis.

Il gestore del Crow’s Nest di turno li accolse con un sorriso cordiale, lasciandogli cinque menù sul tavolino che avevano occupato. Dopo un’attenta scelta l’ordinazione fu fatta, e ben presto i ragazzi si ritrovarono davanti i loro hamburger fumanti con contorno di patatine e salse varie.

-   Come dife che farà il pofto di Galdin? – domandò Prompto con la bocca piena.
-   Dicono che sia un paradiso e che il ristorante sia molto famoso – rispose Gladio intingendo una patatina nel ketchup.
-   Allora deve essere una meta molto ambita – commentò Selenis cercando di addentare il panino senza perdere tutto il contenuto dal retro.
-   Sì, eppure dicono che non regga il confronto con Altissia – replicò Ignis con l’hamburger in mano.
-   Sul serio?! – esclamò la giovane stupita.
-   Già e… - il ragazzo si interruppe guardando con accondiscendenza mista ad esasperazione, l’andirivieni della mano di Noctis che stava letteralmente scorporando  la verdura dal suo panino – Noct – lo rimproverò.

Il principe facendo orecchie da mercante e con espressione neutra, proseguì nel suo intento guadagnandosi un lungo sospiro da parte dell’amico.

-   Non cambierà mai – commentò la principessa, ormai ben abituata all’avversione del cugino per qualsivoglia verdura.
-   Ignis, smettila di viziarlo, o continuerà a fare lo schizzinoso con il cibo – asserì invece Gladio.
-   Grazie per il consiglio, perché non lo dici direttamente a lui? – replicò il ragazzo seccato.
-   E perché dovrei? – ribattè l’amicitia scuotendo la testa.
-   Perché io glielo dico già ogni giorno – fu la risposta del cuoco.

Selenis proseguiva a mangiare le sue patatine godendosi lo spettacolo. Gladio e Ignis avevano due caratteri molto diversi, che non era raro veder entrare in conflitto, e ogni volta era uno spasso, anche perché erano soliti battibeccare sulle questioni più futili.

-   Sei proprio un tenerone – commentò Gladio scambiandosi uno sguardo di fuoco con l’amico.
-   Ignis, Gladio, smettetela di litigare – li rabbonì Prompto.
-   Non stiamo litigando! – risposero i due interessati in coro.
-   Mph – Selenis trattenne a stento una risata guadagnandosi un paio di espressioni corrucciate.
-   Su, state buoni -  disse Noctis
-   Senti chi parla – ribattè Gladio.

Mentre i suoi amici continuavano la costruttiva chiacchierata sulle abitudini alimentari del loro principe, Selenis tirò fuori dalla tasca degli ampi pantaloni il suo cellulare. Lo accese brevemente per vedere se avesse ricevuto notifiche, ma tutto era esattamente uguale a prima. Con un sospiro mise il blocco e lo fece sparire nuovamente nelle pieghe della stoffa.

-   Aspetti un messaggio? –

Selenis alzò la testa verso Noctis che le aveva appena posto la domanda.

-   Avevo scritto a Nyx per dirgli che sarei partita, ma non mi ha ancora risposto – disse la ragazza.
-   Nyx? – s’intromise Prompto – Il Kingsglave che ti ha fatto da istruttore prima di Gladio? – chiese curioso.
-   Sì, lui –
-   Ho sentito che è stato richiamato dal fronte – soggiunse l’Amicitia allacciandosi al discorso.
-   È stato assegnato alla guardia della cittadella – assentì la ragazza.
-   Hanno subito un duro colpo con quel deamon – commentò Ignis che ovviamente era informato su qualsiasi bollettino di guerra esistesse.
-   Sei preoccupata? – domandò Noctis sbocconcellando una patatina.
-   Non so se la mia è preoccupazione o paranoia – si schermì la ragazza con un sorriso.
-   Allora sbrighiamoci a tornare da Altissia – disse Prompto facendole l’occhiolino.
-   A tal ragione sarebbe meglio metterci di nuovo in marcia, il traghetto non ci aspetterà se ritardiamo – asserì Ignis pulendosi la bocca nel tovagliolo.
-   Siete diretti a Galdin? –

Il gruppo si voltò verso uno degli avventori seduto al bancone che si era girato verso di loro.

-   Sì – rispose Gladio.
-   Allora fate attenzione – proseguì l’uomo sulla cinquantina – ho sentito dire che è stata avvistata un’aeronave Imperiale sulla strada che porta alla baia – spiegò.

I cinque ragazzi si scambiarono uno sguardo preoccupati.

-   Grazie per l’informazione – disse Ignis mentre si alzavano.
-   Dovere – replicò il cliente – di questi tempi è meglio essere accorti – aggiunse.

**

La statale che conduceva a Galdin era immersa nel verde. I pini marittimi avevano preso il sopravvento, così come i bassi arbusti caratteristici del clima costiero che si alternavano a pareti scoscese di rocce brunite. C’erano parecchie curve che di sicuro non disturbavano Selenis alla guida della moto. Più si facevano strette e più la ragazza di divertiva, con evidente disappunto di Ignis che spesso e volentieri si lamentava del suo fare imprudente.

-   Sarebbe saggio arrivare interi ad Altissia – borbottò.
-   Ci arrivo, ci arrivo – replicò la ragazza dalle casse dell’auto.
-   Un po’ di brio non guasterebbe nemmeno a noi – sbadigliò Noct appena riemerso da un sonnellino sul sedile posteriore.
-   Allora basta lasciare alla guida Prompto – commentò Gladio con un ghigno.
-   Ehi? Che vorresti dire?! – saltò su l’interessato voltandosi a guardare l’amico.
-   Diciamo che non sei la persona più indicata da mettere al volante – disse il principe con un sorriso di scuse.
-   Davvero?! No, dici davvero? – domandò offeso il ragazzo biondo.
-   Con voi l’unico a non potersi annoiare è Iggy – rise la ragazza.
-   Con mia somma gioia – commentò il cuoco.

La loro allegra chiacchierata venne improvvisamente interrotta dall’inconfondibile rumore di un motore Magitek.

-   È vicino – disse Gladio scrutando il cielo chiaro.
-   Vado a dare un'occhiata più avanti – asserì Selenis aumentando la velocità.
-   Fai attenzione – la avvertì Noctis.
-   Certola ragazza distanziò così la Regalia.

Il rumore era sempre più vicino e ben presto la giovane scorse sopra di lei l’aeronave in questione. Era il modello base di Nifelheim, quello che solitamente veniva usato per portare le truppe di fanteria sul campo di battaglia.

Selenis aumentò ulteriormente la velocità, lasciandosi finalmente alle spalle le strette pareti rocciose del Canyon che stavano percorrendo, per ritrovarsi tra ampi pascoli verdeggianti.
A circa un chilometro dalla strada, il mezzo del nemico si stava fermato proprio sopra quella che sembrava una coppia intenta a scattarsi una foto.

La principessa li vide alzare gli occhi al cielo, mentre la giovane metteva mano al capello di paglia per non farlo volare via. In un attimo il portello posteriore del velivolo si aprì e da esso piovve letteralmente uno squadrone di Magitek.
La prima ad urlare fu la ragazza che, trascinata dal proprio compagno, si diede alla fuga.
Selenis non ci pensò un secondo di più e, abbandonata la strada asfaltata, si diresse a tutta velocità verso i soldati.

-   Ragazzi! Un plotone è appena atterrato – esclamò nel microfono integrato nel casco.
-   Aspettaci, siamo quasi lì! – fu la risposta di Ignis.
-   Non posso – replicò la ragazza – stanno attaccando una coppia di civili – spiegò.
-   Merda! – sbottò Gladio.
-   Cerco di rallentarli intanto che voi arrivate – disse Selenis facendo apparire una lancia nella mano sinistra.

La coppia era riuscita a guadagnare un discreto terreno, ma così facendo avevano inevitabilmente attirato l’attenzione degli Imperiali..
Dalla formazione a freccia che questi ultimi avevano assunto, un singolo componente si staccò correndo nella loro direzione.

Selenis si diresse verso di lui, e proprio quando mancano pochi metri all’inevitabile scontro con i due giovani, la ragazza gli piombò addosso, trafiggendolo con la lancia. La coppia si arrestò, guardando spaventata la nuova venuta.
La principessa, messo un piede a terra, aveva fatto virare rapidamente la moto e si era arrestata a poca distanza da loro.

-   Fuggite! – urlò all’indirizzo dei ragazzi una volta che si fu tolta il casco – Andate verso la strada! – aggiunse.

I due giovani ripresero la loro corsa verso la statale dove sicuramente avrebbero trovato aiuto.
Selenis invece scese dal suo mezzo, abbandonando il casco a terra e scrollando dalla lancia i resti dell’imperiale che erano rimasti attaccati.
Il plotone stava già dirigendosi verso di lei con un intento ben chiaro... La principessa sorrise, cambiò la propria arma in uno spadone e poi scattò verso di loro.
Con una spazzata circolare ne mandò più della metà a gambe all’aria, proprio mentre sopraggiungevano i suoi amici.

-   Maledizione Selenis! – esordì Gladio abbattendo un nemico con lo spadone – Non spegnere mai più il contatto radio a quel modo! – ruggì.
-   Scusami sai, ma era un po’ occupata a non far uccidere una giovane coppietta di fidanzati da questi qui – replicò caustica la ragazza scambiandosi l’arma con Noctis per attaccare assieme a lui un Imperiale.
-   Selis, Gladio, niente bisticci – li ammonì Prompto prendendo la mira con le sue pistole.
-   Non stiamo litigando! – sbottarono all’unisono i due interessati.
-   Questo discorso mi pare di averlo già sentito – commentò Ignis, colpendo di spalle uno degli androidi  con una coppia di daghe.

C’era una tale alchimia nel loro gruppo durante i combattimenti, che ormai non facevano più caso a come si dovevano muovere, lo facevano e basta. Erano come un moto ondoso che si adatta perfettamente alla costa contro la quale si sta infrangendo. Non che potessero sempre prendersi il lusso di chiacchierare amabilmente durante gli scontri, ma per quel gruppo di Magitek non era un problema.

-   Quello è mio! – esclamò Selenis puntando l’unico soldato rimasto che imbracciava lo stendardo Imperiale.

La giovane si proiettò in avanti, riapparendo esattamente di fronte al nemico.
Stava per calare il colpo decisivo, quando il mondo si capovolse. Come le era già successo più di una volta, ciò che la circondava scomparve e venne catapultata da un’altra parte e in un’altra situazione.
Si trovò a fissare un’enorme parete di cristallo dove, oltre ad essa, un paio di figure completamente sfocate sembravano esitare. Selenis si concentrò sulla sagoma più magra, che sembrava avere i capelli biondi ed assomigliare incredibilmente a Lunafreya..

“Luna” penso con certezza la ragazza, senza capire se il pensiero fosse suo o di qualcun altro.

Poi l'attenzione di Selenis venne catturata da un movimento dal basso. Chinato quindi lo sguardo, la principessa focalizzò la cima di una lama che le spuntava dal ventre. La punta, scintillante di sangue, sporgeva di diversi centimetri, trapassandola da parte a parte.
Con un rumore di carne lacerata, questa venne improvvisamene estratta e solo in quel momento, un dolore sordo, accecante, si propagò per il suo corpo.

Selenis si mise a gridare come non aveva mai fatto in vita sua.

-   Selis! –

Quel richiamo la riportò di botto alla realtà. La luce del sole tornò, così come le facce al limite della preoccupazione dei suoi amici.
La ragazza era sdraiata sulla schiena, con le mani di Gladio ben salde sulle spalle, come se poco prima si fosse dibattuta talmente tanto da averne avuto bisogno.
Non appena il ragazzo la liberò, Selenis si tirò a sedere di scatto, abbassando lo sguardo sul ventre lasciato scoperto dalla canotta aderente che terminava qualche centimetro sotto al seno. La pelle era liscia e pulita, non c’era traccia della profonda ferita che avrebbe dovuto avere, né del sangue che le avrebbe dovuto imbrattare i vestiti. Anche il dolore che aveva provato si stava ormai trasformando in un eco lontano. Eppure era parso tutto così reale.. doveva esserlo!
Un rivolo di sudore le colò lungo una tempia mentre alzava lo sguardo sugli astanti.

-   Cos’è successo? – mormorò.
-   Ci hai fatto prendere un colpo! – replicò Noctis inginocchiatosi vicino a lei.
-   Stavi per colpire quel Magitek quando sei crollata a terra e ti sei messa a gridare come se stessi bruciando viva – raccontò Prompto pallido, indicando con il pollice alle sue spalle.

Poco distante da loro, i rottami del soldato Imperiale erano sparsi un po’ ovunque. La testa, staccata dal tronco, fissava nella loro direzione con le sue orbite vuote.
Selenis sentì montare la nausea e distolse lo sguardo per focalizzare una mano tesa davanti a lei.
La principessa accettò di buon grado l’aiuto di Ignis, tirandosi in piedi.

-   Sarebbe il caso di informarli arrivati a questo punto – le consigliò guardandola serio.
-   Informarci di cosa? – chiese Gladio inarcando un sopracciglio.

Selenis guardò i suoi amici in attesa di spiegazioni e prese un profondo respiro.

-   A volte mi succede di.. – cominciò sentendosi tesa come la corda di un violino – avere delle visioni – confessò.
-   Visioni? – ripetè Noctis confuso – Che genere di visioni? –
-   Non saprei dire… sono flash talmente veloci da lasciarmi solo una gran confusione in testa – spiegò la ragazza amareggiata – sono sempre indistinte e non riesco mai a darci una spiegazione logica, sempre se me le ricordo… - aggiunse.
-   Cioè hai una specie di esperienza extracorporea? – domandò Prompto a metà tra l’eccitato e il preoccupato.
-   Potremmo dire di sì – ci pensò su Selenis – Semplicemente il mondo scompare e io mi ritrovo a fissare una scena diversa – raccontò.
-   Cosa hai visto questa volta? – le chiese Gladio.
-   Ho.. ho visto una barriera di cristallo e due persone dietro di essa, le loro figure erano completamente sfocate – disse cercando di rievocare le immagini che aveva visto – Una però era Lunafreya – spiegò, guardando Noctis che si irrigidì immediatamente – Non chiedetemi come faccio a saperlo, ma ho sentito che era lei – aggiunse anticipando possibili domande – Poi ho abbassato lo sguardo e ho visto la punta di una lama spuntarmi dalla pancia – proseguì appoggiandosi una mano sugli addominali in un riflesso incondizionato – Qualcuno alle mie spalle mi aveva trafitto... poi il dolore è esploso e tutto è scomparso – concluse reprimendo un brivido.
-   Non sai chi sia l’aggressore? – domandò Noctis.
-   No, non ho visto niente, non so nemmeno se ho visto il futuro o il passato.. – replicò agitata Selenis – Non ci capisco niente di questo visioni! – sbottò frustrata.
-   Quando sono cominciate? – chiese Gladio.

La principessa si morse il labbro inferiore.

-   Le ha da quando era una ragazzina – rispose per lei Ignis.
-   Perché non ce ne hai mai parlato? – proseguì l’Amicitia.
-   Non volevo che qualcuno si preoccupasse.. – spiegò Selenis - sono sempre stata diversa dalle altre ragazze e questo non faceva che accentuarlo ulteriormente..-
-   Credo di capire ciò che dici – sospirò Noctis.
-   Ora come ora c’è poco che possiamo fare – commentò Ignis – Sarà meglio proseguire, potrebbero arrivare altre truppe Magitek – aggiunse.
-   Ci mancherebbe solo questa! – esclamò Prompto mettendosi le mani nei capelli.
-   Allora ripartiamo – assentì Gladio – ma sarebbe meglio che lasciassi perdere la moto – disse poi rivolgendosi a Selenis – chiameremo Cindy per farcela lasciare a Galdin per quando torneremo – propose.

La ragazza annuì, abbattuta per tutto quello che era successo e per dover rinunciare così presto alla moto di suo padre. Così, una volta tornati alla Regalia parcheggiata a bordo strada, Selenis prese posto nei sedili posteriori tra suo cugino e Gladio.
L'Amicitia si era chiuso in un cupo silenzio e Selenis poteva ben immaginare a cosa stesse pensando. In tutti quegli anni non si era mai confidata con lui a proposito delle sue visioni, e il fatto che l’unico a conoscenza fosse Ignis, non migliorava di certo le cose.
Tra di loro c’era sempre stata una leggera rivalità ed era passato un po’ di tempo perché l’Amicitia capisse che tra lei e il ragazzo c’era solo una profonda e salda amicizia. Di sicuro non dubitava di lei, ma la cosa non doveva avergli fatto piacere.
Stava rimuginando proprio su questo fatto, quando una mano si posò sulla sua, chiusa in un pugno contratto contro il ginocchio. Il palmo di Gladio la copriva per intero, trasmettendole un calore intenso e rassicurante. Selenis aprì la propria, intrecciando le dita con le sue e stringendole appena in un muto ringraziamento. Non c’era bisogno di tante parole tra loro, così funzionava tutto perfettamente.

**

Il molo di Galdin era davvero meritevole del soprannome di Paradiso di Leide. Una volta percorsa la ripida strada che scendeva dal promontorio, una baia con una meravigliosa spiaggia di sabbia bianca, li aveva accolti.
Nella piazzetta centrale che fungeva anche da parcheggio, c'erano diverse vetture ferme in sosta, mentre sulla destra, una banchina di legno invitava i pescatori esperti e gli aspiranti tali a cimentarsi con l'ittica. Un chioschetto che vendeva un po’ di tutto era situato all’inizio del pungo pontile che arrivava fino al famoso ristorante di pesce a palafitta sull’acqua. Il sole che stava ormai tramontando, ricopriva tutto di ombre rosse e dorate, dando al luogo un aspetto ancor più paradisiaco.

-   Foto! Foto! – esclamò Prompto non appena ebbero parcheggiato la Regalia, dirigendosi verso la ringhiera che dava sul belvedere.
-   Possiamo dirgli di no? – domandò Noctis – giusto per vedere che faccia fa – aggiunse con un ghigno.
-   Sei proprio un pessimo principe – lo canzonò Gladio.
-   Certo che con quella macchina fotografica è proprio felice – constatò Selenis con un sorriso.
-   Come un bambino – assentì Ignis.
-   Questa non me la perdo! – commentò il ragazzo biondo dopo aver sistemato la fotocamera sul treppiede.

Qualche secondo dopo, il famigliare rumore dell’obbiettivo li avvisò che la foto era stata scattata. I ragazzi si avvicinarono tutti a Prompto per vedere il risultato.
Selenis invece, rimase vicino alla ringhiera; la vista del mare la ipnotizzava. Come avrebbe voluto che anche quello che le succedeva fosse chiaro e trasparente come quell’acqua… invece era tutto un gran casino. Quell’ultima visione l’aveva lasciata particolarmente scossa, sia per quanto era stata vivida, sia perché non era ancora riuscita a liberarsi dal sentore che qualcosa di terribile fosse accaduto. Il fatto poi che Nyx non le avesse ancora mai risposto, non la aiutava di certo a scacciare via i brutti pensieri.


-   Ohi Selis! –

La ragazza si voltò verso i suoi amici, che ora la stavano fissando in attesa.

-   Sì? – chiese lei interdetta.
-   Non hai sentito.. immaginavo – sospirò Noctis.
-   Manca ancora una mezz’oretta alla partenza del traghetto e pensavamo di andare a mangiare qualcosa al ristorante – disse Ignis.
-   Ottima idea! – assentì lei – Iniziate ad andare avanti, io arrivo subito – aggiunse.
-   Va bene – disse dopo un attimo Noctis, incamminandosi e trascinando con lui Prompto che non aveva afferrato il desiderio di stare un momento da sola della principessa.

Selenis scambiò un’occhiata con Gladio, facendogli un leggero cenno del capo per dirgli di stare tranquillo.
Quando fu da sola si appoggiò con gli avambracci alla ringhiera, tornando a fissare il moto ondoso e i raggi morenti del sole battere su di esso; poi lo sguardo le cadde sul suo anello.
Con delicatezza lo sfilò, rigirandoselo tra le dita. La pietra bianca, alla luce, si accendeva di riflessi dei toni del blu. Era da quando il Re le aveva detto di tenerlo al sicuro che qualcosa nel suo modo di vederlo era cambiato. A volte le sembrava che ci fosse una forza misteriosa al suo interno, qualcosa che cercava di emergere. Possibile che non ci avesse mai fatto caso prima?
Quanto avrebbe voluto che suo zio o suo padre le avessero dato qualche informazione in più, un piccolo indizio che la aiutasse a capire…
Proprio in quel momento, la pietra diede un bagliore improvviso e Selenis, presa alla sprovvista, perse la presa su di essa che cadde di sotto.


-   No! – esclamò sporgendosi dalla balaustra.

Si ritrovò a fissare la cima di un cappello nero a falda larga. Il proprietario teneva sul palmo il suo anello, che a quanto pareva era riuscito ad afferrare al volo. La ragazza si affrettò a scavalcare la ringhiera saltando giù.

-   Devi fare più attenzione – esordì lo sconosciuto – una così bella pietra, sarebbe un peccato se andasse perduta – disse.

L’uomo che la fronteggiava aveva un abbigliamento strano, se non addirittura bizzarro. I capelli lunghi fino alle spalle erano di un caldo castano rosso. Gli occhi color nocciola risultavano freddi nonostante la tonalità, e il sorriso sardonico che aveva dipinto in volto era punteggiato da un'ispida barbetta.

-   Chi sei? – lo apostrofò Selenis.

Forse sarebbe stato più educato ringraziarlo per aver recuperato il suo gioiello, ma la principessa non riusciva a scacciare quella sensazione di pericolo e di nostalgia che la figura dello sconosciuto le trasmetteva.

-   Puoi chiamarmi Ardyn – rispose quello, allargando ancora di più il sorriso e tendendole l’anello stretto tra due dita.
-   Beh, grazie allora – replicò la giovane mentre lui glielo lasciava cadere sul palmo che affrettò a chiudere.
-   Mi piacerebbe fermarmi a fare conoscenza, ma ahimè, ho incombenze piuttosto urgenti – proseguì l’uomo dirigendosi verso la scala che riportava alla terrazza.

Selenis lo osservò sentendo crescere la sensazione di disagio, perfino l’anello sembrava in qualche modo “teso” tra le sue dita.

-   Ah, un’ultima cosa – si bloccò Ardyn voltandosi di nuovo verso di lei – un omaggio –

Le parole furono accompagnate dal lancio di un piccolo oggetto luccicante che la principessa afferrò al volo.
Era una spilla, una spilla in commemorazione dell’investitura di Lunafreya come sciamana.
La principessa alzò la testa di scatto, ma dell’uomo non c’era più traccia; corse sulla terrazza ma sembrava essere sparito nel nulla.
Ancora leggermente stranita da quell’incontro, la ragazza si diresse verso l’hotel. A metà del lungo pontile che lo collegava alla terra ferma i suoi amici le si fecero incontro.

-   Cos’è successo? – domandò loro vedendo le espressioni tese.
-   Niente traghetto – rispose Noctis sospirando.
-   Come sarebbe a dire? – esclamò lei.
-   A quanto pare per colpa dell’armistizio Imperiale nessuna barca può lasciare Altissia – spiegò Ignis con due dita poggiate sul mento.
-   Ehhh siamo punto a capo – disse frustrato Prompto.
-   Ehi, quella cos’è? –

Selenis abbassò lo sguardo sulla propria mano seguendo quello di Gladio.

-   Una spilla – asserì lei.
-   Te l’ha data uno strano tizio con il cappello? – chiese l’Amicitia.
-   S.. sì, lo avete incontrato anche voi? –
-   Giusto qualche minuto fa – soggiunse Ignis.
-   Cosa voleva? – li interrogò la ragazza.
-   Avvisarci della chiusura del porto e darci quella spilla – rispose Noctis.
-   Mh..- mugugnò Selenis pensierosa.
-   Che impressione ti ha fatto? – le domandò Ignis.
-   Pessima… - replicò funerea lei – E ora cosa facciamo? –
-   Oggi è troppo tardi per cercare una soluzione – disse Gladio incrociando le braccia al petto – meglio mettere qualcosa sotto i denti e riposarci; domattina penseremo al da farsi – propose.
-   Che dice il principe? – chiese Prompto.
-   Va bene – rispose quello facendo spallucce – non abbiamo molte alternative – aggiunse.

E così i cinque ragazzi decisero di pernottare a Galdin fino al giorno successivo.
Il ristorante e l’hotel della baia meritavano tutti i complimenti ricevuti, e la cucina di pesce era semplicemente superba, cosa che mandò quasi in tilt il buon Ignis già tutto preso nell'annotarsi gli ingredienti per poter riproporre i piatti ai suoi amici.
La camera che gli fu assegnata dava direttamente sul mare, ed era arredata con un paio di sontuosi letti matrimoniali e con un comodissimo divano letto; valeva di sicuro i soldi spesi per fermarsi a dormire. Non appena si furono sistemati, Prompto tirò fuori il mazzo di carte che faceva parte del loro corredo da viaggio e diede così il via ad un torneo di Triple Triad che vide la dominanza incontrastata di Gladio.

-   Tu hai fatto un patto con il demonio – esclamò Prompto lasciandosi cadere sul letto di schiena.
-   Si chiama abilità – replicò Gladio con un ghigno.
-   Va ben oltre quello – soggiunse Ignis mescolando le carte.
-   Voglio la rivincita – disse Noctis squadrando l’amico.
-   Uh? Anche io, anche io! – saltò su Prompto.
-   Selis? Sei dei nostri? –

Ignis si voltò a guardare la ragazza seduta sul bracciolo della poltrona con una lattina di aranciata in mano: aveva di nuovo lo sguardo perso nel vuoto.

-   Selis? – la chiamò di nuovo lui.
-   Cosa? – si riscosse la principessa – No grazie! Sei sconfitte mi bastano – rise alzandosi – Credo che prenderò una boccata d’aria – aggiunse dirigendosi verso la porta a vetri che dava sul balconcino della camera.

Una volta fuori la ragazza si fermò a rimirare il mare a quell’ora tarda. Sulla superficie di un nero cupo, i raggi della luna vi si infrangevano, trasformando quella che poteva essere una voragine di oscurità in qualcosa di ipnotico e bellissimo.
Selenis sapeva di essere stata distratta per quasi tutta la sera, ed era anche sicura che i suoi amici lo avessero notato, ma non riusciva a tenere la mente incollata al presente.
L’ultimo incontro con il Re e le sue parole continuavano a ronzarle in testa, e quel tale, Ardyn, aveva aumentato la sua agitazione.
La principessa accarezzò la pietra liscia del suo anello. Era sicura di quello che era successo quel pomeriggio: il gioiello l’aveva messa in guardia da quel tipo; sembrava pazzesco eppure era così. C’era qualcosa in gioco di molto grosso, ma non riusciva a capire cosa e questo la faceva sentire non poco frustrata.
La principessa sospirò pesantemente, stropicciandosi entrambi gli occhi, poi avvertì una presenza alle sue spalle. Abbassò le mani e con un sorriso si lasciò andare all’indietro, fino a poggiare la schiena sull’ampio petto di Gladio. Il suo calore la avvolse immediatamente come una mantella. Il ragazzo protese in avanti le mani ad afferrare la ringhiera del balcone e Selenis appoggiò le proprie sulle sue, incastrando le dita tra quelle di lui.

-   Come stai? – le chiese l’Amicitia.
-   Meglio – rispose lei.

E non era affatto una bugia. Gladio aveva su di lei un effetto placebo, cosa che aveva contribuito a farla innamorare di lui. Tra loro non c'era stato il classico colpo di fulmine, ma era stata una scoperta continua. Più lo conosceva e più ne apprezzava le sfaccettature. Che fosse a volte impaziente e incline a buttarsi a testa bassa nelle questioni era un dato di fatto, ma chi non aveva difetti? Difetti che erano in tutti i casi egregiamente compensati con l’attenzione e la cura che usava nei suoi riguardi.

-   Selis? –
-   Mh? –
-   Perché non me ne hai mai parlato? –

La principessa sospirò. Era una domanda che si aspettava.

-   Non volevo tenerti all’oscuro di proposito – rispose lei girandosi per vederlo in viso.

Negli occhi di Gladio non c’era alcuna traccia di rabbia, solo una leggera delusione.

-   È complicato… - mormorò lei con un sorriso mesto – Quando sono iniziate queste visioni Noct era troppo piccolo per comprenderle e tu e Prompto non c’eravate.
L’unico su cui potevo fare affidamento era Ignis – spiegò.
-   Non ne hai mai parlato con tuo padre? – domandò il ragazzo.
-   No, il dolore per la perdita di mia madre era ancora ben presente e gravarlo di qualcosa di cui nemmeno io sapevo dare una spiegazione, mi sembrava solo una crudeltà inutile – si giustificò Selenis – Con gli anni in qualche modo mi sono abituata, anche perché c’erano periodi in cui sparivano – proseguì – E' solo da un paio di anni che sono tornate.. come se si stesse preparando qualcosa all’orizzonte, qualcosa di brutto –
-   Penso di aver capito – disse Gladio superandola con lo sguardo per osservare il mare.
-   Non ne ho più discusso nemmeno con Iggy – riprese la principessa mentre lui riabbassava gli occhi su di lei – Avevo… avevo paura che a parlarne ad alta voce queste “cose” si sarebbero avverate – mormorò imbarazzata – sembra stupido, ma ho visto cose terribili –
-   Shhh – la bloccò Gladio con gentilezza – non ho pensato che per te fosse stato così doloroso, ti chiedo scusa – le disse posandole un bacio sulla sommità della testa.
-   Adesso che lo sapete anche voi mi sento più tranquilla – replicò Selenis abbandonandosi al suo abbraccio.
-   Scopriremo cosa vogliono dire queste visioni, ti aiuteremo noi – la rassicurò Gladio.

Ma non ci fu bisogno di aspettare tanto...



Campeggio dell'Autrice:

(Ho scritto questo spazio ieri nel pomeriggio, prima di avere la notizia della morte di Chester Bennington, che per chi non lo sapesse è il cantante dei Linkin Park. Se lo avessi fatto oggi avrebbe toni decisamente diversi, quindi meglio così. Questa band ha caratterizzato la mia adolescenza e ancora adesso erano la mia ancora di salvezza nei momenti difficili o quando avevo semplicemente voglia di immergermi nella musica e di cantare a squarciagola. Ho voluto spendere due righe anche qui per omaggiare Chester e l'importanza che ha avuto per me. Scusatemi per il piccolo sfogo.)

The winter is here! Ah no... scusate è solo un temporale!
Dopo il piccolo omaggio al ritorno di Got passiamo alle cose serie u.u

Finalmente siamo on the road! Grazie all'impegno di Cid e Cindy ^^ e anzi, abbiamo persino una moto!
Personalmente non sono amante delle due ruote (me la faccio sotto al solo pensiero), ma volevo dare anche a Selis un mezzo di locomozione come per Noctis e poi mi pareva una scelta azzeccata per lei! Però non ho ancora trovato un nome da darle... suggerimenti?
La scena al Crow's Nest si allaccia brevemente ad uno degli episodi di Brotherhood, ma ve ne sarete già accorti.
La strada per Gladin invece è stata piuttosto movimentata e povera Selenis ha dovuto far i conti con l'ennesima visione.. (ma porca miseria sempre quando combatte?! XD) Penso sia abbastanza chiaro a tutti cos'abbia visto, ovvero gli ultimi istanti di Re Regis. La nuda e cruda verità non tarderà ad arrivare e nel prossimo capitolo avremo modo di vedere come verrà affrontata la terribile notizia.
Cantatevi da soli la Victory Fanfare perchè Ardyn è tra di noi! Il suo piccolo incontro (del tutto casuale eh) con la nostra protagonista getta altre ombre sulla vicenda... cosa sa il cancelliere a proposito della ragazza e del suo anello? Vivete e lo scoprirete!
*Angolo delle notizie random*
Se qualcuno di voi non lo sa, i doppiatori di Ignis (Adam Croasdell), Noctis (Ray Chase), Ardyn (Daryn De paul) e Lunafreya (Amy Shiels), assieme ad Amanda Leighton (Reynn di World of FF) sono stati nominati ai BTVA Voice Acting Awards 2016 come "Best Vocal Ensemble in a Video Game".
Per quanto mi riguarda, se dovessi basarmi solo su vocalità e accento, voterei per Adam (l'accento inglese è troppo sexy, senza contare il doppiatore *ç*), ma se dovessi valutare la recitazione, De Paul tutta la vita! E' stato eccezionale con Ardyn! Un peccato che non sia stato scelto anche Robbie Daymond (Prompto) perchè adoro quel ragazzo!
Voi cosa ne pensate?
Se poi non avete mai giocato a World of FF vi invito caldamente a spendere i soldi e a comprarvene una copia. E' un gioco davvero bello, fidatevi!
Meglio se concludo adesso vah ^^"
Grazie mille a tutti i Lettori silenziosi (lo so che ci siete u.u), alle mie Recensiste e a chi mi ha inserita tra le fic seguite e preferite in special modo a Namieee!

Un grande abbraccio a tutti voi!
Marta

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Capitolo 16
*** 15. Speranze infrante ***


15


Molo di Galdin, regione di Leide.
Il giorno dopo.


-   È incredibile quanto questo qui riesca a dormire – esclamò incredulo Gladio scuotendo la testa.
-   È sempre stato così? – domandò Prompto premendo leggermente la guancia di Noctis con la punta dell’indice.
-   Sempre – affermò Selenis mentre il principe apriva gli occhi mugugnando infastidito – ovunque e in qualsiasi occasione – aggiunse sorridendo all’interessato che la guardava corrucciato dal letto sul quale si era tirato a sedere.
-   Ehi, buongiorno – lo apostrofò Prompto.
-   Giorno... – borbottò l’altro alzandosi – Dov’è quattrocchi? – chiese notando l’assenza di Ignis.
-   Sarà qui a momenti – rispose Gladio.
-   È andato ad informarsi per il traghetto – spiegò Selenis.
-   Speriamo abbia fortuna allora – replicò il principe.
-   Già –

La ragazza tornò ad appoggiarsi con la spalla alla porta finestra, sorseggiando il caffè mentre guardava fuori. Quella mattina il cielo era plumbeo e il mare grigio come il ferro. Sembrava che al largo stesse per scatenarsi una tempesta e sicuramente sarebbe venuto a piovere di lì a qualche ora.
Se anche Ignis fosse stato così fortunato da trovare un’imbarcazione in partenza contro l’ordine Imperiale, con un tempo simile non avrebbe preso di certo il largo; il che portava sol altri problemi.
La principessa stava portandosi di nuovo la tazza alle labbra, quando un movimento riflesso nel vetro catturò la sua attenzione. Sulla soglia della porta dietro di lei, la figura minacciosa del generale Glauca sostava immobile, fissandola con occhi ridotti a due fessure prive di vita dall’usbergo.
La tazza di caffè si infranse sul pavimento.

-   Selis! –

La giovane si girò a guardare i volti interdetti dei suoi amici. Ovviamente del cavaliere non c'era neppure l'ombra.

-   Scusatemi – disse lei, affrettandosi ad aiutare Prompto a pulire.

Proprio in quel momento la porta si aprì, lasciando entrare Ignis.
Un brivido gelido percorse la schiena di Selenis non appena posò gli occhi sull’espressione contratta dell’amico.

-   Cos’è quella faccia? – lo apostrofò Noctis notando lo sguardo che gli rivolgeva.

La principessa si tirò in piedi senza badare allo scricchiolio del vetro sotto alle sue scarpe.

-   Ignis, cos’è successo? –  gli domandò mentre Gladio si faceva dare il quotidiano che il ragazzo aveva in mano.
-   È su tutti i giornali – si limitò a rispondere l'amico.
-   Cosa? – chiese Noctis con una punta di apprensione nella voce.
-   La caduta… di Insomnia? – lesse Prompto ad alta voce sbirciando la prima pagina.
-   Eh?! Che scherzo è questo?! – esclamò Noctis.
-   Stai calmo e lascia che ti spieghi – lo anticipò Ignis.
-   Sono già fin troppo calmo! – sbottò il principe.
-   Noct, ti prego... – Selenis gli mise una mano sulla spalla.

Il ragazzo guardò la cugina e ci lesse il suo identico stato d’animo: paura e incertezza.


-   Ignis – si rivolse poi lei al giovane invitandolo a proseguire.
-   C’è stato un assalto. L’esercito Imperiale ha conquistato la capitale – spiegò.

La presa della principessa sulla spalla di Noctis ebbe un cedimento mentre il suo cuore sprofondava.

-   Subbuglio nella sala delle cerimonie e improvvise esplosioni nel cielo. Quando il fumo si è diradato, il Re è stato trovato… morto – lesse ad alta voce Gladio.

Tre teste si girarono verso Selenis che chiuse gli occhi affranta. I suoi sogni… le visioni che aveva avuto! Solo adesso quelle maledette avevano un senso!

-   No... Aspetta un attimo! – balbettò Noctis incredulo.
-   Non potevamo saperlo – replicò Ignis abbassando lo sguardo.
-   Cosa? Sapere cosa?! – abbaiò il principe.
-   Che la firma sarebbe avvenuta ieri, che Insomnia… -
-   Ma il matrimonio, Altissia! –
-   Lo so che non ha senso!  - lo interruppe Ignis caustico – Eppure le notizie sull’invasione coincidono. Credi davvero che tutti i quotidiani del regno si sbaglino? – gli domandò.
-   Mentono… - mormorò allibito Noctis – Selis, le tue visioni? – il principe si rivolse alla cugina.
-   Io…. – sussurrò lei senza sapere cosa dire – potrebbero anche sbagliarsi – rispose con poca convinzione.
-   Che altro sappiamo? – domandò Gladio a Ignis, che però scosse la testa – Allora andremo a vedere di persona per essere sicuri – propose.
-   Cioè? Tornare ad Insomnia? – 
-   Potrebbe essere rischioso.. – valutò Ignis.
-   Potrebbe esserlo anche qui – replicò Prompto.
-   Abbiamo bisogno di sapere – affermò Selenis tenendo in mano il giornale lasciato da Gladio.
-   Torniamo indietro? –

Tutti si voltarono verso Noctis seduto sulla poltrona. Il ragazzo stette per qualche istante con lo sguardo perso in un punto imprecisato davanti a sé prima di rispondere.

-   Andiamo –

**

Il viaggio di ritorno alla Capitale fu senza soste e parecchio silenzioso. Ognuno dei cinque ragazzi avvertiva il peso della notizia di quella mattina e della speranza che non fosse davvero successo l’inevitabile.
Quando passarono davanti ad Hammerhead, nessuno di loro si voltò a vedere se alla stazione di servizio ci fosse qualcuno. Man mano che procedevano il cielo si faceva sempre più scuro e umido.

-   Speriamo stiano tutti bene.. – disse ad un certo punto Prompto.
-   Sperare serve a poco – ribattè Noctis dal sedile posteriore.
-   Non possiamo smettere di crederlo – replicò Ignis guardandolo brevemente dallo specchietto.
-   E perchè? Basta "credere" per fermare una flotta Imperiale? – disse sarcastico il ragazzo.
-   Smettila... – lo ammonì Gladio.
-   Mio padre sì che ci ha creduto! –
-   Noctis Lucis Caelum! – esplose Selenis al suo fianco – Non una parola di più! –
-   L’Impero ha mentito, siamo stati traditi – intervenne Prompto, bloccando sul nascere la risposta del principe rivolta alla cugina.
-   È inutile fare congetture, dobbiamo scoprire la verità – asserì Ignis.

Un rombo improvviso ruppe la loro conversazione, mentre alcune corazzate Imperiali sorvolavano il confine dirette verso la capitale. Quei bestioni, solitamente trasportavano truppe militari scelte ed era più che evidente il loro ruolo in quel momento.

-   Ehi, guardate! –

Ignis rallentò il procedere della Regalia. La porta di Insomnia era ormai prossima, ma davanti ad essa c’era uno schieramento serrato di soldati imperiali supportati da un paio di blindati Magitek. A distanza di sicurezza, un capannello di persone guardava la scena intimorito; con tutta probabilità erano cittadini rimasti fuori come loro. Una signora teneva in braccio una bambina che piangeva disperata.

-   Dobbiamo trovare un’altra strada – disse Gladio.
-   Per di qua allora – rispose Ignis svoltando e percorrendo la strada sterrata che costeggiava quella principale.

Dopo qualche decina di metri, il ragazzo parcheggiò l’auto all’imbocco di un sentiero che si faceva strada tra alcune palazzine distrutte.
Quattro portiere si aprirono e i ragazzi scesero, producendo un rumore umido a contatto con il terriccio bagnato. La minaccia di pioggia era diventata realtà ed ora gocce fini, ma persistenti, cadevano dal cielo.

-   Andiamo? – domandò Selenis con i capelli già fradici.

Noctis la guardò facendole cenno di sì con la testa, e il gruppo si mosse.
Le zone di confine erano disabitate da tempo, memorie di un passato ridotto a macerie. Da quando la barriera era stata eretta, chi abitava a ridosso di essa si era spostato altrove, temendo incursioni da parte degli Imperiali. Per questo motivo la fatiscenza si era impossessata della zona, trasformandola in una terra di nessuno.
I quattro amici presero a salire per un vecchio accesso, che pareva portare a quello che in origine doveva essere il cortile interno di un complesso di palazzine costruite chissà quanti anni prima.


-   Aspettate! – li bloccò all’improvviso Gladio con un sussurro.

L'Amicitia si mosse in avanti, rasentando il muro e sbirciando per qualche secondo oltre di esso, poi tornò verso i suoi compagni.

-   Truppe Magitek – li avvisò – Sei assaltatori e altrettanti cecchini nelle retrovie – disse passandosi una mano sulla testa per togliere l’acqua in eccesso.
-   Cosa ci fanno qui?! – saltò su Prompto.
-   L’Impero non lascia niente al caso, soprattutto ora che hanno in mano la capitale – commentò Ignis asciugandosi gli occhiali.
-   Come ci muoviamo? – domandò Selenis inginocchiata di fianco al cugino.
-   Prompto, fai da fuoco di copertura mentre io e Ignis ci occupiamo degli assaltatori – rispose pronto Gladio – Noct, Selis, siete in grado di proiettarvi alle spalle dei cecchini e di metterli fuori gioco? – chiese rivolto ai due Lucis.
-   Lascia fare a noi – affermò con sicurezza il principe guardando brevemente la ragazza che annuì.
-   Ottimo – asserì l’Amicitia – Allora al mio tre… - aggiunse avvicinandosi al bordo.

In mano a Prompto comparvero un paio di pistole che ricaricò con un gesto fulmineo.

-   Uno, due… tre! – esclamò.

Il ragazzo biondo si lanciò rotolando oltre la copertura, sparando una sequela di pallottole.
Dietro di lui uscirono Noctis e Selis, che lanciate le proprie armi al di là della prima barriera di nemici, si proiettarono dietro la linea dei fucilieri.
La ragazza afferrò saldamente l’elsa dello spadone e in perfetta sincronia con il cugino, mulinò una spazzata che destabilizzò la fila di soldati. Con un rondò, tagliò la parte iniziale del fucile di uno di essi per, successivamente, passarlo a fil di spada. Avvertendo poi un movimento alle sue spalle, impugnata una lancia trapassò il nemico che cercava di coglierla di sorpresa.
Nel frattempo i suoi amici facevano incetta della cavalleria Magitek, che per quanto addestrata fosse non poteva competere con anni di allentamento e con il perfetto gioco di squadra che li contraddistingueva.

-   Selis! In alto! –

La ragazza si voltò appena in tempo per evocare una sottile barriera di cristallo che la protesse da una raffica di colpi sparati da una zona sopraelevata.
Oltre il cortile si snodava un sentiero tra due strette pareti di roccia, sopra di esse un paio di cecchini ben occultati aspettavano prede incaute.
Selenis puntò quello più vicino, proiettandosi al suo fianco. Con rapidità gli affondò la lancia nel petto, e poi con una rotazione completa, ne scagliò il corpo contro il suo alleato a qualche metro di distanza. Quello barcollò, crollando a terra per essere distrutto da Noctis.
Improvvisamente il silenziò riprese il sopravvento, segno che la battaglia era terminata. Restava solo il rumore della pioggia e lo sfrigolio elettrico dei cadaveri imperiali.


-   Tutto bene? –

Prompto, Ignis e Gladio raggiunsero i due reali scesi a terra.

-   Sì – rispose Selenis – Voi tutti bene? – domandò squadrandoli ad uno ad uno in cerca di ferite.
-   Stai tranquilla – la rassicurò Prompto con un sorriso.
-   Si va? – li incalzò Noctis precedendoli.

Il momento della verità era appena dietro l’angolo e una volta raggiunta la sommità del sentiero, le speranze furono infrante dall’ineluttabilità di ciò che videro.
La barriera che proteggeva i confini di Insomnia era scomparsa. Aeronavi Imperiali solcavano il cielo sopra la città, dalla quale diversi pinnacoli di fumo si levavano verso il cielo confondendosi con il suo colore plumbeo. Era il perfetto ritratto della devastazione e non c’era bisogno di ulteriori conferme.

“I termini provvisori stabiliti per garantire i negoziati dell’armistizio sono stati sospesi alla luce dei recenti sviluppi”

Selenis si girò verso Prompto, dal cui cellulare scaturiva la voce del notiziario.

“ Inoltre, a breve distanza dalla notizia dell’uccisione di Re Regis, anche il principe ereditario Noctis, la principessa Selenis figlia del compianto comandante Revis e Sua Grazia Lunafreya la Sciamana, sono stati dichiarati morti”

La ragazza spalancò gli occhi, incredula per quello che aveva appena sentito, mentre Prompto preso alla sprovvista interrompeva l’audio.

-   Lasciala accesa! – lo bloccò Gladio.
-   Ma.. va bene – balbettò il ragazzo, che per la concitazione perse la presa sul cellulare che cadde a terra.
-   Lascia perdere! – scattò Noctis.

Selenis afferrò il proprio telefono mentre suo cugino faceva partire una chiamata sul suo. Compose in fretta il numero di Nyx e se lo accostò all’orecchio.
Sopra di loro passò l'ennesima flotta di areonavi, sollevando una nube di polvere che avvolse i cinque ragazzi.

“Siamo spiacenti, ma il numero selezionato è spento o non ra…”

La principessa interruppe bruscamente la chiamata sentendo un’ondata di panico travolgerla.
Doveva stare calma. Non era detto che Nyx fosse… poteva semplicemente aver perso il telefono o che questo si fosse rotto durante l’attacco. Non doveva arrivare a conclusioni affrettate.
Inghiottendo la paura, Selenis si concentrò sulla telefonata che Noctis stava avendo con il generale Cor Leonis.

-   Ovviamente?! Mi prendi in giro?! Qui non c’è niente di ovvio! – lo sentì gridare all’apparecchio mentre camminava nervosamente – Alla radio hanno appena detto che sono morto! Stessa cosa per Selis, Luna e mio padre – proseguì furente.

Selenis lo osservò ascoltare la risposta di Cor, poi Noctis alzò la testa di scattò e la guardò. I suoi occhi esprimevano una quantità di emozioni difficili da scindere, ma più di tutte vi si leggeva un’incredulità quasi tangibile. La sensazione di panico che aveva avvolto la principessa quasi la sopraffece e la visione dolorosa del pomeriggio precedente le si ripresentò alla mente.
Noctis tornò a voltarsi verso la capitale, come ad aver bisogno di imprimersi bene nella mente quella realtà.

-   D’accordo – disse solamente chiudendo la chiamata.
-   Cosa dice il generale? – gli chiese Ignis.
-   Che va ad Hammerhead.. – rispose Noctis con voce incerta.

Il rumore della pioggia riprese il sopravvento; nessuno osava fare l’unica domanda veramente importante.  Il principe aveva abbassato la testa e guardava il terreno fangoso ai suoi piedi. A Selenis tornò in mente lo sguardo che aveva il giorno che si era ripreso dall’attacco della Lamia: vuoto e distante.
Alla fine fu Gladio a porre il gravoso quesito.


-   Il Re? –

Noctis non rispose, limitandosi ad alzare di nuovo gli occhi verso Insomnia.
Selenis sentì una fitta dolorosa salirle nel petto e arretrò fino ad appoggiarsi alla parete di roccia lì vicina.
Non era possibile… non era giusto che fossero di nuovo a quel punto, che dovessero di nuovo perdere qualcuno.

-   Maledizione! – gridò battendo il pugno chiuso contro pietra.

Sentì la pelle graffiarsi e il dolore propagarsi lungo il braccio, ma non ci fece caso.

-   Cosa… cosa si fa adesso? – chiese Prompto.
-   Mi sembra chiaro che dobbiamo dirigerci ad Hammerhead – rispose Ignis – Il Generale è l’unico ad avere le risposte che cerchiamo – affermò.

Senza aggiungere una parola, Noctis si mise in marcia, voltando le spalle alla vista di Insomnia e riprendendo il sentiero che li aveva condotti fin là.

-   Gladio? –

Selenis chiamò il ragazzo prima che andasse dietro agli altri e questi si girò con le punte dei capelli che stillavano acqua.

-   Dimmi – la invitò a proseguire.
-   Tuo padre…- la giovane non seppe come continuare.
-   Ha compiuto il suo dovere – rispose il ragazzo.

Ciò voleva dire che era morto proteggendo il suo Re. Esattamente quello che ogni Scudo avrebbe sempre fatto per i Lucis. Gladio lo affermò con stoicità, ma il suo sguardo rivelava il dolore per aver perso il padre.

-   Mi dispiace – mormorò Selenis.
-   Spero solo che Iris stia bene… - replicò l’Amicitia facendo trapelare la sua ansia dalla voce.

La pirncipessa gli si avvicinò, passandogli le braccia attorno al collo e stringendolo in un abbraccio delicato.

-   Sono sicura che sia così – lo rassicurò.

**

Il viaggio verso la stazione di servizio fu fatto nel più assoluto silenzio, molto diverso da quello che c’era stato qualche ora prima verso Insomnia. Quella residua speranza che erano riusciti a conservare, era stata spazzata via assieme al ricordo della capitale nel suo fulgore. Ora non restava che l’immagine sbiadita di una città in fumo... Una volta ad Hammerhead fu Cindy ad accoglierli; la sua solita allegria era appena velata di preoccupazione.

-   Per fortuna state bene – esordì quando il gruppo scese dalla Regalia.
-   Dov’è Cor? – domandò Noctis guardando la meccanica.
-   Se n’è andato poco fa – rispose la ragazza fronteggiando lo sguardo interdetto del principe – Aveva del lavoro da fare, ma ha lasciato un messaggio al nonno da darvi – proseguì lei, indicando con il pollice verso il garage – Non l’ho mai visto così abbattuto... – aggiunse corrugando la fronte sotto la visiera.
-   Grazie, andiamo subito da lui – rispose Selenis.

Trovarono Cid all'interno dell’officina, seduto su un paio di copertoni; teneva il capo chino e le mani intrecciate. Quando i ragazzi fecero il loro ingresso, alzò la testa verso di loro.

-   Siete arrivati... – constatò – La città? –
-   Presa – rispose Gladio – Gli Imperiali la sorvegliano, sperare di tornarci per ora è impossibile – aggiunse.
-   Capisco – assentì l’uomo.
-   Sappiamo che Cor ti ha lasciato un messaggio per noi – soggiunse Noctis andando dritto al punto.

Cid guardò il principe fisso negli occhi e poi sospirò.

-   L’Impero mirava al Cristallo e all’anello dei Lucis – esordì cogliendo tutti di sorpresa.
-   Quindi le trattative di pace erano solo una farsa – commentò Ignis nello sconforto generale.
-   Mio padre si è fatto fregare come uno stupido – disse tra i denti Noctis.

Selenis stava per insorgere di nuovo, ma Cid la precedette.

-   Non dirlo neanche per scherzo! – lo ammonì – Regis non era nato ieri – disse afferrando la chiave inglese appoggiata lì vicino, proprio accanto alla foto che li ritraeva nel viaggio di tanti anni fa – Per Lucis era una partita persa in partenza e tuo padre l’ha giocata al meglio che ha potuto. Sapeva benissimo come sarebbe andata e puoi star sicuro che non ha ceduto alla prima – affermò con convinzione – Alla fine però non è servito… - concluse amareggiato.

Il silenzio calò di nuovo per qualche istante prima che l’uomo prendesse di nuovo la parola.

-   Se volete sapere altro, chiedete a Cor – disse, riappoggiando la chiave dove l’aveva presa e alzandosi – Non ricordò nemmeno più l’ultima volta che ho visto Regis, saranno passati anni... – commentò, superandoli e dirigendosi fuori dal garage.

I ragazzi lo seguirono nella luce morente del tramonto.

-   Cor ha detto che vi aspetta al mausoleo – riferì Cid fermandosi vicino alla sua sdraio sotto l’ombrellone – si trova a nord-ovest, oltre un bivacco. Trovate prima quello – aggiunse congedandoli con un gesto della mano.
-   Che facciamo adesso? Andiamo direttamente verso il mausoleo? – chiese Prompto.
-   Si sta facendo buio, non è saggio muoversi a quest’ora – intervenne Ignis.
-   Non voglio perdere altro tempo – ribattè invece Noctis appoggiato alla fiancata della Regalia.
-   Ignis non ha tutti i torti, tra poco la strada pullulerà di deamon – soggiunse Selenis – certo è che possiamo anche provarci – commentò con un’alzata di spalle.
-   Se volete mettervi in viaggio c’è un rifugio a metà strada, potrebbe farvi comodo –

Il gruppo si voltò verso Cindy che li aveva raggiunti.

-   Un rifugio? – domandò Prompto confuso.
-   C’è ne sono un po’ ovunque, vengono usati dai viaggiatori per passare la notte quando sono troppo lontani dalle città o dalle stazioni di servizio – spiegò la ragazza aggiustandosi il berretto sulla testa.
-   Non vengono attaccati dai deamon? – chiese Gladio scettico.
-   No, sono cosparsi di una pozione benedetta dalla Sciamana che li tiene lontani – raccontò Cindy.
-   Che ne dite? Potrebbe essere un buon compromesso – disse Selenis guardando sia Noctis che Ignis.
-   Per me va bene – assentì il principe.
-   Ottimo! Allora prestatemi un attimo la vostra mappa, vi segno quelli che mi ricordo a memoria – esclamò la meccanica.

Mentre la ragazza appoggiava la cartina sul cofano dell’auto, la principessa si scostò un attimo dal gruppo.
Tirò fuori per l’ennesima volta il proprio cellulare componendo il numero di Nyx. La solita voce incolore della segreteria la informò che non era raggiungibile.
Con un sospiro, Selenis infilò l’apparecchio di nuovo in tasca. Non riusciva a non pensare che il militare potesse essere rimasto coinvolto negli scontri, sia perché si trovava in città al momento dell’attacco, sia perché la visione che aveva avuto il giorno prima si riproponeva insistentemente nella sua mente.
Ricordava distintamente due figure oltre quella barriera di cristallo... Una era Luna, l’altra più ci pensava e più qualcosa le suggeriva che appartenesse proprio a Nyx.

-   Come ti senti? –

Ignis comparve al fianco della principessa mentre questa si massaggiava una tempia.

-   Tutto sommato per essere defunta mi sento piuttosto viva – scherzò lei – Iggy, cosa vuoi che ti dica? – aggiunse subito dopo vedendo l’espressione seria dell’amico – Mio zio è morto, ho appena sentito annunciare la mia morte e gli Imperiali si sono portati via il cristallo – snocciolò – Non so dirti come sto… - concluse con un sospiro.
-   Ammetterlo è già qualcosa – replicò l’amico voltandosi per tornare dagli altri.
-   È merito vostro –

Il ragazzo si bloccò, tornando a girarsi verso la giovane che lo guardava.

-   È solo grazie a voi se non sono ancora andata in pezzi; fossi stata da sola non ce l’avrei fatta – disse sentendo gli angoli degli occhi pizzicare.
-   Siamo sempre qui per te – rispose Ignis sorridendole.

Una volta che Cindy ebbe dato le indicazioni sul rifugio, i cinque ragazzi si misero in marcia. Lasciata la guida a Noctis, Selenis si accomodò sul sedile posteriore tra Gladio e Ignis cadendo ben presto addormentata, cullata dal tepore e stremata per i recenti avvenimenti.
Si svegliò solo un paio di ore più tardi, quando ormai il tramonto aveva lasciato spazio alla luna. La ragazza sollevò la testa dalla spalla di Gladio per guardarsi intorno. Erano fermi in un parcheggio a bordo strada, intorno a loro si estendeva la stessa distesa brulla che faceva da contorno ad Hammerhead.

-   L’accampamento? – domandò con voce arrochita mentre scendeva dall’auto.
-   Là – rispose Ignis indicandole un punto verso l’entro terra.

Ad una trentina di metri dalla tangenziale, una roccia circolare leggermente rialzata da terra, interrompeva il buio della notte. Anche da lì si potevano vedere, incisi sulla pietra, le centinaia di simboli geometrici che brillavano di un blu opalescente.

-   Speriamo tenga davvero lontano i deamon – commentò Prompto accingendosi a scaricare l’attrezzatura dal baule.
-   Non penso che Cindy ci avrebbe mandati qui se rischiassimo la vita – replicò Gladio caricandosi in spalla la struttura della tenda.
-   Da qualche parte devo aver letto di queste pozioni repellenti – disse Selenis aiutando Noctis a prendere altra roba.
-   E per quale motivo allora non ce la spruzziamo addosso? – chiese il ragazzo biondo.
-   Perché è la combinazione dell’elisir e delle rune che fanno funzionare il tutto – rispose Noctis.
-   Allora non facevi solo finta di studiare – soggiunse Ignis.
-   Simpatico – borbottò il principe mentre si dirigevano al rifugio.

All’improvviso una scossa fece tremare violentemente la terra, costringendo i ragazzi a fermarsi per riuscire a mantenere l’equilibrio.

-   Cosa diamine sta succedendo? – esclamò Selenis aiutando Prompto a rimettersi in piedi.
-   Dietro di voi! –  L’urlo di Ignis fece voltare entrambi i ragazzi.

Dall’asfalto, letteralmente, stava uscendo un braccio.

L’enorme mano di un colore scuro non ben definito, arpionò il terreno, facendo leva per consentire al resto di emergere. Con uno stridore metallico, pian piano, la mole di quello che inequivocabilmente si trattava di un deamon, si erse sopra di loro.  Il gigante di almeno una trentina di metri, brandiva un’enorme spadone che venne presto rivolto al loro indirizzo.

-   Un Gargantua!! – gridò Gladio – Scappate! –

Selenis non se lo fece ripetere due volte e afferrato il braccio di Prompto che fissava il bestione con occhi sgranati, prese a correre trascinandoselo dietro.
Il deamon non reagì bene alla loro fuga e, ruggendo furioso, si lanciò al loro inseguimento.

-   Forza sbrigatevi! – urlò Noctis.

Il gruppo corse a rotta di collo verso l’accampamento, ma il nemico era ormai ad un passo da loro.

-   Giù! – esclamò la principessa, tirando verso terra Prompto giusto in tempo per schivare il fendente che il gigante aveva inferto.
-   Attenta! – le gridò il ragazzo biondo alzando lo sguardo.

Selenis si voltò proprio mentre il Gargantua calava un altro colpo. Con un sonoro clangore, l’enorme arma venne intercettata dallo spadone appartenente a Gladio, che sbuffando riuscì a pararlo. Il deamon colto in contro piede, perse leggermente l’equilibrio, dando il tempo ai ragazzi di rimettersi a correre.

-   Ci sta raggiungendo di nuovo! – urlò Noctis voltandosi di tre quarti per guardare oltre la propria spalla.
-   Un ultimo sforzo! – li incoraggiò Ignis.

Il gruppo finalmente caracollò sulla roccia incisa. Il Gargantua, appena dietro di loro, si bloccò improvvisamente. I ragazzi lo fissarono inebetiti mentre riabbassava la spada e voltatosi, tornava esattamente da dove era venuto, come se loro fossero spariti nel nulla.

-   Ora sai per certo che questi rifugi funzionano – commentò Gladio con il fiato corto.
-   Ci credevo sulla parola – replicò Prompto sdraiato sulla schiena.
-   Sarà meglio montare la tenda – consigliò Ignis – Noct mi dai una mano con i fornelli? –
-   Certo – rispose il principe accostandosi all’amico.
-   Io mi occupo del fuoco – propose Selenis.

Il lavoro di squadra portò, non molto tempo dopo, all’allestimento di un pratico e confortevole accampamento. Le cinque sedie furono posizionate attorno ad un falò scoppiettante e i piatti riempiti di ottimo stufato. Nonostante la serenità del momento e la bellezza del cielo trapunto di stelle, la cena si svolse con toni pacati e con un senso generale di inquietudine. Le macerie di Insomnia alle loro spalle, bruciavano nei loro ricordi oscurando qualsiasi altra cosa.
Quando il pasto fu terminato, i ragazzi rimasero seduti davanti al fuoco, ognuno immerso nei propri pensieri; perfino Prompto restò in silenzio e non propose neppure una partita a carte o a King’s knight. Selenis, sentendo invece la necessità di fare qualcosa di pratico, si alzò a prendere i piatti vuoti.


-   Potevi restare seduta, ci avrei pensato io – le disse Ignis mentre le tendeva il suo.
-   Tu cucini già per tutti, finirai per viziarci – replicò la ragazza con un sorriso avvicinandosi al ripiano che usavano per preparare le pietanze.

Fu in quel momento che l’inconfondibile custodia di una chitarra attirò la sua attenzione. Si era dimenticata di averla portata con sé.
Selenis non si considerava una musicista; tutto quello che aveva imparato lo aveva fatto perché l’etichetta di corte di una principessa imponeva di saper suonare almeno uno strumento.


-   Potresti suonarci qualcosa –

La voce di Gladio la sorprese mentre il suo sguardo era ancora fisso sulla chitarra.

-   Non so se è la serata giusta – replicò lei restia.
-   Penso che invece lo sia – ribattè il ragazzo dando una rapida occhiata a Noctis.

Era quello che aveva parlato di meno in tutta la serata e onestamente non c’era da stupirsene. In Selenis era ancora vivido il ricordo della sofferenza di quando suo padre era morto.
Così, una volta estratto dalla custodia lo strumento, tornò a sedersi assieme agli altri. Posizionò la chitarra sul ginocchio accavallato e rimase con le dita premute sulle corde. Pian piano trovò gli accordi che cercava e ben presto una melodia ben definita si levò nell’aria.
La principessa prese a cantare quella vecchia canzone con voce sommessa. Il ritornello diceva questo:

Cause they say home is where your heart is set in stone, is where you go when your alone, is where you go to rest your bones. Is not just way you lay your head, is not just were you make your bed, as long as we’re together doesn’t matter where we go. Home.

Casa non doveva essere solo un “luogo”, ma molte cose. Nonostante ora non ne avessero più una a cui poter fare ritorno, se fossero rimasti insieme, ovunque sarebbero andati, lì ci sarebbe sempre stato un posto da poter chiamare in quel modo.

Quando il brano terminò, tornò il silenzio rotto solo dal crepitio del fuoco. I ragazzi stavano chi con la testa china, chi con lo sguardo perso in lontananza. Selenis invece si sentiva il cuore stretto in una morsa dolorosa.

-   Perdonatemi.. - esordì dopo un momento – Non avrei dovuto cantarla..- si scusò, alzandosi in fretta per riporre la chitarra dove l’aveva presa.

Una mano però l'afferrò per un polso, bloccandola. La ragazza abbassò lo sguardo sul viso parzialmente in ombra di Noctis. Il giovane aveva gli occhi evidentemente lucidi, ma sembrava aver riacquistato un po’ di serenità.

-   Grazie – disse semplicemente.



Campeggio dell'autrice:

Giorno a tutti ^^

Ed ecco qui che il danno è fatto. La capitale è stata presa ed è solo la punta dell'iceberg di tutto ciò che dovrà accadare.
Non ti rendi conto della difficoltà di adattare un videogioco in una storia, finchè non ci sono dei combattimenti ^^" Perchè un minimo di senso glielo devi dare, non è che puoi far comparire i nemici dal nulla o lanciarti addosso a loro così come viene fatto nel gioco! Mi auguro di esserci riuscita quindi!
Nella trama di questa prima parte di gameplay mi hanno sempre lasciata perplessa tre cose:
1) L'uso a spot del cellulare... ma diamine, non potevate già chiamare da Galdin?! Dovevate proprio aspettare di essere davanti alle macerie di Insomnia?? Boh!
2) Ma sto povero Clarus? Vogliamo spendere due paroline sul fatto che sia morto e che sia (tra l'altro) il padre di uno dei protagonisti?? No? E va bene...
3) Ma le barriere? Usarle anche nei combattimenti mai! Abbiamo la magia ma la usiamo solo per lanciare palline di cristallo infuocate... perfetto!
OK, ai punti 2 e 3 ho cercato io di dargli un senso almeno qui, per i cellulari non ho parole xD
Per finire ho voluto mettere una nota musicale al capitolo. E' un vizio che mantengo in tutte le mie storie, perdonatemi ^^" Se volete ascoltare la canzone suonata da Selenis la potete ascoltare a questo link: Home - Gabrielle Aplin
Siete emozionati per la beta a numerso chiuso per FFXV Comrades? Io sì! O almeno fino a quanto non ho scoperto che ci vuole anche il PS Plus e che io non ho la benchè minima intenzione di pagare ^^" Per il resto sono riuscita a prendere la Afro sword.. che per la cronaca è più inutile di Kimahri in FFX...
Detto questo vi saluto, rinnovandovi l'appuntamento per il prossimo venerdì, nel quale scopriremo una particolarità in più dell'anello di Selis, una lettera verrà recapitata e Cor farà la sua comparsa!
Un grande ringraziamento ai miei Lettori, le mie Recensiste e a chi mi ha aggiunta tra le storie seguite e preferite.

Un abbraccio!
Marta

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Capitolo 17
*** 16. Novità inaspettate ***


16


L’indomani i cinque ragazzi si alzarono non appena sorse il sole, e trascorso il tempo necessario per la colazione e per caricare di nuovo tutto sulla Regalia, ripartirono.
La pioggia del giorno prima era sparita, lasciando un cielo limpido spruzzato di nuvole bianche, e un sole piacevole sulla pelle.
Il panorama restava lo stesso; una distesa brulla cosparsa di rottami qua e là, ravvivata solo qualche sparuto branco di smilodonti. 

Con gran sollievo collettivo, un sms di Iris confermò che la ragazza stava bene e che si stava dirigendo a Lestallum con altri profughi di Insomnia. Dalla radio appresero inoltre che la capitale era blindata e che si stavano cercando i componenti per un governo provvisorio. A Tenebrae invece, era stata fatta una veglia in onore della prematura dipartita della Sciamata, mentre ad Altissia in molti si erano radunati a lasciare fiori davanti alla vetrina che ospitava il suo futuro abito da sposa. Noctis accolse la notizia con una faccia stoica, ma il pugno serrato sul suo ginocchio la diceva lunga sul suo reale stato d’animo.

-   Dite che è quello l’avamposto che diceva Cid? – domandò Prompto, indicando ad un certo punto un gruppo di edifici che si stagliavano all’orizzonte.
-   La cartina lo conferma – rispose Selenis ripiegando la mappa.
-   Cosa sia andato a fare in un tumulo proprio non riesco a capirlo – commentò Noctis con il mento appoggiato al palmo aperto.
-   Ci sarà sicuramente una spiegazione plausibile – replicò Ignis svoltando per raggiungere il caseggiato – deve essere importante per spingerlo a recarsi fino a qui – aggiunse.
-   Sarà – ribattè atono il principe.

Ignis parcheggiò tra i confini di quello che sembrava essere nient'altro che un semplice bivacco.
C’erano giusto un pugno di edifici, una roulotte, e un banchetto che vendeva lo stretto necessario per chi vi si recava. Per il resto il posto rimaneva del tutto anonimo. Nonostante questo, era parecchia la gente che vi si era riunita, tutti affiliati alla corporazione di cacciatori Meldacio, come suggerivano i loro abiti.
La Medalcio era stata fondata con lo scopo di dare la caccia ai deamon, dai più comuni a quelli più ostici, che imperversavano un po’ per tutta Eos al calare del sole.


-   Cor non si vede – disse Gladio scendendo dall’auto e guardandosi intorno.
-   Sicuramente ci sarà qualcuno che saprà dirci dove.. – Selenis si interruppe a metà della frase.

Non appena i suoi piedi aveva toccato il suolo, l’anello che portava al dito le aveva dato una piccola scossa.

-   Che succede? –

Prompto si avvicinò alla ragazza seguito dagli altri.

-   L’anello..- mormorò lei osservando la pietra liscia che però non presentava alcuna alterazione.
-   L’anello? – ripetè Noctis confuso.
-   È come se mi stesse indicando qualcosa.. – rispose alzando lo sguardo verso i suoi amici – non so spiegarvelo bene, ma è come se un filo invisibile lo stesse tirando – spiegò.
-   Da quando fa così? – chiese Ignis.
-   Non ho mai avvertito nulla da quando me lo ha dato mio padre – raccontò la giovane – Ha dato segni di "vita" solo dopo che abbiamo lasciato la capitale – proseguì – Ah! E ha reagito anche con quello strano tipo incontrato a Galdin –
-   In che senso? – domandò Gladio studiando la pietra.
-   Ha dato un lampo di luce e quando l’ho rimesso al dito sembrava… teso, non saprei dirlo in altro modo – rispose corrugando la fronte.
-   Era di tua madre vero? –
-   Sì, non ha alcuna parentela con l’anello dei Lucis.. non capisco – replicò Selenis a Noctis.
-   È probabile che il generale abbia una spiegazione anche per questo – asserì Prompto inclinando appena la testa con fare interrogativo.
-   Sì, può essere – concordò la ragazza.
-   Allora sbrighiamoci a cercarlo – soggiunse Gladio dirigendosi verso l’edificio più grande che si scoprì essere una specie di punto di ritrovo.

L’interno era tappezzato di apparecchi radiofonici per le trasmissioni, e il resto dello spazio era ingombro di tavolini attorno ai quali i cacciatori si sedevano per pianificare le prossime imprese, o più semplicemente per chiacchierare con un birra in mano.
Discosta da tutti, una donna con i capelli castani sembrava aspettarli. Monica Elshett, che faceva parte del corpo di guardia di Insomnia, si fece loro incontro non appena li vide.

-   Sue maestà, sono lieta di vedere che stiate bene – si inchinò rivolgendosi a Noctis e Selenis.
-   Monica dove sono gli altri? – le domandò Gladio.
-   La maggior parte delle guardie reali non ce l’ha fatta – rispose la donna in tono contrito – Siamo riusciti soltanto a portare la signorina Iris in salvo fuori città – spiegò – Dustin è con lei in questo momento, la sta scortando fino a Lestallum –
-   Sono davvero in debito con voi – rispose il ragazzo.
-   Cor? – s'informò Noctis.
-   Il generale vi sta aspettando nel mausoleo reale – disse Monica – Basta che seguiate questa strada e al bivio giriate a sinistra – aggiunse indicando la via sterrata che aggirava il bivacco dei cacciatori.
-   Grazie, ci andiamo subito – rispose Ignis.

I ragazzi, seguendo le indicazione di Monica, si diressero verso la loro meta.

-   Mi chiedo come abbia fatto a scappare dalla capitale – disse Prompto riferendosi al generale.
-   Beh, non per niente viene chiamato Cor L’immortale – replicò Gladio.
-   La fortuna aiuta gli audaci – commentò Noctis con praticità.
-   Vorresti dire che è sopravvissuto a tutte queste battaglia solo per caso? – ribattè l’Amicitia scettico – Come va l’anello? – aggiunse subito dopo osservando Selenis.

La ragazza che teneva una mano sopra il gioiello, guardò il compagno.

-   La sensazione si fa più insistente, qualsiasi cosa mi stia indicando ci siamo vicini – rispose.
-   Magari sta puntando al generale – disse Prompto.
-   Mi pare improbabile – replicò Ignis.
-   Beh, adesso lo scopriremo – commentò Noctis.

Il gruppo era arrivato al fondo del sentiero. Due colonne poste ai lati dell'ingresso, introducevano ad uno spiazzo, al fondo del quale una struttura a cupola faceva capolino. Lì, davanti ad una porta di pietra intarsiata, sostava il generale Cor Leonis.

-   Finalmente, Altezza – li accolse lui con la solita espressione seria.
-   Si può sapere perché siamo qui? – domandò il principe squadrando l’uomo.

Selenis si portò la mano con l’anello al petto, stringendo la pietra che sembrava ormai vibrare.

-   Prima entriamo nel mausoleo – replicò l’uomo – Principessa –

Cor si scostò da davanti la porta, invitandola a procedere.

-   Non... capisco – disse la giovane guardando interdetta l’entrata.
-   Speravo che il Re avesse avuto il tempo di avvisarvi – sospirò contrito l’uomo.
-   Avvisarmi di cosa? – domandò la ragazza spaesata.
-   L’anello che portate al dito, è l’unico oggetto che può aprire le porte dei mausolei reali – spiegò.

Selenis rimase a fissare scioccata l’uomo.

-   Com’è possibile? – s’intromise Gladio – Apparteneva alla madre di Selis, che correlazione può mai esserci? – aggiunse.
-   Questo non lo so nemmeno io – rispose il generale – Temo che il Re fosse l’unico ad avere delle risposte – asserì.

La principessa provò una forte delusione nel sentire quelle parole. Il mistero che ruotava attorno a lei si infittiva, e sapere che probabilmente non avrebbe mai avuto delle risposte non la consolava di certo. Nonostante questo, si avvicinò alla porta.
La superficie di pietra non presentava giunture, solo un foro ovale: perfetto per incastonarci la sua gemma.

Con titubanza, Selenis avvicinò il gioiello all’incavatura. Quando fu a pochi centimetri dalla superficie, come se fosse attirato da una calamita invisibile, l’anello si incastrò. La porta fu percorsa da una serpentina di arabeschi iridescenti e alla fine si aprì. Uno sbuffo di polvere uscì dalla cripta assieme all’odore di umidità e di polvere. Disorientata, Selenis si ritrasse.

-   Stai bene? – le chiese Ignis.
-   Sì – rispose lei abbassando lo sguardo sulla pietra che sembrava essersi acquietata di colpo – penso che mi indicasse proprio il mausoleo – commentò.
-   Entriamo – li esortò Cor, precedendoli all’interno.

La cripta era rischiarata solo dalla luce che entrava dalla porta. I muri erano ornati da statuine appartenenti a dee ormai dimenticate, mentre al centro dell'impolverato pavimento di marmo, c’era una tomba del tutto uguale a quelle che ospitavano i genitori di Selenis.
Tra le mani, la figura di pietra teneva una spada.

-   Per rispondere alla domanda di prima, Altezza – esordì il generale – siamo qui per il potere dei Re, che trasmigra dagli antichi sovrani fino a te, in un connubio di anime – spiegò passando la mano nell’aria sopra la tomba – Qui giace l’anima di un tuo antenato. – sentenziò – Reclamarne il potere è tuo diritto e dovere  in quanto re – concluse l’uomo.
-   Re di cosa? – ribattè a denti stretti Noctis, suscitando lo stupore dei suoi amici.
-   Non è il momento di mettere in dubbio la tua missione – replicò Cor inflessibile – un Re deve proteggere la sua gente –
-   Ma c’è chi ha scelto di salvare solo il suo erede – sbottò il principe – Era questa la sua missione? Sacrificare milioni di vite per risparmiare quella del proprio figlio? – domandò amareggiato.
-   Noctis… - mormorò Selenis affranta.

Capiva bene i suoi sentimenti, ma vedeva la scelta compiuta dallo zio in una maniera completamente diversa.

-   Per quanto hai intenzione di farti proteggere? – ribattè Cor – Il Re ha affidato a te il ruolo di protettore, non il contrario – asserì.
-   Affidato a me? – ripetè Noctis scettico – E non poteva dirmelo lui? Invece di salutarmi sorridendo quando l’ho lasciato! – alzò la voce aggrappandosi al bordo della tomba – Perché.. perché mi ha mentito? – si chiese.

Selenis gli appoggiò delicatamente una mano sul braccio, non sapendo con quali parole consolarlo.

-   Quel giorno non voleva che tu lo ricordassi nel suo ruolo di sovrano – riprese Cor – Quando è stato il momento di separarvi, ha voluto essere tuo padre – asserì, e quelle parole calarono come un macigno sui presenti, sgretolando gli ultimi dubbi del figlio - Ha sempre creduto in te – continuò il generale – Sapeva che al momento opportuno saresti stato all’altezza del tuo popolo –
-   Non mi ha lasciato scelta... – commentò Noctis alzando la testa e distendendo una mano sopra la tomba.

La spada, stretta tra le dita di pietra dell’antico re, reagì all'istante, illuminandosi così tanto da ferire gli occhi. Una proiezione immateriale dell'arma, si alzò nell’aria sovrastando i presenti. Rimase immobile per alcuni secondi, per poi dirigersi contro Noctis, attraversandolo e sparendo nel suo petto.
Un istante più tardi riapparve davanti a lui, prendendo a girargli attorno e rischiarando i volti dei presenti. A Selenis tornò in mente l’unica volta che aveva visto suo zio combattere, la notte che la Lamia li aveva aggrediti. Si ricordava di quelle armi fulgide che si avventavano contro il nemico.


-   Il potere dei Re è con voi, Maestà – sentenziò Cor mentre la spada spariva senza lasciare traccia – ma quello non è l’unico potere che ti è stato lasciato – proseguì il generale – Ci sono altri mausolei che custodiscono altrettante armi. Di alcuni di essi ci è nota la locazione, ma di altri dovrete affidarvi all’anello della principessa – spiegò.
-   Immagino che farà così ogni volta che ci avvicineremo ad uno di essi – disse Selenis accarezzando la pietra.
-   Infatti e vi consiglio di farci molta attenzione – assentì l’uomo.
-   Non ci resta che metterci in marcia – asserì Gladio.
-   Prima avrei bisogno che mi aiutaste – intervenne Cor – Gli Imperiali stanno costruendo una base lungo la strada occidentale di Duscae - spiegò – se dovessero riuscirci perderemmo l’accesso a quei territori e ai relativi mausolei – 
-   Allora sarà meglio andare – commentò Noctis – Non aspetteranno di certo i nostri comodi – aggiunse.
-   No, per l'appunto – assentì il militare.
-   Generale Cor aspettate! – lo bloccò Selenis – Devo sapere una cosa.. - proseguì quando ebbe l’attenzione dell’uomo – In città.. c’era un Kingsglave, un ragazzo di nome Nyx Ulrich. Penso che sia stato coinvolto negli scontri… - disse.

Cor stava aprendo la bocca per risponderle quando un latrato li interruppe.
La ragazza si voltò verso l’entrata. Seduta sulla soglia, la gemella dal pelo candido di Umbra, reclamava la loro attenzione.

-   Pryna! – esclamò Selenis avvicinandosi.

L’animale abbaiò ancora una volta, abbassando la testa. Selenis potè così notare che trasportava qualcosa; un involto saldamente legato alla schiena. La ragazza lo slacciò e aprì il drappo scuro. Il cuore le balzò subito in gola. Avrebbe riconosciuto quell'arma ovunque...
Uno dei Kukri di Nyx brillava alla fioca luce della cripta, assieme ad esso c'era una busta con il suo nome vergato sul frontespizio.

Selenis cercò di aprirla, ma la mano le tremava talmente tanto da non permetterle di riuscirci.


-   Posso? –

La principessa alzò lo sguardo spaesato su Ignis.

-   Sì – mormorò, lasciando che prendesse la lettera.

Il ragazzo la aprì, ritrovandosi in mano un volantino stropicciato. La parte bianca era fittamente scritta con una grafia dettata da una grande fretta. Ignis fece per restituirlo all'amica, ma lei scosse la testa.

-   Non credo... di riuscirci – gli disse con voce spezzata – leggila tu, ti prego – 

Ignis annuì e poi lesse ad alta voce.

Ho poco tempo, ma basterà. Non pensare più alla tua vendetta, me ne sto per occupare io, e smetti di inseguire la prossima. Sei forte Selis, molto più di quanto tu possa immaginare. Usa questa forza per proteggere le persone che ami! Non seguire il mio esempio!
Ti affido il mio Kukri, penso che tu te lo sia meritato. Mi hai dato parecchio filo da torcere l'altra mattina anche se non volevo ammetterlo! L’altro purtroppo è andato perso, ma sono sicuro che anche di uno solo ne saprai fare buon uso. Arriveranno tempi duri, ma tu sei una guerriera, lo so fin dal primo giorno che ti ho conosciuta.

Mi sarebbe piaciuto allenarmi ancora con te.

Vai avanti Chocobo girl!
Nyx.


Le ultime parole della lettera rimbombarono tra le  pareti di roccia della cripta.

-   Vendetta? - domandò confuso Prompto.
-  
Da quello che so, il comandante Drautos in realtà faceva il doppio gioco in favore di Nifelheim – spiegò Cor.
-   Cosa?! – esclamò Noctis allibito.
-   Non sono riuscito ad avere i dettagli, ma pare che fosse lui a celarsi dietro il generale Glauca – disse l’uomo.

Ora aveva tutto terribilmente senso...
L’uomo, oggetto per tanti anni dell’ira di Selenis, altri non era che il comandante che aveva preso il posto dello stesso Revis trucidato anni prima.
I ragazzi guardarono la giovane che, con il capo chino sul petto, stringeva tra le mani l’elsa del suo nuovo pugnale. Le spalle le tremavano vistosamente e sembrava sul punto di scoppiare a piangere, ma quando alzò la testa il suo sguardo era di ghiaccio. La giovane si voltò verso Noctis, avvicinandosi a lui.
Quando gli fu davanti si inchinò, appoggiando un ginocchio a terra e stendendo la mano che teneva il Kukri davanti a sé.


-   Io, Selenis Lucis Caelum, qui, davanti alla tomba di uno degli Antichi, giuro fedeltà al nuovo Re di Insomnia – esordì con voce autorevole – Dichiaro quindi guerra all’Impero di Nifelheim, suo nemico, e mi impegno ad aiutare il legittimo sovrano a riavere il trono che gli spetta di diritto – asserì, per poi alzare lo sguardo su Noctis – Dovesse anche costarmi la vita ti proteggerò, proteggerò tutti voi! – aggiunse con gli occhi che scintillavano di determinazione.

Gladio osservava la ragazza, stupito e orgoglioso. Pensava che la notizia della morte del suo amico l’avesse messa in ginocchio e invece lei si era rialzata più forte di prima, nonostante la sofferenza fosse benl leggibile nei suoi occhi verdi.

-   Ci riprenderemo ciò che è nostro – rispose Noctis con voce ferma.
-   Tuo padre faceva bene ad essere orgoglioso di te – disse Cor alla giovane mentre si alzava.
-   Ho anche io un compito da assolvere – replicò lei accarezzando col pollice l’incisione sul manico del Kukri.

C’era scritto Galad, la città di origine di Nyx. Erano ormai passati diversi anni da quando il ragazzo le aveva raccontato che i suoi due pugnali erano stati fabbricati in due diversi luoghi: Insomnia e Galad. 
 
-   A tal proposito sarà meglio sbrigarsi – concordò Cor uscendo fuori alla luce del sole.
-   Come procediamo? – domandò Ignis.
-   Abbiamo scoperto un accesso secondario alla base – spiegò il generale dirigendosi verso il bivacco dei cacciatori – Datemi la mappa – disse arrestandosi per un momento – L’ingresso è qui – asserì puntando l’indice vicino alla linea di confine – La base copre tutta quest’area – continuò facendo un segno circolare sulla zona – Iniziate a recarvi lì, io vi raggiungo non appena avrò parlato con Monica – concluse restituendo la cartina ai ragazzi.
-   D’accordo – confermò Noctis -  a dopo –

Il gruppo recuperò così la Regalia per dirigersi al confine.
L’ingresso indicatogli da Cor risultò essere uno stretto passaggio tra due pareti di roccia, che facevano da accesso naturale alla struttura di quella che sarebbe stata la futura base Imperiale.

-   Ora non ci resta che aspettare il generale – commentò Prompto – A dirla tutta sono un po’ emozionato a trovarmi di fronte a lui, è praticamente una leggenda! – aggiunse eccitato.
-   È il caso di dire che la sua fama lo precede – commentò Ignis appoggiato alla parete della conca.
-   Ehi –

Selenis voltò la testa smettendo di seguire la conversazione, per trovare gli occhi blu di Noctis a scrutarla.

-   Ehi – rispose mentre lui si sedeva sulla roccia che la ragazza aveva occupato.
-   Mi dispiace per il tuo amico – esordì il principe – mi sarebbe piaciuto conoscerlo – aggiunse alzando gli occhi verso il cielo limpido.
-   Penso che ti sarebbe stato simpatico – replicò Selenis con un sorriso mesto – Ti raccomanda di regnare bene –
-   Mh? – Noctis la guardò senza capire.
-   Lo avevo visto sai? Il primo giorno che l’ho incontrato.. – disse lei con gli occhi velati dal passato – Avevo visto la sua morte.. ma ero piccola, non lo avevo capito e ho finito per dimenticarmene – confessò incrociando le dita delle mani e afferrandosi un ginocchio - Le sue ultime parole, nella mia visione, erano state “Regna bene, giovane Re” –
-   Non so come tu faccia a sopportare così bene questo peso – disse dopo un attimo Noctis, puntando lo sguardo sull’erba ai suoi piedi.
-   L’ho detto anche a Ignis, è solo merito vostro – rispose Selenis – Da sola sarei crollata già da un pezzo e penso che sia lo stesso per te, no? – aggiunse con un sorriso.
-   Già – confermò il principe restituendoglielo.
-   Non riesco ancora a realizzare che Dautros fosse Glauca – mormorò la ragazza tornando seria.
-   Un solo uomo è riuscito a disfarsi di entrambi i fratelli.. – commentò il giovane.
-   Ho desiderato di ucciderlo per tutto questo tempo ed è stato sempre sotto il mio naso a darmi ordini dal posto di mio padre – ringhiò Selenis tra i denti.
-   Adesso non devi più pensarci – replicò Noctis.
-   No.. – concordò la principessa  – Sai? Ho sempre voluto le armi di Nyx, ma non avrei mai pensato che veder esaudito questo mio desiderio mi rendesse così triste – 
-   Dovresti essere orgogliosa del fatto che te lo abbia affidato – ribattè il ragazzo.
-   E tu dovresti essere orgoglioso del fatto che tuo padre ti abbia affidato il compito di salvare tutti noi – commentò la principessa.
-   Touchè – sospirò con un sorriso Noctis.
-   Comunque io non penso di passarci –

I due ragazzi si concentrarono su Gladio che stava studiando la stretta apertura decisamente scettico.

-   Colpa dei tuoi muscoli, dovevi allenarti di meno – replicò Prompto.
-   Per essere pelle e ossa come te? No grazie – ghignò l’Amicitia.
-   Tranquilli, nessuno dei due ci dovrà passare –

Il gruppo si voltò verso Cor appena sopraggiunto.

-   Generale – lo salutò Ignis.
-   Cosa intendi? – chiese Noctis avvicinandosi a lui assieme alla cugina.
-   Che io e te ci infiltreremo passando di qui – rispose Cor – mentre gli altri dovranno creare un diversivo passando dall’ingresso principale, così facendo li prenderemo tra due fuochi  - spiegò.
-   Mi sembra un buon piano – concordò Selenis.

Noctis la guardò per un istante, poi sospirò.

-   D’accordo allora, fate attenzione – si raccomandò seguendo Cor.
-   Sì, e tu fagli vedere i sorci verdi! – replicò Gladio.
-   Ci vediamo dall’altra parte! – lo salutò Prompto.

Il principe ben presto sparì nella sottile apertura e i quattro ragazzi rimasero soli.

-   È il caso anche per noi di muoverci – disse Ignis.
-   Andiamo – assentì Gladio.

Il gruppo aggirò la neo base, che per ora non era nient’altro che un gruppo di edifici fatiscenti.

-   Non riesco a vedere quanti nemici ci sono –

Gladio tornò ad inginocchiarsi in mezzo ai suoi amici dopo aver dato un’occhiata oltre il riparo dietro al quale si erano rifugiati.

-   Potrei usare quel palo – rimuginò Selenis indicando un traliccio dell’alta tensione poco distante da lì – Se mi proietto posso avere una visione più chiara dei nemici senza che loro vedano me –
-   Sei sicura? – domandò Ignis valutando – E' una distanza considerevole – aggiunse.
-   Sicurissima, ora non ho più problemi – rispose lei afferrando saldamente il Kukri.
-   Allora ci affidiamo a te – assentì Gladio.
-   Buona fortuna! – le augurò Prompto.

La principessa sorrise ai suoi amici, poi cambiò riparo per avvicinarsi ulteriormente al suo bersaglio.
Quando fu nel punto giusto si alzò in piedi, prese la mira e tirato indietro il braccio, lanciò l’arma. Il pugnale fendette l’aria con un sibilo, diretto alla parte più alta del traliccio. Un secondo dopo, Selenis si ritrovò sospesa ad un ventina di metri da terra, aggrappata saldamente al Kukri.
Una volta posizionatasi sulla struttura di metallo guardò in basso.
La strada si interrompeva bruscamente contro la spessa porta di metallo che chiudeva i confini delle due regioni. Davanti ad essa, una decina di Imperiali passeggiavano avanti e indietro. Quando fu sicura che non ce ne fossero altri, Selenis si proiettò nuovamente a terra e raggiunse i suoi amici.

-   Wow Selis! – esordì Prompto quando si unì a loro – Sei stata grande! – esultò.
-   Com’è la situazione? – le chiese Gladio.
-   Ci sono una decina di soldati Magitek della fanteria leggera a fare la guardia – rispose – per fortuna niente cecchini – aggiunse.
-   Bene questo cambia tutto – commentò Ignis da dietro il riflesso dei suoi occhiali.
-   Come pensi di procedere allora? – domandò Prompto.
-   Attacchiamo – rispose semplicemente il ragazzo.
-   Tutto qui? –
-   Mi piace! – replicò invece Gladio.
-   Il nostro unico compito è fare da diversivo – spiegò Ignis – non serve andarci cauti, e comunque non con un numero così esiguo di nemici –
-   Le classiche botte da orbi – sorrise Selenis alzandosi.
-   Ehi! Non cercare di farli fuori tutti tu! – la ammonì Gladio andandole dietro.
-   No ma fate pure voi due... – disse Prompto mentre la prima sventagliata di colpi di arma da fuoco veniva indirizzata loro contro.
-   Non è colpa mia se tu non puoi proiettarti – replicò Selenis alzando sollevando una mano.

La barriera che ne scaturì e che avvolse il gruppo, rintoccò dei proiettili che le rimbalzarono contro.

-   Voi Lucis e la vostra magia... – borbottò Gladio lanciandosi assieme ad Ignis contro il nemico che si faceva loro incontro.
-   Tutta invidia! – rise la principessa, inserendosi nello scontro assieme a Prompto.

Nel giro di un quarto d’ora la zona antistante la porta era stata ripulita. I cadaveri fumanti dei nemici formavano un tappeto chiazzato sull’asfalto rovente della tangenziale.

-   Parapapa papparà! – canticchiò Prompto.
-   Sembra che tu ti stia divertendo – commentò Gladio facendosi scrocchiare il collo.
-   Sei migliorato molto, vero Iggy? – si complimentò Selenis, aprendo e chiudendo una mano per sciogliere i muscoli contratti.
-   Sì, una volta tanto devo ammettere che è così – assentì il ragazzo.
-   Cosa intendi per una volta tanto!? – saltò su Prompto.

Le sue proteste vennero interrotte dall’aprirsi della porta sul confine. Dietro di essa apparvero Noctis e Cor.

-   Avete avuto problemi? – domandò loro il principe.
-   No, tutto liscio come l’olio! – rispose Gladio – Gli Imperiali non riuscivano a toglierci gli occhi di dosso – aggiunse con un ghigno.
-   Grazie per l’azione diversiva – disse Cor.
-   Fermi dove siete! –

Il gruppo di amici si voltò per vedere in arrivo una delle solite aereonavi che trasportavano la fanteria magitek.

-   Cosa c’è adesso? – piagnucolò Prompto.
-   Guarda guarda – proseguì la voce all’alto parlante – Cor l’immortale! A quanto pare sei uscito tutto intero da palazzo – commentò con scherno – ma non sopravvivrai a quello che ho in serbo per te. È ora che la tua leggenda volga al termine! – sentenziò.
-   Ma questo chi diamine è? – sospirò Selenis mentre davanti a loro la nave apriva il portellone per far apparire un blindato.
-   Chiunque sia è ben attrezzato – commentò Gladio facendo riapparire la sua spada.
-   Loqi – replicò Cor, katana alla mano – Uno dei generali sotto il comando Imperiale – spiegò mentre la macchina atterrava davanti a loro scuotendo il suolo.
-   Noct – reclamò l’attenzione del principe l’Amicitia – mentre noi lo distraiamo tu lancia una magia di tuono, dovrebbe bastare per metterlo fuori gioco il tempo necessario per farlo crollare – disse.
-   Non penso che sarà così semplice – ribattè Cor osservando il blindato avanzare a passi pesanti.
-   Tentar non nuoce.. - commentò Selenis – Ma perché si è fermato? – domandò guardando confusa il mezzo.

La macchina si era arrestata ad una decina di metri da loro, apparentemente senza motivo, finchè alle sue spalle non comparve uno scompartimento metallico che aprendosi, mostrò una fila ordinata di razzi.

-   Oh dai, dimmi che stai scherzando!!! – gridò Prompto proprio mentre i missili venivano lanciati.
-   Restate uniti! – urlò Selenis portando entrambe le mani in avanti ed evocando una barriera.

L’impatto e la deflagrazione furono pesantissimi. La principessa si ritrovò in ginocchio nel tentativo di reggere l’esplosione.

-   State bene? – domandò madida di sudore quando l'attacco terminò.
-   Sì, tu?  - replicò Ignis.
-   Un po’ a corto di energie, ho bisogno di qualche istante per riprendermi – rispose lei.
-   Vostra altezza, restate con Sua grazia e tenetevi pronto – disse Cor rivolgendosi a Noctis.
-   Cosa intendi fare? – chiese il principe.
-   Lo capirete – rispose sibillino il generale – Voi altri con me, ho bisogno che distraiate Loqi – disse poi rivolgendosi a Gladio, Ignis e Prompto.
-   Conti su di noi signore – replicò il ragazzo biondo con orgoglio.
-   Che diavolo avrà in mente? – mormorò Selenis cercando di riprendere fiato mentre il gruppo partiva all’assalto.
-   Non ne ho la minima idea – rispose Noctis.

C’era da dire che per quanto pericoloso e potente potesse essere il blindato, i suoi movimenti erano limitati e decisamente lenti. Faticava chiaramente a stare dietro ai colpi precisi di Ignis, a quelli potenti di Gladio e alle raffiche di proiettili di Prompto.
Cor, nel frattempo, si era portato alle spalle della macchina. Sembrò studiare per un momento la situazione e poi, estratta la sua katana, diede un unico fendente apparentemente nel vuoto. Dopo qualche istante però, un liquido nero iniziò a colare abbondantemente per terra, allargandosi a macchia d’olio sulla strada.
Un pungente odore di carburante colpì le narici dei due principi rimasti indietro.


-   Ho capito! – esclamò Noctis armandosi di un’ampolla magica.

Imprigionate dentro di essa, una miriade di fiamme si scatenavano.

-   Via di lì! – urlò Selenis.

I ragazzi intuirono subito il pericolo e retrocedettero.

-   È inutile che fuggiate! – rise Loqi all’interno del mezzo.
-   Sua Altezza, ora!- gridò Cor.

Noctis prese per bene la mira e lanciò il contenitore di cristallo. Quello descrisse un ampio cerchio in aria per poi spaccarsi al suolo, esattamente nel punto in cui iniziava la macchia di benzina.
L’esplosione fu immensa e il calore che ne scaturì costrinse gli amici a ripararsi come meglio potevano. Qualche istante dopo, quando il fumo si fu leggermente diradato, la carcassa divelta del blindato faceva bella mostra di sé ormai inerme in mezzo al cherosene in fiamme. L’abitacolo era aperto, ma del suo occupante non c’erano tracce.

-   Siamo stati grandi! – esclamò Prompto su di giri come al solito.
-   Notevole – concordò Cor – Ora che vi ho visti combattere non ho più motivo di preoccuparmi – disse – tornerò a tenere d’occhio gli Imperiali. Fino al nostro prossimo incontro abbiate cura di voi – aggiunse voltandosi verso la macchina che era appena sopraggiunta guidata da Monica.
-   Anche tu – rispose Noctis guardandolo salite sul mezzo.
-   Ok, ora che si fa? – chiese Selenis stiracchiandosi.
-   Sarebbe meglio accamparci, tra poco farà buio – disse Ignis – Vado a recuperare la Regalia – aggiunse.
-   Ok – concordò Noctis sbadigliando.

Cinque minuti dopo, il ragazzo ritornò con la loro auto. Gli ultimi raggi della sera filtravano tra i muri cadenti dell’ex nuova base Imperiale, illuminando i resti carbonizzati del blindato e specchiandosi sulla carrozzeria lucente della Regalia.

-   Non è poi così male se ci si abitua – commentò Gladio mentre procedevano a passo d’uomo a fianco dell’auto.
-   Però abbiamo un sacco di cosa da scoprire ancora – replicò Prompto.
-   E un sacco di cose da fare – aggiunse Ignis al posto di guida.
-   Però direi che si siamo meritati un po’ di riposo per oggi – disse Selenis seduta sulla fiancata all’esterno dell’auto.
-   Pensavo ad una cosa.. – proseguì Prompto – se Pryna è ancora in circolazione potrebbe voler dire che anche Lunafreya.. – osservò lasciando la frase in sospeso.
-   Può essere – rispose Noctis – ma dobbiamo avere informazioni più certe – aggiunse.
-   Pryna e Umbra si sono sempre divisi il compito di portarci le lettere di Luna – raccontò Selenis osservando l’asfalto procedere lento sotto di lei – Pryna per me e Umbra per Noct –
-   Sembra un vita fa – sospirò il principe.
-   Già – concordò lei – Domani direzione Lestallum quindi? – s’informò.
-   Direi proprio di sì – rispose Ignis.

