I giochi della fame

di Prayer
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1, ***
Capitolo 2: *** 2. ***
Capitolo 3: *** 3. ***
Capitolo 4: *** 4. ***
Capitolo 5: *** 5. ***
Capitolo 6: *** 6. ***
Capitolo 7: *** 7. ***
Capitolo 8: *** 8. ***
Capitolo 9: *** 9. ***



Capitolo 1
*** 1, ***


1.

I giochi vengono organizzati, anno dopo anno, dalla città di Magix. Essa è ben contenta di rappresentare gli ideali di fratellanza e sottomissione volontaria all'autorità, o forse è più contenta di accogliere la burrascosa folla che tra imprecazioni e gesti concitati invade la piazza centrale e segue gli Hunger Games, nessuno lo ha mai capito.
Viviamo in una società in cui non si guarda, non si vede e non si capisce. Questa è la regola; E se per caso percepisci un'ombra o un fruscìo di troppo farai meglio a portarteli nella tomba, altrimenti scomparirai come indicato dalla prassi.
Nessuno ricorderà il tuo nome o le tue azioni, poichè verrai eliminato dalla memoria di parenti ed amici.

La città di Magix governa tre distretti: Fonterossa, tempio dei guerrieri, Torrenuvola, alloggio delle streghe e Alfea, dimora delle fate e pertanto casa mia.
La storia ripetuta tra i banchi di scuola ci insegna che in un tempo lontano i tre distretti si ribellarono a Magix, madre di ogni bene, per un valore insignificante quanto la libertà; Perciò vennero puniti da morte e carestia, che li piegarono al punto da determinarne la sconfitta.
I distretti allora firmarono un accordo con la magnanima Magix, la quale impose loro un tributo di ventiquattro giovani (dodici fanciulli e dodici fanciulle) tenuti a scontrarsi in un combattimento mortale trasmesso in televisione. Un vero e proprio streaming della morte.
Il vincitore è uno solamente. Egli viene coperto di onore e gloria da Magix, mentre agli altri caduti il più delle volte non spetta nemmeno un degno funerale.

Oggi è il giorno peggiore dell'anno: la mietitura.
I ragazzi dai dodici ai diciotto anni vengono radunati nell'auditorium di Fonterossa e da un'urna magica vengono estratti i nomi dei gareggianti.

Dopo aver registrato la nostra identità ci mettiamo uno accanto all'altro, tenendoci per mano come per rafforzarci vicendevolmente.
La moltitudine di cronisti presenti all'evento esulta non appena vede comparire sullo schermo gigante il film storico di Magix e i distretti.
Poi inizia il conto alla rovescia. Dieci lunghissimi secondi che accelerano il battito del mio cuore.

I presidi delle tre scuole si levano dalle sedie poste sul palco e a lunghe falcate si dirigono verso i microfoni.
La prima a parlare come al solito è Griffin, preside di Torrenuvola: "Benvenuti giovani streghe, maghi e fate a questa importante cerimonia. Siamo qui oggi per celebrare la gloria dell'intero mondo magico, ed onorare il nostro tributo nei confronti di Magix. Per ricordare che non i singoli, bensì la collettività provvede a mantenerci nel benessere di cui godiamo. Senza ulteriore indugio estraggo i nomi delle mie allieve che gareggeranno agli Hunger Games."
L'urna di cristallo compare improvvisamente in scena, emanando bagliori di smeraldo. Con il rombo di un tuono il primo foglietto viene soffiato all'esterno. Griffin afferra tra le mani il pezzo di carta e annuncia compiaciuta: "Stormy Blackwell!"
Questa si fa strada portandosi accanto alla preside. "Grazie!" Dice ridendo, gli occhi azzurri che saettano qua e là.
E' una ragazzina di quindici anni circa, ma tutti la considerano letale ed instabile a causa del suo temperamento irascibile. Non a caso, il suo potere controlla le tempeste.
E' pallida, e di una magrezza che risalta ancor di più nell'abito bordeaux che lascia scoperte le gambe, slanciate da un paio di vertiginosi stivaletti con il tacco. I suoi capelli ricci sono del colore della notte, ma due ciocche chiare le accarezzano gli zigomi.
Non ha paura, Stormy, poichè ha trascorso la sua vita ad allenarsi per questi giochi insieme alle sorelle, che vengono estratte poco dopo.
Nemmeno loro hanno paura e Griffin lo sa, perciò si frega le mani.

Darcy Blackwell sale sul palco inondato di luce psichedelica.
La gemella di Stormy ha lunghi capelli lisci di un verde spento che farebbe invidia ad ogni artista di nature morte.
I suoi occhi, anch'essi verdi, sono circondati da uno spesso strato di eye liner violaceo abbinato ai vestiti: una tuta viola che le arriva a metà ginocchio, e un paio di scarpe da ginnastica nere borchiate;
Sono le movenze, la parola, e lo sguardo a valorizzare ancor di più il potere dell'ipnosi e del controllo mentale che possiede Darcy.

Poi, in una tempesta di neve arriva Icy, la maggiore delle tre. Diciotto anni compiuti che la rendono la leader del gruppo.
Icy è alta ed atletica: se le osservi le braccia noti subito i muscoli rigidi, ma non ti conviene fissarla perchè lei odia essere giudicata. Ha occhi di ghiaccio e capelli tendenti all'azzurro, che tiene sempre raccolti in una lunga coda di cavallo.
Porta gli stivali sopra il ginocchio, ed una gonna corta di jeans.
Icy è semplicemente gelo. Non prova emozioni, non ama parlare e adora far del male. Anni addietro ha avvertito le sorelle che avrebbe vinto la migliore, negli hunger games o nella vita, perciò non si farà problemi ad uccidere le minori.

Un brivido mi percorre la schiena e poco importa che altre steghe vengano nominate, dato che i miei occhi sono puntati sulle Trix.
Osservando lo schermo leggo i nomi di Lucy, Mirta e Prudence. Conosco due di loro e sono brave ragazze, nonostante siano streghe.

Il preside Saladin a quel punto prende parola: "E' il turno degli specialisti."
In ordine di nomina salgono sul palco dodici ragazzi, tra cui riconosco Timmy Carter, Riven Foster, Helia Lorcan, Brandon Ivor e Sky Eraklyon.
Non siamo certo grandi amici, ma ci siamo incontrati durante le feste nei saloni di Alfea, le esercitazioni nella palude di Melmamora o i rispettivi saggi di fine anno, e quando ci incrociamo è d'obbligo un cenno di saluto.
Fischi di disapprovazione partono dalla platea all'udire l'ultimo nome. Sky è un principe, e a nessuno piace mischiare il sangue reale con quello plebeo. Ma in fin dei conti, cosa abbiamo di diverso in questo momento? Siamo tutti tributi mandati a morire.
Nessuno dei ragazzi si mostra felice, a differenza delle streghe, ma tutti stringono la mano a Saladin.
Solo con il nipote, Helia, egli si sbilancia in un tenero abbraccio, che si scioglie in pochi istanti.

"Le ultime rimaste sono le fate." Dice Faragonda. Nonostante la sua voce risulti ferma, le sue mani tremano nell'attesa di afferrare i pezzi di carta volanti. Si è affezionata a noi come una madre fin dal primo anno.
"Aisha Andros, Tecna Zenith, Musa Melody..." Pronuncia e, una dopo l'altra, le ragazze salgono i gradini.
"Stella Solaria..." Un'altra principessa, la figlia di Radius e Luna. La platea non riesce a contenersi questa volta e, tra le grida, inizia a lanciare frecce e spade contro il palco. Istintivamente tutti i tributi si parano le mani davanti al viso, dimentichi della barriera protettiva che trasforma ogni arma in una scia di farfalle dorate.
La principessa di Solaria, bellissima giovane dalla corporatura esile e dalla pelle luminosa, sta salendo i gradini quando un urlo la fa trasalire. E' suo padre, re Radius, che le intima di tornare indietro.
Stella si volta ed è allora che la folla si placa; Ha le lacrime agli occhi e dice solo: "In un mondo o nell'altro ci ritroveremo."
E' davvero splendida, nel suo abito arancione; La cascata di capelli biondi oscilla sulla schiena scoperta e sulla fronte, dove una leggera frangetta copre due grandi occhi ambrati che luccicano al sole.
Uno degli specialisti, Brandon, le porge il braccio per aiutarla a salire, ma lei respinge l'aiuto prontamente.
"Avrai tempo di toccarmi nell'arena, no?" E così si affianca alle altre studentesse.

Proprio quando penso che la cerimonia di quest'anno non possa essere più straziante, un altro nome viene letto: "Miele Lynphea!"
Faragonda scuote la testa e Saladin sbuffa. Miele è una bambina di dodici anni appena compiuti e vincere contro di lei è troppo facile.
"No! No!"
Una ragazza più grande corre verso di lei e la stringe a sè, arrestandone il cammino verso il palco.
"Mi offro volontaria! Mi offro volontaria come tributo!" Grida, le lacrime agli occhi.
"Torna dalla mamma, Miele, veloce!" Sussurra poi alla sorella che si agita tra le sue braccia.
Una volta giunta sotto le luci dei riflettori tutti possiamo ammirarla.
"Qual è il tuo nome cara?" Le chiede Faragonda. "Flora... Flora Lynphea."
Flora ha la mia età, sedici anni, e segue il mio corso di biologia. Ha una carnagione abbronzata, due occhi color del prato e lunghi boccoli castani, che le ricadono morbidi sulle spalle.
"Molto bene..." Singhiozza la preside. "Manca solo un nome."
E proprio quando il mio cuore riprende a battere normalmente e mi sento più tranquilla: "Bloom... Bloom Domino."

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Capitolo 2
*** 2. ***


2.

"Bloom... devi andare. Corri!" La ragazza che ho accanto mi strattona il gomito e solo allora realizzo che non sto camminando.
L'intera platea si volta verso di me, che ho arrestato lo scorrimento della cerimonia.
Respiro affannosamente e m'incammino, sentendo ogni passo più vicina la mia fine.
Nessun tragico addio, nessuna straziante preghiera per me. E chi dovrebbe farlo? I miei genitori sono morti e lo è anche mia sorella.
Arrivo in prossimità del palco senza aver sgarbugliato la matassa di pensieri nella mia testa; Mi sento incapace di elaborare un qualsiasi tipo di emozione, ed è come se guardassi il mio corpo muoversi fuori da me.
Saliti i gradini le mie scarpe inciampano in un ostacolo: è il piede di Icy, che subito scatta pietrificandomi con lo sguardo.
"Ma insomma, non vedi dove vai?!"
"Scusa..." Mormoro scuotendo il capo "Non l'ho fatto apposta..."
Ma la strega non si placa e mi afferra per un polso, stringendolo nelle unghie smaltate di azzurro.
"Credi di cavartela così?" Mi domanda, e se gli altri tributi non intervenissero per dividerci non so cosa succederebbe.
A calmare Icy ci pensa Stormy, sussurrandole qualcosa in un orecchio. Entrambe ridono sguaiatamente.
"Ragazzi risparmiatevi per i giochi! Ora preparatevi alla partenza!" Esclama Faragonda, prima di aggiungere: "E possa la buona sorte essere sempre a vostro favore!"
Ma quest'anno non lo è. Non per me.

 

Ci sono concessi circa cinque minuti per salutare i nostri cari, prima di salire sul treno che ci porterà a Magix.
Ammassati in una cantina come bestie, i tributi piangono le loro più dolci lacrime. Ed osservandoli non posso fare a meno di pensare che anche io vorrei mancare a qualcuno.
"Bloom!" A riscuotermi dai miei crucci è la preside Faragonda.
"Signora preside!" Mormoro, inchinandomi lievemente.
"Sono venuta ad augurarti buon viaggio."

Faragonda mi conosce bene.
Comparve il giorno del mio dodicesimo compleanno nella serra dove lavoravo, a Gardenia. Lì io ed i miei genitori adottivi, Vanessa e Mike, vivevamo ignari dei miei poteri.
Quel giorno ero alle prese con le applicazioni del mio telefonino nuovo, quando un profumo ancor più dolce dei fiori mi spinse a sollevare lo sguardo. Dinnanzi a me stava una donna dai capelli bianchi, che con una voce di zucchero lasciava crollare ogni mia certezza.
Da umana qualunque divenivo fata, principessa e orfana.
Faragonda mi spiegò che i miei genitori biologici, Oritel e Marion, erano i sovrani di Domino. Essi erano scomparsi, insieme al mio regno ormai raso al suolo. Eravamo rimaste io e mia sorella Daphne, ma anche lei cadde nel tentativo di proteggermi da tre streghe malvagie.
Ella però incanalò tutta l'energia che le restava per aprire un varco e spedirmi in un luogo sicuro, la Terra.
La preside decise quel giorno che avrei frequentato la scuola di Alfea e tutt'ora quando ho un problema è lei la mia confidente.

Ora sbuffa, roteando gli occhi nella direzione degli altri concorrenti. "Avranno una famiglia dalla loro parte, ma non sono più forti."
"Probabilmente no." Dico, ma mi rendo conto che solo io non ho nessuno da cui tornare.
"Ci rivedremo cara, è il mio cuore a dirmelo."
Sorrido imbarazzata. "E che altro le dice il suo cuore?"
"Che devo metterti in guardia. Quando sarai nell'arena tutto sembrerà diverso. Ma tu ricordati di non dimenticare Bloom. Ricordati chi è il vero nemico."
E nella stretta di un abbraccio scompare.

"Tempo scaduto! Dovete partire in fretta!" Urla una delle guardie gesticolando nervosamente.
Ci incamminiamo uno dopo l'altro verso i vagoni del treno, alcuni trascinando i piedi per terra come fossero già stanchi, altri fremendo di eccitazione e nervosismo.
Il principe di Eraklyon mi si affianca in ultima fila: "Ciao Bloom!"
"Principe..." Sto per inchinarmi ma questo mi ferma, e con un sorriso impacciato sussurra: "Solo Sky, ti prego."
"D'accordo Sky." Sorrido a mia volta. "Sai quanto durerà il viaggio?"
"Dicono un solo giorno. A proposito, saremo in carrozza insieme!"
"Bene!" Esclamo. Almeno un volto conosciuto.
Mancano pochi passi al portone di uscita, quando dietro ad un pilastro di mattoni rossi scorgo una chioma bionda.
"Bloom dobbiamo..." Fa Sky, ma gli copro le labbra con una mano per zittirlo.
Solo ora che lo osservo meglio noto quanto sia cambiato. Non è più il ragazzo magrolino di qualche anno fa, e a provarlo sono le imponenti spalle che risaltano sotto la maglia. Anche i capelli sono cresciuti, le ciocche bionde gli solleticano il collo chiaro, ma lasciano scoperti i suoi meravigliosi occhi blu.
Lui annuisce e restiamo immobili e nascosti, trattenendo l'uno il fiato dell'altra.

