Fili color oceano

di Himeko _
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Guardami. ***
Capitolo 2: *** Come Giulietta Capuleti. ***
Capitolo 3: *** Fulminato. ***
Capitolo 4: *** Tentazione. ***
Capitolo 5: *** Sposami. ***
Capitolo 6: *** Arte. ***
Capitolo 7: *** Ossessione. ***
Capitolo 8: *** Lacrime silenziose. ***
Capitolo 9: *** Padre. ***
Capitolo 10: *** T'amo d'amor puro. ***



Capitolo 1
*** Guardami. ***


Autore: Himeko Kuroba
Personaggi: Rein centric, Shade.
Pairing: lieve accenno alla RedMoon.
Prompt: #176. Cecità
Note: questa fanfiction partecipa a La sfida dei 200 prompt indetta da msp17.






 
Fili color oceano
 
   
Guardami.


 
Ti osservo per la prima volta da lontano, senza avvicinarmi, incapace di superare questo oceano che ci divide.
Oceano.
Sorrido lievemente.
È strano come io associ questa parola – qualsiasi sia il contesto – a te, più che ad una vasta distesa di acqua salata.
Oceano mi ricorda i tuoi occhi cobalto, in cui ho avuto il privilegio di perdermi.
Occhi che non vedono.
Occhi che non mi vedono.
Occhi che si sono sempre mostrati ciechi nei miei confronti.
Le labbra si stirano in un triste sorriso, mentre continuo ad osservarti dal fondo della sala.
Fino a poco tempo fa credevo che esistesse solo un tipo di cecità; la malattia oculare capace di togliere alle persone il piacere di vedere le foglie secche cadere dagli alberi quando giunge l’autunno, la magia della neve in inverno, lo sbocciare dei fiori in primavera e gli splendidi arcobaleni dopo i brevi e violenti temporali estivi.
Invece, mi sono dovuta ricredere, grazie a te.
Esiste qualcosa peggiore di questa malattia – con la quale si impara a convivere.
Io lo so bene.
Essere visti senza essere visti.
Perché non mi vedi? Mi sono domandata tante, troppe volte nel corso di questi anni, implorandoti ogni volta di guardarmi.
E tu, ti voltavi verso di me. Ma rimanevi cieco.
Cieco di fronte alle mie premure.
Cieco di fronte alle mie parole.
Cieco di fronte ai miei sguardi innamorati, alle mie gote perennemente rosse, al mio imbarazzo.
Cieco davanti le mie lacrime.
Cieco di fronte a sentimenti che tutti hanno visto.
Già, tutti tranne te.
Non posso nemmeno colpevolizzarti – non potrei mai farlo! –, perché sono io che avrei dovuto guidarti verso la luce, cancellando questa tua perenne cecità.
L’unica da biasimare sono io.
Ma va bene così.
Non importa.
Finché continuerò a vedere il sorriso dipinto sul tuo volto, non m’importerà della cecità che mi hai mostrato, né di quanto essa continui a ferirmi.
Mi armo del mio migliore sorriso e mi avvicino a te, a voi, congratulandomi per il vostro fidanzamento.
Mi sorridi di rimando, ma subito mi domandi se va tutto bene.
Ti sorrido rassicurandoti, mentre tu continui a scrutarmi attento.
E prima che tu possa domandarmi qualcosa, augurandovi ogni felicità, mi allontanando con le lacrime che premono per uscire ed un sorriso sulle labbra.
Finalmente mi hai vista.
Quell’ombra di comprensione che ha animato i tuoi occhi, è stata l’artefice di un altro piccolo sussulto del mio cuore.
Ma ora sarò io a mostrarmi cieca.
Ed è giusto così.


 
Guardami.
Sembravano dire i tuoi occhi verde-acqua ed io l’ho fatto, comprendendo.
Ma è troppo tardi per provare a porre rimedio a tutti i miei errori.
Perdonami Rein per essere stato così cieco.
Perdonami per non averti saputo amare come meritavi.
Perdonami, se puoi.

 
 
[457 parole]
 




 


Note dell’Autrice:
Buonasera,
con questa Raccolta volevo ufficializzare il mio non abbandono del Fandom. Ebbene, sono ritornata sui miei passi, nonostante avessi promesso di non farlo, questo grazie a due scrittrici di questo fandom, che mi hanno non solo supportata – sopportando i miei scleri – ma hanno anche fatto sì che io ritrovassi la stessa passione di un tempo scrivendo all’interno della sezione, e tutto grazie alle loro splendide storie, che vi consiglio di andare a leggere.
Devo confessare, che non mi aspettavo di scrivere qualcosa di così deprimente ed acquoso per inaugurare la raccolta, anzi pensavo di proporvi qualcosa di più allegro, ma pare che al momento riesca a scrivere solo fanfiction da suicidio. Inoltre non sono neanche tanto convinta di essere riuscita a rispettare il rispettare il prompt come lo intendeva l’Autrice che ha indetto la Challenge. Nel caso non fosse rispettato, ditemelo e provvederò a modificare lo scritto, o a togliere il prompt, iniziando ufficialmente con la sfida dalla prossima fanfiction.
Il titolo non ha nulla di particolare a mio avviso. Eppure, se penso a Rein e Shade – mi dispiace, anche se in questa c’è stato un lieve accenno alla RedMoon, le storie saranno Shein – mi viene in mente il colore dell’oceano, che a mio parere rappresenta gli occhi di Shade e i capelli di Rein – sebbene questi ultimi non siano proprio di questo colore. Ed il filo perché entrambi sono legati da un nastro indistruttibile, sempre secondo me. Ma che ci posso fare, io li amo nella loro semplice essenza.
In realtà il titolo doveva essere Filo color oceano, tuttavia durante la stesura ho deciso di pluralizzare – esiste? – il singolare, dato che saranno più fanfiction. A proposito, questa volta si è trattato di una flashfic, ma non vi assicuro nulla sulle prossime, visto che potrei scrivere anche drabble e One shot.
E dopo questa lunghissima nota, vi lascio, ringraziando tutti coloro leggeranno e/o vorranno commentare.
Grazie.