Il loro viaggio era appena all’inizio.



Campeggio dell'autrice:

Buon torrido venerdì a tutti!

Nonostante il caldo da "sono entrati in camera mia due Hobbit e ci hanno buttato l'anello" sono riuscita a finire il capitolo!
Ma guarda un pò chi è arrivato! Cor, il nostro soldato tutto d'un pezzo, che sparisce nel giro di due missioni per non riapparire praticamente mai più! Va bene che c'è stato Episode Gladio, però mi sembra proprio poco sfruttato...
Il nostro generale comunque porta ben due novità: le armi ancestrali di Noctis e l'anello chiave di Selenis. Quest'ultima informazione apre altri quesiti sulle origini del gioiello... che però ancora non hanno trovato risposte (siate fiduciosi arriveranno). Per la ragazza questa scoperta è stata fonte di turbamento, e lo è stata ancora di più la lettera di Nyx.
Forse ho un pò forzato gli eventi inserendo questa parte, ma volevo riservargli ancora un piccolo spazio. Senza contare che mi sembrava giusto far sapere di Drautos, visto che secondo me è una di quelle cose che fanno parte dei buchi di trama ^^" Della serie Nyx si è immolato e nessuno lo sa ^^"
Nonostante questo, Selenis è ancora più agguerrita di prima, anche se, prima o poi, avrà anche lei il suo momento di cedimento... ma ne riparleremo più avanti!
I ragazzi sono adesso diretti a Lestallum, ma quali peripezie troveranno prima di raggiungerla?
Un ringraziamento sentito ai Lettori, alle mie recensiste e a coloro che mi hanno messa tra le fic seguite e preferite!

Baci,
Marta

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Capitolo 18
*** 17. Vecchi nemici ***


17


“Che splendore… il mio cristallo”

Selenis aprì gli occhi di scatto drizzando la testa.

-   Dove siamo? – chiese leggermente intontita.

Il gruppo era ripartito quella mattina all’alba in direzione Lestallum. Entrando nel territorio di Duscae il paesaggio era radicalmente cambiato rispetto a quello di Leide. Le immense distese quasi desertiche, avevano lasciato lo spazio a lussureggianti praterie e boschi di conifere. La regione era famosa anche per le paludi di Alstor, che ne occupavano la parte centrale.

-   In vista della faglia di Cauthless – rispose Prompto girandosi sul sedile per guardarla – Stai bene? – domandò poi, notando il pallore della giovane.
-   Ho sognato qualcosa – rispose stancamente Selenis.
-   Di che tipo? – chiese Gladio seduto al suo fianco.
-   Qualcuno si vantava del Cristallo.. e penso proprio si riferisse al nostro – replicò.
-   L’importante è che non sia qualche catastrofe imminente – ribattè Noctis.
-   Per ora non direi - rispose la ragazza - Certo che è davvero magnifica – aggiunse puntando lo sguardo sulla faglia che sembrava una lama infuocata protesa a fendere il cielo.

-   Fermiamoci a fare una foto! – propose il ragazzo biondo tirando fuori in un nano secondo la sua macchina.
-   Che ne dici Noct? – domandò Ignis.
-   Ma sì, perche no? – replicò il principe con una scrollata di spalle e un sorriso.

Il loro autista mise la freccia a si accostò al bordo della strada, parcheggiando l’auto in modo che non desse fastidio alle altre vetture.
Il panorama era davvero mozzafiato. La faglia di Cauthless era tutto ciò che restava di un enorme meteorite iridescente che spuntava dal fondo di un cratere. Lì sotto, l’Immane, uno dei Siderei, lo reggeva da quando ne aveva arrestato la caduta impedendogli così di distruggere Eos. O almeno quelli erano i racconti con cui tutti i bambini erano cresciuti. Qualunque fosse la verità, l’impatto aveva creato delle vere e proprie creste di roccia che facevano da contorno al cratere in un quadro che risultava armonioso. Il meteorite si accendeva di blu e di rosso quando era particolarmente attivo, rendendolo un’ottima fonte di energia. Energia che veniva usata dalla famosa l’azienda con sede a Lestallum e che si occupava di fornire elettricità a tutte le regioni.

-   Forza, tutti in posa! – ordinò Prompto dopo aver assicurato la fotocamera al suo piedistallo ed impostato la modalità autoscatto.

I ragazzi si strinsero davanti all’obbiettivo sorridendo per immortalare il momento.

-   Perfetto! – disse il pistolero quando la foto fu scattata.

In quel momento, il cellulare di Noctis si mise a squillare.

-   Iris? – rispose.

La sorella di Gladio, a quanto pareva, aveva deciso di farsi sentire. Anche Selenis tirò fuori il suo telefono, più per abitudine che per altro, e nel farlo aprì il menù dei messaggi. L’ultima conversazione avuta con Nyx era ancora lì, a dolorosa testimonianza che tutto ciò che era accaduto non faceva parte di un altro mondo.

-   Iris è a Lestallum, ha detto che ci aspetta lì e di avvisarla quando arriveremo –
-   Ma pensa te! Invece di chiamare il suo fratellone! –
-   E di me ti ha chiesto? Eh? -

Selenis quasi non sentì quello che Noctis rispose; la conversazione dei suoi compagni di viaggio si era fatta distante.
Improvvisamente, l’idea di non poter più rivedere il suo amico divenne quasi intollerabile. La ragazza si voltò verso il panorama alle sue spalle e alzò il braccio che reggeva il telefono, ma qualcuno glielo afferrò.

-   Te ne pentiresti –

La principessa alzò gli occhi lucidi su Gladio. Si rese conto di avere il fiato corto e il cuore che le scoppiava nel petto. L’immagine sorridente di Nyx sembrava stampata a fuoco nella sua mente.

-   Io… - mormorò abbassando la mano – scusatemi – disse ai suoi amici, che avevano smesso di parlare tra di loro e la fissavano preoccupati.
-   Non devi scusarti – intervenne Noctis.

La cugina lo guardò.

-   Invece dovrei... a partire da te Noct – rispose facendo alzare il sopracciglio del ragazzo.
-   E di cosa? – chiese lui.
-   Per..-

Il rombo famigliare di un motore Magitek interruppe la sua replica.

-   Là! – esclamò Prompto puntando l'indice verso l’alto.

Dalla collina adiacente spuntò un’areonave che, superatili, cominciò la sua discesa qualche chilometro più ad ovest.

-   Sembra che stia atterrando proprio sulla strada – commentò Ignis oscurandosi.
-   Meglio andare a dare un’occhiata – disse Gladio.

Ripresa la strada, i ragazzi si avvicinarono al punto in cui il mezzo Imperiale doveva essersi fermato. Una volta parcheggiata la Regalia in sicurezza, il gruppo si arrampicò sul costone di roccia che fiancheggiava il largo assetto del fiume. Da quella posizione elevata poterono constatare che i loro timori erano del tutto fondati. Il velivolo si era fermato proprio in mezzo alla strada, ostruendone il passaggio. Un folto schieramento di fanteria Magitek era già pronto ad accoglierli.

-   Sono decisamente di più rispetto alle altre volte – commentò Prompto osservando il piccolo esercito immobile.
-   Fare breccia non sarà una passeggiata – disse Ignis.
-   Merda – sbottò Noctis – proprio qui si dovevano mettere –
-   Pare che siano allerta – osservò Gladio.
-   Non abbiamo altra scelta che passare di qui eh? – sospirò Prompto.
 
-   Temo di sì – rispose Selenis ritirando la cartina che aveva usato per cercare un percorso alternativo – Se cambiassimo strada ci impiegheremmo giorni ad arrivare a Lestallum – sentenziò.
-   Che dite allora? Si balla? – propose Noctis.
-   Per me sì – rispose Gladio.
-   Allora diamoci dentro! – esclamò il ragazzo biondo.
-   Diamoci dentro un corno – lo frenò Ignis – Ci serve una strategia – asserì – Noct, tu e Selis scatenatevi fin da subito e fatene fuori la metà. Potete farci da diversivo? – domandò ai due cugini.
-   Ricevuto – assentì il principe.
-   Agli ordini! – soggiunse la principessa.

I due ragazzi si alzarono, e un secondo dopo si proiettarono nel bel mezzo dello schieramento.
Prima che i soldati potessero attivarsi, quattro unità erano già state distrutte. Noctis e Selenis, in perfetta sincronia, si alternavano parando e colpendo a turno.
Le truppe vennero ulteriormente decimate quando dalle retrovie arrivò il resto del loro gruppo.


-   Iggy! – chiamò Selenis.
-   Ci sono – rispose l’amico.

Assieme, i due amici si diressero verso uno dei Magitek. La principessa si abbassò, dirottando il colpo indirizzato ad Ignis che potè così affondare il proprio pugnale nel cranio metallico del nemico facendolo crollare a terra.
In un flusso di continuità, Selenis si avventò sul secondo lanciandogli il Kukri alla gola. La principessa, alzò poi la mano per afferrare al volo uno dei pugnali scagliati da Ignis e con quello in mano, si proiettò alle spalle di un terzo soldato trapassandolo da parte a parte.

-   Vai così! – gongolò posizionandosi schiena contro schiena con l’amico.
-   Impeccabili – commentò Ignis.

Ovviamente anche gli altri si stavano dando parecchio da fare. Noctis aveva appena sferrato un rondò che aveva atterrato diversi nemici, mentre Gladio e Prompto si dividevano tra colpi di spada e proiettili.
Ad un certo punto, un rumore improvviso mise in allarme Selenis che innalzò una barriera a cupola da una parte all’altra della strada. Su di essa si abbattè una raffica di mitragliatrice che di sicuro non poteva essere opera dei soldati di fanteria.

-   Chi diavolo?! – abuffò infastidito Gladio.

Una seconda areonave aveva fatto la sua apparizione in campo; fermandosi dietro di loro.

-   Cosa? Una trappola? – disse preoccupato Prompto.

Dal mezzo piombò a terra l’ennesima squadra di Magitek, seguita a ruota da un grosso container di metallo. La struttura cadde sulla strada facendo tremare la terra e alzando una densa nube di polvere.

-   Ahh! – Selenis serrò i denti e strinse la mano con l'anello, che le aveva appena trasmesso una fitta dolorosa.
-   Che succede? – le domandò Ignis ancora di fianco a lei.
-   Non lo so... – rispose la ragazza.

Proprio in quell’istante il box si aprì, e dall’apertura si riversò in strada una strana massa.

-   No, non è possibile,,, – mormorò attonita la principessa.

Purtroppo il suo timore era legittimo. Da quelle che si rivelarono spire di serpente, si erse il torso di una donna dai capelli verdi e dalle innumerevoli braccia. Una cicatrice le sfregiava il volto, laddove la spada di Re Regis l’aveva colpita dodici anni prima.

-   Quella è… - mormorò Ignis.
-   Già… - ringhiò Noctis – La riconoscerei ovunque… -
-   Che cos’è? – domandò Prompto confuso.
-   Quella è una Lamia... - rispose Selenis, il pugno stretto in uno spasmo doloroso attorno all’impugnatura del coltello.
-   Una Lamia? – ripetè il ragazzo senza capire.
-   È il mostro che ha quasi ucciso Noct e Selis molti anni fa – spiegò Ignis.

Il viso di Gladio si indurì istantaneamente. Selenis gliene aveva parlato quando si erano conosciuti, e già allora aveva visto con quanta paura ricordasse quell’evento. Il pensiero che potesse accadere di nuovo lo fece infuriare.
La principessa, d’altro canto, guardava Noctis fermo a qualche metro da lei, perfettamente immobile. Sapeva quali sentimenti si stessero agitando in lui in quel momento, e fu con un secondo di ritardo che capì le sue intenzioni.

-   Noct! – esclamò, allungando una mano per afferrarlo.

Il suo pugno però si chiuse sull’aria. Il principe, con un grido, si lanciò a capofitto contro il mostro.
Il primo attaccò fu però facilmente parato dalla Lamia, che rispose con violenza mancando di poco il ragazzo caduto a terra.

Nel frattempo, i rinforzi Magitek avevano ripreso l’assalto concentrandosi sui quattro amici rimasti indietro.

-   Gladio! – gridò Selenis mentre respingeva uno dei soldati – Riesci ad aprirmi un varco? Devo raggiungere Noct! – disse mentre quello veniva perforato da un proiettile di Prompto.
-   Certo! – ruggì l'Amicitia in risposta.

Il ragazzo le si parò davanti, e con lo spadone fece un mezzo giro su sé stesso. La spazzata sortì l’effetto desiderato: i nemici caddero a terra liberando loro il campo.
Selenis, afferrato il Kukri per la lama, lo lanciò in avanti proiettandosi così di fianco a Noctis.
La Lamia reagì alla nuova arrivata con un ringhio feroce.

-   Non pensavo che avrei rivisto questo stupido serpente – disse il cugino.
-   Siamo in due... – concordò la giovane – Però dobbiamo elaborare una strategia.. Noct! –

Non aveva avuto il tempo di finire la frase, che il principe si era già lanciato contro il mostro. Quest’ultimo parò nuovamente l’attacco rivoltogli, per poi mettersi a girare vorticosamente su sé stesso. La coda finì per urtare contro il container che lo aveva ospitato, disintegrando al contempo un gruppo di Magitek che erano lì vicini.

-   È fuori controllo! – gridò Prompto spaventato.
-   Noct, ritiriamoci per ora! – consigliò Gladio.
-   Nemmeno il Re è riuscito a sconfiggerlo! - gli fece eco Ignis – Ora non hai la minima possibilità di… -
-   Sta zitto! – urlò Noctis in preda alla collera – Le cose ora sono diverse – aggiunse caricando il prossimo fendente.
-   Così ti farai ammazzare! – esclamò Selenis affiancandolo.

Entrambi i loro colpi vennero fermati e respinti. Noctis cadde di schiena, mentre la principessa venne sbalzata di diversi metri sull'asflato. L'unica cosa che gli evitò dall’essere letteralmente fatti a pezzi dalle lame che il mostro brandiva, fu il tempestivo intervento dei loro amici che, con un’azione combinata, riuscirono ad arrestarlo. Purtroppo, quella mossa contribuì solamente a far infuriare ancora di più il Deamon.

-   State bene? – domandò Ignis parandosi davanti a loro.
-   Dobbiamo ritirarci – disse Prompto aiutando Noctis ad alzarsi.
-   Levatevi! – ribattè però il principe scostandosi – Lo ammazzo! – esclamò buttandosi di nuovo nella mischia.
-   Noctis! – gridò Selenis.

Con una mossa fulminea si proiettò davanti a lui, riuscendo a deviare il colpo successivo che la Lamia gli aveva indirizzato.
In un turbinio di spade che cozzavano tra di loro, i due cugini cercarono di tenere testa al mostro, che però risultò essere ancora troppo potente.
Con un fendente ben assestato, il Deamon spezzò la guardia del principe facendolo precipitare nel letto del fiume che costeggiava la strada, mentre con la coda urtò violentemente Selenis, che cadde rovinosamente sull'asfalto.
Il mondo si colorò di un’esplosione di puntini neri. La ragazza tossì violentemente avvertendo un forte bruciore al braccio sinistro.

-   Selis! –

L’urlo di Gladio le fece riaprire gli occhi. La giovane sbattè le palpebre cacciando le lacrime dovute al dolore e alla polvere, poi guardò in su.
La Lamia, poco più in là festeggiava il suo trionfo, e quella vista la fece imbestialire.
Richiamando a sé un’alabarda, si puntellò sul terreno per rimettersi in piedi in piedi. Osservò i suoi amici cercare di fermare il mostro ormai del tutto fuori controllo, ma finire inesorabilmente al tappeto.
Il Deamon tornò allora ad affacciarsi sul burrone da cui aveva scaraventato Noctis, e fu a quel punto che Selenis impugnò la sua arma, scagliandola con tutta la forza che aveva. Nello stesso preciso momento, una spada sbucò dal nulla andando a conficcarsi nel petto della Lamia, mentre l’alabarda della principessa centrava il punto morbido tra le scapole. Il nemico urlò finalmente di dolore retrocedendo.
Noctis atterrò con grazia a terra e Selenis sorrise.

-   Scusate – disse grondando acqua – mi sono dato una rinfrescata –

Pareva essere rinsavito e il suo sguardo era decisamente più consapevole, quasi calmo.
Detto questo, nel palmo gli apparve la spada degli antichi Re recuperata nel mausoleo di Leide.

La Lamia ruggì, puntando le proprie armi contro il principe, ma una serie di pugnali le si conficcò nella schiena.

-   Ehi stronza! -  la apostrofò Selenis – Vieni un po’ a prendermi! – la provocò con un sorriso ferino.

Il mostro non se lo fece ripetere una seconda volta, partendo alla carica. La principessa sapeva di non poterla abbattere da sola, ma non era quello il suo intento. Parò e schivò tutti gli attacchi che le erano indirizzati, facendo imbestialire ancora di più la Lamia che alzò le spade tutte insieme per un ultimo fendente decisivo. In quel momento, Selenis scomparve dalla sua vista e Noctis la sostituì. Un secondo più tardi, quattro delle otto braccia del Deamon furono staccate di netto.
La Lamia lanciò un urlo disumano mentre fiotti di sangue imbrattavano l’asfalto.
Noctis e Selenis si portarono a distanza di sicurezza con il fiato corto.

-   Ehi voi due! Vi ricordate che ci siamo anche noi? – sbottò Gladio respingendo la coda impazzita del Deamon.
-   Già! Non dovete fare tutto da soli! – rincarò Prompto.
-   Ce la fate? – domandò Ignis affiancandosi ai due ragazzi.
-   Sì – rispose Selenis.
-   Allora andiamo? – propose il cuoco del gruppo.
-   Andiamo – concordò Noctis.

I due giovani si diressero verso la Lamia e, saltando nello stesso momento, colpirono con precisione recidendo altre due braccia al mostro.

-   Selis! – chiamò Gladio.
-   Ci sono! – rispose lei.

Imitando i loro due amici tagliarono via gli ultimi due arti rimasti.


-   Ecco, adesso sì che assomigli ad un serpente! – commentò Noctis conficcando la punta dell’alabarda nel grosso nodo formato dalla coda.

Il Deamon ormai si limitava a dibattersi furiosamente sotto i colpi ricevuti, iniziando a perdere la poca lucidità che gli era rimasta.

-   Prompto! – esclamò il principe facendo da gradino perché l’amico potesse prendere meglio la mira.
-   Eccomi! –

Una sventagliata di proiettili colpì senza fallire il bersaglio, che con un lamento abbassò il mento contro lo sterno.

-   Non è ancora il momento di dormire – asserì Selenis comparendo sotto di essa.

Con un fendente circolare aprì una lunga ferita sul ventre della bestia che per il dolore gettò la testa indietro.

-   Gladio! – urlò a quel punto Noctis.

Aiutato dall’amico, il principe spiccò un balzo verso l’alto e girandosi su sé stesso per caricare il colpo, tagliò di netto il collo della Lamia, staccandole la testa. Quest’ultima cadde a terra con un tonfo, rotolando un paio di volte prima di fermare la sua corsa. Il resto del corpo serpentesco si contrasse per poi ricadere pesantemente e il silenzio tornò nella strada, mentre la polvere residua si depositava a terra.

-   Ce l’abbiamo fatta? – domandò Prompto leggermente intontito.
-   Direi di sì – rispose Ignis sospirando.
-   Noct! – chiamò allora il ragazzo biondo, pronto a festeggiare assieme all’amico la loro vittoria, ma la mano di Ignis lo bloccò.

Il principe aveva voltato le spalle al nemico appena sconfitto, dirigendosi invece sul ciglio del burrone dal quale era caduto durante lo scontro. Rimase fermo per qualche istante, con i capelli mossi dal vento leggero e la mente incatenata al ricordo del padre. Finalmente, dal giorno in cui avevano appreso la notizia della morte del Regis, suo figlio si lasciò andare, cadendo in ginocchio e piangendo il dolore per la perdita del genitore.
Selenis per tutto il tempo che suo cugino pianse, rimase ad osservare la testa della Lamia che con occhi sbarrati guardava il cielo senza realmente vederlo.
L’aveva perseguitata nei suoi incubi per anni, ma ucciderla aveva risollevato il suo spirito solo in parte. C’era ancora una questione che le impediva di accantonare per sempre quella brutta esperienza.


-   Scusatemi –

Noctis raggiunse i suoi amici fregandosi l’avambraccio sugli occhi per asciugare le ultime lacrime.

-   Tranquillo – lo rassicurò Gladio.
-   Possiamo andare? – chiese Ignis.
-   Certo, abbiamo perso fin troppo tempo. Iris ci sta aspettando – rispose il principe – Selis, vieni? – chiamò poi la cugina ancora ferma nello stesso punto.
-   Ti devo chiedere perdono Noct – replicò lei.
-   Me lo hai già detto, ma non capisco per cosa – ribattè il cugino confuso.
-   Quella gita in riva al lago di dodici anni fa sono stata io ad organizzarla – confessò voltandosi a fronteggiare il ragazzo – Ero preoccupata perché sembravi sempre infelice a quel tempo e ho convinto tuo padre a lasciarci andare – raccontò – Se non mi fossi impuntata tanto, a quest’ora… -

Selenis abbassò lo sguardo sulle dita che aveva intrecciato senza riuscire a finire la frase.

-   Ho voluto che credessi che fosse stata di tuo padre l’idea perché sapevo che i vostri rapporti erano un po’ incrinati. Poi è successo tutto questo e io… -

Un paio di mani si avvolsero attorno a quelle contratte della ragazza. Selenis alzò lo sguardo per incrociare quello di Noctis che la guardava sorridente.

-   Non hai motivo di scusartene, non è stata colpa tua se le cose sono andate così – le disse – Eri preoccupata per me e quel giorno mi hai reso immensamente felice – aggiunse appoggiando la fronte contro quella della cugina – Grazie Selis –

La principessa finalmente si rilassò, avvertendo quell’ultimo scoglio legato al passato scomparire come neve al sole.

-   Andiamo – disse alla fine con un sorriso tirandosi indietro.
-   Sì – assentì felice lei.

**

-   Però, mica male come città –

Il commento di Gladio non poteva essere più azzeccato di così. Lestallum faceva bella mostra di sé anche solo dalla strada.
Aveva accolto i cinque ragazzi in un tripudio di voci, profumi e colori.

La città si affacciava su un alto strapiombo, che lasciava spaziare lo sguardo per tutta la regione di Duscae fino alla faglia di Cauthless che brillava al centro.
Già solo nel piazzale dove parcheggiarono la Regalia c’era parecchia movida. Gente del posto e turisti si mescolavano tra di loro riempiendo l’aria con il loro vociare. La strada provinciale, che passava esattamente davanti le prime palazzine di Lestallum, era ingombra di auto ferme in sosta, che però non sembravano disturbare per niente la popolazione. La piazzetta che introduceva al corso principale della città, era piena di bancarelle di cibo da strada e di comode sedie su cui fermarsi a consumare i pasti o anche solo per fare quattro chiacchiere. Ovunque c’erano bambini che giocavano e aiutavano gli adulti nella gestione degli innumerevoli negozi.


-   Più all’interno dovrebbe esserci un mercato – disse Ignis mentre salivano la scalinata che li avrebbe portati alla via dell’hotel Leville.  
-   Non vedi l’ora di andarci vero? – commentò Selenis dando di gomito all’amico.
-   Non posso dire che non sia così – rispose lui con un sorriso.
-   Per di qua! –

Prompto li superò, dirigendosi verso la via che tagliava in due la città. Al fondo di essa, si ergeva un’altra piccola piazza con una bella fontana. A dominare il tutto, la struttura del Leville: il più vecchio (nonché unico) albergo di Lestallum.
Non appena raggiunsero l’edificio, una forte scossa di terremoto li costrinse a fermarsi cogliendogli di sorpresa.


-   L’avete sentito? – domandò Prompto spaventato.
-   Intendi il terremoto? – chiese sarcasticamente Gladio mentre la terra smetteva di tremare.

Il lamento di Noctis fece voltare tutti quanti verso di lui. Il ragazzo si teneva una mano sulla fronte con espressione corrucciata.

-   Qualcosa non va? – gli chiese Ignis.
-   Ho delle fitte alla testa... – rispose l’amico
-   Stai bene? –
-   Sì, non è niente – minimizzò il principe rivolto al pistolero.

Selenis guardò di sottecchi il cugino, non del tutto convinta da quella risposta che assomigliava molto alle sue quando voleva tenere qualcosa nascosto.
Nonostante questo, i cinque ragazzi varcarono finalmente la soglia dell’hotel.


-   Benvenuti signori, al Leville – li accolse il corsierge alla reception – Posso aiutarvi? –
-   La signorina Iris Amicitia ci sta aspettando – disse Ignis avvicinandosi al bancone – potete dirle che siamo arrivati per cortesia? – aggiunse.
-   Oh certo, datemi un secondo per poterla avvisare – rispose il ragazzo componendo il numero della camera.
-   Selis? –

La ragazza che si stava guardando intorno, concentrò la sua attenzione su Noctis.

-   Sì? –
-   Hai visto qualcosa? –

Selenis inclinò appena la testa in una muta richiesta di spiegazioni.

-   Prima, quando la terra ha tremato, hai avuto qualche visione? – chiese il ragazzo.
-   No.. perché tu sì? –
-   Gladio! –

Una voce squillante interruppe la loro conversazione. Iris, la sorella minore di Gladio, scese di corsa le scale che portavano alle stanze poste al piano di sopra.

-   Che piacere rivedervi ragazzi! – li accolse dopo aver abbracciato brevemente il fratello.
-   Che dire? Ti trovo bene – si complimentò Prompto.
-   Tutto considerato è vero – rispose la ragazzina – Selis! –

Le due amiche si scambiarono un altro abbraccio.

-   Mi sei mancata! – le disse la principessa.
-   Mio fratello non si è comportato bene? – domandò Iris corrucciandosi.
-   Nella norma – replicò Selenis mettendosi a ridere.
-   Vi fermate qui, vero? – domandò poi la giovane Amicitia.
-   L’idea è quella – assentì Ignis.
-   Cosa ne dici allora di aggiornarci? – propose Gladio mettendo una mano sulla spalla della sorella.
-   Certo, venite di sopra – assentì la ragazza.

Una volta arrivati alla camera di Iris, ad aspettarli c’erano altre due vecchie conoscenze.

-   Jared, Talcott! Che piacere vedervi! – esclamò Gladio alla vista del suo vecchio maggiordomo e del nipote di quest’ultimo.
-   Principe Noctis, principessa Selenis – esordì il bambino salutandoli - Iris con me è al sicuro – affermò con la fierezza tipica dell’infanzia.
-   Vogliate perdonare mio nipote – intervenne Jared – non impara mai le buone maniere –
-   Nah, mi piace – replicò con un sorriso il principe.
-   Ci servono persone coraggiose come lui – soggiunse Selenis arricciando il naso divertita.
-   Siete molto comprensivi, ma ora togliamo il disturbo – disse l’anziano inchinandosi leggermente.
-   Vi auguro una buona notte vostre maestà – si congedò Talcott imitando il nonno.
-   Buona notte a voi – rispose la ragazza.

Quando la porta si fu richiusa, ognuno prese posto attorno al basso tavolino in onice che faceva parte dell’arredamento della stanza.

-   Quindi... – prese la parola Noctis – Iris, com’è la situazione alla capitale? – domandò.
-   Non bella – rispose la ragazzina adombrandosi – Il palazzo reale e la zona circostante hanno subito pesanti danni, ma le altre zone della città sono illese – spiegò.
-   L’Impero si è concentrato sugli obiettivi strategici – commentò Ignis.
-   Incurante della morte che poteva disseminare... ovviamente – soggiunse Selenis con rabbia repressa.
-   Se posso fare qualcosa Noctis non esitare a chiedere – disse Iris con trasporto.
-   Gra.. grazie – rispose il principe.
-   C’è ancora una cosa, a proposito di sua Grazia Lunafreya – continuò la ragazzina – Qualcuno ha detto di averla vista qui in città – disse – Sembra che sia ripartita subito, ma almeno significa che sta bene –

Il sollievo nel sentire quelle parole fu quasi tangibile.

-   Buono a sapersi, grazie – sorrise Noctis.
-   Ora... che ne dite se andassimo a cenare tutti assieme? – propose Iris.
-   Forse sarebbe meglio se..-
-   La trovo un’ottima idea! –

Selenis interruppe la risposta di Gladio, accettando con entusiasmo l’offerta.

-   Bene! – esclamò Iris alzandosi – C’è un ristorante buonissimo in piazza, sono sicura che vi piacerà! – raccontò dirigendosi verso la porta.
-   Ha bisogno di un attimo di spensieratezza – disse la principessa a mezza voce rivolta a Gladio.
-   Hai ragione... – concordò il fratello osservando come Iris sorrideva.
-   Ne abbiamo bisogno tutti – aggiunse mesta.

La cena si svolse senza mai tornare sull’argomento della capitale. Il ristorante citato da Iris si trovava nella piazza in centro città. I tavolini allestiti all’esterno, invitavano la clientela a sedersi per godere della brezza serale che si portava finalmente via un po’ della calura dovuta al periodo estivo e alla vicinanza con il vulcano Ravatogh. A loro si unirono anche Jared e Talcott, con evidente eccitazione di quest’ultimo; il bambino infatti adorava letteralmente Noctis, e pendeva dalle sue labbra qualsiasi cosa dicesse. Per Gladio e Iris fu un po’ come tornare a casa, nel ritrovarsi a chiacchierare così con loro come solevano fare ad Insomnia.
Man mano che la serata proseguiva, le strade si riempirono di gente e la movida notturna ebbe il suo via. Lestallum era una città di passaggio e questo contribuiva a riempirla di persone provenienti da tutte le regioni.

-   Sbaglio o prima tutte queste ragazze non c’erano? –

Prompto, satollo sulla sua sedia mentre aspettava che venisse loro servito il caffè, si guardava intorno curioso.

-   Per forza, erano tutte al lavoro – rispose Iris.
-   Non mi pare di aver visto nessuna donna nei negozi, anzi, mi pareva l’esatto contrario – replicò il ragazzo corrugando la fronte.
-   L’Exineris – disse Selenis guadagnandosi un’occhiata perplessa dall’amico – La compagnia che gestisce la centrale elettrica – proseguì – Ci lavorano solo donne –
-   Cosa?! – esclamò il ragazzo stupito.
-   Per questo di giorno non le vedi – raccontò Iris – gli uomini si occupano solo di mandare avanti le attività commerciali – aggiunse.
-   Però! – commentò Prompto.
-   Ti ci vedrei bene qui Iris – commentò Noctis.
-   Vero? Anche io! – rispose la ragazza illuminandosi – All’inizio non ci ero abituata essendo cresciuta alla Capitale, ma adesso mi sembra normale – disse.
-   È tutto molto diverso rispetto ad Insomnia – concordò Ignis appoggiando la tazzina di caffè ormai vuota.

Una volta conclusasi la cena, il gruppo di amici tornò verso l’albergo. Jared era rientrato un po’ prima, permettendo però al nipote di restare ancora con loro.
Anche a quell’ora piuttosto tarda, la gente continuava a popolare le stradine di Lestallum senza accennare la minima stanchezza. I bar erano pieni di gruppi di donne di ogni età, che finito il lavoro si ritrovavano per bere qualcosa e fare quattro chiacchiere.

Davanti al Leville, la fontana illuminata per la notte era diventata il palcoscenico improvvisato di alcuni artisti di strada. La gente che si era riunita ad ascoltarli aveva finito per lanciarsi anche nella danza.

-   Che ne dici? –
-   Di cosa? –

Gladio guardò verso Selenis interdetto.

-   Balliamo? – domandò la ragazza.
-   Ma neanche morto! – rise l’Amicitia.
-   Allora andrò con Talcott! – replicò la principessa facendo la linguaccia al suo ragazzo – Che ne dici? Mi faresti da cavaliere? – chiese poi al bambino che camminava al suo fianco.
-   Sarebbe un onore per me, Sua Grazia – rispose il bambino felice.
-   Dovresti imparare da lui sai? – lo prese in giro Noctis mentre la cugina e il suo piccolo accompagnatore si univano alla ballata che veniva suonata in quel momento. -   Ha parlato il ruba cuori... – replicò Gladio con aria di sufficienza.
-   Noct! Andiamo anche noi! –

Iris comparve al loro fianco prendendo il principe sotto braccio.

-   Non penso sia una buona idea – balbettò il ragazzo preso in contro piede.
-   Dovresti imparare da Talcott!! – gli fece il verso l’Amicitia.
-   Questa me la paghi! – gli gridò dietro il suo amico mentre veniva letteralmente trascinato via da Iris.
-   Voglio venire anche io! – esclamò Prompto accodandosi.
-   Tu non partecipi? –

Gladio si rivolse ad Ignis che sostava in disparte con le braccia incrociate.

-   Il ballo non fa per me – rispose con un sorriso l’amico.
-   Mi chiedo perché alle donne piaccia tanto invece – sospirò lo scudo del Re salutando con una mano Selenis che sembrava divertirsi un mondo.
-   Forse vedono il mondo con occhi diversi – replicò Ignis.
-   Credo che tu abbia ragione – concordò Gladio – Stai già pensando a come dovremo muoverci, vero? – osservò poi, dopo un attimo di silenzio.
-   Già..- assentì il ragazzo cambiando posizione.
-   Cosa pensi che dovremmo fare? –
-   Per ora raccogliere informazioni – rispose Ignis osservando i goffi tentativi di Prompto di imparare i passi della quadriglia – Ma possiamo pensarci domani – disse.

Il brano suonato dai musicisti terminò in quel momento sotto uno scroscio di applausi che inghiottirono il seguito della possibile conversazione tra i due ragazzi.

-   Selis, perché non ci canti qualcosa? –

La voce di Prompto si levò abbastanza alta perché uno dei suonatori s'interessasse alla questione.

-   Vieni, unisciti a noi! – esclamò all’indirizzo della ragazza, che in quel preciso istante era occupata nel fulminare il pistolero con un’occhiataccia.
-   No davvero, non è il caso – declinò Selenis imbarazzata.
-   Eddai Selis! – fece eco Gladio prendendosi la sua piccola rivincita per poco prima.
-   Oh per favore, è da così tanto che non ti ascolto! – soggiunse Iris sostenuta da Talcott.
-   Sai suonare qualcosa? – le domandò il musicista.
-   La chitarra... – sospirò lei, arrendendosi e accettando lo strumento che le veniva prontamente offerto.

La principessa si sedette sul bordo della grande fontana e imbracciò la chitarra. Dopo qualche secondo iniziò a cantare.
Come sempre, la scelta del brano le venne spontanea; aveva un talento nel trovare canzoni che riuscissero ad esprimere le emozioni che provava.

La parte centrale diceva così:

Sometimes the past can
Make the ground beneath you feel like a quicksand
You don't have to worry
You reach for my hand
Yeah I know you're gonna be okay
You're gonna be okay
And even if you're scared
You're stronger than you know
If you're lost out where the lights are blinding
Caught in all, the stars are hiding
That's when something wild calls you home, home
If you face the fear that keeps you frozen
Chase the sky into the ocean
That's when something wild calls you home, home

Era di speranza che avevano bisogno e di speranza lei cantava.
Gli spettatori ascoltavano in religioso silenzio la sua esecuzione, e sul volto degli amici di Selenis si potevano leggere diverse emozioni. Ognuno veniva colpito da quelle parole in modo differente, ma tutti si sentirono rinfrancati quando le ultime note risuonarono, seguite dall’applauso del pubblico.
Per quante difficoltà ci sarebbero state ancora sul loro cammino, nessuna di esse sarebbe stata insuperabile, non se fossero rimasti uniti.
Selenis si tirò in piedi ancor più imbarazzata di prima, restituendo la chitarra al legittimo proprietario che le fece i complimenti per la splendida voce. La ragazza si diresse poi verso i suoi amici che la aspettavano. Nel vederli tutti lì così, la principessa avvertì un nodo salirle alla gola.

-   Torniamo in albergo? –

Gladio le passò un braccio attorno alle spalle e lei annuì solamente. Nessuno le chiese niente, avevano già capito.

 **

-   Allora? Va meglio -

Selenis si voltò verso Prompto che prese posto nella sedia vuota di fianco a lei.
Una volta tornati all’hotel, la ragazza si era seduta sul balcone ad osservare la movida notturna e a cercare di riordinare i pensieri. I suoi amici l’avevano lasciata fare, decidendo di farsi ancora una partita a carte tra di loro.


-   Sì, grazie – rispose lei con un sorriso.
-   Mi fa piacere – asserì sollevato il ragazzo tornando ad osservare la piazza sotto di loro.
-   Sei cambiato Prompto – riprese dopo un momento la principessa.
-   Eh? Trovi che sia davvero così? – chiese lui imbarazzato girandosi verso di lei.
-   Certo! – confermò Selenis – Ho sempre invidiato la tua determinazione nel cercare di renderti migliore, sai? – confessò arricciando il naso.
-   Non è niente di speciale dai... – minimizzò lui, accompagnando le parole con un gesto di noncuranza della mano.
-   È fondamentale invece! Guarda dove sei arrivato con le tue sole forze! – replicò la ragazza seriamente – Dovresti esserne orgoglioso – affermò con convinzione.
-   Invece non sono ancora sicuro che il Re abbia fatto bene a scegliermi – ribattè lui con una risata – In combattimento sono ancora estremamente goffo, avrebbe fatto meglio a scegliere qualcuno più addestrato di me – proseguì – Per non parlare poi..-

Prompto si interruppe improvvisamente e Selenis fu allarmata da quello sguardo spento che gli era comparso sul volto.

-   Ehi... – la ragazza gli mise una mano sul braccio riscuotendolo – Non voglio mai più sentirti dire che sarebbe stato meglio se ci fosse stato qualcun altro al tuo posto! – lo ammonì severamente – Se non ci fossi stato tu con noi, non saremmo così spensierati nonostante tutto. Prompto..- anche Selenis si interruppe senza sapere come fargli capire ciò che intendeva.

Il ragazzo la guardava con la bocca semichiusa, stupito da quelle parole accorate.

-   La tua allegria e la tua bontà d’animo Prompto, non possono essere sostituite – riprese la principessa con più calma – Quando sono infelice mi basta guardarti per ritrovare il buon umore e questo non è un dono da poco! E credo che anche il Re lo avesse capito – proseguì – Quindi non voglio sentirti dire certe cose – concluse con un sorriso.
-   Oh beh se dici così…- balbettò il ragazzo – Grazie Selis – disse sorridendole.
-   Ehi tu! Non starai mica facendo gli occhi dolci alla mia ragazza? – Gladio apparve sul balcone squadrando con finta gelosia il pistolero.
-   Cosa? No! – esclamò Prompto.
-   Tu non me la racconti giusta... – replicò l’Amicitia intrappolando il collo dell’amico nell’incavo del braccio.
-   Gladio! – piagnucolò l’altro mentre veniva trascinato via.
-   Che ne dite di una partita a King's Knight? – propose Selenis rientrando con loro, del tutto ignara dello sguardo, sotto la falda del cappello, di una figura avvolta dall’oscurità.



Campeggio dell'autrice:

Perdonatemi, sono in ritardo!
Ho avuto una settimana impegnativa lavorativamente parlando e quando arrivavo a casa non riuscivo a concentrarmi abbastanza per sistemare il capitolo :(
E' piuttosto lunghetto e movimentato, quindi spero di essermi fatta perdonare ^^
I nostri amici sono arrivati a Lestallum e si sono riuniti ad Iris! Anche se la strada per raggiungerla non è stata proprio una scampagnata.
Ne ho approfittato infatti, per allacciarmi all'ultimo episodio di Brotherhood e finire così il cerchio riguardante l'attacco del Deamon. Mi auguro che le scene di combattimento non siano confuse ^^" Sono un pò il mio scoglio da sempre.
E' tornato il momento Sanremo xD Scusatemi è più forte di me! La canzone però è quella che dà il titolo all'intera storia, quindi dovevo per forza inserircela! Per chi l'avesse mancata al prologo lascio qui il link per ascoltarla: Something Wild cover
Mi era stata messa la pulce nell'orecchio, che il povero Prompto era stato un pò messo da parte e credo di avervi accontentato così xD In realtà gli sarà dato ampio spazio anche più avanti, non temete!
Non sono certa di riuscire a postare la prossima settimana perchè sono in ferie xD Nel senso che probabilmente sarò fuori porta un giorno sì e uno no, per cui non ho idea di quanto riuscirò a stare dietro al capitolo =/ Portate pazienza, preferisco fare le cose bene e con calma, piuttosto che di fretta pur di riuscire a postare puntuale.
Grazie tantissime a tutti i fantastici Lettori, a chi recensisce e a chi mi ha inserita tra le storia seguite e preferite!

Buone vacanze a chi le ha iniziate!
Un abbraccio a tutti,
Marta

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Capitolo 19
*** 18. Incidenti di percorso ***


18


-   Buongiorno! –

Selenis staccò lo sguardo dal panorama fuori dalla finestra, per rivolgerlo su Iris, appena entrata nella camera. La sera precedente avevano deciso di condividere la stanza, e la principessa doveva ammettere che la compagnia femminile un pò le era mancata.

-   Giorno – rispose con un mezzo sorriso.
-   Tutto bene? – Iris sollevò un sopracciglio dubbiosa.
-   Sì non ti preoccupare –

In realtà la ragazza non riusciva a scacciare l’idea di aver sognato qualcosa di molto importante quella notte, ma per quanto si fosse sforzata di riportarlo alla mente non c’era stato verso.

-   Piuttosto, sei alzata da molto? – domandò alla ragazzina, che quando lei si era svegliata non c'era già più.
-   In realtà no, ma non riuscivo a dormire e ho preferito fare due passi – rispose Iris sedendosi sul bordo del letto.
-   La vicinanza di Noct ti gioca brutti scherzi, eh? – rise la giovane Lucis.
-   Selenis! – esclamò imbarazzata l’altra guardandola.
-   Dai scherzavo! – la rabbonì la giovane – Anche se è vero... – aggiunse con un ghigno.
-   La vicinanza di mio fratello ti fa davvero male – sbuffò l’Amicitia.
-   Può essere.. – replicò Selenis – E' andato tutto nel verso sbagliato – mormorò poi cupamente tra sè e sè, non riuscendo ad evitare però che Iris la sentisse.
-   A cosa ti riferisci? – chiese preoccupata.
-   Ah, è una sciocchezza in realtà – minimizzò la principessa – soprattutto se si pensa a tutto il resto.. –
-   E tu dimmela lo stesso! – insistette Iris.
-   Anche tu hai molti tratti in comune con tuo fratello, sai? – sorrise Selenis notando la stessa veemenza nei loro modi.
-   Coraggio, non cambiare discorso – la ammonì la ragazzina.
-   Il giorno prima della partenza avevo chiesto a Gladio di venire a vivere con me – spiegò.

Era davvero una stupidaggine rispetto alla caduta di Insomnia, alla morte di Regis, di Clarus, di tutti gli innocenti finiti in mezzo agli scontri e alla morte di Nyx... L'immagine del giovane Kingsglave le tornò chiara e nitida alla mente, procurandole una morsa dolorosa al petto.

-   Davvero?! –

Il tono sorpreso di Iris riscosse la principessa facendola tornare al presente.

-   Già, ma non dirgli che te l’ho detto, la sua virilità ne risentirebbe – rise Selenis.
-   È una bella notizia –

La giovane osservò l’espressione serena che l'Amicitia aveva assunto nel sapere la notizia. Una cosa così da poco era già stata in grado di renderla più felice, il che la diceva lunga sul suo stato d’animo.

-   Quando torneremo ad Insomnia organizzeremo una festa per celebrare l’evento – affermò Selenis.
-   Allora porterò le mie focaccine farcite – replicò la ragazzina con un largo sorriso.
-   Ci conto – asserì la principessa – Ora; che ne dici se scendiamo a vedere se anche gli altri sono svegli? – propose mettendo mano alla maniglia.
-   Volentieri! – acconsentì Iris seguendola.

Le due ragazze scesero nella hall del Leville, trovando Ignis, Gladio e Talcott intenti a chiacchierare tra di loro.

-   Buongiorno Iris, buongiorno Vostra Grazia – le salutò il bambino.
-   Buongiorno a te Talcott – rispose Selenis – e i due assenti? – chiese rivolta al suoi amici.
-   Noct non si è ancora svegliato, ci sta tentanto Prompto – rispose Ignis.
-   Temo che non avrà fortuna – sentenziò Gladio con un sospiro.
-   Chiediamoglielo direttamente  -

Ignis superò con lo sguardo i suoi compagni, per puntarlo su Prompto che proprio in quel momento stava scendendo le scale.

-   Allora? – gli domandò l’Amicitia.
-   È riuscito a mettersi seduto, ma non credo che si farà vedere a breve – rispose l'amico con aria sconfitta.
-   Potremmo cominciare senza di lui – propose Ignis.
-   Cosa? – domandò Iris curiosa.
-   Talcott si è offerto di farci da guida per il mercato di Lestallum – spiegò Gladio mettendo una mano sulla spalla del bambino che non sembrava stare più nella pelle dall’eccitazione.
-   Che splendida idea! – esclamò Selenis – Potremmo fare colazione direttamente lì! – propose.
-   Grande Selis! – concordò Prompto schiacciando il cinque alla ragazza.
-   E Noct? Lo lasciamo qui da solo? – s’interrogò la ragazzina.
-   Cavoli suoi se non si sveglia – replicò Gladio, già dirigendosi verso l’uscita.
-   Potresti aspettarlo tu Iris e fargli fare un giro dopo – propose Ignis.
-   Hai ragione! – concordò felice lei.
-   Oppure potremmo aspettarlo, tanto non credo che…-
-   Allora noi andiamo Iris! –

Selenis agguantò Prompto per un braccio impedendogli di finire la frase.

-   A dopo! – li salutò la giovane.
-   Ehi Selis! Ma che diamine…? – protestò il pistolero.
-   Sei proprio tardo – sospirò la principessa.
-   Perché? – domandò stupito Prompto.
-   Perché la sorellina di Gladio prova un certo interesse per un principe di nostra conoscenza... – rispose Ignis.
-   Davvero?! –
-   Sei senza speranze…- mormorò la ragazza.
-   Di che ti stupisci? – soggiunse Gladio – Ti ricordi com’è caduto dal pero quando gli abbiamo detto che uscivamo assieme? – le fece presente.
-   Già, hai ragione – concordò sconsolata lei.
-   Begli amici che ho! – replicò Prompto, fintamente offeso, tra le risate generali.

Il mercato di Lestallum era un trionfo di odori e colori. Le bancarelle, che occupavano la grande piazza situata all’interno della cittadina, vendevano di tutto. Molte si occupavano di soddisfare le esigenze culinarie dei loro avventori, proponendo carni, pesci, spezie e verdure. Altre offrivano diversi tipi di merce, dalle antichità, ai prodotti per la pulizia, ai giocattoli.
Già dal mattino era affollatissimo di turisti, semplici curiosi e gente del posto intenta a fare acquisti per i pasti principali della giornata. Il vociare della gente si mescolava agli schiamazzi dei proprietari dei banchi, che in ogni modo cercavano di attirare la clientela verso il proprio esercizio.
Era strano vedere gli uomini di Lestallum preoccuparsi degli acquisti per la casa, ma dopo tutto, a quell’ora ogni donna della città era impegnata nel mandare avanti la centrale elettrica.

-   Trovato qualcosa? –

Selenis appoggiò il mento sulla spalla di Ignis, intento a valutare un casco di banane appese nella bancarella di un fruttivendolo.

-   Questo mercato è un paradiso! – rispose l’amico – Quasi meglio di quello della capitale – aggiunse.
-   Guarda che lo so il vero motivo che ti ha spinto tanto a voler precedere Noct nel venire qui – replicò la ragazza divertita.
-   Beccato! – ammise Ignis con un sorriso – Pensavo di provare a rifare di nuovo quel dolce per Noct – aggiunse porgendo al commerciante la frutta che aveva scelto.
-   Intendi quello che ha mangiato a Tenebrae? – chiese la principessa aiutandolo a prendere i sacchi della spesa.
-   Sì – rispose il ragazzo.
-   Quando andava ancora a scuola glieli facevi spessissimo – ricordò la ragazza.
-   È vero, ma non sono ancora riuscito ad avvicinarmi al sapore che lui ricorda – disse Ignis.
-   Tranquillo, se c’è qualcuno che ci può riuscire quello sei tu – lo rassicurò la giovane.
-   Ehi! Avete finito di fare compere? – domandò Gladio quando raggiunsero il resto della comitiva.
-   Sì, scusate l’attesa – rispose Ignis.
-   Abbiamo scovato un piccolo bar al fondo della piazza – intervenne Prompto – Potremmo andare a fare colazione lì in attesa che Iris e Noct ci raggiungano – propose.
-   La trovo un’ottima idea! – assentì Selenis.

E così, il gruppo si spostò verso il locale citato da Prompto. Non era un vero e proprio bar in realtà, era composto da qualche tavolino all’aperto e di un banchetto usato come cucina itinerante. Il proprietario, un signore anziano magro come un chiodo, era estremamente cortese e si mise personalmente a preparare la colazione per i cinque ragazzi.

-   Quasi mi dimenticavo di dirvi una cosa! – esclamò Talcott nel bel mezzo di una conversazione – C’è una leggenda che circola da queste parti – disse appoggiando il suo succo di frutta sul tavolino.
-   Una leggenda? – domandò la principessa addentando la brioche ancora calda.
-   Sì, parla di una spada nascosta dentro una grotta dietro una cascata che c’è qui vicino – spiegò il bambino.

I quattro ragazzi si scambiarono un’occhiata eloquente.

-   Pensiamo tutti la stessa cosa? – chiese Gladio.
-   Spada dei Re in on the way! – commentò Prompto.
-   Credo che valga la pena andare a darci un’occhiata – asserì Ignis bevendo un sorso di caffè.
-   Allora sarà il caso di recuperare Noctis, ci conviene muoverci in fretta – disse Selenis – Grazie dell’informazione Talcott –
-   Prego principessa – rispose il bambino evidentemente orgoglioso di essersi reso utile.

***

-   Dobbiamo proprio entrare lì dentro, vero? – domandò Prompto sconsolato.

Il gruppo di amici era fermo davanti all’ingresso di quella che aveva tutta l’aria di essere una profonda e buia grotta. La cascata dietro di loro, che ne celava l’ingresso, ruggiva, e gli spruzzi gelati che si infrangevano sulla roccia sottostante arrivavano fino a loro.

-   Se vuoi puoi aspettarci qui – replicò Gladio.
-   Chissà fin dove scende – s'interrogò Selenis facendo qualche passo all’interno.

Una folata di aria gelida la investì, facendole venire la pelle d’oca sulle braccia nude mentre l’eco dei suoi passi si perdeva in un gorgoglio lontano.

-   Penso parecchio in profondità – rispose Ignis accendendo la torcia che portava appesa al taschino della camicia a righe che indossava – Cosa dice l’anello? – domandò poi rivolto alla ragazza.
-   Non c’è alcun dubbio, una delle spade è qui – rispose sicura Selenis.
-   Non ci resta che andarla a prendere allora – commentò Noctis cominciando a percorrere il sentiero che si inoltrava nella roccia.

In un attimo furono avvolti dal buio e dall’umidità. Le pareti trasudavano l’acqua che filtrava dal fiume che scorreva sopra di loro, trasformandola in alcuni punti in rivoli veri e propri. Man mano che la loro discesa proseguiva, il freddo si faceva sempre più intenso, e ben presto il fiato iniziò a condensarsi in nuvolette di fumo. Ad un certo punto, le pareti iniziarono ad essere percorse da un sottile strato di ghiaccio che sul soffitto aveva formato stalattiti di ogni dimensione.

-   Beh, guardiamo il lato positivo, – esordì Prompto dopo un po’ – magari il freddo tiene lontani i deamon? –
-   Sì, perché i mostri adorano il caldo! – gli rispose Gladio.
-   Questo è sarcasmo – replicò il ragazzo biondo interpretando il tono di voce dell’amico – E se invece si fossero congelati? – azzardò guardando le pareti ghiacciate della grotta.
-   Intrappolati nel ghiaccio… - gli diede corda l’Amicitia – In attesa di qualcosa di caldo da acchiappare…-
-   E poi ti saltano addosso! – concluse teatralmente Prompto.
-   Certo che ne avete di fantasia... – commentò Selenis soffiando sui pugni chiusi per scaldarsi.
-   Fine della strada –

Noctis si fermò poco più avanti di loro, guardando dubbioso il sentiero che si trasformava in una specie di scivolo ghiacciato del quale non si vedeva l’arrivo.

-   Che si fa? – domandò Gladio.
-   Si prosegue – affermò Ignis con tutta calma.
-   Cosa?! – esclamò Prompto guardando dubbioso il lastrone di ghiaccio – Selis, sei sicura che la strada sia giusta? – si appellò il giovane alla principessa.
-   Temo di sì – rispose lei - Non è lontano, anzi, credo proprio sia là in fondo - aggiunse.

L’anello vibrava talmente forte che quasi non riusciva a tenere ferma la mano; un chiaro segno che la loro meta era ad un passo da dove si trovavano.

-   Vado avanti io – affermò Noctis.
-   Sicuro? – gli chiese Gladio.
-   Se arrivato in fondo non dovesse esserci niente, sono l’unico oltre a Selis a potersi proiettare – rispose il principe studiando l’oscurità nella quale lo scivolo si inoltrava.
-   Beh, in bocca al lupo allora – gli disse Prompto con una sonora pacca sulla spalla.
-   Grazie – rispose sospirando il giovane.

Noctis valutò ancora per un istante quello che stava per fare e poi saltò di sotto. Gli altri ragazzi lo videro scivolare giù, per poi sparire inghiottito dal buio.
Il rumore della sua discesa rimbombò tra le pareti brinate finchè l’eco non si spense.

-   Dite che è morto? – azzardò Prompto con le sopracciglia aggrottate.
-   Noct! – gridò Selis.
-   Sto bene! – gli rispose la voce lontana del cugino – La grotta prosegue, però c’è un bel salto da fare, vi conviene frenare la discesa – consigliò.
-   Oh bene.. la cosa mi conforta – replicò il pistolero  – Non sono sicuro di potercela fare – disse, guardando sotto di sé il lastrone di ghiaccio.
-   Certo che ce la puoi fare! – sentenziò allegramente Gladio prima di dargli una gran manata sulla schiena.

Il ragazzo biondo ondeggiò sul posto e poi cadde in avanti. Il suo urlo proseguì mentre scivolava via.

-   Sei terribile... – commentò Ignis con un sorriso.
-   Ma necessario – rispose l’Amicitia facendo l’occhiolino alla sua compagna prima di saltare giù.
-   Ma pensa te! – rise Selenis.
-   Andiamo? – le domandò Ignis.
-   Dopo di te – si offrì la ragazza, e quando il suo amico scese lo imitò.

La principessa iniziò subito a scivolare, prendendo man mano velocità. Nella fattispecie si stava divertendo un mondo: era come essere su uno scivolo gigante!
Quando vide i suoi amici, poco più avanti di lei, richiamare le proprie armi per frenare la discesa in previsione della fine del percorso, Selenis si apprestò a fare altrettanto. Evocò il Kukri di Nyx, ma questo non apparve. Riprovò con un’arma diversa, stesso risultato.
Quando superò a tutta velocità Ignis senza avere la possibilità di chiedergli aiuto, il panico la invase.

-   Selis! – gridò lui capendo che qualcosa non andava.

L’urlo fece voltare Gladio poco più avanti.


-   Non riesco ad evocare le armi! – urlò Selenis mentre cercava in tutti i modi di rallentare.
-   Afferra la mia mano! –

Lo scudo del Re piantò la lama ancora più a fondo nel ghiaccio arrestandosi completamente.
La ragazza si protese verso di lui, ma un dosso sulla lastra la portò completamente fuori dalla portata dell’amico, che impotente la vide sfrecciare oltre.
La principessa provò ancora una volta a richiamare a sé una qualsiasi arma senza successo.

-   Selenis! –

La ragazza alzò lo sguardo. Sul fondo dello scivolo c’era Prompto. Il ragazzo aveva piantato in verticale un largo spadone a due mani, restando appoggiato contro di esso.

-   Cerca di venire verso di me! - esclamò.

Era più facile a dirsi che a farsi. Il ghiaccio rendeva i suoi movimenti del tutto casuali, sballottandola dove più gli piaceva.

La ragazza aveva solo una possibilità... si accostò quanto più possibile al bordo del cunicolo e poi si diede una spinta.

Per una frazione di secondo pensò che non ce l’avrebbe fatta e che sarebbe precipitata, poi prese la direzione giusta, finendo contro l'amico pronto ad afferrarla.
Le braccia di Prompto si strinsero attorno alla sua vita, bloccandola. Selenis sentì lo scricchiolio della spada incastrata nel ghiaccio mentre si piegava all’esterno sotto il loro peso, e pregò i Sei che resistesse.
Per fortuna lo fece.

-   Stai bene? –

La voce di Prompto era appena un sussurro spezzato dal fiatone mentre ancora la teneva stretta.

-   Sì.. – rispose Selenis col medesimo tono e la fronte premuta contro il collo dell’amico – Pensi ancora che sia stato un errore farti venire con noi? – aggiunse un attimo dopo alzando lo sguardo sull’amico.

Si sentiva il cuore in gola e tremava, ma non dal freddo.

-   Che succede? –

La voce di Noctis arrivò dal basso proprio mentre anche Ignis e Gladio si fermavano sul ciglio della discesa.

-   Sia ringraziato Ramuh, state bene! – sospirò Ignis.
-   Grazie a Prompto – rispose la principessa lasciandolo libero.
-   Di niente – balbettò lui arrossendo.
-   Sono in debito con te amico – gli disse serio Gladio.

Sul viso gli si leggeva tutta la preoccupazione che lo aveva investito poco prima.

-   Che diamine è successo? –

Noctis li accolse al fondo della grotta guardandoli confuso.

-   Le mie armi non appaiono – disse Selenis prima di trovarsi a stringere il Kukri di Nyx – O almeno non l’hanno fatto prima..- mormorò dubbiosa.
-   Sei sicura? – le domandò Gladio.
-   Sicura – rispose lei con tono che non ammetteva repliche – non è una cosa che si dimentica, semplicemente non rispondevano più al mio volere, come se i miei poteri fossero spariti – spiegò la giovane.
-   È molto strano – disse Prompto.
-   E molto pericoloso... – aggiunse Ignis – Se ti fosse successo in combattimento sarebbe stato probabilmente fatale – 
-   Adesso sembra passato comunque – replicò la ragazza – Inutile stare fermi qui, proseguiamo – disse imboccando il cunicolo che si snodava dalla sala di ghiaccio nella quale erano capitati.

Non voleva che gli altri capissero quanto quell’accaduto l’avesse scossa. L’impotenza derivata da quel breve lasso di tempo in cui non era stata capace di provvedere a sé stessa, le aveva lasciato una sgradevole sensazione di paura. Ma non era quello il momento per pensarci. L’anello aveva infatti preso a vibrare con maggior vigore.

-   Siamo arrivati – sentenziò la ragazza affacciandosi all’ultima stanza.

“Salvatemi!!”

Selenis si bloccò guardandosi intorno.

-   Che c’è? – le domandò Gladio.
-   Non l’avete sentita? – replicò lei.
-   Cosa? – chiese Noctis.
-   Quella voce... – rispose la principessa – quella che chiedeva aiuto –
-   No, non abbiamo sentito nulla – rispose Ignis.
-   Questa grotta inizia davvero a farmi paura – balbettò Prompto – sbrighiamoci a recuperare questa spada –
-   Temo che dovremo superare ancora un ostacolo –

L’attenzione generale si rivolse allo scudo del Re che aveva appena pronunciato quella frase. Lo sguardo del giovane era puntato al fondo della sala dove, proprio davanti all’ingresso del mausoleo reale, un’ombra si stava addensando.
Quella che sembrava della semplice nebbia, crebbe fino a prendere una forma precisa. Davanti a loro si erse un Mindflayer ; assomigliava ad un essere marino, con i tentacoli che spuntavano fuori dalla tunica ricamata.
Il deamon portò in avanti le mani.

-   Disperdetevi! – gridò Ignis.

Il gruppo si divise istantaneamente e la nebbia ghiacciata evocata dal deamon, sfuggì il bersaglio.
Il mostro però, una volta presa la rincorsa, si avventò con i suoi tentacoli verso Noctis. Il colpo fu parato dallo scudo invocato da Gladio, che permise al principe di recidere alcune delle appiccicose protuberanze.

-   Prompto, accecalo!! – gridò Selenis.
-   Ok! –

Il pistolero si portò davanti alla creatura che ancora non si era ripresa dall’attacco precedente, e sparò un paio di colpi che illuminarono la grotta a giorno.
Il Deamon, non abituato a quella luce abbagliante, alzò le mani artigliate per proteggere gli occhi delicati.

-   Ora! – urlò Ignis sfoderando i suoi pugnali.

Insieme a Noctis si avventò sulla creatura, che venne inesorabilmente trafitta dalle loro lame.
Con un gorgoglio, il mostro si accasciò a terra in uno svolazzo di vesti e rimase immobile.
La principessa giurò che stesse guardando proprio lei, mentre con uno sbuffo svaniva in una miriade di frammenti opachi.

-   Vi prego, ditemi che abbiamo finito! – esclamò Prompto sedendosi a terra.

***

Il ritorno fu mestamente più semplice dell’andata, se non si considerava l’arrampicata al contrario sù per lo scivolo di ghiaccio. Prompto rischiò di tornare al punto di partenza almeno un paio di volte, cosa che gli fece apprezzare ancora di più raggiungere l’uscita della caverna.
Il sole era ormai prossimo a calare quando fecero capolino all’esterno. I suoi raggi s’infrangevano contro la cascata spezzandosi in una miriade di fasci luminosi e tremolanti.


-   Non ti pare di esagerare? –

Gladio guardò con le braccia incrociate il ragazzo biondo mantre in ginocchio baciava il terreno.

-   No – rispose quello molto tranquillamente.
-   Onestamente mi sento solidale con lui – lo appoggiò Selenis che ancora non era riuscita a togliersi dalla testa l’esperienza appena vissuta.
-   Pensate a quante ancora di queste belle gite dovrem..-

Noctis lasciò la frase in sospeso, sostituendola con un gemito di dolore. Il ragazzo si piegò su sé stesso portandosi una mano alla fronte.

-   Noct! – esclamò Ignis.
-   Ehi –

Selenis si chinò davanti a lui afferrandolo per un polso, avrebbe riconosciuto quei sintomi ovunque.

-   Concentrati su quello che vedi – gli disse mentre il cugino strizzava gli occhi nel tentativo di far passare qualsiasi cosa gli stesse spaccando il cervello.

Fortunatamente l’attacco durò poco e il principe riuscì a rimettersi in piedi.

-   Noct, stai bene? – gli chiese Prompto preoccupato.
-   Cosa…?  Dov’era? – mormorò il ragazzo.
-   Che cosa? – domandò Gladio.
-   C’era una grande fossa.. qualcosa che bruciava, forse il meteorite – cercò di ricordare il giovane.
-   Hai visto la faglia di Cauthless? – intervenne Ignis.
-   Credo di sì…- rispose Noctis.
-   Che ne pensi? –

I quattro ragazzi si concentrarono su Selenis, che fregava l’anello del padre con il pollice dell’altra mano e lo sguardo perso nei propri ragionamenti.

-   Che è meglio non ignorare questi segni – disse alzando lo sguardo su di loro – io l’ho fatto e.. – si interruppe, ma era chiaro cosa volesse dire – E' meglio se prima torniamo a Lestallum però; penseremo per strada al da farsi – aggiunse pinzandosi la radice del naso con fare stanco.
-   Sì, è meglio – l'assecondò Ignis.
-   E poi dobbiamo fare rapporto a Talcott – aggiunse Prompto.

Quando il gruppo arrivò in città, la notte era ormai calata su Cleige. La movida animava nuovamente le strade di Lestallum, ma questa volta non si fermarono ad approfittarne. La “gita” fatta quel giorno aveva prosciugato loro ogni energia, e fu con sollievo che finalmente misero piede in Hotel, pronti per una sana mangiata e un lungo riposo. Nonostante l’ora tarda, ad attenderli trovarono Jared, Talcott e Iris. Li avevano avvisati per telefono del loro rientro e così avevano deciso di aspettarli.

-   Com’è andata? – li accolse la ragazzina.
-   È stato un po’ movimentato, ma ne siamo usciti vittoriosi – rispose Ignis, riassumendo in poche parole la loro avventura.
-   L’avete trovata? – esclamò Talcott.
-   Sì, ed è stato tutto merito tuo – rispose Noctis sorridendogli – siamo in debito con te Talcott –
-   È stato un piacere! – replicò il bambino felice.

Noctis si voltò per parlare con Iris, quando una nuova fitta gli offuscò la vista. Com’era successo solo qualche ora prima, il giovane si piegò sotto quel dolore acuto mentre immagini confuse si affollavano nella sua mente.

-   Che ti prende? Cos’hai? – domandò Iris preoccupata.
-   Se la caverà tranquilla... – anticipò Gladio rassicurando la sorella.
-   Di nuovo la stessa? – chiese invece Selenis e il principe annuì.
-   Forse è il caso di andare a vedere questa famosa faglia – commentò l’Amicitia.
-   Allora potremmo andare sulla terrazza panoramica – propose Prompto – Dovremmo riuscire a vederla bene se usiamo quei binocoli –
-   Sarebbe meglio recarsi sul posto, ma può essere un inizio – commentò Ignis – Domattina andremo subito lì; per ora riposiamoci – aggiunse.

Nessuno si oppose a quella decisione. Per una sola giornata ne avevano decisamente avuto abbastanza.



Campeggio dell'autrice:

Buongiorno a tutti!

Questo capitolo inizia con toni decisamente tranquilli. I nostri amici si prendono una mattina di svago approfittando della guida di Talcott per esplorare un pò il mercato di Lestallum, mentre Iris aspetta che il bello addormentato, altresì detto Noct, si svegli xD Non ho voluto inficiare la passeggiata tra i due perchè almeno una gioia a sta povera ragazzina gliela volevo lasciare!
Ma anche la tranquillità ha il suo termine per lasciare spazio ad un pò di azione! E quindi tutti alla ricerca dell'ennesima spada dei Re, nascosta in un luogo meraviglioso pieno di arcobaleni e unicorni... ti piacerebbe eh Prompto? E invece ti becchi una caverna umida e ghiacciata!!
Devo ammettere che mi sono divertita ad adattare la missione del dungeon alle mie esigenze e chissà che non vi abbia messo un pò di curiosità con l'improvviso inceppamento delle armi di Selenis ;) Per fortuna che c'è il sopracitato Prompto che l'ha salvata! Scherzi a parte, non mentivo quando ho detto che gli avrei ritagliato il suo spazio! Sarà stato il Mindflayer ad aver parlato? Se sì, perchè? Perdonatemi ma non mi ricordo la traduzione di questo deamon in italiano ^^"
Nel prossimo episodio ritroveremo nostro malgrado una vecchia conoscenza. Ardyn is near the corner ahimè! Cosa combinerà?
Un grande ringraziamento ai Lettori, alla mia recensista di fiducia e a coloro che mi seguono, preferiscono e ricordano, con menzione particolare a Tosello!

See you space cowboy! *momento nostalgia canaria*
Marta

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Capitolo 20
*** 19. L'Immane ***


19
 

La tazzina di caffè ormai vuota tintinnò mentre Selenis la riappoggiava sul piattino.
La ragazza alzò gli occhi verso il cielo schiaritosi da poco sopra di lei. Si era svegliata ancora prima dell’alba e senza dire niente a nessuno, si era inoltrata nelle strade della città per fare due passi.
Lestallum a quell’ora sembrava un’altra. Le strade erano deserte e il silenzio, seppur risultando strano, era piacevole. Quella passeggiata al crepuscolo le era servita per concentrarsi sugli eventi recenti. Non che fosse riuscita a darsi una spiegazione riguardo la momentanea scomparsa delle sue armi, ma pensandoci a mente lucida, gran parte della paura che le era rimasta addosso se n’era andata. In realtà, era un’altra la sensazione che al momento le destava delle preoccupazioni…
Selenis abbandonò il tavolino all’aperto, dove si era concessa un caffè non appena i bar erano stati aperti, e rientrò in albergo. Non c’era ancora nessuno nella hall, il che, vista l'ora, era del tutto normale. Solo quando salì al piano superiore trovò qualcuno ad attenderla; Ignis, con le spalle appoggiate al muro, sostava in mezzo al corridoio che portava alle camere.

-   Sei stata più mattiniera del solito oggi – esordì salutandola.
-   Lestallum ha il suo fascino prima dell’alba – replicò Selenis affiancandolo.
-   Sei riuscita a schiarirti le idee? –

La principessa sorrise. Ignis la conosceva davvero come le sue tasche e sapeva che quando aveva bisogno di ragionare, lo faceva girovagando senza meta. Non era cambiato niente da quando era solita farlo a palazzo, eppure era cambiato tutto.

-   Non su tutto purtroppo – rispose lei con un sospiro – Noct ha ancora avuto mal di testa? – s’informò.
-   No, la notte è passata tranquilla – disse l’amico aggiustandosi gli occhiali sul naso – Tu cosa ne pensi? –
-   Penso che qualcuno o qualcosa ci stia mandando un messaggio – asserì la ragazza torturandosi una ciocca di capelli che eludeva la stretta del suo fermaglio.
-   Secondo te è saggio ascoltarlo? – proseguì Ignis.
-   Penso di sì, – affermò Selenis – ma non posso esserne sicura.. – aggiunse – Le visioni di Noct sono completamente diverse da quelle che ho avuto io. Lui resta cosciente, io perdo completamente contatto con la realtà – spiegò – Le mie assomigliavano di più…-
-   Ad un avvertimento – concluse per lei il ragazzo.
-   Sì.. – assentì la principessa – Se solo fossero state più chiare, più specifiche.. se fossi stata in grado di capirle.. -
-   Non sarebbe cambiato nulla –

Selenis si girò a guardare l'amico, che invece osservava un punto imprecisato del muro di fronte a lui.

-   L’Impero ci avrebbe invasi lo stesso – proseguì.
-   Sì, ma forse il Re sarebbe ancora vivo. Così come il padre di Gladio e Nyx…- ribattè la ragazza.
-   Oppure sarebbero morti ugualmente e Noctis assieme a loro – replicò Ignis voltandosi a guardarla – E magari la guerra avrebbe coinvolto molte più persone innocenti –
-   Forse… - mormorò la principessa.
-   Ascoltami Selis, probabilmente hai bisogno di dare la colpa a qualcuno per quello che è successo – riprese il ragazzo osservandola da dietro le lenti dei suoi occhiali – e darla a te stessa rende tutto più semplice, ma non è colpa tua. Nel modo più assoluto – aggiunse con tono deciso.
-   Lo so, perdonami – capitolò Selenis con un sorriso mesto.

Forse era proprio vero che cercava di darsi la colpa per riuscire a sopportare meglio quello che era accaduto.. Perché dare la colpa all’Impero, così irraggiungibile in quel momento, così distante dalla sua ira, non la faceva sentire in pace.

-   Va meglio? – Ignis la guardò sorridendo.
-   Sì, però c’è ancora una cosa che mi preoccupa.. – rispose la ragazza – E' da quando siamo arrivati a Lestallum che ho la sensazione che qualcuno ci stia osservando.. – ammise.
-   Chi potrebbe essere? – s’interrogò Ignis prendendosi il mento tra due dita con fare riflessivo.
-   Piacerebbe scoprirlo anche a me – rispose la principessa – ma per ora concentriamoci sulla Faglia. Andiamo a dare un’occhiata a questa terrazza panoramica -  

**

Dopo aver aspettato che anche Noctis fosse in grado di camminare senza rischiare di inciampare mezzo addormentato in giro, i cinque amici uscirono dal Leville salutando Iris, Jared e Talcott.
Nel frattempo la città si era completamente svegliata, iniziando la sua routine quotidiana fatta di gente che andava e veniva dai bar e dal mercato centrale.
Nell’aria c’era un forte sentore di umidità, segno che presto o tardi il tempo sarebbe volto al brutto, ma per adesso il caldo afoso e il sole cocente continuavano a tenere banco e ad arrostire l’asfalto.
I ragazzi si diressero verso l’ampio parcheggio di Lestallum che anticipava la famosa terrazza. Stavano giusto scendendo le scale dopo aver dovuto comprare alcuni Cup Noodles su pressante richiesta di Gladio, quando l’anello di Selenis diede un bagliore.

-   Woah! Cos’è stato? – Prompto la guardò perplessa.
-   È stata la pietra – disse lei rimirandola alla ricerca di qualche altro segnale.
-   Era successo anche a Galdin vero? – soggiunse Ignis.
-   Già… esattamente quando ho incontrato quel..-

La principessa si interruppe alzando lo sguardo di scatto. Non le ci volle molto per identificare un cappello famigliare svettare tra le teste dei turisti che scattavano foto sulla terrazza.

-   Guarda chi c’è…- mormorò Gladio per niente felice della cosa.
-   Che coincidenza! – esordì l’uomo con un ampio sorriso, quando li vide.
-   A me non sembra proprio – replicò l’Amicitia.
-   Neppure a me…- concordò Selenis squadrandolo.
-   Ditemi un po’, vi interessano le filastrocche? – domandò quello senza prestare attenzione ai loro commenti – Come questa: “Dal profondo, dell’Immane sale il richiamo. Ma a orecchie sorde giunge invano. Ridotto in ginocchio il re sovrano, tra dolore e lamenti si trascina meschino – decantò ai presenti.
-   E come facciamo a rimetterlo in piedi? – chiese Prompto trasudando curiosità da ogni poro.

L’uomo sorrise prima di rispondergli.

-   Basta seguire il suo richiamo. Recatevi dall’Immane e ascoltato la sua supplica – rispose semplicemente.

Lo strano tizio li superò per poi voltarsi verso di loro

-   Vi ci accompagno io – si offrì.

-   Per quale motivo dovresti volerci accompagnare? – replicò Selenis inarcando entrambe le sopracciglia.
-   Oh per me non è affatto un problema! – rispose l’interessato con un sorriso mellifluo – Sono abbastanza libero e curioso di sapere se la leggenda sia vera – aggiunse con un’alzata di spalle.

La principessa lo squadrò ancora per un attimo e poi si voltò a parlare con i suoi amici.

-   Ci stiamo? – chiese Gladio.
-   Boh – rispose Noctis
-   Andiamo! – esclamò Prompto.
-   Però dobbiamo guardarci le spalle – replicò l’Amicitia.
-   Facciamo questo trenta sperando di non dover fare trentuno – sospirò Selenis.
-   Siamo tutti d'accordo – assentì Ignis.
-   Allora facciamolo.. – concordò il principe rivolgendosi direttamente all’interessato.
-   Perfetto, se volete seguirmi –

 L’uomo passò in mezzo a loro dirigendosi verso il parcheggio.

-   Non sono uno che da mai importanza alle formalità, ma è meglio che mi presenti: chiamatemi pure Ardyn – disse.

Fu un lampo. Selenis vide davanti a sé una figura ammantata di luce sostare ai piedi di un trono, mentre veniva letteralmente divorata dalle tenebre.
Al battito di ciglia successivo era di nuovo nell’assolata Lestallum.
Si fermò cercando di calmarsi. Perché aveva avuto quella visione?

-   Selis? –

La ragazza alzò gli occhi su Noctis che la guardava perplesso con gli altri a qualche metro di distanza.

-   Tutto bene – rispose lei affrettandosi a raggiungerli, non senza notare lo sguardo curioso del loro nuovo accompagnatore.
-   La mia auto è parcheggiata qui – esordì Ardyn avvicinandosi ad una corvette rossa fiammante – E' piuttosto vecchia e di sicuro non regge il confronto con la vostra Regalia, ma non mi ha mai lasciato a piedi – spiegò – Allora andiamo con due macchine, una specie di convoglio. Cosa ne dite? – propose.
-   Forse facevamo meglio a pensarci un attimo di più... – mormorò Gladio rallentando l’andatura per distanziare Ardyn.
-   Ma come? – ribattè Prompto.
-   La cosa mi puzza. Deve esserci qualcosa dietro – replicò Ignis.
-   Certo che c’è qualcosa dietro – assentì Selenis.
-   Beh, vorrà dire che lo scopriremo presto – commentò Noctis mentre raggiungevano l’uomo di fianco alla sua macchina.
-   Siete pronti? – domandò gentilmente Ardyn.
-   Certo – rispose il principe.
-   Meraviglioso! Allora seguitemi e mi raccomando, niente sorpassi, questa non è una gara – scherzò lui sedendosi al posto di guida.

I cinque ragazzi salirono a bordo della loro vettura, lasciando che fosse Noctis a prendere il volante. Ardyn li stava aspettando già in strada, e quando furono dietro di lui, li salutò con una mano prima di mettersi in marcia. Ben presto si lasciarono Lestallum alle spalle, diretti verso la faglia di Cauthless.

-   Allora? Cos’hai visto? – domandò Ignis seduto di fianco a Selenis.
-   Una figura ai piedi di un trono che veniva divorata dalle tenebre – rispose la principessa lasciandosi andare contro il sedile.
-   Nessuna idea su chi possa essere? – chiese Gladio.
-   Neppure una – sospirò la principessa – era come se la stessi guardando in contro luce – spiegò.
-   Magari può centrare il nostro nuovo amico. – azzardò Prompto.
-   Spero che il termine "amico" sia sarcastico – commentò Noctis osservando il viso rilassato di Ardyn che si rifletteva sullo specchietto.
-   Quell’uomo mi irrita profondamente – asserì l’Amicitia muovendosi nervosamente sul posto.
-   Non solo a te – concordò Ignis.
-   Senza contare che non sappiamo da dove arrivi – soggiunse Selenis.
-   Mhh.. non ce lo vedo con l’Impero – asserì Prompto.
-   Ma è ancora più difficile immaginare che sia un Lucis – replicò Gladio.
-   C’è sicuramente puzza di bruciato – affermò la ragazza mordicchiandosi l’unghia del pollice – anche senza avvertimenti da parte dell’anello –
-   Certo che quella pietra si sta rivelando una sorpresa continua! – osservò Prompto voltandosi all’indietro.
-   Chissà se mio padre avrebbe potuto dirmi di più.. – ragionò la giovane – Inizio a pensare che non sia stato un caso che me lo abbia lasciato prima di partire per Tenebrae. –
-   Si vede che era il fratello di mio padre – commentò Noctis stringendo un po’ di più il volante.
-   E' inutile piangere sul latte versato ormai. – commentò Selenis – Non dovremo aspettare molto per sapere la verità –

La strada proseguiva per gli altopiani di Cleige?, avvicinandosi sempre di più alla zona dell’impatto con il meteorite. Il panorama di quella regione era piuttosto particolare; in alcuni punti, grossi pilastri di roccia si innalzavano nel cielo, descrivendo archi che gettavano ombre irregolari sul terreno. Faceva parte delle stranezze di Eos che rendevano però così affascinante quella terra.
Il viaggiò continuò senza intoppi; l’auto di Ardyn proseguiva davanti alla loro a velocità costante e il suo occupante non diede segni di strane deviazioni.
Solo quando furono nei pressi della stazione di servizio Coernix, la sua macchina rallentò per poi fermarsi nel parcheggio. La Regalia la imitò con evidente curiosità dei suoi occupanti.

-   Ho pensato che fosse meglio fare una piccola sosta prima di raggiungere la nostra meta – esordì Ardyn quando scese dalla corvette.
-   E perché non continuare fino alla faglia? – replicò Gladio sull’attenti.
-   L’Immane non va da nessuna parte. – rispose l’uomo – Possiamo concederci il lusso di mangiare qualcosa. – aggiunse con un sorriso.
-   Non ha tutti i torti – disse Prompto.
-   Cosa devi fotografare? – gli domandò subito Noctis alzando un sopracciglio.
-   Beh.. da qui c’è uno scorcio bellissimo e la luce è perfetta! Per cui… - si giustificò il ragazzo grattandosi la nuca.
-   E sia… - sospirò il principe – Massimo mezz’ora e poi ripartiamo – ordinò, guardando direttamente Ardyn che alzò le mani in segno di resa.

Prompto si allontanò con Noctis verso il fondo della stazione di servizio per scattare alcune foto, mentre Gladio e Ignis entrarono al bar per prendere qualcosa da mangiare e da bere. Selenis rimase invece appoggiata contro la fiancata della Regalia, ad osservare il cielo infuocato sopra la faglia.
Aveva ascoltato alcune conversazioni in giro per Lestallum, tutte sulla medesima preoccupazione per le sempre più frequenti scosse di terremoto. A quanto pareva era da un bel po’ di tempo che la faglia non risultava così attiva.
Alla ragazza venne spontaneo chiedersi se questo improvviso risveglio non fosse legato alla presenza di Noctis in quelle terre. Qualcosa le diceva che non aveva bisogno di visioni o strani avvertimenti per capire che era proprio così.
Ma se l’Immane si stava scatenando per lui.. cosa diavolo poteva voler dire?

-   I tuoi amici sembrano piuttosto diffidenti nei miei confronti. –

La voce improvvisa fece scattare Selenis che quasi inciampò sul posto.

-   Oh, perdonami, non volevo spaventarti. –

Ardyn le sorrideva cordiale. Sembrava letteralmente comparso dal nulla, ma probabilmente la principessa era solo troppo sovrappensiero per accorgersi di lui…

-   È una cosa piuttosto normale viste le tue continue apparizioni “casuali” – rispose lei.
-   Sono solo un viaggiatore come voi. – replicò quello mettendosi una mano sul cuore.

C’era da dire che i suoi modi di fare erano piuttosto... teatrali.

-   Mi pare abbastanza improbabile. – rispose la ragazza.
-   Un vero peccato... – sospirò Ardyn – Temo che quindi non accetterai il mio invito di proseguire il restante viaggio a bordo della mia auto. – proseguì con rammarico – Ho notato che state piuttosto stretti, in tre lì dietro – aggiunse indicando con un cenno del capo i sedili posteriori della Regalia.
-   Temi il giusto – replicò Selenis proprio mentre Gladio e Ignis uscivano dal bar.

Lo scudo del Re le lanciò un’occhiata, oscurandosi nel vedere Ardyn, ma la principessa gli fece cenno che stava andando tutto bene.

-   Ahh l’amicizia e.. l’amore – esclamò l’uomo intercettando lo sguardo della giovane – Nobili sentimenti che è giusto rispettare – declamò.
-   Non è solo questione di amicizia o di amore – ribattè Selenis – I miei compagni di viaggio sono la mia famiglia, è un sentimento molto diverso – spiegò, guardando Prompto e Noctis tornare dalla loro missione fotografica.
-   Certo, capisco. – assentì Ardyn con un piccolo inchino della testa.
-   Temo di no invece. – replicò la ragazza senza distogliere lo sguardo dai suoi amici.
-   E su cosa basi questa tua affermazione? – le domandò l'uomo sinceramente incuriosito.
-   Hai l’aria di uno che è solo da molto tempo. – asserì la giovane – Non penso che tu possa capire cosa voglia dire avere una famiglia – aggiunse guardandolo dritto negli occhi.

L’uomo sorrise.

-   Una sentenza audace per avermi incontrato solo due volte – commentò incurvando di più le labbra.
-   Beh, se tu avessi amici o famiglia, dubito che avresti il tempo di pedinare un gruppo di ragazzi per tutta Eos – replicò Selenis.

Ardyn divenne serio per una frazione di secondo, per poi accostarsi alla ragazza che si irrigidì all’istante. L’anello le fremette al dito.

-   Ho le mie buone ragioni – le sussurrò all’orecchio – Molto bene, proseguiamo? – esclamò subito dopo, superandola diretto verso i ragazzi.

La principessa reprimette un brivido, e per un istante si chiese se non avessero fatto un errore madornale nel seguire quello strano tipo.

**

-   Ehilà! Sono io! Siate gentili, aprite! –

I cinque ragazzi ancora a bordo della Regalia, guardarono con sincero stupore la pesante porta che precludeva l’accesso alla parte più interna della zona del meteorite, aprirsi davanti alla variopinta richiesta di Ardyn.
Avevano raggiunto la faglia nel giro di un paio d’ore, avendo così tutto il tempo di osservare come l’ambiente circostante cambiasse man mano che le si avvicinavano.
La zona dell’impatto era caratterizzata da una serie ripetuta di creste rocciose concentriche, che si allargavano man mano che ci si allontanava dal cuore del meteorite. Assomigliavano a gigantesche onde, pronte ad abbattersi su chi passava sotto di esse. Era un paesaggio che, nella sua geometria, risultava sia affascinante che desolante.
-   Ha funzionato! – esclamò Prompto con stupore.
-   Forse ho l’aria di non contare nulla, ma sono influente. Non siete contenti di essere venuti con me? – domandò Ardyn gioviale, voltandosi sul sedile della propria auto – L’udienza divina vi aspetta più avanti! – li esortò.

Noctis ingranò la prima e si accostò alla sua macchina, ma l'uomo sembrava non avere nessuna intenzione di procedere oltre.

-   Te ne vai? – chiese il pistolero.
-   Vi ho portato al cospetto dell’Immane. È giunta l’ora di separarsi – rispose.
-   Non so perché ma ho la pessima sensazione che non sarà l’ultima volta – mormorò Selenis mentre lo superavano.

All’interno dell’area ristretta, un paio di aereonavi dell’Impero facevano bella mostra di sé seppur completamente deserte. Oltre ad esse, la strada si trasformava in un ampio sentiero che girava attorno alla figura del meteorite.
Al loro passaggio la via sterrata venne inondata di polvere, mentre qua e là, resti di alberi ormai rinsecchiti le facevano da cornice.
Le pareti di roccia si strinsero sempre di più, finchè non fu chiaro che proseguire in auto fosse pressochè impossibile. Noctis parcheggiò quindi la Regalia all’imbocco dello stretto canyon e i cinque ragazzi scesero dalla vettura.

-   Mi sa che dobbiamo proseguire per di qua – disse Prompto osservando il sentiero.
-   E finalmente scopriremo cosa sta tramando l’Impero – aggiunse Gladio.
-   Credo che ci sia anche qualcos’altro qui... – intervenne Selenis.
-   Cioè? – domandò Noctis.

La ragazza si limitò ad alzare la mano con l’anello.

-   Una cripta? – disse Ignis stupito.
-   A quanto pare…- rispose la ragazza abbassando la mano.
-   Potrebbe essere.. guardate qua! –

I ragazzi raggiunsero Gladio andato in avanscoperta. Oltre ai numerosi scheletri d'albero dal tronco ormai bianco, ad interrompere le pareti rocciose c’erano diverse colonne, un chiaro segno che un tempo doveva esserci una qualche struttura eretta dall'uomo.

-   Dite che quel tipo lo sapeva? – s’interrogò Noctis.
-   Non mi stupirebbe. – commentò Ignis.
-   Il posto non è lontano. – affermò Selenis avanzando.

La ragazza aveva ragione, non passarono nemmeno dieci minuti da quando avevano lasciato la Regalia, che la strada sfociò in una terrazza naturale che si apriva sul centro esatto del cratere.

-   È quello che penso che sia, vero? – esordì Prompto. 
-   Se non fosse per l’indicazione dell’anello di Selis, non avrei mai creduto che un sarcofago potesse trovarsi qui – disse Ignis.

Proprio al limite del lembo di terra che si gettava nel cratere, c’erano i resti di quello che una volta doveva essere stato un mausoleo reale. Esposta al cielo aperto e circondata dalle macerie della cupola che l’aveva protetta, la tomba di uno dei Re di Lucis sembrava aspettare solo loro.
Dietro di essa, il meteorite avvolto da croste di terra carbonizzata occupava il panorama.
Noctis si avvicinò alla figura di pietra e reclamò il potere dell’arma che teneva tra le mani. Come sempre, la spada di luce si levò in alto per poi trapassare il ragazzo e scomparire, andando ad aggiungersi alle altre in suo possesso. Nello stesso istante l’anello di Selenis smise di vibrare, ma iniziò a farlo il terreno intorno a loro.

-   Ecco che ci risiamo! – esclamò Prompto andando a gambe all’aria.
-   È fortissimo questa volta! – disse Gladio, afferrando per un braccio la principessa e aiutandola a mantenere l’equilibrio.
-   Indietro! Presto! – gridò Ignis.

Lo sperone di roccia sopra il quale si trovava la tomba, dava segni di cedimento ed era l’ultimo posto dove stare durante un terremoto.

-   Togliamoci di qui! – gli fece eco la ragazza – Noct! – urlò poi all’indirizzo del giovane che era caduto in ginocchio tenendosi la testa tra le mani.

Fu la questione di pochi attimi. Il pavimento si sgretolò sotto di loro. Noctis non fu abbastanza veloce e cadde assieme alle macerie.

-   Gladio! –

Selenis guardò spaventata l’amico lanciarsi dietro il principe. Stava per seguirlo, ma una mano la afferrò saldamente per un polso trascinandola via.
La principessa incespicò dietro Prompto, con le orecchie assordate dal crollo e gli occhi accecati dalla polvere che si era sollevata.

-   State bene? –

Ignis si affrettò ad aiutare i due compagni a rimettersi in piedi.

-   Noi sì, ma Gladio e Noct.. – rispose il pistolero con ansia.

I tre amici si affrettarono verso il bordo della frana in cerca dei loro compagni, ma c’era ancora una sorpresa ad attenderli. La terra riprese a tremare e davanti ai loro occhi increduli, il meteorite prese a muoversi ruotando lentamente.

-   Ditemi che è uno scherzo – momorò Prompto attonito, ma con la mano già sulla custodia della sua fotocamera.
-   L’Immane… la sua leggenda era vera - sussurrò Selenis.

Alla base del meteorite si erse una figura di proporzioni gigantesche. La pelle grigio ferro dell'essere, era striata da tatuaggi bianchi che arrivavano fino al cranio privo di capelli. Dalla bocca spuntavano i canini inferiori, che gli conferivano un aspetto ferino assieme all’iride dorata dalla sclera nera.
Con le braccia possenti, teneva saldamente sulla propria schiena il meteorite che lo aveva trapassato in più punti, portandosi via perfino l’occhio destro. Era una visione spaventosa e triste al tempo stesso. Il gigante aprì la bocca e parlò brevemente con voce distorta che rimbombò nell’aria.

-   Cosa sta dicendo? – domandò Prompto.
-   Non ne ho la minima idea – rispose la principessa.

L’anello al suo indice taceva.
Dopo aver parlato, l’Immane rimase immobile a fissare sotto di sé. Qualcosa stava attirando la sua attenzione. I
tre ragazzi si sporsero per guardare giù verso il fondo della frana, e lì, apparentemente illesi c’erano Gladio e Noctis.

-   Noct! State bene? – gridò Prompto al loro indirizzo.
-   Grazie al cielo siete vivi! Riuscite a tornare su? – si rivolse loro Ignis.
-   No, ma c’è un sentiero! Vediamo dove porta – rispose il principe d’abbasso.
-   Voi tre provate a scendere – gli fece eco l’Amicitia al suo fianco.

Selenis in un primo momento, avrebbe voluto urlargli di averla spaventata a morte nel buttarsi a quel modo, ma poi pensò che aveva solamente fatto il suo dovere nel cercare di proteggere Noctis, e a dirla tutta, anche lei stava per lanciarsi dietro di lui.

-   D’accordo, cercheremo una via per raggiungervi – replicò Ignis.
-   Fate attenzione! – si raccomandò la principessa.
-   Anche voi! – rispose Noctis.
-   Cosa?! – esclamò invece Prompto – Dov’è che andiamo!? –

La principessa rimase a guardare la figura di Gladio discutere di qualcosa con Noctis. Quando il principe si mosse, lui si fermò ancora un attimo alzando la testa verso di lei. Da quella distanza non poteva vedere la sua espressione, ma sicuramente le stava comunicando che si sarebbero rivisti presto. Selenis sorrise e alzò brevemente la mano in un cenno di saluto, al quale l’Amicitia risposte per poi seguire il principe e scomparire così alla sua vista.
La ragazza alzò lo sguardo verso l’Immane che, del tutto immobile, osservava sotto di sé. Un istante dopo, il grande occhio dorato si sollevò fino a mettere a fuoco la figura della giovane. Selenis rimase congelata sul posto; non c’erano dubbi su chi il gigante stesse fissando. Il Sidereo però non fece null'altro, non aprì bocca né sembrò volersi muovere in qualsiasi maniera.

-   Proseguiamo anche noi? –

Ignis si rivolse a lei dopo aver sedato le lamentele di Prompto.

-   Certo... – assentì la ragazza, distogliendo gli occhi dall’Immane e seguendolo.

Il sentiero che proseguiva verso il basso, era frastagliato e irregolare. Il terreno, color del carbone, sembrava essere stato spaccato e rimesso assieme più volte. Le pareti di roccia calcarea invece, ospitavano nicchie e resti di arbusti secchi. L’aria, man mano che si scendeva, diventava sempre più calda e sulfurea, appannando in certi punti perfino il cielo sopra di loro.

-   A cosa pensi? –

Selenis si affiancò ad Ignis, che pur procedendo spedito era chiaro avere la testa altrove.

-   Ai blindati Magitek che abbiamo trovato all’ingresso. – rispose il giovane.
-   Strani vero? – intervenne Prompto asciugandosi la fronte dal sudore – Non sapevo che la faglia fosse presidio Imperiale. – aggiunse.
-   Neppure io..  – disse Selenis.
-   Qualcuno invece lo sapeva. – commentò Ignis.
-   Parli di quell’Ardyn, vero? –
-   Già.. – assentì il ragazzo – Il suo volerci accompagnare ci è risultato provvidenziale. –
-   Questo conferma che deve essere di Nifelheim. – proseguì la ragazza.
-   Ha detto di essere piuttosto influente. – ricordò Prompto scavalcando la carcassa di un tronco annerito.
-   E la cosa mi mette ancora più in allarme. – replicò Ignis oscurandosi.
-   Magari invece è davvero dalla nostra parte, – ribattè il pistolero – magari abbiamo trovato un Imperiale buono –
-   Fatico a crederci – storse il naso la principessa.
-   Beh, non è detto che tutti quelli che provengono da Nifelheim debbano essere per forza cattivi. – mormorò il ragazzo.
-   Purtroppo non ne ho mai conosciuto uno che lo smentisca. – replicò lei – Ma avrai ragione tu, ci sarà gente che, come noi, odia questa stupida guerra – aggiunse.
-   Più che altro mi chiedo cosa l’Immane voglia da Noctis, visto che lo ha condotto qui – continuò Prompto.
-   Le leggende che parlano dei Siderei, dicono che saranno fondamentali per il prescelto dal cristallo. – rispose Ignis.
-   Fondamentali per cosa? –
-   Questo non lo so, come tutte le leggende le parti misteriose prevalgono su quelle esplicative. – sospirò il ragazzo.
-   Luna mi aveva raccontato che è compito della Sciamana intercedere presso di loro a favore del sovrano. – spiegò la principessa ricordando una vecchia conversazione avuta con l’amica.
-   Quindi dici che Luna è scesa fin qui per parlarci? – domandò allibito Prompto.
-   Può essere... – rispose Selenis con un’alzata di spalle.

In quel preciso momento la terra riprese a tremare violentemente. Erano arrivati nel punto in cui il sentiero era sormontato da archi di roccia creatisi naturalmente il giorno dell’impatto del meteorite.

-   Non può muoversi con più delicatezza?! – esclamò Prompto cercando di mantenere l’equilibrio – Attenti! – gridò un secondo più tardi.

Selenis alzò lo sguardo giusto in tempo per vedere uno degli archi rompersi in più punti e crollare sopra di lei, prima di sentirsi tirare a terra.
Le macerie si abbatterono con un fracasso assordante a terra, sollevando una nube di calcinacci e detriti. La principessa cadde su un fianco, con il viso premuto contro la stoffa morbida della camicia del suo salvatore.
Quando smise di tossire per la polvere che aveva involontariamente respirato e riaprì gli occhi, davanti a lei brillò un piccolo ciondolo d’argento.

-   Stai bene? –

La ragazza si scostò, osservando con occhi atterriti Ignis.

-   Grazie a te sì... – mormorò con voce rauca Selenis, mettendosi a sedere e abbandonando il riparo che le braccia dell’amico le avevano offerto.
-   Ragazzi! Tutto ok?! –

La voce di Prompto da oltre il cumulo di macerie, si levò alta e preoccupata.

-   Stiamo bene! – gli urlò in risposta Ignis.
-   Cerco un modo per raggiungervi! – replicò il pistolero.

Il crollo aveva creato un cumulo di detriti che ostruivano il passaggio, ma che fortunatamente era possibile scalare.

-   Sei ferito! – esclamò d’un tratto la principessa, notando la manica macchiata di sangue di Ignis.
-   Credo sia solo un taglio superficiale. – rispose lui perfettamente calmo.
-   Fammi dare un’occhiata, poi ne riparliamo. – borbottò la principessa.

Gli sollevò la stoffa dall’avambraccio e valutò attentamente la ferita, poi fece apparire una boccetta di pozione che usò per bagnare una striscia di stoffa.

-   Necessiterebbe di un paio di punti giusto per essere sicuri, ma penso che per ora possa andare bene così. – sentenziò fasciandogli il taglio.
-   Grazie. – rispose Ignis.

Quando ebbe terminato, Selenis guardò brevemente l’amico e, allungata una mano, prese tra due dita il ciondolo che faceva capolino dalla scollatura della camicia a righe.

-   Ce l’hai ancora... – disse, osservando la fiammella d’argento brillare alla luce.
-   Certo. – replicò semplicemente lui.

Gliel’aveva regalata per un compleanno tanti anni prima, quando ancora suo padre era in vita. L’aveva vista su una bancarella di un artigiano che arrivava da Cleige e aveva pensato che per lui fosse perfetta. Non immaginava che l’avesse conservata per tutto quel tempo.
La ragazza ritirò la mano, alzando gli occhi sul ragazzo.

-   Credo di doverti delle scuse Ignis.. – mormorò.