"Nessuna pietà." Intima il padre a Stella, infilandole al dito un anello tanto splendente da oscurarmi la vista.
Strizzo le palpebre e osservo meglio l'oggetto: sulle dita della principessa si intrecciano fili d'argento leggeri, che
circondano una grossa pietra color del sole al tramonto.
La ragazza annuisce debolmente mentre Radius le volta le spalle, e potrei giurare che quell'anello abbia rubato un po' di luce ai suoi occhi.

 

Una volta sul treno, osservo dal vetro opaco il mondo che conosco e dico addio alle mie abitudini.
"Ti mancherà?" Mi chiede Sky.
Come può mancare qualcosa che non è mai stato realmente presente?
"Questo posto non è casa mia."
"E dov'è casa tua?"

Abbasso lo sguardo. Casa è famiglia, è certezze, è assicurarsi il ritorno per un viaggio di sola andata.
"Devo ancora trovarla."
Volto le spalle al panorama, e lo lascio fuori da me.

Percorriamo la lunghezza di dodici carrozze prima di arrivare alla nostra. Quando lascio chiudere la porta scorrevole alle mie spalle non posso credere ai miei occhi: il piccolo vano, intriso di magia, è reso un ampio salone.
Sotto un lampadario di cristallo che oscilla ad ogni minima scossa del viaggio sta un tavolo imbandito di ogni pietanza immaginabile.
La tovaglia color panna si abbina alle tende che schermano la luce; Su ognuna di esse lo stemma di magix: un gufo, un'aquila ed una farfalla stretti dalle spire di un enorme serpente.

Stiamo ancora osservando la sala quando un grido stridulo ci fa voltare. Saltellando verso di noi procede Nora Hunt, giovane promessa della televisione, che ho visto fotografata su diverse riviste.
Indossa un abito lilla sbracciato e rigonfio, stretto in vita da una cintura dorata; Un candido mantello di piume di cigno le copre le spalle esili.
Ma ciò che più mi colpisce è la parrucca di ricci verde acqua, che sembra sul punto di cadere ad ogni passo.
"Tesoro! Stai benissimo!" Dice a Sky, stringendolo a sè, tanto che mi chiedo se i due si conoscano già.
Ma quando vedo la star correre verso di me e strizzarmi le guance capisco che non è così.
"Quest'anno sarà proprio una sfida durissima! Venite, vi mostro le vostre camere!" Gracchia, facendosi strada tra noi.

Attraversando un lungo corridoio passiamo davanti a quattro porte; La prima è di specchi e Nora mormora: "Mi serve per essere sempre al meglio!".
La seconda è di legno scuro con una targhetta che identifica La stanza di Avalon e qui la nostra guida assesta un colpo secco,
strillando: "Sveglia idiota! Sono arrivati i ragazzi!"
Rigirandosi poi verso di noi con un sorriso nervoso, conduce Sky all'interno della sua camera, mentre io resto sulla porta.
"Una radura verde... un piccolo stagno... l'ambiente naturale di Eraklyon, no?" Li sento ridacchiare.

"Per te abbiamo dovuto improvvisare cara!" Mi dice Nora, quando spalanca la porticina rossa della mia camera.
Resto a bocca aperta quando vedo il mio pannello a muro: una distesa di colline verdi cela i picchi di alcune montagne annebbiate, le quali si confondono con un meraviglioso cielo terso.
"E' bellissimo..." Dico solo, e la donna sorride. "Ti lascio ai tuoi pensieri, tra un'ora verrà servita la cena e potrete parlare con il vostro mentore."

Rimasta sola decido di rilassarmi con una doccia calda.
Aggiro i vestiti appariscenti nel mio armadio e indosso una tuta di velluto azzurro, lasciando i capelli raccolti in una treccia scomposta.

Quando arrivo nel salone gli altri sono già seduti a discutere su diverse strategie di combattimento.
"Bloom, lui è Avalon, il nostro mentore." Comincia Sky, in attesa che l'altro continui.
Un mentore è un ex vincitore dei giochi, che ha il compito di istruirci e consigliarci. Mi aspetto che il mago misterioso dica qualcosa, ma tutto ciò che pronuncia è:
"Non addestro le fatine. Considera l'idea della tua morte imminente e sappi che mi dispiace."
E così si alza da tavola, stringendo nella mano un calice di vino rosso.

Nora si alza a sua volta, bofonchiando un "ci penso io" poco convinto ed io resto sola con il principe.
"Mi è passata la fame." Ringhio fulminandolo con lo sguardo.
E' questo che pensa di fare? Fingere di essermi amico e poi pugnalarmi alle spalle?
Sbatto violentemente la porta della mia camera e mi corico sul materasso, osservando il panorama di fronte a me.

Quando qualche ora dopo Sky bussa alla mia porta ho ancora gli occhi fissi sulle montagne.
Avanza piano piano, misurando piccoli passi sul pavimento lucido.
"Bloom... mi dispiace, io non sapevo che Avalon pensasse questo..." Dice sedendosi accanto a me, ancora sdraiata.
"Sono una causa persa, vero? Sarò la prima a morire nell'arena."
Nemmeno io capisco se la mia è una domanda o un'affermazione.
"Ma che stai dicendo?!"
"Quello che avete pensato tutti oggi sentendo il mio nome, e quello che pensa Avalon."
Lui stringe la mia mano nella sua fino a far sbiancare il sangue di entrambi.
"Avalon è un idiota. Perchè dovresti avere meno possibilità di noi?"
Mi metto a sedere e fisso il ragazzo di fronte a me dritto negli occhi. Sono occhi sinceri, e per la prima volta lo sono anch'io:
 "Perchè io non ho nessuno che mi aspetta, dico bene?"
La voce ha iniziato a tremare e non trascorre molto tempo prima che alcune lacrime salate mi bagnino il viso.
Il biondo mi abbraccia, disegnando cerchi immaginari sulla mia schiena.
"Resteresti con me?" Gli chiedo ancora in lacrime.
"Finchè vorrai Bloom."

Rimaniamo così, stesi nel buio in silenzio assoluto. E il tempo smette di scorrere, e per un istante mi sembra che il treno retroceda anzichè avanzare.
Normalmente la considererei una situazione imbarazzante, eppure c'è qualcosa, qui ed ora, che mi infonde serenità.
"Sky? Sei sveglio?" Sbotto d'un tratto, poggiandomi su un fianco.
"Sì. Che succede?"
"Ho deciso: ci sarò io ad aspettarmi a casa. Mi perdonerò per tutto ciò che non sono stata e non ho avuto. E ripartirò da zero."
I lineamenti di lui si contraggono nell'oscurità per un momento. Poi lo vedo annuire e, in silenzio, risollevarsi.
"Farò in modo che tu ottenga tutto questo Bloom, è una promessa."
E la porta si richiude alle sue spalle.

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Capitolo 3
*** 3. ***


3.

A svegliarmi il mattino seguente è la voce stridula di Nora, e persino il comodino su cui è poggiata la sveglia sembra stordito.
"Solo quattro ore all'arrivo! In piedi, abbiamo valanghe di impegni oggi!"
All'ennesimo squittio mi copro la testa con il cuscino. Dopo una notte in bianco e solo le ultime parole di Sky a farmi compagnia il pensiero di rivederlo mi rende stanca.
"Insomma la vuoi piantare?!" Urlo, al colmo dell'esasperazione.
"Sono programmata per spegnermi solo quando ti alzerai." Mi risponde quella.
Scuoto la testa e trascinando i piedi mi dirigo verso la sala per la colazione.

"Buongiorno!" Lì ad accogliermi stanno una sfavillante Nora (nel vero senso della parola, dati i glitter sulle sopracciglia) ed un assonnatissimo Sky, che mi rivolge solo un cenno.
"Che ore sono?" Sbadiglio.
"Le sette..." Sbotta il principe.
"E' presto" Conviene la nostra persecutrice. " Ma abbiamo bisogno di organizzarci: rendervi presentabili, preparare un discorso per il vostro arrivo a Magix, e poi la parata dei tributi... Oh cielo!"

"Quanti giorni restano prima che noi..." Ma non riesco a terminare la domanda, perchè qualcuno mi interrompe.
"Tre, e se non morirete nell'arena sarà questa maledetta gallina ad uccidervi."
Avalon compare sulla porta, una fetta biscottata stretta in mano ed un sorriso nella direzione di Nora.
Indossa una camicia di seta bianca, e dalla tasca dei pantaloni beige estrae un coltello. Si muove poi verso di noi:
"Lezione numero uno" Fa, indicandomi con l'arma di metallo. "Avere sempre qualcosa con cui difendersi."
E, prontamente, utilizza il coltello per spalmare la marmellata sul pane secco.
Lo fisso sprezzante: "E quale sarebbe la nostra arma nell'arena?"
"Ve la costruirete oggi, si chiama pubblicità. Impegnatevi a piacere agli spettatori e per le prime sei ore siete salvi."
Sei ore. E' tutto ciò che può concedermi?
"E qui entro in gioco io." Dice esaltata la conduttrice televisiva.

 

Quando arriviamo a Magix la gente sembra impazzita. Padri che sollevano bambini quasi a volerli lanciare verso il cielo, donne che piangono alla nostra vista, come se ci conoscessero.
"Fai come lui. Lui sa come piacere." Mi intima Avalon guardando Sky, attaccato al finestrino della carrozza a salutare con un largo sorriso.
E saluta anche me, perchè a questo punto le nostre strade si dividono.

La mia prima tappa è l'estetista.
Vengo spinta in uno stanzino buio dove tra cerette, pinze e forbici sento borbottare gli assistenti: "Non poteva capitarci la figlia di Radius no... con lei hanno già finito!"

Così, solo con la mia pelle indosso, i due pettegoli mi accompagnano nell'ufficio del famoso Cornelius,
stilista preferito di Nora.
Mentre sto seduta sulla poltrona rigida in pelle, le parole di quest'ultima mi rimbombano nelle orecchie: "Quando arriverai inchinati... ricorda di ringraziarlo sette volte, non una di più non una di meno. Dichiarati esaltata all'idea della parata e sorridi euforica!"
Ma non ho nessun motivo per sorridere in questo momento.
Un cigolio mi fa voltare e davanti a me si para un uomo completamente nudo.
La pelle bronzea risalta alla luce della grande finestra posta nella stanza, ed i muscoli scolpiti guizzano nel movimento di portare la sua mano sulla mia spalla.
"Così ora siamo pari..." Dice, prima di presentarsi. "Io sono Cornelius."
Ha una voce di miele, che mi ricorda quella di Faragonda e mi riporta ad Alfea.
Istintivamente abbasso lo sguardo, ma lo stilista mi solleva il mento sussurrando: "Non vergognarti mai, non qui."
Poi prosegue: "So quanto tu ti senta sfortunata Bloom; E' terribile ciò che ti è capitato. Ma questa sera cercherò di renderti irresistibile, affinchè tu non passi inosservata."
Sorride sinceramente e subito lo ringrazio. Una volta sola, ma può bastare.


La parata è l'evento di presentazione dei tributi, che per la prima volta incontrano il presidente di Magix ed il primo stratega dei giochi.
Con gli occhi fissi sul megaschermo osservo i miei avversari sfilare sui carri.
Il primo ingresso è stato concesso a Flora, per premiare il suo sacrificio. Dopo tutto resta una volontaria.
Porta un lungo abito fatto interamente di rose, che le si intreccia dietro il collo e le lascia scoperta la schiena esile; I capelli raccolti in uno chignon voluminoso, ed una piccola spilla a fermarli.
Ad accompagnarla sul carro è Helia, favorito dalla commissione in quanto nipote del preside di Fonterossa.

A seguire Darcy, avvolta in un abito di velo scuro che le copre persino il capo, accompagnata da Riven; E poi Musa, e Stormy, e Aisha, e Tecna, che sorride imbarazzata a Timmy quando lo strascico della sua gonna di numeri si impiglia alla ruota del carro.
Dopo arriva Icy, che indossa un corto abito perlato, ma sulle spalle regge un pesante mantello di ghiaccio.
Con un piccolo ritardo entra il carro di Stella, la quale indossa un lungo abito delle sfumature del cielo, ed una ghirlanda di stelle luminose le cinge i boccoli biondi che oscillano sulla schiena.
Ad accompagnarla è Brandon. Questo fa per prenderle mano, ma lei si ritrae.
"Dammi retta, a loro piacerà." Sussurra allora, e lei si lascia convincere.
I due compiono l'intero tragitto con le mani intrecciate, levate sopra le loro teste. E sorridono, tra le urla estasiate del pubblico.

Finalmente arriva il mio turno.
"Quando sei pronta..." mi dice Sky già sul carro.
Annuisco, e mentre sfrecciamo davanti alla folla il percorso mi sembra interminabile.
"Ora!" Urlo, e il mio vestito rosso prende magicamente fuoco. Sento le fiamme intorno al collo e trattengo il fiato, fino a quando non ci fermiamo davanti al presidente Grass.

