Io vivo in te

di yuzuki chan
(/viewuser.php?uid=630132)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo~Ritorno a Magnolia ***
Capitolo 2: *** Legami ***
Capitolo 3: *** L'inizio della fine ***
Capitolo 4: *** E.N.D. ***



Capitolo 1
*** Prologo~Ritorno a Magnolia ***


Il suono delle campane della cattedrale di Kardia giunse tenue al suo udito. Contò il numero di rintocchi fino a quando non smisero. Sei rintocchi... il che implicava le sei del mattino.

E così anche quest'anno era arrivato. Ogni volta temeva tremendamente questo giorno, sperava di poterlo cancellare dal calendario, di poter eliminare il ricordo dalla sua vita. Ma era evidente che questo non poteva accadere. Per questa ragione una volta provò a cancellare se stessa piuttosto che il resto del mondo. Ma era troppo debole e troppo legata a quei ricordi di vita allegra e spensierata per completare il suo atto. Quell'ultimo gesto, quello sguardo... mentre fissava l'acqua nera scorrere impetuosa sotto di se le sue ultime parole riecheggiavano feroci nella sua mente. “Io vivo in te”. E quell'esistenza che le era stata affidata era troppo pesante per poterla portare senza qualcuno al suo fianco, senza quella particolare esistenza al suo fianco. Così finì per relegare la propria vita passata in un angolo, un angolo che tornava dannatamente spesso a farsi sentire.

Si dice che sia tremendo non poter mai incontrare la persona della propria vita, quell'anima gemella che qualche forza superiore ci spinge ad amare e a voler proteggere con la nostra intera essenza. Ma chi la pensa così si sbaglia. La vera crudeltà è trovare quella persona per poi perderla, impotenti. Erano passati ormai tre anni da allora ma i suoi occhi di un blu ormai spento si misero nuovamente a luccicare di pianto ed il flebile sole mattutino che inizialmente illuminava la stanza andò a svanire. Fu allora che sentì un rumore sommesso provenire dalla porta dell'appartamento.

Si alzò e con la leggera vestaglia di tulle nero si avvicinò alla fonte del suono.

“Juvia...” sentì sussurrare da una vocina quasi infantile, ma che conosceva perfettamente.

La ragazza dagli ormai corti capelli blu aprì con dolcezza la porta, lasciando entrare il gattino blu all'interno della stanza.

“Spero di non averti svegliata... Il fatto è che non riuscivo più a resistere da solo... La gilda è intollerabile da troppo ormai, non sono più riuscito a metterci piede... Non appena ho saputo che eri qui a Magnolia io...” disse Happy senza guardarla negli occhi.

“Al mondo non interessa il dolore dei piccoli, al mondo interessa di preservarsi... E il costo di due vite umane non conta nulla rispetto all'umanità.” rispose lei, rimpiangendo all'istante le parole dette e mordendosi il labbro per essere diventata così distaccata. E' assurdo pensare come sia stata la mancanza e non la presenza del ghiaccio, elemento del freddo per antonomasia, ad averla fatta diventare gelida nell'animo. Eppure non è forse vero che la neve tiene al riparo la terra su cui si posa, riscaldandola e nutrendola, per poi darle la possibilità di rinascere? Mentre è il sole a seccare e succhiare via la vita ad ogni cosa?

“Juvia io...” le parole la riportarono al presente.

“Perdonami Happy... Io sono stata pessima e..”

“Non hai niente di cui scusarti!” la interruppe lui “In fondo quel che è successo...” la guardò, incapace di proseguire la frase, con i grandi occhi pieni di dolore condiviso e non di mera compassione dovuta.

“Happy...” disse lei e per la prima volta dopo tanto tempo una minuscola corda del suo cuore ormai senza vita vibrò leggermente e le fece prendere in braccio ed abbracciare forte il suo piccolo vecchio amico. “E' davvero bello rivedere un volto amico dopo tutto questo tempo...” aggiunse stringendolo forte a se.