Il giovane stava per chiederle a cosa si riferisse, quando con un gridò di paura, Prompto caracollò oltre il cumulo di macerie finendo a gambe all’aria di fianco a loro.
 
-   Oh, ragazzi che sollievo! – esordì rimettendosi in piedi – Mi sono preso proprio un bello spavento quando quel masso è venuto giù! – 
-   Per fortuna ne siamo usciti illesi. – rispose Ignis.
-   Grazie a Ignis. – precisò Selenis – Spero di non dovervi scomodare di nuovo per salvarmi. – aggiunse con una mezza risata.
-   Beh, ma siamo qui per questo, – replicò il pistolero un po’ confuso – no? –

La principessa lo guardò per un istante e poi sorrise.

-   Sì, hai ragione tu. – assentì.
-   Ammetto che sentirmi dare ragione mi mette un po’ i brividi – rise Prompto.
-   Effettivamente non capita sovente. – concordò Ignis.
-   Ehi cosa vuoi dire?! – saltò su il ragazzo biondo.
-   Shhh –

I due giovani si voltarono verso la principessa che fece loro segno di smettere di parlare. La videro corrugare la fronte mentre si concentrava.

-   Lo sentite? – domandò dopo qualche secondo.

Ignis e Prompto drizzarono entrambi le orecchie. Sopra il rumore della terra e del vento c’era qualcos’altro.. un suono, anzi no, un ronzio che non aveva nulla di naturale.

-   Motori Magitek – sentenziò Ignis.
-   Cosa?! – esclamò Prompto scioccato – Che diamine ci…-

Le sue parole vennero inghiottite da un rombo molto più vicino. Sopra di loro sfrecciarono ben tre aereonavi Imperiali seguite da una corazzata; stavano davvero facendo le cose in grande.

-   Dobbiamo avvisare Noct! – disse Selenis appena il frastuono calò – Merda, non ho campo! – sbottò quando la chiamata del suo cellulare venne respinta.
-   Ho preso la linea – disse Ignis – Noct? Sei in salvo, meno male – proseguì quando il principe gli ebbe risposto – Ascolta. Truppe Imperiali in arrivo, dovet.. maledizione! –

Il ragazzo abbassò il telefono con stizza riponendolo nella tasca dei pantaloni.

-   È caduta la linea. – disse.
-   Beh, almeno sanno che devono fare attenzione... – commentò Prompto.
-   Già ed è meglio se ci sbrighiamo a raggiungerli – aggiunse Selenis.  



Campeggio dell'autrice:

Buon venerdì gente!

"
Mhh.. non ce lo vedo con l’Impero" cit Prompto. * applauso di sottofondo*
Come fa a non vedercelo con l'Impero proprio non lo so! xD
Fatto sta che Ardyn è tornato e inizia già a produrre i suoi effetti... Farlo interagire con Selenis mi è piaciuto molto! Anche perchè ha una parlata molto particolare, quindi ho dovuto riflettere un pò di più su cosa scrivere.
Se tra di voi c'è qualcuno che shippa la coppia IgnisxSelenis (e so che qualcuno c'è) con questo capitolo gli sarà venuto un mezzo infarto >=) Ma chissà di cosa la principessa vuole chiedergli scusa....? Mah! Lo scopriremo!
C'è qualcuno di voi che ha il pass per la beta di Dissidia Nt? Io sì! Magari ci incrociamo online ;)
Ieri, tra l'altro, è stato rilasciato il trailer del nuovo e gratuito Dlc di FFXV. Dopo il carnevale kupò kuè, diamo il benvenuto all'Assassin's Festival!!!
Ebbene sì, è una collaborazione con il futuro nuovo capitolo della serie videoludica Assassin's Creed; il che non può farmi che piacere! Si svolgerà dal 31 agosto al 18 gennaio e si terrà nella città di Lestallum. Sembra una vera propria avventura, della quale faranno parte tutti e quattro i nostri boys.
Anche se... vederli vestiti da assassini mi ha fatto abbastanza ridere xD
Quindi direi che la prossima settimana c'è parecchia carne al fuoco in casa Square! Questo non mi impedirà però di postare l'aggiornamento venerdì ;)
Ringrazio i Lettori, chi recensisce e chi mi ha inserita tra le fic seguite, ricordate e preferite!

Un abbraccio e a presto!
Marta

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Capitolo 21
*** 20. Confronto ***


20


I tre amici si misero a correre giù per il sentiero, mentre altre areonavi passavano sopra la loro testa dirette verso una direzione ben precisa.
Le forze spiegate dall'Impero erano troppe per mirare solo a Noctis, il che voleva dire che c'era dietro qualcos'altro...
Quando riuscirono di nuovo a scorgere il centro del cratere, videro che l’Immane si stava muovendo, anzi, per essere precisi sembrava voler afferrare qualcosa con l’unica mano non impegnata a sostenere il meteorite.

-   Per di qui! – gridò Selenis tagliando giù per un costone di roccia.

L’attenzione del titano si scoprì essere rivolta verso una figura ben nota... Noctis cercava di respingere gli attacchi del gigante non senza una certa fatica.

-   Ehi Noct, ti siamo mancati? – scherzò Prompto quando lo raggiunsero.
-   Scusa il ritardo – disse Ignis.
-   Meglio tardi che mai – rispose il principe.
-   Cosa sta succedendo? Dov’è Gladio? – domandò Selenis posando gli occhi sull’Immane.
-   Pare che questo colosso qui davanti abbia tutte le intenzioni di farmi a fette. – rispose il ragazzo – Io e Gladio ci siamo separati, ma sono sicuro che ci raggiungerà presto… Attenti! –

Noctis impugnò più saldamente la propria arma, mentre l’enorme mano dell’Immane si abbatteva verso di loro. Con uno scatto, i ragazzi si portarono fuori dalla sua portata.

-   Come diavolo facciamo a fermarlo!? – esclamò Prompto, sparando un paio di colpi che però fecero solo il solletico al loro avversario.
-   Ci sto pensando – replicò Ignis concentrato.
-   Fallo in fretta allora! – ribattè Noctis vedendo il titano caricare l’ennesimo colpo.
-   Ehi, ancora qui quel coso? –

Selenis accolse con un sorriso l’arrivo di Gladio, che sembrava essere in gran forma nonostante la situazione.

-   Parli tu che te ne sei andato a zonzo fino ad adesso? – gli disse.
-   Purtroppo non sono fortunato come voi Lucis e non posso proiettarmi – replicò il ragazzo – Occhio! –

La mano dell’Immane calò per l’ennesima volta su di loro, solo che questa volta la spostò di lato in una gigantesca spazzata.

-   Merda! – esclamò Noctis preparandosi a respingere l’attacco con i suoi amici.

Prima però che la sferzata potesse raggiungerli, una serie di colpi ripetuti risuonò nell’aria.
Sopra di loro saettarono diversi arpioni collegati a funi, che andarono a conficcarsi lungo tutto il braccio del titano.


-   Cosa stanno facendo? – chiese Gladio, osservando le truppe Magitek che si erano radunate attorno a loro e che avevano appena attaccato l’Immane.
-   Penso che vogliano abbatterlo, o fermarlo... non lo so! – rispose Selenis.
-   Beh, non penso che avranno più fortuna di noi – commentò Noctis.
-   Penso di avere un piano! – asserì in quel momento Ignis, radunandoli attorno a sé mentre il gigante era impegnato a buttare giù, come se fossero birilli, gli Imperiali – Tutto chiaro? – domandò alla fine rivolto ai suoi amici.
-   Certo! – disse Prompto – Andiamo a dare una lezione a quel titano! –

Come Noctis aveva previsto, gli Imperiali non avevano avuto più fortuna di loro nel cercare di fermare l’Immane, rimettendoci piuttosto diverse squadre Magitek.

-   Ehi tu! – urlò il principe all’indirizzo del Sidereo reclamandone l’attenzione – Forza, sono qui! – lo provocò.

L’occhio dorato dell’Immane si posò su di lui e la sua mano si alzò, pronta a colpire.

-   In posizione! – comandò Ignis.

Tutti e cinque i ragazzi si tennero pronti, aspettarono che il palmo del gigante fosse esattamente sopra di loro, dopodiché si scansarono all’ultimo secondo.
L’enorme mano si schiantò al suolo, producendo un’altra scossa sotto i loro piedi.

-   Ora! –
-   Prendi questo! – esclamò Prompto scagliando la sua ampolla magica.

Appena il cristallo si ruppe a contatto con la pelle del Sidereo, uno spesso strato di ghiaccio ancorò il palmo al suolo.

-   Tocca a noi! – disse Selenis, facendo saltare un paio di volte la sfera in mano prima di lanciarla contro il braccio del titano.

I restanti membri del gruppo la seguirono a ruota e con il caratteristico crepitio, il ghiaccio si propagò lungo l’arto del gigante fin sopra il gomito.

-   Noctis, vai! – gridò Gladio all’indirizzo dell’amico che, dopo aver spiccato un salto, colpì con tutta la propria forza il braccio congelato.

Con un boato e uno schianto, l’arto si ruppe, crollando inerte al suolo. L’Immane cadde in avanti, sostenendosi con il moncherino. Per un istante sembrò essere sopraffatto, ma poi la sua voce cavernosa rimbombò nuovamente, più potente di prima.

-   Cosa c’è di nuovo? – gridò Noctis con la testa che gli scoppiava.
-   Cosa sta facendo? – gli fece eco Ignis.
-   Credo si stia preparando... – rispose Selenis.
-   Preparando per cosa?! – esclamò Prompto terrorizzato.
-   E che ne so io!? – replicò la ragazza.
-   Attenti al botto! – li mise in guardia Gladio.

Con un possente grido, il titano si tirò indietro mentre una luce accecante lo avvolgeva costringendo i ragazzi a chiudere gli occhi. Ci fu un’altra esplosione potentissima, dopo la quale tornò la calma.
Quando la forte luce scomparve, del Sidereo non c’era più alcuna traccia.

-   È sparito? – domandò incredulo Prompto.
-   Credo che abbia assolto alla sua chiamata... – rispose Noctis alzandosi da terra e spolverandosi gli abiti.
-   È stata Luna? – chiese Selenis avvicinandosi al cugino.
-   Già.. – assentì lui – L’ho vista... è venuta a parlare con l’Immane – spiegò.
-   Ora ha tutto più senso – commentò Ignis pulendosi gli occhiali sulla camicia.
-   Quindi tornerà ad aiutarci? – s'informò Gladio sgranchendosi il collo.
-   Quando sarà ora, probabilmente sì – rispose Selenis.
-   E adesso cosa succede?! – piagnucolò Prompto.

La terra si era infatti rimessa a tremare violentemente sotto ai loro piedi. Tutt'intorno, il suolo si spaccò, crepandosi in più punti e lasciando fuoriuscire spruzzi di lava incandescente che si levarono alti e letali.

-   Ci mancava solo questa! – commentò l’Amicitia mentre con gli altri, si rifugiava sotto la cupola protettiva evocata da Selenis.
-   Dobbiamo andarcene da qui! – esclamò la ragazza.
-   E come?! – replicò Noctis.
-   Con quella? –

Prompto indicò verso l’alto, dove un’areonave Imperiale stava scendendo proprio verso di loro.

-   È più probabile che ci spari contro – replicò Gladio a denti stretti.

Disse questo prima che il portellone si aprisse e che una figura ben conosciuta vi facesse capolino.

-   Ma guarda che sorpresa! – esordì Ardyn con un sorriso – Stavo pensando che non mi sono ancora presentato! – esclamò sopra il rumore della lava e del motore Magitek – Izunia, Ardyn Izunia – disse facendo un breve inchino.

Selenis lo guardò scioccata. Non poteva crederci… D'accordo che fosse eccentrico, va bene che avesse qualcosa di poco chiaro, ma che fosse il..

-   Il cancelliere Imperiale Izunia? – disse Ignis allibito.
-   Per servirvi, o meglio, per aiutarvi. – rispose quello – Posso garantirvi un passaggio sicuro, a meno che non vogliate fare da soli! – asserì sarcastico proprio mentre un’altra esplosione di lava si abbatteva sulla barriera di Selenis.

I cinque ragazzi si guardarono tra di loro. Accettare l’aiuto di quell’uomo era avventato e rischioso, ma che altra scelta avevano?

-   Non possiamo restare qui – disse finalmente Ignis – Non ci sono alternative Noct... – aggiunse guardando direttamente il principe.

Noctis era combattuto, la sola idea di chi fosse quell’individuo lo mandava in bestia, ma Ignis aveva ragione.

-   Lo so... – rispose – Accettiamo! – gridò poi all’indirizzo di Ardyn.
-   Bene, ottimo! – esclamò quello gioviale – Salite! –

Il velivolo si abbassò ulteriormente, permettendo così ai ragazzi di raggiungerlo.
Non appena furono a bordo, il portellone si chiuse con un clangore metallico e l’areonave prese di nuovo quota. All’interno regnava il silenzio più totale, rotto solamente dal ronzio del motore. Una serie di fari alogeni illuminava l’ambiente asettico e dotato di una serie di panche in acciaio lucido volte ad ospitare l’eventuale equipaggio. Selenis si guardò intorno, oltre a loro e ad Ardyn sembrava non esserci nessun altro… anche se...
La ragazza si avvicinò ad una delle pareti, osservando attentamente quella che sembrava essere una nicchia.


-   Ma cosa…? –

La principessa fece un balzo all’indietro quando un paio di occhi rossi si accesero. In quelle rientranze era ospitata una fila di soldati Magitek, tutti perfettamente allineati.

-   Non c’è nulla da temere. – la voce di Ardyn si alzò a tranquillizzarla – Sono disattivati. Vi ho offerto un passaggio sicuro e così sarà! Sono un uomo di parola io – aggiunse con un sorriso – Ora se volete scusarmi, devo assentarmi per un momento –

Detto questo, si toccò lievemente la falda del cappello scomparendo nella stanza adiacente che doveva ospitare il pilota.

-   Più ci abbiamo a che fare e più quel tipo mi inquieta – commentò Gladio lasciandosi cadere pesantemente su una delle panche.
-   Però ci ha aiutati – osservò Prompto.
-   Sì, ma a quale scopo mi viene da chiedermi… - mormorò Noctis appoggiato contro una delle pareti, lo sguardo perso nel vuoto.
-   Temo che lo scopriremo solo più avanti – disse Ignis andando a sedersi anche lui.
-   Per ora non c’è niente che possiamo fare. – sospirò Selis – Cerchiamo piuttosto di riposarci – aggiunse prima di avvicinarsi ad Ignis – Ho scovato questa, così posso sistemarti meglio la ferita. – disse sollevando una valigetta di primo soccorso.
-   Prego – la invitò lui.

La ragazza si sedette al suo fianco, lasciando gli altri tre ragazzi a fare congetture sul cancelliere.
Con delicatezza rimosse il bendaggio improvvisato, scoprendo la pelle lesa.

-   Meno male, non si è infiammata. – asserì sollevata prendendo del disinfettante.
-   Mi ritengo una persona piuttosto fortunata in effetti – scherzò il ragazzo.
-   Sono io quella che è stata fortunata – replicò Selenis.

Ignis osservò il viso della principessa, c’era qualcos’altro, oltre alla concentrazione, che le increspava il volto.

-   Ehi, Selis – ne reclamò l’attenzione – Non è colpa tua quello che è successo. – proseguì quando lei ebbe alzato il viso dal lavoro – Siamo qui per proteggerci a vicenda, lo sai vero? – le chiese.
-   Certo. – affermò la ragazza con convinzione.
-   Per cui non hai niente di cui scusarti con me. – disse Ignis.

Selenis capì quello che il suo amico doveva aver inteso e sorrise mestamente.

-   Non è di questo che volevo chiederti scusa oggi in realtà.. – replicò – E' più.. difficile –
-   In che senso? – domandò il ragazzo confuso.

La principessa fece un respiro profondo mentre ricominciava a medicarlo.

-   Penso di.. averti ferito in passato – riprese cercando di trovare le parole adatte – Siamo assieme fin da quando hai iniziato ad occuparti di Noct e sei sempre stato al mio fianco, sempre. – disse, dando l’ultimo punto di sutura alla ferita – C’è stato.. c’è stato un momento in cui ero sicura di ricambiare i tuoi sentimenti ma poi.. –
-   Poi è arrivato Gladio –

Selenis alzò la testa di scatto. Ignis sembrava perfettamente tranquillo, il viso era disteso in un sorriso. Non era arrabbiato con lei, né pareva biasimarla in qualsiasi modo.

-   Poi è arrivato Gladio, sì – assentì, rivolgendo un fugace sguardo all’interessato ancora intento a discutere con Prompto e Noctis – Sei il mio migliore amico Iggy, non volevo ferirti in alcun modo devi credermi… - disse tornando a guardarlo.
-   Non mi devi alcuna spiegazione Selis – la rassicurò lui – ma sono felice che tu me ne abbia parlato – aggiunse sorridendole.
-   Quanto vorrei però che Gladio avesse la tua abilità in cucina – sospirò lei.
-   Lo credo bene –

Entrambi scoppiarono a ridere, la tensione allentata.

-   Ehi, ma ci stiamo fermando? –

All’esclamazione di Prompto tutti quanti si zittirono. Effettivamente il velivolo sembrava aver rallentato e difatti, poco tempo dopo, si arrestò del tutto.
Il portellone si aprì e il vano venne investito da una folata di aria fresca e umida, e dall’odore di pini. Il sole, ormai prossimo a calare, illuminava la zona di prato sopra la quale l’areonave si era fermata. Poco più in là, una strada asfaltata si immergeva nel bosco che interrompeva bruscamente la prateria. Un cartello sgargiante e luminoso, avvisava i viaggiatori che a meno di duecento metri il “Ranch dei Chocobo di Wiz” li avrebbe accolti ad ali aperte.

-   Perché diamine ci ha portati fin qui? – esclamò Noctis
-   E la Regalia? – gli fece eco Prompto.
-   Ehi tu! – apostrofò Gladio mentre batteva il palmo aperto sulla porta che conduceva alla sala di pilotaggio – Cosa ci facciamo qui?! – gridò.
-   Possibile che non ci siamo accorti di starci allontanando così tanto? – si domandò Selenis.
-   Siamo stanchi.. e non abbiamo calcolato la velocità a cui viaggiavamo – rispose Ignis.
-   Come vi avevo promesso vi ho garantito un passaggio sicuro per uscire dalla faglia, ma non ho mai fatto menzione di dove fossimo diretti! –

La voce serena di Ardyn uscì dagli altoparlanti e rimbombò contro le pareti metalliche del mezzo.

-   Molto comodo... – replicò Noctis – Peccato che la nostra auto sia ancora là! – gli fece notare.
-   Mi rincresce, ma sono certo che sarete in grado di recuperarla. – disse il cancelliere – Nel frattempo verrà trattata con la massima cura.. a presto! –

Con un fischio la comunicazione si interruppe e ovviamente, la porta rimase sigillata.

-   Ora che facciamo? – s'interrogò Gladio.
-   Dubito fortemente che avremo altre risposte... – disse Ignis con un sospiro.
-   Sta anche per fare buio – notò Selenis.
-   Beh, potremo andare da Wiz – propose Prompto.
-   Tu ci vuoi andare solo per vedere i Chocobo – replicò Noctis.
-   Sì, beh, anche – capitolò il pistolero – ma tanto che alternative abbiamo? – aggiunse alzando le spalle.

I ragazzi si guardarono tra di loro.

-   E allora andiamo – assentì Noctis.

Al gruppo non resto quindi altro da fare che scendere dall’areonave e dirigersi verso il ranch, mentre quest’ultima riprendeva il volo.
Arrivarono in vista della scuderia, appena prima che il sole scomparisse del tutto all’orizzonte lasciando libero spazio ai deamon.
La prima cosa a colpire i visitatori, era sicuramente l’odore inconfondibile di Chocobo. Come tutti gli animali da stalla non profumavano di certo, ma faceva parte della vita all’aperto. Selenis provò subito una grande nostalgia. Quando era a palazzo aveva speso molto del suo tempo dentro le scuderie regali. Quei maestosi pennuti gialli erano legati a molti dei ricordi della ragazza, perfino al primo incontro con Nyx…

-   Andiamo a trovare i Chocobo! – esclamò tutto allegro Prompto dirigendosi al recinto, dentro al quale si trovavano diversi esemplari.
-   Guardatelo, sembra un bambino felice – sogghignò Gladio.
-   Sono un bambino felice! – replicò lui per niente toccato dalla cosa.
-   Volete affittarne qualcuno? –

I ragazzi si voltarono verso il nuovo venuto. Un signora di mezza età si stava facendo loro incontro, con una folta barba grigio ferro e un basco calato sulla testa canuta.

-   Wiz! – lo salutò felice Selenis.

L’uomo si fermò per un attimo aggrottando le sopracciglia, per poi sollevarle stupito quando riconobbe chi gli stava di fronte.

-   Principessa! – esclamò mentre la ragazza lo avvolgeva in un breve abbraccio.

Conosceva Wiz da quando era bambina; era stato lui per tanti anni a rifornire la scuderia reale, ed era sempre stato lui a farle scegliere il suo primo Chocobo: Boko. L’uomo veniva un paio di volte all’anno alla capitale per dare un’occhiata generale ai volatili e proporre qualche nuovo acquisto per le truppe.

-   È un piacere rivederti – disse sincera Selenis.
-   Anche per me. – rispose l’uomo – Sua Altezza – si rivolse poi a Noctis chinando il capo in segno di rispetto – vi davano per morto – commentò.
-   A quanto pare la cosa è un po’ prematura – rispose il ragazzo con un sorriso.
-   Per fortuna! – asserì Wiz – Cosa vi porta qui? – domandò.
-   Abbiamo avuto qualche inconveniente... – rispose Gladio.

All'uomo bastò dare un'occhiata alle loro condizioni per capire in che tipo di inconveniente erano incappati.

-   Allora immagino che desideriate riposarvi – affermò.
-   Sarebbe magnifico, grazie – disse Ignis.
-   Ho una roulotte che fa al caso vostro – raccontò Wiz – di solito viene usata da quelli della Meldacio quando passano di qui, ma al momento è libera – spiegò – è tutta vostra –
-   Grazie mille – rispose Prompto già sognando un letto e una doccia calda.
-   Prima di farvi accomodare però ho una cosa da mostrarvi, soprattutto a te – disse l’allevatore interpellando Selenis – seguitemi –

La ragazza, seppur un po’ sorpresa, seguì l’uomo che li condusse nel retro del suo ranch. Lì, protetti da una serie di box chiusi, c’erano degli altri Chocobo.
Uno di questi, non appena li vide, prese a dimenarsi. Selenis si fermò di botto, incredula.

-   Boko!! – esclamò correndo verso il pennuto che la accolse festoso.
-   È qui da qualche giorno – spiegò Wiz – Credo sia arrivato direttamente dalla capitale dopo che è stata occupata –

Selenis affondò il viso nelle piume morbide del collo dell’animale, che si piegò verso di lei appoggiandole il muso sulla schiena. Per la prima volta dopo la caduta di Insomnia, la principessa sentì che un piccolo pezzo del suo passato si era sistemato. Se restava così, con gli occhi chiusi contro Boko, le sembrava di essere ancora a palazzo. Quando aprì le palpebre e si scostò dal Chocobo, nonostante la stanchezza degli eventi appena successi, si sentì rinfrancata.

-   Sei stato fantastico ad arrivare fin qui – mormorò al pennuto grattandolo sotto il mento.
-   Sono contento che vi siate ritrovati – disse gioviale Wiz – Che ne dite adesso se mentre voi andate a sistemarvi io vi preparassi qualcosa da mettere sotto i denti? – propose subito dopo.
-   Solo se posso aiutarti in cucina – replicò Ignis.
-   Sarà un piacere – commentò l’uomo.
-   Non ci posso credere, un letto, una doccia e perfino un pasto caldo! – giubilò Prompto.
-   Sembra che tu sia via da anni – osservò Gladio – sei proprio un ragazzo di città –
-   Selis, il tuo ragazzo è una persona poco simpatica lo sai? – replicò il pistolero.
-   Ne sono al corrente – rispose la ragazza con un sorriso.
-   Da quando fate comunella voi due? – alzò il sopracciglio l’Amicitia facendo scoppiare a ridere il gruppo.

Dopo la lauta cena e una lunga doccia, Selenis si sentiva decisamente meglio, e lo fu ancora di più quando si coricò sul letto del camper.
Aveva scelto quello rialzato, un po’ più grande e fuori dalla portata delle braccia e gambe vaganti che avrebbe dovuto sorbirsi in caso contrario.

Da quando erano partiti aveva sempre dormito da sola; lei e Gladio avevano messo da parte il fatto di essere fidanzati per concentrarsi sul viaggio che stavano facendo. Nessuno dei due amava particolarmente le smancerie e men che meno l’ostentazione di affetto in pubblico.
Ma quella sera, quando sentì il materasso abbassarsi sotto il peso della mole di Gladio, non protestò.
Era stata una giornata difficile, che si era sommata a quelle dei giorni precedenti e Gladio queste cose le avvertiva, sapeva quando lei aveva bisogno di sostegno.
Selenis non aveva ancora capito come facesse, ma era una delle qualità che l’avevano fatta perdutamente innamorare di lui.

Così, si rigirò tra le braccia dell’Amicitia, rannicchiandosi contro il suo petto e lasciandosi cullare dal calore e dal respiro del suo corpo.
Quando lui le diede un bacio sulla sommità del capo era già nel mondo dei sogni.



Campeggio dell'autrice:

Buon pomeriggio ragazzi ^^

Il primo Sidereo ha concesso il suo potere a Noctis, con una certa fatica a dire il vero XD Onestamente questo capitolo è un pò transitorio e forse anche un pò noioso a ben pensarci ^^" Finalmente Selenis ha messo le cose in chiaro con Ignis! Alla fine, anche se non era di certo un mistero, la giovane principessa prova dei sentimenti verso di lui, o meglio, li ha provati. La complicità che c'è tra di loro è innegabile, ma è anche innegabile che lei abbia fatto una scelta.
L'arrivo dei cinque ragazzi al ranch di Wiz mi ha permesso di far ricongiungere Selenis assieme al suo fidato Boko. Onestamente di uccidere anche il suo Chocobo non me la sono sentita ^^"
Nella prossima puntata sarà la volta di Ramuh di fare la sua comparsa e a sorpresa tornerà anche Ardyn ad appensarti l'animo di Selenis...
Ieri ho provato il Dlc dell'Assassin's Festival e devo dire che mi piace, nel senso, ovviamente è del tutto inutile, però vi giuro che vale la pena giocarci solo per i dialoghi che ci hanno inserito xD Non mi sono mai fatta tante risate!! Anche se... Noctis che dice Requiescat in pace non se pò sentì!
Qualcuno di voi lo ha provato?

Un grande ringraziamento a tutti i Lettori e alla mia recensista di fiducia!

A venerdì!
Marta

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Capitolo 22
*** 21. Tuoni oscuri ***


21


-   Eh, no, niente sole nemmeno oggi! –

Prompto sospirò, uscendo dalla roulotte con gli occhi puntati verso cielo sopra di lui.

-   E sta diventando sempre peggio... – commentò Selenis seguendo l’amico all’esterno.

Erano passati diversi giorni da quando Ardyn li aveva abbandonati nei pressi del ranch di Wiz, e da allora il cielo aveva progressivamente assunto un colore plumbeo, che era peggiorato con il passare del tempo. Quella mattina volgeva ormai al nero, e minacciava seriamente di scaricare tutta l’acqua che aveva trattenuto fino a quel momento.

-   Se non credessi nella sfortuna, oserei dire che ci sta perseguitando... –

Gladio si unì ai due con le braccia incrociate sull’ampio petto.

-   Non dobbiamo perdere le speranze – disse Ignis scendendo la scaletta della roulotte.
-   Senza la Regalia faccio fatica anche io ad essere ottimista – ribattè Noctis subito dietro di lui.

Ebbene sì, della loro amata macchina non c’era ancora nessuna traccia.
Il giorno dopo essere stati scaricati, avevano affittato alcuni Chocobo e si erano diretti nuovamente verso Cauthess, dove ovviamente avevano trovato il cancello d’ingresso sbarrato e nessuna traccia del loro mezzo.

-   È assurdo, ormai dovrebbe essere saltata fuori, no? – sbottò Prompto.
-   Prima di disperarci aspettiamo che Cindy finisca di controllare le officine della zona – replicò Ignis sistemandosi gli occhiali sul naso.

Come ultima spiaggia, non potendo fare altro, avevano contattato la loro meccanica di fiducia per sapere se l’auto fosse stata portata in qualche deposito. Cindy aveva subito accettato l’incarico, asserendo che avrebbe chiamato non appena le fossero giunte notizie.

-   Non facciamoci illusioni l’ha presa l’Impero – disse Gladio.
-   Ammiro da sempre il tuo ottimismo, ma in questo caso temo che tu abbia ragione – concordò Selenis con rammarico.
-   Magari potremmo chiedere ad Ardyn di darci ancora una mano, no? – propose il pistolero.
-   Al cancelliere di Nifelheim? – replicò Gladio scettico.
-   Quell’uomo è un problema, non una soluzione – sospirò Ignis.
-   Che altra scelta abbiamo? – ribattè Prompto.
-   Aspettare novità da Hammerhead –
-   E sperare che gli dei siano benevoli – aggiunse Selenis con una smorfia.
-   Nel frattempo, dovremo cavarcela a piedi – sentenziò l’Amicitia – cosa che ho notato disturbarvi particolarmente – commentò sarcastico, indicando la principessa e Prompto.

I due ragazzi si guardarono sorridendo senza il minimo senso di colpa. Il fatto di doversi spostare a dorso di chocobo non era un grande sacrificio per loro.

-   Dobbiamo anche fare attenzione all’Impero – soggiunse Ignis – tutti gli occhi sono puntati su di noi –
-   E per questo dobbiamo ringraziare il caro fratello della tua bellissima e futura sposa – disse Gladio rivolto a Noctis che gli fece una smorfia in risposta.

Ravus, dall'alto della sua carica di comandante dell’esercito di Nifelheim, aveva istituito posti di blocco in tutti i confini del paese; cosa che aveva impedito ai cinque amici di fare ritorno a Lestallum o di raggiungere qualsiasi altra meta che fosse fuori Duscae.

-   Guardate! C’è Umbra! – esclamò Prompto d’un tratto, indicando alle loro spalle.

Il grosso cane nero, comparso come suo solito dal nulla, sostava a qualche metro da loro.
Non appena Noctis si avvicinò, l’animale abbaiò al suo indirizzo, per poi allontanarsi in un chiaro segno di voler essere seguito.

-   Qualcuno ha un messaggio per noi – commentò Ignis.

I cinque amici seguirono Umbra, che si diresse trotterellando oltre il rach verso la zona riparata dalla pineta. Quando lo raggiunsero, il cane non era più da solo.

-   Gentiana! – disse Noctis stupito.

Vicino al tronco di un grande abete c’era una donna. Aveva la pelle diafana coperta da abiti di foggia orientale dai toni scuri. Gli occhi, sormontati da lunghe ciglia, erano chiusi e i capelli lisci di un nero lucente le scendevano oltre le spalle

-   Ascoltami o Re della sacra pietra – esordì con le mani conserte sul grembo – la benevolenza del Tonante aprirà il cammino fino alla sacra pietra. Così agirà la Sciamana in nome del Re – disse con tono pacato.
-   Luna… dov’è? – domandò il principe.
-   Nel cuore della tempesta. – fu la sibillina risposta della donna – Stabilita l’alleanza, la sciamana e l’anello attenderanno il loro Re nella città sull’acqua. Non indugiare – lo esortò.

Dopo di che, Gentiana si voltò leggermente, rivolgendo il viso affilato verso Selenis.

-   L’oscurità ti ha notata... sii cauta, il tuo tempo è prossimo – le disse evasiva.

Poi, come un refolo di vento estivo, Gentiana sparì.

-   Sbaglio o è appena scomparsa? – balbettò Prompto con voce incerta.
-   Gentiana è un messaggero, uno spirito fedele alla sciamana – spiegò Ignis.
-   D..davvero? –
-   È ben oltre il vero – commentò Gladio.
-   Ma cosa stava cercando di dirti?-

Gli occhi dei quattro ragazzi si spostarono su Selenis.

-   Non ne ho la minima idea... – rispose la giovane – L’oscurità mi ha notata? – ripetè confusa.
-   Gentiana non ha mai parlato molto chiaramente – commentò Noctis dopo aver scritto qualcosa sul diario che Umbra gli aveva portato e averlo rimesso al sicuro nella sua custodia.
-   E chi lo ha mai fatto? – sospirò Selenis – Una cosa è certa, Luna si è presentata al cospetto di Ramuh e adesso sta a noi trovarlo –
-   Ed esattamente come pensiamo di fare? – domandò il pistolero.
-   Mah! Magari il cielo ci darà un segno! – rispose Gladio con tono sarcastico.

Aveva appena terminato la frase, che un tuono esplose nel cielo. Le nuvole vennero illuminate a giorno e un fulmine scese fin quasi a toccare terra.
Nel giro di un minuto la scena si ripetè sempre nello stesso punto.


-   Basta chiedere! – commentò Ignis mentre cominciava a piovere.
-   Avrei preferito restare asciutto però... – borbottò l’Amicitia.
-   Che ne dite di prendere i Chocobo e dirigerci verso quell’invitante lampo? – propose Selenis.
-   Mi pare proprio un programma allettante! – commentò Noctis con un sospiro.
-   Quanto ci scommettete che dovremo infilarci di nuovo in qualche posto buio e angusto? – gli fece eco Prompto.

**

Un paio di ore dopo, qualche chilometro a nord del Ranch di Wiz.

-   Come odio avere ragione… -

Il gruppo osservava sconsolato l’ingresso di quella che aveva tutta l’aria di essere proprio una caverna buia e angusta, e purtroppo non c’era alcun dubbio che il lampo indicasse proprio quel luogo.

-   Una bella radura fiorita una volta tanto no eh? – proseguì a lamentarsi il pistolero.
-   Se le cose fossero così facili dove starebbe il divertimento? – lo rimbeccò Gladio.
-   Nell’essere facili – replicò l’amico.
-   Beh, volenti o nolenti dobbiamo entrare qui dentro – soggiunse Ignis.
-   E via che si va – disse Noctis avanzando.
-   Verso shadow’s land! Yuhu! – esclamò con tono lugubre Selenis seguendolo.
-   Detto così sembra uno di quei mondi nei videogiochi – osservò Prompto – tipo “The world that never was” o cose così – aggiunse.
-   Ti manca proprio tanto la mia consolle, eh? – gli fece notare la ragazza.
-   Da morire! – rispose con un sospiro il pistolero – E noi andiamo giù, sempre più giù... –

Effettivamente, non appena entrati nella grotta, la strada aveva preso a scendere rapidamente. La luce proveniente dall’entrata si allontanò sempre di più, costringendo i cinque amici ad accendere le proprie torce. Le pareti si strinsero, fino a formare un unico e tortuoso cunicolo che si interrompeva contro una parete di solida roccia.

-   Già finito? – domandò Prompto dal fondo della fila.
-   No, c’è un passaggio – rispose Noctis – stretto ma c’è –

Una fenditura nella parete si estendeva per tutta la sua altezza, abbastanza grande da permettere il loro passaggio non senza qualche difficoltà.

-   È un po’ più di stretta – borbottò Gladio avanzando a fatica.
-   Magari per te! Io ce la faccio benissimo – replicò tronfio il ragazzo biondo.
-   Per fortuna abbiamo tutti una certa linea – soggiunse Selenis, trattenendo il fiato per passare un punto particolarmente angusto e voltandosi nel sentire Prompto lamentarsi.
-   Ripensandoci, forse no..- disse il ragazzo.
-   Aspetta ti si è incastrata la catena – lo fermò la principessa, allungando una mano verso di lui e sganciandola dallo sperone di roccia nella quale si era bloccata.
-   Oh grazie – rispose lui riprendendo ad avanzare.

Una volta passati, i ragazzi si ritrovarono nuovamente nel corridoio di roccia.
L’ambiente, a differenza della grotta che avevano visitato in precedenza, era fresco e asciutto. L’unica cosa difficile da sopportare era il silenzio, così profondo da rendere udibile il più lieve dei sussurri.

-   Credete che si nasconda qualcosa in questo posto? – chiese la principessa proseguendo dietro Noctis.
-   Mi stupirei se così non fosse, vista la nostra fortuna – commentò il cugino.
-   Quanto ottimismo! – replicò Gladio.
-   Parli tu? – esclamò Prompto guardandosi nervosamente attorno.
-   In tutti i casi vi inviterei a fare silenzio – intervenne Ignis – qualsiasi cosa ci sia o meno qui dentro, è meglio non attirarla su di noi – osservò.
-   Ehi, avete sentito? –

Selenis si arrestò, voltandosi verso Prompto che aveva appena parlato. Se lui non avesse detto nulla avrebbe pensato di esserselo immaginata.

-   Cos’è stato quel rumore? – balbettò il pistolero avvicinandosi ad una diramazione che dava su un piccolo precipizio.
-   Il mio bambino…- sbiascicò una voce.
-   Di nuovo? – mormorò Selenis.
-   Di nuovo cosa? – le domandò Gladio.

La ragazza non fece in tempo a rispondergli che Prompto cacciò un urlo, sparendo dalla vista dei suoi amici.

-   Prompto! – gridò Noctis.
-   Per di qua! – li guidò Ignis lungo il sentiero che scendeva.

I quattro compagni corsero giù, ritrovandosi in una zona più ampia. Il basso corridoio di roccia aveva lasciato lo spazio ad una sezione della caverna molto più grande e illuminata. Il soffitto e il pavimento erano cosparsi di stalattiti e stalagmiti di ogni dimensione, sulla cui superficie lucida di umidità si rifletteva la fioca luce che penetrava dall’alto. L’odore di pietra bagnata impregnava l’aria e il terreno risultava decisamente scivoloso.

-   Prompto! Stai bene? Dove sei? – lo chiamò Gladio a voce alta.
-   No! Non sto bene! – gridò in risposta il loro amico – Questo posto è letteralmente il peggiore! – proseguì guidandoli con la sua voce – E perché ci doveva proprio essere un serpente?! Quel coso mi ha trascinato fin qua! –

Quando i ragazzi lo raggiunsero, il pistolero era seduto per terra con la pistola puntata contro un deamon. Il mostro in questione aveva le fattezze di un enorme serpente, con la sola differenza di avere la testa di donna. Il capo, sproporzionato rispetto alle dimensioni del corpo, era adornato di capelli simili a tentacoli viscidi; gli occhi erano bianchi e la bocca irta di denti aguzzi.

-   È una Naga – sibilò Selenis.
-   Sai che a volte sembra che tu abbia ingoiato l'intero bestiario di Eos? – le disse Noctis.
-   Beh, scusa tanto, era il mio libro preferito! – replicò lei.
-   Piuttosto, perché se ne sta lì immobile? – fece notare Gladio.
-   Ti ha attaccato? – chiese Ignis a Prompto che era riuscito a rimettersi in piedi.
-   No.. mi ha solo portato qui – rispose il ragazzo – Secondo te cosa dobbiamo fare? – disse rivolgendosi al principe.
-   E cosa vuoi che ne sappia io?! – ribattè quello.

Fu la stessa Naga a sbloccare la situazione quando li guardò e aprì la bocca.

-   Il mio bambino.. – disse con voce gutturale – dov’è? –

I cinque ragazzi si guardarono allibiti. Davvero un deamon aveva appena chiesto loro qualcosa?

-   Noi..- balbettò Noctis – non lo sappiamo, mi.. mi dispiace non poterti aiutare – rispose incerto.

Il mostro continuò a fissarli, poi schiuse di nuovo le fauci.

-   Sì che puoi! Prendendo il suo posto! – ruggì questa volta, lanciandosi a testa bassa verso di loro.

Fortunatamente, la sua bocca tagliente non riuscì a chiudersi sulla preda designata e così, la Naga tornò a torreggiare sul gruppo ruggendo infastidita mentre indietreggiava sotto la scarica di colpi sparata dalla pistola di Prompto.

-   E con questa come ce la caviamo? – esclamò quando vide che non era stata nemmeno scalfita dal suo attacco.
-   Emh… Ignis idee? – lo interpellò Noctis, evitando per un pelo la coda del mostro e spostandosi lateralmente per lasciare campo libero all’amico.
-   Temo che ci voglia qualcosa di più incisivo – rispose il ragazzo quando i suoi pugnali ribalzarono sulla pelle della Naga.
-   Proviamo così.. – 

Gladio si fece avanti, caricando con entrambe le mani il colpo del proprio spadone.

Il deamon, accortosi di lui, alzò nuovamente la coda proprio mentre la stava attaccando. Dal contatto tra la lama e le scaglie della creatura si sprigionarono una marea di scintille. La Naga ricadde pesantemente al suolo per poi rialzarsi sibilando minacciosa.

-   Se la vogliamo abbattere dobbiamo colpire alla testa! – esclamò Selenis.
-   Come cavolo ci riusciamo?! – replicò Prompto gettandosi di lato per evitare l’ennesimo colpo.
-   Ci verrà in mente un modo – disse Ignis.
-   Spero che ci venga in fretta, qui rischia di crollarci tutto in testa – ribattè Noctis rifugiandosi sotto la barriera evocata da Selenis.

Il deamon infatti, più passavano i minuti e più diventava violento. Agitando senza un motivo preciso la lunga coda, faceva crollare tutto quello che passava sotto la sua scia.
 
-   Forse ho un’idea – asserì allora Gladio – Guardate là – aggiunse indicando il soffitto.

Un massiccio gruppo di stalagmiti pendeva proprio sopra il loro nemico.

-   Vale la pena tentare – assentì Ignis – Io, Prompto e Selis ci occuperemo di farglielo crollare addosso, tu e Noct finitela – aggiunse.
-   Lascia fare a noi – lo rassicurò l’Amicitia.

La Naga li osservava con i capelli che le si agitavano attorno alla testa come un nido di serpenti.

-   Ehi! –

Il deamon abbassò lo sguardo, concentrandosi su chi le stava di fronte. Prompto le ballava davanti, cercando di distrarla e di non farla muovere dalla sua posizione.
Ignis e Selenis intanto, si erano portati alle spalle del mostro puntando le proprie armi al soffitto. Quando l’alabarda e il pugnale si schiantarono sull’ammasso di roccia, quello si staccò precipitando addosso alla creatura che con un urlo ricadde al suolo.

-   Gladio, Noct! Tocca a voi! – gli diede il via la ragazza.

I due amici, in perfetta sincronia, si lanciarono contro la Naga colpendola nella zona delicata alla base del cranio. Il deamon cacciò un altro urlo spaventoso mentre le sue spire si contraevano per poi giacere immobili.

-   Siamo sicuri che è finita? – domandò Prompto.
-   Mhh, direi di sì – rispose Selenis avvicinandosi al mostro.

Proprio in quell’istante, la testa del deamon scattò in avanti e i suoi occhi bianchi si posarono sulla ragazza. La principessa perse il contatto con la realtà, e il suo campo visivo venne riempito di luce. In lontananza, la figura minuta di un bambino le correva incontro a braccia spalancate, e seppure completamente sfocato, la principessa era sicura che sul suo viso ci fosse un gran sorriso.

-   Ridatemi.. il mio bambino –

Selenis tornò di botto alla realtà, in tempo per vedere il grosso corpo della Naga svanire in una miriade di frammenti di cristallo nero.

-   Stai bene? –

Prompto le fu accanto.

-   Sì – rispose incerta la ragazza.
-   Di cosa stava parlando? – chiese Ignis.
-   Non ne ho idea... – rispose Noctis prendendo fiato.
-   Qualcosa a proposito del suo “piccolo” – disse Gladio.
-   Penso di averlo appena visto…- asserì Selenis guadagnandosi un’occhiata stupita da parte dei suoi amici.
-   In che senso? – s’informò Ignis.
-   Una delle mie solite visioni, c’era un bambino che mi correva incontro – spiegò la ragazza.
-   Un bambino bambino? – domandò scettico Prompto.
-   Sì.. –
-   Prima, quando hai sentito la voce del deamon hai detto che non era la prima volta, giusto? – la interrogò Gladio.
-   Avevo già sentito qualcosa di simile, poco prima di scontrarci contro il Mindflayer nella grotta dove Noct ha recuperato una delle spade – raccontò – una voce ha chiesto aiuto –
-   Cioè i deamon ci stanno chiedendo aiuto? – disse Noctis piuttosto perplesso.
-   Non saprei..- ammise Selenis – è piuttosto complicato –
-   E assurdo oserei aggiungere – commentò Gladio.
-   Avremo modo di appurare la questione, immagino – soggiunse Ignis – ma per ora consiglierei di proseguire, non credo manchi molto –
-   Hai ragione – assentì la principessa.

Come affermato da Ignis, non ci volle molto per raggiungere la loro destinazione.
Il cunicolo imboccato dopo lo scontro, li condusse in una parte di caverna molto più piccola e ricca di vegetazione.
Il terreno e i muri erano coperti di muschio e lo spazio era occupato da diverse piante, cresciute grazie all’acqua filtrata e alla luce che proveniva da un’apertura su soffitto.
In fondo alla piccola grotta c’era una pietra che si protendeva verso l’alto, ramificandosi in più punti in un modo che ricordava molto il profilo di un fulmine.

-   Ok, ci siamo – disse Noctis, avvicinandosi alla pietra e allungando una mano verso di essa.

Quando la sua mano si posò sulla superficie, questa si illuminò, e un secondo dopo un fulmine ne colpì la cima.

-   Noct! – gridò Prompto spaventato.
-   Aspetta! – lo fermò Selenis alzando un braccio.

Lampi violetti percorrevano tutta la stanza senza però arrecare alcun danno. Noctis appariva illeso, con i capelli scompigliati dal vento e dall’elettricità.
Quando tornò la calma, il principe si girò verso di loro, osservandosi il palmo della mano mentre i suoi occhi brillavano di una luce vermiglia.

-   Hai visto qualcosa? – gli domandò la cugina.
-   Sì, Luna – rispose lui – L’ho vista mentre intercedeva presso Ramuh –
-   Mi aspettavo più tuoni e fulmini onestamente – commentò sollevato Prompto.
-   A quanto pare alcuni dei sono più amichevoli di altri – replicò Gladio.
-   Ma non tutti... – disse Noctis – Povera Luna..-
-   Il meglio che puoi fare è consolarla di persona – lo esortò Ignis.
-   Manca solo un viaggetto in barca! – esclamò allegro il pistolero.
-   Ora, per carità, usciamo di qui vi prego! – disse Selenis.

Finalmente, ad attenderli all’esterno c’era un cielo sgombro da nubi e illuminato dal sole; ma non era l'unica cosa ad aspettarli... Sopra le loro teste infatti, passò un’areonave di proporzioni immani. Si trattava di una delle areo fortezze che facevano parte della flotta di Nifelheim: delle vere e proprie basi volanti.
Il velivolo li superò diretto verso il cuore della regione e nello stesso momento, il cellulare di Noctis prese a squillare.


-   Pronto? – rispose il ragazzo – Sì… ahi.. non te ne devi preoccupare, no, ci pensiamo noi – disse – Grazie, ci sentiamo –
-   Chi era? – chiese Gladio quando Noctis chiuse la chiamata.
-   Cindy –
-   Come?! Non puoi parlarle così freddamente! – esclamò indignato Prompto.
-   Sì che posso, l’ho appena fatto – replicò il ragazzo.
-   Aveva qualche novità degna di nota? – intervenne Ignis.
-   Tipo qualcosa sulla nostra auto – aggiunse Selenis.
-   Sì.. la Regalia è in una base nemica –
-   Oh damine... - imprecò il pistolero.
-   Ora la domanda è una sola.. – soggiunse Gladio.
-   Quando la recuperiamo? – concluse per lui Ignis.
-   Direi subito – fu la pronta risposta di Noctis.
-   Per ora è solo una congettura ma… – proseguì Ignis.
-   Quella nave doveva arrivare molto prima, vero? – disse la pirncipessa osservando l’amico.
-   Esatto... – assentì lui puntandola con l’indice – Credo che tutti questi lampi e fulmini l’abbiano rallentata, è molto probabile che sia arrivata per portare la Regalia a Nifelheim – sentenziò.
-   Meglio darci da fare – replicò Noctis adombrandosi e salendo sul suo Chocobo.

Cindy aveva lasciato loro le coordinate della base Imperiale, che fortunatamente era ad una distanza tale da poter essere coperta a dorso di pennuto.
Arrivarono al punto indicato sul fare della sera. La base si trovava sulla strada che portava a Lestallum, in mezzo a basse colline e praterie coperte di arbusti. Si estendeva per diversi chilometri di lunghezza ed era ovviamente recintata su tutti i lati da alti muri in cemento. Al centro, dov’era atterrata la fortezza mobile, una lunga antenna brillava di una luce rossiccia ed intermittente.

-   Qualche brillante idea Ignis?-

Dopo aver dato un’occhiata ai dintorni della base, il gruppo si era fermato nel vicino accampamento, che come al solito era situato su di una grande roccia coperta da iscrizione e rune benedette. Dal piccolo sopralluogo fatto, avevano capito che di sicuro non potevano gettarsi alla ricerca della loro auto senza un piano preciso. Così si erano fermati provvisoriamente lì, approfittandone anche per mangiare qualcosa.

-   Al contrario ne ho una piuttosto oscura.. – rispose il ragazzo camminando su e giù davanti ai suoi compagni – In un assalto frontale saremmo vulnerabili – proseguì – ma se agiamo con il favore della notte, potremmo riuscire a infiltrarci senza dare nell’occhio – spiegò.
-   E per entrare come facciamo? – domandò Noctis.
-   Ho individuato un punto da cui potremo accedere, sulla fiancata ovest della fortezza – rispose il ragazzo.
-   Sì, ma non sappiamo ancora dov’è la Regalia – intervenne Gladio finendo di bere il resto della zuppa che Ignis aveva preparato.
-   È nella sezione più interna della base – intervenne Selenis – Beh? Che c’è? – chiese quando vide le facce dei suoi amici – C’era una torretta sguarnita e ho pensato di proiettarmici per dare un’occhiata dall’alto – spiegò facendo spallucce.
-   Spero che il rischio sia almeno valso a qualcosa – la rimbeccò l’Amicitia con un’occhiataccia.
-   Certo..- replicò lei con sguardo tagliente.

Poi, presi i piatti vuoti dei suoi compagni, li dispose uno vicino all’altro.

-   Queste sono le sezioni che sono riuscita a vedere – disse indicandoli – Questa è la porta principale che dà sulla strada e qui ci sono le reti che delimitano le aree, probabilmente chiuse da qualche chiave elettronica… - spiegò facendo un segno rettangolare attorno ad una ciotola – La Regalia si trova esattamente al centro di questa zona – aggiunse appoggiando nel mezzo un bicchiere.
-   La nostra entrata è questa – asserì Ignis, puntando l’indice verso il bordo di uno dei piatti – Se è come penso, dovremmo poter fare questo giro e arrivare all’auto – ragionò.
-   Allora, il principe cosa ne pensa? – interrogò Gladio l’interessato.
-   Che mi sembra un buon piano – commentò annuendo.
-   Perfetto! Andiamo a riprenderci la nostra auto! – esclamò con entusiasmo Prompto.
-   Per ora consiglierei a tutti di riposare, non appena farà buio ci muoveremo – concluse Ignis recuperando le stoviglie da lavare.

Montata la tenda che Wiz gli aveva imprestato, avendo perso la loro assieme alla Regalia, i ragazzi si rilassarono. Ignis andò a coricarsi, Noctis, Prompto e Selenis intavolarono una partita a King’s knight sui loro telefonini, mentre Gladio si sedette fuori dalla tenda a leggere.
Il ragazzo stava girando pagina, quando un paio di braccia si avvolsero attorno al suo collo. Il viso della principessa comparve oltre la sua spalla.

-   Già finito di giocare? – le chiese guardandola con la coda dell’occhio.
-   Da quando ho trovato il personaggio speciale da cinque stelle credo che se la siano presa un pochino – sogghignò la ragazza socchiudendo gli occhi per guardare le fiamme del falò – Tu cosa leggi? –
-   Un libro sull’origine di Duscae, lo vendevano all’emporio di Wiz – rispose il ragazzo, poi sentendo Selenis reprimere una risata si scostò un poco per guardarla in viso – Perché ridi? – le chiese.
-   Mi ricordo quando ci hai detto che uno dei tuoi hobby era la lettura – disse la principessa – Prompto non la smetteva più di ridere e non ti ha creduto fin quando non ha visto la libreria a casa tua – raccontò.
-   Credo non se ne capaciti ancora adesso – scosse la testa Gladio.
-   Già – assentì Selenis.

La ragazza sospirò profondamente nascondendo il viso nel collo del ragazzo.

-   Ohi, tutto bene? – domandò Gladio.

La ragazza si tirò sù. Il fuoco le incendiò i capelli bianchi come la neve, mentre si chinava nuovamente per baciarlo. Gladio chiuse gli occhi, afferrando il braccio di lei e tirandola più avanti in modo da poter approfondire il bacio.

-   Mi mancavi – mormorò lei quando si staccarono.
-   Troveremo un momento anche per noi – replicò Gladio con gli occhi accessi  non dalle fiamme – Spero... - aggiunse aggrottando la fronte e facendo scoppiare a ridere Selenis per quell’espressione da bambino imbronciato.

La ragazza stava ancora ridendo quando, oltre le lingue di fuoco che si sprigionavano dal falò, vide una figura; una figura che lei conosceva bene, ma che non poteva essere lì. Selenis si raddrizzò, osservando concentrata quel punto a margine del boschetto di alberi. Qualsiasi cosa fosse stata non era più lì…
La principessa lasciò Gladio al suo libro, incamminandosi fino ad inoltrarsi tra i tronchi degli alberi.

-   Nyx? –

Non appena lo disse ad alta voce si sentì incredibilmente stupida; eppure quella figura le era sembrata appartenere proprio al suo amico..
Un rumore improvviso la fece voltare e questa volta fu quasi certa che l’ombra appena scomparsa fosse di Nyx. Con il cuore in gola si avvicinò… ma lo spazio tra gli alberi risultò vuoto..

-   Anche tu a passeggio al chiaro di luna? –

Selenis si voltò di scattò, evocando il kukri pronta a colpire. Dietro di lei, Ardyn Izunia aveva alzato le mani in segno di resa, con il suo solito sorriso stampato in faccia.

-   Che diavolo ci fai tu qui? – domandò la ragazza squadrandolo.
-   Mi godevo semplicemente la serata – rispose quello.
-   Perché continui a seguirci? – replicò Selenis.
-   Temevo che aveste bisogno di aiuto per trovare la Regalia, ma vedo che siete già riusciti a rintracciarla da soli – disse l’uomo cordiale.
-   Se ce l’avessi fatta portare dove ci hai scaricati l’ultima volta, quello sì che sarebbe stato d’aiuto – ribattè la principessa ancora con il pugnale stretto in mano.
-   Anche i cancellieri hanno i loro limiti purtroppo – commentò serafico Ardyn – Sai? Quel kukri.. penso proprio di averlo già visto in giro – aggiunse subito dopo picchiettandosi l'indice sul mento con fare pensoso.
-   Che vuoi dire? –

La ragazza lo osservò glaciale, sentendo le nocche sbiancare attorno all’impugnatura e il cuore balzarle nel petto.

-   Non era di quel giovane Kingsglave? – proseguì Ardyn agrottando le sopracciglia – Ma certo! Quello che era stato assegnato a protezione di Sua grazia Lunafreya durante la cerimonia per le firme! Nyx Ulrich mi pare – raccontò.
-   Che cosa sai? – lo aggredì Selenis.

Dal sorriso che si allargò sul viso del cancelliere, la principessa capiva benissimo che stava solo cercando di provocarla, ma ciò non toglieva il fatto che lui sapesse qualcosa sul suo amico.

-   Vista la tua reazione, immagino che tu lo conoscessi bene. – commentò l’uomo.
-   Cosa gli hai fatto?! - ruggì Selenis con gli occhi che ardevano.
-   Io? Proprio niente! - si difese Ardyn con aria innocente - E' stato l'anello dei Lucis ad ucciderlo se proprio ti interessa -
-   L’anello?! Stai mentendo! So per certo che è morto combattendo contro il generale Glauca! – esclamò Selenis.
-   Certo, ma per sconfiggerlo ha dovuto attingere al potere dell'anello che Sua Grazia Lunafreya aveva con sè - replicò il cancelliere.
-   Ma.. lui non è di stirpe reale.. – mormorò confusa la ragazza.
-   No hai ragione... ed è per questo che gli antichi Re hanno preteso in cambio la sua vita – rispose Ardyn con finto cordoglio.
-   Perché sei venuto a dirmi questo? – domandò Selenis.
-   Selis! –

La voce di Gladio irruppe nel boschetto. La principessa si voltò verso l'accampamento, poi tornò a girarsi verso Ardyn.

-   Ti stanno aspettando, sarebbe meglio non farli preoccupare Vostra Grazia – disse l'uomo, ammiccando da sotto la falda del cappello.
-   Selis! Dove sei?! –

La ragazza rimase ad osservare il volto del cancelliere, indecisa sul da farsi.

-   Non so cosa tu voglia da noi, ma non azzardarti a toccare i miei amici... – lo minacciò, prima di voltarsi e tornare di corsa da dov’era arrivata.

Incontrò Gladio al margine del bosco. Il ragazzo si stava guardando intorno con fare nervoso alla sua ricerca.

-   Che fine avevi fatto? – esclamò quando la vide.
-   Scusa pensavo di aver visto.. – la ragazza si interruppe senza sapere come spiegarsi.
-   Non importa, dobbiamo muoverci – chiuse il discorso Gladio indicando i loro compagni in attesa.
-   Sì, andiamo! –

L’incontro con Ardyn avrebbe potuto aspettare..



Campeggio dell'autrice:

Buongiorno gente!

Scusatemi, sono parecchio in ritardo con il capitolo e di fretta in questo preciso istante ^^" Devo scappare tra circa mezz'ora ma volevo assolutamente aggiornare!
Finalmente Ramuh ha concesso il suo potere a Noctis, un pò più docilmente di quanto fatto dall'Immane! Gentiana ha fatto la sua prima comparsa, mettendo in allarme la povera Selenis... a chi o cosa mai si sarà riferita la messaggera?
Come se non bastasse ci si mettono pure i Deamon parlanti e l'apparizione di Ardyn, che come al solito si diverte a giocare con il prossimo e a installare milioni di dubbi! Per quale motivo avrà provocato così la principessa?
Spero che il breve momento Selenis/Gladio sia stato apprezzato! Non vedo l'ora di poter approfondire anche la loro relazione ^^
Sparso nel capitolo c'è un piccolo cameo di Kingdom Hearts, sicuramente lo avrete scoperto ;)
Ora perdonatemi ancora ma devo proprio scappare!!!
Grazie mille a tutti i miei Lettori e la mia puntuale recensista (altro che me!) <3

A venerdì prossimo!
Marta

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Capitolo 23
*** 22. Recupero notturno ***


22


-    Dobbiamo davvero entrare qui dentro?! Siamo seri?! –

L'esclamazione a mezza voce di Prompto aveva un suo fondamento, ed era del tutto lecito nutrire qualche perplessità.
Il gruppo di amici aveva infatti raggiunto l’ingresso secondario della fortezza, che veniva utilizzato per far passare i camion di rifornimento.
La notte era ormai alta, e con il favore dell’oscurità i cinque ragazzi si erano appostati appena fuori dal cancello. A presidiare il passaggio c'erano solo
un paio di guardie, ma molte altre erano passate di lì, facendo ben intendere che la base fosse tutto tranne che sguarnita.

-    Ricordate che il nostro obiettivo è la Regalia – disse Ignis – non possiamo affrontare un’intera guarnigione. Dobbiamo evitare ad ogni costo di essere scoperti – si raccomandò.
-    In sostanza, entriamo ed usciamo prima che faccia giorno – sintetizzò Gladio per il bene comune.
-    Esatto. – assentì l'amico – Anche se questo dovesse voler dire non completare la missione, dobbiamo ritirarci prima di diventare ospiti indesiderati –
-    Non succederà – replicò Selenis.

Guidato da Ignis, il gruppo si spostò tra i container metallici per arrivare il più possibile vicino alla porta. I due soldati di guardia facevano la ronda, spostandosi avanti e indietro con i fucili imbracciati.

-    È il vostro turno. – disse il ragazzo rivolgendosi a Noctis e Selenis – Al mio segnale.... Per ora mantenete le posizioni –

La principessa si preparò, aspettando che il loro amico desse il via libera. Le guardie passarono lentamente davanti al loro nascondiglio; una diede loro le spalle e l’altra proseguì lungo la strada.

-    Adesso! –

Noctis scomparve, riapparendo dietro il primo soldato ed eliminandolo all'istante. La ragazza, che era subito dietro di lui, svoltò invece l’angolo e si proiettò verso l’altra guardia. Il suo pugnale si conficcò, preciso e letale, alla base del cranio, facendo crollare l’avversario senza il minimo rumore.
Una volta liberata la strada, i ragazzi guadagnarono l’ingresso alla fortezza.
La base era illuminata a giorno ed ingombra di silos, scatole e altri container che con tutta probabilità contenevano armi e provviste per la guarnigione.
Verso il centro, dove doveva trovarsi la loro macchina, un’altissima antenna sprigionava una luce rossa ben visibile contro il cielo scuro.

-    Evitiamo i fari, per di qua. – li guidò Ignis attraverso il dedalo di container.

Avanzando si resero conto che le forze spiegate dal nemico non si limitavano solo alla fanteria Magitek, ma comprendevano anche un buon numero di blindati e qualche soldato d'èlite.

-    Sbaglio o mi sembrano tutti più potenti del solito? – commentò Prompto.
-    È per via del generatore Magitek – spiegò Ignis accennando all’antenna.
-    Allora dovremmo distruggerla, ci eviteremmo un sacco di fatica – suggerì Gladio.
-    Il rischio è troppo alto, la nostra priorità è la Regalia – replicò Ignis.
-    Guardate, deve essere il nostro cancello –

Noctis, inginocchiato dietro alcuni bidoni di latta, indicò un passaggio chiuso da un’inferriata elettrica; davanti ad esso passeggiavano altre guardie.

-    Eh tocca di nuovo a noi –

Selenis offrì il pugno chiuso al cugino che battè le nocche contro le sue. Qualche minuto dopo, i nemici erano a terra e il gruppo aveva guadagnato l’accesso al blocco seguente. Una volta superato un grosso magazzino pieno di blindati senza pilota, i cinque ragazzi raggiunsero lo spiazzo dove la loro macchina faceva bella mostra di sé.

-    Eccola lì, la nostra piccolina – disse Noctis sollevato avvicinandosi.
-    Sembra che il soggiorno nelle mani dell’Impero non l’abbia danneggiata – constatò Ignis.
-    Non vi sembra che sia andato tutto troppo liscio? – osservò Selenis, reprimendo un brivido al ricordo del suo incontro con il cancelliere.
-    Non hai detto che ero io quello pessimista? – la rimbeccò Gladio.
-    Emh.. ragazzi? –

L'intonazione usata da Prompto già non prometteva nulla di buono, e quando i suoi amici si girarono per vedere chi stesse arrivando, quel pensiero si trasformò in certezza.

-    Da quanto tempo Noctis. –

Il ragazzo appena sopraggiunto vestiva abiti militari bianchi della foggia di Tenebrae. Gli occhi color ghiaccio, si sposavano bene con i capelli chiari e la carnagione pallida. Nella mano destra reggeva un lungo stocco appuntito mentre il braccio sinistro, completamente meccanizzato, terminava con dita artigliate.

-    Ravus! – esclamò il principe sorpreso.
-    Ravus... – gli fece eco Selenis indurendo lo sguardo.

Al pari della sorella
erano anni che non lo vedeva

-    Selenis, è un piacere anche per me – replicò il ragazzo con un sorriso di scherno avvicinandosi ulteriormente – Hai ottenuto la benedizione del tonante – asserì subito dopo tornando a rivolgersi a Noctis – ma non hai idea di cosa comporti… - aggiunse, sollevando la spada e puntandola alla gola del giovane.

Questa mossa fece immediatamente scattare Gladio, che si fece avanti per proteggere l'amico. Ravus però, con un movimento del polso, voltò la lama di piatto, indirizzandola al collo dell’Amicitia. Selenis, che si trovava al loro fianco, alzò di scatto la mano afferrando la spada.

-    Selis! – esclamò Prompto.
-    Fermi tutti. –

Ravus alzò la mano bionica, bloccando così Ignis sul punto di intervenire.

-    Quale spirito di sacrificio.. – sogghignò il giovane premendo la lama affilata contro il palmo della ragazza.
-    Anche tu devi aver sacrificato molto per ridurti così – replicò lei per niente intimorita, mentre un rivolo di sangue le colava sul polso.
-    Sicuramente più di voi che seguite l’erede di una corona senza regno – ribattè il ragazzo – Ammirate lo splendore e la gloria. Salutiamo il re prescelto. – li derise.
-    Ti dai parecchie arie per essere un sorcio dell’Impero, un servo del nemico che da la caccia a Luna! – lo aggredì Noctis.

La reazione di Ravus non si fece attendere e, abbassata la spada, il giovane afferrò con la mano sinistra il collo del principe.

-    Non sono il servo di nessuno, sono il comandante! – esclamò incollerito spingendolo via.
-    Perché sei cambiato così tanto Ravus?! Dov’è finito il bambino gentile e premuroso che conoscevo?! – domandò Selenis tenendosi la mano ferita.
-    Poni alla persona sbagliata le tue domande – rispose tra i denti il ragazzo facendosi di nuovo avanti.

Gladio però si intromise nuovamente parandoglisi davanti.

-    Il fedele scudo del re.. - rise Ravus.

-    Puoi scommetterci! – replicò l’Amicitia con tono di sfida.
-    Gli scudi deboli non proteggono... – il comandante Imperiale alzò la propria spada.

Quando calò il colpo, Gladio era già pronto a riceverlo con il proprio spadone.
Successe però una cosa che nessuno di loro si sarebbe mai aspettato... nonostante l'Amicitia facesse leva con entrambe le braccia sul piatto della sua spada e il suo nemico stesse impugnando la propria con una sola mano, stava inesorabilmente perdendo terreno. Il ragazzo riuscì a deviare il colpo solo all’ultimo e con molta fatica. Ravus allora lo colpì alla stomaco, facendolo andare a sbattere violentemente contro la Regalia.

-    Gladio! – esclamarono all’unisono Noctis e Selenis.

La principessa si precipitò ad aiutare il ragazzo assieme a Prompto. L’Amicitia scivolò in ginocchio, sbuffando per lo sforzo e per il dolore. Era impossibile che qualcuno lo avesse sconfitto così facilmente, era impossibile e soprattutto innaturale.

-    Vuoi lo scontro? Ci sto! – asserì intanto Noctis evocando le proprie armi ancestrali.
-    Se il prescelto muore, era destino... – replicò Ravus.

La battaglia sembrava inevitabile, ma la comparsa di un altro personaggio la interruppe al suo inizio.

-    Direi che può bastare – disse Ardyn sopraggiungendo – Serve una mano altezza? – domandò cordiale.
-    Non da te. – sbottò il principe.
-    Oh, è un vero peccato! Perché come ho detto poche ore fa anche alla principessa, io sono qui per aiutarti – replicò amabile.

Gladio guardò Selenis confuso mentre lei lo aiutava a rimettersi in piedi. La giovane scosse lievemente la testa: non era il momento delle spiegazioni.

-    E come vorresti farlo? – domandò Ignis.
-    Ritirando l’esercito – rispose il cancelliere facendo un ampio gesto con il braccio.

A causa del momento concitato, il gruppo non si era accorto che intorno a loro si era radunata più o meno tutta la base. I soldati Magitek, con i fucili puntati su di loro, erano pronti a fare fuoco al minimo cenno.

-    Ti aspetti che ti crediamo? – ribattè Gladio con il respiro ancora spezzato.
-    La prossima volta che ci vedremo sarà oltre mare – rispose Ardyn ignorandolo – Guarda caso anche noi abbiamo alcune faccende in sospeso con la divinità del luogo… non è così? – chiese rivolto a Ravus che sostava immobile dandogli le spalle – Addio maestà e buon viaggio – si accomiatò facendo un gesto della mano rivolto al comandante.

Poi, entrambi si voltarono lasciandoli con la Regalia. L’esercito e i blindati si ritirarono e la strada fu sgombrata per il loro passaggio.

-    Voi ragazzi lo conoscete? – domandò Prompto riferendosi a Ravus.
-    Ravus Nox Fleuret, primogenito della casata di Tenebrae e..-
-    Fratello di Luna – concluse Selenis per Ignis – Forza usciamo di qui, devo dare un’occhiata a Gladio – asserì stancamente aprendo la portiera dell’auto.
-    E darci qualche spiegazione – aggiunse l’Amicitia.
-    Certo – asserì la principessa.

**

Mezz'ora dopo.

-    Mi sembra tutto a posto, probabilmente l'ematoma peggiorerà ma non è niente di che –

Selenis girò attorno a Gladio, mentre l'Amicitia si rimetteva la maglietta, coprendo il torace che si stava rapidamente facendo livido.
I cinque ragazzi erano usciti dalla fortezza tranquillamente, così come Ardyn gli aveva promesso. Era stato strano, e a tratti inquietanti, procedere con la Regalia in mezzo a quel brulicare di Imperiali che non avevano mosso un muscolo al loro passaggio. Avevano tirato un sospiro di sollievo, solo una volta raggiunto l’accampamento lasciato intatto per il ritorno.

-    Dove hai incontrato il cancelliere? – le chiese alla fine Ignis quando tornò a sedersi dopo aver distribuito caffè a tutti quanti.
-    Là, in quel boschetto – rispose lei con un cenno del capo.
-    Per quello non rispondevi quanto ti ho chiamato? – domandò Gladio.

La rabbia trattenuta era quasi palpabile nel suo tono.

-    Io.. mi era sembrato di vedere.. – Selenis non sapeva come giustificarsi senza risultare una perfetta imbecille agli occhi di tutti – Mi era sembrato di vedere Nyx fra gli alberi – confessò alla fine con un sospiro – Lo so che sono stata una stupida – aggiunse anticipando le parole di Gladio – ma.. se fosse capitato a voi, con qualcuno che avete perso, non avreste provato l’impulso di controllare? – disse abbassando gli occhi sul fuoco.
-    Cos’è successo dopo? – intervenne Noctis, il profilo illuminato dalle fiamme.
-    Ovviamente Nyx non c’era – rispose Selenis con una smorfia – però ho incontrato Ardyn –
-    Cosa diavolo ci faceva lì a quell’ora? – saltò su Prompto.
-    Sembra quasi che ti aspettasse – commentò Ignis con gli occhi nascosti dal riverbero degli occhiali.
-    Penso fosse così – concordò la principessa – Ha iniziato a parlarmi di Nyx... mi ha detto che era stato assegnato alla guardia personale di Luna durante i festeggiamenti per la firma del trattato – raccontò alzando lo sguardo su Noctis che lo ricambiò stupito – e che è stato lui a sconfiggere Drautos con il potere dell’anello dei Lucis –

A quel punto tutti e quattro i suoi compagni la guardarono stupefatti.

-    Non è possibile... non appartiene alla casata... – replicò Ignis perplesso – L’anello avrebbe dovuto ucciderlo –
-    E così è stato. – asserì Selenis – Da quanto mi ha detto, in cambio del loro potere hanno reclamato la sua vita – spiegò con un nodo alla gola al solo pensiero.

Un silenzio pesante calò sulla compagnia. Quella storia era incredibile…

-    Ha portato a termine il suo compito –

Selenis si voltò verso Gladio che la stava fissando oltre il falò.

-    Ha protetto Lunafreya e sconfitto il nemico, dovresti essere orgogliosa di lui. – disse.
-    Lo sono – mormorò Selenis sollevando appena gli angoli della bocca.
-    Ciò non spiega come mai Ardyn sia venuto a dirtelo – commentò Ignis.
-    Magari per farle una cortesia? – buttò lì Prompto.
-    Credo che ci sia piuttosto un secondo fine... anche se è noto solo a lui – ribattè Noctis con la bocca appoggiata sulle mani intrecciate.
-    Quale che sia non.. -

La principessa si interruppe a metà della frase. Una delle sue visioni l’aggredì all'improvviso; vide la piazza di Lestallum, quella di fronte al Leville. Sembrava tutto tranquillo, ma c’era qualcosa di strano…
Selenis abbassò lo sguardo ai suoi piedi e vide un rigagnolo di sangue lambirle le scarpe. Poco più avanti, la pozza dal quale proveniva si stava allargando sempre di più attorno ad un corpo accasciato al suolo. Prima che potesse identificare la figura, qualcuno iniziò ad urlare strappandola da quella realtà.


-    Nooo!! –
-    Selis! Ohi! –

La principessa si sentì scuotere violentemente, accorgendosi di essere lei stessa a gridare. Gladio la teneva per le spalle.

-    Dobbiamo tornare a Lestallum! – esclamò la ragazza con il fiato corto e il cuore a mille – Subito! –



Campeggio dell'autrice:

Ben ritrovati ragazzi!

Come forse avete potuto intuire non riesco più a postare di venerdì, per cui l'aggiornamento slitterà il sabato o la domenica. Mi scuso per questa dilazione, ma ho cambiato orario lavorativo e ho decisamente meno tempo rispetto a prima!
Passando al capitolo so che è puramente transitorio e che non si è discostato molto dalla trama pincipale, ma mi farò perdonare, promesso!
Credo sia abbastanza chiaro a chi la visione avuta da Selis faccia riferimento... ma ne sapremo di più nel prossimo capitolo!
Perdonatemi ancora per la brevità di questo spazio; avevo dimenticato quanto la vita può essere frenetica ^^"
Grazie a tutti i Lettori e a chi recensisce!!

Un grande abbraccio,
Marta

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Capitolo 24
*** 23. A Jared! ***


23


Lestallum li accolse esattamente come l’avevano lasciata giorni prima. Il sole battente accendeva i colori della case e il profumo di spezie invadeva l’aria dei vicoli.
I turisti continuavano ad essere numerosi, allegri e curiosi; solo nei visi dei residenti si poteva notare un sottile cambiamento... qualcosa di impercettibile, ma che riusciva ad oscurare la routine quotidiana.
Durante il viaggio di ritorno, Gladio aveva cercato di contattare sua sorella per avere notizie, senza però riuscirci. Questo non aveva fatto altro che aumentare il clima teso del gruppo. L'Amicitia non aveva praticamente aperto bocca per tutto il tragitto, restando seduto in una posa rigida e nervosa. Quindi, non appena ebbero parcheggiato la Regalia alla stazione di servizio, corsero letteralmente alla volta del Leville.
Non appena raggiunsero la piazza antistante l'hotel, a Selenis vennero i brividi. La visione che aveva avuto era stata così vivida che quasi si aspettava di trovare del sangue vicino alla fontana.
Fortunatamente però, quando varcarono le porte dell’albergo, trovarono Iris seduta sui divanetti della hall. La ragazza non appena li vide scattò in piedi, il viso segnato dagli eventi recenti.

-    Gladio! – esclamò con voce rotta andandogli incontro.
-    Cos’è successo? – domandò preoccupato il ragazzo dopo averla abbracciata.
-    Mi dispiace, non sono mai riuscita ad arrivare a Caem! – rispose – Sono venuti gli Imperiali mentre voi eravate via… - spiegò agitata.
-    Saliamo di sopra a parlarne, è meglio – suggerì Ignis.

Il gruppo si spostò quindi nella camera della ragazzina,
dalle cui imposte aperte entrava il trambusto di una normale giornata fatta di lavoro e compere; solo che non per tutti era così…

-    Raccontaci – esordì Noctis guardando Iris seduta davanti a lui.
-    Non abbiamo detto niente Noct! Ma sono arrivati all’improvviso e poi Jared… una tragedia! – raccontò senza riuscire a sollevare lo sguardo da terra.

Un senso di orrore percorse l’intera stanza all’udire quelle parole.

-    Cosa intendi? Cos’è successo a Jared? – chiese Gladio.
-    Non abbiamo potuto fare niente! – esclamò Iris con le lacrime agli occhi.

Selenis le si avvicinò, inginocchiandolesi davanti e appoggiando le proprie mani su quelle contratte di lei. In quel momento, con un scatto e un cigolio, la porta della camera si aprì leggermente. Fuori da essa comparve Talcott, la testa china e le spalle scosse da singhiozzi.

-    Non è giusto, avremmo dovuto essere qui – gli disse Noctis chinandosi verso di lui.
-    Non.. non ho potuto fermarli... – pianse il bambino.
-    Non lascerò che l’Impero la passi liscia, pagheranno per quello che hanno fatto. Te lo prometto! – asserì il ragazzo.
-    Io credo in te principe Noctis – replicò Talcott prima di voltarsi e andare via.

Se la notizia della morte di Jared aveva sconvolto i loro animi, vedere suo nipote in quelle condizioni fece ancora più male. Per colpa di Nifelheim non aveva più nessuno e una parte della sua infanzia era stata spazzata via inesorabilmente…

-    Prendo Talcott e andrò a Caem – disse dopo un attimo di silenzio Iris – Non possiamo stare qui senza fare nulla! – aggiunse alzando lo sguardo sul fratello.

Poi le emozioni presero il sopravvento e Iris scoppiò a piangere, appoggiandosi alla spalla di Selenis che l’avvolse in un abbraccio.
Sentirla tremare a quel modo, lei, sempre solare e allegra, era terribile. Tutto in quel momento appariva distante, perfino il vociare allegro della gente in strada.

-    Capisco – assentì Noctis.

Non c'era altra scelta ormai.. non era più possibile restare immobili senza provare a cambiare qualcosa. L’Impero si era preso la loro casa, il trono e la loro vita, e continuava a mietere vittime tra coloro che non centravano niente in tutta quella follia.
Iris pianse a lungo, il sole calò all’orizzonte e un altro giorno finì. Selenis alla fine lasciò la ragazzina in camera, addormentata, e tornò dai suoi amici.
Quando fece il suo ingresso, quattro teste si voltarono verso di lei.

-    Come sta? – chiese Prompto.
-    Adesso dorme, ma non sarà facile da dimenticare... - rispose addolorata la ragazza.
-    Gli Imperiali non hanno alcun riguardo, per nessuno. – commentò Gladio a denti stretti.
-    Iris ha ragione, dobbiamo muoverci – asserì Ignis porgendo a Selenis un bicchiere di acqua fresca.
-    Dobbiamo raggiungere l’attracco di Caem – concordò Noctis seduto sulla poltrona con gli avambracci appoggiati alle ginocchia – Dobbiamo partire al più presto per Altissia –
-    Siamo sicuri che lo yacht funzioni ancora? – chiese la principessa facendo ruotare in mano il bicchiere ormai vuoto.
-    Cid e Cindy si stanno già dirigendo a Caem per dargli un'occhiata e occuparsi di eventuali riparazioni – rispose Gladio – Ci ha pensato Jared a chiamarli – aggiunse interpretando lo sguardo interrogativo della ragazza.
-    Monica e Dustin sono arrivati un paio di ore fa – disse Ignis – Porteranno con loro Talcott al faro – spiegò.
-    Non ci resta che metterci in moto allora – affermò Selenis sedendosi davanti al basso tavolino di mogano.
-    Sarebbe meglio aspettare ancora qualche giorno, giusto per riordinare le idee e valutare come muoverci – replicò Ignis accavallando le gambe – Ho chiamato il generale Cor per farci dare le posizioni di alcuni santuari dei dintorni – spiegò – Noctis deve acquisire tutto il potere che gli è possibile –
-    Grande Iggy! - esultò Prompto - Stai tranquilla Selis, con i tuoi “poteri” sono sicuro che ce la caveremo in un batter d'occhio! – aggiunse fiducioso Prompto.
-    I miei poteri sono inutili! Avrei preferito non averli... – ribattè la ragazza oscurandosi.
-    Non dire così... – ribattè il pistolero – Senza di loro non avremmo mai... -
-    Che senso hanno?! – sbottò improvvisamente la principessa appoggiando il bicchiere con rabbia sul tavolo – Che senso hanno se non sono nemmeno in grado di evitare tragedie come questa?! – esclamò.

Selenis si alzò, uscendo dalla camera nel silenzio attonito dei suoi amici. Una volta fuori dall’hotel e tagliando per i vicoli secondari in modo da evitare la movida appena iniziata, la ragazza raggiunse la terrazza panoramica. Un po’ discosta dalla piazzetta frequentata dai turisti, si sedette gambe a penzoloni sul muretto. Il cielo ancora striato di rosso, si specchiava sulla faglia di Cauthess, che pareva protendersi verso le stelle come a voler creare un ponte per raggiungerle.
La ragazza non rimase sola a lungo. Una presenza le si sedette vicino, senza dire una parola e rispettando così il suo silenzio.

-    Per quale motivo ho queste visioni? – chiese all’improvviso la ragazza dopo diversi minuti – Perché mi sono stati affidati questi poteri che non so usare? Perché non potevano essere come i tuoi? – domandò tristemente guardando Noctis.
-    Vorrei poterti dare una risposta – rispose il ragazzo – ma lo sai che non c’è mai stato niente di chiaro.. - sospirò.
-    Mi sento così.. incapace – mormorò la giovane.
-    Sbagli a pensarlo – replicò il principe – tutti abbiamo i nostri limiti, non per questo vuol dire che siamo incapaci –
-    Sono talmente arrabbiata! –
-    Lo sono anche io, lo siamo tutti –

Selenis alzò lo sguardo verso il cugino, i cui occhi erano rivolti al panorama. Dietro di essi si poteva ben vedere l'amarezza per quella situazione...

-    Distruggeremo l’Impero – affermò la giovane appoggiando la mano su quella del principe.
-    Sì – rispose semplicemente lui intrecciando le proprie dita a quelle della cugina.

***

Lestallum, alcuni giorni dopo.

-    Ho già fatto il pieno! – Iris accolse sorridente i ragazzi appena sopraggiunti alla stazione di servizio.

Seguendo il consiglio di Ignis, durante i giorni successivi al loro rientro a Lestallum, il gruppo si era dedicato a scovare altre armi ancestrali, recuperandone un paio dislocate nei dintorni.
Nel frattempo, Talcott li aveva preceduti a Caem, così come Cid e Cindy. Quest’ultima aveva prima fatto una piccola deviazione per raggiungerli in città e dare un’occhiata alla Regalia dopo il suo soggiorno nella base nemica. Una volta appurato che fosse in perfette condizioni, la meccanica aveva raggiunto il nonno al faro.
La fervente attività che era seguita in quei giorni, non aveva di certo fatto dimenticare loro l’omicidio di Jared, ma aveva tenuto i cinque compagni impegnati sia mentalmente che fisicamente.

-    Grazie – rispose Gladio alla sorella che sostava davanti alla loro macchina.
-    Avanti, si parte! – esortò Prompto occupando il posto di fianco al guidatore.
-    Verso Caem – soggiunse Selenis chiudendo la visiera del casco e dando gas alla moto.

Cindy era stata così gentile da portargliela quando li aveva raggiunti, in modo che Iris potesse viaggiare comodamente assieme ai ragazzi sulla Regalia.
Partirono così alla volta di Caem. L’attracco si trovava più a sud e con tutta probabilità l’avrebbero raggiunto il giorno seguente sul far della sera. Iris in quei giorni sembrava essersi ripresa e la prospettiva di viaggiare assieme ai suoi amici l’aveva entusiasmata.

Ben presto, il gruppo si lasciò Lestallum alle spalle non senza un certo rimpianto. La gente del posto e la naturale allegria che permeava la città, non sarebbero state dimenticate tanto presto.
La strada per Caem costeggiava il profondo burrone che spaccava in due la regione. Verso ovest il cielo terso veniva oscurato da una costante nube di fumo grigio. Il vulcano Ravatogh svettava cupo e maestoso, riscaldando l'aria e invitando i più intrepidi ad avvicinarsi alle sue pendici.

-    Viaggiare sulla Regalia mi fa ricordare Insomnia – esordì Iris seduta tra Gladio e Noctis.
-    Di sicuro non è come le macchine che si vedono da questi parti – concordò Prompto.
-    È anche più spaziosa! – commentò la ragazzina – Pensate se dovessimo viaggiare in cinque, Gladio incluso, su un macinino di quelli! Ci siete mai saliti? – rise Iris.
-    Non posso dire di averlo fatto – rispose Noctis.
-    Ci starebbero a malapena i bagagli! –
-    Probabilmente avrei rinunciato al viaggio! – rise la voce di Selenis proveniente dalle casse dell’auto – O avrei girato a cavallo di Boko –
-    Deve essere meraviglioso cavalcare! – asserì Iris.
-    Io non direi.. – borbottò Gladio.
-    Andare a dorso di Chocobo ha sicuramente i suoi vantaggi, come i suoi svantaggi – rispose molto diplomaticamente Ignis.
-    Grazie di farci da autista – gli rispose la ragazzina.
-    È un piacere – replicò il giovane.
-    Sei solo tu a saper guidare? –
-    Anche io posso guidare! – esclamò subito Prompto difendendosi.
-    E anche io – intervenne Noctis.
-    Se è per questo anche io potrei, solo che odio mettermi al volante – fece eco Selenis.
-    Non è che Iggy sia l’unico che possa farlo. Però è l’unico affidabile – commentò Gladio.
-    Siete così male voi altri? – rise Iris.
-    Nemmeno per sogno! Dico bene? – replicò Noctis interpellando in suo aiuto Prompto.
-    Giusto! Ma il ragazzone non vuole certo rischiare quando c’è la sua sorellina a bordo – si giustificò il pistolero.
-    Oddio.. io ricordo un paio di episodi che mi farebbero riflettere a lungo prima di lasciarvi liberi alla guida – fece notare la principessa procedendo davanti a loro – Credo che Iggy se li ricordi bene – sogghignò.
-    Temo di sì... – replicò funereo il ragazzo.
-    Di quali episodi parlate? – domandò curiosa la piccola Amicitia.
-    Ehi! Possiamo glissare su questo? – corse ai ripari Noctis.
-    Eh no! Adesso voglio saperlo! – protestò Iris.
-    Quando Noct e Prompto avevano appena preso la pat..-
-    Brutte notizie ragazzi! – esclamò all’improvviso il pistolero, interrompendo la ragazza e puntando l’indice verso il cielo.

La sua frase fu accompagnata dal rombo di un motore Magitek.
Sopra di loro un'enorme areonave li superò dirigendosi verso sud est.

-    Oh perfetto… un’altra fortezza aerea – borbottò Gladio infastidito.
-    Sarà meglio fermarci – propose Ignis.
-    Dovremo essere quasi alla vecchia Lestallum – affermò Selenis piegandosi per affrontare una curva.
-    Noct.. – mormorò Iris con tono apprensivo.
-    Stai tranquilla, è tutto sotto controllo – la rassicurò il ragazzo.

La cittadina era estremamente piccola, c’erano giusto un paio di negozi, un Crow’s Nest e un motel.
Una volta parcheggiata la Regalia davanti alla pompa di benzina, il gruppo scese e si riunì.

-    Hai intenzione di intervenire? – chiese Ignis rivolgendosi al principe.
-    Voglio rendere giustizia a Jared – rispose il ragazzo con sguardo deciso.
-    E anche a Talcott – affermò Prompto.
-    Iris, tu aspetta qui – disse allora Gladio alla sorella.
-    Va bene.. – rispose la ragazzina.

Selenis la osservò. Da come si tormentava le mani era chiaro che non fosse affatto tranquilla nonostante le rassicurazioni date. Era logico d’altronde.. l’assalto Imperiale a Lestallum era successo solo pochi giorni prima.

-    Ragazzi, pensate di cavarvela in quattro? – domandò passandosi il casco sotto braccio.
-    Sì, certo – rispose Ignis, alternando lo sguardo da lei alla ragazzina.
-    Allora io resto qui con Iris – asserì la principessa.
-    Mi sembra una buona idea – concordò Noctis.
-    Ma... siete sicuri? Io me la posso cavare tranquillamente! – protestò l'Amicitia.
-    Assolutamente! – esclamò Prompto con un gran sorriso.
-    Allora te l’affido – disse Gladio.
-    Certo! E voi prendete a calci gli Imperiali anche da parte mia – gli strizzò l’occhio Selenis.
-    Contaci! – affermò il principe.

Le due ragazze li guardarono risalire sulla Regalia, che si diresse verso la fortezza atterrata a qualche chilometro di distanza.

***

Vecchia Lestallum, diverse ore dopo.

-    Sei sicura che possiamo stare qui? –

Iris raggiunse titubante l'amica, seduta a cavalcioni dell’impalcatura che sosteneva la grande scritta al neon che sormontava il motel.

-    Certo! Dai siediti – la rassicurò battendo la mano vicino a sè.
-    Ti facevo più simile a Ignis e meno ribelle – commentò con un sorriso Iris prendendo posto.
-    Alla tua età ne ho fatte di cotte e di crude assieme a Noct! – rise Selenis – Patatine? – chiese porgendole il cestino fumante.
-    Oh grazie! – accettò la ragazzina prendendone un paio tra le dita.

Avevano passato il resto della mattinata girando nei negozietti della cittadina, per poi concedersi un lauto pranzo al Crow’s Nest. Nel pomeriggio erano andate ad affittare una stanza al motel e avevano impiegato il loro tempo parlando e giocando un po’ a carte.
Selenis aveva fatto di tutto per farle pensare il meno possibile a come stessero i loro amici, ma ormai il tramonto colorava di rosso il cielo e la preoccupazione iniziava a farsi più insistente.

-    Saresti dovuta andare con loro... – disse infatti Iris dopo un momento di silenzio.
-    Quei quattro se la sanno cavare anche da soli, credimi – replicò Selenis leccandosi via il sale dalle dita – Se non fossi stata più che sicura di ciò non li avrei lasciati andare – le assicurò.
-    Vorrei essere forte come te.. – replicò la ragazzina appoggiando il mento sul palmo della mano.
-    Ma io non sono forte per niente! – rise Selenis.
-    Come sarebbe a dire?! Sai combattere benissimo! Sei perfino entrata nei Kingsglave! – ribattè l’Amicitia.
-    E sono anche piena di insicurezze e di timori – le fece notare la principessa – così come lo sono anche gli altri, tuo fratello compreso – aggiunse.
-    Mh..- brontolò Iris per nulla convinta.
-    Sai perché sono arrivata fin qui? – le domandò allora la giovane.
-    Perché? –
-    Perché ci sono i miei amici assieme a me – rispose la ragazza guardando seriamente Iris – Da sola sono debole, sono loro a darmi la forza necessaria – asserì – Non è forse lo stesso anche per te? –

Iris abbandonò lo sguardo di Selenis per mettersi ad osservare l’orizzonte infuocato. La sua amica aveva ragione… quando era assieme a loro le sembrava di poter fare qualsiasi cosa e che nulla potesse nuocerle.

-    Sì, credo che tu abbia ragione! – ammise alla fine con un sorriso.
-    Vedrai che torneranno presto – disse Selenis sicura di sé.
-    Sì – concordò Iris.
-    Ti ho mai detto che tuo fratello mi ha confessato i suoi sentimenti durante una sessione di allenamento? – buttò lì la principessa dopo un attimo.
-    Che cosa?!!! – saltò su l’Amicitia – Durante un allenamento?? –
-    Già, ero finalmente riuscita a metterlo in difficoltà e credo ne abbia approfittato per distrarmi – rispose la ragazza pensandoci su.

Iris stava per dare voce alle sue proteste, quando il suono di un ben noto clacson la interruppe. La Regalia svoltò in direzione del Motel, parcheggiandosi nuovamente davanti alla pompa di benzina. I quattro ragazzi fortunatamente sembravano tutti interi e in perfetta salute.

-    Ehi! Che ci fate lassù? – le salutò Gladio.
-    Come diavolo hai potuto dichiararti durante un allenamento?! – lo aggredì la sorella.

Il ragazzo rimase congelato sul posto, con la mano ancora sollevata in segno di saluto.

-    Ahi, ahi… - commentò Noctis, mollandogli una pacca sulla spalla mentre si dirigeva verso l’ingresso del motel.
-    Povero Gladio... – disse sconsolato Prompto.
-    Mai lasciare sole due donne – gli fece eco Ignis.
-    Lasciatevi dire che siete tutti molto simpatici… - borbottò l’Amicitia seguendoli.


-    Allora? Com’è andata? –

Il gruppo, riunito nella stanza affittata dalle ragazze, si rifocillava con una bella caraffa di succo d’arancia ghiacciato e qualcosa da mettere sotto i denti.

-    Bene ma non benissimo – rispose Noctis.
-    Eravamo riusciti a mettere le mani sul comandante Caligo, ma quando l’ho consegnato ai cacciatori è riuscito a scappare – spiegò Ignis.
-    È stato lui che ha…- domandò Iris lasciando la frase in sospeso.
-    Da quello che abbiamo scoperto sì.. – disse Gladio.
-    Avremo modo di rifarci – commentò Selenis.
-    Intanto siamo riusciti a distruggere il dispositivo che alimentava la fortezza; ora è del tutto inutile – raccontò Noctis.
-    Questa è un’ottima cosa – esultò Iris.
-    Lo è stato un pò meno incontrare quella tizia... – disse Prompto.
-    Quale tizia? –
-    Aranea.. sembra che sia a capo di qualche reparto Imperiale – rispose Gladio.
-    Aranea Highwind? Quella Aranea? – chiese stupita Selenis.
-    Tu la conosci? – domandò Ignis.
-    Certo! Era piuttosto famosa tra i Kingsglave… - rispose la principessa – E' una mercenaria; ha fatto la sua comparsa un paio di anni fa tra le fila di Nifelheim, dando non pochi grattacapi – raccontò – E' una tosta – 
-    Di quello ce n’eravamo accorti – replicò Prompto grattandosi la nuca.
-    L’importante è che siate tornati sani e salvi – asserì Iris.
-    A tal proposito proporrei un brindisi – propose Selenis alzando il proprio bicchiere di aranciata – A Jared! – disse.

L’intera compagnia sorrise, imitando il gesto della ragazza.

-    A Jared – risposero in coro.



Campeggio dell'autrice:

Buonsalve!

La frittata è stata fatta e gli Imperiali hanno raggiunto Lestallum in cerca di Noctis, rivalendosi invece sul povero Jared. Mi sono sempre chiesta se ci fosse stato un motivo specifico per la sua uccisione, ma alla fine ho capito che è stato un semplice atto di crudeltà, aggravato dal fatto che Talcott fosse presente.
Selenis giustamente mette in dubbio l'utilità dei suoi poteri, che fino ad adesso non sono riusciti a salvare nessuno... ma ancora non sa quale forza stia celando dentro di sè...
Ho preferito staccarmi dalla trama principale, lasciando la principessa assieme ad Iris mentre gli altri ragazzi andavano ad occuparsi della fortezza Imperiale. Avevo voglia di cambiare un pò e di approfittarne per concentrarmi sul rapporto tra le due ragazze, visto che al tempo di Insomnia non l'ho descritto.
La prossima settimana sarò alla Milan Games Week, per cui sarà molto probabile che l'aggiornamento avvenga di domenica! Spero di riuscire a mettere le mani sulla postazione gaming di Dissidia NT e di ricredermi su quanto giocato durante la beta. Perchè onestamente questo titolo per ora mi sta un pò deludendo e le notizie arrivate dal TGS non mi confortano di certo ^^"
Un sentito ringraziamento a tutti i Lettori e a chi commenta ;)

Alla prossima!
Marta

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Capitolo 25
*** 24. Deamon al chiaro di luna ***




Il giorno seguente, il gruppo di amici si rimise in marcia; Caem era ormai prossima, ma lungo la strada la foresta di Malmalam costrinse loro a fare una piccola deviazione. Giravano infatti alcune voci su quel posto, molte delle quali parlavano di un santuario nascosto nelle profondità del bosco. A riprova di ciò, non appena furono nei suoi pressi, l’anello di Selenis iniziò a vibrare con forza.
La visita alla foresta fu piuttosto impegnativa; la fittissima vegetazione che vi era cresciuta veniva interrotta solamente dallo scorrere di torrenti impetuosi, che più di una volta misero in difficoltà i ragazzi. Infine, come se non bastasse già la naturale indisposizione del luogo, ad attenderli appena fuori dal santuario trovarono un esemplare di Bandersnatch. La creatura, del tutto simile ad un grosso dinosauro, si reggeva sulle possenti zampe posteriori mentre il corpo era interamente ricoperto da scaglie appuntite, nere e rosse. La bocca, irta di denti aguzzi, era preceduta da un apparato di zanne ossee utilizzate per caricare e infilzare le prede. In sostanza non era di sicuro l’animale più mansueto da incontrare…
Fortunatamente lo scontro andò a svantaggio del mostro, che con la sua morte lasciò libero l’ingresso del mausoleo.


-    Io lo avevo detto appena arrivati! Odio le foreste, troppi mostri! – esclamò Prompto una volta che guadagnarono l’uscita dal bosco.
-    Ancora!? – lo rimbeccò Noctis – Prendi esempio da Iris, non si è mai lamentata – gli fece notare.
-    Mi sono divertita un sacco assieme a voi! – affermò la ragazzina tutta pimpante.
-    Essere quasi mangiati da una specie di dinosauro mal cresciuto non lo definirei esattamente divertente – sospirò il pistolero reprimendo un brivido – Sento ancora il suo alito asfissiante sul collo.... –
-    Che esagerato! – alzò gli occhi al cielo Selenis.
-    E ti darò un’altra bella notizia – intervenne Gladio circondandogli le spalle con un braccio – stanotte dormiremo sotto le stelle! –
-    Cosa?! Qui?! – balbettò Prompto.
-    C’è un accampamento vicino al parcheggio dove abbiamo lasciato la Regalia – disse Ignis – Ormai si è fatto troppo buio per proseguire, raggiungeremo Caem domattina – spiegò.
-    Oh dei.. - esalò il pistolero.
-    Cercherò di rendere la permanenza meno “selvaggia” cucinando qualcosa di buono per cena – lo consolò Ignis.
-    Noct! – disse allora Selenis poco prima di procedere lungo il piccolo ponte che li avrebbe portati dal lato dell’accampamento.
-    Sì? –
-    Perché non provi a pescare qualcosa al fiume? – gli propose la cugina.
-    Ehi, grande idea! – approvò Gladio.
-    Mh.. si potrebbe fare – rispose Noctis meditabondo.
-    Ma ormai è buio, come farai? – chiese Iris.
-    Tranquilla non è un problema, i pesci non dormono mai – replicò il principe.
-    Allora è deciso! – sentenziò allegra Selenis.
-    Noi nel frattempo iniziamo a preparare l’accampamento – disse Ignis.
-    D’accordo – assentì Noctis avviandosi verso il fiume.
-    Aspettami vengo con te! Meglio non separarsi quando fa notte – asserì Selenis, poi sembrò ripensarci per un attimo – Iris, vuoi restare tu? – domandò alla ragazzina.