"Benvenuti nella città di Magix tributi!" Dichiara solennemente questo.
E' un uomo anziano, canuto e austero. Predica il buon costume ed il contegno, ma sulla sua depravazione ho sentito leggende in tutta Magix. Dicono che per eliminare i suoi oppositori utilizzi il veleno, e che per deviare ogni sospetto riguardo la propria colpevolezza si avveleni egli stesso, curandosi con i giusti antidoti; Essi però lasciano piaghe dell'odore del sangue all'interno
della bocca e tale odore viene prontamente coperto dalle bellissime rose bianche che sempre egli porta con sè.
"Ed un particolare benvenuto a lei, signorina Lynphea, nostra coraggiosa volontaria!"
Esclama, avvicinandosi a Flora, che osserva incredula le rose del proprio vestito appassire malamente alla presenza di Grass.
La fata stringe i pugni: "Ho fatto ciò che dovevo per salvare mia sorella." 
"Ed io spero che il suo sacrificio verrà premiato."
Mormora il presidente, stupito del tono rabbioso della ragazza. Cammina lentamente intorno a lei, come un serpente cinge la preda prima di stitolarla.
"Che spilla curiosa..." Dice poi, notando il fermaglio per capelli.
Solo allora, guardandola più da vicino, noto il cerchio d'oro che circonda una farfalla ad ali spiegate.
Il simbolo ha un'aria misteriosamente familiare, ma non ricordo di averlo visto recentemente.
"La compagnia della luce..." Fa Helia, fulminato con lo sguardo da un presidente visibilmente scosso, che poco dopo abbandona la parata.
Al suo posto compare il primo stratega, Palladium. Egli è giovane, con lunghi capelli castani e basette pronunciate che terminano arricciandosi in prossimità delle orecchie, entrambe ornate di pendenti.
Gli occhi, scuri e veloci, saettano da un tributo all'altro e ho l'impressione che mentre parla ci stia studiando.
"Domani comincerete gli allenamenti. Il giorno seguente verrete valutati sulla base delle vostre abilità e parteciperete al talk-show di Wizgiz. Dichiaro ufficialmente aperti i diciassettesimi Hunger Games!"

Torniamo alla base, e solo una volta dietro le quinte cominciano i litigi.
"Ma si può sapere che ti ha preso?!" Urla Musa, spintonando Darcy.
"Hey ragazzina, cerca di stare calma!" Ride l'altra, mentre i ragazzi si avvicinano per dividerle.
"Non sto calma. Hai rubato il mio carro ed il mio accompagnatore! Non sapevo cosa fare!" Sbraita la fata della musica.
A frapporsi tra le due è Riven: "E questi ti sembrano veri problemi? Allora non sopravviverai cinque minuti nell'arena."
Darcy ride nuovamente, strizzando l'occhio allo specialista, mentre Musa si allontana con le lacrime agli occhi.
"Non ti starai innamorando sorellina!" Canzona Stormy, prima di ricevere una gomitata dalla gemella.
"Mi consideri un'idiota? So cosa faccio Stormy."

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Capitolo 4
*** 4. ***


4.


"Tra due settimane solo uno di voi sarà ancora vivo; Chi dipenderà dal vostro comportamento. Un consiglio: non ignorate le tecniche di sopravvivenza, molti uccidono per una spada ma il dieci percento di voi morirà per infezione, il venti per disidratazione e l'assideramento miete tante vittime quanto la lama di un coltello."
Le parole della nostra allenatrice mi colpiscono in faccia come un getto d'acqua fredda. Così si aprono gli allenamenti.

Ogni tributo si dirige verso la zona che più lo aggrada nell'ampia palestra che finge i climi ed i territori più vari. Quanto a me, resto in disparte ad osservarli.
La mia attenzione viene richiamata da Tecna, che si dirige a passo deciso verso il simulatore di lotta. Le sue dita muovono veloci i tasti ed in pochi secondi si sistema sulla piattaforma. Subito una trentina di ibridi e mostri immaginari le si avventa contro e sento le streghe mormorare "la fatina vuole ferirsi". Ma tutti restiamo a bocca spalancata quando la ragazza minuta inizia a respingere i nemici uno dopo l'altro con mosse agili e precise.
Lentamente gli ologrammi cadono ai suoi piedi sgretolandosi e lei sfila la maschera protettiva dai suoi occhi.
Alle mie spalle l'intera folla dei tributi la osserva ad occhi sgranati e mi lascio scappare un applauso entusiasta. Tecna appare inizialmente stupita, ma presto strizza un occhio nella mia direzione.


"Allora Bloom, vuoi sistemare il nostro conto in sospeso ora o nell'arena?" Mi sibila Icy sul collo ed il gelo nel suo respiro mi ghiaccia le vene.
"Non ho paura di te!" Esclamo convinta, prima di trasformarmi.

Ruotiamo intorno a tutto il perimetro della palestra, i suoi occhi che inchiodano i miei e quasi li sento sanguinare.
E' lei a sferrare il primo attacco e cado a terra, afferrata dalle mani di ghiaccio cresciute dal terreno.
In lontananza sento le risate di Stormy e Darcy, ma anche una voce che mi costringe a voltarmi: Tecna, alle mie spalle, mi incita.
"Coraggio Bloom, falle vedere di cosa sei capace..."
"Ma... io... I mentori dicono di non mostrare subito i propri talenti..."
"Non mi interessa cosa dicono i mentori."
Il suo sguardo è severo e non ammette repliche. "Quelle ti guardano come si guarda un dolce."
Mi sollevo allora sulle gambe, scansando il ghiaccio sottostante.
Ma la trix non mi concede tregua e continua a colpire, finchè un turbine di neve mi trascina in una vorticosa danza.
Così, ruotando a destra e sinistra, odo una voce familiare. Non la riconosco certo, ma sono quasi convinta sia Faragonda.
E' la voce che mi ha spinta a trasformarmi la prima volta, ed è la voce che ogni notte mi ripete "Trova la forza dentro di te."

I muscoli sotto la mia pelle sembrano prendere fuoco, e stringo i denti per non urlare.
Che sta succedendo?
Come se stessi volando sopra le mie stesse ali esco dalla tempesta e mi avvicino alla strega. Mi basta allungare un braccio per schiantarla contro un muro.
Uso tutta la forza che mi è rimasta per tornare con i piedi a terra e subito dopo sento le gambe cedere.
Quando riapro gli occhi, un istante dopo, Icy si allontana massaggiandosi le tempie, sorretta da Stormy.
L'unica a muovere un passo verso di me è proprio Tecna, che stira il pollice e sorride radiosa.
"Che nessuno sfidi Bloom, la ragazza in fiamme!"
Presto anche Musa si avvicina, posandomi una mano sulla spalla. "Se lo meritava proprio!"


Per rimettermi in sesto dopo lo scontro decido di cercare la solitudine, avviandomi verso una piccola serra. Essa è posta ai confini della palestra, in un angolo dimenticato che mai nessuno noterebbe.
Ma al mio ingresso, con grande sorpresa, scopro di non essere sola.
Flora è chinata verso un tavolo da lavoro e ad occhi chiusi si passa un pennello d'argento sulla pelle del braccio.
Mi sporgo per osservarla meglio, ma al lieve rumore lei si volta spaventata, come una preda che fugge dal cacciatore.
"Scusami!" Mi affretto a dire. "Stavo solo osservando..."
Lei si limita a sorridere, mormorando uno "sta a vedere". Si avvia verso l'imponente quercia al centro della finta natura e non appena vi poggia sopra il braccio questo scompare, divenendo parte dell'albero.
"Come ci riesci?!" Chiedo, lanciando un'occhiata al pennello ancora sul tavolo in acciaio.
"Oh no, quello non c'entra!" Ride lei notando la mia incertezza. "Il mio corpo è in perenne ascolto della natura. Ci rispettiamo e amiamo a vicenda, e questo è solo il nostro strano modo di abbracciarci."
"E' meraviglioso."
"Già, ma non so quanto mi sarà utile nell'arena; Tu invece hai fuoco da vendere a quanto vedo!"
Le sorrido di rimando. Flora mi piace e credo di aver trovato un'amica in lei.
La guardo odorare un fiore; Lei è quel genere di persona che di una rosa sa apprezzare i petali ma anche le spine.

"Posso farti una domanda?" Le parole planano dalle mie labbra come polline, senza controllo.
"Certo."
"Quella spilla che portavi alla parata... ha causato parecchie questioni mi pare."
"Sapevo che sarebbero insorti dei problemi, ma è stata Miele ad appuntarmela indosso prima che partissi. E' una promessa di ritorno."
Al ricordo della sorella la fata china il capo, e la voce perde colore, come fosse appassita nella stagione di un secondo.
"Helia ha nominato la compagnia della luce; Che cosa sarebbe?"
"I primi ribelli che sfidarono Magix, oggetto di tante bugie. Sedici anni fa ventiquattro eroi si opposero alle tenebre che regnavano nel mondo, e ripristinarono la luce della speranza. Alcuni di loro vivono ancora, re Radius e la regina Luna ad esempio, Faragonda e Saladin, o l'anziano sire di Eraklyon, torturato insieme alla moglie. Altri perirono nella battaglia e oggi Magix li schernisce mietendo ventiquattro giovani per vendetta."
"E' una sorta di terrorismo psicologico." Comincio a capire. "Se i giovani sono spaventati al pensiero di morire e i loro cari li piangono nessuno tenterà una nuova rivolta."
Flora annuisce debolmente. All'improvviso stringe i pugni, come pervasa da nuova linfa vitale ed esclama: "Non durerà. Magix ha perso una volta ed appoggiandosi alla cieca lealtà dei suoi sudditi perderà ancora!"
"Ma aspetta, Magix ha vinto la guerra, altrimenti noi non saremmo qui. Dico bene?" Mi gratto il capo confusa.
Ma la mia nuova amica scuote la testa ed i capelli castani oscillano debolmente.
"Magix ha vinto solo liberando le tre streghe del male, le antenate delle Trix."
Digrigno i denti. Il male nasce sempre dal male a quanto pare.
"Ma ora loro sono sconfitte, vero?"
"Grazie al fuoco del drago, potente energia mistica. Ma dalle ceneri la fenice d'ombra è risorta Bloom, ed il tempo sta esaurendo."
"Il tempo... per cosa?"

Prima che mi risponda entrambe ci voltiamo nella direzione delle urla furibonde che provengono dal campo di battaglia.
Riconosco le voci: Sky e Riven.
Senza pensarci due volte corro al centro della palestra, trascinando insieme a me Flora.

"Smettila di negarlo! Dov'è?!"
Riven si avventa su Sky di nuovo e se Brandon non lo trattenesse non so cosa succederebbe.
"Preso cosa?!" Grida l'altro di rimando. "Di che diavolo stai parlando?!"
"Il mio pugnale! So che l'hai preso tu!"
"Cerca di calmarti Riven." Fa Brandon aggrottando le sopracciglia. "Vedrai che lo ritroveremo, ora lo cerchiamo insieme!"
In risposta riceve uno strattone. "Stai al tuo posto scudiero! Non voglio il vostro aiuto, anzi, guardatevi le spalle nell'arena!"
E se ne va, scuotendo la maglia della tuta piena di polvere.

"Stai bene?" Chiedo a Sky poggiandogli una mano sulla spalla.
"Sì certo. Ma che gli prende? Non ho io il suo pugnale!"
"Io lo so Sky. Brandon, è tutto a posto?"

"Fisicamente sì. Emotivamente non molto." Mugugna quello, provocando l'ira del compagno.
"Brandon lascialo perdere! Non sei solo il mio scudiero ma il mio migliore amico!"
"Sarà... Vado a farmi una doccia."

E sparisce anche lui dietro il portone d'ingresso.
Fisso il principe con aria interrogativa.
"Io e Brandon siamo come fratelli fin da bambini. I suoi genitori perirono durante la guerra ed in punto di morte affidarono a mio padre il figlio, che venne educato al meglio delle possibilità del regno. Lui è come me, solo..."
"Solo non ha sangue reale!"
Lo interrompe Stella, che fissa la porta varcata poco prima dal ragazzo.
"Già." Sbuffa Sky. "E Riven deve sempre rinfacciargli le sue origini!"
"D'accordo Sky." Proseguo. "Ma chi ha preso il pugnale?"
"E' stata Darcy." Accusa Stella. "L'ho vista con il pugnale, si nascondeva in mezzo alle travi del soffitto."
"Cosa cerca di fare?" Sbotto. "Farci litigare tra noi?"
"Probabilmente sì. E Riven glie lo sta rendendo così facile..."
 

Stella ha ragione, prova ne è il clima che vige tra noi tributi il giorno seguente, in cui fino alla seduta personale di valutazione non proferiamo parola gli uni con gli altri. Uno dopo l'altro i nomi vengono annunciati ed i concorrenti entrano nella sala a porte blindate. Rimaniamo io e Sky, in attesa del nostro turno.
Finalmente "Bloom Domino" viene convocata dall'altoparlante; Sto camminando ad occhi bassi quando Sky mi chiama: "Bloom!"
Mi volto, in attesa che parli, e stranamente nei suoi occhi trovo conforto.
"Centra il bersaglio." Dice solo ed io annuisco, imprimendomi la sua voce nel sangue.

La stanza della valutazione è uguale alla palestra degli allenamenti, non fosse per alcuni piccoli dettagli: le armi agganciate ai muri, il buio totale, ed una giuria di dodici persone sugli spalti che sovrastano l'intero perimetro.
Tra esse riconosco Palladium, primo stratega, ed una serie di volti conosciuti, che devono essere gli sponsor.
Sembrano ignorare il mio ingresso, intenti a banchettare e ridere di futilità.
"Bloom Domino." Mi schiarisco la voce, ed improvvisamente si voltano silenziosi.
Non fingevano di non vedermi. Non mi avevano nemmeno guardata.
Mi avvio al simulatore, cercando di annegare i miei pensieri almeno per un secondo; Imposto la modalità di combattimento che ho visto utilizzare da Tecna il giorno precedente.
Non ho ancora trovato la posizione di partenza quando un branco di ibridi si avventa su di me. Mi accorgo che la mia difesa è debole troppo tardi, quando uno di loro mi ha spinta fuori dalla piattaforma vibrante.
Dagli spalti le fragorose risate, le battute, i commenti mi scheggiano la pelle e trafiggono il cuore.
"Nessuna speranza, come previsto." Dice Palladium con un sorriso a mezzaluna; Tutti tornano al tavolo delle pietanze e ridono più forte.
Ridono di me.
Mentre le lacrime mi pungono gli occhi avverto di nuovo quel calore che mi ha spinta ad affrontare Icy.
E' possibile che nessuno qui mi voglia concedere un'occasione?
"Credi in te!" Esclama la voce misteriosa, e ad essa si sovrappone quella di Sky, che dice "Centra il bersaglio."
Scaglio la palla di fuoco che si è formata tra le mie mani nella direzione del mio bersaglio, Palladium. Questo si volta giusto in tempo per scansarla e, alle sue spalle, il muro che ho colpito crolla.
Mentre gli sponsor mi fissano a bocca spalancata mi congedo con un leggero inchino.
"Grazie per la vostra considerazione."