Sentì il suo cuore battere insieme al proprio e a quel punto piccole salate goccie d'acqua presero a scendere dai suoi occhi, andando ad infrangersi sul pelo dell'ex compagno. Fu allora che notò la sua schiena. Non portava più il tenero zainetto verde che tanto lo distingueva e al di sotto di questo il marchio che li aveva legati non era presente, come era scomparso dalla sua gamba. A quella vista strinse ancora di più il piccolo e di fianco alla corda che aveva appena vibrato una lucina di speranza si accese. La speranza che qualcuno potesse veramente capirla, la speranza di non sentirsi più sola.

E sebbene odiasse ormai il fuoco, l'astro che di questi era formato, seppur velato ancora da molte nubi, tornò a brillare nel cielo.

 

 

 

~Nota dell'autore

Salve a tutti! Era tantissimo tempo che non provavo a scrivere una storia eppure ora eccomi qui! Tuttavia non mi sento più sicura come una volta, mi sembra di realizzare storie troppo pesanti, di voler enfatizzare troppo certe emozioni che probabilmente non sono in grado di descrivere e sentire troppo bene... Per questo vi chiedo un grosso aiuto con le vostre recensioni >.< Per il resto spero che questa piccola storiellina vi possa piacere e vi invito a seguirmi :) Spero di riuscire ad emozionarvi come alcune delle mie precedenti storie credo (e spero) abbiano fatto :)

Per ora salutoni e grazie per aver letto almeno questo piccolo prologo :)

Buona serata a tutti! :)

~yuzuki-chan

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Legami ***


"Juvia, come mai sei tornata a Magnolia?"

"Oggi è l'anniversario del mio incontro con Gray-sama" rispose asciutta, senza distogliere lo sguardo dal cielo nuvoloso al di fuori dalla finestra.

"In realtà ogni anno vengo qui, solo che lo faccio di nascosto, non voglio che la gilda sappia della mia presenza... Sai sono stanca della finta compassione che le persone tendono a mostrarmi. Si mostrano così afflitte per il mio dolore ma in fondo sono contente che la storia abbia preso questa piega, altimenti non si troverebbero ancora qui" aggiunse portando gli occhi sulla tazza di the fumante che teneva tra le mani. "A proposito Happy, come hai fatto a sapere che oggi sarei stata qui?"

"In realtà mi è stato chiesto di non dire..."

"E' stato Lyon vero?" lo bloccò lei sorridendo appena "Quel ragazzo si preoccupa sempre per me. Sai lui e Meredy sono stati gli unici contatti che ho mantenuto in questi tre anni. Tuttavia passare del tempo con loro non sarebbe il caso visto che ormai sono una famiglia"

Il gattino blu annuì e il silenzio scese nella stanza. Lentamente Juvia finì il suo the, continuando a guardare al di fuori della finestra il paesaggio ovattato dalle nuvole. Dopo qualche minuto si alzò dalla seggiola.

"Happy, io ora devo uscire, se vuoi ci possiamo vedere dopo"

"Aye" rispose il gattino con aria triste. Un tempo la ragazza lo avrebbe consolato, ma ora non ne era più in grado. Lo accompagnò quindi fino alla porta, salutandolo senza sentirsi in colpa per non averlo avvisato che in realtà da lì a poco lei sarebbe partita e che non si sarebbero potuti rivedere.
 

***

"Mamma!"

Per un attimo il cuore di Juvia sobbalzò. Istintivamente si girò di colpo verso la fonte di quella voce. Un bambino dalla folta capigliatura corvina si stava dirigendo verso di lei a braccia spalancate. Tuttavia la sua destinazione non era la maga dell'acqua ma la donna alle sue spalle. Si girò verso di lei e non appena la riconobbe, presa dal panico, si calò maggiormente il cappuccio sulla testa, per poi rifugiarsi in un vicolo lì vicino e scontrarsi con un uomo alto e dai folti capelli neri che arrivavano fino alla vita. L'uomo riuscì a bloccarla prima la ragazza potesse cadere al suolo, ma nel farlo il cappuccio le scese sulle spalle, lasciandole il volto scoperto.