Himeko

 

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Capitolo 2
*** Come Giulietta Capuleti. ***


Autore: Himeko Kuroba
Personaggi: Bright, Rein, Shade.
Pairing: BlueMoon.
Prompt: #27. Pugnale
Note: questa fanfiction partecipa a La sfida dei 200 prompt indetta da msp17.






 
Fili color oceano
 
 
Come Giulietta Capuleti.



Osservi il corpo di Shade cadere a terra, mentre Bright vi guarda dall’alto di quell’unico scalino che conduce ai troni, con la spada grondante di sangue tesa davanti a sé.
«Rein», ti chiama affannando il principe della Luna e tu ti abbassi al suo cospetto, reprimendo – con tutte le forze – quelle lacrime che premono per uscire. Perché se tu ora piangessi, sarebbe come ammettere che Shade stia morendo. E tu non vuoi. Non vuoi – non puoi – vivere in un mondo senza il tuo salvatore.
«Ti ... ti amo» mormora con il poco fiato rimastogli, mentre ti accarezza delicatamente una guancia, asciugando quella piccola goccia che è sfuggita dai tuoi occhi socchiusi.
Le lacrime cominciano a sgorgare liberamente dalle tue perle verde-acqua, mentre afferri la sua mano tra le tue – più piccole – baciandola con estrema dolcezza.
Lui ricambia la stretta guardandoti negli occhi come a voler dire che tutto andrà bene, che lui ti proteggerà ancora.
Poi senti la presa venir meno, secondo dopo secondo, battito dopo battito.
E quando lui chiude gli occhi – con un sorriso sulle labbra –, ti lasci andare ad un pianto disperato, stringendo al petto la sua mano ancora calda.
Senti Bright ridere per quella che definisce una scena pietosa.
Una rabbia che non avevi mai provato prima ti assale.
Alzi lo sguardo verso l’artefice del tuo dolore, vedendo solo una figura sfocata a causa delle lacrime che scorrono imperterrite lungo le tue guance.
Cominci a tremare, incontrollata.
Chiudi gli occhi e tutto ciò che senti è la risata divertita di quello che rimane del principe del Regno dei Gioielli.
Apri gli occhi, osservando il tuo amore, sentendo il suo corpo farsi minuto dopo minuto sempre più freddo.
La chioma cobalto ricade disordinata come sempre, la sua espressione rasenta la serenità, il suo mantello, solitamente giallo, è color rosso.
E poi lo vedi.
Un piccolo pugnale.
Agisci d’istinto, lasciando la sua mano, che cade sulle pieghe della tua gonna, per afferrare quella piccola arma legata alla cintura.
Come ipnotizzata la osservi in ogni suo minimo dettaglio; dall’impugnatura blu con impresso il simbolo del Regno della Luna alla fondina dai ricami argentei.
Con mani tremanti togli la custodia che avvolge la lama, mentre Bright smette di ridere, osservandoti con paura.
«Rein, cosa …?» domanda il biondo disorientato, senza riuscire a concludere la frase.
Punti gli occhi verde-acqua in quelli color cremisi del principe – caduto sotto il potere del Cristallo Nero anni addietro – che tanto hai amato quando ancora eri una ragazzina e di amore non ci capivi niente.
Sorridi all’espressione di puro orrore dipinta sul suo volto.
Forse, in questo Bright che stenti a riconoscere, è rimasto ancora qualcosa di quel principe gentile innamorato della tua gemella. Rafforzi la presa sull’arma, per non rischiare che cada a terra a causa del tremore che si è propagato in tutto il corpo.
Chini il capo per posare un lieve bacio sulle labbra del tuo fidanzato, del tuo futuro sposo, della tua anima gemella.
Ti allontani quanto basta per poter vedere un’ultima volta il suo volto e, con decisione, affondi il pugnale nella tua carne.
Perché un mondo senza Shade non può essere chiamato Mondo.
Mentre ricadi sul corpo esanime di Shade, pensi che dopotutto Camelot aveva ragione: somigli a Giulietta Capuleti più di quanto immagini.
E comprendi che quel gesto, apparso così romantico ai tuoi occhi, non era altro che un gesto dettato dalla disperazione del dolore.
«Aspettami Shade», sussurri prima di chiudere gli occhi e ricongiungerti al tuo amato.
 
 
 
[581 parole]





 