L’Amicitia la guardò leggermente sconvolta sentendosi arrossire.

-    No, io… penso di essere più utile al campo – balbettò sotto lo sguardo divertito di Gladio.
-    Come preferisci, a tra poco! – salutò allora la ragazza.
-    Cos’è? Ti annoia così tanto vedermi pescare? – le chiese sarcastico Noctis mentre si sistemava lungo la riva del fiume.
-    No, ma ho pensato che le facesse piacere stare un po’ in tua compagnia – replicò Selenis sedendosi lì vicino.
-    Siamo già sempre assieme – rispose il ragazzo facendo apparire la canna da pesca.
-    Da soli – sottolineò allora Selenis.

Noctis si girò verso la cugina inarcando le sopracciglia confuso. Selenis alzò gli occhi al cielo incredula.

-    Vuoi dirmi che non te ne sei accorto? Mai?! – esclamò esasperata.
-    Di cosa? – replicò il ragazzo.
-    Oh santi siderei... – sospirò la giovane scuotendo la testa – Sei peggio di Prompto su certe cose… Iris ha una cotta per te! – gli fece presente.
-    Ma figurati! – rise nervosamente in risposta il principe.
-    Più o meno da quando l’hai salvata quel pomeriggio a palazzo, non so se hai presente. – proseguì imperterrita Selenis.
-    Davvero? – la sicurezza di Noctis iniziava a vacillare – Se lo scopre Gladio mi prende a calci... – aggiunse in apprensione.
-    Credo proprio che suo fratello lo sappia da un bel po’ – replicò la ragazza osservando l’esca galleggiare a pelo d’acqua.
-    Mi sento uno stupido... –
-    Lo sei –
-    Ehi! –
-    Guarda che qualcosa sta tirando! Forza con quella canna! –

Nella mezz’ora che seguì, Noctis fece bella mostra di sé e delle sue doti di pescatore. Sei trote d'acqua dolce ben panciute furono tirate a riva, restando a dibattersi inutilmente sul terreno sabbioso.

-    Wow! Sei bravissimo Noct! – lo elogiò Iris appena sopraggiunta per vedere come stesse proseguendo la pesca.
-    Grazie – rispose il ragazzo.
-    Al campo è tutto sistemato, siamo pronti per preparare la cena – affermò la ragazzina.
-    Allora arriviamo, direi che può bastare – disse Selenis alzandosi.
-    Perfetto – approvò Noctis, ritirando la canna e chinandosi a recuperare il pescato.
-    Ehi, ma quello cos’è? –

Alla domanda di Iris entrambi i ragazzi si voltarono verso il fiume. Un paio di puntini rossi facevano capolino nell'oscurità che sovrastava le acque del torrente. All'improvviso, uno strano rumore a metà tra un risucchio e una specie di gorgoglio, si aggiunse al rumore della corrente.

-    Attenti! – gridò Selenis, intuendo il pericolo e lanciandosi verso Iris per tirarla a terra con lei.

In quel momento, uno spruzzo d’acqua pressurizzata passò a pochi centimetri dalle loro teste, andando a frantumare la roccia che c'era alle loro spalle.

-    Deamon! – urlò Noctis richiamando a sé una spada.
-    Ma cosa diavolo è?! – gridò in risposta Selenis.

La principessa aveva eretto una barriera frontale, sulla quale si schiantavano delle vere e proprie scariche di proiettili d’acqua. Erano talmente forti e ravvicinati da impedirle qualsiasi contrattacco.

-    Che succede?! –

Tre luci comparvero sul ponte che collegava le due rive. Ignis, Prompto e Gladio erano accorsi, richiamati dalle grida improvvise.

-    È comparso un deamon! – rispose Noctis – Ma non riusciamo a vederlo! –
-    È sott’acqua! – disse Gladio puntando la propria torcia verso il torrente.

Una sagoma scura si intravedeva a pelo dell'acqua. Sembrava un granchio cresciuto troppo, dalla cui bocca sparava getti d’acqua pressurizzata della stessa forza di un proiettile di grosso calibro.

-    Prompto prova a colpirlo! – esclamò Ignis.
-    Ok! –

Il ragazzo biondo fece apparire la sua immancabile pistola facendo fuoco contro la creatura. Questa si inabissò battendo in ritirata, salvo riemergere qualche metro più in là per rivolgersi verso di loro.

-    Scappate! – gridò Gladio correndo via.

Il getto d’acqua colpì il ponticello di legno che andò letteralmente in pezzi, dividendo così i due gruppi da una parte all'altra della riva.

-    State bene? – urlò Selenis.
-    Sì! – rispose la voce di Prompto – E adesso che facciamo!? –
-    Dobbiamo farci venire in mente un’idea, magari migliore di quella di prima – rispose Gladio.
-    L'unico modo per vincere è di tirarlo fuori dall’acqua – replicò Ignis ignorando l’allusione.
-    Se usassimo un’ampolla di thunder? – propose Prompto.
-    Sì, così finiscono tutti arrosto.... – replicò Gladio – Sono fradici, è troppo pericoloso –
-    E allora proponi qualcosa tu! – lo rimbeccò il pistolero.
-    No ma fate pure con comodo – esclamò Selenis sotto un'altro attacco serrato del mostro.
-    E se provassimo a congelare il fiume? – propose Noctis.
-    Vale la pena tentarci – rispose Ignis dopo qualche istante di valutazione – C’è un momento in cui è costretto ad emergere per poter prendere aria, sfrutteremo quell’occasione -

I tre ragazzi sulla riva opposta si disposero a ventaglio lungo il letto del fiume, con le torce puntate verso il deamon. Quest'ultimo, ignorandoli completamente, sembrava aver preso particolarmente a cuore l’idea di dover distruggere quello strano scudo trasparente.

-    Al mio segnale! – esclamò Ignis senza staccare gli occhi di dosso al mostro – Ora! – Tutti e tre lanciarono le proprie ampolle.

L’ambiente gelò all’istante, condensando l’aria in uno spesso strato di nebbia e con il tipico scricchiolio, l’acqua ghiacciò fino alla riva sabbiosa.


-    Si è fermato? – mormorò Selenis affaticata osservando l'oscurità.
-    Parrebbe di sì.. – disse Iris.

Solo a quel punto la principessa si arrischiò ad annullare la barriera.

-    Ci siete? – domandò la voce di Gladio al di là del fiume.
-    Sì! Il deamon? – replicò Noctis.
-    In trappola –

Le torce vennero tutte puntate verso il centro del torrente. Il mostro, come da programma, era rimasto incastrato nel ghiaccio, ma nonostante questo non tutto era andato secondo i piani… una delle possenti chele del deamon infatti, era rimasta libera.
La creatura stava colpendo il ghiaccio con tutta la forza che possedeva per cercare di scappare da quella gelida trappola.


-    Dobbiamo eliminarlo prima che si liberi! – asserì Selenis.

Bastò una singola occhiata della ragazza verso Noctis, perchè entrambi facessero apparire le proprie armi. Nello stesso istante, entrambi le scagliarono all'indirizzo del deamon. Mentre i due cugini si proiettavano, Ignis, dalla riva opposta, notò una crepa allargarsi nel punto in cui la chela stava battendo incessante.

-    Fermatevi! – gridò all’indirizzo dei due ragazzi, ma l’avvertimento arrivò troppo tardi.

Nel preciso momento in cui Noctis e Selenis comparivano vicino al mostro, pronti per finirlo, il ghiaccio cedette con uno schianto.
La principessa si ritrovò a vacillare su di un blocco staccatosi dal resto, e una voragine si aprì sotto i suoi piedi.
Selenis cadde in acqua, venendo trascinata via dalla forte corrente che alimentava il fiume. Al buio e senza riferimenti, si ritrovò ad urtare più volte contro le rocce del fondale. Finalmente, dopo un tempo che sembrò infinito, la sua corsa si arrestò in una piccola sacca creatasi grazie all’accumularsi di tronchi e massi.
La principessa puntò i piedi sul fondo dandosi la spinta per riemergere. Purtroppo fece una scoperta che le gelò letteralmente il sangue nelle vene:
sopra di lei il ghiaccio non si era rotto. Imprigionata e senza la possibilità di risalire il fiume per via della forte corrente, Selenis si sentì invadere dal panico. Aveva bisogno d’aria immediatamente. Evocò il suo kukri e iniziò a battere contro il ghiaccio, che però non diede cenni di cedimento.
L’acqua gelida ben presto iniziò a toglierle le energie, rendendo sempre più fiacchi i suoi tentativi di liberarsi. Bastò un istante...
i suoi polmoni non ressero più, la bocca si spalancò alla ricerca di ossigeno e l’acqua le si riversò in gola. La sensazione fu terribile. Stava inesorabilmente annegando, e con quel buio i suoi amici di certo non potevano vederla.
Il suo campo visivo iniziò a restringersi, oscurandosi man mano che perdeva contatto con la realtà… Fu in quel frangente che una nuova visione le si propose alla mente. Si ritrovò ai bordi di una grande laguna circolare fatta di cascate. Intorno ad essa facevano da contorno edifici in mattoni rossi, con alte cupole e torri. Al centro dello specchio d’acqua si ergeva un serpente marino, alto almeno quanto il palazzo reale di Insomnia.
Ai suoi piedi c’era un altare sormontato dai resti di un arco in pietra e sotto di essi, due figure cercavano riparo.
Luna, con i capelli al vento e un abito bianco ormai a brandelli e Noctis, gli occhi chiusi, inerme fra le sue braccia. Il serpente parlò con una voce gracchiante e colma di collera, prima di lanciarsi verso di loro con le fauci spalancate.
Ci fu un boato. Il ghiaccio che la sovrastava andò in pezzi all'improvviso. Qualcuno la tirò fuori dall’acqua, trascinandola sulla riva sabbiosa del torrente.

Selenis si lasciò cadere carponi, tossendo e rigettando tutto quello che aveva bevuto.  Partendo dal naso e giù fin nella gola, le sembrava di essere divorata dalle fiamme.

-    Prendi questo –

La ragazza afferrò il boccettino che le veniva offerto, mandando giù il contenuto tra un colpo di tosse e l’altro.
La pozione fece effetto immediatamente, il dolore si affievolì e la principessa riuscì a mettersi a sedere.
Iris, che le aveva passato la pozione, la guardava preoccupata, così come il fratello che la sosteneva con un braccio attorno alle spalle.

-    Come ti senti? – le domandò un visibilmente agitato Prompto, fermo tra Ignis e Noctis.
-    Adesso molto meglio – gracchiò lei in risposta – Il deamon? –
-    Abbattuto – rispose Ignis.
-    Ma non riuscivamo a trovarti – aggiunse il principe.
-    Poi c’è stato un bagliore accecante! – intervenne concitato il pistolero – Il tuo anello si è messo a brillare talmente forte che ha illuminato tutto il fiume – raccontò.
-    Il mio anello? – mormorò Selenis osservando la pietra, ora perfettamente normale.
-    Se non fosse stato per quello a quest’ora… - disse Gladio a denti stretti.
-    Sto bene – lo rassicurò la principessa con un sorriso – Grazie per avermi salvata, davvero – aggiunse guardando i suoi amici.
-    È meglio se torniamo all’accampamento – suggerì Ignis – devi metterti degli abiti asciutti, e penso che abbiamo tutti bisogno di mangiare qualcosa di caldo – asserì.

Del pesce pescato se n’era salvato circa la metà e così, l’idea di farlo alla griglia venne riconvertita in una zuppa con pane tostato di accompagnamento.
Selenis mangiava lentamente il piatto osservando la cenere sollevarsi dal falò scoppiettante. Si era cambiata tirando fuori l’unico cambio che si era portata dietro: una maglia dal collo alto senza maniche e un paio di jeans sbiaditi che avevano più buchi che stoffa (a detta di Ignis).
Il brodo la scaldò immediatamente, ma non bastò a strapparla dai suoi pensieri. Mentre gli altri chiacchieravano tra di loro del più e del meno, lei cercava di concentrarsi. Le sembrava di essersi dimenticata di qualcosa di molto importante…

-    Quindi sei tu il cuoco del gruppo? - stava chiedendo Iris rivolta ad Ignis.
-    Più o meno.. – rispose il ragazzo.
-    Gladio, tu non lo aiuti? – domandò con tono accusatorio la ragazzina.
-    Emh.. – borbottò il fratello in risposta.
-    Noct? –
-    Occasional..mente.. -
-    Occasionalmente quando? – alzò le sopracciglia Ignis perplesso.
-    Io la mia parte la faccio! Apparecchio sempre! – si difese Prompto.
-    Selis, nemmeno tu? –
-    Cosa? –

La ragazza abbassò lo sguardo sui suoi amici che glielo restituirono un po’ preoccupati.

-    Sicura di stare bene? – domandò Prompto.
-    Certo, è solo... - rispose la ragazza meditabonda –  che credo di aver visto qualcosa quando ero là sotto, solo che non ricordo niente –
-    Sono certo che al momento giusto ti tornerà in mente – la tranquillizzò Ignis.
-    Già, hai ragione… comunque no, non cucino. Mi piace, ma non è esattamente la mia passione – aggiunse con un sorriso di scuse.
-    Non c’è che dire, bel lavoro di squadra ragazzi! – si complimentò Iris – Piuttosto, siete eccitati di raggiungere Altissia? –
-    Diciamo di sì – rispose Noctis con una scrollata di spalle molto tipica da parte sua.
-    Sono così invidiosa! – gonfiò le guance la ragazzina.
-    Non andiamo mica in vacanza – replicò suo fratello puntandola con il cucchiaio.

L’eccitazione di Iris si spense d’un tratto. L’Amicitia abbassò lo sguardo a terra, abbandonando il piatto di zuppa sulle ginocchia.

-    È vero, hai ragione – disse.
-    Iris? –
-    Cosa c’è che non va? – le chiese Prompto.
-    Cosa? – la ragazzina si rese improvvisamente conto di aver attirato involontariamente l’attenzione su di sè e guardò smarrita i suoi amici.
-    Forza, sputa il rospo! – la incoraggiò Selenis con un sorriso.
-    Sto bene, in realtà non è l’invidia.. – ammise – E' che mi trovo così bene con voi ragazzi, ma quando arriveremo a Caem sarà tutto finito – spiegò.
-    Di che stai parlando? – replicò suo fratello come se avesse detto una sciocchezza.
-    Avremo molte altre occasioni di stare assieme! Giusto? – esclamò Prompto.
-    Sì – affermò Noctis.

Iris piegò le labbra in un sorriso che però non si estese agli occhi.
Selenis capiva perfettamente lo stato d’animo della sua amica. Per quanto fosse piacevole il viaggio che stavano affrontando, il loro futuro restava incerto.. e ad Iris questo non era sfuggito. L'opportunità di poter stare di nuovo tutti assieme non era da escludere, ma non era neppure una certezza. E come qualsiasi cosa che giunge al termine, lasciava sempre un velo di tristezza.

-    Ok! – affermò all’improvviso Selenis, alzandosi e dirigendosi verso la tenda.

Tornò indietro con in mano la sua chitarra.

-    Bella idea! – approvò Gladio mentre lei si sedeva.
-    Cosa ci canti di bello? – chiese Prompto tenendo pronta la macchina fotografica.

La principessa si limitò a sorridere e prese a suonare.

-    When the night has come, and the land is dark, and the moon is the only light we'll see. No I won't be afraid, Oh, I won't be afraid, Just as long as you stand, stand by me – cantò muovendo le dita sulle corde - If the sky that we look upon should tumble and fall, or the mountain should crumble to the sea. I won't cry, I won't cry, No, I won't shed a tear. Just as long as you stand, stand by me. –

Stand by me.



Campeggio dell'autrice:

Buongiorno ragazzi!

Questa settimana è stata infinita... ma... l'aggiornamento è d'obbligo è così eccomi qui u.u Sono anche riuscita a postare di venerdì! Me incredula o.O
Finalmente è tornata un pò di azione! Quei sani combattimenti che mi incasinano la vita xD Davvero, voi non avete idea della fatica che faccio... ^^" By the way il granchione è stato sconfitto e Selenis ha rischiato grosso. La visione che le si è presentata riguarda ovviamente gli eventi che si svolgeranno ad Altissia, ma la ragazza non ne conserva il ricordo... che questi suoi poteri siano davvero così inutili? Ho preferito scostarmi dal dungeon di Malmalam per seguire un pò la mia fantasia e non sfruttare fino allo sfinimento la trama principale. Hope u enjoyed!
Penso che tutti quanti abbiano presente la canzone cantata da Selenis, per cui non mi è parso necessario mettere il link ^^ Io la conosco da tempo, o meglio, sapevo bene la versione italiana di Celentano perchè mia mamma me la cantava spesso da bambina.
Con un sentito ringraziamento ai Lettori e alla mia Recensista vi rinnovo l'appuntamento per la prossima settimana!

Un abbraccio,
Marta

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Capitolo 26
*** 25. Calma apparente ***


25


Capo Caem comparve all'orizzonte solo nel primo pomeriggio del giorno successivo; era arroccato su di un promontorio che spezzava la linearità della costa protendendosi verso il mare. Il faro, che occupava gran parte della visuale, si trovava sulla cima e dominava i dintorni dalla sua altezza. Era ormai da lungo tempo in disuso, sin da quando i Deamon avevano iniziato ad aumentare costringendo le navi ad evitare di salpare dopo il tramonto.

-    Siamo arrivati – comunicò Ignis, parcheggiando la Regalia vicino a Selenis che stava già smontando dalla sua moto.
-    Grazie per il passaggio – disse Iris scendendo dopo Gladio dall'auto.
-    È stato un piacere –
-    Che buon profumo di mare –

La principessa, una volta tolto il casco, si stiracchiò respirando a pieni polmoni l’aria salmastra.

-    Penso che farò delle bellissime foto qui! – affermò Prompto guardandosi intorno – Chissà se si può salire in cima al faro – aggiunse, schermandosi gli occhi e tirando indietro la testa.
-    Iniziamo a capire in che stato è la barca – replicò Noctis avviandosi.

Il sentiero in terra battuta che si arrampicava su per il promontorio, era delimitato dai resti di quello che doveva essere un muretto in pietra.
La vegetazione era tipica delle zone balneari, con alberi arrotondati dal vento e un vago profumo di agrumi che si librava nell’aria mescolandosi al sale del mare.

-    Lo sapevo che eravate voi. Riconoscerei quel motore tra mille! – Cindy venne loro incontro a metà strada.
-    Te ne intendi davvero! – constatò Prompto con un sorriso a trentadue denti.
-    Allora, come va con la barca? – s’informò Noctis.
-    Il nonno la sta riparando, ma mi sa che ne avrà per un po’ – rispose la ragazza incamminandosi.
-    Siamo ancora in alto mare? – chiese Ignis.
-    A giudicare da come è ridotta deve averne passare parecchie – spiegò Cindy – alcuni pezzi si possono aggiustare, ma altri vanno sostituiti –
-    Dovevamo aspettarcelo – commentò Selenis.
-    Non preoccupatevi, il nonno resterà qui finchè non sarà pronta – asserì la ragazza – I pezzi però non si trovano da soli, non è che potreste aiutarci a trovarli? –
-    Siamo a vostra disposizione – rispose prontamente Ignis.
-    A dire il vero una mano ce l’hanno già data Monica e Dustin – proseguì Cindy – Sono stati bravissimi! Ci hanno fatto avere quasi tutto quello che serviva –
-    È l’affidabilità delle guardie reali – commentò il cuoco.
-    Il problema, è che non sono riusciti a trovare un materiale chiamato Mithril – replicò la ragazza – a quanto pare è difficile da reperire da queste parti, o almeno così mi ha detto quel ragazzino di Insomnia –
-    Talcott? –
-    Esattamente! È sveglio il marmocchio! Chiedete a lui, ne sa molto più di me – affermò la meccanica.
-    Lo faremo – assicurò Noctis.
-    Bene, lo trovate su al faro con il nonno probabilmente – commentò – E ora se volete scusarmi, prendo i miei attrezzi e me la squaglio. Ho un’officina da mandare avanti – disse.
-    Grazie ancora Cindy, a buon rendere – la salutò Selenis.

Il gruppo proseguì quindi verso la base del faro dove, difatti, ad attenderli c’erano sia Cid che Talcott.

-    Principe Noctis! Di qua! – si sbracciò il bambino quando li vide arrivare.
-    Ehi Talcott, come stai? – lo salutò Noctis.
-    Bene grazie! – rispose allegro.
-    Cid –
-    Era ora che arrivaste – brontolò come al solito il meccanico.
-    Abbiamo avuto qualche contrattempo – replicò Selenis arricciando il naso.
-    Bah, l’importante è che siate qui – disse Cid – Immagino che Cindy vi abbia già spiegato la situazione – aggiunse sistemandosi meglio il cappellino sulla testa canuta.
-    Sì, ci ha parlato di questo Mithril – rispose Ignis – ma ha detto di rivolgerci a Talcott per maggiori informazioni – disse sorridendo al bambino che diventò raggiante.
-    Allora? Cosa sai dirci di questo metallo? – domandò Gladio.
-    È estremamente raro da trovare – disse Talcott – ma vi ricordate la cascata? Sul quaderno del nonno ho letto che più a nord, vicino al lago, ci sono delle rovine – raccontò – E' lì che si trova il Mithril! – affermò con sicurezza.
-    Mh..- commentò Noctis pensoso.
-    Penso che si riferisca al Vesper – intervenne Cid.
-    Si trova a nord di Lestallum se non vado errata – disse Selenis.
-    Il nonno aveva sempre ragione. Sono sicuro che lì dentro c’è il Mithril! – esclamò Talcott.
-    Ne sono certo anche io – rispose Noctis con un sorriso.
-    Quando lo avrete trovato saremo già a buon punto con le riparazioni – disse Cid – nel frattempo continuerò con il resto –
-    Grazie –
-    Seguitemi! Vi porto dagli altri – asserì Talcott incamminandosi di nuovo verso il sentiero - Stiamo nella vecchia casa del guardiano, vedrete che vi piacerà! - 

L’abitazione in questione era di certo particolare, non tanto per le forma, quanto più perché le assi che componevano le facciate erano di dimensioni e colori diversi contribuendo a darle un’aria piuttosto variopinta. Trovarono Monica e Dustin ad attenderli fuori dalla casa.

-    Ben arrivati – li salutò la donna.
-    È bello rivedervi – le fece eco il suo compagno.
-    Grazie per aver dato una mano a Cid e per esservi presi cura di Talcott - disse Noctis chinando leggermente la testa.
-    Per noi è stato un piacere – replicò Monica – Ci spiace solo di non aver ancora recuperato il Mithril –
-    A quello ci pensiamo noi – asserì Prompto.
-    Partirete presto? – chiese Iris.
-    Non abbiamo ancora deciso, ma penso che prima ci muoviamo e meglio è – rispose Ignis.
-    Infatti – concordò Noctis.
-    Beh, per ora potete riposarvi qui – intervenne Talcott – Vi faccio vedere la casa! –

L’interno era decisamente spartano, ma non per questo meno confortevole. Il piano inferiore era occupato dalla sala da pranzo con annessa cucina, e da un paio di camere dove alloggiavano Monica e Dustin. Al piano superiore si trovava invece il bagno, la stanza di Talcott, una stanza per Iris e una destinata ai ragazzi.

-    Purtroppo non è granchè, ma potete restare quanto volete – affermò Monica ferma sulla soglia della loro camera assieme a Talcott.
-    È perfetta! Grazie mille a tutti – replicò Selenis prima di tornare a girarsi verso la finestra aperta.

Dava sul lato del faro, e da quell’altezza si vedeva benissimo il mare oltre l’orto che c'era nel cortile sul retro. La ragazza appoggiò i gomiti sul davanzale e si godette la brezza che annunciava l’arrivo della sera. Selenis si scoprì per la prima volta dopo molto tempo a tirare sul serio il fiato.

-    Un. Vero. Letto. –

Prompto si lasciò cadere letteralmente di schiena su uno dei letti disponibili, facendo cigolare malamente le molle del materasso.

-    Mi fa piacere vedere che gradite – rise Monica – vi lasciamo un po’ tranquilli allora – aggiunse mettendo un braccio attorno alle spalle di Talcott.
-    Ah, per la cena di stasera non dovete preoccuparvene. Cuciniamo noi! – asserì Selenis guardando Ignis.
-    Assolutamente! – confermò il ragazzo, la cui prospettiva di poter usare una vera cucina non dispiaceva affatto.
-    Non dovete disturbarvi – replicò Monica.
-    Non è affatto un disturbo, non ti preoccupare – affermò Selenis – Vero? – domandò voltandosi a guardare Prompto e Noctis.

I due, che si stavano contendendo le freccette del tiro al bersaglio presente in camera, la guardarono smarriti per un secondo.

-    Vero? – ribadì minacciosamente la principessa.
-    Certo!-
-    Ovviamente! – rispose i due nello stesso istante facendo scoppiare a ridere tutti quanti.

***

-    Prompto? Noctis? Ma dove diavolo sono finiti?! –

Selenis alzò gli occhi dal bancone della cucina per trovare la sala da pranzo vuota. Monica e Dustin erano usciti per fare un paio di commissioni prima di cena, approfittando del fatto che i ragazzi avrebbero preparato la cena, mentre Talcott e Iris stavano scendendo di sotto proprio in quel momento.

-    Possiamo andarli a cercare noi – disse la ragazzina.
-    Volevo che ci dessero una mano a preparare il tavolo – rispose Selenis scuotendo la testa – Tra l’altro anche tuo fratello è sparito – aggiunse.
-    Lo faceva anche a casa – replicò Iris scuotendo la testa – Stai tranquilla te li riporteremo tutti e tre, giusto? – domandò rivolta a Talcott.
-    Ma certo! – asserì  il bambino.
-    Conto su di voi allora! - disse guardando i due uscire - Ecco qui –

La ragazza si voltò con il tagliere in mano verso Ignis, che si stava occupando della preparazione del risotto.

-    Oh grazie! Ti spiace metterla tu nella pentola? Volevo controllare la cottura delle verdure – rispose il ragazzo infilandosi i guanti da forno.
-    Sicuro – disse la principessa – Era da un sacco di tempo che non cucinavamo assieme – osservò mentre faceva scivolare la cipolla tritata dentro l’olio caldo.
-    Hai ragione – confermò Ignis – Però vedo che la sintonia non l’abbiamo persa – aggiunse sorridendo all'amica che gli stava passando il sale ancor prima che lui lo avesse chiesto.
-    Scherzi? Con tutte le volte che ci siamo ritrovati a dover preparare la cena a Noct nel suo appartamento? – replicò la ragazza – Avremmo potuto mettere su ristorante tutto nostro! –
-    Ti prego, non farmi ricordare lo stato in cui versava quella cucina…- mormorò il giovane rabbrividendo al solo ricordo.
-    Però ad un certo punto si è messo in riga – osservò Selenis buttando il riso nel soffritto.
-    Già, dopo averlo minacciato di farlo tornare a palazzo – ribattè Ignis.
-    Era un periodo un po’ turbolento.. c’era stato qualche attrito tra di voi se non ricordo male –
-    E' vero, ma alla fine si è risolto tutto – rispose il ragazzo, abbassando la temperatura del forno per lasciar dorare le verdure.
-    Iggy.. pensi che potremo mai tornare a fare quella vita? –

Il giovane si fermò, con la frusta sollevata sull’impasto della torta.

-    Questo non posso saperlo, ma se anche torneremo non saremo più gli stessi – rispose alla fine.
-    Hai ragione… - concordò Selenis versando il brodo di carne nel riso – Mi è sempre piaciuta questa tua schiettezza di dire le cose come stanno –
-    Già, ma ricordo che tuo padre non fosse esattamente della stessa idea – replicò il ragazzo.
-    Cosa? E perché? – chiese stupita Selenis interrompendo il suo mescolare.
-    Ti ricordi quando è morto quel pappagallino a cui eri tanto affezionata? –
-    Uh uh –
-    Tuo padre ne aveva subito comprato uno identico, pensando che non ti saresti accorta del cambio.. - spiegò Ignis.
-    Ma io me n’ero accorta! – ricordò Selenis.
-    E difatti quando me lo hai fatto notare io ti ho raccontato la verità. – proseguì il giovane – Tuo padre mi fece una ramanzina perché secondo lui avrei dovuto continuare a sostenere la sua versione – disse con un sorriso divertito.
-    Ma pensa te! – rise la principessa – Mio padre era fatto così. Pur di proteggermi avrebbe fatto qualsiasi cosa – disse nostalgica.
-    È stato un grande uomo – affermò Ignis.

Selenis osservò il suo amico sorridendo mentre riempiva la tortiera con il composto che aveva appena fatto. Lasciato per un istante il risotto al suo destino, la ragazza si sporse e gli lasciò un bacio sulla guancia.

-    E questo per che cos’era? – le domandò il giovane sollevando le sopracciglia.
-    Per aver in parte colmato il vuoto che ha lasciato – rispose la ragazza.
-    Sua maestà, ve li abbiamo riportati! –

Talcott entrò tutto allegro assieme a Iris, portandosi dietro i tre fuggiaschi che erano molto meno felici di essere tornati lì. Noctis, Prompto e Gladio si misero in riga nella sala da pranzo, come degli scolari indisciplinati.

-    Oh bene! Iggy ti dispiace? – disse la ragazza lasciandogli il comando del risotto.
-    Affatto – rispose il giovane.
-    Ecco qua per voi –

Selenis mollò in mano a ciascuno di loro, tovaglia, piatti, bicchieri e posate.

-    Al lavoro forza! – ordinò poi cacciandoli via – Bravissimi – aggiunse strizzando l’occhio a Talcott.

Nonostante la latitanza di alcuni membri del gruppo, la cena fu pronta per tempo, e quando Monica e Dustin furono tornati si sedettero tutti a tavola.
A detta dei commensali era tutto ottimo e perfino il burbero meccanico si lasciò andare ad un paio di complimenti sui cuochi.

Le conversazioni furono allegre e leggere; nessuno volle soffermarsi sui recenti accadimenti, preferendo lasciarsi trasportare dai ricordi di quando tutto era ancora al proprio posto e il mondo pareva ancora un posto pacifico.
Una volta finito di mangiare, i più “giovani” si ritirarono nella camera dei ragazzi per dare inizio ad un vero e proprio torneo di freccette.

Con buona pace dei partecipanti, il titolo lo vinse immancabilmente Prompto. Nulla di cui stupirsi vista la mira da cecchino del ragazzo, ma Noctis pretese una personale rivincita.... che si concluse esattamente allo stesso modo della prima. Decisero di andare a dormire solo quando Talcott rimase addormentato sul divano, stremato dalle novità e dalla compagnia dei nuovi arrivati.
Monica ringraziò di cuore i ragazzi per aver distratto il bambino. Nonostante la situazione fosse migliorata da quando avevano lasciato Lestallum, Talcott continuava a portarsi dentro una grande tristezza per la sorte toccata al nonno. Il fatto, quindi, di potersi rendere utile al nuovo Re di Lucis, gli aveva dato la spinta per cominciare a superare il trauma, portando con sé gli insegnamenti di Jared.
Anche Selenis era felice di quella giornata appena trascorsa. Per una volta non avevano dovuto guardarsi le spalle dall’Impero e dal suo cancelliere, ma si erano goduti una giornata di tranquillità in previsione della partenza che era stata fissata per l’indomani mattina.
Però, nonostante l’animo sereno con cui era andata a dormire, la ragazza si svegliò di soprassalto poche ore dopo, quando fuori era ancora buio.
Vista l'impossibilità di riprendere sonno, la principessa decise di uscire a prendere una boccata d'aria.
In punta di piedi scese al piano di sotto e poi uscì al chiarore della luna.
Il profumo del mare, sospinto dai venti notturni, l'aggredì facendole venire una leggera pelle d’oca sulle braccia scoperte. La luna era così grande da illuminare chiaramente i profili degli alberi. L’unico rumore presente, oltre a quello delle fronde mosse dalla brezza, era l’eco della risacca che arrivava dalla scogliera. Era una notte incredibilmente tranquilla, che riusciva a celare dietro quell'apparenza tutte le turbolenze che stavano in realtà scuotendo Eos.
Sistemandosi dietro le orecchie i capelli sciolti, Selenis osservò il paesaggio, soffermandosi in particolare sul grande faro.
La sua massiccia presenza s'innalzava verso il cielo come una muta sentinella, mentre sotto di esso nascosto da occhi indiscreti, c’era l’attracco segreto.
Senza quasi farci caso, la ragazza si mise in marcia verso la base della torre e una volta raggiuntala, con l’ausilio del grosso ascensore che si trovava al suo interno, scese al piano inferiore.
Un interruttore posto appena fuori dalle porte dell’elevatore diede luce e vita al locale. Dopo un paio di corte scale, Selenis si ritrovò nella parte interna del molo. L’ambiente era ingombro di casse, lamine e altri pezzi sconosciuti, ma era stato anche arredato con un confortevole divano in pelle rossa e un basso tavolino che ospitava una radio e una lanterna.
La principessa uscì infine sul porticciolo. Lì, lo spazio era occupato dallo yacht di Re Regis. Era un’imbarcazione che contava almeno dieci metri; lo scafo era coperto da diversi teloni di plastica, a testimonianza del lavoro ancora da finire. La poppa presentava invece i segni recenti di pittura e dava già un’idea di quanto maestoso sarebbe stato il risultato una volta concluso.
Selenis stava osservando la barca quando dal ponte, si levò una figura. Istantaneamente la ragazza scattò indietro evocando il suo kukri.

-    Ohi, piano! –  venne ammonita.
-    Gladio? – esclamò la principessa – Per i Siderei! Mi hai fatto venire un colpo! – sbottò, lasciando svanire l’arma mentre il ragazzo scendeva sul pontile.
-    Che diamine ci fai qui a quest’ora? – replicò il ragazzo.
-    E tu allora? –
-    Ero curioso –
-    Beh, anche io –

I due si guardarono e poi scoppiarono a ridere.

-    Non riuscivi a dormire? – domandò Gladio andandosi a sedere sul divano.
-    Mi sono svegliata e non riuscivo più ad addormentarmi – rispose Selenis sostando in piedi – Così sono uscita e poi mi sono incamminata fin qui. E tu?-
-    Non prendevo sonno – disse il ragazzo stiracchiandosi.
-    Non è da te – sogghignò la principessa.
-    Capita anche ai migliori – replicò l’Amicitia con un sorriso scaltro.
-    Oh certo... – annuì lei sarcastica.

Mentre la principessa osservava il suo ragazzo spaparanzato sul divano, qualcosa cambiò nel suo sguardo.
Selenis si avvicinò a Gladio, fermandoglisi davanti. L'Amicitia la guardò incuriosito e decisamente stupito quando lei gli si sedette cavalcioni con le ginocchia a lato delle cosce. Il ragazzo non fece domande, le mise una mano alla base del collo e la baciò.
Per Ramuh se le era mancata!
Quando il bacino della ragazza si scontrò contro il suo, lei sollevò la testa, le labbra già gonfie e nello sguardo un'esplicita richiesta.


-    È notte, l’ascensore fa un casino infernale se si muove… - ragionò Gladio.

Selenis a quel punto sorrise in modo molto ferino, togliendosi la maglietta in tutta fretta ed allacciandosi nuovamente alla bocca del ragazzo. Gladio non fece alcuna rimostranza per quell'improvviso desiderio e assecondando i movimenti di lei, si liberò degli indumenti.
La principessa si aggrappò forte alla schiena del giovane, quando con un’unica mossa la fece ribaltare sul divano. Era incredibile che riuscissero a starci, ma non c’era motivo di lamentarsi.
Selenis si morse il labbro inferiore quando lo sentì entrare in lei, e lo strinse a sé quando le affondò il viso tra i capelli mentre i loro respiri si facevano sempre più veloci e le frasi si tramutavano in sussurri rochi.

Un po’ di tempo dopo, la ragazza si ritrovò ansimante a riposare sul petto tatuato dell'Amicitia. Teneva gli occhi chiusi e l’orecchio appoggiato sul cuore di lui.
Oltre al respiro spezzato di Gladio, si sentiva solo lo sciabordio delle onde contro le fiancate della barca.


-    Se non ci fosse il rumore del mare, restando così con gli occhi chiusi, mi sembrerebbe di essere a casa – disse dopo un momento.
-    Hai ragione – convenne il ragazzo facendo vagare le dita sulla schiena di lei.
-    Sai che una volta mio padre ha rubato lo yacht? – raccontò Selenis sollevandosi un po’ sui gomiti.
-    Davvero? – esclamò ridendo Gladio.

Per qualche secondo, la principessa si perse nel guardare quanto fosse attraente con i capelli scarmigliati.

-    Affatto! – rispose alla fine – Era invidioso perché era stato il regalo per il compleanno di Regis e così una sera l’ha rubata – raccontò, giocando con la collana che il giovane portava addosso.
-    Ma sapeva guidarla? –
-    No ovviamente! Sono dovuti andare a ripescarlo verso Galdin all’alba del giorno dopo – rispose Selenis mentre Gladio si metteva a ridere di gusto.
-    Ti amo, lo sai vero? – disse l'Amicitia una volta che riuscì a tornare serio.
-    È una domanda idiota, lo sai vero? – replicò lei con un ghigno – Posso sopportare di aver perso la mia casa e la mia patria, ma non potrei sopportare di perdere te. Ricordalo. – aggiunse poi più seriamente.
-    Lo farò – affermò Gladio dopo averla guardata per un lungo istante.
-    E comunque ti amo anche io bestione! – disse lei sporgendosi a baciarlo.

Poi Selenis si tirò a sedere, buttando indietro i capelli con un rapido movimento del capo. Gladio la osservò sorridente.

-    Secondo round? –
-    Puoi giurarci –

**

Quando la principessa riaprì gli occhi, la luce glieli ferì. Intontita si stropicciò il viso, rassettandosi i capelli e mettendosi seduta sul divano. Quando riuscì a riconnettersi al mondo capì che doveva essere mattina e, a giudicare dalla luce, l’alba doveva essere passata almeno da un paio d’ore.

-    Merda! – esclamò, recuperando i vestiti da terra e indossandoli alla svelta.

Di Gladio non c’era alcuna traccia e la principessa lo maledisse mentalmente per non averla svegliata. La sua urgenza era dettata dal probabile e imminente arrivo di Cid. Quell’uomo non era uno che perdeva di certo tempo... sicuramente fedele al motto “il mattino ha l’oro in bocca”. Farsi trovare così da lui non era proprio una mossa saggia…
Una volta che si fu sistemata ed ebbe controllato che fosse tutto in ordine, Selenis prese l’ascensore e tornò di sopra. Sbirciando fuori dal faro, vide con sollievo che del meccanico non c’era ancora alcuna traccia, quindi un po’ più tranquilla tornò verso la casa.
Quando quest'ultima fu in vista, la ragazza si accorse che fuori nel cortile c’erano i suoi amici ad aspettarla.
Preparandosi quindi a tutte le domande che sarebbero seguite si avvicinò, ma quando vide le espressioni assunte dai suoi compagni nel vederla, non potè fare altro che allarmarsi.

-    Cosa succede? – domandò agitata.

Noctis e Prompto si scambiarono un’occhiata.

-    Gladio se n’è andato questa mattina – rispose il principe.
-    Cosa significa!? – esclamò Selenis non sicura di aver capito bene.
-    Ha detto che avremmo dovuto fare a meno di lui per questa volta, che aveva delle cose urgenti da sbrigare – spiegò Ignis.
-    E ci ha piantati in asso così?! –
-    Pensavamo… pensavamo che te lo avesse detto – mormorò Prompto a disagio
-    No che non me l’ha detto!! – esclamò furiosa Selenis – Iris tu ne sai niente? – domandò poi alla sorella.
-    No purtroppo... – rispose lei abbassando lo sguardo.

Selenis non poteva crederci… Si voltò verso il sentiero che piegava dolcemente verso la strada principale, là dove la Regalia era parcheggiata.

-    Se vuoi andare a cercarlo sei libera di farlo –

La ragazza tornò a voltarsi verso Noctis.

-    No, ho fatto un giuramento e intendo rispettarlo. Non sono qui per rincorrerlo, sa badare a sè stesso. – replicò lapidaria la principessa prima di avviarsi verso la casa.
-    Tornerà – affermò Ignis.
-    Lo spero per lui... – rispose Selenis senza voltarsi.



Campeggio dell'autrice:

Buongiorno ragazzi e perdonatemi ma sono di fretta!

I nostri amici si sono presi una piccola pausa in questo capitolo, godendosi un giorno di "libertà" dai loro doveri e ritrovando un pò di calma e di consuetudine.
Spero che il momento tra Gladio e Selenis vi sia piaciuto ^^ Era da tanto che volevo ritagliare uno spazio alla loro coppia e mi pareva il momento giusto!
La prossima settimana partiremo alla ricerca del Mithril! Chissà come andrà la vicenda ;)
Scusandomi ancora per queste poche righe ringrazio di cuore i Lettori e le mie recensiste!

Un abbraccio  tutti,
Marta

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Capitolo 27
*** 26. Vortice di pensieri ***


26


Tre giorni dopo, tangenziale nord di Lestallum.

Il sole cocente picchiava implacabile sopra le teste degli occupanti della Regalia. Il gruppo era ripartito subito da Capo Caem alla volta del lago Vesper, ma ciò aveva significato dover tornare fino a Lestallum, oltrepassarla e puntare verso nord ovest. 
Selenis osservava il paesaggio scivolarle davanti agli occhi mentre, con il mento appoggiato sul braccio piegato, cercava di placare la sua agitazione.
Erano ormai tre giorni che non aveva notizie di Gladio. La mattina della sua sparizione aveva tentanto di contattarlo al cellulare, trovandolo però spento. Nulla di cui stupirsi in realtà, se lo era aspettato, e dopo quel primo tentativo non ci aveva più provato, accettando il fatto che se ne fosse andato per un buon motivo e seppellendo la rabbia provata. Inevitabilmente però, durante le lunghe soste forzate sulla Regalia, il suo cervello non trovava requie, permettendo alla fantasia di vagare a briglia sciolta.

Stava combattendo? Stava cercando qualcosa? Doveva incontrare qualcuno? Quando sarebbe tornato? Sarebbe tornato?
Tutte domande a cui non poteva dare una risposta.
La ragazza sospirò pesantemente contro la propria pelle, accorgendosi solo in quel momento che qualcuno la stava interpellando.


-    Selis? –

La principessa sollevò la testa, voltandosi verso Noctis che occupava assieme a lei il sedile posteriore. Dal tono di voce non doveva essere la prima volta che la chiamava.

-    Scusatemi, dicevate? –
-    Si sta facendo buio, pensavamo di fermarci al prossimo motel – spiegò Ignis guardandola dallo specchietto retrovisore.
-    Sì, certo, va benissimo – assentì lei.

Tre quarti d’ora più tardi parcheggiarono la Regalia alla stazione di servizio.
I quattro amici approfittarono della presenza dell’immancabile Crow’s Nest per cenare e poi si ritirarono nella camera presa in affitto per quella notte. Seppure la mancanza di Gladio non avesse modificato la loro tabella di marcia e i loro obiettivi, la sua assenza era comunque tangibile. Nessuno propose la consueta partita a carte del dopo cena, ma anzi, ognuno di loro stette per proprio conto. Noctis prese ad armeggiare con il cellulare mentre Prompto si occupava della pulizia della sua amata fotocamera. Ignis si sedette a leggere il quotidiano trovato in camera e Selenis invece occupò il letto, tuffandosi nella lettura di un libro riguardante Altissia.

Lo aveva acquistato nel negozio della stazione di servizio. Era una guida approfondita sulla città, che oltre ad elencare i punti di interesse con meravigliose immagini, ne raccontava la storia, dalla fondazione fino alla stipula del protettorato di Accordo con gli Imperiali. A seguito della sua stipula, la città aveva potuto mantenere la propria indipendenza, ma in cambio sarebbe per sempre vissuta con l'occhio di Nifelheim puntato addosso. Probabilmente era stato il risultato di una scelta attentamente ponderata, ma Selenis non riusciva a vederla allo stesso modo, a differenza dell’attuale Cancelliera, che invece difendeva il protettorato con le unghie e con i denti.
La principessa si stava perdendo nelle foto della zona commerciale, quando il materasso sul quale era sdraiata a pancia in giù si curvò sotto il peso di un’altra persona.

-    Iggy, so di cosa vuoi parlare, ma non penso proprio che sia il caso di aprire l'argomento – esordì la ragazza senza alzare gli occhi dal libro.

Erano rimasti solo loro in camera, dopo che Prompto aveva deciso di seguire Noctis per prendere una boccata d’aria.

-    Invece secondo il mio intuito, faresti molto bene a parlarne – replicò tranquillamente il giovane.

Selenis non rispose, proseguendo ostinatamente nella sua lettura. Quando però vide che l’amico non voleva saperne di lasciar perdere, esalò un lungo sospiro, chiudendo il libro e affondando la faccia nel cuscino.

-    Perché vuoi perseguitarmi? – gli chiese esasperata, voltando la testa e osservandolo con la coda dell’occhio.
-    Perché il fatto che Gladio se ne sia andato, che tu lo voglia o no, sta influenzando in modo decisamente negativo il tuo umore – rispose Ignis seduto sul bordo del letto.
-    E me ne puoi dare torto? – ribattè lei tirandosi a sedere – Iggy, se n'è andato senza dirmi niente! – esclamò – Mi sta bene che avesse qualcosa di segreto da fare altrove, ma non posso lasciar correre che non me ne abbia parlato prima! –
-    Tu lo sai perché lo ha fatto – asserì il giovane guardandola negli occhi.
-    E perché? Sentiamo. –
-    Perché se lui ti avesse detto cosa aveva intenzione di fare, tu lo avresti seguito immediatamente – rispose Ignis.

Selenis cercò di ribattere, ma alla fine dovette abbassare lo sguardo.

-    Avrai anche ragione, ma… -
-    Ma lo ami e il fatto che non ti abbia parlato apertamente ti lascia lo stesso l’amaro in bocca – concluse lui sorridendole.
-    Sei troppo intelligente, mi irriti – sbuffò la ragazza arricciando il naso indispettita.
-    Ciò non cambia il fatto che abbiamo bisogno di te e delle tue capacità – la ammonì lui – Tutti abbiamo le nostre preoccupazioni, non sei sola – aggiunse con tono più morbido.
-    Lo so, ti chiedo scusa... – disse Selenis amareggiata.

Era stata una stupida.... Stava perdendo di vista il loro obiettivo per un banale screzio che aveva la soluzione a portata di mano. Non appena Gladio si sarebbe ripresentato loro, è ovvio.

-    Anzi, sai cosa? – esclamò tutto d’un tratto la ragazza – Vado a scusarmi anche con Noctis e Prompto. Si sono fatti in quattro per aiutarmi, ma ero così presa da me stessa da non accorgermene neppure.. – disse alzandosi dal letto.
-    Mi sembra una delle cose più sensate che tu abbia detto ultimamente – commentò il giovane.
-    Grazie Iggy – aggiunse grata Selenis, stringendogli una spalla per poi avviarsi verso la porta.

Una volta fuori dalla camera, la ragazza non dovette andare lontano per trovare i suoi due amici. La voce di Prompto la sorprese arrivandole dall'alto.

-    Da quant’è che siamo amici? Vediamo… dall’inizio delle superiori, quindi sono.. cinque anni? – stava dicendo il ragazzo che doveva trovarsi sul tetto del motel.
-    Sì, ma noi ci conosciamo da molto prima. Sin dalle elementari, no? – replicò la voce di Noctis.
-    Eh? Te lo ricordi ancora?! –
-    È difficile dimenticare quando tutti ti fissano..  –
-    Beh, sai, non è esattamente semplice stare in presenza di un principe –
-    E quando ci siamo rivisti alle superiori, ti comportavi come se quella fosse la prima volta! –
-    È stata la prima volta che ho avuto il coraggio di dirti qualcosa.. sembra ieri! – esclamò il pistolero con nostalgia.
-    Potevi dire qualcosa anche prima – ribattè l’amico.
-    Oh Noct.. proprio non vuoi capire – sospirò Prompto - prima di allora ero… no, niente… -

Selenis sorrise. Si ricordava bene di Prompto all'epoca delle elementari e di come si fossero casualmente conosciuti.
Così come per Noctis, anche lei lo aveva rivisto solo anni dopo, completamente cambiato. Era riuscito a raggiungere lo scopo che si era prefissato e finalmente aveva trovato il coraggio di avvicinarsi a Noct.


-    Ehi, non puoi fermarti così a metà! – protestò il principe.
-    Sì, lo so – rise Prompto prima di proseguire – Allora ero incredibilmente timido. Non riuscivo a parlare con le persone, quindi non c’era da sorprendersi se non avessi amici, o almeno nessun vero amico - confessò - Ero sempre da solo e c’erano dei momenti in cui mi sentivo… inutile – ammise con tristezza.
-    Era questo a preoccuparti? – domandò Noctis.
-    Voglio dire… quando mi guardi ti viene da pensare che io non sia altro che un allegro e divertente giullare – rispose il ragazzo - Ma non è il mio vero io. Dietro le mie risate e la mia parlantina, c’è un groviglio di ansia – 

Selenis non voleva origliare questa sua confessione, ma quando si voltò per rientrare in stanza, si trovò faccia a faccia con Ignis.
Il ragazzo le fece segno con l’indice posato sulle labbra di fare silenzio.

-    Mi sono sempre sentito inferiore rispetto a voi ragazzi – proseguì intanto Prompto - Non sono di sangue reale, non sono forte.. non sono niente in realtà – disse - A differenza di Gladio non sono bravo con gli altri. Il modo con cui lui riesce a legare con loro è di un altro livello – spiegò - e a differenza di Ignis non sono così intelligente e non saprei cucinare neppure se ne andasse della mia sopravvivenza… senza contare che non ho neppure la perseveranza o il coraggio di Selis –

In un ambito diverso quelle affermazioni avrebbero fatto sorridere i due ragazzi al piano di sotto, ma le parole di Prompto facevano capire quanto il giovane soffrisse per quella situazione.

-    Ma quando siamo tutti assieme, è così divertente che me ne scordo – riprese il pistolero - Poi però la realtà mi colpisce come un getto di acqua ghiacciata e mi ricordo come stanno realmente le cose – asserì calando di nuovo il tono - In ogni momento cerco disperatamente di guadagnarmi questo posto, di provare quanto valgo! – concluse con una punta di frustrazione.
-    Pensa pure quello che vuoi, ma per me, così come sei, è abbastanza – replicò Noctis del tutto tranquillo.
-    Quindi, pensi davvero che io vada bene? – esclamò sorpreso Prompto.
-    Certo! Qualcos’altro? –
-    Eh? No! Mi dispiace di essere diventato così serio tutto d’un tratto –
-    Lo dovesti sapere ormai. Pensi davvero che avrei perso tempo per uno sfigato qualsiasi? – lo prese in giro il principe.  
-    Ehi, cos’è? Sei arrabbiato fratello? - rise il ragazzo biondo - Sul serio.. grazie per aver perso tempo con questo sfigato… ahhhh! mi sento molto meglio dopo essermi tolto questo peso dal petto! – esclamò alla fine sollevato.
-    Felice di sentirtelo dire -

Selenis alzò gli occhi verso Ignis che la guardava con un'espressione che diceva: “vedi che non sei la sola?”.
Aveva ragione…. Tutti loro nascondevano le proprie ansie e le proprie paure per non appesantire il viaggio. Questo però non voleva dire che dovessero tenersi tutto dentro senza parlarne mai; erano e sarebbero rimasti per sempre una grande famiglia.

La ragazza, senza fare rumore, rientrò nella camera.

-    Ho paura che non ritorni Iggy… lo so che se la sa cavare da solo, ma l’idea di non sapere dove sia e cosa stia facendo mi fa impazzire – esclamò con foga all'amico che l'aveva seguita.

Le mani del giovane andarono a posarsi sulle sue spalle, stringendogliele con delicatezza.

-    Tornerà – affermò con sicurezza – Gladio può essere avventato a volte, ma non quando si tratta di te – le disse – sa che lo stai aspettando e non ti lascerà indietro –

La principessa chinò la testa, appoggiando la fronte contro lo sterno del ragazzo. Non si era resa conto che fino a quel momento, il fatto che Gladio non fosse lì l’avesse fatta sentire irragionevolmente sola.

-    Raggiungiamo quei due, cosa dici? – propose la principessa dopo un momento sollevando la testa.

Ignis le sorrise. La vecchia Selenis era finalmente tornata.

-    Mi sembra un’ottima idea – affermò lui.

Trovarono i due ragazzi seduti sotto l’insegna del motel. Prompto stava raccontando qualcosa a Noctis, gesticolando come suo solito e facendo letteralmente piegare in due dal ridere l’amico.

-    Possiamo unirci a voi? – chiese Selenis mostrando le bottiglie di cola che avevano portato.
-    Certo! – esclamò il pistolero.
-    Ci voleva proprio! – commentò Noctis accettando di buon grado la bibita che Ignis gli stava porgendo.
-    Ragazzi, vi devo delle scuse – esordì la principessa dopo un momento – So che negli ultimi giorni non sono stata la stessa e il motivo credo sia chiaro a tutti – spiegò facendo ruotare tra le mani la bottiglia fredda.
-    È comprensibile – rispose Noctis.
-    Però se hai un problema puoi sempre parlarcene – aggiunse Prompto.
-    Sì, hai ragione – sorrise Selenis.
-    A tal proposito vorrei fare un brindisi! – annunciò a quel punto il principe - Agli amici! – esclamò alzando la sua bibita.
-    Agli amici! – concordarono Ignis e Prompto.
-    Anche a quelli assenti – aggiunse Selenis.
-    Sì, anche a quelli assenti – le fece eco Noctis.
-    Giuro che quando si ripresenta gli faccio il culo… - sbottò la ragazza dopo aver preso una lunga sorsata di cola.
-    Penso che tu ne abbia tutto il diritto – convenne Ignis.

I quattro ragazzi si misero a ridere, con il cuore un po’ più leggero rispetto a prima.


***

Il giorno seguente il gruppo di amici venne accolto da un cielo grigio cenere. Un muro di nuvole uniformi nascondevano il sole e il suo tepore. Il clima peggiorò ulteriormente quando, a metà pomeriggio, imboccarono la strada che portava al lago Vesper e alle paludi che lo circondavano.
Una fitta nebbia carica di umidità li costrinse ad alzare il tettuccio della Regalia e a proseguire il viaggio ben chiusi al suo interno.
Nonostante il tempo non fosse dei migliori, a destare una certa preoccupazione tra i quattro ragazzi, fu piuttosto la scomparsa del blocco Imperiale che era stato annunciato solo il giorno prima.  

-    Ehi, aspetta… che fine ha fatto il blocco? – domandò Prompto una volta che le porte che chiudevano il tunnel per il lago si aprirono davanti a loro.
-    Hanno aperto apposta per noi… non vedevano l’ora che arrivassimo – commentò Ignis seduto sul sedile del passeggero.
-    Scommetto che c’è il nostro amico ad aspettarci. – asserì il pistolero.
-    Credo che vincerai la scommessa – disse cupa Selenis.
-    Avverti qualcosa? –  le chiese Ignis vedendola coprire il suo anello con una mano.
-    Sì – rispose lei.
-    Beh, finchè ci apre le porte a me sta bene – osservò Noctis alla guida.
-    Sempre che non voglia chiuderci dentro – replicò Ignis – Senza contare che siamo uno in meno.. se almeno il generale fosse qui – disse riferendosi a Cor.
-    Oh è vero! Che fine ha fatto? – si interrogò Prompto.
-    Da quanto ho capito, ha sospeso la ricerca dei mausolei per aiutare i cacciatori ad eliminare alcune belve particolarmente moleste – spiegò il ragazzo.
-    Non c’è tregua per l’immortale – asserì Noctis.

La lunga galleria nel frattempo era finita. La strada proseguiva, degradando dolcemente in mezzo ad un paesaggio roccioso frammentato dalla vegetazione e parzialmente nascosto dagli spessi banchi di nebbia.

-    Noct, rallenta! –

Selenis si sporse verso di lui dal sedile posteriore.

-    Cosa succede? – esclamò allarmato Prompto.
-    Guardate là – disse la ragazza indicando verso il ponte che stavano per raggiungere.
-    Quello..-
-    È un blindato magitek – concluse Ignis per il principe.

Nella foschia si delineava una figura spigolosa, ritta su di un paio di gambe meccaniche esattamente al centro del ponte. Altre due ombre più piccole facevano intendere che ci fossero anche dei soldati.

-    Che si fa? Attacchiamo? – domandò Noctis.
-    Non sarebbe la scelta più saggia vista l’assenza di Gladio.. – rispose Ignis aggiustandosi gli occhiali sul naso.
-    Aspettate..-

Selenis armeggiò con la tasca del sedile e ne estrasse una cartina.

-    Se non ho visto male… eccola! – esclamò d’un tratto indicando un punto – Dovrebbe esserci una strada secondaria che costeggia il lago e che si ricongiunge al ponte da sud – disse facendo scorrere il dito sul tratto – Non è battuta ma credo che la Regalia non abbia problemi a percorrerla, in questo modo eviteremmo il blocco.. Che c’è? – domandò poi, notando come Prompto la guardava.
-    Ogni tanto penso che tu sia un misto tra Iggy e Gladio – rispose il ragazzo.
-    Non so se devo prenderlo come un complimento.. - replicò incerta la principessa.
-    E sia, passiamo di qui – concordò Noctis riaccendendo il motore.

La Regalia scivolò via silenziosa per la strada alternativa protetta dalla nebbia.
Nel giro di pochi minuti, come previsto, si affiancarono al lago. Nonostante la scarsa visibilità, si poteva facilmente intuire che il lago Vesper fosse piuttosto ampio, circondato da una fitta vegetazione paludosa fatta di cipressi calvi, palme e canne acquatiche.

-    Deve essere un buon posto per la pesca – commentò Noctis quando scesero dall’auto esattamente davanti al sentiero che, secondo gli appunti di Jared, doveva condurre alle rovine.
-    Purtroppo questo non è il momento migliore per pensarci – replicò Ignis.
-    Potremmo tornarci in un secondo momento, con Gladio magari! – propose Prompto.
-    Onestamente io spero di non tornarci mai più... – storse il naso Selenis.

L’aria era umida e stagnante, e la terra era scivolosa per colpa del fango. Probabilmente con il bel tempo il panorama sarebbe stato sicuramente diverso, ma onestamente la ragazza non riusciva a trovare un singolo motivo per voler capitare una seconda volta in quel posto.

-    Proseguiamo? – li invitò Ignis.
-    Sicuro –

La strada si inoltrava all’interno della palude e ad ogni metro fatto sembrava che la luce venisse risucchiata sempre di più, nonostante mancassero almeno un paio d’ore al tramonto. Per lo meno, il fatto di iniziare a trovare colonne ed archi in rovina, fugò ogni dubbio sulla correttezza della loro meta.

-    Non riesco a capire come mai il Mithril si trovi in un posto simile..- disse Prompto mentre avanzavano lungo il sentiero.
-    Potrebbero essere i resti di una città – azzardò Noctis.
-    Mi sembra improbabile che qualcuno abbia potuto stanziarsi in questa zona – replicò Ignis abbassandosi per schivare un ramo sbucato dalla nebbia.
-    Era una base militare secoli addietro – intervenne Selenis – Il Mithril veniva impiegato per la costruzione di macchina belliche e ciò che n’è rimasto è stato poi usato per creare alcune auto e, a quanto pare, anche un pezzo della barca del Re – spiegò.
-    Wow Selis! Sai un sacco di cose! – esclamò Prompto ammirato.
-    G.. già – rispose la ragazza confusa.
-    Selis? – soggiunse Ignis alla strana reazione della principessa.
-    Oh guardate! Ci avevo azzeccato per davvero – li interruppe il pistolero.

A qualche metro di distanza, comodamente appoggiato al fianco di una colonna, il cancelliere Imperiale Izunia sembrava attendere proprio loro.

-    Signori, ma che bella sorpresa! – esordì sorridendo.
-    Ve l’ho detto che ci aspettava – disse Prompto.
-    Insieme ai miei amici dell’Impero per di più – aggiunse l’uomo.
-    Splendido... - replicò con sarcasmo Ignis.
-    Ma non temete. Metterò una buona parola per voi – li rassicurò Ardyn.
-    Già che ti sei scomodato potevi anche dirgli di togliere quel blindato dal ponte – ribattè Selenis guardandolo storto.
-    Non sono onnipotente mia cara – sorrise lui – Forza, venite. Non allontanatevi troppo. Se restate indietro, la prossima volta potrei non revocare il posto di blocco – aggiunse proseguendo per la strada.
-    Grazie per l’avvertimento – sospirò Noctis.
-    Meglio evitare i guai visto che siete rimasti solo in quattro – proseguì l’uomo rallentando l’andatura – Che n’è stato del vostro amico con la giacca di pelle? – domandò rivolgendosi a Selenis.

La ragazza non riuscì a reprimere un brivido di paura a quelle parole, ma rimase zitta.

-    Non è stato carino a lasciarvi da soli – continuò Ardyn fingendosi dispiaciuto – Oh cielo! Ho messo il dito nella piaga? – domandò innocentemente nel vedere la principessa irrigidirsi.
-    Non è cosa che ti riguardi – replicò Ignis, affiancando la ragazza e celandola parzialmente alla vista del cancelliere.
-    Vedo che c’è comunque un degno rimpiazzo – commentò con un ghigno l’uomo – Allora parliamo del perché siete qui! – asserì troncando il discorso precedente – Non siete archeologi… E' per il Mithril forse? – azzardò.
-    Ci legge nel pensiero! – esclamò Prompto.
-    Sapete, il Mithril è una risorsa preziosa, non possiamo permettere che cada nelle mani sbagliate – spiegò.
-    Ma lascerai che cada nelle nostre, vero? – replicò Noctis.
-    Ah! Non l’ho mai detto – si meravigliò Ardyn.
-    Ovviamente non lo hai fatto… - commentò Prompto.
-    Che divertimento ci sarebbe? – ribattè l’uomo – Pensavo voleste scovarlo da soli-

La "chiacchierata" li aveva finalmente condotti davanti all’ingresso delle famose rovine.
A presidiarlo c’erano diversi soldati fermi sotto le potenti luci dei riflettori, accese per tenere lontano i deamon che sarebbe arrivati a breve con il calar del sole. Nel mezzo esatto delle colonne che delimitavano l'ingresso, c’era una donna.
Indossava un’armatura da toni scuri del nero e del rosso. I capelli chiari, tenuti morbidamente dietro la testa da un fermaglio, erano in contrasto con gli spallacci appuntiti che richiamavano le scaglie di un drago. Una fascia bianca le ricadeva sul davanti dei pantaloni di pelle e recava un simbolo che Selenis aveva visto solo di sfuggita.

-    Non temete, ci vorrà solo un attimo – affermò Ardyn prima di avvicinarsi alla donna.

Mentre il cancelliere conversava con lei, i ragazzi ne approfittarono per osservare incuriositi il sito.
La vegetazione della palude s'infrangeva all'improvviso contro l'alto muro reso lucido dall’umidità. I lastroni di pietra da cui era composto, erano coperti da un sottile strato di muschio, che gli conferiva un aspetto decisamente antico. La superficie dell'arco d'ingresso era stata invece invasa dall’edera mentre le due colonne che lo fiancheggiavano erano intarsiate di simboli ignoti.

-    Tutto a posto, potete venire! – li chiamò Ardyn dopo qualche istante di attesa.
-    Quindi? – gli chiese Noctis quando lo raggiunsero.
-    Però che diffidenti questi soldati, non permettono che si entri senza sorveglianza! – rispose il cancelliere – Date retta a me, accettate la scorta. State tranquilli, ho pensato a tutto – affermò.
-    È sempre più difficile fidarsi di te – osservò Selenis incrociando le braccia al petto.
-    Nonostante io sia il cancelliere non ho alcun potere sull’esercito, ma ho molti amici – replicò l’uomo affabile – Capitano Higwind, li affido a te – aggiunse rivolgendosi alla donna, per poi accomiatarsi da loro.
-    E così voi sareste le nuove reclute inviate per l’addestramento speciale – esordì quella, dando adito alla bugia messa in piedi dal cancelliere – Bella trovata per un principe in fuga con il suo seguito – commentò divertita.

I quattro amici, nel sentire quelle parole, si misero in guardia.

-    Tranquilli, una mercenaria come me non ci guadagnerebbe niente consegnandovi – li rassicurò però Aranea – Ehi, ma una volta non eravate quattro ragazzi? – aggiunse guardando confusa Selenis.

-    L’altra volta non ero con loro – rispose semplicemente la principessa.
-    Allora sono Aranea, piacere – si presentò la donna con un cenno del capo.
-    Il tuo nome non mi è di certo nuovo – replicò la giovane – Io sono Selenis –
-    Neppure il tuo se è per questo. La nipote del Re? Inizio a sentirmi in soggezione! – scherzò la donna.
-    Sarebbe il caso di proseguire, non credete? – intervenne Noctis spazientito.
-    Frena principino – lo bloccò lei – L’ingresso è chiuso – disse.
-    Come chiuso?! – esclamò Prompto – E come facciamo ad aprirlo? –
-    Dobbiamo solo aspettare che cali il sole e si aprirà da solo – rispose Selenis sorprendendo tutti.
-    Esatto – affermò Aranea – Quindi mettetevi comodi – aggiunse, accomiatandosi per raggiungere i suoi uomini.  

Selenis la seguì con lo sguardo e poi, sentendosi osservata si voltò, trovando Ardyn a fissarla. Quando lui vide che lo guardava, le sorrise. La ragazza si affrettò ad abbassare gli occhi e a varcare l’arco d’ingresso.
Un viale costeggiato da alte colonne avvolte da rampicanti, proseguiva all’interno. Il pavimento era interamente allagato dall'acqua della palude, ma al di sotto della superficie brillavano le piastrelle in perfette condizioni. Diversi cipressi avevano invaso il cortiletto che adornava il viale, rendendolo lugubre e ombroso. Un tempo doveva essere stato bellissimo; lo si poteva capire dagli intarsi e dalla cura del taglio usato per le pietre che lo componevano. Ma ormai non era altro che un rudere...
La principessa si sedette su quello che restava del muretto di cinta, illuminato dalla luce del sole morente che filtrava dall’arco d'ingresso. Prompto invece, si avvicinò alla solida parete coperta di incisioni che costituita la porta delle rovine sotterranee. La percorse in lungo e in largo, setacciandola con le dita alla ricerca di una fessura o di una qualsiasi scanalatura.

-    Giuro che se non ci avessi detto tu che qui c’è un accesso, non ci crederei – affermò quando la sua ispezione non diede alcun frutto – Come fai a sapere tutte queste cose? Dove le hai lette? – domandò curioso.
-    Da nessuna parte – rispose stolidamente Selenis, mordicchiandosi l’unghia del pollice.
-    Come sarebbe a dire da nessuna parte? – replicò Noctis corrugando la fronte.
-    Sarebbe a dire che non ho idea di come io faccia a saperlo – rispose la ragazza – Lo so e basta… -
-    È strano.. parecchio – commentò Prompto sedendosi di fianco a lei.
-    In che senso? – intervenne Ignis posizionandosi davanti alla ragazza.
-    È quello che non so dirti – replicò la principessa battendo i talloni nervosamente contro il muretto – Quando Prompto ha fatto la domanda mi è venuto spontaneo rispondere – spiegò – E se te lo stai chiedendo no, non è il frutto di una visione –
-    Potrebbe essere l’anello? – azzardò Noctis, fissando la pietra al dito della ragazza come se dovesse mettersi a parlare da un momento all’altro.
-    Non ho notato nulla di strano... Sembra quasi che io abbia acquisito dei ricordi non miei – rispose la giovane.
-    Beh, anche se inizi a inquietarmi continuo a volerti bene, non preoccuparti – le disse Noctis con un ghigno.
-    Grazie tante eh! – sorrise Selenis dandogli un colpetto con la punta della scarpa.
-    Oh oh! Ragazzi guardate! –

Prompto diede di gomito alla principessa indicando la parete di fianco a loro. Quest’ultima infatti si era accesa; nel vero senso della parola. Tutte le iscrizioni che la percorrevano da cima a fondo si erano illuminate di una luce rossa pulsante. Dopo pochi secondi, con un rumore di pietra e ferro che sfregano tra loro, il muro si alzò, rivelando un accesso che dava su un corridoio completamente buio.  

-    A quanto pare è ora –

I quattro ragazzi si voltarono verso Aranea appena sopraggiunta. La donna ora indossava, calato sul volto, un elmo che andava a completare la sua armatura dalle fattezze di drago.

-    Che vi avevo detto? – disse il pistolero – Lo sapevo che questo posto era sospetto, a volte bisogna seguire l’istinto! – si vantò mentre seguiva gli altri all’interno.
-    Sì, saremmo persi senza di te... – commentò sarcastica la Higwind.

Torce alla mano per fendere l'oscurità, il gruppo cominciò la discesa verso la serie di rampe di scale che si inoltravano nelle misteriose rovine.



Campeggio dell'Autrice:

Buon sabato a tutti ^^

Eccomi tornata con un nuovo capitolo!
Il viaggio dei quattro ragazzi prosegue anche con l'assenza di Gladio. Ciò ha delle ovvie ripercussioni sull'umore di Selenis che, rosa dall'ansia, si scorda di non essere l'unica "sulla barca".
Per fortuna c'è Ignis a ricordarglielo! E via di ship tra loro due ancora una volta xD
Ho pensato fosse l'occasione buona per inserire all'interno della fic una parte del gioco che, pur restando secondaria, a me è piaciuta molto; ovvero il dialogo tra Noctis e Prompto. Mi aveva già commossa parecchio ancora prima di sapere le origini del nostro pistolero preferito e qui, ho voluto che fosse d'ispirazione a Selenis per rammentarsi di non essere la sola a sentirsi sconfortata o inadeguata in certe situazioni, ma che in realtà è perfettamente normale. Infine, Aranea ha fatto la sua ufficiale comparsa e con il prossimo capitolo vedremo le due ragazze interagire tra di loro ^^
Detto questo ringrazio tantissimo tutti i miei Lettori e le mie Recensiste di fiducia u.u

Buon week a todos!
Marta

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Capitolo 28
*** 27. Sott'acqua ***


27


-    Ma quando si arriva?! – 

Prompto, aveva ormai perso il conto dei gradini scesi da quando erano entrati all'interno delle rovine: sembravano non avere fine.

-    Eri così impaziente di entrare! Non lamentarti adesso – lo rimbeccò Selenis subito dietro di lui – Ecco, guarda. Siamo arrivati –

Sul fondo della scala si delineò un fioco cono di luce, che li introdusse ad una stanza circolare fatta della stessa pietra verdognola dell'esterno della struttura. La pavimentazione aveva risentito del trascorrere del tempo, crepandosi in più punti e lasciando che una rada vegetazione spuntasse dal terreno. Le pareti invece avevano ancora un aspetto solido, con le loro misteriose decorazioni.

-    Chi ha lasciato la luce accesa? – domandò a voce alta Prompto – Forse i proprietari sono ancora in casa? –

Effettivamente, nonostante lo stato di abbandono, l’ambiente era illuminato da una serie di torce cristallo appese alle colonne che adornavano il percorso. La stanza dove si trovavano dava su quattro diversi ingressi, senza che ovviamente riportassero la minima indicazione di quale fosse quello giusto da imboccare.

-    E ora? Da che parte andiamo? – domandò Noctis guardandosi intorno.

Ignis si voltò verso Selenis, che gli restituì lo sguardo.

-    Dove? – le chiese semplicemente.
-    Per di qua, seguitemi – rispose la ragazza mettendosi alla testa del gruppo.
-    Sicura? – replicò Aranea.
-    Fidati, ha delle specie di sensazioni la nostra principessa – rispose Prompto.
-    Utile – commentò ammirata la donna sollevando le sopracciglia.

La strada scelta da Selenis proseguiva lungo un corridoio che faceva da congiunzione con un’altra sala… nella quale li aspettava una piccola sorpresa.
Non appena misero piede al suo interno, una serie di deamon dalle fattezze di scheletro venne ad accoglierli. Non sembravano rappresentare una minaccia per loro, ma il fatto che saltellassero di qua e di là dava decisamente sui nervi.

-    Mi sembrava giusto che in un posto del genere ci fossero degli scheletri – commentò Selenis affranta.
-    Cosa ti aspettavi? Unicorni? – replicò Noctis.
-    Una volta tanto mi sarebbero piaciuti – sospirò lei prima di lanciarsi all’attacco.

La presenza di Aranea si rivelò un grandissimo vantaggio. La mercenaria aveva potenza e agilità in abbondanza, che valsero la netta sconfitta del gruppo di deamon.
Il loro percorso proseguì quindi oltre una spessa porta di metallo decorata da raggi dorati, che li condusse ad una area interna a dir poco surreale.

-    Che bellezza indescrivibile… - fu il commento attonito di Ignis quando ne varcarono la soglia.
-    Guardate in alto! – esclamò Prompto – Aspettate… ma siamo sommersi? Ci sono addirittura i pesci! –

Selenis, letteralmente senza parole, si avvicinò alla balaustra senza mai abbassare lo sguardo.
Il gruppo si trovava sulla balconata più alta di un’immensa sala rettangolare, i cui muri erano solcati da enormi radici che avevano trovato spazio nella nuda roccia per emergere; ma non era questo ad essere spettacolare…
Il soffitto infatti, a differenza di tutto il resto, non era fatto di pietra, bensì di acqua cristallina, che gettava i tipici riflessi ondeggiati del fondale sulle loro teste.

Era surreale, eppure non c’era dubbio che loro fossero al di sotto della superficie. 

-    È pazzesco.. – mormorò incredula.
-    In che diavolo di posto siamo finiti? – si domandò Noctis.
-    Possibile che siamo davvero sott’acqua? – rise incredulo Ignis.
-    Effettivamente potremmo essere sotto al lago con tutti i gradini che abbiamo sceso… però cavolo! – rispose Selenis ammirata.
-    In effetti fatico un po’ a respirare... – bisbigliò Prompto con tono melodrammatico.
-    È come se fossimo in un sogno.. – replicò Noctis assorto.
-    Gladio non sa cosa si perde – 
-    Probabilmente non gli interessa – ribattè il principe.
-    Dai, non si può mai dire – lo difese Ignis.
-    In tutti i casi peggio per lui... – asserì Selenis con tono gelido.
-    Avverto un po’ di astio – commentò Aranea mentre proseguivano lungo la balconata – Per caso il tizio tatuato è il tuo ragazzo? –
-    Bingo! – esclamò Prompto.
-    Questo è ancora da valutare – replicò secca la principessa.

Il loggione proseguiva verso l’interno tramite una rampa di scale che portava al livello inferiore.

-    Dite che dovremo arrivare laggiù? – chiese Prompto sporgendosi oltre il parapetto per guardare il fondo della sala che stavano percorrendo.
-    Quasi certamente sì – rispose Ignis.
-    E nel frattempo dovremo passare in mezzo ad altre entusiasmanti orde di deamon – aggiunse Noctis.
-    Non saranno un problema – asserì Aranea procedendo.
-    Il tuo aiuto si sta rivelando veramente prezioso – concordò Selenis – La fama che ti precede è ben meritata –
-    Grazie, ma neppure voi siete male – replicò la donna con un ghigno – Da chi hai sentito parlare di me? –
-    Prima di tutto questo casino militavo nei Kingsglave, un mio commilitone disse di aver avuto a che fare con il tuo gruppo – spiegò la ragazza.
-    Ma pensa te! – si compiacque Aranea – Eravate ossi duri voi! Sono sicura che il tuo amico ci ha dato del filo da torcere! Ringrazialo per il complimento quando ti capita. Oh, accidenti… - aggiunse subito dopo aver visto la faccia di Selenis.
-    Purtroppo non è sopravvissuto all’attacco della capitale.. –
-    Merda.. mi spiace – si scusò la donna.
-    Tranquilla. – la rassicurò la principessa – Più che altro mi stupisce che una tosta come te stia con quelli lì  – osservò.
-    Bah.. - replicò Aranea con una scrollata di spalle – Che dire? Pagano bene –
-    Cosa cerca qui l’Impero? – domandò Ignis mentre scendevano l’ennesima rampa di scale.
-    Esemplari, e a noi tocca raccoglierli – rispose la mercenaria.
-    Che genere di esemplari? – chiese Prompto confuso.
-    Deamons –
-    In che senso? – la invitò a proseguire Selenis.
-    Che ci crediate o no, l’Impero ci ricava delle armi – raccontò Aranea.
-    Armi!? – esclamò attonito Prompto.
-    Esatto. Ne avrete viste parecchie immagino… l’Impero ultimamente sta prendendo una brutta piega – commentò.
-    Non solo ultimamente – replicò Noctis.
-    È vero.. forse è arrivato il momento di chiedere il congedo – sospirò Aranea.
-    La trovo un’ottima idea – assentì la principessa.
-    Ma se lasci l’esercito cosa farai? – domandò il pistolero.
-    Quello che mi pare, sono una mercenaria – rispose la donna – Magari raduno una squadra e faccio soldi cacciando i deamons –
-    Mica male! – approvò Prompto.
-    E qual'è la brutta piega che secondo te sta prendendo l’Impero? – s’informò Ignis.
-    L’Imperatore e il comandante supremo tanto per cominciare – spiegò Aranea – e poi quel buffone del cancelliere.. non lo sopporto – aggiunse con una smorfia.
-    Emh, ragazzi, adesso dove andiamo? – li interruppe Prompto.

Presi dal loro discorso non si erano minimamente accorti di dove fossero arrivati. Passata un’altra balconata e aperta l’ennesima porta in ferro, il gruppo si era ritrovato in una sala interna, più piccola rispetto a quella principale e divisa su due piani. In quel momento, si trovavano al livello superiore, che era collegato ad altre quattro porte tramite ponteggi in pietra dall’aria leggermente instabile.

-    Sarà sicuro? – domandò il pistolero guardando dubbioso il pavimento incrinato.
-    Non può mica croll…-

In quel preciso istante, uno dei quattro passaggi crollò sotto i loro occhi.

-    Ti inviterei vivamente a non parlare Noct – consigliò Ignis ad un attonito principe.
-    Beh, una strada in meno da scegliere – commentò Aranea – Speriamo solo che non fosse quella che ci serviva –
-    No, dobbiamo passare per di qua – asserì Selenis avvicinandosi al passaggio più vicino.
-    Reggerà? – si chiese Prompto con giusta cognizione di causa.
-    Vado avanti io – si offrì la principessa – se dovesse cedere mi basterà proiettarmi – aggiunse facendo il primo passo sulla pavimentazione sospesa.

Procedendo con cautela la percorse tutta, arrivando sana e salva dall'altra parte.

-    Tutto bene, potete venire! – li rassicurò la ragazza.
-    Vedi? Lo avevo detto io! – esclamò il pistolero con sicurezza, trotterellando verso di lei.

Anche Prompto riuscì a passare senza problemi… e fu l'ultimo a poterlo fare. Non appena gli altri tre ragazzi si incamminarono, la crepa sulle lastre di pietra si allargò e il ponte prese a tremare. Nel giro di qualche istante di esso non rimase altro che polvere.

-    State bene? – gridò Selenis.
-    Sì! – le rispose Ignis.

Quando il fumo sollevato dal crollo si fu diradato, la principessa vide che i suoi amici erano al sicuro dall’altro lato.

-    C’è un’altra via? – le domandò Noctis.
-    Sì, anche se un po’ più lunga – rispose la ragazza – Prendete quell’uscita – disse indicandola – dovete percorrere tutto il corridoio fino alla sala successiva, da lì, andate dritto e alla seconda girate a destra – spiegò – dovreste trovarvi in un passaggio chiuso da un paio di porte, dopo quelle ci troveremo all’imbocco delle scale che ci porteranno nella stanza che cerchiamo –
-    D’accordo – assentì Ignis – ci vediamo là – aggiunse.
-    Fate attenzione a non morire! – disse Aranea.
-    Ci proveremo – replicò Selenis con un sorriso ironico – Andiamo? – domandò poi rivolta al suo compagno di avventure.
-    Certo! – le rispose Prompto.

Non restò loro altro da fare che prendere il lungo corridoio che avevano di fronte e proseguire in quella direzione.

-    Per fortuna che ti sai orientare in questo posto – disse il pistolero mentre avanzavano.
-    Già, anche se mi piacerebbe sapere come diavolo faccio a saperlo – replicò la ragazza.
-    Magari ti sono rimasti i ricordi di un’altra vita – azzardò il giovane – forse eri una guerriera di questo santuario – proseguì con enfasi.
-    La tua fantasia non smetterà mai di sorprendermi – rise Selenis – ma non è un’idea da scartare –
-    Senti Selis... ma quando hai detto che il fatto che Gladio sia il tuo ragazzo è ancora da vedere, scherzavi vero? – le domandò poi apprensivo.
-    In realtà no, ma non ho ancora preso una decisione. Vedremo quando si ripresenterà... – rispose la principessa.
-    Fiuuu! Meno male! – sospirò Prompto sollevato – Se voi due doveste lasciarvi non credo che reggerei il colpo – aggiunse.
-    Non pensavo tenessi così tanto alla nostra relazione! – rise la giovane.
-    Ma certo! In futuro spero tanto anche io di poterne avere una così... – replicò sognante.
-    Con Cindy magari? – disse maliziosa Selenis.
-    Cosa?! Ma… sì non mi dispiacerebbe… Oh, Selis! Aspetta! -

La ragazza si bloccò, voltandosi verso il suo compagno. Prompto era fermo davanti all’ingresso di una delle stanze più piccole che si affacciavano sul corridoio. L’unica a non avere la porta chiusa.

-    Cosa c’è? – gli chiese avvicinandosi.
-    Vedi anche tu laggiù qualcosa che brilla? –

La sala era di dimensioni medie con un altissimo soffitto, sul fondo c’era un cumulo di detriti; in mezzo ad esso qualcosa brillava tenue alla luce delle lampade presenti.

-    Sì – rispose la ragazza stringendo gli occhi per identificare l'oggetto.
-    Se fosse il Mithril? – suggerì Prompto.
-    Mh… non ne sarei sicura –
-    Ma vale la pena darci un’occhiata, no? –
-    Immagino di sì – replicò Selenis seguendo il ragazzo all’interno.

I due amici percorsero la stanza, fino ad arrivare alle macerie.

-    Nah, niente – mugugnò il pistolero prendendo in mano quella che si scoprì essere una targhetta di metallo in parte ossidata.
-    Beh, abbiamo fatto bene a controllare – alzò le spalle Selenis mentre il ragazzo la rigettava in mezzo ai calcinacci.

Aveva appena concluso la frase quando, alle loro spalle, si levò uno stridore metallico accompagnato da un verso gutturale.

-    Oh no…- mormorò Selenis voltandosi lentamente.

Quel rumore se lo ricordava bene.. lo aveva già sentito sulla statale che portava all’accampamento dei cacciatori a nord di Duscae: era quello di un Gargantua.

-    Che.. che facciamo? – balbettò Prompto inorridito osservando il gigante sollevarsi dal pavimento.
 

Quel nemico era già difficilmente affrontabile tutti assieme, in due era impossibile.

-    Dobbiamo andarcene.. - disse Selenis, sentendo una goccia di sudore freddo colarle lungo la tempia.
-    E come?! –
-    Fammi riflettere… -

Nel frattempo, il Gargantua si era alzato completamente. I deamon di quella categoria erano dei veri e propri titani; la sua mole bastava a riempire quasi completamente la stanza. Il corpo era ricoperto da una pelle spessa della stessa consistenza del ferro. Sulla testa calzava un elmo dalle corna appuntite che lasciava intravedere solo gli occhi rossi, mentre in mano, teneva saldamente uno spadone proporzionato alle sue mastodontiche dimensioni.

-    Dobbiamo riuscire a distrarlo... – disse la ragazza – Io attirerò la sua attenzione, tu approfittane per raggiungere la porta –
-    No! È troppo pericoloso! – protestò Prompto.
-    Mi proietterò sul soffitto, in modo che non possa prendermi – replicò lei – Quando avrai guadagnato l’uscita spara qualche proiettile, così che si distragga ed io possa raggiungerti – spiegò – Siamo d’accordo? –
-    Sì – rispose serio il ragazzo.
-    Allora si va! – decretò Selenis.

La principessa si mise a correre verso il nemico che nel frattempo si era accorto della loro presenza.
Selenis lo vide alzare la spada e colpire in modo insospettatamente rapido. Per schivarla dovette fare una capriola verso sinistra, mentre quella si abbatteva contro il pavimento, crepando i lastroni di pietra e producendo una cascata di schegge taglienti. Una volta rimessasi in piedi, la principessa si portò sul fianco, costringendolo a voltarsi verso di lei mentre dava a Prompto il segnale perché procedesse.
Per la seconda volta il deamon sferrò un potente fendente, che per fortuna si schiantò di nuovo sul terreno mentre lei si proiettava verso il soffitto, conficcandoci il kukri per restarvi appesa. Dall’alto vide Prompto correre verso la porta e con orrore si accorse che la pavimentazione dietro di lui stava cedendo. Il Gargantua, notata la figura del ragazzo, si voltò verso di lui.

-    Prompto! Corri!! – gli gridò, mentre il deamon calava la sua spada un'ennesima volta.

Il terreno cedette di schianto. Il mostro barcollò, ritrovandosi improvvisamente senza appoggio. Prompto inciampò e cadde a terra per l’onda d’urto, mentre le lastre di pietra venivano inghiottite all'interno della voragine che rapidamente si andava allargando.
A Selenis non rimase altro che proiettarsi sulla zona ancora intatta e correre verso l'amico che stava cercando di rimettersi in piedi. C'era quasi riuscito, quando il suolo sotto le sue scarpe si sgretolò, facendolo cadere all'indietro.
La principessa si lanciò sul pavimento, afferrandogli al volo il polso prima che precipitasse com’era accaduto al Deamon di cui non restava più alcuna traccia.

-    Resisti! – urlò a Prompto che spenzolava inerme sopra al baratro.

Selenis digrignò i denti nello sforzo di mantenere la presa. Non aveva appigli e Prompto non aveva nulla su cui appoggiare i piedi per tirarsi sù.

-    Selis mollami! – gridò il giovane – Finirai per cadere anche tu! – aggiunse, vedendo la sua amica slittare ogni volta che cercava di issarlo.
-    Ce la faremo! – replicò lei senza darsi per vinta.
-    Selis! Lasciami andare! – ripetè il ragazzo.
-    Non ci penso nemmeno! –
-    Ascoltami! Io sono sacrificabile, tu no! Senza il tuo aiuto Noct non riuscirà a…-
-    Chiudi quella bocca!!! – urlò la ragazza.

La principessa decise di fare un ultimo disperato tentativo. Lasciò la presa sul pavimento per evocare il kukri e lo piantò nel lastrone di pietra. Con quell’appiglio fece leva per tirare su l’amico. I muscoli delle braccia le andavano a fuoco per lo sforzo, ma lei proseguì imperterrita finchè Prompto non riuscì ad aggrapparsi. Con le restanti forze lo aiutò a risalire completamente e poi si lasciò cadere sfinita sulla schiena.
In quell’improvviso silenzio c’era solo il rumore dei loro respiri spezzati.

-    Per i Sei… pensavo di non farcela questa volta – mormorò Prompto quando riuscì a riprendere fiato.

Selenis si girò su di un fianco, cercando di sollevarsi sulle braccia esauste.

-    Aspetta, ti do una mano! – esclamò Prompto rimettendosi in piedi e offrendo una mano alla all'amica.

La principessa l’accettò, ma quando si fu alzata afferrò rudemente il giovane per il bavero della giacca e lo inchiodò alla parete.

-    Selis! – esclamò lui spaventato dagli occhi furenti della ragazza.
-    Non dire mai più una cosa del genere! – lo aggredì lei – Nessuno di voi è sacrificabile! Nessuno!!! – gridò – Non potrei immaginare di proseguire se tu… -

Al solo pensiero la voce le mancò, riducendosi ad un mormorio, e la rabbia svanì per lasciare il posto alla paura.

-    Non farlo mai più davanti a me Prompto! Non sminuirti così.. – mormorò passando le braccia attorno al collo dell’amico attonito – Questo viaggio senza di te sarebbe uno schifo – aggiunse stringendolo.

Il ragazzo le restituì l’abbraccio con un’intensità quasi dolorosa.

-    Mi spiace, scusami… - sussurrò con voce spezzata.
-    Sei uno stupido Prompto Argentum – rise la principessa, slacciando la presa e tenendogli il viso tra le mani – Proprio uno stupido – ripetè dandogli un bacio sulla fronte.
-    Credo che tu abbia ragione – sghignazzò il ragazzo spazzandosi via un paio di lacrime con le dita.
-    Le donne hanno sempre ragione – affermò Selenis – Ricordatelo quando avrai una fidanzata – gli strizzò l’occhio.
-    Ehi ragazzi! Dove siete?! –

L’eco della voce di Noctis arrivò loro dal corridoio principale, e qualche secondo più tardi il principe apparve assieme ad Aranea e Ignis.

-    Cos’è successo? – chiese quest’ultimo guardando la sala distrutta alle loro spalle.
-    Ci ha attraversato la strada un Gargantua – rispose Selenis con un mezzo sorriso – Ma è tutto a posto – li rassicurò.
-    Incredibile – disse Aranea ammirata.
-    Come sarebbe a dire incredibile? – sbottò Prompto offeso.
-    Credo che ci convenga proseguire – suggerì la principessa.

Non ci impiegarono molto a raggiungere il fondo della sala principale. Il soffitto d’acqua brillava sopra di loro e la stanza era illuminata dalla luce soffusa dei suoi riflessi.

-    Oh, quanto spazio – commentò Prompto guardandosi intorno – Sicuro che qui dentro ci troveremo un bestione! – profetizzò.
-    Evviva.. – replicò Noctis con falsa enfasi – Intanto, là non c’è quello che stavamo cercando? – aggiunse indicando davanti a loro.

In mezzo alla sala c’era un piedistallo di roccia verde; sopra di esso luccicava un blocco argentato alto una ventina di centimetri.

-    Non vi pare strano che sia stato lasciato lì in bella vista? – domandò scettica Aranea.
-    Sembra quasi che sia stato preparato per il nostro arrivo… - osservò Ignis.
-    Credo che sia così – asserì Selenis muovendo qualche passo verso il Mithril.
-    Ma non sai spiegarcelo, vero? – le disse Noctis.
-    Già, ma inizio ad abituarmici – alzò le spalle la principessa.
-    Selis, scusa… - la chiamò Prompto.

La ragazza si fermò, voltandosi verso di lui e notando che era decisamente bianco in volto.

-    Ma quello te lo ricordavi? – domandò alzando tremante un indice verso l’alto.

Tutti seguirono il suo dito, notando solo allora la presenza di una sagoma appollaiata sopra una passerella di pietra dall’altra parte della sala. Quel qualcosa dispiegò un paio di ali chilometriche e si lanciò verso di loro.
I cinque ragazzi si ripararono la testa mentre il mostro atterrava alle loro spalle con un ruggito che scosse le antiche pareti.

-    Cosa diavolo ci fa un Quetzacoalt qui?! – esclamò esasperata la principessa.
-    E che cavolo è? – domandò Noctis.
-    Un’antica bestia che in realtà dovrebbe essersi estinta... -
-    Ma che fortuna! Abbiamo trovato noi l’ultimo esemplare! – disse Aranea sfoderando la sua lancia.

Il Quetzacoalt era una bestia molto simile ad un grifone, con testa d’aquila, artigli affilati e creste ossee che lo facevano assomigliare ad una specie di drago piumato.

-    Sai anche per caso come poterlo far fuori? – chiese Prompto speranzoso.
-    Nel bestiario si sono dimenticati di scriverlo, però so una cosa… - rispose Selenis osservando il mostro preparare il suo primo assalto – Usa attacchi elettrici! Tutti qui! – urlò evocando all’istante una barriera.

Il mostro si illuminò come un albero di natale, e una possente scarica elettrica si abbattè contro lo scudo cristallino richiamato dalla principessa. Subito dopo, il Quetzacoalt si alzò in volo.

-    Credo che il fatto che sappia volare gli dia un netto vantaggio su di noi – commentò Prompto mentre lo allontanava con una scarica di proiettili.
-    Pensi di riuscire a trovare un punto di forza anche per noi? – ribattè con sarcasmo Selenis.
-    Che siamo in vantaggio numerico? –
-    È davvero un’analisi dettagliata della nostra situazione – sospirò Noctis.
-    Tu hai l’aria di essere quello intelligente, qualche idea? – domandò Aranea rivolgendosi a Ignis.
-    Dobbiamo farlo scendere a terra – rispose il ragazzo, lanciando all'indirizzo del mostro i pugnali che furono sbaragliati da una sferzata di coda.
-    Ottimo, come? – chiese Noctis.
-    Arriva! – li avvertì Selenis.

Il gruppo si disperse, riparandosi dietro le colonne quando il Quetzacoalt scese in picchiata scatenando una tempesta di fulmini.

-    Ascoltatemi! – esclamò Ignis quando la creatura tornò a levarsi fuori dalla loro portata – Non appena passerà raso terra, Aranea e Selis dovrete occuparvi delle ali, fate in modo che non possa più utilizzarle – ordinò alle due ragazze che annuirono – Prompto. Tu e io ci occuperemo di immobilizzarlo colpendo i tendini delle zampe posteriori, in questo modo dovrebbe perdere l'equilibrio – spiegò – Noct, a quel punto gli darai il colpo di grazia con le armi ancestrali. Siamo intesi? – domandò a tutti quanti – Bene – asserì quando ricevette il consenso unanime.
-    Eccolo che arriva! – gridò Prompto.

Il deamon planò di nuovo verso di loro, accostandosi al terreno per poterli attaccare.

-    Andiamo? –
-    Certo! –

Selenis e Aranea si scambiarono uno sguardo d’intesa, dopo di che, la donna spiccò un salto aiutandosi con la sua lancia e la principessa si proiettò sopra al mostro. Evocando una coppia di daghe dalle lame seghettate, Selenis si lanciò verso una delle ali, affondando entrambe le armi nella sottile membrana squamata e spingendo verso il basso. La pelle delicata si lacerò in uno squarcio irregolare.
Il mostro iniziò inutilmente a dimenarsi, perdendo quota per poi rovinare malamente a terra. Quando cercò di rialzarsi sulle quattro zampe, fu il turno di Ignis e Prompto, come da programma, di attaccare. Ignis usò una magia di fuoco per accecare momentaneamente la creatura, mentre lui e il ragazzo biondo si infilavano tra le zampe colpendone la base di taglio.
Il Quetzacoalt crollò in ginocchio, ormai allo stremo delle forze. Noctis a quel punto, richiamate le proprie armi antiche, si lanciò in un attacco multiplo che ebbe il risultato di abbattere definitivamente la minaccia.
Il corpo del deamon giacque immobile, illuminato dai riflessi subacquei del soffitto, prima di scomparire in una nuvola di fumo nero e schegge cristalline.

-    E anche questo è andato – affermò Noctis schiacciando un cinque a Prompto.
-    Niente male – si complimentò Ignis mentre Selis e Aranea scontravano le nocche.

Finalmente il blocco del prezioso materiale fu al sicuro nelle mani dei ragazzi, pronti quindi a tornare indietro.

-    Senti capitano – esordì Prompto mentre si rimettevano in marcia.
-    È Aranea –
-    Aranea. Hai detto che l’Impero usa i Deamons per fabbricare armi – proseguì il ragazzo.
-    Avrete visto i soldati Magitek, no? –
-    I Magitek? – ripetè Noctis confuso.
-    Li creano in laboratorio dai Deamons – spiegò la donna.
-    Stai scherzando? – esclamò allibita Selenis.
-    Ci attendono tempi duri – si limitò a sentenziare Aranea – Se fossi in voi farei attenzione alla vostra regale pellaccia – aggiunse rivolgendosi ai due principi.
-    Lo faremo – asserì Noctis.

Le parole della mercenaria però, suonarono stranamente profetiche alle orecchie di tutti.



Campeggio dell'autrice:

Buongiorno bella gente! ^^

Questo dungeon, posso dirlo senza remore, è stato una delle ambientazioni che mi è piaciuta di più ^^ Mi ha veramente affascinato molto, facendomi perdere un pò di tempo ad osservarlo per bene.
I nostri amici però, non hanno avuto tutto il tempo che ho avuto io per rimirarlo; il tempo stringe e il Mithril li sta aspettando!
Ho deciso che in questo capitolo ci sarebbe stata bene una piccola parte tra Selis e Prompto, che era da un pò fuori dai riflettori. Per cui spero che l'incontro con il Gargantua sia stato gradito ;)
Nel prossimo capitolo, ora che il prezioso minerale è stato recuperato, potremo tornare ad occuparci di Gladio che farà la sua ricomparsa. Come andrà a finire con Selis? Guardate che le sento le due fazioni che gridano "mollalo" o "perdonalo" eh! xD
Ho iniziato ieri, per ammazzare il tempo di attesa che mi arrivi Assassin's Creed Origins, Rise of the tomb raider. Altro piccolo capolavoro in collaborazione con mamma Square che mi sta dando grandi soddisfazioni e un enorme delusione.....
Ma porco di quel giuda... oltre che inserire l'inversione dell'asse y.... non potevate mettere anche quello dell'asse x?!!!
Purtroppo, oltre ad essere mancina devo avere anche qualche problema cognitivo, perchè non riescoa giocare senza avere gli assi invertiti ^^" Quindi potete immaginare il mio disagio quando devo spostare la telecamera in un gioco come questo...
Anyway vi rinnovo l'appuntamento per la prossima settimana!
Un grandissimo grazie a tutti i Lettori e alle mie Comrades come chiamerò da adesso in avanti le mie recensiste u.u

Un abbraccio a todos!
Marta

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Capitolo 29
*** 28. Proposte inattese ***


28


Città di Lestallum, regione di Cleigne, alcune ore dopo.

