Ti scatterò una foto

di WishfulThinking
(/viewuser.php?uid=35037)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** What's done in the elevator stays in the elevator. Except when it doesn't. ***
Capitolo 2: *** And you'll be here in my arms ***
Capitolo 3: *** Rabbia sublimata ***



Capitolo 1
*** What's done in the elevator stays in the elevator. Except when it doesn't. ***


Le fotografie di una vita

Questa raccolta nasce dalle fotografie postate da Sakurina/Lulychan sullo [URL=http://shikainofanforum.forumcommunity.net/]ShikaIno fanforum[/URL]…spero che anche chi non le ha viste possa godere delle shot!

 

 

Ti scatterò una foto

 

A cosa serve una grande profondità di campo se non c'è un'adeguata profondità di sentimento? (Eugene Smith)

 

 

 

1-      {What's done in the elevator stays in the elevator. Except when it doesn't.}

Peter Swire

 

“Ino, tutto bene?” si sentiva quasi stupida a chiederglielo, quando le mani della bionda stringevano spasmodiche la gonna viola ridotta al minimo per farsi notare da chi aveva mandato il suo migliore amico all’ospedale, da chi anche lei ancora aspettava, disperatamente.

Poi d’un tratto le mani di Ino si irrigidirono, e Sakura seguì con lo sguardo il nuovo arrivato.

Shikamaru squadrava la bionda con uno sguardo triste, colpevole. Ma lei non se ne accorgeva. Non voleva accorgersene.

“Stai bene?” gli domandò la ragazza, cercando di nascondere la preoccupazione di quelle parole.

Shikamaru annuì, cacciandosi le mani in tasca.

“Mi dispiace, è stata colpa mia” disse in un sussurro. E Sakura si sentì subito di troppo. Si sentì soffocare in quell’atmosfera così densa di non detto da non riuscire a muoversi.

Vide Ino stringere più forte la gonna, vide Shikamaru stringere nervoso i pugni nelle tasche mentre Temari li raggiungeva.

Che ci fai qui?” domandò Shikamaru.

“Sono venuta a vedere come stavi” rispose la bionda di Suna, guardandolo negli occhi. Sfidandolo a dire qualcosa.

Shikamaru scrollò le spalle: “Non sono io quello in sala operatoria”. E sembrava che con quello volesse chiudere la questione.

“Sempre dietro a lagnarti, eh?” Temari non aveva intenzione di lasciare perdere, a quanto pareva.

“Chiedo solo di essere lasciato in pace, invece che ossessionato dalle vostre domande. Il tono di Shikamaru era serafico.

“Le nostre domande sono preoccupazione per te, disgraziato che non sei altro!” era stata Temari a parlare, ma Ino avrebbe potuto dire la stessa cosa, anche se scelse di non dire nulla.

Finitela, entrambe”.

Quello non era Shikamaru: Shikamaru Nara era tante cose, ma non offendeva gli altri con il proprio dolore. Mai. Temari rimase impietrita a fissarlo, come se l’avesse appena schiaffeggiata, mentre lui ricacciava entrambe le mani in tasca e le stringeva a pugno, ancora, per poi sparire camminando lungo il corridoio bianco dell’ospedale, senza una parola.

“Non capisce proprio che…” lo sproloquio di Temari fu interrotto dal sussurro di Ino: “Al diavolo!”.

Il suo orgoglio, l’autosufficienza di lui, il muro tra di loro. Di scatto si alzò, lasciandosi dietro un’attonita Sakura e un’infastidita Temari a guardarsi negli occhi.

“Shikamaru!” sentirono distintamente l’urlo inviperito della bionda prima che fermasse l’ascensore sul quale era appena salito il Nara.

E Sakura pensò che probabilmente se Shikamaru non era tornato ferito dalla missione, sarebbe rimasto all’ospedale per colpa di Ino Yamanaka. Si alzò distrattamente facendo un breve cenno di saluto a Temari, percorrendo a passi strascicati il corridoio che Ino aveva fatto di corsa, poco prima, e trovandosi ad aspettare lei stessa l’ascensore: non aveva voglia di fare le scale, dopo una giornata tanto estenuante. Pensò che fosse strano che Shikamaru e Ino non si sentissero urlare, mentre tamburellava le mani sul muro; sperò che il ragazzo non fosse morto, non di già, mentre le porte dell’ascensore si aprivano; tentò senza successo di afferrare la ragione per cui quando finalmente li vide, l’unica risposta che usciva dalla bocca di Shikamaru alle provocazioni di Ino erano i mugugni scatenati dalle labbra della ragazza incollate alle sue.