"Tutto bene?" iniziò a chiederle il ragazzo prima di spalancare gli occhi dallo stupore "Ju..." Gli mise rapidamente una mano sulla bocca, ritirandosi su il cappuccio in fretta.

"Ti sbagli, non sono la persona che conosci" disse lei cercando di allontanarsi rapidamente dal suo più vecchio amico. Ma il suo sforzo fu vano e Gajeel riuscì a bloccarla per un braccio.

"Per favore lasciami..." disse flebilmente.

"Juvia io pensavo che tu..."

"Io sono morta quel giorno Gajeel, e non tornerò più... Per favore ora lasciami andare e non fare parola con nessuno del nostro incontro..."

"Juvia io... un tempo ero un ragazzo senza speranze, ero solo un povero manigoldo. E' grazie a te se sono entrato a Fairy Tail, è grazie a te e Levy che ora sono l'uomo che speravo di diventare. Qualsiasi cosa io possa fare per te io..."

"Ho appena visto Levy con tuo figlio. Hai una famiglia a cui badare, io me la posso cavare da sola, l'ho sempre fatto e non smetterò ora." Ormai questa frase l'aveva imparata a memoria, era la miglior scusa che potesse trovare a coloro che volevano infiltrarsi nella sua vita.

"Parole sante, Juvia-chan" disse una voce proveniente dall'oscurità del vicolo.

Due figure emersero dall'ombra. Il mago del ghiaccio di Lamia Scale procedeva deciso verso di loro, con in braccio un bambino di poco più di due anni. "Juvia-chan... E' ora che tu la smetta di odiare questo mondo. Ti ha tolto la cosa più cara al mondo, questo è vero, ma ti ha donato qualcosa di altrettanto prezioso."

Io vivo in te

Le sue ultime parole le riecheggiarono nelle orecchie, forti e decise come solo due volte in tutta a sua vita erano state. Cercando di reprimere quella voce che diventava sempre più insistente si portò le mani alla testa dolorante, inutilmente. Cadde in ginocchio e chiudendo gli occhi vide di fronte a se l'uomo che aveva amato, l'uomo che tuttora amava più di ogni altra cosa e che le era stato portato via ingiustamente. I suoi occhi la guardavano intensamente, ma la sua voce si era fermata. Gray allungò una mano verso il suo viso, asciugandole le lacrime che ora lo ricoprivano.

"Apri gli occhi" le diceva teneramente.

E quando la ragazza riaprì lentamente gli occhi sul suo grembo era poggiato il bambino che prima Lyon aveva in braccio. La fissava con i suoi immensi occhi blu, con la manina aggrappata al dito mignolo della sua mano, i capelli corvini e a spazzola identici a quelli del suo amato. Il bimbo sorrise e improvvisamente, con la sua dolce ed infantile voce disse le parole che Juvia mai avrebbe voluto udire.

"Mamma!"

 

 

 

~Nota dell'autore

Salve a tutti^^ Prima di tutto vi ringrazio di aver letto questo nuovo capitolo, con la speranza che vi sia piaciuto e che vi abbia intrigato almeno un poco^^ Putroppo non ho perso il vizio di far soffrire un poco la mia piccola Juvia, spero che un giorno riuscirò a creare una storia un poco più allegra per lei ^^" Detto questo vi saluto e alla prossima puntata (?)

~yuzuki

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** L'inizio della fine ***


~Tre anni prima

“Gray-sama...”