Una volta usciti (finalmente) dalle rovine di Vesper, Ignis aveva ricevuto una chiamata da Cindy. La meccanica lo aveva avvisato di portare il Mithril a Lestallum, dove una sua amica, ingegnere presso la Exineris, lo avrebbe reso utilizzabile per le riparazione dello yacht. Aranea si era resa allora disponibile a dal loro uno strappo con la propria aereonave, dietro l’ovvio suggerimento del cancelliere Izunia...
Così, il viaggio di ritorno aveva dato loro giusto il tempo di schiacciare un pisolino, prima di essere scaricati nell’immediati pressi della città.
 
-    Voi iniziate ad andare alla centrale, io vado a prenotarci una stanza da qualche parte e poi vi raggiungo – disse Selenis.
-    Va bene, ci vediamo dopo – assentì Noctis.

Il gruppo si divise, e mentre i tre ragazzi presero un vicolo laterale in direzione della centrale elettrica, la principessa proseguì su per la scalinata della piazza principale. Il mattino aveva appena fatto capolino e
in giro non c’era praticamente nessuno. Selenis si sentiva ancora piuttosto stanca; non vedeva l’ora di mangiare qualcosa e di dormire qualche ora come si conveniva, prima di dover ripartire alla volta di Caem.
La giovane si diresse quindi verso un piccolo motel del centro; avevano deciso di comune accordo di non fermarsi al Leville per praticità, in quanto la loro permanenza sarebbe stata decisamente breve.
 

-    Buongiorno signorina! Se deve affittare una camera è proprio nel posto giusto – la accolse il proprietario da dietro la reception.
-    Buongiorno a lei! – rispose la ragazza – Si da il caso che avrei necessità di una quadrupla per questa notte –
-    È fortunata, ne ho una libera che dà proprio sulla piazza – disse l’uomo, allungandole il registro per farle firmare la prenotazione.
-    Ottimo – sorrise cordiale Selenis, afferrando le chiavi che le vennero messe sul bancone.
-    Buona permanenza –

La ragazza salì al piano di sopra, accedendo alla stanza. Si diresse subito verso le finestre, alzando le imposte e aprendole per far cambiare aria all’ambiente. Dopo una rapida occhiata decise che come sistemazione per quel giorno poteva bastare: i letti erano spaziosi e il cucinino sarebbe venuto incontro ai desideri di Ignis. Soddisfatta, la principessa uscì di nuovo per dirigersi verso la centrale.

-    L’allarme alla Exineris è rientrato alla fine? –

Selenis si fermò, girandosi verso i due ragazzi seduti fuori da un esercizio commerciale ancora chiuso.

-    Pare di sì – rispose uno dei due.
-    Scusatemi? –

Entrambi si voltarono a guardare la nuova arrivata.

-    C’è stato qualche problema alla centrale elettrica? – s’informò la principessa.
-    Qualche ora fa è comparso un gruppo di deamons e lo stabile è stato evacuato – le risposero – ma sembra che alcuni cacciatori arrivati da poco in città abbiano risolto il problema – aggiunse.
-    Ho capito, grazie – li salutò la ragazza.

“Che diamine è successo?!” si chiese rimettendosi in marcia “Spero sia andato tutto bene…”

Preoccupata, la giovane si mise a correre verso la centrale che sorgeva alle spalle della cittadina.
Era strano che i deamons fossero riusciti ad entrarci... solitamente la struttura,  così come tutta Lestallum, era ben illuminata e i deamons se ne tenevano ben alla larga. In tutti i casi, gli unici che potevano essersi occupati del problema erano Noctis e gli altri. Il tempismo del loro arrivo era stato più che provvidenziale.
Sempre correndo, Selenis sbucò dal vicolo che stava percorrendo, arrivando in vista dei cancelli d’ingresso alla centrale. Scorse subito i suoi amici,
fortunatamente illesi, ma quello che le bloccò il fiato in gola, fu di vedere che assieme a loro ci fosse anche Gladio. 
Il ragazzo stava chiacchierando con Noctis e Prompto a una decina di metri da lei. Selenis lo osservò, sentendosi euforica e fuori di sé dalla rabbia allo stesso tempo.
Gladio sembrava in ottima forma, tolta la nuova ed enorme cicatrice che gli solcava il petto, assieme a quella che gli segnava la fronte, andando a congiungersi con la vecchia ferita verticale. Mentre la ragazza lo guardava, lui finalmente si accorse della sua presenza.
Ci fu un momento di stallo in cui nessuno si mosse o osò parlare. Noctis e Ignis mantenevano un’espressione piuttosto neutra, mentre Prompto era evidentemente divorato dall’ansia. In quanto a Gladio, il suo viso alla fine si aprì in un largo sorriso.

-    Ehi! – la salutò alzando una mano.

Quell’unica parola riscosse finalmente Selenis che, con passo deciso, gli si avvicinò. Superò tutti gli altri senza neppure guardarli e gli mollò uno schiaffo in pieno viso.

-    Come hai osato?! – ansimò la principessa al colmo della collera.

Era sicura che lui non avesse sentito niente e che l’unica ad essersi fatta male fosse lei, ma almeno si era tolta la soddisfazione.
Gladio, per tutta risposta e senza battere ciglio, tirò fuori qualcosa dalla tasca dei pantaloni e la fronteggiò.

-    Vuoi sposarmi? – le disse mantenendo la più assoluta calma – Quando ovviamente tutto questo casino sarà finito – aggiunse, mostrandole l’anello che teneva nel pugno.

Selenis guardò il gioiello. Aprì e chiuse la bocca un paio di volte senza articolare alcun suono e poi afferrò l'anello quasi con stizza, mettendoselo al dito.


-    Certo! – rispose – Ma resti comunque un cretino!!! –

Il volto di Gladio si trasfigurò in una maschera di pura felicità mentre la afferrava per la vita facendola girare su sé stessa.

-    Mettimi giù! – protestò lei, sorridendo però.
-    Ehi fermi un attimo! –

Prompto si fece avanti confuso.

-    Cos'è appena successo? – domandò gesticolando nella loro direzione.
-    Congratulazioni grand’uomo! – si complimentò invece Noctis, dando una sonora pacca sulla schiena dell’Amicitia.
-    Oserei dire che era anche ora – soggiunse Ignis tendendogli una mano.
-    Oddio! Vi sposate! – esclamò allora il pistolero al colmo della felicità – Oh per i Siderei! Avremo due matrimoni! – saltò su dopo aver abbracciato Selenis – Oh vi prego, posso farvi da testimone?! –
-    Vacci piano biondino – lo frenò Gladio.
-    Dobbiamo prima risolvere il piccolo problema dell’Impero – disse Selenis.
-    Quindi volete sposarvi a Insomnia? – chiese Ignis con un sorriso.
-    Certo! – risposero in coro i due ragazzi.
-    Festeggeremo tutti assieme a casa – affermò Selenis, guardando Noctis che annuì serio – Ma adesso ditemi del Mithril – aggiunse ricordandosi del minerale.
-    Lo abbiamo affidato all’amica di Cindy, per questa sera dovrebbe essere pronto – rispose Ignis.
-    Bene.. – sospirò Selenis – Ora che ne dite di tornare indietro? Ho affittato una stanza al motel in piazza – 

Mentre gli altri assentivano alla sua proposta, la ragazza gettò un’occhiata all’anello che adesso le brillava all’anulare della mano destra.
Era una fascia d'argento, larga sul davanti e che si stringeva sul retro; finemente lavorata con un disegno che ricordava una corda sottile ed intersecata da un motivo di piccoli fiorellini.
Era di una semplicità disarmante, eppure aveva avuto il potere di destabilizzarla completamente.
Era veramente arrabbiata nera quando aveva schiaffeggiato Gladio, ma quando lui  le aveva fatto vedere cosa teneva nascosto, per un istante, un battito d’ali, si era rivista a casa sua, con una vita che proseguiva senza la minaccio dell’Impero. Quel semplice oggetto le aveva dato la speranza di poter tornare a quei giorni, ed era il regalo più grande che Gladio potesse farle.
Il gruppo, fatta eccezione per Ignis che si diresse a fare provviste al mercato, si ritrovò nella camera del motel.

-    Forza, togliti la giacca che do un’occhiata a quelle ferite – ordinò Selenis non appena vi misero piede.
-    Non è il caso, davvero…- Gladio non proseguì oltre sotto lo sguardo che la ragazza gli stava rivolgendo.

Docilmente si svestì, sedendosi su uno dei letti disponibili. La principessa si chinò su di lui, osservando da vicino e tastando delicatamente con i polpastrelli la pelle sul petto del ragazzo. La ferita si era quasi del tutto rimarginata, anche se la carne rimaneva di un rosso acceso. I bordi della cicatrice erano frastagliati e nel complesso era piuttosto spessa.

-    Che razza di orribile lavoro – commentò sprezzante Selenis passando a controllare quella più fine della fronte.
-    Temo di averlo fatto io – ammise Gladio mentre Prompto e Noctis sghignazzavano alle spalle della ragazza.
-    Non hai imparato niente da me in tutti questi anni? – sospirò Selenis tirandosi su – Tutto sommato stanno guarendo bene comunque – sentenziò.
-    Selis, Gladio, noi andiamo a fare un giro venite con noi? – domandò Prompto vedendo che la discussione era finita.
-    Io credo che resterò qui – sbadigliò l’Amicitia rivestendosi.
-    Io invece vengo con voi – rispose la ragazza.

La stanchezza che si era sentita addosso appena arrivata a Lestallum sembrava scomparsa del tutto grazie alle ultime novità.

-    Ti aspettiamo di sotto allora – asserì Noctis scendendo con l’amico.

La ragazza si stiracchiò e poi si voltò verso Gladio.

-    Non azzardarti a farlo mai più Gladio. – esordì lei catturando il suo sguardo – Non sparire mai più a questo modo lasciandomi indietro. – lo avvertì.
-    Ti ho fatta spaventare, mi dispiace – si scusò lui, allungando una mano e sfiorandole la guancia – Giuro che non accadrà una seconda volta –
-    Lo spero – replicò lei alzandosi in punta di piedi per lasciargli un bacio a fior di labbra.
-    A dopo – la salutò l’Amicitia quando fu sulla porta.

Un secondo dopo che Selenis se la fu richiusa alle spalle, questa venne di nuovo aperta da Ignis.

-    Ohi! – lo salutò Gladio che si era appena messo a sedere – Gli altri sono andati a fare un giro –
-    Sì, li ho incrociati di sotto – rispose il ragazzo – e dire che dicevano di non reggersi in piedi – commentò appoggiando il sacchetto con la spesa nel cucinino.
-    Mi dispiace, deve essere stata dura anche con l’aiuto di Aranea – replicò l’Amicitia.
-    Ce la siamo cavata, non pensare di essere così indispensabile – rispose Ignis prendendolo in giro.
-    Mi fa piacere saperlo! - ribattè con un ghigno il giovane - E il cancelliere? Oltre la sua gentilezza nel permettervi di recuperare il Mithril si è ancora dimostrato interessato a Selis? –
-    In realtà mi sono fatto l’idea che non sia lei l’oggetto della sua attenzione – osservò il ragazzo radunando gli utensili per cucinare.
-    In che senso? –
-    Nel senso che sembra mirare a qualcos’altro, ma non saprei dire a cosa nello specifico – disse Ignis iniziando a mescolare gli ingredienti nella ciotola con una spatola.
 
-    Bel casino – sospirò Gladio appoggiandosi allo stipite della porta – Lei come se l'è cavata? – 
-    I primi giorni sembrava dovesse incenerire qualsiasi cosa con il solo sguardo, ma poi è andata meglio – rispose il cuoco sollevando gli occhi sul viso preoccupato dell'amico – Per il resto niente visioni.... solo degli strani ricordi che ci hanno guidato dentro le rovine – aggiunse.
-    Ricordi? –
-    Sì, sembra che sapesse esattamente la strada da percorrere.. però senza sapersi spiegare il perchè – raccontò Ignis – Potrebbe essere un qualche residuo di un sogno fatto in passato ma che lei ha cancellato – ipotizzò.
-    Capisco... - mormorò Gladio dopo un momento di riflessione - Grazie di averle guardato le spalle al posto mio – aggiunse.
-    Lo farò sempre quando ce ne sarà bisogno – rispose Ignis.
-    Sai? Non mi ha chiesto nulla di dove sia andato; neppure una parola. – asserì Gladio grattandosi la barba – mi dispiace di averla lasciata senza una spiegazione, ma era una cosa che dovevo affrontare da solo ed era troppo pericoloso –
-    Lo so, e lo sa anche lei – replicò il suo amico – ma non sfidare la sorte una seconda volta – aggiunse sollevando lo sguardo dall’impasto per osservare il ragazzo.
-    Non lo farò – sorrise Gladio – ma che cosa stai preparando? Oh! Ancora quello.. – aggiunse vedendo gli ingredienti.
-    Sì, ma stavolta ho usato le banane – rispose Ignis.
-    Come mai ti piace così tanto cucinare? –
-    Beh.. –

***

Il giorno seguente i cinque ragazzi si rimisero in marcia. Holly, la capo ingegnere a cui avevano affidato il Mithril, come promesso glielo aveva consegnato la sera prima, pronto per essere utilizzato per le riparazioni dello yathc.
Il viaggio di ritorno sembrò più rapido rispetto a quello di andata, probabilmente perché con Gladio di nuovo a bordo, l’equilibrio del gruppo si era ristabilito.
Arrivarono a destinazione all’imbrunire del terzo giorno, trovando ad aspettarli il vecchio Cid.

-    Cindy mi ha avvisato che ci siete riusciti – li accolse l'uomo sul ciglio del sentiero.
-    Infatti – asserì Noctis – Ecco qui il Mithril – aggiunse porgendogli il sacchettino.

Il trattamento che Holly aveva riservato al minerale, lo aveva ridotto ad una sottilissima polvere argentata.

-    Non pensavo mai più di poterne vedere ancora – commentò Cid osservando l’interno del sacchetto – Mi metto subito al lavoro; per domani potremo salpare verso Altissia – li informò, e senza aspettare una replica, s'incamminò verso il faro.
-    Già domani? Ma è prestissimo! – esclamò Prompto.
-    Io direi che abbiamo perso tempo a sufficienza invece – replicò Gladio.
-    Parli proprio tu? – lo rimbeccò Selenis.
-    Le cose sono andate come dovevano andare, inutile discuterne – disse Ignis.
-    Prevedo che nel vostro matrimonio non vi annoierete – profetizzò Noctis ridendo.
-    Di sicuro Selis è più fortunata di Sua grazia Lunafreya nella scelta del marito – replicò Gladio con un sorriso sornione.
-    Chi si loda s’imbroda mio caro – soggiunse la ragazza – e poi… Ma che diamine?! –

La principessa troncò sul nascere il resto della frase, presa alla sprovvista da ciò che vide.
Davanti alla casa che ospitava i fuggiaschi di Insomnia, c’era apparecchiata una grande tavola, al di sopra della quale danzavano mossi dal vento una serie di coloratissimi festoni. Tutt’intorno erano state posizionate delle lanterne che iniziavano a rischiarare le ombre sempre più lunghe.

-    Congratulazioni!! –

Iris si precipitò verso di loro, correndo ad abbracciare un'alquanto basita Selenis.

-    Ma come? – mormorò la ragazza senza capire.
-    Può essere che mi sia scappato un piccolo ed insignificante messaggino sul tuo fidanzamento – rispose Prompto.
-    Guarda un po’ – sorrise la principessa.
-    Principe Noctis, principessa Selenis –

Talcott sopraggiunse accompagnato da Monica e Dustin.

-    Principessa, congratulazioni per il suo fidanzamento – disse il bambino in modo molto cerimonioso.
-    Ti ringrazio Talcott, avete organizzato tutto voi? – domandò guardando meravigliata il piccolo rinfresco.
-    Sì! Abbiamo pensato che vi avrebbe fatto piacere festeggiare prima della partenza – rispose il bambino.
-    Avete pensato bene – asserì Gladio scompigliandogli i capelli.
-    Abbiamo ricevuto un messaggio dal generale – soggiunse Monica – ha detto che arriverà per la vostra partenza –
-    Bene – rispose Noctis.
-    Cosa ne dite se allora iniziamo la festa? – propose Iris trascinando verso la tavola la sua amica.
-    Non ci lasci molta scelta – scherzò suo fratello.

La serata fu una delle più piacevoli passate sotto il cielo di Lucis. L’idea di cenare all’aperto era stata geniale! Il cielo era limpido e il clima mite faceva apprezzare il venticello che arrivava dal mare. L’aria fu presto riempita di chiacchiere e del tintinnio delle posate. I ragazzi raccontarono delle loro avventure, ridendo agli aneddoti un po’ ingigantiti
di Prompto .
Talcott rimase molto impressionato di ciò che gli riferirono sulle rovine menzionate da Jared. Osservare il suo viso spalancarsi dallo stupore quando gli descrissero la sala sott'acqua, fu una piccola gioia: nonostante tutto c’era ancora spazio per meravigliarsi.
Iris rimproverò non poco il fratello per la proposta così poco elegante che aveva fatto a Selenis, spiegandogli in lungo e in largo come l’avrebbe dovuta fare secondo lei. La principessa osservò divertita il suo fidanzato ascoltare la sorella a metà tra l’imbarazzato e il colpevole; quando però vide che la ragazza gli sorrideva rassicurante, si tranquillizzò.
C’era qualcun altro però, ad essere inquieto quella sera....
La principessa vide Noctis abbandonare la tavola per defilarsi verso l’altra parte del promontorio, e dopo aver scambiato un’occhiata con Ignis, si alzò per seguirlo.

Lo trovò vicino alla lapide che era stata eretta in memoria di Jared; alla base c’erano i fiori che Iris non mancava di cambiare ogni giorno.
Noctis sostava immobile davanti ad essa, apparentemente perso nei suoi pensieri.


-    So che cosa ti stai chiedendo – esordì Selenis.

Il ragazzo si girò, sorpreso nello scoprirsi non più solo.

-    E cosa? – domandò lui con il viso appena illuminato dalla luna.
-    Quanti ancora dovranno morire in questa stupida guerra di potere – rispose la ragazza.

Noctis tornò a voltarsi verso la lapide, conscio del fatto che la principessa avesse come al solito colto nel segno.

-    Lo so perché è la stessa domanda che continuo a pormi io – proseguì lei andando a sedersi sulla staccionata che dava sullo strapiombo.
-    E ti sei data una risposta? - le chiese Noctis prendendo posto al suo fianco.
-    No – sospirò lei – e non voglio darmela... ho paura di quale potrebbe essere. – aggiunse con un sorriso mesto.
-    Dici che mio padre se l'è mai chiesto? – mormorò il ragazzo.
-    Sono sicura che lo abbia fatto ogni giorno – rispose Selenis – Le decisioni che ha preso.. non oso nemmeno immaginare quanti sforzi gli siano costate –
-    Prima di tutto questo non mi ero mai soffermato a pensarci – ammise Noctis guardando il mare sotto di sé.
-    Quando papà è morto ho passato i primi tempi ad accusarlo per la decisione di seguirvi a Tenebrae – raccontò la giovane – La trovavo egoista.. lasciarmi a casa da sola per poi non tornarci mai più. Poi con il tempo ho realizzato con quanta pena l’aveva presa..-
-    Già, credo di capirti – replicò il ragazzo.
-    Quello che lui ha fatto per te, per Insomnia, ti aiuterà nelle scelte che dovrai affrontare in futuro – proseguì Selenis – Nulla di quello che ha compiuto è stato invano. Ma adesso basta parlare di cose così serie! E' la festa per il mio fidanzamento e voglio sapere da uno a dieci quanto sei ansioso di rivedere Luna! – esclamò la ragazza.
-    Eh? No! – protestò Noctis animandosi.
-    Noctis Lucis Caelum che finalmente sposa la sua amata! Potrebbero farci una serie di racconti, o perfino un videogioco! – proseguì lei imperterrita con la certezza di averlo fatto arrossire.
-    Tu stai troppo con Prompto – scosse la testa il principe, scendendo dalla staccionata a allontanandosi.
-    Eddai Noct, non fare il timido! –
-    Troppo tempo! Troppo! – esclamò lui senza fermarsi.

Selenis si mise a ridere e fece per seguirlo, quando nel suo campo visivo qualcosa si mosse.
A pochi metri da lei, Gentiana sostava come se fosse sempre stata in quel punto. La sua presenza si armonizzava così bene con l’ambiente che era quasi del tutto invisibile.

-    Gentiana! – disse la ragazza sorpresa.
-    Oh prima della notte, il momento decisivo è quasi giunto – disse la donna – Presto il Re scelto dal cristallo avrà bisogno della tua forza –

La principessa ascoltava la messaggera con il cuore che batteva all’impazzata.

-    Ma questo comporterà un sacrificio. Per il bene di questo mondo che sta sprofondando sempre di più nei flutti dell’oscurità, sarai disposta a pagarlo? – le domandò la donna avvicinandosi.

Selenis la osservò per qualche istante.

-    Farò qualsiasi cosa per proteggere Noctis e i miei amici – rispose la ragazza risoluta.

A quel punto la donna sorrise e aprì gli occhi, rivelando un paio di iridi scure come la notte seppur incredibilmente calde.

-    Le assomigli così tanto... – disse sfiorandole una ciocca di capelli bianchi con la punta delle dita.
-    Assomiglio a chi? – domandò confusa la principessa.
-    Selis!-

La ragazza distolse gli occhi dalla messaggera per una frazione di secondo, ma quando tornò a voltarsi, di lei non c’era più traccia. Selenis s’incamminò verso Prompto che l’aveva chiamata, restando però ancorata con la mente alla conversazione appena avuta.
Qualcosa le diceva che ad Altissia molte cose sarebbero cambiate.. solo che non sapeva dire se in meglio o in peggio.



Campeggio dell'autrice:

Taratataaaan!! *musichetta del mistero*
Buongiorno ragazzi!

Il ventottesimo capitolo è ricco di novita! A partire dalla proposta di fidanzamento di Gladio! Come al solito ho prediletto un'atmosfera più divertente che romantica, per non dire che il nostro Amicitia ha giocato un'ottima carta per togliersi dall'impiccio di dover affrontare Selenis xD La quale alla fine ha deciso di perdonarlo. Non potevo essere così cattiva da farli lasciare suvvia u.u Qualcuno di voi si sarà accorto che ho mescolato il capitolo con una delle puntate di Brother Hood, ma penso sarà l'ultima volta, anche perchè sono finite xD
E poi arriva Gentiana, misteriosa come suo solito, che avvisa la principessa che presto dovrà compiere un sacrificio per poter aiutare Noctis... cosa succederà mai? E soprattutto, a chi assomiglia la ragazza?? Qualche idea? ;)
Come al solito ringrazio tutti i Lettori che continuano a seguirmi e le mie Comrades per continuare a recensire <3
Ora scappo... devo finire Stanger Things entro sera xD

Bacioni,
Marta

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Capitolo 30
*** 29. Viaggio oltre oceano ***


29


Capo Caem, regione di Leide. La mattina successiva.

-    Guardate che roba! – Prompto fischiò ammirato davanti al lavoro compiuto di Cid.

Lo yathc di Regis splendeva sotto la prima luce del mattino. Non c’era più alcun telo a coprirlo e il colore fresco di vernice brillava colpito dai riflessi delle onde che entravano nell'attracco nascosto.
I preparativi alla partenza erano stati ultimati da poco e ormai non restava altro che salutarsi.

-    Immagino che questo sia un addio, per ora – disse Iris abbracciando stretta la principessa.
-    Torneremo presto, non vi accorgerete neppure della nostra assenza – replicò Selenis abbassandosi a stringere Talcott.
-    Prenditi cura della tua futura sposa – si raccomandò la ragazzina al fratello.
-    Certo – rispose lui con decisione.
-    Grazie per badare loro in nostra assenza – disse Ignis rivolgendosi a Monica e Dustin.
-    Per noi è un piacere – affermò la donna appoggiando le mani sulle spalle di Talcott – fate attenzione – aggiunse.
-    Non preoccupatevi – la rassicurò Noctis.
-    E così è arrivato il momento –

La nuova voce appena sopraggiunta fece voltare il gruppo verso le scale che conducevano all'ascensore. Cor li osservava con le braccia incrociate sul petto.

-    Generale – lo salutarono rispettosamente i ragazzi.
-    Prima che ve ne andiate c’è una cosa che devo dire – proseguì l’uomo fermandosi davanti a loro.
-    Cosa? – domandò Noctis.
-    Mi dispiace. – rispose Cor – Mi dispiace che non fossi lì per tuo padre… avevo giurato di proteggere il Re, ma non sono stato all’altezza – ammise abbassando lo sguardo a terra.

I ragazzi rimasero in silenzio, senza sapere cosa dire. Tutti, chi più e chi meno, si erano sentiti responsabili per i fatti accaduti ad Insomnia e tutti si erano posti la medesima domanda: "Avrei potuto fare qualcosa per impedirlo?"
Fu però l’intervento di Cid a darvi finalmente una risposta.


-    Quello che è successo non si poteva evitare – affermò facendosi avanti.
-    Sì, me ne rendo conto – rispose Noctis.
-    Devi anche renderti conto di cosa tu significhi per chi ti sta accanto – proseguì il meccanico.
-    Lo faccio – replicò il principe un po’ interdetto dalle sue parole.
-    Anche se non possono risolvere i tuoi problemi, non devi nasconderli ai tuoi amici – continuò Cid – Fa un male cane.. –  mormorò.

Era chiaro che si riferisse a ciò che era successo tra lui e Regis. Si erano allontanati per motivi che il meccanico preferiva non rivangare, ma era anche vero che erano stati amici, ottimi amici, e l’idea di non averlo più rivisto un'ultima volta, era un errore che Cid non si sarebbe perdonato tanto presto.

-    Ricorda che non sono solo le tue guardie del corpo, sono dei fratelli… fidati di loro, sempre. – affermò con decisione il vecchio meccanico con un sorriso.
-    Lo farò – replicò Noctis.
-    E ora cosa state aspettando?  Un invito scritto? – esclamò Cid subito dopo avviandosi verso lo yathc – Muovete le chiappe e salite! – ordinò.

I ragazzi si scambiarono uno sguardo divertiti e poi lo seguirono sull’imbarcazione.

-    È davvero arrivato il momento – sospirò Selenis.
-    È solo un’altra avventura – le disse Prompto con un sorriso, mentre il motore si avviava e la barca iniziava a muoversi lentamente in avanti.

La ragazza si affiancò a Noctis che, in piedi sulla prua, guardava la banchina dove Iris e Talcott si erano fermati per salutarli.

-    Ehi, principe Noctis! – lo chiamò il bambino.
-    Che c’è? – rispose il ragazzo.
-    Per favore, torna presto! – esclamò sporgendosi sul limitare dell’attracco – abbiamo bisogno del nostro Re! – disse.
-    Certo! Puoi contarci! – affermò Noctis.
-    Abbiate cura di voi! – li salutò Selenis.
-    State attenti! – replicò Iris

La barca ormai stava prendendo velocità, inondata dalla luce del sole. Le figure dei due ragazzini che si sbracciavano dal molo divennero sempre più piccole, finchè non fu più possibile distinguerle.
Selenis si spostò da prua a poppa, restando ad osservare il faro allontanarsi all'orizzonte.

-    Tutto bene? –

Gladio comparve al suo fianco, appoggiandosi con le mani al corrimano della barca.

-    Sì – rispose la ragazza, mettendosi una mano in testa per tenere fermi i capelli mossi dal forte vento – Stavo pensando che erano anni che non mi allontanavo così da casa – raccontò – l’ultima volta avevo otto anni ed ero andata a trovare Luna a Tenebrae –
-    Sei preoccupata? –
-    Ho la stupida sensazione che potrei non rivedere mai più queste terre – disse Selenis continuando ad osservare la costa di Lucis.
-    Ci torneremo – replicò Gladio passandole un braccio attorno alle spalle – te lo prometto-
-    Grazie – rispose Selenis lasciandosi consolare dalla presenza del ragazzo.
-    Sapete? Ho sempre desiderato navigare! – affermò d'un tratto Prompto, comodamente seduto su uno dei lussuosi divani in pelle grigia che facevano parte dell’arredamento dello yathc.
-    Sicuramente non era un’opportunità che Insomnia poteva offrire – commentò l’Amicitia raggiungendo gli altri con la principessa.
-    Qui siamo solo noi e l’orizzonte! È fantastico, ti cambia la vita! – sospirò estasiato il pistolero.
-    Manca ancora molto prima di raggiungere Altissia, perciò entusiasmatevi pure a volontà - disse Ignis seduto di fianco a Noctis.

La città si trovava molto più a sud rispetto al continente di Lucis, nel mezzo di un’isola che occupava gran parte del mare meridionale e di cui si poteva vedere la costa anche da lì

-    Appena scesi dallo yathc, saremo in un paese straniero – affermò Prompto.
-    Anche solo il pensiero ha un che di esotico – concordò Ignis.
-    Nessuno di voi è mai stato al di fuori di Lucis? – chiese Selenis.
-    No – rispose il pistolero un po’ troppo velocemente, cosa di cui però nessuno si accorse.
-    Sfortunatamente, dopo l’invasione di Tenebrae, i viaggi si sono drasticamente ridotti – disse Ignis.
-    Pensate che Altissia doveva essere la nostra meta iniziale – osservò Gladio.
-    Già, ne abbiamo passate parecchie – convenne Noctis.
-    A ne vedremo altre ancora – asserì Ignis.
-    La prossima sulla lista è Leviatano! – esclamò Prompto.
-    Di che divinità stiamo parlando? – domandò l’Amicitia.
-    Un drago che si dice incarni la rabbia e la furia del mare – rispose Ignis.
-    Ovvero un mare di guai – soggiunse Noctis.
-    È una lei.. questo dovrebbe dirvela lunga – commentò Selenis con un ghigno.
-    Ragion per cui non possiamo lasciar fare tutto a sua grazia Lunafreya – affermò Prompto – Scommetto che non vedi l’ora di incontrarla – aggiunse malizioso.
-    Luna? –
-    Sì, chi altro?! –
-    Beh, prima di tutto dobbiamo scoprire se sta bene – replicò il principe.
-    Sono sicura che sia così – affermò Selenis – altrimenti credo che lo saprei..-
-    Anche tu devi essere emozionata di incontrarla – disse il pistolero, voltandosi sul divanetto a guardare la ragazza dietro di lui.
-    Ovviamente! – assentì lei – E' anche da più tempo di Noct che non la vedo, ma ho paura delle future mosse dell’Impero –
-    Credete che Lunafreya sia in pericolo ad Altissia? – domandò Prompto.
-    Nifelheim si è spinto ad invadere Lucis per l’anello, vista la loro cupidigia non credo si farebbero scrupoli a nuocere alla sciamana – commentò Ignis, dando voce alle preoccupazioni di Selenis.
-    Senza l’anello il cristallo non è che un pezzo di vetro – aggiunse Gladio.
-    Immagino sia così… ma sapete come Lunafreya ne sia entrata in possesso? –
-    È probabile che sua maestà glielo abbia affidato mentre era alla capitale – rispose Ignis.
-    E lei l’ha conservato tutto questo tempo per portarlo ad Altissia – osservò l’Amicitia.

La principessa, nell'ascoltare i loro discorsi, fece involontariamente cadere lo sguardo sul proprio di anello.
Quella pietra era ancora avvolta dal mistero… e ora, a ben pensarci, sembrava che quel giorno di tanti anni fa, suo padre glielo volesse affidare per ben altre ragioni di quelle che le aveva detto allora.

-    Chissà che non l’abbia protetta – azzardò, sollevando nuovamente gli occhi.
-    Sarebbe bello pensarlo – replicò Noctis stiracchiandosi.
-    Stavo ripensando al nostro incontro con Ravus – intervenne Ignis sistemandosi gli occhiali.
-    Difficile scordarlo – replicò la ragazza – Cos’è che ha stuzzicato il tuo interesse? –
-    Ricordate che aveva una protesi al posto del braccio? – proseguì il ragazzo.
-    Me la ricordo bene – rispose con una smorfia Gladio.
-    Sembra che sia rimasto mutilato durante l’invasione, ma che in compenso abbia acquisito nuovi poteri – raccontò.
-    Poteri? – chiese confuso Noctis.
-    Questo spiegherebbe come sia riuscito a diventare capo dell’esercito Imperiale nonostante sia di Tenebrae – commentò Gladio.
-    Ora che mi ci fai pensare la sua forza sembrava quasi soprannaturale – disse Prompto rimuginando – Pensavo dipendesse dal sangue sciamanico –
-    Forse centra anche la sua stirpe, ma non basta a spiegare quella forza assurda – replicò l’Amicitia che ne aveva avuto prova tangibile.
-    Cosa potrebbe essergli successo? – disse Noctis.
-    Circolano voci allarmanti a tal proposito.. – prese di nuovo parola Ignis – Ravus porterebbe al fianco la spada di Sua maestà –
-    La spada di mio padre? – esclamò il principe sorpreso.
-    Cosa può farsene? – fu invece la domanda di Selenis.
-    Volete dire che il suo potere è come quello dei Re? – aggiunse Prompto.
-    Non posso esserne certo, ma ne dubito. Ravus pur avendo la spada non la brandisce – rispose Ignis.
-    Avrà anche dei nuovi poteri, ma resta sempre il leccapiedi del Cancelliere – commentò Gladio.
-    Forse avrei dovuto chiedergli notizie su di lui già che c’ero – disse sarcastica Selenis accennando al suo incontro con Izunia vicino alla fortezza.
-    Se riuscissimo almeno a capire cosa abbia in mente… - mormorò Prompto.
-    Onestamente ho paura di scoprirlo – replicò la principessa.
-    Dire che l’Impero si imbucherà alla festa in piscina con Leviatano? –
-    Possiamo considerarla una certezza – affermò Ignis – hanno abbattuto un Dio per impedire a Noct di riceverne la benedizione e sono pronti a rifarlo –
-    Ma all’Immane siamo arrivati prima noi grazie alla nostra guida – constatò Prompto riferendosi al cancelliere.
-    Non sai mai cosa aspettarti con quello – commentò Gladio infastidito al solo pensiero.
-    I piani del cancelliere sono imperscrutabili – affermò Ignis.
-    Però a noi fanno comodo, come quando ha fermato l’esercito per aiutarci a scappare – fece notare il pistolero.
-    Avrei preferito non avere nessun aiuto da parte sua – replicò Selenis – quel tizio mi da i brividi –
-    Quell’uomo, anche quando ci aiuta, agisce solo per il proprio tornaconto – disse Ignis.
-    Speriamo di non doverlo rivedere..- commentò la principessa per nulla convinta delle sue stesse parole. Aveva infatti la netta sensazione che il suo desiderio non sarebbe stato ascoltato.

Nel frattempo la navigazione era proseguita; la costa era ormai prossima e lo yathc virò leggermente per dirigersi verso di essa.
Durante l’ultimo tratto di strada, Cid raccontò loro di come alla fine del viaggio che lo aveva visto protagonista assieme a Regis, i loro rapporti si fossero incrinati e di come avessero fatto pace solo anni dopo senza però mai più rivedersi. Dopo quelle spiegazioni, le parole che Cid aveva rivolto a Noctis poche ore prima assumevano un significato decisamente più profondo. L’uomo proseguì, consigliando loro di andare a trovare un suo vecchio commilitone che aveva aperto un bar ad Altissia: Weskham.
Alla fine la barca virò all’interno di una piccola insenatura, al cui termine si trovava un passaggio delimitato da due enormi statue dalle fattezze angeliche. Da lì, un viale sull’acqua costeggiato da una serie di colonne intarsiate, conduceva all'ingresso di Altissia.
La prima impressione con la capitale di Accordo fu di un certo impatto.

Davanti a loro, per ora si ergeva solo la porta di accesso. Un grande arco lavorato e costellato di statue di diverse dimensioni, sotto al quale sostava una delle guardie di Altissia, addetta al controllo delle navi che vi transitavano.

-    Quest’imbarcazione ha un permesso di accesso? – si rivolse loro quando si accostarono alla dogana.
-    Permesso? – disse Prompto preoccupato.
-    Tranquilli, ne ho uno – rispose Cid allungandolo in direzione del militare.
-    È uno dei più vecchi in circolazione – commentò l’uomo – ma è in ordine; potete passare – aggiunse dandogli libero accesso.
-    Te l’eri preparato? – domandò Ignis mentre lo yathc riprendeva la navigazione sotto l’arco.
-    Più o meno. Ha trent’anni e rotti – rispose il meccanico con un sorriso.
-    Ecco perché diceva che era vecchio – commentò Gladio.
-    Wow… - li interruppe Prompto spalancando gli occhi.

Ed era facile capire il suo stupore. La città di Altissia si era appena mostrata ai loro occhi in tutto il suo splendore.
Chiusa nella baia di roccia, in mezzo alle cascate che ne arricchivano il paesaggio, Altissia era un piccolo gioiello. A differenza di Insomnia, ben più grande e con uno stile prettamente moderno, la città del protettorato di Accordo aveva uno stile più classico, con le sue palazzine e case dai colori pastello.
I campanili abbondavano, così come le torri. Alle spalle del centro si ergeva maestosa la cattedrale, un edificio di rara bellezza che sembrava abbracciare tutta la cittadella. D
iverse barche a vela si muovevano pigramente nella baia assieme ad altrettante gondole, l’attrazione per eccellenza dei turisti.
Altissia si ergeva completamente sull’acqua e le sue strade erano composte da soli canali e passaggi pedonali. Era un intrico di vicoli e ponti, che davano accesso alle varie zone nelle quali era divisa. Su ogni finestra o balcone, magnifici fiori facevano sfoggio dei propri colori, attirando la vista di chi alzava lo sguardo sulle architetture delle case.
Altissia era nient’altro che un sogno ad occhi aperti. Sgargiante e delicata al tempo stesso.

Selenis osservava la scena a bocca aperta, estasiata; anche se in fondo al suo cuore, qualcosa le diceva che sarebbe stato meglio non averci mai messo piede.



Campeggio dell'autrice:

Buongiorno a tutti ragazzi ^^

Innanzitutto mi scuso per il capitolo più corto rispetto ai precedenti.. questa settimana sono riuscita a dedicargli molto meno tempo rispetto al solito e quindi ho dovuto dividerlo per potervi far leggere qualcosa di almeno decente. ^^"
Diciamo che questo capitolo e il prossimo a venire saranno di preparazione a quello che succederà; l'evento che penso abbia scosso la maggior parte dei giocatori, me compresa. Recentemente è uscito il trailer di Episode Ignis e ho avuto modo di farmi un'idea di cosa il buon Tabata ha fatto accadere.
Vi dico fin da ora che nella mia storia sarà diverso, per il semplice fatto che l'ho scritta quasi un anno fa e voglio mantenere ciò che la mia fantasia aveva partorito all'epoca. Può essere che, una volta concluso il racconto principale, faccia uscire un capitolino extra su Episode Ignis.. ma vedremo ;)
Vi chiedo quindi di avere pazienza se questi due capitoli saranno un pò più tranquilli, vedrò di ripagarvi!
Un colossale ringraziamente a tutti i Lettori che silenzionsamente continuano a seguirmi e alle mie Comrades per sostenermi con le loro recensioni ^^

Alla prossima settimana!
Marta

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Capitolo 31
*** 30. Altissia ***


30


Cid guidò abilmente lo yacht fino al porto, dove, con una manovra perfetta si accostò all’attracco permettendo così ai ragazzi di scendere.  

-    È… -
-    Magnifica – disse Selenis, completando la frase per Noctis che continuava a guardarsi intorno rapito.
-    Umh, mi sa che c’è ancora un problema.. – mormorò Prompto, osservando preoccupato un paio di gendarmi che presidiavano l’uscita delle banchine – Ci vorrà il visto anche qui? –
-    Signore, qual è il motivo della vostra visita? – chiese uno dei funzionari al principe quando si furono avvicinati.
-    Il motivo eh? – ripetè Noctis senza sapere che pesci pigliare.

Il ragazzo, in cerca di aiuto, si voltò a guardare la cugina subito dietro di lui, ma Selenis si limitò ad alzare le spalle come a dire “è un problema tuo”. Fu Ignis alla fine, a farsi avanti con un sospiro.

-    Sei senza speranze – commentò passandogli davanti – Siamo esperti gastronomici, in visita per studiare la celebre cucina del vostro incantevole paese – spiegò con professionalità rivolto all’uomo.
-    Ma pensa! – esclamò quello impressionato – Vi auguro un soggiorno fruttuoso – aggiunse facendo cenno al soldato di lasciarli passare.
-    Esperti gastronomici? – ghignò Selenis.
-    Sempre meglio di “siamo venuti qui per risvegliare Leviatano” – replicò il ragazzo.
-    Te ne do atto – concordò la ragazza.

La via che si affacciava sul porto era piena di gente che passeggiava tra i vari caffè che offrivano un piacevole ristoro nei loro tavolini all’aperto, e tra le bancarelle colorate che vendevano artigianato locale e souvenir per i turisti.

-    Allora, andiamo a trovare questo Wesk? – propose Gladio.
-    Sì, mi sembra una buona idea – assentì Noctis mentre Prompto si perdeva nel "panorama" delle ragazze locali.
-    Cid, tu per caso sai dirci dov’è questo Maagho? – domandò Selenis rivolgendosi al meccanico rimasto fermo all’ombra della pensilina del porto.
-    No, non sono mai più tornato ad Altissia dopo che ha deciso di aprirlo – rispose.
-    Penso di avere la soluzione –

Ignis si affiancò loro reggendo in mano la cartina della città che aveva recuperato da un chiosco informativo poco distante.

-    Per forza sei quello più intelligente – commentò Prompto.
-    Rispetto a te non ci vuole poi molto – replicò Gladio con un ghigno.
-    Ehi!-
-    Allora, vediamo… - momorò Selenis passando in rassegna la mappa che mostrava i luoghi di interesse – Maagho.. Maagho… eccolo qui! – disse d’un tratto puntando l’indice.
-    È vicino al mercato coperto – notò Ignis con una certa soddisfazione.
-    Sì, ma per arrivarci dobbiamo prendere per forza una gondola.. – osservò la principessa guardando l’intrico di canali.
-    Oh! Evviva! – esclamò il pistolero.
-    Siamo fortunati allora – intervenne Noctis – la partenza delle gondole è proprio qui – aggiunse indicando il fondo della via dove, su una tenda rossa, capeggiava la scritta “attracco”.
-    Bene, allora in marcia – asserì Ignis ripiegando la cartina.
-    Cid, vieni con noi? –

Selenis si girò a guardare il vecchio meccanico.

-    No, andate pure voi -  rispose guardandosi intorno – io rimarrò sullo yacht e ne approfitterò per dare un’occhiata alla Regalia – aggiunse, ma alla principessa non sfuggì il suo sguardo perso, probabilmente nei ricordi che aveva di quella città.
-    Allora ci vediamo più tardi  - affermò Noctis.

Il gruppo si diresse così verso il piccolo attracco; lì, trovarono un ragazzo ritto sul fondo di una gondola in legno laccato. Era vestito con una maglia a righe e con un cappello di paglia dalla corona tipicamente piatta.

-    Dove vi porto signori? – esordì allegramente.
-    Vorremo raggiungere il mercato coperto per favore – rispose Selenis.
-    Per lei Mademoiselle, questo e altro – replicò ossequioso il ragazzo, porgendo una mano alla principessa per farla salire a bordo.
-    Per lei questo e altro – lo scimmiottò a bassa voce Gladio accomodandosi su una delle poltroncine in broccato.
-    Geloso eh? – lo provocò Noctis sedendoglisi di fronte.
-    Ma sta zitto – replicò l’Amicitia imbronciato.
-    Su, su! Via quelle facce e facciamoci una foto! – propose Prompto.
-    Speriamo solo di non finire in acqua – disse Noctis mentre si stringevano per stare nell’inquadratura.
-    Sì, effettivamente dovresti stare attento - lo mise in guardia Gladio con un sorriso poco raccomandabile.

La gondola scivolava lentamente tra i canali, passando vicino a grandi ruote che raccoglievano acqua da portare ai navigli superiori, piccole cascatelle e innumerevoli ponti di ogni dimensione.

Ogni tanto qualcuno li salutava dalle terrazze e dalle piazze ingombre di tavolini dei caffè che si affacciavano sui navigli. Non c’era niente a rammentare che fuori da Altissia il mondo fosse in tumulto. Sembrava una città ferma nel tempo, parte di un universo parallelo che non conosceva il terrore creato da Nifelheim.
Ovviamente, per ironia della sorte, tutto questo era però stato reso possibile proprio dal patto del protettorato di Accordo fatto con l’Impero.

La loro destinazione risultò piuttosto distante e situata sotto al quartiere commerciale. Nell’acqua era stata costruita una pedana galleggiante rivestita in legno, che fungeva da isolotto. Tutt’intorno erano ancorate diverse imbarcazioni ingombre di merce: frutta, carne, pesce e cereali.
Al centro invece era stato sistemato un inequivocabile bancone da bar sormontato da immacolate tende bianche.

-    Signori, è stato un piacere – li salutò il giovane che li aveva portati, riservando un sorriso particolarmente caloroso a Selenis.
-    Iggy, questo è il paradiso per te! – commentò la ragazza dopo aver afferrato per un braccio Gladio nel tentativo di farlo desistere dall'ammarare il gondoliere.
-    Ammetto che per certi versi mi affascina persino più del mercato di Lestallum – ammise il ragazzo rimirando la merce.
-    Benvenuti ad Accordo ragazzi, Cid mi ha detto che sareste passati –

Dietro al bancone di quello che fu chiaro essere il famoso Maagho, c’era un uomo di colore che se non fosse stato per i capelli grigi acconciati in una serie di treccine rasenti il capo, non gli avresti mai attribuito la stessa età di Re Regis. Portava un monocolo sull’occhio sinistro e i suoi abiti da barista erano ricercati e perfettamente lindi.

-    Weskhan Armaugh, come avrete intuito – si presentò, mentre i ragazzi lo raggiungevano davanti al bancone – Ma guarda il principe com’è cresciuto, come la principessa d’altronde! – commentò sorridendo ai due – Dopo tutto l’ultima volta che vi ho visti eravate solo dei bambini –
-    Temo di non ricordarmi di lei – rispose dispiaciuta Selenis frugando nella sua memoria.
-    Oh, sono passati troppi anni e voi eravate troppo piccoli – replicò l’uomo tranquillizzandola – ma datemi del tu vi prego! Dev’essere la vostra prima visita ad Altissia, vi piace? – domandò.
-    È incredibile! – esclamò Prompto.
-    Sono contento che vi abbia colpiti favorevolmente, ma immagino che avrete un sacco di domande da farmi, avanti! – li invitò, facendo loro cenno di sedersi sugli sgabelli.
-    Questa regione fa parte dell’Impero, giusto? – chiese Noctis.
-    Non vi fidate, lo capisco – rise Wesk centrando il punto – ma non c’è bisogno di stare sempre sulla difensiva, ricordatevi solo che le condizioni della nostra indipendenza garantiscono libero accesso all’Impero. – spiegò.
-    Lo terremo a mente – asserì Ignis.
-    È un accordo unilaterale a tutti gli effetti – proseguì l’uomo – dobbiamo chiedere l’autorizzazione di Nifelheim per qualsiasi cosa e non avrebbero mai accettato deliberatamente di far apparire in pubblico la Sciamana. Non so come il governo abbia fatto a spuntarla –
-    Cosa? Luna apparirà in pubblico? – domandò Selenis esterrefatta.
-    Non avete sentito? – replicò Wesk interdetto, poi si voltò per accendere la piccola radio che si trovava sul pianale.

“ Il governo ha rilasciato una dichiarazione in cui assicura che le ragioni del risveglio dell’Abissale saranno chiarite nel discorso di apertura. A pronunciarlo sarà sua grazia Lunafreya, di cui in precedenza era stata dichiarata la morte. Questa sarà la sua prima apparizione in pubblico dopo la tragica cerimonia dell’armistizio.” enunciò la giornalista.

-    Non ne sapevamo nulla – disse la principessa.
-    Pensi che Luna parlerà davvero in pubblico? – chiese Noctis rivolto a Wesk.
-    Assolutamente, a meno che il notiziario non menta – rispose l’uomo.
-    Dov’è Sua Grazia Lunafreya? – intervenne Ignis.
-    Da qualche parte in città, ma nessuno l’ha vista nemmeno di sfuggita – disse il proprietario del Maagho – La stampa si otina a non farne parola, il che non lascia dubbi sul coinvolgimento del governo e spiega le voci che parlano di ufficiali Imperiali che lasciano la città infuriati – spiegò.
-    Qualcuno la sta tenendo nascosta – riflettè Selenis.
-    E di Leviatano qualche novità? – s’informò Noctis.
-    Per ora niente, ma si dice che il governo aprirà presto l’Altare delle Mareggiate –

Il suddetto Altare si trovava vicino alla cattedrale di Altissia, ed era ciò che restava di un antico ponte che si interrompeva esattamente al centro del bacino situato nel cuore della città.

-    Esattamente dove avverrà il rito – constatò Gladio.
-    D’altro canto, si stanno affannando a racimolare le scorte d’emergenza... – continuò Wesk – Il che fa sorgere una domanda: se si aspettano che l’Abissale scateni il finimondo, perché permettono la cerimonia? - disse accarezzandosi la corta barba grigia – Senza contare l’arrivo del Comandante supremo qualche giorno fa –
-    Ravus… - mormorò tetro Noctis.
-  Si è fatto vivo subito dopo l’uccisione dell’Immane a Lucis, e questo fa pensare che il prossimo obiettivo sia Altissia – spiegò l’uomo – ma questo è tutto ciò che so –
-    Grazie, le tue informazioni sono davvero preziose – disse Ignis.
-    Ora, che ne dite se vi preparo qualcosa da mangiare? Dopo tutto l’ora del pranzo è passata da un pezzo – propose Wesk, voltandosi e iniziando ad armeggiare nella zona adibita a cucina.
-    Cosa ne pensate? – domandò a quel punto Gladio.
-    Qualcosa bolla in pentola..- rispose Noctis.
-    Già, ma c’è da chiedersi cosa – soggiunse Ignis.
-    E se..- cominciò Selenis per poi fermarsi.
-    E se cosa? – la incalzò Prompto.
-    Sono solo supposizioni, ma se l’Impero volesse che l’Abissale venga invocato? – azzardò.
-    Che senso avrebbe? – replicò Noctis.
-    Già! – concordò Prompto – L’Impero sta cercando di impedire con ogni mezzo a Noct di allearsi con i Siderei. Sarebbe molto più comodo per loro.. – il pistolero lasciò la frase in sospeso ma era molto chiara.

Sarebbe stato molto più comodo per loro uccidere Lunafreya, portandole via l’anello dei Lucis e interrompendo così i suoi tentativi di risvegliare gli Dei.

-    E sarebbe un ragionamento più che logico, ma correrebbero il rischio che prima o poi l’alleanza venga stretta in qualche altro modo… - ribattè la giovane.
-    Così, lasciando che Sua Grazia compia il rito d’invocazione, avrebbero la possibilità di distruggere la fonte del potere alla sua origine uccidendo Leviatano – ragionò Ignis.
-    Esatto! – assentì Selenis – Ma temo che sotto ci sia ben altro… e che a muovere le fila di tutto sia il cancelliere Izunia – aggiunse tetra.
-    Ecco qui ragazzi, scusate per l’attesa –

Wesk ritornò da loro, appoggiandogli davanti un piatto per ciascuno di lasagne fumanti.

-    Questo lo offre la casa per darvi il benvenuto ad Altissia – aggiunse pulendosi le mani nel grembiule che aveva indossato.
-    Troppo gentile – rispose Ignis.
-    Mia cara Camelia, quanto tempo! – esclamò d’un tratto l’uomo.
-    Ho sentito che hai degli ospiti illustri –

La voce che rispose a Wesk apparteneva ad una signora dai morbidi capelli bianchi e vestita con un taieur color acqua marina. Era accompagnata da un gendarme che sostava serio al suo fianco.

-    Signori, mi spiace interrompervi durante il pasto; non è mia intenzione approfittare del vostro tempo – esordì la donna con modi veloci ed affettati – Sono Camelia Claustra – si presentò.
-    Primo ministro del protettorato di Accordo – disse Ignis.
-    Vi informo che abbiamo sotto custodia sua grazia Lunafreya – rivelò lei – e che l’Impero vuole che la consegniamo –
-    Cosa? – esclamò Noctis.
-    Ma io non sono incline ad accettare senza un tornaconto. E proprio di questo vorrei discutere con il Re di Lucis – proseguì Camelia – Vi aspetto domattina nella mia residenza – sentenziò, e senza aspettare una risposta si allontanò assieme al gendarme.
-    Sa essere enigmatica nei momenti peggiori, ma vi assicuro che ha buone intenzioni – disse Wesk.
-    Ah beh, bene – balbettò Prompto.
-    In ogni caso sarete stanchi dopo il viaggio. Vi consiglio di andare a riposarvi! Vicino al porto dove siete attraccati c’è l’hotel Leville, avranno di sicuro una camera per voi – suggerì l’uomo.

I ragazzi accolsero con favore il consiglio di Wesk, e dopo aver finito di mangiare tornarono verso il centro di Altissia, dove trascorsero le ore restanti che li separavano dalla sera.
Ne approfittarono per visitare la città, godendosi il clima pieno di vita e le bellezze architettoniche. Decisero di muoversi a piedi (soprattutto dietro l’insistenza di Gladio) divertendosi a scoprire dove gli stretti vicoli e i ponti li avrebbero portati. Più di una volta rischiarono di perdersi, ma grazie alla cartina recuperata da Ignis il pericolo venne sempre scampato.

-    Sapete? Ho letto che una volta l’anno, qui ad Altissia, fanno un grandissimo carnevale – raccontò Prompto.
-    Sì, avevo letto qualcosa sulla guida che avevo acquistato – rispose Selenis dando una leccata al gelato che si erano appena fermati a comprare.
-    Tutta la città viene addobbata, la gente gira mascherata tutto il giorno, i caffè propongono nuovi piatti e ci sono un sacco di attività divertenti da provare – proseguì il ragazzo.
-    Tipo? – domandò Noctis recuperando all’ultimo una pallina di gelato che stava per scivolare a terra.
-    Gare con i Chocobo, cacce al tesoro e.. concorsi di fotografia! – esclamò estasiato il pistolero.
-    Peccato allora essere venuti nel periodo sbagliato – commentò Ignis.
-    Possiamo sempre tornarci, magari con Iris e Talcott – disse Gladio.
-    Oh sarebbe fantastico! – assentì la principessa.
-    L’abito di Sua Grazie Lunafreya è bellissimo! –

L’esclamazione di una ragazza seduta poco distante da loro, attirò l’attenzione del gruppo di amici.

-    È vero! Vivienne Westwood ha fatto un lavoro meraviglioso! – replicò la sua amica.
-    Sarà il vestito di cui parlavano i giornali?! – disse Prompto eccitato.
-    Senza dubbio, la stilista è la stessa – rispose Ignis.
-    Diamo un’occhiata? – propose il ragazzo biondo.
-    Dipende dallo sposo – replicò Gladio con un sorriso – E' come mettere il dito nella piaga ora che il matrimonio è stato disdetto –
-    E allora dis-disdiciamolo! Possono ancora sposarsi! – asserì Prompto.
-    Giusto, andiamo a cercarlo – concordò Ignis.
-    Scusatemi –

Selenis si fece avanti, interrompendo la conversazione tra le due amiche che intanto era proseguita.

-    Sapete dirmi dov’è esposto l’abito di cui parlavate? – domandò alle due ragazze.
-    Certo! Scesa quella piccola scalinata lo trovi subito sulla sinistra – le risposero.
-    Grazie -

La principessa tornò verso i suoi amici e tutti assieme si diressero verso il luogo indicato. La piccola folla che si era radunata poteva già fare da indizio su dove recarsi. Nella prima vetrina di una galleria che ospitava una serie di negozi, l’abito immacolato di Luna faceva bella mostra di sé.
Era semplice, ma talmente curato nei particolari da essere quasi un’opera d’arte.

-    È magnifico – disse Selenis guardandolo emozionata.
-    È vero – confermò Ignis.
-    Sarebbe bello se riuscite a sposarvi tutti e quattro assieme, no? – disse Prompto.
-    Potremmo pensarci – replicò la principessa, cercando la mano di Gladio che gliela strinse prontamente in un tacito assenso - Luna era così felice quando le è stato recapitato a Tenebrae – proseguì – me lo aveva scritto in una delle sue ultime lettere. Non vedeva l’ora di indossarlo.. – aggiunse voltandosi verso Noctis al suo fianco.
-    Già – rispose il ragazzo.

Era una risposta breve, ma i suoi occhi parlavano per lui, scintillando mentre osservavano il vestito. Era quasi certa che si stesse immaginando Luna che lo indossava. Selenis sorrise; l’idea di quel matrimonio a quattro le riempiva il cuore di gioia. Se tutto andava come doveva andare, era una prospettiva che non si poteva del tutto escludere.
La principessa guardò la foto dell’amica posta vicino all’abito. Un primo piano in cui Luna sorrideva senza però guardare dritta in camera.
Mentre la osservava, un altro viso si sovrappose a quello della Sciamana, finchè Selenis non riuscì a mettere a fuoco l’immagine del cancelliere Izunia.
La ragazza si sentì ghiacciare il sangue nelle vene mentre lui le faceva un cenno toccandosi la falda del cappello. Quando però la principessa si girò di scatto, vide che dietro di loro non c’era proprio nessuno.


-    Hai visto qualcuno? – le domandò Gladio tirandola leggermente per la mano.
-    Mi pareva di sì.. ma devo essermi sbagliata – rispose lei con un sorriso tirato tornando a girarsi verso la vetrina.

Si era sicuramente sbagliata.. o almeno lo sperava con tutto il cuore.



Campeggio dell'autrice:

Hi guys!

Pronti per la battaglia di Leviatano? Io sì! Lo so che sarà una faticaccia preparare il prossimo capitolo, ma non vedo l'ora!
Per ora ci siamo gustati ancora un pò di tranquillità e ci siamo goduti Altissia. Giuro che a distanza di un anno, ancora mi perdo in quelle cavolo di strade ^^"
Ardyn ci ha introdotti un pò al clima che si respirerà la prossima volta... quell'uomo è ovunque! E, per me, è il miglior cattivo che potessero creare in questa saga. Perchè alla fine lui non è nato cattivo, lo è diventato, e in un modo così sottilmente perfido che fa venire i brividi!
Non so se qualcuno ha seguito le novità della Paris Games Week, ma ho già capito che per il 2018 il mio portafoglio piangerà ^^"
Passo a ringraziare tutti i Lettori e le mie Comrades che mi spalleggiano con le loro recensioni ^^ Un grazie particolare a Sarah Bailee Cornwell per essersi aggiunta e avermi messa anche tra le sue storie preferite <3

Al prossimo venerdì!
Marta  

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Capitolo 32
*** 31. Sacrificio ***


31


-    Selis! –
-    SELENIS!!!-

La principessa aprì gli occhi di colpo, scattando a sedere nel contempo. Aveva il fiatone, goccioline di sudore le solcavano l’incavo del collo e aveva le orecchie tappate, tanto il battito del suo cuore era potente. Si guardò intorno spaesata, riconoscendo la suite che il Leville aveva messo loro a disposizione dietro richiesta del primo ministro. Gladio era vicino a lei, così come Ignis ancora senza occhiali, Prompto e Noctis erano al fondo del letto e la guardavano assonnati e spaventati assieme.

-    Cos’ho fatto? – domandò con voce sorprendentemente roca, realizzando che doveva aver avuto uno dei suoi soliti incubi.
-    Hai iniziato a urlare – rispose Gladio.
-    Sembrava che ti stessero torturando, o qualcosa di simile – aggiunse Prompto ancora scosso.
-    Come ti senti? – le chiese Noctis.
-    Frastornata – replicò con sincerità la ragazza, togliendosi dalla fronte i capelli che erano rimasti appiccicati.
-    Ti ricordi cosa stavi sognando? – le domandò Ignis.
-    No, buio completo. – sospirò la principessa – Scusatemi, vi ho svegliati tutti – aggiunse costernata.
-    Ah tranquilla, sempre meglio del tuo fidanzato quando russa – sdrammatizzò Prompto che si ricevette un cuscino in faccia dall’interessato.

Visto che ormai iniziava ad albeggiare e che l’appuntamento con il Primo ministro era fissato per quella mattina alle 8.00, i ragazzi si alzarono per prepararsi e scendere a fare colazione nel bar del Leville. Selenis, dopo essersi fatta una doccia e vestita, uscì sul balcone che dava sulla baia.
Il venticello fresco e i pallidi raggi del primo mattino, furono un vero e proprio toccasana. Un po’ della stanchezza che il sogno le aveva lasciato se ne andò.
Rimase ferma ad occhi chiusi, appoggiandosi alla ringhiera per godersi il calore del sole sulla pelle.


-    È un paesaggio a cui potrei abituarmi –

Selenis riaprì le palpebre, voltandosi leggermente a guardare Noctis fermo di fianco a lei.

-    Di certo è molto diverso da quello di casa – rispose la ragazza.
-    Però casa è sempre casa – replicò lui stiracchiandosi.
-    Non avresti mai detto che ti sarebbe mancata eh? – sogghignò lei.
-    Ammetto di no... – disse Noctis con un sorriso mesto.
-    Sei nervoso per l’incontro con il Primo ministro? –

Il principe si appoggiò con gli avambracci alla ringhiera prima di rispondere alla cugina.

-    Mentirei se ti dicessi che non è così – disse – ma sono pronto a fare quello che devo – aggiunse.
-    Parole degne di un Re. – replicò Selenis con un sorriso – Noi siamo con te, in tutti i casi – lo rassicurò.
-    Lo so, ed è proprio per questo che sono pronto – affermò il ragazzo – E tu? Sei pronta a diventare moglie? –
-    Selenis Lucis Caelum Amicitia – declamò la giovane divertita – Sì, penso di potermici abituare… Vorrà dire che dividerò le mie pene con Luna – aggiunse dando di gomito al cugino.
-    È una bella prospettiva – disse Noctis sereno.
-    Già, proprio bella – concordò la ragazza guardando la superficie scintillante del mare.

**

Alle otto in punto i cinque ragazzi si trovarono davanti alla residenza del Primo Ministro. Era una villa indipendente, incastonata in mezzo alla zona residenziale della città. Il cancello d’ingresso era presieduto da un terzetto di gendarmi; uno dei tre si prese l’incarico di scortarli fino allo studio del ministro.
La stanza, situata al primo piano, era grande a sufficienza da accogliere una piccola delegazione attorno al tavolo rettangolare posto nel mezzo. All'altra estremità, c’era una scrivania dietro la quale era seduta Camelia. Alle sue spalle, un grande camino di marmo bianco riempiva la parete, mentre il lucido parquet di cedro che ricopriva il pavimento, era impreziosito da un ampio tappeto damascato.
Dalle alte finestre sormontate da tende di broccato rosso, entrava forte la luce del sole.

-    Grazie per essere venuti – li accolse la donna con il solito tono formale.
-    Grazie a lei per essere venuta ad accoglierci personalmente – replicò Noctis.
-    È il minimo che potessi fare per un Re – ribattè Camelia – Weskham non mi ha fatto pervenire l’invito, così ho fatto da sola… Anche se le circostanze sono cambiate, il Re e la Sciamana sono finalmente entrambi ad Altissia  -
-    Ha detto di avere Luna in custodia, non è un rischio per il paese? – domandò Noctis.
-    Il Re si preoccupa dei nostri rapporti con l’Impero? – sorrise la donna – E' vero, la Sciamana è un rischio, per questo siamo pronti a consegnarla. Sta a te impedirlo –

Selenis, rimasta indietro assieme a Gladio, Ignis e Prompto, storse il naso infastidita. Wesk poteva anche affermare che quella donna avesse tutte le migliori intenzioni del mondo, ma il suo modo di fare, così saccente, alla principessa proprio non andava giù. Il fatto che si reputasse superiore a Noctis solo per la sua giovinezza, era davvero sgradevole…
Un buffetto sulla mano da parte di Ignis la riportò coi piedi per terra. Il ragazzo si era infatti accorto dello sguardo tagliente che la principessa stava rivolgendo al Primo ministro e gli sembrò il caso di ricordarle in quale delicata posizione fossero.

-    Sarò franca – stava dicendo intanto Camelia, dopo essere venuta a conoscenza del reale motivo dietro il desiderio di Luna di evocare Leviatano – la possibilità che si scateni il caos mi preoccupa – asserì incrociando le mani sopra il legno lucido della scrivania – Sai meglio di chiunque altro cos’è successo a Lucis con l’Immane. Dimmi, com’è andata? –
-    Ho incontrato Titano e mi ha concesso il suo potere – rispose semplicemente Noctis.
-    Come nelle leggende... All’Impero però non piace il finale della storia – disse la donna – Si sta mobilitando proprio in questo momento; lo scontro sembra inevitabile –

Nell’udire quelle parole i ragazzi fremettero. Anche loro erano consapevoli dell’arrivo delle armate di Nifelheim, ma averne la certezza era tutta un’altra storia..

-    Probabilmente si prepara una guerra – proseguì Camelia – tuttavia non accetto battaglie sul mio territorio, e non ci sono Dei o Imperi che tengano – affermò molto seriamente.
-    Una battaglia in città sarebbe una vera catastrofe – concordò Noctis.
-    Esatto. Dobbiamo essere pronti a far evacuare la popolazione – asserì il Primo ministro.
-    Ecco su cosa voleva trovare un’intesa. – replicò il principe.
-    Acuto e diretto – si complimentò la donna alzandosi – E' molto più facile parlare liberamente senza stare a girare intorno al problema.. quindi non tergiversiamo oltre e parliamo delle condizioni – disse avvicinandosi alla finestra – Se volete procedere con il rito, dovrete garantire la salvezza dei cittadini collaborando all’evacuazione –
-    Va bene, farò come dice – si accordò Noctis.
-    Lieta di sentirtelo dire – approvò la donna – Se la salvaguardia del mio popolo è garantita, non ho obiezioni al rito, ma c’è dell’altro... – lo avvertì guardandolo dritto negli occhi – Una volta iniziato, non mi farò carico delle conseguenze. Sarete da soli. – affermò.
-    Non è un problema, sappiamo difenderci – asserì Noctis senza battere ciglio.
-    Grazie. Mi dispiace di non poter fare di più – disse Camelia mostrando per la prima volta un accenno di cordialità – Queste sono le mie condizioni; in poche parole dovrete salvaguardare la popolazione e affrontare l’Impero… accetti? – domandò.
-    D’accordo, considerateci vostri alleati – assentì il giovane immediatamente.
-    Alleati? Quanta fiducia! – replicò il Primo ministro con ironia – E sia... noi faremo la nostra parte e proteggeremo la Sciamana – disse fermandosi davanti a Noctis -    Un ultimo monito, anche se dubito che arriveremo a tanto… il mio dovere è di difendere i miei cittadini. Se rimanessero coinvolti a pagare saranno il Re e la Sciamana – concluse.
-    Non ci saranno vittime – replicò con decisione Noctis.
-    Continui a incuriosirmi – commentò allora Camelia sollevando appena gli angoli della bocca – Non somigli affatto a tuo padre, mi chiedo che tipo di sovrano diventerai – disse enigmatica – In quanto e a te... – proseguì poi rivolgendosi questa volta a Selenis – la cugina del Re non ha niente da dire sul nostro accordo? – le chiese.

Selenis fece qualche passo avanti, sostenendo senza timore lo sguardo indagatore della donna.

-    Non ho alcuna obiezione in merito alle scelte del mio Re – rispose la ragazza – La mia fiducia è totalmente riposta in lui – aggiunse.
-    Ma pensa... - sorrise divertita Camelia.
-    Signora, è ora – li interruppe il Gendarme che li aveva scortati fino a lì.
-    Servono quattro persone che si occupino dell’evacuazione, scegli tu chi – riprese il Primo ministro tornando a parlare con Noctis – Secondo le nostre informazioni, la flotta Imperiale includerà quattro corazzate. Preparatevi ad una battaglia campale – li avvertì – I quattro che penseranno all’evacuazione verranno affiancati da un reggimento di Gendarmi di Altissia, che collaboreranno per portare la popolazione al sicuro – spiegò – Avete tempo fino alle tre e mezza di oggi pomeriggio per completare i preparativi, ora per la quale l’Impero sarà arrivato qui… - aggiunse.
-    Intesi. – disse Noctis.
-    Sono lieta di questa conversazione, impegniamoci ognuno per il bene comune – affermò la donna stringendo la mano del ragazzo – Sua Altezza – aggiunse allungandola anche a Selenis – Signori –

Con un ultimo cenno del capo in direzione dei tre ragazzi, la donna uscì dallo studio.

-    Noi quattro allora ci occuperemo dell’evacuazione – disse Ignis dopo un momento di silenzio – Tu raggiungi l’altare delle mareggiate e trova Luna – asserì rivolto a Noctis.
-    Mi spiace avervi messo in questa situazione – replicò il principe.
-    Hai portato a termine brillantemente l’incontro, non hai niente di cui scusarti, giusto? – ribattè Selenis.
-    Già, ha ragione – assentì Gladio appoggiando una mano sulla spalla dell’amico.
-    Quindi è ora? – disse Prompto.
-    Sì -  rispose Noctis – fate attenzione – aggiunse.
-    Non devi preoccuparti – lo rassicurò Ignis.

I cinque ragazzi quindi si divisero, e mentre Noctis si dirigeva verso la Cattedrale dove Luna avrebbe tenuto il suo discorso, gli altri supportati da un nutrito gruppo della gendarmeria, si diressero ognuno in una diversa zona della città.
Gli abitanti erano già stati invitati a ritrovarsi nei punti di raccolta indicati dalle autorità, e il vero lavoro fu in realtà quello di farli affluire senza intoppi verso il grande anfiteatro che, oltre a poterli ospitare tutti in attesa della fine dello scontro, era anche il punto più lontano dall’altare delle mareggiate e quindi dalla furia di Leviatano.
Il problema maggiore fu di non far diffondere il panico causato dalla notizia dell’arrivo dell’Impero. Nessuno era 
ovviamente contento di dover lasciare la propria casa senza avere la certezza di potervi fare ritorno, e l’astio nei confronti di Lunafreya, non nacque solo perché a tutti era noto con quanto zelo si fosse dedicata a compiere i riti di purificazione di chi aveva contratto malattie a causa dai Deamons.
Selenis, inviata nella zona nord di Altissia, cercava di rassicurare come poteva la gente e soprattutto i numerosi bambini presenti. Vedeva i loro volti spauriti e li capiva.. perchè dovevano essere gli stessi di coloro che avevano dovuto lasciare Insomnia dopo l’invasione Imperiale. Nessuno di loro aveva scelto di farlo, ma erano stati costretti da una guerra di cui non capivano neppure il significato.

-    Noct, sei in posizione? –

La voce di Prompto scaturì dal telefono di Selenis. Era ormai arrivato il momento del discorso di Luna e i cinque ragazzi, come d’accordo, si erano messi in contatto per essere sicuri che tutto fosse pronto.

-    Sì – rispose il principe.
-    Non dimenticare il piano – disse la voce di Gladio.
-    Neanche voi – replicò il ragazzo.
-    Ehi, per chi ci hai presi? – replicò la principessa.
-    Naturalmente – assentì più diplomaticamente Ignis.

Dopo di che, la conversazione venne interrotta.
La ragazza si guardò intorno; gli ultimi residenti stavano salendo sulla barca che li avrebbe portati al sicuro. Ormai era tutto pronto e non le restava altro che raggiungere i suoi amici all’anfiteatro, dove avrebbero mantenuto una linea di difesa nell’eventualità che l’Impero avesse deciso di attaccarlo.

-    Signora, noi saremmo pronti ad andare – disse il comandante del gruppo di gendarmi che era stato assegnato alla zona.
-    Sì, andiamo pure – rispose Selenis.

La principessa si voltò per salire sull’imbarcazione che li stava aspettando, ma proprio in quel momento da uno degli altoparlanti presenti, la voce di Luna proruppe forte e chiara.

“Miei cari amici, sono qui con voi oggi nella speranza che le mie parole superino ogni confine. Lentamente, ma inesorabilmente, la luce abbandona questo mondo. In sua assenza, le ombre si allungano sempre più, finchè tutto soccomberà all’oscurità. Un’oscurità che instilla terrore, odio e disperazione nel cuore degli uomini. Meditate sulle ceneri di Lucis… un sogno di speranza ridotto ad un incubo di morte e distruzione, tomba di innumerevoli vite e calvario di altrettante anime. Eppure vi supplico di non cedere allo sconforto. Abbiate fede negli Dei che vegliano su di noi. Con la benedizione delle stelle che illuminano i cieli, il nostro mondo sarà liberato dalla minaccia dell’oscurità. Oggi sono qui ad Altissia per invocare Leviatano, Dea dei mari e spirito degli abissi. Per mezzo di questo sacro rito, entrerò in comunione con l’Abissale. Ma prima, lasciatemi professare un voto solenne. Vi prometto, sul mio onore di Sciamana, che non mi darò pace finchè l’oscurità non sarà bandita dal mondo e la luce tornerà su di noi. Siate benedetti.”

Selenis, sbattè le palpebre più volte, ricacciando così indietro la voglia di piangere. Aveva ascoltato il discorso di Luna nel perfetto silenzio creatosi dopo l'evacuazione. Sapeva quanto le era costato dire quelle parole, quanto avesse sofferto anche lei per la caduta di Insomnia e quanti sforzi avesse dovuto fare per stringere i patti con i Siderei. Eppure, ancora una volta, aveva dimostrato al mondo quanto fosse forte, inflessibile e totalmente devota al bene comune.
Selenis era orgogliosa della sua amica e non vedeva l’ora di poterglielo finalmente dire di persona.

Un rombo improvviso strappò la principessa dai suoi pensieri. La ragazza alzò lo sguardo schermandosi gli occhi dalla luce, per vedere passare sopra di sè una parte della flotta di areonavi di Nifelheim. Nello stesso istante il cellulare le squillò di nuovo.

-    Noct, sono arrivati gli Imperiali – annunciò la voce di Ignis – Le areonavi da incursione si avvicinano al porto. Cerca una posizione elevata per raggiungerle –
-    Bene. Pensate ai cittadini – replicò il principe.
-    Lascia fare a noi – rispose Gladio.
-    Si comincia..- disse Prompto serio.
-    A più tardi ragazzi – chiuse la chiamata Selenis.

Non appena la principessa ripose il telefono nella tasca, una fitta alla testa la fece gemere. Come un lampo a ciel sereno, l’immagine di Noctis e Luna alla mercè di Leviatano balenò nella sua mente.

-    Signora? Dobbiamo andare – la incalzò il gendarme.

Selenis riaprì gli occhi stordita. L’anello le vibrava al dito, fremendo e spingendola nell’esatta direzione della cattedrale.
Quello che aveva visto… era un frammento di un sogno che aveva fatto...
Ora si ricordava! Quello era il momento che Gentiana le aveva profetizzato a Caem...
Un fremito di paura la scosse, rammentava bene cosa le avesse detto la messaggera e a cosa andava incontro..

-    Mi stai dicendo che hanno bisogno di me? – momorò al gioiello, e come se quello avesse capito le sue parole, iniziò a vibrare con maggiore vigore.

La ragazza sollevò lo sguardo verso il militare che la guardava con espressione interrogativa.

-    Andate senza di me – disse mettendo un piede già nella direzione opposta.
-    Cosa? – esclamò l’uomo confuso.
-    C’è ancora qualcosa che devo fare, dite ai miei amici che li raggiungerò più tardi – rispose e ignorando le successive domande del Gendarme, Selenis si inoltrò nelle vie deserte di Altissia, dirigendosi laddove l’anello le stava indicando.

Come aveva potuto dimenticarsi di quel sogno?
E come si concludeva?
La ragazza proprio non se lo ricordava, ma tutto dentro di lei la spingeva ad affrettarsi verso l’altare. Come a darle ragione di ciò, la terra tremò improvvisamente e un ruggito solcò l’aria. Selenis si fermò, e con occhi sgranati osservò innalzarsi nel cielo un gigantesco serpente marino: Leviatano.
Era spaventosa.. la sua mole riempiva il cielo e pur restando ancora lontana dal punto in cui si trovava la ragazza, era già capace di incutere timore.
Lo sguardo della Dea era puntato più in basso; con tutta probabilità su Luna.


“Devo sbrigarmi!” pensò Selenis fremendo di paura.

I suoi pensieri lambirono il viso di Gladio, ma li ricacciò indietro. Chissà se l'avrebbe mai perdonata...
Riprese a correre attraverso i canali, che risultavano strani senza tutta la vita che fino al giorno prima li aveva animati. Ormai tutta la popolazione era al sicuro all’anfiteatro, ben protetta dai militari e ben presto anche dai suoi amici... O forse non proprio tutta...

Con la coda dell’occhio, la ragazza colse un movimento da una delle vie laterali che stava percorrendo. Incuriosita vi svoltò, percorrendo un tratto di strada che la fece sbucare in una piazzetta a ridosso di uno stretto canale. Là, scorse un ragazzino dirigersi a rotta di collo verso una delle case presenti.

-    Ehi, tu! – lo apostrofò.

Il ragazzo si fermò, voltandosi verso di lei con gli occhi sgranati. Doveva avere all’incirca tredici anni e sul viso pieno di lentiggini si poteva leggere una paura quasi tangibile.

-    Cosa fai qui? Devi tornare indietro! Non è sicuro questo posto! – gli disse avvicinandosi.
-    Mio nonno.. – ansimò lui buttando uno sguardo alla casa alle sue spalle.
-    Cos’è successo? –
-    È rimasto intrappolato in cantina, prima… prima quando c’è stato quel terremoto gli sono caduti addosso degli scaffali, non potevo lasciarlo qui! – esclamò concitato.
-    Adesso calmati – gli disse Selenis ammorbidendo il tono – Portami da lui, lo faremo uscire da lì – asserì.

Il ragazzino annuì un po’ meno spaventato e la condusse all’interno di quella che si scoprì essere la bottega di un fabbro. Una rampa di scale portava al piano interrato dove c’era il laboratorio.

-    Marcus! Ti avevo detto di andartene da qui! –
-    Ho portato aiuto nonno – replicò il ragazzino.

A Selenis fu subito chiaro che la situazione era più complicata del previsto. Il nonno di Marcus, un uomo dalla stazza robusta e dalla folta barba, era intrappolato da una pesante trave di legno che gli bloccava il bacino

-    Riesce a muovere le gambe? – gli domandò la ragazza inginocchiandosi vicino a lui.
-    Sì – rispose lui.

Selenis valutò velocemente la situazione e poi provò ad alzare la trave, che però non si smosse di un millimetro.

-    È inutile, peserebbe troppo anche per un uomo come me – replicò affannato l'anziano.
-    Marcus, per favore, vai di sopra e cerca qualcosa che si possa usare da leva. Va bene qualsiasi cosa, ma che sia abbastanza robusta da non spezzarsi – disse la principessa al ragazzino, che annuendo serio tornò sù.
-    Le fa male da qualche altra parte? – domandò poi rivolta al nonno.
-    No.. – rispose lui – Mi dispiace – proseguì mentre Selenis studiava le sue condizioni – sono tornato indietro per recuperare la foto di mia figlia… è morta tanto tempo fa ed è l’unico ricordo rimasto di lei.. – spiegò, e solo in quel momento la giovane si accorse che l’uomo stringeva tra le mani la foto di una ragazza con le stesse lentiggini di Marcus – Non potevo perdere anche questo.. sono un povero stupido vecchio – mormorò trattenendo le lacrime.
-    No, non lo è – rispose la ragazza – Avrei fatto esattamente come lei anche io – aggiunse con un sorriso mesto.

Ed era vero… sapeva bene quanto fossero importanti i ricordi legati alle persone scomparse. Forse era stupido aggrapparsi ad un oggetto, ma poteva esserci racchiuso un mondo intero. Avere qualcosa di tangibile tra le dita che provasse che quella persona era esistita, non era stupido da desiderare o da difendere.
Pensando a queste cose, le dita di Selenis sfiorarono la forma famigliare del ciondolo regalatole da Nyx l’ultimo giorno che si erano visti. Non l’aveva mai tolto da allora e mai l’avrebbe fatto.

-    Per di qua! -

La frase arrivata dal piano di sopra, fece drizzare le orecchie a Selenis. Marcus era tornato, ma non da solo...
La ragazza si tirò immediatamente in piedi, facendo cenno all'uomo che era con lei di fare in silenzio. Evocò il kukri e rimase in attesa mentre i passi iniziavano a scendere le scale…

-    Iggy! – esclamò sollevata la ragazza quando il suo amico comparve al fianco di Marcus – Come mai non sei all’anfiteatro? – gli domandò stupita.
-    Sono arrivato per primo e la squadra che era con te mi ha avvisato che ti eri diretta alla cattedrale, così sono venuto a cercarti – rispose il giovane.
-    Per fortuna mi ha sentito ed è entrato nel negozio – disse il ragazzino, che aveva ritrovato in loro la speranza di salvare il nonno.
-    Appena fuori di qui ti spiegherò tutto, ma adesso dobbiamo aiutarli – replicò Selenis facendo cenno alla situazione.
-    Ho trovato queste di sopra – disse Marcus porgendole un paio di robuste sbarre di acciaio.
-    Iggy dammi una mano per favore –
-    Certo –

I due ragazzi si inginocchiarono, ciascuno ad una estremità, posizionando le sbarre sotto alla trave e cominciando a fare leva. Il pesante oggetto si sollevò solo di qualche centimetro, insufficiente all’uomo per scivolare via.

-    È inutile – asserì Ignis - Selis dobbiamo sbrigarci, i Magitek saranno qui a momenti – aggiunse a mezza voce per non farsi sentire.

La principessa si guardò intorno in cerca di un’idea; non era possibile che non ci fosse nessun modo di liberarlo da lì…

-    Il laboratorio si trova al di sotto del livello del canale che c’è qui di fianco, vero? – domandò improvvisamente ai due Altissiani.
-    Sì, non di molto però – rispose l’uomo a terra.
-    Penso che possa bastare – affermò Selenis alzandosi e facendo apparire un’ampolla di fuoco.
-    Cosa vuoi fare? – le chiese Ignis.
-    Voglio aprire una breccia in questo muro – rispose la ragazza indicando la solida parete sul fondo della stanza – Se facciamo entrare l’acqua..-
-    Allagherà la stanza e alleggerirà il peso della trave permettendoci di fare leva più facilmente – completò per lei Ignis – Potrebbe funzionare – asserì.
-    Bene, allora state pronti – replicò la ragazza.

Selenis mirò alla base del muro e lanciò la sfera infuocata. I mattoni saltarono via e una nuvola di polvere si mischiò al forte getto d’acqua che scaturi dall’apertura appena creatasi. Velocemente la ragazza tornò dall’uomo, iniziando a fare leva con la sbarra di ferro assieme a Ignis.
Non appena il livello dell’acqua fu sufficientemente alto, la trave si sollevò e il nonno di Marcus riuscì a svincolarsi. I due amici, aiutati dal ragazzino, sorressero l’uomo e tornarono al piano superiore.

-    Vi sono debitore – disse l’anziano dopo aver bevuto una pozione che lo aiutò a rimettersi in piedi.
-    Ora dovete andarvene e di corsa anche – replicò la ragazza.
-    La barca con cui sono arrivato è ancora all’attracco, usate quella – aggiunse Ignis.
-    Grazie! – esclamò Marcus affrettandosi ad allontanarsi con il nonno.
-    Ora mi spieghi perché sei qui? –

Ignis puntò lo sguardo su Selenis che osservava Leviatano agitarsi nel cielo.

-    Mi sono ricordata del sogno che avevo fatto – rispose la ragazza – Luna e Noctis hanno bisogno di aiuto e devo essere io a doverglielo portare – asserì – Anche l’anello mi sta spingendo in quella direzione –
-    Allora sarà meglio sbrigarsi – replicò Ignis senza battere ciglio.

Selenis gli sorrise, per poi rimettersi a correre in direzione dell’Abissale che si faceva sempre più vicino.

-    Hai già provato a contattare gli altri? – domandò la ragazza.
-    Sì, ma le comunicazioni sono interrotte – rispose Ignis dietro di lei.
-    Spero che non ci siano stati problemi –
-    Stai tranquilla, i cittadini erano tutti al sicuro e sono certo che Gladio e Prompto sappiano difenderli anche da soli – disse il giovane.
-    Ci siamo! – esclamò finalmente la principessa.

Poco più avanti di loro c’era la scalinata che li avrebbe portati su uno dei tanti belvedere che si affacciavano sulla baia dell'altare.

-    Speriamo di essere ancora in… -

Selenis si interruppe, incespicando nella corsa, mentre un altro frammento di sogno si andava a sommare a quello già visto in precedenza.
Vide una persona, riversa a terra e con tutta probabilità.. senza vita. Le parole che Gentiana le aveva rivolto quella sera a Caem, acquistarono improvvisamente un significato tutto nuovo e molto diverso da quello che lei aveva inteso.


-    Aspetta! – gridò la ragazza fermandosi di botto.
-    Cosa succede? – le chiese Ignis allarmato.
-    Non… non posso farlo... – mormorò.
-    Selis non capisco – replicò il ragazzo aggrottando le sopracciglia.
-    L'ultima notte che abbiamo passato a Caem... ho incontrato Gentiana – disse la principessa – Mi ha predetto che il giorno in cui Noctis avrebbe avuto bisogno del mio aiuto era molto vicino e… - Selenis si interruppe, cercando di mandare giù il nodo che le si era formato in gola - ...e che questo avrebbe richiesto un sacrificio. Le ho detto che avrei fatto qualsiasi cosa, ma.. non posso fare questo! – esclamò disperata guardando il ragazzo.
-    Prima, hai visto qualcos'altro vero? – le domandò allora Ignis facendo due più due  – Cosa? – chiese quando la giovane annuì.

Selenis lo fissò devastata, senza riuscire a formulare la frase di risposta.

-    Selenis – Ignis la prese per mano. Aveva già capito. – Forza, dobbiamo andare – le disse.
-    No! – la ragazza scosse la testa, stringendo la presa ma spingendolo nella direzione opposta – Vado da sola – disse.
-    Io vengo con te – replicò Ignis, calmo ma deciso.
-    No. – ribadì lei.
-    Non puoi decidere per me – le fece notare il ragazzo.
-    E tu non puoi pretendere che io ti veda morire!! – urlò a quel punto Selenis.

L’immagine dell’amico, rannicchiato a terra immobile, era intollerabile.

-    Hai detto che eri disposta a fare qualsiasi cosa perchè questo scempio avesse fine – le fece notare il ragazzo.
-    Ma non sono disposta a sacrificare te! Ero pronta ad esserlo io! –
-    Hai fatto un giuramento davanti alla tomba dei Re, devo forse essere io a ricordartelo? – replicò Ignis con tono inaspettatamente duro.

Selenis trasalì mentre un nuovo ruggito di Leviatano scuoteva l’aria.

-    Non puoi tirarti indietro – riprese il giovane con calma – Vuoi davvero lasciare Noct e Luna senza protezione? – le chiese.
-    Io… - la ragazza strinse nuovamente la mano dell’amico – Mi dispiace – mormorò affranta.
-    Non devi – replicò Ignis dolcemente – Andiamo, forza –

La principessa si lasciò trascinare via, ricominciando a salire la scalinata e cercando di non pensare a niente, di cacciare via il dolore che minacciava di stritolarle il cuore.
Una volta saliti, i due ragazzi si trovarono al margine del grande bacino circolare alle spalle della cattedrale. Davanti a loro, Leviatano torreggiava nel centro esatto. Aveva già distrutto diversi edifici che ora galleggiavano nell’aria, sospinti dalla forza del vortice d’acqua che la Dea aveva creato e che circondava tutta la zona.
Selenis si spinse fino alla ringhiera che si gettava a strapiombo sullo specchio d’acqua. Con gli occhi frugò in lungo e in largo alla ricerca dei suoi amici, finchè non vide una figura a terra, vestita di bianco, su ciò che restava dell’altare delle mareggiate.

-    Luna!!! – gridò Selenis sopra il frastuono del vento e dell’acqua.

Un rumore improvviso di lame che si incrociavano la fece però voltare indietro. Un gruppo di Magitek li aveva raggiunti e Ignis stava cercando di respingerli.

-    Ci penso io qui! Tu occupati di loro! – esclamò il ragazzo, guardandola di sfuggita prima di ingaggiare un nuovo scontro con un soldato.

La principessa si costrinse di tornare a guardare verso Luna.

-    Luna!!! – urlò nuovamente.

La Sciamana stava cominciando a pensare che fosse tutto inutile, che i suoi sforzi per guidare Noctis non fossero valsi a nulla... poi udì l’eco distante di una voce che non sentiva da molto tempo, ma che non avrebbe mai potuto scordare.
Luna si voltò, reggendosi con fatica al tridente che aveva usato per l’invocazione, e finalmente la vide.
Selenis era là, era davvero arrivata.
Anche se la sua amica di certo non poteva vederla da quella distanza, Luna le sorrise, felice di averla potuta rivedere. Saperla al suo fianco in quel momento le ridiede la forza che minacciava di abbandonarla.

Selenis vide Luna alzare il tridente più in alto che poteva, come per chiederle aiuto, e la punta dell’arma prese ben presto a brillare fiocamente.
Allo stesso tempo, anche l’anello al dito della principessa emise un bagliore, e la ragazza seppe cosa doveva fare.
Protese la mano verso Luna e non appena lo fece, un fascio di luce abbagliante scaturì dalla gemma andando ad unirsi con quella del tridente.
Alla principessa iniziò a girare la testa. L’anello sembrava alimentarsi direttamente con la sua energia e non accennava a diminuire l'intensità. La luce crebbe ancora, piovendo dal cielo in colonne accecanti, e si indirizzò verso un punto ben preciso. Selenis vide la figura inequivocabile di Noctis sollevarsi, protetta da quel chiarore. Il principe era pronto per fronteggiare la Dea del mare per reclamarne il potere.

Con un ultimo lampo, il flusso si interruppe e Selenis, completamente stordita, cadde a terra. I suoni le arrivavano ovattati alle orecchie e la vista andava e veniva, ma il gemito che provenne dalle sue spalle la riscosse quel tanto da farle trovare la forza di girarsi su un fianco per mettere a fuoco la scena che si stava consumando dietro di lei.
Della squadra di Magitek che li aveva attaccati, ne erano rimasti attivi solo due.
Uno, trascinandosi a terra, aveva afferrato la caviglia di Ignis, che stremato aveva perso l’equilibrio cadendo all’indietro. L’altro, cogliendo l'occasione si avventò su di lui, ma venne fermato dalla punta della lancia che il ragazzo gli piantò nel petto.
Con orrore, Selenis vide il punto in cui avrebbe dovuto esserci il cuore del Magitek, iniziare a lampeggiare di un rosso cupo. I soldati di Nifelheim avevano un'ultima terribile risorsa: l’autodistruzione.
Ignis cercò di respingerlo senza successo. L’esito dello scontro era chiaro…

Selenis si sollevò sui gomiti, protendendo una mano verso l’amico come aveva fatto poco prima con Luna. Con uno sforzo immane cominciò ad evocare una barriera, attingendo dalle poche forze rimaste e a quelle delle pietre incastonate nel fermaglio della sua treccia. Un sottile strato opalescente cominciò ad espandersi e a ricoprire Ignis; ma era lento, troppo lento.
Il ragazzo si voltò, urlando all’amica di smettere, ma lei non si diede per vinta.
Con un gridò diede fondo alle ultime energie. La barriera crebbe ancora, aveva superato il petto, il collo, risaliva sul viso…. Poi, come se qualcuno avesse improvvisamente spento la luce, divenne tutto buio.
Selenis non vide più niente, né udì la potente deflagrazione che seguì.



Campeggio dell'autrice:

Ben arrivati a venerdì!

Lo so che volete andare subito al succo della questione, ma andiamo per gradi!
Innanzitutto ribadisco una cosa che vi aveva già anticipato, ovvero che questa è stata la mia libera interpretazione di come sono andate le cose ad Ignis durante la battaglia di Altissia. Come avete potuto notare, non si avvicina proprio per niente a quello che il trailer di Episode Ignis ci ha brevemente mostrato.
L'anello di Selenis sembra essere molto di più che un semplice talismano, racchiude un qualche tipo di energia.. ma di cosa si tratterà? Sono aperte le scomesse!
L'idea di allagare il laboratorio del nonno di Marcus per poter sollevare la trave, ammetto che non è farina del mio sacco, ma devo ringraziare Uncharted 4 Fine di un Ladro per avermi dato questa chicca. (Quando i meriti vanno attributi, vanno attribuiti insomma!).
Infine si svela l'arcano... Selis era convinta di dover essere lei a sacrificarsi per proteggere Noctis e Luna, invece con suo sommo orrore è il suo migliore amico. Qui lascio spazio alle supporter della ship Selignis (Grazie a White per averle dato un nome xD) di pensare quello che vogliono xD
Il resto va da sè e si può ben intuire come Ignis abbia perso la vista (sempre secondo la mia fervida immaginazione di un anno fa).
La cosa più straziante da scrivere in realtà è stato il breve incontro con Luna, perchè le due amiche alla fine non si sono potute riabbracciare per davvero...
E ora che succederà? Come reagirà Selenis quando riprenderà conoscenza? Anche qui sbizzarritevi ;)
Infine posso dire che il multiplayer Comrades mi sta piacendo da matti! Soprattutto perchè finalmente ho potuto "creare" Selenis per davvero <3 Quindi se ci state giocando anche voi e una sera doveste vedere un campo "Selenis", sappiate che sono io xD Una piccola info per chi magari non lo sa, ma fino a lunedì 20 è possibile giocare online senza bisogno dell'abbonamento Plus! Approfittatene ;)
Come sempre è arrivato il momento di ringraziare i miei magnifici Lettori e le mie fantastiche Comrades, le recensiste!

Un abbraccio a tutti!
Marta

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Capitolo 33
*** 32. Un mondo diverso ***


32


Selenis riaprì gli occhi in luogo molto differente rispetto a quando il buio aveva preso il sopravvento su di lei. Invece di avere la guancia premuta contro il selciato di Altissia spazzato dalla furia di Leviatano, sotto di lei c’era un soffice manto erboso.
La ragazza, avvolta da una sorta di caldo tepore, dapprima si mise seduta e poi si alzò.
Quel luogo lo conosceva bene…
Era nel mezzo di un'infinita prateria che si estendeva tutt'attorno a lei. Macchie di un giallo acceso interrompevano la sequenza di verde, là dove piccoli fiori gialli a grappolo si reggevano su di uno stelo sottile. I fiori di sua madre.


-    Quanta nostalgia, vero? –

La ragazza si voltò di scatto. Di fianco a lei era comparso qualcuno che non avrebbe mai più pensato di poter rivedere.

-    Nyx – mormorò la principessa.
-    Ciao Chocobo girl – la salutò lui.

Selenis si buttò tra le sue braccia, stringendolo quanto più poteva e affondandogli il viso nel collo.
Quel calore, il profumo di cuoio della sua divisa.. se n’era quasi scordata..

-    È da un po’ che non ci vediamo – disse il Kingsglave accarezzandole i capelli.
-    Sono morta? – domandò la ragazza lasciandolo andare anche se a malincuore.
-    No – rispose il giovane con un sorriso mesto – Stai solo dormendo molto profondamente, sei sulla linea di confine… chiamiamola così – le spiegò sedendosi a terra.
-    Nyx, sta andando tutto nel modo sbagliato – si sfogò la principessa prendendo posto vicino a lui.
-    Lo so, ma devi andare avanti – replicò il militare.
-    È vero quello che Ardyn mi ha detto? Che hai sconfitto l’uomo che ha ucciso mio padre usando il potere dell'anello? – chiese la ragazza.
-    Lo è... i grandi Re del passato mi hanno prestato il loro potere – assentì Nyx guardando davanti a sé.
-    Mi dispiace.. per tutto – mormorò la ragazza affranta.
-    Non devi, non saprei sopravvissuto in tutti i casi e così facendo ho potuto aiutare Lunafreya a portare l’anello al giovane Re – replicò lui con tranquillità - e ho aiutato anche te, questo mi basta - aggiunse con un sorriso.
-    Mi manchi da morire Nyx – disse Selenis appoggiando la testa sulla sua spalla e stringendosi contro il suo fianco.
-    Anche tu mi manchi – rispose il ragazzo appoggiandole una mano sulla testa.

Selenis sentì la sensazione di torpore diradarsi e i contorni di quel paesaggio iniziarono a diventare sfavillanti e meno nitidi.

-    Non voglio tornare.. ho paura di quello che mi aspetta – sussurrò la giovane chiudendo gli occhi, sentendosi incredibilmente piccola rispetto a quello che le stava accadendo.
-    Lo so… ma non sei sola.. ricordati che non sei mai sola –

La voce di Nyx sfumò e Selenis riaprì gli occhi, per la seconda volta in un luogo diverso.
Per prima cosa mise a fuoco la sua mano, stretta a pugno davanti al viso. Quando l’aprì, il ciondolo a forma di Chocobo scivolò sulla federa del cuscino.
La principessa rimase per un attimo a fissarlo, sentendosi ancora addosso il calore di Nyx. Sapeva bene che quello non era stato un semplice sogno...
Con lentezza si tirò a sedere e poi, spingendosi sul bordo del letto, mise i piedi a terra e si guardò attorno.

La fioca luce che passava tra le fessure delle imposte, illuminava una camera dall’arredamento inequivocabile e che la collocò subito nella residenza privata del Primo ministro. E così era tutto finito… lei era viva, se l'era cavata anche quella volta.

"Ignis!"