 

 

Author’s Notes:

Bene, ho un solo commento: questi due mi fanno scrivere di tutto! E grazie a chi si è sottoposto alle torture di suddetta Luly pur di ispirare fic ShikaIno (non programmate!).

Stay tuned!

WT

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** And you'll be here in my arms ***


Vaffanculo Ino

Ti scatterò una foto

Il link della foto:

http://farm4.static.flickr.com/3311/3524372465_8f04d4cf97.jpg?v=0

 

Non è la mera fotografia che mi interessa. Quel che voglio è catturare quel minuto, parte della realtà. (Henri Cartier-Bresson)

 

 

 

 

{And you'll be here in my arms, just sleeping.}

Annie Lennox,  Into the West

 

Vaffanculo Ino.

Shikamaru non riusciva a pensare altro mentre camminava con lei in braccio, un sorriso stanco sulle labbra.

Vaffanculo, Ino, che mi invento questa volta?

La ragazza rispose con un gemito beato mentre si accoccolava più comodamente sul suo petto. Shikamaru non poté fare a meno di sfiorarle la fronte con un bacio celato, mentre sentiva i passi di Choji echeggiare alle sue spalle, in un ritmo confortante. Erano ormai alle porte di Konoha quando una voce lo richiamò: “Shikamaru!”.

Il ragazzo si impietrì.

Kurenai-sensei…” acconsentì, chinando piano la testa.

“Shikamaru, lascia che la prenda Kiba” disse gentile Kurenai facendo cenno verso Ino, notando quanto il ragazzo fosse stremato. Erano fuori da una settimana, e anche l’Akimichi, dietro di lui, sembrava allo strenuo delle forze.

“No, faccio…faccio io” sussurrò Shikamaru, piano ma con determinazione.

“Avanti Nara, sei devastato. La prendo e la porto a casa sua, so dove abita” si fece avanti Kiba cercando di prendere il corpo di Ino, che giaceva tra le braccia di Shikamaru.

“Fai piano, la svegli” sussurrò Shikamaru, stringendo la ragazza a sé.

“Siete fuori da un sacco di tempo, tutto bene?” domandò allora Kurenai, mentre Shikamaru annuiva: “Abbiamo avuto un contrattempo, ma siamo riusciti a risolvere”. La donna assentì con un  “Bene”, e fece cenno a Kiba di accompagnare i tre.

L’Inuzuka lasciò passare Shikamaru, e prese a camminare al fianco di Choji: “Vi aspettavamo due giorni fa, è successo qualcosa?” domandò.

“Siamo stati stazionari per tre giorni, poi Ino ha voluto fare di testa sua e ha usato il capovolgimento, ma le è servita una quantità impressionante di chakra…” sussurrò Choji, piano.

Kiba annuì, poi si rivolse a Shikamaru: “Nara, sei sicuro che non vuoi il cambio?”

“Ce la faccio” rispose quello in un grugnito. Poi si voltò: “Cho, passi tu a far rapporto all’Hokage? Io la porto a casa.

Il ragazzo paffutello fece un cenno d’assenso col capo, appoggiò una mano sulla spalla di Shikamaru e la strinse, poi fece una carezza a Ino. “Ci vediamo domani, Shikamaru”. Quello annuì, poi sospirò, guardando Ino che dormiva ancora tra le sue braccia.

Cazzo, sei andato forte Nara!” esclamò Kiba, ancora al suo fianco. Shikamaru gli concesse uno sguardo irritato, ma Kiba non mollò la presa: si avvicinò al corpo rilassato della Yamanaka e sbirciò sotto il suo top.

Che diavolo fai, imbecille?” inveì Shikamaru, tirandogli un calcio dal momento che le braccia erano occupate a sostenere la compagna.

“Ehi, ehi stai calmo…” si giustificò l’Inuzuka “Caspita…non dirmi che non l’hai mai fatto, dai” fece poi con un ghigno.

“No, Kiba, non l’ho mai fatto” rispose Shikamaru, esausto.

E non hai neanche mai…?”

“Nara” una voce profonda interruppe i divagamenti di Kiba.

Inoichi Yamanaka.