Un sussurro appena udibile, solo ad una distanza molto ravvicinata si sarebbe potuto sentire. E per la prima volta quella sera lui le era così vicino da poterla sentire. Avevano appena fatto l'amore, la loro prima volta, e ora riposavano abbracciati e nudi sotto il riparo delle stelle. Juvia si era rapidamente addormentata tra le sue braccia ma Gray non riusciva a prendere sonno... Il cuore gli batteva ancora all'impazzata, ancora incapace di come avesse potuto tener dentro tutto quello che provava per Juvia fino a quel momento. Era apparsa nella sua vita come una nemica da battere, ma fin da subito aveva provato una strana simpatia per quella particolare ragazza. Forse per il fatto che le persone che hanno da sempre sofferto la solitudine tendono a richiamarsi tra loro, forse la sua dolcezza a volte fin troppo presente, forse quel suo buffo modo di fare... Non si ricorda quando abbia iniziato a sognarla, quando il suo profumo abbia iniziato a fargli perdere un battito, non si ricorda quando si è innamorato di lei. Ma questo non importava, ora era lì, stretta nelle sue braccia, con un profondo sorriso che solcava il suo volto perfetto. Avrebbe voluto concedersi anche lui il dolce riposo della compagna ma era troppo impegnato a pensare a quello che stava per accadere. Erano andati incontro a E.N.D. , il giorno dopo si sarebbero scontrati e l'esito di tale scontro era quantomai incerto. Inoltre era preoccupato per Juvia. Non dubitava delle sue capacità magiche, ma il pensiero di poterla mettere in pericolo gli attanagliava lo stomaco. Aveva paura, paura che anche lei, come tutte le altre persone che gli erano state particolarmente a cuore, potesse andarsene. Aveva cercato in ogni modo di convincerla a rimanere in disparte ma la maga non aveva voluto sentir ragioni. Così si misero in viaggio, senza condividere la loro missione con altri. La gilda era in profondo shock e le condizioni di Lucy erano ormai senza speranza. Nonostante le innumerevoli cure Porlyusica e Wendy le profonde ferite che Natsu le aveva inferto la stavano trascinando lentamente verso l'oblio. La stessa forza di volontà che aveva sempre contraddistinto la ragazza era ormai svanita e le preghiere che i suoi compagni le rivolgevano sembravano non aver effetto.

Era accaduto tutto un pomeriggio, d'improvviso. Dopo aver sconfitto Zeref, Natsu, diventato demone durante lo scontro, era fuggito dalla città, semi cosciente del fatto che la sua sanità mentale avrebbe potuto svanire da un momento all'altro. Tuttavia dopo qualche giorno in cui non si ebbero più sue notizie Lucy decise di andarlo a cercare con Happy, senza avvertire nessuno della gilda. Quando lo trovarono la ragazza non riuscì neppur a proferir parola che il demone l'aveva ormai già attaccata. Solo l'urlo della ragazza era riuscito a riportare per un momento un lampo di coscienza in Natsu, ma ormai era già troppo tardi. Happy riuscì a fuggire portando con se la maga, lasciando il mago del fuoco piangente e urlante il nome di Lucy.

Gray si passò una mano sulla fronte, come per scacciare il ricordo del racconto di Happy e l'immagine dello squarcio che affliggeva il corpo di Lucy. Riaprendo gli occhi notò quelli blu profondi della maga che lo fissavano.

“Juvia, scusa ti ho svegliata...”

Lei scosse la testa.

“Non ti preoccupare Gray-sama, Juvia non stava dormendo. Ha provato a chiamarti ma eri troppo coinvolto nei tuoi pensieri.” gli prese il viso tra le mani e lo guardò intensamente “Gray-sama non è colpa tua, nessuno sarebbe riuscito ad uccidere un proprio amico senza apparente ragione”

Gray ripensò a quegli attimi, appena successivi alla sconfitta di Zeref. Natsu era inginocchiato a terra, pieno di ferite. Piangeva, e non appena Gray gli si avvicinò gli intimò di stare alla larga da lui e di ucciderlo. Gli disse che era un demone dei libri di Zeref e che quell'enorme potere che aveva dentro di sé lo stava risucchiando. Ma Gray non fece altro che andare a cercare Wendy, preoccupato dal sangue che copioso scendeva dal corpo del compagno,ma quando tornarono non trovarono altro che la sciarpa di Natsu a terra.

“Se io avessi fatto come diceva lui ora Lucy...”

Juvia sospirò.