Il pensiero del suo amico di battaglia le balenò alla mente. L'immagine del Magitek in procinto di farsi esplodere e della sua barriera che si espandeva a fatica, le scatenarono un'ondata di paura tale da farle rimbombare il cuore nelle orecchie. 
Dopo aver verificato che le sue gambe reggessero, si alzò in piedi. La lunga camicia da notte bianca, stretta in vita e svasata al di sotto sotto, le ricadde morbidamente sulla pelle coperta di lividi. Selenis notò anche diverse escoriazioni sulle braccia nude, che però sembravano già essere state curate talmente bene da non procurarle il minimo dolore.
Si diresse subito verso la porta della stanza, senza badare al lieve capogiro che minacciava di destabilizzarla. Quando la spalancò la luce la investì, accecandola per un breve istante.

-    Selis! -

Quel coro di voci le fece riaprire le palpebre serrate. Non appena mise a fuoco la camera, la prima persona che vide fu Gladio.

Il ragazzo si staccò dalla parete alla quale era appoggiato e le andò incontro.

-    Selis! – esclamò con voce tremante, avvolgendola completamente con le sue braccia mentre lei gli affondava il viso nel petto.
-    Sei qui... - mormorò la giovane, stringendo le dita attorno alla pelle della sua giacca.

Gladio era scosso da un lieve tremore, che faceva ben intendere il suo stato d'animo.
 
-    Sei sveglia! Come ti senti? – 

Prompto si avvicinò loro, scendendo dallo schienale del divano sul quale era seduto.


-    
Sto bene  – disse Selenis commossa - Iggy... - mormorò subito dopo scostandosi a guardare il suo fidanzato - Dov'è Ignis!? -
-    Sono qui Selis, non ti agitare, sei ancora convalescente -

La principessa superò con lo sguardo Gladio e Prompto, senza far caso alle loro facce tese.

-    Siano ringraziati gli Dei! –  esclamò mentre il ragazzo si alzava e, un pò tentennante, aggirava il sofà sul quale era seduto - Avevo paura che.. - cominciò a dire, ma il resto della frase le morì in gola.

La luce che entrava dalla finestra illuminò il viso del suo amico, dandole modo di vedere le spesse cicatrici rosse che gli solcavano le palpebre serrate, riparate da un paio di lenti fumè.

-    Sto bene Selis – la rassicurò subito lui, interpretando perfettamente il suo improvviso silenzio – Stiamo bene –
-    Ignis… - sussurrò lei incredula accostandosi a lui. 
-    Ho ricevuto le migliori cure, non devi preoccuparti – replicò il ragazzo.
-    Ma i tuoi occhi.. – proseguì la ragazza con voce spezzata sfiorandogli il viso con la punta delle dita.
-    I dottori hanno detto che la mia vista potrebbe migliorare con il tempo – cercò di tranquillizzarla afferrandole delicatamente le mani
-    Cos’è successo? – domandò senza riuscire a togliergli gli occhi di dosso – Dov’è Noct?! – esclamò subito dopo spaventata.
-    Tranquilla, è qui – rispose Gladio indicandole un’altra stanza adiacente.

Selenis guardò oltre la soglia e vide il cugino dormire profondamente tra le candide lenzuola di un sontuoso letto. Sembrava stare bene per fortuna.

-    Quanto tempo è passato? – chiese la ragazza sentendo la bocca farsi improvvisamente asciutta.
-    Cinque giorni – disse titubante Prompto.
-    Cinque?! – Selenis si voltò a guardarlo incredula.
-    Noct è riuscito a sconfiggere Leviatano, assicurandosi così il suo appoggio – spiegò Ignis – L’Impero si è ritirato subito dopo –
-    Siamo venuti a cercarvi non appena l’allarme è rientrato – intervenne Prompto – e vi abbiamo trovato privi di sensi nella zona vicina all’altare delle mareggiate –

La principessa ascoltò in silenzio il racconto dei suoi amici e poi fece la domanda che più la spaventava.

-    E Luna? Dov’è?-

Selenis aveva sperato di non dover mai vedere quell’espressione sul loro volto...

-    No... – balbettò disperata – Non ditemi questo, vi prego! – esclamò.
-    Purtroppo ci ha lasciati –

A Selenis mancò l’aria all'improvviso, come se qualcuno le avesse stretto un sacchetto di plastica attorno alla testa. La luce divenne improvvisamente troppo forte e la stanza troppo angusta. Un dolore sordo le pulsò nel petto, ritirandosi e infrangendosi sempre più forte, costringendola ad inspirare più volte per cercare di non soffocare. Prima che i tre ragazzi potessero dirle qualcosa, la ragazza di diresse alla porta finestra della camera, aprendola e uscendo sul terrazzo.
Camminò a piedi nudi, incurante del vento incredibilmente freddo per quella stagione, fino a raggiungere la ringhiera che lo delimitava. La afferrò con entrambe le mani, cercando di trovare un appiglio solido alla voragine che minacciava di risucchiarla.
Davanti a lei Altissia sembrava addormentata; non c’era anima viva, il silenzio era assoluto. L’immagine della città tremolò davanti ai suoi occhi, frantumandosi, mentre le lacrime prendevano a scenderle lungo le guance. Era davvero tutto finito…
Scivolò a terra, continuando a reggersi alle sbarre di ferro mentre il primo singulto le scuoteva le spalle. Gemendo straziata, Selenis, dal giorno della morte di suo padre, si concesse di piangere. Pianse per suo zio, pianse per la sua patria. Pianse per Nyx e per Jared. Pianse per Luna... per l'amica che non era riuscita a riabbracciare.
Gladio, che l'aveva seguita fuori, le si avvicinò, chinandosi per prenderla in braccio. Selenis si lasciò sollevare come una bambola di pezza, affondando il viso nel collo dell'Amicitia scossa da singhiozzi irrefrenabili.
Prompto, rimasto indietro con Ignis, distolse lo sguardo mentre gli passavano davanti. Non aveva mai visto la sua amica in quello stato e ad ogni singulto che le usciva dalla gola gli si stringeva dolorosamente il cuore. Lo stesso doveva pensare Ignis, vista con quanta forza stringeva il pugno attorno al bastone guida.
Gladio la riportò in camera, coricandosi delicatamente sul letto assieme a lei. Non aveva parole per confortarla in quel momento; ogni rassicurazione sarebbe stata vana. Per troppo tempo Selenis aveva represso il dolore, e adesso era giusto che questo emergesse, che se ne liberasse nel modo più naturale del mondo.
Ci volle un po’ di tempo perché il pianto della principessa si calmasse. Alla fine, stremata, si assopì nuovamente in un sonno senza sogni di alcun tipo.

Si risvegliò un paio di ore più tardi, anche se le sembrava di aver dormito per altri cinque giorni.
Il dolore si era placato, ma non era scomparso. Non che se lo aspettasse onestamente...
Sfregandosi gli occhi sicuramente rossi, si alzò, notando che qualcuno le aveva lasciato degli abiti puliti. Una volta che li ebbe indossati, uscì dalla camera da letto.
Il salottino che faceva parte di quel piccolo appartamento era vuoto, ma Selenis si diresse verso la stanza occupata da Noctis.
Il cugino era ancora sdraiato nella stessa posizione di quella mattina e il suo viso sereno non recava segni dei recenti avvenimenti.
La ragazza si accomodò sulla sedia posta lì vicino, osservando il principe. Sul letto era stato lasciato il quaderno con il quale lui e Luna si erano scambiati i messaggi durante quella lunga separazione. Selenis dovette inghiottire il nodo che le si era di nuovo formato in gola.

-    Che cosa ci è successo? - mormorò con voce flebile, spostando un ciuffo corvino dalla fronte di Noctis.
-    Ah sei qui! Meno male! -

La principessa voltò lo sguardo verso Prompto fermo sulla soglia. In mano aveva un vassoio d'argento con alcuni tramezzini e un bicchiere d'acqua.

-    Ti stavo portando qualcosa da mangiare per quando ti fossi svegliata - asserì entrando nella camera - Anche se di certo non avrai fame...- aggiunse impacciato.
-    No, hai fatto bene! Ti ringrazio Prompto - sorrise lei.

In realtà Selenis non sentiva il minimo accenno di appetito, ma lo sguardo affranto del suo amico la indusse ad accettare l'offerta. Sapeva di averlo turbato e che quello era un tentativo per farla stare meglio.

-    Dove sono Ignis e Gladio? - domandò mentre addentava l'angolo del primo sandwich.
-    Credo siano dal Primo Ministro - rispose il ragazzo biondo - Se non ci avesse dato una mano non so...- Prompto si interruppe.
-    Lo so - rispose semplicemente Selenis.

In quel momento si sentirono alcune voci provenire dal salotto e un secondo dopo i due assenti entrarono nella camera accompagnati da un Gendarme.

-    Vostra grazia è attesa dal Primo Ministro - disse l'uomo in uniforme senza tante cerimonie.
-    E io vi ho detto che non era il momento - ringhiò Gladio scoccandogli un'occhiata poco amichevole.
-    Sto bene, portatemi pure da lei - rispose invece Selenis alzandosi dalla sedia.
-    Sicura? - le domandò l'Amicitia.
-    Non posso permettermi di fermarmi adesso - replicò la ragazza dandogli un veloce bacio sulla guancia - Non dopo tutto questo - aggiunse sparendo oltre la soglia con il Gendarme.   

Ritrovarsi di nuovo in quello studio fu strano, da quando Noctis aveva stretto il suo accordo sembravano passati anni.

-    Vostra Altezza. Mi fa piacere vedervi in piedi. Come vi sentite? – domandò Camelia non appena entrò, alzandosi per stringerle la mano.
-    Meglio, anche grazie alle cure dei vostri medici – rispose la ragazza.
-    Mi dispiace per la sua perdita, ho saputo che lei e Sua Grazia Lunafreya eravate buone amiche – proseguì la donna tornando a sedersi dietro la scrivania.
-    E' così. – si limitò a dire Selenis – I suoi cittadini stanno bene? –
-    Sì, fortunatamente non ci sono state altre vittime – rispose il ministro – La zona attorno alla cattedrale è quasi del tutto distrutta, ma nulla che non si possa ricostruire nei tempi futuri -
-    Sono lieta di sentirlo.. Ora mi perdoni se vado dritto al sodo. Di cosa voleva parlarmi? – domandò la principessa.
-    Nessuna obiezione. Vorrei sapere quali sono le vostre intenzioni da questo momento in poi – rispose Camelia  senza battere ciglio – Ovviamente potrete restare nella residenza finchè il Re di Lucis non si sarà completamente ripreso, ma vorrei conoscere i vostri piani –
-    Lasceremo Altissia non appena ne saremmo in grado e ci dirigeremo a Gralea – affermò Selenis calma come il gesso.
-    A Gralea? – ripetè la donna stupita – Volete forse attaccare direttamente la capitale Imperiale? –
-    Non possiamo tornare indietro ne tanto meno restare dove siamo – replicò la ragazza – Non ci resta altro che andare avanti –
-    Ho capito... – assentì il primo ministro – Bene, non penso di avere ulteriori domande da porre. Buona fortuna allora. – disse.
-    Altrettanta a lei – rispose Selenis avviandosi verso l'uscita, salvo fermarsi un attimo prima di varcarne la soglia - Ah Primo ministro? -
-    Sì? - Camelia la guardò leggermente stupita mentre la principessa si inchinava.
-    Grazie di aver salvato il mio amico - disse Selenis per poi chiudersi la porta alle spalle.

La giovane ripercorse la strada del ritorno in automatico, senza nemmeno pensare a che corridoi dovesse prendere. La sua testa era imprigionata in un miscuglio di pensieri che la accompagnarono fino alla camera dove i suoi amici la stavano aspettando.

-    Cosa voleva il Primo ministro? – le domandò Ignis quando si fu avvicinata al divano dov’erano seduti.
-    Sapere che cosa pensiamo di fare da adesso in poi – rispose Selenis pinzandosi la radice del naso.
-    Lo immaginavo – replicò il ragazzo – Adesso che il rito si è compiuto e gli accordi sono conclusi, la nostra presenza qui inizia ad essere un rischio gravoso per lei.. Anche se l'Impero si è ritirato non è detto che non faccia ritorno – ragionò appoggiando il mento sulle dita intrecciate.
-    Il nostro scopo qui è finito e ora siamo solo ospiti indesiderati – commentò Gladio.
-    E tu cosa le hai risposto? – le chiese Prompto.
-    Che non appena Noct si fosse ripreso saremmo partiti per Gralea – disse la ragazza.

La notizia venne accolta con un meditabondo silenzio. Non era stata l’unica ad aver formulato quell’ipotesi.

-    Dobbiamo riprenderci il cristallo – aggiunse con decisione – E' l’unica cosa che ci resta per poter ribaltare questa situazione –
-    Non sarà un compito semplice.. – asserì Ignis – Dovremo raggiungere con lo yacht la costa di Nifelheim e poi prendere la ferrovia che attraversa la regione fino a Gralea –
-    Cid? – s’informò la ragazza.
-    È rimasto sulla barca – rispose Gladio – ha detto di essere pronto a salpare non appena vorremo –
-    Finchè Noct non si sveglia comunque c’è ben poco che possiamo fare.. – concluse Ignis.

Selenis, a quel punto si discostò dai suoi amici, fermandosi davanti alla finestra per pensare.

La decisione di andare a Gralea faceva parte di un piano che non era stato nemmeno abbozzato.
Dopotutto le cose sarebbero dovute andare in modo diverso… il loro obiettivo era di ricevere la benedizione dell’Abissale e di recuperare l’anello dei Lucis. Dopo di che avrebbero pensato al da farsi con tutta calma.... assieme a Luna. La loro alla fine non era stata né una vittoria, né una sconfitta.
La ragazza lasciò vagare lo sguardo sulla strada deserta sotto di lei. Era assurdo pensare che fino ad una settimana prima fosse piena di gente quasi da non potersi muovere. Quante cose erano cambiate a causa degli avvenimenti di un singolo giorno?

“Se penso a quanto ho fantasticato sull’ipotesi di celebrare il mio matrimonio assieme a quello di Luna..”

La principessa chiuse gli occhi scacciando il pensiero. Non riusciva ancora a realizzare che lei non ci fosse più… l’idea le risultava intollerabile.
Sospirando, Selenis tornò a voltarsi verso l’interno della camera e lì, un’altra realtà la colpì con la forza di un maglio.
La ragazza vide Ignis mentre tentava di appoggiare il bicchiere ormai vuoto che teneva in mano, sul tavolino che c’era davanti al divano. Lo mancò di diversi centimetri finchè Prompto non lo aiutò a indirizzarsi nel modo giusto.
Selenis si stropicciò gli occhi, ricacciando di prepotenza le lacrime che minacciavano di ricomparire.

-    È molto migliorato da quando vi abbiamo trovati quel giorno – disse Gladio affiancandola.
-    Non riesco a farmene una ragione – replicò Selenis con voce stanca.
-    Quando siamo arrivati pensavamo foste morti..-

La principessa si voltò verso il ragazzo. Gladio guardava davanti a sé, ma il suo viso era contratto.

-    Vi sarete spaventati – asserì la giovane.
-    Spaventati non è un aggettivo lontanamente sufficiente – ribattè l’Amicitia.
-    Mi dispiace infinitamente – si scusò la ragazza appoggiandogli una mano sul braccio – Credo che Ignis vi abbia già spiegato cosa sia successo –
-    Sì e mi chiedo perché non ci hai detto prima dell’avvertimento di Gentiana – rispose Gladio con disappunto.
-    Non l’ho fatto perché non potevo permettermi di distogliervi da quello che dovevamo fare – spiegò Selenis – Non in quel momento –
-    Avresti potuto dirlo almeno a me – ribattè il ragazzo duramente.
-    Come tu avresti potuto dirmi che te ne saresti andato – gli fece notare la giovane – Senti…- aggiunse addolcendo il tono – Lo so, avrei dovuto, ma non sapevo neppure io quando sarebbe accaduto, non… non pensavo che sarebbe stato così presto.. non pensavo in questo modo.. – disse tornando a guardare Ignis.
-    Eri convinta di doverti sacrificare tu, vero? - disse l'Amicitia.
-    Sì - 

-    Non deve essere stata una decisione facile allora, quando hai scoperto che non era così – asserì Gladio.
-    La peggiore che abbia mai dovuto prendere – mormorò la ragazza – Gladio? –

Il giovane abbassò lo sguardo su Selenis che continuava ad osservare Ignis.

-    Come siamo giunti a questo? – gli domandò con voce spezzata.
-    Non lo so… - rispose lui passandole un braccio attorno alle spalle – Ma ti giuro che ne usciremo. Ti giuro che ti riporterò a casa – aggiunse.

***

Un paio di giorni dopo.

Selenis terminò di farsi la treccia e una volta recuperato il quotidiano abbandonato sul letto, uscì dalla sua camera. Mentre camminava buttò un occhio al titolo in prima pagina:

Stabili le condizioni del Principe di Lucis.

Il Principe ereditario Noctis Lucis Caelum è ancora convalescente presso la residenza del Primo Ministro Camelia …., dando però incoraggianti segni di miglioramento. Ricordiamo che l’erede al trono è rimasto coinvolto nell’incidente che ha visto protagoniste le forze imperiali, radunatesi ad Altissia per il rito di invocazione di Leviatano, nel quale ha tragicamente perso la vita Sua Grazia Lunafreya di Tenebrae. Nella provincia sono state diverse le veglie funebri in onore della Sciamana, molto amata dal…

Così concentrata nella lettura, la principessa andò a scontrarsi con qualcuno che arrivava nella direzione opposta.

-    Scusi! – esclamò, alzando la testa e restando a fissare il volto sfigurato di Ignis.
-    Penso di poterti scusare – rispose il ragazzo con un sorriso – Io non ci vedo, ma tu dovresti fare un po’ più d’attenzione Selis – le disse offrendole il braccio.
-    Stavo leggendo e non guardavo dove camminavo, mi spiace – spiegò la ragazza accettandolo.
-    Cosa dicono i giornali? – s’informò lui.
-    Cercano di rassicurare la popolazione sulle condizioni di Noctis – gli disse la principessa.
-    Beh non sono mai state così ottime, è sveglio – replicò il ragazzo.
-    Cosa?! Quando è successo? – esclamò lei.
-    Un paio di ore fa –
-    E non mi avete svegliata?! – ribattè contrariata Selenis.
-    Gladio ha detto che ultimamente fatichi a dormire, e ne hai bisogno, più di tutti noi – rispose Ignis.

Ed era vero. Da quando si era risvegliata dal suo sonno, Selenis passava notti agitate, costellate di immagini sconnesse, frammenti del passato e avvertimenti senza senso. Neppure la presenza al suo fianco di Gladio riusciva a calmare questa sua inquietudine, ma l’averlo accanto quando di svegliava di soprassalto dopo essere stata assalita da un incubo, era forse l’unica cosa a mantenerla ancora integra.

-    Devo vederlo – asserì la principessa.
-    Difatti era per questo che ti stavo cercando – disse Ignis – E' giù al porto – aggiunse.
-    Al porto? – domandò Selenis confusa.
-    Ha detto di voler partire subito – rispose il ragazzo - Puoi precedermi, io con calma arriverò – aggiunse vedendo che la ragazza non accennava a lasciargli il braccio.
-    No, non ti lascio. – replicò la principessa.

Era un affermazione che conteneva ben altro tra le righe e Ignis lo sapeva bene.

La ragazza avrebbe voluto dirgli un sacco di cose, ma non trovava nè le parole, nè il coraggio per farlo. Non era la compassione o la troppa premura che glielo impediva, bensì qualcos'altro che si era bloccato in lei.

-    L’hai trovata! –

Fu Prompto a distoglierla dai suoi pensieri, arrivando di gran carriera.

-    È stata lei a trovare me in realtà – replicò il ragazzo - Vai da Noct Selis, adesso sono in buone mani – le disse.

Selenis guardò per un attimo il pistolero che le fece un cenno d’assenso. Erano rare le volte in cui la ragazza gli aveva visto uno sguardo così deciso, ma da quando Ignis aveva perso la vista, Prompto si era autonomamente fatto carico di aiutare il suo compagno e lo faceva con una devozione commovente.

-    Va bene – assentì alla fine.

La principessa trovò il cugino esattamente dove Ignis le aveva detto. Il ragazzo era appoggiato con gli avambracci alla staccionata che delimitava l’attracco di arrivo, là dove lo yacht era stato ancorato. Quando lei gli si affiancò, non ebbe nessun tipo di reazione. Non si voltò nemmeno.
Appoggiato vicino a lui c’era il diario che Luna aveva usato per comunicare con lui.


-    Nell’ultima pagina c’era uno dei fiori di Tenebrae – mormorò Noctis interrompendo il silenzio prolungato.
-    Non riesco a pensarci... – replicò la principessa fissando le piccole onde che si infrangevano sotto di lei.
-    È stato Ardyn… -
-    Cosa? – sussurrò Selenis inorridita.
-    L’ha pugnalata mentre era senza forze.. poi è risalito sulla sua aereonave ed è semplicemente andato via – raccontò il ragazzo.

Per la principessa fu come ricevere uno schiaffo in pieno viso e in lei si riaccese un sentimento che non provava da quando le avevano comunicato la morte di suo padre: l’odio. Quella sensazione di furia cieca divampò in lei come un incendio, minacciando di spazzare via la promessa fatta a Nyx tanto tempo prima.

-    C’è sempre stato lui dietro a tutto... – disse fra i denti – E l’anello? – domandò ricordandosene d’un tratto.

Per tutta risposta, Noctis mise una mano nella tasca della sua giacca e mostrò a Selenis il gioiello sul suo palmo. L’anello dei Lucis era esattamente come la principessa se lo ricordava quando era Regis a portarlo; bellissimo e sinistro al tempo stesso.
Mentre lo fissava notò che la mano del ragazzo tremava. Alzò lo sguardo sul cugino e vide che anche lui osservava l’anello con un misto di paura e repulsione.
Con delicatezza la giovane gli richiuse la mano e solo allora Noctis la guardò.

-    Ne farai uso quando ti sentirai pronto – gli disse semplicemente.

Un lampo di sollievo passò dietro agli occhi del ragazzo, proprio mentre Gladio, Prompto e Ignis li raggiungevano sul pontile.

-    Siamo pronti – disse l’Amicitia in tono incolore.

Noctis, senza degnarlo di uno sguardo, lo sorpassò diretto alla barca. A Selenis non sfuggì lo sguardo di disprezzo che Gladio riservò al suo amico e ne fu preoccupata. Sentiva che qualcosa si era spezzato nella compagnia e sperò con tutto il cuore che si potesse ancora risaldare.



Campeggio dell'autrice:

Ben ritrovati ^^

Avrei tante cose da dire su questo capitolo, ma parto dicendovi che è uno di quelli che mi è piaciuto di più scrivere. E' molto drammatico è vero, ma mi ha permesso di scavare dentro il personaggio di Selenis. Ormai la ragazza è arrivata al suo limite e finalmente si lascia andare, come ogni altra persona avrebbe fatto di fronte al dolore che la perdita di un'amica porta con sè. Oltre alla morte di Luna ha dovuto anche affrontare le terribili condizioni di Ignis. Non sarà così facile per lei passare oltre questa cosa, ma avremo modo di vederlo tra non molto.
Spero vi abbia fatto piacere "rivedere" Nyx,che  con un colpo di coda è tornato, questa volta per sostenere la principessa.
Ora che Noctis si è svegliato non resta altro che fare marcia su Gralea, con tutte le conseguenze che questo ultimo viaggio porterà...
Vi chiedo scusa ma oggi sono piuttosto di fretta e devo chiudere qui!
Grazie mille a tutti i Lettori e alle Comrades!

Un abbraccio,
Marta

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Capitolo 34
*** 33. Tensione crescente ***


33
 

Succarpe, Treno Imperiale Magna Fortia, vagone passeggeri.

Selenis guardava fuori dal finestrino della carrozza senza dare il minimo peso al paesaggio che vi passava oltre. Era il medesimo da diversi giorni ormai e se aveva avuto una qualche attrattiva all’inizio, ora era del tutto scomparsa.
La traversata che li aveva condotti da Altissia in terra Imperiale durava da sette giorni, e non aveva fatto altro che confermare le preoccupazioni della ragazza riguardo i rapporti tra i suoi amici. Noctis si era chiuso in sé stesso, parlando solo quando veniva interpellato e in tutti i casi il meno possibile. Passava gran parte del tempo per conto suo e spesso con lo sguardo perso nel vuoto. Il suo comportamento non aveva fatto altro che accrescere il disappunto di Gladio, rafforzato anche dal fatto che l’anello dei Lucis continuasse a riposare nella tasca della giacca del principe. Sembrava quasi che Noctis lo temesse ed era facile intuirne il motivo…
Per quell’unico oggetto, Nifelheim aveva distrutto tutto ciò che amava.

Ignis invece cercava di fare da mediatore tra i due amici, mentre Prompto tentava di stemperare il clima piuttosto gelido comportandosi in modo allegro come aveva sempre fatto. Nonostante questo, anche in lui era avvenuto un impercettibile cambiamento; lo si poteva notare dal suo sguardo preoccupato e da come a volte si perdesse nei propri pensieri. Selenis, dal canto suo, cercava di comportarsi normalmente, ricacciando il più a fondo possibile le insicurezze e le paure che la assalivano. Le sue notti proseguivano nell’agitazione più assoluta, lasciandola ogni giorno sempre più stanca.
I cinque ragazzi, una volta raggiunto l’attracco di Succarpe, avevano salutato Cid che sarebbe tornato a Lucis, e non appena la Regalia era stata caricata sul treno, erano ripartiti.
La linea ferroviaria Imperiale avrebbe attraversato diverse regioni, per poi terminare la propria corsa a Gralea, capitale del regno.

Il treno stava in quel momento passando per una zona costiera dall’aspetto brullo molto simile a quello di Duscae a Lucis. Il caldo si faceva sentire nonostante l’aria condizionata del vagone, rendendo l’aria oziosa. Gli altri passeggeri, pochi in quel momento, stavano quasi tutti in silenzio, assopiti o intenti in qualche lettura.
Selenis distolse lo sguardo dal finestrino solo quando sentì Prompto sospirare seduto sul sedile dall’altra parte del corridoio della carrozza.

-    Allora passeremo da Tenebrae? – disse per interrompere quel silenzio che durava anche da troppo tempo.

La ragazza guardò Noctis seduto di fronte a lei, che però non diede segno di aver udito le parole dell’amico.

-    Non prima di aver fatto visita al mausoleo reale di Cartanica – replicò Ignis seduto accanto al pistolero.

La sua vista in tutti quei giorni non era minimamente migliorata e probabilmente, anche se nessuno voleva dirlo ad alta voce, non lo avrebbe mai fatto.

-    Sei sicuro di farcela? – domandò preoccupato Prompto.

Prima che partissero da Caem, il generale Cor aveva comunicato loro di aver scoperto un ulteriore mausoleo situato nella zona estrattiva di Cartanica, prossima meta del loro convoglio. Il sito era in disuso da diversi anni e di sicuro non era il terreno adatto ad una persona non vedente.

-    Le ferite sono guarite – rispose Ignis dopo un istante – la vista tornerà con il tempo – aggiunse senza che nessuno osasse ribattere.

Selenis osservò l’amico. Stava dimostrando una forza d’animo fuori dal comune, e questo faceva stare ancora peggio la ragazza, che invece non riusciva a darsene pace..
Il profilo di Ignis venne improvvisamente oscurato dalla mole di Gladio, che alzatosi dal suo sedile, si era affiancato a quello di Selenis.
La principessa alzò gli occhi su di lui, che però aveva lo sguardo rivolto verso Noctis, con un’espressione che faceva già presagire cosa sarebbe successo di lì a poco.


-    Che diavolo hai che non va? – sbottò difatti al re.
-    Cosa? – domandò Noctis guardandolo confuso.
-    Non ci fermeremo a Tenebrae – replicò Gladio secco – Vedi di crescere e di andare avanti! –
-    Sono già andato avanti – ribattè il giovane alzandosi a fronteggiare l’amico – Sono qui o no?! – 
-    Magari quando non sarai troppo impegnato a piangerti addosso potrai darti un’occhiata intorno e pensare a chi sta peggio di te – rispose Gladio afferrandolo per il bavero della giacca.

Selenis seduta al suo posto fremette.

-    Lasciami andare... – sibilò Noctis.
-    Come ti sta l’anello? – lo provocò l’Amicitia – Ah scusa, non puoi saperlo visto che lo tieni in tasca tutto il tempo! – disse – Quella ragazza ha dato la sua vita per farti compiere il tuo dovere e non perché tu te ne stessi qui a commiserarti!!! –
-    Pensi che non lo sappia!? – gridò a quel punto il principe.
-    No, non lo sai! Anche Ignis si è sacrificato per te e ci è mancato poco che anche Selis non finisse all’altro mondo! E per cosa?! – urlò in risposta il ragazzo.
-    Basta, Gladio! – intervenne caustico Ignis.
-    Tu pensi di essere un re – riprese il giovane ignorandolo.
-    Gladio! – lo avvertì Selenis.
-    Ma sei solo un codardo. – concluse lui.
-    Stai zitto! – esclamò Noctis, reagendo e spintonando l’amico.

Sia Selenis che Prompto, a quel punto, si alzarono in piedi.

-    Smettetela! – ordinò il ragazzo biondo, mettendosi in mezzo ma venendo ricacciato a sedere da una manata di Gladio.
-    Lo so anch’io, va bene?! Lo so! – ammise Noctis con voce spezzata separandosi da lui.
-    E allora datti una regolata e reagisci! – replicò l’Amicitia.
-    Gladio, adesso basta! –

La ragazza si frappose fra i due, appoggiando il palmo aperto sul torace del ragazzo e fulminandolo con lo sguardo. Noctis invece si voltò, dirigendosi verso l’altro vagone del treno.

-    Noct! – lo chiamò Prompto.
-    Lascialo andare – replicò Gladio infastidito.
-    Che diamine ti è preso?! – lo aggredì Selenis.
-    Cosa diamine è preso a te! – replicò lui – Come fai a difenderlo?! –
-    Non lo sto difendendo! – ribattè la ragazza.
-    Invece a me sembra che tu stia facendo esattamente quello – 
-    Non appoggio il suo comportamento, ma posso capirlo – rispose la principessa.
-    Capirlo? – ripetè incredulo il ragazzo con un sorriso.
-    Sì, perché anch’io ho perso un padre, ho perso la mia casa, ho perso Nyx e ho perso Luna! – esclamò lei infiammandosi – Quindi sì, capisco il dolore che prova – aggiunse.
-    Il mondo non si può fermare per questo, e tu lo sai – si limitò a replicare l’Amicitia, prima di voltarle le spalle e andarsene esattamente dalla parte opposta di Noctis.

Selenis guardò la porta della carrozza richiudersi dietro di lui, poi chiuse gli occhi afflitta, passandosi una mano sulla fronte.

-    Stai bene? – le chiese Prompto.
-    No, ma credo valga per tutti ormai – rispose lei sedendosi di fianco a Ignis.
-    Questa situazione non mi piace – mormorò il ragazzo biondo.
-    Non piace a nessuno.. – replicò Ignis.
-    Noct ha paura di quell’anello.. – disse Selenis stancamente – ma è vero che non può continuare ad ignorarlo.. – ammise stropicciandosi gli occhi.
-    Non possiamo combattere i suoi demoni – affermò il ragazzo di fianco a lei – è una cosa che deve riuscire a superare da solo –
-    Dite che è il caso di andarli a cercare? – domandò Prompto.
-    No, sono grandi e vaccinati, se la caveranno – rispose la principessa.
-    Io avrei un certo languorino – soggiunse Ignis.
-    Allora andiamo alla carrozza ristorante a mangiare qualcosa! – esclamò il pistolero rianimandosi – Selis vieni con noi? –
-    Credo che resterò ancora un po’ qui e poi andrò a riposare – replicò la ragazza con un sorriso che voleva rassicurarlo.
-    Allora a dopo! –

Ignis e Prompto così si allontanarono, e Selenis slittò di posto occupando quello vicino al finestrino.
La situazione tra Gladio e Noctis, per tutta una serie di ragioni, la preoccupava più di quello che dava a vedere. Prima fra tutte, il fatto che stesse influenzando in modo negativo l’umore dell’intero gruppo. Gladio ormai aveva dato fondo alla sua dose di pazienza e alla fine non era più riuscito a stare zitto.
La sua reazione era comprensibile, ma Selenis non pensava che a Noctis non importasse più di loro… anzi, probabilmente parte del problema era proprio quello.
Si sentiva bloccato in un limbo. Da una parte soffriva per la sua incapacità di prendere in mano la situazione, ma dall’altra, la paura di doverlo fare gli impediva di reagire.
Aveva realizzato cosa significasse essere responsabile della vita degli altri e a cosa le sue decisioni avrebbero potuto condurre. Chi gli assicurava quindi che la prossima volta non sarebbe morto qualcun altro di loro?
Selenis si massaggiò la radice del naso e decise di abbandonare il proprio posto. Si sentiva spossata come dopo una giornata di battaglia, eppure sapeva già cosa sarebbe successo.. si sarebbe coricata nella cuccetta ma il sonno sarebbe scomparso, e difatti andò esattamente così.
Quando un paio di ore dopo la porta della carrozza si aprì per lasciare entrare Ignis, Selenis fissava ancora il soffitto.

-    Ehi Iggy – lo salutò mettendosi a sedere.
-    Scusami, ti ho svegliata – disse lui.
-    In realtà non dormivo –
-    Ancora incubi? – domandò il ragazzo accomodandosi vicino a lei.
-    Quando mi addormento diventa tutto ancora più confuso di quando sono sveglia – sospirò la principessa.
-    Per me è l’esatto contrario – replicò a sorpresa Ignis – Quando mi sveglio a volte mi succede ancora di non capire perché sia così buio –

Selenis lo guardò. Il ragazzo sorrideva sardonico. Era la prima volta che lo sentiva parlare apertamente della sua condizione.. non la nascondeva, ma cercava di non darle troppo rilievo. E la principessa non capiva se fosse coraggio il suo, o incoscienza.

-    Posso? – gli domandò dopo un istante, sfiorandogli l’asta degli occhiali.
-    Certo – rispose lui voltandosi e lasciandoseli sfilare.

La principessa non aveva mai guardato da vicino le sue ferite, perché sapeva che non avrebbe potuto fare nulla per migliorarle, e soprattutto, perché faticava a farlo.

-   Puoi aprirli? Vero? - asserì.

Ignis rimase immobile per qualche secondo, valutando se fosse il caso di giocare a carte scoperte, ma alla fine lo fece.
Quando gli occhi dell'amico di aprirono, Selenis trattenne involontariamente il respiro; uno schiaffo le avrebbe fatto meno male...
La pupilla si stava atrofizzando velocemente e ormai il verde brillante dell'iride stava perdendo il suo colore, virando sul bianco.
Con delicatezza la ragazza passò i polpastrelli sui contorni delle cicatrici che spiccavano nitide sulla pelle chiara di Ignis. L’occhio sinistro era messo peggio di quello destro, le ferite arrivavano fino agli zigomi, estendendosi poi sulle tempie e sulla fronte.
Selenis non riusciva a capacitarsi del fatto che non l'avrebbe più guardata con quell’espressione a metà tra il rimprovero e il divertimento quando faceva qualche stupidaggine.


-    Selis –

La ragazza realizzò di essersi messa a piangere solo quando Ignis le spazzò via dalle guance un paio di lacrime. 

-    Mi dispiace.. – mormorò, chinando il capo fino ad appoggiare la fronte sulla sua spalla – Mi dispiace che l’unica volta in cui tu abbia avuto bisogno di me, io non sia riuscita a proteggerti – disse mentre le lacrime le si radunavano sulla punta del naso per poi cadere sul tessuto a righe della camicia di Ignis – Se solo fossi stata più forte! – 
-    Selenis –

Ignis la prese per le spalle facendole alzare la testa.

-    Ho scelto io di seguirti, ben sapendo cosa poteva attendermi – replicò con calma – Se tu non fossi stata lì con me, non sarei qui a quest’ora – affermò – Avrò anche perso la vista, ma posso ancora andare avanti, e lo devo a te. Per cui non voglio sentirti dire di essere responsabile della mia situazione, hai capito? –
-    Sì – replicò lei asciugandosi gli occhi.
-    Anche se non ci vedo, non vuol dire che non soffra nel sentirti piangere, quindi basta con le lacrime per favore – le disse con tono più dolce.
-    Sono pessima! – esclamò con una mezza risata Selenis – Invece di essere io a consolare te, è l’esatto opposto! –
-    Non ho intenzione di lasciarti il mio ruolo di baby sitter – replicò il ragazzo con un sorriso scherzoso rimettendosi gli occhiali – Ora ti lascio, hai bisogno di riposare per davvero – aggiunse facendo per alzarsi.
-    Iggy?

Selenis gli afferrò il braccio, bloccandolo.

-    Resteresti? – gli domandò.

Ignis rimase per un momento in silenzio, poi le fece un cenno d’assenso. Facendosi aiutare, il ragazzo si sdraiò di fianco alla principessa e Selenis si accomodò appoggiandogli la testa sulla spalla.

-    Questo mi ricorda quando eravamo piccoli – osservò lui.
-    Già, capitava spesso che dormissimo tutti assieme, anche con Noct – commentò Selenis con un sospiro nostalgico.
-    Vedrai che si aggiusterà tutto – la rassicurò Ignis.
-    Spero che tu abbia ragione – sussurrò la ragazza chiudendo gli occhi.

***

Il gruppo raggiunse Cartanica la mattina seguente. La stazione ferroviaria era stata costruita al di sopra di un ponte in ferro che collegava due vallate. Al di sotto, si estendeva la miniera in disuso, dove doveva trovarsi l’ultimo mausoleo reale.
Il treno sarebbe rimasto fermo fino al pomeriggio, in attesa della coincidenza proveniente da un’altra regione. Con la guerra, anche i trasporti si erano ridotti, e ormai i convogli rimasti erano pochi, provocando di conseguenza un deciso aumento dei tempi di percorrenza.
Ai ragazzi però questa sosta forzata capitava a proposito, in quanto avrebbero avuto diverse ore disponibili per inoltrarsi nelle miniere e trovare ciò che cercavano.  

-    Questa parrebbe essere l’unica via di accesso –
-    Ne sei certa? –

Il gruppo era fermo davanti alle porte di un ascensore che, come quasi tutto ciò che era presente in quel luogo, sembrava aver visto giorni migliori.

-    Temo di sì – rispose Selenis a Gladio – ho chiesto un po’ in giro e tutti mi hanno risposto la stessa cosa, aggiungendo che mi sconsigliavano vivamente di scendere là sotto – spiegò – Dicono che da quando le miniere sono state abbandonate la natura ha preso il sopravvento e che chi ci si è avventurato non ha fatto più ritorno – raccontò.
-    Grandioso... – mormorò Prompto – mai una volta che ci dicano “prego, andate pure, è un luogo adatto per le gite di famiglia!” –
-    Ultimamente fatico a capire chi tra di noi faccia parte della categoria "adulti"... – replicò Selenis sarcastica, pigiando il bottone per chiamare l’ascensore.
-    Pensi di farcela? – intervenne Noctis rivolgendosi ad Ignis.
-    Me la caverò – rispose il ragazzo.

L'arrivo dell'elevatore fu accompagnato da un inquietante sferragliare metallico e dallo stridio dei freni contro le corde di acciaio. Una volta che furono tutti saliti, Gladio premette il pulsante che indicava il livello delle miniere e le porte si richiusero.

-    Non mi sento a mio agio qui..- disse Prompto guardandosi intorno una volta che furono arrivati.

Le miniere di Cartanica sorgevano all'interno di un enorme cratere a cielo aperto di terra argillosa. A causa delle fitta nebbia non si poteva quantificare quanto fosse ampia la zona, ma sicuramente lo era parecchio. Al centro di tutto si ergeva una mastodontica trivellatrice, ormai quasi del tutto fagocitata da un maestoso albero, le cui radici affondavano nel terreno creando archi e stretti passaggi, in perfetta simbiosi con le strutture metalliche ancora presenti.
Dall’ascensore si dipanava una strada in terra battuta, delimitata da una ringhiera di ferro che aveva visto giorni migliori e che ormai cadeva letteralmente a pezzi.

-    Beh la via è abbastanza chiara – commentò Gladio.
-    Com’è il posto? – chiese Ignis.
-    Non ti stai perdendo nulla, credimi – replicò Selenis e appoggiatagli una mano sulla schiena, prese a guidarlo lungo il sentiero.

Il terreno era sconnesso e la pioggerellina che aveva preso a cadere non aiutava di certo a mantenere la stabilità.

-    Doveva essere un cantiere bello movimentato una volta – osservò Prompto, notando le ruspe e le escavatrici abbandonate lungo il tragitto.
-    Lo era – assentì Ignis – Una volta questa miniera era la fonte principale delle risorse minerarie dell’Impero – spiegò.
-    Fai attenzione qui – lo avvisò Selenis proseguendo di fianco a lui con Prompto, facendogli chinare la testa per passare sotto ad una radice particolarmente bassa.
-    E perché l’hanno abbandonata? – 
-    Per colpa dell’aggravarsi della guerra – replicò il ragazzo – Cartanica è una zona troppo periferica, e trasportare i materiali fino alla capitale diventò troppo rischioso, quindi fu dismessa – raccontò.
-    Questo mi fa rimanere ancora più perplesso su questo conflitto... – commentò Prompto pensieroso – E' chiaro che ha arrecato più danni che benefici da entrambe le parti; che senso ha avuto portarla avanti fino a questo punto? –
-    Non c’è un senso.. è questo il punto – ribattè Selenis truce – Non l’ha mai avuto –
-    È troppo chiedere che la parata regale proceda unita? – esclamò Gladio d’un tratto rivolto a Noctis che si era portato più avanti rispetto a loro.
-    È troppo se ti dico di tapparti la bocca? – replicò il principe.

Selenis sospirò pesantemente, cercando di mantenere la calma. Quella situazione iniziava non solo a preoccuparla, ma anche a darle parecchio fastidio.

-    L’anello cosa dice? – le chiese Ignis distraendola.
-    Che siamo sulla strada giusta, credo – rispose lei prestando attenzione alla sensazione che la pietra le trasmetteva – Dobbiamo scendere ancora più in basso però – aggiunse guardandosi intorno.

Ormai si erano lasciati il punto di partenza diversi metri più su e la strada proseguiva sempre più in basso.

-    Anche quell’anello è un bel mistero – disse Prompto meditabondo.
-    Mi chiedo se mio padre sapesse realmente del suo potenziale, o se lo avesse solo intuito – replicò la principessa.
-    Non credo sia stato un caso che te lo abbia affidato – affermò Ignis.
-    Se era così importante avrebbe potuto darmi qualche indicazione in più allora.. – ribattè la ragazza – Pensa se avessi deciso di non indossarlo! – osservò – No, hai ragione, non lo avrei mai fatto – aggiunse vedendo le sopracciglia dell’amico inarcarsi.

Finalmente il gruppo raggiunse un pianoro completamente invaso dall’acqua piovana. Lì, si trovava la base della trivella che occupava quasi tutto lo spazio disponibile e che ormai era racchiusa dentro un intrico di radici. Il sentiero da seguire era abbastanza facile da intuire, ma nonostante questo i loro problemi erano appena incominciati...



Campeggio dell'autrice:

Buon pomeriggio ragazzi!

Siamo giunti in terra Imperiale e sicuramente i problemi non sono rimasti ad Altissia.
Il gruppo sta passando un momento difficile, forse il peggiore, perchè si è creata una sorta di barriera invisibile che in qualche modo li separa. Gladio in particolare è stufo del comportamento passivo di Noctis e ha deciso di esternare i suoi pensieri.
Selenis cerca di porre fine al litigio, ma non è così semplice...
Sìsì, vi sento! Diamine voi fan della Selignis come siete rumorosi! xD Beccatevi questo momento di tenerezza e di confronto tra i due e state buoni per un pò =P
La prossima settimana arriveremo al cuore di Cartanica e probabilmente le cose si sistemeranno almeno un pò.. in attesa ovviamente della ricomparsa di Ardyn!
Grazie di cuore a tutti i Lettori e alle Comrades che recensiscono!

See ya!!
Marta

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Capitolo 35
*** 34. Sgradevoli incontri ***


34
 

-    Proprio qui dovevano lasciarla? –
-    Vorrei tanto fargli una multa... –

I cinque ragazzi guardavano sconsolati la grossa punta della trivella che bloccava l'unica via disponibile per poter proseguire verso il mausoleo.
La vegetazione in quel punto era così fitta, che risultava impossibile anche solo cercare di crearsi
un passaggio alternativo.

-    Idee? – esordì Selenis con le mani sui fianchi.
-    Forse se riusciamo a rimetterla il moto potremmo provare a spostarla – rispose Ignis.
-    Credo di aver visto un pannello di controllo di sopra – replicò Prompto, indicando con il pollice la via da cui erano appena arrivati.
-    Vale la pena darci un’occhiata allora – assentì Gladio.

Così il gruppo fece dietro front, tornando al livello superiore.

-    Com’è messa? – chiese Ignis.
-    Ha visto di certo giorni migliori – replicò Selenis scettica osservando la consolle della trivella.
-    Proviamo.. – disse Noctis avvicinandosi e premendo il bottone di accensione.

Il meccanismo si mise in moto, uno sbuffo di fumo nero uscì da uno degli sfiatatoi presenti sulla macchina, che però si arrestò nel giro di pochi secondi.

-    Ehi, perché la stai spegnendo? – domandò Gladio contrariato.
-    Non lo sto facendo. – replicò Noctis caustico.
-    Allora, vediamo un po’.. – Prompto si avvicinò ad un cartellone arrugginito – Qui c’è scritto: “In caso di malfunzionamento usare i generatori di emergenza, la chiave si trova nel magazzino” – lesse ad alta voce.
-    Dove può essere? – si chiese Gladio.
-    Penso di lì – rispose Selenis indicando una rampa di scale che portava ad un ulteriore zona superiore.
-    Sì, confermo – asserì Prompto con la testa tutta piegata da un lato, intento a guardare la piantina della miniera attaccata alla trivella.
-    E i generatori? – s’informò Ignis.
-    Un piano sotto i magazzini – rispose il ragazzo.
-    Andiamo a prendere questa maledetta chiave – disse Gladio facendo per incamminarsi ma bloccandosi immediatamente.
-    Che c’è? –
-    Non muovetevi.. – mormorò il giovane – abbiamo compagnia – aggiunse.

Selenis aguzzò la vista, notando solo in quel momento alcune ombre scivolare nella nebbia.

-    Gurangatch – sussurrò la ragazza attinggendo dalle sue conoscenze.
-    Cioè? – domandò Prompto preoccupato.
-    Quello – replicò lei facendo un cenno con il capo.

La bestia che emerse dalla foschia era un grande alligatore, con squame rossicce e diverse creste ossee sulla testa unite da una spessa membrana scura. Non era un avversario impossibile da battere, ma purtroppo viveva in branchi numerosi.. Difatti non fu l’unico a comparire.

-    C’è modo di aggirarli? – chiese Ignis.
-    No.. sono esattamente davanti a noi, abbastanza distanti da non attaccarci.. se non ci muoviamo ovviamente – replicò Gladio.
-    Non possiamo scontrarci con loro mentre sono tutti assieme – osservò Selenis guardando di sbieco Ignis.

La realtà dei fatti è che erano in quattro contro un intero branco, su di un terreno nettamente favorevole agli avversari.  

-    Dobbiamo abbatterli tutti assieme – aggiunse la ragazza.
-    E come suggerisci di fare? – le domandò l’Amicitia.
-    Tu, Prompto e Noct radunateli in un punto preciso in modo che restino vicini – rispose lei – io li imprigionerò con una barriera, dopo di che, Noct – si rivolse direttamente al principe – tu li colpirai con una magia di tuono tutti in una volta –
-    Finirà per friggerci tutti… - borbottò Gladio.
-    Voi vedete di non trovarvi con i piedi in acqua allora – replicò Selenis – Iggy, consigli? –
-    Mi sembra un buon piano – assentì lui.
-    Forza allora –

I tre ragazzi si portarono attorno ai nemici, circondandoli e cominciando ad ingaggiare uno scontro a distanza. I Gurangatch, sibilando e schioccando le fauci, iniziarono ad indietreggiare verso l’unico punto rimasto libero, ovvero verso Selenis ed Ignis che sostavano sulla piattaforma rialzata della trivellatrice. La ragazza controllava la situazione, aspettando il momento propizio per imprigionarli.
Quando si furono ulteriormente avvicinati, alzò le mani per tenersi pronta e solo allora si accorse che le tremavano.

Non dovette riflettere molto per capirne il motivo. L’ultima volta che aveva evocato una barriera era stato ad Altissia… e non era andata a finire bene.
Nello stesso istante, Selenis sentì una mano posarsi al centro della sua schiena.


-    Ce la farai, non dubitarne – disse Ignis alle sue spalle.

La ragazza respirò a fondo, concentrandosi sul calore che il palmo del giovane irradiava e tornando ad osservare il gruppo di nemici che ormai si era compattato.

-    Allontanatevi! – gridò allora la principessa.

Non appena i suoi amici seguirono il suo ordine, la barriera di cristallo spuntò dal terreno, rinchiudendo i Gurangatch al proprio interno. I mostri sibilavano e si dibattevano, cercando di distruggere la gabbia con gli artigli e con i colpi delle loro possenti code.

-    Noct! – esclamò ancora la ragazza dando il segnale al cugino.

Il giovane fece apparire l’ampolla magica nella propria mano, lanciandola all’interno della barriera e proiettandosi al contempo fuori dall’acqua. Una vera e propria tempesta di fulmini si abbattè sui nemici e quando la forte luce scomparve, calò il silenzio.
I Gurangatch giacevano immobili e fumanti ammassati gli uni sugli altri.

-    Coccodrillo flambè! – esclamò Prompto.
-    Potrebbe essere un piatto interessante – commentò con un sorriso divertito Ignis.
-    Io continuo a preferire la pizza – rispose Selenis storcendo il naso – Comunque ottimo lavoro ragazzi! – aggiunse.
-    Già.. – replicò Noctis senza scomporsi.

Fortunatamente, a parte quel piccolo episodio, il recupero della chiave non fu ulteriormente ostacolato. Il gruppo raggiunse il magazzino trovandola esattamente dove era stato detto, e nel giro di cinque minuti i generatori d’emergenza giravano a pieno regime.

-    Ok, riproviamo –

Noctis premette di nuovo il bottone dell’accensione e questa volta la trivella rimase accesa. Un rumore sordo arrivò alle loro orecchie dalla strada che conduceva alla trivella, e quando i ragazzi la raggiunsero, questa aveva lasciato loro libero il passaggio alla zona sottostante.

-    Vado avanti a vedere cosa c’è – disse Noctis.
-    Vengo anche io – gli fece eco Gladio seguendolo.
-    Forse è meglio se vado con loro.. cosa dite? – domandò Prompto preoccupato guardandoli allontanarsi.
-    Stai tranquillo, non penso che litigheranno ancora – lo rassicurò Ignis.
-    Non ho mai visto Gladio così arrabbiato – commentò il pistolero.
-    Se la prende perché non riesce ad aiutare Noctis, anche se non lo ammetterà mai – disse Selenis.
-    Tu dici? –
-    Mi ricordo quando Noct era in rotta di collisione con te Iggy – raccontò la ragazza – In qualche modo Gladio era riuscito a rimetterlo in carreggiata e penso che fosse certo di riuscire a fare la stessa cosa anche adesso –
-    È vero, era stato un periodo particolarmente pesante per lui – replicò il giovane riferendosi al principe – sentiva su di sé la pressione del titolo che portava e le condizioni del Re iniziavano ad essere evidenti –
-    Credo che stia succedendo la stessa cosa, anche se la situazione di adesso è molto diversa – proseguì Selenis – ma prima o poi si risolverà –  concluse la principessa mentre raggiungevano i due ragazzi.

Da come si squadravano sembrava tutto tranne che avessero fatto pace, ma erano entrambi in silenzio, quindi qualsiasi cosa si fossero detti era chiusa lì.

-    O forse no… - sospirò la principessa stancamente.
-    Cos’è questo tanfo? – domandò Prompto mettendosi una mano a coppa sulla bocca.
-    Che schifo – commentò Gladio.

In effetti l’aria lì sotto era stantia ed acre; come se si fosse formata una cappa di una qualche sostanza putrescente.

-    Il sarcofago è più avanti? – chiese Ignis, che procedeva sorretto da Prompto vista la ripidità della discesa.
-    Vuoi aspettare qui? – propose Noctis.
-    Da solo? Qui? – replicò Gladio.
-    Non è quello che ho detto – ribattè il principe.
-    Non ne posso più…- borbottò Selenis infastidita.

Il sentiero che stavano percorrendo finì improvvisamente ai margini di una vasta zona circolare, che aveva creato una sorta di palude d'acqua stagnante.
In prossimità di un gruppo di radici intrecciatesi a formare un arco naturale, sorgeva una modesta costruzione in pietra dall’aria inequivocabile.


-    Bleah e queste cosa ci fanno qui? – esclamò d'un tratto Selenis disgustata quando ebbero raggiunto l’ingresso al mausoleo.
-    Cosa c’è? – chiese Ignis.
-    Uova, ci sono delle uova sulla porta – rispose Gladio.
-    Uova? – ripetè Ignis sorpreso.
-    Sì e spero di non incontrare mai la mamm..-

Prompto non riuscì a terminare la frase che uno strano gorgoglio attirò la loro attenzione.
Qualche metro più in là rispetto a dove si trovavano, l’acqua fino a quel momento calma, prese a sobbollire. Dalla sua superficie cominciò ad emergere qualcosa di brutto, molto molto brutto.

-    Ditemi che non è vero! –
-    Cosa sta succedendo? – domandò Ignis.
-    Un Molboro – rispose Selenis incredula.

Il deamon in questione aveva le fattezza di una brutta pianta. L'enorme testa e il corpo erano ricoperti da una miriade di spessi tentacoli verdi, alcuni di essi dotati perfino di piccoli bulbi oculari. La bocca, che occupava lo spazio maggiore, era irta di denti che colavano una sostanza vischiosa e dall’apparenza tossica. In sostanza sembrava un grosso cavolo pieno di tentacoli viscidi e pronto a divorarti in un solo boccone.
Il mostro, per essere così grande, andò loro incontro con sorprendente velocità.


-    Sta arrivando! – gridò Gladio mentre si mettevano in guardia.

Al contrario di quanto potessero pensare, il Molboro non gli si scagliò addosso, ma si fermò a qualche metro da loro, aprendo la bocca e cominciando a risucchiare l’aria circostante.

-    Riparatevi! – urlò Selenis.

Un istante dopo il deamon sfiatò, lanciando contro di loro una nuba verdognola e talmente densa da sembrare quasi tangibile. Questa si schiantò contro la barriera eretta dalla principessa, avvolgendola completamente e celando il Molboro alla loro vista.
I ragazzi, nonostante la copertura, presero a tossire soffocati dalle esalazioni.


-    Se inaliamo a pieni polmoni quel gas siamo spacciati! – esclamò la ragazza.
-    E allora cosa facciamo? – chiese Prompto con gli occhi che lacrimavano, mentre il mostro riprendeva fiato una seconda volta.
-    Potremmo usare di nuovo l’ampolla di tuono – propose Noctis.
-    Certo, così finiamo tutti arrosto.. siamo con l’acqua fino alle ginocchia – sbottò Gladio.
-    Attenzione! –

Una seconda ondata di fumo si riversò contro di loro, ma intrappolati com’erano sotto la cupola non avevano altra via di fuga. Il gas si abbattè ancora una volta sulla barriera di Selenis che cominciava a non riuscire più a mantenerla integra a sufficienza.

-    Dobbiamo trovare una soluzione – disse la ragazza con la gola serrata.
-    Attacchiamolo adesso – esclamò Gladio.
-    No! –

Questa volta fu Ignis a fermarlo.

-    Penso di avere un’idea – affermò facendosi avanti – Selis, quando te lo dico togli la protezione –
-    Ne sei certo? – replicò la ragazza.
-    Fidati –
-    Va bene – assentì tenendosi pronta.

Il Molboro, nel frattempo, riaprì la bocca per prendere di nuovo aria, e non appena lo fece Ignis le diede il segnale.

-    Ora! –

La barriera venne rimossa e il ragazzo, fatta apparire un’ampolla magica, la scagliò con precisione verso il deamon ancora con le fauci spalancate. La sfera di un rosso smagliante, cadde al loro interno e quando il mostro le richiuse, era ormai troppo tardi.
Alte fiamme scaturirono dai denti serrati, mentre con un suono orribile il Molboro si contorceva su sé stesso per poi ricadere inerme e fumante.

-    È morto? – domandò Prompto titubante – E' morto! – esclamò quando capì che effettivamente non accennava a muoversi.
-    Questo è stato davvero un colpo da maestro – si complimentò Gladio.
-    Io non ci sarei riuscita nemmeno vedendoci – concordò Selenis con un sorriso.
-    Bravo Ignis – disse Noctis.
-    Troppi  complimenti – replicò modestamente il ragazzo – ora prendiamo la spada e torniamo al treno – aggiunse.

Una volta date alle fiamme anche le uova depositate davanti all'ingresso, questo venne aperto dall’anello di Selenis e Noctis recuperò finalmente l’ultima arma ancestrale dei suoi antenati.

-    Yuhu! Ce l’abbiamo fatta! Tutti assieme! – trionfò Prompto.
-    Hmpf – borbottò Gladio.
-    Torniamo indietro – disse Noctis, superando il pistolero che assunse un’espressione profondamente delusa.

Selenis era incredula.. nemmeno dopo quello che avevano appena affrontato riuscivano a mettere da parte le proprie divergenze?!
Stava per aprire la bocca quando Ignis la anticipò.

-    Un momento per favore – disse.
-    Va tutto bene? – chiese Gladio.
-    No, per niente – rispose caustico il ragazzo – Non ho intenzione di restare ulteriormente in silenzio e continuare a sorbirmi i vostri battibecchi – disse.

Perlomeno gli interessati ebbero la buona decenza di mostrarsi imbarazzati a questa affermazione.

-    Parliamoci chiaro: la mia vista non migliora e probabilmente non lo farà mai – affermò il giovane – ma nonostante tutto, voglio rimanere con voi fino alla fine –

Anche se il ragazzo non poteva vederla, Selenis abbassò gli occhi. A dispetto della calma del tono con cui aveva detto quella frase, era chiaro quanto soffrisse per la sua condizione e per il peso che poteva rappresentare per i suoi amici.

-    Scusa, ma non sono d’accordo – intervenne Gladio – in guerra si rischia la vita – fece notare.
-    Ma ci saremo noi! – esclamò Prompto.
-    Non sto dicendo che non sapremo proteggerlo – lo interruppe l’Amicitia.
-    Ah, ah.. allora dovrebbe essere libero di scegliere – replicò il pistolero.
-    Non ci sono solo i suoi desideri in ballo! –
-    Lo so perfettamente! – esclamò Ignis mettendo fine al battibecco – Non vi chiederò di rallentare per me, se non riuscirò a stare al passo, mi farò da parte – affermò con decisione.
-    E sua maestà cosa dice? – domandò Gladio a Noctis, che però rimase in silenzio.
-    Noct, tu sei Re – gli disse Ignis – Chi si ferma non può guidare nessuno. Un Re deve sempre andare avanti, accettando le conseguenze senza mai voltarsi indietro – sentenziò – Gladio – aggiunse poi rivolgendosi all’amico – Noct reclamerà ciò che gli spetta, ma solo quando sarà pronto –
-    Pensala come vuoi – sospirò l'Amicitia – ma restiamo comunque in pericolo, non abbassiamo la guardia – affermò guardando verso Noctis, ma per la prima volta dopo settimane senza alcuna ostilità.

Il Re gli fece un cenno di assenso che sembrò bastare al ragazzo, il quale riprese il cammino seguito da Prompto e poi anche da Noctis.

-    Grazie – sussurrò Selenis ad Ignis – ma non ti lascerò indietro – aggiunse.
-    Ti rammento che hai fatto un giuramento solenne qualche mese fa – replicò il ragazzo.
-    Sei terribile.. – borbottò lei.
-    Può essere – assentì Ignis con un sorriso.

Il gruppo ritornò così alla stazione, lasciandosi dietro quelle orribili miniere. Il treno era ormai prossimo alla partenza, e il capo stazione stava facendo salire gli ultimi passeggeri.

-    Che schifo.. ho bisogno di una doccia – esclamò Prompto annusandosi gli abiti.
-    Vero tanfo di Molboro – disse Gladio – le ragazze lo adorano, sai? – scherzò.
-    Selis? – la interpellò Noctis.
-    Potrei disdire il matrimonio – commentò, facendo scoppiare a ridere il pistolero.

La principessa stava per salire sul convoglio quando avvertì una sensazione sgradevole di gelo salirle lungo la schiena. Confusa si voltò a guardarsi intorno, ma la stazione risultava deserta.

-    Tutto bene? – le domandò Ignis appena dietro di lei.
-    Sì.. - rispose la ragazza titubante.

Non aveva idea del perché, ma aveva la certezza che qualcuno li stesse seguendo..



Campeggio dell'autrice:

Salve salvino a tutti!!

Ohhh come mi mancavano i Molboro! Mi ricordo ancora le ore passate sull'isola più vicina all'inferno in FFVIII per cercare di ottenere quelle cavolo di antenne! In confronto questi qui sembrano degli agnellini a dirla tutta ^^"
Anyway! E anche le miniere di Cartanica sono andate, i rapporti si stanno mediamente ricucendo, ma ormai ci stiano inevitabilmente avvicinando alla resa dei conti... anticipata dalla prossima apparizione del nostro caro Ardyn!
Scusatemi anche questa volta se sono avara di parole, ma il Natale si avvicina, gli impegni anche nel weekend si moltiplicano e non mi rimane molto tempo ^^"
Un ringraziamento a tutti i Lettori e alle Comrades per il supporto che mi danno con le loro recensioni ^^

Alla prossima settimana!
Marta

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Capitolo 36
*** 35. Le fiamme dell'inganno ***


35


Selenis fece scorrere distrattamente le dita sulle corde della chitarra, lasciando che un paio di note slegate aleggiassero nell'aria.
La principessa e i suoi amici avevano lasciato Cartanica per proseguire il viaggio alla volta di Gralea, e da un paio di giorni stavano attraversando la regione di Eusciello; una zona desertica famosa per le numerose fabbriche e basi imperiali.
Stava riflettendo su quello che Ignis, poche ore prima, le aveva detto a proposito dell’allungarsi delle notti. Il ragazzo aveva infatti sentito alcune voci parlare di questa stranezza e aveva quindi incaricato Gladio di trovare i passeggeri in questione in modo da poterci parlare.
Le ore di luce si stavano accorciando per davvero, non era solo un'impressione... man mano che i giorni passavano, il tramonto arrivava con un po’ più di anticipo; un fenomeno all'inizio troppo breve per essere notato, ma che ormai cominciava ad essere evidente.

Questa evoluzione dava l'avvio ad un sacco di problemi, primo fra tutti il proliferare dei deamons, che nella notte trovavano terreno fertile per vivere.
Nonostante le brutte notizie però, c’era anche una nota positiva, ovvero che il gruppo sembrava di nuovo unito.
Noctis, nonostante non avesse ancora usato l’anello, era tornato a parlare con i suoi amici, mentre Gladio sembrava aver accettato di dover rispettare il volere e i tempi del suo Re.
Selenis fece di nuovo vibrare le corde con delicatezza.

L'impulso di riprendere in mano la chitarra l'aveva colta tutto d'un tratto, lasciandosi trascinare dalla necessità di liberare un po’ la mente. Per questo motivo aveva raggiunto la Regalia parcheggiata nel vagone merci e l'aveva recuperata, per poi sedersi nell’ultima carrozza completamente deserta.
Era stato suo padre ad insistere perché imparasse a suonarla, dicendole che un hobby le avrebbe sicuramente giovato nei momenti di crisi, ed effettivamente era stato così.
La principessa iniziò a suonare, cercando di riordinare i pensieri e di scacciare l’insistente idea che qualcosa di terribile fosse in agguato su quel treno.

- Run away-ay with me, lost souls and reverie. Running wild and running free. Two kids, you and me – iniziò a cantare - And I say hey,hey,hey, living like we’re renegades. Hey,hey,hey,hey,hey,hey, living like we’re renegades, renegades. –

Era una canzone che aveva spopolato nelle radio di Lucis diversi anni prima, e a Selenis era sempre piaciuta per il ritmo e anche un po’ per quello che diceva. Quando la ragazza, impegnata a ricordarsi gli accordi, sollevò la testa dalle corde, vide che sulla porta del vagone c’era Prompto.
Il ragazzo le fece un gran sorriso e un cenno con la testa di proseguire.

- Long live the pioneers, rebels and mutineers. Go forth and have no fear, come close and lend a ear. And I say hey,hey,hey, living like we’re renegades. Hey,hey,hey,hey,hey,hey, living like we’re renegades, renegades.- la ragazza terminò il brano stoppando l’ultimo accordo con il palmo della mano.

Prompto si avvicinò, dedicandole un lungo fischio da groupie e un sonoro applauso.


-    Adoro quella canzone! – esclamò sedendosi vicino a lei – La suonavi sempre qualche anno fa – ricordò.
-    Hai ragione, – assentì Selenis – in quel periodo avevo anche io il desiderio di andarmene da Insomnia per vivere la mia vita lontano da Palazzo.  – raccontò.
-    E adesso manca a tutti quanti – commentò il ragazzo – Il giorno in cui ti ho incontrata stavi tornando dalle lezioni di musica vero? –
-    Già. – rispose lei – Quando ti ho visto ruzzolare giù da quella ripa mi è venuto un colpo! – disse ridendo.
-    Che vergogna! – replicò Prompto nascondendo la faccia nelle mani.
-    Non c’è niente di cui vergognarsi – lo rimproverò Selenis – Ti stavi allenando anche se veniva giù il diluvio universale! Il tuo impegno era incredibile, lo è sempre stato –
-    In qualche modo dovrò pur guadagnarmi il mio posto nella compagnia – rispose il ragazzo con un sorriso scanzonato.
-    Lo hai fatto e già da un bel po’, credimi. – ribattè la giovane, rammentando la conversazione che lui e Noctis avevano avuto sul tetto del Motel a Lucis.
-    Quando ho ricevuto la lettera di Luna non potevo crederci! – ricordò il pistolero – Lei pensava che fossi amico di Noctis e mi chiese di stargli vicino – spiegò – Si era immaginata una persona in grado di sostenerlo, e volevo diventare quella persona a tutti i costi. Ecco perché mi sono impegnato tanto, non volevo deluderla – raccontò con nostalgia.
-    Mi sarebbe piaciuto tanto presentartela – disse la principessa con un sorriso amaro.
-    Sono sicuro che fosse come me la sono sempre immaginata – replicò il ragazzo – bella e fiera –
-    Direi che come descrizione le calza a pennello – assentì Selenis.
-    Wow! Selis, guarda!! - esclamò d'un tratto il pistolero. 

Il ragazzo indicò tutto eccitato fuori dal finestrino, ed effettivamente aveva tutte le ragioni di essere entusiasta.
Verso est, appena qualche chilometro più in là rispetto alla ferrovia, una tormenta di neve aveva creato una vera e propria barriera. Era come se le nubi si stessero scontrando contro una parete invisibile e che i fiocchi non potessero cadere oltre quel punto. Il taglio era talmente netto, fra il suolo innevato e quello arido del deserto, da sembrare impossibile.


-    Quello deve essere il territorio di Shiva, la Siderea dei ghiacci – osservò Selenis.
-    È incredibile! – esclamò Prompto scattando un paio di foto – Devo correre a farlo vedere a Noct! – aggiunse alzandosi – Vieni con me? –
-    Sì, rimetto solo la chitarra sulla Regalia e vi raggiungo – rispose la giovane.
-    Sai una cosa Selis? –
-    Cosa? –
-    Sentirti cantare mi ha fatto stare molto meglio. – affermò Prompto – Dovresti farlo sempre, penso che ora come ora ci siano molte persone che ne avrebbero bisogno. – disse.
-    Ti ringrazio – sorrise la principessa.
-    Ok, ora vado! A tra poco! -

Una volta riposto lo strumento al sicuro nel bagagliaio della loro “ragazza”, Selenis tornò indietro, ma quando rimise piede nel vagone dove lei e Prompto avevano parlato qualche istante prima, per un singolo istante, il tempo sembrò fermarsi.
Fu solo la questione di un battito di ciglia, troppo poco per capirci qualcosa, ma abbastanza da farci caso. Il paesaggio fuori dal treno si fermò improvvisamente, per poi riprendere a scorrere come se nulla fosse stato.


-    Che diamine..?  – mormorò confusa la ragazza.

Sentendo che qualcosa non andava, Selenis affrettò il passo. Entrò nel vagone successivo, ma quando fece per proseguire in quello dopo, la porta risultò bloccata.
La principessa strattonò la maniglia più volte, senza che questa si muovesse di un millimetro, e poi si alzò in punta di piedi per guardare oltre il piccolo finestrino.

All’interno del vagone vide Noctis e Prompto, ma c’era qualcosa che non andava in quella scena...
Il pistolero sembrava spaventato e il motivo fu presto chiaro anche alla ragazza. Noctis si avventò infatti su di lui, brandendo la propria spada; sembrava inveire all’indirizzo dell’amico, il quale pareva decisamente scioccato della cosa.

-    Ehi! Noct!! Prompto! – gridò Selenis battendo il pugno sulla porta.

I due parvero non sentirla.

-    Avrei dovuto immaginare che su di te non avrebbe avuto effetto –

La principessa si voltò, trovandosi di fronte il cancelliere Imperiale Ardyn Izunia in tutta la sua consueta flemma.

-    Tu! – sibilò lei – Cosa stai facendo?! –
-    Colpevole, l'ho ammetto – rispose l’uomo, alzando le mani in un segno pacifico – Sto solo sottoponendo il piccolo Re ad un test – disse.
-    Un test!? –
-    Il caro Noct sta affrontando il suo peggior nemico, o almeno è quello che crede di fare – spiegò curvando gli angoli della bocca.
-    Il suo peggior nemico? Prompto? – replicò lei sarcastica – No aspetta… - aggiunse confusa – Sta combattendo Prompto... pensando di farlo con te! –
-    Bingo! – affermò Ardyn battendo le mani – Un'innocua illusione che mi sono divertito a creare – disse affabile – Ma c'è da chiedersi... capirà di avere davanti il proprio amico? O lo ucciderà prima di rendersene conto? –
-    Tu sei un mostro! – esclamò incollerita Selenis richiamando le proprie armi.
-    Mi avete fatto diventare voi così. – replicò il cancelliere fattosi serio – Non lamentatevi adesso per quello che vi è stato portato via –
-    Non osare.. – mormorò la ragazza pensando a Luna.
-    Tranquilla, non ho intenzione di uccidere nessun altro di voi per ora… - la tranquillizzò l’uomo – Se non ti dispiace adesso dovrei andare a movimentare ancora un po’ questo viaggio – aggiunse facendo per voltarsi.
-    Non andrai da nessuna parte! –

Selenis allungò una mano per afferrarlo, ma non appena il suo palmo si strinse attorno al braccio dell’uomo, una fitta lancinante alla testa la fece gemere di dolore. Cercò di togliere la mano, ma questa non voleva saperne di obbedire alla sua volontà. L'arto prese a bruciarle come se lo avesse infilato in mezzo alle fiamme.
Cadde in ginocchio mentre l’oscurità si fece sempre più pressante. Poi, all’improvviso, l’anello della principessa diede un bagliore accecante, facendole finalmente perdere la presa. Selenis cadde su di un fianco, inerme.


-    Non potrai proteggerla per sempre –

Quella frase, uscita dalle labbra dal cancelliere, fu l’ultima cosa che la ragazza udì prima di perdere i sensi.
La principessa si trovò avvolta dal buio, un buio così fitto da non riuscire a vedere nulla, così profondo da congelare qualsiasi cosa. Ma dal centro di quell’oscurità, si levò una voce.

-    Selenis non puoi restare qui, devi tornare.. –

La frase sembrava fluttuare nell’aria e arrivare da tutte le parti e da nessuna al contempo.


-    La storia non è ancora finita.. -

La ragazza era ad un passo dal riconoscerla, quando ci fu un altro lampo di luce e il mondo tornò a riempire il suo campo visivo.
Selenis aprì gli occhi, mettendo a fuoco il pavimento in laminato del treno. Poi, non senza una certa fatica si mise a sedere e, ancora intontita, si guardò il palmo della mano.
Non presentava alcun segno di ferite, nonostante avesse la certezza di trovarla completamente ustionata.
Chi, o cosa diavolo era quell’uomo?
La principessa non sapeva darsi una risposta e non ne aveva nemmeno il tempo, quindi si rialzò da terra.

-    E' inutile... - mormorò con rabbia quando provò di nuovo ad aprire la porta che conduceva alla testata del treno.

Con uno sbuffo alzò gli occhi al soffitto: l'unica possibilità che le restava era quella di farsi strada passando dal tetto delle carrozze.
Fece quindi dietro front per tornare verso il vagone merci, ma qualcosa fuori dal finestrino attirò la sua attenzione. Una corazzata Imperiale seguiva il treno accompagnata da una flotta di aeronavi d’assalto.


-    Merda! – sbottò.

Selenis fece per aprire il finestrino, senonchè, con uno scoppio improvviso, i vetri andarono in frantumi. Una scheggia la colpì di striscio e la principessa sentì un rivolo di sangue caldo colarle lungo la guancia, ma non se ne preoccupò, perchè non era più sola..
Tre soldati Magitek avevano appena fatto irruzione nel vagone e puntavano a lei.
Senza possibilità di retrocedere la ragazza afferrò il porta bagagli, si tirò su, e scalciando in avanti fece perdere l’equilibrio al soldato più vicino che cadde di schiena. A quel punto si girò per occuparsi degli altri.
Il secondo Magitek partì alla carica, ma Selenis intercettò il colpo, schivando e bloccando sotto il braccio l'ascia del nemico. Al contempo, armatasi di lancia, centrò al petto quello che si trovava appena dopo, che si accasciò a terra sprizzando scintille. La principessa fece poi un balzo all'indietro per distanziarsi dal nemico.
Una volta evocata la spada, senza nemmeno voltarsi, la affondò nella corazza del soldato di prima che nel frattempo si era rialzato e per finire, lanciò il kukri verso l’unico rimasto vivo, centrandolo in fronte.

Ansante, Selenis si fermò per riprendere fiato, mentre il vento che entrava prepotente dai finestrini divelti le scompigliava i capelli raffreddandole la pelle sudata. Controllò che nessuno dei Magitek desse segni di autodistruzione e fece per uscire sul tetto, ma qualcosa le afferrò una gamba..
La principessa guardò in basso spaventata. Uno dei soldati le aveva stretto la mano metallica attorno ad una caviglia.

-    Sal..v..mi.. - gracchiò.

La principessa si sentì gelare il sangue nelle vene. Non aveva mai sentito parlare un Magitek, non credeva neppure che ne fossero in grado! Certo, era capitato con alcuni deamons in un paio di occasioni però...
Improvvisamente la ragazza rammentò le parole di Aranea, sul fatto che i Magitek venissero creati partendo proprio da una base deamons. Forse si sbagliava, ma la voce che aveva appena sentito le era parsa quella di un bambino.... e quella Naga che avevano incontrato non gli aveva forse chiesto di suo figlio?

Selenis reprimette un brivido e liberatasi dalla presa, finalmente uscì fuori.
La ragazza notò che le aereonavi erano diminuite e che l’ultima stava perdendo quota rapidamente mentre veniva avvolta dalle fiamme. Doveva essere opera di Noctis, sicuramente. Poi lo sguardo le scivolò qualche vagone più in là. Due figure si confrontavano: Prompto e Ardyn. Quest’ultimo stava puntando una pistola verso il ragazzo biondo, ma c’era qualcosa di strano....
Selenis strizzò gli occhi e quando gli riaprì scoprì che i ruoli erano invertiti: era Prompto a tenere sotto tiro in cancelliere e non il contrario. Qualsiasi trucco, o magia che quell'uomo si era inventato, era ancora attivo. 
A completare il quadro già drammatico di per sè, si aggiunse la figura di Noctis che, dopo essersi proiettato dall'ultima aereonave in fiamme, aveva raggiunto il treno.
La ragazza lo vide mentre notava la presenza delle due persone sul tetto e fu presa dal panico. Se davvero l'illusione di Ardyn era ancora attiva....

-    Noct!!! Fermo!!! – urlò con quanto fiato avesse lanciandosi verso di loro, ma troppo tardi.

Il Re si era ormai lanciato all’attacco di Prompto, che stupefatto, non potè fare altro che cercare di schivare il colpo. Nel farlo però, il piede gli scivolò oltre il bordo del vagone facendogli perdere l'equilibrio.
Selenis lo vide sbilanciarsi all’indietro e cadere.


-    Prompto! – gridò protendendo inutilmente una mano.

Alla velocità a cui andavano, in un battito di ciglia, del ragazzo non c’era più alcuna traccia.
La principessa rimase senza fiato per l’orrore. Il primo pensiero fu quello di proiettarsi giù e di cercarlo, ma un tonfo alle sue spalle le fece cambiare idea.

-    Noct! – esclamò, accorrendo verso il cugino riverso a terra; di Ardyn non c’era più alcuna traccia.

La giovane sollevò la testa del ragazzo.

-    Noct, sveglia! Noct!! – lo esortò scrollandolo delicatamente – Perché ce l’hai tanto con noi!? – urlò poi al vento frustrata.

Finalmente il giovane aprì gli occhi, contraendo i muscoli del viso in una smorfia e tastandosi la base del cranio.

-    Selis! Prompto è.. - esclamò non appena riprese un pò di lucidità.
-    Lo so, ho visto – lo interruppe la ragazza aiutandolo a mettersi seduto.
-    Io non volevo, pensavo fosse Ardyn! – disse il principe nel panico.
-    So anche questo – replicò la giovane appoggiandogli una mano sul braccio.
-    Dobbiamo avvertire gli altri! –

Noctis estrasse dalla tasca il proprio telefonino facendo partire la chiamata.

“ Che succede? Selis è con te?”  gli rispose subito la voce di Ignis.

-    Sono qui, sto bene! – rispose la ragazza accostandosi al telefono.
-    Ignis, dobbiamo fermare questo coso! Prompto è caduto giù dal treno! L’ho spinto io.. cioè per colpa di Ardyn – spiegò concitato – Non so dove sia, ma non possiamo lasciarlo qui! -

“Calmati Noct, sono preoccupato per Prompto quanto te” replicò il ragazzo “Ma fermando il treno metteremmo in pericolo i passeggeri, finiremmo in pasto ai deamons” spiegò

-    E cosa facciamo?! –

Selenis non aveva mai visto suo cugino in un tale stato di agitazione.

“Intanto facciamo scendere tutti a Tenebrae, ormai siamo arrivati”

-    E Prompto?! –

“Considerando che c’è di mezzo il Cancelliere, è probabile che non sia più dov’è caduto” rispose Ignis.

-    Noct, ha ragione.. – intervenne Selenis, bloccando la replica del re sul nascere.

“In ogni caso proverà a contattarci, spero. Per ora aspettiamo” proseguì Ignis “ Non appena il treno si ferma raggiungeteci, c’è anche Gladio qui”

-    Voi almeno state bene? – chiese il principe.

“Sì”

-    Meno male.. ci vediamo dopo allora – chiuse la chiamata il ragazzo.

I due cugini restarono seduti sul tetto della carrozza in silenzio, mentre il treno rallentava per immettersi alla stazione di Tenebrae illuminata dalla luce morente del sole.

-    Come ho potuto? – momorò d’un tratto Noctis.
-    Non potevi saperlo… - replicò Selenis – Dai, scendiamo a cercare gli altri – aggiunse quando il convoglio diminuì ulteriormente l’andatura per poi fermarsi del tutto.

Il regno di Tenebrae era arroccato su alture rocciose disposte su diversi livelli. Il castello dei Nox Fleuret era posto al centro esatto del paese e si affacciava direttamente sulla vallata che ospitava la stazione.
Il paesaggio che Selis si ricordava però, era molto diverso... Il sole faceva risaltare i colori dominanti del luogo: il verde della lussureggiante flora, l’azzurro delle miriadi di cascate che si gettavano a picco dai promontori, e il rosso della terra di cui erano composti. Ora, nelle fioca luce del tramonto, ciò che colpiva lo sguardo erano i roghi appiccati agli edifici, primo fra tutti il palazzo reale.

Increduli, Noctis e Selenis, guardavano quella devastazione mentre i passeggeri spaventati del treno si mescolavano ai superstiti di Tenebrae scappati verso la stazione. Un gruppo di soldati dagli abiti Imperiali, ma che non parevano di Nifelheim, assistevano tutti coloro che avevano bisogno di aiuto.

-    Selis, Noct! –

I due ragazzi si voltarono, vedendo sopraggiungere i loro amici.

-    State bene per fortuna! – disse Gladio quando si furono ricongiunti, abbracciando brevemente Selenis.
-    Sì, ma Prompto.. - mormorò Noctis.
-    Cos’è successo? – domandò Ignis.
-    Io, non lo so! Credevo di combattere contro Ardyn ma non era lui.. – rispose confuso il principe.
-    Era un illusione –

I tre ragazzi si voltarono verso la principessa.

-    E tu come lo sai? – chiese Gladio.
-    L’ho incontrato sul treno – rispose la ragazza – mi ha bloccata dentro una delle ultime carrozze impedendomi di raggiungere Prompto e Noctis – spiegò.
-    Cosa ti ha detto? –
-    Ha detto che stava sottoponendo Noct ad un test, poi ha aggiunto qualcosa sul fatto che fossimo noi i responsabili delle nostre disgrazie – raccontò la giovane – Quando ha fatto per andarsene io ho cercato di fermarlo, ma non appena l'ho toccato ho provato un dolore lancinante! Non riuscivo a togliere la mia mano dal suo braccio. - proseguì reprimendo un brivido al ricordo - Poi il mio anello ha dato un bagliore, com’era successo a Galdin, e sono riuscita a liberarmi perdendo però conoscenza –
-    Non avresti dovuto attaccarlo da sola – replicò Gladio serio.
-    Tu cosa avresti fatto? – ribattè la principessa.
-    Hai ragione, non sarei riuscito a trattenermi probabilmente – sospirò l’Amicitia dandole ragione.
-    Ero talmente furioso che, nonostante cercasse di spiegarsi, non l'ho voluto ascoltare... – soggiunse Noctis – Che cosa avrà pensato? –
-    Che il Cancelliere stava di nuovo giocando sporco – rispose Ignis – Chiunque si sarebbe lasciato ingannare –
-    Non Selis – replicò il principe guardando la cugina.
-    Deve essere stato l’anello – disse lei – Ardyn ha detto qualcosa in proposito.. che non mi avrebbe potuto proteggere per sempre.. –
-    Guarda un po’ chi si vede –

La conversazione fu interrotta dall’apparizione di Aranea.
La donna, indossando la sua solita armatura, sostava con una mano sul fianco.


-    Aranea.. dobbiamo ringraziare te per questo inferno? – domandò Noctis facendo un cenno agli sfollati.
-    Le apparenze ingannano – replicò la donna – Ehi, cosa ti è successo agli occhi? – esclamò subito dopo accorgendosi di Ignis.
-    È solo una ferita superficiale – mentì il ragazzo.
-    Ci vedi? –
-    Purtroppo no –
-    Wow.. che schifo, il mondo è crudele – commentò Aranea – Ma una volta non eravate di più? – proseguì confusa.
-    Sì, lo eravamo – rispose Noctis.
-    Di uno abbiamo perso le tracce – aggiunse Gladio.
-    È morto? –
-    Non… non lo sappiamo –
-    No. – affermò Selenis – Non è morto, lo ritroveremo – disse con tono che non ammetteva repliche.
-    Giusto, nel dubbio meglio sperare – convenne la donna.
-    Piuttosto, se non dobbiamo ringraziare te per questo casino allora chi? – intervenne Gladio.
-    I deamons al servizio dell’esercito Imperiale – rispose Aranea.
-    Di cui fai parte anche tu – le fece notare il ragazzo.
-    "Facevo" – sottolineò la donna – Ora io e i miei uomini ci occupiamo delle operazioni di soccorso – spiegò.
-    Parlando di soccorsi avremmo un favore da chiederti – soggiunse Ignis.
-    Dimmi tutto –
-    Per come stanno le cose i passeggeri non possono restare a bordo del treno – disse il giovane
-    Certo, lasciateli a me. Ma chi guiderà il treno? – domandò Aranea.
-    Adesso che lo dici.. tu per caso conosci qualcuno? – le chiese Gladio.
-    Effettivamente non ne conosco solo uno, ma due. – confermò la mercenaria – Venite con me, tra l’altro c’è una persona che vuole vedere il principe, una vecchia domestica della casa Fleuret – disse.
-    Me? Bene, facci strada – assentì Noctis.
-    Selis, tu non vieni? – domandò Gladio alla ragazza che non si era mossa.
-    No.. se non vi spiace, preferirei mantenere il ricordo di Tenebrae così com’è – replicò la giovane – Vi aspetterò qui –

Una volta che i suoi amici si furono allontanati, la ragazza si diresse verso le balaustre di marmo che delimitavano la stazione. L’architettura dell’edificio era in puro stile di Tenebrae, con colori chiari e colonne scolpite con motivi complessi e armoniosi al tempo stesso.
Le ricordavano il palazzo reale, la stanza di Luna inondata dal sole che accendeva le pareti candide di riflessi dorati. La sua camera guardava proprio sulla valle, e dalla terrazza si poteva vedere bene la stazione e i treni che vi transitavano.
Non riuscendo a resistere, la principessa sollevò lo sguardo cercando con gli occhi la finestra di Luna, per trovarla avvolta dalle fiamme.
Selenis espirò sonoramente, tornando a voltarsi verso l’interno della stazione. Non si sarebbe dovuta stupire di quella visione, ma fu ugualmente dolorosa.


-    Mamma, la nostra casa… -

L’attenzione della principessa fu attirata da un bambino in lacrime, che la madre teneva in grembo cercando di consolare. La donna però aveva la stessa espressione di chi aveva perso ogni speranza, assieme alla propria abitazione.
Selenis si guardò intorno sentendosi improvvisamente impotente. Ovunque c’erano facce disperate e spaventate, che non sapevano più a chi rivolgersi per trovare conforto. La ragazza avrebbe tanto voluto poter fare qualcosa, ma lei non era come Luna… non riusciva a trasformare i soprusi subiti in misericordia, e non aveva idea di come risollevare il morale di quelle persone afflitte. Non avrebbe saputo che parole usare…

Sentirti cantare mi ha fatto stare molto meglio. Dovresti farlo sempre, penso che ora come ora ci siano molte persone che ne avrebbero bisogno

La frase che Prompto le aveva rivolto qualche ora prima, le tornò improvvisamente alla mente.
Selenis a quel punto si raddrizzò, fece un paio di passi in avanti e prese fiato.

-    Deus dormit, Et liberi ignem faciunt numquam extingunt. Ne expergisci possit. Omnia dividit, tragedia coram amandum quae. Et nocte perpetua in desperatione. Auroram videre potest, mane tempus expergiscendi. –

Quello che intonò era un canto tipico di Tenebrae, un inno della casa Fleuret che parlava del Re che avrebbe sconfitto le tenebre per sempre.
Quando smise di cantare attorno a lei si era creato il silenzio, ma non un silenzio greve, pesante, semplicemente attento, quasi rispettoso.
La ragazza intercettò lo sguardo della madre di prima, che chinò la testa in segno di ringraziamento e non fu la sola a farlo; molte altre persone la imitarono.
La principessa sorrise, spazzandosi via le lacrime rimaste prigioniere delle folte ciglia.

“Non sarò mai come te Luna… ma il tuo popolo non verrà lasciato da solo finchè io e Noctis saremo in vita, puoi stare tranquilla”



Campeggio dell'autrice:

Eccoci qui alla fine del capitolo 35!

Mamma mia l'ansia di questo pezzo! Quando giocandoci ho visto Prompto cadere giù dal treno non potevo crederci! Tutta la parte ambientata in terra Imperiale mi ha creato una certa angoscia a dirla tutta, però mi è piaciuta veramente tanto.
Qui Selenis cerca di trovare un pò di solitudine e di chiarezza assieme alla sua chitarra. Il pezzo cantato da lei è quello della canzone "Renegades" degli X Ambassadors, che se non avete mai sentito vi invito a fare ^^
Ho scelto di non modificare nulla di ciò che avevo scritto all'epoca e quindi di non allacciarmi con il Dlc di Prompto, ma di lasciare Selenis sul treno assieme agli altri. Ci tenevo particolarmente poi a farla arrivare a Tenebrae, visto che anche per lei ha un significato particolare.
Infine credo che l'ultima canzone sia chiara a tutti quale sia ;)
Ormai è certo che l'anello della principessa la stia proteggendo e da come ne parla Ardyn sembra che si rivolga ad una qualche entità... ma chissà chi potrà mai essere!
Ho giocato ad Episode Ignis e devo dire che come giocabilità, per quanto mi riguarda, è il migliore dei tre!
Non sono rimasta particolarmente sorpresa nel sapere di come Iggy avesse perso la vista, per cui non capivo l'affermazione degli sviluppatori quando hanno detto che sarebbe stato un capitolo sconvolgente. Poi ho giocato al finale alternativo del capitolo extra e allora ho capito xD Mi ha fatto venire le lacrime agli occhi, ma nonostante questo fatico a renderlo il finale "ufficiale" di FFXV, soprattutto per Luna... già che c'eravate non potevate fare qualcosa anche per lei??! XD
Un ringraziamento sentito a tutti quanti i miei Lettori e alle Comrades che recensiscono!!!

Un abbraccio,
Marta

p.s. certo che Iggy con i capelli giù è veramente, ma veramente gnocco!

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Capitolo 37
*** 36. Addio fedele amica ***


36


Selenis si rigirò sul fianco, ancora parzialmente nel mondo dei sogni; sentiva gli uccellini cinguettare dal ramo che si protendeva verso la sua finestra.
Quando la primavera arrivava diventavano parecchio insistenti, Gladio se ne lamentava sempre quando dormiva da lei.

La ragazza allungò una mano alla ricerca della schiena calda del ragazzo; le bastava sfiorarlo perché lui si voltasse ad avvolgerla con le sue braccia, ed era una cosa che Selenis adorava. Le dita della ragazza però si protesero sul vuoto. In un baleno gli uccellini spariro assieme al tepore primaverile, e il rumore ritmico del treno in movimento si fece largo nei suoi pensieri.
La principessa aprì gli occhi, stropicciandoseli e appoggiando i piedi giù dalla cuccetta. Sospirando guardò fuori dal finestrino, ma non vide nulla di nuovo.
Da un paio di giorni infatti, stavano attraversando la valle di Ghorovas, ultima regione che li separava da Gralea. Fuori infuriavano il gelo e la neve, che inghiottivano qualsiasi cosa, luce compresa. Quel clima era da attribuirsi alle spoglie della Glaciale, Shiva, che giacevano proprio in quella zona; ma anche se la Siderea era morta, il suo potere era tutto fuorchè scomparso.

Lentamente la ragazza si alzò e si diresse verso il vagone adiacente. Lì, ad attenderla c’erano Noctis e Ignis. Tutti gli altri passeggeri erano rimasti a Tenebrae sotto la custodia di Aranea; due dei suoi sottoposti invece, tali Bigs e Wedge, si erano presi l’incarico di guidare il treno fino alla capitale e c’era da dire che stavano facendo un lavoro davvero eccellente.
Di Prompto, invece, nessuna traccia... Il ragazzo non li aveva ancora contattati con somma preoccupazione di tutti quanti.

-    Ehi – la salutò Noctis non appena la vide entrare nella carrozza.
-    Ehi – rispose lei.
-    Sei riuscita a dormire un pò? – domandò Ignis.
-    Sì, grazie – disse la giovane – Gladio? –
-    Lo trovi più avanti –

Selenis li ringraziò e proseguì. Trovò l'Amicitia nel corridoio tra le due carrozze, appoggiato con una spalla alla parete del treno mentre guardava assorto fuori dal piccolo finestrino della porta che dava sull'esterno.

-    Ben svegliata – l’accolse quando si avvicinò – Come stai? –
-    Bene, – rispose Selenis – ti cercavo – aggiunse affiancandolo.
-    È successo qualcosa? – alzò un sopracciglio il ragazzo.
-    Quando mi sono svegliata credevo di essere nel mio appartamento.. – replicò la giovane – Ho allungato una mano per cercarti, ma poi mi sono resa conto di dove fossi – spiegò sospirando.
-    Fortunatamente non ero lontano – commentò Gladio passandole un braccio attorno alle spalle.
-    No, ringraziando gli dei no – assentì Selenis stringendosi al suo fianco – Gladio, pensi davvero che torneremo ad Insomnia? – domandò la principessa.

Era una domanda che negli ultimi tempi aveva preso a tormentarla sempre più spesso. Forse perché si era resa conto che la loro battaglia contro l’Impero stava chiedendo sacrifici molto maggiore rispetto a quello che aveva immaginato.

-    Certo che ci torneremo –

Selenis, nel sentire quel tono così deciso, si scostò per guardarlo in viso.

-    Torneremo a casa, magari non subito, magari ci vorrà un po’ di tempo, ma torneremo – affermò l'Amicitia.

Lo sguardo del ragazzo era così deciso che Selenis non potè fare altro che credergli. Gladio aveva quel potere, di far credere le persone anche alle cose più impossibili.

-    O in segreto speravi di non tornarci in modo da scappare dal matrimonio – aggiunse con un ghigno.
-    Per chi mi hai presa!? – replicò la principessa gonfiando le guance.
-    Beh.. ultimamente non mi sono comportato benissimo con te, soprattutto quando ho discusso con Noct - disse l’Amicitia, tornando a guardare fuori la bufera infuriare - Non avresti tutti i torti... -
-    Non sei perfetto, ma non lo sono neppure io – sorrise la giovane.

Selenis si fermò a guardare i lineamenti pronunciati del ragazzo e le cicatrici che gli solcavano il viso. Se c’era qualcosa che la faceva andare avanti in quei momenti, era la consapevolezza di poter avere un futuro con lui. Da quel giorno del suo compleanno, quando lui l’aveva portata a vedere quel laghetto di montagna, la loro strada era stata decisa. L’avrebbero percorsa assieme fino alla fine.

-    Ehi, che c’è? – le chiese lui notando il suo sguardo.
-    Ti amo – affermò Selenis accarezzandogli gli zigomi.
-    Anche io – replicò lui sorridendo.

La principessa si alzò in punta di piedi, passandogli le braccia attorno al collo tornito e si lasciò baciare. Gladio fece qualche passo in avanti, finchè Selenis non si ritrovò bloccata tra il suo petto e la parete del vagone. La giovane gli passò le mani tra i capelli folti, tirando leggermente mentre approfondiva il bacio.
Poi il treno iniziò a frenare e i due si dovettero aggrappare alla belle e meglio per non cadere a terra.

-    Stavolta cos’è? – domandò esasperato Gladio rientrando nel vagone ristorante.
-    Attenzione –

L’interfono della carrozza diffuse la voce di Bigs nell’aria.

-    Sì – rispose Gladio,
-    Che succede? – chiese Noctis.
-    Come avrete capito siamo fermi, il motivo è… qualcosa fuori dici? – rispose il militare che evidentemente stava parlando con il suo collega.
-    Andiamo noi a vedere – disse il principe.
-    Oh, bene –
-    Speriamo sia solo un po’ di neve da spalare – commentò Gladio.
-    Davvero – assentì Ignis seguendolo giù dal treno.

Selenis si accodò a loro, ma prima di poter scendere, con la coda dell’occhio registrò un movimento nel vagone che sarebbe dovuto essere vuoto.
Si fermò, tornando indietro e osservando bene l’ambiente. C’era qualcosa di strano.. da sotto la porta della carrozza adiacente saliva della condensa ghiacciata; cosa strana visto che erano tutte riscaldate. Vinta dalla curiosità, procedette in quella direzione.

La nebbiolina fu ben spiegata dalla temperatura gelida del vagone, i cui finestrini però, erano tutti chiusi.
La ragazza proseguì, entrando in quello successivo;
lì, la superficie dei sedili e del pavimento era cosparsa da una leggera brina, e il clima era ancora più freddo. Quel fenomeno era inspiegabile...
Massaggiandosi le braccia intirizzite, la principessa provò a contattare i due macchinisti per sapere se c’erano problemi con il riscaldamento, ma l’interfono sembrava non funzionare.


-    La curiosità uccide –

Nell'udire quella voce, Selenis si sentì ancora di più gelare le vene. Ardyn sostava tranquillamente a pochi passi da lei.

-    Dovevo immaginarlo! – esclamò la ragazza – E' di nuovo colpa tua! –
-    In realtà è a causa mia, ma non parlerei di colpa.. devo averla fatta parecchio arrabbiare questa volta – replicò l’uomo con fare meditabondo.
-    Dov’è Prompto?! – domandò la principessa senza prestargli attenzione.
-    Stai tranquilla, è in perfetta salute – rispose Ardyn.
-    Ti ho chiesto di dirmi dov’è il mio amico... – minacciò Selenis impugnando il kukri.
-    Vorresti provare ad attaccarmi di nuovo? – sogghignò il Cancelliere facendo un passo verso di lei.

Involontariamente, Selenis retrocedette. Il ricordo del dolore che aveva provato nel toccarlo, le tornò in mente minando la sua determinazione.

-    Sei spaventata? – domandò dolcemente l’uomo.
-    Cosa vuoi da me? – replicò Selenis urtando con le gambe il bracciolo esterno del sedile dietro di lei.
-    Nulla, non ti farei mai del male – rispose Ardyn – Non me lo perdonerebbe mai – aggiunse sfiorandole la guancia con la punta delle dita.

Selenis rimase interdetta, sia per la frase, che per il fatto di non aver avuto nessuna reazione al suo tocco.

-    Stai lontano da lei! –

L’urlo di Gladio fu accompagnato da un fendente che il Cancelliere schivò quasi con pigrizia, separandosi dalla ragazza.