“Signor Yamanaka, buona sera…” sussurrò piano Shikamaru, guardando in basso. Aveva sempre avuto un rapporto particolare con il padre di Ino: pur trattandolo come uno di famiglia riusciva a farlo sentire inadatto più di chiunque altro con quei suoi occhi azzurri e penetranti, proprio come quelli di Ino. E ora i suoi occhi sembravano accusarlo di quella ragazza abbandonata tra le sue braccia, accusarlo del suo stato, della sua stanchezza, di chissà quante altre cose.

L’uomo si sporse per guardare in faccia la figlia, senza salutare l’Inuzuka, uno sguardo apprensivo sul volto: “Non è ferita, vero?” si preoccupò prendendo a scrutare minuziosamente il corpo che Shikamaru teneva tra le braccia.

“No” disse piano Shikamaru, anche lui esausto.

“Bene” assentì Inoichi, con un cenno del capo. Poi accadde qualcosa che non aveva calcolato.

“Grazie, Shikamaru.” L’uomo posò una mano sul capo del ragazzo, come non faceva da quando aveva otto anni, e gli scompigliò i capelli, già disordinati in quella lunga camminata “Vuoi portarla di sopra?” aggiunse poi senza aspettarselo, nemmeno lui.

Shikamaru sorrise e assentì.

“Ciao Kiba” sussurrò prima di voltarsi “Grazie per avermi accompagnato”. E sparì sulla soglia insieme al signor Yamanaka.

 

“Sei tu, Inoichi?” la voce della signora Yamanaka riecheggiò nel salotto, mentre la luce azzurrina della televisione rischiarava il buio della stanza.

“Sono tornati” annunciò l’uomo piano, ma con emozione. Era così Inoichi Yamanaka, un duro dal cuore morbido, soprattutto con sua figlia. La moglie si alzò in piedi, mormorando il nome della figlia e fermandosi nel vedere Shikamaru.

Shika...” sussurrò poi mentre carezzava la testa di Ino “Sta bene?” sussurrò piano, per non svegliarla.

Shikamaru annuì, e la signora carezzò anche il suo capo, facendogli scorrere una mano sulla guancia e dandogli un bacio: “Sei sempre così premuroso con Ino…”.

“Lascia che la porti di sopra, è esausto” la invitò allora Inoichi, toccando un braccio della moglie. La donna annuì mentre Shikamaru si congedava con un cenno del capo e saliva le scale che portavano in camera di Ino. Erano ventitré gradini, lo sapeva benissimo. Quando fu sulla soglia del ventiduesimo sospirò, aprendo poi la porta della camera di Ino con un gomito, e poggiandola delicatamente sul letto.

Poi le passò una mano sul volto e sospirò, mentre la sua mano involontariamente scendeva più in basso.

Dannato Kiba e le sue insinuazioni maliziose! Certo che forse…

Ritirò la mano come se la pelle di Ino scottasse, poi prese il lenzuolo e la coprì, appoggiandosi per un attimo al cuscino, per riprendere le forze prima di andare a casa.

 

***

 

“Va bene tesoro, ha portato a casa Ino e l’ho lasciato andare di sopra, ma sono di sopra da un’ora e quello ancora non è sceso…” borbottava Inoichi mentre la moglie sogghignava.

“È Shikamaru, Inoichi, non ti fidi di Shikamaru?” mormorò lei, dandogli affettuosamente un bacio sulla guancia.

“Gradirei ricordati, amore, che Shikamaru è un ragazzo” puntualizzò il marito.

E Ino una ragazza” annuì lei.

“Appunto” convenne Inoichi. “E sai cosa possono fare un ragazzo e una ragazza soli in una camera?” domandò.

“Ino!” rise la donna, ricordando la loro esperienza.

Inoichi si portò una mano al capo: già si sentiva male.

La moglie rise, prendendogli e la mano e baciandola: “E va bene, andiamo a vedere, mister gelosone!” fece intrecciando le sue dita con le proprie e salendo al piano superiore.

Quando stava per bussare, il marito la fermò: “Se bussi non li becchiamo!” notò.

Inoichi Yaman…” la moglie stava protestando quando Inoichi aprì la porta con gesto trionfale: davanti a loro c’erano Shikamaru e Ino sul letto, che dormivano beatamente: lei sotto le coperte e lui sopra, appoggiato al cuscino, la mano ad assicurare il lenzuolo sulla spalla di lei, che proprio in quel momento si accoccolava al suo petto.

In quel momento l’espressione di Inoichi era illeggibile.