“Sì, Lucy-san non sarebbe nelle condizioni in cui è ora. Ma ora sappiamo di poterlo salvare e non appena lo riporteremo in gilda anche lei si salverà, ne sono sicura” avvicinò il suo volto a quello del ragazzo e gli lasciò un tenero bacio sulla fronte “Ora Gray-sama si deve riposare per essere in forma domani” aggiunse accarezzandogli il volto.

Lui la fissò intensamente e dopo essersi scambiati un bacio si stesero sull'erba fresca di rugiada, in attesa del futuro.

 

 

 

 

 

~Nota dell'autore

Buonasera a tutti^^ Scusate il ritardo ma ero in fase d'esami e non sono riuscita a pubblicare nulla ^^” Comunque vi ringrazio per aver letto anche questo capitolo e vi aspetto nel prossimo, che spero non tardi ad arrivare ^^ Bye :*

~yuzuki

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** E.N.D. ***


“Mamma!”

La vocina squillante la riportò alla realtà. Fissò nuovamente il suo sguardo sul bambino che dolcemente sfiorava i suoi capelli. La somiglianza era incredibile, troppa. Juvia scattò in piedi, urlando. Solo la vicina presenza di Lyon impedì al piccolo di cadere rovinosamente per terra.

“Io non sono la madre di nessuno!” continuò la ragazza urlando nervosamente “Io non voglio avere nessun legame con questo mondo!”

Dagli occhi alienati della ragazza scendevano lacrime copiose, lo sguardo fisso sul mago del ghiaccio.

“Juvia-ch...”

Lo sguardo d'odio che gli era stato indirizzato gli seccò le parole in gola. La fissò per pochi istanti, per poi abbassare lo sguardo sotto il peso di quello della maga.

Senza proferir altra parola la ragazza gli girò le spalle e prese a camminare verso la direzione da cui era venuta. Gajeel fece per allungare nuovamente la mano per afferrarla ma si rese immediatamente conto che non sarebbe stata la scelta giusta.

Mentre la pioggia iniziava a scendere sempre più copiosa Juvia si avviò verso l'uscita di Magnolia, per raggiungere il luogo che da troppo tempo le aveva strappato la vita.

 

* * *

 

Tre anni prima
 

Gray era infine riuscito ad addormentarsi stringendo tra le braccia la sua amata.

Ma lei no. Come quella volta durante la lotta con Tartaros sentiva una strana sensazione attanagliarle lo stomaco. E non si trattava solo di paura. Sentiva l'irrequietezza dell'ambiente circostante, l'assenza di animali nei dintorni. Ma soprattutto l'anormale aridità dell'aria. All'improvviso un fruscio tra le fronde degli alberi che cingevano la radura in cui ci stavano riposando le fece perdere un battito. Restò ferma, in ascolto della natura. Poi lentamente si sciolse dell'abbraccio che ancora la cingeva. Una volta in piedi si concentrò quindi sull'umidità dell'aria circostante, alla ricerca della fonte di tutte queste irregolarità, senza però trovarne. Non si era resa conto di quando avesse iniziato a trattenere il respiro ma ora l'aria tornò a riempire i suoi polmoni. Tuttavia un nuovo rumore improvviso la fece voltare di colpo. E nuovamente non vide nulla. Il battito accelerato del suo cuore era ora l'unica cosa che riempiva lo spazio intorno a lei.

“Juvia abbassati!”

Lei agì di istinto seguendo le indicazioni di quella voce. Appena si chinò un raggio di ghiaccio le passò sopra al capo, colpendo qualcosa che atterrò pesantemente alle sue spalle. Si voltò e fu allora che lo vide. Una figura umanoide con due grosse corna in testa, l'intero corpo rivestito di squame nere, artigli al posto delle mani e dei piedi. Ma quello che la colpì più di tutto furono le poderose ali, alte quanto il demone e larghe il doppio, la cui membrana era totalmente rivestita da geroglifici antichi che vibravano di una strana luce rossa. Mentre Gray assunse la forma di Demon Slayer lo strano bagliore si affievolì gradualmente, accompagnato dall'assiduo ansimare della creatura, fino a spegnersi.