 

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Capitolo 5
*** 5. ***


5.


"Ti rendi conto che le tue azioni hanno delle ripercussioni su tutti noi e non solo su di te?!"
Nora è completamente fuori di sè: gli occhi sbarrati, il tono di voce che sfiora gli ultrasuoni; Ancora una volta agita il ventaglio ad un centimetro dal mio viso, ed io mi ritrovo a pensare che nemmeno Stormy potrebbe causare una bufera tanto potente.
"Mi sono arrabbiata!" Tento di giustificarmi, ma con scarsi risultati.
"Quello che Bloom cerca di dire" interviene in mia difesa Cornelius "è che ha agito di impulso. Ma non sappiamo come reagiranno gli strateghi."
La giovane promessa della televisione esplode nell'ennesimo squittio: "Qui si tratta di maleducazione! Che hai da dire in proposito?"
"Che è la carta migliore per una buona valutazione!" Avalon irrompe nella sala, come al solito accompagnato da un buon drink.
"Complimenti dolcezza!" Si volta con un ampio sorriso nella mia direzione ed io inarco un sopracciglio, visibilmente sorpresa.
"Allora... cosa hanno fatto?" Prosegue a chiedermi.
"Mi sono sembrati spaventati."
"Certo! Meraviglioso! E poi cosa gli hai detto?"

"Grazie per la vostra considerazione..." Mormoro soffocando una debole risata, mentre Nora mi fulmina con lo sguardo.
"Avalon sei il loro insegnante e dovresti considerare la possibilità che..." Comincia.
"Che cosa? Che la uccidano? Che uccidano lui?" Il mentore accenna a Sky seduto accanto a me sul divano. "Non è già abbastanza il fatto che siano qui? Allenta il corsetto e beviti una cosa, vediamo come reagirà il grande capo."
A richiamare la nostra attenzione è lo schermo piatto di fronte a noi.
Wizgiz, con un tono solenne che non gli si addice, sta annunciando le valutazioni assegnate ai singoli tributi.
Queste arrivano ad un massimo di dodici punti, e servono tanto ai concorrenti quanto agli strateghi per prevedere le possibilità di sopravvivenza nell'arena di un dato individuo.
"Non sarà una gara facile..." Bofonchia Sky passandosi una mano tra i capelli, quando davanti ai nostri occhi scorrono i dieci punti di Icy ed Helia, i nove di Darcy, Stormy e Riven, gli otto di Brandon, Flora, Tecna e Stella, i sette di Musa e Timmy e tanti altri che nemmeno riusciamo a leggere.
"Per il principe Sky da Eraklyon la valutazione è di nove punti!" Esclama Wizgiz e i lineamenti del ragazzo, prima contratti, si distendono.
Avalon gli batte una mano sulla spalla, affermando convinto: "Ci si può lavorare!"
"E infine per Bloom Domino..." Trattengo il respiro e quando il principe mi sfiora la mano la stringo forte, chiudendo gli occhi.
"Undici punti!"
All'urlo del presentatore riapro le palpebre. Non può essere vero.
Uno dopo l'altro Cornelius, Avalon e Nora mi stringono in un abbraccio, congratulandosi con me.
"E' fantastico Bloom... complimenti."
Dice solo Sky, voltandomi le spalle e incamminandosi verso la sua camera.
Abbandono i festeggiamenti e lo seguo nel corridoio buio. "Va tutto bene?" Chiedo, posando una mano sul suo braccio.
Lui si volta di colpo, come scottato: "Era tutto programmato? Eri d'accordo con Avalon?"
"Di che stai parlando?"
"Tutta la scenetta della ragazzina persa e debole, ed io che ero anche pronto a sacrificarmi per te..." Scuote la testa ed i capelli biondi oscillano all'altezza del mento.
E' questo che pensa?
"Sky guardami." Dico severa quando noto che evita i miei occhi. "Non ho chiesto io questa valutazione e di certo non ho mai chiesto il tuo sacrificio."
"Tu non chiedi. Tu agisci e basta."
E mi abbandona lì, nel corridoio, e al chiudersi della sua porta anche lui mi chiude fuori da sè.

"Bloom dobbiamo brindare!" Al mio rientro in sala Avalon sta ancora urlando di gioia, ed è intento a stappare una bottiglia di vino bianco.
"Non ora!" Faccio burbera "Ho bisogno d'aria!" E a mia volta sbatto la porta alle mie spalle.

"Bloom!"
Possibile che non ci sia tregua per me oggi?
"Stella, ciao!"
La principessa di Solaria mi studia per un po'. Poi, senza pensarci troppo, mi chiede: "Che ti succede?"
"Sono un po' giù..." Mi sento dire, e nemmeno io capisco perchè mi stia aprendo con una ragazza che conosco appena.
Questa solleva le spalle e sorride.
"Io so ascoltare se vuoi."

Un'ora dopo siamo entrambe sedute sul pavimento freddo, la schiena poggiata a quella stessa porta che ho sbattuto con rabbia.
Ogni mia aspettativa su Stella è crollata: è sensibile, comprensiva, diretta oltre ogni limite; Desidera più di ogni altra cosa apparire superficiale, perchè l'unico mondo che riesce a controllare è quello delle bugie che le sono state cucite addosso dai suoi genitori. In quel mondo la principessa non è costretta a battersi con i suoi coetanei per sopravvivere, ma deve preoccuparsi solo di feste,
abiti e danze.
"Non riesco a capirlo..." Concludo, rivolgendomi a Sky.
Stella si strofina il pollice sul mento. "Probabilmente si è sentito sminuito dalla tua valutazione. Gli piaceva l'idea di doverti proteggere, e ora che la più forte tra voi due sei tu rappresenti una minaccia."
"Non avrebbe alcun senso! Qualcosa è cambiato tra noi!"
"Vi conoscevate così bene?" Mi chiede allora.
Abbasso lo sguardo. "La prima volta che ci siamo incontrati eravamo alla festa di benvenuto ad Alfea, due anni fa. Ricordi lo stagno di ninfee in giardino?"
La bionda annuisce.
"Il mio coniglio Kiko aveva deciso di volerne mordere un petalo, ignorando il fatto che i fiori fossero addestrati a reagire. Subito mi lanciai nell'acqua per proteggerlo, ma mi ritrovai nello stesso disastro. Fu Sky a tirarmi fuori di lì."
Quando sollevo il capo la ragazza mi guarda con occhi sognanti.
"Hai capito Bloom e il bel principe!"
"Ma non c'è niente tra noi!" Mi affretto a precisare.
La mia nuova amica si incupisce improvvisamente. "Tuttavia hai ragione, qualcosa non va. E' come se avesse rinunciato al vostro rapporto..."
Sbuffo, arricciandomi nervosamente una ciocca di capelli sulla fronte.
"Ma non ce ne preoccuperemo adesso, abbiamo altri impegni!" Prosegue lei, con una certa fretta di cambiare argomento.
"Cioè?"
"Una riunione delle fate, vogliono congratularsi con te per il tuo ottimo voto!"

Stella mi trascina fino all'appartamento del quarto piano. Per il momento è l'unica che riesce ad orientarsi nel quartier generale.
Io, al contrario, ho compreso esclusivamente che ad ogni coppia di tributi è stato assegnato un piano ed i vari livelli comunicano tra loro solo
grazie ad un ascensore di cristallo.

Quando apriamo la porta ritroviamo Musa, Tecna e Flora a fissarci silenziosamente; La prima ad infrangere il silenzio è proprio quest'ultima, che mi corre incontro e in un abbraccio mi sussurra: "siamo così felici per te!"
"Non capisco..." Mormoro confusa. "Siamo avversarie e voi non dovreste..."
"Essere tue amiche?" Domanda Musa incrociando le braccia al petto.
"Se proprio devo essere uccisa voglio che sia una fata a farlo!" Conclude Stella strizzandomi l'occhio.
Ridiamo di gusto ed il pomeriggio procede così, con un gruppo di studentesse che prima di perdersi scelgono di trovarsi.

 

"Ho notato che quel Brandon non ha occhi che per te." Scherza Tecna, tirando una gomitata a Stella che contrae il viso in una smorfia infastidita.
"Peggio per lui! Siamo qui per uccidere, non per amoreggiare."
"Oh andiamo Stella, almeno godiamoci il viaggio! Perchè non provi a conoscerlo?" Chiede allora Musa, sollevando gli occhi al cielo.
Lei ammutolisce e nel suo silenzio tutte comprendiamo la verità.
"Non abbiamo un futuro." Dice cupa.
"Perchè uno di voi due morirà o perchè il sangue reale non può mischiarsi a quello plebeo?" Chiedo io squadrandola, e improvvisamente capisco il suo comportamento di poche ore prima.
La fata del sole e della luna sorride impacciata, colta sul fatto; Schiude le labbra un paio di volte, come per parlare, ma nulla esce dalle sue corde vocali.
"Ha importanza?" Crolla alla fine, le parole che tremano sulla punta della lingua.
"Questa è cattiveria pura!" Esclama pronta Flora.
"Non è cattiveria ma selezione naturale. Fidati di me, non avremmo niente di cui parlare." Sbotta l'altra perdendosi in un sospiro.
Roteo gli occhi sbuffando a mia volta. E' questo ciò che Sky pensa di me? Ciò che è obbligato a pensare?
Io e Brandon siamo uguali: speriamo di incontrarci a metà strada con Sky e Stella, quando il percorso è un senso unico che ci obbliga a
rincorrerli.

Prima di tornare nei nostri appartamenti, io e Stella decidiamo di camminare all'aria aperta, nel bosco che circonda il quartier generale.
Sto ancora pensando a Sky quando un rumore di passi riscuote la mia mente.
"Non è prudente stare qui fuori." Dice Stella, e ci nascondiamo dietro il cespuglio più vicino. Entrambe tiriamo un sospiro di sollievo quando scorgiamo uno degli specialisti.
Arrivato all'ombra umida del bosco Brandon respira affannosamente, e capisco che ha appena terminato uno dei suoi allenamenti spacca ossa.
"Coraggio principessina, puoi farcela!" Bisbiglio a Stella da dietro il cespuglio di edera.
Siamo entrambe inginocchiate sul prato e riderei per l'agitazione della mia compagna se questo non determinasse la nostra uscita allo scoperto.
"Non chiamarmi così, ragazza cupa. E so di potercela fare, ma... se non volesse parlarmi?"
Ed è con questa domanda che la fata dal cuore buono seppellisce l'insopportabile ragazza vanitosa.
"Sarebbe un completo idiota!" Dico, mentre la spingo fuori dal nascondiglio.
"Ahia!" Si lamenta lei con voce stridula, e subito si fa notare.
Alla vista di Stella, Brandon sembra voler mantenere un contegno che non c'è. E' così evidente!
Ha gli occhi sgranati, fissi in quelli di lei; I muscoli contratti e la bocca leggermente aperta.
"Stella!" La saluta dopo svariati secondi.
"Ciao Brandon!" Accenna lei con voce soave.
Quando il silenzio si fa insostenibile persino per me, è la figlia di Radius a parlare: "Volevo solo dirti che Riven ha sbagliato a dirti quelle cose l'altro giorno. Eravamo... insomma, io ero dalla tua parte."
Dice visibilmente imbarazzata.
In risposta lui si volta dall'altra parte e la lascia lì, a mordersi le labbra in un angolo buio.
La principessa di Solaria resta immobile, salda sulle proprie gambe. Non lascerà che i frammenti di un cuore a terra la facciano camminare a testa bassa.
Si volta nella mia direzione e, sollevando le spalle, sorride come a voler dire "non m'importa".
Ma quando la risata si trasforma in un pianto irrefrenabile i suoi occhi si chiudono, forse per la vergogna o forse semplicemente per il dolore.
Rimasta nascosta fino a quel momento, corro nella sua direzione e la abbraccio.
Non diciamo niente ma è un gesto che vale più di mille parole, specialmente quando avverto la debole stretta della bionda intorno alla mia vita.

 

Quando rivedo la mia amica, dietro le quinte del talk show cui dobbiamo presenziare, niente sembra essere successo.
Stella sorride radiosa nel suo vestito sgargiante e non c'è espressione, parola o nota che  la possano tradire; Al contrario di me, che cammino nervosamente torturandomi le mani. Il tempo sembra essersi fermato prima del mio turno.
Fisso distrattamente lo schermo sopra i miei occhi. Mi avevano avvertita che i mentori di Stella e Brandon sono esperti dello spettacolo, ma non pensavo li avessero istruiti tanto bene. Come divi del cinema sembrano padroneggiare ogni parola, ogni gesto che fa andare il pubblico in visibilio.
"Oh andiamo Brandon! Un bel tipo come te avrà tutte le ragazze che vuole!" Fa Wizgiz allargando le braccia.
Il moro ride riavviandosi i capelli. "Non mi posso lamentare in effetti, ma in questo momento non ho una relazione."
Dagli spalti fischi e urla causano la risata euforica del conduttore.
"L'avete capito anche voi?" Domanda, mentre l'altro lo fissa interrogativo.
"Qualcuno" prosegue agitando l'indice per aria "è innamorato!"
"Questo non è affatto vero... ritiro tutto sulla gioia di essere qui, voglio andarmene!" Il ragazzo si finge imbronciato ma non ha via di scampo ormai.
"Non te la caverai così!" Lo incalza il presentatore.
Brandon sbuffa prima di confessare: "Beh... ad essere sinceri penso che lei non mi abbia mai notato fino al giorno della mietitura."
"Inaccettabile!" scatta l'altro "Sai che ti dico? Va' in quell'arena, vinci, e quando tornerai a casa quella ragazza dovrà per forza uscire con te! Dico bene?"
Di nuovo accolto dall'entusiasmo della folla il tributo sorride, ma questa volta mestamente.
"La vedo un po' dura Wizgiz... perchè lei è venuta qui con me."
Ed il silenzio cala nel salone; Nessuno è in grado di proferire parola di fronte ad un giovane amore spezzato dalla morte all'unico scopo di divertire un pubblico che non si vede, ma pesa costantemente sulle spalle di tutti noi.
"Questa è sfortuna. E io invece ti auguro la massima fortuna, mio caro Brandon. Un applauso gente!"
Ma quando il concorrente torna nella sala d'attesa Stella gli piomba addosso furiosa.
"Che diavolo fai?! Prima mi ignori e poi dici che mi ami in diretta?"
A dividerli ci pensano i loro mentori. "Tesoro calmati!" Dicono. "Ti ha fatto un favore, ti ha fatta apparire desiderabile!"
E li trascinano via entrambi.