“Vado a chiamare i Nara, dico che Shikamaru questa notte dorme qui” dichiarò la donna, con tono definitivo “Tu vai a letto, vecchio malpensante!” rise.

Inoichi la guardò con aria dimessa: “Va bene, ma mi punto la sveglia, che a metà notte vengo a controllare!” fece mentre lei lo trascinava via, verso la loro camera da letto.

 

 

 

Author’s Notes:

Giornata ispirata, sì. Che ne dite? Intanto mi prendo questo angolo per rispondere alle recensioni:

 

hachi92: Eccola l’onnipresente! Grazie mille, inizio a pensare che tu sia ubiqua! Questa è la foto in cui lui la tiene tra le braccia, ed è tanto tenera che non poteva non uscirne qualcosa di fluff! Spero che anche questa scena ti abbia gustato, perché mi sono data al fluff, ma la prossima sarà piena di UST! Alla prossima dunque!

 

Mimi18: Il seguito di Birthdays arriverà, prima o poi, promesso. È quell’ “o poi” che dovrebbe spaventarti XD. Sono proprio contenta che la prima flash ti sia piaciuta, ora non so perché ma mi viene da espandere la cosa, ma sì, tanto sono shot! Come vedi ho intermezzato con una mezza fluff, lasciando da parte per un attimo lo Shika- maniaco (ma tornerà! Parola mia!)…però spero ti sia piaciuta anche questa, topaH caraH. Ino indifesa, dato che t’era piaciuta, l’ho riproposta, anche se qui non fa proprio niente! Temari in fondo (molto in fondo) mi piace, onestamente, sempre che se ne stia a distanza di sicurezza dal nostro Ananas preferito. E sì, Shika e Ino sono lemon, ma anche fluff e anche…oh, insomma, tutto! A prestissimo, tua cinghialaH.

 

Sakurina: Lullina…anche a me pare proprio che si amino! Devo dire che la foto dell’ascensore era una delle mie preferite in assoluto, ma anche questa è bellissima! Dolce dolce, così da frenare un attimo le aspirazioni mondiali al lemon, e Shika pare così protettivo! …così protettivo da dare un calcio a Kiba, ecco ù.ù E scusa, te lo maltratto sempre!  Devo ammettere che questa fic guarda di più al lato-Shika della vicenda, ma mi piace ogni tanto vedere quanto lui sia protettivo nei confronti di lei, quanto voglia portarla lui a casa, nonostante sia sfinito, come la ami in modo casto e perverso a un tempo. E se lo vede e lo concede anche Inoichi, siamo a posto. Poi certo, rimarrà sempre il padre geloso che è…ma infine lo sa anche lui che non può chiedere di meglio per la sua principessa!

Alla prossima Pumpkin, dato che il merito di questa raccolta è tutto tuo! <3

 

celiane4ever: La Vale! Concordo, la foto nell’ascensore è bellissima, ma anche questa è tanto tenera! E dovresti provare a scrivere prima o poi Vale, sul serio. Il mondo biancoH necessita di sempre nuovi adepti! Spero che anche questa shot ti sia piaciuta e…come hai potuto lasciar fare tante foto a Luly e Paccy al Naruto Day? Ora ho da scrivere fino al mio ottantesimo compleanno! XD Alla prossima!

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Rabbia sublimata ***


“Stavate cercando il Signor…

La fotografia è un'azione immediata

(Henri Cartier-Bresson)

 

Ti scatterò una foto

 

 

 

 

{ In tutti noi c'è una rabbia inespressa che, se non è sublimata dal lavoro o dall'amore, troverà una moltitudine di sfoghi. Ciò che mi interessa è l'incontrollabile, le emozioni che improvvisamente prendono possesso di un uomo ignaro di averle. }

Joseph L. Mankiewicz

 

 

“Stavate cercando il Signor…?” la voce del receptionist era posata mentre i suoi occhi scorrevano il registro delle presenze dell’albergo per quella notte.

Nakamura Takeshi” rispose Ino con sicurezza, sbirciando nella lista che l’uomo scorreva con tanta tranquillità.

Non capiva che era essenziale che glielo dicesse il prima possibile?

Le lunghe dita affusolate della ragazza tamburellavano ritmicamente sul banco. L’uomo alzò lo sguardo in segno di  rimprovero, così Ino la finì e guardò oltre, girandosi con una piroetta per vedere dove diavolo si fosse cacciato Shikamaru. Ebbene, il suo compagno se ne stava, nient’affatto preoccupato, comodamente spaparanzato su una delle poltrone della hall: le braccia distese sui braccioli e la testa abbandonata all’indietro. Se non l’avesse conosciuto meglio avrebbe detto che stava dormendo.