Note dell’Autrice:
Buon pomeriggio,
e nel poco tempo che mi rimane prima di andare a lavoro, eccomi qui a proporvi una One shot dal retrogusto amaro. Purtroppo questa settimana non faccio altro che scrivere fanfiction deprimenti, perdonatemi! ç__ç
Quando ho letto il prompt, mi è subito venuta in mente la tragedia di Shakespeare “Romeo e Giulietta”, ed inizialmente volevo scrivere sul relativo fandom.
Poi, mentre scrivevo, nella mia mente è uscita fuori una bozza molto scarna della One shot che avete appena letto, e ho deciso di scrivere sulla Shein, rifacendomi agli eventi della prima serie. I personaggi che ho immaginato, nella mia mente non sono dodicenni e quindicenni, ma sono tutti maggiorenni. Ho provato ad immaginare cosa sarebbe successo se il Cristallo Nero si fosse impossessato di Bright qualche anno dopo e la mia mente ha pensato che il potere oscuro dovesse avere preso completamente il sopravvento sul ragazzo, lasciatosi sopraffare anche dai continui rifiuti – indiretti e non – della bella principessa Fine. Ho pensato che, in un momento di rabbia, avrebbe anche potuto uccidere l’eterno rivale Shade e così … eccomi qui a pubblicare lo scritto.
Per la scena della morte di Shade, del pugnale e della conseguente morte di Rein, ho preso ispirazione dalla scena della tragedia: Romeo, non avvisato in tempo del piano di Giulietta – bere una pozione, che rallenta i battiti cardiaci, causando una morte apparente –, la raggiunge alla cripta e decide di porre fine alla sua vita. Giulietta risvegliatasi trova il corpo esanime di Romeo, ed in un gesto disperato, prende il suo pugnale e si toglie la vita.
Non potete immaginare quanta fatica ho fatto a scuola a trattenere le lacrime, mentre la professoressa parlava ed io mi mordevo il labbro.
Sinceramente nei panni di Giulietta ci vedo meglio Fine, per molte caratteristiche simili, partendo dai capelli rossi, però anche la Shein non può sempre vivere momenti felici, giusto? *cerca in qualche modo di pararsi il coccige*
Dimenticavo: Rein definisce Shade salvatore perché l’ha salvata innumerevoli volte da brutte situazione – un esempio? La salva quando cade da un precipizio.
E questo è un altro scritto sperimentale. Ci tenevo a provare a scrivere qualcosa in cui io fossi onnipresente, ma temo di non esserci riuscita granché, e non sono nemmeno sicura di avere dato la giusta importanza al pugnale, perciò confido nei vostri giudizi e suggerimenti. ;)
Spero di non avervi fatto deprimere troppo, in ogni caso vi domando scusa.
Ringrazio Helen Ward ed UnaScuotitriceDiParole per avere recensito lo scorso capitolo ed avere inserito la raccolta tra le seguite, lamasi per averla inserita tra le preferite e tutti i lettori silenziosi.

Himeko

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Capitolo 3
*** Fulminato. ***


Autore: Himeko Kuroba
Personaggi: Rein, Shade.
Pairing: lieve accenno alla BlueMoon.
Prompt: #126. Stelle
Note: questa fanfiction partecipa a La sfida dei 200 prompt indetta da msp17.






 
Fili color oceano
 
 
Fulminato.



«Cosa vuoi?» domandò con tono brusco Rein, strofinando lievemente le mani sulle braccia, coperte da una leggera vestaglia.
«Sono stato fulminato» rispose Shade, reprimendo l'istinto di stringere a sé la principessa meno principesca del pianeta Wonder.
«E di grazia, perché sei qui – sul mio balcone – in piena notte?»
«Sono stato fulminato» ripeté il ragazzo, volgendo lo sguardo al cielo. «Dovresti essere più cauta nell'esprimere desideri, potrebbero avverarsi.»
«Shade, non sono dell'umore adatto per gli indovinelli. Dimmi cosa vuoi e sparisci».
«Anche quel giorno il cielo era coperto di stelle» disse il principe, invitando la ragazza ad ammirare il panorama.
«Quante stelle» mormorò Rein, senza fiato, scrutando attentamente il cielo alla ricerca di qualche costellazione.
«Cosa avevi desiderato prima di salire sulla mongolfiera?»
«Che tu venissi fulminato all'istante».
«E così è stato. Sono stato fulminato, principessa Rein» mormorò Shade, chinandosi sulla ragazza. «Dalla tua bellezza» concluse a fior di labbra, catturando il suo respiro mozzato.

 
 
[155 parole]
 




 


Note dell’Autrice:
Buonasera,
è passato un po' di tempo dall'ultimo aggiornamento, ma tra lavoro, studio, volontariato, amici ed altro, non ho più molto tempo per efp – cosa che sapranno bene tutti coloro che attendono una mia recensione. Purtroppo, come sempre, se devo rinunciare a qualcosa, preferisco rinunciare ad efp, anche perché lo studio rappresenta la mia priorità assoluta al momento, in secondo luogo c'è il lavoro – tanto per non dovere pesare economicamente sui miei genitori.
Questa volta, il punto d'inizio della fanfiction, è stata la frase «Sono stato fulminato» che continuava a tormentarmi da giorni. Anche se, a dire la verità, nel mio sogno, la frase mi veniva detta da Mr. Darcy – ma quanto è bello l'attore [Matthew Macfadyen] che lo interpreta nel film del 2005? *___*
Ed oggi, in un momento di rabbia contro la pubblicità, mandata in onda interrompendo il discorso di Joey Potter [sì, guardo nuovamente le repliche di Dawson's Creek e piango, problemi?], mi è venuta l'illuminazione, ed eccomi qui a proporvi lo scritto.
Per quanto riguarda il titolo, ho preferito usare solo il termine Fulminato invece dell'intera frase, perché mi sembrava rendere meglio l'idea. Ahimè, ho usato il prompt come sfondo, ponendolo in secondo [anche terzo, volendo] piano lasciando a voi l'arduo compito d'immaginarvi la scena come più vi aggrada. Si è capito che quando Rein ha pronunciato la frase è passata una stella cadente? O meglio, sei riusciti ad immaginarlo?
Purtroppo, al momento, non mi viene proprio da scrivere storie romantiche e sdolcinate, anzi, sono piuttosto sconvolta dalla mia sete di … morte? nei confronti della mia coppia preferita.
Se volete fatemi sapere cosa ne pensate, non vi mangio! ;)
Un bacio,

Himeko
 

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Capitolo 4
*** Tentazione. ***


Autore: Himeko Kuroba
Personaggi: Shade centric, Rein.
Pairing: BlueMoon.
Prompt: #102. Labbra
Note: questa fanfiction partecipa a La sfida dei 200 prompt indetta da msp17.