"Flora è il tuo turno!" Mormora l'assistente della produzione.
La fata della natura fa il suo ingresso in un abito giallo, lungo fino a metà coscia e dalla scollatura evidente.
Con grazia si siede accanto a Wizgiz.
"Credo di parlare a nome di tutti" Fa questo "quando ti dico che ci siamo commossi alla mietitura. Era tua sorella la ragazzina che hai protetto?"
"Lo era." Lei stringe i pugni al pensiero della piccola Miele.
"E cosa le hai detto quando l'hai salutata?"
Le lacrime solcano il viso abbronzato della giovane. "Le ho detto che avrei vinto per lei. E vincerò per lei."

Prima che possa rendermene conto è il mio turno. Luci accecanti e applausi mi rendono più nervosa che mai.
"Sei bellissima Bloom!" Esclama Wizgiz e annuisco senza proferire parola.
"Qualcuno qui è un po' nervoso..."
Non appena sento le risate dagli spalti il fuoco che ho cercato di estinguere per tutta la giornata divampa.
"Volevo in primo luogo complimentarmi con te per la tua valutazione, per non parlare poi della tua apparizione alla parata! Ormai tutti ti conoscono come la ragazza in fiamme!"
"Stavo solo cercando di non morire bruciata..." Dico ansante, accennando un lieve sorriso.
Di nuovo risate, accompagnate da Wizgiz: "Ti adoro! Ti adoro!"
In un istante un'idea mi balena in mente: "Le sto indossando anche ora, le volete vedere?"
Un'esplosione di euforia che interpreto come un assenso mi incoraggia.
Il conduttore chiede: "E' sicuro?"
"Certo!" Esclamo, cercando tra la folla gli occhi di Cornelius.
Questi mi sorride e, con lo schiocco di dita alla mia giravolta, il vestito nero inizia a prendere fuoco.
"Un applauso per la ragazza in fiamme!" Urla il presentatore, stringendo la mia mano per impedirmi di cadere.
La testa mi pulsa incredibilmente, ma la scarica di adrenalina si esaurisce solo quando torno all'appartamento.
Lì, tra i complimenti di mentori e guide, mi accorgo dell'assenza di Sky.
Avalon, come a leggermi nel pensiero, dice: "Sky non voleva più stare qui. Vi vedrete domani nell'arena."
 

E così accade.
Il mattino seguente ognuno di noi viene preparato ed inserito nella capsula magica che lo trasporterà direttamente nell'arena.
"Voglio che ritorni da me ragazza in fiamme." Mi bisbiglia Cornelius, coprendomi le spalle con la giacca termica da lui ideata.
Sorrido, prima di chiudere gli occhi.
Quando li riapro mi ritrovo in una verde piana, a sud un piccolo lago e a sovrastarci un immenso bosco.
I tributi sono disposti su piattaforme vibranti, in attesa del colpo di cannone che segni l'apertura della gara; Nei loro occhi il terrore che ha afferrato anche il mio cuore.
Ognuno di noi è equidistante da un'ampia struttura centrale: la cornucopia. Essa è costituita d'oro e desideri, poichè contiene tutti i rifornimenti che ognuno di noi necessita inclusi cibo, acqua e armi.
Intorno ad essa sono disseminati una serie di zaini neri, i kit di sopravvivenza per i tributi che scelgono di fuggire di fronte al primo bagno di sangue.

"Che i diciassettesimi hunger games abbiano inizio!"
E poi il cannone.

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Capitolo 6
*** 6. ***


6.


E poi il cannone. Ed il tempo che si ferma nel silenzio di un battito mancato.
Ancora sulla pedana, mi guardo intorno spaesata. I tributi corrono, chi verso il lago e chi verso il bosco, fatta eccezione per gli specialisti che si affrontano intorno alla cornucopia nel tentativo di impadronirsi delle armi.
"Bloom, corri!" Urla Flora, già in prossimità degli alberi.
Dovrei scappare, eppure non riesco a muovermi.
"Così hai scelto di morire, che piacevole sorpresa!" Fa una voce familiare.
E' Icy, che si avvicina a passo lento e sicuro, un ghigno sulle labbra. "Noi abbiamo un conto in sospeso mi pare!"
Morire per scelta sarebbe un atto di coraggio; Rifiutare il ruolo che Grass e il suo teatro mi hanno imposto.
Ma io non ho scelto di morire, e ora accadrà solo perchè la paura mi immobilizza.
La strega ha già allungato un braccio nella mia direzione ed è una linea sottile a separarci. Un passo avanti per la morte, uno indietro per la vita. E ancora resto immobile, non sapendo scegliere.
Chiudo gli occhi, aspettando che il vento mi porti via con sè.
"Lasciala stare!"
Riapro le palpebre all'urlo di Tecna. Icy è imprigionata nella sua sfera elettromagnetica e urla isterica "non finisce qui!", mentre Flora mi trascina per un braccio.

Nella foresta torno a respirare.
Tetra come la notte, gli alberi che sembrano ridere del terrore sul nostro volto.
"Stai bene?" Mi chiede Tecna.
Annuisco. "Perchè mi avete salvata?"
Le due fate scrutano l'una gli occhi dell'altra come a voler leggere una risposta valida. E capisco che non ce n'è una.
Non sanno perchè l'hanno fatto, ma hanno agito e basta.
"Ci conviene trovare rifugio nel folto della natura." Riprende Flora. "La foresta è immensa, e le probabilità che ci trovino qui sono poche."
"Ho visto Musa correre in questa direzione!" Dico, mentre brevi flash di qualche istante fa mi balenano in mente.
"Troviamola prima che siano gli altri a farlo." Esclama la fata della tecnologia, mentre una mappa immaginaria compare sul suo palmo. In mezzo ad essa, alcuni puntini si muovono.
"Questi sono i tributi." Spiega. "Musa non è lontana da noi, si sta dirigendo a nord, verso il confine!"
"E Stella? Hai notizie di Stella?" Chiedo preoccupata.
Lei ruota la mano, reindirizzando più volte la ricerca. "E' a sud, nella direzione opposta a noi."
"Cosa spera di trovare al lago?" Sbuffa Flora.
"Non lo so, ma non possiamo aiutarla da qui." Conclude l'altra.
"Mi auguro solo che stia attenta..." Mi lascio sfuggire prima di riprendere il cammino.

Muoviamo un passo dopo l'altro, ad ogni secondo guardandoci le spalle.
L'ottimismo di Flora a poco a poco si affievolisce, poichè come noi si accorge che la natura non da' conforto qui. Una serie di tronchi tutti uguali svettano al cielo, ed i loro rami piovono sulle nostre teste sofferentemente.
E' un urlo a riscuoterci dall'oblio.
Iniziamo a correre nella direzione di quelle che sono diventate grida disperate, Tecna davanti a tutte urla il nome di Musa.
"Musa! Sei tu!" Esclama, quando si scontra con lei.
La fata della musica risponde in lacrime, coprendosi gli occhi. La tuta nera è fradicia ed anche il viso e i capelli sembrano infangati.
"Siete voi davvero?"
"Che ti è successo?" Le chiede Flora poggiandole una mano sulla spalla, ma subito la ritrae inorridita.
Sbarro gli occhi, fissando la pelle ormai tinta di rosso. "Musa, di chi è questo sangue?"
"Mi è letteralmente piovuto addosso!" Urla in risposta mentre le gambe cedono. "Mi stanno punendo come se già non mi sentissi in colpa..."
"Che vuoi dire?" Fa Tecna "in colpa per cosa?"
E in quel momento ricordo cosa ho visto al colpo di cannone.

Una spirale viola. Una risata. Tante figure tutte uguali a Darcy.
Musa, che in preda al panico sfodera il suo attacco più forte. E Darcy, che crolla ai suoi piedi ad occhi semichiusi.

"Darcy si è avventata su di me non appena sono iniziati i giochi. Non avevo via di scampo e volevo solo difendermi, ma..."
Abbassa lentamente il capo e la frangetta scura va a coprire la fronte e gli occhi, da cui piovono lacrime amare.
"L'ho uccisa." Conclude.
"Non è stata colpa tua!" Mormora Flora nel silenzio, inginocchiandosi accanto a lei.
"Ma è morta ugualmente." Ripete l'altra con rassegnazione.
"Per questo stavi andando al confine? Volevi fuggire?" Domanda Tecna incurvando il collo.
"Ci stavo riuscendo, ma la pioggia di sangue mi ha fermata!"
Evadere dall'arena non è possibile, e tutti lo sappiamo bene. Perchè tentare rischiando l'ira degli strateghi?
"Ora andiamo, cerchiamo un rifugio." Dico io non molto convinta riguardo la risposta di Musa. "Non è sicuro restare così esposte."

Procediamo in silenzio nell'ambiente illusorio; D'improvviso alcune voci:
"Bravo Sky! L'hai trovata davvero!"
E ancora: "Uccidile Riven, così!"
"Svelte, arrampicatevi!" Urlo alle altre, e riusciamo giusto in tempo a nasconderci tra i rami, prima che Sky, Riven, Stormy e un'altra figura che resta nell'ombra si dispongano ai nostri piedi.
"Non avete scampo fatine!" Riven allarga le braccia, prima di sguainare una spada, esito del bagno di sangue alla cornucopia.
"Sky!" Chiamo "Per favore aiutaci!"
Ma il biondo ride di gusto: "Ora siamo pari Bloom."
Prima che possa rispondergli, la quarta figura si affianca ai compagni. Una voce conosciuta impartisce ordini: "Valle a prendere Stormy."
Musa si copre le labbra con entrambe le mani prima di urlare "Darcy! Io ti ho vista cadere!"
La strega solleva un sopracciglio. "Dovresti imparare a distinguere la realtà dalle illusioni ragazzina!"
"Ora basta!" La seconda Trix interrompe il dialogo, sollevandosi in volo nella nostra direzione.
"Rircordate l'incantesimo per creare una barriera protettiva?" Domanda allora Flora, mentre tutte acconsentiamo. "Insieme!" Urla poi e la proiezione della nostra energia respinge Stormy, che cade rovinosamente a terra.
Quando fa per rialzarsi è Sky a fermarla: "Non ce n'è bisogno. Hanno una scelta: restare lassù e morire di fame, o scendere e morire per mano nostra."
Lo fisso negli occhi senza poter ignorare la morsa che mi incatena lo stomaco. Che diavolo è successo al ragazzo che conoscevo?
"Mi piace!" Squittisce Darcy. "E ora accampiamoci tra queste radici!"

Così accade.
Le ore della sera trascorrono nel freddo pungente del fogliame e noi fate, strette le une alle altre, organizziamo i turni per chi deve dormire e chi restare di guardia.
Mi offro volontaria come sentinella per il primo turno nella speranza di poter scambiare qualche parola con Sky.
Ma a notte fonda, mentre il principe dorme profondamente, mi accorgo che Musa è vigile.
"Sei ancora scossa?" Le domando bisbigliando per non svegliare le altre.
"Credevo di averla uccisa..." Sospira lei "Volevo morire al solo pensiero."
"Cercavi la morte al confine, non è vero?" Chiedo senza indugio.
Lei annuisce piano, come a voler confessare un peccato. Ma non posso che provare ammirazione nei suoi confronti.
Ha avuto il coraggio che a me è mancato, ha scelto.
"Per quello che vale" continuo "hai dimostrato di essere forte; Ma non scordare chi è il vero nemico, anche se nell'arena è molto facile."
Musa sorride stancamente "E' un buon consiglio, dovresti seguirlo anche tu!" E accenna a Sky che si rigira sotto l'albero.
"Ora dormi!" Le intimo sorridendo.

All'alba del mattino seguente, quando i nostri nemici ancora dormono, Tecna ci riunisce per parlare:
"Ho trovato il modo per andarcene di qua."
Tutte e tre la fissiamo con aria interrogativa, in attesa che esponga il suo piano.
"Vedete quel nido?" Domanda poi indicando un punto indefinito poco sopra le nostre teste.
Mi volto ad osservare l'enorme alveare di quelle che paiono vespe, appeso ad uno dei rami più alti.
"Vuoi farlo cadere..." Indovina Musa sorridendo "Degli insetti dovrebbero aiutarci?"
"Quelli" puntualizza la mente "non sono semplici insetti. Sono aghi inseguitori, il cui veleno provoca allucinazioni istantanee. Nel nostro caso un ottimo diversivo, direi!"
Flora rabbridisce, nuovamente spaventata dalla corruzione della natura nell'arena. "Lo faremo cadere?"
"Lo farò io." Dico decisa, avviandomi al nido.
"No invece" mi blocca la fata della natura "lo farò io!"
Scuoto la testa decisa a ribattere ma lei mi precede: "Tu stai pronta a correre!"
La osserviamo camminare in equilibrio sui rami spessi; In punta di piedi, a braccia allargate, Flora sembra avere il permesso di dominare l'intero albero. Si posiziona superiormente al ramo e allunga l'indice, recidendo il peduncolo che tiene ancorato l'alveare al legno.
Subito questo si schianta al suolo, in un'esplosione di rumore e rabbia; Gli aghi inseguitori assaltano tutto ciò che trovano, incluse le streghe ed i ragazzi.
Noi, dal canto nostro, approfittiamo della distrazione per saltare giù dall'albero e volare lontano.