“Niente Nakamura, signorina” concluse infine l’uomo.

Ne è sicuro?”

“Assolutamente. C’è una stanza prenotata e non occupata però, a nome Kensei…Forse avete sbagliato nome.

O forse paese” arrivò dal fondo la voce di Shikamaru.

“Grazie lo stesso” sorrise cortesemente Ino prima di congedarsi con un mezzo inchino dall’uomo. Superò tranquillamente Shikamaru che non fece cenno di muoversi. Si fermò, contò fino a tre e tornò sui suoi passi.

“Sai, Shikamaru, avremmo un criminale da cacciare, se la cosa non ti disturba troppo…” cominciò con tono saccarino. Irritato.

Shikamaru sorrise mentalmente, senza aprire gli occhi: “Come ti ho già detto, probabilmente è in un altro paese a quest’ora, forse sotto altro nome” concluse senza fretta.

Ino cercò di mantenere compostezza mentre il portiere scompariva, chiamato da un inserviente.

“Capisco” rispose la ragazza con un ampio, falso sorriso: “Quindi il tuo piano è startene qui tranquillo e beato, giusto?”

“Precisamente” annuì Shikamaru, mentre lottava con i suoi stessi muscoli facciali per non ridere.

Ino emise un sorrisino che somigliava a una risata isterica: “Quanto sei geniale, Shikamaru!”.

“Quanto sei seccante, Ino”. Ecco, quello sarebbe dovuto bastare.

“Shikamaru Nara!” Ino non sorrideva per niente ora, dato che l’aveva preso per un braccio nel tentativo  di sollevarlo dalla sua postazione: “Si può sapere che diavolo credi di fare?” urlò furiosa riuscendo effettivamente ad alzarlo dalla sua poltrona. Non c’era che dire, Ino arrabbiata somigliava quasi a Choji per prestanza fisica. E chissà che Shikamaru sarebbe riuscito a incanalare tutta quell’energia…

“Ora levi le gambe e andiamo a prendere questo bastardo, intesi?” ringhiò la ragazza, il ciuffo biondo che le ricadeva sugli occhi.

Shikamaru la guardò con gli occhi appena aperti di chi intende dormirsela ancora a lungo, poi rispose in un sussurro: “No”.

Ino sentì la rabbia affluirle alle guance, arrossate mentre cercava uno sfogo a tutta quell’energia che solo Shikamaru era in grado di farle salire con tanta prepotenza: “Tu…” cercò di articolare “Tu…” ritentò con tono velenoso, senza trovare tuttavia un’articolazione logica alla sua rabbia.

Shikamaru si concesse un mezzo sorriso, portandosi le mani dietro la testa: “Fattene una ragione, Ino, quello è a chilometri di distanza, almeno tanti quanti siamo noi da Konoha in questo momento, e non c’è nulla che possiamo fare. Eccetto, forse, dormire.” Aggiunse grattandosi la nuca. Notò con piacere il volto di Ino cambiare ancora due tonalità di rosso, e virare verso il viola in perfetta pandance con la divisa che indossava. Tipico della Yamanaka, mantenere il senso estetico anche in condizioni di stress. Si concesse un mezzo sorriso al pensiero che questo, naturalmente, a lei non l’avrebbe mai detto.

Ino si morse un labbro per non prendere a calci Shikamaru.

“Capisco” esordì in tono oltremodo stridulo. “Quindi il tuo grande, geniale piano è…dormire?” terminò con una nota tanto acuta che Shikamaru credeva non fosse possibile ottenere.

Però” si congratulò il Nara “Sei perspicace, Ino. Complimenti” aggiunse alzando le spalle, e subito dopo bloccando la mano della ragazza, che era diretta con violenza inaudita alla sua guancia.

“Shikamaru Nara!” urlò Ino, mentre il ragazzo ringraziava che a quell’ora la hall fosse deserta. “Come osi…?” proseguì a denti serrati, rendendosi conto di avere esagerato con il volume, pochi istanti prima. Per fargli sentire chiaramente le venature velenose della sua frase gli si era avvicinata parecchio, solleticando l’orecchio del ragazzo in quello che per lui era un invito sensuale.