 
Fili color oceano
 
 
Tentazione.



Shade sospirò infastidito.
Più cercava di non osservarla, più il suo sguardo si posava sulla figura supina della ragazza; le gote lievemente rosse a causa della febbre che l'aveva fatta svenire tra le sue braccia, il respiro regolare che le alzava ed abbassava il petto ogni volta che inspirava ed espirava e le labbra leggermente dischiuse per permetterle di respirare meglio, la rendevano bellissima ai suoi occhi.
Ipnotizzato dagli impercettibili movimenti della bocca, Shade alzò un dito per sfiorare delicatamente quei boccioli di rosa inviolati: nemmeno il suo migliore amico-rivale Bright aveva avuto il piacere di assaporarli.
«... -de», il flebile sussurro della ragazza catturò l'attenzione del principe, che avvicinò il volto per carpire meglio le sue parole.
«Sha- … -de … Shade ...»
Il cobalto spalancò gli occhi ed il cuore ebbe un piccolo sobbalzo: lo stava chiamando. Rein lo stava chiamando. Stava chiamando lui, non Bright. Forse aveva ancora qualche possibilità con la principessa che aveva reso inaccessibile il suo cuore alle altre ragazze, tra cui Fine.
Lentamente avvicinò le proprie labbra a quelle della blu, fermandosi quando sentì i loro respiri fondersi in un unico sospiro.
«Shade ...», lo chiamò Rein, socchiudendo le palpebre.
Il ragazzo riprese lucidità e, velocemente, si allontanò di un paio di centimetri.
Cosa stava facendo?
Non poteva credere che stava per … baciarla.
Aveva avuto un sacco di occasioni, ma non le aveva mai sfruttate per il rispetto che nutriva nei confronti dell'amore che la ragazza provava per il principe biondo; ed ora che la suddetta si trovava nel suo letto, lui cosa faceva? Cedeva alla tentazione.
Con un sospiro frustrato le sorrise, poi allungò il collo e le posò un delicato bacio sulla fronte.
Doveva essere Rein a donargli il suo primo bacio, non lui a rubarlo – per una sua debolezza – come un vigliacco.


  
[303 parole]
 




 


Note dell’Autrice:
Buonasera,
finalmente aggiorno qualcosa – era anche ora, nevvero?
Questo prompt mi ha dato parecchi grattacapi perché non sapevo come svilupparlo. Poi, ieri notte, un colpo di genio mi ha colta – devo ringraziare una fanfiction all'interno del fandom Bleach e la penultima, barra ultima, puntata di Hakuouki.
Ebbene sì, inizialmente avevo pensato ad un bacio e spero di avervi fatto credere, anche solo per un minuto, che Shade avrebbe effettivamente poggiato le sue labbra su quelle di Rein, invece, il richiamo di quest'ultima lo ha riportato alla realtà e – col senno di poi – ha deciso di non cedere alla tentazione. Shade qui si è mostrato dotato di un'incredibile autocontrollo e Rein, be', gli è svenuta tra le braccia a causa della febbre e chi lo sa, magari nella prossima drabble/flashfic/One shot potrei scrivere un continuo di questa situazione, ma non vi faccio promesse che non saprei rispettare.

Himeko

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Capitolo 5
*** Sposami. ***


Autore: Himeko Kuroba
Personaggi: Rein, Shade.
Pairing: BlueMoon.
Prompt: #162. Vicolo
Note: questa fanfiction partecipa a La sfida dei 200 prompt indetta da msp17.





 
Fili color oceano


Sposami.