Quando mi volto a controllare la situazione, Stormy e Sky si sono allontanati urlando, mentre Riven imbraccia le armi, nel vano tentativo di difendere se stesso e Darcy.
Quest'ultima, vedendo lo specialista avere la peggio, fa per allontanarsi.
"Darcy!" Urla il guerriero, soffrendo all'attacco dello sciame.
"Chi resta indietro viene lasciato indietro!" Si giustifica lei, abbandonandolo.

"Dobbiamo aiutarlo!" Esclama Musa, che come me ha assistito a tutta la scena.
Annuisco, ed insieme torniamo tra le radici spoglie a sollevare il corpo ormai privo di sensi di Riven.
Atterriamo vicino ad un piccolo ruscello, nella speranza che l'acqua cancelli le sue ferite. Ma nulla accade.
Musa scuote il suo viso disperatamente: "Rispondi, ti prego!" Lo supplica in lacrime.
Ruoto la testa, realizzando che non c'è possibilità d'aiuto; Abbiamo persino smarrito le altre, e ora lo specialista morirà insieme a noi.

 

 

 

 

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Capitolo 7
*** 7. ***


7.

"Bloom, fai qualcosa!"
La voce supplicante di Musa perfora il mio cervello.
"Pensa... pensa..." Rimugino a voce alta nel tentativo di fare mente locale; Siamo sperdute in mezzo al bosco, solo lo scorrere dell'acqua a farci compagnia. Le due fate più competenti di Alfea non sono con noi e non conosciamo incantesimi da praticare.
Cosa farebbe Flora?
"Ma certo!" Mi volto entusiasta verso la mia amica "Aconitum napellus!"
Lei solleva stancamente il viso solcato di lacrime; Inarca lievemente le sopracciglia e dice solo "qualsiasi cosa funzioni".
Senza ulteriore indugio mi sollevo in volo sopra gli alberi, alla ricerca della pianta. Nel cielo terso l'aria leggera mi entra nelle ossa e nel sangue, tanto da pensare che potrei restare qui per sempre e dimenticare gli Hunger games.
I miei occhi esaminano la terra sottostante, nel tentativo di ricordare dove ho visto il fiore magico. E, inevitabilmente, il pensiero corre ad Alfea.

"Come si cura un avvelenamento professore?"
Domanda Flora con voce soave, mentre spinge i gomiti verso la fine del banco in legno chiaro e protende il corpo verso la cattedra.
"Con un veleno più forte cara! Ricordatevelo sempre, in pozionologia e nella vita: l'unico modo per guarire è ammalarsi."

L'Aconitum napellus è una pianta erbacea, la cui sommità è costituita da un fiore ad elmo di colore viola. Esso contiene una manciata di semi, riconosciuti nell'inventario dei più pericolosi nella dimensione magica. Le foglie circostanti, tuttavia, sono famose per il loro potere curativo nei casi di puntura di scorpione o altri agenti patogeni.
"Cresce in un terreno argilloso..." Ricordo "la sorgente del ruscello!"
Pervasa da una scarica di adrenalina mi lancio nel vuoto, sfiorando le foglie con le punte delle dita e respirando a pieni polmoni.
La sorgente, come previsto, si compone di un terreno fangoso, ideale per la crescita del mio obiettivo.
"Cerchi qualcosa?"
La voce alle mie spalle mi obbliga a voltarmi. E' Helia, appoggiato con i palmi ad una pesante spada conficcata nel terreno. Accanto ad essa l'aconitum.
"Riven è ferito." Mormoro solo, senza distogliere lo sguardo dalla chioma violacea.
"E tu vorresti aiutarlo?" Ride lui "Lascialo morire!"
"Nessuno merita di agonizzare per il veleno degli aghi inseguitori. Devo aiutarlo!" Mi avvicino alla pianta ma quando sto per coglierla sento il metallo freddo sul collo.
"Non posso lasciartelo fare Bloom. Se ti uccido ora muore anche lui. E' un'offerta due al prezzo di uno che non posso lasciarmi scappare..."
Sollevo lo sguardo, stringendo il pugno sullo stelo.
"Ma Musa ucciderà te. E poi qualcuno ucciderà Musa. E alla fine credi ci sarà un vincitore? Chi vince è sempre quest'arena. Chi vince è sempre Grass."
Il ragazzo sbatte le palpebre, messo alle strette dalla verità.
"Vieni con me..." Gli dico rialzandomi in piedi.
"Solo per questa volta ragazza di fuoco." E ritrae la spada, scuotendo debolmente il capo.

Quando terminiamo di coprire la pelle di Riven con le foglie sta calando il buio intorno a noi.
Il corpo dello specialista giace appoggiato ad un albero, ancora nei pressi del ruscello; Seduti in cerchio intorno a lui, scartiamo la possibilità di accendere un fuoco nonostante il freddo, perchè la paura di essere scoperti senza alcuna difesa è troppa.
"Musa puoi andare a riposarti, resterò io con lui." Si offre Helia posandole una mano sulla spalla, ed io non posso evitare di chiedermi quale sia il suo segreto. Il ragazzo gentile nel buio della notte e crudele alla luce del giorno deve per forza nasconderne uno.
Ma Musa scuote la testa decisa: "Se non ti dispiace vorrei controllarlo di persona."
In risposta lui annuisce ed i lunghi capelli scuri ricadono sui suoi occhi.
"Sei il nipote di Saladin, giusto?" Mi azzardo a domandare senza ottenere alcuna risposta.
"Tuo nonno faceva parte della compagnia della luce?" Ritento e questa volta i suoi occhi saettano nella mia direzione.
"Cosa sai?" Chiede solo.
"Non molto. La compagnia della luce lottava a fin di bene, ma faticò a sconfiggere le tre antenate e si disperse."
"Un po' riduttivo ma ci siamo." Ride lo specialista, mentre Musa sbuffa.
"Chi ne faceva parte in origine?" Continuo con un'inspiegabile angoscia che si fa strada dentro di me. La solita voce che non si vuole spegnere.
"Oltre a mio nonno... Faragonda, i sovrani di Eraklyon ed i genitori di Brandon, Re Radius e Regina Luna di Solaria, i sovrani di Domino di cui avrai sentito parlare sicuramente, e la ninfa Daphne, loro primogenita."
Resto immobile, mentre i grossi punti di domanda che mi ronzano in testa sembrano uscire dagli occhi, dal naso, dalle orecchie, e offuscare ogni barlume di ragione.
Sto per formulare una frase quando la voce di Musa mi precede: "Non dimentichi qualcuno? Qualcuno che si è sacrificato per la causa?"
I due si guardano negli occhi per istanti che mi sembrano interminabili ed è di nuovo lei a parlare: "Mia madre e mio padre."
"Erano degli eroi." Mormora l'altro, e subito la fata scatta in piedi.
"Sì, ma solo mio padre lo è ancora!"
Lascio che il mio sguardo precipiti sotto le suole delle scarpe. "Perdonami Musa non..." Comincio, ma vengo nuovamente interrotta: "Non lo sapevi, certo."
"E riguardo i sovrani di Domino che hai citato prima?" Tento di cambiare argomento rivolgendomi a Helia.
Certo non rivelerò la mia identità, non ora e non in questo modo.
"Perirono entrambi" Fa lui "lasciando a Daphne il compito di proteggere il regno e sua sorella minore. Ma le tre antenate non si fermarono davanti a nulla e anche le ultime due superstiti vennero abbattute."
"Questo spiega tutto..." Mi lascio sfuggire.
"Spiega cosa?" Domanda Helia studiando la mia esitazione.
Me. Spiega me.
"Provengo anche io da una famiglia di Domino; Ma non ho mai conosciuto i miei genitori o la mia patria, perciò volevo saperne di più."
Mento, e la voce nel mio cuore si assopisce.

Quando riapro gli occhi il mattino seguente Helia è scomparso. Musa e Riven, d'altro canto, stanno sussurrando.
Sospiro sollevata quando vedo lo specialista muovere debolmente una mano e stringere quella della mia amica.
"Alleati?" Le domanda.
"No. Amici!"

Decidiamo di rimetterci in marcia, nella speranza di riunirci a Flora e Tecna.
Riven sembra negare ogni debolezza post trauma e ci precede di una decina di passi, apostrofandoci spesso.
"Quali novità dal fronte?" Scherza, mentre io e Musa sbuffiamo.
"Potresti essere un po' più civile?" Chiede quest'ultima.
Riven si ferma sulla sua postazione, per poi voltarsi con una mano sul petto. "Scusa cara! Sareste così gentili da dirmi chi è morto?"
Scuoto la testa e la fata della musica leva gli occhi verso il cielo. "Darcy no. Questo è poco ma sicuro."
"Ricapitolando" prosegue lui "restiamo io, voi due, Helia, Flora e Tecna, Sky, Darcy e Stormy."
"Non possiamo saperlo!" Esclamo, tentando di rimediare al senso di colpa che mi affera la gola. "Stella potrebbe essere ancora al fiume!"
"Dubito" replica il ragazzo "Era la prossima tappa che avevamo progettato io e Sky."
Stringo i pugni al pensiero di Sky macchiato del sangue della mia amica.
"E Ahysha?" Prosegue Musa che so essere legata a questa da una lunga amicizia.
"Morta. Uccisa da Stormy. Oh, e prima che lo chiediate anche le restanti streghe sono morte. Questioni di supremazia credo, in ogni caso restano solo le trix."
"Timmy? E Brandon?" Domanda ancora.
Riven abbassa il capo e per un attimo mi sembra di scorgere del pentimento sul suo viso, subito mascherato dal sarcasmo: "Quella è opera mia se tutto è andato bene."
Musa sta per rispondergli ma io intervengo, bloccata all'affermazione precedente.
"Aiuteremo Stella. Non si discute."


Ma al fiume tutto tace e della principessa di Solaria neanche una traccia.
Il cielo sembra specchiarsi nell'acqua limpida e stranamente immobile. Non un pesce, non un grillo provocano rumore intorno a noi, e il blu dominante l'intero paesaggio sembra spezzarsi solo in corrispondenza delle pietre che costituiscono un fragile ponte.
"E' troppo calmo qui." Mormora il nostro accompagnatore.
"Una grotta!" Fa Musa senza prestargli attenzione.
Tiene l'indice rivolto ad un antro roccioso, sulla sponda opposta alla nostra e, senza alcun preavviso, inizia a saltare da un sasso all'altro. Agile come una piuma, le braccia spalancate per mantenere l'equilibrio precario; Il suo corpo oscilla qua e là, come a seguire una melodia, e con il viso ridente affronta gli ostacoli sul proprio tragitto.
"E' una fortuna che ci siano queste..."
Ma non riesce a terminare la frase, perchè le rocce cominciano a muoversi, rivelandosi tartarughe marine.
Subito Riven estrae la spada, ma lo fermo con un sorriso: "Cosa vuoi che ci facciano?"
Ed è l'urlo di Musa a smentirmi per l'ennesima volta.
"Correte!" Grida lo specialista, assestando colpi qua e là mentre arriva a precederci.
Resto ultima nella fila, e quando i due raggiungono la riva ancora un salto ci divide.
"Coraggio Bloom!"
Sto per afferrare la mano di Musa, tesa nella mia direzione, quando una tartaruga più grande delle altre fuoriesce dalle profondità del fiume.
Sul collo e sul guscio, resistente come un'armatura, si srotolano infinite strisce rosse, e mentre l'animale mostra le sue fauci persino l'acqua sottostante sembra tremare.
Riven lancia la sua spada, trafiggendo l'animale al centro del cranio, e mentre questo sprofonda afferro la mano della mia amica.
Tutti e tre ci sdraiamo a riva per riprendere fiato, ma un nuovo pericolo afferra il ragazzo ormai disarmato per il collo, e nella colluttazione riesco appena a riconoscere i capelli castani di...
"Brandon!"
Riven si ferma, paralizzato alla vista del compagno, che ne approfitta per colpirlo in pieno viso.
Con un'espressione trionfante rivolge poi la lancia verso di noi, intimandoci: "Voi due, venite con me."

Arriviamo alla grotta che Musa indicava pochi minuti dopo. Brandon scarica dalle spalle il corpo privo di sensi di Riven.
"Riesci a trasformarti?" Sussurro all'altra fata, mentre tento di allentare la corda stretta intorno ai miei polsi.
"No... ho il sospetto che la corda assorba la magia." Mi risponde lei, divincolando le braccia graffiate.
"Non riuscite a stare in silenzio?!" Urla Brandon, prendendo a calci alcuni ciottoli per terra.
Possibile che i giochi lo rendano tanto isterico?
"In ginocchio!" Urla poi, recuperando la lancia e fendendo l'aria in segno di minaccia.
Subito ci accovacciamo sulla pietra fredda, ma nella penombra scorgo altri due corpi accanto a noi.
"Stella!"
La bionda, esanime, giace su un fianco e non risponde al richiamo.
"Cosa le hai fatto?" Urlo furiosa allo specialista, che muove piccoli passi avanti e indietro visibilmente angosciato.
"Non l'ho uccisa!" Solleva le mani in segno di resa. "Ma l'oscurità la rende debole e presto morirà."
Fisso sconvolta la pelle verdastra della fata. "Cosa vuoi da noi?"
"Prima di tutto che la sleghiate, le corde sono sprecate per una che è già in coma."
La mia rabbia tramonta in un silenzioso sconforto. Se non troviamo un modo per portarla alla luce, Stella morirà.
"Niente?" Ride Brandon. "D'accordo, faccio da solo."
Ma la mia attenzione viene richiamata da un paio di occhi azzurri che, nel mentre, si spalancano nell'ombra.
Di nuovo mi sento volare nel cielo, a milioni di metri sopra la terra.
"Sky..."
"Ben svegliato principino!" Lo canzona Brandon.
"Come sei arrivato qui?" Gli chiedo, ignorando le risate in sottofondo.
Il principe non risponde, e di nuovo scorgo, stretta tra i suoi denti, la collera nei miei confronti.
"Rispondi!" Abbaia il nostro rapitore. "Capisco, ti vergogni!"
"Di cosa?" Domanda Musa scuotendo la testa.
"E' arrivato al fiume con l'intenzione di uccidere Stella, ma ha incontrato me sfortunatamente..."
Stringo i pugni, conficcando le unghie nella carne già martoriata. "Sono state le Trix ad ordinartelo?"
"Non prendo ordini da nessuno." Ribatte gelido, ma una quinta voce si aggiunge alla conversazione. E' Riven, che ha da poco ripreso i sensi e sorride sornione: "Amico, non si direbbe!"
Approfitto dello scambio di battute per cercare una via di fuga. Siamo disposti attorno ad un pilastro di pietra, legati in un cerchio spezzato dall'unica figura ancora sdraiata. La via d'uscita è la stessa entrata che Brandon sorveglia.
Quest'ultimo, preso da una rabbia incontrollabile, colpisce Riven con un calcio ed abbandona la lancia, per sfoderare la spada rubata a Sky. Ma all'improvviso succede qualcosa di inaspettato: Stella, mantenendo gli occhi chiusi e la posizione supina, mormora:
"Darcy ha fatto un incantesimo a Brandon, Bloom. Guarda il marchio sul suo collo."
E' un bisbiglio impercettibile, che gli specialisti, animati nella loro discussione, non notano neppure.
Mi sporgo quanto basta per fissare la vittima: gesticola animatamente, ma non abbastanza da celare il minuscolo triangolo viola sul suo collo.
"Quale incantesimo?" Parlo, attenta a modulare la voce al suo stesso volume.
"Ha annegato le sue buone intenzioni nel fiume, lasciando che solo le emozioni negative affiorassero."
"Come lo aiutiamo?"
"Ho un piano, tu distrailo."