Shikamaru fece schioccare la lingua sul palato: “Oh, avanti Ino…” cominciò in tono ragionevole, per nulla impressionato “Siamo in un paese sconosciuto, all’una di notte” proseguì ben sicuro di far sentire il suo fiato sul collo della Yamanaka “E tu sei vestita così succintamente” proseguì facendo scorrere una mano su fianco di lei, nudo “…che come tuo compagno di squadra, nonché capo di questa missione ho il dovere di tenerti al sicuro da malpensanti, no?”.

Ino sentì un brivido percorrerla, a partire dal punto in cui la pelle di lui sfiorava la sua  fino a tutta la colonna vertebrale, lasciando segni su tutto il suo corpo, tempestato di pelle d’oca. Sentì Shikamaru sospirare – sorridere.

Espirò forte, cercando di mandare via quella fastidiosa sensazione di calore e di vuoto allo stomaco, che si creava troppo spesso da un po’ di tempo a quella parte, e voltò il capo verso di lui con tono di sdegno, senza permettere che i loro corpi si distanziassero: “E quindi questa tua pigrizia…non sarebbe altro che premura per me?” domandò a fior di labbra, a pochi centimetri da quelle di lui. “Ti preoccupi per me, Shikamaru?” continuò in tono provocante, notando con piacere gli occhi di lui incollati alle sue labbra, coscienti di ogni suo minimo movimento.

“Mi preoccupo per il bene della missione e per i componenti della mia squadra, sì” rispose lui, riportandole la ciocca di capelli che le sfuggiva dalla coda dietro l’orecchio, e indugiando con la mano più del dovuto sul collo di lei, che per un attimo chinò il capo di lato, godendo di quel contatto. Poi accadde qualcosa che non doveva. Ino si lasciò sfuggire un gemito.

Shikamaru sorrise compiaciuto: “Non sarà mica un sospiro quello, Yamanaka?”

Ino si riebbe in un istante, spingendo sul petto di lui per allontanarlo: ecco, quello che aveva cercato di evitare per settimane, quello che da anni nascondeva stava accadendo ora, dannazione.

Shikamaru mise la sua mano su quella della ragazza, impedendole di allontanarsi più di tanto. Poi in un istante le circondò la vita con un braccio, la attirò a sé e sollevandola di peso la fece sedere sul comò più vicino, avventandosi sulle sue labbra e stringendola a sé. Ino non si diede il tempo di pensare, e rispose al bacio con tutto il sentimento represso di quelle settimane, attirandolo a sé con una mano e appoggiandosi al comò con l’altra, per paura di cadere a causa della passione dalla quale si stava lasciando travolgere. Sentì la mano di lui stringerle il fianco mentre la sua gonna si alzava involontariamente, perché le sue gambe si aprivano con una facilità inaudita mentre Shikamaru si spingeva verso di lei, in quel precario equilibrio che sapeva di paradiso.

“Ehm” uno schiarirsi di gola attrasse la loro attenzione, mentre Shikamaru interrompeva le sue manovre e appoggiava la fronte alla spalla di Ino per la vergogna. Dannazione, quella ragazza gli faceva perdere il controllo, l’aveva sempre saputo fare più di chiunque altro.

Sentì Ino ridacchiare mentre si portava una mano al volto per nascondere il rossore che – ne era sicuro – le ricopriva le guance in modo adorabile, e tutto per merito suo.

“Signori…” tentò di articolare l’uomo della reception, mentre Ino abbassava lo sguardo e Shikamaru le mordeva scherzosamente una spalla, facendola sussultare. Il receptionist ripeté le sue parole, non sapendo che altro dire.

Shikamaru allora si sollevò e si volse all’uomo, e con tutta la tranquillità di questo mondo chiese: “Sa, la stanza di Kensei…è ancora libera?”.

 

 

 

Author’s Notes:

Bene, e dopo la fluff torna la semi-hot. Spero vi piaccia!

 

kikkyxx14: Grazie! Inoichi è sempre il migliore, e anche se la sua gelosia è giustificata, prima o poi si dovrà rassegnare!

 

hachi92: Massì dai, facciamo fluff e sbav, insieme! Ma col lemon (perlomeno suggerito) recupero qui! Kiba, poverino, finisce per essere maltrattato in tute le mie fic, ma solo perché lo vedo come il provolone di turno, che si deve scontrare con la dura realtà. Nello specifico, il piede di Shikamaru XD. Questa era l’immagine in cui si baciano sul comò, quindi non quella lemon lemon…aspetta e vedrai! Alla prossima!

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=358352