 
«Non era necessario che pagassi tutto tu; potevamo fare a metà» disse Rein con una punta d'imbarazzo, osservando con la coda dell'occhio Shade, che le camminava accanto per le vie poco illuminate e quasi deserte del Regno Solare.
Una risata divertita sfuggì dalle labbra del principe. «Se non lo facessi non potrei definirmi un Gentiluomo, non credi?», le domandò retoricamente strizzando l'occhio, conscio dell'effetto che ciò provocava alla ragazza.
«Ma lo fai ogni volta», constatò la turchese, arrossendo lievemente. E prima che il ragazzo potesse contraddirla, aggiunse «Da due anni a questa parte».
«Chi ti dice che portarti a cena fuori – nei ristoranti più lussuosi di tutta Wonder – e pagare la cena da vero Gentiluomo, non sia in realtà un piano per arrivare ad altro?» domandò con tono serio Shade, avvicinandosi quel tanto che bastava per poterla guardare negli occhi e sentire il suo respiro farsi via via più veloce.
Poi, con un sorriso tutt'altro che rassicurante, l'afferrò per la vita e la condusse con estrema dolcezza nel vicolo buio dietro il ristorante.
Rein deglutì, accorgendosi che in quell'oscurità riusciva a vedere – perché glielo permetteva la vicinanza tra i loro volti – solamente i suoi occhi cobalto.
«U-Un secondo fine?» domandò con un filo di voce, sentendo un groppo formarlesi in gola.
Shade sorrise e poggiò le sue fredde labbra sul collo della ragazza, che in risposta s'irrigidì.
«S-Shade, io … non credo ...» balbettò in preda al panico cercando di fermarlo, poggiandogli le mani sul petto nel tentativo di allontanarlo.
«Tranquilla, principessa». Disse il ventiquattrenne allontanandosi leggermente, permettendo alla turchese di rilassarsi, per quanto possibile. «Non potrei mai minare alla tua virtù. Ti ricordo che pure io sono un nobile e so come funzionano le leggi».
«Ma tu sei un maschio» ribatté Rein; il sopracciglio inarcato del ragazzo le fece capire che non aveva compreso ciò che voleva dirgli. «Nessuno può dirti niente, nessuno può insinuare che tu non sia più ...», si bloccò imbarazzata, abbassando lo sguardo.
Shade la osservò capendo il senso del discorso e si sentì terribilmente in colpa. Quando l'aveva condotta in quel vicolo non voleva certo farla sentire a disagio, anzi, nel peggiore dei casi pensava di farsi due risate, mentre nel migliore dei casi sperava di vederla gettarsi tra le sue braccia in preda alle lacrime di gioia.
Con un sospiro si diede dello stupido per averla messa in quella situazione. Si allontanò ulteriormente dalla ragazza che gli aveva rubato il cuore anni addietro – durante l'adolescenza – senza più renderglielo, e la osservò in quegli occhi incredibilmente grandi e lucidi.
Dannazione!, si disse, mentre colpiva il muro alla sua sinistra con un pugno, facendo sussultare Rein.
«S-Shade? Va … va tutto bene?»
No. «Sposami», disse semplicemente, ponendo fine a quel supplizio che aveva rovinato la serata ad entrambi; non solo era stato il protagonista del momento più imbarazzante – di questo ne era certo – della sua vita, ma aveva anche sentito il cuore fermarsi e ridursi in mille pezzi quando l'aveva sentita umiliarsi promulgando tutte quelle sciocche ed inutili giustificazioni.
«Come?» domandò sbattendo più volte le palpebre, facendo sorridere lievemente Shade; finalmente non balbettava.
«Io credo che tu abbia capito», rispose con un guizzo malizioso negli occhi, sebbene il suo viso non esprimesse alcuna espressione.
«No». Disse Rein, facendo tremare il cuore di Shade, più di quanto non lo stesse già facendo. «Vuoi che ti sposi per appagare i tuoi desideri più reconditi?», domandò infine, trovando le parole più adatte.
Questa volta fu Shade a spalancare gli occhi. «No! Forse … anche» mormorò confuso il ragazzo. Poi, riprendendo il controllo sulle sue emozioni, rispose con estrema sincerità e dolcezza. «Non nego che più volte sono stato tentato dal saltarti addosso, soprattutto ieri in onore del Summit, però non è per questo che voglio sposarti, perché tutto questo rappresenterebbe solo una piccola parte del motivo per cui ho affrontato un colloquio con tuo padre uscendone – miracolosamente – vivo. Certo, non sarò all'altezza di Bright in quanto a romanticismo, – infatti ci troviamo in uno squallido vicolo –, non mi metterò in ginocchio come Auler, non sarò estroverso come Tio, però … sposami. Sposami perché vuoi avermi nella tua vita come io ti voglio nella mia, sposami perché vuoi svegliarti stretta tra le mie braccia, sposami perché vuoi regnare insieme a me, sposami perché mi ami almeno un terzo di quanto ti amo io. Sposami e basta, senza alcun secondo fine».
Rein, dopo avere sentito quella dichiarazione colma di amore, sincerità e di una lievissima nota supplichevole, non riuscì a trattenere le lacrime, che cominciarono a sgorgare dai suoi occhi, e le labbra si distesero nel sorriso più bello che Shade avesse mai visto. Poi, spinta da una forza invisibile, o semplicemente dall'amore che nutriva per il ragazzo, sentì le gambe muoversi e percorrendo velocemente quei pochi passi che li separavano, lo abbracciò di slancio, cingendogli il collo con le braccia ed affondando il viso nell'incavo tra il collo e la spalla.
«È un sì?» domandò incerto il cobalto, cingendole dolcemente la vita.
Il naso della turchese strofinò più volte contro il collo dell'amato, che sorrise alzando gli occhi al cielo.
«Voglio sposarti perché ti voglio nella mia vita, perché quando sono con te mi sento protetta, perché voglio regnare insieme a te, perché ti amo più di quanto tu immagini. Ti sposo e basta, solo perché ti amo», rispose guardandolo negli occhi.
Shade sorrise, strofinando con delicatezza il proprio naso contro quello della sua futura moglie, poi azzerò completamente le distanze tra i loro volti, baciandola dolcemente, sigillando quella promessa d'amore eterno.

 
 
[922 parole]
 
 

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Capitolo 6
*** Arte. ***


Autore: Himeko Kuroba
Personaggi: Nuovo Personaggio, Rein, Shade.
Pairing: BlueMoon.
Prompt: #05. Pennarello
Note: questa fanfiction partecipa a La sfida dei 200 prompt indetta da msp17.






 
Fili color oceano
 
 
Arte.



Un bambino dai spettinati capelli viola alzò lo sguardo dal foglio e lo posò sulla figura paterna addormentata con il capo poggiato sullo schienale del divano. Gli occhi blu passarono velocemente dal genitore alla barretta di cioccolato poggiata sul suo addome ed infine ricaddero sul pennarello verde muschio – come aveva precisato sua madre – che aveva appena stretto tra le dita per potere colorare Freccia Verde, uno dei suoi eroi preferiti. Tuttavia il primo posto spettava a Batman, che gli ricordava vagamente suo padre.
Fissò intensamente il pennarello, poi tornò a scrutare con attenzione il volto dell'uomo, mentre un sorriso, più simile ad un ghigno, gli stirava le labbra. Si alzò dal tappeto e con passi malfermi il bambino si avvicinò al divano, riuscendo – dopo vari tentativi – ad arrampicarvisi senza destare il genitore.