Annuisco piano, prima di attirare l'attenzione su di me: "Bel tatuaggio Brandon. Indovino, è stata Darcy a fartelo?"
Questo si volta verso di me: "Di che diavolo parli?"
"Ha ragione!" Conferma Sky, sconvolto quanto il suo amico "Cos'è quello?" E con il capo indica il simbolo sulla pelle bronzea.
Lo scudiero ruota la testa un paio di volte, come turbato da un sibilo assilante.
E' Riven a rispondere al suo posto: "Quella è la prova che le streghe vi vogliono entrambi morti! Hanno stregato Brandon, sapendo che avrebbe ucciso Sky."
"Non sono affari tuoi!" Esplode il primo, e quando punta la lama sul collo del suo migliore amico non riesco a trattenere un urlo.
"Brandon, fermati." A parlare questa volta è Stella, che si solleva stancamente sulle punte dei piedi. La voce pacata ed il passo leggiadro la portano ad un soffio da lui.
"Stai indietro!" Le urla di rimando, ma lei non si ferma.
"Non ho paura di te..."
Le sue parole, però, non solo sembrano sortire alcun effetto, al contrario paiono agitarlo di più:
"Hai idea di come mi sento a sapere che non posso averti per il mio sangue? E' solo questo, sangue!" Urla passandosi la lama aguzza sul polso e Stella trattiene il fiato.
"Ho passato tutta la vita a desiderare di essere un altro. Mi ingannavo con vestiti firmati e spade pregiate, quando ero solo un orfano sulla coscienza del suo sire. E non l'ho mai deluso, certo, ma nemmeno resto fiero. Come avrei potuto quando il meglio che potevo offrirgli non bastava? Non sono io l'erede che gli recherà lustro e gloria, ma lui!"
Quando il coltello preme di nuovo sulla gola di Sky stringo le palpebre.
"Brandon, io..." Comincia il biondo, ma il moro ha già sbarrato la strada verso il suo cuore.
"Sai cosa ha detto il nostro re?" Prosegue, rivolto all'avversario "Che Eraklyon quest'anno potrebbe avere finalmente un vincitore! Ma non stava parlando di me!"
E così detto, il metallo trafigge il petto del principe.

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Capitolo 8
*** 8. ***


8.
 

Sky si volta verso di me e tutto si ferma. Il sangue che gli cola dal petto, le urla di Musa, il mio cuore.
E lui ha sempre vissuto lì dentro, sotto tutti quegli ingranaggi. Vorrei averlo capito prima, ho dormito una vita nei suoi occhi senza saperlo.
"Brandon fermati, ti prego. Sei sotto l'incantesimo di Darcy!" Tenta di spiegare Stella prendendo per mano lo specialista sconvolto.
"Oh sì e non sai da quanto!" Risponde quello senza guardarla. "Tu sei qui, davanti a me, mi tieni per mano ma sai che dovrei inchinarmi a te. Dici di capirmi ma è come se parlassimo due lingue diverse."
"Allora non parlare, guardami."
"Non potrai mai amare uno scudiero."
Brandon ha ancora il viso rivolto a terra, quando la mano diafana si posa sotto il suo mento e lo solleva. Egli accusa il colpo alla vista di Stella ed il suo corpo sembra piegarsi, contorcersi in un pianto infinito.
"Che sta succedendo?" Mormora Sky ansimando.
"E' il sole..." Dico, mentre tento di indagare nel bagliore.
La fata è avvolta di una luce calda che sembra riportarci tutti a casa, al sicuro, almeno per un attimo. Quando essa sparisce Brandon chiude e riapre gli occhi più volte.
"Mi hai salvato!" Esclama solo.
"Ringrazia questo!" Fa lei, ruotandosi intorno al dito indice l'anello consegnatole dal padre. Subito si volta nella direzione del ferito: "Dobbiamo aiutarlo!"
Il moro corre dall'amico: "Sky, mi senti? Mi dispiace io non..." e liberati della fune che ci stringe anche noi accorriamo.
"Cosa possiamo fare?" Domanda Riven tastando la fronte del principe.
E' proprio questo a rispondere: "E' troppo tardi..."
"No!" Urla lo scudiero. "Non ti azzardare a morire per colpa mia!"
"Cos'è quello?" Ignoro le voci intorno a me e mi dirigo verso una roccia a pochi metri da noi. Oltre questa, un grazioso paracadute bianco è atterrato. Al suo interno un messaggio: "La cornucopia, cimitero e ospedale."
"Che significa?" Chiede Stella, giunta alle mie spalle.
"Alla cornucopia è avvenuto il bagno di sangue..." ipotizzo "ma solo lì potremmo trovare aiuto."
"Vado io!" Si affretta Riven, e Musa e Brandon lo seguono correndo. Scompaiono ancor prima che io mi sia avvicinata all'uscita.
Da lì osservo le loro figure ridursi, oltrepassare la sponda del fiume e dirigersi verso la struttura dorata.
"C'è qualcun altro..."
"Di che stai parlando Bloom?" Balbetta nervosamente Stella, mentre solleva la testa di un pallido Sky.
Una donna dai lunghi capelli arresta il corso di Riven; Una mano sul suo petto, gli sussurra alcune parole sul collo.
"E' Darcy!" Esclamo.
"Che succede?" Domanda la mia amica in risposta.
Tra i due si intromette Brandon, che, furioso, solleva la strega di peso e la scaraventa a terra. Musa si copre il viso con entrambe le mani e quando il corpo disteso non si muove più capisco che è un cadavere.
"Che diavolo succede?!" Ripete nervosamente la principessa di Solaria, ancora distante dalla mia posizione.
"Niente..." Mormoro prima di realizzare la mia menzogna "Ma sarà meglio che vada a controllare. Tu pensa a Sky, d'accordo?"
La bionda resta pietrificata alle mie parole, come se la paura di aver capito le mie intenzioni la opprimesse.
Quando i nostri occhi si incontrano le pupille dilatate non sembrano essere in grado di contenere le mie scuse silenziose.
"Mento per proteggerti" Vorrei dirle, perchè se realmente capisse che Brandon ha ucciso Darcy correrebbe da lui.
"Stella" alzo la voce, in un tono che non ammette repliche "sto andando a salvare chi ami. Ora promettimi che farai lo stesso per me."
"Lo prometto" mormora cupa.

Raggiunto il luogo dove i miei compagni stanno fermi come statue di sale tossisco per annunciare la mia presenza; Nessuno si volta e tutto ciò che vedo sono le loro spalle ricurve, che sembrano sostenere un grosso peso.
Brandon, davanti a tutti, si fissa le mani tremanti; Riven sta seduto accanto al cadavere, cui ha chiuso gli occhi. Lo sguardo sembra carezzare ciò che resta di Darcy ma le dita restano serrate nei pugni.
"Cosa ti ha detto?" Domando solo, avvicinandomi di qualche passo.
"Era tornata per salvarmi."
Non una goccia di disperazione, non un frammento di rabbia nella sua voce, tanto che non capisco se abbia voglia di gioire o piangere.
"Ti aveva abbandonato al veleno degli aghi inseguitori..." Faccio confusa, mentre il cervello mi si svuota di ogni ragionamento per far posto ai flash dell'incidente.
"Sì, ma è tornata indietro." Ripete lui come un automa.
"E il tuo corpo non c'era."
"Ha pensato fossi morto. E quando mi ha visto poco fa ha giurato di non lasciarmi più."
"Magari è solo svenuta..." Interviene Musa.
A guardarli bene ognuno occupa il posto giusto: la fata della musica sta seduta poco più in là, voltando le spalle al corpo esanime; Riven si trova in mezzo, equidistante da questo e dalla mia amica.
E' Brandon a distrarmi da questa composizione ironica: "Non essere sciocca, l'ho uccisa."
"Ma magari..." Tenta di nuovo l'altra.
"L'ho uccisa!" Ripete sbraitando lo scudiero.
"Ora non lasciamoci prendere dal panico" dice freddamente l'altro specialista "se non vuoi avere sulla coscienza due morti."
"Sky!" Esclamo, ricordandomi improvvisamente del principe che ho lasciato alle cure di Stella.
Tutti i presenti sembrano rianimarsi e Riven prosegue impartendoci ordini: "Voi andate a cercare la cura, io seppellirò Darcy."
Non è consuetudine seppellire uno dei tributi. Solitamente non si rende onore alla morte di un concorrente, ma si ride della sua caduta in favore del vincitore. Il corpo si abbandona là dove gli occhi si sono chiusi, in balia di ciò che l'arena deciderà.
Eppure Riven vuole concedere questo onore a Darcy; Anche lui, a suo modo, sta tornando indietro per non lasciarla.
"Rimarrò con te." Fa Musa con voce ferma.
 Esclamo, mentre inizio a correre nella direzione della cornucopia.

Questa si presenta esternamente come un palazzo geometrico e moderno, mentre all'interno come un semplice magazzino, in cui i rifornimenti stanno ammassati qua e là in pile disordinate.
"Non tutto è come appare a Magix!" Esclama ironico Brandon, prima di affondare le mani in un cestino di vimini pieno di garze e bende.
Nel frattempo io apro armadi e mobili di piccole dimensioni, ognuno contenente acqua, armi, cibo, tutti inutili per la nostra causa.
Improvvisamente mi fermo: "E se non dovessimo cercare una cura medicinale?"
"Che vuoi dire?" Fa il mio accompagnatore.
"Il motivo per cui hai colpito Sky è la magia, altrimenti non l'avresti mai fatto."
"D'accordo, ma Stella ha spezzato l'incantesimo..."
"Su di te!" lo interrompo "Non su di lui!"
"Mi stai dicendo che l'antidoto è un controincantesimo?"
"Probabilmente sì..."
E così cominciamo a gettare all'aria tutti gli oggetti che ci capitano a tiro, senza alcun risultato. I minuti passano e mi sembra di sentire sulla pelle il respiro flebile di Sky.
"Stiamo tardando troppo..." Piagnucolo a voce alta.
"Non è possibile!" Esplode l'amico della vittima, mentre con un pugno colpisce il muro. Questo, con un suono echeggiante si sgretola di fronte al nostro sguardo incredulo, rivelando una concavità.
Brandon si sporge e da essa estrae una boccetta di vetro; Al suo interno, una luce scintillante va e viene.
"Polvere di fata..." Mormoro, ricordando per l'ennesima volta le lezioni di pozionologia ad Alfea.

"Contro i sortilegi oscuri basta ricordarsi di accendere una luce."

"Brandon l'hai trovata! Andiamo!" Urlo euforica.
"Ne sei sicura?" Domanda lui, mentre un mezzo sorriso gli si dipinge sul volto.
Annuisco e in un abbraccio scoppiamo a ridere entrambi, lasciando defluire tutta la tensione accumulata.
"Corri!" Esclamo poi, mentre il crescente entusiasmo mi trascina verso la grotta del ferito.

 


"Bloom!" Mi chiama Brandon "guarda!"
Seguo la lunghezza del suo braccio con lo sguardo, fino ad arrivare alle dita, che indicano il lago a sud della piana.
Lì, due figure dai capelli chiari stanno immerse nell'acqua.
Stella, rivolta di profilo, sostiene la schiena di Sky, che galleggia nel fluido trasparente.
Osservo il ragazzo accanto a me aggrottare le sopracciglia in un'espressione confusa. Anche lui capisce che la situazione è grave.

"Sky, ce l'abbiamo!" Urlo al nostro arrivo.
Mi faccio strada verso le due figure agitando il contenitore di cristallo all'aria; Ma ogni passo che muovo mi sento più pesante, come se avessi dei macigni legati ai piedi.
"E' troppo tardi..." Mormora il principe con voce leggera quanto il suo corpo galleggiante.
Pallido come le nuvole del cielo, trema al pensiero di morire ad occhi chiusi.

"Non voglio che mi cambino."
Ci rivedo sdraiati sul mio materasso, la notte in cui tutto è cambiato.
"Vuoi dire che non ucciderai?"
"E' ovvio che ucciderò, se dovrò farlo." Prende una piccola pausa, come per farsi coraggio. "Ma non voglio morire sapendo di non essere più me stesso."

Allora sembravano parole tanto vuote, tanto vane, ma forse avrei dovuto ascoltarle di più.
"Non dire così Sky, starai bene." Dico con voce tremante, più a me stessa che a lui.
Sfilo il tappo del contenitore e lo rovescio sul petto del ferito, ma nulla accade.
"Come è possibile?" Scuoto la testa, mentre gli occhi annegano nelle lacrime.
"Bloom..." Prova a parlare Stella, ma di nuovo la voce del principe ci paralizza tutti.
"E' troppo tardi."
E questa volta capiamo che è la verità, siamo arrivati tardi.
"No! Sky!" Urla furioso Brandon, mentre gli stringe la mano.
Il biondo ride debolmente, mentre sembra leggere nella mente dell'amico: "Non è colpa tua. Vai avanti e sii il vincitore di Heraklyon."
Lo scudiero allenta la stretta tra i singhiozzi.
"Bloom, resteresti con me?" Domanda Sky scontrando i suoi occhi con i miei.
Annuisco, mentre osservo Stella trascinare a riva Brandon.
"Tutta la vita." Mi sento sussurrare e nessuno di noi due si stupisce questa volta.