-    Selis, stai bene? – domandò Ignis mentre Gladio le si parava davanti.
-    Sì, non preoccupatevi – rispose la giovane.
-    È arrivato l’eroe a salvare la sua promessa sposa – sorrise Ardyn – Un copione già visto in realtà.. e l’ultimo devo dire che non è finito bene – asserì alzando una mano.

Non appena lo fece, una potente onda d’urto s'infranse contro di loro.

-    Attenta!! –

Gladio si voltò di schiena, proteggendo Selenis e assorbendo l’impatto. Entrambi caddero a terra nell’intercapedine tra i due sedili, mentre all’interno del vagone scoppiava una violenta bufera, così potente e gelida, che nel giro di qualche secondo tutto si coprì di ghiaccio.
Selenis, intontita, si liberò dall’abbraccio dell'Amicitia che giaceva privo di sensi.

-    Gladio! Ignis! – esclamò la ragazza spaventata.

Cercando di ripararsi il viso dal forte vento, la ragazza alzò la testa. La figura di Ardyn si stagliava perfettamente immobile, senza che risentisse minimamente della tempesta.

-    Ba.. sta... detto –

In mezzo all’ululato della tormenta, a Selenis sembrò di sentire la voce di Noctis.

-    Noct! – gridò nella speranza che la sentisse.
-    ..ovè Prompto? –
-    Oh chi si vede! – sentì rispondere Ardyn, la cui voce sembrava oltrepassare il rumore – I tuoi amici mi preoccupano – disse con tono sconsolato.

Selenis cercò di alzarsi, mentre il Cancelliere muoveva qualche passo verso Noctis che, arrancando, tentava di avvicinarsi.

-    Sono a terra e non si riprendono – proseguì l’uomo.
-    Noct! – urlò di nuovo la principessa.

La principessa cercò ancora una volta di sollevarsi, e mentre si aggrappava al sedile, vide una figura che mai si sarebbe immaginata di trovare lì.
Selenis incontrò lo sguardo di Gentiana, che sostava tranquillamente davanti a lei. La donna le sorrise e le fece un cenno impercettibile con la testa, come a dirle di stare tranquilla.

-    Ahhh! – esclamò Ardyn vedendola – Bella come il giorno in cui ti ho ucc…-

Il Cancelliere non riuscì a finire la frase. Nel momento stesso in cui il dito della messaggera si era posato sulle sue labbra, l’uomo si era trasformato in una statua di ghiaccio.

-    Così si compie il patto stretto con la Sciamana – esordì Gentiana fermandosi davanti a Noctis.

La donna allargò le braccia e una forte luce la avvolse. Quando questa sparì, della messaggera non c’era più traccia; al suo posto c’era invece una donna dalla pelle e dai capelli bianchi come il latte, così abbacinante da risultare difficile tenere gli occhi aperti.

-    Gentiana… - mormorò allibito il re – sei tu la glaciale..-
-    Oh Re dei Re, riporta la luce in questo mondo – disse la Siderea facendo apparire il tridente usato da Luna ad Altissia.

Selenis osservò incredula Noctis afferrare l'arma, facendo così terminare all'istante la tormenta. Alla ragazza sembrò di riemergere da un lago ghiacciato, mentre tornava a respirare normalmente e a sentire il calore sulla pelle.

-    Gladio, Iggy! –  la principessa si chinò sui suoi amici mentre Noctis, con un colpo rabbioso di spada, mandava in frantumi la figura ghiacciata di Ardyn.

-    Cos’è successo? – domandò Gladio, alzandosi mentre Selenis aiutava Ignis a fare altrettanto.
-    Ho visto la Glaciale.. – rispose il principe – ma non peoccupatevi è andata via, date un’occhiata a macchinisti – aggiunse.
-    Voi state bene? – chiese la ragazza.
-    Sì, stai tranquilla – replicò Ignis.
-    Tu? – Gladio la fissò intensamente.
-    Anche io, non preoccuparti – disse convinta la giovane – Resto io con Noct, voi andate pure – li rassicurò.

Quando i due ragazzi furono usciti dalla carrozza, Selenis si rivolse al cugino che sedeva in mezzo al corridoio cercando di riprendersi dagli ultimi avvenimenti.

-    Come stai? - gli domandò.

-    Non lo so.. – mormorò il ragazzo – Non..-  Noctis si interruppe attonito, quando davanti al viso gli passò una piuma fatta di luce.

Selenis invece si portò le mani alla bocca, senza poter credere a quello che vedeva.

Davanti a loro, contornata da un leggero alone iridescente, c’era Luna. La Sciamana sostava immobile, mentre attorno a lei le piume continuavano a cadere senza posa. La ragazza guardò brevemente in direzione di Selenis, sorridendole impercettibilmente prima di posare gli occhi sul suo promesso sposo.
Noctis, incredulo, mormorò il nome della giovane e protese una mano per toccarla, ma in quel preciso istante lei scomparve, lasciando dietro di sé solo un vago aroma di Syllie, i fiori di Tenebrae.
Selenis a quel punto si inginocchiò, passando le braccia attorno al collo del cugino scosso dai singhiozzi e abbracciandolo da dietro.


-    È così difficile.. – mormorò il giovane – Deve esserlo stato anche per te… perdonami, avrei voluto esserti accanto –

La ragazza strinse ancora di più la presa, senza avere parole adatte per consolare Noctis. Il giovane però le appoggiò una mano sul braccio, per dirle tacitamente che apprezzava il suo supporto.

-    Sei pronto? – gli domandò lei quando si fu ripreso.
-    Sì, raggiungiamo gli altri – assentì Noctis.

Il Re si rimise in piedi, ma non fecero in tempo a muovere un passo che una voce alle loro spalle li fece voltare di scatto.

-    Penso di essermi guadagnato il diritto di chiamarti Noct – disse Ardyn sollevando gli angoli della bocca con fare ironico.

Il cancelliere non aveva minimamente risentito dell'attacco di Shiva e sembrava pronto a continuare la sua opera.

-    Come fai ad essere vivo? – sussurrò attonita la principessa.
-    Per un istante devo dire che ho sentito il freddo respiro della morte.. questo è il potere degli dei – rispose avvicinandosi a loro.

Noctis afferrò il polso della cugina facendole parzialmente scudo con il proprio corpo.

-    Poi mi sono ricordato di essere immortale.. tale è il mio dono e la mia croce – proseguì l’uomo.
-    Come…? –

I due ragazzi erano ancora più inorriditi di prima.

-    Ma il tuo attacco mi ha ferito ugualmente – sospirò il cancelliere – perlomeno nei sentimenti.. e con tutti i momenti che abbiamo condiviso! Ricordi questo? – domandò alzando la pistola di Prompto davanti ai loro occhi – Ahhh, ma la domanda giusta è se ti ricordi di lui! Un ritorno esplosivo non vi pare? – disse teatralmente, allungando l’arma verso Noctis che cercò di afferrarla – Ah,ah,ah! Non si prendono le cose altrui! – lo ammonì l’uomo ritirandola.
-    Dov’è? – esclamò Noctis spazientito da quei giochetti.
-    Il piccolo pistolero è a un tiro di schioppo – rispose con un sorriso divertito Ardyn.
-    Dove? – replicò il principe.
-    Dove? Ma a Gralea, il trono Imperiale! Sono certo che sarebbe felice di vedervi – disse l’uomo – e potresti addirittura ritrovare il tuo cristallo, con tutti questi deamons ti farebbe comodo – aggiunse.
-    Se gli hai torto un solo capello..- minacciò Selenis.
-    Bada alle tue minacce principessa, senza la sua protezione non potresti fare nulla – la fermò Ardyn.
-    Di chi stai parlando? Smettila con gli enigmi! – gridò furiosa la giovane.
-    Vi conviene mettervi in marcia – replicò il Cancelliere – non voglio trattenervi quando avete un amico che vi aspetta – affermò.

Detto questo si voltò e incamminatosi verso il vagone successivo, scomparve.

***

-    Quell’uomo sta cercando solo di confonderci – sbuffò Gladio.

Erano tutti seduti nel vagone ristorante e Noctis aveva appena finito di raccontare loro cosa fosse successo.

-    Quali siano le sue intenzioni è ancora un mistero, però sta di certo che ha il coltello dalla parte del manico – replicò Ignis seduto dietro uno dei tavolini.
-    Ed è ben consapevole di averlo, per questo può concedersi il lusso di continuare a giocare con noi – commentò Noctis tetro.
-    A cosa stai pensando? –

La domanda di Gladio era rivolta a Selenis, che stava fissando un punto imprecisato davanti a lei senza dare segni di starli ad ascoltare.

-    Penso che vorrei delle risposte.. - disse la ragazza voltandosi verso il fidanzato.
-    Dal Cancelliere? – soggiunse Ignis.
-    Sembra che sia a conoscenza di qualcosa che mi riguardi e di cui non so nulla – affermò la giovane mordicchiandosi l’unghia del pollice.
-    Parli dell'accenno alla presunta presenza che ti starebbe proteggendo? –
-    Sì – annuì lei – E' chiaro che voglia qualcosa da Noctis, ma per quanto mi riguarda… è come se conoscendo quel segreto possedesse un pezzo di me, e la cosa mi spaventa più di tutte le orde di deamons che potrebbe scagliarci contro – ammise.
-    Ricordati che non sei sola –

La mano di Ignis si posò perfettamente sulla sua, ferma sul tavolino.

-    Nessuno di noi lo è – aggiunse Gladio – usciremo da questo casino tutti assieme come abbiamo sempre fatto – affermò con decisione.
-    Già, avete ragione – sorrise la principessa.
-    Ormai dovremmo essere quasi a Gralea – osservò Ignis.
-    Non oso immaginare cosa ci aspetti – commentò l’Amicitia.
-    Orde di deamons. Esattamente come ha detto Selis, ma lo sapevamo già – rispose Noctis.
-    Una volta arrivati ci dirigeremo alla fortezza – spiegò Ignis.
-    La fortezza? –
-    La Zegnautus – disse il ragazzo – un colossale bestione Imperiale che dicono sia inespugnabile – raccontò.
-    Suona bene – mormorò Selenis tetra.
-    E con dentro Prompto e il cristallo – aggiunse Noctis.
-    Se sono dentro, li faremo uscire. – replicò Gladio – Comunque, sarà vera la storia che il cristallo possa epurare i deamons? – s’interrogò.
-    Per saperlo dovremo provarci, ma è plausibile – rispose Ignis – Che i deamons siano più feroci da quando le notti si sono allungate è un dato di fatto – affermò – se davvero fuggono alla luce, questo vuol dire che il cristallo potrebbe non solo salvare Lucis, ma il mondo intero –
-    Beh, lo scopriremo quando lo avremo ripreso – commentò Noctis un secondo prima che il treno si fermasse all’interno di una galleria.
-    Che diavolo...!? – esclamò Gladio.
-    Che c’è? – domandò Ignis.
-    Tiro a indovinare: un altro guaio – replicò l’Amicitia.
-    Il treno si è fermato e le luci della galleria si sono spente tutte – lo informò Selenis guardando fuori dal finestrino.
-    Andiamo a controllare la sala macchine – disse Noctis.

I ragazzi si diressero quindi verso la testa del treno. Con il convoglio fermo, il silenzio era assoluto e decisamente inquietante. Il fatto che all’esterno regnasse la semioscurità di sicuro non faceva ben presagire..
Stavano attraversando la carrozza panoramica con ampie vetrate, quando ci fu un potente urto che ne crepò tutta la superficie.

-    Adesso mi sembra che stiamo esagerando – commentò Selenis aiutando Ignis a rimettersi in piedi dopo la scossa.

“La città cerca di chiuderci fuori con i deamons!”

La voce di Bigs uscì prepotente dagli altoparlanti del vagone e, nello stesso momento, sui vetri comparvero una serie di Goblin, che con il muso schiacciato contro di essi, mostravano un ghigno per nulla rassicurante.

“Scusate, devo chiudere. Non preoccupatevi per noi!” esclamò il mercenario interrompendo le comunicazioni.

-    Devono essere sotto attacco –
-    Anche noi – replicò Gladio quando con un crepitio la parete cedette facendo entrare i deamons.
-    Diamoci da fare! – affermò Noctis facendo per richiamare la propria arma.
-    Cos’hai? – chiese Gladio.
-    Le armi… sono inceppate! – esclamò il principe ritrovandosi con il pugno vuoto.
-    Maledizione! – imprecò Selenis con lo stesso identico problema.
-    State indietro! –

Gladio si fece avanti, centrando con un calcio il Goblin che si era fatto avanti.

-    Correte! –

Nessuno di loro se lo fece ripetere due volte. Selenis afferrò la mano di Ignis guidandolo attraverso i vagoni.
Una rapida occhiata fuori dai finestrini faceva intuire quando fosse tragica la loro situazione. I deamons si moltiplicavano a vista d’occhio, scontrandosi contro il treno e irrompendo dai finestrini.

-    Se continuiamo così rimarremo intrappolati! – gridò la principessa, lanciando un bicchiere pescato per caso nel vagone ristorante contro un Goblin che stava per aggredirli.

Il mostro venne colpito in fronte e ricadde all’indietro addosso ai suoi simili.

-    Bel colpo! – si complimentò Gladio.
-    Presto non dovremo più scappare – affermò Ignis.
-    Hai un’idea migliore? – domandò Noctis buttando un occhio dietro di sé per controllare gli inseguitori.
-    Lasciamo il treno e prendiamo la Regalia – rispose il ragazzo come se fosse la cosa più ovvia di questo mondo.
-    Muoviamoci! – li incitò allora Gladio.
-    Dobbiamo arrivare al vagone merci – aggiunse Ignis.
-    Giù la testa! –

Selenis fece abbassare la testa all'amico, appena in tempo per schivare un deamon che cadde invece all’interno di una delle cuccette.

-    Li odio! – esclamò la principessa chiudendogli la porta in faccia.
-    Grazie – disse Ignis mentre riprendevano a correre.

Una volta raggiunto il vagone che ospitava la Regalia, Noctis si fiondò al posto di guida. Ignis e Gladio occuparono i sedili posteriori e Selenis si mise di fianco al guidatore. Un istante dopo, il motore rombante della macchina rimbombava tra le pareti della galleria.

“Stato di allerta aumentato. Attivazione difese di livello 4. Chiusura degli accessi in corso”

Una voce metallica li avvisò dell’imminente chiusura delle porte che conducevano alla capitale.

-    Schiaccia a manetta! – esclamò Gladio.
-    L’idea era quella – replicò Noctis ingranando la marcia.
-    Vedi di non schiantarti – aggiunse l’Amicitia.
-    Grazie del consiglio -  rispose sarcastico il principe.
-    Non posso credere che riusciate a battibeccare anche adesso! – disse esasperata Selenis.
-    Dove siamo adesso? – domandò Ignis preoccupato.
-    Dentro una galleria, sui binari del treno – lo informò Noctis.
-    Non rallentare o ci raggiungeranno! – lo incitò Gladio.
-    Sto andando più veloce che posso, reggetevi! –

La Regalia filava alla massima potenza lungo il tunnel, e ormai si era lasciata dietro il convoglio che fino a quel momento li aveva ospitati. I deamons passavano fuori dai finestrini così veloci, da risultare poco più che macchie indistinte in mezzo al buio.
Poi, la galleria finì all’improvviso, catapultandoli nella periferia di Gralea. I binari proseguivano, illuminati da una serie di lampioni che gettavano ombre di luce morente sul selciato. 

-    Cos’è stato? – chiese Ignis quando un vagone merci abbandonato lungo la ferrovia esplose.
-    Cercano di farci saltare per aria – rispose Noctis mettendo tutta la sua concentrazione sulla guida.
-    Non riesco a vedere niente con questo buio – replicò Selenis cercando di aguzzare la vista.
-    Se ci colpiscono è finita –
-    Ci vuole ben altro per fermare il fedele destriero di sua maestà – replicò Ignis a Gladio.

I colpi proseguivano incessanti, facendo esplodere tutto quello che raggiungevano. Alcuni calcinacci e detriti colpirono più volte la Regalia, che nonostante  questo, proseguì nella sua corsa sotto la guida esperta del suo padrone.

-    Dai piccola che ce la fai.. resisti! – la pregò Noctis a denti stretti.
-    Dov’è quella dannata porta?! – sbottò Selenis – Eccola! – gridò un secondo dopo vedendola comparire davanti a loro in mezzo alle fiamme.
-    Si sta chiudendo! Sbrigati! –

La macchina si infilò tra le porte che si stringevano, un attimo prima che un eplosione si abbattesse contro di loro. Noctis a quel punto iniziò a frenare, arrestando la vettura poco prima di un vagone posto di traverso sui binari.
Quando si fermò del tutto, i suoi occupanti rimasero in silenzio. Fuori scrosciava una pioggia fitta e una densa nuvola di fumo, si sollevava dal cofano dell'auto, oltre il parabrezza crepato. Noctis provò a riavviarla, ma la macchina non diede alcun cenno di vita.

-    Non cammina più – affermò Gladio.
-    Ha corso fin troppo – rispose Noctis aprendo la portiera.

I suoi amici lo imitarono.
La Regalia era in condizioni disastrose: i vetri in frantumi e la carrozzeria ridotta ad un colabrodo. Era chiaro a tutti che quello era stato il loro ultimo viaggio assieme. L’auto di Re Regis li aveva accompagnati per tutto quel tempo, facendo il suo lavoro in modo egregio fino alla fine.
Noctis la fissò, era un altro pezzo della sua vita che si spegneva.. L’immagine del padre mentre scendeva dalla Regalia di ritorno da uno dei suoi tanti impegni, tornò prepotente nei suoi ricordi.

-    Papà… grazie di tutto – mormorò prima di voltarsi.



Campeggio dell'autrice:

Buongiorno ragazzi!!

Ok, forse come capitolo sotto Natale non è proprio il massimo ^^"
Devo ammettere che l'abbandono della Regalia mi ha fatto una tristezza immensa, come il cane di Io sono leggenda per intenderci. Pensavo di non potermi traumatizzare oltre, dopo l'incidente di Ignis, ma mi sbagliavo di grosso!
Il capitolo segue più o meno fedelmente la trama del gioco quindi non ho molto da dirvi in realtà... però la verità sulle origini dell'anello di Selenis non è lontana e magari qualcuno di voi si è già fatto una mezza idea ;) Sarà qualcosa legata allo stesso Ardyn, da come avete potuto intendere..
Grazie mille ai Lettori che continuano a seguirmi e alle Comrades che proseguono con le loro recensioni ^^

Spero che tutti voi possiate passare delle belle feste e un sereno Natale con i vostri cari <3
Merry Christmas people!

Baci,
Marta

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Capitolo 38
*** 37. Divisi ***


37


-    Siamo sicuri di voler marciare sulla capitale a mani nude?  -

Selenis rimase ancora per un attimo con il viso rivolto verso il cielo scuro, osservando le grosse gocce di pioggia cadere verso di lei e rigarle la pelle, poi si voltò in direzione di Gladio che aveva posto la domanda.

-    E senza garanzie che il cristallo respinga i deamons – aggiunse Ignis.
-    Ormai dobbiamo percorrere la strada più difficile. Non si torna indietro no? –
-    Il Cancelliere sembra onnipotente – sospirò Selenis, guardando verso la fortezza Imperiale che sovrastava l’intera città.
-    Dici che è colpa sua se le nostre armi sono sparite? – domandò Noctis.
-    Ci metterei la mano sul fuoco.. – rispose tetra la ragazza.
-    Ciò significa che è stata sempre opera sua quando quel giorno è successo a te – ragionò Ignis.
-    Deve averci seguiti e osservati costantemente… - affermò la principessa con un brivido.
-    Allora c’è solo un modo per scoprire cosa ha in mente.. - replicò Noctis mettendosi in marcia.

I ragazzi si avvicinarono al convoglio deragliato che bloccava la strada. Per oltrepassarlo l'unica cosa che potevano fare, era di sfruttare il passaggio creatosi sotto uno dei vagoni... anche se sembrava che dovesse crollare da un momento all'altro.

-    Mi pare decisamente instabile – osservò infatti Gladio.
-    Sbrighiamoci allora – esortò Ignis.
-    Di qui – fece strada Selenis passando sotto la carrozza.

Noctis la imitò, ma non appena fu passato lui, la struttura cedette, schiantandosi al suolo e separandoli così dai loro amici.

-    Ignis! Gladio! – urlò il principe.
-    No! – esclamò la ragazza.

Nessuno dei due potè però fermarsi a pensare all'accaduto, perchè un folto numero di Goblin si materializzò attorno a loro.

-    I due eredi di Lucis soli soletti – li canzonò la voce di Ardyn diffondendosi nell'aria umida.

-    Ancora tu – sibilò Noctis – Lo sai? Per essere un Cancelliere sei un malato figlio di puttana! – lo aggredì il ragazzo.
-    Noct, dobbiamo andarcene di qui! – lo esortò Selenis – Se riescono ad accerchiarci siamo finiti-
-    Lo so... – replicò a denti stretti il principe – Per di qua! –

Il giovane prese per il polso la cugina, correndo verso uno dei tanti vagoni che ostruivano la strada mentre i deamons si mettevano al loro inseguimento, sghignazzando e sibilando divertiti da quel gioco.
I due ragazzi salirono sulla carrozza e corsero a perdifiato lungo il corridoio, per sbucare dalla parte opposta della strada. Lì, una scalinata in ferro sembrava condurli dritti dritti ad uno dei complessi adiacenti la ferrovia. Incalzati dai Goblin sempre più vicini, non rimase loro altro da fare che dirigersi verso l'edificio.

-    Là! – esclamò Selenis infilando la porta che portava al suo interno.
-    Lasciateci in pace! – gridò il giovane sbarrandola.
-    Noct! –

Il richiamo angosciato della ragazza fece voltare di scatto il principe. Il locale nel quale erano entrati pullulava di deamons... erano finiti dalla padella nella brace.

-    Attento! –

Selenis portò una mano in avanti e uno scudo, seppur tremolante, apparve davanti a lei, respingendo l’assalto del nemico.
Quell'operazione che di solito non le costava alcuna fatica, era diventata un'impresa. Sembrava che qualcosa lottasse contro la sua barriera, risucchiandone l'energia. 


-    Non vi lascerò passare – ansimò.

L’anello al suo dito brillò all’improvviso e la barriera divenne più solida.

-    Noct, non so quanto resisterò! Devi andare avanti! – gridò al ragazzo alle sue spalle - Noct! –

La principessa si voltò di scatto quando sentì il cugino gridare di dolore. Vicino a lui però non c’era nessun deamon ad attaccarlo, ma una luce intensa gli brillava al dito della mano destra, là dove l'anello dei Lucis era stato indossato. 
Messo con le spalle al muro e vedendo Selenis in pericolo, a Noctis non era rimasto altro. Aveva affrontato le sue paure e trovato il coraggio di usarlo.

In quel momento, con un ultimo bagliore, la pietra della principessa si spense e lo scudo scomparve. La ragazza si sentì afferrare per una spalla e Noctis le si parò davanti. L’aria, attorno all’anello al dito del giovane, prese a tremolare, mentre questo si illuminava di una luce rossa. I deamons si ritrassero istintivamente, ma inutilmente. Le loro sagome sembravano essere state catturate da un campo di forza che ne distorceva la forma, assottigliandola come sotto la potenza di una pressa invisibile. Il globo scarlatto scaturito dal gioiello, si espanse fino a catturare tutti i Goblin e quando sparì, di loro non c’era più alcuna traccia.
Il potere dell’anello dei Lucis era davvero spaventoso.

-    Noct –

Selenis si avvicinò al ragazzo, osservando come sulla sua mano corressero sottili venature di un rosso brillante, come crepe vulcaniche, che risalivano anche il braccio e il collo.

-    Sto bene, credo – replicò il principe rigirando il palmo.
-    Sono scomparsi tutti..- mormorò Selenis ancora attonita.
-    Temo che questa sia la nostra unica arma per ora – osservò Noctis – Riesci ancora ad evocare la barriera? –
-    No.. – rispose la ragazza dopo averci provato – E' come se il potere si fosse dissolto.. – aggiunse.

La pietra bianca incastonata sull’anello, emetteva dei radi e fiochi bagliori intermittenti.

-    Allora vado avanti io – asserì il giovane.
-    Dobbiamo trovare il modo di arrivare lassù –

La principessa indicò al cugino la Zegnautus.

-    Ci deve essere un ascensore lì dentro – replicò Noctis, osservando la colonna che da terra andava ad incastrarsi esattamente nel mezzo della fortezza.
-    Passiamo di qui? – domandò Selenis indicandogli la porta di servizio.
-    Proviamoci – assentì il ragazzo.

 L’entrata si aprì cigolando sui cardini mal oliati, introducendoli ad un corridoio illuminato da una serie di neon pallidi.

-    Via libera, andiamo – disse il principe iniziando a percorrerlo.

Il passaggio portava ad una serie di stanze che, tolto il loro stato dismesso e la sporcizia accumulata, davano l’idea di essere state usate sovente dai sorveglianti e dai soldati Imperiali. Se non fosse bastato l’ambiente ad inquietare i due ragazzi, l’assoluto silenzio che permeava l’aria di sicuro non aiutava.

-    Dove diamine sono finiti tutti? – si domandò Noctis, osservando una fila di armadietti metallici con ancora gli indumenti appesi all’interno.
-    Sembra che siano fuggiti.. o spariti nel nulla – replicò Selenis.
-    Mi piacerebbe saperne il motivo – borbottò il principe.
-    Sono sicura che se lo chiedessimo al nostro "amico" Cancelliere, saprebbe darci tutte le spiegazioni a tal proposito – commentò tetra la ragazza.
-    Comincio a sospettare che non sia l’Impero in sé il nostro nemico.. – disse Noctis sovrappensiero.
-    Ardyn ci ha accusati di essere stati noi a farlo diventare così.. e in più se n’è saltato fuori dicendo di essere immortale… mi chiedo chi sia in realtà.. – meditò la ragazza.
-    Non penso che ci vorrà ancora molto per scoprirlo.. – replicò Noctis con una smorfia – Nemici in vista – aggiunse subito dopo arrestandosi.

Un gruppo di Goblin scorrazzavano per il cortile sul quale sbucava il corridoio che avevano imboccato. Noctis si fece avanti attivando il proprio potere, e nel giro di qualche istante, dei deamons non c’era più traccia. Ai due ragazzi non rimase altro da fare che proseguire, entrando nell’edificio che ospitava l’ascensore.
La Zegnautus li accolse in un ambiente non molto differente da quello che si erano lasciati di sotto. Un dedalo di corridoi completamenti deserti, ingombri di casse per i rifornimenti, taniche di metallo arrugginite e intervallati da stanze di controllo, si dipanavano dividendo la fortezza in diversi livelli.


-    C’è troppo silenzio qui.. – mormorò Noctis procedendo con cautela.
-    Non so se rallegrarmene o esserne terrorizzata – commentò Selenis dietro di lui.
-    Come ci si sente ad essere inermi? –

La voce amplificata di Ardyn risuonò nuovamente, minacciosa e scherzosa al tempo stesso.

-    Non potete salvare i vostri amici se non potete salvare voi stessi – cinguettò il Cancelliere.
-    Grandissimo figlio di puttana.. – sibilò la principessa.
-    Dobbiamo sbrigarci a trovarli – soggiunse Noctis.
-    Non sentite la catastrofe imminente? – proseguì Ardyn accompagnando la frase con una sonora risata.
-    Non so neppure se questa è la strada giusta – commentò il ragazzo infastidito.
-    Sono sicura che lo sia – replicò la giovane.
-    Il tuo anello funziona di nuovo? – domandò Noctis sorpreso.
-    No… lo so perché Ardyn vuole che lo raggiungiamo. Non è nel suo interesse lasciarci vagare senza meta qui dentro – spiegò.
-    Sicuramente Ignis avrebbe una spiegazione logica – sospirò il principe.
-    E Gladio direbbe che l'importante è restare uniti –
-    Già, mentre Prompto si lamenterebbe solo – rise Noctis per poi tornare subito serio al pensiero dell’amico.
-    Lo troveremo, ne sono sicura – lo rassicurò la ragazza – Un momento.. –

Selenis afferrò il cugino per una manica, arrestando così il suo avanzare.

-    Cosa c’è? – domandò lui confuso.
-    Ho visto qualcosa muoversi.. - rispose la ragazza aguzzando la vista lungo il corridoio.

Il rumore di qualcosa che veniva trascinato per terra interruppe all'improvviso il silenzio.. Era un suono metallico che faceva accapponare la pelle.

-    Vieni! – disse Noctis trascinando la principessa all’interno di una stretta intercapedine del muro.

Lo stridio si fece sempre più vicino. I due ragazzi, con il cuore in gola, guardavano fuori dal loro nascondiglio…
Lentamente, il profilo di un soldato Magitek passò loro davanti. Questo soldato però sembrava diverso da quelli incontrati fin’ora. Camminava con le ginocchia leggermente piegate, trascinando l’ascia in dotazione al suolo. Il nucleo luminoso brillava al centro del petto, dal quale si potevano scorgere i cavi che componevano il suo interno. Era privo della consueta maschera metallica dai tratti umani e al suo posto c’erano solo un paio di globi rossi, accesi in corrispondenza degli occhi, mentre la mascella era composta un reticolo unico di fili e lastre di metallo.
Nel complesso era una visione terribile.
Il soldato proseguì la sua marcia senza accorgersi della loro presenza. I due ragazzi osarono uscire dal loro nascondiglio, solo quando quel rumore angosciante sparì.
-    Che cos’era? – mormorò la principessa spaventata.
-    Sembrava un Magitek, ma era diverso dai soliti – rispose Noctis
-    Meglio se ci diamo una mossa… - suggerì la ragazza.
-    Dev’essere sfiancante correre senza posa – li canzonò la voce di Ardyn cogliendoli alla sprovvista – La vostra magia è una “reale” delusione –
-    Aspetta Noct! – la principessa fermò il cugino, ignorando la fastidiosa voce del Cancelliere e soffermandosi davanti alla porta aperta di quella che sembrava una sala monitor.
-    Cosa c’è? –

La ragazza entrò nella stanza, chinandosi su di un uniforme abbandonata per terra. La cosa strana e raccapricciante stava nel fatto che chiunque li avesse indossati, sembrava essere sparito in una nuvola di fumo lasciandoli lì. Selenis frugò per un attimo all'interno delle tasche estraendone poi una tessera magnetica.

-    Credo sia una tessera di accesso – spiegò la ragazza rigirandosela tra le dita – potrebbe venirci comodo –
-    Hai ragione, brava – assentì il re.

Dopo aver prelevato la carta, i due ragazzi proseguirono.
I corridoi continuavano a susseguirsi tutti uguali tra loro, ma era chiaro che dovessero salire ai livelli superiori se volevano avere la speranza di ritrovare Prompto e di recuperare il cristallo. Alla fine, dopo diverse rampe di scale, si ritrovarono in un spazio piuttosto ampio, al cui centro si trovava quello che aveva tutta l’aria di essere un ascensore. La piattaforma che lo ospitava era sospesa nel vuoto e collegata da diverse passerelle ad altrettante uscite. Sotto di esse, ad occhio nudo non si riusciva a scorgere il fondo.

-    Ciò che desiderate è vicino ormai.. presto sarà a portata di mano – sussurrò il Cancelliere riferendosi a Prompto – Vi consiglio l’ascensore centrale, vi porterà dove dovete andare – aggiunse.
-    Stiamo davvero facendo il suo gioco – commentò la ragazza irritata.
-    Non abbiamo altra scelta.. – replicò Noctis.

Una volta raggiunto l’ascensore sul display di accensione lampeggiava la scritta “Livello di accesso non consentito”.

-    Temo che la tessera che abbiamo non sia adeguata – disse seccata Selenis quando provò ad avviarlo.
-    Da qualche parte deve esserci un terminale per l’aggiornamento dei badge – ragionò Noctis – ma non saprei dove cerc…-

Il suo pensiero fu interrotto dall’aprirsi di una delle porte blindate che conducevano ad un altro settore del piano in cui si trovavano.

-    Chiedi e ti sarà aperto.. - mormorò sarcastica la ragazza, ben consapevole che dietro questo piccolo miracolo ci fosse il Cancelliere.
-    Che diamine.. - borbottò il principe.

Pur mal volentieri, e con la certezza che la via che si era aperta poteva anche essere una potenziale trappola mortale, i due giovani si diressero verso di essa.

-    Inizio ad essere stufa di tutti questi corridoi e queste scale – sbuffò Selenis svoltando l’ennesimo angolo.
-    Non riesco ad immaginare quanti Imperiali potessero stare qui dentro, questo posto è enorme – commentò il re.
-    E questo non fa che aumentare la mia preoccupazione sul fatto che non si veda in giro nessuno.. com’è possibile che questo posto sia completamente vuoto? –

Proprio in quel momento, un movimento fugace attirò la loro attenzione.

-    Lo hai visto anche tu? – sussurrò Noctis – sembrava…-
-    Prompto! – completò per lui Selenis mettendosi a correre.

Una volta che i due Lucis ebbero raggiunto la sommità delle scale, videro una stanza chiusa da inferriate, dietro la quali c’era proprio il loro amico.

-    Prompto! – gridò il principe, cercando invano di aprire la porta che però risultò inamovibile.
-    Rispondi Prompto! – gli fece eco la ragazza.

Il pistolero era riverso su di una sedia, sembrava svenuto o…

-    Non è morto – affermò con decisione Noctis – Troviamo un modo per raggiungere quella stanza –

I ragazzi entrarono nella camera adiacente e, strisciando lungo uno stretto passaggio tra la parete e alcuni server, riuscirono a sbucare nella sala dove si trovava l’amico. Ad aspettarli però c'era un piccolo problema. Un grosso deamon dalle sembianze di un ragno, con il corpo grosso e tozzo a cui erano attaccate le zampe uncinate. Il torso era di donna, dai lunghi capelli scarmigliati stretti alla belle e meglio in una treccia. Il mostro si lanciò subito su di loro con ferocia.
Selenis scartò di lato, ruzzolando sul pavimento impolverato e finendo contro alcune casse in legno buttate alla rinfusa
in un angolo.

-    Che male… - borbottò la ragazza massaggiandosi la testa – Noct! – esclamò poi all’indirizzo del cugino.

Il giovane era riuscito a mettersi in salvo incastrandosi tra due grossi container in plastica. Il deamon però non gli lasciava tregua, cercando con le sue zampe di raggiungerlo. Noctis aveva attivato il potere dell’anello, ma il procedimento questa volta sembrava più lungo, forse per colpa delle dimensioni del mostro.
Selenis appoggiò una mano a terra per alzarsi e il suo palmo incontrò la ruvidezza di una pompa di gomma, arrotolata in mezzo ad altro ciarpame.
Un'idea le balenò allora alla mente. La annodò creandone un cappio, dopo di che, lo lanciò verso la testa del deamon centrando al primo colpo l’obiettivo. Tutte quelle ore spese nel ranch dei Chocobo aveva dato i suoi frutti dopo tutto.
Puntando i piedi, la ragazza iniziò a tirare il mostro verso di lei, nel tentativo di far guadagnare del tempo prezioso a Noctis che ormai era agli sgoccioli.

Con il solito lampo di luce violetta, il deamon scomparve nel nulla con un risucchio. La principessa cadde a sedere stremata, mentre il lazo improvvisato si afflosciava al suolo.

-    Grazie – ansimò suo cugino aiutandola a rialzarsi.
-    Figurati – replicò lei – ma ora pensiamo a Prompto –

Il loro amico si trovava dietro una catasta di scatole in legno, in quello che poteva essere un piccolo magazzino. Infilandosi tra le casse e non senza una certa difficoltà, i due ragazzi riuscirono ad aggirare l’ostacolo. Prompto era ancora seduto sulla sedia dove lo avevano visto poco prima e continuava a non dare segni di ripresa.

-    Prompto! – lo chiamò il re appoggiandogli la mano sulla spalla.

In quel preciso istante, la figura del pistolero tremolò e al suo posto comparve un Magitek che con un sinistro cigolio cadde dalla sedia.

-    Questa è un delle mie trappole preferite – gongolò il Cancelliere – dovevate vedere le vostre espressioni! Vi conviene sbrigarvi… la prossima volta potrebbe essere davvero lui..-
-    Fregati di nuovo – disse Noctis tra i denti.
-    Maledizione – imprecò Selenis dando un pugno ad uno scatolone lì vicino.
-    Beh.. almeno guarda cosa c’è qui –

Noctis indicò alla ragazza uno dei terminale per le autorizzazioni dei badge. La ragazza lo tirò fuori dalla tasca inserendolo nell’apposita fessura.

“ Livello di autorizzazione quattro” gracchiò la voce metallica della macchina risputandogli la tessera.

-    Torniamo all’ascensore – asserì la principessa, aprendo la porta che prima non avevano potuto attraversare dall’esterno.

I due ragazzi tornarono quindi indietro all’ascensore centrale. Ardyn sembrava essere scomparso, o più probabilmente si stava divertendo nel guardare i loro tentativi di proseguire senza farsi uccidere. Il che era ancora più subdolo…

-    Ci siamo quasi, ne sono sicuro – affermò all’improvviso Noctis mentre si avvicinavano al pannello di controllo dell’ascensore, posto su di una delle passerelle che si gettavano nel vuoto.
-    Parli proprio come un Re – disse Selenis con un sorriso.
-    Sei seria? – domandò il ragazzo stupito.
-    Tu forse non te ne sei reso conto, ma sei cambiato molto durante questo viaggio – asserì la giovane – Tuo padre sarebbe fiero di te –
-    Può essere.. – assentì il principe – Io invece ho sempre pensato che tu saresti stata molto più adatta di me alla successione al trono; ho sempre provato un po’ di invidia, in realtà, per la tua vita.. - confessò il giovane.
-    Posso capire la tua invidia, essere l’erede non è semplice, essere il prescelto lo è ancora meno, – replicò Selenis – ma io non sarei stata migliore di te, sarei già affondata sotto quel peso.. Tu invece no, – proseguì la ragazza sotto lo sguardo attento di Noctis – sei sempre andato avanti, hai superato le tue paure e non hai mai messo da parte il tuo compito, non hai mai pensato una singola volta di abbandonare – disse – Dalla morte di mio padre non aveva più versato una singola lacrima, mentre tu hai saputo dare sfogo alle tue emozioni e questa non è una debolezza, semmai il contrario! Non sottovalutare il tuo potere, è ben più saldo e potente del mio – concluse con un sorriso.

Noctis sbattè un paio di volte le palpebre e con la manica si sfregò gli occhi diventati lucidi.

-    Grazie Selis – mormorò – sono felice che tu sia qui con me – aggiunse.
-    Ogni volta che ne avrai bisogno – rispose la ragazza.
-    Ora mettiamo in funzione quel dannato ascensore – asserì il re, voltandosi ad armeggiare con la consolle dei comandi.

Una vola inserita la tessera con l’autorizzazione adeguata, la luce di accensione da rossa passò a verde e sul display comparve la scritta “ attivazione parziale”.
Ci fu un rumore di motori che iniziavano a girare e l’interno dell’elevatore si accese.

-    Credo che ci siamo – affermò il ragazzo prima di venire interrotto ancora una volta da Ardyn.
-    Più si sale in alto.. più si precipita in basso.. –

Quando l'ultima sillaba pronunciata dal Cancelliere si chiuse, davanti a loro comparve un Gangantua. Il deamon alzò il suo spadone, calandola sulla passerella che i due ragazzi avevano iniziato a percorrere. Con uno stridio, la struttura metallica cedette sotto al colpo del mostro. Sia Selenis che Noctis si sentirono mancare l’appoggiò sotto i piedi.

-    Selis! – gridò il principe cercando di afferrare la mano della cugina.

Tutto fu inutile, entrambi caddero nel vuoto.



Campeggio dell'autrice:

Buongiorno a tutti!

Scusatemi se questo capitolo è un pò sottotono, ma è dalla vigilia che con mia grande fortuna sono ammalata ^^" Per cui è più o meno da ieri che riesco a mantenere una posizione eretta per poter usare il computer. Sigh..
I quattro amici sono stati separati. Gladio e Ignis da una parte e Noctis e Selenis dall'altra. Ho voluto mettere assieme i due cugini perchè mi pareva giusto dividerli equamente xD No, in realtà mi è piaciuta molto questa parte di gioco in cui Noctis se la doveva cavare solo con l'ausilio dell'anello e sapevo che un discorsetto di incoraggiamento da parte di Selenis gli sarebbe servito u.u Ma ora i due Lucis sono precipitati... quindi che ne sarà di loro? Prompto is coming!!!
Ne approfitto per ringraziare chi in questo 2017 mi ha costantemente supportata, leggendomi e facendomi sapere le proprie opinioni tramite le recensioni ^^ Un grazie anche a chi non ha mancato di inserirmi tra le fic seguite o ricordate, con particolare menzione a Kira91 e Alepcc2003!
Auguro a tutti un Felice Anno Nuovo e ci si ribecca nel 2018 quindi ;)

A presto!
Marta

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Capitolo 39
*** 38. Riuniti ***


38

 
Il Gargantua che colpiva, la passerella che cedeva sotto i suoi piedi, il grido di Noctis prima di precipitare nel vuoto.. Queste erano le ultime cose che Selenis si ricordò una volta ripreso conoscenza.
Quando aprì gli occhi per un attimo non vide nulla, il suo campo visivo era sfasato, la mente faceva ancora fatica a raccogliere i pezzi. Sbattè ancora un paio di volte le palpebre, mettendo finalmente a fuoco una bocca irta di denti aguzzi sormontata da un paio di occhi lattiginosi
La ragazza gridò, tirandosi indietro così velocemente da andare a sbattere contro la parete alle sue spalle.
Sdraiato a terra c’era un Goblin, ma solo dopo qualche secondo Selenis capì che doveva essere morto. Non accennava a muoversi e il suo sguardo era vacuo.

-    Dove diavolo sono? –

La principessa era in una cella dalle pareti di cemento grigio, con l’unica compagnia di quel deamon e l’uscita bloccata da spesse inferiate di metallo. La ragazza si avvicinò alla porta della cella che risultò impossibile da aprire: era chiaramente in trappola.

-    Maledizione! – esclamò furiosa, percuotendola con più foga – Fammi uscire di qui! – sbraitò, dando un sonoro calcio alle sbarre.

L’eco del suo colpo si spense nel più totale silenzio. Inascoltato... o quasi.

-    S.. Selis? Sei tu? –

La principessa credette di sognare e poco ci mancò che il suo cuore smettesse di battere.

-    Prompto?! – disse sorpresa, schiacciandosi contro le inferriate per cercare di vedere l’amico – Prompto dove sei?! –
-    Qui – rispose la voce un po’ stanca del ragazzo – vedo la tua mano -  aggiunse.
-    Stai bene?! Ti hanno fatto del male?! – chiese la giovane.
-    Diciamo che me la cavo – replicò lui.
-    Siano ringraziati gli Dei!! – esclamò con voce spezzata la principessa – Ti abbiamo cercato dappertutto! –
-    Anche gli altri sono qui? Davvero siete venuti per me? – disse Prompto.
-    Sì! Ovvio che siamo venuti per te! Che discordi sono?! – lo rimproverò lei – Eravamo tutti assieme all’inizio, ma poi Ardyn ci ha separati – spiegò – è stato lui a portarti qui? –
-    Quasi.. – replicò Prompto.

Il tono della sua risposta allarmò Selenis, ma prima che potesse aprire bocca per chiedergli spiegazioni, la voce dello stesso Cancelliere li interruppe riverberando nell'aria.

-    L’Impero ha compiuto passi notevoli nello sviluppo dei deamons, sotto la mia direzione certo – disse, rivolgendosi con tutta probabilità a Noctis ancora impegnato a cercarli -  Li producevamo proprio qui… - affermò.
-    Cosa diamine sta farneticando..? Cosa vuol dire che li producevano?! - mormorò la principessa confusa.
-    La testa non serve solo a portare la corona, usala – rise l’uomo, e per un attimo Selenis pensò che l'avesse sentita – Ti sei mai chiesto da dove vengono i deamons? – domandò con voce melliflua – Beh, un tempo erano bambini, uomini e bestie… ohhh e tu ne hai uccisi così tanti –

Selenis ascoltava quelle parole sentendosi soffocare. Com’era possibile che la vera natura di quelle creature fosse in realtà così vicina a loro? Com’era possibile che nessuno lo avesse mai scoperto?

-    I soldati di fanteria, che voi con leggerezza dite essere dei fantocci vuoti, in origine erano bambini.. - continuò l’uomo.
-    Smettila! – gridò a quel punto Selenis mettendosi le mani sulle orecchie.
-    Marchiati con un numero seriale, venivano incubati qui finchè non erano pronti a combattere.. povere anime innocenti, destinate a soffrire per colpa di un re straniero.. Non sono così vuoti alla fine, no? –
-    Bugiardo! –

La principessa si scagliò ancora una volta contro le sbarre, afferrandole e scuotendole, più per placare il tumulto che sentiva dentro che per scappare di lì.

-    Purtroppo non sta mentendo.. -
-    Cosa? – domandò scioccata nell'udire la voce di Prompto.
-    Questa parte della Zegnautus era adibita ad area di ricerca – disse il ragazzo – E' stato scoperto un agente patogeno chiamato Plasmodium mutante che è all’origine della trasformazione in deamon.. gli Imperiali hanno iniziato a studiarlo per impiegarlo come risorsa bellica, e dopo diverse sperimentazioni sono riusciti a creare i Magitek – spiegò Prompto con voce spenta – Negli ultimi mesi però, la situazione gli è sfuggita di mano e i deamons sono andati fuori controllo.. contagiando tutti quanti –

Selenis ascoltava attonita le parole dell’amico. Il fatto che la struttura risultasse deserta ora aveva trovato un fondamento.

-    Quello che ha detto è tutto vero purtroppo… - concluse il giovane.
-    Prompto… tu come fai a sapere tutte queste cose? – domandò con voce tremante la ragazza.
-    Già Prompto, come fai a saperle? –

Selenis si voltò di scatto, per ritrovarsi faccia a faccia con lo stesso Ardyn.

-    Oh! Le mie scuse, non era mia intenzione spaventarti – sorrise l’uomo.
-    Cos’hai fatto? – mormorò la principessa guardandolo sconvolta.

Se ne rendeva conto per la prima volta solo ora, che quello che aveva di fronte era la causa di tutti i loro mali.. Non era mai stato l’Impero il vero nemico, ma lui.. C’era lui dietro a tutto quello e per colpa sua erano morte così tante persone...

-    Cos’hai fatto ai miei amici?! Alla mia casa?! A questo mondo?! – gridò con rabbia lanciandosi contro di lui.

Ardyn, quasi divertito, schivò i suoi pugni, afferrandola poi saldamente per i polsi e sbattendola contro il muro in cemento della cella.

-    Selis! – esclamò Prompto udendo il gemito dell’amica.
-    La domanda corretta è cos’avete fatto voi.. – replicò Ardyn ad un soffio dal volto della giovane.
-    Sono stanca dei tuoi giochetti mentali – esclamò con rabbia la ragazza – Prima o poi ti ucciderò, che tu sia immortale o meno –
-    Così forte.. – mormorò l’uomo, avvicinandosi ulteriormente e sfiorandole con la punta del naso la pelle delicata dietro l’orecchio.

Selenis si irrigidì e provò a divincolarsi, ma Ardyn, con il peso del proprio corpo la teneva inchiodata al muro senza lasciarle possibilità di fuga.

-    Smettila! – urlò spaventata.
-    Lasciala stare! – le fece eco Prompto.
-    Così fiera, esattamente come l’immagine che ho nei miei ricordi.. – continuò Ardyn posandole le labbra contro il collo.

A quel punto,
l’anello al dito di Selenis diede un potente bagliore, facendo retrocedere l’uomo e salvando così la ragazza da qualcosa che la terrorizzava più di qualsiasi deamons.
Per un singolo istante, alla principessa sembrò che il volto di Ardyn fosse cambiato, che crepe grigiastre gli solcassero il viso e che i suoi occhi fossero neri come la pece. Il Cancelliere si limitò a ridere, sistemandosi il cappello scivolato all’indietro per il movimento improvviso. Nello stesso momento si udì il rumore di una porta che veniva aperta, seguito dall’eco di alcune voci.

-    Il nostro tempo temo che sia finito.. – disse l’uomo – Peccato non averne avuto di più! – aggiunse, inchinandosi con ironia per poi scomparire nella semioscurità della cella.

Selenis, ancora con le spalle al muro e scossa dai brividi che nulla avevano a che fare con la temperatura della stanza, si lasciò scivolare lungo la parete, sedendosi a terra. Sentiva ancora la pressione di quell’uomo contro di sè e la cosa la nauseava oltre l’immaginabile.

-    Selis! Stai bene?! Ti ha…? -
-    Sto bene Prompto.. – ansimò la ragazza – e credo che tra poco saremo liberi tutti e due – aggiunse sentendo avvicinarsi le voci di prima – Noct! Ignis! Gladio! – gridò.

Un secondo dopo, le figure famigliari dei loro amici comparvero davanti alle celle.

-    Selis! – esclamò l’Amicitia.
-    Aiutate Prompto – disse la ragazza tirandosi in piedi.
-    Ci penso io – disse Noctis.

Mentre il principe si occupava dell’amico, Gladio aprì la porta della cella di Selenis.

-    Sei qui.. – disse lei lasciandosi avvolgere dalla sue braccia.
-    Cos’è successo? – le domandò.
-    Quando mi sono separata da Noct, Ardyn mi ha rinchiusa qui dentro.. – spiegò la giovane.
-    Cosa?! – esclamò l’Amicitia, scostandosi e prendendola per le spalle.
  
Selenis voleva mantenere un tono neutro, ma la voce le tremò visibilmente.

-    Ti ha fatto qualcosa? – chiese Gladio con gli occhi che mandavano bagliori.
-    Non..-
-    Ti ha toccata? –
-    Ci ha provato… - ammise alla fine la ragazza con le lacrime agli occhi.
-    Figlio di puttana… se mi capita sotto tiro... – sibilò il ragazzo incollerito.
-    Non farlo! – lo fermò la principessa – Temo che non sia un avversario che possiamo battere così facilmente –

La ragazza non diede altre spiegazioni, ma superato Gladio, uscì dalla cella per raggiungere Prompto.
Il pistolero era seduto per terra, sotto una struttura a croce che era servita a tenerlo imprigionato. Quando Selenis comparve, Prompto, che aveva appena finito di parlare con Noctis e che sembrava piuttosto scosso, alzò gli occhi chiari su di lei e sorrise.
Selenis si lasciò cadere in ginocchio e lo abbracciò di slancio, affondandogli il viso nella massa di capelli biondi. Quel sorriso le era mancato da morire.

-    Siano ringraziati gli Dei.. – mormorò con tono umido mentre il ragazzo rispondeva all’abbraccio – Fammi vedere in che condizioni sei – aggiunse dopo un momento liberandolo.
-    Sto bene Selis, davvero – cercò di minimizzare lui.
-    Questo lo devo dire io – puntualizzò la ragazza.

Prompto era tutto sommato in buone condizioni. Un profondo taglio gli solcava una tempia, sulle braccia aveva delle vistose ecchimosi, mentre vicino al polso c'era un segno circolare là dove era stato immobilizzato.

-    Come ti hanno ridotto – borbottò la giovane a denti stretti – per fortuna non sembra niente di grave… anche perchè non c'è niente con cui medicarti in questo schifo di posto – aggiunse con una smorfia di disappunto.
-    Mi sei mancata veramente tanto – sorrise divertito Prompto.
-    Anche tu.. – replicò lei.

Stava per chiedergli altro, ma il ragazzo scosse impercettibilmente la testa. Qualsiasi cosa fosse successa non voleva parlarne, o almeno non in quel momento. La principessa quindi rispettò il suo desiderio, limitandosi ad alzarsi in piedi.

-    Quindi che si fa? – domandò Gladio.
-    Torniamo indietro – rispose Noctis – non possiamo fare altro –
-    Lo sentite anche voi? –

I quattro ragazzi si voltarono verso Ignis.

-    Cosa? – chiese Selenis senza capire a cosa l'amico di riferisse.
-    L’ho notato anche sul treno.. subito prima che le nostre armi diventassero inservibili – spiegò il ragazzo – Viene da qui vicino, forse è la chiave per recuperare i vostri poteri – azzardò.
-    Penso di sapere da dove può venire – replicò Noctis – venite –

Il principe guidò i suoi amici a ritroso, portandoli in una strana sala circolare. Le pareti erano piene zeppe di nicchie ospitanti rettangoli metallici alti quanto un uomo, alcune aperte altre chiuse.
Al centro della stanza c’era un’altra camera circolare, chiusa da una spessa porta ermetica con una complicata serratura elettronica. Sopra di essa c’era una macchina conica che emetteva una forte luce rossa.  

-    State attenti alle nicchie.. dentro sono piene di Magitek – li avvisò Noctis.
-    Per Ramuh..- mormorò Gladio.
-    Il rumore viene dall’interno – disse Ignis fermandosi davanti alla porta blindata.
-    È chiusa – affermò il principe guardandola da sotto in su senza trovare la minima apertura.
-    Non c’è modo di entrare? – chiese il ragazzo.
-    Non credo che tu possa buttarla giù a calci – disse Selenis ben interpretando l'espressione del suo ragazzo.
-    Un modo c’è –

A sorpresa fu Prompto a parlare. Il ragazzo era fermo di fronte alla serratura elettronica… con il viso contratto in una smorfia alzò il braccio, passando davanti al lettore il dorso della propria mano. Con un bip, la chiusura scattò e le porte si aprirono.

-    I Magitek hanno un codice, lo stesso che ho io… - mormorò.
-    Davvero? Non ci ho mai fatto caso – replicò Noctis.
-    Già.. in pratica.. sono uno di loro – confessò il pistolero, facendo saettare lo sguardo sul pavimento – Non è esattamente una cosa che potevo dire crescendo a Lucis.. però..-

La voce gli si incrinò, e il ragazzo dovette sbattere più volte le palpebre per ricacciare indietro le lacrime.

-    Voi ragazzi siete gli unici amici che abbia mai avuto.. spero solo che le cose tra noi restino come prima – disse.
-    Va bè, cosa importa dove sei nato? – fece spallucce Noctis.
-    Non riesco a immaginare che tu possa tradirci, ne ora, ne mai – soggiunse Ignis sorridendo
-    Grazie ragazzi.. però non posso cambiare le mie origini.. – replicò il pistolero affranto.
-    Da quando hai iniziato a dare peso a chi siano le persone? – ribattè il principe alzando le sopracciglia.
-    Eh? – domandò perplesso Prompto.
-    Quando mai mi hai considerato un principe? –
-    Ti ha fregato – commentò ridendo Gladio.
-    O me una principessa – gli fece eco Selenis con un ghigno divertito.
-    Non ti ho mai sentito dire "vostra Altezza" nemmeno una volta – disse Ignis.

Prompto li guardava esterrefatto, con gli occhi spalancati e senza poter credere alle proprie orecchie.

-    Sai? Credo che Noct abbia ragione.. sei proprio uno stupido – sorrise Selenis, avvicinandosi al giovane e dandogli un leggero bacio sulla guancia.
-    Qui abbiamo finito. Andiamo, suddito? – domandò sarcastico Noctis.
-    Sei ancora uno di noi no? – disse Gladio dandogli una pazza sulla spalla.
-    A meno che tu non preferisca altrimenti – affermò Ignis.

Prompto chiuse gli occhi per un momento, mordendosi il labbro inferiore che aveva preso a tremare, poi annuendo raggiunse i suoi compagni all’interno della stanza. Quest’ultima era piuttosto spoglia in realtà. Le due pareti laterali erano occupate da alti server pieni di cavi e luci, che sembravano collegati direttamente con il macchinario che adesso avevano sopra la testa, mentre sul fondo, alla fine un un tappeto rosso, c’era il trono di quello che era stato l’Imperatore.

-    Temo che abbia fatto la stessa fine dei suoi sottoposti – commentò Selenis osservando gli abiti che giacevano sulla seduta.
-    Non mi sento molto dispiaciuto per lui – replicò Gladio.
-    Penso che se fermiamo questi cosi, anche l’affare lassù dovrebbe spegnersi – disse Prompto guardando con interesse i server.
-    C’è solo un modo per scoprirlo – affermò Noctis, facendo apparire la spada e conficcandola senza tante cerimonie in mezzo all'apparato di macchine.

Dapprima ci fu uno scoppio seguito da una cascata di scintille, poi con un borbottio tutto si spense, compreso l’apparecchio sopra le loro teste.

-    Ma quella non è…? – domandò Selenis indicando l’arma del ragazzo.
-    La spada di mio padre, sì… L’ho recuperata quando siamo precipitati – rispose il principe – Ho trovato il cadavere di Ravus alla base dell’ascensore, penso.. penso che me la volesse restituire – spiegò.
-    Che riposi in pace – mormorò Selenis.

La stirpe dei Fleuret si era definitivamente estinta.

-    Quindi.. dite che ha funzionato? – chiese Prompto guardando per aria.
-    Ora che il dispositivo è fuori uso, Noct e Selis dovrebbero aver recuperato i loro poteri – disse Ignis.
-    Forza, provateci – li esortò Gladio.
-    Va bene. Il momento della verità, sei pronta? – domandò Noctis alla cugina.
-    Ah, ah – assentì lei.

Entrambi stesero una mano in avanti e un secondo più tardi questa si chiudeva attorno ad un'arma. 

-    Siamo tornati baby! – esclamò Gladio osservando Selenis evocare un perfetto scudo.

In quel momento, un allarme iniziò a suonare per tutta la fortezza.

-    Ah non di nuovo! – sbottò Noctis.
-    Di nuovo cosa? – domandò preoccupato Prompto.
-    Dobbiamo andarcene, quelle nicchie si apriranno tra poco e avremo un intero esercito di Magitek alle calcagna – disse il principe precipitandosi fuori.
-    Dove andiamo? –
-    Possiamo dirigerci solo verso l’hangar – replicò Ignis.
-    Forza allora!-

I ragazzi imboccarono nuovamente il corridoio che portava alle prigioni, prendendo però una strada diversa.

-    Ecco il comitato di accoglienza! – disse sarcastico Noctis.

Davanti a loro la strada era bloccata da una squadra di soldati che andava infoltendosi.

-    E noi ringraziamoli a dovere! – replicò Selenis.
-    Questa è la mia ragazza – commentò Gladio.

La principessa evocò il kukri, che lanciò colpendo il primo nemico dritto nel nucleo rosso e facendolo rovinare a terra. Poi si spostò di lato, per permettere a Gladio di abbattere il secondo. Nello stesso momento, Noctis infilzò con una lancia la schiena di uno dei Magitek, inchiodandolo al muro dove Ignis gli diede il colpo di grazia.

-    Attenzione! – esclamò all'improvviso Prompto.

I suoi amici gli lasciarono campo libero e il pistolero, evocata una mitragliatrice, ridusse ad un colabrodo altri due soldati.

-    Ne arrivano altri – brontolò l’Amicitia con la spada appoggiata alla spalla.
-    Me ne occupo io – affermò Noctis, facendosi avanti e puntando l’anello dei Lucis verso il nuovo gruppo di nemici.

Con il solito bagliore rosso, questi furono risucchiati per poi svanire nel nulla.

-    Vedo che ti sei deciso a mettere l’anello – osservò Prompto mentre proseguivano per il corridoio.
-    Ho dovuto – replicò il giovane – senza armi non avevo scelta e poi sai? C’è qualcuno qui che deve combattere per salvare il cristallo… per non parlare del vostro culo – aggiunse con un ghigno.
-    Parole degne di un vero Re. Era ora! – commentò Gladio.
-    Magari un po’ più scurrili del dovuto, ma va bene – soggiunse Selenis ridendo.
-    L’anello rappresenta un grave fardello, ma non devi sostenerlo da solo – intervenne Ignis.
-    Vero.. soprattutto ora che avete recuperato le vostre armi – concordò il principe.
-    Aspettate – li fermò la principessa, attardandosi in una delle sale di controllo.
-    Cosa c’è? –

La ragazza stava osservando una piantina che illustrava il piano sul quale si trovavano.

-    Noi siamo… qui – disse la giovane, facendo scorrere il dito sul percorso che avevano fatto fino a quel momento – quindi… si può avere un po’ di quiete? – sbottò rivolta ai Magitek che avevano appena fatto irruzione.
-    Facciamo noi – affermò Gladio trascinandosi dietro Prompto.
-    Perché io!? – esclamò il pistolero.
-    Allora dicevo.. – riprese la principessa – se siamo qui, la strada più breve per arrivare al cristallo, che dovrebbe trovarsi in questa sala, è prendere quel corridoio, – spiegò – attraversare ancora un paio di stanze della sorveglianza e dovremmo arrivare all’ascensore che ci porterà dritti all’hangar, poi fuori alla zona di scarico e da lì al cristallo – affermò soddisfatta.
-    Ottimo – assentì Ignis.
-    Ehi dobbiamo andare, avete finito? – esclamò Noctis rivolto ai due amici.
-    Solo un.. secondo! – rispose Gladio abbattendo l’ultimo soldato – Ok, ci siamo! –

Il gruppo riprese la propria marcia seguendo le indicazioni della principessa.

-    Speriamo che Biggs e Wedge siano riusciti a mettersi in salvo – disse Ignis.
-    Chi e chi? – domandò Prompto confuso.
-    I nostri macchinisti del treno – spiegò Gladio – un gentile prestito di Aranea –
-    Sono soldati, se la sanno cavare – replicò Noctis – sono più preoccupato per il recupero del cristallo –
-    Tiro a indovinare ma sarà sicuramente messo sotto chiave – commentò Gladio.
-    Mi è mancato il tuo sano ottimismo – sospirò Selenis.
-    Beh, oserei dire che siete fortunati ad avere qualcuno che può aprire tutte le porte della fortezza – si vantò Prompto.
-    Sentitelo! Come un ladruncolo qualunque – sghignazzò il principe.
-    Qualunque dici? – disse il pistolero affranto – Allora.. dov’è che voi ragazzi avete parcheggiato la Regalia? – domandò per cambiare discorso.
-    È qui fuori, ma non direi che “parcheggiata” sia il termine esatto – rispose Gladio.
-    Purtroppo è a pezzi – spiegò Ignis.
-    Si è sacrificata per salvarci la vita – aggiunse Noctis.
-    Cavolo.. mi dispiace amico –
-    È stato un sacrificio necessario – replicò il principe.
-    Guardate – li interruppe Selenis – ci siamo! Oltre quella porta dovrebbe esserci l’ascensore che ci porterà all’hangar – affermò, varcando la soglia dell’ultima stanza.

Quando i cinque amici furono saliti, le porte si chiusero automaticamente e dal nulla comparve un deamon.

-    L’anello… è mio – gracchiò quello.
-    Non è possibile… l’Imperatore? – esclamò Ignis allibito.

I ragazzi lo osservarono bene. Il mostro che avevano davanti non aveva più nulla di umano. La testa era piccola, senza occhi e con una larga bocca di denti appuntiti, sulla sommità partivano un paio di corna ricurve in avanti. Era ricoperto da fasce muscolari dai colori vermigli, tese come corde di violino. Le mani erano artigliate, così come i piedi al fondo delle gambe strette e molto più lunghe dell'intero corpo.

-    Ben vestito, vuole l’anello… ci sta – assentì Gladio sarcastico.
-    Lo affrontiamo? – domandò Prompto.
-    Non abbiamo molte alternative – replicò Selenis – ma non possiamo perdere tempo – aggiunse armandosi di un’ampolla di ghiaccio.
-    Saremo clementi – commentò Noctis seguendo assieme agli altri il suggerimento dell’amica.

L’ex Imperatore si mosse verso di loro digrignando i denti, ma prima che potesse scattare, i cinque ragazzi lanciarono contemporaneamente le loro ampolle mandandole ad infrangersi contro di lui.
All'esplosione seguì una vera e propria tempesta di neve e ghiaccio, ma sotto la cupola protettiva evocata dalla principessa, il gruppo rimase al sicuro e al caldo finchè l’effetto della magia non si diradò. Quando la brina scomparve videro il nemico giacere a terra coperto di ghiaccio.

-    L’Impero… ingloberà tutta la terra…- mormorò mentre iniziava a scomparire – Alla luce del cristallo… prospereremo.. sorgerò a dominare il mondo – furono le sue ultime parole.
-    Molto originale come epitaffio – disse Gladio scuotendo la testa.
-    Forza, di qua! – li guidò Selenis, salendo sull'elevatore che, dopo una breve salita, si fermò a destinazione.
-    È un hangar bello grosso – commentò Prompto alzando la testa verso il soffitto.
-    Dobbiamo passare di qui vero? – domandò Noctis alla cugina.
-    Sì, la infondo c’è l’ascensore centrale – rispose lei indicando dall’altra parte della rimessa.

Fu in quel momento che la solita e sgradita voce si fece risentire.

-    Maestà, il vostro prezioso cristallo vi attente – disse Ardyn – e per movimentare un po’ la cosa, ho pensato a un viaggio tra i ricordi..- aggiunse.



Campeggio dell'autrice:

Buongiorno e buon anno a tutti!!!

Primo capitolo del 2018!
Ok, è chiaro che questo anello nasconda qualcosa, o meglio, qualcuno... qualcuno per cui Ardyn sembra avere un certo attaccamento...
La povera Selis è decisamente spaventata da questa situazione, sia per il comportamento del Cancelliere sia perchè ancora non riesce a capire cosa stia succedendo. Una certezza c'è però, ovvero che è stato Ardyn stesso ad architettare tutto, a plagiare l'Imperatore piegandolo ai suoi scopi, e che va fermato a tutti i costi.
Ora il gruppo si è riunito, Prompto è tornato nel party mettendo in tavola il segreto che custodiva da anni.
Nel prossimo capitolo verrà finalmente svelato l'arcano dell'anello di Selenis, quindi stay tuned!! ;)
Grazie mille a tutti i Lettori, alle Comrades che recensiscono e a chi mi ha inserita tra le storie preferite (_Another_) e ricordate (Tosello).

Alla prossima settimana!
Marta
 

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Capitolo 40
*** 39. Arcani svelati ***


39


Le porte dell'hangar si aprirono improvvisamente...
Sull’uscio, con andatura malferma, comparve una figura che per quanto deformata, non poteva non essere riconosciuta: Ravus, il fratello di Luna arrancava lentamente verso di loro. Il lato sinistro del corpo era ricoperto da una strana sostanza simile a pece, ma che pulsava e si muoveva come se fosse stata un organismo vivente.

-    Quello è Ravus?! – esclamò Gladio esterrefatto.

L’ex comandante Imperiale gorgogliò qualcosa per poi cacciare un urlo disumano.

-    Uccidetemi.. datemi la pace.. – biascicò infine.
-    Quello che ne resta oserei dire – rispose Prompto.
-    Dannazione! – sbottò Noctis.
-    Ignis, rimani con me – disse Selenis preparandosi allo scontro.
-    Sì –

Non ebbero nemmeno il tempo di mettersi in formazione, che Ravus partì all’attacco.
Scattando con una rapidità sorprendente, il nemico si portò davanti alla principessa calando al contempo la propria spada. Ci fu uno scoppio di scintille quando lo spadone di Gladio la intercettò, bloccandola.

-    Non succederà una seconda volta – ringhiò l’Amicitia tenendo testa al comandante – non sono più quello di prima – aggiunse respingendolo.

Selenis si ricordava perfettamente l’ultimo incontro tra i due, di come Ravus avesse messo in ginocchio Gladio, e sapeva come quella sconfitta avesse minato profondamente la fiducia del ragazzo
nelle proprie capacità.

-    Ehi! Di qua! – gridò Prompto, attirando l’attenzione del nemico e sparando nella sua direzione.
-    Dobbiamo farlo fuori in fretta, è molto potente... – commentò Gladio.
-    Penso di avere un’idea, ma dovete tenervi pronti – replicò Selenis osservando Noctis scontrarsi con Ravus.
-    Cos’hai in mente? – domandò Ignis.
-    Gioco di squadra – rispose semplicemente lei.

La ragazza si proiettò vicino al cugino, che nel frattempo era indietreggiato per allontanarsi dal raggio d’azione dell’avversario.

-    È il mio turno, tu raggiungi Gladio, ti spiegherà tutto – gli disse.

Noctis le fece un cenno di assenso con la testa e la lasciò ad ingaggiare il nemico.

-    Mi dispiace Ravus – asserì la ragazza, schivando il primo fendente – lo so che in qualche modo il tuo desiderio era quello di salvare Luna – proseguì deviando il colpo successivo con il piatto della lama – e so quanto hai sofferto per la morte di tua madre, Luna me lo ha raccontato in una delle sue tante lettere..- la ragazza saltò all’indietro portandosi fuori gittata.
-    Selis!  -
-    Se solo potessi salvarti… se solo avessi potuto salvare lei... mi dispiace così tanto – concluse la giovane.

Per un attimo, Ravus fermò la sua avanzata e la guardò; l’ultima scintilla della sua umanità gli accese lo sguardo di gratitudine e poi la bestia si lanciò verso di lei con la spada alzata. Selenis aspettò fino all'ultimo momento e poi evocò una barriera, così potente, che il contraccolpo fece incespicare il comandante all’indietro.
La ragazza a quel punto la dissolse, mentre Gladio e Ignis la superavano diretti verso il ragazzo.


-    Iggy, ora! – gridò l’Amicitia in modo da coordinare il suo amico.

Entrambe le armi dei due giovani colpirono durante l’avversario all’addome, sbalzandolo via. Ravus, riuscì a ritrovare il controllo solo artigliando il pavimento con la mano sinistra, ma la testa gli scattò all'indietro improvvisamente, mentre una ferita circolare gli si apriva sulla fronte.

-    Grande! – gongolò Prompto, rialzandosi da terra dove si era coricato per prendere meglio la mira con il suo fucile di precisione.

Ravus cadde di schiena e Noctis riempì il suo campo visivo.

-    Riposa in pace – disse il principe calando la propria spada.

L’ex comandante emise un ruggito e poi un gemito, che si affievolì fino a sparire. Il corpo sfigurato giacque immobile. Finalmente le sue pene erano finite.

-    Che triste fine per il comandante supremo, per chiunque... – disse Gladio guardandolo – Era un uomo pieno di sogni e speranze –
-    È orribile.. – commentò Prompto adombrandosi.
-    Che razza di mostro può trasformare gli uomini in deamons? – si domandò Ignis sconcertato.
-    Qualcosa che non possiamo nemmeno immaginare – mormorò Selenis mentre il corpo di Ravus scompariva.
-    Attenzione! Abbiamo compagnia! – gridò improvvisamente Gladio.

Il gruppo si voltò. L’hangar si stava riempiendo di deamons. Diversi goblin superiori e alcuni mietitori, sbucarono dal terreno con una velocità allarmante.

-    Ma quanti sono?! – esclamò Prompto, sparando ad un paio che gli si erano avventati contro.
-    Troppi! – rispose Selenis abbattendone altri due.

I ragazzi iniziarono così una battaglia incrociata, che fu presto chiaro essere impossibile da portare a termine. Per ogni deamon abbattuto altri due ne prendevano il posto, rendendo inutile gli sforzi fatti fino a quel momento.

-    Continuano ad arrivare! – ansimò Prompto.
-    E la situazione sta per peggiorare.. – fece notare Noctis.

Due Gargantua stavano materializzandosi, andando così a infoltire ulteriormente le schiere nemiche.

-    Non ce la faremo! – disse Gladio sbaragliando alcuni nemici con un rondò.
-    Noct, devi procedere da solo! – asserì Ignis.
-    Cosa!? – esclamò il principe contrariato.
-    Se otterrai il potere del cristallo, potremmo ancora capovolgere la situazione – spiegò l'amico – altrimenti moriremo tutti – sentenziò.
-    Ignis ha ragione, è la nostra unica speranza – gli fece eco l’Amicitia.
-    E voi? – domandò Noctis preoccupato.
-    Ci arrangeremo, sbrigati! – lo esortò Prompto.
-    Gli parerò io il culo, vai! – aggiunse Selenis frapponendosi fra lui e il nemico che lo aveva preso di mira.
-    Potresti riuscire a raggiungere il Cristallo… procedendo da solo.. i tuoi amici temo che dovranno restare indietro – disse a quel punto la voce di Ardyn.
-    Non ascoltarlo! Vattene! – gridò di nuovo Selenis.

Noctis si guardò intorno e poi si costrinse a dar loro le spalle, correndo verso il montacarichi che lo avrebbe portato nella zona di scarico e poi all’ascensore centrale.

“ Attenzione, allontanarsi. Chiusura delle porte in corso”

Una voce computerizzata avvisò che l’hangar stava per essere isolato dal resto dell’edificio.

-    Speriamo che ce la faccia..- mormorò Selenis ingaggiando uno scontro con uno dei mietitori presenti – Attenti! – la ragazza, dopo aver decapitato il nemico, si voltò, protendendo la mano ed evocando una barriera sopra Ignis e Gladio che combattevano assieme.

L’enorme spada del Gargantua cozzò contro il suo scudo, salvandoli.

-    Selis! –

L’urlo di Prompto arrivò con un secondo di ritardo e non impedì alla principessa si venire colpita allo stomaco da un Foras
.
Perdendo l’equilibrio, Selenis rotolò fino a fermarsi contro uno dei container che ingombravano lo spazio circostante.


-    Ehi, tutto bene? –

Il pistolero accorse al suo fianco dopo aver messo ko il deamon e la aiutò ad alzarsi.

-    S..sì – ansimò lei tenendosi la pancia.
-    Ci penso io a coprirti, tu riprendi fiato – le disse il giovane tornando in mezzo alla mischia.

La principessa si appoggiò con la schiena al container e osservò i suoi amici lottare. Un sorriso amaro le incurvò le labbra. Non ce l’avrebbero mai fatta…
Era inutile raccontarsela, i deamons erano troppi e loro erano sfiancati dalle prove che la Zegnautus gli aveva riservato. Ardyn questo lo sapeva bene…
La ragazza battè il pugno contro il container furiosa.
Che senso aveva avuto arrivare fin lì?! 


-    Che senso ha questo anello? – mormorò osservando la pietra lucida – Parlo con te, presenza misteriosa! – proseguì irata – Perché esisti se non sei nemmeno in grado di darmi ciò che mi serve per aiutare i miei amici!? Chi se ne importa di me! Non sono io quella che deve essere protetta! Non voglio essere protetta! Voglio proteggere loro! Loro soltanto! – si ritrovò ad urlare.
-    Ne sei certa? –

Selenis si bloccò, così come fece il tempo. I suoi amici e i deamons erano immobili, avvolti da una luce azzurrina.
Era lo stesso fenomeno avvenuto sulla Magna Fortia per pochi secondi, solo che la voce che le aveva parlato non era quella di Ardyn, ma proveniva dalla gemma.


-    Io.. - balbettò presa alla sprovvista – Certo che lo sono! Che razza di domande! – sbottò subito dopo – Chi è che non vorrebbe proteggere la propria famiglia? –
-    Il mio potere ha un prezzo – replicò la voce, che suonava sempre più famigliare alla ragazza – non preoccuparti, sarai l'unica a doverlo pagare – aggiunse, intuendo il motivo di tentennamento della principessa.
-    Allora prenditi quello che vuoi, ma aiutali! – affermò con sicurezza Selenis.
-    Bene – assentì la voce che dall’intonazione sembrava sorridere – andiamo a combattere allora – e il tempo riprese a scorrere normalmente.

I tre ragazzi impegnati a combattere, non si erano assolutamente accorti di nulla, e proseguirono a farlo finchè una fortissima luce non li costrinse a ripararsi gli occhi.


-    Che diavolo sta succedendo?! – esclamò Gladio.

Il bagliore diminuì progressivamente finchè non fu di nuovo possibile aprire gli occhi.

-    Sua grazia.... -

Prompto e Gladio seguirono lo sguardo di Ignis, che osservava a bocca aperta la figura che si stagliava a qualche metro da loro. Il ragazzo vedeva solo quella in mezzo all'oscurità che era calata su di lui, come se non potesse essere oscurata.
Dove prima c’era Selenis, ora si trovava una donna. Statuaria, con lunghi capelli bianchi fino alla vita. Indossava un’armatura fatta interamente di cristalli opalescenti, dagli schinieri ai pettorali era un continuo cambio di colori ad ogni suo movimento. I lineamenti del viso erano delicati e gli occhi di un bel color pervinca. Sulla schiena portava una faretra e in mano stringeva un grande arco.

-    Hai detto Sua grazia? – balbettò Prompto confuso.
-    Magnolia Lucis Caelum – disse Ignis ancora esterrefatto – Moglie del comandante Revis e madre di Selenis – spiegò.
-    Non è possibile…- mormorò Gladio.

La donna sorrise brevemente ai tre per poi concentrarsi sui deamons che, accecati dalla luce di prima, si erano momentaneamente arrestati.

-    È ora che troviate il posto che vi spetta – disse la donna estraendo una freccia.

Il Gargantua più vicino, ripresosi, emise un ruggito scagliandosi verso di lei.

-    Attenta! – gridò Gladio.

Magnolia incoccò la freccia, tese l’arco e poi lo rilasciò. La freccia trapassò il mostro e proseguì la sua corsa in mezzo agli altri deamons .
Quando scomparve in una scia di schegge cristalline, dei loro nemici non c’era più alcuna traccia.
La quiete tornò all’interno dell’hangar, così all’improvviso da sembrare impossibile.

-    È.. è finita? – domandò Prompto guardandosi sconcertato intorno.
-    Sì, non avete più nulla da temere, ma non possiamo fermarci –

La donna si fece loro incontro mentre riponeva l’arco dietro la schiena.

-    Sua Grazia.. com’è possibile? – mormorò Ignis.
-    È un piacere rivederti Ignis, Gladiolus – disse Magnolia con un sorriso – ed è un piacere conoscerti, Prompto – aggiunse rivolgendosi al pistolero che avvampò.
-    Pia.. piacere mio Vostra altezza! – esclamò agitato, inchinandosi con gli altri due.
-    È una storia lunga, meglio se ve la racconto mentre raggiungiamo Noctis – replicò la donna incamminandosi.
-    E Selenis? – chiese Gladio.
-    Ho temporaneamente preso in prestito il suo corpo – rispose Magnolia – Non è scomparsa, stai tranquillo... – lo rassicurò – Ma ora devo spiegarvi quello che so al meglio del tempo concessomi – aggiunse.
-    È sempre stata dentro l’anello di Selis? – disse Ignis.
-    Perspicace come al solito – assentì lei con un sorriso – ma partiamo dall’inizio… non sempre sono stata la madre di Selis e non sempre ho portato questo nome… una volta ero nota come Frigga, ero una dei Siderei –
-    Cosa?! – esclamò Prompto tappandosi la bocca subito dopo.
-    Può sembrare assurdo in effetti, ma anche a noi Dei è concesso di avere una famiglia – replicò la donna divertita – Prima della grande guerra il mio compito era quello di sorvegliante del Cristallo. Quando esso è stato poi consegnato ai Lucis, sono rimasta al suo interno in attesa di essere risvegliata – spiegò – Quando accadde, erano ormai passati molti decenni e il mio obiettivo nel frattempo era cambiato: avrei dovuto fare da guida al prescelto. Nell'attesa del suo avvento, presi sembianze umane e mi mescolai tra la gente di Lucis – raccontò – Fu quindi per puro caso che conobbi Revis, innamorandomene, e il resto lo sapete anche voi – concluse con nostalgia.
-    Se doveva fare da guida a Noctis allora, per quale motivo non è rimasta? Perchè darsi per morta? – domandò Gladio.
-    Quando l’Impero attaccò Insomnia e per Regis fu il momento di alzare la barriera, dovetti tornare ad essere un tutt'uno con il Cristallo.. senza la mia energia la barriera non sarebbe apparsa.. – rispose la donna con voce grave.
-    E immagino che non sia più stato possibile tornare indietro – constatò Ignis.
-    No infatti.. – assentì Magnolia – Io e il Cristallo siamo in costante connessione, erigere la barriera prosciugò ogni mia energia e per recuperarla sono stata costretta a restare all'interno della pietra.. mi sono raccomandata a Ravus di non far mai cadere l’anello nelle mani dell’Impero ed è per tal motivo che lo ha lasciato a Selenis –
-    È per questo che Selis ha iniziato ad avere quelle visioni? – chiese Prompto.
-    Temo che quello sia per colpa del sangue di sidereo che scorre nelle sue vene, ma sì, il mio risveglio può centrare – assentì la donna – Ardyn… - borbottò improvvisamente infastidita Magnolia – Non c’è più tempo! – aggiunse, e con un gesto della mano il portellone che sigillava l’hangar dall’ascensore centrale venne divelto.
-    Cosa succede? –
-    Il Cristallo si è attivato.. E' a questo che miravi quindi… - rispose quasi tra sè aggrottando le sopracciglia.
-    Cosa significa? Chi è veramente il Cancelliere? – domandò Gladio.
-    Ardyn Lucis Caelum.. è questo il suo vero nome – replicò tetra la donna mentre l’ascensore si azionava.
-    Non.. non è possibile! – esclamò Prompto.
-    La sua esistenza avrebbe dovuto consumarsi molti secoli fa.. – proseguì lei – all’epoca era un uomo buono; un male molto simile a quello che sta flagellando il vostro popolo stava trasformando gli esseri umani in deamons; lui aveva il potere di guarirli, assorbendo tale malvagità dentro di sè.. ma questo lo ha consumato – spiegò con sguardo triste – ne ha accolti talmente tanti da finire per cedere lui stesso all’oscurità e il Cristallo stesso lo bandì, negandogli il trono – disse – Da allora giurò vendetta alla sua stessa stirpe.. Ha aspettato che il prescelto venisse designato con il solo scopo di distruggerlo – affermò.
-    Ma.. perché lasciarci arrivare fino a qui? Perché insegnare all’Impero a creare i deamons? Perché non ci ha uccisi prima e ha lasciato che Noct compiesse le alleanze?! – chiese Prompto allibito.
-    Ha voluto portare via all’erede al trono tutto ciò che di più caro aveva per spingerlo alla ricerca del Cristallo.. lui vuole che ottenga il potere, in modo da poterlo sconfiggere quando sarà nel pieno delle sue forze – spiegò.
-    È folle…- mormorò Gladio.
-    Lo è.. - asserì la donna mentre le porte dell’ascensore si aprivano davanti a loro – La profezia è quasi compiuta.. – aggiunse poi con sguardo triste, fermandosi all’inizio di una lunga passerella.

Al fondo di essa si trovava il Cristallo in tutto il suo splendore. Davanti ad esso, Ardyn guardava Noctis mentre veniva inglobato dalla luce che scaturiva dalla pietra.

-    Noct!!! – gridò Prompto, lanciandosi assieme ai suoi amici in aiuto del Re.

Con un ultimo lampo accecante la figura del ragazzo scomparve e il Cristallo si spense.
Il Cancelliere a questo punto si voltò verso di loro, alzando le spalle con fare indolente, ma il suo sorriso durò poco, perché la spada di Gladio lo colpì con forza sul viso. Ardyn portò una mano a reggersi il cappello e Prompto gli sparò dritto in mezzo alle scapole mandandolo al tappeto.

-    Questo ha fatto male..- mormorò l’uomo, recuperando il proprio copricapo da terra e rialzandosi illeso.

Il suo viso, ora era sfigurato come quello di Ravus; strisce di liquido nero colavano da occhi e bocca, solcando la pelle di una tinta esangue e violacea al tempo stesso.

-    Frigga, mia adorata, quale onore! – esordì quando la donna sopraggiunse.
-    Ardyn.. non è così che otterrai  nuovamente la pace, non sei stanco di tutto questo astio? – replicò lei.
-    E tu? Ti sei fatta vedere solo ora che ormai è tutto finito e per cosa? Per salvare la loro vita? – sorrise l’uomo divertito.
-    È stato un desiderio di Selis e non posso andare contro la profezia – rispose pacatamente la donna.
-    Sei sempre stata così bella…- disse Ardyn allungando una mano verso il suo viso – e fredda… - aggiunse ritraendola appena prima di sfiorarle la guancia.

Senza aggiungere altro l’uomo proseguì nel suo cammino, sparendo nell’oscurità del passaggio.

-    Cosa facciamo?! Noct è…-
-    Stai tranquillo, il Re sta bene – li rassicurò Magnolia – dorme dentro il cristallo, sotto la guida del mio successore, Bahamuth – disse appoggiando una mano sopra la superficie iridescente della grande pietra.
-    Cosa possiamo fare? – domandò Ignis.
-    Nulla.. – rispose la donna voltandosi verso di loro – Il prescelto tornerà, perché questo è il suo destino, fino ad allora sopravvivete e aspettatelo, perché avrà ancora bisogno dei suoi amici – disse – Purtroppo il mio tempo è scaduto... Usare il mio potere ha richiesto a Selis un grosso sacrificio.. - li avvertì oscurandosi - Se solo avessi potuto sollevarla da questo peso... Vi prego, statele accanto. –

I tre ragazzi non fecero in tempo a chiederle cosa intendesse, che Frigga sparì in un lampo di luce. Quando questa diminuì della donna non c’era più alcuna traccia, mentre per terra giaceva il corpo di Selenis.

-    Selis! – esclamò Gladio chinandosi a terra e sollevandola.

Nel giro di qualche istante, la maglietta del ragazzo fu intrisa di sangue.

-    Cos’è successo? – domandò allarmato Ignis.
-    Dobbiamo… dobbiamo fermare l’emorragia! – disse Prompto nel panico.
-    Ohi Selis, mi senti? – la chiamò l’Amicitia – Resta con me! Mi senti? –

Selenis cercò di aprire gli occhi senza alcun successo. Sentiva ancora le voci dei suoi amici chiamarla, ma era troppo stanca. Aveva solo bisogno di dormire.



Campeggio dell'autrice:

Potete finalmente stappare lo champagne xD
Buongiorno!!

Beh, cosa dire? Il mistero è stato finalmente svelato!
Vi eravate immaginati una cosa del genere? O vi ho sorpresi?
Lasciatemi fare due precisazioni che non sono sicura si siano capite dal testo. Magnolia è parte del cristallo, la pietra dell'anello è stata ricavata dal Cristallo stesso ed è per questo che lei era in grado di "comunicare" con Selenis. Per quanto riguarda Ardyn, ha sempre avuto un'infatuazione per la Siderea, mai corrisposta, ci terrei a chiarirlo. Quindi in realtà il Cancelliere non ha mai avuto interesse per Selenis, ma bensì per sua madre.
Per qualsiasi cosa che non vi fosse chiara, sono più che disponibile a ricevere eventuali domande ^^ Mi auguro di essere riuscita a sorprendervi e di aver dato un senso più o meno logico alla vicenda. Rimane solo un grande dubbio.... cos'è successo a Selenis?
Dovrete aspettare solo una settimana per scoprirlo ;)
Grazie mille a tutti i Lettori e alle Comrades che recensiscono!

See u soon!
Marta

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Capitolo 41
*** 40. Speranza ***


40


Selenis Lucis Caelum sorrise, voltandosi verso la madre. Suo padre si mise a ridere, cingendole le spalle con un braccio e stringendola al suo fianco. Aveva appena finito di raccontare un aneddoto divertente alle sue due donne e il momento non poteva essere più perfetto.
Però la principessa sapeva di doversene andare, i suoi genitori le avevano tenuto compagnia fino a quel momento, ma c’erano altre persone che attendevano il suo ritorno. Magnolia guardò la figlia e annuì comprensiva, Revis le diede un bacio sulla sommità del capo, lasciandola andare. Selenis li osservò, esprimendo tutta la sua riconoscenza con lo sguardo; poi, i contorni dei mobili della loro vecchia casa iniziarono a sbiadire, finchè non sparirono del tutto.
La ragazza rimase con gli occhi chiusi mentre riprendeva consapevolezza di sé. Avvertiva il cotone delle lenzuola che la coprivano e la morbidezza del cuscino sotto la sua testa, ma non voleva ancora tornare alla realtà. Si beò ancora per qualche istante del calore del braccio di suo padre attorno alle spalle e del profumo fresco di sua madre, e poi aprì gli occhi. Riconobbe quasi subito l’arredamento della stanza nella quale si trovava. Era sicuramente il Leville di Lestallum, non c’erano dubbi. L’abatjour sul comodino era accesa e una poltroncina era stata spostata di fianco al letto. Sulla seduta c’era un libro sull’antica guerra di Eos; Gladio doveva essersi allontanato da poco...
Selenis tornò a fissare il soffitto sopra di lei. In qualche modo erano riusciti a tornare a Lucis, ma questo voleva dire che doveva essere rimasta incosciente per diverso tempo. Sicuramente dovevano essere tutti molto preoccupati per lei…

-    Meglio muoversi – mormorò la ragazza.

Facendo per alzarsi però, successe una cosa strana. Quando la principessa cercò di puntellarsi sui gomiti per tirarsi a sedere, ricadde di peso sul fianco sinistro.
Selenis rimase per un attimo ferma, istupidita da quel movimento involontario del suo corpo.


-    Perché dia.. -

La frase le morì sulle labbra quando lo sguardo le cadde sul motivo di quell’impedimento.
Il braccio sinistro le terminava poco sopra il gomito, dove la pelle stava già assumendo una colorazione più delicata. Selenis fissò il moncherino per qualche secondo, poi appoggiò la fronte sul palmo della mano rimasta e sogghignò.

“ Ma certo ”  pensò.

Barcamenandosi con l’altro braccio, riuscì a mettersi seduta e poi ad alzarsi in piedi. Con cautela si diresse verso lo specchio che faceva parte dell’arredamento e si specchiò. Sembrava in perfetta forma, forse solo un po’ dimagrita, ma in generale il colorito era ottimo. Non le pareva nemmeno che stonasse quell'improvvisa asimmetria. 

-    Per citare qualcuno “Un piccolo sacrificio in battaglia” – si disse.

Lasciò l’immagine di sé stessa allo specchio e aprì la porta della camera. Nel corridoio non c’era anima viva e tutte le porte erano chiuse, tranne una, quella adiacente alla sua. Prompto e Gladio stavano parlando in piedi vicino al tavolino della camera quando lei entrò.

-    Selis! – esclamò il ragazzo biondo.
-    Ehi ragazzi – ebbe il tempo di salutare prima che Gladio la intrappolasse fra le sue braccia.
-    Sei sveglia.. siano ringraziati gli Dei – le sussurrò tra i capelli.

Selenis non aveva mai sentito la voce del ragazzo così incrinata e carica di apprensione.

-    Sono qui – rispose lei prendendogli il viso tra le mani e sorridendo.
-    Avevamo paura che non ti saresti ripresa –

Prompto le si accostò, abbracciandola felice come non mai.

-    Mi conosci, sono una tosta! – replicò la ragazza.
-    Sì, hai ragione – assentì il giovane asciugandosi gli occhi lucidi.
-    Eccomi, scusate se ci ho impiegato così tanto ma…-

Ignis si fermò sull’uscio della camera e aggrottò le sopracciglia castane.

-    Selis? – 
-    Ciao Iggy – lo salutò lei andandogli incontro.

L’amico la strinse con trasporto, commosso anche lui nel saperla sveglia.

-    Come ti senti? – le chiese quando si lasciarono.
-    Bene, le cure che ho ricevuto sono state eccellenti – rispose la ragazza.
-    Per il braccio... ecco.. non abbiamo potuto fare nulla.. – disse Prompto dispiaciuto.
-    Quello non è importante – replicò serenamente Selenis andando a sedersi su una delle poltrone – ma ho bisogno di essere aggiornata su quello che è successo.– aggiunse.
-    Cosa ti ricordi? – domandò Ignis sedendosi sul divano assieme a Gladio.
-    Tutto, o almeno fino a quando non sono svenuta.. Quanto tempo è passato da allora? – disse lei.
-    Fanno dieci giorni con oggi… - rispose l’Amicitia.
-    Dieci giorni.. – sussurrò la ragazza massaggiandosi la fronte.
-    Quando sei tornata ad essere, insomma, te stessa – continuò il ragazzo – il tuo braccio non c’era più.. per fortuna siamo riusciti a cauterizzare la ferita e a fermare l’emorragia in tempo – spiegò con voce ferma a differenza degli occhi, agitati al solo ricordo.
-    Spero di non doverti mai più vedere in quello stato – mormorò Prompto oscurandosi.
-    Mi dispiace, vi ho fatti spaventare davvero moltissimo – si scusò la ragazza – ti prego, vai avanti –
-    Siamo tornati all’hangar e da lì ci siamo diretti verso l’eliporto della Zagnautus – proseguì Gladio – Aranea era riuscita a contattarci – spiegò.
-    Biggs e Wedge? – s’informò Selenis.
-    Sono riusciti a tornare a Tenebrae, sono stati loro ad avvisare Aranea – rispose Ignis.
-    È venuta a prenderci con un’areonave appena in tempo, prima che il cielo di riempisse di deamons – aggiunse Prompto.
-    A bordo c’era il medico che ti ha prestato i primi soccorsi – raccontò Gladio.
-    Credo di doverle la vita allora... – replicò Selenis pensierosa.
-    Aveva intuito che la situazione stava diventando pericolosa e ha caricato tutti i profughi di Tenebrae sulle areonavi.. per cui siamo tornati verso Lucis – disse Ignis.
-    Perché siete venuti a Lestallum? – chiese la ragazza.
-    Per questo.. –

Prompto si avvicinò alle imposte della stanza aprendone una.

-    È notte? – domandò confusa Selenis osservando il cielo scuro fuori dall’hotel.
-    È mezzogiorno – rispose Gladio.

La ragazza si voltò a guardarlo scioccata.

-    È così da quando Noct è sparito..- disse Ignis – Non ha più fatto giorno –
-    Ma.. i deamons? – mormorò la ragazza.
-    Si stanno moltiplicando in modo vertiginoso e ormai sono liberi di scorrazzare dove gli pare e piace – rispose Gladio – Lestallum si sta riempiendo di profughi provenienti da ogni regione, è rimasta l’unica fonte di luce di tutta Eos che io ne sappia – aggiunse appoggiando gli avambracci sulle ginocchia.
-    Dobbiamo davvero solo aspettare? –

Selenis alzò gli occhi che aveva abbassato sulla trama damascata del tappeto, su Prompto.

-    Temo di sì.. Noct deve ottenere il potere del Cristallo per poter epurare questa oscurità.. ma non so dirvi quanto tempo questo gli richiederà  – rispose la ragazza – E Ardyn? –
-    Pare che sia tornato ad Insomnia, a palazzo.. ma da allora non si è più fatto vedere – la informò Ignis.
-    E non penso che lo farà.. non siamo noi ad interessargli - soggiunse la giovane.
-    Credo che allora non ci rimanga altro da fare che attendere – sentenziò Gladio – Te la senti di scendere di sotto? Sono certo che anche gli altri saranno felici di vederti – propose il ragazzo offrendole una mano per alzarsi.
-    Sì, mi farebbe piacere – assentì la principessa accettando l’aiuto offertole – Sono tutti qui? – domandò mentre Gladio le appoggiava sulle spalle la sua giacca di pelle.
-    Cid e Cindy non sono ancora arrivati, quel vecchio testardo non vuole lasciare l’officina e sua nipote di sicuro non lo aiuta a farlo – borbottò Gladio mentre uscivano nel corridoio.
-    Sono convinto che voglia anche lei che si metta al sicuro – intervenne Ignis.
-    La dea di Hammerhead non può lasciare così alla leggera il suo regno – disse Prompto molto seriamente.
-    Il tuo inizia a diventare fanatismo, lo sai? – replicò l’Amicitia.
-    Selis! –

La ragazza distolse l’attenzione dal battibecco dei suoi amici per rivolgerla ad Iris, ferma nell’atrio del Leville assieme a Talcott.

-    Come sono felice di rivedervi – esclamò la principessa mentre la ragazzina l’abbracciava.
-    Eravamo così preoccupati! – disse lei asciugandosi gli occhi.
-    Per fortuna vi siete ripresa Vostra grazia! – soggiunse Talcott.
-    Grazie per esservi presi cura di me – sorrise la ragazza, abbassandosi per guardare negli occhi il bambino, nei quali era evidente la domanda che voleva porle – Tornerà – disse allora Selenis appoggiando la mano sulla testa di Talcott – dobbiamo solo avere fede in lui e aspettarlo, ma ha fatto una promessa e sono certa che la manterrà – affermò.
-    Sì – annuì il bambino con convinzione.
-    È un piacere vederti in piedi –

Selenis si sollevò per salutare la nuova arrivata. Aranea sostava sull’uscio dell’hotel, accompagnata da Biggs e Wedge.

-    E io sono contenta di vedervi sani e salvi – replicò la ragazza andandogli incontro – Eravamo molto preoccupati ad avervi lasciati sul treno – aggiunse rivolgendosi ai due soldati.
-    Abbiamo avuto il nostro bel daffare signorina, ma fortunatamente siamo riusciti a tornare a Tenebrae – rispose Biggs.
-    Dopo tutto siamo gli uomini migliori di Lady Aranea – soggiunse Wedge.
-    Avete perfettamente ragione – assentì la principessa – A tal proposito, vi ringrazio dal più profondo del cuore per quello che avete fatto, vi devo la vita – disse.

I capelli candidi di Selenis scivolarono oltre la sua spalla quando accompagnò le parole con un inchino.

-    Lo abbiamo fatto volentieri – rispose Aranea leggermente imbarazzata –  anche se per il tuo braccio non è stato possibile fare nulla –
-    Va bene così – replicò Selenis – Non sarà di certo un braccio in meno ad impedirmi di fare quello che devo, c’è chi ha perso molto di più – aggiunse con una breve occhiata verso Ignis.
-    È un bene sentirtelo dire, perché la storia è tutt’altro che conclusa – ribattè la donna – E' appena tornata una delle mie navi con a bordo altri profughi; stiamo sorvolando le zone abitate finchè è ancora possibile farlo, alla ricerca di dispersi – raccontò.
-    La situazione sta peggiorando così rapidamente? – domandò la ragazza.
-    Sì, oltre a crescere in numero, i deamons stanno diventando anche più potenti – rispose Aranea – Ma è meglio se vieni a vedere con i tuoi occhi, te la senti? – le chiese.
-    Certo – affermò con sicurezza, guardando i suoi amici che si accodarono a lei e alla militare.