«Shade!», urlò Rein facendo sobbalzare il marito, che si guardò attorno intontito.
«Amore», mormorò l'uomo strofinando vigorosamente le palpebre, mentre respirava lentamente per regolarizzare i battiti del cuore.
«Amore niente», rispose freddamente la donna. «Ti avevo chiesto di fare una cosa, una soltanto».
«Ti assicuro che ho ritirato i vestiti», disse velocemente Shade sperando di placare l'ira della moglie.
«La parola “cioccolato” ti dice niente?», domandò fissandolo negli occhi, ma notando lo sguardo spaesato del marito sospirò esasperata.
Quando era rientrata in casa si era subito accorta che qualcosa non andava; c'era fin troppo silenzio. Così senza togliersi i tacchi – che la stavano uccidendo – era corsa in salotto dove aveva trovato il figlio intento a colorare, ma la scintilla malandrina che aveva colto nei suoi occhi l'aveva insospettita. La risposta alla sua domanda era giunta nel momento in cui aveva spostato l'attenzione sulla scatoletta dei pennarelli accanto alla quale era stata abbandonata una carta colorata leggermente stropicciata; le era bastato uno sguardo alle labbra del figlio per capire cosa fosse successo.
Espirò profondamente e puntò le iridi verde-acqua sul volto del marito, spostandole immediatamente, mentre le labbra si stiravano leggermente in un lieve sorriso, che non passò inosservato al cobalto.
«Uhm, Shade, preferisci il rosso, il grigio o il giallo?»
«Tesoro, sei sicura di stare bene?»
«Mai stata meglio, davvero. Allora?»
«Rosso» rispose senza pensarci. «Perché?»
«Tesoro della mamma», chiamò Rein con voce fin troppo civettuola, che fece rabbrividire il marito. «Ti va di abbellire la tua splendida opera d'arte con delle spirali rosse?» domandò porgendo al figlio un pennarello rosso che venne prontamente afferrato.
Shade, che non aveva afferrato il senso della conversazione, stava per chiedere delle spiegazioni quando il suo riflesso nel tavolino di vetro chiarì tutto.
 
 
 
[421 parole]





 


Note dell’Autrice:
Buonasera,
lo scritto è stato scritto di getto [onde evitare che io perdessi l'ispirazione] e tutto sommato mi sono divertita parecchio a scriverla, anche se il tutto risulta incredibilmente demenziale e nonsense. Non sono molto convinta di questa pubblicazione quasi immediata, dopo averla riletta piuttosto frettolosamente, rischiando di soffocarmi con le mie stesse risate. Non potete immaginare come sono messa; mi sono immaginata Shade con un sacco di ghirigori e "soli" in faccia, tutti di colori diversi. No, non sto bene. Per niente. Non badateci, in periodo d'esami sono sempre oltre che stressata, ansiosa e tutto quello che volete, molto, molto, molto pazza. Non sono più in me. Ditemi voi, devo sistemare qualcosa? Devo modificare/cancellare/eliminare/cestinare/tutto-quello-che-volete la fanfiction?
Dopo la proposta di matrimonio, ci voleva proprio un siparietto famigliare, ma non sono sicura di essere riuscita a rendere al meglio la scena. Il bambino non ha un nome perché non sapevo quale dargli, però – come avrete notato – somiglia terribilmente al padre ed alla madre ed è anche un piccolo genietto del male. Lo sapete che lo adoro già? Chissà, magari potrebbe ricomparire anche più avanti. ♥
Per quanto riguarda il prompt "pennarello": pensate che sia riuscita a dargli il giusto rilievo?
Per quanto riguarda il titolo, be', infondo il piccolo sta colorando, quindi colorare la faccia di Shade è pur sempre un tipo di arte, no? XD
Prima di allungare ulteriormente queste note, mi dileguo, sperando di non avervi annoiate. Se vi va fatemi sapere cosa ne pensate. :)
Un bacio,

Himeko
 

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Capitolo 7
*** Ossessione. ***


Autore: Himeko Kuroba
Personaggi: Shade centric.
Pairing: //
Prompt: #155. Viso
Note: questa fanfiction partecipa a La sfida dei 200 prompt indetta da msp17.






 
Fili color oceano
 
 
Ossessione.


 
I raggi della luna filtravano attraverso la finestra, – lasciata aperta per permettere alla lieve brezza notturna d'insinuarsi nella stanza, rifrescandola dall'afa estiva –, posandosi come una delicata carezza sulla figura supina del principe.
Nonostante la mezzanotte fosse scoccata da parecchio, Shade non riusciva ad abbandonarsi al tipico tepore che, irradiandosi in tutto il corpo, precedeva la dolce caduta tra le confortanti braccia di Morfeo.
Ogniqualvolta abbassava le palpebre, nel buio della sua mente, prendeva forma il volto di quella ragazzina che lo aveva colpito per la sua spontaneità, oltre che per una lunga serie di figure imbarazzanti fatte insieme alla gemella.
E senza che se ne rendesse conto, ad ogni ballo a cui aveva partecipato nelle ultime settimane, si era ritrovato a cercare quel viso fra gli invitati.
Desiderava ardentemente che quegli occhi verde-acqua privi di malizia – che lo tormentavano giorno e notte –, si posassero sulla sua figura per più di un paio di secondi, scrutandolo nel profondo della sua anima.
Adorava vederla arricciare il suo piccolo naso quando qualcosa la infastidiva o, come aveva potuto notare, quando Fine veniva invitata a ballare dal principe del Regno dei Gioielli.
Detestava il modo con cui quelle gote, sempre pallide, acquistavano colore ogni volta che Bright entrava nel suo campo visivo o, semplicemente, le rivolgeva parola con il suo fare beneducato.
Infine, quando le si era avvicinato per chiederle un ballo – sotto l'insistenza di sua madre –, aveva notato quelle labbra rosee e piene che lo inducevano a baciarla lì davanti a tutta la crème de la crème nobiliare, e solo i Kami sapevano come aveva fatto a resistere a tale impulso quando queste si erano stirate in un delizioso sorriso.
Quel volto era ormai diventato una sorta di ossessione.
Bramava quegli occhi verde-acqua su di lui, quelle labbra a contatto con le proprie – intente a saggiarne la morbidezza.
Ma più di ogni altra cosa, desiderava essere la causa del colorito roseo che le imporporava le guance, rendendola eterea ai suoi occhi.
Il cobalto chiuse gli occhi, espirando lentamente. Doveva rassegnarsi; quel viso gli si era impresso a fuoco, non solo nella mente, ma anche nel cuore.