"Se io dovessi..."
Scuoto la testa, ridendo nervosamente. "Sky è quasi matematico che vincerai!"
Ma lui prosegue imperterrito: "Se dovessi morire" ripete "voglio che l'ultima cosa che io veda sia il cielo."
Mi volto verso di lui nel buio della camera.
"Non starò rintanato nell'oscurità ad attendere la morte. Voglio essere libero."
"D'accordo Sky." Annuisco, mentre le nostre dita si intrecciano.
"E tu?" Sorride "Hai qualche desiderio?"

"Io credo di voler morire circondata da chi amo." Mi scopro dire.
"Per essere ricordata?"
Di nuovo annuisco, e per l'imbarazzo stringo più forte la sua mano.
"Io mi ricorderò di te Bloom."

"Va tutto bene." Ripeto meccanicamente ad entrambi.
Guardando i suoi occhi, ancora una volta, il cielo mi si avvicina fino ad entrarmi dentro.
"Io scommetto ancora su di te, ragazza di fuoco!" Balbetta lui "Perdonami per la mia rabbia, mi sono lasciato cambiare."
"No" scuoto il capo "Avrei dovuto insistere e rimanere con te!"
"Ti avrei uccisa." Ed un ghigno malinconico compare sulle sue labbra "Non ci sarebbe stato nessuno ad aspettarti allora..."
L'ennesima lacrima barcolla sul mio mento e va ad infrangersi sulla guancia del biondo.
Chiudo gli occhi piano e poso le mie labbra sulle sue.
E' un istante eterno, in cui persino gli ingranaggi del mio cuore scompaiono. Siamo solo io e lui.
Quando riapro gli occhi lui li ha chiusi definitivamente.
Lascio andare il corpo libero nell'acqua che sembra cullarlo.
"Dobbiamo proseguire, non è prudente restare qui!" Dice Stella, che ha ancora la mano posata sulla spalla di Brandon.
"Andiamo!" Mi asciugo le lacrime e voltandomi un'ultima volta verso il lago dico addio a Sky, e alla parte di me morta insieme a lui.

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Capitolo 9
*** 9. ***


9.

 

"Seppellire una strega..." Mormora Stella, il tono macchiato di rabbia.
"Riven teneva a lei." Fulmino la bionda con lo sguardo, ma lei non sembra placarsi.
"E perciò deve metterci tutti in pericolo? Non abbiamo armi e qui siamo un bersaglio facile!"
Deglutisco alla constatazione che non potrebbe essere più vera: Darcy giace ora in una radura nella foresta, un sepolcro floreale ideato da Riven e Musa. Questi, inginocchiati accanto al corpo, sussurrano parole dolci quasi quanto il profumo che si respira nell'atmosfera.
A pochi passi da loro, le spalle voltate, sta un Brandon che tenta di nascondere due occhi estremamente lucidi.
Muovo il gomito fino a toccare la pelle chiara della principessa di Solaria: "Avrà bisogno di te."
"Non ne sono tanto sicura" ribatte "non mi rivolge parola dopo quanto è successo a Sky."
Sospiro rumorosamente senza preoccuparmi di essere udita dai presenti:
"Hai fatto il possibile per salvarlo."
"Anche tu, ma guardami negli occhi e dimmi che non ti senti in colpa."
Abbasso lo sguardo e lascio che la verità riaffiori dal mare di bugie.
"Scusa..." Mormora Stella poco dopo "Tu come stai?"
"Sto bene." Affermo decisa.
La mia interlocutrice inarca un sopracciglio, forse intuendo il piano che ho maturato nelle lunghe ore di silenzio trascorse, tuttavia resta quieta e quando mi stringe la mano avverto una scarica di calore fin dentro le ossa.
"Grazie." Sussurro e lei mantiene salda la presa, non intenzionata a lasciarmi.

Un fruscìo improvviso obbliga tutti i presenti a voltarsi e non nascondo la mia gioia quando davanti a noi compaiono Flora e Tecna in posizione d'attacco.
"Siete voi!" Esclama la prima, gettando le braccia intorno al mio collo.
"Finalmente vi abbiamo trovate!" Mormora l'altra nel tentativo di nascondere un pacato sollievo. Tipico di Tecna, obbligarsi a mantenere il controllo in ogni situazione. Ma la sua copertura crolla miseramente quando Stella la stringe in un abbraccio:
"Stai bene! Sono così contenta!" Riesce a dire con voce spezzata.
"Dove eravate finite?" Ribatte la bionda stridulamente.
"A cercare riparo per non farci uccidere! Tu invece a cosa hai pensato quando ti sei diretta al fiume?"
Ad interrompere sul nascere la possibile lite ci pensa Flora: "Non ha importanza ora, conta solo che ci siamo ritrovate!"
Poi si volta bruscamente e solo allora nota le altre presenze. Senza proferire parola muove passi leggeri verso la fata della musica e lo specialista dai capelli rossastri.
"E' bellissimo..." Si congratula poi osservando il sepolcro della strega e gli altri due annuiscono mestamente.
La fata della natura contrae i lineamenti del viso in una timida smorfia e distende i palmi verso il cielo. Strabuzzo gli occhi quando una pioggia di petali ricade sul terreno.
"Possa riposare in pace!" Esclama ancora la castana, stringendo la mano di Riven.
"Dunque" fa Tecna accanto a me, contando mentalmente "Brandon, Riven, Musa, Stella e Bloom. Deduco che Sky sia ancora alleato con le Trix."
Riporto lo sguardo sulla giovane di Lynphea, come se la dolcezza delle sue azioni potesse lenire anche il dolore che mi porto dentro.
"Sky è morto."
Riesco a dire con un filo di voce.
Le due nuove arrivate si voltano incredule a fissarmi. Vorrei anche io una cascata di fiori a seppellirmi in questo momento.
Questa volta è la fata della tecnologia a parlare: "Amico o nemico?" Domanda sciogliendo i muscoli gelidi.
I miei occhi si scontrano con quelli di Brandon: "Amico, fino alla fine" Rispondo, accennando un sorriso a quest'ultimo.
"Quali novità ci portate?" Riprendo poi, senza pesare l'alone di malinconia che mi ha scurito l'epidermide.
"Abbiamo trovato il quartier generale del nemico!" Afferma in tono solenne la Zenith.
"Le Trix?" Domando "Dove?"
"Appena dietro la montagna, hanno allestito un rifugio."
"Sciocchezze." Si intromette Riven "Sono troppo furbe per non sapere che accamparsi è un rischio."
"O troppo sicure..." Prosegue Brandon.
"A dire il vero" Riprende la fata "stanno soggiogando gli animali selvatici allo scopo di attaccare chiunque incontrino."
"Un vero e proprio esercito!" Conferma Flora.
"Quei poveri animali costretti a sentirle sbraitare!" Fa Stella in tono teatrale;
Musa schiocca le dita un paio di volte di fronte al suo viso: "Concentratevi vostra maestà! Abbiamo un vantaggio e dobbiamo capire come usarlo!"
La bionda improvvisamente si rianima: "Qual è il piano?"
Stringo i pugni prima di rispondere "Distruggerle ovviamente!"


"Ricapitolando: Riven e Brandon distraggono gli animali, Flora e Musa distruggono le loro scorte e noi... noi cosa?!"
"Stella rilassati!" Poggio la mia mano sulla sua spalla. "Non arriveremo allo scontro, Tecna dice che le probabilità di trovarle al rifugio durante il giorno sono poche..."
"Ha detto così? 'Poche'?" Chiede mimando le virgolette con entrambe le mani.
"No ha detto qualcosa tipo in-fi-ni-te-si... non so ripeterlo d'accordo? Accontentati di 'poche'!"
"Poche." Ripete la principessa annuendo.
Stiamo procedendo in fila indiana, nella direzione del nostro bersaglio. Tecna, in testa al gruppo, ci guida attraverso la sterpaglia; A seguire Riven, Brandon, Musa, Flora e per ultime noi due. La fata della natura spesso si volta a controllarci o ci rivolge incoraggiamenti. In questo momento, ad esempio, ruota il collo per sorriderci e schiude le labbra per parlare, ma prima che possa concretizzare i propri pensieri un urlo esplode sulla sua lingua.
Quando mi volto avverto una fitta di dolore alla guancia sinistra, come se qualcosa mi avesse graffiata; Qualcosa che ora mi sorpassa e si muove velocemente nella direzione dei miei amici.
"Correte!" Grido tastando la pelle indolenzita e sanguinante.
Musa scuote la testa ridendo: "Bloom, è solo un uccello! E' andato via!"
"Quella nuvola cos'è?" Domanda Riven, indicando lo stormo scuro che fende il cielo terso.
"Alleati delle Trix!" Ribatte Stella iniziando a correre seguita dagli altri.
Ogni sforzo risulta vano, poichè uno ad uno vedo i componenti del gruppo scivolare tra gli arbusti secchi. Restiamo solamente io e Flora, le gambe che continuano a correre smuovendo zolle di terreno tremante.
Improvvisamente, il tempo gela e la mia testa si riempie di urla: mi ritrovo ferma nel ghiaccio tra le grida di un uomo, di una donna che ripete il mio nome; Esse si fondono alla consueta voce che mi parla in sogno.
Posso solo dimenarmi quando due braccia mi circondano: "Bloom, mi senti? E' un inganno! Sono ghiandaie chiacchierone!"
La voce sembra appartenere a Stella, ma i miei occhi non riescono a vedere la fata.
Lascio calare le mie palpebre ed in un tempo che pare interminabile le urla si esauriscono.
Quando riapro gli occhi trovo tutti intorno a me; Solo Flora, schiacciata a terra, si copre ancora le orecchie con le mani.
"Miele..." Sussurra piangendo.
"Era solo un'illusione!" Mormora Brandon accanto a lei.
"Ma le chiacchierone ripetono le urla." Ribatte l'altra in un tono gelido che cela il suo terrore.
Muovo alcuni passi verso la fata dei fiori, e mentre le poggio una mano sulla spalla tento di regolarizzare il mio respiro: "Ho sentito urla di persone che so essere morte. Fidati di me, niente era vero." Così dicendo le porgo la mano aiutandola a rimettersi in piedi.
"Stupide ghiandaie! Ci hanno fatto deviare!" Sbuffa Tecna poco dopo.
"Ritroveremo la strada!" Dice Flora ancora cupa.
 

Il sentiero ci porta proprio di fronte ad un imponente albero, i rami avvizziti si agitano al debole vento che li scuote gettandosi verso il terreno sottostante. E' simile per aspetto ad un salice piangente; Il suo colore, però, è inverosimilmente scuro e lo stesso ossigeno che inaliamo sembra avvelenato di una pesantezza sgradevole.
"Non respirate!" Esclamo coprendomi il naso e la bocca con entrambe le mani, ma quando mi volto verso i miei compagni inorridisco: mentre essi sembrano dormire di un sonno profondo i tentacoli di legno li stringono in vorticose spire.
A bocca spalancata osservo i corpi di Brandon e Tecna sollevati verso il cielo, e quelli di Stella, Riven e Musa divorati dalle radici robuste.
"Ma che diavolo sta succedendo?!" Urla Flora, le vie respiratorie coperte dall'avambraccio.
"Non lo so, ma dobbiamo avvicinarci!" Urlo di rimando.
Arrivate in prossimità del tronco la fata di Lynphea poggia entrambe le mani sulla corteccia sofferente, ma le ritrae subito dopo.
"Che succede?" Domando senza capire.
"Bloom questo materiale non è legno, è osso!" Sussurra lei con un filo di voce.
Arretro di un passo prestando attenzione a non inciampare nell'intricata trappola vivente. Solo allora realizzo che il colore scuro notato in precedenza è il risultato del liquido che scorre tra le venature ingiallite.
Indico la corteccia con dita tremanti: "Quello è sangue..."
Flora si volta e agita le braccia in risposta, mimandomi di mantenere la calma.
"Non urlare per nessun motivo" mormora in tono forzatamente dolce "credo possa sentirci."
Annuisco piano, come se la pianta potesse leggere la confusione sul mio viso.
"Guarda!" Esclama ancora la mia amica, indicando quello che sembra un portale all'interno dell'albero, là dove le ossa si raggomitolano tra loro formando una galleria scura.
"Dobbiamo entrare! Dobbiamo aiutare gli altri!" Affermo aggrottando le sopracciglia. La pianta pare davvero udire le mie parole, perchè in un attimo indirizza i suoi tentacoli nodosi nella nostra direzione.
"Corri!" Urlo allora, schivando quanti più colpi posso.
Entrambe ci lanciamo nelle tenebre di quel passaggio, rotolando nelle profondità della terra.

Ci ritroviamo sdraiate su un terreno cinereo, l'odore di bruciato che mi ricorda quando a Gardenia rischiai di bruciare l'intera serra di mia madre non riuscendo ancora a controllare i miei poteri.
Di fronte a noi un singolo sentiero, di nuovo al buio, il cui unico rumore risonante è dato dalle gocce piante dall'alto del soffitto di rami.
Mi rialzo lentamente e subito mi volto a cercare la mia compagna, accasciata a pochi metri di distanza da me.
"Stai bene?" Le chiedo, scuotendo la tuta intrisa di polvere.
"Sì..." Mormora tastandosi il gomito su cui noto un'abrasione.
"Ti ha colpita?"
"Sì, ma non è niente. Proseguiamo!" Intima la castana abbozzando un sorriso.
La aiuto a rimettersi in piedi e lentamente iniziamo a camminare.
"Vedo una luce!" Esclama Flora poco dopo accelerando il passo. Stringo la sua mano, tenendomi immediatamente dietro di lei.
Il bagliore corrisponde precisamente alla fine del sentiero, che sfocia in uno spiazzo roccioso.
"Ma dove siamo?" Sbuffo incredula.
"Siete nel labirinto di ossa Bloom." Ribatte una terza voce.
 

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