Fuori dal Leville era già più che evidente l’emergenza in cui si trovavano. C’era gente ovunque, che andava avanti e indietro a prestare aiuto, o accampata in attesa di sapere dove potersi sistemare.
Tutti quanti avevano lo stesso sguardo spaesato e confuso, ma allo stesso tempo si poteva respirare quel cameratismo che è solito nascere nelle situazioni di crisi. Non era quindi strano vedere anziani che davano una mano ai più giovani, o ragazzini che si prendevano cura che più piccoli cercando di distrarli.
Un'altra cosa che Selenis notò al suo passaggio, erano le teste che si giravano a guardarla, molte delle quali con uno sguardo di deferenza nei suoi riguardi.


-    Per molti di loro sei l’unica sopravvissuta della famiglia reale –

La principessa si girò a guardare Ignis che procedeva al suo fianco.

-    Giuro che secondo me ci vedi eccome Iggy – rispose la ragazza con un sorriso, prendendolo sotto braccio mentre si dirigevano verso la statale che passava fuori città.
-    Il mio senso di osservazione è rimasto quello di prima, anche se può non sembrare – replicò lui.
-    Credono che Noct sia morto? Non gli avete detto che tornerà? – domandò la giovane.
-    Sì, le voci sono corse rapide, soprattutto quando la gente tende a concentrarsi in un unico posto – rispose il ragazzo – ma non per questo tutti sono convinti che sarà così, lo scetticismo non è una cosa che si può sconfiggere così facilmente – aggiunse.
-    Io non posso prendere il suo posto, lo sai – ribattè la principessa.
-    Non penso che nessuno ti chiederà di farlo, ma non possono smettere di guardarti per quello che sei – replicò Ignis.

Il gruppo, nel frattempo, aveva raggiunto la statale, chiusa con alcune barricate per impedire l’accesso dei deamons troppo audaci.
Aranea li accompagnò fino alla terrazza panoramica e fu lì che Selenis ebbe chiara la situazione.
Nella perenne oscurità che avvolgeva il paesaggio, si potevano vedere le sagome dei deamons che lo affollavano. Sembrava non esserci un singolo lembo di terra che non ne fosse infestato...
La faglia di Cauthless era accerchiata da mostri volanti non bene identificati, mentre interi branchi di piros, con la loro caratteristica luminescenza, scorrazzavano nella valle in mezzo a molti altri deamons.

Alla ragazza tornò in mente la prima volta che era arrivata con i suoi amici a Lestallum: il calore del sole, il vociare allegro della gente, i forti aromi del mercato.. tutto svanito.

-    Come siamo giunti a questo? – mormorò, più a sé stessa che agli altri.
-    Il generale Cor sta radunando tutti i cacciatori della Meldacio, recluta ogni uomo o donna che voglia aiutare – spiegò Gladio – In qualche modo resisteremo – asserì.
-    Dobbiamo resistere – confermò Selenis guardando quel mondo devastato.

***

-    Venite con noi, abbiamo liberato dello spazio nel magazzino del fabbro; potete stare lì per ora –

Selenis osservò Prompto dare indicazioni ad una famiglia con ben quattro bambini. La più piccola stringeva al petto un moguri di pezza, come se questo potesse farle da scudo a tutto quello che stava accadendo. La ragazza afferrò con forza la ringhiera del balcone che dava sulla piazza antistante il Leville.
La follia di Ardyn aveva messo a ferro e fuoco l’intero continente, e anche se ora conosceva la sua storia, ancora non riusciva a capire come la vendetta potesse spingere le persone a tali miserevoli azioni.


-    Ma chi prendo in giro? – si disse sorridendo amara.

Era entrata nei Kingsglave con il solo scopo di vendicarsi della morte del padre; avrebbe ucciso ogni singolo Imperiale che le si fosse parato davanti. Avrebbe messo a ferro e fuoco Gralea come era stato fatto con Insomnia. Avrebbe consumato sé stessa, per potersi sentire appagata. Però non era andata così... per Selenis esisteva un "ma", che Ardyn non aveva mai avuto: i suoi amici.
Se non fosse stato per loro, se non fosse stato per la richiesta accorata di Nyx quella mattina di tanti mesi prima, si sarebbe lasciata travolgere, e forse avrebbe fatto la stessa fine del Cancelliere.. Grazie ai suoi compagni, quei sogni di vendetta si erano dissolti sotto il desiderio di proteggerli.
Persa com'era nei suoi pensieri, Selenis trasalì, sentendosi improvvisamente sfiorare.

-    Scusami, non pensavo di spaventarti –

Gladio le sorrise, affiancandola.

-    No.. è che per un attimo mi è sembrato che mi avessi toccato il braccio – rispose lei – devo solo farci l’abitudine – sospirò.
-    Sei stata fortunata ad avere un maestro d’armi che ti allenato a padroneggiare la scherma con entrambe le mani – disse lui.
-    Lo sono stata molto – assentì lei – per davvero – aggiunse seria.
-    Credevo di impazzire.. - Gladio abbassò lo sguardo per puntarlo sulla piazza sotto di loro - Quando ho visto in che stato eri ridotta, il sangue che perdevi.. per un attimo ho pensato che non mi importava niente del Cristallo, del destino del nostro mondo.. – raccontò stringendosi le mani accavallate sulla ringhiera.
-    Era l’unico modo per salvarvi, lo capisci vero? – mormorò lei.
-    Certo che lo capisco, avrei preso la tua stessa identica decisione.. ma non credo di aver mai avuto così tanta paura in vita mia – replicò grattandosi la barba.
-    Non lascerò mai più il tuo fianco, è una promessa – disse Selenis voltandosi verso di lui.
-    Lo spero proprio... – Gladio le passò un braccio attorno alle spalle e se la strinse la petto – Hai reso piuttosto arduo il compito di proteggere la mia futura sposa – disse dandole una bacio sulla sommità della testa – anche se continuo a pensare che tu lo stia facendo apposta per evitare le nozze – aggiunse con un ghigno.
-    Al contrario, non ho mai voluto così tanto una cosa in vita mia. Piuttosto vedi di non farti uccidere tu prima! – replicò lei tirandosi indietro e arricciando il naso.
-    Vieni qua – sorrise lui scuotendo la testa e chinandosi a baciarla.  
-    Non mi hai mai detto dove hai trovato l’anello che mi hai regalato – osservò la ragazza quando la lasciò libera.
-    Ah, a proposito! – esclamò lui tirando fuori dalla tasca qualcosa – Questo è tuo –

Selenis fissò stupita il proprio anello, quello di sua madre.

-    Pensavo di averlo perso con il braccio! – disse commossa.
-    Era a terra vicino a te, Prompto lo ha raccolto. Volevo dartelo prima ma me ne sono dimenticato.. ho pensato che metterlo al collo sarà più semplice adesso – spiegò, porgendole il gioiello agganciato ad una catenina d’argento.
-    È perfetto, grazie – rispose la principessa indossandolo.
-    Senti qualcosa? –
-    No.. – replicò lei girandoselo tra le dita – E' come quando siamo arrivati a Gralea, sembra che si sia scaricato.. Chissà se mia madre è ancora qui – mormorò assorta, poi si voltò a guardare di verso la piazza.

Una donna era scoppiata a piangere, stretta nell’abbraccio di un ragazzo che poteva essere il fratello. Lui cercava di consolarla, ma si vedeva chiaramente che non trovava le parole adatte, limitandosi a stringerla.
Cosa poteva dirle? Probabilmente avevano perso la casa, la propria terra, e non era escluso che avessero visto morire anche qualche loro caro. L’unica speranza che gli era rimasta, erano delle voci sul presunto ritorno del prescelto, ma nulla di più..


-    Gladio devi farmi un favore – disse d’un tratto la ragazza voltandosi verso di lui – chiama gli altri e chiedi loro di radunare quanta più gente possibile in piazza –
-    Pensavo non volessi prendere il posto di Noct – replicò il ragazzo perplesso.
-    Difatti non ho intenzione di proclamarmi reggente.. ma credo sia mio dovere spendere qualche parola per loro – rispose la principessa tornando ad osservare la piazza.
-    Va bene – assentì allora Gladio, dandole un bacio sulla testa prima di tornare dentro.

Mezz’ora dopo il piazzale principale di Lestallum era letteralmente invaso dalla gente. Le persone si accalcavano all’inizio delle vie laterali e occupavano finestre e i balconi delle case che si affacciavano sullo slargo. Selenis, con il supporto dei suoi amici, si fece largo in mezzo alla ressa.

-    Posso prenderne una in prestito? – domandò, rivolgendosi al gestore del locale e indicando una delle sedie del suo dehor.
-    Ma certo – rispose quello prontamente.
-    Grazie –

La ragazza la spostò e facendosi aiutare ci salì sopra, in modo da riuscire a vedere la gente lì riunita.

-    Scusatemi se ho avuto l’ardire di chiamarvi tutti qui.. – esordì la ragazza.

Qualcuno dal fondo delle fila richiamò al silenzio e questo calò subito sulla piazza.

-    Molti di voi mi conoscono già, per tutti gli altri mi chiamo Selenis e sono la nipote del compianto Re Regis, nonché cugina del nuovo Re di Lucis. – proseguì – Ho voluto essere qui a parlarvi, perché ho visto i sacrifici e l’incertezza che vi stanno affliggendo in questo momento e non potevo restare in silenzio… - disse, cercando di abbracciare quanta più gente possibile con lo sguardo – Anche io, come voi, ho perso la mia casa e delle persone a me care… So che avete bisogno di una guida, di qualcuno che metta ordine in questo caos, ma non posso essere io quella persona –

Queste ultime parole vennero accolte con un brusio di fondo.

-    Questo per un semplice motivo – continuò la ragazza – Non posso sostituire sua Grazia Lunafreya, non sono una sciamana e non sono in grado di epurare, mio malgrado, il male che ci affligge. Non posso neppure sostituire Re Noctis, perché non sono la vostra regina né la prescelta del Cristallo.. – disse – Ma sono una guerriera, una Kingsglave, e in quanto tale vi giuro che proteggerò voi e le vostre famiglie, in modo che non dobbiate soffrire ulteriormente.. Resisteremo, tutti assieme, fino a quanto il Re non sarà tornato, perché lo farà.. e sconfiggerà questa oscurità per sempre. Vi do la mia parola. Quindi, per favore, non abbandonate la speranza… Grazie a tutti voi – concluse chinando il capo.

L’applauso partì dapprima esitante, per poi esplodere. Selenis alzò la testa e sorrise.
Leggeva di nuovo la speranza in quei volti ed era l’unica cosa per lei importante. Certo, ci sarebbero stati altri momenti difficili, ma se la sarebbero cavata come sempre.

“Torna presto Noct” pensò la principessa “ Ti stiamo tutti aspettando…”



Campeggio dell'autrice:

Buonasera ragazzi ^^

So che alcuni di voi erano curiosi di sapere se avrei dato una minima spiegazione di quello che era successo dopo Gralea o se sarei passata direttamente a "10 anni dopo". Spero quindi che sareste soddisfatti della mia scelta! Nonostante io mi sia innamorata di FFXV, il fatto che avessero lasciato questi dieci anni di buio mi ha fatto storcere il naso.. nel senso che Noctis viene assorbito dal Cristallo e bam! Ci si trova direttamente proiettati nel futuro! Mi ha lasciata un pò confusa ^^"
Nel capitolo ho mantenuto la linea originale che avevo adottato, quindi, non essendo ancora uscito Comrades, mi ero immaginata che fosse stata Aranea a salvare i tre ragazzi e che il sole non fosse più sorto dopo che Noctis era stato assorbito.
Selenis ha perso un braccio, beh è poca cosa se si pensa a Ignis, però volevo lasciare qualcosa di evidente della battaglia che ha combattuto. La ragazza ha reso ben chiare le sue intenzioni, non ha il minimo desiderio di prendere il posto di Noctis, ma piuttosto ha deciso di restaurare i Kingsglave e di difendere quello che resta dell'umanità assieme ai suoi amici.
Sperando che abbiate gradito questo capitolo passo a ringraziare tantittimo i Lettori che mi seguono, le Comrades che commentano con particolare menzione a Akiko_2 per essersi aggiunta e per averla inserita sia nelle preferite che nelle seguite ^^
Nel prossimo capitolo faremo il fatidico salto di dieci anni in avanti... cosa sarà successo nel frattempo?

Un abbraccio a tutti voi,
Marta

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Capitolo 42
*** 41. L'ultima sosta ***


41
 

Colline antistanti il molo di Galdin, Regione di Leide, 10 anni dopo.

Un lampo di luce squarciò per un secondo il cielo, illuminando la figura ferma in mezzo ai bassi cespugli di erica. Il deamon che aveva di fronte stramazzò al suolo, dissolvendosi e andando ad aumentare quello strano pulviscolo nero che impregnava l’aria.
L’arma sparì dalla mano del suo proprietario, il quale si asciugò il sudore dalla fronte con la manica sdrucida della giacca, per poi abbassare lo sguardo verso il grosso cane nero che abbaiava ai suoi piedi, incitandolo a proseguire.

-    Cosa sta succedendo? Eh Umbra? –

Noctis Lucis Caelum si guardò attorno per l’ennesima volta.
Ovunque posasse lo sguardo non vedeva altro che deamons. 
Si era risvegliato 
improvvisamente due ore prima in una cella scavata nella pietra, completamente da solo. Una volta passato lo spaesamento iniziale, era uscito all’esterno, scoprendosi sull’isola di Angelgard a sud ovest del molo di Galdin. Ad aspettarlo aveva trovato Umbra, che gli aveva consegnato un messaggio molto semplice: "Vieni ad Hammerhead”.
Così, era salito sullo yacht di suo padre ormeggiato sull’isola, e aveva fatto rotta verso la baia.
Gli era stato chiaro fin da subito che durante la sua assenza doveva essere successo qualcosa. Il cielo aveva un colorito strano, era cupo, con riflessi verdognoli e l’aria era intrisa di quelle strane particelle nere. Senza contare che, quando attraccò a Galdin, il ristorante era completamente in rovina ed invaso dai deamons.
Da lì in avanti era stato un continuo di combattimenti, sembrava che i mostri avessero preso il controllo del mondo intero, e forse non era tanto lontano dalla verità. Doveva essere stato via a lungo… ma quanto a lungo?
I suoi ragionamenti vennero interrotti dal rinnovato abbaiare di Umbra, che cercava di attirare la sua attenzione verso quelli che inequivocabilmente sembravano i fari di una macchina. Il camioncino cominciò a rallentare non appena li vide, accostandosi al bordo della strada.
Noctis, un po’ esitante, si avvicinò al conducente, che risultò essere un ragazzo dai capelli castani sotto un berretto da baseball con il logo dell’officina di Hammerhaed.

-    Sì? – esordì il Re, guardando confuso il giovane che sembrava aver appena visto un fantasma.
-    Sono io, Talcott! – rispose quello – Mio nonno era al servizio della famiglia Amicitia – aggiunse.
-    Talcott?! – esclamò dopo un secondo Noct senza credere alle proprie orecchie.
-    Già – sorrise contento il ragazzo.
-    Non ci credo…- mormorò il Re allibito.
-    Credici! – replicò lui divertito – Ben tornato Vostra Maestà! Sali sù, avanti – lo invitò.

Noctis non se lo fece ripetere due volte, affrettandosi a far il giro dal lato del passeggero. Una volta fatto salire Umbra, lo seguì chiudendo la portiera. Talcott nel frattempo aveva preso il cellulare per telefonare.

-    Sir? È arrivato, esattamente come ci era stato detto – disse al suo interlocutore – Sì, proprio così.. Come? Un attimo – mise in attesa per voltarsi verso Noct – dice che vuole parlarti – aggiunse porgendogli il telefono.
-    Lo faremo di persona – replicò Noct con un sorriso, intuendo già chi ci fosse dall’altro capo.
-    Dice che lo farete di persona – riferì il giovane – Bene, saremo lì tra poco. Capo. – concluse chiudendo la chiamata – Wow… non sai che piacere mi faccia rivederti!! – esclamò dopo aver messo in moto il furgoncino.
-    Anche a me.. certo che sei cambiato parecchio – rispose ancora un po’ scosso il Re.
-    Dici? Beh.. in dieci anni uno cresce – ridacchiò Talcott
-    Dieci anni?! – balbettò scioccato Noctis.
-    Scommetto che quei quattro non crederanno ai loro occhi –
-    Dove sono tutti quanti? –
-    Per la maggior parte del tempo a Lestallum, ma vanno spesso anche ad Hammerhead – rispose Talcott.
-    Perché? –
-    Per Cindy, sai, nell’officina – spiegò il giovane – E' una tosta, ma quando ha bisogno di un po’ di olio di gomito in più gli fa un fischio –
-    Ah – assentì Noctis.
-    Sai? Da quando sei scomparso, Maestà, la notte non è più finita – disse Talcott – A Lestallum c’è ancora luce grazie alla centrale elettrica, così ci siamo rifugiati tutti lì – raccontò.
-    Solo lì? – domandò confuso il Re.
-    Il resto del regno è stato abbandonato. Quando sono arrivati i deamons la gente se n’è dovuta andare – rispose Talcott con voce grave – C’è ancora chi va ad   Hammerhead ogni tanto, ma non per le riparazioni – proseguì – ormai non è più una stazione di servizio, ma un centro di caccia contro i deamons. L’officina però è ancora aperta, una delle poche.. – spiegò.
-    E Cid? È ancora bello arzillo? – s’informò Noctis.
-    Sì, ma non come un tempo. Ultimamente non è più lui – disse Talcott – E' stato il trasferimento a Lestallum, gli avevano consigliato di riaprire l’officina lì, ma non ne ha voluto sapere – raccontò – ha detto che l’idea valeva “quanto un mucchio di sterco di chocobo fumante” e che in un altro posto non sarebbe mai stata la stessa cosa – rise il giovane.
-    È proprio da Cid – assentì il Re con un sorriso.
-    Cindy dice che a lei non pesa, quindi l’officina andrà avanti ancora per un po’. E ora che Cid ha appeso gli arnesi al chiodo, la sua unica distrazione sono i frutti di mare cucinati da Ignis – aggiunse Talcott svoltando il furgoncino in direzione di Hammerhead.

Durante tutto il tragitto l’abbandono citato da Talcott era evidente, così come il gran numero di deamons che si erano sostituiti alla popolazione.

-    Con l’aumento dei deamons Iris ha convinto il generale a continuare a dargli la caccia – proseguì il ragazzo indovinando quello che Noctis stava pensando – Anche lei è diventata una cacciatrice e adesso la chiamano “Iris l’ammazzademoni”. Gladio e gli altri danno una mano quando possono – spiegò – Prompto va a caccia più che altro nei pressi di Hammerhead, vuole far colpo su Cindy, ma lei è troppo presa dal lavoro – rise.
-    E Ignis? – chiese il Re.
-    Anche lui va a caccia. Gli abbiamo detto di smetterla, ma non ci ha dato retta. Non sai quante volte Selenis lo ha sgridato! Ma lui afferma di essere abituato più di noi a stare al buio – rispose Talcott.
-    Non ha ancora recuperato la vista… - mormorò Noctis.
-    Purtroppo no. Va detto però che è molto indipendente. Anche Gladio, Selenis e Prompto vanno a caccia da soli. Ormai è raro vederli tutti assieme – affermò il ragazzo.
-    Davvero? –

Il mondo era cambiato davvero tanto in quei dieci anni… Tutte le informazioni che Talcott gli aveva dato rimbombavano nella sua mente, accavallandosi una sull’altra. Non sapeva dire quale lo avesse lasciato più di stucco, non che avesse importanza ormai.. 

-    Siamo arrivati Maestà! – lo avvisò all’improvviso Talcott – Sono certo che saranno tutti felicissimi di vederti – aggiunse girando dentro Hammerhead.

La stazione di servizio era cambiata come tutto il resto. Un'alta rete metallica la cintava sui lati e un paio di fari alogeni ne illuminavano i dintorni, scoraggiando i deamons dall’avvicinarsi. Erano state costruite anche alcune impalcature che fungevano da torrette di vedetta, mentre tutto il perimetro era pattugliato da uomini armati. La bottega e il ristorante erano ancora aperti, e c’erano diverse roulotte e container per il rifornimento delle armi. Come aveva detto Talcott, ormai non era più una stazione di servizio..
Il ragazzo parcheggiò il furgoncino, permettendo così a Noctis di scendere assieme ad Umbra. Non appena il Re alzò lo sguardo, sorrise.
Gladio, Prompto e Ignis gli si stavano già facendo incontro.


-    Ehi – li salutò il giovane.
-    Dopo tutti questi anni l’unica cosa che sai dire è "ehi"? – lo rimbeccò Gladio dandogli una sonora pacca sulla schiena.

L’Amicitia era pressoché immutato, tranne per il taglio di barba e capelli che ora teneva stretti in un codino sulla nuca.

-    Noct! Sei tu! Sei proprio tu! – esclamò Prompto.

Se Gladio non era cambiato, Prompto lo era ancora meno. Magro e biondo come al solito, si era solamente lasciato crescere uno sparuto pizzetto, probabilmente per far colpo su Cindy e dimostrare un aspetto un po’ più maturo.

-    Bene bene, ci hai fatto aspettare – commentò Ignis, i cui occhiali dalle lenti a specchio nascondevano le vecchie cicatrici.
-    Non per scelta – replicò il Re appoggiando una mano sulla spalla del ragazzo – Abbiamo molto da raccontarci – aggiunse.
-    Puoi dirlo! – affermò Gladio – Ehi! Selis! È arrivato! – esclamò poi, voltandosi verso una delle roulotte.

Noctis, seguì lo sguardo dell'amico, in tempo per vedere comparire sulla soglia la principessa.
Selenis, ora aveva i capelli lisci che le sfioravano le spalle e sul viso lo stesso identico sorriso che Noctis ricordava bene; sorriso che però il ragazzo non riuscì subito a ricambiare, perchè il braccio sinistro di sua cugina terminava poco sopra il gomito.

-    Noct! – esclamò commossa lei, andandogli incontro e abbracciandolo di slancio.
-    Selis.. – la salutò il ragazzo – Per i Sei, cosa ti è successo!? – domandò quando lo lasciò andare.
-    Oh questo? – replicò la ragazza muovendo appena il moncherino – Usare l’anello di mia madre è costato qualcosa, – disse con serenità – ma non stiamo qui a parlare, venite dentro – aggiunse facendo cenno di seguirla dentro la roulotte.

L’interno era ben illuminato, pulito e confortevole. A Noctis rievocò le serate passate con i suoi amici in giro per Lucis, quando, troppo stanchi per raggiungere la città più vicina, si accontentavano dei camper messi a disposizione un po’ ovunque.
Il ragazzo prese posto dietro al tavolino in finto legno accanto a Ignis, e per qualche istante fissò Selenis che, con sorprendente agilità nonostante il braccio mancante, preparava il caffè per tutti.

-    Allora amico, cosa ti è successo dentro quel Cristallo? – esordì Prompto.
-    In realtà ho poco da raccontare – rispose Noctis – Ho incontrato uno dei Siderei, Bahamuth, mi ha spiegato che ero lì per ottenere il potere del Cristallo, il solo a poter sconfiggere Ardyn.. – spiegò il Re – Sono rimasto sospeso in una specie di limbo fino a quando non mi sono svegliato.. non sapevo neppure quanto tempo fosse passato, ma non mi sarei mai immaginato che fossero ben dieci anni – aggiunse.
-    Sei riuscito nel tuo intento quindi – asserì Selenis.
-    Sì – affermò il ragazzo – Per voi questi anni saranno stati ben più ricchi di eventi rispetto ai miei, o sbaglio? –
-    Puoi dirlo.. – assentì Gladio.
-    Forza, raccontatemi tutto –

E così, un po’ per ciascuno, i suoi amici gli spiegarono. Spiegarono di come quel giorno a Gralea, Selenis avesse ottenuto temporaneamente i poteri della madre che in realtà era una dei Siderei, di come fossero arrivati troppo tardi per aiutarlo e di come fossero dovuti fuggire per riuscire a salvare la vita della principessa. Gli dissero di come erano tornati a Lestallum con l’aiuto di Aranea e dei suoi uomini, di come in tutti quegli anni fossero riusciti a organizzarsi per mantenere i deamons lontani dalla città, istituendo un consiglio di cui oltre a loro facevano parte anche Iris, Cor, Cid e Aranea. Infine, di come Ardyn non si fosse più fatto vedere, restando ad aspettarli ad Insomnia, seduto su un trono non suo.

-    Deve essere stata dura per voi.. – commentò Noctis, rimirando il caffè scuro agitarsi pigramente dentro la sua tazza.
-    Non ti mentiremo, è stata dura – rispose Ignis – ma ce la siamo cavata piuttosto bene – aggiunse.
-    E poi sapevamo che prima o poi saresti tornato! – asserì Prompto con un sorriso.
-    Già.. credo sia ora di concludere questa faccenda – affermò il Re.

Selenis osservò il cugino. C’era qualcosa di mutato in lui e non si trattava solo dei capelli più lunghi o della corta barba che gli solcava il volto, il suo sguardo era cambiato… sereno, ma al contempo determinato.

-    Di cosa hai bisogno? – domandò Gladio spostandosi dal viso il solito ciuffo di capelli che non voleva saperne di restare al suo posto.
-    Ho già tutto quello che mi serve – rispose il Re accarezzando distrattamente l’anello dei Lucis.
-    Allora non ci resta altro da fare che dirigerci ad Insomnia e buttare giù quel figlio di puttana dal tuo trono – replicò l’Amicitia.
-    Quando vuoi partire? – gli chiese Prompto.
-    Quando siete pronti –
-    Sono dieci anni che aspettiamo, ormai siamo più che  pronti! – ribattè Selenis – Ho fatto bene a portarmi dietro queste allora – aggiunse, aprendo l’anta dell’armadio e tirandone fuori un abito appeso su una gruccia.

Noctis lo riconobbe subito. Era il completo ufficiale della stirpe reale, creato a modello di quello di suo padre e che avrebbe dovuto indossare per le nozze con Luna.

-    Come avete..? Era assieme a tutta la nostra roba sulla Regalia! – esclamò il Re stupito.
-    Abbiamo fatto ancora una scampagnata a Gralea qualche anno fa e abbiamo recuperato tutto – affermò Ignis.
-    Allora, si va? – disse Prompto.
-    Sì  – assentì Noctis.

Alzandosi, il ragazzo vide una cosa che prima non aveva notato. Nella parete di fondo, dietro la porta d’ingresso della roulotte, c’era un pannello di sughero, o almeno, doveva esserlo visto che era talmente tanto pieno di foto da risultare impossibile riuscire a vedere su cosa fossero affisse.

-    Quelle sono..? –
-    I miei scatti, sì – rispose subito Prompto contento.
-    Gli ho chiesto se poteva svilupparmeli – spiegò Selenis – era un bel modo per ricordare – aggiunse con un sorriso.

Noctis osservò quelle foto e gli occhi gli si inumidirono subito. Riconobbe il primo scatto di loro cinque davanti alla Regalia quando l’avevano fatta riparare da Cid ad Hammerhead, quando Insomnia era ancora a portata di mano. Dopo quello ne seguivano decine e decine di altri, fatti a Lestallum, Cauthless, Caem, Altissia…

-    Iris è davvero cresciuta – commentò il Re guardando una delle ultime foto che ritraeva la ragazza assieme ad Aranea in quella che sembrava una battuta di caccia.
-    È diventata una tosta, come suo fratello – disse ridendo Gladio.

Mentre scorreva gli occhi sulle immagini, l’attenzione di Noctis venne catturata da una in particolare. Ritraeva Gladio e Selenis; il ragazzo teneva sospeso un bambino aggrappato al suo braccio, mentre la principessa stringeva una bambina che rideva di gusto, il Re riusciva quasi a vederle le lacrime. Noctis si voltò verso la cugina con una muta domanda negli occhi. Selenis gli sorrise, mettendo mano alla tasca posteriore dei pantaloni.

-    Mi sarebbe piaciuto farteli conoscere di persona, ma credo che questo non sia possibile – disse allungandogli un’altra foto.

Noctis la prese, gli stessi bambini dello scatto precedente, solo un po’ più grandi, sorridevano all’obiettivo.

-    Questo è Nyx – disse la principessa indicandogli il maschio dai corti capelli castani e dagli occhi chiari – e questa è Luna – aggiunse posando il dito sulla figura della bambina dai capelli bianchi e gli occhi ambrati – sono i tuoi nipoti –

Il Re rimase per qualche istante a guardarli e poi sollevò gli occhi sui due genitori. Gladio aveva passato un braccio attorno alle spalle di Selenis.

-    Quando? – mormorò il ragazzo incredulo.
-    Compiono dieci anni quest’anno, sono gemelli – rispose Gladio – non sai la fatica che abbiamo fatto per convincerli a restare a Lestallum, volevano vederti a tutti i costi –
-    Ho scoperto di essere incinta poco dopo il nostro ritorno da Gralea – raccontò Selenis.
-    Deve essere stata una bella sorpresa – commentò Noctis con un ghigno rivolto all’amico.
-    Puoi dirlo – rise lui.
-    Io sono il preferito di Luna! – intervenne Prompto.
-    Già, quella bambina stravede per il suo padrino – assentì Selenis – tanto quando Nyx pende dalle labbra di Iggy – aggiunse.
-    Un aiuto in cucina mi fa sempre piacere – disse Ignis con un sorriso.
-    È incredibile…- sussurrò Noctis aprendosi in un sorriso – Vi siete sposati? – domandò.
-    No, abbiamo deciso di attenerci al piano originale – rispose Gladio.
-    Lo faremo solo quando saremo tornati a casa – soggiunse Selenis.
-    Capisco.. – assentì il Re riabbassando gli occhi sulla foto dei nipoti – Allora andiamo a riprendercela – asserì.

Meno di un’ora più tardi, i cinque amici erano pronti alla partenza. Il Pick up preso in prestito era stato caricato e ora il Re indossava il suo completo, mentre Selenis e gli altri, l’uniforme ufficiale dei Kingsglave.

-    Quindi è arrivato il momento di salutarci di nuovo – disse Talcott avvicinandosi al gruppo.
-    Credo di sì – rispose Noctis – Sono contento di averti rivisto e di aver potuto tener fede alla mia promessa – aggiunse.
-    Te ne ricordi ancora? – domandò il ragazzo stupito.
-    Certo – affermò il Re.
-    Beh, allora arrivederci vostra maestà – replicò Talcott un po’ commosso, porgendo la mano a Noctis.
-    Arrivederci Talcott, stammi bene – disse il giovane stringendogliela – Ok, sono pronto – aggiunse poi rivolto ai suoi amici.

Quando furono tutti a bordo, Prompto accese il motore e si misero in strada.
I fari della macchina fendevano il buio e i deamons che incautamente restavano troppo vicini. Quel viaggio verso Insomnia sembrava strano, sia per il tempo passato, sia perché essere a bordo di un’altra vettura che non fosse la Regalia non era la stessa cosa.

-    C’è una cosa che non vi ho chiesto – esordì Noctis dopo un po’ – Quando mi sono svegliato ad Angelgard ad aspettarmi c’era Umbra con il messaggio di dirigermi a Hammerhead e lo yacht di mio padre ormeggiato.. Come facevate a sapere dov’ero? – domandò.
-    È stata Luna a dirci dove trovarti – rispose Selenis seduta tra lui e Gladio.

Noctis la guardò stupito per un secondo, prima di realizzare che stava parlando della figlia. Se si fermava a pensare che la sua Luna era morta ormai da dieci anni…

-    Ha anche lei le tue stesse visioni? – chiese il Re, scacciando il pensiero che gli aveva offuscato la mente.
-    Non esattamente… ha più delle sensazioni – disse Gladio.
-    Per sua fortuna.. non augurerei a nessuno quello che succedeva a me – aggiunse  Selenis con una smorfia – Comunque sia, qualche giorno fa è venuta da noi a dirci che saresti tornato ad Angelgard – spiegò.
-    Capisco… e tu? Hai più fatto sogni? – s’informò il ragazzo.
-    No… E' strano, ma dopo l’episodio di Gralea i miei “poteri” sono come spariti – replicò la ragazza – non ho più visto niente, né il mio anello ha dato alcun segno –
-    Dici che tua madre se n’è andata? –
-    Non penso.. credo più che altro che sia in attesa – sorrise lei in risposta.
-    Ragazzi, ci siamo quasi – disse Prompto indicando il cartello che avvisava i viaggiatori di essere alla barriera di Insomnia.
-    Sbaglio o quello strano pulviscolo è aumentato? – fece notare Noctis.
-    Già..- assentì Ignis – a quanto pare più ci si avvicina alla capitale più questa nebbia aumenta – spiegò.
-    È tossica? –
-    Sembrerebbe essere responsabile solo di questa continua oscurità – rispose Ignis – pare che assorba la luce –

Noctis annuì, tornando a guardare fuori dal finestrino. Riconobbe la strada lungo la quale la Regalia li aveva lasciati a piedi, sotto il sole cocente e senza neppure un aiuto da chi passava di lì in auto. Alla fine avevano dovuto spingerla fino all’officina, con Gladio che continuava a inveire contro di lui e Prompto perché non fingessero di dargli una mano.
Il riflesso del Re sorrise, per poi venire assalito dalla nostalgia. Quel sentimento crebbe in lui fino a comprimergli dolorosamente il petto.

-    Noct? Tutto bene? –

La mano di Selenis si posò sulla sua gamba, richiamando l’attenzione del giovane.

-    Sì – rispose lui – Solo… vi sembrerà sciocco.. ma credete che possiamo ancora fermarci a campeggiare, prima di varcare le porte della città? Avrei voglia.. avrei voglia di mangiare assieme a voi davanti al fuoco – disse.
-    Sicuro, perché no? – rispose Ignis.
-    Gladio ha già caricato tutto il necessario, vero grand’uomo? – disse Prompto.
-    Certo – asserì l’Amicitia.
-    Ragazzi… - mormorò Noctis commosso.
-    Credo anche di sapere dove possiamo fermarci – asserì Selenis facendo l’occhiolino.

***

-    Come ti è venuto in mente questo posto? – domandò Gladio.

I cinque amici erano seduti davanti ad un bel falò scoppiettante, con in mano un piatto di zuppa calda cucinata da Ignis. Si trovavano sull’altura vicino all’ingresso della città, quella che avevano raggiunto subito dopo la notizia della caduta di Insomnia, quando erano tornati per sincerarsi della veridicità di quanto gli era stato detto.

-    Il quadro vero? – la anticipò Noctis e la ragazza sorrise – Quello nello studio di mio padre –
-    Quale quadro? – chiese Prompto.
-    C’era un dipinto che ritraeva Re Regis, Cid, Weskam e Clarus con i loro chocobo accampati proprio in questo punto, me ne ero quasi scordato – disse Ignis.
-    Già.. di fianco a quello di Noctis da bambino assieme a suo padre – confermò Selenis.
-    Ah sì, adesso che mi ci fate pensare è vero – esclamò Gladio battendosi il palmo aperto sul ginocchio.
-    Come? Non è giusto! Io non l’ho mai visto! – mugugnò contrariato Prompto.
-    Ti dovrò far fare una visita guidata prima o poi – replicò allora Selenis.
-    Privilegi di voi altolocati – borbottò il ragazzo facendo scoppiare a ridere tutti quanti.

Una folata di vento spazzò l’accampamento, ravvivando le braci e facendo guizzare le lingue di fuoco verso il cielo. Gli ultimi residui di zuppa furono mangiati e i ragazzi rimasero ognuno immerso nei propri pensieri.

-    Selenis? -
-    Sì? – la ragazza guardò il cugino.
-    So che non puoi più suonare la chitarra, ma mi piacerebbe sentirti cantare qualcosa come ai vecchi tempi – rispose il Re.
-    Speravo che me lo avresti chiesto – replicò la principessa con un sorriso.

Era stato duro dover accettare di non poter più suonare, ma aveva potuto insegnare ai suoi figli a farlo, quindi alla fine non le era mancato più del dovuto.


-    Like a small boat on the ocean, sending big waves into motion. Like how a single word can make a heart open. I might only have one match, but I can make an explosion – cominciò a cantare mentre la voce si fondeva con il crepitio del fuoco - This is my fight song, take back my life song, prove I'm alright song. My power's turned on, starting right now I'll be strong. I'll play my fight song and I don't really care if nobody else believes, 'cause I've still got a lot of fight left in me – la sua vita era sempre stata una lotta continua ed era certa che lo fosse stata anche per Noctis - Losing friends and I'm chasing sleep, everybody's worried about me… In too deep, say I'm in too deep. And it's been ten years I miss my home, but there's a fire burning in my bones. Still believe, Yeah, I still believe – cantò alzando lo sguardo su Noctis.

Voleva fargli capire che, nonostante tutti quegli anni di difficoltà, nessuno di loro aveva mai abbandonato la speranza. Se erano arrivati dov’erano arrivati era grazie a lui, alla consapevolezza che sarebbe tornado a porre fine a tutto.
Il ragazzo le sorrise in risposta, con gli occhi leggermente umidi: il messaggio era stato recepito.


-    Non l’avevamo mai sentita neppure noi – commentò Gladio quando Selenis terminò di cantare – ma credo di capire il perché – aggiunse.
-    È bellissima.. – disse Noctis – grazie –
-    Dovresti insegnare anche a me a suonare, così potrei accompagnarti – asserì Prompto.
-    E ti viene in mente solo adesso dopo tutti questi anni? – replicò Selenis con una risata.
-    Perché non aveva ancora pensato di poterla usare come attrattiva per fare colpo su Cindy – affermò Ignis.
-    Cosa?! Non.. non è vero! – protesto il pistolero rosso in volto.
-    Noi cinque intorno al fuoco… Quand’è stata l’ultima volta? – domandò Noctis con un sorriso.
-    Un’eternità fa – rispose Ignis.
-    Sentite… - riprese il Re dopo qualche istante, ma fermandosi quasi subito.

L’aria si fece improvvisamente più tesa.

-    Io…- disse, interrompendosi nuovamente.

La gamba gli si mosse nervosamente e lo sguardo guizzò sul terreno argilloso ai suoi piedi mentre cercava le parole adatte. Era chiaro quanto stesse facendo fatica a mettere insieme quello che doveva dire, e i suoi amici avevano già un vago sospetto.

-    Sputa il rospo – lo esortò alla fine Gladio.
-    È che.. – disse Noctis alzando lo sguardo – Maledizione… perché è così difficile? – mormorò a denti stretti – Io… io so qual è il mio destino – riuscì finalmente a dire – Però… ora che è arrivato il momento… ora che sono qui con voi.. – proseguì con voce incrinata – è più di quello che posso sopportare.. – concluse mentre le prime lacrime gli rigavano il volto.

Nessuno dei suoi amici osò fiatare. Cosa avrebbero potuto dire per alleviare un dolore che stavano provando anche loro? Niente.
Selenis reclinò la testa all’indietro, lasciando che le lacrime le scorressero sul viso mentre osservava il cielo scuro.

-    Sì.. è dannatamente così – asserì Prompto.
-    Ce l’hai fatta a dirlo – disse Gladio asciugandosi gli occhi.
-    Sono contento che tu ce ne abbia parlato.. – mormorò Ignis.
-    C’è una cosa che Luna mi ha chiesto di riferirti..- intervenne Selenis schiarendosi la voce.
-    Cosa? – domandò Noctis.
-    Prima di partire per Hammerhaed mi si è avvicinata e mi ha detto: “Mamma, so che non avrò occasione di vedere lo zio, ma digli questo da parte mia.. digli di non avere paura, che non è mai da solo, mai” –

Selenis si morse il labbro inferiore chinando il capo. Lo sapeva, ancora prima che Luna glielo confermasse. Ciò non toglieva il fatto che non fosse giusto…
Dopo dieci anni.. dieci anni di lontananza, non potevano neppure restare tutti assieme! Le loro strade erano destinate a dividersi ancora una volta e definitivamente per giunta.

La mano di Gladio si appoggiò sulla spalla della ragazza, che finalmente alzò la testa per vedere che Noctis si era tirato in piedi.
Il Re li guardò uno a uno, profondamente commosso.



-    Bè.. che altro aggiungere? – disse con un mezzo sorriso – Voi ragazzi… siete i migliori – asserì.



Campeggio dell'autrice:

Buon sabato a tutti!

Questo capitolo è stato un parto, ma mi è davvero piaciuto scriverlo. Quando devo metterci del mio son sempre contenta, perchè posso esprimermi liberamente e spiegare come io vedo le cose. In questo modo ho avuto occasione di dare un senso a cose che nel gioco mi erano poco chiare, come per esempio il fatto che Noctis si fosse svegliato su Angelgard già con le indicazione di dove andare. Oppure di come diamine fosse possibile che si fossero portati dietro la roba da campeggio mentre si dirigevano verso Insomnia ^^"
Senza contare che ho potuto introdurre la novità dei figli di Selenis e Gladio! Li avevo chiari in testa fin dall'inizio della fic, così come avevo già chiara la fine.
Mi auguro di non essere sembrata troppo melensa inserendo anche una canzone... Solo che quando l'ho sentita su Spotify non ho potuto non metterla, le parole mi piacevano troppo!
Credo che questo sia il momento più drammatico di tutto l'arco narrativo... riscrivere le parole di Noctis nel momento in cui ha confessato ai suoi amici il suo destino è stato straziante. Questa scena durante i titoli di coda del videogioco mi ha dato la mazzata finale ^^"
Io capisco che sia un gioco pieno di lacune nella trama, è vero. Però diamine! Come fa a non piacere una storia del genere proprio non lo capisco!
Ormai mancano solo tre capitoli alla fine di questa storia... due dei quali sono ancora da scrivere perchè ho solo gli abbozzi. Per cui potrebbe volerci un pò più di tempo perchè vengano pubblicati. Nel caso vi chiedo di avere pazienza.
Detto questo passo a ringraziare tutti i Lettori e le Comrades che recensiscono!

A presto!
Marta

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Capitolo 43
*** 42. Ritorno a casa ***


42


-    Se me lo avessero raccontato non gli avrei creduto, ma vederla con i miei occhi è ancora più strano – il commento di Prompto si disperse nell’aria immobile.

I cinque amici avevano varcato il confine della città, percorrendo con il pick up la periferia fino ad arrivare in centro. Lì, avevano dovuto abbandonare il mezzo a qualche chilometro di distanza dal palazzo reale; la battaglia in quella zona era stata piuttosto violenta e le strade piene di aereonavi precipitate e palazzi crollati le avevano rese impraticabili.
Ora, erano fermi in mezzo alla via principale, quella che conduceva direttamente a palazzo e che solitamente era il cuore pulsante della città, piena di macchina in transito e di gente. Adesso invece era deserta, illuminata dalla luce malata dei lampioni e ingombra di macerie e polvere.

-    Casa dolce casa – disse Gladio.
-    Finalmente siamo tornati – assentì il pistolero.
-    Ce ne abbiamo messo di tempo – sospirò Ignis.
-    È così pazzesco e normale al tempo stesso – commentò Selenis camminando a fianco dei suoi compagni.
-    Già… e tra l’altro la strada è interrotta – disse Noctis, guardando quello che restava di un condominio crollato che invadeva la via per tutta la sua larghezza.
-    Che si fa? Lo scaliamo? – domandò Prompto.
-    Forse c’è una via più semplice.. – replicò Ignis – Se non sbaglio c’è una fermata della metro più avanti, se non è andata distrutta possiamo usare il tunnel per passare dall’altra parte – spiegò.
-    Sì, hai ragione – confermò il Re ricordandosi anche lui della stazione – dovrebbe essere in fondo alla strada –
-    Oh, aspettate! –

Selenis si bloccò all’imbocco di una delle tante traverse che intersecavano il corso principale.

-    Cosa succede? – chiese Gladio.
-    Venite! – rispose semplicemente lei, svoltandovi.
-    Ma dove vai? –

I ragazzi la seguirono fin quando non si fermò in quella che, vista la presenza di innumerevoli insegne, sembrava una zona commerciale.

-    Ma qui..? – mormorò Prompto osservando bene la via.
-    Poco più giù c’è il locale dove lavoravo – disse Noctis riconoscendo il luogo.
-    Già.. e la sala giochi dove venivo sempre a pescarti quando bighellonavi con Prompto invece di fare allenamento – aggiunse Gladio.
-    Questo era il caffè dove ci trovavamo – affermò Selenis.
-    Facevano dei dolci incredibili – confermò Ignis.

La ragazza si vedeva con chiarezza, quasi fosse stata una delle sue visioni, mentre si avvicinava al bar e sbirciava dalle grandi finestre per vedere i suoi amici già seduti al tavolo ad aspettarla. Riusciva anche a sentire ancora il profumo di caffè che si mescolava all’aria tiepida della sera quando le porte automatiche si aprivano, lasciando uscire il chiacchiericcio della gente e gli schiamazzi dei ragazzini dalla sala giochi. Ora non c’era più nulla di tutto quello… un’areonave imperiale si era schiantata sulle case, mandando in frantumi vetri e vecchi ricordi. L’insegna del locale pendeva inerme annerita dal fuoco.

-    Proseguiamo – disse Noctis a quel punto tornando indietro.

Selenis accolse con gioia quell’ordine, perché se si fermava a pensare che non sarebbe mai più stato così, che non si sarebbero mai più ritrovati tutti assieme in quel caffè, non avrebbe retto.
Trovarono il tunnel della metropolitana incredibilmente ancora integro, il che permise loro di aggirare l’ostacolo della strada interrotta e di ritrovarsi a qualche decina di metri dal palazzo reale. Il gruppo si avvicinò ai cancelli d’ingresso, che si aprirono docilmente e senza il minimo rumore sotto la spinta di Noctis. Le postazioni delle guardie erano vuote e il viale lastricato che conduceva alla piazzetta antistante l’entrata dell’edificio, era illuminato dai lampioni.
sembrava che fosse tutto rimasto congelato nel tempo. L’acqua delle vasche che decoravano i quattro angoli del piazzale, era fresca e immobile e le finestre del palazzo risultavano tutte accese, dalla prima all’ultima.

-    Dite che ci sta…? – esordì Prompto – Ma perché me lo domando? – sospirò un secondo dopo, guardando verso la scalinata che potava all’ingresso.

Ardyn era lì, in attesa. Il suo viso non era ovviamente stato intaccato dal tempo trascorso, e prima di iniziare a parlare, rivolse loro un sorriso, come se fossero dei vecchi amici che non vedeva da tempo.

-    Ifrit, l’ardente – esordì – A differenza della Glaciale non è molto benevolo con l’umanità, ma vi riserverà comunque un benvenuto caloroso – disse – Io vi aspetto, di sopra – concluse voltandosi.

La sua figura venne ben presto nascosta dal fumo. Alte fiamme, infatti, scaturirono dal nulla, portando assieme a loro un gigantesco trono fatto di pietra intrecciata. Sopra lo scranno sedeva, con espressione annoiata, Ifrit. Il Sidereo come Ramuh e Shiva aveva fattezze umanoidi; la sua figura imponente veniva percorsa da lingue di fuoco, che creavano giochi di luce sul volto senza barba e piuttosto giovane. Dalla fronte partiva poi un palco di corna ramificate, che sembravano formare una sorta di corona sul suo capo.

-    Al riparo, subito! - gridò Selenis quando la prima vampata si diresse verso di loro.

Si lanciarono tutti verso un basamento in pietra lì vicino, alto abbastanza da offrire loro un riparo dal fuoco. Rannicchiati gli uni vicini agli altri, i cinque ragazzi tennero testa all’assalto come poterono. Il caldo era opprimenti, schiacciante, il rumore delle fiamme era spaventoso, tanto da riuscire a soverchiare qualsiasi cosa.

-    E adesso cosa facciamo? - domandò Prompto, dando una rapida occhiata oltre il loro riparo una volta che la vampata scemò – Quello lì sembra aver capito che non ha neppure bisogno di scomodarsi dal suo trono per annientarci… Occhio ne arriva un’altra!! - li avvisò.
-    Dobbiamo comunque proseguire – rispose Noctis alla fine del secondo assalto.
-    Hai un piano? - gli chiese Gladio.
-    Al momento no, improvviseremo – replicò il Re.
-    Per una volta sono d’accordo con questa linea d’azione – rispose Ignis al passaggio di un’altra ondata di fiamme.
-    Selis, sei con noi? -

Noctis si voltò verso la cugina, ma la ragazza, con un vacuo sorriso sulle labbra, stava guardando un punto appena sopra di sé.

- Credo sia di nuovo il nostro turno – disse la principessa.
- Sì -

Con sommo stupore del Re, la risposta era arrivata da una donna, la cui sagoma evanescente sembrava non risentire minimamente del calore attorno a lei.
Aveva un viso delicato e lunghi capelli lisci bianchi come la neve ad adornarle le spalle. Era qualcuno che Noctis aveva già visto, o almeno in foto.

- Zia – disse incredulo.

La donna posò gli occhi su di lui e sorrise.

- Come sei cresciuto Noctis, assomigli in modo impressionante a Regis – rispose Magnolia – Purtroppo il tempo è tiranno e non mi dà l’opportunità di discorrere con te come vorrei – aggiunse – Selis, dobbiamo andare -
- Ehi, aspetta! Andare dove?! - esclamò Gladio, afferrando il polso della fidanzata.
- Stai tranquillo, non mi sto immolando per la causa – rispose lei con delicatezza.
- Non le accadrà nulla – intervenne Magnolia – Nessun sacrificio le verrà richiesto questa volta, abbiamo avuto dieci anni per prepararci, ma Ifrit va fermato – spiegò la Siderea.

Gladio, a quel punto, seppur ancora leggermente reticente, annuì lasciando il polso della ragazza.

- Coraggio – disse la donna porgendo una mano alla figlia.

La giovane guardò brevemente la madre, ben consapevole che non si sarebbero più riviste, e la afferrò.
Un lampo di luce blu costrinse per qualche istanti i quattro amici a chiudere gli occhi. Quando riuscirono ad aprirli nuovamente, davanti a loro Selenis sostava immobile nello stesso punto in cui fino a pochi istanti prima c’era Magnolia. La ragazza aveva i capelli più lunghi, contornati da un alone luminoso al pari della pelle. Il braccio mancante era stato rimpiazzato da un arto fatto di luce solida, percorsa da iscrizione sconosciute.


- Vado avanti io, fra poco dovreste essere in grado di poter uscire anche voi – disse rivolgendosi ai suoi amici.

La ragazza a quel punto aggirò il riparo, dirigendosi tranquillamente in direzione del trono. Ifrit, finalmente si degnò di alzare il capo che teneva pigramente reclinato sul pugno chiuso a sostenerlo. Un sorriso ferino gli dipinse il volto e un muro di fuoco si levò alto nel cielo, così rovente da poter fondere il ferro e chiunque ci si avvicinasse incautamente.

- Come ti ha ridotto? - disse Selenis portando una mano dietro la spalla.

Tra le sue dita comparve l'asta di una freccia, mentre nella mano sinistra un arco. Sempre mantenendo il passo, la ragazza la incoccò, tirando al massimo la corda per poi lasciarla andare. La freccia partì sibilando per andare ad infrangersi contro il muro di fiamme, che sparì all’istante.
L’espressione sul viso di Ifrit cambiò di nuovo, il ghigno sardonico sparì, mentre si alzava dal trono impugnando una gigantesca sciabola.

- Hai deciso di fare sul serio a quanto pare – si limitò a commentare Selenis.

Il Sidereo, con un paio di passi la raggiunse e calò il primo colpo.
La principessa alzò la spada che ora teneva in mano, bloccandolo senza sforzo. In successione, roteò sul posto mirando al fianco dell’avversario, che però si scansò con sorprendente agilità per le sue dimensioni.
Le due spade si incrociarono di nuovo. Questa volta però, l’arma di Ifrit venne avvolta dalle fiamme che, correndo lungo la lama, avvolsero Selenis. Una barriera di cristallo si erse a protezione della ragazza, che impugnato nuovamente il suo arco, scoccò una freccia all’indirizzo del capo di Ifrit. Il Sidereo però, con un balzo all’indietro evitò il colpo, portandosi a distanza di sicurezza.
Il Dio del fuoco si piegò sulle gambe, spiccando un saldo in alto e lanciandosi verso la principessa, ma prima che potesse raggiungerla, una raffica di proiettili lo costrinse a ripararsi il capo, infastidito.

- Che fate?! - esclamò la ragazza vedendo i suoi amici raggiungerla.
- Non ho intenzione di lasciare che la madre dei miei figli combatta da sola – rispose Gladio con lo spadone di traverso sulle spalle.
- Non avremo il potere di un Sidereo, ma siamo ancora in grado di sostenerti – aggiunse Ignis.
- Non lo mettevo in dubbio – replicò Selenis con un sorriso.
- Allora? Come lo sconfiggerai? - domandò Prompto al fianco di Noctis.
- Non posso sconfiggerlo, Ifrit era, ed è fra i più forti tra i Siderei. Non ho il potere di abbatterlo – replicò la principessa.
- Ah -
- Ma hai un piano almeno? - chiese il Re osservando il nemico puntare nuovamente su di loro.
- Certo! - rispose la ragazza – Noi lo terremo occupato finché non sarai pronto ad invocarla -
- Invocare chi? - esclamò Prompto confuso.
- Pensi di farcela? - proseguì Selenis rivolta al cugino.
- Certo – replicò con sicurezza Noctis.
- Allora sbrighiamoci – asserì la ragazza estraendo una nuova freccia dalla faretra – diamogli il tempo necessario – aggiunse.

I quattro amici si fecero incontro ad Ifrit, mentre il loro Re restò da parte come pianificato.
Noctis passò distrattamente le dita sulle superficie elaborata del suo anello. Da quando si era svegliato ad Angelgard sembrava pulsare di energia trattenuta, pareva quasi chiedergli di essere liberata. La sentiva premere contro la pietra lucente incastonata al centro ed irradiarsi lungo il suo braccio.
Fu quindi semplice trovare la via per l’invocazione. Il suo corpo e la sua mente sapevano già come comportarsi, non era più difficile di richiamare le sue armi.

Mentre l’aria iniziava già a farsi più fredda, Noctis osservò i suoi amici combattere.
Sembrava impossibile, ma erano migliori ancora di più. Prompto in particolare, aveva perso quella goffaggine dovuta al suo breve addestramento prima di lasciare la capitale, e nonostante Talcott gli avesse detto che ormai era raro vederli tutti assieme, questo non aveva pregiudicato la loro sintonia.

Accerchiavano il nemico, lo attaccavano, si proteggevano a vicenda come se fossero passati dieci giorni, e non dieci anni.
Il Re chiuse brevemente gli occhi e quando gli riaprì, le iridi brillavano del color pervinca. Al suo fianco, Gentiana procedeva con calma.

- Ragazzi, è ora! Via di qui! - gridò Gladio agli altri.

Il gruppo arretrò, mettendosi al riparo mentre il pavimento si ricopriva di ghiaccio.
Ifrit perse immediatamente l’attenzione che aveva per loro, richiamato da una ben nota presenza. Shiva, nella sua reale forma al fianco di Noctis, richiamò le sue doppelgänger che si misero a danzare in cerchio sopra di loro. Il Dio del fuoco avanzò verso di loro, accecato dall’ira che Ardyn gli aveva installato nel cuore; ma più avanzava e più le sue membra venivano intaccate dal ghiaccio, finchè la tormenta creata da Shiva, non lo mutò in una gigantesca ed immobile statua.
La Siderea a quel punto lasciò il fianco di Noctis, avvicinandosi all'Ardente e con delicatezza gli posò un bacio sulle labbra. Un secondo più tardi, del Dio del fuoco non c’era più alcuna traccia.

- Strano modo per disfarsi del nemico – commentò Gladio mentre il ghiaccio si ritirava nella notte assieme a Shiva.
- Se dovessi uccidermi come lo faresti allora? - replicò Selenis con un’ombra di tristezza nello sguardo.

L’Amicitia rimase interdetto per le parole della ragazza, ma non potè esternare la sua confusione perché la voce della Glaciale risuonò nell’aria.

- O otlecserp alled arcas arteip. Anodir al ecul la odnom -
- Cos’è che ha detto? - domandò Prompto aggrottando le sopracciglia.
- Di riportare la luce nel mondo – tradusse per lui Noctis.
- E’ il prossimo passo – commentò Gladio.
- Andiamo allora – disse Ignis mentre si indirizzavano alla volta dell'ingresso.
- Selis, per quanto puoi tenere quella forma? - chiese Prompto mentre si avvicinavano.
- Per un po' di tempo, ho ancora energie per poter supportare Noctis – replicò la ragazza.
- Iggy, riesci a vederla anche questa volta? - domandò Gladio, ricordandosi di come l'amico fosse riuscito a vedere Magnolia dieci anni prima.
- Solo un vago alone luminoso, ma è comunque rassicurante – rispose il giovane.

Se il ritorno ad Insomnia era stato ricco di emozioni, varcare la porta di palazzo lo fu ancora di più.

- E’ tutto acceso – commentò Prompto guardandosi intorno.
- Si vede che aspetta compagnia – replicò Gladio.
- Aspetta questo momento quanto noi – disse Noctis riferendosi ad Ardyn.

Selenis, rimasta indietro rispetto ai suoi amici, procedeva con calma. I suoi occhi non sapevano dove soffermarsi tanta era l’emozione di rivedere quel luogo.
Si avvicinò alla reception, osservando come fosse rimasto tutto immutato. Sulla superficie del bancone non c’era traccia di polvere, così come non ce n’era sugli altri mobili presenti. Le carte erano ordinatamente sistemate e sopra la copertina scura del registro degli ingressi, c’era ancora una biro, appoggiata lì senza cappuccio. Selenis era sicura che se l’avesse presa in mano per scrivere, quella avrebbe funzionato senza problemi.
Il marmo, che rifletteva la luce delle molteplici lampade, era tirato a lucido e non una lampadina sembrava essersi bruciata. Quel luogo sembrava sospeso nel tempo, come se un incantesimo lo avesse preservato da tutti quegli anni di abbandono. L’unica nota stonata era la totale assenza di qualsivoglia rumore. Il palazzo era da sempre un luogo affollato e pieno di vita; vederlo in quello stato creava una sorta di angoscia, che solo chi lo aveva vissuto dieci anni prima poteva sentire.
Selenis chiuse gli occhi sopraffatta dai ricordi.


- E’ davvero tutto come allora? -

La principessa riaprì le palpebre, voltandosi verso Ignis comparso al suo fianco.

- Sì… ma è molto meglio l’immagine di cui conservi il ricordo – rispose lei.
- Capisco -
- Iggy? -
- Mh? -
- E’ dura.. più di quanto avessi immaginato – disse la ragazza.
- Lo so… è lo stesso per me – replicò il ragazzo in un sussurro.
- Allora? Proseguiamo? L’ascensore funziona a quanto pare! -

Entrambi i ragazzi si voltarono verso i loro amici, fermi all’imbocco del corridoio che portava all’elevatore.

- Certo – rispose Selenis.

La salita fino all’ultimo piano del palazzo fu incredibilmente rapida, molto più di come si ricordassero. Percorsi infine un paio di corridoi, il gruppo arrivò nella stanza antecedente la sala del trono, dove solitamente gli ospiti erano invitati ad aspettare in attesa di avere udienza dal Re.

- Vi ricordare com’eravamo nervosi davanti a Re Regis il giorno della partenza? - domandò Gladio con nostalgia.
- Già.. è stata l’ultima volta che entrammo qui – assentì Ignis.
- Permisero perfino a me di entrare – disse Prompto.
- Sembra una vita fa – commentò Noctis.
- Questa stanza ti fa lo stesso effetto di quanto eri bambino? - domandò Selenis al cugino.
- Da bambino la odiavo – rispose il Re.
- Davvero? E perché? - chiese curioso Prompto.
- Quando venivamo qui, mio padre si faceva sempre serio -
- Probabilmente si ricordava del destino che attendeva suo figlio – disse Ignis.
- E ora eccoci qui, come annunciato dalla profezia -

Selenis allungò una mano verso la porta della sala del trono. Le dita affusolate e rese opalescenti dal potere di Magnolia, sfiorarono il legno scuro.

- Andiamo? - chiese infine, facendosi da parte.
- Sì – affermò Noctis, afferrando i battenti della porta ed aprendola.

La scena che li accolse all’interno era raccapricciante. Il lato sinistro della sala del trono era crollato, lasciando intravedere l’oscurità della notte, ma non era quello ad attirare l’attenzione... bensì i grotteschi manichini appesi al soffitto da spesse catene di ferro.

- Ma quelli sono… - mormorò Prompto scioccato.

In fila c’erano le figure appartenute inequivocabilmente all’Imperatore Adolas, Re Regis, Luna e.. Nyx. I loro corpi penzolavano inerti gli uni vicini agli altri.
Selenis si portò una mano alla bocca, mentre lacrime di rabbia e sdegno le facevano bruciare gli occhi.

Alle spalle del pessimo teatrino, Ardyn sedeva comodamente sul trono, all’ombra del Cristallo che lo sovrastava.

- Temo che la fortuna non vi arrida – esordì l’uomo – Sei qui per il trono? Ma è uno solo... – ridacchiò rivolgendosi a Noctis.
- Giù dal mio trono buffone, il Re si siede lì – replicò.

Ardyn a quel punto si alzò, appoggiando la suola della scarpa sulla seduta in broccato del trono.

- Oh Noct.. quando ho atteso questo momento.. più a lungo di quanto tu possa immaginare – asserì – Finalmente questa notte segnerà la fine della tua stirpe – sorrise.
- Quanto odio.. - commentò Prompto a denti stretti
- Ardyn è sul trono? - domandò Ignis.
- Non per molto – replicò Noctis – presto sarà mio -

Alla frase del Re, Ardyn fece la sua prima mossa. Protese una mano verso di loro, dalla quale scaturirono tre fiammelle nere. Queste si diressero a tutta velocità verso il gruppo, che non ebbe il tempo di reagire. Prompto, Gladio ed Ignis crollarono a terra con un lamento soffocato.

- Ragazzi! - gridò Selenis, inginocchiandosi vicino a loro.
- Cosa gli hai fatto? - esclamò furente Noctis.
- Loro non c’entrano nella battaglia dei Re – si limitò a replicare Ardyn prima di scomparire.
- Stanno bene..- sospirò sollevata la principessa dopo aver controllato che respirassero ancora – Li ha solo messi Ko -
- Ora basta.. - mormorò Noctis – è ora di finirla per davvero. Prenditi cura di loro Selis – aggiunse, dirigendosi verso la scalinata che portava al trono.
- Appena saranno al sicuro ti raggiungerò – rispose la ragazza osservando sparire i corpi appesi.
- A dopo allora – il Re le rivolse un breve sorriso per poi sparire in una scia di cristalli iridescenti.

Selenis tornò ad occuparsi dei suoi amici. Dovevano aspettarselo che Ardyn non gli avrebbe permesso di combattere assieme a Noctis. Per lui era una questione privata e da risolvere fra Lucis, ma non appena si fosse sincerata che i tre ragazzi svenuti non corressero pericoli, lo avrebbe raggiunto.. che ad Ardyn piacesse o meno. Mentre era china su Gladio, un’ombra catturò però la sua attenzione. La principessa sollevò la testa di scatto e lo vide, appena in tempo prima che sparisse nella sala d’attesa.
Le erano bastati quei pochi secondi per riconoscerlo, mai avrebbe potuto dimenticarlo…
La ragazza abbassò di nuovo lo sguardo sul suo compagno e gli accarezzò delicatamente la fronte.

- Tornerò – mormorò prima di alzarsi ed uscire dalla stanza.

Noctis se la sarebbe dovuto cavare da solo.



Campeggio dell'autrice:

Buon sabato bella gente!

E' davvero giunta la resa dei conti e ormai mancano solo un paio di capitoli alla conclusione di questa storia (sigh).
Il ritorno ad Insomnia è stato sicuramente scioccante per i ragazzi; avevano lasciato una città piena di vita per ritrovarla distrutta e spoglia. I ricordi dei momenti passati in allegria alla capitale fanno i conti con la dura realtà e per ognuno di loro è dura da accettare.
Selenis si avvale per l'ultima volta del potere di sua madre per dare battaglia ad Ifrit; non me ne voglia Bahamuth se non l'ho fatto scendere in campo, ma sarebbe stata troppa carne al fuoco ^^" La frase che la principessa rivolge a Gladio quando gli dice "se dovvessi uccidermi, come lo faresti allora?", si riferisce ovviamente al legame sentimentale che unisce Ifrit a Shiva e di cui lei a conoscenza perchè condivide i ricordi della madre.
Ora tocca a Noctis fronteggiare il nemico mentre Selenis.... chi avrà visto? Sono aperte le scommesse!!
Il prossimo capitolo (come vi avevo già detto la volta scorsa) potrebbe non uscire con la consueta regolarità, in quanto devo scriverlo dall'inizio visto che ho solo pronta la traccia e basta; vi chiedo di portare pazienza!
Grazie a tutti i Lettori giunti a questo rush finale e alle mie Comrades con le loro recensioni!

A presto,
Marta

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Capitolo 44
*** 43. L'ultima battaglia ***


43
 

Selenis gettò un’ultima occhiata ai suoi amici distesi a terra e poi si voltò.
La sala d’attesa era esattamente come prima, ma l’aria che vi si respirava era diventata stranamente pesante. I tacchi degli stivali da Kingslave risuonarono sul marmo, mentre si indirizzava verso il lungo corridoio di destra dove l’ombra l’attendeva. Non appena lo imboccò quella si mosse, procedendo e scomparendo alla sua vista. La principessa non si allarmò, mantenendo lo stesso passo; d’altronde non aveva alcuna fretta, aveva perfettamente capito dove si stesse dirigendo.
Per un riflesso incondizionato, accarezzò con le dita luminescenti l’anello di fidanzamento di Gladio. Sicuramente il ragazzo avrebbe disapprovato quella sua iniziativa, ma non era una cosa che poteva lasciar correre, e sicuramente Ardyn non glielo avrebbe comunque permesso. Quella era una sua trappola, il suo modo per tenerla occupata mentre si confrontava con Noctis. Dopotutto lo aveva detto chiaro e tondo: "nessuna intromissione nello scontro fra Re".
Selenis superò la gran placca d’argento che introduceva alla stanza successiva, e ne varcò la soglia.
La sala da ricevimento del palazzo reale di Insomnia la accolse, sfavillante com’era sempre stata.
Era un grande salone ad anello, che occupava tutto il piano. Le pareti esterne, completamente di vetro, davano sul belvedere della metropoli.
Selenis ricordava perfettamente quanto fosse magnifico il tramonto visto da lì, quando le nuvole si incendiavano d’oro, facendo quasi a pugni con il cielo amaranto.
Il centro della stanza era occupato da un sontuoso acquario che conteneva pesci provenienti da ogni mare conosciuto a Lucis. Noctis lo adorava, e forse era uno dei motivi che lo aveva spinto a fare della pesca il suo sport preferito. Le creature all’interno, alcune di dimensioni mastodontiche, nuotavano pigramente, intoccate come il resto del palazzo dallo scorrere del tempo.

Infine, la sala sfociava tramite due grandi porte finestre, in un ampio terrazzo che si estendeva in lunghezza verso una delle torrette che facevano parte dell’architettura dell’edificio. Doveva essersi svolta lì la festa per la firma del trattato di pace, ed era lì davanti alle porte chiuse, che lui la aspettava.
Vestito della sua armatura scintillante, il generale Glauca sostava immobile con entrambe le mani posate sull’elsa dell’enorme spada dai profili rossi che si portava dietro, la stessa che aveva ucciso suo padre.
Dalle fessure dell’usbergo colava lentamente un liquido nero, che ben faceva capire cosa ne fosse stato del vecchio Drautos. Ardyn lo aveva tenuto in serbo per lei.. su questo c’erano pochi dubbi.

- Sei tornato a tormentarmi? – esordì la ragazza al suo indirizzo – Bene, facciamola finita! - esclamò poi, scoccando la prima freccia che diede il via allo scontro.

Il suo nemico si mosse, quel che bastava per sollevare la spada e deviare il colpo. La freccia luminosa sparì in una miriade di frammenti blu.
Selenis non si fece intimidire dal fatto che, nonostante i poteri da siderea, avesse annullato così facilmente il suo attacco, ma armatasi di spada gli si fece incontro correndo. Il primo impatto tra le due lame creò uno scoppio di scintille che accesero l'armatura del Generale di riflessi dorati.

- Sei soddisfatto? - ringhiò Selenis, ruotando su sé stessa per un secondo affondo – Era questo che desideravi quando hai tradito la tua patria? Hai visto com’è ridotta? -

Il nemico parò il suo assalto, rispondendovi con precisione e incredibile potenza. Quando calò un fendente dall’alto, Selenis dovette usare entrambe le mani sul piatto della spada per riuscire a bloccarlo.

- Perchè tutto questo...? - mormorò.

Era ovvio che ciò che rimaneva di Drautos non potesse neppure capirla, ma la principessa aveva bisogno di chiederglielo, perchè era una domanda che l'aveva tormentata per molti anni dopo la morte di suo padre e quella di Nyx.
Selenis si scansò di lato, facendo così perdere leggermente l’equilibrio all’avversario; poi, ruotando su sé stessa lo superò, tendendo con rapidità una freccia e scoccandola mentre Drautos si voltava.
La punta centrò il bersaglio, trapassandolo all’altezza del collo. Con stupore di Selenis però, l’uomo la afferrò per l’asta, estraendola dalla carne con una spruzzata di sangue color pece e spezzandola in una miriade di frammenti. Nello stesso istante, un montante la sorprese dal basso.
La principessa fece un salto indietro per evitarlo, ma non riuscì a fare altrettanto con il calcio che la centrò al fianco.
Il dolore si irradiò fino al viso, mentre riusciva a mantenere a malapena una posizione eretta e a scansarsi per evitare uno sgualembro indirizzato alla spalla.
Selenis si portò a distanza di sicurezza e rivolse un mezzo sorriso al suo riflesso sui grandi vetri.
Il potere di sua madre si stava affievolendo… il combattimento con Ifrit aveva consumato gran parte della sua energia, e questo scontro non era sicuramente da meno in quanto a difficoltà. Il suo avversario non era più umano, e il vantaggio che ne derivava era evidente.
Con un ruggito, Selenis gli si fece di nuovo addosso. Tra i due oppositori iniziò una serrata danza di spade, ma per quante ferite la giovane riuscisse ad aprire sulla corazza dell’avversario, questo non dava segni di cedimento o di stanchezza. A differenza di lei.
Il piatto della lama di Drautos, alla fine la centrò alla gamba sinistra, che scricchiolò in modo preoccupante mentre il ginocchio le cedeva. Selenis fu costretta a rotolare a terra per evitare l’affondo di punta che altrimenti avrebbe messo immediatamente fine allo scontro. Più rapida che potè, si tirò poi in piedi, ma il colpo successivo le fece volare via l’arma dalla mano, visto che ormai gliene era rimasta una sola. Il tempo a disposizione era finito…
L’anello di sua madre rotolò per terra e la pietra incastonatavi si ruppe in mille schegge opalescenti.

Drautos torreggiava ormai su di lei quando, impugnato il Kukri, gli si lanciò ancora una volta contro in un disperato tentativo di contrattacco.
L'assalto fu però parato con estrema facilità dall'uomo, il quale rispose con un fendente del suo spadone. Selenis riuscì ad invocare all'ultimo secondo una barriera tremolante, che si ruppe in mille pezzi come se fosse stata di vetro.
La principessa fu sbalzata via dall’incredibile potenza del colpo,finendo contro l’acquario alle sue spalle. Dal punto dell'impatto si diramò una ragnatela di crepe sul vetro, mentre lei scivolava inerte lungo di esso per accasciarsi a terra sul fianco.
Selenis sbattè le palpebre per cercare di disappannare la vista, mentre le orecchie le fischiavano e il dolore la sommergeva ad ondate.

Drautos sostava a qualche metro da lei senza accennare ad avvicinarsi, non aveva alcun bisogno di precipitarsi a finirla, sapeva che era solo questione di tempo, che lo scontro era ormai deciso.
La principessa cercò di alzarsi, afferrando il bordo della vasca dietro di lei, ma scivolò, rovinando di nuovo a terra ansimante di dolore. Senza darsi per vinta ci riprovò; questa volta riuscì quasi a mettersi in piedi, ma le gambe presero a tremarle incontrollabilmente minacciando di cedere. Sarebbe caduta nuovamente, se qualcuno non l’avesse sostenuta per il braccio.
Con la coda dell’occhio, Selenis vide una testa castana e una lunga treccina decorata da un paio di elastici colorati. Il profumo di cuoio e acciaio le riempì le narici.

- Ti arrendi di già? Forza Chocobo girl, pensavo fossi più forte di così! -

Selenis sorrise e con fatica si rimise in piedi. Non si voltò a guardare dietro di sé; avvertiva la presenza di Nyx ma era sicura che se si fosse girata, lui sarebbe scomparso. Non faceva più parte di quel mondo ormai.
Drautos non si era scomposto, era sempre fermo nello stesso punto, davanti alle ampie vetrate ad attenderla.

- Giochiamocela – ansimò la ragazza.

Selenis tirò un lungo sospiro chiudendo gli occhi, e quando gli riaprì partì alla carica.
Lanciò il kukri all’indirizzo del nemico, che ovviamente lo parò senza problemi, ma Drautos non aveva preso in considerazione che la sua avversaria potesse ancora proiettarsi... Selenis si lanciò contro di lui con tutta la forza che ancora aveva.
L’impatto fece perdere l’equilibrio all’uomo, che cadde indietro di peso.
Il vetro alle sue spalle esplose in mille pezzi quando ci finirono contro.
Mentre ruzzolavano, la principessa allungò una mano, appena in tempo per afferrare l’intarsio a forma di aquila che decorava il cornicione con cui il tratto di terrazza terminava. Selenis rimase appesa nel vuoto con l’unica mano che aveva, mentre il suo avversario le afferrava una caviglia.

La ragazza cercò di prenderlo a calci per fargli lasciare la presa, ma Drautos restava saldamente ancorato a lei. L’uomo non si dibatteva; come prima sapeva che bastava avere pazienza, che prima o poi la ragazza avrebbe ceduto.
Selenis strinse i denti, mentre lacrime di frustrazione le pungevano gli angoli degli occhi. I muscoli del braccio erano tirati fino allo spasimo e le dita intorpidite cominciavano a cedere. Il peso del generale era troppo da poter sopportare... ma all’ultimo secondo, proprio quando la presa della ragazza venne a mancare, altre mani arrivarono in suo soccorso.

- Selis! -
- Resisti! -

Ignis e Gladio, sporgendosi dal cornicione, afferrarono il braccio della principessa, impedendole così di cadere.

- Prompto! Ora! - gridò Ignis.

Nell’aria risuonò un potente sparo, mentre il colpo partito dal fucile di precisione del pistolero centrava Drautos alla fronte.
La presa sulla caviglia della principessa venne a mancare all'improvviso, e l’uomo precipitò senza un lamento nell’oscurità della notte.
 

- Adesso ti tiriamo su – disse Gladio, issando la ragazza con l’aiuto di Ignis.

Selenis finalmente fu di nuovo al sicuro.
Ora che l’adrenalina iniziava a calare, il dolore e lo spavento cominciavano a farsi sentire, e la ragazza si lasciò andare contro il petto di Gladio. Il cuore sembrava minacciarla di scoppiarle nel petto e nelle orecchie sentiva un fastidioso ronzio.

- Non… non riesc.. o a respira.. re – rantolò colta da un attacco di panico.
- Selis -

La voce pacata di Ignis fece sollevare il viso alla ragazza che, sempre sostenendosi alle braccia del fidanzato, si voltò a guardare l’amico.

- Bevi questa, starai subito meglio. E' finita. – le disse il giovane con tono calmo porgendole una pozione.

La principessa allungò una mano per afferrare la boccetta, ma le tremava talmente tanto, da rischiare di rovesciarla tutta per terra. Fu Gladio a prenderla e ad aiutarla a portarsela alle labbra.
Il liquido fresco della pozione le scese in gola, e quasi istantaneamente il dolore iniziò a scemare, per restare l’ombra di quello che era.

- Grazie..- mormorò, riuscendo finalmente a stare in piedi e a parlare.
- Meno male che non dovevi immolarti questa volta -

Il tono di Gladio voleva essere scherzoso, ma non riuscì completamente a nascondere la rabbia e l’apprensione provata.

- Vi chiedo scusa… Quando Noctis ha seguito Ardyn, il Generale Glauca è comparso improvvisamente; era chiaro che stesse cercando me – spiegò la principessa – se non lo avessi seguito vi avrei messi in pericolo -
- Per fortuna siamo arrivati in tempo – sospirò sollevato Prompto.
- Ma il generale..? -
- Non era più umano.. come Ravus – rispose la ragazza.
- Il tuo anello? - chiese Gladio.
- Distrutto, ha esaurito il suo compito – replicò Selenis – ora ci dobbiamo solo preoccupare di Noct – aggiunse.
- Raggiungiamolo allora -

Il gruppo fece la strada inversa, ritornando al corridoio dove si trovava l’ascensore. Una volta che lo ebbero preso, scesero fino all’ingresso e una volta lì, uscirono nel piazzale. Fuori aveva iniziato a piovere; le gocce increspavano l’acqua delle vasche che ornavano la piazza e rendevano lucida la pietra della grande scalinata.
In fondo ad essa, Noctis li aspettava portando addosso i segni della recente battaglia.


- Noct!! - esclamò Prompto mentre gli si avvicinavano.
- Per fortuna state bene – replicò il Re accogliendoli.
- Ardyn? - domandò Ignis.
- Mi sono battuto con lui e per ora sembra che io sia in vantaggio – rispose Noctis.
- Ma? - anticipò per lui Gladio.
- Ma devo finirlo una volta per tutte.. e per farlo avrò bisogno del potere dei Re, di tutti loro – disse il ragazzo.
- Quindi questo è un addio -

Selenis trasalì alle parole pronunciate da Ignis, scoprendosi improvvisamente impreparata a sentirle. Le sembrò che il dolore patito nello scontro con Drautos fosse nulla in confronto a quello che stava provando in quel momento, a quella morsa che le stava stritolando il cuore.

- Già, ci siamo – assentì semplicemente Noctis.
- Contiamo su di te – gli disse Gladio.

Il loro Re annuì, voltandosi a salire l’ampia scalinata di ingresso.

- Non si torna indietro adesso...- mormorò Prompto con cordoglio.

Selenis restò ad osservare la schiena di Noctis resa umida dalla pioggia, con un tumulto nell’animo che non avrebbe saputo descrivere. Stava per rincorrere il ragazzo quando questo si voltò.

- Prompto, Gladio, Ignis… Selis. Lascio il resto a voi. Camminate a testa alta, amici miei – disse guardandoli ad uno ad uno.
- Buona fortuna.. e fai attenzione – rispose Ignis – Vostra Altezza -

Il ragazzo si portò il pugno al cuore, inchinandosi imitato dai suoi amici.
Selenis guardò negli occhi il cugino. Avrebbe voluto corrergli incontro per abbracciarlo, ma sapeva che così avrebbe reso il compito che lo attendeva ancora più difficile. Noctis sembrò capire, perché le sorrise annuendo. Selenis quindi si limitò a portare il pugno al petto.

- Per il cuore e per la patria – disse, inchinandosi a sua volta.
- E’ giunto il momento – asserì Noctis prima di riprendere a salire la scalinata.

A quel punto un rumore sinistro iniziò a levarsi alle spalle dei quattro giovani rimasti.

- Iniziamo con l’artiglieria pesante eh? - commentò Gladio, osservando i Gargantua cominciare a comparire al fondo della piazza.
- Ti aspettavi un gruppo di docili Smilodonti arrivati a questo punto? - disse sarcastica Selenis affiancandolo.
- Mi sarei offeso in quel caso – replicò l’Amicitia.
- Sono certo che ce la faremo – disse Ignis.
- Siamo le guardie del corpo di Noct, questo è ovvio – asserì Prompto.

In realtà nessuno di loro si aspettava di uscirne indenne, ma le prove che avevano superato erano state innumerevoli; assieme avevano patito gioie e dolori, e anche adesso, nel momento della resa dei conti, anche se non ce l’avrebbero fatta, sarebbero stati assieme.
Erano una famiglia dopotutto, e poco importava se non avessero dei legami di sangue, la loro amicizia era più che sufficiente. Il sostenersi, il guardarsi le spalle a vicenda, non era mai stato un dovere per loro, neppure all’inizio. Non appena le loro vite si erano intrecciate, era stato chiaro che sarebbero arrivati fin lì tutti assieme, uniti, come lo erano sempre stati anche nei momenti più bui e più difficili.

- Si va? - ruppe il silenzio Ignis.
- Sì -

I quattro ragazzi impugnarono ognuno le proprie armi e mossero il primo passo verso la schiera di deamons che si era formata. La moltitudine di Gargantua era impressionante, la loro mole riempiva l’orizzonte, così come le loro grida l’aria; ma questo non gli impedì di svanire all'improvviso come neve al sole.
Il silenzio tornò nella piazza deserta, appena spazzata da un leggero e caldo venticello.

- Cosa sta succedendo? - mormorò Gladio attonito.
- Ragazzi!!! Guardate!!! - esclamò Prompto puntando l’indice verso il cielo ad est, esattamente di fronte a loro.

La linea dell’orizzonte venne interrotta da una sottile linea luminosa. Il cielo venne squarciato e con esso l’oscurità che durava da dieci lunghi anni.

- Sta facendo giorno! Sta davvero facendo giorno! - disse il ragazzo biondo strattonando Gladio per un braccio – Selen.. - Prompto interruppe la frase quando si voltò.

La sua amica non stava affatto guardando l’alba che finalmente rifaceva capolino nel mondo, ma era voltata di spalle, verso il palazzo reale. Il capo reclinato a guardarne la sommità e i corti capelli nivei, accessi dei riflessi d’oro del sole.
Selenis osservava la luce far scintillare i vetri dell’edificio, ridonandogli lo splendore di un tempo.

- Noct ce l’ha fatta...- mormorò – Noct… - il resto delle parole le morì sulle labbra mentre le prime lacrime le scorrevano sulla pelle.

Noct non c’era più. La profezia si era avverata, il prescelto aveva riportato la luce nel mondo; gliel’aveva lasciata in eredità.
La principessa allungò una mano dietro di sè e se la sentì stringere.

- Ignis.. lui.. - singhiozzò.
- Lo so – mormorò il giovane.

La luce era tornata su Eos, ma qualcosa di altrettanto prezioso era sparito per sempre.

- Addio Noct - sussurrò la ragazza - e grazie... -


Campeggio dell'autrice:

Ormai siamo al penultimo capitol e il confronto finale è arrivato!
Non volevo stravolgere la trama e quindi ho preferito che fosse solo Noctis a vedersela con Ardyn, per Selenis mi sono inventata qualcosa di nuovo. E perchè non utilizzare Glauca a tal scopo? Dopotutto è stata una figura che ha tormentato la principessa per anni, e mi sembrava giusto darle il confronto che meritava. Purtroppo il mio scoglio più grande sono le scene di combattimento =/ Ho cercato di rendere lo scontro più chiaro possibile e mi scuso fin da ora se invece è risultato confuso ^^" Sono felice di aver potuto usare ancora Nyx; è un personaggio che mi piace tantissimo e non mi stancherò mai di dirlo! Tra l'altro la frase che lui pronuncia è presa dal primo capitolo della saga di Kingdom Hearts ^^ Forse qualcuno di voi l'ha riconosciuta. Proprio oggi, tra l'altro, è stato rilasciato il trailer del terzo capitolo che dovrebbe uscire quest'anno. Spero con tutto il cuore che al D23 lo confermino perchè sono dieci anni che lo aspetto ç_ç.
Questo capitolo è stato complicato, sopratutto a livello emozionale. E' un passaggio molto delicato, essendo l'ultimo saluto dei cinque amici e spero di avergli reso giustizia. Alcuni sostengono che in realtà anche Ignis, Gladio e Prompto sono morti nello scontro finale, ma io non ero di questo parere e ho preferito mantenere questa linea. Detto ciò non rimane che darvi l'appuntamento all'epilogo, ma per ora posso ancora ringraziare 
una volta tutti i Lettori, le mie recensiste le Comrades e FFDisk per averla aggiunta sia alle preferite che alle seguite! Un grazie particolare poi a Sarah Bailee Cornwell che ha segnalato Something Wild per le storie scelte del fandom <3

Arrivederci a presto ragazzi!
Baci,
Marta

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Capitolo 45
*** 44. Epilogo ***


44


Insomnia, Palazzo reale, un anno e mezzo dopo.

- Nyx, Luna! Non correte così! Finirete per farvi male! -
- Sì mamma! -
- Per l’amor del cielo… - sospirò Selenis.
- Mi ricordano incredibilmente qualcuno – asserì Ignis trattenendo un sorriso.
- Io l’ho sempre detto che hanno preso dalla mamma – soggiunse Gladio.
- Non mi pare che tu fossi più tranquillo – replicò Iris.
- Comunque non c’è da aver paura, ormai quest’ala è sicura – disse Prompto.

Il gruppo procedeva lungo il corridoio principale della sezione est del palazzo reale, quella più colpita dall’attacco alla capitale di quasi dodici anni prima. Il corridoio che stavano percorrendo ne era una prova tangibile; le pareti crollate facevano a gara con le macerie, che ora erano state diligentemente sistemate in mucchi.

- Non è la struttura a farmi paura – ribattè Selenis costringendosi a non serrare gli occhi mentre i due bambini superavano a rotta di collo le radici di un albero che aveva trovato la sua nuova casa nell’edificio.
- Mi sembra che i lavori procedano in fretta – constatò Iris, gettandosi dietro la spalla la lunga treccia di capelli corvini.
- E’ grazie alla gente di Lucis se stiamo facendo così in fretta – disse Ignis – Siamo rimasti stupiti anche noi da quanta gente si sia offerta di darci una mano -
- Vuol dire che hanno un bel ricordo della famiglia reale – commentò Gladio.
- Già – sorrise Selenis.

Quando l’alba era tornata a fare capolino su Eos, i deamons erano scomparsi, così come il Plasmodium mutante che faceva ammalare le persone.
I numerosi profughi rifugiatisi a Lestallum, avevano quindi pian piano iniziato a fare ritorno alla propria terra. I lavori di ricostruzione delle varie città, tra le quali anche Insomnia, erano iniziati quasi subito con grande partecipazione di tutti i cittadini.

La capitale era ancora ben lontana dallo splendore che l’aveva contraddistinta, ma con pazienza l'avrebbe riacquistato.

- Com’è andata la visita ad Altissia? - domandò la ragazza.
- Bene – affermò Ignis – La città si sta riprendendo e i nuovi accordi commerciali iniziano a dare i primi frutti – disse il giovane.

Lui ed Aranea erano tornati il giorno prima dal Protettorato dopo una visita di qualche giorno. Come ambasciatori erano una coppia decisamente insolita, eppure riuscivano nel loro lavoro meglio di chiunque altro.

- Non fatico a crederci, Camelia è irriducibile! – replicò Selenis con un ghigno.
- Ha detto che ci invierà altri costruttori nelle prossime settimane – la informò Ignis.
- E’ davvero un pensiero gentile – commentò la ragazza – dovrò ringraziarla come si deve alla prossima riunione -

Nessuna monarchia e nessun Impero erano stati restaurati alla fine del conflitto, ma al loro posto era sorto un consiglio che riuniva tutti gli stati di Eos.
Lucis veniva rappresentata da Selenis e Ignis, Accordo da Camelia e Weskham mentre Tenebrae aveva eletto i proprio rappresentanti in mancanza di figure di spicco dopo la prematura morte degli ultimi due eredi della casata.
Per Nifelheim invece era stato chiesto a Prompto e ad Aranea di occuparsene. Il giovane pistolero era rimasto un po' basito all’inizio, ma aveva accettato di buon grado il suo nuovo ruolo, cercando di riconciliarsi con la sua patria natia.

Nel consiglio presidiavano anche Cor e Iris, come rappresentanti della nuova associazione Meldacio e Gladio come capitano delle guardie di palazzo, che ormai erano un semplice corpo militare che operava all’interno della città. I Kingsglave invece, erano stati convertiti in un corpo speciale elitario, che portava aiuto ovunque ci fosse bisogno del loro appoggio. Nonostante la perdita dei poteri derivati dal Cristallo (rimasto completamente senza energia) nessuno di loro si era fermato, continuando a far affidamento sulle proprie capacità individuali e di squadra.

- Mamma!! Ci siamo! -

Selenis sollevò lo sguardo per puntarlo sulle sagome in controluce dei propri figli, fermi al di sotto dell’arco in pietra che dava all’esterno.  
La ragazza, quando li raggiunse, sostò per un istante su quella linea immaginaria di confine.

- Sei pronta? - le domandò quello che ormai era suo marito da nove mesi, appoggiandole la mano sulla spalla.
- Sì – rispose Selenis, e detto questo varcò la soglia.

Il mausoleo risplendeva sotto il sole di quella mattina di inizio estate. La vegetazione, in quegli anni di abbandono, era cresciuta rigogliosa, senza però risultare disordinata, anzi, in quel momento era un tripudio di colori per la fioritura. Le vecchie tombe erano state impreziosite da piccole piante rampicanti bordate da corolle bianche, che le donavano un'aria quasi sbarazzina.
Il gruppo si diresse deciso verso la grande quercia che svettava al centro del mausoleo. Era un maestoso albero, con fronde che creavano un tetto naturale di un verde brillante. Sotto di esse, c’erano due lapidi molto semplici in cristallo intarsiato, sulla cui superficie recavano scritto:

Noctis Lucis Caelum
114esimo Re di Lucis
Lunafreya Nox Fleuret
Sciamana e Principessa di Tenebrae

Uniti dal destino che li aveva separati


Era stato Talcott a crearle; la sua abilità come artigiano cresceva di giorno in giorno, in parallelo con il suo lavoro all'officina di Cindy.
Sia il corpo di Noctis che quello di Luna non erano mai stati trovati, ma questo non aveva impedito ai loro amici di commemorarli. Quello era il primo anno che riuscivano a varcare le soglie del mausoleo, reso inagibile dagli scontri. Avevano scelto quel punto specifico perché era l’unico in cui, per qualche strana ragione, vi crescevano i fiori di Sylle.
Il gruppo di amici si fermò davanti ad esse, con l’unico suono del vento tra le fronde ad interrompere il silenzio.
Selenis avanzò, fino a depositare una magnifica corona di fiori ai piedi delle lastre di cristallo. La ragazza  si attardò un attimo a sfiorare con le dita la superficie liscia e fredda delle lapidi.
Noctis le mancava da morire... in quell’anno e mezzo era quasi sempre riuscita a tenere a bada quel sentimento, buttandosi a capofitto nelle opere di ricostruzione di Insomnia; ma quando si fermava a pensarci, come in quel momento, quel senso struggente di perdita tornava a farsi largo in lei, minacciando di sommergerla.

- Spero che adesso siano felici – spezzò il silenzio Prompto tirando appena su con il naso.
- Certo che lo sono zio -

L’esclamazione così sicura di Luna li fece voltare tutti verso di lei.

- Perchè dici questo? - le domandò sua madre.
- Quelli là non sono loro? - replicò a sorpresa Nyx indicando un punto alla loro sinistra.

Di nuovo tutti gli sguardi si spostarono nella direzione indicata. Per un attimo l’incredulità fu globale, ma di certo non poteva essere un’allucinazione collettiva..
Nell’esatto punto opposto a dove si trovavano, sotto l’ombra di un boschetto di ciliegi in fiori, un gruppo di persone li stava salutando.
Davanti a tutti Noctis e Luna. Erano entrambi vestiti a festa ed erano semplicemente raggianti. Dietro di loro, Regis e Revis sorridevano con aria serena. Infine, appoggiato al tronco di un albero e con le braccia conserte, c’era Nyx, anche lui con gli angoli della bocca incurvati in un’espressione sicura.
Selenis non credeva ai propri occhi.. le gambe si mossero automaticamente nella loro direzione, fermandosi solo quando raggiunsero il cerchio d’ombra creato dalla chioma della quercia.

- Iggy...-
- Li vedo anche io Gladio – rispose il ragazzo con la voce rotta dall’emozione.
- Non stiamo sognando quindi – mormorò Prompto.
- No.. - rispose Iris.

Selenis non trovava ancora le parole, si limitava a stare immobile guardando nella loro direzione. Poi lo sguardo di Noctis catturò il suo, e il ragazzo le fece un cenno d’assenso, come per rassicurarla.
A quel punto la ragazza alzò la mano, d’apprima agitandola piano, poi sempre con più foga, imitata dal resto dei suoi amici.

- Stiamo bene! - gridò all’indirizzo del gruppo dall’altra parte – Stiamo tutti bene!! -

Noctis sorrise, continuando a salutare e mettendo un braccio attorno alle spalle di Luna.

- Grazie!! Grazie di tutto! - continuò ad urlare, interrompendo i saluti solo per asciugarsi gli occhi dalle lacrime.

A quel punto i due sposi abbassarono le mani, guardandoli ancora per un breve istante prima di voltarsi ed incamminarsi verso gli alberi alle loro spalle.
Regis e Revis li imitarono dopo poco. Selenis guardò suo padre commossa, felice di averlo rivisto assieme al fratello.
Per ultimo si mosse Nyx. Il ragazzo si staccò dal tronco e, appoggiati l’indice e il medio sulla fronte, li salutò.
Poi, in uno sfarfallio di luce le loro sagome scomparvero all'improvviso, senza lasciare traccia.
Selenis abbassò finalmente la mano con i figli stretti al suo fianco.

- Sono contenta di essere riuscita a vederli – asserì Luna.
- Erano proprio come li descrivi tu mamma – le fece eco Nyx.
- Sono contenta anche io – rispose Selenis con un sorriso umido – Cosa ne dite? Andiamo a pranzare tutti assieme adesso? - domandò poi rivolta ai suoi amici.
- Mi sembra una buona idea – assentì Ignis con gli occhi lucidi dal pianto.
- Offre Prompto! – esclamò Gladio grattandosi il naso arrossato.
- Cosa?! Lo offro solo ai minori – protestò il diretto interessato asciugandosi una lacrima tardiva.
- Almeno offrilo alle ragazze! – intervenne Iris cercando di non dare a vedere quando fosse ancora scossa.
- Potrebbero cucinarlo zio Iggy con Nyx – propose Luna.
- Sei la solita scansafatiche – la rimbeccò il fratello.

Selenis scoppiò a ridere stringendo la mano di Gladio, calda e confortante, nella sua.

Era l’inizio di un’era di pace. L’avevano ereditata con dolore e sangue e l’avrebbero protetta per sempre.

***

- Pronti? Partenza e... -
- Sul serio?-
- Spingete!! -
- E' pesante! -
- Non ci posso cre...dere -
- Non siamo esattamente nel mondo delle favole, eh principe Noctis? -
- Ci siamo fatti prendere dall'entusiasmo -
- Sentite, sono cose che succedono! -
- A sole sei ore dalla partenza? -
- Spero solo che non sia un cattivo presagio! -
- Gladio, fammi un favore -
- Cosa? -
- Spingi sta cosa da solo! -
- Tutto da solo?! -
- Se la lasciamo andare non te ne accorgerai nemmeno... -
- Prompto, non pensarci neppure! -
- Risparmiate il fiato per spingere -
- Ignis forza, è il momento del cambio -
- Ma se abbiamo appena iniziato?! -
- Già, e poi tocca a me Noct -
- Che branco di scansafatiche... -
- Parli tu che sei sdraiata lì dietro bella comoda? -
- Io faccio il tifo.. Yuhu! -
- Ma sentiteli... -

Fine

Angolo dei ringraziamenti:

E anche quest'avventura è giunta al termine... e lo è stata davvero per me; primo perchè sono sbarcata su di un fandom giovane e secondo perchè cercare di entrare all'interno di una storia appassionante come lo è quella di FFXV è sempre una sfida. Sono molto felice di averlo fatto e di essermi messa in gioco, perchè mi sono divertita tantissimo!
Spero che questo epilogo vi sia piaciuto ^^ Ho cercato di dare una fine chiara e semplice, che non lasci nessun dubbio su come le vite dei protagonisti siano andate avanti. Nella mia personale visione del finale di FF Gladio, Prompto e Ignis non sono morti; c'è chi afferma il contrario e chi addirittura, facendo riferimento al finale dopo i titoli di coda, sostenga che Noctis e Luna siano stati in qualche modo riportati in vita. Io invece penso che vivano in una loro dimensione, in un Lifestream come per FFVII. A tal proposito se c'è qualcuno che ha visto il film Advent Children forse avrà riconosciuto nel saluto di Nyx la figura famigliare di Zack Fair, beh, è deliberatamente ispirata a lui.
Il pezzo più faticoso da scrivere è stato l'ultimo dialogo, preso dalla scena prima dei titoli di coda e della bellissima "Stand by me"; ho ancora la gola serrata se lo rileggo.
Mi auguro vivamente che tramite Something Wild sia riuscita a farvi emozionare e a farvi (ri)appassionare a FFXV; e che vi siate divertiti nel leggerla come io mi sono divertita a scriverla.
Ringrazio per primi il piccolo esercito di Lettori che silenziosamente è arrivato fin qui, dandomi prova di grande affetto verso di me e verso Selenis. Un grazie sincero a tutti coloro che hanno inserito la storia tra le preferite: Dana96, FantasyAnimeManga96, grace18, Namieee, Sarah Bailee Cornwell, Kira91, _Another_, Akiko_2  e FFDisk.
A chi l'ha inserita tra le seguite: Radamantia_chan, FantasyAnimeManga96, _White_, Yui_505, haven, AlexiaKH, Alepcc2003, Akiko_2 e FFDisk.
E a chi l'ha inserita tra le ricordate: Tosello.
Infine ma non per ultimo le meravigliose persone che mi hanno recensita: _White_, AssassinLuinil, Yui_505, Sarah Bailee Cornwell e Akiko_2. Siete state meravigliose e il vostro supporto, vitale per darmi la spinta a proseguire con la storia <3
Grazie davvero a tutti quanti di cuore per essere giunti qui con me.

Un abbraccio,
Marta




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