  
[353 parole]
 




 


Note dell’Autrice:
Buonasera,
non chiedetemi spiegazioni, anche perché non saprei darvele. Non ho neanche idea di come mi sia venuto in mente questo scritto così così.
Ultimamente ho una specie di blocco della fanwriter [non sono una scrittrice e non mi ritengo tale] strano. Davvero. Ho un sacco di idee in mente che si sovrappongono le une sulle altre, ma non appena provo a districarle per farne venire fuori una decente, ho come un vuoto. Non riesco neanche a scriverle tutte insieme perché vado totalmente in confusione. E temo che questa fanfiction risulti un po' confusionaria.
Inoltre, ci tenevo ad informarvi che le mie storie all'interno di questo fandom, forse, subiranno un'ulteriore ritardo per quanto riguarda gli aggiornamenti dato che al momento sto cercando di approdare in altri Fandom [ma quanto è difficile provare a scrivere su qualcuno con cui non si ha famigliarità?] e sto cercando di terminare alcune storie che partecipano ad alcuni Contest. Masochista mode: on.
Detto questo, vorrei cogliere l'occasione per ringraziare dal profondo del mio cuore What_I_Want e shoujo per avermi ridato fiducia in me stessa. Grazie davvero; se posso fare qualcosa per sdebitarmi, chiedete pure. Ve lo devo. ♥
Un bacio,

Himeko
 

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Capitolo 8
*** Lacrime silenziose. ***


Autore: Himeko Kuroba
Personaggi: Rein centric.
Pairing: //
Prompt: #58. Lacrime
Note: questa fanfiction partecipa a La sfida dei 200 prompt indetta da msp17.





 
Fili color oceano


Lacrime silenziose.



Una goccia d’acqua salata cade dalle sue lunghe ciglia, scivolando sulla gota pallida illuminata, in un gioco di luci e ombre, dai raggi lunari che filtrano attraverso la finestra socchiusa.
Non può credere che il suo principe azzurro sia stato plagiato dal potere del Cristallo Nero.
Con un fragore, causato da una folata di vento più intensa delle precedenti, le ante di vetro si spalancano ed una figura famigliare esce dall’ombra, avvicinandosi a lei con passi misurati.
Lentamente poggia il palmo della sua mano sul suo volto, cancellando con una delicata pressione del pollice le tracce umide che rigano la sua guancia.
«Non devi piangere, Rein. Riusciremo a salvarlo», mormora il principe racchiudendola in un abbraccio.



 
[116 parole]
 




 


Note dell’Autrice data per dispersa:
Ehm… buon pomeriggio?
No, non è un miraggio, sono proprio io. E sì, potete smetterla di cercarmi, se qualcuno ancora lo sta facendo o lo avesse mai fatto. Sono tornata? Non lo so. Dipende tutto dall’ispirazione.
Be’, cosa dire? Questo scritto, che rappresenta una sorta di esperimento abbastanza riuscito, è nato ieri sera quando ha cominciato a piovere ed io ero intenta ad osservare le scie che lasciavano le gocce sul vetro.
Ma veniamo al dunque. Nella mia mente i personaggi sono degli adolescenti, infondo nel Manga sono un pochino più grandi rispetto l’Anime, e questo dovrebbe essere una sorta di Missing Moment da inserire subito dopo il passaggio al potere oscuro di Bright. Perdonatemi, ma adoro Dark!Bright, non ci posso fare niente. ^^
E per quanto riguarda il titolo, be’, non ne sono proprio convinta, ma è il migliore che mi sia venuto in mente e, a parer mio, vi introduce al contenuto della fanfiction.
Uhm, oggi sono un po’ di poche parole, quindi concludo dicendo che il prompt dovrebbe essere lacrime e spero di essere riuscita ad adoperarlo al meglio.
Ringrazio tutti coloro che passeranno di qui, per voglia o per sbaglio, tutti coloro che vorranno lasciarmi un segno del loro passaggio. Se vi va, fatemi sapere cosa ne pensate.
Himeko

 

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Capitolo 9
*** Padre. ***


Autore: Himeko Kuroba
Personaggi: Shade centric, Rein.
Pairing: BlueMoon.
Prompt: #186. Padre
Note: questa fanfiction partecipa a La sfida dei 200 prompt indetta da msp17.






 
Fili color oceano


Padre.



Tu-tum, tu-tum.
Il flebile suono di un battito cardiaco si espande lentamente nel silenzio, quasi surreale, in cui è caduta la stanza e, Shade, percepisce il proprio organo vitale accelerare le palpitazioni, mentre s’incanta ad udirne l’incantevole ritmo, con gli occhi appena socchiusi.
Non si preoccupa della goccia di acqua che si posa all’estremità dell’occhio, pronta a scivolare al primo battito di ciglia. Semplicemente non gli importa; non teme di mostrare la propria gioia alle donne presenti nella camera.
Deglutisce a fatica, aumentando la dolce presa sulla mano della moglie, senza distogliere gli occhi cobalto – costellati da un luccichio diverso, che rende la sfumatura dell’iride più scura – dal monitor.
Padre.
Si volta a guardare la donna che ha reso possibile quel miracolo della vita, ringraziandola, mentre una lacrima si fa silenziosamente strada sul suo volto, illuminato da un sorriso carico d’amore.
Padre.
Padre, è l’unica parola che riesce a pronunciare.
Padre, è l’unico termine che si forma nella sua mente, svuotata da ogni altro futile pensiero.
Padre, è il vocabolo che accompagna quel suono così delicato, che ha paura di spezzare con il proprio respiro.
Sto per diventare padre, concretizza per la prima volta da quando Rein gli ha detto di essere incinta, abbassandosi a baciarle la fronte coperta dalla frangia sbarazzina.