“Gray...” mormorò. La voce era ancora quella di Natsu ma una strana nota metallica la rendeva surreale e minacciosa.

L'ex mago sembrò sentire una fitta al petto, il suo viso ormai deformato si piegò in una smorfia e un leggero bagliore riaccese di rosso le ali.

“Gray... ti prego... uccidimi ora...”

“Natsu io non...”

“FALLO!” tuonò il demone, tenendosi sempre più stretto il petto.

Gray sentì i muscoli del suo corpo irrigidirsi, contrari ad effettuare un qualsiasi gesto.

“So che ti sto chiedendo un grosso sacrificio ma ti prego...” continuò Natsu singhiozzando, mentre lacrime salate provavano a scorrere sul suo viso, evaporando però immediatamente “Ho ucciso la persona che amo... Ho attaccato il mio migliore amico...” un'altra fitta lo piegò in due mentre un lampo rosso illuminò le sue ali “Io non voglio più vivere, non voglio fare più del male a nessuno... Voi siete la mia fam...” questa volta la fitta fu così forte che si dovette inginocchiare a terra senza più fiato in corpo.

Il mago del ghiaccio continuò a fissare il suo amico, ancora incapace di agire.

“Water Slicer!”

La voce della ragazza lo ridestò, mentre le lame d'acqua andarono a scagliarsi contro le ali del demone, che restò tuttavia illeso.

“Gray-sama dobbiamo agire ora!”

“Juvia... scappa...”

“Cos...” vedendo il demone rialzarsi la ragazza lo intrappolò in una sfera d'acqua, che però evaporò dopo pochi istanti.

“Ice make: Demon Box!”

Gray prese Juvia per la mano e dopo aver creato alcune copie di loro due si mise a correre a perdifiato.

“Gray-sam...”

“Dopo, ora corri”

La loro fuga era scandita dai violenti colpi contro la barriera di ghiaccio, che tuttavia continuava a resistere. Solo dopo vari minuti di corsa sfrenata finalmente i due si fermarono nei pressi di una grotta.

“Juvia riesci a coprire i nostri odori?”

La ragazza annuì e dopo un piccolo incantesimo seguì Gray dentro la grotta, il quale si sedette di colpo a terra tenendosi la testa fra le mani. Lei si avvicinò, posando una mano sulle sue. Il ragazzo alzò quindi lo sguardo su di lei. Aveva gli occhi lucidi e un pozzo di terrore li riempiva. Juvia strinse quindi più forte la sua mano e gli si sedette a fianco, in attesa che le spiegasse la situazione.

“Hai visto le rune sulle sue ali?” le chiese dopo qualche minuto.

“Sì, certo. Sembravano in qualche modo collegate al demone, più la loro luce era potente più lui era forte.” Il mago annuì.

“Il problema è che sono anche intrise di una qualche magia perduta che mio padre non ha studiato”

“Quindi anche il Demon Slayer...”

“Non può niente contro di lui... La lancia di ghiaccio che gli ho lanciato subito era per fare in modo che Natsu potesse rimanere normale per almeno un'ora... Ma solo la sua forza di volontà gli ha consentito di parlarci quel poco...”

Il ragazzo abbassò lo sguardo affranto per poi rialzarlo appena in tempo per vedere avanzare verso di loro una sfera di fuoco. Pronto di riflessi si buttò immediatamente a terra, portando Juvia con sé.

Il demone avanzò lentamente all'interno dell'anfratto, puntando una lancia di fuoco contro la coppia.

“È giunta la tua ora, Juvia Loxar”

 

 

 

 

~Note dell'autore

Prima di tutto vi ringrazio per aver letto questo nuovo capitolo e soprattutto mi scuso per il ritardo, ma purtroppo gli impegni accademici non tardano a farsi sentire. Come sempre spero di avervi incuriositi (soprattutto perchè END sembra avercela così tanto con Juvia?) e spero di rivedervi per il prossimo capitolo. Buona serata a tutti ^o^

~yuzuki

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3483086