 
[212 parole]
 




 


Note dell’Autrice.
Buonasera,
sono tornata ad aggiornare la raccolta, anche se avrei dovuto dare la precedenza alla long Shein, ma non è assolutamente dipeso da me – o quasi. Diciamo pure che mi sono accorta di una mia piccola svista ed adesso devo trovare il modo di sistemarla o la storia non potrebbe risultare credibile. Ma non sono qui per parlare di questo.
Che dire? Sinceramente non mi aspettavo questo risultato, sì, dovete prendete questa affermazione in senso negativo. Speravo di riuscire a trasmettere le stesse emozioni che ho provato io, che provo ogni volta, ma non ci sono riuscita. Vi chiedo umilmente scusa. Però, spero di essere riuscita a trasmettervi almeno il senso di felicità che ha colto il nostro amato protagonista.
Lo confesso, mi sono ispirata ad una scena che è accaduta non molto tempo fa, che mi ha fatta emozionare e versare lacrime su lacrime su lacrime. Ovviamente non so cosa provano i genitori, osservare è diverso dal provarlo in prima persona, ma spero di essere riuscita a farvi percepire l’atmosfera del momento. Ho volutamente evitato di inserire termini troppo tecnici, che a pare mio avrebbero stonato un poco. Per quanto riguarda il battito cardiaco, Ba-dum, ho deciso di riportare il suono onomatopeico presente nei Manga, se fosse errato, non fatevi problemi a dirmelo.
E niente, non so cosa dire, quindi mi dileguo così come sono apparsa.
Un abbraccio,
Himeko
 

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Capitolo 10
*** T'amo d'amor puro. ***


Autore: Himeko Kuroba
Personaggi: Rein centric, Shade.
Pairing: BlueMoon.
Prompt: Bonus #38. Margherita
Note: questa fanfiction partecipa a La sfida dei 200 prompt indetta da msp17.






 
Fili color oceano


T’amo d’amor puro.



Le soffici labbra si schiudono emanando un lieve sospiro, mentre lentamente, quasi dolorosamente, le dita affusolate strappano i candidi petali di una margherita.
 
M’ama.
 
La dodicenne avverte un braccio avvolgerle la schiena, mentre una mano, leggermente callosa, le stringe — con una presa decisa — il fianco attirandola al corpo del suo salvatore. Socchiude le palpebre e solleva il viso, premuto contro un famigliare tessuto color blu notte, ritrovandosi ad osservare due enigmatiche iridi color cobalto, che la osservano con una punta di rimprovero.
 
Non m’ama.
 
Un lieve brivido di freddo, forse dovuto alla temperatura notturna, le attraversa la colonna vertebrale mentre, nascosta dietro ad alcuni invitati intenti a volteggiare sulle note di un valzer, lo osserva scrutare attentamente l’adorata gemella, in piedi vicino al rinfresco, durante l’ultimo ballo in maschera tenutosi nel Regno Solare.
 
M’ama.
 
Inconsciamente, seguendo l’istinto, posa la propria mano sulla pallida gota del ragazzo facendogli percepire la propria presenza, mentre i respiri, fino a poco fa distinti, paiono fondersi per formarne uno solo.
 
Non m’ama.
 
Il gelo che prova s’intensifica in un battito di ciglia; alla fine ha invitato la gemella, non lei.
 

Con delicatezza strappa un altro petalo, poi un altro ed un altro ancora, giungendo all’ultimo, che lascia cadere sul suo grembo senza districarlo dal sottile stelo.
«T’ama?», domanda una voce roca, facendole perdere un battito. Avverte il suo sguardo penetrarle la schiena ed un lieve rossore comincia a diffondersi gradualmente sulle sue gote, ma, Rein, non accenna a voltarsi, nemmeno quando lo sente accomodarsi accanto a lei, espirando appena.
«L’ami?», chiede in una tacita richiesta, consapevole dell’importanza che vi si cela dietro.
«No».
Una piccola speranza si accende in fondo alla sua anima smarrita; «M’ami?».
«Non hai bisogno di rovinare una meravigliosa margherita per saperlo», sussurra con una lieve nota d’ironia accostandosi al suo orecchio, facendola rabbrividire di piacere. Posiziona due dita sotto il mento e le volge il capo, scandagliandone minuziosamente la fisionomia, dopodiché accorcia la distanza e soffiando un sentito «t’amo d’amor puro», l’annulla completamente.
 
T’ama, la margherita non ha mentito.


 
[338 parole]




 
 

 
delirio notturno; ebbene sì, eccoci di fronte all’ennesimo delirio notturno che mi colpisce — colpita ed affondata dalla voglia di scrivere una Shein super-mega-iper-fluffuosa; ci sarò riuscita?
Era da un po’ che non prendevo in mano questa raccolta – nei giorni a seguire mi occuperò dell’impaginazione, dannata me quando ho deciso di cambiarla – e, rileggere alcune vecchie fic, mi ha reso nostalgica; tra l’altro mi sono accorta che in nessuna di queste i nostri beniamini esplicano i loro sentimenti, dunque mi sono detta “quale modo migliore di usare il prompt margherita?”. Ecco, non sono neanche più in grado di mettere assieme due parole; direi che è proprio l’ora di andare a dormire. Sicuramente ci risentiremo con qualche altro mio delirio notturno; ne sono certa, soffro della sindrome dei deliri notturni. Vi ringrazio per l’attenzione. ♥

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